Fatal Addiction

di gracefuldays
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** The Truth ***



Capitolo 1
*** Prologue ***





Disclaimer
Non sono una fan e non li seguo. Sto solo eseguendo i voleri malati di una certa amichetta. Godetevi i nostri scleri sotto al sole.
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Reita lasciò andare un gemito di scazzo, accoccolandosi sulle ginocchia
e grattando un graffietto sul proprio strumento: < Nyaaaaaa~ Lo sapevate che avevo da finire un gamu... >

< Quella testina di cazzo dove sarà finita? > Disse Aoi portandosi una mano al fianco e facendo
tap tap col piede in terra in una stereotipata manifestazione di impazienza < Le prove dovevano iniziare mezz'ora fa. Non è che non ho un cazzo da fare. >

Uruha alzò il volto dallo spartito che stava sottolineando con una matitina rossa a righine
blu fregata qualche minuto prima ad un tecnico del suono < ..Forse ha avuto un contrattempo...uhm...aspettiamo un pochino e poi lo chiamiamo, si? Oppure... >
La sua voce fu sovrastata da una botta di grancassa, secca e improvvisa.

< KAI, BRUTTO... > -Aoi di certo non aveva intenzione di perdonargli quell'attentato in piena regola alle loro coronarie-
< Ragazzi >- Kai non fece caso alla voce minacciosa del ragazzo- < Ve l'avevo detto che non sarebbe venuto. >

Posando le bacchette sul charlie, si alzò in piedi uscendo da dietro la propria barricata in plastica e metallo < Io ve l'avevo detto che la
faccenda è seria. >- Assunse una espressione eloquente- < Ne va dell'unità del gruppo, ve l'ho detto e lo sapete. >

Il silenzio cadde tra i Gazette, tutti fin troppo consci del problema. Stavolta non era possibile ignorarlo, anche se ci stavano provando.
< Chiamo il manager, dobbiamo parlarci. > Risuonò la voce del batterista nella sala mortalmente silenziosa.

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Bianco abbagliante, puro. Così bello da sentire la testa girare. Roba costosa, importata. Fatta arrivare a proprio rischio e pericolo all'insaputa di tutti. O quasi.
Ruki sospirò davanti a tale bellezza e prese la siringa, riempiendola poi ad arte- come se l'avesse già fatto mille e mille volte.

Tirandosi su la manica della maglia attillata, prese un profondo respiro. Era questa la soluzione ai suoi problemi? Era davvero la risposta?

Tenendo i neuroni impegnati con questi quesiti, la mano destra premette lo stantuffo con lentezza e precisione.





(c)GracefulDays 2009

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Capitolo 2
*** The Truth ***


Disclaimer
Dopo un secolo e mezzo, finisco questa storiellina. Spero non me ne voglia la suddetta amica per il tempo infinito che mi ci è voluto per ricordarmi cosa caspio volevo scrivere.
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Il telefono squillava da un po'.
Un fastidioso sottofondo che il cervello del ragazzo accoccolato in un angolo schermava ormai automaticamente.

Poi qualcosa di inaspettato lo fece irrigidire.
Qualcuno era dietro di lui. Aveva vagamente sentito la porta d'ingresso del bilocale aprirsi, ma si era detto che sicuramente era il vicino. Si, quei dannati muri di cartapesta che gli permettevano di conoscere -pur non volendo- tutti i dettagli più o meno intimi degli abitanti degli appartamenti ai lati del suo.
Era una cosa utile per evitare l'influenza, soprattutto quella intestinale. Ed era un motivo plausibile per non voltarsi quando aveva sentito un portone aprirsi e chiudersi.

"Takanori."
La voce scocciata era sicuramente quella del batterista della sua cazzo di band.
"Yu."- La voce di Ruki si uniformò automaticamente a quella della persona in piedi dietro di lui. Avrebbe voluto alzarsi e saltargli addosso perchè lo aveva interrotto proprio in quel momento.
Sudato, mezzo nudo. Con le dita che stavano per premere lo stantuffo.
"Pensi di venire alle prove?"- chiese Kai, sopprimendo un qualcosa a metà tra un sospiro e un risolino.
"Non lo so. Quand'è che ci sono?"

Lasciò stare quello che stava facendo, posando a terra ciò che aveva in mano. Non si voltò. Era stato miseramente beccato. Non voleva che l'altro vedesse il suo volto, un po' troppo arrossato per dare la colpa a qualcosa che non fosse imbarazzo o vergogna.

"Quattro ore fa."

La risposta del batterista gli fece dimenticare tutto e si alzò in piedi, furioso- "E vieni a scassarmi il cazzo per delle merda di prove che già avete fatto??"

"Ma guardati come sei ridotto..."- Kai sospirò, squadrandolo dalla testa ai piedi. - "Fai pena."

"Se cerchi rissa, oggi la trovi." - il cantante si mise a sedere sul water chiuso del piccolo bagno, accendendosi una sigaretta. Un posacenere ricolmo era appoggato in maniera precaria sul lavandino. Il rumore metallico del meccanismo dell'accendino che scattava rimase nelle orecchie di entrambi per qualche secondo, evitando che il silenzio completo li avvolgesse.

"Dovrei farti una foto e metterla sul blog."
"Si, sputtanaci tutti, bravo. Vuoi l'applauso?"- Ruki mugugnò con la sigaretta tra le labbra, rischiando di ciccarsi addosso.

"Sua maestà imperiale vuole darsi una pulita e unirsi a noi per il meeting delle ore diciotto?"- Kai fece un inchino a presa di culo, sapendo che la rissa promessa non sarebbe avvenuta. Lo conosceva troppo bene. Già che c'era raccolse l'oggetto di plastica bianca da terra. - "Roba fine..."- commentò, annusandone l'estremità appuntita su cui si era rappresa la sostanza biancastra.

"Si, costa un bel po'. Lo sai. Ora vuoi lasciarmi in pace? Mi vesto, ok? Così andiamo a questo cazzo di meeting." - Ruki ormai aveva raggiunto un livello di scazzo oltre la norma. Se lo avessero beccato in mezzo a un'orgia si sarebbe risentito meno. - "E molla quel coso."

"Lo sai che questo tuo vizio oltre che ad essere costosetto è anche pericoloso?"- il batterista si sentiva qualcosa a mezzo tra un poliziotto, un padre col figlio drogato ed un assistente sociale. Quante volte avevano affrontato quel discorso? Quante volte il suo amico gli aveva promesso di smetterla?

"Pericoloso?" - il cantante si mise a ridere- "Pericoloso, come?"
"Ti crollerà il pavimento sotto ai piedi un giorno di questi."

Kai appoggiò la siringa dove l'aveva trovata, evitando di sporcarsi le scarpe col silicone. Si voltò per uscire dal bagno, ma non seppe trattenere una risata.
"Almeno se la band va a puttane puoi farti una carriera da idraulico."

E così lo lasciò solo coi suoi pensieri. E con i suoi amati bidet che splendevano bianchi, purissimi, seducenti sotto alla luce fredda del neon.

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