Giardino Fiorito

di Angel TR
(/viewuser.php?uid=53227)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Narciso, Loto, Gerbera gialla ***
Capitolo 2: *** Ibisco, Aquilegia, Mimosa ***
Capitolo 3: *** Gerbera rosa, Garofano rosa e Rosa rosa ***
Capitolo 4: *** Margherita e Glicine ***
Capitolo 5: *** Peonia, Orchidea e Rosa Rossa ***
Capitolo 6: *** Stella di Natale ***
Capitolo 7: *** Vischio ***
Capitolo 8: *** Lavanda e Delphinium ***
Capitolo 9: *** Non ti scordar di me e Dalia ***



Capitolo 1
*** Narciso, Loto, Gerbera gialla ***


Il fascino di un fiore è nelle sue contraddizioni – così delicato nella forma ma forte nel profumo, così piccolo nelle dimensioni ma grande nella bellezza, così breve nella vita ma con un effetto così lungo.
Terri Guillemets




44- Things you said when you gave me my first present / Le cose che hai detto quando mi hai dato il primo regalo
20- Things you said when we were the happiest we ever were / Le cose che hai detto quando eravamo più felici di quanto non fossimo mai stati

27. Narciso: vanità
«No, Asuka, dobbiamo assolutamente spostare l'appuntamento! Alle quattro finalmente andrò al centro estetico, non posso certamente mancare» si allarmò Lili, la voce salì di un'ottava al telefono quando scandì la parola "centro estetico".
Un sopracciglio di Asuka si inarcò. Contò sulle dita le ore, calcolando la distanza tra l'appuntamento al centro estetico e quello con lei, e sbottò: «Oca Bionda, ci dobbiamo vedere alle otto. Cosa diavolo hai da fare dall'estetista fino alle otto?» Un pensiero le attraversò la mente. «Non vorrai mica farti il botulino, eh?»
Sentì uno sbuffo al telefono, il tipico sospiro che Lili faceva quando Asuka ne aveva sparata una delle sue. «Rozza camionista, tu non capisci davvero niente. Devo fare il baffetto, le sopracciglia, la pulizia viso, la sauna, il massaggio, il…»
Asuka finì per addormentarsi al telefono.
{138 parole}

23. Loto: ammirazione.
«Il fiore di loto è considerato sacro sia per il Buddhismo che per l’Induismo. Nella religione Buddhista ha una forte simbologia e rappresenta l’integrità del corpo e della parola e l’elevazione spirituale dell’uomo virtuoso…»
Lili sferrò una gomitata ad Asuka Kazama, intenta ad ascoltare le parole della guida. «Eh, Asuka, non pensi che questo fiore sia proprio stato creato per me?» cinguettò, coprendosi la bocca con la mano per non essere sentita dal gruppo.
La ragazza al suo fianco le scoccò un'occhiata divertita. «E tu saresti integra, elevata spiritualmente e virtuosa?» canzonò.
Mortalmente indignata, Lili si impettì tutta. «Certamente! Conosci qualcuno che corrisponda a queste virtù più di meglio?» inquisì.
Asuka la soppesò con lo sguardo. «Direi mezzo mondo» concluse.
Lili risucchiò l'aria e marciò via. Sollevò il mento, altera, quando un fiore di loto solleticò la sua guancia.
«In realtà il loto ha anche un altro significato» stava blaterando la guida. «Significa "ammirazione"»
Il sorriso di chi la sa lunga fiorì sulle labbra di Lili.
{177 parole}

17. Gerbera gialla: gloria.
Il trofeo d'oro massiccio riluceva nelle braccia sudate di Asuka Kazama. Sembrava pesare e misurare più della vincitrice stessa la quale, nonostante fosse palesemente distrutta e provata, sfoggiava un sorriso così luminoso da eclissare lo scintillio dell'oro.
Un sorriso che, se possibile, si illuminò ancora di più quando una testa bionda spuntò tra la folla, facendosi strada a suon di gomitate e sventolano un grosso bouquet. «Asuká, per tua informazione queste sono gerbere gialle!» urlò, tirando su col naso. «È per festeggiare il tuo primo Torneo! Sai cosa simboleggiano?»
Dall'alto del ring, Asuka annuì.
{102 parole}


N/D: la maggioranza di queste brevi storie saranno a rating verde/giallo ma, dato il lime presente in una, ho dovuto alzare il rating ad arancione xD

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Ibisco, Aquilegia, Mimosa ***


21. Ibisco: bellezza fugace, incanto di un istante.
Quando la nuova combattente dai fluenti capelli biondi le scivolò affianco, la falcata decisa e leggiadra come quella di una pantera a caccia, Asuka restò fulminata come vittima dell'incantesimo di una fata.
Come avevano detto che si chiamava? Certo, non avrebbe mai potuto dimenticarlo: Lili – sicuramente un nome da battaglia.
Beh, qualunque cosa fosse, Lili – con quel suo sguardo birichino, il suo viso di giada e il sorriso fiero – era, molto probabilmente, la ragazza più bella che avesse mai visto.
Ma cosa vado pensando?, si chiese sbalordita Asuka. Scosse la testa per liberarla da quei pensieri assurdi e l'incanto sembrò svanire.
{109 parole}

5. Aquilegia: amore nascosto.
«Ah, io ho preso una sbandata per quel bel ragazzo spagnolo, com'è che si chiama? Ah, Miguel…» sospirò una ragazza, l'asciugamano che le avvolgeva i capelli si piegò pericolosamente, simile alla Torre di Pisa, quando lei inclinò la testa, lo sguardo sognante.
«Provaci con tutti quelli che vuoi tu ma Jin non lo guardare nemmeno per sbaglio!» minacciò Ling Xiaoyu, una ragazza cinese che partecipava dalla terza edizione del Torneo. Era giovanissima ed era già un portento; sfortunatamente per Asuka, era anche molto astuta. Voltando la testa appena per fissarla con la coda dell'occhio scuro e brillante, le chiese: «E tu, Asuka? Non hai una cotta per nessuno?»
La risposta di Asuka fu pronta e decisa: «No».
Negli occhi di Xiaoyu brillò una luce pericolosa. «Allora per nessuna
Questa volta, Asuka arrossì e farfugliò: «Ma come ti salta in mente…»
{149 parole}

25. Mimosa: femminilità e forza.
I colpi che Lili infliggeva erano decisamente potenti e fatali eppure conservavano una femminilità e un'eleganza tipiche di una ballerina di danza classica dell'Opera di Parigi.
Asuka seguiva i suoi volteggi e le sue tecniche con gli occhi di chi vorrebbe imprimerseli nella mente per sempre. Lo stile di Lili era così diverso dal suo karate – le cui movenze certamente non erano sciatte –, così come le loro personalità.
Asuka si trastullò con l'idea che fossero le due metà della stessa mela: così diverse, eppure così simili, si completavano l'un l'altra.
Lili terminò il suo incontro e, quando rivolse un delizioso inchino alla folla, il suo sguardo non staccò mai quello di Asuka.
{117 parole}

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Gerbera rosa, Garofano rosa e Rosa rosa ***


31- Things you said when you asked me to marry you / Le cose che hai detto quando mi chiedesti di sposarti

16. Gerbera rosa: giovinezza
Inclinandosi verso di lei, gli occhi azzurri spalancati dalla curiosità, Lili sporse la boccuccia per chiedere: «Rozza camionista, cosa vuoi fare da grande?»
Asuka corrugò la fronte. «Credo… continuare la gestione del dojo di mio padre?» ipotizzò. Stava per rimbalzare la domanda quando le venne in mente che Lili era milionaria e certamente non aveva grandi preoccupazioni riguardo all'età adulta.
Lili annuì, convinta. «Io sarò all'accoglienza. Insomma, Asuka, mi hai vista? Sono meravigliosa ed elegante, ti farò guadagnare tantissimi clienti! Anche quando sarai vecchia e decrepita, io sarò con te e ti aiuterò a gestire il dojo!» promise. «È importante pensare agli affari di famiglia già da adesso che siamo giovani e forti» concluse.
«Sogna!» grugnì Asuka, e, tanto per sottolineare il concetto, la colpì dritto dritto in faccia con un cuscino di piume rosa.
{142 parole}

14. Garofano rosa: fedeltà
Lili batté nervosamente lo stivale bianco per terra. A braccia conserte, gli occhi che sprizzavano scintille, sembrava una dea francese – ops, monegasca – della vendetta. «Insomma, Asuka, rispondi!» sbuffò, impaziente. «Mi hai mai tradita?» domandò, imperiosa, riducendo gli occhi a due fessure.
Seduta sul tavolo, la mano risposta su uno strano aggeggino che avrebbe dovuto, in qualche modo misterioso, validare la genuinità della sua risposta, Asuka roteò gli occhi. «Come posso tradirti se non stiamo insieme, Oca Bionda?» bofonchiò.
Lili colpì il tavolo con la mano; stava letteralmente sbuffando fumo dalle narici. «Ecco, lo sapevo!» soffiò, l'espressione mortalmente tradita e allo stesso tempo consapevole – l'espressione di chi coglie sul fatto il gatto che graffia il divano nuovo. «Non mi sei fedele! E pensare che io ero pronta a fare il grande passo!» ululò, mettendosi le mani sul cuore come una moderna Mario Merola. «Io volevo sposarti e tu… e tu…» La sua voce si ruppe in finti singhiozzi.
Asuka sbatté le ciglia lentamente per esplicitare l'assurdità della richiesta di Lili. Non erano nemmeno maggiorenni, cos'era adesso quella storia di sposarla? «E dov'è l'anello, scusa? E poi che proposta di matrimonio è mai questa, Oca Bionda!» esclamò, contrariata.
Lili si chinò su di lei, utilizzando le braccia come leva sul tavolo, nemmeno fosse una poliziotta dell'FBI impegnata nell'interrogatorio di un pericoloso criminale. «Allora tu vuoi sposarmi, Asuka Kazama! E sai questo cosa vuol dire, eh? Che siamo fidanzate!» risolse il caso, trionfante.
Le guance di Asuka si chiazzarono di rosso. «Ma cosa vai dicendo… no che non ti voglio sposare…»
Bip!
Lili interruppe sorpresa la sua grande esibizione teatrale. «Ah!» scattò, puntando l'indice accusatore. «Tu menti, Kazama!»
{301 parole}

35. Rosa rosa: dolcezza
Dalla finestra si levava una nube di fumo che sembrava riprodursi all'infinito. Asuka irruppe nella cucina, tossendo e sventolando la mano per tentare di liberare la propria visuale. «Lili! Che succede!? Perché la cucina sta andando a fuoco?» urlò, preoccupata e arrabbiata al tempo stesso. Sapeva che c'era lo zampino della Bionda dietro quel mancato incendio! «Potevi far scoppiare la casa!» si allarmò, facendosi strada tra il fumo.
Trovò Lili davanti al forno, una striscia di farina lungo la guancia arrossata, un grembiule a pois rosa, ormai rovinato, stretto attorno al corpo snello. Sul guanto da forno, che avvolgeva la mano sventolante, si leggeva "Ci vuole dolcezza in cucina!". Lili fece un colpo di tosse prima di lamentarsi: «Volevo preparare una torta per te ma quella non si è voluta cuocere, guarda!»
Asuka sollevò un sopracciglio. «La torta non si è voluta cuocere» ripeté, scandendo le parole.
Lili annuì con il capo, furiosa. «Ora la picchio!» minacciò, sollevando la mano guantata di "Ci vuole dolcezza in cucina!". Eh, come darle torto!
{180 parole}

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Margherita e Glicine ***


24. Margherita: semplicità.
Stare con Asuka era sorprendentemente semplice: Lili non doveva profondersi in inutili cortesie e salamelecchi, in finti sorrisi e parole soavi e leggere come delicate ali di farfalla.
No, Lili poteva essere se stessa con Asuka. Indomita, bizzosa, altera, indecisa, capricciosa, esigente; in una parola, viva, viva con quella vivacità che caratterizza i sedici anni.
Le avevano descritto l'amore come un sentimento estremamente complicato come un cubo di Rubik o una partita di scacchi, dove, prima di spostare una pedina, bisogna ponderare ogni possibile conseguenza, ogni mossa dell'avversario. Eppure, con Asuka non c'era alcun pericolo, nessuno scacco matto: Lili agiva senza pensare, semplicemente perché le andava di fare così.
{111 parole}


34- Things you said when you kissed me goodnight / Le cose che mi hai detto durante il bacio della buonanotte

20. Glicine: affetto tenero e profondo.
Drin.
"Perché non ci hanno messo nella stessa stanza?" era il messaggio di Lili, incoronato da varie faccine arrabbiate e tristi.
Asuka gettò uno sguardo all'ora e roteò gli occhi. L'una di notte. Perché la Bionda Pazza non si addormentava e la faceva finita?
"Perché il mio cognome inizia per K e il tuo per R! A meno che l'alfabeto non cambi, Oca, non capiteremo mai nella stessa stanza" digitò rabbiosamente Asuka prima di sbattere il telefono sul comodino e tentare di dormire.
Drin. Asuka sbuffò sonoramente.» Ma io ho bisogno del bacio della buonanotte! Come dormo senza!?» lesse ad alta voce. Dal letto di sotto provenne una risatina denigratoria: qualcuno aveva assistito a tutta la scena. Non avrebbe saputo spiegare il perché ma Asuka provò un moto di stizza al pensiero che qualcuno, oltre lei, osasse ridere dei pochi neuroni fritti di Lili.
Ringhiando, scattò: «Tu che hai da ridere? Torna a dormire!» prima di scendere con un balzo dal letto a castello senza neppure degnare lo scaletto a pioli di uno sguardo.
"Sei una vera palla al piede" rispose a Lili mentre sgaiattolava cuatta cuatta verso la sua stanza. Proprio mentre sollevava il pugno per bussare, Lili socchiuse la porta e la sua testa bionda fece capolino. «Finalmente! Pensavo non arrivassi più. Non dormo se non ho il bacio della buonanotte» trillò.
«Ssh, abbassa la voce!» intimò Asuka, portando l'indice alla bocca. Ma insomma, l'oca non capiva che stavano infrangendo le regole della gita scolastica? Ognuno nella propria stanza! Chi scambiava stanza solo per dare il bacio della buonanotte?
Osservò Lili arrampicarsi sul letto a gattoni, si intrufolava sotto le coperte scalpitando e poi si sistemava i lunghi capelli, spargendoli sul cuscino come una moderna Bella Addormentata. «Il bacio» comandò, sorgendo le labbra.
Asuka roteò gli occhi. «Se ci beccano, ci fanno fuori» borbottò. «Ti rendi conto che ormai sei grande e vaccinata? Ancora questo bacio della buonanotte?» le fece la ramanzina, stizzita, eppure stava sciabattando verso di lei. «Sei proprio impossibile» brontolò mentre si chinava su di lei per darle il bacio della buonanotte.
Lili sorrise beata e chiuse gli occhi, crogiolandosi tutta come se le avessero preparato il miglior posto al suo solarium preferito – dove Asuka le aveva caldamente sconsigliato di andare visto le scottature. «Solo tu e papà riuscite a farmi dormire sogni sereni» commentò con un filo di voce e poi il suo respiro si regolarizzò.
La Bella Addormentata si era finalmente ricongiunta con Morfeo.
{433 parole}

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Peonia, Orchidea e Rosa Rossa ***


32. Peonia: timidezza e vergogna.
La porta dell'enorme stanza da letto di Lili era ancora chiusa; di tanto in tanto, Asuka le lanciava un'occhiata dubbiosa quasi temesse di veder entrare un mostro a tre teste. Pensandoci bene, avrebbe decisamente preferito l'ingresso di tale mostro invece di quello di Lili, specialmente se teneva fede alle terribili promesse che le aveva fatto.
Perché la Bionda è terribilmente fuori di testa.
«Stasera avrai l'onore di vedermi in tutto il mio splendore. Bada bene che questa dama è stata implorata da una schiera di gentiluomini… che mai hanno avuto una chance!» le aveva detto Lili in un sussurro che voleva essere seducente – e Asuka, suo malgrado, era arrossita fino alla punta delle orecchie nonostante avesse tentato di nasconderlo in tutti i modi possibili.
«Ma chi ti vuole vedere nuda, Oca?» aveva dunque abbaiato.
Con suo enorme disappunto, le sue parole avevano scatenato una risatina di gusto e uno scintillio divertito aveva cominciato a danzare negli occhi azzurri di Lili. «Vedo che fai volare la fantasia, Kazama… io non ho mai detto "nuda" ma semplicemente "in tutto il mio splendore"! Sei tu che tratto le dovute conclusioni…» aveva fatto notare, astutamente.
Asuka non aveva mai desiderato tanto che la terra la inghiottisse come in quel momento. Che vergogna! Che disonore! Che scandalo!
{217 parole}

29. Orchidea: armonia, celebrazione d’amore
La porta si schiuse con esasperante lentezza. Una gamba snella ed elegante fasciata in calze autoreggenti neri fece capolino dal rettangolo creatosi tra la porta e lo stipite, arcuandosi e slanciandosi come nel più consumato spettacolo di burlesque.
Asuka roteò gli occhi. La Bionda si crede Dita Von Teese, pensò ma non poté fermare un angolo delle sue labbra che si piegò spontaneamente verso l'alto mentre assisteva a quello spettacolino un po' imbarazzato, di chi è alle prime armi ma ci mette tutto il suo impegno.
La gamba snella fu sostituita da un braccio pallido, anch'esso avvolto da un guanto lungo di velluto nero, che si allungò, la mano ben tenuta, con le dita tese come quella di una ballerina al suo primo saggio; l'altra mano lo carezzò velocemente, in punta di dita, così allusiva che Asuka si schermò gli occhi con le mani. Quante volte avrà visto lo spogliarello di Sophia Loren su Youtube per preparare questo teatrino?
La porta finalmente si spalancò, rivelando il corpo slanciato di Lili, parzialmente esposto in un sapiente gioco di vedo-non-vedo, in una posa quasi marziale per la sua precisione ma che conservava la grazia e la delicatezza della danza classica. Lili inclinò appena la testa e i suoi lunghi capelli biondi scivolarono lungo la spalla nuda. Nonostante avesse le guance chiazzate di rosso dall'imbarazzo, ebbe la faccia tosta di continuare imperterrita la sua esibizione: abbozzò un sorriso lascivo e riuscì a far danzare una luce provocante nei suoi occhi azzurri che vi scalzò il più visibile accenno di vergogna.
Asuka allargò le dita per poter sbirciare. «Copriti, svergognata!» bofonchiò, sorprendendosi della sua voce stranamente roca.
Lili si concesse una risatina divertita. «Vedo che il mio spettacolo sta avendo effetto!» chiocciò, tutta pomposa come un piccione nella stagione dell'amore. Avanzò, sollevando con precisione e lentezza marziale una gamba dopo l'altra, seguendo una linea immaginaria come la più consumata delle modelle, senza mai staccare lo sguardo da Asuka sebbene il rossore si stesse diffondendo prepotentemente sulle guance.
«Stai galoppando, Oca?» la canzonò Asuka, mettendo su una faccia beffarda per nascondere lo strano effetto che quella lenta sfilata stava avendo su di lei.
Le gambe si fermarono di botto.
Il rossore sul viso di Lili si acuì, virando verso una sgradevole tonalità di fucsia. «Come osi, rozza camionista!? Ora dovresti svenire, con le convulsioni, chiedendoti come sia possibile che una tale dea ti stia segnando delle sue attenzioni!» abbaiò, battendo un piede a terra, rabbiosa come una iena alla quale hanno sottratto la sua gustosa carogna. Sbuffò, indignata, e incrociò le braccia al petto, dandole le spalle e sollevando il mento, altezzosa. Ogni tanto gettava un'occhiata verso di lei per controllare la sua reazione.
Bionda senza cervello.
E a quel punto, Asuka dovette piegarsi. Roteando gli occhi, si gettò dal fondo del letto con le ginocchia sulla morbida moquette, fingendosi disperata. «Oh, mia dea, perdona questa ignobile miscredente!» supplicò teatralmente.
Lili se la tirò per un po' ma non poté nascondere il sorriso che stava fiorendo sulle sue labbra. «Ah, ora sì!» cinguettò, scuotendo i capelli.
I loro occhi – un paio azzurro e l'altro scuro, entrambi scintillanti – si incontrarono e fu in quel momento che fu impossibile trattenere una risata che esplose dalle loro guance in un allegro gorgoglio simile al rombo di una moto.
Era quello il loro rituale: fare finta di rifiutarsi, prendersi in giro e ritrovarsi sempre allo stesso punto, in totale armonia.
{585 parole}

34. Rosa rossa: amore e passione (Avvertimento: Lime)
Cuscini di pellicciotto bianco, lenzuola di raso, un profumo di rosa appena invadente da impregnare l'aria, facendole girare la testa.
Finalmente riverita come si confà a una principessa.
Il silenzio nella villa Rochefort era rotto da leggeri sospiri. Distesa sul suo maestoso letto, abbastanza morbido da affondarvi, Lili sprimacciò un pomposo cuscino con una mano.
La Mediatrice di Osaka aveva perso lo scontro fuori dal ring anche quella volta.
Le sfuggì un sospiro soddisfatto dalle labbra: alla fine, si arrendeva sempre all'evidenza che era impossibile starle lontano, rifiutare i suoi tocchi delicati eppure fermi, convinti; certo, non si abbandonava subito, era necessaria una battaglia all'ultimo sangue prima che Asuka Kazama ammettesse la sconfitta e si lasciasse trascinare sul letto dove si dedicava a lei come se non esistesse un domani.
I suoi baci erano furiosi e giungevano in una sequenza così rapida che Lili si sentiva tempestata; le sue carezze erano veementi come colpi di karate ma riuscivano comunque a strapparle dei gemiti per l'impeto e la passione che trasportavano.
Ma il bello viene dopo.
Voltò la testa per soffocare un urlo quando sentì il respiro caldo e appena affannato di Asuka soffiare sul suo punto più sensibile. Allora, non poté far altro che infilare una mano fra quelle disordinate ciocche castane e attirarla a sé per domandare la sua più totale attenzione.
E, appena Asuka soddisfò il suo ordine, lambendo proprio dove maggiormente richiesto, la schiena di Lili si inarcò e si tese come una corda di violino. Poi si abbandonò completamente, scivolando in uno stato delirante che si concluse in un'esplosione dei sensi, i pensieri completamente scollegati come mille schegge, che la lasciò fluttuante in una bolla di pace dove non esistevano preoccupazioni o problemi.
Era quello il paradiso?
{290 parole}

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Stella di Natale ***


BUONE FESTE!!!!<3


45- Things you said during our first Christmas together / Le cose che hai detto durante il nostro primo Natale passato insieme

37. Stella di Natale: buon auspicio, augurio sincero.
Il carrello della spesa scivolava lungo le piastrelle del pavimento del supermercato, accompagnato dal ticchettio degli stivali bianchi di Lili che avanzava impettita come un'oca dopo aver vinto lo scontro all'ultimo sangue per l'anima gemella. Scuoteva addirittura i lunghi capelli biondi – un elegante fermaglio di perle ne tratteneva delle ciocche appena sopra l'orecchio.
Ma guardatela, quel fermaglio costerà più di tutto il guardaroba della mia famiglia e lei se lo mette per andare a fare la spesa al supermercato, pensò vagamente divertita Asuka mentre l'osservava sfilare tra le corsie dei dolci dedicati al Natale, lanciando sguardi vittoriosi a destra e a sinistra, nemmeno stesse sfoggiando il trofeo della vita.
«Guarda, Asuka, quanti pandori e panettoni ci sono esposti! Sceglili tutti: dobbiamo festeggiare il nostro primo Natale insieme!» esordì, offrendo tutti i dolci esposti con un ampio gesto della mano, come se fossero diamanti, alzando la voce di un'ottava. Sollevò il mento e si guardò attorno trionfia – al ché Asuka inarcò un sopracciglio.
Sta controllando se l'hanno sentita perché vuole che la sentano! Guardatela come si pavoneggia!
Incrociò le braccia al petto per darsi un tono ma non poté evitare che l'angolo delle sue labbra si piegasse all'insù: in fondo, Lili aveva quel portamento fiero e così altezzoso, come una pericolosa leonessa, regina della savana, che sfila in un pollaio, perché Asuka aveva accettato di festeggiare il Natale con lei – per la prima volta. Eh, già.
Vagamente a disagio per quella sensazione di potere, spostò il peso da un piede all'altro, soppesando le parole. Alla fine si decise: era Natale, tanto valeva essere più buoni. «Prendo il più costoso, quello con gocce di cioccolato pregiato» scelse, reggendo la sceneggiata di Lili. Poi, mentre si sporgeva per prendere il pandoro e riporlo nel carrello, sussurrò a denti stretti: «Questa me la paghi, Bionda, mi stai facendo fare delle figure terribili».
Una luce maliziosa danzò nei favolosi occhi azzurri di Lili, sfavillanti sotto le luci a led del supermercato grazie all'ombretto luminoso rosa-oro firmato Anastasia Beverly Hills, ultima collezione limited edition per le festività. «Intanto ti sta piacendo essere l'invidiata della situazione. D'altronde, chi non vorrebbe essere al posto tuo?» canticchiò, allegra come una pasqua. «Ah, questo Natale voglio fare le cose in grande! Voglio decorare casa così bene che tutta Montecarlo ne deve parlare!» continuò, scarrellando per la corsia, simile a una novella Naomi Campbell che sfilava per la haute couture.
Seguendo quei lunghi capelli biondi che ondeggiavano a destra e sinistra, a braccia conserte, tentando di giudicarla aspramente e fallendo miseramente, Asuka si accorse di essere in uno stato di rilassamento totale. Le piaceva proprio stare con la Bionda Pazza, si sentiva a suo agio. Un pensiero la colse: che fosse svitata anche lei? Pensando ai suoi trascorsi come Mediatrice di Osaka, tra le gang e le risse di strada… beh, forse un pochino.
Un gridolino la riscosse dai suoi pensieri. «Oh, guarda, Asuka! Al supermercato ora vendono anche i fiori» notò entusiasta e sorpresa Lili. Ad Asuka sfuggì un risolino: era chiaro che Lili andasse raramente al supermercato, troppo plebeo per i suoi gusti. La Bionda Pazza indicava una distesa di Stelle di Natale. «Che dici se commissiono un vestito con Stelle di Natale ricamate in occasione delle feste? Non sarebbe l'ideale per il nostro cenone?» propose, improvvisamente.
Asuka le scoccò uno sguardo che diceva tutto. «Un vestito fatto di Stelle di Natale a tavola a Natale» ripeté, scandendo bene le parole per sottolineare il suo dissenso verso quel progetto astruso.
Lili sollevò il mento, spocchiosa, e si erse in tutta la sua altezza. «Certamente. La Stella di Natale è il fiore che simboleggia il Natale quindi è chiaramente la scelta ideale da indossare durante il cenone di Natale! È che tu non conosci il linguaggio dei fiori, sciocca camionista!» spiegò ad Asuka ma anche al piccolo capannello di signore che le si era formato attorno, attratto dal suo portamento e dal suo sapere – lei tutta pomposa, nemmeno fosse Gesù che seminava il credo tra gli infedeli pagani. «La Stella di Natale è di buon auspicio e rappresenta l'augurio sincero!» rivelò, sporgendosi per afferrare un vaso di fiori e riporlo nel carrello con eleganza, le unghie smaltate di rosso per l'occasione che si abbinavano perfettamente ai petali delle Stelle.
Convinte da quella profetessa dal cipiglio deciso, anche le signore che l'avevano ascoltata con interesse si affrettarono ad aggiudicarsi un vasetto di buon augurio sincero per il Natale. Lili dispensò loro occhiate soddisfatte. «Visto?» fece, voltandosi verso Asuka e scoccandole un sorrisetto vittorioso.
Arrendendosi all'evidenza, Asuka si lasciò andare a un sospiro. «E va bene. Quanti vasi di fiori ti servono per il vestito?»
Con una scrollata di spalle, Lili ripose altri due vasetti nel carrello. «Due, tre…»

Ce ne vollero almeno una cinquantina perché, sì, Lili si presentò al cenone di Natale ricoperta di Stelle di Natale dalla testa ai piedi.
Solo il suo maggiordomo Sebastian ebbe la flemma di non inarcare nemmeno un sopracciglio ma, anzi, accolse la sua signorina con un sorriso comprensivo di chi tutto sa e tutto vede.
Davanti allo sguardo sbalordito ma ilare di Asuka che, con indosso un'elegante tuta – perché va bene che era dai Rochefort ma doveva stare tutte quelle ore a mangiare, non poteva certo vestirsi scomoda! –, le chiese il perché di quell'assurdità, Lili rispose altera, sollevando un lembo del lungo strascico rosso: «È perché ho bisogno di tutti i buon auspici possibili per far realizzare il mio augurio sincero: che tu accetti di passare tutti i Natali delle nostre vite con me».
{935 parole}

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Vischio ***


BUON ANNO NUOVO A TUTTI E SPECIALMENTE A MYPRIDE CHE HA LA SANTA PAZIENZA DI RECENSIRMI OGNI VOLTA AHAHAHA

"Nella sua vita aveva fatto mille cose stupide ma mai una inutile." {Savannah} (marzo 2020)
33- Things you said on new year’s eve / Le cose che hai detto a capodanno

39. Vischio: portafortuna
Il vestito scintillante di Lili splendeva più dei fuochi d'artificio che di lì a poco avrebbero tempestato il cielo di Montecarlo di mille colori – rosso, rosa, azzurro, giallo. Tra le dita affusolate, le unghie smaltate di glitter – "È Capodanno! Devo essere più brillante di una stella!" aveva spiegato Lili davanti al sopracciglio inarcato di Asuka che valeva più di mille parole –, roteava un flute di champagne scoppiettante di bollicine. Lili aveva gli occhi chiusi e la fronte contratta mentre l'altra mano corse a stringere improvvisamente e con foga quella di Asuka.
«Che ti prende, Oca Bionda? Paura dei fuochi?» la canzonò Asuka, osservando quella stretta di ferro.
«Ssh, sto esprimendo il mio desiderio!» comandò Lili; poi spalancò gli occhi di colpo, come se avesse dimenticato qualcosa di estremamente importante e non potesse crederci. «Mon Dieu! Ho dimenticato il vischio!» esclamò e, con uno scatto degno di Usain Bolt – o, meglio, degno di Marcel Jacobs: è più attuale –, volò, trascinando Asuka con sé verso l'ingresso della villa Rochefort dove, affisso alla porta, faceva bella mostra di sé un rametto di vischio.
«Ecco cos'avevo dimenticato! Il vischio! Porta fortuna!» trillò Lili, tutta trafelata come se quella corsa fosse valsa la medaglia d'oro ai 100 metri, indicando il rametto di vischio che se ne stava beato per i fatti suoi.
«Ma a cosa serve adesso? Non era natalizio il vischio? E non serviva a…» iniziò a riflettere Asuka, cogliendo il filo del piano astuto di Lili.
Prima che però lei potesse giungere alla fine del filo e comprendere le sue intenzioni, Lili l'afferrò per le braccia e, con una mossa da wrestler più che da elegante esperta di arti marziali, la fece volteggiare fino a sbattere la sua schiena contro la porta. Con i favolosi occhi azzurri, sottolineati da una matita dorata, spalancati come terrorizzata, si affrettò a dire tutto d'un fiato: «Nella mia vita avrò pure fatto mille cose stupide, te lo concedo a patto che non lo dici a nessuno, ma mai una inutile. Presto, Asuka, baciami! Altrimenti l'Anno Nuovo sarà terribile, una terribile epidemia affliggerà l'umanità, verranno le cavallette…»
La Bionda era veramente pazza; menomale che Asuka aveva imparato a giocare al suo gioco, probabilmente anche meglio di lei. Roteò gli occhi in un gesto teatrale. «E scenderanno i quattro Cavalieri dell'Apocalisse, come no. Ti ricordo, Oca, che c'è già un'epidemia che infesta il mondo, non abbiamo bisogno di un'altra…» rammentò.
Lili scosse la testa. «E se mi baci passerà! Passerà tutto! Tu ami fare l'eroina: se fermerai il covid, passerai alla storia. Su, baciami! Porta fortuna sotto il vischio. Ah, e non dimenticarti di esprimere il tuo desiderio che io esprimo il mio!»
Dall'enorme soggiorno, finalmente potevano sentire la voce al programma musicale di fine anno che annunciava l'inizio del conto alla rovescia.
«Meno cinque… quattro… tre… due… uno… Felice Anno Nuovo!»
Approfittando della sua distrazione a causa del pensiero di essersi persa l'augurio di fine anno, Lili piombò su Asuka e le tolse il fiato con un bacio appassionato.
«Ecco fatto! Visto com'era facile?» esclamò, gli occhi scintillanti. Poi, aggiungendo il danno alla beffa, ebbe pure la faccia tosta di rimbrottare: «Adesso fammi andare a dare gli auguri a papà che per colpa tua ho fatto tardi!»
{555 parole}

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Lavanda e Delphinium ***


46- Things you said after I told you who was my favorite group / Le cose che hai detto dopo che ti dissi chi era il mio gruppo musicale preferito
La lingua che calma è un albero di vita, ma la lingua perversa strazia lo spirito. {Proverbi 15;4} (settembre 2020)

22. Lavanda: diffidenza.
Il Circo di Montecarlo era un luogo così magico ma così magico che Lili credeva di essere una principessa delle fate e come tale si era abbigliata.
«Ah, adoro la Compagnia di Shandong, Asuka!» trillava, battendo le mani, mentre le artiste facevano danzare i piattini, tra sorrisi e flash di brillantini.
«Mah, preferisco quelli dei salti mortali, come si chiamavano? Trio Dandy?» rispose Asuka. In mezzo a tutta la bella gente della Montecarlo bene (ma perché, c'era una Montecarlo male?), si sentiva a dir poco a disagio e, forse per la prima volta nella vita, non si era staccata dal braccio scintillante di crema bomba glitter di Lili nemmeno per un secondo.
«Tu hai gusti strani, Asuka. D'altronde, non dovrei sorprendermi dati i tuoi gusti musicali alquanto discutibili» fu la zappata di Lili. Le rivolse un sorrisetto vittorioso. La sua pelle avorio aveva assunto le sfumature dorate e lussuose delle luci del circo, donandole l'apparenza di una dea antica: fu difficile per Asuka concentrarsi su ciò che avrebbe dovuto dire.
«Almeno io ho avuto il coraggio di dirti chi fosse il mio gruppo preferito! Tu no» fu l'abile risposta di Asuka.
Intanto, nello spiazzale era intento ad esibirsi un comico che sparava parole in un dubbio italiano a raffica.
Lo sguardo di Lili si affilò, diffidente. Aveva annusato la trappola ma non poteva evitarla, da brava fan. «Non te l'ho detto per non umiliarti! Il mio gruppo musicale preferito sono… le Blackpink» rivelò.
Ah, vittoria, dolce vittoria! Asuka batté le mani e urlò abbastanza ad alta voce da attirarsi un paio di occhiatacce: «Ah! Lo sapevo! Ma tu lo sai che tanto la gara la vincono i BTS, vero?»
Lili soffiò, indignata. «Zitta! Il più grande gruppo femminile kpop sono le Blackpink!»
Purtroppo, nessuno delle due si era accorta che il comico si era avvicinato alla staccionata e osservava curioso il loro sguardo di battute. «Pubblico, pubblico! Spettacolo!» esclamò quando le due ragazze, avendo notato un certo silenzio sospetto, tacquero.
Le sue mani si tesero per invitarle a unirsi al suo spettacolo.
«Ben ti sta!» commentò Lili piccata, trascinando una sospettosa e timorata Asuka al centro a dispetto dei suoi rifiuti. «Ricorda, Asuka: la lingua che calma è un albero di vita, ma la lingua perversa strazia lo spirito!»
Quella sera, il Circo di Montecarlo fu teatro di uno "spettacolo" alquanto inusuale.
{383 parole}


28- Things you said when you met my parents / Le cose che hai detto quando incontrasti i miei genitori (o la mia famiglia)
Luglio 2021

11. Delphinium: amore sincero.
Il signor Rochefort era un signore distinto dalla chioma brizzolata, gli stessi occhi azzurri e ferventi della figlia e un sorriso sincero che gli attraversava il volto.
Asuka aveva temuto il loro incontro "ufficiale" perché, se fino a quel momento si erano frequentate come "amiche", adesso era stata ufficialmente presentata come fidanzata e la cosa la spaventava alquanto. Come l'avrebbe presa il potente magnate dell'alta borghesia di Montecarlo?
Ma lei era la coraggiosa Mediatrice di Osaka; così, prese un bel respiro profondo e, stringendo forte la mano di Lili, si preparò al suo discorso. «Monsieur Rochefort, grazie per essersi sempre preso cura di Lili. Lo so che forse non è molto contento della sua scelta ma giuro che…»
Fu interrotta da un abbraccio caloroso che sfidava ogni convenzione possibile.
«No, Asuka, sono io che ringrazio te. Se voi siete felici, lo sono anch'io: e vedo che mia figlia è molto felice con te. Dammi del tu, per favore» esclamò sorridente il papà di Lili.
{165 parole}

Ma se dovessimo spiegare
In pochissime parole
Il complesso meccanismo
Che governa l'armonia del nostro amore
Basterebbe solamente dire
Senza starci troppo a ragionare
Che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male e viceversa
Viceversa - Francesco Gabbani

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Non ti scordar di me e Dalia ***


Avvertimento: Lime

35- Things you said in a hotel room / Le cose che hai detto in una stanza dell'hotel
36- Things you said on our honeymoon / Le cose che hai detto durante la nostra luna di miele
Giugno 2020

28. Non ti scordar di me: promessa d’amore.

Stiamo viaggiando sulla quarta corsia dell’autostrada dell’amore.
Lakoff

«Prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita» recitò Lili, cinguettando come un usignolo, agitando la mano davanti agli occhi di Asuka. Sul suo anulare, brillava una fede nuziale da far girare la testa. «Ti ricordi? L'hai promesso ieri! E ora, proprio ora che siamo in Luna di Miele, non vuoi amarmi e onorarmi tutti i giorni?» protestò, sbattendo una mano sul lenzuolo del letto King size che aveva preteso per la sua suite nell'hotel a cinque stelle che aveva prenotato per la loro Luna di Miele. Asuka l'aveva trovato assolutamente poco adatto ed era arrossire violentemente alla sua vista, conscia di ciò che voleva simboleggiare e presagire.
La luce della luna delle isole Seychelles filtrava dalle imposte della finestra, gettando un bagliore argentato sulla chioma bionda di Lili. Asuka deglutì: era davvero difficile dirle di no ma doveva resistere, ne andava del suo onore. «Non ho intenzione di onorarti così, Oca Bionda! Insomma, chi diavolo recita il quinto canto della Divina Commedia inginocchiato sulla sabbia a mezzanotte mentre tu ti affacci dal balcone!? Che assurdo crossover è mai questo? "Dante feat Romeo e Giulietta (Tropico Remix)"?» sbottò, agitandosi.
Sopra di lei, Lili si fece mortalmente seria e batté un'altra mano – questa volta sul suo petto, ah, che dolore!, e là vi rimase, come se fosse il suo luogo naturale. «Sì! Qual è il problema!? È romantico!» insistette. La sua mano affusolata, intanto, si stava avventurando lungo i pendii del corpo di Asuka e lei le diede un buffetto.
«Piantala, pazza, non riuscirai a convincermi!» protestò fieramente Asuka – ma Lili riuscì a cogliere la faglia dietro la sua convinzione e la mano riprese la sua missione santa tra le colline della ragazza, facendola arrossire violentemente.
«Sei proprio una svergognata!» si lamentò debolmente quando Lili le scostò il lembo della canotta, scoprendo ampie porzioni di pelle morbida e cominciò a cospargerle di baci lievi fino al punto dolente. Quando le prese un capezzolo tra le labbra morbide, Asuka si lasciò sfuggire un gemito strozzato.
«E va bene, va bene!» acconsentì con un urlo, scalciando via la bionda tentatrice da sopra la sua debole carne. «Reciterò la Divina Commedia inginocchiata sulla sabbia a mezzanotte, con te affacciata al balcone come Romeo e Giulietta!» disse tutto d'un fiato; ma no, anche detta a quella velocità, la cosa suonava comunque astrusa, troppo astrusa persino per la Bionda Pazza!
Languidamente stesa sul letto – lei era regina del ritrovare la sua posizione nel mondo anche dopo essere stata buttata a gambe all'aria, proprio come una gatta siamese –, Lili batté le mani, soddisfatta. «Très bien! Me lo merito dopo averti sposata! E dovrai farlo tutte le sere per tutta la nostra Luna di Miele! È una promessa d'amore!» acclamò, tutta contenta come una pasqua.
Qualche sera dopo, tra i divertiti inservienti dell'Hotel girava il filmino di una turista giapponese che recitava la Divina Commedia con un accento terribile, inginocchiata sulla sabbia morbida e bianca a mezzanotte, dedicandola alla propria moglie che, affacciata al balconcino della suite, con i lunghi capelli sparsi sulle spalle, pareva proprio una Giulietta dei nostri tempi.
{545 parole}

She said 나를 망쳐 놔도 돼요
She said 오늘 밤은
~
She said, you can ruin me
She said, tonight

Moonbyul ft Seori - Shutdown



38- Things you said when we were old / Le cose che hai detto quando eravamo anziani
Ottobre 2020

10. Dalia: gratitudine.

La magia del primo amore consiste nel non sapere che esso può sempre finire.
Benjamin Disraeli

«Grazie per essere sempre stata con me nonostante tutto, Asuka» sussurrò Lili in un filo di voce, riversa sul letto dell'ospedale. I suoi capelli bianchi di cui andava tanto fiera – "Ti avevo detto che sono una bionda naturale!" amava dire ogni qualvolta Asuka dubitava della veridicità del suo colore di capelli – erano sparsi sul cuscino bianco.
Asuka soffocò un singhiozzo e le sue mani nodose – eppure ancora capaci di dare del filo da torcere agli allievi del suo dojo – corsero a stringere quelle affusolate di Lili. «Non dire stronzate, Oca Bianca. Sono io che devo ringraziare te per non avermi mai mollata con un calcio in culo a bordo della tua limousine bianca» la rimbrottò, fingendosi allegra; ma non riuscì a ingannare Lili che si limitò a ridacchiare educatamente giusto per non farle un dispiacere.
Il suo sguardo appannato ma nel quale poteva ancora danzare una luce birichina si fissò negli occhi scuri di Asuka. «Oh, Asuka, smettila. Queste pagliacciate le fanno solo i giovani. Noi siamo serie: apparteniamo alla terza età!» recitò, storpiando le battute, senza mai perdere occasione per darsi delle arie. Poi si addolcì, sulle labbra l'ombra di un sorriso sincero. «Grazie.»
Asuka ricambiò il sorriso e non poté evitare che un lacrime le rigasse una guancia. «Grazie anche a te.»
{216 parole}


N/D: ed eccoci qua, anche questo finisce. L'ho conclusa tra una nota lime e una dolceamara perché questa storia ha voluto seguire dei momenti delle due ragazze lungo la loro vita, infilandoci dentro prompt di varie Challenge. Ma non temete, tornerò muahahahh

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=4002721