Una Storia D'Amore Buttata Via di Diletta_86 (/viewuser.php?uid=10558)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Leave me Not ***
Capitolo 2: *** Avvolto di Rosso ***
Capitolo 3: *** Start to heal ( never alone ) ***
Capitolo 1 *** Leave me Not ***
una storia d'amore buttata via
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https://www.youtube.com/watch?v=V0LV166HshE
"Lascio la 118"
Buck per un istante congela, muore dentro , si può sentire
il
rumore del cristallo che si frantuma , lo si vede nel
ghiaccio
delle iridi fisse su Eddie.
Dura solo un istante , il tempo di guardare Hen affianco a lui e fare
il primo passo, afferrare il braccio incrociato sopra lo sterno a
difesa del suo partner , della metà della sua anima e
stringere..
"No."
" ..Buck.. "
Il tono di Eddie è il solito che lo ha convinto a scendere
da
quell'ambulanza settimane prima, ma non funzionerà questa
volta;
la stretta si fa più salda mentre gli sguardi si
riallacciano in
guerra, dietro di loro Taylor si alza sorpresa dall'improvviso
parapiglia, da Hen e Ravi che arretrano.
" Ho detto no."
"Christopher.."
"non t'azzardare Diaz ..non provarci ."
Bobby si avvicina , lo chiama , ma Evan non si volta nemmeno,
neanche il capitano può farlo desistere , almeno non se
vuole
avere ancora qualcuno alla stazione una volta finite le feste.
"Non sono Shannon Eddie, non ho intenzione di starmene fermo
a guardarti fare cazzate nascosto dietro al nostro ragazzo."
Fino a quattro mesi prima Buck non avrebbe mai pensato di potersi
riferire a Christopher Diaz in qualasiasi forma che non fosse "Chris "
, ma quattro mesi prima il mondo aveva deciso di smettere di girare, di
ripartire proprio come il cuore di Eddie e regalargli la sorpresa di
essere un padre, seppure dal solo punto di vista della legge.
E
se adesso Eddie se ne stava pentendo beh.. affari suoi.
" Non posso..."
" Nermmeno io. "
" Perchè ha detto nostro?!" ; è la voce
di Ravi, il
pivello come al solito è un masterpiece per le domande fuori
luogo e le brutte figure. Hen scuote la testa in un mezzo
sorriso
rassegnato , dà una pacca sulla spalla al
novellino e si
allontana cellulare alla mano, Chim dopotutto voleva sapere come fosse
andata a natale. Buck sorride sarcastico , la mano sempre
strettamente appigliata al braccio di Eddie, non si volta, ma risponde
comunque alla domanda :
" Il perchè, probie, è semplice , sono il tutore
di Chris , ufficialmente da due anni , oltretutto."
" Tu cosa?"
Le unghie ti T.K. gli si piantano nel braccio, tentano di dividerlo da
Eddie per farlo voltare, lui si scrolla quasi ringhiando, non
mollerà quella presa per nessuna ragione al mondo, non
permetterà all'uomo che ama di fuggire come tutti gli altri.
L'uomo che ama ..
Il suo stesso pensiero ci impiega qualche secondo prima di
arrivare alla realizzazione finale. Come abbia fatto ad essere
così stupido, così in diniego da essersi scordato
?
" E' una questione tra me ed Eddie , non adesso Taylor.."
" Hai detto di amarmi ..."
" Mentivo. "
Eddie stà tremando sotto la sua mano e quello è
sufficiente per riottenere il completo focus di Buck. Il mondo scompare
non appena lo sguardo torna a posarsi su quello color oro di Eddie. Non
ci sono più suoni in quella bolla solo per loro se non il
respiro affannoso di entrambi . La stretta sull'avambraccio
si
allenta e scende ad afferrare le mani di Eds, sciogliendo quel nodo che
le tiene chiuse contro il petto a difesa di qualcosa che è
già orribilmente mutilato senza che lui si sia mai reso
conto.
Anche se la giornata è stata soleggiata ed il
clima mite
le mani di Eddie sono congelate per la tensione.
" Evan..."
Nessuno a parte Maddie ha il permesso di usare il suo nome ,
specialmente in mezzo alla gente. Il brusio sorpreso
dell'intera
famiglia della stazione 118 infrange per un istante il loro spazio
privato, eppure Buck non sembra preoccupato nè turbato . E'
furioso, quello si , ma non certo per essere stato chiamato per nome.
" Cosa vuoi sentirmi dire Eds ? Che va bene? Che sono felice
per
te ? Che lo capisco? LO CAPISCO! ma non cambia come mi faccia sentire.
Ti ho chiesto di parlare almeno un milione di volte.. mi hai ignorato.
Non si tratta di Chris qui.. il problema sei tu Diaz e se scappi invece
di affrontarlo non sarai meglio di Shannon nemmeno tu. Fanculo Eddie...
non posso !! Non ora. "
La presa sulle mani si allenta di colpo mentre Buck con un elegante
dietrofront si allontana scansando Bobby ancora impietrito dietro di
lui , incurante della presenza di Taylor poco lontana. Si accosta
soltanto per un secondo a parlare con Christopher, il volto
di
chi ha qualcosa di serio da dire ma non vuole certo traumatizzare un
ragazzino. Chris ascolta attento e annuisce , serio come non mai anche
nei suoi soli 10 anni; allunga una mano per porgere una carezza
sulla guancia di Buck , annuisce e abbassa il capo nel
momento in
cui l'uomo si allontana verso la sua Jeep.
Nell'istante in cui lo sportello si chiude le ginocchia di Eddie
crollano , lasciandolo chino sull'erba ; vorrebbe gridare ma non un
solo suono gli esce dalle labbra . Bobby lo osserva
dall'alto,
una mano poggiata sulla spalla in un tentativo di conforto che non
produce niente .
" Che cosa ho fatto capitano ? "
" Niente che non si possa aggiustare Diaz.... "
" Non posso lasciarlo andar via ... io non volevo..."
" Allora vai a riprenderlo . "
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Capitolo 2 *** Avvolto di Rosso ***
cpt 2 bud
Eddie ci aveva davvero provato ad alzarsi per raggiungerlo prima che
scomparisse del tutto dalla vista; ma nel momento stesso in cui si era
alzato , faticosamente, ancora scosso dal panico che l'aveva assalito,
Taylor gli si era parata davanti e la rabbia aveva prevalso su tutto il
resto.
"Complimenti davvero Diaz... tempismo perfetto. "
Il tono della giornalista non gli era mai piaciuto, saccente e
malevolo, così appariva alle orecchie di Eddie e visto che
l'intera esistenza di Taylor Kelly era ancora un
mistero,
perfino per il suo presunto fidanzato, quello che lei amava beh.. di
sicuro Eddie non era bendisposto ad ascoltarla.
" Suonerò ripetitivo ma.. non adesso Kelly.. è
una cosa di cui devo parlare con Evan"
" Ma non preferisce essere chiamato Buck?!" - di nuovo il
novellino e le sue domande improvvise. Certe volte pareva che Ravi
fosse ancora un ragazzino delle elementari, di quelli curiosi di tutto
ed incapaci di tenere a freno la lingua. E' talmente innocente che
Eddie non può fare a meno di ridere scuotendo il capo
vigorosamente. Ha già sulla punta della lingua la risposta
perfetta, perchè anche se si sforza ogni giorno di essere
una
persona migliore rispetto al passato, da qualche parte Eddie Diaz
nasconde anche un lato da stronzo impunito. Tuttavia Bobby lo
precede nel tempo di un respiro nel formulare una risposta :
" Buck ha un sacco di cose nascoste nel suo passato di cui
ancora
non sappiamo niente, Ravi, cose di cui parla solo con alcune persone e
cose che nessuno di noi colleghi di lavoro saremo mai in grado di
capire. Usare il suo nome è forse il suo più
grande
segreto , ma non disperare.. prima o poi scopriremo perchè
ed
allora sarà tutto sistemato."
" Grazie Cap." ; Eddie non può dire nient'altro.
In tutti
gli anni passati è stato per loro un padre, oltre che un
ufficiale in comando e la figura di riferimento per
praticamente
qualsiasi cosa anche extra lavorativa. I due uomini si
scambiano
un sorriso , forse il primo sincero dopo lo sgancio della bomba atomica
sul natale.
" ...e comunque " - Eddie torna a rivolgere lo sguardo su Taylor che
sembra non essersi spostata di un millimetro, le braccia incrociate sul
petto con aria irosa, molto simile alla posizione assunta da Eddie
prima con Buck, con la differenza che ad Eddie non riuscirebbe restare
arrabbiato con lui per poco più di qualche minuto. Perfino
durante tutto il casino della causa legale col dipartimento Eddie non
era mai stato davvero arrabbiato con Buck; il suo era solo un misto tra
la rabbia di non essere riuscito a fare niente per evitarlo ed esser
stato messo davanti a tutti i suoi fallimenti come padre e come marito.
Non poter parlare con Buck, non averlo affianco alla caserma
era
costato ad Eddie molto più di quello che si potrebbe
pensare.
Non solo lo aveva portato dritto nella bocca degli incontri di boxe
clandestini, aveva contribuito a riaffermare quel suo stupido
atteggiamento sopporta
e passa oltre. Senza Evan affianco lui non era
niente se non fumo ed apparenza, e la cosa adesso doveva finire.
" .... e comunque , non sappiamo neppure quale sia davvero il
tuo
cognome; sappiamo soltanto che fai la giornalista, che hai una pseudo
tragistoria con cui speri di tenere Evan per le palle facendo leva sul
suo desiderio di essere amato anche quando combina cazzate. Sappiamo
che in realtà tu non te lo meriti, quindi fammi il favore di
tenere quella bocca chiusa e lasciarmi parlare con Evan senza
intrometterti prima che mi venga la voglia di chiedere ad Athena di
fare domande in giro. . " . Con un utimo sguardo carico
d'ira
Eddie l'aveva sorpassata come si fa con un soprammobile. Di
Buckley ormai , ovviamente non
c'era traccia, anche la Jeep era sparita, tipico. Prima di
corregli dietro Eddie doveva pensare anche a Chris. A quanto pareva
l'universo aveva deciso di scaraventarlo dentro ad un episodio delle
telenovelas tanto care ad Abuela , direttamente al midseason finale.
***********************
La parte più
difficile era stata
resistere alla tentazione di tornare indietro , abbracciare Eddie e non
lasciarlo andare più. Perchè per quanto
Evan
Buckley si fosse sempre ritenuto una persona emotivamente impulsiva,
beh..aveva anche un cervello e sapeva utilizzarlo.
Razionalmente
capiva che il bene di Christopher veniva anzi a tutto, perfino davanti
al rapporto con Eddie. Maledizione! a parti inverse avrebbe fatto la
stessa cosa, se non altre cento addirittura peggiori, senza nemmeno
perdere il tempo di dire ciao. A parti invertite avrebbe fatto
esattamente come Maddie, sicuro che il bene di suo figlio ,
perchè nella sua testa Chris era tanto suo figlio quanto di
Eddie, venisse prima della sua stessa sanità mentale.
Eppure il cuore continuava a sanguinare perchè
Eddie lo
stava lasciando. Non avrebbe avuto più nessuno affianco a
guardargli le spalle e dopo il pomeriggio appena trascorso non avrebbe
avuto nessuno neppure ad aspettarlo a casa.
Con tutto questo casino in testa Evan era comunque riuscito a guidare,
concentrando la rabbia sulla strada , fino a ritrovarsi in una zona
panoramica alla periferia della città, una delle colline da
cui
si vedeva fino quasi all'infinito. Aveva accostato in una
delle
tante piazzole ed era sceso, andando ad accomodarsi sul tetto della sua
Jeep. Avrebbe voluto portarci Eds fino lassù, lontano da
tutti a
vedere le stelle. Solo che adesso non avrebbe potuto farlo
più, a meno di non riuscire a diramare quel casino che erano
i
suoi traumi e trovare una soluzione per aiutare anche Eds a
liberarsene.
Rifletti Buckley...deve
esserci una soluzione .
Comportarsi da ragazzino e piangere non portava da nessuna
parte, anche se era la cosa più immediata, più
Buck , che
gli fosse uscita. All'interno della bottiglia che era il suo stato
emotivo, subito sotto al senso di abbandono c'era il desiderio di fuga,
ma lui non era Maddie non sarebbe mai e poi mai fuggito da Eddie
lasciando Chris da solo, non dopo tutti i casini della causa col
dipartimento. Non sarebbe mai stato un padre assente, se lo era
ripromesso anni prima ed intendeva rimanere fedele a quella promessa.
Serviva un piano d'azione preciso, qualcosa che Buck non era
mai
riuscito a fare in tutti i suoi trent'anni di vita : non metterla sul
personale e non darla vinta alla furia.
Se soltanto gli fosse stato permesso vedere cos'era successo subito
dopo che se ne era andato , tutti i problemi di Buck si sarebbero
dissolti come neve al sole, ma la vita non funziona così,
quindi
c'era da lavorare duro per ottenere il medesimo risultato. Lo
squillo improvviso del telefono chiuso nel giaccone quasi lo fa
sobbalzare, esattamente come il nome sul display . Buck ci
riflette una frazione di secondo e poi risponde :
" Pronto"
" Evan"
" Due volte nel solito giorno... devi essere incazzato forte Eds.."
L'unico suono udibile dal dispositivo
è un sospiro profondo
e lento. Puoi quasi vedere Eddie incurvare le spalle e chinare la
testa, quel
broncio di malinconia rassegnata che gli incornicia il viso. Buck
scuote la
testa, prende fiato e si passa una mano tra i capelli biondi ricci
prima di
continuare la conversazione. Entrambi sanno che il dialogo non
è il loro forte,
soprattutto quando riguarda l'enorme elefante viola che aleggiava sulla
loro
relazione.
" Credimi Buck non era mia intenzione
causare tutto
questo... io... dios..que
devo facer para tu perdonarme? "
" Habla con migo
hombre..."
L'idea di Buck non era di dirlo a voce alta, nè
tantomeno di svelare così ad Eddie che capiva benissimo lo
spagnolo ed in tutti quegli anni aveva sempre saputo cosa stava dicendo
e fatto finta di niente per codardia o semplice timore di ferirlo. La
cosa gli era semplicemente scivolata giù dalle labbra forse
per stanchezza o forse perchè il momento di mettere le carte
sul tavolo era arrivato, tanto che altro c'era da perdere?
" Chris ha ricominciato ad avere gli incubi... ha dato di matto
perchè la casa di marzapane si è rotta ed il
natale non era perfetto... lui... lui ha paura che io possa essere
morto l'anno prossimo, che non ci sia alcun natale..."
La voce di Eddie tremava come le corde di un violino attraverso lo
speaker del cellulare. Lo faceva sembrare distrutto, anche se con buona
probabilità lo era davvero. Scampare a tutto quello a cui
loro erano sopravvissuti in quell'ultimo anno , farlo senza conseguenze
era impossibile ed entrambi lo sapevano, anche se avevano fatto di
tutto per non pensarci.
" E sei davvero convinto che lasciarci lo farà smettere di
preoccuparsi? Eds.. Shannon non era un vigile del fuoco... "
" Non so cos'altro fare Buck... gli attacchi di panico.. pensavamo
fosse per via della situazione con Ana....ma non sono passati... e quei
bambini...forse è Chris...."
" O forse è che non vuoi morire e lasciare tutto in
sospeso... io c'ero Eds.. io ti ho guardato..."
Flashback di quel pomeriggio si riaffacciavano alla mente
di Evan in ordine sparso, ma il peggiore di tutti rimaneva lo sguardo
di Eddie piantato nel suo, come se d'improvviso ci fosse troppo e
troppo poco tempo. L'aveva visto riflesso nella pozza del suo stesso
sangue che si allargava sull'asfalto, in quella mano tesa verso la sua
di cui non aveva ancora il significato esatto.
" Evan... " - e tre, adesso c'era davvero qualcosa di strano sotto. - "
... ti ho sempre detto di non ricordare assolutamente niente... mentivo .. io
ricordo ogni fottuto istante di quella giornata maledetta.. "
Far restare in silenzio Evan Michael Buckley probabilmente gli
sarebbe valsa un'altra medaglia .
" Ricordo il sangue sulla tua faccia... e l'eco dello sparo, proprio
come in Afghanistan.. ero maledettamente sicuro di averti perso in
quell'istante, di essere il solito inutile , vigliacco Diaz che salva
la pelle a discapito di qualcuno che... "
" .... che ? Eddie tu non sei un codardo , sei la persona
più cazzuta che conosco... tu non ti salvi la pelle a
discapito di nessuno, sei quasi più testa di cazzo di me in
questo. "
" ... rimango un coglione che ha aspettato di morire per realizzare di
essersi innamorato. "
Perchè la vita è maestra in queste cose. Puoi
essere convinto di sapere qualsiasi cosa , un genio di tutto,
un'enciclopedia umana di nozioni , ma fin quando non rischi di morire
la verità è che non sai un bel niente.
Buck l'aveva imparato quella notte di tanti anni prima
intrappolato sotto al truck in attesa di una mano amica , la mano di
Eddie, pronta a sollevare quel peso con lui. L'aveva ricordato poco
dopo durante l'incendio della fabbrica , ed anche allora Eddie era
stata la prima cosa che gli era apparsa davanti . Davvero il loro era
un destino scritto da qualche parte. E se quello che voleva
sentire arrivava attraverso la voce distorta di un telefono beh...
allora era così che doveva andare.
" prenditi dell'aspettativa Eddie... e poi torna da me. "
Non gli era riuscito di dirgli niente in più,
improvvisamente strozzato da un nodo di emozioni troppo intenso per
essere sciolto , lacrime di commozione che scendevano da sole come un
fiume in piena lungo le guance inumidendo il colletto della camicia .
" ... farò di più... ma non lasciarmi
da solo ..."
" Mai e poi mai Eds.. lo prometto. "
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Capitolo 3 *** Start to heal ( never alone ) ***
buddie cap. 3
Riagganciare il telefono era stata una tortura per entrambi.
Sapevano che non erano mesi facili quelli che li attendevano.
C'era tutta una nuova normalità da costruire per loro, e
quella
normalità non sarebbe più stata facilitata da
turni
comuni e goliardia. Buck era rimasto sul crinale fino
all'alba,
indifferente al freddo ed alle mille cose da fare. Quando era
tornato in città la prima decisione era già stata
presa.
Doveva chiarire le cose con Taylor. C'era dell'assurdo nella
loro
relazione e lui nè era conscio fin dal principio ma, sul
modello
Diaz, aveva imbottigliato il tutto e fatto finta di non vedere. L'aveva
rincorsa fino a quella prigione sperduta, convinto che andasse fatto,
per scoprire che non c'era niente da scoprire e nemmeno allora si era
deciso a lasciar andare . Aveva detto di amarla pur sapendo che era
quanto di meno vero sulla terra. Non l'aveva mai amata e forse non
l'avrebbe manco voluta nella sua vita se non si fosse ripresentata alla
porta dopo tutti i casini del cecchino dicendo di volerlo per come era
. E anche allora, se Eds non avesse iniziato a chiudersi in
se
stesso , Buck dubitava fortemente che la loro sarebbe stata qualcosa di
più di una botta e via.
Tutto quello adesso era soltanto il passato. Meritava una scena di
chiusura, ma non contava più cosi tanto. Con
quella
risoluzione aveva parcheggiato davanti alla casa di lei, un grazioso
appartamento nel centro, con vista sulla city, e si era avviato. Taylor
lo aveva accolto senza troppe cerimonie, già indaffarata
verso
la prossima storia. Il problema fondamentale della loro
relazione
era proprio quello: entrambi erano troppo persi dietro alle
loro
passioni, così distanti tra loro da non aver mai nemmeno
tentato
di cercare un punto nel mezzo. Entrambi troppo abituati ad usare il
sesso come mezzo terapeutico di risoluzione del conflitto per anche
solo ipotizzare che in un rapporto sano e paritario le cose andassero
in un altra maniera.
" Pensavo non ci fosse altro da dire Buckley .. "
" Ho solo detto di non potere sul momento, non che non ci
fosse
niente da dire Taylor ... non sparisco dalle vite della gente. "
Lei si era limitata ad una scrollata di spalle, lasciando che decidesse
se entrare e sedersi oppure continuare a parlare dalla soglia. Buck
aveva sbuffato trovando posto su uno sgabello dopo essersi chiuso la
porta alle spalle. Non aveva una doppia chiave altrimenti sarebbe stata
la prima cosa che le avrebbe restituito.
" Sai già da quale storia vengo Tay.. non
è facile
per me rendermi conto di quali sentimenti siano o meno effettivi o
frutto di qualche trauma di cui ancora non so niente.. "
" Non ci sei sempre e solo tu Ev.." - Non le aveva manco
lasciato
la possibilità di finire la frase, scattando su come una
molla
carica da troppo tempo, meravigliando anche se stesso per quella
reazione. - " Nemmeno solo tu Taylor .. smetti di invalidare quello che
sento come se non fosse niente e non chiamarmi per nome. Mi
dà
fastidio. "
Lo sguardo di Kelly si era indurito , rendendola una specie di erinni
crudele, o forse era sempre stata così ed era lui che non
aveva
voluto vedere.
" Non mi sembravi così infastidito prima quando era
qualcun'altro ad invocarti per nome , e piuttosto disperatamente anche
... "
Una parte del cervello di Buck avrebbe sempre pensato di meritarsi la
crudeltà della gente, dopotutto era nato solo per fungere da
ricambio per il suo prezioso fratello maggiore , ed aveva fallito.
Istintivamente aveva chinato la testa, pronto a prendersi di
nuovo la colpa di tutto; ed era stato in quella frazione di secondo tra
istitnto e coscienza che si era alzata la voce di Eddie nella sua
testa, seguita a ruota da quell'espresssione di corrucciata
preoccupazione con la quale Eds accoglieva i suoi momenti di meltdown. Non permettere a
questa stronzetta di giocare alla dominatrice Evan , e
tanto era bastato a zittire il senso di colpa.
" Eddie può chiamarmi in qualsiasi diavolo di modo gli viene
voglia di chiamarmi e non saranno mai affari che ti riguardano."
" Certo.. perchè San Edmundo Diaz da El Paso può
permettersi di rivoltare la terra sotto i tuoi piedi senza che tu batta
ciglio ...come se fosse normale che un'altra persona ti possieda."
" Non è possesso Taylor... se lo fosse stato ora
non
saremmo qui, lo sai meglio di me. Ma perchè perdo tempo a
tentare di spiegare cosa siano i sentimenti e le connessioni a qualcuno
che non sò neppure come faccia di cognome ? A qualcuno che
non
si è mai degnata di chiedermi niente se non quello che le
faceva
comodo.. tu non sei diversa dai miei genitori Taylor... e mi dispiace
di aver detto cose che non erano vere, perchè su una cosa
hai
ragione, la verità viene pirma di tutto, e la
verità
è che io non ti amo, non penso di averlo mai fatto.
Probabilmente amo quello che siamo dentro ad un letto, quello
che
riusciamo a provare quando stiamo assieme, ma quello è
perchè provare qualcosa è sempre meglio del
vuoto.
E per dovere di verità Eds può
permettersi
qualsiasi cosa perchè ha dimostrato di tenerci abbastanza da
lasciare che le cose possano riguardare me, che io possa essere egoista
quando si parla di essere amati. "
Taylor aveva incassato l'intera filippica in attonito silenzio. Forse
era davvero convinta di avere davanti una versione di Buck che non era
mai esistita. Era biondo , certo, ma non stupido come tutti
credevano. E se le occorreva qualcos'altro per rendersi conto che la
loro liason era ufficialmente morta e sepolta, beh.. quelli erano
problemi che non lo riguardavano. Il resto del commiato era
scivolato via in un soffio , senza che Buck nè uscisse con
le
ossa rotte o coi sensi di colpa , per la prima volta in vita sua si
sentiva un uomo fatto e finito, non un ragazzino scappato da Philly.
Avevano concordato che Taylor sarebbe passata a ritirare le
sue
cose dal loft durante uno dei suoi prossimi turni, lasciandosi dietro
le chiavi di riserva prima di andarsene e da lì la fortuna
sarebbe stata una compagna per entrambi.
*********************
Quattro mesi di aspettativa
erano
trascorsi in un battito di ciglia. Adesso Buck faceva coppia
con
Ravi, che ormai era quasi alla fine del suo periodo di prova ed anche
se non era la stessa cosa che avere Eddie sempre accanto, il ragazzo se
la cavava, con qualche piccolo aiuto.
Durante la prima settimana
di lavoro dopo il rientro dal natale, infatti, mentre la squadra si
affrettava agli spogliatoi per cambiarsi e controllare l'attrezzatura,
Hen aveva puntato il dito contro gli armadietti : due post it dai
colori sgargianti facevano la loro bella mostra sull'armadietto 313 e
sul 154 . Il 313 era stato rinominato anni prima il Buddiestore , la
ragione era evidente a tutti, mentre l'altro era quello riservato a
Ravi . I rispettivi proprietari si erano avvicinati per osservare
meglio e si erano scrutati con aria perplessa. Buck teneva in mano un
foglietto rosa a forma di cuore con scritto " Conta fino a
3 prima di partire alla carica Tigre" . Ravi invece aveva
un biglietto a forma di smile di un bel giallo acceso che recitava " Ricorda di cambiare i moschettoni
di Buck e usare le corde tipo 2 , non vuoi sapere altrimenti che
succede. Buon lavoro Probie"
Hen era scoppiata a ridere solo vedendo le espressioni di entrambi.
Buck con la faccia di un elegante rosso natale, imrpovvisamente
pietrificato; Ravi un meme vivente diviso tra il terrore dello studente
davanti alla commissione d'esame e l'irrefrenabile voglia di ridere a
crepapelle.
"Sarà un lungo giorno questo..." - erano state le parole di
Bobby , che ovviamente era già cosciente della cosa ed
aspettava
al varco il resto del team per godersi la scena. L'allarme che suona
all'improvviso aveva risolto il problema imbarazzo, costringendoli ad
essere operativi in fretta e furia, con Buck costretto a correre
più degli altri per essersi fermato a raccogliere anche il
biglietto del novellino da dentro il porta rifiuti, nascondendolo nello
stipetto assieme al suo, deciso a conservare entrambi come tesori
preziosi.
Nei giorni seguenti la faccenda non era migliorata anzi. C'erano
mattine, o pomeriggi, perfino qualche notte , in cui ai soliti
bigliettini di incoraggiamento/istruzioni si aggiungevano misteriose
delivery dalla pasticceria preferita di Buck , o dal nuovissimo vegan
sushi del centro e che lasciavano sempre un sorriso sul volto
dell'intero turno A della 118.
La notte di S.valentino, quando tutti avevano davanti uno dei turni
peggiori dell'anno , aprendo lo stipetto, Evan si era trovato
davanti ad uno dei tanti bigliettini di Eddie, perchè
ovviamente
erano suoi, che recitava " Adesso è tua,
mentre mi
aspetti ricordati che devi fare del tuo meglio per tornare a casa . Con
Amore Eds ( E Chris) " . La nota era attaccata ad una scatola quadrata
; Buck l'aveva aperta con mani leggermente tremanti dall'eccitazione e
dalla scarica emotiva . Dentro, avvolta in un elegante velluto blu
notte c'era una di quelle rose che durano in eterno, bianca come un
fiocco di neve, e sopra la rosa una collanina al cui c'entro brillava
una medaglietta di S.Cristoforo. Per un attimo l'uomo era
stato
colto dall'irrefrenabile desiderio di darsi malato e correre a casa da
Eddie, sopraffatto dall'amore che ancora non era convinto di meritarsi
appieno; poi aveva sollevato il ciondolo e si era avvicinato allo
specchio per allacciarselo al collo, due lacrime che ancora brillavano
sulle ciglia chiare.
"Lo prometto Eds." , aveva sussurrato al niente per poi chiudere il
biglietto al sicuro assieme agli altri ed avviarsi verso il piano
superiore . Stavolta la prima persona ad accorgersi che ci
fosse
qualcosa di diverso in Buck non era stata Hen. Se non fosse stato
ancora perso nelle campagne tra Boston e Providence, molto
probabilmente sarebbe stato Chim il primo a tirar su l'argomento ,
magari con qualche commento al vetriolo dei suoi .Invece il compito era
toccato al nuovo vigile del fuoco di supporto, Greenway, un tipo alto e
allampanato dai capelli brizzolati nonostante i soli 40anni .
" Che diamine è successo Buckley il gatto ti ha mangiato la
lingua?!" - aveva esordito alzando la testa da una delle
riviste
di motori nelle quali ficcava il naso ad ogni secondo disponibile.
" La mia lingua è ancora al suo posto Greewy , ma grazie per
l'interessamento " - era stata la risposta secca ed anche un filo acida
di Buck. Aver preso il posto, seppur momentaneamente, di Eddie faceva
della new entry il nemico ed in più Luke ci metteva del suo
per
rendersi antipatico. Era uno di quegli uomini ancorati al
vecchio
cameratismo da caserma che l'ex capitano Gerrard era solito
apprezzare. Decisamente l'opposto della famiglia 118 creata dal
capitano Nash.
" Suppongo sia un'altro dei bigliettini di Diaz allora ad averti fatto
diventare una specie di budino tremolante... cos'è ? una
nuova
moda per il giorno degli innamorati? "
Buck aveva serrato la mascella , mentre lo sguardo di solito solare ed
espansivo si assottigliava in una vena furente. Finchè si
trattava di bullismo da caserma poteva passarci sopra, ma ora si andava
esageratamente verso la deriva malevola ed era già
abbastanza
stufo del suo passato di maltrattamenti emotivi per riuscire a subirne
di nuovi. Sulle labbra si era già formata una
risposta non
proprio gentile, ma il suono improvviso dell'allarme di servizio aveva
salvato la situazione. L'intera squadra era balzata sù in
direzione delle scale o dei pali di discesa rapida.
"Incendio di grado 4 in un azienda di tipo chimico. La 133 e la 147
sono già sul posto. Mi raccomando a tutti voi per la
sicurezza.
Si entra e si esce tutti assieme !"
E con quell'ultima frase Bobby si riferiva ovviamente a lui. Il
capitano sarebbe rimasto in ansia in attesa di qualche sua azione
stupida o del ritorno di Eddie, perchè era parte di lui
preoccuparsi per Buck.
Forse quello di Bobby era stato un vero e proprio presentimento,
perchè una volta giunti sul posto qualcosa, o meglio
qualcuno,
aveva allertato tutti i suoi sensi di pericolo fino alla soglia
dell'impossibile. Stavano ancora scendendo dal camion quando, alzando
lo sguardo, si erano pietrificati ad osservare una vigilessa di non
più di 26 anni che, del tutto priva dell'imbraco di
sicurezza,
dondolava da un piede all'altro sul cornicione del tetto della
fabbrica, pronta a lanciarsi nel mezzo delle fiamme e del fumo.
" E quella chi diavolo è ?" - aveva chiesto Buck con un tono
decisamente troppo ammirato per le orecchie già in allarme
dei
suoi commilitoni.
" Lucy Donato, della 147... una pazza scriteriata." - era stata la
risposta gelida del capitano della 133, Mentha, comparso alle loro
spalle in attesa di un briefing con Nash.
Buck aveva aperto la bocca per dire qualcos'altro , ma un occhiataccia
di Hen e l'improvviso calore del metallo attorno al collo lo avevano
congelato , facendolo deviare verso una sonora scossa di capo.
Per qualche assurdo motivo in quell'istante Evan aveva deciso
che
non sarebbe stato tra coloro che si offrivano volontari per andare ad
evacuare l'edificio.
" Buckley, Han, voi due andate sulla scala , prendete le pompe a
nastro, manteniamo quel tetto calpestabile ! Forza!"
" HAN?" - era la voce di Hen , decisamente stupita dalla chiamata al
lavoro di qualcuno che lei sapeva non essere li. Quando il viso paffuto
e baffuto di Albert, il minore dei fratelli Han, era uscito da dietro
il camion della 133, divisa e berretto d'ordinanza, qualcosa s'era
assestato nel team. Non erano ancora di nuovo al completo, ma un
piccolo pezzo era comunque tornato al suo posto.
"Muovi il culo cognato ! Hai sentito il capitano!" - gli aveva sorriso
Buck assestando un pacca amichevole sulla sua spalla, i piedi
già sul primo gradino della scala , attrezzatura alla mano.
"Chi arriva primo paga da bere Buckley , e vedi di non essere tu , non
voglio morire perchè Diaz è convinto che tu sia
stato una
testa matta un'altra volta!"
Alla fine l'incendio era stato domato in poco più di tre ore
,
i danni erano stati ingenti, ma non avevano avuto vittime,
anche
grazie alle assurdità da circo messe su dal vigile del fuoco
Donato, la quale , del tutto incoscientemente , si era calata da uno
dei lucernari dritta nel centro delle fiamme, per recuperare l'ultimo
operario rimasto bloccato nella zona di manovra delle pompe della
fabbrica. Era stata una follia che le era costata un viaggio in
prontosoccorso per inalazione di fumo e disidratazione ed una
bruciatura sul polpaccio di cui nessuno si era reso conto fino al
momento della visita.
" Se fossi stato tu , a quest'ora il capitano non avrebbe
più un
capello in testa..." - era stato il commento di Ravi durante il viaggio
di ritorno verso la caserma.
" Se fosse stato Buck, avresti assistito ad una di quelle
manifestazioni sovrannaturali per cui il fantasma di Eddie appariva
solo per sculacciarlo sulla pubblica piazza" - aveva ribadito Hen con
un sorrisino sarcastico, ben consapevole dell'ambiguità
della
cosa.
" Se solo si azzarda a fare una simile stronzata non saranno due
sculaccioni il suo primo problema..." - aveva gracchiato la radio di
tutti, impostata sul canale interno, con la chiara voce sarcastica di
Eddie.
" ...ma come ?" - la squadra adesso era effettivamente colpita . Come
faceva Eddie a sapere dell'incendio ? E perchè era sul
canale
radio dei vigili del fuoco di LA?
" Capitano Nash, qui dispatcher Diaz , mi dispiace
disturbarvi
una notte d'inferno ma c'è un'altra chiamata per voi...
qualcuno
è rimasto bloccato dentro ad un bidone dei rifiuti vicino
alla
pier di santa monica..."
"Eds?" - " ..mi sono dimenticato di dire sorpresa?"
- " ma
cosa? come? perchè?" - lo sbigottimento di Buck
andava
aumentando ad ogni domanda. Eddie al dispatch ? Da quando ?
Perchè non gli aveva detto niente? Che cosa significava in
termini di rientro come vigile alla 118 ?
"Smettila di arrotolarti dentro la tua testa Evan... respira..
và tutto bene." - Greenway di tutti era quello
meno
abituato a quel genere di scambi ed aveva grugnito, chiaramente
disturbato da tutta quella melassa, col risultato di
guardagnarsi
altre occhiatacce da parte del team.
" Dios.. non è come prima ma è bello sentirti
dispatcher ...."
"Ok basta gente al lavoro!"
Ed alla fine anche quel turno era arrivato a termine, lasciandoli
distrutti ed affamati come non sempre accadeva. Ravi ed Hen erano stati
i primi ad andarsene non appena il sole era sorto, giusto il tempo di
un assonnato scambio di convenevoli col turno entrante e via, a casa.
Buck non risuciva a trovare la forza di alzarsi dalla panca
degli
spogliatoi. Gli ci erano volute due ore per la doccia e per rivestirsi
in abiti civili, troppo perso nella sua testa per lasciar stare.
L'idea di Eddie di nuovo al lavoro, ma non al suo fianco,
sommata
all'apparente ed assolutamente inspiegabile miglioramento delle sue
condizioni lo preoccupava più di quanto desse a vedere.
la
verità era che , anche se in quei mesi il loro rapporto era
cambiato, andando a puntare verso una stabilità come coppia
, un
amore di quelli duraturi, c'erano ancora tante cose su cui entrambi
dovevano lavorare; Eddie tendeva ancora a comportamentalizzare e andare
avanti, anche se adesso si sforzava di non farlo per le questioni che
riguardavano i loro sentimenti reciproci. Dall'altro canto
Evan
non aveva ancora capito come superare il suo blocco assoluto per tutto
ciò che aveva a che fare con l'abbandono. Era letteralmente
terrorizzato dall'idea di stabilizzarsi e trasformarsi in uno di quegli
uomini che fa le cose per abitudine, senza nessun tipo di sentimento:
un seal insomma, e lui i seal li aveva abbandonati proprio per questa
assenza di empatia che li caratterizzava .
"Hey..."
Il tocco leggero ma fermo di una mano sulla spalla lo aveva scosso da
tutto quel rimuginare.
"Hey,,,"
Buck aveva alzato lo sguardo, sicuro di trovarsi davanti una delle
divise color vinaccia dei dispatcher, con dentro un Eddie al suo
massimo della forma, sexy e dannato come sempre. Quello che
aveva davanti invece era un vigile del fuoco dentro alla sua uniforme
da pattuglia ordinaria, i capelli castani dritti in testa come uno che
si è appena alzato, o che ha avuto una notte d'inferno;
l'unica cosa certa era lo sguardo che poggiava sopra di lui: quel
dorato color nocciola tanto soffice da sembrare caramello
fuso.
" Non volevo nascondertelo"- aveva iniziato Eds, sedendosi affianco a
lui sulla panca di legno, il ginocchio che andava a pressarsi
contro quello di Buck, le spalle talmente vicine da rendere impossibile
anche ad un capello di passarci in mezzo. - " ..solo che non
mi sento pronto a partire di nuovo in quarta a pieno servizio... mi
serviva qualcosa che fosse una via di mezzo... anche se non mi
aspettavo di dirigere l'account social media del metro dispatch"
A quell'ultima frase Buck era esploso in una risata di gusto, la testa
piegata all'indietro nel gesto. Eddie era forse il
più grande tecnofobo che lui avesse mai incontrato: come non
fosse riuscito a far impazzire l'intero sistema di controllo
del 911 sarebbe rimasto un mistero insolvibile.
" ...ride.. lui... disgraziato.."
Il blu oceanico degli occhi di Evan adesso era fisso nel caramello dei
suoi, accompagnato da uno di quei sorrisini convinti che nascondevano
una miriade di significati diversi.
"Non dovrei?" - " No." - " ...fammi smettere allora..."
La mano di Eddie si era posata sul collo di Evan, un pollice piazzato
sulla giuntura con le scapole, proprio sopra l'aorta quasi ad
assicurarsi di non perdere un solo battito di cuore. Buck
aveva chinato la testa in avanti, cercando di compensare la lieve
differenza di statura, già proteso verso l'inevitabile
incontro di labbra fiati ed anime.
"NON NELLA MIA STAZIONE!"
...la voce del capitano nash aveva interrotto il momento, facendoli
saltare per aria come due scolaretti prima e scoppiare in un turbinio
di risatine colpevoli dopo. C'era un lungo cammino di cura
ancora ad attenderli, ma forse le cose erano destinate ad andare
così, un pò in alto ed un pò in basso
come le onde del mare.
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