Gli sfigati della 4^C di Kim WinterNight (/viewuser.php?uid=96904)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Che acida! ***
Capitolo 2: *** Un bizzarro lunedì ***
Capitolo 1 *** Che acida! ***
NOTE INIZIALI (si consiglia di leggere prima di passare al
capitolo vero e proprio):
Ciao a tutti, carissimi lettori, e benvenuti in questa mia
nuova storia.
Questo è un progetto nato dai vaneggi miei e della mia
sorella di scrittura evelyn80. Un giorno abbiamo pensato di scrivere una sorta
di long a quattro mani che però non è a quattro mani, perché il meccanismo è
questo: abbiamo deciso delle linee guida e creato un AU, ma ognuna di noi
scrive indipendentemente ogni capitolo senza consultarsi con l’altra né
farglielo leggere prima di pubblicarlo.
La sfida consiste proprio in questo: scrivere l’una il
sequel dell’altra, fino a creare una trama che però non è prestabilita. Ognuna
di noi, dopo aver letto il capitolo dell’altra, si lascia semplicemente
ispirare e scrive il seguito e così via.
È una cosa molto stimolante, devo essere sincera, perché poi
io ed Evelyn l’abbiamo fatto già un sacco di volte senza neanche rendercene
conto, e ora abbiamo deciso di rendere la cosa ufficiale in questo nuovissimo
progetto.
Di seguito vi lascio l’elenco dei personaggi che comporranno
la classe 4^C del Millennium High School di Phoenix; si tratta di un misto tra
membri di band come Faith No More, Chicago e System Of A Down, oltre ad altri
che troverete spiegate nella lista. Tra virgolette, accanto ad alcuni nomi,
troverete il modo in cui li chiamerò quando appariranno nella storia, dato che
alcuni di loro non vengono mai appellati con i nomi di battesimo anche nella
realtà.
Ecco a voi:
1. Carmelinda “Linda” Benedetti (OC di Evelyn)
2. Michael Andrew “Puffy” Bordin (Faith No More)
3. Roswell Cristopher “Roddy” Bottum III (Faith No More)
4. Peter Paul Cetera (Chicago)
5. John Dolmayan (System Of A Down)
6. Jacklynn Goudie (OC ispirata alla moglie di Walter
Parazaider)
7. William David “Bill” Gould (Faith No More)
8. Merilee Ann Hague (OC ispirata alla moglie di Mike
Bordin)
9. Terrence Alan “Terry” Kath (Chicago)
10. Evelyn Knight (OC ispirata a Evelyn)
11. Robert William Lamm (Chicago)
12. Lee David Loughnane (Chicago)
13. Courtney Michelle Love (cantante delle Hole e vedova di
Kurt Cobain)
14. Daron Vartan Malakian (System Of A Down)
15. James Blanco “Jim” Martin (Faith No More)
16. Diane Nini (OC ispirata alla moglie di Peter Cetera)
17. James Carter Pankow (Chicago)
18. Walter Parazaider (Chicago)
19. Michael Allan “Mike” Patton (Faith No More)
20. Greta Rossellini (OC di Evelyn)
21. Daniel Peter “Danny” Seraphine (Chicago)
22. Kim Winternight (OC ispirata a me)
23. Kirsten Zucker (OC ispirata all’ex moglie di Mike
Patton)
Ed ecco a voi anche lo schemino – fatto da me con Paint,
abbiate pietà XD – della disposizione dei banchi all’interno dell’aula:
Oltre a questi personaggi, abbiamo deciso di inserire altre
special guests in veste di professori. Questi verranno spiegati man mano che
appariranno nella narrazione ^^
In questo capitolo vedremo il professore di Matematica,
interpretato da James Guercio, il quale è stato per un lungo periodo produttore
dei Chicago!
Insomma, ce n’è per tutti i gusti, non è vero?
Un’altra cosa che abbiamo deciso con Evelyn è di fare una
sorta di riassunto di quanto successo nei capitoli dell’altra, in modo da
agevolare la lettura a chi eventualmente segue una sola raccolta tra le due!
E siccome è stata proprio Evelyn a cominciare, vi do qualche
info su ciò che è successo nel suo primo capitolo!
NELLE PUNTATE PRECEDENTI…
Evelyn Knight vive il suo primo giorno di scuola nella
classe 4^C del Millennium High School di Phoenix, dopo che la sua famiglia si è
trasferita per l’ennesima volta visto che i suoi viaggiano molto per lavoro.
La ragazza comincia a familiarizzare con i compagni e ne fa
una sorta di analisi, cominciando anche a fare amicizia con la sua compagna di
banco, Kim Winternight.
Per saperne di più, date un’occhiata al suo capitolo: Facciamo
l’appello :)
Bene, dopo avervi annoiato con questo enorme spiegone
iniziale, spero siate pronti a godervi il mio capitolo – se siete ancora
intenzionati a proseguire :D
Spero vogliate lasciarmi un piccolo commento in recensione,
in ogni caso ringrazio già tutti in anticipo!
Buona lettura ♥
Che acida!
Guardo la mia compagna di banco, poi sposto gli occhi sul
professor Guercio e sospiro.
Il weekend è ormai alle porte e non vedo l’ora di uscire da
questa gabbia, anche se sinceramente non so come fare a liberarmi dei ragazzi
delle band che continuano a insistere perché vada alle loro prove.
Questa faccenda della sfida tra band per accaparrarsi l’opportunità
di suonare al ballo di fine anno sta già cominciando a darmi sui nervi, anche
perché è già la seconda volta che questi idioti si sfidano per un motivo infinitamente
stupido e la cosa è fastidiosa.
Ho spiegato fin dal primo giorno di scuola a Evelyn che le
conviene stare attenta ai nostri compagni, lei è nuova in classe e non sa
quanto possono essere inopportuni.
Già Terry e Bill si sono comportati più volte come due
ragazzini assetati di sangue, cercando di convincerla a votare ognuno la
propria band quando sarà il momento.
E ovviamente hanno ben pensato – ammesso e non concesso che
ne siano in grado – di invitarla alle prove di entrambi i gruppi.
Il problema è che domani pomeriggio sia i The Big Thing che
i The Real Thing hanno deciso di incontrarsi in salette diverse, ma alla stessa
ora, in modo da intralciarsi a vicenda.
Sono proprio dei bambini certe volte, io non so come faccio
a non dare di matto ogni giorno quando li sento parlare di queste stronzate.
Mentre Guercio continua a blaterare a proposito di teoremi
matematici non meglio specificati, do di gomito a Evelyn e lei si volta a
guardarmi.
Afferro il quaderno su cui in teoria dovrei scrivere gli appunti
e comincio a scrivere un messaggio per lei:
Hai deciso se andare
alle prove dei TBT o dei TRT? Lo so che sono delle piaghe, io infatti non ho
voglia di andarci…
Le passo con discrezione il quaderno e lancio un’occhiata a
Guercio, trovandolo girato di spalle mentre annota complicatissimi calcoli alla
lavagna – vorrei fargli notare che scrive troppo in piccolo, ma evito di
attirare la sua attenzione perché la scuola è cominciata da pochissimi giorni e
non sono ancora entrata in modalità studia se non vuoi essere rimandata.
Evelyn scribacchia in fretta una risposta e mi restituisce
l’oggetto.
Sono indecisa, ma per i miei gusti direi che preferirei le
prove dei TBT… XD
Sì, vabbè, io
preferisco gli altri, ma ovviamente sono dei rompicazzo tutti quanti… anche se
John andrà sicuramente a sentire i TBT, quindi sono indecisa pure io… uffa :(
E se per questa volta venissi con me a sentire la band di
Terry? Poi la prossima volta possiamo andare dai TRT!! ♥
Ci rifletto su per un attimo, poi annuisco e giro pagina
prima che Guercio – che intanto si è avvicinato a noi – riesca a leggere i
messaggi incriminati.
Mi squadra con espressione severa, ma non riesce a farmi
paura perché è talmente basso – anche più di molti miei compagni – e buffo che
devo trattenere una risatina.
«Winternight, vedo che stai prendendo appunti!» ironizza,
puntandosi le mani sui fianchi.
«Certo, prof» replico in tono piatto.
«Allora dopo la lezione passali al signor Kath, dato che lui
invece non ha molta voglia di scrivere e preferisce assumere atteggiamenti
inopportuni e disturbanti!» prosegue, alzando il tono di voce per attirare l’attenzione
di Terry.
Sbircio nella direzione del mio compagno – seduto proprio
nel banco alla sinistra del mio – e noto che sta sghignazzando con Danny. «No,
mi scusi! Perché dovrei prendere appunti anche per lui? Che si arrangi!»
esclamo contrariata, cercando di salvarmi la pelle.
«Che antipatica! Cos’è, oggi hai le tue cose?» sbotta Terry,
rivolgendomi uno dei suoi proverbiali sorrisi equini.
Sento risate provenire da ogni angolo della classe e
comincio a fremere di rabbia.
Poi la voce di Mike si leva dall’ultima fila della bancata
all’estrema sinistra: «Kath, arrangiati, ha ragione lei».
Mi volto nella sua direzione e sollevo il pollice. «Grazie,
finalmente qualcuno che dice cose intelligenti!»
«Ma chi, Patton? E da quando?» commenta Bill, seduto al suo fianco.
Il cantante dei The Real Thing gli molla uno scappellotto.
«Idiota, la stavo difendendo solo per convincerla a venire alle prove di
domani!» commenta.
Alzo gli occhi al cielo e borbotto: «Che stronzo».
«Silenzio, tutti quanti!» strilla Guercio.
Mi appoggio meglio alla spalliera fin troppo dura della
sedia e sbuffo: ora sono nuovamente indecisa sulle prove a cui assistere, il
commento di Terry non mi è piaciuto per niente, ma nemmeno l’atteggiamento di
Mike.
«Lo so che sono un po’ infantili, ma io li trovo simpatici
in fondo!» esclama Evelyn mentre usciamo dall’edificio dopo l’ultima estenuante
ora di lezione con Guercio.
«Ma hai sentito come mi hanno trattato? Mi sa che non vado
alle prove di nessuno dei due gruppi, che si fottano!» sbotto, non riuscendo a
mandare giù ciò che è successo poco fa in classe.
«Dai, ti prego… voglio sentire i TBT, non farmici andare da
sola, non conosco nessuno!» mi implora, afferrandomi per un braccio proprio nel
momento in cui ci ritroviamo nel cortile spoglio e triste del liceo.
Alzo gli occhi al cielo e sbuffo. «È per vedere Belli
Capelli, vero?» domando.
«Chi?!»
«Peter. Te l’ho detto che lo chiamano tutti così, no?»
Evelyn ridacchia. «Ah, sì! Beh, mi piace, quindi…»
All’improvviso Linda e Greta si avvicinano a noi, sorridendo
raggianti.
«Che vi prende? Non ditemi che anche voi siete cadute
nell’incantesimo di uno di quei due gruppi di idioti» borbotto acida.
«Che hai oggi?» chiede Greta stranita.
Linda incrocia le braccia al petto. «Datti una calmata!» mi
intima. «E comunque noi non ci facciamo incantare come pensi tu! Se abbiamo
deciso di andare alle prove della band di Peter è solo perché ci piace!»
«Ecco, Evelyn, hai visto? Hai trovato compagnia per domani
pomeriggio!» ironizzo.
«Ma io veramente…»
«Se vuoi venire con noi, non ci sono problemi» le si rivolge
gentilmente Greta.
«Tanto se aspetti quest’acida, non vai da nessuna parte!»
commenta Linda.
«Non sono acida!» preciso.
«Non litigate, vi prego! Kim, tu ti offendi se accetto?»
«Chi, io? Vai e divertiti!»
«Perfetto, allora è deciso!» Linda sorride e prende la mia
compagna di banco sottobraccio, poi guarda tutte noi con aria sognante. «Non
vedo l’ora di godermi quel fusto di Peter che suona e canta!» cinguetta.
Cazzo, mi sono dimenticata di dire a Evelyn che ha una
rivale in amore; quando mi ha confidato di aver subito messo gli occhi addosso
a Peter, non ho proprio pensato di parlarle dell’enorme passione di Linda nei
confronti del nostro compagno di classe.
Sposto lo sguardo sulla mia nuova amica e leggo la profonda
delusione che si dipinge sul suo volto.
«Ti piace Peter? Non lo sapevo.»
«Non è bellissimo?» pigola Linda, stringendosi maggiormente
al suo braccio.
«Carino, niente di spettacolare» mente Evelyn, evitando di
guardarla.
«E lui sarebbe solo carino? Cioè, Eve, ma l’hai
guardato bene?»
«Non proprio…»
Vorrei aiutarla a uscire da questa situazione, ma non so
proprio come fare: ormai ha deciso di andare alle prove dei The Big Thing, ma
non posso che sentirmi in colpa per non averle detto di Linda.
Mentre penso a un modo per salvarla, sento il clacson
dell’auto di mia madre: è venuta a prendermi a scuola, perciò saluto le mie
compagne e mi dirigo verso il cancello in ferro battuto – quest’anno l’hanno
verniciato di un color vomito che mi infastidisce tantissimo.
Forse è proprio vero che oggi sono un po’ di malumore, anche
se non so esattamente perché.
Sto per uscire quando vado quasi a sbattere contro un
ragazzo dalla corporatura massiccia.
Faccio un passo indietro e sto per abbaiargli contro qualche
impropero, poi mi accorgo che si tratta di John e il mio cuore accelera i suoi
battiti.
«Scusa, ho dimenticato il libro di Matematica in aula» dice,
rivolgendomi uno dei suoi proverbiali sorrisi appena accennati.
Mi pare quasi di svenire da quanto è bello e non trovo
neanche il coraggio di mettere in fila due parole di senso compiuto.
In confronto a lui mi sento una cretina e di certo gli
occhiali spessi che indosso e l’acne che mi tempesta il viso non mi aiutano a
risultare più attraente.
Chino il capo, ma prima di lasciarlo andare decido di porgli
una domanda.
Lo richiamo e lui, già a qualche metro di distanza, si volta
e mi fa cenno di parlare.
«Vai alle prove domani?» chiedo titubante.
«Sì, Puffy mi ha invitato. Tu?»
Ci rifletto un po’ su: potrei dirgli di no, tanto per vedere
come reagisce e se gli dispiace.
Ma alla fine non riesco a mentirgli e sorrido. «Anch’io. Ci
vediamo in saletta.»
«Okay, ciao» conclude, poi riprende a camminare verso la
scuola, andando incontro a fiumi di studenti che procedono nella direzione
opposta.
Mia madre suona nuovamente il clacson e io torno bruscamente
alla realtà.
Mentre la raggiungo, sento il cuore battere all’impazzata: John
mi ha sorriso, mi ha salutato ed era così bello.
Sono la persona più felice del mondo.
Mike, in piedi al centro della minuscola saletta, scruta il
foglio posto sul leggio. «Mmh… questo testo fa cagare» commenta dopo un po’.
«Che stronzo, ci ho messo tutto il mio impegno! La prossima
volta scrivitelo da solo» sbraita Daron, alzandosi dal pavimento ricoperto di
polverosa moquette per fronteggiarlo.
«Non ho mai scritto un testo di canzone» replica Mike con
ovvietà.
«Non sono problemi miei» ribatte l’altro, i capelli lisci e
scuri a ombreggiargli il viso pallido.
Io, stipata in un angolo, sono già incazzata nera: Courtney
è seduta poco distante da me e continua a civettare con tutti i presenti;
bellissima, truccatissima e vestita di tutto punto. E tremendamente zoccola.
Non la sopporto, e oltre a me è l’unica altra ragazza
presente. Prima ho sentito che anche Merilee doveva essere qui, ma ha avuto un
contrattempo e non ci ha raggiunto.
Courtney è odiosa e mi dà fastidio che lei sia in qualche
modo privilegiata solo perché è la migliore amica di Roddy.
Ma devo rimanere concentrata, sono qui per vedere John e lui
non si è ancora fatto vivo.
Ho l’ansia e i continui battibecchi tra Mike e Daron mi
stanno innervosendo ancora di più.
«Mi sono fatto un culo grande così per scrivere il testo,
questo è il ringraziamento? Ti prendo a schiaffi!» prosegue Daron.
Mike gli sorride beffardo, poi afferra il foglio dal leggio
e lo strappa lentamente a metà. Glielo porge e dice: «Puoi riprendertelo, non
mi serve».
«Patton, datti una calmata» lo rimprovera Bill, facendosi
avanti.
Tutti hanno già i loro strumenti in mano e anche Puffy è
seduto dietro la batteria, così quando Daron parte con un gancio destro, riesce
a colpire Mike senza alcuna difficoltà.
Courtney lancia un gridolino. «Dai, ragazzi!»
Sgrano gli occhi e rimango allibita a fissarli.
Mike fulmina Daron con sguardo fiammeggiante e pericoloso,
stringe una mano a pugno e fa per restituirgli il colpo, ma Jim lo afferra per
il polso.
Cantante e chitarrista si scambiano occhiate di fuoco.
«Lasciami» sibila Mike.
«Prima ti calmi, poi ti lascio» replica Jim con calma.
In genere è un tipo riservato e sfottuto dalla maggior parte
dei compagni, compresi coloro all’interno della band, ma in questo momento si
sta comportando nel modo giusto e sotto sotto lo ringrazio.
Daron intanto, preda della rabbia, esce dalla saletta come
un uragano ed è in quell’istante che decido di seguirlo; almeno ho la scusa per
uscire di lì, e magari nel frattempo arriva John e posso scambiarci due parole
senza essere circondata da troppe persone.
Sguscio fuori dalla stanza e percorro la breve e ripida
scalinata, riemergendo in superficie con un sospiro.
Noto Daron che si accende una sigaretta e fuma nervosamente
poco distante, ma non mi avvicino troppo e mi limito a fingere di controllare
il cellulare.
Lui sembra non avermi notato, dato che poco dopo fa partire
una chiamata e imposta il vivavoce.
«Daron.»
È la voce di John, la riconosco immediatamente.
«Sono incazzato nero! Ma dove cazzo sei?» sbraita Daron.
«Ho perso l’autobus, mi è partito sotto il naso. Mi sa
che non faccio in tempo a passare in saletta. Che succede?»
Un moto di delusione mi investe: vorrei soltanto piangere e
non essere mai venuta a queste maledette prove.
«Che palle! Quel coglione di Patton ha strappato il mio
testo, dice che fa cagare!» racconta in tono concitato.
«Beh, non è che abbia tutti i torti…» commenta John
in tono ironico.
«Vaffanculo pure tu, che cazzo!»
«Scusa, dai. Però te l’ho detto che non mi convinceva!»
«Ma questo non giustifica il suo modo di fare da divo dei
miei coglioni! Ora entro e lo pesto a sangue, che cazzo me ne fotte?!»
«Lascia perdere, non ne vale la pena. Calmati.»
Dio, quanto adoro questo suo modo di fare rassicurante e
meravigliosamente sexy… riesco quasi a immaginare quel suo viso bellissimo e
dolce, quel suo corpo massiccio e pronto a proteggere chiunque ne abbia
bisogno.
Mi lascio sfuggire un sospiro fin troppo rumoroso e in quel
momento Daron mi nota.
Si volta a fulminarmi con un’occhiataccia. «E tu che fai?
Non si origliano le conversazioni degli altri!» sbotta.
«Con chi parli?» chiede John.
Prego mentalmente Daron, lo supplico di non fargli il mio
nome, non voglio che mi prenda per un’idiota.
«Kim» borbotta Daron.
Troppo tardi.
«Scusa, non stavo origliando!» Ci penso un attimo, poi aggiungo:
«Però anche tu sei poco furbo, eh! Se metti in vivavoce e urli così, come
pretendi che nessuno ti ascolti?»
Sento John ridacchiare dall’altoparlante e questo mi basta
per stare un po’ meglio: forse non ho rovinato proprio tutto.
Senza aspettare che Daron risponda, rientro in saletta con
l’unico intento di recuperare lo zaino e tornarmene a casa: tanto John non
verrà, non ha senso stare appresso a questa gabbia di disadattati.
Raccolgo le mie cose proprio mentre la band sta per
attaccare con il primo pezzo.
«Te ne vai?»
Sollevo lo sguardo e noto che Bill mi sta guardando, come se
mi vedesse per la prima volta quel giorno.
«Sì, perché?»
«Dai, resta! Vuoi o no sentire un figo come me suonare?»
scherza, battendosi sul petto come per darsi un tono.
«Sinceramente? No.»
«Che acida» sento sibilare e so che è stata Courtney a dare
aria ai denti.
Vorrei trovare il coraggio di afferrarla per quei capelli
biondi e perfetti e sbatterle la faccia al muro, ma rimango in silenzio e
scuoto il capo.
«Fai come vuoi, ma non sai cosa ti perdi» conclude Bill,
strizzandomi l’occhio.
Mike esplode in un improvviso ruggito al microfono e mi fa
sussultare. «Cominciamo o no queste cazzo di prove?» grida poi.
Sbuffo ed esco nuovamente dalla saletta.
Me ne vado senza neanche salutare Daron, sentendomi sempre
più delusa e incazzata.
Spero almeno che Evelyn si stia divertendo alle prove dei
The Big Thing… non vedo l’ora che arrivi lunedì per chiederle di raccontarmi
tutto.
Mi sto sempre più pentendo di non averle ancora chiesto il
numero di telefono.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Un bizzarro lunedì ***
NELLE PUNTATE PRECEDENTI…
Evelyn si reca alle prove dei The Big Thing e il pomeriggio
si preannuncia movimentato: tra antipatie e battibecchi, la cosa più importante
non sembra la musica. La ragazza si ritroverà a dover fronteggiare momenti
d’imbarazzo e a scoprire verità che non avrebbe mai immaginato, e rimpiange di
non avere la sua nuova compagna di banco accanto a sé.
Per saperne di più, date un’occhiata al capitolo di Evelyn: Sgamata! ^^
Buona lettura! ♥
Un bizzarro lunedì
Arrivo a scuola e la prima persona che vedo è Evelyn: sembra
tranquilla, mentre io sono ancora incazzata come una belva.
Le prove dei TRT sono state disastrose e, oltre a dover
sopportare quella zoccola di Courtney, non ho neanche visto John.
Ho trascorso la domenica a pensare a lui e non ho neanche
fatto i fottutissimi compiti di Matematica; fantasticare su quanto sia bello,
possente e irraggiungibile mi impedisce spesso di concentrarmi su altro.
La mia nuova compagna di banco mi viene incontro,
attraversando in poche falcate il cortile affollato. «Kim, non sai quante cose
ho da raccontarti!»
«Beata te, io posso farti un riassunto e siamo a posto»
bofonchio, alzando gli occhi al cielo.
Lei mi osserva con più attenzione e mi prende sottobraccio.
«Come, non hai visto John?» bisbiglia.
«No. Alle prove non si è presentato, credo abbia perso il
bus o qualcosa del genere…»
«Ma che sfiga!»
«In più c’era Courtney che non faceva che leccare il culo a
tutti, starnazzando come una gallina in calore!»
Evelyn ridacchia.
Ci guardiamo.
«Aspetta… ma le galline entrano in calore?» le domando.
Lei si stringe nelle spalle. «E io che ne so?»
Scoppiamo a ridere e ci dirigiamo verso l’ingresso, notando
che alcuni nostri compagni sono appena entrati.
«Ci siamo dimenticate di scambiarci il numero, avrei voluto
scriverti per sclerare!» esclama lei.
«Giusto! Facciamolo subito!» Mi fermo di botto in mezzo al
corridoio, beccandomi gli insulti di qualcuno che stava per sbattermi addosso.
Lo ignoro ed estraggo il cellulare, pronta a scrivere. «Vai, così ti faccio uno
squillo.»
Dopo aver compiuto quest’importantissima operazione – non
potevo sopportare di non poter sentire Evelyn quando mi pare – riprendiamo a
camminare e arriviamo finalmente in classe.
Il prof di Storia non c’è ancora, così ne approfitto per
attirare nuovamente l’attenzione di Evelyn sul weekend appena passato.
«Allora? Come sono andate le prove dei The Big Thing?»
Lei si illumina in volto e comincia a raccontarmi quanto si
sia divertita in certi momenti, finché non arriva a parlare di Danny. «Ha fatto
il cascamorto per tutto il tempo, e a un certo punto credo che si sia vagamente
intuito che ho un debole per Belli Capelli!» sibila, lanciando
occhiate a destra e sinistra per assicurarsi che nessuno ci stia ascoltando.
Sgrano gli occhi e mi sporgo verso di lei. «Come sarebbe a
dire?!»
«Eh… sono fatta così: difficilmente riesco a mascherare le
mie emozioni!»
«Spiegati meglio.»
A questo punto Evelyn comincia a raccontarmi tutto e io
rimango sempre più stupita dalle sue parole: prima Linda che le abbaia contro e
se ne va come una pazza psicopatica, poi Danny che le si sdraia praticamente
addosso e infine Robert che le estorce la sua cotta per Peter.
Ma la cosa che mi lascia maggiormente di stucco è l’aver
scoperto che a Greta piace Terry. Non è concepibile che una ragazza
intelligente e a modo come lei possa aver perso la testa per uno scimmione
troglodita come lui!
«Di Jackie si capisce da lontano, insomma, quei due hanno
una sorta di relazione da un po’…» rifletto a bassa voce, lanciando
un’occhiataccia alle spalle di Evelyn, laddove Danny cerca di origliare. «Scusa
un attimo» sibilo, per poi mostrare il dito medio al batterista dei TBT. «Ti
fai gli affari tuoi o vuoi un disegnino?»
«Che acida!» esclama Danny con un’espressione da finto
tonto.
«Io sarò pure acida, ma tu sei un ficcanaso!»
«Non stavo ascoltando, ma che vuoi?»
«Ah no?» Incrocio le braccia al petto e lo incenerisco con
un’occhiata. «Allora cosa ci fai in piedi a due centimetri dal nostro
banco?»
«Veramente sono in piedi vicino al mio banco» replica
lui, battendo con il palmo sulla superficie in legno alle sue spalle.
Sbuffo: mi sta dando sui nervi. «Oh, guarda, c’è Tankian!»
esclamo.
So perfettamente che Danny è profondamente intimorito dal
prof di Storia, quindi fingere che sia arrivato è l’unico modo per distrarlo e
farlo allontanare.
Il ragazzo infatti si irrigidisce e corre a sedersi, salvo
poi rendersi conto che gli ho rifilato una balla.
Quando si volta nuovamente verso di me, sollevo una seconda
volta il dito medio e torno a concentrarmi su Evelyn.
«Dicevi?»
«Ecco, capisci che questi ragazzi sono un po’…»
«Invadenti? Sì, è quello che cercavo di spiegarti nei giorni
scorsi.»
«Ora tutti sanno che mi piace Peter e io non ho più il
coraggio di guardarlo in faccia. Non sai che occhiata mi ha lanciato!»
«Ma lui è fatto così, è un po’ altezzoso, sembra snob ma non
lo è. È tranquillo.»
«Sarà, ma non mi ricambia, ne sono certa! Mi ha guardato
come se fossi una cacca di cane calpestata!» esclama Evelyn in tono
melodrammatico.
«Ma lascialo stare, non sa cosa si perde!» tento di
rassicurarla.
Poi sobbalzo quando una voce tonante riempie la stanza e la
fa subito dopo piombare nel silenzio più assoluto.
Mi siedo composta e tengo lo sguardo dritto davanti a me, trovandomi
faccia a faccio con il professor Serj Tankian.
Con i suoi capelli lunghi e folti, il pizzetto prominente e
l’espressione dura fa proprio paura. Ammetto che nemmeno io mi sento tanto
sicura e tranquilla quando entra in classe, ma mi diverte troppo il modo in cui
Danny quasi trema sulla sedia, come tiene gli occhi bassi e smette
improvvisamente di essere il solito casinista. E Terry non è da meno, anche se
lui ogni tanto si lascia scappare qualche commento fuori luogo.
Evelyn mi stringe appena il braccio – come per farmi capire
che ne riparleremo dopo – ed entrambe ci concentriamo diligentemente sulla
noiosissima lezione del prof Tankian.
Io detesto la Storia e nessuno riuscirà mai a farmi cambiare
idea!
«Sai com’è, siamo una band affermata» sta sproloquiando
Bill.
Siamo soli in classe perché abbiamo un’ora buca –
l’insegnante di Musica si presenta un giorno sì e dieci no a lezione –, così i
componenti dei due gruppi musicali ne approfittano per propagandare il loro
verbo in giro per l’aula.
Bill e Terry, dopo essersi guardati in cagnesco, si piazzano
di fronte a Evelyn e le sorridono sornioni.
Mi batto una mano sulla fronte. «Oh no, ci risiamo…»
«Ma quale band affermata e band affermata, siete degli
zoticoni senza talento che fanno soltanto casino!» lo smonta subito Terry con
un gesto noncurante.
«Tu non capisci un cazzo di rock’n’roll! E parli pure come
mio nonno Chester!»
Evelyn lancia a Bill un’occhiata interrogativa.
«Mio nonno Chester ascolta soltanto musica pallosa, jazz
anni ’30 e cose così. Arriva al massimo a Frank Sinatra! Per carità, rispetto
per Sinatra eccetera, però bisogna evolversi! Noi suoniamo crossover,
mescoliamo generi diversi e sperimentiamo, mentre questi qui sono rimasti al
Medioevo!» spiega prontamente il bassista dei The Real Thing, annuendo con
vigore per dare più enfasi alle sue parole.
«Billy, nel Medioevo non c’era il jazz» gli faccio notare
con un sorrisetto.
«Quanto sei puntigliosa! Era per esagerare un po’, lo so
anche io che il jazz è nato nel Settecento!»
Sospiro e mi porto una mano tra i capelli. «Seh, vabbè…»
«Però a me il jazz piace» interviene Evelyn.
«Ecco, lo vedi che avevo ragione? Io l’ho detto fin da
subito che eri una ragazza intelligente! Devo mettere una buona parola per te
con Belli Capelli» ammicca Terry, esibendosi nel suo sorriso equino più
smagliante.
Evelyn diventa rossa come un pomodoro e abbassa gli occhi,
mentre io incenerisco il mio compagno di classe con un’occhiata di fuoco.
«Coglione, la smetti?»
«Senti, senti! Qui ci sono gossip di cui non ero a
conoscenza!» si esalta Bill, dando di gomito a Terry. «Raccontatemi tutto!»
«E poi sono le donne a essere pettegole…» commento, mollando
un pugno sul braccio di Terry. «Piantatela, non lo vedete che la state
traumatizzando? Andatevene!» sbraito.
«Me ne vado solo se Eve mi promette che voterà per i TBT
alle elezioni per la band migliore della scuola!» esclama Terry, mettendosi
goffamente in ginocchio di fronte alla mia compagna di banco e tendendole la
mano come per emulare un vero gentleman. «Ehi, piccola, me lo prometti?»
«Jackie ti sta per lanciare un banco in testa» gli faccio
notare, strizzando l’occhio a Jacklynn, che intanto si gode la scena in piedi a
qualche metro da noi.
«Mi perdonerà, sa che voglio fare una buona impressione ai
nuovi arrivati. Sono un uomo accogliente, io!» si pavoneggia Terry.
Bill sghignazza. «Uomo» lo scimmiotta.
«Vuoi per caso mettere in dubbio la mia virilità, Gould?!»
strilla Terry, tornando in piedi e piazzandosi di fronte all’altro in tutta la
sua imponenza.
Io ed Evelyn ci scambiamo un’occhiata esasperata, per poi
scoppiare a ridere insieme a Diane, seduta nel banco dietro il nostro.
Intanto, dall’altra parte dell’aula, si sta svolgendo
un’accesa discussione tra Mike e Daron, mentre Bill e Terry hanno cominciato a
litigare per dimostrare – invano – chi dei due sia più uomo dell’altro.
«Ma che cazzo vuoi da me? Perché non te li scrivi tu, i
testi?» Daron si punta le mani sui fianchi e fronteggia Mike, rimanendo a pochi
centimetri dalla sua faccia.
«Perché dovevi farlo tu» abbaia Patton.
«Ma chi l’ha deciso?»
«Tu! La settimana scorsa ti sei proposto come lyricist
della nostra band, e guarda che merda ci hai propinato!»
Daron fa per mollare una testata sui denti a Mike, ma John
lo tiene fermo per le braccia e glielo impedisce.
«Oddio, ora si ammazzano! Fate qualcosa!» si allarma subito
Evelyn, mettendosi in piedi.
La afferro gentilmente per un polso e la trattengo, cercando
il suo sguardo. «Mi ero dimenticata di dirtelo: alle prove dei TRT stavano per
darsele di brutto per lo stesso motivo. Ma stai tranquilla, tra loro due è
normale.»
«Normale?!» si sorprende Evelyn.
Annuisco. «Non si sopportano, però finiscono sempre per ficcarsi
insieme nei casini.»
Lei sposta gli occhi sui due litiganti, poi torna a guardare
me. «Ne sei sicura?»
«Giuro, sono impossibili! Ora vedrai che Daron comincerà a
fare la vittima e a dire che dopo tutto quello che faccio per te, è così che
mi ringrazi e la prossima volta ti arrangi e bla bla bla…»
Come se mi avesse sentito, Daron comincia con la sua solita
sceneggiata: «Questo è il modo di ripagare chi si sbatte per te, Patton? Ma
vaffanculo!»
«Ma chi cazzo lo voleva il tuo aiuto?»
«Dai, Mike, basta!» tenta di intervenire Roddy, mettendo una
mano sulla spalla del suo cantante.
Quest’ultimo però se lo scrolla di dosso e si accosta
maggiormente alla faccia di Daron. «I miei testi fanno cagare, ma anche i tuoi
non sono da meno. Grazie mille per l’aiuto, ma non è servito.»
«Vedrai! Vedrai quando anche io avrò una band e avrò più
successo di te, allora tornerai a cercarmi!» strilla Daron, per poi lasciare
l’aula come una furia, seguito a ruota da John.
Il cuore mi si scioglie nel petto. «Eve, hai visto quanto è
premuroso il mio angelo? Gli è subito andato dietro!» sospiro in tono sognante.
Ma Evelyn non mi sta ascoltando, intenta com’è a fissare
Mike che trema come una foglia mentre cerca di placare la rabbia. Roddy gli
circonda le spalle con un braccio e gli dice qualcosa che non riesco a sentire
– probabilmente vuole rassicurarlo – mentre anche Puffy li raggiunge.
«Dovete piantarla, altrimenti finirà male» suggerisce il
batterista dei TRT.
Noto che Evelyn si mette nuovamente in piedi e non riesco a
fermarla mentre si avvia verso i tre membri della band.
Bill sembra non essersi accorto di niente, intento com’è a
battibeccare con Terry, mentre Jim… è semplicemente Jim: alienato, sulle sue,
fuori dal mondo.
Decido di seguire la mia compagna di banco, sperando che non
succeda qualche stronzata.
«Ragazzi, ma che vi prende? State bene? Perché litigate
così?» esordisce Evelyn con la voce leggermente rotta.
Cavoli, si è veramente spaventata!
«Lascia stare, davvero» provo a consigliarle, prendendola
per un polso.
Puffy le rivolge un sorriso tirato. «Evelyn, giusto? Non
preoccuparti, stiamo tutti bene.»
«Ma non è vero!» lo contraddice lei.
Mike sembra risvegliarsi dal suo momento di furia e la
guarda come se la vedesse per la prima volta. Tiene gli occhi scuri su di lei e
io ho seriamente paura che ora possa ricominciare a sbraitare, non vorrei mai
se la prendesse con lei, non ha niente a che vedere con i suoi conflitti con
Daron.
Ma lui si rabbuia e la osserva meglio, facendo un passo
avanti. «Ti sei spaventata?» le chiede.
Rimango basita: non avevo mai visto Mike comportarsi in
questo modo, è più strano ogni giorno che passa.
Lei non risponde, però posso avvertire dalla stretta sul suo
polso che sta tremando appena.
«Ehi» la richiama Mike, allungando la mano sinistra per
prendere la sua. «Va tutto bene, ragazzina?»
«Non sono una ragazzina!» si indispettisce Evelyn.
Eppure il sorriso che Mike le rivolge è talmente caldo e
tranquillo che mi pare proprio di trovarmi di fronte a una persona che non
conosco.
«Però non voglio che litighiate così, detesto le risse!»
prosegue la mia compagna di banco.
«Che tenera!» esclama Roddy, allungandosi per stropicciarle
appena una guancia. «Vuoi essere la mascotte dei The Real Thing?»
«Che approfittatore!» esclamo, trascinando via Evelyn.
«Smettete di importunarla, siete degli idioti!»
Poco dopo io ed Evelyn siamo nuovamente sedute al nostro
posto e io la vedo stranamente silenziosa; sto per chiederle qualcosa, quando
all’improvviso Daron e John fanno ritorno in classe e una scena cattura la mia
attenzione: Mike si dirige verso Daron e lo ferma, stringendogli un braccio.
L’altro sta per spingerlo via, quando il cantante dei TRT
gli sorride amichevole.
Resto di sasso, non riesco a capire cosa stia capitando a
quel ragazzo.
«Senti, amico, mi dispiace. Okay? Non dico che i tuoi testi
facciano meno cagare, ma finiamola qui. Tregua?»
Conosco abbastanza Daron da sapere che è un tipo orgoglioso
e permaloso, quindi non mi sorprende il fatto che guardi l’altro in cagnesco e
se lo scrolli di dosso, borbottando tra sé e sé mentre si dirige al proprio
posto.
«Prima o poi lo perdonerà, me lo sento» decreta Evelyn,
mentre un sorrisetto le si dipinge sulle labbra.
«Ehi, non mi dirai che ti sei innamorata di Patton! A te non
piaceva Belli Capelli?» la punzecchio.
Scuote il capo. «Stai tranquilla, è solo che… Mike mi
intriga. C’è un mondo dietro i suoi modi di fare bruschi, tutto qui. Penso
possa essere un ragazzo gentile e buono.»
Rimango a bocca aperta per l’ennesima volta in quel bizzarro
lunedì e non so proprio come rispondere.
Evelyn si volta e richiama l’attenzione di Bill,
distogliendolo dalla conversazione che sta intrattenendo con Terry e Danny –
ormai i toni si sono fatti amichevoli, in fondo si vogliono un gran bene e si
rispettano molto, sono amici nonostante la rivalità delle band a cui
appartengono.
«Che c’è?» le chiede il bassista dei TRT, mettendosi in
piedi di fronte al nostro banco.
«Prima di decidere per chi votare, mi toccherà sentir
suonare entrambi i gruppi. I TBT li ho già ascoltati sabato scorso, mancate
solo voi.»
«Ma tu non avevi detto che il rock non ti piace?» la
interrogo con fare scettico.
«Beh… lui ha detto che sperimentano, mescolano i generi…
perché non dargli una possibilità?» replica Evelyn, stringendosi nelle spalle.
Bill si esibisce in un sorriso vittorioso e colmo di gioia,
poi si china per schiacciarle un rumoroso bacio sulla guancia. «Grazie, grazie,
grazie! Non te ne pentirai!»
Evelyn lo guarda storto e si pulisce la guancia. «Sto già
per pentirmene» ammette.
«Okay, okay, ti lascio in pace!» conclude il bassista, per
poi trotterellare via per annunciare la lieta notizia ai suoi compagni di band.
Noto che Jim non fa una piega – non avevo dubbi – mentre
Roddy si volta verso Evelyn e solleva il pollice della mano destra; Puffy le
sorride e Mike annuisce, fermandosi per un istante a guardarla negli occhi.
Se continuo a rimanere ancora a bocca aperta, qualche mosca
ci finirà dentro!
«Eve?» la richiamo.
«Sì?»
«Abbiamo un problema.»
Lei mi fissa stranita. «Ovvero?»
«Mi sa che Patton si è preso male per te!»
PICCOLA NOTA
Come avrete notato, in questo capitolo abbiamo una new entry, ovvero il
professor Serj Tankian, che nella realtà è il cantante
dei System Of A Down.
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=3970840
|