L'esercito del male

di SgF
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un'aria insolita ***
Capitolo 2: *** La galassia Magellano ***
Capitolo 3: *** Strane voci e strane apparizioni ***
Capitolo 4: *** Un aiuto inaspettato ***
Capitolo 5: *** L'oscura figura ***
Capitolo 6: *** Cosa dice il cuore ***
Capitolo 7: *** Ritorno al passato ***
Capitolo 8: *** Duri ricordi ***
Capitolo 9: *** L'arrivo della sera ***
Capitolo 10: *** Nel frattempo... ***
Capitolo 11: *** Allucinazioni ***
Capitolo 12: *** Uno spettacolo spettacolare ***



Capitolo 1
*** Un'aria insolita ***


È una calda giornata primaverile nella caotica Tokyo. I fiori di pesco cadono seguendo il ritmo cadenzato dei piccoli buffi d'aria che tirano lievemente sulla città. Rumori di clacson e voci di passanti si odono da ogni dove. In un giardino privato, sotto un pesco, vi è appollaiato un ragazzo di diciannove anni che, molto diligentemente e scrupolosamente, riscrive degli appunti presi in precedenza il giorno stesso. Un ragazzo alto, snello, moro e con un paio di occhi azzurri ipnotizzatori; uno sguardo temibile e allo stesso tempo ammaliatore.
"Cloruro di bario, acido nitrico e permanganato di potassio" ripete ad alta voce come se fosse sotto interrogazione.
Il ragazzo si gratta la testa energicamente come in preda ad un attacco di pidocchi.
"Interessantissimo, ma non vedo come potrebbero rivelarsi utili queste conoscenze" ammette un poco deluso emettendo un forte sospiro.
"Lo sai che solo i matti parlano da soli?" commenta una voce femminile proveniente dall'esterno del giardino dove il ragazzo si trova.
Quest'ultimo si volta per vedere chi sia la donna che ha parlato.
"Ah, sei tu Heles".
"Ciao Felix. Come vanno le lezioni?"
"Non c'è male. Anche se mi sono trasferito qui da poco più di un mese mi trovo già perfettamente a mio agio".
"Non ne dubitavo. Dopotutto le tue capacità sono estremamente elevate".
"Dici?"
"Ne sono certa. Dai, ti lascio alle tue cose che devo andare a ritirare la macchina dal carrozziere. Passerò uno di questi giorni quando entrambi avremo più tempo per parlare, d'accordo?"
"Ottimo! È sempre un piacere scambiare due chiacchiere con qualcuno, specialmente con te".
"Attento, potrei pensare che mi stai facendo la corte!"
"Non potrei mai fare uno sgarbo simile a Milena".
"Ti saluto! Ciao". Heles si allontana a passo spedito con le mani in tasca.
Una ragazza dall'aspetto effettivamente poco femminile, combattiva, ma con un cuore grande come la sua rinomata forza di volontà.
All'improvviso il cielo si fa scuro e una coltre di nebbia cala sulla città che rimane paralizzata sotto l'influsso di quel fenomeno assai raro.
Ora Tokyo è governata da un silenzio sepolcrale. Anche il vento ha smesso di soffiare come se avesse paura di farsi avanti. Il caldo che tanto assillava gli abitanti di tutto il Giappone da qualche settimana lascia spazio a un freddo ingiustificato.
"La notte è giunta prima della sua ora. Adesso il firmamento sarà squarciato dall'ira del male" sussurra Felix osservando gli strani avvenimenti che man mano si susseguono.
E in quel momento una serie di fulmini si abbatte sulla città con una violenza inaudita. Di lì a qualche metro cade una scarica elettrica e un urlo risuona nell'aria, accesa solamente dalla luce e dal rumore dei fulmini. Di scatto, Felix si alza e assume una posizione combattiva. Il suo sguardo ora è posseduto da un alone misterioso; il suo sguardo in qualche modo è cambiato.
"Potere di Magellano, vieni a me!"


Note: Non pensavo mi sarei mai cimentato in una vera e propria fanfiction, ma visto che i miei sogni continuano a farmi vedere la stessa scena perché non scriverla?
So bene che come inizio è decisamente breve, però mi piacerebbe prima sentire qualche parere (specialmente sul metodo di scrittura, ma anche di diverso genere) di quelli che avranno il coraggio di leggere.
Cercherò di rispondere a tutti coloro che recensiranno e... speriamo in bene!

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Capitolo 2
*** La galassia Magellano ***


Un fascio di tenebra avvolge il corpo di Felix assumendo la forma di un'enorme spirale nera. L'ombra che lo attornia ora stringe il suo corpo come in una morsa fatale. Di lì a qualche secondo l'oscurità scompare, ma Felix non è più lo stesso. Ora indossa un paio di pantaloni aderenti che che gli coprono una gamba soltanto, mentre la seconda rimane scoperta per una metà abbondante; una maglia altrettanto attillata senza una delle due maniche e un grosso squarcio all'altezza del cuore; un paio di stivali neri in pelle che si appoggiano delicati al suolo; un orecchino violaceo a forma di rombo al lobo destro.
Senza perdere tempo si mette a correre verso il punto da dove, ancora adesso, provengono le urla strazianti. Si apposta dietro a un angolo per osservare la vicenda: un essere disumano completamente nero resta immobile davanti a un albero al quale è legata...
"Heles!" sussurra Felix senza muoversi dalla sua postazione.
Quell'essere sconosciuto rimane immobile a fissare l'orizzonte come se stesse aspettando l'arrivo di qualcuno per poter agire. E infatti qualcuno giunge.
"Lasciala subito andare, mostro!" urla una ragazza dai biondi codini e dagli occhi azzurri come il ciel sereno.
"Ti stavo aspettando Sailor Moon" replica la creatura maligna con un ghigno malefico stampato sul volto.
"Quella è Bunny!" commenta a bassa voce Felix che continua a guardare la scena senza intervenire.
"Sono la paladina della le...", ma Sailor Moon viene interrotta dal nemico che, con un solo cenno di capo, la cattura avvolgendola con delle corde apparse dal nulla. La ragazza comincia a piagnucolare esigendo di essere liberata immediatamente.
"Smettila di seccarmi e dimmi dove sono le altre tue amichette, Sailor Moon" domanda il mostro prendendosi gioco di lei.
"Meteorite di Plutone!"
"Fuoco, azione!"
Un'immensa palla infuocata si dirige ad altissima velocità contro la creatura che, con un'agilità sorprendente, si scansa vanificando ogni tentativo di soccorso delle guerriere. In piedi di fronte al mostro appaiono le altre sei guerriere sailor.
"Vi stavo aspettando guerriere sailor. Preparatevi a soccombere!"
In una frazione di secondo il mostro si ritrova alle spalle delle sailor imprigionandole come aveva già fatto con le prime due.
"È sempre una delusione conoscere dei miti. Speravo vivamente di combattere contro delle guerriere, non contro delle poppanti ancora in fasce".
"Non prenderci in giro e dicci che cosa vuoi da noi" controbatte irata Sailor Jupiter dimenandosi per tentare di liberarsi dalla stretta delle corde.
"Io sono Canopo, una dei cadetti della galassia Magellano".
A queste parole Felix rimase paralizzato e gli si gelò il sangue dal terrore.
"Il mio compito ora è quello di catturarvi, ed è stato fin troppo semplice".
Il mostro scoppia in una risata isterica veramente snervante.
"Per quale motivo vuoi catturarci?" domanda Sailor Mars cercando di slegare le corde che, tuttavia, si fanno sempre più strette ad ogni tentativo di scioglierle.
"Vedi, sono stata incaricata di eliminare un cadetto traditore che, guarda caso, si trova proprio qui, sul vostro pianeta, nella vostra città" spiega la creatura sempre guardandosi intorno con attenzione.
"Ma noi cosa c'entriamo?" chiede Sailor Jupiter.
"Ma quanto parlate! Mi sono già stancata di sentire le vostre patetiche voci. Vediamo di accelerare i tempi".
Il mostro si avvicina a Morea con fare minaccioso. Porta la mano al collo della ragazza e ci strofina le unghie che poco a poco cominciano a crescere, fino a raggiungere le dimensioni di un coltello da macellaio.
Felix osserva in silenzio e capisce la tattica di Canopo, ma non poteva rischiare che una ragazza innocente venisse uccisa.
"Lasciala stare, Canopo!"
Felix esce dal suo nascondiglio con aria fiera e squadra il mostro con aria di superiorità.
"Oh, che sorpresa! Cadetto due Magellano. Sapevo saresti venuto per tentare di salvare la vita di queste povere sciocche".
"Taci, Canopo! È me che vuoi, non loro! Liberale immediatamente!"
"Temo di non poterlo fare. Le istruzioni di sua maestà sono chiare: catturare le guerriere sailor ed eliminare te, cadetto due Magellano".
"Posso sapere cosa sta succedendo? Perché quel mostro ce l'ha con noi? E chi è quel ragazzo?" si lamenta Sailor Moon con la pretesa di sapere quel che sta accadendo.
"Quel ragazzo? Ah ah ah! Non farmi ridere. Quello che tu chiami ragazzo non è altro che un potentissimo esponente della galassia del male. Ma, ahimè, ha disertato perché di salute cagionevole e dunque ha preferito nascondersi qui piuttosto che fare la fine che si merita" replica il mostro che mantiene una calma sconvolgente.
"La galassia del male?" ripetono in coro tutte le ragazze, allibite.
"Già. Io, come il cadetto due Magellano, siamo gli esponenti di una grandissima famiglia. Non abbiamo mai cercato lo scontro con le altre galassie fin al giorno in cui la galassia di Andromeda ci attaccò senza un motivo apparente. Subimmo pesanti perdite, ma resistemmo all'offensiva. Dopo la battaglia cercammo la nostra vendetta sferrando un attacco alla galassia che ci aveva privato dei nostri amici, dei nostri amori, dei nostri cari. Riuscimmo nel nostro intento, anche se dovemmo sudare parecchio per ottenere la vittoria dal momento che alcuni dei nostri cadetti si rivoltarono contro di noi durante la battaglia. Da allora vaghiamo per l'universo in cerca dei traditori che hanno cercato di ostacolare la nostra vendetta".
"Canopo, svegliati dall'incubo che stai vivendo! La sete di vendetta non porta da nessuna parte. Il pacifismo che ci caratterizzava è morto e non è mai più tornato perché sua maestà ci ha spinti troppo oltre. Vi sta usando per ottenere i suoi scopi. Perché abbiamo distrutto un'intera galassia? Perché ora siamo conosciuti come l'esercito del male? Perché siete arrivati ad uccidere i vostri simili?" singhiozza Felix con una mano sullo squarcio della maglia.
"Ora sono stufa di parlare, in guardia!"
Canopo si materializza alle spalle di Felix e gli stringe il braccio intorno al collo per soffocarlo. Con un'immensa forza, Felix riesce ad allontanare Canopo con una gomitata allo stomaco.
"Non avrò pietà cadetto, sei uno sporco traditore!"
"Io non sono nato per vedere la morte negli occhi!"
"Codardo!"
Prendendo la spinta con le gambe, Canopo spicca un salto e atterra sull'ombra dell'albero generata dai fulmini che continuano imperterriti a cadere al suolo. In una frazione di secondo, Canopo viene inghiottita dall'ombra.
"Dove diavolo è andata a finire?" domanda sconvolta Sailor Mars.
"Sono dietro di te" risponde una voce proveniente dall'ombra di Sailor Mars.
Improvvisamente Canopo si rimaterializza tenendo stretta Sailor Mars.
"Allora cadetto due Magellano, cosa devo fare con questa stupida ragazzina?"
"Lei non c'entra! Vieni a prendermi, è me che vuoi!"
Felix corre via abbandonando le guerriere sailor.
"Maledetto traditore".
Canopo rincorre Felix ad altissima velocità.
Dopo qualche minuto di silenzio Felix torna dalle guerriere per liberarle.
"Perché non combatti contro di lei?" chiede Sailor Pluto.
"Perché... perché è mia sorella" risponde a testa bassa.
"Che cosa?"
"Cosa credi di fare, cadetto?" urla Canopo che ora si trova alle spalle di Felix.
Come una lama incandescente, le unghie di Canopo penetrano calde e assetate di sangue nella schiena di Felix che, dopo aver emesso un sospiro lieve, cade a terra con la faccia rivolta al suolo.
"CHE COSA HAI FATTO?"
Le urla di Sailor Moon risuonano per tutta la piazza.
"Gli ho dato la lezione che si meritava. La mia missione è compiu..."
"Stai zitta!" sbotta Felix con tutte le energie che gli sono rimaste in corpo.
"Ma che cosa? Come...?"
"Tu non sei mia sorella. La tua mente è offuscata dal male. Avresti dovuto ascoltarmi; dovevi venire via con me prima che l'influsso malefico del male ti facesse cadere nell'oblio. Ora non sei più nulla".
"Farnetichi! Tu non sei mio fratello!"
A queste parole Felix lascia cadere una lacrima a terra e si alza lentamente. Si volta per guardare in faccia quell'essere disumano.
"Addio!"
"Ora mi hai stancato!"
Prima che Canopo abbia il tempo di attaccare, Felix sferra il suo attacco.
"Implosione di Magellano, azione!"
Una lama nera compare sul braccio scoperto di Felix. Questa scatta rapida verso il suo bersaglio e penetra in esso.
"Come... hai potuto... cadetto... uccidere... un... membro della... famiglia? Sei solo... un..."
In quell'istante il corpo di Canopo si frantuma in mille pezzi di cristallo che si disperdono nell'aria e si dissolvono prima di toccare terra.
Mentre Felix si inginocchia rimanendo a contemplare l'asfalto per diverso tempo e il suo sangue cola lungo la schiena, Sailor Pluto libera le compagne. Intanto il cielo torna al suo turchese originario e i fulmini cessano di abbattersi sulla città.
"Va tutto bene?" domanda Sailor Moon a Felix ancora intento a fissare qualcosa che solo lui sembra vedere.
"Sì" taglia corto Felix.
"Perché l'hai uccisa? Potevamo salvarla!"
"No, non potevate!"
"E invece penso che ci sia sempre un modo per salvare una vita!"
"Ti sbagli".
"No, non sbaglio!"
"Ascolta Sailor Moon. So bene che hai salvato una marea di vite umane nelle tue precedenti avventure, ma il tuo potere contro quello dell'esercito del male non può niente. Non è come combattere contro un gruppo di Veneranti e la loro leader svitata".
"Avremmo potuto provarci e... un attimo! Tu come fai a sapere di Sailor Galaxia e delle Veneranti?"
Felix si alza a fatica e fa per andarsene.
"Rispondi alla domanda. Come fai a sapere di ciò che abbiamo passato?"
"Io so tutto di voi. Da quando tu diventasti la paladina della legge per combattere il Regno delle Tenebre, alla resa dei conti con gli abitanti della luna nera. E ancora, le tue peripezie con i talismani, con la despota nove, con Nehellenia e i suoi servitori circensi. Conosco anche la vostra identità, ma il vostro segreto morirà con me".
"E dimmi, come fai a sapere tutte queste cose?"
"Non ti riguarda, cara Bunny".
Detto questo, ciondolando per la profonda ferita, scompare alla vista delle ragazze.


Note: Grazie a coloro che hanno commentato il primo capitolo. Spero vivamente di leggere altre recensioni. Potete anche lasciare, se volete, la vostra di idea di come potrà andare avanti la storia (non si sa mai che mi venga un colpo di genio).
Mi auguro di non avervi annoiato e vi prometto che alcuni dei capitoli che seguiranno saranno dedicati esclusivamente ad aspetti più introspettivi e\o quotidiani. Mi raccomando, commentate!

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Capitolo 3
*** Strane voci e strane apparizioni ***


La ragazza continua a fasciare il torace di Felix senza fare domande alle quali sa bene non avrebbe ricevuto risposta. Il sangue continua a uscire, se pur più lentamente, dalle profonde ferite riportate a causa del combattimento.
"Ti ringrazio, Kira. Senza di te non sarei riuscito a bendare questi tagli" ammette Felix ringraziando l'amica che, con molta cautela e pazienza, prosegue con il lavoro di soccorso.
"Tagli? Starai scherzando! Qui ci sono dei solchi profondi come se qualcuno avesse cercato di arpionarti il busto!" esclama sbigottita Kira.
"Per questo sono venuto da te. Mi fido ciecamente di te e sapevo bene che non avresti avuto nessun problema a medicarmi".
"Non vuoi proprio dirmi dove ti sei procurato queste ferite?"
Segue una lunga pausa di silenzio durante la quale Kira completa il suo lavoro. Dopo poco si allontana di qualche passo da Felix per controllare che il bendaggio sia fissato correttamente da permettergli una regolare respirazione e un normale flusso sanguigno. Constatato che l'operazione è andata a buona fine, Kira abbraccia Felix cercando di non provocargli dolore. "Ho disinfettato il possibile. Ad ogni fuoriuscita di sangue mi devi chiamare a qualsiasi costo. Questi buchi ci metteranno un sacco per rigenerarsi e ti capiterà spesso di aver giramenti di testa seguiti da mancamenti e nausea. Qualunque sia l'anomalia devi assolutamente contattarmi. Non sottovalutare la gravità della tua salute: mi sorprende che tu sia ancora vivo. E ti prego, non cacciarti più nei guai: se ti dovesse succedere qualcosa non so se riuscire a resistere senza te" conclude sconsolata la ragazza che, per la commozione e l'agitazione, esplode in un pianto di sofferenza.
"Non ti preoccupare, non mi succederà nulla finché avrò un'ottima infermiera come te al mio fianco" dice Felix abbozzando un sorriso.
L'abbraccio porta con sé il tempo, l'affetto, la fiducia; l'abbraccio porta con sé i due ragazzi dove nessuno può vederli ad eccezione dei loro sentimenti puri, dei loro cuori che battono all'unisono. Una manciata di secondi che dura un'eternità, una manciata di secondi che rappresenta tutta la realtà.
"Felix, sono a casa!"
"Maledizione! La mamma è già tornata!" sbotta Felix in preda al panico.
"Stai tranquillo. Rimettiti la maglia e vedrai che non si noterà nulla" lo rassicura Kira.
"Ti prego, resta qui a mangiare con me. Ho bisogno di te adesso"
"Uhm... va bene. Fammi solo chiamare a casa per avvisare"

I primi rintocchi della campana scolastica aprono una nuova giornata di lezioni. Felix osserva con aria spensierata gli alberi in fiore fuori dalla finestra della classe. Rimugina sulle parole di Canopo, sulle parole di colei che un tempo era sua sorella, sulle parole di chi, con un solo gesto, aveva ucciso. Sposta lo sguardo sulla ragazza che il giorno precedente aveva pensato di poter salvare un membro dell'esercito del male e che ora sta correndo all'impazzata verso le porte d'ingresso dell'edificio scolastico.
"E se avesse davvero potuto salvarla?" sussurra Felix abbassando lo sguardo.
Di lì a poco il professore entra nell'aula dando inizio alla lezione.
Dopo due ore passate a convincersi che i poteri del male vanno ben al di là di quelli delle guerriere sailor, Felix decide di prendersi una boccata d'aria e si dirige quindi in giardino. Lì, all'ombra di un albero, quattro delle paladine della legge stanno conversando sottovoce. Felix si avvicina senza farsi notare e riesce a captare dei pezzi della loro conversazione.
"...senza contare che, stando alle sue parole, conosce la nostra identità" borbotta Morea imbronciata.
"Ma come è possibile?" domanda Marta.
"Ragazze, dobbiamo fare molta attenzione. Quel guerriero arriva dalla galassia di Magellano, la galassia del male. Non credo che potremo fidarci di lui" commenta Amy.
"Avete visto che con un solo gesto ha..." prende la parola Morea, ma in quel momento Felix si sente mancare e si accascia a terra rendendo nota la sua presenza alle ragazze che interrompono la discussione.
"Cos'è successo? Va tutto bene?" chiede allarmata Bunny scuotendo il ragazzo come una bambola di pezza.
"S...sì" mente Felix cercando di rialzarsi invano.
"Chiamate un'ambulanza!" esclama Morea, impallidita.
"No, non chiamare nessuno, ti prego. Ce la faccio da solo. Ho solo avuto un mancamento".
Con uno sforzo immane, Felix si rimette in piedi.
"Sei sicuro di non volere aiuto?" chiede Bunny incerta della salute del ragazzo.
"Sì. Grazie lo stesso".
"Prendi questo, ti aiuterà a rimetterti in forze" dice Amy porgendo un pezzetto di cioccolato a Felix.
"Grazie, sei molto gentile".
"Non ti ho mai visto nella scuola. Sei arrivato da poco?" domanda Amy sorridendo.
"Sì, sono arrivato giusto qualche settimana fa" risponde Felix addentando il pezzo di cioccolato.
"Il mio nome è Amy. Loro sono Marta, Morea e Bunny" presenta le sue amiche indicandole con un lieve gesto.
"Piacere, io mio chiamo Felix".
Un'esplosione devastante turba la quiete della scuola. Le ragazze, senza dire nulla ma solamente con un cenno, assicuratesi che Felix stesse bene, si mettono a correre verso il luogo dal quale proviene tuttora un baccano fragoroso. Felix comprende la gravità della situazione e si dirige anche lui in quella direzione. Nel laboratorio di chimica, una forma indistinta sta facendo razzia di tutte le sostanze presenti sugli scaffali e negli armadietti. Una nube tossica ora vola sopra tutto l'istituto. La gente scappa urlando come impazzita. Colui o colei che ha provocato il caos ora si accinge ad uscire nel giardino. Con grande orrore di Felix, il distruttore è un altro componente della famiglia di Magellano: un essere nero come la pece che al posto del braccio possiede una lama affilata e, nonostante il colore, di una luminescenza sorprendente.
"Dove siete, guerriere sailor?" sbotta arcigno il mostro.
Le guerriere però non possono agire dal momento che Felix si trova alle loro spalle. Nonostante il ragazzo sappia della loro identità, queste non possono rischiare di giocarsi la copertura. Intanto il mostro continua a gironzolare per il giardino scaraventando la sua terribile arma contro tutto quello che possa essere ridotto in frantumi.
"Non possiamo trasformarci altrimenti questo ragazzo scoprirebbe il nostro segreto" sussurra Morea alle amiche.
"Ma guarda un po' chi abbiamo qui! Quattro ragazze sconsolate e un poppante dall'aria afflitta. Perché così abbattuti, figlioli? Vogliamo divertirci un po'?" commenta il mostro comparso improvvisamente alle spalle del gruppetto.
In una frazione di secondo, la lama della creatura muta forma e al posto del braccio compare un fiore dalle dimensioni spaventose.
"Che... che cos'è quel coso?" piagnucola Bunny intimorita.
"Uh, non vi preoccupate! Non vi farà del male. Almeno finché non glielo dirò. Orchidea, attacca!"
Il fiore apre i suoi petali e delle funi somiglianti a liane intrappolano le prede con estrema facilità.
"Lasciaci andare!" esclama Marta innervosita.
"Mi spiace, ma ho bisogno di voi per attirare nella trappola quelle sciocche" ribatte il mostro richiudendo i petali del suo fiore mostruoso.
"Bomba di Urano, azione!"
"Maremoto di Nettuno, azione!"
"Meteorite di Plutone!"
Tre attacchi partono da tre sagome in lontananza e si dirigono ad alta velocità verso la creatura malvagia. Quest'ultima, colta alla sprovvista, viene colpita in pieno. Tuttavia non riporta neanche un graffio.
"E questa pagliacciata cos'era? Orchidea, attacca!"
Nuovamente il fiore si apre per tendere le sue corde verso le nuove arrivate che le schivano agilmente.
"Non ci faremo certamente incastrare da un essere ridicolo come te!" risponde combattiva Sailor Uranus all'attacco vano del mostro.
"Come osi, feccia della Via Lattea?" controbatte la creatura tremendamente offesa.
"Ora mi sono stancata. Fendente di Urano, azione!"
Con un colpo di sciabola, Sailor Uranus libera dalla stretta floreale le quattro ragazze e Felix.
"Cerchi di fuoco saettanti, azione!"
Una serie di cerchi infuocati si attaccano al fiore malefico e questo comincia a bruciare. Sailor Mars si apposta accanto alle altre guerriere.
"Come avete osato? Ora me la pagherete cara, guerriere sailor! Adesso che ci siete tutte posso finalmente giocare il mio asso nella manica" annuncia sadico il mostro.
In pochi istanti il fiore bruciato si trasforma in una falce e il mostro con un potente colpo provoca una folata di vento incontrastabile. Le guerriere e Felix vengono intrappolate in una piccolissima sfera d'aria gelida senza aver la minima possibilità di contrattaccare.
"Ah ah ah! Adesso chi è ridicola, Sailor Uranus? Ora che siete nella sfera dell'eterno tormento, i vostri poteri non avranno alcun effetto e voi avrete solamente qualche minuto di tempo prima di congelarvi completamente".
"Questo non è giusto!" grida Bunny battendo i pugni contro le pareti della sfera.
In qualche secondo le mani della ragazza si congelano.
"Cosa credi di fare, sciocca ragazzina? Dovresti saperlo che i poteri dell'esercito del male sono superiori a quelli di qualsiasi altra galassia".
"Ha ragione, purtroppo" pensa Felix ormai conscio della sconfitta.
Dal tetto della scuola un lampo di luce arcobaleno sprizza la sua energia rompendo la sfera dell'eterno tormento.
"Ma... chi è stato?" si chiede esterrefatta la creatura.
Quattro sagome si stagliano sul tetto dell'edificio.

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Capitolo 4
*** Un aiuto inaspettato ***


"Chi va là?" grida sconcertato il mostro voltandosi verso il tetto dell'edificio.
"Selesele, trapezista".
"Parapara, equilibrista".
"Junjun, acrobata".
"Besubesu, domatrice".
"Insieme formiamo il quartetto delle Amazzoni..."
"Bambine ficcanaso!", il mostro si precipita contro le quattro ragazze apparse sul tetto mentre le sailor ricadono sul terreno.
Felix si allontana senza dare troppo nell'occhio. Nel frattempo le ragazze cercano riparo.
"Potere di Magellano, vieni a me!"
Le tenebre avvolgono nuovamente il corpo del ragazzo stringendolo come in una morsa mentre dei lugubri sospiri generano una potente aura oscura. Sailor Magellanus, scrutando da lontano la scena, comprende che le quattro guerriere, per quanto valorose possano essere, non resisteranno ancora a lungo.
"Ora basta, Vega!", sailor Magellanus interrompe lo scontro.
"Guarda guarda chi è arrivato in aiuto di queste fallite".
"Lascia in pace le guerriere sailor e combatti con me".
"No, non ti lasceremo mai combattere da solo contro quel mostro!" ribatte sailor Jupiter arrivata sulla scena in quel momento con le altre tre sailor.
"Andatevene!" controbatte Magellanus.
"No!", sailor Mars si schiera con le amiche e il loro orgoglio.
"Non avete alcuna speranza di sconfiggere un cadetto di Magellano! Datemi retta, andatevene finché siete in tempo!"
"Mai e poi mai!" risponde a testa alta sailor Moon.
"Le vostre chiacchiere mi hanno davvero stufato", riprende Vega.
Un aculeo lanciato da Vega si impianta nel collo di Magellanus che si piega in due dal bruciore causato dal veleno che man mano si diffonde nel suo corpo. "No! Ti ha ferito!" esclama Sailor Mercury chinandosi su Felix.
"Sto... bene... vi prego... andatevene..."
"Che effetto fa essere colpiti dalla madre Magellano, cadetto?"
"Tu non sai nemmeno cosa vuol dire essere figli di Magellano, Vega! Siete stati folli a seguire la voce di sua maestà".
"VILE!"
Un ulteriore aculeo viene scagliato dritto al petto di Magellanus.
"BASTA!" urla sailor Uranus spazientita.
"Ora ho parecchio da fare scocciatrici, vedrò di impegnarvi in qualche modo". Vega punta il braccio verso il cielo e spara una serie di rose in aria. Dopo qualche secondo di silenzio un'esplosione fa sussultare tutti i presenti. In pochi istanti piombano in terra delle ombre a forma di rosa che si lanciano all'attacco contro le guerriere.
"Veniamo a noi" continua Vega dopo aver impegnato le guerriere sailor e il quartetto delle amazzoni.
"Pensavi di farla franca accanto a questa ridicole smorfiose? Pensavi forse che non ti avremmo trovato in questo sudicio pianeta? Quelli come te non sono degni di appartenere alla nostra famiglia. Quelli come te li abbiamo ormai eliminati tutti. E ora dimmi, che effetto fa sentirsi con le spalle al muro a causa di un fratello?"
Mentre Vega alza il braccio per dare il colpo di grazia a Magellanus una rosa rossa cade davanti a lei impedendole l'azione. Le ombre si dissolvono alla vista di quel colore accesso.
"Chi diavolo è ancora?"
"Non te lo ha detto nessuno che non si gioca con i fiori? Il loro profumo e il loro colore popoleranno questo pianeta per sempre!", Milord appare da lontano con aria preoccupata.
"Non me ne va bene una oggi! Non avevo previsto l'arrivo di così tanti terrestri. Avete vinto questa battaglia, ma sappiate che non potrete liberarvi delle ombre. Alla prossima guerriere!"
Il mostro scompare inghiottito dall'ombra della rosa.
"Selesele! Parapara! Junjun! Besubesu! Cosa ci fate qui?", domanda Sailor Moon.
"Siamo venute in vostro aiuto, no?", risponde Parapara.
"È una gioia rivedervi!", commenta Sailor Venus.
"Come avete fatto a sapere che avevamo bisogno di aiuto?", chiede sorridendo Sailor Mars.
"Un sesto senso, diciamo così...", ammicca Besubesu.
"Aspetta!", Sailor Moon si rivolge a Sailor Magellanus che cerca di trascinarsi a fatica fuori dalla scena per la seconda volta.
"Sei ferito, non potrai andare molto lontano", interviene Sailor Uranus. Le guerriere si stringono attorno a Felix.
"Vi prego, lasciatemi! Non ho bisogno del vostro aiuto! Fareste bene a prepararvi ad un nuovo ed imminente tentativo di cattura da parte di Magellano piuttosto che prendervi cura delle mie ferite. Queste passeranno".
"Dicci almeno perché hanno intenzione di ucciderti", replica Sailor Jupiter.
"Non hai ancora capito? Per loro sono un traditore perché ho cercato di fargli ragionare nel momento della pazzia. Non sono stato tanto bravo quanto lo sei stata tu, Sailor Moon", ribatte rivolgendosi a Bunny e abbozzando un sorriso.
"Come possiamo fermare il nemico?", domanda Sailor Pluto.
"Fermarli? È pressoché impossibile. Il potere di Magellano va oltre ogni immaginazione. Gli unici che riuscivano a tenere testa al potere malefico di Magellano erano gli abitanti della galassia di Andromeda, ormai periti a causa nostra".
"Ma in qualche modo potremo contrastare gli attacchi che ci vengono sferrati!", esclama Sailor Neptuno.
"I vostri poteri, senza offesa, non sono minimamente paragonabili a quelli di Magellano. Senza contare poi che loro conosco la vostra identità".
"Ma come fanno a saperlo?", domanda sconvolta Sailor Mercury.
"Quello che conta non è come facciamo a sapere la vostra identità, cara Amy, ma come possano loro sfruttare questa conoscenza!".
Felix si alza, e mentre si allontana con un sorriso stampato in faccia nonostante le fitte terribili, riprende: "Non vi preoccupate, non mi troverete la notte in casa vostra. Non sono io il pericolo, sono loro. Ma non contate su di me".

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Capitolo 5
*** L'oscura figura ***


INTANTO NELLA GALASSIA MAGELLANO...

"ORDINE! Esigo ordine!" tuona impetuosa una voce autoritaria e terrificante proveniente da una zona completamente in ombra.
"Vega, a quanto pare non hai avuto alcun successo sul pianeta Terra della galassia della Via Lattea, sbaglio?".
"No, sua Altezza", risponde Vega chinando il capo.
"E dimmi, Vega, perché sei tornato su Magellano senza aver catturato le famose guerriere e soprattutto senza aver eliminato il traditore?".
"Non è stata colpa mia, Altezza! Sono intervenute quattro sciocche ragazzine che hanno mandato all'aria il mio piano".
"QUATTRO INSIGNIFICANTI RAGAZZINE? SEI UN ALTO MEMBRO DELLA GALASSIA MAGELLANO E TI SEI FATTO METTERE I PIEDI IN TESTA DA QUATTRO BAMBOCCE?", grida irata la figura regale avvolta nell'oscurità.
"Ma Signore, erano molti più di me. Se solo mi avesse..." cerca di giustificarsi ma viene interrotto.
"SILENZIO! Eri perfettamente a conoscenza dell'esistenza del quartetto delle amazzoni e come uno sciocco ti sei fatto abbindolare da delle bambine che giocano a bocce! Ma ora cerchiamo di ragionare e di organizzare una nuova offensiva".
"Certamente, mio Signore!".
"Ah, Vega, avvicinati!".
Vega raggiunge l'ombra con il terrore in volto. Dall'oscurità fa capolino una mano scarna e grinzosa che prende con forza il braccio di Vega. Un forte vento accompagnato da una presenza oscura si getta a capofitto su Vega che si piega sotto la forza del male implorando pietà.
"Non abbiamo più bisogno di te, Vega. Un guerriero di Magellano non si ritira mai dalla battaglia. Addio, cadetto!".
Il corpo di Vega viene inghiottito dal buio e il vento cessa.
"Questa è la punizione per tutti coloro che torneranno a mani vuote. Fate attenzione a non suscitare la mia ira. Posso essere molto indulgente ma anche parecchio vendicatore. AH AH AH AH AH!", conclude l'ombra con un tono di voce più alto e ritraendo la mano, ora candida e levigata.

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Capitolo 6
*** Cosa dice il cuore ***


Il sole tramonta lontano da tutte quelle persone che in questo momento si affrettano a tornare a casa. Lascia bruciare ancora qualche fiammella lungo l'orizzonte per poi gettarsi a capofitto dall'altra parte del mondo. Arriva fresca la notte sulla città che tuttora si presta ad un'instancabile frenesia come se per gli abitanti di Tokyo scoccasse la mezzanotte in largo anticipo.
Felix resta seduto su una panchina del parco durante la fuga del sole, completamente assorto nei suoi pensieri.
"Ancora qui, Felix?" domanda un anziano signore dall'aria vivace.
"Oh, salve signor Spencer. Non l'ho sentita arrivare" ribatte Felix un po' abbattuto.
"Uno spettacolo meraviglioso, non credi?", il signor Spencer volta lo sguardo verso l'orizzonte violaceo.
"Già, peccato che debba sempre arrivare l'oscurità!".
"Non è affatto un peccato: il mondo che ci circonda vive anche grazie alle ore notturne. Le piante, l'erba, i fiori vivono per metà anche di notte. Alla fine è solo un momento in cui possiamo liberamente alzare gli occhi verso il cielo e guardare serenamente le stelle".
"Eppure esistono luoghi dove esistono solo le tenebre" sussurra Felix fissando lo sguardo su un punto del cielo.
"Cosa ragazzo?".
"Oh, nulla! Stavo solo pensando tra me e me" ribatte velocemente il ragazzo.
"Sarà meglio che vada adesso: la natura si sveglia presto e avrà bisogno di me. Alla prossima, Felix!", e si allontana verso l'ingresso del parco osservando scrupolosamente il verde intorno a sé.
Il parco piomba nell'oscurità e Felix, dopo essere rimasto solo, comincia a parlare a voce bassa: "I pianeti si stanno muovendo ed io sento che qualcosa di terribile sta per accadere. Se solo Andromeda non fosse stata...", la voce di Felix viene coperta dal rombo di una moto che si accosta di fronte all'ingresso del parco.
Due ragazzi scendono dal veicolo e si accingono a togliere il casco.
Bunny e Marzio compaiono davanti agli occhi di Felix che decide di appostarsi in un posto meno visibile.
"... e quindi io e Marta siamo andate alla sala giochi per fare una partita" racconta Bunny appesa al braccio di Marzio che ascolta passivamente i suoi discorsi.
"In questo parco ci sono già stato", commenta Marzio osservando il laghetto al centro del parco e improvvisamente zittisce come se avesse ingoiato un boccone troppo grosso.
"Ti devo ricordare con chi ci sei venuto la prima volta in questo parco?" sbotta irata Bunny che affonda le unghie nel braccio del suo amato.
"Bunny, calmati! Era solo un'uscita amichevole e poi non avevo ancora conosciuto la mia splendida principessa", conforta la ragazza accarezzandole il volto e cercando così di salvare il suo braccio dalla morsa.
"Così va meglio! Dopotutto in quel periodo non ci eravamo ancora conosciuti bene. A quel tempo ero solo una 'testolina buffa' per te".
"Quanto tempo è passato!", detto questo i due si siedono sulla panchina dove prima era seduto Felix che ora è appoggiato ad un albero poco più avanti.
"Hai mai pensato a quante battaglie abbiamo dovuto combattere e quanti nemici si sono messi sulla nostra strada?", domanda Bunny osservando la luna che emana sempre più luce.
"Ci penso spesso alla fatica che abbiamo fatto in questi ultimi anni per difendere il nostro pianeta. Ti dirò che questa nuova minaccia mi spaventa parecchio. E se questa volta non ce la facessimo?".
"Cosa stai dicendo? Noi ce la faremo perché difendiamo i valori più nobili come l'amore e l'amicizia!".
"Sì, forse hai ragione", conclude Marzio timoroso.
In lontananza giunge una macchina ad alta velocità e si ferma da qualche parte non visibile dal punto in cui sono i tre ragazzi.
Dopo qualche minuto, dalla riva del lago, giunge una figura avvolta nell'ombra. Si dirige proprio verso i due innamorati che rimangono seduti scrutando le tenebre calate sulla città.
"Ehilà, piccioncini! Come ve la passate?".
"Heles! Cosa ci fai qui?", chiede curiosa Bunny.
"Stavo facendo un giro in macchina per calmarmi. Sapete come sono: per me non c'è nulla di più distensivo dell'alta velocità".
"Sì, lo sappiamo", risponde scettico Marzio con il sopracciglio sinistro lievemente alzato.
"Sarà meglio che vi lasci alle vostre cose. Dopotutto non è carino disturbare una coppietta nel pieno dei loro discorsi romantici", commenta Heles con un ampio sorriso.
"Non ti preoccupare, stavamo giusto per andare" ribatte Marzio leggermente scocciato della sua presenza.
I due si prendono per mano e, dopo avere salutato la compagna, raggiungono l'ingresso del cancello dove riprendono la moto per tornare a casa.
"Sono proprio buffi quei due", scherza Heles mantenendo un sorriso amichevole.
Alle spalle della ragazza compare Milena un po' preoccupata.
"Heles! Dove sei stata? Ti sto cercando da ore".
"Te l'ho detto, Milena, avevo bisogno di stare da sola".
"Sei ancora arrabbiata con me?".
"Direi di no. Lo sai che non riesco ad essere irata con te a lungo". Detto questo, Heles stringe a sé Milena sfiorandole la guancia con le labbra. Restano immobili come se si fossero tramutate in pietra. L'amore le ha fatte perdere il senso dello spazio. Non c'è nulla di più bello che lasciarsi andare tra le braccia della persona amata.
Felix continua a osservare la scena e si incupisce alla vista delle due ragazze. China leggermente il capo, chiude per qualche secondo gli occhi e comincia a parlare sottovoce: "Lo giuro, non piangerò. Sarò forte. L'ho promesso a te ma soprattutto a me stesso. Perdonami se ti ho lasciato andare via senza nemmeno darti un bacio prima di chiudere per sempre quella porta che ci separava. Perdonami se non ho saputo dirti addio ricambiando l'abbraccio che ha tenuto strette le tue braccia alla mia schiena indolenzita. Perdonami se ti sei sentita trascurata dai miei occhi che cercavano invano di allontanarsi dal tuo dolce viso. Non volevo piangere. Ancora non l'ho fatto per amore delle parole scritte nel mio cuore. Eppure sento un peso che grava maligno sulla mia pelle, come se stessi inevitabilmente cadendo sempre più in basso, sempre più nell'ombra. Come si redime un'anima da un peccato che non ha essenza? Ho dovuto adempiere al mio compito e ora rimpiango di non averti nemmeno detto che sarei tornato tra le tue braccia per passare ancora del tempo insieme a te. Io e te, soli, tra le dolci melodie delle ninfe del bosco ove eravamo soliti trascorrere le nostre giornate. Osservavamo come il sole penetrava tra le folte chiome e attendevamo il momento in cui la luce si trasformava in piccole gocce che illuminavano i fusti della natura, alternandosi come in un gioco di bambini. Tornavamo a casa, catturando i momenti più belli che la luna potesse offrirci e prestando attenzione al mondo che dormiva attorno a noi. Ci salutavamo coscienti che il tempo era contro di noi, come se esso avesse giocato a nostro sfavore. E forse è stato così: da molto, ormai, penso che il tempo ci abbia rubato parte dei nostri momenti, parte dei nostri sentimenti, parte dei nostri corpi. Non smetterò mai di pensare che la conoscenza del passato non ci abbia mai portato nessun aiuto. Se solo avessi saputo a cosa sarei andato incontro. Se solo l'avessi saputo ti avrei stretta a me, ti avrei baciata senza esitazione e ti avrei portata dove nessuno avrebbe potuto trovarci. Ma ora non esiste più un tempo. Non c'è più nulla. Anche se tutto è svanito, ti giuro, non piangerò. Devo essere forte pensando al tuo sorriso che mi riempiva il cuore di speranza, di passione. Devo essere forte pensando alla tua voce che suonava come la più bella sinfonia mai ascoltata. Non ho dimenticato tutto questo, Sylia. Quel che è rimasto del mio cuore vive ancora grazie al tuo ricordo. Sarò forte. Non...", Felix comincia a piangere silenziosamente coprendosi il volto con le mani.


Ringrazio luciadom per i continui commenti: mi fanno davvero molto piacere! Alcuni pezzi ho deciso di farli corti per non dover svelare troppo e non dover mischiare due situazioni differenti. Comunque ascolterò il tuo consiglio per i capitoli successivi. Mi sono ripromesso di leggere qualche tua fanfiction ma con tutto lo studio che devo affrontare faccio fatica anche a scrivere. Quando avrò un po' di tempo, promesso, leggerò qualcosa. Grazie ancora!

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Capitolo 7
*** Ritorno al passato ***


Nota: ci tengo a precisare, per evitare fraintendimenti, che la fanfiction segue l'anime e non il manga per quanto riguarda l'identità dei personaggi e la loro mentalità, ad eccezione del rapporto tra Heles e Milena.

Quella bionda ragazza dai lunghi codini affiancata da una piccola ragazzina dai capelli rosa. Le amiche attorno sprigionano una forza palpabile. Un’aura rossa proveniente dal pianeta Marte combatte con l’aiuto del fuoco. Aura blu, pianeta Mercurio, combatte con il potere dell’acqua. Verde, il pianeta Giove che risponde alle offensive con la forza del fulmine. Aura gialla proveniente dal pianeta Venere che si destreggia con l’immensità luminosa. Azzurro, Nettuno, contrasta il nemico con la grazia donata dai mari. Aura arancione, pianeta Urano che contrattacca con la forza dei venti. Viola, il pianeta Plutone, spodesta aiutata dagli inferi. E in un angolo, isolata dal cerchio delle guerriere, il pianeta Saturno, invoca la distruzione. Ma qualcuno giunge per interrompere il mistico contatto delle sette combattenti: quattro oscure figure capeggiate da una donna tremendamente assetata di vittoria; un uomo dai capelli rossi e una donna dalla chioma verde scortati da una figura incappucciata; cinque ragazze somiglianti a studentesse affiancate da una donna dall’aria malvagia; una vecchia megera; una donna subdola solo a guardarla; quattro guerriere. Si avvicinano sempre di più alle ragazze che rimangono come pietrificate. Sono vicini. Ancora di più. Sempre di più. Le hanno ormai raggiunte. Stanno per attaccare ma… cosa sta succedendo? Non… vedo… più… Felix si sveglia di soprassalto con la fronte bagnata. Si mette a sedere ripensando al sogno appena fatto per paura di dimenticarselo. Accende la luce del comodino e strizza gli occhi infastidito.
“Questo non è normale!”, continua a ripetere Felix cercando di autoconvincersi. Si alza, infila le ciabatte e si dirige in bagno dove si sciacqua la faccia. Guarda nello specchio e vede un ragazzino dall’aria malinconica che porta con sé un terribile segreto.
“Gli occhi sono lo specchio dell’anima”, sussurra toccando lievemente lo specchio.
In effetti quegli occhi avrebbero molto da dire, ma tutto ciò che vi è all’interno è stato segregato tra fitte colorazioni nere. Stacca la mano dal vetro e si siede sconsolato sul bordo della vasca pensando a quanto sognato poco prima, pensando che quelle visioni non sarebbero dovute penetrare nella sua mente. Si arrende. Smette di pensare al sogno. Torna in camera e cerca di riaddormentarsi. Fissa una spia luminosa sulla scrivania. Un colore molto acceso che illumina tutto il piano in legno. Il suo bagliore sembra ineguagliabile. In un attimo la spia si spegne lasciando la scrivania completamente nell'ombra.

Il sole splende, gli uccelli fanno da coro alla campana scolastica e Bunny è ancora in ritardo. La ragazza si precipita al cancello della scuola seguita a ruota da Marta, anche lei di fretta.
"Professoressa, mi chiedevo se lei potesse dirci qualcosa sulla galassia di Andromeda", Felix pone la domanda all'insegnante che rimane senza parole all'intervento del ragazzo che, a suo parere, dimostra sempre troppo poco interesse per la sua materia.
"Galassia... di Andromeda? Beh, è la galassia più vicina alla nostra... è una galassia a spirale... è molto... ma perché ti interessa sapere questa cosa?", domanda dubbiosa la professoressa estremamente a disagio.
"Ne ho sentito parlare di recente e mi affascinava la questione", mente spudoratamente Felix.
"A dire la verità non ne so molto, anche perché sapere questi particolari concetti non ci sarà di grande aiuto adesso".
"Ma lei pensa che possa esserci vita su Andromeda?".
"Non sappiamo se c'è vita sui pianeti limitrofi, figuriamoci su una galassia distante anni luce da noi!".
Ciò che Felix vorrebbe tanto sapere va oltre il senso della conoscenza umana. Ora come ora gli unici in grado di ricevere informazioni rapide sulla galassia di Andromeda sono i suoi familiari, ma nessuno sarebbe mai andato a cercare qualcosa su una galassia ormai inesistente. Felix esce dall'aula con la scusa di andare ai servizi e mentre percorre il corridoio nota Bunny in punizione con un secchio d'acqua in testa.
"Possibile che quella ragazza continui ogni giorno ad arrivare in ritardo?", pensa il ragazzo guardandola compassionevole.
"Ciao Bunny".
"Ciao Felix! Cosa ci fai in giro per i corridoi? Anche tu in punizione?".
"Veramente no. I professori dovrebbero rassegnarsi e lasciarti seguire le lezioni normalmente".
"Sante parole! Pensavo che una volta entrata nel triennio i professori sarebbero stati più clementi e mi avrebbero risparmiato le punizioni come quelle della professoressa Arianna! Ah, ce l'hanno tutti con me", commenta sconsolata la ragazza guardando fuori dalla finestra.
"E perché Marta non è in punizione con te?".
"Lei è andata... un momento, tu come sai che anche lei era in ritardo? Cosa fai, ci spii?".
"Vi ho viste arrivare di corsa, dalla finestra, e come al solito eravate in ritardo. Sarebbe ora di puntare la sveglia e non riaddormentarsi subito dopo, cara Bunny. Ci vediamo oggi pomeriggio alle gare di atletica", Felix si allontana sorridendo e alzando la mano per salutare la ragazza che rimane impalata come uno stoccafisso.
"Ah, che ci posso fare se il letto è così comodo, così caldo, così... mi è venuta voglia di fare un pisolino!", esclama Bunny con il sorriso sulla faccia.
La porta dell'aula si apre di scatto.
"Cos'hai da ridere, signorina?", domanda un uomo sulla quarantina con un gesso in mano.
"Ehm, veramente stavo parlando tra me e me e ho pensato a una cosa buffa!".
"Se la cosa buffa è il cibo o il letto non è tanto buffa per te", commenta il professore invitandola a rientrare dopo essersi tolta il secchio dalla testa.
Intanto Felix raggiunge il bagno e si sciacqua la faccia. Guarda lo specchio e un alone nero percorre veloce il vetro. Felix si allontana dallo specchio intimorito.
"Chi c'è?", chiede voltandosi in cerca di qualcuno.
Una risatina comincia a girare per tutto il bagno.
"Fatti vedere!", ordina il ragazzo portandosi con le spalle al muro e tenendo d'occhio lo specchio dove aveva intravisto l'alone.
"Non avere paura, non sono qui per farti del male... per ora!", una voce femminile vaga per i servizi senza avere una provenienza fisica.
"Ma... quella voce!", esclama impaurito Felix che comincia a tremare lievemente per lo spavento.
La voce si dilegua e, dopo essersi convinto di aver sognato quella voce, torna in aula un po' intimorito.

Il cortile è popolato da atleti in procinto di scaldarsi per le gare, da spettatori seduti nelle tribune e dal personale addetto alla sicurezza.
Felix scorge in lontananza il gruppo di Bunny che si affretta a trovare un posto in tribuna.
"Ehilà Felix, questi posti sono occupati?", domanda Marta a Felix che prontamente risponde invitando le ragazze a sedersi vicino a lui.
"Felix! Come mai sei qui a vedere le gare?", chiede Bunny curiosa.
"Ho un debole per la corsa a ostacoli".
"Noi siamo venute per fare il tifo per la nostra amica Morea".
"In quale disciplina si esibisce?".
"È un asso nel lancio del peso femminile. E pensare che il suo sogno è quello di diventare una cuoca provetta".
"Ah, lo so", Felix sbianca.
"Che cosa...?".
"Benvenuti ad una nuova edizione delle gare di atletica! Quest'anno le discipline in cui si batteranno i nostro atleti sono le seguenti: lancio del peso maschile, lancio del peso femminile, corsa ad ostacoli mista, salto in alto maschile, salto con l'asta femminile e corsa in competizione mista. Ragazzi e ragazze saranno chiamati per partecipare alle discipline scelte...", la voce dall'altoparlante continua ad informare gli spettatori del pomeriggio di gare.
"Come fa quel ragazzo a sapere delle ambizioni di Morea? Sarà un suo ammiratore?", pensa incerta Bunny con lo sguardo fisso su Felix che arrossisce lievemente.
Dopo una mezz'ora passata ad osservare gli atleti che si alternano sul campo, una voce giunge alle spalle del gruppo: "Ehilà, ragazze!".
In piedi, a fondo tribuna, ci sono Milena e Heles. "Milena! Heles! Venite, qui c'è ancora posto", Amy invita le amiche ad unirsi a loro.
"L'ultima ragazza a entrare in competizione per il lancio del peso femminile è la campionessa Morea", annuncia la voce dell'organizzatore.
Morea si prepara per lanciare. Concentrata. Sicura. Forte. Corre, raggiunge la linea e lascia che le braccia spingano il peso il più lontano possibile. La palla vola, cade e tocca il suolo. Nel momento in cui il peso sfiora la sabbia il cielo diventa improvvisamente cupo.
"Che cosa succede?", Bunny si guarda intorno impaurita.
"C'è qualcosa di strano!", replica Heles osservando il cielo.
Un tuono fragoroso fa sussultare le ragazze che si voltano a vedere un albero che prende fuoco. Nel momento in cui ritornare a guardare il campo tutti gli spettatori, gli atleti e il personale sono spariti nel nulla, tutti ad eccezione di Felix e Morea.
"Ma che cosa sta accadendo?", domanda allibita Marta.
Un fulmine si scarica al centro del campo facendo perdere i sensi a Morea.
Una sagoma oscura si staglia nel punto in cui si è abbattuta la scarica.
"Chi non muore si rivede!", commenta una voce.
"Ancora quella voce!", pensa sconcertato Felix.
La figura si avvicina agli spalti e rivela la sua identità.
"ZACHAR!", urla Bunny incredula.

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Capitolo 8
*** Duri ricordi ***


"Non è possibile!" esclama allibita Amy.
"Invece è così, sciocche ragazze! E voi due chi siete? New entry amichette della biondina?" domanda Zachar rivolta ad Heles e Milena.
"Non ti ha detto nessuno che è bene presentarsi?" ribatte Heles snervata.
"Oh, che sbadata! Io sono Zachar, uno dei quattro grandi del Regno delle Tenebre!".
"Ma il Regno delle Tenebre è stato sconfitto dalla principessa Serenity anni fa! Come può essere ancora viva?" replica Milena profondamente turbata.
"Bando alle ciance, ragazzine!".
Con uno scatto improvviso Zachar si alza in volo e con un gesto scaglia un vortice di petali di rosa contro le ragazze e Felix.
"Non riesco a vedere più nulla!" si lamenta impaurita Bunny in cerca di un riparo dall'attacco nemico.
"Ah ah ah! Non vorrete arrendervi subito, non è vero guer…".
Un rosa rossa colpisce la mano di Zachar che rimane tuttavia indenne.
"Come hai fatto a salvarti Zachar?" interviene Milord da fondo campo.
"Ancora tu, scocciatore! Non ti sei ancora levato dai piedi?", Zachar attacca Milord con il quale intraprende un'ardua lotta.
Nel frattempo le guerriere cercano riparo e approfittano dell'intervento dell'uomo mascherato per trasformarsi. Felix si allontana frettolosamente senza dare nell'occhio.
"Potere di Magellano, vieni a me!".
Nonostante il colore cupo delle tenebre che avvolgono il ragazzo, qualcosa intorno a lui splende ed emana una forza incontrastabile.
Un vestito nero, stracciato al cuore; un orecchino romboidale viola all'orecchio destro e un potere straordinariamente pericoloso.
"Venere! Spirale dei cuori di Venere!".
"Marte! Freccia infuocata di Marte!".
Il doppio attacco si dirige ad alta velocità verso il nemico che interrompe la lotta con l'avversario per scansarsi.
"I vostri nuovi trucchetti non serviranno. Ora ho una questione da risolvere. Guerriero game-over presentati al mio cospetto".
Un mostro metallico rosso e bianco compare davanti alle guerriere che rimangono sempre più sconcertate.
"Vi ricorda qualcuno? Voi vi conoscete già, perché non fate amicizia?" commenta Zachar ridendo di gusto.
"Ci vuoi prendere in giro? Bomba di Urano, azione!".
L'attacco di sailor Uranus viene schivato agilmente dalla creatura.
"Mi sono dimenticata di dirvi che il guerriero game-over è leggermente cambiato. Non sarà una passeggiata, guerriere sailor".
"Stai zitta e combatti, vigliacca!" esclama Milord colpendo la donna con il suo bastone nero.
Mentre la battaglia tra Zachar e Milord e quella tra le guerriere sailor e il mostro imperversa, Felix osserva attentamente la situazione paradossale.
"Maremoto di Nettuno, azione!".
La forza dei mari viene spenta dalla resistenza del malvagio che intrappola senza nessun problema tutte le guerriere presenti.
Anche Milord viene sottomesso dalla comandante del Regno delle Tenebre.
"E dunque la battaglia viene vinta da me questa volta!" commenta vittoriosa Zachar con un sorriso malefico sulle labbra.
"Non esserne così sicura!", una voce raggiunge le tribune.
"Chi altro è venuto a interrompermi?".
"Forse non lo sai, ma il potere delle guerriere sailor raggiunge il suo massimo solamente quando queste sono tutte unite. Mi dispiace dirtelo ma due di queste sono ancora qui pronte a combattere", la voce di Sydia spezza il ghigno di Zachar che dolcemente ritorna con i piedi per terra. Sailor Pluto è accompagnata da sailor Saturn.
"Allora il vostro ridicolo gruppo si è allargato! Complimenti guerriere sailor, ma oggi non sarà il vostro giorno fortunato".
"Questo lo vedremo. Meteorite di Plutone!".
La massa infernale si scaglia contro il nemico senza colpirlo.
"Guerriero game-over, liberami di quelle due scocciatrici!" ordina imperiosa Zachar che torna a fluttuare in aria a gambe accavallate.
Sydia e Ottavia combattono strenuamente contro la creatura e Felix decide di uscire allo scoperto.
"È ora di finirla, Zachar!".
"E ora chi è che si intromette?".
"Il mio nome è sailor Magellanus, provengo dalla galassia Magellano e non sopporto la tua presenza, Zachar!".
"Come fai a conoscermi?".
"Io conosco molte cose, non stupirtene. Forse dovresti misurarti con me piuttosto che con loro".
"Te la farò vedere io, razza di spavaldo!".
"Implosione di Magellano, azione!".
La lama si scaglia senza perdono contro il nemico che viene colpito solamente di striscio vanificando l'attacco.
"Che pessima mira!".
"Ma come…? Nonostante l'abbia sfiorata i suoi vestiti sono ancora intatti!" pensa Felix cercando di trovare un senso.
"Cos'hai, hai capito che non puoi competere? Sei ancora in tempo per ritirarti!".
"Non ce n'è bisogno… Aldebaran!".
"Che cosa!?" esclamano attonite le guerriere sailor.
"Non era possibile che Zachar fosse ancora viva dopo che la regina Perillia le proferì il sonno eterno anni orsono".
"Ma bravo, cadetto due Magellano! Sono veramente commossa dalla tua astuzia. Non avrei mai pensato che un traditore come te potesse essere così scaltro e attento al minimo dettaglio" commenta la creatura dalle sembianze di Zachar.
"Ora distruggi questa illusione e affrontami faccia a faccia!" ribatte sailor Magellanus.
"Ma come, non ti piacciono le mie illusioni? Posso crearne a volontà". La creatura scompare insieme al guerriero game-over e alle catene che imprigionavano le sailor, ma la sua voce continua a correre per il campo.
"Vogliamo giocare un po', guerriere?".
Una sagoma nera si materializza sul terreno e prende forma.
"Ho creato per voi tanti amici con cui giocare, siete contente?" domanda la voce della creatura di Magellano con tono bambinesco.
"Ah ah ah ah ah ah! Da quanto tempo non ci vediamo, guerriere sailor!" tuona una voce sgradevole accompagnata da una risata sguaiata.
"Esmeralda!".
Davanti alle combattenti si materializza una delle responsabili del terribile male abbattutosi sulla Terra dopo la scomparsa del Regno delle Tenebre.
"Siete sorprese, vero? Ah ah ah ah ah! Non vi preoccupate, sarà una cosa lenta e indolore" commenta Esmeralda portandosi il suo ventaglio davanti al volto.
"Questo è un incubo, vero?" chiede disperata Sailor Moon.
"Più reale di così di muore!" tuona Esmeralda che si scaglia contro Sailor Moon colpendola al petto con una devastante scossa.
La ragazza cade a terra, il cristallo del suo potere cade a terra e si frantuma ridonando le sembianze di una ormai debole Bunny.
"BUNNY!" urla Milord con tutto il fiato che possiede ormai stremato dalla lotta con Zachar.
"Questa te la faremo pagare!" esclama Sailor Uranus.
"Bomba di Urano, azione!".
"Maremoto di Nettuno, azione!".
"Meteorite di Plutone!".
L'illusione viene colpita in pieno e perde la sua essenza: rimane solamente una massa nera informe.
Questa comincia a muoversi come visceri cercando la forma da assumere. Si spezza in due. Le due parti si solidificano e prendono colore.
"Ora mi sono stancata dei tuoi giochetti! Uccello di fuoco, azione!".
Le forme quasi complete si scansano.
"Ma che maleducata che sei! La mia mamma mi ha sempre detto che è bene presentarsi prima di interagire con una persona" commenta tranquilla Sailor Fantàsia.
"Fantàsia! Ti ricordo che abbiamo una missione, ricordalo bene!" replica Sailor Vulcania stizzita.
"Ancora voi!" tuona Sailor Pluto, stanca della situazione.
"Ma guarda! Io vi conosco. Allora non è necessaria la presentazione!" ribatte Fantàsia prendendo la rincorsa verso le sailor.
Vulcania si sposta rapidamente alle spalle delle ragazze che cercano di controbattere. La resistenza dura per poco e infine Vulcania e Fantàsia prendono il sopravvento. Le guerriere restano intrappolate dalla frusta di Vulcania.
"E tu chi sei?" domanda Fantàsia a Sailor Magellanus.
"Non fare la finta tonta con me, Aldebaran! Potrai benissimo ingannare le guerriere sailor del sistema solare, ma io non sono uno sciocco! Conosco bene le tue tattiche e so altrettanto bene come riesci a giocare sulle menti altrui con le tue illusioni. Non ti vergogni ad attaccare delle persone che hanno sofferto quanto noi? Non hanno il diritto di rivivere il loro passato: sai bene cosa può causare la visione del passato! Ti ordino di smetterla!", Felix conclude restando in allerta.
"Sai cadetto due Magellano, mi ha suggerito un ottimo metodo per sconvolgere la loro mente. Più tardi, quando le guerriere sailor saranno devastate mentalmente ti ringrazierò portandoti da Sua Maestà".
"Non ne ho bisogno, grazie! Sua Maestà vi sta manovrando come burattini e voi state lentamente aiutando la Sua ascesa al potere supremo. La conoscenza del passato non vi ha aiutato a capire che il potere non può essere diviso equamente se la persona che lo cerca è avida a tal punto da distruggere intere galassie? Apri gli occhi o finirai come le tue sorelle!".
"Bla bla bla! Continua i tuoi monologhi, io intanto mi occupo delle signorine".
Vulcania e Fantàsia scompaiono lasciando posto alla solita massa nera viscerale. Le guerriere si rialzano lentamente.
Davanti ai loro occhi si staglia uno spettacolo assurdo: la forma non è altro che Milena con una donna sconosciuta.
"Anna, saprai mantenere il nostro segreto?", domanda la simil-Milena.
"Certamente! Heles non saprà nulla!", risponde la donna.
"Se solo Heles dovesse scoprire ciò che abbiamo fatto…".
Heles si gira di scatto verso Milena che si trova decisamente a disagio.
"Cosa vuol dire questo, Milena?", Heles chiede spiegazioni a Milena.
"Veramente… io… volevo…" ribatte Milena arrossendo.
"Come hai potuto? Non ci posso credere".
"Ma… no.. come…?".
Senza nemmeno finire la frase Heles viene colpita da una scossa folgorante e cade a terra priva di sensi.
"HELES!" urlano le guerriere che si precipitano verso il corpo apparentemente senza vita della compagna.
"Vi prego, allontanatevi. Sta a voi fronteggiare il nemico" commenta Milena che si adagia lentamente sulla ragazza.
"Come puoi essere così spietata?" tuona Sailor Venus irata.
"Aldebaran, SMETTILA!" urla Sailor Magellanus precipitandosi contro le figure che si decompongono e scaricano un potente getto elettrico nello stomaco di Felix che viene scaraventato molti metri più in là restando senza forze.
Una nuova figura appare davanti ai loro occhi.
Un ragazzo molto attraente è intento a baciare una donna.
"Alan!" esclama sailor Venus con gli occhi lucidi.
"Caterina, non sai quanto mi faccia piacere restare in tua compagnia. Purtroppo in passato non avevamo molto tempo da passare insieme per via di Marta, ma ora possiamo recuperare il tempo perso" commenta il simil-Alan.
"Hai ragione, Alan. Mi dispiace per Marta, ma adesso saremo solo noi due".
"Ma… come… Alan?", Marta si lascia cadere a terra sconvolta e profondamente delusa.
"Sapevo della loro storia, ma non pensavo fossi così di peso per i miei due più cari amici…", detto questo Marta viene anche lei folgorata e cade col busto per terra rimanendo inerte.
"MARTA!".
Sailor Mercury e sailor Mars si fiondano sulla compagna caduta.
"Aldebaran, smettila di fargli credere ciò che vuoi! Non puoi continuare a distruggere le loro menti giocandoci a tuo piacimento!" sussurra sailor Magellanus privo di energie.
Nuovamente le figure si scompongono. Bunny e Marzio prendono forma.
"Marzio, dove sei stato ieri sera? Perché non sei venuto?" domanda triste la simil-Bunny.
"Basta! BASTA! Non ne posso più! Mi hai stancato! Non vivo più, non respiro più! Devi lasciarmi vivere la mia vita. Piantala di seccarmi!" sbotta il simil-Marzio.
"Ma io…".
"Per tutti questi anni ho detto di amarti semplicemente perché il futuro ci vedeva insieme, ma ora mi sono scocciato: è tempo che il futuro cambi una buona volta! Io e te non abbiamo più nulla in comune!"
"Come puoi dire questo?", la simil-Bunny si incupisce alle parole del suo ragazzo.
"Finalmente ho avuto il coraggio di dirti ciò che penso! Avrei dovuto dirtelo prima perché sei davvero una seccatrice! Tutti i tuoi piagnistei mi hanno riempito la testa! Non voglio più vederti!".
Bunny abbassa il capo, lascia cadere dal volto qualche lacrima e di scatto alza la testa.
"Mi dispiace, ma con me questi trucchetti non funzionano! Sono certa che Marzio mi ami a prescindere da tutte le volte che piango per nulla! Ripongo fiducia nel suo amore sincero!".
"Che cosa?" sbotta Aldebaran.
Le figure si rompono lasciando spazio ad una creatura nera formata da parti corporee di costituzione differente come se fosse stata montata assemblando pezzi di centinaia di donne.
"Come hai fatto a non cedere alla mia illusione? Devi avere una forza di volontà che va oltre ogni immaginazione!".
Bunny si rialza con un grande sforzo.
"Sarà pure come dici, ma questa è l'ultima volta che sfrutti l'illusione per far cadere le mie compagne in tranelli malefici".
"Bunny, ti proteggiamo noi!", Rea, Amy, Sydia e Ottavia si schierano davanti a Bunny.
"Stupida ragazzina, hai annientato il mio potere. Ma non hai vinto. Questa volta siamo noi a portarci a casa un bel trofeo!".
Aldebaran si avvicina a Morea ancora priva di sensi al centro del campo. "Lei verrà con me! Abbiamo riservato per ciascuna di voi un posto in prima fila sulla nostra galassia. Per ora farò accomodare la vostra amica Morea. Alla prossima!", detto questo Aldebaran scompare accompagnata da un vento nero.
"Morea!", Bunny scoppia in lacrime.
"Calmati Bunny, vedrai che riusciremo a salvarla dalle mani del nemico" la rassicura Rea.
Bunny corre verso sailor Magellanus che lentamente si rialza.
"Tu! Dimmi dove l'ha portata! Voglio saperlo!".
"Ti devi calmare o farai il loro gioco! Se vi vogliono catturare vorrà dire che gli servite ad uno scopo che nonostante tutto per me rimane ignoto. Se avrai pazienza vedrai che potrai riavere la tua amica".
"Non ho pazienza! Voglio che tu vada a prenderla sulla tua galassia!"
"Non essere sciocca! Se sono arrivato fin qui sulla Terra ci sarà un motivo. Altrimenti sarei ancora sulla mia galassia".
"Dimmi cosa devo fare per salvare Morea!".
"Te l'ho detto: Aldebaran è un'ottima combattente di Magellano, ma tutto ciò che fa lo fa per ordine di un'entità superiore. Se fossi in te attenderei ad occhi aperti un nuovo attacco. Ma stai attenta, e lo dico anche alle tue amiche, con Aldebaran non c'è bisogno di usare nessun trucchetto esplosivo, acquatico, infuocato, né altro: dovete solo avere fiducia in voi stessi e nei vostri amici. Se solo tentennate minimamente la vostra psiche cederà come è successo a Heles e Marta. Quella vigliacca è in grado di reperire nelle vostre menti dei momenti utili ai suoi scopi. Tutto ciò che vedete non ha nulla a che vedere con la realtà perché lei è in grado di manovrare il passato per distruggere il presente. L'imitazione della vostra essenza giocherà solo a suo favore. Ma io so bene che il vostro cuore ha sempre più possibilità di vincere rispetto alla malvagità dei cadetti di Magellano. Non avrete il loro potere, certo, ma se contate sull'aiuto reciproco ci sarà sempre un modo per scongiurare la fine".
"Non potresti aiutarci in questa battaglia? Tu eri uno di loro: conoscerai bene quello che ci aspetta".
"Mi dispiace, ma noi siamo molto differenti e siamo spinti da motivi ben diversi nell'intraprendere questa guerra. Voi combattete per la giustizia, io combatto per la sopravvivenza".
"Quello che dici è molto triste. Non possiamo essere amici? Dopotutto non è mai tardi per instaurare nuovi rapporti".
"Te l'ho detto Bunny, l'unica ragione per cui sono qui è per sfuggire alla morte. Per me non ci sono più valori nell'universo".
"Sbagli! L'amore e l'amicizia non moriranno mai se le persone saranno in grado di coltivarle".
"Non parlarmi d'amore! Tu non sai cosa vuol dire amare una persona e perderla senza poter fare niente. Vedere in faccia la persona che ami mentre scompare dalla vista dei tuoi occhi", sailor Magellanus comincia a piangere lievemente.
"Lo so cosa vuol dire e appunto per questo non si può voltare le spalle a questi sentimenti! Questi dovrebbero trionfare sul…".
"Basta! Questa è la mia ultima parola!", sailor Magellanus alza il braccio in segno d'attacco e rimane con questo sospeso per aria.
"Bunny, smettila di parlare per niente. Non hai capito che non ha intenzione di aiutarci?" commenta Rea preoccupata per la sorte dell'amica davanti a sailor Magellanus.
"Ho capito" conclude Bunny chinando la testa e lasciando che sailor Magellanus si allontani lasciandole sole in mezzo al campo dove pochi istanti dopo si rimaterializzano gli spettatori e gli atleti.

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Capitolo 9
*** L'arrivo della sera ***


"Morea" sussurra Bunny inginocchiata ai piedi al letto con le braccia distese sulle lenzuola e il capo chinato.
"Ora basta: devo andare avanti. So che ce la farò, come ho sempre fatto", si alza e sorride sapendo di mentire a se stessa.
Si dirige alla finestra e scruta il sole che lentamente scompare.
E come il sole lascerà spazio alla sera anche lei decide di abbandonare quella tristezza cercando di essere la solita e spensierata Bunny, o almeno provarci.
Un brontolio proveniente dallo stomaco ricorda a Bunny che non mangia da ormai un giorno intero.
"MAMMA! HO VOGLIA DI DOLCI!" urla Bunny correndo da una parte all'altra della casa in cerca di quella disperata donna che deve farle da madre.
"La mamma è uscita, non urlare come una cornacchia!" la rimprovera il fratello Sam.
"Uffa! Vorrà dire che preparerò qualcosa io, anche se non penso di esserne capace" conclude sconsolata non molto convinta di ciò che ha appena detto.
Si dirige in cucina, apre la mensola sopra il lavello e sceglie per il suo dolce farina e zucchero. Dal frigorifero prende alcune uova, una bottiglia di latte e del limone.
Comincia a lavorare lo zucchero con le uova imbrattando metà della cucina. Intanto il sole è ormai giunto al suo riposo e varca l'orizzonte lasciando spazio a numerose stelle luminose.
"…poi aggiungo la farina e poi il latte. O prima il latte e poi la farina? Beh, non cambierà molto!" decide ridendo e compiacendosi del suo lavoro.
"…concluderò aggiungendo della scorza di limone. Ma tutta?" si domanda scervellandosi sul dilemma.
Dopo aver aggiunto gli ingredienti e, ottenuto un composto dall'aria sgradevole, si appresta a cuocere in forno il preparato.
"Mentre cuoce la torta ci vuole un po' di musica!".
Bunny si affaccia alla finestra e osserva spensierata le stelle che brillano da uno spazio così lontano, ma che sanno sempre riempire il cuore di sconfinate emozioni.
"E ora una hit dell'anno passato ci terrà compagnia per prossimi minuti!" annuncia la radio.
Bunny appoggia il naso contro il vetro come se sperasse di raggiungere le stelle sporgendosi oltre la finestra.
"Search for your love, search for your love" canta il gruppo alla radio.
La ragazza che poco prima era intenta ad osservare gli astri torna sulla terra e si volta di scatto ad osservare la radio pensando sconsolata: "I Three Lights! Oh Seyia, avevi promesso che saresti tornato a trovarci".
"Nel cielo splendono stelle d'amore e poi, salta la luna che dolce ci avvolgerà; la mia principessa sarà. Io canterò per te fino al giorno che, non ti ritroverò tra le stelle lassù; principessa del cielo blu...".
"Perché le stelle mi sembrano così tristi stasera? O forse sono io che cerco di essere felice nonostante il dolore che porto nel cuore. Vorrei tanto che Morea fosse ancora qui con noi. Anche se la gente mi vedrà sorridere non vuol dire che io sia felice" pensa Bunny che comincia a piangere sulle note della canzone.
"…chi lo sa se tu mi ascolterai, là nel blu, nel cielo immenso…".
"Sì, Morea, spero tu possa sentire le mie parole ovunque tu sia nelle immensità della galassia: presto ti porteremo via dalle grinfie del nemico. È una promessa!".


Heles esce dalla doccia portandosi un asciugamano sul corpo cingendolo stretto a livello del seno. Osserva la sua immagine riflessa nello specchio e rimane immobile scrutando una Heles un po' debilitata dallo shock subito, una Heles che non ha saputo fronteggiare il nemico.
"Forse il mio potere ha perso il suo impeto. I venti ormai non soffiano più come un tempo nella direzione giusta. Eppure sono convinta che il potere del sistema solare non può fallire così miseramente. La verità è oltre questo specchio, ma è completamente intangibile…".
I pensieri di Heles vengono interrotti da una melodia proveniente dalla stanza accanto. Si veste di fretta e raggiunge la sua compagna Milena intenta a suonare il suo violino.
Le note di una melodia sublime, cariche di energia si impossessano della mente di Heles.
Tutti i momenti passati insieme le tornano rapidi alla memoria: l'incontro delle due ragazze tramite Elsa, il loro dialogo sulle sorti del mondo, la prima battaglia fianco a fianco come Urano e Nettuno. La loro storia scivola sulla pelle di Heles come un petalo di rosa.
"Ti piace proprio questa melodia!" commenta Heles con un sorriso.
"Non so perché ma mi ricorda la nostra battaglia" ribatte Milena.
"Come hai detto che si chiama?".
"Violin Medley, ideata da Vanessa Mae".
Milena riprende a suonare la seconda parte della melodia.
Fuori calano le tenebre dalle quali spiccano centinaia di barlumi. La luce che si scontra con la malvagità delle tenebre, la scia di qualche stella che ha smesso di vivere nell'abbraccio dell'universo, il movimento di una città che si chiude in se stessa come un dolce neonato, l'aria fresca della primavera che scuote piano le gemme sugli alberi.
Heles rimane incantata dal mondo sotto le note del violino della compagna. Milena interrompe la melodia.
"Il mare è in tempesta".
"Questo è evidente, Milena. Ma questa volta potremmo non avere la forza per andare avanti e saremmo definitivamente sommersi dal male".
"È vero, ma non abbiamo salvato la Terra dal male una sola volta. Anche se devo ammettere che il nemico ha una forza e delle capacità davvero temibili".
Un lungo silenzio segue i timori di Milena che si siede sul divano poggiando il violino accanto a sé. Sfiora lo strumento con le dita come per infondergli forza e resistenza. Heles si avvicina alla finestra scrutando il buio oltre le abitazioni.
"Chi era quella donna, Milena?" domanda sconsolata Heles.
"Anna è una mia carissima amica d'infanzia. L'ho incontrata per caso un giorno e ci siamo dati appuntamento per un caffè. Non ti ho detto nulla non perché abbia qualcosa da nascondere: semplicemente pensavo fosse meglio tacere in quanto ero sicura che ti saresti ingelosita per niente. Il dialogo che hai ascoltato tu non è mai esistito, Heles".
"Mi sono sentita folgorata da una gelosia senza pari. Ammetto di essere stata sciocca. Ti chiedo scusa per aver dubitato".
Heles rivolge lo sguardo a Milena che si alza, prende in mano il violino e comincia a suonare la terza e ultima parte della melodia di Vanessa Mae.
Una potenza ineguagliabile si sprigiona dalle note della violinista che lascia cadere dal volto una lacrima, una lacrima che racchiude la potenza incontrastabile degli oceani. Heles si avvicina alla compagna senza interrompere la melodia e, allungando il braccio, rimuove la lacrima con il suo polpastrello. La ragazza si sente improvvisamente pervasa dalla freschezza e nel suo corpo torna a fluire il potere del vento che, come un uragano, spazza via la debolezza e l'insicurezza.
"Ce la faremo" commenta Milena finendo di suonare la melodia.


"Ragazze, sono seriamente preoccupata per Morea. Cosa possiamo fare per aiutarla?" domanda Rea che appoggia il mento sul tavolo con aria abbattuta.
"Hai sentito quello che ha detto Sailor Magellanus: dobbiamo aspettare che il nemico torni all'attacco. Forse allora avremo qualche possibilità di trarre in salvo Morea, o almeno così spero" spiega Amy con la faccia di una che non è per niente convinta di quello che sta dicendo.
"Ma non possiamo aspettare che il nemico salti fuori! Intanto Morea potrebbe essere in grave pericolo!" sbotta stizzita Marta.
"E allora cosa proponi di fare?" chiede Rea snervata.
Silenzio. Marta china il capo e non proferisce parola.
"Come mai Bunny non ci ha raggiunte?" domanda Amy.
"L'ho chiamata e aveva detto di non aver voglia di venire. Era parecchio sconvolta. Provo a darle un altro colpo di telefono" risponde Rea e, alzatasi, si dirige nella stanza accanto per contattare l'amica.
"Non è giusto. Cosa vogliono da noi? Perché hanno catturato la nostra amica Morea? E chi è Sailor Magellanus? Come fanno a sapere il nostro passato? Perché? PERCHÉ?", Marta esplode scaraventando il tavolo di legno addosso al muro.
"Calmati, Marta! Dobbiamo avere in nervi saldi. Tutto questo fa parte del piano del nostro nemico. Starà sicuramente tentando di dividerci in tutti i modi, di allontanarci per raggiungere il suo scopo. Se cediamo, se ci dovessimo separare per qualche motivo sarà più semplice attaccarci. Dobbiamo tentare di essere impassibili a quello che accade intorno a noi. Ricorda che il nemico è un esperto nel giostrare la psiche: non dobbiamo essere deboli!" esplica Amy cercando di trattenere la sua tristezza e la sua frustrazione.
"Ha detto Bunny che ci raggiungerà tra poco. L'ho sentita molto più sollevata rispetto a stamattina" dice Rea rientrando nella stanza osservando il tavolo sbattuto a fondo stanza e rimettendolo al suo posto.
Fuori il buoi diventa sempre più intenso. La sera avanza e con essa prendono posizione migliaia di dubbi e incertezze nelle ragazze che, in silenzio, fissano il vuoto come ipnotizzate. La malinconia, la tristezza, l'infelicità risiede nei loro occhi troppo intenti a squadrare il nulla che gli si proietta davanti. Le nuvole avanzano oscurando la luce delle stelle. Prendono posizione come per impadronirsi di tutta la volta celeste. Malvagie conquistano il cielo che viene inghiottito dall'oscurità. Dopo una decina di minuti passati nel silenzio sepolcrale si avvertono dei passi nel cortile.
"Ciao, ragazze!" saluta Bunny entrando nella stanza con un sacchetto in mano.
"Come stai, Bunny?" chiede pensierosa Marta.
"Sto… sto bene" risponde in modo poco convincente.
"Sei sicura di…" interviene Amy che viene interrotta.
"Sto bene, davvero. Vi ho portato una torta fatta da me" replica Bunny sorridendo.
Le sguardo delle tre ragazze si incupisce.
"L'hai… fatta… tu?" domandano in coro con la faccia sconvolta.
"Sì! Perché? Non vorrete dire che non vi fidate dei miei dolci!" ribatte Bunny sul piedi di guerra tirando fuori dal sacchetto una torta dall'aria insana.
"No no! Abbiamo chiesto se l'avessi fatta tu perché è strano che ti cimenti in questo tipo di cose" risponde rapida Amy mentendo spudoratamente.
Le ragazze prendono una fetta ciascuna e addentano il dolce.
La faccia di Amy, Marta e Rea cambia passando da uno stato scettico a uno disgustato. Bunny, al contrario, continua a mangiare assaporando il suo lavoro.
"Beh dai, non è male, vero?" commenta Bunny facendo un sorriso a trentadue denti.
"Sì, infatti! È molto buona" mentono le ragazze che poggiano la torta sul tavolo e la spingono al centro del tavolo.
Bunny smette improvvisamente di mangiare. Qualche istante di silenzio a cui fa seguito un rumore proveniente dallo stomaco della ragazza.
"Credo di non sentirmi tanto bene" ammette portandosi una mano alla pancia.
"Toglimi una curiosità: quanto tempo l'hai lasciata in forno?" chiede Rea inarcando un sopracciglio.
"Beh, la mamma quando fa i biscotti li tiene dentro quindici minuti, quindi dopo un quarto d'ora l'ho tolta da forno".
Rea rimane sbalordita dall'affermazione di Bunny.
"Beh Bunny, non ti offendere, ma la tua torta è cruda" trae le conclusioni Amy sorridendo all'amica.
"Uffa! E io che pensavo di aver fatto una buona cosa!" dice Bunny incupendosi d'un tratto.
"Se ci fosse stata Morea a quest'ora staremmo mangiando degli ottimo dolci" commenta Bunny.
Silenzio.
"Siamo tutte sconvolte per quanto accaduto, ma ricorda sempre che l'unione fa la forza e noi siamo qui per sostenerci a vicenda" ripete nuovamente Amy portando una mano sulla spalla di Bunny.
"Hai ragione Amy, ma io non posso più fare niente: il mio cristallo si è rotto e non potrò più trasformarmi per proteggervi dal nemico".
"Vedrai che una soluzione la troveremo. Fino ad allora ti staremo accanto per proteggerti dal male".
"Grazie ragazze. Spero di poter combattere ancora al vostro fianco".

La stanchezza vaga per gli occhi di Felix che osserva la sera fuori da una piccola finestra di camera sua.
"Kira, tu pensi che l'oscurità possa essere vista come un male?" domanda il ragazzo senza distogliere lo sguardo dal cielo.
"Un male? Non saprei… noi viviamo anche grazie alla notte. Perché mi fai questa domanda?" risponde incuriosita Kira che si trova seduta per terra osservando Felix intento a fissare la volta celeste.
"A volte penso che durante la notte noi diventiamo completamente vulnerabili".
"Vulnerabili? La notte è solo un momento dei tanti che viviamo, anche se indirettamente. Che cosa esattamente pensi potrebbe attaccarci alla fine del giorno?".
"Non lo so. Forse il vento, forse la luna… forse una galassia lontana!".
"Una galassia lontana? Non possiamo essere certi dell'esistenza di altre forme vitali lontano da noi. E se dovessero esistere anche loro ignorerebbero la nostra esistenza. Non sei d'accordo?".
Felix tace sapendo bene che la realtà non è quella che Kira tenta di difendere con le sue conoscenze.
Il ragazzo si alza dal letto sul quale era accovacciato e si siede in fronte a Kira. La fissa negli occhi e pensa a quanto quella ragazza sia dolce e comprensiva.
"Mi è stata vicina tante di quelle volte che ormai ho perso il conto e lei non ha mai voluto indagare sulle mie ferite, sulla mia tristezza, sulla mia incertezza nell'affrontare di petto la vita. Ha sempre saputo abbracciarmi nei momenti in cui ne sentivo un particolare bisogno, ha saputo prendersi cura di me come poche persone avrebbe mai potuto fare, ha saputo darmi un aiuto che nessun altro sarebbe mai stato in grado di dare" pensa sconsolato Felix ammirando la tenerezza del suo sguardo.
Una ragazza semplice dal viso candido e dai lineamenti fini, dai capelli mori, con due occhi azzurri splendidi e un fisico che farebbe invidia a qualsiasi ragazza della sua età. Di qualche anno più piccola di Felix. Dentro di sé porta un cuore di una purezza sorprendente.
Felix abbraccia Kira e all'orecchio le sussurra una parola che la fa sorridere: "Grazie!".
L'abbraccio si scioglie. I due si allontanano senza nessuna traccia di imbarazzo. Si alzano, e abbracciandosi nuovamente, si salutano dandosi appuntamento all'indomani.

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Capitolo 10
*** Nel frattempo... ***


INTANTO NELLA GALASSIA MAGELLANO…

"ORDINE! Esigo ordine!" sbotta la voce in ombra cercando di acquietare gli animi delle ombre che restano immobili di fronte al suo trono di ossidiana.
"Aldebaran, dov'è il cadetto due magellano?" domanda calma la figura misteriosa guardandosi intorno come se da un momento all'altro possa spuntare la preda da dietro qualche angolo.
"Vostra Maestà, non sono riuscita a catturare il traditore però…".
"CHE COSA? STARAI SCHERZANDO, SPERO?".
Una folata di vento incontrastabile spazza via Aldebaran che si ritrova accasciata a terra, distante dal suo interlocutore.
"Aspettate, Maestà! Ho catturato una guerriera sailor e ho un piano per catturare le altre otto!", Aldebaran cerca di porre rimedio a una situazione che ormai pare senza via d'uscita. Si alza da terra con fatica.
"E dove sarebbe questa guerriera?" chiede la figura placando la sua ira.
"Eccola qui, Maestà".
Da un vortice nero appare Sailor Jupiter incosciente.
Un misto di paura ed eccitazione proviene dalle ombre circondanti la scena.
"SILENZIO! Mh, la paladina della legge che porta il nome di Giove. Aldebaran, per questa volta non ti punirò, ma sappi che non accetterò lavori incompleti un'altra volta. Quando farai ritorno su Magellano dovrai portare con te la altre guerriere e il cadetto due! Ora sparisci dalla mia vista prima che cambi idea e ti spedisca per sempre nel buio senza ritorno", detto questa la figura in ombra si alza e si allontana dal suo trono con passo deciso e scompare avvolta da una spirale.
Aldebaran si volta verso le centinaia di ombre e, nel momento in cui tenta di tornare sulla Terra, una voce spezza il silenzio.
"Aldebaran, non penserai di tornare a mani vuote come quello sciagurato di Vega!?" commenta la voce che suona acida e perfida.
"Cosa vuoi da me, Mizar?".
"Ah, da te proprio nulla! Fallirai come chi ti ha preceduto. Ma mi stavo domandando cosa ne farai della bamboccia in verde".
"Questi sono affari che non ti riguardano! Fino a prova contraria l'incarico è stato affidato a me. È inutile dire che i tuoi poteri non possono essere minimamente paragonati ai miei. Rassegnati, Mizar, per ora il campo è mio!".
"Impertinente! Ti faccio vedere io chi è il migliore!".
Mizar si precipita su Aldebaran che scompare avvolto da una nube nera.
"Questa me la pagherai, Aldebaran! Stanne certo!" promette Mizar stringendo i pugni e tornando nella folla di ombre.

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Capitolo 11
*** Allucinazioni ***


Nota: colgo l'occasione per ringraziare chi commenta la fanfiction e chi ha il coraggio di leggerla ogni volta anche se non recensisce. Mi è stato fatto notare che per i cadetti di Magellano uso sempre il maschile nonostante alcuni si presentino come donne: su Magellano sono tutti asessuati per un motivo che verrà rivelato più avanti (non è quindi un errore o perché sono tutti uomini). Buona lettura!


L'alba giunge lentamente da dietro le abitazioni ancora stanche e assonnate. I raggi del sole irradiano lievemente le finestre della camera di Felix che si rigira nel letto ad occhi chiusi continuando a sperare che quei cinque minuti non passino mai. La sveglia suona nuovamente. Felix si alza controvoglia e, una volta vestitosi, si dirige in bagno per lavarsi. Si sciacqua la faccia con acqua fredda, si spazzola i denti con accuratezza e scende da basso per fare colazione. La madre di Felix è intenta a riempire alcune brioche di crema pasticcera.
"Buongiorno, mamma!" saluta Felix, con la voce impastata dal sonno.
"Buongiorno a te, Felix! Stamattina ti ho preparato un'ottima brioche alla crema, con del succo di frutta: una combinazione perfetta per affrontare una giornata di scuola, non credi?".
"Hai ragione" taglia corto Felix.
La madre porge una brioche al figlio e lo osserva attentamente con aria malinconica. Felix morde affamato la sua colazione.
"Ah, bimbo mio, stai diventando così grande!" commenta la madre portandosi una mano al cuore.
"Mamma, non sono più un bambino! E poi continui a dire la stessa cosa da un mese ormai!".
"Ma tu resterai per sempre il mio pargolo, amore mio!" risponde lei portandosi al petto la testa del ragazzo.
Felix lancia un'occhiataccia alla madre scocciato dalla sua iperprotettività.
"Va beh, adesso è meglio che vada altrimenti farò tardi".
Felix si alza dopo aver finito di fare colazione, prende lo zaino preparato la sera precedente e, dopo aver salutato sua madre, esce di casa andando verso scuola.
È una giornata soleggiata ma l'aria fredda mattutina non vuole andarsene dalla ormai inoltrata primavera. Lungo la strada incontra bambini che corrono verso la fermata dell'autobus, una vecchietta intenta ad attraversare la strada, i primi uccelli che tornano a popolare i rami in crescita degli alberi e una gatta nera con una mezza luna sulla fronte.
"Ciao, gattina!" saluta Felix accarezzando il felino sulla testa.
Il gatto in risposta miagola dolcemente strusciandosi sul braccio del ragazzo. In lontananza Felix scorge una ragazza che sembrerebbe Morea. Questa gira l'angolo e sparisce.
"Ma cosa…?" sussurra il ragazzo spaventato.
Il gatto si gira come se fosse stato in grado di capire l'ansia di Felix.
"Alla prossima, gattina!".
Felix riprende la strada verso la scuola ammettendo di aver avuto un'allucinazione bella e buona.
In anticipo come sempre, si siede al suo banco aspettando l'arrivo dei suoi compagni e l'inizio delle lezioni.
Il rumore dei passi degli studenti che camminano per i corridoi è sempre più intenso. Osserva il cielo che continua a schiarirsi sempre più fino a raggiungere una colorazione cerulea innaturale. Il prato qualche piano più sotto è mosso da un leggero venticello. Sotto un albero, incurante dell'imminente inizio delle lezioni, è tranquillamente seduta…
"Morea!" sbotta Felix alzandosi di scatto e uscendo dall'aula travolgendo un paio di ragazzi.
Corre verso l'entrata della scuola e, arrivato davanti all'albero, non c'è più traccia della ragazza.
"Me la sono sognata? Per la seconda volta?" pensa titubante mentre un gruppetto di studenti rimane a guardarlo incuriositi dalla sua rapida uscita dall'edificio.
Felix si guarda intorno trascurando le facce attonite dei compagni di scuola. Da lontano scorge Marta che arriva a passo spedito e si ferma anche lei a fissare Felix come se fosse un fenomeno da circo.
"Felix! Che sta succedendo?" domanda Marta una volta riconosciuto il ragazzo.
"Marta! Niente, sono corso fuori perché pensavo di aver visto…", si blocca timoroso.
"Di aver visto cosa?".
"Nulla. Sono solo molto stanco e… me lo sono sognato" conclude sorridendo.
Una volta tornato in aula attende l'inizio delle lezioni.
La giornata vola tra mille pensieri e anche dopo il suono della campana, Felix rimane seduto al proprio banco con lo sguardo perso nel nulla. L'aula ormai deserta fa intendere che Felix non ha ancora stretto amicizia con nessuno dei suoi compagni forse perché timido o forse perché troppo intento a pensare solamente a se stesso. Passano i minuti ma rimane lì immobile come incantato da un tramonto spettacolare. Osserva l'erba investita dall'ultima luce del giorno che gode della tranquillità del mondo che la circonda. E proprio lì, in quel momento, passa Morea. Felix si alza di scatto ribaltando la sedia. Qualche istante dopo passa Bunny correndo dalla parte di Morea.
Felix corre fuori dall'aula e proprio mentre sta per raggiungere il portone principale, cade e perde i sensi.

Morea è accasciata al suolo e si tiene stretto al petto un braccio.
"Morea!" esclama Bunny correndo in soccorso dell'amica.
"Bunny…" sussurra la ragazza.
"Parla! Cos'è successo?".
Bunny stringe l'amica a sé come per constatare la sua effettiva presenza fisica. Un ghigno malefico compare sul volto di Morea che scompare lasciando posto a una robustissima fune nera che avvolge il corpo e la bocca di Bunny impedendole di chiamare aiuto. La ragazza scompare nel nulla.

"Bunny! Bunny!" chiama preoccupata Marta.
"Bunny, dove sei?".
Marta, Rea ed Amy cercano di trovare la ragazza nel cortile della scuola mentre Heles, Milena, Sydia e Ottavia perlustrano l'interno dell'edificio.
Da lontano giunge Bunny correndo incontro alle amiche che tirano un sospiro di sollievo.
"Ma dov'eri finita, Bunny?" domanda scocciata Rea.
"Scusatemi, ma è successa una cosa stranissima. Laggiù mi è sembrato di vedere Morea!" spiega Bunny indicando un punto oltre il cancello della scuola.
Marta, Rea e Amy si girano per osservare il luogo indicato da Bunny e senza neanche il tempo di dire una parola vengono legate saldamente e scompaiono nel nulla.
Poco dopo le altre quattro ragazze raggiungono il cortile e, non trovando le compagne cominciano ad agitarsi guardandosi nervosamente intorno.
"Qui c'è qualcosa che non va" commenta Heles intimorita.
"Pensate sia una trappola del nemico?" chiede Milena avanzando verso il centro del giardino.
"Forse sarebbe meglio separarsi per cercare le altre" suggerisce Ottavia preparandosi al peggio.
"O forse sarebbe meglio rimanere compatte in modo tale che il nemico non possa sorprenderci mentre siamo sole" ribatte Heles guardandosi alle spalle come se fossero sotto attacco.
"C'è sicuramente lo zampino del nemico. Conviene trasformarsi!" replica Sydia.
All'improvviso esce dall'edificio Felix un po' intontito che cammina a passo veloce verso le ragazze.
"Felix! Cosa ci fai ancora qui?" domanda Heles riponendo la fonte del suo potere.
"Sto cercando Bunny! L'ho vista correre all'impazzata verso il cortile qualche minuto fa e… non l'ho più vista" spiega velocemente Felix intento a osservare il cortile come se fosse un campo di battaglia.
"La nostra amica Bunny sarà sicuramente corsa a prendere qualcosa da mangiare, conoscendola! Non ti devi preoccupare per lei" mente Heles cercando di liberarsi del ragazzino che rimane tuttavia sulla scena.
"Io non credo!" esclama con un velo di rabbia.
"Che cosa stai…?", Heles viene interrotta dalla voce di Milena che chiede di raggiungerla poco più in là dove giacciono svenute le amiche.
"Che cosa è successo qui?" domanda Ottavia impaurita.
Sydia e Ottavia si piegano sulle ragazze cercando di farle rinvenire.
D'un tratto vengono catturate anche loro e scompaiono nel nulla sotto gli occhi di Heles, Milena e Felix.
"SYDIA! OTTAVIA!" urlano in coro Heles e Milena.
"Ah ah ah ah ah! Sciocche ragazzine senza cervello! Mi ci è voluto così poco per ingannarvi. Un gioco da ragazzi catturarvi. E ora mancate solo voi due. Ma prima voglio fare un gioco: avete tre minuti di tempo per trovarmi. Se vincerete riavrete le vostre compagne" commenta una voce proveniente dall'aria.
"E se perdiamo?" chiede Heles in posizione di difesa.
"Se perderete vi intrappolerò come ho fatte con le altre portando così a termine la mia missione. Ma sono sicura che presto otterrò la mia vittoria!".
"Perché ci dai questa possibilità di scamparla?" domanda Milena scettica.
"Per due motivi: il primo perché catturarvi come ho fatto con le vostre amiche sarebbe impossibile visto che il mio attacco va a buon fine solo quando il nemico abbassa la guardia; il secondo perché tanto so che non ce la farete mai!" squittisce Aldebaran da qualche parte intorno a Heles e Milena.
"Va bene, ma il ragazzo deve restarne fuori!" commenta Heles riferendosi a Felix che guarda in aria.
"Non preoccupatevi: per ora mi interessa catturare voi. Diamo inizio alle danze!".
Le due ragazze cominciano a muoversi a destra e a manca in cerca di qualcosa di strano. Il tempo passa e Heles e Milena cominciano ad avvertire una stanchezza schiacciante.
"Ma cosa…?".
"Oh, non ve l'ho detto! Ogni vostro movimento implicherà una drastica perdita delle vostre energie. Secondo me vi converrebbe usare solamente gli occhi".
"Questo è sleale!" sbotta Milena fermandosi e sedendosi a terra stremata.
"Non parlare: consumi energia utile! Non dimenticare che le tue amiche sono in pericolo".
Felix continua ad osservare il cielo in cerca di Aldebaran. Ad un tratto si volta verso le ragazze che man mano perdono l'energia anche solo per guardare in aria.
"È impossibile trovare un mutaforma all'aria aperta!" pensa Felix innervosendosi.
"Qualcosa non va? Non vorrete mica deludere le vostre benamate compagne! Loro contano molto sul vostro aiuto!" commenta la voce che continua a cambiare posizione.
"Aldebaran è capace di utilizzare illusioni di qualsiasi tipo. È anche probabile che lei non sia qui in questo momento e che la stiano cercando invano. Eppure non sarebbe da Aldebaran che ha sempre cercate di ingannare il nemico nel modo più ovvio. Quindi…" riflette Felix portando lo sguardo alle ragazze svenute.
Si avvicina di soppiatto osservando i corpi apparentemente senza vita delle ragazze e subito nota una macchia nera sulla maglia di tutte loro a livello del cuore.
"Heles! Milena!" chiama Felix cercando di indicare le ragazze svenute.
Le due ragazze si girano con molta fatica verso il ragazzo e comprendono subito.
"Ti abbiamo scovata!" sbotta Heles con le ultime energie che le sono rimaste in corpo.
"Mi spiace, ma il tempo è scaduto giusto un secondo prima che tu dessi la risposta esatta. In questo caso avete perso!" conclude Aldebaran.
Le ragazze svenute si anneriscono e si sciolgono dando forma ad un essere senza un'anatomia precisa.
Il mostro si smaterializza e dopo pochi istanti compare alle spalle delle due ragazze e, bloccandole con robuste corde, le tiene in possesso.
"Ora Sua Maestà sarà contenta del mio operato e sarò finalmente…".
Felix si avvinghia alle funi tentando di spezzarle.
"Stupido scocciatore, levati subito!" ordina Aldebaran.
La creatura si libera del ragazzo sbattendolo a terra. Felix si rialza e salta nuovamente addosso al nemico che cerca in ogni di modo di scrollarselo di dosso. Il ragazzo, con una forza smisurata, colpisce la tempia del mostro che molla la presa sulle ragazze e comincia a vacillare premendosi con una mano l'occhio sinistro.
"COME HAI OSATO? SECCATORE!" urla il mostro che, riprendendosi dall'affronto, si precipita su Felix e gli porta una mano al collo tentando di soffocarlo.
Heles e Milena si rialzano riprendendo le forze delle quali erano state private.
"Andatevene! Dovete mettervi in salvo!" ordina Felix con la poca voce che gli rimane.
"NO! Non possiamo permettere a questo mostro di farla franca!" ribatte coraggiosa Milena.
Le due ragazze tentennano un momento. Si lanciano sul nemico cercando di distoglierlo dal suo tentativo di soffocare Felix. La creatura si toglie agilmente dal suo obiettivo per schivare gli attacchi delle ragazze e si spezza in tre formando tre grossi anelli neri che vanno a stringersi attorno all'addome di Heles, Milena e Felix.
"Ora mi avete veramente scocciato!".
I tre anelli cominciano a stringersi indebolendo notevolmente i tre.
Tre rose rosse spezzano gli anelli che tornano a costituire il nemico.
"Il gioco è bello quando dura poco, Aldebaran!" commenta Milord d'alto di un albero.
"Heles! Milena! Presto, dovete agire! Non potete più temporeggiare! Le sorti delle altre ragazze dipendono solo da voi due!" incita Milord mentre il mostro si riprende dall'attacco del cavaliere mascherato.
Le due si guardano consapevoli che trasformandosi avrebbero rivelato la loro identità a Felix. Milord intanto si intrattiene con il nemico per prendere tempo.
"Potere di Urano, vieni a me!".
Una potente scintilla circonda Heles generando una spirale incandescente che la avvolge dando vita alla guerriera dei venti.
"Potere di Nettuno, vieni a me!".
Un delicato cerchio d'acqua si genera ai piedi di Milena dal quale si innalza un vortice che la avvolge dando vita alla guerriera dei mari.
"Il mio nome di battaglia è Sailor Uranus e vincerò con la forza!".
"Il mio nome di battaglia è Sailor Neptuno e vincerò con la grazia!".
La creature si prepara ad attaccare le guerriere.
"Bomba di Urano, azione!".
"Maremoto di Nettuno, azione!".
Una palla infuocata e una d'acqua si scagliano contro il nemico che agilmente schiva l'attacco.
"Che cos'è questa pagliacciata? Forse avete bisogno di schiarirvi un attimo le idee" commenta sarcastica la creatura cambiando forma.
"Bunny!" esclama Milena.
"Non lasciarti ingannare, Milena! Questa non è Bunny, è solo un'assurda illusione. Come puoi credere che cascheremo nuovamente nelle tue trappole?" replica Heles stizzita.
"Amiche, salvate le altre: non pensate a me! Se non agite subito non avrete più speranze di liberarle dalle grinfie del nemico!" incita Bunny.
"Non ci faremo raggirare dai tuoi giochetti!" sbotta Heles guardandosi intorno come se temesse un attacco del nemico da un istante all'altro.
"Amiche! Vi scongiuro! Non potete restare a guardare!".
"Smettila di seccarci e combatti faccia a faccia!" ordina Heles spazientita.
"Come potete essere così insensibili? Le nostre amiche sono in grave pericolo e voi ve ne state lì con le mani in mano" commenta triste la ragazza dai capelli biondi.
"BASTA! Hai scherzato fin troppo! Non ho più intenzione di farmi prendere in giro! È nostro dovere salvare le guerriere del sistema solare e in particolar modo proteggere la principessa dal nemico".
Milena e Heles si avvicinano. Si mettono schiena contro schiena e alzano un braccio ponendolo a contatto con quello della compagna.
Un'aura straordinariamente potente si propaga dai corpi delle due guerriere.
"Tempesta…" pronunciano in coro.
"…di Urano…".
"…e Nettuno…". Le braccia scendono lateralmente.
"…AZIONE!" urlano all'unisono indirizzando l'attacco verso il nemico rimasto nel frattempo immobile.
Un vento incontrastabile si scaglia furioso sul nemico che riassume le sue vere sembianze. La creatura rimane imprigionata nell'ira del vento che dopo poco si trasforma in un'immensità d'acqua che stringe senza via di scampo il mostro il quale rimane privo di forze inginocchiato a terra.
Poco distante dal nemico oramai sconfitto riappaiono le ragazze tenute in ostaggio dal nemico compresa Morea.
"Non avete vinto, guerriere sailor! Tornerò presto!" commenta Aldebaran alzandosi con estrema fatica, ma prima di scomparire compare una figura.
"Aldebaran, non avrai mica fallito la missione?".
"Mizar, ti ho detto che non devi intrometterti nei compiti che sono stati assegnati a me!".
"Se fossi in te non tornerei a mani vuote da Sua Maestà: lo sai che è tremendamente irascibile. Io ti consiglio una via di fuga dalla sua rabbia", Mizar butta a terra Aldebaran e gli pesta un braccio.
"Che cosa stai facendo, Mizar?" domanda Aldebaran sofferente.
"Scomparirai dalla volta celeste per mano mia, sei contento? Di' pure addio alla tua inutile esistenza!".
Mizar chiude gli occhi per qualche istante e li apre di scatto per poi scomparire nel nulla come il corpo di Aldebaran.

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Capitolo 12
*** Uno spettacolo spettacolare ***


Note: mi scuso con i lettori per il forte ritardo nel postare questo nuovo capitolo, ma tra università, linea telefonica, vacanze e chi più ne ha più ne metta, ho fatto fatica a pubblicarlo. Ringrazio Davide per avermi aiutato nella realizzazione del disegno linkato alla fine del capitolo.

"Come sarebbe a dire che Felix ha scoperto la vostra identità?" chiede sconcertata Bunny camminando all'indietro intenta a fissare Heles e Milena.
"È stato necessario. Ma Felix è un ragazzo tranquillo e introverso: dubito che vada in giro a dirlo o che possa crearci problemi" commenta Heles con il sorriso stampato in faccia.
"La prudenza non è mai troppa" replica Bunny con aria da finta saputella.
"Ah Bunny, non ti devi preoccupare. Se Heles è tranquilla allora possiamo stare tranquille visto che non lo è mai per niente" ribatte Milena dolcemente voltandosi verso la compagna.
"Non prendermi in giro!" esclama Heles ridendo.
La passeggiata delle tre ragazze le porta davanti alla sala giochi di Moran dove si fermano.
"Allora vi saluto. Grazie della chiacchierata! A presto!" saluta Bunny entrando nella sala giochi.
"A presto, testolina buffa!" risponde Heles alzando una mano in segno di saluto e proseguendo oltre.
La sala giochi è piena di ragazzi e ragazze desiderosi di passare una domenica pomeriggio senza pensare minimamente allo studio. Una ragazza passa davanti a Bunny con in mano un sacchetto stracolmo di caramelle.
"Che fame! Ho proprio voglia di qualcosa di dolce!" ammette Bunny seguendo come ipnotizzata la ragazza.
"Ehi Bunny! Da quanto tempo che non ci si vede!".
"Dove sono le caramelle?" si chiede sconsolata Bunny guardando a destra e a manca.
"Bunny! Sono qui dietro di te!".
Bunny torna al mondo reale e si gira verso colui che la stava chiamando da un po' senza che lei si accorgesse.
"Moran! Come stai?".
"Io benone, e te? Come va con la scuola? E Marzio? È da tantissimo tempo che non lo vedo".
"Ah, io sto bene e Marzio pure. Per quanto riguarda la scuola sarebbe meglio non parlarne" risponde Bunny un po' demoralizzata.
"Sei sempre la solita, Bunny!" commenta Moran ridendo e dandole una pacca sulla spalla.
"Hai visto Amy e le altre?".
"Sì, sono laggiù, vicino al videogame di Sailor! Ci vediamo!".
Moran torna dietro al bancone mentre Bunny raggiunge le amiche dimenticandosi di aver visto il sacchetto pieno di dolci.
"Bunny, come al solito sei in ritardo!" la ammonisce Rea.
"Ma voi state facendo una gara! Mi unisco anche io!" esclama Bunny noncurante di ciò che ha appena detto Rea e preparandosi a gareggiare con la sua macchina sportiva contro Marta e Morea.
"Forse non hai capito che non siamo qui per perdere tempo, Bunny!" sbotta Rea infuriata portandosi le mani ai fianchi.
"Eh dai, rilassati Rea! Dopotutto è sabato pomeriggio ed è quindi arrivato il momento di divertirsi" commenta Bunny concentratissima sulle manovre.
"Secondo me Bunny ha ragione: ogni tanto ci meritiamo una pausa" ammette Marta eseguendo una sterzata da manovale.
"Anche io sono d'accordo con Marta e Bunny. Non c'è niente di più distensivo di una gara con le amiche" conclude Morea, l'unica delle tre gareggianti che mantiene una calma sorprendente.
Rea sbuffa e si siede su una sedia poco distante.
"Veramente penso che Rea…" tenta di parlare Amy ma viene interrotta.
"HO VINTO!" urla Morea dopo aver tagliato il traguardo lasciando le due amiche a bocca aperta.
"Ma come hai fatto?" chiede sbalordita Marta.
"Basta mantenere la calma. Ma visto che voi due non ne siete capaci ho vinto io!", Morea sorride alla due compagne per poi dirigersi al bar.
"Bunny…" chiama Marta con aria furbetta, "… cosa ne dici se ci sfidiamo per il secondo posto?" propone la ragazza assumendo un'aria da posseduta.
"Non mi tiro certo indietro! Ma sappi che non ti sarà facile vincere contro di me!" accetta Bunny stringendo i pugni e caricandosi per un'altra sfida.
Amy ci rinuncia e raggiunge Rea che sorseggia una bevanda gassata.
"Guarda guarda chi si rivede!".
"Selesele! Parapara! Junjun! Besubesu! Cosa ci fate qui?" chiedono Amy e Rea stupite dalla presenza del quartetto.
"Siamo venute a divertirci un po'" risponde Parapara adocchiando i videogiochi intorno a lei.
"In realtà siamo venute perché sapevamo che Bunny e Marta avrebbero passato il loro pomeriggio qui e allora abbiamo colto l'occasione per farvi un saluto!" precisa Besubesu sorridendo.
"È stato un pensiero gentile. Cosa ne dite di andare al bar qui di fianco a prendere qualcosa da bere?" propone Amy molto dolcemente.
"Perché no? Dopotutto una bella bibita rinfrescante non può farci che bene" accettano le ragazze.
"Bunny, vuoi venire con noi o devi restare qui a perdere tempo?" chiede scocciata Rea proprio nel momento in cui l'amica perde contro Marta.
"REA! È COLPA TUA! Mi hai distratto proprio mentre stavo tagliando il traguardo!" urla infuriata Bunny con un diavolo per capello.
"Ammettilo Bunny, non sei stata in grado di battermi perché sono molto più abile di te nelle macchine" commenta Marta con aria da superiore.
"CHE COSA? Come sarebbe a dire che sei molto più abile di me?".
"Roba da pazzi!" esclama Rea lasciando le due compagne alle prese con una nuova partita e dirigendosi al bar.

"Posso portarvi qualcosa?" domanda una voce familiare.
"Ursula! Che piacere vederti! Come stai?" domanda Morea aggiuntasi al gruppetto vedendo Marta e Bunny litigare.
"Tutto bene, grazie. È da tanto tempo che non venite a prendere qualcosa qui" risponde Ursula con la faccia un po' stanca e snervata.
Dopo aver preso le ordinazioni Ursula torna al bancone.
"Poteva essere più gentile!" commenta Rea incrociando le braccia.
"Eh dai, Rea. Non sai quanto possa essere stancante servire tutta questa gente! Dovresti rilassarti e pensare meno a Bunny!" ribatte Morea cercando di far placare la rabbia dell'amica.
"Diteci un po' cosa state facendo in città, ragazze! Siete cresciute un sacco dall'ultima volta che ci siamo viste!" cambia discorso Amy notando la crescita delle ragazze.
"Siamo riuscite a sistemarci in qualche modo, vero ragazze?" risponde Junjun chiedendo conferma alle amiche.
"Spero di non essere troppo invadente se vi chiedo come siete riuscite a salvarci dal nemico qualche giorno fa" chiede spiegazioni Amy.
"È stato poco dopo che ci salutammo che avvertimmo nuovamente la presenza di colei che ci controllava: Nehellenia. Le nostre sensazioni non erano false: era veramente tornata dal suo esilio eterno. Un po' intimorite abbiamo cercato rifugio lontano dalla città perché non potevamo permetterci di affrontare quella megera una volta private dei nostri poteri. Trovammo rifugio in una casa abbandonata e restammo lì finché le tenebre non si dissolsero. Confidavamo nei vostri poteri, amiche. Una volta cessata la minaccia di Nehellenia siamo entrate a far parte del circo della città: le nostre abilità a riguardo sono impeccabili e sbalorditive" ammicca Junjun lanciando in aria un bicchiere e riprendendolo con un solo dito.
"Poco tempo dopo incombette un nuovo pericolo sulla Terra. Il buio più totale stava per abbattersi sul mondo e la luce di Galaxia cominciava a splendere sempre più. Fummo travolte in pieno dalla sua malvagità e non fummo in grado di resistere al suo potere tantomeno contrastarlo. Un barlume di speranza si avvicinò alla Terra quando Sailor Moon salvò questa pianeta dalla distruzione e tutto tornò alla normalità… o almeno così poteva sembrare" continua sconsolata Selesele facendo girare un cucchiaino sul tavolo.
"Giorno dopo giorno ci rendemmo conto che qualcosa stava nuovamente cambiando. Inizialmente pensavamo fosse una falsa sensazione, ma dopo qualche tempo ci accorgemmo che i nostri poteri stavano tornando in nostro possesso. Rimanemmo sorprese dal momento che la sfera del nostro potere era stata infranta molto tempo prima. Più il tempo passava e più riacquistavamo la nostra forza. Non possiamo certamente lamentarci di questa cosa visto che grazie al nostro intervento siamo riuscite a sventare il piano del vostro nuovo nemico" conclude Besubesu intenta a sorseggiare lentamente il suo frullato.
"Ora dobbiamo proprio andare" commenta Junjun alzandosi dal tavolo.
"Sì, dobbiamo tornare al circo per le prove dello spettacolo!" esclama Parapara esaltata.
"Perché non venite allo spettacolo di oggi pomeriggio. Sarà divertente!", Besubesu invita le ragazze tirando fuori dalla tasca dei biglietti.
"Molto volentieri, ragazze!" ribatte Amy afferrando gli inviti.
"Allora ci vediamo più tardi" conclude Selesele allontanandosi e sorridendo alle ragazze.
"Dobbiamo andare a recuperare Bunny e Marta" commenta Morea.
Le due ragazze stanno ancora giocando con i nervi a fior di pelle per la vittoria che sembra non arrivare mai. Dietro di loro un ragazzo fa da mascotte alle due.
"Felix!" chiama Amy riconoscendo il ragazzo.
"Oh, ciao Amy! Come state, ragazze?".
"Bene, grazie. Chi vince?" domanda Amy con aria sconvolta per la durata della partita.
"Per ora sono in parità perfetta" risponde con un ghigno Felix.
"Ti interessa il circo, Felix?" chiede Morea cambiando discorso notando la faccia paonazza di Rea ancora irata per prima.
"Non ci sono mai stato, però ho sempre desiderato andarci!" risponde con tono desideroso come un bambino quando gli si propone una montagna di zucchero filato.
"Tieni! È per oggi pomeriggio. Abbiamo un biglietto in più offerto da delle nostre amiche" replica Morea porgendo un biglietto al ragazzo che accetta più che volentieri.
"Grazie mille, Morea! Apprezzo il gesto" risponde sorridendo e portando il biglietto nella tasca dei pantaloni.

Il tendone del circo è popolatissimo di bambini e ragazzi in attesa dello spettacolo che si preannuncia magico.
"Il primo numero verrà svolto dall'equilibrista Parapara che cercherà di passare da una parte all'altra della fune sospesa ad occhi chiusi utilizzando un solo piede per appoggiarsi. Numero pericoloso e strabiliante!" annuncia una voce mentre Parapara si benda gli occhi già in posizione ad un'altezza da vertigini.
La ragazza comincia l'attraversata. Per i primi metri non persiste alcuna difficoltà. Giunta a un terzo della fune, saltellando un po', perde l'equilibrio per un attimo ma rimane salda alla corda.
Sul tendone si abbatte una strana aura negativa e il pubblico, poco a poco, si addormenta ad eccezione di Felix, il quartetto e le ragazze.
"Hai bisogno di una mano, cara?" domanda una voce mentre una mano compare davanti a Parapara.
Questa cade dalla fune e le tre sorelle giungono in suo soccorso.
"Ma cosa sta succedendo?" si chiede Bunny osservando la mano che galleggia a mezz'aria senza il suo padrone.
"O forse hai bisogno di una spintarella" commenta la voce alla comparsa di un'altra mano che spinge la ragazzina vestita d'azzurro per terra.
"Chi è che si diverte alle nostre spalle?" chiede Rea spazientita.
"Non c'è bisogno di scaldarsi troppo, Rea Hino", un'altra mano compare alle spalle di Rea tappandole le bocca e impedendole di proferire parola.
Le amiche tentano in tutti i modi di liberarla invano. Il quartetto si guarda intorno cosciente di un incombente pericolo.
"Non serve scrutare il nulla, piccole bambocce" commenta nuovamente la voce sempre più sgradevole.
Quattro paia di mani spuntano dal nulla impedendo la vista del quartetto delle amazzoni.
"Lasciaci andare, chiunque tu sia!" esclama Besubesu irata.
"Vi lascerò andare quando il mio compito sarà finito" ribatte la voce che prende una provenienza definita.
"Ma tu sei quell'essere spregevole che ha eliminato Aldebaran!" sbotta Bunny intimorita.
"Spregevole sarà la tua acconciatura!" ribatte Mizar sdegnato incrociando le braccia come se fosse rimasto offeso.
"Perché, cos'hanno i miei capelli? Io non ci vedo nulla di male" risponde Bunny tentando di guardarsi i capelli ossessivamente.
"Credi di essere una principessina con quei… beh, in effetti… ma cosa?".
Il quartetto si avvinghia alla cieca alle gambe della creatura che cerca di levarsele di mezzo strattonandole fortemente.
"Staccatevi, canaglie!" sbotta il mostro infastidito.
"Hai interrotto un numero davvero sensazionale e Parapara non può perdonartelo" interviene Parapara cercando di stringersi il più possibile a Mizar senza poterlo vedere.
Quest'ultimo riesce con fatica a liberarsi dalla stretta delle ragazze e richiama a sé le mani con uno schiocco di dita, dopodiché con un balzo si porta sulla fune dell'equilibrista.
"Siete delle palle al piede mica da ridere, care ragazze. E se posso permettermelo, voi quattro dovreste andare dal parrucchiere qualche volta" commenta indicando schifato il quartetto.
"Ma come ti permetti?", Junjun irata si lancia contro il nemico che prontamente si protegge con una mano comparsa dal nulla.
"Non crederai che mi sporchi le mani combattendo con una bambina come te?!".
La mano si porta al collo di Junjun che cade a terra e rimane intrappolata.
"LASCIA STARE JUNJUN!" urlano in coro le tre sorelle che si precipitano contro il nemico che risponde nuovamente cercando di soffocarle con altrettante mani.
"La lascio stare, ma voi cercate di non toccare me!" controbatte il nemico facendo una smorfia di disgusto.
"Da dove viene tutta questa spavalderia?" domanda Morea in posizione di difesa.
"Se vuoi saperlo, cara Morea Kino, perché non vieni qui da me?".
"Ti sta solo provocando, Morea! Non dargli retta!" esclama Marta trattenendo l'amica pronta ad attaccare.
"Beh, visto che non hai accettato il mio invito farò io una mossa. Lo sai che non c'è posto nella vita per chi tentenna" ribatte il mostro schioccando le dita e portando delle mani addosso a Felix impedendogli di parlare, sentire, vedere e respirare.
"Lascialo andare! Lui non c'entra nulla! Non è lui che stai cercando!" sbotta Bunny facendosi avanti.
"Ma questo lo dirò io, sciocca presuntuosa che non sei altro. È inutile che cerchi di fare l'eroina, che a dirla tutta non ti è mai riuscita bene. Sei sempre stata abituata a frignare e a lamentarti per ogni cosa che non ti andava a genio. Ebbene dovresti crescere una buona volta. Non ci saranno per sempre le tua amiche a proteggerti; non ci sarà per sempre il tuo Marzio che ti abbraccerà ogni volta che piagnucolerai per niente. Ricorda che solo con la forza si vince! Con me non attacca la paladina della legge che con la dolcezza e l'amore supera ogni ostacolo, sappilo! Ti è andata bene troppe volte, ma ora non sarai più così fortunata, tenera Sailor Moon".
Il silenzio cala nel tendone. Le ragazze rimangono in attesa di svolgimenti ma nulla accade.
"Perché ci state dando la caccia così assiduamente e come fate a sapere del nostro passato?" domanda a bassa voce Bunny con aria sconvolta.
"Ah, dimenticavo che sei anche una grandissima impicciona. Non posso rivelare i piani di Sua maestà, e anche se potessi non verrei certo a raccontartelo a te. Diciamo solo che il nostro obiettivo non siete voi, almeno in modo diretto. A dire il vero vi siamo anche riconoscenti per averci spianato la strada verso la nostra vendetta, ma ora abbiamo bisogno di voi, sfortunatamente. Per quanto riguarda il vostro passato non c'è nulla di più chiaro: Magellano è la galassia che domina il tempo passato. Conosciamo l'universo in tutti i suoi antri più oscuri, conosciamo la vita che ci ha preceduto, conosciamo i singoli esseri viventi che hanno popolato i pianeti dall'alba dei tempi. Non c'è da stupirsi se conosciamo la vostra reale identità: noi governiamo sul passato, l'unico vero tempo che possiamo toccare con mano ferma".
"Il tempo che deve essere vissuto è solo e soltanto quello presente: è inutile governare il passato se non si ha la benché minima idea di come vivere il proprio presente. Io penso che il vostro desiderio di vendetta sia sorvolabile se solo vi affidaste all'amore delle persone che vi vogliono bene!".
"QUALI PERSONE? Non è rimasto altro che cenere su Magellano dopo la guerra con Andromeda! Siamo stati sconfitti nella nostra vittoria: sarebbe stato meglio perire piuttosto che rimanere senza i nostri cari. E TU MI PARLI D'AMORE! Non sai quanto amore avevamo da dare in una galassia così pacifica come la nostra: non esistevano guerre, non esistevano paure, sofferenze. Tutti vivevamo nell'aiuto reciproco senza curarsi degli aspetti materiali della vita. Ma tu non puoi capire. NON PUOI CAPIRE. Non puoi capire perché sei una ragazzina viziata sempre attorniata dalle tue sciocche amiche. Voi non sapete nulla del vero amore, del vero dolore, della paura".
Detto questo il mostro si irrigidisce e stringe le mani attorno a Felix che si contorce dal dolore.
"Ti prego, lascialo andare!" esclama Bunny disperata.
"Voglio vedere la paura, la rabbia, la tristezza nei tuoi occhi. Voglio vedere se riesci a capire ciò che abbiamo passato noi tempo fa".
"Non sarà certo ritorcendo la vostra rabbia su di noi che non siamo responsabili a restituirvi ciò che avete perso!" sbotta Morea.
"Potere di Marte, vieni a me!".
"Potere di Mercurio, vieni a me!".
"Potere di Giove, vieni a me!".
"Potere di Venere, vieni a me!".
"Mistica pergamena, caricati della potenza del fuoco e sprigiona la tua energia. Uccello di fuoco, azione!".
Due mani compaiono davanti alla bocca della creatura. Da esse nasce una sfera d'acqua che al soffio di Mizar si abbatte sull'uccello provocandone la scomparsa.
"Ma come…?" sbotta Sailor Mars incredula.
"Quel pennuto è decisamente fuori rotta. Vediamo cosa ne pensate di questo" commenta sarcastico Mizar.
Parecchie mani compaiono intorno alle guerriere. Dopo pochi istanti imponenti getti di fuoco scaturiscono dalle mani tuffandosi in altre e continuando a generarsi intrappolando così le sailor in uno spazio molto limitato che poco a poco si restringe.
"Mercurio! Rapsodia acquatica di Mercurio!".
L'acqua si abbatte contro il fuoco ma questo rimane vivace causando l'evaporazione di tutta l'acqua dell'attacco.
"Quell'acqua non basterebbe neanche a dissetarmi, Mercurio!" ride il mostro guardandosi le mani.
"Fulmine, azione!".
Il fuoco muta la sua forma in un cilindro cavo ardente che inghiotte il fulmine per poi tornare a zampillare qua e là riducendo sempre più lo spazio vitale della ragazze.
"Povere illuse! Tra poco la situazione si farà incandescente, ma non preoccupatevi che avrete abbastanza vita per venire via con me e adempire alla nostra vendetta. Quanto alle altre quattro guerriere non sarà difficile catturarle una volta presa la principessa".
La griglia di fuoco si stringe sulle quattro guerriere che fanno forza per proteggere Bunny.
"Siete toste, eh?! Per non avere ancora riportate gravi lesioni vuol dire che vi state impegnando al massimo delle vostre possibilità. E tutto questo per proteggere la vostra amica che vi sta a guardare o perché state cercando di salvarvi le penne?".
Bunny si alza e cerca anche lei di liberarsi dalla griglia di fuoco, ma dopo pochi secondi cade a terra ferita.
"BUNNY!" urlano in coro le ragazze che lasciano la presa sul fuoco per soccorrere la compagna.
"ORA!" sbotta Mizar e al comando le mani si stringono colpendo le guerriere che cadono a terra stremate riuscendo solamente a muovere una mano ed appoggiarla sulle gambe di Bunny per poi perdere definitivamente i sensi.
"Sei rimasta solo tu, principessa! Inutile porre resistenza visto che il tuo potere ti ha ormai abbandonato".
Mizar si avvicina a Bunny che rimane inginocchiata senza forze. Allunga una mano verso il volto della ragazza. Lo sfiora.
"Che pelle liscia e levigata".
La mano del mostro, a contatto con il viso della ragazza, prende colore. Il nero che invadeva il corpo della creatura lentamente abbandona il suo braccio, il suo collo…
"Energia stellare, all'attacco!".
Un potente attacco colpisce la mano del mostro che torna nero come la pece e si accascia al suolo ferito.
"Ma…", Bunny si volta sorpresa e impaurita allo stesso tempo.
"Quale che sia il tuo compito non osare toccare la principessa della luna!" esclama una voce femminile.
"E tu chi saresti?" chiede il nemico rialzandosi tenendosi stretta al petto la mano inerme.
"Io sono Sailor Star, regina del coraggio!".
"Ah già, mi ero dimenticato della vostra esistenza. Dove sono le altre due fallite?".
"Oh Seyia, finalmente sei tornato!" pensa Bunny sorridendo.
"Bunny, sono giunta da lontano perché le stelle mi hanno detto del pericolo incombente. Non potevo certo abbandonarti in un momento così difficile della vostra battaglia" commenta Sailor Star regina del coraggio.
"Quanto aspettavo questo momento!".
"Bando ai sentimentalismi, cara testolina buffa: c'è qualcuno che si sta spazientendo parecchio qui".
La creatura si riprende dall'affronto e con numerose mani attacca l'intrusa. La guerriera schiva agilmente tutte le minacce e sferra un colpo decisivo contro il mostro che cade a terra dolorante.
"Questo dovrebbe calmarti per un bel po'. Bunny, da quanto tempo!", la combattente si volta verso la ragazza bionda e le porge una mano per aiutarla ad alzarsi.
Bunny si getta fra le sue braccia.
"Oh, che accoglienza sentimentale! Mi aspettavo un rimprovero per non essere passata prima a fare un saluto" commenta sarcastica la sailor starlight.
Bunny resta in silenzio per lasciare spazio a un abbraccio che ha più parole da dire rispetto a quante ne potrebbe dire lei.
"Adesso basta altrimenti mi commuovo".
"Dove sono le altre?".
"Sono rimaste sul nostro pianeta. Ma tu, piuttosto, perché hai perso il tuo potere?".
"Il mio potere è svanito quando il nemico è arrivato sulla Terra. Non ho saputo fronteggiarlo come una vera combattente" risponde rattristata Bunny.
"Sono sicura che in qualche modo potremo recuperare ciò che è andato perso, non preoccuparti".
Alle spalle della sailor il nemico si alza di scatto e intrappola la guerriera cercando di soffocarla.
"LASCIALA!" urla Bunny prendendo a pugni la creatura che sembra non sentire nulla.
Bunny viene scaraventata a terra con una manata.
"Vediamo se hai ancora voglia di fare la sbruffona, razza di screanzata!" sbotta il mostro stringendo la presa sul collo della paladina della legge.
"Prendi me piuttosto!" propone Bunny addolorata.
"Non… dirlo… neanche… per… scherzo!" sussurra Sailor Star regina del coraggio.
"Non ti preoccupare, cara Bunny, arriverà anche il tuo turno" ribatte il mostro con aria sadica.
Bunny rimane ad osservare sofferente senza poter fare nulla per aiutare Seyia, per aiutare Felix, per aiutare le sue amiche che si sono sacrificare per lei.
"È stato tutto vano. Non dovevate cercare di salvarmi. Ormai sono solo di impiccio. Non ero mai stata una gran guerriera ed ora mi ritrovo anche senza il mio potere. Ero un pericolo per voi perché sono sempre stata sbadata e pasticciona, ed ora sono stata la causa della nostra sconfitta. Perdonatemi. Io ho sempre voluto stare con voi perché confidavate in me. Ho sempre cercato di restarvi vicina nei momenti di bisogno anche se alla fine l'unica che aveva bisogno ero io. Spero riuscirete a perdonarmi, amiche mie, per esservi stata d'intralcio".
Una lacrima cade dal viso di Bunny e un bagliore accecante invade il tendone.
La creatura rimane folgorata dall'intensità luminosa e lascia andare la presa sulla sailor, e in quell'istante qualcosa si materializza davanti agli occhi di Bunny.
"Il cristallo d'argento!" esclama stupita.
"Principessa, quando il cristallo d'argento ha perso il suo potere questo ha continuato a esistere sulla Luna. Ogni volta che il tuo cuore emanava una luce incontrastabile, questa investiva il cristallo che ha ripreso a brillare in tutto il suo splendore davanti ai tuoi occhi. Sii saggia e ricorda che il cristallo d'argento ha un potere strabiliante: questo deve combattere solo per il bene… per il bene… per il bene" rimbomba una voce femminile sconosciuta.
"Un momento! Dimmi chi sei!" chiede Bunny invano.
"Sailor…. Moon! A…gisci!" sussurra debolmente la guerriera.
"Potere del cristallo d'argento, vieni a me!".
Dal cristallo originano quattro fasci argentati i quali avvolgono Bunny che si accovaccia e chiude gli occhi. Le trecce prendono a girare lentamente in un vortice dorato come i suoi capelli. Nel momento in cui Bunny si riapre i fasci si dispongono a spirale sulle due braccia e gli altri vanno a formare un fiocco che si appoggia dolcemente sulla parte posteriore di una gonna bianca. Un ciondolo pende sul suo petto. La luna splende sulla sua fronte. La paladina si regge in piedi su due stivali bianchi.
"Hai finito di disturbare la quiete della Terra, brutto mostro! Fino a qualche tempo fa su questo pianeta regnava la pace e la tranquillità ed ora siete arrivati a disturbarci con i vostri piani di vendetta: non ve lo permetterò. Io sono Sailor Moon e sono venuta fin qui per punirti in nome della luna!".
"Ma come diavolo hai fatto a riacquistare il tuo potere?".
"Potere del cristallo d'argento, entra in azione!".
Una luce argentea colpisce il mostro che si contorce e comincia a prendere colore. Il getto luminoso cessa e la creatura è ancora lì davanti con solo una sagoma nera a livello del cuore.
"Aiuto! AIUTO! Non voglio perire!" urla la creatura che ormai ha preso un aspetto umano inginocchiandosi e scoppiando in lacrime.
"MIZAR! Sei una delusione. Non avrei dovuto fidarmi di te. Non sei degno di appartenere a Magellano se ti pieghi al volere del potere terrestre. Sappi che la tua ora è giunta!" commenta una voce disincarnata da qualche parte.
"No, non voglio! Rivoglio indietro il mio cuo…".
Mizar a poco a poco scompare con aria triste lasciando cadere qualche lacrima per terra.
"Sailor Moon! La prossima volta faremo i conti. Non sarà il cristallo d'argento a fermare la potenza di Magellano, sappilo. Quando meno te lo aspetterai tu e le tue amiche sarete intrappolate dai miei cadetti e sarà allora che otterrò la mia vendetta sull'universo" commenta la voce lasciando la guerriere stremate al centro del tendone.
Con le ultime forze rimaste in corpo, Sailor Moon intravede una figura femminile vestita di bianco allontanarsi dal tendone.

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