The Last Mistake

di Dharma
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Before it's too late ***
Capitolo 2: *** It's too late ***



Capitolo 1
*** Before it's too late ***


Ennesima storia alla quale sono molto affezionata pur non avendovi guadagnato il posto sul podio

Ennesima storia alla quale sono molto affezionata pur non avendovi guadagnato il posto sul podio. Con questa fanfiction si è classificata 7°  al concorso [ LOVE CONTEST ] Slash / Yaoi is Everywhere! Indetto da AintAfraidToDie, che ringrazio di cuore per il giudizio ed i consigli ^^

La dedico a Reyko94, mia senpai onnisciente, onnipresente ed onnipotente xD

Ringrazio anticipatamente chi recensirà, leggerà o aggiungerà la storia tra preferiti ecc.^^

Buona lettura!

 

 

 

 

Autore: binky

Titolo: The Last Mistake

Fandom: Death Note

Personaggi: MelloxMatt, altri

Rating: giallo

Avvertimenti: what if…? Yaoi

Introduzione: “L'amore comincia quando ci accorgiamo di avere sbagliato ancora una volta.”

“Si sentì uno stronzo, Mello. Per la prima volta in vita sua riconobbe di essere nel torto. Per la prima volta comprese quanto fosse importante Matt per lui. Quanto fosse necessaria la sua perenne presenza.

Il compagno era in trappola. L’inquadratura dello schermo riprendeva un’auto rossa fiammante circondata da una decina di macchine scure. I nemici appostati e pronti a far fuoco… […] Dopo aver sbagliato ancora una volta, Mello aveva infine cominciato ad amare…” (sottolineo che si tratta di una what if…? Quindi non fermatevi all’apparenza! ^^)

 

 

 

 

 

The  Last  Mistake

 

“L'amore comincia quando ci accorgiamo

di avere sbagliato ancora una volta.”

 

Capitolo 1. Before it’s too late

 

Era turbato, Mello. Quella sensazione di inquietudine lo aveva assalito già di primo mattino, aperti gli occhi dopo le poche ore di sonno che si era concesso prima del “ gran giorno”. Il giorno in qui avrebbe dimostrato a Near quanto valeva. Il giorno in cui avrebbe dimostrato al mondo di essere il numero uno. Non più l’eterno secondo. Stava per ottenere il tanto bramato successo.

Eppure, seduto al posto guida di quel camion rubato, la preda in trappola alle sue spalle, non riusciva ugualmente a provare soddisfazione per il gesto che stava compiendo. Assillato dalle preoccupazioni ed i sensi di colpa.

Accese lo schermo posizionato sul cruscotto.

 

“ Al momento le guardie di Takada stanno inseguendo il complice del rapitore. In quanto a quest’ultimo, si sono perse le sue tracce…

 

Mello si morse istericamente il labbro inferiore, maledicendosi per non aver portato con sé la tanto amata cioccolata.

Matt…lo stavano inseguendo…

Nonostante conoscesse meglio di chiunque altro le capacità del compagno, terzo in graduatoria, non riusciva ugualmente a tranquillizzarsi. Si era sforzato di convincersi che avrebbe ottenuto il successo e solo in quel momento comprendeva appieno quanto grande fosse il pericolo che l’amico stava correndo a causa sua.

“ Che coglione…” fu il pensiero di Mello. Sì, Matt era stato veramente un coglione.

Perché, quando il biondo gli aveva esposto quel piano suicida, non lo aveva semplicemente guardato nel modo in cui si guardano gli idioti, per poi rifiutarsi di collaborare?

Cercò di illudersi, addossando la colpa al compagno. Eppure, Mello sapeva. Conosceva fin troppo bene quando l’amico fosse legato a lui, quanto contassero l’uno per l’altro. E il vero stronzo era stato lui, non Matt. Lui aveva approfittato dell’affetto del compagno, sapendo che quest’ultimo lo avrebbe seguito perfino in quell’ennesima cazzata. Perché Matt, nonostante l’indifferenza e la pigrizia apparenti, si era sempre sbattuto per aiutare il biondo.

Mello si detestò, comprendendo quanto l’avesse fatta grossa. Tra tutte le situazioni di merda in cui aveva trascinato con sé il compagno, quella era decisamente la peggiore. Comprese: aveva sbagliato per l’ennesima volta. Del resto, con Matt non era mai riuscito a combinare nulla di buono. Nonostante il profondo affetto quasi fraterno che provava nei confronti del rosso, non era mai riuscito ad esternare i propri sentimenti, celando tutto dietro ad un comportamento orgoglioso e autoritario. Sostituendo l’amicizia ad un rapporto di semplice collaborazione. Perfino prima di quello stupido piano non aveva accennato alcun gesto di solidarietà o altruismo. Ma Matt c’era sempre stato e, il quel momento, lui era in pericolo mentre il biondo poteva fuggire sicuro con la propria preda ed il successo che essa avrebbe comportato.

Si sentì uno stronzo, Mello. Per la prima volta in vita sua riconobbe di essere nel torto. Per la prima volta comprese quanto fosse importante Matt per lui. Quanto fosse necessaria la sua perenne presenza.

Il compagno era in trappola. L’inquadratura dello schermo riprendeva un’auto rossa fiammante circondata da una decina di macchine scure. I nemici appostati e pronti a far fuoco.

“ Cazzo…” Mello si sentì un idiota mentre, girando violentemente il volante e rischiando di cappottare il camion, svoltava per ripercorrere la strada nel senso opposto. Stava mandando a puttane il piano, i propri ideali, il suo desiderio più grande.

Per cosa?

Per uno scemo col cervello lobotomizzato dai videogames ed i polmoni distrutti dal fumo.

Una veloce occhiata sul piccolo schermo per controllare la situazione, poi premette maggiormente il pedale dell’acceleratore, rischiando di investire un gruppo di passanti.

Al diavolo gli incidenti e i desideri, Matt era poco distante e doveva sbrigarsi se voleva salvarlo ed avere così una buona ragione per non deprimersi del proprio insuccesso.

Svoltò in una via secondaria eccessivamente stretta, per poi sbucare in una strada che, poco lontano, si biforcava in un incrocio. E vide: l’auto rossa, i nemici pronti a sparare, Matt che usciva allo scoperto con le mani in alto. La solita sigaretta tra le labbra.

Accadde in una frazione di secondi. Si ritrovò a fare da muro al compagno, i proiettili che andavano a schiantarsi sulle pesanti fiancate del camion.

- Muoviti, idiota!- Mello aprì con un calcio la portiera, permettendo all’amico di salire sul mezzo. Poi premette nuovamente l’acceleratore, dritto in direzione della strada bloccata dalle auto nere.

- Mello, non fare cazzate!- Matt cercò di prendere il comando sul volante, ma il biondo lo spinse via poco prima dell’impatto.

Le macchine nemiche furono spinte via e il camion poté così passare.

Mello fece per esultare, un sorriso strafottente di soddisfazione dipinto in volto, ma le auto nere giunsero veloci tentando nuovamente di bloccare loro la strada. Ripetutamente tentarono di liberarsi degli inseguitori imboccando cunicoli e strette vie ed infine, percorso un tratto fuori dalla città e numerosi sentieri non battuti e costeggiati da alberi verdeggianti, riuscirono a seminare i nemici.

Solo dopo essersi accertato per l’ennesima volta della concretezza della loro salvezza, Mello si decise a fermarsi. Stremato dalla tensione, si abbandonò contro il morbido schienale, spostando poi lo sguardo sull’amico, provato quanto lui.

L’alto colletto del gilè bianco gli copriva per metà il volto, mentre gli occhi verdi, incorniciati da una folta chioma vermiglia, erano nascosti dietro a due spesse lenti scure. Il biondo si chiese cosa in quel ragazzo lo avesse spinto a rinunciare a tutto.

Matt si portò una sigaretta alle labbra e, una volta accesa, sospirò – Addio al successo.-

Mello non ci vide più – Io ti salvo il culo e tu vieni ancora a rinfacciarmi che il piano è andato a puttane?!?!-

Incrociate le braccia al petto, aggiunse – Che amico di merda.-

Il rosso sorrise divertito, prima di portare una mano alla tasca e sventolare a pochi centimetri dal naso dell’amico una tavoletta di cioccolato. Quest’ultimo parve illuminarsi, prima di afferrare il dolce e iniziare a morderlo velocemente – Beh…almeno a qualcosa sei utile.- Ammise con noncuranza.

Rimasero in silenzio, l’aria colma dell’odore di fumo e di cioccolato, quando Matt domandò – Perché mi hai salvato?-

Mello si interruppe per qualche secondo, prima di riprendere a mangiare e rispondere – Che domande…siamo colleghi.-

- Appunto. Dovevi pensare al piano.-

Il biondo non seppe cosa rispondere. Non credeva che il compagno la pensasse realmente così. Sperava comprendesse che ci fosse di più tra loro che non semplice collaborazione.

- Perché siamo…amici?- azzardò, sentendosi un emerito idiota.

L’amico lo fissò da dietro gli occhiali da aviatore, prima di stringersi nelle spalle – Forse.-

Nuovo silenzio, che fu interrotto dall’ennesima domanda – Lei è ancora qui dentro?- chiese Matt, indicando col pollice alle proprie spalle.

Mello sobbalzò. Si era completamente dimenticato della Takada prigioniera nel container.

- Tu resta qui.- intimò al compagno per poi scendere dal camion. Aprì il retro del veicolo e la poca luce illuminò le sagome di una moto ed una donna nuda avvolta in un lenzuolo e raggomitolata in un angolo. Gli occhi di lei lo scrutarono colmi di terrore.

- Vattene.- le ordinò con l’amaro in bocca. Sicuramente Kira doveva aver già scoperto le sue intenzioni. Inoltre, non potendo rientrare in città, non avrebbe potuto realizzare appieno il proprio piano e quella donna non rimaneva che un inutile peso la cui morte avrebbe significato solo altra ira da parte dell’assassino.

La Takada non si mosse, fissandolo impaurita. Mello allora estrasse la pistola e, minacciandola con l’arma, ripeté calmo - Vattene prima che ti faccia saltare la testa.-

La donna, a quell’intimazione, si alzò velocemente e, coprendosi al meglio col lenzuolo, passò accanto al proprio rapitore per poi fuggire lungo il sentiero.

Il biondo sospirò, dirigendosi nuovamente al posto guida del camion. Seduto sul sedile, rivolse un’occhiata al compagno, intento nel giocare ad uno dei propri videogames. Quella visione lo fece quasi esasperare. Aveva rinunciato alla propria ambizione per salvare la vita ad un emerito cretino.

Tuttavia, dovette ammettere che la presenza del rosso gli infondeva coraggio e quei modi calmi e naturali erano gli unici che riuscissero a tenere a freno un carattere impetuoso ed orgoglioso come il suo.

Matt alzò gli occhi, scambiando uno sguardo di intesa con l’amico.

Che fare ora?

 

 

 

Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto. La storia si concluderà con il secondo, che posterò tra pochi giorni.

Ancora un ringraziamento per tutti quelli che apriranno questa pagina ^^

A presto!

 

binky

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** It's too late ***


The  Last  Mistake

 

 

Capitolo 2. It’s too late

 

Tremava freneticamente, per il freddo e la paura che sembrava non volerla abbandonare. Si strinse maggiormente nel lenzuolo per combattere la bassa temperatura raggiunta in quella notte, mentre, con passi incerti, si avvicinava ad una cabina telefonica. Ringraziò il cielo per averle fatto notare, durante il cammino, lo scintillio di alcuni spiccioli perduti tra l’erba. Sperando che le poche monete fossero sufficienti, le intromise nella macchinetta, digitando poi quel numero che ormai conosceva a memoria.

- Pronto?- rispose una voce calma e profonda.

- Yagami…sono io…-

- Takada!- una nota di sorpresa nel tono dell’uomo.

- Yagami…sono fuggita…-

- Lui?-

- Mi ha lasciata andare.-

Silenzio.

La donna immaginò il proprio interlocutore intento nel riflettere sull’attuale situazione.

- Ti avevo detto che qualcuno avrebbe potuto metterti gli occhi addosso e abbiamo anche parlato su cosa avresti dovuto fare in casi come questi.-

La Takada sgranò gli occhi – Ma… sono libera…-

- Conosci il suo vero nome. Puoi farlo?-

- Yagami…io…-

- Puoi farlo?- ripeté la voce maschile con maggiore decisione.

- …sì. –

La chiamata fu interrotta e la donna si trovò abbandonata nel buio. Tremante, estrasse il foglio accartocciato celato gelosamente fino a quel momento e, morso un dito per farne fuoriuscire alcune gocce scarlatte, iniziò a scrivere.

 

 

 

 

Mello si destò trovandosi immerso nel buio della notte. Si massaggiò stancamente il collo intorpidito per la posizione in cui si era addormentato, affacciandosi al finestrino del camion.

Dopo aver liberato la Takada, temendo non fosse sicuro rimanere nel luogo conosciuto dal nemico, avevano percorso per ore numerose strade, giungendo infine nei pressi di un motel abbandonato. Durante tutto il tragitto, Matt non gli aveva più posto domande riguardo l’inaspettata piega presa dal piano.

Il biondo sospirò di sollievo, osservando poi l’amico riposargli accanto. Le braccia incrociate sul petto, la testa poggiata al finestrino, il respiro pesante e regolare.

Mello rabbrividì al solo pensiero di ciò che sarebbe potuto succedere poche ore prima. Afferrando l’ennesima tavoletta di cioccolato compratagli quel pomeriggio dal compagno sotto mentite spoglie, iniziò a mangiare velocemente.

- Non mi interessa se ti scoprono. Necessito di cioccolata. Subito!- aveva ordinato a Matt.

L’amico, nonostante il disappunto, si era coperto il volto al meglio e, sperando che una sua possibile foto non fosse finita su tutti i telegiornali correnti, era poi entrato nella piccola tabaccheria in cui si erano imbattuti.

Le labbra del biondo si piegarono per pochi istanti in un sorriso amaro. Era veramente uno stronzo.

Sospirando sonoramente, diede una gomitata alquanto decisa al compagno per destarlo.

- Che vuoi?- sbadigliò Matt.

- Guida tu. Io mi sono rotto.- asserì Mello con un tono che non ammetteva repliche.

Senza protestare, il rosso si pose davanti al volante ma, prima di mettere in moto, fissò con decisione il compagno – Non parto se tu non mi dici cosa ti è preso oggi.- estrasse le chiavi dal cruscotto per poi poggiarsi comodamente allo schienale ed attendere.

Il biondo alzò gli occhi al cielo, colto dall’esasperazione. Aveva sperato che la questione fosse ormai risolta o almeno chiusa senza ulteriori domande.

- Matt, non ne ho voglia.- disse solamente, pregando che il compagno non insistesse.

In risposta, il rosso alzò un sopracciglio e, accostata alla bocca una sigaretta, continuò a scrutare con maggiore intensità l’amico.

- Matt! Tira fuori quelle cazzo di chiavi e metti in moto!- sbottò Mello reprimendo l’istinto di assestare un diretto al rosso.

Tuttavia, nulla mutò ed il biondo, colto dalla rabbia, diresse un pugno al volto dell’amico che, prontamente, si difese afferrandogli la mano e tirandolo a sé.

A pochi centimetri l’uno dall’altro, Mello credette di perdersi negli occhi verdi che ancora lo fissavano e non resistette. Azzerò la distanza dalle labbra del rosso, congiungendo le loro bocche in un bacio deciso e troppo breve. Eppure, quell’attimo sfuggente bastò al biondo per far comprendere al compagno i propri sentimenti. Ciò che aveva compreso di provare dopo l’ennesimo errore nel quale il rischio corso dall’amico gli aveva aperto gli occhi di fronte ad un’evidenza che da sempre aveva cercato di celare.

Dopo aver sbagliato ancora una volta, Mello aveva infine cominciato ad amare.

Si separarono da quel legame profondo, i volti ancora vicini e sfiorati dai respiri uniti.

- Afferrato? O necessiti di uno schemino?!- pungente. Bastò poco al biondo per riassumere il proprio atteggiamento di sempre.

Matt sorrise, rispondendo con naturale sarcasmo – Era abbastanza chiaro.-

Forse ricambiava i suoi sentimenti?

Mello non ebbe il tempo di chiederselo. Fu pervaso da uno spiacevole senso di oppressione, in breve seguito da un dolore al braccio sinistro e alle scapole. La nausea lo assalì e divenne difficile respirare.

- Mello!- una voce lo chiamava, lontana.

Si sentì afferrare per le spalle e scuotere, ed il dolore si propagò da lì lungo il collo, fino alla mandibola.

- Mello!-

Ancora e ancora. Quella voce continuò a gridare il suo nome, facendosi sempre più indistinta, fino a non essere più udibile.

Mello cadde nel buio. Scivolò tra le braccia della morte, un unico pensiero a tormentarlo: “ Avrò sbagliato ancora una volta?”

Era riuscito ad  aprire la propria anima nonostante gli errori commessi, rivelando così i sentimenti racchiusi al suo interno.

Allora, dove ancora aveva peccato?

Continuando a cadere, Mello accusò l’ennesima sconfitta.

Eppure, quando Matt riaprì gli occhi chiusi per celare le lacrime, intravide sul volto pallido dell’amico stretto tra le braccia un sorriso. Il primo sincero, sereno, dopo tempo interminabile.

Una vittoria, il biondo, l’aveva ottenuta.

Il pianto silenzioso di Matt si perse in quella notte colma di significati.

 

 

 

Dai sedili posteriori di un’auto dai vetri oscurati, un giovane uomo scrutava i compagni seduti dinnanzi, a rivolgergli le spalle.

“ Troppo facile.” Pensò con un ghigno di trionfo ripiegando un piccolo foglio per poi riporlo nuovamente in un’apertura segreta dell’orologio da polso. Su quelle righe, un nome ancora fresco d’inchiostro: Kiyomi Takada.

 

FINE…

 

 

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Sssssssssssì… ^^” diciamo che non è stato proprio un aggiornamento repentino xD chiedo scusa a tutti coloro che hanno atteso la fine di questa storia. Il fatto è che…mi sono completamente dimenticata di aver già pubblicato il primo capitolo -.-“ già, nessuna scusa, solo il fatto che il cervello lo utilizzo ogni morte di prof xD

Cooooomunque…piaciuto questo finale??

Sinceramente avevo quasi le lacrime agli occhi mentre lo scrivevo, ma per la gioia che questa volta a morire non era il mio amatissimo Matt ( e lo so lo so…sono stronza xD povero Mello ammetto di voler bene anche a lui ^^)

Spero di non aver deluso le aspettative di nessuno con questa conclusione!

Per rispondere alle recensioni…

 

Trilla: Yes, Matt is alive! xD Sono contenta che ti piaccia il mio modo di scrivere! Ho letto alcune tue storie e devo dire che ricambio pienamente la tua opinione! Ti chiedo scusa per aver aggiornato così tardi ma, come ho già detto sopra, devo ancora rivedere la mia integrità mentale xD ciau ciau!

 

BloodNyar: Ci è venuta la stessa idea! Stavo immaginando un risvolto del genere già da tempo e grazie a questo concorso sono riuscita finalmente a scriverlo! Cosa mi dici invece del seguito? Ti ho sorpresa o ti eri già immaginata anche questo? Grazie per aver messo la storia tra le seguite! See ya ^^

 

Con ciò, vi saluto! Ringrazio anticipatamente chi leggerà e magari posterà eventuali recensioni ^^

A presto

binky

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