Che volto ha la felicità?

di EcateC
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***



Capitolo 1
*** I ***


 

Era già successo che un uomo precipitasse dentro il Sanctum Sanctorum come una meteora, sfondando il soffitto e devastando le scale. Il Dottor Bruce Banner era infatti atterrato facendo un buco sia nel tetto che nelle scale, giusto in tempo per dare allo Stregone Supremo e al suo fedele alleato Wong la notizia di un’apocalisse imminente per mano di un titano pazzo.

Questa volta era stato il turno di Loki di Asgard. Non era piombato dal cielo come l’Hulk di Banner, ma portava ugualmente pessime notizie.

“È aperto!” esclamò senza fiato ai due quieti e compassati stregoni “Il Multiverso, intendo. È aperto! E ho visto lui, colui che rimane. È spaventoso, conosce tutto, sa già tutto di tutti e magari sa anche che stiamo avendo questa conversazione. Dobbiamo intervenire, fare qualcosa prima che l’universo impazzisca del tutto. Per favore, dovete aiutarmi.”

Stephen Strange non cambiò espressione, Wong invece assottigliò lo sguardo “Ma tu non sei l’alieno che nel 2012 stava per distruggere New York?” gli domandò.

Loki si irrigidì “No, io… Io sono una variante” si voltò di spalle, per mostrare loro la giacca con su scritto Variant “E non sono un alieno. Sono Loki di Asgard, dio dell’inganno e legittimo erede al sacro trono di Odino, se proprio vogliamo essere precisi, ma non è questo il punto. Il punto è che il Multiverso è stato aperto.”

“Questo lo sapevamo già da dodici ore” gli rispose Strange, freddo “Ma grazie comunque per averci prontamente avvisato.”

“Ah” esclamò Loki, esagitato “Quindi, avete già deciso cosa fare per risolvere il problema?”

“No” gli rispose Strange “Il problema pare irrisolvibile.”

“Cosa?!” si disperò Loki.

“Questo è il caos” continuò Wong, facendo un passo avanti “La nostra magia è ordine, puro ordine. Ciò che sta succedendo va al di là dei nostri poteri, non possiamo fare nulla.”

“A parte rivolgerci a qualcuno che si intenda di caos, ma lo Stregone Supremo Wong non è dello stesso avviso.”

“Strange, ne abbiamo già parlato.” esclamò Wong, pericolosamente irritato.

“Lui preferisce che il Multiverso collassi e basta” continuò Stephen, rivolto a Loki.

“Non è che preferisco che il Multiverso collassi” replicò Wong “Gradirei solo non peggiorare la situazione, tutto qui.”

“Ma di cosa state parlando?” domandò Loki, sempre più confuso.

“Di Scarlet Witch” gli rispose Strange, diretto “Si è svegliata, per la prima volta nella storia dell’umanità.”

“Chi?” domandò Loki, Wong sospirò preoccupato.

“Racconta alla variante di Scarlet Witch” disse Strange a Wong. Loki guardò prima uno e poi l’altro, la curiosità aveva lenito il suo spavento.

“Scarlet Witch la più potente fonte di magia mai esistita” iniziò Wong “È potere allo stato puro, talmente sconfinato che nessuno, nemmeno lei stessa, è in grado di controllarlo. Questo genera caos, un caos inarrestabile che potrebbe aggredire non solo l’intero pianeta, ma anche tutto l’universo che lo circonda. È la minaccia più pericolosa che potremo trovarci davanti e nessuno, nemmeno le gemme dell’infinto, potrebbero fermare Scarlet Witch.”

Strange annuì, Loki lo guardò colpito.

“D’accordo” ragionò “E questa Scarlet Witch potrebbe sistemare la linea del tempo?”

“Certo che potrebbe” disse subito Strange.

“Peggiorerebbe solo la situazione” replicò invece Wong.

“Oh, andiamo!” esclamò Strange con impazienza “Credi forse sia un caso che lei si sia svegliata proprio ora, proprio quando questo personaggio mitologico” indicò Loki “Ha aperto il Multiverso? È tutto scritto, lei si è risvegliata per un motivo! E il motivo è questo.”

Wong si rivolse a Loki “Stephen ha una cotta per lei. Muore dalla voglia di conoscerla.”

“Non è vero. Non sono un idiota, Wong.”

“Ma sei un donnaiolo.”

“Ero” puntualizzò Strange, abbassando lo sguardo “Lei è la nostra ultima speranza.”

“Ma è come voler usare la bomba atomica per fermare una bomba a dinamite. È la stessa cosa!” tuonò Wong, convinto.

“Mettiamola ai voti, allora” propose Strange, guardando Loki “Tu per cosa sei favorevole? Tentare di salvare l’universo o lasciarlo collassare e basta?” 

Loki guardò i due stregoni e poi soffermò lo sguardo su Wong. 

“Mi dispiace” gli disse, dispiaciuto “Ma credo che valga la pena fare un tentativo.”

“Ottimo!” si esaltò Strange.

“Strange, non puoi andare da lei!” esclamò Wong, esasperato, mentre lo stregone stava già aprendo un portale “Pensa a Westview! Scarlet Witch potrebbe trasformarti in un dog sitter senza nemmeno darti il tempo per realizzarlo!”

Stephen lo guardò irritato “Non ho mai amato il tuo senso dell’umorismo, Wong.”

“Stephen” lo prese per un braccio “Abbiamo bisogno di te qui. Tutto il genere umano ha bisogno che tu resti qui, ora più che mai. Ti prego.”

“Mi hai sostituito egregiamente per cinque anni” gli disse Stephen, riferendosi agli anni in cui era scomparso “Credo che tu possa farlo per qualche altro giorno.”

Wong scosse la testa “No, non parlare così” lo pregò “Sei tu il vero Stregone Supremo, non io.”

“Non ne sono mai stato così sicuro” gli sorrise “Tornerò. Forse con lei.”

“Stephen!” gridò Wong, ma il suo amico entrò nel portale e poi scomparve.

 

Quando aprì gli occhi, Stephen Strange si sentì sorpreso. Si era ritrovato all’aperto, in una sorta di  pacifico frutteto. Il sole era alto nel cielo terso e l’aria era tiepida e piacevole.

Si guardò intorno e la vide, intenta a recidere i rami di una magnolia.

“Wanda” la chiamò sorridendo.

La donna si voltò, non sembrava sorpresa di vederlo. 

“Sapevo che saresti venuto” disse, calma “Ho sbagliato e delle persone hanno sofferto…”

“No” la interruppe Strange “Non sono qui per parlare di Westview.”

Wanda si accigliò “E allora per cosa?”

“Ci serve il tuo aiuto” le rivelò, secco.

“Per cosa?”

“Tu cosa sai del Multiverso?” le chiese ancora lui, rispondendole con un’altra domanda. 

Lei assottigliò lo sguardo e si fece seria “Poco, ma sento che si è destato qualcosa.”

“Sì, ed è proprio per questo che sono qui” le disse lui, lei sgranò gli occhi “Dobbiamo fermare ciò che si è destato prima che sia troppo tardi. Posso parlare con lei?”

Wanda si riprese dalla sua sorpresa e scosse la testa.

“Lei non vuole parlare con te.”

“Ti prego” insistette Strange “Ti chiedo solo pochi minuti.”

 

La proiezione astrale di Scarlet Witch rientrò nel corpo della donna. Gli occhi di Wanda si illuminarono minacciosamente di rosso e una corona di energia comparve sulla sua fronte, ma Strange non si lasciò intimidire. Fece anzi un passo verso di lei, Wanda inclinò il capo.

“Sento il suo potere” le disse, meravigliato “È formidabile. Sei in assoluto la cosa più rara e preziosa che io abbia mai visto in vita mia”

“Non sono una cosa” replicò Wanda.

“Persona, preferisci?” le chiese Strange, facendo un passo verso di lei “Donna?”

Wanda lo guardò male “Perché sei qui?”

“Tu sai perché sono qui” le rispose Strange “Ho bisogno del tuo aiuto.”

“Sai che non posso aiutarti.”

“Sei l’unica che può.”

“No.” Wanda gli diede le spalle “Finirei solo per peggiorare le cose, come sempre.”

“Ascolta. So che tutto questo può spaventarti, spaventa anche me” le rispose sinceramente “Ma il Multiverso si sta auto distruggendo e noi possiamo solo ritardare la catastrofe che sta per accadere. Ma tu, tu invece puoi fermarla.”

Wanda gli si avvicinò a sua volta.

“Io sono il caos” sbottò, guardandolo dritto negli occhi chiari “Come può il caos fermare altro caos?”

“Con un piccolo aiuto” le rispose e in quell’attimo Wanda guardò in basso. La sua mano luminosa di magia rossa aveva illuminato anche quella di Strange.

“Sento il tuo potere” ripetè lui con tono intenso “Posso usarlo al posto tuo.”

“Hanno già cercato di rubare i miei poteri” gli sussurrò minacciosa, pensando ad Agatha “Non è finita bene.”

“Ma io non voglio rubarteli, Wanda. Sono venuto qui a chiederteli in prestito per ristabilire la linea temporale e rimettere ordine nel Multiverso, non per farti un dispetto.”

“Non voglio darteli.”

“Preferisci venire con me?” le propose, contento.

Lei lo guardò stupita, presa in contropiede. “Con te dove?”

“New York, più precisamente al 177A di Bleecker Street.”

“Mi stai invitando nel Sanctum Sanctorum?” gli chiese Wanda, incredula.

Strange le sorrise “Wong non vede l’ora di conoscerti.” 

 

***

 

 

Il Sanctum Sanctorum è uno dei luoghi più mistici e immutabili del mondo. Un tempio situato in tre parti del mondo, in cui la parola d’ordine è… Ordine. Nel Sanctum Sanctorum si risolvono i problemi in fretta e in silenzio, senza dare l’occhio.

Ultimamente però il silenzio era diventato un’utopia.

Wong cercava di non farci caso e di meditare, ma con i nuovi inquilini qualsiasi normale attività risultava un’impresa pressoché impossibile.

Il primo inquilino era un terrorista, un semidio proveniente da un altro mondo con una gran sete di monarchia e chiari problemi di personalità.

Il secondo era Scarlet Witch, l’antica, pericolosa e incontrollabile strega del caos. Quando Strange si era presentato nel tempio con lei, Wong aveva creduto di morire. Come poteva svolgere la sua fondamentale missione di Stregone Supremo se sotto il suo tetto viveva la minaccia più pericolosa mai esistita?

Strange però si era mantenuto di parola: si occupava di lei quotidianamente e non la perdeva mai di vista. La seguiva, le mostrava i testi antichi, i pegni magici e la guardava con occhi così carichi di ammirazione che Wong a momenti stentava a riconoscerlo. E meno male che non era interessato. 

E d’altronde, da quando aveva iniziato questa nuova vita all’insegna della magia, Stephen non aveva avuto tempo per cose dolci come l’amore o il sesso.

Erano argomenti che sembravano collidere con la sua nuova natura di Stregone Supremo. E dopo tutto ciò che aveva visto, mostri, alieni, galassie e dimensioni ultraterrene, le belle donne come Christine avevano perso il loro fascino. Ci voleva qualcos’altro, qualcosa che fosse come lui, e lo aveva trovato.

Diavolo, se l’aveva trovato.

Wanda non era solo una strega leggendaria, ma era anche una donna molto affascinante, con gli occhi verdi e un seno difficile da non guardare. Ma era inarrivabile, sembrava perennemente persa in un mondo estraneo, tutto suo. Non sorrideva mai, parlava pochissimo e tutto ciò che Strange le mostrava a stento suscitava il suo interesse. La sua proiezione astrale viveva più di lei.

Wanda si muoveva in una bolla di sofferenza e non sembrava disposta a uscirne. Nemmeno le canzoni in Asgardiano di un semi dio ubriaco l’avevano fatta sorridere. Non che Loki di Asgard fosse poi molto di buon umore. A suo dire, aveva appena perso sia l’amore della sua vita — una certa Sylvie — che il suo migliore amico — un certo Mobius —. Quando l’aveva detto, Wanda era scoppiata in lacrime e per non soffrire troppo aveva letteralmente abbandonato il suo corpo e si era affidata alla sua proiezione astrale.

“Se sto così, fa meno male” si giustificò a Stephen.

“Sotto il tuo corpo sta ancora piangendo” le disse lui “È incredibile come tu riesca a sdoppiarti così perfettamente.”

“Sono tante le cose incredibili che so fare” gli rispose Wanda, freddamente “Ma ci rinuncerei volentieri per passare un solo giorno con Visione e Pietro.”

“Non dire così” la sorprese lui “Non dare così poco valore a ciò che sei.”

“E cosa sono, oltre a essere una strega che è destinata a distruggere il mondo?”

“Sei Wanda” le sorrise lui “Una donna forte che ha passato la vita a lottare e che non ha mai perso una battaglia. Non ti arrendere ora.”

“Vorrei tanto arrendermi.”

“Non farlo” le disse, aprendo un portale per condurla direttamente al piano di sotto, dal suo corpo.

Wanda lo seguì.

 

***

 

 

A Stephen non era mai capitato di sognare di fare l’amore con una donna e di non poterlo fare. Il suo status sociale di neurochirurgo famoso in tutto il mondo e il suo aspetto belloccio gli avevano sempre assicurato un certo successo con le donne, giovani, mature, sposate o libere.

Svegliarsi con un’erezione e non avere nessuna al suo fianco non era da lui. L’ultima volta che gli era capitato, probabilmente andava ancora al college.

Sapeva a chi dare la colpa di tutto quel fermento, il suo corpo gli stava mandando dei chiari messaggi. E dire che era passato tanto tempo dall’ultima volta, credeva che quello fosse un capitolo chiuso della sua vita, come il lusso, le belle macchine e le serate di gala dopo i convegni medici.

Ma Wanda Maximoff era lì, sotto il suo tetto, e rappresentava a tutti gli effetti la donna che più aveva desiderato in vita sua. Dunque era questo l’amore, sognare qualcuno e non poterlo avere?

Stephen meditò sul da farsi, poteva confessarle subito ciò che provava, il coraggio e la sicurezza di sé dopotutto non gli mancavano, oppure poteva aspettare che lei stesse meglio. Wanda era visibilmente depressa e sofferente, malgrado il suo aspetto fosse luminoso e i suoi poteri sconfinati. Soffriva ancora per la scomparsa di Visione e aveva addirittura architettato una vita completamente irreale pur di stare con lui, e Strange poteva solo immaginare cosa stava provando ora che anche quel piccolo sogno era andato in fumo. Non era ancora pronta per una altra storia, per quanto un nuovo amore potesse aiutarla mettere delle pezze al suo cuore crepato.

Stephen decise di attendere dopo la chiusura del Multiverso. Se fossero riusciti a ripristinare l’ordine e a sopravvivere, allora avrebbe sparato tutte le sue cartucce. Nel frattempo doveva solo resisterle.

 

***

 

“Cosa è successo alle tue mani?”

Stephen guardò Wanda e poi abbassò lo sguardo verso il dorso delle sue mani, segnato da lunghe e profonde cicatrici.

“Incidente d’auto” liquidò sbrigativo “Mi ha compromesso tutti i nervi, non riuscivo nemmeno a scrivere il mio nome senza che le dita mi tremassero.”

Wanda lo guardò, dispiaciuta “Deve essere stato orribile.”

“Lo fu” esclamò Strange, cupo di fronte a quei terribili ricordi “Anche perché sono un neurochirurgo, la precisione millimetrica e la stabilità del mio tocco sono fondamentali per svolgere il mio lavoro.”

Wanda gli porse una mano “Fammi vedere.”

Strange la guardò, allarmato. “Che cosa?”

“Le tue mani” replicò subito lei “Fammele vedere. Magari posso curartele.”

“Non c’è modo di curarle. Posso dare loro una parvenza di stabilità con la magia, ma curare dei nervi completamente danneggiati è impossibile. Fidati, è il mio lavoro.”

Wanda si sentì irritata, quell’uomo doveva sempre fare il professore arrogante anche in momenti come quelli.

“La medicina sarà anche il tuo lavoro ma questa magia” le sue dita si illuminarono di rosso scarlatto “È mia. Ho guarito Visione da delle pugnalate ben più profonde di quei taglietti. Fammi provare.”

Stephen si guardò le mani sfregiate, dentro di lui si era appena accesa una debolissima speranza. Ma no, non doveva illudersi, solo gli stupidi si illudono. Tuttavia…

“Gradirei non me la facessi esplodere” le disse, porgendole per sicurezza solo la mano sinistra, quella meno usata. Wanda alzò gli occhi al cielo.

“Sei così simpatico che lo farei solo per farti un dispetto” gli rispose infastidita, ma prese comunque la sua mano e la mise in mezzo alle sue, che si illuminarono subito di magia. Strange fremette, ma avvertì subito la corrente densa e calda della magia di Scarlet Witch trapassargli l’epidermide come un unguento. La sensazione fu piacevolissima, un tipo di piacere misto a sollievo che non aveva mai provato in vita sua. La guardò con le labbra dischiuse, Wanda tuttavia non lo ricambiò, era concentrata su quello che stava facendo. Le sue pupille si erano addirittura tinte di rosso. Strange chiuse forte gli occhi quando sentì una corrente ancora più calda filtrare dentro la sua mano fino a che all’improvviso tutto scomparve, il calore, la magia, tutto.

“Ecco fatto” disse Wanda, i suoi occhi erano tornati normali “Dai un’occhiata.”

Stephen si guardò subito la mano sinistra e rimase sbalordito: le cicatrici erano sparite. Mosse le dita e le sollevò una per una, cosa che senza le rune non era più in grado di fare, e poi guardò la ragazza di fronte a sé. Era sbalordito.

“L’hai davvero guarita.”

“Te l’avevo detto, dottore” gli disse compiaciuta. Lui arrossì leggermente.

“Potresti… Per favore?” le disse, porgendole l’altra mano, la destra. Lei annuì pazientemente e gliela afferrò.

“Come posso sdebitarmi, Wanda?”

Lei alzò le spalle “Lascia stare.”

“Qualunque cosa, sono disposto a qualunque cosa” insistette Strange con gli occhi socchiusi “Oh” si interruppe con un sospiro, sentendo l’energia curativa “Adoro la tua magia.”

Wanda non gli rispose, continuò a spendere energia fino a che le cicatrici non furono completamente scomparse.

“Ecco” gli restituì la mano, come nuova “Puoi tornare a fare l’allegro chirurgo.”

Stephen aprì e chiuse le dita, incredulo.

“Wanda” la chiamò intensamente, lei lo guardò negli occhi. Stephen mandò al diavolo tutti i propositi di aspettare. Basta, quella situazione di incertezza non era più sostenibile. Per quanto un rifiuto sarebbe stato difficile da accettare, lui non era mai stato il tipo d’uomo che non si concedeva nemmeno una chance.

Dopotutto, lui era pur sempre il Dottor Strange.

“Wanda” ripetè, raddrizzando la schiena “Mi stavo domando, perché domani sera non usciamo a cena?”

L’espressione della strega si fece perplessa.

“A cena?” domandò infatti.

“Sì, perché no” ripeté lui, un’ondata inusuale di imbarazzo lo travolse.

“Intendi con Loki e Wong?” gli domandò allora Wanda, la sola idea di loro quattro a cena fuori le pareva una stramberia.

Strange si sentì arrossire. “In realtà io intendevo solo noi due” esclamò imbarazzato “Una serata piacevole prima della battaglia.”

Wanda aggrottò le sopracciglia nell’attimo in cui comprese. Era così lontana da certe dinamiche che non si era nemmeno accorta dei suoi sguardi. 

“Oh” sillabò infatti “Strange, mi stai… Mi stai chiedendo di uscire?”

“Sì, è così” ammise, rigido “Ti sto chiedendo di uscire. E ti posso assicurare che non sono mai stato così impacciato in vita mia.”

A Wanda venne da sorridere “Non sei impacciato. Visione era molto peggio di te.”

“Ah, bene” accennò un sorriso “Quindi? Qual è la tua risposta?”

“La mia risposta è… È no” replicò lei “Mi dispiace, Stephen, ma non credo sia una buona idea.”

Lui rimase interdetto a guardarla. Per la prima volta in vita sua, sentiva che una donna era fuori dalla sua portata ed era una sensazione incredibile, di adrenalina e frustrazione. Era tutto così nuovo per lui e non gli piaceva.

“Ah” esclamò, deluso “Ne sei davvero sicura? Possiamo passare un po' di tempo insieme, è tutto così noioso qui.”

“Strange!” gridò puntualmente la voce di Wong dal piano di sopra “Un alieno a tre teste è appena atterrato a Ottawa. Me la dai una mano?”

Lo stregone alzò gli occhi verso le scale e a Wanda venne da ridere “Noioso, vero?”

“Sì, beh, forse noioso non è l’aggettivo giusto” esclamò, infastidito “Ciò non toglie che provo un interesse molto forte per te, Wanda.”

La ragazza abbassò gli occhi “Grazie, ne sono davvero lusingata, ma, Stephen, sai bene che il mio cuore appartiene ancora a Visione.”

Stephen sospirò di frustrazione, odiava perdere. Dannazione, lui era il Dottor Strange.

“E se ci limitassimo a qualcosa di superficiale, ogni tanto?” le propose su due piedi, il suo bassoventre si scaldò al solo pensiero.

Wanda assottigliò gli occhi “Qualcosa di superficiale?”

“La mia è solo una proposta naturalmente” si corresse subito lui, vendendo la sua espressione scandalizzata “Se un giorno dovessi cambiare idea, io ci sarò per te.”

“STRANGE! È COMPARSA UN’ALTRA TESTA!” gridò di nuovo Wong “PUOI VENIRE, PER FAVORE?”

“Sempre” aggiunse, ignorando il suo compare.

“D’accordo” esclamò Wanda, imbarazzata “Lo terrò a mente.”

Lui le sorrise “Ora è meglio che io vada da Wong.”

“Sì, decisamente” annuì Wanda. Lui la guardò un’ultima volta, prima di scomparire dentro un portale circolare.

Appena se ne fu andato, Wanda si lasciò andare a un sospiro pesante e si appoggiò al muro. Si stropicciò il viso stanco e sempre voglioso di piangere con le mani e di nuovo desiderò di scomparire in una landa desolata, su un eremo remoto lontano da tutti e da tutti. Ma per una volta, non era il dolore per la scomparsa di Visione e di Pietro a trainare tutti i suoi sentimenti.

“È una mia impressione” esclamò una voce suadente alle sue spalle “O ti ha appena chiesto di venire a letto con lui?”

Wanda si voltò, Loki era di fronte a lei con un sorriso da volpe.

“Lasciami in pace, Loki” esclamò lei, stanca.

“Io non avrei mai fatto una proposta così indecente a una donna, mai” continuò il dio dell'inganno, appoggiandosi col fianco a una bacheca di cristallo “Ad Asgard, fornicare fuori dal matrimonio era punito molto severamente.”

Wanda si voltò verso di lui “E scommetto che nessuno ad Asgard lo faceva, vero?” gli chiese con tono di sfida.

Loki le sorrise “Quindi? Pensi di dargli una possibilità?”

“Una possibilità per che cosa?” sbottò lei.

“Lo sai per che cosa. È innamorato di te” le disse Loki “E l’amore è come un pugnale, fa male quando è dalla parte sbagliata.”

Wanda lo guardò con una smorfia “L’amore è come un pugnale?” ripetè lei, il calore dell’emozione montò in lei “No, Loki. La vita è come un pugnale. Fidati, lo so.”

“Se permetti lo so anche io” rispose lui “Ma non per questo ho deciso di chiudere con le persone.”

“Mi fa piacere per te” tagliò corto lei.

 

 

 

***

 

Wong e gli altri stregoni avevano iniziato a fare terrorismo psicologico prima della battaglia. La fenditura nel Multiverso stava causando continui problemi e gli ingressi di mostri, alieni e titani provenienti da altre dimensioni ormai non si contavano più. La cosa importante era evitare che gli stessi assassini di diversi universi si incontrassero, per non creare ulteriori eventi nexus di portata a dire poco apocalittica. Chissà quanti universi c’erano in cui Thanos era ancora vivo… In cui aveva vinto, magari. I Thanos, i Goblin, gli Ultron non dovevano entrare in contatto tra loro, altrimenti il Multiverso sarebbe stato spacciato.

Stephen era impegnato tutto il giorno a contenere i danni, la sua magia era visibilmente più vasta e potente di quella degli altri stregoni e faceva quasi dei miracoli. Wanda lo vedeva a stento di giorno mentre combatteva e davvero poco di sera.

Da quando c’era stato quell’imbarazzante tentativo di approccio, lui si era come eclissato e Wanda era conscia che la prossima mossa — se mai ce ne sarebbe stata una — spettava a lei.

In ogni caso, la cosa positiva era che aveva smesso di pensare a Visione e a Pietro continuamente. C’era davvero troppo daffare per fermarsi a pensare. Cataclismi, meteoriti, nemici nuovi e nemici vecchi. Erano accorsi anche gli Avengers ad aiutarli, o per lo meno ciò che era rimasto di loro. Wanda era rimasta così stupita nel vedere Sam Wilson vestito da Captain America che non si era accorta di avere un essere orribile munito di pungiglione alle sue spalle. Se non fosse stato per Stephen e la sua prontezza di riflessi, quella creatura l’avrebbe tranquillamente punta.

“Grazie” gli gridò un po' frastornata.

“Stai attenta” fu la sua gelida e concisa risposta. C’era stato un incredibile velo di imbarazzo nel suo viso.

Wanda tornò a concentrarsi e lanciò una bomba di magia in aiuto degli Avengers, che andò letteralmente a polverizzare una sorta di carro-armato. Poi guardò di nuovo dietro di sé: Strange era sparito.

 

La giornata fu massacrante, il rientro nel tempio a tarda notte altrettanto faticoso.

Wanda non riusciva più a reggersi in piedi, per cui non aveva senso continuare a combattere fino alla mattina. Loki si trascinò con lei, la sua stanchezza era acuita dal fatto che presto sarebbe giunto suo fratello Thor in loro soccorso.

“Lui ama combattere e ama Midgard.”

“Midgard sarebbe la Terra?”

“Sì” mormorò lui, reggendosi forte un braccio fratturato “Questione di giorni e verrà.”

“È un bene, no?” domandò Wanda, ricordava le prodezze di Thor nella battaglia contro l’esercito di Thanos “È un alleato molto potente.”

“Sì ma… Non è quello che mi occorre, non ora. Non dopo quello che è successo con Sylvie.”

Wanda non aveva davvero voglia di sentire le pene d’amore del suo nuovo e decisamente inaspettato amico. Aveva combattuto tutto il giorno ed era ancora in lutto, non poteva sopportarlo.

“Senti, Loki…”

“Le persone che amo alla fine mi odiano. O mi tradiscono” la interruppe Loki, troppo preso da se stesso per notare la sua esasperazione “Sylvie non si fidava di me e come darle torto? Ha ragione, nemmeno io mi fido di me stesso. Thor invece non mi ha mai amato e io ho passato tutta la mia vita a cercare di farmi notare da lui” Wanda lo guardò stranita, amato in che senso? “Ma qualunque cosa facessi non bastava, perché Thor era sempre di più e faceva sempre tutto meglio. Nostro padre lo diceva sempre, mi diceva: sii forte come Thor, sii coraggioso come Thor, giusto come Thor! Ho passato la mia intera vita a cercare di essere alla sua altezza e a sentirmi indegno.”

“Mi dispiace” mormorò Wanda, stancamente.

“E poi” continuò Loki “Quando ho scoperto di non essere davvero suo fratello ho sentito come un senso di sollievo. Non era colpa mia se ero diverso da loro. E se provavo certi sentimenti…”

“Quali sentimenti?” domandò subito lei, curiosa.

Loki abbassò lo sguardo “Lascia perdere” le disse “Ma se hai un’opportunità per essere felice, ti prego, sfruttala. Te lo chiedo per favore, non fare come faccio io.”

Wanda si fermò e guardò con aria colpita Loki zoppicare fino all’ingresso del Sanctum Sanctorum, le cui barriere magiche si aprirono giusto il tempo per farli passare.

“Allora? Non vieni?”

Wanda si disincantò “Sì, arrivo.”

 

***

 

 

Wanda non riusciva a dormire.

Le parole catastrofiche di Wong, l’attuale Stregone Supremo, circa l’imminente morte dell’universo l’agitavano.

Dunque sarebbero morti tutti? Ma che senso aveva continuare a lottare, a vivere perfino?

Un lato positivo però c’era: avrebbe smesso di soffrire.

Wanda si alzò dal letto e poggiò i piedi nudi sul pavimento di marmo, gelido. In quel momento fu come se qualcun altro avesse iniziato a camminare al posto suo. Nel buio e nel gelo di quel tempio ornato di antichissimi e innumerevoli pegni di magia, Wanda costituiva l’unica vera fonte di luce. Il suo corpo brillava di luce scarlatta, non sapeva ancora come gestire tutto quel potere, che sembrava straboccare dai margini del suo corpo. 

Passò di fronte a Levi, il Mantello della Levitazione riposto nella bacheca, e poi procedette piano verso la camera di Strange. Non sapeva di preciso perché ci stava andando o che cosa avrebbe fatto, ma sentiva che aveva bisogno di vederlo, di stringerlo, magari.

Dalle finestre il cielo aveva assunto un colore e un aspetto apocalittico: si potevano intravedere le linee del tempo tutte seghettate, segno che l’ordine nel Multiverso stava cedendo, la luce del cielo aveva un aspetto violaceo e sembrava di stare in mezzo allo spazio.

Wanda si soffermò a guardarlo: era uno spettacolo inquietante e bellissimo insieme. A un certo punto, però, vide in lontananza qualcosa di strano: un puntino luminoso stava come precipitando a una velocità vertiginosa. Sembrava quasi una meteora, una stella cadente. Wanda si allarmò subito e strinse i pugni, i quali si accesero di magia. I suoi occhi si illuminarono, il puntino ora era diventato… Un uomo.

Un uomo tutto bianco.

Wanda abbassò subito i pugni e rimase sbigottita a fissarlo. L’uomo danzò nell’aria e si presentò delicatamente davanti alla sua finestra.

“Wanda” le sorrise Visione Bianco “Ti ho trovato finalmente.”


 




Note
Sì, ho interrotto con un simpatico cliffhanger, ma giuro che ho il secondo nonché ultimo capitolo già pronto. Per rinfrescarvi la mermoria, Visione Bianco compare alla fine di WandaVision, ed è un nuovo Visione con i ricordi di quello originale.
Come vi è parsa intanto questa prima parte? Vi è piaciuta? Se avete dei suggerimenti o delle critiche riportatemi pure, ascolterò con piacere.
A presto,
Ecate

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Capitolo 2
*** II ***


 

Visione era tornato. Proprio lui, con un aspetto diverso, ma lui.

Era stata una notizia fantastica, certo.

Wanda aveva pianto di gioia e la sua magia si era talmente espansa che aveva per un attimo illuminato di rosso tutto il Sanctum Sanctorum. Loki era stato contento, Wong era stato contento, Stephen Strange invece non era stato contento. Non riusciva a esserlo. La cosa che più gli dava fastidio era questa assoluta e insopportabile perfezione che Visione sembrava avere. Visione era potentissimo, velocissimo, gentilissimo e intelligentissimo. Più alto, più muscoloso e più grosso, forse anche più bello. Tutti lo adoravano e lui era insopportabilmente modesto e disponibile con chiunque, anche con lui. Una volta gli aveva perfino salvato la vita e Strange, invece di ringraziarlo, riuscì a provare solo un’infuocata e insensata irritazione. Ancora poco e avrebbe preferito essere colpito.

Ma Stephen non era un idiota, sapeva che quella perfezione era il precipitato della sua natura puramente sintetica e meccanica. Visione non era un uomo e di conseguenza era scevro di tutti i difetti, le mancanze e i vizi che hanno gli uomini. La sua disumanità lo rendeva perfetto, il suo cervello artificiale era un sistema operativo complesso e molto preciso che raramente lo induceva in errore. Ma era comunque un sistema operativo, un robot, una cosa.

Wanda era una donna e aveva diritto a un uomo, non a una cosa. Stephen su questo era irremovibile. Forse per deformazione professionale, i suoi studi medici lo portavano ed enfatizzare certi aspetti piuttosto che altri, dato che per lui gli organismi viventi si dividevano in unicellulari e pluricellulari, il resto erano oggetti, sassi, soldi. 

Non poteva credere che Wanda lo amasse così tanto. Insomma, era ovvio che Visione era perfetto, non era umano! Non era caldo, non aveva un cuore che batteva e probabilmente non aveva nemmeno gli attributi per fare l’amore con lei.

Questa era stata una magra e breve consolazione, perché quando Stephen se lo vide arrivare nel piano nobile del tempio con un aspetto diverso, umano, rimase deluso.

“Che novità é questo aspetto da essere umano?” gli chiese malamente, senza guardarlo.

“Così posso mimetizzarmi meglio tra voi, dottore” gli rispose tranquillamente.

“Qui di uomini veri e propri ci siamo solo io e Wong, più un asgardiano. Non ne vedo la necessità.”

Visione gli sorrise “D’accordo. La verità è che l’ho fatto per Wanda, per stare con lei.”

Strange forzò un sorriso “Certo.

Al diavolo.

 

“Non trovi che Visione sia… Fastidioso?”

“Perché mai?” chiedeva giustamente Wong “Io lo trovo fantastico. Ha salvato un’intera scolaresca di bambini solo stamattina e ci sta aiutando alla grande col Multiverso.”

Strange si sentì più irritato che mai.

“Mi domando perché non abbiate scelto lui come Stregone Supremo se è così perfetto” sibilò arrabbiato.

Wong ridacchiò.

“Qui qualcuno è un po' geloso o sbaglio?” insinuò quest’ultimo, con un sorriso compiaciuto. Strange fece uno sbuffo e minimizzò con uno sventolio della mano.

“Non essere ridicolo. È a malapena un computer parlante, Wong, ci può dire le previsioni del tempo, può organizzarci l’agenda, ma certo non mi rende geloso.”

“Sai qual è il fatto, Strange?” lo pungolò Wong, divertito “Hai trovato qualcuno migliore di te e la cosa ti non sta bene.”

“Migliore di me. Basta che gli tolgo il cavo della corrente e il gioco è fatto” esagerò, bisbetico “E comunque il Multiverso sta per crollare e se ora Scarlet Witch è distratta da quel cellulare gigante, è un problema anche nostro.”

“Ha qualcosa contro di me, Dottor Strange?” domandò pacatamente Visione Bianco, comparendo alle loro spalle. Non toccava terra e guardava prima uno e poi l’altro con aria risoluta.

“No, Visione, nessun problema” rispose Wong per lui “Stavamo solo esprimendo preoccupazione per l'imminente battaglia.”

Visione annuì. “La preoccupazione è comprensibile. Ma comunque andrà, sarà un onore per me combattere al vostro fianco.”

“Altrettanto per noi” concordò Wong “Vero, Stephen?”

“Ma certo” esclamò Strange con un sorriso tirato, che non sfuggì a Visione.

 

 

***

 



“Wanda.”

La donna si voltò verso Visione con un sorriso raggiante.

“Credo che il Dottor Strange ce l’abbia con me.”

Wanda ridacchiò. “No, non farci caso” gli disse dolcemente, mettendogli le mani sopra le spalle “Essere indisponente fa parte del suo carattere.”

“Mi ha chiamato cellulare gigante e sono abbastanza sicuro che abbia detto qualcosa a proposito delle previsioni del tempo.”

“Cosa?” esclamò, divertita “Vis, non devi ascoltarlo. Te l’ho detto, è così lui di carattere. Anzi, vado a dirgliene quattro.”

“No” la fermò subito “Non voglio che litighi con lo Stregone per colpa mia.”

“Io e Strange non litighiamo” lo rassicurò Wanda “Al limite ci scagliamo solo qualche maledizione, ma poi siamo amici come prima.”

“Ma…”

“Torno subito” lo baciò in bocca e poi gli sorrise “Sono ancora così incredula che tu sia qui. Ho quasi paura di svegliarmi.”

Visione bianco le sorrise “Non è un sogno, io sono qui.”

“E io ti amo” gli dichiarò dolcemente Wanda, poi uscì dalla loro camera e andò in cerca di quel burbero del suo amico.

Per quanto dall’esterno potesse sembrare solo un palazzo dall’aspetto originale, il Sanctum Sanctorum dentro era molto di più. Era enorme, al punto che trovare Strange si rivelò un’impresa alquanto ardua. Wanda non voleva utilizzare i propri esausti poteri, ma dopo mezz’ora di ricerche si sentì costretta a farlo: lanciò un incantesimo in quel tempio, dando luce a tutte le generazioni di rune dorate che i predecessori di Strange avevano posto secoli e secoli fa. La magia di Wanda si espanse e uscì oltre quella sola stanza, raggiunse le scale fino a che non colpì il diretto interessato.

“Questo luogo è sacro!” Strange comparve direttamente da un portale “Come ti permetti di usare la tua magia qui dentro?”

“Avevo bisogno di parlare con te e non ti trovavo da nessuna parte” si giustificò Wanda.

“Ero impegnato, sai, il mondo è sotto attacco” tagliò corto Stephen.

“No, non eri impegnato” esclamò Wanda, seria “Perché hai detto a Vis quelle cose?”

“Non ho detto niente a Vis” la provocò Strange con una smorfia. Wanda si mise le mani sui fianchi, era notte e aveva passato l’intera giornata a combattere, non aveva voglia di combattere verbalmente con Strange e per di più per delle sciocchezze.

“Ma perché non ti rassegni e basta?” gli disse schietta, senza timore di ferirlo.

Lui la guardò male “Rassegnarmi non fa parte del mio carattere.”

“Devi” gli disse severamente Wanda “Io lo amo, Stephen. Lo devi accettare.”

“No, non è vero.”

Wanda lo guardò con gli occhi sgranati, quell’uomo era incredibile. “Saprò io quello che provo o hai il coraggio di presumere i miei sentimenti?”

“Tu ti imponi di amare lui perché è più semplice, ma il problema è che non è vero, non può essere vero. Noi due siamo uguali, Wanda, guardaci!” esclamò convinto “Siamo fatti per stare insieme!”

“No” gli disse duramente lei “Non siamo uguali, Stephen. Io non sono come te.”

“E cosa vorresti dire con questo?”

“Voglio dire che io non sono una stronza che tratta tutti con sufficienza solo perché si sente più potente di loro.”

Lui fece un’espressione ferita “Io… Io non tratto nessuno con sufficienza.”

“Tu tratti tutti con sufficienza! Tratti male Wong, tratti male Loki e ora hai addirittura parlato male di Visione, che è l’essere più giusto e corretto che sia mai esistito.”

“Ma il punto è che non è un essere, è un sintezoide!” sbottò esacerbato, senza riuscire più a trattenersi "Un ammasso senziente di fili elettrici che potrebbe essere ripristinato in un frigorifero senza che nemmeno se ne accorga!”

Wanda a quel punto lo colpì così forte e così velocemente che Strange non ebbe nemmeno il tempo di difendersi. Finì di schiena contro un’armatura millenaria e nell’urto anche un dipinto gli cadde addosso.

“Non osare mai più parlare di Visione in questo modo” lo minacciò Wanda, incollerita, mentre la sua magia vorticava pericolosamente intorno a loro “Lui è molto più umano di te. È chiaro?”

Wong e Loki accorsero subito, ma Wanda con un colpo li atterrò entrambi.

“È chiaro?” insistette rivolta a Strange.

“È chiaro” disse quest’ultimo, serio. Wanda tornò a terra e risucchiò dentro di sé i suoi poteri cosmici.

“Lo spero” lo avvertì, guardandolo con rabbia.

Stephen si alzò faticosamente, la schiena gli faceva così male che a stento riusciva a stare dritto. Si impose delle ennesime rune curative e poi sistemò la confusione che l’urto aveva procurato. Loki fu il primo ad alzarsi.

“Ora capisco perché Wong non voleva coinvolgerla…” esclamò dolorante “Che diavolo le è preso?”

“Niente. Colpa mia” tagliò corto lo stregone, passando attraverso un portale.

 

 

 

***

 

 

Vedere Wanda e Visione sempre insieme era come vedere la gelosia prendere forma in un’immagine. Strange aveva iniziato orgogliosamente a ignorarli.

Per assurdo, salutava e rivolgeva la parola a Visione più spesso che a Wanda. Visione era dannatamente gentile. Era cortese e umile, il contrario di lui.

Strange ebbe la netta sensazione che il mondo lo stesse punendo per la vita dissoluta ed egoista che aveva trascorso fino a pochi anni fa. Non era stato l’incidente la punizione che gli aveva inflitto il karma, era questo. Questo era peggio. Vedere Wanda, sentirla vicino e non poterla avere in nessun senso: quello sì che era un incubo.

Ma la sua sicurezza gli impediva di arrendersi. Lei dopotutto era stata sul punto di venire da lui. Stephen l’aveva sentita quella notte, poco prima che Visione arrivasse, aveva sentito i suoi passi leggeri accompagnati da quel potentissimo flusso di magia che la contraddistingueva.

Lei si era alzata dal letto per raggiungerlo.

Lei provava qualcosa.

Negli intervalli di tempo tra una battaglia e l’altra, Stephen vedeva che andava spesso nella millenaria biblioteca del tempio. Con lei c’era quasi sempre Visione, ma quella volta, si rese conto che era sola.

Entrò anche lui e la vide volteggiare in alto, seduta a gambe incrociate come se fosse sul pavimento e non in mezzo all’aria.

“Cerchi qualcosa?”

La strega si voltò di scatto verso di lui e Strange ebbe la netta impressione che aveva alzato gli occhi al cielo. La vide scendere con grazia.

“Perdonami, stavo solo cercando un libro di magia” gli rese noto, spiccia.

“Ce ne sono migliaia qui…”

A Stephen non sfuggì che Wanda evitava il suo sguardo.

“Sì, beh, grazie” esclamò lei “Ne stavo cercando uno in particolare.”

“Quale?”

“Non è importante, lascia stare” fece per andarsene, ma lui la fermò per un braccio. I suoi occhi azzurri la incatenarono a sé e Wanda per un attimo sentì le ginocchia rammollirsi

“Abbiamo avuto delle divergenze, ma ciò non significa che non dobbiamo nemmeno rivolgerci la parola” le disse, Wanda lo guardò incredula. Era lui che non le rivolgeva la parola. “Per favore.”

“Il fatto è che sento le loro voci, di Billy e Tommy intendo, i miei… i miei bambini” balbettò a fatica “Ho paura che stiano soffrendo da qualche parte nel Multiverso e… Non sono così certa di volerlo chiudere, Stephen.”

Wanda era pronta a ricevere una rispostaccia o un brusco rimprovero, ma con sua somma sorpresa, l’ex Stregone Supremo la guardò con dolcezza.

“Credo di capire quello che provi, ma devi pensare che loro non sono soli” la rassicurò gentilmente “Se i gemelli esistono, vuol dire che esisti anche tu e che sei insieme a loro.”

A Wanda si lucidarono gli occhi “E se fossi morta in quell’universo? Se fossi bloccata da qualche parte, se loro fossero…”

“Wanda” la interruppe, prima che lei potesse scoppiare a piangere “Sei la strega più potente che sia mai esistita, più potente di me addirittura” la fece sorridere “È impossibile che tu sia morta o bloccata da qualche parte, fidati di me.”

Wanda si specchiò nei suoi begli occhi, Stephen le guardò le labbra. Si chinò per baciarla, ma Visione bianco entrò attraversando il muro.

“Wanda? Sei qui?” la chiamò, costei subito si allontanò da Strange “Oh, Dottor Strange” continuò Visione, stupito, guardando prima uno e poi l’altra “Anche lei qui?”

“Sì, io…”

“Stavo cercando un libro” disse subito Wanda “Strange mi stava dando una mano.”

“Certo. L’hai trovato?” le chiese Visione, calmo.

“Sì, l’ho trovato, caro” mentì, andando da lui “Tutto a posto.”
 

 

***

 

 

 

Il giorno della battaglia finale finalmente giunse.

Wanda e Stephen combatterono insieme, i dissapori di fronte a quell’imminente catastrofe erano stati inevitabilmente messi da parte.

Grazie alle rune magiche di Strange e Wong, le risultò più facile riparare le linee del tempo andate distrutte. E la cosa più sbalorditiva fu che c’erano altri Strange e altri Wong di altre dimensioni pronti a collaborare con loro. C’era perfino l’Antico, ancora vivo in un altro universo. C’erano altri maghi e streghe, altri guardiani, fu un lavoro di squadra a favore della cosa più cara che avevano, ovvero la vita. 

Alla fine ebbero vinto, ma era comunque successa una mezza apocalisse: mescolanze tra persone di altri universi, i fatti di un universo erano entrati in collisione con i fatti di un altro, e la magia di Wanda si era praticamente esaurita nel tentativo di dare un fermo a quell’enorme caos che aveva causato l’Osservatore, o presunto tale. Wanda ne era uscita stremata, privata totalmente di ogni energia, e Visione l’aveva afferrata al volo prima che cadesse da chilometri d’altezza dal cielo. Era svenuta, sembrava quasi una pianta disseccata da ogni energia.

“Aiutatemi” gridò Visione, appoggiandola a terra “Le sue funzioni vitali si stanno abbassando.”

“Fammi passare” lo spintonò Strange, abbassandosi subito su di lei.

“Dobbiamo portarla in ospedale” esclamò Visione Bianco, pieno di angoscia.

“Sono io l’ospedale” gli rispose l’altro, pungente “Sarò anche lo Stregone Supremo ma resto comunque un dottore.”

“E corregge tutti quelli che lo chiamano signore” intervenne Loki. Strange lo ignorò.

“Ha un arresto respiratorio” decretò rapidamente Strange, piegandosi su di lei per praticarle la respirazione bocca a bocca.

Visione rimase in disparte a osservare la scena, si sentiva impotente come mai gli era capitato in vita sua. Lui non aveva fiato da darle, dopotutto.

“Mi serve subito una siringa di epinefrina” esclamò ancora Strange, concentrato. Visione si rianimò bruscamente.

“Epinefrina” ripetè “Vado subito a prendergliela, dottore.”

“Non ti disturbare. Wong?”

“Sto cercando!” gridò il monaco da dentro un portale circolare. Visione capì che Wong aveva aperto un portale proprio all’interno del più grande ospedale di New York e che stava già cercando la siringa giusta.

“Eccomi. È forse questa?”

“No, idiota, questa non è epinefrina!” tuonò Strange, andando verso il portale di persona “Dannazione, dov’è Christine quando mi serve!”

“Scusa tanto se sono umile monaco guerriero di Kamar-Taj e non un’infermiera!” si ribellò Wong.

Ma Stephen non lo ascoltò nemmeno, entrò nella cabina dell’ospedale, frugò senza tanti complimenti tra le fiale e prese finalmente quella utile. Come fece l’iniezione a Wanda, la ragazza si svegliò di soprassalto e iniziò a tossire. La prima persona che vide fu proprio Stephen Strange, che le sorrise.

“Wanda.”

“Ce l’abbiamo… Ce l’abbiamo fatta? È chiuso?” gli chiese lei, ancora scossa e confusa. Il sorriso dell’uomo si allargò.

“Sì. Ce l’abbiamo fatta.”

Lei sorrise, ma la felicità venne subito adombrata da uno sguardo preoccupato. “Dov’è Visione!?” esclamò allarmata, pronta come sempre al peggio.

“Sono qui” la rassicurò Visione, chinandosi al suo fianco “Sono qui.”

Wanda gli mise le braccia al collo e lo abbracciò forte. Stephen si sentì di troppo: decise di alzarsi e allontanarsi, non senza ricevere una pacca sulla schiena da parte di Wong.

Tra le braccia di Visione, Wanda lo vide andarsene. 

Le aveva salvato la vita e non aveva potuto nemmeno dirgli grazie…

 

 

 

***


 

Wanda e Visione erano andati a vivere insieme.

Wanda ora possedeva tutto ciò che aveva sempre sognato, o meglio, quasi tutto. Mancava Pietro,  la cui assenza era sempre incolmabile, e aveva realizzato una cosa molto importante: Vis non poteva avere figli. I gemelli che aveva sempre sognato purtroppo non erano destinati a nascere, eppure Wanda aveva sentito le loro voci chiamarla, aveva visto il loro viso, il loro sorriso… Le erano parsi così reali, così veri! Possibile che fossero stati solo frutto della sua immaginazione?

Anche Visione Bianco, per quanto avesse conservato tutti i ricordi del loro passato, non era il suo Visione. Era lui, ma al tempo stesso era diverso, più freddo, come se avesse un range di emozioni più ristretto. Guardava la televisione e non c’era niente che sembrava stupirlo, divertirlo o rattristarlo. Il suo Visione invece quando guardava la televisione le faceva sempre molte domande, rideva ed empatizzava con i personaggi meglio di un essere umano. Erano piccole cose, che Wanda tuttavia notava con nitore.

Ma a parte questo era felice, più o meno.

“Sono felice” diceva Wanda davanti allo specchio “Sì, va tutto bene, tutto bene.”

“A me non sembra che tu sia felice” le rispose Loki dal riflesso “La felicità ha un altro volto.”

“Ci devo fare l’abitudine. Il fatto è che Vis mi sembra diverso.”

Loki annuì e convenne con lei “Sì, prima era rosso, adesso è bianco. Proprio come le automobili di Tony Stark.”

Wanda lo guardò malissimo.

“Dai, scherzavo!” sorrise Loki “Non si può scherzare, qui?”

“Sì. Ma se paragoni di nuovo Visione a una macchina, io giuro che ti faccio pentire di essere nato.”

Questo lo fece ridacchiare. “D’accordo, scusami. Niente più battute sulle macchine” le garantì con dolcezza.

“Il fatto è che sento come se si fosse innalzata una barriera tra di noi” continuò Wanda, che aveva bisogno di sfogarsi “Non so dirti perché, però… Lui è diverso.”

Loki bevve un sorso di tè e ci pensò su “Sicura che sia solo per quello?” le chiese, insinuante.

“Che vuoi dire?” gli domandò Wanda.

“Non è che c’è un altro a cui stai pensando? Un altro con una collana a forma di occhio, magari?”

Wanda si irrigidì subito e scosse vigorosamente la testa “No. No, non è quello, no. So che Strange prova… O quanto meno, provava qualcosa per me, però lui non è il mio tipo. È un bell’uomo, è intelligente e tutto il resto, però no.”

Loki la guardò con gli occhi assottigliati e l’aria sospettosa. Wanda arrossì.

“Ho detto di no!” insistette, accigliata “Smettila di guardarmi così!”

Lui ridacchiò “Stai tranquilla. So quello che provi. Prima di conoscere Sylvie, anche io ero innamorato di una persona decisamente sbagliata.”

Thor. Figurarsi, a fine battaglia l’abbraccio che si erano scambiati le era parso tutto tranne che fraterno.

“Un nemico?” chiese Wanda, fingendo di non sapere.

“No, peggio” le rivelò Loki, abbassando lo sguardo “Ma il punto è che non ci ho mai provato perché mi ripetevo sempre che era sbagliato, che non avevo chance, che io e lui… Cioè, lei, non eravamo fatti per stare insieme, e ora a furia di farmi problemi, quell’occasione non l’ho più.”

“Si è sposato?” gli chiese Wanda, dispiaciuta.

“No, però… Dopo i fatti di New York, dubito che mi rivolgerà ancora la parola.”

“Mi dispiace.”

“Non fare l’errore che ho fatto io, Wanda” terminò il dio, con un occhiolino “Se ti piace il vecchio fattucchiere, va’ da lui. Sei ancora in tempo.”

L’atmosfera si stava facendo grave, Wanda tirò su col naso.

“Ora devo tornare a letto” disse lei, guardando l’ora “Non vorrei che Vis si svegliasse…”

“Certo.”

“Buonanotte” lo salutò Wanda, stringendosi nella vestaglia.

“A te” disse lui, scomparendo dallo specchio.

Se le avessero detto che nella sua casa dei sogni con Visione avrebbe intrattenuto delle conversazioni notturne con Loki, Wanda non ci avrebbe creduto.

Perché la natura umana è così ingrata? Perché l’uomo tende a essere insoddisfatto? Aveva Visione e ora voleva lo strego… No, non doveva nemmeno pensarlo.

Quando tornò in camera da letto, Wanda trovò Visione sveglio e intento a osservarla.

“Con chi parlavi?”

“Non stavo parlando, sono scesa un attimo in cucina.”

“Wanda” la chiamò, dispiaciuto “C’è forse qualcosa che desideri dirmi?”

Lei lo guardò brevemente, aveva dentro un disagio che doveva esternare per la sua salute mentale e per quella della sua relazione. Parlare era sempre la scelta migliore.

“No” mentì tuttavia, con un sorriso forzato “Va tutto bene.”

Visione si fece perplesso “Sei sicura?”

“Sì, certo.” esclamò, sdraiandosi sul materasso “Sono sicura.” 

E in quel momento le parve di sentire la voce di Strange sussurrarle Codarda all’orecchio.

 

Visione non era umano, ma aveva un udito e una vista ben più sensibili e sviluppati di quelli di un normale essere umano. Non era la prima volta che sentiva Wanda parlare con Loki in piena notte, chiusa nel bagno come se fosse una adolescente.

Le aveva chiesto se c’era qualcosa che non andava, ma lei gli aveva mentito. Che bizzarro modo di comportarsi, perché non dire direttamente la verità? Che cosa temeva? Gli umani andavano al di là della sua comprensione.

Era evidente perfino a lui che qualcosa non andava. Wanda non era serena.

“Non sei felice qui.”

“Sì, che sono felice, Vis” gli sorrise lei, di fronte al caffè “Perché pensi questo?”

“Perché vai tutte le notti in bagno a parlare con Loki di Stephen Strange.”

Wanda si sentì mancare la terra sotto i piedi. “Io e Stephen ne abbiamo passate tante” minimizzò, prendendo tempo “Ciò che è accaduto col Multiverso è stato traumatico, devi pensare che noi siamo esseri umani e Stephen ha visto il se stesso di un altro universo, ha parlato con il se stesso di un altro universo, non è facile per noi accettare cose del genere.”

“E io non posso capire quello provate, non è vero?” le chiese Visione, pacato “Non sono un essere umano, dopotutto.”

“Vis, non ho detto questo.”

“Ma lo hai pensato, Wanda. Lo pensi sempre” le disse lui, dispiaciuto “Non sarò un essere umano, ma ho la presunzione di comprendere certe cose e mi rendo conto che c’è tanto che non posso darti.”

“Mi dai già tantissimo, più di quanto immagini.”

Ma Visione scosse la testa “Il fatto che tu mi abbia sempre trattato come se fossi uno di voi, è sempre stato motivo di gioia e onore per me, e non so come ringraziarti. Ma bisogna guardare in faccia la realtà, io non sono uno di voi.”

A Wanda luccicarono gli occhi per le lacrime “No, perché sei meglio. Sei molto meglio.”

“Wanda, quando eri stesa su quel pavimento e stavi per morire, io mi sono sentito impotente e inutile. Non potevo darti il fiato perché non ce l’ho. Non posso nemmeno darti dei figli, o invecchiare insieme con te…”

“Ma possiamo comunque essere felici” gli disse lei, prendendogli le mani “Se stiamo insieme, tutto si risolverà.”

“Ma tu non hai il volto di una persona felice” le fece notare Visione, accarezzandole una guancia “Hai passato tutta la tua vita a sacrificarti per gli altri” le disse dolcemente “Non farlo anche per me.”

“Non è un sacrificio, è amore” ribatté lei.

“Ed è proprio perché ti amo che ti sto pregando di non farlo.”

Wanda sgranò gli occhi e lo guardò basita. “Vis, mi stai lasciando?”

Lui non rispose, abbassò solo sguardo. Uno sguardo che valeva più di mille parole e Wanda rimase incredula a fissarlo. Cercò di ragionare, doveva ragionare.

“Se è per i bambini, posso farli io da sola, con la mia magia” esclamò angosciata “Non mi ci vuole niente.”

“Lascia la partenogenesi agli insetti” le rispose lui, senza crudeltà o asprezza. Ma Wanda rimase comunque colpita, e non in senso positivo. 

 

 

***

 

 

 

Il sole era alto, splendeva nel cielo terso e azzurro come uno zaffiro.

Questa volta Wanda aveva optato per un luogo freddo, dove poteva scorgere l’aurora boreale e confortarsi della sua magnifica e aulica presenza.

Il pianeta e le persone si stavano ancora riprendendo dai molteplici danni che la frattura nel Multiverso aveva causato. A conti fatti, Thanos aveva portato meno guai di quel pazzo furioso che aveva la presunzione di controllare il tempo e tutto ciò che lo concerne.

Ma la cosa importante era che l’equilibrio tra gli universi era stato ripristinato e le persone erano fuori pericolo. Il suo personale equilibrio, tuttavia, continuava a essere un miraggio: Wanda era tornata al punto di partenza, esattamente dove aveva iniziato. Da sola, lontano da tutti e da tutto… Iniziò a pensare che quello alla fine era il suo destino.

Tornò dentro la baita, alla ricerca dell’unico libro che si era portata con sé. Un libro maledetto, di cui - fortunatamente - esisteva una sola copia al mondo. Un libro che non era nemmeno presente nella fornitissima e antichissima biblioteca del Sanctum Sanctorum. Un libro che ora Wanda non trovava più. Era certa di averlo appoggiato sopra l’unico tavolo presente nel soggiorno, dove poteva essere finito?

Wanda iniziò a guardarsi intorno, molto allarmata. Se glielo avevano rubato…

“Cerchi qualcosa?”

Wanda si voltò immediatamente e fece un sorriso amaro. Ovvio. Avrebbe potuto nascondersi da tutto e da tutti, cambiare pianeta, cacciarsi nei più ripidi e profondi abissi oceanici, ma lui l’avrebbe comunque trovata.

Stephen Strange aveva in mano il Darkhold, il famigerato libro dei dannati, e la guardava con aria benevola.

“Ti dai alla magia nera, ora?” le chiese, accennando al grimorio “Lo sai che potrei esiliarti oltre i confini del mondo per questo?”

“C’è un intero capitolo su di me in quel libro” si giustificò lei, facendo un passo verso di lui “Non potevo esimermi.”

“Comprensibile” le resse il gioco “E cos’altro hai letto di interessante?”

Wanda fece finta di pensarci “C’è un paragrafo che spiega nel dettaglio come uccidere lo Stregone Supremo e non farlo più tornare.”

“Povero Wong” scherzò Stephen “Come mai tanta cattiveria nei suoi confronti?”

Wanda sorrise e lo guardò negli occhi “Perché sei qui, Stephen?”

“Potrei fare la stessa domanda a te. Dov’è Visione?” le chiese, guardandosi intorno.

“Ci siamo lasciati” disse, e Strange sgranò gli occhi “Lo so” continuò Wanda, imbarazzata “Sono una ragazzina viziata che non è mai contenta di quello che ha, vero?”

“Se devo essere sincero, stavo pensando a tutt'altro” le rispose lui “Vuoi sapere a cosa?”

Wanda lo guardò, finse di avere un’aria interrogativa ma dentro di lei sapeva già cosa aspettarsi.

“Stavo pensando che ho fatto davvero bene a chiudere definitivamente con Christine.”

Lo sguardo vellutato che le rivolse le fece venire le farfalle nello stomaco, ma la ragazza cercò comunque di mantenersi lucida e razionale. Doveva mantenersi razionale.

“Stephen, ascolta…”

Ma il suddetto scosse la testa e le porse direttamente il libro di magia. Wanda lo prese e lo guardò.

“La mia porta sarà sempre aperta per te, lo sai, vero?”

Wanda guardò la copertina intrisa di magia e annuì.

“Stai attenta con quello…”

“L’ho già letto tutto” minimizzò lei.

“Lo so” le sorrise lui “Anche io.”

“Io l’ho letto due volte” replicò allora Wanda.

Io tre.

Wanda alzò gli occhi al cielo, Strange era sempre il solito. 

E lei lo adorava.

“Strange, idiota” lo chiamò, lui si voltò verso di lei “Ti va un tè?"

 

Il tè alla fine si freddò.

 

Il corpo di Stephen era caldo e il suo petto normalmente pallido era a chiazze per le forti emozioni. Wanda glielo toccò, il suo cuore batteva così veloce che sembrava sul punto di scoppiare.

A ogni spinta il suo addome strofinava contro il suo e le sensazioni erano così prorompenti che Wanda stringeva le cosce intorno al suo bacino per cercare di alleviarle e accentuarle al tempo stesso. Ci fu uno spasmo spaventosamente piacevole, Wanda non avrebbe saputo dire se da parte di chi.

“Stupendo” le ansimò sulla tempia “Sei meravigliosa, meravigliosa.”

Strange sembrava fuori di sé. Visione non era mai stato così. 

A Wanda venne improvvisamente il dubbio che Visione in realtà non avesse mai sentito niente. Aveva fatto l’amore con lei solo per farle un piacere, nel senso puramente letterale del termine.

Come poteva saperlo?

“La mia amigdala è artificiale.”

“Wanda!” la reclamò Stephen “Sei con me?”

“Sono con te” gli rispose lei, stringendogli i fianchi. Le sue dita si incendiarono di rosso. “Spingi di più.”

Lui obbedì immediatamente e un ansito di goduria gli sfuggì dalle labbra. Anche il piacere di Wanda iniziò a diventare insostenibile.

Wanda chiuse gli occhi e in quell’attimo vide il volto di Visione fissarla incuriosito.

“Dimmi tu quando devo smettere.”

"Smettila di pensare a lui!” le ordinò Strange tra i denti.

“Non sto pensando a lui.”

“Bugiarda. Questa è l’ultima volta.” ringhiò lo stregone, sollevandole le cosce e restando fermo dentro di lei “Ricordalo, perché è l’ultima che mi avrai.”

Dal corpo di Wanda uscì una potente onda di magia, Strange si ritrovò con la schiena sul letto, lei sopra di lui.

“Sta zitto” gli intimò, iniziando a dondolarsi sopra di lui con foga “Devi stare zitto.”

Ma lui invece di stare zitto si lasciò andare a un altro forte gemito. Le afferrò avidamente i fianchi e sprofondò il viso tra i suoi seni. Wanda lo sentì irrigidire all’improvviso sotto di sé e poi sciogliersi completamente, crollare, mentre il suo orgasmo scoppiava dentro di lei.

Rimase stupita nel vederlo così esposto e fragile, steso sul materasso come se fosse appena stato atterrato in battaglia.

Stephen sospirò un paio di volte e poi la guardò, assottigliò lo sguardo.

“Allora?” gli chiese lei in tono sfida “È l’ultima volta che ti avrò?”

“Scherzavo” deglutì.

 



Un anno dopo...
 


 

C’era un bellissimo quadro nella nuova camera di Wanda. Ritraeva Visione Bianco davanti al quartier generale degli Avengers, con Spiderman alla sua sinistra che faceva il pollice in sù alla fotocamera e Thor sorridente con Loki alla sua destra. Poco più in là, c’erano Hawkeye, Sam Wilson e Bucky, tutti fieri e sorridenti. Wanda sorrise di fronte a questa nuova stagione degli Avengers, chi l’avrebbe detto che il nuovo Iron Man si sarebbe rivelato niente meno che Visione? 

Ma poi, al piano di sotto, un ringhio di protesta la fece trasalire. Wong per un pelo non aveva dato una testata contro una teiera fumante, che stava fluttuando come se niente fosse per il Sanctum Sanctorum.

“Wanda!” gridò arrabbiato.

“Colpa mia!” gli rispose lei, affacciandosi in vestaglia dal corrimano delle scale “Scusami.”

“Questo è il Sanctum Sanctorum, non è casa tua!” tuonò il monaco dal piano di sotto, indignato “Non puoi far volare le cose come ti pare!”

“Giusto, sì, hai ragione” concordò lei, affranta, presentandosi a piedi nudi a prendere di persona la teiera volante “Perdonami.”

Wong alzò gli occhi al cielo e scosse la testa. Il povero monaco stava iniziando a sentire la mancanza di Peter Parker e della sua allegra brigata di adolescenti, il che era tutto dire.

“E comunque la colazione è servita giù, se volete venire…” terminò immusonito.

“Grazie, Wong, arriviamo” lo ringraziò Wanda, per poi tornare in camera da letto e chiudere piano la porta. Fece un bel respiro e andò verso il bagno.

“Ti ha sgridato?” le chiese bonariamente Stephen, di fronte allo specchio. Il mantello Levi volò come sempre sulle sue spalle.

“Un pochino… Ma credo si stia abituando” rispose lei.

“Cerca di capirlo” le disse, guardandola dallo specchio “Lui non ha la fortuna che ho io.”

“E che fortuna hai tu?” lo interrogò Wanda, facendolo sorridere.

“Beh, sto con una ragazza bellissima, che è anche la strega più unica e potente che sia mai esistita” disse, guardandola con orgoglio “Modestamente, non è da tutti.”

“Vorrei tanto lasciarti quando fai così.”

Lui sorrise e uscì dal bagno per raggiungerla. Le pose una mano sul ventre gravido.

“Sono due gemelli, lo sai, vero?”

Wanda gli sorrise raggiante.

“Non c’entri qualcosa tu, vero?” le chiese lui, insospettito.

“Io? Non sono mica un insetto che può riprodursi per pargenogenesi…” gli rispose innocentemente.

Partenogenesi” la corresse, baciandola sulla guancia “Ma se credi che acconsentirò a chiamare i miei figli Billy e Tommy, hai sbagliato di grosso.”

“Preferisci William e Thomas?”

Strange ci pensò su “Già più accettabili, sì. Possiamo ragionarci sopra…”

Quel "possiamo ragionarci sopra" era il suo modo antipatico e tipicamente suo di dire di sì.

“Che dici” la baciò sul collo “Se ci prendiamo…” le sue labbra salirono sulla sua guancia “Cinque minuti per noi, Scarlet Witch?”

Wanda chiuse gli occhi “Wong ci ha preparato la colazione.”

“Wong può aspettare cinque minuti…”

Lei ridacchiò “Non saranno mai cinque minuti, Stephen.”

“Credo che dovremo abituarci a cinque minuti dopo che saranno nati i gemelli” le disse, logico come sempre "Oppure possiamo alterare il continuum spazio temporale un'altra volta, come preferisci tu" esclamò, facendola ridere. 

 

Che volto ha la felicità?

Che cosa si prova a essere felici? È forse la pace dei sensi, il raggiungimento di tutti gli obiettivi personali, la soddisfazione di ogni impulso?

O forse è la certezza di essere nel posto giusto, al momento giusto, con la persona giusta?

Wanda non lo sapeva con certezza ma, in quel momento, si sentiva felice.

 

 

 


 

Note 

Mi dispiace molto per Visione (anche se è felice, è nel quartier generale degli Avengers e se la passa bene) ma qui Strange vince a mani basse <3 
Avrei tanto da dire, per cominciare il Darkhold che, se non vi ricordate, è il libro di magia nera di Agatha Harkness, quello che sfoglia Wanda nei post credit di WandaVision, ed era il libro che qui Wanda sperava di trovare nella biblioteca del Sanctum Sanctorum. E il fatto che Wanda abbia concepito da sola i gemelli con la sua magia è una cosa canon, dato che Visione per ovvi motivi non può avere figli. Questa cosa non mi piaceva molto, e infatti ho amato cambiarla in questo modo.
Niente, spero che questa storia vi sia piaciuta! A presto <3 

 

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