Amore antico

di Luz_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Solo questo ci mancava! ***
Capitolo 2: *** Inizio... ***
Capitolo 3: *** Ed ecco un'altra figuraccia..! ***
Capitolo 4: *** Sempre più cotta....e imbarazzata! ***
Capitolo 5: *** Una strana sensazione.. ***
Capitolo 6: *** Scappai via... ***
Capitolo 7: *** Festa ***
Capitolo 8: *** Voglio seguire il mio istinto.. ***
Capitolo 9: *** 9° capitolo ***
Capitolo 10: *** 10° capitolo ***
Capitolo 11: *** 11° capitolo ***
Capitolo 12: *** 12° capitolo ***
Capitolo 13: *** 13° capitolo ***
Capitolo 14: *** 14 capitolo ***
Capitolo 15: *** 15° capitolo ***
Capitolo 16: *** 16° capitolo ***
Capitolo 17: *** 17° capitolo ***
Capitolo 18: *** 18° capitolo ***
Capitolo 19: *** 19° capitolo ***
Capitolo 20: *** 20° capitolo ***
Capitolo 21: *** 21° capitolo ***
Capitolo 22: *** 22°capitolo ***



Capitolo 1
*** Solo questo ci mancava! ***


Salve a tutte!Ho pensato di postare anche qui questa mia ff, che ho postato un pò di tempo fa in un forum in cui sono iscritta e dove è piaciuta molto...spero che sia gradita anche da voi lettrici...bè, non resta che dirvi: Buona lettura!!!

 

1° capitolo: Solo questa ci mancava!


"Ehi di che spettegolate???Solite schifezze da femminucce eh???"
"VATTENE ROB!!!NON SAI LEGGERE???C'è SCRITTO "VIETATO ENTRARE" SU QUESTA PORTA!"urlò Giulia inviperita.
"Si, si, calmati!Vado! Ciao ragazze!" e quella visione sparì dai miei occhi.
"Lu, ti sei incantata?" mi disse Fede, scuotendomi.
"No, Lu, ancora! Ma come fa a piacerti quel brutto impiccione, barbone, puzzolente di mio fratelloo!!!???" mi gridò Giulia, incredula.
"Ehi Giu, mica mi piace! Però è un bel ragazzo!E poi ormai mi è passata!" dissi difendendomi.
"Se,se..ti brillano gli occhi ogni volta che entra!" mormorò Enrica.
"Anche tu!!!"
Le mie amiche erano impossibili, quando si convincevano di qualcosa, era impossibile smuoverle dalla loro opinione.
Ci chiamavamo FLEG, Federica, Lucia, Enrica e Giulia.
Amiche per la pelle da anni...diverse l'una dalla l'altra, ma ognuna con una caratteristica che combaciava con quella delle altre.
C'era Giulia o Giulls, la Vip del gruppo: bella, magra, con migliaia di ragazzi che cadevano ai suoi piedi, ma senza ricevere la sua considerazione. Lei che aveva come fratello il fantastico ( per me) Robert Pattinson.
Poi c'era Enrica, soprannominata la "fuori di testa": estroversa, non si vergognava mai di nulla, quella che si faceva notare subito.
Poi Federica o per noi Fi: magra, minuta, fidanzata con Lorenzo, un ragazzo a cui andava dietro dalla seconda media e con cui finalmente si era fidanzata dopo alcuni anni di estenuanti preliminari.
Infine io, Lucia: stramaledettamente timida e introversa..la consigliera e l'opinionista del Fleg e completamente cotta del fratello di Giulia, Robert o Rob, come si faceva chiamare lui.
Questo amore per lui iniziò da quando entrai per la prima volta in casa della mia migliore amica, quando lo vidi lì, in piscina, che nuotava spensierato col suo fantastico costume a slip...da quel giorno fui segnata per la vita...
Ormai erano passati 3 anni e stavamo per partire per il college, io e Giulia venimmo prese all'università di Ashburn, rimanendo quindi a Londra, Enrica e Fi, invece erano state prese a quella di Oxford.
Infatti quel giorno stavamo festeggiando, prima della partenza delle mie due amiche.
"Ma come farò senza voi due?" dissi triste, allungata sull'enorme letto a baldacchino di Giulls.
"Dai..Londra - Oxford sono solo 92 km...alla fine non è tanto...e poi torneremo spesso, vero En?" disse Fi, sempre pronta a tranquillizzare tutti.
"Certo, Lu tranquilla!" concordò Enrica.
Senza le mie amiche mi sentivo persa; tra noi c'era un legame indissolubile, ed infatti non riuscivamo mai a litigare, perché  ci era impossibile non parlarci.
"Dai Lu..che faremo conquiste!"esultò Giulia.
"Giulls sempre la solita eh?" disse ridendo Fi.
"Ehi, che ho fatto??? tu sei fidanzata con Lollo..noi no!Quindi..Comunque girls, mettiamoci il pigiama, così possiamo divertirci e poi andare a dormire senza problemi."ci disse Giulls.
Andai nell'enorme bagno della mia amica e inizia a spogliarmi, desiderosa di una bella doccia calda; mi levai il reggiseno, ma ecco che si aprì la porta e comparve Rob, che vedendomi quasi completamente nuda rimase di stucco
"AAAAAHHH!!!!!!!"urlai e mi coprii con il primo asciugamano che mi trovai sotto mano.
"Oddio, oddio, scusa!Pensavo non ci fosse nessuno!"
"Potevi bussare prima!"dissi, rossa di vergogna. Povera me, anche questo ci voleva.
"Si, perdonami." disse, ma non si mosse,rimanendo con quello sguardo da ebete.
"Ehm, ok, ma ora puoi uscire?"
"Oddio, si! Scusa!" e scomparve  imbarazzato.
Sbuffai, scivolando lungo la porta e sedendomi a terra. Solo questa ci mancava...Che vergogna!!! Mi aveva vista nuda...proprio Lui!!E' ufficiale...la sfiga regna su di me!

 

Grazie a tutti quelli che la leggeranno!!!

 


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Capitolo 2
*** Inizio... ***


2° capitolo: Inizio...

Quando tornai nella stanza, le ragazze mi guardarono e si preoccuparono.
"Oddio Lu, che ti è successo???" disse preoccupata Enrica.
"Lucy, hai visto un fantasma???Sei bianca cadaverica!"aggiunse Fi.
"No, ragazze, ha visto mio fratello. Vero Lucy???"disse Giulls, intuitiva come sempre, con tono da poliziotto.
Annuii incapace di parlare e continuando ad avere lo sguardo vuoto davanti a me.
"Ecco, lo sapevo!E cosa è successo?" mormorò sbuffando Giulia.
"Mi..mi.." dissi, tentando di spiegare, ma il senso di vergogna mi aveva tolto la capacità di parlare.
"Fa, sol, la...Lucy, così ci fai preoccupare!Parla!" mi incitò Fede.
"Mi ha visto nuda, ed è rimasto a fissarmi sulla porta." confessai tutto d'un fiato e ridivenni bordeaux.
Scoppiarono a ridere, buttandosi per terra.
"Ehi!Ma che vi ridete???E' stato la cosa peggiore che mi potesse succedere!" gridai offesa, tentando di superare le risate.
"Oddio, oddio!!Lucy!ahahh!Non ci posso credere!!" sghignazzò Giulls.
"Grazie tante eh!Belle amiche che ho!" e diedi loro le spalle, facendo l'offesa.
"Dai, Lucy!Non te la prendere!Quel pervertito di mio fratello, che si è imbambolato!Come facciamo a non ridere???E' troppo..." e riniziò a sghignazzare.
"Bene, quando avrete finito chiamatemi!" ed uscii sbattendo la porta.
Scesi, sempre in canotta e coulotte, che usavo per dormire, e andai a bordo piscina,dove mi sedetti, immergendo solo i piedi.
Mi misi ad osservare la luna, alta nel cielo , e mi persi tra mille pensieri.
Sebbene mi fossi vergognata da morire, mi sentivo un pò compiaciuta della reazione che aveva avuto Rob, rimasto a bocca spalancata.
Ad un certo punto sentii dei passi avvicinarsi.
"Se dovete continuare a ridere..andatevene!" mormorai, sicura che fossero le altre; ma invece era Rob, che si sedette a fianco a me.
"Posso?"chiese e io annuii già imbarazzata.
"Perché ti prendono in giro?"
Oddio...ma perchè mi tentava così!
"Ehm..niente." risposi doppiamente imbarazzata.
Cosa potevo dirgli? 'Bè, sai, mi hai visto nuda e sei rimasto imbambolato, mentre io mi sono vergognata da morire!'..no no..certo che no.
"Scusami ancora per prima...non volevo."
"Tranquillo, fa niente." Ma che dici Lu!Certo che faceva!
"Vuoi?" chiese porgendomi una bottiglia di birra.
La presi senza rispondere e bevvi.
"Ma sai che sto leggendo solo ora Twilight?" gli dissi e mi sorpresi del mio tono indifferente: Rob mi faceva davvero uno strano effetto.
"L'hai visto il film?"
Certoo!Come potevo non averlo visto!C'era lui!
Ma mi limitai nel dire un semplice "Si"
"Farai il seguito?" continuai.
"Mmm..non lo so. Si vedrà.." e mi fece quel suo stupendo sorriso e mi immerso in quel suo incantevole sguardo, che mi ipnotizzò. Mi alzai, scuotendo il capo per riprendermi.
"Torno di sopra. Sperando che tua sorella abbia finito di ridere! Grazie per la birra.." e gli sorrisi.
"Di niente. Se ti serve, chiamami che ci penso io a Giulia."disse ridendo.
"Ok. Ci conto." e risi anche io.
Quando entrai iniziai a saltare come una bambina; non ci potevo crederee!Si era seduto vicino a me, per parlarmi!
Mi pizzicai il braccio, timorosa che fosse solo un sogno; no, era tutto vero e il mio amore, il mio antico amore era davvero venuto a parlare con me...

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Capitolo 3
*** Ed ecco un'altra figuraccia..! ***


3° capitolo: Ed ecco un'altra figuraccia!


"Oddio Lu!Ma perchè sei così sensibile?Non stiamo andando in guerra...tra due mesi torniamo, e poi ci sentiamo tutti i giorni in chat no?" mi disse Enrica, accarezzandomi.
Ero sempre stata una ragazza emotiva, anche se piangevo solo se vi era davvero qualcosa che mi toccava nel profondo, come la partenza di due pezzi fondamentali della mia vita.
"Si lo so, scusate. Miraccomando, fate colpo su quelli dell'ultimo eh!" ironizzai, cercando di respingere le lacrime.
"Dillo a ad Enrica, non a me!Io sono impegnata!" mi rispose Fi, salendo in macchina.
"Ragazze ci mancherete, fate buon viaggio!Qui ci penso io a Lucy!"disse Giulls, aizzandomi.
"Ooh!Mica ho 2 anni!" dissi scandalizzata e gli diedi una pacca sulla spalla.
Salutammo le altre, finchè non vedemmo l'auto scomparire dal lungo viale di alberi di villa Pattinson.
"Giulls, vado anche io. Ti chiamo dopo ok?"le dissi, desiderando restare da sola.
"Ok, bacio." e le diedi un bacio con lo schiocco sulla guancia.
Tornai a casa e diedi tutta la roba usata il giorno prima a Maddy, la nostra colf, che per me era una seconda mamma, dato che ero sempre da sola in quella grande casa, poichè i miei lavoravano, lavoravano e ancora lavoravano.
Andai in camera, presi il mio Ipod touch e uscii sul terrazzo della mia camera, dove mi distesi su una poltrona e iniziai ad ascoltare le mie canzoni preferite, che in quei momenti di tristezza e solitudine, mi aiutavano a riflettere e mi facevano tornare il sorriso.
Ripensai a Rob, al nostro dialogo la sera prima ed ebbi di nuovo un tuffo al cuore; se fossi stata una ragazza estroversa, totalmente aperta, avrei potuto benissimo costringere Giulls a parlare con suo fratello, ma siccome ero l'opposto, osavo a malapena pensarlo.
Ma quanto avrei desiderato stare con lui...la sorella lo definiva brutto, impiccione, barbone, ma per me era un angelo, con quel suo profondo sguardo, con quel sorriso incantevole, con quel fisico mozzafiato, ma soprattutto con quel suo carattere aperto, solare, socievole, capace di far scomparire ogni mio imbarazzo...
Maddy mi distolse dai miei pensieri:"Signorina Lucy, c'è qualcuno alla porta."
Lasciai l'Ipod sul divano e scesi di sotto verso l'ingresso, ma quando vi entrai, vidi l'ultima persona che in quel momento volevo incontrare: Steph, il mio ex ragazzo; tra noi era finita un anno prima, quando lo beccai a letto con un'altra. La mia prima volta era stata con lui, il mio primo ti amo l'avevo detto a lui sebbene non potevo dire che fossi pienamente innamorata, poichè consideravo vero amore, solo quello che provavo per Rob, ma con lui vi ero andata molto vicino.
"E tu che ci fai qui?" gli dissi sorpresa.
"Che accoglienza!"
"Bè, cosa ti aspettavi? La fanfara forse?"gli risposi acida.
"Lucì, calmati!Sono solo venuto a salutarti..sto per partire per Hardward.." Già, era uno studente modello.
"Sai che odio essere chiamata Lucì! Comunque buon viaggio!" mormorai freddamente.
"Ma sei ancora arrabbiata?Dai Lu!Lo so che ho sbagliato!" disse, con tono da sbruffone.
"Senti Ste, non so che ci fai qui! Buon viaggio, buono studio e addio." e lo spinsi fuori dalla porta, chiudendogliela in faccia.
Sbuffai irritata...ecco, ora la mia giornata era perfetta...!
Tornai sul terrazzo e mi rimisi le cuffiette; diedi un'occhiata al viale davanti casa e balzai su quando vidi Robert, fare jogging...con i capelli spettinati,con la maglietta nera attillata, che faceva risaltare i suoi pettorali, leggermente bagnata dal sudore...una visione! Per la foga di avvicinarmi alla ringhiera, inciampai nel tavolino, cacciando un urlo e cadendo a naso per terra.
Rob, si voltò nella mia direzione, ma per fortuna ero ben nascosta...ecco ora la mia giornata era perfetta!!!

 

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Capitolo 4
*** Sempre più cotta....e imbarazzata! ***


4° capitolo: Sempre più cotta....e imbarazzata!

"Lucia!Ti vuoi muovere???Siamo già in ritardo!" mi urlava Giulia dalla sua decapottabile.
"Eccomi! Perdonami, ma non avevo idea di cosa mettermi!" ansimai, entrando in auto.
"Tutta questa cura per che cosa? Il primo giorno di college?Bah!" sbuffò, mettendo in moto.
"Guarda chi parla!Ti sei agghindata peggio di quando vai ad una festa!"
Fece finta di non sentire e continuò a canticchiare la canzone che stavano trasmettendo alla radio: Decode dei Paramore.
"Pensavo odiassi qualunque cosa si ricolleghi a tuo fratello.." le feci notare.
"Infatti! Quando sento questa canzone alla radio mi piace, dato che non vedo il video in cui c'è il suo faccione truccato in modo ridicolo!"
Non le risposi, anche se ero totalmente contraria a ciò che aveva detto.
Arrivammo all'università e ad entrambe uscì un "Woo", vedendo la magnificenza dell'edificio, e della folla di ragazzi, ragazze che ridevano, scherzavano, ripassavano le materie del giorno.
Giulls batté le mani, avendo già puntato un gruppo di ragazzi seduti su un muretto."Splendido!Si faranno follie Lu!" annunciò scendendo.
Scossi la testa sorridendo e la seguii; più passava il tempo più diventava ossessionata dai ragazzi, come Enrica. Infatti loro dicevano che i ragazzi erano come i fazzoletti, li si usava e poi li si buttava: erano terribili!
Ci incamminammo verso la segreteria e al nostro passaggio, tutti si giravano a guardarci...che avevamo di strano non lo sapevo:io indossavo semplici jeans a sigaretta, le mitiche converse,una maglia a mono-spalla,la mia big bag di Hogan preferita e grandi occhiali da sole, ero vestita in modo casual, contrariamente a Giulia che portava una minigonna di jeans, top bianco abbinato ad un giubbino e scarpe con il tacco...apparivamo opposte, ma inseparabili.
Facemmo per tutta la giornata una classifica dei ragazzi più carini del college, sebbene in ognuno di quei volti rivedevo quello di Robert, ma non lo davo a vedere: mi vergognavo ad ammettere che mi piacesse. A fine giornata tornammo a riprendere la macchina, ma quando Giulia fece per mettere in moto, la macchina non si accese.
"Merda!Non parte!" sbraitò Giulls, dando pugni al volante.
"Te l'avevo detto che dovevamo venire con la mia..." mormorai, facendole saltare ancora di più i nervi.
Prese il cellulare e chiamò. "Siamo rimaste a piedi!Vieni!" urlò e richiuse subito.
"Chi viene?" le domandai.
"Quello scansafatiche di mio fratello."
Sbiancai di botto e lei se ne accorse subito. "Lucy!Non avevi detto che non ti piaceva???Che problema c'è?"
"Infatti, non c'è nessun problema!" e voltai il capo, per nasconderle l'espressione del mio volto. Il problema stava solo nel fatto che la sera prima mi aveva vista nuda, che ero caduta con la faccia sul pavimento, proprio mentre passava e che la sua presenza tentava i miei desideri più nascosti.
Attendemmo mezz'ora lì, Giulia scocciata, io in trepida attesa ed ecco che arrivò con la sua stupenda Audi; Giulls mi fece sedere davanti e la fulminai con lo sguardo.
"Perchè ci hai messo così tanto? E' mezz'ora che aspettiamo!" gli brontolò Giulia, appena entrata.
"Ritieniti fortunata allora, avevo intenzione di farti aspettare anche di più mostriciattolo!Neanche la benzina ti ricordi di mettere!"
"Barbone!" controbattè Giulia.
"Svampita!"ribattè lui.
"Mostro!"
A quel punto feci un colpetto di tosse per farli smettere e Rob mi guardò, anzi, mi squadrò e di nuovo arrossii, ricordando la sera precedente.

Che anche lui stesse ricordando quella figuraccia?? Non potevo neppure pensarci!

Per tutto il tragitto rimasi in silenzio, sentendomi prima lo sguardo di Robert, poi quello di Giulls addosso.
Quando si fermò davanti la mia villa, scesi velocemente con un semplice "Ciao" senza dare un bacio a Giulls, che comprendendo tutto, mi guardò esasperata.

 

Grazie alle ragazze che hanno letto e a quelle che hanno commentato!!!

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Capitolo 5
*** Una strana sensazione.. ***


5° capitolo (Pov ROB): Una strana sensazione..

Stavo componendo una nuova canzone, quando il mio cellulare squillò e sul display comparve il nome di mia sorella: "Che vuoi?"
"Siamo rimaste a piedi!Vieni!" gracchiò quell'insopportabile.
Ora si era fatta anche l'autista? Andai in camera di Lizzy: "Liz, Giulia è rimasta a piedi con la sua amica al college, ci puoi andare tu?"
"Rob no! Non vedi che sto lavorando!vai tu!"mi gridò. Sbattei la porta sbuffando, che razza di sorelle che avevo! Andai in garage e misi in moto la mia Audi, diretto per Ashburn. Guidai lento, lento, contrariamente al mio solito modo di guidare, poichè non andavo mai a meno di 100 all'ora, ma in quel momento avevo intenzione di far saltare i nervi a mia sorella.
Infatti quando arrivai, era lì a braccia conserte, che sbatteva il piede impaziente, con a fianco Lucia; appena la vidi, ripensai alla figuraccia della sera precedente, che stupido che ero stato ad entrare così, nel bagno di Giulia...però che fisico che aveva! Non era nè magrissima nè in sovrappeso, era perfetta!

'Oddio Rob, ma che stai dicendo?!?Ha quattro anni in meno di te ed è l'amica d'infanzia di tua sorella! A che pensi!'
Salirono e Giulia la fece mettere davanti, accanto a me e quando si sedette, diventò bordeaux...che stesse ripensando anche lei alla sera prima?
Durante tutto il tragitto, la guardai in continuazione, mentre lei però rimaneva in silenzio a guardare fuori dal finestrino.
Quando arrivai davanti la sua villa, scese velocemente mormorando un flebile "ciao" e scomparendo dietro quell'enorme cancello: 'forse se l'era presa davvero, eppure quando le ero andato vicino a parlarle non era arrabbiata!' pensai tra me e me ed intanto parcheggiai nel garage e scesi dall'auto.
Ma mi ritrovai Giulia  davanti, che mi guardava in modo strano.
"Che vuoi scricciolo?" dissi, togliendola di mezzo.
"Ti piace vero?" mormorò con tono accusatorio.
Mi voltai, guardandola sorpreso "Ma chi?!?"
"Come chi? Lucia! Non le hai tolto gli occhi di dosso un secondo e riconosco quello sguardo Rob! E' lo sguardo di un pervertito che vuole qualcosa!"
Pervertito? Io? Forse.
Le risi in faccia "Ma che stai dicendo?Il college già ti ha dato alla testa."
"Rob , sei mio fratello, purtroppo, e ti conosco bene! Se hai intenzione di stare con lei va bene, ma se la fai soffrire, dovrai vedertela con me! Ha già sofferto troppo per amore!" e fece per entrare in casa, ma continuò "Ah, oggi pomeriggio mi serve la macchina, dì a qualcuno di riportarla qui." ed entrò, sculettando come sempre.
Scossi la testa ridendo tra me e tornai in camera mia, dove mi buttai sul letto.
Mi piaceva? Aveva ragione Giulia?
Sapevo che quella ragazza, apparentemente fragile e introversa, mi procurava un certo effetto, ma non era come quando notavo una giovane modella, con un fisico da sballo e basta...quando osservavo lei, in me nasceva una strana sensazione a cui non riuscivo a dare un nome....

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Grazie mille a tutte le lettrici!!!

Un bacione

Lu_*

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Capitolo 6
*** Scappai via... ***


6° Capitolo

 Scappai via..

(Pov Lu)

 

Il giorno dopo ebbi una chiamata a teleconferenza con Giulls e le altre.
"Allora che state combinando a Oxford?" dissi scherzando.
"Niente di che." risposero all'unisono En e Fi.
Mi precedette Giulls:"Ecco, allora ci crediamo sicuramente!"
"E voi invece? Che avete fatto durante il primo giorno di college?" ci chiesero.
"Bè, siamo andate e l'università è enorme, Giulia si è già fatta riconoscere con la sua minigonna e suoi tacchi e poi siamo rimaste a piedi perchè si era dimenticata di fare il pieno."
Iniziarono a ridere forte e dovetti allontanare il cellulare dall'orecchio.
"Grande Giu! Sempre la solita!!!" sghignazzarono.
"Grazie Lu eh! E sapete, ho chiamato mio fratello, che ci è venuto a prendere e non smetteva di fissare Lucia un secondo e lei è rimasta zitta zitta, rossa per l'imbarazzo.."
"Lu! Woo! Dai che fai colpo su Robert!"gridò Fede.
"Oddio ragazze, non ricominciate!E tu Fi, sempre con questo “WOO”!"sbuffai.
"Fi, En, poi vi devo raccontare una cosa!" annunciò Giulls, con un tono molto strano.
"E perchè a me no?" le chiesi, fingendomi offesa.
"Perchè no!"
"Uffa!Tanto prima o poi scoprirò ciò che stai macchinando! Vabbè best, vado un pò a correre! Ci sentiamo questa sera! Bye!"
"Ok, Lu! Bye!" risposero tutte in coro.
Indossai i miei shorts sportivi, top, trainers, Ipod nelle orecchie e scesi giù.
"Maddy! Vado a correre un pò!Se chiamano mamma o papà diglielo!"
"Certo signorina!" mi rispose cordiale e uscii.
Percorsi tutte le strade interne e giunsi al parco...dopo un'ora e mezza di corsa, decisi di tornare a casa e così mi rincamminai, ma ad un certo punto mi si affiancò un'alta figura maschile.
"Ciao! Ti ho chiamato da chilometri ma non mi sentivi!" mi disse un sorridente Robert.
"Eh scusami, avevo le cuffie nelle orecchie; che ci fai qui?"risposi, sorridendo con imbarazzo.
"Tu che dici?" e si indicò con un gesto; già, che domanda stupida avevo fatto, era tutto sudato, vestito anche lui per la corsa.
Risi per l'imbarazzo e ripresi a correre verso casa, seguita da lui.
"Vieni spesso qui?" domandò dopo un pò di silenzio.
"Corro quando ho bisogno di riflettere e di scaricarmi." confessai, guardando in quegli occhi smeraldi.
"Ah, su questo siamo uguali."
"E su cosa dovresti riflettere tu? Su che posa prendere nel prossimo servizio fotografico?" dissi ironica, ma lo vidi rabbuiarsi.
"Scusami, non volevo offenderti." mi affrettai a dire.
"Sai, odio essere famoso per questo. Tutti pensano che una volta diventato un VIP, sia tutto facile, solo soldi, foto, donne, ma non è assolutamente così." ammise, con tono dispiaciuto.
"Perdonami, ero solo ironica."e gli sorrisi.
"Tranquilla, ti vai un gelato?"mi chiese, fermandosi davanti ad una gelateria.
"Volentieri, ne ho bisogno."
Presi i nostri coni, ci sedemmo su una panchina del parco a gustarli e continuammo a parlare.
"Sono anni che sei amica di mia sorella e solo ora sto notando quanto tu sia fantastica." confessò, fissandomi con quel suo profondo sguardo.
Udendo quelle parole, rischiai di strozzarmi con il cono e iniziai a tossire forte.
"Ehi, tutto bene?" mi chiese preoccupato, mentre mi dava dei colpetti sulla schiena.
"S..si..ora si..scusami, mi è andato di traverso il cono." e lui iniziò a ridere.
Oh Rob, ridi, ridi, non fermarti mai, non oscurare quel sole che illumina la tua fantastica bocca; dovevo parlare, altrimenti perdevo lucidità.
"Sai sono totalmente il contrario di quello che hai detto; non sono fantastica, sono terribilmente introversa, ho paura di farmi notare e non sono l'anima della serata."
Ci pensò su per un pò, poi mi rispose:" Sai, penso che tu abbia una visione di te stessa completamente distorta. Da quello che sto vedendo, non sei introversa, forse però è vero che hai paura di farti notare."
Rimasi a guardarlo, zitta, riflettendo sulle parole che mi aveva appena detto.
Come era possibile che quel ragazzo mi avesse capito più di quanto mi capivo io?
Mi alzai e riniziai a correre in direzione di casa.
"Ehi aspetta!" gridò raggiungendomi e prendendomi il braccio per fermarmi.
"Ho detto qualcosa di sbagliato?"
Mi voltai verso di lui. " No, non c'è niente di sbagliato in quello che hai detto."
"E allora cosa c'è?" disse, cercando di capire, ma come potevo spiegarglielo senza confessargli che ero perdutamente innamorata di lui?
"Robert, se resto un altro minuto accanto a te, probabilmente confesserò la cosa più grande che esista al mondo, e non posso. Scusami." e scappai via, lasciandolo lì, fermo, a guardarmi mentre mi allontanavo.

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Capitolo 7
*** Festa ***


7° capitolo: Festa.


Tornata a casa dalla corsa, entrai subito nella vasca per fare un bagno rilassante.
Rob aveva detto ch ero fantastica, mi aveva capita subito, era riuscito a far uscire quel lato spensierato di me, sempre sepolto in un angolino del mio animo, e stavo per confessargli l'immensità di amore che provavo per lui.
Non potevo dirglielo, era complicato, avrei fatto solo una brutta figura. Lui era un attore, circondato da belle e famose donne ed io invece ero solo una semplice ragazza londinese. Che motivo c'era di dirglielo, se non potevo arrivare a niente comunque? Non potevo ricevere un'altra delusione...
Iniziai a piangere ininterrottamente.
Perchè non potevo averlo? Perchè mi sentivo inutile? Insulsa? Al viso di tutto, cercavo di apparire sorridente, spensierata, per non mostrare la mia tristezza interiore..
Volevo che il mio amore fosse ricambiato, volevo essere amata, desiderata, era troppo che mi sentivo sola e trascurata...
Ormai le bollicine del bagnoschiuma erano scomparse e immersi la testa sott'acqua.
Quando riemersi, trovai Giulia, seduta sul bordo della vasca che mi guardava.
"Ehi Ariel!Salve!"
"Giulia!Non si bussa?" urlai, rannicchiandomi; doveva essere un fattore genetico, entrare nel bagno degli altri senza bussare.
"Scusami, ho bussato, ma siccome non rispondevi, sono entrata..e poi ti vergogni di me che ho sempre visto il tuo corpo?"
"Si, ma adesso sta diventando un'abitudine questa storia!" borbottai, uscendo dalla vasca e indossando l'accappatoio.
"Che ci fai qui?" le domandai.
"Questa sera festa da me, tornano Fede ed En, poi ci saranno un pò di ragazzi dell' Ashburn e gli amici di mio fratello."
"No, non vengo." le dissi secca e andai in camera.
"Come no? Che ti ha preso?" mi chiese seguendomi.
"Giu, non me la sento di venire alla festa; non è la giornata giusta." riposi, mentre mi asciugavo i capelli con l'asciugamano.
Giulia mi prese il volto e mi costrinse a guardarla.
"Hai pianto." Non era una domanda, era una constatazione.
Mi divincolai dalla presa e distolsi lo sguardo.
"Che succede Lu? Cos'hai?" ripetè, mentre si accomodava sul letto.
"Niente, tranquilla, è solo un momento di tristezza, tutto qui."
"C'entra anche mio fratello?" Ugh, iniziavo ad odiare il suo essere così intuitiva e il suo saper capire cosa pensavo ogni volta.
"Chi?" risposi con voce stridula, mentendo.
"Lo sai chi e non mentire perchè la voce ti diventa acuta. Allora?"e si mise a braccia conserte, guardandomi con aria di sfida.
Sbuffai e le raccontai del pomeriggio al parco e cercai di ricacciare le lacrime, che tentavano di uscire fuori, ma alla fine vinsero loro e appoggiai il capo sul petto della mia amica.
"Io..io..mi sento inutile e stupida Giulls."
"Ehi, no, no, no! Non devi pensare queste cose! Tu sei stupenda e fantastica!" Sobbalzai a quell'ultima parola. "Pure tuu! Ma è un fattore genetico allora!"
"Cosa? Non ti capisco ora!"
"Tuo fratello, oggi ha detto che sono "fantastica" singhiozzai, evidenziando quella parola.
"Ha detto davvero così?" richiese pensierosa.
"Si, perchè?" C'era qualcosa che mi nascondeva.
"Così... allora vieni questa sera???"
Mi arresi e annuii...

***

Mi preparai per la festa molto lentamente, dato che la voglia era poca.
Giulls aveva detto che sarebbe stato uno "smart party" e quindi dovetti vestirmi in abito da sera.
Indossai un vestito blu notte, stretto fino al bacino, che scendeva poi morbido fin sopra al ginocchio con una vertiginosa scollatura sulla schiena; vi abbinai delle decollette dello stesso colore di raso; poi lasciai i miei lunghi capelli biondi, morbidi sulle spalle; leggero trucco ed ero pronta.
Prima di uscire entrai nello studio di mio padre.
"Pa, vado da Giulia, c'è una festa."
"Va bene, tesoro, ciao" rispose, senza neppure alzare il capo.
"Mamma dov'è?"
"E' ancora allo studio, sta finendo dei nuovi modelli per la collezione." Già, mia mamma e la sua linea di moda.
"Ah, vabbè, ciao."
Andai verso casa di Giulls a piedi, dato che abitavamo vicine; quando entrai nella villa, sorrisi per la bravura della mia amica di organizzare le feste...aveva illuminato tutto il viale con tante piccole lucine; all'interno della casa vi era un grande buffet e fuori, a bordo piscina, era stato allestito la console del Dj e già una gran folla di giovani, stava ballando.
All'improvviso due ragazze urlanti mi assalirono alle spalle.
"Lucy! Lucy!" mi gridarono tra baci e abbracci Federica ed Enrica.
"Ragazze!Siete già qui! Quanto mi siete mancate!" e ricambiai i loro abbracci.
"Anche tu!Ehi, sei uno schianto baby! Chi hai intenzione di rimorchiare questa sera eh? confessa!" mi disse Enrica ridendo,mentre mi squadrava dalla testa fino ai piedi.
"Ma proprio nessuno!" anche se in mente, un nome lo avevo. "Giulia? Dov'è?" chiesi allungando il collo per cercare di scorgerla tra la folla.
"Andiamo, è ancora di sopra a prepararsi. Non ci ha ancora viste!"
Entrammo in camera di Giulls, che quando le vide, iniziò a gridare e a saltellare per la gioia anche lei.
"Il FLEG RIUNITO!" strillammo all'unisono.
"Su, andiamo, facciamoci vedere ragazze!" cinguettò Giulia, uscendo dalla camera.
Ecco, si iniziava proprio male.
Scese al piano di sotto, andammo subito a ballare a bordo piscina.
Mentre mi muovevo, notai seduto all'altro lato della piscina, su dei divanetti, Rob, che stava parlando troppo amichevolmente con una ragazza, che aveva i capelli neri corti; quando si girò spalancai gli occhi: Camille, l'ex di Rob???
Iniziai a sudare a freddo e dovetti entrare dentro per prendermi da bere, avevo bisogno di qualcosa di forte per calmarmi e optai per un Long Island.
Perchè c'era la sua ex? Cosa voleva? E perchè erano così vicini ed intimi?
'No, Lucia...se lo vuoi devi fare qualcosa!'
Si, ma cosa?

***

Grazie ragazze di continuare a leggere!!!

siete dei tesori...!!!!

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Capitolo 8
*** Voglio seguire il mio istinto.. ***


8° capitolo

Voglio seguire il mio istinto.

 

Finii di scolarmi il bicchiere di Long Island, poi presi le mie amiche, le misi spalle al muro e confessai tutto d'un fiato:" Allora, ascoltatemi. Amo tuo fratello Giu!Lo voglio!Basta fare finta di niente, sono cotta di lui e lo voglio!...Ecco, l'ho detto!"
Loro rimasero zitte, con gli occhi e le bocche spalancate, incapaci di parlare; già, da me un comportamento del genere era proprio strano...ma non riuscivo più a tenermi i sentimenti dentro.
Dopo diversi minuti Giulia si ricompose.
"Finalmente ce l'hai fatta ad ammetterlo!Ce n'è voluto di tempo eh ragazze?"
"Si, ma c'è quella!" e mimai Camille.
"Oh, camomilla!Non so proprio come mio fratello abbia fatto a starci assieme..sarà sempre un GRANDE mistero..comunque fatti vedere da lui!Conosco mio fratello, bisogna colpirlo!"
"Ehm, si certo! Quello che ho sempre paura di fare! E poi perchè dovrei?"
Si intromise Fi:"Ma ti sei vista questa sera Lu? Sei uno schianto e già ti stanno guardando tutti i ragazzi senza che tu faccia niente!E non hai appena detto che lo vuoi scusa?"
"Si, ma io non gli interesso." ammisi cupa.
"Lu, non dovrei dirtelo, ma gli piaci. Ne sono sicurissima, capisco quando a mio fratello interessa qualcuno."
"CO..CO..COSAA?!?"gridai. Lei annuì decisa.
Oddio, oddio, il sangue smise di circolare nelle mie vene e le ragazze mi dovettero riportare fuori a prendere aria.
"Lucy!Ci sei?" Annuii ancora in trance.
"Bene! Allora prendi un ragazzo a caso e fai ingelosire Robert!" continuò Enrica.
"Si, buona idea En! Su vieni Lucy, ti presento il tuo attore." mi disse Giulls, portandomi davanti ad un ragazzo, alto, biondo, con gli occhi azzurri. Un dio greco!
"Thomas, ti presento Lucia, Lucy per gli amici, senti ci devi fare un favore." e gli spiegò la situazione.
Appreso il tutto, questo "Thomas" mi portò con sè, mettendomi un braccio attorno alle spalle e passando davanti a Rob, che vedendomi con un ragazzo del genere, si voltò a fissarmi e ci potevo giurare, nei suoi occhi comparve per un attimo un velo di tristezza.
Io e Thomas iniziammo a ballare sinuosamente, con i rispettivi bacini attaccati, sfiorandoci continuamente. Non pensavo di saper fingere in quel modo, per di più essere così "sexy"!
"Il tuo amico è un'ora che ci sta osservando..penso che stia funzionando perchè sembra molto irritato. Ah, ecco! sta venendo qui."
Mi allarmai subito. "Oddio, no, Come sta venendo qui? Perchè?"
"Ehi piccola calmati! Sii sfuggente, miraccomando, se lo vuoi conquistare."
Annuii nervosa; dopo poco ecco che Rob arrivò da noi. "Ciao Lucy"
"Ciao" gli risposi cercando di essere "sfuggente" come mi avevano detto di fare...
"Posso ballare con la tua ragazza?" disse rivolto a Thomas, che annuì e si allontanò, facendomi un occhiolino di incoraggiamento.
Proprio in quel momento, partì un lento e con grande imbarazzo, gli misi le mani dietro al collo e lui le sue sui miei fianchi.
"Sei molto bella questa sera.."
"Grazie.." gli riposi con un sussurro, arrossendo. La bocca mi era diventata arida, non riuscivo più a parlare.
"Sei in bella compagnia vedo?" e con un cenno del capo indicai dove era seduta Camille.
Corucciò la fronte. "Cosa intendi?"
"Bè, ho notato che eravate molto intimi tu e la tua amichetta..non che mi interessi più di tanto."
"No. Tra noi è finita, siamo solo buoni amici. Ma invece non sapevo che tu avessi un ragazzo.."
"Un ragazzo?Io?" Oh, cavolo, parlava di Thomas.
"Il biondino di prima chi era?"
Era una mia impressione o era geloso..?
"Ah quello. No, è uno che ho conosciuto questa sera. Per caso sei geloso?" chiesi, osservando la sua espressione.
"Io? Geloso? Macchè!" ma rivolse lo sguardo altrove.
"Anche perchè non c'è motivo di esserlo, tra noi non c'è niente..." mormorai con finta indifferenza.
Ero stata proprio io ad averlo detto?!?
Rob si limitò a guardarmi e continuammo a ballare ancora un pò, persi ognuno nello sguardo dell'altro...era bellissimo, per me era un sogno già ballare stretta a lui...'oddio Rob quanto ti amo...' pensai.
Ad un certo punto si staccò e mi prese la mano dicendomi:" Vieni, andiamo!" e passammo davanti a Giulls che stava flirtando con il biondino e che, appena mi vide mano nella mano con suo fratello, mi fece un sorrisino di incoraggiamento.
Rob mi portò in garage, dove mi fece salire sulla sua Audi.
"Ma dove mi porti?" chiesi, curiosa.
"Vedrai." ed intanto chiamò qualcuno al telefono, senza permettermi di sentire.

***
 
Dopo 10 minuti di macchina, passati in silenzio, Robert parcheggiò nel pieno centro di Londra e iniziammo a correre, o almeno provai a correre con quei tacchi altissimi che portavo, verso una meta a me sconosciuta..
Ci fermammo davanti al London Eye, la grande ruota panoramica.
"Su, andiamo!" mi incitò.
"Ma guarda che è chiusa a quest'ora!"
"No, tranquilla, oggi chiuderà quando vorremo noi." ed infatti la ruota era funzionante, seppur vuota.
Salimmo su una delle ovali cabine di vetro e man mano che la ruota girava e noi salivamo, potevamo ammirare la nostra bella Londra, tutta illuminata di notte.
"Wow, è stupendo!Non ricordavo che fosse così fantastico salirci." gli dissi entusiasta, mentre osservavo il panorama che mi era davanti.
"Perchè?Non ci vieni mai?"
"L'unica volta che ci sono salita è stato 8 anni fa, quando sono arrivata qui a Londra, avevo 11 anni."
Spalancò gli occhi per la sorpresa. "Come? Tu non sei nata qui?"
"No, io sono nata in Italia; sono venuta con i miei qui a Londra, perchè mia madre fu chiamata dall'azienda Burberry, dato che disegna abiti e quindi, eccomi nella capitale londinese..possibile che non sai niente di me?Io e tua sorella ci conosciamo da quando sono arrivata qui..e non sai niente?"
"Ehm, no. Vabbè, non ci sono stato molto a casa...ho girato il mondo per cercare lavoro..tornavo quando mi era possibile."
"Già, Giulia me lo diceva sempre che eri sempre via e che quando tornavi, non la calcolavi minimamente."
"Diceva così?" chiese sorpreso, ma anche dispiaciuto.
"Già" affermai, annuendo." Forse è per questo che ti tratta male, penso che sia un pò per ripicca."
Rimanemmo zitti per un pò, ma quando la ruota si fermò nel punto più alto, sobbalzai:"Oddio! Perchè si è fermata?"
Rise teneramente."Tranquilla, fa così."mormorò avvicinandosi a me, e sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Rob , perchè mi hai portato qui?" gli chiesi con lo sguardo basso, incapace di incontrare il suo.
"Perchè..."iniziò alzandomi il viso "voglio seguire il mio istinto."
"E cosa dice il tuo istinto?" sussurrai con voce flebile, ormai mi mancava la voce, per l'emozione.
Mi accarezzo un guancia e fermò la mano sul mio collo.
"Dice che ti vuole."
Il mio cuore iniziò a battere a mille nell'udire quelle parole, se avesse potuto, sarebbe uscito fuori dal mio petto.
Si avvicinò lentamente e unì le mie labbra con le sue:erano morbide, calde, saporite.
Alzandomi sulle punte, mi aggrappai alle sue spalle e lui mi sollevò di poco da terra.
Risposi a quel tenero bacio, mettendoci tutta me stessa e cercando di trasmettere l'amore che provavo per lui.
Quel dolce bacio divenne via  via  sempre più forte, appassionato, desideroso e cademmo a terra, ma senza dividerci, poichè in quel momento mi era impossibile separarmi da lui...

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Capitolo 9
*** 9° capitolo ***


9° capitolo

 

 

 

"Non ci posso credere..." dissi, stretta tra le braccia di Rob, che mi accarezzava i capelli.
"A cosa?"
"Che sono qui con te, così..."
Mi guardò confuso. "Perchè non ci credi?"
Cosa facevo ora? Gli dicevo la verità?Si. Decisi di essere leale dal primo momento.
"Ehm..devi sapere una cosa..”

“Dimmi..ti ascolto..”

Presi un grosso respiro e gli confessai tutto d’un fiato: “Sono innamorata di te da quando sono entrata per la prima volta in casa tua, da quando mi hai rivolto lo sguardo per la prima volta, sono innamorata di te da sempre Rob."
Tenni lo sguardo in basso, rossa per l'imbarazzo...glielo avevo detto, ora sapeva quanto fosse grande e importante il sentimento che provavo per lui.
Non sentendo alcuna risposta alzai lo sguardo e vidi che fissava il cielo stellato , con occhi umidi.
"Ehi, cosa c'è? Cosa ho detto di sbagliato?" gli sussurrai preoccupata, costringendolo a guardarmi negli occhi.
"E' che...non pensavo provassi per me questo tipo di cose; nessuno mi ha mai detto certe parole...Come ho potuto essere così cieco? Come ho potuto non tonare i tuoi occhi, che mi trasmettono delle emozioni uniche? Entri ed esci da casa mia da anni e non ti ho mai degnato di uno sguardo..."
Lo interruppi, cercando di alleggerire la situazione."Finchè non mi hai beccato nuda in bagno.."
Rob mi guardò severo, ma continuai.
"Possiamo comunque recuperare no?" e mi avvicinai alle sue labbra, la terza cosa più bella di lui per me, dopo i suoi occhi e il suo sorriso.
"Assolutamente si." rispose, sfiorando la mia bocca.
Dopo un pò, tornai con i piedi sulla terra e controllai l'ora.
"Cavolo! Sono le 4 di notte!"esclamai.
"E quindi? Hai superato il coprifuoco?"
"Macchè, se non rientrassi neppure a casa i miei non se ne accorgerebbero, non ci sono mai. E' che domani mi devo alzare presto per andare all'università."
"Ti va di dormire da me?"mi chiese lentamente, mentre con un dito passava sulle mie labbra schiuse.
"Ehm, non lo so. Forse è meglio che per oggi ritorni a casa."e gli feci uno sguardo per fargli capire di non accelerare i tempi.
Non volevo affrettare le cose, seppur lo desiderassi tantissimo, ma ormai avevamo tutto il tempo per goderci la nostra storia.
Mi riaccompagnò a casa e dopo un lungo saluto, scesi a malincuore dalla sua auto.
"Buonanotte" gli sussurrai.
"'Notte piccola"
Rientrai in casa e mi allungai sul letto.
Era un sogno, avevo baciato Robert Pattinson.

 

***


Mi svegliai al suono della sveglia e mi accorsi di essere ancora vestita come la sera precedente e con ancora i tacchi ai piedi..allora era tutto vero.
Mi docciai, mi vestii e andai a prendere Giulls, per andare all'università.
Attesi 20 minuti fuori dal cancello, ma di Giulia neanche l'ombra, così decisi di andare in casa.
Quando entrai , regnava il silenzio più totale..salii le scale e bussai alla porta della camera di Giulia, ma niente, forse stava ancora dormendo sodo, così entrai.
Rimasi scandalizzata e dopo aver gridato "Oddio!Scusate!" uscii fuori, sbattendo la porta: alla fine Giulia era arrivata a buon fine con il biondino..eheh..
Mi appoggiai al muro e mentre aspettavo che Giulls uscisse, guardai la porta chiusa di Robert e mordicchiandomi un labbro vi entrai.
La stanza era immersa nel buio, l'unica luce proveniva dalla porta semi-aperta del bagno, che mi permise di scorgere Robert, che dormiva ancora profondo.
Mi fermai ai piedi del letto a guardarlo e sorrisi: era tenerissimo quando dormiva, a pancia in giù, con un braccio sotto il cuscino e con un'espressione da bambino.
Salii piano sul letto e mi distesi accanto a lui, accarezzandogli i capelli, il naso, la bocca; dopo vari minuti socchiuse gli occhi e mi sorrise.
"Buongiorno." gli sussurrai, dandogli un leggero bacio sulla guancia.
"Giorno." sbadigliò "Ma che ci fai qui?"
"Bè, ero passata a prendere tua sorella per andare all'università, non arrivava e quindi sono entrata, ma ho visto che era molto occupata; poi vedendo la tua porta, mi è venuto il desiderio di entrate...sei stupendo mentre dormi." e gli passai una mano tra i capelli.
"Grazie... vieni qui."
Mi prese il capo e mi tirò verso di lui per baciarmi, ovviamente mi sciolsi totalmente e mi abbandonai sul suo corpo.
Dopo poco si staccò da me e mi osservò a lungo.
"Che c'è?"
"Niente, pensavo a quanto tu fossi bella...il sogno che ho fatto non ti rende merito."
Risi, portando il capo all'indietro.
"Devi andare per forza all'università oggi?" mi chiese, con gli occhi pieni di speranza.
"Si, dovrei, ho appena iniziato e se salto le lezioni già da ora..." ma mi bloccai, poichè vidi il suo volto oscurarsi. Mamma mia, come faceva a farmi cambiare subito opinione?
"Però ora che ci penso, posso fare un giorno di assenza, che fa." gli mormorai sorridendo e vidi il suo volto illuminarsi e mi baciò.
"Bene, allora che si fa questa mattina?" chiesi, scendendo dal letto e aprendo le finestre.
"Mmm...dato che fa ancora caldo, ti va di andare al mare?"
"All'oceano vuoi dire..!"
"Vabbè, lì.."
"Ok!"
"Bene vado a prepararmi!" e si alzò diretto verso il bagno.
Finitosi di preparare, uscimmo dalla camera, ma quando vedemmo il biondino di nome Thomas, uscire dalla camera di Giulls, Rob si bloccò.
Thomas si accorse di noi, ci fece un sorrisino imbarazzato e scappò via.
"Quello scricciolo pervertito!Ma come gli è venuto in mente!Ora vado là e la picchio!"ringhiò Rob, dirigendosi verso la camera della sorella minore.
"Rob!Fermati!" gli urlai, afferrandolo per il braccio."Lasciala stare, non è una bambina!E' grande e vaccinata"
"Quello ha 30 anni!Lei 19!"
"Non mi dire che non sapevi che tua sorella avesse già...." e scoppiai a ridere a crepapelle.
"Che ti ridi? No che non lo sapevo!" e a passo veloce andò in garage.
Salimmo in macchina e provai a controllare la mia risata; altro aspetto di Robert: PERMALOSO.
"E tu invece...hai già..?"mi chiese durante il tragitto.
Mi limitai a rispondere con semplice "Si."
"Ok."
Ma non poteva immaginare quanto desideravo che fosse stato lui al posto di Steph...

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Capitolo 10
*** 10° capitolo ***


10° capitolo

Mentre eravamo in viaggio, ecco che mi squillò il cellulare.
"Pronto?"
"Allora?Racconta!" gridò Giulls
"Ehi, sorè!" dissi voltandomi verso Rob "Ti sei svegliata finalmente!"
"Ehm, si...sei all'università?"
"No"
"Sei con mio fratello?" la sua voce fremeva di sapere..
Feci una breve pausa poi dissi "Si"
Iniziò a strillare, tanto che Rob si voltò con una faccia sconvolta e gli dissi con il labbiale "Eh, è tua sorella!"
"Sorè!Racconta!Anzi, aspetta, chiamo anche le altre.."
"Ehm, Giulls, forse è meglio dopo."
"Ti è accanto vero?Che emozione!Ok, allora a dopo, così ti racconto anche io della mia serata..."
"Non vedo l'ora!Vabbè Giulls..a dopo..." Sapevo già che si sarebbe dilungata sui particolare, che preferivo non sentire.
"Ehi, ehi, aspetta...ultima cosa, l'avete..?"
"Sempre a quello pensi!Comunque no.."
Rimase in silenzio, poi riprese con voce entusiasta."Dai, mi racconti tutto dopo, Bye!" e riattaccò.
"Mamma mia!Il mio timpano non è più funzionante!"Esclamai, tastandolo e Rob rise.
Dopo due ore e mezza di viaggio, arrivammo sulla costa e, mano nella mano, scendemmo in spiaggia, dove iniziammo a passeggiare abbracciati, a spingerci scherzosamente, a parlare del nostro passato, presente, futuro e volli esaudie la mia curiosità.
"Non ti sembra strano essere così famoso?Voglio dire, ogni giorno appari su tutti i giornali, in tv, su internet ci sono solo foto riguardanti te.."
Prima di rispondermi ci pensò su.
"Bè, è ovvio che tutto ciò mi scombussoli, anzi, ne sono terrorizzato!Sento gridare il mio nome ovunque, "Rob!Robby!"..fa piacere, ma a volte è frustrante. Ad esempio, sono sicuro che domani io e te saremo sulle prime pagine dei giornali.."
Spalancai gli occhi "Cosa???No!Oddio che imbarazzo!" e mi misi le mani sul viso, dandogli le spalle; lui mi cinse le braccia attorno alla vita, da dietro, appoggiando il mento sulla mia spalla e sussurrò: "Mi dispiace...questo è un altro motivo per cui non amo essere così famoso; una volta che penso di aver trovato la persona giusta, rischio di perderla perchè..." ma non riuscì a continuare, poichè gli si spezzò la voce in gola; mi voltai verso di lui e lo abbracciai forte.
"La persona giusta?" gli sussurrai nell'orecchio.

Si allontanò, per guardarmi, togliendomi i capelli, scompigliati dal vento, dal viso. "Si, non so come, ma sento che sei tu."
Lo baciai per l'emozione, lo ribaciai per la felicità di sentirgli dire quelle parole, lo ribaciai mille volte per l'amore che provavo per lui...sentivo anche io, nel mio cuore, che eravamo fatti l'uno per l'altra.
Iniziammo a correre, provando ad acchiapparci, ridendo spensierati...era da tanto che non mi sentivo così..così felice; mi sentivo di nuovo amata, desiderata e questa era una sensazione unica.
Mi buttai sulla sabbia esausta, ma continuando a ridere e anche Rob si distese accanto a me.
Ci fissammo a lungo, in silenzio, due occhi smeraldi e due color cioccolato, si intrecciarono tra loro, in una danza d'amore.
Rob mi si avvicinò e iniziò a baciarmi il collo, scendendo giù, fino all'ombelico, dove lo fermai, riportando il suo viso di fronte al mio.
"Vuoi?...o forse..è presto?"mormorò.
Non mi importava del tempo, se era tardi, presto, lo desideravo..e come risposta lo baciai a lungo e quando mi staccai disse: "Non hai timore che ci vedano?" Ma quanto parlava..!
Girai il capo e intravidi in lontananza dei gabbiotti.
"Vieni.." e lo feci alzare, correndo verso quelli.
Quando arrivammo, mi mise di spalle contro uno dei gabbiotti e riniziò a baciarmi, sotto, sopra, finchè, non sopportando più quella tortura, lo buttai sulla sabbia e mi posai su di lui.
In un attimo fummo tutt'uno, noi due, con la sabbia, con il mare, con l'aria. Noi.
Per me fu come la prima volta, la prima volta più bella, la prima volta sulla spiaggia, la prima volta con Rob.
Non c'erano canzoni di sottofondo, solo quel mare che inciampava e continuava a cercare.

***

Ripartiti, tenni durante il viaggio una mano sul volante, con l'altra tenevo la mano di Lucia, baciandola ogni tanto.
Osservavo il suo viso, rilassato d'amore, i suoi capelli scompigliati dal vento per il finestrino aperto, le nostre mani intrecciate.
Come poteva essere mia?
Come potevo non averla mai guardata tanto da cogliere quella luce nel suo sguardo?
Lo stare con lei mi provocava sensazioni uniche, speciali, era un coinvolgimento straordinario...
Ma temevo per lei, per la nostra relazione...temevo che prima o poi si sarebbe stufata di stare accanto a me, che non le potevo dare una relazione totalmente privata...ma avrebbe deciso il destino per noi..
Arrivai davanti casa sua e rimanemmo zitti a guardarci per un tempo indeterminato...in quel momento erano i nostri occhi a parlare, a gridare per la felicità; poi lei mi baciò delicatamente e scese dall'auto, entrando nella sua villa.
Tornai a casa imbambolato; non mi accorsi neppure delle mie sorelle che mi guardavano, cercando di capire cosa avessi...ero ubriaco, ubriaco d'amore...
"Ehm, Rob. Cos'hai?" mi chiese Giulia, entrando nella mia camera.
Le sorrisi, cosa che non le facevo da anni, e già da quel mio gesto si preoccupò e trasalì.
"Che ti ha fatto Lucy??? Oh mio Dio devo chiamarla!" e scappò in camera sua.
"Lucy, Lucy, che incantesimo mi hai fatto?"mormorai in trance.

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Capitolo 11
*** 11° capitolo ***


11° capitolo

 

 

 

"Pronto?" risposi al cellulare.
"Lucy!Qui c'è mio fratello, collassato sul letto, che continua a ripetere "Lucy, Lucy, Lucy", ma che gli hai fatto?" strillò Giulls.
"Ooh, io niente..." cantilenai.
"Ma dai! Anche tu sei in pieno collasso?Ma che avete combinato?"
"Giulls niente…"
"Mmm, lo sai che non ci credo!Raccontami da ieri sera quando siete andati via dalla festa.."
Sospirando iniziai a riferirle tutto, tralasciando però i particolari...
"Ma quindi non avete..?"che amica che avevo..pensava solo a quello.
"Si"
"Come si?"
"Eheh, Giu!Si!"
"Ma se prima era un no!Allora voi.."e riniziò a gridare.
"Ti prego Giu, non urlare"
"Ok, scusa..ma sono troppo contenta!Avvisa le altre!"
"Si, si, lo stavo per fare, rimani in linea..."
Chiamai in teleconferenza Enrica e Fi e quando risposi pronunciai il nostro segnale per quelle situazioni:" Ri-Chia-Ma-Mi"
Silenzio da entrambe.
"Ehi, ci siete?"domandai, dato che si erano zittite tutte.
"Luuuu!Tu con Robert???Noooooo!!!Non ci posso credereeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!Oh mio Diooooooooo!"gridarono... a fine serata sarei diventata sorda.
Dovetti raccontare tutta la storia anche a loro e poi invece, costringemmo Giulia a raccontarci la sua, e come avevo previsto, si dilungò in particolari, che nessuna di noi voleva sentire.
A fine chiamata andai saltellando e canticchiando in cucina; salutai i miei, che stranamente erano in casa:"Ciao ma, ciao pa.." e diedi un bacio sulla guancia ad entrambi, poi presi la mia barretta e tornai in camera a studiare.
Verso sera ricevetti finalmente la chiamata di Rob.
"Ehi, finalmente!"dissi, rispondendo.
"Ehi, piccola. Scusa, ma mi sono addormentato; che stai facendo?"
"Sto finendo di studiare.."
"Cosa?"
"Per l'esame di lettere moderne, sai di cosa sto parlando vero?"
"Ehm, si..."rispose imbarazzato ed io risi di gusto.
"Che bello sentirti ridere.."mormorò dolcemente... “Questa sera stiamo insieme? Già mi manchi..”
“Anche tu, vieni da me?”
“Ma ci sono i tuoi..”
“No, questa sera no. E comunque non farebbe niente..”
“Ok, arrivo!” e riattaccò.
Intanto che aspettavo il suo arrivo, mi feci una doccia, utilizzando il mio bagnoschiuma preferito ‘meringa al limone’, mi piastrai i capelli e proprio quando terminai di prepararmi, suonarono alla porta.
“Maddy vado io!” e scesi le scale due a due, aprendo veloce la porta d’ingresso:ecco il mio paradiso personale, con i capelli spettinati, con una T-shirt e i jeans entrambi neri e con quel suo sorriso d’incanto che mi fermava il cuore. Mi baciò il collo e mi annusò: ”Mmm, sai di limone..”
Feci una risatina e mi allontanai:”Mio caro, ora non si fa niente di tutto quello che stai pensando..” e lo presi per mano, portandolo in camera mia.
“Wow, che bella!” e si avvicinò ad osservare le migliaia di foto con le mie amiche, singole, a Londra e quando ero in Italia, che avevo attaccato su un’intera parete.
“Lei chi è?” chiese indicando una foto in cui vi ero io a 6 anni, mano nella mano con un’altra bambina, in un parco giochi.
“Lei si chiama Alessandra. Era la mia migliore amica, quando ero in Italia; infatti questa foto è stata scattata nel parco giochi della mia città. Ci teniamo ancora sempre in contatto, però mi manca, come tutti gli altri.”
“Non ci torni mai?”
“Mmm, una volta all’anno per salutare i miei nonni e il resto della famiglia, dato che sono tutti lì...”
“Mi ci porterai mai?”chiese facendomi gli occhioni dolci.
“Può darsi..” e lo abbracciai, baciandolo.

 

***

 

Trascorsero sei mesi, i più belli della mia vita, dato che avevo accanto l'universo: il mio Robert.
Nell'ultimo mese però avevamo trascorso poco tempo insieme, poichè lui era occupato nella produzione del sequel di Twilight, che intanto aveva sbancato in tutto il mondo; quindi Rob si divideva tra me, la sua famiglia e il lavoro; poi anche io ero sempre più impegnata con il college, tra esami finali, corsi di approfondimento...
Ogni separazione ci procurava una fitta al cuore, la più dolorosa fu quando dovette ripartire due giorni prima del mio compleanno.
"Non puoi capire quanto mi dispiaccia, amore...ma cosa posso fare?" mi disse baciandomi la fronte, mentre eravamo distesi sul divano del mio terrazzo, io con il capo appoggiato sulle sue gambe.
"Tranquillo, non ti preoccupare. E' solo uno stupido compleanno."
Si, uno stupido compleanno in cui compivo 20 anni e il primo che avrei potuto passare con lui.
"Non è uno stupido compleanno! E' il TUO 20° compleanno! "
Mi misi seduta e gli presi il volto tra le mani, cercando di avere un'espressione e un tono serio.
"Rob, che dobbiamo fare? Tu devi partire non per andare in vacanza...quante volte ti ho detto che devi pensare prima alla tua carriera???E poi, io e Giulls festeggeremo insieme il compleanno in qualche modo.."
"Lucy, quante volte ti ho detto invece che non me ne frega niente del lavoro rispetto a quanto sia importante per me la tua felicità?!"
Sbuffai. "Robert!Con il tuo lavoro ci vivi!Non potresti fare niente senza quello!"
"Ma non potrei vivere neanche senza di te..." mi mormorò, guardandomi con quegli occhioni grandi e profondi.
Sorrisi e mi avvicinai per baciarlo, ma mi fermò, mettendomi un dito sulle labbra:" Il regalo te lo do ora?"
Sbiancai. "Regalo?"
"Già non ci sarò e non vuoi neppure accettare un piccolo regalo da parte mia?"
Sospirai. "Piccolo?" Non credevo minimamente che si fosse trattenuto a comprarmi un regalo "piccolo", come lo aveva definito.
"Per così dire." Ecco, appunto.
Mi fece chiudere gli occhi e voltarmi di spalle; attesi in silenzio, finchè non sentii un qualcosa di freddo e duro, appoggiarsi sul mio petto; subito spalancai gli occhi e vidi appeso al mio collo, un ciondolo d'oro a forma di cuore, contornato da piccoli diamantini, che brillavano alla luce del sole.
"Aprilo." mi ordinò dolcemente.
Lo aprii lentamente e all'interno, su un lato, c'era una nostra piccola foto, mentre ci davamo un tenero bacio, sull'altro, vi era incisa la nostra frase:

Infinitamente mia,
infinitamente tuo,
infinitamente nostri.

 

Nel leggere quella grande verità, mi commossi per la gioia e Rob mi asciugò con l'indice le lacrime che mi rigavano le guance.
"Ti piace?" mi chiese timoroso.
Alzai il viso verso di lui. "Non potevi farmi regalo più bello, a parte stare accanto a me. Grazie..davvero.."
Mi mise una mano sul mio cuore e disse:"Infinitamente mio..."
poi mise l'altra sul suo e mormorò: "Infinitamente tuo.."
"e Infinitamente nostri" baciandomi.
Fu un bacio umido, per via delle mie lacrime che bagnavano le nostre labbra, ma anche tanto dolce.
"Ti amo, non dimenticarlo mai." mi sussurrò all'orecchio.

IO E LUI. SOLI NELL'UNIVERSO.

 

 

 

 

Grazie a chi legge e a chi commentaaaa!!!

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Capitolo 12
*** 12° capitolo ***


12° capitolo

Poco dopo la partenza di Robert, arrivarono a casa mia, Giulia, Enrica e Fede, che erano tornate per il compleanno mio e di Giulls.
"Hola chica!" salutarono solari, squarciando quel silenzio in cui ero immersa fino a quel momento.
"Ehi.." risposi senza entusiasmo.
"Siamo arrivate in un momento poco opportuno mi sembra..." sussurrò Fi all'orecchio di Enrica, ma la sentii.
"No, tranquille, ditemi..." mormorai, raggomitolandomi sul letto.
"Ti abbiamo portato il nostro regalo di compleanno, in anticipo.." disse Giulls felice, porgendomi una busta con tante scritte.
"E noi quando te lo diamo? Intendevo aspettare dopodomani.."
"Lascia perdere, apri."mi ordinò lei.
Feci come aveva detto e cacciai quattro biglietti aerei: lessi la destinazione e balzai su.
"Mi regalate una settimana a Parigi???Noi quattro???"
"E a Disneyland!" urlarono all'unisono.
"Però con me viene anche Thomas, perchè non vuole non passare il mio compleanno senza di me.." aggiunse Giulls...' Eh, quanto vorrei che anche Rob, l'avesse fatto!' pensai tra me e me, ma cacciai via dalla mia mente quei pensieri tristi.
"Oddio ragazze!Non ci posso credere!Grazie!" e corsi ad abbracciarle.
"E Lorenzo non viene?" chiesi a Fi, ma lei fece una smorfia.
"Ehm, tra noi non va molto bene, ci siamo presi una pausa..."
A quanto pareva, nessuna di noi ne era a conoscenza e infatti rimanemmo sorprese.
"Pensavo che invece andasse tutto a gonfie vele!" commentò Enrica.
"Bè, non ci vedevamo più; quando potevamo uscire, lui cercava sempre una scusa...e alla fine mi sono rotta..."
Annuimmo, tutte d'accordo con lei.
"Bè, comunque... si parte domani mattina presto, l'aereo dovrebbe atterrare a Parigi per le 10.30, così iniziamo a fare una giro per la città. Il giorno del vostro compleanno, quindi dopodomani, andiamo a Disneyland! Poi il resto dei giorni visitiamo Parigi." disse Enrica, illustrandoci, con professionalità, tutto il viaggio.
"Ragazze non vedo l'ora!Inizio a preparare le valigie!" e come mi alzai, dalla maglia uscì il ciondolo, ricevuto da Rob.
"Oh, Oh!Guardate qui! Diamantino eh?"disse Fi, prendendolo sul palmo.
"Hai capito mio fratello...regala i diamanti a te, e a me niente di niente, che sono sua sorella!"disse offesa Giulls.
"Eheh..che ci vuoi fare!C'è chi tutto e chi niente!" dissi ridendo e iniziai a fare le valigie, con l'aiuto delle mie splendide amiche.

 

***

 

Il volo fu terribile; il tempo era pessimo e quindi l'aereo era continuamente scosso da numerose turbolenze, che mi provocavano conati di vomito e mal di testa.
Ma per fortuna riuscimmo ad atterrare all'aeroporto di Parigi verso le 11, con mezz'ora di ritardo.
Prendemmo subito un taxi che ci portò in albergo, cove ci sistemammo; poi uscimmo subito per iniziare a visitare la capitale francese.
Mi avevano sempre detto che Parigi era una città stupenda ed ora che la poteva osservare con i miei occhi capivo il motivo... la città dell'amore...ma il mio amore non c'era...
Sospirai, senza accorgermene, abbastanza sonoramente e le ragazze si voltarono con un'espressione interrogativa, ma scossi la testa come per dire "lasciate perdere".
Girovagammo per le strade parigine super affollate, non riuscimmo a trattenerci dall'entrare nelle meravigliose boutique, dove iniziammo a fare compere, mentre uno sconsolato Thomas, ci aspettava fuori.
Sembravamo le protagoniste del telefilm Sex and the City, quattro giovani amiche, appassionate di shopping e totalmente pazze.
Giunta la sera, cenammo nel lussuoso ristorante dell'albergo, come vidi le mie amiche non avevano badato a spese, e a mezzanotte brindammo con lo spumante il nostro 20° compleanno.
"Auguri a noi sorè!" squittimmò io e Giulia abbracciandoci e ridendo.
Mi aspettavo una chiamata da Rob a mezzanotte, ma non arrivò..allora provai a chiamarlo io, ma risultava staccato; probabilmente si era addormentato per la stanchezza...
A fine serata, o per meglio dire nottata, accordammo di partire verso le 9 di mattina per Disneyland e tornammo ognuno nella propria camera: Giulls con Thomas, Enrica e Fi ed io sarei stata in una singola, cosa che mi dispiaceva, dato che non amavo sentirmi qualcuno vicino mentre dormivo.
Quando entrai nella stanza e accesi la luce, vidi una valigiona che non mi apparteneva, posata sul letto e borbottai: "Ma guarda questi!Neanche le valigie sanno portare nelle giuste camere!" e così, la presi e la lasciai nel corridoio.
Mi docciai, indossai il pigiama, feci per mettermi sotto le coperte, ma bussarono alla porta e pensai che fosse Fi, che voleva la mia crema per la notte.
Sbuffando aprii e mi dovetti sostenere alla porta, per non svenire.

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Capitolo 13
*** 13° capitolo ***


13° capitolo

 

 

 

 

"Non sapevo che non mi volessi con te..." scherzò Rob indicando la sua valigia che avevo messo nel corridoio "Se vuoi me ne posso andare..." e rise, ma vedendomi in procinto di svenire, si fece serio e mi fece sedere su letto.
"Ehi, Lu..!Ci sei?"
Lo guardai e capii che era davvero lui e gli saltai al collo, quasi strozzandolo.
"Rob,tu, qui?!?"
"Oddio, se sapevo che potevi avere una reazione del genere non te la facevo questa sorpresa.."
"Rob, grazie! Grazie!" e mi fiondai sulle sue invitanti labbra.
"E di che!Pensavi davvero che sarei potuto mancare il giorno del tuo compleanno?Devi ammettere che sono proprio bravo come attore eh?" scherzò ridendo.
Gli diedi un pacca scherzosa sul petto "Non ti vantare troppo, spaccone." e ridemmo entrambi.
"Bè, auguri piccola mia!" e mi baciò nel modo che solo lui sapeva e poteva fare, mandandomi in paradiso.
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Il mattino dopo scendemmo per fare colazione e al tavolo c'erano già ad aspettarci tutti i nostri compagni, tutti con i sorrisi a 60 denti, stampati sui loro volti.
"Buongiorno!" dissero in coro, quando ci sedemmo.
"Voi non sapevate nulla vero?" dissi sarcastica.
"Certo che lo sapevamo!Ho organizzato tutto io!" rispose orgogliosa Giulia e Rob le scompigliò i capelli per scherzo.
"Ooh Robert!Anche il giorno del mio compleanno devi rompere?" urlò lei indispettita.
"Scusami scricciolo, auguri!" rispose lui ridendo.
"Bè, ora ti possiamo dare il nostro regalo Giu..!!" disse Fi ed Enrica cacciò dalla sua borsa quattro biglietti per il concerto di Rihanna, che lei adorava, e che ci sarebbe stato il mese seguente a Manchester.
"Oddio!Oddio!Ora svengo!Rihanna!!!Come avete fatto a trovarli?E' già tutto esaurito!!!I love you so much!!!" strillò lei, mentre saltellava per la gioia e tutti noi scoppiammo a ridere.
Quando finimmo di fare colazione ed eravamo pronti per uscire, prendemmo due taxi che ci portarono a DisneyLand.
Appena entrammo nel parco, i miei occhi brillarono..seppur ventenne, avevo sempre sognato andarci e in quel momento sembravo una bambina di 5 anni.
Costrinsi Rob a fare tutti i giochi assieme a me, anche quelli più stupidi; io e il resto del fleg, poi, perdemmo gran parte del tempo a fotografarci con Minnie, Cenerentola, Paperina, mentre Robert e Thomas ci guardavano sconsolati dalla panchina.
Quando arrivò l'ora di pranzo, ci fermammo in un piccolo ristorantino, sempre all'interno del parco e, come era già accaduto all'inizio della mattinata, arrivarono delle fans, per farsi autografare delle foto da Rob; dopo un quarto d'ora, finalmente si risedette:"Scusate, dicevamo..?"
Ma ecco che arrivarono anche dei paparazzi che iniziarono a fotografarci tutti, ma soprattutto me e Rob, che ormai eravamo la coppia cool del momento.
Infastidita, mi alzai e andai in bagno, dove attesi per 20 minuti che i fotografi se ne andassero, finchè non venne Robert a cercarmi.
"Ehi, è tanto che sei qui dentro!Perchè non esci?"mi chiese accarezzandomi la guancia.
"Se ne sono andati..?"
"Si, tranquilla..scusa se ti ho fatto ricordare anche il giorno del tuo compleanno.." mormorò dispiaciuto.
Gli accarezzai i capelli:"Ma che dici!E' solo che mi hanno dato fastidio tutti quei flash..ma tu non c'entri niente.." e gli diedi un tenero bacio e tornammo dagli altri.
"Lu!Ci sei cascata in quel bagno?" scherzò Thomas, appena mi sedetti, e Giulls gli diede una gomitata.
Io abbozzai un sorrisino "Eheh, c'era fila.."
A fine del pranzo feci per chiamare il cameriere per avere il conto, ma ecco che arrivarono due torte per me e Giulia.
"Anche le torte!" esclamammo noi.
"Eh certo! Che compleanno sarebbe senza la torta?" constatarono Fi ed Enrica, come se avessimo trascurato una cosa ovvia. Scattammo altre foto, mangiammo la torta e via di nuovo sui giochi.
Nel tardo pomeriggio però decidemmo di tornare in albergo, poichè eravamo tutti stanchissimi e quando entrai in camera, mi buttai sul letto esausta.
"Vado a farmi una doccia..vieni?" mi chiese Rob.
"No, vai vai" farfugliai con il viso sul cuscino, ma Rob mi prese in braccio e mi mise nella doccia tutta vestita, aprendo il getto d'acquaa gelata. Strillai e risi forte, mentre Rob mi baciava ogni centimetrodel mio corpo sopra i vestiti ormai zuppi, che però furono buttati fuori dalla doccia un secondo dopo.

 

 

 ***

 

Dopo la nostra doccia, probabilmente mi addormentai perchè mi svegliai che la stanza era quasi immersa nel buio.
Notai sul letto un bigliettino scritto da Rob: "Ti aspetto giù nella Hall, ti amo."
Sorridendo, iniziai a prepararmi e indossai dei jeans, una semplice maglia con scollo a V, le immancabili converse e sistemai i miei capelli in una coda di cavallo.
Pronta, scesi nella hall e, vedendo l'abbigliamento elegante di Rob gli chiesi:"Ma mi devo andare a cambiare?" e feci per tornare indietro, ma lui mi sorrise:"No, tranquilla; andiamo.."disse, baciandomi la fronte e cingendomi le spalle con il suo braccio.
Usciti dall'hotel, passeggiammo per Champs Elysées, dove ammirammo il grande Arc de Triomphe, illuminato dai flash dei numerosi turisti; poi con un taxi andammo sulla Tour Eiffel, che luccicava nell'atmosfera notturna di Parigi.
Salimmo fino al penultimo piano e rimanemmo per molto tempo ad osservare il panorama che avevamo davanti...
Mentre guardavo la notturna Parigi dall'alto, con Rob che mi abbracciava da dietro, ponendo il suo mento sulla mia spalla, mi venne da sorridere.
"Perchè ridi?" mi sussurrò all'orecchio.
"Perchè...questa situazione mi ricorda il nostro primo bacio sul London Eye.."risposi voltando la testa per guardarlo e sorrise anche lui, baciandomi il collo.
"E' il compleanno più bello e romantico che io abbia mai passato. Grazie Rob." mormorai e unii le mie labbra alle sue, facendoci trasportare dal ritmo delle nostre lingue, circondati dalla romantica atmosfera parigina.

 

 

 

 

Grazie mie lettriciiiii!!!!!!!!!!

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Capitolo 14
*** 14 capitolo ***


Perdonatemi il fatto che sia un pò cortino..recupererò..
14° capitolo
 
 
Tornati a Londra, riprendemmo i soliti ritmi: io e Giulls continuammo a studiare al college, Enrica e Fi tornarono ad Oxford anche loro per riprendere le lezioni, Rob sarebbe partito una settimana dopo diretto per Vancouver, per riniziare le riprese.
Mentre studiavo per un esame imminente, entrò in camera mia Giulia, sbattendo la porta.
"Oh!Ma non si bussa?Non ho sentito il campanello.."le dissi infastidita di quella sua irruzione.
"Si, scusa, ti devo parlare.." disse affannata e con uno sguardo, che non avrei potuto dire se fosse pieno di paura, felicità, tristezza, ma che mi fece preoccupare.
"Dimmi.." e mi alzai, andando verso di lei.
Lei prese fiato e disse tutto d'un fiato:"Ho un ritardo..."
Quelle parole furono per me un cazzotto nello stomaco, che mi tolse il fiato, e mi dovetti risedere sul letto.
"Di quanto?" dissi con lo sguardo perso.
"20 giorni...Lu, non so cosa fare!Sono sempre stata regolare..."mormorò con gli occhi ormai lucidi.
"Calma, calma..non è ancora sicuro niente." dissi, cercando di tranquillizzarla, abbracciandola. "Ripensa alle varie situazione: avete sempre preso precauzioni?"
"Oddio! Si! Certo!" gridò, prendendosi la testa tra le mani "Lu devo fare il test.."
"Si, ovvio..oddio che situazione.."
Lei scoppiò a piangere e appoggiò il capo sul mio petto e singhiozzando disse:"Se sono incinta, non voglio abortire.."
Allora le presi il volto tra le mani per guardarla negli occhi e con un dito le asciugai le lacrime "Poi ci penserai ok?"
Annuì e aggiunse "Avvisa tu le altre, ti prego..e non dirlo a mio fratello."
"Si, tranquilla, tranquilla..."
Lei annuì di nuovo e tornò a posare il capo sul mio petto.

 

***

2 giorni dopo
Mi squillò il cellulare e vedendo che era Giulia, risposi immediatamente. "Dimmi sorè.."
"Stiamo venendo da te.." mi avvisò e riattaccò subito.
Dopo 10 minuti ecco che entrò nella mia stanza seguita da Enrica e fi, che erano tornate a posta il giorno prima da Oxford.
"Ok, facciamolo.." mormorò Giulia con voce tremante, e si fece passare da Fede il test ed entrò nel mio bagno.
Intanto noi attendevamo in camera ansiose: io camminavo avanti e indietro per la stanza, torturandomi le unghie, Enrica era distesa a pancia in giù sul letto, facendo dondolare le gambe, Federica era seduta per terra a rana e si dondolava anche lei, con lo sguardo perso davanti a se.
Dopo 10 minuti, finalmente Giulia uscì dal bagno e mi porse il test:"Gurdalo tu, io non ce la faccio.."
Annuii e le presi il test di mano; lo controllai attentamente: vi erano due striscette blu, ben delineate.
Alzai la testa e guardai Giulia che si mordeva il labbro...riuscii a malapena a sussurrare: "Sei incinta Giu."
Su di noi calò il silenzio più totale, poi Giulia scoppiò a piangere e tutte l'abbracciamo.
"Amore, andrà tutto bene, andrà tutto bene..." continuava a ripeterle Enrica.
Io non riuscivo a dire niente, tutto ciò mi appariva una cosa strana, fuori dal nulla..Giulia aveva appena 20 anni e aspettava un bimbo...lei, la mia migliore amica, un bimbo, a 20 anni...
Queste parole turbinavano nella mia testa, scombussolandomi....forse non sarei dovuta essere felice, ma lo ero e iniziai a piangere anche io come una stupida.
Dopo un pò Giulia ci guardò:"Ragazze, io lo tengo, non posso abortire..."
"Ne sei sicura?Non è una cosa tanto semplice Giulls, hai 20 anni e...devi dirlo a Thomas."provò a dire Federica, cercando di farla ragionare razionalmente, ma Giulia la guardò severa.
"Ne sono sicura.Non potrei mai abortire.Mai."mormorò con una sicurezza tale, che vidi una nuova Giulia: una donna matura, pronta ad affrontare qualcosa che era più grande di lei
...
 
 
 
Grazie mille a tute le mie lettrici!
I vostri commenti mi riempono di gioia!

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Capitolo 15
*** 15° capitolo ***


15° capitolo

 

(POV Giulia)

 

 


Ero incinta...non sapevo come e quando era accaduto, ma ne ero felice...sapere di avere dentro di me una creatura, seppur in giovane età, era bellissimo.
Ora era il momento di dirlo a Thomas; mi feci venire a prendere e con la macchina andammo nel nostro nascondiglio personale, dove trascorrevamo la maggior parte del tempo.
Arrivati, scesi dalla macchina e mi appoggiai alla sportiera e Thomas mi cinse i fianchi.
"Allora, cosa mi devi dire di così urgente?" mi chiese, iniziando intanto a baciarmi il collo.
"Bè..io.." Non avevo mai avuto così paura di svelare qualcosa, avevo come il presentimento che sarebbe successo qualcosa di brutto.
"Io?"
"Io sono incinta.."gli dissi, sostenendo il suo sguardo.
Thomas si staccò immediatamente da me, e sul suo volto apparve una maschera di rabbia, odio, che non gli avevo mai visto.
"COSA???" urlò.
"Sono incinta, perchè mi urli contro?E' una brut..."balbettai.
"SI CHE E' UNA BRUTTA NOTIZIA!IO NON VOGLIO ESSERE PADRE!"mi gridò con uno sguardo assatanato.
Nell'udire quelle parole non riuscii più a respirai e iniziai ad ansimare.
"Giulia vedi di prendere una precauzione a questo, altrimenti..."disse puntandomi un dito contro.
"No." sussurrai; niente mi avrebbe fatto perdere il bambino che aspettavo, pure se aveva per padre una bestia.
"Cosa hai detto?"
"Ho detto che lo tengo." mormorai, scandendo per bene le parole, cosicchè capisse il concetto.
Lui annui serio e un secondo dopo mi diede uno schiaffo, talmente forte che mi fece uscire il sangue dal naso.
"Hai detto no eh?" e di nuovo un altro schiaffo, che mi fece cadere a terra.
Non riuscivo a pensare razionalmente, il dolore era troppo, mentre mi tirava calci al ventre, al costato, al viso.
Lacrime di sangue mi scorrevano lungo la faccia e il corpo, non avevo la forza per reagire e rimasi lì inerme, finchè non udii l'auto sgommare, allontanandosi da me.
Perchè nessuno veniva ad aiutarmi?Perchè nessuno sentiva le mie grida?
Passò il tempo, probabilmente persi conoscenza, ma quando aprii gli occhi, vidi che il cielo iniziava ad imbrunirsi. Lentamente mi girai a pancia in su, in quella pozza di sangue, stringendo i denti per il dolore che invase tutto il mio corpo, e presi il cellulare, che per fortuna avevo in tasca.
Digitai il primo numero che mi venne in mente, senza neppure sapere chi stessi chiamando.
"Pronto?" riconobbi la voce di Lucia, e ringraziai il cielo che fosse lei.
"Lu.."provai a dire,ma avevo la gola secca e sanguinolenta.
"Giu!Che succede?Giu!"mi gridava lei.
Raccolsi quel pò di forze che mi erano rimaste e dissi:" Lu...ti prego...aiutami..."
"Cosa succede??Dove sei?"
"Al St. James' Park..aiutami."
Non udii risposta perchè venni avvolta dalle tenebre.

 

***

 

(POV LU)

 

Stavo studiando in camera mia per l'esame che avrei avuto il giorno dopo; ero in crisi, mi sembrava di non sapere nulla e sicuramente sarebbe stato il mio primo esame ad andare male.
Immersa nella letteratura, venni interrotta dallo squillo del mio cellullare; vidi che era Giulia e risposi infastidita per la sua interruzione.
"Pronto?"
"Lu.."sentii sussurrare: era come se non riuscisse a parlare.
"Giu!Che succede?Giu!"gli gridai, iniziandomi a preoccupare.
Ci fu un attimo di silenzio, poi lei riprese con voce più viva:"Lu...ti prego...aiutami..."
"Cosa succede??Dove sei?" gli chiesi, infilandomi già il giubbino.
"Al St. James' Park..aiutami."poi la chiamata si chiuse.
Corsi verso la mia auto e partii alla massima velocità verso St. James Park.
Ma che ci faceva lì? Era il parco più pericoloso di Londra nelle ore serali; perchè era lì da sola? Poi la sua voce...solo a pensare che gli fosse potuto succedere qualcosa di davvero brutto mi provocò dei brividi.
Arrivata, girai in tondo per il parco, in cerca di lei, quando i fari della macchina, illuminarono un figura a terra, davanti a me.
Mi avvicinai di più e capii che era proprio Giulls e scesi dalla macchina gridando:"Giulls!Oh mio Dio!" e mi chinai su di lei.
Era in pessime condizioni: aveva il viso butterato, sporco di sangue, il labbro inferiore spaccato e si teneva le mani sulla pancia, come se cercasse di diminuire il dolore che probabilmente provava in quella zona.
"Dio mio!Giu, cosa è successo?Chi ti ha ridotto così?" urlavo tra le lacrime.
"Lucia.."biascicò, provando a mettere a fuoco la situazione.
"Si sono qui..ora andiamo all'ospedale. Ci sono io ora!" e con tutta la forza che avevo la sollevai.
"No, non in ospedale, ti prego.."mormorò con voce talmente flebile che riuscivo a malapena a udirla.
"Va bene, va bene..andiamo da me.. ora..tranquilla.."
La trascinai fino all'auto e con grande difficoltà la feci allungare sui sedili posteriori che si sporcarono tutti.
Durante il tragitto chiamai Rob e lo avvertii di aspettare fuori dalla mia villa, poichè non avevo la forza per portarla fino alla mia camera.
Quando parcheggiai e Rob la vide così, inerme e dolorante sul sedile, scoppiò in bestemmie e imprecazioni, con gli occhi gonfi di lacrime.
Insieme la portammo all'interno e la mettemmo sul mio letto;mentre io le tamponavo il viso e le medicavo le ferite, Rob era seduto alla scrivania e ci osservava con lo sguardo vitreo, poi scattò in piedi e urlò contro la sorella:"Giu!Che cosa è successoo???Parla!!!"
"Rob!Non urlare!Non vedi come sta???" controbattei io e aggiunsi rivolta a lei:"Giulia, tesoro, cosa è successo? Ce la fai a parlare?"
Lei socchiuse gli occhi e pronunciò parole incomprensibili.
"Che dice?" chiese Rob, impaziente.
Avvicinai l'orecchio alla bocca di Giulls e riuscii finalmente a capire l'unica parola che, però, non volevo sentire: Thomas.
Mi tappai la bocca con la mano, sconvolta, e altre lacrime mi bagnarono il volto..capii subito il motivo di quel gesto e in me aumentò ancora di più l'odio e la rabbia nei confronti di quell'essere; Rob mi scosse per le spalle, incitandomi a parlare.
"E' stato Thomas, Rob.."mormorai, abbassando lo sguardo; quando avrebbe saputo il motivo, sarebbe successo il finimondo.
"THOMAS????PERCHE'???IO LO AMAZZOOO!!!"
Presi aria e confessai, sempre tenendo lo sguardo basso:"Tua sorella era incinta e..probabilmente quando lo ha detto a Thomas..."ma non riuscii a continuare.
Da Rob non arrivò altro che silenzio, così alzai il capo e vidi sul suo volto un'espressione rabbiosa, ma allo stesso tempo ferita e ne capivo anche il motivo.
"Rob...io.."
"STAI ZITTA!PERCHE' NON ME L'HA DETTO??E PERCHE' NON ME LO HAI DETTO NEANCHE TU???" urlò rabbioso e uscì sbattendo la porta, probabilmente dirigendosi verso quello che, in quel momento, avrei voluto fare io con tutto il cuore.

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Capitolo 16
*** 16° capitolo ***


16° capitolo

(POV Rob)

 

 


Ero rabbioso, infuriato, non riuscivo a ragionare...salii in macchina e senza che ci pensassi mi ritrovai davanti casa di quel lurido, che aveva massacrato mia sorella.
Camminai spedito lungo il viale e bussai forte alla porta. Niente. Riprovai, ed ecco che lui aprì e quando mi vide arretrò di un passo, probabilmente terrorizzato.
"Rob, ti posso spiegare.." balbettò.
"Ah..mi puoi spiegare? Bene!" e gli diedi un cazzotto, facendogli storcere la mascella.
"Brutto stronzo!Fai schifo!" urlai e continuai a tirare pugni, su quella schifosa faccia che si ritrovava..Cercò di difendersi e con un pugno mi colpi l'occhio destro, ma fortunatamente avevo più forza e gli diedi un calcio nelle parti basse, facendolo cadere.
Ormai era a terra, in posizione fetale..non tentava neppure di difendersi dai miei colpi.
Con un calcio lo feci rotolare a pancia in su e gli gridai con tutto il disprezzo che provavo:"SEI UNA MERDA!QUESTO PER AVERLA MESSA INCINTA!" e gli diedi un calcio nel fianco. " E QUESTO PER AVERLA QUASI AMMAZZATA DI BOTTE!" e altro calcio nello stomaco. "AZZARDATI AD AVVICINARTI A MIA SORELLA E SEI MORTO!" e uscii, riprendendo la macchina e tornando verso casa di Lucia...
Arrivato, parcheggiai fuori dal grande cancello e rientrai, per fortuna i suoi genitori non erano in casa quel weekend..
Quando entrai nella sua camera, balzò giù dal letto, dove era seduta vicino a Giulia, e mi venne incontro abbracciandomi.
Poi notò il livido sull'occhio e il labbro spaccato e disse preoccupata:"Oddio!Cosa è successo Rob?Non bastava tua sorella, ora anche tu.."e iniziò a medicarmi.
"Che gli hai fatto?" chiese dopo un pò, mentre mi poneva sull'occhio del ghiaccio.
"Quello che si meritava..." lei annuì. "Scusami per averti aggredita prima, ero fuori di me e..."
"Tranquillo amore, non ti preoccupare" e mi diede un bacio sulle labbra.
"Ahi!" gridai di dolore al contatto.
"Scusa, scusa..ok, niente più baci.."cercò di ironizzare, ma l'atmosfera era intrisa di tristezza.
Sospirando, posò lo sguardo su mia sorella, che riposava sul suo letto.
"Prima ho fatto venire il mio dottore e ha detto che... l'ha perso...Thomas, l'ha colpita proprio nel ventre.."mormorò e iniziò a singhiozzare; la feci sedere sulle mie gambe e la strinsi forte a me.
"Lei lo sa?" le chiesi, quando sentii che si era calmata.
Lucy annuì soltanto e capii già la reazione che mia sorella aveva avuto.

 

***

(POV Lucia)

 

 

Passarono due giorni, Giulia non volle porre denuncia contro Thomas e nessuno riusciva a capire il motivo, non aveva detto neppure ai genitori che fosse stato lui, quindi gli unici a saperlo eravamo noi del Fleg e il fratello.
Quelli furono giorni di inferno per me, tra esame di letteratura inglese al college, aiutare Giulls, che aveva difficoltà a muoversi e stare con Rob.
Tornata a casa, andai a farmi un lungo bagno rilassante, per cercare di mandare via la stanchezza accumulata nei giorni precedenti.
Poi asciugai accuratamente i capelli e scesi in cucina, da cui proveniva un ottimo odore.
Quando entrai, vidi Maddy ai fornelli e i miei genitori seduti a tavola, che mi fecero segno di sedermi.
"Pensavo di dover pranzare da sola! Come mai a casa?" chiesi...c'era qualcosa di strano..
"Io e tuo padre siamo tornati prima dal lavoro perchè dobbiamo parlarti di una cosa importante.."
Ecco lo sapevo, quando facevano così non era mai niente di buono.
"Che succede?" chiesi timorosa.
"Com'è andato l'esame?" disse, interrompendo mio padre.
"Bene, 29, ma non cambiare discorso...che succede?"
Mio padre prese fiato e disse:"Torniamo in Italia, si parte tra due giorni. Tua mamma è riuscita ad avere il posto a Chieti e io anche."
Nell'udire quelle parole, mi crollò il mondo addosso, la vista mi si appannò, sentivo le voci dei miei, ovattate.
No, non potevano farmi questo.
Non potevano allontanarmi dalla vita che ero riuscita a costruirmi.
Non potevano allontanarmi da Giulia, Enrica, Federica.
Non potevano allontanarmi dalla mia metà!!!
"No!Non potete farmi questoo!No!" gridai. "Ho 20 anni!Sono ultra maggiorenne per vivere da sola!"
"Signorina, quando inizierai a lavorare e avrai la capacità di sfamarti e pagarti autonomamente gli studi, potrai andare a vivere dove vuoi!" controbattè mia madre.
"Ah certo, perchè per voi pagarmi gli studi e darmi da mangiare è il concetto totale di genitore vero???Non potete decidere ora per me quando non l'avete mai fatto, trascurandomi sempre!!!"
"Ora basta!Tu verrai con noi!E' lì che sei nata!Fine della storia!" tuonò mio padre.
"E con il college come farò?" chiesi, con voce tremante, cercando di aggrapparmi a qualunque cosa.
"Trasferiremo i tuoi risultati all'università di Chieti." ripose.
"Non potete farmi questo, Giulia, Federica, Enrica..." non riuscii a pronunciare il nome più importante, più significativo, ma anche il più doloroso.
Mi alzai dal tavolo rovesciando la sedia e corsi per strada, in lacrime.
Correvo, correvo, senza sapere neppure dove stavo andando; mi fermai per riprendere fiato e provai a chiamare Robert, ma le lacrime mi offuscavano la vista, così cercai di calmarmi facendo profondi respiri, finchè non riacquistai la calma e riuscii a comporre il giusto numero.
"Rob.." singhiozzai.
"Amore, che succede?" disse, con voce allarmata.
"Ti prego vieni da me.."
"Lu, cosa ti è successo?Ti hanno fatto del male?" mi chiese sempre più agitato, mentre sentivo che stava mettendo in moto la sua Audi.
"No, no, ma vieni ti prego..ho bisogno di te.."
"Dove sei?"
Mi guardai attorno e mi accorsi che avevo corso parecchio senza accorgermene.
"Sono a Carnaby Street.."
"Ok, arrivo subito."
Mi sedetti su una panchina, tutta rannicchiata; finalmente, dopo non molto tempo, sentii due inconfondibili braccia forti, stringermi a sè e riniziai a piangere a dirotto sul petto di Robert.
"Shh, sono qui, sono qui..tranquilla."mi mormorò baciandomi il capo e accarezzandomi i capelli. Rimase in silenzio a coccolarmi, finchè non finii di bagnargli l'immacolata camicia.
"Cosa è successo?" mi chiese, asciugandomi le lacrime.
Alzai il volto e fissai quei suoi profondi occhi smeraldi...come avrei fatto???Come???
Presi forza e farfugliai tra i singhiozzi:"Ci ritrasferiamo in Italia, tra due giorni.."
Lo fissai e quando assimilò completamente la notizia, sul suo volto apparve una maschera di infinita tristezza...
"Oh Rob..!" singhiozzai,incastrando il mio capo sotto il suo mento, e lui mi strinse a sè talmente forte, che mi mancò il fiato, ma non mi interessava, volevo sentirmi unita a lui, come non lo ero mai stata.
Rimanemmo in silenzio per molto tempo, a cullarci, baciarci, sfiorarci su quella vecchia panchina di Carnaby Street.
Avevo pura di porgli la domanda che mi attanagliava lo stomaco, ma era fondamentale che gliela facessi, così presi coraggio e gli dissi:"Come faremo?" e lui capì subito cosa intendevo. Mi guardò con quegli occhi, che però in quel momento non emanavano più quella luce splendente che mi trasmetteva felicità anche nei momenti più cupi.
Mi baciò la fronte e mormorò con le labbra su di essa:"Ce la faremo amore, noi ci amiamo." Ma mi sembrò che, con quelle parole, cercasse di auto-convincere più se stesso, che me.

 

 

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Capitolo 17
*** 17° capitolo ***


17° capitolo


Quella sera, tornata a casa, vidi i primi scatoloni sulla porta e scappai in camera, altrimenti avrei rischiato di avere un'altra crisi di pianto.
Ora arrivava un'altra parte molto difficile: dirlo alle ragazze.
Per fortuna Enrica e Fede non erano ancora ripartite per Oxford, quindi le feci venire a casa mia e Giulia arrivò per ultima, zoppicando con la stampella.
Passammo il pomeriggio distese sulla moquette bianca della mia stanza, bevendo e mangiando schifezze e ripensando alle nostre vicessitudini.
"Vi ricordate quando ci siamo conosciute?Quando io sono arrivata qui a Londra?" chiesi loro, mentre masticavo un marschmallows.
Loro iniziarono a ridere. "Ma vi ricordate? Stavi tutta zitta, lontano da tutti.." ridacchiò Fi.
"Poi sei venuta a sbattere contro di me e mi hai rovesciato tutto il succo sulla mia camicetta...ricordo che l'avevo appena comprata e l'adoravo!" continuò Giulia.
"Mi hai incenerito con lo sguardo!"dissi io e ci sbellicammo dalle risate, ripensando a quel momento.
"Allora un brindisi al succo che ci ha fatto incontrare!" esultò Enrica, alzando la lattina di birra.
"Al succo sulla camicia!" dicemmo in coro e facemmo battere le lattine.
Dopo un pò, decisi che era il momento di riferire loro della brutta notizia e così, presi il maggior coraggio possibile e dissi:"Vi devo dire una cosa importante."
"Uuuh, dicci dicci..qualche scoop su Rob?" mormorò Enrica, mettendosi comoda.
"No, Rob non c'entra niente, o almeno, c'entra relativamente, come voi."
"Dai spara!"mi incitarono.
"Sono costretta a trasferirmi in Italia... definitivamente." A sol pensiero i miei occhi si inumidirono di nuovo.
Loro rimasero zitte, con gli occhi e le bocche spalancate, e, non sopportando più quel silenzio opprimente, esclamai:"Vi prego, dite qualcosa.."
"Cosa dovremmo dire?Eh?Che bello, te ne vai!Vuoi sentirti dire questo?"mi aggredì Giulia.
"Giu, perchè mi stai attaccando?Io ci sto male più di voi!" Non capivo davvero perchè mi stesse assaendo in quel modo..non era colpa mia..
"Non te ne puoi andare!Non puoi! Non puoi lasciarmi ora che sono in questa situazione!Loro torneranno ad Oxford e con me chi ci sarà..?"gridò, con le lacrime agli occhi e alzandosi, con difficoltà, sorreggendosi alla stampella.
"Giulls, mi dispiace, non sai quanto..Ma cosa dovrei fare?Se c'è un'altra alternativa, mostramela!Ti ripeto che ci sto soffrendo più di voi!"
"Ma zitta...sei un'egoista..!" e uscì, zoppicando, dalla stanza.
Sospirai e mi stropicciai gli occhi; ora ci mancava solo questo...litigare con Giulia.
"Quando?" sussurò Fi.
Alzai il capo e vidi i volti delle mia amiche bagnati da lacrime silenziose.
"Tra due giorni..." e mi unii a loro nello sfogare la rabbia e la tristezza di quella circostanza.

 

***


Passai il giorno seguente a preparare tutti i miei scatoloni e valigie, che mi provocavano un'ulteriore tristezza e mi mettevano una grande nausea.
Ad aiutarmi vennero anche Federica ed Enrica che, seppur avevano le lezioni al college, si erano rifiutate di partire prima della mia partenza. Giulls non si fece nè vedere nè sentire; la provai a chiamare varie volte, ma non ricevetti alcuna risposta.
Nel preparare valigie e scatoloni, mi aiutò anche Rob, che per la prima volta da quando lo conoscevo, non aveva il sorriso stampato sulle labbra.
Quando Enrica e Fede se ne andarono, dopo esserci dolorosamente date appuntamente all'aereoporto il giorno dopo, Rob rimase con me; lo raggiunsi sul terrazzino della mia stanza, dove si stava fumando una sigaretta e gliela presi, spegnendola a terra.
"Ti fa male." dissi, rispondendo alla sua espressione scocciata.
"Non è niente in confronto al male che sto provando ora dentro." borbottò, con la testa china.
Sospirai. "Ti prego Rob, non complicare ulteriormente le cose; non puoi capire come io mi senta ora, ma sto cercando di reagire...ti prego, cerca di non appesantire la situazione."
"Si, scusami...è che..." ma non riuscì a continuare, che un groppo gli salì in gola.
"Oh Rob, vieni qui.." e lo strinsi a me più forte che potevo; poi mi staccai e lo costrinsi a fissarmi.
"Lo sai che ti amo?Eh?Lo sai che sei tutta la mia vita?"
Lui annuì e riabbassò lo sguardo, ma io con l'indice gli risollevai il mento; toccai il ciondolo che mi aveva regalato e pronunciai la nostra frase, incisa anche all'interno del ciondolo:"Infinitamente mio, infinitamente tua, infinitamente nostri...no?"
Lui mi prese il capo e mi baciò con forza, sollevandomi da terra, e io mi aggrappai al suo collo, cingendogli con le gambe il bacino.
Rientrò in camera, che ormai era fredda e spoglia; mi posò sul letto, senza dividere le sue labbra dalle mie.
Non fu come le altre volte: quella fu una notte intrisa di rabbia per essere costretti a dividerci, di tristezza per non poter più stare insieme ad ogni ora.
Non ci dividemmo neppure per riprendere fiato; eravamo bramosi dell'altro, avidi di sentirci stretti e vicini, abbandonandoci al piacere di quell'ultima notte.

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Capitolo 18
*** 18° capitolo ***


Eccomi tornata, scusate questa lunga pausa, ma sono partita per Madrid (città meravigliosa!).

Nella seconda parte del capitolo ci saranno parole nel dialetto abruzzese..bè, se non capite non esitate a chiedere..xD Buona lettura!

 

18° capitolo


Arrivò il momento della partenza.
All'aeroporto mi aspettavano Enrica e Fede, mentre Rob non mi aveva lasciato un attimo.
Notai che i miei genitori non amavano la sua presenza accanto a me, probabilmente perchè lo avevano visto entrare la sera prima in camera mia ed uscirne il mattino dopo. Chissà..
Arrivata in aeroporto mi aspettavo di trovare tutte e tre le mie amiche, ma purtroppo di Giulia neppure l'ombra...provai a chiamarla di nuovo, ma il telefono squillò a vuoto.
Fortunatamente arrivammo in anticipo così ebbi più tempo da passare con loro; io e Rob non parlavamo, ci guardavamo solamente e quello scambio di sguardi era più intenso delle parole o delle lacrime che avremmo potuto spendere.
<< Si pregano i signori passeggeri del volo 116 Londra-Pescara, di recarsi all'imbarco.>> annunciarono al microfono e il mio stomaco si chiuse in una morsa.
Mi alzai e diedi uno sguardo tra la folla per vedere se arrivava Giulia, ma niente...così mi avvicinai a Rob.
Lui mi strinse forte a sè e io inspirai a fondo quel suo profumo inebriante, cercando di non pensare a
quando l'avrei potuto risentire.
Mi staccai e gli passai una mano fra quei capelli indomabili che aveva.
"Miraccomando..fai il bravo e smettila di fumare..."dissi, con tono serio e impegnandomi a non piangere.
"Ci proverò..." e mi prese il capo, baciandomi come solo lui era in grado di fare, poi sobbalzò e disse staccandosi:"Ah, aspetta, quasi dimenticavo.."e cacciò dalla tasca dei jeans il suo amato Ipod.
"Tieni.."Mormorò.
"Ma è tuo!Come farai senza?"chiesi sorpresa e commossa: quell'oggetto era uno tra i più cari che aveva, lo portava dappertutto, erano inseparabili.
"Sopravviverò...e poi voglio che lo tenga tu; ho inserito delle canzoni che ti piaceranno.."
"Anche le tue??"
"Anche.." affermò e sorrise, riavvicinando le sue labbra alle mie. Me le gustai finchè non chiamarono di nuovo il mio volo e mi staccai dalle morbide labbra del mio amore e andai da Enrica e Fi, che non si sforzarono, come me, di trattenere le lacrime.
Le abbracciai forte e mormorai: "Vi voglio bene...ci vediamo presto..tanto tornerò a farvi visita e verrete anche voi no?" Loro annuirono e provarono a sorridere. "E...salutatemi Giulia.."
Ma ecco che udii gridare il mio nome e mi voltai: scorsi Giulia, che cercava di correre, zoppicando, con l'aiuto della stampella. Subito corsi da lei e l'abbracciai forte.
"Scusami, non so cosa mi abbia preso; scusa!" singhiozzò durante l'abbraccio.
"Fa niente..ti voglio bene Giulls. Miraccomando eh!" Lei annuì e riiniziò a singhiozzare.
Mi incamminai verso l'imbarco, con Robert a fianco.
Prima di oltrepassare la soglia lo baciai ancora e ancora, poi quando chiamarono per la terza e ultima volta il volo mi staccai e gli sussurrai a fior di labbra: "Ti amo lo sai?Ci vediamo presto ok?"
"Anche io e non sai quanto. Appena finisco le riprese a Vancouver vengo da te.."
"Ok..tieni d'occhi tua sorella.."
"Si, certo...." Mi girai per l'ultima volta e salutai con la mano le mie amiche, lì in piedi che si passavano i fazzoletti per asciugarsi gli occhi e le lacrime; poi fui costretta a oltrepassare la soglia dell'imbarco, presa di forza da mio padre e loro scomparirono dalla mia vista.
Decollato l'aereo non ebbi più la forza di trattenere le lacrime, che sgorgavano, sgorgavano e, guardando fuori dal finestrino, diedi un'ultima occhiata all'uggiosa Londra, che scompariva dietro le cupi nubi, dense di pioggia.

***

Mia madre mi svegliò scuotendomi e mi resi conto di essere ancora in aereo; guardai fuori dal finestrino e vidi che la nuvolosa Londra aveva lasciato il posto alla solare e calda Pescara.
Quando uscimmo dall'aeroporto, venni colpita dal caldo afoso di fine giugno, tipico della costa adriatica, ed ebbi una crisi di malinconia: seppur adorassi il caldo e il sole, in quel momento non volevo altro che le nuvole e la pioggia tipici di Londra.
Prendemmo un taxi che ci avrebbe portato a Chieti, la mia città natale, che distava circa 15-20 minuti di macchina da Pescara.
Quando avvistai in lontananza la collinare Chieti, non ne fui totalmente scontenta, in fondo era la città in cui ero nata, cresciuta fino a 12-13 anni e dove avevo ancora le mie vecchie amicizie.
Il taxi si fermò davanti la nostra villetta, che era la metà di quella londinese.
"Quando arriverà tutta la mia roba e la mia macchina?" chiesi, rivolgendomi ai miei per la prima volta da quando eravamo partiti.
"Entro questa sera arriveranno tutti gli scatoloni e i mobili; la tua macchina entro oggi o al massimo domani." rispose mio padre.
"Bene." e mi diressi subito verso la mia vecchia camera, senza neppure dare uno sguardo al resto della casa.
Mi sedetti sul letto, che non avevo ricordato fosse, per mia sfortuna, ad una piazza, e mi guardai attorno.
Era rimasta come l'avevo lasciata: era leggermente più piccola rispetto a quella che avevo a Londra, il pavimento era tutto di parquet, i muri di un leggero lilla e alle finestre vi erano tende bianco perla, tendenti al panna.
Ero di nuovo in Italia, otto mesi prima non mi sarebbe dispiaciuto completamente venirci, ma ora no, assolutamente no.
Decisi subito di chiamare Rob per avvisarlo che ero sana e salva; rispose al primo squillo: "Amore!" esclamò.
"Ehi, sono arrivata da poco...è tutto ok..." Si certo come no, ma a chi la davo a bere?
"Mmm, non ci credo. Comunque dove sei ora?"
"In camera mia, tra poco andrò a salutare un pò di gente di qui.."
"Ah ok; senti....tra due giorni ho l'aereo per Vancouver.."mi comunicò un pò titubante.
Grandioso! Vancouver era 9 ore indietro rispetto all'Italia!Quando lui si svegliava, io mi addormentavo..Perfetto!
"Ah, wow!"risposi, cercando di avere un tono vivace.
"So che sarà ancora più difficile sentirci, ma cosa ti ho detto?"chiese con ovvietà.
"Cosa mi hai detto?" ripetei.
"<>"
"Perchè ci amiamo..." terminai di dire con un sorriso.
"Esatto amore."
"Ti amo e non puoi capire quanto Rob."gli dissi e in quelle parole misi tutto il sentimento, che provavo per lui, ma non riuscii a mascherare la tristezza, che incombeva sempre su di me.
"No, io di più!" ribattè lui.
"No, io!"
"Ti ho detto io!" ripetè.
"Va bene, va bene, ti faccio vincere!" e ridemmo insieme.
"Giulia? Le altre?"chiesi dopo un pò.
"Allora, le altre tue amiche sono ripartite subito dopo per Oxford, Giulia sta dormendo."
"Ah, ok..allora la chiamo dopo, quando si sveglia. Oddio, non sai quanto già mi manchi.."
"Anche tu Lucy..anche tu. Scusa mi sta chiamando sull'altro cellulare il mio manager, ci sentiamo questa sera?"
"Certo!Ovvio!" dissi con voce stridula e con un tono troppo alto da farlo ridere.
"Dai a questa sera.."disse sghignazzando.
"Ciao.."e chiusi la chiamata.
Dato che non erano ancora arrivati gli scatoloni con la mia roba e quindi non potevo iniziare a mettere a posto tutti i miei oggetti, decisi di andare a fare visita a mia nonna e se avessi fatto in tempo ai miei vecchi amici.
M lavai e indossai degli shorts bianchi, una canotta giallo limone, espadrillas, raccolsi i capelli in un tuppo, così da non soffrire il caldo e uscii.
Quando mi aprì e mi vide iniziò con numerose esclamazioni dialetta chietine.
"Oh scia benedett!Nipotina mia! Quant si crisciut!Fatti vedere, fatti vedere..sei un pò sciupatella! Mò ti faccio il brodino come lo so fare io eh?"esclamò lei, baciandomi e abbracciandomi.
"Grazie nonna, ma ci sono 40 gradi all'ombra fuori..un brondino non mi sembra molto adatto.."
"Vuoi un the?Lo vuoi un bel te?"insistette lei.
"Va bene, dammi il the!" risposi sospirando; non sopportavo questa mania che mia nonna aveva di dover costringere a bere o a mangiare chiunque fosse entrato in casa sua.
"Senti, senti, ora il tuo italiano ha un accento tutto strano..!"commentò, mentre mi porgeva non un bicchiere, ma una TAZZA di the.
"Eh lo so...dopo 7 anni vissuti a Londra è normale.."
Mentre mi costringeva a ingozzarmi di dolci e dolcetti, le raccontai della mia vita a Londra, del college, delle mie amiche, ma tralasciai il capitolo Rob, tanto avrebbe preteso lei di saperlo ben presto.
"Ma dimmi un pò, c'è qualche giovinetto?Dillo, dillo alla nonna." Ecco, come avevo previsto.
"Bè...si...c'è..."
" E com'è? Di buona famiglia?" Eeh..mia nonna e i suoi pregiudizi.
"Si, si, tranquilla! Ma non è che ci dobbiamo sposare! Stiamo solo insieme.."
"Eeeh; il linguaggio di sti giuvenetti d'oggi...<>...bah! Ai miei tempi..."iniziò lei, impostando la voce profetica.
"Nonna, ti prego! Non iniziare con le tue storie!" dissi esasperata.
"Va bene, va bene! Ma senti un pochino...come farete mò? Tu qui, lui lì?Eh?" Bene!Ora ci mancava lei che me lo ripeteva, non bastava già il mio tormento per questa storia.
"Non lo so. Una volta andrò io, una volta verrà lui; si troverà un modo..."
"Stai attenta amore! Li giuvinetti di sti tempi son periculos!" esclamò lei, alzando le braccia al cielo.
"Si nonna lo so! Ora devo andare, ci vediamo presto ok?"
Le diedi un bacio sulla fronte e scappai via da quella casa; mia nonna era buona e cara, ma era un'esperta nel procurarti il malumore.

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Capitolo 19
*** 19° capitolo ***


19° capitolo


Quando ti chiedi cos'è l'amore,
immagina due mani ardenti
che si incontrano,
due sguardi perduti l'uno nell'altro,
due cuori che tremano
di fronte all'immensità di un sentimento,
e poche parole
per rendere eterno un istante.
~ Alan Douar ~


Dopo essere fuggita da casa di mia nonna, presi il cellulare e chiamai Alessandra, la mia amica d'infanzia.
"Pronto?" rispose con voce squillante.
"Ehi Ale! Sono Lucia!"
"Luu!Che bello sentirti!E' tanto che non richiami!"
"Si lo so, scusami; senti io sono a Chieti, anzi ci rimarrò per molto tempo..!"
"Sei qui???Non ci posso credere!Mi hai dato una notizia bellissima..!Vediamoci subito!Alle 18 trinità?Sai ancora dov'è?"disse lei, scherzando.
"Certo! A tra poco..!"
La Trinità era la piazza centrale di Chieti, il punto d'incontro per grandi e piccini, per i ragazzi la mattina prima di andare a scuola, il pomeriggio o la sera per uscire.
Passai prima a casa a prendere i miei occhiali da sole e la mia bigbag MiuMiu, regalo di compleanno ricevuto da mia mamma, infilandoci dentro cellulare, chiavi, portafoglio, pochette con qualche trucco di emergenza e andai alla Trinità.
Alessandra era già lì e quasi non la riconoscevo: era diventata molto alta, aveva fatto crescere i capelli mossi fino a metà schiena ed era diventata snella, ma quegli occhi verde acqua, che tanto mi ricordavano Robert, non erano cambiati.
"More!" gridammo insieme... così ci chiamavamo.
L'abbracciai forte, poi feci un passo indietro per ammirarla.
"Ma guardati...sei stupenda!" esclamai sorridendo.
"Anche tu non scherzi! Che fai la modella?"
Risi di cuore. "Si certo!Come no!"
"Allora, ti va di prenderci qualcosa?"
Acconsentii:"Certo..!"
Andammo al Templum, per me uno dei migliori Cafè del mondo, che preparava la cioccolata calda più buona della terra e i cocktail più particolari.
"Quanto mi era mancato questo posto? Ogni sabato qui, ti ricordi?" dissi, guardandomi attorno.
"Come dimenticarlo!Ma comunque ci veniamo ancora il sabato..."
"Davvero? A proposito, che fanno gli altri? Serena? I ragazzi?"chiesi, desiderosa di sapere novità sui miei vecchi amici.
"Serena è partita per la Grecia con il suo -boy-"
Scoppiai a ridere "Si è fidanzata???Hai capito la nostra picci-cafonetta..eh.."e rise anche lei.
"Infatti!I ragazzi diventano sempre più stupidi, man mano che il tempo passa!"
"Che bello, non vedo l'ora di vederli.."
"Perchè domani non vieni al mare con noi? Almeno li ricontri!"
Wow! Il mare! Erano anni che non vi riandavo ed infatti dalla mia carnagione si notava.
"Sicuro che vengo!Allora che prendiamo?" le chiesi.
"Che ne dici di provare il cocktail al cocomero e pesca?" propose, scrutando il menù.
"Mmm, cocomero e pesca? Andata!"
Mentre attendevamo che ci portassero i nostri cocktail ci raccontammo le varie news, quello che facevo a Londra, il motivo per cui ero tornato a Chieti e da questo arrivammo al capitolo Robert.
"Allora..?Con un attore eh?Ti ho vista sui giornali e non ci potevo credere, infatti all'inizio ho pensato che fosse una che ti assomigliasse!"esclamò lei.
"Eh già!Pensa che non ci posso ancora credere io stessa!"
"E com'è essere fidanzata con una star?"
"Il massimo!All'inizio non te ne rendi conto, ma ti sconvolge la vita..."
"Eh ci credo!Poi con un bonazzo del genere!" e arrossì subito, imbarazzata per il commento appena detto.
"Tranquilla...lo so che è bono!" e scoppiamo a ridere entrambe.
In quel momento mi arrivò un sms e vidi che era Giulia: <>
"Mi scusi un attimo? Devo fare una chiamata.."dissi ad Ale, alzandomi.
"Certo, vai vai."rispose, mentre sorseggiava il suo cocktail appena arrivato al tavolo.
Uscita fuori dal cafè, chiamai subito Giulia.
Sorè, dimmi.." mormorai appena rispose.
"Ciao Lu!Che stai facendo? Come stai?"
"Eh bene, ora sto con una mia vecchia amica, Alessandra ti ricordi?"
"Ah si, me ne avevi parlato..senti, ti devo raccontare una cosa.."e il suo tono divenne triste.
"Dimmi, che succede?"
"Poco fa, dopo che mi sono svegliata è venuto Thomas.."
"Cooosaaa???" gridai, tanto da far girare i passanti.
"Non urlare che mi scoppia la testa! Dicevo, è venuto, ma per fortuna in casa c'era Robert che l'ha mandato via a calci e fortunatamente non l'ho visto, ma l'ho sentito."
"Oh Dio! Cosa voleva Giu?!?Hanno fatto a botte??" chiesi ancora molto sorpresa e preoccupata per Robert.
"Non lo so. Gridava solo il mio nome e diceva di perdonarlo - iniziò a tremarle la voce - ma io, io non posso..ha ucciso.."
"Giulia, amore...tu non devi fare niente...capito..?Niente. Stai tranquilla ok?Io ci sono, anche se un pò lontano." e la sentii sorridere.
"Ti voglio bene Lu...Ah aspetta c'è Rob che ti vuole parlare..."
"Ok, passamelo."
"Amore..." disse Robert.
"Oddio Rob!Ti ha fatto qualcosa?? stai bene?" gli chiesi preoccupatissima.
"No, tranquilla!A me niente mi può abbattere! Sono più duro di una montagna!" mormorò ridendo e contagiò anche me.
"Non fare cavolate! Ti prego!"
"Si amore, stai tranquilla; l'ho mandato via e se è intelligente, cosa che però dubito, non tornerà.."
Mi sentii picchiettare sulla spalla, mi voltai e c'era Ale che mi sussurrò: "Tutto ok?"
"Si, si, scusami..arrivo."
"Che hai detto?"chiese Rob, non capendo ovviamente l'italiano.
"Niente, è che sto con una mia vecchia amica, che si stava preoccupando."
"Lo sai che sei sexi quando parli in italiano?"disse con tono malizioso, facendomi ridere.
"Ti amo.." gli mormorai nella mia lingua madre.
"Che bello..." commentò con tono da ebete.
"Ahah! Amore ora devo andare, a questa sera ok?"
"Va bene, ciao piccola mia."
"Ciao.." e chiusi la chiamata.
Raggiunsi Ale che aveva terminato già il suo cocktail.
"Tutto bene?" mi chiese quando mi sedetti.
"Si, scusami; solo un problemino a Londra.."risposi e bevvi la mia bibita.
"Mi devi dare qualche lezione di inglese sai?"
"Volentieri!Quando vuoi!"
Terminato di bere, pagammo e continuammo a passeggiare per la Villa Comunale; poi ci demmo appuntamento per la mattina dopo e tornai a casa.
Vidi che la mia roba era già arrivata, ma non ebbi la forza di iniziare a metterla in ordine, anzi obbligavo a me stessa di non metterla a posto, perchè in me c'era ancora un piccola, minuscola speranza di tornare a Londra.

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Capitolo 20
*** 20° capitolo ***


20° capitolo


E sto abbracciato a te
senza chiederti nulla, per timore
che non sia vero
che tu vivi e mi ami.
E sto abbracciato a te
senza guardare e senza toccarti.
Non debba mai scoprire
con domande, con carezze,
quella solitudine immensa
d'amarti solo io.
~ Pedro Salinas ~

 

 


Un raggio di luce penetrò dalle persiane semi-aperte e mi colpì in viso, costringendomi a svegliarmi, però rimasi a poltrire nel letto, mentre leggevo i messaggi che mi erano arrivati.
Il primo era di Fi:
<< Ehi tesoro!Come stai?Com'è andato il ritorno?Abbiamo saputo di Thomas...ci vuole coraggio a ripresentarsi eh...vabbè, fatti sentire!!!Ci manchi..Fi ed En.>>
Il secondo era di Alessandra:
<>
Ed il terzo, invece, era di Robert:
<>
Oh Dio!Oggi partiva per Vancouver e me ne ero completamente dimenticata! Gurdai l'ora: 10.45, mancava ancora un quarto d'ora, così lo chiamai.
"Amore!" esclamai appena rispose.
"Ehi!Mattutina eh?" scherzò Rob.
"Scusami!Ero stanchissima e..."
"Tranquilla, non fa niente...immagino quello che stai passando.."
"Rob, quanto rimarrai a Vancouver?"
Sentii che lo chiedeva alla sua manager, poi si rivolese di nuovo a me rispondendo:"3 settimane.."
Tre settimane?!?Mi si gelò il sangue e sbiancai.
"Lu, ci sei?"chiese, non sentendomi più parlare.
"Si, sono qui.."dissi, ancora in trance.
"Che hai fatto?"
"Rob, 3 settimane.."e mi tremò la voce.
Lui sospirò."Vedrai che passeranno in fretta, devi essere forte come sto cercando di esserlo io.."
"Va bene.."
"Brava l'amore mio; stanno chiamando il mio volo...ti chiamo appena atterro."
"Anche se qui sono le tre del mattino, miraccomando!" e lui rise.
"D'accordo!Ciao piccola.."
"Ciao, fai buon viaggio."dissi mogia mogia e lui riattaccò.
La tristezza mi riavvolse tra le sue braccia e mi riaccoccolai sul letto; poi mi ricordai delle mie amiche e così iniziai a rispondere all'sms di Fi, scrivendole:<>
Poi toccò ad Ale, a cui le scrissi di farsi trovare dopo mezz'ora alla trinità e andai a prepararmi.
Cercai in fondo alla valigia l'unico costume che avevo, dato che a Londra non c'era l'uso di "andare al mare"; sopra indossai un vestito velato, tutto floreale con l'allacciatura dietro al collo e vi abbinai delle ciabattine, anche esse con disegni floreali.
Raccolsi i capelli dorati in una mezza coda, presi la borsa con crema solare, asciugamano e Ipod (di Rob), inforcai gli occhiali da sole e andai a prendere Ale, che mi stava già aspettando.
"Che macchinuccia.."commentò lei, appena salì sulla mia BMW cabriolet,
"Ti piace la mia piccolina?Regalino dei miei, per farsi perdonare."
"Di cosa?"
"Della loro assenza.."e mi misi a ridere.
Quindici minuti dopo arrivammo a Francavilla, zona marittima, ed Ale mi fece parcheggiare di fronte al lido Venus,dove gli anni precedenti ci riunivamo.
"Non ci credo!Esiste ancora questo lido!"mormorai sorpresa.
"Certo che c'è..!Dai andiamo, che ci stanno già aspettando.." e ci dirigemmo verso il nostro ombrellone.
Camminare sulla sabbia fu una sensazione bellissima, che non provavo più da tanto tempo; quel giorno il cielo era sereno, nemmeno una nuvola lo punteggiava ed il mare era favoloso, una tavola cristallina.
Arrivammo all'ombrellone, dove c'erano già tutti: subito riconobbi i visi di Manuele, Michela, Iginio ed Andrea, i miei vecchi amici; Iginio era stata la mia prima cotta adolescenziali ed eravamo stati insieme, se così si poteva definire...poi vi erano nuovi arrivati nel gruppo, che infatti non riconobbi.
"Ciao ragazzi! Guardate chi vi ho portato!"disse Ale, indicandomi.
Loro rimasero in silenzio, mentre mi scrutavano e io, ovviamente, arrossii per l'imbarazzo.
Dopo un pò di esitazione Michela, Michi per noi, balzò su gridando:"Luciaaaa!!!"e tutti mi piombarono addosso, facendomi cadere sulla sabbia.
"Ohi!Così la uccideteee!Levatevi!"urlava Ale, scansandoli.
Iginio mi aiutò ad alzarmi e poi mi riabbracciò. "Mamma mia Lu!Non ti stavo per riconoscere...sei diventata bellissima..!"mormorò squadrandomi.
"Oh..che vuoi dire "sei diventata"?" chiesi, facendo la finta offesa e scappò un sorriso a tutti; anche gli altri poi, mi vennero a salutare "con calma".
Dopo i saluti e le presentazione ai "nuovi", i ragazzi andarono a farsi un bagno, mentre io, Ale e Michi ci distendemmo al sole per abbronzarci, soprattutto io che ero bianco latte.
Ad un certo punto Manu, Andrea e Iginio, totalmente bagnati, si distesero rispettivamente su Ale, Michi e me, distese a pancia in giù e che eravamo bollenti per il sole: al toccò con i loro corpi ghiacciati gridammo e balzammo su.
Ale venne rincorsa per tutta la spiaggia da Manu , cercando di non farsi buttare in acqua, mentre a me, Iginio, non diede neppure il tempo di scappare, perchè mi prese in braccio, correndo verso la riva.
"Ti prego no!No!" gridavo, scalciando, ma inutile, mi buttò nell'acqua gelata, seguendomi a ruota.
La mattinata e il pomeriggio continuarono così, ridendo come bambini, tra i miei racconti sulla vita londinese e i motivi per cui ero tornata in Italia.
I ragazzi prima di andarcene, ci invitarono al falò, che si sarebbe svolto quella sera lì sulla spiaggia e noi accettammo volentieri.
Infatti tornammo subito a Chieti, per lavarci e cambiarci per poi ritornare a Francavilla.
Quella sera decisi di indossare un vestito nero,lungo fino a metà coscia, con due bretelline sottili e che si modellava, morbidamente, al corpo; sandali, sempre neri, e e i capelli sciolti sulle spalle. Quando arrivai al falò vidi che ero l'ultima ed infatti mi stavano aspettando tutti, seduti attorno al fuoco.
"Ben arrivata!"esclamò Iginio, facendomi segno di sedermi vicino a lui.
La serata passò allegramente, ridendo e scherzando, mangiando i fantastici "arrosticini" che tanto mi erano mancati della cucina abruzzese e varie bruschette.
Guardavo Ale e Manu, che erano seduti vicini e mi venne il dubbio che tra di loro ci fosse del tenero, così sussurrai all'orecchio di Iginio:"Ma c' del tenero tra quei due o sbaglio?"
Lui li guardò sorridendo:"E' tanto che si piacciono, ma nessuno dei due fa la prima mossa; forse stanno meglio così.." Annuii in quel momento una leggera brezza,proveniente dal mare, mi fece rabbrividire e senza dire niente Iginio si sfilò la giacca e me la pose sulle spalle, per poi stringermi a sè, guardandomi profondamente.
Forse mi sarei dovuta discostare da quell'abbraccio, ma in quel momento stavo bene e non c'era niente di male.....

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Capitolo 21
*** 21° capitolo ***


 
21° capitolo
 
 
 
 

Eravamo ancora attorno al fuoco a ridere e a scherzare, quando Iginio mi sussurrò all'orecchio:"Ti va di fare una passeggiata?"
Annuii, avevo bisogno di sgranchirmi le gambe e poi almeno lasciavamo un pò da soli quei  due piccioncini.
Mentre camminavamo, bagnai i miei piedi nell'acqua tiepida del mare ed osservai la luna alta nel cielo,che era riflessa sulla superficie scura del mare e ascoltavo il rumore delle onde che si infrangevo sulla battigia e che creavano un'atmosfera di pace.
Dopo un pò che passeggiavamo in silenzio, mi sedetti sulla sabbia fredda, seguita da Iginio e iniziai a osservare il cielo stellato.
Mi tornò in mente un ricordo, che commentai ad alta voce:"Sai, da piccola ho sempre cercato di contare quante erano le stelle..ma solo ora, osservandole, mi accorgo che è impossibile.."
"Me lo ricordo quando cercavi di contarle...e ti arrabbiavi, appena perdevi il conto.." mormorò lui, facendomi ridere.
"Già, da bambini si è così indifesi, non hai la percezione di nulla...non hai problemi, vivi spensierato..ed invece quando si cresce..."
"Iniziano i macelli.."disse Iginio, terminando la mia frase. "Sai, sei cambiata Lu...non sei più la dolce timidona introversa; sei matura, sei donna..."mi disse, sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Già, ero cresciuta, ero maturata, ero cambiata...e il merito era di una sola persona: di Rob.
Lui mi aveva aiutato a cambiare, ad aprirmi...se non ci fosse stato lui, in quel momento sarei stata ancora la stupida, timidona Lucia.
"Già, lo so che sono cambiata...ma noto che anche tu sei maturato, un discorso del genere non lo avresti mai potuto fare anni fa."osservai in modo scettico e ridendo
"Bè, grazie.."rispose, unendosi alla mia risata.
"Allora... sei ancora un rubacuori come ai vecchi tempi?" mormorai dandogli una gomitata scherzosa.
"Mmmm...mah, ti dico la verità... trovavo più ragazze a 13 anni che adesso a 20..." rispose sghignazzando e arrossendo un pò. "Però, ho la sensazione di averla trovata..."disse avvicinandosi sempre di più al mio viso.
"Ah si?"dissi osservando le sue labbra; sapevo quello che stava per fare e non capivo che mi stesse prendendo...perchè non riuscivo a spostarmi?
Lui si avvicinava sempre di più alle mie labbra e quando fu al punto di sfiorarle mi allontanai: "Che sto combinando???Io amo Robert!" pensai.
"Scusami..ma è meglio di no.." mormorai
"No no..scusami tu, non dovevo" si affrettò a dire Iginio, passandosi un dito sotto al naso.
"Forse è meglio che torniamo dagli altri.." dissi alzandomi e iniziando ad incamminarmi verso il falò che si vedeva in lontananza.
Lui mi afferrò una mano e mi fermò.
"Aspetta..." e mi prese una spalla, facendomi voltare.
"Scusami davvero...lo so che sei fidanzata e ho sbagliato a provarci; però non voglio che il rapporto che c'è tra di noi si rovini per questo ok?Migliori amici come sempre?" e mi tese la mano.
"Come sempre...si" e ricambiai la stretta.
Poi ci incamminammo verso i nostri amici, che, quando arrivammo, si stavano baciando, finalmente.
"Ehi piccioncini! E' ora di andare!" urlò Iginio, iniziando a rimettere a posto la roba e a spegnere il fuoco.
Quando fummo pronti per andarcene ci demmo appuntamento per la mattina dopo...saremmo andati in montagna.
Quando tornai a casa, controllai il cellulare e vidi 5 chiamate perse, tutte di Robert.
Provai a richiamarlo, ma aveva il cellulare spento, così mi misi a letto, entrando nel mondo dei sogni appena il capo sfiorò il cuscino.

 

***


La sveglia iniziò a suonare -Bip Bibip Bip Bibip- e per il nervoso la buttai a terra, facendola frantumare in mille pezzi.
Mi alzai infastidita, dolorante e con un mal di testa fortissimo; non me la sentivo proprio di andare in montagna, così chiamai subito Ale e l'avvisai che non mi sarei unita a loro, perchè mi sentivo male.
"Devo venire da te?"chiese un pò preoccupata.
"No tranquilla, ho solo un forte mal di testa..andate. Casomai se questa sera fate qualcosa avvisatemi e vedo se mi sento di venire...ok?"
"Va bene, riposati tesoro.."
"Si lo so, ciao." e riattaccai.
Andai in cucina per prendermi un Moment, sperando che mi calmasse quel dolore alla testa.
Ci trovai mia madre, intenta nel suo lavoro.
"Buongiorno" mi disse, alzando il capo.
"Ciao."risposi freddamente, mentre prendevo la pilloletta.
"Dove sei stata ieri?"
"Fuori."mi limitai a dire.
La sentii sospirai ed alzarsi "Non puoi avere questo comportamento, capito??Ti conviene cambiare regime, altrimenti.."disse, alzando il tono della voce.
"Altrimenti cosa??Cosa?Mi hai già levato tutto!Che vuoi fare ancora???"urlai, sovrastando la sua voce.
"Signorina vedi di abbassare i toni!E inizia a mettere a posto la tua roba..tu ora sei qui e basta!"gridò lei.
La guardai con tutto l'odio che potevo provare in quel momento per ciò che mi stava facendo e poi scappai in camera sbattendo forte la porta.
Iniziai a piangere, sfogandomi e cacciando tutta la tristezza accumulata in quei giorni.
Ecco che mi risentivo come nei mesi precedenti, prima di stare insieme a Rob...inutile e sola.
La mia dose giornaliera di forza e di autostima era lontana e non mi bastava sentirla una volta al giorno per telefono...
Decisi: mi sarei ripresa la mia vita.

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Capitolo 22
*** 22°capitolo ***


21° capitolo

 

 

 

2 SETTIMANE DOPO:

"Stop! Stop!" urlò esasperato al megafono il regista. "Maledizione ragazzi..!Ma che vi prende oggi???E tu Rob, sembra che ti è passato sopra un tram!Un pò di vita e di grinta!Qui stiamo lavorando e siamo tutti stanchi!E diamine!"
Guardai Kris che mi diede una pacca sulla spalla in segno di incoraggiamento, facendomi un sorrisino.
Riniziammo la scena e dopo altri 5 ciak, Chris disse che andava bene; stanco e spossato andai a rinchiudermi nel mio camper, dove potevo rimanere solo.
Mi mancava, mi mancava infinitamente; desideravo toccarla, guardare quei suoi grandi occhi marroni, che mi trasmettevano le sue sensazioni, emozioni, pensieri.
Guardai il mio volto, riflesso nello specchio: aveva ragione Chris, ero a pezzi.
Ma il motivo era un altro ed anche il più doloroso.
Mentivo a lei e a me stesso, quando dicevo che sarei potuto andare in Italia, tornato da Vancouver: non potevo, non me lo permettevano.
Il nostro rapporto quanto sarebbe potuto durare in questa situazione? Un mese, due, sei? E poi?
Lei non sarebbe mai riuscita a staccarsi dalle costrizioni della sua famiglia nè io le avrei chiesto di compiere un gesto del genere.

 

And I will love you, baby - Always
And I'll be there forever and a day - Always
I'll be there till the stars don't shine
Till the heavens burst and
The words don't rhyme



"Che vuoi fare Rob? Eh? Che vuoi fare?" mormorai, rivolgendomi alla mia immagine riflessa allo specchio.
"Che fai? Parli da solo?" chiese Nikki, entrando nella mia roulotte.
"Ehm, no no."risposi imbarazzato.
"E' per lei?"mi chiese comprensiva, sedendosi sul divanetto.
Nikki sapeva di me e Lucia; pensava fosse solo un'invenzione dei giornalisti, ma poi le raccontai tutta la nostra storia e rimase sorpresa di quanto questo rapporto mi avesse cambiato.
"Si, è per lei."risposi sospirando.
"Non può venirti a trovare qui?"
Come risposta, le feci uno sguardo sarcastico, che lei recepì subito.
"Ma dai Rob! C'ha 20 anni! Non è una bambinaaa!"
"Eh, io lo so! E lo sa anche lei, tranquilla..!"
"Ma allora..?"
"Allora non sai come sono i suoi!Non sai in che situazione deve vivere!"dissi, alzando il tono di voce.
"Ok, scusa, non mi volevo intromettere.."si affrettò a dire Nikki.
"No scusa tu, è che sono triste, stanco." e mi misi le mani davanti agli occhi. "Già vivere una storia così con lei mi ha sconvolto la vita, ora anche la lontananza e il sapere che ci è impossibile vederci mi..mi.."
"SI RINIZIAA!!!"urlò da fuori la voce dell'aiuto-regista.
"Vabbè, andiamo..." e mi diressi verso la porta, ma Nikki mi bloccò il braccio.
"Rob, io non ti ho mai visto così, mai. So che troverai la scelta giusta; ma non sottovalutare i tuoi sentimenti nè, soprattutto, i suoi."
"Si, grazie Nik."dissi, dandole un bacio sulla guancia. "Ora andiamo, altrimenti ci licenziano!"
Quante parole sentivo: l'amore, l'amore...
Ora sapevo cos'era davvero l'amore, con lei l'avevo scoperto, ma l'amore non poteva bastare in quella situazione, l'amore non colmava la distanza tra di noi, l'amore attutiva solo la sofferenza e la difficoltà di tutta quella situazione.

 

E ti amerò piccola,sempre
E sarò lì,per sempre e un giorno,sempre
E sarò li fino a quando le stelle non brilleranno più
Fino a quando il cielo scoppierà e le parole non faranno rima.

*** 

 

“Amore..” rispose Lu al primo squillo.
“Ehi, come stai?” le chiesi, camuffando la mia voce in una vivace e solare.
“Così così Rob, e tu? Qualcosa che non va?” No, non c’ero riuscito molto bene.
“No no tranquilla...tutto ok...”mentii.
“Sei sicuro?” insistette.
“Si. Dimmi, cosa è successo?”
“Niente, sono semplicemente triste perché mi manchi da morire. Più sento la tua voce, più sento la tua mancanza. Ah!Non ti ho detto una cosa! Ricordi quando la scorsa settimana non ci siamo potuti sentire per 3 giorni?”
“Si.”
“Bè, in quei tre giorni sono venute tua sorella, Enrica e Fi qui! A Chieti!Non puoi capire la felicità che ho provato! E’ stato come tornare a Londra, solo che mi mancava la parte più importante..”
“Giulia non me l’ha detto che sarebbe venuta..”commentai, infastidito.
“Davvero? A me mi ha detto di si… mmm.. Vabbè! Ma lo sai che Enrica ha fatto colpo su Iginio? Te ne avevo parlato di Iginio no?”
“Si, si, me lo avevi detto..”risposi senza entusiasmo e lei si fermò con il suo racconto; la stavo facendo rattristire di nuovo... “che cretino che sei Rob!”pensai.
“Continua amore..” la incitai dolcemente.
“No.”
“Perché no?”
“Perché devo continuare se non mi stai ascoltando, preso da qualche pensiero che non mi vuoi dire?!?”
“Non sono preso da nessun pensiero..”
“Bene... allora possiamo concludere qui la chiamata no?Ciao.” e fece per chiudere.
“Luu!Aspetta ti prego..”la implorai.
“Cosa devo aspettare?”disse lei dura.
“Non chiudere...io”
“Io?”
“Lu, mi manchi da morire! Tra poco sono 3 settimane che non ci vediamo, che ci sentiamo una volta al giorno, se tutto va bene. Io non sono così forte come pensavo… ti amo da morire, ma quanto l’amore può bastare?”
La sentii sospirare. “C’è voluto per fartelo dire... sapevo e “temevo” che il motivo della tua tristezza fosse questo.”
“Io... E’ la prima volta che vivo una storia così Lu. Ne sono travolto, ubriaco. E poi è arrivato il problema della lontananza... non lo so, non lo so se ce la faccio.”mormorai, sconsolato.
“Rob, ascolta... so quello che stai vivendo, perché è ciò che sto provando anche io. Mi sto aggrappando al sentimento incondizionato che provo per te, perché so che è la base di tutto e che non può crollare. Io ci credo davvero in noi Rob...”
Ci fu un attimo di pausa poi riprese: “Ho sentito questa canzone oggi, sul tuo Ipod, ascolta…” disse, attaccando la cuffietta alla cornetta.

When you're close to tears remember
Someday it'll all be over
One day we're gonna get so high


La riconobbi subito era You and Me dei Lighthouse Family
Lucia iniziò a cantare la canzone, quelle parole che in quel momento rappresentavano la pura verità.
Mi lasciai trasportare dalla sua voce, che non immaginavo fosse così melodiosa...

Quando stai per piangere ricorda
Che un giorno finirà tutto
Un giorno riusciremo ad arrivare in alto
Sebbene tutto sia più oscuro di dicembre
Quello che c’è avanti a noi è un colore diverso
Un giorno riusciremo ad arrivare in alto


Era vero, ciò che avevamo davanti a noi aveva un colore diverso... dovevamo camminare verso di esso...

E alla fine del giorno ricorda i giorni
In cui eravamo vicini alla fine
E chiediti come ce l’abbiamo fatta
Ad attraversare la notte
Alla fine del giorno ricorda il modo
In cui siamo stati così vicini alla fine
Ricorderemo che eravamo io e te
Perché noi saremo sempre io e te
Tu riuscirai sempre a volare in alto
Nel cielo dell’amore


Io e te. Io e lei.
Quale più grande verità.
Io e lei. Ripetei nella mia mente quelle due semplici parole, mentre lei continuava a cantarmi quella melodia, che ormai era diventata la nostra canzone.

Non pensi che è tempo che tu inizi
A fare quello che hai sempre voluto
Un giorno riusciremo ad arrivare in alto
Perché anche l’impossibile è facile
Quando siamo l’uno con l’altro
Un giorno riusciremo ad arrivare in alto
Perché noi saremo sempre io e te…


Al termine della canzone la sua voce si spense e nel silenzio che seguì, rimbombò l’eco di quell’ultima frase:

Perché noi saremo sempre io e te...



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