Il Seijou e i bambini

di LorasWeasley
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il segreto di Kyoutani ***
Capitolo 2: *** Kunimi odia i bambini (ma non troppo) ***



Capitolo 1
*** Il segreto di Kyoutani ***


Salve! Eccomi tornata con le storie della saga dei bambini.
Questa storia in particolare sarà una raccolta di due OS, una con protagonista Kyoutani (e Yahaba) e una con protagonista Kunimi (e Kindaichi). Ho deciso di metterle insieme perché entrambi sono quelli del Seijou che (nell'universo che ho creato) non hanno figli, ma ciò non significa che non si ritroveranno a fare da zii ai figli dei loro amici (se volete sapere di più dei bambini citati li troverete nelle storie della serie "future fic with babies").
Sono molto brevi e appunto per questo il secondo capitolo arriverà direttamente domani.
Spero che vi possano piacere e divertire, grazie a chi continua a seguirmi come sempre!
Un bacio, Deh
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Il segreto di Kyoutani


Miyagi non era per niente piccola come prefettura, ma senza farlo di proposito la famiglia Oikawa-Iwaizumi si trasferì (quando iniziarono a condividere una vita da sposati) nella stessa strada della casa di Kyoutani e Yahaba.
Tuttavia, per via degli impegni lavorativi di tutti e quattro, nessuno di loro aveva abbastanza tempo per incontarsi spesso, soprattutto dopo che la coppia più grande adottò Haru.
Ciò nonostante, fu grazie a quel bambino che i loro rapporti divennero più stretti.
Haru imparò ad andare in bicicletta a soli due anni e mezzo e, con questa, accompagnava ogni giorno uno o l’altro genitore per passeggiare E.T. (il loro Labrador) per il quartiere.
Casa di Kyoutani e Yahaba aveva un grande spiazzale davanti per poter parcheggiare le macchine, quasi sempre vuoto all’orario in cui i due passavano con il labrador e che quindi Haru usava per zigazagare libero con la sua bici dopo il lungo rettilineo  del marciapiede.
Kyoutani si accorse di questo un giorno in cui, per puro caso, si ritrovò a controllare le proprie telecamere di sicurezza proprio nel momento in cui Haru e Tooru stavano passando.
Un’idea iniziò a formarsi nella sua testa che attuò proprio quella stessa notte.
 
Yahaba era in fila al supermercato quando sentì la voce squillante di Tooru alle sue spalle –Guarda chi c’è, il mio alzatore preferito!
Il castano si voltò verso di lui con un sorriso e vide che il suo ex capitano si era appena messo in fila dietro di lui, un cestino pieno di spesa in una mano e Haru in braccio.
Il bambino sembrava assonnato mentre poggiava la testa sulla spalla del padre e ciucciava tranquillo il proprio ciuccio.
Si risvegliò quando Tooru gli disse –Guarda Haru, questo è il signore che fa sempre quelle piste per te sul suo vialetto, ringrazialo!
Gli occhi di Haru si illuminarono, con una mano si tolse il ciuccio e con voce squillante disse –Grazie signore!
Yahaba gli sorrise intenerito –Prego.
Non aveva il coraggio di dirgli che non aveva idea di cosa i due stessero parlando.
 
Quando tornò a casa, trovò il suo ragazzo nel giardino sul retro che stava lavando il suo (ormai loro) cane.
-Eeehy- li raggiunse cercando di evitare le pozze d’acqua –Ho incontrato Oikawa al supermercato.
Kyoutani s’irriggidì continuando a dargli le spalle, Shigeru continuò –Lui e suo figlio mi hanno ringraziato per le piste che gli faccio sul nostro vialetto, ne sai qualcosa?
-No- rispose troppo in fretta il suo ragazzo.
Yahaba sorrise intenerito e lo raggiunse per abbracciarlo da dietro –è inutile che continui a fingere dopo tutti questi anni, lo so che sei un tenerone.
Non riusciva a vedere il suo ragazzo in viso da quella posizione, ma sapeva che era arrossito per il calore che aveva iniziato ad emanare.
-Non è nulla di speciale. Ho visto che ogni volta che passavano qui davanti per passeggiare il cane quel bambino giocava nel nostro vialetto con la sua bici. Mi sembrava uno spreco di potenziale e quindi ho iniziato a disegnargli delle piste con il gessetto.
Yahaba rise –Adesso sei il suo zio preferito.
-Tu non dirglielo!- ruggì Kentaro mentre si voltava verso di lui.
Il suo ragazzo alzò le mani in segno di resa, poi lo baciò per distrarlo.
 
Passarono i giorni, le settimane e addirittura i mesi. Arrivò il periodo delle pioggie e una di queste distrusse la pista di Kyoutani prima che Haru riuscisse a utilizzarla.
Quando il bambino arrivò tutto felice con la sua bicicletta, la sua allegria si sgonfiò nel vedere che la pioggia aveva cancellato ogni cosa.
Yahaba vide Kyoutani quella sera ricontrollare quello che era successo attraverso le videocamere di sorveglianza, ringhiare probabilmente verso il tempo atmosferico per poi alzarsi e mettersi a lavoro.
Shigeru lo fissò stupito e ammirato mentre il suo ragazzo iniziava a costruire i bordi della pista con lo scotch, per poi arrivare anche a costruire una galleria e un ponte in legno.
Si innamorò di lui ancora di più, giorno dopo giorno, e non poté fare a meno di fargli dei video di nascosto mentre costruiva tutte quelle cose.
Quei video erano talmente belli, uniti ai video delle loro telecamere di sicurezza mentre Haru giocava tutto felice, che Yahaba non riuscì più a trattenersi.
Cacciò il suo ragazzo dal gruppo sul cellulare che avevano con tutti gli ex membri della squadra di pallavolo del liceo e inviò quei video con la didascalia “il miglior zio del mondo”.
Il gruppo esplose per i messaggi (per lo più divertiti e increduli) e Shigeru fu consapevole che, nonostante l’avesse mandato via dal gruppo, per Kentaro non sarebbe stato difficile scoprire quello che aveva fatto. Ma non era preoccupato, lo amava troppo ed era davvero convinto che tutti dovessero conoscere quella parte di lui. Inoltre sapeva bene che, per quanto Kentaro si sarebbe arrabbiato, sapeva sempre come toccarlo e baciarlo per fargli dimenticare qualsiasi cosa.

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Capitolo 2
*** Kunimi odia i bambini (ma non troppo) ***


Kunimi odia i bambini (ma non troppo)


Da quando erano saliti in macchina, Kunimi aveva già sbuffato tre volte.
-Mi spieghi qual è il problema?- dovette infine chiedere Kindaichi quando un nuovo sospiro annoiato superò addirittura il suono della musica.
-Non capisco perché si debbano portare il marmocchio- rispose l’altro all’istante, incrociando le braccia sul petto -Hanno deciso loro di avere un bambino, ma non vedo perché debba sopportarlo io!
Kindaichi poté solo ridere a quello scatto di rabbia, il suo ragazzo ingigantiva sempre quelli che non si potevano considerare neanche veri e propri problemi.
Da quando Kunimi e Kindaichi avevano fatto pace con Kageyama, non era raro che si trovassero le due coppie per una partita in spiaggia, una cena al ristorante o un giro al parco. Ovviamente non capitava tutti i mesi considerando gli impegni di ognuno di loro, ma più di una volta l’anno sì.
Adesso, Kageyama e Hinata avevano avuto Youta e quella era la prima sera che i nuovi genitori lo portavano con loro al ristorante che avevano prenotato.
Kunimi non era stato molto felice di quella nuova svolta degli eventi.
-Io odio i bambini- borbottò ancora.
Kindaichi non smise di ridere -Non penso che dovrai occupartene tu stasera, quindi rilassati e semplicemente ignoralo.
Akira sbuffò nuovamente, ma si disse che il suo ragazzo non aveva tutti i torti, bastava solo ignorarlo.
 
Ecco, il piano che aveva ideato in macchina era pure geniale. Purtroppo non aveva messo in conto quanto Youta avesse dei genitori un po’... distratti.
Kunimi odiava i bambini, certo, ma di sicuro non li avrebbe lasciati a morire! E, dopo dieci minuti seduto al tavolo, si rese conto con orrore che tra i quattro lui era l’unico responsabile.
Per prima cosa dovette precipitarsi a togliere dalle piccole manine di Youta un coltello che aveva afferrato dalle posate dei genitori, senza che nessuno dei due si accorgesse della cosa.
Altri cinque minuti dopo dovette evitare che si portasse alla bocca un pezzo di carne che aveva sempre rubato dal piatto dei genitori.
Poco dopo toccò a un tubetto di maionese che aveva iniziato a spremere. Si era sporcato solo le mani grazie all’intervento tempestivo sempre di Akira, senza di lui mezza sala ne sarebbe stata coperta.
A metà serata, Kageyama era stato fermato da due bambini che erano suoi fan e Hinata si alzò affermando di dover andare in bagno.
Youta, non vedendo più nessuno dei suoi genitori, iniziò a preoccuparsi e piangere, scalciando e spingendosi fuori dal seggiolone che il ristorante gli aveva dato a inizio serata. Quasi cadde a terra se non fosse stato sempre per l’intervento di Kunimi che subito lo prese in braccio.
Aveva un cipiglio seccato e infastidito mentre lo cullava teneramente e lo stringeva per rassicurarlo -Guarda che i tuoi genitori stanno tornando, non ti lascerebbero mai da solo. Sono stupidi ma non fino a questo punto, puoi stare tranquillo.
Alzando lo sguardo vide che Kindaichi lo stava guardando con uno sguardo innamorato.
Si imbarazzò e ruggì piano -Cosa!?
-Il contrasto tra le tue azioni e il tuo cipiglio è adorabile- rise, poi abbassò lo sguardo su Youta che adesso si stava aggrappando a lui come se ne valesse della sua vita -Inoltre sembri molto a tuo agio per uno che odia i bambini.
-Se dici un’altra parola, stasera dormi sul divano- lo minacciò, continuando tuttavia a coccolare quel batuffolo di quattro mesi dai capelli arancioni.
 
-
 
Dopo la serata con Youta al ristorante, Kunimi non aveva mai ammesso che i bambini non erano poi così male. Ma quando Kindaichi gli chiedeva cose come “Oikawa ci ha chiesto se possiamo tenere Haru, per te va bene?” o “Hinata è al parco dietro casa nostra con Youta, vuoi andare?”, Akira si limitava ad alzare le spalle e annuire brevemente.
Non importava che si fingesse infastidito dalla situazione, era un enorme passo avanti.
Quel pomeriggio, Kindaichi era fuori a fare la spesa quando ricevette un messaggio dal suo ragazzo “Matsukawa ci ha lasciato Sho”. Yutaro si affrettò quindi a finire le sue compere e a tornare a casa. Perché sì, Kunimi stava facendo passi da gigante con i bambini, ma non voleva comunque lasciarli soli in casa per troppo tempo.
Nonostante tutto quello che si era immaginato, una volta rincasato trovò i due stesi a letto a dormire, ricordandosi che Sho era il “nipote” perfetto per una persona pigra come lo era il suo ragazzo.
Akira era sdraiato su un lato, un braccio sotto la sua testa e l’altro che abbracciava il bambino al suo fianco. Sho invece era a pancia in su, le manine ai lati del volto chiuse in due pugnetti e l’espressione rilassata e appagata. Dormivano insieme con tranquillità e tenerezza e Kindaichi li fissò per più tempo di quanto fosse necessario, scattando anche qualche foto che avrebbe custodito gelosamente.
Kunimi non era assolutamente pronto ad avere un bambino e questo lo sapevano bene entrambi. Ma un giorno chissà… mai dire mai.

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