Purple Noir Week

di genxha
(/viewuser.php?uid=1144757)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Giorno 1 - Pattuglia - Ti dò un artiglio! ***
Capitolo 2: *** Giorno 2 - Scambio - Shortcutter ***
Capitolo 3: *** Giorno 3 - Artigli - Morricat ***
Capitolo 4: *** Giorno 4 - Fusa - Una pattuglia... purr-fetta ***
Capitolo 5: *** Giorno 5 - Pun/Joke - Pure le tigri cadono in piedi ***
Capitolo 6: *** giorno 5 - Family / Siblings - Il gatto è fuori dal sacco ***
Capitolo 7: *** Giorno 7 - Tema libero - Una festa di compleanno davvero speciale ***



Capitolo 1
*** Giorno 1 - Pattuglia - Ti dò un artiglio! ***


cover-purple-noir-week

“Ladybug? Come mai qui? Un attacco Akuma?“ Juleka non crede ai propri occhi quando Ladybug si affaccia all’oblò della cabina della Liberty che divide con Luka.

“Ciao, Juleka… no, no.. “ risponde Ladybug, esitando un po’ prima di continuare

“Nessuna Akuma ma… devo chiederti un favore… Io, ecco mi sono dimenticata di una cosa e… Sì insomma… faresti un giro di pattuglia con Chat Noir al posto mio?”

Aspettando la risposta dell’amica, rimasta immobile, pensa “Mica posso dirle che sto preparando la festa a sorpresa per Adrien! Già è tanto che Nino non gli ha già spifferato tutto!”

Juleka spalanca gli occhi e sussurra “Io? Ma io…”

Ti prego, sei l’unica a cui posso chiederlo!” supplica Ladybug, infilandosi nella piccola apertura “No, non posso dirti di più… e ho solo venti minuti!” continua, mentre prende il Miraculous della Tigre dallo yoyo.

Juleka guarda il bracciale, poi sposta lo sguardo sull’eroina in rosso, che sposta il peso da un piede all’altro, infine accetta “O-ok. Cosa devo fare?” chiede.

“Un semplice giro di pattuglia per controllare che vada tutto bene, insomma che non ci siano segni di Akuma o di qualcuno che stia per avere un crollo emotivo, quelle cose che Papil.. ehm Falena Oscura cerca, aiutare i parigini, che so, salvare un gattino su un albero, le solite cose “da eroe”, Chat Noir sa cosa va fatto.” risponde Ladybug, affidandole il bracciale “Roarr sa dove devi incontrarlo e ti spiegherà come arrivarci. Verrò a riprendere il Miraculous appena torni qui.” poi abbraccia Juleka, lasciandola andare subito quando la sente irrigidirsi “Grazie, Juleka. Ti devo un favore!”.

“Ah, dimenticavo,” dice Ladybug prima di infilarsi nell’oblò della cabina “Chat Noir fa delle battute… beh lo sai come sono. Ridi anche se non sono divertenti, perché altrimenti ci rimane male.”

Guardandola allontanarsi, Juleka pensa “Mi ricorda qualcuno… ma non riesco a capire chi” poi alza le spalle e indossa il bracciale e gli anelli. Subito Roarr appare al suo fianco e la ragazza si fa spiegare dove e quando deve incontrarsi con Chat Noir per la pattuglia.

 

Tigre Viola arriva sul posto con almeno dieci minuti di anticipo, e approfitta di quei minuti per prendere confidenza coi superpoteri, allontanandosi dal tetto su cui dovrebbe incontrare Chat Noir e saltando sugli edifici vicini;

“Forse mi sono allontanata un po’ troppo” pensa, riconoscendo il posto dove è arrivata, su uno degli edifici attorno al giardino pubblico vicino casa di Marinette, dove c’è la statua dedicata a Ladybug e Chat Noir. Mentre prende la rincorsa per tornare al luogo dell’appuntamento la ragazza vede, con la coda dell’occhio un ragazzo più o meno della sua corporatura, con una testata di capelli biondi sedersi pesantemente su una delle panchine vicine alla statua.

Il biondo appoggia i gomiti sulle ginocchia e si porta le mani alle tempie, le spalle ingobbite in avanti.

Tigre Viola si blocca sul posto “Adrien?” borbotta “E sembra anche parecchio giù di morale… cosa gli sarà successo?” pensa, indecisa su cosa fare, mentre si acquatta dietro un comignolo, guardando Adrien dall’alto “Forse dovrei parlargli. Quando ero giù mi ha aiutata…”.

Mentre lei riflette, Adrien si alza dalla panchina e guarda la statua con aria malinconica, poi si avvia verso l’uscita del parco. Dai tetti, Tigre Viola lo segue con lo sguardo mentre attraversa la strada e si guarda intorno sospettoso: incuriosita la ragazza continua a seguirlo dall’alto finché non lo vede entrare in uno stretto vicolo tra due edifici.

Tigre Viola fa una smorfia e aggrotta la fronte “Ma dove..” sussurra, aguzzando lo sguardo sul vicolo buio “Dove sta andando Adrien? Quello è un vicolo cieco… ovrei controllare?” si domanda, poi le sembra di vedere un bagliore verde dal fondo del vicolo. Improvvisamente dallo stretto spazio tra i tetti dei due edifici, Tigre Viola vede un riflesso metallico, seguito da una inconfondibile sagoma nera che salta sull’edificio a destra, allontanandosi verso Nord; si butta pancia a terra per non essere vista, portando una mano a coprirsi la bocca “ODDIO Adrien è CHAT NOIR?” pensa, “Ma no, non può essere… Ma chi altro potrebbe essere, in quel vicolo cieco.” Tigre Viola solleva con circospezione la testa dal nascondiglio, trovando la via libera.

La ragazza scende nel vicolo in cui aveva visto entrare Adrien ma non le sembra d’averlo visto uscire “Nessuno” borbotta “Allora non c’è dubbio. E adesso? Non posso dirlo a nessuno, ma… Se è davvero innamorato di Ladybug e Marinette lo scopre le si spezzerà il cuore, già è stressata…” scuote la testa e fa un respiro profondo “Ladybug ha detto di fare attenzione ai crolli emotivi.. Devo evitare di averne uno io, adesso. Adrien poi sembrava così triste.” Tigre Viola stringe i pugni e borbotta “Meglio che vada all’appuntamento, e che lo faccia in fretta”.

 

Chat noir è seduto sul bordo del solito tetto da cui partono le pattuglie con Ladybug. Il sole è appena sceso sotto l’orizzonte e una calda luce arancione riempie il cielo parigino.

“Sarà in ritardo anche oggi? Nemmeno lei si ricorda di me?” borbotta Chat Noir, cercando all’orizzonte qualche segno di Ladybug.

“Strano che fossi utile a qualcuno” pensa con un sospiro e quasi senza accorgersene, inizia a canticchiare una filastrocca, la stessa che sua madre gli cantava sempre ma con una piccola modifica “Un gattino… sul tetto… tutto solo senza la sua Lady”.

Silenziosa come il felino a cui si ispira, Tigre Viola si avvicina al colmo del tetto e con un piccolo salto si ferma giusto dietro Chat Noir. Ascoltandolo cantare pensa “Che filastrocca triste, devo proprio fare qualcosa, non l’ho mai visto così”

Il ragazzo si interrompe di colpo, le orecchie del costume ruotano sentendo un rumore sul tetto dietro di lui “Ciao, Insettina” saluta, senza guardare.

“C-ciao, Chat Noir” il suono della voce lo fa voltare di scatto, giusto per trovarsi davanti Tigre Viola, che lo saluta, esitante, alzando una mano.

Chat Noir si alza in piedi di scatto, in posa difensiva “Tigre Viola? Che ci fai qui? Dov’è Ladybug? Le è successo qualcosa?” chiede, subito preoccupato per la sua compagna e avvicinandosi alla nuova arrivata. “Eh… Tranquillo, Chat Noir, lei sta benissimo… Mi ha detto che si era dimenticata di un impegno… e mi ha detto che non voleva lasciarti in pattuglia da solo.” risponde la ragazza, alzando le mani davanti a sé.

“Scusa…” risponde Chat Noir, guardando a terra e borbottando fra sé, in tono appena udibile “E' che a volte mi viene da pensare…” poi a voce appena più alta “Lasciamo perdere vah. Tanto io non conto più niente. Sono il buffone di corte… Non mi ha nemmeno avvisato. Beh, che novità…” poi guarda Tigre Viola mostrando un sorriso che non raggiunge gli occhi “Allora, ricominciamo!” la saluta dicendo “Miao, ehm.. cugina.” e fa un inchino molto teatrale “Vogliamo iniziare il giro di pattuglia?” chiede infine.

“Sicuro che vada tutto bene, Chat Noir?” chiede Tigre Viola, alzando un sopracciglio

“Oh, sì! Va tutto purr-fettamente, non è meow andato meglio!” esclama l’altro, sfoggiando un altro dei suoi perfetti sorrisi da modello, confermando la deduzione di Juleka che pensa “solo Adrien sorride così”.

Chat Noir stacca il bastone dalla cintura “Ehi, facciamo una gara? Vediamo se vince il gatto o la tigre? Penitenza per chi arriva ultimo!” esclama, usando il bastone per lanciarsi dall’altra parte della strada.

Tigre Viola lo guarda allontanarsi, ancora un po’ sbigottita, poi lo chiama “Ehi, aspettami! Non hai nemmeno dato il via!” dopodiché, ringhiando tra i denti, prende la rincorsa e salta sul tetto di fronte, atterrando a quattro zampe“E poi non ho accettato la sfida!” esclama con un ringhio.

I due continuano a saltare di tetto in tetto finché, a qualche isolato di distanza, in vista di Notre Dame, Chat Noir si ferma di colpo su una piccola terrazza circondata da una bassa ringhiera, vicino alla Senna.

“Ma non dovevamo fare un giro di pattuglia? Che succede, Chat Noir?” chiede Tigre Viola, quando lo raggiunge un paio di secondi dopo, guardandosi attorno per capire perché l’altro, che ora le dà le spalle, si fosse fermato così all’improvviso.

“Beh Tigre…” inizia lui, guardando le luci della città che iniziano ad accendersi “Forse non va proprio tutto bene, ma che vada bene o no, non importa a nessuno. Quindi okay, va tutto bene,” dice infine, appoggiando i gomiti alla ringhiera, affacciandosi al lato opposto alla Cattedrale. Tigre Viola sospira, si avvicina, appoggia anche lei i gomiti sulla ringhiera, guardando il panorama e osservando Chat Noir con la coda dell’occhio.

“Non siamo di molte parole eh?” commenta Chat Noir, con un mezzo sorriso “Ma scommetto che sei brava ad ascoltare..”

“Hm.” annuisce la ragazza, guardando prima il paesaggio e poi finalmente spostando lo sguardo su Chat Noir, giusto in tempo per notare che l’accenno di sorriso si è spento. “Cavolo, devo dirgli qualcosa” pensa, quindi chiede “Ti-ti va di parlarne?”

Continuando a guardare davanti a sé, Chat Noir esclama, sarcastico: “Chissà quale sarà stato quest’impegno così importante per Ladybug. Più importante di una pattuglia, intendo.“

Il ragazzo si morde il labbro, poi, evitando lo sguardo di Tigre Viola continua “O ti ha mandata qui a controllare che io faccia il mio dovere, come fa mio… ehm fanno tutti?”

Il ragazzo fa una pausa, allungando i gomiti e stringendo i pugni sul metallo della ringhiera.

“Vedi? Tutti volete che io faccia qualcosa o che sia in un certo modo.”

Tigre Viola lo guarda, perplessa. “Eh… Mi dispiace!”. La ragazza rimane un momento indecisa su cosa fare, poi appoggia una mano sulla spalla di Chat Noir “Ti c-capisco, anche io, a volte mi sento così.”

“Scusa” borbotta il ragazzo, guardando prima la mano e poi il viso di Tigre Viola.

Fa una pausa e sospira “Non voglio annoiarti coi miei problemi…”

La ragazza scuote la testa, stringendogli leggermente la spalla “Ascolta, Chat Noir. Non sei costretto a parlare se non ti va. Una volta un amico mi ha aiutata quando… temevo di aver rovinato tutto con una persona a cui tengo. Solo parlarne mi ha fatto sentire meglio e capire che non avevo fatto un disastro. Se non te la senti capisco, dopotutto non mi conosci.” toglie la mano dalla sua spalla e aggiunge a bassa voce “Però io si” un po’ imbarazzata.

Chat Noir rimane un attimo a pensare, sospirando con lo sguardo perso davanti a sé poi improvvisamente risponde “Mi dispiace, Tigre, non volevo prendermela con te. È che… mi sento messo da parte. Lei non ha più bisogno di me e poi….”

L’aria malinconica diventa triste, poi preoccupata, Tigre Viola gli mette entrambe le mani sulle spalle e lo fa voltare verso di lei

“Lei ti vuole bene e ha bisogno di te, Adrien!”

Chat Noir sussulta, fissando l’altra negli occhi gialli ed esclama “Aspetta aspetta aspetta, Tigre! Come hai detto?” chiede, scrollando le spalle per allontanarsi dalla ragazza.

Tigre Viola abbassa lo sguardo, lasciando andare Chat Noir ma subito dopo fa un lungo respiro e rialza gli occhi, fissando lo sguardo in quello del ragazzo che ha di fronte.

“Hai sentito bene, ti ho chiamato Adrien.” esclama, facendo un passo avanti “Tu hai aiutato me quando ero giù per via di Rose, e vorrei davvero ricambiare il favore; gli amici servono a questo!”

Chat Noir impallidisce, poi si copre la bocca con una mano per poi abbandonare le braccia lungo i fianchi “Ti ho aiutato… Ma io… Rose? Oddio, sei Juleka! Come… come hai fatto a capire che…” sussurra

Lei annuisce. “Ti ho visto prima. Al parco. Scusa, non volevo impicciarmi è che… non ti ho mai visto così giù e ti ho seguito, pensavo potessi cadere vittima di Papillon” risponde la ragazza, guardandosi i piedi.

“Purr-fetto, ci mancava anche la ciliegina sulla torta” sussurra Chat Noir tra i denti “Va bene, senti…” prende le mani di Tigre Viola tra le sue, facendola sobbalzare, assumendo all'improvviso l'espressione di un cucciolo che teme di essere bastonato “Ti prego, Juleka.. non dire niente a Ladybug!” supplica “È che…lei non si fida di me, mi toglierebbe il Miraculous e poi…”

“Non dire sciocchezze!” lo interrompe Tigre Viola “Non lo farebbe mai!”

“Come fai a dirlo?” sbotta Chat Noir lasciando le mani dell’amica.

“Beh è ovvio! Ogni volta che ritardi durante una missione lei si preoccupa sempre per te. E pure prima, quando mi ha dato l'incarico di fare pattuglia con te, ha passato un sacco di tempo a dirmi come comportarmi nei tuoi riguardi” risponde Tigre Viola, fissandolo “e poi vedo come ti guarda” aggiunge, quasi parlando a sé stessa.

Mentre Chat Noir sussurra un “se lo dici tu” e la sua mano va dietro la nuca, nel tipico gesto di nervosismo di Adrien, la ragazza non abbassa lo sguardo e chiede, seria “Hai voglia di dirmi cosa non va? Sono tua amica, Adrien, voglio davvero aiutarti!”.

Visto che Chat Noir non risponde, Tigre Viola cerca di sondare il terreno “È per via di Ladybug, vero?” “Già… io ci provo a…” risponde il ragazzo, poi distoglie lo sguardo, sembra fissare un tetto dalla parte opposta alla strada. “Ci provo a lasciarmela alle spalle, visto che continua a dirmi di no” prosegue, dopo una pausa ”ma più ci provo e meno ci riesco, adesso ho paura che non mi voglia nemmeno più come amico. Lo vedo che cerca di tenermi lontano!”

“Oh, capisco. Ma… non credo che lo faccia apposta. Lei di sicuro ti vuole bene!”

“Sarà, ma mi pare che non me lo dimostri” commenta Chat, sempre più triste, tanto che Tigre Viola gli mette di nuovo una mano sulla spalla

“Forse, ma ciascuno ha il proprio modo di dimostrare affetto, e lei davvero si preoccupa per te, solo che magari ha troppe cose in testa, tipo oggi che è venuta da me. Dopotutto non sappiamo molto di lei, a parte che è diventata Guardiana!”

“Scusa Juleka, ma non mi va molto di parlarne… meglio occuparci della pattuglia” fa lui, allontanandosi dalla ringhiera e guardando dal lato opposto della Cattedrale.

“Ok, come vuoi, Chat Noir” risponde Tigre Viola “allora andiamo.”

“Sì, è meglio” approva Chat Noir, sospirando. L’altra segue il suo sguardo e riconosce il posto verso cui guarda “Che strano… continua a guardare verso il terrazzo di camera di Marinette…”

L’eroe in nero ha preso dalla cintura il bastone e lo usa per dirigersi ancora verso Nord, per costeggiare la Senna. Tigre Viola prende la rincorsa lungo la terrazza e spicca un salto, legando la coda ad un lampione e usandola per lanciarsi verso l’edificio più vicino, attraversando il fiume.

I due continuano lungo il fiume fino al Trocadero, dove Chat Noir si ferma nel punto più alto dell’edificio. Chat Noir, appena Tigre Viola lo raggiunge, dice “Beh, Tigre, di solito io e Ladybug finiamo il giro qui. Direi che possiamo farlo anche noi.”

Fa una pausa, poi guarda Tigre Viola negli occhi “Mi raccomando… non dire niente a Ladybug. Quando riguarda me o lei, questa cosa delle identità segrete è importantissima.” dice, con una nota di sarcasmo.

“Non ti preoccupare, non lo dirò a nessuno. Ma tu, per favore, ricorda che se sei giù, hai degli amici pronti ad aiutarti!”

“Non ne sono del tutto sicuro” ribatte Chat Noir, con lo stesso tono di prima “ Dopodomani è il mio compleanno!” poi abbassa la voce, sbuffando “E nessuno dei miei cosiddetti 'amici' se ne è ricordato!”

Lei riflette un secondo, portandosi un dito alle labbra “Hmmm…. Beh ma è tra 2 giorni, magari ti hanno preparato una sorpresa!”

“Senza una storia di copertura? Mi sarei accorto se stessero organizzando qualcosa! Una sorpresa? E come, mio padre non mi lascerebbe mai andare, tutte le mie giornate sono super organizzate, lui odia i miei amici, l’unico momento in cui… Lasciamo perdere, ok?” la interrompe Chat Noir, avvicinandosi all’orlo del tetto. Tigre Viola lo guarda senza dir nulla e lui subito porta una mano dietro la nuca “Scusami, Juleka. Hai fatto bene a controllare, prima. Sono stato stupido io a non guardarmi in giro prima di trasformarmi. E poi… lo so che mi vuoi aiutare ma… va tutto bene. Davvero. Grazie per la compagnia, e ci si vede la prossima volta che Ladybug si dimentica di qualche impegno e si sente in colpa.” ridacchia, poi si congeda: “Purr-troppo devo scappare! Miao!”, lanciandosi usando il bastone come asta.

Tigre Viola rimane a guardare nella direzione in cui Chat Noir s’è allontanato, poi sospira, alza le spalle e si dirige verso casa, ritrasformandosi in una stradina secondaria e percorrendo l’ultimo breve tratto a piedi per avere il tempo di riflettere sulla discussione di poco prima “Devo dire qualcosa a Ladybug su come stava Adrien, cioè Chat Noir. Ma non posso dirle che ho scoperto l’identità segreta di Chat, gliel’ho promesso. Che guaio. Devo inventarmi qualcosa… resterò sul vago.”. Il filo dei pensieri di Juleka viene interrotto dall’arrivo di Ladybug, che le indica di scendere sotto un ponte poco lontano dalla Liberty.

“Eccomi! Com’è andato il giro?” chiede Ladybug, allungando la mano per riprendere il bracciale.

Juleka le restituisce il gioiello “Beh, direi che è andato tutto bene. Nessun crollo emotivo. ” risponde, poi fa una pausa “A dire il vero è stato divertente, mi piacerebbe poterlo rifare!” aggiunge.

Ladybug prende le mani di Juleka “Davvero? Beh… In questi giorni sono un po’ presa, magari potrai darmi ancora una mano, grazie!” l’altra la guarda senza dire niente e l’eroina le lascia andare le mani “Qualcosa non va?” chiede, alzando un sopracciglio.

“Beh, ecco…” inizia Juleka “Chat Noir era molto giù di morale, forse dovresti parlargli.” spiega.

Ladybug le lascia le mani “Giù di morale? Ma gli ho già parlato, non penso che ce ne sia bisogno," borbotta mentre corruga le sopracciglia e lo sguardo le si concentra su un punto indefinito di fronte a sé. Poi sospira e continua, "Comunque grazie di avermi avvisata! Ora mi dispiace ma devo proprio andare. Ancora grazie Juleka! È bello sapere che, se avrò ancora bisogno, potrò contare su di te!”

“G-grazie a te, Ladybug. Ma d-davvero, dovresti parlargli...” risponde la ragazza, mentre Ladybug si volta e inizia a roteare lo yo yo.

Ladybug si volta di nuovo a guardarla, sorridendo un sorriso che non le raggiunge gli occhi. “Ok, ok, cercherò di farlo alla prima occasione! Ciao, Juleka!” saluta, poi lancia lo yo yo verso un lampione e sparisce sui tetti.

Juleka rimane qualche istante immobile sotto il ponte, poi si avvia verso casa, sempre più decisa ad aiutare Adrien.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Giorno 2 - Scambio - Shortcutter ***


Con uno sbadiglio Juleka scende dalla passerella della Liberty diretta a scuola. Non ha dormito affatto bene, la notte precedente, continuando a rimuginare su Chat Noir, Adrien, Ladybug e Marinette. Anche mentre cammina verso il Collèége Du Pont continua a pensarci “Se davvero Adrien è innamorato di Ladybug, Marinette non ha speranza. E cavolo, però ci starebbe troppo male. Già rompere con Luka è stato traumatico, figurati che si sono lasciati di comune accordo. D’altra parte, a Ladybug non sembra interessare Chat in QUEL senso, ed è Adrien che sta male… Potrei spingerlo verso Marinette… ieri continuava a guardare verso casa sua, e al picnic del Giorno degli Eroi ha parlato così bene di lei, magari…” Juleka non riesce a trattenere un sorriso “Son stata troppo con Alya… comincio a shipparli pure io.”

Presa da queste riflessioni, Juleka passa davanti al negozio dei genitori di Marinette e viene quasi travolta da quest’ultima che si precipita fuori dalla porta con un croissant in bocca e una mela in mano, si ferma al semaforo pedonale e aspetta che scatti il verde continuando a correre sul posto.

Juleka si avvicina a Marinette, lei la vede, inghiotte la brioche ed esclama “Ciao Juleka! Com’è che sei in ritardo anche tu?”

“Ciao, Marinette, ma non siamo in ritardo!” risponde Juleka aggrottando la fronte mentre prende il cellulare e lo mostra all’amica, che si immobilizza di colpo, infossando la testa nelle spalle “Uff… Ho visto male l’ora… non siamo in ritardo. Beh, meno male, così posso cercarmi il posto migliore nell’aula d’arte, oggi ci sarà Pierre Rocheux per il bozzetto della statua dedicata alla nostra scuola!”

Scatta il verde e Marinette attraversa la strada di corsa, diretta verso l’ingresso della scuola “A dopo Juleka!” saluta, poi salendo le scale guarda Tikki nella borsa a tracolla e sussurra “Spero tanto che uno dei modelli sarà Adrien…”.

Juleka rimane immobile a guardare Marinette, poi scuote la testa e la segue verso l’ingresso della scuola. La ragazza sta per superare il cancello dell’edificio quando vede la grossa berlina di casa Agreste ripartire dopo aver fatto scendere Adrien, che attraversa il marciapiede per entrare a scuola.

Prima di salire le scale, Juleka fa un cenno di saluto ad Adrien, e lui risponde sorridendo e avvicinandosi alla ragazza “Buongiorno!” la saluta, poi guarda la scalinata e il portone “Ma quella che ho visto entrare era Marinette? In orario? Non era mai successo, prima.”

Juleka risponde al saluto con “Ciao”, poi annuisce “È per la cosa di oggi dello scultore” spiega, dando uno sguardo attorno, poi guarda Adrien e chiede “Hai un paio di minuti? Ti vorrei parlare”.

“Uh.. sì, va bene… di… di cosa?” risponde Adrien, la mano dietro la nuca. La ragazza non risponde e sale le scale, spostandosi in un angolo del cortile, seguita da Adrien che, mentre lei controlla che non ci siano orecchie indiscrete vicine, pensa “Spero che non mi dica che Ladybug è arrabbiata con me…” “Adrien, magari non sono affari miei ma.. Lo so che ci stai male a sentirti dire sempre no da… da lei. Credo che forse dovresti… Beh, guardarti intorno, sei un” Juleka fa una pausa, arrossendo leggermente e abbassando il tono della voce “...bel ragazzo e…”

Adrien la interrompe “... un supereroe, cosa che con l’amore a quanto pare… con Kagami è andato tutto a rotoli per quello.”

Juleka lo guarda, prende un respiro e ricomincia “Fammi finire, per piacere…” “Già è difficile… poi lui mi interrompe… butto la bomba e via?” pensa, poi prosegue “...perché non provi a, come dire, cambiare bersaglio?”

Adrien la guarda, facendo una smorfia “Anche Kagami me lo diceva e lei…”, inizia, ma Juleka gli mette un dito sulle labbra per zittirlo.

“Adrien, non è la stessa cosa. Posso drie che sei carino, e ti voglio aiutare perché sono tua amica ma non intendo mettermi in mezzo. Senza offesa ma non sei il mio tipo”.

Adrien arrossisce violentemente e lo sguardo di Adrien si perde per un istante, poi torna a guardare Juleka “Ok ma dove la trovo una come Ladybug?” Ci pensa un attimo e inizia a tirare su un dito per ogni caratteristica. "Deve essere carina, intelligente, coraggiosa, sempre pronta ad aiutare gli altri, dolce…"

L’altra sostiene lo sguardo e risponde: “Beh dai ci saranno pure ragazze carine, coraggiose, altruiste e dolci come lei no? TIpo… che so, Marinette? Dai gliel’hai detto anche tu al picnic che facemmo al Giorno degli Eroi, che è la nostra Ladybug di tutti i giorni! Poi è così giù da quando ha rotto con mio fratello…”

Adrien spalanca gli occhi per una frazione di secondo, poi abbassa la voce “Sai, lei è … beh è molto carina, gentile e…. Ma forse la metto in imbarazzo perché sono famoso, per via di mio padre. Sai, quando ci fu quella cosa di Jagged a casa sua… le foto, insomma le ho chiesto se… e mi ha detto che mi vede come amico.”

Adrien fa una pausa. “E poi… Non dirlo a nessuno ma qualche tempo fa mi disse che era innamorata di me-Chat Noir, non di me-Adrien! Mi ha veramente sopreso, non credevo proprio che Chat Noir fosse il suo tipo!”

Juleka sobbalza e pensa: “Alla faccia, e volevo fare la rivelazione-bomba io…”

Il biondo, di nuovo lo sguardo perso, non ha notato la sua reazione e prosegue: “Beh poi io le ho spiegato che… insomma amo Ladybug… e poi suo padre è stato akumizzato e… Tu non hai idea di che paura fa Tom Dupain in quello stato!”

“Non fatico a crederlo…” borbotta Juleka

“Poi Marinette, insomma ci siamo parlati e mi ha detto che non era una cosa seria. Solo una sbandata per una celebrità. Per Chat, intendo.” conclude Adrien, sbirciando nervosamente il cellulare,

“Appunto. Ma visto che ti ha detto di punto in bianco che gli piacevi come Chat e tu non ne avevi idea, perché non pensavi fosse il suo tipo, non è che magari anche per te-Adrien… ” insiste Juleka pensando “Se Marinette scopre che gliel’ho detto prima sprofonda e poi mi spella viva…”

Adrien stropiccia i piedi, nervoso “Sul serio, Non credo di piacerle… e poi è sempre così… beh… tesa quando le parlo.”

“Magari pensa che tu sia troppo per lei? Prova ad essere un po’ meno, scusa se te lo dico, Adrien, ma a volte sei troppo mister perfettino. Lasciati andare!”

Allunga la mano con l’ombrello verso Marinette. Anche lei fa lo stesso gesto, un po’ esitante. Le dita dei due ragazzi si sfiorano e Adrien per un attimo ha una strana sensazione, niente affatto spiacevole. Marinette afferra il manico dell’ombrello e quello si chiude da solo sulla sua testa. Un momento di esitazione e poi la ragazza scoppia a ridere, subito imitata da Adrien.

Adrien sbatte le palpebre un paio di volte, tornato al presente, e porta ancora la mano dietro la nuca “N-nessun problema, Juleka.. Me l’hanno già detto. Ma quindi dici che dovrei… “

Da dentro camicia di Adrien fa capolino Plagg “Gattino! Non provare a fare come fai con Ladybug, che altrimenti Codini prende fuoco per l’imbarazzo!”

“Zitto, Plagg, e resta nascosto!” sbotta Adrien, diventando rosso come un peperone.

Juleka ridacchia, coprendosi la bocca con una mano, poi continua “Sul serio, Adrien. D’altra parte se non provi… Quando Ladybug mi ha dato il Miraculous avevo una paura di non farcela che non hai idea.”

“Juleka, tu che la conosci bene…“ Adrien esita, cercando le parole ”Pensi che Marinette possa avere una cotta per me?”

“M-ma no, non che me-me ne abbia parlato, insomma” borbotta Juleka, mentre Plagg, dopo aver alzato gli occhi al cielo cerca di salvare la situazione:

“Ehm.. non rischiate di arrivare in ritardo, voi due? Gattino, non vorrai mica far aspettare le tue fan!”

“Piantala, Plagg. E nasconditi, te l’ho già detto. Però hai ragione, è meglio andare!” taglia corto Adrien, avviandosi verso la scala che porta sulla balconata del cortile interno.

 

Adrien e Juleka entrano nell’aula d’arte appena in tempo per la campanella, anche se quel giorno non c’erano lezioni regolari il Preside gli lancia un’occhiataccia. Marinette si volta verso la porta, girandosi subito verso Alya appena si rende conto che Adrien la sta salutando con la mano.

Il Preside Damocles, quando tutti sono entrati, si schiarisce la voce, prende un microfono e inizia a parlare “Cari studenti! Come sapete il Sindaco ha deciso di donare alla nostra Scuola una statua che simboleggerà l’atto dell’insegnamento. Per questo abbiamo chiamato il famoso scultore Pierre Rocheux che realizzerà quest’opera, basandola su due dei nostri studenti, un ragazzo e una ragazza. Negli scorsi giorni abbiamo chiesto ai vostri genitori il permesso di inviare le foto di classe all’artista, che ha già fatto una scelta iniziale di candidati. Le formalità legali per la liberatoria sono già state fatte, quindi oggi ci verrà comunicato chi saranno i due fortunati modelli per la statua che verrà esposta nel nostro cortile interno.” L’uomo fa una pausa ad effetto e indica qualcuno ”Ma è il momento di lasciare la parola al signor Rocheux”

Si fa avanti un uomo di mezza età, brizzolato, di corporatura media, con i capelli grigi pettinati perfettamente all’indietro fino sulle spalle e una barba grigia, curatissima, altrettanto lunga, legata da un certo punto in poi in due treccine parallele. Prende il microfono e dopo aver salutato con un paio di frasi di circostanza inizia “Oggi sceglierò i due modelli su cui baserò la mia opera. Ho già alcune idee in merito, ma una fotografia è una cosa, avervi qui di fronte un’altra. “ Si volta verso il centro dell’aula su cui ci sono due piattaforme, una vuota e una con un oggetto di forma di parallelepipedo, coperto da un telo. Lo scultore allunga una mano e toglie il telo, rivelando un blocco di marmo bianco e spiegando in tono solenne “Questo è il materiale grezzo che utilizzerò. L’ho portato con me perché Il marmo non è tutto uguale: esso cela la scultura al suo interno e solo riconoscendola, ancor prima di dare il colpo di scalpello la si può far emergere. Professor Damoclès, le lascio la parola, saprà spiegare il tutto molto meglio di me.”

Mentre il preside riprende il microfono e tira fuori una busta dalla tasca della giacca, Adrien sente Chloé ridacchiare e sussurrare qualcosa a Sabrina.

Il signor Damoclès apre la busta e si schiarisce di nuovo la voce. “il signor Rocheux ha indicato i seguenti studenti. Ragazzi Agreste Adrien, Bernard Michel, Enciel Marc. Ragazze: Bourgeois Chloé, Dupain-Cheng Marinette, Gauthier Colette. Venite avanti per favore.”

Tutti gli sguardi si posano su Chloé e Marinette, in prima fila nell’aula, mentre gli altri due ragazzi, lui più alto di Adrien, felpa scolorita e jeans neri, capelli neri tagliati corti, occhi grigi e un viso regolare e la ragazza di corporatura simile ad Alya, lunghi capelli castani e occhi scuri, minigonna nera e camicetta beige, si fanno avanti dalla quarta fila.

Marinette sente il proprio nome e rimane a bocca aperta, scordandosi di respirare “Oddio e adesso? Non è possibile che abbia scelto me… con Adrien? Oddio adesso cosa faccio, non indosso i miei calzini portafortuna, sarà un disastro. Sceglierà me è Adrien, io gli cadrò addosso rompendogli quel bellissimo naso, suo padre lo toglierà da scuola, lui mi odierà per il resto della vita e non potremo mai avere una casa, tre bambini e un criceto di nome…”

“Marinette!” la chiama Alya, dandole una gomitata nella costole “Chiudi la bocca, ragazza mia, o entrano le mosche! Vai!” la esorta, indicando il gruppo degli altri. La mora si riscuote e con una sorriso tirato si allontana da Alya, che le sussurra “Sorridi, pare che tu abbia un ictus, Mari”

“Ridicolo, assolutamente ridicolo” Chloé sta ovviamente protestando “Io non voglio condividere la possibilità di scelta con quelle due sciacquette. SOPRATTUTTO con Dupain-Cheng. Quell’altra manco so chi sia” dice, facendo un gesto stizzito con la mano.” Il Preside le si avvicina “Signorina Bourgeois, la scelta non è ancora stata fatta, potrebbe essere lei a rappresentare…” ma lei lo interrompe sibilando “Tsk! Mio PADRE, il Sindaco, OVVIAMENTE non sarebbe d’accordo se fosse altrimenti, e ritirerebbe la donazione.” poi ignorando il preside si avvicina allo scultore, puntando l’indice e scandendo “E lei, signor Pierrot, o come si chiama, scelga bene. Cioè ME e Adrienuccio.”

Sentendo quel nomignolo Adrien si irrigidisce, e Marinette lancia a Chloé un’occhiata di fuoco.

Lo scultore alza le spalle e non le dà risposta “Ragazzi potreste, per favore, mettervi in fila qui?” chiede, indicando davanti alla piattaforma vuota.

Gli aspiranti modelli si mettono in riga l’uno accanto all’altro, spostando nervosamente il peso da un piede all’altro, tranne Adrien, perfettamente immobile e a suo agio, e Chloé, che sbuffa, braccia conserte, un dito che picchietta ritmicamente sull’altro braccio, a tempo col piede.

Rocheux passa in rassegna i ragazzi, lo sguardo che si alterna tra i loro visi e il blocco di marmo, poi chiede “Ragazze, vi dispiacerebbe sciogliere i capelli?”.

Marinette non si fa problemi a togliere gli elastici e far ricadere i capelli neri sulle spalle.

Adrien lancia un’occhiata interrogativa a Juleka, che indica Marinette con un lieve cenno della testa, facendolo voltare a guardarla e inghiottire a vuoto pensando “sta benissimo coi capelli sciolti”.

Chloé invece protesta alzando la voce “Certo che mi dispiace! Non rovinerei certo la mia perfetta acconciatura per questa stupida statua! Pfui! Mio PADRE non sarà AFFATTO contento”, dopodiché, furibonda, lascia la fila e a passo di marcia raggiunge Sabrina, la prende per un braccio e spintonando tutti esce dall’aula, prendendo il proprio cellulare dalla borsetta che Sabrina le porge.

Juleka, Alya, Nino, Adrien e Marinette la seguono con lo sguardo, certi che a breve avranno a che fare con un’Akuma.

“Hmm” lo scultore annuisce, osservando di nuovo i ragazzi per un lungo momento. Simula con le mani una specie di rettangolo, inquadrando il marmo e i ragazzi uno per uno, poi si avvicina al blocco e bussa sulla superficie con un martelletto di legno.

L’unico che non si scompone é Adrien, gli altri sono evidentemente molto nervosi, quasi trattengono il respiro.

Dopo un tempo che sembra interminabile Rocheux sentenzia “Ho trovato i lineamenti celati nella grezza materia di questo blocco” si volta verso la platea e poi verso i modelli “Tu” indica Adrien, che annuisce “E tu”, indicando Marinette, che sente cedere le ginocchia e viene sorretta da Adrien, accanto a lei, riprendendo l’equilibrio e arrossendo violentemente “scusate, è che … fa caldo qui” borbotta.

Juleka prende la mano di Rose accanto a lei e la stringe, facendo “OK” col pollice alzato dell’altra verso Adrien.

Congedati gli altri aspiranti modelli con una stretta di mano, Rocheux si presenta ai due prescelti e inizia a spiegare come procederà.

Si alza immediatamente un brusio di chiacchiere da parte dei compagni di Marinette e Adrien, che viene zittito da un colpo di tosse del Preside.

“Voi siete… ah sì, Adrien e Marinette. Salite sulla piattaforma, prego” esorta lo scultore, posando un cubo di legno da un lato. Adrien sale per primo porgendo la mano a Marinette. Lei la prende senza pensarci troppo e il ragazzo, mentre lei sale, si china e le sfiora le dita con le labbra, provocando un “ooh” da parte di Rose e un altro paio di ragazze. Marinette arrossisce violentemente e rimane immobile per un attimo, poi toglie la mano come se si fosse scottata.

Rocheux fa provare ai ragazzi varie pose, scattando foto una vecchia fotocamera Polaroid e osservandole con aria critica. Adrien segue le istruzioni alla lettera, abituato a fare il modello, Mentre Marinette è più impacciata, oltre a non riuscire a guardare Adrien negli occhi e a sentire sempre più caldo ogni volta che lui le si avvicina, tanto che a un certo punto inizia a farsi aria con la mano “Ma hanno alzato il riscaldamento?” borbotta. Adrien la fissa e sussurra “No, la temperatura è come poco fa. Ti senti bene? Sei un po’ rossa…” “B-benissimo! Mai stata meglio!” risponde lei, la voce più acuta di quanto avrebbe voluto.

Gli altri studenti osservano incuriositi, per un pò, poi pian piano molti se ne vanno, annoiati, l’aula si svuota e rimangono solo i compagni di Marinette e Adrien.

All'improvviso Rocheux si avvicina ai ragazzi in posa e sbotta “Ecco cosa non va! C’è qualcosa di troppo! Adrien, togliti la camicia, Marinette, la giacca. E via i gioielli. Rovinano la simmetria!”

I ragazzi si guardano l’un l’altro, arrossendo violentemente. “Cosa?” esclamano in coro

Lo scultore li guarda, l’aria offesa “Avete capito bene, su su che non avete tutto il giorno!”

“Beh” pensa Adrien “non è diverso da uno degli altri servizi fotografici che ho fatto con Vincent o Giuseppe, Marinette invece sembra nervosissima… forse posso distrarla per metterla più a suo agio” poi guarda l’amica, le si avvicina e le sussurra all’orecchio “Guarda il lato positivo, almeno non avrai più così caldo” facendola arrossire ancora di più “Sì ma…” inizia, poi si morde il labbro inferiore e guarda Alya, che si avvicina allungando una mano.

Marinette si toglie la giacca e la borsetta e la dà all’amica, che nota che le mani le tremano leggermente. Poi sospira e la guarda negli occhi, togliendo gli orecchini e posandoli, tesa, sulla mano aperta di Alya, che mima con le labbra “Non ti preoccupare” e le fa l’occhiolino.

Adrien inizia a chiedersi perché Marinette sia così preoccupata di dare gli orecchini ad Alya, quando Juleka si avvicina e gli mette una mano sul braccio, guardando, seria, il suo anello. I due si scambiano un cenno d’intesa e lui le dà la camicia, che si era già sfilato, poi si sfila l’anello e con aria altrettanto seria le affida anche quello.

Risaliti sulla piattaforma, riprovano la posa ma ancora Rocheux non è soddisfatto “Pfff, queste linee! Non va! Adrien, togli la maglietta!” Lui obbedisce senza pensare e sente chiaramente Marinette deglutire a vuoto.

“Non fissarlo non fissarlo non fissarlo” si ripete lei come un mantra “Tardi!” e fissa per una decina di secondi il petto nudo di Adrien, sentendo sempre più caldo, poi si riscuote perché lo scultore la sta chiamando “Se puoi, lo faresti anche tu? Quella decorazione floreale, sebbere di pregio, è altrettanto fastidiosa” le chiede.

Marinette lo guarda, poi guarda in faccia Adrien, in modalità modello, con una faccia da poker indecifrabile, “Al diavolo, Datti un contegno, Marinette! in piscina non mi sono mai fatta questi problemi! Dov’è la differenza? E poi sono solo un’amica!” pensa, poi afferra l’orlo della maglietta con una mano, tenendo con l’altra la canottiera che indossa sotto per non scoprirsi troppo e si sfila la maglietta, lanciandola sul pavimento. L’espressione di Adrien vacilla quando scorge per un attimo la pancia nuda e l’ombelico di Marinette, poi viene completamente distratto dall’ombra di rossore sulle sue guance e dalle lentiggini che la ragazza ha sulle spalle “Ma… E dire che l’ho già vista in pigiama e addirittura in costume da bagno, non è tanto diverso” pensa, arrossendo leggermente.

Soddisfatto, Rocheux fa sedere una Marinette sull’orlo dell’autocombustione sul cubo e le consegna una scatola, dicendole di porgerla ad Adrien, che sta davanti a lei con un ginocchio a terra e il braccio teso. Stanno per provare una posa diversa quando lo scultore posa la macchina fotografica e prende il cellulare dalla tasca, borbottando delle scuse e uscendo dall’aula.

Adrien e Marinette si scambiano occhiate imbarazzate e Adrien cerca di stemperare la tensione “Pareva soddisfatto” indica la porta da cui è uscito lo scultore, che sembra impegnato in una discussione molto accesa col suo interlocutore.

Il ragazzo continua “Tra poco avremo finito” poi abbassa lo sguardo sul proprio petto “Eh, io ci sono abituato.” dice, portandosi una mano dietro la nuca ”Tu invece, per essere la prima volta, stai andando benissimo!”

“Ah s-sì sei b-belliss EHM volevo dire.. aazie gadrien.. eh no, cioè, grazie Adrien ma non sono così brava” risponde lei, incespicando nelle parole

“Non è vero, sei bravissima!” risponde lui, facendole l’occhiolino “E poi non mi sono mai divertito così tanto in uno dei photoshoot di mio padre. Sei tu che stai creando l'atmosfera, Marinette. sei fantastica!”, di nuovo Adrien guarda Juleka con la coda dell’occhio e lei fa di nuovo il gesto “ok” col pollice alzato.

Quello che salva Marinette da un sicuro infarto, perché il suo cuore minaccia di uscirle dal petto nell’istante in cui guarda Adrien in quei suoi meravigliosi occhi verdi, è il trambusto che arriva da fuori.

Improvvisamente la porta si spalanca divelta dai cardini e, prima che chiunque possa reagire, una figura entra nella stanza. Ha la stessa acconciatura di Rocheux ma indossa un grembiule di cuoio viola, ha un basco e impugna uno scalpello “Allora, non fatemi perdere tempo! Sono Shortcutter, e ho fretta! Fermi là voi, siete perfetti così!” ordina a Marinette e Adrien, poi punta verso di loro lo scalpello che ha in mano, da cui parte un fascio di luce.

“Marinette, stai giù!” Adrien agisce d’istinto e si lancia verso Marinette per toglierla dalla traiettoria del raggio, ma non può contare sui superpoteri e il raggio li colpisce entrambi. Con un tonfo sordo cade sul pavimento un bassorilievo a grandezza naturale di lui e Marinette abbracciati.

 

Juleka si butta a terra appena vede la porta spalancarsi e, approfittando del trambusto, un po’ trascinandosi sui gomiti e un po’ a quattro zampe, riesce a infilarsi nel bagno adiacente all’aula d’arte, venendo immediatamente raggiunta da un lampo nero. Plagg le appare davanti “Sai, Frangetta, miao sa che dovrai cambiare… felino” esclama, indicando l’anello di Adrien, che la ragazza stringe in mano. Juleka guarda il gioiello, guarda Plagg, poi lo indossa borbottando “D’accordo, Plagg” poi gli scocca un’occhiata di fuoco “Ma non chiamarmi mai più Frangetta, ok?” sibila, poi sorride al Kwami “Dai, spiegami che devo fare, e di corsa! Ladybug potrebbe aver bisogno di aiuto.”. Plagg la guarda di sbieco, poi le dà qualche spiegazione. “Ce la posso fare” sussurra Juleka e poi “Plagg! Trasformami!”

 

Alya impreca fra i denti “Dannazione a quella Chloé, perché c’è SEMPRE di mezzo lei?”. È riuscita a nascondersi appena in tempo, trascinando anche Nino dietro un paravento. Dall’aula arrivano grida e una serie di tonfi. Sbirciando da sotto il telo, i due vedono che l’aula si è popolata di bassorilievi di studenti in fuga.

Shortcutter sta gridando, nell’aula ormai vuota “Allora! Dove trovo la signorina Bourgeois? Voglio facilitarla, le darò un’acconciatura PERMANENTE”, poi si volta. Si ferma un istante, poi rientra nella stanza, dirigendosi verso il nascondiglio di Nino e Alya “Beccato!” esclama, lanciando un raggio verso il pavimento.

Alya chiude gli occhi e si rannicchia sul pavimento. Mentre pensa “Ecco, siamo finiti.” si rende conto di potersi muovere: riapre gli occhi e tra lei e la porta c’è un bassorilievo di Nino, che si è messo davanti a lei. Il resto dell’aula è deserto.

“Adesso però te la vedi con Scarabella” ringhia “Non puoi pietrificare i miei amici! E il mio ragazzo!” ringhia Alya, Trixx che fa capolino dal marsupio, mentre Tikki esce dalla borsa di Marinette e li raggiunge. “Tikki, trasformami!” scandisce Alya.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Giorno 3 - Artigli - Morricat ***


Il cortile della scuola è oramai punteggiato di bassorilievi a grandezza naturale di gente in fuga. Dal tetto, Juleka osserva la situazione, cercando di elaborare una strategia. Shortcutter è ancora nel cortile, gira tra le statue, evidentemente non ha ancora trovato Chloé. Anche sui gradini e subito oltre il cancello ci sono persone pietrificate, l’Akumizzato sarà stato colpito quasi all’esterno dell’edificio.

Juleka riflette sul da farsi “Non c’è ancora nessuna traccia di Ladybug, non vorrei fosse stata colpita prima di trasformarsi, non ho il tempo di liberare tutti. Forse potrei liberare Adrien, ma non potrei più aiutarlo dopo, senza poteri e sarebbe nella mia stessa situazione…”

I ragionamenti di Juleka vengono interrotti dall’inconfondibile suono dello yo yo di Ladybug e da un lieve tonfo alle sue spalle. Con un sospiro di sollievo si volta e sobbalza “Lad-No, non sei Ladybug!”

Scarabella la guarda di sbieco “E… fammi indovinare, tu evidentemente non sei Chat Noir!”. Di fronte a lei c’è una ragazza appena più alta, i capelli, da cui spuntano due orecchie feline, legati in una lunga coda alta, di un colore sfumato dal viola al nero sulle punte. Indossa una tuta aderente simile a quella di Lady Noire, con i bordi e le cuciture di un viola brillante e delle decorazioni simili al tulle sui bordi. Dalla cintura pendono una coppia di nunchaku. Sopra la tuta ha una via di mezzo tra un ampio cappotto e un mantello, con le maniche che terminano al gomito, diviso in due sul dietro da uno spacco fino a metà schiena, All’altezza della vita spunta una lunga coda nera. L’interno della fodera ha un motivo di impronte di gatto, di colore cangiante dal rosa al blu.

Le due si squadrano per un momento, poi Scarabella si gratta la testa e dice “Ok, lasciamo perdere. Diciamo solo che gli… originali sono là da qualche parte e che…” indicando il cortile sotto di loro, poi si copre il viso con una mano, disperata “Non funzionerà mai, tempo due minuti ciascuna di noi capirà la loro identità segreta!”

“Calmati… ehm” inizia Juleka

“Scarabella” si presenta l’altra, sospirando “E tu sei?”

“Uhm.. sono… Morricat!. Come Morrigan, la divinità guerriera e beh… cat”

Scarabella la guarda di nuovo di sbieco “Ma è Plagg che … Lasciamo perdere!”

Morricat la guarda senza capire “Ok, Facciamo squadra e risolviamo questa faccenda in fretta!”

“Meno male… quando mi sono presentata a Chat Noir voleva cataclismarmi!”

“Davvero?” chiede l’altra, stupefatta

“Sì, pensava che fossi un sentimostro o che avessi fatto del male a Ladybug!” spiega Scarabella, alzando le spalle.

“Che carino” borbotta Morricat, poi guarda l’altra “Cosa facciamo?”

Scarabella fa segno all’altra di allontanarsi dall’orlo “Dobbiamo pensare a una strategia per attirarlo. L’Akuma dovrebbe essere nello scalpello da cui lancia i raggi. Ma bisogna assolutamente evitare che ci colpisca.” Morricat riflette, una mano sul mento “Potremmo… potrei distrarlo e tu gli prendi lo scalpello, oppure… Se non sbaglio sta cercando, ehm, qualcuno. Forse è il caso di trovarlo prima di lui per avere un vantaggio?”

L’altra sbuffa di nuovo “Conosco chi sta cercando, e ti assicuro che sarei tentata di portargliela legata come un salame così che l’Akuma le faccia quello che vuole. Ma purtroppo non possiamo.”

Nel frattempo Shortcutter è uscito dalla scuola e sta pietrificando gente a caso, “Quella smorfiosa voleva una statua no? E allora? Avanti, Chloé Bourgeois, ho una scorciatoia!” si guarda in giro, lanciando altri raggi “Però nessuno di voi mi piace! Troppo normali! Vorrei proprio ritrarre due supereroi! Magari Ladybug e Chat Noir” grida.

Scarabella lo segue con lo sguardo, accigliata “Diamoci da fare… impediamogli di pietrificare tutto il quartiere. Distrailo, io chiamo il Lucky Charm, ok?”

“Andata!” Morricat salta giù dal tetto, atterrando sulla strada davanti all’akumizzato. “Non è proprio come con Tigresse” pensa, poi alza gli occhi viola, fissando l’avversario “Ehi, Pierre, qualcosa mi dice che che dovrai accontentarti di me-ow! Morricat, nessun piacere di conoscerti!” si annuncia, facendo roteare i nunchaku.

“Non so chi sia questo Pierre, ma mi piace la tua scelta estetica, gattina. Facciamo che mi ricorderò di te con una bella scultura?” risponde Shortcutter, lanciando un paio di raggi verso Morricat, che li evita scartando di lato e rotolando sulla schiena, rialzandosi a quattro zampe.

 

Papillombre nel suo covo è perplesso “Morricat? Sembra un nuovo portatore, che fine ha fatto Chat Noir? Se fosse pietrificato dovrebbe avere l’anello..” riflette, poi si concentra, una sagoma viola appare attorno al suo viso, così come all’akumizzato “Shortcutter! Assicurati che abbia il Miraculous del Gatto!” ordina telepaticamente.

 

“Certo, Papillombre.” risponde l’altro, avvicinandosi lentamente a Morricat, già in posizione di difesa, che inizia a girare intorno all’avversario “Ho già adocchiato un certo riflesso al suo dito”

“Devi solo provare a venirtelo a prendere” ringhia Morricat pensando: “Se sembro abbastanza minacciosa lo tengo occupato… speriamo che Scarabella faccia in fretta, non so quanto ci riuscirò”

Scarabella si sta rigirando tra le mani il Lucky Charm che ha appena preso al volo: una piccola statuetta di una donna, drappeggiata in una tunica di stile greco, con dei serpenti al posto dei capelli: la Medusa della mitologia.

“Argh! Il solito indizio indiretto…” esclama la ragazza, correndo sul tetto della scuola verso la strada e osservando dall’alto Morricat che gira intorno a Shortcutter, che tenta inutilmente di colpirla. “Ehi, è brava, dovremmo averla nel team..” pensa, poi scuote la testa, riportando l’attenzione sulla statuetta che ha in mano. “Pensa, Alya… nel mito di Medusa… ecco, Perseo la decapita guardandone il riflesso nel proprio scudo per non essere pietrificato!”

Scarabella salta giù dal tetto e fischia per richiamare l’attenzione dei due “Ehi, non giocate solo voi!” grida, quando Shortcutter si volta verso di lei “Vi state dimenticando della sagace, coraggiosa e stupenda Scarabella!” esclama, impugnando lo yo yo e facendolo roteare come uno scudo.

La sagoma viola riappare di fronte al viso dell’akumizzato, che borbotta “Una novellina eh? Ma non dovevano essere altri due?”, poi inizia a lanciare raggi alternativamente alle due ragazze, che li evitano senza grosse difficoltà, saltando e facendo capriole in direzioni opposte, facendo un largo giro attorno al loro avversario. “A chi hai detto novellina, nonno?” sbotta Scarabella, lanciandosi dietro un grosso cilindro con attorno un poster pubblicitario e fermandosi schiena contro schiena con Morricat. “Hai capito come usare il Lucky Charm?” le chiede quest’ultima. “Inizio a stancarmi di giocare al gatto e al topo, facendo IO la parte del topo” commenta, sbirciando il loro avversario.

“Quasi, dammi un altro secondo…” risponde Scarabella, guardandosi in giro con la fronte aggrottata, in cerca di qualcosa, poi lo sguardo le si illumina “Ecco!” esclama, indicando col mento uno di quegli specchi posizionati sugli incroci per coprire gli angoli ciechi.

Lo specchio riflette perfettamente l’immagine di Shortcutter, che si sta avvicinando alle ragazze. Scarabella sussurra “Pronta?” impugnando lo yo yo e iniziando a rotearlo, lo sguardo sullo specchio. Morricat annuisce “Cataclisma!”, per un attimo stupita dalla sensazione che la magia le dà sulla mano che indossa l’anello.

Shortcutter fa un altro passo “Beh, novellina, ti ho già stancata?”

Scarabella aspetta il momento giusto, poi, sempre nascosta dietro il cartellone, lancia lo yo yo, mirando tramite lo specchio: un colpo perfetto e lo scalpello vola via dalla presa di Shortcutter. Contemporaneamente, Morricat si lancia da dietro il nascondiglio e afferra l’oggetto con la mano destra, riducendolo in briciole e liberando l’akuma.

Emergendo da dietro il nascondiglio con aria trionfante, l’eroina in rosso esclama “Scarabella sconfigge il male!” catturando immediatamente l’akuma nello yo yo con un “Presa!” soddisfatto. “Non farti più vedere, farfallina!” dice, aprendo di nuovo lo yo yo.

Si volta verso Morricat e le fa l’occhiolino, lanciando la statuetta di Medusa dicendo “Miraculous Scarabella!”

 

Lo stormo di coccinelle magiche si espande in ogni direzione, liberando tutte le persone colpite dai bassorilievi e avvolgendo anche Marinette e Adrien, che si ritrovano abbracciati. Entrambi sbattono le palpebre all’unisono un paio di volte, poi Marinette si rende conto di essere stesa per terra, nell’abbraccio di Adrien, e che entrambi indossano meno vestiti del solito. Rendendosi conto della stessa cosa, il ragazzo la lascia andare e si solleva sui gomiti, imbarazzato.

Difficile capire chi dei due assume la sfumatura di rosso più scura mentre si separano di scatto, voltandosi di schiena. “Scusa!” dicono contemporaneamente, poi “No, scusa tu!” di nuovo insieme, poi si voltano per guardarsi ed entrambi scoppiano a ridere.

Appena ripresi dallo shock, entrambi si alzano aiutandosi a vicenda, poi Marinette prende in mano la situazione “Ci siamo tutti? Qualcuno si è fatto male?” chiede, guardando i compagni e dimenticandosi completamente indossare solo jeans e canottiera. Con un sospiro di sollievo vedendo che stanno tutti bene, va alla porta, tornata integra, la apre e si affaccia sul cortile interno, mentre dietro di lei sente Rose chiedere “Ragazzi, qualcuno ha visto Juleka? Era vicino a me quando l’akumizzato è entrato…”.

Marinette si volta verso l’amica e la tranquillizza “Probabilmente è riuscita a scappare, non vedo nemmeno Alya e Kim, staranno di sicuro bene, come sempre Ladybug ha sistemato tutto.”

 

Mentre la Miraculous Cure ripara tutti i danni, Scarabella e Morricat affiancano il signor Rocheux, seduto a terra con aria confusa e preoccupata. “Ma cosa…” borbotta l’uomo.

“Siete stato akumizzato, ma ora è tutto a posto” spiega Scarabella, aiutandolo a rimettersi in piedi

Rocheux si spolvera gli abiti “Ah, ora ricordo… LA SCULTURA!” sbotta “Ero al telefono col Sindaco, diceva che se non avessi fatto posare sua figlia avrebbe ritirato la donazione! Ma Adrien e Marinette sono assolutamente perfetti per quella statua, quei due ragazzi si completano perfettamente!”

Morricat e Scarabella si guardano l’un l’altra, poi la ragazza gatto allunga il braccio verso scarabella, col pugno chiuso. “Ben fatto!” esclamano quando Scarabella tocca il pugno delll’altra col suo. Scarabella mette un braccio sulle spalle dello scultore “Non si preoccupi, i nostri insegnanti parleranno col Sindaco e vedrà che la statua verrà come desidera. Dopotutto è lei l’artista.”

“Grazie… ehm” dice Rocheux, guardando le due eroine

“Scarabella” “Morricat” rispondono “Ora però dobbiamo andare!” ricorda Morricat, mentre il suo anello inizia a lampeggiare. “Arrivederci!” salutano in coro.

Morricat prende la rincorsa e salta su un’automobile parcheggiata, poi sulla tettoia di un’edicola e infine sul tetto del Collège, mentre Scarabella usa lo yo yo per raggiungere un tetto dal lato opposto.

 

Alya rientra nell’aula d’arte poco dopo, e viene subito raggiunta da Nino, che l’abbraccia stretta. “Tutto bene?” chiede il ragazzo. “Certo, tesorino” risponde lei, baciandogli la punta del naso e sciogliendosi dall’abbraccio poco dopo, solo per precipitarsi da Marinette, abbracciare la sua migliore amica sorridendo e sussurrandole “Sai chi è tornata?”, dopodiché con un veloce gesto della mano le mette gli orecchini in tasca.

Quasi immediatamente tornano anche Juleka e lo scultore. La ragazza va immediatamente ad abbracciare Rose, poi confabula brevemente con Adrien che nel frattempo, con lieve disappunto delle ragazze, aveva di nuovo indossato la maglietta. “Troverai la tua roba nella cartella.” gli dice Juleka, poi aggiunge “Ma forse mancherà del Camembert”, tornando subito da Rose.

Rocheux batte le mani un paio di volte per richiamare gli studenti all’ordine, poi chiede “Adrien, Marinette, vi dispiace rimettervi come prima sulla piattaforma? Vorrei provare altre due pose e poi abbiamo finito.”

I due ragazzi si scambiano un’occhiata e poi salgono sulla piattaforma, rimettendosi in posa.

Stavolta però Marinette mentre porge la scatola ad Adrien lo guarda diritto negli occhi verdi e lui rimane per un attimo immobile “E da quando Marinette ha quello sguardo?”, si chiede, sorpreso, poi l’abitudine a posare prende il sopravvento.

Lo scultore scatta un’altra serie di immagini, scegliendo alcune immagini e mostrandole ai due modelli “Siete stati bravissimi in queste ultime pose!” si congratula, “soprattutto tu, Marinette!” aggiunge Adrien osservando l’ultimo scatto e facendo immancabilmente arrossire l’amica, che farfuglia “Ma io… veramente… grazie.”

“Adrien ha ragione!” conferma Rocheux “non avevi mai posato, prima?” chiede

“Beh… no. è la prima volta… mi-mi vergogno un po’” risponde Marinette, ancora imbarazzata.

“Dovresti fare la modella, hai un viso molto particolare.” aggiunge di nuovo l’uomo, che stringe la mano ai ragazzi dicendo “in ogni caso, grazie per esservi prestati!” conclude “Spero di rivederci presto per la posa della statua.” e si congeda.

Mentre lo scultore va a parlare col Preside, Adrien si avvicina a Marinette e le sussurra “Hai un viso molto particolare e se posso permettermi, altrettanto bello. Ci vediamo domani”, lasciandola immobile e paonazza.

Juleka guarda i due con un mezzo sorriso, poi torna a parlare con Rose e Mylene.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Giorno 4 - Fusa - Una pattuglia... purr-fetta ***


“Avanti, Alya, che hai preso il mio posto con Scarabella questa mattina l’ho capito” sbotta Marinette, seduta accanto all’amica sulla chaise longue nella sua camera, unico punto su cui potersi sedere. Il pavimento della stanza è coperto da catene di carta colorata, che le ragazze hanno appena terminato. Sul tavolo da cucito, ben piegato, c’è un lungo striscione di stoffa, vicino alla botola uno scatolone di cappellini di carta e altre decorazioni da festa.

“Ma non ci credo che non hai la minima idea di chi abbia preso il miraculous di Chat Noir!” chiede, guardandola seria “Dovrò fargli una bella ramanzina perché l’ha affidato a qualcun altro!” aggiunge.

“No, Mari Mari Mari non farti prendere la mano…” inizia Alya, prendendola per le spalle “Chat Noir non ha fatto niente di male, anzi, affidando l’anello a qualcuno ha avuto una ottima idea, da sola non avrei potuto rompere quello scalpello. D’altra parte anche TU mi hai affidato gli orecchini e…”

Marinette la interrompe, imbronciata “Sì, però io mi fido di te, e poi te li avevo già dati una volta”

“Sì, ma non sai che cosa sia successo a Chat Noir e perché lui abbia dato il Miraculous a quella ragazza. per quanto ne sappiamo, potrebbe essere la sua migliore amica nella sua vita di tutti i giorni, o sua sorella, insomma, una persona di cui si fida, come me. Sei troppo rigida, dài un po’ di fiducia a quel ragazzo!” Alya alza lo sguardo, cercando di ricordare nei dettagli il combattimento della mattina “No, non ho assolutamente idea di chi potesse essere quella ragazza. Perché di sicuro era una ragazza. Snella, alta più o meno come me, tra maschera e tutto era pure molto carina.. Ed era davvero brava a combattere, sembrava quasi che avesse già usato un Miraculous prima.” la ragazza si ferma a riflettere “Però magari quello dipendeva da Plagg… anche lei faceva i giochi di parole sui gatti.”

“Però, Alya, la domanda che non ci stiamo facendo è un’altra. Perché Chat dovrebbe aver dato l’anello a quella ragazza? In quasi due anni non… non può essere stata la prima volta che era, diciamo, indisponibile a trasformarsi, ed è la prima volta che, beh, affida l’anello a qualcuno.” insiste Marinette

“Beh anche a te è capitato solo due volte, quindi… “ l’altra la guarda sorridendo “secondo me la cosa migliore che tu possa fare è chiederglielo.”

Marinette la guarda con espressione confusa “Dici che sto esagerando?”

“Forse un po’... Piuttosto, com’è stato posare con Adrien?” risponde, fregandosi le mani

“Orribile! Cioè non Adrien, lui è bellissimo… ma Rocheux! Non pensare male ma quando mi guardava io mi sentivo come se fossi nuda… O forse era per Adrien?” alza gli occhi, arrossendo “Comunque quando lo scultore mi ha chiesto di togliere la maglietta sono quasi andata in panico, ero troppo imbarazzata. Poi mi sono detta che tanto sono finita su Instagram in pigiama, quindi l’ho levata.”

Alya la guarda un po’ delusa e Marinette ribatte “Cos’è quella faccia? E comunque c’eri anche tu, non posso dirti nulla in più di quello che hai visto!”

“In realtà avresti tanto da raccontarmi, dato che Adrien ti continuava a sussurrare cose all’orecchio. E poi ho visto come ti ha guardata, o meglio come ha guardato il tuo ombelico” esclama Alya, saltando scherzosamente verso Marinette e facendole il solletico. Le due ragazze rotolano sul pavimento ridendo, poi Marinette, senza fiato “Smettila! Basta! Rischiamo di rovinare le decorazioni per la festa a sorpresa di Adrien!”

Dopo aver ripreso fiato, Marinette chiede all’amica: “Ti sei ricordata di chiedere a tuo padre le chiavi di quel magazzino vicino allo zoo?”

“Certo” risponde l’altra, agitando un mazzo di chiavi “Ma dobbiamo riuscire a portarci tutta questa roba entro domani!”

“Per questo non c’è problema” spiega Marinette “posso usare lo yo yo quando torno dalla pattuglia stanotte. Per fare più in fretta chiederò di nuovo un favore a una persona. Tu ricordati di mandare gli inviti a tutti. E dì loro di non contattare Adrien, mi raccomando!”

Alya annuisce e Marinette prosegue “Hai chiesto a Nino se è riuscito a trovare l’edizione limitata dell’action figure di Knightowl? Come ti dicevo, la useremo per far ritardare un po’ il Gorilla e permettere ad Adrien di venire alla festa.”

“Si ma non mi ha ancora risposto, lo vedo più tardi” risponde.

Marinette si alza dal pavimento e inizia ad arrotolare le catene di carta per metterle nello scatolone delle decorazioni “Bene, allora andiamo avanti con l’operazione festa a sorpresa”.

 

Dopo cena Marinette dà la buonanotte ai genitori e risale in camera. Verso le 23, sicura che i suoi stiano dormendo si avvicina allo scatolone, preparandosi per trasformarsi. Tikki le vola accanto e chiede, poco convinta “Sicura che vuoi portare questa roba? L’ultima volta, con la lettera per Adrien, non è andata molto bene”

“Tikki, te l’ho già detto. Non ci sono rischi, c’è una sola scatola, non posso confonderla” spiega, sorridendo “Ti preoccupi troppo. Ma ti ringrazio… ora andiamo che devo anche fare un’altra cosa! Tikki, trasformami!”

Una volta trasformata, Marinette apre lo yo yo e lo avvicina allo scatolone, che scompare al suo interno. Poco dopo Ladybug bussa nuovamente all’oblò della cabina dove dorme Juleka. La ragazza si affaccia alla piccola apertura e Ladybug vede che indossa una t-shirt viola oversize con lo scollo che le lascia scoperta una spalla.

L’eroina a pois si porta una mano sulla bocca “Oddio scusami, Juleka! Stavi già dormendo?” le chiede “Non preoccuparti” risponde lei, “ero a letto ma stavo leggendo”.

Juleka fa due passi indietro, fa cenno a Ladybug, che è aggrappata all’orlo dell’oblò coi piedi appoggiati allo scafo, di entrare. Mentre si infila nell’oblò Juleka si gira per chiudere la porta e Ladybug, mentre l’altra ragazza chiede “Ti serve un altro favore, per caso?” vede che usa la maglietta come camicia da notte e ha le gambe nude.

“Beh in realtà… sì, in parte.” spiega Ladybug “Mi avevi detto che ti sarebbe piaciuto uscire di nuovo in pattuglia? Ecco. È la tua occasione! Volevo… beh… approfittare della tua disponibilità per fare un giro diverso da quello di ieri, pensavo di dividerci a un certo punto e poi incontrarci di nuovo alla fine. Di solito a quest’ora non succede granché e poi c’è stato il caos di stamattina”

“Eh ne so qualcosa” borbotta Juleka, seduta a gambe incrociate sul letto, nascondendo un sorrisetto.

“Cos’hai detto?” chiede Ladybug

“No, no, niente!” risponde Juleka, “Dicevo che …. ok, ci sto. Non preoccuparti, faccio sempre le ore piccole e mio fratello rientrerà molto tardi, ho almeno due ore.”

Allungando all’altra ragazza il bracciale del Miraculous, Ladybug commenta “Ottimo allora! Andiamo! Ah, ricordati che la trasformazione sostituisce i vestiti, e che quando termina hai esattamente quelli di quando ti sei trasformata.” “Ah, ok… C’è qualcosa che non va nei miei vestiti?” chiede a mezza voce Juleka, abbassando gli occhi.

“No, niente! Solo cerca di non dover ricaricare il potere di Roarr in cima alla Torre Eiffel in camicia da notte e basta!” ridacchia Ladybug “ho sempre paura che mi succeda!”

L’altra si guarda le gambe “Hm. Ottimo consiglio! Ma non credo che mi capiterà.” commenta, poi alza le spalle con aria indifferente e sussurra “Roaar! Trasformami!”

 

Chat Noir arriva al luogo di partenza del giro di pattuglia contemporaneamente alle altre due e guarda stupito Tigre Viola. “Ehi Tigre, non pensavo di vederti così presto!” poi guarda Ladybug, le prende la mano e la sfiora con le labbra “M’lady, potevi avvisare che c’era anche lei!” Ladybug lo guarda alzando un sopracciglio “Perché, Chat Noir?”

“Beh” risponde lui “Mi sarei tirato a lucido, no?” sfoderando un sorriso a 32 denti “Vogliamo andare, ragazze?”

“Ma tu non dici di essere sempre tirato a lucido, Micetto?” chiede Ladybug, trattenendo una risata.

Chat Noir si finge offeso “C’è sempre spazio di mewglioramento!” ribatte, poi prende il bastone da dietro la schiena e con un salto si allontana annunciando “Ci vediamo a Notre Dame!”

Ladybug guarda Tigre Viola, alzando le spalle “Meglio se andiamo. Una volta a Notre Dame e prendere tre direzioni diverse, per poi ritrovarci dalle parti dello zoo.”

In un paio di salti le due ragazze raggiungono Chat Noir, che ha rallentato la corsa per aspettarle, poi Ladybug, con la maggiore mobilità data dallo yo yo, li distanzia. E i due eroi felini si affiancano. “Allora…” inizia Chat Noir, saltando su un comignolo “... Plagg è stato molesto come al solito?”

“No, affatto” risponde Tigre Viola “Ok, Tranne quando mi ha chiamata Frangetta…”

“Da cosa mi hanno raccontato, sei andata alla grande, per essere la prima volta! E il tuo costume era davvero figo!” continua lui, tenendo d’occhio contemporaneamente Ladybug e i dintorni.

“G-grazie…” borbotta la ragazza, rimanendo un altro po’ indietro. Chat Noir si accorge che l’altra non lo sta più seguendo da vicino e si ferma un momento sulla terrazza di un hotel per aspettarla. Quando Tigre Viola lo raggiunge le fa segno di aspettare e chiede “E invece io come sono andato? Ho cercato di mettere a suo agio Marinette ma era sempre così nervosa.”

“V-vorrei vedere… che era nervosa! Eravate mezzi nudi!” risponde lei, allargando le braccia per sottolineare una cosa ovvia. “Sì ma quando ho fatto il servizio in piscina non era così impacciata” borbotta lui, riflettendo.

“Cosa?” chiede una stupefatta Tigre Viola. “Sì, era per un profumo mi pare, maledizione ai piccioni, per risparmiare li presero al posto delle colombe! Ho fatto questo servizio e a un certo punto Marinette era lì ed era in costume da bagno.” spiega, arrossendo leggermente quando un’immagine gli affiora alla mente “L’ombrello che mi è chiuso in testa… la sua risata.”

Tigre Viola lo guarda, poi scuote la testa “Ok. Lasciamo perdere.”

“Sì ma come sono andato, ho visto che ci guardavi…” insiste Chat Noir, impaziente di raggiungere Ladybug che ormai sarà arrivata a Notre Dame.

“Sei andato bene, un buon inizio.” risponde la ragazza, poi abbassa la voce “Lo dice anche Rose”, guardandolo di sottecchi.

“Rose?” chiede Chat Noir

“Boccaccia mia taci, ora capirà che lo sanno tutti, della cotta di Mari!” pensa Juleka “B-beh vi stava g-guardando anche lei, no?” cerca di sviarlo

Chat Noir è pensieroso per un istante “Beh sì… Allora non è troppo?”

Lei scuote la testa “Niente affatto…” un po’ in imbarazzo.

Alza lo sguardo “Meglio che andiamo, dai, che Ladybug sarà già arrivata.” poi prende la rincorsa e salta dall’altra parte della strada facendo il pendolo con la coda, legata ad una antenna.

I tre si riuniscono a Notre Dame e decidono di ritrovarsi circa mezz’ora più tardi.

Mentre segue il percorso concordato guardandosi attorno in cerca di possibili problemi, Tigre viola pensa allo scambio di prima “Non avrei mai detto che avere un Miraculous mi avrebbe… beh finalmente sono uscita un po’ dalla mia timidezza… Chissà se anche per gli altri è così. Adrien cambia completamente, anche se… non so, c’è qualcosa fuori posto, come se lui intepretasse un personaggio quando è Chat Noir ed un altro quando è Adrien, ma ognuno nasconde qualcosa. Sarà l’effetto della maschera: non sei comunque te stesso.”

Le orecchie del costume di Tigre Viola si girano verso un rumore e lei si riscuote dai suoi pensieri: in strada qualcuno sta gridando. La ragazza si ferma per capire da dove sia arrivato il rumore e vede, in un incrocio pochi metri sotto di lei delle luci arancioni lampeggianti. Con un balzo raggiunge il tetto di uno degli edifici e guarda in strada. Due auto sono ferme al centro dell’incrocio, l’una contro l’altra. Una delle due si direbbe essere passata col rosso ed ha sbattuto contro la parte posteriore dell’altra. Il danno non sembra grave e i due guidatori non sembrano feriti. Uno dei due sta gridando “Sei un idiota! Non lo hai visto il semaforo?” e l’altro ribatte “Che vuoi che me ne freghi del semaforo! a quest’ora non c’è mai nessuno!”. Sono entambi furibondi e iniziano ad insultarsi a vicenda. Improvvisamente uno dei due si china nel bagagliaio della sua auto e ne esce brandendo minacciosamente una chiave inglese.

 

Tigre Viola sospira, e attivando il potere del Miraculous salta giù dal tetto, il pugno rivolto verso l’asfalto. La ragazza atterra a quattro zampe e la violenza del pugno che dà sull’asfalto fa ruzzolare a terra i due automobilisti e sobbalzare le auto incidentate. Un paio di auto parcheggiate ondeggiano per lo spostamento d’aria e gli antifurti iniziano a suonare.

I due litiganti finiscono schiena a terra e si alzano sui gomiti, indietreggiando spaventati dal centro dell’incrocio, senza aver capito cosa fosse successo. Tigre viola si alza in piedi, scosta i capelli dal viso e li guarda seria “Parlatevi, invece di litigare.” ringhia. “Non è successo quasi niente alle auto, perché arrivare alle mani?”

I due la guardano, annuendo meccanicamente, poi si scambiano un’occhiata, mettendosi in piedi di scatto “Sì, certo s-subito” fa uno “Hai r-ragione” concorda l’altro. “Stringetevi la mano, su” li esorta Tigre Viola con le braccia incrociate sul petto. I due la guardano, evidentemente nervosi e, impacciatissimi si stringono la mano, mentre da una delle vie arriva un’auto della Polizia, allertata dagli inquilini dei palazzi attorno.

Juleka pensa “Bene, ora ci pensano loro. Io meglio che vada o faccio tardi!”, borbotta un “bravi, bravi” e con due salti sparisce sui tetti, correndo verso il luogo dell’appuntamento con gli altri due.

Ormai in vista dello zoo, Tigre Viola individua la sagoma di Chat Noir provenire dalla direzione opposta alla sua, e posa i piedi sul tetto di fronte all’entrata contemporaneamente al ragazzo. I due si scambiano un'occhiata e Chat Noir commenta “Strano, Ladybug non è ancora arrivata.”

Non fa in tempo a finire la frase che il suono del filo dello yo yo li fa voltare e una Ladybug leggermente affannata fa la sua comparsa sul tetto “Meno male che sono riuscita a lasciare le decorazioni… devo dire ad Alya di far controllare la serratura” pensa, cercando di nascondere il fiato corto. “Eccomi! Tutto bene?”

“Purr-fettamente, ora che ci sei tu!” risponde Chat

“Sì, un piccolo incidente d’auto ma tutto sistemato.” dice Tigre Viola, poi sussurra “È bastato spaventarli un po’”

Ladybug annuisce, riprendendo fiato.

In lontananza si sente un singolo rintocco di campana, Chat Noir guarda le ragazze, fa un inchino appoggiandosi al bastone “Bene, è giunto il momento di salutarci. Grazie per la miaoravigliosa compagnia!” dice con aria teatrale.

Ladybug prende lo yo yo dalla cintura mentre Chat Noir si avvicina con nonchalance a Tigre Viola e strofina la schiena sulla sua, in un gesto molto felino.

Lei gli sussurra “Che stai facendo, Chat?”

“Quello che mi hai suggerito” risponde lui, sempre sussurrando

“Ma io dicevo di lasciarti andare come Adrien, non di fare il piacione con me come Chat” gli sussurra di rimando.

“Ah vuoi dire che quando sono Adrien posso farlo?” ribatte lui

“Pff… Non ho detto questo!” sibila Tigre Viola.

Ladybug si gira di nuovo verso di loro, vede Chat Noir, si copre il viso con una mano sospirando

Quando Tigre Viola nota il gesto, allunga il braccio fino alla testa di Chat Noir, muovendo la mano subito dietro le orecchie del suo costume.

Improvvisamente, dalla gola del ragazzo sale una bassa vibrazione ritmica e lui spalanca gli occhi, sorpreso.

Anche Tigre viola si immobilizza, toglie la mano di scatto e lo guarda “Ma tu… hai… hai fatto le fusa!”

“Io? Ma no!” si schermisce lui, le mani avanti, ma il suono continua a provenire dalla sua gola

Ladybug non riesce a trattenere un sorriso, incrociando le braccia sul petto.

“Sì! E le stai facendo ancora! Vieni qui, miciomiciomicio” Tigre Viola si allunga verso di lui e gli gratta di nuovo la testa nello stesso punto, ridendo. Dalla gola di Chat Noir proviene un suono ancora più forte e lui cerca di divincolarsi, rosso come il costume di Ladybug, che continua a guardarli con le braccia incrociate.

“Non prendermi in giro,” borbotta lui “sono sicuro che se ti gratto dietro le orecchie le fai anche tu, le fusa…” e finisce col mettersi nella stessa posizione di Ladybug, ancora tutto rosso

“Chat, dovresti sapere che le tigri, come tutti i grandi felini, non sono in grado di fare le fusa,” dice Ladybug sospirando per l'esasperazione.

“Dai Ladybug, è divertente! Lui è proprio un… un gatto!”

“Avete finito, voi due?” esclama di nuovo l'eroina in rosso, mettendo il broncio

“M’lady, non sarai mica gelosa di me-ow?” chiede Chat Noir, facendo l'occhiolino

“Gelosa, io? Nemmeno per idea, mon minou…” risponde, Ladybug il broncio trasformato in un sorriso perfido. “Spostati, Tigre, in fondo questo micio ne ha DUE di orecchie!” “No, che fate? No, è imbarazzante!” Chat Noir alza la voce, mettendo le mani avanti, ma le due ragazze l’hanno affiancato e ognuna gli sta grattando la testa dietro un orecchio. “Smettetela sub….” inizia a protestare, poi, mentre le fusa sono sempre più forti, si rilassa “aaah no vi purr-ego continuate purr-e!”.

Ladybug e Tigre Viola lo lasciano immediatamente andare, si scambiano un’occhiata e scoppiano a ridere.

Finalmente Chat Noir riprende abbastanza il controllo da smettere di fare le fusa “Devo purr-oprio andare.” annuncia, con aria dispiaciuta “Sogni d’oro ragazze!” saluta, prendendo il bastone per saltare sull’edificio di fronte.

“Meglio che andiamo, Tigre, voglio farti vedere una cosa, prima di tornare a casa.” esclama Ladybug, roteando lo yo yo e agganciandolo ad un lampione. l’altra annuisce e si avvicina, dando modo a Ladybug di metterle il braccio attorno alla vita e saltare.

 

Ladybug, grazie allo yo yo, si muove più velocemente degli altri che possono solo correre e saltare, ed in brevissimo le due eroine raggiungono la Torre Eiffel.

Mentre saltano da una trave all’altra per arrivare in cima, Tigre Viola vede che il penultimo settore del Miraculous inizia a lampeggiare “Oh, cavolo…” borbotta tra i denti, mentre salta sulla piattaforma alla base dell’antenna in cima al monumento.

“Per ringraziarti di avermi dato una mano, ho pensato di portarti qui” spiega Ladybug, voltandosi verso il panorama.

Juleka segue il suo sguardo e per un attimo si dimentica del timer del miraculous: lo spettacolo dell’intera città illuminata dalle luci e dalla mezzaluna di quella notte è qualcosa da togliere il fiato. E non capita spesso di poterlo vedere così, direttamente. Era già salita sulla Dama di Ferro per vedere il panorama dall’ultimo piano raggiungibile dai turisti, ma lì era diverso.

Una leggera brezza si alza e investe le due ragazze “È bellissimo qui, Ladybug.” commenta Tigre Viola con un filo di voce, mentre la trasformazione finisce.

Juleka sente subito il metallo freddo del pavimento sotto le piante dei piedi nudi, e la brezza notturna sulle gambe “Oh cavolo” squittisce. Ladybug si gira vedendo il bagliore viola e vede Juleka che con una mano si abbraccia all’altezza della vita e con l’altra cerca di evitare che l’orlo della maglietta salga rivelando la sua biancheria. Ripresa dallo stupore si accovaccia, rendendosi poi conto che in quella posizione forse la maglietta nasconde ancora meno. Ladybug fa del suo meglio ma vedendola così imbarazzata scoppia a ridere “Juleka, non dire che non ti avevo avvertita!”

“L-Ladybug, non prendermi in giro! Me la sono cercata” borbotta

“Tranquilla, quassù non ti può vedere nessuno!” commenta Ladybug

Juleka la guarda dal basso in alto, ancora accovacciata “Ora c-come t-torno a casa?” balbetta, imbarazzatissima.

Ladybug la guarda, tornata seria “Roaar, mi spiace, dovrai accontentarti di un biscotto” prosegue, prendendo un biscotto dallo yo yo. Il kwami annuisce, volteggiando intorno alle due e iniziando a mangiare il biscotto “Non ti preoccupare, Juleka, tra pochissimo sarai di nuovo a casa. Mi piace che tu non ti sia fatta problemi a trasformarti, ma forse…”

Juleka borbotta qualcosa di quasi incomprensibile che somiglia a “Non cominciare anche tu”, poi si alza, sempre con le braccia attorno al corpo e inizia a muoversi nervosamente, guardandosi i piedi “Mi servirà una doccia” borbotta.

Roaar le vola davanti al viso “Io sono pronto! Sai cosa devi fare” annuncia

“Già. Roaar, trasformami!” esclama la ragazza, ritrasformandosi in Tigre Viola “Oh, molto meglio.” commenta, poi “Scusami, Ladybug, non sono stata molto attenta stavolta.. mi dispiace!”

“Figurati, Juleka, la mia prima volta sono caduta addosso a Chat Noir e siamo finiti legati col mio yo yo. Quello è stato imbarazzante” risponde.

Tigre Viola la guarda, con gli occhi spalancati “Davvero?”

Ladybug annuisce e poi chiede “Andiamo?”

L’altra annuisce e pochi minuti dopo Tigre Viola si infila nell’oblò della Liberty, passando poi il bracciale a Ladybug che è rimasta fuori. “Ci vediamo presto, Juleka” la saluta Ladybug “Ma la prossima volta…” sorride “mettiti i pantaloni!” e le fa l’occhiolino, poi si allontana accompagnata dalla risata sommessa di Juleka.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Giorno 5 - Pun/Joke - Pure le tigri cadono in piedi ***


Chat Noir entra dalla finestra della camera di Adrien e borbotta “Plagg, ritrasformami” ancora prima di toccare il pavimento. Subito il kwami passa attraverso lo sportello dell’armadietto dove c’è nascosta la sua scorta di Camembert.

“Plagg… ma hai visto? Perfino Juleka mi prende in giro per questa cosa delle fusa! Ma non puoi proprio fare niente?” chiede Adrien, sedendosi sul letto mentre si slaccia le scarpe.

Plagg, da dentro l’armadietto risponde “Perché, Adrien? Cosa c’è di male a fare le fusa? Proprio non capisco voi umani!”

“Beh per cominciare tu non le fai mai…” inizia Adrien, subito interrotto da Plagg che gli vola vicino dicendo “Sì ma è perché devo mantenere un certo contegno!”

“Allora lo vedi che è un problema anche per te?” ribatte il ragazzo.

“Ma non è la stessa cosa, io sono Plagg, il Kwami della Distruzione” declama con tono solenne.

Adrien lo guarda fisso per qualche secondo, poi scoppia a ridere; Plagg lo guarda di rimando con una smorfia e poi vola via, fingendosi offeso.

“Plagg, non so come farei senza di te” conclude Adrien “andiamo a dormire adesso”.

 

La mattina seguente Adrien è di pessimo umore, spegne la sveglia con un grugnito e si gira dall’altra parte e si trova di fronte gli occhi verdi di Plagg. “Buon compleanno, Gattino”.

“Grazie Plagg, almeno tu te ne sei ricordato” risponde sbadigliando e allungando una mano per accarezzare la testa del piccolo Kwami. Adrien si alza e va in bagno, prendendo il cellulare. “Nemmeno Nino mi ha fatto gli auguri… sempre meglio.” borbotta, aprendo la doccia.

 

Dopo una colazione solitaria, non che sia diverso dal solito, Adrien esce nel vialetto per aspettare il Gorilla, che arriva quasi subito, senza lasciargli nemmeno il tempo di apprezzare la bella giornata.

Il biondo sale in macchina e trova una busta sul sedile posteriore. “Cosa sarà?” pensa, aprendola, incuriosito. L’autista abbassa il vetro divisorio, si gira e gli scocca un'occhiata, con sul viso qualcosa che vorrebbe essere un sorriso, mentre Adrien, aperta la busta, spalanca gli occhi. È un comune biglietto di auguri, scritto in una grafia molto precisa e dice semplicemente : “Buon Compleanno Adrien. B. ”.

“Oddio, Baptiste!” esclama Adrien con le lacrime agli occhi. “Grazie! Grazie per essertene ricordato, almeno tu!” continua, mettendo il biglietto nella borsa insieme ai libri.

L’autista lo guarda di nuovo con un sorriso, senza dire nulla, poi mette in moto e lentamente esce dal cancello della villa.

 

Arrivato vicino a scuola, Adrien bussa al vetro divisorio, pronto a inventare una scusa credibile, chiede: “Potresti farmi scendere dietro l’angolo della scuola, di fianco alla pasticceria dei Dupain?”

Baptiste lo guarda per un attimo, poi accosta sull’angolo e apre lo sportello “Grazie!” esclama Adrien, scendendo.

Appena l’auto si allontana, dalla porta del negozio arriva la voce familiare di Marinette “Ciao, mamma! Ci vediamo a pranzo!”. Adrien non fa in tempo a voltarsi quando viene colpito in pieno petto, barcolla e fa un passo indietro ma riesce a mantenere l’equilibrio.

Marinette chiude gli occhi e cerca in ogni modo di non ruzzolare per terra: si appoggia a quello che ha davanti, cioè gli addominali di Adrien. Riesce a rimettersi in equilibrio e fa un respiro profondo, annusando un aroma che le fa quasi girare la testa “Hmmm… Questo è ‘Adrien, il profumo’... Wow, addirittura profumati! Eh certo che questi cartelloni sono proprio realistici, sembrano quasi veri.” subito dopo le arriva alle narici un altro odore, mescolato al primo “E quest’altro… Camembert?”

Adrien, abbassa lo sguardo e vede una testa di capelli corvini e due codini che conosce bene, allo stesso tempo Marinette, ancora appoggiata a lui, apre gli occhi e si immobilizza.

La ragazza impallidisce di colpo, “Chat Noir!” pensa. Smette di respirare, gli occhi che minacciano di saltarle fuori dalle orbite, quando si rende conto che non si trattava di un cartellone pubblicitario, che aveva travolto qualcuno. E specialmente chi avesse travolto. Adrien in persona! “OddioscusamiAdriennonpensavochetufossiverovogliodirelosocheseiveromanoncredevochetupotessipassarequidavanti…“ esclama, tutto d’un fiato.

“Marinette” la interrompe lui appena riprende fiato, mettendole un dito sulle labbra “Non ti sei fatta male, vero?”

Lei si ammutolisce e, da bianca come un fantasma, istantaneamente diventa rossa come la maschera di Ladybug “A-A-Adrien.. Io.. eh…b-bene” balbetta e con un filo di voce aggiunge “Mai stata meglio” lo sguardo di Marinette guizza a destra e a sinistra, poi finalmente si rende conto di essere ancora appoggiata ad Adrien, che cercando di non ridere, aggiunge “Sono felice che tu stia bene ma mi stai facendo il solletico.”. Di scatto Marinette mette le mani dietro la schiena, fa un passo indietro e diventa ancora più rossa, mentre Adrien si copre la bocca con la mano e ridacchia.

“Scusa, sono sempre la solita maldestra” borbotta Marinette, nascondendosi il viso con una mano “ma no, sono cose che capitano” ribatte Adrien, minimizzando l’accaduto. Mentre guarda l’amica nota che a terra c’è un libro “ehi, ti è caduto questo” dice poi si china e la sua testa si scontra con quella di Marinette che ha allungato anche lei la mano per raccoglierlo.

“Ow” esclamano entrambi, poi, sempre insieme “Scusa” con Adrien che si mette una mano dietro la nuca e Marinette che pensa “Vorrei sprofondare nel terreno fino in Cina adesso”.

I due sollevano la testa e i loro sguardi si incontrano, lasciando per un istante entrambi immobili a fissarsi, proprio mentre la penultima campanella dell’entrata a scuola inizia a suonare. Marinette scatta in piedi, sbircia il semaforo che sta per diventare rosso, afferra la mano di Adrien e se lo trascina dietro, correndo a perdifiato verso la scuola, a un centinaio di metri da loro, esclamando “Vieni, sono espertissima ad arrivare sul filo della campanella”. Mentre corre, pensa “Perché cavolo mi viene in mente Chat Noir, adesso? Sono in ritardo!” e non fa più caso alla mano di Adrien nella sua.

Adrien cerca di non cadere, sbilanciato dallo strattone, poi riacquista l’equilibrio, sinceramente stupito “Ma quanto riesce a correre veloce Marinette, minuta com’è?” pensa, cercando di starle dietro, e poco dopo i due entrano nel cortile interno della scuola appena prima che il portone si chiuda.

Nella foga Marinette finisce quasi per travolgere Nino e Alya che stanno parlando con Juleka e Rose al centro del cortile, avviandosi verso l’aula della prima ora. La mora si ferma di colpo, chinando la testa per riprendere fiato, poi dopo un attimo alza la testa, incontrando quattro paia di occhi stupefatti, che puntano subito dopo verso il basso. Marinette segue lo sguardo degli altri e si accorge che sta tenendo per mano Adrien, che le sta affianco, col viso arrossato, la maglietta fuori dai pantaloni e appoggiato sulla spalla di lei per cercare di riprendere fiato, la mano libera appoggiata su un ginocchio.

La ragazza lascia la mano di Adrien come se si fosse scottata e sorride nervosamente agli amici, il viso le raggiunge sfumature di rosso mai conosciute, mentre sente le guance andarle in fiamme. “Ecco.. io.. noi.. posso..” balbetta, interrotta dalla campanella.

Alya le dà una gomitata nelle costole mentre la affianca per entrare in classe, imitata da Nino che fa lo stesso con Adrien e gli sussurra qualcosa che Marinette non può sentire, perché Alya le sta sussurrando “Puoi…spiegare? Mi fa piacere che tu possa spiegare, ragazza mia, perché qui ci sono un sacchissimo di cose che non mi quadrano per niente”, prendendola poi sottobraccio ed entrando in classe.

 

Per tutta la prima ora di lezione, Alya continua a scoccare occhiate a Marinette accanto a lei e ad Adrien in prima fila, cercando di dire qualcosa alla compagna di banco ma viene bloccata ogni volta da Miss Bustier che la guarda. Marinette dal canto suo, avendo fatto tardi come Ladybug per riaccompagnare Juleka, aveva il suo da fare per tenere gli occhi aperti.

Nino invece non sta più nella pelle per parlare col suo compagno di banco che, appena ripreso fiato, ha preso tablet e libri dalla cartella e sta seguendo la lezione con un'espressione indecifrabile. A un certo punto, Alya lo vede guardare l’ora e sospirare un po’ sconsolato e pensa “Hmm.. è triste? Beh, sarà annoiato, Anche io non vedo l’ora che finisca sto tormento di lezione di Storia”

Finalmente la prima ora finisce e nella pausa Nino si avvicina e travolge Adrien con un fuoco di fila di domande “Allora, bro, che hai combinato stamattina?”

“Cosa intendi, Nino?” ribatte Adrien guardandolo confuso

L’altro inizia a contare sulle dita, alzando il pollice “Primo, arrivi in ritardo, tu che sei sempre qui prestissimo”, poi alza anche l’indice “Secondo, avevi la maglietta fuori dai pantaloni e la camicia sgualcita”, quindi aggiunge il medio “Terzo, eri tutto rosso e affannato”, infine aggiunte l’anulare “E quarto e più importante, tenevi per mano Marinette!”

“Sssshhhhhh! Abbassa la voce! Non è come pensi!” risponde Adrien, guardando preoccupato l’amico fregarsi le mani. “Ecco… stamattina… mi andava di fare due passi e sono sceso davanti alla pasticceria dei genitori di Marinette e beh… ci siamo scontrati e dopo…uh, insomma, eravamo in ritardo e siamo corsi qui!”

Nino lo guarda di sottecchi “Aspetta, ‘e dopo’ cosa?” chiede, malizioso

La mano di Adrien vola dietro la nuca “Beh.. “ risponde, imbarazzato ”dopo che l'ho controllata e ho visto che non s'era fatta nulla…” il biondo di interrompe nel notare come l'amico stesse inarcando un sopracciglio e sente le guance avvampare “No, no Nino. Detto così è brutto.. io… le ho chiesto solo come stava, ok?” Nino si avvicina e gli dà una gomitata nelle costole “E bravo il mio piccioncino… Dai sono il tuo migliore amico… a me puoi dirlo!”

“Nino ma che cavolo ti viene in mente! È stato un incidente!” sbotta Adrien, a voce leggermente troppo alta di quanto avesse voluto.

Tutti si girano verso di lui, compresa Juleka dall'ultima fila, che smette di parlare con Rose.

“Scu-scusate, mi sono fatto p-prendere… Noi parlavamo di… di videogiochi!” si schermisce Adrien, rosso come un peperone con Nino che è costretto a reggergli il gioco annuendo.

I ragazzi abboccano e ricominciano a chiacchierare tra loro, ma Juleka da dietro la frangetta, lancia un’occhiata eloquente ad Adrien.

 

Adrien non è l’unico a subire il terzo grado: approfittando della pausa Alya trascina Marinette nel bagno delle ragazze.

“Ma non è successo niente, Alya! Io…” sta dicendo Marinette

“E allora com’è che durante la lezione eri così stanca? Vi siete appartati tu e Splendore… sai dopo aver posato insieme…” la interrompe l’altra, maliziosa

Marinette sbuffa “Cavolo, almeno lasciami parlare!” esclama, prima di proseguire, più calma “Io.. Io sono la solita maldestra con due piedi sinistri e stamattina… uscivo di corsa mi sono scontrata con Adrien! Ed ero talmente stanca da ieri che.. “

Alya si avvicina all’amica con un sorriso sornione

“...ieri notte, quando ho preparato tutto il necessario per la festa, Alya, ricordi?” spiega Marinette, mettendo il broncio e proseguendo a raccontare “beh lì per lì non ho capito che fosse lui. E poi eravamo in ritardo! Tutto qui!”

“Uff” sbuffa Alya, dopo aver guardato ben bene Marinette negli occhi azzurri “Io speravo in qualcosa di più… sai… piccante!”

Marinette sbuffa a sua volta e fa una smorfia esasperata “Sei sempre la solita… Adesso torniamo in classe che la lezione sta per riprendere!”

 

All’intervallo i ragazzi escono dalle classi e Juleka, mentre Adrien si avvia verso la caffetteria, lo affianca “Ehi..” lo saluta

Adrien si ferma e la guarda “Ciao Juleka” risponde, “dormito bene?”

Juleka arrossisce leggermente pensando “Beh, se non fossi finita in camicia da notte sulla Torre Eiffel avrei dormito meglio” ma risponde “Sì, grazie Adrien. Ah, buon compleanno!”

“Grazie Juleka!” Adrien la guarda, raggiante, poi dopo un attimo le prende le mani “Sei la pri… no, la seconda persona che se ne ricorda, oggi. Il primo è stato il Goril… eh cioè Baptiste, il nostro autista.. Non me l’aspettavo!” poi il suo sguardo si rattrista “Non me li hanno fatti nemmeno Nino e Marinette. E questo è strano”

“Non preoccuparti, magari te li faranno dopo la scuola…” cerca di stare allegro..”

I due si siedono a un tavolino d’angolo e Adrien posa la borsa a terra vicino ai loro piedi “Che cos’è che mi volevi dire, Juleka?” Chiede Adrien

“Senti” inizia lei quando si sono accomodati, cercando le parole migliori “Non pensi di aver esagerato un po’ ieri sera?” chiede

“Io? Ma no… scusa se ti ho messa in imbarazzo ma io… beh sono così quando ho la maschera!” risponde Adrien

“Capisco… ma comunque io ti suggerivo solo di essere meno rigido come Adrien, invece tu ti sei messo a flirtare con me!” prosegue Juleka

“Scu-scusami…” dice lui, la mano dietro la nuca “come dicevo, non volevo metterti in imbarazzo.”

 

Lei fa un gesto della mano come dire “lascia perdere”, poi appoggia i gomiti al tavolo e guarda Adrien negli occhi “Ma non è solo di questo che ti volevo parlare: forse non hai visto come ci guardava Ladybug.. guarda che secondo me è gelosa.”

“Gelosa? Non credo proprio visto come mi tratta” ribatte Adrien

“Conosci il detto ‘chi disprezza poi compra’ … ecco secondo me è così… intuito femminile.” spiega Juleka.

 

Mentre i due ragazzi parlano, Plagg attraversa il tessuto della borsa di Adrien e si avvicina ai piedi di Juleka “Eh… Frangetta, hai messo in imbarazzo il mio Gattino ieri sera… E anche me! Ora, lascia che ti renda pan per focaccia, anzi Camembert per Gorgonzola!” pensa, mentre delicatamente slaccia le sneakers di Juleka e lega le stringhe tra loro.

 

“Quindi, insomma Adrien, secondo me vai benissimo ma ti prego non esagerare!” conclude Juleka, guardando l’orologio sulla parete. Adrien annuisce e si alza in piedi “Andiamo prima di far tardi!” dice, prendendo la borsa.

Juleka si alza e fa per fare un passo, ma inciampa nelle stringhe, urta lo sgabello facendo rumore e con un “aah” sommesso inizia a cadere in avanti. Adrien sente il rumore e si volta giusto in tempo per prendere l’amica al volo finendo per abbracciarla all’altezza della vita.

“Ehi, attenta!” le dice, aiutandola a sedersi, poi “Ma cos’è oggi? sei la seconda ragazza che mi cade addosso, che cos'è, non sapete resistere al mio miao-raviglioso e im-purr-dibile fascino?” fa una pausa, poi fa l’occhiolino a Juleka, scherzando “Ma io pensavo che anche le tigri cadessero in piedi, sai?”

I ragazzi scoppiano a ridere, poi Juleka si guarda le scarpe “Lo fanno, quando qualcuno non lega loro le zampe” dice, indicando le sneaker. Adrien segue il suo sguardo, vede le stringhe legate, poi i ragazzi si scambiano un’occhiata ed entrambi sussurrano “Plagg!”

Marinette ed Alya stanno passando accanto alla caffetteria rientrando in classe e la mora vede Juleka seduta con qualcuno, ma la sagoma della ragazza le impedisce di vedere con chi stia parlando.

Marinette si gira verso la sua amica “Guarda, c’è Juleka, l’hai avvisata della festa a sorpresa?” Alya ci pensa un attimo “Hmmm aspetta, l’ho detto ieri a Luka e a Rose ma ho chiesto loro di non dirlo a nessuno…” “Però Luka so che ieri era fuori, quindi forse è meglio che glielo dica direttamente io prima di tornare in classe” commenta Marinette, voltandosi verso la caffetteria nel momento in cui sente una sedia venire spostata. Ora Juleka non è più seduta al tavolino, ma è in piedi, abbracciata a un ragazzo. Biondo. Con una camicia bianca, jeans e sneakers ‘Gabriel’.

Adrien.

Marinette spalanca gli occhi guardando lui che aiuta Juleka a rimettersi seduta, dire qualcosa e poi scoppiare a ridere insieme a lei. Un misto di delusione, gelosia e stupore la colpisce come un pugno allo stomaco. ”Ma guarda quei due! Io pensavo che fossimo amiche… e che lei e Rose…Adesso capisco le occhiate di ieri…” Marinette si gira di botto dalla parte opposta, il labbro inferiore che trema, le mani chiuse a pugno.

Ignorando tutti si dirige a passo pesante verso la classe “Ho cambiato idea!” ringhia.

Alya la segue, chiedendole “Ehi, Marinette, che succede?” poi si volta verso gli altri due e vede Juleka chinarsi e slacciarsi le scarpe: apparentemente qualcuno le aveva fatto uno scherzo e legato le stringhe tra loro. Si gira e grida “Marinette! Aspetta!” ma l’altra si è ormai allontanata. “Pff…” Alya sbuffa, borbottando “Devo spiegarle l’equivoco che qua rischio che Papillon la akumizzi… Spero sia tornata in classe” e si avvia in quella direzione.

Marinette invece si è diretta al suo armadietto, dove aveva nascosto il regalo per Adrien.

La ragazza è in piedi davanti all’anta chiusa, le mani che tremano “Accidenti! Io che speravo che Adrien… e invece…” dice fra sé, mentre Tikki dalla borsa sussurra “Cerca di calmarti, ci sarà una spiegazione!”

“Ma figurati, era evidente!” risponde lei “Col cavolo che gli dò il regalo, adesso!”, cercando di aprire il lucchetto con le mani che tremano leggermente. Mentre sta inserendo l’ultima cifra, sente dei passi alle sue spalle e qualcuno che la chiama “Marinette?”

Si gira e vede Juleka. Marinette lascia andare il lucchetto e guarda l'altra ragazza “Tsk. l’ultima persona che volevo vedere. Pensavo che i ragazzi non ti interessassero, e invece…” si gira del tutto per uscire dalla stanza, passando di fianco a Juleka che rimane impietrita a guardarla, gli occhi spalancati. “...ti becco abbracciata nientemeno che ad Adrien!” conclude, senza guardarla. “Sarai contenta di sapere che più tardi avevo organizzato una festa a sorpresa per lui. Chiedi a Luka dov’è se vuoi andarci”. ed esce, tornando di corsa in classe.

Juleka rimane immobile qualche istante, un nodo alla gola pensando “Che casino! Devo spiegarle che è un equivoco…” poi anche lei si volta e torna, triste, verso la classe.

 

Sulla porta dell’aula, Alya blocca nuovamente la sua compagna di banco e la trascina letteralmente nel corridoio davanti ai bagni “Mari! Smettila di fare così!” sbotta, le mani sui fianchi “È tutto un equivoco, perché devi saltare sempre alle conclusioni?”

“Lasciami stare, Alya, per favore.” ribatte l’altra a mezza voce

“E no! Non ti lascio stare! Sono la tua migliore amica e mi devi stare a sentire!” risponde Alya, alzando la voce e guardandosi attorno. “Ho parlato con Adrien. Dice che Juleka gli è caduta addosso perché qualcuno le ha legato le stringhe delle scarpe per farle uno scherzo!”

Marinette guarda l’amica, furibonda “Che bella scusa! C’erano solo loro due, chi mai potrebbe aver fatto una cosa del genere? Non mi aspettavo questo da Adrien! Non ne voglio più parlare.” fruga nella borsa “Occupati tu della festa, stasera, non possiamo rimandarla” tira fuori un mazzo di chiavi e lo dà ad Alya.

L’altra guarda le chiavi, poi il viso di Marinette, rosso di rabbia “Ma scusa Mari, ragiona! Lo sai che a Juleka non interessano i ragazzi… almeno non in quel senso!”

“E che ne so?” sbotta Marinette “Allora perché inventare una scusa del genere?”

“Forse perché è la verità? Non puoi essere sicura che nella caffetteria non ci fosse nessuno, non ci siamo nemmeno entrate! Adrien non mentirebbe per una cosa così! Dovresti parlare con Adrien e con Juleka.” taglia corto Alya, allargando le braccia e fissando l’amica negli occhi.

Alya legge una lieve esitazione nello sguardo dell’altra “Non mi va.” dice Marinette con una smorfia “Forse dopo, quando mi sarò calmata” dice tra i denti, entrando in bagno e sbattendo la porta.

 

Dopo aver parlato con Alya, Adrien è entrato nel bagno maschile “Plagg, credo che tu mi abbia messo in un bel guaio!”

“Perché?” ribatte il Kwami “Frangetta non ti ha messo in imbarazzo per le fusa?”

“Sì, ma tu hai esagerato!” risponde Adrien. "Alya mi ha chiesto cosa è successo, mi sa che sospetta qualcosa. Magari ti ha visto!”

“E perché dovrebbe sospettare, scusa?” lo interrompe Plagg

“Perché altrimenti non mi avrebbe chiesto niente!” risponde Adrien “Certo gli ho detto quello che è successo, ma non potevo mica dire che il mio kwami ha fatto uno scherzo a Juleka!” il ragazzo si ferma, guardando serio Plagg “È la seconda, no, la terza volta che rischi di mettermi nei guai a scuola, Plagg. Adesso torniamo in classe e stai fermo nella borsa!” dice, uscendo dal bagno.

Rientrano in classe e Adrien, sedendosi al suo posto, nota l’espressione accigliata di Marinette e non può fare a meno di chiedere “Marinette, tutto bene?” lei semplicemente annuisce e guarda dall’altra parte, ma Adrien non fa in tempo a dire altro: l’insegnante si schiarisce la voce in attesa che tutti siano seduti e inizia la lezione.

Adrien, preoccupato dalla strana strana reazione di Marinette, cerca di sbirciare da sopra la spalla il suo viso, che rimane accigliato per tutta la lezione. Anzi quando la ragazza si accorge di lui, il suo sguardo si indurisce ancora di più. “Ma che hanno tutti oggi? Marinette sembra arrabbiatissima con me, Juleka continua a fissarci… Marinette non si sarà mica offesa per stamattina? Ma no, non sembrava arrabbiata, prima. Finite le lezioni la chiamo. Ah no, lezione di scherma dopo pranzo. Che cavolo, ci mancava anche questa, oltre al fatto che nessuno si è ricordato del mio compleanno.” pensa, la testa infossata nelle spalle.

La campanella per la pausa pranzo finalmente suona e Adrien si affretta ad uscire. Fuori l’auto lo sta già aspettando, lui sale e il Gorilla riparte verso la villa.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** giorno 5 - Family / Siblings - Il gatto è fuori dal sacco ***


Finite le lezioni Juleka torna mestamente a casa per pranzo ma non riesce a non pensare allo stupido equivoco con Marinette “Non posso dirle la verità, svelerei l’identità di Chat Noir, posso solo parlare di qualcuno che mi ha fatto uno scherzo. Speriamo che Rose riesca a chiarire l’equivoco parlando con Marinette.” sospira salendo a bordo della Liberty.

La ragazza scende sotto coperta e si affaccia alla cabina che divide con Luka, che è seduto sul letto con l’immancabile chitarra con un paio di cuffie. Sta suonando, ma la musica esce attutita solo tramite l'altoparlante delle cuffie.

Luka alza gli occhi e osserva Juleka che si sfila le scarpe prima di entrare nella cabina “Ehi, Ciao Jules” la saluta poi aggiunge “ma cos’è quella faccia?”.

“Ciao” risponde lei “Eh… Marinette ce l’ha con me per uno stupido equivoco.”

Posando la chitarra, Luka fa segno alla sorella di sedersi accanto a lui “Mi dispiace, sorellina.” Juleka si siede sul materasso e appoggia la testa sulla spalla del fratello, che le circonda le spalle col braccio, poi riprende a parlare “Ma…Marinette, arrabbiata? Non credo di averla mai vista arrabbiata da quando la conosco.”

“Nemmeno io” conferma la ragazza “E non ho fatto niente per farla arrabbiare".

Dopo qualche istante di silenzio, Juleka sospira “Crede che voglia portarle via Adrien…” dice con un filo di voce “Ma non è vero… Sì, da un paio di giorni io e lui siamo più spesso insieme ma… Ecco… è capitato che l’ho visto un po' triste e ho pensato che avesse bisogno di qualcuno che lo ascoltasse”.

Luka annuisce “Fai bene ad aiutare Adrien, è un bravo ragazzo e ha davvero bisogno di amici.” Juleka continua “Oggi sono… beh inciampata e ho rischiato di cadere, anzi, sono caduta addosso ad Adrien. Marinette ci ha visti abbracciati, ma lui mi stava solo sorreggendo! Ieri era triste perché nessuno, nemmeno suo padre, si è ricordato del suo compleanno e abbiamo parlato un po’, tutto qua!”

“Hmm, che strano. Da un po’ Marinette è molto stressata e non mi ha voluto dire perché.” Luka sospira, stringendo a sé la sorella “Se ti fa sentire meglio, posso provare ad andare a parlarle io. ”,

Juleka si volta a guardare il fratello “Luka, per favore cerca di spiegarle… era arrabbiatissima anche con Adrien e lui davvero c’entra ancora meno di me.”

Lui annuisce e Juleka sussurra “Grazie..”

Luka sorride “Beh, servono a questo i fratelli maggiori…”

“Vacci piano, sei più grande solo di un paio di minuti!” sbotta Juleka, voltandosi dall’altra parte e fingendosi offesa.

Luka da un bacio sulla testa della sorella, poi si alza da dove era seduto “Jules, lo sai che farei di tutto per la mia sorellina, no?” dice, mentre si avvicina alla porta “E per Marinette…” pensa, poi sulla soglia esita. “Ah, per il compleanno di Adrien… Marinette se ne è ricordata. lei e Alya hanno organizzato una festa a sorpresa, alle sei, in un magazzino dietro lo Zoo. Hai presente, accanto alla sala prove, dove andiamo ogni tanto con la band? Comunque stai tranquilla, ci penso io a chiarire, sorellina.” aggiunge ed esce.

“Ah.” dice Juleka, “Perché ‘un magazzino dietro lo zoo’ mi dice qualcosa?” borbotta, riflettendo “Un magazzino dietro lo zoo? Aspetta un attimo… la notte scorsa Ladybug ha finito la pattuglia da quelle parti!” pensa, poi esclama “Non può essere una coincidenza!” e salta in piedi, fiondandosi fuori dalla cabina per andare ad avvisare Adrien “Al diavolo la sorpresa”. Juleka percorre la passerella, scende sulla terraferma e si blocca, rendendosi conto di essere scalza. Saltellando su un piede torna indietro per indossare le scarpe e precipitarsi al Collège dove c’è la lezione di scherma.

 

Marinette, finito di mangiare, sale le scale della sua stanza e chiude la botola. Sale sul soppalco, si butta a pancia in giù sul letto, prende fiato, affonda la faccia nel cuscino e lancia un urlo a pieni polmoni.

Solleva il viso dal cuscino, si gira sulla schiena e geme “Tikki…” alza la testa “sono una stupida. Continuavo a pensare ad Adrien e Juleka abbracciati e… e… ” Marinette tira su col naso, cercando di trattenere le lacrime “Devo chiedere scusa a tutti e due, non lo so cosa mi è preso. Anche stanotte, con Chat, quando l’ho visto fare il cascamorto…” si ferma di colpo, guardando Tikki.

“Tikki? Mi sa che sono gelosa di Juleka.” sbotta, poi scuote la testa. “No, impossibile, quando sta con Rose non mi fa quell’effetto, e poi non è che le altre ragazze…” borbotta, fa un’altra pausa, fissando Tikki sospesa davanti al suo naso che la guarda con un’espressione tra lo stupito e il preoccupato.

“Allora sono gelosa di sia Adrien che di Chat Noir” dice a mezza voce Marinette, lo sguardo vaga sulla bacheca con le foto di Adrien, dei suoi compagni di scuola e quelle tre o quattro di Chat Noir, in un angolino.

La mora guarda per bene le foto, poi si gira, si butta di nuovo sul cuscino e caccia un altro urlo.

“Marinette, è comprensibile che tu sia gelosa di Adrien.” dice Tikki, in tono neutro “E un po’ anche di Chat.” aggiunge.

“Si ma questo significa che… insomma… Io, cioè ecco… Non posso essere innamorata di due ragazzi contemporaneamente!” dice, la voce attutita dal cuscino, poi borbotta “E nemmeno di un ragazzo e una ragazza, se è per quello.”

Passano un paio di minuti e la ragazza rimane immobile tanto che Tikki la chiama “Marinette?” “Sì?” è la riposta, sempre attutita dal cuscino

“Devi tornare a scuola” ricorda la Kwami

“No, oggi no. Non c’è lezione al pomeriggio” borbotta Marinette alzandosi lentamente.

“Devo chiamare Juleka e chiederle scusa” pensa, scendendo le scale del soppalco per prendere il telefono dallo zaino. Sta per aprire lo zaino e qualcuno suona il campanello. Marinette si interrompe e apre la botola, scendendo dalla scala per aprire.

La mora si trova davanti Luka “Ciao, Marinette… disturbo?” si annuncia.

“Ah.. eh no, no Luka, entra pure” risponde Marinette, lasciandogli spazio e scambiando i due baci di saluto. I due si guardano, un po’ imbarazzati “Senti io…” iniziano, contemporaneamente. Luka sorride dicendo “Prima le dame!”.

Marinette guarda per terra “Sei qui per Juleka, vero?” inizia “Ecco, io… stavo per chiamarla per dirle che mi dispiace, che non so cosa mi è preso e che …” poi si ferma “... lascia perdere. Dille che mi dispiace e che la chiamerò più tardi per scusarmi di persona. Sono stata una stupida, davvero, mi dispiace tanto.”.

Luka continua a guardarla “D’accordo, glielo dirò. Lei mi ha chiesto di dirti che è stato un’incidente e che non si sognerebbe mai di portarti via Adrien… o chiunque altro. Ma…” il ragazzo allunga una mano, sfiora il mento di Marinette per farle alzare il viso e guardarla “Ma non sei stupida, Marinette… è che la tua melodia è un po’ confusa. È bellissima, lo so, ma la stai nascondendo dietro un’altra. Dovresti farle suonare insieme.” Luka abbassa la mano, continuando a guardare Marinette, che spalanca gli occhi “Nascondere la mia melodia? Ma… che intende dire?”.

Il ragazzo fa un passo indietro “E poi dovresti ascoltare attentamente quella musica che hai in testa quando guardi Adrien. Se fai attenzione, forse potrai sentirla suonare altrove, magari insieme a quella con cui nascondi la tua.” Luka sorride di nuovo “Ci vediamo presto, ok?” poi si china e bacia Marinette sulla guancia, girandosi e uscendo dall’appartamento.

“Magari insieme a quella con cui nascondi la tua” ripete mentalmente Marinette, “Luka, ma che intendi dire?” chiede, affacciandosi sul pianerottolo

“Tranquilla, Mari, penso che lo scoprirai presto da sola” risponde lui, girandosi e sorridendo di nuovo, ma con una vena di malinconia negli occhi.

 

Adrien si toglie la maschera della divisa da scherma e controlla il telefono, prendendolo dalla borsa della palestra “Plagg, devo fare qualcosa. Prima di iniziare la lezione ho chiamato Marinette e lei non ha risposto. Nemmeno ai messaggi. Non so perché ce l’ha con me ma… sono preoccupato: devo assicurarmi che stia bene.” dice, dopo aver controllato di essere solo.

“Ma Adrien…” inizia a protestare il kwami

“Nasconditi qui dentro.. ora andiamo a controllare”.

Mentre gli altri allievi del corso entrano nello spogliatoio per quindici minuti di pausa, Adrien va verso i bagni, con Plagg nascosto dentro la maschera da scherma. Appena è solo esclama “Plagg! Trasformami!”

Un paio di salti e Chat Noir è sul balcone di Marinette. “Forse dovrei passare dalla porta” riflette, avvicinandosi al lucernario “E forse non dovrei sbirciare dal lucernario nella sua camera da letto” prosegue, ma oramai è tardi. Un respiro profondo e senza guardare all’interno Chat Noir allunga il braccio e bussa sul vetro della botola.

Marinette è appena rientrata nella sua camera, sempre più nervosa, non riesce a smettere di non pensare a cosa le ha detto Luka “La mia melodia è nascosta… ha detto. E se sospettasse qualcosa? E se in qualche modo avesse scoperto la mia identità segreta? No, quella volta Viperion mi ha detto che non era successo niente… Però quella frase… “

Presa dalle proprie riflessioni, apre lo zaino e prende il cellulare ”Poi l’altra cosa sulla melodia di qualcuno… oh, mi avrà visto con Chat Noir e … ma no! Lui mi ha detto che ama solo Ladybug. E se… No, dai è impossibile.”

“Pss… Marinette?” Chat Noir, sentendo la botola della stanza chiudersi, la chiama dal lucernario

“Oh ottimo! Adesso sento anche le voci” borbotta la ragazza, salendo sulla scala del soppalco.

“AAAAAAAAAAAH!” Marinette lancia un urlo vedendo un’ombra affacciarsi alla finestra, poi riconosce Chat Noir e, bianca come un lenzuolo, fa scattare il chiavistello.

“CHAT NOIR!” grida “Che cavolo ci fai qui? Mi hai fatto prendere un colpo!!”

“Lui si porta la mano dietro la nuca “Bravo Adrien, meriti un premio! Non hai pensato a una scusa. Complimenti” si rimprovera mentalmente e cerca di uscire dalla scomoda situazione “Mi-mi dispiace non volevo spaventarti ma… stavo controllando che andasse tutto bene! Sì e ho… beh pensato di farti un, sì, insomma un saluto!”

Marinette lo guarda senza dire niente, inginocchiata sul letto e ancora senza fiato per lo spavento. Finalmente riprende fiato e chiede “Ma non hai cose, ehm da supereroi, da fare? Non dirmi che passi a salutare tutte le ragazze di Parigi” “e ci mancherebbe pure, lo chiamerò gatto piacione” pensa Marinette, rimproverandosi subito dopo “Marinette! Non starai mica diventando gelosa!”.

“No, certo. Solo da quelle carine” risponde lui con un sorriso a 32 denti che fa immediatamente arrossire Marinette

“Lo dici a tutte le ragazze!” si schermisce lei “Ma sentilo… con Tigre Viola, poi con me… che sfacciato! Oddio ma allora sto diventando gelosa…” pensa.

Chat Noir si mette a ridere “Forse”, risponde, poi borbotta “ma nel tuo caso è vero”

Poi la guarda più serio e inizia “In realtà volevo fare due chiacchiere e chiederti un punto di vista femminile. Hai tempo?” “E dillo subito! Rischio di rovinare l’amicizia con Juleka per perdere tempo a rispondergli… uff. Perché sceglie sempre i momenti peggiori?” “Ho un po’ da fare, solo un paio di minuti, Gatt.. ehm Chat Noir, ma visto che sei qui e mi hai fatto prendere un colpo…” risponde, vagamente irritata

“Ecco vedi un mio.. ehm.. amico … insomma, mi chiedeva consigli su come fare a chiarire un banale equivoco con una sua amica che per quello non gli vuole parlare” spiega Chat Noir, esitante

“E vuoi farmi credere che non hai nessun altra amica a cui chiedere una cosa del genere?” Inizia Marinette, brusca, aggrottando la fronte “Che so, quella a cui ieri hai dato il tuo Miraculous”

Chat Noir la guarda per un attimo con gli occhi sbarrati “Come…” sussurra

Lei si tappa la bocca con la mano “Ops” sussulta pensando “Boccaccia mia taci!” poi balbetta “Beh no, ecco insomma… i-i-internet! Sono uscite le immagini su Internet! Lo-lo sanno tutti!”

“Allora le cercherò… Certo, potrei chiederlo a lei ma… è coinvolta direttamente nell’equivoco col mio amico e quindi non credo che sia la persona migliore…” risponde, cercando di far finta di niente “E allora lo vengo a chiedere a te che sei quella che non mi vuole parlare, sono proprio un genio… perché sento che mi sto scavando la fossa?” riflette su come uscire da quella situazione.

“Un equivoco con un’amica… In cui è coinvolta un’altra ragazza… Oddio… vuoi vedere che Chat Noir conosce Adrien? Magari fanno scherma insieme. Questo spiegherebbe perché Chat è così bravo, ha imparato da lui! Ho fretta ma devo scoprire qualcosa di più.” pensa Marinette, poi tenta sviare dal discorso Miraculous “Ma dimmi di questa ragazza con cui il tuo… amico deve chiarire, se no non so cosa consigliargli!”

“Uhm.. sì. Allora, lei è… “ Chat Noir pensa un attimo prima di parlare, poi “altruista, creativa, divertente, comprensiva.“ fa un’altra pausa, lo sguardo che vaga nel vuoto.

Marinette non se ne accorge e interviene “sembra che anche tu la conosca, da come ne parli…”

Lui continua “Hanno fatto anche un servizio fotografico insieme” lo sguardo di Chat Noir, ancora perso, guarda Marinette senza vederla mentre pensa a quando ha posato con lei la mattina precedente “e… beh ci si abitua a posare, per me è normale ma per te era la prima volta e..”

“Scusa Chat Noir, cosa hai detto?” chiede Marinette, gli occhi sbarrati, certa di aver capito male

“...sei stata coraggiosa.” Chat Noir sbatte le palpebre un paio di volte “uh, cosa?” borbotta.

“Ripeti quello che hai detto… “ chiede Marinette con un filo di voce, la mente in un turbine di pensieri “Un equivoco, una ragazza con cui si vuole chiarire… che mi somiglia e… un servizio fotografico. Con ME. Ha detto CON ME. Non può aver detto così. ma se l’avesse detto NON può essere una coincidenza. E cosa ha detto Luka? La musica che sento insieme a quella dietro cui mi nascondo. Quando era Viperion ha scoperto qualcosa? Adesso come faccio… ”

“Perché, cosa ho detto?” dice Chat noir, confuso

Marinette impallidisce e ripete “Che TU sei abituato ma per ME era la prima volta, hai detto” indicando col dito prima lui e poi se stessa.

“Io ho detto… lei, volevo dire lei, la ragazza… il mio amico…” inizia Chat Noir “Perché è impallidita, adesso? Oh, merda!” pensa, poi prosegue “Ok, scusami, Marinette. Scusami per il disturbo e grazie lo stesso, me ne vado subito.” Chat Noir si volta e salta sull’orlo del lucernario

Marinette lo guarda uscire, immobile, un unico pensiero “Allora l’ha detto davvero. Allora non è un amico di Adrien…”

Prima di uscire, Chat Noir guarda di nuovo negli occhi Marinette. “Ci vediamo”, si congeda, fingendo una spavalderia che non prova affatto. Infatti il cuore del ragazzo batte letteralmente nella sua gola quando lui prende il bastone da dietro la schiena e sta per alzarsi in piedi. Poi vede che Marinette scuote la testa, allunga il braccio e lo tira per la coda del costume. Si blocca come una statua di sale.

La ragazza rivede per un istante negli occhi di Chat Noir lo stesso sguardo perso di Adrien, quando quella mattina si era arrabbiata con lui “Aspetta, Chat Noir. Mi dispiace, scusa. Non dovevo trattarti così.” si ferma, aspettando che il ragazzo si giri a guardarla.

“Non fa niente, davvero.” risponde lui, senza voltarsi, poi abbassa la voce in un sussurro “Tanto… a chi importa di me, in fin dei conti?”.

“A me importa. Ho detto che mi dispiace. Per stamattina, intendo” continuando a trattenerlo

“Stamattina?” Chat Noir si volta, pallido come uno straccio. “Sì, con Juleka. Era quella la cosa che dovevo fare, chiedere scusa a entrambi.” risponde Marinette, fissando il ragazzo negli occhi.

“Oh merda!” pensa mentre trattiene il respiro. “Chi? No, Marinette ti sbagli! Non so chi sia…” inizia lui, spalancando gli occhi.

“Doveva essere una sorpresa ma… buon compleanno, Adrien.” sussurra Marinette

“Adrien? Ma no! Come ti viene in mente…” insiste

“Non ti preoccupare” lo interrompe lei "va tutto bene, micetto!"

Chat Noir fa per dire qualcos’altro ma viene zittito da un lampo di luce rosa

“Tikki, trasformami”

Chat Noir rimane immobile, incapace perfino di respirare per diversi secondi, poi sente le gambe cedere e cade nella botola, atterrando seduto sul letto di Marinette.

“Sono nei guai, vero?” chiede con un filo di voce

“No che non lo sei…” sussurra Ladybug, che guarda altrove, improvvisamente imbarazzata, sentendo all’improvviso il cuore in gola “Cosa c’è… non ti piaccio più ora che sai che sono io?” gli chiede “N-no, niente affatto!” il ragazzo si riprende subito “È che … beh … mi sento proprio uno scemo. Pensare che io… mi sono innamorato di te due volte. Cercavo di decidere tra te e…beh, te.” La guarda con uno sguardo adorante “Sono troppo contento!” sussurra.

Ladybug, ancora con le guance rosse come la maschera lo guarda incredula “E io… ormai è andata… Adrien, l’altro ragazzo eri sempre tu.” riesce finalmente a dire, per poi abbracciare Chat Noir.

 

Rimangono così per un pò e poi Ladybug “Ehi… sei in ritardo per la lezione di scherma, vai”.

Lui la guarda in faccia, stupito “Come fai a sapere…” inizia

“So tutto dei tuoi orari” risponde la ragazza, arrossendo di nuovo.

“Ma quando… come…” balbetta Chat Noir

Marinette arrossisce ancora “Sì, per i prossimi… uh, due anni e mezzo, credo” dice con un filo di voce, coprendosi il viso con una mano.

Chat Noir delicatamente le toglie la mano dal viso “Devo andare, hai ragione” sussurra “Ma prima… col tuo permesso…” il suo sguardo va dagli stupendi occhi di Ladybug alle sue labbra e poi si perde di nuovo in quegli occhi, che stanno diventando lucidi.

Lei annuisce impercettibilmente e Chat Noir le affonda le dita nei capelli e l’attira a sé. Quando le loro labbra si toccano la sente inspirare e poi la vede chiudere gli occhi, e per un istante il mondo si restringe e tutto quello che importa sono le labbra di Ladybug sulle sue, il suo profumo e l’aroma leggermente salato delle lacrime.

“Ehi…” Chat Noir sussurra quando si allonanano “Spero siano di gioia quelle lacrime, Insettina”.

“Assolutamente” risponde lei asciugandole col dorso della mano.

“Ora devo… devo proprio andare.” continua Chat Noir alzandosi e mettendosi una mano dietro la nuca.

“Muoviti” lo esorta Ladybug. “Più tardi ti vengo a prendere, è il compleanno di un tuo amico e fa una festa a sorpresa” Detto questo, gli prende la testa con una mano e lo spinge verso il lucernario.


Nota

In ritardissimo per questo nuovo capitolo, il penultimo del fan event Purple Noir Week. Il capitolo vede la partecipazione come co-autrice di Kagome, che è anche la mia beta reader e che ringrazio tantissimissimo!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Giorno 7 - Tema libero - Una festa di compleanno davvero speciale ***


Diversamente da Marinette, Juleka non conosce a memoria gli orari di Adrien, ma è certa che oggi sia a lezione di scherma. “Per fortuna che la lezione non è ancora finita” dice tra sé, salendo la scala e avvicinandosi alla porta della palestra.

Juleka sta per aprire quando il suo cellulare vibra, costringendola ad allontanarsi per rispondere. Si sposta verso la corte interna della scuola, accanto ai bagni e prende il telefono dalla tasca per rispondere. Sullo schermo appare una foto sorridente di Marinette e Juleka si affretta a rispondere. “Sì?” dice, un po’ indecisa.

Dall’apparecchio arriva la voce dell’amica “Ciao Juleka. Scusami, mi dispiace per stamattina. Luka ti ha detto della festa a sorpresa? Potremmo vederci là? Volevo parlarti di persona di quel malinteso e chiederti scusa”

“Ok… Ci vediamo là.” risponde Juleka, presa completamente alla sprovvista.

“Perfetto! Scusami ancora.. ora devo scappare per preparare le ultime cose!” conclude Marinette, e riattacca.

L’altra rimette il cellulare in tasca mentre si avvicina alla palestra. Apre di uno spiraglio la porta ed entra senza farsi notare troppo dai ragazzi presenti che comunque non fanno caso a lei; dopo un po’ individua Adrien, che sta duellando con un ragazzo più alto e, da cosa lei può capire, meno bravo, visto che ogni stoccata che tenta Adrien finisce immancabilmente a segno.

Finita la lezione, Adrien toglie la maschera dall’uniforme da scherma e vede Juleka, che lo saluta con la mano. Il ragazzo attraversa la palestra di corsa per salutarla “Ciao, Juleka! Che sorpresa, come mai qui?”

La ragazza tira un sospiro di sollievo vedendo il volto sorridente di Adrien. Finalmente un sorriso vero, che raggiunge anche gli occhi “Beh” risponde lei a bassa voce “Aspettavo che tu finissi, devo dirti una cosa molto importante”

“Che…” inizia lei, poi si guarda in giro “... meno gente ci può sentire meglio è…” prosegue, tornando verso la porta da cui è appena entrata.

“Aspetta, mi devo cambiare, prima…” protesta Adrien, ma Juleka continua “solo un attimo, Adrien…” gli dice, aprendo la porta e facendolo passare.

Appena usciti si spostano in un angolo e Juleka fa un respiro profondo, poi “Non mi interrompere, ok? Sai dove abbiamo finito la pattuglia ieri? È vicino a un magazzino in cui stasera Marinette ha organizzato la tua festa di compleanno. E ieri Ladybug è arrivata di corsa, dopo averci fatti dividere per la pattuglia, perciò…”

“Juleka” la ferma Adrien “Ti interrompo. lo so già. Ho parlato con Marinette, prima e…”

La ragazza si immobilizza “Cosa?”

Gli occhi di Adrien si illuminano “Già.” risponde, senza riuscire a trattenere un sorriso.

Il biondo sospira, lo sguardo sognante “Abbiamo parlato. Ok non abbiamo proprio solo parlato… è stato ancora più bello di come mi ero immaginato…” sussurra, poi scuote leggermente la testa e rimette a fuoco il viso di Juleka “Mi ha detto della festa, del perché era arrabbiata e… Ora è tutto a posto. purr-fettamente a posto.” ridacchia “Cosa mi dovevi dire di importante?” chiede.

Adrien sorride di nuovo “So della festa e so che … avevo il dubbio di amare due ragazze e invece ne amo solo una, e il doppio!” le mette le mani sulle spalle “Ed è anche merito tuo se io e Marinette ci siamo detti queste cose”.

“Aspetta, frena. Due ragazze? Quindi ho ragione? Marinette è…” chiede Juleka con un fil di voce.

Improvvisamente Adrien abbraccia Juleka, che sussulta presa alla sprovvista, prima si irrigidisce un attimo e poi ricambia l’abbraccio “Sì, è proprio lei. La dolce, creativa, altruista, impacciata Marinette è anche la coraggiosa, instancabile, geniale Ladybug! Grazie Juleka, davvero.” aggiunge “E devo ringraziare anche quel guastafeste di Plagg col miglior Camembert di Parigi!” ride di nuovo, lasciando andare l’amica.

“Scusami” la mano di Adrien finisce puntualmente dietro la sua nuca “Dimentico che non sei il tipo da abbracci.”

Juleka fa un gesto con la mano come dire “va tutto bene” e il ragazzo prosegue “Pensa che prima l’ho pure rimproverato perché ti aveva fatto quello stupido scherzo delle stringhe!”

“Se ti ho messo in imbarazzo scusa, ma era così divertente!” ribatte lei, sorridendo

“Figurati! È Plagg che a volte è permaloso, ma non lo cambierei per tutto l’oro del mondo!” la tranquillizza Adrien, poi fa qualche passo verso la palestra e si ferma “A proposito di Marinette, ti ha chiamata? Era così dispiaciuta di averti trattata male...” aggiunge

“Sì.. più meno. Dice che vuole parlarmi alla festa.” risponde Juleka, un po’ dubbiosa.

Adrien fa un altro passo indietro “Bene, vedrai che andrà tutto per il meglio! Ora devo proprio scappare, se no il gorilla.. ok, Baptiste mi viene a prendere di peso.” si gira verso la palestra “Ci vediamo alla festa allora! A dopo!” saluta e poi corre a cambiarsi.

Juleka rimane un attimo a guardare Adrien allontanarsi, poi, felice per lui, esce da scuola e si dirige di nuovo verso casa pensando “Devono essersi parlati prima della lezione.. Chissà cosa si sono detti! Adrien era raggiante, da cosa ha detto, mi sa che finalmente Marinette si è fatta avanti. Meno male, mi sono preoccupata per niente.”

 

Appena Chat Noir esce dalla botola, Ladybug chiude il lucernario e fa scattare il chiavistello, dopodiché si lascia cadere di peso sul materasso “Tikki, ritrasformami” sussurra, tornando ad essere Marinette. Inizia a guardare le foto sulla bacheca e si accorge che sta piangendo. Tikki, appena emerge dagli orecchini le si piazza davanti “Marinette? Va tutto bene?” chiede. La ragazza la guarda, tira su col naso “Sì Tikki, va tutto bene. Sono… sono così felice. Finalmente sono riuscita a dichiararmi ad Adrien e quasi non ci credo.” fa una pausa, asciugandosi le lacrime col dorso della mano “Spero solo che… che il nostro amore non… no, non devo pensarci, adesso. Bunnyx non è ancora apparsa, quindi va tutto bene.”

Tikki annuisce “Certo, non preoccuparti”.

Marinette la guarda e sospira, poi si alza in piedi e scende dal soppalco “Bene! Ora continuiamo coi preparativi per la festa a sorpresa. Ma prima…” esclama, preendendo finalmente il telefono dallo zaino “Devo chiamare Juleka per scusarmi e Nino per sapere se è tutto a posto”.

La ragazza telefona ai due amici e Nino le dice che non è riuscito a prendere l’action figure con cui corrompere il Gorilla. Marinette riattacca e pensa subito all’alternativa: andare nei panni di Ladybug a prendere Adrien, che nei giorni precedenti aveva detto che suo padre sarebbe stato via per affari fino al giorno seguente.

Marinette, dopo aver misurato il perimetro della camera in lungo e in largo, finalmente vede che l’orologio segna le sei e si precipita nell’appartamento di sotto per uscire. “Tesoro, vai già via? Allora non ci sei per cena?” chiede Sabine, indaffarata in cucina quando la vede scendere.

“No mamma, vado a sentire le prove dei Kitty Section e… la madre di Juleka e Luka ci ha invitati tutti.” risponde Marinette, che ormai si sta abituando a inventare scuse

“Beh, ricordati di portare qualcosa per sdebitarti, la prossima volta!” le ricorda la mamma

“Certo.. ci vediamo dopo!” saluta Marinette, allungandosi per dare un bacio sulla guancia alla mamma e uscendo dall’appartamento.

Arrivata in strada, dà uno sguardo in giro, si infila nell’ormai consueto vicolo e ne esce come Ladybug, dirigendosi subito verso Villa Agreste.

 

Anche Adrien, da quando il Gorilla l’ha riportato a casa, sta contando i minuti per la festa a sorpresa non più tale, guardando con aria sognante le immagini di Ladybug che conserva gelosamente nel computer. Ha appena chiuso la galleria delle immagini quando sente bussare alla finestra. Subito si gira e dall’altro lato del vetro c’è Ladybug, le guance rosse come il costume che, appena Adrien apre la finestra balbetta “D-dove hai preso t-tutte quelle foto m-mie?”

“Più o meno dove tu hai preso le mie” risponde Adrien, ridendo “no, veramente le ho prese dai miei… ehm contatti speciali nel Ladyblog”

“Alya me la pagherà” borbotta Ladybug, entrando nella stanza e guardando Adrien “Ok sei.. pronto? Il piano che avevo preparato è saltato, quindi ho pronto un piano B. E anche dei piani C, D ed E, se è per quello.”

Lui la guarda senza capire e Ladybug spiega “Ah già… Il Ladybug Express è pronto per portarti sul luogo della…” fa una pausa “festa-non-più-a-sorpresa” ridacchia Ladybug “A meno che tu non voglia venirci scomodando Plagg” aggiunge

“E perdere l’occasione di stare tra le tue braccia?” ribatte subito Adrien “Adoro essere Chat Noir ma non sono mica scemo!” sorride, abbracciando Ladybug

“Avrei giurato di averlo visto arrossire” pensa Marinette, cercando di non pensare al caldo ceh sente sulle guance. Adrien le mette un braccio dietro il collo e insieme salgono sul davanzale della finestra, dove Ladybug prende il ragazzo in braccio “Reggiti forte” gli ricorda, e lancia lo yoyo su un lampione, lanciando entrambi verso i tetti.

 

I due arrivano in qualche minuto vicini al magazzino e scendono in un parco vicino per non farsi notare, Marinette annulla la trasformazione e insieme si dirigono verso il luogo della festa.

“Il piano E era entrare in camera tua col Miraculous del Cavallo e dirti che Ladybug mi doveva un favore e me l’aveva lasciato per 5 minuti” sta dicendo Marinette quando arrivano in vista del magazzino.

“Si ma io non ci sarei mai cascato!” commenta Adrien con un sorriso malizioso “Beh, il trucco di Multimouse ha funzionato!” ribatte Marinette

“Vero…” conferma lui, senza toglierle gli occhi di dosso

“Entriamo, io devo parlare con Juleka, vai pure avanti” dice Marinette avvicinandosi alla porta e bussando tre volte, poi due e poi ancora tre.

Pochi secondi dopo Alya apre la porta, “Ciao!” saluta, cercando di sovrastare il volume della musica dall’interno, poi vede Adrien “Ma, Mari, la sorpresa?”

“Ciao Alya… diciamo che c’è stato un cambio di programma” risponde Marinette, con un sorriso che fa concorrenza a quelli di Adrien “Sento che Nino è si è già affrettato a portare la musica” aggiunge, entrando e cedendo il passo al ragazzo.

Alya alza le spalle e dà due baci sulle guance ad Adrien “Beh allora buon compleanno!” dice, chiudendo poi la porta

Sulle pareti del magazzino Marinette ha attaccato le catene di carta e altre decorazioni, da un lato la console da DJ di Nino, col ragazzo che si sta occupando di mettere la musica. Al centro della sala, un paio di tavoli con qualche bibita e altre cibarie, portate dai ragazzi. Adrien si guarda intorno, vede le decorazioni e tutti i suoi compagni di classe e Nora, la sorella maggiore di Alya, che sta sfidando Kim a braccio di ferro, appoggiati a una cassa in un angolo “Ma… vuoi dire che avete fatto tutto questo per me?” chiede a Marinette, che lo guarda, un po’ stupita dalla domanda

“Beh, sì… io, Alya, Nino e Nora.” risponde la ragazza

“Avete fatto una cosa magnifica, sono… sono quasi commosso” commenta Adrien, abbracciando Marinette.

“Adessi devo parlare con Juleka, vai dagli altri e divertiti che è la tua festa!” dice lei quando si sciolgono dall’abbraccio.

Adrien si allontana e va verso la console di Nino e Marinette cerca Juleka, trovandola vicino a Rose e Luka. Raggiunge il gruppo “Posso rubarvi Juleka un istante?” chiede dopo aver scambiato i soliti baci di saluto.

Tutti annuiscono e Marinette e Juleka si allontanano dal gruppetto “Volevo parlarti di un paio di cose, se ti va di ascoltarmi”

“Certo Marinette, ho anche io qualcosa da dirti” risponde l’altra

Marinette fa un lungo respiro, poi “Ecco vedi io… Insomma, la faccio breve, scusami per stamattina. Non so cosa mi è preso e davvero mi dispiace per averti trattata così male, spero che mi perdonerai. È che… sto attraversando un periodo, diciamo complicato e a volte agisco senza pensare. Sai, da quando siete state akumizzate per… per colpa mia, insomma mi dispiace.” allunga le mani e prende quelle di Juleka tra le sue

L’altra guarda le mani intrecciate, poi alza lo sguardo su Marinette “Scuse accettate, non ti preoccupare.. l’importante è esserci chiarite, lo sai, non ti porterei mai via Adrien. Non ti offendere, ma non è il mio tipo.”

Juleka abbassa un attimo gli occhi, la frangia che scende a coprirle parte del viso, “È stato Luka a farti decidere di parlarmi?” chiede poi.

Dopo una breve esitazione, arriva la risposta “Sì, in un certo senso… Onestamente, non del tutto, ti avrei comunque chiamata perché ci ho riflettuto e un malinteso così stupido non può rovinare un’amicizia.” spiega Marinette, poi il tuo tono di voce diventa decisamente allegro “L’altra cosa che volevo dirti riguarda una novità… “ lo sguardo di Marinette si illumina e Juleka vede le sue guance colorarsi di rosa ”Ecco, diciamo che mi sono chiarita anche con Adrien e… Sei la seconda a saperlo… sono riuscita a dirgli che cosa provo per lui. E la cosa meravigliosa è che mi ricambia!”

“Che bello Marinette, sono davvero contenta per te!” risponde subito Juleka, sorridendo “per voi!”

“Però” continua Marinette, abbassando la voce “sarebbe meglio tenere la cosa nascosta, sai non vorrei che suo padre, conoscendolo, si mettesse in mezzo.”

“Capisco.” risponde Juleka, annuendo.

Marinette la guarda “Cos’era la cosa importante che volevi dirmi?” chiede

“Ecco vedi… “ inizia Juleka “Ora come faccio? Non posso non dirle nulla, ma farlo potrebbe significare che non posso più essere Tigre Viola. D’altra parte però non… non è giusto che non sappia nulla. Sta già portando un peso enorme…” “Tutto bene?” le chiede Marinette, accorgendosi che l’amica la sta guardando, ma senza vederla. “Eh.. sì, scusami… è che” Juleka ricomincia, guardandosi in giro “Al diavolo. già non ce la faccio più e son passate solo tre ore” poi fissa Marinette negli occhi, si avvicina ancora e le sussurra all’orecchio “Ho scoperto chi è Chat Noir e credo di sapere chi è Ladybug”

Marinette sbianca per un attimo “Non lo dirò a nessuno…” si affretta ad aggiungere Juleka “Eccetto a Ladybug, cioè a te.”

“Cos… chi… come…” balbetta Marinette

Juleka prosegue “Credo che tu sappia già chi è Chat Noir”, osservando la reazione di Marinette, che annuisce leggermente. “E no, non l’ho detto nemmeno a lui. L’ho capito per una serie di coincidenze, quindi tranquilla.

Marinette, senti, qualsiasi cosa, chiedi pure. Sei incredibile, stai facendo tantissimo per tutti, hai fatto tanto anche per me” alza la mano sinistra, mostrando il braccialetto con il charm anti-akuma, mimetizzato insieme ad altri “e il minimo che possa fare è cercare di ricambiare.”

Marinette guarda l’amica negli occhi “Grazie, Juleka per avermelo detto. Comunque, Adrien lo sa, gliel’ho detto oggi” dice, seria, poi cambia espressione e sorride “ Adesso andiamo prima che qualcuno pensi che ti ho rapita.” aggiunge.

Le due ragazze tornano verso il tavolo dei rinfreschi proprio mentre Nino sta prendendo il microfono “Finalmente ci ha raggiunti il nostro festeggiato! Facciamogli tutti un applauso e i nostri auguri” preme un pulsante sulla console e dagli altoparlanti si sente Tanti auguri a te poi il giovane DJ alza le braccia e aggiunge, imitato da tutti gli altri nella sala “Buon compleanno Adrien!” immediatamente seguito da un applauso.

Marinette si avvicina ad Adrien e gli dà un bacio sulla guancia “Tanti auguri!”. Lui si gira, a guardarla, gli occhi lucidi “Grazie, amore” sussurra “è il più bel compleanno della mia vita”, aggiunge.

Gli altri ragazzi si voltano tutti a guardarli e sotto i loro occhi Adrien prende tra le mani il viso di Marinette e la bacia dolcemente, accompagnato da un altro applauso. Entrambi erano sicuri che da quel momento in poi ci sarebbero stati molti altri baci.

Fine

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=4010428