È successo il successo

di blackjessamine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vuoto a succedere ***
Capitolo 2: *** Mettere la testa a posto ***
Capitolo 3: *** Sindrome dell'impostore – effetto Dunning-Kruger ***



Capitolo 1
*** Vuoto a succedere ***


Vuoto a succedere





 

Vittoria è sorridere dalla prima pagina di almeno cinque riviste diverse: Gilderoy conserva tutto, ogni ritaglio di giornale e ogni fotografia – due scatole non bastano più. 

È il successo.

 

(Gli armadi nelle camere d’ospedale sembrano fatti apposta per conservare scatole piene di cartacce buone solo per ravvivare il fuoco)

 

Vittoria è la piuma che danza veloce su infinite pile di fotografie: prima di ogni presentazione ore e ore di autografi precompilati, eppure quei ricordi non bastano mai per tutti. 

È il successo.

 

(I comodini nelle camere d’ospedale sembrano fatti apposta per conservare pile di fotografie che non calano mai)

 

È successo?




 

 


 

Note:

Il prompt di questa prima manche era sconfitta. 

Non voglio aggiungere nulla, spero che  almeno in questo caso la drabble parli da sé e non siano necessarie spiegazioni. 

Grazie a chiunque abbia avuto voglia di leggere!

 

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Capitolo 2
*** Mettere la testa a posto ***


Mettere la testa a posto






 

Perdonarsi significa avere coraggio.

Bisogna osare, fissare la propria immagine allo specchio e tuffarsi nel riflesso – riempire spigoli e abitare incertezze, raccogliere errori e carezzarli con la compassione.

 

Gilderoy non è un Grifondoro e non ha mai corso il rischio di esserlo, ma il coraggio che serve per perdonarsi non è quello che anima gli eredi di Godric. È il coraggio dell’onestà intellettuale e del pensiero razionale, tutte qualità da figli di Corinna.

 

Arriva un momento della vita in cui guardarsi allo specchio diventa inevitabile – correre incontro all’errore e vestire il pentimento di accettazione.

 

Si guarda, Gilderoy.

Riconosce il peccato.

Lo accetta.

 

Io valgo anche con la piega sbagliata.






 

 


 

Note:

Questo turno del drabblitch prevedeva che si parlasse di perdono.

E Gilderoy, ovviamente, da simpaticissimo narcisista qual è, non poteva certo pensare di perdonare qualcuno, menchemeno di farsi perdonare da qualcuno che non fosse lui stesso.
E che cos’ha Gilderoy da perdonarsi? Nulla, ovviamente. Non ha mai fatto nulla di male, non ha mai ingannato nessuno né ha mai frodato qualcuno, no? Quindi, il suo solo errore che lui, magnanimo com’è, riesce a perdonarsi senza troppi sensi di colpa, non può che essere una piega poco meno che impeccabile. 

Insomma, non sono sicura  che il gioco sia riuscito  come avrei voluto, in questa drabble, ma i prossimi giorni saranno davvero campali, quindi sono costretta a pubblicare quello che ho. 

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Capitolo 3
*** Sindrome dell'impostore – effetto Dunning-Kruger ***


Sindrome dell’impostore – effetto Dunning-Kruger

 

Gilderoy non ha mai temuto di essere smascherato: la capacità di interiorizzare i propri successi è nata assieme a lui, e come ogni cosa in lui intrinseca, negli anni non ha fatto altro che raffinarsi e raggiungere nuove forme di perfezione.

Perché il talento,     quello vero – quello che Gilderoy possiede in forma quasi pura – non sta in un colpo di bacchetta. Non sta nemmeno in una prosa ben ritmata, né nella posa di un attore consumato.

Il talento, l’unico che conta, sta nel giudicare con sguardo lucido ogni cosa, compreso il punto d’accesso da cui si osserva il mondo – solo così il mondo ti vedrà dalla giusta prospettiva.





 

 


 

Note: 

Il prompt di questo turno era: talento.

 

In questo caso temo che le note siano più necessarie che mai, perché temo di aver seguito un concetto sin troppo contorto (ma giuro che nella mia testa un senso c’è). 

Secondo l’affidabilissima (!) wikipedia, la sindrome dell’impostore è una condizione psicologica particolarmente diffusa tra le persone di successo, caratterizzata dall’incapacità di interiorizzare i propri successi e dal terrore persistente di essere smascherati in quanto “impostori”. [...] Può essere correlata a quell’aspetto del cosiddetto effetto Donning-Kruger, una distorsione cognitiva a causa della quale gli individui inesperti tendono a sopravvalutarsi, rifiutando di accettare la propria incompetenza e viceversa.

 

Ora, io mi sono spesso domandata quanta lucidità ci fosse dietro le azioni di Gilderoy: mi sono sempre chiesta fin dove arrivasse la macchinazione, l’inganno, la grande beffa, e dove invece ci fosse comunque una sua reale convinzione di avere pur sempre del talento. Da qui dunque la volontà di giocare con questi due aspetti: Gilderoy, al di là della definizione “scientifica” della sindrome dell’impostore, è di fatto un impostore: la sua carriera è basata su un inganno, il suo talento sta proprio nel nascondere la sua inettitudine e convincere (e convincersi) di meritare invece davvero onore, gloria e successi. E un inganno è anche il punto di vista interno di questa drabble: Gilderoy afferma che il suo più grande talento è proprio la capacità di giudicare (e giudicarsi) lucidamente e razionalmente, sottraendosi così alla definizione del soggetto che soffre di sindrome dell’impostore, nonostante il lettore sappia benissimo che il suo punto di vista è tutt’altro che lucido e sincero, ma anzi, in lui sembra esserci davvero una sorta di distorsione cognitiva tale per cui lui è incapace di ammettere a sé stesso la propria inettitudine. 

Mi piaceva poi l’idea di andare a riprendere le tematiche della prima e della seconda drabble, anche se la cosa forse è rimasta solo nella mia testa.


Insomma, questa volta credo davvero di essere stata particolarmente contorta, ma spero che comunque il messaggio sia arrivato. Grazie di cuore a chiunque abbia avuto la pazienza di sciropparsi queste note infinite!

 

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