Nέκυια

di _Morgan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: Nekiya - 31 ottobre 2023 ***
Capitolo 2: *** .I. Fagioli volanti, fantasmi petulanti e ombre maligne (5 novembre 2023) ***
Capitolo 3: *** Interludio I: Arcano XIII - Il Senzanome (5 novembre 2023) ***
Capitolo 4: *** .II. Arcani minori: Fante e cinque di Bastoni / il Pellegrino (13 novembre 2023) ***
Capitolo 5: *** Interludio II: Arcano XIII - Il Senzanome (5 novembre 2023) \ inserto: Gazzetta del Profeta, 01 novembre 2023 ***
Capitolo 6: *** .III. Convalescenza, comportamenti assurdi ed oscuri trafiletti (17 novembre 2023) ***
Capitolo 7: *** .IV. Cavallo di Bastoni, cene movimentate e Luna in Scorpione (18 novembre 2023) ***
Capitolo 8: *** .V. Biblioteca, duelli d'allenamento e strane apparizioni - (23 novembre 2023) ***
Capitolo 9: *** .VI. L'Aria ed il Baratro (9 dicembre 2023) \ Inserto: Frammenti d'indagini (12 dicembre 2023) \ Frammento: Riti di luce e ombra (13 dicembre 2023) ***
Capitolo 10: *** .VII: Saturnalia, notte del Solstizio: Offerta alla Tormenta (21 dicembre 2023) ***
Capitolo 11: *** .VIII. Saturnalia, notte del Solstizio: Addomesticare le bestie feroci (21 dicembre 2023) ***
Capitolo 12: *** .IX. Animali, maschere e curiose bacchette (22 dicembre 2023) ***
Capitolo 13: *** .X.Il Ragazzo di Londra che parlava ai Serpenti \ Fratello Sole, Sorella Luna (22 dicembre 2023) ***
Capitolo 14: *** .XI. Sol Invictus, il volo (25 dicembre 2023) / Stralci d'indagini: Il nome del Pellegrino (24 dicembre 2023) / Lettere ***
Capitolo 15: *** .XII. Centro di comando, sala comune e laboratorio (08 gennaio 2024) ***



Capitolo 1
*** Prologo: Nekiya - 31 ottobre 2023 ***








[Ipotesi di rito negromantico nella Hogwarts del secondo millennio]






I mostri sono reali e anche i fantasmi sono reali.

Vivono dentro di noi e, a volte, vincono.

(Stephen King)


Hogwarts, 31 ottobre 2023

Foresta Proibita.

La foresta proibita profuma d'acqua e terra smossa, muschio selvatico e flora spontanea; è l'odore pungente della natura selvaggia, della libertà arrogante che non ha bisogno d'alcuna mano umana per essere guidata e prosperare.
E' l'odore che le impregna i lunghi capelli mossi e le si attacca con forza alla divisa scolastica umida di pioggia, scivolando sinuoso all'interno delle narici per ancorarsi lì, nel subconscio, saldamente legato all'ultimo ricordo che avrà di questa vita.
Morire a sedici anni a causa di uno stupido 'gioco' fra compagne di classe, una 'prova di coraggio' disputata durante la notte di Halloween per avvalorare la tesi di quanto siano idiote certe superstizioni babbane e del come leggere un libro – seppur scovato nei meandri più reconditi della Sezione Proibita – non abbia mai ucciso nessuno, le pareva ridicolo; ora, con i mocassini ben affondati nella morbida terra del sottobosco e le gambe rigide come pali di ferro a causa dei muscoli contratti, non ne è più così sicura.

Non ridicolo, reale.

La razionalità tanto decantata dal Cappello Parlante che le ha consentito l'accesso alla casa di Rowena (I) inizia ad incrinarsi, sostituita da mille fantasie alimentate dai numerosi romanzi babbani che ha sempre divorato con voracità, affamata d'amore e di storie avvincenti, di conoscenza mascherata da fiaba e di mondi più coloriti e vasti di quello reale, assai stretto se hai la malaugurata sorte di nascere nella famiglia del Salvatore del Mondo Magico; in particolare sono i classici dell'horror ad invadere i pensieri, il Dracula di Stoker ed il Mastino dei Baskerville, poi Frankenstein e gli innumerevoli racconti dell'americano Edgar Allan letti a lume di bacchetta, con le coperte tirate fin sopra la testa e le ombre ad avvolgere la cameretta.
Il cuore pompa rapido, martellando la cassa toracica con forza mentre il respiro si fa aritmico e tachipnoico, gli occhi ben piantati sulla 'figura' che le è apparsa dinnanzi spezzando il Cerchio disegnato nel fango.
Il libro giace dimenticato poco lontano, le pagine sporche e schizzate, irrimediabilmente danneggiate dall'acqua piovana cosicché l'incantesimo di chiusura del rituale - sempre se esista - risulti illeggibile; mentalmente maledice la sua poca attenzione poiché avrebbe dovuto imparare a memoria la formula anziché gettarsi svogliata e supponente in quell'impresa assurda, convinta che si sarebbe risolto tutto in un nulla di fatto, quasi stessero per cimentarsi in un abracadabra babbano.

Siamo streghe, ogni cosa che facciamo ha una valenza 'magica'.

Le altre ragazze sono scappate quando la terra all'interno del cerchio ha iniziato a smuoversi in modo fin troppo anomalo e sinistro, bevendo l'offerta di sangue di drago con una sete famelica come fossero labbra d'un uomo che ha attraversato miglia di deserto prima di poter essere benedetto dalla presenza di un oasi ed inghiottono miele, latte e farina con una fame antica, primordiale, che non ha risparmiato nemmeno le ciotole; lei invece, cocciuta Potter e mancata Grifondoro, è rimasta ben salda nella sua posizione continuando a salmodiare l'incantesimo, accentando il greco antico in modo assai approssimativo, pronuncia dettata dalla poca conoscenza d'una lingua così diversa e studiata giusto per mettere in ridicolo le sue compagne.
Ora quella ridicola è lei, poiché sbagliare qualche cadenza non l'ha salvata dall'annullare gli effetti di quanto stava recitando e, con il proverbiale senno di poi che oramai non serve a nulla, tranne forse ad aumentare il suo disappunto, pensa che – forse – si sarebbe dovuta dedicare alla traduzione dell'invocazione con dizionario di greco antico alla mano, come sua cugina Rose aveva puntualmente suggerito, anziché affidarsi in puro stile Potter a Google Translate (II).

E' solo un gioco.
Leggere un libro non ha mai ucciso nessuno.
Certo.

La figura tasta con piedi nudi e marcescenti il solco nel terreno che funge da limite fra i mondi ed in silenzio, con la bocca ancora sporca di sangue e farina, i denti ingialliti contornati da labbra sottili, incartapecorite, la osserva con occhi morti inclinando appena il capo per far ricadere la massa di capelli grigi e sporchi oltre le spalle ossute.
La ragazza inghiotte saliva e paura, cercando la bacchetta nella tasca della gonna.
Suo padre le ha parlato degli Inferus raccontandole il viaggio fatto con Silente all'interno della grotta dove Riddle – Lord Voldemort – aveva nascosto il medaglione di Salazar tramutato in Horcrux, medaglione che poi s'era rivelato un falso, mentre i morti emersi dalla profondità dalle acque nere che avevano tentato di attaccare lui e Silente erano risultati tristemente veri, animati dalla più terribile delle magie oscure.
Silente li aveva scacciati con una tempesta di fuoco di tale ampiezza ed intensità da far impallidire l'inferno stesso, o così almeno raccontava suo padre.
Lei però non possiede la bravura né l'esperienza di Silente e, nonostante eccella in Incantesimi, Difesa contro le Arti Oscure e Trasfigurazione, non è sicura di riuscire ad evocare fiamme così tanto forti da bruciare la 'Cosa' che la sta fissando immobile, indeciso se avvicinarsi ulteriormente o meno; stringe il legno fra le dita umide riaprendo la ferita sul palmo ove pochi minuti addietro – o forse ore – ha passato la lama dell'Athame (III) per acquisire l'ingrediente fondamentale a garantire la buona riuscita dell'incantesimo.
Qualche goccia del suo sangue da mischiare a quello di drago per legare a sé l'eventuale fantasma.

Per una frazione di secondo chiude gli occhi sperando che Amanda, Milena e Grace siano corse dalla preside McGranitt ad informarla della bravata e che ora lei stia per sopraggiungere a salvarla da quel casino, ma non ci giura; non sono mai state amiche e lei sa che quella sfida è stata ideata solo per screditarla ulteriormente, per far vedere al mondo quale serpe si nasconde in seno alla famiglia di eroi per eccellenza.
Se Albus Severus, smistato a Serpeverde, ha sempre mostrato interesse per le Arti Oscure e le antiche magie senza mai rendere nota questa sua inclinazione, limitandosi al semplice studio, lei ne è affascinata ed adora sperimentare; nel silenzio della biblioteca ove passa buona parte del suo tempo libero ed i week-end, trascrive interi passaggi dai libri proibiti e rielabora incantesimi, studia formule ed antiche magie reinventandole in chiave moderna per creare nuove opzioni che possano risultare utili nel quotidiano.
Non ci ha mai visto nulla di strano in questo hobby, dopotutto più d'una religione e d'una filosofia babbane parlano del dualismo fra Bene e Male dell'impossibilità che esista l'uno senza l'altro, le Arti Oscure non dovrebbero quindi essere condannate a prescindere, ma solo analizzate e capite.
Se utilizzate in modo corretto potrebbero rivelarsi assai utili e lei non comprende come mai, nell'Inghilterra Magica sopravvissuta a due guerre nate dall'ignoranza, siano ancora proibite; sa bene che in altre scuole di magia vengono insegnate assieme alle materie più comuni come Erbologia, Astronomia e Divinazione, pertanto non debbono essere così pericolose come i più credono. Nonostante ciò si è sempre categoricamente rifiutata di divulgare le sue idee sull'argomento poiché nessuno, eccetto forse Albus, le avrebbe capite. 

I suoi genitori e James Sirius rimarrebbero inorriditi nello scoprire cosa studia davvero in biblioteca, oltre a leggere romanzi e saggi babbani; forse dovrebbe ascoltare quel che le dice Rose, studiosa quanto lei ma più socievole con il prossimo ed abbandonare i libri per uscire un po' più all'aria aperta, cercando di costruirsi una vita sociale. Peccato che 'la vita sociale' le interessi così poco, così come poco l'attira l'idea di dover correre dietro a qualche stupido ragazzino che la porterebbe in giro come una sorta di trofeo poiché lei, prima di essere una creatura senziente dotata di intelletto e volontà proprie è 'Miss Potter', unica figlia femmina del Bambino Sopravvissuto.

E' solo cultura personale, sono solo incantesimi che non vanno ad interferire con ciò che mi circonda.
Non vi è nulla di male nello studiare ed applicare conoscenze antiche.
Almeno finché non si tratta di evocare i morti.
Questo è un altro paio di maniche.
Ma poi, quella dei morti risorti è solo una leggenda babbana.
Voldemort muoveva i corpi con la magia oscura come fossero marionette, non dava loro vita propria. Nessuno può dar vita a ciò che è morto e più d'un ricercatore conferma questa tesi.
Quindi il cerchio non avrebbe dovuto funzionare.
Giusto?

Non sa da quanto tempo si stia protraendo lo stallo fra lei e creatura, ma avverte distintamente l'odore della foresta farsi più pungente, alimentato dalla pioggia che le ha inzuppato completamente abiti e capelli, facendoli aderire al corpo come una seconda pelle; sotto quell'odore 'buono' le giunge insistete il lezzo di carne in putrefazione e sangue fresco, mischiato all'alito mortifero della creatura.
Non respira, il torace non espande, ma è come se lo facesse ricordando il gesto automatico che compieva in vita.
Non sa chi sia, ma guardandolo meglio riesce a scorgere brandelli di una lunga tunica nera, lacera e sporca; il torace scheletrico è ancora fasciato dai resti di una casacca imbottita ornata sulla parte anteriore da protezioni in metallo spesso, oramai ossidato, che pendono scomposte dal tessuto toccando la pelle cartapecora che avvolge le ossa sporgenti; non ha alcun muscolo sotto ad essa, né sangue o organi.
Il viso squadrato privo di palpebre con labbra tirate sui denti lunghi e marci, incorniciato dalla massa scomposta di capelli arruffati, resta inclinato sulla spalla sinistra quasi avesse difficoltà a mantenere il capo eretto; un grosso verme biancastro fa capolino dalle lacerazioni della pelle sulla guancia destra, sporgendosi verso il cielo.
Un bolo di saliva amara scivola lungo la gola secca della ragazza.
Vicino ai piedi della creatura, emersa della terra come un nefasto presagio, vi è una maschera d'argento dalle fattezze di teschio, anch'essa ossidata ed incrostata di lerciume.

Mangiamorte.

Lily Luna, fra tutti i posti che potevi scegliere per tracciare il cerchio, proprio sopra la tomba improvvisata di uno dei Mangiamorte uccisi durante l'assedio di Hogwarts?
Eh...ovvio!
Ma come avrei potuto saperlo?

La stretta sulla bacchetta si fa spasmodica.
Con un movimento rapido e fluido la ragazza descrive un semicerchio lanciando uno schiantesimo verso il cadavere che finisce proiettato a qualche metro di distanza, tristemente incolume e senza alcun dolore causato dall'impatto contro al suolo.
Non emette alcun suono, probabilmente a causa della decomposizione delle corde vocali, alzandosi con uno scatto fin troppo agile per una creatura priva di muscoli.
"Merda" impreca la ragazza indietreggiando nel sottobosco senza mai distogliere lo sguardo dal cadavere, passando dagli incantesimi di difesa piu' innocui all'evocazione di sfere di fuoco di media circonferenza per cercare di contrastare la sua inesorabile avanzata ma, forse a causa del clima umido e pungente o per l'impossibilità di concentrarsi per incanalare in modo corretto l'energia aumentando così l'efficacia delle fatture, il fuoco sembra non sortire alcun effetto; a parte bruciare quel che resta delle vesti e dei capelli lasciandolo seminudo, il cadavere non prende fuoco né si ritira, continuando a puntare verso di lei con occhi ciechi carichi di bramosa fame.

Non avrei dovuto utilizzare il mio sangue.

Riflette lasciando un ' Bombarda' ai piedi della creatura cosi da spaccare il terreno e farla precipitare in una fossa sulla quale piovono pezzi di rami e detriti; questo basta per permetterle di voltarsi e correre con tutta la forza di cui dispone in direzione della capanna di Hagrid, saltando radici e massi sporgenti, schivando con abilità maturata in anni di partite a Quidditch passate ad evitare bolidi vaganti, fronde basse ed ostacoli improvvisi.
Il buio e la pioggia non aiutano ma lei non rallenta, avvertendo  il cuore pompare all'impazzata alimentato dall'adrenalina che scorre in circolo come una droga, attenuando la stanchezza, mentre dietro di sé avverte con terrore l'incedere dell'essere liberatosi agilmente dalla trappola in cui l'ha costretto.
"Incarceramus!...Ah!" grida voltandosi a mezzo, ma la spell finisce in aria a causa della brusca caduta al suolo frantumando alcuni rami d'abete che ricadono al suolo con schiocchi sinistri ; con il piede incastrato fra un avvallamento del terreno ed una radice la ragazza non può far altro che voltarsi verso la creatura, oramai prossima, brandendo la bacchetta con tutta la forza di cui dispone.

Utilizzare gli anatemi risulterebbe inutile, non ha circolo né centri nervosi, non prova dolore.
Posso cercare di farlo a pezzi con un'altra Bombarda, ma ho il terrore che, pur smaciullato, non smetterà di darmi la caccia.
Il libro parlava chiaro, sarebbe dovuto rimanere confinato nel cerchio, accettare l'offerta ed ascoltare ciò che avevo da dire; se è uscito significa che uno dei passaggi non è stato eseguito correttamente e la magia si è dispersa, probabilmente i bordi del disegno non erano abbastanza netti o sono sbiaditi a causa della pioggia.

Il Mangiamorte è ora a pochi passi e protende verso di lei le mani ossute su cui spiccano lunghe unghie giallastre, ricurve.
La ragazza inspira lentamente cercando di dominare la paura per acquisire sufficiente lucidità da dare forza al suo incantesimo; lontano, oltre il fragore della pioggia, avverte l'eco ovattato della musica prodotta in Sala Grande per i festeggiamenti di Halloween e le labbra le si incurvano in un sorriso triste.
Se solo gli altri sapessero che i morti, questa sera, sono davvero emersi dalla tomba per danzare con i vivi e far loro pagare l'impudenza di respirare ancora inorridirebbero, come inorridirebbero nello scoprire che è stata lei a richiamarli indietro, basandosi su un testo greco trovato scarabocchiato a margine in un'anonima pagina di un vecchio grimorio dedicato agli studi divinatori da un mago vissuto nel  XVI secolo e morto sul rogo, accusato di eresia, pratiche negromantiche e blasfemia.
L'aveva scovato Amanda nella Sezione Proibita, ove si era addentrata alla ricerca di un tomo che le permettesse di svolgere la ricerca sul ruolo del Mondo Magico durante la prima Rivoluzione Industriale babbana assegnatale dal professor Ruf; le aveva sbattuto il libro dinnanzi con aria di sfida, sapendo la sua passione per la magia antica e per il sordido, sfidandola a trovare il coraggio d'evocare uno spettro durante la notte di Halloween.

Non è possibile evocare i morti, Amanda.
Sono solo superstizioni babbane.

Le aveva risposto con un cipiglio scocciato, riprendendo la ricerca per ultimare il tema sulla pozione Obliviante che avrebbe dovuto consegnare il giorno dopo.
Amanda aveva sorriso in modo affabile, facendole notare che una cosa è impossibile solo fin quando non la si dimostra tale in modo scientifico e lei, punta nell'orgoglio e desiderosa di battere la sua rivale di Casa, stupidamente aveva accettato di provare a svolgere il rituale.

Solo per dimostrare quanto tu sia stupida a credere a vecchie superstizioni.

Il Mangiamorte si protende lentamente sfiorandole un ginocchio nudo con dita fredde e ruvide, sporche di farina e terra.
Lei trattiene il respiro e scaglia l'incantesimo con tutta la forza di cui è capace, aprendo una voragine nel petto della creatura, disintegrando ossa e pelle, placche in metallo ed il sudario lacero.
Lui si ritrae scoprendo i denti in un ringhio ferino, muto, inclinando la testa per osservare il terreno gremito di sassi oltre lo squarcio che gli ha portato via sterno e costole, un buon tratto di colonna vertebrale e pelle, rimanendo inspiegabilmente in posizione eretta.
"Non è possibile" impreca la strega, sbalordita.

Sarebbe dovuto collassare a terra diviso a metà.
Passi il muoversi, ma come può rimanere in piedi senza parte dello scheletro?
Il cerchio non è chiuso.
La magia lo alimenta.
Merda.

Sedici anni compiuti da poco e la prospettiva di non arrivare mai ai diciassette la colgono con violenza, annullando qualsiasi altro pensiero, spingendola ad abbassare la bacchetta colta dallo sconforto, sconfitta; l'unica possibilità di fermare quanto ha richiamato sarebbe tornare al cerchio e chiudervi dentro la creatura, ripetendo la magia di protezione e difesa in modo corretto, peccato che il libro su cui è riportata sia stato irrimediabilmente danneggiato dalla pioggia e lei non ricordi la formula a memoria, essendo in greco antico.

La caviglia incastrata le duole terribilmente, probabilmente se l'è slogata cadendo e non ha più fiato o forze per correre verso il centro della foresta, per non menzionare il fatto che ora le risulterebbe alquanto difficile scansare il cadavere e slanciarsi via, essendo quest'ultimo sorprendentemente veloce e vicino.

I film babbani sugli zombie sono davvero un grosso fake.

Pensa cupamente, mentre l'essere le afferra il collo con mani sudicie alitandole in faccia una zaffata che sa di terra umida, farina, sangue e miele, prima di appoggiare lo zigomo ossuto poco sotto la mandibola, dove pulsa la carotide.

Sedici anni

Vede la sua famiglia piangere raccolta attorno al cadavere smembrato.
Amanda, Grace e Milena singhiozzare isteriche, declamando la loro innocenza e buona fede dinnanzi ad una McGranitt furente e provata, distrutta da quest'ennesima perdita causata della Magia Oscura; vede James Sirius con indosso la divisa da cadetto Auror lanciarsi nella foresta alla ricerca del mostro, inveendo contro al cielo le peggiori maledizioni ed Albus Severus, composto, sorreggere la madre in lacrime con occhi verdi ardenti di rabbia ed un anatema serrato fra i denti.
Vede tutto questo nei pochi secondi che la creatura impiega ad annusarle la pelle umida e sudata, stendendo le labbra per mostrare nuovamente i denti su cui spiccano due canini scheggiati, innaturalmente puntuti.
Il grasso verme bianco cade dalla guancia del morto sulla spalla della ragazza, quasi pregustasse il banchetto con carne fresca, mentre quest'ultima chiude gli occhi ed abbandona la presa sulla bacchetta inspirando per l'ultima volta l'odore antico della foresta dove è scritto che troverà la morte a causa d'uno stupido gioco fra adolescenti.
L'ultimo suono che le giunge alle orecchie, fragoroso come il boato della Bombarda scagliata poc'anzi, è il gracchiare d'un grosso corvo nero, uno di quei maledetti pennuti che infestano l'orto di Hagrid beccando zucche e cavoli rigogliosi, posatosi ora sul tronco d'un albero caduto a qualche metro di distanza, quasi ad aggiungere quel tocco folkloristico e drammatico che – in effetti – alla scena mancava.

Sia mai che si muoia ad Halloween divorati da un Mangiamorte risorto senza corvi o pipistrelli come testimoni.

"Quell'augel d'ebano, allora, così tronfio e pettoruto
tentò fino ad un sorriso il mio spirito abbattuto:
«Sebben spiumato e torvo, — dissi, — un vile non sei tu
certo, o vecchio spettral corvo della tenebra di Pluto?
Quale nome a te gli araldi dànno a corte di Re Pluto?»
Disse il corvo allor: «Mai più!»." (IV)

Le parole dello scrittore Edgar Allan Poe le invadono la mente anestetizzando il dolore, estraniandola da quel corpo freddo e fradicio che presto non sarà più suo, mentre il morto inizia a sfregare i denti sul collo provocandole numerosi tagli da cui escono rivoli di sangue rubino ch'egli beve avido, assetato.
Gli occhi castani si fissano sulle fronde degli alti alberi, per poi tornare un'ultima volta ad incrociare quelli piccoli e neri del grasso corvo, messaggero degl'inferi in molte culture e libri di narrativa.
Il Mangiamorte beve e lei si sente debole, la vista inizia ad appannarsi, le palpebre si chiudono sopraffatte dall'agonia che prorupe dalle labbra umide sotto forma d'un grido disperato; non piange, soffre in silenzio e scalcia inutilmente, con i nervi attraversati da una scarica di dolore continuo e pulsante.
"Mai più" sussurra ricordando la poesia, svenendo poco prima di sentire il peso del cadavere venir meno, allontanando dal collo straziato e sanguinante i denti sporchi ed aguzzi; sviene con impressa nella cornee, fra ciglia umide di pioggia e lacrime a stento represse, la figura alta e nera d'un – uomo? - creatura ammantata di tenebra che ha la prontezza di allontanare il fu Mangiamorte con un calcio ben assestato, prima di schiantarlo contro una grossa quercia a diversi metri di distanza; sente qualcosa di caldo, soffice, avvolgerla delicatamente e dita fredde, fredde come quelle del morto ma molto più morbide, tastarle il polso carotideo dopo aver richiuso gli squarci da cui grondava copioso il sangue .

Chiudi il cerchio.
Completa il rituale.

Il buio diviene indistinto e la magia si addensa nell'aria facendola divenire pesante, elettrica.
Un'improvvisa sensazione di 'potere' scaturisce da dentro incendiandole i polmoni; è come se l'energia utilizzata per tracciare il cerchio di evocazione, ora che ha perso il controllo razionale su di essa, stesse emergendo in tutta la sua distruttiva forza riversandosi attorno a lei come acqua in tempesta.
Da qualche parte - lontano - avverte il cadavere 'gemere' e piegarsi su se stesso, schiacciato da una volontà più forte dell'incantesimo che ha dato motilità ai suoi arti decrepiti; avverte una nuova carica magica sovrapporsi alla sua per guidarla dolcemente, incanalandola nel corretto modo affinché non si disperda ma vada a formare un anello attorno al corpo del Mangiamorte, ora costretto al suolo.

Katàbasis.
Sfama i perduti.
Ascolta i loro vaticinio... (V)

Ma la creatura evocata per gioco non parla, non ha alcuna profezia o consiglio da riferire.
Si limita ad affondare il viso nel terreno che pian piano inizia ad inghiottirlo, supportato dalle giuste parole cariche di magia e potere antico; le labbra della ragazza non emettono alcun suono, tutto ciò che è necessario a guidare la sua magia risiede nella volontà, nel pensiero.
E' il pensiero a plasmare il cerchio, a disegnare le giuste linee e a definirne i bordi.
E' il pensiero di lei che s'appoggia malfermo ed insicuro a quello dell'altra fonte che la sta guidando nel disegnare le linee in modo corretto e ad innalzare le giuste protezioni per concludere il Nèkiya (VI); non sa chi sia questa nuova figura, razionalmente spera si tratti della McGranitt giunta finalmente in suo soccorso poiché è l'unica che potrebbe saper utilizzare un incantesimo così complesso, antico e potente, ma a pelle sente che la verità è un'altra, assai più oscura.

La figura nera è un uomo.
Un uomo che è ombra.
Un'ombra che cammina sul piano mortale pur non essendo fantasma.
L'ha evocato lei.

Una voce roca, graffiante, frantuma il silenzio ovattato – intontito – in cui è scivolata, richiamandola con forza verso il regno dei vivi e la realtà circostante, spingendola ad aprire faticosamente le palpebre per incontrare un viso pallido su cui spiccano occhi ossidiana dal taglio asciutto, ardenti come fuochi fatui.
Il contatto dura poco, non ha più forze per concentrarsi sull'osservare la figura – del suo salvatore? - che le è dinnanzi, né per chiedersi cosa sia successo al cadavere del Mangiamorte inghiottito dalla terra grassa e ricca della Foresta Proibita, trattenuto ed avvolto dalle radici degli alberi secolari e privato nuovamente della facoltà di muoversi grazie al cerchio che ha concluso in modo coretto il rito d'evocazione.
Con l'ultimo brandello di lucidità registra quanto la figura ha proferito, sorridendo mestamente prima di abbandonare il mondo per scivolare nell'oblio.

"Cos'hai combinato...ragazzina?!"

End of Prologue.

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Glossario:

I) Corvonero: secondo fonti canoniche (o almeno quelle che sono riuscita a reperire io) Lily Luna Potter viene smistata a Grifondoro seguendo le orme del padre, della madre e del fratello James Sirius; in questa fanfic invece sarà una Corvonero, perché è la mia casata preferita e perché 'avra una sua utilità a fini di trama. 

II) Google Tanslate: Ho immaginato la new generation molto più propensa all'utilizzo della tecnologia babbana; nei prossimi capitoli molti oggetti comunemente usati nel mondo umano appariranno anche ad Hogwarts in linea co l'idea che, a seguito della sconfitta di Lord Voldemort, il mondo dei maghi abbia deciso - gradualmente - di aprirsi a quello babbano.

III) Athame: particolare coltello o pugnale utilizzato nei rituali neopagani.

IV) Edgar Allan Poe – "Il Corvo" (1845)

V) Katabàsis: nella letteratura greca indicava la discesa nel regno degli inferi (Ade).

VI) Nekiya: Nella pratica cultuale e nella letteratura greca è un rito attraverso il quale venivano evocati spettri o anime di defunti per essere interrogati sul futuro.



About Lily Luna Potter: probabilmente sarà risultata OOC (per quanto possa essere OOC un personaggio non a fondo trattato dall'autore principale); ho scelto di distaccarmi da come viene usualmente presentata, facendola apparire come una ragazza indipendente e solitaria, orgogliosa delle proprie capacità e testarda. Le piace molto studiare, ascoltare musica, leggere e giocare a Quidditch, sport in cui riveste il ruolo di cercatrice per la squadra di Corvonero. Non ama molto la notorietà che il cognome 'Potter' le porta, preferendo raggiungere i risultati grazie alle su capacità personali e non per 'favori' verso la figlia del Salvatore del Mondo Magico. E' nata nel 2007 (non 2008 come scritto su Potterpedia), il 25 ottobre. Scorpione.

NDA: Sono passati circa quattro o cinque anni dall'ultima volta in cui sono riuscita a scrivere qualcosa di completo e con un senso, ormai credevo di non esserne più capace.
Questa fanfiction nasce da un'idea folle bazzicatami in testa in un raptus d'insonnia passato a spulciare il sito di EFP in cerca di fanfiction interessanti da leggere, ed è una sorta di esperimento.
Repayment, anche se ho sempre trovato questo pairing strano ed impossibile (nonostante la mia predilezione per i Crack!Pairing più assurdi) nato spontaneamente, con questi due personaggi che si sono imposti come protagonisti senza sentire alcuna ragione. Dark/sovrannaturale, ambientata in un modo della magia sempre più propenso ad aprirsi verso quello Babbano che solo 'Babbano' non è, con un rating variabile fra l'arancio ed il rosso.

Un grosso ringraziamento a chiunque sia giunto fin qui.
Alla prossima.

_Morgan


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Capitolo 2
*** .I. Fagioli volanti, fantasmi petulanti e ombre maligne (5 novembre 2023) ***


Nekiya - Capitolo I


.I. Fagioli volanti, fantasmi petulanti e ombre maligne (5 novembre 2023)

[trattato sul come conciliare il quotidiano al carico di responsabilità derivate dall'errato svolgimento del Nèkiya]


Anche io ho il mio talento:

Infilare la testa fra le fauci della quotidianità e restare vivo.

(L'incompiuto)


Hogwarts,
3° piano, bagno delle ragazze
5 novembre 2023

Una tenue luce grigiastra filtra dalle alte finestre smerigliate, strette e piombate come feritoie, gettando l'ampia stanza in una quieta e spettrale penombra; i cubicoli in legno smaltato paiono dei loculi pronti a ricevere il feretro del defunto, mentre la struttura monumentale in marmo bianco che occupa l'abside di destra, ove sono incassati gli antichi lavandini dai rubinetti in ottone, pare un tributo alla memoria di qualche nobile ottocentesco deceduto prematuramente.
O al basilisco, dato che quell'improbabile costruzione cela l'ingresso della Camera dei Segreti ove i resti della creatura ancora riposano; suo padre le aveva narrato più volte l'avventura nei meandri della scuola durante il suo secondo anno e la lotta con il grosso serpente, vinta grazie all'intervento di Fawkes e al materializzarsi della spada di Godric.
Quand'era piccola quella era una delle avventure che più preferiva e a cui spesso 'giocava' assieme a James Sirius nei panni del padre, ed Albus Severus relegato al ruolo di basilisco, mentre a lei veniva affidato l'arduo compito di interpretare contemporaneamente sia Allock che zio Ron; ricorda i duelli con le spade di legno, i rametti tagliati dalle piante del giardino a mo' di bacchetta e lo scorno di James quando il serpente gigante Albus lo batteva, facendogli volare dalle mani la preziosa arma per poi pugnalarlo con la terribile e velenosa 'zanna'.
Era sempre stato bravo nella lotta con le spade, Albus, peccato che ad ogni vittoria corrispondessero innumerevoli scherzi – talvolta cattivi – da parte del fratello maggiore, copia sputata del nonno ed incline alla boria fin da bambino.

Nonostante fossero solo giochi, io e Albus siamo sempre stati vittime, poco carnefici.
Il 'Potter' per eccellenza è uno, uno soltanto, noialtri siamo solo il frutto di un'errore genetico, di calcolo, o di diverse – premeditate - cadute dal seggiolone che ci hanno reso 'diversi' dalla tribù Potter-Weasley.
Basta vedere a quali casate siamo stati assegnati.
Albus è Serpeverde come i bisnonni Prewett (I), io invece sono l'unica Corvonero dell'albero genealogico.
Nonostante ai nostri genitori non importi sotto che colori abbiamo studiato, so bene che noi due – così diversi – per loro rappresentiamo un'incognita.

Uno dei rubinetti d'ottone perde fredde gocce d'acqua ferrigna, scandendo il tempo con precisa inflessibilità mentre lei cerca di scacciare i pensieri legati all'infanzia per concentrarsi sul compito di pozioni assegnatole dal docente: Distillato della Morte Vivente.
La preparazione del suddetto durante la lezione era stata un disastro.
L'intera classe aveva mostrato numerose difficoltà nel raggiungere un risultato che potesse considerarsi 'accettabile' a causa della complessità nel tagliare in modo corretto gli ingredienti; l'insegnante l'aveva quindi assegnata come compito diviso in parte teorica e pratica: un tema ed una seconda preparazione 'libera', da svolgersi con l'aiuto di testi specifici ed in gruppo, mettendo a disposizione degli studenti del sesto anno il laboratorio sito nei sotterranei durante le ore d'inutilizzo.
I suoi compagni di corso si erano subito accordati per svolgere la ricerca in piccoli gruppi, mettendo assieme le capacità di ognuno per giungere all'agognato risultato mentre lei, da sempre solitaria ed introversa, aveva preferito ritirarsi nel desolato bagno femminile del terzo piano, suo personale 'rifugio' da quando aveva messo piede ad Hogwarts a causa dello scarso – se non nullo – afflusso di persone al suo interno, ed eseguire il compito sola.

Quel bagno è l'unico posto della scuola a non aver subito ristrutturazioni o modifiche a seguito della ricostruzione, mantenendo l'aspetto vecchio e lugubre accentuato dagli arredi anni cinquanta; il motivo, oltre alla onnipresente Mirtilla Malcontenta, poco amata dalla componente femminile della scuola a causa del suo comportamento morboso, è da ricercarsi nella presenza dell'accesso alla Camera dei Segreti e alla leggenda secondo la quale se ci si accovaccia sulla turca per espletare i propri bisogni un basilisco gigante emerge dal pozzetto, inghiottendo lo sfortunato avventore mentre si trova chiappe all'aria.

Che idiozia.

Svuota la borsa a tracolla disponendo il libro di 'Pozioni Avanzate' fra sé ed il calderone in peltro di misura standard, coprendolo poi con un plico di appunti vergati in una calligrafia minuta e sghemba nei quali ha riportato delle variazioni alla pozione scovati fra i tomi della sezione proibita; se madama Pince non s'infervorasse così tanto ogni volta in cui tenta di eseguire i compiti pratici in biblioteca, berciando quanto sia pericoloso accendere fuochi – seppur controllati – in un luogo ricolmo di carta antica, avrebbe eseguito il lavoro direttamente sui tavoli da lettura con tutti i manuali di cui necessita a portata di mano.

Mi dovrò accontentare degli appunti.

Adagia con cura gli ingredienti alla sua sinistra, scartando i pacchetti ed aprendo i tupperwere ove erano stati ordinatamente riposti, per poi estrarre dalla tasca frontale un astuccio in tela grezza contenente il set di coltelli, taglierini, cucchiai in legno ed alambicchi utilizzato per preparare e trattare le varie sostanze, srotolandolo alla sua destra.
Lascia all'interno della sacca solo le provette in vetro, preferendo non intasare lo spazio con materiale che non le sarà utile nell'immediato.
Passandosi le dita fra i capelli come fossero un pettine inizia a raccoglierli dapprima in una coda alta, per poi disciplinarli in una treccia stretta che lascia ricadere oltre le spalle con noncuranza, iniziando a leggere le istruzioni.
La parte più difficile della preparazione è il primo passaggio: sminuzzare il dannato fagiolo 'salterino'.
Cattura il labbro inferiore fra i denti, selezionando un coltello abbastanza affilato e con una buona punta, prima di pescare l'ortaggio dal tupperwere ed adagiarlo sul tagliere in legno.
Durante quel passaggio in classe si era scatenato un vero e proprio bombardamento, con fagioli che schizzavano in aria veloci e precisi come proiettili babbani, frantumando ampolle ed alambicchi, ribaltando calderoni e ferendo – in modo più o meno serio – diversi suoi compagni; lei ne aveva evitati due per puro miracolo, il terzo invece le era piovuto nel calderone mandando in fumo – o meglio facendo esplodere - quel poco che era riuscita a preparare.
"A noi due, fagiolo" ringhia a denti stretti, brandendo la lama come l'Albus di otto anni aveva brandito la spada di legno preparandosi ad affrontare il fratello maggiore.
Nei trattati sulle pozioni anestetizzanti ha letto numerose varianti alla preparazione del Distillato della Morte Vivente, correlate da accorgimenti su come tagliare il fagiolo soporoso senza farlo schizzare verso i quattro angoli della stanza e quasi tutte concordano sull'utilizzo di una lama con una punta affilata, tale da bucare la buccia dell'ortaggio in modo da farne scaturire il succo senza doverlo tagliare.
Avvicina la lama tenendo la verdura fra l'indice ed pollice della mano sinistra, poggiandone la punta contro la superficie bitorzoluta prima di premere con decisione; l'ortaggio però si rivela coriaceo, sfuggendo dalla presa per schizzare come un bolide impazzito verso l'abside, ove si schianta contro lo specchio d'un lavandino prima di cadere al suo interno, incastrandosi nello scarico.
"Merda" impreca la strega prendendone un altro; ha ancora due possibilità, due fagioli di riserva accuratamente sottratti dalla dispensa nell'aula di Pozioni, quindi non può permettersi ulteriori fallimenti.
Rilegge le istruzioni stampate sul libro e le confronta con gli appunti, poi poggia il secondo fagiolo sul tagliere e si appresta a ripetere l'operazione ignorando il fastidio alla nuca e la sgradevole sensazione d'essere osservata; con la coda dell'occhio vede un lembo della divisa evanescente di Mirtilla fluttuare a mezz'aria alla sua sinistra, sopra alle divisorie dei cubicoli in cui si trovano le turche.
La ragazza fantasma è insolitamente quieta, non ridacchia né schernisce, limitandosi ad osservare in silenzio il lavoro svolto dalla giovane strega con la curiosità ammorbante che riserva ad ogni essere vivente che ha la sfortuna d'incrociare il suo cammino.
Quest'ultima colpisce rapida, piantando con forza la punta del coltello nella buccia del fagiolo che, beffardo, s'invola verso il soffitto rimbalzando con balistica precisione contro alla plafoniera in vetro, per poi cadere – come un corpo morto cade – all'interno di uno dei gabinetti; un vigoroso 'splof' risuona nella stanza seguito da una colorita imprecazione, sovrastata dalle risa sguaiate della fantasma.
"Zitta Mirtilla!" ringhia Lily Luna lanciandole un'occhiata di fuoco, afferrando l'ultimo fagiolo a sua disposizione e sbattendolo con forza contro al tagliere nella speranza d'intimidirlo e farlo collaborare; non è mai stata superlativa in pozioni ma se l'è sempre cavata discretamente, arrivando a rielaborare vecchie ricette scovate nei libri proibiti, preparando intrugli complessi senza alcuna difficoltà.

Certo, nessuna delle pozioni affrontate fin ora aveva negli ingredienti questo maledettissimo ortaggio.
A confronto persino le pelli di drago ed armadillo sono facili da tagliare.
'Fanculo.

Lo fissa con odio, brandendo nuovamente la lama nella destra con la cieca ferocia d'un assassino pronto a compiere un massacro.
"Sai..." esclama Mirtilla fluttuandole dietro le spalle per osservarla meglio, il viso deformato da un ghigno sinistro.
"Forse dovresti chiedere aiuto a lui....dopotutto è stato il più abile pozionista d'Inghilterra per anni...prima di...morire..." biascica, aggiungendo lunghe pause per dare drammaticità alle parole chiave del discorso con una cadenza da teatrante consumata; se non fosse deceduta settant'anni prima a causa del basilisco ed avesse avuto qualche conoscenza - basilare – dello show business babbano, Lily è certa che Mirtilla avrebbe potuto aspirare ad una carriera di tutto rispetto nel teatro o in TV, oppure restare nel mondo magico e darsi alla Legilimanzia, vista la sua chirurgica precisione nell'individuare le paure dell'interlocutore, ritorcendogliele contro.

Lui, l'ombra.
La notte di Halloween, la foresta proibita inondata dalla pioggia.
Il rituale.
Il Magiamorte emerso dalla terra.
Lui.
Io.

La strega inghiotte un grumo di saliva sentendo la gola farsi sempre più secca mentre una fredda morsa le afferra lo stomaco; cinque giorni passati a cercare di metabolizzare in modo razionale quanto è accaduto durante Halloween, immergendosi nel quotidiano per scacciare l'irreale con cocciuta tenacia non sono serviti a nulla, il castello d'illusioni sapientemente tessuto in modo da non impazzire crolla frantumato dalle parole dello spettro.
O forse era già crollato la mattina dell'uno novembre, dopo quasi due ore di conversazione – irreale – con Lui e negli ultimi giorni ha solo fatto finta di non sapere, di credere ancora alla scusa del 'brutto sogno ad occhi aperti'; avverte un fremito lungo la carotide, ove il Mangiamorte ha affondato i denti marcescenti per bere il suo sangue e vi passa sopra le dita fredde abbandonando il fagiolo, cercando una cicatrice non visibile ma ben impressa nella memoria.
Lui l'ha guarita, ha richiuso tutte le ferite ed i graffi prima di portala in infermeria, lasciandola alle cure di Madama Poppy per svanire fra le ombre del castello come fosse una di esse.

Non un uomo, non più.
Non uno spirito poiché è carne e sangue.
Un'ombra, un ricordo.
Un interludio.

"Non ho bisogno del suo aiuto" mormora la strega serrando le labbra, osservando con occhi vuoti i giochi prodotti dalla tenue luce sulle superfici degli specchi di fronte a sé, nella semioscurità dell'abside.
Mirtilla sghignazza nuovamente, trapassando parte del pavimento con gambe e busto per osservarle meglio il viso; gli occhi evanescenti contornati da spessi occhiali con la montatura sottile, a cerchio, ben piantati nelle iridi castane, distanti.
"Oh si invece...ma ne hai...paura..."
"No!" ribatte la ragazza stringendo la presa sul coltello.
"Non ne ho paura, solo...non credo che sarà così bendisposto a darmi una mano per una cosa così stupida. Si tratta solo di tagliare un fagiolo per la preparazione di una pozione che lui usualmente assegnava agli allievi del quinto anno, non del sesto. O almeno, così mi raccontava zia Hermione."
Le labbra trasparenti di Mirtilla si incurvano in un sorriso sghembo mentre s'invola di nuovo, andando a zonzo nell'etere, canticchiando "Lily Luna ha una paura, la vuoi conoscere anche tu? Il professore morto stecchito...oh...oh!"
"Mirtilla piantala!" ringhia Lily, afferrando la prima cosa che le capita a tiro – un pestello in legno – per lanciarlo verso la ragazza fantasma; essendo questa incorporea l'operazione non sortisce l'effetto sperato e lei continua a canticchiare e ridacchiare imperterrita, mentre l'oggetto le vola attraverso atterrando con un tonfo a lato dei lavandini, rotolando poi di qualche metro.
"Smettila! Non voglio chiedere aiuto perché posso farcela da sola, non perché ho paura di lui" sbotta la ragazza dopo aver fatto un lungo respiro, cercando di riacquistare la calma perduta.
"E' per questo motivo che sei qui da sola...sola...sola? Senza amici?" domanda la fantasma, piroettando sopra ai lavandini e rivolgendole un'occhiata indagatoria.
"Ho degli amici, ma non mi servono per superare un compito. Sono qui perché voglio dimostrare al professor Taylor le mie capacità e per poterlo fare devo eseguire un perfetto Distillato della Morte Vivente da sola, senza aiuti. Quando dovrò sostenere i M-A.G.O d'altronde non li avrò" spiega tornado poi a concentrarsi sul fagiolo, abbandonando Mirtilla e le sue esclamazioni senza senso intercalate da versetti idioti e canzoncine enunciate in un falsetto assai stridulo.
La conosce da ben sei anni, da quando al primo anno, per sfuggire ad uno stupido scherzo tesole da James Sirius si è rifugiata li e lei le ha dato asilo promettendo di difenderla dai bulli; a volte però fatica ancora a reggerla, specie quando sa che ha ragione.
Lei non ha molti 'amici', gli unici che può considerare tali sono suo fratello Albus Severus e Rose, sua cugina, tutti gli altri sono solo conoscenti o compagni di scuola, talvolta rivali se si dimostrano abbastanza bravi da competere con lei; da quando è giunta ad Hogwarts non ha mai provato ad aprirsi o socializzare per il puro piacere di farlo e di non essere sempre sola, si è gettata nello studio e nello sport con anima e corpo evitando tutto il resto.
Finché c'era Albus andava bene così, perché a fine giornata trovava sempre qualcuno con cui parlare e confrontarsi; anche Rose, di un anno più grande, è un'ottima amica e confidente, ma dovendo studiare per i M.A.G.O con l'incombenza di dover contemporaneamente preparare il test d'ammissione alla facoltà di medicina babbana le resta davvero poco tempo da dedicare al resto.
Si vedono spesso in biblioteca, ma oramai parlano solo di materie scolastiche, progetti per il futuro e talvolta di Scorpius Malfoy, cotta segreta della cugina.
Lily incurva le labbra in un sorriso triste, fissando distrattamente l'ultimo fagiolo abbandonato sul tagliere.

Rose ha già impostato la sua vita, sa già cosa vorrà fare 'da grande'.
Io no, è già un miracolo se arrivo a decidere il colore dei calzini che indosserò domani, sapendo che ne ho solo di bianchi.
Rose vuol laurearsi in medicina e poi seguire la facoltà di infermieristica magica del San Mungo, idea molto simile a quella di Albus.
Io ho tanti interessi ma niente che mi attragga davvero, che voglia fare per la vita.
A Rose piace Scorpius, anche se zio Ron non vuol saperne nulla di questa relazione, né darà mai il suo benestare.
Io considero i miei coetanei maschi come poppanti col moccio al naso.
Oltre a non vedere in loro nulla di attraente sul piano fisico, l'idea di doverci fare qualcosa che vada oltre il bacio a stampo mi ripugna.
Ma è inutile che mi arrovelli su questi pensieri.

Rinsalda la presa sull'impugnatura del coltello, afferrando nuovamente il fagiolo e preparandosi a colpire per bucarlo.

Non arriverò ai diciassette anni.
Fare progetti non serve nulla.

La punta cala inesorabile sotto lo sguardo fermo della strega fermandosi contro la superficie scura e bitorzoluta dell'ortaggio per lasciarvi una piccola incisione, una ferita nella scorza dura da cui sgorga una goccia di liquido ambrato.
"Evvai!" esulta Lily lasciando delicatamente il fagiolo senza però mollare la pressione sul coltello.
Con la mano sinistra tenta di recuperare una ciotola per raccogliere il liquido, ma così facendo sbilancia il peso trasformando l'utensile in una leva che spara il fagiolo in aria ed in avanti, verso gli specchi.
"Oh!" ghigna Mirtilla sentendosi attraversare dal piccolo corpo coriaceo mentre Lily schizza in piedi con la bacchetta in pugno, puntandola di fronte a sé pronta a pronunciare l'incantesimo di appello; prima che possa terminare la parola 'Accio fagiolo' vede la parte buia sul fondo dell'abside incresparsi.
Le ombre paiono colare dal muro ed innalzarsi dal pavimento, protraendosi verso i lavandini fino a catturare l'ortaggio volante a mezz'aria.
"Ohhh...è arrivato finalmente!" esulta Mirtilla vorticando attorno alla massa nera che, pian piano, inizia ad acquisire la forma ben definita di un uomo alto e pallido, con vesti nere come carbone.

Eccolo.
Evocato dagli inferi come nei peggiori racconti dell'orrore e con la stessa teatralità che ha il Diavolo nel mostrarsi agli ignari mortali che l'hanno – sbadatamente – chiamato, maghi e streghe, signore e signori a voi...Severus Piton!

"Potter" scandisce monocorde, le labbra sottili serrate in una linea ferma trattenendo il fagiolo fra l'indice ed il medio della mano destra, in modo che lei lo possa osservare bene.
Lily inghiotte un grumo di saliva sentendo i battiti aumentare fino a rasentare la tachicardia; vederlo prendere forma dalle ombre in quel modo così anomalo pur rapportato al contesto magico del mondo a cui entrambi appartengono, le causa sempre una certa inquietudine oltre a ricordarle con dolorosa insistenza chi lui sia ed in quale stato abbia deciso di palesarsi nuovamente fra i vivi.
Gli occhi dal taglio asciutto, neri come ossidiana, la scrutano con un'intensità tale da metterle a nudo l'anima spingendola a spostare lo sguardo sullo specchio ove si riflette la parte lunga della stanza, con lei al centro attorniata dal materiale di pozioni, i cubicoli dei gabinetti e gli armadietti in metallo sul lato opposto.
Nessun fantasma d'una ragazzina dai capelli raccolti in codini e spessi occhiali tondi.
Nessun uomo nero emerso dalle ombre.
Solo un fagiolo bitorzoluto sospeso a mezz'aria.
I morti non si riflettono negli specchi.
Non appartengono al piano 'umano'.

"Potter" ripete.
"Si?" mormora timidamente, abbassando la bacchetta.
"Sorvolerò sulla poca cura da te mostrata verso gli strumenti che dovrebbero aiutarti nella preparazione delle pozioni, così come sull'imbarazzante ed infelice scelta di metterti a svolgere una di esse seduta sul pavimento di un bagno che, probabilmente, non viene pulito da quando ha subito l'ultima ristrutturazione, ovvero negli anni cinquanta del secolo scorso"
"Oh no professore...Gazza lo puliva...fino a qualche ventennio fa" s'intromette Mirtilla, venendo fulminata da un'occhiata furente dell'ex insegnante; pur essendo morta da tempo non può far a meno d'avvertire un brivido, seguito da un vago senso di paura.
Si zittisce di colpo, scivolando lentamente verso le porte dei gabinetti, lontana dall'uomo.
"Dicevo..." riprende Piton una volta sicuro d'aver ottenuto silenzio "Sorvolerò sulla scelta che porterà sicuramente ad una contaminazione dei materiali da parte di germi e batteri che ne altereranno la composizione, rovinando irrimediabilmente il preparato. Le pozioni vanno eseguite in un ambiente sterile, questo è un requisito fondamentale per la loro buona riuscita."

I battiti accelerano, seguendo l'inflessibile cadenza delle parole dell'ex insegnante mentre una serie di puntini biancastri costella il campo visivo della strega, segno che l'agitazione pian piano sta trionfando sull'autocontrollo, palesandosi in un calo di pressione scaturito dall'ansia.
Cinque giorni di discussioni continue con Piton ed ancora non riesce a scrollarsi di dosso il senso di inadeguatezza e remissione in cui l'uomo la getta, oltre a non essere in grado di ribattere a tono come, invece, le viene spontaneo parlando con altri insegnanti; i loro dibattiti sono unidirezionali, Lily Luna si limita a fissarlo spaesata e deferente, con le labbra serrate ed i pensieri in subbuglio mentre lui non perde occasione di rinfacciarle quanto sia poco attenta, stupida, rimarcando che:' Solo una deficiente avrebbe eseguito un rituale di cui non ha afferrato bene il senso per gioco; una deficiente o una Potter, parole che potrebbero tranquillamente risultare sinonimi'.
Il tono piatto, distaccato con cui le parla e la poca considerazione mostrata nei suoi confronti, alimentata dall'errata opinione che lui s'è costruito di lei, la feriscono crudelmente; non sa spiegare perché il parere di un Severus Piton redivivo ed incattivito le importi così tanto, dopotutto non si conoscono affatto, ma ogni frecciatina le pesa come una ferita inferta da una lama.
Non capisce nemmeno come lui riesca a causarle soggezione, zittendola con una semplice occhiata tagliente senza ricevere un meritato 'vaffanculo'; nonostante cerchi di far appello alla fermezza e coraggio che la contraddistinguono per ribattere e fargli capire che no, non è la stupida testa di legno che era suo padre quando l'aveva come allievo, lui pare non udirla continuando ad associare saldamente la persona al cognome.
E lei lo asseconda, inghiottendo saliva amara ed imprecazioni perché frenata da una consapevolezza che la sta opprimendo da giorni, tenendola sveglia la notte ed alimentando gli incubi che ora la visitano regolarmente: ciò che la frena dal rispondere a tono sono gli occhi di lui, il buio che vi vede annidato in fondo alle pupille scure e che le ricorda la notte nella foresta proibita.
Se Piton non fosse apparso lei ora sarebbe carne per i vermi, cibo e sangue per cadaveri vaganti e ciò, a suo avviso, è un motivo sufficiente per mostrarsi un po' più conciliante sapendo che lui, con lei, non lo sarà mai e ne ha tutto il diritto.

L'ho chiamato indietro dalla tomba, costringendolo nuovamente a camminare in un mondo che gli ha causato solo dolore.
Mio padre mi ha raccontato la sua storia.
Nella stamberga strillante, dinnanzi a Voldemort, ha scelto consciamente di morire.
Doveva consegnare i suoi ricordi, voleva ricevere l'attenzione che Harry Potter non gli avrebbe mai concesso spontaneamente poiché lo odiava.
Poi sarebbe stato libero.
Il suo compito era finito e niente più lo tratteneva, tutto ciò che aveva amato se n'era andato.
Voleva andarsene anche lui, in pace.

"Potter?" la voce monocorde dell'uomo la strappa dalle elucubrazioni.
"Mi scuso, stavo pensando e...credo di essermi persa qualcosa" mormora la strega osservando il volto innaturalmente pallido dai tratti spigolosi; gli occhi neri sono abissi e lei vi si perde per qualche istante, sforzandosi di non rabbrividire.

E' contrariato.
Quando mai?

"Fossi in lei non perderei tempo in quest'attività, date le scarse capacità dimostrate in tal contesto.
Ha sentito cosa stavo dicendo?"
"Qualcosa a proposito del sorvolare sul fatto che mi sia messa a preparare il distillato sul pavimento lercio del bagno" risponde prontamente Lily Luna; il sopracciglio nero, sottile, dell'uomo s'inarca pericolosamente verso l'alto, unica manifestazione tangibile del disappunto provato.
"Le ho chiesto perché ha deciso di sperperare ben tre costosissimi fagioli soporosi in modo così idiota, sparandoli in giro per la stanza come fossero petardi" ribatte facendo ondeggiare l'odiato ortaggio.
"Non l'ho fatto apposta!" sbuffa la strega, punta un po' troppo nell'orgoglio per riuscire a mantenere l'autocontrollo.
"Quei dannati fagioli hanno la buccia più dura del marmo e schizzano ovunque! Tagliarli o bucarli è impossibile, cazzo!"
"Linguaggio" sibila Piton.
"Ma porca Morgana!" continua lei, fregandosene del richiamo "Ho consultato ben tre saggi presenti nella sezione proibita della biblioteca per cercare di trovare una soluzione all'impossibilità di affettarlo come da istruzioni riportate nel manuale ' Pozioni Avanzate ' e tutte le fonti confermano la procedura da me adottata, ovvero bucarlo. Bucarlo con la punta di un coltello per estrarne il succo"
Le parole fuoriescono come un fiume in piena, mentre gli occhi castani – furenti – della ragazza incontrano quelli scuri – piatti - dell'ex professore e ne sostengono il peso come se si trovasse ad un'interrogazione e dall'esposizione dei fatti dipendesse la sua ammissione alla classe successiva.
"Porco Merlino scalzo in una valle di chiodi!" nuovamente Piton la invita a moderare i toni, nuovamente lei lo ignora.
"Non ha funzionato! Anzi...c'ero riuscita...è uscita una goccia. poi mi sono spostata per prendere una cosa e quello..." indica con rabbia il fagiolo, ancora stretto fra le lunghe dita pallide dell'uomo.
"Quello è partito a missile! Un po' come gli altri due in verità. Non è che volessi sprecarli e tengo a sottolineare che non ho li recuperati solo perché non mi va di ravanare negli scarichi di questi lavandini luridi, o del cesso. Si, avrei potuto richiamarli con la magia, ma il mio intento primario era un altro. Poi i due precedenti sarebbero risultati irrimediabilmente contaminati, come lei stesso ha giustamente suggerito..."
"Potter"
"Questo ci riporta alla questione della pulizia. Si, sono a conoscenza del lerciume e dei vari microcosmi di batteri, muffe, funghi ed altre entità presenti in questo bagno, dato che lo frequento dal primo anno, ma non avevo altra scelta! Non ho alcuna intenzione di svolgere il compito assieme ai miei compagni di corso. Devo farcela da sola!"
"Potter..." sibila nuovamente Piton alzando il tono di voce quanto basta a far accapponare la pelle evanescente di Mirtilla Malcontenta, senza però sortire alcun effetto sulla giovane in carne ed ossa.
"Sono al sesto anno, l'anno prossimo dovrò sostenere i M.A.G.O ed ho intenzione di uscire con un ottimo voto anche in pozioni. Non poso elemosinare l'aiuto altrui, né abbassarmi a svolgere gli incarichi assieme a miei pari poiché ciò sarebbe..."
"Potter! Non costringermi a silenziarti!" tuona l'ex professore, ottenendo finalmente l'attenzione della studentessa che ammutolisce di colpo, mordicchiando il labbro inferiore in un palese gesto d'imbarazzo; cinque giorni di 'convivenza' l'hanno reso sufficientemente edotto sul carattere introverso della ragazza e sulla sua tendenza a parlare a raffica quando si agita o si sente sotto pressione, stati in cui lui si diverte a gettarla per puro, maligno, piacere data la stupidità e noncuranza delle altrui volontà con le quali l'ha richiamato dalla morte trasformandolo in una creatura a metà, né vivo né defunto.
Un essere di cui aveva letto solo nei più oscuri tomi di magia nera e che, sinceramente, credeva essere solo una favola per spaventare i bambini.
Come ci sia riuscita poi è un altro grosso mistero, mistero che la giovane si rifiuta di affrontare e qui si torna al motivo della sua apparizione.

"Ho sottolineato più volte la mia intenzione di sorvolare i molteplici errori da te commessi, dato che non sono qui per insegnarti pozioni" spiega, osservando il viso di lei farsi improvvisamente più pallido.
"Non ho avuto tempo di continuare la ricerca" sussurra la strega, sentendosi in difetto; ha passato cinque giorni ad aggirarsi febbrilmente nella sezione proibita in ogni momento libero o di pausa dalle lezioni senza però trovare il coraggio di svolgere ricerche più approfondite sul Nèkiya, continuando a ripetersi che ci avrebbe pensato l'ex professore, sicuramente molto più competente di lei in materia di Arti Oscure, essendo un ex Mangiamorte.
Non si è più nemmeno preoccupata di approfondire con Grace e Milena il discorso sul libro utilizzato per svolgere il rituale e su quanto accaduto durante la fatidica notte, dato che le ragazze la evitano da giorni - con maggiore impegno del consueto - e fra di loro sembra essersi creato un nuovo muro, ancor piu' spesso di quelli eretti sin ora; il tomo è sparito nella foresta la sera del 31 ottobre, probabilmente inghiottito dalla terra assieme al cadavere del Mangiamorte ed i suoi ricordi non sono sufficienti a spiegare gli innumerevoli punti oscuri connessi al rituale, avendolo imbastito più per gioco che per reale interesse, con una superficialità quasi imbarazzante per una persona sempre attenta e scrupolosa come lei. Amanda poi è stata ritirata da scuola dal padre la mattina del due novembre,  rendendosi irrintracciabile, quindi le risulta impossibile domandare alla compagna ulteriori delucidazioni su dove abbia trovato quel dannato libro e perché abbia decido di coinvolgerla in quella follia, insistendo a gran voce.  

Non ho ancora ben chiaro come diavolo abbia fatto a combinare questo casino.
Lo zombie Mangiamorte, sempre che di zombie si tratti e Piton l'ombra-cadavere.
Persino l'utilizzo della Legilimanzia non è bastato a carpire dalla mia testa ulteriori, utili informazioni.
Non sono in grado di ricordare nemmeno gli atti di preparazione e purificazione, figurarsi ripetere l'incantesimo.
Sperando poi che i morti siano solo due e non ce ne siano altri in giro.
Beh, almeno Piton è meglio conservato del suo collega, non so se sarei riuscita ad abituarmi alla presenza di un cadavere decomposto che mi tampina giorno e notte sperando che io lo rimandi a 'dormire'.

"Data la precarietà della situazione non penso di dover nuovamente sottolineare quanto sia importante accantonare il resto e concentrarsi sul raccogliere più informazioni possibili sul rituale da te intrapreso e sul come annullarne gli effetti" spiega l'ex professore in tono fermo.
"Beh non posso certo smettere di studiare o saltare le lezioni; le ricordo che sono una studentessa del sesto anno famosa per non aver mai perso un'ora di scuola, non posso prendere e sparire nella sezione proibita in cerca di testi su antichi rituali oscuri di punto in bianco, i professori si insospettirebbero" ribatte Lily Luna, analizzando la situazione con logica.
"Ciò però non ti esenta dal fare la tua parte, smettendola di addurre inutili scuse ogni qualvolta ti trovi a dover affrontare in modo concreto le conseguenze di quanto hai fatto" sottolinea l'uomo con crudele precisione.
"Non scappo! Né m'invento scuse! Sto solo cercando di raccapezzarmi, di mettere assieme i pezzi per reimpostare la mia vita partendo da ciò che è accaduto il 31 ottobre" la voce della strega trema mentre il grumo di angoscia che le ha serrato il petto per giorni pian piano emerge sotto forma di una confessione che mai avrebbe creduto di riuscire ad esternare in sua presenza.
"Non è facile convivere con l'idea che ho fatto un casino epocale e che, probabilmente, lei ed il Mangiamorte non siete gli unici morti risvegliati quella notte."
Ha gli occhi lucidi ma non piange, testarda ed orgogliosa com'è si limita a stringere i pugni con forza.
"Non è facile convivere con l'idea che sono segnata e questa maledizione, probabilmente, mi impedirà di arrivare ai diciassette anni viva o di avere una vita normale in seguito, anche se dovessi riuscirci"
Nel bagno cala il silenzio, attutito appena dallo sgocciolio ritmico proveniente dal rubinetto danneggiato.
"Oh..." s'intromette Mirtilla svolazzandole vicina per cingerle le spalle in un freddo ed invisibile abbraccio.
"Non preoccuparti cara, quando morirai, se vuoi, posso affittarti il cubicolo di fianco al mio"
Un singhiozzo mascherato da risata triste fuoriesce dalle labbra di Lily Luna che, cortesemente, ringrazia. La ragazza fantasma è sempre stata insolitamente gentile – a modo suo – con lei, tirandola su di morale in più d'un occasione da quando Albus ha lasciato la scuola e Rose era troppo impegnata per dedicarle attenzioni.
Persino Piton, per un'istante, pare scrutarla in modo diverso.
Più umano.

"I tomi che ha consultato nella sezione proibita inerenti al Distillato della Morte Vivente riguardano gli infusi utilizzati in medicina magica come anestetico o calmante?" domanda l'uomo osservando le due figure femminili con apparente distacco, nonostante le parole della ragazza l'abbiano colpito più di quanto voglia ammettere; rigira il fagiolo fra le mani con aria pensosa.
Lily impiega qualche secondo per registrare l'improvviso cambio d'argomento e di impostazione vocale, notando con sorpresa il tono più 'pacato', per quanto la voce bassa e graffiante di Severus Piton possa esserlo.
"Si, ho letto A. Jenkins e H.T. White. Il metodo utilizzato da entrambi per trattare il fagiolo è quello che ho cercato di adottare anch'io, con i risultati fallimentari che Lei ha giustamente rimarcato. Ho provato a dare un'occhiata veloce anche ad altri testi di medicina magica incentrati sulla cura palliativa delle malattie mentali mediante anestetico, ma in nessuno viene riportata in modo approfondito o la preparazione del distillato; probabilmente gli autori danno per scontato che se uno si trova a studiare determinati argomenti conosca già la base della pozione."
Spiega cautamente la strega, richiamando alla memoria tutti i trafiletti letti e riportati negli appunti il giorno prima, sorpresa della piega – inaspettata – presa dalla discussione; nessuno le aveva mai chiesto cosa leggesse o come svolgesse le sue ricerche, né di parlare dei libri che aveva trovato più interessanti o pertinenti all'argomento studiato.
Nessuno, nemmeno i suoi insegnanti.
Che la prima persona ad osare tanto sia un morto e che costui sia nientemeno che Severus Piton, la cui fama d'insegnate stronzo ed intransigente oltre ogni previsione rasenta la leggenda, le sembra alquanto surreale.
Improvvisamente l'uomo lancia il fagiolo nella sua direzione e lei, da brava cercatrice, reagisce con prontezza afferrandolo prima che cada a terra.
"Io suggerirei Bosch, molto più sintetico ed accurato nell'esposizione delle varie fasi di preparazione, con note a margine davvero interessanti. Ha inoltre il pregio di non dare retta ad infondati pregiudizi, limitandosi a riportare solo ciò che ha potuto testare di persona. Il suo manuale sulle pozioni è utilizzato come testo scolastico a Durmstrang, scuola che ha il primato d'aver forgiato i migliori pozionisti d'Europa."
Un mezzo sorriso incurva le labbra pallide di Piton mentre continua a spiegare.
"Nella sezione proibita lo puoi trovare fra i tomi in lingua tedesca. Non è tradotto in inglese perché il ministero l'ha sempre ritenuto 'poco idoneo ad un pubblico adolescente' a causa della pericolosità delle informazioni in esso contenute. Idiozie dettate dalla maledetta xenofobia che regna su quest'isola, ovviamente."
"E Bosch..." lo ferma Lily Luna, improvvisamente attenta ed eccitata dall'idea di poter apprendere utili informazioni sulla preparazione del Distillato "Come suggerisce di tagliare il fagiolo per estrarne il succo?"
"Consiglia di farlo sbollentare in acqua per circa dieci minuti, incidendolo successivamente. Ovviamente Bosch parte dal presupposto che il mago abbia a disposizione un buon banco da lavoro con più fuochi, non che l'operazione venga svolta in modo alquanto dubbio sul pavimento lercio di un bagno femminile."
Il ghigno sghembo di Piton assume una connotazione maligna, ma Lily Luna non vi bada; non le interessa che la stia nuovamente redarguendo per aver cosparso il pavimento del bagno con il materiale di pozioni, né che abbia fatto fuori ben due fagioli su tre a disposizione, senza capire da sola dopo il primo – fallimentare – tentativo di bucarli che quella non era la procedura corretta o completa.
Non si cura d'essere di nuovo punzecchiata e messa sotto pressione a causa della stupidità dimostrata nel svolgere il rito; il fatto di essere giunta, dopo cinque difficoltosi giorni, ad avere una conversazione normale su argomenti accademici con Severus Piton basta a farle sopportare tutto il resto.
C'è qualcosa in lui, nel suo modo di porsi e parlare, nella vasta cultura che possiede e nel mondo quasi noncurante con cui la elargisce che l'affascina; suo padre le ha raccontato numerose storie con Piton come protagonista, le ha parlato a lungo – quasi fosse una fiaba – dell'amore che lui provava per la nonna sua omonima, per quella Lily Evans che non era stata in grado di perdonarlo per essersi unito alle schiere dei Mangiamorte, preferendo James Potter.
Quella Lily che Lily Luna ha sempre capito assai poco, nonostante dell'amore al di fuori della letteratura non sappia nulla, schiva com'è; lei non avrebbe mai scelto un tizio borioso tutto muscoli, rifiutando la possibilità di avere un compagno colto, con cui conversare degli argomenti più disparati, un compagno che poi è anche abile in duello ed un genio in diverse materie, seppur oscure.

Si chiama Sapiosessualità, ed è deleteria. (II)
Non posso ogni volta fissarmi su chi si dimostra un poco più intelligente della media di scimuniti che mi circondano come quando, a otto anni, ho preso una sbandata allucinante per Malfoy Senior (III) solo perché è un ottimo duellante, con un umorismo tagliente.
E' sbagliato.
Sono già abbastanza incasinata con il resto per pensare anche a questo.

"Quindi..." la ragazza riprende il filo del discorso, annullando l'improvviso silenzio disceso nella stanza; deve smetterla di abbandonarsi a voli pindarici assurdi in presenza di Piton, perché sa che ogni sua forma di disattenzione rischia di essere punita con un cargo da novanta di frecciatine e taglienti constatazioni su quanto sia irrimediabilmente 'testa di legno', epiteto che la manda in bestia.
"Si, Potter?"
"Come faccio?" chiede lei, alzando la mano in cui tiene il fagiolo sul palmo.
Piton sbuffa, voltandosi verso le ombre con l'intenzione di sparire nuovamente all'interno di esse; la sua presenza si sta dimostrando superflua, inoltre sta sottraendo tempo prezioso alla ricerca di materiale ed informazioni che possano ridonargli l'agognata condizione di sonno eterno a cui anela.
Non può permettersi alcuna forma di coinvolgimento né dialogo civile, specie con Lily Potter; lei dovrà solo essere il mezzo per raggiungere la vera morte, non può affezionarsi, né permettersi di divenire conciliante ogni volta in cui la vede mostrare segni di sofferenza, com'è già accaduto.
Nell'infermeria durante la notte fra l'uno ed il due novembre, quando lei piangeva sola e smarrita.
La notte del rito, quando l'ha salvata dal fu McLeod.
Poco fa, iniziando a parlare di pozioni per farla concentrare su qualcosa che le desse il buon umore facendole dimenticare la precarietà della sua condizione.
Non è Lily, non ha alcun debito verso di lei, nonostante guardarla in viso e vederla sorridere gli causi fitte di dolore inimmaginabili; Lily Luna è come una manciata di sale su ferite infette, mai rimarginate e gli brucia l'anima – che non possiede più – con una forza dirompente e distruttiva perché continua a ricordargli, con dolorosa insistenza, la donna che suo malgrado non ha mai smesso di amare e venerare, nonostante – oggettivamente – fosse stata una gran ed insensibile stronza dal litigio in avanti.

"Non ci arrivi da sola, adepta della casa di Rowena?"
Eccolo li, il muro.
Nel silenzio che segue può quasi avvertire il suono dell'entusiasmo provato dalla giovane Corvonero frantumarvisi contro; il sorriso sghembo, cattivo, si fa più marcato mentre si volta verso l'abside iniziando a sparire.
"Aspetti!" cerca di richiamarlo lei, inutilmente.
"Stasera alle nove nella sezione proibita, Potter. Non accetto ritardi" le sue parole sono un eco che risuona martellante all'interno della stanza ove le ombre si sono fatte più scure, quasi solide.
La ragazza sbuffa stringendo il fagiolo nel palmo con rabbia; il comportamento scostante dell'ex insegnante e preside è un'altra – delle mille cose – di Piton che la fanno infuriare poiché non segue alcuna logica, è irrazionale e di un'emotività che stona con la figura nera ed altera a cui è associata.
"Mi sa che dovrai arrivarci da sola davvero" bisbiglia Mirtilla stringendole la spalla in una presa inconsistente.
Lily Luna osserva il buio con rabbia, gli occhi iniettati di cieca determinazione.
"Ovviamente! Le dimostrerò che non ho bisogno del suo aiuto, professore"
Mentre si appresta a gettare il fagiolo nel calderone ricolmo d'acqua bollente con l'idea di lasciarlo ad ammorbidire per i dieci minuti richiesti da Bosch, la famigliare voce fredda e derisoria di Piton riecheggia per il bagno, facendole quasi sfuggire il dannato ortaggio dalle mani.

"Schiaccialo con il piatto del coltello, testa di legno."

Dalle labbra di Lily Luna fuoriesce un impropero degno d'uno scaricatore di porto in villeggiatura ad Azkaban, mentre afferra l'utensile appuntito indicato per agitarlo contro le ombre sul fondo circolare della stanza.

Schiacciarlo...

Un'idea semplice a cui lei stessa aveva pensato mentre approfondiva l'argomento sui tomi presi nella sezione proibita, senza però metterla in pratica poiché le sembrava sciocca, impossibile; d'altronde il dannato fagiolo non si buca con la lama più affilata, né spiaccicandosi contro le più improbabili – e rigide – superfici, figurarsi se per farne uscire il succo basta schiacciarlo con il piatto del coltello, esercitando una pressione omogenea da entrambi i lati.
"Oh...e quale scienza eletta ha partorito una così illuminante ed, oserei dire, per nulla idiota soluzione al problema?" domanda lei in tono affabile, deponendo il fagiolo sul tagliere per apprestarsi a compiere l'operazione suggerita con il solo intento di dimostrarne – scientificamente – la ridicolezza.

"Io"

Compresso sotto la lama larga del coltello il fagiolo muta in un tripudio di succo ambrato, mentre una sensazione di sgradevole fallimento si impossessa della strega.

Dopo la Brexit, il coronavirus, la crisi economica ed una guerra ad est questo mondo deve aver davvero imboccato la via dell'autodistruzione; non è possibile che tutto ciò che possiede una logica sia stato soppiantato da stupide azioni prive di fondamento.
Schiacciare il fagiolo...
Eseguire il Nèkiya risvegliando ben due morti...
Il bipolarismo di Piton.
Oh, 'fanculo! Che il sistema vada pure a farsi fottere, ho problemi ben più importanti su cui concentrarmi.


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Glossario:

Prewett: La famiglia di Molly.

Sapiosessualità: con questo termine si fa riferimento a quelle persone che vedono l'intelligenza come il principale fattore di attrazione sessuale.

Malfoy Senior: Draco, che ha preso il posto del padre come capo della famiglia Malfoy. Il motivo per il quale Lily Luna lo conosce sin da quando era piccola verrà spiegato più avanti.


NDA: Primo capitolo ' statico', dove però appaiono tanti piccoli indizi sull'entità del rito compiuto da Lily Luna e che introduce la figura di Severus Piton redivivo (anche se 'vivo' non è).
Il fatto di muoversi attraverso le ombre non è una capacità acquisita quando militava nei Mangiamorte, bensì uno dei doni di cui si è trovato in possesso dopo essere tornato e, più avanti, avrà una spiegazione, come verrà spiegato cosa sia diventato (come giustamente osserva Lily Luna, non è uno zombie).
In questo capitolo compaiono anche diverse informazioni sulla famiglia Potter, filtrate dal POV di Lily Luna; preciso che lei non odia la sua famiglia, anzi per lungo tempo ha considerato suo padre come un eroe delle fiabe, è molto affezionata a Ginny ed ha un rapporto speciale con i suoi fratelli, rapporto che però – crescendo – è un po' mutato, specie con James Sirius.
Sono molto diversi sul piano caratteriale ed andare d'accordo, in un periodo di transizione complesso come lo è l'adolescenza, non risulta facile, come non è risultato facile per la Lily Luna bambina scoprire che anche suo padre è umano e possiede dei difetti.

Un grosso ringraziamento a chiunque sia giunto fin qui.

Alla prossima.

_Morgan


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Capitolo 3
*** Interludio I: Arcano XIII - Il Senzanome (5 novembre 2023) ***


Nekiya - Interludio I


Interludio I: Arcano XIII - Il Senzanome (5 novembre 2023)

[Note a margine che gettano luce sulla situazione corrente e sui ruoli dei coinvolti]


"Sono io la Morte,

e porto Corona.

Io son di tutti voi,

Signora e Padrona...

e davanti alla mia falce il capo tu dovrai chinare,

e dell'oscura Morte al passo andare."

(Branduardi – Ballo in Fa Diesis Minore)



Hogwarts,

Biblioteca – Sezione Proibita
5 novembre 2023, 22.10


La sezione proibita è un dedalo di stretti, polverosi corridoi dai pavimenti in marmo lucido che si snodano fra alte scaffalature in legno brunito; odora di pergamena, cera e carta vecchia, cuoio trattato, antichi misteri ed è – salvo in qualche rara occasione – sacralmente deserta.
Ancor prima di capitombolare all'interno del bagno sito al terzo piano, sfuggendo così agli scherzi di James Sirius, Lily Luna aveva eletto la biblioteca suo rifugio passandovi già dal primo anno innumerevoli ore a leggere, svolgere ricerche o a camminare per gli infiniti corridoi scorrendo i titoli dei volumi presenti, fantasticando sul futuro o ripassando una lezione.
A volte, quando il chiacchiericcio delle sue compagne di stanza l'annoia e le toglie il sonno, è li che sgattaiola, ignorando il coprifuoco per passare la notte a leggere a lume di bacchetta, nascondendosi da Gazza e Barley (I) quando questi passano ad effettuare il consueto giro di ronda.
Di tutta Hogwarts quello è l'unico posto dove non è costretta ad indossare la moltitudine di maschere con cui è solita relazionarsi a compagni di corso e professori, potendo far emergere la sua vera natura: una ragazza sedicenne sola ed introversa, affascinata dal mondo e dalla magia in ogni sua forma, una ragazza che volentieri disdegna un pomeriggio passato a bighellonare per Hogsmeade se può sprofondare in una delle poltrone in pelle della sala lettura, con la musica riprodotta dallo smartphone sparata nelle orecchie, un libro fra le mani e la sete di conoscenza o avventure appagata; la fantasia e le pagine dall'aroma inebriante sono sempre state un ottimo metodo per sfuggire alla realtà scomoda di essere vista solo come la figlia dell'eroe del Mondo Magico, trattata come una statuina di cristallo pronta a spezzarsi al minimo fremito della superficie ove è stata collocata.
Da quando ha memoria attorno a lei è sempre esistita una gabbia dorata che l'ha protetta, estraniandola dal dolore per permetterle di vivere come una 'privilegiata'; il debito che la società magica ha verso il padre è altissimo, ogni mago o strega che ha vissuto le guerre scatenate da Tom Riddle si dimostra quindi ben lieto di agevolarla tramite aiuti d'ogni tipo, favori e calcolate chiusure d'occhio dinnanzi a mancamenti e marachelle.
Da bambina tutto ciò le era sembrato meraviglioso, come se fosse la protagonista di una fiaba babbana a lieto fine, ma – essendo sempre stata fin troppo sveglia - non le ci è voluto molto per capire che ogni favore elargito con apparente noncuranza chiede invece un egual tributo e, viste tutte le persone così prodighe nei suoi confronti, non aveva dubbi sul fatto che tal tributo sarebbe stato assai caro.

E' durato finché non ho iniziato a sentirmi in imbarazzo, preferendo conquistare i traguardi con le mie sole forze e non grazie al mio cognome.
Oneri ed onori.
Successi fallimenti.
Torti e ragioni.

"Potter" la voce profonda e monocorde di Piton riporta l'attenzione della giovane strega al corridoio semibuio dell'ala dedicata ad astronomia e divinazione.
"Scusi" sussurra scuotendo il capo per scacciare gli ultimi pensieri legati all'infanzia, alzando la bacchetta dalla quale s'irradia una pallina di luce cangiante per illuminare meglio le coste dei numerosi tomi allineati ordinatamente sugli scaffali, mentre le labbra di lui s'incurvano in una smorfia cattiva.
"Inizio a comprendere il perché ti abbiano affibbiato 'Luna' come secondo nome. La Lovegood, che come ben saprai è stata compagna di scuola e d'avventure dei tuoi genitori, si è sempre dimostrata altrettanto persa in elucubrazioni assurde e mondi irreali, dimenticandosi di vivere nel 'presente'. A quanto pare il tributo alla sua persona elargito dai tuoi ha finito per intaccare anche la tua precaria concentrazione."
La ragazza non si scompone, continuando a leggere con aria assorta i titoli in inglese e latino, cercando di richiamare alla memoria quanti più dettagli possibili sul grimorio che Amanda ha recuperato dalla Sezione Proibita e nel quale é stato scarabocchiato in modo quasi casuale, a margine d'una pagina macchiata e pasticciata d'annotazioni illeggibili, l'incantesimo da recitare ed i passaggi per svolgere correttamente il rituale di evocazione delle anime.

Anime, non cadaveri.

Ma data la poca cura con cui ha tradotto il testo dal greco all'inglese non si stupisce d'aver – probabilmente – travisato il significato, creando una mutazione con effetti impensabili.
"Sicuro che sia un tributo a Luna Lovegood?"
"Non vedo a chi altri potrebbero essersi ispirati. La semplicità con cui tuo padre affronta la vita, senza soffermarsi troppo a ragionare sulle possibili conseguenze, è leggenda"
"Si, a volte non si dimostra molto riflessivo e quando ha scelto i nomi per i miei fratelli non ha pensato all'enorme carico di responsabilità di cui li stava gravando. Nomen Omen, un nome un destino. Se James Sirius si sta rivelando il perfetto mix del nonno e Black, avendone ereditato la deficienza, quello più in difficoltà risulta sicuramente Albus. Serpeverde, intelligente e schivo, con la sfiga d'avere il primo nome identico a quello di uno dei più grandi maghi che la storia ricordi..."

Piton sbuffa infastidito ripensando all'abilità di Silente nel manovrare i suoi collaboratori ed amici come pedine di una scacchiera, spingendo ogni 'pezzo' ad annullare e rinnegare la propria volontà, nonché il libero arbitrio, per eseguire l'ordine imposto così da giungere alla tanto agognata vittoria, senza curarsi di quanti 'pezzi ' siano stati sacrificati per ottenerla.
Un grande mago, indubbiamente, dotato di un'intelligenza rara che l'ha reso superbo e spietato come pochi altri prima di lui; non ha mai perdonato al vecchio l'ordine mascherato da supplica di ucciderlo per salvare l'anima di Draco Malfoy, né di non essersi fidato abbastanza da rivelargli l'intero piano, spingendolo così ad una morte assai misera e dolorosa.
Non che s'aspettasse di sopravvivere alla guerra, lasciare il mondo dei vivi era ciò a cui anelava più d'ogni altra cosa dopo anni a proteggere Potter in nome dell'amore verso l'unica donna che per lui abbia contato qualcosa, ma di certo non si aspettava di soccombere fra atroci sofferenze, divorato da quella sottospecie d'aborto formato rettile chiamato Nagini.
Una mano sale lentamente verso il collo, sfiorando il tessuto spesso del colletto della casacca ove, al di sotto, la pelle è deturpata dall'ampia cicatrice che gli rammenta quanto accaduto la notte del due maggio 1998 fra le mura fatiscenti della Stamberga Strillante; persino l'essere tornato dal regno dei morti inaspettatamente 'integro' non ha cancellato quel monito che l'invita costantemente a ricordare la sua precaria condizione, da dove provenga e dove dovrà tornare se la ragazzina si degnasse d'impegnarsi attivamente nella ricerca d'un contro incantesimo che ponga fine agli effetti del rituale, anziché sproloquiare sciocchezze e concentrarsi sui compiti assegnati dai docenti.
Se fosse ancora professore e lei una sua alunna però, una silenziosa lode di merito gliela concederebbe, visto l'accanimento nell'essere sempre la migliore dimostrato in ogni contesto.
Pure nell'evocare i morti, quand'invece avrebbe dovuto rimanere umile e fallire.

Sciocca testa di legno.

"A volte Al non si sente all'altezza del nome che porta e prova ansia. Quand'era più piccolo soffriva spesso di attacchi di panico, poiché era convinto di essere un buono a nulla. Credo che anche ora, nonostante sia maturato facendosi molto più abile ed intelligente, pensi ancora di non riuscire a competere o eguagliare Silente, né lei..."
Il braccio ricade lungo il fianco mentre l'ex professore torna a concentrarsi sul discorso della strega, colpito da quell'affermazione carica di un rispetto ed ammirazione che nessuno mai gli aveva dimostrato quando era ancora in vita; era stato una spia, un doppiogiochista, l'incognita che – in silenzio – aveva retto le sorti dell'intero Mondo Magico decretandone l'avvenire e, affinché tutto andasse per il meglio, aveva dovuto annullarsi, fingere costantemente e farsi odiare da tutti, indossando una maschera che poi era divenuta la sua vera persona.
Per divenire la Variabile è stato costretto a sacrificare la verità e presumeva che nessuno l'avrebbe mai ammirato – o semplicemente capito – per questo.
"Io?" Piton inarca un sopracciglio visibilmente sorpreso.
"Sia io che Al l'abbiamo sempre reputata un grande mago, difendendola più volte dagli insulti lanciati da James. Mio fratello maggiore adora solo gli spacconi e gli eroi Marvel-style, non riesce a concepire figure più complesse, né che il bene ed il male non siano netti ma abbiano numerose sfumature e modi di manifestarsi" spiega la ragazza annuendo, spostando la bacchetta fra di loro così da illuminare completamente il volto magro e pallido dell'ex professore, nettamente in contrasto con il nero delle vesti, dei lunghi capelli e degli occhi ossidiana, pozzi in cui il riverbero della magia annega inghiottito mentre le labbra si serrano in una linea sottile.
Se sia contrariato o semplicemente pensoso non sa dirlo, fa davvero fatica da interpretare le espressioni granitiche di Piton, così come i suoi repentini sbalzi d'umore.

Probabilmente si starà chiedendo cos'è la Marvel.

"Se è così stupido merita il nome che porta."
Piton si volta verso la scaffalatura in ombra alle spalle della strega, riprendendo la ricerca; non ha avuto bisogno d'estrarre la bacchetta né di lanciare un 'lumos' a sua volta, avendo appurato di vedere al buio ancor meglio che in piena luce.
"Concordo, più cresce più si rincretinisce. Comunque io mi chiamo 'Luna' in onore di Remus 'Lunastorta' Lupin (II). Se fossi nata maschio mio padre mi avrebbe dato direttamente il suo nome."
"Fammi indovinare, se Codaliscia non avesse tradito per schierarsi dalla parte del Signore Oscuro e tu fossi nata maschio ora ti chiameresti Remus Peter Potter?" domanda piattamente l'uomo, afferrando un grosso volume dalla copertina lisa per leggerne il titolo, indecifrabile sul dorso: 'Tarocchi – L'arte d'interpretare attraverso le immagini. Guida completa' di Mary Manfrin, (III) mentre Lily Luna rabbrividisce trovando l'accostamento alquanto orrendo e ringraziando mentalmente Minus per le scelte - seppur errate e deprecabili – che l'hanno allontanato dai Malandrini e spinto a divenire un seguace di Tom Riddle.
"Fortunatamente così non è stato" mormora la strega osservando Piton sfogliare le pagine del libro colta da un'improvvisa rivelazione: in cinque giorni di forzata frequentazione ed assidui battibecchi non l'ha mai chiamata per nome, solo 'Potter' o ' Testa di Legno', premurandosi di calcare bene entrambi gli epiteti con una buona dose di sdegno.

Nomen Omen, Lily Evans.
Ma io non sono lei.

La ragazza assottiglia lo sguardo colta da un'improvvisa stizza e volta il capo, tornando a concentrarsi sulla ricerca per non perdersi in ulteriori elucubrazioni sulla nonna morta ed il rapporto che c'era fra lei e Piton; che tipo di sentimento provasse per Lily l'ha appreso dai racconti del padre e non le interessa, né le crea alcun disagio trattandosi di fatti accaduti ben prima che lei ed i suoi genitori nascessero.
Ciò che le da profondo fastidio è il non essere riconosciuta come una persona a sé stante, scissa dall'ingombrante figura della Evans.
A parte i capelli rossi, tratto che lei ha ereditato dalla madre Weasley e non dal ramo paterno della famiglia, nonna e nipote non si somigliano per niente, inoltre Lily Luna rifiuta con quanta forza ha in corpo di paragonarsi ad una persona che ha negato il perdono ad un amico solo perché questi frequentava compagnie poco raccomandabili e l'ha insultata chiamandola 'sanguemarcio' a causa della rabbia provata verso James Potter ed i Malandrini.
Lancia una fugace occhiata alla figura nera immersa nella lettura, attraversata da un moto di compassione; la vita del bersaglio è sempre ardua, finché non si finisce nelle mire da qualche stupido bullo con manie di grandezza non si può realmente capire quali e quanti danni psicologici questa condizione d'impotenza provochi, senza considerare il dolore fisico scaturito da pugni e lesioni che il fantomatico bullo elargisce giornalmente come dono.
James le ha insegnato bene, spingendola ad avere un atteggiamento sempre schivo e riservato con il prossimo a causa della paura di qualche ripercussione violenta e crede che ciò sia accaduto anche a Piton, quando era ragazzo.

"Se non erro il libro su cui è stato scarabocchiato il rituale parlava dei Tarocchi" mormora l'ex professore senza alzare il viso dalle pagine, richiamando alla memoria quanto ha visto nei ricordi della ragazza.
"Si, o almeno credo. Sa non sono mai stata molto attratta dalle lezioni di Divinazione e le ho frequentate solo durante il terzo anno, quando erano obbligatorie. La pagina contenente il rituale parlava di una carta. E' l'unica cosa di cui sono certa" risponde Lily Luna avvicinandosi all'uomo con la bacchetta levata, così da poter leggere a sua volta le pagine ingiallite del tomo, fitte d'una scrittura in stampatello, ordinata.
Le indicazioni su che tipo di rito fosse stato scarabocchiato – in greco – a margine della pagina erano state vergate in inglese in una calligrafia differente, come se chiunque le avesse aggiunte avesse scoperto l'incantesimo originale in un secondo momento; la strega ricorda d'aver dato una letta veloce all'intera pagina, scartando subito lo stampato – vero argomento trattato nel grimorio - poiché inerente a qualche forma di lettura di una 'figura' utilizzata in Divinazione.
L'affermazione di Piton la colpisce, poiché lei non é stata in grado di ricollegare subito questa 'figura' ad una possibile carta dei Tarocchi, nonostante condivida la stanza con Grace e quest'ultima sia una vera appassionata di questo metodo di predizione del futuro e  possieda anche diversi mazzi di carte.
"Ti stupirà sapere che, contrariamente alle forme di divinazione quali la caffeomanzia, chiromanzia, cristallomanzia ed altre pratiche da saltimbanchi, la lettura ed interpretazione dei Tarocchi è una vera e propria arte. Le settantotto carte che compongono il mazzo, suddivise in arcani maggiori ed arcani minori, sono una sorta di 'libro' e la loro lettura ed interpretazione corrisponde ad intraprendere un cammino iniziatico. Banalmente, si può inoltre dire che la lettura dei tarocchi abbia molto in comune con l'alchimia e con quella branca della psicoanalisi chiamata 'Psicologia dell'Io', nonché di tutta la parte connessa all'inconscio e all'interpretazione dei sogni."
Nuovamente la ragazza si trova ad ascoltare la voce bassa e graffiante dell'ex professore con l'animo in subbuglio, bevendo ogni parola come fosse un assetato che non tocca acqua da giorni ed immagazzinando i concetti, creando collegamenti con altri argomenti e nozioni già studiate in precedenza; l'uomo invece continua a sfogliare il libro senza badare all'improvviso mutamento d'animo della giovane, leggendo rapidamente le note introduttive per poi saltare alla parte riguardante gli 'Arcani Maggiori'.
Ricorda alcuni frammenti di testo estrapolati dalle memorie della Potter, riferimenti ad una figura di un 'Contadino' (IV) a cui sono stati amputati i quattro arti, o forse solo i piedi ed un possibile collegamento con il 'Mat' dagli abiti sgargianti; nonostante sia un abile Legilimes ha trovato davvero difficoltoso dedurre più dettagli, avendo lei mostrato da subito poco interesse per il libro, concentrandosi solo sul rituale in greco il quale – ovviamente – non conteneva alcuna indicazione sull'annullamento, come la Potter invece ha supposto.
Sarebbe stato troppo facile.
Ha passato intere notti a sfogliare gli archivi di madama Pince alla ricerca del grimorio, verificando se vi fossero dei vuoti sugli scaffali che potessero aiutarlo nel capire da che sezione del reparto proibito sia stato prelevato; nulla, il testo in questione non appare negli schedari della scuola, schedari ben aggiornati data la maniacalità dimostrata dalla bibliotecaria nella catalogazione di ogni tomo o rivista.
L'unica spiegazione razionale è che sia stato portato da fuori e consegnato alla compagna della Potter, anche se non riesce a spiegarsi il perché, trovando assurda l'idea che qualcuno – anche solo per scherzo –  abbia voluto che una sedicenne si cimentasse in un rito così antico e pericoloso al solo scopo di vederla fallire o – alla meglio – morire; ci sono mille altre maledizioni, pozioni ed incantesimi assai più sbrigativi se l'intento era quello di farla fuori.
L'altra possibilità è che il libro fosse effettivamente presente all'interno della scuola, magari nascosto nella Camera dei Segreti, da sempre ricettacolo di tutta la conoscenza oscura presente fra quelle mura, e che qualcuno l'abbia riesumato senza ben capire cosa fosse; la ragazza sostiene che non possa essere opera di Amanda, una Corvonero spocchiosa ma non pericolosa, sicuramente incapace di parlare il perseltongue (V) per sbloccare l'accesso alla Camera e talmente tanto odiata da Mirtilla che nel bagno del terzo piano non vi avrebbe mai messo piede volontariamente, nemmeno per compiere un rito oscuro.
La fantasma ha confermato quanto detto dalla Potter.
L'unica opzione sensata per dipanare il mistero e chiudere il rituale è provare a cercare indizi in altri libri analoghi, ponendo che ve ne siano, iniziando dai testi di Divinazione contenuti nella Sezione Proibita.

"Se non ricordo male durante le lezioni, al terzo anno, la professoressa Patil ci ha spiegato che ogni carta ha un significato di base ed uno variabile, a seconda se essa appaia rovesciata o dritta ed in combinazione con altre figure. Ci aveva fatto fare un gioco per prendere familiarità con gli arcani maggiori, mescolandoli e pescandone cinque, inventando una storia con le figure uscite."
Gli occhi ossidiana di Piton scivolano dalla pagina al viso roseo e sorridente della studentessa, rimanendo sorpreso dalla gioia che scorge negli occhi castani; nemmeno la Granger pareva così entusiasta di approfondire la propria conoscenza d'un argomento con un insegnante, né di condividere quanto appreso durante altre materie, Potter invece sembra sul punto di saltare dalla gioia ogni volta in cui la loro conversazione tocca temi accademici, come se non le capitasse spesso di condividere le proprie conoscenze con qualcuno che la capisca.
In effetti, la Granger aveva il binomio teste di legno Potter-Weasley mentre lei, da quel che ha potuto appurare in cinque giorni di studio della persona, non ha nessuno eccettuata la cugina, impegnata nella preparazione dei M.A.G.O e Mirtilla che, per quanto possa ascoltarla, resta pur sempre una fantasma non molto brillante.
Un piccolo accenno di compassione invade i pensieri dell'uomo, prontamente annichilito dal raziocinio.
Potter non è com'era lui alla sua età, né può permettersi di affezionarsi a lei solo perché si sta dimostrando tanto introversa e sociopatica da non avere amici attorno, non ha tempo né energie da dedicare ai problemi di questo mondo, né della gente che lo abita; inoltre lei - oltre ad essere la stupida testa di legno che l'ha evocato dalla morte - è figlia di Harry Potter e nipote di Lily Evans, motivazione sufficiente per mettere quanta più distanza possibile fra loro, come se i piani dimensionali vita-morte non bastassero.
"E quindi?" domanda Piton in tono freddo, sprezzante.
"Quindi...oltre ad avermi fatto scoprire 'Il Castello dei Destini Incrociati' (VI) dell'italiano Italo Calvino, libro che ho potuto leggere solo in traduzione e che ho trovato davvero stupendo, mi ha permesso di conoscere alcuni nomi popolari dati alle varie figure degli arcani maggiori, molti di questi sono derivati dal francese. Quando è entrato nella mia mente giorni fa ha accennato ad una parola, Mat, come anche al Contadino..."
"Precisamente, il Contadino era Mat, stando a quanto riportato sulla pagina del grimorio, ma nei Tarocchi non vi sono contadini"
"Però c'è il Matto. Lei parla anche francese, giusto?" domanda Lily Luna sempre più euforica, costringendo il professore a spostare la mano dalla pagina per sfogliarle freneticamente, cercando il capitolo dedicato all'arcano senza numero.
"Matto in francese è 'fou', non 'mat'. Tuttalpiù, con un'accentazione diversa, questa parola può significare 'bastone, verga'" ribatte Piton, inarcando un sopracciglio.
"Si ma è una radice latina e non solo, se non sbaglio devo aver letto in qualche libro utilizzato per i miei racconti sui tarocchi, compito in cui ho preso 'E', che è un nome associato alla morte. E nei tarocchi il tredicesimo arcano è la morte."
"Il mietitore, il contadino" mormora l'ex professore mentre la ragazza annuisce soddisfatta; nonostante l'associazione fra la parola 'mat' e 'morte' sia giunta supportata da motivazioni alquanto improponibili e pericolanti, si trova a complimentarsi – solo mentalmente – con l'arguzia mostrata dalla giovane Corvonero, da solo avrebbe impiegato molto più tempo per trovare il nesso.
Le pagine scorrono di nuovo fino a fermarsi alla 152esima, il capitolo ha come incipit l'immagine in bianco e nero di una carta con in intestazione il numero XIII ed all'interno dei bordi la figura scheletrica di un – uomo?- voltato a mezzo, intento a falciare un campo su cui spiccano teste, mani e piedi mozzati.
"Allegria" borbotta la strega, avvicinando la bacchetta per poter leggere meglio le note inerenti al nome della carta.
"Il grimorio parlava di un Contadino a cui è stato amputato un piede" gli occhi scuri dell'uomo studiano la figura, notando che è priva di buona parte dell'arto inferiore sinistro.
"Questo pare corrispondere"
"Qui dice che questa carta, nelle tradizioni antiche, non aveva nome. Conver (VII) si riferisce ad essa con l'epiteto di 'innominato' o 'senza nome', mentre solo successivamente l'arcano tredicesimo è stato chiamato 'La Morte'. Sa...tutto ciò è...strano. Chiunque abbia trascritto il rituale di evocazione delle anime su un grimorio apparentemente incentrato sui Tarocchi, nella pagina ove si parla della 'Morte' non l'ha fatto casualmente..."
Piton annuiscepensoso.
"Come dicevo, i Tarocchi nella loro forma più pura rappresentano un cammino d'iniziazione. Chiunque abbia trascritto il rituale e le note in inglese a margine di quella pagina lo sapeva, l'ha fatto apposta per sondare il livello di preparazione di chi si sarebbe cimentato nell'evocazione. Oppure ha voluto dare un avvertimento"
"Avvertimento che io non ho colto purtroppo, troppo sottile..." sbuffa la ragazza corrugando la fronte, sentendosi nuovamente in difetto.
"Te lo ripeto da giorni Potter, sei una testa di legno senza speranza" sogghigna l'uomo leggendo i significati della carta senza però trovarvi nulla di utile alla loro ricerca, se non la conferma alle supposizioni sulle strane note a margine in inglese.
"la Morte' non è una figura negativa, indica la fine di un ciclo e l'inizio di un qualcosa di nuovo, inoltre è fortemente connessa al mondo sotterraneo, alle cose nascoste che devono essere portate alla luce e all'iniziazione spirituale." lancia un'occhiata alla ragazza al suo fianco, anch'essa immersa nella lettura e serra le labbra, pensoso; l'idea che quanto accaduto fosse stato premeditato per mettere alla prova la Potter è assurda, specie tenendo conto del tipo d'incantesimo che è stata spinta ed eseguire.
I negromanti sono figure rarissime persino nel mondo magico e da sempre costretti ad una vita da esuli a causa del 'dono' che posseggono, ovvero la capacità di sovvertire il naturale decorso dell'esistenza, richiamando dalla tomba coloro la cui vita è terminata per estrapolarne vaticini o utilizzarne i corpi come servi.
Negromanti si nasce, non è possibile divenirlo studiando, ed utilizzare quest'arte è considerato ancor peggio che cimentarsi con la magia oscura. 
Anticamente venivano bruciati poiché si temeva che, uccidendoli mediante Avada Kedavra o affidandoli ai Dissennatori, il potere avrebbe permesso loro di risorgere dalla tomba, vendicandosi di tutti coloro che li hanno condannati.
Potter cattura il labbro inferiore fra i denti in una chiara espressione pensosa prima di riprendere a parlare della Morte e di altre assurde stramberie apprese durante le lezioni di divinazione con Parvati Patil – peccato abbia seguito 'L'occhio Interiore', sarebbe stata una discreta pozionista -, che ora le tornano alla mente; distoglie lo sguardo dal suo viso prima d'incrociarne gli occhi castani, accantonando le supposizioni appena elaborate in un angolo, catalogandole come follie.
E' una Potter-Weasley, mancata Grifondoro, nessuno della sua famiglia può averle trasmesso tali oscuri talenti.

Eppure...

"Strano, non le sembra che la temperatura sia improvvisamente calata?" le parole della ragazza si condensano in una nuvoletta di vapore biancastro che si disperde verso il soffitto mentre un brivido le scuote il corpo, avvolto nella divisa di Corvonero; Piton non avverte il brusco sbalzo termico poiché la sua percezione delle temperature è assai differente ora che non può più considerarsi 'vivo', ma nota con preoccupazione l'improvviso formarsi d'uno strato di brina biancastra sugli scaffali che li circondano e sul pavimento in marmo lucido.
Chiude rapidamente il libro gettandolo a terra ed estrale la bacchetta dalla manica della casacca, ruotando per trovarsi con il viso rivolto verso il fondo del corridoio, ove questi si apre in una saletta di lettura circolare completamente buia; un flusso di magia – antico – carico di potere l'investe con forza mentre le ombre iniziano a danzare e sfilacciarsi, permettendo all'ospite di emergere.
"Un Dissennatore?" domanda Lily Luna voltandosi a mezzo così da non esporre completamente il busto al nemico, levando la bacchetta a mezz'aria pronta a combattere.
"Sta indietro Potter!" ringhia lui, cercando di spingerla dietro di sé.
"So evocare un patronus, stia tranquillo" la ragazza si porta al suo fianco flettendo le ginocchia e piantando i piedi saldamente a terra; avverte l'adrenalina in circolo ed il cuore martellarle il petto, in fibrillazione, mentre il buio inizia ad illuminarsi di una tenue luce azzurrina; dentro sé qualcosa inizia a bruciare violentemente rendendo ogni respiro difficoltoso e la ragazza si ritrova a pensare alla notte nella foresta proibita, a quando stava per svenire e Piton aveva guidato il suo potere per permetterle di mandare a 'dormire' il Mangiamorte.
Il palmo della mano destra, ove si era tagliata con la lama dell'Athame per effettuare l'offerta di sangue le duole, nonostante la ferita sia stata rimarginata giorni addietro; i centri nervosi pulsano attraversati da una corrente di energia dirompente e, per un'istante, avverte l'irrefrenabile impulso di offrire qualcosa di sé – il suo sangue - alla creatura che sta emergendo dalle ombre.

Il rito, il sacrificio.
Il potere.

"Non è un Dissennatore..." dalla bacchetta dell'uomo fuoriesce un lampo di luce rossastra che fende l'aria, schiantandosi sulle enormi ali dal piumaggio scuro della creatura dispiegate a protezione del corpo e li rimbalza, senza sortire alcun effetto.
"E'..." mormora la ragazza lottando contro l'impulso di affondare la bacchetta nella carne dell'avambraccio mormorando un incantesimo di taglio, cercando di mettere a fuoco la figura che li osserva dall'alto dei suoi tre metri abbondanti d'altezza, attraverso la corona d'occhi che le cinge la fronte ossuta, con la bocca deformata da un ghigno raccapricciante.


I am Death and wear a crown .
I am for all of you lady and mistress
and I am so cruel, so strong and harsh that your walls won't stop me.

"Ci incontriamo di nuovo, mia disgrazia"

_______________________________________________________________________________

Glossario:

Barley Charles Augustus: Questo è un OC che apparirà e verrà approfondito nei capitoli successivi; si tratta del bidello di Hogwarts, collega e futuro sostituto di Argus Gazza, quando questi si deciderà a mollare il mocio ed andare in pensione.

'Luna' - 'Lunastorta': Ci sono diverse teorie sull'origine del secondo nome di Lily Potter, le due più accreditate sono quelle riportate in questo capitolo, ovvero che possa essere un tributo a Luna Lovegood, oppue a Remus Lupin. Siccome Harry ha dato al primogenito il nome di suo padre e del padrino e al secondogenito i nomi dei due insegnanti e presidi di Hogwarts che ll'hanno più supportato (e aggiungerei sopportato) nel percorso di crescita e compimento della profezia, viene naturale pensare che abbia voluto omaggiare anche Remus. Non potendo chiamare sua figlia Remusa o Rema ha optato per un più innocui Luna, riferendosi al soprannome dell'ex Malandrino.
Questa seconda ipotesi è quella che, fra le due, preferisco e che meglio si adatta alla trama di questa fanfic; come si diceva sopra: 'Nomen Omen', sia Remus che Lily Luna condividono una bella rogna.

Il titolo di questo volume è stato inventato di sana pianta, mentre il nome dell'autrice è parzialmente reale. Marisa Manfrin ha scritto davvero un libro dove parla di tarocchi e di come interpretarli.

Il Contadino: In alcune versioni dei tarocchi la carta della morte è, appunto, rappresentata come un uomo molto magro intento a mietere un campo. Da qui l'epiteto 'contadino'. Questa versione è stata soppiantata dalla figura più classica del mietitore con armatura e stendardo, a cavallo, e dello scheletro con falce, nelle edizioni moderne.

Perseltongue: Serpentese.
Alcune termini e nomi dei personaggi del mondo di Harry Potter in questo racconto saranno in inglese, questo perché trovo i termini originali molto più evocativi.

"Il Castello dei Destini Incrociati" - Italo Calvino, 1969. Si tratta di una serie di racconti scritti basandosi sulle carte dei Tarocchi.

Conver: Nicolas Conver fu incisore alla corte del re di Francia nel 1700 e creò uno tra i più celebri e rinomati mazzi dei Tarocchi di Marsiglia, dagli esperti ritenuto un vero e proprio 'libro' iniziatico.

NDA: A voi...lo spiegone! O almeno una parte, dato che ho dovuto dividere questo interludio in due a causa della lunghezza esagerata che aveva raggiunto; questi primi capitoli sono stati molto statici, più descrittivi, ma sono serviti per introdurre quella che sarà la storia vera e propria, con molta più azione e dilemmi da svelare.
In questa parte – e nella prossima – si iniziano a scoprire alcuni punti oscuri della vicenda riguardanti Lily Luna (per Piton ci vorrà ancora un po') e la sua 'anomala' capacità d'essere riuscita a portare a termine un rito proibito, antico; per ora ovviamente si tratta solo di supposizioni, vedremo poi quante risulteranno vere ed in che modo.
Nominata appare qui Parvati Patil (Cali, nella versione italiana), professoressa di Divinazione che ha sostituito Sibilla Coooman; questa è si una storia incentrata su Lily Luna e Severus, ma tengo a ribadire anche qui che i personaggi del mondo di Harry Potter appariranno tutti, o quasi, con ruoli più o meno significativi. Date tempo al tempo.

Un grosso ringraziamento a chiunque sia giunto fin qui.

Alla prossima.

_Morgan


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Capitolo 4
*** .II. Arcani minori: Fante e cinque di Bastoni / il Pellegrino (13 novembre 2023) ***







.II. Arcani Minori: Re e cinque di Bastoni / Il Pellegrino (13 novembre 2023)


[Trattato sulla caccia notturna ai risvegliati, I° folio]


"Arranco.
Avete presente il verbo 'arrancare'?
Arrancare: il lento, faticoso, deprimente ma determinato
procedere di un uomo che non ha più niente nella vita,
tranne l'impulso di dover,
semplicemente,
continuare la lotta."

[Il Destino di un Cavaliere]

Foresta Proibita,
13 novembre 2023, ore 23.35

L'aria gelida le sferza il viso, congelando le ciglia sottili e la porzione di naso che la calda sciarpa di lana scura non riesce a coprire, causandole un afflusso di catarro fra nari e gola seguito da un profondo starnuto; gli occhi lacrimano ed ha le dita delle mani intirizzite nonostante i guanti.
Nella sinistra stringe la bacchetta con forza, cercando di scacciare i brividi che le percorrono il corpo sotto gli indumenti pesanti; benché abbia cercato di coprirsi con vari strati di vestiti e capi termici, come se si apprestasse a disputare una partita a Quidditch sotto un inclemente diluvio scozzese, dopo ore di appostamento fra gli alti, secolari, alberi della Foresta Proibita cercando di rimanere quanto più ferma possibile il freddo le risulta insopportabile.
Ha le vesti umide a causa della nebbiolina perenne che si leva dal terreno e le Adidas – un tempo bianche – ridotte ad un conglomerato di fango e sterpaglie fin all'interno, dove le calze oramai zuppe non mantengono più il calore sufficiente a permetterle d'avvertire le dita dei piedi.
Una nuvoletta di vapore biancastro fuoriesce come fumo d'una sigaretta dalle labbra pallide, svanendo nell'etere; se non dovessero ucciderla i cadaveri ci penserà l'ipotermia, di questo ne è certa, dato che nemmeno gli incanti di riscaldamento ed asciugatura lanciati sulle vesti sembrano creare un'efficiente barriera contro al gelo perenne presente in quel luogo maledetto.

Sono di nuovo qui, sebbene abbia giurato di non mettere più piede fra questi alberi.

Arrampicata fra i rami bassi di una quercia secolare e protetta da un incantesimo di disillusione, con la bacchetta ben salda e lo sguardo attento a captare ogni accenno di movimento nell'area circostante, la ragazza ripensa alla notte del 31 ottobre – non così diversa da quella in corso - e all'avvallamento scelto per svolgere il rito, ubicato a poche centinaia di metri da dove ora monta guardia; il libro è davvero sparito come le aveva rivelato Piton già l'uno novembre, quando si trovava ancora ospite dell'infermeria con la caviglia fasciata a causa della storta, ed il cerchio è stato cancellato, le ciotole che avevano contenuto le offerte per gli spiriti distrutte.
Ore addietro, quando si era trovata a percorrere quel tratto di foresta, Lily Luna era rimasta stupita di non trovarvi 'niente', come se ogni cosa vissuta durante quella notte appartenesse unicamente al mondo dell'incubo; peccato le fosse bastata un'occhiata alla figura nera, avvolta in un lungo mantello con cappuccio, dell'ex professore di pozioni che camminava silenzioso al suo fianco per ricordare quanto le sue disavventure fossero tristemente reali.

Ho compiuto il rito.
Ho passato cinque giorni a far finta di niente, convinta che Piton sarebbe stato in grado di sistemare le cose da solo ed ora sono qui a congelare, rimpiangendo per la prima volta in sei anni la camera che condivido con Milena, Grace, Hilary e le chiacchiere da pollaio di queste ultime due.
Sono in Missione per conto della Morte che mi ha 'gentilmente' concesso un anno per rimediare al casino fatto, con un 'partner' che – tanto per cambiare - è sparito chissà dove fra le ombre sue compari.
'Fanculo.

Il fondoschiena inizia a dolere a causa del contatto prolungato con la ruvida corteccia del ramo e della scomoda posizione assunta per non cadere di sotto come una pera matura; la ragazza cerca di sistemarsi meglio, trattenendo a fatica un'imprecazione fra i denti.
Le cacce notturne sono iniziate il sette novembre, due giorni dopo che la Morte aveva fatto la sua apparizione fra le mura della biblioteca di Hogwarts per renderla edotta sul suo destino, ovvero restituire tutte le anime evocate per errore ad Halloween.

Sapevo di non aver evocato solo Piton e McLeod, ma...
Non due, né tre, né quattro.
Sarebbe stato troppo semplice, no?

Sono 78, come le carte che compongono il mazzo dei Tarocchi e la Morte, per rendere 'il gioco' ancor più divertente, aveva deciso di 'aiutarla' contrassegnando ogni risvegliato con un numero ed un seme, affidandole l'arduo compito di 'ricomporre' il 'libro' con l'aiuto di Piton come suo 'guardiano'; le labbra fredde s'incurvano in un sorriso divertito sotto la pesante sciarpa mentre ripensa alla discussione avvenuta fra le mura della sezione proibita e alla rabbia mostrata dall'ex professore nello scoprire il suo ruolo in questa triste vicenda.
Se non si fosse trattato di un essere immortale impossibilitato a provare dolore fisico o sentimenti, Lily Luna è sicura che Piton avrebbe cruciato la Mietitrice - o Mietitore - da li fino alla fine dell'era degli uomini, intercalando con qualche Avada Kedavra giusto per non risultare troppo ripetitivo; l'idea di dover – nuovamente – fare da balia ad un Potter predestinato ad un futuro assai gramo, lanciato da terzi in una missione suicida lo aveva mandato in bestia, ma poi s'era dovuto arrendere poiché la Morte era stata ben chiara: quello era l'unico modo per lei di salvarsi e per lui di riguadagnare il sonno eterno.

Ed ora mi tratta come fossi uno schiopodo molesto.
Non ha più accennato ad interessanti discussioni in mia presenza e da 'Potter' è passato a 'ragazzina', quasi non fossi più una persona con tratti distintivi, ma solo un essere amorfo di sesso femminile con un età cerebrale indefinita, compresa fra i sette ed i quindici anni.
Età fisica non pervenuta, ovviamente.

Una fitta alla schiena la costringe a muoversi di nuovo per sgranchire spalle e gambe, ora percorse da brividi incessanti; benché questa non sia la prima notte che trascorre nella foresta a caccia di risvegliati, in precario equilibrio su un ramo in attesa che essi striscino fuori dai loro nascondigli alla ricerca di cibo e sangue fresco, non riesce ancora ad abituarsi alla lunga immobilità né al freddo pungente di quel luogo antico e nefasto; nonostante ogni notte provi ad intessere le vesti di incantesimi nuovi, ingoiando la paura per appellarsi a tutto il coraggio di cui dispone, ogni volta in cui i suoi piedi si trovano ad affondare nella terra molle del sottobosco lo smarrimento e l'impotenza la colgono con forza, rendendola goffa e spaventata.
Riesce a difendersi solo quando si trova davanti ai Risvegliati in tutta la loro inquietante – reale – marcescenza, quando non ha altra alternativa se non essere forte e dare mostra delle abilità apprese in anni di duelli presso il Club scolastico istituito da Jonathan Andrew Murray, suo professore di Difesa Contro le Arti Oscure e Selina Ashdown, docente di Incantesimi; in quei momenti si rivela attenta e letale, colpendo e difendendosi con un'abilità tale da strappare un mezzo grugnito d'assenso persino a Piton che in quest'arte non ha eguali.
Piton duella come se danzasse, muovendosi con un'agilità ed un'eleganza impressionanti, inoltre conosce un vasto repertorio di magie e maledizioni – buona parte oscure – davvero efficienti; la prima volta in cui l'ha visto combattere è rimasta talmente tanto esterrefatta da non riuscire ad alzare la bacchetta per aiutarlo, né per difendersi quando il Mangiamorte redivivo – tale Gibbon – ha preferito avventarsi su di lei dopo aver ritenuto il suo ex compare un avversario troppo ostico.
Sebbene il compito di 'mandare a dormire' i cadaveri sia suo, essendo lei l'artefice del rito e l'unica in grado di annullarne gli effetti, nella maggior parte dei casi è Piton a ridurre l'avversario in condizioni tali da impedirgli di muoversi ed arrecare ulteriori danni.
Ne hanno già uccisi quattro: il due, sei, quattro e nove di Bastoni, ovvero McLeod la notte del rito, poi Gibbon, Alfred Johnson e Jules Santager, identificabili mediante i numeri ed i disegni che lei vede apparire incisi a fuoco sulle loro fronti in un color nero pece che spicca in netto contrasto con la pelle pallida, incartapecorita, o sull'osso biancastro; la Morte ha detto che avrebbe assegnato grado e seme in base alle caratteristiche possedute in vita dai risvegliati, ma nessuno dei quattro affrontati fin ora sembrava rispecchiare il significato della carta né del seme di cui portano il marchio.
Piton stesso li ha definiti mediocri, spiegandole che fra le fila del Signore Oscuro, specialmente durante l'ultima battaglia, si erano radunati diversi tipi di maghi e non molti possedevano abilità o forza tali da risultare realmente pericolosi; servivano solo a far numero ed erano ottime pedine sacrificabili in eventuali missioni suicide, infatti molti di loro erano caduti, annientati da ragazzini con la metà dei loro anni, senza alcuna esperienza o cattiveria.

Quando la magia si risveglia in lei con l'ormai caratteristico scoppio incandescente che le fa dolere il torace, rendendo il battito tachicardico e bruciandole i polmoni – sensazione benedetta visto il freddo pungente della foresta – la ragazza scatta in avanti, passando la bacchetta fra i denti così da avere le mani libere di afferrare i rami circostanti, iniziando la discesa dall'albero.
Ancor prima d'intravedere il cadavere Lily Luna lo sente.
E' la magia nata dal rito a permetterle d'individuare con precisione ogni creatura morta presente nell'area circostante, distinguendo gli animali dagli insetti, i centauri dalle sirene e dalle salme degli uomini che ora vagano affamate; loro, in modo analogo, avvertono lei – il suo sangue – e la bramano disperati, poiché gli animali cacciati nel sottobosco non bastano a placare la sete inestinguibile che li attanaglia come una punizione divina, quindi cercano disperati la fonte della magia che ha permesso loro di riprendere vita e che sola può estinguere l'arsura a cui sono condannati.
Non si fermeranno finché non avranno ottemperato a tal proposito, la Morte è stata chiara nel spiegare che in questo 'gioco' lei è si cacciatrice, ma anche preda.

La ragazza atterra con un salto sul terreno fangoso cosparso di muschio e foglie, velato da un sottile strato di nebbia biancastra, riprendendo la bacchetta fra le dita per prepararsi allo scontro; è una preda, ma possiede denti aguzzi, unghie affilate e nessuna voglia di farsi sconfiggere da un patetico coglione morto – a giudicare dalle ferite - a causa delle frecce scagliate dai centauri e dell'affondo d'una probabile mazza impugnata da Grop, il 'fratellino' gigante di Hagrid.
"Vieni" sussurra richiamando verso sé la creatura, lasciando cadere l'incantesimo di disillusione oramai inutile.
Lo vede trascinarsi fuori da una piccola insenatura sovrastata dalle radici di un'enorme albero secolare ricoperto di muschio, mettendosi a fatica in piedi sulle gambe malferme ove la pelle, lacera e sporca, si tende allo spasmo sopra una ragnatela di fratture composte; i resti della tunica nera consistono in pochi brandelli che ondeggiano attorno al torace sfondato, crivellato di frecce incastrate fra le costole ancora sane e lo sterno, avvolgendo le spalle schiacciate e deformi, con l'articolazione della sinistra composta da clavicola, scapola e testa dell'omero fratturata in modo irreparabile tanto da impedirgli il movimento del braccio, che giace inerte lungo il fianco.
Gli manca la mano sinistra ed il viso è quasi inesistente, poiché buona parte del cranio è stata asportata – quando ancora era in vita – da quel preciso colpo di mazza che ne ha lasciato integra solo la parte destra, dall'orbita in giù; i resti della mandibola pendono scomposti, attaccati a ciò che rimane della testa da cartilagini brune e quadrati di pelle marcescente, stopposa, dondolando ad ogni passo.
Fra tutti i Mangiamorte affrontati fin ora lui è sicuramente il peggio conservato e, a giudicare dall'incedere precario e dalla poca motilità nei quattro arti, non pare un avversario pericoloso.

Si sta disintegrando da solo.
Lavoretto facile.

Per un'istante Lily Luna prova pena per il risvegliato, per il suo essere morto in modo così violento, magari giovane, senza riuscire a recuperare un briciolo di dignità nemmeno dopo essere risorto dalla tomba; questa sensazione dura giusto un battito di ciglia e, prima che l'essere possa avvicinarsi troppo, scaglia uno schiantesimo frantumando quel che resta della cassa toracica, seguito da un'altra fattura che gli disintegra completamente il cranio, lasciando solo il principio della colonna vertebrale.
Il corpo incespica e cade a terra, ove inizia a dimenarsi colto da spasmi; mentre la ragazza si appresta a lanciare un 'Incarceramus' per bloccarne i movimenti così da potersi avvicinare tranquilla, ponendo fine alle sue sofferenze, una percezione la mette in allerta spingendola a voltarsi con rapidità verso il sottobosco alle sue spalle.
"Protego!"
Un attimo d'esitazione in più e sarebbe finita a terra, schiacciata da un'enorme figura ammantata di nero che le è letteralmente piombata addosso con una velocità sovrumana, in completo silenzio; la strega pianta i piedi a terra e flette le gambe, assumendo una posa adatta al combattimento e difficile da sbilanciare, mentre con occhi ridotti a fessure osserva il secondo avversario emerso dalle tenebre che avvolgono la foresta: è alto e ben piantato, con corti capelli biondo chiaro ed un viso squadrato – integro - sul quale spiccano occhi d'un azzurro slavato cerchiati da profonde occhiaie violacee; è pallido ed emaciato ma decisamente vivo rispetto agli altri Mangiamorte affrontati fin ora, tanto che persino il corpo sotto le nere vesti rivestite dall'armatura in cuoio trattato e piastre ha una solidità che fa presupporre la presenza di organi e muscolatura ben conservati.
Lily Luna cattura il labbro inferiore fra i denti; il paragone con l'altro Mangiamorte a cui ha appena distrutto costato e cranio giunge spontaneo facendola esitare.

E' morto.
Morto.

Cerca di convincersi senza però riuscirci.
Quando ha accettato di eseguire la missione pensava che tutti i cadaveri che avrebbe affrontato sarebbero stati – d'aspetto – come McLeod: ossa, pelle e qualche capello stopposo, unghie lunghe e denti marci, non pensava di trovarsi a fronteggiare creature dotate d'occhi sani, muscoli e capacità cognitive 'umane'; l'essere che ha dinnanzi infatti non è solo un'automa mosso dalla sete di sangue e magia, è senziente ed intelligente, lo capisce dal modo inquietante in cui gli occhi chiari la scrutano predatori cercando di carpire le sue debolezze e pregustando il dolore che le infliggerà a breve, come se avesse intuito la sua esitazione e sapesse che ciò gli sarà di enorme vantaggio.
La ragazza inghiotte un grumo di saliva sentendo la gola improvvisamente secca; la tachicardia – ora causata dall'ansia – inizia ad annientare l'autocontrollo rendendola vulnerabile, facendo calare difese e percezioni cosi da impedirle di notare l'oggetto che il Mangiamorte pallido stringe nella mano destra.

Una bacchetta.

Mentre lei è impegnata in assurdi pensieri su quanto sia sbagliato attaccare un risvegliato che è – in apparenza - ancora umano, uno schiantesimo la colpisce fra collo e spalla sinistra sbalzandola indietro, mandandola ad impattare contro il terreno fangoso a pochi passi dai resti del cadavere macilento.
I polmoni esplodono compressi dall'urto e la sciarpa vola lontana esponendo completamente il viso al freddo della notte; una scarica di dolore pungente le percorre il braccio ferito e la testa le pulsa a causa del violento urto.
Cerca di rotolare sulla spalla sana per rimettersi in piedi, ma un secondo incantesimo la blocca con il viso rivolto verso il cielo, nascosto dalle intricate fronde degli alberi secolari e la schiena ben premuta contro la terra umida, ammantata di foglie secche.
Un rivolo di sangue caldo le cola dal labbro spaccato scivolando sinuoso lungo il mento, richiamando il 'Macilento' che si trascina strisciando, avvicinandosi quanto basta per poterle ghermire la manica del giubbotto con le dita dell'unica mano rimasta sporche di terriccio e marciume, cercando di strappare il tessuto per arrivare alla pelle; l'altro, il 'Vivo', osserva la scena con pupille e narici dilatate dall'estasi, emettendo rapidi – gorgoglianti – respiri.

Sembrano drogati in astinenza.
Ed io sono la loro pasticca.

Lily si dimena cercando di muovere il polso per sciogliere l'incantesimo che la blocca, ma il 'Macilento', nell'intento di arrampicarsi sul suo corpo per strapparle di dosso le vesti, le schiaccia la mano contro al terreno con la rotula ossuta facendole perdere la presa sulla bacchetta.

Merda!

"Piton!" Urla lei a pieni polmoni, osservando con occhi sgranati dal terrore il cadavere privo di testa che si dimena sopra di lei cercando di 'morderla', pur essendo privo di bocca e denti.

No voglio morire qui cosi, cazzo!

Ti prego, ascoltami!

"Piton!"

Non puoi odiarmi fino a questo punto!

"Pit..."

La grossa mano callosa del Mangiamorte biondo le afferra il collo, comprimendo trachea e carotide, smorzando l'urlo ed il fiato della giovane strega.
Le alza il viso costringendola a guardarlo negli occhi chiari, spiritati, mentre si avvicina per leccare il sangue dal labbro inferiore con la lingua fredda come un pezzo di ghiaccio; la ragazza cerca di divincolarsi schifata, sputando un grumo di saliva e catarro in faccia alla creatura che non accenna ad allontanarsi, sorridendo cattiva ed ebete, aumentando la pressione sulla pelle delicata per indurla a svenire.
Lily Luna assottiglia lo sguardo furente, la paura sostituita da un'improvvisa rabbia mentre mostra i denti in un'espressione che vuol essere feroce ma è solo disperata, muovendo le labbra per sillabare: " M A I, S T R O N Z O".
Avverte il peso del 'Macilento' sul busto e sugli arti che non è in grado di muovere a causa dell'incantesimo di blocco, quindi ondeggia la testa frenetica, cercando di liberarsi dalla stretta del 'Vivo' che continua a ridere senza però emettere alcun suono con gli occhi iniettati d'una follia che nulla ha di umano.

Sono una stupida!
Come ho potuto pensare che questa Cosa possa essere una persona?

Sta per perdere conoscenza quando ode il gracchiare d'un corvo e, per un'istante, pensa che qualcuno le abbia messo al collo una Giratempo impostandola per tornare alla notte di Halloween tante sono le similitudini fra la situazione corrente e quella vissuta giorni addietro; con la coda dell'occhio, impossibilitata a voltare il capo causa della stretta ferrea che la costringe, vede il grosso e longilineo pennuto planare verso l'avvallamento, posandosi a pochi metri da lei e dai due cadaveri per osservare la scena da una buona angolazione, con gli occhietti neri illuminati da una – decisamente troppo umana – scintilla malevola.

Desidera?

Aiutami, cazzo!

Linguaggio...

Ma...'ncul...

Se hai abbastanza presenza di spirito per imprecare, seppur mentalmente, puoi anche liberarti da sola ragazzina. La mia presenza qui è superflua.

Non ce...la fac...

Lacrime fredde rigano le guance mescolando sangue e terriccio, la vista inizia ad annebbiarsi ed il mondo vortica pericolosamente, annegando dapprima negli occhi slavati del 'Vivo', costellati da una miriade di puntini bianchi sintomo dell'ipossia, per poi fermarsi sulle fronde degli alberi indistinguibili nel buio della notte; Lily Luna si morde il labbro con forza, stringendo i pugni quando sente di essere al limite e che l'aria immagazzinata nei polmoni non basta più a mantenerla cosciente.
Avverte le dita fredde ed ossute del 'Macilento' affondare nella guancia sinistra dove lasciano profondi solchi rossastri, graffiando con forza finché la pelle non si lacera; vede poi la bocca del 'Vivo' aprirsi in modo sinistro mentre si avvicina pericolosamente alla sua gola con l'intento di morderla e bere come aveva fatto anche McLeod giorni addietro, poi serra le palpebre con forza per non guardare più, attendendo il male con il desiderio di sparire nel nulla.

Respira.

Dolore ovattato che s'irradia in tutto il corpo, ora improvvisamente leggero come se fosse stato privato d'un considerevole peso.

Respira Potter.

Flette le dita delle mani grattando il terreno molle, affondando i polpastrelli fino ad inumidire il tessuto dei guanti e muove le gambe, piegando le ginocchia così da formare due angoli retti, appoggiando le scarpe contro alla solida superficie del suolo; le ci vuole qualche istante per rendersi conto di non essere più bloccata ma di potersi muovere liberamente, sebbene con fatica a causa delle numerose botte e lacerazioni ricevute durante l'assalto.

Respira e apri gli occhi.

Dapprima vede solo il buio, una volta nera come la pece che la sovrasta e l'avvolge nella quale - lentamente - inizia a distingue gli intricati sviluppi di rami, foglie, tronchi secolari coperti di muschio e una nebbiolina cangiante a rendere i contorni d'ogni cosa labili; lo sguardo scivola poi in basso, verso il terreno circostante costellato da sassi e rami spezzati e poi alla sua sinistra, ove gli occhi ancora umidi si fissano sulla figura alta e nera di Piton, attorno alla quale le ombre vorticano come mosse da un vento invisibile, scivolando come serpi sul manto di foglie secche per avviluppare meglio i resti del 'Macilento'.
La ragazza si puntella sui gomiti osservando il cadavere smembrato in una moltitudine di pezzi che continuano a muoversi, come fossero la coda d'una lucertola in preda agli ultimi spasmi muscolari, prigionieri nella morsa dei numerosi tentacoli bui; con la mano sinistra recupera la bacchetta e la stringe in pugno, cercando preoccupata l'altro Mangiamorte.

"Sev...us" una voce roca, fredda e sibilante spezza il silenzio facendo trasalire la ragazza.
Il risvegliato biondo si trova ora a diversi metri di distanza con buona parte del farsetto lacero ed il mantello a brandelli, la spalla sinistra è piegata in avanti in modo innaturale e presenta una larga tumefazione dove l'osso è uscito dall'articolazione a causa dell'impatto contro una grossa roccia affiorante dal terreno; il viso dell'essere, deformato in una smorfia ferina, presenta diversi tagli dai quali non sgorga alcunché mentre gli occhi, ancor più folli, osservano con odio feroce la figura nera alle spalle della strega.
Lily Luna si tira in piedi a fatica, sgomenta nell'apprendere che il 'Vivo' abbia riconosciuto Piton e che sia in grado di emettere suoni, anche se tal capacità sembra costargli molto sforzo e non sia più così naturale come quando era umano; probabilmente a causa dello stato di avanzata decomposizione in cui versavano, essendo privi sia di cervello che dell'apparato vocale, nessuno degli altri cadaveri ha proferito parola né dato alcun segno d'aver riconosciuto l'ex compagno, limitandosi ad attaccare alla cieca spinti dalla fame.
Il 'Vivo' invece è diverso e l'apparire come un uomo in carne, seppur dall'aria emaciata, potrebbe permettergli di confondersi in mezzo ad un gruppo di persone senza troppa difficoltà se solo lo desiderasse; un brivido freddo s'irradia per il corpo della ragazza quando la rivelazione la coglie, gettandola nel panico.

E se ce ne fossero altri come lui?
E se fossero usciti dalla foresta?

"Potter, manda a dormire ciò che resta di quello" Piton indica con un cenno del capo le ossa sparse avviluppate dalle ombre, tornando poi a concentrarsi sul risvegliato biondo con occhi d'abisso carichi d'odio.
"A Rowle ci penso io (I)"
La ragazza sta per ribattere ma viene zittita da un'occhiata di fuoco.
"Fai come ti chiedo e, qualsiasi cosa tu senta, non ti voltare"
Lily Luna serra le labbra trattenendo la rabbia, infastidita dal comportamento dell'ex professore che prima la lascia alle inclementi attenzioni di ben due cadaveri senza alcuna difesa, poi – improvvisamente – quasi fosse un paladino splendente giunto a salvare la damigella - idiota - in pericolo, si arroga il diritto di far tutto da solo estromettendola dal duello; esegue l'ordine in silenzio serrando i pugni per sforzarsi di non guardare oltre le sue spalle, ove il combattimento fra i due ex Mangiamorte è ripreso a colpi d'incantesimi e d'insulti stridenti che Piton pare non raccogliere, restando silenzioso e letale come l'ombra che è, e si avvicina con la bacchetta in pugno al pezzo più grosso del 'Macilento' dove numero e simbolo paiono impressi a fuoco nell'osso scheggiato: 'V – Bastoni'.
L'unico punto in comune fra la carta ed il morto, pensa distrattamente lei recuperando dalla tasca del giubbotto delle fialette contenenti farina d'orzo, latte e miele, vino ed acqua, per riversarne il contenuto sull'osso, dato che il cadavere in questione è privo di bocca, è solo il numero di 'pezzi' in cui esso è stato smembrato; passa poi un dito sulla guancia per recuperare l'ultimo elemento, il suo sangue, strofinandolo con forza contro la mistura appena composta.
Inspira profondamente riempiendo i polmoni, richiamando la magia annidata all'interno di sé che ha utilizzato la notte di Halloween – guidata da Piton – per far sparire McLeod, il potere che le permette di entrare in connessione con i defunti per evocarli o spedirli al meritato sonno eterno e la alimenta affinché sia abbastanza forte da contrastare l'energia del 'Macilento', assorbendola; lontano, come se appartenesse ad un altro mondo, avverte l'eco dello scontro fra Piton e Rowle ma non vi bada, riversando tutta l'attenzione sui resti del cadavere sparpagliati a poca distanza, spingendo il potere ad avvolgerli e a scavare piccole voragini affinché la terra li inghiotta tutti, donando pace al 'Macilento'.
Una volta terminato si alza barcollando, avvertendo nuovamente il peso del proprio corpo ed il dolore causato dalle varie ferite irradiarsi lungo tutti i centri nervosi, rendendo difficoltoso il respiro; utilizzare questo tipo di magia sola, senza una guida e senza ben sapere come funzioni prosciuga buona parte del suo potere magico, rendendola debole ed inerme e costringendola a lunghe ore di sonno per poter recuperare un po' di lucidità, ore che purtroppo le mancano data la difficile condizione di dover gestire le lezioni scolastiche -molte obbligatorie – di giorno e le cacce la notte.
Non sa nemmeno se questo potere le appartenga davvero o sia solo un riflesso del rito, l'unica cosa di cui è certa sono le numerose contusioni che pulsano dolorosamente, i capelli fradici sporchi di terriccio e foglie marce, i numerosi tagli e graffi incrostati di sangue secco, le vesti ridotte ad un conglomerato di fango e l'incazzatura profonda nei confronti di Piton.

Si volta ed incespica a fatica verso l'uomo fermo a pochi metri di distanza, con la suola dello stivale ben calcata su quel che resta della faccia di Rowle; Lily Luna osserva il redivivo con una punta di compassione poiché dell'aspetto 'umano' e 'sano' con cui s'era presentato pochi minuti addietro, gettandola nel dubbio e facendole perdere lo spirito combattivo, non è rimasto più nulla.
Braccia e gambe sono ridotte ad una poltiglia di muscoli ed ossa a brandelli, il viso è sfondato verso l'interno ed entrambi i bulbi oculari pendono dalle orbite in modo rivoltante mentre la cassa toracica, lacera ed introflessa, pare più il bidone dell'umido dopo una cena a casa Weasley Senior che non una parte del corpo d'un essere umano.
La ragazza trattiene con forza il respiro, cercando di concentrarsi sull'odore pungente della foresta per escludere il fetore emanato dalle budella esposte e serra le labbra, scongiurando un conato di vomito.
"Era proprio necessario ridurlo così?" sibila cattiva, rivolgendo un'occhiata furente all'ex professore di Pozioni di cui non vede il viso, poiché nascosto dai lunghi capelli nero pece.
"Thorfinn Rowle era sulla Torre di Astronomia quando ho ucciso Silente. E' stato lui ad evocare il Marchio Nero sopra la scuola, incendiando poi la capanna di Hagrid. Inoltre ha dato la caccia a tuo padre e l'ha quasi catturato in quell'infimo bar nella Londra babbana. A causa del suo fallimento il Signore Oscuro l'ha cruciato finché non è impazzito e, nonostante ciò, l'ha spedito ugualmente qui a combattere."
Piton volta il capo sostenendo lo sguardo furente della strega con occhi ossidiana vacui, incurvando le labbra in un accenno di sorriso triste; una smorfia inespressiva che la ragazza scambierà sicuramente per un ghigno soddisfatto, odiandolo con ancor più forza.

Rabbia, sdegno, dolore, tradimento e paura.

La Potter è troppo espressiva e, come il padre, fatica a celare le proprie emozioni gettandogliele in faccia attraverso lo sguardo e le parole, imprecazioni intercalate da singhiozzi a cui lui non sa come ribattere, diviso fra la gioia d'essere riuscito a farsi odiare da lei in tempo assai breve e la fitta che – insistente – gli perfora il costato all'altezza del cuore, facendolo sentire uno stronzo.
Introverso com'è si trova a benedire Mendell e le leggi della genetica per aver fatto nascere la ragazza con gli occhi di Ginny Weasley, poiché se si fosse trovato a dover sostenere il medesimo sguardo furente color verde Evans sa che non sarebbero bastati tutti gli anni di addestramento, autocontrollo ed occlumanzia, poiché sarebbe finito a terra come un castello di carte in balia dell'uragano.

Risparmia il fiato, Mocciosus.
Nessun attaccamento.

"Lui ti avrebbe fatto di peggio, credimi, ha smesso di essere lucido quando era ancora vivo"
Aggiunge con tono piatto, assente, una giustificazione rivolta più a sé stesso che alla ragazza muta e furente al suo fianco, estraendo dagli scomparti della cintura delle fialette analoghe a quelle utilizzate da lei poco prima per gettarne il contenuto fra i denti superiori spaccati e la mandibola divelta di Rowle che, suo malgrado, ingoia continuando a dimenarsi per cercare di sciogliere i viticci d'ombra che lo tengono ancorato al suolo; come se stesse recuperando gli ingredienti dalla sua dispensa alza poi una mano verso il viso della strega per sfiorare la guancia ove le unghie del 'Macilento' hanno lasciato tre perfetti solchi da cui sgorgano ancora rivoli di sangue rubino.
"Non mi tocchi!" Urla Lily Luna schiaffeggiandolo con forza, scostandosi con un balzo che le esce assai goffo a causa della stanchezza e del dolore; Piton la osserva incredulo per qualche istante, con i polmoni compressi in una morsa ferrea quando nota gli occhi grandi, castani, velarsi per poi versare fredde e copiose lacrime che scivolano lungo il viso, pulendo la sporcizia che l'ha lordato.
Ogni singhiozzo emesso dalla strega è come una fitta al costato che riapre antiche ferite, ferite che ormai credeva ampiamente rimarginate, e gli serve tutto il suo autocontrollo per non chinare il capo ed arrendersi, implorando perdono come quando, a quindici anni, davanti al ritratto della 'Signora Grassa' aveva supplicato una Lily Evans feroce e stanca di non abbandonarlo, perdonando l'infelice epiteto con cui l'aveva apostrofata dinnanzi a mezza scuola.
Teneva d'occhio la Potter da ore e sarebbe potuto intervenire subito, risparmiandole quei graffi e l'umiliazione d'essere sconfitta dai suoi stessi buoni sentimenti; avrebbe potuto soccorrerla e lasciarla – ancora una volta – estranea al significato di battaglia e alla paura di perdere qualcosa in più d'una partita, avrebbe potuto ma non l'ha fatto, perché farla scontrare con la crudeltà del mondo era l'unico modo per insegnarle la differenza fra gioco e vera sopravvivenza, rendendo la lezione efficace; se vuole davvero combattere per salvarsi deve essere pronta a tutto, accantonando quell'odiosa pietà tipicamente 'Grifondoro' per armarsi d'un po' di sano menefreghismo 'Serpeverde'.
Guardandola piangere con l'animo molto più in subbuglio di quanto la sua espressione cinica lasci trasparire, vorrebbe spiegarle le motivazioni che l'hanno spinto a rimanere in disparte finché non è arrivata al limite, rimarcando quanto gli sia costato sentirla supplicare senza intervenire, così da permettere alla paura di annientare ogni sua reticenza nel mostrarsi crudele con quelle creature che altro non meritano, ma sa che ora non è il momento giusto.
Lo vede negli occhi umidi di lei, ardenti di rabbia.
"Come desideri" mormora piattamente abbassando il braccio, rimuovendo il piede dalla faccia dell'ex Mangiamorte per portarsi quanto più lontano possibile come se quello umiliato e ferito fosse lui, non lei.
"Mandalo a dormire, Potter. Per stasera abbiamo finito"
Mentre sta per svanire fra le ombre con il viso ben nascosto dalla cortina di capelli lunghi e scuri ed un'espressione indecifrabile sul volto aguzzo, un grido disumano lo costringe ad arrestarsi e voltare il capo verso di lei, trovandola piegata su sé stessa con le braccia avvolte attorno allo stomaco, in ginocchio sulla terra umida.
"La odio!" ringhia scossa dai singhiozzi, piangendo devastata da un dolore mai provato prima d'ora, poiché nonostante l'aria 'ribelle' e misteriosa assunta all'interno delle mura di Hogwarts, la sua vita è sempre stata caratterizzata dalla spensieratezza e dall'agio di chi non ha nulla da temere, essendo nata protetta da una solida gabbia dorata, gabbia che ora lui ha mandato in frantumi semplicemente stando fermo.
"La odio..." singhiozza "Avrebbe dovuto proteggermi...avrebbe dovuto..."
Urla soffocando le sue stesse parole, come un'animale ferito e morente costretto ad una lunga agonia, urla rigettando quel poco che è riuscita a mangiare durante la cena in sala grande sul tappeto di foglie secche e marcescenti della foresta proibita, dimenticandosi del rito e del Magiamorte che si dimena accanto a lei, gorgogliando frasi sconnesse dalla bocca distrutta.
"Era...necessario?" il terzo urlo, seguito da quella domanda sussurrata a fil di voce che si perde negli spasmi sono come ghiaccio, gelando Piton nel profondo e bloccandolo lì, a metà strada fra lei e la rassicurante inconsistenza del buio.
La osserva in silenzio incapace di avvicinarsi o rispondere, con occhi neri distanti ed alteri.

"Torniamo al castello, Lys"


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Il Viaggio del Pellegrino

[Inserto vergato a penna blu su pagina di quaderno]



Blair Atholl, Perthshire (Scozia)
Data e ora sconosciute


La luce tenue dell'alba fende la coltre di spesse nubi discese a velare il cielo a est, rendendo le ombre della notte un po' meno dense e facendo risplendere le acque placide del fiume che scorre a pochi passi; non che camminare al buio sia un problema, dato che da quando si è svegliato sotto le spesse ed intricate fronde della Foresta Proibita non ha fatto altro, con l'unica speranza di poter raggiungere quanto prima il suo obbiettivo e riferire il messaggio.
Persino la stanchezza ed il freddo non paiono dargli noia e ciò si sta rivelando una gran fortuna, permettendogli di coprire diverse centinaia di miglia senza fermarsi a cercare riparo, anche se non riesce a capire come ciò sia possibile: è un mago, ma questo non lo solleva dall'avvertire sensazioni umane quali dolore ed intorpidimento muscolare, sonno e spossatezza, inoltre ricorda di non essere mai stato un gran sportivo, né un camminatore instancabile, preferendo la comodità di spostarsi con mezzi babbani o magici per raggiungere il posto dove avrebbe dovuto recarsi anziché camminare.
Ripensandoci – d'altronde ha tempo, essendo solo – l'unico sintomo che puntualmente si presenta, chiedendo a gran voce d'essere soddisfatto, è la fame, ma non si tratta della stessa fame che lo colpiva ad Hogwarts poco prima dell'orario di colazione, dettata più da golosità e calo di zuccheri, bensì di una necessità antica e primordiale così forte da farlo impazzire.
Scoiattoli, lepri ed infine una tortora, catturarli non è stato difficile dato che – fortunatamente – possiede ancora la sua bacchetta, anche se all'inizio ha fatto fatica a ricordare come impugnarla e quale incantesimo fosse opportuno utilizzare per fermare gli animali senza ridurli in brandelli.

Sangue.
La carne è solo un involucro, ma il sangue è vita.

Se non ricorda male lo diceva anche un personaggio di qualche film horror uscito recentemente.
Ricorda distrattamente d'averlo visto alla tv in estate assieme al fratello e di aver rabbrividito nell'udire quella battuta così macabra, calata nel contesto della pellicola (III), mentre ora non riesce a trovare definizione più appropriata; quando la sua ricerca sarà finita potrà finalmente bere senza patire più alcuna sete e potrà finalmente parlare, liberandosi del groppo insistente che gli serra la gola così da informare la Fonte di ciò che 'è necessario sappia per poter trovare ciò che cerca'.

Ha quel cognome così familiare...

Un'improvvisa fitta all'addome lo riscuote dai suoi pensieri, spingendolo ad osservare il paesaggio attorno a sé per cercare qualcosa da mettere sotto i denti; trattandosi di offerte di poco conto, gli animali di piccola taglia possono dargli energia per un tempo limitato e, a causa del dover – incessantemente – camminare per arrivare dalla Fonte quanto prima, non ha potuto provvedere a cercare cibi più sostanziosi; inoltre, dopo la brutta esperienza ad Hogsmeade, rifiuta categoricamente di avvicinarsi ad un altro centro abitato gremito di persone, preferendo passare defilato fra campi arati e boschi, se proprio si trova ad incrociare una città.
Stringe le labbra mentre un secondo doloroso crampo gli serra lo stomaco.
Il fiume scorre alla sua sinistra ed è sicuramente ricco di pesce, ma ha scoperto che quell'alimento è ancor più povero di nutrimento di animali più piccoli e quindi scarta immediatamente l'idea, voltando lo sguardo sull'immenso prato ghiacciato, delimitato in lontananza da una staccionata in legno.

Vuoto.

Sconsolato, continua a camminare lungo l'argine rassicurandosi al pensiero che – se non dovesse trovare alcunché – potrebbe sempre ripiegare sul pesce, giusto per avere sufficiente energia per spingersi di nuovo nei boschi a cercare altre creature più appetitose, proseguendo poi verso sud fino ad Edimburgo; una volta giunto lì sarà tutto più facile poiché potrà cercare un portale per raggiungere Londra o pagare qualcuno con i pochi galeoni rimasti affinché lo smaterializzi in Privet Drive n°4, Little Whinging, dove obbligherà la Fonte a starlo a sentire.

Ha un cognome così familiare...

Un muggito sommesso lo riscuote dai propri pensieri, spingendolo a fermarsi per voltare nuovamente il capo verso il campo.
Prima non l'aveva notata, assorto nel turbine di difficili elucubrazioni che sono suoi unici compagni dal giorno del risveglio, assieme all'oggetto munito di una strana lente rotonda che porta al collo; si, pensare a volte gli fa quasi male e non gli risulta affatto naturale, come se fosse un'azione estranea alla sua natura e lui vivesse solo per compiere la traversata e riferire il messaggio, senza altri scopi.

Una mucca bianca, pasciuta e solitaria, bruca l'erba rada coperta da un sottile strato di brina ghiacciata, con il campanaccio che tintinna allegramente ad ogni suo movimento.
Senza indugiare oltre s'avvicina con lo stomaco in subbuglio, colto da una sete ormai straziante e gli occhi iniettati d'una furia cieca che, in vita, gli era estranea.

Almeno fino a Edimburgo quest'offerta dovrebbe bastare.

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Glossario:

Throfinn Rowle: Appare sia nei libri che nei film, dove ha un ruolo 'minore'. Le cose che ha fatto sono state grossomodo spiegate da Piton in questo capitolo, mentre per la descrizione 'fisica' del personaggio mi sono basata sull'attore che lo interpreta.

Blair Atholl: questo paese esiste davvero ed è ubicato in Scozia centro-orientale, alla confluenza dei fiumi Tilt e Garry. Siccome la Rowling non ha - credo - ben definito l'ubicazione di Hogwarts io ho immaginato che otesse trovarsi in quel che i babbani conoscono come "Cairngorms National Park" , essendo esso pieno di foreste, laghetti ed in territorio montuoso, quindi non molto distante da dove sorge Blair Atholl.Il film in questione è "Dracula di Bram Stoker", uscito nel 1992 (1993 in Italia). Considerando che la battaglia di Hogwarts si è svolta nel maggio 1998 il fatto che il misterioso pellegrino consideri questo film 'uscito da pochi anni' penso sia capibile.

NDA: Ho deciso di posticipare 'Interludio – parte II' per pubblicare invece questo capitolo dove, finalmente, si inizia a vedere un po' di azione; la trama non subirà alcuna modifica, anzi, alcune spiegazioni riportate saranno più facili da assimilare avendo prima letto questa parte.
Lily Luna si trova costretta ad uscire dalla zona comfort, sbattendo la faccia in modo abbastanza violento contro una parte delle conseguenze del Rito e Piton in questo l'aiuta (a cadere di faccia, ovviamente) nel modo più subdolo e bastardo che conosca, ovvero lasciandola sola.
Si, diciamo che i suoi metodi d'insegnamento sono un pochino drastici, ma d'altronde è così anche nei libri, sebbene nell'aula di Pozioni gli studenti non si siano mai ritrovati ad affrontare cadaveri di Mangiamorte deambulanti (però Paciock conferma d'aver rischiato la vita innumerevoli volte); il suo rapporto con Lily Luna come vedete è altalenante, vorrebbe ma sta fermo, spingendo anche la ragazza a seguirlo di conseguenza, questo perché hanno si diverse cose in comune, ma di base appartengono ad anni e mondi completamente diversi, quindi ci vorrà del tempo prima che inizino ad avvicinarsi senza ferirsi a vicenda.

Chi o cosa sia il misterioso 'Pellegrino' dell'inserto lo verremo a scoprire nei prossimi capitoli, non anticipo nulla per non spoilerare.

Un grosso ringraziamento a chiunque sia giunto fin qui.
Alla prossima.

_Morgan


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Capitolo 5
*** Interludio II: Arcano XIII - Il Senzanome (5 novembre 2023) \ inserto: Gazzetta del Profeta, 01 novembre 2023 ***


Nekiya - Interludio II
  • Nέκυια

- Interludio II -

Arcano XIII: Il Senzanome


[Proseguio delle note a margine che gettano luce sulla situazione corrente

e sui ruoli dei coinvolti]



Sei l'ospite d'onore del ballo che per te suoniamo,

posa la falce e danza tondo a tondo:

il giro di una danza e poi un altro ancora

E tu del tempo non sei più Signora.”

(Branduardi – Ballo in Fa diesis minore)




Hogwarts,
Biblioteca – Sezione Proibita
5 novembre 2023


Ci incontriamo di nuovo, mia disgrazia” sussurra la creatura senza muovere le labbra, una cacofonia che riecheggia limpida come lo scrosciare d'un torrente montano nel silenzio sacrale dell'intera sezione proibita, facendo accapponare la pelle della strega.
Piton, al suo fianco, è immobile quanto lei ed osserva l'inatteso 'ospite' con occhi ridotti a bui spiragli in cui la luce azzurrognola prodotta dai fuochi fatui che danzano nell'aria come pigre bolle di sapone annega, divorata; stringe la bacchetta mantenendola puntata in avanti pronto a scagliare un secondo incantesimo, mentre la ragazza al suo fianco, ancora in preda all'impellente desiderio di ferirsi per offrire ciò che ha di più prezioso all'ospite inatteso, abbassa lentamente la sua, studiando con occhi sgranati l'aspetto di quest'ultimo con vivo interesse.
Esso – o essa? - spalanca lentamente le quattro ali dal piumaggio scuro come inchiostro, ornate lungo l'osso da una fila d'occhi ben aperti, con sclera giallastra ed iride d'un colore indefinito, elettrico, occupando per intero lo spazio della sala lettura circolare; seppur rannicchiato\a risulta assai imponente, superando i tre metri d'altezza, nonostante l'innaturale magrezza delle membra permetta di scorgere le ossa sotto la pelle olivastra, incartapecorita, fasciata da una lunga veste nera a brandelli che gli ricade attorno coprendo gambe e piedi ossuti, aperta sul torace scarno per rivelare costato e sterno sporgenti.
Ha lunghe dita ornate da unghie aguzze e capelli sottili come fili di seta, neri e composti come ombre, che partono dall'escrescenza ossea che dalla fronte s'innalza, scivolando sulle spalle ossute per terminare in fili sottili all'altezza delle caviglie; attorno alla fronte possiede una corona d'occhi che cinge il cranio, tutti ben aperti e curiosi d'osservare i due 'umani' immobili nel corridoio in penombra, mentre le orbite – sede naturale dei bulbi oculari - sono fasciate da uno spesso bendaggio sudicio macchiato di sangue secco.
La bocca distorta in un ghigno ferino rivela due file di denti lunghi, regolari, aguzzi e gialli che ad intermittenza schiocca in una sorta di tic, producendo un sinistro eco che si disperde fra i bui corridoi attigui.

Abbassa la bacchetta, mortale...non sono qui per ferirvi...”

Lily Luna inspira profondamente cercando di recuperare l'autocontrollo sufficiente a smorzare l'ondata di potere che le sta comprimendo il torace, obbligando il cuore a battere ad un ritmo folle, e poi incerta parla.
Non credo d'averti mai incontrata, o incontrato, prima d'ora” la voce trema, velata da un'incertezza traballante che fatica a dissimulare, nonostante sia sicura di non aver mai avuto occasione d'incrociare la strada con quella creatura tanto imponente ed evocativa il dubbio la coglie ugualmente, poiché avverte – sa – con estrema chiarezza la sincerità nelle parole da essa\o pronunciate.
Piton sbuffa contrito, trattenendo fra le labbra pallide una frecciatina sarcastica inerente a quanto sia idiota – o tipicamente Potter – mettersi a conversare con creature potenzialmente letali con la stessa spensieratezza con cui una persona 'normale' si troverebbe a prendere un tè in sala grande, discutendo della giornata appena trascorsa con i compagni di corso; che la ragazza abbia ereditato una buona dose di follia da entrambi i rami della famiglia l'ha appurato da subito, tratto che avrebbe dovuto assicurarle l'ingresso diretto in Grifondoro e che un po' stona con la rinomata fermezza Corvonero, ciò che invece gli era ancora oscuro è il sottile legame che lei sembra instaurare con qualsiasi essere difforme dal concetto di 'umano' o 'normale'.

O di 'vivo'.

Esclusi i suoi parenti l'unica amica che possiede è il fantasma petulante d'una ragazzina morta da quasi un secolo, inoltre non sembra minimamente spaventata o preoccupata dal fatto di avere attorno la versione tetra e maligna del professore più odiato nella storia di Hogwarts, morto da circa venticinque anni.
Osserva la Potter inarcando un sopracciglio, stupito nel scorgere una scintilla di curiosità che le incendia gli occhi castani, donando al suo viso un'espressione rilassata e tranquilla, così inappropriata se rapportata al contesto in cui si trovano.

Oh ti sbagli, mia disgrazia. Noi ti conosciamo bene e tu conosci Noi da secoli...”
Lily Luna è pronta a ribattere quando la voce profonda della creatura la zittisce.

Forse non in questa forma, poiché Voi siete per natura destinati a nascere e deperire, seguendo l'inesorabile incedere della ruota del tempo che tutto divora, cancellando le memorie di ciò che siete stati in altre vite, in altre forme, ma Noi ricordiamo bene il sapore del tuo sangue e la particolare luminescenza prodotta dallo spirito, eredità dei tuoi avi...” la creatura inclina il capo verso di lei, osservandola con tutti gli occhi di cui dispone frontalmente e lateralmente.
...Lily Luna Potter, nata il venticinque ottobre duemilasette del calendario gregoriano, alle ore sei d'un mattino in cui pioggia e sole si contendevano il cielo. Quando Noi ti abbiamo conosciuto l'ultima volta avevi un nome da uomo, un nome dal significato 'oscuro' e 'sconosciuto' scritto e pronunciato in una lingua che non è l'inglese da te parlato. Una lingua antica, come antico è il tuo retaggio”
La ragazza corruga la fronte, smarrita.

Chi sei?”
La Morte” risponde Piton abbassando la bacchetta, osservando il viso della creatura con uno sguardo impassibile che strappa una risata gracchiante alla Mietitrice; Lily Luna volta il viso verso il mago, facendo ondeggiare i lunghi capelli rossi, ribelli, per scoccargli un'occhiata sconcertata.
La Morte? Cioè...la carta?” balbetta “...o quella dei racconti di Beda il Bardo?”
Così ci chiamano alcuni, ma Noi abbiamo tanti nomi. In molte culture e religioni appariamo con aspetto femminile, mentre in altre siamo 'uomo'. Possiamo avere forma teriomorfa o totalmente animale, possiamo essere pianta o oggetto sacro utilizzato per compiere il trapasso, possiamo essere mostro o ombra, fumo negli occhi o nebbia, acqua fredda o fuoco dirompente. Siamo il contadino denutrito armato di falce ed al contempo lo scheletro a cavallo, vestito d'una ricca armatura, delle raffigurazioni medievali. Siamo la Myrtu vedica che danza assieme al sommo Shiva il Tandeva, con i piedi e le vesti sporche delle ceneri dei roghi funerari e siamo inoltre lo Psicopompo delle tradizioni greco latine. Siamo il quarto cavaliere, il Senzanome e siamo Samael, l'angelo. La forma in cui decidiamo d'apparire non muta ciò che incarniamo, ovvero l'ultimo giro della ruota nella vita di voi mortali.”

Bene, ci mancava solo questa.

Lily Luna si passa una mano fra i lunghi capelli scarmigliati, nervosa, registrando le informazioni fornite dalla creatura con uno smarrimento tale da mandare in confusione i pensieri; troppe nozioni, troppi dettagli e troppe domande.
Muove le labbra cercando di dar voce ad alcune di esse, ma la creatura – come se le avesse letto nel pensiero – la precede di nuovo, zittendola.

Tu chiedi a Noi se siamo la Morte della storia di Beda da York (I) e ciò Ci diverte, mia disgrazia, perché sembra che tu non conosca nulla delle tue origini né ti sia mai posta il quesito di cosa tu sia davvero. Ma se vuoi una riposta, risposta avrai. Si, lo Siamo.”
Non capisco...” farfuglia la ragazza “Le mie origini le conosco bene, non c'è giorno in cui qualcuno non me le ricordi, chiamandomi per cognome o rimarcando la mia stretta parentela con il Salvatore del Mondo Magico, ma non vedo come ciò possa avere a che fare con te. E sono sicura di non averti mai incontrata, o incontrato, prima”
La Morte sogghigna.

Tu non sei solo la figlia di Harry Potter, mia disgrazia. Sei molto, molto più di questo ma a quanto pare necessiti di tempo per rendertene conto. Per conoscere ciò che la mente ha dimenticato ma che il tuo sangue ben ricorda e custodisce. Voi e Noi ci conosciamo da eoni e molti ponti, infiniti incroci abbiamo attraversato assieme. (II)”
Perché sei qui?” scandisce Piton monocorde, con gli occhi neri ben fissi sulla corona d'iridi che orna il capo deforme della mietitrice; quest'ultima\o si volta per scrutarlo meglio e sogghigna di nuovo nel constatare che non vi è alcuna paura in lui, in quel figlio dell'Averno rigettato fra i mortali per puro capriccio, che oramai d'umano non ha più alcunché eccettuato l'aspetto fisico.
Ne studia gli occhi ossidiana dal taglia asciutto, orientale, che ricordano il Tartaro e le oscure profondità in cui persino gli antichi Déi sono caduti, senza poter opporre alcuna resistenza dinnanzi alla vastità di quel buio, il viso pallido dai tratti spigolosi su cui spicca un grande naso aquilino e una bocca sottile, dalle labbra quasi femminee, poi la cortina di capelli neri lunghi, fini come fili d'ombra ed il corpo alto e slanciato, tonico, fasciato da vesti nere ed avvolto in un lungo manto di tenebra.
No, si sbaglia, gli 'umani' portano sulla loro pelle i segni del tempo, piccole rughe e macchie, capelli bianchi e vene esposte, mentre il mago pare modellato nel marmo dei sepolcri e nell'ombra dell'ignoto che hanno cancellato qualsiasi segno dell'età e della stanchezza impressi durante la sua vita 'mortale', donandogli un aspetto più 'giovane' e meno terreno; inoltre è rinato potente, portandosi dietro dal regno dei morti capacità che da vivo non si sarebbe mai sognato di possedere.
La creatura sorride osservando nuovamente entrambe le figure, la piccola strega fulva dall'espressione smarrita ed il suo guardiano nero, pregustando già il divertimento che essi le\gli doneranno; quando l'incedere del tempo non tocca né scalfisce, ogni cosa finisce per risultare monotona ed è difficile trarre piacere o divertimento nel compiere – ogni giorno, in un ciclo infinito – le medesime azioni, ma come ha imparato in eoni di stretta 'collaborazione' con loro, i mortali sanno essere curiosamente 'interessanti' e spesso si prestano ad atti di follia, eroismo o sconsideratezza tali da strapparla\o per qualche – breve – battito di ciglia alla quieta apatia che la\o pervade, regalando il fantasma d'un emozione.
E la ragazza in questione pare, fra tutti, molto promettente.

Oh, sono qui per lei”
Il cuore di Lily Luna manca un battito, il respiro le si mozza in gola mentre con occhi grandi e spaventati guarda smarrita il teschio rivestito di pelle incartapecorita della Mietitrice; stringe la presa sulla bacchetta senza però levarla e cerca di muovere le labbra, articolando una domanda che però non ha voce, prima che l'ex professore di Pozioni la spinga dietro di sé con un gesto deciso, nascondendola dagli occhi impietosi della creatura immobile nella piccola sala di lettura circolare.
La Morte ride di nuovo, una stilettata fredda che trapassa il costato della giovane risvegliando prepotentemente la magia che ha cercato di reprimere, spingendola nuovamente a lottare contro sé stessa per non offrire sangue e per restare immobile dietro le spalle di Piton, fra le pieghe del lungo mantello nero come una colata d'inchiostro; stringe la mano libera a pugno afferrando il tessuto leggero fra le dita, appoggiando la fronte madida di sudore freddo contro la schiena ampia dell'uomo, colta da un'improvviso capogiro.

Potter...

Sto bene, è la magia.
Non so perché, ma brucia dentro.
Fa male.

Oh...oseresti davvero sfidare Noi per per proteggere lei? Sei molto più sconsiderato di quanto avessimo pensato, guardiano...” sibila melliflua la creatura assottigliando gli innumerevoli occhi.
Piton incurva le labbra in un sorriso di scherno, pronto a colpire.

Allora non sei davvero onniscente come ti descrivono, Nera Signora, altrimenti sapresti che l'epiteto 'guardiano' associato alla mia persona è oltremodo fuori luogo. Potter ha un compito e finché non l'avrà assolto, mio malgrado, sarò tanto sconsiderato da mantenerla in vita combattendo al massimo delle mie capacità.”
Divorata dalla magia che le sta nuovamente infiammando cuore, centri nervosi e polmoni, Lily Luna non riesce a trattenere un fremito di sorpresa, colpita dalla forza delle parole pronunciate dall'ex professore di Pozioni; la protegge unicamente per suo tornaconto, per poter tornare alla condizione di cadavere a breve, ma quella dichiarazione così sfacciata la rincuora.

Se il tuo unico desiderio è quello di tornare alla morte, perché non ti rivolgi a Noi, guardiano? Perché restare al fianco della mia disgrazia?”
Piton serra le labbra sottili in un linea ferma.
Le supposizioni elaborate mentre leggeva la descrizione dell'arcano XIII nel libro di Mary Manfrin tornano prepotenti ad invadergli la mente, alimentate dall'improvvisa debolezza mostrata dalla strega e dal misterioso potere che sembra possederla quando si trova ad avere contatti con esseri appartenenti all'oltretomba, potere di cui ora avverte chiaramente l'eco avendola così vicina; sebbene ritenga ancora assurda l'idea che una figlia dei casati Potter-Weasley possa avere doti negromantiche, qualcosa nel discorso della Morte e nelle informazioni sul sangue e sugli avi snocciolate con apparente noncuranza l'hanno incuriosito, spingendolo a considerare quell'ipotesi così strampalata.
D'altronde, dopo anni a proteggere il Prescelto, bevendosi tutte le assurdità sul suo conto centellinate da Silente, ha capito che non v'è nulla di logico o normale nel suo retaggio e che abbia passato qualche oscura sciagura ai figli è da mettere in conto.

Perché io sono già morto. Tu non hai alcun potere su di me” scandisce infine, strappando un'altra risata agghiacciante alla creatura e facendo sussultare la ragazza contro la sua schiena.
La difenderesti, anche se sapessi cos'è davvero?” la voce suadente è come miele speziato e scivola dolce nelle orecchie dei due maghi, portando con sé una conferma terribile e velata che spinge Lily Luna a stringere con ancor più forza mantello e bacchetta, schiacciando il viso fra le pieghe nere ove serra le palpebre in un'infantile gesto di chiusura, mentre Piton annuisce.
Non è detto che lo sia”
Eppure hai appena dichiarato che è l'unica in grado di restituirti al sonno eterno. Sai che il tipo di rituale da lei compiuto non può essere svolto da chiunque. Ma...mi chiedo, ti rendi conto della portata di ciò che ha fatto? In cosa ti ha trasformato?” lo incalza la Mietitrice.
Ha importanza? Quando riuscirà ad annullare gli effetti del rituale tornerò ad essere un cadavere. Poco importa cosa sia stato in questa parentesi di non-vita” Risponde l'uomo in tono piatto, sentendo le dita della ragazza premere contro la sua schiena ed il suo respiro smorzarsi per un breve, significativo istante; si sta affezionando nonostante si conoscano da poco, nonostante tutti i suoi tentativi di tenerla lontana schernendola, facendole pesare gli errori compiuti con cadenza quasi giornaliera e ciò è dannatamente sbagliato, poiché se Mirtilla Malcontenta è destinata a fluttuare nel mondo dei vivi per un periodo indefinito – ma assai lungo – lui non può permettersi tal lusso e presto dovrà andarsene.
Lei deve rimanere solo il mezzo per concludere la sua non-vita, non qualcosa di cui preoccuparsi o prendersi cura, eppure ha appena ammesso davanti alla Morte in persona che non gl'importa cosa la ragazza sia, negromante o meno combatterà per difenderla finché non lo avrà liberato.

Idiota.
Da quando ho iniziato ad agire come uno stupido Grifondoro?

Sai...” sibila la Morte distrattamente, quasi non avesse udito le parole appena pronunciate dall'uomo.
...Esistono infinite parole per descrivere ciò che sei, ma quella che Noi reputiamo più corretta, poiché incarna perfettamente il tuo essere attuale proviene dalla lingua cinese. Traslitterando l'ideogramma si formano due lettere: 'W' e 'U'. Wu, nulla. E' il principio del 'non avere' e del 'non agire', anche se tu sei destinato all'azione contraria, poiché farai, agirai e combatterai sia per lei che per te stesso. Il perché questo termine definisca ciò che sono le creature come te è presto spiegato. Né vivi né morti, immortali su questa terra finché l'incantesimo che vi lega al vostro 'padrone' permea, con l'obbligo di servirlo e proteggerlo finché avrà vita; in pratica voi non siete niente, ma tutto.”
Gli occhi della corona che le orna il cranio si spalancano, osservando con curioso interesse l'espressione granitica assunta dal viso del mago; qualcosa in lui pare mutato, forse pian piano sta divenendo consapevole di non essere solo uno spettatore coinvolto per puro errore nella vicenda, ma una pedina investita d'un ruolo fondamentale e ciò non gli piace.

Per questo Noi ti chiamiamo 'guardiano', Severus Tobias Piton. Per questo noi ti chiediamo, sei sicuro di voler difendere la mia disgrazia, nonostante ciò che è?”

Basta!” prima che l'ex professore possa rispondere Lily Luna abbandona la presa sul lungo mantello, imponendosi il contegno sufficiente ad uscire dal riparo oltre le spalle dell'uomo, muovendo qualche passo verso la creatura con la bacchetta ben levata ed un'espressione furente negli occhi castani, ardenti d'un azzurro elettrico nel riverbero dei fuochi fatui.
Non so cosa tu, o voi, crediate che io sia ma ti sbagli! Non sono la tua disgrazia, non sono il carceriere di Piton, dato che sarebbe impossibile per me controllarlo, data la sua predisposizione ad andare e venire a piacimento, nonché la sua poca stima nei miei confronti ed il fatto che io non sia lontanamente forte abbastanza da batterlo in caso mi si dovesse rivoltare contro”
Potter...” sibila l'uomo lanciandole un'occhiata tagliente che lei ignora, continuando a farfugliare per dar sfogo alla frustrazione che la assilla da giorni.
Non ho fatto nulla! Ho solo letto le istruzioni per svolgere uno stupido rituale di evocazione dei fantasmi. C'è stato qualche effetto collaterale, lo ammetto, ma nulla che non si sia potuto risolvere durante la notte del trentun ottobre. Non sono apparsi altri cadaveri in giro, giusto? Quindi basta colpevolizzarmi per qualcosa che non è dipeso solo da me, dato che non ero l'unica nella foresta. Eravamo in quattro!”
La Morte ride producendo un suono agghiacciante che perfora i timpani della strega e le artiglia lo stomaco, causandole un doloroso fastidio; la magia divampa nuovamente come fuoco smorzandole il respiro, costringendola ad abbassare la bacchetta per premere entrambe le mani contro al torace, dove una fitta violenta le taglia i polmoni.

Ma tu sola hai potuto risvegliare i morti dal loro quieto e giusto riposo. Tu sola, mia disgrazia. E ne hai richiamati molti più di due”
Quanti?” Domanda Piton atono, con occhi ridotti a bui spiragli e l'espressione arcigna che era solito calarsi in volto prima di prendere parte alle riunioni a Malfoy Manor, con la quale ha inoltre terrorizzato generazioni di studenti fra le mura antiche di Hogwarts, sua vera casa e rifugio; che McLeod non fosse l'unico Mangiamorte evocato lo sospettava, poiché quando si è risvegliato all'interno della sua tomba, riscoprendosi dolorosamente 'vivo', ha avvertito l'enorme ondata di potere magico che dalla foresta s'irradiava a fiotti, richiamandolo con la stessa intensità e violenza del canto d'una sirena, ed era un'energia troppo vasta per essere stata raccolta da due soli corpi.
Lancia un'occhiata veloce alla ragazza studiandone il viso tirato, imperlato da goccioline di sudore freddo che dalla tempia scivolano lungo il collo, sparendo oltre il colletto bianco della camicia che spunta dal maglione scuro; trema impercettibilmente e sta lottando con ogni sua fibra per contenere quella magia aliena che le dilania cuore e viscere dalla notte del rito, la stessa magia che avverte anche lui e che – di nuovo - lo attira.
E' stato per tanti
– troppi – anni a contatto con la parte oscura del sapere magico per non avvertirla quando vi entra in contatto e l'aver servito Voldemort come fedele seguace e spia impenitente per buona parte della sua esistenza l'ha spinto a sviluppare un certo sesto senso nel riconoscere maghi o streghe portati per tali arti; se il Salvatore del Mondo Magico è sempre stato solo una ridicola e mal riuscita imitazione del Signore Oscuro, senza mostrare peculiari abilità oltre alla proverbiale fortuna sfacciata che gli ha permesso di rimanere in vita fino alla fine, la figlia si sta dimostrando assai più interessante.

Possibile che dalla genia di fulgidi eroi per eccellenza sia nato qualcosa di così oscuro?
Ma, citando Goethe, dove c'è molta luce l'ombra è più nera e, come ha appena ricordato la Mietitrice, lei non è solo la figlia di Potter.

Settantotto”

Lily Luna spalanca la bocca sbigottita – terrorizzata -, incapace di emettere alcun suono mentre Piton si limita ad inarcare un sopracciglio scuro come l'ala d'un corvo; la Morte schiocca la mandibola producendo nuovamente quel suono secco – fastidioso - che riecheggia col fragore di uno sparo nel silenzio ovattato della biblioteca, donando una nota di sinistra solennità alla parola appena pronunciata.
Oh si, mia disgrazia. Settantotto cadaveri ha risvegliato con la tua bravata, settantotto povere anime spaventate e perse, costrette a vagare in un mondo che non è più il loro. Per questo Noi siamo qui e ti abbiamo cercata. Perché esigiamo che ci vengano restituite tutte. Se ciò non accadrà, allo scoccare della mezzanotte del trentuno ottobre duemilaventiquattro pagherai con la tua vita divenendo mia vassalla. Ti assicuro che non vi è niente di più doloroso per voi mortali” gli occhi della corona si restringono minacciosi, studiando con feroce bramosia il corpo esile della giovane strega tremante d'orrore, finalmente conscia dalla vastità del guaio compiuto; la ragazza cerca di richiamare un po' di spavalderia, ma la risposta contrita che vorrebbe articolare le muore sulle labbra rosee poiché avverte un'improvviso capogiro, seguito dalla familiare sensazione di formicolio a braccia e gambe, segno che le manca davvero poco per cadere in preda ad un attacco di lipotimia causato dall'ansia.

Non è possibile, non è...

Perché?” domanda con un filo di voce.
Te l'abbiamo già detto, sei forse dura di comprendonio, mia disgrazia? Ciò che sei ha decretato la buona riuscita del rituale, diversamente non sarebbe accaduto nulla. E' il tuo sangue ad averlo reso possibile poiché tramite esso i tuoi avi ti hanno tramandato il dono. Tu sei il rito ed il rito è parte di te, ti da potere. Solo tu puoi chiudere il cerchio, sfamare i perduti ed ascoltare il loro vaticinio, rimandandoli poi al giusto riposo che meritano.”
Qualcosa all'interno del petto di Lily Luna s'incrina mentre la razionalità con cui è solita affrontare ed analizzare il mondo si spezza annegando nel caos; la bugia solida e sicura che in quei giorni ha elaborato fino ad convincersi della sua verità, l'idea che sia stato il rituale a darle il potere di interagire con i morti – non il contrario – e che qualsiasi cosa scelga di fare resterà per sempre segnata da ciò che ha compiuto le pare ora l'unica ancora solida a cui aggrapparsi per non impazzire.
Un anno per rimediare all'errore recuperando settantasette cadaveri le pare improvvisamente breve, come se le fosse stato concesso solo un battito di ciglia, e si chiede sgomenta se ne sarà davvero in grado; un anno come lei stessa aveva pronosticato in bagno e non sa se la Mietitrice abbia voluto utilizzare a proposito questo lasso di tempo, o sia tratti di una casualità.
Se non fosse intervenuto Piton sarebbe già morta, divorata proprio da una di quelle creature a cui dovrebbe – ipoteticamente – dar la caccia e contro la quale non è riuscita ad opporre che una blanda resistenza; pensare di doverne affrontare molti altri, magari in gruppo, le sembra impossibile.

Non penso di esserne in grado, non sono così abile” sbotta flebilmente passando con nervosismo una mano fra la lunga chioma scarmigliata, giocherellando con una ciocca ribelle che le cade al lato del viso pallido.
Lo diverrai. I tuoi avi, le cui gesta Beda da York ha romanzato nei suoi racconti, sono giunti su quest'isola per sfuggire ad una guerra e alle persecuzioni che essa ha generato, poiché i fedeli del Dio unico non approvano quelle oscure, rivoltanti pratiche che a sud erano d'uso comune. Sono fuggiti di fretta, salvando alcuni tesori che il nemico avrebbe altrimenti distrutto,ma la cosa più importante è stata preservare il sangue che donava loro potere. Mia disgrazia, ti abbiamo incontrata molte volte e ad ogni incrocio credevi di non essere in grado di gestire la tua magia, né di adempiere al tuo destino, ma ogni volta sbagliavi. Ci sei sempre riuscita perché è una parte di te che non ti ha mai tradita.
La Morte muove qualche passo in avanti, allungando la mano ossuta per poggiare l'indice sotto il viso della ragazza, alzandoglielo finché gli occhi castani, umidi di lacrime non versate, non incontrano le bende ingiallite e sporche che le fasciano le orbite; la pelle incartapecorita e sottile del volto si tira in un sorriso – dolce?- mentre gli occhi della corona si spostano sul mago, immobile a pochi passi con un'espressione indecifrabile dipinta sul volto pallido.

Non sarai sola in quest'impresa. Avrai lui” mormora con una dolcezza che un po' stride con l'aspetto sinistro con il quale ha deciso di palesarsi, ma Lily Luna riesce ugualmente ad incurvare le labbra in un debole sorriso, divertita da quanto la Morte somigli all'evanescente Mirtilla nel modo di consolare il prossimo; l'ex professore risponde all'affermazione con un sibilo sinistro, carico di mille maledizioni, ma prima che possa imporsi con più veemenza la creatura lo zittisce.
Per l'ennesima volta da quando è risorto l'uomo impreca a labbra serrate contro la sorte che l'ha nuovamente legato ad un membro della famiglia Potter nel ruolo di custode e salvatore, rimpiangendo Nagini e la dolorosa fine a cui è andato incontro nella Stamberga Strillante, che ora gli pare decisamente più felice di questa tortura.

Noi ti chiamiamo mia disgrazia per questo, perché solo chi nasce con la capacità di sovvertire il naturale decorso della vita può meritare la nostra attenzione ed il nostro rammarico”
Sono ancora convinta che tu mi stia sopravvalutando e che tutta questa storia del sangue e degli avi sia una gran cavolata. Io sono inglese, tutti i miei parenti lo sono. Lo erano anche i tre maghi del racconto di Beda, o meglio, se ricordo bene la storia non v'era specificato da nessuna parte che fossero stranieri” replica Lily Luna rabbrividendo al prolungato tocco freddo della creatura.
Alle sue spalle Piton osserva entrambe in silenzio, registrando le informazioni fornite dalla Mietitrice per creare collegamenti con tutto ciò che ha raccolto in anni di studio delle materie più disparate – sia babbane che magiche - e di servizio come spia su entrambi i fronti di guerra, trovando un primo riscontro nei Peverell, il vero cognome dei fratelli citati da Beda il Bardo nell'omonima storia che furono i primi possessori dei Doni della Morte.


Gli stessi Doni che ora appartengono al Ragazzo Sopravvissuto.
Ironico.

Silente riteneva i Potter discendenti diretti del terzo fratello Peverell, colui che aveva chiesto alla Morte un lembo del mantello per sfuggirle, mantello che spesso era stato utilizzato impropriamente da James ed Harry Potter durante gli anni di scuola per compiere bravate o finte, eroiche, imprese.
Storce le labbra in una smorfia ricordando il ragazzo che lo tormentava fra i corridoi di quello stesso castello, a causa del quale aveva perso la fiducia di Lily per sempre, rifugiandosi fra le sicure e rassicuranti spire dell'Oscuro Signore che l'attendeva in grazia, desideroso di collezionare un'altra mente brillante fra le schiere di suoi seguaci; si costringe a scacciare quei pensieri con forza, tornando a concentrarsi sul presente, ricordando che Silente non credeva che la Morte fosse realmente apparsa ai tre antichi maghi, ritenendola una semplice metafora del loro coinvolgimento con le Arti Oscure che aveva portato alla creazione dei 'Doni'.

A quanto pare qualcosa l'hai sbagliata anche tu, Albus.

Studia il riflesso azzurrognolo prodotto dai fuochi fatui danzare sui capelli rosso acceso – sanguigno - della strega, perso nel filo dei propri pensieri: se quanto detto dalla Morte è attendibile i tre fratelli possedevano i Doni della Morte già prima di metter piede in Inghilterra ed a quanto pare hanno tramandato altro ai loro discendenti, un'abilità che si annida nel sangue e nei geni, come la capacità di parlare il perseltongue e la predisposizione alla metamorfosi; ciò spiegherebbe come la ragazza sia riuscita a svolgere il rituale, anche se i cosiddetti doni di sangue tramandati nelle antiche famiglie magiche si palesano in quasi tutte le generazioni, difficilmente ne saltano, quindi se davvero la Potter fosse una negromante o un oracolo dei morti dovrebbero esserlo anche i suoi parenti.
James Potter senior era troppo ottuso e mal disposto verso le arti oscure per possedere un potere simile e, da quel poco che ha potuto apprendere sul resto della famiglia composta dagli anziani genitori purosangue, nessuno era stato condannato per pratiche occulta ed illegali quali la negromanzia.
Osserva attentamente la Potter conversare con la Morte e la comparazione con Lily giunge inevitabile, dolorosa, nonostante il suo sforzo d'escluderla dai pensieri: la giovane Corvonero è leggermente più bassa ed ha un corpo più tonico e muscoloso, probabilmente reso tale dai costanti allenamenti di Quidditch e dalle lunghe ore di corsa ed esercizi a corpo libero praticati quasi quotidianamente; la lunga tunica nera foderata di raso blu notte ne nasconde le fattezze fino alle caviglie sottili fasciate dagli alti e spessi calzettoni neri della divisa femminile, terminanti in mocassini color terra dalle punte consumate.
Malgrado l'aspetto ordinario, forse un po' troppo trasandato per i suoi gusti, c'è qualcosa in lei che un po' stona con la giovane età ed il contesto scolastico in cui si trova, un portamento altero e distante – naturale, non ricercato – che la fanno apparire come aliena nel mondo in cui, suo malgrado, è costretta a camminare; come se appartenesse ad una realtà diversa e stesse aspettando in grazia che qualcuno le indichi la via per tornarvi, poiché lei l'ha dimenticata, ma forse queste sono solo sue supposizioni dettate da quel senso di affinità che ogni tanto lo coglie quando si ritrova a parlare con la giovane.
Non v'è davvero nulla di anomalo in lei, eccettuato quella strana energia che pare divorarla in presenza di creature morte, ma di qualsiasi cosa si tratti
– se un mero eco del rituale o vera capacità innata – è sicuro che solo facendo ricerche e svolgendo la missione affidata alla strega giungeranno le risposte; un altro tassello al puzzle però può aggiungerlo, solo per il piacere d'aver svelato un segreto che pure all'infallibile Albus Silente era sfuggito.

Il mantello dell'invisibilità di Peverell” domanda poco prima che la Mietitrice si congedi, collezionando un'occhiata stupita dalla giovane Potter e l'ennesimo, fastidioso, schiocco di mandibola della creatura.
Fosti tu a donarlo al terzo fratello?”
E lei\lui, prima di svanire fra le ombre in uno svolazzo di vesti color carbone ed azzurri fiamme eterne ghigna divertita, stendendo la manica destra dell'ampia veste per mostrare il taglio netto che l'ha lacerata, accorciandola di quasi due metri.

La storia la scrivono i vincitori, i vinti affidano le loro memorie alla leggenda” Riecheggia la voce stridente, disperdendosi nell'ampia sala colma di libri e scaffali antichi, frantumando la cortina di brina che era scesa a velare ogni superficie.
Il mago si avvicina alla ragazza, ancora scossa dalle informazioni ricevute, e le lancia un'occhiata tagliente, incurvando le labbra in un ghigno cattivo.


Preparati Potter, da domani iniziamo la caccia”





GAZZETTA DEL PROFETA

01 novembre 2022

[Ritaglio delle notizie di testa del quotidiano]



' MINISTERO DELLA MAGIA E M.A.C.U.S.A'

LA COLLABORAZIONE CHE RIVOLUZIONERA' IL CONCETTO DI SICUREZZA


Dopo cinque anni di intensi lavori il Ministro della Magia Orlandus Marlowe-Finch

come accordato durante la stesura del programma decennale di cooperazione magica,

è orgoglioso di annunciare l'attesissimo avvio del nuovo corso d'addestramento

Auror sviluppato in collaborazione con il M.A.C.U.S.A, nonché dell'inaugurazione

della nuova accademia magica per la difesa a Londra, sita nella East London Tech City.

Questo progetto di cooperazione internazionale, spiega il Ministro, non sarebbe stato

possibile senza gli ingenti fondi ed il pieno sostegno del collega Alexander O.

Anderson, Ministro degli esteri dell'America magica in servizio presso l'ambasciata

di Londra dal 2018. Le sue innovative idee sul controllo e la prevaricazione della diffusione

della Arti Oscure, nonché il programma d'addestramento reclute ed agenti da lui stilato in

accordo con i massimi vertici del nostro Dipartimento della Difesa, hanno riscosso enorme successo,

permettendo la cattura di oltre una cinquantina di maghi oscuri, un numero ingente che non s'era più

registrato dalla caduta di Colui che non deve essere Nominato.

Anderson ha inoltre fatto giungere dall'America due intere squadre di Auror altamente specializzati

che affiancheranno i reparti inglesi nelle prime fasi di addestramento. Inoltre ciò permetterà

l'introduzione in Inghilterra di nuovi e sofisticati mezzi per il contrasto alla criminalità magica […]


Nella foto che capeggia a lato dell'articolo un uomo sulla quarantina alto ed attraente, fasciato da un costoso completo grigio antracite su cui spicca la cravatta d'un azzurro carta da zucchero, stringe la mano sorridendo ad un ometto basso e rotondo, dalle gote rubizze, vestito con uno smoking d'un improbabile color prugna appaiato ad un mantello verde veleno e cappello a punta nero; alle loro spalle svetta l'imponente cancellata in ferro battuto, magico, oltre il quale s'intravede appena l'imponente caserma di nuova costruzione così simile ad un hangar militare babbano.
Di fianco a loro, immobili nella posa di guardia vi sono due Auror: a sinistra l'americano Marcus Meyer alto ed imponente, con il volto segnato da tre lunghi sfregi paralleli che dalla parte sinistra del collo risalgono fino all'attaccatura dei capelli in centro alla fronte, ed il corpo inguainato in una divisa militare composta da giubbotto antispell in fibra sintetica con rinforzi, pantaloni operativi con protezioni all'interno ed anfibi dalla punta in metallo;alla destra invece vi è un giovane uomo più basso e longilineo, abbigliato con una divisa da cerimonia nera con alamari in oro e coprispalline con frange, alti stivali al ginocchio e pantaloni in pelle di drago. Gli occhi verdi, ornati da un paio d'occhiali tondi dalla fine montatura scura fissano l'obbiettivo con fermezza mentre il vento gli scompiglia i capelli ribelli, mettendo in mostra una cicatrice a forma di saetta sulla fronte.


___________________________________




Glossario:


  1. Beda il Bardo: Cantastorie nato nel XV secolo. J.K. Rowling lo da come originario dello Yorkshire, senza però specificare da quale città provenga, quindi la decisione di farlo provenire da York (città antica, seppur caduta in disgrazia dopo la guerra delle due Rose) è mia; preciso che in questo racconto Beda è si nato nel XV sec (1400 d.C.) ma ha vissuto parte della sua vita nel XVI sec.

  2. In molte tradizioni gli incroci, così come i ponti, sono passaggi verso altri mondi non è raro incontrare vicino ad essi spiriti o divinità ctonie.

  3. I tre fratelli: ebbene si, la fiaba dei tre fratelli torna a perseguitarvi anche qui dove avrà in ruolo importante, non fondamentale come quello avuto in “Harry Potter e i Doni della Morte”, ma ugualmente di rilievo. So che nel libro i tre fratelli sono maghi inglesi vissuti attorno alla metà del 1200 d.C. e non degli immigrati clandestini provenienti da chissà quale paese a sud, ma ho dovuto cambiare questi elementi a fine di trama.

  4. Morte: Quando la Morte si presenta fa una lunga lista di epiteti e descrizioni con cui è universalmente conosciuta; sono semplicemente 'aspetti' con cui si mostra, a seconda della cultura, credo religioso o provenienza della persona con cui deve interagire, poiché essa è una, ma ha tanti volti. 
  5. WU:  Il concetto di 'WU' è presente in tanti miei scritti. Nella tradizione cinese WU è coli che, trascendendo tutto ciò che è umano, diviene incarnazione di un potere superiore; qui invece è una figura un po' più 'terra-terra', con istinti, desideri e scopi puramente 'mortali', di superiore ha solo il fatto di essere immortale e di dover servire il suo 'padrone' (padrona) finché essovivrà o non l'avrà liberato.

    Quest'idea viene dal manga 3x3 Occhi (o Trinetra) di Yuzo Takada, una fra le mie opere a fumetti preferite. 

NDA: Un poco in ritardo giunge anche questo quinto capitolo, il tanto atteso dialogo fra la Morte, Piton e Lily Luna; non è stato un capitolo facile ed alla fine mi sono trovata a riscriverlo da zero un paio di volte perché non mi piaceva, perché le informazioni sono tante ma non trovavo corretto il modo in cui sono state esposte e perché diciamocelo, far parlare un essere immortale, onnisciente, senza farlo risultare idiota è davvero difficile.
Le informazioni date sono parecchie ed i due protagonisti le assimilano in modo diverso: se Lily Luna si ostina a rifiutare un suo possibile collegamento con la magia che le ha permesso di svolgere il rito, la notte di Halloween (motivo per cui durante la caccia si chiede se davvero la magia sia sua), Piton sembra già più convinto che la ragazza abbia qualcosa di speciale, anche se i suoi pregiudizi verso Potter lo frenano.
Preciso che questi dati sono solo il punto d'inizio, non spiegano ancora nulla.

Volevo inoltre comunicare che ho aggiunto – finalmente – l'immagine della copertina di questo racconto anche qui, la trovate nel prologo (lascio comunque un link: copertina); siccome oltre a scrivere a tempo perso disegno, ho iniziato anche a buttar giù alcuni schizzi dei personaggi apparsi fin ora.

Nei prossimi capitoli vedrò di postare alcuni.


Un grosso ringraziamento a chiunque sia giunto fin qui.
Alla prossima.



_Morgan


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Capitolo 6
*** .III. Convalescenza, comportamenti assurdi ed oscuri trafiletti (17 novembre 2023) ***


Nekiya - Capitolo III

νέκυια

- Capitolo III -

Convalescenza, comportamenti assurdi ed oscuri trafiletti


[Breve trattato sulla difficoltà del riposo in periodo di forte stress

causato da cattivi pensieri ed ombre moleste]




The darkness that you felt,

I never meant for you to fix yourself.

Some legends are told,

Some turn to dust or to gold,

But you will remember me,

remember me for centuries”

(Fall Out Boy - Centuries)



Hogwarts,
Dormitorio Femminile Corvonero
17 novembre 2023, ore 10.47


Apre gli occhi ed un cielo di stoffa blu notte trapuntato di piccole stelle, l'accoglie.
Subito li richiude, ferita dalla luce del giorno che, seppur grigiastra, dopo giorni passati al buio l'acceca; inghiotte un grumo di catarro, inspirando con forza dalle narici per liberarle mentre s'avvolge stancamente ancor più stretta nella trapunta, rinchiudendosi all'interno di quel bozzolo caldo e sicuro per lasciare il resto del mondo – freddo, ostile, reale – fuori.

Quattro giorni...
Sono passati quattro giorni dalla caccia.

Nel buio ovattato creatosi fra le coperte la ragazza si perde a rimuginare su quanto accaduto all'interno della foresta proibita, con gli auricolari ben premuti all'interno delle orecchie e Youtube Music aperto in riproduzione casuale, cercando di trovare nella musica un po' di sollievo al caos di pensieri che le stanno agitando la mente, causandole cicli di dolorosi mal di testa; distende le labbra in una linea tirata avvertendo – come un oscuro monito – l'orribile sensazione data dalla fredda lingua di Rowle leccarle via il sangue dalla pelle, alla quale il corpo reagisce con l'ennesimo brivido di disgusto.
Sebbene le ferite siano ormai rimarginate grazie alle cure di madama Poppy ed abbia cercato di fare quante più docce possibili per lavare tutto ciò che le è rimasto appiccicato addosso durante quella notte, il senso di sporcizia causato dal tocco dei due risvegliati che l'hanno assalita rimane ben impresso nella memoria tattile, obbligandola a trascinarsi verso il bagno comune ad intervalli regolari per graffiarsi viso e braccia con una spugna ruvida, irritando la pelle fino a spaccarla, in un fiorire di nuove – vistose – abrasioni.
Mentre 'The Resistance' degli Skillet risuona prepotente dalle piccole cuffie nere, i pensieri della strega si spostano sui tre giorni passati in infermeria a causa della violenta febbre che l'ha colpita poche ore dopo il rientro dalla caccia, dei quali ripercorre l'incessante terzo grado a cui è stata sottoposta una volta sveglia da un'incredula Madama Poppy e dal professor Murray, suo Capocasa nonché docente di Difesa contro le Arti Oscure e – sfortunatamente – ex Auror con uno spiccato talento nel smascherare le bugie che gli vengono propinate come sancta veritatis dai suoi studenti; fingere di dormire per evitare il terzo grado s'era rivelata fin da subito una pessima idea, così s'era trovata costretta ad elaborare una scusa abbastanza credibile per giustificare le condizioni in cui l'avevano trovata alla porta dell'infermeria, nonché a concederle di scontare gli ultimi giorni di riposo nel suo letto in dormitorio.

Ho sempre mantenuto un profilo così basso che l'idea di aver preso la febbre in biblioteca, dopo una notte passata a studiare al freddo, non è parsa stupida a nessuno dei due.
Non so se esserne compiaciuta o delusa.

L'integerrima infermiera di Hogwarts aveva acconsentito a lasciarla andare solo dopo aver decretato la certa fine dei sintomi influenzali, accertandosi inoltre che l'unico disturbo di cui fosse rimasta affetta era tanto naturale quanto risolvibile in autonomia alla decorrenza del periodo stabilito; d'altronde a sedici anni è normale avere le mestruazioni una volta al mese ed usualmente ciò non comporta scompensi tali da richiedere il ricovero, ciò che Lily Luna ha omesso di raccontare all'anziana donna, nonostante lei abbia più volte posto domande in tal senso, è l'anticipo di quasi una settimana con il quale sono arrivate ed il fatto che si stiano rivelando particolarmente fastidiose.
Più del consueto.

Diarrea, dolori ossei sparsi, mal di testa lancinante.
Crisi di pianto che mutano in incazzature feroci in poco meno d'un secondo ed un rincoglionimento epocale che mi sta rendendo difficile ogni azione, poi letargia.
Potrei dormire da qui al giorno della mia prematura morte senza avvertire la necessità di alzarmi dal letto e scoprire come sta andando avanti il mondo senza di me.

Le sue compagne di stanza erano rimaste alquanto stupite dall'apprendere che l'irreprensibile Lily Luna, la quale vantava la media di una o due assenze in sei anni di scuola – tutte giustificate - stesse così male da non riuscire a frequentare le lezioni e durante la sera del suo rientro in dormitorio Grace si era mostrata sinceramente interessata alle sue condizioni di salute, offrendosi di darle una mano con i compiti se ne avesse avuto bisogno, comportamento che spiazzò Lily Luna, spingendola a domandarsi se non fosse ancora stordita dall'effetto della potente pozione antibiotica propinatale dall'infermiera.
Hilary invece s'era comportata con la consueta scortesia, degnandola appena d'un occhiata mentre la giovane strega si trascinava stancamente verso il letto, scoppiando poi a ridacchiare nel vomitarle addosso i soliti insulti di terz'ordine, ormai abusati: “Di certo una Potter non ha certo bisogno dell'aiuto dei comuni mortali per rimettersi in pari con le lezioni'”.
Dopodiché aveva intimato all'amica di allontanarsi dalla moribonda o avrebbe rischiato di contrarre la lebbra a sua volta, ma prima che Grace, visibilmente – e stranamente - sconvolta dall'atteggiamento menefreghista della bionda ed acida Corvonero, potesse articolare una risposta era stata Milena – che mai prima d'ora s'era sbilanciata in sua difesa – ad aprir bocca articolando una serie di commenti sprezzanti e poco garbati nei confronti di Hilary, sottolineando con perfida perizia quanto sbagliata fosse la casa Corvonero per una creatura dalla mentalità così bigotta, che arrivava alla sufficienza garzie al puro buon cuore delle sue 'amiche' e all'abilità discutibile nel copiare o rubare i compiti altrui, con sotterfugi degni della peggior antagonista da teen-movie di serie B.
Hilary s'era dovuta mordere a forza il labbro inferiore, vistosamente dipinto d'un sobrio rosa chewing-gum, raccattando spazzole e trucchi sparsi sulla sua scrivania per poi raggiungere il bagno e chiudervisi come una furia, scoccando alle tre streghe occhiate di fuoco bordate di rimmel, conscia di non possedere né le capacità tecniche né dialettiche per sostenere uno scontro con la Trevisan.
Né con Grace, se questa avesse deciso di rivoltarsi contro di lei per appoggiare la sua giurata nemica in difesa di quell'essere inutile e sciatto chiamato Potter; onestamente la ragazza faticava a capire come quella stronza dai capelli color carota, simpatica quanto uno schiopodo molesto, nei momenti di bisogno trovasse sempre qualcuno pronto ad aiutarla pur non chiedendo, pur mostrandosi scorbutica e lunatica quanto il suo nome, mentre lei, solare e gentile con tutti, veniva costantemente bullizzata da quel mostro dall'etnia indefinita.
Lily Luna ricorda d'aver corrugato la fronte osservando la scena con occhi sgranati e la mano ancora stretta al risvolto in stoffa blu notte del baldacchino, lanciando poi fugaci occhiate alle due streghe rimaste in stanza; Milena l'aveva scrutata di rimando mantenendo le labbra ben serrate, senza articolare spiegazioni o scuse in merito a quanto accaduto pochi istanti prima, dopodiché si era coricata a letto con lenta noncuranza senza degnarla d'ulteriori attenzioni, con le cuffie ben calcate nelle orecchie e lo smartphone aperto su Youtube, agitando la bacchetta affinché i cordoni rilasciassero le cortine di stoffa, nascondendosi alla vista.
Grace invece aveva incurvato le labbra in un timido sorriso prima di augurarle una frettolosa “Buonanotte”, acciuffando un paio di libri precedentemente abbandonati sul comodino per poi sparire oltre la porta d'ingresso, probabilmente diretta in sala comune a studiare.
Poco prima che la giovane Potter sbuffasse, decisamente infastidita dal non riuscire a dare una spiegazione logica a ciò a cui aveva assistito, Milena aveva scostato i pesanti tendaggi, emergendo quanto bastava per scoccarle un'ultima, seria, occhiata d'un limpido azzurro, incurvando le labbra affinché scandissero un'afona ' Buonanotte'.

Rispetto.
L'aveva osservata con rispetto.
Assurdo...

All'interno delle mura di Hogwarts Milena Trevisan è temuta da tutti a causa della pessima reputazione che l'accompagna, data la sua propensione a fare a botte per ogni quisquilia e la poca pazienza che la contraddistingue, inoltre è una straniera di nazionalità mista con discendenza magica ancor più dubbia della sua provenienza, poiché ad ora – si vocifera nei corridoi – la madre non è ancora riuscita a fornire un soddisfacente certificato che ne attesti lo status di sangue; come se nella Hogwarts multietnica e culturalmente inclusiva della McGranitt, sviluppatasi a pari passo con l'integrazione portata avanti dai due Ministeri, magico e babbano, tali carte fossero davvero necessarie, .
Già dai primi giorni di scuola la giovane italo-croata s'era rivelata il più grande cruccio di James Sirius, spaccandogli il setto nasale con un solo e ben calibrato pugno quando lui, senza tener conto dell'opinione di lei né che la – forzata – proposta di fidanzamento sarebbe potuta sfociare in rifiuto, le si era avvicinato intimandole: “Da oggi stai con me. No, non serve ringraziarmi”, reazione che aveva causato nel ragazzo un odio profondo verso la suddetta, spingendolo a tormentarla fino al suo ultimo giorno di scuola con battute sessiste e xenofobe, nonché tentate scorrettezze durante le partite di Qidditch atte a screditarla, spingendola a cadere dalla scopa nel modo più doloroso possibile; però, nonostante il divario d'età, Milena si è sempre mostrata più che capace di tener testa al maggiore dei fratelli Potter, umiliandolo in più d'un occasione sia a Quidditch che negli allenamenti del Club dei Duellanti, mostrando un'abilità in Incantesimi e Difesa contro le Arti Oscure che nulla aveva da invidiare a quella d'un ragazzo delle ultime classi.
Dato il particolare carattere è stata, sin dai primi passi ad Hogwarts, affezionata frequentatrice dell'ufficio della preside McGranitt a causa delle numerose risse in cui finiva coinvolta e dalle quali usciva pesta ma trionfante, dopo aver spedito ragazzi più alti e grossi di lei in infermeria con distorsioni, contusioni, slogature e fratture, facendo infuriare la santa madama Poppy che, non troppo velatamente, la disprezza sin dal suo primo anno.
Sebbene condividano la camera e siano compagne nella squadra di Quidditch di Corvonero, Lily Luna non ha mai avuto modo di parlare con Milena, né di conoscerla più approfonditamente di quanto abbia appreso dall'opinione pubblica, visto il carattere ombroso e la tendenza a non voler stringere amicizie con nessuno, quindi non comprende quest'improvviso cambiamento da parte della sua compagna che – in sei anni di scuola – le ha rivolto la parola solo per elencarle tutti gli errori commessi durante le partite.

Si arrotola meglio fra le coperte chiudendo con forza le palpebre, allontanando i ricordi legati alle sue compagne di stanza cullata da 'Centuries' dei Fall Out Boy, focalizzando l'attenzione su quanto accaduto il tredici novembre, sentendo ancora bruciare l'umiliazione d'essere stata battuta a causa d'una debolezza così stupida come la paura e, se Piton non fosse intervenuto di nuovo a salvarla, ora potrebbe davvero dire di comprendere appieno cosa significhi essere un cadavere pieno di rabbia e rimpianti; anziché ringraziarlo per quel gesto, nato sicuramente dalla necessità di tenerla in vita per i suoi scopi più che dall'affetto verso la sua persona, l'aveva aggredito, attribuendogli la colpa del fallimento nonostante fosse nato da un suo errore di valutazione.
L'ex professore s'era indubbiamente comportato da stronzo, però
– riflette analizzando la situazione nella sua interezza – le è stato vicino e non l'ha abbandonata a sé stessa, come invece avrebbe dovuto fare, riducendo Rowle ad un ammasso di carne trita allo scopo di mostrarle cosa siano realmente le creature contro cui sono stati chiamati a combattere, affinché trovi da sola il coraggio necessario a superare paure e ribrezzo, spedendoli all'agognato sonno; la Morte ha affidato a lei l'incarico di recuperare tutti i risvegliati, quindi deve smettere di piangersi addosso o incazzarsi con il prossimo, utilizzando quelle energie per affinare le tecniche di combattimento e la resistenza mentale o rischierà di fare la fine dell'agnello sacrificale.
Piton non può proteggerla per sempre, deve imparare a farlo da sé.

Piton...

Sebbene una spiegazione razionale al comportamento dell'uomo vi sia, Lily Luna non può fare a meno di sentirsi 'ferita' nell'essere stata lasciata sola, al freddo e per ore, su una pianta a montar guardia aspettando l'arrivo di quelle creature da incubo; durante il duello poi, prima di intervenire in suo soccorso, era rimasto volutamente immobile – impassibile – ad osservare i due risvegliati affondare le dita sporche di terra e fango nelle sue carni, ferendola ed umiliandola, sordo alle sue grida.

Mi aspettavo davvero che lui mi considerasse una pari?
Ha detto che mi avrebbe protetta, ma solo per suo tornaconto.
Siamo necessari l'un l'altro, finché quest'incubo non sarà finito.
Altri legami non ve ne sono.

Ricordando la conversazione avuta con lo psicopompo giorni addietro, fra le mura buie della sezione proibita, la ragazza espira in frustrazione, inghiottendo saliva amara mentre un doloroso crampo spinge le viscere a contrarsi, portandola a maledire la sua condizione attuale, anch'essa ironicamente legata al sangue; si volta sulla schiena cercando una posizione più comoda, analizzando ancora una volta le informazioni ricevute da quella creatura così bizzarra, tutt'ossa ed occhi, chiedendosi pur conoscendo già l'amara – verità – risposta, se tutto ciò che le è accaduto non sia solo frutto di qualche allucinazione indotta da una pozione propinatale a tradimento da qualche delatore.
Una parte di sé – oscura, dimenticata - sa che nulla di quanto le è stato rivelato può essere una bugia, poiché la Morte non ha alcun motivo per mentire, mentre l'altra – solare, ottimista, razionale - rifiuta con forza l'idea di possedere davvero capacità tali da risvegliare uno stuolo di morti affamati e rabbiosi come bestie idrofobe, che ora vagano nei dintorni in cerca di carne fresca per placare la fame che li perseguita come una maledizione; la sé razionale sa che non esistono maghi con vere doti negromantiche, poiché sono abilità che usualmente vengono attribuite loro dai babbani, in favole e romanzi, connesse a quegli antichi culti religiosi che terrorizzano ed affascinano, privi però di fondamenti reali.
Piton invece ha idee opposte, ritenendola unica responsabile dell'improvviso – non richiesto – ritorno a quella vita dalla quale s'era congedato con sollievo, in cui si è ritrovato nuovamente a vestire gli sgraditi panni del 'guardiano ombra' che tanto ha odiato durante i lunghi anni di crescita di Harry Potter; inoltre non sembra affatto dubitare della possibilità che in lei, nel suo sangue, sopravviva una magia oscura ed antica in grado di donarle potere sufficiente per richiamare alla vita settantotto cadaveri, alcuni in avanzato stato di decomposizione.

Perché? Da cosa nasce tutta questa fiducia?

Pensa rotolando sul fianco opposto, per poi stringere le ginocchia al petto cercando di preservare un calore che, lentamente, sta abbandonando il corpo, nonostante i metri di trapunta in cui s'è infagottata; non vede l'ex insegnante da quella notte, quando l'ha riaccompagnata al castello dopo aver medicato tutti i tagli visibili ad occhio nudo ed aver deterso le vesti pregne di sangue e fango, svanendo fra le ombre dopo averla lasciata semi sdraiata di fronte alla porta dell'infermeria, alle cure di una spaventata madama Poppy.
Non si è preoccupato di passare nei giorni seguenti per valutare le sue condizioni, né di spedirle un pipistrello o un gufo per avere sue notizie o condividere qualche nuova informazione sui risvegliati; solo Mirtilla si è arrischiata a far capolino dal pavimento un paio di volte, domandandole informazioni sul suo stato di salute e restando per qualche ora al giorno a farle compagnia, raccontandole gli ultimi pettegolezzi appesi in bagni e corridoi, o semplicemente guardandola leggere.
Rose invece le ha scritto regolarmente su Whatsapp, assicurandosi che stesse bene, che mangiasse e si lavasse regolarmente, cercando di mantenersi altresì abbastanza sveglia per dedicare del tempo allo studio così da non rimanere indietro sul programma scolastico; concentrandosi dapprima sui compiti che le venivano comunicati da Grace durante i rientri in dormitorio così da finirli senza sforzo, con molto tempo in solitaria da poter impiegare in ricerche extrascolastiche, la giovane Potter si era dedicata a raccogliere le prime – scarne - informazioni sui rituali negromantici e sulla storia dei fratelli Peverell, trovando una copia digitale de ' Le Storie di Beda il Bardo' che aveva letto in un paio d'ore, restando un po' delusa dalla fiaba dei te fratelli, che ricordava assai più avvincente e ricca di particolari. Aveva scritto a Rose di procurargliene una copia cartacea dalla biblioteca, appena possibile, sperando che un tomo assai più vetusto quale quelo presente ad Hogwarts contenesse altre informazioni, tipo glosse o bibliografie, che potessero darle un indizio su chi fossero davvero i Peverell e che connessione avessero con il mondo infero, anche se non sperava d'aver successo così presto e l'idea di consultare gli archivi contenenti le genealogie magiche d'Inghilterra risultava ancora il miglior punto di partenza.

Da bambini il Mondo Magico sembra sempre 'un po' più Magico'.
Poi si cresce e ci si rende conto di quanto siamo stati infantili...

D'improvviso una luce opalescente fende il buio ovattato creato dalla coltre di coperte ammassate e la musica si smorza, mentre sullo schermo dello smartphone appare la stringa bianca di notifica dei messaggi di Whatsapp.

Whatsapp ° 1 messaggio da 1 chat ° ora

Socchiudendo gli occhi, infastidita dalla luminosità accecante prodotta dallo schermo, apre il programma selezionando la prima chat.

Rosy: Ciao! Scusa se non mi sono più fatta viva da colazione ma stamattina ho avuto doppia ora di Trasfigurazione.
Lezione parecchio impegnativa! Come ben sai il mio progetto per i M.A.G.O è poter arrivare ad utilizzare quest'arte per salvare vite, trasmutando oggetti di uso comune in materiale sanitario utile per il primo soccorso, pozioni comprese.
Il professore dice che sto facendo passi da gigante, ma io non vedo risultati concreti.

Tipico di Rose.
Sicuramente sarà riuscita a trasformare un fiammifero in un kit di primo soccorso perfetto, ma non vuole ammetterlo.
E' sempre stata fin troppo modesta, sin da bambina.

Rosy: in merito a quel che mi hai chiesto, sono riuscita a fare un salto in biblioteca ed ho recuperato una copia delle Fiabe di Beda il Bardo. Ma posso chiedere a che ti servono? Ormai sei un po' grande e letterariamente navigata per leggere libri da bambini.


Una semplice ricerca per storia della magia. 
Confronto fra realtà e mito ai tempi del medioevo magico. 
E' una sorta di progetto che, se andrà a buon fine, potrà essere interessante tesina per l'esame dei M.A.G.O di Storia della Magia, l'anno prossimo.


Se ci arrivo viva.


Rosy: Wow, ti stai dando da fare! Brava! Ok, te lo mando tramite Ernest finita la lezione di Incantesimi. Mi raccomando mangia! In special modo frutta e verdura! Abbiamo ancora in sospeso quell'uscita a Hogsmeade e sono stufa di ricevere rifiuti da parte tua, quindi vedi di riprencderti al meglio :)



Tranquilla, prometto che settimana prossima ci andremo!
Buona lezione Rosy! E grazie! :)


Alza il volume della musica al massimo quando 'My Demons' degli Starset parte decisa, per poi abbandonare nuovamente il telefono sul materasso, sepolto fra onde di lenzuola sfatte e pesanti coperte d'un blu oltremare, concentrandosi sulla storia dei tre fratelli per scacciare quella punta d'amarezza insistente prodotta dall'assenza di Piton, cosa che la disturba più di quanto le piaccia ammettere.
La Morte ha detto che i tre maghi Peverell non avevano origini anglosassoni, bensì provenivano dal sud, da un paese dove si parla una lingua 'straniera' che sono stati costretti ad abbandonare a causa di una – guerra, invasione? - calamità, portandosi dietro solo alcuni oggetti di inestimabile valore che, altrimenti, sarebbero stati distrutti; gli elementi da cui partire sono pochi, fugaci , e non trovano alcun riscontro in quanto scritto nella Fiaba.

Che, per sua definizione, deve essere un racconto ispiratore non una cronaca veritiera dei fatti.
Quindi può essere che cose inutili allo svolgimento della trama quali provenienza dei protagonisti, nomi e cognomi veri, nonché possibili connessioni a culti estranei all'Inghilterra medievale, siano stati omessi.

Intenta ad eviscerare le poche informazioni ricevute non s'accorge della figura che torreggia sul letto a baldacchino, adombrando la poca luce grigiastra che filtra dalla finestra a sesto acuto incassata nello spesso muro di pietra, la quale emette uno sbuffo spazientito per richiamare l'attenzione della larva – ragazza – che risulta troppo assorbita da congetture, dolori e musica per prestare attenzione, costringendo l'uomo ad afferrare con decisione l'ammasso di coperte, gettandole con malagrazia ai piedi del letto.
La strega ulula inviperita e scatta seduta, estraendo al contempo la bacchetta da sotto al cuscino pronta a maledire l'incauta creatura che ha osato causarle un tale spavento, ma quando, fra la cortina di capelli ramati che le sono caduti davanti agli occhi nello slancio, scorge un viso pallido e spigoloso sul quale spiccano un naso aquilino e profondi occhi neri, dal taglio asciutto, il suo cuore perde un battito e una sinistra – fredda - sensazione scivola sulla pelle esposta, smorzando ogni intento bellicoso.
Abbassa la bacchetta e raccogliere istintivamente le gambe contro al torace, in protezione sotto lo sguardo vigile dell'uomo che inarca un sopracciglio e sogghigna, muovendo le labbra per articolare un commento sprezzante che lei non coglie, avendo ancora le cuffie ben calcate all'interno delle orecchie, dalle quali fuoriesce l'assordante assolo di chitarra di Luca Turilli.

Ma annunciarsi come un qualsiasi comune mortale no?” sbotta dopo aver sfilato gli auricolari e scostato i capelli dal viso, salutando il mago con uno sguardo truce.
Ho impiegato due minuti del mio prezioso tempo cercando di avere la tua attenzione, ragazzina. Data l'improvvisa sordità di cui risulti affetta non ho potuto fare altrimenti”
Ascoltavo musica” spiega mostrando il lungo filo nero terminante in due piccoli auricolari, recuperando al contempo il telefono per spegnere YoutubeMusic senza accennare a scomporsi in una posizione più rilassata, ancora insicura sul come comportarsi con l'uomo dopo la sfuriata nella foresta; nonostante abbia sperato per giorni in una sua apparizione, si rende conto di non essere ancora pronta ad affrontarlo, non con le viscere dilaniate dagli spasmi del ciclo e l'emotività spinta ai massimi livelli da quella torma di ormoni impazziti che le circolano in corpo.
Inghiotte scacciando a forza un secondo brivido, costringendosi ad alzare il viso fino ad incontrare quegli occhi neri immoti, sentendosi piccola ed inerme come quando era all'interno della Foresta Proibita durante la notte di caccia, aspettando uno scontro del quale non riesce a prevedere l'esito.

Perché è qui?” cerca di mantenere un tono fermo, neutro, mentre una tempesta le agita l'animo alimentata dalla gravità dello sguardo del mago, abissi ossidiana taglienti come lame e profondi come il vero buio in cui appena si scorge lo stacco fra iride e pupilla, entrambe piatte, distanti, quasi prive di coscienza terrena e sentimenti; non è mai stata brava a capire le persone, né le emozioni, quindi sperare di carpire qualcosa da Severus Piton studiandone solo l'espressione le risulta dannatamente ostico,
Lui invece legge tutto ciò che vuol sapere sul viso di lei con facilità, poiché la Potter è davvero troppo emotiva, trasparente e cristallina come acqua di fonte, ed il fatto di soffrire ancora dei postumi dell'influenza non giova certo alla scarsa capacità di dissimulazione mostrata sin dall'esordio della loro forzata collaborazione; incurva le labbra nel fantasma d'un sorriso carico di sarcasmo mentre risponde, con studiata lentezza: “Tregua, Potter. Sai bene che non possiamo continuare questa missione separati, per quanto io la trovi un opzione assai migliore che sopportare la tua ingombrante presenza”

Tralasciando l'insulto, davvero le ci sono voluti quattro giorni per partorire questo sensazionale pensiero?” sbotta la strega osservandolo con malcelata stizza, stringendo con ancor più forza le esili braccia attorno alle gambe piegate, fasciate da pantaloni grigi d'una tuta sportiva con risvolti slabbrati, oltre i quali sbucano le punte dei piedi fasciati da pesanti calzini neri, muniti di gommini azzurri sulla pianta; quel particolare indumento strappa un ghigno cattivo – inappropriato - all'ex professore, poiché se Potter pensa davvero d'incutere rispetto o timore così conciata ha decisamente sottovalutato il potere dell'apparenza, cosa peraltro riscontrabile ogni qualvolta indossa la divisa scolastica di una taglia più grande, o gli improbabili look babbani del tempo libero.

Trasandata.

Lei pare non aver notato l'improvvisa scintilla di divertimento balenata negli occhi del mago, continuando imperterrita a sciorinare insulti intercalati da supposizioni su cosa avrebbe dovuto fare in seguito alla caccia del tredici novembre, ovvero andarla a trovare in infermeria per accertarsi delle sue condizioni di salute, sia fisiche che mentali, - vincendo probabilmente una Cruciatus- aiutandola a riprendersi al meglio dallo shock.

Non sono certo tua madre...

Potter...” sospira l'uomo cercando di zittirla con un cenno della mano, ora sicuro che avrebbe dovuto sparire per altrettanti giorni, poiché i quattro già trascorsi si sono rivelati insufficienti a far smaltire alla ragazza la rabbia ingiustamente accumulata durante la caccia, nata più per frustrazione personale che per una sua mancanza come mentore ed insegnante; con un sospiro frustrato ne ricorda il cognome, colpito da un improvviso mal di testa. Certamente non poteva sperare in una creatura docile e con un intelligenza tale da comprendere immediatamente azioni e reazioni connesse alla difficile arte di educarla a sopravvivere fino alla fine di quell'ingrata missione.
No, no! Non si azzardi a chiamarmi per cognome! Né ad utilizzare quell'orribile termine: ragazzina!” ringhia Lily Luna oramai fuori controllo, lasciando che rabbia e frustrazione fuoriescano come una marea dalle sue labbra sottoforma d'insulti e rabbiose accuse intrise di verità, affinché investano l'uomo con forza; salta in ginocchio per dare enfasi al discorso, esponendo così all'impietosa analisi del mago la felpa blu scuro di due taglie più grande, con tascona e cappuccio, sulla quale vi è stampata la bandiera della Repubblica Ceca ornata da due boccali di birra e la scritta ' P R A H A ', sotto ad essa.
In effetti potrebbe risultare più appropriato se ti chiamassi Mia Disgrazia” sibila l'ex insegnante maligno per nulla turbato dallo scoppio d'ira o dalle parole poco gentili che la ragazza gli ha rivolto, ricordando l'epiteto utilizzato dalla Morte durante l'incontro avvenuto in biblioteca settimane addietro; lei interrompe il salmodio d'accuse e cattiverie, osservandolo con occhi castani colmi d'incredulità prima di serrare le mani a pugno, riprendendo l'attacco con una nuova serie di turpiloqui così volgari e di bassa lega da far impallidire persino i più grezzi soggiornanti dei sobborghi di Londra che però non paiono sortire alcun effetto intimidatorio, strappando all'uomo l'ennesimo ghigno.
Porco Merlino stitico in una valle di purghe rettali! E non mi dica di non bestemmiare!”
Stavo invero per chiederti se tali finezze siano frutto della tua inventiva o te le abbia suggerite qualche bifolco spedito da tua padre ad Azkaban” risponde Piton, continuando a massaggiarsi la tempia con l'onnipresente sorriso di scherno ad incurvare le labbra pallide ed occhi ardenti come stelle sideree, rilucenti d'un oscurità maligna.
Me ne attribuisco la maternità, ma non è questo il punto! Il punto è che ho un nome, cazzo, e dovrebbe iniziare ad usarlo!” Sbotta Lily Luna stringendo le coperte sfatte tra i pugni dalle nocche sbiancate, finché non avverte un principio di dolore, infastidita dalla calma con cui l'ex professore ribatte a tono ad ogni sua rimostranza; lo odia per il tono seccente con cui la redarguisce, per la sagacia con cui intride ogni frecciatina che le scaglia addosso conscio di ferire e per quel dannato – altero – distacco che lo spinge a guardarla e trattarla come fosse una sorta di parassita molesto, indegno d'attenzioni più profonde.

Lo odio perché è un fottuto genio affetto da sociopatia ed innumerevoli, altri, problemi a livello comportamentale.
Perché non sarò mai alla sua altezza.
Il divario è enorme

Mia disgrazia?” sogghigna il mago mostrando i denti, come farebbe una fiera poco prima d'azzannare al collo la sua preda, con occhi ossidiana animati da una fiammella di pura cattiveria.
Lily Luna, esasperata, emette un grido rauco e stanco, afferrando il cuscino per scagliarlo con violenza contro la nera figura che, senza compiere alcun movimento per schivarlo diviene ombra, lasciando che l'oggetto attraversi la sua consistenza fumosa per collidere poi contro al vetro della finestra alle sue spalle.

Se hai finito di dare spettacolo avremmo alcune cose da chiarire” afferma Piton una volta riacquisita forma solida, osservando come la ragazza torni ad abbracciare le gambe, infilando il viso nell'incavo creatosi fra le ginocchia ed il petto con aria sconfitta e ferita; i capelli scarmigliati le ricadono attorno e, illuminati dalla pallida luce di quella mattina nuvolosa di novembre, paiono rifulgere d'oro e fiamme.

Auburn.

Se non impara a chiamarmi per nome non le dirò niente. Inoltre potrebbe anche sedersi, già ci sono abbastanza disparità fra noi quando riesco a stare in piedi. Sostenere un dialogo civile con lei che mi sovrasta in questo modo è davvero difficoltoso, oltre che inequo. Non sto affatto bene, quindi per favore si sieda e mi dia tregua” replica stancamente la giovane strega dopo alcuni minuti di silenzio; continuare a lanciarsi frecciatine è controproducente oltre che dannatamente fastidioso e Lily Luna non vede l'ora di poter tornare ad arrotolarsi fra le coperte a leggere e pensare, ascoltando musica, sperando che il dolore al ventre si attenui nel primo pomeriggio così da permetterle di strisciare verso la biblioteca per svolgere qualche ricerca sulla famiglia Peverell, oltre che sul grimorio perduto utilizzato per compiere il Rito.
Lo stomaco gorgoglia allegro, ricordandole che l'aver saltato colazione e cena la sera precedente non sono state scelte così sagge, ma lei non vi bada, continuando a mantenere la faccia ben nascosta per celare il turbinio d'emozioni e stanchezza piombatele improvvisamente addosso, evitando così il maledetto sorriso sornione che dev'essere apparso sulle labbra dell'ex professore una volta dichiarata la resa.

E mi recuperi il cuscino, per favore...”

Severus Piton ingoia una risposta acida e tagliente come fossero foglie d'un cactus ben appuntite, sbuffando contrito; s'impone disciplina ricordando d'avere a che fare con una Potter femmina e sedicenne, dalle discendenze Weasley ad incasinare neuroni ed albero genealogico, abbassandosi a recuperare il cuscino per adagiarlo poi sul materasso, a poca distanza dai piedi di lei, sedendosi poi sul bordo con un movimento fluido ed aggraziato; due occhi castani lo osservano con circospezione, nascosti fra braccia fasciate dall'ampia stoffa blu scuro, studiando la postura assunta dopo essersi accomodato sullo spigolo del materasso – in punta di culo - con una certa ammirazione, chiedendosi se anche quest'abilità nel muoversi in modo così studiato sia una conseguenza della sua condizione di non-morto o l'abbia posseduta sin da quando era in vita.
Altre richieste?” domanda l'uomo in tono calmo, utilizzando l'intonazione più conciliante del suo repertorio, la quale però non è esente da un certo sarcasmo di fondo.
In effetti sarebbe gradita una tazza di the darjeeling della Benoist, qualità delle foglie 'Orange Pekoe' lasciate in ammollo in acqua dalla temperatura di novantaquattro gradi esatti, accompagnato da biscotti al burro. Ma credo che se formulassi una richiesta del genere con convinzione mi ritroverei a terra, scossa dagli spasmi della Cruciatus, quindi no. Non ho altre richieste. Solo un po' di fame”
Avresti potuto non saltare la colazione”
Quando l'elfo domestico ha portato il vassoio era ancora buio e non avevo voglia di abbandonare il calduccio delle coperte per tirarmi su e mangiare. Poi sono stata talmente tanto stordita da chiedergli di portare via tutto senza calcolare che, magari, avrei potuto sbocconcellare qualcosa più tardi” ammette con una punta di imbarazzo, chiedendosi come siano riusciti a passare dall'urlarsi contro al parlare civilmente in pochi istanti; vede le labbra sottili dell'ex professore incurvarsi in un accenno di sorriso privo di scherno mentre la rimprovera bonariamente.
Davvero un disastro, mia disgrazia”
Lily” sbotta la ragazza assottigliano lo sguardo “Mi chiamo Lily”
Poi, notando con stupore l'impercettibile fremito che ha attraversato il viso dell'uomo con la veloce fugacità del lampo si corregge, affrettandosi ad aggiungere anche il secondo nome; una morsa ghermisce lo stomaco stringendo con inaudita forza mentre la realizzazione del 'perché' lui si ostini a non utilizzare il suo nome di battesimo le attraversa la mente annullando ogni altro pensiero, riecheggiando cacofonica.

Lily. Lily Evans. Lily Potter. Lily Luna Potter.
Mapporc...

Suo padre raccontava che durante le lezioni di occlumanzia Piton l'aveva spesso ripreso per l'utilizzo sfacciato e sconsiderato del nome Voldemort, quasi ne avesse serio timore, come se esso fosse impregnato dello stesso potere oscuro appartenente al suo possessore.
Nonostante fosse uno dei Mangiamorte più potenti ed avesse ingannato per anni l'Oscuro Signore, facendogli credere d'essere il suo servitore più leale, l'ex professore non aveva mai utilizzato l'epiteto con il quale il mago oscuro aveva scelto di farsi conoscere nel Mondo Magico, recidendo ogni legame con le sue origini babbane; se 'Voldemort' o 'Tom Riddle' sono il tabù scaturito dal suo retaggio di Mangiamorte, la strega è convinta che il nome 'Lily' contenga in sé un veto ancor più stringente e si stupisce – di nuovo – nel constatare quanto l'uomo sia profondamente sentimentale, dato che non sono bastate due guerre, anni passati a vivere nell'ombra e, successivamente, la morte per cancellare il sentimento provato nei confronti di Lily Evans. Vederlo così debole di fronte ad una semplice parola la spiazza, poiché in questi frangenti non somiglia per niente all'algido bastardo che la massacra a suon di battute taglienti e che ha ridotto diversi cadaveri ad una purea di ossa e muscoli ritorti, con una rapidità impressionante.

Un passo alla volta Lily Luna.
Un passo alla volta...
Oltre ai risvegliati qui abbiamo un altro serio problema da risolvere.

Comunque, considerate le circostanze va bene anche Mia Disgrazia. Lo sono. E suona abbastanza tragico da adattarsi alla situazione” la strega alza finalmente il viso, osservandolo con occhi vispi ed un caldo sorriso rassicurante sulle labbra, cercando di fare del proprio meglio per apparire conciliante e sincera; il mago però non pare aver compreso le sue buone intenzioni e, dopo aver riacquisito la consueta – altera – freddezza replica piattamente: “Sembri divertita”
No, tutt'altro. Preferisco che lei utilizzi un appellativo che non le dia disturbo, inoltre sono davvero felice di essere la sua disgrazia, anziché quella di gente come Rowle o McLeod. Non appare con le sembianze di un cadavere putrescente e, dopo giorni di obbligata collaborazione, posso affermare che la sua ironia è quasi divertente. Insomma, almeno ha spirito ed è intelligente. Non come quegli altri”
E queste lusinghe a cosa dovrebbero servire, esattamente? Chiariamo una cosa Potter” restringe pericolosamente quegli occhi scuri, algidi, puntandole contro il lungo e pallido indice della mano sinistra affinché l'attenzione verso le sue parole sia totale, poiché non accetta fraintendimenti né ha intenzione di tornare, in futuro, su questo discorso; la ragazza espira forte dal naso, passano nervosamente una mano fra la criniera fiamma, scarmigliata, pronta a ricevere l'ennesima – insensata – ramanzina non richiesta.

'Affanculo pure la cortesia

Ho passato diciassette anni ad insegnare a teste di legno tue pari e nessuno studente ha mai pensato di complimentarsi con me per le mie battute o il mio acume. Le uniche lusinghe rivolte alla mia persona sono state, in ordine, 'pipistrello dei sotterranei', 'vampiro delle catacombe' ed infine, summa aurea, 'quello stronzo, bastardo, untuoso naso a becco'. Sottolineo inoltre, affinché la questio del nome sia chiara, che l'appellativo con cui ti hanno battezzata non mi crea alcun disturbo. Non vedo la necessità d'utilizzarlo semplicemente perché non ti considero ancora meritevole del rispetto attribuibile ad un essere umano pensante e coscienzioso.”
In pratica mi sta definendo un'ameba deficiente?” sbotta la giovane, assottigliando gli occhi castani in uno sguardo carico di rancore, chiedendosi come abbia potuto provare un briciolo di pietà o compassione verso quella creatura maligna e perfida, capacissima di difendersi da sé, la quale riesce a distruggere ogni buon proposito d'una convivenza civile.
Paragone molto sgraziato, ma veritiero”

Bastardo

Per un attimo, mentre elencava i soprannomi che le hanno affibbiato gli studenti nel corso dei suoi anni d'insegnamento, ho quasi provato compassione. Sentimento sradicato brutalmente e demolito dalla sua impeccabile e maligna dialettica in poco meno d'una decina di secondi. Le faccio i miei complimenti sinceri, non ho mai visto una persona altrettanto colta, che sa sfruttare in modo così tremendo la propria abilità nel discutere”
Lui l'osserva per qualche istante in silenzio con improvvisa – pesante – serietà, il ghigno ridotto ad un vacuo accenno nell'incurvatura delle labbra e nelle rughe d'espressione agli angoli .

Saresti ben lontana dall'essere ' un'ameba deficiente', utilizzando la tua definizione, se ti impegnassi di più ad abbandonare quella sciocca infantilità a cui t'aggrappi quando credi di non avere capacità sufficienti per affrontare ciò che hai di fronte. Possiedi acume ed ottime capacità discorsive, nonché una discreta conoscenza delle arti magiche. Tuttavia pecchi di pigrizia. Eliminando questi difetti potresti quasi risultare interessante, Mia Disgrazia...”
Lily Luna spalanca la bocca pronta a ribattere con veemenza, aggrappandosi alla frustrazione covata in corpo per giorni la quale, alimentata dall'indisponenza dell'ex professore, dovrebbe bruciarle le viscere come un rogo ardente, ma s'accorge di non esserne in grado poiché la rabbia s'è smorzata divenendo una fredda voragine in cui ogni istinto bellicoso è affogato miseramente, lasciandola afona e stupida, con il viso stanco trasmutato nella perfetta imitazione della faccia di zio Ron durante i monologhi politici di Hermione alle cene di famiglia; non capisce come quest'uomo – essere – possa passare dallo scherno alla lode senza mutare inflessione né concedere alcun gesto d'amichevole apertura verso il proprio interlocutore, né comprende quale sia la vera opinione che ha di lei.
Le parole che le ha rivolto, benché neutre e volte unicamente a farle notare quanto siano sbagliati alcuni atteggiamenti che ha mostrato durante la caccia, nonché nelle varie interazioni per questioni legate al Rito e alle informazioni delle quali è necessario entrare in possesso, sono comunque un grosso passo avanti rispetto alla sgarbataggine con cui s'è sempre approcciato sino ad ora e, stranamente, gli è grata per questo barlume di cortesia; se fossero persone diverse, meno solitarie e più espansive, proverebbe ad allungare una mano per stringere la sua in un muto gesto di vicinanza ed affetto, ma la strega non è mai stata particolarmente amante del contatto fisico e ha il sospetto che Piton interpreterebbe male quel gesto istintivo, sigillando nuovamente le mura che s'è costruito attorno come scudo ed annullando il piccolo spiraglio concessole.

Piccoli passi. Procediamo lentamente.
Anche io ho qualcosa da dire.

Ho sbagliato a prendermela con lei per aver fallito, l'errore è stato unicamente mio ed è accaduto perché ero spaventata, stanca e incredula. Quando abbiamo iniziato questa missione credevo che dare la caccia a dei cadaveri semoventi fosse facile, date le condizioni precarie in cui versano non pensavo sarebbero stati capaci d'opporre una seria resistenza. Durante la notte del trentun ottobre mi sono lasciata cogliere di sorpresa, ma sono sicura che, se avessi posseduto le conoscenze che ho ora sarei riuscita a battere quella creatura senza troppi problemi. Non pensavo che gli altri sarebbero stati così agguerriti ed in grado d'usare ancora gli incantesimi. Non pensavo che si sarebbero mostrati così...umani” Nel dare voce a ciò che prova, le memorie di quanto accaduto durante le due terribili notti trascorse nella Foresta Proibita le invadono la mente, risvegliando ancora una volta quella torma di sensazioni oscure, negative, che per giorni ha cercato di dimenticare; distoglie lo sguardo dal viso affilato e pallido dell'ex professore, incapace di sostenerne il giudizio e l'abbassa sul materasso, osservando l'intrico di coperte sfatte senza però vederle davvero, persa ancora una volta nel buio umido del sottobosco, ove il forte odore di vita e foglie marce permea insistente ed uno stuolo d'animali notturni caccia in silenzio.
Ammettere apertamente di aver avuto dei limiti è una cosa che odia poiché la fa sentire vulnerabile e sola, inadeguata alle sfide che si troverà ad affrontare in futuro, siano esse esami scolastici o cacce di creature che dovrebbero essere morte da due decenni, poiché incrina la maschera di altera perfezione che s'è cucita addosso così da nascondere agli altri compagni di scuola le sue insicurezze, affinché non la attaccassero pubblicamente tirando in mezzo il cognome che porta; tutte le volte in cui e non è stata in grado di eseguire un esercizio o un compito è stata pesantemente sbeffeggiata dagli altri ragazzi, i quali credono che il suo unico talento consista nell'essere figlia del Salvatore del Mondo Magico, pertanto una ragazzina frivola ed abituata alla celebrità, incapace d'ottenere alcun risultato con le sue sole forze.

Certi cognomi chiudono più porte di quante ne aprano.
La realtà è ben diversa dall'oro patinato, ostentato negli articoli del Profeta.


Rowle era umano, se non ne avessi avvertito la vera natura non l'avrei mai considerato già morto. In più sapeva ancora utilizzare gli incantesimi d'attacco e difesa con buona maestria. Queste cose mi hanno spiazzata, l'idea di fare del male ad un essere vivo e senziente mi ha spaventata”
Thorfinn Rowle è morto durante la battaglia di Hogwarts nel '98. Quel che è rimasto di lui non era nient'altro che un corpo vuoto animato dalla follia” Con tutta la calma maturata in anni d'insegnamento, Piton le racconta con clinica precisione le conseguenze di ogni fattura scagliata contro all'ex Mangiamorte redivivo, sottolineando come nessuna delle funzioni motorie sia stata alterata nonostante la rottura di ossa e muscoli, nonché l'assenza quasi totale di sangue dai numerosi squarci aperti nelle carni; mentre parla nota che la strega si è seduta con la schiena dritta, osservandolo con silenziosa attenzione così da poter assimilare appieno tutti i – raccapriccianti – particolari della vicenda come fosse ad una banale lezione scolastica, con una sete di conoscenza tale da lasciarlo piacevolmente spiazzato.
Si sarebbe aspettato che la Sua Dusgrazia lo pregasse di cambiare argomento o l'azzittisse, non che lo guardasse con un tale interesse, ponendo alcune valide domande sugli incantesimi
da lui utilizzati durante il combattimento e chiedendo in più d'un occasione quali esercizi svolgere per migliorare le sue capacità, nonché consigli per non risultare totalmente di peso durante le prossime cacce.
C'è qualcosa in lei che la rende assai diversa dalla chiassosa e luminosa torma dei parenti Potter-Weasley, una scheggia d'ombra ben celata all'interno del subconscio che la rende immune all'orrore, spingendola a provare un'attrazione sinistra – pericolosa - verso tutto ciò che è tetro e decadente, abbandonato e pericoloso, verso i cosiddetti tabù tanto cari al Mondo Magico moderno; nonostante si sia rifiutata di combattere durante la notte del tredici novembre, il mago sa che la ragazza non ha alcuna fobia degli spiriti o dei cadaveri, altrimenti le sue rimostranze sarebbero state assai più accanite e plateali della mesta accondiscendenza con la quale ha accettato l'incarico assegnatole dalla Mietitrice, sebbene all'inizio lui abbia scambiato tale sottomissione per rassegnazione mista a quella punta di follia marchio Potter, gli è bastato vedere con quanta determinazione è rimasta nella foresta per capire che – oltre la maschera- la Sua Disgrazia brama le ombre più di quanto aneli alla luce.
E' caduta con la faccia nel fango ferita ed umiliata, giusto il tempo per versare qualche amara lacrima di autocommiserazione prima di trovare nuovamente le forze per alzarsi in piedi e riprendere la lotta con ancor più voglia e determinazione che in origine; la lezione, a quanto pare, s'è rivelata assai più efficace di ogni parola di conforto, pensa l'ex professore con una punta d'orgoglio ed è assai curioso di vedere quali e quante altre trasformazioni compirà la ragazza prima che l'ultima caccia sia terminata.

In quale chimera ti trasformerai, Mia Disgrazia?

Buona parte delle creature che popolano la Terra sono modellate su base umana o animale. Déi, demoni, angeli, fate, banshee, folletti, gnomi, vampiri, licantropi ed altre oscure amenità che popolano i racconti folkloristici dei babbani ed il nostro, celato, mondo sono esattamente come te e me. Non pecco d'ottimismo nel ritenerti in grado di schiantare un pixie o un fauno se questi tentassero di strapparti i capelli o cavarti un occhio. Focalizzati sul contenuto e dimentica l'aspetto esteriore mantenendo sempre ben a mente contro a cosa stai combattendo. Le apparenze, come spero ti sia stato insegnato durante le lezioni di Difesa Contro le Arti Oscure, sono solo graziose maschere atte a confondere e celare la vera natura dell'orrido, poiché ogni creatura oscura che si rispetti indossa sempre sembianze concilianti per trarre in inganno le proprie prede, affinché non notino il marcio che in esse risiede e muoiano senza troppe resistenze”
Tratto dal saggio di John Aubrey, ' Fascinazioni ed inganni dei notturni' ” replica la giovane strega con enfasi, strappando una silenziosa nota di plauso all'uomo, stupito nell'apprendere che un ex Auror quale Murray consigli letture così 'adulte' e poco 'scolastiche' ai suoi studenti; il testo di Aubrey è un ottimo trattato sulle capacità illusionistiche e sul modus operandi utilizzato da varie creature notturne per attrarre prede umane senza ricorrere alla violenza, alcune delle quali vengono però descritte in modo assai crudo rendendo l'opera poco adatta ad un pubblico adolescente.
Stando alle informazioni raccolte sin ora posso affermare che i cadaveri da te risvegliati potrebbero possedere capacità di rigenerazione dei tessuti, ma ciò dipende dalla frequenza con cui si nutrono e da che tipo di carni e sangue ingurgitino. Inoltre penso che un altro fattore determinante del loro aspetto esteriore sia lo stato di decomposizione in cui versavano prima che tu compiessi il Rito e quanto potere abbiano assorbito da esso”
Dato che è morto nella Foresta Proibita non penso che Rowle possa essersi conservato così bene per più di vent'anni. Però si, potrebbe essersi nutrito nel mentre, magari di animali di grossa taglia dato che non sono trapelate notizie di aggressioni a studenti della scuola, nelle scorse settimane. O forse si trovava sepolto molto vicino al luogo in cui abbiamo tracciato il cerchio. Ma no, non credo dipenda da questo, McLeod si trovava all'interno e ne è uscito molto più macilento” obbietta la strega corrugando la fronte, agganciando le informazioni fornite da Piton alle scarne in suo possesso, cercando di trovare una spiegazione obbiettiva e razionale al perché alcuni cadaveri appaiano meglio conservati d'altri, riuscendo a loro volta ad utilizzare la magia per attaccare o difendersi; eppure non dovrebbero esserne ancora in grado, a meno che l'essere un mago o strega sia una capacità neuronale o genetica innata posseduta da alcuni individui e quindi, relazionata all'integrità dell'encefalo e dei tessuti corporei, anziché all'anima.
Scopriremo quali congetture sono corrette e quali, invece, errate quando il tuo periodo di convalescenza sarà terminato. La scorsa notte ho catturato un soggetto che potrebbe farci da cavia, dato il perfetto stato di conservazione corporea in cui versa. Lo tengo prigioniero in un luogo sicuro all'interno del parco di Hogwarts, protetto da possibili intrusioni da parte di qualche ignaro studente ficcanaso” Piton osserva il volto tirato della giovane Corvonero sul quale la concentrazione cede posto ad uno smarrito sbigottimento che ne trasmuta le apparenze rendendola più bambina, decisamente Weasley data la poca intelligenza con il quale l'osserva sgranando gli occhi e boccheggiando nel cercare d'articolare un'affermazione coerente, senza riuscirvi.
Lei ha davvero? Un altro risvegliato?”
Ovviamente, non potevo certo passare giorni ad aspettare i tuoi comodi in panciolle, Disgrazia, ti ricordo che non abbiamo poi così tanto tempo per sistemare questa spinosa faccenda ed i cadaveri sono parecchi, dotati della pessima capacità di deambulare autonomamente. Riguardo poi al secondo risvegliato catturato, quello più in ' salute' conosciuto come Turpin, ti avverto: vuole parlare con te e tutt'ora ti cerca, a quanto pare ha cose importati da riferirti”
Vuole parlare con me? Perché?” domanda la strega improvvisamente inquieta, muovendosi sul materasso per trovare una posizione più comoda e difendersi dall'improvviso brivido freddo, simile al tocco delle dita morte di Rowle sulla guancia sfregiata, che le è sceso lungo la spina dorsale nell'udire le parole di Piton.
' Sfama i perduti ed ascolta il loro vaticinio, dopodiché inviali nuovamente al giusto sonno' , così ha detto la Nera Signora durante il colloquio in biblioteca, ma fin ora tu ti sei limitata a compiere due sole delle tre azioni richieste: li hai sfamati e mandati a dormire senza ascoltare cos'avessero da rivelare. Probabilmente ciò non è stato possibile perché, Rowle a parte, gli altri versavano in uno stato di decomposizione tale da non poter articolare alcun sono, oppure perché il tuo controllo sulla magia di risveglio è stato sin da subito assai scarso, ma ritengo che in futuro ed in presenza di risvegliati integri, un tentativo lo dovresti fare” l'ex professore la fissa serio, lasciando che questa nuova consapevolezza inizi ad attecchire nell'animo della strega generando dapprima un'ondata di rigetto e panico, per poi placarsi, annichilita da quell'oscura sete di conoscenza che la sobilla dal profondo dell'animo, spingendola a compiere assurde follie.
Non sappiamo ancora se le informazioni date dalla Morte siano attendibili. Potrei anche non essere ciò che Lei ha supposto” mormora studiando il volto impassibile di Severus Piton, il quale si limita ad osservarla di rimando in silenzio, con occhi ardenti nella fioca e fredda luce di quel gelido mattino novembrino, prima di scuotere appena il capo facendo ondeggiare i lunghi capelli scuri come inchiostro senza però dar voce ai pensieri che gli agitano la mente; che uomo strano, riflette lei imitando il suo silenzio, domandandosi se ciò che l'abbia spinto ad uscire ogni notte solo, a caccia nella Foresta Proibita, sia più della cortesia fra compagni di squadra e della necessità impellente di voler tornare all'agognato riposo eterno, una sorta di gentilezza mascherata da obbligo, quasi volesse aiutarla senza rendere il fatto troppo palese.

Lo odio? Forse un poco, quando si comporta da sadico stronzo.
Però, un po' come Mirtilla, a modo suo sa darmi sostegno.
Tanto basta.

Non si preoccupi, stavolta manterrò i nervi saldi ed ascolterò ciò che questo Mangiamorte vuol raccontare. Magari potranno essere informazioni utili” replica la ragazza incurvando le labbra in un sorriso gentile, tornando a quel tono sbarazzino e conciliante utilizzato poc'anzi per cercare di intavolare una conversazione civile con l'ex professore, finché l'ennesima – stavolta potente – fitta all'addome non la costringe a digrignare i denti in preda al dolore, spingendola a distendersi sul materasso con le gambe ben dritte per diminuire la pressione esercitata sulle viscere, fornendo così un po' di sollievo ai muscoli dell'addome; di tutte le maledizioni legate al sangue presenti nella sua persona, l'essere femmina la considera, a volte, quella assai più fastidiosa.
Piton la studia inarcando appena un sottile sopracciglio scuro, colpito dall'improbabile abbigliamento costituito da quei larghi vestiti da ginnastica spaiati e logori, culminanti in orrendi calzettoni da bimba in età prescolare che persino gli elfi domestici presenti nelle cucine del castello rifiuterebbero d'indossare, chiedendosi se Potter senior guadagni davvero così poco da non poter permettere alla figlia un pigiama decente, o sia lei sciatta di suo; nota poi il modo in cui stringe le mani aperte contro lo stomaco, muovendo i palmi in un massaggio leggero ed i pensieri sugli abiti logori passano in secondo piano, soppiantati da temi assai meno frivoli.

Mestruazioni?” domanda con noncuranza, osservando il viso della ragazza accendersi d'una lieve tonalità porpora mentre riprende a boccheggiare in cerca delle parole adatte a costituire una valida replica, le quali, curiosamente, si tramutano tutte in colorite imprecazioni.
Ma cazz! Le sembrano cose da chiedere ad una ragazza così alla leggera?! Poi lei che ne sa?” sbotta Lily Luna sgranando gli occhi, sbattendo la testa contro al materasso colma d'esasperazione mentre torna per l'ennesima volta a dubitare della 'normalità' di quanto sta accadendo in quella stanza; come possono passare dagli insulti al conversare di temi leggeri quali morti e oscure maledizioni, cacce notturne e saggi, scivolando poi in quell'argomento di spinosa trattazione riguardante i disturbi femminili mensili, senza che Piton mostri alcuna variazione d'espressione o accenno d'imbarazzo, quasi fosse davvero scolpito nel marmo, cuore compreso.
Sono stato capo della casa Serpeverde per sedici anni ed è ricorrenza che molte bambine delle prime classi, nel passaggio fra l'infanzia e la pubertà, manchino del coraggio di parlare dei loro 'problemi mensili' ai genitori via gufo o alle compagne più grandi, in stanza, quindi a chi pensi fosse affidato l'ingrato compito di renderle edotte sulla loro condizione, testa di legno?”
In effetti è possibile trovarsi spaesate se le madri non spiegano prima quelle due cose fondamentali legate alla crescita. Attualmente, quando tale dialogo manca si sopperisce cercando info su Google, però capisco che ai tempi....No...'spetti n'attimo...” biascica esterrefatta la ragazza cogliendo il senso delle parole pronunciate dall'uomo, le quali la spingono a schizzare nuovamente sin posizione seduta così da poterlo osservare meglio, con occhi larghi e la stessa espressione poco intelligente assunta da Ronald Weasley durante le lezioni di Pozioni, mentre lui si limita a sogghignare divertito.
Ma lei non aveva ventun anni quando ha iniziato ad insegnare?”
Confermo” scandisce laconico, scatenando un'improvviso ascesso di risa nella giovane seduta di fronte, la quale crolla di schiena contro al materasso stringendosi forte lo stomaco, continuando a ghignare e rotolare come una puffola rossiccia, impazzita, da una sponda all'altra del letto.
Ma dai! Non ce la vedo proprio a consolare una bambina di dodici o tredici anni convinta d'essere stata affatturata da qualche deficiente, né a spiegare cosa sia in realtà il disturbo di cui soffre. Io pensavo fosse compito di Madama Chips o della professoressa McGranitt, mica suo! Poi a ventun anni si sa che i maschi sono ancora dei gran deficienti”

Piton sta per afferrarla di malagrazia quando un suono proveniente dalle scale oltre la porta della stanza attira la sua attenzione, spingendolo a svanire rapidamente fra le ombre senza dare alcun avviso a quell'idiota della sua Disgrazia, così impegnata a ridere sguaiatamente da non essersi accorta dei passi affrettati che stanno risalendo la rampa di scale in pietra, né che il pesante uscio in noce dai cardini poco oliati si sia aperto con il consueto e fastidioso cigolio.
Oh, stai finalmente manifestando i segni della pazzia, Potter?”
Lily Luna si blocca incredula con il respiro bloccato, immediatamente soffocato da un violento colpo di tosse carico di catarro; si volta di scatto, in un turbinio di capelli ribelli color fiamma, incontrando occhi azzurri limpidi come il cieli tersi del sud, sornioni.

Ciao Trevisan, mi spiace deluderti” mormora imponendo un tono di voce fermo e sicuro, recuperando con rapido movimento della sinistra lo smartphone finito ai margini del letto, vicino alla testata, così da illuminarne lo schermo sul quale spiccano le stringhe di promemoria di lettura di mail e messaggi.
Stavo semplicemente ascoltando un audio divertente inviatomi da mio fratello”
Oh...peccato” sogghigna la strega con un'alzata di spalle, muovendo rapide falcate verso il comodino al lato del suo letto, aprendo poi il cassetto per recuperare una piccola scatolina in plastica dalla forma tondeggiante, custodia d'un paio di auricolari wireless di colore nero che s'infila nella tasca della gonna, lanciando una seconda, pentrante occhiata alla compagna di stanza.
Non sapevo avessi sviluppato la capacità di connetterti allo smartphone con la sola forza del pensiero, Potter. Sei un'inesauribile fonte di stranezze” Indica con un cenno del capo lo smartphone nella mano dell'altra, con le cuffie ben avvolte attorno ed il jack inserito; Lily Luna non si scompone, sebbene i pensieri siano mutati in una pletora di colorite imprecazioni che le impediscono di concentrarsi abbastanza da elaborare una scusa decente, poiché ciò che desidera ora è togliersi la Trevisan dai piedi il prima possibile per tornare ai suoi affari.

E magari a maledire Piton per non avermi avvertita dell'arrivo di Milena.

Beh, era talmente spiritoso che l'ho ascoltato giusto un minuto fa, ma ho continuato a ridere fino ad ora ripensandoci. Sai, James sa essere simpatico quando vuole o non è impegnato ad offendere il prossimo per qualche futile motivo”
Quindi la voce che ho sentito mentre salivo le scale era quella di tuo fratello? Mi pareva di ricordarla diversa, meno adulta” la domanda di Milena cala con la precisione d'una molotov in una piazza gremita d'innocenti, mandando in frantumi la falsa compostezza mostrata da Lily Luna la quale, abbandonata l'espressione un po' idiota e gioviale con la quale ha accolto l'arrivo della compagna di stanza, ora la fissa seria, senza più alcun interesse nel mostrarsi cortese.
Mi sembra ovvio che fosse la voce di James Sirius riprodotta dallo smartphone. I maschi qui dentro non possono entrare e sia Grace che Hilary sono via da stamattina, sicuramente a lezione o in pausa studio, attività che dovresti svolgere anche tu anziché bighellonare per la camera” ribatte sedendosi composta, con la schiena ben dritta, osservando la compagna con uno sguardo glaciale il quale non ammette repliche di sorta.
Non sapevo fossi passata dalla parte dei vigilanti, Potter. Comunque puoi stare tranquilla, sono salita solo per recuperare le cuffie così da sopravvivere all'ora di Storia della Magia senza finire cadavere come il professor Ruf” Milena richiude il cassetto, incamminandosi poi verso la porta del dormitorio senza porre altre domande o degnare la Potter d'una seconda occhiata.
Ah, dimenticavo, c'è Michael in sala comune che ti cerca, dice che ha urgente bisogno di parlarti. Probabilmente per definire alcuni schemi delle prossime partite” Prima di svanire oltre l'uscio cigolante Milena si gira di nuovo, ogni accenno di calore svanito dagli occhi mentre scandisce con impietosa fermezza ciò che Lily Luna intuisce essere un esplicito avvertimento a mostrarsi più guardinga in futuro, poiché la strega italo-croata ha sicuramente un sacco di difetti, ma di certo non è stupida e l'ha puntata, interessata da quanto è riuscita a compiere durante la notte del trentun ottobre.
Per inciso Potter, io non ho mai detto che la voce con cui stessi conversando fosse maschile, così come reputo improbabile che una battuta di tuo fratello ti abbia divertita così tanto da ridurre il letto ad uno sfacelo. Albus non è mai stato particolarmente divertente e James faceva battute talmente basse da risultare pessime. Se ti divertono ben venga, anche se ricordo che fra te ed il maggiore dei tuoi fratelli corresse buon sangue, specie quando ti insultava per le tue stranezze. Salutami quell'idiota di James S. e ricordagli, che da quando se n'è andato, Hogwarts è decisamente un posto più vivibile”
Detto ciò sparisce oltre la porta in uno svolazzo di tunica nera e lunghi capelli castano biondo raccolti in una coda alta, lasciando Lily Luna a combattere contro un'improvvisa tachicardia; la ragazza lancia una rapida occhiata alla stanza in cerca d'un ombra più scura delle altre, dai bordi slabbrati e fumosi, ma non scorge alcunché d'anomalo, quindi immagina che Piton si sia ritirato ove è solito svanire quando si congeda e che quindi lei sia libera d'incamminarsi giù per l'angusta scala a chiocciola in pietra che conduce alla sala comune, sperando che Reeds abbia davvero un valido motivo per aver richiesto un incontro, pur sapendo della sua convalescenza.

La Trevisan ha ragione, sarà sicuramente per il Quidditch.

Michael Reeds, studente del settimo anno con una spiccata dote per l'aritmanzia e le Rune Antiche, riveste la carica di capitano della squadra di Corvonero, giocando altresì nel ruolo di battitore assieme a Milena; dopo i primi anni a strappare il secondo posto ai Serpeverde lottando con unghie e denti, fino all'ultimo secondo, la squadra si è rafforzata con l'arrivo di Harriet McKinnon e Justin Chambers, rispettivamente nelle posizioni di terzo cercatore e portiere, che con le loro abilità – unite all'innato talento di Lily Luna nello scovare il boccino d'oro – hanno permesso alla squadra nero\blu di trionfare in diverse stagioni, battendo persino il Dream Team composto da Weasley, Potter, ed i loro Grifondoro.
Potter!” La saluta il ragazzo comodamente seduto su una delle chase-longue blu oltremare che occupano la parte centrale della sala comune, un'ampia stanza tondeggiante le cui pareti sono state riempite da alte e massicce scaffalature in mogano straripanti di libri e curiosi marchingegni, intervallate da ampie finestre terminanti in archi a sesto acuto, vicino alle quali sono stati piazzati alcuni cannocchiali di pregiata fattura, piante d'interno ed una statua della fondatrice, Rowena Corvonero.
Michael è un ragazzo di bell'aspetto con penetranti occhi grigioverdi ed un viso regolare sul quale spicca un nasino alla francese leggermente storto a causa della collisione con un bolide vagante, incorniciato da una zazzera di capelli tagliati a caschetto, ricci e ribelli, d'un biondo che ricorda il colore del grano maturo; è basso e longilineo, perennemente intento a spulciare qualche saggio in runico o complicato trattato d'Aritmanzia e, una volta uscito da Hogwarts, intende specializzarsi in Matematica Magica.

'Giorno Mik” lo saluta la strega prendendo posto affianco a lui, mentre il ragazzo recupera dalla tracolla un plico di pergamene fitte d'una scrittura sottile e curata, intervallata da schemi e diagrammi, rozzi disegni del campo di Quidditch e di alcuni triangolini che, nella realtà, dovrebbero rappresentare i giocatori in campo. “Ti chiedo scusa per averti disturbata quando ancora ti trovi in convalescenza, purtroppo il tempo stringe e fra esami e tesine il mio tempo libero risulta tremendamente risicato. Spero che le tue condizioni siano migliorate, comunque, e che presto tu possa tornare a lezione”
Si dai, rispetto a quattro giorni fa va decisamente meglio. Per oggi non preoccuparti, capisco quanto possa essere dura portare avanti mille progetti diversi con la Spada di Damocle degli esami sul coppino, quindi dimmi pure” risponde la strega fissando gli schemi incuriosita.
Il ragazzo le porge il plico di pergamene trattenute da una clip, senza dilungarsi in ulteriori e non necessari convenevoli; è sempre stato un tipo assai sbrigativo, il quale preferisce impiegare il tempo a sua disposizione in attività utili e conversazioni proficue, peculiarità che gli ha permesso di pianificare allenamenti soddisfacenti persino quando veniva difficile conciliare i mille impegni exrascolastici dei membri della squadra.

Queste sono alcune idee per i prossimi allenamenti. Strategie, tecniche di volo e schemi di gioco. Se non sei troppo stanca vorrei che gli dessi una letta e, sempre se te la senti, mi piacerebbe che domani fossi presente all'allenamento. Quest'anno sarà ancora più dura definire delle date per gli incontri settimanali, ma ci proveremo. Come sempre chiedo impegno da parte di tutti gli effettivi, accettando solo assenze giustificate da motivi di salute o di studio”
Lily Luna afferra le pergamene iniziando a spulciarle con interesse, studiando i disegni abbozzati ed i diagrammi nei quali convergono i dati raccolti durante gli anni precedenti sulle formazioni delle quadre avversarie, composizione, membri (abilità e punti critici), nonché riserve; osserva poi il viso calmo di Michael e, per un'istante, le sembra di essere tornata a quella giornata di inizio ottobre nella quale si erano tenute le selezioni che, per il terzo anno di fila, avevano visto confermata la formazione Corvonero vincente. Nonostante sia passato appena un mese, tutto ciò pare accaduto in un'altra vita, quando ancora poteva divertirsi in una sana e rischiosa competizione di Quidditch, senza doversi preoccupare di oscure linee di sangue magico, Mangiamorte risorti e arcane profezie.

Non garantisco per domani, ma farò di tutto per essere presente” abbozza un sorriso, scacciando il fantasma prodotto dal ricordo delle unghie rotte dei risvegliati contro la pelle fredda del viso, lungo il corpo fasciato da vestiti fradici e laceri, inspirando un poco più pesantemente del normale per inseguire una calma che le sta sfuggendo, succube d'una nuova ondata di tachicardia; non le fa affatto bene pensare a com'era stata la sua vita, piatta e monotona, prima della notte di Halloween, poiché ora che l'ha perduta capisce davvero quanto sia stata stupida a desiderare che mutasse.
Ottimo! Ti aspetto al campo domani Potter, vedi di non deludermi!” la saluta Michael balzando in piedi dopo aver recuperato la tracolla ed il pesante tomo dal titolo in runico dimenticato sulla chase-longue durante il breve colloquio, strappandola dalle tetre elucubrazioni in cui è caduta.
Ciao Mik! Grazie per gli schemi” Lily Luna espira sconsolata guardandolo svanire lungo la scala a chiocciola discendente che collega la torre di Corvonero al castello, stringendo i fogli nel palmo destro; sta per tirarsi in piedi a sua volta con l'intento di tornarsene nuovamente a letto, trovando magari il tempo di dare una letta più approfondita agli appunti di Mik, quando l'attenzione viene catturata da una copia del 'Profeta' abbandonata sul basso tavolino in vetro posto fra la chase-longue sulla quale è seduta ed un divanetto basso, foderato d'una tinta lapislazuli.
Abbandona le pergamene per poter scorrere febbrile, con indice tremante la prima pagina, ignorando le notizie di testa per concentrarsi su un piccolo trafiletto che rimanda all'articolo completo presente a pagina 9, il cui titolo le ha causato un sinistro e freddo brivido alla nuca, simile ad una puntura d'ape.


SCEMPIO D'ANIMALI NEL PERTHSHIRE

gli Auror indagano

Ammontano a quattro le bestie ritrovate con gola squarciata,
completamente dissanguate, nell'area compresa fra Blair Atholl, Aldclune e Killiecrankie.
Una mucca, due cavalli ed un asino appartenenti ad allevatori babbani che ne hanno
scoperto i cadaveri a pochi passi dalle stalle ove erano stati ricoverati per la notte.
Dalla mancanza di segni d'effrazione e dalla crudeltà con la quale le povere
bestie sono state straziate, il Dipartimento ritiene possibile un coinvolgimento
di vampiri nella faccenda, sebbene gli esponenti dei maggiori clan scozzesi
neghino con veemenza, dichiarandosi innocenti […]


Oh 'fanculo” impreca maledicendo la Gazzetta del Profeta e la stupida politica della censura per tutto ciò che potrebbe urtare l'altrui sensibilità, impedendo così la pubblicazione di fotografie ed altro materiale ritenuto 'inidoneo'; vedere come sono state ridotte le povere bestie citate nell'articolo le avrebbe permesso di confermare i sospetti sulla natura dell'aggressore, che ritiene improbabile possa essere un vampiro, poiché difficilmente cacciano animali e se accade, non lasciano mai prove così vistose del loro passaggio.
Inoltre Blair Atholl non dista molto dal parco nazionale in cui sorge Hogwarts ed è possibile che qualcuno dei Mangiamorte redivivi sia giunto fin là a piedi, spinto dal bisogno di nutrirsi.

Una mucca.
Due cavalli
Un asino

Un quantitativo di sangue notevole, riflette catturando il labbro inferiore fra i denti, dato che una sola di queste bestie basterebbe a sfamare un risvegliato per giorni, sempre che sia solo e non si stia muovendo in branco con altri che versano nella medesima condizione; analizza lo scarno articolo presente a pagina nove, scoprendo che non è poi molto più lungo del trafiletto riportato in testata e non offre alcuna altra informazione o approfondimento utile alla sua causa, tranne la strampalata ipotesi che a compiere il massacro sia stato un presunto vampiro novizio, abbandonato dalle famiglie e costretto a reperire sostentamento da sé.


Settantotto cadaveri sono tanti e noi fin ora ne abbiamo trovati appena una manciata, troppo pochi.
La Foresta Proibita non è infinita e luoghi per nascondersi ve ne sono pochi, considerato quanto è densamente abitata da ogni genere di creatura magica.
Io e Piton non siamo gli unici frequentatori del sottobosco, poiché spesso vi entrano anche Hagrid ed il professor Paciock, i quali non sembrano ancora aver avuto contatti con i risvegliati.
E nessuno qui al castello o a Hogsmeade pare in allarme

Risale la scala a chiocciola che porta ai dormitori correndo, irrompendo all'interno della stanza con la furia d'un ciclone alla febbrile ricerca dell'ombra dell'ex professore di pozioni, con il giornale e gli appunti di Michael stretti fra le dita fredde; dopo qualche minuto passato a chiamarlo a gran voce la ragazza si arrende all'idea che, per oggi, dovrà fare a meno della sua presenza e si lascia cadere a letto esasperata, dopo aver rimesso a posto coperte e cuscino, pronta a lanciarsi su Google alla ricerca di altre informazioni inerenti alle bestie morte in Scozia quando nota, con la coda dell'occhio, una boccetta di vetro appoggiata con cura sulla pila di libri che le invadono il comodino, al cui collo è stato fissato un piccolo biglietto arrotolato.
Afferra l'ampollina, svolgendo il pezzo di pergamena fitto d'una scrittura aguzza, minuscola.

Stasera, dopo le 09:00 recati al settimo piano, di fronte all'arazzo di Barnaba il Babbeo Bastonato dai troll.
Cammina di fronte al muro e ripeti per tre volte 'necessità', concentrandoti.
Essendo una Potter penso tu conosca già questo luogo.

Ora ho delle cose da fare quindi non cercarmi.
La pozione è per il tuo 'disturbo'.
Quattro gocce in acqua dopo i pasti principali
Mescola bene e per il té, arrangiati.

S.T.P.


Dietro la catasta di libri scorge un piccolo fagotto di stoffa rigonfio che odora di pane appena sfornato; lo afferra e svolge il nodo, rivelando una generosa manciata di biscotti al burro con cannella e zenzero, più un piccolo pacchettino contenente uvetta, frutta candita ed arachidi.
Ma dai” borbotta la strega infilandone uno fra i denti ed assaporandolo con gusto, dimenticando per qualche istante il sinistro trafiletto letto sul 'Profeta' per appuntarsi mentalmente questa nuova stranezza compiuta dall'ex professore; sta per recuperare il telefono ed iniziare le indagini quando un lieve picchiettio contro il vetro della finestra la spinge a volgere lo sguardo verso il paesaggio nebbioso oltre il vetro, incontrando gli occhi ambrati – predatori – di un grosso gufo reale dal piumaggio castano grigio.
Ernest!” lo saluta dopo essere corsa ad aprire le imposte cosi da permettere al rapace di planare sul suo scrittoio, invaso da pergamene, libri, alambicchi e boccette d'inchiostro, penne d'oca, bic e matite, ove deposita con cura un pacchetto realizzato in carta di giornale e spago.
Lily Luna porge al volatile mezzo biscotto attenta a non farsi staccare un dito, per poi rompere l'involucro e rivelare la copertina azzurra delle Fiabe di Beda il Bardo.


Bene, iniziamo”




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NDA: Capitolo riscritto quasi per intero in data 18\07\2023

Ed eccoci arrivati al terzo capitolo, pian piano la trama si sta delineando, le pedine si muovono sulla scacchiera e la nostra Lily Luna dovrà affrontare nuove sfide.

In questo capitolo si parla per la prima volta di tecnologia babbana nel Mondo Magico: sia Lily Luna che Rose e Milena utilizzano abitualmente gli smartphone per comunicare, ascoltare musica o svolgere ricerche; sebbene qui non sia stato specificato a causa della necessità di concentrare la narrazione su altri argomenti, Hogwarts – ed il Mondo Magico – hanno adottato molte invenzioni babbane, ma con regole decisamente ferree sul loro utilizzo, prima fra tutti l'impossibilità di divulgare video, foto o altro materiale inerente la magia su qualsivoglia sito o social babbano.
Esiste una sezione del Dipartimento della Difesa Magica che ha come unico scopo il vagliare tutto ciò che confluisce in rete dal Regno Unito, eliminando tutto ciò che potrebbe portare a rivelare l'esistenza della magia (Hacker maghi, insomma).
All'interno di Hogwarts le chiamate da cellulare sono consentite solo in apposite stanze e solo previa autorizzazione, inoltre è vietato portare in classe qualsiasi dispositivo elettronico durante le lezioni (giusto per far capire quanto a Milena importi di alcune 'regole'); internet invece funziona – tolti i problemi di 'campo' dovuti alle spesse mura del castello, specie nei sotterranei – un po' in tutto il castello ed è un buon modo per chi è nato babbano di tenersi in contatto con la famiglia (i gufi son belli ma vi voglio vedere a tenerli in un appartamento di Londra).

I) Il nome del gufo di Rose Weasley è un tributo ad Ernest Hemingway.


Un grosso ringraziamento a chiunque sia giunto fin qui.

Alla prossima.


_Morgan


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Capitolo 7
*** .IV. Cavallo di Bastoni, cene movimentate e Luna in Scorpione (18 novembre 2023) ***


Nekiya - capitolo IV

    νέκυια

- Capitolo IV -

Cavallo di Bastoni, cene movimentate e Luna in Scorpione

[Trattato sulla follia causata dalla morte, sulle stranezze del comportamento umano e sulla difficoltà d'accettare il vero]



Hogwarts,
Stamberga Strillante
18 novembre 2023

Nel suo 'Così parlò Zarathustra', Nietzche già dall'incipit introduce un concetto importante: prima di conoscere il cielo bisogna osservare la terra, prima d'elevarsi bisogna cadere, guardare nelle profondità di noi stessi per essere preparati a ricevere l'illuminazione.
' Se tu riguarderai a lungo nell'abisso, anche l'abisso vorrà guardare dentro di te', scriveva qualche pagina dopo, lasciando intendere che l'abisso è il luogo ove il sole si reca al tramonto, illuminando gli inferi e dove il santo discende per erudire gli smarriti, l'abisso sono gli occhi scuri, sgranati di paura e consapevolezza, velati e patinati, quasi a rimarcarne lo status di cadavere con cui il 'giovane' Joseph W. Turpin osserva guardingo la strega-bambina dai lunghi capelli rossi, immobile oltre le rigide sbarre magiche della prigione in cui è stato rinchiuso; lei è come il pellegrino Zarathustra del libro che, dopo essere disceso dalla montagna sulla quale s'era ritirato in preghiera, parla alla folla radunatasi al mercato per assistere ad uno spettacolo circense.
Impossibile ignorare la sua voce, il messaggio ch'essa proferisce con fermezza incanta ed incatena, seducente e pericoloso.
Le dita gli tremano mentre s'afferra i lati del viso con forza, tirando i corti capelli castani sudici, premendo contro le pareti del cranio mentre muove le nari come una fiera che ha captato l'odore della tanto agognata preda, beandosi del dolce aroma prodotto dal sangue di lei.
Dondola avanti, poi indietro, poi di nuovo avanti, seduto su quelle assi marce e scomposte costellate da lunghi solchi d'artiglio, frantumate in più punti dall'incedere d'una grossa e rabbiosa bestia che lì deve aver dimorato anni addietro, sfasciando quel poco mobilio scampato alle razzie e dimenticato dagli antichi proprietari.
L'abisso è nel petto di Turpin, una voragine profonda ove non v'è battito né circolo, nella quale l'aria rifugge gli avvizziti sacchi di tessuto spugnoso che racchiudono gli alveoli; il baratro è li, all'interno di quella calotta ossea che dovrebbe racchiudere il cervello, ma che avverte inspiegabilmente 'vuota' e leggera, incapace di formulare pensieri che si discostino dalla strega-bambina e dal sangue che generoso da lei fluisce, riempiendo l'ampia stanza di quell'aroma così peccaminoso.

Invitante.

Dondola avanti, indietro, poi di nuovo avanti distendendo le labbra in un ghigno ebete, con i folli occhi patinati ben fissi di fronte a sé, dove lei continua a parlare con quella voce così suadente, così calma e priva di terrore o paura, come se fosse abituata a conversare con persone decedute da oltre un decennio ogni giorno, guardandolo con una dolcezza disarmante; dietro la giovane, l'uomo – Severus Piton, il secondo in comando – è un'ombra alta e longilinea dal viso simile ad una pallida maschera sulla quale l'abisso ha scavato due voragini gemelle, occhi più bui della foresta in cui s'è svegliato giorni addietro urlando in preda ala follia, profondi come il Tartaro in cui Zeus ha precipitato gli antichi Dèi, esiliandoli da quell'età d'argento tanto decantata da profeti e saggi.
Erano pozzi di antico ed ardente - implacabile- buio quando gli ha spezzato le gambe, maciullando l'articolazione del braccio destro – il braccio della bacchetta – con un incantesimo oscuro d'enorme potenza e precisione, poi sono mutati nelle ombre fredde del Cocito mentre l'incatenava lì, mozzandogli i piedi.
Il dolore che ne è seguito s'è palesato come un lontano eco, un pizzicore fastidioso simile alla sensazione lasciata dall'ortica sulla pelle nuda e la 'perdita' non è stata altro che il giusto obolo da offrire a Caronte per poter raggiungere il tribunale ove dovrà essere equamente giudicato per le sue azioni.
Gli occhi castani della strega-bambina, impietosi, soppesano quel che resta della sua anima immortale e le labbra di lui s'allargano scomposte, mostrando una fila di denti irregolari dal colore giallastro.

Avanti, indietro, poi ancora avanti, verso quella fanciulla che si erge oltre le sbarre intessute d'ombra e plasmate dalla magia nera, altera e distante come solo le principesse perdute - regine prima del tempo - possono essere; la corona è un'aureola di capelli scarlatti su cui la debole luce prodotta dall'incanto Lumos annega e si scinde, impreziosendoli di riflessi aurei ove sono più fini, donando un cupo colore sanguigno ove s'addensano creando ombre, scivolando sinuosi lungo l'esile corpo fasciato da quegli insulsi e scialbi abiti – divisa – che non lo valorizzano in alcun modo, celando fianchi ancora acerbi ma morbidi, ed il petto di kore.

Turpin?”

Miele e fiele scivolano dalle labbra rosee della strega-bambina mentre s'avvicina con studiata accortezza alla gabbia in cui è rinchiuso a dondolare, seguendo la cadenza di quella voce così dolce, così perfetta, che si pianta nella calotta cranica con la forza d'un cuneo, annichilendo ogni volontà ostile per spingerlo a rilasciare quell'amara confessione che gli brucia gola e petto da giorni.
Come il profeta disceso dalla montagna con l'intento d'aprire gli occhi agli uomini lei gli parla, lo esorta a riscuotersi dalla sua condizione di cieca marionetta in balia del soffio divino per mutare in quel modello di 'Superuomo' disincarnato che, solo, merita di restare al suo fianco; ma lui si sente debole e sciocco, dondola anziché camminare poiché è stato privato dei piedi e guarda con rinnovato odio Severus Piton, il professore, la spia, il fedele seguace del potente Oscuro Signore che l'adombra di nuovo strappandogli gloria ed attenzioni, così addentro alle Arti Nere da non avere alcun rivale fra gli altri umili sottoposti.
Riguardare a lungo nell'abisso, nelle pupille nere bordate da dolci e calde iridi color nocciola della bimba, per poi sprofondare nel terrificante buio dal taglio sottile che sono gli occhi del mago tanto odiato; lui che sedeva alla destra del 'Signore', con le mani lorde del sangue d'un uomo importante e temuto, caduto per stupidità e buoni sentimenti, con quel volto altero ed innaturale su cui non passa mai l'ombra della stanchezza o l'eco della gioia, il lampo di terrore o una vaga scintilla di follia, quasi fosse una di quelle antiche statue votive offerte al tempio per compiacere gli Dèi.
O un Dio caduto ed esiliato egli stesso, con lo sguardo assente, ancora rivolto ai fasti del cielo perduto, superbo nel suo modo quasi pedante d'inchinarsi fingendosi succube e terribile nell'inflessibilità con cui agisce intessendo trame e disfando orditi.
Bellatrix era sì bella e brutale, decisamente pazza, ma fra tutti i Mangiamorte colui che possedeva la follia più grande era sicuramente Severus Piton, poiché non dettata da infermità mentale, né da cupo piacere, bensì da calcolata e precisa intelligenza, come se davvero fosse un Creatore assorto a contemplare lo sfacelo del Mondo da lui evocato.

Turpin?”

Di nuovo quel nome sussurrato con dolce urgenza ed il profumo del sangue sempre più forte.
Dondola avanti, indietro, poi di nuovo avanti, verso di lei ora così vicina; sono così calde e vive le mani con le quali stringe la fredda ombra che lo incarcera, basterebbe inclinarsi ancor più in avanti ed allungare le sue per sfiorarle, ma tal gesto risulterebbe offensivo come il profanare, insudiciandola di sterco, l'icona sacra presente nel sancta sanctorum del Tempio.
L'altro è stato stupido ad avventarsi su di lei appena ha messo piede nella stanza e per questo è stato punito con l'assenza, ridotto ad assumere la forma del cadavere putrescente che era in origine, privato della possibilità di contemplare con estatica reverenza quella salvatrice dal forte aroma ferrigno, dalla voce così soave e leggera.
Disgrazia e redenzione in un corpo esile, eppur perfetto.

Turpin? Capisci quello che ti sto chiedendo?”

Avanti, indietro, avanti.
Dondola, dondola.
Occhi del colore della terra appena smossa, fertile e rigogliosa dispensatrice di vita, su un viso abbronzato dal bacio del sole ch'ella non rifugge, poiché è nata sua gentile figlia, ove spiccano labbra così invitanti e morbide, che reclamano impietose il vaticino custodito con gelosa cura all'interno del suo petto riarso.
Oh, dolce condanna.
Oh, terribile fanciulla.

Turpin? C'è qualcosa che vuoi dirmi?”

Ripete con maggiore fermezza, soave suono d'acciaio temprato che gli dilania le meningi scivolando fra l'osso ed il muscolo con la precisione d'un bisturi, recidendo gli ultimi frammenti di volontà che mantengono cosciente il ricordo di ciò che fu un tempo, prima di morire fra le fronde buie ed aliene della Foresta Proibita; un uomo pio e retto votato unicamente alla famiglia, orgoglioso del sangue puro ed antico che gli scorreva nelle vene.
Un bravo ragazzo fedele all'unico vero Signore, a quel Dio antidiluviano dalle fattezze di serpe che lasciavano presupporre una stretta parentela con i Grandi Antichi, venuti dalle Stelle a dispensare tecnologia e progresso in un mondo di cieche scimmie, ottusi babbani, che non possono capire né apprezzare tali – generosi – doni, obbligando i loro salvatori a divenire esuli, nascosti nelle profondità della Terra Cava; un bravo ragazzo con la mente dilaniata dalle parole, le parole che sono come una lama, la lama che taglia ed eviscera, portando alla luce quelle interiora che dovrebbero restare protette all'interno di pelle ed ossa assieme a quella profezia senza la quale non sarebbe 'sé', ma solo un corpo.

Turpin?”

La magia è calda, morbida come l'abbraccio di un'amante, lo avvolge acuendo i sensi, intensificando l'aroma del sangue che dalle cosce della strega-bambina fluisce copioso; su umetta le labbra secche continuando a dondolare assente, con occhi ebeti rapiti dalle calde iridi castane in cui una scheggia di buio profondo pare rimasta impigliata, fugace indizio e preludio di ciò che diverrà una volta terminato il viaggio.
Dondola avanti, poi indietro, poi avanti ed il buio s'espande nei suoi occhi come inchiostro che cola da una boccetta in frantumi, onde impalpabili come ombre che fluttuano vicino al corpo esile della strega-bambina e s'innalzano, occupando l'intero campo visivo; occhi di vero buio lo scrutano alteri – inflessibili – ed un moto di rabbia cieca inghiotte per qualche istante il vaticinio, ricordandogli con dolorosa insistenza d'essere solo uno fra i tanti 'astanti' giunti curiosi innanzi al profeta, non il 'superuomo' che ha guadagnato il diritto di camminare al suo fianco come un pari.
Quel ruolo è di Severus Piton, il Severus Piton leale servitore dell'antico Dio incarnatosi in mago, il Severus Piton cavaliere oscuro di questa giovane Madonna che, nuovamente, l'esorta a rivelare ciò che è nascosto, scavando all'interno del suo essere con dita morbide e corte unghie incrostate di terriccio e sangue, miele e farina, acqua e vino

Turpin...”

Io sono il bastone che colpisce e poi brucia, fumo è il mio messaggio.
Noi siamo la via oscura che l'adepto percorre fra gli angusti cunicoli della Terra.
Noi siamo l'iniziazione.
Il cammino necessario alla crescita.
Bastoni insegna, addestra.
Denari occulta e mente, compra.
Spade custodiscono la lama incantata.
Coppe sorvegliano l'antica reliquia.
Gli Arcani aiutano, ostacolano.

Chi sei tu, davvero?
Cosa diverrai quando la Katàbasis sarà compiuta?

Sfama i perduti.
Ascolta il loro vaticino e sorgi,
Mia Signora.”

Gli occhi castani si sgranano in una genuina espressione di stupore mentre il cervello registra il vaticino con il presentimento sinistro che si tratti d'una minaccia, la cruda e solenne realtà contro la quale il muro di bugie intessute per non sprofondare nella disperazione andrà a frantumarsi, rivelando la cruda verità.
La testa vortica leggera, un sospiro caldo e stanco si libra dalle labbra rosee perdendosi nell'aria denso di polvere pregna dell'acre odore di chiuso, di stantio, mentre con mano ferma agita la bacchetta evocando quattro ciotole ricolme d'offerte sacre, spingendole poi verso il giovane morto.
Ha smesso di dondolare ed ora non ride più.
Come svuotato, tornato ad essere l'ombra all'interno della caverna incapace di voltarsi verso l'uscita, china il capo per divorare quanto gli è stato concesso, utilizzando unicamente la bocca per somigliare maggiormente alla fiera che è, desideroso d'assaporare infine il dolce e ferrigno gusto della liberazione da quella non-vita che l'ha stremato, scisso, turbato.
Sulla fronte, inciso nella pallida membrana che riveste il cranio, spiccano due simboli ben distinti.


Cavallo e Bastoni.



Hogwarts,
Sala Grande
18 novembre 2023, ore 19:30

Scorre il dito sullo schermo dello smartphone mentre la forchetta cala inesorabile all'interno del piatto, infilzando una patata arrosto ed un cavoletto bollito, portandoli poi alle labbra con lenta precisione; gli occhi scorrono avidi, assimilando le informazioni eviscerate dalla pagina internet con bramosia, creando collegamenti con i dati in suo possesso per formare una rete in cui collocare ogni filo rivelato.
Mangia in silenzio cullata dal brusio della sala grande ove tutti gli studenti sono radunati per la cena, isolata dal resto del chiacchiericcio da una bolla di solido disinteresse che la preserva, permettendole di continuare meccanicamente a sfamarsi senza che la concentrazione ne risenta, così da portarsi avanti con la ricerca senza perdere ulteriore – prezioso – tempo; l'incontro con Turpin e le parole che esso ha scandito con voce atona, antica e sovrumana, le turbinano fra i pensieri scomponendoli, rielaborandoli, insinuandosi con prepotente ferocia fra i dialoghi della Morte ed i racconti inerenti ai Peverell.
Esce da Wikipedia per tornare alla stringa di ricerca di Google, digitando ' Sorcery in Medieval Europe', aggiungendo poi anche 'England', sfogliando le varie proposte estrapolate dalla rete con clinico interesse, saltando da un articolo all'altro, spiluccando informazioni, facendosi un quadro di come il mondo babbano vedeva la magia in una delle fasi del suo massimo splendore; scienze curative, fatture, evocazione di demoni come famigli, ma niente riguardo ad ipotetiche – e fondate – ipotesi di riti negromantici nell'Inghilterra del XVI secolo finché non entra in un archivio contenente saggi universitari, ove – con un po' di difficoltà- riesce a reperire un'anteprima di una pubblicazione intitolata “Medieval Necromancy” (II), iniziando a leggere avidamente, fra un boccone di verdure cotte ed un sorso d'acqua frizzante.
A qualche posto di distanza uno dei suoi compagni di casa deve aver declamato una battuta alquanto spiritosa, perché mezzo tavolo, compresa quell'idiota di Hilary dalla voce più stridula ed acuta di quella d'una gallina, esplode in una fragorosa risata; la strega sbuffa estraniandosi con maggior enfasi, ricopiando su un pezzo di pergamena opportunamente recuperato dalla tracolla le informazioni che le paiono più interessanti o inerenti alla sua ricerca, unendole poi con brevi linee a nomi, fatti storici e idee balenatele a forza di rimuginare, trascrivendo inoltre la lunga bibliografia contenuta nel saggio, ripromettendosi di recuperare qualcuno di quei libri, sebbene nella biblioteca di Hogwarts non siano presenti saggi babbani.

Potter?” una voce maschile sovrasta il silenzio, cercando l'attenzione assente della giovane.
Quest'ultima difatti non vi bada, continuando a scrivere, immersa nella lettura; deve inoltre risolvere il mistero di chi fosse l'uomo che ha ricopiato il rituale su quel vecchio grimorio di divinazione firmandosi come 'Magus et clericus', riportando unicamente una data come informazione aggiuntiva, '1597', alla quale seguiva un breve cenno ad un 'processo' e alla sua morte.

Ma se è morto, come ha fatto a ricopiare il rituale?
O sapeva di essere stato condannato e quindi l'ha fatto poco prima?

Potter?” la chiamano nuovamente, nuovamente ignorati.
Nel saggio sulla negromanzia in epoca medievale trova un indizio interessante: il praticante che voleva spingersi ad utilizzare questa magia doveva conoscere bene il latino, poiché tutti i rituali – incantesimi – dovevano essere svolti in questa lingua per essere efficaci; parla poi di un 'clerical underworld', attribuendo ai chierici cattolici di ordini minori l'utilizzo di quest'arte a fini divinatori, senza ovviamente considerare – trattandosi di un saggio babbano – che persino i maghi conoscevano bene il latino e quindi non era necessario aver preso i voti per cimentarsi nelle evocazioni oscure.

Ma l'uomo si è firmato come 'Magus et Clericus'.
Un mago che ha preso i voti?
In Inghilterra? A seguito dello scisma di Enrico VIII del 1534?
Strano.

Potter!”
Lily Luna scarabocchia con foga appuntando queste nuove date, continuando a scorrere la pagina internet vagamente divertita nel constatare quanto i babbani credano diffusa la negromanzia in periodo medievale e rinascimentale, come se il Mondo Magico inglese non l'avesse bandita, reputandola un'arte pericolosa già dal XII secolo e, persino a quei tempi, non era molto conosciuta né praticata stando alle poche – stringate – informazioni recuperate in un vecchio tomo della sezione proibita inerente alle 'Arti Magiche Nere dell'Anglia'; inoltre la studiosa ne parla come ' la più terribile fra le magie oscure' senza doversi dilungare in ulteriori spiegazioni per rimarcare quanto – anche nel mondo babbano – questi branca del sapere sia considerata blasfema.

Cosa diverrai,quando la Katàbasis sarà compiuta?

Corruga la fronte mentre l'eco della frase pronunciata da Turpin le riecheggia violento in testa, annullando pensieri e collegamenti storici, riportandola alla domanda originale che l'attanaglia dalla notte in cui la Morte le ha concesso un anno esatto per rimediare alla leggerezza d'aver evocato e spedito nel mondo settantotto cadaveri.

Allo scadere del 31 ottobre 2024, potrò davvero tornare alla mia vita normale?
E se tutto questo fosse davvero accaduto per una ragione?

Ma entrambe le domande non trovano ancora risposta e la strega è costretta ad accantonarle quando una patata lanciata da qualche bontempone seduto alla sua destra plana con precisione all'interno del suo bicchiere, rovesciando la poca acqua rimasta; ha la prontezza di coprire la pergamena prima che gli schizzi la danneggino, per poi voltare il capo con sguardo furente verso un gruppetto eterogeneo di Corvonero del sesto e settimo anno che è scoppiato in una risata sguaiata.
Ben ti sta Potty! Così impari ad ignorarci!” bercia Hilary Hemswort, la simpatica compagna di stanza che non perde occasione per canzonarla, facendo ondeggiare i lunghi codini biondi mente continua a sghignazzare lanciandole sguardi da vipera.
Ha viso lungo, equino, con tratti spigolosi e tondi occhi azzurri perennemente sgranati in un'espressione che vorrebbe assomigliare alla 'finta ed innocente sorpresa', ma altro non risulta che 'ebete'; inoltre possiede il vizio di truccarsi troppo ogni qual volta il rigido regolamento scolastico glielo consenta, riducendosi alla copia d'una teatrante circense o alla pessima imitazione di una maschera Onnamen giapponese (III) e, malgrado le infinite ore in bagno, le numerose pozioni per i capelli opportunamente preparate dalla povera Grace - che la 'sopporta' con stoica pazienza - nonché le infinite ore passate a scandagliare tutorial su come 'mantenersi perfetta', la ragazza non sembra aver migliorato né reso appetibile il suo aspetto esteriore, somigliando più ad una Scopalinda con la saggina da sostituire che ad una di quelle Magimodelle delle riviste patinate.

La Trevisan ha ragione, a volte mi chiedo anch'io come una scema del genere possa essere stata smistata in Corvonero.

Che c'è Potty? Troppo in alto nella scala sociale per parlare con noi, umili studenti?” aggiunge cattiva, assottigliando gli occhi da panda, conseguenza del troppo eyeliner, mentre un'altra ondata di risa scuote il gruppo seguita da innumerevoli battute ed esclamazioni scadenti.
Gli occhi castani della giovane strega saettano dal bicchiere, ove la patata galleggia nel filo d'acqua rimasto, alle facce ebeti dei suoi camerati; che lei piaccia solo quando conquista il boccino o punti a lezione per Corvonero è risaputo e non le ha mai creato alcun disagio, poiché preferisce di gran lunga la condizione di 'fantasma' a quella assai scomoda di 'celebrità' da pedinare e portare in palmo di mano solo per il cognome che porta, ma era da diverso tempo che i suoi coetanei non l'attaccavano così, pubblicamente ed in branco, per dar sfogo alla noia.

Sapete che anche Potty è umana?” continua poi la bionda voltandosi con quell'espressione da mucca al pascolo verso gli altri studenti seduti attorno, che le chiedono a gran voce di raccontare; l'unica a non ridere né a sembrare divertita è Grace, che le lancia un'occhiata di mute scuse, incapace di trovare la volontà per alzarsi ed opporsi alla sua amica.
Dopo di lei non si è più potuto usare il bagno per ore!”

Altre risa.
La mano di Lily Luna scivola nella tasca sinistra della veste stringendosi attorno alla bacchetta, mentre affonda i denti nel labbro con forza, imponendosi di mantenere la calma per non schiantare la sua compagna; buon proposito frantumato sul nascere dall'ennesima idiozia sul suo conto sbandierata con ilarità, che la spinge a scattare in piedi con il viso funereo di rabbia ed una gran voglia di ribattere per le rime, quando qualcun altro la precede.

Hilary, smettila. Ridere dei problemi altrui denota una mancanza d'educazione notevole, nonché una certa bassezza morale. Prendere in giro una tua compagna di stanza per la sua indisposizione poi è veramente stupido dato che potrebbe accadere anche a te” la voce calma e profonda d'un ragazzo sovrasta le risa isteriche, riducendo la bionda ed il suo entourage al silenzio.
E a te cosa importa, Scamander? A quanto vedo mi sembri ben integrato con chi la pensa diversamente” replica Lily Luna tagliente, assottigliando lo sguardo per studiare il giovane Corvonero.
Alto e tonico, con capelli biondo chiaro perennemente in disordine ed occhi grigi, luminosi come schegge sideree Lorcan Scamander è sempre stato considerato 'bello' da buona parte delle ragazze della scuola, godendo – alla pari del gemello Lysander, smistato in Tassorosso – d'attenzioni e favori, miriadi d'appuntamenti ed aiuti in quelle materie ove si è dimostrato sin da subito un pochino claudicante ma, nonostante la 'popolarità', non si è mai reso arrogante come invece faceva James Sirius ai tempi d'oro, cercando invece di utilizzare i benefici che la sua posizione gli dona per buoni motivi e per dare una mano a chi è in difficoltà.
Un vero cavaliere.
Dal canto suo Lily Luna non l'aveva mai degnato di troppe attenzioni, come del resto faceva con tutti ad eccezione di Albus e Rose, limitandosi a saluti di cortesia quando s'incontravano per andare a lezione e ad occasionali scambi d'informazioni su compiti e verifiche quando si trovavano a dover studiare vicini in Sala Comune o in biblioteca, mentre lui invece si era da sempre mostrato molto interessato alla ragazza, dispiacendosi di non poterle parlare in modo più libero a causa del muro impenetrabile, vetro e silenzi, che lei sembrava essersi costruita attorno per escludere tutto ciò che non le fosse direttamente collegato o gradito.

Prima che la situazione degenerasse si, mentre ora mi devo discostare dalle loro azioni. Non trovo corretto che ti insultino in questa maniera, né che ti abbiano lanciato del cibo solo per attirare la tua attenzione” esclama il giovane mostrando una fila regolare di denti bianchissimi, luminosi quanto i suoi occhi, mentre Hilary lo guarda attonita, con le labbra pitturate d'un vistoso rosa confetto – o porcello - lucide di gloss, aperte in una 'o' poco signorile; che la ragazza sia perdutamente innamorata di Lorcan da anni è risaputo, data la numerosa quantità di fotografie scattate a tradimento che possiede sul cellulare, nonché stampate ed appiccicate all'interno dell'anta del suo armadio in dormitorio, ormai più somigliante ad un piccolo tabernacolo in onore del giovane Scamander che ad un contenitore per il vestiario, quindi vederlo difendere un'altra ragazza – per giunta Potter – la turba profondamente.
Grazie, ma so difendermi da sola” replica piattamente Lily Luna mostrando la bacchetta.
Non ho risposto ai loro stupidi commenti solo perché mi rifiuto di abbassarmi al livello di chi aspetta d'avere il sostegno del branco per attaccare, mancando del coraggio di farlo da sé”
Gli occhi castani si posano con inclemenza sul viso equino, distorto in una maschera di rabbia e maquillage, della compagna di stanza mentre con voce atona e glaciale, una perfetta imitazione del tono utilizzato da Piton per redarguire le teste di legno quando ancora insegnava, continua.

Nonostante ti disprezzi Hemswort, perché si, ti disprezzo per mille motivi fra i quali spicca la tua ignoranza, seguita poi dal modo in cui tratti i tuoi cosiddetti 'amici', parlando male di loro ad ogni occasione nonostante siano il motivo che ti ha permesso di arrivare alla sesta classe di Corvonero con risultati accettabili, non mi permetterei mai di attaccarti utilizzando come scusa problemi di salute o di natura personale.”
Come osi!” ringhia la bionda Corvonero, balzando in piedi a sua volta.
Tu, schifosa stracciona brava solo a sbandierare il tuo maledetto cognome! La fottuta regina della torre figlia del Salvatore del Mondo Magico! Troppo importante per degnarsi di rispondere quando uno fra noi 'comuni' le rivolge la parola! Tu, tu che di amici non ne hai, come osi accusarmi di essere sleale con i miei?” strilla impazzita con guance imporporate e l'espressione ancor più terrificante, attirando l'attenzione delle tavolate vicine; Lily Luna si mostra impassibile, incassando in silenzio quell'accusa che sa terribilmente di verità, trattenendo a fatica l'ondata d'odio che le ha incendiato i pensieri al sentirsi – di nuovo – ricordare i privilegi dovuti alla sua condizione di figlia d'un uomo importante, seppur mai utilizzati e non richiesti.

Mi vedono davvero cosi?
La principessa Corvonero, l'algida stronza della torre

Chi sei tu, davvero?

Studia i visi dei compagni di corso amici di Hilary che le siedono attorno protettivi, le espressioni distaccate ed ostili animate da quella finta giustizia di chi è convinto di trovarsi dalla parte oppressa, colpevole unicamente d'aver subito il torto d'un mancato riconoscimento, d'un saluto non corrisposto, sentendosi pertanto feriti nell'orgoglio e desiderosi d'una rivincita; l'unica a fissarla con occhi scurissimi colmi di scuse non dette, rimpianto e voglia di opporsi che però mai giungerà alle labbra prendendo voce è Grace, la quale spicca a causa delle sua pelle d'ebano e per la folta chioma nera, riccia, contenuta a stento in una coda bassa.
Abbandona il viso della ragazza anglo-ganese per lanciare una breve occhiata al bicchiere semi vuoto in cui la patata ancora galleggia solitaria e zuppa, lasciando poi vagare il pensiero affinché sovrapponga la fisionomia dei compagni lì seduti ai visi maciullati di Rowle, Gibbon, McLeod, Santager e degli altri cadaveri che ha affrontato nelle notti di caccia; incurva le labbra in un sorriso triste che – ovviamente – viene percepito come esternazione di superiorità e sdegno nei confronti dei presenti, mentre concede un fugace pensiero a quanto sia più facile avere a che fare con i morti che non con certi vivi.
Ciò, stranamente, non la inquieta.

Dovrebbe?
Visto tutto ciò che ho fatto e che m'aspetta, dovrei preoccuparmi di questa sciocchezza?

Cosa diverrai quando la Katàbasis sarà compiuta?

Forse dovremmo darle una lezione, che ne dici Lary? Almeno la smetterà di trattarci come pezze da piedi con quella sua maledetta aria supponente!” Un ragazzo alto e robusto del settimo anno, con viso squadrato infestato dall'acne si alza facendo tremare la panca in legno, sfoderando la bacchetta dalla tasca interna del mantello scuro foderato in seta blu oltremare; i piccoli occhietti da topo distanziati da un naso grosso, a patata, osservano la giovane compagna dai capelli rossi con furia mentre la bocca s'incurva in un ghigno terribile.
Bell'idea Greg!” sibila maligna la Hemswort estraendo la bacchetta a sua volta, tubando una serie di smancerie all'amico ed invitando altri a prendere parte allo scontro, così da renderlo ancor più sleale; cinque accolgono l'invito, posizionandosi alle spalle della bionda per scrutare con falsa superiorità e supponenza la Potter che, impassibile, continua a studiarli dal lato opposto della tavolata ancora imbandita, con la bacchetta ben salda nella sinistra.
Vi siete accorti che siamo in sala grande, è ora di cena e sono tutti qui? Oltretutto ora i professori ci stanno guardando” scandisce calma, registrando l'improvviso movimento proveniente dagli altri tavoli ove gli studenti hanno preso a girarsi rumorosamente, incuriositi da quell'improvviso schieramento, attirando così l'attenzione degli insegnanti che li additano parlottando fra loro.
Lo sguardo severo di Minerva McGranitt le trafigge le iridi, domandando una muta spiegazione a cui lei risponde alzando le spalle, in un gesto atto a trasmettere tranquillità e noncuranza, come se lei ed i suoi compagni di casa non fossero in procinto di lanciare schiantesimi durante la cena per regolare conti ed antipatie vecchi di anni.

Ragazzi! Basta!” si intromette Lorcan allargando le braccia fra i contendenti per poi prodigarsi in un discorso sull'importanza di mostrarsi uniti di fronte agli altri studenti e sull'evitare di far perdere una miriade di punti a Corvonero, lanciandosi in duelli suicidi non autorizzati; parole che purtroppo risuonano vuote e flebili, specie quando attorno al gruppetto inizia a formarsi un capannello eterogeneo di bambini e ragazzi giunti per verificare la fonte di quell'improvviso trambusto e che, una volta compresa la situazione – ci vuol poco, scorte le bacchette impugnate e pronte a colpire – iniziano ad incitare e scommettere su quale parte avrebbe trionfato.
Lily Luna sogghigna nel constatare che, nonostante la sproporzione di sette a uno, molti la diano vittoriosa, forse memori degli innumerevoli duelli vinti al Club; se sapessero dei risvegliati e del fatto che Severus Piton in persona le sta dando lezioni di attacco e difesa nella Stanza delle Necessità, probabilmente i suoi avversari tornerebbero a sedersi zitti, con la coda fra le gambe ed il terrore negli occhi, peccato che ciò appartenga a quella parte di 'vita' che non può rivelare ad alcuno.

E probabilmente, stupidi come sono, non sanno nemmeno chi sia Severus Piton.

Oh, una rissa con Potter coinvolta, interessante” dal cerchio di curiosi radunatisi attorno alla tavolata emerge, come evocata da un antro infernale, Milena Trevisan con in pugno la bacchetta; i lunghi capelli castano biondo raccolti in una coda bassa le ricadono sulla spalla sinistra, perdendosi nella piega della mantella nera, incorniciando un viso affilato su cui spiccano occhi azzurro cielo animati da una luce malevola e labbra sottili, rosate, incurvate in in ghigno ferino.
Con studiata lentezza prende posto al fianco di Lily Luna mentre la folla esulta estasiata, strappando un'imprecazione ad Hilary, sibilata a denti stretti cosicché non risulti udibile dal suo entourage; nonostante disprezzi con tutto il cuore quell'assurda e triviale italo-croata altezzosa e spocchiosa quanto la Potter, ne teme i modi maneschi e l'indubbia abilità in duello, nel castare fatture e nel fare a botte, che la annoverano fra le migliori allieve delle classi di trasfigurazione, Incantesimi e Difesa contro le Arti Oscure.
La bacchetta trema nella mano della strega bionda che, con occhi furenti, osserva i volti tranquilli delle due campionesse del club di Duello cercando di elaborare una strategia alternativa; combattere contro entrambe, nonostante siano in sette contro due, li vedrebbe perdenti e spediti in infermeria in preda a dolori allucinanti, coperti di squarci e pustole, con fratture multiple ed il viso sfigurato, cosa da evitare visto quanto poco sopporti il dolore e quanto invece le costino i trattamenti di bellezza ai quali – quotidianamente – si sottopone.
Non può certo reinfoderare la bacchetta e sedersi come se nulla fosse, non ora che Gregor, Daisy, Alice, Mary, John e Sarah si sono dalla sua parte pronti a darle man forte, né può permettere alla Potter di passarla liscia; non le perdonerà mai l'essersi fatta difendere da Lorcan come fosse la povera incompresa della situazione, perseguitata dalle compagne cattive, anziché la peggior spina nel fianco che il sesto anno di Corvonero potesse avere.

Ti piacciono le cause perse, Trevisan?” grugnisce Gregor rompendo il silenzio, interrompendo le elucubrazioni di Hilary e strappando una risata, sebben modesta e ben celata, al suo gruppo; la ragazza non risponde, distendendo il ghigno ferino sino a mostrare i denti.
Ha ragione. Il mio lato è un po' triste e solo” annuisce Lily Luna gettando una rapida occhiata al viso affilato della compagna, incontrandone gli occhi cristallini per un breve – fugace – istante che la spiazza, poiché ciò che vi legge è un sentimento che mai avrebbe creduto di poter associare alla solitaria Corvonero; la notte del rito era scappata assieme alle altre a gambe levate lasciandola sola nell'avvallamento, con un morto da gestire e le conseguenze di quanto accaduto a pesarle addosso, mentre ora – non richiesta – la sta nuovamente aiutando contro l'idiozia di Hilary come già aveva fatto in dormitorio giorni addietro.
Il tuo lato è sempre stato un po' triste e solo Potter, ma non mi metterei da nessun altra parte” mormora la Trevisan citando la risposta di Bill a Beatrix all'ingresso della piccola chiesetta di El Paso (IV), mostrando d'aver colto la citazione; Lily Luna sorride di rimando, sentendo per la prima volta in anni di solitaria esistenza la voglia di avvicinarsi ad un altro essere umano che non sia suo parente per l'affinità che le lega, per la voglia di condividere idee, interessi e per il semplice fatto di aver scorto il barlume d'un legame rimasto ben occultato, invisibile, sino ad ora.

Peccato che sia così tardi per scoprire quest'improbabile amicizia.
Non ho più il tempo per coltivarla.

Ragazzi! Vi prego! Lily, per favore! Hilary!” Lorcan tenta nuovamente di frapporsi fra i due schieramenti, spostando l'attenzione da Lily Luna ad Hilary con uno sguardo implorante che intenerisce la seconda, follemente attratta da lui e quindi pronta ad eseguire ogni sua richiesta per ottenere un briciolo d'attenzione, ma che ha l'effetto di benzina gettata sulla fiamma viva per la strega dai capelli rossi; sentire il suo nome pronunciato come fosse una soave carezza da chi non la conosce abbastanza e quindi non dovrebbe prendersi certe libertà, la manda in bestia, così come mal sopporta che lui si sia messo di mezzo con l'intenzione di fare da paciere in una discussione scaturita a causa dell'ignoranza dei suoi amici, come un maledetto paladino delle fiabe che utilizza l'escamotage del duello per salvare la stupida principessa in pericolo, senza considerare che ella possa benissimo riuscirci da sé.
Lorcan, spostati. Se vogliono passare il resto della serata in infermeria chi siamo noi per opporci?” la voce di Lily Luna è un sussurro minaccioso e freddo che piove sugli astanti come grandine, strappando brividi e sguardi attoniti; convivere a stretto contatto con Piton le ha insegnato ad usare la voce come un'arma, ad affinare l'umorismo nero e a mostrarsi spietata con chi non merita alcuna considerazione e, se per anni si è limitata a fingere di non esistere, nascondendo il viso fra le pagine dei libri o in qualche pergamena fitta d'appunti, ora che è stata costretta a venir fuori, scacciata dalla sua zona comfort e gettata violentemente nell'aspro mondo, non ha alcuna intenzione di ritrarre gli artigli.
Penso tu abbia sbagliato fanciulla, Scamander. Quella che necessita del tuo aiuto si trova alla parte opposta del tavolo” rincara la Trevisan mentre il ragazzo abbassa le braccia sconfitto, studiando il volto della giovane rossa con occhi ricolmi di sincero dispiacere e amara sconfitta; le scommesse riprendono con foga, seguite dagli incitamenti a combattere sottolineati da pesanti colpi sulla superficie in legno massello della tavolata Corvonero, furore che riaccende la scintilla combattiva in Gregor e nel resto del suo gruppo, mentre Hilary cerca inutilmente di calmarli, ora seriamente preoccupata di finire in infermeria con il viso mutilo e deturpato dalle piaghe.
Poi vi è un'istante in cui il tempo pare rallentare.
Il roboante boato prodotto dagli studenti si quieta riducendosi a sacro silenzio, mentre un'ombra nera plana sul tavolo con violenza rovesciando bicchieri e facendo schizzare ovunque verdure cotte e bocconi di arrosto ben disossato, stoppando l'attacco di Gregor che balza indietro spaventato.

Cra, cra”
Mandatelo via! Mi fanno schifo quegli uccellacci!” Strilla Hilary con voce acuta, scostandosi repentinamente dal bordo della tavola quando s'accorge che la suddetta ombra nera è un grosso corvo color inchiostro che la fissa con occhietti malevoli – decisamente poco animali – e le penne arruffate ad ingigantirne la figura.
Gli occhi di Lily Luna s'allargano colmi di stupore.

Piton?!

Cra, cra” Pare risponderle il volatile, voltando la testolina nella sua direzione per pochi istanti, prima di tornare a concentrarsi sul gruppetto di studenti Corvonero che han tentato di dare battaglia, assestando una dolorosa beccata sulla manona di Gregor quando quest'ultimo – dimentico di essere un mago e di possedere una bacchetta -, ha cercato di afferrarlo malamente per allontanarlo dall'amata Hemswort.

Potter! Non è questo il momento di dar spettacolo in sala grande.
Abbiamo un problema.

Risvegliati?

La tua capacità di sottolineare l'ovvio è sempre sorprendente, ora capisco la scelta del cappello parlante di smistarti in Corvonero. Anche l'idea di scattare in piedi pronta alla rissa s'addice molto alla proverbiale diplomazia mostrata dagli adepti della casa di Rowena.

Hanno iniziato loro!

Potter...

Frulla le ali infastidito, lanciando occhiate di sfida all'intera platea mentre saltella abilmente fra cibarie e stoviglie, evitando gli incantesimi degli arditi che hanno trovato coraggio sufficiente per tentare di catturarlo e rispedirlo fuori, convinti si tratti semplicemente di uno dei pennuti che infestano l'orto di Hagrid, finito nel castello per errore.

Tu hai reagito. Tanto basta per meritare parte della colpa.

Scusi? Cos'altro avrei dovuto fare? Lasciarmi insultare gratuitamente restando zitta e composta?
Non ricorda più com'era ai suoi tempi, quando quell'idiota di mio nonno le dava il tormento?
Non mi dica che nha sempre incassato in silenzio, perché non le credo!

Il tuo lato è anche alquanto strambo, sai Potter?” sottolinea Milena con un sorriso, interrompendo la conversazione silenziosa fra la ragazza e lo strano volatile che ora tenta di staccare un dito ad un incredulo Gregor, lanciatosi nuovamente all'assalto per placare gli strilli isterici della sua compagna di casata.
Non sai quanto” è la laconica riposta della strega dai lunghi capelli rossi, che si aggiudica un'occhiata obliqua da parte della compagna, desiderosa di approfondire l'argomento e di chiedere delucidazioni su quel peculiare corvo, sicura si tratti di una delle stramberie che la seguono ovunque vada; il dialogo viene però interrotta dalla comparsa del professor Jonathan Andrew Murray che irrompe nel capannello di studenti con veemenza, iniziando ad allontanare gli appartenenti ad altre case con l'intimazione di tornare a sedersi e finire la cena in silenzio, a meno ché non desiderino salire in dormitorio a digiuno.
Cosa sta succedendo?” Domanda poi in tono burbero, adocchiando l'uccello che, con sfrontatezza, lo fissa di rimando gracchiando cattivo.

La pianti! Era un Auror prima di fare l'insegnante, se ci scopre siamo fottuti!

Lo so, ho avuto il piacere di conoscerlo, in altra sede.
In ogni caso lo reputo alquanto poco qualificato per svolgere il ruolo di docente, sarebbe dovuto intervenire subito, anziché lasciarvi arrivare a sfoderare le bacchette.

Allora?” incalza, facendo saettare gli occhi chiari sul gruppo di studenti del sesto e settimo anno di Corvonero, per nulla sorpreso della presenza di Milena Trevisan con bacchetta in pugno e sguardo battagliero, pronta a scagliarsi contro Gregor Walsh, altra testa calda smistata nella sua casa per puro errore; ciò che invece lo turba è vedere Potter a fianco della giovane strega italo-croata, pronta al duello a sua volta.
Ne studia il viso cogliendo lampo d'agitazione celato a fatica, chiedendosi cosa sia successo alla studentessa migliore della sua casa – e dei suoi corsi – per spingerla a partecipare ad una rissa in sala grande, all'ora di cena, sotto gli occhi di tutta la scuola; a dire il vero la giovane gli sembra un po' strana da settimane, da quando si è trascinata – sola – da madama Poppy con una caviglia slogata e le vesti zuppe di pioggia, durante i festeggiamenti del sabba di Samhain, per poi finire nuovamente ricoverata a causa d'una strana febbre presa studiando in biblioteca.
Ha creduto alla versione dei fatti fornita perché non è mai stata una ragazza problematica, né dedita a starni colpi di testa, in più si è sempre mostrata restia a mentire ed il fatto che suo padre sia l'ex collega Harry Potter basta a garantire che non sia invischiata in qualche oscuro, sordido, problema.

Tuttavia...

Mi scusi, professore, è mio” mormora Lily Luna sporgendosi verso il tavolo per porgere un braccio al grosso corvo, che vi vola sopra con docile accondiscendenza, continuando però a roteare la testolina, schioccando il becco con fare minaccioso.
Tuo?” chiede l'uomo, incredulo.
Si, l'ho trovato vicino alla capanna di Hagrid qualche settimana fa, aveva un'ala spezzata e me ne sono presa cura. Il problema è che mi si è affezionato molto ed ora che ha ripreso a volare mi segue ovunque se non lo chiudo bene in bagno, al terzo piano” spiega tranquillamente, sotto gli occhi sbigottiti d'una torma di ragazzi che prendono a bisbigliare fra di loro, basiti dalla compostezza con cui la ragazza sostiene lo sguardo inquisitorio dell'ex Auror, spiegando come i suoi compagni siano stati tanto 'gentili' da tentare di darle una mano a recuperarlo, dato che l'animale si è notevolmente spaventato vedendo tutte quelle persone, iniziando ad attaccare impazzito.

Se si beve questa storiella è davvero idiota come buona parte degli Auror del Ministero, incluso tuo padre.

Oh...zitto!

L'importante è che tu esca velocemente da qui.
Non abbiamo molto tempo.

Hilary, Gregor e gli altri del gruppo la osservano con occhi sgranati ed un'espressione indecifrabile, stupiti dalla naturalezza con la quale l'odiata, algida stronza della torre est li stia coprendo, spostando tutta l'attenzione sulla bestiaccia appena apparsa per sviare il professore, impedendogli di fare ulteriori domande su quel che si sono detti durante la cena che ha così infastidito la giovane strega da spingerla a scattare in piedi con la bacchetta già in pugno; internamente Hilary è furente, l'idea che la Potter la stia salvando da una punizione le pesa, impedendole di apprezzare il gesto.
Persino Milena Trevisan osserva la compagna di dormitorio con un sopracciglio pericolosamente incurvato verso l'altro, domandandosi cosa diavolo stia facendo, ma il sentimento muta subito in sincero divertimento quando si rende conto che, in presenza della Potter, è impossibile prevedere come andranno le cose, poiché è una sicura fonte di assurde bizzarrie.

Quindi ora che s'è calmato e l'ho ripreso lo riporterei in bagno se me lo consente” termina la ragazza, con il corvo ben abbarbicato sulla spalla sinistra, ancora intento a fissare il docente di Difesa con vago astio; quest'ultimo sospira esasperato, ma prima che possa formulare un giudizio in merito l'alta ed autoritaria figura della preside McGranitt si palesa, azzittendo il brusio con una rapida occhiata, per poi soffermarsi a studiare le figure impassibili della Potter e della Trevisan, immobili alla sua sinistra, lanciando successivamente uno sguardo altrettanto gelido al gruppetto capitanato dalla signorina Hemswort, all'altro lato della tavola.
Oh, così il trambusto è da imputarsi a lui, signorina Potter?” indica l'animale con un impercettibile cenno del capo e questi abbassa la testolina, piantando i lunghi artigli nelle vesti – e nella carne – della 'padrona', che geme a denti stretti, rimproverandolo mentalmente di stare attento a meno che il suo intento non sia quello di disarticolarle una clavicola.
Si, chiedo perdono signora Preside” mormora compunta, abbassando gli occhi in mesto e dovuto rispetto.
Immagino sia a conoscenza che fra gli animali da compagnia permessi ad Hogwarts, i cosiddetti 'famigli', sia vietato tenere creature raccolte nella Foresta Proibita in corso d'anno”
Si, signora Preside. Ne sono a conoscenza. Ma credevo si potesse fare un'eccezione dato che non è propriamente il mio 'famiglio', ma solo una creatura che ho salvato perché aveva bisogno d'aiuto. Non posso abbandonarlo fuori da solo, ora che mi si affezionato. Oltretutto lui stesso sembra restio a lasciare il castello”
Minerva McGranitt studia gli occhi castani della giovane terzogenita di Harry Potter e l'espressione remissiva sul volto pallido, ritenendola sinceramente pentita d'aver causato tutto quel trambusto durante l'orario di cena, anche se non è così sciocca da credere alla storia del corvo; certo che è davvero un'animale strano, così grosso e battagliero non dovrebbe avere problemi a sopravvivere per il tempo che gli resta fuori, con gli altri suoi simili, inoltre vi è qualcosa di assurdamente 'umano' nel modo in cui i suoi piccoli occhietti neri la osservano di rimando, una punta di rimpianto affogata dal buio che troppo le ricorda un viso familiare, pallido e segnato dagli eventi, con sguardo ossidiana altrettanto triste.

Severus.
Minerva, vecchia sciocca...lui è morto da anni.

Rowena Corvonero stessa possedeva un corvo trovato per caso durante una delle sue consuete passeggiate e, secondo la tradizione, era in grado di parlargli, apprendendo conoscenze precluse agli uomini” aggiunge la giovane strega ricordando quanto riportato nel testo 'Memorie di Corvonero' di Ashley J. Brown, testo che il professor Ruf aveva assegnato loro come materiale di studio durante il primo anno affinché comprendessero meglio le origini della casata in cui erano stati smistati.
Vedo che, come sempre, la sua intelligenza e dedizione allo studio le sono utili. Ma, a meno che lei non sia in grado d'insegnare a quella creatura a chiedere scusa per aver beccato e ferito i suoi compagni, temo di non poterle permettere di tenerlo. Lo potrà affidare ad Hagrid, se ne prenderà cura lui finché non sarà in grado di tornare dai suoi simili” replica severa la preside in un tono che non ammette repliche, ma Lily Luna la stupisce di nuovo, chiedendo il permesso di provare ciò che l'anziana donna ha dichiarato impossibile.
Se lui si scusasse, a modo suo ovviamente, lei me lo lascerebbe tenere?” domanda la ragazza mantenendo un tono cortese e remissivo sebbene gli occhi brillino d'una luce tutt'altro che reverente, che all'anziana preside ricorda la scintilla furba nello sguardo di Harry quando s'apprestava a fare una follia delle sue, ma arricchita però della lucida certezza di chi non si lancia alla cieca, poiché sa esattamente come agire per raggiungere l'obbiettivo.

Intelligente, Corvonero fino in fondo.

L'animale però non sembra essere dello stesso, conciliante, avviso ed assesta una dolorosa beccata dietro l'orecchio della padrona, gracchiando cattivo.
Se pensa di riuscirci, signorina Potter, questo potrebbe essere un buon compito per i suoi M.A.G.O in cura delle creature magiche” concede la McGranitt, sicura che la ragazza fallirà vista l'irascibilità di quell'animale che – insolitamente – sembra capire quanto gli accada attorno con sorprendente intelligenza, sebbene si rifiuti d'utilizzarla per mostrarsi più civile.

Forza professore, chieda scusa così possiamo andarcene.
E la smetta di beccarmi, fa male!

Potter, non mi sono mai scusato in anni di torture, omicidi e doppiogiochismo, cosa ti fa pensare che lo farò ora?
Rivolgendomi poi a quella torma di teste di legno con cervello di segatura fina che non meritano un briciolo della mia attenzione, figurarsi il mio fiato?

Perché lei è piombato qui come una furia adducendo un problema urgente.
Vuole uscire da questa situazione senza finire in custodia da Hagrid?
Bene. Chieda scusa, tanto nessuno la riconoscerebbe in questa forma.

Potter, sappi che ciò avrà un prezzo.

E' la replica cattiva, seguita da un'altra dolorosa beccata che costringe la strega a serrare labbra trattenendo una colorita imprecazione fra i denti; sotto gli occhi attoniti dell'ormai intera casata Corvonero, della preside e del professor Murray, il corvo plana nuovamente sulla tavola fra piatti e bicchieri rovesciati, cibo sparso ed effetti personali dei presenti, lanciando poi un'occhiata tagliente alla sua 'padrona' quasi a spronarla affinché gli dia istruzioni su come comportarsi.
Forza Prince, scusati”

Prego?

Era il primo nome che mi è venuto in mente.

Non posso certo chiamarla Piton, o Severus le pare?
Anche Halfprince è troppo sospetto

Avrei dovuto metterci del veleno in quella pozione per le mestruazioni.

La smetta di rompere le palle ed esegua, tutto ciò sta iniziando a diventare imbarazzante.

Colpa tua, incosciente testa di legno.
Disgrazia della mia non-vita.

A sentire il nome dato dalla ragazza al nero pennuto il cuore di Minerva McGranitt perde un battito ed un lampo di tristezza le attraversa gli occhi grigi, preludio d'un improvviso mancamento che riesce a reprimere solo grazie ad anni di severa disciplina ed autocontrollo.
Mentre il grosso corvo china il capo verso i compagni di casa della Potter, spalancando le ali in una sorta di plateale caricatura d'un inchino con tanto di zampa sinistra protesa, la vecchia strega è sicura che se al posto del becco possedesse labbra umane queste si sarebbero incurvate nel ghigno sarcastico, onnipresente sul volto pallido del suo ex collega e predecessore Severus Piton; lo stesso mago contro cui aveva combattuto fra le mura di quella sala additandolo come codardo e traditore, senza aver davvero capito fino in fondo a quali follie l'avesse spinto Albus e con il quale non era mai riuscita a scusarsi, data la tragica ed improvvisa dipartita, trascinandosi quel rimpianto per più di vent'anni.
Il corvo volta la testolina verso di lei, trafiggendola con schegge gemelle ossidiana profonde come abissi e la vecchia strega, facendo appello a tutto il suo carisma, si rivolge alla Potter con voce ferma concedendole il suo benestare riguardo il tenere l'animale con sé, purché lo tolga di torno prima che i ricordi si facciano insopportabilmente dolorosi.

Al primo atto di ribellione sappia però che tornerà nella foresta con i suoi simili. Ed ora, signori, tornate alla vostra cena prima che mi venga voglia d'indagare come mai la signorina Potter è scattata in piedi con bacchetta in pugno ancor prima che il corvo planasse sul tavolo” Conclude categorica lanciando un'eloquente occhiata agli studenti del sesto e settimo anno prima di voltarsi e tornare verso il desco degli insegnanti, soffermandosi con pesante enfasi sul volto pitturato a festa della signorina Hemswort, nonché alle facce sconvolte del gruppetto alle sue spalle, passando poi alla Potter e, in ultima, alla giovane strega italo-croata che ancora sogghigna divertita.
E lei, signorina Trevisan, si ricordi l'appuntamento nel mio ufficio alle nove questa sera”
Non mancherò, prof” risponde prontamente quest'ultima guadagnandosi un'occhiata truce dal professor Murray, che le intima di mostrare un po' più rispetto nei confronti della preside.

Una volta che i professori hanno lasciato il tavolo di Corvonro e gli studenti sono tornati a sedersi, desiderosi d'ultimare la cena ed andare in dormitorio a svagarsi prima che la preside faccia partire un'indagine approfondita sulla sfiorata rissa in sala grande, Lily Luna raccoglie la tracolla da sotto la panca e vi butta dentro gli appunti ed il telefono, stendendo nuovamente il braccio affinché Piton possa planarci sopra, osservata attentamente da Hilary e Gregor, ancor più furenti per l'ennesima vittoria conquistata dalla ragazza senza averne alcun diritto.
Fretta, Potter?” domanda Milena incuriosita.
Si, in tutto questo casino mi sono dimenticata di aver lasciato una cosa importante in biblioteca e devo assolutamente recuperarla prima che Barley finisca di passare il mocio e chiuda, poi devo riportare lui in bagno con Mirtilla” risponde prontamente indicando con un cenno del capo la bestia appollaiata sulla sua spalla destra.
Ti ringrazio per l'aiuto, Trevisan”
Verrà il giorno in cui arriverai a pentirti dell'interesse che stai suscitando, credimi.” La strega dai lunghi capelli castano biondi le rivolge un sorriso enigmatico mentre la osserva con attenzione, trattenendosi dal porle quella serie di domande che le attanagliano il cervello dalla notte del Sabba di Samhain, quando quella creatura da incubo è emersa dalla terra e lei, assieme a Grace e Amanada, sono scappate in preda al panico verso il castello, lasciando la Potter nell'oscurità del sottobosco sola.

Vorrei dirti quanto sia stata sollevata di sapere, il giorno seguente, che ti avevano ricoverato in infermeria per una distorsione alla caviglia.
Vorrei dirti che mi spiace averti lasciata sola, ma non penso mi crederesti.

Lily Luna annuisce lentamente, vi è davvero qualcosa di profetico nelle parole pronunciate dalla compagna e già sa che l'interessamento nei suoi confronti verrà ripagato nel peggior modo possibile, poiché l'unica cosa che lei potrà donare a Milena sarà un secondo tuffo nell'incubo, senza alcuna via di fuga stavolta; la compagna l'odierà con ogni fibra del suo essere, la maledirà più di quanto già ha fatto durante la notte del trentuno ottobre, quando la magia del cerchio ha iniziato a produrre i suoi venefici effetti, ed alla fine diverranno amiche.
Nessun legame creato nel sangue può essere spezzato con facilità

Sarò la tua disgrazia, Trevisan. Buona serata, per quanto possibile” replica Potter ricordando con un brivido le parole pronunciate da Turpin qualche ora prima, nel silenzio fatiscente della Stamberga Strillante, accennando poi alla preside per strappare una risata alla compagna.
Si incammina a passo spedito fuori dalla sala grande, con il corvo ancora ben abbarbicato sulla spalla, in nero contrasto con il rosso acceso dei capelli scarmigliati, ignorando le insistenti occhiate che le si piantano nella schiena come coltelli, il freddo monito da parte di Hilary Hemswort a guardarsi costantemente le spalle e la triste delusione provata da Lorcan Scamander nell'essere stato scavalcato dalla Trevisan.



Hogwarts,
Foresta Proibita
18 novembre 2023, ore 20.15

Fiorenzo spicca alto e pallido nel sottobosco illuminato dal 'lumos' prodotto dalla punta della bacchetta di Lily Luna che, in contrasto, pare scura come un pezzo di carbone, con un accenno di bragia dato dai lunghi capelli rosso vivo raccolti in una coda larga.
L'aria tagliente le ferisce le cornee procurando copiose lacrime, scivolando sulla pelle esposta così da dar vita ad una serie di fastidiosi brividi che scivolano lungo il corpo sotto le pesanti vesti invernali, fino a raggiungere il cuore mentre il centauro, nonostante abbia la parte umana nuda, coperta unicamente da uno spesso strato di tessuto cicatriziale mal guarito, la guarda con occhi azzurri gravi e cupi senza mostrare alcun interesse per il clima rigido di quella notte novembrina; imitando i suoi due compagni, fra le mani callose trattiene una fune la cui estremità termina in un doppio – saldo – giro attorno al corpo di un ragazzo che – apparentemente – potrebbe avere la stessa età di Lily Luna, il quale indossa una annerita uniforme scolastica sulla quale si riconosce a fatica l'emblema della Casa Serpeverde.
Tiene la testa ostinatamente china verso il suolo, per nulla turbato dall'essere stato legato, imprigionato e trattenuto a forza da quattro massicci centauri.
La strega ingoia saliva fredda ed amara come cicuta incapace di proferire parola, poiché ha già capito di cosa si tratta e quel che vede non le piace affatto.

L'abbiamo trovato all'interno dei Territori, spinto dalla fame si è avvicinato all'accampamento ed ha cercato di attaccare una delle nostre femmine. Fortunatamente è stato fermato prima, sebbene renderlo inerme e calmarlo sia risultato più difficile del previsto, nonostante abbia corporatura d'uomo e sia pesantemente ustionato. Ora vi chiedo, cos'è quest'essere?” domanda l'ex professore di Divinazione con voce pesante, fissando con espressione greve la giovane strega dai capelli fulvi, figlia del Salvatore del Mondo Magico e della giovane sorellina di Ronald Weasley, spostando poi l'attenzione con un cipiglio incredulo – nonostante l'abbia già incontrato poche ore addietro – sull'uomo ammantato d'ombra immobile al fianco di lei, che credeva morto da oltre vent'anni.
Leonte, il suo stratēgós dal manto scuro che ora regge il secondo capo della corda, l'ha avvertito in più d'un occasione d'evitare di immischiarsi negli affari dei maghi e che qualsiasi cosa sia successa durante il Sabba di Samhain, della quale hanno avvertito l'acre e greve impronta – decisamente - oscura, non deve spingerli ad abbandonare nuovamente la sicurezza dei loro terreni per dare ausilio a quella torma di scimmie senza alcuna creanza, né istinto di autoconservazione, che abitano il castello; il Sofòs assottiglia gli occhi chiari, ricordando con dolorosa tristezza l'assedio di Hogwars e le ferite che la cruenta battaglia ha lasciato impresse sul suo corpo, nonché le vite spezzate di tutti coloro che hanno tentato d'opporsi all'incedere di Lord Voldemort.
Compagni centauri, ippogrifi, lupi e altre fiere, poi uomini e donne ancora troppo giovani per scendere nell'Ade come pallidi spettri, molti dei quali erano stati suoi allievi quando aveva abbandonato il Clan per insegnare Divinazione, sostituendo la professoressa Cooman.

Molòn labé
Hai dimenticato la giusta causa?

Leonte ha ragione, avrebbe dovuto ignorare gli echi del rituale compiuto ai margini della Foresta Proibita, territorio dei maghi di Hogwarts, lasciando alla preside l'infausto compito di scoprire il colpevole d'un tale abominio e punirlo come merita, riportando la situazione sotto controllo con un secco svolazzo di bacchetta, ma non vi è riuscito a causa dei presagi e del ruolo che ha scelto di ricoprire anni addietro all'interno del Clan; gli basta abbassare le palpebre e li lo rivede, scolpito in negativo nella cornea, il transito della luna oscura in Scorpione che aveva mutato il vino offerto agli Déi in sangue ed il pane in un composto secco, sabbioso e nero come carbone.
Rammenta ancora l'odore ferrigno e la consistenza vischiosa sulla punta delle dita, nonché la sensazione d'arsura che l'ha colto dopo aver inghiottito quel primo, pastoso, boccone che gli ha ricordato la descrizione fatta dagli antichi del cibo degli inferi il quale – eccettuato il melograno – per i vivi ha lo stesso gusto insipido d'una pietanza senza spezie, né sale; poi, un'ora prima che iniziasse il nuovo giorno, v'era stata l'infausta nascita d'un capretto scuro come l'ala d'un corvo, dagli occhi bulbosi e lattiginosi, morto poco dopo fra atroci gemiti.

Cieco in questo mondo.
Vedente nell'altro.

Il ragazzo-carbone giunto alle porte dell'accampamento giorni addietro, attirato probabilmente dall'odore degli animali da cortile, stremato dalla fame e desideroso di libarsi quanto prima non pareva comprendere l'inglese, né avvertire alcun dolore ove le frecce di Cassando s'erano infilate nelle carni, continuava semplicemente ad incedere malfermo verso la giovane Alcmena, una centaura dal manto color sabbia, con la bocca spalancata grondante di bava ed il respiro pesante, intervallato da sinistri fischi; pur essendo stato legato da quattro di loro, robusti e giovani, ancora tentava d'avanzare, estraneo al dolore e a ciò che lo circondava, focalizzato unicamente sull'ottenere una goccia di quel sangue eco del nettare che deve averlo resuscitato in seguito al compimento del più macabro – e perduto – dei rituali.

Avrei dovuto incaricare Leonte, Cassando e Conan di lasciarlo legato alle porte di Hogwarts, affinché ci pensasse Minerva McGranitt, tuttavia...

Molòn labé
I figli di Grecia onorano i templi, ovunque essi siano.

Ma il Ragazzo-carbone non è pericoloso o preoccupante se paragonato all'uomo-ombra, le cui fattezze ricordano quelle dell'ex collega ed insegnante di Pozioni Severus Piton, giunto sotto forma di corvo all'interno del loro accampamento durante il pomeriggio, seguendo i sussurri della foresta che gli hanno indicato il passaggio d'un morto, d'una di quelle creature risvegliatesi improvvisamente dal sonno dell'oltre, affamate e folli; Fiorenzo l'osserva in silenzio attendendo che parli e racconti la storia di come i fiumi dell'Averno sono stati scavalcati da decine di anime perdute, le quali hanno raggiunto la superficie con l'illusione di poter nuovamente camminare alla luce del sole, ma l'uomo-ombra tace, abbassando gli occhi ossidiana sulla tremante figura al suo fianco, la strega-bambina figlia di Potter.
Un brivido freddo – chiamalo presagio – scivola lungo la spina dorsale del Sofòs, preparandolo ad affrontare la verità che presto verrà svelata da quelle labbra pallide e tirate, nelle quali sopravvive ancora un accenno d'infanzia perduta; mentre l'aspetta, rammenta le parole che gli sono affiorate alla memoria attraverso il fumo prodotto dagli incensi e dalla combustione delle erbe rituali, ulteriore monito da aggiungere a quelli manifestatisi durante l'infausto transito: ' Non tutte le nascite avvengono tramite il naturale parto, poiché certi uomini (o donne) non nascono quando le loro madri li mettono al mondo, bensì nel momento in cui la vita decide che debbano partorirsi da sé, innumerevoli volte ', cosa che dev'essere sicuramente accaduta anche a lei stando a quel che legge negli occhi castani velati da un sottile filo di lacrime, ove una punta di buio incastrata nell'iride inghiotte la luce prodotta dalla bacchetta.
A vederla lì, immobile e sconsolata, sembra così pulita, così fuori luogo nel sottobosco umido e buio di quell'antica foresta infestata da ogni sorta di creatura da incubo, in presenza di un quartetto di centauri e del loro sinistro prigioniero, accompagnata da un essere che farebbe rabbrividire buona parte degli orrori presenti sotto quelle fronde; bassa ed esile, infagottata nella pesante divisa Corvonero, non sembra così dissimile dal giovane Harry Potter durante il suo quinto anno, quando si era recato lì per disfarsi del rospo rosa inviato dal Ministero con l'ordine di catturare Silente.
Eppure, quella scheggia oscura piantata nel castano dell'iride non mente, vi è qualcosa di profondamente diverso in lei, che la fa apparire più grande – più antica – dell'età che ha rendendola una mera intrusa all'interno di quel mondo protetto, scolastico ed adolescenziale, in cui cammina ogni giorno cercando di non farsi notare.
Persino Severus Piton si sta dimostrando un'incognita: che sia stato evocato dalla medesima magia che ha permesso al cadavere da loro catturato di risorgere dalla tomba è palese, tuttavia la sua forma è completamente diversa poiché non è una salma, né un uomo comune; l'ha capito dal modo in cui sa mutare aspetto e le ombre gli obbediscono, nonché dalla disumana velocità e ferocia con cui ha neutralizzato gli attacchi di Leonte al villaggio, utilizzando incantesimi oscuri - non verbali - di tremenda potenza quando questi ha caricato con l'intento d'allontanarlo dalla tribù.

Non è un Mangiamorte” la flebile voce della ragazza fende il greve ed ovattato silenzio disceso sul gruppo, colpendoli con quell'affermazione che non è una vera domanda né risponde a quanto chiesto dal Sofòs, ma risulta carica dell'angoscia tangibile che l'ha colta nell'istante in cui ha visto il corpo annerito del ragazzo-carbone ed ha riconosciuto le vesti che gli pendono addosso, larghe e bruciate; questi, nell'avvertire il sangue di lei pompare a ritmo assai più sostenuto del consueto, alza il volto strappandole un gemito d'orrore.
La faccia è una maschera di carne annerita costellata di vesciche purulente, senza occhi né labbra, sulla quale spiccano mandibola e mascella ornati da file di denti opalescenti, regolari, resi ancor più sinistri dall'aspetto macilento di ciò che resta del muscolo massetere; la testa è completamente calva, salvo per un ciuffo di radi capelli castano scuro che gli ricade sull'ampia fronte, confondendosi con l'epidermide dall'aspetto di cuoio conciato ed orecchie ridotte a brandelli.
Possiede mani simili a rami rinsecchiti e, sotto l'odore carico di vita del sottobosco, emana ancora un forte lezzo di carne bruciata.

A onor del vero, Potter, lo era” replica piattamente Piton, osservando a sua volta il giovane Serpeverde senza mostrare alcun cedimento; Lily Luna si volta a guardarlo con sgomento crescente, credendo che nessuno degli studenti di Hogwarts si fosse davvero unito ai seguaci di Lord Voldemort spontaneamente durante la Seconda Guerra Magica, partecipando alla battaglia sotto l'egida del Marchio Nero.
Chi è questo ragazzo?” sussurra la strega, cercando gli occhi ossidiana del mago nella speranza di trovarvi un appiglio a cui aggrapparsi per non farsi soggiogare nuovamente dall'orrore di ciò che il Rito ha riportato alla luce, dalla storia spezzata d'un altra povera anima la cui unica colpa è stata scegliere lo schieramento sbagliato in una guerra che – forse – nemmeno capiva; non è l'aspetto – indubbiamente ripugnante e disgustoso – del ragazzo-carbone a turbarla, quanto più l'età a cui è morto ed il fatto che fosse uno studente come lei quando ha deciso di farsi marchiare dal Signore Oscuro entrando nei ranghi dei Mangiamorte, ed causa del quale non sarebbe di certo dovuto morire lì, nella scuola ove era cresciuto ed aveva studiato preparandosi per il futuro all'interno del Mondo Magico.
Un futuro mai giunto.

Ma poi, cosa c'è di diverso fra lui ed i primi Mangiamorte?
Negli anni '80 del secolo scorso buona parte di quelli finiti ad ingrossare le fila dell'esercito di Lord Voldemort erano ragazzi di appena vent'anni, forse alcuni anche più giovani.

I centauri scrutano l'ex professore di Pozioni con sguardi diffidenti e carichi d'astio senza però azzardarsi a rompere il silenzio, attendendo ch'esso dia un nome a quella creatura sgraziata e perduta che ha brutalmente invaso i loro terreni spinta da una fame cieca, antica e primordiale come la magia che l'ha strappata al riposo eterno, rispedendola a camminare in quel mondo 'terreno' in cui è solo la misera ombra del giovane che fu, poiché non vi appartiene più da decenni; Fiorenzo osserva attentamente come il viso bruciato del ragazzo-carbone sia puntato in direzione della giovane Potter, quasi la possa vedere nonostante sia privo d'occhi, ignorando il resto dei presenti poiché non contano alcunché, né possiedono ciò che lui ha ricercato nella foresta per infiniti giorni ed altrettante lunghe notti, arso da una sete ancor peggiore del fuoco che l'ha sfigurato ed ucciso all'interno delle mura del castello.

Non vorrà il suo sangue?
Molòn labé, Fiorenzo.

Vincent Tiger, Serpeverde del settimo anno. Lo fu nel 1998, durante la Battaglia di Hogwarts ove, secondo alcune ricerche che ho svolto giorni addietro, morì nella Stanza delle Necessità bruciato dall'Ardemonio da lui stesso evocato con l'intento di uccidere Potter, Weasley e la Granger” la voce dell'uomo è atona, d'un piattume che stona con la gravità delle informazioni condivise con il resto dei presenti e strappa a Lily Luna un'imprecazione silenziosa, spingendola a domandarsi come possa restare così impassibile e freddo di fronte al cadavere di un suo ex studente al quale, stando almeno ai racconti del padre, ha salvato fondoschiena e reputazione in più d'un occasione; ancora tremante e stordita dalla tachicardia, la giovane osserva sottecchi il viso affilato e pallido illuminato appena dalla debole luce prodotta dalla bacchetta e quegli occhi scuri come pozze d'inferno, nei quali non v'è anima né sentimento, mancanza che la spinge a provare una punta di rabbia nei suoi confronti.
Entrò nei ranghi dei Mangiamorte nell'estate del '96, assieme a Draco Malfoy e Gregory Goyle” aggiunge senza distogliere lo sguardo dalle orbite infossate e vuote, rivestite da un sottile strato di pelle che pare cartapecora, evocando dalla memoria un viso grassoccio e porcini occhi castani che solevano scrutarlo smarriti quando assegnava i compiti di Pozioni o si muoveva silenzioso per l'aula cercando di prevenire disastri e pericolose esplosioni; fra i tirapiedi di Malfoy lui si è sempre dimostrato il più stupido e lento a capire, quindi quando ha appreso le tragiche circostanze che l'hanno portato alla morte non ne è rimasto affatto stupito, anche se vederlo ora, ridotto a pelle annerita e ossa sporgenti, gli causa una punta di fastidioso malessere in qualche recondito anfratto dell'animo che lo disturba.
Con la coda dell'occhio osserva furtivo Potter, la quale ha i pugni spasmodicamente serrarti e l'espressione cerea e sudaticcia di chi sta per essere colto da un malore.
Incurva l'angolo della bocca in un sorriso spento.

Prima o poi dovrai scendere a patti con ciò che hai fatto.
Meglio iniziare subito, non ti pare?

E' solo un ragazzo” sussurra la strega con un filo di voce pericolosamente incrinata, greve a causa del forte peso che pare averle serrato stomaco e trachea, impedendole di respirare normalmente e di concentrarsi sull'arduo compito di schiarire la mente, focalizzando la vera natura dell'essere davanti al quale è stata condotta così da dimenticare ciò che fu in vita, quello studente un po' manesco e stupido che ha dato il tormento a suo padre per anni; ma tutto ciò che vede è una divisa lacera ed annerita dalle fiamme sulla quale ancora spicca, all'altezza del cuore, l'emblema della Casa Serpeverde e non può far altro che pensare alle scarne informazioni fornite da Piton, a quanti anni avesse il ragazzo-carbone quando s'era fatto incidere il Marchio Nero sull'avambraccio e a come è – dolorosamente – morto.
Sedici anni, troppo pochi per abbandonare l'adolescenza, così com'è profondamente ingiusto morire a diciassette a causa d'un incantesimo fuori controllo; inghiottendo un grumo di saliva amaro e pastoso, la giovane Corvonero ripensa a sé stessa, al marchio che non porta inciso sul braccio in nero inchiostro, bensì nell'anima, domandandosi con una punta di lucida – cinica – razionalità se lei sia poi tanto diversa da Tiger: se non adempie al compito morirà pochi giorni dopo aver compiuto il diciassettesimo compleanno e, la fine a cui è destinata, si prospetta assai peggiore del bruciare nell'Ardemonio.
L'infanzia finisce quando scopri che, un giorno, morirai, pensa distrattamente citando fra sé ' Il Corvo', ancora profondamente combattuta fra lo sgomento che la spinge a provare orrore verso sé stessa, per aver – quasi certamente - risvegliato dalla morte alcuni di quei ragazzi spirati prima del tempo e la cinica razionalità che la spinge a ragionare concretamente, suggerendole che così dev'essere per forza dato che i cadaveri sono settantotto, troppi per appartenere tutti ai Mangiamorte del Signore Oscuro.
Durante la notte del Rito non ha certo pensato ad effettuare una
'selezione' dei candidati da riportare in vita, convinta che l'incantesimo non avrebbe funzionato affatto.

Sarebbe stato troppo facile.
Troppo facile è odiare chi si dimostra da subito cattivo.
Non esiste alcuna etica in quel che sto facendo.

Un abominio. Vi è un luogo per tutti coloro che non possono più risiedere su questa Terra e si trova oltre le rive del fiume Acheronte, ove le anime s'imbarcano dopo aver versato il giusto obolo al nocchiero per raggiungere il luogo a cui sono state assegnate, ove potranno riposare o soffrire per l'eternità. Persino coloro che non possiedono la moneta lì devono rimanere, smarriti su quella spiaggia scura come cenere aspettando che gli anni decorrano o che un parente misericordioso si ricordi d'offrire il tributo. Non possono certo andarsene in giro indisturbati per il regno dei vivi” (V) esclama Leonte con voce aspra, carica d'odio, lanciando occhiate furenti ai presenti; Cassandro e Conan si muovono irrequieti, pestano gli zoccoli sul terreno ricoperto da un manto di foglie marce e rami secchi, tirando le estremità delle corde ancora ben strette fra i loro pugni mentre, a gran voce, sostengono la posizione dello Stratégòs schierandosi apertamente – pericolosamente – contro il più pacato Fiorenzo, il quale li osserva in silenzio con le labbra contratte in una linea ferma e gl'occhi azzurri, ardenti di rabbia e sdegno verso l'offesa d'essere stato nuovamente scavalcato, ignorato da quei guerrieri che lo credono troppo molle per poter guidare rettamente il Clan.
Tiger, animato dal trambusto ed infastidito dalle costrizioni che gli stringono braccia e corpo con maggior forza, inizia a dimenarsi con foga cercando d'azzannare la corda più vicina per lacerarla, muovendo passi disarticolati verso quella ragazza dai fulvi capelli ribelli che odora di buono, spinto dalla disperazione che solo quell'arsura tremenda che gli secca le viscere può causare; una lunga bacchetta nera dal pomolo intarsiato ad arabeschi appare nella mano di Piton, ma prima che egli possa utilizzare un qualsiasi incantesimo per ristabilire l'ordine fra il gruppo di centauri, allontanando il ragazzo-carbone dalla giovane strega ancora apparentemente persa in astruse elucubrazioni e folli moralismi, una voce femminile altera e ferma riecheggia con inaudita forza nell'oscurità del sottobosco, strappandogli un'occhiata confusa.

Sono io l'abominio, non lui. Lui è solo una vittima” scandisce Lily Luna scostando la pesante sciarpa argento-blu così da denudare completamente il viso, esponendo all'inclemenza del gelo labbra pallide ed un po' troppo gonfie ove le ha morse colta dall'agitazione; ogni traccia di sconforto è svanita, sostituita da una distaccata austerità che la fa apparire assai più adulta dei sedici anni anagrafici che possiede, una sorta di raffigurazione d'un icona sacra dai lunghi capelli simili ad un fiume di lingue fiammanti i cui occhi, pozzi scuri in cui il 'Lumos' svanisce annichilito, paiono antichi, come se appartenessero a qualche perduto Dio antidiluviano.
Avverte un calore famigliare irradiarsi all'interno del petto, scacciando il freddo notturno e donandole quella sicurezza che prima le mancava, troppo spaventata dalla forma in cui è apparso questo nuovo risvegliato per concentrarsi sulla sostanza e sulla verità di quanto le sta innanzi: non sono i nerboruti centauri armati di spade e lance, né il giovane ragazzo-carbone arso dalla sete e reso violento il vero pericolo, non è la Foresta Proibita con i suoi infiniti segreti e tremendi figli dalle lunghe zanne, zoccoli poderosi o artigli ricurvi, bensì Lei e questa realizzazione la spaventa più d'ogni altra appresa in precedenza, donandole però una punta d'oscura gioia.

Potter, non è il caso che sappiano più del necessario” l'ammonisce Piton, scoccandole un'occhiata tagliente mentre le afferra il gomito con l'intenzione di trascinarla da parte, affinché non compia qualche follia; lei alza il viso, gli occhi castani s'incatenano all'ossidiana ed in quel fugace istante il mago riesce a 'vedere' con chiarezza l'oscurità che Lily Luna nasconde inconsapevole all'interno dell'animo, una voragine d'ombra e potere che lo attira come la fiamma con la falena spingendolo con forza ad affacciarsi per vedere l'abisso in cui smarrirà sé stesso.
In quel momento non è più una ragazzina sedicenne stanca a causa della giornata passata al campo di Quidditch per gli allenamenti della squadra di Corvonero e nella Stamberga Strillante, in compagnia d'un mago deceduto da un ventennio e dai suoi ex commilitoni cadaveri, bensì una creatura alla quale la natura che li circonda risponde solerte in un frusciare di fronde umide e stridere d'uccelli notturni, nello scalpiccio degli animali selvatici e nel lontano sciabordio delle acque del lago, accogliendola con gioia assieme alla rinascita di quella magia che l'Inghilterra credeva perduta.
L'uomo espira lentamente lasciando il braccio della ragazza con un gesto repentino come scottato da quel fugace contatto, avvertendo le dita formicolare a causa del potere che divampa nel corpo di lei come un incendio, bruciando ragione e volontà per lasciar posto a quel primordiale istinto che le permette di entrare in connessione con l'antica magia sopita nel suo animo, la stessa che ora rifulge negli occhi scuri dalle sfumature terrose studiandoli tutti con altero distacco.
E' come se fosse doppia: la giovane sedicenne Covonero amante del Quidditch e della letteratura, fissata con lo studio e talmente introversa da non avere né desiderare amici, poi l'entità primordiale che sa risvegliare i morti e conversare con loro, dotata d'un magnetismo pericoloso e di un potere solenne, agghiacciante.

E se riguarderai a lungo nell'abisso, anche l'abisso vorrà guardare dentro di te.
Cosa diverrai quando la Katàbasis sarà compiuta, Mia Disgrazia?

Tu?” Leonte sogghigna divertito studiando con sufficienza quella piccola e gracile umana dai capelli fulvi e spettinati, infagotta in abiti decisamente troppo larghi, chiedendosi quale follia abbia spinto l'altro cadavere – l'uomo-ombra - a condurla dinnanzi a loro quando è evidente il terrore che prova, sotto al quale cela con difficoltà l'intenzione di essere da tutt'altra parte; l'uomo-cavallo estende il sorriso colpito dall'ilarità della vicenda e pronto a mettervi fine, poiché se il Sofòs è così debole da non riuscire a proferire alcun ordine d'esecuzione immediata per il suo ex collega redivivo e l'altro morto ci penserà lui stesso, al diavolo le gerarchie, ed una volta ritornati al Clan farà tutto ciò che è in suo potere per destituire Fiorenzo il quale continua imperterrito a peccare di eccessiva prudenza, oltre ad essere schifosamente amico dei bipedi.
Io” risponde tranquillamente la giovane, avvicinando la bacchetta al viso affinché risulti ben visibile nell'oscurità della Foresta e, quando gli occhi castani di lei incontrano le iridi nere di Leonte, il sorriso di quest'ultimo muore sulle labbra cristallizzato in una smorfia di puro sbigottimento ed orrore; gli zoccoli del centauro pestano il terreno con violenza, alzando zolle di molle terriccio e brandelli di foglie morte, mentre lotta contro sé stesso per non indietreggiare al contatto con quello sguardo – terribile – inumano, lo sguardo dell'Antica Dea rilucente nel riverbero dei fuochi sacri che ora rivive con spaventosa forza in quel visetto pallido di sedicenne.
Cosa sei? Cos'è questa magia?” domanda Cassandro reprimendo a stento un brivido, stringendo con più forza le dita attorno alla spessa corda così da mantenere un contatto con un oggetto abbastanza 'reale' da ricordargli di essere ancora sul piano terreno, all'interno della Foresta che ha imparato a chiamare casa sin dal primo nitrito e non lontano, perso in una terra di rocce e sabbia dal colore del sole, il cui cielo è grande e vasto come l'infinito, d'un azzurro abbacinante; ciò che vede negli occhi di lei sono echi di memorie perdute, custodite dal sangue e dai cromosomi, appartenute ai suoi antenati vissuti centinaia d'anni addietro, in quella terra natia chiama Grecia di cui lui ha sentito parlare nei racconti del Clan.
La strega sorride dolcemente, ma prima che possa rispondere è Fiorenzo a venirle in soccorso, chiamandola con il giusto appellativo riservato alle creature della sua specie.

Nekyomanteia” il Sofòs trotta lentamente verso la giovane Corvonero senza alcun intenzione malevola o battagliera, studiandone la fisionomia con curioso interesse prima di passare alla bacchetta, un'asticella nera e ritorta somigliante ad una clavicola, sulla quale brilla ancora il puntolino di luce aurea prodotto dall'incantesimo 'Lumos'; vi è ora una vaga confusione sul viso arrossato dal freddo e la solenne alterità mostrata poc'anzi inizia ad incrinarsi, sostituita da un'espressione assai più terrena ed appropriata ai suoi sedici anni dalla quale trasuda una certa confusione.
Oh...non parli greco?” Leonte la schernisce con cattiveria, intuendo quanto la ragazza mal sopporti l'essere trattata da stupida per smorzare le ultime, ardenti, braci di quell'oscuro potere che l'ha annichilito e ridotto al silenzio attraverso una semplice occhiata; brucia di rabbia e soddisfazione nel vederla stringere i pugni con forza, trattenendosi a stento dall'insultarlo pesantemente, mentre il castano dell'iride torna ad essere un banale colore senza alcuna particolare sfumatura e la scheggia d'ombra regredisce soverchiata dal bagliore del 'Lumos', spingendola a riacquisire il controllo su di sé; Piton espira lentamente incrociando lo sguardo di Fiorenzo, il quale pare decisamente seccato dal commento inopportuno berciato dallo Strategòs e molto più propenso ad approcciarsi con rispetto alla giovane strega, della quale – probabilmente – ha intuito parte della natura senza necessità di conoscere i macabri particolari legati al Rito del 31 ottobre, né le sue oscure origini famigliari.
Nekyomanteia è un lemma in greco antico che può essere tradotto in ' oracolo dei morti'. Così venivano chiamati i sacerdoti del Nekromanteion, il tempio sotterraneo dedicato alle divinità infere Ade e Persefone. Nel corso dei secoli questi santuari sono andati quasi tutti distrutti o abbandonati a causa della natura dei rituali che in essi si svolgevano ed a seguito della presa di posizione delle cosiddette religioni Monoteiste, le quali hanno un rapporto totalmente diverso con il mondo dei defunti, oltre a vietarne espressamente il contatto” spiega il Sofòs con pazienza, lanciando un'occhiata tagliente allo Stràtegòs affinché stia zitto e non s'azzardi di nuovo a schernire la ragazza o a scavalcare la sua autorità fingendo una conoscenza dei fatti che non possiede, data l'incapacità di cogliere i segnali inviati dagli Dei, nonché l'assente capacità divinatoria; Leonte grugnisce a denti stretti, strattonando con forza il capo della corda che tiene fra le mani per impedire al ragazzo carbone di dimenarsi, in un gesto di rabbia malcelata che non sfugge ai presenti.
Credo che lei si stia sbagliando, Signore. Non sono una Nekyocosa, al massimo una negromante” mormora Lily Luna soffocando con discreta abilità l'ennesimo attacco di panico mentre si domanda febbrilmente perché, da quando è iniziata questa triste vicenda, tutte le creature che incontra vedano in lei più della misera e triste verità, ovvero che è stata in grado di fare ciò che ha fatto unicamente grazie alla sua infinita testardaggine unita ad una buona dose di sfortuna, velata da una sottile stupidità di fondo, poiché avrebbe dovuto davvero prestare più attenzione alla formula tradotta malamente con Google anziché recitarla senza remore, come se stesse per castare un banale incantesimo di evocazione appreso a lezione; volta appena il capo incontrando lo sguardo scuro ed intellegibile di Piton, il quale ha labbra contratte in una linea ferma e non pare intenzionato a dar voce ai propri pensieri, nonostante lei ora abbia estremo bisogno di sentirlo parlare per smentire in modo – tagliente – categorico quell'ennesima follia.

Eppure...

Quanti anni hai, giovane strega?” domanda dolcemente Fiorenzo.
Sedici. Ne ho compiti sedici il venticinque ottobre”

Luna in scorpione.
Nascita oscura.

Comunque si, li ho resuscitati ma questo non fa di me una Nekyocomesidice. E' accaduto per errore ed ora sto cercando di porvi rimedio. Davvero non credo di essere più d'una strega con qualche, vaga, abilità negromantica. Di certo non sono un Oracolo” afferma Lily Luna cercando di infondere in ogni parola tutta la convinzione che le ha permesso di non impazzire dalla notte del Rito sino ad ora, per cercare di sfatare quanto affermato con solenne sicurezza dal centauro biondo, quell'agghiacciante prospettiva che la porrebbe in una posizione ancor più scomoda dell'attuale, poiché se davvero si rivelasse fondata indicherebbe che il potere che possiede è assai maggiore di quello mostrato sin ora.

Si sbaglia!
Io non sono...
Non...

Pensa cercando di rincorrere le poche certezze in suo possesso, lottando al contempo contro alla tachicardia che la spinge a respirare in modo disarmonico ed a grandi boccate per scongiurare un possibile – secondo – svenimento, mentre osserva febbrile i volti dei presenti sperando che le sue parole vengano accolte; ma i lineamenti dei centauri restano grevi e bui, velati da quell'accenno di terrore che li ha colti quando lei ha parlato con l'altera e solenne voce degli Antichi e ciò è sufficiente a farle capire che nessuno crede a quella misera bugia, non dopo aver visto come reagisce il fu Tiger alla sua presenza ed il modo in cui li ha redarguiti tutti, invitandoli sottilmente a non sottovalutarla.
Cerca nuovamente lo sguardo scuro di Piton invocando mutamente aiuto, pur intuendo che nemmeno lui creda al fatto che lei sia una
'semplice' strega con qualche abilità ad entrare in contatto con i morti, non sarebbe mai stata in grado di risvegliarne così tanti senza ben conoscere i rituali né gli incantesimi adatti se così fosse, ma spera che – vista la poca considerazione che sembra nutrire nei suoi confronti – possa liquidare le parole di Fiorenzo come pura follia, restituendole quel barlume di sicurezza che ora le manca; quando incontra quegli occhi distanti dal taglio orientale, bui come il Tartaro, ogni sua speranza ivi annega sconfitta ed è costretta a richiudere le labbra con forza per non imprecare, abbattuta dal modo in cui anche l'uomo l'osserva soppesando quanto appreso.
Malgrado gli anni trascorsi al fianco d'un mago oscuro del calibro di Voldemort, spietato e cieco a causa del folle odio provato verso le sue misere origini, quel fugace spiraglio su un abisso d'ombre ed antichi poteri scorto fugacemente negli occhi castani della giovane strega ha turbato il mago più di quanto gli piaccia ammettere, spingendolo a rivalutare sia la missione affidata loro dalla Morte che i ruoli di entrambi in quella
'caccia ai risvegliati' partita quasi per gioco la quale, alla luce delle congetture espresse dall'ex collega centauro, sta assumendo i caratteri di un macabro rito d'iniziazione.
Le parole di Turpin riecheggiano con forza nella memoria, già tristemente veritiere nonostante le metafore utilizzate e la difficoltà d'interpretazione a causa delle poche informazioni in loro possesso e degli infiniti punti oscuri ancora da chiarire, cementificando un'ipotesi che l'a tormentato per settimane, ovvero che qualsiasi cosa sia destinata a diventare la Potter alla fine dell'anno concessole dalla Mietitrice, ciò non coinciderà mai con la ragazzina introversa e spensierata che era prima di compiere il Rito; nonostante sappia che ciò non lo riguarderà più, poiché quando la Disgrazia si troverà a fare i conti con i cambiamenti causati dall'essersi scoperta negromante lui sarà già
– nuovamente e finalmente – morto, una fulminea fitta gli attraversa il costato all'altezza del cuore spingendolo a soffocare sul nascere una punta di folle – pericoloso – dispiacere nei suoi confronti, ricordando con ostinazione che se ora si trova nuovamente in quel mondo che tanto ha odiato è solo a causa della stupidità di quella giovane e seccente so-tutto-io incapace di mostrarsi umile e fallire, nonostante si sia lanciata in un impresa dai più ritenuta impossibile.

Blanda scusa, pare sussurrare luna vocina all'interno del suo animo imitando il fastidioso timbro di voce di Albus Silente.

Leonte rompe il silenzio sbuffando contrito, indicando con un gesto rozzo della mano il ragazzo-carbone all'interno del cerchio creatosi, il quale continua a dimenarsi con forza cercando di spezzare le funi per lanciarsi sulla giovane strega ferma ad una manciata di passi.
Se l'hai richiamato tu, allora mandalo indietro. Questo non è posto per i morti, Nekyocosa” esclama calcando bene la scorretta pronuncia di quell'epiteto straniero che tanto la terrorizza con il solo intento di farla sentire inadeguata e stupida, affinché rammenti e si penta della follia compiuta quando ha deciso di cimentarsi nella brillante impresa di zittire Amanda Anderson portando a termine quel Rito di cui non conosceva appieno l'origine né il funzionamento, aprendo porte che sarebbero dovute rimanere ben sigillate; la mano sinistra di Lily Luna freme in un accenno di rabbia mentre annulla gli effetti di Lumos, permettendo all'oscurità d'impadronirsi di nuovo di quella porzione di sottobosco, prima di muovere alcuni lenti passi verso il ragazzo-carbone che improvvisamente smette di dimenarsi, osservandola con quelle orbite prive d'occhi come calamitato dalla sua presenza – dal potere che lei irradia – mentre la giovane strega gli rivolge uno sguardo carico di dolcezza e comprensione, evocando quattro ciotole in cui Piton versa gli ingredienti richiesti dal rituale dopo averli recuperati da una serie di fialette agganciate ad appositi supporti della cintura.
Lily Luna respira lentamente beandosi della sensazione di pienezza data dall'aria fresca nei polmoni, concentrandosi per richiamare quel potere sopito dentro sé che torna a bruciare violento estendendosi verso il cadavere del giovane Mangiamorte, il quale si slancia nuovamente in avanti tendendo le spesse corde per affondare famelico il viso nelle offerte, bevendo vino ed acqua con foga prima di ingurgitare a grandi boccate acqua e miele; quando la strega fa scivolare la punta della bacchetta sulla pelle pallida e fredda del palmo procurandosi un lungo taglio Fiorenzo la guarda impassibile, senza più l'ombra d'alcun dubbio a velare gli occhi chiari, considerandola ormai per ciò che lei – rifiuta - non sa ancora d'essere, ma che sicuramente diventerà alla fine di quel tortuoso cammino – crescita-, esattamente come gli astri hanno predetto quando è 'nata' in questa vita, giorni addietro.

C'è qualcosa che vuoi dirmi, Tiger?” la voce della giovane acquisisce nuovamente quella cadenza aliena e solenne appartenente ad un entità antica mentre serra a pugno la mano ferita sopra la ciotola che aveva contenuto il vino, oramai vuota, facendovi ruscellare all'interno scure gocce di sangue dall'odore ferrigno ed appagando infine così i desideri di quella creatura che, per settimane, s'era trascinata nella foresta in cerca di pace; gli occhi castani osservano impassibili l'interno scavato delle orbite mentre pone nuovamente la domanda, attendendo che il ragazzo-carbone finisca di ripulire la scodella senza accennare ad alcun turbamento e chiedendo quando il mutamento abbia iniziato a manifestarsi in lei, annientando paura ed orrore per donarle la capacità d'osservare il macabro con l'animo quieto, poiché anch'esso è una sfaccettatura della natura umana.

Tiger, c'è qualcosa che vuoi dirmi?”


Dalla gola ferita ed annerita dal fuoco magico fuoriesce un sibilo gracchiante e sinistro, il difficoltoso rantolo d'addio del moribondo che si abbandona all'abbraccio dell'aldilà ed il respiro greve dell'Averno, freddo come ghiaccio ed altrettanto tagliente.

Durante i Saturnalia.
La caccia del Solstizio.
Re e Regina ti faranno a pezzi”

Ride, mostrando ora un marchio opalescente inciso sulla fronte raggrinzita - 'III Bastoni' - e, mentre la magia mortifera evocata dalla strega lo spinge ad appiattirsi contro il morbido terreno, il quale inizia a franare con l'intenzione d'inghiottirlo al proprio interno per restituirlo alla tomba e privarlo così della grazia di quella non-vita, questa si volta verso Piton, immobile alle sue spalle, lanciandogli un'occhiata carica di fredda consapevolezza, ponendo quella – scontata - domanda che è rimasta ad aleggiare per tutto il tempo senza però trovar voce:

Non ho risvegliato solo Mangiamorte, vero?”




Glossario:


  1. Turpin: Nonostante i pronostici di Severus, Turpin risulta essere completamente matto.

    In parte ciò è sicuramente dovuto alla sua condizione di cadavere, ma anche in vita è stato un tipo decisamente particolare, del quale riporto un po' di background giusto per farvi capire meglio il trip allucinogeno ad inizio capitolo: Turpin ha ventisei anni quando muore nella battaglia di Hogwarts, nel 1998. Figlio d'un insegnante di lettere babbano e di una strega, aborre la sua condizione di mezzosangue sebbene, a differenza di altri suoi pari, sia affascinato dagli scritti dei babbani, a suo dire molto più accurati e profondi dei testi 'magici'.

    Ha una vera e propria ossessione per Voldemort, in cui vede incarnati tutti quegli archetipi sopra riportati: l'essere un Dio decaduto costretto all'esilio, imparentato con le creature che abitano al centro della terra (Mito della terra cava, di questi alieni spesso descritti con forme serpentine o di rettile, abitanti della città nascosta di Shamballa) ed odia Piton, nonostante ne parli come fosse un'altra tremenda figura mitologica.

    Cita Nietsche per sottolineare la sua incapacità d'aprire gli occhi ed elevarsi, di staccarsi dalla religione e dalla sua condizione di mero ascoltatore per seguire il 'saggio', la voce che lo spinge a migliorarsi (Lily Luna) e si sente come l'ombra del mito della Caverna di Platone, incapace di voltarsi e rompere le catene del fato.


  1. Saggio realmente esistente sul sito www.academia.edu dal titolo “Medieval Necromancy and Medieval Beliefs regardings the dead”

  2. Maschera Onnamen: Maschera tradizionale del teatro giapponese rappresentante un volto di donna.

  3. Il film in questione è Kill Bill vol.2 di Quentin Tarantino (2004)

  4. L'Averno a cui fa riferimento Leonte è quello del mito greco, che un po' si discosta dalla versione 'cristianizzata' proposta da Dante Alighieri nella sua 'Commedia'.


NDA: Capitolo riscritto in data 25/08/2023 – la parte in cui Lily Luna e Piton incontrano i centauri è stata pesantemente modificata, sia per fornire alcune informazioni in più, sia perché, rileggendola, non mi piaceva.
Capitolo molto lungo, molto trip allucinogeno e dove Lily Luna inizia ad interagire dapprima con i suoi compagni di casa, poi con altre creature che verranno legate al suo segreto.
La parte con i centauri inizialmente era molto più lunga, contenendo numerose informazioni sulla loro tribù, sul perché abbiano lasciato la Grecia per trasferirsi nelle fredde ed oscure foreste della Scozia e su altre loro peculiarità; Fiorenzo qui è descritto come nel libro, non tiene conto di com'è stato rappresentato nel film, esattamente come Cassandro e Conan.
Leonte invece è un mio (OC) introdotto per rappresentare i due aspetti di queste creature: il lato più saggio e filosofico incarnato dai tre centauri della Rowling, in contrapposizione a quello più selvaggio riportato nei miti greci (Leonte).
Si aggiungono altri indizi, Piton è sempre meno felice del ruolo che incarna e mancano pochi 'Bastoni' per completare la collezione Panini (sempre se si faranno catturare civilmente come questi ultimi, anziché opporre la stessa resistenza d'un pokémon leggendario contro l'ultraball).

Ringrazio tutti coloro che sono giunti fin qui, che hanno aggiunto questa storia alle preferite\seguite\ricordate e chi ha trovato un briciolo di tempo per recensire e lasciarmi un parere.
Grazie davvero!


Alla prossima!

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Capitolo 8
*** .V. Biblioteca, duelli d'allenamento e strane apparizioni - (23 novembre 2023) ***


Nekiya - Capitolo V

    νέκυια

- Capitolo V -

Biblioteca, duelli d'allenamento e strane apparizioni


[Compendio sulle ricerche storiche inerenti alla Grecia del XVI sec., sull'arte del duello e su insolite apparizioni]




"Non il possesso della conoscenza,
della verità irrefutabile fa l'uomo di scienza,
ma la ricerca critica, persistente ed inquieta
della verità"

[Karl Popper]



Hogwarts,

Biblioteca

23 novembre 2023 ore 18.17



Piove.

Fredde gocce perlacee scivolano pigramente sui vetri istoriati delle finestre a sesto acuto che ornano il perimetro della biblioteca dopo averli colpiti con forza, producendo un rumore ritmico e conciliante che accompagna gli avventori nella lettura; per lo più si tratta di studenti del settimo anno intenti a svolgere ricerche propedeutiche ai M.A.G.O che dovranno sostenere in giugno, chini su polverosi ed antichi tomi attorniati da appunti, ma si può notare anche qualche ragazzo più giovane, timoroso di non riuscire ad arrivare alle interrogazioni invernali abbastanza preparato.
Con le cuffie ben calcate nelle orecchie, attorniata da una consistente montagna di libri di diverso genere, Lily Luna legge in silenzio con il viso tuffato all'interno d'un grosso volume rilegato in pelle dalle pagine ingiallite, fitte d'alberi genealogici e blasoni delle più antiche famiglie purosangue d'Inghilterra; ha dovuto attendere diversi giorni prima che madama Pince le concedesse l'autorizzazione a studiare quella copia unica, raccomandandosi più volte di mantenerla lontana da eccessive fonti di calore e di non mangiarci sopra, pena il bando permanente dalla Biblioteca.
Il libro delle 'Fiabe' di Beda, come già aveva pronosticato, non le è stato molto utile poiché non contiene alcun dato che possa ricollegare i tre fratelli a maghi realmente esistiti e suo padre, solitamente molto loquace quando si trattava di narrare le avventure di cui era stato protagonista da ragazzo assieme a zia Hermione e zio Ron, non aveva mai voluto spiegare la vera storia dei Doni della Morte, né ulteriori dati sui maghi che li avevano ereditati, mantenendosi sempre sul vago; era stato Piton a raccontarle di Ignotus Peverell, il presunto fratello che aveva chiesto in dono alla Nera Signora un lembo della sua veste tramandandola poi ai suoi discendenti, ora sepolto all'interno dell'antico cimitero di Godric's Hollow e dei suoi fratelli maggiori, Cadmus ed Antioch, la cui memoria l'Inghilterra magica tramanda attraverso un culto segreto nel quale gli adepti si riconoscono grazie ad un 'simbolo': un triangolo con inscritto un cerchio diviso a metà da una linea verticale.
Lei non ne ha mai sentito parlare, ma come le ha fatto notare l'ex professore, se suo padre è davvero il possessore dei Doni della Morte probabilmente ha voluto tenere la famiglia al sicuro da possibili – e moleste – attenzioni di fanatici, omettendo di rendere pubblico il suo legame con i protagonisti di quella fiaba apparentemente innocua, ma che cela fra le righe molti più segreti di un tomo dedicato alla magia nera; assottiglia lo sguardo sull'albero genealogico, percorrendo le linee – rami – che legano i vari componenti della famiglia Potter fino a giungere a lei senza però trovare alcun accenno al cognome 'Peverell' né ad Ignotus.


Ignotus.
La Morte ha detto che quando mi ha incontrata l'ultima volta avevo nome di uomo, un nome che significa oscuro e nascosto, scritto e pronunciato in una lingua che non è la mia.
Ignotus è latino, ma sono sicura che non sia così semplice.
Un paese a sud.
L'Italia è a sud, ma il latino ai tempi dei tre fratelli era praticamente diffuso in tutta Europa.
Un paese a sud con una cultura millenaria...

Con la stessa intensità del fulmine che illumina il cielo saturo di nubi scure all'esterno, inondando la sala lettura d'una fugace luce abbacinante, i pensieri della ragazza vengono trafitti dal ricordo delle parole di Leonte, il centauro dal corpo equino nero come l'ala d'un corvo che l'aveva sbeffeggiata per la sua ignoranza, sottolineando quanto fosse ridicolo che una 'Nekyomanteia' non sapesse il greco, che si ricollegano a quanto raccontatole da Piton e, una volta realizzato d'aver sempre avuto la risposta sotto il naso, si da malamente dell'idiota; sblocca lo schermo dello smartphone e spegne la musica, iniziando a digitare sulla stringa di ricerca di Google 'Battaglie XV sec, Grecia', scorrendo poi l'elenco proposto con l'antico tomo ancora aperto sul suo albero genealogico zeppo di nomi tipicamente anglosassoni già dal XIII secolo, anno di 'nascita' del capostipite sopra al quale troneggia lo stemma araldico dei Potter: uno scudo inglese di colore bianco e rosso, sul quale spiccano due coppe – o vasi – nero inchiostro.

La caduta di Costantinopoli, 1453.
Ma certo!

Legge velocemente della battaglia e di come, a seguito di essa, anche la Grecia sia stata annessa all'Impero Ottomano che la governava con pugno di ferro proibendo l'utilizzo e la diffusione della lingua e della cultura millenaria che essa possedeva, cancellando poi ogni riferimento all'impero Bizantino ed imponendo il cosiddetto 'tributo di sangue', ovvero il prelevamento forzato di giovani ragazzi da mandare nella capitale per essere addestrati come Giannizzeri; secondo le fonti magiche Beda da York ha scritto le sue 'Favole' attorno al 1530 d.C. quindi è possibile che abbia conosciuto i tre maghi esuli – magari scappati dal reclutamento o dalla conversione forzata all'Islam- verso l'inizio del secolo, quando sono giunti sull'isola dopo aver attraversato l'Europa.
Leggendo per giorni riferimenti ai processi per stregoneria tenuti dalla chiesa cattolica s'era convinta che il 'Dio' nominato dalla Morte fosse quello cristiano, senza tener conto che esistono altre religioni altrettanto inclementi con coloro che praticano la magia in ogni sua forma e che sia L'islam che l'Ebraismo non hanno mai tollerato pratiche legate agli antichi culti definiti impropriamente 'pagani', legati al mondo classico.
Curiosa di confermare la sua ipotesi torna al motore di ricerca e prova a scrivere 'Ignotus greco antico', venendo rimandata alla pagina d'un dizionario munito d'apposita tastiera in alfabeto ellenico che riporta tre possibili traduzioni del lemma indicato: 'Adelos', 'Agnostos' e 'Adozos'; il secondo in particolare le sembra il più probabile data l'assonanza fonetica e letterale con il corrispettivo latino con cui poi il giovane Peverell s'è fatto conoscere in Inghilterra, specie tenendo conto che anche i suoi fratelli maggiori s'erano limitati a 'latinizzare' i loro nomi nella forma più vicina all'originale.

Cadmus, traduzione di Kàdmos.
Antioch, traduzione di Antiokhos.
Peverell, perché scegliere questa parola come cognome?

Probabilmente, pensa la strega analizzando razionalmente tutti gli elementi raccolti, i tre maghi hanno raggiunto l'Inghilterra passando per il continente ed hanno deciso di comune accordo di munirsi d'un cognome che non avrebbe fatto sorgere troppe domande sulle loro reali origini, considerato che – anticamente – la sua utilità era ben diversa da quella attuale, servendo unicamente a distinguere una persona da un'altra in base alla parentela, al luogo d'origine o al mestiere suo o dei suoi avi, inoltre non era certo qualcosa che tutti possedessero in questa forma; digita 'Peverell, significato' ed aspetta che il collegamento alla rete le elenchi i siti web più pertinenti, scoprendo così che tale epiteto venne introdotto in Inghilterra a seguito della conquista normanna di Guglielmo del 1066, diffondendosi poi nel Devonshire e nel Derbyshire in forme leggermente diverse ma pur sempre riconducibili ad esso e, più che dall'antico francese – come inizialmente aveva pensato – , la parola dovrebbe derivare dal latino, essendo una forma corrotta e volgarizzata di 'Puerulus', ovvero: 'Fanciullo', 'Giovinetto', ciò potrebbe confermare la giovane età dei tre fratelli quando arrivarono sulle coste dell'Inghilterra, anche se non coincide con quanto scritto da Beda nelle sue 'Fiabe', ove i tre maghi sembrano essere molto più vecchi.
Sposta il telefono concentrandosi nuovamente sui nomi riportati nell'albero genealogico, restringendo la ricerca a quelli che presentano una data di vita e morte compresa fra la metà e fine del 1500 d.C, convinta che se Ignotus avesse avuto dei figli essi avrebbero dovuto entrare in contatto con i Potter in quel frangente, abbandonando definitivamente il falso cognome per acquisirne uno consolidato ed importante sotto cui nascondersi, finalmente al sicuro; l'occhio le cade distrattamente su un piccolo 'ramo' senza 'propaggini' che riporta il nome dell'unica donna senza genitori né altri collegamenti o riferimenti ad antiche famiglie purosangue o babbane, portando un vuoto che incuriosisce ed insospettisce la giovane strega dai capelli rossi.

Iolanthe” sussurra assorta, percorrendo con il dito la corta linea che lega quel nome così 'strano' a quello del marito Hardwin Potter, scivolando poi nuovamente verso il basso per seguire l'incedere di nascite e morti fino a tracciare un'invisibile cerchio attorno al suo nome; il cuore batte frenetico, alimentato dall'improvvisa certezza d'aver svelato parte del segreto custodito dalla sua famiglia, segreto di cui – ne è sicura – nemmeno suo padre è a conoscenza, ma l'euforia dura poco, sostituita repentinamente da quel senso d'oppressione, sgomento e fatalità che l'accompagnano dalla notte del rito.
Inghiotte un grumo di saliva amaro ripensando al viso bruciato e sfigurato di Tiger, a quel ragazzo poco più grande di lei morto in modo così atroce e al pensiero che l'ha colpita una volta mandato a dormire: nella battaglia di Hogwarts non sono stati uccisi solo Mangiamorte ma anche diversi studenti e membri dell'Ordine della Fenice, come suo zio Fred ed i genitori di Teddy Lupin, e la Morte non ha mai accennato al fatto che i settantotto risvegliati appartenessero unicamente alle schiere del Signore Oscuro, quindi la possibilità di doversi trovare ad affrontare persone che
– in vita – combattevano dalla parte del giusto è tristemente reale, anche se fin ora non ha mai voluto prenderla in considerazione; il fatto d'essere diretta responsabile di quanto accaduto la notte del 31 ottobre, così come l'idea di possedere davvero la capacità di risvegliare i morti non le sembra più così assurda e ciò la terrorizza, facendole avvertire con dolorosa insistenza il peso d'una responsabilità troppo grande, troppo complessa per una ragazza di soli sedici anni.
Gli occhi castani percorrono nuovamente i nomi degli antenati mentre si chiede perché la magia si sia dovuta risvegliare in lei e non in qualcun altro così da saltare la sua generazione, lasciandola alla sua vita normale fatta
di silenzi e poche certezze, tanti sogni e molte illusioni, un mago o strega più abile e potente in grado di gestire l'enorme peso che questo tipo di capacità porta con sé, utilizzandolo magari per fini più alti che il semplice voler dimostrare l'impossibilità d'una teoria alla compagna di Casa con cui si contende il podio delle valutazioni scolastiche; eppure, sotto l'angoscia e quel senso di fatalità che l'ha colpita una volta realizzato d'aver richiamato alla vita anche gli ex studenti morti fra le mura del castello, sente – sa – che questo dono doveva arrivare a lei tramite i labirinti di sangue, legandosi ai globuli rossi ancor meglio di quanto possa fare l'ossigeno, affinché sia in grado di trovare la sua strada nel mondo.

Sai Iolanthe? Avrei preferito ereditare la capacità di parlare il Perseltongue.
Più facile, meno scomoda da gestire.
Meno oscura

Una seconda rivelazione la colpisce facendole sgranare lo sguardo con sgomento mentre studia il corsivo tutto svolazzi in cui sono vergate le date di nascita e morte delle donne 'Potter' che non sono entrate a far parte della famiglia tramite matrimonio; sono poche e spiccano come mosche bianche nella pletora di nomi maschili di padri, zii, cugini e fratelli, specialmente a causa dei rami 'mutili' che da esse non si propagano, rimarcandone con solenne fatalità la dipartita assai giovani.

Fra i sedici ed i diciassette anni?
Una o due può essere il caso, ma tutte?
Un anno esatto dal rituale per recuperare le settantotto anime perdute, pena la morte...
Oh...porco Merlino...

Lily!”

A strapparla dalla torma d'oscure ed inquietanti elucubrazioni in cui s'è persa giunge la voce cristallina e solare di Rose Weasley che frantuma la bolla in cui s'è rinchiusa per estraniarsi dal mondo, spingendola a riportare l'attenzione alla sala lettura circostante, ove il brusio ovattato prodotto dagli studenti s'amalgama al ticchettio ritmico della pioggia, facendole dimenticare per un'istante la nera parentela con i Peverell e la maledizione che essa ha portato; la giovane Weasley le si accomoda affianco in uno svolazzo di mantello nero su cui spiccano come fiori rosso ed oro l'emblema di Grifondoro e la spilla di caposcuola, sistemandosi la lunga chioma riccia, sorridendole con gioia.
E' una bella ragazza Rose, alta e slanciata, dal dolce viso rotondo su cui spiccano grandi occhi da cerbiatta, castani e labbra morbide, piene, sotto un nasino alla francese spruzzato di lentiggini; indossa con rigore la divisa scolastica senza concedersi mai un ornamento o l'utilizzo di scarpe più comode e meno orribili dei mocassini marroni d'ordinanza, con la cravatta giallo oro ben annodata e la camicia infilata correttamente nella lunga gonna scura.
Lily Luna al suo confronto pare scappata da un centro di stoccaggio d'abiti usati, data l'abitudine a girare con la camicia perennemente scomposta, cravatta inesistente e mantella d'una taglia più grande gettata sulle spalle con noncuranza, così da coprire il tutto in modo da risultare il più anonima possibile; persino nel modo di tenere i capelli Lily Luna un po' la invidia dato che, nonostante sia più folta e riccia della sua – che al massimo può essere definita 'informe' – la chioma di Rose è sempre perfetta e ben pettinata, contribuendo ad aumentarne l'eleganza, mentre lei fatica a passarci dentro il pettine nelle rare volte in cui si ricorda di farlo.

Ciao Rosy!” saluta in un sussurro la Corvonero distendendo le labbra in un sorriso gentile, chiudendo il pesante tomo con un tonfo secco, attenta a non fare troppo rumore per non incorrere nelle ire dell'inflessibile madama Pince; la cugina osserva la montagna di libri disposti attorno a Lily Luna a mo di barriera con interesse, studiandone i titoli e sorridendo nel constatare che appartengano alle discipline più disparate, molti presi in prestito dalla sezione proibita.
Studi per gli esami di Dicembre?” domanda poi allungando lo sguardo sul volume di genealogia magica, leggendone il titolo vergato in caratteri gotici oro su fondo in pelle brunita con stupore; che Lily Luna sia una ragazza sopra le righe è risaputo da anni, così come il fatto che si sia sempre dimostrata una lettrice vorace, più interessata alle nozioni riportate nei testi di saggistica e alle avventure dei romanzi di ciò che accade nel mondo reale, forse a causa del fatto d'essere cresciuta sin da piccola con i racconti dello zio Harry, ma ultimamente le sembra davvero strana.
Fatica a trovare tempo per Hogsmeade o per una semplice colazione assieme in sala grande durante il weekend e quando si ritrovano a parlare spesso è assente, assorta in pensieri di cui non vuol comunicare la natura, chiudendosi in lunghi silenzi aggravati da occhiate assenti, come se fosse lì fisicamente ma con la mente altrove, poi la vede molto più pallida e smagrita, con profonde occhiaie scure a bordarle gli occhi castani, stanchi; inutile sottolineare quanto ciò l'abbia preoccupata, spingendola ad indagare con discrezione sulle ultime novità riguardanti la cugina ed è rimasta davvero scioccata nello scoprire della sfiorata rissa in sala grande, giorni addietro, così come del fatto che sia stata ricoverata in infermeria per una caviglia slogata la notte del trentuno ottobre a causa d'una brutta caduta sulla scalinata esterna del castello.
Anche l'aver preso la febbre in biblioteca durante una notte di studio le sembra strano, ma ha già capito che provare a fare domande dirette risulterebbe inutile, vista la fermezza con cui Lily Luna evita in confronto, come se vi fosse qualcosa di cui non vuole parlare o che preferisce tenere nascosto, forse per paura d'un giudizio negativo.

Tutto bene? Come mai quel tomo sulle genealogie magiche?” le domanda accennando al volume.
Lily Luna sospira e sorride conciliante, cercando di mandar giù un bolo di saliva amara contenente lo sgomento e le preoccupazioni maturate in seguito alle conferme giunte dal suo albero genealogico per fingere d'essere serena e tranquilla, come se si trovasse in una comune sessione di studio per qualche esame imminente e non impegnata a scoprire un mistero antico di secoli che potrebbe aiutarla nel risolvere il casino in cui s'è trovata invischiata a causa del rito “Oh, per storia della magia. Sai quella ricerca di cui ti parlavo?”

Mi hai accennato qualcosa,ma non sei mai scesa in dettagli” replica la Grifondoro con lo stesso tono inflessibile adottato da Hermione Granger quando rimarcava le manchevolezze dei suoi migliori amici, strappando alla giovane Corvonero una bestemmia silenziosa; fregare Rose è pressoché impossibile date l'intelligenza e la capacità d'osservazione molto acuta, tratti ereditati dalla madre, e lei è cosciente di non essere abbastanza brava a fingere né dissimulare per poterne uscire senza fornire alcuna valida spiegazione; mentalmente s'annota di chiedere a Piton come faccia a sembrare sempre disinteressato ed annoiato da tutto, poiché la sua proverbiale faccia di culo ora le sarebbe alquanto utile.
Beh sai, non ho avuto molto tempo ultimamente. Tra le interrogazioni imminenti ed il Quidditch mi resta davvero poco tempo, in più sono pure stata male”
Lily, sei solo al sesto anno! Quando arriverai al settimo che farai? Persino io ho molto da fare ma tempo per stare con te ne trovo, così come per parlarti dei miei progetti. Sembra quasi che non ti importi più di parlare con me” far leva sul senso di colpa invece è una caratteristica trasmessa da nonna Molly, così come la capacità di leggerle dentro con una singola occhiata, occhiata che Lily Luna fatica a sostenere, mordendosi il labbro con forza pungolata da quell'accusa velata e tristemente reale, poiché non potersi confidare con Rose le spiace davvero dato che è l'unica della famiglia – oltre ad Albus – a capirla e seguirla nei suoi ragionamenti, dandole sempre nuovi, interessanti, spunti di riflessione per risolvere i problemi.

Ma questo è un teatro d'ombre ove tutto è reale e nulla lecito.
Non posso trascinarla con me lungo questo sentiero di sangue.
Non lei che è sempre così buona e giusta, così ancorata alle regole.
Morirebbe.

Non è così, Rosy. Lo sai. Sai che ti voglio bene e che in tua compagnia mi diverto, ma in questo periodo ho altro per la testa. Tu, James ed Albus avevate già le idee chiare sul vostro futuro a dodici anni, io invece non so dove sbattere la testa e sto disperatamente cercando qualcosa che possa entusiasmarmi abbastanza da scegliere come lavoro. Ma è difficile...” quella confessione ammantata da un sottile velo di verità basta ad addolcire l'espressione autoritaria comparsa sul viso della strega Grifondoro che, senza alcun preavviso, si sporge in avanti abbracciando la cugina, affondando il viso nei suoi capelli scarmigliati rosso fuoco per sussurrarle all'orecchio quanto sia stupida e di smetterla di farla preoccupare per simili cavolate, che di tempo per decidere del suo futuro ne ha in abbondanza.

No Rosy, ti sbagli...

Irrigidita nell'abbraccio confortante che odora di rosa e bucato appena lavato, Lily Luna non riesce a far altro che mordersi il labbro con ancor più forza, sentendosi orribilmente in colpa perché sotto la maschera della terzogenita solitaria ed educata di Harry Potter ha sempre nascosto molto, segreti che appartengono solo a lei e a chi – come lei – è nato con un frammento d'ombra incastonato nel cuore che la bolla d'oro generata della famiglia d'eroi del mondo magico non è stata in grado d'annichilire; sebbene siano cugine sono sempre state molto diverse, Rose è espansiva e solare, gentile con tutti ed attorniata da numerosi amici ed ammiratori, lei invece ha sempre preferito rifugiarsi in quella solitudine che i suoi genitori assecondavano scambiandola per timidezza, lasciandola nel suo mondo 'fatato' a patto che studiasse e si mostrasse altrettanto brava, desiderio che lei ha esaudito più per vocazione personale che per accondiscendenza, schifando amicizie e compagnie con ostinazione granitica.
Accorgendosi della rigidità della cugina – ricordando improvvisamente il suo ribrezzo verso il contatto fisico – la Weasley ritorna a sedersi composta, domandando : “Allora, dimmi un po' in cosa ti stai impegnando adesso, magari posso aiutarti!”

No Rosy, non puoi. Grazie per il pensiero.

Sto facendo una ricerca su una possibile connessione fra i personaggi delle Fiabe di Beda il Bardo e maghi e streghe realmente esistiti. Per questo ho chiesto di poter consultare questo libro. E' solo un progetto assurdo nato quasi per gioco, ma ormai mi ci sono affezionata” spiega Lily Luna recuperando una parvenza di compostezza sufficiente a dare credibilità alle sue parole, sentendosi sollevata nel constatare che la cugina sembra crederle, convinta dalla buona conoscenza reciproca e dal fatto che la giovane Potter non le ha mai mentito, confidandole tutto ciò che le passava per la testa con trasparente sincerità.
Fantastico” sussurra Rose con occhi luminosi “Non facile ma molto interessante. Il professor Ruf è fortemente contrario all'analisi di fiabe e leggende in chiave storica, ma io invece credo che tale ricerca possa dare un contributo immenso a quelle che sono le nostre conoscenze sulla storia della magia inglese. Immagino che non sarà stato facile informarlo dell'argomento della tua tesi”
Eh...non l'ho ancora informato, in verità. Aspettavo di raccogliere più materiale e che le mie scoperte fossero inoppugnabili” di tutte le mezze verità raccontate questa le pare la meglio costruita, sebbene già tremi all'idea di cosa succederà quando il castello d'illusioni si sgretolerà al suolo rivelando la nuda e cruda realtà dei fatti, sempre che non si impegni davvero nel scrivere quanto ha detto e che riesca a mandare a dormire tutti i risvegliati prima del trentuno ottobre 2024, cosa che ora le pare estremamente difficile dato il problema di doversi scontrare con ragazzi della sua età morti e mutilati dalla guerra.
Giusto, giusto. Quindi è per questo che la notte non dormi? Che sei finita in infermeria con la febbre e che sei sempre così scostante?” la domanda fuoriesce dalle labbra di Rose con l'impietosa cadenza d'una ghigliottina ben oleata, troncando di netto il respiro alla Corvonero i cui occhi si sgranano, smarriti; si osservano nel brusio monocorde della sala lettura per lunghi istanti prima che Lily Luna riesca a trovare la lucidità sufficiente ad inventare una bugia credibile, una bugia che esula il Quidditch e le ricerche scolastiche, un vago alone di verità lasciato cadere con noncuranza che spiazza la cugina, convinta che una tale ipotesi non potesse mai verificarsi.
Mi vedo...con qualcuno...” sussurra in un sibilo indistinto facendo sobbalzare Rose, il cui viso s'illumina di gioia mentre batte le mani, eccitata e colpita dalla rivelazione.
Oh! Qualcuno è riuscito a scalare l'impenetrabile torre di Corvonero per strappare la principessa alla sua solitudine? Chi è questo prodigio?”
Lily Luna inarca un sopracciglio assumendo un'espressione scettica, chiedendosi cosa vi sia di così eccitante nell'avere una relazione con un ragazzo sedicenne o diciassettenne ancora immerso nella routine scolastica e senza alcuna libertà d'azione, né di pensiero, ma si trattiene imponendosi di sembrare quantomeno imbarazzata, ricordando il famoso teatro d'ombre ed il gioco che ogni notte porta avanti in silenzio, accompagnata da un uomo morto da ventidue anni che è stato Mangiamorte, spia doppiogiochista e professore, preside ed amante delle Arti Oscure.

Potrei anche basarmi su di lui per la descrizione dell'incosciente malcapitato, così se Rose dovesse svolgere qualche indagine fra i ragazzi della scuola faticherebbe a trovarlo e mi lascerebbe in pace.
Fregarla è stato più facile del previsto...

Ci vediamo da poco più di due settimane, è ancora presto per rivelarti come si chiama. Devo ancora capire se mi piace e vorrei evitare che mio padre lo rapisca sottoponendolo ad un terzo grado, o che a James venga la malsana idea di aspettarlo ad Hogsmeade per minacciarlo” è la replica che trasuda una verità inoppugnabile, dato l'attaccamento di Harry verso l'unica figlia femmina e l'irruenza del fratello maggiore, sempre pronto a difenderla anche quando non richiesto; Rose annuisce in silenzio, comprendendo sin troppo bene cosa significhi prendere una cotta per una persona che la famiglia non tollera, data la sua relazione – epistolare e poco fisica – con Scorpius Malfoy di cui Ron Weasley non tollera di sentirne pronunciare il nome, figurarsi vederlo uscire con la figlia, nonostante il padre sia un suo collega al dipartimento Auror.
Beh dimmi almeno a che casa appartiene!”
Così da permetterti di svolgere le tue indagini meglio? No, cugina, mi spiace” ghigna Lily Luna alzando le spalle con noncuranza “Lo saprai a tempo debito”
Io però ti ho detto tutto della mia relazione segreta, e ci terrei a sottolineare questa parola, segreta, con Scorpius” sbotta Rose contrariata, desiderosa di poter conoscere il nome del ragazzo che ha fatto breccia nel cuore di marmo e fantasie assurde della giovane Potter, da sempre poco propensa ad interagire con chiunque, anche solo per amicizia.
Me l'hai detto perché Scorpius è il migliore amico di Al e, quando ancora frequentava Hogwarts, a volte mi capitava di passare del tempo in loro compagnia. L'avrei scoperto comunque” è la replica analitica, inesorabile, della strega Corvonero le cui labbra s'incurvano in un sorriso tirato, stanco; quell'amicizia è il primo vero segreto che da anni si porta nel cuore, stando ben attenta affinché non emerga per distruggere la falsa verità creata per nasconderlo, sicura che Rose inizierebbe a guardala con occhi diversi se sapesse che tipo di 'amicizia' legava lei, Albus e Scorpius.

Silenzi, luoghi oscuri e libri proibiti.

Osserva gli occhi puri - da cerbiatta - della cugina sentendo acuirsi sempre più l'abisso che le separa, poiché non v'è traccia d'ombra in quelle iridi nocciola impreziosite di pagliuzze d'oro, specchio di un animo d'un biancore abbacinante, lindo e pulito come un panno appena lavato, mentre lei si sente sporca fumosa, velata d'una nebbia perenne che occulta e trasmuta, che si fa pietra antica quando il mondo tenta di graffiarla affinché vi si schianti contro venendo ferito a sua volta, celando fra i suoi fumi l'immensa oscurità che ha preso a divorarle l'animo dal primo vagito urlato con forza; ripensa a quel nome solitario a cui è stato strappato il gentilizio per cucirvi sopra un altro epiteto – straniero - così da nascondere ciò che davvero Iolanthe era e si sente improvvisamente affine a quella donna vissuta eoni addietro pur non sapendo chi sia, né quale sia sua storia, solo per il semplice fatto d'aver un cognome che non sente come proprio ed una maledizione antica a scorrerle nel sangue che le ricorda, ad ogni respiro, ad ogni battito, quanto la vita sia effimera.
Vero. Ma non pensi che presto verrò a scoprire anch'io chi sia il tuo cavaliere? Frequenta Hogwarts e non sarà difficile raccogliere informazioni su uno studente che passa le notti in giro per il castello, dopotutto sono Caposcuola” afferma Rose sorridendo sorniona, stappando un gemito esasperato alla strega Corvonero.
Sono seria, non voglio che si sappia in giro. Ho una reputazione da difendere”
Quale? Quella che stavi per mandare alle ortiche sabato in sala grande? Da quando frequenti gente come la Trevisan? Oppure intendi la reputazione che ti fa apparire come l'altera e maligna strega della torre est di Corvonero?” la domanda sibilata con una vena d'astio e preoccupazione basta a far contrarre le labbra di Lily Luna in una linea ferma mentre osserva la cugina con espressione stranita, chiedendosi quante assurde – e fantasiose – voci si siano diffuse sul suo conto a seguito della fatidica cena, stupendosi che una persona razionale ed intelligente come Rose vi abbia creduto senza indagare più a fondo; sta per replicare in tono tranquillo che lei e la Trevisan non hanno alcuna interazione quando la giovane Weasley la zittisce di nuovo, sciorinando un discorso buonista sulla pericolosità di determinate compagnie, nonché sulle ripercussioni che tale atteggiamento avrà sulla sua carriera scolastica se non si decide subito a troncare l'amicizia con quella poco di buono italo-croata e con questo misterioso 'ragazzo-fantasma' che la spinge ad andare in giro di notte violando il coprifuoco, discorso che funge da combustibile per la fiamma di ribellione che ha preso a divorarle i pensieri da quando il dialogo s'è spostato dall'argomento studio a cose di cui non vuol parlare.
Si sente davvero stufa d'essere sempre trattata come una bambina un po' scema, bisognosa di protezione da tutti quelli che un po' la conoscono, convinti che non sappia farlo da sé.

Frequento chi mi pare” è la lapidaria risposta che blocca l'arringa di Rose, lasciandole sul viso un'espressione di puro stupore; Lily Luna s'alza rapidamente recuperando la bacchetta per mandare al proprio posto tutti i volumi presi in prestito, tenendo unicamente il grosso tomo sulla genealogia magica e, senza degnare la cugina d'un occhiata, prende la tracolla da sotto al tavolo gettandosela sulla spalla.
Lily!” Rose le afferra il braccio destro costringendola a voltarsi per poterla guardare bene in viso e ciò che legge in quegli occhi castani un po' la spaventa perché sono freddi e distaccati, schegge di buio d'una tonalità tendente al colore che assume la terra smossa dopo un temporale ed hanno la stessa, profonda, capacità d'inghiottire; le labbra sottili e pallide della cugina sono una linea dritta e ferma da cui non esce fiato né giustificazione, che rimarca tutta l'ostinazione con la quale ha pronunciato quella frase tagliente che l'ha spiazzata.
Si può sapere che ti succede?” domanda la Grifondoro con una punta di rabbia ed il cuore in subbuglio, terribilmente preoccupata dall'improvviso mutamento d'umore di Lily Luna che mai, prima d'ora, s'era mostrata così drastica e cattiva nei suoi confronti; quest'ultima scrolla le spalle, liberando il braccio dalla presa così da poter recuperare il grosso volume lasciato sul tavolo.
Nulla, crisi adolescenziali. Cose per la testa. Lasciami in pace e non preoccuparti. Passerà. D'altronde come mi hai ricordato prima ho solo sedici anni e mi trovo in piena crisi pre-esami, ho finalmente scoperto di poter avere degli amici che non appartengono alla mia famiglia, né sono morti, esco con un tipo un po' strano e non sto certo affrontando una sorta d'apocalisse zombie su scala ridotta. Tranquilla, va tutto bene, sono solo cose difficili da gestire per una misantropa come la sottoscritta” nonostante il tono leggere o scherzoso con cui Lily Luna pronuncia quest'assurda spiegazione, che sa di verità più d'ogni altra sentita in precedenza, la schiena di Rose viene percorsa da un brivido freddo mentre nel petto avverte una sensazione d'oppressione strana, fastidiosa, che le impedisce di respirare regolarmente; è sempre stata un po' folle e sopra le righe, la cuginetta Potter, nonché malata di cinema e romanzi, quindi non è il riferimento da un'ipotetica 'Alba dei morti viventi' a spaventarla, bensì quel muro che ha iniziato ad erigere nei suoi confronti escludendola, senza tener conto di tutti gli anni passati assieme e delle numerose volte in cui ci sono state l'una per l'altra.
Non preoccuparti per me, sto bene. Pensa ai tuoi esami e a Scorp. Ti prometto che quando passerà questa 'fase' tra noi tornerà tutto come prima” aggiunge distendendo le labbra in un sorriso sincero che però non riesce a confortare la cugina; quest'ultima si limita ad un leggero cenno d'assenso, poco convinta, continuando ad osservare gli occhi freddi di Lily Luna con preoccupazione, ripromettendosi di sentire quanto prima Albus per chiedere ulteriori informazioni su quell'improvviso cambio d'atteggiamento sicura che lui ne sappia di più, d'altronde è l'unico a conoscerla davvero.

Va bene Lils, ma ti prego, sta attenta”


Hogwarts,
Stanza delle Necessità
23 novembre 2023, ore 21.05

Volta la pagina lentamente, lasciando scorrere lo sguardo sulle righe ordinatamente stampate ove l'autore parla dell'Inno a Demetra eviscerandolo più di quanto avesse potuto fare Omero a suo tempo, spiegando con chirurgica precisione il dolore di questa madre tradita e disperata, costretta ad abbandonare i suoi doveri per vagare verso i quattro angoli della Terra alla ricerca di quella figlia tanto amata – sua unica ragione di vita, come spesso sono i pargoli per le madri sole – rapita e condotta - perduta - in un regno in cui lei non ha alcun potere; questa madre feroce con ninfe e fratelli che nella sua immaginazione assume l'aspetto d'una Ginevra Weasley adulta e disillusa ma sempre agguerrita, sicuro che anche lei sarebbe disposta a ribaltare il creato, sovvertendo l'ordine cosmico, se ciò servisse a farle riavere la preziosa – unica- femmina com'era prima di toccare l'ombra, d'assaggiare l'abisso.
Le labbra pallide e sottili s'incurvano appena in un accenno di sorriso mentre gli occhi ossidiana s'alzano dalla pagina per osservare distrattamente lo spazio circostante, un'ampia stanza dal pavimento in legno lucido costellata d'attrezzi ginnici e manichini armati di bacchetta, con un bersaglio rosso stampigliato sul petto squadrato e volto simile ad una maschera mortifera, contornati da pareti di specchi sbalzati, specchi in cui la sua nera e magra figura non si riflette, concedendogli l'illusione
– immaginazione - d'un aspetto più gradevole di quello avuto in vita; seduto per terra, con la schiena poggiata contro una fredda colonna in marmo chiaro, assottiglia lo sguardo sulla superficie riflettente di fronte a sé – vuota – immaginando una figura dai lunghi capelli rosso acceso ed inclementi occhi cangianti danzare nell'aria satura di polvere, assumendo i connotati di quella Persefone così sfuggente, come sfuggente risulta Lily Luna a seguito del rito.

L'unica Lily Luna che abbia conosciuto, a onor del vero.

E' in ritardo di cinque minuti, la lezione sarebbe dovuta iniziare alle nove precise e, se fosse una sua studentessa, si premurerebbe di affibiarle una punizione esemplare così da impedirle di dimenticare gli impegni presi dimostrandosi puntuale, ma essendo la loro 'situazione' assai particolare si limita a sbuffare contrito continuando a leggere mentre la rabbia s'accumula così da poter essere vomitata in un secondo momento, sotto forma d'insulti e battute taglienti, facendo leva sull'orgoglio per ferirla nel profondo, ove fa più male, nonostante sappia che quel ritardo è ampiamente giustificato; si trova in biblioteca e ha finalmente capito il nesso fra la Grecia del XVI secolo ed i Peverell, se si dimostrerà abbastanza attenta riuscirà anche a trovare il nome della donna che ha portato nella famiglia Potter il mantello dell'invisibilità e quel sangue magico tanto oscuro che pare essersi risvegliato in lei come una di quelle malattie genetiche che saltano generazioni, per poi colpire con inclemente crudeltà 'gli eletti'.
Lui ha appreso queste informazioni la mattina del sei novembre, incuriosito dalla miriade di particolari rivelati dalla Morte durante il colloquio nella sala lettura circolare della Sezione Proibita ed interessato a scoprire quale matrimonio avesse mai regalato alla famiglia di Grifondoro per eccellenza un potere talmente tanto arcano e maligno da far tremare anche il peggior Mago Oscuro; non è rimasto stupito nel constatare che la portatrice fosse una donna, particolare indirettamente rivelato da Albus quando si erano trovati a discutere dei 'Doni', immagazzinato con noncuranza convinto che un dettaglio talmente infimo non gli sarebbe mai stato di alcun aiuto, ma che ora gli pare vitale poiché spiega l'apparente sparizione del cognome Peverell da tutti gli archivi magici inglesi.

Non ho risvegliato solo Mangiamorte, vero?

Sospira infastidito, assottigliando gli occhi ossidiana mentre l'eco di quella frase pronunciata con voce terribilmente infantile e smarrita gli riecheggia in mente con forza, annichilendo pensieri e ragione, costringendolo a dedicare ogni attenzione
– controvoglia – a quell'assurda ragazzina a cui s'è trovato legato per un ennesimo scherzo della sorte; non ha voluto aiutarla nella ricerca, spingendo affinché trovasse da sé le risposte perché ha capito che questo è l'unico modo per fargliele accettare senza che assurde paure e reticenze la blocchino, concentrandosi a mente lucida sulla missione affidata loro dalla Mietitrice.

Cosicché io possa tornare al tanto agognato riposo eterno, liberandomi di lei.

Osserva le venature delle assi che costituiscono in pavimento assumere il color nocciola degli occhi della giovane strega, profondi e privi di quella punta d'ingenuità che caratterizza lo sguardo dei suoi coetanei, come rimangono liberi da ogni traccia – accenno – di verde; deve ammettere - di malavoglia – che convivere con lei si sta rivelando meno tremendo di quel che aveva pronosticato dopo aver scoperto chi fosse, temendo si rivelasse una copia sputata – ancor più idiota – del padre, mentre ora che l'ha conosciuta un po' meglio non può fare a meno di domandarsi da chi abbia preso, poiché sebbene l'apparenza la possa tranquillamente contraddistinguere come Potter, di fatto non somiglia a nessun componente delle famiglie da cui discende.
E' intelligente e colta, fantasiosa, dotata d'una lingua tagliente ed uno spiccato senso d'umorismo, inoltre eccelle in diverse discipline ed ama applicarsi in tutte le materie presenti nel programma, ma quel che più l'ha colpito è stata la sua profondità di pensiero, il modo attento con cui analizza e cataloga ogni sfumatura del mondo in cui vive e delle persone che ha attorno senza alcun pregiudizio, eviscerandone pregi e difetti con un'abilità inquietante che stona con i suoi sedici anni anagrafici; quando non è impegnata a prodigarsi in fantasiose bestemmie degne d'uno scaricatore di porto babbano, mostrando anche in quest'ambito una conoscenza che scavalca ed annichilisce quella d'una buona fetta di seguaci dell'Oscuro non molto aulici, riducendo le triviali imprecazioni di Greyback a leggere invettive, risulta quasi accettabile discutere con lei d'ogni argomento possibile, fatto reso ancor più interessante dalla capacità di tenergli testa quando le opinioni si dimostrano contrastanti.

Non somiglia nemmeno a Lily nonostante ne porti il nome, pensa con lo stomaco contratto in una morsa ferrea; ha capelli ribelli come fiamme d'inferno, d'una tonalità di rosso particolare che passa dal sanguigno all'oro a seconda della luce ed un viso magro, affilato, su cui spiccano labbra sottili e occhi troppo scuri.
Ma la differenza più grande è nel carattere: Lily Luna non è gentile né amichevole, non ha un animo solare né le riesce naturale piacere a tutti; si mostra cortese e deferente per semplice rispetto delle regole e delle gerarchie scolastiche, ma quando le situazioni lo richiedono non si pone alcuno scrupolo ad andarvi contro per seguire i suoi ideali.
E' ombrosa e solitaria, attaccata a tutto ciò che riguarda le idee – fantasie – trasposte su pellicola, carta stampata o pergamena, mostrando sincero disinteresse verso il mondo che la circonda a meno ché esso non abbia qualcosa d'interessante da offrirle, peccato che quel che lei reputi 'interessante' sia spesso dai più considerato 'pericoloso', poiché quella voragine d'ombra che porta dentro la spingerà sempre con più forza verso tutto ciò che gli uomini temono o rifuggono per paura o semplice buonsenso, cose di cui lei non dispone a sufficienza; il Signore Oscuro temeva Silente, temeva la profezia che lo voleva sconfitto da un ragazzino nato alla fine di luglio e pertanto s'era costruito dei limiti facilmente utilizzabili contro di sé, ma lei è diversa poiché l'unica cosa che davvero la blocca pare essere solo sé stessa.

Cosa diventerà quando accetterà cos'è?
Cosa diverrà quando la Katàbasis sarà compiuta?

La domanda resta ad aleggiare nei suoi pensieri giusto un'istante, spazzata poi via dall'improvviso cigolio della pesante porta d'ingresso da cui emerge, scarmigliata ed ansante, la giovane Potter; i lunghi capelli ribelli danzano nell'aria polverosa, trattenuti a fatica da un elastico nero decisamente troppo largo e le ricadono sulle spalle avvolte nella giacca d'una tuta – troppo grande – bianca, come bianchi sono i pantaloni ornati da una riga verticale nera, che le coprono le scarpe da ginnastica finendovi sotto.
Getta malamente la tracolla colma di libri, pergamene e boccette d'inchiostro a terra, senza curarsi di poter accidentalmente fracassare una di queste ultime mentre continua a mangiar aria, borbottando una scusa fra un respiro e l'altro.

Venti minuti, Potter” sibila l'ex professore alzandosi con movimento fluido, facendo sparire il libro per prendere posto al centro della stanza con la bacchetta nella mano destra, pronto ad iniziare la lezione.
Ho avuto un problema. E porca Morgana, questa stanza di merda potrebbe anche apparire al primo piano o dove uno si trova, anziché far correre la gente come se non ci fosse un domani fin quassù! Cioè, ha presente che significa fare sette rampe di scale di corsa per sfuggire a Barley e Gazza?” tenta di giustificarsi Lily Luna con il volto ancora arrossato dalla corsa, riprendendo finalmente la parvenza d'un respiro regolare nonostante il cuore le martelli contro il petto con forza.
Ho ben presente il fatto che Gazza ormai dovrebbe avere settant'anni. Considerato che nemmeno da giovane è stato mai un eccellente corridore e che la sua aspirazione non è morire d'infarto a causa d'una studentessa testa di legno tua pari, dubito ti abbia inseguita fin quassù. Inoltre per te questo non è altro che ulteriore esercizio”
Sputare un polmone?” la ragazza inarca un sopracciglio, polemica “Ok, va bene. Gazza l'ho seminato alquanto facilmente, ma Barley m'ha dato qualche problema, lui e la sua assurda fissa di placcare la gente tirandogli contro il carrello dei secchi colmi d'acqua lurida o il mocio a mo' di giavellotto”
Potter...” ringhia Piton fulminandola con un'occhiata tagliente “Se avessi davvero sputato un polmone non saresti qui ad ammorbarmi con le tue inutili e sconclusionate chiacchiere. Ora prendi posto nel cerchio dei manichini e riprendiamo la lezione sugli incantesimi scudo, siamo già in notevole ritardo”
Lily Luna gonfia le guance e sbuffa, trattenendo con forza un'acida battuta fra denti e labbra, conscia che iniziare un duello verbale con un Piton già incattivito e spazientito non sia una buona idea poiché finirebbero per litigare, complice anche il suo nervosismo a causa del dialogo avvenuto in biblioteca con Rose che le ha lasciato dentro un senso d'amarezza e frustrazione fastidioso, così esegue prendendo posto di fronte ad un uomo di legno e metallo dal volto simile alla maschera usata dai Mangiamorte, circondata dagli altri; questi paiono animarsi di colpo, iniziando a castare schiantesimi contro di lei che, abilmente, inizia ad evocare scudi volteggiando così da trovarsi ogni volta faccia a faccia con l'avversario che la sta per colpire, rendendo la difesa più efficace e respingendo l'assalto nel modo migliore.
Piton la osserva in silenzio, girando attorno al perimetro come un lupo intento a studiare la propria preda, annotando tutti gli errori e le debolezze della ragazza per poi fare una sommaria analisi dei suoi punti di forza: è veloce ma si muove troppo, disperdendo troppe energie nel saltellare inutilmente da una parte all'altra del cerchio quando basterebbe semplicemente voltarsi sul posto, facendo scivolare i piedi sul terreno in modo da raggiungere rapidamente la posizione corretta; sull'abilità e conoscenza degli incantesimi invece non ha nulla da dire e deve ammettere – con riluttanza – che Jonathan Andrew Murray ha fatto davvero un buon lavoro nell'insegnare a queste nuove generazioni le corrette tecniche d'attacco e difesa, sebbene siano puramente 'scolastiche' e manchino di quella spontaneità e praticità che in vero duello servono, dati confermati dalla rigidità con la quale Lily Luna si sposta e dalla posa che assume dinnanzi ad ogni avversario, come se si trovasse perennemente su una pedana da duello e non in un ambiente reale, con potenziali pericoli provenienti da ogni angolo.
Le manca capacità d'analisi del campo di 'gioco', o meglio, l'ha per il Quidditch ma non la sfrutta in questo ambito forse convinta che non sia necessaria, senza rendersi conto di quanto davvero possa diventare rilevante in uno scontro vero, comunque è indubbio che possegga una buona e migliorabile 'base' da cui partire per rendersi veramente capace d'andare a caccia di morti senza lasciarci la pelle e senza che lui debba intervenire a salvarla in ogni occasione.
Non può permettersi d'aver appresso una palla al piede.
Incurva le labbra nel fantasma d'un sorriso e le concede – mentalmente, ovvio – una lode di merito per la sua tecnica, seppur grezza è molto più di quanto riuscisse a fare quella testa di legno del padre alla sua età.
Mentre la giovane strega continua gli esercizi, spronata dai commenti taglienti sulla sua inadeguatezza e sul fatto d'assomigliare più al vecchio rospo di Paciock che ad un essere umano impegnato in uno scontro, commenti che sono come benzina gettata sul fuoco d'orgoglio e voglia di primeggiare, spingendola a serrare i denti migliorando i movimenti, l'uomo si slaccia il lungo mantello nero ripiegandolo poi con cura per infilarlo su uno dei pioli delle spalliere di legno che occupano una parte della parete lunga, sbottonandosi poi anche la stretta casacca per rimanere in camicia bianca e scuri pantaloni infilati in alti stivali in pelle di drago.
Si lega i sottili capelli neri, leggermente più lunghi di come li portava quand'ancora era in vita, in un codino basso ed arrotola le maniche fino ai gomiti, recuperando poi la bacchetta per tornare ad osservare la Potter che ha ripreso a respirare in modo affannato a causa dello sforzo continuo.

Seguendo un suo schema Lily Luna volteggia nel cerchio parando e schivando, alternando il 'Protego' ad altri incantesimi scudo insegnati dalla professoressa Ashdown durante le lezioni congiunte con il professor Murray, fiera di ricordarli tutti perfettamente e di saperli riprodurre con impeccabile precisione; ha appena evitato l'ennesimo schiantesimo e parato una gragnola di fatture quando un presentimento le fa rizzare i capelli dietro la nuca, spingendola a compiere una rotazione per schermarsi da una maledizione decisamente più potente di quelle prodotte dai manichini.
Ma cazz” mormora a denti stretti, costretta a fare qualche passo indietro a causa del contraccolpo, osservando con occhi sgranati la figura alta e magra di Piton scrutarla con espressione intellegibile e la bacchetta in pugno oltre le spalle d'uno degli uomini di legno e metallo; senza lasciarle il tempo d'articolare una richiesta di spiegazioni l'ex professore lancia un secondo incantesimo che la ragazza è costretta a parare, sentendo le suole scivolare sul legno e le dita della mano formicolare indolenzite.

E' forte, porca Morgana

Reagisci Potter” scandisce e le sue parole riecheggiano con forza nell'ampia stanza dai soffitti a volta, sovrastando gli schiocchi prodotti dagli incantesimi che rimbalzano contro lo scudo.
Ci provo” cerca di ribattere lei, impegnata ad indietreggiare senza però trovare il tempo di produrre un attacco a sua volta, costretta a mantenere la barriera eretta per non essere colpita dalla pioggia torrenziale di fatture che l'uomo le sta riversando addosso senza alcuna pietà, né voglia di lasciarla respirare, spingendola sempre più indietro e costringendola a schivare o saltare gli attrezzi ginnici e gli altri ostacoli presenti sul pavimento per non inciamparvi e finire a terra; diversamente da lei, che si muove frenetica per mantenere il ritmo, lui alza a malapena il braccio e ruota il polso, rimanendo con i piedi ben saldi al suolo – sinistro avanti – aperti in linea con le spalle e ginocchia leggermente piegate, così da avere una posizione stabile e pronta al contrattacco o a scartare di lato in caso d'un attacco a sorpresa.
La ragazza aggrotta un sopracciglio cercando d'imitarlo, flettendo leggermente le gambe sempre continuando a parare gl'incantesimi che giungono con spietata precisione e mai nello stesso punto, costringendola a prestare attenzione sia ai fianchi che di fronte, faticando a pensare ad un possibile contrattacco; il formicolio inizia ad estendersi alla mano intera, risalendo per i tendini tesi sino al braccio, facendolo tremare.
Stringe i denti.

Il ritardo era dovuto a?” domanda Piton monocorde cogliendola di sorpresa, provocando un'incrinatura nella barriera che la costringe ad inginocchiarsi per reggere il peso dell'urto dell'incantesimo.
Lo osserva con occhi sgranati, indecisa se rispondere o continuare a difendersi.

Potter!” la sollecita con un ringhio, lanciandole addosso l'ennesima gragnola di fatture.
Biblioteca!”
Trovato qualcosa d'interessante?”
Lily Luna ansima una bestemmia mal assortita e stringe i denti senza capire perché diavolo non abbia potuto chiederglielo prima d'attaccarla a tradimento, quando erano fermi, ma ogni pensiero viene annichilito dalla necessità di concentrarsi su quel che le sta giungendo addosso con forza e velocità spaventosa, rendendo i suoi scudi sempre più sottili e labili come se fossero stati intessuti con carta velina; se non trova subito un modo di controbattere finirà per raggiungere il muro di fondo e li si, sarà spacciata, non ha più forza sufficiente per castare una difesa in grado di reggere – forse non l'ha mai posseduta – la furia di Piton che, a giudicare dal tono quasi annoiato con cui la guarda, non si sta nemmeno impegnando.

Potter!” la richiama nuovamente quando s'accorge che la risposta non arriva e lei stavolta impreca forte, disperata, sentendo la barriera andare in frantumi trapassata da un incantesimo che – ne è sicura – dev'essere il famoso 'Sectumsempra' utilizzato incautamente dal padre contro Malfoy, che le passa pericolosamente vicino al fianco sinistro per poi schiantarsi a terra, ove lascia un profondo squarcio nel legno brunito.
Cazzo! Ma vuole uccidermi?” urla sgranando gli occhi castani, costretta poi a cercare riparo dietro una colonna in marmo per evitare un'altra – impietosa – maledizione; Piton ghigna divertito, incurvando appena un sopracciglio scuro come l'ala d'un corvo in un'espressione di finto stupore.
Ovviamente...no”
Quella pausa la inquieta.

Ma voglio che tu sappia difenderti se qualcuno ci proverà. Magari con qualcosa più d'un Protego o dell''Expelliarmus tanto caro al tuo tonto padre”
Con la schiena sudata ben adesa al marmo freddo Lily Luna respira famelica, con la bacchetta ben stretta nella mano sinistra ed il corpo indolenzito a causa delle resistenza prodotta; osserva il fondo della stanza terribilmente vicino e cerca altri possibili ostacoli dietro cui nascondersi per prendere tempo così da elaborare una strategia che le permetta d'uscire indenne da quello scontro non richiesto, perché è sicura che Piton non si fermerà fintantoché avrà la forza d'opporsi.

O finché non mi avrà colpita.

Forza Potter, non stiamo giocando a nascondino”
Si impone contegno modulando il respiro in lunghe e profonde boccate, invocando una calma che fatica ad arrivare prima di voltarsi di fianco per arrischiare un'occhiata verso il punto ove si trovava Piton quando s'è nascosta, trovandolo vuoto; mossa dall'istinto scarta di lato, evitando appena in tempo una maledizione che va' a colpire il marmo candido, scheggiandolo irrimediabilmente mentre lei trova riparo sull'altro lato, slacciando e sfilando il giubbino per lasciarlo cadere a terra così da rimanere in t-shirt.

Pensa Lily Luna.
E' più forte di te, ma non è detto che sia più veloce.
Proviamo.

Davvero vuole sapere della ricerca?” urla la ragazza schizzando fuori dal riparo improvvisato diretta verso la fila di colonne site nella parte opposta della stanza, parando nel mentre una serie di colpi che paiono pioverle addosso dalle zone d'ombra.
Ovviamente” è la cacofonica, divertita riposta.
C'è stata davvero una Peverell nella mia famiglia. Si chiamava Iolanthe” spiega lei scartando gli incantesimi, scivolando velocemente sul pavimento in legno per far in modo d'avere quanti più ostacoli possibili fra lei e Piton da usare come ripari o su cui indirizzare gli attacchi; la cavallina esplode in una miriade di frammenti di legno che la ragazza prontamente trasfigura in un solido scudo e, quando anch'esso viene distrutto ne arresta i pezzi, indirizzandoli poi verso l'ex professore sottoforma d'acuminate lance.
Lui emerge dalle ombre evocando del fuoco che li incenerisce con facilità, castandole poi un altro Sectumsempra che la strega evita con una piroetta, lanciando una Bombarda che va a collidere contro gli specchi, frantumandoli con un boato; il muro trema e polvere sottile turbina nell'aria calda, carica d'elettricità statica e magia, mentre i due si danno battaglia riducendo in pezzi tutti gli arredi presenti e continuando il loro dialogo.
Lily Luna gli racconta del nesso fra la famiglia Peverell e la Grecia del XVI secolo, aggiungendo poi d'aver trovato curioso che tutte le donne nate Potter siano morte a sedici anni senza figli né apparente spiegazione logica e l'uomo, dopo aver ridotto in fine sabbia un pezzo di marmo grosso quanto il rullo d'una pressa per asfalto che la ragazza gli aveva scagliato contro, replica che con tutta probabilità non è l'unica della famiglia ad essersi scoperta 'negromante' di punto in bianco.

Dice che sono decedute perché anche a loro la Morte ha affidato una missione ed hanno fallito?” domanda Lily Luna evocando una barriera così da frantumare pezzi acuminati di specchio, studiando il viso pallido e divertito dell'ex insegnante con una punta d'orgoglio; nonostante il dolore e la fatica sta resistendo, scagliando magie d'attacco a sua volta e tutto perché parlare le ha permesso di non pensare troppo, concentrandosi con i sensi anziché attraverso i mille voli pindarici che la portavano a chiedersi quale fosse la barriera giusta da usare o quale incantesimo fosse meglio lanciare per ferirlo.
Potter, credo che tu sia l'unica testa di legno capace d'evocare per gioco settantotto cadaveri, facendosi poi convincere ad andare a recuperarli. No, penso siano morte perché il loro potere era troppo scomodo”
Sta insinuando che i miei antenati le abbiano uccise?” replica sbigottita la ragazza deviando un incantesimo particolarmente potente che rimbalza contro al soffitto, facendo cadere pezzi d'intonaco e calcinacci. Osserva il viso magro e spigoloso di Piton perdendosi in quegli occhi neri dal taglio allungato, scuri come l'abisso ove le emozioni annegano e si scindono divorate dal nulla, spostando lo sguardo poi sui lunghi capelli d'ebano sfuggiti al codino e sulla guancia sinistra, ove inizia la cicatrice prodotta dal morso di Nagini, per poi farli scivolare lungo il collo non più nascosto dall'alto colletto nero della casacca; dove il serpente gli ha straziato le carni la pelle è tessuto cicatriziale ruvido, mal guarito, una grossa macchia ancor più chiara della carnagione che parte dalla mandibola e scende fino alla clavicola coperta dalla camicia leggera.

Non l'avevo mai vista prima d'ora.
Deve aver fatto un male d'inferno.

Lui pare essersi reso conto dell'esame e la richiama all'ordine con l'ennesima gragnola di colpi, prima di ribattere atono: “Non è poi così strano. Anticamente quando un figlio nasceva con caratteristiche 'non conformi' agli standard di famiglia veniva fatto sparire abbastanza facilmente, specie nell'élite purosangue”
E' inumano” ribatte la strega con convinzione, continuando a volteggiare per la stanza evitando i numerosi detriti che ora costellano il pavimento scheggiato, dilaniato dagli incantesimi; il cuore le pompa frenetico e l'adrenalina sale ad ogni parata, ad ogni attacco, annichilendo la stanchezza mentre lei si concentra su quanto letto nei libri lasciando al subconscio l'arduo compito di gestire il duello, chiedendosi se davvero le ragazze Potter siano tutte morte per volere dei loro genitori che, una volta scoperto il loro potere, avevano preferito farle sparire prima d'essere accusati dal Wizengarmot di pratiche illecite.

Se i miei sapessero, mi difenderebbero?

La domanda è una scheggia d'insicurezza che si pianta nel profondo, insieme ad altri piccoli frammenti di dubbio che l'accompagnano dalla notte del rituale.
E' ordinaria amministrazione, Potter. Solo perché provieni da due famiglie purosangue un po' sopra le righe non pensare che queste pratiche fossero loro ignote. Ma, a parte la ricerca, c'è qualcos'altro che ti ha trattenuta? Mi sembrava fossi in biblioteca da questo pomeriggio” la domanda lanciata con noncuranza da Piton riecheggia cacofonica nell'ampio stanzone ridotto ad un campo di battaglia, con muri segnati ed anneriti ed il pavimento oramai completamente ingombro; Lily Luna si tuffa dietro i resti d'una colonna per evitare una maledizione, prendendo del tempo prima di rispondere, indecisa se raccontare all'uomo della scenata di Rose e delle sue assurde paure, convinta che inutili diatribe tra adolescenti non siano esattamente ciò che gli interessi sentire.
Mia cugina” mormora alla fine e solo dopo un ennesimo sollecito sibilato in tono tagliente con una fattura ben piazzata a correlarlo “E' preoccupata per i miei recenti cambiamenti, fra cui la sfiorata rissa in sala grande. E per farla stare zitta mi sono inventata che mi vedo con un ragazzo”
Il sopracciglio nero dell'uomo s'incurva ed un'espressione vagamente stupita gli scivola sul volto pallido “Originale, Potter. Ci manca solo che tua cugina si metta ad indagare con chi esci, se è davvero figlia della Granger non ci metterà molto a capire che le hai raccontato una colossale bugia, nonché cosa tu faccia davvero nel tempo libero”

E' anche figlia di Ron e siccome è innamorata persa di un ex compagno di scuola ci ha creduto senza problemi. Rose è intelligente, ma ha dei punti deboli. Basta far leva su quelli per fregarla. E le ricordo che da quando la conosco non ho più 'tempo libero', anzi, ormai il mio tempo libero consiste nel frequentare le normali lezioni”
E chi sarebbe il fortunato?”
Scorpius Malfoy”

Le labbra sottili di Severus Piton s'incurvano in un ghigno divertito nel pensare alla faccia di Draco quando scoprirà che la figlia di Ronald Weasley ha una cotta per il suo unico rampollo e, indirettamente, ripensa a Lucius, a quanto deve aver sofferto nell'essere abbandonato dal figlio che ha deciso di lavorare come i comuni mortali, intraprendendo la carriera di Auror per poi farsi assegnare alla squadra di Potter; successivamente ritorna a concentrarsi sulla ragazza che ora gli è di fronte, ansante e dolorante in mezzo a calcinacci e pezzi di legno scheggiato, con i lunghi capelli fiamma liberi dal codino e gli occhi castani illuminati da un fuoco di determinazione e divertimento mai visto in nessuno studente prima d'ora, trovandosi stranamente dilettato da quel duello improvviso nato più per testarla che per vera voglia di metterla in difficoltà, difatti avrebbe smesso molto prima se lei non si fosse dimostrata così pronta nel controbattere i suoi incantesimi.
Un silenzio innaturale discende nello stanzone come un velo di seta mentre i due si osservano a vicenda, trovando nuovi particolari l'uno dell'altra che prima non avevano colto; lo sguardo di lei scivola sull'avambraccio sinistro dell'uomo calamitato dal nero che spicca con violenza in contrasto con la pelle chiara, formando le spire d'un mostruoso serpente che s'arrotolano verso l'interno.

Il Marchio Nero.
Papà diceva che dopo la caduta di Voldemort il tatuaggio era sbiadito sul braccio d'ogni Mangiamorte, Malfoy compreso, mentre il suo è ancora nero e ben definito.
Forse perché è morto prima che la battaglia finisse ed io l'ho richiamato esattamente com'era quando ha esalato l'ultimo respiro?

Per un istante sente l'irrefrenabile desiderio di passarvi sopra le dita, percorrendo per intero il disegno e studiandone i dettagli, facendole poi scivolare verso l'alto finché non arrivino a toccare la cicatrice che occupa tutta la parte sinistra del collo dell'uomo; ora che lo vede così, senza quella stretta ed austera casacca a collo alto, gli pare quasi più umano e 'bello', a modo suo: è alto e magro, con un corpo asciutto su cui i muscoli appaiono ben definiti, mani dalle lunghe dita sottili rese ruvide e callose dagli anni passati a miscelare pozioni e viso spigoloso, scarno, su cui quegli occhi d'abisso spiccano incredibilmente vividi.
Non possiede la bellezza statuaria di Lorcan Scamander o del nonno James, ma c'è qualcosa in lui, nel suo aspetto strano e particolare, che lo rende 'affascinante' e terribilmente 'pericoloso', sicuramente molto più attraente del branco di ragazzini con cui è costretta a convivere fra le mura del castello; la ragazza ingoia un bolo freddo di saliva piantandosi le unghie della mano destra nel palmo con forza, mentre la sinistra stringe convulsamente la bacchetta, cercando di scacciare quella torma di pensieri – irrazionali, folli – dal cervello prima che lui se ne accorga.

E' la stanchezza, Lily .
Sicuramente...

Potter” la chiama con voce monocorde studiandone il viso arrossato contornato da quella cortina di fuoco che sono i suoi capelli, studiandone le labbra sottili, dischiuse nell'atto d'immagazzinare quanto più aria possibile e gli occhi castani, profondi e caldi come terra appena smossa, passando poi alla t-shirt dell'Hard Rock Café di Londra nera, con il classico logo giallo oro stampato sul petto, d'una taglia troppo grande come troppo grandi sono i pantaloni bianchi con banda laterale nera della tuta, domandandosi perché non indossi mai abiti della misura giusta; è bassa e magra, ma indubbiamente 'carina' se abbandonasse l'abitudine di andare in giro in modo così sciatto e mal curato, quasi l'indossare vestiti enormi fosse una sorta di 'scudo' nei confronti del mondo circostante per continuare ad apparire anonima, invisibile, quasi non si rendesse conto delle potenzialità che possiede.
Si?” risponde lei incerta, iniziando a respirare regolarmente.
Deglutisce saliva e folli pensieri, costringendosi a guardarla solo per ciò che è: una seccatura dal cognome ingombrante, parente della donna a cui ha votato esistenza e sentimenti e alla quale lei non somiglia per niente, nonostante ne porti il nome; deve solo tenerla in vita finché non avrà imparato a gestire i suoi poteri così da mandalo al tanto agognato riposo eterno, non può certo perdere tempo a divertirsi con lei, né correggere un difetto d'autostima tanto insulso quale l'abbigliamento.

Hai una buona conoscenza degli incantesimi d'attacco e difesa, ciò che ti manca è la capacità d'analisi del terreno applicata ad uno scontro reale e, soprattutto, la corretta esecuzione dei movimenti. Ti sposti troppo, perdi troppe energie in saltelli e piroette inutili, dato che non siamo ad una lezione di ballo, inoltre devi imparare a servirti di ciò che ti circonda per utilizzarlo come eventuale arma contro il tuo avversario” spiega l'ex professore recuperando la consueta calma.
Credevo d'averlo appena fatto. Ho usato gli ostacoli della stanza come ripari e i pezzi degli oggetti andati in frantumi come armi” ribatte Lily Luna guardandosi attorno, rendendosi improvvisamente conto del disastro che hanno causato poiché dello stanzone ben arredato sono rimaste solo le pareti, anneriti e scheggiate, mentre il pavimento è un ingombro d'ogni sorta possibile di detrito, cosparso di sabbia e bruciature profonde; sgrana gli occhi inghiottendo un secondo grumo di saliva, sussurrando un imprecazione di stupore a fior di labbra.
Si, l'hai fatto. Ma solo dopo che io ti ho costretta a parlare per deviare la tua concentrazione dal duello. Pensi troppo, ti concentri troppo su cose futili. Devi imparare a rendere il combattimento più fluido, come se fosse un atto naturale quale il respirare”
Non avevo mai combattuto prima, non cosi!” si giustifica lei indicando l'area circostante “nel Club Scolastico non possiamo certo scagliarci maledizioni così potenti, né ci permettono di muoverci dalla pedana o di demolire l'aula”
Piton incurva le labbra in un ghigno “Per questo esiste la Stanza delle Necessità e sono qui a farti lezione. Dovrai diventare abile, molto più dei tuoi compagni ed insegnanti, dovrai essere abbastanza brava da sostenere un vero duello sola. Le potenzialità le hai”
Gli occhi castani della ragazza si sgranano ancor più quando il cervello registra quel blando complimento mascherato da ovvietà, facendola sentire euforica; strappare una nota di plauso a Piton le è sempre parso più difficile che uscire dai M.A.G.O con 'E' più lode, data poca propensione dell'ex insegnante a prodigarsi in ogni cosa somigli vagamente ad un complimento nei confronti delle teste di legno suoi allievi, quindi quel dato di fatto scandito con la classica voce monocorde e noncurante la rincuora spingendola a voler dare il massimo, cosicché lui non ne sia deluso.

Potter...hai le potenzialità, ma sei ben lontana dal poter affrontare un vero scontro in modo soddisfacente. Somigli ancora troppo al rospo salterino e fuggiasco di Paciock che ad una strega” la redarguisce lui con un cipiglio sornione dipinto in viso; lei gonfia nuovamente le guance trattenendo un'imprecazione, ma prima che possa prodigarsi in una filippica su quanto sia 'stronzo' a demolirla ogni volta in cui crede d'aver ottenuto la sua approvazione l'uomo la zittisce lanciandole contro un Expelliarmus a tradimento.
La strega alza la bacchetta di scatto pronta ed evocare uno scudo quando, improvvisamente, una fitta potente e terribilmente dolorosa le dilania il petto, seguita dall'ormai familiare sensazione di caldo e mancanza d'aria che accompagnano il risvegliarsi dello strano potere d'evocazione dei morti; la spell la colpisce in pieno petto mandandola a rotolare diversi metri addietro, fra cocci e pezzi di muro che le feriscono e contundono le braccia, ma lei non vi bada, troppo presa a cercare di respirare e a controllare l'ondata di fuoco liquido che le scorre nei vasi sanguini rendendo tutto ovattato, indistinto, spingendola a concentrarsi sull'enorme fonte d'energia che pare averla richiamata e che sente vicina, come se si trovasse all'interno delle mura del castello.

Potter!” Piton s'inginocchia al suo fianco aiutandola a mettersi seduta e sta per domandarle perché non abbia parato l'incantesimo quando qualcosa sul viso di lei lo spinge all'allerta; suda freddo ed ha gli occhi sbarrati, profondi e distanti, respira a grosse boccate e tiene entrambe le mani premute con forza contro lo sterno.
Risvegliati...nel castello” sibila in un rantolo.
Quanti?”
Uno...ma è...forte” mormora lei appoggiandosi con la spalla sinistra dolorante al busto del mago mentre l'aiuta a rimettersi in piedi, cercando di respirare in modo lento e profondo per acquisire controllo sul potere che la sta dilaniando, così da utilizzarlo per sondare l'area circostante e capire ove sia collocato il morto che la sta cercando; Piton corruga la fronte ed assottiglia le labbra in una linea ferma, l'idea di andare a caccia all'interno della scuola non gli piace ma se quel che ha detto la Potter corrisponde a verità non hanno scelta, devono trovare il morto prima che questi si mostri a qualche insegnante o abbia modo d'aggredire gli studenti.
Aiuta la ragazza a sollevarsi, leggera e magra fra le sue braccia, poi recupera la bacchetta e gliela porge.

Riesci a venire con me?” domanda.
Sì, posso farcela” risponde guardandolo con occhi castani fermi, in cui il buio s'addensa come una colata d'inchiostro fuoriuscita da una boccetta rotta.

Lily Luna corre.
Corre fuori dalla stanza delle necessità dimenticando il giubbino della tuta fra macerie e colonne in marmo sbeccato, scivolando per il corridoio del settimo piano fino alle scale tallonata dall'ombra scura di Piton; il potere ora è una fonte d'adrenalina e pompa sangue ed aria in modo violento, incessante, donandole una padronanza sui sensi che da 'comune strega' non possiede, permettendole d'avvertire chiaramente 'tutto' ciò che la circonda: i topi che sgusciano pigramente fra le intercapedini dei muri ed il brusio ovattato – distante – degli studenti riuniti nelle varie sale comuni, gli insegnanti ancora presi dalla consueta partita a carte post cena in aula professori e Gazza, intento a maledire tutta la torma di mocci al naso che non hanno nulla di meglio da fare che insozzare con i loro luridi piedi i corridoi, al quarto piano, mentre passa il mocio sull'ampio pavimento con gesti stanchi.
Si lancia giù per i grandini a velocità folle continuando a scendere verso il terzo piano finché, giunta finalmente al pianerottolo, l'istinto non le intima di saltare bruscamente in avanti, permettendole così di evitare uno spazzolone lanciato con notevole precisione verso le sue gambe con l'intento di farla cadere.

Potterina birichina! Dove pensi di andare così di corsa a quest'ora tarda?” tuona il vocione allegro e canzonatorio di Barley, il grasso aiutante di Gazza che si palesa spingendo l'immancabile carrello in ferro sul quale sono agganciati due secchi colmi d'acqua lurida, lanciandole un'occhiata di sfida che lei ignora continuando ad avanzare verso la meta indicatale dalla magia.
Scusa Barley! Non ho tempo!” urla la strega infilando la porta aperta del corridoio, ruotando il busto verso il bidello per lanciare un rapido incantesimo che annoda strettamente, fra loro, i lunghi lacci delle Converse grigio topo logore, facendolo irrimediabilmente cadere di fondoschiena sul pavimento in fredda pietra in un tripudio di colorite e bimbesche imprecazioni; l'istinto la spinge verso una malandata porta incassata nel muro, sulla quale spicca un grosso cartello di pericolo accompagnato da un A4 plastificato recante la scritta 'GUASTO'.
Il bagno di Mirtilla?” domanda Piton dubbioso, osservando la vecchia porta rimasta pressoché identica a quando era stato studente fra quelle mura, dopo essere emerso dalle ombre in camicia bianca dalle maniche ancora arrotolate ai gomiti e pantaloni neri infilati negli alti stivali con lacci sul polpaccio, senza aver avuto tempo di recuperare la casacca.
Lily Luna annuisce, respirando ad ampie boccate per reintegrare l'ossigeno consumato nella corsa, osservando con espressione cupa il legno verdastro costellato di crepe e buchi prodotti dall'incedere del tempo e da diverse generazioni di studenti buontemponi, che hanno deciso d'incidere avvertimenti non troppo lusinghieri affinché gli ignari della presenza di Mirtilla non decidessero di avventurarsi lì dentro.

E' qui” sussurra stringendo la bacchetta con forza “Ci conviene entrare prima che Barley arrivi a ficcare il naso, tentando inutilmente di trascinarmi in Sala Professori affinché mi venga assegnata una punizione per aver violato il coprifuoco”
Visto come gli hai annodato le scarpe credo impiegherà una buona mezz'ora a liberarsi, a meno che non decida di tagliare i lacci. Inoltre, da brava Potter, ormai dovresti aver già imparato tutte le possibili scappatoie per evitare di farti beccare.” Sogghigna il mago lanciandole un'occhiata tagliente.
Gliel'ho già detto, il Potter per antonomasia è mio fratello maggiore James. Né io né Albus siamo mai stati tanto stupidi o folli da compiere inutili avventatezze e, in caso, abbiamo sempre mostrato abbastanza intelligenza da non farci scoprire senza bisogno di ricorrere a scappatoie”
Certo. Entro prima io, tu resta dietro” Piton liquida la risposta della ragazza con un ghigno sprezzante, aprendo la porta con un 'Alohomora' per poi spingerla con la punta dello stivale affinché ruoti sui cardini, rivelando uno spazio buio dal forte odore d'acqua e stantio, il lezzo delle vecchie stanze chiuse da decenni e mai adeguatamente pulite che Lily Luna ben conosce, abituata a passare ore lì dentro svolgendo i compiti in compagnia del fantasma d'una studentessa morta negli anni cinquanta del secolo scorso, con la quale ha stretto amicizia; la stessa che ora si palesa sopra il gabinetto in fondo a destra, lo stesso in cui il basilisco l'ha freddata con una verde e gelida occhiata.
Mirtilla” sussurra la strega seguendo Piton all'interno del bagno dopo aver castato un Lumos, scoccando all'amica una rapida occhiata prima di inspirare lentamente, cercando di svuotare la mente così da raggiungere sufficiente concentrazione per incanalare la magia affinché la aiuti ad individuare la creatura che sta cercando, cosa non facile data la presenza di ben altri due morti nelle immediate vicinanze; la Corvonero defunta e Piton calamitano l'attenzione, sviandola, spingendola a digrignare i denti irritata mentre si domanda con una punta di incertezza come sia possibile che il risvegliato, apparso dapprima così tanto potente, ora risulti irrintracciabile.
Siete qui, finalmente! ” sghignazza Mirtilla abbandonando la comoda seduta offerta dalla cabina del gabinetto per svolazzare divertita attorno ai due visitatori, apparendo ancor più evanescente e polverosa nella debole luce prodotta dall'incantesimo che fa ardere la punta della bacchetta ritorta della giovane strega; l'ex professore di Pozioni sbuffa contrito, intimando al fantasma di indicargli ove si sia nascosta la creatura.
Professore, non è certo una comune 'creatura'! Lui è venuto a cercare Lily. Dice di essere un amico, così l'ho fatto accomodare all'interno del bagno mentre ti aspettava. Non so come ma pareva abbastanza sicuro che ti saresti presentata qui, nonostante sia già scattato il coprifuoco” Mirtilla porta un indice pallido alle labbra, assumendo un'espressione meditabonda mentre continua a galleggiare imperterrita ad una trentina di centimetri dal pavimento, sfiorando con il lembo inconsistente del mantello la gamba fasciata dai pantaloni della tuta di Lily Luna, la quale emette uno sbuffo esasperato, domandandosi – retoricamente - con quale logica la fantasma Corvonero ritenga che i suoi 'amici' debbano essere per forza creature con caratteristiche non compatibili con la vita; osserva l'ambiente circostante cercando di mettere in pratica il suggerimento di Piton, tentando di individuare il redivivo che ha avuto l'ardire d'entrare ad Hogwarts per cercarla senza trascurare la possibilità che esso possa davvero rivelarsi l'avversario più forte incontrato sino ad ora.

Giustamente...
Chissà quali altri terribili Maghi Oscuri sono morti nel '98 fra queste mura, oltre a Piton.

Complimenti signorina Warren. Ancora una volta dimostra la proverbiale intelligenza tanto decantata dagli appartenenti alla Casa Corvonero. Dov'è il cadavere?” sibila Piton cattivo, assottigliando gli occhi scuri per studiare a sua volta la stanza; nonostante ora sia in grado di vedere al buio come durante un'assolata giornata estiva, all'interno del bagno non riesce a scorgere nulla d'anomalo né la presenza d'un altra entità oltre loro, persino le ombre paiono quiete, come se non vi fossero pericoli concreti all'interno di quelle spesse mura incrostate di muschio e muffa secolare.
Non c'è bisogno di essere cattivi, lui è qui con me e mentre vi aspettavamo abbiamo parlato un po'. E' una persona molto intelligente e simpatica! Venga professore, i suoi amici la stanno cercando” sbotta la ragazza fantasma facendo un cenno con la destra in direzione del muro di fondo, ove è ubicato il cubicolo in cui è deceduta prematuramente; per un istante Lily Luna pensa che quel 'professore' sia riferito a Piton, dato che Mirtilla non sembra intenzionata a chiamarlo in altro modo, dato il terrore reverenziale che nutre nei suoi confronti, ma è costretta a ricredersi dopo una rapida analisi mentale della sintassi che fa da scheletro alla frase: il 'professore' a cui s'è rivolta dev'essere per forza la quarta figura annidata nella penombra, la stessa che lei ed il mago stanno cercando.
Si porta al fianco di Severus con la bacchetta alta di fronte al viso, pronta a combattere, osservando sottecchi l'espressione indecifrabile assunta dal pallido volto nel quale gli occhi ossidiana paiono improvvisamente ancor più profondi e scuri.

Ma chi...?

Prego?” sibila il mago nel tono più cattivo e solenne del suo repertorio, facendo schizzare la fantasma oltre la porta del gabinetto più vicino in cerca d'un riparo da quello sguardo furente, omicida, ma prima che possa arrivare a calmare la balbuzia così da articolare una spiegazione sensata e convincente, una risata cristallina rompe il pesante silenzio disceso come una coltre sui presenti, strappando un freddo brivido – presentimento – all'ex professore di Pozioni.

Per Salazar...no...Lui no!

Severus! Ragazzo mio! E' bello rivederti” scandisce una voce gioviale mentre un secondo fantasma emerge dal cubicolo in cui si è nascosta Mirtilla, rilucendo di polvere d'argento nel riverbero prodotto dal Lumos mentre scivola con grazia nell'aria dall'aroma stantio, planando di fronte ai due maghi in carne ed ossa; l'occhio sinistro dell'ex insegnante di Pozioni ha una dolorosa contrazione mentre osserva con puro orrore il viso gentile, ornato da capelli e lunga barba argentei, del fu Preside di Hogwarts Albus Silente digrignando i denti per trattenere una colorita imprecazione.
Lily Luna, sbigottita a sua volta, scruta il fantasma di quell'uomo anziano alto e pallido che, per tutta l'infanzia, era stato uno fra i personaggi di spicco nei racconti del padre, del quale conosce la vita grazie all'accurata biografia scritta da Elphias Doge, letta quando aveva appena dieci anni poiché gli era venuta la smania di approfondire la conoscenza sull'uomo che aveva tenuto testa a ben due grandi Maghi Oscuri.
Lo stesso che ora le sorride gentilmente studiandola con curioso interesse, con un luccichio divertito negli occhi d'un azzurro polvere ornati da sottili occhiali a mezzaluna.

Potter ” la voce di Piton ha la greve pesantezza d'un macigno mentre sibila a denti stretti il suo cognome, sputandolo come un insulto prima di voltare il viso pallido ed affilato per lanciarle uno sguardo nero carico d'odio. “La pagherai”
Ma...che ho fatto?” si difende la strega cercando di reprimere il freddo brivido che le è corso lungo la spina dorsale a seguito di quell'occhiata tagliente, avvertendo le pulsazioni accelerare di colpo; in verità sa perfettamente cos'ha fatto, non servono spiegazioni superflue né inutili giri di parole, poiché suo padre le ha raccontato com'è morto Silente ed i fatti accaduti sulla Torre di Astronomia nel maggio del '96, mostrando un imbarazzo ancora tangibile nel descrivere l'odio che, al tempo, aveva nutrito nei confronti del professor Piton, convinto che li avesse traditi tutti, ignaro dell'ordine che lo stesso Silente aveva impartito affinché potesse ricevere una morte pulita, ciò che la maledizione scaturita dall'anello di Gaunt di certo non gli avrebbe donato, salvando al contempo l'anima di Draco Malfoy.
Si morde con più forza il labbro inferiore imponendosi di non distogliere lo sguardo dagli occhi neri - in tumulto - di Piton, domandandosi quando dolore gli abbia causato quella richiesta imposta, quanto poco valessero i suoi sentimenti in confronto a quelli dei preziosi pargoli del preside.

E la sua anima, Silente?
Hai mai pensato che potesse avere lo stesso peso di quella di Draco?

Nonostante gli aspri commenti di zia Hermione, al tempo aveva letto anche 'Vita e menzogne di Albus Silente' redatto dalla Skeeter, trovandolo terribilmente ostico a causa dello stile frivolo utilizzato dall'autrice, nonché dall'intenzione – palese – di screditare il mago inglese ad ogni capitolo, fornendo versioni alquanto distorte e fantasiose di fatti realmente accaduti solo per il puro piacere di renderlo più 'oscuro' di quanto sia stato realmente in vita; a dieci anni aveva liquidato la biografia con leggerezza, senza soffermarsi più del dovuto sull'immagine d'un Silente manipolatore e maligno affascinato dalle Arti Oscure, credendola indubbiamente 'falsa' ma ora, trovandosi dinnanzi al fantasma di quel mago tanto osannato dal padre e percependo la grevità della rabbia che Piton fatica a celare, le parole della Skeeter le paiono tristemente vere.
Si odia con forza per questa sua maledetta capacità di scavare nell'animo umano con tale maestria, facendo emergere il marcio, il sordido e tutto ciò che dovrebbe giustamente restare sepolto, nonché per la dote innata d'averli riportati alla vita tutti, condannandoli a nuove sofferenze.
Serra il pugno attorno alla bacchetta, cercando di sviare il discorso su un argomento più leggero così da smorzare la rabbia dell'ex insegnante di Pozioni prima che esploda definitivamente, spingendolo ad aggredirla in un folle ed avventato gesto di stizza per essere stato costretto a confrontarsi con il peggiore fra i peccati commessi in vita.

Perché è un fantasma?”
Il mago deve far ricorso a tutto il suo contegno, nonché alla naturale abilità d'occlumante per evitare d'alzare la bacchetta di scatto e castare un incantesimo doloroso e letale alla ragazza immobile al suo fianco, quell'inutile e stupida testa di legno che, con l'alto ideale di vincere una stupida sfida fra adolescenti femmine, ha deciso di leggere quel maledetto rituale d'evocazione scarabocchiato malamente a bordo pagina senza ben capire cosa stesse davvero facendo, passando poi ad insultare - mentalmente - l'intero albero genealogico di quella stramaledetta famiglia che non gli ha portato altro che angosce e disgrazie, riservando qualche colorita invettiva persino alla 'dolce e pura' Evans.

Non ne ho idea. E' il tuo potere, non il mio” sibila glaciale.
Oh, così sei tu la fantomatica fonte che mi ha permesso di tornare qui?” l'ex preside di Hogwarts studia il viso pallido e preoccupato della giovane strega, sul quale spiccano gli scuri occhi castani e labbra sottili, corrucciate, incorniciato da una massa informe e ribelle di capelli rosso fuoco che le ricadono sulle spalle esili; guarda poi gli occhi penetranti di Severus in cerca d'una spiegazione, ma prima che possa articolare una domanda mettendo finalmente a tacere i numerosi dubbi che l'hanno assillato da quando s'è risvegliato fantasma fra gli alberi della Foresta Proibita, oramai settimane addietro, una voce baritona e potente infrange il silenzio.
POTTINA POTTERINA! QUANTO SEI STATA BIRICHINA! DOVE SEI?”

Barley...” espira Lily Luna imprecando come di suo costume, strappando una serie di risa convulse a Mirtilla che trova finalmente il coraggio di emergere dal cubicolo, sicura che la rabbia dell'ex professore di Pozioni non sia più rivolta verso la sua persona, fluttuando nell'aria attorno al gruppetto immobile al centro dell'ampio bagno; Silente inarca un sopracciglio sottile e pallido, sinceramente stupito dalla scurrilità delle imprecazioni che fuoriescono con l'intensità d'un esondazione da quella bocca rosea, femminea, domandandosi in quale ambiente malsano debba essere cresciuta questa studentessa per possedere un simile linguaggio già da adolescente.
Piton invece, oramai abituato a quelle alte ed auliche esplosioni di sdegno, le lancia un'occhiata in tralice afermando con un certo disprezzo quanto sia caduta in disgrazia la scuola nel corso degli anni per permettere a quell'idiota con il quoziente intellettivo d'una ciabatta dalla suola consunta e le capacità lessicali d'un bimbo seienne di fare il bidello a tempo pieno; la strega sta per unirsi all'invettiva quando la voce del fantasma calamita l'attenzione di entrambi, spingendoli a tacere.

Potter?” domanda Albus sbigottito.
Sì, Lily Luna Potter. Altresì conosciuta come 'Mia Disgrazia' o 'Testa di Legno' dall'amabilissimo suo ex collega, il quale dimostra una certa difficoltà nel chiamarmi per nome” replica la ragazza scoccando al mago dai capelli corvini un ghigno malevolo, al quale lui replica con un insulto assai pesante, seguito dalle consuete minacce di morte che spesso le riserva, rese assai più realistiche dalla voce vibrante di rabbia ed intrisa d'odio malcelato; Silente li osserva stranito finché Mirtilla non gli fluttua a fianco catturandone l'attenzione.
Si abitui, signore. Fanno sempre così” espira sconsolata prima di gracchiare “Orsù! Piantatela! Avrete tempo di regolare i conti una volta usciti di qui senza incorrere in Barley. Vi ricordo che il trovare una studentessa di Corvonero assieme a due fantasmi e all'ex professore di Pozioni più temuto della scuola, morto da vent'anni, in questo bagno potrebbe essere un problema”
In effetti” Uscire dalla porta ormai è impensabile, poiché il bidello è già arrivato a metà del corridoio e, anche se corresse nella direzione opposta, rischierebbe comunque un richiamo ed una punizione alla conferma di trovarsi in giro dopo il coprifuoco, per di più in un'area vietata, quindi la ragazza osserva febbrilmente l'ambiente circostante in cerca d'una scappatoia, ben conscia di essere l'unica a non poter sparire attraverso il muro o divenire ombra, ma non trova alcuna altra apertura, eccettuato il rubinetto che conduce alla Camera di Salazar tristemente inaccessibile a causa della sua incapacità di parlare il perseltongue.
Ci sono dei vecchi armadietti in cui potrebbe infilarsi, ma è sicura che Barley si precipiterebbe subito a controllare ed a nulla servirebbe utilizzare un incantesimo di disillusione, dato che tutto il personale ausiliario è stato munito dalla preside di apparecchi per la rilevazione magica, assai utili per scovare studenti fuggiaschi; affonda gli incisivi nel labbro inferiore imprecando in silenzio.

Potremmo schiantarlo” scandisce piattamente Piton, osservando attentamente la porta chiusa del bagno mentre la strega scuote violentemente il capo, sicura che se ci provassero finirebbe sicuramente sotto l'occhio vigile della preside che, oltre ad affibiarle una qualche – restrittiva – punizione di cui non ha certo bisogno, non mancherebbe di comunicare questa improvvisa mancanza di disciplina a suo padre.
Non è James, il quale finiva in punizione praticamente ogni weekend, deve mantenere un profilo basso.

Pottina! Ti sei nascosta qui?”
I pesanti passi del bidello si arrestano dinnanzi alla porta verde, scrostata, la quale inizia a cigolare ruotando sui cardini; osservando la lama di luce proiettata sul pavimento farsi sempre più ampia, come una luna crescente, la ragazza viene colta da un'improvvisa ispirazione.
Lancia una fugace occhiata al muro alle sue spalle, al quale sono state agganciate alcune consunte spalliere in legno, per poi fissare il catafalco composto dagli antichi lavandini barocchi, intimando a Piton di svanire fra le ombre senza porre ulteriori domande prima di puntare la bacchetta verso Silente, il quale la osserva ancora con quel cipiglio incuriosito.

Preside mi scusi. Niente di personale!”
In quell'istante l'enorme e rotonda figura di Barley si palesa sull'uscio in un tintinnio di chiavi attaccate al grosso anello che porta alla cintola e scarpe slacciate, berciando una serie infinita di assurde minacce; la strega si volta e corre verso la parete alle sue spalle, voltandosi verso destra quanto basta per prendere la mira e castare un veloce incantesimo che spinge tutti i rubinetti ad aprirsi di colpo, spandendo getti di acqua fredda all'interno dei lavandini.
Successivamente punta la bacchetta contro il pavimento richiamando un grosso tubo di scarico, il quale buca la pietra sparando un getto d'acqua fetida e pressurizzata attraverso il fantasma di Silente, centrando con clinica precisione il bidello grassoccio che, a causa del contraccolpo, finisce a rotolare lungo il corridoio oramai irrimediabilmente allagato e puzzolente; Lily Luna esegue un balzo, arrampicandosi sulle vecchie spalliere fissate accanto alla porta prima che l'acqua le arrivi alle scarpe, tenendo la bacchetta stretta fra i denti.
Solo quando riesce a sedersi comodamente sui pioli in alto si premette d'espirare sollevata, togliendo il legno dalla bocca per castare l'incantesimo di disillusione; acquattato fra le pesanti ombre che rivestono il soffitto Piton la osserva divertito, notando quanto poco abbia impiegato per mettere in pratica il consiglio inerente allo sfruttare lo spazio circostante come arma, leggermente più rilassato, nonostante l'idea avere nuovamente a che fare con l'ex preside di Hogwarts gli causi un doloroso travaso di bile e continui ad incolpare la Potter per essere una tale Disgrazia deambulante, nonché unica fonte di tutte le sue attuali, terrene, sciagure.

Mirtillina birichina! Guarda cos'hai fatto!” ansima Berley caracollando all'interno del bagno dopo essersi faticosamente rimesso in piedi, bagnato fradicio e discretamente sporco di liquami; osserva con occhi sgranati i pavimento allagato e rotto, dal quale sporge un tubo di scarico che continua a vomitare una sottile e fetida bava marroncina, nonostante la pressione si sia notevolmente ridotta, calcolando mentalmente quante ore di lavoro gli ci vorranno per riportare il tutto com'era prima e a quali insulti gli rivolgerà Gazza una volta sceso dal sesto piano, attribuendo unicamente a lui la colpa di quel disastro.
Questo è il mio bagno, Barley! Non ti permetto d'invadere il mio territorio senza permesso, né di prendermi in giro cantando le tue assurde canzoncine da deficiente!” Mirtilla schizza fuori dal suo cubicolo ghignando sonoramente, additando il grasso inserviente con un pallido indice ammonitore, invitandolo a portare il suo grasso fondoschiena fuori dalla porta se non vuole ritrovarsi nuovamente sparato fuori da un secondo getto d'acqua lurida.
Ma Mirtillina! Cercavo solo Potterina! So che è entrata qui” geme l'uomo passandosi una mano grassoccia fra i capelli ricci, fradici ed unti mentre cerca di valutare quanto le minacce della fantasma possano dimostrarsi veritiere, decidendo poi che il mantenere un profilo basso sia sicuramente l'opzione migliore, non ricordando nello specifico se le fra le abilità possedute dagli spettri vi sia davvero quella di alzare i tubi dal pavimento, e sicuro di non volere ulteriore lavoro da svolgere.
Lily Luna è in dormitorio, idiota che non sei altro. Non certo qui!” replica Mirtilla in tono abbastanza autoritario da spingere il giovane collega di Gazza ad osservare la desolazione del bagno annuendo sconsolato, dimenticandosi di recuperare dalla cintura il dispositivo rileva-incantesimi fornitogli dalla preside McGranitt quando ha iniziato a prestare servizio all'interno del castello; con un alzata di spalle esce sconfitto dalla porta, incamminandosi per il corridoio allagato con l'intento di andare a recuperare secchi e mocio per iniziare a sistemare il disastro compiuto dalla maligna fantasma Corvonero, magari passando prima per la sala inservienti così da ripulirsi alla meglio.

Chissà dov'è sparita Potterina...

Grazie Mirtilla” mormora Lily Luna scendendo lentamente dalla spalliera fino all'ultimo piolo, ove si ferma per qualche secondo prima di spiccare un salto in avanti, atterrando in un punto ove l'acqua è poca a causa delle irregolarità del pavimento; successivamente balza fino alla porta d'uscita, evitando accuratamente gli accumuli di liquido maleodorante, lasciando al suo passaggio solo qualche sottile increspatura, essendo ancora disillusa.
Silente la segue in silenzio, fluttuando a diversi centimetri dal suolo accompagnato dalla studentessa fantasma di Corvonero, ancora impegnato a rimuginare sulla quantità impressionante d'informazioni raccolte nella manciata scarsa di minuti in cui la ragazza è apparsa in bagno.

Dove hai imparato?” domanda Piton apparendo al suo fianco con un sopracciglio inarcato, colpito dall'agilità mostrata dalla ragazza.
A scuola. Aspettando che divenissi abbastanza grande per frequentare Hogwarts, su suggerimento di zia Hermione i miei mi hanno iscritta ad una scuola babbana. Molte bambine presenti nella mia classe seguivano degli sport nel pomeriggio, così mia madre ha pensato di iscrivermi ad aerobica. La sa idea era quella di aiutarmi a socializzare, oltre che a tenermi in forma. Ho frequentato dai sei ai dieci anni, amiche non me ne sono fatte, ma in compenso qualcosina di utile per i duelli ed il Quidditch l'ho imparata” la giovane strega incurva le labbra in un accenno di sorriso, osservando il viso affilato dell'ex professore in cerca d'un accenno alla rabbia mostrata poc'anzi, dubbiosa su come comportarsi dato che la ragione le consiglia di mantenere le distanze, almeno finché non avrà sbollito, mentre l'istinto la spinge ad avvicinarlo e scusarsi – di cosa, poi? - ancora una volta per la leggerezza compiuta la notte del trentun ottobre, come se quelle inutili parole bastassero ad annullare l'arcana magia che ha permesso a settantotto cadaveri di tornare dall'oltretomba.
Hai detto di chiamarti Lily Luna Potter e, da quel poco che ho potuto vedere dopo essermi risvegliato, questa non è più la Hogwarts degli anni novanta. Quindi, giovane strega, mi aiuteresti a capire in che anno siamo e chi sia tu?” domanda gentilmente Silente strappando la ragazza alle sue elucubrazioni.
Oggi è il ventitré novembre duemilaventitré. La testa di legno qui presente è la terzogenita di Harry Potter e Ginevra Weasley, smistata in Corvonero per un palese errore di quello straccio consunto e mal rabberciato del Cappello Parlante, data l'indole decisamente Grifondoro e la poca padronanza dell'encefalo dimostrata in pressoché ogni occasione. Quanto a spiegazioni più dettagliate sul 'come' e 'perché' entrambi ci troviamo nuovamente qui, nonostante la nostra condizione di trapassati, le rimanderemo a quando avremo raggiunto un posto sicuro in cui parlare” la voce tagliente di Piton è il muro contro cui s'infrangono tutti i buoni propositi d'una rapida riappacificazione formulati dalla giovane strega, la quale digrigna i denti colta da un'improvvisa vampata di furia.
Sta per ribattere in modo assai sgarbato quanto un'improvviso urlo proveniente dal pianerottolo richiama la sua attenzione, smorzando ogni intento bellicoso per permetterle di concentrarsi sul problema più attuale, ovvero il trovarsi fuori da un bagno classificato come 'inagibile' completamente allagato durante il coprifuoco, senza possibilità di svanire fra le ombre o attraversare le pareti come, invece, possono fare i suoi improbabili compagni d'avventura, quindi abbandona il volto di Piton, osservando attentamente il fondo buio del corridoio, nell'opposta direzione; Gazza deve aver finito di pulire il sesto piano ed ora sta inveendo contro il povero Barley, ma non impiegherà molto prima di venire a sincerarsi dei danni di persona, quindi deve essere rapida e pregare d'avere la fortuna di non beccare nessun prefetto o insegnante di ronda.

Devo andare prima che mi trovino. Ciao Mirtilla, grazie ancora per l'aiuto!” rivolge un frettoloso saluto alla fantasma prima di iniziare a correre sparendo dietro l'angolo, giungendo all'area dedicata alle classi di trasfigurazione, continuando a procedere cautamente nella semioscurità attenta a non urtare le varie suppellettili disposte lungo le pareti o a non inciampare nei numerosi tappeti persiani ornati di lunghe frange, quando la voce di Piton la blocca sul posto, spingendola a voltare il capo verso il muro alla sua sinistra, ornato da un'enorme quadro dalla cornice in oro brunito, istoriata, nel quale è raffigurato uno scorcio della rigogliosa campagna inglese.
Il mago l'ha colpito con un colpo di bacchetta, rivelando una stretta ed angusta scala a chiocciola che si inerpica verso l'alto, sulla quale intravede a fatica il luccichio polveroso delle vesti di Silente; Piton sogghigna divertito dall'espressione stupita apparsa sul viso della ragazza, da brava Potter sarà sicuramente stata a sua volta un'utilizzatrice della maledetta mappa partorita dai Malandrini nei peggiori anni della Storia di Hogwarts, anche se non con la stressa frequenza del fratello maggiore, ed ora si starà sicuramente chiedendo se quel passaggio le è sfuggito.

La Mappa del Malandrino tanto cara ai tuoi fastidiosi parenti non è mai stata completa. Ci sono passaggi che nemmeno loro conoscevano, nonostante Minus ne abbia scovati parecchi. Questo sale fino al quinto piano, da li dovrebbe essere più facile per te raggiungere la torre di Corvonero”
E ...?” domanda Lily Luna incerta, accennando con il mento alla figura evanescente immobile sul primo, angusto, gradino senza riuscire a pronunciarne il nome, cercando di studiare il volto in ombra dell'ex professore con scarsi risultati, data l'oscurità del corridoio e la poca espressività che è solito mostrare; l'idea di lasciarlo solo con l'ex preside di Hogwarts le causa una certa apprensione, alimentata dalla conoscenza di molti – sebbene non tutti – dettagli che hanno portato alla fatidica notte sulla Torre di Astronomia, la quale deve essere stata uno dei momenti più brutti nella vita di Piton, della quale conserva nell'animo una cicatrice ancora fresca e dolorante.
Non ti preoccupare. Dopotutto è un fantasma, non c'è pericolo che mi venga l'impulso di ucciderlo con una seconda Avada Kedavra” replica sprezzante prima di invitare Albus a farsi trovare di fronte al corridoio del settimo piano, ove dovrebbe apparire la porta della Stanza delle Necessità, senza perdersi in giro per il castello o compiere inutili e pericolose deviazioni.
La ragazza sospira inquieta prima di sparire oltre il quadro.



Afflictis longae, celeres gaudentibus horae.
Decisamente.
Sarà una lunga notte”


_______________________________________


Capitolo modificato e revisionato in data 07/08/2023

NDA: Altro capitolo lungo ricco di rivelazioni e nuove sfortune, specie per Severus; pian piano ci avviciniamo ai Santurnalia e Lily Luna ha guadagnato un nuovo – alleato? Nemico? - grattacapo a cui far fronte, incarnato nella figura evanescente del preside che tanto aveva aiutato suo padre durante gli anni della guerra contro Voldemort.
Ho voluto inserire la scena in cui Lily e Rose si confrontano proprio per rimarcare il cambiamento che sta affrontando la giovane Potter, che la spingerà sempre più lontano da quella che era fino alla notte del rito, per trasformarla in altro.

Ringrazio tutti coloro che sono giunti fin qui, che hanno aggiunto questa storia alle preferite\seguite\ricordate e chi ha trovato un briciolo di tempo per recensire e lasciarmi un parere.

Grazie davvero!


Alla prossima!


_Morgan

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Capitolo 9
*** .VI. L'Aria ed il Baratro (9 dicembre 2023) \ Inserto: Frammenti d'indagini (12 dicembre 2023) \ Frammento: Riti di luce e ombra (13 dicembre 2023) ***


Nekiya -Capitolo VI


    νέκυια

- Capitolo VI -

L'Aria ed il Baratro

[A4 stropicciato, fitto d'una calligrafia sottile con note a margine inerenti le tecniche di picchiata nel Quidditch]



Gli accidenti,
cercare di cambiarli è impossibile.
L'accidentale rivela l'uomo”

[Pablo Picasso]




Hogwarts,
9 dicembre 2023 ore 11.40
Campo di Quidditch


Il vento freddo, tagliente, le sferza il viso con forza facendole lacrimare gli occhi e rendendo difficoltoso mantenere la scopa in asse, rendendo ogni sterzata, ogni piroetta, un incerto salto verso il vuoto ma lei non vi bada, beandosi della sensazione di appagamento che le da volteggiare a venti metri da terra, esibendosi in complesse acrobazie assieme ai suoi compagni di squadra per ringraziare e salutare tutti i tifosi che li hanno sostenuti dagli spalti con grida e striscioni, i cui volti minuscoli
– indistinti – ora li osservano estasiati; hanno vinto contro Tassorosso per 170 punti contro 10, annichilendo la loro difesa e segnando tre perfetti goal prima che lei si lanciasse alla ricerca del boccino come una furia mitologica, cavalcando i venti inclementi carichi di neve di Scozia come se fosse una creatura d'aria e non di terra, dimostrandosi nettamente superiore al quieto e prudente Scamander (I).
' Siate affamati, siate folli' diceva Steve Jobs e lei quando inforca la scopa lo è di certo, una minuta figurina avvolta in un manto blu notte su cui il suo cognome spicca opalescente, un monito a ricordare la lunga generazione d'atleti che le ha dato i natali e ciò che lei vorrebbe dimenticare, credendo le basti solo il numero per affermare il proprio talento, come vorrebbe dimenticare la profonda connessione scoperta con la terra, con quel mondo infero che tanto l'attrae e la spaventa, accompagnandola ovunque vada, in incubi e sogni così come da sveglia, quando scivola silenziosa come uno spettro fra le mura imponenti della fortezza di Hogwarts.
Solo lì riesce ad essere libera e lucida, disincarnata, poiché all'aria non importa se lei sia davvero una negromante o una semplice ragazzina così sprovveduta da leggere un rituale di cui non conosceva l'origine, non si cura del fatto che abbia resuscitato Mangiamorte e studenti innocenti, richiamando persino il fantasma del vecchio preside di quella scuola, poiché vuol solo essere cavalcata e lei, con le cosce ben strette alla sua nera Tornado V – Fire dalle punte in saggina ornate di rosso vermiglio, l'asseconda e si libera, respirando a pieni polmoni il freddo per smorzare la magia.

Potter!” Milena Trevisan è una sirena dai lunghi capelli castano biondo raccolti in uno chignon austero, al quale alcune ciocche sfuggono ribelli e le si porta a lato, osservandola con viso arrossato ed occhi coperti dagli enormi occhiali vintage da aviatore, nelle cui lenti a specchio la debole luce del sole dicembrino si scinde rifrangendosi; sorride con labbra screpolate, mostrando la fila di denti bianchi mentre si complimenta per le evoluzioni – tutta scena, teatralità pura – con le quali s'è lanciata predatoria sul boccino, chiedendole a cosa sia dovuta questa sua improvvisa voglia di mettersi in mostra.
Lily Luna ride gettando indietro la testa, lasciando ondeggiare la lunga treccia color fiamma viva nel vento mentre gli occhi saettano rapidi verso il limitare del campo, su una porzione di terreno coperta d'erba rada adombrato dall'imponente struttura degli spalti di Corvonero, ove un puntolino nero pare scrutarla di rimando, immobile accanto a quella che pare una nuvoletta di fumo grigiastro o nebbia ostinata.

Il capitano continua a ripetermi che parte del nostro compito è divertire il pubblico. Ho deciso di prenderlo in parola” grida sovrastando il sibilo acuto di quel vento inclemente fra le cui volute ondeggiano entrambe, mantenendo a fatica il controllo delle scope per godere ancora – pochi istanti – della libertà da esso offerta.
La mazza da battitore di Milena, attaccata agli appositi ganci montati sulla parte posteriore del manico della sua Comet Stellar è come una vela contro la quale le raffiche s'infrangono, accentuando il dondolio, ma la Corvonero pare non curarsene, continuando a studiare la compagna con gli occhi azzurri velati di sincero divertimento; che Potter avesse delle potenzialità l'ha sempre saputo sin dal primo anno, da quando la osservava furtivamente aggirarsi per i corridoi scansando folla e notorietà, rinchiudendosi in biblioteca sola, con libri e pergamene come unici compagni oltre ai pochi familiari
– il fratellino Serpeverde e la cugina Grifondoro – ai quali concedeva attenzione, ma dalla notte di Halloween sembra essere cambiata molto, iniziando a demolire quel guscio di silenzio ed introversione che le ha permesso di sopravvivere per quasi sei anni come un – banale – fantasma , facendo così emergere quella parte che lei reputa terribilmente interessante.

A che pensavi mentre leggevi il rituale d'evocazione degli spettri, in greco?
A che pensavi quando, rimasta sola, hai avuto abbastanza sangue freddo da spedire al riposo eterno il morto che è uscito dal cerchio?

Vedendola aggirarsi per i corridoi in penombra avvolta nella lunga mantella d'una taglia più grande nessuno lo direbbe, ma Lily Luna possiede la cinica e spietata freddezza dei predatori e davanti agli occhi divertiti di Amanda Anderson, che stupidamente la canzonava dandole dell'incapace nel constatare che – apparentemente – il rituale non stesse funzionando, ne aveva dato prova: ricorda bene l'odore di pioggia e vegetazione umida del sottobosco, i piedi affondati nella terra ricca, impreziosita da un tappeto di foglie marcescenti e le loro mani intrecciate a formare un cerchio mentre Potter, imperterrita, salmodiava; ricorda l'urlo di Grace quando lo spazio all'interno del cerchio disegnato nel fango aveva iniziato a tremare rivelando una mano ossuta dalle unghie giallastre simili ad artigli e rammenta la paura, salitale in gola sottoforma d'adrenalina e bile acre che le ha scosso il corpo, spingendola a correre come mai in vita imitando le due compagne di casa, mentre la terza, stoica, rimaneva immobile continuando la litania.
Vorrebbe chiederle di quella notte, di raccontarle cosa sia accaduto e che fine abbia fatto il cadavere emerso dalla terra, poiché lei è l'unica ad avere le giuste risposte dato che Grace si rifiuta di ricordare ed Amanda è stata ritirata da scuola dal padre ancora a Novembre, ma ogni volta in cui incontra gli occhi nocciola puliti e limpidi della Potter la domanda le muore in gola, annichilita dalla sensazione che qualsiasi risposta essa le darà sarà molto più difficile d'accettare del silenzio.
Stringe le dita fasciate dagli spessi guanti da gioco attorno al manico della scopa e s'impone contegno, ricordandosi di non essere mai stata una vigliacca e che domandare è l'unico modo per levarsi il dubbio ed è meglio che accada lì, ove sono sole in comunione col cielo,anziché fra le mura con troppe orecchie di Hogwarts, ma quando dischiude le labbra pronta a parlare l'urlo gioioso di Reeds la zittisce; il capitano plana come un falco fra le due streghe in uno svolazzo del lungo mantello blu oltremare, con i ricci trattenuti a stento in una coda alta.

Ottimo lavoro ad entrambe!” esulta felice, sollevando dagli occhi un paio d'occhiali identici a quelli della Trevisan per poter studiare meglio i visi arrossati delle due streghe; Lily Luna è stata eccezionale, le sue piroette e picchiate hanno sbalordito ed emozionato, regalando a Corvonero una vittoria schiacciante mentre Milena s'è dimostrata l'inflessibile carrarmato che è anche al suolo, schiacciando ogni tentativo degli avversari d'avvicinarsi ai loro anelli con colpi di bolide precisi e puliti, perfetti malgrado il forte vento che ne sfalsava la traiettoria.
Direi di fare un ultimo giro del campo in formazione per allietare il pubblico, prima che la McGranitt ci cacci fuori a calci” aggiunge poi osservando la tribuna dei professori ove la figura della preside si distingue alta e longilinea, vestita con una lunga tunica borgogna e l'immancabile cappello a punta sotto al quali s'intravede il viso severo, rivolto nella loro direzione; Milena incurva le labbra in un ghigno accantonando nuovamente l'idea di parlare con la Potter, esibendosi in una caduta verticale perfetta per raggiungere il resto della squadra ferma più sotto, intenti a discutere con i Tassorosso.
Vi precedo!” l'urlo si perde nel sibilo acuto del vento, strappando un sorriso al giovane capitano che s'invola a sua volta, non prima d'aver lanciato un'occhiata interrogativa a Lily Luna, ancora immobile.
Vieni?”
Lei annuisce, inspirando a pieni polmoni quell'aria fredda e frizzante che sa di vita e neve candida, lasciando che il rollio della Tornado V – Fire la culli ancora per qualche istante affinché i pensieri legati alla terra restino inconsistenti e distanti, piccole foglioline in balia della furia del vento fra i cui flutti si sente libera e potente, leggera; poi, dopo aver lanciato un'ultima occhiata al puntolino nero appostato nell'ombra degli spalti si lancia a sua volta verso il campo dall'erba verde, ben curata, che si estende sotto di lei, avvertendo la voce dell'aria farsi sempre più distinta così da rammentarle le parole di quella profezia che per giorni ha ignorato con forza.


Durante i Saturnalia,
la caccia del Solstizio.
Re, regina ed asso ti faranno a pezzi”

Cosa diventerai?


Superba partita, non trovi anche tu, Severus?” domanda il fantasma di Albus Silente studiando con interesse le acrobazie effettuate dalla squadra di Corvonero come ringraziamento ai tifosi che li hanno supportati durante l'incontro; Lily Luna scivola agile ed aggraziata fra i suoi compagni come una sirena d'aria, per nulla intimorita dalle forti raffiche di vento freddo che sferzano inclementi il terreno di gioco, facendo volare sciarpe e cuffie agli studenti meno accorti ed agitando le bandiere d'entrambe le casate, gonfiandole come fossero onde impazzite; dagli anni novanta molte cose sono cambiate, pensa con una punta di malinconia ascoltando la 'musica' sparata ad alto volume - Remixata, Lily l'ha definita così – da altoparlanti neri grossi quanto bauli da viaggio posti ai lati del tavolo degli speaker, sulle cui 'note' i ragazzi improvvisano picchiate e brusche sterzate, creando coreografie pazzesche alle quali nessuno aveva mai pensato, ai tempi in cui era preside.
L'uomo in nero al suo fianco risponde con un grugnito, riparandosi contro gli spalti per poter accendere l'ennesima sigaretta senza che il vento lo contrasti, inclemente.

Sai, mi chiedo perché Madama Bumb non abbia mai pensato a far svolgere queste acrobazie anche ai nostri studenti; sarebbe stato interessante vedere Harry o i Weasley divertire ed affascinare il pubblico in questo modo. Inoltre credo sia un buon modo per mostrare l'abilità e la capacità di controllo del mezzo di ogni giocatore” continua imperterrito l'ex preside con occhi fumosi lucidi di gioia, battendo le mani con trasporto quando uno dei ragazzi Corvonero – il capitano – esegue un salto dalla scopa, richiamandola poi con la bacchetta per atterravi sopra prima di toccare il suolo.
L'ego di Potter l'avrebbe spinto a spiaccicarsi al suolo ancor prima d'aver terminato il primo segmento di campo, mentre i gemelly Weasley avrebbero fatto esplodere i loro dannati fuochi d'artificio creando un casino incontenibile e quel tonto di Ronald sarebbe finito incastrato in uno degli anelli, prodigandosi nell'assurda impresa di passarvi attraverso” Piton espira una boccata di fumo denso e biancastro che s'invola in riccioli, disperdendosi nell'aria, studiando con occhi ossidiana umidi a causa del freddo la figurina sottile e slanciata a cavalcioni d'una scopa nera con bande laterali e coda d'un rosso vermiglio, simile a sangue non ancora coagulato, incurvando le labbra pallide in una smorfia; drammatica, con quella punta di orrido gusto kitsch che la rende ancor più teatrale, cavalca i venti con un'incoscienza che rasenta la follia, prodigandosi in evoluzioni avventate e rischiose, pulite, alle quali il pubblico esulta ed ulula gioioso, sovrastando il baccano prodotto da quell'obbrobrio che stenta a definire 'musica'.
Ben calcata nell'orecchio sinistro ha una cuffietta scura dalla quale scende, sotto il pesante mantello nero in cui s'è avvolto, un cavo sottile che la collega alla gemella, abbandonata contro al petto fasciato dall'austera casacca nera, terminante in un jack inserito sullo smartphone che tiene nella tasca dei pantaloni.
Cercare di persuadere Albus nel desistere a trascinarlo a vedere la partita s'è rivelato fallimentare, poiché l'ex preside è si incorporeo, ma sa perseguitare il prossimo con notevole e fastidiosa insistenza – tratto posseduto già in vita, acuito dalla morte – spingendolo alla pazzia, così è stato costretto a raggiungere il campo ed avrebbe assistito al match con un vago accenno d'interesse se le cose fossero rimaste come nella Hogwarts dei suoi anni; quando ha udito il baccano prodotto dalle casse e l'orribile musica che il dj – dovrà ucciderlo nel sonno – ha proposto come sottofondo ai momenti salienti dello scontro, ha ingoiato un imprecazione fra i denti, recuperando il dispositivo dalla tasca per sparare a tutto volume un po' di sano Rock anni '80, cosa che gli ha permesso d'ignorare buona parte degli assurdi sproloqui di Silente e del cronista così da concentrarsi solo sulla partita e sulle folli manovre – suicide – messe in pratica dalla sua 'protetta', alla quale dovrà ricordare che la missione è sopravvivere finché non avrà mandato a dormire tutti i risvegliati, non uccidersi nel tentativo di catturare il boccino d'oro nel modo più sconsiderato ed appariscente possibile.

Una cosa te la devo, testa di legno, lo smartphone si sta dimostrando davvero utile.

Oh Severus, su! Non essere sempre così drammatico!” lo rimprovera bonariamente il fantasma.
Non drammatico, realista” si porta la sigaretta alle labbra inspirando una lunga boccata dal gusto amaro, pesante, senza distogliere lo sguardo dalla squadra di Corvonero che sta completando l'ultimo giro di campo in formazione d'attacco, seguita a ruota dai Tassorosso, accompagnati da uno scroscio d'applausi e grida entusiaste; lei è un puntino oltremare ornato da una lunga treccia rosso fiamma e all'ultima curva decide di stupire nuovamente quella platea che l'ha sempre considerata troppo altera ed intelligente per mettersi in mostra così sfacciatamente, rovesciandosi su un lato per rimanere ancorata al manico della scopa con solo mano e gamba destra, distendendo la sinistra nell'aria mentre la testa ciondola nel vuoto e, nonostante non la veda, è sicuro che sta sorridendo divertita.
Albus esulta nuovamente battendo le mani con foga, sottolineando quanto la ragazza somigli ad Harry e Ginny, trattenendosi dall'includere nel paragone anche James Potter frenato dalla sua presenza, ma lui non se ne cura, poiché tutta l'attenzione è rivolta alla piccola e pazza strega che volteggia nell'aria con la stessa grazia di un essere dotato di ali, sicuro che la sua sconsideratezza nasca da qualcosa di più profondo della genetica; quando le due squadre atterrano nel campo verde dalla forma ovale per salutarsi e dirigersi agli spogliatoi l'uomo inclina il capo in un lieve cenno d'assenso, un complimento silenzioso e sentito verso quei ragazzi che – deve ammetterlo – hanno disputato una partita esemplare e verso lei, che è aria oltre che terra.

Dovresti congratularti a voce, Severus. Le farebbe piacere” dice Silente osservandolo con le labbra incurvate in un sorriso gentile, ma lui scuote fermamente il capo, inspirando l'ultima amara boccata di fumo prima di far svanire il mozzicone di sigaretta.
Si monterebbe la testa. Ho bisogno che rimanga lucida”
Saturnalia. La caccia del Solstizio” pondera il vecchio mago “Come precedentemente detto si tratta di un ciclo di festività della cultura romana dedicate al Titano Saturno, nelle quali l'ordine sociale veniva sovvertito. Si collocavano nel periodo che ora è compreso fra il 17 ed il 23 dicembre, quindi manca poco”
Per questo dico che non è il momento di distrarla. Non sta prendendo seriamente l'avvertimento di Tiger, non se ne preoccupa poiché lo reputa assurdo. Inoltre vi è il problema delle vacanze” Piton sbuffa, recuperando dalla tasca lo smartphone nero per spegnere la musica; il monito sibilato dal suo ex studente settimane addietro gli ha dato parecchio da pensare poiché sottintende molte più cose di quante ne rivela, esattamente come le parole di Turpin, mentre Lily Luna l'ha liquidato come assurdo, dato che sarà costretta a tornare alla Tana ove si troverà circondata da una nutrita schiera di parenti, quindi certa che nessun risvegliato verrà mai a cercarla per tentare di ucciderla.
Sì, mi ha accennato al fatto che durante le vacanze non le è permesso rimanere a scuola. Ma come abbiamo supposto nemmeno buona parte di 'loro' si trova ancora fra questi confini ed io ho il forte sospetto che se lascerà le mura del castello sarà in pericolo” gli occhi azzurro polvere, evanescenti, del vecchio mago osservano gravemente il viso pallido ed inespressivo dell'ex professore incontrando due abissi neri dal taglio allungato fermi, profondi.

Hanno passato intere notti a setacciare ogni angolo della foresta e del castello in cerca dei restanti sessantotto risvegliati senza trovarne alcuno, supponendo quindi che si siano spostati verso le città vicine in cerca di cibo o altre fonti di sostentamento; l'articolo ritagliato dalla Gazzetta del Profeta recante data 17 novembre 2023, inerente allo scempio d'animali a Blair Atholl, Killiecrankie e Aldclune giace affisso alla lavagna apparsa opportunamente nella stanza delle necessità, sulla quale stanno segnando possibili teorie e fatti oggettivi inerenti la ricerca, collegato ad altre notizie estrapolate dai quotidiani locali babbani tramite internet: sparizioni d'animali da cortile in altri villaggi del Perthshire - quasi tutti di colore nero – dei quali sono state poi ritrovate solo ossa e qualche brandello di carne priva di sangue, l'aggressione di due turiste da parte d'un uomo descritto come ' senza fissa dimora con problemi psichiatrici' vicino alla spiaggia di Portobello a Edimburgo e l'effrazione avvenuta presso il St. Andrews Medical Center, dal quale sono state prelevate numerose sacche di sangue per trasfusione.
La divulgazione magica invece tace, ma ciò non li ha stupiti, essendo la Gazzetta del Profeta un giornale fortemente controllato ed influenzato dal Ministero della Magia, nonché l'unica fonte autorevole di notizie del loro mondo.

Non posso andare con lei”
Ha bisogno di te, Severus” replica Silente in tono conciliante ma fermo, lo stesso con il quale l'aveva convinto per anni a fare da balia al giovane Harry, ottenendo un ringhio sommesso ed un'occhiata nera tagliente come la lama d'una spada, perché lui è cambiato, morire per adempiere alla missione di mettere Potter in condizione di battere l'Oscuro Signore è stato l'ultimo gesto di 'cortesia' nei confronti di quel vecchio pazzo manipolatore, a cui non perdonerà mai l'ordine mascherato da supplica d'ucciderlo per salvare il giovane Malfoy; non capisce quale ferita gli abbia inferto, né quale angoscia avverta dentro, così forte e radicata da essere sopravvissuta persino alla morte e si chiede con quale coraggio – faccia di culo – ora lo stia nuovamente invitando a farsi carico delle disgrazie di una giovane adolescente – Potter – con oscuri legami magici.
E' perfettamente in grado farcela da sé, se solo s'impegnasse. E non usare più quel tono con me. Il tempo in cui ti mostravo rispetto, prodigandomi ad eseguire ogni tuo folle ordine è finito da tempo, Albus. Sono stanco. Stanco di venire utilizzato come una pedina, stanco di fare da balia ad assurdi ragazzini invischiati con assurde profezie e doni malefici” replica riversando in quelle parole al vetriolo anni di orgoglio ingoiato a forza in nome d'un bene superiore, anni a passati a torturarsi per la morte della donna che era divenuta sua ossessione, anni nei quali aveva toccato le peggiori profondità dell'inferno in nome d'un legame reciso troppo presto, troppo futilmente e nei quali quel vecchio pazzo che ora gli fluttua dinnanzi era stato l'unica persona che avesse potuto considerare 'amica' , nonostante poi l'abbia tradito e ferito in modo orribile.
Silente lo osserva in silenzio con le labbra ferme in una linea pallida, appena visibile sotto i baffi spioventi che si perdono nella lunga barba argentea e l'espressione dolce e rassicurante d'un genitore intento a discutere con un figlio ribelle, ostinato, ma internamente le parole di Severus lo feriscono più di quanto mostri, poiché sono terribilmente vere; per diciassette anni l'ha utilizzato come una pedina facendo leva sull'amore provato per Lily Evans, aspettando che Harry Potter fosse pronto per sconfiggere Voldemort senza considerare appieno i suoi sentimenti e senza trovare il coraggio di rivelargli da subito quali azioni avrebbe dovuto compiere, convinto che non si sarebbe posto alcun problema dinnanzi ad orrori quali l'omicidio, la tortura e le menzogne.

La sto aiutando solo per mio tornaconto, non perché é la figlia di Potter, nipote di Lily. Non mi ingannerai più, poiché non m'interessa di che colore abbia gli occhi, di lei non m'importa” la frase si perde nel sibilo acuto del vento che sferza il terreno con forza, facendo ondeggiare il lungo mantello nero ed attraversando il fantasma di Albus che, immobile ed immune ai suoi terreni effetti, scruta attentamente il tumulto che si annida negli occhi ossidiana dal taglio asciutto dell'uomo; sebbene ad una prima analisi possano risultare piatti ed inespressivi al loro interno vi è l'abisso, una voragine che racchiude un mondo d'emozioni e paure, angosce ed amori, un abisso in cui Silente annega alla ricerca della verità e, quando ne emerge dopo averne scorto un barlume, sorride.
Puoi biasimarmi per tutta l'eternità per ciò che ti ho obbligato a fare e non avrei nulla in contrario, poiché la tua rabbia è giustificata, così com'è giustificato il tuo odio nei miei confronti, ma Lily non c'entra. Forse potresti aiutarla non per obbligo, non perché è la nipote della donna che hai tanto amato, ma semplicemente perché è lei e di lei t'importa”
E' una ragazzina, un'idiota che si è messa a svolgere un rituale senza ben capire di cosa si trattasse solo per far vedere alla sua compagna di casa di essere più brava e intelligente di lei. Dovrebbe importarmi di una così? Inoltre è cocciuta, fastidiosa, impreca come uno scaricatore di porto e non ha la minima accortezza nel vestire” ad ogni difetto snocciolato in tono velenoso da Severus, la cui espressione è una maschera di puro sdegno, il sorriso sulle labbra incorporee di Silente s'allarga mentre gli occhi azzurri vengono catturati da un particolare, da quel paio di 'cuffiette' nere che Lily Luna ha regalato all'ex professore dopo che questi è riapparso giorni addietro con uno di quegli strani telefoni, ancora nella scatola e senza voler spiegare ove l'abbia preso; dopo un primo sguardo stupito la giovane strega l'aveva aiutato a 'confunderlo?', 'conferirlo?', 'configurarlo?', per poi insegnargli come utilizzarlo per svolgere ricerche su internet e le funzioni principali delle varie applicazioni e per tutto il tempo avevano lavorato vicini, spalla contro spalla, condividendo opinioni e lanciandosi battute taglienti.

Oh, sono sicuro che se davvero la odiassi non le avresti concesso tutta questa libertà.
E non saresti venuto a guardala giocare.

Legge troppo”
Detto da te è quasi comico” Silente inarca un sopracciglio, stupito e divertito.
Il punto è che di lei non m'importa” sibila Piton rimarcando nuovamente il concetto mentre osserva con occhi di fuoco nero il fantasma, smaniando per cancellargli quell'insopportabile sorriso dal viso.
Giusto, giusto. Quindi il continuare a rammentarle che ai Saturnali non manca più molto tempo e che deve arrivarci preparata è solo una scusa per farla sentire in difetto, come facevi con i tuoi studenti?”
Ovviamente” risponde lapidario l'ex professore.
E, vado sempre per ipotesi, il fatto che tu l'abbia aiutata con quella Pozione Ricostituente alla Mandragola che dovrebbe presentare alla lezione di domani, della quale non ha potuto seguire alcune fasi a causa degli allenamenti di Quidditch venerdi pomeriggio e della partita stamane, è solo per rimarcare la tua superiorità in materia?”
L'azzurro polvere luminoso e trasparente degl'occhi di Silente incontra l'ossidiana nera, granitica e profonda come un abisso di tenebra, in cui divampa un fuoco assai simile all'Ardemonio alimentato dalla superficiale rabbia che l'uomo prova, maschera d'un sentimento più complesso ed alieno di cui non vuol ammettere l'esistenza; il preside prorupe in una risata cristallina che è come scarica elettrica per i nervi tesi di Severus, spingendolo a bramare con disperata urgenza la possibilità di finirlo con una seconda Avada Kedavra.
Lo odia, lo odia per il tono quasi paterno con cui gli suggerisce idee per le ricerche sui risvegliati e sulla magia della Potter, lo odia per avergli perdonato ogni peccato commesso, ogni debolezza ed ogni mancanza con una semplicità disarmante, accogliendolo sempre a braccia aperte pur quando nessuno l'aveva voluto ed infine lo odia per quella fastidiosa capacità di leggergli dentro come se fosse un libro aperto, ignorando le barriere che lui è solito ereggere per abitudine ed autoconservazione; sospira infastidito, gettando fuori la rabbia in una nuvoletta di vapore biancastro che si perde nel vento freddo, inclemente, assottigliando appena lo sguardo mentre fissa l'erba rada ripensando alla Potter, a quanto si stia dimostrando terribilmente 'interessante' e a come debba costringersi a mantenere ben saldo il muro fra di loro per mille – giusti – motivi che lei pare ignorare, troppo attaccata alla logica per vedere l'irrazionale realtà.

Oh, 'fanculo Albus!” ringhia per farlo tacere senza trovare alcuna, intelligente, motivazione al perché abbia deciso d'aiutare la ragazza in Pozioni nonostante le avesse ricordato più volte di non essere li per quello scopo, senza però risparmiarle una pesante sgridata inerente alla sua inettitudine per non aver iniziato il compito prima e, quando ormai le parole hanno abbandonato le sue labbra pallide, si rende conto d'aver risposto con la stessa cadenza utilizzata da lei per farlo star zitto quando è stufa di ricevere insulti.

Il muro, focalizza il muro...
Per Salazar!

Ciao Lily!” Silente si volta, accennando un saluto con la mano nel vedere l'esile figura dai capelli raccolti in una treccia rosso fiamma avanzare verso di loro con la scopa in spalla; Piton le lancia un'occhiata a sua volta rimanendo stupito nel vedere che la divisa di Quidditch le calza giusta e quanto sia diversa da quelle utilizzate dai ragazzi negli anni '90: il busto è coperto da una giacca in tessuto sintetico con protezioni su gomiti e spalle, sotto la quale s'intravede una sorta di armatura a collo alto che le fascia completamente il busto, riparando schiena e petto grazie ad una serie di lamine metalliche. I guanti sono interi e rinforzati a loro volta, lunghi fino metà braccio, simili alle ginocchiere che proteggono la gamba, infilandosi negli alti stivali neri muniti di lacci sul retro, sopra a pantaloni attillati – da cavallerizza – neri; al collo porta un paio d'occhialoni da aviatore con le lenti a specchio, d'un rosso che vira all'ambra, pacchiani come le decorazioni vermiglie sulla scopa ed il mantello color blu oltremare danza nel vento come un'onda impazzita e l'avvolge, facendone risaltare la figura slanciata e la carnagione chiara del viso, ornata da quella massa di capelli ribelli che sfuggono alla stretta treccia.
Buongiorno! Piaciuta la partita?” incurva le labbra in un sorriso quando gli occhi nocciola incontrano quelli neri di lui, stando ben attenta a rimanere quanto più vicina possibile agli spalti così da risultare 'nascosta' alla vista d'eventuali curiosi di passaggio; Silente annuisce entusiasta, prodigandosi in una serie di complimenti per il gioco impeccabile e per le stupende acrobazie con le quali hanno allietato il pubblico a fine match, rammaricandosi che tali spettacoli non fossero stati introdotti quando ancora lui era preside.
Stavi cercando di suicidarti, Potter?” sbotta atono Piton, smorzando il sorriso sul volto della ragazza che ritorna seria e pensosa, osservandolo con occhi nocciola duri come terra compatta.
No, volevo solo respirare. Dimenticare e sentirmi viva” non si aspetta che lui capisca cosa significhi avere il corpo pervaso dall'adrenalina ed i polmoni sferzati dall'aria tagliente, non pensa che lui sappia che sensazione di gioia potente da il cuore quando batte all'impazzata per mantenere la velocità folle a cui è sparato il corpo, né si stupisce del tono critico in cui gli ha rivolto quella domanda intrisa di scherno; eppure lei non si sente in colpa, poiché aveva disperatamente bisogno di lasciare le cose della terra ben ancorate al suolo e librarsi nell'aria senza troppi pensieri o paure, così da fare ordine i quelli che l'attanagliano da settimane, a cui se ne stanno aggiungendo altri.
Perché allora non sei rimasta ancora un po' lassù, se l'aria qui è opprimente?” chiede l'uomo studiandola con quegli occhi in cui lei ogni volta annega, risucchiata dal buio, con un filo d'ironia nonostante sappia fin troppo bene cosa significhi correre a velocità folle per lasciare che l'adrenalina annichilisca la ragione, fomentando la pazzia.
Perchè i saturnali s'avvicinano ed io devo essere pronta. Stamattina ho mandato un gufo a casa chiedendo formalmente di poter restare ad Hogwarts per le vacanze di Natale, adducendo la scusa di essere troppo impegnata con le varie tesine propedeutiche ai M.A.G.O da presentare a fine anno” la strega osserva il sopracciglio di Piton inarcarsi in sorpresa, dopo due settimane passate a bocciare l'idea di trovare una soluzione per rimanere fra le mura del castello durante le festività non si aspettava di certo che lei cedesse così, scrivendo di sua sponte alla famiglia senza bisogno d'essere costretta, ma l'ha stupito di nuovo, mostrandosi ancora una volta molto più sveglia di quanto i suoi sedici anni facciano trasparire.
Scelta saggia, mia giovane amica” annuisce Silente poggiandole una mano evanescente ed incorporea sulla spalla fasciata dalla protezione in metallo e cuoio.
Non credo, secondo la mia teoria sulle profezie con questa decisione ho appena fatto in modo che s'avveri quanto pronosticato da Tiger. Ma pazienza, in verità sarei contenta di non dover passare un altro caotico natale alla Tana, in mezzo ad un orda di parenti impazziti e senza la possibilità d'isolarmi e leggere” Lily luna recupera il sorriso, sinceramente convinta di quanto ha appena affermato; per settimane ha avuto paura del futuro, di vedere avverarsi ciò che Turpin e Tiger le hanno rivelato poco prima di tornare alla morte, inoltre era spaventata dalla possibilità d'aver richiamato come risvegliati anche i ragazzi che erano morti nella Battaglia di Hogwarts e questi pensieri l'hanno spinta a rifiutare con forza l'idea di cercare lo scontro fissato per la notte del solstizio, durante i saturnali.
Scappare però è inutile, l'ha capito aalla terza notte insonne passata a rimuginare e quando s'è svegliata di buon ora per recarsi alla partita, ha pensato d'inviare subito la richiesta ai genitori senza consultarsi con i suoi improbabili collaboratori.

Quindi sfuggire al pesantissimo pranzo di natale di Molly è l'unica cosa che ti spinge a restare?” domanda Piton con un ghigno cattivo ad incurvare le labbra pallide e l'espressione sorniona d'un gatto pronto a ghermire l'incauto e sparuto passerotto caduto dal nido; gli occhi castani di lei scivolano nuovamente in quelli neri di lui, incandescenti nella poca luce filtrata dalle spesse nubi gonfie di neve e paiono addolcirsi mentre si domanda quale sia la vera risposta che l'uomo cerca, perché a lei sarebbe spiaciuto lasciarlo solo lì, con l'unica compagnia di Albus con il quale litiga ad ogni occasione, ed inoltre sta – follemente – pensando a cosa regalargli, sebbene le idee virino ancora fra il banale e lo scadente, ma dato che non è sicura di come l'uomo potrebbe reagire a simili dichiarazioni opta per una risposta più neutrale, più profonda e ricca di significato.
Resto, perché sull'orlo del baratro ho capito la cosa più importante” sussurra ricordando le parole del gatto Zorba in una delle favole che più ha amato da bambina (II), mentre Piton la guarda con quegli occhi incredibili ove tutto annega e muta, senza più scherno né voglia di deriderla per le sue paure d'adolescente o per il tempo che impiega ogni volta ad accettare una nuova difficoltà, parlandole come se avesse colto la citazione e conoscesse a sua volta i libri di Sepùlveda.
Quale sarebbe?”

Che vola solo chi osa farlo”






Stralci d'Indagini

[Frammento di foglio A4 a quadretti, con testo scritto a penna]



Ministero della Magia
12 dicembre 2023 ore 21.37
Dipartimento per la Difesa Magica, Sezione Auror


L'uomo si toglie gli occhiali con gesto stanco, passando entrambe le mani sul viso e stropicciandosi gli occhi per cercare di scacciare la stanchezza, smettendo per qualche istante di leggere il rapporto inviatogli dalla squadra appartenente all'ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche capitanata da Martin Finch, intervenuta ad Edimburgo per tentare di catturare quello che è stato segnalato come un 'pericoloso freak' (III) fuori controllo che ha tentato d'aggredire un babbano a spasso col proprio cane all'imbrunire, nei Meadows.
Sulla scrivania ingombra di manuali, pratiche in sospeso e pergamene sparse giace abbandonata una tazzina di caffé ormai freddo, gentile concessione offertagli da Hermione poco prima che lasciasse l'edificio, ormai ore fa; cerca di riordinare le idee, fissando con occhi verdi arrossati lo schermo del pc, riducendo a icona il PDF per aprire un altro file contenente il rapporto di servizio stilato da Malfoy dopo essere stato inviato dai McGregor, la famiglia più antica ed autorevole di vampiri presenti in Scozia, i quali hanno negato fermamente un coinvolgimento della loro razza nelle bizzarrie che si stanno verificando a nord, comprese le macellazioni e prosciugamenti dei numerosi animali trovati morti poco distanti dalle abitazioni dei babbani loro proprietari.
Galli neri, capre nere e tori sempre neri, eccettuato lo scempio di quella mucca a Blair Atholl tutte le altre bestie hanno in comune il colore e il fatto d'essere state uccise di notte e dissanguate mediante un taglio slabbrato sul collo che ha squarciato la carotide; apre poi il fascicolo fotografico concentrandosi sull'immagine del bovino bianco, studiando i segni di morsi fra la clavicola e la mandibola, ben visibili fra il sangue rappreso e la pelle raggrinzita, domandandosi quale sia il denominatore comune: perché alcuni animali sono stati semplicemente dissanguati, mentre altri mangiati fino all'osso?
Ritorna al rapporto di Malfoy, rileggendolo per l'ennesima volta senza trovare alcun elemento che possa spingerlo a dichiarare i vampiri coinvolti in quegli atti vandalici, perché oggettivamente non ve ne sono: i McGregor sono sempre stati molto attenti a vivere alle spalle degli umani senza far trasparire la loro sempiterna natura e governano col pugno di ferro su tutta la Scozia, eliminando qualsiasi freak si dimostri incontrollabile prima ch'esso possa divenire un problema per il Ministero.
Nonostante Ron continui a supporre il contrario, perché il capo famiglia non gli è molto simpatico, le creature che stanno scorrazzando libere per villaggi e città babbane scozzesi compiendo effrazioni e scempi alla ricerca di sangue fresco non sono vampiri.

Il Ministro mi ucciderà.
Li vuole sotto i riflettori da un po'.
Sperava che questa fosse l'occasione buona per incastrali.

Ma lui nel suo lavoro è intransigente, si rifiuta di accusare innocenti per crimini che non hanno commesso, siano pure dei succhiasangue antichi di secoli dai modi alquanto poco ortodossi, ma qui torna il nodo: se non sono stati loro di quali creature si tratta? 
Hanno scartato da subito i lupi mannari poiché la perizia effettuata dai medimaghi della sezione 'Medicina Legale' ha escluso la compatibilità dei segni di denti con le fauci d'uno di loro, riportando un'ipotesi che ha lasciato un certo senso d'inquietudine nella sua squadra, ovvero che si tratti di 'uomini' privi della capacità di trasformarsi.
Altro click del mouse e il file inviato dal dott. John Evans gli appare davanti agli occhi cerchiati da profonde occhiaie bluastre, evidenziate dagli occhiali tondi dalla montatura sottile, rimarcando tutte quelle informazioni che ormai conosce a memoria per ogni capo di bestiame esaminato: i morsi sono stati inferti da 'umanoidi' adulti, solo in un paio di casi il medico ha ipotizzato che i soggetti fossero più piccoli, con un'età compresa fra i quindici ed i venticinque anni, non avendo ancora mascella e mandibola perfettamente strutturate; gli animali sono stati uccisi mediante strangolamento, esercitando una forza brutale che non aiuta certo a restringere la cerchia dei sospettati, dato che molte creature con fattezze 'umane' sono in realtà mostri con la capacità di piegare l'acciaio come se stessero spezzando uno stuzzicadenti di legno.

Fate? 

No, non crede ne esistano di questo tipo, come non crede che le creature che stanno scorrazzando per Edimburgo siano autoctone, tesi avvalorata dal fatto che i possibili avvistamenti di alcune di esse si siano verificati nell'area del porto cittadino e sulla spiaggia; devono essere arrivati per nave spostandosi poi verso nord e, nonostante i primi cadaveri d'animali siano stati rinvenuti nel Perthshire, è sicuro che quelle creature non provengano dal parco Nazionale di Cairngorms come invece ha ipotizzato – sgomento – Ron, terrorizzato dall'idea che possano giungere nei pressi di hogwarts e minacciare così la vita di sua figlia,  ipotesi smentita dalla stessa Minerva McGranitt, sua ex insgnante di trasfigurazione ora preside, con la quale ha avuto un colloquio giorni addietro e che l'ha rassicurato sul  fatto che nessuna strana creatura sia stata scoperta a vagare nella Foresta Proibita o nei pressi del castello, così come ad Hogsmeade. 

Dovrò chiedere a Teddy di fare un'ulteriore verifica su tutte le navi merci attraccate dal 10 novembre fino al 15, esaminando nel dettaglio anche le bolle di consegna. 
Malfoy potrebbe invece occuparsi dei registri di bordo delle navi da crociera.

Apre google maps sulla cartina della Scozia, ingrandendo Edimburgo ed al contempo osservando distrattamente le poche rige vergate frettolosamente su un post-it giallo appiccicato al lato sinistro dello schermo che recitano ' contattare Alexander o Marcus, urgente'  mentre una frdda morsa gli serra la gola, ricordandogli con lororosa insistenza l'obbligo di riferire al capo del distaccamento M.A.C,U.S.A a Londra le ultime novità, dato il recente progetto di 'cooperazione per la Difesa Magica' a cui il Ministro Marlowe-Finch tiene in modo assai morboso - ancor più che ad imputare ai vampiri quegli scempi - e l'ordine di coinvolgerli nel caso per avere un'ulteriore e più autorevole supporto; Jonathan Green, attuale capo del Dipartimento Auror inglese e suo superiore ha storto il naso,  redarguendo il ministro come si farebbe con un bambino molesto ed un po' stupido, sottolineando che gli americani non sono certo qui per analizzare cadaveri di mucche e galline, inoltre gli stanno concedendo troppo potere e troppe libertà, discorso con il quale lui si trova d'accordo, sebbene non possa esercitare la facoltà di astenersi dal riferire a Meyer.

Chissà perché, da quando sono iniziate le aggressioni ai danni di babbani, ad Edimburgo, i colleghi sono così interessati.
Eppure non si tratta di dar la caccia a maghi oscuri, cosa in cui sono molto più specializzati di noi, bensì di trattare con esseri magici allo sbando, probabilmente spaventati dal lungo viaggio avvenuto nella stiva d'una nave cargo, senza cibo decente né luce.

Sposta distrattamente il cursore sull'enorme riserva naturale ove sorge Hogwarts, sospirando pesantemente per allontanare il brutto presentimento che l'ha colto quando s'è visto affidare quell'insolito caso per poi deviare l'attenzione verso un gruppo di fotografie poste alla destra dell'ampio schermo: nella prima si distinguono tre bambini dai quattro agli otto anni,  intenti a tenersi la mano e sorridere davanti alla giostra dei cavalli gremita di persone, due maschi dai capelli scuri ed una bimba fasciata in un vestitino rosa confetto, dalla chioma ribelle rosso fiamma; l'uomo sorride osservando poi l''immagine più recente, ove l'intera famiglia aveva posato davanti alla Cattedrale di Notre Dame a Parigi l'anno prima che finisse bruciata.
James Sirius era già alto e slanciato, con capelli castani dritti come quelli della madre ed occhi nocciola su un viso regolare e delicato, Albus invece appariva poco più basso con i medesimi capelli dritti, seppur d'una tonalità di castano più scura che li faceva apparire quasi neri, pelle diafana e viso aguzzo sul quale spiccavano occhi d'un verde foresta intenso, brillanti; fra loro vi era una ragazzina con lunghi capelli rosso vivo indomabili e l'espressione seria di chi, in foto, non sorride mai, infagottata in una felpa con cappuccio d'una taglia più grande e jeans a zampa chiari, il cui orlo era finito irrimediabilmente sotto le suole piatte delle converse color cremisi.
Nonostante cerchi di mostrarsi tranquillo capisce perfettamente i timori di Ron, specie dopo aver ricevuto la lettera dove la la sua ultimogenita comunicava che non sarebbe tornata a casa per le vacanze di Natale a causa della mole di compiti e ricerche che sta svolgendo per arrivare preparata agli esami di giugno, portandosi avanti così per i M.A.G.O dell'anno prossimo; nell'amore per la ricerca e l'apprendere sempre cose nuove gli ricorda molto Hermione e si chiede da chi abbia preso, dato che né lui né Ginny sono mai stati così ossessionati dallo studio,  ma la cosa non lo turba poiché spera chetutto questo impegno le varrà un'ottima carica fra le mura del ministero della Magia, una volta diplomata. 
L'unico ostacolo al concederle il permesso di rimanere ad Hogwarts è stata Molly; la cognata infatti non ha gradito lidea di non poter avere tutta i numerosi nipoti riuniti per i festggiamenti del 24 e del 25 Dicembre,  mancando all'appello Albus Severus e l'intera famiglia di Bill Weasleu, rimasta in Francia a causa di  problemi di salute della madre di Fleur, quindi all'idea di non poter vedere né Rose né Lily Luna ha protestato con forza e ci è voluta tutta la pazienza di Arthur, unita all'intransigenza di Ginny, per farla desistere dal piombare a scuola per portar via le due ragazze; l'idea che la sua ultimogenta non sia sola, ma che abbia la cugina a tenerla d'occhio è per Harry un sollievo, essendo quest'ultima molto più coscienziosa e matura, nonché attenta alle regole.
Albus invece si sta dimostrando una grossa incognita, nonché un problema: sebbene abbia completato in giugno i numerosi M.A.G.O con tutte 'E', ha deciso di rifiutare la proposta d'entrare al Ministero come apprendista nell'ufficio degli Obliviatori per 'prendere un anno sabbatico e riflettere su cosa davvero vorrebbe fare nella vita', iscrivendosi da subito ad un corso di primo soccorso e finendo a fare il volontario sulle ambulanze babbane a Londra, con turni massacranti e poco tempo per dedicarsi ad un'eventuale studio di materie più utili; urlare è stato inutile, così come minacciarlo, poiché il ragazzo s'è mostrato abbastanza determinato da prendere le sue cose e lasciare la casa di famiglia senza troppi problemi, trasferendosi in un piccolo appartamento sito in Bayswater che divide con un suo collega autista d'ambulanze, racimolando i soldi necessari a pagare la sua parte d'affitto con lavoretti e ripetizioni.
Da quanto ha potuto apprendere tramite James, Albus è intenzionato a non rivolgergli la parola fino a quando non accetterà la sua scelta di vita, cosa che Harry prevede accadrà il più tardi possibile, fermamente convinto che un mago dotato come suo figlio meriti di meglio che finire fra i babbani a fare il medico o il barreliere, troncando ogni contatto con il mondo magico.

Sono ormai le dieci passate quando lo smartphone inizia a vibrare insistente sotto la pila di pergamene che l'hanno seppellito; Harry trattiene un'imprecazione, constatando che ha nuovamente dimenticato d'avvisare Ginny che non sarebbe tornato per cena e recupera il telefono, sicuro che sia lei pronta a sgridarlo per essersi trattenuto di nuovo in ufficio oltre l'orario e la decenza, ma quando legge il nome sul display ogni accenno di tranquillità abbandona il suo viso, sostituito dall'allerta.


'BIG D'
calls


Pronto?”
Harry? Ti prego, è successa una cosa a mamma e papà...ti prego. Non so chi altri chiamare”





Riti di Luce e Tenebra

[foglietto pinzato al margine dell'A4 precedente]



Hogwarts
13 dicembre 2023 ore 02.10
Dormitorio femminile Corvonero

Vicino alla finestra una candela bianca brucia pigramente, illuminando il vetro ed una porzione di muro d'una calda luce dorata, un aureola a corona della fiamma affusolata, pallida come una stella lontana; Lily Luna la guarda incapace di dormire, persa in una torma di pensieri legati alla caccia, alla scuola e a quanto sia cambiata la sua vita in un battito di ciglia.
Abbandonata sulla pila di libri che ingombra il comodino vi è la risposta alla lettere che ha spedito giorni addietro ai genitori, che è tardata ad arrivare – stando a quanto le ha scritto James su Whatsapp – a causa delle profonde proteste di nonna Weasley che avrebbe tanto desiderato avere sia lei che Rose a casa per la fatidica cena del 24, oltre che per il pranzo del 25 mentre sia Harry che Ginny si sono mostrati d'accordo nel concedere – da subito – il permesso per quest'anno d saltare le festività, così da concentrarsi sullo studio, convinti che abbia finalmente trovato una vocazione, un lavoro a cui dedicare anima e corpo, tranquillizzati dal fatto che anche Rose starà a scuola.
Non hanno idea di che tipo di feste affronterà lei, strappata alla tradizione cristiana e consumista moderna per finire in quella romana, antica, ove le regole venivano sovvertite per volontà d'un antico Titano del tempo decaduto, anch'esso fortemente connesso agli inferi dei quali lei ha scoperto d'essere 'figlia'; dopo il rifiuto di Al suo padre spera internamente che anche lei voglia entrare al Ministero come Auror e che voglia utilizzare queste vacanze per studiare meglio il programma d'addestramento, così da affrontare il settimo anno già pronta per l'accademia, ma lei al solo pensiero storce il naso, poiché non sa cosa vuol fare 'da grande', ma è certa di non voler entrare negli Auror.

Sarebbe un po' ridicolo, visto ciò che sono.
Visto quel che ho fatto.

Inghiotte un bolo di saliva fredda, studiando come l'ombra avvolga la pallina di luce senza però soffocarla, cullandola fra le sue spire sfilacciate con dolce devozione e per un'istante si chiede dove sparisca Piton ogni notte, se dorma, dove riesca a lavarsi e a recuperare sempre nuovi vestiti puliti, dove mangi, conscia che se provasse a porgli quelle domande gli risponderebbe con un grugnito infastidito o una battuta tagliente; eppure, oltre le maschere, lei e lui sono complementari come quella fiammella solitaria e le ombre che la circondano protettive, pensa ricordando l'ottimo risultato ottenuto con la Pozione Ricostituente alla Mandragola consegnata lunedì pomeriggio e la giaia del professor Taylor nell'assegnarle una 'E', risultato che il suo collaboratore – nonché ex docente di Pozioni – ha sminuito e demolito con uno sprezzante commento sulla sua incapacità d'organizzarsi, da brava testa di legno qual'è, sottolineando che senza il suo aiuto avrebbe preso una meritata 'T'.

Però sorrideva.
Non stava ghignando come suo solito.

Con le iridi catturate dal fuoco le sorgono alla mente – quasi fossero un presagio nefasto – le parole del poeta e mistico afghano Mirza Khan Ansari, vissuto nel 1600, quando scriveva dell'amore impossibile fra la fiamma e la falena, perché oltre ad essere fuoco ed ombra sono anche questo, fuoco ed attrazione per il fuoco che tutto consuma, con le loro passioni comuni e la morte a legarli come un filo rosso sottile, che, pian piano, li ridurrà in cenere.


'Io ti canto dolce falena,
che tu sei di mia luce amante,
tu non conosci la verità,
il tuo volo è un illusione.

Amo me stessa e la mia morte,
Con me arde il fuoco,
non io nel fuoco'


Gli occhi della ragazza si spostano dalla lingua di fuoco aurea al contenuto dei piattini posti alla base del lungo stelo di cera d'un bianco immacolato, rabbrividendo nel notare la somiglianza con le scodelle di coccio che lei evoca per sfamare i risvegliati, nelle quali fa scorrere gocce del suo stesso sangue, placandone così la sete per renderli docili, spedendoli poi al riposo eterno e si domanda quale assurdo rituale stia compiendo la Trevisan; a pensarci bene lo fa ogni anno, la notte fra il dodici e tredici dicembre, lasciando vicino alla finestra un po' di biscotti, zollette di zucchero, una carota e una manciata di fieno fresco che alla mattina svaniscono nel nulla, come raccolti da folletti invisibili.
Forse li portano via gli elfi domestici, oppure davvero l'assurda divinità italiana di cui Hilary ha supposto l'apparizione, temendo per i suoi monili in oro poiché è profondamente ignorante, si palesa mangiando quelle pietanze; i biscotti e lo zucchero hanno senso, così come potrebbe averlo la carota cruda, ma non ha mai capito il perché del fieno, né ha mai trovato coraggio sufficiente ad arrischiarsi a domandare alla diretta interessata chi stia onorando.

Si volta verso la stanza buia, lanciando una rapida occhiata alla sagoma avvolta nella pesante trapunta sul letto di fondo, sorridendo mestamente prima di chiudere gli occhi e rincorrere il sonno, con un ultimo pensiero impigliato fra ragione e assurde fantasie.


Mi auguro che i tuoi spiriti siano più buoni dei miei, Trevisan

Buonanotte.







Glossario:

  1. Scamander: come accennato negli scorsi capitoli gli Scamander sono due, il cercatore di Tassorosso è quindi il fratello gemello di Lorcan, Lysander.

  2. ' Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare' di Luis Sepùlveda.

  3. Freak: sono così chiamati quei vampiri 'novelli' che hanno subito problemi nella trasformazione, rinascendo senza coscienza di sé, folli; sono considerati più simili a cani idrofobi che a veri e propri vampiri, eliminati dalla loro stessa razza poiché risultano problematici.


NDA: A voi anche questo sesto – nono – capitolo che è più una raccolta d'avvenimenti sparsi che introducono quanto dovrà inevitabilmente accadere, preparando il terreno ai Saturnalia.
Volevo scrivere una vera e propria partita di Quidditch, ma ho dovuto limitarmi al finale poiché il capitolo stava venendo davvero lunghissimo e, trattandosi d'una parte non rilevante ai fini della trama, ho preferito mantenere solo i pensieri silenziosi delle due ragazze Corvonero, così come il dialogo fra Albus Silente, Severus e Lily Luna.
Finalmente fa la sua comparsa il Salvatore del Mondo Magico, alle prese con mille teorie e poche certezze, nonché con i grattacapi che ogni genitore ha con i figli adolescenti; Draco Malfoy e Ronald Weasley lavorano nella sua squadra, assieme a Teddy Lupin, mentre Hermione è si impiegata nel ministero, ma non nella sezione Auror.
L'ultimo pezzetto è nato dalla mia fissa d'onorare la festività di Santa Lucia, che nelle mie zone è molto sentita e per me è stata per tutta l'infanzia quasi più importante del Natale; in Inghilterra non è conosciuta – da qui lo stupore delle compagne inglesi di Milena – mentre la strega italo-croata la conosce grazie alla famiglia paterna e, come me, vi è affezionata.
La poesia citata da Lily Luna è stata messa in musica da Angelo Branduardi ed è bellissima, nonché – a mio parere – abbastanza azzeccata per descrivere entrambi i nostri protagonisti ed il loro rapporto con il mondo, nonché il rapporto che li lega.

Avviso: i prossimi capitoli verteranno sulla profezia enunciata da Tiger (Durante i Saturnalia, la notte del solstizio Re, Regina ed asso ti faranno a pezzi) e ci tengo a premettere che saranno abbastanza 'crudi', con scene tendenti allo splatter, questo perché (purtroppo per voi) il tema di questo racconto è la caccia ai risvegliati, non la raccolta di funghi nella foresta proibita.

Ringrazio tutti coloro che sono giunti fin qui, che hanno aggiunto questa storia alle preferite\seguite\ricordate e chi ha trovato un briciolo di tempo per recensire e lasciarmi un parere.

Grazie davvero!



Alla prossima!


_Morgan

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Capitolo 10
*** .VII: Saturnalia, notte del Solstizio: Offerta alla Tormenta (21 dicembre 2023) ***


Nekiya - Capitolo VII
  • νέκυια

- Capitolo VII-

Saturnalia, notte del Solstizio: Offerta alla Tormenta

[Trattato sulla caccia ai Risvegliati – Parte II]




Lascia che io cada se devo cadere.
Quello che diventerò mi prenderà.

[Baal Shem Tov]



Cairngorns National Park,
Hogsmeade
21 dicembre 2023, ore 20.37


Afferra una patatina fumante con gesto vago, portandosela alle labbra con un movimento lento e meccanico, ascoltando distrattamente il nuovo argomento eviscerato da Rose per instaurare una conversazione, studiando l'ampia sala circostante con sguardo annoiato e pesante: I Tre Manici di Scopa non è mai stato così affollato come quella sera, constata con una punta di curiosità, scrutando i visi gioiosi ed accaldati degli avventori che – come un fiume – si sono riversati all'interno del locale da quando la tormenta di neve ha iniziato a sferzare le strade in acciottolato di Hogsmeade, facendo fuggire buona parte dei turisti.
Alza distrattamente il boccale di burrobirra mezzo vuoto portandoselo alle labbra, ingollando una lunga sorsata prima di tornare ad attaccare l'abbondante porzione di Fish&Chips offerta dalla casa che madama Rosamund, nipote della famosa Rosmerta, ha portato loro pochi minuti addietro; anche Rose pesca dal piatto con gusto, inzuppando ogni pezzo in un intingolo composto da aceto e sale prima di portarselo alle labbra, continuando a parlare delle lettere e messaggi che Scorpius le invia clandestinamente, firmandosi con un comunissimo nome babbano.

Mio padre reputerebbe più decorosa una relazione con un ragazzo normale, non magico, piuttosto che con un Malfoy” sbotta contrita, spostando una ciocca di capelli ricci dal viso per incastrarla dietro l'orecchio, così da poter continuare ad addentare le patatine senza alcun fastidio; Lily Luna le scocca un'occhiata divertita bevendo ancora, concentrando poi l'attenzione su due maghi attempati che stanno animatamente discutendo con Rosmerta, ferma dietro al bancone ed intenta a preparare le bevande richieste: stanno parlando del meteo e sono convinti che la tempesta durerà tutta la notte.
La giovane strega sospira bevendo un altro lungo sorso di liquido ambrato e speziato, tiepido, pensando che se davvero così sarà il problema 'Caccia del Solstizio' si risolverà in un nulla di fatto, poiché dubita che le creature – seppur morte – possiedano l'avventatezza di andare in giro con un tempo così inclemente, sotto una tormenta come – stando ai racconti opportunamente gonfiati dei vecchi maghi – non se ne vedevano da decenni; sono immuni al freddo, non rischiano l'ipotermia, ma camminare nel vento forte dev'essere un problema anche per loro, specie se i corpi non sono conservati ottimamente ma si presentano in avanzato stato di decomposizione.

Lily? Mi ascolti?” Domanda Rose sbuffando sonoramente, osservando lo sguardo assorto della cugina con interesse mentre si domanda cos'abbiano di tanto interessante i maghi assiepati attorno al bancone da meritare tutta la sua attenzione; gli occhi color terra di Lily Luna abbandonano gli avventori per posarsi nuovamente sul viso roseo e tondo, lentigginoso, della cugina.
Oh sì, scusa. Cercavo solo di raccogliere informazioni sulla tormenta”
Perché? Vedrai che smetterà presto. Una volta calata potremmo tornare al castello”
Un guizzo oscuro attraversa le iridi calde della giovane Potter facendo corrugare la fronte della strega Grifondoro, stranita da quella miriade di comportamenti elusivi e scostanti che la cugina ha – specie nei suoi confronti – dalla discussione avuta in biblioteca; durante la giornata s'è comportata bene e, per un istante, mentre giravano per negozi in cerca degli ultimi regali di Natale per parenti ed amici, Rose aveva pensato che fra di loro non fosse accaduto nulla, che le cose fossero rimaste come ad inizio anno, ma poi l'ha vista incupirsi davanti alla vetrina d'una gioielleria magica e, successivamente, anche all'interno di 'Mielandia', quando le aveva suggerito maliziosamente di regalare qualcosa di 'dolce' al suo fidanzato.
Non riesce davvero a capire quale tipo di relazione spinga Lily Luna ad essere così guardina e silenziosa da non accettare consigli su possibili regali per il suo – amico? - ragazzo, a meno che questi non sia un poco di buono ben noto a scuola, o una persona già invischiata in problemi assai più grossi dei semplici esami di fine anno.

Si ma, a scuola?
Lily Luna non esce mai, né ha grandi amicizie fuori da Hogwarts.

Studia il viso della cugina su cui in piccolo sorriso fa capolino, distendendo le labbra sottili.
Scusa Rose, è che volevo essere di ritorno presto” sussurra Lily Luna addentando un'altra patatina per poi concentrarsi sul pesce, mente lei inarca un sopracciglio.
E' per il tuo fantomatico boy?”
Il cibo le va di traverso, costringendola a bere un altro lungo sorso di burrobirra per ostruire esofago e trachea; perchè, per Morgana, tutte le diavolo di volte in cui si trovano a parlare deve saltare fuori quest'argomento? Si domanda la Corvonero con una pinta di stizza, constatando che – anche in questo campo – le parole di piton s'erano rivelate profetiche, Rose non la lascerà in pace finché lei non le rivelerà il nome del suo misterioso compagno e a nulla servirà glissare o rimanere sul vago, sapendo quanto è ficcanaso prima o poi scoprirà qualcosa.

Si, gli avevo promesso che sarei stata di ritorno per sera, volevo dargli il regalo” risponde cercado di mantenere un tono neutro, accennando vagamente alla borsina deposta con cura sulla panca, sulla quale ha poggiato la pesante sciarpa nera; il ghigno di Rose aumenta d'ampiezza ripensando all'espressione assorta assunta dalla cugina all'interno di Mielandia, dopo interminabili giri di tutto il negozio, quando s'era decisa ad acquistare quella scatola in legno di cioccolatini misti, ripieni di ciliegia e cherry brandy, chicchi di caffé tostati e liquore del medesimo aroma, una scelta assai strana – specialmente a causa dell'alcol in essi contenuto – che le pareva un po' azzardata per un regalo ad un ragazzo loro coetaneo.

A chi diavolo piace caffé e cherry?

Scrivigli che sei in ritardo, non potrà certo biasimarti” le fa notare sottolineando che non può certo mettersi ad attraversare la tempesta per andare all'appuntamento, sarebbe da pazzi, ma qualcosa nello sguardo assente della cugina le fa capire che, se lei non fosse presente, probabilmente ci avrebbe provato; un po' la invidia, in verità, poiché almeno Lily Luna ha la possibilità di vedere questo ragazzo misterioso – seppur clandestinamente, per loro scelta – quando vuole, mentre lei e Scorpius hanno occasione d'incontrarsi raramente e solo tramite una serie infinita di sotterfugi, poiché nemmeno la famiglia di lui vedrebbe bene la relazione con una Weasley mezzosangue e ciò la fa soffrire.
Lily e Albus le hanno fatto notare più volte che le difficoltà ora ci sono perché sta ancora frequentando la scuola e non ha alcuna libertà di movimento, ma quando inizierà a studiare medicina al San Mungo tutto sarà più facile, poiché passerà ugualmente molto tempo fuori casa ed a Londra le opportunità per incontrarsi in segreto non mancano di certo, dato che pure Scorpius frequenta li la facoltà di Giurisprudenza magica, ubicata a pochi isolati dal Ministero; inoltre, il futuro lo devono decidere loro, solo loro possono sapere se questa relazione è giusta o sbagliata, non certo le famiglie Malfoy o Weasley, ma Rose, educata per essere sempre gentile e rispettosa, all'altezza delle aspettative del padre e della madre, vive la sua condizione con estrema infelicità.
Osserva Lily Luna distendere le labbra in una linea ferma, preoccupata, mentre sussurra: “No, non mi biasimerà, ma...” senza però riuscire a terminare la frase poichè un'improvvisa e violenta ondata di fuoco le scorre nel petto, mozzando respiro e parole, causandole un reflusso di bile e cibo lungo l'esofago; la ragazza ha appena il tempo di scusarsi con Rose, adducendo ad un attacco di nausea, prima di schizzare verso il fondo del locale ed infilarsi in bagno.
Si appoggia con entrambe le mani al lavandino mentre gocce di sudore freddo le scorrono lungo il viso, scivolando oltre il bordo della felpa pesante giù per la spina dorsale e si guarda allo specchio dove veere riflesso il volto stravolto d'una ragazza con pelle d'oca diafana e pupille paurosamente dilatate; la magia le incendia il sangue con forza facendola tremare e, per un istante, avverte con chiarezza – seppur distanti – la presenza di tre creature aggirarsi per le strade deserte di Hogsmeade.

Sono qui, nonostante la tormenta.
O forse a causa della tormenta...

Il dubbio le sferza la mente come una scudisciata, mandando in frantumi tutte le certezze che si è ripetuta per darsi coraggio da quando è stata costretta a rifugiarsi all'interno del locale con Rose, spingendola a pensare che anche l'improvviso mutamento di clima potrebbe essere stato architettato per rendere la caccia ancor più interessante, sfavorevole a lei e vantaggiosa per loro, che non avvertono né caldo né freddo e, a questo punto, forse nemmeno la furia del vento.

Devo avvisare Piton

Lily! Stai bene?” urla Rose battendo sulla porta chiusa, preoccupata.
Tranquilla, dev'essere solo indigestione...” cerca di rassicurarla lei, continuando a sudare freddo e mimando un conato dato che non gliene vengono più di naturali, studiando febbrilmente il piccolo bagno in pietra a vista, ordinato e pulito, finché i suoi occhi non incontrano la finestra dai vetri tremanti, oltre i quali non si distingue alcunché eccetto il buio, protetta da grosse sbarre di ferro.
Torna al tavolo, arrivo subito”
Ma, sei sicura?” domanda la Grifondoro, causandole un'improvviso moto di stizza; se i risvegliati le stanno dando la caccia non ci metteranno molto a giungere fin li e – ne è sicura – non si faranno molti scrupoli a compiere una strage pur di adempiere alla profezia decantata da Tiger settimane addietro, quindi deve andarsene prima che ciò accada e quella è l'unica via d'uscita.
Benedice mentalmente il fatto d'aver tenuto su la giacca ed estrae dalla tasca lo smartphone, aprendo WhatsApp con dita tremanti a causa del potere magico che le incendia le membra per mandare un messaggio criptico, poche ma sufficienti parole,
a HalfPrince60, convinta che certi sistemi siano meno appariscenti e più efficaci d'un patronus, date le circostanze; si arrabbierà da morire ma non ha tempo d'aspettarlo, anche se gettarsi in mezzo alla tormenta a caccia di tre risvegliati decisamente pericolosi non è certo la cosa più saggia da compiere, non può rimanere lì, né permettere che feriscano Rose.
Deve andare.
Mentre la cugina batte nuovamente contro l'uscio e lei simula un altro conato, ripone il cellulare ed afferra la bacchetta puntandola poi contro la finestra.

Tranquilla Rosy...arrivo. Dammi dieci minuti...”
Quando è sicura che la ragazza se n'è andata spalanca la finestra sigillata con una rotazione del polso e poi, aspettando un'ululato particolarmente forte della tempesta in corso che possa attutire il rumore dell'incantesimo, manda le sbarre in frantumi.


Cosa diventerai?
Cosa sei?


Lily Luna corre.
Corre fra le strade insolitamente deserte d'una Hogsmeade che non pare più l'allegro villaggio di Babbo Natale allestito in un centro commerciale babbano, ricolmo di luci multicolori e stravaganti decorazioni, bensì la Halloween Town di 'Nightmeare Before Christmas', con case dai tetti a punta dai quali spuntano comignoli aguzzi simili a pali, nere e tetre come colate d'inchiostro in cui finestre e porte a fatica si distinguono, sprangate dalle pesanti ante in legno levigato e borchie metalliche; i gruppi canori sono spariti, così come i numerosi passanti che fino a poche ore prima gremivano l'ampia High Street, ora ridotta ad una buia striscia d'acciottolato ghiacciato incassata fra i muri in legno e pietra dei negozi, tutti con le serrande ben sigillate, resa scivolosa e poco visibile dalla moltitudine di fiocchi bianchi che dal cielo si riversano al suolo con impietosa inclemenza.
La tormenta sferza gli edifici con rabbia, facendo scricchiolare le assi e volare alcuni coppi mal saldati che impattano al suolo con deboli 'clang', sovrastati dall'ululato feroce del vento; la neve è fitta, un muro compatto in cui la strega corre a fatica, stentando a tenere la testa bassa e la bacchetta in pugno, con il cuore che le martella frenetico contro la cassa toracica ed il fiato mozzo a causa della magia che – pochi minuti addietro – s'è risvegliata all'interno del suo corpo con inaudita violenza, provocandole conati di vomito ed un fiotto d'adrenalina mista a paura che le ha incendiato i vasi sanguigni.
Ha abbandonato Rose all'interno dei Tre Manici di Scopa assieme ad una torma di avventori che si sono rifugiati lì per trovare riparo dal temporale, aspettando che si plachi quel poco da consentire loro di tornare alle rispettive abitazioni, mentre lei – per nulla preoccupata dal fatto che Rosamund e Rosmerta avessero sbarrato la porta – s'è infilata in bagno, facendo saltare le inferriate della finestra per calarsi fuori con agili balzi, svanendo nel turbinio freddo ed inclemente della tempesta.
Il vento la spinge di lato, forte, ostinato, ma lei continua ad avanzare cercando di ripararsi dietro i muri degli edifici, con la treccia oramai bianca a causa della neve ed i vestiti fradici; ci sono schegge di grandine fra i fiocchi morbidi e le feriscono il viso esposto, non più protetto dalla calda sciarpa dimenticata sulla panca del pub, arrossandolo e facendo sgorgare minuscole lacrime di sangue che si perdono fra acqua ed aria.

Sanno che sono qui.
Pur senza l'odore di sangue.

Respira a fatica, scivolando nella notte tumultuosa del mondo come un'ombra goffa, piccola ed insignificante, rammentando con dolorosa insistenza le parole che Piton le ha rivolto prima che lasciasse il castello per seguire la cugina al villaggio: “Potter, è il Solstizio. Dopo settimane passate a rifiutare l'idea della profezia, ora ti ci lanci dentro in modo così incosciente?” ma lei, ostinata e convinta che la 'gita' non le avrebbe portato via più un paio d'ore aveva fatto presente che la profezia s'era innescata quando aveva comunicato ai genitori che sarebbe rimasta ad Hogwarts per le vacanze invernali, quindi l'andare o meno ad Hogsmeade non avrebbe cambiato niente, inoltre sarebbe stata di ritorno per il tramonto; Rose non avrebbe creduto ad un'altra serie di scuse strampalate inventate per saltare l'ennesima uscita al villaggio, poiché non può certo addurre l'urgenza di finire dei compiti per gli esami imminenti dato che non ve ne sono, né di avere gli allenamenti di Quiddich o di sentirsi indisposta a causa d'un improvviso mal di pancia fulminante, patologia di cui sta iniziando a soffrire con curiosa insistenza, nonché a cadenza regolare.
Con le dita intirizzite ed il viso sferzato dalle raffiche inclementi che gettano ghiaccio e neve negli occhi socchiusi,resi ciechi dal muro di neve cangiante ed ombre profonde che le si para innanzi rendendo i contorni delle abitazioni una mera chimera, avanza sempre più lenta tossendo per liberare i polmoni; da qualche parte avverte uno schianto e si volta repentina, fissando il bianco ed il nero amalgamarsi nella viuzza laterale stretta e buia in cui s'è infilata senza però scorgere null'altro, né persone né animali, benché il potere all'interno del corpo ora martelli molto più forte, segno che i risvegliati devono essere vicini.
Continua a camminare mantenendosi ben adesa al muro della casa alla sua destra, cercando d'evitare possibili ostacoli presenti al suolo, allontanandosi sempre più dalla zona residenziale e dalla High Street per giungere ad una sorta di periferia, ove sono ubicati i vari magazzini e fienili; non sa quanti chilometri ha percorso poiché non conosce affatto quella parte così defilata di Hogsmeade, né se quella sia la strada giusta per giungere ove la magia la sta spingendo, dato che non vede nulla e la continua opposizione al vento inclemente sta iniziando a minare la resistenza del corpo, facendole dolere i muscoli scossi da spasmi violenti causati dal freddo.

Piton aveva ragione.
Come sempre...

Stringe i denti mentre fredde lacrime lasciano gli occhi sospinte nel vento, ripensando a quando – giusto quella mattina – l'uomo le aveva sbattuto in faccia la porta della Stanza delle Necessità, dicendole che se voleva fare di testa sua poteva anche arrangiarsi, tanto le capacità le possiede, dando nuovamente prova di quel comportamento scostante che, dal ritorno di Silente, s'è fatto più molesto e pesante da gestire, stonando parecchio con l'impassibile compostezza che è solito mostrare; nonostante gli abbia scritto non è sicura che lui verrà ed ha la sensazione che qualsiasi cosa avvenga in quella tempesta la dovrà affrontare sola.
Ora le parole strascicate di Tiger paiono acquisire un triste, lugubre, senso: La faranno a pezzi davvero, poiché
– malgrado i pronostici di Piton - non è in grado di tenere testa a tre avversari contemporaneamente in mezzo alla furia degli elementi, specie se questi si dimostrano più abili di Rowle, non importa quanto si sia addestrata, non conta quanti incantesimi conosca poiché l'esito della profezia è già stato dichiarato, può solo lottare con ogni fibra di sé stessa per far in modo che – almeno – ai risvegliati non risulti facile divorarla.

Ma allora perché sono scappata dalla taverna?
Perché, se ho paura?

Un cestino della spazzatura rotola producendo un clangore assordante lungo la stretta via, passandole a pochi centimetri dalle gambe tremanti, fasciate nei jeans oramai zuppi, sparendo poi inghiottito da neve ed aria tumultuosa; il cuore della ragazza martella violento, in preda alla paura, stretto fra i caldi artigli della magia mortifera mentre dalle labbra screpolate e bluastre esce un piccolo rantolo di stupore.
Non sa quanta forza le ci voglia per ricacciare indietro una seconda ondata di lacrime, né per avanzare a passo più deciso verso lo slargo buio che le si apre dinnanzi ora che è giunta alla fine della strada, non sa dove trovi la volontà d'opporsi al vento stringendo la bacchetta fra dita che non sente più come sue, assottigliando gli occhi di terra ed alzandoli verso il cielo lontano, quasi a sfidarlo con odio.

Sull'orlo del baratro.
Vola solo chi osa farlo.

Piton ha ragione a chiamarla testa di legno, ha ragione a vederla solo come un'inutile peso e a trattarla come si tratterebbe un bambino molesto ed indisciplinato, finché continuerà a scappare adducendo scuse ogniqualvolta giunga un nuovo risvegliato a ricordarle cos'ha accidentalmente fatto la notte del 31 ottobre non crescerà mai, né potrà portare a termine la missione affidatale dalla Morte, non potrà sperare d'avere alcun futuro e questo pensiero le fa incurvare le labbra livide in un sorriso divertito, mentre constata con cinica freddezza che – probabilmente – sarà difficile che sopravviva fino all'alba del 22 dicembre, figurarsi fino all'anno prossimo; inoltre se fosse rimasta alla locanda avrebbe messo in pericolo tutti gli avventori lì riuniti – Rose compresa – dato che i risvegliati sarebbero giunti a cercarla, uccidendo chiunque si fosse frapposto.
No, non avrebbe mai potuto rovinare la vita alla cugina, né coinvolgerla nell'orrore che ha inconsapevolmente scatenato, poiché lei appartiene a quella parte luminosa del mondo ove brutture quali la morte e la malattia, così come le mutilazioni e le arti oscure sono solo parole che spaventano, prive di consistenza, mentre a lei suonano familiari come una vecchia ninna nanna, sporca e rassegnata com'è; flagellata dal vento inclemente, tremante e stanca, continua a tenere la testa ben alta verso le nubi lasciando che la treccia fradicia le sferzi la schiena e la mente si svuoti da pensieri ed assurdi rimpianti, così da essere pronta ad affrontare qualsiasi cosa si stia celando nella tormenta.

Finis tempestas in loco!” Urla e dalla punta della bacchetta levata fuoriesce una piccola bolla perlacea che, pian piano, s'espande inglobando lei e una parte del terreno circostante per arrestare l'inclemente martellio di neve e vento, creando uno spazio ove tutto è immobile e contro le cui pareti gli elementi impazziti si schiantano; la ragazza ha appena il tempo di trarre un lungo – libero – respiro prima di voltarsi repentinamente alla sua sinistra, facendo stridere le suole a carrarmato degli anfibi contro la pavimentazione in acciottolato coperta di ghiacci, per parare una saetta verde giunta dal buio tumultuoso oltre la sottile e ricurva parete perlescente.
La magia le scorre nei vasi sanguigni come fuoco acuendo i sensi quel tanto che basta per permetterle di avvertire, oltre l'incantesimo di controllo del tempo e la furia del temporale, due creature avvicinarsi pian piano abbandonando la quieta sicurezza offerta dalle solide pareti d'un magazzino dal portone aperto e battente per portarsi ai margini dello slargo così da poterle girare attorno, predatori; la bolla per lei è sia vantaggio, poiché le permette di muoversi liberamente senza essere ostacolata dalla neve e dal vento, ma anche grosso handicap poiché la luce fioca che emana acuisce il buio, rendendola ben visibile all'interno della tempesta.

Ma loro non hanno problemi di sorta a camminare nel vento, al freddo.
Sono cadaveri.

Pensa con una punta di amarezza ed i sensi ben all'erta, evitando una seconda scarica di fatture scartando di lato, spedendo a sua volta alcune maledizioni alla cieca verso il punto dal quale avverte l'energia del risvegliato più vicino; sono entrambi abbastanza potenti da preoccuparla, ma lei non vi bada, concentrata ad eseguire alla perfezione e con naturalezza quella danza chiamata duello che Piton le ha insegnato per settimane, sfiancandola senza alcuna tregua, spingendola oltre i limiti fino a renderla abbastanza abile da avere qualche possibilità in uno scontro reale come quello che ora la vede impegnata.
Evita maledizioni di cui intuisce a malapena l'origine ed il tipo, rabbrividendo nel constatare che servano tutte a mutilare e ferire nella maniera più orribile, inoltre teme che qualche lampo verde sia quell'Avada Kedavra proibita nel loro mondo, che uno studente del sesto anno nato in tempo di pace di certo non dovrebbe conoscere; sorride tristemente, avvertendo ancora una volta l'enorme divario fra lei e tutto ciò che le ha roteato pigramente attorno da quand'è nata sino ad ora, sentendosi così fuori luogo e diversa dalla persona che tutti credono sia mentre avverte con forza il legame con l'ombra ed il mondo 'nascosto' acuirsi, reso più forte dall'euforia che, pian piano, inghiotte la paura spingendola a combattere con più determinazione.

Settimane fa ho vomitato l'anima nella Foresta Proibita all'idea di affrontare Rowle, un risvegliato dalle sembianze perfettamente umane, mentre ora esco a cercarli di mia iniziativa senza curarmi di come appaiano.
Cosa sto diventando?

La domanda viene smorzata da un'altra scarica di lampi dai colori abbacinanti, pericolosi, che evita scartando di lato, rischiando di scivolare sul terreno umido e ghiacciato rivestito di ciottoli e coperto da neve fresca; la suola sinistra stride frantumando il ghiaccio mentre la caviglia si piega allo stremo, strappandole un gemito di dolore ed impedendole di essere abbastanza agile da buttarsi a terra, venendo così colpita di striscio da una fattura che lacera il tessuto imbottito del giubbotto ed i vestiti fradici sottostanti, tagliandole la pelle fredda così da far sgorgare un copioso fiotto di sangue dalla spalla destra.
Merda” impreca la strega alzando nuovamente gli scudi, puntellandosi sul piede sano per continuare a muoversi all'interno della bolla di luce come un piccolo pesce rosso braccato da gatti affamati, avvertendo ad ogni movimento i muscoli farsi sempre più rigidi ed il fiato corto mentre il dolore le si irradia lungo tutti i centri nervosi rendendo difficile pensare lucidamente; i risvegliati si sono divisi, così da poterla accerchiare con facilità e non smettono di riversarle addosso gragnole di letali incantesimi che s'infrangono contro le barriere da lei evocate, iniziando però ad incrinarle mentre la ragazza cattura il labbro inferiore fra i denti, sforzandosi di mantenere la posizione e di non interrompere il flusso magico che fuoriesce dalla sua bacchetta.
I venti ululano sempre più forti schiantando ghiaccio e neve contro l'incantesimo di controllo con ferocia e lei si domanda – nuovamente – come facciano i due morti a resistere senza venir trascinati via, poi un idea folle le balena dinnanzi con la stessa precisione sfolgorante d'un lampo, rammentandole la capacità di Piton nel fondersi con le ombre.

E se avessero abilità strane anche loro?
Tiger aveva ragione.
Mi faranno a pezzi.

Lo scudo magico s'infrange con un tintinnio come di vetro che cozza contro la pietra, quando un incantesimo di taglio decisamente più forte degli altri lo investe e vi penetra all'interno, colpendo la ragazza sulla coscia sinistra ove il tessuto lacero e fradicio dei jeans inizia ad impregnarsi d'un rosso vermiglio decisamente sinistro, mentre il dolore esplode come un ordigno nella mente della ragazza, strappandole gemiti ed imprecazioni furiose; la gamba cede spingendola a barcollare, impedendole così d'evitare lo schiantesimo che la colpisce fra le scapole, mandandola ruzzolare a faccia in giù contro l'acciottolato freddo contro cui sbatte la faccia, procurandosi un epistassi e ferendosi il labbro inferiore.
Lacrime fredde le scivolano dal bordo degli occhi mentre respira neve e sangue, con le dita della mano sinistra strette allo spasmo contro il legno della bacchetta ed il cuore impazzito, costretto a battere ad un ritmo folle da quella paura che ora s'è ridestata violenta, annichilendo ogni volontà d'alzarsi in piedi e riprendere il combattimento; è spacciata, lo capisce quando una risata fredda ed innaturale sovrasta con forza il muggito cacofonico del vento ed il rombo lontano d'un tuono, accompagnando l'apparizione all'interno della bolla di luce perlacea – ove tutto è immobile – d'un uomo alto e segaligno dai lunghi capelli biondo chiaro raccolti in una treccia, con il viso celato da una maschera d'argento dalle fattezze di teschio.
Indossa vesti nere fradicie e strappate in più punti, coperte da un lungo mantello più simile ad un sudario del medesimo, sinistro, colore che lo avvolge come una coperta zuppa, rallentandone i movimenti; gli stivali frantumano ghiaccio e neve mentre s'avvicina alla strega ancora riversa al suolo, con il viso ridotto ad una maschera di sangue e gli occhi assottigliati per scrutarlo con odio mentre respira affannosamente in cerca d'aria.

Così sei tu la fonte. Una ragazzina” la schernisce l'uomo – il cadavere – con voce alterata dal metallo, girandole attorno con la stessa lentezza d'un avvoltoio pronto a pregustare il banchetto offerto da una carcassa abbandonata, studiandone i lunghi capelli raccolti nella treccia oramai sfatta ed il viso sporco e pallido, sul quale spiccano quegli occhi castani così profondi in cui paura e sfida si mischiano, cozzando.
C'è qualcosa di familiare, in te...” sibila malevolo fermandosi di fronte a quella bambina che lo sdegna per ciò che è, per quel che le sta per fare; le labbra sotto la maschera s'incurvano in un accenno di sorriso mentre alza il piede calciando via la bacchetta della ragazza prima che questa possa tornare ad opporre resistenza, pestandole poi la mano rimasta aperta sotto al tacco, spingendo con forza finché non sente le ossa scricchiolare ed i gemiti di lei farsi sempre più forti.
Lily Luna si morde il labbro, aggiungendovi un altro taglio che inizia a sanguinare copiosamente, determinata a non dare a quell'essere la soddisfazione di vederla implorare e cerca di rannicchiarsi, così da offrire meno superficie corporea possibile al nemico, con movimenti lenti a causa del dolore.

Vi ho risvegliati io.
Non mi vedrete più piangere!

Ma la magia che le incendia i vasi sanguigni ogni qual volta ci sia un risvegliato nelle vicinanze è ora annichilita dalla stanchezza, ridotta ad un pallido lumicino che batte contro lo sterno come una piccola falena prigioniera delle dita ferree d'un bimbo capriccioso, senza essere in grado d'alimentare nuovamente la voglia di ridurli in pezzi e spedirli a dormire; trema violentemente a causa del freddo accentuato dalle vesti zuppe che le si appiccicano addosso come alghe di fondale impacciando i movimenti ed avverte dolore ovunque, poiché dalla spalla e dal volto s'irradia per i centri nervosi martellando con cadenza costante, inibendo qualsiasi volontà d'opporsi; la mano poi è ridotta ad un fascio di nervi ed ossa compresse – rotte – sotto il calcare furioso del tacco del risvegliato e non è più in grado di flettere le dita, già intirizzite dalla lunga esposizione a vento, neve e grandine.
Non parli, bambina?” Domanda il Mangiamorte chinandosi quanto basta per afferrarle il mento, costringendola ad alzare e ruotare il capo finché gli occhi castani non incontrano le orbite vuote della maschera, oltre le quali s'intravedono appena due occhi grigio azzurri, folli; fra tutti i cadaveri incontrati fin ora – eccettuato Piton – lui pare il più 'umano', poiché non mostra alcun segno di decomposizione né ferite esposte così brutte da rammentarne la condizione, inoltre persino lo sguardo è meno spiritato e pallido di come appariva quello di Rowle o Turpin.
Non con chi è così maleducato da rompermi una mano senza presentarsi” sbotta lei in un barlume di coraggio – avventatezza - con le labbra vermiglie e la bocca impastata di saliva e sangue, osservando adirata la maschera oltre la quale proviene una risata rauca e profonda, agghiacciante; le tira ancora più indietro la testa, afferrandola per la lunga treccia color fiamma mentre si porta l'altra mano, nella quale stringe ancora la bacchetta, al volto, rimuovendo la copertura per rivelare fattezze squadrate coperte da una ragnatela di rughe che si distendono attorno alla bocca aperta in un ghigno cattivo, un grosso naso a patata e profonde occhiaie scure.
Quando le respira contro la pelle nuda del collo, fra felpa e giacca, un brivido di terrore percorre il corpo della ragazza mentre la memoria tattile le rammenta i denti dei risvegliati che sono arrivati abbastanza vicini da ferirla, bevendo direttamente dai vasi sanguigni, ed il cuore accelera il battito martellando forte contro i timpani, tanto che ode a fatica il sibilo sommesso con cui fuoriescono le parole dell'uomo.

Non sono mai stato un gran amante del galateo, bambina, e non siamo qui per fare conversazione” il cuoio capelluto della ragazza brucia di dolore mentre lui continua a tirare, costringendo i muscoli a tendersi fino allo spasmo; una seconda ombra nera scivola all'interno della sua visione periferica e lei intuisce che deve trattarsi del secondo Mangiamorte, quello che l'ha colpita alla schiena con lo schiantesimo e che ora avanza lentamente verso di lei, con un passo pesante dal rumore strascicato.
Il risvegliato biondo che le tiene bloccate testa e mano abbozza un ghigno.

Oh, Tiger. Finalmente ti sei unito a noi”

Tiger? Ma...

Lily Luna cerca di voltare la testa per guardare meglio la creatura che continua a camminare lentamente alle sue spalle, senza emettere alcun suono né rispondere alla provocazione del 'collega', ma la presa ferrea dell'uomo vicino a sé glielo impedisce, obbligandola a guardare il suo viso cereo coperto di rughe, in cui gli occhi folli brillano come cristalli di nebbia.
Non amo il galateo, ma un consiglio mi sento ugualmente di dartelo: non guardare, bambina. Potresti avere incubi da qui alla tua morte” sorride cattivo mostrando una fila di denti abbastanza regolari, macchiati.
Ho già visto com'è ridotto” ribatte la ragazza ingoiando sangue e saliva per farsi coraggio; aveva incontrato Vincent Tiger durante la notte del 18 novembre all'interno della Foresta proibita, scortato e tenuto prigioniero da quattro centauri e ricorda bene la sua pelle carbonizzata, il viso privo d'occhi e labbra simile a cuoio vecchio ed il sibilo difficoltoso con il quale le aveva svelato la profezia inerente alla caccia del solstizio.
Nonostante non fosse bello da vedere, come giustamente dovrebbe essere il cadavere d'un ragazzo morto carbonizzato, l'orrore era durato giusto il tempo d'accettarne la condizione e non le aveva precluso di avvicinarsi per osservare bene le orbite vuote mentre lo nutriva; il risvegliato biondo prorupe in una risata di scherno e scuote la testa, studiandola con la stessa espressione di superiorità utilizzata da un adulto per rivolgersi ad un bambino particolarmente cocciuto mentre scandisce, più rivolto all'altro Mangiamorte che a lei: “La ragazza deve aver fatto un po' di confusione, Tiger. Pensa che tu sia tuo figlio”
Il grigio dell'iride muta improvvisamente, divenendo freddo come acciaio.

Non ricorda più d'averlo ucciso brutalmente, impedendoti di riabbracciarlo”
Lily Luna sta per ribattere che era già morto quando si sono incontrati e lei non ha fatto altro che restituirlo al sonno eterno, ma un urlo belluino simile al muggito d'un toro infuriato, che poco ha di umano sia nell'intonazione che per ferocia, squarcia il silenzio ovattato calato nelle bolla strappandole un brivido di paura; i passi si fanno più affrettati e lo strascichio più fastidioso, poi si sente afferrare la spalla ferita da una mano martoriata grossa quanto il piatto d'una pala che la costringe a voltarsi, mentre il biondo molla con malagrazia la presa sui suoi capelli.
Una zaffata di carne in putrefazione e terriccio umido s'infila nelle narici sanguinanti con forza troncando il respiro e causandole un conato di vomito che riesce a trattenere a stento, freddata dall'orrore che le si palesa dinnanzi agli occhi: Tiger senior è alto ed imponente, un patchwork di pelle cucita con spesso filo nero – probabilmente quello utilizzato da Hagrid per chiudere i sacchi delle sementi – che spunta e sparisce fra le pieghe di tessuto giallastro come un grosso verme panciuto, seguendo le ossa sporgenti e contenendo a fatica, specie sul ventre prominente, la moltitudine di budella ed organi interni in decomposizione.

Strisciava l'intestino, non i piedi.

Dalla testa completamente calva fuoriescono diversi spuntoni che anticamente dovevano essere appartenuti ad una delle cancellate che delimitano il parco della scuola, mentre gli occhi piccoli, infossati all'interno delle orbite sono bianchi come larve di mosca e la scrutano malevoli; la mascella si piega innaturale verso destra, esponendo i denti irregolari giallastri ed una lingua nera, anch'essa cucita al resto del corpo con ago e filo, che saetta ad ogni muggito tastando l'aria pregna dell'odore del sangue di lei.
Il corpo nudo, avvolto malamente in un lacero mantello che ne cela a malapena il degrado è color cenere, con ematomi e chiazze giallastre sinistre, dalle quali fuoriesce del liquido acre simile a pus e nella gigantesca mano destra stringe una bacchetta tozza e ritorta, sebbene sembri poco avvezzo al suo utilizzo, come se avesse dimenticato di essere un mago; la ragazza fatica a trattenere il secondo conato, ammorbata dal lezzo tremendo emanato da Tiger e sconvolta da quell'aspetto così ripugnante, così diverso dalle ferite riportate dagli altri risvegliati che ha affrontato, i quali mostravano mutilazioni e danni compatibili con una reale battaglia e non parevano appena usciti da un film di Tim Burton.

E' stato lei...” sospira infine senza più fiato, spostando gli occhi sgranati dal viso deforme e rappezzato del gigantesco Mangiamorte pelato per puntarli in quelli slavati e folli dell'uomo biondo, avvertendo il disgusto acuirsi e un'improvvisa ondata di compassione incendiarle il petto; perché qualcuno, in un film, ha detto che 'bisognerebbe avere pietà per i vivi, non certo per i morti', ma vedere a quale strazio è stato sottoposto Tiger Senior con l'unico scopo di – spaventarla? Impressionarla? - darle la caccia la angoscia, nonostante sappia che lui non può provare dolore e probabilmente era già impazzito prima che gli cucissero la pelle e gli piantassero punte di ferro nel cranio, lasciando gli intestini liberi di strisciare.
Quanto ha fatto il Mangiamorte biondo è inumano.

Beh, ho dovuto porre rimedio. L'ho trovato in uno stato davvero pietoso, si stava facendo a pezzi da solo e quando ha saputo che hai ucciso suo figlio ha dato completamente di matto” spiega tranquillamente il risvegliato, mentre lei avverte colare sulla manica della giacca pus e uno strano liquido nero di cui non vuol conoscere l'origine, ancora girata sul fianco dalla possente mano del cadavere.
Sembra che tu abbia la capacità di richiamare i morti e di restaurare i loro corpi. Io mi sono svegliato fra gli alberi della Foresta Proibita come se fossi semplicemente caduto addormentato, non colpito dall'Avada Kedavra di quel ragazzino...quel...Weasley...”
Il sangue gela, la ragazza stringe le labbra incrostate di sangue con forza.

...Ma, mi chiedo, perché Gregor Tiger non ha avuto la mia stessa sorte? E perché 'lei' è tornata con la testa staccata, mal saldata?” domanda quietamente, fissando con interesse il viso stravolto della giovane strega, colpito nuovamente dalla somiglianza con qualcuno già visto prima; capelli rossi ribelli ed occhi castani dal taglio affusolato, un viso regolare e pallido, privo di lentiggini, certo potrebbe essere una Weasley anche lei, considerato quante volte si sia riprodotto il buon Arthur e quanti nipoti potrebbero avergli dato i suoi figli nel corso di venticinque anni passati in pace, sebbene gli paia assurdo che dalla famiglia di maghi purosangue più snobbata e infima del Mondo Magico sia nata una creatura così particolare, con un potere antico e pericoloso che l'Inghilterra credeva perduto.
Non lo so” mormora Lily Luna scuotendo il capo, con la mente intenta ad elaborare i dettagli forniti dal risvegliato e gli occhi ben fissi su un disegno nero, simile ad una bruciatura sulla pelle diafana, apparso sulla fronte dell'uomo; ne ha uno identico anche Tiger fra le cuciture a vista, un simbolo che lo classifica come ' Asso di Bastoni', mentre l'uomo biondo è il 'Re'.

Dov'è la regina con la testa staccata dal collo?
Soprattutto, chi è?

Il Mangiamorte inarca un sopracciglio pallido.
Non sai come funziona la tua magia, bambina?”
Solo per mandarvi a dormire. Non so come restaurarvi” risponde lei sinceramente strappandogli una risata di scherno, covinta che mentire non serva ad alcunché.
Allora è inutile che tu viva. Ci accontenteremo del tuo sangue” l'uomo biondo piega la testa in un cenno e la grossa mano putrescente e rattoppata di Tiger si stringe attorno al collo sottile della strega, iniziando a schiacciare per ridurre l'apporto d'ossigeno ai polmoni; lei scalcia e cerca di divincolarsi, ma i due la tengono inchiodata a terra con forza e, mentre il mondo inizia a sbiadire in macchie di colore indistinte, si sente davvero stupida: stupida per non aver dato retta a Piton, stupida per aver lasciato i Tre Manici di Scopa in modo così avventato senza considerare appieno l'ipotesi che là dentro, visti tutti i maghi presenti, qualcuno avrebbe potuto aiutarla in caso di un eventuale attacco, infine poi si sente idiota per quel sentimento di pietà natole nel cuore alla vista di Tiger senior, al modo il cui il suo stesso collega l'ha ridotto.

Sono creature folli, cos'altro posso aspettarmi?
Però, suo figlio...cercava...suo...

Una densa colata nera soffoca la leggerezza perlescente in cui il mondo circostante galleggia indistinto, annegandolo fra ombre dai lunghi ed aguzzi denti bruniti per restituirle un respiro che sa di morte e putrefazione, d'aria pesante e fredda come se provenisse dall'anticamera dell'Ade stesso; la presa ferrea sulla gola pallida della strega s'allenta di colpo permettendole d'espandere la cassa toracica dolorante, dando così nuova linfa ai polmoni mentre la bolla castata per controllare la furia della tormente si schianta tintinnando, sostituita da pareti buie e fumose ma solide, dalle quali si protendono filamenti simili a tentacoli che afferrano il risvegliato biondo, liberandole la mano ferita.
Le iridi castane s'addolciscono appena e la paura scompare quando vede l'alta e longilinea figura avvolta in un manto nero tenebra emergere dalle ombre che ora lottano contro i due Mangiamorte, trascinandoli distanti dal suo corpo ancora riverso sul freddo acciottolato coperto di neve; il viso pallido e spigoloso di Piton è una maschera d'odio e rabbia ove gli occhi completamente neri – sclera e pupilla fuse – paiono due specchi sul Tartaro animati da una profonda ed omicida furia.

Professore...” rantola lei, rotolando per cercare di rimettersi in piedi, ignorando stoicamente il dolore a spalla e gamba mentre stringe la mano rotta al petto, puntellandosi sulla destra per darsi la spinta necessaria ad alzare il busto senza crollare.
Tutto bene, Lily?” domanda Silente fluttuandole affianco in uno svolazzo delle lunghe vesti color polvere, evanescenti, osservandola preoccupato mentre le posa una mano incorporea sulla spalla sana ove passa attraverso il tessuto fradicio del giubbotto nero; gli occhi chiari poi si spostano sulle due creature intente a scacciare le ombre, assottigliandosi pericolosamente.
Circa” risponde la ragazza mettendosi seduta “Mi spiace, avrei dovuto darvi ascolto”
E' un po' tardi per le scuse, Potter. Sei stata incosciente come tuo solito, dannata testa di legno” ringhia Piton scivolandole vicino fluido, sforandola con i lembi asciutti del pesante mantello nero e scoccandole un'occhiata talmente gelida e pesante – inumana - che la ragazza ammutolisce a causa del senso di colpa, sentendo di meritare quel rimprovero e non volendo arrischiarsi a contraddirlo; le porge la bacchetta che il risvegliato aveva spedito lontano con un calcio e lei l'afferra prontamente con la destra, chiedendosi se sarà ugualmente in grado di combattere in quelle condizioni, con la mano dominante inutilizzabile, ma un'improvvisa risata astiosa, - nervosa - la costringe a riportare l'attenzione sui due Mangiamorte redivivi.
Il biondo s'è liberato dei viticci ed ora li fissa con occhi grigi sgranati, ancor più folli ed inumani mentre Tiger muggisce con rabbia, cercando di schiacciare sotto i grossi piedi nudi una propaggine scura, allontanandone un'altra con uno schiantesimo d'inaudita forza.

Severus Piton. Silente e...Potter?” sibila puntando la bacchetta verso di loro, studiando il viso pallido e spigoloso dell'ex professore di Pozioni con una vaga incertezza, quasi non si aspettasse di trovarlo lì né che questi li abbia allontanati dalla tanto agognata preda in modo così brusco e violento, come se volesse arrogarsi il diritto di farla a pezzi solo, come – in un'altra vita – s'era permesso di prendere il posto del giovane Malfoy uccidendo il mago che più d'ogni altri l'oscuro Signore temeva e che ora è lì, a fissarlo con occhi di spettro; Lily Luna corruga la fronte mentre si tira in piedi a fatica cercando di poggiare il peso sulla gamba sana, domandandosi come mai il risvegliato biondo paia così sorpreso e come facesse a non conoscerla prima che Piton nominasse il suo cognome, poiché fino ad ora aveva dato per scontato che i morti fossero – tutti – onniscienti e che l'unico limite che impediva loro di rivelare quanto sapevano era la sua scarsa capacità di controllo del potere magico utilizzato per compire il Nékiya.
La figlia di Harry Potter, nientemeno” c'è qualcosa di 'strano' nel modo in cui ora la osserva, pronunciando quelle parole con una nota di incredulità autentica ed una punta di sdegno, retaggio di quella vita resa complicata da un branco di ragazzini appena maggiorenni e interrotta così bruscamente venticinque anni addietro, fra le mura di quel castello ove ora centinaia di studenti camminano ignari di quanto sangue sia stato versato, di quanti sentimenti racchiuda quel luogo; anche Gregor Tiger ora – liberatosi delle ombre – la scruta con quegli occhi cadaverici ed il viso orrendo trasmutato dalla rabbia, confermandole che entrambi non possiedono alcuna dote divinatoria ma, in compenso, sono rimasti saldamente ancorati a ciò che hanno provato prima di morire ed essere trasformati in ciò che sono.
Una fitta al costato le incrina il respiro.

Weasley...L'Avada Kedavra.
Il figlio di Tiger...morto con lui.
Sono anime, non solo corpi vuoti.

Yaxley” La voce di Piton è come una fredda mannaia, decapita il silenzio mentre rivela il nome di quell'uomo – cadavere – che l'ha quasi uccisa e di cui ora rammenta stralci di informazioni reperite attraverso i racconti del padre e degli zii: Corban Yaxley era stato direttore dell'Ufficio Applicazione della legge sulla Magia nel 1997 e, a causa sua, Ron era rimasto ferito durante la smaterializzazione dal Ministero a Grimmauld Place, inoltre aveva preso parte alla battaglia di Hogwarts venendo sconfitto assieme a buona parte dei seguaci di Lord voldemort quando questi era caduto per la seconda volta, ma lei lo credeva vivo e rinchiuso ad Azkaban con Rodolphus Lestrange, non morto a causa d'una maledizione senza perdono scagliata da uno dei suoi parenti.

Weasley...Avada Kedavra.
Quale fra gli zii è stato così incosciente?

Fai nuovamente il doppio gioco, Severus? Ora fingi di aiutare lei, per poi tradirla al momento opportuno così da favorire te stesso? Malgrado la sua indubbia abilità il Signore Oscuro non ti ha mai capito fino in fondo, è sempre stato troppo...passami il termine...sentimentale per rendersi davvero conto di come fossi e di cosa cercassi. Inoltre...” scandisce Yaxley sogghignando, con la voce intrisa di veleno mentre lo sguardo si sposta dal viso stravolto della ragazzina Potter agli occhi inumani dell'ex compagno Mangiamorte fremente di rabbia, appurando quanto sia strano vedere un sentimento diverso dall'apatia solcare il volto smunto di Severus Piton, poiché non ne ha mai mostrati: né quando - da ragazzo - il Signore Oscuro gli ha ordinato di uccidere il padre come rito e prova di lealtà alla causa per ottenere il Marchio Nero, né sulla torre di Astronomia ove ha assassinato senza battere ciglio l'uomo che l'aveva protetto per diciassette anni e che fino a poco prima aveva chiamato 'amico'.
Gli occhi grigi si assottigliano studiando il buio ed un pensiero fugace resta intrappolato nella follia che ha preso ad agitargli il cervello da quando è tornato a camminare fra i vivi, ancora ancorato all'idea di poter servire gli ideali sepolti con quel Mago Oscuro che s'è lasciato sconfiggere da un ragazzino impreparato, condannandoli tutti quanti alla rovina.

...Gli hai sempre ricordato sé stesso. Ma tu sei stato più furbo.”

Lily Luna avverte lo spostamento d'aria e l'ombra farsi più fitta, minacciosa, scagliandosi contro Yaxley con furia e velocità disumane mentre quest'ultimo ne para gli attacchi indietreggiando fino a giungere al limitare della bolla d'ombra che li avvolge e protegge dalla tormenta, mandandola in frantumi con una spell di taglio simile a quella utilizzata per spezzare gli scudi da lei eretti minuti – ore – addietro; il mondo viene di nuovo scosso da forti raffiche di neve mista a grandine e lei è costretta a chinare il capo, piantando i piedi ben a terra per resistere alla violenza del vento, gemendo per il dolore che le causa contro le articolazioni ferite.
Lily!” urla Silente “Entra nel magazzino, è pericoloso stare qui!”
Ma prima che la ragazza possa seguire il suggerimento dell'ex preside una mano enorme le artiglia la spalla ferita scagliandola a terra e si ritrova senza fiato a fissare nuovamente, oltre le ciocche di capelli fradici e nella danza impazzita dei fiocchi taglienti, le budella penzolanti dal ventre di Gregor Tiger, dalle cui labbra dischiuse fuoriesce un muggito sinistro carico di rabbia, seguito da alcune parole biascicate di cui lei, stordita e dolorante, con le orecchie colme dell'ululato del vento, non coglie; Silente cerca di frapporsi fra la strega ed il grosso risvegliato, ma essendo incorporeo e privo della capacità di scagliare incantesimi il suo intervento serve solamente a strappare una risata gutturale – mostruosa – a quest'ultimo che semplicemente l'attraversa, tirando poi un calcio violento nello stomaco della ragazza che tossisce spuntando un fiotto di sangue e saliva, rannicchiandosi con la bacchetta saldamente stretta nella mano destra.

Figlio” Ulula la creatura continuando a colpirla con veemenza, stavolta scandendo le sillabe abbastanza da farle capire cosa stia dicendo, riversandole addosso tutta la frustrazione che l'ha divorato poco prima di perdere la vita a causa degli Auror, dopo aver scoperto che Vincent era morto nella Stanza delle Necessità bruciato vivo dall''Ardemonio da lui stesso evocato, e la biasima per averli resuscitati entrambi senza permettere loro d'incontrarsi di nuovo; sono pensieri sconnessi alimentati da frammenti di ricordi d'una vita oltre la guerra ed il dovere che li ha richiamati al servizio del Signore Oscuro quando questi è risorto, immagini d'una famiglia normale e d'una casa lontana che scivolano nell'inconscio di Lily Luna attraverso quel lumicino a cui è ridotta la magia d'evocazione, instaurando una profonda connessione con l'uomo – cadavere – che le permette di sentire ciò che lui sente e di provare lo stesso dolore che è carburante per la sua rabbia.
E' una sensazione devastante e le fa molto più male dei calci contro le membra fredde, intirizzite dal gelo, spezzandole il respiro come nemmeno la pedata allo stomaco è riuscita a fare poiché - improvvisamente - si sente legata a quella povera anima perduta, nonostante l'intento da lui mostrato di volerla fare a pezzi per bere il suo sangue -o per semplice vendetta - , ed in colpa per averlo resuscitato in modo così maldestro, lasciandolo solo e smarrito alla mercé d'un bastardo come Yaxley che l'ha tramutato in un mostro orribile per perseguire i suoi scopi.

Mi dispiace...” mormora la ragazza a denti stretti, con gli occhi velati di lacrime, poi casta un 'Expelliarmus' che spedisce il risvegliato, troppo accecato dalla voglia di colpirla fisicamente per prestare attenzione ad un possibile attacco magico, verso una rete d'ombra fitta e semovente ove viene inglobato e trattenuto; a fatica la ragazza si alza ed arranca verso l'ingresso del magazzino dalle porte divelte zoppicando, mentre una voce rabbiosa e familiare le riecheggia in testa.

Se non sei in grado di combattere levati dai piedi, Potter.
Non ho tempo di pensare anche a te.

Stringe i denti senza mollare la presa sulla bacchetta, cercando con lo sguardo il fantasma di Silente per ringraziarlo dell'aiuto nonostante non abbia potuto fare nulla di concreto per salvarla dalla furia cieca di Tiger, ma quel che vede sono solo neve e ghiaccio vorticare violenti attorno ad una ragnatela buia in cui tre sagome si muovono rapide, immuni agli elementi, scagliandosi e schivando lampi di luce multicolore come se si trovassero impegnati in una danza; la ragazza si accascia all'interno del fabbricato contro alla spessa parete in pietra grezza, vicina alla porta così da poter osservare ciò che accade fuori mentre cerca faticosamente di riprendere fiato ignorando il dolore sordo al costato, il gonfiore alla caviglia e la sensazione di bruciore causata dallo sfregamento dei vestiti umidi contro le lacerazioni prodotte dagli incantesimi di taglio ricevuti.
Le gira la testa ed ha perso un sacco di sangue, inoltre le ferite andrebbero immediatamente disinfettate e richiuse, ma lei non ha forza di sfidare nuovamente la tempesta addentrandovisi priva di meta, inoltre la poca attenzione che le resta è calamitata sul duello in corso: una figura enorme - Gregor Tiger - arranca pesante e goffa cercando d'afferrare le ombre che, rapide ed insidiose come serpenti, lo colpiscono provocandogli numerosi tagli dai quali non sgorga sangue bensì pus e qual liquido scuro, maleodorante, che tinge la neve come una colata d'inchiostro mentre l'altro – Yaxley -, bensì più agile e versato nelle arti magiche lancia incantesimi d'una ferocia inaudita e piega il vento al suo volere come Piton riesce a fare con il buio, contrastando gli attacchi di quest'ultimo.
Nei lampi di luce delle fatture Lily Luna coglie immagini frammentate dei loro visi
– inumani, folli – ed i brividi di freddo iniziano a mutare in fremiti di – paura? Sgomento? - inquietudine quando il pensiero di essere l'unica creatura viva ed umana lì, in mezzo a quella tormenta che pare essere stata evocata da un Dio capriccioso per creare il perfetto scenario alla Caccia del Solstizio, la coglie spezzandole il respiro già difficoltoso; gli occhi nocciola umidi di lacrime e grandi si fissano sulla sagoma nera le longilinea di Piton, studiandone il viso affilato dal pallore cadaverico, quegli occhi come abissi ove la fugace luce annega e si spegne, il modo in cui il mantello gli si gonfia attorno, come fossero le ali d'un pipistrello – vampiro – d'un macabro racconto gotico ed il ghigno ferino che mostra due file di denti regolari, sinistri.

Sorride, si sta divertendo.
Oh Merlino...in cosa l'ho trasformato?

Se vuoi conoscere la vera natura di un uomo devi dargli un grande potere (I)” scandisce Silente ricomparendo al suo fianco, strappandole un brivido; la ragazza volta il viso tumefatto verso il fantasma, intendo ad osservare a sua volta il duello con sguardo – evanescente – assente e labbra incurvate in una smorfia di dispiacere, perché anche se è morto ed in linea teorica non dovrebbe provare sentimenti, vedere Severus ridotto a quella forma inumana gli causa una strana 'fitta' all'interno del petto, ove gli uomini hanno ubicato il cuore.
E' colpa mia” mormora la ragazza serrando poi le labbra in una linea ferma incrostata di sangue, pallida e fredda mentre il vecchio preside scuote lentamente il capo, lanciandole una fugace occhiata prima di tornare ad osservare l'abisso fuori, nel quale natura e mostri danzano un valzer di morte e dolore, scivolando sul ghiaccio come schegge impazzite.
Sta combattendo per te, perché vedere come ti hanno ridotta gli ha fatto più male di quanto immagini”
Quindi è colpa mia. Per ciò che è divenuto lui, per come hanno ridotto Gregor Tiger, per...Yaxley” sospira la ragazza con la voce incrinata ed un singhiozzo a scuoterle il petto dolorante mentre altre lacrime le pizzicano gli occhi, fredde come i frammenti di grandine che la tormenta scaglia all'interno del magazzino vuoto, ai suoi piedi; nonostante non abbia più forze vorrebbe ardentemente correre fuori e fermarli, fermare Piton prima che l'ultimo barlume d'umanità lo abbandoni e si riduca a divenire il mostro che Yaxley già ha dimostrato d'essere, perché vederlo così le scava un buco doloroso nel costato e le mangia anima e corpo, fomentando il senso di colpa che l'accompagna dalla notte del 31 ottobre, quando l'ha salvata dal primo risvegliato accompagnandola poi in infermeria, curando le sue ferite, mentre lei per lui non è mai stata in grado di fare niente oltre a cacciarsi nei guai.
Puoi averli risvegliati accidentalmente, ma il fatto che ti sia fatta carico della responsabilità di cercarli per restituirli al riposo eterno è ammirevole. Non li hai abbandonati, stai entrando in contatto con loro per capirli meglio e, di riflesso, capire te stessa. Il fatto che ti stia preoccupando per Tiger lo dimostra. Stai crescendo Lily, come sta crescendo Severus e sono sicuro che lui non vorrebbe vederti triste nel vedere cosa è diventato. In verità, credo che questo suo nuovo stato non gli dispiaccia” le spiega dolcemente il vecchio preside poggiandole una mano incorporea sulla spalla, osservando quegli occhi castani sgranati così simili a quelli di Ginny Weasley ove il buio si vela di lacrime.
Si sta affezionando a te, a modo suo e, sempre a modo suo, era terribilmente preoccupato per te quando non ti ha vista tornare al tramonto” la mano dell'uomo scivola sul viso freddo della ragazza, carezzandolo gentilmente mentre brividi sempre più forti le scuotono il corpo.
Io non sono molto utile in questo stato, ma una cosa la posso fare. Resta qui, rannicchiati nell'angolo e promettimi che non farai nulla d'avventato. Hai bisogno di cure mediche e Severus d'un aiuto concreto”
Dove vuole andare? Chi?” domanda la ragazza corrugando la fronte, stringendosi entrambe le braccia attorno al torace per cercare di mantenere un po' di calore e proteggere la mano rotta dagli sbuffi inclementi della tormenta, studiando il viso pallido di Silente con apprensione; l'idea di star li da sola, spettatrice impotente della Caccia la inquieta, inoltre ha il terribile presentimento d'aver dimenticato un dettaglio cruciale che potrebbe rovesciare le sorti dello scontro a momenti, nonostante ora Severus si stia dimostrando in netto vantaggio.
Aspettami e ricorda, puoi essere luce e puoi salvarlo, esattamente come lui ha salvato te” risponde semplicemente Silente prima di svanire fra i flutti agitati di vento e neve oltre l'apertura prima che lei possa porre altri quesiti, lasciandola tremante e dolorante con la bacchetta – inutile – ancora stretta in pugno e la mente invasa da un pulsare ovattato intercalato da una torma di pensieri caotici.

E' andato dalla Preside McGranitt?
Chi mai potrebbe aiutarci senza fare domande scomode?
Forse Piton ha ragione, Silente dev'essere davvero impazzito.

Ciò che le ha rivelato il vecchio preside poi l'ha lasciata alquanto sbigottita, poiché non crede – davvero – che l'ex professore di Pozioni si stia davvero affezionando a lei, né che sia rimasto ad attendere il tramonto per accertarsi di vederla tornare sana e salva dalla gita ad Hogsmeade con apprensione, poiché non sono comportamenti da lui; la tratta sempre con sufficienza, le poche volte in cui si dimostra vagamente 'gentile' non perde occasione per rinfacciarle la sua inadeguatezza con battute taglienti e frecciatine, poi cerca di fare di tutto per non rimanere in sua compagnia per più del tempo strettamente necessario ed ha smesso di parlare di libri o saggi, quasi fossero argomenti indecorosi.

Io, luce?
Ma va'!

Stremata scivola contro la parete umida e fredda, sedendosi sulle assi sporche del magazzino con un sospiro sofferente, abbandonando l'idea di seguire il duello nonostante ne avverta gli echi, oltre il fragore prodotto dalla tempesta; sebbene l'idea di Silente gli paia folle ora spera che chiunque sia andato a chiamare giunga presto, poiché è giunta allo stremo, non sa per quanto tempo riuscirà ancora a mantenersi sveglia né a contrastare il dolore che le pulsa nel corpo come la percussione d'un tamburo, stappandole gemiti e facendole lacrimare gli occhi stanchi.
Sta per abbassare le palpebre e rannicchiarsi ancor più stretta quando la magia mortifera divampa improvvisamente nel petto bruciando con forza, acuendole i sensi quanto basta per farle avvertire una terza presenza che prima aveva ignorato, troppo presa dai due Mangiamorte che le si sono scagliati addosso con ferocia nella piccola piazzola antistante al magazzino e, in seguito, dal dolore causato dalle ferite; il buio all'interno della struttura è totale, una massa compatta che le impedisce di vedere più in là dell'apertura dalla quale entrano sbuffi di neve fredda, perlescente, ma a lei non serve alcuna luce per capire di non essere sola.
Non lo è mai stata.
La Regina l'attendeva qui.

La magia pulsa con forza amplificata dall'avvicinarsi della terza creatura, la cui aura però è assai diversa da quella degli altri morti affrontati fin ora, più sottile e nebbiosa, d'una strana 'forma' che poco ha in comune con le due assai più consistenti dei due risvegliati impegnati in duello contro Piton, fuori; la punta della bacchetta della ragazza s'illumina per permetterle di distinguere un guizzo oscuro sul fondo, una massa nera dalla pelle lucida che si muove sinuosa sul pavimento producendo un lieve – impercettibile – fruscio avvicinandosi lentamente, braccandola in modo sin troppo animale, poco umano.
La strega scarta di lato quand'avverte un sinistro spostamento d'aria, rotolando dolorosamente sulle assi fradicie di fronte alla porta d'ingresso, levando poi immediatamente la bacchetta di fronte a sé per identificare quella Regina di Bastoni che è rimasta ad attenderla nell'oscurità sin ora, con pazienza, desiderosa di scoprire chi sia; il sangue le si gela nelle vene ed il respiro muore fra polmoni e bocca, lungo la trachea, quando la luce cangiante illumina due occhi gialli dalle pupille verticali
– ora ridotte a sottili ferite nell'iride - ed un muso triangolare grosso quanto la mano di Hagrid, rivestito d'una pelle lucida e squamosa d'un color terra con striature gialle e nere, dalla cui bocca fuoriesce una lingua scura, saettante e biforcuta.
Fra la terza e la quarta vertebra vi è un taglio netto che rende la testa leggermente 'sfalsata' dal corpo, facendo risultare l'enorme rettile ancor più terrificante di quanto già non appaia e la strega capisce finalmente a chi si riferisse Yaxley quando le aveva domandato perchè 'lei' fosse rinata con la testa 'mal saldata'; inghiotte un bolo di saliva freddo misto a sangue ferrigno quando il serpente snuda le zanne ed agita la coda, inarcandosi per colpire di nuovo e non le serve certo consultare Piton per capire quale sia il nome di quest'improbabile creatura resuscitata per puro – stupido – errore, poiché i racconti del padre sono una fonte d'informazioni sufficiente.

Nagini”

Lily Luna rotola nuovamente di lato, facendo poi leva sulla gamba sana per alzarsi in piedi e castare uno schiantesimo verso la creatura, ma questa è più veloce e lo evita con un guizzo, slanciandosi poi in avanti per cercare di morderla di nuovo; la strega zoppica fuori e raffiche di vento cariche di neve e grandine la investono inclementi facendola barcollare, costringendola a socchiudere gli occhi per poter distinguere a malapena le sagome dei due Mangiamorte e di Piton mentre cerca di mettere quanta più distanza possibile fra sé ed il serpente, continuando a scagliare maledizioni alla cieca.

E' un rettile.
Dovrebbe già essere morta d'ipotermia.
E' morta, mi correggo...merda.

Neville Paciock le ha staccato la testa con la spada di Godric durante la battaglia di Hogwarts, la mattina del tre maggio 1998, quindi è impossibile che avverta freddo, caldo o abbia qualche rimostranza a strisciare nella tormenta come una creatura emersa da un incubo, saettandole dietro a velocità folle per una bestia tanto grossa, cercando di ghermirle le gambe; il cuore le batte all'impazzata mentre la magia le incendia alveoli e capillari improvvisamente ridestata, ed è solo grazia ad essa che riesce a percepire un movimento di fronte a sé e la grossa mano di Tiger calare nella sua direzione cercando d'afferrala malamente.
Scarta di lato e scivola, battendo il ginocchio contro al freddo acciottolato e scaglia con disperazione una 'Bombarda' che fa saltare il braccio proteso del grosso risvegliato dalle budella pendenti; tossisce neve e gelo, cercando di liberare la bocca, osservando con apprensione la sagoma del grosso rettile svanire nella tormenta mentre l'urlo inumano di Tiger ne sovrasta il fischio, cercando d'avventarsi contro di lei con la bacchetta spianata e l'apparente incapacità d'usarla.

Potter!” il ringhio di Piton giunge assieme al Sctumsempra che dilania in modo più brutale e profondo le carni mal rabberciate del padre del suo ex alunno, seguito da una spell che gli tronca di netto il braccio rimasto così da farlo vacillare, improvvisamente privo d'equilibro, mandandolo a schiantarsi al suolo con un tonfo fragoroso costellato di ululati; il mantello nero dell'ex professore sferza il corpo della giovane strega mentre questa volta il viso fradicio e tumefatto nella sua direzione per incontrarne gli occhi ossidiana tetri, con i suoi, dilatati dalla paura.
L'uomo l'afferra malamente per un braccio tirandola in piedi, parando poi una gragnola di colpi e sferzate di vento tagliente scagliate da un punto imprecisato alle loro spalle, ove la risata di Yaxley s'intuisce appena.

C'è...è tornata anche lei!” singhiozza la ragazza studiando spasmodicamente il terreno circostante, cercando di fare appello al poco autocontrollo rimasto per incanalare la magia d'evocazione in modo da localizzare il grosso serpente, ma – com'è consuetudine – essa non collabora, permettendole unicamente di percepire un vago lumicino che subito si perde nel buio.
Piton corruga la fronte osservando furente la ragazza, quella stupida testa di legno che ha deciso coscientemente di infilarsi in quel casino, ignorando avvertimenti e profezie con la falsa ed infantile superiorità di chi crede di conoscere il mondo solo perché ha letto e studiato tutto sull'argomento in qualche libro; a volte gli ricorda la Granger, altre invece quell'idiota sconsiderato del padre, ed in quei frangenti sente la rabbia aumentare a dismisura poiché sa
– l'ha già vissuto – che dovrà tribolare il doppio per adempiere all'ingrato compito appioppatogli dalla Morte, ovvero tenere in vita una persona che sta facendo di tutto per incontrare il Creatore prima del tempo confondendo l'idiozia con l'eroismo.
Eppure, vedendola tremare violentemente in mezzo a quella tormenta demoniaca, con il viso pesto ed il corpo martoriato da escoriazioni, tagli e tumefazioni non riesce a vomitarle addosso tutto il suo disappunto come vorrebbe, inoltre vi è qualcosa di profondamente sinistro nello sguardo atterrito, semichiuso per contrastare il vento, di lei, un monito che la ragazza non riesce ad esprimere a parole poiché troppo sconvolta; basta quell'attimo d'esitazione da parte sua e la notte s'incendia d'un verde smeraldo sinistro mentre una maledizione esplode dal turbinio di neve e grandine dirigendosi con rapidità implacabile verso il corpo esile e fradicio della giovane strega.

No!” urla lei quando l'abbraccia con forza cosicché l'Avada Kedavra scagliata da Yaxley lo colpisca sulla schiena; l'aria fuoriesce dai polmoni come se fossero stati compressi con forza ed un fiotto di sangue rosso – vivo – gli sgorga dalle labbra pallide, imbrattando ancor più la giacca imbottita della ragazza e le ginocchia cedono; Lily Luna cerca di sostenerlo, facendo forza sulla caviglia sana ed ignorando il dolore, constatando con sollievo che ancora respira e pare 'vivo', nonostante la maledizione che uccide l'abbia colpito.
Sono morto, Potter. Morire di nuovo non mi è possibile” ringhia lui seccato richiamando le ombre con un gesto secco della mano, voltandosi per fronteggiare Yaxley che ora è apparso, molto più macilento e mostruoso di quanto non apparisse quando le aveva frantumato la mano sotto il tacco dello stivale.
Gli manca parte della calotta cranica e il braccio sinistro è ridotto ad una poltiglia di muscoli ed ossa penzolanti, inoltre trascina la gamba destra, piegata in modo assai innaturale; alle loro spalle Tiger muggisce contrito e tenta di strisciare verso di loro, ma le ombre sono più leste e l'avvolgono con forza, schiacciandolo a terra sotto lo sguardo inclemente e folle di Piton che si rivolge alla ragazza in tono freddo, cattivo, ordinandole di mandarlo a dormire mentre lui finisce di sistemare il risvegliato biondo.

Non puoi morire, ma puoi provare dolore. Puoi avere paura. Ti farò rimpiangere ogni graffio che mi hai causato Severus Piton!” Questi ghigna cattivo, folle, con l'occhio superstite iniettato di sangue.
Patetico” sibila l'ex professore passandosi la lingua sulle labbra per togliere il sangue, osservando con disgusto la pallida imitazione dell'uomo che, sulla torre di Astronomia, aveva incitato Draco Malfoy ad eseguire l'ordine impartito dal Signore Oscuro e s'era indignato, quando ad uccidere Silente era stato lui; l'unica lode che concede alla Potter è per avergli permesso finalmente di vendicarsi, seppellendo ognuno dei suoi vecchi compagni dopo averli mutilati e ridotti al silenzio come hanno meritato.
Sta per agitare la bacchetta pronto a combattere quando un movimento alla sua desta lo spinge a voltarsi repentinamente, pronto ad affrontare la cosa che gli si è scagliata addosso con tale velocità, convinto si tratti di un trucco architettato da Yaxley per disorientarlo, ma quando distingue il grosso muso triangolare sul quale sono incastonati due occhi d'un giallo ambrato malevoli, con grosse pupille nere a specchio, ed una bocca enorme costellata di zanne aguzze il suo corpo ha un fremito e la cicatrice gli pulsa dolorosamente, distraendolo quanto basta dall'impedirgli di evitare l'attacco del serpente che gli azzanna il polso, schiacciando i denti nella carne con rabbia.
La bacchetta gli scivola di mano mentre Lily Luna agita la sua, scagliando schiantesimi contro al grosso rettile per fargli mollare la presa, cercando al contempo di tenere d'occhio Yaxley; ma è ferita e debole, la magia mortifera la sta consumando e dovendo riversare tutte le forze disponibili nell'attacco a Nagini, ora impegnata a lottare contro Piton e le sue ombre, non s'accorge che il Mangiamorte biondo ha richiamato nuovamente i venti trasformandoli in una lama che sferza il terreno provocando una profonda spaccatura nell'acciottolato, spingendola verso la sua direzione.
Si scansa rotolando a terra, ma Piton, impegnato a tenere la testa del serpente il più lontano possibile dal suo viso, non s'accorge della spell finché questa non gli trancia il braccio proteso facendogli perdere l'equilibrio, così da rotolare a terra sotto il peso dell'enorme serpente che inizia ad avvolgerlo per stritolarlo, con le fauci snudate per azzannarlo di nuovo.
Lily Luna, finita affianco a Tiger osserva la scena con gli occhi intrisi di terrore cercando di non farsi mordere dal risvegliato, stringendo la bacchetta in modo spasmodico senza sapere quale incantesimo lanciare; Piton e Nagini sono un groviglio di carni ed ombra e lottano furiosamente mentre Yaxley scaglia lame di vento senza curarsi di ferirli entrambi, reso ormai folle ed incontrollabile dal dolore e dal desiderio di vedere distrutto il suo ex collega Mangiamorte; il padre di Vincent scalcia e si divincola nell'abbraccio dei viticci che l'hanno costretto a terra, ora allentati a causa della perdita di controllo di Piton e cerca d'afferrare una delle sue caviglie fra i denti storti, ora che è così vicina e l'odore di sangue così forte.

E' colpa mia.
E' tutta colpa mia.
La sua disgrazia, non la sua luce.


Cosa sei tu, davvero?
la domanda è: cosa vuoi essere tu, davvero?

Accanto a sé vede la lunga bacchetta nera con il manico inciso ad arabeschi di Piton e l'afferra con forza, stringendola contro la sua, nera e ritorta come una clavicola, scivolando seduta con le gambe incrociate mentre il mondo attorno a lei impazzisce e collassa, dilaniato da sferzate di vento ghiacciato; respira a pieni polmoni quell'aria pesante che sa di neve e sangue, lezzo di tomba ed ombre mortifere, imponendosi il contegno sufficiente a riacquisire il controllo sulla magia che le ha incendiato alveoli e capillari, spedendo il cuore a battere ad un ritmo folle.

Sull'orlo del baratro.
lo posso aiutare.
Posso far finire tutto questo
conosco l'incantesimo.
I diari proibiti me l'hanno rivelato.
C'è abbastanza ombra qui, posso usare quella evocata da  Piton.

Inspira, espira.
Inspira, espira.

Vola solo...
Salazar aiutami.
Chi osa farlo...

Umbra Ascendum!” grida con entrambe le bacchette ben salde nella mano destra, tracciando una sorta di croce nell'aria: il buio attorno a sé diviene improvvisamente solido, respingendo la tormenta e fracassando il corpo di Tiger in tanti, macilenti, pezzi di carne privi di sangue che restano a dimenarsi in pozze oscure e limacciose sul terreno, mentre le ombre scivolano verso il grosso serpente e l'avvolgono a loro volta spezzandogli la schina in più punti, costringendolo a mollare la presa con sibili irati per poi scagliarlo lontano.
L'occhio superstite di Yaxley incontra quelli spiritati e bui della ragazza Potter e li annega in pozze d'un bianco abbacinante, ove iride e pupilla sono appena distinguibili, mentre la magia d'evocazione unita alle ombre gli artiglia le gambe con forza trascinandolo a terra; a nulla servono le preghiere inframmezzate da urla strudule, inumane, poiché gli artigli del buio penetrano nelle carni con forza squartando e spezzando, riducendolo ad una massa informe poco dissimile da quel che è divenuto Tiger.
Con un movimento fluido del polso la ragazza evoca sei ciotole colme delle offerte ai morti e le spedisce sopra i cadaveri dei tre – due più il serpente – risvegliati, mormorando poi con voce antica, solenne: “Non mi interessa sapere cos'avete da dirmi. Non siete altro che luridi scarti”
Lily Luna non ha più coscienza di sé, esistono solo il potere e la magia.
Ombra e morte unite.
Una parte della sua coscienza la spinge a lottare per riappropriarsi dell'uso del corpo, ma l'altra – assai più forte – invece la frena, dicendole che questo è l'unico modo per divenire ciò che davvero è; la profezia di Vincent Tiger inizia ad acquisire un senso diverso, più sinistro della semplice morte pronosticata per sbudellamento e lei sa che i tagli causati dagli incantesimi di Yaxley saranno solo piccole cicatrici che, con il tempo, spariranno sopravvivendo solo nei ricordi, poiché ciò che davvero è andato in pezzi non è il suo corpo, bensì lei nella sua interezza.
Lancia un'occhiata fugace a Piton, disteso a terra in una pozza di sangue con il volto cereo e le palpebre dischiuse, apparentemente svenuto, ed un piccolo sorriso triste le incurva le labbra gonfie e screpolate dal gelo mentre obbliga i cadaveri a tornare al sonno eterno, privandoli di quella facoltà di muoversi donata inconsciamente; non c'è più traccia del mostro che combatteva come un vampiro assassino, né dell'uomo dei racconti d'infanzia del padre, è una via di mezzo dotata di poteri particolari e difetti tipicamente umani e lei – in modo folle, irrazionale – gli vuole bene e non permetterà a nessuno d'arrecargli altro dolore, poiché ne ha già patito tanto. Salirà con lui la scala e se ciò significa abbracciare completamente ciò che dovrà divenire lo farà, oltre ogni paura, esitazione o rimpianto, perché glielo deve.
Chiude gli occhi sospirando, lasciando che l'incantesimo spazzi via anche la tormenta, innalzandosi verso il cielo come una torre oscura così da ghermire le nubi mentre lei s'abbandona contro il terreno innevato, dolorante e priva di forze, con le due bacchette nere ancora ben salde nella mano destra e la sinistra ridotta ad una massa pulsante e gonfia.

Quando li riapre non sono passati che pochi minuti, ma il cielo ora è d'un blu abbacinante puntellato d'una miriade di stelle lucenti, sul quale spicca una luna gonfia e piena color perla; sbatte le palpebre un paio di volte per scacciare gli ultimi residui di nevischio e stanchezza, portandosi a sedere mentre il corpo protesta, scosso da spasmi.
Ha freddo ed avverte dolore ovunque, ma quando volta la testa e vede il corpo di Piton ancora riverso a terra, immobile, non ha alcuna esitazione nel portarsi vicina a lui, nonostante le articolazioni stridano e le ferite si riaprano con dolorosi strappi, riversando altro sangue sui vestiti già zuppi e sporchi; l'uomo respira debolmente, sebbene il cuore non batta ed il moncherino del braccio, tagliato poco sopra il gomito destro, s'intravede appena sotto al tessuto della manica dilaniato.
Ha un brutto morso sull'avambraccio sinistro e diversi tagli lungo tutto il corpo ma nel complesso pare messo molto meglio di quanto non si senta lei, probabilmente grazie al fatto di non essere più vivo e ringrazia la sorte per questa sottigliezza, poiché con ferite del genere fuori, al freddo, non sarebbe sopravvissuto molto se fosse stato un uomo 'normale' ; la ragazza cerca di girarlo per tirarselo sulle spalle, così da trascinarlo fino al magazzino per adagiarlo su una superficie asciutta, aspettando che si riprenda, ma non ha più forze e la caviglia slogata ora le duole troppo impedendole d'alzarsi.

Oh cazzo! Non possiamo stare qui!” impreca cercando di scagliare un semplice incantesimo di locomozione che però non sortisce l'effetto desiderato, dato che è davvero esausta e non riesce a concentrasi; si guarda attorno smarrita, incontrando de occhi gialli dalle pupille verticali che la osservano attenti, curiosi, mentre una lingua nera saetta nell'aria fredda scandendo il tempo che passa.
Lily Luna impallidisce, guardando il serpente con odio mentre afferra il corpo inerte di Piton fra le braccia, muovendo entrambe le bacchette in un gesto scocciato.

Che ci fai ancora qui? Le offerte te le ho date, va' a dormire!”
L'animale scuote il capo , sibilando sommessamente.

Non parlo il perseltongue” sbotta la ragazza assottigliando gli occhi castani.
Altro sibilo.

Non dirmi che sei come Silente, che hai una qualche missione che ti costringe a restare” nel vedere la grossa testa di Nagini muoversi nell'aria in un cenno d'assenso la ragazza impreca forte, tirando un pugno con la mano sana, fra cui stringe ancora le bacchette, contro al terreno innevato; osserva il viso spigoloso e pallidissimo di Severus inghiottendo un bolo di saliva acre, percependo l'eco delle maledizioni che le tirerà una volta risvegliatosi, visto il poco affetto – a quanto pare reciproco – che corre fra lui ed il serpente del fu Lord Voldemort.
Allora, perché hai tentato di uccidermi?”
La lingua biforcuta saetta nell'aria e l'animale rimane in silenzio.

Va bene, motivi tuoi. Sappi che lui non sarà felice di rivederti e che ora dobbiamo trovare un modo di toglierci da qui, subito” mormora la ragazza cercando nuovamente di trascinare il corpo dell'ex insegnante verso il magazzino dalle mura in pietra, senza alcun risultato poiché è si magro ed alto, ma pesa comunque più di lei e data l'impossibilità di alzarsi in piedi o di utilizzare decentemente la magia l'operazione risulta impossibile; inoltre è allo stremo, teme che – fra non molto – collasserà a causa dell'ipotermia senza avere modo d'invocare alcun aiuto, non riuscendo a castare incantesimi e trovandosi in una parte di Hogsmeade dove nessuna persona sana di mente si avventurerebbe mai di notte, dopo una tormenta.
Sta per accasciarsi contro al petto di Piton, convinta che finirà lì i suoi giorni quando una luce le ferisce le cornee, costringendola a schermare il viso con la mano sana per distinguere l'alta ed imponente figura di un uomo
– mago -anziano con in mano una bacchetta dalla punta accesa dal 'Lumos'; ha un viso austero su cui spiccano occhi acquosi, coronato da una folta barba grigia e lunghi capelli raccolti in una coda semplice che gli ricade oltre le spalle possenti, fasciate da un lungo cappotto color cuoio trattato bordato di pelo ed ha qualcosa di vagamente 'familiare', sebbene la ragazza non sappia ricollegarlo a nessuna persona di sua conoscenza, almeno finché non vede apparire il fantasma di Silente al suo fianco.


Prima che lei possa porre domande scomode, dal caso Silente non le abbia spiegato: Si, questo è Severus Piton, ex Mangiamorte e professore di Pozioni ad Hogwarts, nonché spia, ed è vivo malgrado non lo sembri. Vivo come lo può essere un morto resuscitato, ovvio. E si, questa è la biscia di Voldemort, Nagini. Vengono con me entrambi. Non accetto imprecazioni. Grazie”





_______________________________________________




Glossario:


  1. Pittaco, filosofo greco vissuto fra il 640 a.C e il 570 a.C



NDA: Molto in ritardo giunge anche questo settimo – decimo – capitolo.
Purtroppo ho avuto settimane abbastanza piene e costellate di problemi, quindi non sono riuscita a trovare molto tempo né voglia di scrivere ed aggiornare; adesso le cose paiono risolte, quindi prometto che tornerò ad avere una frequenta quanto più possibile regolare.
Di questo capitolo ho poco da dire, oltre che è stato davvero difficile da scrivere (problemi a parte) ed è stato cancellato diverse volte, poiché molte parti non mi piacevano eo risultavano superflue; è molto lungo e spero non vi abbia annoiato, avevo un sacco di cose da dire su questa 'battaglia'  e sui numerosi cambiamenti di Lily Luna.
La profezia decantata da Vincent Tiger si avvera in modo insolito, spingendola a 'rompere' qualcosa della sé attuale per far emergere parte di ciò che diventerà, inoltre appaiono altri Mangiamorte redivivi, ovvero Yaxley (Secondo il canon dovrebbe essere rinchiuso ad Azkanban con Rodolphus Lestrange, ma per fini di trama l'ho fatto morire per mano di un Weasley nella battaglia di Hogwarts del '98) ed il padre di Vincent Tiger (nei libri della Rowling non ha un nome, quindi per me è Gregor), più Nagini, che ci tenevo ad inserire.
Il perché sia resuscitata anche lei, essendo un serpente ed anche un Horcrux, verrà spiegato prossimamente, ma posso tranquillamente spoilerare che Severus non prenderà affatto bene la sua presenza., così come il venire a sapere che Lily Luna ha un'infarinatura di magia oscura che non gli ha rivelato, appresa in un modo assai paradossale.
Si accettano scommesse su chi sia l'anziano mago comparso con Silente.
Il titolo del capitolo è invece un omaggio al terzo libro della Triologia del Baztàn di Dolores Redondo, da cui sono stati tratti tre film presenti su Netflix, che personalmente consiglio a tutti gli amanti dei racconti polizieschi con una punta di sovrannaturale e folklore.

Ringrazio tutti coloro che sono giunti fin qui, che hanno aggiunto questa storia alle preferiteseguitericordate e chi ha trovato un briciolo di tempo per recensire e lasciarmi un parere.

Grazie davvero!


Alla prossima!


_Morgan



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Capitolo 11
*** .VIII. Saturnalia, notte del Solstizio: Addomesticare le bestie feroci (21 dicembre 2023) ***


Nekiya - Capitolo VIII
  • νέκυια

- Capitolo VIII-

Saturnalia, notte del Solstizio: Addomesticare le bestie feroci

[Bestiario – Parte I]





A Merlino, senza il quale il mondo

è molto meno particolare.



Le più belle lezioni di umanità
le ho ricevute dagli animali

[Caramagna]



Cairngorns National Park,
Hogsmeade, Testa di Porco
21 dicembre 2023, ore 23.58


La mano dalle lunghe dita coperte di anelli multicolori, ornata da unghie ben curate d'un viola impreziosito da pagliuzze oro, avvolgono con lenta precisione la benda intrisa d'una pozione lenitiva attorno alla caviglia gonfia e rossastra, stringendo quanto basta per mantenerla ferma; Lily Luna osserva l'operazione con sguardo assente, sorseggiando distrattamente l'infuso di tiglio, valeriana e camomilla dalla tazza fumante che tiene nella mano destra, mentre la sinistra – fasciata anch'essa – è abbandonata mollemente in grembo.
Ecco fatto, cara” mormora dolcemente l'anziana donna alzando il viso così da incontrare gli occhi castani sonnolenti della giovane strega, facendo tintinnare le numerose collane e distendendo le labbra in un sorriso gentile; quando Aberforth è tornato sorreggendo un Severus Piton decisamente malconcio, accompagnato da una studentessa di Hogwarts a rischio ipotermia, coperta di sangue, da un serpente enorme di cui lei aveva udito solo racconti durante la seconda guerra magica e dal fantasma di Albus Silente, aveva dovuto reggersi allo stipite della porta per non collassare a terra colta da un malore, ma poi s'era ricordata delle premonizioni lette la mattina nel fondi del primo caffé, confermate da una rapida consultazione della sfera: cambiamento attraverso un conflitto, notizie, premonizioni che lo scorbutico compagno aveva troncato con un grugnito trasformatosi poi in risata sarcastica, etichettando ogni vaticinio come 'fesseria'.
Si era ripresa con rapidità poi, offrendosi di aiutare la giovane strega dai capelli rossi desiderosa di sapere la sua storia.

La ringrazio” sussurra Lily Luna sorridendo a sua volta, benedicendo l'acqua che le ha levato dal corpo sporcizia, sudore e sangue secco, nonché l'aver potuto indossare delle vesti pulite e calde, sebbene d'una foggia assai diversa dagli abiti che è solita portare; Sibilla aveva riparato i numerosi tagli sui jeans, felpa e giubbotto, gettandoli poi a lavare per darle una lunga tunica zaffiro simile ad un sari indiano, con il corpetto dall'ampio scollo impreziosito da pietruzze e ricami in oro poi, dopo averla costretta a trangugiare una generosa sorsata di 'Ossofast e medicato i tagli', le aveva pettinato ed acconciato i capelli ribelli in una treccia a lisca di pesce perfetta, cosìcché non le fossero d'intralcio,ed  in ultimo le aveva prestato una calda sciarpa – indiana anch'essa – da drappeggiarsi attorno alle spalle.
Quando la ragazza era riuscita ad uscire dal bagno tornando nella camera matrimoniale della strega, nella quale troneggiava un lungo specchio a figura intera dalla cornice intarsiata incassato fra l'armadio ed il muro, nel gettargli un'occhiata distratta quasi non s'era riconosciuta poiché sembrava
– lividi e tagli a parte – una di quelle figure femminili che popolavano la sua copia illustrata delle 'Mille e una Notte', aggraziata e bella con l'abito che ne esaltava perfettamente il corpo tonico e le curve ancora accennate; per un'istante s'era sentita smarrita e a disagio, sul punto di pregare l'ex professoressa di Divinazione di restituirle i suoi comodi e larghi vestiti, seppur sporchi e laceri, così da sparirci all'interno nascondendosi nuovamente al mondo.
La donna però l'aveva fermata, costringendola a sedersi su una sedia dall'alto schienale lavorato per fasciarle la caviglia dolente dopo averle sistemato la mano ed ora è lì, con la tazza in mano e gli occhi che saettano dal viso rugoso ed ornato da grossi occhiali tondi e spessi
– fondi di bottiglia – di Sibilla Cooman allo specchio che le riflette entrambe, due figure appartenenti ad una storia che sa di leggenda.

Questo vestito è mio, di quando ero più giovane. L'ho comprato a Bengalore, ci andai con il mio primo marito in viaggio di nozze” mormora la strega in tono assente con la mente invasa da ricordi sfocati dal gusto dolceamaro, raccogliendo da terra il rotolo di benda ed i flaconi contenenti pozioni e decotti, alzandosi poi in un tintinnio argenteo di bracciali e collanine per studiare il viso dai tratti regolari, ancora un po' pallido, della giovane.
Ti sta davvero bene, cara”
Grazie” mormora Lily Luna a disagio, stringendo forte la tazza fra le dita per bearsi del suo calore mente la gola è serrata da un improvviso nodo di parole e sentimenti che non riesce a sbrogliare, sebbene aneli a liberarsene con tutta sé stessa; non è stata in grado di raccontare cosa sia successo nella tempesta, sebbene queste due persone siano amiche di Albus Silente qualcosa – istinto – le ha suggerito di tenere le labbra ben serrate, evitando domande scomode e insidiose conversazioni con la donna che era stata docente di Divinazione negli anni in cui suo padre aveva frequentato Hogwarts, che lei conosce solo tramite i racconti dei suoi parenti, tutti non troppo lusinghieri.

Eppure è gentile.
Pare davvero preoccupata per me.

La casa è piccola e, purtroppo, la stanza degli ospiti è stata adibita a magazzino. Ma puoi restare a dormire qui finché non sarà giorno, non credo che io e Aberforth necessiteremo del letto. Silente ci deve una spiegazione ed io devo trovare conferma a quanto letto nei fondi del mio caffé mattutino”
Sarebbe meglio per voi non sapere, non fare domande” esala la giovane strega fissando cupamente il liquido ambrato vorticare nella tazza agitata dalla sua mano tremante, inquieta, strappando alla donna uno sbuffo contrariato; osserva la giovane, esile, ragazza oltre le lenti a fondo di bottiglia degli occhiali da vista cercando sul viso pallido ed affilato, incorniciato da quella massa di capelli ribelli color fiamma viva, qualcosa che le rammenti la discendenza da quel padre famoso che fu suo allievo – non fra i più dotati, purtroppo – ma l'unico tratto in comune pare essere una spaventosa affinità con le disgrazie.
Per avere solo sedici anni è fin troppo seria e schiva, come se appartenesse ad un mondo assai più adulto e brutale di quello rassicurante, protetto da imponenti mura di pietra della scuola di Hogwarts; nonostante non insegni più da quasi vent'anni Sibilla ha ben presente come sono gli studenti d'oggi, poiché frequentemente qualcuno s'arrischia a venire a consumare una burrobirra o ha l'ardire d'ordinare un Whiskey incendiario alla Testa di Porco, ove ora lavora assieme ad Aberforth, come se ciò fosse una sorta di rito d'iniziazione o sfida per provare il proprio coraggio e tutti loro hanno un'espressione assai più 'bimbesca', persino gli studenti già maggiorenni mentre lei ha negli occhi il buio profondo – più nero dei suoi fondi di caffé - di chi ha guardato la morte in faccia ed una piccola ruga al lato della bocca dalle labbra pallide, di chi è abituato a sorridere poco, amaramente.

Mi sembri sveglia, mia cara, quindi capirai che ciò non è possibile. L'ultima volta in cui ho visto il volto di Albus Silente è stato al suo funerale, poco prima che la lastra in marmo bianco ne coprisse le spoglie, non s'è mai manifestato come fantasma prima d'ora. E Severus...” la donna comprime le labbra rosate in una linea ferma che spezza respiro e parole, riaprendo una ferita vecchia di decenni che ancora sanguina sentimenti contrastanti – difficili – e oscuri ricordi che credeva perduti; non sono mai stati 'amici', ma il tradimento e la freddezza con cui ha ucciso Silente l'hanno incrinata spingendola ad odiarlo di riflesso, per poi sentirsi – come s'erano sentiti tutti – profondamente in colpa e dispiaciuta per lui, quando Potter aveva rivelato la verità all'intero Mondo Magico.
Vederlo fradicio e ferito, con un braccio amputato e le labbra morse per contenere rabbia e dolore l'ha pietrificata, come l'hanno pietrificata quegli occhi ossidiana semichiusi quando s'è arrischiata a scendere di sotto, nel pub, per prendere una boccetta di dittamo e l'aveva trovato lì, semi sdraiato su una delle poltrone vicino al camino con Aberforth chino su di lui, intento a staccare casacca e camicia pregne di sangue dalla pelle pallida, fredda, per poterlo medicare.
Vicino allo stivale destro c'era una bottiglia di Scotch, l'unico anestetico contemplato dal suo burbero compagno e le assi di legno, così come l'imbottitura del mobile, rilucevano d'un sinistro colore vermiglio nella luce calda prodotta dalle candele; Albus l'aveva guardata in silenzio, accennando con il mento alle scale da cui era venuta, in una muta preghiera a tornare di sopra quasi a volerla preservare dal vedere – orrore? Dolore? Assurdità? - ferite incompatibili con la vita.
E l'Occhio l'aveva sollecitata pizzicandole i sensi, spingendola a sparire prima che il suo ex collega iniziasse a gridare emettendo un ringhio più simile all'ultimo respiro d'una fiera selvaggia morente che all'esclamazione di dolore d'un essere umano, facendole salire i gradini due alla volta con il rischio d'inciampare per poi chiudersi la porta dell'appartamento alle spalle con un tonfo secco, benedicendo che la ragazza fosse ancora in bagno e non potesse sentire.

Come sta?” domanda la giovane Potter spezzando il filo sconnesso dei suoi pensieri; la sfumatura d'ombra negli occhi castani s'addolcisce e muta, facendo assumere all'iride una calda tonalità cioccolato simile al colore della terra smossa pronta ad accogliere i semi in primavera e Sibilla distende le labbra in un sorriso rassicurante, quasi materno, appoggiandole una mano sulla spalla fasciata dalla stoffa zaffiro.
Bene, cara. Non preoccuparti”
E...il suo braccio?” la voce di Lily Luna s'incrina d'incertezza ricordando la stoffa della casacca a brandelli e l'arto amputato poco sopra il gomito mentre il cuore inizia a battere forte, tachicardico, alimentato dalla paura che l'uomo rimarrà per sempre – fino alla nuova morte – mutilo a causa sua.

La sua disgrazia.
Non la sua luce,
Silente si è sbagliato...

Beh, ha perso molto sangue e la ferita è davvero brutta...” mormora Sibilla, incerta su come proseguire il discorso affinché le sue parole non spaventino ulteriormente la giovane strega, spingendola a sgattaiolare di sotto per verificare i danni riportati dall'ex professore di Pozioni a cui sembra – inspiegabilmente – molto legata; quando l'ha accompagnata verso il bagno dell'appartamento sito sopra la Testa di Porco, affinché lavasse via dal corpo il freddo, il sangue e la sporcizia, aveva provato a sondare con brevi e concise domande la natura del rapporto che la legava al fantasma di Silente e al redivivo Piton, ma l'unica risposta ottenuta era stato quel 'non faccia domande, la prego', intercalato da scosse del capo in segno di diniego e profondi silenzi, manifestazioni d'una volontà ferrea di non rivelare alcunché che l'avevano spinta a riconsiderare ciò che aveva visto nei fondi della tazzina da caffé, ovvero l'oscuro presagio di morte che le aveva dato molto da pensare poiché somigliava terribilmente ai segni premonitoi che hanno costellato la vita del padre, quando era adolescente.
Ma non preoccuparti, cara. Aberforth ed Albus si stanno prendendo cura di lui, vedrai che presto starà meglio”
Non credo, ed è tutta colpa mia” la ragazza scuote violentemente il capo facendo ondeggiare la lunga treccia dai riflessi ardenti, strizzando gli occhi quanto basta per scacciare i primi fantasmi di lacrime che non vuole versare li, per non apparire ancor più debole di quanto effettivamente sia e, soprattutt, davanti ad una sconoscuta che nulla conosce della sua storia e delle circostanze che l'hanno portata lì quella notte; se non fosse stata così avventata – stupidamente Grifondoro e poco Corvonero – da lanciarsi nella tormenta alla cieca per inseguire una stupida paura e se si fosse mossa prima ad utilizzare l'incantesimo appreso dai diari, probabilmente ora Piton avrebbe ancora il braccio destro ed i risvegliati sarebbero finiti inghiottiti dalla terra con più rapidità, invece s'era lasciata prendere dal panico ed aveva combinato un macello.
E'...colpa mia” ripete ignorando il commento mentre stringe con forza la tazza nella mano sana, chinando il capo per nascondere il viso dallo sguardo attento dell'ex professoressa di Divinazione che, intuendone il tumulto interiore, le stringe la spalla un poco più forte prima di carezzarle il braccio lentamente, cercando di consolarla con fare materno.
Su, su cara. Non hai alcuna colpa”
Il resto delle parole rassicuranti che la donna vorrebbe rivolgerle muoiono in gola quando un urlo ferino, seguito dallo schianto prodotto da un oggetto pesante - probabilmente un mobile - , rompono il silenzio ovattato dell'appartamento facendo tremare le spesse assi in legno del pavimento; al frastuono fa seguito un tintinnio di vetri e ceramiche infrante, seguito da voci concitate che urlano ammonimenti ed incantesimi giù, al piano di sotto.
Prima che Sibilla possa costringerla a rimanere seduta, la giovane Corvonero si libera dalla mano della donna e la spinge via con una spallata, rovesciando a terra la tazza con l'infuso per gettarsi fuori dalla camera da letto, seguita da una serie d'imprecazioni ed ammonimenti, zoppicando velocemente lungo il corridoio sino a raggiungere l'ampio salotto ove spalanca il portoncino per ritrovarsi su un pianerottolo angusto e buio, occupato quasi per intero da un vecchio e basso mobile ricolmo di scarpe d'ogni tipo, un pesante portaombrelli in ottone bottato, colmo di bastoni da passeggio e canne di bambù, ed infiniti vasetti di piante grasse dall'aria decisamente avvizzita; sentendo accorrere la Cooman la ragazza imbocca le ripide scale in legno ricolme di casse ed altri oggetti di cui – nel buio – distingue a stento le sagome e scende di sotto, ritrovandosi in una stanza stretta e lunga piena di cartoni impilati, barili d'idromele e whisky incendiario e bottiglie di burrobirra impolverate, sulla cui parete corta di fondo è presente una grossa porta in legno e ferro dalla quale filtra una debole luce aranciata.
Con la coda dell'occhio coglie dei guizzi attorno a sé e vede le ombre 'muoversi', scivolare  sul pavimento scuro come sinuosi serpenti incorporei per infilarsi all'interno della serratura e nelle spaccature del vecchio legno così da raggiungere le stanze adiacenti quasi ne fossero attratte, richiamate da un potere - magia - che lei ben conosce; un brivido freddo s'irradia dalla porzione di pelle nuda del viso – esposta – scendendo lungo la spina dorsale, alimentato dalla sgradevole sensazione di sapere esattamente cosa stia accadendo e dal terrore di esserne la causa.
Piton deve essersi risvegliato e, nel constatare che gli manca un braccio, deve aver reagito nel modo più distruttivo possibile iniziando a fare a pezzi ogni cosa, oppure  ha notato la presenza di Nagini iniziando ad attaccarla senza pietà; l'unica cosa certa è che si sente unica responsabile di quell'immenso casino e farà tutto il possibile per rimediare, per mettere a posto quella terribile situazione e, possibilmente, ridare il braccio perduto a Severus. 

Lily Luna! Fermati!”

Assottiglia lo sguardo nell'afferrare strettamente la maniglia ad anello con la mano sana, ignorando il richiamo della veggente per tirare con forza così da far gemere e cigolare l'uscio fino a quando non si apre abbastanza da permetterle di scivolare fra il legno e la parete in pietra fredda, richiudendoselo alle spalle con un tonfo sordo; quando volta il viso verso la stanza in cui è entrata il sangue gela nelle vene e gli occhi s'allargano, assumendo l'espressione smarrita ed atterrita d'un animale braccato dai cacciatori.
Non era mai stata alla Testa di Porco, quindi non può dire con esattezza come fosse 'prima', ma ora la modesta sala del pub è avvolta da ombre scure e minacciose che si protendono verso l'interno avviluppando tavoli, sedie e panche, stritolandoli in una morsa ferrea fino a far scricchiolare il legno vetusto e malandato, mentre altre propaggini lambiscono il bancone strisciandovi sopra sinuose, rovesciando bottiglie di burrobirra ed altri alcolici sul pavimento d'assi, dove si frantumano con un sinistro tintinnio spandendo il contenuto; alla sua destra, verso la parete di fondo occupata da un grosso camino in pietra, sono disposte due poltrone borgogna dall'alto schienale imbottito e, su una di esse, sporca di sangue e coperta da numerosi graffi che ne hanno lacerato la fodera vetusta, permettendo alla gommapiuma d'emergere, vi è adagiato Severus Piton, con la mano sana stretta al collo d'una bottiglia di scotch semi vuota ed il braccio destro mutilo, affiancato dal vecchio mago che li ha soccorsi in strada
– Aberforth, l'ha chiamato Sibilla - intento a fasciargli il moncherino nel tentativo d'arginare l'emorragia.

Vattene via ragazzina. Non è posto per te questo” borbotta l'anziano uomo scoccandole un'occhiata truce quando la vede apparire ansante e spaventata all'interno della stanza,  prima di voltare nuovamente  il capo verso il mago ferito mentre continua ad avvolgere la garza che, a contatto con la carne viva, da bianca diviene d'un cremisi cupo, strappando a quest'ultimo una serie di borbottii infastiditi intercalati da colorite maledizioni;  il dittamo e  la pozione cicatrizzante non hanno sortito alcun effetto e, nonostante i numerosi bendaggi già applicati,  il sangue impregna il tessuto rapidamente riducendolo ad una massa pesante,  inutilizzabile, che finisce dritta fra le fiamme del camino sibilando; ad ogni minuto che passa  le ombre si fanno sempre più minacciose e forti, graffiando e mordendo, generando un caos allucinante all'interno del locale ed a nulla sono serviti i richiami alla calma intimati  all'ex Mangiamorte da Albus Silente, scanditi con il consueto tono pacato e gioviale che però tradisce una nota di tesa frustrazione che spinge il mago ad osservarlo sottecchi,  ghignando in silenzio mentre continua a tracannare scotch come fosse acqua di fonte, lasciando le ombre libere di distruggere tutto ciò con cui entrano in contatto sotto lo sguardo fermo, impotente, del fantasma.
Potter” la voce bassa e è un sibilo che fende l'aria dall'aroma -dolce - ferrigno di sangue come una mannaia, raggelando ulteriormente la giovane strega che stringe le spalle avvolte dalla pashmina cercando di fasi piccola e trovare conforto - calore -  nel tessuto pregiato e morbido, scacciando i brividi con il cuore che le martella violento nel petto e la gola riarsa in cui il respiro passa a fatica, ostacolato da un grumo d'ansia pesante ed amaro; occhi ossidiana la scrutano indagatori, osservando tagli e tumefazioni in via di guarigione sul viso pallido e stanco, sino ad incontrarne le iridi castane, spente, in cui il senso di colpa è una patina pesante e palese.
Trovo assai arduo comprendere con quale criterio il Cappello Parlante ti abbia assegnata a Corvonero, dato che manchi di tutte le qualità esaltate da Rowena. In primis l'intelligenza. Cosa diavolo pensavi di fare in mezzo alla tormenta, sola contro tre risvegliati?” un sorriso cattivo gli incurva le labbra sottili mentre l'ammonisce con cattiveria, godendo della soggezione suscitata e della paura che - lenta - soppianta  l'angoscia neggli occhi grandi e smarritii, d'un castano così scuro nella poca luce presente, scapata alla furia dell'ombra, da sembrare terra bruciata.
Io...” balbetta la ragazza abbassando il viso colpita, ferita da quella freddezza che ben aveva immaginato ma alla quale non sa come ribattere poiché sente di meritarla nonostante le causi dolore, come sente legittimo  il rimprovero su quanto sia stata  folle ed idiota ad uscire dai Tre Manici di Scopa in piena tempesta per finre nella trappola tesa dai risvegliati, senza soffermarsi a riflettere sulla pericolosità della situazione, sebbene le parole del mago le facciano davvero male, spingendo il cuore a battere ad un ritmo folle contro la cassa toracica e le orecchie a fischiare in modo sinistro, un avviso di quanto la pressione stia salendo vertiginosamente, scatenando un possibile svenimento.   
Mi...dispiace. Io non...”
'Non' cosa, Potter?! Credevi nuovamente che sarebbe stato come combattere sul palco allestito per te da Murray? Che se malauguratamente fossi caduta qualcuno t'avrebbe protetta, respingendo le difficoltà che non sai affrontare da sola? Apri gli occhi stupida ragazzina! Questo è il mondo reale, non uno di quegli assurdi romanzi di cui ti riempi la testa prima di andare a dormire! Non è un gioco, non sei l'eroina d'un videogame post-apocalittico o d'un fumetto americano, bensì una sedicenne come tante, senza alcun vanto o lode, che dovrebbe imparare qual'è il suo posto nel mondo”
Finiscila, Severus! Penso che la ragazza abbia capito la lezione, visto com'era ridotta quando vi ho trovati” s'intromette Aberforth in tono burbero,  abbandonando le fasciature per lanciare un'occhiata truce all'ex Mangiamorte che però lo ignora, continuando a scrutare la ragazza con odio ed una rabbia talmente forti da far preoccupare  il vecchio mago, poiché non ha mai visto una simile espressione sul volto d'un essere umano 'normale', così pervasa d'ombra ed oscura voglia di ferire e schernire per il puro piacere di vedere il rivale soffrire; Albus può anche credere che il suo protetto sia un uomo con abilità peculiari ma lui non se la beve poiché, nel corso del lungo e travagliato percorso che è stato la sua esistenza, è entrato più volte in contatto con la Magia Oscura ed ha visto come essa riduce gli stolti che ne abusano senza alcun timore, inoltre non ha mai conosciuto creatura vicina agli inferi che abbia conservato umanità ed un'anima pura, capace di provare amore e pena per il prossimo, poiché spesso si tratta di esseri sterili e feroci il cui unico scopo è far soffrire chiunque graviti loro attorno nel modo più tremendo e crudele, esattamente come sta facendo il mago dai capelli corvini con la giovane Potter.
Credevo fossi più del cognome che porti, ma evidentemente sbagliavo. Sei solo una seccente so-tutto-io incapace di scindere la realtà dalla finzione, brava unicamente a ripetere parola per parola ciò che leggi in quei manuali che sono i tuoi unici amici, ostentando un'intelligenza che non possiedi davvero. Schifosamente Grifondoro, stupidamente avventata come tutto l'albero genealogico marcio da cui discendi”
La smetta!” grida la ragazza serrando il pugno sano attorno alla stoffa morbida e calda della pashmina, mordendosi il labbro con una violenza tale da riaprire il taglio che si era procurata durante lo scontro con Yaxley e Tiger..
Gli occhi bruciano, umidi di lacrime amare e salate, trattenute a stento dalle palpebre gonfie di sonno arretrato, alimentate dall'angoscia nata dal sentire quel giudizio così cattivo da lui, che più d'ogni altro le somiglia e con il quale sta percorrendo un sentiero tortuoso ed oscuro, così terribile da dover avvicinare anziché dividere, ed è sul punto d'urlare di nuovo così da scaricare tutta la paura provata durante la notte qundo  due mani gentili  si posano sulle spalle scosse dai sussulti, facendola trasalire;  le ci vuole qualche istante per notare la presenza della professoressa Cooman al suo fianco, intenta ad accarezzarle amorevolmente la schiena sussurrandole parole gentili e manterne mentre scocca un'occhiata velenosa all'ex collega, ancora sprofondato nella poltrona vicino al camino  nel quale il fuoco si sta lentamente spegnendo.

Severus, moderati! E' spaventata e ferita. Inoltre è solo una bambina!” sbotta incattivita mentre Aberforth si alza, chiudendo ed allontanando la cassetta di legno piena d'ampolle e garze dopo essere giunto alla conclusione che – forse – far morire Piton dissanguato non è poi una soluzione così spiacevole, ribadendo poi all'uomo con nuova fermezza che la giovane strega è stata si avventata, ma non così tanto da meritare d'essere offesa in modo così cattivo e trattata come una deficiente, incapace di badare a sé stessa; l'ex Mangiamorte li ignora di nuovo, bevendo l'ennesima  lunga sorsata di scotch prima di aggiungere  sibilando, intridendo ogni sillaba di venefica rabbia.
“Sei solo un peso. Ed io sono stufo di correre dietro ai capricci d'un arrogante Potter incapace di stare al mondo”

La sua disgrazia.
La sua luce.

Le ombre s'addensano minacciose attorno a lui, soffocando la luce prodotta dalle fiamme che rischiarano la stanza per scivolare attorno ai piedi di Aberforth e delle due streghe come serpenti pronti ad azzannare le caviglie fragili ed esposte, mentre il fantasma di Albus lo ammonisce con fermezza, ricordandogli che se non fosse stato per la Potter - Lily Luna-   ora  probabilmente sarebbe ridotto ancora peggio, ferito e mutilato in modo orribile a causa della follia di Yaxley, ma le parole si perdono nell'aria e Severus le ode appena, troppo concentrato a studiare con attenzione il viso pallido contornato da una selva di capelli rosso vivo domati a fatica nella stretta treccia, sul quale spiccano occhi affusolati d'un castano profondo, buio, arrossati dal pianto silenzioso che scuote l'esile corpo mentre un rivolo di sangue cola dal labbro spaccato, disegnando una linea ferma e scura sul mento prima di svanire fra le morbide pieghe della sciarpa che ha avvolto atorno alle spalle.
I pensieri della giovane strega sono un caos roboante all'interno della sua mente,  resa ovattata e  leggera a causa dall'alcol e dal dolore, silenzioso rumore che lo spinge a contrarre le labbra in una smorfia di sdegno e scherno quando realizza di essere la causa del tumulto interiore che la sta spingendo sull'orlo della crisi isterica,  lottando per evitare di fiatare nuovamente  poiché le parole le sono morte in gola, schiacciate da un bolo di rimpianto e senso di colpa così forte da annichilire tutto il suo poverbiale ed icosciente coraggio, lasciandola tremante ed immobile fra le braccia d'una Sibilla con capelli molto più grigi di come li ricordava,  a rincorrere un respiro che manca, tagliato dai singhiozzi.

Vattene, mocciosa.
Scappa oltre la porta come fece la tua cara nonna anni addietro, lasciandomi solo.
Lascia che il dolore abbia la meglio facendomi impazzire e sparisci prima che le ombre ti divorino.

Io non sono un peso” mormora Lily Luna dopo istanti di lungo silenzio, con occhi velati di lacrime e la voce incrinata da quella torma d'emozioni che le ha srrato la gola come una morsa,  il pugno stretto attorno alla stoffa così forte da farle dolore i tendini mentresi slancia in avanti, impulsiva e folle, sfuggendo all'abbraccio della Cooman per avanzare verso la poltrona in cui è seduto il mago con passi zoppicanti a causa della fasciatura, saltando quei viticci che cercano di afferrarle le caviglie per farla cadere a terra e ferirla, finché non tocca con un piede nudo lo stivale nero, fermandosi all'interno d' una pozza di sangue scuro come petrolio prima di piegarsi in avanti, afferrando la bottiglia di scotch per strappargliela di mano con uno scatto secco e rabbioso; gli occhi ossidiana dell'uomo si spalancano per la sorpresa, ma non fa in tempo a levare la mano bloccare il polso della giovane, troppo intontito dall'alcol e dalle pulsazioni ritmiche che dall'arto mutilo s'irradiano per tutto il corpo, che la ragazza ha sollevato e girato  la bottiglia sopra la sua testa, rovesciando una colata di liquore ambrato dall'intenso ed inebriante aroma sui capelli lisci e scuri, bagnando viso e collo,  scivolando sul torace nudo costellato di tagli ed abrasioni che, a contatto con il liquido, iniziano a bruciare come fuoco d'inferno.
Né un'arrogante Potter incapace di stare al mondo!”
Nell'istante in cui la sala pare trattenere il fiato, Lily Luna avverte il suo cuore battere ad un ritmo selvaggio, sovrastando con il suo 'tum-tum' cacofonico il grido di sorpresa - panico - emesso da Sibilla Cooman e  le  esclamazioni stupite di Aberforth, unite alle esortazioni del fantasma di Silente che la invita ad  allontanarsi dalla poltrona prima che Severus s'inventi di reagire, ma sono solo voci indistinte e  lontane, poiché in quella frazione di secondo ove il tempo pare essersi arrestato esistono solo gli occhi dal taglio asciutto – sgranati – di Piton, in cui iride e sclera si fondono dando vita i brandelli di Tartaro apparsi quando aveva combattuto contro Yaxley ore addietro, e l'espressione esterrefatta sul suo viso pallido, fradicio di scotch, a cui i neri capelli sono rimasti appiccicati.
Nonostante sia ormai vuota trattiene ancora la bottiglia ben stretta nella mano levata, tremando per la forza del sentimento che l'ha spinta a compiere quel gesto folle senza alcuna esitazione, come folle è la paura che avverte crescere ad ogni respiro malgrado la convinzione d'aver agito correttamente - seppur d'istinto-, stufa d'essere trattata come uno zerbino ed insultata con un mucchio di bugie rancorose; lo odia per la sua capacità di ferirla con un semplice sguardo o per il modo sconsiderato in cui utilizza le conoscenze acquisite durante anni di spionaggio e studio per farla sentire inferiore, stupida come una bimba dell'asilo, calcando con forza su quel cognome di cui lei farebbe volentieri a meno per ricordarle la dolorosa parentela con chi gli ha reso la vita un inferno.

Ma io non sono come mio padre.
Né come i miei nonni.

Poi, come se qualche spiritello dispettoso avesse inserito 'l'avanti veloce annullando lo stato di immota grazia in cui pareva essere precipitata la stanza, si ritrova a vacillare pericolosamente all'indietro, sospinta verso la cornice in pietre a vista del camino contro alla quale impatta la nuca con forza;  il mondo esplode dinnanzi ai suoi occhi in un turbinio di ombre spesse e puntini luminescenti mentre una mano fredd,a dalle lunghe dita affusolate,  si serra attorno all'esile collo con forza inaudita e pericolosa mozzandole il respiro. 
La bottiglia scivola di mano cadendo a terra con un tonfo sordo, rotolando fra i suoi piedi nudi chiazzati di sangue, costretti sulle punte dalla trazione esercitata dall'uomo e gli stivali neri e sporchi di quest'ultimo.
Con occhi sbarrati dalla sorpresa, lucidi di timore Lily Luna scorge Aberforth estrarre rapidamente la bacchetta dalla cintura per puntarla verso l'ex professore di Pozioni girato di spalle, pronto a colpirlo con uno schiantesimo per prima che possa nuocerle davvero, mentre Albus Silente scivolaprecipitosamente al  loro fianco con una fluidità che pocoha di 'terreno',  poggiando poi una mano incorporea sulla spalla sinistra di Severus per esortarlo con voce ferma  ed intransigente a mollare la presa sul suo collo, adducendo a quanto sia folle - stupido- prendersela con lei per aver ceduto alla rabbia quando lui stesso l'ha schernita ed insultata in modo assai tagliente e brutale, spingendola a reagire come farebbe qualsiasi persona sentendosi derisa;  Piton però  lo ignora ed evita d'incrociare il suo sguardo color polvere, continuando a fissare intensamente il volto della strega senza però accennare a lasciarla libera, sibilando a denti stretti quanto sia stata maleducata a rovesciargli addosso mezza bottiglia di scotch buono solo perché le sue accuse - vere e sincere - l'hanno punta nel vivo, cosa che non sarebbe accaduta se si fosse davvero trattato di menzogne..

Non fategli del male, vi prego” esclama con voce rauca ed affannata  Lily Luna, intercalando ogni parola con respiri sempre più affannati mentre osserva il vecchio mago e lo spettro con fermezza, cercando d'imporre all'espressione quella quieta calma che allo spitito manca, così da far capire ad entrambi che non è affatto il momento d'iniziare a lanciare incantesimi o accuse; Piton è in evidente stato d'alterazione e non possiede la consueta lucidità che lo spinge a valutare razionalmente la situazione, ferito e ridotto allo status d'animale braccato ed ingabbiato, torturato per puro piacere, reagisce d'istinto snudando le zanne come, durante la tormenta, aveva fatto Nagini per difendersi ed attaccare, convinto d'avere ragione solo perché si trova in un momentaneo stato di svantagggio; Silente pare intuire i suoi pensieri, rimuovendo la mano dalla spalla nuda dell'ex professore di Pozioni senza però accennare ad allontanarsi, mentre Aberforth sbuffa contrito continuando a mantenere la bacchetta puntata in avanti, ben salda nella grossa mano callosa.
“E' una cosa fra me e lui. Vi chiedo di non intervenire” 
L'ex Mangiamorte sorride, inclinando il capo fradicio di liquore per osservarla con quegli occhi bui e profondi come l'abisso resi fiammeggianti dalla collera e l'espressione divertita - seccente - di chi, convinto della propria superiorità, fatica a prendere in considerazione le follie messe in atto da una persona dall'intelletto inferiore, perché la ragazza si sta davvero rivelando assai più stupida e sentimentale di come  l'immaginava, convinta che basti qualche buona parola ed un'atto eroico cocluso a casaccio per rimediare all'insolenza mostrata poc'anzi, nonché al la profonda e letale inadeguatezza con la quale ha affrontato Yaxley e Tiger nella tormenta di  neve, rendendo palese il fatto che le sue lezioni di difesa siano state solo tempo sprecato; ma vi è qualcosa nell'espressione seria e dispiaciuta di lei, nello sguardo fermo con il quale lo scruta sfidandolo ad osare l'idicibile -  feriscimi, provaci - che lo spingono a tergiversare, esercitando una lieve pressione sulla pelle morbida senza però ferirla più di quanto già non abbia fatto, bloccato da un fastidioso senso d'angoscia che gli serra le viscere come fauci d'una fiera.

Mi disturba, farti del male.

Sei impazzita, ragazzina? Se non lo fermo ti farà del male” esclama Aberforth monocorde, ma Lily Luna muove il capo in un cenno di diniego: Severus Piton  le ha detto cose orribili, sttendola contro alla pietra fredda con una tal violenza da causarle altri giramenti di testa e quindi non intende giustificarlo, ma se è quasi impazzito dal dolore a causa dell'arto mozzato la colpa è sua, com'è sua la responsabilità d'averlo trascinato nuovamente in una vita che non desiderava prolungare, investendolo d'un ruolo assai scomodo; è suo onere mettere a posto le cose, trovare un'intesa affinché la missione possa continuare senza i continui battibecchi che ormai sono routine e lui deve imparare a fidarsi di lei senza aggredirla ad ogni errore, senza canzonarla per ogni mancanza di abilità o ingengno mostrata, mente la strega deve imparare ad ascoltarlo di più evitando di contrariarlo ad ogni cosa che le suggerisce solo per il puro piacere di dar fastidio.
Vi prego, lasciateci soli” prega la ragazza cercando sostegno in Silente, il quale la osserva in silenzio per lunghi minuti prima di rivolgersi al mago dai capelli corvini, pregandolo con voce gentile di trattare la loro comune 'amica' con maggior garbo in futuro, senza accennare a torcerle un capello quando si confronteranno, indipendentemente da quanto maleducata o avventata pissa risultare; Severus sorride senz'enfasi, sibilando che se la 'Potter' è così pazza da rischiare la furia di morti ed elementi naturali prima, la sua poi, non ha certo bisogno dell'aiuto d'un fantasma e di un vecchio locandiere decrepito per risolvere le questioni in sospeso.
"Se è abbastaza pazza da voler rimanere, ascoltatela. Io non prometto nulla, Albus. Il tempo in cui potevi legarmi con parole e buoni propositi è terminato "aggunge lanciando un'occhiata tagliente al fantasma, che s'allontana in silenzio per tornare al fianco del fratello, incurvando le labbra in un sorriso ambiguo che non sfugge all'attento esame del pozionista, né alla govane strega ancora prigioniera, i quali però non sembrano nella condizione di voler valutare l'enesima stranezza di silente, presi di questioni più delicate.
Aberforth infila la bacchetta nella cintura in pelle, abbandonando la posizione d'atttacco ed afferra Sibilla per un gomito ossuto, trascoinandola contro la sua volontà verso la pesante porta che conduce all loro appartamento, ignorando gli strilli e le proteste della donna che cerca di divincolarsi e calciarlo con forza, dandogli delll'insensibile e bruto animale per aver acconsentito a lasciare quella povera ed indifesa ragazza fra le grinfie del mostro che è divenuto Severus Piton, ma l'uomo non arresta l'incedere né pare propenso a lasciarla e, quando si richiude l'uscio in legno oltre le ampie spalle, ila forza di quel gesto riecheggia sottoforma di boato nella sala divorata dall'ombra in cui Lily Luna e l'ex professore di Pozioni sono rimasti ormai soli
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Fiat Lux” (I) mormora Silente sorridendo prima di svanire oltre il soffitto,  facendo l'occhiolino alla giovane strega che, impercettibilmente, annuisce ringraziando.

Fossi in te non mi dimostrerei così supponente, ragazzina. Non credere che basti comportarsi come l'eroina d'un romanzo scadente per rimediare a ciò che hai fatto” mormora Piton allentando la pressione sulla trachea così da permetterle di respirare regolarmente, mentre la testa le pulsa dolorosamente in corrispondenza della nuca causando lievi capogiri che controlla fatica, tanto il suo corpo è teso , scosso dall'andrenalina che il cuore pompa freneticamente, alimentato dal pensiero di quel confronto a lungo rimandato che ora la spaventa ed eccita, donandole una determinazione che la spinge a guardare il viso dell'uomo con insolenza
Suppongo perché osservo. Se tu avessi voluto farmi del male sarei già morta. Ma, ti prego, cntinua pure a pensare che io sia solo una sciocca sedicenne so-tutto-io incapace di pensare o mostrare vera intelligenza. E' divertente vedere quanto mi sottovaluti, come proietti su di me l'odio provato per mio padre dimenticando che io non sono lui, né mio nonno"
Non sottovaluto, Potter. Constato dopo aver valutato il tuo comportamento. Saresti dovuta rimanere con tua cugina fino al mio arrivo, anziché buttarti a capofitto nell'impresa folle d'affrontare tre cadaveri in una tormenta di neve letale. Questa non è intelligenza e dimostra che non  hai appreso nulla dalle mie lezioni sul combattimento, dato che continui ad ignorare i pericoli del terreno circostante. In ciò somigli a tuo padre e a quell'imbecille del tanto osannato nonno più di quanto tu creda ”  il mago la scruta altero,  incuriosito dall'espressione di disgusto apparsa sul volto della ragazza al sentirsi - nuovamente - paragonare agli uoini della sua famiglia, mostrando un disgusto che egli fatica a comprendere poiché estraneo alla vita felice che la giovane Potter deve aver condotto allinterno delle mura domestiche, nel ricordo di quei nonni 'eroi' che hanno dato la vita affinché il Signore Oscuro fosse sconfitto; ma le labbra di li sono serrate in una linea ferma mentre scuote il capo, facendo ondeggiare la lunga treccia fulva.
Non ho niente in comune con loro, salvo il cognome e pregherei che tu lo tenga a mente in futuro. Poi, se fossi rimasta con mia cugina avrei rischiato di rivelare la presenza di cadaveri semoventi all'intero Mondo Magico, senza contare che gli avventori dei Tre Manici di Scopa sarebbero stati in pericolo. Preferisco che Rose continui a rimanere all'oscuro delle mie attività 'noturne', dato che non è mai stata molto solidale nel mantenere i segreti e adora in modo morboso le regole, regole che io continuo ad ignorare" spiega la giovane Corvonero mentre le  ombre si fanno sempre più vicine, addensandosi attorno a loro come un manto pesante che rende i contorni del pub neri ed indistinti, quasi appartenessero ad un piano dimensionale diverso in cui lei, dal caso ne abbia necessità, non può scappare; ma non vuole, nemmeno se si trovasse davvero in pericolo, poiché questa conversazione 'civile' che stanno avendo è forse il primo punto di contatto dopo settimane passate a parlarsi solo per questioni legate alla missione, attraverso battute acide ed insulti taglienti, quindi non  vuol sprecare quest'opportunità. 
Da quando alla regina della torre di Corvonero importa del volgo? Mi sei sempre parsa troppo egoista per curarti delle sofferenze altrui. Mors tua vita mea, in ogni occasione” domanda Piton lasciando volutamente cadere il discorso 'famiglia Potter', promettendosi di riprenderlo in un momento più consono, studiandola con  occhi di buio inumani e folli,  in cui la fioca luce sopravvissuta alla morsa delle ombre annega annichilita, sfiorando con la punta delle dita pallide il collo nudo della ragazza, dalla pelle morbida sotto la quale  la carotide pulsa rapida; intorpidito dall'alcol e dalle violente fitte di dolore che s'irradiano dal braccio mutilo s'accorge solo ora del vestito blu zaffiro, dal corpetto intessuto di intricati ricami d'ori e piccole gemme, che fascia il corpo flessuoso della Potter cadendo a terra con eleganza, nascondendo i piedi scalzi macchiati di sangue per lasciare invece scoperta  un'ampia porzione di petto,  mostrando un accenno dell'incavo fra i seni.
Tumefazioni e tagli sulle braccia stanno sbiadendo rapidamente, segno che deve aver assunto qualche pozione lenitiva specifica, mentre la mano sinistra è fasciata da uno stretto bendaggio che la ricopre interameente;  il viso pallido e stanco presenta ancora qualche ematoma, sebbene gli unici pozzi scuri siano gli occhi di quel color terra mutevole, animati da un guizzo di fiamma proveniente dal camino mentre la giovane dischiude le labbra rosee, sbavate da una nota di sangue vermiglio in via d'essicazione colato dal taglietto che ha riparto affondando i denti nella carne, con forza, nota che le rende terribilmente – invitanti – accattivanti, spingendolo ad inclinare appena il capo in avanti, verso di le, per poterle osservare meglio inebriato dallodore ferrigno; vestita come una divinità dell'India vedica, con i capelli ribelli raccolti in quella treccia semplice, seppur elaborata, non pare più la secca ed anonima ragazzina che si trascina per i corridoi della scuola avvolta nel mantello nero-blu della sua Casa d'una taglia più grande rispetto all sua misura, né la ragazzina che, in dormitorio, gira con i piedi infilati in improbabili calzettoni di spugna ornati da gommini sulla pianta, abbinati a larghe tute pescate dall'armadio alla cieca.
bE' una donna, seppur ancora acerba.

Ti stupirà sapere che provo sentimenti e m'interesso del prossimo quando la situazione lo richiede” sussurra lei infondendo nelle parole una nota di dolcezza che un po' stona con il contesto, distogliendo gl'occhi dal viso spigoloso ed altero del mago incapace di sostenerne l'intensità, indugiando invece sulla porzione di corpo lasciata scoperta dalla rimozione dei vestiti laceri: il busto dell'uomo è un fascio d'ossa e muscoli tonici dalla pelle chiara come il volto della luna, sulla quale spiccano un'infinità di cicatrici perlacee che brillano alla fioca luce prodotta dalle braci morenti del camino, spingendo la ragazza a domandarsi quante volte sia stato  medicato d'urgenza e quanti duelli abbia doviuto sostenere per ricevere tutte quelle ferite; i morsi di Nagini sono una grossa  massa di tessuto ruvido – cicatriziale – che occupa la parte sinistra del collo, scendendo poi ad avvolgere la clavicola, e  la ragazza deve far ricorso a tutto l'autocontrollo ancora disponibile per non alzare la mano sana e sfiorarne i bordi con dita tremanti. 
Sposta l'attenzione sul braccio destro, un moncherino mutilo fasciato da bende cremisi già zuppe di sangue scuro, dalle quali fuoriescono piccole propaggini d'ombra che paiono pulsare come animate di vita propria, cercando di avviluppare il tessuto per strapparlo; gli occhi della strega si assottigliano mentre una nuova ondata di rammarico le invade il petto.

Mi dispiace, davvero. E'...colpa mia...” china il capo abbattuta,  appiattendo la schiena contro le pitre del camino.
Si, lo è” replica asciutto il mago, lasciando scivolare i polpastrelli resi ruvidi da anni passati a sminuzzare ingredienti, riempire calderoni ed elaborare pozioni, sulla pelle pallida e calda di lei, provocando brividi che fatica a reprimere poiché il suo tocco è come ghiaccio su un terreno incendiato dal sole, piacevole come la carezza del vento e Lily Luna, che aveva sempre mal sopportato il contatto fisico da parte di chiunque non fosse sua madre o i suoi frateli, rimane sbigottita nell'accorgrsi con quanta facilità ha permesso a Piton d'avvicinarsi ed infrangere la sottile barriera di vetro posta fra sé ed il mondo; l'uomo la osserva attentamente, con la mente in subbuglio che fatica a concentrasi sul pensiero razionale di quanto ciò sia dannatamente sbagliato, incapace però di seguie il buon senso ed allontanarsi, mettendo quanta più distanza possibile fra sé e la ragazzina molesta – sedicenne, Potter – che gli ha rovesciato in testa mezza bottiglia di Scotch buono - una rarità all'interno della Testa di Porco - sfidandolo con una sfacciataggine invidiabile, pericolosa, la stessa con cui ora lo guarda, carica d'un rimpianto che gli fa contrarre dolorosamente le viscere.
Ha perso un braccio per colpa sua, ciò è innegabile, ma non riesce a provare rabbie, né ad odiarla come merita per la stupidità mostrata quando ha deciso di calarsi fuori dalla finestra di Tre Manici di Scopa per andare a cercare Yaxley e Tiger, oltre per aver deciso di portare Nagini con sé lì al pub; resta lì immobile a contemplare quella figura a metà strada fra la donna che diventerà – se sopravvive – e la bambina che è stata, elencando tutti i particolari che la rendono diversa da Lily – tanti, troppi – ed uguale a James Potter, cercando di trovare la forza per disprezzarla come merita scoprendosi però incapace di farlo, poiché non è sicuro di volerla vedere piangere di nuovo, non per colpa sua almeno.

Per Salazar, Potter.
Cosa mi hai fatto?

Perso e febbricitante, con il corpo scosso da spasmi sempre più forti s'accorge appena della mano minuta che si alza timidamente sino a toccare i capelli – fradici e pesanti – neri, scostandoli per sfiorare il suo viso spigoloso e sgraziato, percorrendo timidamente lo zigomo con polpastrelli tremanti per poi lasciarli scivolare sulla guancia incavata, verso labbra sottili e pallide dischiuse in una smorfia di puro sbigottimento; Lily Luna trema ed ha il petto gonfio d'una paura che sa d'eccitazione – adrenalina -  mentre il cuore martella con forza contro le costole e la parte razionale di sé, sotto lo sguardo nero di Piton, le intima d'interrompere quel contatto – follia – prima che porti a conseguenze spiacevoli, ma lei inghiotte un bolo di saliva ferrigna e l'ignora – si ignora –, alzandosi in punta di piedi per compiere l'ennesimo gesto sconsiderato in quella notte selvaggia di Caccia ed antichi riti.
Severus viene scosso da una sorta di scarica elettrica quando avverte le braccia della ragazza scivolargli attorno al collo ed il corpo, esile e minuto, fasciato in quel vestito che ora gli pare sin troppo poco appropriato per una sedicenne e leggero come fugace bruma, premersi contro il torace nudo in una sorta di abbraccio che gli accappona la pelle, dal quale non è in grado né vuol sottrarsi; la strega inclina la testa contro la sua spalla destra, sfiorando con le labbra il moncherino grondante di sangue per inspirarne l'odore ferrigno, posando un bacio leggero contro la clavicola, un tocco leggero che turba il mago più di quanto voglia ammettere. Socchiude gli occhi sopraffatta da sentimenti a cui fatica a dare un nome, poiché non riesce a capire
cosa sia quella sensazione di fuoco che avverte irradiarsi dal ventre con forza inaudita, simile alla magia che le permette d'entrare in contatto con i risvegliati seppur meno sinistra, mai provata prima d'ora

Più oscura., più pericolosa

Potter...” la voce di Piton è un sibilo rauco e le provoca nuovi brividi,  infinite incertezze che lei scaccia dalla mente concentrandosi sul contatta fro i loro corpi, mantenendo il capo poggiato contro la pelle pallida e fredda del busto dell'uomo, appiccicosa di liquore e dal profumo inebriante d'ombra e cose proibite, forse perdute, annichilita dalla sensazione che vi sia qualcosa di più forte della necessità a legarli; è l'odore, il sangue e quel contatto così improvviso alla quale non vuol sottrarsi che la spinge ad annullare ogni pensiero ragionevole, concentrandosi invece su quanto tutto ciò sia 'giusto', nenostante il madornale errore da cui è nato quel rapporto .
Mi dispiace, prometto che farò di tutto per aiutarti. Per guarirti. Ci sarà un modo”
Lui vorrebbe dirle che non esiste soluzione alla perdita d'un arto e che quella vicinanza è oltremodo sconveniente, domandarle in tono sprezzante con quale permesso abbia smesso di utilizzare la terza persona per passare alla prima senza alcun rispetto dell'anzianità e dei ruoli, ma quando il profumo d'argan ed incensi sacri gli penetra nelle narici, gettando ancor più in confusione la mente ottenebrata da alcol e dolore, non può far altro che reclinare il capo a sua volta avvicinando il viso a quello della giovane Potter mentre alza il braccio sano per sfiorarle i capelli color fiamma in una carezza leggera, un'istante rubato prima che si penta e decida di poggiare la mano sulla fredda pietra del camino, incastrandola fa sé e la compostezza della muratura;  cerca di ripetersi con convinzione che quella non è Lily, ma solo una mocciosa che le somiglia vagamente, dopo il decimo bicchiere di scotch, senza però trovare la forza d'allontanarla davvero, poiché ora il calore proveniente da quell'esile corpo pare l'unica cosa in grado d'attenuare il dolore e lo stato d'intorpidimento che lo stanno facendo impazzire.

Non c'è, Potter”
Bevi il mio sangue” scandisce Liy Luna, soffiando un'alito caldo contro la pelle pallida e fredda umida d'alcol, strappandogli un brivido.
Prego?” Piton spalanca gli occhi ossidiana – inumani – studiando la testa rossa inclinarsi appena, cosicché lei possa osservarlo a sua volta con una determinazione che travalica ogni buon senso mentre sorride ed il taglio sul labbro pare allungarsi, una striscia cremisi sul rosa morbido,  ripetendo quell'assurdità che lo spaventa molto più dell'idea di restare menomato, poiché intimamente non ha desiderato altro da quando l'ha vista apparire sulla soglia della stanza, ansante e spaventata, invitante come il miraggio d'un oasi dopo settimane a brancolare nel deserto; la vuole, ha sete e ciò gli provoca orrore, poiché fin ora non ha mai avvertito così forte quell'impulso animale di volersi nutrire di lei come invece ambiscono i risvegliati, facendogli sperare d'essere stato resuscitato in una forma più 'alta' di quella d'un semplice cadavere, ma si sbagliava, non ha tenuto conto della natura predatoria di tutti coloro che, oramai, hanno travalicato lo status di 'uomo' per abbracciare un'esistenza diversa.
Yaxley ha detto che se non fossi stata in grado d'utilizzare il mio potere per restaurare Tiger si sarebbe accontentato del mio sangue. Inoltre i morti sono stati risvegliati grazie ad esso, quindi penso che potrebbe funzionare anche per rimettere a posto il tuo braccio. Sto combattendo strenuamente per evitare che altri lo bevano, ma se lo fai tu non m'importa. Anzi, è giusto” incespica nell parole mentre un vistoso rossore si diffonde sulle guance rosee, spingendola ad avvampare e  nascondere nuovamente la testa contro al torace nudo del mago, vergognandosi dell'espressione ebete che deve aver assunto; Severus scuote il capo assottigliando lo sguardo, inclinandosi ancor più contro al muro per avvolgerla, pur senza stringerla, in una sorta d'abbraccio protettivo.
No”
Ma...”
No. Potter”
"Perchè?"

Perchè diventerei un mostro, ancor più di quel che già  sono.
Prchè rieschierei di farti del male e non voglio.

Scosta la mano dal muro, afferrando il fianco della ragazza per cercare di allontanarla quando una fitta violenta, dolorosa, gli attraversa il corpo  facendolo vacillare, costringendolo ad appoggiarsi di peso a lei che, stupita, cerca di sorreggerlo poggiandosi sulla caviglia san,a mente le ombre riprendono a danzare impazzite divorando aria e mobilio,  avvicinandosi pericolosamente al bordo della gonna azzurra per artigliarlo con forza; Severus grugnisce con il volto premuto nell'incavo del collo, inspirando l'aroma d'argan ed incensi cercando di mantenere lucidità sufficiente a domare il buio, spingendo le propaggini lontane dai piedi della giovane, ma senza successo poiché, troppo stremato, ormai non possiede più alcun controllo.
Vattene! E' pericoloso star qui. Non mi obbediscono più” sussurra prima di perdere conoscenza, ma lei scuote fermamente il capo mentre l'accompagna a terra lentamente, affinché non cada battendo la testa  o procurandosi altre contusioni; prima che possa scacciarle – operazione ardua senza bacchetta - il braccio mutilo dell'uomo viene afferrato ed avvolto dalle tenebre che iniziano a sminuzzare il bendaggio finché carne viva ed osso scheggiato non appaiano visibili, iniziando a ricostruire i tessuti perduti sotto lo sguardo incredulo di Lily Luna,  
Immortale” sussurra la giovane sovrappensiero, ricordando le parole pronunciate dalla Morte durante il colloquio in biblioteca in cui aveva definito il mago come 'WU' , il principio del 'non avere' e del 'non agire', una sorta di creatura legata eternamente alla persona che l'ha evocata, della quale diviene guardiano a causa di quel che può essere definito 'un contratto magico vincolante'; siede con la schiena appoggiata alla parete in pietra del camino, adagiando in grembo il corpo esanime del mago affinché stia comodo e riposi, mentre si appunta mentalmente di svolgere qualche ricerca in più su queste figure mitiche, cercando magari di capire meglio quel sinistro potere che lo lega alle ombre.

Né vivi né morti, bensì un interludio.
Una via di mezzo.

Lo sguardo scivola distrattamente sul braccio sinistro ove spicca, come una macchia d'inchiostro sulla pergamena intonsa, un teschio dalle orbite nere come abissi dalla cui bocca spalancata fuoriesce un grosso serpente attorcigliato sino a formare l'ouroboros (II), il simbolo matematico dell'infinito; sull'osso parietale  è inciso un numero a caratteri romani: 'XVII' che fa corrugare la fronte della ragazza mentre si domanda quale sia il suo significato, dato che non ricorda d'aver letto da nessuna parte che Voldemort solesse numerare i suoi Mangiamorte. Lentamente, quasi avesse paura d'osare troppo, s'inclina in avanti allunga la mano destra verso il corpo del mago per poggiare i polpastrelli sul disegno, percorrendolo con una carezza leggera che – miracolosamente - lui non avverte, mentre lo sguardo s'addolcisce e dalle labbra ferite, dischiuse, fuoriesce una nenia sommessa eco di una delle canzoni che Ginny Weasley intonava per lei la notte, prima di baciarla e consegnarla al mondo dei sogni.
Non è brava a cantare come la madre poiché la sua voce è bassa e poco armoniosa, ma parole e musica le escono spontanee e presto la ninna nanna muta in una canzone più adulta, antica, che racconta una storia così simile alla loro da far quasi dolore il cuore, pronunciata nella cadenza data dalla cantante degli Helium Vola, sebbene sicuramente più stonata:

The twelve months and the day being gone,
A voice spoke from the deep
Who is it sits
All on my grave
And will not let me sleep.

You crave one kiss
From my clay cold lips
but my breath is earthly strong.
Head you one kiss from my cold lips
your time would not be long” (III)

Le ombre paiono quietarsi mentre la ragazza continua ad intonare la ballata, passando le dita fra i lunghi capelli neri del mago ancora umidi ed appiccicosi a causa dello scotch, sorridendo gentilmente; con la coda dell'occhio avverte un movimento alla sua sinistra, fra le gambe di una delle poltrone scostate con malagrazia quando Severus l'ha spinta contro al muro e Nagini si palesa, scivolando sinuosa sul tappeto fino ai piedi del mago addormentato, fasciati dagli alti e neri stivali, ove protende il muso con interesse per studiare meglio le due figure abbracciate.
Ti ricordo che non è cibo” le sussurra Lily Luna interrompendo il canto ed il serpente socchiude i grandi occhi color ambra, sibilando in tono infastidito quasi a rimarcare che - probabilmente- stavolta è morto davvero e qualcuno deve pur assumersi l'onere di far sparire il cadavere.
Però puoi restare a dormire con noi, sempre se mi prometti che ti comporterai bene. Gli hai già fatto abbastanza male”
La lunga lingua nera, biforcuta, saetta nell'aria mentre il rettile guarda la strega con un cipiglio interrogativo, decisamente molto 'umano' e poco animale, studiando poi il viso cereo e madido di sudore dello stregone svenuto, lo stesso che – in un'altra vita – aveva brutalmente ucciso fra le pareti polverose e decrepite d'una casa pericolante in mezzo al nulla per ordine del suo Padrone, nonché unico amico, decretando che non gli fosse mai stato simpatico e toglierlo di torno era stato quasi appagante.

Io non parlo il perseltongue” esclama Lily Luna scoccando alla creatura un occhiata seria ed intransigente, la stessa che nonna Molly riservava spesso a Fred e George quando combinavano qualche marachella  “ma sappi che ti capisco. So che non ti sta simpatico, ma lo dovrai sopportare finché dura la tua missione e, per favore, potresti passarmi quella sciarpa caduta a terra? Vorrei cercare di coprirlo almeno un po', non mi sembra il caso di farlo dormire così. Ho scordato la bacchetta di sopra”
Con un sibilo sommesso Nagini scuote la grossa testa triangolare in segno di dissenso, ma esegue l'ordine senza proferire altre rimostranze, afferrando la stoffa morbida e calda fra i lunghi denti ricurvi per trascinarla vicino alla ragazza cosicché lei la possa adagiare a mo' di coperta sul busto nudo del mago, riparandolo dal freddo inclemente della notte; scivolando  attentamente sulle assi di legno, la creatura sale sopra le gambe di Piton, acciambellandosi come farebbe un grosso gatto mentre Lily Luna continua a canticchiare 'The unquiet grave' a labbra serrate, appoggiandosi meglio contro la parete e chiudendo gli occhi, sopraffatta dalla stanchezza.

Quando Silente s'affaccia dal soffitto per verificare la situazione, preoccupato dal non udire più né voci né rumori all'interno del modesto Pub appartenente al fratello, le labbra gli si incurvano in un sorriso e gli occhi rilucono di puro divertimento nell'osservare la scena che gli si presenta dinnanzi.
Lily sta bene, Albus?” domanda Sibilla da sopra, in ansia.
Non preoccuparti , cara. Gode di ottima salute” replica allegramente il vecchio mago incorporeo, strappando un'occhiata interrogativa al burbero fratello minore che ne squadra il volto pallido, evanescente, con un cipiglio interrogativo decisamente preoccupato; quando il maggiore dei fratelli Silente gioisce non è mai un buon segno, perché è sempre stato talmente pazzo da avere idee troppo liberali e poca morale, appassionandosi ai drammi e alle cause perse con una certa costanza, come insegna la relazione fra lui e Grindelwald, tutt'altro che d'amicizia.
Che è successo?” domanda burbero.
Oh, nulla. Dormono”

Nel locale avvolto da spesse ombre danzanti, illuminato dalla debole brace d'un fuoco morente, una ragazza dal cognome famoso – Potter – dotata di poteri negromantici dorme seduta con la schiena appoggiata al bordo dell'ampio camino in pietra, tenendo in grembo un uomo che è tenebra e ricordo, quel Severus Piton che fu fra i più abili Mangiamorte reclutati dall'Oscuro Signore e spia doppiogiochista, nonché terribile insegnante di Pozioni presso la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts; infine, arrotolata sopra le gambe dell'uomo come una sorta di grossa stola vi è Nagini, il pitone reticolato di circa otto metri e una manciata di centimetri appartenuto al fu Tom Riddle.

Silente ride di gusto.

Due paradossi sono meglio di uno, poiché possono suggerire una soluzione.
Anche se a Severus tutto ciò risulterà indigesto”








Glossario:


  1. Fiat Lux: fare luce. Locuzione tratta dalla Genesi che si riferisce al primo atto compiuto da Dio dopo aver creato il cielo e la terra, quando ordinò che fosse fatta luce per rischiarare le tenebre.

  2. Ouroboros: Uroboro, nella letteratura magica di età ellenistica era un animale simbolico – spesso un serpente – che morde ed inghiotte la propria coda, realizzando un cerchio che rappresenta l'infinito. Il segno matematico invee è poco dissimile, rappresentato da due cerchi posti l'uno di lato all'altro, congiunti sul bordo.

  3. The Unquiet Grave, ballata tradizionale britannica popolare in Scozia e Galles risalente al quattrocento, che narra di un giovane il quale dopo aver perso il suo 'vero amore' piange sulla tomba di quest'ultima per dodici mesi ed un giorno, finché la fantasma non appare chiedendogli come mai non la lasci riposare in pace. Lui domanda un bacio ma ella lo ammonisce, spiegandogli che ciò causerà la sua morte e lo invita a godere della vita finché ce l'ha, anziché smettere d'esistere.

NDA: A voi questo undicesimo – nono – capitolo.
E' un poco più corto dell'altro perché sono stata costretta a spezzarlo in due, vista la lunghezza spropositata che ha assunto in fase di scrittura.
Addomesticare le bestie feroci indica tante cose, in primis questo bizzarro avvicinamento fra Lily Luna e Severus, nonché la presenza di una Nagini stranamente tranquilla seppur intenzionata a finire il lavoro iniziato nella stamberga strillante venticinque anni addietro; per scrivere dei suoi comportamenti mi sto basando sulla mia gatta, che possiede lo stesso sguardo omicida nonché il medesimo amore per il prossimo, sia essi bipedi o quadrupedi. Male voglio bene e quando scrivo è sempre con me.
Compaiono anche la Cooman ed Aberforth in coppia, perché si, sono un'amante dei crack!pairing senza speranza :)

Ringrazio tutti coloro che sono giunti fin qui, che hanno aggiunto questa storia alle preferite\seguite\ricordate e chi ha trovato un briciolo di tempo per recensire e lasciarmi un parere.
Grazie davvero!


Alla prossima!


_Morgan





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Capitolo 12
*** .IX. Animali, maschere e curiose bacchette (22 dicembre 2023) ***


Nekiya - Capitolo IX

νέκυια

- Capitolo IX-

Animali, Maschere e curiose bacchette

[Bestiario II – Trattato sulla composizione delle bacchette]





Togli quella maschera d'oro ardente,
con occhi di smeraldo.
Volevo vedere ciò che c'era da vedere,
amore o inganno?

(W.B. Yates)



Cairngorns National Park,
Hogsmeade, Testa di Porco
22 dicembre 2023, ore 05.43

Il buio è una coltre compatta che s'estende oltre le palpebre dischiuse, inglobando i contorni del mondo per renderli pallidi e scuri fantasmi indistinti; sul soffitto in pietra grezza distingue le sagome dei candelieri in ferro battuto sui quali riposano, ormai completamente spenti, mozziconi biancastri mezzi colati dallo stoppino annerito, freddo, mentre poco più in basso, sulla parete di destra, strette finestre a sesto acuto ornate da inferriate risultano chiuse da grosse ante in legno grezzo.
Avverte un peso consistente sulle gambe intorpidite e fatica a muoversi, ancora intontito a causa degli strascichi di febbre che l'ha colto la scorsa notte e delle ferite subite durante il duello contro Yaxley, Tiger e Nagini, inoltre sente i capelli appiccicosi e sporchi, rammentando poi con rabbia sorda l'istante in cui la mocciosa Potter gli aveva rovesciato in testa quel che rimaneva dello scotch offertogli da Aberforth come anestetico; storce le labbra in una smorfia di disgusto mentre spalanca del tutto gli occhi scuri pensando a diversi modi – non molto ortodossi – con i quali farle purgare quel gesto insolente quando, sopra di sé, vede un viso pallido incorniciato da una massa di capelli rossi raccolti in una treccia a lisca di pesce, dalla quale sfuggono alcune ciocche ribelli, con occhi chiusi e labbra leggermente aperte, dalle quali fuoriesce regolare il respiro, un collo sottile arrossato e la profonda scollatura dell'abito blu zaffiro, il cui corpetto decorato fascia perfettamente il busto della ragazza esaltandone i seni piccoli e sodi.
Trattiene un'imprecazione fra i denti scattando seduto, allontanando la testa scarmigliata dal grembo morbido – comodo – della giovane strega mentre un formicolio strano gli percorre il corpo, colorando le guance magre d'una leggero color porpora.

Potter, accidenti a te!
Ma che t'è saltato in mente, per Salazar?!

Il peso che avverte sulle gambe si sposta repentino, collassando a terra con un tonfo sordo e sibilante, costringendo l'uomo a voltare il capo per incontrare due occhi rotondi e gialli dalle grosse pupille nero pece, incassati in una testa triangolare dalla quale sbuca – ad intermittenza – una lingua scura e biforcuta che saetta nell'aria in tono sinistro.
Una scarica d'orrore gela le membra dell'uomo mentre si alza repentino cercando la bacchetta senza trovarla, non ricordando ove sia finita; impreca di nuovo senza però accennare a spostarsi, conscio che la creatura potrebbe aggredire la ragazza addormentata se facesse un movimento brusco e, in silenzio, richiama le ombre pronto ad attaccare; il movimento di braccio e mano destra è spontaneo e gli ci vogliono alcuni secondi per realizzare di possederli di nuovo, ricordando come gli fossero stati mozzati dall'incantesimo di taglio prodotto da Yaxley durante il duello nella tormenta, chiedendosi come sia possibile che una ferita del genere sia guarita perfettamente senza l'utilizzo d'alcun incantesimo o pozione.

Nulla può far ricrescere un arto mozzato.
Ma allora, come?

Aggrotta le sopracciglia pensoso flettendo le dita per poi stringerle a pugno, constatando di non provare più alcun dolore né di sentire altre stranezze.
Pesino le altre ferite inferte dai due ex Mangiamorte redivivi sono sparite come se non fossero mai esistite, lasciando sulla pelle pallida unicamente le cicatrici causate da vecchi scontri, cadute e dalle premure di quel padre seppellito troppo tardi che l'ha deturpato in modo permanente; Nagini lo osserva sottecchi avvolgendosi su sé stessa per appoggiare mollemente il capo contro al corpo squamoso, in un chiaro accenno al voler proseguire il riposo, per nulla interessata ad uno scontro con il mago il quale la osserva dubbioso e schivo, continuando a piegare le dita fra le quali danzano filamenti oscuri e sottili, ragionando sul fatto che nemmeno il serpente paia ferito e che anche i tagli sulla sua pelle scura e liscia sembrino spariti.

Né vivo né morto ha detto la Mietitrice.
Sono tornato esattamente com'ero durante la notte del due maggio, con il Marchio Nero impresso sul braccio e l'impossibilità d'invecchiare, come se il tempo per me non esistesse,
Sospeso.
Rigenerato.

Sogghigna senz'enfasi, gettando un'occhiata significativa alla strega ancora addormentata vicino ai suoi piedi, cercando di richiamare alla mente quanto accaduto la sera prima, ma le memorie risultano labili ed ottenebrate, restituendo solo alcuni stralci che si confondono ed accavallano ai pensieri, rammentandogli unicamente il fantasma del tocco di lei sulla pelle fredda ed appiccicosa del viso, fra i capelli umidi, e l'eco d'una canzone sussurrata a fior di labbra che credeva d'aver sognato, sommessa come le ninne nanne che gli cantava sua madre fra le ombre della sua cameretta di Spinner's End per non svegliare il padre, ricevendo così l'ennesima scarica di insulti e botte.
Cantava bene Eileen Prince e sapeva raccontare storie stupende, così diverse dalla grigia e triste realtà di cui era finita prigioniera, mentre la voce del sogno aveva un timbro più basso, leggermente stonato e le sue parole narravano le vicende oscure d'un uomo legato al fantasma della donna amata, che tornava sulla sua tomba per poterla incontrare di nuovo, non esattamente una fiaba da dire per la buonanotte.
Il serpente sibila pigramente quasi ne avesse intuito i pensieri, accennando con il muso alla ragazza addormentata contro la parete in pietra che Severus osserva in silenzio, con gli occhi appena assottigliati e la mente invasa da un improvviso tumulto; sono stati vicini la scorsa notte – troppo – e lui l'ha aggredita in un raptus di follia e dolore, addossandole la colpa di quanto accaduto fra i magazzini di Hogsmeade e lei, cocciuta e stupida Corvonero con cuore di Grifondoro, anziché scappare di sopra ferita ed umiliata come ogni brava principessa dovrebbe fare, aspettando scuse che non verranno mai, l'aveva affrontato a testa alta.
L'aveva abbracciato.
Un profondo peso gli invade il petto all'altezza del cuore ed il viso formicola nuovamente, imporporandosi; digrigna i denti scacciando il pensiero con un movimento secco del capo, imponendosi quell'autocontrollo risultato assente durante la notte a causa dell'alcol e del dolore, ricordando a sé stesso con nuova lucidità che la suddetta ragazzina ha solo sedici anni ed è una Potter, nipote di quel grandissimo coglione che non mancava d'insultarlo e torturarlo ad ogni giorno di scuola e figlia dell'imbecille che, in sette anni, gli ha fatto sudare dodici camicie per mantenerlo in vita e renderlo in grado d'affrontare il Signore Oscuro senza lasciarci le penne, ricevendo solo odio come gratifica.

Ed è la nipote di Lily.

Ma Lily Luna non le somiglia per niente, constata studiandone il viso pallido su cui lividi e graffi sono ormai pallidi fantasmi, notando quanto sia simile alla fisionomia affilata di Harry e poco abbia dei delicati tratti presentati dalla nonna, avendo poi tutt'altra tonalità di ramato nei capelli ribelli – mossi non lisci -ed essendo più bassa di circa una decina di centimetri; il carattere poi è un mistero perché non somiglia a nessuno, ma possiede un pizzico di tutti i suoi familiari sapientemente celato sotto una propensione allo spiccare in ogni ambito e ad una fame di conoscenza mai presentata da nessun Weasley – nemmeno Percy è mai stato così ossessivo – né, certamente, da Potter.
Lily amava studiare ma non in modo così morboso, così affascinato dal sordido e dallo sbrogliare ogni enigma come invece fa la nipote, la quale non disdegna di tuffarsi all'interno di tomi proibiti o inerenti alle Arti Oscure se quel che cerca lì è spiegato in maniera esaustiva; stringe le labbra mentre il frammento d'un ricordo gli congela l'attenzione su quel particolare apparentemente dimenticato, rammentandogli l'incantesimo urlato dalla ragazza nel fragore della tempesta per contrastare gli attacchi di Yaxley e Nagini, ciò che lui credeva d'aver solo sognato o frainteso, essendo impegnato nella lotta con il grosso serpente sotto le sferzate inclementi di vento tagliente prodotte dallìex compagno Mangiamorte.
Si volta di nuovo verso il serpente, lanciandogli un'occhiata stranita che viene contraccambiata.

Umbra Ascendum
Dove l'hai letto, Potter?
Come hai fatto ad eseguirlo, se maghi più saggi ed esperti di te ne hanno paura e falliscono?

Buongiorno Severus!” trilla la voce allegra di Silente spingendolo a voltare il capo verso il fondo della stanza, ove il fantasma fluttua vicino al bancone con un sorriso divertito ben visibile sotto i baffi spioventi; nonostante il locale sia avvolto dalle tenebre lui vede perfettamente, come se fosse giorno.
Avresti dovuto svegliarmi subito, Albus. Hai una vaga idea di quanto sia poco appropriato ciò che è successo?” replica l'uomo tagliente ed acido, scoccando al vecchio preside un'occhiata carica di rimprovero mentre congiunge le braccia contro al torace nudo, assumendo un'espressione decisamente furente.
E gradirei riavere indietro la mia camicia e la mia casacca. Anche andare in giro seminudo in presenza d'una ragazzina di sedici anni, all'interno di un pub di dubbia fama non è opportuno”
Oh, suvvia” cerca di rabbonirlo il fantasma continuando a sorridere gioviale, agitando una mano evanescente nell'aria con noncuranza, come se stesse scacciando un insetto molesto. 
"Non ti ho svegliato perché avevi bisogno di riposare e riprenderti dalle fatiche del combattimento. Inoltre, come sospettavo, possiedi un'ottima capacità di rigenerazione dei tessuti mancanti, probabilmente grazie al fatto di non essere più l'umano che sei stato durante la tua 'prima vita'. Per quanto riguarda camicia e casacca, temo che Aberforth sia stato costretto a gettarle da tanto erano lacere e sporche, ma ti ha salvato e lavato il mantello. E, chiedo scusa ma sono vecchio, morto ed inizio a perdere colpi, cosa sarebbe successo esattamente fra te la signorina Potter?”
Il sopracciglio nero come l'ala d'un corvo del Pozionista s'inarca pericolosamente verso l'alto mentre quel formicolio ora familiare
– fastidioso – gli si irradia sugli zigomi, imporporando nuovamente le guance sin troppo magre e pallide d'un vermiglio tenue, colpito dall'innocente affermazione carica di doppi sensi appena pronunciata dal vecchio e pazzo ex preside di Hogwarts.

Non ti permetto di fare alcuna insinuazione, Albus. Non è mio costume avere comportamenti ambigui con ragazze ancora minorenni, per di più se risultano appartenenti alla famiglia Potter-Weasley. Quanto è accaduto è unicamente colpa tua, tua e di quel pazzo di tuo fratello! Come ti è saltato in mente di lasciarmi solo, in quello stato, con lei? Avrei potuto ucciderla”
Ne dubito fortemente, non sei il mostro che credi, Severus, e lei è perfettamente in grado di tenerti testa. Comunque mi fa piacere sapere che ti stia affezionando alla ragazza e che temi per la sua incolumità, ti dimostri sempre molto più sentimentale di quanto lasci trasparire”
Albus...” la voce di Piton s'abbassa d'un ottava, acquisendo nuova e violenta cattiveria.
Dato che sei incorporeo mi trovo nell'infelice situazione di volerti strozzare e non poterlo fare, quindi mi limiterò a spiegarti nel modo più chiaro e conciso possibile quanto le tua farneticazioni siano oltremodo sbagliate, nonché fuori luogo: non m'importa di lei, né tengo alla sua incolumità. E' solo un mezzo per poter nuovamente raggiungere la pace indotta dalla morte e non intendo affezionarmi, non mi interessa in che guai vada a cacciarsi o se si faccia male, l'importante è che si mantenga in vita finché non avrà adempiuto alla sua dannata missione. Quanto successo durante la notte è stato un semplice disguido, indotto dal fatto che io non fossi lucido e lei troppo deficiente per capire quando è il momento di andarsene ed abbandonarmi al mio destino, come invece ha prontamente fatto sua nonna”
Morendo poi a causa di quest'azione” aggiunge il fantasma in tono meditabondo, strappando un ringhio ferino dalle labbra pallide dell'ex insegnante di Pozioni, che ora lo guarda con occhi ossidiana iniettati d'odio, pregando d'avere nuovamente la possibilità di farlo volare giù dalla torre d'Astronomia con un'Avada Kedavra ben assestata.
Non ti permettere...”
Oh, non intendo rivangare il passato. Solo ricordarti che vivere aggrappato ad esso non aiuta né ti sarà di alcun conforto in futuro, inoltre Lily Luna è ben diversa dalla nonna e, se permetti, decisamente più interessante. Meno banale” replica Silente in tono tranquillo, per nulla intimorito dallo scoppio d'ira, osservando con curiosità il grosso serpente acciambellato a pochi passi dal mago e dalla ragazza ancora addormentata.
Buongiorno anche a te, Nagini” saluta poi divertito, ricevendo un sibilo annoiato in risposta; Piton sposta lo sguardo dal rettile al fantasma, con le membra ancora rigide a causa del nervoso, chiedendosi come possa quest'ultimo rimanere così tranquillo alla presenza della creatura da incubo che è stata fra i più fedeli e spietati seguaci dell'Oscuro Signore, seguendolo ove pochi avevano osato e standogli vicino fin quasi alla morte.
Perché è qui?” domanda atono, indicando il serpente con un cenno del capo.
Probabilmente per lo stesso motivo per cui sono qui io. Se ricordi Lily ha provato a mandarmi a dormire, ma non ci è riuscita. E' possibile che anche Nagini abbia una missione da svolgere e dovrà restare accanto alla ragazza finché non avrà assolto il suo compito”
Albus, so che la morte t'ha completamente fuso il cervello. Ma dove pensi di nascondere, ad Hogwarts, un Pitone reticolato di otto metri abituato a mangiare cadaveri? Finirà per aggredire gli studenti” sbotta l'uomo avvertendo un fastidioso principio di mal di testa aggredirgli le tempie con insistenza, come spesso accade ogni qual volta deve ascoltare i deliri del suo mentore, il quale viene interrotto dalla comparsa di Aberforth sulla porta che separa il pub dal pianerottolo che conduce all'appartamento, con in mano una pila di vestiti puliti sui quali troneggiano due bacchette nere ed uno smartphone.
Oh, sei tornato in te” sbotta a mo' di saluto lasciando gli abiti sul bancone per poi girarvi attorno, recuperando uno straccio insolitamente pulito e del detersivo, con cui inizia a passare le superfici, riordinando poi con un colpo di bacchetta tavoli e sedie spostati dalla furia delle ombre durante la notte, accendendo le numerose candele; in ultimo raccoglie i cocci di bicchieri e bottiglie fracassate dall'ex Mangiamorte in uno scoppio d'ira causato dalle fitte all'arto mutilo, spedendo poi spugna e secchio a lavare via il sangue da pavimento, tappeto e poltrone.
Così pare” replica freddamente il pozionista studiandolo con scarsa attenzione, aggirando Nagini per andare a recuperare il proprio mantello pulito ed illeso da sotto il mucchio di vestiti della ragazza per poi gettarselo addosso in modo da coprire il torace nudo avendo libere le braccia; recupera la bacchetta infilandola nella cintura, lanciando per la prima volta un'occhiata più approfondita a quella altrettanto scura della giovane Potter, trovandola assai insolita, particolare che non aveva mai colto durante le loro sessioni d'allentamento nella Stanza delle Necessità poiché non aveva mai avuto modo di vederla da vicino, né di notare quanto fosse storta.
Singolare, vero?” afferma Albus dando voce ai suoi pensieri “Difficile trovarne una uguale”
Tutte le bacchette sono diverse” borbotta Aberforth sputando un grumo di catarro giallognolo nel lavandino alle sue spalle, prima di iniziare a riordinare le bottiglie poste dietro al bancone, passando distrattamente il bordo delle mensole con il panno.
La sua lo è solo più delle altre. Decisamente inquietante”
Gli occhi ossidiana del mago incontrano quelli azzurro polvere – spettrali – del maggiore dei fratelli Silente, per poi spostarsi in quelli del minore, d'un grigio fosco, cercando di giungere a sua volta alla stessa loro conclusione per dare un senso a quella percezione di fatalità che l'ha attraversato nell'istante in cui, per prendere la sua, ha sfiorato con le dita la bacchetta ritorta della ragazza.
'E' la bacchetta a scegliere il mago, giovane Piton' gli aveva spiegato allegramente Olivander quando sua madre l'aveva accompagnato all'interno del negozio per comprarla
- betulla nera, trentun centimetri con nucleo di crine d'unicorno -, aggiungendo poi: 'Ognuna di esse è viva, a suo modo, ed ha caratteristiche della persona che poi la possiederà', ed ora, dopo anni, si chiede se in quella scarna ed allegra spiegazione non vi fosse qualcosa di profetico, come profetico potrebbe essere stato quel pezzo di legno intriso di magia dalla forma ritorta, scuro come carbone, con un nucleo indefinito, per una ragazzina di undici anni pronta a fare il suo ingresso ad Hogwarts; schiude le labbra per porre una domanda ai due maghi ma un frastuono alle sue spalle lo zittisce, seguito da una selva d'imprecazione degne del meno brillante scaricatore di porto di Liverpool.

Porco Merlino scalzo in una valle di chiodi arrugginiti e filo spinato!” esclama Lily Luna massaggiandosi con forza la testa dopo averla sbattuta con forza contro la pietra dura del camino, essendo caduta senza accorgersene, dato lo stato di dormiveglia in cui versava; schiena e gambe le dolgono terribilmente a causa della scomoda posizione in cui s'è addormentata durante la notte e lo stomaco le brontola, animato da una fame insistente causata dalla modica cena consistente in patatine e pesce fritto, spiluccata con noncuranza ai Tre Manici di Scopa mentre era troppo preoccupata dalla profezia per pensare a nutrirsi degnamente.
Gli occhi castani incontrano dapprima i globi giallo ocra di Nagini, che le restituisce uno sguardo di commiserazione scandito dal guizzare della lingua nell'aria, prima di voltarsi verso i tre maghi ammutoliti ed immobili nei pressi del bancone.

Oh, 'giorno”
Sai, ragazzina...” scandisce Aberforth iniziando a passare i bicchieri con lo straccio, scoccandole un'occhiata glaciale da sotto le folte sopracciglia argentee per dare una certa gravita alle parole che sta pronunciando.
L'ultima persona che ho sentito bestemmiare così era un uomo con il triplo dei tuoi anni, ubriaco marcio, dopo aver perso una fortuna a carte. Non pensavo che una donna sobria, in miniatura, potesse fare di meglio”
Perché non l'hai mai ascoltata accanirsi contro gli ingredienti delle pozioni che non riesce a tagliare. Dimostra una fantasia ed una padronanza del lessico impressionanti, quasi poetici” sbotta Piton scoccandole un'occhiata divertita che lei ricambia con una poco decorosa e decisamente infantile linguaccia, seguita da un'alzata di dito medio della destra, continuando a massaggiarsi il capo con la mano sana per poi mettersi in piedi; la lunga gonna della tunica simile ad un Sari indiano presenta delle macchie di sangue ove il tessuto è entrato in contatto con il braccio mutilo, ove carne viva ed osso facevano capolino dalle bende fradicie, ed ha i piedi scalzi chiazzati d'un cremisi tendente al marrone, ma vederla alla luce delle lampade – da sobrio – vestita in quel modo così – poco consono – adulto gli mozza il respiro in gola, costringendolo a distogliere lo sguardo prima che qualcuno s'accorga del suo improvviso cambio d'umore.
E' una fortuna che lei continui a parlare, intercalando saluti con varie bestemmie indotte dalle articolazioni anchilosate, dal freddo della stanza e del fatto di essere stata picchiata come un tamburo ad un concerto folk, poiché quelle esclamazioni sono l'unica cosa che gli permette di ricordare la Lily Luna conosciuta ad Hogwarts: trasandata, scurrile e fine quanto una lastra di granito rozzamente tagliata precipitata sull'alluce.

Caffè” biascica la ragazza lasciandosi cadere su uno degli alti sgabelli di fronte al bancone, osservando Aberforth con lo stesso sguardo bramoso ed impastato d'un alcolista alla decima birra, supplicante per la prossima.
Hai scambiato questo posto per la sala da té della Piediburro, mocciosa? Non servo analcolici” ringhia l'anziano mago continuando imperterrito nell'operazione di lucidatura dei vari contenitori in vetro, sogghignando appena quando una nuova sonora bestemmia fuoriesce dalle labbra femminili e rosee della giovane.
Ma che cazzo di pub è se non serve caffé? Almeno un liquore al caffè c'è?” domanda stizzita, scoccando al grosso e burbero mago un'occhiata indignata, o almeno ci prova, dato lo stordimento indotto dall'aver dormito poco e male per risvegliarsi poi in modo altrettanto pessimo.
Di analcolico ho solo l'acqua del secchio. Ti assicuro che, dopo aver passato il bagno degli uomini, assume la stessa tonalità un caffé nero, nonché il suo pestilenziale odore”
Potter, non mi sembra il caso che tu ti metta a bere alcololici di prima mattina. Inoltre ti ricordo che hai sedici anni e la conoscenza di tali bevande dovrebbe essere a te preclusa” l'ammonisce Piton interrompendo la diatriba, scoccandole un'occhiata intransigente a cui lei risponde con uno sbuffo, ignorandolo e recuperando il cellulare adagiato mollemente sulla pila dei suoi vestiti puliti e riparati; quando accende il display per leggere l'ora, ignorando la notifica delle 17 chiamate ricevute da Rose ed altrettanti messaggi su Whatsapp, geme sommessamente, schiantando la fronte contro la superficie del bancone per poi avvolgersi il capo con le braccia.
Necessito caffé. A quest'ora non riesco a pensare, altrimenti”
Non che tale operazione ti riesca in modo più brillante in altri orari, Potter” sogghigna Piton ricevendo un'occhiata carica d'astio ed un lieve grugnito in risposta, terribilmente simile ad un 'fanculo'.
Lily, so che non è il momento migliore, ma avremmo bisogno di farti alcune domande per capire quanto accaduto ieri notte, durante la caccia. Ho già spiegato ad Aberforth e Sibilla la situazione, ma alcuni punti sono rimasti oscuri” s'intromette Silente in un tono gentile ma fermo che spinge la ragazza ad alzare il viso per concentrare l'attenzione su di lui, immobile a poca distanza dal suo fianco destro, annuendo seria.
Penso d'averlo intuito, ma ti chiedo conferma: perché Nagini si trova qui?”
Quando ho spedito a dormire Yaxley e Gregor Tiger ho provato a fare la stessa cosa con lei, ma non ha funzionato. Non parlo il perseltongue, quindi non capisco una parola di quel che sibila, ma credo che, come lei preside, abbia una missione da compiere legata alla mia e non se ne andrà fin quando non l'avrà assolta”
E tu intendi portare in giro il serpente dell'Oscuro Signore per Hogwarts come fosse un comune famiglio, finché non scoprirai un modo per parlarle e capire cosa deve fare in questa parentesi di 'non-vita'?” replica piattamente Piton, osservandola occhi ossidiana improvvisamente penetranti e pesanti come macigni, calcando ogni parola con una punta d'astio che alla ragazza non sfugge, spingendola a gemere internamente; sapeva che l'ex professore non avrebbe preso in modo positivo la presenza del grosso rettile, dati i loro decisamente poco felici trascursus, ma sperava – quantomeno – che avesse la decenza di non protestare, in nome della missione che devono entrambi compiere.

Certo, m'ha quasi strozzata ieri sera per i miei errori.
Non è molto comprensivo, ed in certi frangenti dimostra l'empatia d'un Troll di caverna.

Non posso certo lasciarla a vagare nella Foresta Proibita” sbotta Lily Luna accigliata, guardando l'animale ancora acciambellato nei pressi del focolare; dalla fine del rituale non le è apparsa cattiva né ha più provato a sbranarla, ma non si fida a lasciarla andare in giro da sola per i territori attorno al castello, ove potrebbe incautamente imbattersi in qualche alunno o professore e, di conseguenza, reagire secondo sua natura.
E' mia responsabilità”
Potter, faccio presente che quando tenti di essere responsabile facendoti carico dei tuoi doveri finisci per combinare casini di entità titanica. Quindi forse è meglio che la lasci nella foresta e che l'animale s'arrangi. Per il cibo quantomeno dovrà comunque provvedere da sé, visto ciò che l'Oscuro l'ha abituata a mangiare”
Lily Luna sta per domandare con cosa la sfamasse solitamente Tom Riddle – evidentemente il padre ha deciso d'omettere qualche dettaglio nei suoi racconti – ma viene zittita da un sibilo contrito proveniente dal fondo della stanza; Nagini non pare molto d'accordo con quanto proferito dall'ex professore di Pozioni, nonché sua nemesi, e lo squadra con gli occhi gialli carichi d'astio mentre si srotola, avviandosi guardinga verso gli sgabelli ove si ferma, alzandosi per appoggiare la testa sul grembo della ragazza in una sorta di manifestazione d'affetto ben studiata.

Vedi? E' docile” sorride lei, accarezzando la grossa testa del rettile.
Devo ricordarti che è la stessa creatura che ieri sera ha tentato di farti fuori e che, venticinque anni fa, ha ucciso me in modo assai brutale? Guardala, non è docile bensì opportunista” esclama Piton in tono tagliente sbattendo una mano sul bancone in legno per dare enfasi a quanto appena affermato, ma a strega non pare impressionarsi né spaventarsi, continuando stoicamente ad accarezzare con la mano fasciata la pelle scura e liscia – squamosa –, sbottando poi in tono fermo:“La biscia resta con me. Punto.”
Non è una biscia, Potter. E' un dannato abominio di otto metri munito di zanne e veleno, cosa assai rara per un'esemplare di Pitone reticolato, dato che in natura sono serpenti 'costrittori' che avvolgono, uccidono ed inghiottono la preda. Non possiedono ghiandole contenenti tossine, come invece hanno i cobra.”
La strega inarca un sopracciglio, lanciando un'occhiata dubbiosa a Nagini prima di tornare a concentrarsi sul viso pallido e spigoloso di Severus, su cui spicca la consueta maschera granitica, indecifrabile, sulla quale gli occhi neri paiono possedere l'unico barlume di sentimento – astio velenoso – che si scorge appena nel chiarore caldo prodotto dalle candele; suo padre le aveva sempre parlato con estrema riluttanza dell'animale domestico di Lord Voldemort, quasi temesse d'impressionarla troppo, ma dalle poche informazioni raccolte la ragazza s'è fatta l'idea che Nagini non sia un serpente normale, forse anche grazie al fatto d'essere stata l'unico Horcrux vivente creato coscientemente dall'Oscuro, o non sarebbe certo resuscitata come 'Regina di Bastoni', ma ammette di non avere alcuna idea su cosa lei sia davvero né di sapere come viveva quando era con i Mangiamorte.
Forse, per una volta, rimanere zitta è la miglior strategia.

Se tu non sei in grado di capire quel che dice, nonostante sia anch'essa un cadavere, dobbiamo trovare qualcuno che lo faccia al posto tuo. Ma, purtroppo, le persone in grado di parlare il perseltongue sono estremamente rare e non credo ne siano rimaste molte in Inghilterra, a parte tuo padre” s'intromette Albus cercando di stemperare la discussione, riportandola su argomenti e problemi più attuali ed urgenti che necessitano d'una soluzione rapida, cercando al contempo di ricordare i nomi contenuti nel registro conservato al Ministero, ove venivano censiti tutto coloro che erano in grado di comunicare con i rettili; sospira mestamente quando si rende conto che la lista s'era ridotta unicamente a due individui già venticinque anni prima - Tom Orvoloson Riddle e Harry James Potter – anche se potrebbero essere stati aggiunti altri maghi o streghe nel mentre, magari provenienti dall'estero o nati da famiglie immigrate in Inghilterra alla fine della seconda guerra contro Voldemort.
Con un po' di allenamento potrei riuscire a comunicare con lei, esattamente come faccio con gli altri cadaveri. Ieri sera, ad un certo punto, sono entrata in connessione con Gregor Tiger. Ho visto i suoi ricordi e sentito il suo dolore come fosse mio, ho ascoltato quel che mi diceva. Forse potrei fare lo stesso con Nagini se imparassi a controllare meglio la magia” medita Lily Luna in tono assente gettando occhiate distratte alla testa triangolare del grosso rettile adagiata sul suo grembo, la quale ricambia facendo saettare la lunga lingua biforcuta nell'aria socchiudendo appena le palpebre in quella che pare una manifestazione d'assenso.
Oppure, potrei chiedere ad una persona. Conosco qualcuno che sa parlare il perseltongue e che potrebbe aiutarci senza andare a spifferare tutto al Ministero”
I fratelli Silente e Severus le scoccano un'occhiata stupita che lei incassa con notevole aplomb, fingendo un'indifferenza che è solo apparenza e poca sostanza, data l'apprensione che ha preso a divorarle le viscere da quando Albus Silente le ha chiesto di spiegare quella serie di punti rimasti 'oscuri', fra cui vi sarà sicuramente il cavilloso dilemma dell'Umbra Ascendum'; la Magia Nera ha la fastidiosa peculiarità di essere riconoscibile a chilometri, nonché di lasciare una sorta di 'alone' attorno al mago così incauto da utilizzarla e lei non ha dubbi che Silente se ne sia accorto, poiché nonostante sia solo un fantasma, resta pur sempre il più grande mago della sua epoca.

E questo 'qualcuno' sarebbe disposto a venire ad Hogwarts?” domanda Albus pensoso, passando le dita spettrali nella folta barba evanescente mentre Aberforth borbotta contrito, sibilando che non sono più apparsi rettilofoni dalla morte del ragazzo Riddle e, sicuramente, chiunque sia la persona conosciuta da Lily Luna essa non è raccomandabile; lei si limita a scrollare le spalle con noncuranza, spiegando che è un ragazzo assai affidabile e che il parlare una lingua etichettata dal Ministero come 'pericolosa' non fa di lui un criminale o un pazzo psicopatico come lo era Lord Voldemort; Piton invece la studia in silenzio, seguendo il filo ingarbugliato di pensieri che s'accavallano e mutano mentre l'ascolta affermare con enfasi che si, se glielo chiedesse il suo amico verrebbe sicuramente ad Hogwarts per darle una mano, colpito da un fastidioso dolore al costato – parte sinistra - pungente e profondo.

Gelosia.

Tiger e Yaxley non ti hanno detto nulla? Nessuna nuova profezia?” domanda asciutto scacciando con uno sbuffo quella sensazione opprimente e fastidiosa – dannatamente inopportuna - , osservando il viso della ragazza adombrarsi e perdere il sorriso, assumendo un'espressione più compunta e fosca.
Non li ho lasciati parlare. Ero talmente tanto arrabbiata per quel che ti hanno fatto che non ho voluto ascoltarli” mormora stringendosi nelle spalle, distogliendo lo sguardo dal viso pallido e mortalmente serio dell'ex professore per spostarlo – quasi provasse un profondo interesse – sulle assi del pavimento costellate da venature scure, elaborate, molto meno difficili da gestire.
Sei un'idiota, Potter. E da quando ti ho permesso di darmi del tu?”
Dopo quanto accaduto ieri non vedo perché dovrei continuare ad utilizzare la terza persona. Stiamo affrontando assieme cose che pochi maghi hanno avuto la sfortuna d'incontrare, è inutile continuare a mettere distanze e formalità inutili fra noi, se vogliamo arrivare a collaborare degnamente” quando rialza la testa di scatto, colpita da quella domanda così paradossale a cui risponde per le rime, ricordando la notte appena trascorsa e l'improvvisa distruzione di ogni barriera eretta negli ultimi due mesi di 'convivenza' non richiesta e collaborazione forzata, le iridi castane brillano nel riverbero delle candele che illuminano la stanza, animate da un tumulto di sentimenti che il mago legge con facilità, rimanendo spiazzato; il muro che ha faticosamente costruito si sta dissolvendo come nebbia al vento e lei è troppo intelligente per accettare nuovi vincoli, ora che l'ha visto inerme e ferito – umano – e che sa d'interessargli più di quanto afferma a parole.
Contrae le labbra in una linea ferma
– muta – senza trovare alcuna argomentazione valida per ribattere alla spiegazione logica – razionale – fornita dalla giovane, sapendo che tirare in ballo cliché come l'anzianità, il ruolo ed i piani vita-morte risulterebbe alquanto inutile, così si limita ad osservarla con sguardo altero il quale cela un tumulto di sentimenti, concentrandosi sul considerare nuovamente l'abito indossato da lei assai fuori luogo per non doverle concedere un sorriso – ghigno – di compiacimento per la sua arguzia.

Hai vinto questa battaglia, mocciosa.
Ma la guerra è mia.

C'è un'altra cosa che m'interessa capire, Lily” Si intromette Silente scoccando ad entrambi un'occhiata ferma che vuol essere un monito al silenzio, affinché non inizino a battibeccare come di consueto per stabilire chi possiede più acutezza o chi è più bravo ad eviscerare i fatti per gettarli in faccia all'avversario, umiliandolo.
Vuole sapere quale incantesimo ho utilizzato per respingere i risvegliati, giusto?” chiede Lily Luna espirando pesantemente mentre il cuore accelera i battiti, avendo temuto il momento della rivelazione da quando silente – minuti addietro – le aveva esposto la necessità di farle alcune domande per capire meglio cos'era accaduto nella tormenta; inspira lentamente per prendere tempo, ma prima che possa iniziare a spiegare la voce bassa e roca di Piton fende il silenzio, rivelando il nome dell'incantesimo oscuro utilizzato per mutilare Yaxley e spezzare la spina dorsale di Nagini, sotto lo sguardo attonito dei due fratelli Silente e della ragazza.
Se ti è possibile rivelarlo si, ci sarebbe d'aiuto” conferma il fantasma.
Umbra Ascendum. E' un sortilegio oscuro di controllo delle ombre. Se correttamente utilizzato permette di dar loro forma animale o antropomorfa, creando creature insensibili al dolore ed immuni agli incantesimi. Forti e letali. Se non controllato può divenire rischiosa per l'incolumità di colui che l'ha invocato, nonché per tutti coloro che si trovano nei paraggi”
E' maligno, crudele. Avere a che fare con le ombre macchia l'anima in modo indelebile. Mi sorprende che una mocciosa che frequenta ancora la scuola conosca questo incantesimo, quando maghi più anziani ed esperti non sanno pronunciarlo e, se ne sono a conoscenza, lo temono” esclama Aberforth burbero, scrutando con quegli occhi grigio nubi affilati come acciaio di Toledo il viso pallido e giovane della figlia di Harry Potter, ove non v'è alcuna tracia di rimorso o paura per le azioni compiute, ma solo una quieta ed innaturale calma; ciò che più lo colpisce ed inquieta è lo sguardo, quelle piccole pagliuzze di buio incastrate nell'iride castana che paiono lo specchio di ciò che le si annida nell'animo.
Albus invece continua ad intrecciarsi la barba pensoso, per nulla angosciato o stupito dall'apprendere che la ragazza è a conoscenza d'incantesimi oscuri e li sappia usare con discreto successo, quasi fosse normale routine per un qualsiasi sedicenne.

Conosco diversi incantesimi appartenenti a quella branca della magia definita Arti Oscure. Da quando sono arrivata ad Hogwarts il mio unico obbiettivo è stato apprendere più cose nel minor tempo possibile e, per raggiungere quest'obbiettivo, passavo infinite ore nella biblioteca, fra gli scaffali alti e polverosi della Sezione Proibita pur non avendo autorizzazioni per starvi, nascondendomi. Mi è sempre piaciuto leggere e nel corso degli anni ho divorato quantità immense di libri d'ogni tipo, dai romanzi alla saggistica, poi libri di testo, manuali, rotoli di pergamena e file online. Ognuno di essi m'ha insegnato qualcosa, arricchendo la mia conoscenza. Inoltre non sono mai stata né popolare né brava a far amicizia, poiché non mi è mai interessato e le uniche persone con cui ho legato fra le mura della scuola sono mia cugina Rose, mio fratello Albus Severus, il fantasma di Mirtilla Malcontenta e, per un certo periodo, Scorpius Malfoy.”
La rivelazione coglie Piton alla sprovvista, facendogli aggrottare un sopracciglio con il volto solcato da dubbi mentre fissa la ragazza con crescente curiosità, ascoltandola narrare dell'avventura che le aveva permesso di conoscere Mirtilla, durante il suo primo anno quando, per sfuggire ad uno scherzo particolarmente cattivo orchestrato dal fratello maggiore James, s'era rifugiata di corsa nel bagno perennemente guasto del terzo piano, conoscendo così la giovane morta ed incontrando – inaspettatamente – il fratello mediano accompagnato dal giovane Malfoy; sa che Albus Severus, il povero diavolo costretto dal padre a portare il peso d'un nome decisamente ingombrante, è stato smistato in Serpeverde, ma non credeva che fosse divenuto il migliore amico del figlio di Draco, sapendo quanto odio corresse fra quest'ultimo e Potter durante gli anni ad Hogwarts, inoltre è stupito dal fatto che abbiano accolto Lily Luna nel loro gruppo senza alcuna rimostranza, nonostante appartenessero a case diverse ed i due maschietti fossero più grandi di lei.

Quanti misteri nascondi, per essere solo una sedicenne.
Tanti, Potter.
Stai decisamente divenendo 'troppo' interessante.

Quel che sto per narrare è un segreto. Non l'ho mai rivelato a nessuno e ci terrei che non uscisse da queste mura” dice Lily Luna in un tono fermo e composto – intransigente – che non ammette repliche né rimostranze, spostando sui visi attenti e cupi di ognuno dei presenti per accertarsi che abbiano capito, prima di continuare serenamente il racconto, sicura che le sue parole moriranno li: Aberforth non le pare molto loquace e, nonostante faccia il barista, non sembra condividere la propensione della collega Rosamund o dell'ormai attempata Rosmerta per i pettegolezzi selvaggi, inoltre la sua clientela non annovera molti studenti di Hogwarts né persone che la conoscano direttamente o che potrebbero essere interessate alle scoperte fatte da tre ragazzini non ancora quindicenni; Albus Silente non pare minimamente scosso o preoccupato dal fatto che lei conosca alcuni incantesimi oscuri, ma si dimostra molto attento ai particolari del racconto, attendendo con pazienza che lei riveli ove le abbia studiate, mentre Severus se ne resta immobile alla sua sinistra, con la schiena poggiata ad uno dei pilastri in legno e pietra che sostengono il soffitto, tenendo le braccia conserte ed osservandola con quegl'occhi di tenebra profondi, incredibili, ove le emozioni svaniscono oltre la cortina d'ombra, rendendosi intellegibili.
Nelle ore buche o durante il tempo dedicato allo studio individuale, scappavamo dalle nostre sale comuni per incontrarci nel bagno di Mirtilla, ove aprivamo la porta che conduceva alla Camera dei Segreti. Mio fratello e Scorpius avevano allestito un lungo tavolo e delle sedie vicino allo scheletro del basilisco, dal quale avevano fatto pendere vasetti di vetro contenenti candele e lumi magici, così da poter leggere e svolgere compiti o ricerche in tranquillità, oppure, nei giorni in cui avevamo poco da fare ci dedicavamo all'esplorazione delle varie stanze sotterranee. Mio padre vi è entrato ma non l'ha mai girata tutta, non sapeva che al suo interno vi erano un mucchio di cunicoli che conducono a ipogei nascosti dietro porte sigillate, né che oltre l'enorme testa in pietra scolpita di Salazar vi fosse una sorta di biblioteca. Abbiamo trovato di tutto, centinaia di tomi antichi, tavolette in legno ed argilla, rotoli di pergamena e lettere trattanti gli argomenti più disparati, ma ciò che più ci ha incuriosito furono i 'diari'”
Lily Luna tace per qualche istante, osservando l'espressione attonita apparsa sul volto del vecchio Aberforth incupirne ancor più i lineamenti, rendendoli angolosi e duri, freddi come roccia di montagna mentre gli occhi di Silente brillano d'un luccichio polvere sinistro, vittorioso, quasi avesse capito di quali testi stesse parlando e non vedesse l'ora di poter sentire dalle sue labbra la conferma; Severus invece è ombra e marmo, con la bocca appena distorta in una linea incurvata e gl'occhi dal taglio asciutto leggermente sbarrati, increduli.

Ci colpirono molto: erano frammenti di pergamena rettangolare senza alcuna copertina a coprirli, slabbrati, e macchiati, rilegati assieme con un rozzo sistema di buchi e strisce di cuoio. Ma la cosa più strana era ciò che vi si trovava sopra: disegni e simboli, calcoli matematici accompagnati da un testo vergato in una lingua sconosciuta, dalle forme aguzze d'un corsivo con lettere terribilmente simili all'arabo, anche se arabo non era. Scoprimmo poi che avevamo tra le mani i diari scritti da Salazar Serpeverde in persona, contenenti una quantità incredibile d'incantesimi, pozioni e conoscenze perdute. Ho imparato l'Umbra Ascendum da li”
Hai letto i diari di Serpeverde?” domanda Aberforth sbigottito e furente, facendo cozzare la parte inferiore del bicchiere che teneva fra le mani per lucidarlo contro la superficie dura e massiccia del bancone in legno, mandando il vetro in frantumi dinnanzi alla giovane strega che si ritrae spaventata, appena in tempo per non essere colpita da una scheggia grossa quanto la sua unghia; Nagini sibila infastidita snudando le zanne, ergendosi minacciosa contro l'uomo alto e grosso che l'osserva grugnendo, facendo scivolare una mano alla cintura per afferrare la bacchetta, pronto a difendersi.
Calma, Aberforth e anche tu, Nagini, quietati” li ammonisce Albus scoccando ad entrambi un'occhiata tagliente prima di tornare a concentrarsi sulla giovane strega, il cui cuore batte all'impazzata contro la cassa toracica a causa dello spavento e la mente, in subbuglio, la ammonisce beffarda, spingendola a domandarsi se non abbia rivelato troppo; vi sono cose davvero oscure racchiuse in quelle pagine ingiallite ed antiche, dimenticate all'interno d'una nicchia cava occultata dietro una pietra semovente, incantata appositamente per permettere solo ad un Serpeverde in grado di comunicare con i rettili di scalzarla, rivelando il contenuto.
Si era chiesta più volte se anche Tom Riddle avesse letto gli appunti di Salazar e quali conoscenze ne avesse estratto, ma teme che la sua curiosità non avrà mai risposta e sente che quello non è il momento migliore per domandare delucidazioni sulle attività del Signore Oscuro; persino Piton pare più attonito del normale, trincerato dietro quel silenzio pesante quanto una lastra d'acciaio che le pesa contro lo sterno, ove il cuore continua a battere tachicardico e preoccupato, sulla pelle esposta e fredda e nella mente, dando vita ad una torma di pensieri caotici e poco logici.

Lily, mi hai detto che non sei in grado di parlare il perseltongue. Chi allora, tra tuo fratello ed il giovane Malfoy possiede questa capacita? Immagino sia la stessa persona che vorresti chiamare qui per aiutarti a comunicare con Nagini, corretto?” domanda il fantasma strappandola dalle elucubrazioni sui possibili stati d'animo dell'ex professore di pozioni per farla nuovamente concentrare sulla sua figura evanescente, ove gli occhi brillano ancora, assetati ed attenti, smaniosi di conoscere il nome del nuovo rettilofono inglese che, ad intuito, sente non essere il giovane Malfoy, la cui famiglia sarà stata sì Serpeverde e praticante delle arti Oscure per secoli, ma all'interno di essa non si sono mai mostrati prodigi in grado di parlare quella lingua.

Il figlio di Harry, ma certo.
Logico supporre che tale abilità sia stata ereditata attraverso il sangue.
Chissà quale altro marchio ha imposto inconsciamente Voldemort alla progenie della sua nemesi.

Prima di rivelarvi chi è devo fare una telefonata. Il resto, penso, lo capirete da soli” afferma Lily Luna dopo diversi minuti di silenzio passati ad osservare con vaga curiosità le numerose bottiglie impilate sugli scaffali che occupano la parete di fronte, tutte dall'aria vetusta, mordicchiando distrattamente il labbro inferiore mentre recupera il telefono, togliendo dallo schermo alcune minuscole schegge di vetro finitevi sopra quando Aberforth ha rotto il bicchiere, sbloccandolo ed aprendo la rubrica; una volta avviata la chiamata poggia delicatamente l'utensile sul bancone, selezionando la modalità 'vivavoce' cosicché anche gli altri possano ascoltare.
Nagini osserva quel rettangolo nero dalla superficie luminescente curiosa, facendo saettare la lingua biforcuta, annusandolo per capire di quale stregoneria si tratti.
Dopo diversi squilli una voce maschile risponde allegra, salutando la giovane strega con un 'Buongiorno' decisamente troppo entusiastico per l'ora infame a cui è giunta la chiamata, segno che deve essersi sicuramente svegliato molto prima di riceverla, alla quale lei risponde con un 'Giorno', biascicato in tono monocorde nonostante il sorriso le incurvi le labbra; Aberforth sbuffa tornando a pulire i bicchieri, facendo sparire quello andato distrutto con un colpo di bacchetta, mentre Severus ed Albus si limitano ad ascoltare pazientemente, leggendo il nome comparso sul display sotto la foto d'un ragazzo vestito con una divisa dalla giacca d'un giallo fluo acceso, con pantaloni blu notte, in piedi vicino a quella che pare un'ambulanza babbana giallo canarino.


'AL'
calls

Hai appena finito il turno o sei ancora attaccato al pc, a giocare online mangiando schifezze, da ieri sera?” domanda la strega accarezzando distrattamente la testa di Nagini.
In teoria avrei dovuto smontare venti minuti fa, ma sono ancora in servizio. Ora siamo fuori dal Pronto Soccorso dell'Ospedale St. Mary a sanificare il mezzo. Abbiamo appena scaricato il solito vecchietto delle 5.00”
Caduta accidentale?”
Distacco del catetere vescicale. Tu invece, come mai già sveglia?”
Ti ricordo che mi alzo a sei e mezza ogni giorno e, quando non si rischia di crepare d'ipotermia, vado anche a correre. Comunque ti ho chiamato perché mi serve il tuo aiuto, ed è urgente”
Cos'è successo? I compiti di Cura delle Creature magiche non t'hanno fatta dormire? Oppure devo dedurre che Rose ha ragione e sei uscita di testa a causa del troppo studio, facendo pazzie quali il saltare dalla finestra d'un bagno di notte, in pena tormenta di neve? Si...me l'ha detto e c'è mancato poco che chiamasse mamma e papà. Sono riuscito a farla desistere solo perché le ho promesso che t'avrei chiamata subito e mi sono douto inventare una palla colossale poi, quando m'ha richiamato a mezzanotte per sapere dove fossi. Pensa che stavamo andando in sirena su un incidente, non so se ha capito”

Lily Luna inghiotte un bolo di saliva amaro e venefico quanto la cicuta, lasciando vagare lo sguardo finché non incontra gli occhi pesanti e penetranti – d'un buio tenebra abbacinante - di Piton, che rilucono d'un oscura e maligna luce canzonatoria mentre mormora, scandendo ogni lettera affinché giunga chiara nonostante il volume azzerato:“Testa di legno”
Sbuffa facendo saettare la lingua in una pallida ed infantile imitazione del serpente, prima d'ignorarlo per tornare a concentrarsi sul cellulare.

Grazie, ti devo un'enorme favore! Comunque sappi che ho avuto motivi più che validi per saltare dalla finestra del bagno ai Tre Manici, ieri sera, motivi che c'entrano con l'urgenza della mia telefonata. Ho bisogno di spiegarti di persona, però”
Che fosse importante l'avevo capito. Chiami e ti fai viva solo in caso di morti, mutilazioni o scoppi di guerre, quindi la situazione dev'essere grave per forza, anche senza aggiungere le assurde farneticazioni di Rose”
Perchè? Cos'ha detto?”
Mah, ad un certo punto ha esclamato che esci con una sorta di poco di buono che t'ha costretta a fingere un attacco di vomito, o forse ad ingurgitare una delle merendine marinare di zio per sembrare più credibile, non ricordo, così da poterti rapire facendoti passare dalla finestra del bagno”

Lily Luna trattiene un'imprecazione fra i denti, colpendosi la fronte con la mano sana, aperta.

Ha dato di matto, non c'è altra spiegazione. Comunque ti spiegherò dopo, ci vediamo per le otto e mezza?”
Tempo di finire qui, smontare e fare, in ordine cronologico, una doccia, fumare e poi colazione”
No, la colazione saltala, la facciamo assieme appena arrivi. Ah, già che sei a Londra passa da Starbucks e portami due caffè neri, due muffin ed un banana bread, grazie! Per te prendi pure ciò che vuoi!”
Grazie al cazzo, i soldi sono miei! Che succede? La cucina di Hogwarts improvvisamente ha smesso di rifornirti di cibo? E per chi è il secondo caffè?”
Non rompere le palle, non fare domande ed esegui. E, per favore, muoviti!”
Dillo al mio capo equipaggio, che nel pulire l'ambulanza ha la stessa lena di Ruf quando spiegava le guerre dei Troll. Ah! Aspetta forse s'è deciso, grazie a Larry che ha appena decretato d'essersi rotto i coglioni. Partiamo dal PS e torniamo alla sede. Ciao bestiolina, a dopo!”

Quando la chiamata si interrompe la stringa con le diciassette chiamate non risposte torna prepotente ad invadere lo schermo, ricordandole con dolorosa insistenza il modo brusco e poco ortodosso con il quale era stata costretta a lasciare Rose la sera prima, saltando fuori da una finestra a cui aveva scardinato le inferriate per andare a caccia di morti; un pungente senso di colpa le incrina le costole, spingendo pesantemente sul cuore fino a farla gemere silenziosamente, spingendola a provare un forte dispiacere per la cugina che – sicuramente – si sarà preoccupata a morte non vedendola tornare dopo i dieci minuti richiesti, arrivando magari a forzare la porta del bagno per trovarlo freddo, vuoto e pieno di neve.

Normale che abbia chiamato Albus, sbraitando assurdità.
L'avrei fatto anch'io al suo posto, forse.

Whatsapp le segnala una serie infinita di messaggi provenienti da diverse chat che lei ignora, passandovi sopra il dito per annullare la notifica dopo aver appurato che nessuno di essi è dei suoi genitori, segno che Rose non ha messo in pratica la minaccia urlata a pieni polmoni – preoccupata ed agitata – al telefono con Albus, convinta probabilmente dalla bugia inventata dal fratello per coprirla; gli deve la vita, pensa mordicchiandosi distrattamente il labbro mentre cancella – una ad una – le chiamate ricevute, senza curarsi del fatto che deve ancora una marea di spiegazioni ai tre maghi assiepati attorno al bancone che la scrutano indagatori e dubbiosi, in religioso silenzio.

Catetere vescicale?” domanda Piton dopo qualche – secondo? minuto? - con labbra pallide e sottili incurvate in una smorfia a metà fra lo schifato ed il divertito, studiando il modo in cui la strega si mordicchia la bocca con fare noncurante e meditabondo, continuando a far scorrere il dito sano sul touch screen; lei alza il viso dall'apparecchio restituendogli un'occhiata furba che la fa assomigliare ad uno di quei folletti maligni del libro su 'Fate ed altre creature del Piccolo Popolo' illustrato da Alan Lee, con quella punta d'oscurità a controbilanciare l'iride calda, piantata come una scheggia d'ossidiana nel castano,
Come avrete capito la persona con cui parlavo è mio fratello Albus Severus. Da qualche estate si dedica a fare volontariato e, ora che ha completato il corso come paramedico, è soccorritore a tutti gli effetti e presta servizio a Londra. La Londra babbana, ovviamente. A mio padre è preso un colpo quando Albus ha deciso di lasciare casa per andare a vivere da Larry, il suo autista, dichiarando che non ha alcun interesse nel divenire un impiegato del Ministero. Non è che non abbia ambizioni, anzi. Vorrebbe diventare medico d'emergenza, prendendo anche la specializzazione come guaritore, ma prima ha deciso di provare a vivere facendo di testa sua. Papà non sa che l'hanno assunto a pieno titolo, se lo scoprisse s'arrabbierebbe ancora di più”
Scelta davvero singolare per un mago, abbandonare il nostro mondo per vivere fra i babbani come fosse uno di loro. Così com'è curioso che tuo fratello sia in grado di comunicare con i serpenti. Se non ricordo male tuo padre aveva ereditato quest'abilità da Riddle, quando venne trasformato accidentalmente in un Horcrux. Come può aver trasmesso quest'abilità a figlio se non è un dono di sangue?” bofonchia Aberforth rivolgendole un occhiata seria e penetrante alla giovane Potter, la quale gonfia le guance e sospira scuotendo la testa, incapace di dare una risposta poiché non la conosce; sa solo che Al è in grado di parlare con i serpenti da sempre, avrà avuto forse quattro anni quando, nel giardino selvaggio e tempestato d'inutili cianfrusaglie babbane della Tana, mentre lei giocava con alcune macchinine su una coperta a scacchi stesa sotto l'alta quercia ed i genitori erano in casa, ad aiutare nonna Molly con il pranzo, aveva iniziato a conversare con un colubro di passaggio.
In famiglia nessuno sa che Al è un rettilofono. Non so perché, ma abbiamo sempre avuto il sentore che fosse meglio non rivelarlo” aggiunge pacatamente, abbassando gli occhi castani nuovamente sul display mentre ripensa a quando, sempre da bambini, avevano giurato stringendosi il mignolino di essere l'uno il custode dei segreti dell'altra e che non li avrebbero mai rivelati in casa, né – soprattutto – a James il quale non ha mai perso occasione per punzecchiarli o torturarli per le loro stranezze; la storia del basilisco morto nella Camera dei Segreti, seguita dai sogni in cui Harry vedeva con gli occhi di Nagini sono bastati ad istruirli su cosa pensino i loro genitori di chi possiede la capacità d'interagire con i serpenti e a nulla serve ricordare che loro padre, da bambino, aveva liberato un Boa dallo zoo, poiché era successo prima che scoprisse d'essere un mago e l'oscuro legame che legava Voldemort agli ofidi.
Severus l'osserva attento e, per un'istante, nelle parole della giovane gli sembra di rivedere il sé stesso bambino, costretto a crescere in una famiglia ove il padre –
violento, poco di buono ed alcolizzato – non sopportava la magia né chiunque la praticasse, costringendo lui e la madre a fare tutto in segreto quando non era in casa; tutto ciò che aveva imparato prima di poter finalmente raggiungere Hogwarts l'aveva letto di nascosto nei libri che la madre conservava, abilmente trasfigurati in tomi di cucina babbana, mentre la mattina, appena Tobias usciva per recarsi in fabbrica, si dedicavano alla preparazione e allo studio delle pozioni, allo studio teorico degli incantesimi e alla lettura delle carte astronomiche.
Non avrebbe mai immaginato che due dei tre figli di Potter fossero stati costretti allo stesso destino, per un'ottusità ben diversa da quella mostrata dal suo abominevole padre, ma altrettanto radicata come può esserlo solo un'idea nata dal pregiudizio e dall'ignoranza; scottato dalle Arti Oscure il Bambino Sopravvissuto le ha abolite dal suo mondo d'adulto, costringendo la famiglia a seguire il suo esempio senza permettere loro di capire il perché di questa sua scelta, mostrando quell'ottusità che gli aveva impedito di essere decente in Pozioni, durante gli anni di scuola e che somiglia molto alla presunzione tanto ostentata da James.
Quando Lily Luna alza gli occhi in una fugace ricognizione della stanza ed incontra i suoi, un piccolo sorriso si diffonde sulle labbra rosee ove il segno del taglio ancora spicca leggermente gonfio e le iridi castane paiono rilucere, quasi avesse colto il filo dei suoi pensieri e lo stesse confermando; si somigliano davvero più di quanto gli piaccia ammettere e sono complementari in quelle differenze che, spesso, li portano a discutere animatamente sottolineando con forza difetti e comportamenti idioti reciproci.

Sarai davvero la 'Mia disgrazia', Potter.
Tu, con quel sangue dannato ed il cognome ingombrante che porti.
Tu, con questa rosa d'identità celate che ti rende terribilmente interessante.
Affascinante come solo le cose 'complesse' possono essere.
Per Salazar, che tu fossi una normale sedicenne è chiedere troppo?

Siete davvero straordinari, tutti e due” afferma Silente dopo diversi minuti di silenzio, osservando la ragazza con occhi polvere e cielo animati da una luce gioiosa, calda, che manifesta tutta la sua piena solidarietà verso i particolari talenti sviluppati dai figli di Harry poiché, nonostante i più possano considerarli malvagi, sono abilità che fanno parte del loro essere e li hanno aiutati a crescere, formando le persone che stanno divenendo; Aberforth sbuffa contrito, gettando lo straccio con malagrazia sul ripiano alle sue spalle per afferrare una cassa da sotto il bancone, sbattendola con forza sulla superficie in legno così da far tintinnare le numerose bottiglie in essa contenute, iniziando ad ordinarle per colmare i vuoti sulle mensole.
Il Ministero avrà un'opinione ben diversa dalla tua, quando li scoprirà. Perché puoi continuare a giocare alla 'cacciatrice di zombie' quanto vuoi, ragazzina, illudendoti che ciò rimanga un segreto. Ma prima o poi tutto il Mondo Magico saprà, ed allora non ti basterà il coraggio per sopravvivere a ciò che ti pioverà addosso”
Via, Aberforth! Non sarà sola e, in ogni caso, Lily Luna è una ragazza eccezionale” ribatte il fantasma prendendo le difese della giovane prima che lei possa ribattere, colpita dalle fredde e veritiere parole di quell'uomo burbero che somiglia al vecchio e bonario ex preside di Hogwarts solo nell'aspetto, il quale non sembra avere alcuna simpatia per lei o per il corredo di creature disagiate che si trascina appresso – Piton e Nagini, poi lo stesso Albus – probabilmente considerando 'cattivo' tutto ciò che è nato dalla magia oscura.

Chissà perché questo odio.
Sembra una cosa molto più radicata della semplice, ottusa, scelta di seguire il 'bene'.
Sembrano sentimenti legati a fatti vissuti realmente, fatti sinistri, tragici.
A quanto pare anche lui ha diversi, sordidi, segreti.

Ricorda, Lily: sono le nostre azioni a definire chi siamo. Il fatto che tu sappia resuscitare ed interagire con i morti non fa di te una cattiva persona o una 'strega oscura', finché userai quest'abilità per fare del bene non dovrai averne timore” le sussurra dolcemente il vecchio ex preside poggiandole una mano incorporea, un refolo di freddo vento invernale, sulla spalla fasciata dall'abito blu zaffiro; lei volta il capo e gli sorride grata, prima che la voce bassa e cavernosa di Aberforth la richiami nuovamente.
Dimmi, figlia di Harry...”
Lily Luna, mi chiamo Lily Luna”
Certo, certo...quella bacchetta che possiedi, l'hai comprata a Diagon Alley?” domanda l'uomo appoggiandosi contro la cassa oramai semivuota, studiandola con quegli occhi foschi che paiono una tempesta invernale, richiamando l'attenzione di Severus ed Albus su quell'argomento che avevano toccato diversi minuti addietro, quando lei ancora dormiva, dando voce alle ultime domande sul suo conto che meritano – bramano - di ricevere risposta; otto paia d'occhi accarezzano fugacemente il legno scuro e ritorto, ancora appoggiato sulla pila di vestiti lavati e puliti, mentre lei annuisce e replica tranquilla.
Sì, da Olivander. Il vecchio non c'è più, ora il negozio è gestito dai pronipoti. Quando mi sono recata lì con mia madre, ad undici anni, per acquistarne una mi ha servita un ragazza alto ed allampanato con una selva di capelli ricci, castani. Ha un cognome diverso da quello del bisnonno ma è ugualmente competente, anche se ricordo che ci ha messo un po' prima di farmi provare questa. Non andava bene nessun'altra”
La puoi descrivere?”
Ventotto centimetri, noce nero. Nucleo di...” e poi tace improvvisamente, intuendo finalmente il perché di quella domanda apparentemente così innocente e scissa dal discorso portato avanti sino a poc'anzi, la quale le aveva fatto sperare che l'interrogatorio – esame – fosse finito; lo sguardo fermo color nocciola torna nuovamente ad incontrare il buio ossidiana sul volto di Piton,il quale muove il capo in un cenno impercettibile per esortarla a continuare la risposta, sussurrandole mentalmente di non avere alcuna paura, per poi scivolare sul fantasma al suo fianco sinistro, il quale ha ancora la mano poggiata sulla sua spalla in un gesto – ora – protettivo.

Che cosa sei tu, davvero?
Questo.

Nucleo, crine di Thestral” esala decisa, piantando lo sguardo in quello dell'anziano mago con una punta di sfida ad illuminarne l'iride macchiata di buio; Aberforth storce le labbra in un ghigno sinistro, privo d'enfasi, mentre scuote la testa con vigore riprendendo a sistemare il locale, voltando le spalle alla ragazza apparentemente non più interessato alla conversazione, come se la risposta data bastasse a dissipare gli ultimi dubbi, catalogandola come nella sua testa come una creatura perduta e pericolosa, dalla quale bisogna tenersi lontani e che trascinerà nella sua spirale di follia e morti tutti coloro che si dimostreranno abbastanza incauti da starle troppo vicini.

Non che abbia importanza, mio fratello e l'altro sono già morti.

Sai che l'unica altra bacchetta contenente un crine di Thestral è la Bacchetta di Sambuco? La famosa bacchetta fabbricata dalla Morte per essere donata al tuo antenato, Antioch Peverell e che ora, dopo aver seguito vie traverse ed oscure trame, appartiene a tuo padre” afferma Silente flettendo le dita evanescenti nel tentativo di stringerle la spalla, causandole un brivido freddo che si irradia sulla pelle scoperta e sotto al vestito, lungo la spina dorsale fasciata dal corpetto blu ornato d'ori e piccole gemme.
No, non lo sapevo. Lui non ne parla mai”
Si dice che bacchette con questo nucleo siano destinate a maghi che non temono la morte. Mi sorprende che un uomo sia stato in grado di fabbricarne una, dato che per sua natura il crine di Thestral è un elemento instabile, che difficilmente si lega ad un componente 'vivo' quale il legno”
Anche il commesso di Olivander era apparso abbastanza sorpreso. Secondo lui all'interno non vi è un vero crine di Thestral, ma un semplice crine d'unicorno colorato. Aveva raccontato a mia madre che questa bacchetta faceva parte di una collezione 'storica' messa assieme dal vecchio bisnonno, che comprendeva più d'un centinaio di pezzi particolari, unici o appartenuti a stregoni famosi, potenti. Erano stati costretti a metterli tutti in vendita a causa degli enormi debiti contratti per tornare in Inghilterra, rilevare l'attività e rimodernarla. Diceva d'aver provato più volte a vedere questo legno, ma non vi era mai riuscito proprio perché tutti la consideravano difettosa visto che non produceva alcun incantesimo. In poche parole non ha mai funzionato con nessun altro mago o strega che non fossi io”
Interessante” mormora pensoso il vecchio preside, togliendo la mano dalla spalla della ragazza per passare le dita nella lunga e folta barba argentea, lanciando una fugace occhiata a Severus che, immobile con le braccia conserte, inclina appena il capo in un cenno d'intesa; la Morte aveva fabbricato una bacchetta per Antioch, il fratello maggiore che secondo la fiaba di Beda aveva chiesto 'il potere', ma è possibile che all'interno della famiglia Peverell ne fossero state tramandate altre che, probabilmente, facevano parte di quei 'doni' portati in Inghilterra dalla Grecia a seguito della loro fuga.
E la tua bacchetta a chi apparteneva?”
Boh, non lo sapeva. Mamma gliel'ha chiesto, ma lui diceva che quella era una delle poche bacchette di cui il bisnonno non aveva redatto un fascicolo completo. Per questo pensava che non avesse alcun valore e non s'è fatto problemi a venderla ad una ragazzina undicenne pronta per Hogwarts, chiedendo poco” replica Lily Luna scrollando le spalle con noncuranza, senza considerare l'idea che quel pezzo di legno ritorto e scuro, simile ad una clavicola, possa essere imparentato con la stecca posseduta dal padre, tanto è sgraziato - primitivo- e rozzo, così diverso dall'elegante forma impreziosita di tondi rigonfiamenti intarsiati della bacchetta di Sambuco, sebbene i suoi 'compagni' – viste le espressioni assorte – paiono pensarla diversamente; quando l'aveva stretta in pugno la prima volta ricorda d'aver provato una sensazione strana, un freddo profondo che le era penetrato fra ossa e carne come gli artigli d'una fiera feroce, che s'era trasformato subito in un fuoco potente – violento – scoppiato con forza all'interno del petto come la magia che le permette di risvegliare i morti, ma non crede che le due cose siano connesse.
Ginny Weasley l'aveva tranquillizzata subito, spiegandole che quelle erano sensazioni provate da chiunque si trovasse a stringere in mano la bacchetta giusta per la prima volta, che non vi era nulla di anomalo e la sé undicenne ci aveva creduto, scacciando l'inquietudine per restituire alla madre un sorriso gioioso, senza sapere cosa avrebbe scoperto su di sé in futuro.

Io sono anomala.
E forse Albus e Piton non hanno poi così torto nel considerare quest'ipotesi.

Pensa gettando un'occhiata alla bacchetta, accarezzando distrattamente la testa di Nagini.
Potter, hai mai visto un Thestral?” La voce bassa di Severus la fa sobbalzare, strappandola a ricordi ed elucubrazioni per riportarla all'interno della modesta sala del pub, arredata in modo sin troppo spartano e 'vecchio', illuminata da una calda luce aurea che pare l'unico elemento vagamente confortante e pulito dell'ambiente nel quale due uomini, più un fantasma ed un serpente enorme, la osservano immobili, attendendo d'eviscerare l'ennesimo segreto legato alla sua persona; si concede un lungo sospiro cercando di stemperare l'ansia che, pian piano, ha preso ad ingrossarsi nel petto all'idea di mostrare quella sé che ha sempre ben celato e protetto dietro una maschera di bugie, finte e dorate – comuni – identità in cui è solo la figlia modello di Harry Potter, con l'unico difetto d'esser solo un po' taciturna e poco interessata al prossimo, nascondendo verità assai più oscure e tetre, come vedere gli animali dell'Averno pur non avendo mai visto morire nessuno.
Sì, da piccola. Mamma e papà ci avevano portato in visita ad Hagrid, qui a scuola. Li ho visti vagare per la foreste e volare sopra le cime degli alberi. Quando ne ho additato uno chiamandolo pipistrello James ha riso, dicendomi di smetterla di dire bugie. Al invece si è incupito e mi ha stretto il mignolo, ricordandomi la promessa. Forse aveva già capito più cose di me di quante ne avessi comprese io stessa” replica amaramente, distendendo poi le labbra in un sorriso privo di calore prima d'incontrare lo sguardo fermo, profondo di Severus, il quale ricambia la smorfia asserendo che, se davvero suo fratello maggiore ha ereditato lo spirito del nonno oltre al nome, non c'è da stupirsi che sia nato e cresciuto idiota con la sensibilità d'una lastra di granito sull'alluce, dalla testa di legno ripiena di segatura fina.
Lei ride, annuendo.

E chi mai avresti visto morire, così giovane?” s'intromette Aberforth, lanciandole un'occhiata torva mentre continua a svolgere i mestieri mattutini.
Nessuno. E' questa la cosa strana. Come Albus, che sa parlare il perseltongue da quando era piccolo senza che nessuno gliel'abbia insegnato, anch'io ho la mia particolarità. Vedo i Thestral da sempre, senza essere mai entrata direttamente in contatto con la morte”
E non ti sei mai domandata perché?” chiede Piton inarcando un sopracciglio scuro, studiandola con l'espressione subdola solitamente riservata ai suoi allievi peggiori poco prima di strigliarli con cattiveria, sottolineandone la stupidità ed il poco acume mostrato nel non porsi domande, nell'accettare quanto gli veniva detto senza indagare; lei tentenna, incerta su come argomentare una risposta che non la faccia apparire come incurante e menefreghista, pensando che l'unico motivo per cui non avesse mai indagato sulla strana capacità di vedere quei curiosi cavalli neri con le ali da drago fosse unicamente perché, al tempo, non le pareva una cosa così cruciale.
Proviene da una famiglia di persone che hanno combattuto e visto morire amici, fratelli e conoscenti quindi il fatto che i Thestral siano apparsi in quella fase della sua vita ove è tutto dovrebbe essere zuccheroso, roseo e privo di brutture quali la perdita ed il dolore ad essa associata, non l'ha mai impensierita più del dovuto semplicemente perché non ci si è mai soffermata più d'un istante; Al parlava con i serpenti, lei vedeva cavalli dai più ritenuti forieri di sventura ed entrambi mantenevano questi segreti dietro labbra ben cucite.

Ero troppo piccola per pormi domande così profonde, quando li vidi la prima volta. Poi smisi perché erano diventati una presenza costante, normale. E non ho mai parlato di questa peculiarità ai miei genitori perché sentivo che sarebbe stato sbagliato. Che non avrebbero capito e si sarebbero preoccupati” replica Lily Luna dopo diversi minuti di silenzio, calibrando bene le parole affinché non vi possano essere ulteriori commenti acidi o prese in giro, dato che lei per prima si sente terribilmente idiota per non aver indagato più a fondo su questa sua particolarità quando i tempi non erano ancora sospetti.
E' la bacchetta a scegliere il mago, miss Potter” sbotta Aberfort cercando d'imitare la cadenza ed il tono allegro del vecchio Olivander senza però riuscirvi, dato il timbro assai diverso e l'astio con cui ha caricato ogni sillaba, quasi a rimarcare nuovamente quanto non approvi la sua condizione di – negromante – risvegliante di cadaveri, reputando tal potere troppo oscuro e pericoloso per essere gestito da una ragazzina di soli sedici anni; ai suoi tempi a quell'età si era già adulti e le cose funzionavano diversamente, ma nel mondo d'oggi così frenetico e caotico, miracolosamente uscito da una pandemia devastante che aveva danneggiato di riflesso anche l'intero Mondo Magico inglese, lei è poco più che una bimba.
Aberforth ha ragione, per quanto non condivida il suo sdegno” aggiunge Piton monocorde, studiandola attentamente con quegli occhi scuri ed immobili che paiono assorbire e scindere tutta la luce presente nella stanza, per poi gettare un'occhiata rapida e truce al vecchio barista.
Probabilmente il fatto che ti sia stata destinata una bacchetta con crine di Thestral come nucleo è stato un primo segno del tuo legame con i morti. Forse, se non avessi ignorato questo segnale, avresti potuto comprendere prima d'avere capacità negromantiche”
O forse no, considerando che nessuno in famiglia s'è mai arrischiato ad approfondire la storia dei Peverell, scoprendo così l'oscuro dono di sangue tramandato ai discendenti Potter a seguito del matrimonio fra Iolanthe e Hardwin. Quando hanno dovuto eviscerare la fiaba di Beda, durante la seconda guerra magica, non hanno certo pensato ad andare più in là di quanto fosse scritto dato che il loro intento era capire quali fossero i 'Doni della Morte' e dove poterli trovare. Inoltre sono convinta che se le mie 'doti negromantiche' fossero saltate fuori prima ed in un contesto diverso, ora sarei ad Azkaban a far compagnia al marito pazzo di Bellatrix” la strega aggiunge l'ultima parte abbassando lo sguardo improvvisamente divenuto fosco, espirando lentamente per scacciare dal petto quella morsa costrittiva e fredda che l'opprime, rendendole difficoltoso il respiro; intrecciare i mignoli promettendo il silenzio era stata la salvezza dei due 'piccoli' di casa Potter fin dall'infanzia, quando avevano cominciato a supporre di essere un po' diversi dai componenti della sfavillante famiglia in cui erano nati e da James, il fratello 'perfettamente' normale e canonico.
Per quanto si sia sempre dimostrato una testa di legno oltre ogni previsione, non credo che tuo padre ti avrebbe rinchiuso ad Azkaban se avesse saputo cosa sei. E' idiota, ma non crudele” replica freddamente Severus, strappando alla ragazza un sorriso senz'enfasi; sono passati venticinque ani dall'ultima volta in cui ha avuto modo di vedere il Ragazzo Sopravvissuto, ma non ha dubbi sul fatto che sia diventato per i suoi figli un padre esemplare e giusto, ben diverso da quella figura da incubo che aveva avuto lui come genitore, il quale – ne è sicuro – se fosse stato a conoscenza dell'esistenza d'una prigione per maghi, avrebbe davvero fatto di tutto per rinchiudervi lui e sua madre.

Buongiorno cari!” la discussione viene interrotta dall'arrivo di Sibilla Cooman, che appare dalla porta del pianerottolo vestita con un lungo caftano viola ornato d'arabeschi bianchi, trattenuto in vita da una fascia in cuoio chiaro; al collo e ai polsi tintinnano una serie di braccialetti in oro e pietre grezze, dai colori abbinati con l'abito mentre i capelli cespugliosi, grigi, sono stati raccolti e domati in una lunga treccia semplice che le esalta il viso magro e spigoloso, sul quale spiccano i grossi e tondi occhiali da vista.
Stavo finendo di prepararmi quando ho sentito qualcuno lanciare sassi contro la finestra e così ho aperto per guardare fuori, convinta di trovare quell'ubriacone di Walkins, già pronto per il giro di whisky mattutino. Invece avrei dovuto dare retta al sogno premonitore, il quale mi ha ben consigliata ed avvisata sulle nefaste presenze che avrei dovuto tollerare già di prima mattina...” ciarla acuendo il tono di voce per conferire quella – finta – sacralità che tali rivelazioni meritano, osservando con uno strano sguardo di sfida la giovane strega dai capelli fulvi che l'osserva stupita ed incuriosita, con le sopracciglia levate in espressione dubbiosa e le labbra incurvate in un mezzo sorriso.
Taglia corto, donna. Non ci interessano le tue farneticazioni” la rimprovera Aberforth zittendola, scoccandole un'occhiata truce che la strega ricambia con uno sbuffo contrito, alzando le spalle magre in un tintinnio d'ori e gemme per declamare con veemenza che la sua ottusità non giova certo all'occhio interiore, profondamente insultato da quella palese mancanza di fede.
Oh, va bene! C'è fuori quell'orribile centauro, cara. Dice di voler parlare con te”
Eh? Chi?” domanda Lily Luna sbigottita, richiamando alla memoria l'incontro con i centauri che abitano la Foresta Proibita avvenuto un mese addietro, quando avevano portato un Vincent Tiger carbonizzato ed urlante a ridosso delle mura della scuola per chiedere informazioni alla preside su quell'oscura creatura; fra i quattro, quello ad essersi comportato in modo più 'orribile' era stato sicuramente Leonte, il grosso ibrido dal corpo equino nero come l'ala d'un corvo e dalla pelle ambrata, il quale non aveva perso occasione per schernirla e tentare di ferirla.
L'idea di rivederlo non le piace, sicura che la sua presenza ad Hogsmeade ha qualcosa a che fare con la caccia della notte precedente, dato che i centauri non amano gli insediamenti umani e non vi entrano se non costretti, quindi qualunque cosa abbia da dirle non sarà certo allegra; scocca un'occhiata a Piton mentre Sibilla s'avvicina per porgerle i suoi anfibi così da non farla uscire scalza e l'aiuta ad infilarli, stando ben attenta a non comprimerle troppo il piede fasciato, senza però abbandonare quel cipiglio di sfida assente dallo sguardo materno che le aveva rivolto la sera prima.

Strana davvero...

Quando esce l'aria fredda – frizzante - le sferza viso e pelle nuda, procurandole freddi brividi che percorrono il corpo minuto e dolorante mentre il respiro si tramuta in bianche nuvolette che s'involano pigre, opalescenti nella debole luce di quell'alba invernale nascente; le nubi sono sparite, dilaniate – mangiate - da quella magia oscura che non le è riuscita appieno ma s'è mostrata comunque utile e, sotto un limpido cielo d'un blu tendente al rosato trapuntato di stelle ed ornato da una luna piena, argentea, immobile nella via coperta di neve che conduce al pub, vi è un centauro snello e pallido con buona parte del busto e del volto coperte da spesso tessuto cicatriziale mal guarito.
Gli occhi d'un azzurro limpido la scrutano attenti, indagatori, registrando l'aspetto di lei con curioso interesse: vestita con quell'abito blu zaffiro impreziosito da un bustino d'ori e piccole gemme pare essersi drappeggiata sul corpo esile la volta notturna, ed il suo viso pallido, coronato da un aureola di rossi capelli scarmigliati
– sfuggiti alla treccia – sembra il volto della luna incoronato dal sole, durante l'eclissi; Severus Piton alle sue spalle invece né è l'ombra, la faccia oscura di quell'astro così ambiguo, mutevole, e nel vederlo le labbra del centauro s'incurvano in un sorriso spento, amaro, poiché finalmente comprende ciò che i quadri astrali e le stelle hanno cercato di fargli considerare da giorni: quei due sono irrimediabilmente legati – complementari e speculari – oltre ogni pronostico ed assurda decenza imposta dalla società dei maghi – uomini -, oltre la morte e per la vita.
E lei è già cambiata, iniziando a somigliare terribilmente alle aniche effigi di quella Perfsefone che è terra e sangue, morte oltre che rinascita.

Fiorenzo” mormora Lily Luna corrugando la fronte, osservando il viso glabro e pallido del centauro con evidente stupore, poiché s'era aspettata di scorgere tutt'altra creatura.
Nekyomanteia” la saluta lui inclinando appena il capo in un gesto formale, lanciandole poi senza alcun preavviso o spiegazione un piccolo pezzo d'argento stondato che s'invola nell'aria descrivendo un arco, prima che lei si sporga in avanti per afferrarlo maldestramente con la mano libera da fasciature, fra la pelle e la bacchetta; ancor più confusa la ragazza osserva l'oggetto nel palmo, un'antica moneta in ferro grezzamente lavorata, con una testa di donna sbalzata sul verso; gli occhi castani, inquieti e dubbiosi, della strega si posano nuovamente sul volto sfigurato di Fiorenzo che le sorride dolcemente, prima di voltarsi verso la parte opposta della strada per tornare nuovamente al trotto verso la foresta.
Ha fatto ciò che doveva, visto ciò che c'era da vedere.

Aspetta!” lo ferma lei correndo nella neve, inzuppando così l'orlo sporco di sangue dell'abito che diviene pesante e scuro, quasi nero.
Perché la moneta?” domanda levando la mano dal palmo aperto, ove l'impugnatura della bacchetta tocca il metallo antico, lievemente ossidato; lui volta appena il viso e scuote il capo come a lasciar intendere che questa è una domanda a cui non può rispondere e che, se vorrà, dovrà cercare da sé ciò che desidera sapere ma poi, con gentilezza ed in tono pacato, spiega: “I figli di Grecia possono abbandonare la terra natia ed andare lontano, ma mai dimenticano le loro origini, né di aiutare i viaggiatori fratelli che, come un tempo lo furono loro, si trovano esuli e smarriti in nazioni straniere. I miei fratelli e sorelle non sono d'accordo, ma in qualità di Sofòs capo della mia tribù non posso ignorare gli antichi rituali, né negare aiuto ad una mia connazionale. Quella è per te, per il tuo viaggio. Quando avrai bisogno d'aiuto verrai riconosciuta per ciò che sei”
Ma io non sono greca” obbietta la ragazza stringendo legno e ferro nella mano.
Ne sei sicura?” domanda il centauro prima di voltare nuovamente il capo, regalandole un'occhiata penetrante che le morde le viscere con forza, facendo vacillare le poche certezze sulle sue origini rimaste ben chiare; il fatto d'avere un antenato greco non la rende certo appartenente a questo popolo, per di più sono passati secoli da quando Ignotus Peverell è giunto in Inghilterra ed ha mischiato il suo sangue a quello dei nativi, celando le proprie origini dietro una falsa identità e dimenticandosi della sua terra d'origine, quindi dubita che – se mai avrà bisogno d'aiuto – qualcuno la potrà riconoscere come cittadina greca, però qualcosa nello sguardo di Fiorenzo, unito ad un presentimento che avverte labile e fosco come il tocco d'un fantasma, le suggeriscono tutt'altro.

Ti ha dato una Dracma” mormora Severus assorto, una volta rientrati all'interno del pub.
Lei gli lancia un'occhiata stranita, aprendo il palmo per poter studiare quella strana moneta dai bordi stondati rozzamente sulla quale spicca la testa d'una donna di profilo, con lunghi capelli raccolti in un acconciatura classica; la gira poi con la punta delle dita fasciate, rivelando quella che pare una civetta stilizzata, con grandi occhi tondi e testa più voluminosa del normale, incorniciata da un ramo – d'ulivo? - e da tre lettere impilate: A O E; le dita lunghe e pallide del pozionista le sfiorano la mano mentre recupera fra indice e medio l'oggetto, studiandolo con attenzione prima di sogghignare divertito.

Quindi?” domanda la strega, reprimendo il piacevole brivido caldo causato dall'inavvertito tocco dell'uomo.
L'obolo a Caronte, Potter”
Ma prima che lei possa ribattere la squillante voce di Sibilla la zittisce, stupendola con una domanda che la lascia basita per diversi istanti e le permette finalmente di capire da dove nasce quella scintilla di sfida presente negli occhi della donna, la quale anche ora la studia con solenne interesse, quasi si aspettasse di vederla capitolare e sbugiardarsi, rivelando a tutti i presenti ciò che realmente è.

Dimmi, cara...il centauro ti ha forse mostrato il corretto modo di divinare il futuro? Silente dice che sei un oracolo ma io sono restia a credergli, quindi ci tengo a sfatare quest'assurda convinzione e ti chiedo: Cosa provi quando entri in contatto con l'occhio interiore e questo ti rivela il futuro?”

Lily Luna vorrebbe spiegarle che lei non è propriamente 'un oracolo', bensì – forse – una Nekyomanteia, una sibilla che utilizza le anime dei defunti come metodo di divinazione come altre, invece, si affidano alle premonizioni o alla lettura delle carte, ma tace, colpita nell'orgoglio dal modo passivo-aggressivo in cui la vecchia strega ha posto la domanda e, lanciando un'occhiata mortalmente seria a Piton e Silente, intimando loro di non intervenire nella discussione, inspira lentamente e parla con lo stesso tono altero e solenne utilizzato per comunicare con i risvegliati, con occhi castani ardenti come soli gemelli:

Io sono Lily Luna, ed al contempo sono 'Tutto'.
Io sono me stessa, ed al contempo sono l'altro.
E quando entro in contatto con i morti è come
vedere il mondo in un granello di sabbia,
ed il cielo in un fiore selvatico.
E' come tenere l'infinito nel cavo d'una mano,
e l'eternità in un'ora” (II)



Glossario:

I) Sofòs (dal greco): letteralmente 'Saggio'; nella società dei centauri così è chiamato il capo tribù.
II) William Blake, “Canti dell'innocenza e dell'esperienza”


NDA: A voi questo dodicesimo capitolo, seconda parte del precedente “Addomesticare le bestie feroci” che ho dovuto pubblicare in due giri data la lunghezza decisamente folle.
E' lungo ugualmente, ma spero che così possa risultare più leggibile e meno 'mattone'.
Altri importanti dettagli vengono rivelati, fra i quali l'origine e la composizione della bacchetta di Lily Luna, la quale rivela molto della sua proprietaria; ho scelto come pianta il noce perché nella tradizione italiana è spesso associato ai Sabba, essendo la pianta attorno alla quale danzano le streghe invocando il diavolo (Famoso è il “Noce di Benevento”, vicino al fiume Sabatus).
Per quanto riguarda invece la bacchetta di Severus, ho utilizzato le info reperite su Potterpedia, rendendomi poi conto che lui e Lily hanno legni quasi speculari (senza manco farlo apposta).

Obolo:

Fiorenzo dona a Lily Luna un'altica dracma, che è più di quanto solitamente veniva offerto come obolo al nocchiero dell'Averno, Caronte. La moneta è solo una perchè, nella tradizione funeraria greca, essa veniva posta nella bocca del defunto affiché la consegnasse al traghettatore una volta giunto nei pressi dell'Acheronte. E' più tarda (romana) la tradizione di porre due monete sugli occhi.

About Albus Severus Potter:

Qui viene nominato, anche se non appare (non ancora) il secondogenito di Harry Potter.
Siccome questa storia non tiene conto de: 'La maledizione dell'Erede' lui sarà un po' diverso da come descritto dalla Rowling o da come appare in molte fanfiction: da bambino è stato timido e profondamente insicuro, cambiando un po' e maturando quando si trova ad essere smistato in Serpeverde, ad Hogwarts.
Molti storceranno il naso per la scelta 'di vita' intrapresa subito dopo la fine della scuola, ovvero l'abbandonare momentaneamente il Mondo Magico per dedicarsi ad un'attività insolita quale quella di soccorrere le persone; i motivi per cui compie questa scelta saranno spiegati nel prossimo capitolo, ove apparirà in modo concreto, per ora mi limito a dire che ho voluto renderlo indipendente e astuto, un ragazzo ambizioso che però vuol vivere come lui ritiene giusto, senza farsi mettere i piedi in testa da fratelli ingombranti (James) o famiglia con enormi aspettative.
Non è malvagio, né stupido, né troppo buono. Semplicemente è lui e prova a crearsi un posto nel mondo.
Inutile specificare che lui e Lily sono davvero molto legati.

Ringrazio tutti coloro che sono giunti fin qui, che hanno aggiunto questa storia alle preferiteseguitericordate e chi ha trovato un briciolo di tempo per recensire e lasciarmi un parere.
Grazie davvero!



Alla prossima!



_Morgan





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Capitolo 13
*** .X.Il Ragazzo di Londra che parlava ai Serpenti \ Fratello Sole, Sorella Luna (22 dicembre 2023) ***


Nekiya - Capitolo X

νέκυια

- Capitolo X-

Il Ragazzo di Londra che parlava ai Serpenti

[Trattato su come conversare con Ofidi ed altre bizzarre creature]




Tra farfalle nere v'è una ragazza bruna,
insieme a un bianco serpente di nebbia.
Va incatenata al tremore di un ritmo che non ha meta,
ha il cuore fatto d'argento ed un pugnale nella destra.

(Federico Garcia Lorca)





Cairngorns National Park,
Hogsmeade, Stamberga Strillante
22 dicembre 2023, ore 10.03


Un chiarore lattiginoso filtra attraverso i vetri opachi, sudici e crepati dalle intemperie, incendiando la polvere presente nell'aria d'un acceso oro eburneo, facendola somigliare ad uno sciame di lucciole sinuose e pigre, che si agitano attorno al mobilio sfasciato e sporco come se stessero seguendo i passi duna danza silenziosa; seduto su una vecchia sedia a dondolo dal legno corroso, un tempo laccato di bianco, che cigola in modo sinistro ad ogni suo movimento vi è un ragazzo alto e longilineo, con capelli scuri come l'inchiostro, scarmigliati e dritti, ed intensi occhi d'un verde foresta che scrutano pigramente l'ambiente circostante, mentre le labbra sottili s'incurvano in un sorriso divertito.
Sai, quando mi hai proposto di fare colazione assieme speravo in un posto più, caldo, accogliente. Sarebbe andata bene anche la Testa di Porco”
Aberforth mi ha detto che non voleva ragazzini problematici fra i piedi. Poi qui è intimo, possiamo parlare tranquillamente senza che nessuno venga ad importunarci. Oltretutto non conosco molti locali in cui puoi consumare cibo portato dall'esterno, per di più dal mondo babbano, senza che la proprietaria si incazzi. E ad Hogwarts tu non puoi entrare, sarebbe troppo sospetto” replica Lily Luna scrollando le spalle con noncuranza, agitando la bacchetta per appellare un basso tavolino da caffé divorato dalle tarme sulla cui superficie – lercia, impolverata – s'intravedono ancora i resti d'una decorazione floreale, facendolo adagiare dolcemente fra il pouf stinto su cui s'è seduta e la sedia scricchiolante di Albus.
Questi poggia i gomiti sui braccioli, congiungendo le mani di fronte al viso per studiare la sorella con un occhiata profonda, assorta, mentre si sta prodigando a togliere dal grosso borsone blu in cui lui ha riposto giacca da soccorritore, divisa di ricambio, lenzuola e vestiti puliti, le confezioni d'asporto comprate da Starbucks per disporle ordinatamente di fronte a loro; ha una taglietto sul labbro ed alcuni fantasmi d'ematomi sul volto pallido, stanco e segnato da occhiaie violette, inoltre la mano sinistra – seppur abbia le dita libere – è fasciata strettamente da una benda il cui odore ricorda molto le pozioni lenitive per contusioni e fratture.
Indossa un paio dei suoi soliti jeans larghi e strappati sulle ginocchia, tenuti in vita da una cintura a borchie argentate che s'intravede appena sotto l'ampia felpa con cappuccio degli 'Epica'
– vedendo la stampa l'album dovrebbe essere 'Quantum of Enigma' -, mentre la giacca pesante è stata gettata sul letto in fondo, assieme ad una borsa a tracolla in tela grezza, rigonfia.
Le parole di Rose gli vorticano nella mente dalla notte precedente, da quando ha ricevuto la chiamata – preoccupata, folle - durante il turno ove lei lo pregava di contattare al più presto Lily assicurandosi che stesse bene e che non fosse di nuovo uscita con quel 'poco di buono' che la sta lentamente traviando, trasformandola in una sorta di teppista ancor più taciturna e solitaria del normale, sicuramente spingendola a seguire una via sbagliata; sospira lentamente continuando a studiare la postura della sorella, notando che una spalla sembra più
rigida dell'altra e, quando si muove, cerca di non sforzare troppo il piede sinistro, la cui caviglia è probabilmente bloccata da una fasciatura simile a quella che le tiene fermo il polso.
Ferite del genere non possono essere state procurate da una caduta accidentale sul ghiaccio, né da una distrazione; che sia stata picchiata è indubbio, ma non vuol credere alle assurde farneticazioni di Rose su una possibile relazione fra Lily ed un ragazzo violento, poco raccomandabile, dato che conosce bene la sorella e sa che è troppo intelligente e misantropa per innamorarsi di qualcuno che la utilizzerebbe come sfogo per rabbia o frustrazioni represse, inoltre sa difendersi bene, quindi non è una preda né facile né arrendevole, qualsiasi cosa le sia successa deve avere a che fare con il motivo che l'ha spinta a chiamarlo prestissimo, chiedendogli quell'incontro.
Non deve far altro che pazientare, Lily Luna non sopporta gli impiccioni e fare domande insistenti non servirebbe ad avere le risposte che cerca, la conosce fin troppo bene e sa che presto inizierà a raccontare ciò che le è accaduto senza alcun problema.

Si, se escludiamo le tarme grosse quanto uno schiopodo questo posto è molto intimo. Ma, com'è che conosci il proprietario della Testa di Porco?” domanda distrattamente Al, sporgendosi in avanti per afferrare il suo cappuccino nell'alto bicchiere di cartone di Starbucks, inarcando un sopracciglio sottile e scuro quando s'accorge che le pietanze sono state disposte divise per tre; Lily pare aver colto la sua occhiata dubbiosa ed incurva le labbra in un sorriso sornione, silenzioso, scuotendo appena il capo per fargli capire che non è ancora pronta a rispondere a questo quesito, parlando invece d'altro.
Non lo conosco. Mi è solo capitato d'incontrarlo ieri sera” replica tranquillamente congiungendo le mani in grembo, nonostante la fame le roda lo stomaco con insistenza ed i muffin portati dal fratello, assieme ad un invitante pezzo di banana bread caldo e profumato, siano li di fronte pronti per essere addentati; pur sapendo che Severus non risulterebbe offeso se lei iniziasse a mangiare prima del suo arrivo ci tiene ad aspettarlo, così da poter iniziare a sfamarsi una volta conclusa la parte più difficile, ovvero le presentazioni.
Al è un ragazzo intelligente e dalla mentalità aperta, quindi l'idea di doverlo rendere edotto su quanto accaduto dalla notte di Halloween in poi non la spaventa, poiché sa che cercherà di elaborare la cosa con razionalità ed imparzialità, senza farsi prendere dal panico o da assurdi pregiudizi, il suo unico timore è come potrebbe reagire alla vista di Piton, dato che per lungo tempo è stato il suo 'personaggio preferito' dei racconti del padre; inoltre non è propriamente sicura di come introdurre l'argomento, convincendosi poi dopo diversi minuti di silenzio che – forse – un preambolo aiuterà il ragazzo a gestire un po' meglio l'apparizione dell'ex professore di pozioni, poiché lei sente – sa – che quando questi deciderà a mostrarsi lo farà nel modo più teatrale possibile.

Al, ricordi quando giocavamo nel prato della Tana? Eravamo esploratori, Auror, impersonavamo papà, zio e zia nelle loro avventure. Altre volte invece fingevamo di essere antichi maghi intenti a scoprire nuovi mondi, nuovi incantesimi, oppure giovani avventurieri babbani famosi, come Cristoforo Colombo, Marco Polo o Magellano” domanda Lily Luna con occhi castani illuminati da un raggio dorato che le conferisce un'aria attenta e furba, da folletto, ed un aureola di polvere e pagliuzze iridescenti attorno alla massa di capelli fulvi, spettinati; Albus inarca un sopracciglio scuro ed incurva la bocca in sorpresa prima di annuire, capendo che – finalmente – il momento delle confessioni è arrivato e questo è solo il giusto incipit, sebbene non abbia intuito ove la sorella voglia arrivare rievocando i ricordi delle loro avventure 'finte' e dei giochi alla Tana.
E' sempre stata strana Lils, con una fervida immaginazione e la testa perennemente persa in qualche mondo immaginario, costruito con tanti piccoli particolari spiluccati dai numerosi romanzi e fumetti che leggeva vorace sin da piccola, mentre lui e James erano impegnati in interminabili sfide alla Playstation che finivano sempre con una vittoria del primo, abituato ad ottenere ciò che voleva piangendo o architettando qualche stupido scherzo per farlo deconcentrare, così, quando lei inizia a rievocare l'ambiente da fiaba del 'Grande Prato' lui non può far altro che mettersi più comodo sulla sedia cigolante, ascoltando con un sorriso ed un principio di torpore indotto dalla notte insonne.
Il Mondo Magico della loro infanzia era il capanno di nonno Arthur, ricolmo di oggetti babbani d'ogni sorta, stregati o semplicemente rotti, inutilizzabili, che lui 'salvava' dalla discarica e dalla poca clemenza dei suoi colleghi maghi per portarli lì, tentando di donargli nuova vita nonostante le continue proteste di nonna Molly, preoccupata dalla quantità d'immondizia che, ogni anno, cresceva a dismisura occupando tutto lo spazio interno ed anche l'esterno ove, davanti alla basculante, stavano adagiate due carcasse d'auto decisamente vetuste: una Triumph Spitfire MK IV d'un nero talmente sbiadito e corroso da essere solo intuibile, con ruote buche e vistose perdite d'olio affiancata da una Mini Minor1000 senza portiere né bagagliaio, con il parabrezza sfondato ed i sedili invasi da colonie di Gnomi.
Quei rottami d'auto erano i vascelli o le astronavi dei loro giochi, nonché il rifugio preferito d'estate per spaparanzarsi a giocare al Game Boy o per fare i compiti assegnati dalla scuola babbana, inoltre erano il luogo in cui Lily si rifugiava per leggere e stare sola quando non voleva altri bambini – onnipresenti alla Tana – attorno; li e nel capanno, fra vecchie biciclette e malandati motorini recuperati dal nonno in giro per Londra, ove l'odore di benzina si mischiava a quello più fresco – intenso – della terra e Rose non entrava mai, troppo rispettosa dei divieti imposti dal padre e dalla madre per paura che si facesse male o beccasse il tetano, nonostante vaccini e pozioni, per mostrarsi ribelle e trasgredire.
Lei e Lily Luna si alternavano poi nel raccontare storie per tenere a bada Hugo e gli altri cuginetti, solitamente dopo lunghe partite a calcio o quidditch sulla collina, quando si ritrovavano a fare merenda accaldati e stanchi, felici; le più belle erano sicuramente le fiabe raccontate dalla giovane Potter, perché risultavano sempre avvincenti e ricche d'infiniti particolari che le impreziosivano rendendole così realistiche da poter - quasi - essere accadute davvero, come terribilmente reale gli pare ora questo nuovo racconto ove la protagonista, una ragazza di sedici anni che frequenta una scuola di Magia sita in Scozia, durante la notte di Halloween ha risvegliato dalla morte ben settantotto cadaveri scoprendo così di essere una sorta di negromante.
Albus la ascolta sgranando gli occhi d'un verde intenso, non più appannati da quel velo di sonno che gli è scivolato addosso una volta sedutosi, ma ben vigili ed attenti nel seguire il movimento lento ed ipnotico con cui le labbra sottili della sorella articolano ogni lettera, dando forma a quella confessione folle che sa di realtà più d'ogni bugia che avrebbe potuto inventare; quando arriva a descrivere il duello intercorso la notte precedente, spiegando il perché sia stata costretta ad abbandonare Rose ai Tre Manici di Scopa saltando dalla finestra del bagno e svanendo nella tormenta, le ferite che ancora si distinguono sul corpo esile ed infagottato negli ampi abiti acquisiscono senso, rafforzato dall'occhiata seria e ferma con cui lei l'osserva senza quasi battere le palpebre, con una gravità che lo fa tremare.

La terza persona che stiamo aspettando, è un cadavere?” domanda stranamente calmo dopo interi minuti di silenzio, con voce incrinata dal peso di quella rivelazione che gli preme contro le tempie con forza causando leggeri capogiri, annullando tutta quella serie di quesiti molto più pertinenti e logici – razionali – che vorrebbe rivolgerle pur sapendo d'aver già ottenuto buona parte delle risposte; chiedere 'come?' e 'perché?' gli pare alquanto inutile, così si concentra sull'unico dato oggettivo che può permettergli di chiarire alcuni dubbi rimasti in sospeso, perché intuisce che l'ospite è invischiato in questa vicenda tanto quanto la sorella e non si tratta sicuramente del suo ragazzo, come invece ipotizza Rose.

Se è vero, sta combattendo contro i morti.
Non può certo uscire con uno di loro.

Non proprio. Vedrai. Lui è la conferma che quanto ti ho raccontato non è una bugia” la ragazza distende le labbra in un sorriso sornione distogliendo lo sguardo dal viso del fratello per posarlo su un angolo scuro e polveroso della stanza oltre le spalle di lui, ove le ombre hanno preso ad agitarsi in modo assai anomalo – sinistro – increspandosi e scurendosi, inglobando arredi e polvere per protendersi sul pavimento sgombro e scricchiolante in una specie di colata che pare un'onda di catrame, producendo un suono secco che fa voltare il ragazzo allarmato, con il cuore che inizia a battergli a velocità sostenuta ed il respiro mozzo e pesante, improvvisamente bloccato fra palato e trachea.
Gli occhi verdi s'assottigliano quando la massa buia e pulsante inizia ad assumere fattezze antropomorfe: un corpo alto e snello fasciato in scure ed austere vesti ricoperte da un lungo mantello di tenebra che scivola fino al pavimento, contro i lunghi stivali neri; il viso è l'unica macchia di colore, una maschera dai tratti affilati e spigolosi pallida come la luna, incorniciato da una cortina di capelli lunghi e dritti, color inchiostro, sulla quale paiono incastonati due occhi ossidiana dal taglio asciutto ed allungato, con pupilla ed iride fuse, in cui la luce presente nella camera fatiscente pare sparire inghiottita, annichilita.
L'uomo incurva le labbra sottili in un sorriso forzato, studiando l'espressione attonita apparsa sul volto del giovane mago, la cui bocca s'è aperta in una 'o' sbigottita, mentre una dolorosa e familiare fitta al costato – che lui scaccia con fastidio – riporta alla mente l'immagine d'una Lily Evans diciottenne, paragonandola a quel ragazzo che le somiglia così tanto nel viso sul quale brillano gli identici occhi d'un verde smeraldo screziato, a mandorla, dell'amica d'infanzia; sullo sfondo quella Lily – Luna - che di Lily ha preso ben poco continua a ghignare divertita, probabilmente intuendo lo smarrimento di entrambi per quel confronto così intenso e carico d'inaspettata fatalità, lasciando scivolare l'attenzione da uno all'altro in attesa.
Albus inghiotte a fatica un bolo di saliva, incapace di distogliere lo sguardo
– sgranato, incredulo – dal volto aguzzo di quell'uomo che somiglia terribilmente al ritratto di Severus Piton appeso nell'ufficio della preside McGranitt, sebbene presenti alcune differenze indicative, come la mancanza di rughe e l'aria molto più giovane – eterna -, quasi anziché scorrere per lui il tempo si fosse fermato ad una data imprecisata compresa fra i suoi venticinque e trentotto anni, inoltre ha i capelli un po' più lunghi ed un'aria più 'terrena' e meno 'composta' dell'espressione con cui l'hanno immortalato, ma la casacca a collo alto, così come i pantaloni neri infilati negli stivali – celati parzialmente dal lungo mantello appuntato sulla spalla destra – sono uguali agli abiti descritti dal padre nei suoi racconti, come fossero il suo 'costume' da super eroe, identificabile ed immutabile; altro particolare diverso sono gli occhi, perché quelli del quadro sono si neri, ma non possiedono la stessa incredibile profondità.

Al, ti presento Severus Piton. Si, quel Severus Piton. Ex professore di Pozioni e preside ad Hogwarts, nonché spia per l'Ordine della Fenice e Mangiamorte” quando la sorella parla, la sua voce allegra risuona come una fucilata nel silenzio calato sulla stanza polverosa, frantumando l'immobilità in cui il tempo pare essersi cristallizzato per rigettarlo nella mobile realtà, in cui riprende a respirare regolarmente senza quasi essersi accorto d'aver trattenuto l'aria, per accorgersi che l'uomo non è un'allucinazione dovuta alla mancanza di sonno, bensì una figura tangibile e reale.
Viva.

E' morto qui dentro, venticinque anni fa.
Non può essere vivo.
La conferma alla storia...

Volta rapido il capo facendo ondeggiare la frangia scura fino ad incontrare il volto della sorella, la quale si limita ad annuire lentamente, confermandogli che ciò che sta vivendo non è un allucinazione o un sogno causato dalla stanchezza per la notte in bianco passata a sfrecciare per Londra su un'ambulanza con sirene spiegate, bensì la nuda e cruda realtà, così come è reale tutto ciò che lo circonda: la sedia a dondolo cigolante su cui si è accomodato e la tazza di cartone che stringe fra le dita fredde, d'un deciso color marrone su cui spicca - in verde e bianco- il logo della sirena coronata con due code di Starbucks, vicino al suo nome scritto in uniposca chiaro, così com'è reale la stanza polverosa ricolma di mobilia distrutta e segni d'artigli lasciati da un lupo mannaro morto da decenni.

Adesso mi sveglierò, ritrovandomi seduto sul seggiolino in plastica del treno che da Bond Street porta a Queensway, attorniato da una calca di persone sconosciute intente a spostarsi per Londra.
Mia sorella e Severus Piton saranno solo una follia partorita dalla mia mente sovraccarica, stanca.
E quando le racconterò del sogno via Whatsapp lei mi prenderà in giro.

Uomo nero, uomo nero.
Sto sognando o è tutto vero?

Tu devi essere Albus Severus Potter” constata monocorde il mago provocando al ragazzo una sensazione di freddo che si diffonde per il corpo come acqua di ghiacciaio, congelando il sangue nei capillari, poiché ha una voce bassa e roca, tremendamente simile a come l'aveva immaginata quando il padre gli raccontava delle infinite sgridate e punizioni alle quali Piton lo sottoponeva, carica d'una punta di astio velenoso che non gli sfugge nonostante sia solo accennata; ha calcato bene il secondo nome associandolo al cognome, sputato come fosse un boccone di cibo infetto e guasto, con uno sdegno beffardo che spinge il ragazzo a domandarsi il perché di quell'atteggiamento assai scortese dato che lui non è certo il padre e non ha avuto alcun comportamento offensivo o scortese nei confronti dell'uomo.
Smarrito lancia un'occhiata alla sorella che, intuendo il pensiero, si limita a scrollare le spalle e scuotere il capo, facendogli capire che quello dev'essere il normale tono con il quale l'ex professore si rivolge ad ogni essere umano – Potter – quando è in vena di fare conversazione; ciò non lo rassicura affatto spingendolo a provare un certo disagio verso quella figura che – per una vita – è stato idolo ed esempio da seguire assieme all'altro grande mago di cui porta il nome.
Con un movimento fluido
– teatrale – Piton si porta sul lato libero del tavolino fermandosi fra la sua sedia scricchiolante ed il pouf su cui s'è acciambellata Lily Luna, osservando la tazza d cartone contenente caffé nero ed il muffin al cioccolato con un sopracciglio incurvato, dubbioso, prima di spostarlo nuovamente su di lui, studiando attentamente il viso chiaro dai tratti dolci, quasi femminei ed i capelli neri lisci, spettinati, per poi passare alla giacca in pelle sotto la quale s'intravede il pile blu notte con logo e nome dell'associazione di soccorso per cui lavora stampigliati all'altezza del cuore, ai pantaloni in tessuto tecnico navy con coda di topo laterale argento, zeppi di tasconi rigonfi, terminando sui pesanti scarponi dalla punta in ferro ornati da inserti e stringhe giallo fluo.

Esatto, piacere di conoscerla professor Piton” risponde Al dopo diversi minuti di silenzio passati ad osservare di rimando il volto impassibile e pallido del mago in un blando tentativo di riacquisire un po' dell'autocontrollo perduto, imponendosi affinché la voce non tremi e paia colloquiale, accavallando le gambe ed inclinandosi in modo più comodo contro l'alto schienale in legno sbeccato, producendo così una cacofonia di scricchiolii sinistri.
Non sono più professore da ventisei anni. Ma ti ringrazio per la cortesia. Avevo ormai perso le speranze di poter incontrare una persona educata all'interno della famiglia Potter” scandisce Piton lanciando un'occhiata obliqua e tagliente alla giovane strega che, meno tesa e più sollevata dall'essere riuscita ad effettuare le presentazioni senza alcun intoppo o attacco di panico da parte del fratello, ha afferrato la sua tazza di caffé ed un muffin al lampone affondandovi i denti con gusto; con le guance gonfie e la bocca piena di dolce la ragazza lo fulmina a sua volta, biascicando di non essere mai stata né maleducata né irrispettosa nei suoi confronti, salvo quando se l'era meritato – ovviamente -, operazione che spedisce diversi bocconi masticati a fluttuare in complicate acrobazie fra la polvere prima di cadere e sparire fra le intercapedini delle assi che costituiscono il pavimento.
Al ghigna divertito, la sorella non è mai stata molto fine o composta e spesso ha un modo di mangiare
– ingozzarsi – molto simile a quello mostrato da zio Ron durante le infinite cene-riunioni di famiglia; Piton invece la osserva visibilmente schifato, punzecchiandola in modo assai cattivo mentre le ricorda d'essere – fino a prova contraria – una sedicenne umana nonché femmina, creatura dalla quale ci si aspetterebbe una certa grazia, non certo un maiale all'ingozzo che non tocca cibo da settimane, affermazione alla quale lei risponde cacciandosi in bocca il resto del dolce per masticarlo con vigorosa teatralità, alzando innocentemente il medio della mano sinistra.

Assurdo.
Severus Piton e Lils Potter che si prendono in giro a vicenda come vecchi amici.
E lui non sembra affatto morto.

Comunque è caffé nero e giuro che ho chiesto ad Al di non far aggiungere zucchero o altri veleni che potrebbero intaccare il suo delicato organismo...professore” aggiunge la strega dopo aver ingoiato il boccone accennando con il mento al bicchiere di cartone posto di fronte a Piton, accanto al muffin al cioccolato ancora intatto,aggiungendo l'ultima parola con un finto tono deferente che trasuda divertimento da ogni sillaba, mentre un lampo di malizia attraversa le iridi castane animandole d'una sfumatura oscura, ombra terrea.
Oh, non ne dubito signorina Potter. Come ben saprà non è così facile uccidermi in questa forma. E so distinguere molto bene l'odore d'un veleno all'interno di qualsiasi sostanza, sia essa solida o liquida. So che è solo caffé” replica tetro il mago squadrandola con le labbra incurvate in un ghigno cattivo, mostrando i denti come farebbe una fiera prima d'attaccare alla giugulare la sua preda, ma c'è uno sprazzo di luce nella cupa ossidiana e la voce, sebbene grave, ha la vaga cadenza derisoria d'una presa in giro ben costruita che fa arcuare un sopracciglio scuro di Al in stupore, poiché si rende – davvero – conto che fra la sorella e l'ex professore di pozioni vi è un rapporto molto più stretto della semplice conoscenza 'di fortuna', quel tipo di relazione che – in poco tempo – si costruisce solo attraversando l'inferno o cose inusuali che spingono l'essere umano a fidarsi di colui o colei che si ritrova impelagato nella stessa situazione, al suo fianco ad affrontare lo stesso incubo.
Gli basta osservarli discutere di caffé e dolci per capire che quanto raccontato dalla sorella poco prima è reale, reale come può esserlo solo un racconto dell'orrore così abilmente intessuto, poiché difficile è inventare una scusa – storia – in cui i vecchi seguaci dell'Oscuro Signore siano risorti dalla tomba per dare la caccia a chi li ha evocati solo per giustificare il fatto d'essere scappata da una – tediosa – sera al pub con la cugina; inoltre è sicuro che quell'uomo apparso dalle ombre sia davvero il Severus Piton morto nella battaglia di Hogwarts il due maggio 1998 e non un suo imitatore, o qualche bontempone sotto l'effetto della polisucco ingaggiato da Lily per fargli uno scherzo, poiché lei non è James.
E' sempre stata troppo seria, troppo affezionata.
Sorseggia il cappuccino osservando attentamente la sorella, il suo viso tirato e stanco incorniciato dai capelli ribelli sfuggiti al codino, soffermandosi poi sugli occhi ove fulgore e buio danzano fusi nel castano, animando l'iride d'una sfumatura sorprendente che gli rammenta alcuni particolari – banali – accaduti durante il corso della vita di lei e che ora, alla luce di queste rivelazioni, paiono acquisire improvvisamente senso, perché ogni negromante ha affinità con la morte sin dall'infanzia, molto prima che il potere si riveli in modo esplosivo – devastante - o almeno così vi era scritto nel 'Bestiarus' di Salazar, dedicato alle creature oscure d'ogni paese in cui s'era recato in pellegrinaggio per studiare gli aspetti più oscuri e curiosi della magia.

Lils, ricordi la vacanza a Parigi con zio Bill e la sua famiglia?” domanda poi interrompendo lo scambio di battute fra il mago e la strega che spostano l'attenzione sul suo viso con espressioni serie e composte, quasi non avessero passato gli ultimi due minuti a prendersi in giro in modo sottile e maligno.
Certo, era il 2018. L'anno prima che la cattedrale di Notre Dame bruciasse” replica lei lanciando un'occhiata a Piton, il quale annuisce lentamente come a voler confermare d'essere a conoscenza di quanto accaduto all'antica costruzione il sedici giugno 2019, avendo passato i primi giorni di 'risveglio' con la testa tuffata in tutti i libri e quotidiani che è riuscito a reperire sia ad Hogwarts che nella Londra babbana, così da recuperare gli anni di buio – morte – che l'avevano separato dal mondo, scoprendo della Caduta delle Torri Gemelle, della guerra in Iraq e della Brexit, poi del Covid e della guerra in Ucraina, nonché di quanto il mondo stesse andando lentamente a scatafascio; inoltre da quando era entrato in possesso dello smartphone reperire informazioni risultava molto pi facile, permettendogli di scoprire sempre nuovi particolari.
 “Ricordi quando abbiamo visitato le catacombe? Arrête! C'est ici l'empire de la mort. (I) Era scritto sulla targhetta che sovrastava l'arco di accesso ai cunicoli sotto la quale ti sei fermata di colpo, come se t'avessero fulminata, iniziando a lamentare capogiri ed un improvvisa mancanza d'aria. Dominique non faceva altro che canzonarti dicendo che avevi paura. Ma tu non sei mai stata una codarda ed avevi un'espressione troppo strana. Cme se davvero avessi visto qualcosa che noi non riuscivamo a scorgere“
L'espressione allegra e rilassata muore sul viso di Lily Luna mutand
o in una maschera seria e funerea, mentre ritorna con la memoria ai cunicoli d'ossa nei quali riposano oltre sei milioni di cadaveri che li sono stati portati nel tempo, a seguito di guerre, carestie ed esumazioni dai cimiteri sopratterra; ricorda Victoire stringersi nella lunga tunica bianca ornata da nappe orientaleggianti per combattere il freddo umido, pungente, che dalle pareti si dipanava come artigli limacciosi, afferrando la pelle nuda degli incauti visitatori e Dominique sogghignare divertita assieme a James, esibendosi nella scadente imitazione d'uno zombie da film di terz'ordine, mentre Al e Louis, in disparte, leggevano incuriositi i vari tabelloni esplicatori scritti in diverse lingue.
Lei invece era rimasta ferma sotto l'arco d'ingresso all'impero della morte come paralizzata, con le braccia ben avvolte attorno allo stomaco fasciato dall'ampia felpa nera – l'avevano presa in giro, chiedendo se d'estate non le paresse eccessiva – incapace di seguire i genitori e gli zii lungo il corridoio, bloccata da un brivido freddo – familiare – che poi s'era trasformato in un'ondata calda, talmente dirompente da mozzarle il respiro ed incendiarle il sangue, così simile alla sensazione provata la prima volta in cui aveva stretto la sua bacchetta nel negozio di Olivander ; ricorda le risa di James e Dominique, poi la pacca amichevole sulla spalla datale da Victoire, che aveva sorriso benevola esortandola – nel suo inglese francesizzato – a non aver paura, che non v'era niente di pericoloso lì sotto, ma Lily Luna ricorda d'aver scosso il capo mossa da una forza – presentimento – più grande e forte della ragione, restando con i piedi ben calcati sul pavimento in terra battuta, adducendo la scusa della claustrofobia per non proseguire la visita turistica.

Uomo nero, uomo nero.
Sto sognando o è tutto vero?

Al, sono claustrofobica. Lo sai“ replica con un'enfasi talmente effimera da non convincere nemmeno sé stessa, figurarsi i due maghi presenti, entrambi Serpeverde dotati d'un intelligenza ed intuito superiori alla media che – certo – non si accontenteranno d'una bugia così debolmente cosruita ; ha passato la vita a nascondersi in capanni stracolmi d'oggetti vecchi e fra gli armadi di nonna Molly, dormendo accomodata fra pile di coperte, vestiti e lenzuola pulite nel buio più angusto e Al lo sa bene, mentre Severus par aver intuito la bugia, avendola vista più volte studiare rannicchiata sotto le coperte, o infilata nello sgabuzzino delle scope per nascondersi da Barley e Gazza quando voleva raggiungere la biblioteca fuori orario.
Piton la osserva attento incrociando le braccia sul petto, capendo ove il fratello della giovane Potter voglia arrivare introducendo il discorso della visita alle catacombe di Parigi e ai 'disturbi' presentati quando s'era trovata a doverne varcare la soglia: vede i Thestral da quando era molto piccola e a contatto con luoghi di sepoltura sta male, manifestando sintomi che probabilmente sono assai simili a quelli lasciati dalla magia d'evocazione quando si risveglia all'interno del suo corpo.

Se fossi stata più accorta e meno testa di legno l'avresti capito prima d'esser particolare, Potter.
Tuo fratello sembra assai più sveglio e ferrato sull'argomento di te.
Sicuramente grazie ai diari di Salazar.

Certo, come no. Non era claustrofobia. Ti sei solo piantata lì, con le suole ben adese al pavimento e la faccia terrea di chi ha visto un fantasma. Inoltre vedi i Thestral da sempre, pur non essendo mai stata vicina ad una persona moribonda. Sei speciale Lils e ti credo. Credo al fatto che tu possa essere una negromante perché i segni ci sono tutti“ afferma Al in tono pacato, finendo il cappuccino in una lunga sorsata.
Poi quella non è stata la prima volta in cui ti sei sentita male nei pressi d'un cimitero. E' successo anche anni prima, quando siamo andati al funerale della prozia Bessie. Tu magari non lo ricordi perché eri piccola, ma continuavi a divincolarti dicendo di vedere strani guizzi di fumo sopra la bara ed hai chiesto più volte a mamma e papà come mai la zia continuasse a fumare anche da morta“
Avevo forse tre anni, Al. Cosa diavolo vuoi che ricordi. Magari ho immaginato tutto“ ringhia la strega passando una mano fra i lunghi capelli scarmigliati che le ricandono sul viso, pregandolo poi di smettere di raccontare episodi in cui s'è resa ridicola davanti alla famiglia inventando sintomi strani, dicendo di vedere cose che non esistevano solo per evitare di visitare un luogo o per ricevere maggiori attenzioni.
Penso che tuo fratello abbia dimostrato molto più acume di quanto ne possieda tu, Potter. Ha appena evidenziato episodi reali che, indubbiamente, ti classificano come persona in grado d'interagire con i morti e che mi spingono a domandarmi come mai tu non ci sia arrivata prima. O come tu abbia fatto a dubitare d'essere una negromante dopo il rituale, per diversi giorni“ afferma Piton senza distogliere gl'occhi ossidiana – pesanti, indagatori – dal viso pallido e stanco della ragazza, che si limita ad incurvare le labbra in un sorriso forzato e triste, dicendo che sono stati episodi sporadici della sua vita nei quali non aveva piena coscienza di quanto stesse accadendo, né che il suo improvviso sentirsi male fosse dovuto a quel 'dono di sangue' tramandato all'interno della famiglia Potter come una maledizione da nascondere; notando la curiosità di Al sull'argomento Lily Luna racconta di come abbia scoperto la loro parentela con i Peverell, tre negromanti scappati dalla Grecia a seguito della sua annessione all'Impero Ottomano, dopo la caduta di Costantinopoli del maggio 1453, rifugiatisi in Inghilterra e divenuti famosi grazie alla favola di Beda.
Gli racconta di Iolanthe, nipote di Ignotus e
– probabilmente – negromante a sua volta, la quale aveva portato come dote di nozze il Mantello dell'Invisibilità creato dalla Morte con un lembo della sua veste e quel dono oscuro, così temuto dalla società magica inglese che l'aveva reso illegale già secoli prima, punendo con la morte sul rogo chiunque fosse stato scoperto a praticare una tale magia ed Al, in silenzio, ascolta attento elaborando ogni informazione con analitico spirito critico, notando come tutto paia avere senso; i 'Doni della Morte' sono ora in possesso di Harry Potter, discendente diretto di quel terzo fratello che è stato l'unico – a quanto pare – a lasciare eredi mentre lei, femmina nata nella famiglia in cui scorre occultato il sangue dei negromanti Peverell, ha invece manifestato il potere di risvegliare i morti, il secondo dono.

E di parlare con la Morte stessa. L'ho vista all'interno della biblioteca di Hogwarts. E' stata lei ad affibiarmi la missione di recuperare tutti i settantotto cadaveri richiamati accidentalmente durante il rito, ad Halloween, oltre a suggerirmi importanti informazioni che mi hanno permesso di scoprire la storia della famiglia“ spiega la ragazza afferrando distrattamente il muffin al cioccolato per poi addentarlo, colta da i morsi d'una fame fastidiosa e pugnente ora che non ha più alcuna caccia o spiegazione spinosa a bloccarle lo stomaco in una morsa ferrea.
Scusa. Mi sono scordata che questo era tuo“ afferma dopo aver inghiottito il primo boccone, lanciando a Piton un'occhiata smarrita e sufficientemente imbarazzata, alla quale lui risponde con un ghigno, scuotendo appena il capo ed i capelli scuri.
Mangia pure, Potter. Sia mai che ti venga voglia d'addentare il tavolino o uno di noi in un improvviso raptus di fame alla Weasley“
Ah, a proposito...“ Al si china in avanti afferrando il grosso borsone blu ornato da bande giallo fluorescente, estraendo dall'interno tre tupperwere ordinatamente impilati e trattenuti da un nastro elastico che la ragazza osserva con curiosità continuando a masticare, finché lui non glieli porge invitandola ad aprirli ; all'interno di quello più grande vi è una generosa porzione di spaghetti di soia con gamberetti e verdure, accompagnati da tre ravioli di carne al vapore, mentre gli altri due – più piccoli – contengono bocconcini di pollo in salsa agrodolce e dei Bao morbidi, invitanti.
In teoria questa sarebbe dovuta essere la mia cena, ma dato che siamo stati fuori tutta notte penso di potertela cedere. Sembri una che non tocca cibo da secoli, anche se immagino che il pranzo di ieri tu non l'abbia saltato. Ah, i Bao sono ai fagioli rossi, la signora Yen me ne tiene sempre da parte qualcuno per quando faccio le notti“ spiega il ragazzo con un sorriso, osservando l'espressione estatica della sorella mentra agguanta le bacchette ed inizia a mangiare con gusto gli spaghetti senza premurarsi di scaldarli, sotto lo sguardo attonito ed innordito dell'ex professore di Pozioni.
Potter, sono le dieci e mezza del mattino“ sibila con un grugnito, recuperando la sua tazza di caffé nero dopo averlo scaldato con un tocco di bacchetta, sorseggiandolo lentamente per scoprire che è decisamente molto più buono di quant'avesse immaginato.
Non è mai troppo tardi, o troppo presto, per mangiare cinese. Ne vuoi uno ?“ domanda allungandogli la vaschetta ed accennando con il mento ai tre grossi ravioli panciuti disposti sul bordo corto, i quali hanno un aspetto assai sinistro che non ispira alcuna fiducia al pozionista, così come non pare molto convinto da quella sorta di spaghetti sottili come capelli, aggrovigliati in una massa indistinta dall'odore decisamente insolito.
No, grazie. Guardarti ingurgitare cibo placherebbe la fame persino ad un lupo mannaro idrofobo o ad un soggiornante ad Azkaban tenuto a pane ed acqua per mesi. Mi chiedo poi come tu possa mangiare quella roba dopo aver ingerito due muffin, il banana bread ed un caffé“
Lo stomaco non distingue le portate. Non s'interessa se prima viene il dolce e poi il salato“ sentenzia lei con un tono terribilmente simile a quello utilizzato da nonna Weasley per spiegare le sue ricette, che strappa un sorriso divertito ad Al ed un cipiglio perplesso a Severus, alzando le bacchette in legno ed agitandole nell'aria come se si trovasse ad una lezione d'incantesimi.
Tutto s'amalgama e si scinde, muta, come se il digerire fosse un processo alchemico“
Sebbene riconosca una certa dose di verità in quanto hai appena affermato ti invito a non bestemmiare, Potter. Lascia la nobile arte alchemica lontata dai tuoi bassi istinti alimentari, così terribilmente Weasley“ la redarguisce l'ex insegnante finendo la sua bevanda per poi far evanescere il bicchiere, concentrando in seguito l'attenzione sul ragazzo che ancora sorride, divertito dal loro scambio di battute, notando con dolorosa insistenza quanto sia simile a Lily nel modo d'assottigliare lo sguardo e d'incurvare le labbra, così come nella spontaneità dimostrata nell'approcciarsi con chi non conosce ; è fine ed educato, rispettoso e solare, ben diverso da quell'animale allo stato brado – testona e scontrosa – che è la sorella, inoltre il fatto che abbia abbandonato il Mondo Magico per lavorare sulle ambulanze babbane lo incuriosisce molto, spingendolo a voler approfondire l'argomento poiché Aberforth ha ragione, difficilmente un ragazzo appena diplomatosi ad Hogwarts lascerebbe il loro mondo per vivere ove la magia è creduta fantasia.
Albus Severus“ lo chiama e stavolta il nome è solo un nome, senza quell'inflessione cattiva e venefica data dall'accostamento – improbabile- di quell'epiteto scelto da Tobias che lui ha odiato per una vita intera, a quello del mago più folle e straordinario che la storia contemporanea ricordi ; Potter – Harry – è stato leggero ed idiota nella scelta dei nomi dei figli e lui si rammarica che Ginny Weasley – fiera e ribelle – non si sia imposta per ottenere qualcosa di più 'normale' per loro, dando il suo consenso a quella follia.
Tua sorella ha detto che lavori a Londra e sei paramedico sulle ambulanze babbane. Scelta insolita per un giovane e promettente mago appena uscito da Hogwarts“
Può chiamarmi Al se lo desidera, professore“ risponde lui con cortesia, inclinandosi meglio contro lo schienale cigolante per raccontare di come se ne sia andato in una mattina di giugno dalla casa di famiglia Potter-Weasley sita in Vauxhall per recarsi verso Bayswater, con in spalla uno zaino su cui aveva castato un incantesimo di estensione irriconoscibile, contenente tutti i suoi averi compresa la scopa opportunamente rimpicciolita, ed in tasca i biglietti della metro babbana acquistati giorni addietro.
Ho scelto di lavorare lì perché vorrei diventare medico d'emergenza e quindi mi serve un po' d'esperienza mentre preparo l'esame di ammissione all'università. Quando frequentavo il quinto anno mi è capitato di leggere i libri di Gino Strada (I), fondatore di Emergency, nonché altri scritti di medici che prestano servizio in territori ove vi è la guerra. Ho poi riflettuto molto sulle possibilità che vengono date ai giovani maghi nel Regno Unito, arrivando alla conclusione che qui non v'è nulla per me : Non voglio entrare negli Auror, né finire a fare l'impiegato per il Ministero. Lavorare alla Gringott non m'interessa e, dopo essermi informato sulla specializzazione in Medimago, ho capito che non è ciò che voglio fare. Nel nostro mondo tutto ruota attorno al Ministero della Magia e alla sola società magica inglese, come se il resto dl globo ed i babbani non esistessero, io invece vorrei essere d'aiuto a tutti dove ce n'è davvero bisogno e non solo qui, in funzione di quel che decide il Ministro di turno la mattina, quando si sveglia“ spiega Al in un tono tranquillo ma fermo, carico d'un sentimento ed una passione che l'ex professore ha visto raramente in un ragazzo appena uscito da Hogwarts, poiché i suoi allievi del settimo anno solitamente si mostravano molto più titubanti, indecisi se il percorso di vita che avrebbero scelto sarebbe stato giusto per loro e nessuno aveva mai espresso il desiderio d'andare oltre l'Inghilterra, affrontando l'ignoto; il giovane Potter invece ha abbandonato la famiglia ed il mondo in cui è cresciuto pur di realizzare l'obbiettivo che si è preposto – impegnativo, totalizzante – e sta lavorando sodo da solo per non dover essere costretto a rinunciare, tornando a casa ed adattandosi a ciò che Harry Potter ha scelto per lui.
Così hai smesso di studiare la magia ?“ domanda l'ex insegnante in tono greve, studiando attentamente il viso serio e rilassato del giovane, il quale scuote lentamente il capo facendo ondeggiare la frangia lunga e scura.
Oh no, sto continuando da solo, come facevo anche ad Hogwarts in verità. Spesso mi reco alla biblioteca pubblica magica di Diagon Alley per prendere in prestito volumi utili alle mie ricerche e le porto avanti quando Larry, il mio coinquilino babbano, non è a casa“
Severus incurva le labbra in una mezza smorfia – fantasma d'un sorriso – di compiacimento, provando un certo orgoglio nel vedere che quel suo nome maledetto sia portato da un mago di talento, ambizioso ed intelligente nonché retto ed onesto, che non ha paura di puntare in alto e di andare lontano, oltre le stupide barriere intessute di pregiudizio innalzate dalla società magica inglese per tenere ancorati all'isola i suoi figli; Lily Luna gliel'aveva descritto molto più insicuro e timido, ma quel che scorge in lui è solo voglia di crescere ed affermarsi, nonché la volontà di superare le proprie paure per diventare una persona 'migliore'.
Per un'istante lungo quanto un battito di ciglia – effimero – il secondogenito di Potter gli rammenta con dolorosa insistenza quel frammento di futuro sognato con Lily e quell'ipotetico – immaginato - figlio dai capelli scuri e pelle diafana, con occhi di foresta, che – forse – avrebbe desiderato se fosse riuscito a sposare la donna che amava, se le cose fra loro non fossero precipitate a causa d'una parola di troppo, d'una scusa negata.

Non hai mai voluto ascoltarmi, Lily.
Ed io ho pagato una vita intera per parole nate dall'odio verso il tuo futuro marito.
Non verso te.
Ed ora sono qui con i tuoi nipoti, entrambi molto più saggi di quanto lo sia stata tu.

Lily Luna contuna a mangiare in silenzio, osservando il fratello con occhi velati dalla tangibile tristezza di chi – improvvisamente – si sente inadeguato e sbagliato, alieno nel mondo in cui vive e cammina, come le accade tutte le volte in cui qualcuno dichiara entusiasta i propri progetti per il futuro domandandole poi dei suoi, scoprendo che all'interno di sé non v'è alcuna passione o propensione, nessuna vera via da perseguire ma solo un'arido deserto in cui bracolare alla cieca finchè non s'imbatterà stanca – illusa – in un oasi qualsiasi ; mastica lentamente un raviolo che sa di sassolini e sabbia, elencando a mente tutti i G.U.F.O in cui ha preso il massimo dei voti, scoprendo che sono davvero tanti – uno più della cugina - essendosi posta l'obbiettivo di superare tutte le materie affinché orientarsi per un lavoro sarebbe così stato meno difficile, senza però fare i conti con quella realtà che Al sembra invece aver ben compreso.
Più s'informa, meno si sente adatta a vivere nel Mondo Magico inglese e di quello babbano sa troppo poco per decidere di trasferirvisi alla cieca, quindi rimane lì
– immobile – a ripetersi che 'c'è ancora tempo', continuando a leggere e studiare quante più cose possibili senza trovarne una che l'ispiri davvero; a volte l'assurda idea di provare a parlare dei suoi dubbi con Piton la coglie, prontamente annichilita da quella razionalità che la spinge a tenere le labbra ben serrate, ricordandole l'opinione bassa e sprezzante che lui pare avere della sua persona ogni volta in cui s'impegna, che potebbe solo peggiorare se lui sapesse quanto si sente 'inadatta' a vivere.

Poi c'è il problema di quel che ho scoperto di essere.
Di quello che, da ieri, voglio essere.

Il mondo sta andando avanti ma la società inglese pare essere rimasta ferma alla fine degli anni novanta. Certo, ora anche i maghi utilizzano tecnologie babbane, ma il Ministero non s'è mai riformato né evoluto, fossilizzandosi in quello stato di grazia giunto con la caduta definitiva di Lord Voldemort. Per chi, come me, non ha la stessa loro visione ristretta è dura adattarsi. E lo sarà anche per te, Lils, d'ora in avanti“ Albus Severus sposta lo sguardo sulla sorella, la quale persa nei suoi pensieri viene colta alla sprovvist dal sentirsi chiamata, inghiottendo troppo velocemente e soffocandosi con un secondo pezzo di raviolo che riesce a mandar giù solo dopo diversi colpi di tosse ed una generosa sorsata d'acqua opportunamente evocata da Piton, il quale la studia a sua volta con un sopracciglio inarcato e l'espressione rassegnata di chi fatica ad avere a che fare con creature assai bizzarre e poco aggraziate.
Eh ?“ domanda cautamente, sperando d'aver capito male.
Se davvero sei una negromante e questo particolare diviene di dominio pubblico, il Ministero non ti permetterà mai di vivere tranquillamente la tua vita. Sarai costantemente braccata. Se non ti uccideranno, ti obbligheranno ad utilizzare questo potere per i loro scopi, promettendo di tenerti fuori da Azkaban a patto che tu li serva fedelmente“ risponde il giovane mago con un tono di voce tagliente e serio, scrutandola con occhi smeraldini in cui il luccichio divertito è svanito, sostituito da una cupa ombra scura ; anche Severus la fissa cupamente, spingendola a chinare il capo sul tupperwere semi vuoto con l'animo in subbiglio ed un freddo improvviso ad artigliarle le viscere, comprimendole e rivoltandole con dolorosa insistenza, rammentando quanto detto da Aberforth giusto poche ore prima.
Per questo stiamo cercando di mandare a dormire tutti i cadaveri da soli, senza coinvolgere altri né divulgare quanto è successo. Non dico che sia facile, ma fin ora ce la siamo cavata bene“
Lils“ la interrompe Al inclinandosi in avanti per poggiare i gomiti sulle ginocchia e congiungere le mani di fronte al viso in una posa adulta, seria e stanca che lo fa apparire molto più vecchio e saggio dei suoi diciotto anni, come un elfo dalle fattezze d'adolescente e la mente antica di millenni.
Ti conosco fin troppo bene, non mi avresti raccontato niente se la situazione fosse stata sotto controllo. Dimmi perché mi hai chiesto aiuto. Non è solo per reggere il gioco con Rose, poiché non ti interessa cosa lei pesi di te, né se va a lamentarsi delle tue stranezze con mamma e papà. In caso vorrai sistemare con lei sono sicuro che potrai riuscirci da sola, senza di me. Tu domandi solo se non hai alternative, sei così fin da piccola nonostante ti abbia detto più volte che per te ci sono sempre, non necessariamente per lo scoppio d'una nuova guerra“ lancia un'occhiata all'ex professore di Pozioni, immobile fra di loro ed attento agli sviluppi della conversazione prima di aggiungere in tono divertito, stemperando la tensione creatasi dopo quell'ultima affermazione.
Anche se in questo frangente non saprei come poterti essere utile, onestamente. Se nemmeno il professor Piton vi è riuscito non penso d'avere molte possibilità di successo“
Oh! Smettila di adularlo, Al! Lui non può farcela, come d'altronde non posso io poiché l'abilità che ci serve è estremamente rara e sei l'unica persona vivente in Inghilterra, tolto papà e qualche altra persona a me sconosciuta, a possederla“ sbotta la strega gonfiando le guance per poi sbuffare infastidita dal modo affabile in cui Al cerca sempre d'ingraziarsi il prossimo, in quel cortese ed educato stile Serpeverde che a lei fa accapponare la pelle e rivoltare lo stomaco, abituata a tenere quanta più distanza possibile fra sé ed il prossimo, nonché poco incline per natura ad essere accondiscendente con chi non lo merita.
Abbiamo bisogno d'un mago che sappia parlare il perseltongue“ spiega sbrigativo Severus mentre il ragazzo gli lancia un'occhiata dubbiosa e preoccupata, temendo una sua possibile reazione negativa al sapere che è in grado di parlare con serpenti ed altri rettili pur non avendo parenti che abbiano potuto trasmettergli tale dono; ma Piton è tranquillo e qualcosa gli suggerisce che questa sua bizzarria – segreta, ben nascosta – gli faccia guadagnare qualche briciolo di stima in più.
A che vi serve? Volete forse tornare nella Camera dei Segreti?“
No, ho bisogno che tu parli con un cadavere. Ed il cadavere in questione è un serpente“ dice la strega, facendo poi un cenno all'uomo affinché mandi una delle sue ombre a chiamare Nagini, arrotolata in qualche anfratto nascosto al piano inferiore, mentre un brutto presentimento s'impadronisce di Al e non gli ci vuole molto per per capire a chi si stia riferendo, dopo aver scorso mentalmente l'elenco di persone e creature morte durante la battaglia di Hogwarts.
No...non è possibile...“ mormora sbigottito, osservando la ragazza con occhi spalancati dallo stupore, occhiata alla quale le risponde con un muto ed impercettibile accenno che fa danzare ed agglomerare la polvere attorno al capo come fosse una di quelle preziose aureole bizantine, donandole l'austera bellezza d'una santa.
Hai resuscitato...”

Il cigolio sinistro prodotto dalla porta d'ingresso alla camera lo zittisce.
Volta lentamente il capo inghiottendo un grumo di saliva fredda, pesante, ed il respiro gli rimane aggrappato ai polmoni – mozzato - quando incontra due occhi gialli tondi e profondi, tagliati nel mezzo da una pupilla verticale dilatata, incastonati ai lati d'una testa triangolare grosso e squamoso, saldato malamente al vertice d'un corpo lungo e scuro che scivola sul pavimento polveroso con suadente agilità, portandosi accanto al pouf su cui è accomodata giovane strega per accoccolare il muso sulle sue ginocchia.

Nagini” mormora stupito, osservando la lingua biforcuta – nera – guizzare nell'aria mentre il grosso rettile socchiude le palpebre in una sorta di cenno d'assenso, ammaliato dalle gentili carezze che la ragazza gli riserva sorridendo gentile, particolare che strappa a Piton un grugnito di dissenso.
Perché vuoi che parli con lei?”
Perché Pot...tua sorella...è stata talmente tanto idiota da spedire a dormire gli ultimi due risvegliati, ovvero Yaxley e Tiger senior, senza domandare loro se avessero qualcosa da rivelare. Considerato che parte dei suoi compiti consiste nel costringerli a pronunciare nuove profezie per capire come sistemare ciò che ha combinato la notte del trentun ottobre, questa è stata una grave mancanza. In più la creatura in questione sembra avere una missione tutta sua e finché non l'avrà terminata resterà qui” spiega l'ex professore di pozioni calcando con sdegno ogni parola per rimarcare le debolezze mostrate dalla ragazza, nonché il fatto che poco sopporti avere attorno il pitone reticolato di Lord Voldemort, il quale ricambia l'astio soffiando, mostrando le lunghe zanne intrise di veleno che già una volta gli hanno lacerato carni e vita.
Ti ricordo che l'ho fatto per salvarti la vita. O 'non-vita', dato che non puoi morire. Comunque non credo che quei due avessero molto da riferire: Yaxley era consumato dal desiderio di farci a pezzi entrambi, mentre Tiger voleva solo riavere con sé il figlio” Lily Luna abbassa lo sguardo, colpita dall'eco dei sentimenti provati dal Mangiamorte grosso e mal rabberciato, domandandosi nuovamente se tutte quelle creature non siano più di semplici corpi mossi dalla follia ma altro, esseri senzienti spaventati e soli, ancora fortemente ancorati a quelle ultime memorie di vita che li hanno condotti verso la pazzia una volta scoperto d'appartenere al regno dei morti; vi è davvero un sottile equilibro fra questi due piani che non va' in nessun modo alterato e più interagisce con i risvegliati – oltre a Piton e Silente – più la consapevolezza d'aver compiuto una leggerezza enorme svolgendo quel rito sconosciuto, senza considerare le possibili conseguenze che avrebbe portato su sé e sul prossimo, la schiaccia.
Ferma la mano sul capo di Nagini e ne assapora la consistenza liscia e morbida mentre trae un lungo sospiro, ripensando a quanto si senta inadeguata a soddisfare le aspettative di tutti i suoi familiari che la vorrebbero vedere al Ministero, impegnata in un'importante e brillante carriera, così come le speranze di Piton e Silente, i quali chiedono di poter tornare al loro meritato e giusto riposo, non appartenendo più a questo mondo, inoltre ora si sono aggiunti pure i desideri
– rimpianti – dei morti ai quali da la caccia sentendovisi sempre più legata.
In tutto ciò la domanda resta, seppur mutata nella forma grazie alla consapevolezza che ora una strada per lei esiste, nonostante sia la più nera e tortuosa
– impensabile – di tutte.

Cosa diventerai?
Cosa sei?
Questo

Shaya sheee” la voce di Al è un sibilo basso ed aspirato che riecheggia nella stanza grande e malconcia, rimbalzando contro le pareti umide e sporche per poi perdersi fra le numerose intercapedini, cacofonica; il grosso serpente alza il muso dalle ginocchia della ragazza e l'osserva sottecchi, ammaliato da quel suono così familiare al quale risponde con una serie di versi poco dissimili, sputacchiando saliva.
Cercherò di tradurre in modo quanto più preciso possibile, tenendo ovviamente conto delle discrepanze fra il perseltongue e l'inglese, quanto mi riferirà Nagini. Il suo vero nome è Kai-Mook ed era una strega prima di divenire un serpente. Vi saluta entrambi e prega di non interromperla perché vuole raccontare la sua storia, ora che la morte le ha permesso di ricordare cos'è stata nella sua vita da 'umana'. Memorie che la maledizione aveva sbiadito” gli occhi verde intenso del ragazzo, animati da un raggio di tiepido sole dicembrino, si spostano dal giallo oro alle iridi castane spruzzate di nero buio della sorella, il cui viso trasmette curiosità ed una sottile nota d'incredulità crescente, colpita dalla rivelazione che il serpente di Tom Riddle potesse avere una ria così interessante ed articolata.
Vuole che l'ascolti tu, principalmente. Vuole che la ricordi una volta che se ne sarà andata. Perché ascoltare e tramandare memorie perdute è parte del tuo compito”
Quante responsabilità, Potter” sogghigna Piton studiando la creatura con un vago barlume d'interesse; l'Oscuro Signore sapeva sicuramente della sua doppia natura, impossibile che la strega non gliel'abbia sibilata nelle loro interminabili discussioni o quand'ancora era ombra e brandelli di spirito nel sottobosco della foresta del Pindo, in Albania, luogo dove devono essersi conosciuti a seguito della sua prima disfatta, ma a quanto pare non l'ha mai reputata un' informazione fondamentale o – forse – era troppo egoista per curarsi delle pene di quella donna-serpe che pare uscita da un racconto di Lovecraft, nonostante lei lo abbia sempre servito fedelmente e tenuto in vita quando era poco più d'un ricordo sbiadito; ma l'Oscuro è sempre stato più opportunista che riconoscente, pensa piegando le labbra in una smorfia amara, toccando con dita leggere l'alto colletto della casacca che nasconde la brutta cicatrice ottenuta per aver servito fedelmente – tradito – quel pazzo.

Lily Luna osserva la serpe con la bocca improvvisamente amara ed il peso d'una nuova consapevolezza a gravarle sul cuore: a differenza di Al, che s'è sempre prodigato molto nell'aiutare chiunque avesse bisogno senza avere nulla in cambio, lei ha un carattere più schivo e solitario, mostrandosi cinica, misantropa e per nulla interessata alle disgrazie altrui che considera solo colpa dell'individuo, ma con i morti è diverso; prova affetto per quella creatura dai più ritenuta 'mostruosa' e terrificante, incompresa, desiderando esserle d'aiuto in qualsiasi cosa le chieda così le domanda come abbia fatto a mutare in serpente e se per caso – in vita – fosse un'animaga.
Dice di no. E' nata in Thailandia agli inizi del '900, in un villaggio vicino ad una foresta chiamata Kamchanod, che nella sua cultura rappresenta una sorta di confine fra il mondo umano ed infero. Dice di essere divenuta così a causa d'una maledizione. Ha offeso a morte un Phaya Nak (II) locale, uccidendo inavvertitamente uno dei suoi figli e lui, per punizione, l'ha costretta ad assumere per sempre questa forma. Credo che il Phaya Nak sia una sorta di divinità locale, ma potremmo indagare dopo”
E' una maledictus. In genere sono solo donne, colpite da una maledizione del sangue che muta la loro forma di Animagus da temporanea in permanente. Quindi non disturbarti, Potter, poiché le divinità non hanno alcun ruolo in questa vicenda” s'intromette Piton, ricordando d'aver letto di queste 'creature' in un trattato sulle maledizioni legate al sangue quand'ancora era ragazzo e studiava febbrilmente per accrescere conoscenze – oscure – e capacità personali; rammenta come l'autore - un borioso mago anglotedesco del XVIII secolo - sottolineasse quanto queste creature fossero diffuse a causa della debolezza della 'donna' in quanto essere fortemente controllato dagli umori, incapace di seguire la ragione in favore dell'obbedienza ad un istinto folle, animalesco e primitivo, che la rende più simile alla forma che poi andrà ad acquisire che non a quella in cui è nata, dato che la maledizione serve proprio a questo scopo: permettere all'anima di acquisire la sua vera forma.
Gli occhi ossidiana scivolano dalla grossa testa del rettile ove spiccano i gialli e tondi occhi dall'iride buia, profonda, verso il viso di profilo della giovane Potter, semi nascosto da una cortina di capelli fulvi, ribelli ed un piccolo sorriso sale alle labbra pallide, mosso dal pensiero – certezza – che il vecchio mago non abbia studiato a fondo quelle creature, scrivendo un mucchio di scemenze basate su un'ignorante ed ottusa percezione della figura femminile, demonizzata ed umiliata a causa della superiorità in molti ambiti.
Si nasce e si muore nel nome della Madre e non è poi così insolito che persino la 'negromanzia' intesta come capacità di resuscitare i cadaveri sia una capacità più diffusa nelle donne che negli uomini, poiché loro sano concedere e togliere quel dono come nessun maschio potrebbe mai fare, con una grazie ed una forza impressionanti nate dal loro ruolo di progenitrici abituate a convivere con il dolore della perdita, della mancanza, fin dal primo vagito; inspira lentamente e chiude gli occhi, richiamando l'immagine di quella ragazza-donna vestita in un lungo sari blu dal corpetto d'ori e gemme, il cui ampio scollo lasciava intravedere una buona porzione di pelle chiara e le labbra gonfie, ferite, rilucevano di – sangue - carminio nella fioca luce prodotta dalle braci morenti facendola assomigliare ad una di quelle divinità lontane e folli che ornano i templi del sud est asiatico; il pensiero dura poco più d'un istante prima di essere annichilito dalla razionalità, schiacciato sotto un pesante senso di rimorso ed orrore.

Ha sedici anni ed è già grande.
Molto più vecchia dell'età anagrafica che possiede.

Nagini sibila contrita scuotendo la grossa testa triangolare, frantumando la vitrea parete di pensieri per riportalo al presente, in quella stanza distrutta e polverosa che si trova esattamente sopra il soggiorno in cui è morto fra atroci spasmi ed amare lacrime – ricordi – generati dalla visione degli occhi di Lily - Harry-.
Dice che si sta sbagliando, professore. Traduttore non porta pena e quindi informo che il tono e gli epiteti utilizzati siano di gran lunga più coloriti, ma il senso è questo. Kai-Mook dice di aver visto il Phaya Nak che l'ha maledetta ed il supplizio imposto è qualcosa che nessun mago potrà mai spezzare. Potrà essere annullato solo da un altro Dio. Dice di aver aiutato e seguito Tom perché sperava che lui potesse liberarla, perché gliel'aveva promesso, ma poi si è rivelato molto meno potente di come s'era descritto. Aggiunge inoltre che lei signore, per essere il guardiano immortale d'una creatura semidivina è davvero ottuso” mentre traduce gli articolati sibili di Nagini il giovane mago pare alquanto incerto, quasi faticasse a credere a quanto sta udendo e più d'una volta la interrompe per chiarire alcuni punti oscuri del complesso ed assurdo discorso in cui pare essersi lanciata, punta nel vivo dall'arroganza di quell'uomo d'ombra che pretende di sapere tutto, pur essendo ignorante e limitato come tutti i suoi simili, ma i particolari forniti sono assai scarni e Nagini rimane ben ancorata all'idea – senza prove - che Lily Luna sia più d'una semplice strega 'umana', poiché non avrebbe ereditato il potere di resuscitare i morti se così non fosse stato.
Nagini, tutto ciò che ho fatto fin ora è successo per caso. Non sapevo cosa fossi, né posso dire di avere pieno controllo del mio potere. Sto imparando, ma non avendo nessuno che possa insegnarmi vado per tentativi, improvviso cercando di migliorare volta per volta. Non sono una sorta di semidea o altro, solo una strega sedicenne con grossi problemi a stare al mondo ed un potere terribile, che a volte mi fa paura” quando parla la voce della giovane è ferma e tagliente, amara, una lama che fende sibili e polvere richiamando il silenzio, carica d'un insicurezza tangibile e opprimente nata dal fatto di non avere ambizioni, d'essere poco più d'una manciata di polvere al vento in confronto al fratello, così determinato e sicuro di ciò che vorrà fare 'da grande'.
Settantotto cadaveri Potter, e non eri nemmeno pienamente cosciente di cosa stessi facendo. Indubbiamente sei una testa di legno testarda e casinista, una bomba lanciata su città innocenti, ma cerca di non sminuirti oltre. Stai dimostrando talenti sconosciuti a buona parte della società magica inglese, nonché una conoscenza della magia che molti maghi più anziani e navigati di te non possiedono e sognano con bramosia. Sei brava a Quidditch e decente a scuola, inoltre se non girassi perennemente vestita con abiti così larghi ed anonimi risulteresti pure una bella ragazza” Lily Luna e Albus voltano il capo verso l'ex professore di pozioni con occhi larghi ed un'espressione decisamente poco intelligente, attonita, dipinta sui volti trasmutati in maschere di grottesco stupore, convinti d'aver capito male e che presto Piton si prodigherà in una delle sue solite – scontate – arringhe su quanto lei sia effettivamente deficiente, arringa che però non arriva, in quanto l'uomo ha serrato le labbra pallide e si limita ad osservarli inarcando un sopracciglio scuro quasi volesse sfidarli a controbattere ciò che ha appena affermato; il cuore della giovane ha un tuffo e quando riprende a battere,, il ritmo è talmente tanto irregolare da farle temere un infarto in corso, poiché non trova altra spiegazione razionale a quel formicolio caldo che ha preso ad espandersi nel ventre, inglobando viscere e muscoli per espandersi poi a polmoni e cassa toracica, donandole una sensazione di leggerezza assai 'strana'.
Gli occhi ossidiana dell'uomo si assottigliano appena, immobili ed eterni come la notte del mondo la studiano occultando ogni emozione e lei sente le guance bruciare, come bruciano i pensieri quando rammenta com'è stato toccare
– premersi – contro la pelle nuda e fredda, contro i muscoli sottili e tonici del suo corpo e la sensazione – elettrica - che le ha dato percorrere il disegno del marchio nero in punta di polpastrello, delicatamente, chiedendosi cosa sia questa fiammella che scalda e non brucia – così diversa dalla magia d'evocazione dei morti -, animata dal pensiero fisso che lui, prima d'ora, non l'aveva mai lodata così.

Sarei una bella ragazza?
Perché detto da lui non mi imbarazza, né imbestialisce?

Vedi di non montarti la testa, Potter. Ti manca ancora molta strada per essere adulta e responsabile, nonché per sviluppare appieno le tue capacità. Somigli ancora troppo all'infantile imitazione d'uno scaricatore di porto dei sobborghi di Liverpool sia nell'esprimerti che nel mangiare, inoltre pecchi d'idiozia e stupido altruismo nei momenti meno indicati” eccola la mazzata, la cannonata in C5 che affonda la portaerei e lo scacco al re al quale lei non sa come controbattere, ancora sconvolta da quella torma di complimenti – sinceri – snocciolati con una noncuranza che la ferisce ed agita, spingendo l'orgoglio a ribellarsi con una poco fine alzata di dito medio, seguita da quello che pare un 'fanculo', sibilato nell'affabile tono utilizzato da Nagini per insultare a sua volta il professore; Albus – traditore – scoppia a ridere divertito, sollevato nel constatare che Severus Piton rimane l'algido e stoico bastardo dall'umorismo tagliente dei racconti del padre, suo indiscusso idolo in un mare d'eroi buonisti e stereotipati.
Tornando a noi, perché il serpente del fu Signore Oscuro sta seguendo una tal disgrazia sedicenne? Spera forse che lei sia in grado di restituirle l'aspetto umano, prima di mandarla verso il riposo eterno?”
Al traduce prontamente il quesito, ricevendo in risposta una serie di lunghi sibili aspirati, intercalati da quelli che paiono schiocchi nervosi di mandibola.

Dice che dovrà farle da guida lungo la Via Oscura, attraverso i cunicoli della terra. Dice che la strada è ancora lunga e la ricerca dei manufatti perduti appena iniziata. Dice che dovrà starle vicino e proteggerla perché la strega-bambina non sa niente, non conosce le regole del gioco di cui è divenuta pedina”
Quale gioco?” domanda Lily Luna inquieta, agitandosi sul pouf per cercare una posizione più comoda e scacciare quel brivido freddo, pungente, che le parole di Albus Severus hanno evocato; al suo fianco Severus si muove impercettibilmente, scosso quanto lei da ciò che hanno appena appreso e dall'aver ricevuto la conferma che aspettava – temeva - ai sospetti avuti da Silente: nella biblioteca la Morte ha rivelato tanto, ma non tutto e sicuramente vi sono altre forze in movimento sulla scacchiera, forze che loro ancora non conoscono e che li ostacoleranno, sebbene i motivi di questo gesto siano ancora oscuri.

Un tomo antico trattante i Tarocchi.
La pagina dedicata all'arcano XIII – La Morte, impiastricciata sul bordo con nozioni per svolgere un rituale d'evocazione degli spiriti scritte in greco ed inglese.
La ragazza – Anderson – che l'ha trovato in biblioteca, spingendo Potter a cimentarsi nell'impresa.

Piton stringe le labbra, ascoltando in silenzio la nuova serie di versi emessi da Nagini e la traduzione effettuata da Albus Severus, la quale giunge carica d'un incertezza che gli incrina la voce, riducendola ad un sussurro appena udibile; nel silenzio della Stamberga Strillante, rotto solo dal ciglio delle vecchie e sfasciate assi che ne costituiscono scheletro e copertura, il vaticinio di Nagini assume il tono sinistro d'una condanna.


Il Signore dell'Arte della Morte ha voluto la tua iniziazione.
Quelli mossi fin ora sono solo i tuoi primi passi nel Suo mondo.
Sei ancora debole, fragile e scostante.
Se non imparerai in fretta,
se non deciderai cosa vuoi essere,
Lui ti prenderà.
Allora si, sarai perduta.
Allora si, sarai Eterna...
...bimba della Terra.
Pilastro sulla cui pelle è inciso il marchio del Cacciatore”



Uomo nero, uomo nero,
Sto sognando o è tutto vero?




Fratello Sole, Sorella Luna

[Post-it incollato sul bordo superiore del precedente Trattato]



Cairngorns National Park,
Hogsmeade, Stamberga Strillante

22 dicembre 2023, ore 11:57


L'aria frizzante e fredda le entra nei polmoni come balsamo, portando alle narici il dolce odore della neve fresca ed il profumo forte – intenso - dei pini lontani, le cui sagome s'intravedono alte e scure contro il cielo terso d'un azzurro abbacinante in cui le nuvole sono solo sottili filamenti scissi e pallidi; Lily Luna inspira con forza, soffiando piano affinché il vapore esca lento e modulato, in sincronia con pensieri caotici e sconnessi mentre il fratello, fermo al suo fianco, serra le mani a coppa davanti al viso per accendersi una sottile sigaretta nera dalla bordatura del filtro in oro.
Sai, è un po' diverso da come lo descriveva papà...” esclama Albus espirando una densa boccata di fumo dal vago odore di vaniglia mentre osserva assente i profili di Hogsmeade, socchiudendo appena gli occhi d'un verde abbacinante, infastidito dal riverbero del sole sul candore aureo della neve fresca; lei sogghigna tirandogli una spallata giocosa.
Solo perché non hai a che fare con lui tutto il giorno. E' intrattabile, cinico e non perde occasione per sfoggiare quel suo maledetto sarcasmo nero”
Che a te piace...sei sempre stata attratta dagli uomini in grado di fare battute di spirito. Nonché dagli adulti che dimostravano una certa intelligenza superiore alla media. E lui non è sicuramente stupido” Al osserva il viso della sorella, le guance arrossate dal freddo e gli occhi affusolati da folletto maligno, marroni come terra appena smossa nella quale sono stati depositati piccoli e neri semini, schegge di buio e pagliuzze d'oro che ne animano la superficie rendendoli alteri ed alieni; le labbra sottili di lei s'incurvano in un abbozzo di sorriso, una smorfia sarcastica seguita da uno sbuffo.
Di Silente invece che mi dici?” domanda cambiando discorso, poiché l'argomento Severus Piton si sta rivelando più ostico e spinoso di quanto sia mai stato nei mesi addietro, probabilmente grazie a quanto accaduto durante la notte precedente in cui i piani vita e morte paiono essersi scontrati con violenza, sovvertendo ordini e ruoli prestabiliti per creare quel caos in cui ogni cosa è rimasta a metà, sospesa in una sorta di stato di grazia in cui non v'è definizione, solo ipotesi; Al sogghigna, infilandosi nuovamente la sigaretta fra le labbra.
Non sai quanto piacere mi abbia fatto poter parlare con loro, conoscerli. Ho passato buona parte della vita a portare i loro nomi come un fardello, schiacciato sotto il peso e la responsabilità di onorarne la memoria che mi hanno portato a dubitare di tutto. Ad avere mille paure ed ansie. Sapere che sono fieri di me, che stimino il lavoro fatto con la traduzione dei Diari di Salazar – ah a proposito, ricordami le copie la prossima volta – ed l percorso di vita che ho scelto di fare mi rincuora”
Più di quel che pensa papà?” domanda la ragazza infilando le mani nella tasca del giubbotto in pelle, sentendo le dita intirizzirsi a causa del freddo pungente di Scozia, mentre continua ad espirare distratte nuvolette biancastre, come un moderno brucaliffo senza narghilé o fungo su cui assopirsi; Al storce le labbra in una smorfia amara, assottigliando quegli occhi verde Evans fino a ridurli a due lame smeraldine.
La verità è che lo reputo un ipocrita. Da ragazzo lui ha fatto tutto quel che voleva, mettendo nei casini chiunque gli stesse vicino a causa della sua assurda mania di credersi in grado d'affrontare gli eventi. L'ufficio Misteri e la Battaglia di Hogwarts ne sono un esempio. Insomma, ha sempre fatto di tutto per vivere come gli pareva ma ora lo vieta a noi, pretendendo che i suoi figli seguano il cammino che lui ha deciso per loro”
Ti vuole bene, Al” mormora la strega.
Non lo metto in dubbio. Ma ora non posso fare a meno di chiedermi come reagirà quando scoprirà del tuo dono se a fatica tollera i suoi e le scelte che ho fatto io. Non lo ammetterà mai, ma ci avrebbe voluto entrambi Grifondoro, più Potter e meno strambi. Uguali a James” una nota triste gli incrina la voce, quel lumicino d'orgoglio ferito che l'ha accompagnato da quando ha memoria, alimentato da tutte le delusioni provocate nei genitori quando tentavano di omologarlo, di renderlo un po' più simile al fratello maggiore e meno 'Serpeverde', fallendo miseramente; Lily si appoggia contro al suo fianco e gli afferra il braccio per poi stringerlo dolcemente, appoggiando la testa contro la spalla di lui per poi tornare a guardare il cielo.
Quando sarà il momento lo affronterò. Non ho paura, non di lui”
Tu non hai paura di niente, bestiolina. Hai sempre avuto più palle di me e James messi assieme. Quando io mi cagavo sotto per le ombre sui muri tu, semplicemente, accendevi la luce. Mentre quando James aveva il terrore di prendere le medicine o di farsi bucare il braccio per i prelievi del sangue tu ridevi, dicendo chhe l'avresti fatto al suo posto. Sei straordinaria, il professor Piton ha ragione”
Ti ricordo che mi ha dato del maiale all'ingrasso” sbotta lei accigliata, punzecchiandogli il fianco.
Beh, non puoi negare che quando mangi fai alquanto senso. Sei peggio di un uomo”
Lily Luna sogghigna e si stringe ancora di più al fratello, beandosi del calore prodotto dal quel corpo magro e snello contro al quale s'è addormentata infinite volte, fra le cui braccia ha trovato un rifugio sicuro ogni qualvolta il mondo la feriva nel modo più crudele, lacerandole cuore e mente per poi arle sgorgare dagli occhi lacrime amare e salate; gli vuole davvero bene, nonostante le infinite stranezze e quel velo d'insicurezza contro al quale lui lotto ostinato, ribelle, cercando di costruirsi un mondo utopico in cui essere libero dalle catene imposte dal cognome 'Potter' e dalle pressioni del Mondo Magico.

Prenditi cura di Nagini, mi raccomando” sussurra la ragazza con una punta di tristezza ad incrinarne la voce, stupita da quanto rapidamente si sia affezionata alla biscia troppo cresciuta di Lord Voldemort e a come sarà difficile non averla attorno per mesi, aiutandola a far infuriare Severus; hanno deciso che la creatura starà a Londra, nell'appartamento sito in Bayswater che il giovane Potter condivide con Larry, il suo autista babbano con una forte attrazione per il fantasy e per tutto ciò che riguarda il lato 'nerd' della vita, che ha già manifestato – per messaggio – zero problemi a tirarsi in casa un serpente di otto metri, la cui detenzione – per le autorità inglesi - è illegale, purché lo possa chiamare Jormungandr (III), ciò fino a quando la ragazza non avrà terminato l'anno scolastico.
Tranquilla, con noi starà bene. I cinesi del ristorante di sotto ci danno sempre un mucchio di avanzi che poi siamo costretti a buttare, dato che né io né Larry abbiamo la capienza d'una betoniera. Quindi per il cibo è posto. Inoltre avrò qualcuno con cui fare conversazione ed esercitarmi nel perseltongue. Terremo monitorata la città per te e se dovesse apparire qualche cadavere ambulante ci organizzeremo per prenderlo prima che lo trovino gli Auror”
Lily Luna sbatte le palpebre e si volta,osservando il fratello con espressione sospettosa e stupita.

Al, come puoi-”
Ho le mie fonti” taglia corto lui sogghignando, inspirando l'ultima acre boccata di fumo prima di spegnere la sigaretta e far evanescere il mozzicone senza utilizzare la bacchetta, con una lieve pressione delle dita; è sempre stato un mago dal talento innegabile, Albus Severus, tanto da trascinare lei e Scorpius nei più reconditi meandri della Camera di Salazar per scovare nuovi testi su cui studiare e antichi manufatti, insegnando loro le basi delle 'Arti Oscure' e traducendo in inglese i 'Diari' del fondatore della Casa Serpeverde, così da poterli rendere accessibili anche a loro, che non parlavano né leggevano il perseltongue; ci ha messo due anni per ultimare l'opera, copiando persino note a margine e disegni così da creare una raccolta unica nel suo genere, che ora riposa ordinatamente impilata dietro una fila di numeri di 'Berserk'.

Un Potter che insegna le Arti Oscure ad un Malfoy.
Il mondo sta davvero andando a scatafascio.

Ok, tieniti i tuoi segreti...” sbotta la strega staccandosi dal suo braccio per muovere qualche passo verso i resti innevati della staccionata che delimita il perimetro della Stamberga Strillante, appoggiandovi un piede fasciato dagli anfibi pesanti, con la suola a carrarmato.
...per Natale, cena dei 'reietti' qui dentro? Alcol, fantasmi e spezzatino con patate”
Considerato che ho turno al mattino, se non mi capita qualche intervento all'ultimo minuto dovrei essere qui verso l'una. Ti faccio sapere. Intanto tu vedi di chiarire con Rose e di trovare una scusa decente per essere scappata dalla finestra in piena tormenta. Una che non coinvolga gli zombie, né Piton e Silente, ovviamente” la ammonisce Al caricandosi il grosso borsone in spalla, pronto a smaterializzarsi nuovamente a Londra subito dopo aver recuperato Nagini; la giovane strega sbuffa una nuvoletta biancastra dopo aver gonfiato le guance, passandosi poi una mano fra i capelli scarmigliati.
Ultimamente è di una tale pesantezza...”
Sì, ma è nostra cugina. Ed è abbastanza intelligente e ficcanaso da renderti la vita un inferno se la porti a supporre che ci sia qualcosa di sospetto nel tuo modo d'agire, sai anche tu com'è fatta. Grifondoro ligia alle regole imposte dagli zii fino al midollo. Parlale, recupera il rapporto. Fallo prima che una seconda ondata di morti ti scombussoli l'esistenza”
Ci proverò. Grazie del caffè Al. Grazie del supporto”
Figurati bestiolina. Per te ci sarò sempre, lo sai” dice alzando il mignolo della destra nell'aria in modo che lei lo veda e sorrida, imitandolo; quel gesto compiuto da bambini è il loro personalissimo modo d'intendersi ogni qual volta non possono parlare liberamente, sapendo di dover mantenere il segreto e mentre Albus Severus si incammina a passi pesanti verso la porta della casa infestata, sulla quale si staglia la nera figura di Piton accompagnata dal fantasma di Silente e da un grosso serpente arrotolato, sibilante, la consapevolezza di non essere sola le riscalda il petto sciogliendo ogni paura.


Ciò che dovrà essere diventerà.
Che il Signore dell'Arte della Morte vada pure affanculo.





Glossario:


  1. Catacombe di Parigi: Si tratta di un ossario sotterraneo che si estende per circa 285 km sotto la città di Parigi, nel quale sono custoditi i resti di circa sei milioni di persone, cosa che lo rende la più grande necropoli al mondo. Si può visitare ed è un'attrazione turistica dal 1874. La scritta sulla targhetta di accesso alle catacombe recita: “Fermatevi. Qui è l'mpero della Morte”

  2. Phaya Nak: si tratta di creature semidivine dalla forma serpentiforme della tradizione thailandese (in India ed altri stati del sud est Asiatico sono conosciuti come Naga); essendo spiriti protettori della acque abitano bacini idrici o grotte profonde ed umide.

  3. Serpente della mitologia norrena.


NDA: Eccoci giunti al tredicesimo – decimo – capitolo.
Come già anticipato nello scorso, appare Albus Severus, questo curioso e strano fratello maggior di Lily Luna che ha ereditato dal padre la capacità di parlare con i serpenti e che l'aiuta a far luce sulla presenza di Nagini, la quale si rivela molto più d'un semplice serpente: per creare il suo background ho unito quanto viene detto di lei in 'Animali Fantastici', riesumando poi una teoria elaborata quando vidi per la prima volta il secondo film, ovvero che fosse una strega tailandese tramutata in pitone reticolato (anch'essi vivono in Thailandia) a causa d'un torto fatto ad una divinità locale; si può dire che sia una 'maledictus', una 'maledetta' per davvero, sebbene in modo diverso da com'è presentata nel film.
Il nome 'Nagini' gliel'ha dato Tom Riddle, forse perché reputava il suo troppo esotico, oppure – più probabile – perché la strega stessa dopo anni in forma di rettile non lo ricordasse.
Una nuova rivelazione si aggiunge alle altre, confermando che Sev aveva ragione quando pensava che il libro con l'incantesimo di Evocazione fosse stato inviato a Lily Luna da qualcuno.

A Bayswater, nella via in cui ho immaginato trovarsi la casa di Albus Severus e Larry vi è davvero iun ristorante cinese (non so se una delle titolari si chiama Yen, però), mentre il grande prato ed il capanno degli oggetti babbani di nonno arthur sono un omaggio a "Margherita Dolcevita" di Stefano Benni, uno fra i libri che ho più amato di quest'autore.

Ringrazio tutti coloro che sono giunti fin qui, che hanno aggiunto questa storia alle preferite\seguite\ricordate e chi ha trovato un briciolo di tempo per recensire e lasciarmi un parere.
Grazie davvero!


Alla prossima!



_Morgan





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Capitolo 14
*** .XI. Sol Invictus, il volo (25 dicembre 2023) / Stralci d'indagini: Il nome del Pellegrino (24 dicembre 2023) / Lettere ***


Nekiya - capitolo XI

νέκυια

- Capitolo XI-

Sol Invictus, il volo

[Codice sul volo e sugli uccelli – con illustrazioni di Leonardo da Vinci]



Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto,
Conosco le leggi del mondo,
e te ne farò dono.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.


Ti salverò da ogni malinconia
perché sei un essere speciale,
ed io avrò cura di te.

[Franco Battiato – La Cura ]



Hogwarts,
Guferia
25 dicembre 2023, ore 06:57

Il cielo è una lastra immutabile onice sulla quale sono rimasti impigliati brandelli di nuvole sottili, color fumo, una sottile e blanda cortina per le infinite lucciole – stelle – che, incastonate come piccoli diamanti ivi sfolgorano, contornando una luna che ha iniziato a perdere rotondità, assumendo lo stesso taglio degli occhi profondi – gialli – di Nagini; oltre il parapetto in pietra il mondo riposa avvolto in una cortina nero blu che ne sbiadisce i contorni, facendo rilucere la neve come fosse preziosa polvere siderea, d'un biancore accecante nel pallido ed argenteo riverbero dei raggi gentili proveniente dall'astro notturno.
Dietro, all'interno dell'ampia sala circolare ove riposano e s'industriano numerosi rapaci d'ogni forma, razza e dimensione, il fuoco prodotto da due torce getta una luce aranciata oltre l'arco a botte della porta d'ingresso, permettendole di continuare a leggere con facilità le pagine del libro che s'è portata dal dormitorio, fra le quali ha infilato un dito per non smarrire il segno, essendosi persa a contemplare quello scorcio di Scozia selvaggio e sconosciuto, rapita dalla bellezza che pare acquisire il paesaggio quando il buio inizia a farsi ricordo, pronto a soccombere sotto l'inclemente fulgore dell'aurora; si riempie i polmoni d'aria fredda, pulita, nella quale il lezzo delle cacche d'uccello e paglia è solo un lieve sottofondo, mentre gelide punture le pizzicano le cosce penetrando sotto il pesante tessuto dei pantaloni della tuta e del mantello che ha poggiato sul parapetto in pietra grigia prima di sedersi, con la schiena ben dritta e le gambe a penzoloni nel vuoto.
Un allocco dal piumaggio castano spruzzato di bianco s'invola verso la torre, atterrando con grazia vicino a dove s'è accomodata per fissarla con tondi occhi ossidiana che rilucono nel bagliore delle fiamme, tenendo ben saldo nel becco adunco quel che pare un topo di campagna dalla coda insolitamente lunga; la ragazza sorride e lo saluta con cortesia, augurandogli una buona colazione e questi inclina appena la testa rotonda, facendo ondeggiare la preda inerte prima di planare all'interno dell'edificio, lasciandola in compagnia dei rumori della notte e di pensieri pesanti – opprimenti – che da giorni le impediscono di dormire come vorrebbe perché nel mondo onirico evocato dal sonno profezie e cadaveri s'inseguono turbandola, spingendola a vedere orrori – immaginari – così reali da farla svegliare di soprassalto in un bagno di sudore.
Forse urla, sicuramente geme e ciò la preoccupa, poiché ora che le altre sono partite per passare le vacanze a casa ed è sola può permettersi anche queste stranezze, ma quando torneranno dovrà trovare un modo per tornare a dormire regolarmente: non deve assolutamente attirare l'attenzione più di quanto non abbia già fatto - specialmente con Milena Trevisan -, continuando a mantenere quella maschera di cinico distacco che le ha permesso d'evitare amicizie per sei anni d'onorata carriera scolastica, senza apparire troppo 'sospetta'; si osserva distrattamente il dorso della mano sinistra ferma sopra le pagine aperte del libro, studiando con curiosità una piccola cicatrice che prima non c'era, il segno lasciato dal tacco dello stivale di Yaxley quando – inclemente – è calato con forza sopra la pelle frantumando le ossa sottostanti, che riluce biancastro come una debole e solitaria stella ricordandole quante cose 'sospette' siano accadute dal trentun ottobre sin ora, sotto gli occhi – ciechi - dell'intera scuola.
Piega le labbra in un sorriso amaro.
Le è bastato guardarsi allo specchio negli ultimi due giorni per scoprire differenze sottili – sostanziali – fra la sé beata ed ignorante d'inizio anno e quella figura magra e sottile dagli occhi castani cupi, spruzzati di buio, che le ha restituito uno sguardo fermo ornato da occhiaie che spiccano vistose sulla pelle pallida del viso, incorniciato da una massa di capelli ancor più selvaggi del consueto.

Chi sei tu?

Ha chiesto allo specchio e le labbra sottili del suo doppio si sono mosse afone, annegando quella risposta che ora inizia a comprendere – accettare – in un silenzio pesante, opprimente, che l'ha spinta ad abbandonare il bagno della camerata per correre verso la Stanza delle Necessità in un impeto di 'distacco' dalla realtà, iniziando ad ammucchiare ciò che restava degli oggetti apparsi per aiutare lei, Piton e Silente nelle ricerche all'interno di una grossa scatola di cartone che poi ha fatto evanescere e ricomparire all'interno della Camera di Salazar su suggerimento di Al che l'ha proposta come nuovo quartier generale, ritenendola più sicura e meno accessibile da parte di qualche ignaro studente o professore sospettoso.
Il fatto che sia sigillata da un incantesimo non ha costituito alcun problema né per Silente, essendo incorporeo, né per Piton, il quale ha sviluppato un certo talento – post mortem – nel fondersi con le ombre ed attraversarle come un muro d'acqua, mentre lei, povera e solida mortale, ha deciso di ricorrere alla tecnologia babbana per sopperire all'incapacità di parlare il perseltongue, lasciando che un messaggio vocale registrato dal fratello sblocchi la porta in sua vece.
Tornando ad osservare la luna ripensa a Nagini, sentendosi un po' in colpa per averla allontanata dalla natura per spedirla nella caotica Londra babbana, chiedendosi se non fosse stato più saggio tenerla nascosta ad Hogwarts all'interno della Camera di Salazar, ma poi rammenta le ingenti quantità di carne e sangue di cui necessita per poter continuare a mantenersi 'integra' e scuote il capo, riflettendo che sarebbe stato impossibile sfamarla; non può certo arrischiarsi nelle cucine a rubare animali morti o carne cruda, poiché è certa che gli Elfi domestici riferirebbero subito alla McGranitt questa assurda bizzarria, così come non può continuare a tagliarsi i polpastrelli per offrirle sangue fresco, inoltre il serpente ha bisogno di parlare con qualcuno che la capisca, non che vada ad intuizione come ha fatto lei all'interno della Testa di Porco.

Sospira pesantemente ed una nuvoletta biancastra fuoriesce dalle labbra dischiuse, perdendosi come fumo di sigaretta nell'aria fredda, mentre lei torna a concentrare l'attenzione sulle pagine stampate correlate sul fondo da note piccole come formiche, tentando di riprendere il filo delle gesta compiute da Ulisse quando un improvviso frullo d'ali la distrae di nuovo ed alza il capo volgendolo alla sua destra, verso una porzione di cielo scuro come una macchia d'inchiostro in cui si distingue appena una grossa ombra dalle lunghe ali spiegate, che plana verso il parapetto su cui è accomodata atterrandovi con grazia, lanciandole poi un occhiata penetrante con piccoli e rotondi occhietti ossidiana.

Buongiorno” saluta la strega sorridendo, togliendo dalla tasca del giubbino in poliestere un segnalibro in legno intagliato per porlo fra le pagine prima di chiudere il libro e posarlo alla sua destra, mentre il grosso corvo balza dal muro verso il pianerottolo ove s'allunga e si scinde in un battito di ciglia, acquisendo forma umana; alto e magro, con il corpo avvolto da un lungo mantello nero pece, l'uomo pare un frammento rubato dal paesaggio notturno che si estende sotto la torre ed il suo viso pallido, spigoloso, è l'unica macchia di colore – bianco – in contrasto con gli abiti, i lunghi capelli neri e gli occhi dal taglio aguzzo profondi come abissi, che ora la scrutano malevoli mentre incurva le labbra in una smorfia.
Stai cercando di morire d'ipotermia, Potter? O preferisci finire i tuoi giorni schiantata al suolo? Scendi da li e rimettiti il mantello, quel giubbino mi pare una misera protezione contro l'inclemente clima scozzese” commenta acido, osservando con sufficienza l'abbigliamento sportivo – sin troppo leggero – indossato dalla ragazza, che consiste in una paio di pantaloni scuri ornati per il lungo da tre bande rosse ed una giacca con zip del medesimo materiale e colore, portata sopra quella che pare essere una maglia dal collo alto a maniche lunghe, della quale s'intravedono le estremità.
Va più che bene, non ho mai patito il freddo. Poi un po' d'aria fresca non ha mai ucciso nessuno e le altezze non mi fanno paura. Ricordo che gioco a Quidditch da quando ero piccola ed adoro volare, stare appollaiata quassù non mi turba di certo” replica tranquillamente la strega gettando la gamba destra oltre la parte interna del parapetto, così da potersi sedere a cavalcioni senza dare la schiena al mago e, mentre compie quel movimento con una naturalezza disarmante, per nulla preoccupata dagli infiniti metri che la separano dal suolo, le sembra di scorgere una scintilla – piccola, un fantasma – d'apprensione negli occhi immutabili e neri che non si spostano dalla sua figura.
C'è differenza fra volare su una scopa e volare con il proprio corpo, Potter. Non mi sembra che la natura t'abbia fornito ali, quindi scendi da li prima di scivolare. E' pieno di ghiaccio ed il bordo del parapetto è stretto, potresti sbilanciarti e cadere da un momento all'altro, senza nemmeno accorgertene”
Per tutta risposta lei afferra il libro poggiato al suo fianco e lo sposta lontano, lasciandosi lentamente cadere all'indietro finché la schiena non aderisce alla pietra fredda ed umida,poggiando poi la testa così da schiacciare la massa informe di capelli rossi e ribelli, trattenuti a fatica da un molle elastico scuro, che le ricadono attorno formando una sorta di corona di fuoco; inspira a pieni polmoni l'aria frizzante e si bea delle stilettate fredde che le attraversano la pelle sotto i tessuti come corrente elettrica, stringendo con forza cosce e ginocchia contro il muretto per mantenersi ben salda e stabile.
Piton la guarda sgranando appena gli occhi a mandorla, sbuffando contrito e congiungendo le braccia contro al torace magro per cercare di contenere l'impulso d'afferrarla malamente, gettandola poi sul pavimento del ballatoio come si farebbe con un cucciolo molesto prima che – davvero – cada di sotto, costringendolo a gettarsi per recuperarla al volo prima che impatti contro al tetto della sala sottostante.; appoggia la schiena contro la parete fredda ed irregolare della guferia, mantenendosi ben lontano da quel disastro ambulante e sconsiderato - folle – che è la figlia adolescente di Harry Potter, lasciandola in quell'assurda e scomoda posizione a ridere sola, mentre osserva il cielo stellato con occhi ardenti di gioia.

Non sai cosa darei per poter volare. Non con una scopa, ma come fanno gli uccelli e gli animagus che sanno trasformarsi in essi, tipo te. Dalla mia poca esperienza so che il mondo acquisisce un'altra prospettiva dall'alto ed è meno vincolante, meno oppressivo. Lassù non esistono regole imposte dal Ministero, né morti, né magie proibite. Non esistono uomini malvagi che danno la caccia a povere ragazze adolescenti, né i problemi legati alla terra. Ci sono solo le correnti e l'eternità, il corpo che si piega per adattarsi al vento impetuoso, così da fendere meglio le nuvole e l'aria, a volte calda, a volte fredda. Mi sono sempre domandata se non fosse possibile creare, combinando magia e scienza, ali per gli uomini come quelle progettate da Da Vinci, che però durino per sempre, trasformandoli in terreni e reali angeli. Sai, a nove anni avevo preso una vera e propria cotta per Da Vinci ed i suoi disegni erano divenuti un'ossessione. Specialmente quelli legati agli esperimenti sul volo. Nel capanno di nonno Arthur ricordo d'aver provato a costruire qualcosa di simile con stecche di legno e vecchie lenzuola, ma non potendo incantarle come si deve non hanno funzionato molto bene”
Sei caduta dalla staccionata?” domanda il mago, scrutandola con interesse senza trovare nulla di più intelligente da chiedere, colpito da quell'assurdo scorcio di vita raccontato con allegra noncuranza che la fa apparire ancora più assurda – strana – di quanto già non sia, poiché a nove anni le bambine per bene, o quantomeno 'normali', dovrebbero giocare con le bambole e progettare future e sfavillanti vite coniugali, non innamorarsi di ambigui personaggi storici morti da secoli, cercando di riprodurne le invenzioni; ma gli occhi di lei ardono come stelle mentre da voce ai ricordi e Piton capisce che, ancor prima d'essere 'femmina', quell'assurda creatura è una sognatrice dall'intelligenza non comune, particolari che devono averle regalato un'infanzia assai difficoltosa.
Dal pioppo secolare, in verità. Mi sono arrampicata sul ramo più alto e sono saltata con le ali ben spiegate, sotto gli sguardi attoniti di Al e James che non sapevano se incitarmi o dirmi di lasciar perdere, ritrovandomi poi a galleggiare all'interno del laghetto assieme alle carpe Koi allevate da Jerkins, il vicino dei nonni, che mi hanno guardata terrorizzate guizzando da una sponda all'altra in cerca d'un riparo. Le ali distrutte fradicie e spezzate”
Come Icaro, caduto in mare” sogghigna Piton immaginando una bimba dai ribelli capelli di fuoco, infagottata in una vestitino estivo sin troppo femminile, saltare senza paura con occhi animati da una luce di sfida, invitando la gravità ad annullare il proprio – soverchiante – potere per permetterle di realizzare il suo sogno.

Testarda.

Beh non proprio, Icaro è morto dopo essere riuscito a volare e se non fosse stato così ambizioso da sfidare il Sole si sarebbe salvato. Io invece sono caduta come 'un corpo morto cade', schiava della maligna gravità e dell'ignoranza di non aver fatto bene i calcoli. Le ali si sono spezzate ed inzuppate d'acqua, prima di essere incenerite da mio padre, accorso a seguito degli strilli isterici di James per ripescarmi”
Severus guarda con attenzione il viso illuminato dalla calda ed aranciata luce del fuoco, che incendia al contempo i capelli selvaggi scurendo l'iride, trasfigurandola in una creatura divisa fra il mondo umano e le ombre danzanti che la circondano, scoprendo di provare una punta di compassione per quel Ragazzo Sopravvissuto che ha dovuto fare da genitore ad una bambina così atipica ed assurda, scontrosa e taciturna con tutti tranne che con gli adulti, dotata d'una dose incontenibile di ingegno e follia supportate da una fantasia instancabile, nonché da un'intelligenza rara e preziosa; è curiosa, affascinata dal sapere e proiettata ad imparare quante più cose possibili fin dalla tenerà età, una sfida per qualsiasi genitore, figuriamoci per uno con la volontà d'apprendere d'un vermicolo quale era Potter, la cui figlia vive con la testa nei libri, tanto che a volte lui teme che la ragazza si senta un personaggio da romanzo a sua volta, agendo così in modo assurdo.

San Potter avrà sicuramente avuto il suo bel tribolare dovendo seguire tre figli, dei quali la minore risulta essere così particolare e poco centrata nei canoni. Ma, toglimi una curiosità, quale nuovo tarlo ti ha spinta a uscire dal dormitorio alle cinque e mezza del venticinque dicembre, considerato che siamo in Scozia, è inverno e non è affatto saggio per te girare sola?”
Insonnia” sussurra lei sospirando pesantemente mentre un'espressione seria e cupa soppianta la maschera di spensieratezza mostrata poc'anzi, affilando ed indurendo i lineamenti così da renderli ancor più alteri ed adulti, quasi appartenessero ad una donna fatta, anziché alla sedicenne che è; gli occhi cerchiati da profonde occhiaie scure si velano d'una stanchezza pesante mentre si passa distrattamente una mano sulla fronte per pettinare indietro i capelli ribelli, rimanendovi impigliata con le dita, raccontando stancamente gli incubi che la tormentano dal ventidue dicembre nei quali cadaveri e proiezioni piroettano in un vortice di follia, truculenza e sangue che la fanno svegliare agitata, in un bagno di sudore.
Non vi ho detto nulla prima perché pensavo fosse una casualità. Ma questa è la terza notte”
Sono proiezioni del subconscio. Quel che stai affrontando ti sta turbando molto più di quanto tu stessa, da sveglia, ammetta. Reprimi le tue paure perché vuoi mostrarti forte ed accondiscendente verso ciò che hai scoperto di essere, nonché nei confronti del ruolo che altri si aspettano che tu ricopra e questo tuo reprimere ansie, paure, inadeguatezze, non fa altro che divenire combustibile per gli incubi. O forse vedi stralci di cose che dovranno accadere, dopotutto Fiorenzo e glia ltri centauri sono convinti che tu sia una Nekyomanteia”
Sto cercando di accettare quel che sono e ci potrei anche riuscire se il mondo non mi crollasse addosso ad ogni nuova profezia. Quel che ha rivelato Nagini mi ha spaventata, lo ammetto, poiché fino ad ora ho sempre creduto che questa missione legata al rito fosse unicamente mia. Mio errore, mio onere il rimettere a posto. Inoltre pensavo che nascesse e morisse tutto qui ad Hogwarts, non certo che i cadaveri prendessero ad espandersi per tutta l'Inghilterra. Poi vi è la questione del 'Signore', dell'uomo che mi ha fatto recapitare il libro contenente il rituale” la voce diviene un sussurro incrinato dall'angoscia mentre cerca di dare ordine ai pensieri, controllando la tachicardia indotta dal panico che le assale il torace, rendendo difficoltoso ogni respiro.
Sa cosa sono. Lo sa da prima che lo scoprissi io e non posso fare a meno di chiedermi, come?”
Probabilmente è una persona che conosci, ma non qui ad Hogwarts. Fuori” replica Severus stringendosi nel mantello scuro e caldo, dando voce a parte delle teorie elaborate con Albus durante le ultime due notti passate a spulciare l'archivio con tutte le cartelle degli studenti ancora frequentanti, scoprendo che quella di Amanda Anderson non contiene alcuna informazione su dove si sia trasferita, nonché sulle motivazioni che hanno spinto i suoi genitori a ritirarla così bruscamente dal sesto anno; sicuramente lei è stata una pedina manovrata da qualcuno posto più in alto, il cui desiderio è far conoscere alla Potter gli improbabili e pericolosi doni ereditati dai Peverell, ma la domanda resta: chi è costui?
Albus suppone si tratti di un amico di famiglia”
Ne dubito, mio padre è famoso e conosce tanta gente ma ha pochi, veri, amici. Non ha mai invitato conoscenti a casa, inoltre nessuno dei miei sa del dono di sangue tramandato da Iolanthe Peverell. Han fatto fatica a scoprire i Doni della Morte durante la Seconda Guerra Magica, figurarsi se si sono soffermati a pensare che all'interno della famiglia Potter qualcuno potesse possedere doti negromantiche. Però terrò in considerazione quest'ipotesi” esclama la strega assottigliando gli occhi castani pizzicati dal gelo, umidi a causa dell'inclemente brezza che ha preso a soffiare da est mentre continua ad osservare distrattamente il cielo, ripetendo a fior di labbra la profezia sibilata dal serpente che, oramai, conosce a memoria.
Più morti spedirai verso il riposo eterno più chiara apparirà questa vicenda. Ora possiamo solo limitarci ad elaborare teorie basandoci sulle informazioni in nostro possesso e, dato che potrebbe davvero divenire un problema se le tue compagne di stanza ti sentissero urlare ogni notte, cercheremo di risolvere la fastidiosa questione degli incubi. Devi trovare equilibrio, Potter. Devi mettere ordine nel caos che hai dentro così da trovare pace ed una certezza che ti permetta di affrontare l'orrore di ciò che stai vivendo senza impazzire. Allora sarai libera. Allora smetterai d'avere incubi” ascoltandolo parlare, Lily Luna avverte una sottile incrinatura nella voce solitamente cupa e monocorde di Piton, ma è così debole da spingerla a credere d'averla immaginata; quando però volta il capo per lanciare un'occhiata distratta a quegli occhi ossidiana così oscuri, convinta di trovarvi il solito – immutabile – mare d'ombra, rimane sbigottita nel scorgere una scintilla di sentimento, un barlume di ricordo incastrato fra iride e pupilla che ne attenua la fermezza e capisce che, indirettamente, gli ha parlato di sé, evocando le sensazioni provate durante gli infiniti anni di spia.
Sarà dura. Ad ogni risvegliato che mando indietro sento più forte in me il cambiamento. E' come se il potere, continuando ad essere utilizzato, si rafforzasse e mutasse permettendomi di ottenere nuove abilità. Difficile è anche trovare una certezza data la precarietà della mia condizione. A proposito, te lo chiedo giusto per capire, quando eri nei Mangiamorte e per il tempo in cui hai protetto mio padre, è stata mia nonna la tua certezza?” domanda cercando di mantenere un tono neutro, sebbene il pensiero – amaro - di come Lily Evans sia perennemente presente – seppur morta e lontana – in ogni rapporto che tanta d'intessere con altre persone la faccia rabbrividire d'una rabbia sorda ed insensata, dato che tutti tendono sempre a paragonarle senza aver capito quanto siano profondamente diverse; inoltre vedere Severus incupirsi al solo sentir nominare la donna che è stata suo cruccio e condanna la esaspera, poiché non riesce a comprendere come un uomo dai mille talenti, abituato sin da ragazzo ad occultare i propri stati d'animo e ad essere indipendente, debba morire – letteralmente – dietro ad un'idiota come sua nonna.
Pensavo che tuo padre avesse già risposto in maniera esaustiva a questa domanda tempo fa, quando ha deciso di raccontare la mia vita come fosse un romanzo ottocentesco. Quindi non intendo parlarne in questa sede, dato che non è argomento pertinente alla discussione che stiamo portando avanti” replica l'ex professore di pozioni con una vena d'astio ad intridere la voce piatta e calma, dalla quale è sparita ogni vena di sentimento e comprensione; l'idea di disquisire di ciò che è stata per lui Lily Evans con questa strana ed assurda ragazza dall'espressione mortalmente seria e funerea lo aborre, inoltre è ormai giunto alla certezza che quell'idiota di Potter le abbia affibiato un nome decisamente sbagliato, poiché è si 'Luna', con la maschera di luminosa perfezione che cela ombre cupe e due volti gemelli, seppur opposti che s'alternano agitando le maree dello spirito, ma di certo non è Lily: non è il Lilium Candidum consacrato come simbolo di nobiltà e purezza in arte ed araldica, né una reincarnazione del suo amore illusorio – perduto -, bensì una creatura giovane ed irrequieta, marchiata, bella e pericolosa come solo le cose perdute possono essere.

O forse un po' giglio lo sei anche tu, con la tua corona di fiamme.
Con quella punta di menefreghismo che anima ogni tua azione.
Lilium bulbiferum, meno nobile e fragile, più incline a crescere da sé senza bisogno dell'aiuto altrui.
Rosso e screziato come la tua anima.
Scuro all'interno, come l'ombra che si annida nei tuoi occhi.

Curioso come mia nonna non sia mai 'argomento', ma permei in ogni cosa che facciamo”
Silenzio, Potter. Tornando al problema degli incubi, forse sarebbe meglio che iniziassi a studiare Occlumanzia. Tuo padre si è rivelato negato oltre ogni previsione in questa disciplina, data la scarsità d'attenzione e la pigrizia mostrata nell'esercitarsi in dormitorio. Tu invece mi sembri già più predisposta, o quantomeno sei abbastanza intelligente da non accantonare lo studio per perderti dietro a frivolezze” riprende Piton zittendola malamente, ignorando con ostinazione i commenti acidi borbottati a fior di labbra dalla ragazza ancora distesa pancia all'aria, sebbene il freddo contatto con la superficie in pietra grezza l'abbia spinta a rabbrividire vistosamente.
Ricordo che sto frequentando il sesto anno ed ho un mucchio di compiti e cose da fare per scuola. Quando trovo il tempo per esercitarmi in Occlumanzia? Già faccio fatica a venire a lezione di difesa la sera” obbietta Lily Luna sospirando esasperata mentre pensa alla mole di lavoro che la aspetta durante il secondo quadrimestre, unito al tempo da dedicare alle ricerche su risvegliati, oggetti magici ed un ipotetico uomo che sia a conoscenza del suo potere, poi vi sono gli allenamenti con Piton ed il Quidditch; improvvisamente la consapevolezza di non essere divenuta prefetto assume vantaggi che prima non aveva considerato – non che le fosse mai interessato, quella che voleva divenirlo a tutti i costi era Rose – e l'idea d'imparare qualcosa di nuovo, malgrado la mole immane di lavoro, la tenta terribilmente animando un'impazienza che non riesce a controllare.
Quanto mi piacerebbe avere la vecchia giratempo che la preside prestò a zia Hermione durante il suo terzo anni, così da aiutarla a seguire i numerosi corsi a cui si iscrisse. A far tutto senza aiuti sto diventando deficiente”brontola sconsolata, passano una mano sul viso stanco.
Smettila di lagnarti, Potter. Sottinteso che deficiente lo sei già, faccio presente che se vuoi risolvere velocemente il problema degli incubi questo è l'unico modo. All'inizio potrai prendere qualche goccia di Dolcesonno o Pozione della Pace, per essere sicura d'addormentarti senza spiacevoli risvegli notturni, ma ricorda che non puoi abusarne o rischieresti di finire in infermeria intossicata. Inoltre ricordo che, fino al sei gennaio, sei ancora in vacanza. Sfrutteremo questo tempo per portaci avanti con ricerche, duelli e lezioni”
Oh, fantastico!” sbotta alzando le braccia al cielo in un chiaro gesto esasperato, domandandosi cos'abbia fatto di male in un -ipotetica – vita precedente per meritare questi infiniti tormenti e la presenza, a volti irritante, di quel mago arcigno e scorbutico che non perde occasione per insultarla o sommergerla di cose – compiti – da svolgere; lo osserva sottecchi ghignare, divertito dallo sconforto che pare averla colta e, mentalmente, lo manda affanculo sperando che lui – da bravo Legilimens – lo percepisca.
E ti ringrazio per il complimento, sempre graditi. A cosa devo tutta questa cortesia già di prima mattina?”
Venticinque dicembre, Potter. E' sempre stata mia premura rendere questo giorno un inferno per tutti gli sventurati studenti che si arrischiavano a restare al castello per le vacanze invernali, subissandoli di rimproveri e punizioni ad ogni gioioso augurio di: 'felice Natale, professor Piton'” il ghigno beffardo muore sulle labbra di Severus nell'istante in cui la ragazza scatta a sedere d'improvviso, voltandosi poi per guardarlo con la stessa espressione stupita – ed idiota – mostrata dallo zio Ronald ad ogni sua lezione.
Opporcamorgana, me ne stavo dimenticando!” esclama spingendosi giù da muro per atterrare con grazia sul ballatoio in pietra, estraendo poi la bacchetta dalla tasca assieme a quella che pare una borsa in miniatura, delle dimensioni d'un portachiavi; la appoggia delicatamente sul corrimano per poi darle un colpetto e questa s'allarga, riacquisendo le originali dimensioni sotto lo sguardo attento e perplesso dell'ex insegnante che, ancora poggiato contro al muro a braccia conserte, si domanda quale nuovo tarlo abbia preso a rodere il cervello della giovane Potter, scatenando una tal follia; inoltre è stupito dalla quantità di oggetti contenuti – e dalla profondità – nella tracolla in tela grezza dentro la quale la strega scava, immersa con tutta la parte superiore del busto, riconoscendo che l'incantesimo di estensione le sia venuto davvero bene.
Devo decidermi a buttare un po' di cose. Tipo i tramezzini. Saranno dentro da settimane ed iniziano a puzzare in modo sospetto” borbotta distrattamente impilando alla sua destra numerosi saggi e romanzi, passando poi a lanciare distrattamente giù dalla torre mele oramai avvizzite e pezzi di cracker mezzi sbriciolati, seguiti da pezzi di pergamena che s'involano nella brezza e scontrini di qualche locale babbano; dopo aver rimosso un paio di cuffie e delle scarpe da ginnastica finalmente ciò che cercava si palesa e lei afferra l'oggetto esultante, riemergendo dalla borsa come uno speleologo uscirebbe da una nuova caverna, sorridendo.
Eccolo!”

Piton assottiglia lo sguardo fissandolo sul pacchetto quadrangolare fasciato da una pacchianissima carta verde smeraldo ornata da serpenti in rilievo, chiusa da un nastro argenteo con fiocco schiacciato,che la Potter tiene fra le dita intirizzite dal freddo, mentre una terribile certezza congela pensieri e movimenti inchiodandolo a tradimento lì, fra lei e la parete esterna della guferia.

Non può essere.
Non è così tanto matta...

Mi spiace, il fiocco deve essersi schiacciato contro i libri e la carta è piena di briciole. Ma questo è per te, non ti dico 'Buon Natale' perchè non voglio ricevere gli insulti che riservavi ai tuoi studenti, ma...beh...oh, Auguri!” le guance di Lily Luna si tingono d'un leggero color porpora quando ruota per averlo di fronte, allungando con un gesto incerto e frettoloso che tradisce tutta l'ansia e l'imbarazzo provato il pacchetto stropicciato, maledicendosi per aver avuto un'idea così tanto stupida; non è mai stata brava a fare regali, né ha mai sentito il bisogno di comprare cose 'inutili' per persone al di fuori della famiglia, inoltre non sa come gestire quel senso d'inadeguatezza che pare coglierla ogni volta in cui tenta d'instaurare un dialogo – rapporto – civile con Piton che vada oltre le consuete battute di scherno.
Dalla notte del Solstizio, quando l'ha abbracciato per consolarlo e fatto sdraiare sulle sue ginocchia per dormire, si rende conto che molte cose sono 'cambiate'; è cambiata lei, il suo modo di porsi nei confronti del burbero ex insegnante e le sensazioni causate dalla sua vicinanza, che paiono risvegliare sottopelle un fuoco caldo e languido che lei non sa come controllare, né come chiamare, spingendola a chiedersi se oltre all'amicizia – che lui rifiuta con forza – esso non indichi altro ma, negata nel comprendere i sentimenti com'è, teme che questo quesito non troverà risposta per lungo tempo.

Sarebbe?” domanda Severus monocorde, fissando il pacchetto come se fosse una sacca di sterco ancora fumante senza accennare a scomporsi per afferrarlo; fra tutte le follie compiute dalla giovane strega negli ultimi quattro giorni questa è sicuramente la più azzardata – o se la gioca con l'uscire nella tormenta, quantomeno – e per qualche istante l'unico impulso folle e feroce dell'uomo è svanire all'interno delle ombre circostanti piantandola lì, dopo averla ricoperta d'insulti per la sua stupidità, poiché non riesce a comprendere il perché lei si ostini a voler instaurare un legame che vada oltre la semplice collaborazione a fini pratici, abolendo il 'lei' per l'informale seconda persona e spingendolo ad affrontare internamente – a fatica – una miriade d'emozioni che credeva morte assieme alla sua infanzia perduta.

Non capisci il tormento che mi causi, mocciosa?
Non comprendi quanto sei stata folle, la notte del ventuno?
Le bestie feroci non si addomesticano, vanno lasciate libere d'autodistruggersi.

Potter, non voglio regali. Non da te” vi è una nota intransigente nelle parole pronunciate con astio che smorza il sorriso imbarazzato della ragazza, intenta a snocciolare assurdità in preda ad uno dei suoi tipici attacchi d'ansia che la portano a parlare a sproposito, facendole nuovamente assumere quell'espressione adulta e seria che tanto stona con i suoi sedici anni anagrafici e che la rende terribilmente altera; abbassa le braccia sconfitta, piegando appena il capo per nascondere la sottile patina di lacrime che le ha velato gli occhi, prima di voltarsi di nuovo per concentrarsi sul buttare nuovamente tutte le sue cose all'interno della borsa, sentendo fra le scapole lo sguardo tagliente e penetrante del mago.
Il silenzio cala fra loro come una coltre sinistra, rotto appena dallo stridio dei gufi e dal frusciare del vento fra le fronde innevate della foresta proibita, fischiando poi in modo lugubre quando s'insinua negli anfratti fra le pietre rozzamente squadrate della guferia circolare, ottima cassa di risonanza; getta 'l'Odissea' ed il mantello all'interno dell'infinito spazio contenuto dalla tela grezza, recuperando poi la bacchetta per ridurne le dimensioni a quelle d'un portachiavi, lasciando volutamente poggiato sul corrimano coperto di brina il pacchetto stropicciato e malandato.
Abbandonato.

Lo lascio qui. Puoi buttarlo o fare in modo che lo trovi qualcun altro. Non importa. Per me l'importante è il pensiero e farti capire che, nonostante la morte, non sei solo. Che qui ci sono ancora persone che s'interessano di te e vogliono esserti amiche, amiche davvero. Beh, auguri Severus Piton” scandisce piattamente voltando appena il capo per inchiodarlo con occhi castani scuri e tetri, accusatori, velati da una patina troppo luminosa per essere la naturale membrana che riveste il bulbo; Piton trattiene un'imprecazione fra le labbra e s'impone autocontrollo, nonostante la vista di quelle lacrime non versate – rabbiose – lo spinga a trovare una scusa qualsiasi per non farla andar via in quello stato, creando un'ulteriore crepa in quel rapporto fatto di slanci e folli eccessi che li lega indissolubilmente.
Ma davanti a quella giovane strega sedicenne, dai capelli di fiamma e l'animo in tumulto, non può far altro che mantenere la rigida e composta posizione distaccata assunta quando s'è palesato sul ballatoio, evitando accuratamente il contatto che – follemente – desidera, così da lasciarla scendere le scale a balzi nervosi,senza intervenire né afferrarla per un braccio, trascinandola nuovamente indietro per provare a spiegarle quanto sia difficile per lui accettare regali, credere che qualcun altro oltre a Silente – per opportunismo – e a Lily – finché è durata – possa interessarsi alla sua persona, facendole però capire che qualunque rapporto possa nascere tra di loro sarà sempre, profondamente, sbagliato.

Profumi ancora d'incenso e sapone d'Aleppo?
Perché, nonostante l'addestramento e l'autocontrollo, sento ancora quell'abbraccio e mi manca?
'Salazar! Hai solo sedici anni ed io non ho mai provato alcunché per le teste di legno femmine transitate in questa scuola quand'ancora ero insegnante.
Inoltre puoi essere un giglio, ma non sarai mai Lily.

Vigliacco.
Sei un vigliacco.

Serra le palpebre con forza ed il mondo svanisce inghiottito da una coltre nera costellata da bianchi punti mobili, mentre una torma di pensieri gli agita la mente abbattendo raziocinio ed autocontrollo, rammentandogli con insistenza l'ampio stanzone della Testa di Porco e la pietra fredda che fa da rivestimento al grande camino contro la quale l'ha gettata con l'idea di – farle del male – schernirla; poi la memoria si sfalda restituendogli frammenti di ricordi che paiono fantasie strappate ad un sogno: i rossi capelli legati in una treccia a lisca di pesce dalla quale sfuggono alcune ciocche ribelli e le labbra morbide, ferite, tinte di cremisi sotto uno sguardo altero e profondo, da dona più che d'adolescente, mentre lei si alza sulle punte per passargli le braccia attorno al collo e stringerlo a sé; cantava, l'ha vegliato finché il sonno non l'ha vinta anziché lasciarlo solo, abbandonandolo alle sue ombre come aveva fatto Lily Evans decenni prima, mostrandosi assai più saggia e crudele.

Non so provare sentimenti, Potter.
Non so ringraziare né mostrarmi felice per questo stupido, folle gesto.
Però di una cosa sono certo, sebbene sia sbagliata.
Devo sdebitarmi prima di pentirmene.

Potter!”

Lily Luna arresta la corsa – discesa negli inferi – così bruscamente da dover afferrare il corrimano in pietra coperto di brina per non scivolare sugli stretti gradini ghiacciati, voltandosi poi con espressione smarrita ed il cuore in gola verso la curva compiuta dalla scalinata, trovando l'alta e longilinea figura dell'uomo in piedi immobile, ad osservarla con occhi ossidiana muti e profondi come l'abisso
Torniamo alla guferia. C'è una cosa che voglio che tu veda” scandisce piattamente pregando che – per una volta – lei lo segua in silenzio senza porgli assurdi quesiti sul perché l'abbia richiamata in modo così brusco, indagando poi sulla natura di ciò che vuole mostrarle con una pedanteria talmente fastidiosa da rasentare quella mostrata dalla Granger durante i sui anni da studentessa; è figlia dei sui genitori, d'altronde, d'una Weasley troppo combattiva per arrendersi alla sconfitta data dal non contare alcunché per il Salvatore del Mondo Magico, che l'ha spinta a perseverare finché lui non l'ha sposata davvero, in una calda mattinata di giugno, e del ragazzo cocciuto che l'ha odiato per anni senza alcuna – ponderata – motivazione, ma la giovane Potter ancora una volta lo stupisce, seguendolo in silenzio dopo diversi minuti passati a fissarlo con quegli occhi di terra e buio velati di lacrime non versate.

La salita verso il cielo è una sorta di catabasi militare, un viaggio d'espiazione compiuto da entrambi senza emettere fiato poiché – a volte – il silenzio è davvero la miglior soluzione, il miglior spazio in cui lasciar vagare pensieri che altrimenti non troverebbero collocazione, troppo astruisi per prendere forma verbale; ad ogni passo Piton trema, colpito dall'avventatezza con la quale s'è staccato dalla posizione sicura contro al freddo muro per correre dietro alla ragazza, fermandola poco prima che svanisse nel caldo e rassicurante corridoio del castello, animato da un riflesso della folle audacia che lei pare avergli trasmesso per osmosi e che ora gli secca la bocca, rendendo amara la saliva, poiché ciò che sta per accingersi a fare è decisamente folle e fuori dai suoi schemi.
Lily Luna sale lentamente ogni gradino osservando il lungo mantello dell'uomo ondeggiare nella brezza fredda, con occhi ancora umidi e l'espressione contrita ereditata da nonna Molly ad incurvare le labbra, studiandone la schiena con crescente sospetto poiché teme l'ennesima cattiveria, una sequela di parole taglienti alle quali non potrà reagire, poiché sapere – sa, non è stupida - che sua nonna l'ha danneggiato al punto da spingerlo ad essere chiuso e perduto, la getta in uno sconforto torbido.
Quando giungono sul pianerottolo l'alba è ormai una linea sottile all'orizzonte e taglia il velo della notte come una lama, ma le stelle brillano ancora fulgide attorno alla luna non più piena e paiono osservarli divertite, chiedendosi quanto durerà quello stallo silenzioso che li ha colti di nuovo lì, circondati da gufi industriosi intenti ad andare e venire dalla tana, portando in bocca piccole prede; sul corrimano in pietra giace ancora, intonso e spiegazzato, il pacchetto verde dal fiocco schiacciato.
Piton gli lancia un'occhiata fugace e sospira, estraendo la bacchetta dalla manica della casacca con una lentezza che trasuda paura prima d'avvicinarvisi, toccandolo con la punta dimodoché rimpicciolisca e possa comodamente entrare fra le ampie tasche del suo mantello poi, inaspettatamente, ripone il legno al suo posto e si issa sul parapetto in uno svolazzo di capelli e manto neri come l'ala d'un corvo, alzandosi in piedi sullo stretto muro con il viso rivolto verso l'abisso e la schiena alla guferia, sotto lo sguardo attonito d'una Lily Luna il cui cuore ha iniziato a battere frenetico, slanciatasi in avanti per fermarlo.

Sei impazzito?” domanda la strega guardandolo con occhi sgranati ed un'espressione decisamente preoccupata mentre stringe saldamente fra le dita fredde un lembo del suo mantello scuro, tirandolo verso sé; anche se cadesse non morirebbe – non può –, di ciò ne è conscia, ma l'idea che Piton possa prodigarsi in una cosa tanto assurda ed insensata quale saltare dal muro che delimita il ballatoio della guferia la inquieta, specie poi se il motivo è uno stupido regalo di Natale consegnato in modo assai frettoloso ed imbarazzato.
Fino a pochi minuti fa non eri tu quella appollaiata qui sopra, infastidita dal fatto che ti avessi chiesto di scendere? Su Potter, smetti d'importunarmi con le tue inutili apprensioni e sali, non abbiamo tutta la mattina” replica accigliato, scostando con un movimento secco della mano i lunghi capelli neri che il vento gli sospinge contro il viso per donare un'occhiata seria ed intransigente, la stessa che accompagnava le istruzioni scritte alla lavagna per la preparazione della pozione del giorno, cosicché gli studenti non si arrischiassero ad importunarlo; lei scuote il capo, facendo ondeggiare la massa di capelli ribelli e, riluttante, molla la presa sulla stoffa scura senza però accennare ad eseguire la richiesta, reputandola troppo insensata.
Potter...” sibila spazientito l'ex professore tendendole una mano pallida ed affusolata, con dita costellate di cicatrici e calli procurati dai numerosi anni a tagliare e trattare ingredienti che lei studia incerta, con il cuore tachicardico e la mente in subbuglio per l'assurdità di quel gesto così spontaneo, ma poco consono alla natura schiva e conservatrice di Piton.
Quel che sto per dire mi costa fatica, quindi cerca di comprendere: sono ancora convinto che tu non debba farmi regali, poiché la nostra 'situazione' è talmente scomoda da non permetterci alcun approfondimento d'interazione oltre la collaborazione per cacciare i risvegliati e porre fine alla magia che mi ha resuscitato. Però mentirei se ti dicessi che il tuo gesto mi è stato indifferente. E non voglio. Non qui. Quindi fidati di me e sali, Potter, permettimi di mostrarti una cosa” ogni parola pronunciata pesa come granito ed è difficile, carica d'altri mille significati rimasti inespressi, Lily Luna lo capisce osservando gli eterni ed immutabili occhi ossidiana del mago inginocchiato sulla balaustra in pietra e la sua mano tesa, così elegante rispetto alle sue; titubante s'avvicina e l'afferra senza proferir verbo, issandosi sul muretto aiutata da Piton mentre l'aria le sferza il corpo con inclemente ferocia, spingendola a barcollare.
Con un gesti fluidi ed impensati Piton l'aiuta a mantenere l'equilibrio trattenendola per le spalle, appoggiandosi con il petto contro la sua schiena in un modo così – innaturale – repentino che alla strega tremano le ginocchia e deve far ricorso a tutto il suo autocontrollo per non cedere, cadendo nel vento come una foglia avvizzita; il cuore pompa frenetico pulsando con la cadenza d'un tamburo da guerra nelle tempie, annichilendo pensieri e ragione in favore d'un formicolio che si diffonde tiepido e piacevole sulle guance fredde, pallide, originando dal basso ventre; un guizzo nero l'attira, così volta la testa alla sua sinistra, trovandosi pericolosamente vicina il volto pallido e spigoloso dell'uomo, chinatosi per sussurrarle con estrema calma quella citazione tratta dal libro di Sepùlveda che lei stessa aveva pronunciato settimane addietro, al termine della partita di Quidditch contro Tassorosso.

Perché tutto questo?” domanda incerta, con la voce incrinata dalla tachicardia e gli occhi pizzicati dal gelo, studiando le iridi nere in cui, da così vicino, riesce a scorgere l'anello di stacco dalla pupilla lievemente più scura; lui incurva le labbra pallide in un sorriso senz'enfasi e la trascina ancor più contro di sé,coprendola con il lungo mantello pece.
Perché sull'orlo del baratro mi hai fatto capire la cosa più importante, Potter. Vola solo chi osa farlo. Ed in questo lasso di tempo che non è alba né notte voglio mostrarti ciò che non ho mai mostrato ad anima viva, una parte di me che nemmeno tua nonna ha mai conosciuto, poiché la temeva. Non montarti la testa, questa sarà l'unica eccezione che ti concederò e solo, sottolineo solo, perché sei stata tanto folle ed avventata da salvarmi, giorni fa. Poi pregherei che tu mi lasciassi in pace, importunando qualcun altro” ma la voce non suona affatto ammonitrice come dovrebbe, bensì calma e pacata, carica d'una serena consapevolezza che tradisce il vero senso di quanto appena pronunciato, ma Lily Luna non vi bada, persa ad inspirare l'odore di sandalo e pergamene antiche dell'uomo che ora la stringe in una abbraccio così simile a quello immortalato da Klimt nella sua famosa opera, poco prima d'invitarla a trattenere il respiro e prepararsi; la giovane non fa in tempo a chiedere 'per cosa?' poiché le parole le restano incastrate in gola, falciate dalla sferzata del vento che le frusta il viso quando il mago si sbilancia in avanti, gettando entrambi in caduta libera nel vuoto.
Una selva d'imprecazioni le invadono la mente senza però acquisire forma, poiché i polmoni sono improvvisamente svuotati e non riesce a coordinarli sufficientemente bene per riprendere la respirazione, stordita dalla gravità e dalla visione del tetto buio che riveste il corridoio del settimo piano farsi sempre più vicino; strizza gli occhi con forza, chiedendosi come mai Severus si sia deciso ad ucciderla così, quando avrebbe potuto utilizzare metodi meno sospetti e più rapidi, mesi addietro.

Lo vorrà far passare per suicidio, sicuro.

Ma l'impatto contro le tegole scura non giunge e, quando riapre a fatica le palpebre, scopre d'essere divenuta un brandello di fumo ed ombra a cavallo delle correnti ascensionali, avvinghiata come un gatto terrorizzato al corpo di Severus che la sospinge verso l'immensità della volta notturna, prodigandosi in evoluzioni impossibili da compiere a cavallo d'una scopa; la ragazza piange di gioia e ride, ride come pensa di non aver mai fatto durante i suoi sedici anni di vita mentre osserva con occhi rapiti il mondo nero, sull'orlo dell'alba, stagliarsi sotto al suo corpo così lontano e perso, quasi appartenesse ad un'altra realtà; girano attorno alle torri del castello, salendo e scendendo nel vento accompagnati da allocchi e gufi, civette e Thestral, planando poi a pochi centimetri dalle gelide acque del Lago Nero nelle quali lei intinge la punta delle dita fumose, deliziata, prima che il mago s'involi di nuovo, portandola a girovagare sopra le alte cime dei pini innevati.
Da Vinci aveva ragione, l'uomo può davvero volare. Senza bisogno d'ali o aerei però” sussurra Piton nel vento, facendola rabbrividire mentre il petto le si gonfia colmo d'una gioia incontenibile, alimentata dalla certezza che quello – nonostante non fosse premeditato – sia stato il gesto più bello e premuroso che qualcuno le abbia mai rivolto.


A lei, selvaggia e folle kore figlia della Terra,
Severus Piton ha appena donato l'alba e la vastità del cielo.





Stralci d'indagini: Il Nome del Pellegrino

[foglio A4 a quadretti, allegato sopra al Codice sul volo mediante clip]



Ministero della Magia,
24 dicembre 2023, ore 09.17
Dipartimento per la Difesa Magica, Sezione Auror – Celle di detenzione


Un pesante oggetto metallico cozza ritmico contro la parete in pietra spessa, scandendo l'incedere del tempo in quel luogo ove esso pare assente, dato che ogni minuto pare eterno e non v'è distinzione fra giorno e notte, dato che le celle non hanno finestre e le uniche presenti – finte – sono incantate; Harry Potter cammina a passo marziale lungo il buio e stretto corridoio ornato da lampade alogene sfarfallanti, che inondano l'ambiente d'una luce pallida e sinistra come un velo mortifero, calcando bene i tacchi degli stivali sulla pietra squadrata affinché facciano più rumore possibile, così da coprire quel ticchettio così fastidioso, incessante.
Sottobraccio stringe una cartellina blu alla quale sono pinzati diversi fogli stampati e pezzi di pergamena, correlati da un fascicolo fotografico e dalla perizia medica svolta sul detenuto ospitato nella cella 31, l'ultima in fondo, posta nella parte più scura e buia della Sezione Detenzione; tutti gli altri cubicoli – 35 in totale – sono vuoti, poiché generalmente i sospettati restano lì 'ospiti' giusto il tempo di definire l'accusa, venendo poi immediatamente trasferiti ad Azkaban, inoltre ora che è stato ultimato il nuovo distaccamento comprendente l'accademia per Auror e la centrale operativa, nessuno dei suoi colleghi entra più lì da mesi, preferendo utilizzare le nuove e più sicure celle del reparto sito nella East London Tech City.

Toc..
Toc...
Toc...

Quando arriva di fronte ad una grossa e vetusta porta metallica munita di spioncino all'altezza del viso, l'Auror inspira lentamente l'aria fredda e greve – viziata – di quel corridoio buio e dimenticato, mentre gli occhi verdi s'assottigliano studiando le numerose ammaccature nel ferro e lo strato sottile di ruggine che ha preso ad avanzare lungo i bordi; la mano destra trema quando l'alza per aprire la chiusura a ghigliottina, gettando poi uno sguardo all'interno della cella semibuia per studiare la figura accucciata a terra vicino alla finta finestrella a feritoia, con il capo chino ed i biondi – paglierini – capello scarmigliati a ricoprire il volto smunto e cadaverico, intenta a picchiare ritmicamente l'angolo d'una macchina fotografica vintage contro i lastroni in pietra che costituiscono il pavimento.

Toc...
Toc...
Toc...

Buongiorno. I medimaghi che ti hanno visitato la settimana scorsa mi hanno fatto avere i referti completi, uniti alla diagnosi che potrebbe classificare la tua 'condizione'” mormora Harry con voce incrinata da una nota d'angoscia ben udibile, senza distogliere lo sguardo dal giovane basso, sin troppo magro, che pare non ascoltarlo per niente, perso in chissà quale universo – o ricordo – folle, continuando a giocare con la macchina fotografica.
Indossa una divisa scolastica sovrastata da un mantello foderato in rosso, sporca di terriccio risultante provenire dal Cairngorns National Park, più specificatamente dall'area sita fra i grandi laghi ove sorge Hogwarts – ed cimitero dei caduti – , sul quale spicca all'altezza del cuore il logo della casa di Godric; il particolare inquietante però non è il terriccio, bensì la quantità enorme di sangue secco che impregna i tessuti, conferendo al maglioncino scuro una sinistra tonalità cremisi, come 'inquietanti' sono stati i responsi dei guaritori che hanno visitato il ragazzo: ha circa sedici anni, non presenta battito né circolo ed il poco sangue che gli scorre in corpo fra stomaco ed intestini non è suo, bensì d'una mucca, la stessa trovata morta a Blair Atholl.
Inoltre è clinicamente morto da circa venticinque anni.

Lo so, perché io c'ero quand'è successo.
Fra le mura di Hogwarts.

Colin...” mormora Harry addolcendo lo sguardo, osservando con sgomento il viso del ragazzo che, dal suo secondo anno in poi, l'aveva seguito adorante e speranzoso continuando a scattare imbarazzanti fotografie, oltre a subissarlo di futili quesiti ed attenzioni non richieste; quando, la notte del 12 dicembre, Dudley l'aveva chiamato alle dieci di sera con la voce incrinata dal terrore, adducendo ad un'aggressione da parte di un 'essere magico' ai suoi genitori, l'Auror non ci aveva pensato due volte ad abbandonare l'ufficio per correre in Privet Drive numero 4 a controllare cosa fosse accaduto.
Quando aveva scorto l'esile e bassa figura di Colin Canon, immobile sulla soglia di casa Dursley ed intento a terrorizzare i suoi zii con un espressione decisamente folle, cantilenando quella che – all'inizio – aveva scambiato per un'assurda ed infantile filastrocca, il suo cuore aveva perso un battito ed il sangue gli era gelato nelle vene, lasciandolo in stato di shock poiché quello, seppur sporco ed emaciato, non poteva essere altri che il suo vecchio compagno di scuola, perché Colin era rimasto identico a quando l'avevano seppellito nel Cimitero dei Caduti, con la sciarpa giallo- rosso di Grifondoro ben stretta al collo ed i mocassini ai piedi, solo i suoi occhi apparivano diversi: più folli e spiritati, assenti e pallidi come quelli d'un cadavere.

Devo trovare la fonte.
Ha un cognome così familiare

I medimaghi dicono che non sei affatto vivo. Cammini e parli, sembri umano. Ma non lo sei più. Escludono che tu sia un Inferus, dato che hai dimostrato di possedere una tua volontà ed il tuo corpo non sembra controllato da alcuna magia oscura, ma io ho bisogno di sapere come hai fatto ad arrivare a Londra. Chi ti ha prelevato dal cimitero? Chi ti ha...” la parola 'risvegliato' gli muore in gola prima d'affiorare alle labbra, annichilita da quella certezza che per giorni ha tentato di scacciare con forza e raziocinio, poiché l'idea che vi sia un vero negromante in giro per l'Inghilterra è assai più terribile ed inquietante d'una semplice fuga da una nave cargo di qualche bizzarra e straniera creatura importata illegalmente, oppure del coinvolgimento di qualche freak scozzese in loschi traffici di sangue; sebbene sia conscio che gli americani ed il Ministro della Magia non aspettino altro – un'ottima occasione per presentare l'efficienza della nuova squadra operativa – lui, che ancor prima di divenire un Guardiano già aveva sconfitto il più grande Mago Oscuro del secolo, avverte un sinistro brivido freddo corrergli dalla nuca lungo la spina dorsale, allarme che lo pone ad affrontare la situazione con calma e discrezione poiché potrebbe risultare assai pericolosa: la negromanzia è stata bandita dall'Inghilterra Magica già nel X sec. d.C con una bolla ufficiale ancora in vigore, sottoscritta dai più grandi maghi del tempo e vi è un motivo se gli atti di tutti i processi a stregoni venivano compiuti rapidamente, spedendo i condannati al rogo prima che potessero raccogliere seguaci.
Voldemort possedeva una legione di Inferus ed era ritenuto pericoloso, ma queste creature sono solo corpi rianimati e controllati dalla magia, non esseri senzienti in grado di provare impulsi quale fame, rabbia e desiderio d'uccidere, come invece fanno i cadaveri resuscitati da un negromante comunemente definiti zombie.
Sa che in molti stati d'Europa e nel mondo, Italia compresa – cosa strana, vista la presenza entro i suoi confini della Città del Vaticano - , quest'arte è legale e praticata da numerose persone, per lo più facenti parte di 'agenzie' apposite quando non vengono assunte alle dirette dipendenze dello Stato e sono tutelate, talvolta privilegiate, poiché il loro è un potere estremamente raro; dalle scarne ricerche svolte ha compreso che si tratta di un 'dono di sangue' tramandato con cura ed orgoglio che si manifesta più nelle donne che negli uomini, arrivando alla conclusione – affrettata – che, se davvero la rinascita di Colin è stata opera d'un negromante – esso deve per forza essere giunto dall'estero dato che in Inghliterra non ne esistono.

Colin, ho bisogno di sapere perché la persona che ti ha resuscitato è arrivata fino ad Hogwarts. Cosa cercava nel cimitero dei caduti?”

Tum...
Tum...
Tum...

Le domande poste sono sempre le stesse, da ormai undici giorni, ma Canon pare non udirle chiuso com'è nella sua realtà distorta ed impegnato a battere sempre più violentemente la pesante macchina fotografica contro i lastroni in pietra, scandendo un tempo che per lui non esiste più da decenni; Harry ha provato a parlargli di Hogwarts, delle avventure condivise assieme cercando d'invogliarlo a parlare ininterrottamente come faceva quand'ancora era in vita, scoprendo che il ragazzo ricorda poco o nulla delle esperienze ante-mortem ed il suo unico pensiero fisso è trovare questa fantomatica 'fonte' a cui deve riferire 'cose importanti', avendo come unico riferimento il suo nome senza ben sapere quale sia, solo che è 'così familiare'.

Un rebus.

Non sa nemmeno perché l'istinto – crede che l'amico utilizzi quello per muoversi – l'abbia condotto al numero 4 di Privet Drive, né come abbia fatto ad arrivarvi dalla Scozia o quanto tempo sia durato il suo viaggio, dato che i medimaghi non possono certificare la data del risveglio nel cimitero di Hogwarts; ha chiesto a Minerva McGranitt, sua ex insegnante di Trasigurazione ed ora preside della scuola, di svolgere un discreto sopralluogo nell'area funeraria, chiedendole di contare quanti cadaveri manchino dalle tombe ed è rimasto sgomento nel constatare il loro numero: tanti, troppi.
Probabilmente le creature che hanno creato scompiglio ad Edimburgo sono tutti ex studenti di Hogwarts morti durante l'assedio e resuscitati da questo fantomatico negromante per imprecisate ragioni, poiché non v'è motivo di liberare un'orda di cadaveri senza controllo in giro per l'Inghilterra rimanendo poi in silenzio, senza avanzare alcuna richiesta, quasi quanto accaduto fosse stato un gesto causale, non voluto; o forse sta semplicemente aspettando che la nazione piombi nel caos, poiché non ci vorrà molto prima che qualcuno – anche di sfuggita – riconosca qualcuno dei morti.

Eppure, nonostante la pericolosità del quadro raccolto sin ora – incompleto, frammentato e claudicante – non ha condiviso queste informazioni con nessuno, nemmeno con la sua squadra, nascondendo Colin all'interno di quel reparto di Detenzione oramai in disuso ed obliviando i medimaghi che l'hanno visitato cosicché non ricordassero le informazioni fornitegli; se Green – il suo capo – dovesse scoprirlo finirebbe degradato, a pulire i cessi con spugna e detersivo da qui al giorno della pensione, ma qualcosa – istinto di sopravvivenza – gli ha suggerito che condividere tali informazioni ora sarebbe risultato assai pericoloso, specie dovendo coinvolgere gli americani dei quali sì, si fida, ma non così ciecamente come pretendono i suoi superiori: Marcus Meyer, suo parigrado e comandante della squadra giunta dagli Stati Uniti è capace, competente ed abile nello scovare maghi oscuri, ma possiede anche una crudeltà nel catturarli ed interrogarli brutale, come se dimenticasse che si tratti di esseri umani come lui e che il fatto d'aver abbracciato le Arti Oscure non lo autorizza a compiere atrocità per farli confessare; Anderson poi, il giovane e brillante Ministro degli Esteri americano è brillante, dotato di un'eleganza e padronanza del lessico che incanta – e Marlowe-Finch sogna ardentemente -, ma quando cerca di far notare i comportamenti sin troppo aggressivi del suo collega, glissa sorridendo benevolo.

Harry, chi sceglie la via Oscura è destinato a soffrire.
Marcus glielo sta solo ricordando.

Colin, so che sono sparite altre sal...altri, dal parco di Hogwarts. Durante il tuo viaggio fino a Little Whinging li hai forse incontrati?”

Tum..
Tum..
Tum...

La mano sottile di Minerva McGrantt aveva sicuramente tremato nello scrivere la missiva di risposta, date le numerose sbavature che si diramano dalle lettere scritte in un corsivo tremolante, timoroso, che formano i nomi dei compagni caduti in battaglia le cui bare sono ora tristemente vuote ed i corpi svaniti; Harry inghiotte un grumo amaro di saliva e si schiarisce la gola, continuando a fissare la schiena fasciata dal mantello di Grifondoro di Colin senza però vederla davvero, infilando la mano sinistra in tasca per stringere ancora una volta, quasi volesse essere sicuro della sua presenza, il pezzo di pergamena giunto dalla Scozia con gufo prioritario, sigillato e coperto d'incantesimi anti-rintraccio.

Alban Davies (Corvonero)
Colin Canon
Lavanda Brown
Ninfadora Tonks
Remus Lupin
Fred Weasley
Severus Piton.

E qui la professoressa – ora preside – deve aver pianto, poiché l'acqua ha sbavato l'inchiostro sino a rendere il nome del suo ex insegnante di pozioni solo intuibile, un'accozzaglia indistinta di lettere separate dall'ordinato elenco comprendente circa una decina di nomi, tutti appartenenti a persone importanti per lui, amici e compagni che s'erano sacrificati per permettergli di sconfiggere Voldemort mettendo così fine al suo regno di terrore; più volte negli scorsi giorni e durante le notti passate insonne, ha riflettuto sul perché buona parte dei cadaveri resuscitati appartengano a chi, in vita, gli era stato vicino, giungendo alla conclusione che questo fantomatico negromante deve per forza avere qualche conto in sospeso con lui.
Non si spiegherebbe, altrimenti.

Tum.

Concentrato su infausti pensieri e possibili teorie, Harry non s'accorge dell'improvviso e tombale silenzio disceso nell'area di detenzione, né nota che Colin ha finalmente voltato il capo nella sua direzione, accantonando la macchina fotografica per squadralo con occhi pallidi e lattiginosi come burro chiarificato, storcendo le labbra incrostate di sangue secco in un sorriso decisamente inquietante, simile alla bocca sbavante d'un mastino pronto ad azzannare al collo la preda; è l'impatto violento d'un corpo contro la spessa e fredda porta della cella a spingerlo – riflesso condizionato – a balzare indietro con foga, gettando la cartellina a terra ed estraendo la lunga bacchetta ornata da palline intarsiate per puntarla contro lo spioncino ancora aperto, dal quale s'intravede, nell'intermittente luce prodotta dalle lampade alogene, una porzione del viso cadaverico del ragazzo, che lo fissa in silenzio, serio e terribile.

La fonte...” gracchia sommessamente, grattando con le corte unghie il metallo venato di ruggine.
Prima che la trovi lui...io devo trovare la fonte. Ha un nome così familiare e deve sapere, sapere la sua storia. Sapere della reliquia”

Colin...non posso aiutarti se non mi spieghi. Chi è la fonte? Di che oggetto parli?” domanda l'Auror avvicinandosi cautamente, mantenendo la bacchetta ben salda davanti a sé, ma l'ex compagno di scuola ignora le domande, continuando a biascicare nozioni sconnesse legate alla via che conduce alla 'reliquia', di cui solo la 'fonte' può conoscere l'esatta ubicazione poiché è l'unica in grado di ascoltare ed interpretare quanto ha da riferire; una goccia di sudore freddo scivola lungo la tempia del ragazzo sopravvissuto, perdendosi all'interno dell'alto colletto del giaccone.
Chi è la fonte? Dove sono gli altri? Colin...sono Harry. Puoi fidarti di me” mormora dolcemente, osservando la porzione pallida e smunta di viso del ragazzo con occhi colmi di tristezza per la condizione misera in cui versa, intrappolato in un mondo fatto di follia, sangue ed ombre che gl'impedisce di ricordare cos'è stato in vita; gli occhi pallidi – morti – si fissano nel verde liquido dei suoi, seri e solenni come una condanna mentre il ragazzo, a fatica, sibila.


E la fonte...potrà fidarsi...di te?
Quando saprai cos'è...
Quando capirai.
Tu la...proteggerai?”






Lettere I

[Corrispondenza epistolare archiviata assieme all'A4 a quadretti, pinzata]




Alla cortese attenzione

del Sig. Harry James Potter,

Ministero della Magia – Dipartimento per la Difesa Magica

Sez. Auror


Buonasera Potter,
Domando perdono per il ritardo con il quale giunge questa mia risposta, purtroppo impegni inderogabili mi hanno tenuta lontana da Hogwarts in data odierna; non mi dilungherò in ulteriori chiacchiere, vista la gravità della situazione e della richiesta che mi hai fatto pervenire con urgenza.
Ho eseguito, recandomi all'interno del Cimitero dei Caduti.
Sebbene la terra delle tombe non risulti smossa e le lapidi siano ancora intatte, sono bastati pochi incantesimi per capire che qualcosa, lì, è successa davvero.
Diversi corpi sono stati strappati al loro riposo eterno ed è con sgomento crescente che allego, qui, sotto, una lista dei loro nomi:


  • Brown Lavanda

  • Canon Colin

  • Davies Alban

  • Lupin Remus

  • Tonks Ninfadora

  • Weasley Fred

ed in ultimo, Sev....s P...t.n.

Non negherò che il colpo è stato violento e mi ha costretta ad appoggiarmi alla tomba di Albus per non cadere a terra, mia unica certezza dato che, fortunatamente, lui sembra tutt'ora riposare in pace.
Ti informo che ho già provveduto a controllare tutti gli incantesimi difensivi posti attorno al parco e sul castello, notando che nessuno è stato manomesso o ha riscontrato elevate quantità d'energia magica negli ultimi trenta giorni; chiunque si sia intrufolato qui per spostare i corpi deve essere davvero abile; confido in te e nelle tua capacità, certa che saprai identificarlo e che restituirai i nostri cari compagni al loro giusto e meritato riposo.

Restando a disposizione per ogni necessità porgo
i miei più sinceri auguri d'un felice Natale a te e al resto della tua famiglia.


Cordialmente,


Minerva McGranitt

Preside di Hogwarts


P.S: Come da tua richiesta ti informo che Lily Luna sta bene, è molto presa dello studio e dagli allenamenti di Quidditch; so che ha in programma di restare ad Hogwarts per le vacanze di Natale e prometto che farò del mio meglio per tenerla d'occhio. Ora alleva un corvo, dice d'averlo salvato vicino all'orto delle zucche di Hagrid e, nonostante sia un volatile assai cocciuto, sembra essersi affezionato molto a tua figlia.
Non preoccuparti eccessivamente per lei, è una ragazza molto giudiziosa ed assai matura per la giovane età che possiede, inoltre è dotata d'un intelligenza rara, che la spinge ad essere sempre posata e riflessiva, mai irruenta; sarà in grado di tenersi lontana dai guai come non sei mai riuscito a fare tu, durante i tuoi anni al castello.




A Minerva McGranitt

Presso Castello di Hogwarts

Ufficio del Preside,


Buongiorno professoressa,

Le chiedo scusa se questa risposta giunge dopo diversi giorni ma, come immaginerà, sono nel bel mezzo di un indagine decisamente spinosa; le chiedo nuovamente di mantenere il massimo riserbo e di non divulgare ciò che ha scoperto all'interno del Cimitero dei Caduti, pur sapendo che ha già rispettato questo mio desiderio.
La ringrazio per le informazioni su Lils, da quando è iniziata questa faccenda sono molto preoccupato per lei, specie ora che le vacanze sono iniziate e lei ha manifestato la ferma intenzione di non voler tornare a casa, come invece ha fatto la cugina Rose, chiedendo a Ron ed Hermione di venirla a prendere.
Ma questo lei già lo sa.
Rose non ha commentato la scelta di mia figlia, fatto assai strano, limitandosi ad un ' E' impegnata con compiti extra' che mi ha insospettito, quindi le chiedo di indagare, se possibile, su quali attività stia svolgendo Lils che le impediscano di passare il Natale con la famiglia, anche se sono sicuro che non si tratti di nulla di preoccupante; ha ragione, Lily è una ragazza intelligente e coscienziosa, forse le mie sono solo ansie d'un genitore troppo apprensivo (e Auror!).
Il fatto che abbia salvato un corvo e lo stia allevando non mi stupisce, ha sempre adorato gli animali, affezionandosi a quelli più soli e bisognosi di cure; le cosiddette cause perse.
Prometto che farò del mio meglio per trovare il colpevole e riconsegnare le salme dei nostri amici al meritato riposo eterno, abbia fiducia.

Ricambiando gli auguri d'un Buon e Sereno Natale porgo,

Cordiali Saluti.


Londra, 23/12/2022                                                                                                                             Harry J. Potter






NDA: Eccoci giunti al quattordicesimo – undicesimo – capitolo.

@AutumnWind ho deciso di accontentarti e mostrare il momento in cui Lily Luna consegna il regalo di Natale a Severus, dopo averlo ritrovato all'interno della sua stanza, consegnato da Ernest (il gufo di Rose).
L'atmosfera non è affatto natalizia, bensì cupa e selvaggia, tanto che potrebbe tranquillamente essere un giorno d'inverno qualsiasi e non la cadenza del Sol Invictus, che da tradizione antica viene festeggiata la notte fra il 24 ed il 25 dicembre; in modo molto sottile e velato questa è una sorta di 'rinascita', un atto di fede mascherato da casuale follia che fungerà da altro piccolo nodino, legando Lily Luna e Severus un poco più strettamente.
La fissa della ragazza per i modelli di Da Vinci è la mia.

Questo secondo stralcio d'indagine si ricollega al primo (Capitolo IX) ed in esso trovano contesto alcuni altri elementi seminati fra i capitoli II (Scopriamo l'identità del famoso 'Pellegrino) ed 'Interludio: II' (iniziamo ad avere qualche dettaglio in più sugli americani): Harry Potter, nonostante sia cresciuto divenendo un Auror famoso e brillante, mantiene il brutto vizio di fare di testa sua, segregando il cadavere per trovare da sé una possibile soluzione alla sua presenza; ha già collegato molti punti della vicenda, ma tanti rimangono ancora oscuri, mentre altri indizi sono stati seminati con cura.

Siamo circa alla metà di questa storia, giusto per tirare un po' le somme e, più si va avanti, più la trama si fa matassa.

Ringrazio tutti coloro che sono giunti fin qui, che hanno aggiunto questa storia alle preferiteseguitericordate e chi ha trovato un briciolo di tempo per recensire e lasciarmi un parere.
Grazie davvero!



Alla prossima!



_Morgan

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Capitolo 15
*** .XII. Centro di comando, sala comune e laboratorio (08 gennaio 2024) ***


Nekiya - Capitolo XII

νέκυια

- Capitolo XII-

Centro di comando, sala comune e laboratorio

[Guida ai luoghi di Hogwarts e alle loro bizzarie]



Ci sono luoghi dove lasci frammenti di te,
mentre il corpo,
in silenzio,
procede il suo viaggio”

[Cit.]




Hogwarts,
Ufficio del Preside
08 gennaio 2024, ore 22.30

La punta della penna d'oca raschia la superficie porosa della pergamena, tracciando lettere in un corsivo elegante che costituiscono la risposta all'ennesima lettera d'un genitore preoccupato per il disastroso voto in Tasfigurazione del figlio – sig. Errowe, quinto anno Grifondoro -, risultato che egli attribuisce alla scarsa competenza dell'insegnante, del quale chiede un'immediata rimozione dalla cattedra, in quanto non ritiene che possa preparare adeguatamente ai G.U.F.O. I ragazzi del quinto anno; 'essendo poi indiano, figurarsi in quale capanna fangosa ha avuto modo di studiare la magia!' continua la missiva, calcando in maniera alquanto razzista e poco garbata su quanto Singh Amandeep sia la peggior scelta che Hogwarts abbia fatto negli ultimi vent'anni, senza tener alcun conto nei numerosi attestati e diplomi conseguiti dall'insegnante, né del fatto che risieda in Inghilterra da quando aveva quattro anni e sia andato avanti a borse di studio – vinte grazie al suo meritevole intelletto – per non dover gravare sui risparmi dei genitori, oppure l'opportunità – non poi così remota – che il signor Errowe sia effettivamente una capra in tal disciplina dato che preferisce passare le ore di lezione a pasticciare i quaderni, sghignazzando assieme a Fudge e Collins.
Minerva McGranitt sospira seccata, aggiungendo l'ultimo punto con veemenza tale da bucare la pergamena
prima di colpirla con un leggero tocco della bacchetta, affinché l'inchiostro asciughi, arrotolandola poi in modo sbrigativo per consegnarla ad un allocco pronto a partire; le missive ufficiali vengono ancora consegnate tramite gufo, mentre per altre comunicazioni meno 'solenni' da tempo sono stati adottati i computer o telefoni, sebbene lei non si sia mai presa la briga d'imparare ad usarli, delegando questo ingrato compito ad un Barley entusiasta che affianca volentieri il docente di Tecnologia Babbana Zhang Yichen, laureato in ingegneria aeronautica e con un master nella stessa disciplina all'Imperial College di Londra, nel rispondere alle infinite email inoltrate da una torma sempre più preoccupante di genitori dalle zucche più vuote d'una noce di cocco guasta.

I tempi sono davvero cambiati” mormora stancamente gettando un'occhiata alla pila di fogli A4 ordinatamente disposta sull'angolo sinistro della grande scrivania, il primo dei quali è una pagina scritta a computer in uno stampatello ordinato, recante in calce una firma femminile appartenente alla nuova presidentessa del consiglio genitori di Hogwarts che – sicuramente – l'ha disturbata per proporre qualche nuova, bizzarra iniziativa per rendere il soggiorno a scuola meno pesante per quei poveri 'ragazzi' costretti lontano da casa per così tanti mesi l'anno.
Mutano più velocemente di quanto noi pensiamo, Minerva. Un battito di ciglia e ci ritroviamo dinnanzi a tecnologie impensabili, a nuovi modi di pensare e percepire la realtà che ci circonda” mormora una voce dolce alle spalle della donna, la quale si volta appena per scoccare un'occhiata ai numerosi ritratti appesi sulla parete di fondo, incontrando un paio di occhi azzurro slavato carichi di saggezza, mentre le sue labbra s'incurvano in un sorriso mesto.
Si, Albus. Devo darti ragione, sebbene non approvi affatto la libertà con cui ora i genitori si permettono d'interferire negli affari della scuola, decidendo in autonomia quali insegnanti sono più idonei ad educare i loro preziosi pargoli, basandosi unicamente sui racconti di questi ultimi. Questa è la ventitreesima lettera che sono costretta a redigere per spiegare, sempre in tono cortese e composto, sia mai che mi taccino di maleducazione, che i docenti da me selezionati sono perfettamente in grado di occupare la cattedra assegnata loro e, se davvero v'è un problema con i voti del figlio, esso è da ricercarsi alla radice” sbotta la strega togliendosi gli occhiali dal viso per passare una mano minuta e pallida, venata di rughe, sopra le palpebre mentre il quadro di Silente ride bonariamente, adducendo ad alcuni episodi analoghi occorsi con Lucius Malfoy quando lui era preside.
A volte credo di non essere tagliata per questo ruolo, Albus. Tu e Severus sareste stati sicuramente più pronti di me ad accettare i numerosi cambiamenti avvenuti in questi vent'anni, nonché la sfacciataggine di mandare a quel paese qualcuno di questi idioti che, me ne vergogno, sono stati addirittura miei allievi”
Oh Minerva, da quel che ricordo non ti è mai mancata la faccia tosta di rispondere a tono agli ignoranti. Se non sbaglio persino la tua ultima missiva è carica d'una tale e tagliente ironia da far invidia alla spietatezza mostrata da Severus durante le sue lezioni, inoltre non avremmo potuto sperare in sostituta migliore di te, che sei sempre stata un'eccellente strega dotata d'intelligenza e praticità, nonché d'un abilità non comune. Dico bene, ragazzo mio?” domanda allegramente l'ex preside alla figura posta nel quadro affianco al suo.

Intelaiato in una cornice argentata dagli intricati ornamenti floreali a sbalzo, il Piton del ritratto appare adagiato contro l'alto schienale intarsiato della poltrona, con le palpebre abbassate e le braccia abbandonate mollemente sui braccioli in un chiaro stato dormiente; Minerva sospira pesantemente scuotendo il capo, tornando a voltarsi verso la scrivania ove recupera un grosso registro dalle pagine ingiallite, aprendolo ove aveva precedentemente infilato il segnalibro per finire di segnare le ultime spese sostenute dalla scuola, evitando così di pensare alla stranezza di non poter più udire la voce graffiante e roca del suo ex collega denigrare pesantemente le inopportune teste di legno, madri o padri d'una generazione dii idioti, che si sono permessi di scriverle per lamentarsi dei pessimi voti assegnati ai figli.
Anche Albus appare un po' sconsolato, dato che le infinite discussioni sulle più infime quisquilie portate avanti con il giovane insegnante di pozioni gli mancano terribilmente, essendo il suo unico – vero – passatempo in quella non-vita sospesa fatta d'osservazione e sonno.

Se consideriamo quanto scoperto nel Cimitero dei Caduti a seguito della lettera di Harry, dobbiamo supporre che il quadro di Severus resterà addormentato fintantoché lui sarà in vita” esclama la tela del vecchio mago, il cui viso ha assunto un'espressione meditabonda, spingendo l'anziana donna a smettere di scrivere; tutti i presidi erano rimasti inorriditi quando Minerva aveva raccontato loro delle indagini svolte da Harry Potter sull'improvvisa apparizione – in Scozia - di sinistre 'creature' che si nutrono di carne e sangue d'animali, domandandole poi di verificare se tutte le salme di coloro che avevano combattuto nella battaglia di Hogwarts del 1998 fossero ancora all'interno dei loro sepolcri, scoprendo così la terribile verità: alcune mancano, sebbene le tombe siano apparentemente intatte, e il suo ex allievo ora Auror sospetta che la loro improvvisa scomparsa sia opera di un negromante; anche la salma di Severus Piton è stata trafugata e, dalla mattina dell'uno novembre il suo quadro ha smesso di parlare, cadendo in quello strano stato letargico in ci tutt'ora versa senza alcuna possibilità d'essere risvegliato.
Terribile! Mi chiedo come mai gli incantesimi posti a protezione del castello non abbiano funzionato, permettendoci così di notare la presenza d'uno stregone oscuro all'interno dell'area” gracchia Armando Dippet pettinandosi la lunga barba argentata con gesti nervosi, osservando la nuova preside con occhietti scuri larghi di terrore.
Le Arti Oscure, in Inghilterra, non hanno mai contemplato la negromanzia poiché è stata bandita e dimenticata già nel X sec d.C, quindi non esistono incantesimi capaci di rilevarla e contrastarla ad Hogwarts. Inoltre è un potere nato dal sangue dell'individuo che lo possiede, non un'arte che è possibile apprendere mediante lo studio, come invece l'Ars Goetia (I) o l'incantesimo per richiamare e dominare gli Inferi. Può essere percepito solo da un altro negromante, oltre che dai morti” replica Phineas Nigellus con un sogghigno divertito, lanciando al collega un'occhiata derisoria e penetrante a cui esso risponde indignandosi, berciando rosso in volto quanto la sua nomina ad una carica di rettitudine e giustizia quale quella del preside sia stato un madornale errore, vista la sua profonda conoscenza d'argomenti così scabrosi.
Via, Armando. Calmati!” cerca di rabbonirlo Silente “Phineas ha solo esposto la realtà dei fatti. Il castello può proteggere gli occupanti da un'eventuale invasione di 'risvegliati', ma non può impedire ad un negromante, specie se questi è abile e versato in tal arte, di resuscitare corpi morti nel parco, ove la sua magia è sicuramente più forte della traccia lasciata dai Fondatori”
Nell'ultima missiva Potter mi ha detto d'aver inviato Malfoy e Weasley a Edimburgo, vuole raccogliere maggiori informazioni sulle strage aggressioni occorse in questi mesi. Non mi ha detto però come sia arrivato a supporre che le creature coinvolte siano in realtà le salme degli studenti ed Auror caduti nello scontro con Voldemort” pondera Minerva assottigliando gli occhi chiari ornati dagli occhiali squadrati, studiando le pagine del grosso libro con la mente rivolta ad altri pensieri: che qualcosa non quadrasse nella richiesta di controllare il cimitero l'aveva capito da subito, ancor prima di scoprire la mancanza dei cadaveri, perché Potter non si sarebbe mai sognato di contattarla se non avesse avuto prove tangibili; poi vi è l'ansia con cui domanda costanti aggiornamenti sulle condizioni di Lily Luna, la sua terzogenita smistata in Corvonero della quale la preside è fiera, poiché fin dal primo anno si è dimostrata sveglia ed intelligente, amante dello studio e – a differenza di buona parte della famiglia da cui discende – posata e tranquilla.
Certo, le sue possono essere davvero ansie d'un padre Auror dinnanzi al rifiuto della figlia di tonare per le vacanze poiché preferisce investire tal tempo in compiti e ricerche, ma la strega è sicura che il suo ex studente non si sarebbe mostrato così insistente se non avesse avuto la certezza che qualcosa di pericoloso potrebbe minacciare la scuola; gli occhi chiari scivolano dalle pagine alla parete posta alla sua sinistra ove, incassata fra i quadri dei presidi e la finestra, vi è un'enorme mappa magica di Hogwarts realizzata su modello della famosa 'Mappa del Malandrino' che fu proprietà di James Potter, sulla quale un'infinità di puntini neri correlati da nomi e cognomi si muovono come formiche impazzite.
Gli spioscopi giacciono inanimati su un basso tavolino lì affianco e ronzano pigramente, ognuno collegato ad un'area specifica del castello, segno che non v'è alcuna minaccia degna di nota all'interno delle mura; anche il quadrato magico che le permette di controllare gli antichi incantesimi di protezione intessuti dai fondatori giace inanimato sulla superficie della scrivania, fra fogli, pergamene e piume d'oca.

Harry avrà avuto sicuramente i suoi motivi per non renderti edotta di ogni indizio raccolto, ma sono sicuro che sta facendo del suo meglio per eseguire quanto ti ha promesso, ovvero ritrovare i vecchi compagni per consegnarli al giusto e meritato riposo” mormora Silente inclinandosi contro lo schienale dipinto sul fondo del ritratto, mentre Phineas sghignazza nuovamente sottolineando quanto sia stupido ed avventato il Salvatore-Ragazzino, nonostante oramai sia un uomo fatto e come risulti patetico lui, continuando a difendere a spada tratta le sue folli e sconsiderate azioni.
Oh si, le ha. Ma ciò non mi aiuta a capire come poter proteggere i miei studenti. Albus” replica gelidamente la McGranitt, scoccandogli un'occhiata tagliente che il dipinto incassa sorridendo bonario, scacciando quella verità con un lento cenno della mano, quasi si trattasse d'una minutezza.
Ricordo che fra di essi ci sono sua figlia ed i suoi nipoti. Visto che continua a domandarmi informazioni sul rendimento di Lily Luna e sugli spostamenti che effettua all'interno del castello potrebbe anche dirmi contro cosa, o meglio chi, devo combattere in caso si presenti a minacciarla”
A proposito, la ragazza come sta? Continua a passare il tempo nel bagno delle ragazze con Mirtilla, studiando disperatamente per gli esami di fine anno?” domanda l'ex preside ignorando quanto detto dall'ex collega, scrutandola attentamente per cogliere dal suo viso quanti più particolari possibili, dato che la giovane terzogenita di harry Potter l'ha sempre incuriosito molto; Minerva McGranitt ha appena il tempo di storcere le labbra in una smorfia infastidita prima di dischiuderle, quando il fischio acuto prodotto da uno spioscopio in rapida rotazione la zittisce bruscamente, causandole un aumento vertiginoso del battito cardiaco.
Si precipita al basso tavolino con la bacchetta in pugno mentre altri strumenti iniziano a sibilare girando frenetici, segnalando la presenza d'un 'qualcosa' d'estraneo all'interno di vari settori del castello.

Impossibile!
Addirittura in tre corridoi?

Quando la donna alza il viso verso la mappa semovente di Hogwarts il suo cuore manca un battito, costringendola ad afferrare con forza i bordi del tavolino su cui sono adagiati gli spioscopi roteanti per non finire a terra, colta da un'improvviso capogiro nato dalla fredda – sinistra – paura che l'ha colta nell'istante in cui ha letto i nomi dei puntini a zonzo per i corridoi del secondo, terzo e quinto piano.

Impossibile...

La mappa non mente mai,
Minerva.

Come formichine industriose John Avery, William Scott, Elen Bard, Alban Davies e Johanna Raymond si trascinano lungo i passaggi fortunatamente deserti,con una lentezza che fa supporre uno status d'alterazione motoria ben evidente, aiutandosi come se fra loro non vi fosse alcuna distinzione fra ex studenti di Hogwars e Mangiamorte; la strega fissa attonita quei nomi ricordando il volto d'ognuno, inghiottendo un grumo di saliva amaro quanto la cicuta prima di respirare con orza, recuperando il contegno perduto per dirigersi fuori dall'ufficio ad affrontare i cadaveri.


Quale mostro ha potuto fare una cosa del genere?
Quale oscura creatura, incurante ed irrispettosa, ha potuto far camminare assieme vittime e carnefici?
Che tu possa bruciare nell'Ardemonio, orrido negromante.





Hogwarts,
Dormitorio di Corvonero
08 gennaio 2024, ore 22.48

Spegne lo smartphone e - lentamente - si sfila le nere cuffie marcate 'Sony' dalle orecchie, riponendole poi nella piccola custodia rotonda che qualche ora prima aveva poggiato sul comodino ingombro di libri e pergamene, gettandole poi nel cassetto; si volta alla sua destra, scoccando una lunga occhiata al letto a baldacchino dalle cortine scostate e lenzuola intonse posto vicino alla finestra, sospirando pesantemente; la Potter è nuovamente assente, sicuramente persa in qualche oscuro e recondito meandro della biblioteca intenta a leggere a lume di bacchetta qualche astruso e pesante tomo sulla cura più efficace per le emorroidi, o sul come preparare una qualche pozione ignota al volgo.
Milena sogghigna divertita, ricordando la pedanteria mostrata dalla sua compagna di dormitorio ogni qual volta viene interrogata da un professore e l'abilità con cui richiama dalla memoria i più infimi particolari, rendendo la risposta talmente complicata da spingere il resto della classe al suicidio collettivo; nonostante la Hemswort sia stupida come un vermicolo
– anzi no, qualsiasi vermicolo è assai più intelligente – su una cosa ha ragione, è pressoché impossibile collezionare voti decenti o far buona impressione quando si ha la malaugurata sfiga di finire nella stessa classe della Potter, la quale parla come un libro stampato in cui sembra essere stata infusa un'onniscenza divina.

Facesse almeno schifo a duello, o nel Quidditch...
Ma no.

Più s'avvicinano al settimo anno, maggiore è l'impegno mostrato dalla ragazza in ogni disciplina, quasi vivesse unicamente per apprendere nuove nozioni ed immagazzinarle come farebbe un computer, sicura che potranno tornarle utili in un remoto futuro ove si troverà, a fare cosa di preciso? La Potter è stata l'unica a non aver espresso una chiara idea su quale carriera volesse intraprendere dopo il diploma dei M.A.G.O, limitandosi a snocciolare qualche opzione con un'aria talmente smarrita e balbuziente che Murray s'era alzato dalla cattedra preoccupato, domandandole se non avesse bisogno di raggiungere l'infermeria.
La ragazza si sdraia sulla schiena ed appoggia il braccio sugli occhi, socchiudendoli alla ricerca d'un sonno che però, dopo una buona mezz'ora passata ad ascoltare il respiro ritmico delle altre due compagne di stanza, ancora non giunge, sopraffatto da una torma di pensieri legati inesorabilmente – come ormai lo sono da mesi – alla giovane Corvonero dai capelli fulvi ed a quanto accaduto la notte di Halloween, all'interno della foresta proibita; nel dormiveglia a volte rivedere il cadavere fasciato in un sudario nero, lacero, con le membra avvizzite e la bocca distorta in quella sorta di ghigno ferino che le ha spinte a scappare con quanta forza avevano nelle gambe, lasciando indietro la loro compagna.

Come hai fatto a batterlo?
Cos'era?

Domande che si sta tenendo dentro da mesi, continuando a farle scivolare sulla punta della lingua senza avere il coraggio di dar loro forma verbale, rivolgendole alle dirette interessate: la Anderson è stata ritirata da scuola dal padre qualche settimana dopo e lei sospetta che la causa di questo improvviso abbandono sia da ricercarsi nella paura provata quando il cerchio tracciato nel fango s'è attivato, richiamando dalla terra quella sorta di creatura putrescente anziché il fantasma promesso dalla didascalia; Grace Makeda Binta Owusu invece ha scelto il silenzio, trincerandosi dietro la fasulla ed opportunistica – per quest'ultima – amicizia con Hilary Hemswort per non dover rivangare l'accaduto, evitando accuratamente di farsi trovare a vagare sola nei corridoi, nonché qualsiasi forma di dialogo che vada oltre il saluto quando s'incrociano in camera.
E Lily Luna, come da anni a questa parte, ostenta semplicemente la consueta freddezza agghindata di menefreghismo, scivolando nei corridoi e nelle aule come un'ombra per poi svanire all'interno del magno perennemente guasto ove dimora la sua unica amica, oppure in biblioteca, luogo dalla quale persino madama Pince si è arresa a scacciarla; vi è in lei qualcosa di altero e solenne, una forza sconosciuta alla torma di ragazzini brufolosi che infestano quel castello tramutato in scuola che la fa apparire assai più adulta dell'età anagrafica posseduta, la stessa che le ha permesso d'uscire dall'infermeria a testa alta, serena, senza avvertire la necessità di raccontare quanto accaduto nella foresta.

Non può portare un peso così da sola, senza impazzire.
C'eravamo anche noi e l'abbiamo abbandonata come vigliacche.

Alla terza piroetta sul materasso la strega lancia in avanti la coperta, scivolando fuori dal letto dopo aver raccolto la bacchetta da sotto al cuscino, appellando un paio di Nike bianche per infilarle con calma, cercando di non far rumore così da non svegliare le altre; Owusu dorme con la tenda tirata e la sua sagoma s'intravede appena nella fioca luce proveniente dall'esterno, mentre Hilary ora russa a bocca aperta, scomposta ed aggrovigliata fra le pesanti lenzuola color zaffiro.
Milena sospira scuotendo il capo prima d'alzarsi cauta, scivolando fuori dal dormitorio senza urtare oggetti sparsi per la stanza o il mobilio, socchiudendosi la porta alle spalle ben attenta a non farla cigolare, mossa dalla necessità di trovare la Potter e parlarle di quanto accaduto, stufa d'arrovellarsi con dubbi e domande che altrimenti non troveranno mai pace, animata da un'improvvisa urgenza che le accappona la pelle, simile ad un infausto presentimento: Aveva provato la stessa durante la notte del Rito e ciò non le piace.
Quando i suoi piedi raggiungono la scala a chiocciola che collega il dormitorio alla sala comune casta un 'Lumos', scivolando sicura fra fra le ombre diradate fino a raggiungere l'ampia stanza circolare, adornata di mobili dalla foggia ricercata e librerie colme di tomi antichi, mappamondi e telescopi d'ottone finemente cesellati adagiati dinnanzi alle grandi vetrate oltre le quali s'intravede un cielo scuro, velato da spesse nubi color inchiostro; si sofferma ad osservarle per un breve istante, con il viso illuminato dall'incantesimo e gli occhi d'un azzurro intenso ridotti a fessure, concentrata sull'adrenalina che ha preso a diffondersi in corpo a seguito di quel brivido freddo e sinistro, la sensazione che stia per accadere qualcosa d'irreparabile.

E tu ci sei dentro, vero Potter?
Spero tu sia davvero in biblioteca a studiare.

Sta per uscire dal portone principale della sala quando un rumore la costringe a voltarsi con una piroetta, mantenendo la bacchetta ben salda dinnanzi a sé nella posa d'attacco che non abbandona quando scorge la figura esile e scura, vestita d'una tunica multicolore a maniche lunghe, di Grace scendere lentamente i gradini della scala che conduce al dormitorio, anch'essa con la bacchetta in mano e la stessa espressione greve sul volto d'ebano, incorniciato da una massa di capelli folti e ricci, neri come carbone.
Dove stai andando, Trevisan?” sussurra greve con occhi d'onice che rifulgono nel Lumos, corrugando le sopracciglia scure e sottili cosicché il suo viso assuma un'espressione dubbiosa, titubante; la strega italo-croata abbassa lentamente la bacchetta, studiando la sua compagna di stanza come se la vedesse per la prima volta e, evitando di rispondere domanda a sua volta cosa ci faccia lei fuori dal letto, quesito al quale Grace tace, torturandosi il labbro inferiore fra i denti nell'indecisione.
Non riuscivo a dormire” mormora dopo qualche – minuto? - istante, rivolgendo l'attenzione al mondo buio oltre le ampie vetrate, incapace di sostenere lo sguardo tagliente ed indagatorio della compagna, la quale si limita a sbuffare infastidita, abbandonando definitivamente la posizione d'attacco per muovere qualche passo verso di lei, fermandosi alla base della scala; Owusu riporta lo sguardo sul viso incorniciato dai lunghi capelli castano biondo, incontrando quegli occhi azzurri intransigenti, capaci d'incutere timore solo assottigliandosi e, mossa da quel profondo peso che avverte nel petto da tempo infinito – mesi – dischiude le labbra e parla.
Cercavo la Potter. Ho...una strana sensazione e, anche se ormai è passato molto tempo, ho bisogno di parlare con lei di quanto accaduto ad Halloween. Non ce la faccio più a tenere tutto dentro, a far finta che non sia successo nulla. Trevisan, quella cosa che abbiamo richiamato...era un cadavere”
Sì, lo so. Ho provato a svolgere qualche ricerca, come d'altronde credo abbia fatto anche tu. Quella 'cosa' non era un Inferus, dato che sembrava 'viva' in una certa maniera. A Difesa, Murray ci ha fatto una testa enorme calcando sul concetto che 'nel nostro mondo' non esistono gli zombie ma, credimi, secondo me lo era e mi chiedo come abbia fatto la Potter...” Milena s'interrompe, osservando i profondi occhi neri di Grace, la quale annuisce mestamente, segno che anche lei è giunta alle medesime conclusioni e vuol sapere come abbia fatto la loro compagna ad affrontare un tale abominio sola, rispedendolo nella terra dalla quale è sorto senza fuggire o mostrare paura.
Dovevamo starle vicine, anziché permettere ad anni di incomprensioni e silenzi di vincere. Qualsiasi cosa sia accaduta nella foresta, mesi fa, ci ha legato come non avrebbe mai potuto fare nessun dialogo. Inoltre io sono stufa d'aspettarla sveglia, assicurandomi che faccia ritorno in dormitorio tutta intera” nella voce di Grace v'è una tristezza tangibile, nonché un velato affetto verso quella ragazza scontrosa e testarda che per anni ha fatto di tutto affinché nessuno gli si avvicinasse, convinta di bastarsi da sé; Milena, che capisce la Potter molto più di quanto chiunque altro potrebbe fare, dato che sono entrambe creature solitarie in quel mare di finte amicizie e gruppetti d'idioti, non può far altro che osservare Grace con fermo stupore, colpita da quelle parole così inaspettate dato che provengono dalla ragazza che ha passato cinque anni a fare da zerbino alla Hemswort pur di essere accettata.
La tua amica non l'avrebbe presa bene, odia la Potter in modo viscerale” ribatte Milena con sarcasmo, incurvando le labbra in un ghigno ferino.
Hilary non è mia amica, credo tu l'abbia capito ancor prima di me” replica mestamente la giovane dalla pelle d'ebano, scuotendo il capo ornato dai folti ricci scuri prima di accingersi a scendere gli ultimi gradini, arrivando così a pochi centimetri dalla Trevisan; si osservano in silenzio nel fulgore prodotto dalle loro bacchette, con visi tirati sui quali spicca una solidarietà nuova, impensata, nata in una notte di pioggia fredda ed antichi rituali che le ha segnate entrambe – tutte e quattro -, legandole ad un destino del quale non comprendono ancora né peso, né portata.
Grace scivola accanto a Milena, dirigendosi con la bacchetta ben alta di fronte a sé verso il portone che conduce fuori dalla sala comune di Corvonero ma, poco prima che possa tirare il batacchio per aprirla, la voce di quest'ultima la blocca lì, causandole un brivido freddo lungo la spina dorsale, presagio di quell'inquietudine che le si sta agitando nel petto da ore come una bestia in gabbia, togliendole sonno e pensieri razionali.

Sta succedendo qualcosa, Owusu. Non chiedermi come faccia a saperlo, lo sento, come so quando qualcuno cerca di lanciarmi una fattura a tradimento nei corridoi. E sono sicura che la Potter, in tutto ciò, vi è dentro fino al collo. L'avrai notato anche tu quanto, da mesi, sia strana. Più strana del solito. Andiamo in biblioteca, di solito è li che passa le sue notti insonni e chiediamo spiegazioni, magari mi sbaglio”

Biblioteca. Primo Piano.
Devono passare per forza dal corridoio del secondo
Nonché dal pianerottolo del quinto.



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Hogwarts,
Camera di Salazar (dei Segreti)
08 gennaio 2024, ore 22.57


Volta la pagina ingiallita, fitta d'una calligrafia minuta ed obliqua tracciata in un corsivo nervoso – leggermente aguzzo – mentre le palpebre iniziano a farsi pesanti ed uno sbadiglio spalanca le labbra rosee, costringendola ad alzare pigramente la destra per coprirsi il viso in una parvenza di 'decoro' assente; afferra lo smartphone poggiato sulla pila di libri alla sua sinistra, schiacciando il tasto d'accensione per leggere l'ora, sibilando poi una colorita imprecazione.
Sono quasi le undici e non è ancora riuscita ad arrivare alla metà di quel trattato d'anatomia scritto da Salazar durante il soggiorno in Italia, a Salerno, presso la famosissima scuola di Medicina istituita nel IX sec. d.C. (II) nella quale fu ammesso come allievo per studiare i misteri del corpo umano, acquisendo una 'laurea' che gli permettesse di divenire 'dottore dei morti', una sorta di corrispettivo degli anatomopatologi moderni; da quando Al ha suggerito loro di spostare la 'base' per le indagini sui risvegliati all'interno della Camera dei Segreti hanno passato giorni di frenetica ed intensa attività, data la mole di sale da esplorare e la quantità enorme di tomi, pergamene e tavolette da leggere contenute all'interno della biblioteca privata del fondatore di Serpeverde, scoprendo che il mago, oltre ad essere un fanatico delle Arti Oscure, s'era interessato di numerose altre discipline fra le quali l'alchimia, la medicina e l'astronomia, arrivando poi a scrivere alcuni trattati sull'Ars Goetia e sullo studio della negromanzia che poi aveva nascosto lì sotto, probabilmente intuendo che l'Inghilterra magica non li avrebbe mai tollerati.
Lily Luna s'era buttata nella lettura dei 'trattati di medicina' con voracità, accantonando momentaneamente quelli inerenti alla negromanzia come magia ed arte divinatoria per acquisire quelle nozioni di base che il fratello aveva suggerito come indispensabili per capire i cadaveri, il loro 'funzionamento' e gli stati d'alterazione indotti dalla decomposizione, trovandoli subito assai ostici: scritti nell'inglese medievale di cui lei ha solo una lieve infarinatura e correlati d'una miriade di parole in italiano – o almeno, l'italiano parlato a Salerno nel X sec. – e latino, i concetti risultano assai pesanti e, se non fosse per i numerosi disegni che illustrano organi interni, ossa e muscoli, sarebbe sicuramente molto più indietro e decisamente più confusa.

Ma no Lils, è semplice!
Muscoli della volta cranica: muscolo occipitale e muscolo frontale, collegati fra loro dalla galea aponevrotica, una sorta di lamina connettivale di forma quadrilatera che è accolta nella tela sottocutanea, rivestente la volta del cranio. Non dirmi che hai difficoltà su queste cose!

Ok, ora rispiegalo.
Come se parlassi ad un bimbo di cinque anni, Al.

Al sta dando una grossa mano, passandole appunti d'anatomia medica e screenshot delle pagine dei testi sui quali sta studiando in previsione dell'esame d'ammissione all'università di Medicina, che passerà sicuramente dato che conosce a memoria il nome d'ogni dannato bozzo o incavatura delle duecentosei ossa che costituiscono lo scheletro dell'adulto, mentre lei arranca ed è solo grazie alla sua formidabile capacità d'associare nozioni a fatti reali che riesce a ricordare quanto legge, trasponendolo ai risvegliati che ha affrontato, dei quali ora riesce a riconoscere età e grado di decomposizione; inoltre, nonostante siano argomenti lontani dalle sue corde, li trova assai affascinanti poiché capire il meccanismo del corpo, delle cellule e degli organi che lo formano le permette di conoscere in anticipo quali incantesimi o pozioni sia più giusto utilizzare per ottenere determinati effetti, offensivi o lenitivi che siano: già lo sapeva, sebbene non in modo così 'scientifico', ma l'Avada Kedavra arresta il ciclo cardiaco, mentre la maledizione Imperius agisce sul cervelletto, controllando così i movimenti del corpo senza però avere alcun controllo sul pensiero, il 'Petrificus Totalus' irrigidisce i tessuti muscolari portandoli in uno stato simile al 'Rigor Mortis' e, ad esempio, l'Amortentia agisce su quella parte del cervello che registra gli odori, associandoli ai 'feromoni' prodotti dall'eventuale partner.
E' sì magia, ma anche chimica, fisica, anatomia, nozioni alle quali la professoressa Ashdown ed il professor Murray, così come anche il professor Taylor in Pozioni, non hanno mai accennato durante le lezioni, come se l'incantesimo fosse l'unica cosa importante da sapere dato che il resto – come agisce, ove si diffonde – è solo una conseguenza dell'averlo castato nel modo corretto, mentre ora lei – nei libri di Salazar – sta scoprendo idee impensabili per la società magica, così altera e pura, da sempre distaccata da quel mondo babbano ritenuto inferiore e retrogrado ma pieno d'inventiva; persino Salazar – accanito sostenitore del sangue puro – ha viaggiato per università e monasteri non magici apprendendo tutto quel che poteva, in ogni ambito, dando vita alla biblioteca più fornita e vasta presente in Inghilterra - seppur nascosta - nella quale scienza 'umana' e scienza 'magica' si fondono creando verità impensabili.

Dovresti andare a dormire, Lily. S'è fatto tardi e non vorrei che qualcuno s'insospettisse per la tua assenza” mormora dolcemente Silente, alzandogli occhi color polvere da un grosso grimorio trattante gli incantesimi oscuri diffusi nell'Europa del X sec. d.C. correlato di schizzi ad inchiostro e miniature, incantato affinché le pagine si voltino da sole dopo circa cinque minuti così da sopperire al fatto che lui non possa sfogliarle da sé; persino il vecchio preside è rimasto affascinato dalla biblioteca contenuta all'interno della Camera dei Segreti, dando il suo contributo alla lettura dei volumi, in special modo della traduzione dei diari di Salazar portati da Al nel pomeriggio del 25 dicembre, con grande gioia, spiegando a lei e Severus – il quale l'aveva osservato assai stranito da quell'improvviso slancio verso le Arti Oscure – quanto il sapere lì contenuto potesse essere utile per la loro ricerca, nonché per aiutare la ragazza a capire e conoscere meglio il suo potere.
Non si preoccupi. Le mie compagne di stanza sono abituate a non vedermi. Sono anni che sgattaiolo nella Sezione Proibita per leggere o studiare durante la notte e le assicuro che nessuna di loro è mai venuta ad accertarsi se stessi bene, né hanno mai avvisato gli insegnanti. Tacito accordo. Io non mi faccio beccare, loro dormono e, se interrogate, dicono di non saperne nulla, mentre gli insegnanti chiudono un occhio, purché io continui ad avere voti eccellenti in ogni materia” spiega la giovane Corvonero afferrando un segnalibro in legno decorato per inserirlo fra le pagine ingiallite, chiudendo poi il voluminoso tomo con un tonfo che riecheggia nell'ampia sala dalle volte a botte, sovrastando lo sciabordio di piccole cascatelle alimentate dal Lago Nero che scorrono in ampi canali in pietra squadrata, raccogliendosi poi nel bacino di fronte alla statua monolitica raffigurante la testa di Salazar; si trovano nella camera principale – o atrio – alla fine del corridoio ornato da statue di serpenti che suo padre aveva percorso titubante alla ricerca di Ginny, sopra quella pedana affacciante sulla piscina artificiale nella quale avevano gettato lo scheletro del Basilisco così da recuperare spazio per disporre altri tavoli, lampade ed oggetti vari utili allo studio.
Le pareti in pietra spessa, umida e tappezzata di muschio, rifulgono d'una luminescenza spontanea che conferisce all'ambiente la parvenza d'un acquario cupo e decadente, reso un po' meno sinistro dagli ampi bracieri posti ai piedi d'ogni statua del lungo corridoio d'accesso e ai quattro angoli della pedana, nonché all'imbocco della porta
– bocca – sita nel volto di Salazar che conduce ad una miriade di corridoi sotterranei terminanti in stanze, nicchie e misteriose alcove, nelle quali perdersi è davvero facile; Lily ricorda di averne esplorate una buona parte durante gli anni precedenti, ma non s'è mai arrischiata a percorrere per intero i passaggi più lunghi che, secondo l'ipotesi formulata da Al, dovrebbero condurre oltre la sponda nord del lago, all'interno della Foresta Proibita, mentre Scorpius non s'era mai mosso dalla sala principale, troppo timoroso d'incontrare qualche altra creatura posta a guardia dei segreti di Salazar per cedere al brivido dell'avventura.

Però dovresti andare a letto, è tardi ed hai bisogno di riposare. Domani hai lezione” replica nell'usuale tono calmo e composto il fantasma di Silente, mentre la pagina del libro che ha dinnanzi si volta da sola, pigramente, producendo un lieve fruscio.
Sì, due ore di Trasfigurazione, una di Antiche Rune, una di Storia della Magia. Pausa pranzo e poi Incantesimi e Difesa. Domani giornata piena e niente buchi” recita la ragazza, ricordando i libri ed i compiti ordinatamente inseriti nella borsa a tracolla in tela grezza poche ore prima così da non doversi trovare a prepararla di fretta la mattina, prima di correre a far colazione.
Non ho molta voglia di andare in dormitorio, anche se crollo dal sonno” aggiunge poi stancamente, osservando il fantasma con occhi castani umidi di sonno e l'espressione rassegnata d'un animale in gabbia costretto contro la propria volontà a compiere un'azione che ritiene ingiusta; Silente sorride bonario indicandole una terrina in coccio colma di caramelle tutti i gusti, invitandola a prenderne una mentre le domanda se – ancora - è preoccupata dagli incubi, quesito al quale lei annuisce distrattamente, infilando una mano nel recipiente colmo per estrarne una pallina avvolta in una vistosa carta giallo acceso, segno che dev'essere sicuramente al gusto 'limone'.
Le lezioni di Occlumanzia procedono bene. Severus è quasi commosso dalla tua abilità, anche se tiene a sottolineare che resti comunque troppo impulsiva e facile da leggere come un libro aperto quando non ti concentri, ma almeno il problema degli incubi pare essersi attenuato. Ora riesci a dormire”
Si, ma poco. E sto continuando a prendere la Dolcesonno perché non mi fido di me stessa. Comunque mi è difficile credere che Piton abbia parlato bene delle mie doti d'occlumante. A lezione non fa altro che insultarmi, prendermi per il culo e farmi notare quanto io sia 'simile a mio padre', ovvero idiota, considerato che mio padre in questa disciplina fa schifo” replica acidamente la ragazza passando la caramella sopra la lingua per gustarla piano, mentre il fantasma ride divertito pettinando la lunga e folta barba con dita evanescenti, studiandola con quegli occhi d'un azzurro slavato assai limpidi e luminosi per appartenere ad un trapassato, i quali non hanno perso la capacità di vedere oltre le apparenze; nonostante il tono aspro utilizzato, Silente capisce che non v'è vera frustrazione nelle parole di Lily Luna, bensì orgoglioso divertimento per il modo in cui Severus la sgrida spingendola a ribattere, a reagire dimostrando le proprie abilità, alimentando una complicità – fiducia – nata dalla notte del Solstizio, quando ruoli e mondi sono stati sovvertiti in favore della necessità di sopravvivere e di andare oltre le dogmatiche apparenze a cui erano rimasti avvinghiati nei primi mesi di 'conoscenza'.
Mutamente si capiscono molto più di quanto l'apparenza lasci intendere e
– il preside ne è certo – dev'essere successo qualcos'altro recentemente, una piccola interazione custodita gelosamente da entrambi, che li ha avvicinati in modo assai più evidente nei gesti più comuni quali passarsi un libro o aiutarsi nel tagliare gli ingredienti d'una determinata pozione, nonché nei dibattiti: Albus è rimasto colpito nell'ascoltarli disquisire – per una buona ora e mezza – d'un possibile utilizzo della fattura 'Emendo' per modificare la struttura dei cadaveri, spingendoli a putrefarsi più velocemente, così come ha trovato molto divertente notare quanto impegno stia mettendo Lily Luna per aiutare lo scorbutico ex- professore di Pozioni nella preparazione di sostanze utili durante i combattimenti, ora che possiede nuovamente un laboratorio, avendo preso possesso di quello – enorme e fornitissimo – di Salazar sito nei meandri della Camera.

Severus non è molto abile a mostrare i propri, reali, sentimenti. Ma ti assicuro che è molto soddisfatto di te. Sei un'allieva sveglia e curiosa, che non perde occasione per migliorarsi. Credo tu sia ciò che, per anni, ha cercato di scovare insegnando Pozioni. Una persona votata alla conoscenza come lo è lui, con la quale discutere degli argomenti più disparati per ottenere nuovi spunti, punti di vista inediti che gli permettessero di tornare a sperimentare, creando nuove possibilità. In poche parole, gli hai ridato vita, Lily” quando Silente tace il peso di quelle parole inaspettate resta ad aleggiare come una cappa pesante nell'aria umida, saturando l'ampia stanza sino a rendere rarefatto l'ossigeno; gli occhi di Lily Luna s'allargano e brillano come soli gemelli nel riverbero del fuoco scoppiettante, mentre le guance pallide acquisiscono un delicato color porpora che non sfugge al fantasma, sebbene duri giusto un battito di ciglia prima d'esser smorzato, assieme al silenzio greve, da una frase tagliente e spassionata marziale come una dichiarazione di guerra.
Certo che gli ho ridato la vita, l'ho resuscitato per sbaglio come tutti gli altri. Senza chiedere alcun permesso. E non potrà fare altro che detestarmi per questa mia azione sconsiderata, dato che di 'vita' non si tratta, essendo la sua una 'non-vita', una schiavitù che finirà quando questa missione sarà finita. Comunque ha ragione preside, forse è meglio che me ne vada a dormire. S'è fatto tardi” sospira stancamente alzandosi, recuperandola tracolla gettata sull'ampio tavolo in mogano fra pile di libri e pergamene srotolate, attenta a non rovesciare boccette colme d'inchiostro ed alambicchi vari mentre se la getta sulla spalla destra scostando i lunghi capelli sciolti affinché non rimangano impigliati mentre Silente, silenzioso e sorridente, la scruta divertito da quel gesto così brusco che in sé cela più di quanto la giovane Potter abbia dichiarato a voce.

Si Lily, sei condanna.
Quella condanna alla vita che lui aspettava da quarantasei anni.
Che ha cercato inutilmente in tua nonna, convinto che un semplice riflesso fosse il sole.

Lei non fa una pausa?” domanda poi, studiando con curiosità il grosso tomo posto dinnanzi al fantasma, il quale sta andando avanti imperterrito a leggerlo da ore senza mostrare alcun segno di cedimento o noia.
Oh, nella mia attuale condizione sonno e stanchezza sono concetti assai distanti. Inoltre non vi è modo migliore d'impiegare il tempo infinito che mi è stato concesso, quindi credo resterò qui ancora un po' a divertirmi con le scoperte del buon Salazar. Buonanotte Lily Luna” la saluta cordialmente il vecchio mago con occhi luminosi ed il consueto sorriso bonario sulle labbra evanescenti, prima di chinare il capo per immergersi nuovamente nella lettura dell'antico grimorio mentre la strega, dopo aver salutato a sua volta, s'avvia a passi rapidi verso la passerella in legno che attraversa l'ampia piscina ornata dallo scheletro del basilisco, percorrendola sino a giungere alla porta – bocca di Salazar – che conduce ai corridoi in pietra terminanti in stanze d'ogni tipo ed alcove, direzione diametralmente opposta a quella che sfocia nel bagno femminile del terzo piano, regno di Mirtilla Malcontenta; con il naso adunco infilato fra le pagine ingiallite Silente ride divertito pensando a Severus, chiuso nel suo nuovo laboratorio ed intento a distillare qualche composto o pozione particolare, disturbato dalla giovane Lily Luna per l'augurio di buonanotte che ormai è divenuto una sorta di 'rito'.

La ragazza non impiega molto tempo per percorrere l'intricato dedalo illuminato a stento da piccole lanterne contenenti fuochi fatui d'un azzurro smeraldino, orientandosi a memoria fino ad imboccare un'apertura squadrata ornata da un frontone in pietra rozzamente decorato da un bassorilievo con motivi floreali e serpenti intrecciati, salendo poi una rampa di stretti e ripidi gradini intagliati nella terra che conducono ad una stanza sopraelevata di forma circolare, il cui soffitto è un intrico d'archi a sesto acuto che discendono sopra sottili colonne grezze, dividendo l'area in cerchi concentrici: le pareti sono ricoperte da infinite scaffalature stracolme di ampolle, barattoli ed altri curiosi oggetti, mentre diversi tavoli a mezzaluna occupano il pavimento, sopra i quali sono sospesi paioli, alambicchi e strumentazioni per la preparazione e distillazione delle pozioni talmente tanto strani – impensabili – che la prima volta Lily Luna aveva impiegato una decina di minuti buoni per studiarli, affascinata dalla moltitudine di materiali di cui sono composti – non solo vetro, ma bronzo, oro, rame e ferro – e dai loro utilizzi; al centro esatto del cerchio vi è una grossa fornace, un camino perennemente accesso che può raggiungere elevate temperature, utilizzato in alchimia nel processo di trasformazione dei metalli e, oltre l'alta cappa che sparisce nel soffitto, fra volute di fumo multicolore ed aromi misti, acri e speziati, chino su un complesso macchinario posto sulla parete di fondo scorge Severus, intento a regolare una valvola in vetro soffiato talmente fragile da rischiare la rottura solo con un'occhiata di troppo.
La ragazza si avvicina lentamente, scivolando con attenzione fra tavoloni, paioli fumanti ed erbe appese ad essiccare finché non raggiunge il mago, fermandosi a pochi passi per osservare con interesse ciò che sta depositando in un panciuto barattolo di vetro, al cui collo è appesa un'etichetta intonsa.

Non dovresti già essere a letto, Potter? E' tardi” mormora l'uomo a mo' di saluto, nella consueta intonazione piatta e monocorde che trasuda una certa noia per quella presenza non richiesta all'interno di ciò che, da settimane, è divenuto il suo personalissimo 'Regno in Terra', quel laboratorio straordinario che Salazar aveva sigillato e cristallizzato nel tempo, probabilmente sperando che qualcuno dei suoi 'eredi' ne facesse buon uso; il Signore Oscuro però, nonostante la sua indubbia abilità nelle Arti Oscure, non era mai stato un abile pozionista né alchimista, limitandosi a produrre solo ciò che poteva tornare utile alla sua causa ed accantonando il resto, come aveva lasciato indietro i numerosi tomi e rotoli presenti nella biblioteca e quella stanza 'delle meraviglie', fornitissima di materiali e macchinari, nella quale ora lui può proseguire esperimenti e progetti accantonati da più di vent'anni.
Stavo giusto per andarmene. Sono solo passata a salutarti” lei ignora il commento acido, ormai avvezza al modo di comunicare assai brusco e tagliente dell'ex professore, allungando il collo ed assottigliando lo sguardo per studiare con più attenzione le strane 'palline' che fuoriescono dalla serie infinita di tubi in vetro, grandi come una gobbiglia e d'un colore sanguigno, che rilucono nella fioca luce prodotta dai numerosi fuochi e dalle torce appese in giro per la stanza; sembrano caramelle un po' più grosse del normale o alcune di quelle sfere di vetro che spesso decorano vasi di piante grasse e fondali d'acquari, ma non ha alcun dubbio sul fatto che debba trattarsi di materiale assai più 'particolare', altrimenti Piton non perderebbe tempo ad imbarattolarlo con così tanta cura.
Cosa sono?”
Torna in dormitorio, Potter. Sono già le undici passate” replica mollemente l'uomo, richiudendo il recipiente con un tappo di sughero che poi sigilla con un colpo di bacchetta, recuperando una penna – bic – dal piano di lavoro per scarabocchiare parole e date sull'etichetta bianca, prima di riporlo con un 'Wingardium Leviosa' non verbale su un'ampia scaffalatura all'altro capo della stanza.
Fra i fumi delle pozioni in lenta ebollizione e nella tenue ed aranciata luce, Lily Luna osserva con attenzione l'uomo, colpita dal fatto che non indossi i consueti ed austeri mantello e casacca scuri, limitandosi ad una leggera camicia di cotone dalle maniche arrotolate sino ai gomiti, fermate da lacci cosicché non si svolgano durante il lavoro, infilata in pantaloni neri terminanti negli alti stivali ornati da lacci sul polpaccio, con la punta in ferro; ha raccolto i lunghi capelli in un codino stretto così da lasciare libero il viso pallido, spigoloso, sul quale spiccano gli occhi ossidiana dal taglio orientale ed il naso adunco, sovrastante labbra sottili e pallide incurvate in ciò che la ragazza ha imparato a riconoscere come un sorriso compiaciuto.
La guancia sinistra presenta l'inizio della brutta cicatrice che prosegue lungo il collo sottile e pallido, una massa di tessuto cicatriziale ruvido che termina, allargandosi, in corrispondenza della clavicola, ricordo del morso di Nagini che gli è costato la vita e che, solitamente, l'uomo cela sotto alti colletti ben abbottonati; ma ora il tessuto è aperto e piegato, rivelando molta più pelle di quanto solitamente concede e Lily Luna è costretta a mordersi le labbra con forza, colpita da un'improvviso ed insolito 'calore', per evitare di ricordare le sensazioni provate quando vi aveva lasciato scorrere i polpastrelli mentre lui dormiva – era svenuto - giungendo sino al Marchio Nero, quel tatuaggio sinistro – affascinante - che ora spicca ben visibile all'interno dell'avambraccio calamitando il suo sguardo.
Lui pare accorgersene, nascondendolo alla vista ed osservandola di rimando con un'occhiata tagliente e gelida, intimandole nuovamente d'andarsene,ordine al quale lei, testarda e dispettosa – rompicoglioni – come solo la degna discendente di Potter potrebbe essere, replica recuperando uno sgabello abbandonato vicino al bancone alla sua sinistra, gettando la tracolla a terra per sedervisi con tutta calma, accavallando le gambe fasciate dai lunghi calzettoni blu notte terminanti sotto la gonna della divisa d'un nero carbone dall'orlo cobalto.

Solo se mi spieghi cosa sono quelle palline” replica in tono di sfida, lasciando correre lo sguardo sul complesso macchinario in vetro e rame dalla struttura tanto esile quanto slanciata, fra i cui labirinti scivola e ribolle un liquido d'un denso color melograno; Piton trattiene un'imprecazione fra i denti, assieme all'impulso folle di prenderla di peso per scaraventarla giù dalla ripida scalinata che conduce al laboratorio, sperando atterri di testa così da recuperare un po' del sale in zucca perduto durante l'infanzia e, con un gemito esasperato, riprende a regolare i delicati sfiatatoi del distillatore, girando con tocco lieve le chiusure a farfalla di modo ché il vapore esca alla giusta pressione senza alterare il composto.
T'ha mai detto nessuno che sei fastidiosa, Potter?” scandisce senza guardarla pur avvicinandosi a dove è seduta, continuando a monitorare con attenzione i liquidi per non dover cedere all'assurda presenza di quella fin troppo solida testa di legno che no, non ha certo smesso di dargli tormento dopo l'alba del 25 dicembre; incurva le labbra nel fantasma d'un sorriso ripensando agli infiniti, piccoli e scontati, gesti di vicinanza che lei gli ha riservato da quella cruciale mattina, come se volesse sdebitarsi dell'immenso regalo ricevuto così, con distratta noncuranza.

Io ti ho preso solo una scatola di cioccolatini.
Porco Merlino stitico in una valle di rotoli di carta igienica, mi sento così deficiente e banale!
Tu mi hai appena regalato il cielo ed una delle albe più belle che abbia mai visto.

Non t'ho regalato il cielo, idiota, bensì un volo.

Di solito più che 'fastidiosa' mi definiscono ' rompicoglioni come un gatto attaccato ai maroni', ma penso che il concetto sia lo stesso. Comunque non hai risposto e sai che posso andare avanti a chiedere la stessa cosa per ore, senza stancarmi. Cos'è?” accenna alla sostanza che scorre nei sottili tubicini di vetro a seguito del processo d'ebollizione, studiando poi gli ampi sbuffi di fumo rosato involarsi nell'aria satura e calda sino a divenire inconsistenti, con occhi castani grandi e rapiti, affascinati da quel processo alchemico a lei sconosciuto e desiderosa d'apprendere.
Il sonno ridotto ormai ad un vago ricordo.

Sai che non approvo l'utilizzo di termini così scurrili da parte di una ragazza sedicenne ancora studentessa, nonostante le tue parole abbiano descritto la tua persona meglio di quanto abbiano potuto fare le mie. E si, ormai penso di conoscerti abbastanza da sapere che non cedi facilmente, d'altronde parte del carattere l'hai ereditato da tua madre” replica il mago mutando il sorriso in un ghigno malevolo prima di voltare il viso nella sua direzione per scoccarle un'occhiata di sufficienza, abbastanza tagliente da fendere il granito, che lei ignora, lasciando scivolare il pesante mantello invernale bordato d seta blu cobalto dalle spalle esili, infastidita dal clima decisamente caldo ed afoso presente nel laboratorio; sotto indossa un maglioncino a maniche lunghe con scollo a V nei colori di Corvonero, sovrastante una camicia bianca ed una cravatta allentata, a strisce nero blu, indumenti d'una taglia abbondante più larghi della sua misura.
I lunghi capelli mossi, d'un rosso acceso dalle sfumature scure – sanguigne – le ricadono attorno come un'aureola di fuoco, resi elettrici e gonfi dall'umidità presente nell'ambiente, incorniciando quel viso dall'espressione furbetta su cui spiccano gli occhi castani, luminosi nella luce rarefatta.

Persino lei mi ha sempre reputata troppo cocciuta, quando m'impuntavo per ottenere qualcosa”
Te lo ripeto, mia disgrazia. Sei molto più ostica di quanto appari e quella maschera da buona e pia santa che ti cali in viso per frequentare le lezioni, ammaliando insegnanti e parenti è pura funzione. Sub Luna. La vera te è assai più oscura. E dato che vorrei liberarmi della tua pestifera presenza a breve ti accontenterò. Non sono 'palline', bensì pozioni” spiega studiando attentamente il liquido rossastro scivolare attraverso i tubicini sino a colare all'interno d'un contenitore cilindrico in rame, sotto al quale guizza una fiamma bassa che ne riscalda le pareti, così da sospingere il composto verso l'alto, all'interno di altre cannule; anche Lily Luna segue con gli occhi il percorso compiuto dalla pozione, affascinata dallo scoprire che è possibile distillarne di solide che non siano meri obbrobri, frutto d'un errata miscelazione degli ingredienti come spesso accadeva agli studenti più tardi – negati - durante le lezioni del professor Taylor.
Interessante. Ed è il vapore a permettere che la pozione muti di stato senza che ne vengano alterate le proprietà? Poi, questo tipo di operazione è applicabile a tutti i composti oppure solo ad alcuni? Fin ora pensavo che le uniche pozioni solide si ottenessero ficcando nel calderone ingredienti alla cazzo come fa la Hemswort. Difatti il G.U.F.O l'ha passato con una gran pedata nel culo a seguito di una momentanea cecità della commissione esaminatrice. Nel senso che debbono essersi ficcati le dita negli occhi per non vedere la merda che ribolliva nel suo paiolo”
Potter, linguaggio” la ammonisce l'ex professore con le labbra incurvate in un ghigno divertito e, nonostante suoni autoritario, non v'è alcuna traccia di rabbia o fastidio nella voce poiché le domande della ragazza, curiose e cariche d'un sincero interesse verso quanto gli ha mostrato, animano quel piacere per l'insegnamento che credeva morto quando, a ventun anni, s'era trovato ad insegnare Pozioni con la speranza di trovare altre persone acute e propense alla sperimentazione com'era stato lui durante gli anni di scuola, scontrandosi invece con la triste realtà data da una torma di teste di legno più interessate al voto che alla vera conoscenza che l'hanno spinto ad odiare il suo lavoro con tutte le energie disponibili; la Potter invece studia tutto con vorace interesse, curiosa di capire ogni meccanismo, ogni sfumatura presente nelle trame del mondo eviscerandole con chirurgica precisione e pazienza, incapace di fermarsi solo a ciò che le viene mostrato superficialmente.
Quando inizia a spiegarle come vada preparata correttamente una pozione da inserire poi nel fragile ed arzigogolato alambicco di vetro e rame che serve per sublimarla, elevandola ad uno stato solido impossibile da ottenere con la normale bollitura in calderone, lei si sporge appena dallo sgabello così da poter recuperare dalla tracolla un quaderno già pieno per metà d'annotazioni, iniziando a segnare i concetti base correlandoli da semplici schemi mentre, con sguardo attento, lo fissa come mai nessuno studente aveva fatto durante le sue lezioni, troppo intimoriti da una possibile punizione per alzare gli occhi dalla pergamena; le iridi castane rifulgono come corniola nella luce delle fiamme, animate da una scintilla – sete – che il mago ben conosce, poiché è la sua quando si trova dinnanzi a nuovi,affascinanti, argomenti da studiare o mettere in pratica, stupendosi nuovamente nel notare quanto siano simili pur appartenendo a 'mondi' e 'tempi' completamente diversi.

Per rispondere alle tue domande, Potter: no, non è solo il vapore a trasformare il liquido in solido, bensì il processo attivato dal calore unito al passaggio attraverso le varie 'fornaci' di questo macchinario, che ricalca in piccolo l'opus alchemicum (III) ove la materia prima putrefa e si scinde, per poi purificarsi e ricomporsi nella sua forma più nobile. E' possibile svolgere quest'operazione con molte pozioni, basta avere conoscenze sufficienti per prepararle in modo che siano in grado d'attraversare gli alambicchi senza esplodere o dissolversi” spiega il mago accennando ai vari componenti in vetro e metallo con la punta delle dita pallide e magre, animato da un fervore che lo spinge a condividere ogni dettaglio di quel progetto iniziato qualche giorno addietro, dopo aver letto voracemente i diari di Salazar dedicati alle pozioni ed ai composti alchemici, orgoglioso d'essere riuscito a creare diverse varianti solide degli infusi più 'comuni' e banali prima di dedicarsi alla preparazione di cose assai più utili quali le 'pozioni esplosive', la pozione corroborante, il distillato della Morte Vivente e il Veritaserum che ha raccolto in barattoli analoghi a quello spedito sugli scaffali poc'anzi, cosicché possano essere utilizzate durante le 'missioni'.
Lily Luna osserva gli occhi neri dell'uomo brillare come astri perduti nella luce del fuoco, colpita da quell'improvviso eccesso di sentimento che mai avrebbe creduto di scorgere sul suo viso sempre impassibile, austero e annoiato come una maschera mortuaria, mentre il cuore accelera il battito alimentato da quell'emozione che è fuoco e l'incendia ogni qual volta si trovano vicini a condividere qualcosa in più dei commenti sprezzanti o battute taglienti, spingendola a provare una forte ammirazione verso di lui, verso quel Severus Piton che, pian piano, sta imparando a conoscere; perché v'è in lui molto più del rimpianto nato dall'amore per Lily Evans e la vocazione al martirio, una mente brillante – tagliente - votata alla conoscenza in ogni sua forma e alla sperimentazione che l'ha reso il miglior pozionista d'Inghilterra già da giovanissimo, facendogli ottenere un posto di rilievo sia fra i Mangiamorte che nelle fila dei paladini capitanati da Albus Silente, inoltre possiede una vasta conoscenza degli argomenti più disparati come sta ben dimostrando ora, snocciolandole nozioni che lei fatica a comprendere poiché vertono su stadi talmente avanzati della preparazione delle pozioni che poco hanno in comune con ciò che sta studiando a scuola, tanto da farla sembrare una materia completamente diversa, più astratta.

Questa soluzione rossa che vedi qui è una variante della pozione soporifera: paralizza i centri nervosi ricreando uno stato simile al Petrificus Totalus. Salazar l'ha descritta nei suoi appunti lasciando però lo studio incompleto. Ho provato a crearla ugualmente, sopperendo alle lacune lasciate dal fondatore di Serpeverde con alcune idee venutemi alla mente durante i lunghi anni passati a sperimentare, felice di appurare che il mio impegno sia valso a qualcosa. Tieni” spiega aprendo delicatamente il rubinetto posto alla fine dell'ultimo tubo in vetro così da far uscire una pallina color melograno, simile a quelle riposte poc'anzi, che afferra nel palmo prima di lasciarla ricadere fra le mani congiunte a coppa della giovane Corvonero; è leggera, fredda malgrado il prolungato contatto con le parti bollenti del macchinario di sublimazione e pare vetro soffiato, presentando sfumature che la fanno somigliare ad un raro e prezioso rubino.
Come funziona?”
Basta romperne la superficie e la pozione, qualsiasi essa sia, sprigionerà i suoi effetti. Ovviamente consiglio di non testarla qui dentro, a meno che tu non voglia passare le prossime ore paralizzata, come sconsiglio di mettersi a lanciare le sfere nere contenute nel barattolo posto sul terzo ripiano del mobile di fondo, essendo una variante assai potente della Pozione Esplosiva tanto amata dal signor Finnigan, compagno di scuola di tuo padre” spiega Severus togliendole dalle mani la piccola pallina purpurea per riporla in un altro contenitore, sfiorando con le dita lunghe e magre le i palmi caldi e morbidi lei; la ragazza serra le labbra in una linea ferma, osservandolo sottecchi in un modo terribilmente solenne che lo spinge ad inarcare le sopracciglia, stupito da quell'improvviso mutamento d'espressione e guardingo, domandandosi cosa diavolo le frulli in quella testolina ornata da una corona di capelli scarmigliati per essere diventata improvvisamente così seria e taciturna.
Sei davvero straordinario” mormora infine e quelle tre parole riecheggiano con il fragore d'un tuono nel caldo ed ovattato silenzio disceso sul laboratorio, facendo tremare pareti ed alambicchi, causando una contorsione inaspettata alle viscere del mago che la scruta attonito, con occhi ossidiana spalancati per la sorpresa.
Come, Potter?” sibila tagliente, ritraendosi dallo sgabello per mettere nuovamente una giusta distanza fra loro, spaventato da quel commento – complimento – mormorato con apparente noncuranza e dalle implicazioni ch'esso comporta, poiché negli occhi color terra di lei brilla una scintilla d'ammirazione autentica che lo spaventa; sa d'aver compiuto una follia prendendola fra le braccia per mostrarle cosa significhi davvero volare durante l'alba del venticinque dicembre e, col senno di poi, avrebbe fatto meglio a lasciarla tornare in dormitorio piangendo, mollando la scatola di cioccolatini ai gufi anziché portarsela lì, in laboratorio, scartando un dolce a sera così da farli durare il più possibile, poiché ora la sua idea di limitare le interazioni reciproche al mero 'lavoro' è davvero crollata come un castello di carte in balia della tempesta.
Si sta affezionando a lei e ciò è disastroso.

Non c'è bisogno che ti arrabbi, sono sincera. Sei davvero straordinario. Tutto questo, questi macchinari ed il laboratorio, le pozioni e gli studi di Salazar sull'alchimia non sarebbero mai rinati senza di te. Sono sicura che non esistono molti pozionisti in grado di creare elisir solidi così perfetti, né maghi con la tua esperienza ed il bagaglio culturale che possiedi. Mi rendo conto di essere stata estremamente fortunata ad averti incontrato, poiché se mi fosse capitato un 'guardiano' come Turpin o Yaxley, oppure Tiger o Rowle sarei già morta da mesi. Cibo per vermi e cadaveri deambulanti” spiega tranquillamente la strega lasciando vagare lo sguardo dal viso impassibile e cereo di lui alla stanza in penombra, ricca di tavoli stracolmi d'alambicchi e macchinari strani, calderoni fumanti ed ingredienti, il tutto disposto con un ordine ed una precisione che le suscitano una certa invidia ed ammirazione dato che il suo tavolo di lavoro a 'Pozioni VI' non è mai così lucido e ben tenuto; attraverso i fumi cangianti levatisi dai paioli ed i vapori prodotti dai pigri macchinari di sublimazione Piton la scruta attento, ritraendosi ancor più verso l'ombra come se – internamente – ne avesse timore, incapace di articolare una frase di senso compiuto o risposta sprezzante che possa distruggere la fiducia provata dalla ragazza nei suoi confronti poiché quel complimento, unito al fatto che lei sia stata in grado di capire e riconoscere i suoi talenti, gli hanno causato un caldo brivido di piacere come non accadeva più da eoni.

Sbagliato, per Salazar.
Sedici anni. Potter. Scaricatore di porto. Nipote di Lily.

Credimi, sono il peggior alleato che ti sia potuto capitare e te ne accorgerai presto. Il fatto che sia un po' meno decomposto o folle di Rowle, Yaxley, McLeod o Turpin non mi qualifica certo come 'miglior opzione', sebbene ammetto che possa rendere la mia presenza più gradevole. Se l'avessi resuscitato 'corporeo', sicuramente Silente sarebbe stato un guardiano assai più valido” sibila con l'attenzione rivolta ad elencare mentalmente – in modo assai fallimentare – tutti i difetti posseduti dalla ragazza per cercare di smorzare quell'assurdo e non richiesto calore al petto, mentre si appoggia al bordo del tavolo in noce così da dare la schiena al macchinario in vetro e rame, con i palmi premuti sulla superficie solcata da venature in rilevo e gli avambracci pallidi ben in vista; prima che possa controbattere, lanciandosi in un'accurata analisi del perché Silente non sarebbe stato affatto un guardiano migliore, vista la sua propensione a mandare gente allo sbaraglio senza condividere informazioni cruciali del piano d'attacco, lo sguardo della strega viene calamitato nuovamente sulla macchia d'inchiostro nera che orna la pelle dal gomito al polso sinistro, il disegno d'un teschio dalla cui bocca dischiusa fuoriesce un grosso serpente arrotolato a formare il simbolo dell'infinito e, come le era già accaduto durante la notte del Solstizio, poco prima d'addormentarsi con Piton in grembo, si domanda cosa sia quel numero romano inciso sull'osso frontale: XVII, diciassette.
La prima volta in cui ha visto il 'Marchio Nero' è stata quand'era piccola, un disegno grigiastro e fumoso – sbiadito - simile ad una bruciatura sulla pelle nivea di Draco Malfoy, invitato assieme alla famiglia presso la loro casa a Vauxhall per il compleanno di Harry, un pallido eco di ciò che spicca ancora ben definito e dettagliato sul braccio di Severus, mentre in seguito s'era imbattuta in quel simbolo mortifero all'interno d'un libro di Storia Magica Contemporanea, sebbene si trattasse solo di un'abbozzata imitazione disegnata da qualcuno che, presumibilmente, non aveva mai militato nei Mangiamorte; non ricorda d'aver mai letto da nessuna parte, o d'averlo udito nei racconti del padre, che Tom Riddle avesse dato un numero ai suoi seguaci e quindi teme che quel simbolo possa essere legato al suo 'status' di risvegliato, contraddistinguendolo come 'Carta XVII degli Arcani Maggiori: Le stelle'.

Però è strano.
Sugli altri risvegliati il simbolo non è apparso in questa maniera e Silente pare non averlo affatto.

Perché 'diciassette'?” domanda la strega corrugando la fronte, accennando al Marchio con un cenno del mento che spinge l'uomo a nascondere il braccio, fissandola con gli occhi ridotti a falci gemelle, scure come il fondo del tartaro e taglienti come acciaio; si scosta dal tavolo con un movimento talmente fluido e rapido – inumano – che la giovane lo percepisce appena, ritrovandolo poi sul fondo della stanza in penombra, vicino alla pesante porta che conduce alla fornita dispensa stracolma d'ingredienti, come se fosse sempre stato lì dall'inizio della conversazione.
Va a dormire, Potter. La lezione è finita” scandisce monocorde mentre l'espressione del volto torna a farsi altera – distante – ed intransigente, segno che qualsiasi protesta finirà inascoltata o, alla peggio, liquidata in malo modo, mostrarsi caparbia non le servirà a nulla poiché lui non ha intenzione di raccontarle alcunché di quella parte di 'vita' che – a posteriori – preferirebbe cancellare e riscrivere; ma il tempo non è un disegno a matita da poter ritoccare con un colpo di gomma e modificare a piacimento, bensì un tatuaggio ad inchiostro indelebile inciso nelle carni pallide ed inconsapevoli, doloroso come un'ustione e, lanciando un'occhiata furtiva – fredda – al teschio ghignante con lingua di serpe, si chiede se davvero avesse voluto una vita diversa pur sapendo che Lily – Evans – non ne avrebbe mai fatto parte, se l'unirsi ai Mangiamorte non fosse – inconsciamente – stato dettato da sentimenti assai più forti del rimpianto d'aver perduto l'unico amore della sua vita.

Amici...
Sarebbe bastato?
Forse a quindici anni.
Ma poi?

Gli occhi ossidiana tornano ad osservare il volto della giovane strega, le cui labbra sono contratte in una linea ferma, imbronciata, e gli ci vuol poco sforzo per intuire i pensieri che le si agitano sotto la massa di capelli fulvi, oltre quelle iridi color terra puntate d'ombra: come un viandante sperduto nel deserto la Potter ha sete, sete di tutto ciò che è sordido, nascosto e da scoprire, sete di conoscere ciò che invece dovrebbe rimanere segreto e sepolto ma che, sotto quello sguardo intransigente e solenne, pare rianimarsi scavando con forza per vedere la luce.
Incurva l'angolo del labbro nel fantasma d'un sorriso stanco, sconfitto dalla caparbietà di lei, poiché sa che ora potrà imporre quel silenzio che accetterà di controvoglia, occultando nei reconditi meandri della memoria ogni brutto ricordo legato al passato e quelle esperienze che l'hanno condotto ad avere l'onore di ben due iniziazioni al cospetto del Signore Oscuro, ma sa che esso non durerà: portare alla luce ciò che appartiene ad altre vite è il talento d'ogni negromante e la Potter, in ciò, era assai brava ancor prima di scoprire davvero cosa fosse.

Qualunque cosa ci sia nel tuo passato non mi fa paura. Quindi smettila di chiuderti a riccio ogni volta in cui la conversazione si sposta sul personale” replica la strega incrociando le braccia sul petto, senza accennare a scendere dall'alto sgabello dalle gambe di ferro; il mago sogghigna mostrando i denti, osservandola con lame d'ombra fredde e tetre come il Cocito.
Pensi che m'importi qualcosa del tuo giudizio, mocciosa? Contrariamente a quanto sembri pensare, fra di noi non v'è alcun rapporto d'amicizia o di muta richiesta di sostegno, quindi ti pregherei di smetterla d'assillarmi con domande personali alle quali non voglio rispondere. Non per paura, bensì perché non sono affari tuoi” sibila calcando ogni parola, intridendola d'una forte e velenosa rabbia alimentata dal fastidio di dover ricorrere alla menzogna per occultare quel tumulto d'emozioni che, internamente, lo stanno scuotendo con violenza rammentandogli tutto ciò che vi è di profondamente 'sbagliato' nel modo in cui si stanno avvicinando l'un l'altra, sebbene la ragazza sembri non capire, continuando a scrutarlo impassibile; Lily Luna non è stupida, ha imparato a non temere la rabbia dell'ex insegnante, poiché è solo una facciata oltre la quale si celano ben altri sentimenti, un muro eretto affinché il mondo non lo ferisca nuovamente.
Ricorda bene gli infiniti tagli presenti sulla pelle nivea del mago e come rilucevano nella fioca luce prodotta dal fuoco morente, alla Testa di Porco, e può solo immaginare quanto altro dolore abbia racchiuso dentro, così decide di non forzare ulteriormente le sue resistenze, sospirando pesantemente – sconfitta – mentre si china a raccogliere la borsa, saltando giù dallo sgabello con agilità; si getta la cinghia sulla spalla sinistra e, scostando i capelli dal viso con un gesto secco della mano, torna a fissare l'uomo ancora immobile vicino alla porta della dispensa.

Va bene. Smetto d'importunarti. Buonanotte, ci si vede domani” esclama sorridendo appena, immaginando il rapporto fra lei ed il mago come una partita a scacchi magici, ove ogni decisione è una mossa che può avvantaggiare una delle due parti e che non ha alcuna intenzione di perdere, cocciuta com'è, non importa quanti danni abbia fatto Lily Evans negandogli quel perdono – assoluzione – che tanto bramava, né le difficoltà di portare vanti una qualsivoglia 'interazione' con un ex professore morto da più di venticinque anni, che – anagraficamente – dovrebbe avere l'età di suo nonno.
Non importa, poiché nella realtà folle creatasi a seguito del rito negromantico le normali 'regole' sono state sovvertite come in eterni Saturnali ed ora non esistono più barriere a separare ciò che dovrebbe essere polvere dal soffio della vita, creando un posto per tutti coloro che l'hanno perso troppo presto, in modo violento ed assurdo; con la testa ricolma di pensieri e le palpebre di nuovo pesanti a causa della stanchezza, la ragazza si incammina lentamente verso la porta che conduce all'uscita del laboratorio, dando le spalle al mago che la saluta con un breve cenno del capo prima di svanire fra le ombre della dispensa, ma non ha ancora superato il grosso camino quando un'improvviso capogiro modifica l'asse terrestre, spedendo il pavimento a ruotare verso il soffitto mentre i contorni di oggetti ed arredi attorno a lei paiono deformarsi, allungandosi come gomma.
Con prontezza riesce ad afferrare il solido bordo in legno d'un tavolo, senza però evitare di scivolare verso il basso, trascinando con sé la tracolla ed alcuni oggetti di vetro che tintinnano allegri urtando il pavimento, riempiendo la pietra di piccole schegge, luminescenti nella luce dei fuochi.

Spero di non aver rotto uno dei macchinari.
O mi ucciderà.

Ma ogni pensiero viene annichilito dalla ormai familiare ondata calda nelle vene, che brucia fiato e resistenze spingendola a rantolare con la schiena premuta contro la pietra fredda, fra vetro e liquidi sparsi, con gli occhi rivolti al soffitto intrecciato d'archi spartani e la mente ottenebrata dalla magia; pensieri non suoi le invadono la mente con violenza, spingendola a scuotere il capo per allontanare quel tumulto fastidioso e ronzante che le perfora le tempie, una cacofonia disarticolata in cui prevalgono sentimenti primordiali quali 'fame' e 'sete', voglia di affondare i denti in morbida carne per poter così placare l'arsura che, da troppi mesi, serra le loro gole.

Potter!”

I contorni dello stanzone sfumano nei vapori prodotti dai calderoni ed il volto di Piton, chinatosi sopra di lei per aiutarla a mettersi seduta, è una macchia bianca ornata da una sinistra aureola d'ombra nera come il peccato, come quegli occhi solitamente impassibili che ora la scrutano stupiti – spaventati? - mentre lei rincorre i respiri cercando d'articolare una frase che spighi quell'improvviso mancamento; ' qui...sono...qui...tanti' sibilano le labbra pallide della giovane e lui non impiega più d'un battito di ciglia per capire a chi si stia riferendo.
Dentro Hogwarts?” domanda atono inarcando un sopracciglio, quesito al quale lei annuisce con forza mentre cerca di mantenere la posizione seduta, serrando le palpebre per scacciare vertigini e nausea unite a quel fastidioso brusio che le riecheggia nel cranio, i pensieri – ora ne è certa - sconnessi della torma di cadaveri che hanno raggiunto il castello, iniziando a girovagare indisturbati per i corridoi deserti e bui in cerca di vittime, alimentati da quel istinto predatorio folle che lei avverte con forza, quasi come ne fosse vittima.
Silente è convinto che nessun risvegliato possa varcare le mura del castello, dato che sono intrise d'antica magia bianca” le passa un braccio attorno alla schiena per mantenere eretto il busto e le scosta i capelli con l'altra mano, permettendo alla ragazza di chinare la testa per inspirare a pieni polmoni, cercando di trasformare il rantolo in un respiro regolare; avverte l'esile corpo fasciato dalla divisa di Corvonero sussultare, scosso da fremiti sempre più frequenti quando cerca d'articolare parole che faticano ad uscire dalle labbra dischiuse, ma la cosa che più l'inquieta sono gli occhi, non più di quel caldo e profondo color terra puntellato da schegge scure come carbone, bensì bianchi e velati come latte cagliato.
Occhi d'una morta.

Non riesco a parlare...

Cosa sta succedendo, Potter?

Risvegliati, sono entrati nel castello e sono tanti. Non so quanti, una dozzina forse. Sento i loro pensieri, mi stanno facendo esplodere la testa.

Svuota la mente, ricorda cosa ti ho insegnato.

Severus, dobbiamo andare! Hanno fame e sete, stanno cercando cibo!

Calcando quell'ultimo pensiero, la strega tenta di sollevarsi in piedi ma una forte ondata di nausea l'assale, costringendola a piegarsi sulle ginocchia serrando con forza le labbra, inspirando dal naso e lottando affinché il reflusso non salga alla gola mentre il mago la sorregge, sottolineando con dolorosa ovvietà che non può certo combattere così dato che non si regge in piedi; Lily Luna inspira profondamente, ricordando quanto appreso durante le lezioni di Occlumanzia e cerca di svuotare la mente, allontanando i caotici pensieri dei morti per rincorrere una calma effimera che non prova, ma di cui ha bisogno, mentre l'eco delle profezie raccolte come indizi tuona cacofonico rammentandole il suo destino.

Sei ancora debole, fragile e scostante.
Se non imparerai in fretta allora si, sarai perduta.

Ma io non voglio, non voglio essere perduta...

Serra le palpebre con una violenza tale da far dolere gli occhi, storcendo le labbra in una smorfia di dolore mentre tenta di nuovo d'allungare le gambe, appoggiandosi alla spalla di Piton per sollevarsi in piedi; il mago accompagna i suoi movimenti, sostenendola con una delicatezza che un po' stona con le maniere usualmente brusche e sbrigative con le quali di solito l'approccia, rammentandole la mattina di Natale ed il modo in cui l'aveva abbracciata sul parapetto della guferia, trattenendola a sé affinché non scivolasse nel vuoto, e quello strano calore a cui non sa dare nome pare attenuare le urla mortifere dei cadaveri, permettendole di aprire gli occhi senza essere investita da nuovi capogiri e nausea.
Potter, se non sei in grado d'affrontare il duello resti qui. Non posso affrontare una decina di risvegliati dovendo pensare anche a te” l'ammonisce burbero Severus, scoccandole un'occhiata tagliente come la lama d'una spada mentre la lascia andare lentamente, affinché sia in grado di star in piedi da sola; la strega scuote il capo, piegandosi leggermente per recuperare la bacchetta dalla tasca frontale della tracolla in cui l'aveva riposta, e sta per ribattere – fingendo molta più sicurezza di quella che avverte -, quando l'improvvisa apparizione di due fantasmi abbastanza agitati la zittisce.
Allarme! Allarme! Morti nei corridoi! Morti nei corridoi!” tuona Mirtilla con voce acutissima, poggiando le mani a coppa attorno alla bocca per simulare un megafono, intercalando ogni parola con una sorta di fastidiosissimo fischio che dovrebbe imitare i dispositivi acustici d'emergenza d'un auto della polizia, o di un'ambulanza; Albus Silente, emerso dal muro a pochi metri dalla giovane fantasma, si limita invece a squadrare Lily Luna e Severus con un sopracciglio inarcato, domandando pacatamente conferma di quanto riferito da quest'ultima e se siano entrambi pronti a combattere.
Signorina Warren, non mi sembra che la morte l'abbia trasfigurata in una dannata sirena contraerea, quindi la smetta di produrre rumori molesti! Per Salazar! Sappiamo già dei risvegliati all'interno del castello” ringhia l'ex professore di Pozioni, appellando con un colpo di bacchetta la casacca nera ed il lungo mantello per infilarseli velocemente, senza però disfare il codino che gli tiene in ordine i capelli, dopo essersi accertato che la Potter sia in grado di mantenere l'equilibrio da sola senza rischiare un nuovo svenimento; mentre mirtilla borbotta sottovoce con la stessa intensità d'un bollitore fumante, la ragazza dai capelli fulvi annuisce alle parole del vecchio preside, osservandolo con espressione ferma.
Siamo pronti”
Stai perdendo colpi, Allbus. Questa è la seconda volta in cui una tua certezza viene smentita, forse è ora che inizi a prendere in considerazione l'idea di pensionarti” sogghigna Severus mentre allaccia alla cintura una specie di porta monete in cuoio brunito dal contenuto misterioso ed una sorta di porta fiale nel quale ha disposto alcune provette colme di pozioni multicolori.
Eh, brutta cosa la vecchiaia. Dona conoscenza ma ruba la fantasia e l'ingenuità di pensiero. Se non mi trovassi in questo stadio intermedio una vacanzina alle terme di Baden-Baden la farei volentieri, quelle acque sembrano avere ottime proprietà curative che, si sa, per noi quasi pensionati sono l'ideale”
Lily Luna sorride mesta, osservando il terzetto con occhi velati da una patina di lacrime nate dalla gratitudine di non essere sola, di aver trovato persone – spiriti – davvero eccezionali su cui poter contare, a cui affidasi per crescere e rendersi in grado d'affrontare il proprio destino.
Correndo verso la porta d'uscita della Camera di Salazar con Mirtilla e Silente a fluttuarle affianco e Severus, in forma di corvo, a volarle sopra la testa, la strega tenta di concentrarsi sulla respirazione e la chiusura della mente, cercando di incanalare la magia che sente agitarsi dentro al suo petto per stabilire una connessione con i risvegliati, così da capire ove siano di preciso e quale sia il loro livello; deve imparare a soggiogare quel potere così da smettere d'esserne schiava, affinché le possa essere utile in futuro, quando gli avversari saranno sicuramente più forti d'una manciata di 'Arcani Minori' allo sbaraglio poiché, ne è certa, se davvero qualcuno ha decretato la sua iniziazione a
Nekyomanteia sta sicuramente muovendo i burattini affinché le si presentino pochi alla volta, così da farla crescere lungo il cammino tracciato, sebbene lei non ne comprenda il motivo.

Chiunque sia non è tuo amico.
Cosa diventerai quando la katabasis sarà compiuta?
Allora si, sarai perduta.
Allora si, sarai Eterna.
Cosa...diventerai?

Ciò che devo essere.
Ciò che è stato seminato crescerà.






Glossario:

  1. Ars Goetia: E' una pratica magica incentrata sull'invocazione ed evocazione di demoni.

  2. Scuola di Medicina di Salerno: La scuola medica salernitata è stata la prima e più importante istituzione medica in Europa, nel IX sec. d.C. L'approccio era basato sulla pratica e, all'interno di essa, confluivano tradizioni mediche riportate dal mondo greco-latino e da quello arabo. Erano ammesse anche donne sia allo studio che all'insegnamento, chiamate 'Trocte' (o Trotule).

  3. Opus alchmicum: itinerario alchemico della lavorazione e trasformazione della materia prima, finalizzato alla realizzazione della pietra filosofale. In questo capitolo s'intendono anche i vari passaggi a cui è sottoposto il composto per 'mutare forma'.


NDA: Eccoci giunti al quindicesimo capitolo.
Innanzitutto domando scusa per l'enorme ritardo con cui pubblico, purtroppo sto attraversando un periodo un po' incasinato e quindi riesco a trovare poco tempo per scrivere; in ogni caso posso annunciarvi che, oltre a questo, ho già scritto parte del prossimo capitolo, quindi non penso si dovrà aspettare molto per la pubblicazione (sarà un interludio, giusto per fare il punto della situazione).
Mi sono divertita molto ad immaginare ed ampliare la Camera dei Segreti, nonché il laboratorio di Piton; l'idea delle 'pozioni solide' non è tutta farina del mio sacco, bensì un richiamo alla saga Nevernight di Jay Kristoff (la cui accademia degli assassini sembra un incrocio fra quanto scritto da Marco Polo nel 'Milione' e Hogwarts), dato che pure lui sembra richiamare l'opera della Rowling, nei suoi libri, sebbene là siano descritte in modo meno connesso al processo alchemico.
Scrivere delle dispute tra quadri è stato divertente, e ritorneranno, così come d'ora in avanti il parco personaggi si amplierà, quindi spero vi siano graditi e, inutile sottolinearlo, sta per scoppiare un bel casino.

Ringrazio tutti coloro che sono giunti fin qui, che hanno aggiunto questa storia alle preferiteseguitericordate e chi ha trovato un briciolo di tempo per recensire e lasciarmi un parere.
Grazie davvero!


Alla prossima!



_Morgan






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