Wher's My Happy Ending?

di LadySweet
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Era una mattina come tante a Parigi.
Nel cielo non c'era una nuvola, ed il sole splendeva. All'istituto Françoise Dupont, la campanella era appena suonata e la maggior parte degli studenti stavano prendendo posto ai loro banchi, mentre gli utlimi ritardatari si affrettavano ad entrare. Marinette come al solito entrò giusto in tempo, poco prima del suo nome durante l'appello, spalancando la porta e caracollando a terra, scatenando le risate della classe.
Finito l'appello, la signorina Bustier fece un annuncio.
< Bene ragazzi miei. Questa mattina, prima di iniziare con la lezione di oggi devo darvi una comunicazione: il nostro preside ha deciso di organizzare un ballo di primavera per tutta la scuola, l'ultima sera prima delle vacanze! > un ode collettiva si spanse per tutta la classe, segno che la notizia aveva ricevuto l'effetto sperato. < Siete liberi di invitare amici di altre scuole se lo desiderate, purché rispettiate le regole della scuola e della festa. Bene, ora concentratevi per favore e aprite il libro a pagina 23... >
Mantenere l'attenzione alla lezione non fu affatto cosa semplice, specie per una certa ragazza dai codini neri e gli occhi azzurri persi in una espressione sognante, diretta al ragazzo biondo seduto davanti a lei. La sua mente aveva usato ogni istante disponibile per immaginare mille scenari diversi in cui lei e il suo amore segreto (più o meno) avrebbero passato una serata da favola al ballo, coronando il tutto con la reciproca dichiarazione dei loro sentimenti. I suoi sogni ad occhi aperti vennero però bruscamente interrotti da una mano sulla spalla che la scrollò pesantemente.
< Pronto? Terra chiama Marinette! La campanella sta suonando, il che significa che è ora di pranzo > annunciò Alya, la sua migliore amica.
< Oh Alya... t'immagini come sarebbe bello se lui invitasse proprio me al ballo? > chiese ancora sognante la giovan. E la sua amica non ebbe difficoltà a capire di chi stesse parlando.
< Ah certo che me lo immagino > e iniziò a mimare i comportamenti strampalati che l'amica aveva ogni volta che si trovava a scambiare due parole con Adrien, scatenando le risatine delle amiche accanto a loro.
< Hai ragione. E poi non succederà mai, lui ci andrà sicuramente con Chloè o con Katami >
< Ti ricordo che Adrien e Katami non stanno più insieme.... >
< Ma questo non gli impedisce di essere amici e passare una serata di festa insieme >
< Puoi sempre invitare Luka > propose Juleka
< Tu credi che ci verrebbe da amico? Dopo quello che è successo fra noi? >
< Ma certo che ci verrebbe Marinette. Siete amici ricordi? > aggiunse Alix
< Giusto, ma fossi in te aspetterei prima di invitare qualcuno... dopo tutto sono i ragazzi che devono invitare le ragazze al ballo, dico bene? > disse Alyà raccogliendo il consenso di tutto il gruppo.
E così dicendo andarono tutte a pranzo discutendo su chi vorrebbero che le invitasse, su che abito avrebbero indossato, come organizzare le decorazioni ecc.
Nel frattempo Adrien Agreste era rientrato nella sua sontuosa villa per consumare il pranzo nelle mura domestiche come faceva sempre... da solo. Suo padre era sempre troppo occupato per dedicare del tempo a suo figlio. Sapeva che per mantenere il prestigio del marchio di moda di famiglia servivano impegno e dedizione, oltre che idee sempre brillanti ed innovative, e che lui era una specie di genio nel suo lavoro. Ma alle volte non poteva fare a meno di chiedersi che diavolo combinasse davvero chiuso nel suo studio per giorni interi, specie in compagnia di Nathalie. Non che gli desse fastidio la cosa: l'assistente di suo padre era stata l'unica figura pseudo materna che aveva avuto dalla scomparsa di sua madre. Ma l'unica cosa che voleva era passare del tempo con il suo papà come facevano in tutte le altre famiglie: era chiedere troppo?
Ad interrompere quel flusso di pensieri ci pensò il piccolo gattino nero fluttuante che dopo aver ingurgitato l'ennesimo pezzo di formaggio tutto intero
chiese: < Allora, hai già deciso chi porterai al ballo? >
< Prima di poter pensare a chi invitare, dovrò chiedere il permesso di andarci a mio padre... >
< Credi che non ti lascerà andare ad un evento della scuola? >
< Dovresti conoscerlo ormai. Proverò ad interecettarlo stasera, dopo scherma. Ora sbrigati a finire, è quasi ora di rientrare >
E detto questo venne raggiunto da Nathalie che lo informava sugli impegni pomeridiani dopo la scuola, e che quella sera suo padre avrebbe cenato con lui (evento più unico che raro).
“ Perfetto! Sarà la mia occasione per chiedergli del ballo ” pensò il ragazzo mentre raggiungeva l'auto che lo avrebbe riportato a scuola.
Mancava poco più di una settimana alla sera del ballo, ma la scuola era già in pieno fermento. Il comitato per le decorazioni sarebbe stato istituito quel pomeriggio e l'indomani mattina sarebbero partite le preparazioni. La palestra della scuola era sufficientemente grande da poter ospitare tutti i partecipanti, e questo significava che allestirla tutta avrebbe richiesto parecchio tempo e ancor più materiale.
Naturalmente quando l'insegnante chiese alla classe se qualcuno voleva unirsi al comitato, Marinette si era offerta volontaria per dare una mano, vista la sua enorme creatività e il suo eccellente talento nei lavori manuali, accompagnata da Rose e Mylène.
Adrien era sicuro che le sue compagne avrebbero svolto un lavoro eccellente con le decorazioni, dato che il tema del ballo era “ la notte delle stelle cadenti ”. Sentirle chiacchierare fuori dal portone all'uscita delle lezioni lo rendeva ancora più impaziente di incontrare il padre a cena, pensiero che lo spronò a fare del suo meglio durante le attività pomeridiane.
Finalmente giunse l'ora della cena, e dopo una bella doccia il giovane ragazzo si sedette a tavola in attesa del genitore.
Qualche minuto di attesa e le porte della sala si aprirono mentre Gabriele Agreste fece il suo ingresso, prendendo posto al capo opposto del tavolo.
< Buonasera padre >
< Ho visto i risultati dei tuoi ultimi test scolastici Adrien, posso ritenermi soddisfatto. >
< Grazie padre. A questo proposito, ci hanno informati che a breve ci sarà un ballo scolastico per festeggiare l'inizio delle vacanze di primavera. Ecco mi chiedevo se potevo andarci... > disse il ragazzo titubante.
< I tuoi voti sono buoni, e l'insegnante di scherma mi ha riferito che sei migliorato molto da quando ti alleni con la signorina Tsurugi. Puoi andare. >
< Grazie padre >
Il resto della cena passò quasi in silenzio com'erano soliti fare quelle poche volte che erano insieme. Dopo la cena lo stilista tornò nel suo studio seguito dalla fedele assistente, dopo aver dato al figlio la libertà d ritirarsi nella sua stanza.

NdA:
Ciao a tutti!
Sono nuova nella sezione e questa è la prima
FF che pubblico su questa serie.
Mi sono ispirata ad un comic animato trovato
su YouTube, e dato che mi era piaciuto molto
ho deciso di scriverne una storiella.
Non sarà lunghissima, ma spero che vi piacerà!
Alla prossima!
-LadySweet-

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Tra i preparativi per la festa, le gioie e le delusioni per gli inviti ricevuti e rifiutati, i giorni passavano inesorabili, e i lavori per la preparazione della festa procedevano secondo la tabella di marcia con ottimi risultati.
Naturalmente il secondo argomento di maggior interesse fra i corridoi della scuola era il vestiario per il ballo, specie fra le fanciulle.
Ninò e Adrien spesso si erano ritrovati messi da parte, insieme al resto dei ragazzi, perché le loro amiche stavano organizzando pomeriggi di shopping intensivo per trovare ad ognuna di loro l'abito adatto.
Ma tra loro, una aveva deciso di realizzarlo lei stessa il suo vestito: Marinette,nonostante fosse presa tra i lavori con il comitato, la scuola e la sua doppia vita da Ladybug non avrebbe mai rinunciato a questa occasione, spronata anche dalle amiche che non perdevano occasione di elogiare il suo talento.
In tutto questo trambusto di scadenze e tempi strettissimi a malapena si era accorta del tempo che passava, figurarsi se aveva avuto modo di preoccuparsi se qualcuno l'aveva o meno invitata al ballo, e quando si era trovata a realizzare di non avere ancora un accompagnatore il giorno prima del grande evento, decise che sarebbe andata lo stesso a quella festa e si sarebbe divertita con le sue amiche!
< Brava Marinette, questo è lo spirito! > la incoraggiò Tikki, il suo piccolo kwami.
< Alla fine questo ballo è fatto per festeggiare l'inizio delle vacanze di primavera, e quando le altre si concederanno un lento con i loro accompagnatori, io ne approfitterò per riposarmi un po' >
< Sono fiera di te Marinette >
Ma tutta la sua convinzione crollò la mattina dopo a scuola, dove in tutta la sua classe, ognuna delle sue amiche stava prendendo accordi con il suo cavaliere per il ballo del giorno dopo, discutendo di dove andare a cena prima della festa, a che ora vedersi, come coordinare i fiori e gli abiti. E dato che lei non aveva nessuno con cui parlare di queste cose, l'unica cosa che rimaneva da fare era sedersi al suo banco e attendere l'arrivo dell'insegnante che mettesse fine a tutte quelle chiacchiere inutili.
Circondata da tutta quella frivolezza, la ragazza si rese conto che essere l'unica senza un compagno le faceva male più di quanto era disposta ad ammettere. Aveva segretamente sperato che Adrian la invitasse, nonostante fosse consapevole che non sarebbe mai successo.
Aveva anche pensato di invitare Luka, ma Juleka aveva rivelato al gruppo pochi giorni fa, che il fratello si vedeva con una ragazza da qualche tempo, e lo aveva sentito al telefono mentre la invitava, anche se nessuno aveva ancora capito chi fosse quella ragazza misteriosa.
Quindi anche quell'idea era svanita.
Lo sguardo triste di Marinette che emergeva dal viso poggiato sulle braccia incrociate sul banco, non sfuggì ad Adrien, che fermo sulla porta era stata la prima cosa che aveva notato. Da una parte rimaneva sempre incantato dalla profondità di quegli occhi, e dall'altra cercava di capire cosa poteva esserle successo da renderla così triste. Immerso nei suoi pensieri, ancora appoggiato allo stipite della porta, perse un battito o due quando una mano si poggiò sulla sua spalla.
< Hei amico, non volevo spaventarti >
< Scusa Nino ero perso nei pensieri > cercò di giustificarsi il biondo
< Si, credo di aver capito in che pensiero eri perso... > disse Nino notando in che direzione puntava lo sguardo dell'amico. < Non l'ha invitata nessuno sai? > riprese buttando lì l'informazione mentre prendevano posto al loro banco.
< Davvero? Com'è possibile, tutti adorano Marinette! >
< Come amica certo, ma a queste feste non si invitano le amiche... > iniziò il ragazzo sperando che l'amico seguisse il discorso e arrivasse alla conclusione da solo.
< Ah no? >
< NO! Si invita la ragazza che ti piace, amico!! > disse esasperato il ragazzo, stupito da quanto l'amico poco ne capisse in fatto di ragazze.
< Quindi dovrei invitare Marinette? > chiese Adrian cascando dalle nuvole
< Lei ti piace? >
Quella domanda lo lasciò spiazzato.
Era sempre stato sicuro del suo amore per LadyBug, ma vedere Marinette così sola e sconsolata gli fece salire dentro una voglia quasi irrefrenabile di abbracciarla e consolarla fino a farle tornare quel bellissimo sorriso contagioso che da sempre la contraddistingueva.
Non l'aveva mai vista come qualcosa di più di una cara amica fino a quel momento. Ma ogni volta che aveva confessato i suoi sentimenti alla collega di avventure, questa lo aveva rifiutato dicendo che il suo cuore apparteneva ad un altro. All'inizio non si era mai lasciato scoraggiare dalla cosa, ma ultimamente da quando lei era diventata la guardiana dei Miraculous, era diventata più criptica, aveva sempre più segreti con lui e questo lo faceva soffrire, fino a dare ragione a Plagg, quando gli diceva di guardarsi intorno e puntare le sue attenzioni su altre ragazze.
Ci aveva provato con Katami, ma non aveva funzionato, forse perché non era quella giusta. Per un secondo si chiese se avesse dovuto dare una possibilità anche a Marinette, se fosse stata lei quella giusta.
Tornò a voltare lo sguardo verso la compagna e ripensò a tutte le volte che lei c'era stata per lui, in cui lo aveva aiutato e spesso difeso. Era grazie a lei se riceveva dei regali per le ricorrenze (cosa che suo padre dimenticava troppo spesso). Marinette era davvero una ragazza speciale e forse un poco gli piaceva, ammise a se stesso.
Di una cosa però era sicuro: non gli andava che soffrisse in quel modo.
Piacere o non piacere non avrebbe lasciato da sola la sua amica la sera del ballo, così si alzò dal suo posto, salì un gradone e si chinò all'altezza dello sguardo di Marinette.
< Tutto bene Marinette? >
< Oh, Adrien, si si tutto alla grande, sei magnifico! Cioè, volevo dire che io sono magnifica, no insomma sto magnificamente, tutto benissimo! > farfugliò la ragazza alla vista dell'amico che la fece sobbalzare.
< Sei sicura? Sembravi così triste poco fa. Lo sai che siamo amici e con me puoi parlare di tutto > le disse in tono gentile.
Marinette si perse per qualche secondo nell'intensità e nella dolcezza di quegli occhi così verdi. Solitamente avrebbe fatto finta che tutto fosse a posto, ma quel macigno sullo stomaco pesava sempre di più e per una volta trovò la forza di parlare normalmente da amica con lui e di confessare tutto quello che aveva dentro.
< Sono solo un pizzico gelosa. Tutte le mie amiche sono state invitate al ballo da un ragazzo, mentre io sono l'unica che non ha ricevuto nessun invito. Non che dia peso a queste cose, però almeno per una volta avrei voluto sapere anche io cosa si prova ad avere qualcuno che ti fa sentire speciale > confessò lei lasciandosi andare ad uno sbuffo sconsolato, tornado a poggiare il capo sulle braccia incrociate. Il ragazzo si sentì stringere il cuore alla rivelazione dell'amica.
Si sentiva sola e abbandonata e lui sapeva bene cosa si provasse. Lei c'era sempre stata per tutti, dando sempre una mano a chi era in difficoltà, e adesso tutti l'avevano
lasciata sola. Non era giusto!
< Non sarai l'unica senza una cavaliere > disse Adrien, e presa per mano l'amica la fece alzare in piedi. Poi la guardò dritta negli occhi < Marinette, mi faresti l'onore di venire al ballo con me domani? > annunciò a voce alta il ragazzo attirando l'attenzione di tutti i presenti
La giovane divenne rossa in viso, smise di respirare e perse un battito o due al cuore, che mai si sarebbe aspettata una cosa del genere.
Ci pensò Alya che con una spintarella dietro la spalla la rianimò intimandole di accettare.
Così Marinette si ricompose e scuotendo solo la testa per evitare di fare altri danni, accettò l'offerta.
< Molto bene! Passerò a prenderti verso le sette domani sera. > disse tornando al suo posto mentre l'insegnante entrava in classe.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Nelle ore successive il cervello di Marinette smise di funzionare, fisso su un solo pensiero: sarebbe andata al ballo con il ragazzo di cui era innamorata!!
Era come un sogno che diventava realtà.
Capitò spesso che il ragazzo si voltasse a guardare Marinette, e ogni volta che la vedeva radiosa e sorridente sentiva un calore dentro che lo faceva stare bene, e si disse che aveva fatto la cosa giusta.
Uscita da scuola quel pomeriggio la moretta corse a casa e per tutto il tempo si dedicò anima e corpo al completamento del suo abito per il ballo, che doveva essere perfetto! Non aveva detto a nessuno che cosa stesse creando, per poter fare una sorpresa a tutte, e adesso aveva una motivazione in più.
Ad ogni punto, cercava di immaginare come avrebbe reagito Adrien nel vederla con quell'abito, e arrossiva ogni volta più della precedente. Sotto sera non tardò ad arrivare la consueta telefonata della sua migliore amica.
< Alya ma ci pensi? Io, al ballo, con Adrien. Mi sembra un sogno > disse all'amica dall'altra parte della cornetta, mentre finiva gli ultimi ritocchi al vestito.
< Devi ringraziare Nino. È stato lui a dirgli che non eri stata ancora invitata >
< Ricordami di fargli una statua >
< Tranquilla, lo ringrazierete insieme quando la festa sarà finita e tu e il tuo bello vi sarete dichiarati. Quale occasione più romantica di questa? >
< Cosa? Domani sera? Ma, ma, ma... >
< Niente ma Marinette. Rimandi da troppo tempo! Ti ricordo che al ballo i ragazzi invitano le ragazze che gli piacciono.... e lui ti ha invitata, significa che gli piaci!! Quindi anche tu devi fare la tua parte e dirgli quello che provi! È il tuo momento! > cercò di incoraggiarla l'amica.
< Hai ragione Alyà. Domani sarà la volta buona! >
E detto questo si scambiarono la buonanotte.
L'indomani mattina Marinette camminava a tre metri dal terreno per la felicità, talmente contagiosa che i suoi genitori non riuscivano a smettere di sorridere per lei.
Arrivata davanti il portone della scuola salutò le sue amiche con un grande abbraccio, e stava per raccontare loro come aveva terminato il suo abito la sera prima, e dei sogni meravigliosi che aveva fatto, e proprio mentre stavano per mettersi a disquisire sui programmi della sera preceente (cosa che lei avrebbe dovuto definire quel giorno con Adrien) un gran vociare proveniente dall'atrio della scuola richiamò la loro attenzione.
Così si avvicinarono alla porta, e facendosi spazio fra gli altri studenti riuscirono a capire cos'era che creava tanto scalpore.
Al centro dell'atrio c'era Adrien con un piccolo mazzo di fiori, rivoltò a niente meno che Lilà Rossi.
La stava invitando davanti a tutti ad andare al ballo con lui. Lei ovviamente accettò gettandosi al collo del ragazzo, mentre Chloè urlava con una cornacchia poco lontano.
Gli sguardi del gruppo di amiche si volsero automaticamente verso Marinette. La ragazza non riusciva a proferire parola: sentiva il cuore battere velocemente, le gambe paralizzate, la gola secca, le guance a fuoco e gli occhi che si stavano inumidendo.
< Marinette... sono sicura che c'è sicuramente una spiegazione > cominciò Alya tentando di pensare a qualcosa che giustificasse quello che avevano appena visto. Ma non le veniva in mente niente.
Il tempo di voltare lo sguardo che la sua amica era sparita. La cercò con lo sguardo per tutto l'atrio, non trovandola da nessuna parte, per poi scorgerla in cima alle scale che portavano alla loro classe.
Le ragazze si scambiarono un'occhiata fra loro, per la prima volta non sapevano che dire o che fare. Sapevano solo che questa volta il cuore dell'amica si era spezzato davvero, e più gravemente delle precedente. 
Dovevano pensare a qualcosa e infretta: non solo perché la loro migliore amica stava soffrendo come mai era successo, ma perché poteva cadere vittima di Papillon.
Mentre la campanella suonava facendo disperdere gli studenti che si erano radunati per assistere alla scena, il gruppo di amiche si avvicinò a passo di guerra verso Adrien e lo presero per un braccio tirandolo fuori dalla classe prima che potesse entrarvi.
< Spiegaci cosa abbiamo appena visto Agreste, e ti conviene essere convincente! > lo minacciò Alyà
< Ho dovuto farlo. Se non avessi invitato Lilà mio padre non mi avrebbe mai permesso di venire... >
< Allora perché hai invitato Marinette ieri? Per farla soffrire? Per prenderti gioco di lei? > rincarò Alix
< No, non lo farei mai! Credevo di essere libero di invitare chi volevo, e volevo davvero andarci con lei, ma ieri sera mio padre mi ha messo delle condizioni... ero così arrabbiato. Prometto che le parlerò subito appena arriva, e le spiegherò tutto. >
< Per tua informazione Agreste, Marinette ha visto tutto, eravamo insieme. >
A quella frase il cuore di Adrien perse qualche battito.
Aveva sperato con tutto se stesso che la ragazza fosse in ritardo come al solito per evitarle tutta quella ridicola scenata. Ma evidentemente per l'entusiasmo era arrivata presto, e lui aveva appena ferito la sua più cara amica nel modo peggiore.
Automaticamente nella sua testa iniziò una rete di pensieri che portarono il ragazzo a fiondarsi nuovamente in classe, senza rispondere nemmeno ad Alya, dove trovò Marinette seduta al suo posto infondo alla classe data la presenza di Lilà, con il tablet davanti al visto.
Prese un respiro e provò ad avvicinarsi a lei.
< Marinette... > tentò piano di richiamare la sua attenzione
Lo sguardo che ricevette quando lei abbassò il tablet fece male come una coltellata. I suoi occhi erano molto rossi, stava cercando di reprimere le lacrime per non piangere davanti a tutti.
< Lasciami in pace > gli disse con la voce più cattiva che le aveva mai sentito, scandendo ogni parola e tornando a prestare attenzione al dispositivo.
Adrien non si era mai sentito più in colpa come in quel momento.
Capì che non sarebbe più riuscito a scambiare mezza parola con lei, così abbassò lo sguardo e tornò al suo posto sospirando pesantemente.
Sugli scaloni incrociò Nino. < Devi riuscire a spiegarti con lei amico... > disse mentre la sua ragazza lo guardava malissimo.
Sconsolato Adrien andò a suo posto, e appena si sedette la sua compagna di banco iniziò a mitragliarlo di mille chiacchiere che lui non ascoltò nemmeno.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Per tutta la mattina Marinette tentò di concentrarsi sulla lezione e sul test che dovevano svolgere, cercando di mantenere la calma, ignorando totalmente il biondino in prima fila.
Lui d'altro canto, nonostante avesse Lilà perennemente attaccata al braccio, non faceva altro che rivolgere fugaci sguardi all'amica. Non solo si sentiva in colpa per averla ferita, ma era preoccupato che in quello stato emotivo una akuma potesse arrivare per impossessarsi di lei.
Quando suonò la campanella della pausa pranzo, Alya e le altre andarono tutte attorno a Marinette e la scortarono a pranzo, facendo in modo che nessuno potesse avvicinarsi a lei. Ma Adrien era deciso a scusarsi con lei e spiegarle tutto per cercare di ottenere il suo perdono. Così alla fila della mensa la prese per un braccio e la portò in disparte.
< Marinette ascoltami ti prego, lasciami spiegare > disse cercando di trattenerla per le spalle. Ma lei dopo avergli rivolto l'ennesimo sguardo truce, si liberò dalla sua presa.
< Cosa c'è da spiegare? Non è chiaro? Lilà mi odia, ha giurato che mi avrebbe reso la vita un inferno e da lei mi sarei aspettata di tutto... ma tu. Mai avrei pensato che ti saresti abbassato al suo livello diventando suo complice per farmi questo. > disse con la stessa cattiveria di inizio mattina, mentre le lacrime tornavano ad arrossare i suoi occhi, e le guance si tingevano di rosso.
< Cosa? Non penserai che fossimo d'accordo vero? Sai che siamo amici, non potrei mai farti questo!Mio padre... > cercò di spiegare, ma lei lo interruppe.
< Sai una cosa? Non mi importa quello che tuo padre di ha detto di fare o non fare. Dopo tutto questo tempo pensavo avessi trovato la forza e il modo di imporre la tua volontà una volta ogni tanto, ma invece sei talmente debole e assoggettato a lui da non avere il coraggio di contraddirlo... anche a costo di ferire le persone che ti vogliono bene! Credevo che tu fossi speciale, che fossi diverso... per questo mi ero innamorata di te! Invece sei esattamente come tutti gli altri. Sta lontano da me Agreste!! > e così dicendo la ragazza corse verso il portone della scuola, dritta a casa.
Adrien non ebbe abbastanza riflessi per fermarla, rimanendo fermo immobile nell'atrio della scuola, guardandola andare via in lacrime. Lei era innamorata di lui, lui le aveva spezzato il cuore, e adesso lo avrebbe odiato per sempre.
< Adrian, ragazzo, stai bene? > chiese Plagg preoccupato
< Questa volta l'ho fatta grossa > disse rivolto al suo piccolo kwami
< Vedrai che le passerà. A tutti capita una delusione d'amore >
< Ma io non lo sapevo... Da quanto va avanti? >
< Da sempre?! Avanti come hai fatto a non capirlo? Me ne sono accorto perfino io che quella ragazza era cotta di te, e noi Kwami non ci innamoriamo! >
Gia, come aveva fatto a non accorgersi che tutti i comportamenti strani dell'amica in sua presenza erano dovuti a questo? Come aveva fatto a non accorgersi del suo sguardo innamorato? Non solo l'aveva sempre definita solo un'amica, e chissà quanto questo la facesse soffrire, le aveva perfino chiesto consigli su come conquistare Katami e lei aveva messo da parte tutto per essergli amica. E solo ora realizzava che Luka era li per lei per consolarla e distrarla dal fatto che lui era tanto preso dalla sua compagna di scherma. E adesso aveva rovinato tutto definitivamente.
Affacciato al portone della scuole rivolse uno sguardo al balcone della camera di Marinette oltre la strada, sopra la pasticceria dei suoi genitori. Era sicuro che in quel momento stesse piangendo tutte le sue lacrime per colpa sua, ed era nel suo momento più vulnerabile.
< Dobbiamo andare a controllare Plagg... >
< Credi davvero che voglia vederti? >
< Non vorrà vedere Adrien, ma Chat Noir saprà confortarla. E poi, se dovesse venire akumizzata per colpa mia non potrei mai perdonarmelo! >
Ma proprio mentre stava muovendo il primo passo verso i bagni una voce lo distrasse.
< Ecco dov'eri! Ti ho cercato ovunque... > disse Lilà prendendolo per un braccio.
< Lilà, io devo andare >
< Oh non essere sciocco, le lezioni stanno per riprendere. Andiamo >
E senza dargli la possibilità di divincolarsi lo tirò nuovamente in classe. Ovviamente la prima cose che fece fu guardare all'ultima fila dove il banco era vuoto e un stretta al cuore lo colpì.
Durante l'appello, al nome di Marinette il suo cuore perse un battito, sperando fino all'ultimo di vederla entrare da quella porta inciampando come al suo solito.
Ma questo non accadde, si alzò invece Alyà dicendo che l'amica era dovuta tornare in palestra per una piccola emergenza con le decorazioni per la festa.
Ma entrambi sapevano che in realtà la ragazza era in camera sua a piangere con il cuore spezzato.
Dalla finestra della sua classe non poteva nemmeno vedere casa di Marinette perché affacciava dal lato opposto, e questo lo tenne in uno stato di ansia perenne per tutto il resto del pomeriggio. Più passava il tempo e più una sensazione che presto sarebbe accaduto qualcosa di terribile si faceva largo dentro di lui.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Marinette era piombata in pasticceria all'ora di pranzo come una furia, in lacrime, lasciando interdetti i genitori e i pochi clienti all'interno del negozio. Tant'è che Sabine dovette correrle dietro trovando la figlia in lacrime sul letto.
Non l'aveva mai vista così disperata in vita sua e subito intuì che doveva essere successo qualcosa di grave. Salì sul soppalco, si affiancò a lei nel letto, e senza dire una parola la figlia si gettò fra le braccia della madre e pianse fino a che non fu in grado di raccontare alla madre quello che era successo quella mattina.
Sabine non sapeva davvero come fare per aiutare sua figlia.
Certo avrebbe voluto andare a tirare due schiaffi ben assesstati ad Agrest senior e junior, ma desistì.
Vedendo sua figlia così sconvolta le suggerì di riposare un po' dopo tutto quel pianto e quando si sarebbe svegliata avrebbero deciso insieme cosa fare. Cercò di consolarla un po' con la promessa di una cena delle sue pietanze prefeite e richiuse la botola.
Rimasta sola Marinette non riusciva a dormire: nonostante si sentisse la testa dolorante e gli occhi pesanti, qualcosa la teneva sveglia. Era la rabbia, la delusione, la frustrazione, la sofferenza.
< Marinette, ti prego cerca di calmarti... > cercò di tranquillizzarla Tikki
< Non ci riesco Tikki. Questa volta hanno davvero raggiunto il limite! Li odio! Li odio tutti!! > disse strappando dal muro tutte le foto del modello che aveva accanto al letto. Quella sensazione si soddisfazione le piacque, forse troppo, dato che scese dal letto sul soppalco e iniziò a strappare tutte le foto ed i poster che aveva sparsi per tutta la stanza! Gridò per la rabbia che lo odiava, che era stata una stupida a provare dei sentimenti per lui, che era solo il pupazzetto di suo padre e che non avrebbe più rivolto la sua attenzione ne a lui, ne alla sua casa di moda, avevano chiuso con lei!
Poi il suo sguardo cadde sul manichino con l'abito per il ballo.
Lo guardò attentamente e come spinta da una forza misteriosa lo tolse dal supporto e lo poggiò su di se guardandosi allo specchio. Ci aveva messo tutta se stessa in quell'abito, per far colpo sul ragazzo che amava, per essere alla sua altezza. Ma lui aveva scelto un'altra.
E dato che non aveva più senso andare a quella stupida festa, presa dall'ultimo violento raptus di rabbia iniziò a fare a pezzi l'abito. Tikki aveva provato a fermarla, a farla ragionare, così come gli altri kwami nella stanza, ma la sua furia era talmente tanta che le creaturine si erano rifugiate nella loro Miracle Box, perfino la coccinella. Non avevano mai visto la loro guardiana così arrabbiata.
Per evitare altre prediche Marinette si tolse perfino gli orecchini, riponendoli in un cassetto e in quel momento la coccinella sparì dalla vista dei suoi compagni, che furono ancora più terrorizzati.
La ragazza continuò a sfogarsi fino a che non si ritrovò in ginocchio circondata da nientaltro che brandelli di stoffa e disperazione, nuovamente con gli occhi pieni di lacrime.
E fù proprio in quel preciso istante che una akuma apparve nella stanza andando a depositarsi nell'unico pezzo di stoffa che la ragazza teneva in mano.
Una voce apparve nella sua testa.
< Regina del ballo, io sono Falena Oscura. Ti hanno portato via il tuo principe e hanno rovinato la tua favola. Io posso renderti la regina cattiva per vendicarti. Da ora in poi tutti quelli che incontrerai saranno sotto il tuo potere e dovranno obbedire ad ogni tuo ordine. Tutto ciò che chiedo in cambio sono i miraculous di Ladybug e Chat Noir: siamo d'accordo? >
< Sarà fatto! > disse lasciandosi andare alla rabbia
Una nube oscura avvolse la ragazza. Quando ne uscì i suoi capelli erano molto più lunghi, ricadendole sui fianchi, il suo corpo avvolto in un sontuso abito a principessa nero come la notte. Sul capo era poggiata una coroncina nera, e in mano aveva uno scettro.
< Molto bene, e ora è il momento di preparare la mia vendetta > dato che la ragazza era a conoscenza di tutti i piani dei suoi amici, e il suo unico scopo era rovinare la festa a tutti quanti, ma soprattutto a quella coppietta di maledetti che avevano rovinato la sua favola e spezzato il suo cuore. Le bastò un balzo per uscire dal lucernario della sua camera e ritrovarsi sul suo balconcino da cui poteva godere di una vista ben più ampia.
Vide gli ultimi studenti uscire dal portone della scuola, mentre una macchina nera attendeva il suo passeggero. Adrian e Lilà uscirono sotto braccio dal portone e salirono entrambi sulla macchina. La rabbia montò ancora di più nella ragazza, mentre nella sua mente le prime fasi del suo oscuro piano prendevano forma.
Ma la vendetta perfetta richiede una pianificazione meticolosa e soprattutto tempo, cosa che Falena Oscura non le dava, standole sempre con il fiato sul collo, intimandole di attaccare per far apparire i due supereroi. All'ennesimo richiamo in un ora la giovane si spazientì.
< Se non farai la tua mossa mi riprenderò i tuoi poteri e tornerai la patetica ragazzina con il cuore spezzato >
< Hai dato a me della patetica?! Non hai la minima idea di chi hai akumizzato Falena Oscura. Anzi sai che ti dico? Ho capito molto bene come funzionano i miei nuovi poteri, ora non ho più bisogno di te!! > e così dicendo il legame che permetteva a Gabriel di tenere sotto controllo la sua creatura si spezzò. L'akuma e l'amok che erano nel pezzo di stoffa uscirono dal precedente nascondiglio, per fondersi insieme e andare a posizionarsi direttamente nel cuore della ragazza.
< Adesso posso meditare la mia vendetta in pace. Ne Falena Oscura, ne Chat Noir potranno ostacolarmi! Pagheranno tutti per quello che mi hanno fatto!! >
< Marinette, ti prego torna in te! > disse il povero Trixx
< Questa non è la soluzione al problema Marinette. Tu sei Ladybug, solo tu puoi purificare le akuma! Devo tornare ad indossare gli orecchini e lasciare che Tikki ti aiuti > tentò Wayzz
< SILENZIO!! Marinette era una sempliciotta e Ladybug ha fallito! Sotto il mio regno non ci sarà più bisogno nè dell'una né dell'altra. Anzi, non vedo l'ora che arrivi quello stupido gatto in modo da prendre anche il suo Miraculous. Poi toccherà a quella spina nel fianco di Falena Oscura: entrambi hanno qualcosa che mi appartiene! Ora tornate nella box e state buoni, o saranno guai anche per voi! > ordinò la ragazza mentre le due creature tornavano insieme alle altre. E così detto tornò ad appostarsi sul suo balconcino mentre finiva di mettere a punto il suo piano.
Arrivò l'ora della festa e la palestra iniziava a riempirsi di giovani coppie che ballavano circondati da festoni e palloncini. Naturalmente Chloè fece il suo ingresso trionfale a braccio con Kim, seguiti dalla povera Sabrina. Poco dopo arrivarono anche Lilà e Adrien, lei con un sorriso radioso, lui un po' meno. Finita la sfilata d'entrata, il giovane cominciò a guardarsi intorno e vide Alya e Ninò con le altre coppie di amici attorno a loro, ma lei non c'era... ovviamente. Non che si aspettasse di trovarla naturalmente, sarebbe stato troppo bello vederla li.
Gli ci vollero 10 minuti abbondanti per riuscire a staccarsi Lilà da dosso e raggiungere i suoi amici, e l'acconglienza che ricevette non fu delle più calde.
< Spero che tu ti stia godendo la festa Agreste > lo accolse gelida Alyà < visto che per colpa tua Marinette non può >
< Se solo penso che la metà di queste bellissime decorazioni sono opera sua e non potrà vedere il risultato finale... > caricò Mylene
< Volete smetterla? Credo che si senta già abbastanza in colpa senza che voi rigiriate il coltello nella piaga! > disse Nino prendendo le difese dell'amico. Sapeva che c'era una motivazione valida al suo comportamento e che ci stava male per quanto era successo.
< Grazie Nino ma hanno ragione. Avrei dovuto avvisarla quella sera stessa... se l'avessi chiamata sono sicuro che avrebbe compreso e tutto questo non sarebbe successo. Ma ero così arrabbiato con mio padre che non ho avuto la testa di pensare ad altro. Non è giusto che sia lei a pagarne le conseguenze, ecco perché ho bisogno del vostro aiuto >
< Tu hai bisogno del nostro aiuto? Cos'hai in mente Agreste? > chiese Alya
< Dovreste tenere Lilà impegnata per un po'.... >
< E tu dove andrai? >
< A casa di Marinette, spiegherò tutti ai suoi genitori sperando che mi aiutino almeno a farmi ascoltare. Con un po' di fortuna la porterò qui, nessuno merita di essere qui più di lei! >
< E non pensi che venendo qui avrebbe te e quella zecca sempre sotto gli occhi? Questo vorrebbe dire torturarla tutto il tempo a farla stare ancora più male... > puntualizzò Alix
< Ci ho pensato, appena riuscirò a portarla qui io e Lilà ce ne andremo, così lei potrà godersi il ballo con tutti i suoi amici >
< È davvero dolce da parte tua Adrien! > squittì Rose con la sua vocina abbracciando l'amico.
< Conta su di noi! > aggiunse Juleka
Poi il biondo rivolse uno sguardo ad Alyà e Ninò ed entrambi asserirono con il capo.
Così li ringraziò tutti, e si apprestò a lasciare la palestra prima di essere visto da Lilà.
Ma appena fuori dalle pesanti porte della struttura sentì una enorme esplosione e delle grida.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Tornò indietro a controllare cosa fosse successo, e fece in tempo a vedere la schiena di una ragazza dai capelli corvini e un abito nero uscire dalla coltre di fumo per l'esplosione della porta d'ingresso, e dirigersi verso la palestra.
Bastò quel breve attimo per sentire una fitta allo stomaco, come un avvertimento. Aveva la terribile sensazione di sapere chi fosse la nuova vittima akumizzata, anche se sperava vivamente di sbagliarsi.
La seguì senza farsi vedere, assistendo alla sua entrata nella palestra:
< Miei sudditi, io sono Regina del Ballo, e d'ora in poi obbedirete ai miei ordini! > e così annunciato inziò a puntare il suo scettro sulla folla. Chiunque venisse colpito si inchinava subito a attendeva ordini dalla sua nuova regina.
< Maledizione è Marinette. Devo salvarla! Plagg trasformami! >
Un fascio di luce verde avvolse il ragazzo che in pochi secondi divenne Chat Noir. Tornò a spiare la sala da dietro il muro, cercando di capire come muoversi, sperando che la sua Milady si presentasse presto. Ma al posto di Ladybug, vide apparire un kwami verde che riconobbe come Wayzz.
< Chat Noir, abbiamo un problema... >
< Lo so, lo vedo > disse il ragazzo indicando le sue spalle
< Purtroppo le cose sono un po' più complicate. So che le vostre identità dovrebbero rimanere segrete, ma questa è una questione di priorità. Seguimi! >
< Ma il cattivo è... >
< ...laggiù e da li non si muoverà per un po', hai bisogno di alleati per questa battaglia. Non puoi farcela da solo. >
< Non è Ldaybug che si occupa di queste cose solitamente? >
< Ladybug è stata... compromessa diciamo. Tu sei l'unica speranza Adrien >
< Come fai a sapere...? >
< Dimentichi che sono stato il kwami del maestro Fu, ero con lui quando vi ha scelti >
< Giusto. Fai strada! >
Il gatto non poteva credere alle sue orecchie: era già successo in passato che la sua insettina cadesse vittima dei poteri dei supercattivi, ma in un modo o nell'altro era sempre riuscita a risolvere la situazione. Era la prima volta che finiva nei guai ancora prima di trasformarsi. Questo significava un sacco di problemi dato che lei era l'unica a poter sistemare le cose.
Il ragazzo seguì il kwami per la città fino ad un luogo che conosceva molto bene.
< Che ci facciamo a casa di Marinette Wayzz? > chiese Adrien dopo essere atterrato sul balconcino
< Lei è Ladybug, guardiana dei Miraculous >
Chat Noir ebbe un momento di esitazione. Di tutti i modi in cui si era immaginato di conoscere la vera identità della ragazza che amava, questo era di sicuro il peggiore e l'unico di cui non aveva tenuto conto. CI volle qualche istante per metabolizzare l'informazione: Marinette era la sua Ladybug.
Ma una volta accettata la cosa ogni pezzo andò al suo posto.
Chat Noir che confessava il suo amore per Ladybug, ricevendo come risposta che lei era innamorata di un altro.
Marinette che in lacrime confessa ad Adrien di essere innamorata di lui.
Ma Marinette è Ladybug, quindi quando lei ha respinto Chat Noir stava pensando ad Adrien.
E lui che ha sempre amato Ladybug, in realtà era innamorato della sua migliore amica senza rendersene conto.
Distrutto da tutte quelle rivelazioni cadde in ginocchio, mentre la consapevolezza della vera tragedia che si era consumata quel giorno prendeva forma davanti ai suoi occhi.
< Chat Noir, dobbiamo entrare > disse il kwami
Il ragazzo allora si calò dal lucernario e atterrò nella stanza della ragazza.
Lo spettacolo che si presentò davanti era lo specchio di quello che poteva essere avvenuto nel suo cuore: caos, rabbia e distruzione. Foto strappate, in cui riconobbe il suo viso, pezzi stoffa strappata ovnque, un manichino a terra ed un cassetto lasciato aperto.
< È stata lei? > chiese solo Adrien guardandosi attorno
< Si... era talmente furiosa che ci siamo dovuti nascondere > disse Wayzz ripensando a quanto accaduto ore prima < Non l'avevamo mai vista così arrabbiata >
< Tu sai cosa le può essere successo? > chiese Trixx uscito dalla box
< Temo che sia colpa mia... le ho fatto una promessa che sono stato costretto ad infrangere e le ho spezzato il cuore > confessò il ragazzo a testa bassa < Ma ho intenzione di rimediare. Io la salverò >
< C'è ancora una cosa che devi ssssapere > aggiunse Sass
< Che cosa? >
< Mainette non indossa il suo miraculous, ed ha ssspezzato il legame con Falena Oscura >
< Cosa? Ma come ha fatto? >
< Forza di volontà... > ipotizzò Wayzz
< Ma se ha spezzato il legame non avrebbe dovuto perdere i poteri com'è successo con Nino? >
< Li perdi sssolo se ssspezzi il legame con emozioni positive.... Il sssuo cuore era ancora pieno di rabbia quando ha interrotto il collegamento. > continuò il kwami serpente
< Sapete dove ha messo il suo miarculous? >
< No, eravamo troppo spaventati da lei per uscire dalla box > confermò Trixx
< Capisco. Ma quindi se non è più sotto il controllo di Falena Oscura, io come faccio a salvarla? >
< Non lo sappiamo. Ecco perché di serviranno tutti gli alleati possibili >
< Ma io non conosco tutte le loro identità segrete... > ammise il povero supereroe
< Tu no, ma io si! > disse una voce alle sue spalle.
Voltandosi vide Alya e Ninò ai piedi della botola ancora nei loro abiti da ballo.
< E voi che ci fate qui? Come avete fatto a scappare da quella palestra? >
< Non è stato facile, ma non potevamo stare con le mani in mano > disse Ninò
< Tranquillo gattino, sappiamo ogni cosa... che Marinette è Ladybug, che è il guardiano, e chi sono tutti i possessori di Miraculous. > lo ragguagliò Alya mentre salivano il resto della scala e chiudevano la botola.
< E come mai l'ha detto a te? > chiese il gatto confuso e un pelo deluso
< Perché sono l'unica di cui può fidarsi anche quando non è un supereroe > e detto questo inserì la combinazione nella cassetta del cucito rivelando la Miracle Box.
Indicò al collega quali gioielli dovesse prendere con se e a chi darli, prendendo quello della volpe e della tartaruga per se e Nino.
Una volta trasformati, tornarono tutti alla palestra, e Volpe Rossa mostrò dove aveva nascosto tutta la banda per evitare che venissero colpiti. I tre atterrarono dietro ad cassonetto e approfittando di una crepa nel muro posteriore della struttura, Chat Noir usò il suo cataclisma per liberare gli amici.
Li guardò uno per uno e comprese perché Ladybug avesse affidato loro dei Miraculous. Ognuno di loro era stato meritevole di un potere affine alla loro personalità, e lei si era sempre fidata dei suoi amici. Con Volpe Rossa e Carapace ai suoi fianchi Chat Noir prese il comando della squadra e parlò.
< Sentite, non c'è tempo per prendervi separatamente e darvi i vostri miraculous, la situazione è grave e ho bisogno del vostri aiuto. Userete questo potere per un bene superiore, e alla fine della missione restituirete il Miraculos... promettetemi solamente che manterrete il segreto! > e così dicendo diede a ciascuno il suo gioiello e ognuno prese le sembianze del suo supereroe.
< Qual'é la situazione Chat Noir > chiese Vyperion
< Regina del Ballo non è più sotto il controllo di Falena Oscura. In qualche modo ha interrotto il loro legame mentre era ancora in preda alla rabbia e questo ha fatto si
che mantenesse i suoi poteri. La prima cosa da fare è capire se è ancora presente una akuma da qualche parte. >
< Ma Ladybug non viene? > chiese Tigre Viola
< Al momento non è disponibile... è stata compromessa prima che potesse trasformarsi... temo che dovremmo cavarcela da soli questa volta > rispose cercando di mantenere la calma. < Qualcuno può dirmi perché è stata akumizzata? > chiese per mantenere le apparenze
< Il ragazzo che le piace prima l'ha invitata al ballo e poi davanti a lei ha invitato la sua più acerrima rivale, spezzandole il cuore. > raccontò Pigella
< Capisco > rispose Chat che non poteva far altro che sentirsi ancora più in colpa. Tutta quella situazione era colpa sua, e avrebbe fatto di tutto pur di salvare Marinette... la sua Ladybug. A tal proposito se doveva essere lui a guidare il gruppo, doveva escogitare qualcosa infretta. Così si chiese cosa avrebbe fatto Ladybug al suo posto, e ripensò a tutte le battaglie che avevano fatto insieme.
< Ok, ascoltate cercate di attaccarla da più punti diversi. Dobbiamo capire se ha qualcosa addosso che possa contenere l'akuma... ammesso che ce ne sia ancora una. >
< La sua corona? > chiese Vesperya
< Oppure lo scettro > propose Polymouse
< Dobbiamo provarle tutte > rispose Chat Noir risoluto
< Non sarebbe più facile chiedere invece?? > chiese una voce femminile < Avanti, non siate timidi, mostratevi a me! > non ci volle molto a capire che Regina del Ballo li aveva scoperti.
A quel punto non restavano molte alternative se non quella di uscire tutti fuori.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


L'intera squadra seguì il comportamento di Chat Noir, diventato il leader del gruppo, sperando che sapesse quello che faceva.
Dal canto suo il ragazzo aveva deciso di uscire allo scoperto per verificare personalmente qual'era la vera entità della situazione e cercare di vedere qualcosa che potesse giocare a loro favore.
Usciti dal nascondiglio videro che al posto della palestra era sorto un piccolo palazzo al cui centro c'era un trono il Trono su cui era seduta Regina del Ballo.
< Oh, ora si che va meglio. Almeno posso vedervi tutti! La mia squadra al completo! > disse la ragazza felice. < Lasciate che vi presenti le mie nuove dame di compagnia: Lady Cholè e Lady Lilà. Non sono adorabili? > disse indicando i lati del suo trono. Le due ragazze stavano in piedi con lo sguardo spento e fisso nel vuoto, nei loro abiti da ballo che erano diventati color scarlatto < Non volete venire ad unirvi alla nostra festa? > chiese indicando tutto attorno ragazzi che ballavano con lo sguardo vuoto, finti sorrisi e movimenti meccanici, tutti accomunati dalla tonalità scarlatta che avevano assunto i loro abiti.
< No grazie, rivogliamo la nostra vecchia festa > disse Chat Noir che sembrava aver perso il suo caratteristico senso dell'umorismo.
< Peccato, avremmo potuto divertirci, del resto non è a questo che servono le feste? Oh, ho capito, voi avete forse un'idea diversa di festa, dico bene? Beh, se è lo scontro che bramate sarete accontentati! Avanti miei fedeli sudditi, difendete la vostra regina!! > urlò Regina del Ballo, puntando il suo scettro contro la banda di eroi, e subito tutti i presenti smisero di fare quello che stavano facendo e si scagliarono su di loro.
Nessuno voleva davvero combattere con quei ragazzi, erano loro amici di scuola dopo tutto, così per la maggior parte del tempo si limitarono a parare i colpi e cercare di metterli momentaneamente fuori combattimento.
Vedendo l'andazzo della situazione la Regina si alzò dal suo trono e andò lei stessa in mezzo alla mischia. < Razza di buoni a nulla! Se vuoi una cosa ben fatta, devi fartela da sola! > tuonò prima di iniziare a pestare male ogni membro della squadra.
< Maledizione è troppo forte! > disse Carapace vedendo il suo scudo rompersi.
< Non possiamo arrenderci, dev'essere da qualche parte! > rispose Volpe Rossa mentre il suo miraggio svaniva, e Tigre Viola atterrava poco lontano da lei dopo il colpo ricevuto.
A quelle parole Regina del Ballo tornò al suo trono e scoppiò in una sonora risata.
< Sciocchi! So cosa state cercando... potete smontare questo posto mattone per mattone, rompere ogni cosa che ho indosso, strapparmi persino il vestito, ma non troverete niente! >
< Marinette, ti prego non fare così! So che hai il cuore spezzato, ma tu non sei così > cercò di avvicinarsi Chat Noir
< Cosa ne sai tu di come sono, stupido gatto! Tu non sai niente di me! >
< Ti sbagli, io so molte cose su di te... Milady >
Sentirsi chiamare in quel modo lasciò la ragazza stupita per qualche attimo. < Marinette non c'è più micetto, e nemmeno la tua lady. Ora c'è solo Regina del Ballo che dominerà su questa città per sempre. Sotto il mio regno nessuno soffrirà più per amore! Ogni fanciulla avrà il suo principe. >
< E tu? Chi sarà il tuo principe? >
< Io non ho più bisogno di un principe! Sono una regina forte e potente. > e così dicendo scaraventò contro di lui una serie di colpi che Chat schivò con qualche difficoltà mentre il suo anello continava a lampeggiare.
Provarono allora a coordinare qualche attacco simultaneo, ma non riuscirono mai nemmeno ad avvicinarsi a lei. Capirono che la fonte principale del suo potere era lo scettro che teneva sempre stretto in mano. Forse l'akuma che la teneva prigioniera era li dentro, una volta rotto quello avrebbero liberato Marinette.
Ma restava un altro problema a cui far fronte: una volta liberata l'akuma avrebbero dovuto intrappolarla da qualche parte finché non avessero ritrovato il miraculous della coccinella e fatto si che Ladybug sistemasse ogni cosa con i suoi poteri.
Chissà se Marinette si sarebbe ricordata dove aveva nascosto i suoi orecchini... altrimenti erano davvero nei guai.
Perso nelle sue riflessioni i suoi compagni lo riportarono alla realtà, facendogli notare che tutti avevano usato il loro potere ed uno ad uno si stavano ritrasformando per permettere ai loro kwami di ricaricare le energie, c'era solo un problema: il tavolo con il buffet era stato distrutto, e questo significava niente cibo a portata di mano. Convennero che l'unica soluzione era uscire tutti alla ricerca di qualcosa da mangiare, con la promessa di tornare quanto prima.
L'unico che ancora non aveva bisogno di uscire era Chat Noir che aveva sempre una scorta di energia per il suo kwami. Rimase nascosto il tempo che Plagg mangiasse il suo pezzo di formaggio e riposasse qualche attimo. Aveva bisogno che fosse nel pieno delle forze, la battaglia era tutt'altro che finita. Quando il piccolo kwami gli diede il via libera, Adrien pronunciò la formula, tornando a vestire i panni dell'eroe di Parigi.
Siccome nessuno dei suoi compagni era ancora rientrato decise di uscire dal suo nascondiglio e prendere tempo, sperando altresì di riuscire a carpire qualche altra informazione.
Regina del ballo guardò attentamente il ragazzo davanti a lei e vide la stanchezza e l'incertezza... lo stesso sguardo che spesso aveva rivolto alla notte affacciata al suo balcone troppe notti, pensando a quanto i suoi sforzi per confessare i suoi sentimenti ad Adrien fossero sempre inutili.
< Povero gattino... non è così semplice fare il leader vero? È proprio vero quando dicono che senza Ladybug non sei niente! > lo schernì la ragazza comodamente seduta sul suo trono divertita.
Quelle parole fecero male, ma per quanto fosse tentato di risponderle a tono si ricordò che non era lei a parlare ma i suoi malvagi poteri e che era colpa sua se erano in quella situazione e venne interrotto ancora prima di prendere parola < Sai, siccome la cosa sta diventando alquanto noiosa, voglio darti un indizio, tanto per movimentare un po' la cosa. Avvicinati, nessuno ti attaccherà se non sarò io ad ordinarlo. > riprese lei e con la mano gli fece cenno di avvicinarsi.
Chat Noir sempre guardingo attraversò il corridoio dei seguaci della regina ed arrivò davanti a lei. Ebbe così il tempo di osservarla meglio: per quanto la rabbia nei suoi occhi la rendesse spaventosa, quasi irriconoscibile, sotto quello strato di cattiveria rimaneva sempre la sua Marinette.
E, doveva ammetterlo, era maledettamente affascinante nella sua versione malefica.
Ma non c'era tempo per quello adesso.
< Vuoi sapere dov'è la mia akuma gattino? Proprio qui > e si toccò il petto con la punta delle dita, all'altezza del cuore. < Quando ho spezzato il contatto con Falena Oscura, l'akuma e l'amok si sono fuse insieme e si sono depositate nel mio cuore > gli disse sussurrando all'orecchio.
Lo sguardo del ragazzo si sgranò all'istante. Se quello che diceva era vero come avrebbe fatto a salvarla?
Doveva prendere altro tempo ed attendere il ritorno dei suoi alleati per consultarsi insieme sulla questione e decidere una strategia.
E dovevano farlo infretta, dato che non sapevano ancora con chiarezza quali fossero veramente i suoi piani.
Regina del ballo lo guardò per qualche secondo per poi scoppiare a ridere, malignamente divertita dalla cosa. La sorpresa e la disperazione del suo nemico di trovarsi in una situazione di completo svantaggio non erano affatto sfuggite al suo occhio vigile, e la cosa non fece altro che divertirla ancora di più.
< Come hai fatto a spezzare il contatto con Falena Oscura? > chiese seriamente curioso, cercando di farla parlare ancora.
< Mi stava con il fiato sul collo quello scocciatore. Ogni secondo a dirmi di attaccare o si sarebbe ripreso i suoi poteri. Ma per una vendetta come si deve c'è bisogno di calma e tempo, così quando sono arrivata al limite della pazienza ho cercato di imporre la mia volontà sulla sua, e finalmente me ne sono liberata! > spiegò lei tranquillamente. Poi la sua attenzione venne attirata da alcune ombre che si muovevano alle spalle del ragazzo, e non ci volle molto a capire che i rinforzi erano tornati
< Oh bene, vedo che hai nuovamente compagnia... > disse al suo compagno di chiacchiere.
Chat Noir si voltò in tempo per vedere i suoi amici radunarsi, così li raggiunse e chiese a tutti di attendere un momento a trasformarsi perché aveva bisogno di parlare con i kwami.
< Ho scoperto dove si trovano sia l'akuma che l'amok di Marinette. >
< Allora, dove sono? > chiese Alyà impaziente
< Nel suo cuore... >
< COSA?? > chiesero in coro tutti i presenti.
< Ma come può essere? >
< Può essere in realtà. È già successo... > disse il kwami tartaruga.
< Allora sai come fare, vero? > chiese speranzoso Chat Noir
< Si, ma quello che sto per dirvi non vi piacerà... >
< Potresti venire a raccontarlo qui davanti per favore, voglio sentirlo chiaramente! > sopraggiunse la voce eccitata di Regina del Ballo.
Il kwami allora guardò il capo del gruppo che poco convinto fece cenno di assenso con il capo.
Solo allora Wayzz svolazzò al centro della stanza seguito da tutti gli altri.
< Allora creatura, dicci come si fa ad eliminare una akuma dal cuore... > disse con un sorriso malvagio stampato in viso, come se conoscesse già la risposta.
 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Wayzz titubante guardò ancora verso Chat Noir che annuì di nuovo per dargli il via libera.
< Beh, per liberare una persona con una akuma nel cuore bisogna... bisogna... ucciderla. > disse il kwami visibilmente a disagio. Fu allora che la risata cattiva di Regina del Ballo risuonò nella stanza.
< Chat Noir, com'è possibile che lei veda i kwami? Solo i possessori di Miraculous possono vederli > chiese una spaesata Katami
< Ladybug le aveva affidato il miraculous del topo tempo fa, per una missione > spiegò lui sbrigativo. Non era ancora pronto a rivelare la sua identità a tutti.
Già il fatto che lo sapessero Alyà e Ninò era sufficiente, anzi forse anche troppo. La loro conversazione venne interrotta da un'ordine ben preciso della regina
< Prendeteli! > disse al suo piccolo esercito, che approfittò del fatto che nessuno si era ancora ritrasformato, per imprigionarli tutti. Tutti tranne Chat Noir.
Mentre lei con il suo scettro aveva creato una gabbia magica in cui aveva rinchiuso tutte le creaturine presenti nella stanza, affinché nessuno dei suoi prigionieri potesse attingere al loro potere.
< Sentito gattino? > gli chiese avvicinandosi a lui < Se veramente vuoi salvarmi dovrai puntare il tuo cataclisma proprio qui > disse prendendogli la mano e portandosela sul petto. < Ma tu non faresti mai una cosa del genere... uccidere un'innocente. E dato che mi sono stancata di giocare, ora mi dirai dove hai nascosto Adrien Agreste >
< Perché vuoi saperlo? >
< Perché lui mi ha spezzato il cuore, e deve pagare per quello che ha fatto! >
< Non te lo dirò mai! >
< Sicuro? Forse questo ti farà cambiare idea > disse puntando il suo scettro verso Nino che divenne un seguace della regina.
< NO! Perché te la prendi con loro? >
< Perché tutti hanno qualcuno che li ama... tutti tranne me! >
< Non è vero Marinette! > cercò di intervenne Luka cercando di sciogliere la presa che un ragazzo aveva su di lui
< Zitto!! > urlò lei, puntando nuovamente il suo scettro verso il musicista che entrò a far parte del suo esercito.
< Perché lo ha fatto? Lui ti ama davvero! >
< Luka è un caro amico, ma non era il suo amore che volevo. Io volevo l'amore di Adrien, ma per lui sono solo un'amica! Nessuna di voi lo ha mai meritato!! > e questa volta puntò lo scettro verso Katami, che andò ad unirsi alle altre due dame di compagnia.
< Ti prego fermati! Così tutti ti odieranno! >
< Che importa? Che facciano pure... a che serve essere amati quando si può essere temuti ed avere tutto quello che si vuole! E come ho già detto, nessuno mi ha mai amata davvero... >
< Non è vero... Io amo Ladybug con tutto me stesso! > cercò di convincerla Chat Noir
< Bravo, hai centrato il punto della questione: tutti amano Ladybug, ma nessuno ama Marinette. E per questo pagheranno!! > gridò assoggettando il resto della squadra di eroi. < Ora dimmi dove si trova Adrien, o basterà una mia parola e si uccideranno fra loro > minacciò seria alzando il suo scettro pronta a scatenare un nuovo incantesimo.
< No, ti prego non farlo... Adrien è qui. Plagg ritrasformami > disse il giovane senza pernsarci troppo. Tanto i suoi amici non avrebbero ricordato nulla.
Alla sua trasformazione Regina del Ballo rimase stupita. Tutto si sarebbe aspettata tranne quella rivelazione.
Per uno strano scherzo del destino lei che tanto amava Adrian lo aveva inconsciamente respinto nei panni di Chat Noir; e Adrien che considerava Marinette solo un'amica era follemente innamorato del suo alterego Ladybug. Questa si che era una carta che avrebbe potuto giocare a suo vantaggio, così riprese la sua gelida compostezza.
< Bene bene, che risvolto interessante. Chi l'avrebbe mai detto che sotto l'impertinente maschera di Chat Noir si nascondesse il pacato Adrien Agreste. >
< Marinette, mi dispiace tanto per quanto è successo questa mattina. Mio padre mi ha detto che se avessi portato Lilà al ballo non sarei potuto venire. Avrei dovuto dirtelo ieri sera stessa, chiamarti e parlarne con te... ma ero così arrabbiato. Ti prego libera tutti questi ragazzi innocenti. Ti ho ferita per troppo tempo e accetterò la tua collera, ma lascia andare loro. >
Regina del ballo allora puntò il suo scettro contro il ragazzo, ma al posto di farlo diventare uno dei suoi sottoposti, lo forzò ad inginocchiarsi e gli legò le mani dietro la schiena.
< Eccolo qui il mio Adrien: sempre gentile, ben educato, pronto a sacrificarsi per i suoi amici. > disse lei inginocchiandosi davanti a lui e tirandogli su il viso con un dito per guardarlo meglio negli occhi.
< Mi spiace splendore, ma questa volta le tue suppliche non serviranno. Una regina ha bisogno del suo esercito per difendersi dai nemici. E non pensare che sia stupida. So che stai cercando di prendere tempo per escogitare un qualche piano... anche se non vedo cosa tu possa inventarti visto che tutti i possessori e i loro Miraculous sono sotto il mio controllo, e io non porto il mio. > disse lei rialzandosi e voltandogli le spalle, mentre camminava stizzita verso il suo trono.
< Marinette, Milady, ho giurato che ti avrei salvata ed è quello che farò! > le rispose lui risoluto, facendole una promessa.
< Quindi saresti pronto ad uccidermi? > chiese lei voltandosi di scatto
< Troverò un altro modo >
< E se non ci fosse altro modo? > chiese ancora, stavolta con la voce più bassa.
Adrien non seppe dire se in quella domanda ci fosse più paura, preoccupazione, o forse rassegnazione al fatto che in un modo o nell'altro lei sarebbe dovuta morire... e il suo ultimo giorno di vita lo aveva passato akumizzata, con il cuore spezzato e facendo del male alle persone a cui voleva bene.
Quello di cui era certo era che questi pensieri l'avevano fatta infuriare ancora di più a giudicare dall'aura scura che adesso l'avvolgeva.
< Vuoi davvero salvarmi gattino? Prima devi prendermi! > e detto questo si abbatté con tutta la sua collera sul ragazzo che fece appena in tempo a trasformarsi liberandosi dalle manette e parare il colpo. Un colpo così forte da farlo scivolare indietro per diversi metri.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Regina del Ballo non risparmiò nemmeno un colpo, tirando fendenti con il suo scettro al povero Chat Noir che non aveva nemmeno il tempo di contrattaccare.
Incassò parecchi colpi durante il primo scontro, e più ne prendeva più capiva che lo scontro diretto non lo avrebbe portato da nessuna parte: doveva usare uno stratagemma.
Ma mentre cercava di pensare a qualcosa vide che la reginetta si era affaticata, e per riprendere fiato gli stava mandando contro i suoi seguaci.
Solo dopo aver colpito per sbaglio Luka capì che fra loro c'erano anche i suoi amici, e in quel momento un'idea tanto folle quanto geniale gli balenò in testa.
Cercò lo scontro prima con i suoi amici, sottraendo a ciascuno di loro il gioiello del Miraculous, e con un attacco a sorpresa, fece sbattere lo scettro di Regina del ballo contro la bolla che teneva chiusi i kwami, liberandoli.
Con il pieno accesso a tutti quei poteri, il ragazzo indossò tutti i gioielli e combinò i vari poteri fra loro per sfinire completamente la sua avversaria e poterla quantomeno immobilizzare. Una volta sottratto anche lo scettro dalle sue mani Chat Noir lo spezzò sperando di vedere comparire i due oggetti malefici, rendendo tutta la storia del cuore una farsa. Ma dallo scettro spezzato non uscì nulla e il ragazzo capì che non poteva più rimandare quello che andava fatto... era arrivato il momento tanto temuto.
< Wayzz, se trovassi il suo miraculous e facessi in modo che si trasformasse, questo annullerebbe l'effetto dell'akuma? >
< Temo di no Chat Noir >
< Ma quando siamo diventati Reflekta, i miraculous ci hanno riportati alla normalità. >
< Perché non eravate voi quelli akumizzati. La presenza di un akuma non le permetterebbe di trasformarsi in Ladybug. E poi non sappiamo nemmeno dove sia >
< Quindi mi stai dicendo che...? >
< Non hai altra scelta. È l'unico modo per salvarla >
< Ma così lei morirà... >
< Si. >
Chat Noir guardò la ragazza davanti a lui tenuta immobile per l'effetto del veleno di Pollen.
Stava davvero per uccidere la ragazza che amava che era in quello stato per colpa sua.
Avrebbe mai potuto vivere con questo senso di colpa per il resto della sua vita? Probabilmente no.
Una vita senza Marinette e il suo buon umore e la sua allegria, senza Ladybug e il suo coraggio... non sarebbe stata vita. Man a mano uno strano pensiero si fece strada nella sua mente.
Se era costretto a privare il mondo della sua Ladybug, avrebbe cancellato per sempre anche Chat Noir, così che altri due potessero prendere il loro posto e iniziare una nuova era di supereroi. Sapeva che molti avrebbero sofferto per la loro scomparsa, che stava portando via una figlia alla sua famiglia che l'amava, e sperava che anche suo padre avrebbe sofferto la sua mancanza.
Ma niente aveva senso senza di lei... ne la scuola, le lezioni di scherma o cinese, ne il fatto di essere Chat Noir... tutto era in qualche modo legato a lei, lo era dal primo giorno che si erano conosciuti e non avrebbe potuto e voluto vivere un solo minuto in un mondo in cui lei non esisteva.
Prese così un lungo sospiro, accarezzò il viso di Marinette, promettendole che sarebbe finita presto.
Poi chiamò il suo cataclisma e con qualche titubanza poggiò delicatamente la sua mano sul petto di lei, mentre calde lacrime scendevano dai suoi occhi.
Nel momento in cui il cataclisma venne in contatto con lei, il corpo di Regina del Ballo iniziò a sgretolarsi rilasciando una farfalla viola e nera, ed una piuma blu.
Chat Noir le racchiuse dentro un barattolo di vetro in modo che non potessero moltiplicarsi, e poi tornò a voltare lo sguardo.
Dove prima c'era Regina del Ballo adesso giaceva il corpo di Marinette: i capelli sciolti, i vestiti strappati in più punti, il volto pallido e lo sguardo vitreo.
Chat Noir annullò la trasformazione e senza proferire parola diede da mangiare al suo kwami. Poi si tolse di dosso tutti i gioielli che aveva, e scrisse un messaggio per Alya in cui le chiedeva di raccogliere i kwami e prendersi cura della Miracle Box finché il nuovo guardiano non fosse giunto.
Sperando che il loro sacrificio avrebbe in qualche modo annullato l'effetto della maledizione. Chiedeva scusa per tutto il dolore che avrebbero provato per loro, ma gli disse di non soffrire troppo perché lui e la sua amata sarebbero stati in un posto migliore, insieme, e avrebbero vegliato sulle loro famiglie ed amici per sempre.
Sistemata la questione, guardò ancora la ragazza senza vita stesa accanto a lui.
< Non temere amore mio, presto saremo insieme. Plagg, grazie di avermi dato la possibilità di vivere tutte queste avventure insieme. Hai portato una ventata di libertà ed allegria nella mia vita, ma soprattutto grazie a te ho conosciuto l'amore della mia vita. >
< Perché ha tutta l'aria di essere un addio? Che hai in testa ragazzino? > chiese il kwami preoccupato
< Non posso vivere senza di lei Plagg, ne con il senso di colpa di averla uccisa due volte.
Perciò si, questo è un addio amico mio. Grazie di tutto! > disse al suo animaletto magico accarezzandogli la testa, e per l'ultima volta pronunciò le parole che lo trasformarono.
Nuovamente nei panni di Chat Noir prese il corpo di Marinette fra le braccia, ma mentre la sollevava dalla tasca della sua giacca cadde qualcosa. Era una scatolina.
Incuriosito Adrien la prese e vide che dentro c'era proprio il miraculous della coccinella.
Quindi lo aveva avuto con se tutto il tempo.
E fu nel vedere quell'oggetto che qualcosa scattò: tante volte aveva sentito dire a Papillon che con i loro due miraculous avrebbe espresso un desiderio che avrebbe cambiato il destino. E se lo avesse espresso lui quel desiderio? Sapeva che ci sarebbe stato un prezzo da pagare, ma non gli importava. Avrebbe pagato qualsiasi prezzo per riavere indietro la ragazza che amava.
Si guardò intorno, le povere vittime assoggettate erano a terra immobili, la palestra distrutta, e poi tornò a guardare il gioiello... lei avrebbe sicuramente sistemato ogni cosa ne era sicuro.
Così prese i due orecchini e li indossò, facendo apparire Tikki
< Chat Noir, cos'è successo? Dov'è Marinette? > chiese la coccinella preoccupatissima.
Adrian non parlò subito ma si limitò ad indicare il corpo della sua padroncina, per poi iniziare a raccontare quanto accaduto. A Tikki quasi non venne un colpo nello scoprire le sorti di Marinette, e tutto quello che era successo da quando la sua portatrice si era liberata del gioiello.
< Non devi preoccuparti Tikki, ho un piano... >
< Adrien, non starai pensando di fare quello che credo che tu voglia fare... vero? >
< Si, Tikki, lo farò. Glielo devo... è morta per colpa mia. Io l'ho uccisa non una ma due volte. E se dovrò essere io a prendere il suo posto lo farò senza pensarci, per ridare al mondo il suo angelo custode >
< E non pensi a come potrebbe prenderla lei? > chiese il kwami tentando di dissuaderlo
< Marinette capirà che l'ho fatto per lei, e mi lascerà andare ricostruendosi una vita meravigliosa > disse il ragazzo che a stento tratteneva le lacrime all'idea di lei che andava avanti senza di lui.
< Ma... >
< Niente ma Tikki. Ho preso la mia decisione e non torno indietro. Prenditi cura di lei anche per me. Plagg, Tikki, unitevi! > ordinò, ed un fascio di luce bianca e nera avvolse il ragazzo, dando una nuova sfumatura alla sua tuta. Sentiva un'enorme flusso di energia scorrere dentro di se, era come inebriato da tutto questo potere. Avrebbe potuto radere al suolo la città e rifarla da capo. Avrebbe anche potuto riavvolgere il tempo e riscrivere la storia... ma poi vide il corpo della ragazza a terra ai suoi piedi, e ricordò perché stava facendo tutto questo.
Si chinò a prenderla in braccio, la strinse forte al petto e sicuro e deciso espresse il suo desiderio:
“ Non voglio un mondo nuovo... rivoglio il mio mondo, imperfetto ma bellissimo in cui mentre Ladybug protegge Parigi, a proteggere lei ci sono io; un mondo in cui Marinette riempie le mie giornate con la sua allegria travolgente. Desidero solo che la mia amata Marinette torni in vita. ”
Una forte luce bianca li avvolse entrambi, e da li si espanse tutto intorno, fino ad avvolgere l'intero pianeta per poi esplodere un un fulmine accecante.

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


EPILOGO

Quando Marinette aprì gli occhi quella mattina, la sveglia sul suo telefono stava suonando già da un pezzo, insieme alla voce di sua madre che dal piano di sotto la chiamava. 
Avrebbe fatto tardi il primo giorno di scuola! 
Si alzò velocemente e si preparò di fretta e furia, arrivando correndo al tavolo della colazione, lamentandosi che era nuovamente in classe con quella antipatica di Cholè per il quarto anno consecutivo. Poi salutò la madre e corse di sotto, in pasticceria dove suo padre la stava aspettando con una scatola di macarons appena fatti da dare ai suoi compagni, per iniziare al meglio l'anno. 
Appena uscita da casa, attraversò il semaforo con l'ultimo secondo di verde disponibile, ritrovandosi sulla scalinata della scuola quasi barcollando, rischiando di rovesciare i dolcetti. 
Entrò correndo nell'atrio della scuola prima che le porte si chiudessero, e prese velocemente le scale, ma nella fretta di far tardi andò a sbattere addosso ad un ragazzo ed entrambi caddero. 
< Scusami, non ti ho visto arrivare... > disse lui tranquillamente, offrendole la sua mano per rialzarsi.
Marinette alzò quindi lo sguardo verso quello sconosciuto, ritrovandosi immersa nel verde più bello e brillante che avesse mai visto in un paio di occhi e subito sentì il viso avvampare. Ma accettò lo stesso la sua mano e si rimise in piedi.
< Oh, ehm... sc-sc-scusami tu, stavo correndo troppo. > si giustificò lei senza riuscire a smettere di guardarlo, cercando di non balbettare troppo.
< Ah, ti ho fatto cadere i tutti i macarons... > disse lui chinandosi a terra a prendere la scatola. Di riflesso lei fece la stessa cosa e le loro mani si sfiorarono per un fugace attimo... sufficiente per far arrossire ancora di più lei, e far arrossare le guance di lui. 
< No no tra- tranquillo. Vedi qualcuno si è salvato! E- e poi mio padre ne fa sempre qualcuno in più, dato che io sono un disastro. Vuoi assaggiare? > chiese lei offrendogli un dolcetto.
Lui accettò volentieri < Ma è squisito! Il più buono che abbia mai mangiato! > disse elogiando la maestria del padre nel preparare quel dolce. < Hei, forse puoi aiutarmi, sto cercando questa sezione... è il mio primo giorno. > le chiese poi  mostrandole un biglietto. 
< Oh che coincidenza! S-s-siamo nella stessa classe. > disse con un pelo troppo entusiasmo. Poi fece un respiro e si calmò < Io sono Marinette comunque, molto piacere. > disse lei allungando la mano 
< Adrien, piacere mio > rispose lui stringendole la mano. 
Una scossa chimica colpì i due ragazzi da quel semplice tocco, portandoli inevitabilmente a guardarsi e sorridersi, perdendosi nel reciproco sguardo. L'ultima campanella, quella che segnava l'inizio delle lezioni li riportò alla realtà bruscamente.
< Oh, accidenti siamo in ritardo! Vieni con me, ti faccio vedere dov'è la nostra classe > e prendendolo per mano, corsero insieme verso l'aula. Prima di entrare si scambiarono un ultimo sorriso, e Marinette capì in quel momento che si stava innamorando di quel bellissimo sconosciuto!

 Fine!
NdA:
Ciao a tutti!
Allora, eccoci arrivati alla fine
di questa piccola storiella.
Io spero che vi sia piaciuta
e vi ringrazio di essere stati con me
fino a questo punto. 
Un saluto e alla prossima!
-LadySweet-

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