Rose Lewis quarto anno

di Guerrieroblu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Buon Natale ***
Capitolo 2: *** Un aiuto inaspettato ***
Capitolo 3: *** La quiete... ***
Capitolo 4: *** ...prima della tempesta ***
Capitolo 5: *** Il giornale ***
Capitolo 6: *** Chiarimenti ***
Capitolo 7: *** Si torna a casa? ***
Capitolo 8: *** Verità ***
Capitolo 9: *** Seconda prova ***
Capitolo 10: *** Il Settimanale delle Streghe ***
Capitolo 11: *** La lezione di Moody ***
Capitolo 12: *** Parte due ***
Capitolo 13: *** Relax ***



Capitolo 1
*** Buon Natale ***


Questi personaggi, ad eccezione di Rose Lewis e la sua famiglia, non mi appartengono, ma sono proprietà di J. K. Rowling; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.



Buon Natale


Nonostante fosse Natale, e il gelo costringesse tutti a girare con in mantello invernale, l'interno della Sala Grande era bollente, l'insieme di corpi in movimento scaldava l'aria.
Lei non aveva mai apprezzato le feste tropo affollate, neanche quelle babbane, così spintonando chi gli capita davanti era riuscita a raggiungere l'uscita, nessuno l'aveva invitata quindi nessuno si sarebbe trovato solo.
«Ehi feccia guarda dove vai, queste scarpe costano più della tua inutile vita»
Aveva fatto finta di non sentire le parole di Malfoy, sin dal suo primo giorno ad Hogwarts non aveva fatto altro che farle pesare il fatto di essere nata babbana, o sanguemarcio, come spesso la chiamava lui.
L'essere stata smistata in serpeverde non aveva certo aiutato a trovare degli amici, ogni tanto si era trovata a parlare con il famoso Harry Potter, ma per un motivo o per un altro non era mai riuscita ad andarci troppo d'accordo.
Si era tolta quella stupida coroncina argentata lasciando liberi i lunghi capelli neri che si erano sciolti fino ad arrivarle alle ginocchia. Era uscita dal castello, seminando i tacchi in giro, per trovare un posto tranquillo dove respirare aria e soprattutto dove stare in pace.
La foresta proibita era sempre stata la sua seconda sala comune, quando si sentiva di troppo, quindi più o meno sempre, correva lì e si sedeva sotto uno dei tanti alberi. Più volte si era cacciata nei guai, e più volte si era ritrovata al cospetto di un infuriato Piton, ma lei era sempre tornata nel suo posto sicuro.
Fregandosene del costoso vestito verde si era seduta a terra guardando tra le fronde degli alberi la luna rischiarare il cielo e creare strane ombre. Si trovava in una piccola radura, abbastanza isolata, dove solitamente passava pochissima gente.
«Oh oggi è proprio Natale»
«Chi va là?»
Era scattata in piedi con la bacchetta impugnata nella mano destra sulla difensiva, aveva sentito una voce, ma forse era solo frutto della sua immaginazione.
Stava per abbassare la guardia quando due occhi rossi erano comparsi nel buio della foresta, sempre più vicini e sempre più inquietanti.
«Chi sei? Cosa vuoi da me?»
«O ma tu sai chi sono, o cosa sarò se preferisci»
I due occhi, ormai contornati da una figura intera, si erano fatti sempre più vicini e lei indietreggiando si era trovata contro un albero.
«Cos...?»
«Mi ritroverai nei tuoi peggiori incubi, ammesso che tu riesca a dormire. Rose Lewis la serpeverde solitaria, ma non sai che è pericoloso girare da sola di notte?»
Era paralizzata dalla paura, non capiva praticamente niente di quello che le veniva detto, una voce nella sua testa le diceva di scappare, ma non riusciva a muovere un singolo muscolo.
In un lampo si era ritrovata quei rubini rossi ad un palmo dai suoi occhi, con due braccia che la bloccano contro il tronco dell'albero. Voleva urlare e liberarsi, ma ogni suo intento venne interrotto da un dolore lancinante al collo, e solo un pensiero le passava per la mente "è un vampiro, sto per morire".

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Capitolo 2
*** Un aiuto inaspettato ***


Un aiuto inaspettato


Aveva una mano a coprirle la bocca e sentiva una sostanza viscosa bagnarle le labbra, era sangue, ma era abbastanza sicura non fosse il suo. Prova a muoversi per liberarsi, ma ormai le forze la stavano abbandonando. A stento riusciva a tenere gli occhi aperti.
«Quella stupida sanguemarcio, ci farà togliere punti di nuovo. EHI TU CHE COSA STAI FACENDO?»
Dopo quell'urlo il suo aggressore era scappato via e senza neanche sapere come, si era ritrovata con la faccia nel fango.
Le sembra di sentire una mano che strappava tutti i suoi organi per poi rimetterli al loro posto prima di ricominciare. Non aveva mai sentito un dolore simile e senza rendersene conto aveva iniziato ad urlare.
Due mani l'avevano voltata avevano iniziato a scuoterla, ma lei si era solo rannicchiata su se stessa stringendo le gambe al petto cercando allo stesso tempo di fermare tutto quel male e di ascoltare le voci attorno a lei.
«Zabini vai a chiamare il professore Piton»
«Ma...Draco»
«MUOVITI! Rose mi senti? Stanno arrivando i soccorsi, resisti»
«Non ti fa schifo toccare una nata babbana?»
Aveva detto tra i denti, quando per un secondo i dolori erano diminuiti, prima di ritornare ancora più forti di prima.
Per cercare di non urlare, e andando contro ogni suo principio e si era aggrappata all'unica cosa che aveva trovato vicino, la manica del completo di Draco, e stranamente il ragazzo non l'aveva spostata.
«Non è il momento Lewis, rimanda le frecciatine a quando non stai per morire»
Nonostante le continue prese in giro si era affezionato a quella ragazza che non si era mai lasciata abbattere. Era sempre pronta a dare una mano a tutti senza chiedere nulla in cambio, ogni tanto pensava che qualcosa fosse andato storto nello smistamento, lei non poteva essere una Serpeverde, aveva un cuore troppo puro.
E vederla lì attaccata da un vampiro aveva fatto fermare per un attimo anche il suo cuore di pietra.
«Poi chi prenderò in giro se tu non ci sei? Dove diavolo è Piton?»
«Vatt...ene via. N...on ti voglio qui»
Riusciva a parlare a stento, ormai anche solo respirare faceva male, nonostante lo stesse cacciando via non era riuscita a mollare la presa sul tessuto della giacca. Non voleva essere sola, e essere trovata da lui forse era il minore dei mali, poteva non essere trovata affatto.
«Smettila di fare la bambina»
Vede una figura nera correre verso di loro, si era alzato, estraendo la bacchetta, ancora prima di vedere il professore di Pozioni fermarsi davanti a loro. Probabilmente nello scatto aveva tolto l'unico appiglio alla coscienza della ragazza visto che aveva ricominciato ad urlare contorcendosi a terra.
«Cosa è successo qui?»
«È stata morsa da un vampiro, ma è scappato appena siamo arrivati, aveva del sangue sulle labbra quando l'abbiamo trovata»
«Dobbiamo portarla in un posto sicuro, se si sta trasformando potrebbe essere un pericolo per tutti. Signorina Lewis la portiamo via di qui, va bene?»
Non riusciva a capire cosa le veniva detto, ma annuisce avendo riconosciuto la figura del professore. Nonostante probabilmente la odiasse non le avrebbe mai fatto del male. Durante il breve dialogo aveva portato le braccia attorno allo stomaco, sentiva che stava per svenire, non riusciva più a sopportare quel dolore.
Aveva sentito un qualcosa di simile ad un conto alla rovescia prima di sentire due braccia circondarla per poi sollevarla da terra.
Aveva spalancato per un secondo gli occhi, ormai di una tonalità diversa rispetto al suo solito azzurro ghiaccio, prima di richiuderli definitivamente con la mente alla deriva, finalmente non sentiva più nulla.



✍︎✍︎✍︎✍︎✍︎

Angolino:
Con questi primi due capitoli termina quella che io considero l'introduzione a questa storia.
Per chi la vorrà continuare sappiate che non sarà un'avventura molto felice.
Salvo imprevisti pubblicherò un giorno si e uno no.
A presto ♡

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Capitolo 3
*** La quiete... ***


La quiete...


Sentiva delle voci attorno a lei, due in particolare le sembravano conosciute, ma non riusciva a capire cosa dicessero. Inizia a muoversi e subito tutto tace, tranne per dei passi che sente correre prima di chiudere una porta. Aveva tutti i muscoli indolenziti e le sembrava di avere un martello nella testa.
«Signorina Lewis, mi sente?»
Quella frase viene ripetuta varie volte prima che lei possa capire cosa le viene detto.
Riesce a socchiudere gli occhi mugugnando per la luce di una candela accesa per rischiarare l'ambiente. Voleva capire dove fosse, ma quel poco che riusciva a vedere non le diceva niente, noi riconosceva nulla. Sentiva un odore strano attorno a sé, era in qualche modo diverso, ma simile, conosciuto, ma sconosciuto.
Senza neanche rendersene conto era tornata ad occhi chiusi per cercare di schermare quella luce, che anche essendo fioca a lei sembrava molto luminosa.
L'unica cosa che poteva dire con certezza era che aveva fame, una fame molto forte, come non l'aveva mai provata prima d'ora.
«Dove sono?»
«È in una stanza nei sotterranei, riesce ad aprire gli occhi?»
«La luce...mi dà fastidio»
Ad un certo punto erano iniziati dei rumori indistinti e lei si era girata su un fianco per coprirsi le orecchie con il cuscino, perché tutto le dava così fastidio? Sembrava di essere in una bolla con tutto amplificato a mille.
Una volta tornato il silenzio si era sentita abbastanza sicura per aprire gli occhi, notando la stanza notevolmente più buia rispetta a pochi minuti prima.
Con calma si era messa seduta al centro del letto osservando gli altri due presenti, Malfoy e Piton. Sembravano strani, si tenevano a distanza e entrambi stringevano la bacchetta.
«Cosa è successo?»
«Come ti senti?»
Chiese Piton senza rispondere alla domanda.
«Io...bene credo, mi sento strana e ho tanta fame»
«Ovviamente, cosa ricordi?»
Non riusciva a capire perché il professore avesse sempre quel tono , solo pochi eletti, tra cui l'altro occupante della stanza, erano esclusi da questo trattamento.
«Sono andata in foresta per allontanarmi dalla sala grande»
Il professore questa volta aveva semplicemente annuito senza commentare.
«E poi...non mi...»
Improvvisamente aveva spalancato gli occhi ed era saltata giù dal letto ritrovandosi due bacchette puntate contro.
«C'era un vampiro»
«Si rimetta a letto per favore, è per il suo bene»
«Cosa è successo?»
«Sul letto»
La voce austera di Piton l'aveva fatta tornare al suo posto, il legno sotto di lei aveva scricchiolato, quasi protestando per tutti i movimenti, lei aveva semplicemente incrociato le gambe in attesa di risposte che nessuno sembrava in vena di darle.
Nell'attesa si era guardata attorno, sembrava una classe dismessa con vari scaffali rotti, riusciva addirittura a vedere le schegge del legno, decisamente qualcosa non tornava.
Era tornata a concentrarsi sul suo interlocutore lo aveva sentito schiarirsi la voce.
«Ora lei ascolterà attentamente quello che le dirò e rimarrà esattamente dove si trova, limitando i commenti.
Due giorni fa è stata attaccata da un vampiro, nessuno è a conoscenza di questa cosa tranne noi due e ovviamente il preside.
Ci sono eventi in corso che richiedono che questo segreto rimanga tale, mi ha capito?
Purtroppo questi due giorni non sono stati facili per nessuno. È stata trasformata, credo che sia abbastanza intelligente da notare qualcosa di diverso in quello che la circonda.
Silente ha espresso la volontà di non raccontarle tutto ciò, ma in questi giorni ha attaccato più di uno studente nel tentativo di sfamarsi, tutti ovviamente sono stati obliviati e non dovrebbe avere problemi. Noi due cercheremo di aiutarla in ogni modo possibile soprattutto nel controllarsi»
«Io non ho bisogno del...»
«Le conviene non finire la frase, non entusiasma neanche noi farle da babysitter, ma probabilmente è l'unica soluzione.
Finché non imparerà a controllarsi rimarrà qui e ogni giorno faremo delle lezioni in modo da farla abituare a stare in mezzo alla gente.
Draco possiamo andare, torneremo più tardi con qualcosa da mangiare, lei nel frattempo si ambienti»
Aveva annuito quasi per inerzia mentre guardava i due allontanarsi e uscire dalla stanza.
Una volta rimasta sola si era alzata dal letto e aveva iniziato a girare per la stanza.
Era tutto spoglio le uniche cose presenti erano gli scaffali distrutti, poteva aggiustarli, ma non aveva la bacchetta, perché non aveva la bacchetta?
Con un'idea in testa si era avvicinata alla porta provando a tirare la maniglia senza riuscire a muoverla minimamente.
Aveva iniziato a battere sul legno per farsi aprire urlando di tanto in tanto «non sono un animale da tenere in gabbia», ma nonostante sentisse qualcuno passare nessuno si fermava, poteva giurare di essere in una stanza silenziata.
Dopo aver dato un calcio alla porta era tornata al letto, aveva avvicinato le ginocchia al petto e appoggiato la testa su di esse. Possibile che dovessero capitare tutte a lei? già veniva presa in giro dalla mattina alla sera, figuriamoci ora, non aveva dubbi sul fatto che prima o poi si sarebbe cacciata nei guai con questo segreto.
Con qualche lacrima a solcarle il viso si era sdraiata nuovamente dando le spalle alla porta, in attesa del ritorno dei suoi due "salvatori".

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Capitolo 4
*** ...prima della tempesta ***


...prima della tempesta


Era rimasta per chissà quante ore sola nella stanza, aveva girato in lungo e in largo quel luogo senza trovare nulla da fare.
Alla fine era tornata sul letto rimanendo sempre con la schiena verso la porta. Sentiva distintamente i canini sporgere dalle gengive, aveva fame, tanta fame, ogni minuto che passava era sempre peggio. Aveva le ginocchia strette al petto e tremava come una foglia nel tentativo di calmarsi, con poco successo.
Si stava chiedendo quando sarebbero tornati Malfoy e Piton e soprattutto se sarebbero tornati, forse era solo una scusa per liberarsi di lei, lasciarla lì per sempre sola fino alla fine dei suoi giorni.
Non vi era neanche una finestra, o più semplicemente un orologio, forse era notte, non si sentivano più neanche i passi in corridoio, tutto taceva. Tutto tranne la sua mente, che stava cercando di ricordare i due giorni passati, ma non ci stava riuscendo, ricordava solo alcune voci che urlavano contro di lei per farla smettere di fare qualcosa.
Qualcosa che poteva solo dedurre dai racconti del Professor Piton, aveva attaccato degli studenti, forse aveva attaccato i suoi amici, quei pochissimi amici che aveva.
Aveva ancora degli amici? L’avrebbero accettata ora che era ancora più diversa da loro? Probabilmente no, era già strano che qualcuno dei serpeverde si fosse avvicinato a lei, figuriamoci ora. Nessuno doveva scoprire ciò che era successo, glielo avevano già detto, ma lei faceva pena a mantenere i segreti.
Si era voltata quando aveva sentito qualche passo in lontananza, e poco dopo aveva visto la porta aprirsi. La prima figura ad entrare quasi si mimetizzava con l’ambiente notturno, era Piton. La seconda portava un vassoio e teneva la testa bassa, senza guardarla, era Malfoy.
«Andate via»
Quest’ultimo senza ascoltarla si era fatto avanti per posare ciò che aveva in mano. Non era riuscito nel suo intento, con uno scatto quasi felino era saltata dal letto e con una spinta aveva fatto cadere il ragazzo bloccandolo a terra con le mani sulle spalle.
«Dovevi andare via»
Sentiva il ragazzo sotto di lui muoversi per liberarsi, ma lei non lo lasciava scappare. Degli incantesimi la stavano colpendo, ma lei era troppo controllata dal suo istinto per lasciarsi abbattere.
Con i canini completamento sporgenti si stava piegando verso il collo del ragazzo, che aveva cominciato ad urlare. Era riuscita a malapena a graffiarlo quando viene spinta via, ritrovandosi circondata da due braccia, una delle quali troppo vicino al suo volto e ascoltando ancora quell’istinto che non sentiva assolutamente suo, aveva morso il polso dopo aver quasi strappato il tessuto nero che lo copriva.
Il corpo dietro di lei si era irrigidito per un attimo, ma non si era mosso, e di questo ne sarebbe sempre stata grata, più vedeva del movimento più sentiva il bisogno di attaccare.
Grazie a quella calma apparente era riuscita a ritrovare un minimo di lucidità, aveva immediatamente ritirato i canini rimanendo comunque aggrappata a quel braccio. Appena si era accorta di quello che aveva fatto aveva ricominciato a tremare e a piangere soffocando i singhiozzi su quel polso che ancora non riusciva a lasciare.
«TU PICCOLO M…»
«SIGNOR MALFOY! Non provi a finire quella frase o si ritroverà a pulire calderoni fino alla fine del suo settimo anno»
Il professore aveva provato ad allentare la presa, ma lei lo aveva stretto ancora di più quasi urlando, non capiva perché non riuscisse a lasciarlo andare, probabilmente aveva paura di perdere nuovamente il controllo e non voleva. Una voce nella sua testa dava completamente ragione a Malfoy, per quanto lo odiasse non poteva dargli torto, era un mostro, uno dei peggiori in circolazione.


«Va bene, possiamo almeno spostarci un po’ più in là? Vorrei sedermi sul letto»
Quando aveva visto la serpeverde attaccare il giovane Malfoy non aveva pensato molto, ogni incantesimo sembrava rimbalzarle contro e più il ragazzo si agitava più gli occhi di lei sembravano perdere ogni contatto con il mondo.
Dopo il morso si era ritrovato con la testa leggera, ma sapeva che non si era saziata del tutto, si era fermata prima, era riuscita un minimo a controllarsi, ed era un passo avanti rispetto ai giorni precedenti.
Lui l’odiato professore di Pozioni non era un tipo sentimentale, ma dopo averci provato senza successo, non era riuscito a interrompere quella specie di abbraccio. Capiva il bisogno della ragazza, quello di essere accettato e non lasciato da solo. Ci era passato anche lui, come lei era stato smistato in serpeverde, la casa di coloro che si consideravano superiori parchè purosangue, ma né lei né la ragazza avevano avuto questo “privilegio”.
Senza fare movimenti bruschi si era spostato verso il letto trascinando con sé la vampira, ancora aggrappata al suo braccio come se fosse la sua unica ancora di salvezza. Si era seduto e con calma aveva allontanato la ragazza in modo da farla sdraiare, ma lei di tutt’altra opinione si era buttata contro di lui abbracciandolo mentre ancora singhiozzava senza controllo. Aveva appoggiato una mano sulla schiena della ragazza dandole qualche colpetto per farla calmare, aveva una reputazione da mantenere dopotutto, non poteva essere troppo sentimentale.
«Draco per favore vai a prendere quelle pozioni nel mio ufficio»
Aveva passato tutto il pomeriggio a preparare delle pozioni che consentissero alla ragazza di mangiare senza problemi.
Appena aveva sentito la richiesta il ragazzo era letteralmente scappato dalla stanza con la coda tra le gambe, ed era tornato poco dopo controllando in giro prima di entrare.
Dopo aver stappato la pozione l’aveva fatta bere alla ragazza e i suoi occhi erano tornati normali, si era anche calmata e quel pianto incontrollato si era trasformato in qualche semplice lacrima.
Mentre la ragazza si staccava completamente rossa in viso dall’imbarazzo aveva guardato il suo figlioccio come a dire “ti sembra ancora un mostro” e lui aveva avuto la decenza di abbassare lo sguardo.


«Scusate…io non…non l’ho fatto di proposito, avevo fame e…non lo so cosa è successo»
Con la manica del maglione si era asciugata le ultime lacrime mentre lasciava il letto al professore sedendosi a terra. Stava meglio, molto meglio rispetto a pochi minuti prima, si sentiva ancora in colpa per quello che aveva fatto, ma la vicinanza di qualcuno aveva aiutato. Il fatto che quel qualcuno fosse il professore più odiato di Hogwarts la imbarazzava oltre ogni misura, ma non poteva farci niente.
Con la coda dell’occhio aveva visto Malfoy avvicinarsi e non aveva alzato lo sguardo finché non lo aveva sentito parlare.
«Scusa per quello che ho detto, non lo pensavo veramente, ero solo spaventato»
«Un Malfoy che si scusa! Qualcuno vada a suonare le campane»
Aveva detto abbastanza stizzita, erano quattro anni che la insultava, e ora decideva di scusarsi.
Si era alzata per fronteggiare il ragazzo, si era stufata di essere trattata sempre nello stesso modo.
«Se lo stai facendo perché è presente il professore puoi anche evitare. Faresti una figura migliore»
«Come osi parlarmi così! Dovresti sapere con chi stai parlando»
«Un bambino viziato a cui non si può mai dire di no!»
«TU! INUTILE…»
«Finitela, immediatamente!»
Si erano voltati entrambi verso la voce notando un Piton furente che li guardava con uno sguardo che probabilmente avrebbe spaventato il Signore Oscuro in persona.
«Sedetevi. Entrambi. Sul. Letto. Dobbiamo parlare»
«Ma professore lei…»
«Io…? E allora tu…»
«SEDETEVI»
Entrambi si erano quasi tuffati sul letto senza accorgersi di essersi presi le mani per trascinarsi a destinazione, il terrore verso Piton aveva ampiamente superato l’odio reciproco. Dopo essersi accorti però si erano subito allontanati quasi disturbati da quel contatto.
«Vedo che si è ripresa signorina Lewis, volevo avvisarla che il Preside ha deciso che, per evitare strane voci, deve partecipare comunque a tutte le attività, nessuna esclusa.
Tra poche ore si presenterà in Sala Grande per la colazione e poi come di consueto si recherà alle varie lezioni. Tutto chiaro?»
«Ma io non posso, sono un pericolo per tutti»
«Per questo da domani notte inizieremo quelle lezioni sul controllo di cui abbiamo già discusso. Nel frattempo dovrà prendere una pozione ogni tre ore in modo da tenersi calma ed evitare spiacevoli inconvenienti. Della sua particolare situazione è stato avvisato tutto il corpo docente in modo da poter intervenire in ogni situazione. Chiaro?»
«Cristallino»
«E sia chiaro, dirò questa cosa una sola volta e non voglio ripetermi. Lei non deve in alcun modo considerarsi un mostro. Per tutto può rivolgersi a me o al suo compagno di casa. Vero Malfoy!?»
Aveva osservato il ragazzo seduto vicino a lei sentendolo sussurrare tra i denti un “si” per nulla convinto.
«Dobbiamo proprio suonare le campane»
«LEWIS! Non complichi ancora di più le cose.
Per ultimo, questa sarà la sua nuova casa fino a data da destinarsi, quindi direi di risistemarla un po’»
«Ma così non attirerò altre voci?»
«Penserà a tutto il Preside»
Con uno sguardo meravigliato si era apprestata a prendere la bacchetta che le veniva consegnata, era stata ritrovata in foresta nel luogo dove era stata trasformata.
Con l’aiuto degli altri due aveva iniziato a risistemare la stanza, trasformando vecchi scaffali in armadi e panche, gli elfi avrebbero portato tutti i suoi averi in mattinata.
Aveva riso un po’ quando aveva visto le facce disgustate dopo che aveva trasformato molte cose colorandole di rosa, finalmente non era più costretta ad essere circondata dal verde, colore che lei aveva sempre odiato.
Per non destare sospetti poco prima delle 8:00 era stata lasciata sola e si era permessa un attimo di pensare a tutto quello che era successo in così poco tempo. Era diventata un mostro (si nonostante il professor Piton le avesse vietato di pensare una cosa del genere lei non poteva fare altro al momento), si era dovuta trasferire in fretta e furia e contro le sue volontà e doveva fingere che niente fosse cambiato.
«Non poteva andare meglio»
Aveva detto sarcasticamente a quelle mura ancora spoglie prima di bere una delle tante pozioni a sua disposizione.
Prendendo il coraggio a quattro mani era uscita dalla stanza e si era diretta in Sala grande, salutando tutti come aveva sempre fatto.

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Capitolo 5
*** Il giornale ***


Il giornale


Una volta arrivata si era messa seduta al suo solito posto, quello in fondo alla tavolata nell'angolo più vicino alla porta, fortunatamente la sala era praticamente vuota, aveva deciso di andare presto in modo da non incontrare troppe persone.
Si era legata i capelli in una treccia veloce che non aveva bloccato con nessun laccio, erano abbastanza lunghi da reggersi da soli, e poi le bastava che non si sciogliessero per il tempo di una veloce colazione.
Non sapeva cosa mangiare, ma fortunatamente un piatto stracolmo di cibo era comparso davanti ai suoi occhi, non riusciva a capire cosa fosse, ma aveva un odore invitante, quindi non ci aveva pensato poi molto prima di addentare il primo boccone.
Mentre stava mangiando aveva sentito due voci a lei conosciute bisticciare nel corridoio, erano Victor e Lauren, le uniche due persone con cui era riuscita a stringere amicizia sin dal primo giorno. Erano entrambi discendenti di due famiglie di maghi, ma erano sempre stati attratti dal suo mondo, un'estate erano addirittura venuti a stare da lei per qualche giorno, e vederli alle prese con un cellulare era stato molto divertente.
Entrambi si erano seduti di fronte a lei continuando a parlare ad alta voce di un qualcosa riguardante un libro di cui non aveva capito il nome.
Si era concentrata sul cibo fin quando non si era stancata del continuo bisticciare.
«È sempre bello parlare con voi ragazzi»
«Ma dove sei stata in questi giorni? Sei sparita»
«Ho fatto un salto a casa, visto che non sono potuta andare per Natale»
Aveva inventato una scusa su due piedi, ma effettivamente voleva tornare a casa prima della fine delle vacanze, non vedeva l'ora di strapazzare le gianciotte di Coraline, la sua sorellina. Non aveva neanche un anno, ma dava del filo da torcere ai suoi genitori, era decisamente la più pestifera della casa, lei al confronto da piccola era un angioletto.
Continuando a mangiare e a parlare era arrivata l'ora della posta, a lei non erano arrivate lettere fortunatamente, o la storia appena inventata non avrebbe retto.
Poco dopo erano arrivati alcuni gufi a consegnare i giornali, tra cui La Gazzetta del Profeta, che si era ritrovata a sfogliare distrattamente mentre finiva di mangiare la sua colazione.
Si era soffermata su un articolo di Rita Skeeter che parlava di Hogwarts e in particolare dello sbaglio di silente nell'assumere Hagrid come insegnante, stava per chiudere il giornale vergognandosi per chiunque considerasse quella donna una giornalista quando altre righe avevano attirato la sua attenzione:

Ma non è finita qui miei cari lettori, nuovi pericoli si aggirano tra le mura di Hogwarts.
Fonti certe ci hanno informato che una sfortunata ragazza è stata attaccata da un vampiro durante la notte del ballo del ceppo.
Albus Silente ha deciso di tenere nascosto questo fatto increscioso, mettendo ancora più in pericolo gli studenti. La neo vampira sembra infatti incontrollabile e più di una persona è già stata attaccata, fortunatamente senza gravi ripercussioni.
Ma noi come sempre siamo qui per svelarvi i segreti più misteriosi, la ragazza in questione si chiama Rose Lewis, serpeverde al quarto anno, coetanea del famigerato Harry Potter...


Da lì l'articolo continuava a parlare del grifondoro quasi come se non avesse rovinato la vita di due persone nelle righe precedenti.
Velocemente aveva chiuso il giornale e si era alzata da tavola con l'intento di uscire da lì, sentiva già vari occhi osservarla.
«Dove vai?»
«In bagno»
Quasi buttando a terra le persone che le si mettevano davanti era scappata via andando in una direzione anche a lei sostanzialmente ignota, voleva solo allontanarsi da lì.
«Signorina Lewis dobbiamo p...»
Con una spinta aveva aggirato anche il professor Piton, voleva parlare, ma non molti conoscevano cosa era successo per filo e per segno, probabilmente tre persone e qualcuno aveva rivelato tutto, quindi era inutile parlare.
Dopo una lunga camminata era arrivata al secondo piano, davanti al bagno di Mirtila Malcontenta, di sicuro lì nessuno l'avrebbe disturbata, aveva sigillato con un incantesimo la porta dietro di sé, fortunatamente non sembrava essere presente neanche la ragazza fantasma, probabilmente era ad importunare qualche ragazzo in qualche altro bagno.
Aveva aperto un rubinetto e si era bagnata il viso con l'acqua gelata mente alcuni capelli sciolti finivano nel lavandino aperto, non poteva essere successo così presto, doveva assolutamente scoprire chi aveva parlato a quella pseudo giornalista.
Aveva alzato lo sguardo verso lo specchio e non aveva visto nulla nel punto dove doveva essere lei, non un'ombra o altro, non si era ancora guardata allo specchio e preferiva non averlo fatto. Con la mano aveva accarezzato la superficie riflettente e poi in un attimo di rabbia aveva rotto il vetro con un pugno e a quello specchio erano seguito tutti gli atti. Nell'antichità si credeva che gli specchi intrappolassero l'anima, ma lei evidentemente non aveva più nulla da imprigionare.
Si era appoggiata al muro ed era scivolata a terra ignorando tutte le schegge di vetro stese a terra, aveva appoggiato la testa sulle ginocchia tappandosi le orecchie per non sentire le persone che le chiedevano di aprire la porta, probabile volevano rispettare la sua volontà di stare sola, erano maghi e potevano aprirla facilmente.
Inizialmente aveva sentito solo la voce del professor Piton, e poi quelle dei suoi due amici, aveva urlato loro di andare via, ma nonostante avessero smesso di battere contro la porta sapeva che erano tutti lì fuori.
Dopo vari minuti passati nella stessa posizione in cui non era riuscita a fare niente, neanche piangere, aveva sentito la porta aprirsi, lasciar entrare qualcuno e poi richiudersi.
Era stata aperta per un attimo l'acqua in un lavandino e poi qualcuno si era avvicinato a lei.
«Ehi»
Aveva alzato la testa sentendo la voce, credeva fosse Piton o al massimo Draco, ma invece era Victor, accucciato davanti a lei la guardava tenendo tra le mani un panno bagnato.
«Posso?»
Aveva provato a prenderle una mano, ma lei aveva scosso la testa schiacciandosi ancora di più contro il muro.
Lui ingnorandola aveva stretto una mano attorno al suo polso e delicatamente l'aveva allontanata dalla testa, se l'era portata vicino al viso e dopo averle dato un bacio sul dorso aveva iniziato a pulire il sangue che le macchiava le nocche e le dita.
Alla fine di quel processo l'aveva tirata in piedi e si erano spostati dai vetri rotti, lei non aveva ancora detto niente mentre il ragazzo aveva parlato senza sosta di tutto quello che gli veniva in mente.
La voleva portare fuori, ma lei si era rifiutata divincolandosi dalla presa del ragazzo che però non l'aveva mollata.
«Rose non succederà nulla, vieni con me»
«Non posso»
«Non puoi o non vuoi?»
«Non posso vi metterei tutti in pericolo, sono un m...»
Le sue parole erano state smorzate da un bacio del ragazzo e lei aveva spalancato gli occhi. Non era la prima volta che succedeva, stavano insieme da circa un anno, ma onestamente credeva che dopo tutto quello che era successo non le avrebbe neanche più rivolto la parola.
Solo Lauren sapeva di loro due, c'erano troppi pregiudizi e non volevano che qualcuno lo scoprisse.
Aveva chiuso gli occhi facendo uscire dal naso un sospiro di sollievo mentre stringeva in una mano il maglione del ragazzo, lui dopo un po' aveva provato a staccarsi, ma lei lo aveva ritirato avanti mettendogli una mano tra i capelli ricci.
«Dovremmo uscire»
Aveva provato a dire Victor tra un bacio e un altro, ma lei non aveva intenzione di uscire di lì per trovarsi catapultata in una realtà che non voleva affrontare.
«Hai fatto una mossa azzardata a baciarmi»
«Perché? Volevo mordermi?»
«Mai dire mai»
«Usciamo da qui Rose, c'è gente che è preoccupata per te, e per quanto sia strano dirlo, tra di loro c'è anche Piton»
Aveva scosso ancora la testa appoggiandola poi sul petto del ragazzo mentre lui giocava tranquillamente con alcune ciocche dei suoi capelli.
Erano rimasti così per chissà quanto tempo finché la porta non era stata spalancato e un Silente aveva fatto irruzione nel bagno con un'espressione tra lo spaventato e il sollevato.
Immediatamente si erano staccati entrambi rossi come pomodori, Piton era ancora fuori la porta con la sua solita espressione da "potrei vomitare" e Lauren aveva ancora le mani avanti come a bloccare il preside.
«Ah essere giovani e sentire il morso pungente dell'amore, vi aspetto tra dieci minuti nel mio ufficio. Severus ragazzo mio, accompagna i ragazzi e per favore chiama il signor Malfoy»
Aveva detto il preside tornando sui suoi passi e impartendo ordini a destra e a manca, Piton aveva annuito e poi aveva fatto segno loro di uscire. Inizialmente aveva desistito un po', ma Victor l'aveva gentilmente spinta fuori e aveva tenuto la mano sulla parte bassa della sua schiena finché non erano arrivati al Gargoyles.



✍︎✍︎✍︎✍︎✍︎

Angolino

Innanzitutto mi scuso per aver pubblicato così tardi (ore 00:15), ma degli impegni hanno fatto ritardare il tutto.
Poi vorrei ringraziare infinitamente chi ha messo la mia storia tra le preferite, non potete capire quanto sia importante per me, credevo che a leggerla sarei rimasta io e basta..
Sperando di pubblicare ad un orario normale, ci vediamo lunedì.
A presto ♡

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Capitolo 6
*** Chiarimenti ***


Chiarimenti


Quando anche il giovane Malfoy era arrivato a destinazione il professor Piton aveva pronunciato la parola d'ordine conducendoli tutti nello studio del preside.
Silente era seduto dietro la scrivania intento a confabulare con un altro preside in un quadro, mentre Fanny si beccava alcune piume ormai vecchie, probabilmente da lì a pochi giorni sarebbe bruciata per poi rinascere.
Era rimasta ad osservare la fenice ignorando quello che succedeva attorno a lei, al momento si sentiva sommersa da un mare di cenere, ma non ne vedeva l'uscita, non sarebbe mai risorta, sarebbe semplicemente affondata.
Una mano l'aveva distratta dai suoi pensieri spingendola gentilmente verso una sedia, si era seduta, declinando l'offerta del preside di una caramella al limone.
«Benvenuti miei cari ragazzi»
Un coro di "grazie" si era sollevato tra i presenti, ma lei si era limitata a fissare il preside con un pensiero, probabilmente pazzo, che le frullava per la mente.
«È stato lei»
«A fare cosa signorina Lewis?»
«A dire tutto alla Skeeter, il professor Piton ha detto che si sarebbe occupato lei di tutto. È stato lei! MI HA CONDANNATA AD UNA VITA D'INFERNO»
Non voleva alzare la voce, ma era stato più forte di lei, si sentiva tradita, dalla persona che probabilmente più stimava al mondo. Mentre parlava si era alzata avvicinandosi sempre di più alla scrivania arrivando a puntare un dito contro il vecchio preside. Piton con una faccia decisamente arrabbiata l'aveva presa per un braccio e l'aveva riportata alla sedia quasi facendola cadere sopra di essa senza tante cerimonie.
«SIGNORINA LEWIS NON...»
«Severus per favore non alzare la voce anche te, la signorina ha tutto il diritto di dubitare di me, è vero quello che ha detto, ma le posso promettere che non era nel mio interesse rivelare la sua situazione ai giornali. Mi crede Rose?»
Aveva annuito abbassando la testa, ripensandoci non aveva molto senso dubitare del preside, l'articolo era rivolto principalmente a denigrare lui, spiegando dettagliatamente ciò che non funzionava nella scuola.
«Le posso assicurare signorina, che per ogni cosa può rivolgersi a me, e niente uscirà da queste quattro mura. Visto l'inizio della sua giornata, lei e i suoi amici siete esonerati dalle lezioni di oggi, e le consiglio di iniziare questa sera le esercitazioni con il professor Piton.
Inoltre credo che questo fine settimana possa andare tranquillamente a far visita ai suoi genitori, sono sicuro che il signor Harkness sarà più che felice di accompagnarla»
Victor aveva annuito arrossendo. Nessuno di loro in realtà era molto intenzionato ad andare alle lezioni, essendo le vacanze di Natale erano solamente di recupero per chi non andava molto bene, ma loro non ne avevano bisogno.
«Signor Malfoy, signor Harkness e signorina Oswald, per favore accompagnate la signorina Lewis nella sua stanza. Severus per favore rimani qualche minuto»
Tutti avevano annuito alzandosi e salutando il preside con un "arrivederci", Piton si era avvicinato al preside per parlare mentre loro uscivano dall'ufficio.


I tre ragazzi l'avevano quasi circondata come a proteggerla dagli sguardi altrui, Victor alla sua sinistra ogni tanto le sfiorava casualmente la mano soprattutto quando qualcuno bisbigliava un po' troppo forte al loro passaggio.
«Vi lascio soli, penso che dobbiate parlare»
Aveva detto Malfoy uscendo dalla sua camera nonostante fossero appena arrivati, era stato strano per tutto il tempo, stranamente in silenzio senza le sue solite battutine.
Victor e Lauren si erano accomodati su due sedie e lei si era seduta sul letto a gambe incrociate, si erano guardati un attimo prima di scoppiare tutti tre a ridere tenendosi la pancia.
«Hai urlato contro Silente»
«La faccia di Piton»
«Io ho rischaito la morte e voi ridete»
Avevano continuato a ridere per qualche altro minuto prima di fermarsi sbuffando di tanto in tanto qualche risatina.
«Cosa ti è successo Rose?»
I suoi due amici avevano parlato assieme e lei si era messa a spiegare tutto, dall'incontro con il vampiro in poi, che in realtà non era molto, ma comunque aveva impiegato vari minuti per raccontare il tutto.
Alla fine si era ritrovata stretta in un abbraccio Victor alla sua destra e Lauren alla sua sinistra, avevano appoggiato la testa sulle sue spalle ed erano rimasti così in silenzio semplicemente facendosi compagnia a vicenda come avevano sempre fatto.
«Bene io vado! Vi lascio un po' da soli»
Lauren si era alzata dandole un bacio sui capelli e poi era uscita chiudendosi la porta alle spalle, Victor non aveva atteso tanto prima di baciarla. Si erano sdraiati sul letto abbracciati con le fronti che si toccavano.
«Dovresti stare attento ora sai»
«Non ho paura di te»
«E se dovessi perdere il controllo? E se...»
Aveva bloccato le sue parole con un altro bacio. «Non ho paura di te»
Si erano baciati ancora persi in quella piccola bolla di tranquillità, alla fine si era appisolata tra le braccia del ragazzo che a sua volta aveva chiuso gli occhi addormentandosi mentre le accarezzava i capelli.



✍︎✍︎✍︎✍︎✍︎

Angolino:

Ehi! Sono viva!
Teoricamente dovevo pubblicare ogni due giorni, ma degli impegni mi hanno tenuta lontana da questa storia.
Questo capitolo è cortissimo, ma onestamente non avevo molte idee per lui, nonostante ho già tutto il resto in mente.
Ci vediamo presto! ♡

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Capitolo 7
*** Si torna a casa? ***


Si torna a casa?


Dopo varie ore Malfoy e Piton li avevano trovati così e quest'ultimo per svegliarli aveva sbattuto la porta alle sue spalle.
Si erano alzati di scatto dal letto dandosi quasi una testata per la fretta e poi Victor era saltato via fissando il professore che in risposta lo guardava con un volto senza espressione.
«Signor Harkness credo che il tempo delle visite sia finito»
«Si professore, certo professore, arrivederci professore. Malfoy»
Aveva parlato mentre annuiva e correva verso la porta senza neanche salutarla per l'imbarazzo.
«Non perdiamo altro tempo»
La lezione di Piton si era dimostrata un fallimento fin da subito. Non le avevano detto nulla, si erano semplicemente fatti dei piccoli tagli sul palmo della mano e avevano iniziato a girare per la stanza con Piton che le urlava di controllarsi. Era riuscita a rimanere ferma per circa trenta secondi poi era saltata giù dal letto, o almeno ci aveva provato, un incantesimo le dava una scossa ogni volta che si avvicinava ad una sponda.
Così presto si era ritrovata a tremare sul letto dopo che in tutti i modi aveva provato a fuggire da quella gabbia invisibile, peggiorando solo le cose.
Piton aveva avuto pena di lei e dopo aver curato le loro ferite aveva dissolto l'incantesimo lasciandola libera di muoversi.
«Voi siete pazzi»
«Sei tu che non ti sai controllare»
«Malfoy forse il tuo sangue così puro non è tanto male sai? Potrei decidere di fare uno spuntino»
Aveva visto Draco indietreggiare terrorizzato e aveva trattenuto a stento una risata, Piton l'aveva fatta sedere tirandola per un braccio e poi le aveva dato una pozione da bere.
«Domani mattina sarai come nuova, mangia qualcosa e vai a dormire»
«Professore, perché ancora riesco a dormire? Da quello che so i...vampiri non dovrebbero dormire»
«Il tuo corpo si sta ancora abituando, sei sempre stata lenta nel capire le cose, noi mi sorprende che ancora non ti sia abituata. Domani ci sarà un'altra lezione, preparati»
Detto ciò sia lui che Malfoy si erano avviati verso la porta, era sicura di aver sentito un "buonanotte" dal serpeverde, ma non ci aveva fatto molto caso. Dopo qualche minuto gli elfi le avevano portato la cena e ubbidiente dopo aver mangiato si era messa a dormire.

Tra una lezione catastrofica e l'altra il weekend era arrivato e con esso la sua possibilità di uscire da Hogwarts per tornare a casa.
Per non dare troppo nell'occhio si era incontrata con Victor ai cancelli e insieme avevano preso una passaporta che li avrebbe portati in Irlanda.
Erano stati accolti da una pioggia scorsciante che subito li aveva bagnati dalla testa ai piedi, quasi il tempo rifletteva il suo stato d'animo, era agitata e preoccupata allo stesso tempo, i suoi genitori non avevano mai accettato le novità, anche Hogwarts era stato un ostacolo, figuriamoci il trasformarsi in vampiro.
Correndo erano arrivati davanti al cancello di quella villetta color crema che l'aveva vista crescere e dove l'aspettavano i suoi genitori e la sua sorellina.
Probabilmente li avevano visti dalla finestra perché appena avevano suonato la porta era stata aperta e loro erano corsi all'interno della casa gocciolando ovunque, Coraline le era corsa incontro e lei non aveva esitato a sollevarla per farla volare in aria per poi lasciarla in braccio su un fianco.
«LOSEEEE! È allivato babbo natale!»
«ah si? E cosa ti ha portato?»
La bambina aveva iniziato a muoversi per farsi lasciare e lei l'aveva messa a terra prima di venire tirata per una manica fino alla sua stanza che era stata quasi riempita da un grande castello rosa in plastica.
«Il castello delle Balbie, giochiamo!»
Evidentemente non era una richiesta perché l'aveva fatta sedere su un tappeto di fronte al gioco dandole in mano una bambola che dai vestiti sembrava essere pronta ad andare a lavorare al circo, aveva iniziato a fare le vocette per giocare con la sorellina inventando una storia che avrebbe fatto concorrenza ai migliori libri di favole.
Alla fine il valoroso principe aveva sconfitto il temibile drago a tre teste salvando la principessa, che con disappunto di Coraline aveva sposato il contadino che aveva incontrato durante un viaggio.
Presto si era ritrovata a ridere, dimenticando l'ansia che l'aveva assalita quando era arrivata a casa, mente la piccola le saltava sullo stomaco per convincerla a cambiare il finale.
«Ma il plincipe è più bello!»
«Ma io amo il mio contadino»
«Ma lui ha un cavallo»
«E lui un bellissimo asino»
«Toc, toc, posso interrompere questo matrimonio?»
«VITTOL!»
Si era sollevata leggermente osservando Coraline correre contro Victor per farsi portare sulle spalle fino al piano di sotto dove era pronto il pranzo.
«Principessa si unisce a noi per pranzo?»
«Sai che non resisto al richiamo al cibo»
Ridendo si era alzata seguendo i due, fortunatamente aveva mangiato prima di partire e qualcosa a tavola poteva toccare.
Si erano seduti ognuno al proprio posto, tranne Coraline che saliva in braccio a tutti cercando di prendere il meglio da ogni piatto, l'aria era tornata di nuovo tesa e fuori i tuoni scuotevano quel silenzio che si era creato.
Dopo pranzo si erano sistemati su un divano e quando sua sorella si era addormentata tra le braccia di Victor i suoi genitori le avevano chiesto di seguirla in cucina chiudendo la porta alle loro spalle, prima di chiuderla aveva visto Victor farle un leggero sorriso come a dirle di stare tranquilla.
Sul tavolo vi era un giornale aperto su una pagina che avrebbe stentato a dimenticare per tutta la sua vita, come facevano i suoi genitori ad avere una copia della Gazzetta del Profeta che parlava della sua trasformazione?
«Vi è un'altra Rose Lewis ad Hogwarts?»
«No»
«Quindi sei tu quella di cui parla questo giornale?»
«Si»
«Ed è una bufala vero?»
Aveva scosso la testa come a dire di no, purtroppo non era una bufala, non riusciva a capire il tono della voce di suo padre, sua madre era sempre rimasta in silenzio appoggiata al bancone della cucina con le braccia incrociate a testa bassa, si era quasi sorpresa quando l'aveva sentita parlare.
«Devi andare via»
«Cosa?»
«Non puoi restare qui, tua sorella è piccola potrebbe farsi male e tu...devi andare via»
«Ma io non farei mai del male a voi due, ne ovviamente a Coraline»
«Non possiamo rischiare»
«E per quanto tempo dovrei stare via da questa casa?»
«Finché sarà necessario»
Un lampo aveva squarciato il buio mentre lei spalancava la bocca incredula, la stavano cacciando via per sempre.
«Bene, se volete sapete come contattarmi, anzi non contattatemi, scriverò io, forse...»
Si era alzata dallo sgabello vicino al tavolo e aveva spalancato la porta, non l'aveva sbattuta solo per non svegliare Coraline che ancora dormiva ignara di tutto, le si era avvicinata e le aveva dato un bacio sulla fronte e lei aveva strizzato gli occhietti.
«Lose, vai via?»
«Si devo tornare a scuola»
«Quando tolni?»
«Presto, torno presto»
Sapeva di star dicendo una bugia, ma lei non doveva essere al corrente di nulla di quello che era successo in cucina. La sorellina tranquilla aveva annuito e poi si era riaddormentata, le aveva accarezzato una guancia e poi si era alzata, le veniva da piangere o urlare o entrambi, ma manteneva un'espressione così neutra che Piton ne sarebbe stato fiero, Victor la guardava come a chiedere cosa fosse successo, ma lei aveva semplicemente scosso la testa per rimandare il discorso.
Senza guardare più nessuno aveva aperto la porta che era rimasta spalancata per il vento e senza aspettare il suo ragazzo aveva iniziato a camminare verso il luogo dove da li a poco sarebbe riapparsa la passaporta.
«Rose! Aspetta!»
Correndo Victor l'aveva raggiunta tempestandola di domande, vedendo che non rispondeva, ma che quella maschera di insensibilità iniziava a sgretolarsi, una volta giunti a destinazione l'aveva semplicemente abbracciata senza più dire una parola, non aveva pianto si era limitata a stringerlo più forte.
Era l'unica famiglia che le era rimasta.
Una volta arrivata aveva toccato la passaporta che l'avrebbe riportata ad Hogwarts.
L'unica casa che le era rimasta.



✍︎✍︎✍︎✍︎✍︎

Angolino:
Non sono scomparsa per sempre, semplicemente ho avuto vari impegni che mi hanno tenuta lontana da questa storia.
Ma ora sono di nuovo qui per scrivere le nuove disavventure di Rose.
Spero di trovare qualcuno di voi nei commenti!
A presto!♡

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Capitolo 8
*** Verità ***


Verità


Arrivati ai cancelli si era staccata da quell'abbraccio e senza dire una parola si era diretta verso la foresta, la notte iniziava a calare sul castello e probabilmente non avrebbe trovato nessuno sul suo tragitto. Victor l'aveva richiamata, ma al suo ennesimo "voglio stare sola" era tornato verso il castello non amando particolare quel luogo.
Era arrivata in una piccola radura dove a stento filtravano i raggi della luna che stava salendo sempre di più nel cielo, ad Hogwarts il tempo era sereno, stranamente neanche nevicava, lei si sentiva estranea da tutta quella tranquillità.
Da quando era uscita di casa non aveva versato una lacrima, sentiva solo la rabbia, rabbia contro sua madre che l'aveva cacciata e rabbia contro suo padre che non aveva fatto nulla in contrario.
Aveva poggiato la testa sul tronco di un albero stringendo con le mani la corteccia che le stava ferendo i palmi.
«Non piangere...non piangere...non piangere. Sapevi come sarebbe andata a finire, sei una stupida...stupida...stupida»
Ogni frase era scandita da un pugno contro l'albero, sentiva il bisogno di sfogarsi in qualche modo, e quell'albero era diventata la sua vittima, la corteccia si stava sgretolando e le sue nocche avevano iniziato a sanguinare.
«Rose»
Si era bloccata di colpo quando aveva sentito la voce di Malfoy alle sue spalle, non si era accorta del suo arrivo, ma prendendo coscienza di ciò che la circondava poteva essere sicura che non erano soli, non riusciva a identificare l'altra persona, ma non sembrava ostile.
«Cosa vuoi?»
«Victor mi ha detto dove ti trovavi e ti volevo parlare»
«Cosa volevi dirmi?»
Non si era voltata, continuava a dargli le spalle continuando a tenere la fronte contro l'albero sperando di rendere breve la conversazione.
«Sono...sono...sono stato io»
«A fare cosa?»
«A parlare con la Skeeter»
Si era voltata immediatamente notando anche al buio le occhiaie del ragazzo, sensi di colpa? Impossibile per lui.
«Cosa hai detto?»
«Non sono stato io io, ho parlato con Blaise...Zabini di quello che era successo e poi lui lo ha raccontato a lei»
Era rimasta immobile, a fissare il ragazzo quasi incredula, da quando era stata trasformata le era stato ripetuto che si poteva fidare di lui, eppure era stato il primo a tradirla, aveva anche accusato il preside per colpa sua.
In un momento tutta la rabbia che aveva cercato di scaricare era tornata come un onda e si era trovata a correre verso il ragazzo e a spintonarlo indietro.
«È sempre colpa tua, da quando sono arrivata mi hai solo rovinato la vita»
Ogni parola era una spinta che aveva fatto finire il serpeverde contro il tronco di un albero quasi togliendogli il respiro.
Non si era neanche accorta di star piangendo mentre estraeva la bacchetta e la puntava contro la gola del serpeverde.
«Prendi la bacchetta Malfoy»
«Non mi sembra il caso di...»
«Prendi. La. Bacchetta»
Quando lo aveva visto scuotere la testa si era avvicinata sibilando al suo orecchio.
«Non era un ordine Malfoy, era un consiglio»
Lo aveva preso per il colletto della camicia e lo aveva sbattuto a terra facendolo cadere su un braccio che probabilmente dal rumore si era rotto.
«Ultima possibilità Malfoy»
«Rose...ti prego»
«Lo sapevi? Sapevi che parlava con la Skeeter?»
«Si...ma»
«Ti sei divertito a raccontargli tutto vero? In fondo era solo un altro modo per prenderti gioco di quella sanguemarcio che tanto odi no? PRENDI. LA. BACCHETTA»
Aveva di nuovo fatto di no con la testa, era inerme, steso a terra e senza protezione, ma a lei in quel momento non interessa, aveva iniziato a lanciargli contro incantesimi senza mai colpirlo veramente, se non con qualche incantesimo innocuo, forse per le lacrime che le offuscavano la vista, forse perché non voleva veramente fargli del male.
«COMBATTI MALFOY, COMBATTI!»
Stava per lanciare un altro incantesimo quando qualcuno era arrivato alle sue spalle bloccandola con un abbraccio che aveva deviato l'incantesimo, l'albero alle spalle del serpeverde aveva preso fuoco immediatamente.
«Perché non è intervenuto prima?»
«Perché se li meritava signor Malfoy»
«MI LASCI ANDARE»
«Calmati, non c'è bisogno di fare tutto questo»
Era Piton che le aveva sfilato la bacchetta dalle mani per evitare di farle fare altri danni e nel frattempo l'aveva fatta sedere a terra tenendola in quello che ancora doveva capire se fosse un abbraccio o semplicemente un modo per fermarla. Draco si era avvicinato e lei aveva iniziato a scalciare per allontanarlo mentre gli urlava di andare via e che non era finita lì.
Il serpeverde aveva guardato per un attimo il professore prima di alzarsi e andare via tenendosi il braccio probabilmente diretto in infermeria, si sarebbe sentita in colpa più tardi.
Quando non aveva più visto il suo compagno di casa si era lasciata andare iniziando a piangere e urlare riuscendo finalmente a sfogarsi dopo tanto.
Era sicura che ad un certo punto il professore l'avesse fatta girare perché si era ritrovata a soffocare le sue urla contro il suo petto e a stringere quella tunica scura che un po' iniziava a sapere di casa. Quando si era leggermente calmata l'aveva presa in braccio e l'aveva portata all'interno del castello in camera sua, l'aveva fatta stendere sul letto dove Lauren e Victor l'avevano stretta lasciandola piangere fino all'alba quando si era addormentata.



✍︎✍︎✍︎✍︎✍︎

Angolino:
Per una volta puntuale! (Credo sia il caso di fare festa).
Stavo pensando di fare questa scena con il Pov di Piton, cosa ne pensate?
Prometto che il prossimo capitolo (che sto già scrivendo) sarà più felice.
A presto! ♡

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Capitolo 9
*** Seconda prova ***


Seconda prova


Era passato del tempo da quando i genitori l'avevano cacciata e finalmente era riuscita a ritrovare una sorta di stabilità. Le lezioni erano ricominciate e le impegnavano gran parte del tempo che solitamente passava a pensare, Draco non si era più presentato nella sua stanza, neanche alle lezioni serali con il professor Piton dove oramai era stato sostituito da Victor o da Lauren.
Finalmente si stava per svolgere la seconda prova del torneo tremaghi, per i suoi gusti era veramente troppo tempo che si sentivano uova dorate e urlanti.
Si stavano tutti dirigendo verso il lago nero dove erano state organizzate delle piattaforme in modo da far assistere il pubblico, fortunatamente il sole aveva deciso di rimanere nascosto anche quel giorno. Nel tragitto i gemelli Weasley proponevano scommesse sui sopravvissuti alla prova, e insieme a Lauren e Victor avevano scommesso sulla non riemersione di Potter sapendo benissimo che non avrebbero vinto nulla.
Si erano sistemati il più lontano possibile dagli altri ragazzi che si erano tutti accalcati sulla balaustra frontale, erano abbastanza vicini alla piattaforma centrale dove si stavano riunendo professori e campioni, tant'è vero che sia Piton che Moody le lanciavano delle occhiate come a controllarla, e quelle di quest'ultimo la facevano rabbrividire.
«Sta arrivando Krum, Sta arrivando Krum, EHI VIKTOR!»
Lauren aveva una cotta per Viktor Krum e non si tirava indietro nell'esporre il suo amore, per un miracolo non aveva chiuso in uno stanzino la Granger per prendere il suo posto al ballo del ceppo.
«Stai zitta, è impegnato»
«Può sempre cambiare idea EHI...»
Le aveva messo una mano davanti alla bocca prima che potesse dire altro, considerando che tutti avevano fatto silenzio per ascoltare il preside.
Dopo un veloce riepilogo dei punti i quattro campioni del torneo erano entrati in acqua, in quei secondi in cui Harry sembrava spacciato si era avvicinata ancora di più ai due amici sussurrando un "forse non abbiamo scommesso a vuoto", anche se fortunatamente era stata subito smentita.
Neanche dopo dieci minuti quasi nessuno stava guardando verso il lago nero, era decisamente una prova molto noiosa da vedere, non succedeva nulla in superficie.
«Qualcuno ha un mazzo di carte? Una scacchiera? Certo potevano mettere dei maxi schermi»
«Certo Rose...un maxi schermo...»
Aveva sbuffato annoiata, aveva guardato l'orologio sbuffando di nuovo mancavano ancora 45 minuti.
«Secondo te il primo a riemergere sarà Viktor?»
«Probabile, si è trasformato in uno squalo»
«E che squalo»
«Lauren...»
«Con tutti quei fantastici addominali»
«Effettivamente il fisico non è male»
Victor che fino a quel momento era rimasto ad osservare il lago si era voltato a fissarla.
«Che c'è, è comunque un tipo...non si può negare che abbia un bel fisico»
Era arrossita davanti allo sguardo del ragazzo che sembrava voler dire tante cose.
«Allora lo ammetti anche te, comunque devo dire che tutti e tre i campioni si tengono in forma, alla fine sono tutti giocatori di quidditch, fa miracoli il quidditch»
Con la sua parlantina Lauren aveva interrotto quel momento e Victor era tornato a guardare il lago incrociando le braccia davanti a sé. Lei aveva preso un piccolo taccuino e aveva iniziato a disegnare mentre Lauren provava a intavolare una conversazione con qualche malcapitato che per sbaglio aveva incrociato il suo sguardo, poteva tranquillamente parlare di tutto senza mai fermarsi e senza mai perdere il filo del discorso.
Passati altri dieci minuti si era seduta a terra con la schiena poggiata ad un parapetto, potevano mettere delle sedute considerando che dovevano aspettare un'ora intera.
Aveva continuato a disegnare fin quando una canzone non aveva iniziato a risuonare, qualcuno aveva iniziato a ballare, altri avevano continuato a parlare, Lauren l'aveva tirata in mezzo alla mischia e un anello vuoto si era creato attorno a loro, con uno strattone si era fatta lasciare ed era tornata al suo posto lontano da tutti riprendendo il disegno da dove lo aveva lasciato.
Delle urla avevano invaso le piattaforme e subito si era alzata per vedere Cedric riemergere dall'acqua insieme a Cho, aveva applaudito insieme a tutti gli altri studenti di Hogwarts contenti che uno di loro fosse arrivato primo, Fleur aveva abbandonato la gara e Viktor era arrivato secondo insieme a Hermione scatenando il malcontento di molti, soprattutto di Lauren.
A tempo scaduto era riemerso anche Harry portando con sé sia la sorellina di Fleur che Ron.
«Bene finalmente è finita, ci vediamo al castello»
Senza attendere il verdetto, sapendo perfettamente che Potter avrebbe ricevuto dei punti in più grazie a Silente, si era incamminata verso il castello in modo da fare il tragitto da sola principalmente per pensare.
Le aveva dato fastidio il comportamento degli altri ragazzi quando si era avvicinata per ballare, ma li capiva. La sorellina di Fleur le aveva fatto rivenire in mente Coraline, non aveva sue notizie da troppo, non sapeva se stava bene, quali altri giochi aveva ricevuto per le feste, quanto era cresciuta dall'ultima volta che si erano viste.
Persa nei suoi pensieri non si era accorta di essere seguita finché vicino alla sua stanza qualcuno non l'aveva spinta contro il muro e l'aveva baciata, in risposta lei aveva tirato una testata accorgendosi tardi che il povero malcapitato era Victor che era indietreggiato tenendosi il naso.
«Ma sei imbazzida?»
«Ah io sarei impazzita? Io? Non tu che mi prendi alla sprovvista, sai che lo odio»
Si era avvicinata notando un rivolo di sangue uscire dal naso del ragazzo, i canini erano spuntati leggermente per l'odore, ma a lei non stava dando fastidio.
«Ecco forse ti sei anche rotto il naso, entra che ti prendo del ghiaccio»
«Io mi sono roddo il naso? Mi ha dado una desdada»
Alzando gli occhi al cielo lo aveva trascinato verso la sua stanza e lo aveva fatto sedere sul letto facendogli tenere la testa in basso con un fazzoletto premuto sul naso per non macchiare tutto.
Con loro era entrato uno scarabeo che nonostante ci avesse provato non era riuscita a scacciare.
In stanza aveva una scorta di ghiaccio istantaneo babbano, sicuramente la più grande invenzione della storia, era stata sempre sbadata e anche una volta trasformata nulla era cambiato, guariva più velocemente, ma i lividi erano sempre una gran rottura.
Aveva fatto ghiacciare il sacchetto e senza tante cerimonie lo aveva messo sul naso del ragazzo.
«Sei stato proprio uno stupido, come ti è saltato in mente di fare una cosa del genere?»
Il ragazzo stava in completo silenzio, non che normalmente fosse un gran chiacchierone, ma raramente era così silenzioso.
«Che cosa c'è?»
«Veramende di piace Krum?»
Ci aveva messo un po' a decifrare la frase, ma quando aveva capito era scoppiata a ridere.
«Sei geloso di Viktor Krum?»
«Hai deddo che ha un bel fisico»
«Si ma non saprebbe fare due più due neanche con una calcolatrice»
«Una che?»
«Lascia stare, ti sei fatto tirare una testata per gelosia»
Era scoppiata di nuovo a ridere prima di dare un bacio in fronte al ragazzo.
«A me piace un solo Victor e non ha la K nel nome...e neanche nel cognome prima che lo chiedi. E poi l'ho visto che appena è entrata in sala grande hai sbavato dietro alla Delacour»
«Non vale lei è una mezza Veela, ha un fascino che nessun'aldra ha»
«Victor vuoi un'altra testata? Perché sono a tanto così da tirartela. Vai in bagno a sciacquarti»
Aveva detto una volta che il sangue si era fermato, mentre il ragazzo era in bagno aveva bevuto una pozione per calmare la fame che iniziava a salire dal suo stomaco.
Si era trattenuta dal ridere quando Victor era tornato con il naso un po' gonfio, tutto questo per un po' di gelosia, si era avvicinata e gli aveva toccato delicatamente il naso.
«Non credo sia rotto, ma dopo ti farai vedere da Piton»
«Nooo è imbarazzande»
«Pensa quando chiederà come è successo. Comunque non voglio un fidanzato con il naso storto oltre che molto stupido»
Alzandosi sulle punte gli aveva dato un bacio sul naso, mandando via quel broncetto adorabile, e poi sulla bocca agganciando le braccia dietro al collo del ragazzo mentre lui la bloccava per i fianchi.



✍︎✍︎✍︎✍︎✍︎

Angolino:

Bentornatə
Come potete vedere ho cambiato il nome della storia, questo perché ho deciso di dividere il tutto in anni come nei libri della Rowling.
In più non escludo di scrivere una serie di Missing Moments con il pov degli altri personaggi.
Al prossimo capitolo! ♡

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Capitolo 10
*** Il Settimanale delle Streghe ***


Il Settimanale delle Streghe


Aveva passato la notte a tenere il ghiaccio sul volto di Victor mentre il ragazzo le dormiva a fianco, fortunatamente il naso non era rotto e Piton con un ghigno aveva deciso che non serviva la magia per curarlo.
La mattina dopo ancora le veniva da ridere al ricordo dell'espressione di Victor quando Piton gli aveva comunicato che il naso sarebbe rimasto gonfio per un paio di giorni.
Entrando in sala grande aveva notato alcune copie de "Il Settimanale delle Streghe", appena era entrata nella stanza qualcuno aveva iniziato a bisbigliare guardandola. Aveva alzato gli occhi avvicinandosi al tavolo dove Lauren era impegnata in una lettura attenta del suddetto giornale.
«Che cosa ha scritto questa volta?»
Aveva fatto sobbalzare Lauren che immediatamente aveva chiuso il giornale prima di riaprirlo per farglielo leggere.
Si era seduta di fronte all'amica prendendo il giornale tra le mani.
«Salta il primo paragrafo, parla della Granger»
«Si diverte proprio a spettegolare su Hogwarts»


Ma la Granger non è l'unica a fare conquiste, fonti certe ci dicono che la già conosciuta Rose Lewis è stata vista in atteggiamenti intimi insieme a Victor Harkness.
Si esatto proprio il figlio di quel Joe Harkness il Mangiamorte che durante la precedente guerra magica era conosciuto per torturare i babbani, che il figlio stia seguendo le orme del padre cercando di condurre in trappola anche la nostra giovane vampira? Che ricordiamo a tutti essere anche nata babbana.


«Cazzo, cazzo, cazzo, io lo ammazzo Malfoy»
Si era alzata dal posto accartocciando il giornale come fosse una mazza da baseball ed era corsa fuori dalla sala grande per scendere verso i sotterranei.
Aveva incontrato Draco vicino la sala comune, lo aveva spinto contro un muro e gli aveva spinto tra le mani il giornale per farglielo leggere.
«Sei stato tu?»
Il ragazzo stava ancora leggendo e non le stava rispondendo così gli aveva strappato il giornale dalle mani bloccandolo al muro con una mano sulla gola.
«SEI STATO TU?»
«No...mi stai facendo male...lasciami...non respiro»
«Giura che non hai detto a nessuno di me e Victor»
«Non l'ho detto a nessuno»
«LEWIS»
Quando aveva sentito l'urlo di Piton aveva lasciato il ragazzo che si era accasciato a terra con le mani sulla gola.
«Non stropiccio troppo il suo pupillo, stia tranquillo»
Si era voltata e dando una spallata al professore era risalita ai piani alti per uscire, il buon senso le diceva di cercare Victor e parlare, ma sicuramente sarebbe finita a litigare anche con lui per le colpe del padre.
Evitando tutti gli studenti si era ritrovata nel cortile interno, si era seduta sulla fontana e aveva appoggiato la testa contro un pilastro immergendo una mano nell'acqua.
«Che situazione di merda»
Aveva chiuso gli occhi permettendosi di rilassarsi un attimo con il suono dell'acqua che cadeva nella vasca. Sapeva di dover chiedere scusa a Draco per quello che gli aveva fatto, si aspettava anche una sfuriata da Piton, ma sperava di poter ritardare il tutto per varie ore.
«Rose»
"Ma in questo posto non esiste la privacy?"
Era Hermione Granger che dalla voce non sembrava molto sorpresa di averla trovata.
«Hermione»
«Ti volevo parlare»
«Ma non mi dire...cosa vuoi?»
«Potresti aprire gli occhi per favore?»
«No sto bene così»
Ormai aveva capito che quando era arrabbiata i suoi occhi diventavano rossi come quando era affamata e quando era con qualcuno voleva evitare di mostrare quella particolarità per non essere fraintesa.
«Dobbiamo coalizzarci contro la Skreter, ci ha preso di mira, ormai siamo sulla stessa barca e...»
«Siamo sulla stessa barca? Stai dicendo sul serio? Pensavo fossi più intelligente Granger»
Aveva aperto gli occhi fissandoli in quelli della grifondoro che senza successo aveva tentato di trattenere un'esclamazione di paura.
«Da come hai reagito tu, ti sembriamo sulla stessa barca? La gente si sposta quando passi tu? Sei costretta a stare lontano dalla tua sala comune perché anche il preside ti considera un pericolo per gli altri? Sei stata abbandonata dalla tua famiglia per una cosa di cui non hai colpe?»
Con rabbia si era asciugata una lacrima che era scesa senza il suo permesso.
«Sei costretta ogni sera ad attaccare qualcuno, perché "è l'unico modo per imparare a controllarsi"? Vivi con la paura di far del male alle persone a cui tieni? Sei costretta a nasconderti dal padre del tuo fidanzato? Perché si quello che è scritto su quel giornale è vero, Victor è figlio di un ex Mangiamorte, che si è scagionato giurando di essere sotto effetto della maledizione Imperius. Sono anni che mentiamo a lui per vivere in pace, eppure ora tutti sanno tutto. Tra quanto credi che inizierà a minacciarmi per aver corrotto suo figlio? E quanto ci metterà a prendere di mira il suo stesso figlio?
Quindi ora dimmi, secondo te come possiamo essere nella stessa situazione?»
«Io...volevo solo un aiuto»
«Non mi interessa combattere un'altra battaglia, ormai ha scritto tutto quello che poteva scrivere su di me. Visto che sei una così brava so tutto io, pensa a quello che vorresti dire prima di dirlo. E risolviti la situazione da sola»
Si era alzata dalla fontana ed era rientrata nel castello, passando per i passaggi segreti era arrivata nei sotterranei, davanti alla sua stanza aveva trovato Victor appoggiato alla porta.
«Ehi Rosie»
Si era avvicinata alla porta per entrare, ma era stata bloccata da un abbraccio del ragazzo.
«Vorrei stare un attimo da sola, per favore»
«Dovremmo parlare»
«Più tardi, ora mi serve un po' di tempo per calmarmi»
«Non ti succederà niente Rose, non glielo permetterò, non devi avere paura»
«Io non ho paura per me, non sono io che ci vivo insieme»
Aveva stretto anche lei il ragazzo in un abbraccio, aveva effettivamente bisogno di quel contatto tanto quanto aveva bisogno di stare da sola.
«Non mi farà nulla, massimo penserà che mi hai stregato»
Aveva riso e anche a lei era spuntato un sorriso.
«Andiamo a lezione? Streghetta del mio cuore»
«Credo che perderò un po' di punti, non me la sento al momento di venire a lezione, non potrei sopportare di vedere Malfoy o la Granger»
«La Granger? Cosa ha fatto?»
«Niente di che, è la solita so tutto io. Ci vediamo a pranzo?»
«Va bene, a dopo»
Le aveva dato un bacio prima di aprirle la porta della stanza, si erano salutati di nuovo e quando era rimasta sola si era buttata sul letto con il cuscino sulla faccia per non vedere nulla.
«Che situazione di merda»
Aveva ripetuto prima di alzarsi di nuovo per farsi un bagno che sperava risultasse rilassante.

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Capitolo 11
*** La lezione di Moody ***


La lezione di Moody


Fino a quel momento quella giornata era stata la più normale da tanto tempo, aveva appena finito la lezione di Cura Delle Creature Magiche, probabilmente la sua materia preferita, e si stava dirigendo verso l'aula di Difesa Contro le Arti Oscure. Moody aveva fissato una lezione pratica contro i vampiri e lei era la cavia da usare, ovviamente erano stati tutti minacciati se avessero fatto parola di ciò con qualcuno, e il resto del corpo docente ne era all'oscuro.
La lezione tanto temuta era arrivata e vedendola agitata Victor le si era avvicinato e le aveva preso la mano, da quando la Skeeter aveva rivelato la loro relazione non avevano più dovuto far finta di essere solo amici.
«Tranquilla non permetteremo che ti succeda qualcosa, ho visto anche Malfoy abbastanza spaventato da questa dimostrazione»
«Non mi fido, potrebbe essere stato lui ad architettare il tutto»
Victor stava per ribattere, ma ormai erano arrivati alle porte dell'aula, con un sospiro aveva varcato la soglia trovando Moody seduto dietro la cattedra, le aveva fatto un sorrisetto che le aveva messo i brividi, in risposta aveva stretto ancora di più la mano di Victor e poi si erano messi seduti verso le ultime file.
Quando tutti erano entrati Moody aveva sigillato porte e finestre facendo calare l'aula nel buio più totale, un proiettore era stato acceso e delle immagini avevano iniziato a scorrere, il professore aveva iniziato a spiegare tutto ciò che poteva sconfiggere un vampiro e lei aveva iniziato a sudare freddo, non voleva provare a darle fuoco vero?
Si era allentata la cravatta cercando di nuovo la mano di Victor, aveva iniziato leggermente a tremare, conoscere tutti i modi in cui poteva morire non era piacevole, soprattutto se il meno peggio era di pazzia legata alla vecchiaia.
In compenso aveva scoperto di essere praticamente immune alle maledizioni senza perdono.
Alla fine della lezione teorica la stanza era nuovamente calata nel buio e Moody le aveva chiesto di raggiungere la cattedra, sentiva l'ansia mangiarle i nervi e aveva provato a desistere, ma alla fine non aveva avuto scelta.
La dimostrazione era già iniziata, sul pavimento vi erano una serie di ostacoli che un occhio normale non avrebbe mai visto per colpa del buio, ma che lei aveva evitato senza problemi, una volta raggiunta la cattedra la luce era stata accesa di colpo e lei era sicura di essere rimasta accecata per un attimo.
Piton le aveva spiegato che poteva riconoscere le persone solo grazie all'odore del loro sangue e Moody emanava un odore stranissimo quasi come se fossero due persone diverse nello stesso corpo e questa cosa la disturbava enormemente.
Su ordine del professore uno per uno gli studenti si erano alzati per testare gli incantesimi che avevano imparato poco prima, gli unici a rifiutarsi erano stati Lauren e Victor, i grifondoro avevano provato i più semplici, mentre i serpeverde ci erano andati giù più pesanti, l'unico a non farle male era stato Draco.
Il professore aveva messo un limite agli incantesimi che si potevano usare, ma alla fine si era ritrovata comunque abbastanza stordita e con vari tagli che bruciavano come l'inferno, dalla stanchezza i canini erano fuorusciti mostrando a tutti quanto quell'esperienza la stesse provando.
«Professore credo che possa bastare, deve mangiare»
«Signor Harkness non si preoccupi, ci sono una serie pozioni sul tavolo che la sua fidanzatina può tranquillamente bere»
Zoppicando si era avvicinata alla cattedra, in quel preciso istante odiava tutti, dai compagni al professore che aveva architettato tutto. Senza pensarci aveva bevuto tutte e quattro le boccette presenti sul tavolo non accorgendosi dello strano sapere.
Moody l'aveva congedata e lei con il sorriso più finto che poteva mostrare gli aveva dato le spalle per tornare al posto, a metà del percorso un giramento di testa l'aveva costretta ad appoggiarsi ad un banco, aveva il fiato corto e le sembrava che il cuore le battesse all'impazzata.
«Cosa...?»
Aveva sussurrato guardandosi le mani che era sicura di vedere doppie. Si era lasciata cadere a terra portandosi una mano al petto che si alzava e abbassava troppo velocemente.
«Ah giusto dimenticavo, nelle fialette vi è un veleno che per qualche ora limiterà l'attività respiratoria, mangiando a sufficienza dovresti essere in grado di buttarlo fuori in poco tempo senza ripercussioni»
«LEI È UN PAZZO»
L'urlo che aveva sorpreso tutti era quello di Malfoy che insieme a Victor le si era avvicinato per sostenerla e portarla fuori dall'aula.
«Dove credete di andare? La lezione non è finita»
«Io credo di si»
«Malfoy vuole che suo padre venga a sapere della sua simpatia per una nata babbana? Per di più trasformata in vampiro, praticamente un mostro ai suoi occhi»
Era da un po' che non sentiva la parola "mostro" associata a se stessa, e sentirla di nuovo aveva fatto male, più male del solito considerando che a pronunciarla era stato un professore.
Probabilmente sarebbe stata l'ultima lezione della sua vita, ma l'avrebbe portata a termine.
Voleva vedere il vero mostro, allora lo avrebbe visto.
Lasciando i due ragazzi e appoggiandosi nuovamente al banco si era voltata con i canini completamente fuori, senza ascoltare il suo corpo che le diceva di fermarsi aveva iniziato a correre verso il professore, un secondo troppo tardi aveva visto un sorriso vittorioso sul suo volto, era caduta nell'ennesima trappola.
«Crucio!»
Era stato detto con un tono così normale che se non fosse stata colpita l'avrebbe preso per uno scherzo. Era caduta a terra ai piedi delle scale che portavano alla cattedra, il professore le diceva di resistere, ma lei già a pezzi fisicamente e mentalmente aveva iniziato a tremare e poi a urlare facendo gelare il sangue a tutta la classe, dopo un tempo che le era parso infinito il suono della campanella aveva invaso l'aula e quella tortura era finita.
«Ecco come si combatte un vampiro, sfinitelo e poi finitelo. Confido che non una parola esca da questa stanza. Potete andare»
Lui era stato l'unico ad uscire, ogni passo del professore era stato accompagnato da un suo respiro, tutti l'avevano accerchiata con uno sguardo preoccupato e Victor si era inginocchiato al suo fianco per aiutarla a sedersi.
«La porto in infermeria»
«Io vado ad avvisare Piton»
«no...no...non...possiamo...dobbiamo...andare...a ...lezione...di...pozioni»
Aveva fatto risedere a terra Victor che non era riuscito ad alzarla in piedi, l'aveva fatta stendere tra le sue braccia e lei non aveva protestato, le servivano cinque minuti per smettere di tremare.
«Rose, non riesci a respirare e ti ha torturato non possiamo fare finta di nulla»
«Ha...detto...che»
«Non mi frega un cazzo di quello che ha detto Rose, lo capisci?»
«Victor...per...favore...andiamo...a...lezione...il...professor... Piton...si...arrabbierà»
«Si arrabbierà ancora di più se ti portiamo a lezione in queste condizioni»
Avevano continuato a discutere, ma alla fine l'aveva avuta vinta lei con la promessa di farsi portare in infermeria in caso fosse peggiorata.


Fine prima parte

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Capitolo 12
*** Parte due ***


Parte due


Victor e Draco l'avevano sollevata di peso e trascinata fino all'aula di pozioni, Piton non era ancora arrivato e aveva avuto più tempo per sistemarsi.
Si era seduta all'ultima fila insieme a Victor, era appoggiata al muro per stare dritta e aveva cercato di regolare il respiro, il ragazzo le stringeva e lasciava la mano ogni volta che teoricamente doveva respirare o inspirare.
Tutte le occhiate preoccupate erano state fermate dallo sbattere della porta che aveva fatto voltare tutti verso la cattedra, doveva resistere solamente un'ora, ce la poteva fare, ce la doveva fare.
La lezione teorica non era andata male, non era riuscita a concentrarsi abbastanza da capire che pozione stessero trattando, ma Piton era stato troppo impegnato a togliere punti ai Grifondoro per accorgersi di lei o di Victor che ogni tanto le chiedeva come stesse.
A metà lezione Piton li aveva mandati a prendere gli ingredienti per preparare quella che aveva capito essere la posizione invecchiante, appena si era alzata le gambe le avevano ceduto, non era caduta malamente a terra solo perché Victor l'aveva presa al volo.
«Professore!»
Voleva far zittire Victor, ma era sicura di star per svenire e non ne aveva le forze, le sembrava di avere un fischietto babbano nelle orecchie e aveva la vista piena di puntini grigi.
Piton si era avvicinato in poche falcate sollevandole una palpebra e rivelando una pupilla che lasciava poco spazio all'iride completamente rossa.
«Cosa sta succedendo?»
«Niente...non...sta...succedendo...niente»
«Harkness?»
«Io...»
«È stato Moody»
«Potter capisco la sua voglia di...in che senso è stato Moody?»
«Harry...non»
«Ha fatto una lezione pratica sui vampiri, a turno l'abbiamo dovuta attaccare e alla fine l'ha avvelenata...e...l'ha cruciata»
«E di grazia perché nessuno lo sapeva?»
«Ci...ha...minacciato...non...potevamo...dirlo»
Aveva iniziato a tossire cercando quell'aria che le arrivava a stento nei polmoni, di riflesso aveva stretto un braccio di Victor e aveva buttato la testa all'indietro contro la spalla del ragazzo.
«Deve mangiare. La lezione è finita andatevene via»
«No volgiamo rimanere, è anche colpa nostra se sta così»
«Se le serve da mangiare noi potremmo...insomma»
«No...io...non...voglio...passerà...aspettate ...solo...un...attimo»
Era stata posata a terra contro il muro, Victor non lo avrebbe mai ammesso, soprattutto per la sua incolumità, ma iniziava a pesare.
Piton si era inginocchiato e le aveva alzato di nuovo una palpebra che non si era accorta di aver chiuso.
«Non possiamo aspettare, se non espelle subito il veleno ti sarà fatale, e per farlo deve mangiare del sangue vero»
«non...voglio...io...non...sono...un...mostro»
Piton era stato spinto via da Victor che le aveva preso il viso tra le mani fissando gli occhi nei suoi.
«Ehi Rose guardami! Nessuno qui dentro crede che tu sia un mostro ok? Sono tutti qui pronti ad aiutarti, pensa che anche Malfoy si è offerto volontario. Per una volta pensa a te non a quello che pensano gli altri, niente uscirà da questa stanza. Per favore non costringerci a costringerti a mangiare, ti prego»
«Non...riuscirei...a...fermarmi»
«Hai un'intera classe a fermarti, poi sono sicuro che ce la farai»
Aveva ripreso a tossire, con le labbra sempre più viola e il corpo scosso da brividi, Piton le aveva preso il polso con un'espressione preoccupata in volto.
«Deve mangiare ORA!»
Victor l'aveva presa in braccio e aveva messo la testa vicino al suo collo, muovendola lui considerando che lei a stento riusciva a rimanere seduta.
«Ti prego Rose, mangia»
«non...posso...per...favore...non...voglio...perdere...anche...te»
Aveva chiuso gli occhi completamente sfinita ed era stata passata tra le braccia di qualcun'altro, aveva sentito un'odore di sangue fortissimo e anche se contro la sua volontà il suo istinto di sopravvivenza l'aveva fatta attaccare. Non aveva neanche la forza di mangiare per quanto era debole, infatti era stata tenuta dritta in modo che non scivolasse, ci aveva messo vari minuti per riuscire a sostenersi da sola e altrettanto tempo per capire di aver attaccato Piton.
Aveva provato a staccarsi, ma una mano le aveva tenuto ferma la testa.
«Se solo prova a staccarsi toglierò talmente tanti punti a serpeverde che dovrete lavorare il quadruplo per recuperarli»
Era partito un coro di "mangia" da parte dei serpeverde e di "puoi anche non mangiare" da parte dei grifondoro che l'aveva fatta sorridere nonostante la situazione. Si era sistemata tra le braccia del professore che comunque non l'aveva lasciata, un giorno forse le avrebbe chiesto se effettivamente aveva un cuore.
«Se non la smettete i serpeverde non saranno gli unici a perdere punti»
Subito i cori si erano fermati e lei in risposta aveva mugugnato a disagio sentendo tutti gli occhi su di sé.
Victor si era messo davanti a lei e al professore come a coprirli e Lauren l'aveva seguito iniziando a parlare con il resto della classe, solo lei poteva tenere a bada più di venti persone parlando praticamente del nulla.
Dopo qualche altro minuto si era staccata dal collo del professore rimanendo comunque appoggiata alla sua spalla, non stava ancora benissimo, ma sicuramente meglio di prima.
«Grazie»
«Come stai?»
«Meglio, lei come sta?»
«Bene, puoi continuare a mangiare»
«Vorrei tornare in stanza»
Avevano parlato sussurrando, era raro che il professore le desse del tu in pubblico, succedeva quasi sempre quando erano soli ed era sicura lo facesse semplicemente per metterla a suo agio.
Con un angolo del mantello le aveva pulito la bocca e parte del collo dal sangue che era scivolato via prima che lei riuscisse a berlo.
«Malfoy, Harkness, portatela in stanza, io arrivo tra poco a controllare le ferite»
I due ragazzi l'avevano tirata in piedi ed insieme erano usciti dall'aula, appena era arrivata in stanza si era stesa sul letto con la testa simile ad una trottola. Victor l'aveva raggiunta sedendosi vicino e l'aveva baciata senza neanche darle il tempo di capire cosa stesse succedendo.
«Mi hai fatto spaventare, non farlo mai più»
Aveva parlato tra un bacio e l'altro prima di abbracciarla così stretta da toglierle quasi il fiato, lei non aveva detto nulla sapendo benissimo di essersi comportata da stupida, erano rimasti così finché la stanza non era stata invasa da un Piton infuriato, e Malfoy e Lauren che volevamo scomparire, lei si era stretta ancora di più a Victor ricominciando a tremare.
«Professore non credo sia...»
«COME VI È SALTATO IN MENTE DI PORTARLA A LEZIONE?»
Non aveva alzato eccessivamente la voce, ma quella specie di urlo aveva pietrificato tutti.
«Uscite tutti»
Mentre Draco e Lauren erano corsi via, aveva dovuto convincere Victor a lasciarla andare per il tempo di curarla, prima di uscire l'aveva baciata di nuovo fregandosene della presenza di Piton.
«Sei stata un'irresponsabile, potevi morire»
«Non potevo mettere...in pericolo gli altri»
Ancora non riusciva a completare una frase senza prendere un respiro profondo, ma era sempre meglio di prima quando ogni parola le bruciava i polmoni.
«Avevi smesso di respirare tra le braccia di Victor, credeva non ci fosse più niente da fare»
Aveva spalancato gli occhi colpita dalla confessione, non si era accorta di quello che era successo in aula dopo essersi rifiutata di mangiare.
Era rimasta immobile e in silenzio per tutto il tempo in cui Piton l'aveva curata, la parte più difficile era stata un taglio sul polpaccio così profondo che aveva appena iniziato a guarire, aveva dovuto mordere il cuscino per non urlare.
Le stava dando una pozione quando aveva notato qualcosa di strano sul suo braccio, velocemente gli aveva bloccato il polso sinistro finendo di slacciare la camicia. Nonostante fosse sbiadito il marchio nero si vedeva chiaramente sulla pelle del professore, sapeva cosa significava, lo aveva lasciato immediatamente e Piton aveva nascosto nuovamente quel tatuaggio.
«Lei è...»
«Non è l'unica a fare degli errori»
Le aveva dato di nuovo del lei, mettendo tra di loro quella distanza tipica di un professore e di un'alunna.
«Potrebbe andare via, vorrei stare un attimo da sola»
Aveva annuito rimettendosi il mantello che era stato buttato su una sedia, prima di uscire si era voltato nuovamente verso di lei.
«Prenda quelle due pozioni che sono sul comodino, non hanno nulla di strano, una è contro gli effetti della cruciatus, l'altra è la sua solita pozione. Non tornerò a controllarla più tardi, ma se entro un paio d'ore il respiro non dovesse tornare normale dovrà mangiare di nuovo. Il preside verrà avvisato di quello che è successo oggi»
«Professore! Grazie!»
Aveva annuito prima di aprire la porta, era stato quasi investito da Victor che una volta entrato gli si era buttato tra le braccia senza trattenerne più le lacrime, Draco e Lauren l'avevano semplicemente salutata dalla porta capendo che gli serviva un momento da soli.
«Non farlo mai più Rose ti prego, eri morta, non respiravi più»
Gli aveva preso il volto tra le mani togliendo dalle guance le lacrime che non smettevano di scorrere.
«Sono qui Victor, non ti libererai di me così facilmente»
Come a sincerarsi di quello che aveva detto l'aveva baciata così possessivamente da schiacciarla contro il letto, si erano staccati solo quando entrambi erano rimasti a corto di fiato, erano rimasti a baciarsi fin quando Victor non gli si era addormentato tra le braccia, poco dopo lo aveva seguito anche lei nel mondo dei sogni, o degli incubi nel suo caso.

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Capitolo 13
*** Relax ***


Relax


Aveva ottenuto una giornata fuori Hogwarts direttamente dal preside per scusarsi di quello che era successo durante la lezione di Moody.
Poteva portare un accompagnatore e aveva scelto Victor, era comunque sabato e nessuno dei due aveva compiti arretrati e altre cose da fare.
Si erano incontrati in sala grande e dopo una veloce colazione erano usciti, fuori dai cancelli avevano preso il Nottetempo per andare nella Londra babbana.
Per qualche ora volevano stare lontano dalla magia e rilassarsi all'ombra di un albero in uno dei grandi parchi della città, magari mangiando dello zucchero filato.
Come dei turisti si erano fatti lasciare alla stazione di Londra, avevano preso una piantina perché non sapevano benissimo dove andare e poi mano nella mano avevano iniziato a camminare senza una meta precisa, a tratti seguivano la folla, a tratti prendevano stradine più isolate.
Avevano passato tutta la mattina a girare per Londra e dopo aver comprato un panino si erano diretti verso Regent's Park con la voglia di fare un giro in barca anche se lei aveva l'impressione che sarebbero entrambi finiti a farsi una nuotata, non ricordava le grandi abilità da rematore di Victor.
Avevano mangiato i loro panini mezzi abbracciati sul prato, scambiandosi qualche bacio tra un boccone e l'altro. Avevano prenotato la loro barchetta e poi si erano sdraiati sotto un albero in attesa del loro turno, con le fronti unite si bisbigliavano cose che li facevano ridere.
Quando erano stati chiamati si erano avvicinati al piccolo molo e solo per salire avevano rischiato di cadere in acqua un paio di volte. Tra le risate erano riusciti ad arrivare al centro del lago facendo scappare qualche cigno che voleva solo godersi il sole.
Si erano fermati posando i remi all'interno della barchetta, potevano rimanere a bordo per un totale di 30 minuti e potevano permettersi di fermarsi un attimo. Aveva preso un pezzo di pane che era avanzato e senza sporgersi troppo aveva allungato una mano per avvicinare una papera che era nelle vicinanze.
Ci era quasi riuscita quando uno sparo aveva fatto scappare via tutti gli uccelli.
Sia lei che Victor si erano voltati verso la riva dove una figura che sperava di non vedere mai stava ferma con un fucile puntato contro di loro.
«Padre?»
Tra le urla generali si era sentito un altro sparo e lei si era toccata il petto dove una chiazza di sangue iniziava ad allargarsi. Non sentiva dolore, non sentiva nulla.
«ROSE!»
Si era ritrovata sdraiata nella piccola barca con una mano che le premeva sul petto mentre Victor le ripeteva che sarebbe andato tutto bene.
Un altro sparo e il ragazzo le era finito sopra dopo essere stato colpito, il suo peso aveva fatto rigirare l'imbarcazione ed entrambi erano finiti in acqua tenendosi stretti mentre l'oscurità li inghiottiva.


Si era svegliata di soprassalto urlando mentre qualcuno la metteva seduta.
«Respira Rose, respira, era solo un sogno»
Non si era accorta di aver ripreso a respirare male finché una voce non glielo aveva fatto notare. Aveva la vista completamente sfocata probabilmente per le lacrime che sentiva scendere sulle guance, e solo dopo qualche minuto era riuscita a distinguere Piton alla sua destra e Victor alla sua sinistra.
Si era divincolata dalla presa del professore e aveva messo le mani sul petto del ragazzo sentendo il suo cuore battere forte sotto di esse, velocemente gli aveva sbottonato la camicia e aveva toccato il punto dove aveva visto la pallottola colpirlo. Singhiozzando gli aveva buttato le braccia al collo stringendolo sempre più forte.
«Era solo un sogno, solo un sogno, stai tranquilla»
Aveva sentito il ragazzo stringerla a sua volta e aveva pianto ancora più forte, non le interessava che nel sogno era morta anche lei, non poteva sopportare di vivere senza di lui, non poteva perdere anche lui.
«Non mi abbandonare, non mi abbandonare, ti prego, ti prego»
«Non vado da nessuna parte, sono qui, proprio qui, per sempre»
Aveva sentito Piton alzarsi e, nonostante poche ore prima gli aveva detto di non tornare per un po', aveva stretto il suo mantello nella mano per non farlo allontanare.
Quando si era calmata abbastanza Victor l'aveva lasciata e lei gli aveva chiesto se poteva uscire un attimo perché voleva parlare da sola con il professore, lui aveva annuito ed era uscito.
«Perché è qui?»
«Victor è corso a chiamarmi quando non riusciva a svegliarti, sono arrivato e a stento respiravi, ci abbiamo messo un po' a farti tornare in te. Ne vuoi parlare?»
Aveva scosso la testa.
«Magari più tardi, posso vedere il...»
Aveva indicato il braccio sinistro del professore e lui un po' perplesso aveva annuito scoprendo il marchio nero.
«Fa...male?»
«Non faceva male da tanto»
«E ora? Sta tornando vero?»
Aveva annuito e aveva provato a ricoprire il tatuaggio, ma lei lo aveva bloccato toccando i contorni di quel disegno con un dito, si era irrigidito, ma non si era ne scostato ne alzato dal letto.
«Mi dispiace, per quello che le è successo»
«Come le ho detto tutti commettono errori»
«Posso chiederle se conosceva il padre di Victor anche lui era un...»
«Mangiamorte? Si. Per qualche anno è stato nella cerchia ristretta di Voldemort, solo una volta sono stato con lui in missione, la sua crudeltà poteva essere paragonata solo a quella dei Lestrange»
Aveva deglutito e aveva lasciato il polso del professore chiudendosi a riccio poggiando la testa sulle ginocchia.
«Ho paura professore, ho tanta paura»
«Finché sarai a Hogwarts non ti succederà nulla»
«Io non ho paura per me, ma per Victor, nel sogno...io...lui è...»
Aveva ripreso a piangere rivedendo davanti ai suoi occhi il ragazzo caderle addosso senza vita. Era stata stretta in una specie di abbraccio, ormai quasi non si meravigliava più delle dimostrazioni d'affetto del professore.
«Ci aiuti professore, per favore»
«Farò tutto il possibile»
Dopo un po' si era addormentata nuovamente ed era stata stesa sul letto, aveva sentito Victor entrare e parlare con il professore prima di sdraiarsi alle sue spalle e stringerla.
«Non ti lascio Rose, te lo prometto»
Era stata l'ultima cosa che aveva sentito prima di addormentarsi definitivamente.



✍︎✍︎✍︎✍︎✍︎

Angolino:
Vorrei chiedere scusa per il ritardo, ma sono consapevole che la prossima volta sarà lo stesso, quindi sarebbero delle scuse inutili.
Spero che la storia in generale vi intrattenga in qualche modo.
A presto (forse) ♡

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