People always do crazy things when they are in love

di NeverThink
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I love you, no reason, no buts, no ifs. ***
Capitolo 2: *** My love, powerful volcanic lava. ***
Capitolo 3: *** You and I, until the end of everything. ***



Capitolo 1
*** I love you, no reason, no buts, no ifs. ***


 

 

 

Da quanto ti conosco?
Per quanto i tuoi capelli sono stati sparsi sul mio cuscino?
Per quanto mi sono svegliato con il tuo odoro nei polmoni?
Per quanto mi sono svegliato con il tuo corpo nudo accanto al mio?
Quante notti sono passate?
Per quante mattine hai respirato profondamente fra le mie braccia? Baciato le mie labbra al tuo risveglio?
Sei mesi? Sì, Megan, sei mesi.
Un tuo bacio. Non desidero nulla oramai. Le mie labbra agognano le  tue e so che non dovrebbero. Mi lambiscono piano le fiamme, nell’attesa. Mi trascinano piano il centro esatto della terra, e le sento, le fiamme. Le sento bruciarmi quel muscolo non più grande del mio pugno, divorarmi ogni volta che i tuoi occhi ignorano i miei, ogni volta che la tua voce non parla per me.
E maledico, e benedico, quel fatidico giorno, quella festa in cui per la prima volta il tuo viso si rivelò al mio. Il trucco nero che colava dalle tue palpebre, imbrattava le tue gote rosee sulla pelle diafana. I capelli castani aderivano alle tua fronte sudata, le tue labbra erano pallide e screpolate. Gli occhi arrossati e lucidi.
Piano l’alcool ti divorava dentro, trascinandoti in un baratro, profondo quando il punto più basso dell’oceano.
Da quanto avevi smesso di combattere? Un anno?
Dipendente da una stupida bottiglia, da quel liquido caldo… che bruciava i tuoi organi, nemmeno fosse fuoco. Quello stesso fuoco che ora divora me, piano, con lentezza straziante.  No, non può essere.
Mi avevi baciato. Famelica avevi gettato le tue braccia al mio collo, baciandomi con violenza le labbra, stringendomi a te, desiderando ciò che tutti erano disposti a darti.
Da allora il tuo corpo ogni notte giaceva nel mio letto, stanco, stremato, ansante. Accaldato. Sudato. Esile. Quasi fossi fatta di cristallo.
Sento la delicatezza delle tue ossa sotto le mie mani. La tua pelle carta sottile e trasparente, bianca come latte, come la neve che a dicembre bianca le alte vette delle montagne.
Da quando non mangi, Megan? Da quanto il tuo corpo non assume ciò che vorrebbe?
Da quando lui ti ha lasciata? Da quando il tuo corpo rifiuta del cibo?
Ed il tuo peso cala… e il tuo viso diventa sempre più scarno… e rifiuti qualsiasi tipo di nutrimento.
Ed io, ogni notte, con dolcezza, con passione ti consolo. Mentre dentro muoio, divorato da fiamme invisibili.
Ma perché, ora lo faccio?
Perché ti lascio soffocare il mio cuore?

“Grazie, Robert.”, dice con voce rauca, stanca. Il suo viso sembra cera.
Un angolo della mia bocca si solleva verso l’altro. Non posso controllarlo.
“Di cosa?”, le chiedo con il cuore che si stringe in una morsa.
“Di tutto. Dopo ciò che c’è stato… insomma… non credevo che… potessi far tanto per la donna che… occupava solo il tuo letto.”, e sotto la sottile pelle, il sangue fluisce sulle gote, tingendole appena di rosa. Un po’ di colore sul viso stanco di Megan. La voce sottile. Fa fatica anche a parlare, oramai.
“Ti sei preso cura di me, quando nessuno voleva farlo.”, l’intensità del suo sguardo mi colpisce, come una secchiata di aghi ghiacciati. Mi trascina via. Mi demolisce, mi attira ancor di più a lei.
E poi arriva, l’immancabile consapevolezza che ciò che mi ha spinto di portarla lì, di combattere con lei quei mali che da dentro la rodevano… è l’amore.
Ogni fibra del mio essere ora mi attira verso lei.
Sì, io ti amo. Ti amo come non ho mai amato nessuno. Ti amo in maniere irrazionale ed illimitata.
Ti amo anche se  non amitse stessa.
Ti amo perché sei… sei tu. Senza perché, senza ma, senza se.
Amo il tuo modo con cui ti passa la mano fra i capelli.
Amo il modo con cui chiami il nome.
Amo il modo in cui mi guardi.
Amo il modo con cui mi baci.
Amo i tuoi occhi, il tuo carattere fragile, la tua dolcezza, la tua tenerezza.
Amo il suo essere semplice, orgogliosa, divertente, simpatica.
Amo quella poca solarità che in alcuni momenti ti invade l’amina.
Ti amo, e so che non dovrei.

Mi accarezza il viso e il suo tocco è quasi irreale, troppo leggere per essere reale.
Chiudo gli occhi e cerco di ignorare il gonfiore in gola. Le lacrime che pungono sotto le palpebre.
Deglutisco, rumorosamente, un attimo dopo il mio cuore accelera i suoi battiti.
Le sue labbra si posano sulle mie, umide e fredde. Ma comunque morbide, esattamente come le ricordavo.
“Perdonami.”, sussurra su di esse.
“Un bacio può rovinare un’esistenza.”, apro gli occhi e mi guarda confusa. La sua mano ancora poggiata sulla mia guancia. “Un bacio un baciò può rovinare un’esistenza.”, ripeto guardandola negli occhi. “E’ cominciato tutto da un capriccio… era solo sesso. Se ti guardo, se ti fisso, tremo… perché ti amo. E scusa se ti amo, Meg. Ma l’amore ci rende imprevedibili, irrazionali… e ci fare sempre cose pazze, non credi?”, sussurrò sorridendo appena. La sua mano scivola lenta dalla mia guancia, e quando il contatto con essa termina, il cuore mi si stringe in una morsa.
“Sei qui.”, mormora con occhi sbarrati. Il vento le accarezza i capelli castani, sfibrati, privi della loro lucentezza.
“Lo so.”,chino lo sguardo.
“E sai qual è la cosa più strana, Robert? Ti amo anch’io.”
“Cosa?”, la mia voce trema, incredula, gonfia di emozione.
“Ti amo, Robert. Ti amo, ti amo, ti amo. Ti amo.”. E lo sento, sento il calore invadermi il corpo, fremere quando una sua mano sfiora la mia.
“Signorina, è ora.”, dice qualcuno alle nostre spalle, uscendo dal’ingresso del grande edificio grigio.
Megan si volta, “Arrivo.”, sussurra.
Ma quando si gira ancora verso me, le mie labbra sono subito sulle sue. Le bacio e posso sentire il sapore delle sue lacrime. La bacio le palpebre, asciugando quelle piccole perle trasparenti.
“Promettimi che tornerai.”, mormora mentre le bacio la fronte e la stringo al mio petto la sue esili spalle.
“Sempre. Per te ci sarò sempre, Meg.”
Un bacio, il mio, che è una promessa.
Io ci sono, Meg.
“Ti amo.”
“Più di ogni cosa, piccola pazzoide.”

 

 

*

Eccomi gente, con una cosetta scritta all’una e mezza di notte.
Allora, da domani potrò ricominciar a postare e scrivere! Finalmente! Domani mattino ho il test di inglese e poi… LIBERAAAA!
L’idea è arrivata mentre ero al supermercato e alla radio davano imbranato di Tiziano Ferro… non fate domande.

Ci  tengo a dedicare questa piccola fic a quattro persone a me care:
A Dod, che mi manca immensamente.
A Juls, che è al mare a divertirsi.
A Patt, angosciata per lo stage.
E soprattutto alla dolce e piccola Kia, sempre pronta ad aiutarmi.

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Capitolo 2
*** My love, powerful volcanic lava. ***


Come è cominciato tutto questo, Robert?
Come può una persona perdersi nei meandri della propria anima?
Come può una persona rinnegare se stessa? Ciò che è? Ciò che è sempre stata?
Non lo so, vorrei saperlo, per potertelo dire, ma non lo so.
Una notte come tante quella, una notte come mille altre, una festa… l’ennesima festa in cui avrei ceduto il mio corpo, avrei fatto scivolare via la mia dignità soltanto per un po’ di… calore. Il calore ed il contatto di un corpo, qualcuno che mi avrebbe stretto fra le braccia, per una volta dopo tanto, fatta sentire al sicuro. Ma mi sbagliavo.
Io, anima persa, immersa in acque, in balia delle onde, del fluttuare di esse… crudeli, demoniache. Si infrangono l’una contro l’altra, strascinandomi dove tutto e buio, dove non vi è via ritorno.
Volevo dimenticare. Volevo per una volta per finta che fosse tutto okay. Che lui non fosse mai esistito. Che la vita mi sorridesse. E quella festa era l’occasione giusta.
L’alcool scendeva, nel mio stomaco vuoto da ore.
Da quanto non vi entrava del cibo? Dodici ore? Ventiquattro ore? Si, un giorno intero.
E allo specchio vedevo il mio peso diminuire, il viso farsi sempre più scarno, le braccia, i fianchi, le cosce, sempre più esili. E ne ero felice.
Ho ricordi vaghi di quella notte, quella prima notte, insieme a te. Barcollavo, la testa e le gambe mi dolevano. Sudavo. Faceva caldo. La vista si era annebbiata. L’alcool aveva inondato in mio stomaco vuoto, come un fiume in piena. E tu era lì, seduto nell’angolo di quella stanza.
Le tue labbra furono mie. Quella notte. E quella successiva. E quello dopo. E quella dopo ancora.
Per quanto, Robert? Un mese? Tre mesi? No, sei mesi. Sei mesi, lunghi e strazianti.
Affogavo il mio dolore nel tuo corpo. Affogavo ciò che ero nel letto della tua camera.
Dimenticavo ciò che stavo diventando, per tornare, anche solo per poche ore, la Megan che ero un tempo.
Stanca, stremata, ansante nel tuo letto.
E nulla significava per entrambi.
Eppure quando il mio corpo non giaceva sul tuo letto, quando il tuo corpo non era accanto a me, la tua pelle non sfiorava la mia, le tue labbra non carezzavano le mie, il mio cuore perdeva battiti, si crogiolava in un dolore nuovo, piangeva lacrime amare.
Giornate spente, colmate dalla tua presenta notturna… momenti in cui tornavo a vivere.
E tutto è cambiato.
Perché io… io…
“Grazie, Robert.”, sussurro con voce stanca. Le forze sembrano abbandonarmi. Come se avessi corso per chilometri. La verità è che sono scesa dalla mia stanza al primo piano… a piedi.
A cosa sono arrivata? Allo stremo delle forze, cerco di imprimere nella mia mente il suo viso, i suoi occhi resi verdi dalle nuvole sopra le nostre teste.
Il mio stomaco, sobbalza, vuoto.
Un angolo della sua bocca si solleva verso l’alto, “Di cosa?”
“Di tutto. Dopo ciò che c’è stato… insomma… non credevo che… potessi far tanto per la donna che… occupava solo il tuo letto. Ti sei preso cura di me, quando nessuno voleva farlo.”, sento il sangue riscaldarmi il viso, accarezzato dal vento freddo. Lo sento, sulla pelle, sui capelli. Pungente.
E ti guardo, e tutto mi è chiaro.
Io… io ti amo Robert.
Io ti amo.
Tu c’eri, quando ero dispersa nel deserto della vita.
Tu c’eri quando nessuno c’era.
Tu c’eri. Mi hai presa per mano.
Ed ora, qui, davanti a questo maledetto edificio grigio, capisco che ti amo.
Un amore arrivato piano il mio. Come una lenta fusione. Lava che colava dal cratere di un vulcano. Lava che si solidificava, piano, rafforzandosi, dopo aver bruciato tutto ciò che c’era sul suo cammino.
Il mio amore, potente lava vulcanica.
Mi hai portata qui. Mi hai convinta.
Perché?
Gli accarezzo delicatamente il viso e sento la leggera barba incolta sul palmo della mia mano. Il mio corpo trema. Chiude gli occhi e, piano, poso le mie labbra sulle sue, baciandole delicatamente. Sono calde e morbide. Vellutate come pesca.
“Perdonami.”, sussurro con voce tremante, sulle sue labbra.
Da quanto non le posavo sulle sue?
Da quanto le desideravo?
“Un bacio può rovinare un’esistenza.”, mormora. Lo guardo confusa. “Un bacio può rovinare un’esistenza. E’ cominciato tutto da un capriccio… era solo sesso. Se ti guardo, se ti fisso, tremo… perché ti amo. E scusa se ti amo, Meg. Ma l’amore ci rende imprevedibili, irrazionali… e ci fare sempre cose pazze, non credi?”, continua. E la mia mano scende lungo la sua guancia, mentre i miei occhi si dilatano per la sorpresa.
“Sei qui.”, mormoro mentre tutto si fa più chiaro.
“Lo so.” , e china lo sguardo. Sento il cuore battere, veloce come ali di farfalle. E quasi mi duole il petto.
“E sai qual è la cosa più strana, Robert? Ti amo anch’io.”
Ma prima di amare te, devo amare… me stessa. Ed  per questo che resterò qui, Robert.
Per amare me… ma soprattutto per amare te, come non ho mai amato nessuno.
“Cosa?”, chiede con voce incredula.
“Ti amo, Robert. Ti amo, ti amo, ti amo. Ti amo.”, e la voce mi si gonfia di emozione.
Si ti amo, incondizionatamente.
“Signorina, è ora.”, sussurra una donna alle mie spalle.
Mi volto a guardarla, “Arrivo.”, sussurro.
Poi quando ritorno al suo viso, quel viso perfetto, le sue labbra sono subito sulle mie. Ed il cuore mi balza in gola e fremo sotto il suo tocco.

“Promettimi che tornerai.”. Le sue labbra si posano sulla mia fronte. Ne sento il calore.
“Sempre. Per te ci sarò sempre, Meg.”. Ancora mi bacia le labbra.
E’ una promessa.
Tu ci sei.
“Ti amo.”
Le sento pungere, le lacrime, sulle palpebre chiuse. Sfuggono al mio controllo. Mi rigano il viso. Bacia le mie ciglia e mi stringe a sé, con estrema ed infinita delicatezza.
“Più di ogni cosa, piccola pazzoide.”

 


*

Eccomi gente, ho postato presto? Visto?
Bhe, non era previsto questo secondo capitolo, ma… due persone mi hanno dato un po’ di ispirazione e convinta a continuare… per vostra sfortuna.

Smac: ciao! *.*  Sul serio ti è piaciuta? Oooooh, davvero onorata. Quella che era una shot ora è una fic, anche se sarà davvero molto corta XD Spero apprezzerai anche questo. Grazie mille per la recensione!
Nessie93: Chià, ciao! Se ci pensi però la storia non è triste, eh! U.U  bhe si, lei è anoressica ed alcolizzata, spero si sia capito… è molto complicato farlo capire. Alla fine l’ho continuata, hai visto? Eh? XD Si, Patty mantiene sempre un certo carattere, forse come vorrei che fosse.. sulle coprotagoniste mi sbizzarrisco e mi diverto. Mi piace creare sempre personaggi diversi. Spero ti sia piaciuto questo capitolo, e grazie di tutto bella! =P
A l y s s a: Principessa Patt! *.*  Io.. io… non so che dire. Non sai quanto mi faccia piacere leggere una recensione ci tengo tantissimo, davvero! Alla fine non è più una one… ed è anche colpa tua, sappilo! Ogni volta che leggo le tue recensioni mi sciolgo… non merito tanto! Ti voglio bene, Patt!
doddola93: Dà! Io… ciao! Grazie… non so quanto dirti grazie! E’ una cosetta davvero… ma sono contenta cheti sia piaciuta! Spero tu stia bene! (io devo ancora recensire tutti i tuoi aggiornamenti! Oggi lo faccio!). Mi manchi tanto e spero ti sentirti presto, davvero. Ti voglio bene <3

 

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Capitolo 3
*** You and I, until the end of everything. ***


Mille fremiti percuoto il mio corpo, e non posso farli cessare, non riesco a farli cessare.
Mi scuoto, accelerano i battiti del mio cuore, che batte come ali di farfalle.
Fa male.
I margini delle ferite che crudelmente lei mi aveva procurato pian piano si sono risanate, fino  a scomparire.
Fa male, ma non per il dolore, bensì per la felicità. La consapevolezza di essere ad un passo da lei. Di guardare i suoi occhi vivi, il marrone impenetrabile delle sue iridi, le pagliuzze verdi intorno alle pupille, le gote rosee, la pelle vellutata e piena di vita… che ora non aderisce più alle sue ossa.
Quanto è passato?
Un anno? Due anni? No, tre anni.
Ed io amore mio, ti ho aspettato. Io amore mio, sono tornato qui ogni settimana.
Qui, per te.
Ed impaziente voglio accarezzare il tuo viso, passare le mani fra i capelli lunghi e castani che hanno riacquistato la lucentezza di una volta, quella che ho visto solo nelle foto che tu mi hai mostrato.
Le mani  mi prudono, desiderose di sfiorare la tua pelle, di avere la certezza che tu sei reale, che sei qui ed accanto a te… due valigie.
E’ finita, Meg.
Sei libera. Di vivere, di esultare… di amare.


Il cuore batte troppo velocemente per essere controllato. Batte e quasi ne sento dolore.
Esulta. Ama. Vive.
Tre anni. Tre anni sono passati da giorno in cui capì che la mia vita non sarebbe mai più stata la stessa. In cui capì che lui mi aveva cambiata irreparabilmente. In cui capì che se non restavo non avrei potuto amarlo come volevo. In cui capì, soprattutto, che ogni mio gesto gli causava… dolore, sofferenza.
Lui non doveva soffrire. Lui era il mio angelo.
Ti guardo e il sole illumina il verdazzurro dei tuoi occhi. Gioca con le tue ciglia lunghe, con i capelli chiari e setosi. E rivedo ogni tuo particolare, quei particolari che ogni settimana mi si prostravano davanti, quelli che mi hanno dato la forza di attendere sette giorni per rivederli. Quei particolari che fanno parte di te, che mi hanno rapita piano, che, ora, fanno accelerare il battito del mio cuore.
E il desiderio di baciare le tue labbra si fa sempre più vivo.
Tu mi hai salvata, Robert.


Sorride.
Quanto mi è mancato il tuo sorriso? Un sorriso vero, sincero. Di qualcuno che ha ricominciato a vivere. Un sorriso nato dal cuore, un semplice eco della sua felicità.
I riflessi rossastri dei suoi capelli la rendono simile ad una Dea, nella sua  imperfezione… totalmente perfetta.
Infiniti sono gli attimi in cui i suoi occhi indugiano sui miei e i miei nei suoi.
Non c’è creature più bella.
Si avvicina, titubante. Con una falcata la raggiungo circondandole le spalle con le braccia e stringendola al mio petto.
Sono qui.


Mi culla fra le sua braccia, stringendomi a se, come se il vento potesse portarmi via.
Non vado da nessuna parte, vorrei dirgli, ma la voce mi muore in gola dell’emozione.
Mi allontano da suo petto per guardarlo meglio, perdermi nel mare dei suoi occhi.
Quanto ho atteso questo momento? Ho tenuto duro, per te, per me.
Il cuore sembra che debba esplodermi di gioia. Attendo il fatidico,
bum, ma non arriva.
Tutto questo è vero, reale, ed è merito tuo.

“E’ finita.”, mormora carezzandomi la guancia con la sua e sento la leggera barba solleticarmi la pelle.
Un risolino esce dalle mie labbra, “Grazie.”, mormoro al tuo orecchio.
“Grazie a te.”. L’intensità del suo sguardo mi scuote, mi mozza il respiro e sento le gambe molli.
“Ti amo.”, e lo ripeterei mille volte, amore mio.
“Sempre.”
“Più di ogni cosa?”, chiede con occhi luminosi.

“Scherzi?”, chiedo dilatandogli occhi.
Corrugo la fronte confuso ed il mio sguardo perde un battito. Poi sorride e mi bacia con dolcezza le labbra.
“Di più.”
Sul mio viso si fa largo un sorriso
L’idea di questo sguardo Meg, mi ha dato forza.
E mi avvento sulle sue labbra.
Calde. Mie, solo mie.

E mi baci, come da tempo non fai.
Con passione.
Con desiderio.
Con dolcezza.
Con amore.
E se le sento, le tue labbra, morbide, vellutate e finalmente… calde.

Ti amo, Meg.”


“Ti amo, Robert.”


Un bacio può rovinare un’esistenza o semplicemente renderla divina.
Un amore può cambiare due vite.
Amore, ciò di cui l’umanità ha bisogno.
Amore… lui, che rende le persone irrazionali… lui che fa fare cose pazze.

 

 

*
E molti di voi diranno: “oh, è finita!”
Ebbene si, con questo terzo capitolo tutto finisce, per vostra grande fortuna.
Bene, voglio ringraziare di cuore tutti coloro che hanno letto i capitoli precedenti e che ha messo la fiction fra i preferiti, ma soprattutto chi ha recensito gli scorsi capitoli e chi lo scorso.
Come potete notare il capitolo è narrato da entrambi i personaggi, prima Robert, poi Megan.
Ringrazio di cuore alle due mie “sostenitrici”, che mi hanno dato la giusta ispirazione per continuare, per te Patt, per te Kia.

Nessie93: ciao, tesoro! Potrò mai ringraziarti abbastanza? Nah, non credo. Con le emozioni spero di migliorare e poter comunicare come vorrei. Sono contenta tu l’abbia letta, ci tengo al tuo parere, oramai non ne potrai davvero più di me. Mi sa che mi dovrai sopportare per un bel po’, eh! A presto cara e grazie davvero di tutto! =*

 

A voi,
     Panda.

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