People always do crazy things when they are in love di NeverThink (/viewuser.php?uid=61554)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I love you, no reason, no buts, no ifs. ***
Capitolo 2: *** My love, powerful volcanic lava. ***
Capitolo 3: *** You and I, until the end of everything. ***
Capitolo 1 *** I love you, no reason, no buts, no ifs. ***
Da quanto ti conosco?
Per quanto i tuoi capelli sono stati sparsi sul mio cuscino?
Per quanto mi sono svegliato con il tuo odoro nei polmoni?
Per quanto mi sono svegliato con il tuo corpo nudo accanto al mio?
Quante notti sono passate?
Per quante mattine hai respirato profondamente fra le mie braccia?
Baciato le
mie labbra al tuo risveglio?
Sei mesi? Sì, Megan, sei mesi.
Un tuo bacio. Non desidero nulla oramai. Le mie labbra agognano le tue e so che non
dovrebbero. Mi lambiscono
piano le fiamme, nell’attesa. Mi trascinano piano il centro
esatto della terra,
e le sento, le fiamme. Le sento bruciarmi quel muscolo non
più grande del mio
pugno, divorarmi ogni volta che i tuoi occhi ignorano i miei, ogni
volta che la
tua voce non parla per me.
E maledico, e benedico, quel fatidico giorno, quella festa in cui per
la prima
volta il tuo viso si rivelò al mio. Il trucco nero che
colava dalle tue
palpebre, imbrattava le tue gote rosee sulla pelle diafana. I capelli
castani
aderivano alle tua fronte sudata, le tue labbra erano pallide e
screpolate. Gli
occhi arrossati e lucidi.
Piano l’alcool ti divorava dentro, trascinandoti in un
baratro, profondo quando
il punto più basso dell’oceano.
Da quanto avevi smesso di combattere? Un anno?
Dipendente da una stupida bottiglia, da quel liquido caldo…
che bruciava i tuoi
organi, nemmeno fosse fuoco. Quello stesso fuoco che ora divora me,
piano, con
lentezza straziante. No,
non può essere.
Mi avevi baciato. Famelica avevi gettato le tue braccia al mio collo,
baciandomi con violenza le labbra, stringendomi a te, desiderando
ciò che tutti
erano disposti a darti.
Da allora il tuo corpo ogni notte giaceva nel mio letto, stanco,
stremato,
ansante. Accaldato. Sudato. Esile. Quasi fossi fatta di cristallo.
Sento la delicatezza delle tue ossa sotto le mie mani. La tua pelle
carta
sottile e trasparente, bianca come latte, come la neve che a dicembre
bianca le
alte vette delle montagne.
Da quando non mangi, Megan? Da quanto il tuo corpo non assume
ciò che vorrebbe?
Da quando lui ti ha lasciata? Da quando il tuo corpo rifiuta del cibo?
Ed il tuo peso cala… e il tuo viso diventa sempre
più scarno… e rifiuti qualsiasi
tipo di nutrimento.
Ed io, ogni notte, con dolcezza, con passione ti consolo. Mentre dentro
muoio,
divorato da fiamme invisibili.
Ma perché, ora lo faccio?
Perché ti lascio soffocare il mio cuore?
“Grazie,
Robert.”, dice con voce rauca, stanca. Il suo viso sembra
cera.
Un angolo della mia
bocca si solleva verso l’altro. Non posso controllarlo.
“Di
cosa?”, le chiedo con il cuore che si stringe in una morsa.
“Di tutto.
Dopo ciò che c’è stato…
insomma… non credevo che… potessi far tanto
per la donna che… occupava solo il
tuo letto.”, e sotto la sottile pelle, il sangue fluisce
sulle gote, tingendole
appena di rosa. Un po’ di colore sul viso stanco di Megan. La
voce sottile. Fa
fatica anche a parlare, oramai.
“Ti sei
preso cura di me, quando nessuno voleva farlo.”,
l’intensità del suo
sguardo mi colpisce, come una secchiata di aghi ghiacciati. Mi trascina
via. Mi
demolisce, mi attira ancor di più a lei.
E poi arriva,
l’immancabile consapevolezza che ciò che mi ha
spinto di portarla
lì, di combattere con lei quei mali che da dentro la
rodevano… è l’amore.
Ogni fibra del mio
essere ora mi attira verso lei.
Sì, io ti amo.
Ti amo come non ho mai
amato nessuno. Ti amo in maniere irrazionale ed illimitata.
Ti amo anche se non
amitse stessa.
Ti amo perché sei… sei tu. Senza
perché, senza ma, senza se.
Amo il tuo modo con cui ti passa la mano fra i capelli.
Amo il modo con cui chiami il nome.
Amo il modo in cui mi guardi.
Amo il modo con cui mi baci.
Amo i tuoi occhi, il tuo carattere fragile, la tua dolcezza, la tua
tenerezza.
Amo il suo essere semplice, orgogliosa, divertente, simpatica.
Amo quella poca solarità che in alcuni momenti ti invade
l’amina.
Ti amo, e so che non dovrei.
Mi accarezza il viso e
il suo tocco è quasi irreale, troppo leggere per essere
reale.
Chiudo gli occhi e
cerco di ignorare il gonfiore in gola. Le lacrime che
pungono sotto le palpebre.
Deglutisco,
rumorosamente, un attimo dopo il mio cuore accelera i suoi battiti.
Le sue labbra si
posano sulle mie, umide e fredde. Ma comunque morbide,
esattamente come le ricordavo.
“Perdonami.”,
sussurra su di esse.
“Un bacio
può rovinare un’esistenza.”, apro gli
occhi e mi guarda confusa. La
sua mano ancora poggiata sulla mia guancia. “Un bacio un
baciò può rovinare
un’esistenza.”, ripeto guardandola negli occhi.
“E’ cominciato tutto da un
capriccio… era solo sesso. Se ti guardo, se ti fisso,
tremo… perché ti amo. E
scusa se ti amo, Meg. Ma l’amore ci rende imprevedibili,
irrazionali… e ci fare
sempre cose pazze, non credi?”, sussurrò
sorridendo appena. La sua mano scivola
lenta dalla mia guancia, e quando il contatto con essa termina, il
cuore mi si
stringe in una morsa.
“Sei
qui.”, mormora con occhi sbarrati. Il vento le accarezza i
capelli
castani, sfibrati, privi della loro lucentezza.
“Lo
so.”,chino lo sguardo.
“E sai qual
è la cosa più strana, Robert? Ti amo
anch’io.”
“Cosa?”,
la mia voce trema, incredula, gonfia di emozione.
“Ti amo,
Robert. Ti amo, ti amo, ti amo. Ti amo.”. E lo sento, sento
il calore
invadermi il corpo, fremere quando una sua mano sfiora la mia.
“Signorina,
è ora.”, dice qualcuno alle nostre spalle, uscendo
dal’ingresso del
grande edificio grigio.
Megan si volta,
“Arrivo.”, sussurra.
Ma quando si gira
ancora verso me, le mie labbra sono subito sulle sue. Le
bacio e posso sentire il sapore delle sue lacrime. La bacio le
palpebre,
asciugando quelle piccole perle trasparenti.
“Promettimi
che tornerai.”, mormora mentre le bacio la fronte e la
stringo al
mio petto la sue esili spalle.
“Sempre. Per
te ci sarò sempre, Meg.”
Un bacio, il mio, che
è una promessa.
Io ci sono, Meg.
“Ti
amo.”
“Più
di ogni cosa, piccola pazzoide.”
*
Eccomi gente,
con una cosetta scritta all’una e mezza di
notte.
Allora, da domani potrò ricominciar a postare e scrivere!
Finalmente! Domani
mattino ho il test di inglese e poi… LIBERAAAA!
L’idea è arrivata mentre ero al supermercato e
alla radio davano imbranato di
Tiziano Ferro… non fate domande.
Ci tengo a
dedicare questa piccola fic a quattro persone a me care:
A Dod, che mi manca
immensamente.
A Juls, che
è al mare a divertirsi.
A Patt, angosciata per
lo stage.
E soprattutto alla
dolce e piccola Kia, sempre pronta ad aiutarmi.
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Capitolo 2 *** My love, powerful volcanic lava. ***
Come è cominciato
tutto questo, Robert?
Come può una persona perdersi nei meandri della propria
anima?
Come può una persona rinnegare se stessa? Ciò che
è? Ciò che è sempre stata?
Non lo so, vorrei saperlo, per potertelo dire, ma non lo so.
Una notte come tante quella, una notte come mille altre, una
festa… l’ennesima
festa in cui avrei ceduto il mio corpo, avrei fatto scivolare via la
mia
dignità soltanto per un po’ di… calore.
Il calore ed il contatto di un corpo,
qualcuno che mi avrebbe stretto fra le braccia, per una volta dopo
tanto, fatta
sentire al sicuro. Ma mi sbagliavo.
Io, anima persa, immersa in acque, in balia delle onde, del fluttuare
di esse…
crudeli, demoniache. Si infrangono l’una contro
l’altra, strascinandomi dove
tutto e buio, dove non vi è via ritorno.
Volevo dimenticare. Volevo per una volta per finta che fosse tutto
okay. Che
lui non fosse mai esistito. Che la vita mi sorridesse. E quella festa
era
l’occasione giusta.
L’alcool scendeva, nel mio stomaco vuoto da ore.
Da quanto non vi entrava del cibo? Dodici ore? Ventiquattro ore? Si, un
giorno
intero.
E allo specchio vedevo il mio peso diminuire, il viso farsi sempre
più scarno,
le braccia, i fianchi, le cosce, sempre più esili. E ne ero
felice.
Ho ricordi vaghi di quella notte, quella prima notte, insieme a te.
Barcollavo,
la testa e le gambe mi dolevano. Sudavo. Faceva caldo. La vista si era
annebbiata. L’alcool aveva inondato in mio stomaco vuoto,
come un fiume in
piena. E tu era lì, seduto nell’angolo di quella
stanza.
Le tue labbra furono mie. Quella notte. E quella successiva. E quello
dopo. E
quella dopo ancora.
Per quanto, Robert? Un mese? Tre mesi? No, sei mesi. Sei mesi, lunghi e
strazianti.
Affogavo il mio dolore nel tuo corpo. Affogavo ciò che ero
nel letto della tua
camera.
Dimenticavo ciò che stavo diventando, per tornare, anche
solo per poche ore, la
Megan che ero un tempo.
Stanca, stremata, ansante nel tuo letto.
E nulla significava per entrambi.
Eppure quando il mio corpo non giaceva sul tuo letto, quando il tuo
corpo non
era accanto a me, la tua pelle non sfiorava la mia, le tue labbra non
carezzavano le mie, il mio cuore perdeva battiti, si crogiolava in un
dolore
nuovo, piangeva lacrime amare.
Giornate spente, colmate dalla tua presenta notturna…
momenti in cui tornavo a
vivere.
E tutto è cambiato.
Perché io… io…
“Grazie,
Robert.”, sussurro
con voce stanca. Le forze sembrano abbandonarmi. Come se avessi corso
per
chilometri. La verità è che sono scesa dalla mia
stanza al primo piano… a
piedi.
A cosa sono arrivata?
Allo stremo delle forze, cerco di imprimere nella mia
mente il suo viso, i suoi occhi resi verdi dalle nuvole sopra le nostre
teste.
Il mio stomaco,
sobbalza, vuoto.
Un angolo della sua
bocca si solleva verso l’alto, “Di cosa?”
“Di
tutto. Dopo ciò che c’è
stato… insomma… non
credevo che… potessi far tanto per la donna che…
occupava solo il tuo
letto. Ti sei preso cura di me, quando nessuno voleva
farlo.”, sento il sangue
riscaldarmi il viso, accarezzato dal vento freddo. Lo sento, sulla
pelle, sui
capelli. Pungente.
E ti guardo,
e tutto mi è chiaro.
Io… io ti amo Robert.
Io ti amo.
Tu c’eri, quando ero dispersa nel deserto della vita.
Tu c’eri quando nessuno c’era.
Tu c’eri. Mi hai presa per mano.
Ed ora, qui, davanti a questo maledetto edificio grigio, capisco che ti
amo.
Un amore arrivato piano il mio. Come una lenta fusione. Lava che colava
dal
cratere di un vulcano. Lava che si solidificava, piano, rafforzandosi,
dopo
aver bruciato tutto ciò che c’era sul suo cammino.
Il mio amore, potente lava vulcanica.
Mi hai portata qui. Mi hai convinta.
Perché?
Gli
accarezzo delicatamente il viso e sento la leggera barba incolta sul
palmo della mia mano. Il mio corpo trema. Chiude gli occhi e, piano,
poso le
mie labbra sulle sue, baciandole delicatamente. Sono calde e morbide.
Vellutate
come pesca.
“Perdonami.”,
sussurro con voce tremante, sulle sue labbra.
Da quanto non le
posavo sulle sue?
Da quanto le
desideravo?
“Un bacio
può rovinare un’esistenza.”, mormora. Lo
guardo confusa. “Un bacio
può rovinare un’esistenza. E’
cominciato tutto da un
capriccio… era solo sesso. Se ti guardo, se ti fisso,
tremo… perché ti amo. E
scusa se ti amo, Meg. Ma l’amore ci rende imprevedibili,
irrazionali… e ci fare
sempre cose pazze, non credi?”, continua. E la
mia mano scende lungo la
sua guancia, mentre i miei occhi si dilatano per la sorpresa.
“Sei
qui.”, mormoro mentre tutto si fa più chiaro.
“Lo
so.” , e china lo sguardo. Sento il cuore battere, veloce
come ali di
farfalle. E quasi mi duole il petto.
“E
sai qual è la cosa più strana, Robert? Ti amo
anch’io.”
Ma prima di amare te,
devo amare… me
stessa. Ed per
questo che resterò qui,
Robert.
Per amare me… ma soprattutto per amare te, come non ho mai
amato nessuno.
“Cosa?”,
chiede con voce incredula.
“Ti
amo, Robert. Ti amo, ti amo, ti amo. Ti amo.”, e
la voce mi si gonfia di emozione.
Si ti amo, incondizionatamente.
“Signorina, è ora.”, sussurra
una donna alle mie spalle.
Mi volto a guardarla, “Arrivo.”, sussurro.
Poi quando ritorno al suo viso, quel viso perfetto, le sue labbra sono
subito
sulle mie. Ed il cuore mi balza in gola e fremo sotto il suo tocco.
“Promettimi
che tornerai.”. Le sue labbra si posano sulla mia fronte. Ne
sento
il calore.
“Sempre.
Per te ci sarò sempre, Meg.”. Ancora mi
bacia le labbra.
E’ una promessa.
Tu ci sei.
“Ti
amo.”
Le
sento pungere, le lacrime, sulle palpebre chiuse. Sfuggono al mio
controllo. Mi
rigano il viso. Bacia le mie ciglia e mi stringe a sé, con
estrema ed infinita
delicatezza.
“Più di
ogni cosa, piccola pazzoide.”
*
Eccomi
gente, ho postato presto? Visto?
Bhe, non era previsto questo secondo capitolo, ma… due
persone mi hanno dato un
po’ di ispirazione e convinta a continuare… per
vostra sfortuna.
Smac: ciao! *.*
Sul serio ti è piaciuta? Oooooh, davvero
onorata. Quella che era una shot ora è una fic, anche se
sarà davvero molto
corta XD Spero apprezzerai anche questo. Grazie mille per la recensione!
Nessie93: Chià, ciao! Se
ci pensi
però la storia non è triste, eh! U.U bhe
si, lei è anoressica ed alcolizzata, spero si sia
capito… è molto complicato
farlo capire. Alla fine l’ho continuata, hai visto? Eh? XD
Si, Patty mantiene
sempre un certo carattere, forse come vorrei che fosse.. sulle
coprotagoniste
mi sbizzarrisco e mi diverto. Mi piace creare sempre personaggi
diversi. Spero
ti sia piaciuto questo capitolo, e grazie di tutto bella! =P
A l y s s a: Principessa Patt!
*.* Io..
io… non so che dire. Non sai
quanto mi faccia piacere leggere una recensione ci tengo tantissimo,
davvero! Alla
fine non è più una one… ed
è anche colpa tua, sappilo! Ogni volta che leggo le
tue recensioni mi sciolgo… non merito tanto! Ti voglio bene,
Patt!
doddola93: Dà!
Io… ciao! Grazie… non
so quanto dirti grazie! E’ una cosetta davvero… ma
sono contenta cheti sia
piaciuta! Spero tu stia bene! (io devo ancora recensire tutti i tuoi
aggiornamenti! Oggi lo faccio!). Mi manchi tanto e spero ti sentirti
presto,
davvero. Ti voglio bene <3
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Capitolo 3 *** You and I, until the end of everything. ***
Mille
fremiti
percuoto il mio corpo, e non posso farli cessare, non riesco a farli
cessare.
Mi scuoto, accelerano i battiti del mio cuore, che batte come ali di
farfalle.
Fa male.
I margini delle ferite che crudelmente lei mi aveva procurato pian
piano si
sono risanate, fino a
scomparire.
Fa male, ma non per il dolore, bensì per la
felicità. La consapevolezza di
essere ad un passo da lei. Di guardare i suoi occhi vivi, il marrone
impenetrabile delle sue iridi, le pagliuzze verdi intorno alle pupille,
le gote
rosee, la pelle vellutata e piena di vita… che ora non
aderisce più alle sue
ossa.
Quanto è passato?
Un anno? Due anni? No, tre anni.
Ed io amore mio, ti ho aspettato. Io
amore mio, sono tornato qui ogni settimana.
Qui, per te.
Ed impaziente voglio accarezzare il tuo viso, passare le mani fra i
capelli
lunghi e castani che hanno riacquistato la lucentezza di una volta,
quella che
ho visto solo nelle foto che tu mi hai mostrato.
Le mani mi prudono,
desiderose di
sfiorare la tua pelle, di avere la certezza che tu sei reale, che sei
qui ed
accanto a te… due valigie.
E’ finita, Meg.
Sei libera. Di vivere, di esultare… di amare.
Il cuore batte troppo
velocemente per essere controllato. Batte e quasi ne sento dolore.
Esulta. Ama. Vive.
Tre anni. Tre anni sono passati da giorno in cui capì che la
mia vita non
sarebbe mai più stata la stessa. In cui capì che
lui mi aveva cambiata
irreparabilmente. In cui capì che se non restavo non avrei
potuto amarlo come
volevo. In cui capì, soprattutto, che ogni mio gesto gli
causava… dolore,
sofferenza.
Lui non doveva soffrire. Lui era il mio angelo.
Ti guardo e il sole illumina il verdazzurro
dei tuoi occhi. Gioca con le tue ciglia lunghe, con i capelli chiari e
setosi.
E rivedo ogni tuo particolare, quei particolari che ogni settimana mi
si
prostravano davanti, quelli che mi hanno dato la forza di attendere
sette
giorni per rivederli. Quei particolari che fanno parte di te, che mi
hanno
rapita piano, che, ora, fanno accelerare il battito del mio cuore.
E il desiderio di baciare le tue labbra si fa sempre più
vivo.
Tu mi hai salvata, Robert.
Sorride.
Quanto mi è mancato il tuo sorriso?
Un
sorriso vero, sincero. Di qualcuno che ha ricominciato a vivere. Un
sorriso
nato dal cuore, un semplice eco della sua felicità.
I riflessi rossastri dei suoi capelli la rendono simile ad
una Dea, nella
sua imperfezione…
totalmente perfetta.
Infiniti sono gli attimi in cui i suoi occhi indugiano sui miei e i
miei nei
suoi.
Non c’è creature
più bella.
Si avvicina, titubante. Con una falcata la raggiungo
circondandole le
spalle con le braccia e stringendola al mio petto.
Sono qui.
Mi culla fra le sua
braccia, stringendomi a se, come se il vento potesse portarmi via.
Non vado da nessuna parte, vorrei
dirgli, ma la voce mi muore in gola dell’emozione.
Mi allontano da suo petto per guardarlo meglio, perdermi nel mare dei
suoi
occhi.
Quanto ho atteso questo momento? Ho
tenuto duro, per te, per me.
Il cuore sembra che debba esplodermi di gioia. Attendo il fatidico, bum, ma non arriva.
Tutto questo è vero, reale, ed è merito tuo.
“E’ finita.”, mormora carezzandomi la
guancia con la sua e sento la leggera
barba solleticarmi la pelle.
Un risolino esce dalle mie labbra, “Grazie.”, mormoro al tuo orecchio.
“Grazie a te.”. L’intensità
del suo sguardo mi scuote, mi mozza il respiro e
sento le gambe molli.
“Ti amo.”, e lo ripeterei
mille volte,
amore mio.
“Sempre.”
“Più di ogni cosa?”, chiede con occhi
luminosi.
“Scherzi?”,
chiedo dilatandogli occhi.
Corrugo la fronte confuso ed il mio sguardo perde un battito. Poi
sorride e mi
bacia con dolcezza le labbra.
“Di più.”
Sul mio viso si fa largo un sorriso
L’idea di questo sguardo Meg, mi ha
dato
forza.
E mi avvento sulle sue labbra.
Calde. Mie, solo mie.
E mi baci, come da tempo non fai.
Con passione.
Con desiderio.
Con dolcezza.
Con amore.
E se le sento, le tue labbra, morbide, vellutate e
finalmente… calde.
“Ti amo, Meg.”
“Ti amo, Robert.”
Un
bacio può rovinare un’esistenza o semplicemente
renderla divina.
Un amore può cambiare due vite.
Amore, ciò di cui l’umanità ha bisogno.
Amore… lui, che rende le persone irrazionali… lui
che fa fare cose pazze.
*
E molti di voi diranno: “oh, è finita!”
Ebbene si, con questo terzo capitolo tutto finisce, per vostra grande
fortuna.
Bene, voglio ringraziare di cuore tutti coloro che hanno letto i
capitoli
precedenti e che ha messo la fiction fra i preferiti, ma soprattutto
chi ha
recensito gli scorsi capitoli e chi lo scorso.
Come potete notare il capitolo è narrato da entrambi i
personaggi, prima
Robert, poi Megan.
Ringrazio
di cuore alle due mie “sostenitrici”, che mi hanno
dato la giusta
ispirazione per continuare, per te Patt, per te Kia.
Nessie93: ciao, tesoro!
Potrò mai
ringraziarti abbastanza? Nah, non credo. Con le emozioni spero di
migliorare e
poter comunicare come vorrei. Sono contenta tu l’abbia letta,
ci tengo al tuo
parere, oramai non ne potrai davvero più di me. Mi sa che mi
dovrai sopportare
per un bel po’, eh! A presto cara e grazie davvero di tutto!
=*
A voi,
Panda.
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