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Questa
fic l'avevo scritta tempo fa per un progetto, ma l'avevo sempre
accantonata senza riprenderla. La mia migliore amica mi ha convinta a
pubblicarla come è, dicendomi che secondo lei vale la pena
metterlo. Quindi eccolo. Sarà di molti capitoli
perchè il
testo è unico lunghissimo e devo dividerlo. Per cortesia
essendo
un lavoro vecchio che non ho più ripreso per correzioni o
altro,
evitate critiche aspre e senza argomentazioni, è solo un
esperimento su pressione della mia amica. I generi li ho indicati come
appaiono per essere generica e non specifica nel caso qualcuno non
ritenga la storia puntata verso quello specifico genere.
Chapter
1 - Conflitto
Vennero
tutti spostati in maniera concitata in un enorme edificio posto alla
periferia più profonda della città. Non erano
stati
ancora conteggiati, catalogati, registrati e settorializzati. In
file di due per volta sono indirizzati verso l'enorme porta in metallo
che conduceva in uno spazio così ampio che non riuscirono a
capire la vastità. Sembrava
diviso in tre aree, a destra dell'entrata vi era una suddivisione in
due livelli, in basso come una sorta di cucinino con qualche sedia e
tavoli sottili dal piano tondo distanziati tra loro da lasciare lo
spazio centrale per un grosso quadrato metallico. Un divanetto
color pelle, forse davvero di pelle, e vari oggetti che sembravano a un
primo occhio elettrodomestici ma erano tutti color argento, forme
minimal e di difficile interpretazione. Due scale per lato che
partivano proprio davanti i tavolini portavano al livello superiore,
che sembrava una zona di relax con divanetti e una sorta di scrivania
nella parte centrale, e quasi addossati ai muri
laterali
quelle che sembravano scalinate sportive. Il piano superiore era
recintato da una ringhiera argentata. Oltre la scrivania si vedeva una
grande finestra quadrata da cui entrava parte della luce nell'edificio.
Infatti vari quadrati per la zona più lunga permettevano una
buona illuminazione anche se strane lampade erano poste sul soffitto e
al livello di quello che era il piano superiore per migliorare la
visibilità nelle zone più basse. la
zona centrale invece era uno spazio vuoto dove però vari
uomini armati osservavano e smistavano i nuovi arrivati. Li
indirizzavano verso la zona a sinistra dell'entrata, che a prima vista
sembrava più vasta. Anch'essa di due livelli, era divisa
dalle
altre zone da una sorta di parete di vetro lucido e trasparente che
arrivava quasi fino al soffitto. Anche in questa zona vi erano due
piani raggiungibili da delle scale dopo il muro trasparente. Il
piano di sotto sembrava simile a quello dall'altro lato ma si capiva
che era più capiente, anche se più tavoli e sedie
riempivano di molto lo spazio. Era
presente anche una zona con dei tavoli da biliardo e biliardino, altri
oggetti non visibili subito avvicinandosi e gli stessi parallelepipedi
argentati. Il
vetro permetteva di vedere il piano superiore, pieno di letti a
castello a tre posti. Ed erano tanti.
"Qui
da me cortesemente nome, cognome, data di nascita, collocazione
lavorativa e se di fa parte di un nucleo familiare"
I primi
cento che furono condotti all'interno dovettero fermarsi davanti uno
degli uomini al centro dell'edificio, quello con una sorta di tablet
grigio scuro. Ai suoi lati due uomini con altri tablet e quattro
pesantemente armati.
"A
cosa vi servono queste informazioni? Chi siete? Dovè la
polizia?"
L'uomo
che aveva chiesto le informazioni guardò malamente l'uomo
che si
lamentava. Osservò l'uomo alla sua sinistra e quello scosse
la
testa in maniera negativa. Quando si levarono altre lamentele accadde
la stessa cosa, il primo uomo si voltò verso l'altro e
questa
volta invece di muovere la testa disse chiaramente all'altro di non
dire niente.
"ha
detto di non informare nessuno per adesso, verrà e
parlerà a queste persone spiegando la situazione. Non deve
accadere prima. L'accordo dice questo"
"
Hai sentito" disse l'uomo con il tablet che voleva le informazioni "il
nostro capo ha detto non subito, saprete tutto quando
arriverà"
"E
quando verrà questo individuo? Dovè il sindaco?
Qualcuno
della nostra polizia? Perchè ci avete fatto uscire a forza
dai
nostri quartieri dicendo che di nuovo sarebbe accaduta un'incursione?"
"Vi
verrà spiegato tutto, il nostro capo vuole parlarvi di
persona,
pazientate! E per la vostra polizia, il vostro governo..."
"No,
ha detto che lo faceva di persona. Stai dicendo troppo. Prendi solo i
dati, non voglio vedere i suoi occhi taglienti e il suo silenzio
punitivo perchè li abbiamo fatti impaurire di più"
L'uomo
con il tablet al centro guardò di nuovo quello alla sua
sinistra, torvo, sbuffò e disse qualcosa che i presenti
capirono
come "non ci tengo ad essere punito alla sua maniera e senza sapere
quali diavolerie si inventerà per farci capire l'errore.
Queste
persone lottano contro quella gentaglia da anni, solo un paio di mesi
fa altre cellule hanno fatto ir...."
"Konrad
basta, questi sono ospiti, non membri nuovi dei ranghi. Anche se parli
a Jason lo stai facendo davanti a loro. Vuoi che glielo dica? Devi solo
registrarli e catalogarli. Se ci sono membri di famiglie divise devono
essere riunite con l'altra sezione. Nient'altro"
L'uomo
con il tablet, konrad, sobbalzò e
guardò verso il
cucinino piccolo, seguito dagli altri presenti. Un uomo dai capelli
castano chiaro raccolti indietro e un un'aria indecifrabile stava
seduto a uno dei tavolini, quello più verso il muro di
fronte
agli ospiti. Non lo avevano visto quando erano entrati. Sbiancò,
quasi atterrito e balbettò un "N-no, Jd. Inizio subito!" e
iniziò a richiedere i dati alle persone di fronte a lui.
"perchè
devo darvi i miei dati? Non so neanche chi siete. Mi rifiuto, state
ottenendo con l'illecito elementi della mia privacy che..."
"No,
non è così"
Si
voltarono di nuovo tutti e Jd, l'uomo che aveva rimproverato
bonariamente gli individui con i tablet si alzò con molta
calma
dal tavolino dove stava facendo qualcosa, lasciando anche una tazza di
ceramica bianca.
"Risistemò
la sedia, lasciando però la tazza dove si trovava, e
guardando
negli occhi l'uomo che si lamentava continuò a parlare.
"Non
vorrei essere sfacciato ma vista la situazione, lamentarsi di
infrangere la privacy è esagerato. Si è rischiata
la
guerra dei continenti per poco, tramite i vostri apparecchi
smartphone scaricate la qualsiasi senza badare a quali dati e quali
parti private del vostro telefono spiino. O rubino o controllino.
Persone che non avevano e hanno le basi per la vita in rete regalavano
ogni tipo di informazione, dalle generiche alle più intime
possibili e molte aziende private di vari continenti, esterni quindi
alla giurisdizione del vostro governo e le sue leggi, hanno saputo
tutto di voi. Letteralmente tutto. La guerra attuale è la
conseguenza di molti errori commessi dalle persone per l'ebrezza della
facilità, rispetto al passato con i pc ad esempio, di usare
un
apparecchio come mai prima. Dati medici, personali, privati o di vari
settori che non dovevano essere diffusi sono invece finiti in mano ad
aziende, soggetti non individuati e anche governi di altri continenti
che hanno portato il vecchio tipo di spionaggio a livelli allucinanti.
Gli oggetti che voi tutti tenete in mano, e che qui non funzionano
perchè siamo schermati per ovvie ragioni, vi hanno reso
chiari
come libri stampati a persone che non dovevano conoscere
certe
informazioni. Documenti personali e riservati di lavoro, certificati
importanti o cartelle mediche e ogni altro dato importante è
passato per le reti e in mano a molte persone. Persone che le hanno
usate per gli attacchi ormai ben noti, almeno nel vostro Paese. Le
cellule che hanno attaccato negli ultimi anni sapevano dove andare e
cosa colpire per questo motivo. Non mi dilungo ma ogni persona che ha
messo qualcosa in rete è vista negativamente. Vuoi per
religione, per mire politiche, sociali, per le temute guerre dei
continenti cercano di colpire persone o luoghi che possono
destabilizzare un Paese o una cultura. Domani potevate essere voi
stessi, con le vostre foto di sorrisi felici, di celebrazione di quella
giornata particolare o altro ancora, possono scegliervi
perchè
vi trovano i bersagli idonei o perchè con altri che si
taggano
in un determinato luogo, elementi di un numero di nuovi sacrifici in
nome di cosa credono o vogliono. Avete visto la vostra
città? Come molte altre porta i segni delle cellule per
quello
che vogliono dire e portare. Sarà il nostro Comandante a
spiegarvi la situazione ma posso assicurarvi che lavoriamo al fianco
del vostro Governo, avete visto i membri delle forze armate del vostro
paese per le strade. Vero? Loro si assicuravano di controllare e
vegliare sulle operazioni di svuotamento della città. Da
mesi
siete diventati uno dei porti franchi, come li chiamate, per le vostre
forze armate sia di questo paese che di quelli che hanno un accordo di
libera circolazione e addestramento dei vostri territori. Noi facciamo
parte di qualcosa del genere ma siamo qui per aiuto. Resterete qui in
attesa di registrarvi e tenervi insieme a famiglie e amici, mentre la
vostra Polizia e sezioni armate vi sostituiranno nelle
città.
Una volta vi erano i bunker protettivi contro i nemici, ma eravate
sempre dentro la città. Adesso nel pieno silenzio vi
proteggiamo
spostandovi in zone sicure. Questa è una di quelle, una
delle
prime Tappe. Una volta che vi sarete registrati e saremo sicuri che
familiari e amici sono tutti insieme nello stesso posto, in quel caso
vi sposteremo dove sono loro in maggioranza, riceveremo la visita del
vostro Governo per terminare le operazioni di svuotamento. Non so
quanto durerà finchè non tornerete nelle vostre
case
ma... come ogni conflitto o guerra la colpa è
sempre di
regole non rispettate. Ma chiarirà meglio il nostro
comandante,
prima dobbiamo inviare al vostro Primo ministro i dati delle persone
che sono al sicuro e confrontarli con le loro e portarvi via. Qui
avrete quello di cui avete bisogno e ci sono edifici che contengono
beni subito utilizzabili, quindi dopo che vi sarete registrati e avrete
preso il vostro letto e i vostri spazi, potrete richiedere le cose di
cui avete bisogno."
Rimasero
tutti in attesa di ulteriori spiegazioni ma l'uomo restò ad
osservare gli ospiti. Poi spostò lo sguardo verso Konrad e
questi quasi scattò sull'attenti rigidi e chiede i dati.
Alla
fine, persuasi da quelle parole i primi cento acconsentirono e furono
indirizzati verso le scale al piano dormitorio. Davanti la paratia di
vetro vi era una grande porta anche questa trasparente con
intelaiatura in metallo, sorvegliata da due uomini, uno di
quali
aveva una strana macchinetta che erogava bigliettini stampati. L'uomo
che si era lamentato ricevette prima un bigliettino appena stampato e
subito dopo un braccialetto.
"Eccovi
anche il braccialetto. Il chip al suo interno è registrato a
voi
come riportano i codici sul bigliettino. Include anche il numero branda
e quali parti del mobilio vi appartengono per le vostre cose. Capirete
che è una cosa momentanea e avrete l'indispensabile e
necessario, ma è stato tutto calcolato in modo che possiate
avere tutti i vostri oggetti con voi ben riposti. Se avete denaro o
oggetti di valore in esubero abbiamo una zona di sicurezza ove riporle,
con il vostro codice indicato sul bigliettino. Sarebbe meglio tenerlo
sempre con sè e non perderlo, ma con il braccialetto
possiamo
comunque stamparne un altro. Per qualunque richiesta, dopo che tutti
gli ospiti saranno registrati e nella zona Living, il personale addetto
alla vostra zona abitativa e a voi dedicato verrà per
aiutarvi e
registrare le vostre richieste. Come vedete cè una zona
cucina e
ristoro, dove potete anche cucinare qualcosa voi, altrimenti riceverete
le pietanze in programma per tutti gli ospiti, avvisateci
però
prima, e il necessario per passare i l tempo finchè il
vostro
Governo non comunicherà la vostra nuova tappa. Buona
permanenza".
Gli
ospiti iniziarono a scorrere uno dietro l'altro dopo aver finito la
registrazione verso il dormitorio.
"Non
cè privacy neanche per questo" disse un uomo guardando le
tantissime cuccette senza divisori ne altro.
"E'
assurdo, ci sono donne e bambini. Non possono fare uno stanzone pieno
di gente senza dividere gli spazi".
"Lo
faremo tranquilli. Come ho detto la nostra intenzione è
quella
di riunire famiglie e gruppi che si conoscono e che preferiscono
restare vicini. Dopo che avremo registrato tutti faremo una sorta di
censimento e divideremo con appositi divisori ogni zona per la vostra
privacy. Abbiate solo pazienza".
Le
persone ancora in piedi a guardare l'enorme fila di letti si
voltò verso la voce, vedendo di nuovo l'uomo chiamato Jd.
Uno
degli uomini ringraziò con un cenno del capo e
portò
alcune persone, forse la sua famiglia, verso una zona del dormitorio.
Quando si furono appartati una delle donne con cui gli chiese se gli
credeva.
"Non
lo so, anche a guardarli non è cè da fidarsi. Non
hanno
neanche detto chi sono e hanno parlato di un accordo di qualche tipo"
"Per
non parlare del fatto che diceva sempre il vostro governo, come se non
fosse uno dei nostri" disse un uomo che passava e sceglieva un letto in
basso vicino a loro.
"Quindi
non lo è"
Rimasero
a fissare accigliati Jd che tornava verso le scale, mentre controllava
le persone che entravano. Era di altezza media, non molto
alto
rispetto a loro, paragonato a loro che erano sul metro e settantacinque
circa. Quindi doveva essere poco più basso visto gli
scarponi
che portava. Si vedeva che era abituato ad allenarsi ma non era
minimamente come gli altri, molto pià muscolosi e grossi.
Portava indumenti leggeri a prima vista, pantaloni larghi di
gamba verde militare abbinati ad una maglietta con le maniche e un
pò di collo beige o un colore simile, non ne capivano di
colori
e due cinture di pelle. Una ai pantaloni e una per varie armi
ai
fianchi e dietro la schiena.
Quando
tutti gli ospiti entrarono iniziò un ol di confusione per
l'entrata di varie persone. Tutti dello stesso gruppo videro, dagli
abiti e atteggiamenti. L'uomo
chiamato Jd vide entrare e andare nell'altra zona dell'edificio alcuni
uomini di diverse stazze finchè non salutò e si
appartò al centro, dopo aver fatto portare un tavolo e delle
sedie, con altre tre persone. Sembravano amici ed erano di aspetto
totalmente diverso dall'altro. Un uomo enorme, davvero grosso e molto
alto torreggiava su quel gruppetto e stava con le braccia incrociate a
guardare. Jd parlò con un pò con un altro uomo,
magro e
più alto di lui, dal naso pronunciato e adunco e lo sguardo
arrabbiato. L'altro era a metà tra Jd e quello
più
grosso, si vedeva che faceva molta palestra e pareva parecchio allegro
e faceva da spalla a quello secco e accigliato.
"non
sono vestiti tutti allo stesso modo. Se noti quel tizio sta con altri e
sono vestiti uguali. Quelli là sono tutti in nero. E quelli
che
portano roba dentro hanno altri colori. Vuol dir qualcosa?" chiese
l'uomo dalla sua cuccetta in basso a quello con la famiglia.
"Non
saprei ma sembrano tutti dello stesso gruppo. Ha un significato? Quello
che mi fa incazzare è che i cellulari non prendono qui.
Nessuno.
' assurdo, voglio contattare qualcuno ma non posso"
"Hanno
detto che hanno qualcosa per bloccare il segnale. Per ora non sono
tranquillo ma cerco di apparire tale e vedere che succede. La cosa
però che ho trovato strano è che sembrano
militari ma si
comportano in modo diverso. Hai visto come si muovono e interagiscono
tra loro? E con noi? Di solito quando vedi militari sembra sempre che
lo siano fin nelle ossa anche a riposo. Ma non questi."
"Non
capisco cosa vuoi dire. Non vedo niente di strano"
"Osserva
bene. A me non sembrano militari, vediamo tra un pò se colgo
le stesse cose"
"A
me non sembrano diversi dai normali militari. Io voglio solo andarmene
da qui, non starli a vedere"
"Invece
dovresti osservarli bene e capire chi sono e cosa vogliono da cosa
fanno e dicono"
"Perchè.
Lo ripeto, non vedo niente di strano. E comunque tu chi sei per dire di
capire queste cose?" avvicinandosi all'uomo disteso nel letto in basso
mentre la sua famiglia restava in piedi ad ascoltare la conversazione,
come le altre persone che prendevano posto vicino ai letti loro
assegnati. Cèra chi sedeva solamente sul letto e guardava
fisso
davanti, chi era seduto ma ascoltava, chi stipava le cose che aveva
portato dietro nel comodino vicino, nel cassetto a lui assegnato o nei
piccoli armadi a fianco dei comodini, che facevano anche da
distanziatori tra i letti.
"Io
sono Joseph, ex militare. Ecco perchè lo so."
"Buon
per te Joseph, io ho fatto il militare molti anni fa ma non riesco a
capire cosa vuoi dire"
"Te
lo spiegherò. Fammi vedere come va a finire la cosa"
Non
vi fu risposta però perchè, mentre molti uomini
erano
affaccendati a portare casse e altre cose, sono arrivati degli uomini
in pantaloni neri e camicie bianche trafilati, annunciando ai vari
gruppi che lavoravano al centro qualcosa, agitandoli.
"Inoltre
hai notato che attualmente non ci sono donne?"
L'uomo
con la famiglia si voltò di nuovo verso Joseph sorpreso per
poi osservare lui stesso.
"Vero,
niente donne"
"Per
me è strano..."
Poi
videro Jd alzarsi e parlare con gli uomini in bianco e nero, mentre gli
altri erano agitati e lavoravano di corsa per terminare presto cosa
stavano facendo. nella
zona cucinino dall'altro lato vedevano alcuni uomini prendere qualcosa
da quello che sembrava un frigo, cucinare in un microonde o scaldare da
una fiamma qualcosa su quella che sembrava una mini cucina. Anche
questi smisero di affaccendarsi vedendo l'agitazione intorno e si
fermarono.
"Il
comandante è arrivato. Terminate in fretta o lasciate tutto.
Karl per favore tu continua a montare i pannelli e i computer, ci
serviranno. Preparatevi tutti."
Gli
ospiti videro dalla zona rialzata del dormitorio Jd e il suo gruppo
avvicinarsi al centro e fermarsi, mentre gli altri brulicavano di
lavoro. Poi di aprirono le due porte di nuovo, entrarono un gruppo
compatto di persone che ridevano e parlavano e poco dopo un uomo
parecchio grosso e serio, vestito in rosso sopra e kaki sotto, pesanti
scarponi e con varie armi come gli uomini sopra. Era alto,
più degli altri, parecchio robusto e dal passo leggero e
continuò a camminare anche quando il gruppetto davanti a
lui,
che era chiaro parlava con quell'uomo dietro di loro, si erano fermati
in due ali.
"Hai
visto?" Chiede Joseph all'uomo "Da come cammina sembra incedere con
forza, pesantezza, ma se fai caso poco dopo che quegli uomini si sono
fermati non si sentono i suoi passi. E' silenzioso, eppure vedi come
è muscoloso. Interessante"
"..."
L'uomo
con la famiglia continuò a fissare i nuovi arrivati,
finchè non fece una smorfia.
"QUindi
quello è il comandante? E' giovane e sembra il classico
palestrato dalla pistola facile. Non mi piace"
"Non
mi sembra dalla pistola facile" disse Joseph ridacchiando "interessante
anche questo"
L'uomo
che stavano osservando arrivo da Jd, si diedero caldamente delle pacche
l'un l'altro e parlava e sorrideva con calore agli altri vicino Jd, per
poi voltarsi verso quelli che erano venuti con lui. Questi esultarono,
si abbracciarono e parlarono con il comandante facendo anche ridere lui
e Jd. L'atmosfera era molto tranquilla e amichevole di quell o che
sembrava prima.
"Non
capisco, perchè ora ridono e scherzano?" chiese l'uomo con
la famiglia
"E'
parlate tanto e non ascoltate, se fate silenzio lo capite"
"Margherite,
chiedi scusa per quel tono accusatorio"
"Ma
mamma... " la bambina si voltò indietro verso una delle
cuccette
dove cèra una donna seria in viso che la guardava con
rimprovero.
"non
si preoccupi signora, ha ragione. Invece di parlare dovevo prestare
attenzione, non la sgridi a causa mia"
"Visto
mamma? Avevo ragione"
"Marghi!"
proruppe la donna indignata, poi rivolta all'uomo con la famiglia "la
scusi, agisce sempre d'impulso"
"Nulla,
nulla" disse l'uomo alzando una mano per calmare la situazione, per poi
riportare lo sguardo verso il centro dell'edificio.
"Sembra
che ora parlino di cose serie. E guardano verso le porte. E di nuovo,
sono militari in missione?"
L'uomo
si voltò verso Joseph serio in volto per poi tornare attento
verso glo uomini sotto di loro, che si erano voltati verso le porte,
questa volta seri in viso, imitati da tutti gli altri là
dentro,
rigidi e composti.
Ricordo che è un vecchio progetto e mi hanno consigliato di postarlo. Non è stato rivisto o modificato.
***********************
Rimasero
tutti a osservare l'entrata e delle ombre in avvicinamento,
finchè tre persone non apparirono, fianco a fianco, parlando e
discutendo su un tablet. Al centro vi era una donna, gli altri due
uomini le stavano spiegando qualcosa, che arrivava a sprazzi per
il leggero vociare degli ospiti.
"Fate silenzio per favore" urlò l'uomo con la famiglia.
Tutti fecero silenzio pian piano, accorgendosi che tutti gli uomini al di sotto li stavano osservando attirati dallo scompiglio.
La ragazza si voltò verso di loro mentre gli altri due ancora parlavano con il tablet in mano e le stavano al passo. Quello
chiamato Jd urlò di salutare il Comandante e per primo fece il
saluto che non era quello che conosceva, seguito dagli altri. Faccia a
faccia, la ragazza chiese lo stato della sistemazione mentre firmava
sul tablet con un pennino digitale, ridandolo ai due uomini dietro di
lei.
Dopo
qualche secondo di silenzio Jd le rispose qualcosa, non comprensibile
perchè sembrava un'altra lingua e lei continuò brevemente
la discussione in quel modo.
"Seriamente? Comandante quella ragazza? ma non dovrebbero essere militari di una certa esperienza e anni di comando?"
Joseph
spostò gli occhi verso l'uomo con la famiglia, che non si era
mai degnato di presentarsi, e sorrise sfacciatamente.
"Cosa avevo detto fino a poco fa? Questi mi sembrano tutto fuorchè militari. Il loro comportamento non ha due livelli"
"Che intendi dire?" voltandosi di scatto quasi urlando.
"fa
silenzio, così come noi sentiamo loro se parlano abbastanza
forte, anche loro possono farlo con noi. I militari di solito hanno uno
e un solo modo di porsi. Da militare. Anni di addestramento, regole
ferree, comportamenti che devono adattorare e il sapere sempre che ci
sono delle posizioni da considerare e rispettare... cerco di rendertela
chiara ovviamente... bhè, per farla breve solitamente ci sono
quelli che restano militari fino al midollo e lo sono anche nel
privato, ci sono quelli che riescono a tornare loro stessi fuori
dall'ambiente militare e quelli che proprio non riescono ad apparire
almeno dei militari. Ecco cosa intendevo. Sono stati ben coordinati nel
saluto, davvero bravi, ma se vedi attentamente anche la discussione tra
quella ragazzo e quel tipo chiamato Jd, è parecchio informale.
Quindi le cose sono due, o quei due sono molto, molto amici e non
è un mistero per come si atteggiano tra loro davanti agli
uomini, oppure non seguono o non sono capaci di seguire regole
militari. Ecco spiegato nel modo più semplice possibile cosa
intendevo" sistemandosi sul letto con le mani intrecciate dietro la
testa, come a suo agio.
Non
vi fu risposta ma tornarono a guardare di sotto. La donna si
voltò verso di loro mentre tornarono tutti e occuparsi delle
loro faccende. Solo Jd e chi stava con lui restarono dove si trovavano.
La
donna si avvicinò e scorreva lo sguardo sui due livelli, sulle
persone che occupavano sia la zona dormitorio che la living. L'uomo con
la famiglia la osservò bene, incerto. Poteva avere dai
venti a trent'anni, anche se pareva comunque giovane si comportava come
fosse più matura. E vestiva in maniera strana per lui,
impedendogli di capire oltre. Aveva pelle molto chiara, occhi grandi ed
espressivi verdi, capelli castano chiaro corti un tagli oad angolo che
sfioravano la guancia destra, gli altri corti, lisci. La cosa che
colpiva subito di lei erano proprio gli occhi che sembravano osservare
tutto e tutti, soffermandosi varie volte su varie cose. Quando si
voltava colpiva il naso all'insù, la cui punta rialzava il naso
ad arco dando un senso armonico e diverso al viso di fronte, ovale. Di
fronte colpivano gli occhi mettendo in secondo piano il naso mediamente
grande, non piccolino, e la bocca dalla forma che gli sembrava a cuore.
Come muovesse le labbra, e lo faceva molto mentre osservava e sembrava
riflettere, restava sempre in primo piano il centro con il labbro
inferiore più gande del superiore. Sembrava quasi un cuore,
più visibile se imbriciata. E di nuovo si trovò gli occhi
di lei su di sè, indagatori e gli mettevano inquetudine. Erano
grandi senza rovinare l'insieme e profondi, sembrava che restassero a
fissare un'eternità qualcosa e l'unica opinione che si fece era
che non davano modi di capire cosa pensasse, ma facevano notare molto
bene il suo umore, come le sopracciglia non sottili e ben tenute,
ch si muovevano molto con l'espressione che assumeva. E poi qualcosa lo
colpì. Quando
rifletteva invece si capiva, socchiudeva di poco gli occhi se qualcosa
la faceva riflettere e allora assumevano un aspetto più a
mandorla enfatizzando il taglio superiore dell'occhio con le ciglia, e
la testa la inclinava in due modi diversi. Di alcuni gradi di lato se
osservava le cose, non sapendo se con curiosità o altro, ma
quando rifletteva voltava il volto, non tutta la testa mostrando
principalmetne un lato del viso, come quando anni addietro gli
spiegavano come mettersi per le fototessere. Poi ricordò, era il
busto ad esser e leggermente girato ma lei lo faceva con il viso. Anzi,
ora che lo rivedeva notava che voltava il viso alnzando leggermente il
mento, così che l'effetto fosse di notare prima l'occhio e
la mascella. Poi si voltò indietro e vide che inclinava di nuovo
la testa, questa volta, osservando la gente che lavorava.
Alla fine tornò con gli occhi verso gli ospiti e iniziò a parlare. Senza accenti particolari e in maniera chiara.
"Buongiorno,
signori. Intanto mi presento, sono il Comandante Kianta e sono io che
gestisco il processo di prelevamento e messa in sicurezza di questo
settore. Ossia di questa città, ma molti nostri gruppi stanno
svolgendo la medesima cosa nelle città vicine più
piccole. Voi siete stati indirizzati qui, il nucleo principale
dell'operazione. E per essere chiari, siamo stati incaricati dal vostro
governo di procedere con lo svuotamento delle città in sua vece,
avendo certe... specializzazioni che ci permettono di operare per loro.
Le sue truppe invece sono occupate a riempire le strade e controllare
zone ed edifici per scovare eventuali cellule nascoste e non giunte
qui. Oltre che controllare che evenuali sciacalli possano cogliere
l'occasione per entrare nelle vostre case. Il governo ha bisogno di
voi, vuole proteggere voi ma anche le vostre cose. Dico questo
perchè sia chiaro che la città non sarà
incustodita. Vi verrà dato l'avviso ufficiale per voi dal Primo
ministro che indica tra le varie cose anche questo elemento. Se vi
saranno intrusioni ed eventuali furti, è chiaramente indicato
che se ne prenderanno la responsabiltà dopo analisi e
considerazioni della situazione. E avrete il loro aiuto in caso di
perdite. Questo perchè oltre che cercare di salvare voi, hanno
intenzione di proteggere le vostre proprietà, che sia beni
materiali e di risparmio, per il vostro ritorno ma anche per le tasse.
Ma troverete tutte le informazioni nel bollettino."
Mentre
parlava faceva un piccolo tratto in circolo, prima con le mani tenute
strette dietro la schiena, poi muovendloe per enfatizzare il discorso.
Dritta di schiena ma elastica, sembrava non fosse la prima volta che
faceva un discorso a qualcuno. E mentre faceva quella piccola
passeggiata tornando indietro e rifacendo il percorso, intervallato da
momenti in cui si fermava per guardare verso gli ospiti, passava
accanto a Jd, mostrando come fosse più bassa di lui. Una spanna
buona sembrava, ma il tipo di calze che portava rendevano impossibile
capire l'altezza esatta. Portava
infatti degli stivali alti a metà coscia di pelle scura, dalle
suole si vedeva che erano usati e non nuovi ma la pelle che cirondava
le gambe non sembrava consunta o rovinata, ma tenuta bene.
Il piccolo tacco quadrato, forse cinque centimentri, impediva di
capire l'altezza esatta. I pantaloni erano verde oliva con tasche
dietro e trattenevano una camicia nera, un piccolo colletto e
maniche strette fino a quasi il gomito da laccetti e poi un
taglio ampio fino alla spalla. Sopra questa, un corpetto in pelle senza
spalle che si fermava sopra il seno, decorato in vari modi e stretto da
lacci a un fianco. Una strana cintura a due strisce teneva sia i
pantaloni che alcune armi, diversamente dagli altri che avevano una
cintura per i pantaloni e un'altra per le armi. Teneva nella mano
sinistra, nell'anulare un anello color argento ma non si vedeva altro e
non portava altri gioielli all'infuori di una collana argentata con una
strana perla quanto mezzo dito, tutta bitorzoluta, che splendeva con le
lampade. Che abiti strani, pensò.
"Restere
qui con noi il tempo di ricevere dal Governo l'autorizzazione a
condurvi al sicuro nel luogo che vi hanno predisposto, quindi abbiate
pazienza perchè è solo temporaneo. Alcuni uomini
passeranno in determinati momenti della giornata per sapere se avete
bisogno di qualcosa, se volete che siano i nostri cuochi a prepararvi i
pasti o volete farlo voi. A tal proposito come avrete visto avete
elettrodomestici a vostra disposizione in qualunque momento, e cibi
disponibili e riforniti nei due controlli al giorno. Questo per venire
incontro alle vostre esigenze e voglie durante la giornata. I bagni
sono nella parte posteriore, per ogni piano e divisi già in
donne e uomini e sono sufficienti per un utilizzo igienico. Vi è
una zona per giochi, sia vecchio stampo che videogiochi, alcuni
cabinati e computer saranno portati tra poco, ma non vi sarà
collegamento internet ne telefono. Se cercate qualcuno che conoscete,
chiedete all'uomo con un Compilatore e vi saprà dire se è
registrato e dove si trova, e nel caso provvedere a spostare qualcuno
per farvi stare insieme. Prima che lo chiediate, internet e telefono
sono schermati, almeno per voi ospiti, questo perchè
è proprio a causa di questo che la situazione è
peggiorata, e in alcuni casi, precipitata. Essendo una sistemazione
temporanea e l'attesa è esclusivamente per ricevere
l'autorizzazione del vostro Primo Ministro per condurvi in una zona
sicura, vi prego di comprendere e aspettare. Per qualunque cosa, come
già vi sarà stato detto, vi sono dei gruppi atti a
occuparsi di voi ed essere a vostra disposizione. Per
ultimo, la zona che vedete di fronte a voi" voltandosi dall'altra parte
dell'edificio "è predisposta per i Sorveglianti e Gestori, ossia
chi tramite i compilatori può rispondere alle vostre domande, se
in loro facoltà, e provvedere ai vostri bisogno ove possibile. I
sorveglianti invece sono le squadre di controllo e protezione, non
vanno disturbate e passeranno il tempo nell'altra zona, appunto. Se ve
lo state chiedendo, vi sono altri edifici, solamente destinati a noi e
uno per la zona docce, raggungibile da quella porta" indicando nel
piano inferiore una porta opposta a quella di ingresso ma sempre
all'interno del perimetro dei vetri. "Spero
di aver chiarito le linee principali per questa temporanea situazione.
Se vi sono domande sono a disposizione, altrimenti i Gestori resteranno
fino al cambio disponibili qui. Ultima cosa, per parlare con qualcuno,
potrete farlo attivando l'interfono vicino la porta, che sarà
sempre chiusa per sicurezza ma aprta e utlizzata principalmente per i
Gestori e le squadre di pulizia e ricambio beni. Se volete parlare con
qualcuno premete l'interfono che avviserà un gestore che sar a
vostra disposizione. Come vedete la parete, che è un vetro
particolare anti proiettile e ingrangibile, non è montata
tutta fino al soffitto e non abbiamo deciso di isolare acusticamente la
vostra zona perchè no nsiete reclusi ne carcerati. Ma vi prego
di non urlare o avviare discussioni a voce troppo alta perchè,
come voi sentite noi anche con la porta chiusa, noi da qui sentiremo
voi. L'aria è gestita da ventole e regolata da un apparato che
gestisce un valore di umidità e temperatura adeguati. Se volete
uscire fuori per una boccata d'aria, oggi non sarà possibile ma
provvederemo domani per una zona sicura per voi all'aperto. Sarà
solo per poco tempo al giorno, dobbiamo proteggervi, ma sarà
nostra cura cercare di allievare le vostre pene per la situazione al
meglio. Secondo le nostre possibilità. Ci sono domande
particolari?"
Un
silenzio profondo riempì l'edificio, il comandante Kianta
passò con gli occhi in rassegna i volti uno a uno
finchè non non fece un cenno di comprensione. "Molte
bene, se vi vengon o domande o richieste, vi ricordo di nuovo dei
Gestori. Sono il gruppo con gli abiti blu scuro e bianco, non potete
sbagliare. Il gruppo di igiene e controllo dei beni sono in rosso e
bianco. Questi sono i gruppi che sono a vostra disposizione.
Tornerò più tardi per parlare ancora con voi, ma per ora
volevo solamente darvi il benvenuto e spiegarvi che siete al sicuro e
sotto le direttive governative. A dopo".
Con un cenno del capo salutò e si voltò, osservandosi intorno.
"Kianta"
disse Jd "non sono ancora stati portati tutti i suppellettili di base,
ma entro un'ora sarà tutto pronto. Armiamo adesso il primo
gruppo di sorveglianza?"
"Vuoi cambiare adesso le attrezzature?" osservando due degli uomini armati fermi rigidi vicino la porta di vetro.
"preferirei
di si, sono le nuove che Jessamine ha prodotto. Quelle che abbiamo per
ora secondo me vanno controllate e aggiornate"
"Conviene davvero armare con queste adesso, con un solo test di prova?"
"Sei stata tu a decidere che fosse la loro squadra a testarle" sorridendo divertito.
"Lo ricordo bene, intendevo equipaggiarle adesso con i pattern satellitari"
"Non
abbiamo ancora montato del tutto la Consolle ma sono arrivati i Crell.
Se hai bisogno di attivarli puoi farlo dal tuo ufficio, la porta
sotto la prima scala" indicando verso la prima rampa di scale
della zona dei Sorveglianti, una porticina anonima."
"QUindi
l'ufficio è pronto? Bene, li attiverò da lì.
Procedete con le consolle, là sopra " indicando il piano
rialzato con le gradinate
"Vuoi davvero lì? Avevo dato indicazioni per qui dietro, di fornte le porte lasciando quella zona per..."
"Ho
capito, ma secondo me è meglio lì, cè già
la scrivania e direi che gli schermi vadano meglio lì sopra,
così che siano visibili sia da sopra che da qui. Ora fatemi
vedere le casse" andando verso una serie di casse dietro Jd, facendolo
sorridere per come aveva posto fine alla discussione.
La
vide parlare con uno degli uomini accanto ad esse, farsi aprire una di
quelle in alto e controllare il contenuto. Lei prese l'arma, una grande 6p62
di ultima generazione, totalmente automatico e collegabile in via
satellitare per funzioni aggiuntive, anche tramite cavi assiali. Scelti
perchè rietnuti antiquati e quindi ormai poco utilizzati, ottimi
per sistemi non subito hackerabili. Una delle decisioni del loro Leader. Kianta
sistemò l'arma prima sulla spalla attivando il pannello a
cristalli liquidi, poi sull'anca , controllando sempre le informazioni
sul display. Jd chiuse gli occhi e fece un sospiro sonoro.
Un anno e quasi nove mesi prima , municipio.
Arrivarono
con l'AirOl vicino la spiaggia, con mare mutevole a causa del vento.
Non pioveva ma il cielo era plumbeo, nonostate fosse Aprile inoltrato e
in quella zona le temperature erano sempre più alte del normale. Uno
dopo l'altro corsero in fila aspettando il leader e le istruzioni. Jd,
con Lubo, il gigante del gruppo, il sempre critico Alaric e Brayden
controllavano, essendo tenenti, la squadra. Il
leader scese dall'ereomobile e si fermò a controllare il tempo,
sotto gli occhi di Jd. I suoi lineamenti slavi, o almeno le sue origini
come diceva lui, trasparivano quando era meditabondo e accentuavano i
tratti sottili e acuti del viso. Anche se definirlo era difficile,
nonostante lo conoscesse da anni e sapesse il minimo che l'uomo aveva
rivelato. Di origine diceva, aveva preso i tratti della madre
più che del padre, anche se le labbra sottili sembravano non
molto adatte per quei tratti affilati di profilo che sembravano
divergere dall'aspetto del viso, che pareva più ampio. Era una
cosa che Jd non aveva mai capito, quella della genetica. Come poteva un
viso di una certa grandezza di fronte, presentare tratti come
ravvicinati al centro. Detta così, si disse, dipingeva un mostro
ma non era quello il caso. Se lui stesso aveva tutto proporzionato
anche se non si vedeva come un 'bell'uomo ma nella media, i tratti del
Leader sembravano differire se visto di lati diversi. Sembrava aduto e
serissimo di profilo per i tagli affilati di naso, occhi e bocca, ma di
fronte sembrava diverso. Le prime volte che lo aveva visto lo aveva
confuso per un russo o un americano classico, o almeno i vecchi
corrispettivi delle nazioni dei Continenti. I capelli biondo cenere
naturali erano tenuti tretti in una coda bassa, molto diverso da anni
prima che li teneva più corti, fino a metà orecchie.
Adesso li curava un pò ma a volte le ciocche frontali
sgusciavano dalla legatura e e gli ricadevano ai lati delle tempie,
come in quel momento, dando un altro aspetto al suo viso. Per molti
stava meglio così che tutti raccolti. La zona delle
sopracciglia pareva più sporgente e rendevano gli occhi
grigio scuro come più profondi rispetto al resto del viso. Per
Jd però a rompere il tutto era la bocca, davvero troppo sottile
per quel viso, perfino la smascella per niente affilata risaltava,
dando a tutto il viso come una prospettiva di linee dal centro che in
realtà non cèrano. Come diceva sempre, il leader
era un soggetto difficilmente catalogabile. Era come un puzzle di
fattezze diverse ma armonioso allo stesso tempo, un pò come il
naso di Cleopatra. Anche se da ragazzino lo aveva visto il profilo
dalle foto delle monete e non gli sembrava una donna così
magnifica da catturare l'attenzione della gente. Ma poi gli
tornò in mente una cosa, anche se gli uomini la trovavano bella,
Cleopatra splendeva per il carattere e le sue qualità
intellettive. Stesso cosa per il leader.
Il
suo pensiero fu rotto dall'arrivo del Leader davanti la fila di uomini
pronti. Diede le indicazioni riepilogative della situazione e
mostrò il suo phonvlet, collegato alle telecamere degli elmetti
della primaguardia, che dovevano aprire la pista di avvicinamento.
L'avanguardia ruppe le righe dopo il saluto e iniziò ad
avviarsi con cautela. La zona era sicura, il municipio distava circa
250 metri e giungere dinnanzi con un mezzo era più rischioso. la
polizia li avrebbe fatti passare senza problemi, il perimetri di un
kilometro era stato reso zona rossa. La cellula aveva già
fatto saltare un lato dell'edificio con il plastico, facendo cadere
già una porzione del prrmo piano, più le colonne che
ornavano la facciata e l'interno. Un'opera antica ancora in piedi.
"Jd
e Alaric, portate i vostri gruppi in posizione e procedete per le
entrate che abbiamo deciso. Ci hanno chiesto di prenderne qualcuno vivo
dei soggetti ricercati e nel caso andarcene con loro, senza fare altro."
"Phw,
dovremmo fare piazza pulita e ci dicono solo di prendere due capocce e
scappare come conigli. Spero almeno che ci paghino bene!"
Esclamò snervato Alaric, mostrando indignazione perfino con il
naso, che si dilatava a ogni parola peggiorando la vista adunca e un
pò grossa, mentre gli occhi piccoli lampeggiavano irati. Con
l'umidità i capelli grossi e crespi lo facevano sembrare
Einstein. Quei capelli non avevano forma come diceva, pensò Jd.
Lo facevano sembrare più vecchio ma lui non voleva tagliarli
più corti, "sembro un idiota" diceva. E il naso non aiutava,
visto anche il mento quasi inesistente.
"E'
tutto ok" disse con calma il leader "ci hanno chiesto questo, mi hanno
assicurato che le forze di polizia hanno l'ordine di lasciarci passare
e agire solo quando avranno il segnale, ossia quando saremo di ritorno
AirOl. Semplice."
"Se lo dici tu..." poco convinto, Alaric si portò l'arma più vicina e strinse i denti.
"Ne riparleremo allo Chateau. Ora andate", portandosi una sigaretta alle labbra senza ancora accenderla. Se
Jd non avesse saputo che non era una normale sigaretta ma qualcosa
creata dal Dottor David, avrebbe avuto da ridire. Per il loro lavoro
erano un cancro ai polmoni già dall'inizio, ma non era questo il
caso. Sapeva solo che non erano nocive come quelle comuni o quelle
elettriche vaporizzanti. Ritenute dannose da anni per le composizioni
liquide troppo simili a quelle classiche. Ma quelle erano diverse,
doveva chiedere in seguito informazioni, si disse. Sapeva che molti
uomini ancora fumavano le classiche o quelle vapo e a volte si notava
dalla voce o respiro troppo profondo dopo l'addestramento mensile,
invece di eliminarle le usavano per scaricare i nervi.
"Quali
nervi, poi...?" si chiese guardando di sfuggita le file vicino a lui.
Una volta fumava, poi aveva smesso dopo un ricovero in ospedale allo
Chateau perchè lo faceva stare peggio. E ne era contento adesso,
anche ancora adesso dopo tanto tempo, l'istinto di rigirarsi una
sigaretta immaginaria gli era rimasto e se ne accorgeva solo
perchè gli altri lo fissavano ridendo. E il pensiero di quali
nervi facessero, proprio loro, non lo capiva.
"Andate... "
All'ordine
del Leader scattarono tutti in formazione, ogni gruppo si
preparò e si avviò da direzioni diverse. Jd come il resto
del gruppo originario era a capo e condusse gli uomini per i metri
mancanti fin all'esterno del municipio che era situato vicino a un
piccolo parco verde di fronte e una piazza usata perlopiù
per arrivo e partenza dei mezzi pubblici elettrici a lato. Una volta si
chiamavano autobus, si disse, ed erano un arancione orribile. Adesso
erano automatizzati e di due categorie. Uno elettrico senza pilota che
seguiva una linea a terra elettrica a vernice e su quella si muoveva,
era usato per le prenotazioni dei cittadini dalle loro case o altri
posti, mentre quelli pubblici in generale erano monitorati e gudati da
varie telecamere da personale umano, ma aveva funzioni ripetitive
indipendentemente se cèrano persone o meno. NOn vide la vernice
da nessuna parte che attivava il mezzo, quindi non passavano da
lì quelli, che sono a volte confusi con i vecchi taxi.
Intravide
la polizia all'esterno disposta distante dal cerchio che avevano fatto
sulla zona. C'erano urla e sporadici spari, ma il tutto avveniva
all'interno.
"J,
qui A. Quella breccia che hanno creato è pulita, stiamo
entrando. Anche L è entrato, dalle finestre a ovest, tanto
erano già devastate. Mancate voi, senza di voi non possiamo
fare rastrellamento. Procedi e indica la posizione".
"Si, qui J. Ci stiamo avvicinando all'entrata, nessuno."
Jd
si voltò verso i due uomini con lui. Pensava fossero troppo
pochi ma a lui era destinata la missione principale, recuperare i due
soggetti mentre gli altri erano di copertura e fare pulizia in caso di
problemi".
"Andiamo, Dame con me. Pip tu vai da retroguardia. Dieci passi. Gairdaci le spalle."
Pip restò fermo dopo aver dato l'ok, Dame seguì Jd fino all'entrata principale.
" J la polizia qui non fa niente ma ci tengono d'occhio. Sicuro che non faranno niente vedendoci entrare?"
"Confida nel leader, gli dissi" e dal silenzio sapeva che era così. Tutti si fidavano del Leader.
Jd
e Dame entrarono nell'atro, un quadrato ampio con delle colonne a
dividere l'ambiente. Alla sua sinistra una parte era crollata, la zona
dove avevano aperto una breccia e vide sulla scala di marmo più
avanti, alla balaustra del piano superiore uno dei gruppi che li
guardava e facevano segnalazione. Procedevano.
"Dame,
proseguiamo di sotto. Loro sono di sopra, se trovano anche uno dei due
ci avvisano, noi cerchiamo sotto." poi attivando il collegamento
chiamò il Leader.
"Qui J, posso sapere se ci sono informazioni sulla posizione dei soggetti?"
"Qui
Alpha, negativo. Sappiamo che hanno preso l'edificio e parte del
personale per accedere a delle informazioni, non sappiamo ancora quali
ne dove si trovano. E' certo però ci sono due uffici importanti
per loro, anagrafe e uno sezione catastale. Un impiegato ha fatto
una telefonata cercando di nascondersi, dicendo che volevano
informazioni da questi uffici ma poi la comunicazione è stata
troncata. Niente altro. So per certo però mi è stato
segnalata l'ubicazione degli uffici. Uffici catastali al pianterreno,
hanno una stanza adibita alla catalogazione e conservazioni delle
visure catastali e mappe per i beni architettonici. Ufficio anagrafe e
di stato civile, primo piano, terza porta zona ovest. Indicami la
posizione":
"Atrio, seconda colonna verso destra, stavamo controllando dopo la prima squadra il pianterreno. Richiedo ordini".
"procedi,
A ha riferito di controllare con l'altra squadra il primo piano, dove
partono ancora sparatorie. Riferisce di aver steso tre soggetti nel
corridoio. Raggiungi l'ufficio catasti"
"Ricevuto"
Poi di voltò verso Dame "Proseguiamo agli uffici qui sotto. Loro
si occupano di quello sopra. Pip cambio di programma. Tu resta qui, noi
controlliamopiù avanti. Sii la boa per noi" mentre quello
acconsetiva.
"Ok, ma quanto è grande questo posto?" chiese Dame.
"So
è che è alto più di tre metri d'altezza a piano,
anche a causa degli alti soffitti, come vedi" alzando gli occhi verso
il soffitto a vela suddiviso dalle colonne "e comunque non so la
dimenzione esatta. Ma l'hai vista da fuori, fattene un'idea"
"Va bene... qui però è parecchio silenzioso a parte i ragazzi sopra. Perchè?"
Jd
si fermò ad un angolo, guardò brevemente il compagno e
poi usò lo spiecchietto per osservare il corridorio. largo una
persona e mezza, contava tre porte da un lato, il sinistro, quattro a
destra e una alla fine di fronte. Un'ombra passò da una delle
porte, fugace ma cèra.
"Prendi il termoscanner, cè qualcuno".
"Prenderà
con queste mura così antiche e spesse?" estrando l'oggetto, un
quadrato poco meno grande di uno smartphone con una bacchetta
allungabile dietro.
"Certo, dovrebbe"
Ne era sicuro, allo Chateau funzionava. NOn doveva essere diverso dal tipo di costruzione dove si trovava, pensò.
Dame lo puntò e iniziò a osservare la situazione.
"Ci sono delle figure, vedo che un paio stanno quasi volando..." rise leggermente "deve esserci una scala, corrono veloci.
"Sanno
che siamo qui..." poggiò un dito all'orecchio "Qui J, Alpha mi
confermi che cè una seconda scala nella zona posteriore
dell'ediificio?"
"Alpha,
confermo, meno grande ed elaborata di quella dell'atrio, di servizio,
porta ai piani superiori. Avviso anche che le stanze posteriori
presentano collegamenti tra loro, oltre le porte verso il corridoio."
"Ricevuto"
poi si voltò verso il compagno "scala più piccola, stanze
comunicanti alla fine,n on cè solo il corridoio"
Un urla e delle imprecazioni si levarono dal fondo.
"non veniva da su. Cè qualcuno" disse Dame.
"Procediamo" incitò Jd.
Avanzarono,
le prime due stanze avevano dei cecchini di vedetta, che fecero fuori
una con un gas stordente e una con un colpo secco in testa.
"bel
colpo, sei sempre il migliore cecchino, amico" rise Dame mentre
avanzava cauto verso le altre porte "Quello l'ho sistemato con il gas,
non abbiamo neanche bisogno di chiudere la porta"
Jd
si voltò di nuovo verso l'altro. Avevano una divisa che sembrava
pelle ma era un materiale che Brayden chiamava solo "strafigo" senza
mai ricordare il nome. Guanti speciali e caschi li proteggevano sia per
gas e varie sostante che per restare nascosti. Il casco sembrava un
tipo di maschera a gas totale con vetri allungati e senza filtro
esterno. Erano interni come l'apparecchiatura di comunicazione. La zona
dell'orecchio presentava una attivazione a pressione come aveva
fatto, dove sceglieva il canale. Sorrise anche lui al ricordo che
Brayden la prima volta che ebbero quel nuovo casco correva per il
dormitorio con quello indosso e la nuova divisa urlando che gli alieni
erano tra loro. E anche la punizione del Leader, prendere in consegna
la sera gli stivali di tutti e dargli una ripulita. Ancora ricordava le
lamentele dell'amico per la puzza e l'aver finito all'alba. Non erano
affatto pochi eppure era riuscito a pulirli tutti e pure deodorarli in
una notte intera. E dovette pure seguire l'addestramento senza dormire
fino a fine giornata.
"J, qui cè una porta che da verso le altre. Deve essere comunicante"
Jd si portò verso l'altra e osservò "anche qui".
"Quanto cazzo è grande e collegato questo posto? Siamo in due, cazzo."
"Lo so, li senti i ragazzi su? Stanno pulendo, nel caso chiederemo rinforzi."
"Spiegami questa situazione, perchè Noi dovremmo prendere questi tizi in queste condizioni"
Tuttavia Jd non potè rispondere perchè altre urla
giunsero dal fondo. proseguirono veloci per un'altra serie di porte ma
nessuno.
"Perchè non cè nessuno, cazzo" urlò al microfno
Dame e Jd ringraziò che i caschi isolavano anche per l'esterno.
Stavano giungendo alla scala a sinistra, adesso visibile che precedeva
la porta di fronte. Vedeva anche una libreria a vetri dopo la scala e
prima della porta.
Un colpo schizzò verso il muro di fianco a Jd e si accovacciò pronto a sparare.
"Chi siete, parola d'ordine"
Jd
e Dame si voltarono verso l'altro, anche se di fatto vedevano solo una
fisionomia sfocata. Era possibile con attenzione vedere vagamente la
zona degli occhi ma finiva lì, ma sapevano di fissarsi negli
occhi. La voce proveniva dalla penultima porta, quella a destra e prima
della porta di fronte. La porta era chiusa mentre quella da dove veniva
la voce era aperta, come le altre.
"PAROLA D'ORDINE!"
"..." i due restarono fermi.
"So
che siete lì stronzi, e so che ci sono anche sopra. Abbiamo
degli ostaggi, se non volete che muoiano fatevi vedere allontanando le
armi. O spariamo"
"J, che facciamo, chiamiamo i rinforzi?"
Ma prima di rispondere all'amico un rumore di scarponi li sorprese alle spalle.
"Cazzo i collegamenti del..." urlò Dame girandosi e sparando al tizio che stava mirando.
Jd si spostò di lato verso la stanza vicina e restò sulla soglia mirando con l'arma.
"Era solo? Solo Questo?" sbraitò nel panico Dame.
"D, calma. Respira a fondo e torna concentrato."
"Cazzo, J. Ci stava alle spalle. Era dietro! QUanti ce ne sono? In due come facciamo a controllare tutte le stanze collegate?
Uno
scricchiolio e Jd si voltò, venendo preso in pieno al fianco
sinitro e volando per un metro all'indietro, finendo nel corridoio.
Aveva scordato di controllare la porta comunicante. Dame
sparò come copertura mentre ai suoi piedi l'amico era ancora
disteso.
"Uno
giù" urlò ma un altro seguiva e sparò a Jd di
nuovo, questa volta al casco. "Crepa!" urlò Dame eliminando
anche questo.
"J, è tutto ok? Cazzo, siamo in una trappola. Stai bene?" agitandosi e puntando intorno a sè in cerca di bersagli.
"Si... credo..." cercando di rialzarsi.
Tutto taceva, anche se si sentiva un lieve vocio smepre dal fondo. E rumori.
"ero sicuro di aver sentito degli spari cazzo, dai J... alzati"
Jd
cercò con difficoltà di rimettersi almeno a sedere, il
casco ticchettava a ogni movimento perchè rotto in un punto con
pezzi penzolanti. Jd sembrava in difficoltà nei movimenti e Dame
si voltò veloce verso di lui.
"Il casco...come hanno fatto? Di solito resiste a più colpi. Stai bene?"
Jd
aveva la parte sinistra non a pezzi ma quasi, un buco frastagliato
metteva a nudo la mascella, dei fili tenevano come potevano dei pezzi
non ancora caduti, varie crepe colpivano i vetri e parte del casco, ma
peggio nei vetri. E peggio quella che loro chiamavano "divisa" ma che
altri avrebbero chiamato tuta, aveva squarci e brandelli svolazzanti.
"Come diavolo... non è possibile, di solito non..."
"Sono le Oliver Twist..."
Dame
perse concentrazione e tornò con lo sguardo verso Jd, proiettili
ad Azoturo di piombo e lame, una versione peggiore dei Devastator. Ma
arrivare a fare questi danni al nostro equipaggiamento, pensò? E
se hano queste armi, miragliette e armi non moderne, come potevano
sparare quei distruttori?
Due soggetti giunsero dalla penultima porta a destra e li puntarono, gridando loro di buttare di lato le armi e alzare le mani.
"Avanti, stronzi. Anche con voi come ostaggi riusciremo. Avanti, avanti!" incitò uno coperto dall'altro.
I due amici restarono zitti e fermi, anche se Jd ansimava parecchio e mugolava di dolore. Un
colpo di arma da fuoco. I membri della cellula si bloccarono rigidi,
quello di copertura si voltò ma tutto taceva. Poi alcuni rumori
profondi
"Che succede? Noah! Cosa succede?" urlò quello che li puntava all'altro.
Dame
cercò di approfittare dello sguardo dell'uomo puntato verso
l'altro spaventato, ma questi tornò a puntare e urlò di
fermarsi e che li voleva vivi per ottenere cosa volevano. Dame dovette
allontanare l'arma, sapeva che non si poteva fare ma pensava prima a Jd.
"Eh,
Car..." ma l'uomo di copertura che si era voltato verso l'altro fece un
balzo come se qualcosa lo spingesse dal centro delle spalle e
finì a terra ai piedi dell'altro. Questi si voltò ma non
vide nessuno. Uno sparo, potente gli risuonava nelle orecchie, fucile a
pallettoni, pensò. Era l'arma di Dominic?
Niente,
si voltava con l'arma puntata per ogni porta, poi un rumore lo
riportò con gli occhi e l'arma verso la porta da cui erano
venuti e avevano sparato all'amico. Fece un passo titubante verso
quella direzione, poi un gemito di Jd lo riportò agli uomini
armati e li osservò. E poi strabuzzò gli occhi, gli
divennero enormi e li rovesciò.
Dame
restò sconvolto dal momento in cui vide quella figura spuntare
alle spalle del tizio. Giungeva non da dove avevano sparato
all'altro ma dalla stanza di fronte. Jd al suo fianco ansimava
parecchio e gli posò un braccio sulla spalla, dame cercò
di richiamarlo e tenendolo stretto con le mani sulle spalle. "Tutto ok, J?, Ehi..."
Jd
voltò come poteva il corpo e poi la testa verso la figura che
giaceva a terra con occhi così fuori dalle orbite da far paura.
Un coltello da caccia spuntava dalla sua nuca, creando una fontanella
che stava inzuppando il collo. Alzò la testa e vide una persona
che allungava una mano e tirava con forza il coltello, che uscì
con un rumore da far vomitare. Un fucile a canne doppie era rivolto
verso di loro che puntellava il bacino, il piede ancora sulla schiena
del morto per tirare fuori il coltello.
E due occhi grandi e profondi che li fissavano, una ragazza.
"Lui quando verrà? Cosa facciamo? Sei qui solo per dare un'occhio? Cosa..."
Alaric
con il broncio iniziò a fare domande a raffica. Incollerito, con
le braccia incrociate e fissando Kianta. La quale inclinò il
viso verso il basso come per riflettere ma osservandolo alzando gli
occhi verso di lui, con uno sguardo serio. Poi sorrise sollevando solo
un angolo della bocca.
"Sono
qui perchè Lui ha cambiato il mio ruolo, come sempre..." facendo
una smorfia leggermente contrariata. "Comunque se non sbaglio sono io
che gestisco tutto, come allo Chateau, quindi perchè questo
malumore? Avevi già iniziato a farti idee per rafforzare il tuo
gruppo come capo e già pensavi di avere qui il tuo spazio?"
Lei
continuò a sorridere poi si avviò sulla scala in fondo e
salì al piano con le gradinate, seguita da Jd che che
allargò le braccia prima di salire verso Alaric per chiedere "ma
che fai?" e il resto del gruppetto.
"Quanto
manca per terminare il montaggio dei plasma e il Tavolo consolle? I
Crell ci sono, le linee Li-Fi sono già installate, la
connessione satellitare anche. Se mi confermate che anche questa
è terminata aggiorno il Leader"
"Tecnicamente
abbiamo già terminato i plasma, che sono installati a parte. La
consolle è già semi montata, ma dovremo cablare i vari
terminali per le connessioni." rispose uno degli uomini che stavano
sistemando i pannelli vicino la ringhiera. "Inoltre, comandante, come
mai avete deciso di installare il mainhub proprio qui? NOn sarebbe
meglio...."
"Questa
volta il Leader ha pensato che, con i nostri ospiti, questo edificio
è il più sorvegliato del Polo, è l'edificio meglio
controllato...quindi logico che sia così! Anche l'idea di unire
due complessi in uno. Non cè modo migliore che mettere zona
pausa qui, mentre controllano gli ospiti e la loro sicurezza. Terminate
che lo aggiorno per le connessioni."
Kianta
parlava con i due uomini che stavano sistemando come dei computer,
ferma facendo peso su una gamba rilassata, con il braccio sinistro
sotto il gomito destro agitando la mano destra per accentuare cosa
diceva. Poi voltò prima la testa a destra, sempre con la gamba
sinistra come perno e peso, ruotò il corpo per vedere la zona
degli ospiti. Qualcuno era davanti la porta battendo i pugni.
"Vado
a vedere" disse Jd ma Kianta lo fermò con la mano destra con un
gesto e avanzò lei decisa, mentre gli altri si spostavano dalle
scale.
"Che succede?" chiese quasi davanti la porta della zona ospiti.
"Vogliamo
parlare con te! Devo chiederti una cosa." Disse un uomo giovane
accompagnato da un uomo e una donna più anziani e altre persone
accalcate dietro la porta".
Di
nuovo inclinò la testa di lato con fare curioso, osservando e
l'uomo con la famiglia in alto associò quel gesto ai movimenti
dei cani con orecchie grandi e dritte in testa. Gli era venuto di
colpo, ricordando anche un cane che viveva vicino casa sua da ragazzo
che faceva così quando osservava le persone. Poi la vide
abbassare la testa un pò verso il petto e studiare quelle
persone guardando in alto con gli occhi. Si concentrò ad
ascoltare appena lei aprì bocca.
"A
cosa devo questa richiesta, signori? Qualcosa manca? Qualche problema?
Qualcuno di voi ha bisogno di pasti o qualcosa specifico per qualche
malattia?"
"Dobbiamo parlare con te!"
Lei
alzò il sopracciglio destro e chiese cosa volessero, era a
disposizione. Ma l'uomo giovane chiese di parlare in privato. Era
importante.
"Kianta, forse..."
Jd
la vide voltarsi verso di lui per essersi intromesso ma restarono a
fissarsi qualche secondo. Poi l'uomo alto che tutti avevano confuso
come il comandanti si fece avanti, lamentandosi.
"Se
dobbiamo metterci a sentire ogni persona che ha una lamentela finiremo
quando se ne dovranno andare e avremo perso tempo prezioso"
Lei
fissò lo sguardo, socchiuso e nervoso verso questi, facendo poi
una smorfia. Spostò gli occhi di lato a guardare le persone
dietro la porta.
"E'
chiaro che avremo solo grane con questa gente" sputò fuori con
rancore l'uomo alto "si sono già lamentati di tante cose, ho
sentito, e li stiamo salvando! Se non fosse per noi sarebbero come
quella gente di due mesi fa, nella bara. Perchè..."
"Per
favore, taci!" proruppe lei inchiodandogli occhi infuocati di sopra
"sono nostri ospiti, si sono visti allontanare dalle loro case e le
loro città e sono confusi. Vogliono certezze e qualcosa che
allevi le loro pene, credo sia.."
"Oh ma per favore. Sei sei sempre politically correct e bla bla bla, pro tutto. Qua non siamo allo Chateau e se lui..."
"Ora basta!" esclamò rabbiosa voltandosi totalmente verso di lui.
L'uomo
con la famiglia osservò la scena dubbioso. Da quando era
arrivata era sempre stata pacata, sicura, che trattava tutto e tutti
con professionalità, come se per lei fosse routine quotidiana,
senza mutamenti alcuni di umore o azioni eccessivi. Se sembrava aver
preso con ilarità, pacata, i rimbrotti dell'uomo con il naso
acquilino e i capelli pazzi, invece con l'altro
sembrava snervata e pronta alla rabbia. E, con le sopracciglia
aggrottate, occhi arrabbiati e bocca pronunciata con gli angoli
all'ingiù, sembrava un'altra.
"Non
mi importa se sei suo fratello o meno, basta! Vuoi far polemica anche
qui, adesso? Accomodati pure ma tu non ci sei mai quando cè
bisogno di un Capitano che svolga il suo lavoro. Dove eri stamattina? A
ridere sguaiatamente con i tuoi uomini e a scorazzare per le strade con
loro, in cerca di chissà chi invece di prendere posizione dove
ti avevo indicato. Un'ora fa dovevi essere qui per controllare
l'afflusso di ospiti e invece..."
"Oh ci risiamo, io sono il capo di testa della compagnia di testa. Facevo il mio lavoro, ero di ronda..."
Kianta
sussultò sorpresa, perdendo per qualche secondo l'espressione
irata, gli occhi grandi si fecero sorpresi e leggermente sgranati,
più di quanto fossero già grandi. Si voltò verso
Jd, lo fissò un istante mentre l'uomo alto continuava a
sbraitare, leggermente inclinato in avanti per guardarla in faccia,
essendo lei alta fino al suo mento, e poi disse qualcosa forse in
un'altra lingua a Jd. L'uomo
con la famiglia fu sicuro che suonava, anche se non sapeva cosa avesse
detto, come un "ma mi sta a piglià per culo?" come diceva sempre
suo padre. Il suo vecchio amava i dialetti del suo paese, li studiava,
aveva anche scritto dei libri sulla lingua nella lingua delle persone
comuni, come lo diceva, e purtrrppo imparava anche certe frasi
poco signorili.
Jd
fece un sospiro sonoro e alzò le mani, i pami verso loro due,
mentre gli altri uomini intorno erano tesi, chi si metteva una mano
sulla fronte, chi scrollava la testa, chi li fissava corruciato o con
gli occhi al cielo.
"Sentite, come sono andate le cose, pensiamo agli ospiti che..."
"Ma
qui faccio tutto io, sono io che controllo che vada tutto bene. Io e il
mio retroammiraglio... era controammiraglio, vero?" chiese di colpo
l'uomo alto verso l'altro di fianco a lui, che era atterrito e la bocca
disegnava una linea tesa e dura. Poi si vide lo sguardo addosso, prima
guardò l'uomo alto, poi la ragazza, poi di nuovo l'altro.
"Ecco si, ma..."
"quello
è un grado della marina, folle fuori di testa!"
sbraitò Kianta con le braccia conserte "E non coincide proprio
con i vostri. Lui era in marina prima è un'altra cosa"
disse esasperata,alzando poi le mani fino alle spalle come a dire "ma
serio?" e voltandosi verso la porta. Scrollò il capo sconvolta.
"Ma
certo che lo so, io parlavo con il mio secondo. Perchè devo
sempre farmi rimproverare da questa isterica" voltandosi a sua volta
dandole le spalle con le braccia conserte, mentre lei voltava il capo
di scatto con la bocca socchiusa dallo stupore.
"Ma lo senti questo lupastro incavoloso?"
"Kianta, non usare le parole di Beppo per..."
"Sono
appropriate, direi..." rispose amara a Jd per poi continuare guardando
l'altro in cagnesco "fa sempre il lupo solitario col mal di zanne
quando gli conviene, poi convince tutti ed ecco che li trovi in
giro a fare casino. Non si può andare avanti così"
aggronttando le sopracciglia quandando sempre Jd. Il quale si
grattò la testa sbuffando.
"Glielo
spieghi tu " continuò Kianta, guardandolo con la mano sinistra
su un fianco, il busto leggemente in avanti e la mano destra a
indicarlo "cosa significa essere rear admiral, visto che gli piace
tanto, e avanguardia? Fagli anche un disegnino nel caso, visto che con
le parole non riesce a capire. Digli perchè Lui gli dà
sempre questi compiti. A chi altri potrebbe darli se non a un lupastro
fuori di testa o coyote, come Beppo lo vede. Anche se a me dispiace
confondere quel soggetto con i nostri fratelli lupi"
"Tornano di nuovo a pungersi come scorpioni" bofonchiò aspramente Alaric.
Jd
sorride scuotendo la testa, vide che l'uomo alto si girava incollerito
e lo fermò bisbigliandogli qualcosa, mentre Kianta osservava gli
uomini dietro la porta.
"Va bene, parlerò con voi, ma solo tre persone. Ho già abbastanza problemi per..."
"Ehi aspetta, ho fatto il mio lavoro oggi facendo la ronda per la città a ovest..."
"Tu
non dovevi fare nessuna ronda" disse amaramente all'uomo alto "non
è neanche nei tuoi compiti in questa sede. Abbiamo un contratto
con il governo, sono loro che controllano la città, se continui
senza ragionare ti vedranno come un problema che sfora gli accordi. Tu
sei a capo della prima falange oplitica, non un branco di
sbarbatelli che vogliono buttare un occhio sui tipi loschi per le
strade"
Si
fronteggiarono un pò faccia a faccia poi lei si voltò e
chiese di aprire la porta. Le due guardie ai lati azionarono il
meccanismo e solo il giovane con i due anziani uscirono. Erano
visibilmente a disagio, sotto gli occhi di tutti ma la ragazza fece un
cenno con la testa e con la mano sinistra indicò da una parte.
"Venite, prego. Parleremo nel mio ufficio..."
Ma prima che facesse da ospite ai tre, Jd la fermò, dicendo di colpo "non puoi andare sola con loro".
Lei
si fermò e si voltò verso di lui, rispose che andava
tutto bene e stava per proseguire ma Jd la fermò di nuovo.
Raggiungendola e parlandole in una lingua che non si comprendeva. Poi
lui tornò chiaro a tutti.
"Gask, accompagnala e fai tu da guardaspalle, io terminerò di organizzare le ultime cose"
Lei
si lamentò, dicendo che poteva fare da sola e lui era l'ultimo
adeguato. Ma Jd restò fermo nella convinzione, le
consigliò di non restare mai sola e che la scelta migliore come
suo somatophylakes fosse proprio lui. Spazientita fece un gesto con la
mano e avanzò verso il suo ufficio, quella porticina sotto le
gradinate vicino le porte principali. La seguirono i tre ospiti e il
ragazzo alto.
L'uomo
con la famiglia restò a fissare la scena titubante. Si
voltò indietro quando qualcuno gli parlò, ma era
concretato sulle persone sotto.
"Come
dici? Non ascoltavo" disse all'uomo che aspettava una sua risposta. Si
erano radunati tutti quelli che erano a quel piano dietro di lui, sui
volti chiaramente paura e incertezza.
"Volevo sapere se cè qualcosa che dovremmo fare. Ci dica cosa fare, Sindaco, e noi lo faremo".
Calò
il silenzio, con centinaia di occhi sopra di lui. Ma non sapeva che
fare. Lo avevano prelevato da casa come gli altri in fretta, dopo
l'ultimo anno di cellule che colpivano anche la loro città. I
morti non avevano il tempo di riposare e far dimenticare il terrore
qualche mese che riappariva qualcuno armato o pieno di cariche
esplosive. E si sentiva niente fra i nessuno, visto che sapevano chi
era ma era stato ammassato in quel posto senza interesse da nessuno,
nenache da quella ragazza strana.
"Sindaco,
eh? Interessante, interessante... allora ci dica, sindaco"
accentuando l'ultima parola "cosa facciamo adesso?" chiese Joseph con
scherno.
Il
Sindaco rimase però a fissare le persone sotto,
maggiormente quel Jd, la ragazza che tutti chiamavao
comandante e l'uomo alto chiamato Gask. Il ragazzo sembrava un
giocatore di basket per l'altezza ma sotto steroidi, facendogli avere
spalle e braccia massicci come le cosce che chiamavano attenzione prima
del resto. Sembrava una clessidra a causa della vita stretta
rispetto gli altri, che erano più proporzionati.
Capelli neri o comunque scuri e lisci erano sempre portati
indietro con una mano quasi inconsciamente, per poi cadele a ciocche
davanti piano piano, necessitando di nuovo la mano per riportarli
in ordine. Quelli che ricadevano davanti erano lunghi massimo fino alle
sopracciglia, e sembravano finissimi, in confronto a quello chiamato
Alaric e la ragazza. Le sopracciglia sembravano sempre come inclinate
verso il basso alla radice del naso, non curate ma dalla forma precisa
che finivano rade verso le tempie. Il naso di fronte sembrava una
freccia bombata nella punta e le narici, come a patata, ma di profilo
era dritto fino alla punta, un pelo alzata. Diverso da quello della
ragazza, una specie di arco dove si vedeva una lieve gobbetta per
l'osso nasale, ma se si faceva attenzione. Gli occhi erano affilati e
taglienti ogni volta che posava lo sguardo, con la coda palbebrale che
andava verso le tempie, una forma che non sapeva definire meglio. Di
solito avrebbe definito occhi così per gli asiatici ma
ovviamente erano diversi. Sapeva solo che vi erano molte forme degli
occhi, definiti anche dalla posizione e inclinazione, ma lui li aveva
che convergevano verso l'alto. E color nocciola che con il sole
sembravano ambra. Il mento leggermente pronunciato non metteva in
seconda luce la bocca, larga ma così definita che sembrava
fatta fatta con la squadra, linee nette. E indossava delle specie di
maniche nere fino a metà bicipite che sembrava in contrasto con
il resto.
Si voltò alla fine verso le persone in attesa per assumere di nuovo la sua figura di Sindaco.
Dentro
l'ufficio, davvero stretto e lungo, Kianta si sistemò dietro la
scrivania mentre l'uomo, Gask, chiudeva la porta dietro gli ospiti e si
sistemava a metà della stanza, vicino uno schedario. Lei era su
una poltrona forse in pelle nera con i braccioli, accostata al muro in
fondo, davanti la scrivania in metallo. Al lato sinistro quando si
entrava vi era uno schedario in metallo leggero diviso in una colonna
più stretta da cassetti e quella più larga come da
pannelli rettangolari. Sulla scrivania vi erano carte e alcuni oggetti
forse da ufficio, ma lei stava posando una sorta di tablet
davanti a lei e osservava lo schermo. GLi
ospiti attesero e poi i due anziani si voltarono verso Gask, poggiato
con gomito sullo schedario reggendo il suo peso con il braccio.
Alla fine il giovane degli ospiti fece un passo avanti Kianta e le chiese "sei tu vero?"
Kianta
alzò gli occhi sorpresa e dubbiosa, fissò gli occhi
dell'ospite per poi posarli su Gask, che fissava interessato l'altro
uomo. Quando lui incrociò gli occhi di Kianta sembrava quasi che
stesse dicendosi qualcosa.
"La
domanda è rivoltà a me?" chiese alla fine lei al giovane,
posando il braccio destro al lato del tablet e lasciando disteso quello
sinistro, sulla scrivania.
L'uomo
anziano si fece avanti, baffi e capelli ricci bianchi e la
guardò negli occhi. Fece la stessa domanda alla ragazza ma lei
inclinò di lato la testa e li fissò con sguardo
accigliato. Restò un pò a riflettere poi si
sistemò sullo schienale, il busto obliquo, le gambe accavallate.
"Lo ripeto, state chiedendo a me... cosa?"
"Vogliamo sapere se sei tu, come fai ad essere qui"
Lei
profondamente esitante e chiaramente persa scosse la testa e
poggiò le dita della mano destra sulla guancia, mentre
continuava a fissarli meditabonda.
"Partiamo
dall'inizio per favore, perchè non comprendo. Potreste spiegarmi
il perchè di queste vostre domande? Perchè mi guardate
come se vedeste un fantasma e questa richiesta così... uffh...
spiegatemi"
"Voglio sapere se tu sei mia figlia" disse l'uomo anziano.
Lei
inclinò maggiormente la testa verso destra, poggiata ancora
sulla mano, dubbiosa e sbattendo le palpebre alcune volte, fissandoli
uno ad uno.
"Vostra figlia? perchè mai dovrei essere vostra figlia?"
"Lei
le somiglia tantissimo, davvero molto. Anche se lei aveva una
cicratrice di tre centimentri all'epoca mal cucita perchè
piccola, una diagonale proprio in mezzo alla fronte. Anche la
voce sembra la sua e...."
"Una Attimo" esclamò Kianta al ragazzo che stava spiegando "e dovè lei adesso?"
"E' morta..." bisbigliò la donna anziana.
Lei
voltò la testa con le sopracciglia sollevate verso Gask, che li
fissava anche lui esterrefatto. Si scambiarono delle occhiate, poi
Kianta iniziò a balbettare confusa.
"Mi... scusate... è morta?!?"
"Si è morta due anni fa, ma lei è identica, sembra davvero lei!"
Kianta
sbattè due volte le paplebre, confusa, scosse la testa e
buttò un'occhio su Gask. Il quale alzò un sopracciglio,
mentre i tre ospiti li guardavano a turno silenziosi.
"Ok,
ascoltate..." sospirando e stringendo entrambi i braccioli con le mani
"mi dispiace per la vostra perdita, ma forse le assomiglio. Tutto qui.
Capisco magari la vostra sorpresa ma... se è morta, non siamo la
stessa persona. Sono desolata."
I
tre la fissarono in silenzio, poi la donna anziana si avviò
verso la porta. L'uomo anziano le disse che sembrava davvero in tutto
la figlia e uscì anche lui. Solo il giovane restò, a
fissare. Kianta dal canto suo tornò a posare lo zigomo sulle
dita a pugno, con il gomito sul bracciolo.
"Anche
lei si metteva in posizioni come quella" disse il giovane "e stava
sempre con il broncio e seria. Non rideva mai e accusava sempre noi per
tutto quello che le era capitato. L'unica cosa che vi differenzia
è che lei aveva capelli ricci e lunghi, voi siete liscia. Anche
gli occhi sono di colore diverso ma anche come mi guardate adesso
è lo stesso."
Kianta
lo stava fissando poggiata con lo zigomo e lo sfuardo tagliente e duro,
poi si scosse a quelle parole e si raddrizzò.
"Come ho detto mi spiace, ma se dite che è morta allora l'avete seppellita"
"E'
così, la sua bara è al cimitero. Anche se lei voleva la
cremazione ma i nonni hanno voluto le esequie religiose. E lei non era
religiosa nel modo che lo siamo noi"
Kianta spostò a sinistra lo sguardo serrando la mascella.
"L'avete
seppelita in un modo che non voleva? Triste per lei, mi spiace. Ma se
è stata seppellita io sono... come si dice? Una delle sette
copie nel mondo? magari è solo la somiglianza che vi fa
confrontare me con lei..."
"Si. grazie" e uscì anche lui dietro i due anziani.
Si
sporse dalla porta aperta una delle due guardie fuori e lei chiese di
riaccompagnarli dopo aver chiuso la porta. Dopo che fu serrata, lei
voltò gli occhi verso Gask, girando poi il busto con la sedia
girevole.
"Cosa cè" chiese lei al ragazzo che si grattava la testa confuso.
"Davvero ti hanno chiesto se eri la figlia morta? E non hanno detto neanche il nome..."
"E'
morta, basta. Dovrebbero metterci una pietra sopra!" sussurrò
aspramente lei, fissando un punto della stanza come persa in un
pensiero.
Gask si poggiò con le mani sulla scrivania e la fissò, facendole tornare lo sguardo su se stesso.
"Così come la storia di Eve che mi hai raccontato?"
"..."
"Yo! ci sei?"
lei ripotò l'attenzione su di lui, chiuse forte gli occhi un attimo e abbassò la testa sul compilatore.
"Si e no..."
le
sopracciglia di Gask si strinsero pensierose ma lei non
continuò, così si raddrizzò e le disse "meglio
tornare, vediamo se hanno terminato anche la consolle e parliamo con
Lui. Avrei preferito sinceramente essere in Persia ma..." grattandosi
la mascella.
"Anche tu hai iniziato a usare quei nomi? " esasperata e con un punta di rabbia.
"NOn
ti piace la questione, ma siamo sinceri. E' per colpa nostra se i
vecchi paesi sono andati, perduti, caduti. Come vuoi definire la cosa.
Il meglio delle vecchie nazioni deve risplendere, così dice. A
me poco interessa, io voglio sono essere dove devo essere, come dici
sempre tu" sorridendole mentre lei serrava la mascella "il resto... Lui
sa cosa fa, quindi non mi preoccuperei"
"Davvero?" chiese lei girandosi verso di lui con la poltrona "veramente mi vuoi dire che ti va bene la caduta di tutto per... "
Si fermò, sospirò profondamente e cercò di calmarsi.
"Per
ora non ho voglia di parlare, sono qui per accontentare Lui e le sue
intenzioni, ma avrei preferito fare la Raccolta come avevo voluto da
mesi. Invece ora iniziano tutti a lamentarsi nonostante li stiamo
salvando e pure mi dicono che somiglio a una figlia morta!" parecchio
scocciata, sistemandosi con la schiena nella poltrona.
"Bhe,
però..." ma Gask non continuò perchè Jd
entrò di colpo e richiuse la porta. Lo fissarono in attesa, poi
lui chiese "Allora, che volevano?" porgendole un compilatore.
"Altra
roba? Uffa, sono due ore che controllo protocolli e compitori, e pure
ci sono state lamentele degli uomini perchè i dormitori sono in
un settore e il Polo in un altro. Lui ha deciso così per tenere
a tenaglia la città, anche con l'accordo ma da chi vanno
adirati? Da me..."
Gask sorrise e lei lo fissò accigliata e con la bocca imbronciata.
"Mi
spiace, ma di solito sei tu che fai il controllo finale con siglatura
per l'archiviazione. I Crell non sono stati ancora collegati, quindi
non posso neanche chiedere a Helias di catalogarli per passarteli nel
Phonvlet. Ma fai con calma, fino a questa sera dobbiamo ancora
temrinare le sistemazioni strutturali e di controllo nel Polo,
preparare la cena e provvedere al cambio squadriglia. Si lamentano
sempre, ma poi ti seguono lo stesso, quindi non te la prendere. A tutti
manca lo Chateau, sia che è arrivato ieri che una settimana fa.
Per la Raccolta magari potresti andare tra qualche giorno e..."
"Spererei
che tra qualche giorno il contratto fosse già concluso. Ho paura
che il governo ci dirà che che le zone di contimento per i
propri cittadini non sono pronte, cè qualche problema o altro e
noi dovremo star qui a tenere a bada gli ospiti e la loro rabbia.
Perchè esploderà se non saranno una manciata di giorni. E
sinceramente piuttosto che stare dietro ai civili preferisco le mie
giornatine piene allo Chateau o nelle missioni, anche pericolose, ma in
campo che con loro..."
"A proposito, cosa volevano quei tre?" cercando di cambiare discorso perchè si era arrabbiata.
Lei lo fissò un secondo, chiuse con molta lentezza le palpebre e poi rispose laconica con le labbra, imbronciata.
"Volevano sapere se io ero la figlia morta!"
Jd sussultò visibililmente, tanto che anche Kianta e Gask lo guardarono sorpresi.
"La figlia morta? In che senso?"
"Non
lo so, dicevano che ero identica alla figlia, morta, e mi chiedevano se
ero io. Strano, vero?" guardandolo profondamente con gli occhi.
"Si,
strano..." mormorò JD di rimando con sguardo vacuo "Però
l'hanno seppellita quindi erano presi solo dalla sorpresa di vederti"
"In
effetti si, hanno detto che l'avevano seppelita..." malignò lei
continuando a fissarl o stranita "anche se voleva ben altro
metodo e senti un pò.... aveva una cicatrice sulla fronte e
capelli diversi. " restando a fissarlo con molta attenzione.
"Oh...sanno
che è morta quindi..." con un sorriso affettato "magari per
evitar loro altro dolore perchè gliela...ricordi... bhe, vieni
poco qui allora ..."
"Jd...."
iniziò lei ma l'altro invece le chiese cosa volesse fare adesso.
Il tempo passava e doveva ancora inviare vari protocolli a Lui.
Lei
fece un sospiro profondo, rassegnato e disse solamente "poi ne
parlerò con Helias, per il resto se prima non completeranno la
consolle non voglio contattarlo...."
"Ma
dai, vuoi davvero parlare con Helias di una ragazza morta?"
bofonchiò Jd, alquanto impacciato e lei restò a fissarlo
accigliata.
"Vedrò...
nel frattempo per favore vedi se quegli individui là fuori hanno
bisogno di qualcosa, già so che sarà una lista immensa, e
assicurati che abbiano il necessario, così che durante la notte
non venga in mente a qualcuno di loro di chiedere qualcosa o voler
uscire. Bagni e docce sono terminate e funzionanti, vero?"
"Si,
le loro docce hanno ora anche l'acqua calda e l'asciugatore e divise
per sesso, con divisori ulteriori per i timidi. Si sono già
lamentati dei pochi asciugamani ma non hanno come noi gli asciugatori e
dovremo spiegarglielo, o chiederanno continuamente asciugamani a
persona per deteergersi dopo la doccia. Con un enorme spreco di
tessuto, acqua e sapone per il lavaggio quando con gli asciugatori
consumiamo solo la corrente dai pannelli. Ma molti non capiscono... "
"purtroppo
molte cose che per noi ormai sono la norma per loro sono diavolerie."
disse lei acida " Come accadde per il bidet! E sono paesi
civilizzati da primo e secondo mondo. Comunque per favore mandami un
messaggio appena la consolle è attiva e verrò per il
collegamento come lo pronuncia Beppo..." sorridendo.
"Già, quel ragazzo se ne inventa di cose... ultima cosa. Vuoi
che faccia portare dal caveau tutti i Crell o ne vuoi qualcuno in
particolare?"
lei rimase a riflettere un pò poi disse "per ora direi solo Helias e Alcione, gli altri successivamente".
"Ricevuto, vado a recuperarli e ti aggiorno appena la consolle è
operativa. Tu..." disse Jd a Gask "esci dopo di me, vero? con uno
sguardo particolare.
"Certo, arrivo..." disse voltandosi verso Kianta poi verso Jd. "Vengo a
controllare, oppure posso preparare un'oretta di addestramento con i
ragazzi..."
Kianta non disse niente, fece un gesto con la mano con sguardo perso da
qualche parte perchè aveva capito che volesse dire e Jd
uscì, per primo. Poi però tornò di colpo dicendo
"Senti cè un piccolo problema, lo stavo dimenticando... i
ragazzi delle cucine hanno scoperto che... insomma, volevano preparare
le omelette con riso e chili della ex Malesia, che ai nostri piace ma
si sono chiesti se anche per gli ospiti era una buona idea. Per
sicurezza hanno deciso di fare due tipi di petanze diverse, solo che,
ecco...le uova che sono arrivate non sono di gallina".
Kianta lo fissò interdetta, sollevò un sopracciglio e
chiese di quale uccello fosse, se avevano preso quelle troppo piccole
rispetto che le comuni di gallina, era già successo.
"Veramente no, nella cassa hanno trovato quelle di struzzo"
Kianta si schiaffò una mano sul viso nera di rabbia "non erano quelle che dovevamo mandare..."
"no, no" la fermò Jd " hanno proprio sbagliato le nostre.
Quelle sono in viaggio come previsto. Sono arrivate di struzzo, punto.
L'altra volta di piccione e pure di falco. O erano aquila? Comunque
deve essere stato Nico, al solito non si mette gli occhiali e spedisce
roba. Continuiamo con quelle di struzzo o dico di preparare altro per
gli ospiti?"
"Non lo so, e avevi detto di leggere con calma..." facendolo sorridere
"guarda, ormai per oggi lascia stare. Digli che preparano le omelette e
dite che sono di gallina, molto speziate. Che io sappia qui non ne
mangiano affatto, tranne negli agriturismo... dagli quelle"
"FAtto!" ed uscì.
Gask restò finchè la porta non fu chiusa e si voltò verso di lei
"Senti, che dici se dopo cena..."
"Qui?" chiese con sguardo rattristato.
"Gli uomini di turno saranno qui a controllare e passare il tempo.
Quelli liberi saranno sicuramente qui pure loro, visto che tu e Lui
avete deciso di unire le due cose...quindi non cè bisogno di
supervisione... ma davvero volete che i ragazzi parlino, giochino, si
divertano davanti a loro?"
"... secondo lui era meglio così. i classici due piccioni con
una fava invece di spezzettare in varie sezioni come facevamo sempre.
Dice che non siamo un campo da baseball.." ridacchiando "comunque
questa è una prova. TUtto dipende da quello che accadrà
da questa esperienza"
Lui fece un cenno con la testa e si affrettò verso la porta
"capito, fammi sapere per dopo, magari per leggere qualcosa..." mentre
lei acconsentiva con la testa.
Dopo aver aperto la porta iniziò ad urlare "sei sempre
puntigliosa e isterica, non si può così" infilando
di nuovo la testa dentro, e dopo aver urlato le fece l'occhiolino e
uscì definitivamente.
Lei sorrise e si quasi spalmò sulla poltrona per la stanchezza.
Un anno e quasi nove mesi prima
Jd e l'amico rimasero a fissare la
ragazza davanti a loro. Ricci castani danzavano pendenti finchè
questa non si rimise dritta e li fissò dall'alto, seria.
"Che diavolo... proruppe Dame esterrefatto.
"Voi chi sareste" chiese lei inclinando la testa di lato.
Due ciocche sulle tempie erano tirate
dietro da qualcosa, lasciando ricadere gli altri boccoli naturali su
spalle davanti e dietro. Si allontanò con una smorfia dal
caduto, controllò l'altro e poi tornò su di loro.
"Allora? Non siete dei loro, quindi chi siete?"
"Siamo la cavalleria..." rise amaremente Dame
"Solo voi due? E vi avevano quasi steso?" avvicinandosi a Jd.
"Gli altri sono di sopra, noi cercavamo qualcuno, un tipo con il pizzetto e la faccia butterata..."
"Ah, si. E' di là..." facedo
un gesto con l'arma che stringeva con la sinistra verso le stanze in
fondo. "Lo avevano lasciato con noi, ma era così snervante che
l'ho colpito perchè stufa delle sue urla continue. Si lamentava
di tutto. Dopo che è caduto come uno straccio vecchio a terra ho
detto agli altri di uscire dalla finestra e sono rimasta io"
"Vado a vedere e lo portiamo dal leader" disse Dame a Jd rallegrato "mezza missione fatta!"
"Aspetta..." disse Jd stringendo i denti e sando parecchio per il dolore "ha detto che lo ha colpito"
Dame si fermò dopo essersi alzato in ginocchio e dopo un attimo di riflessione si voltò verso la ragazza.
"Aspetta... lo hai colpito come?"
"Con il mio anello tiralama, piccolo
ma utile, e meno male che lo avevo dietro..." tirando con il dito medio
che teneva il coltello un laccetto dalla taschina mini dei jeans .
Uscì un oggetto argentato, un anello con una piccola lama ad
uncinofacendolo oscillare per aria. "meglio prevenire che curare..." fini', come se fosse perfettamente normale. E lo era, dopo gli ultimi anni.
"Lo ha fatto fuori? Jd, lo ha fatto fuori?" sbraitò dame terrorizzato guardando l'amico.
"Cosa chiedi a me, dillo a lei... come ci sei riuscita?"
"In parte per voi... gli altri
piangevano come agnelli e alla fine quando questi sono venuti da voi,
dopo che l'altro gruppeto era salito su, ne ho approfittato. L'ho
colpito con la lama al collo ma, non essendo letale perchè poco
affilato, ho preso un oggetto dalla scrivania dell'impiegato e l'ho
preso sulla nuca. bam, steso a terra."
"Lui ci ucciderà..." inizò Dame " lo avevo detto che tutto andava in vacca" scollando la testa disperato
"Chi altri cèra con te?" chiese Jd, ignorando l'amico ma cercando di restare lucido. Gli chiese anche di fare silenzio.
"Alcuni impiegati di quelle stanze in
fondo e cittadini come me, che avevano bisogno di aver rilasciati dei
documenti. Mio padre mi aveva accompagnato in macchina qui fuori e
doveva parcheggiare, presumo sia là. Comunque, avete bisogno di
una mano?"
Jd gemette per il dolore, allora la
ragazza disse a Dame di darle una mano e lo trascinarono fin dietro una
scrivania che da una porta comunicante non era visibile.
"E' pericoloso quel fucile, dammelo" disse Dame dopo aver sistemato Jd seduto a terra poggiato al legno della scrivania.
"Ti ringrazio, ma so come usarlo.
Sono carabina e pistola al poligono da anni, ho vinto anche alcune
medaglie, poche per via del lavoro e studio e poi... per problemi
miei... ma ho anche sparato con uno vero una volta..."
"Quindi sai sparare" chiese Jd stringendo i denti "ora capisco, anche
se non so come tu abbia questo sangue freddo nel freddare quei tizi"
"Diciamo che è stata la rabbia o... odio... ad alimentarmi.
Provo un odio viscerale per chi fa del male altri usando armi e/o la
forza, sentendosi migliori. Nessuno, o credo se ce ne sono
davvero pochi quelli che nascono puri e sinceri al mondo, come
dicono alcune religioni. Quante volte ho desiderato fal del male per
far provare almeno qualcosa di quello che infliggevano agli altri...
ecco come ci sono riuscita..." fissandolo negli occhi, mentre
controllava la ferita.
"Che fai, non restare qui e scappa. Ti copro le spalle..." urlò Dame ancora accalorato
"Ti ringrazio ma devo restare... ho
delle cose da fare. Ma prima voglio aiutare il tuo amico, aspetta un
attimo..." e si alzò andando in un'altra stanza nonostante le
lamentele di Dame, che restò con Jd. Quando lei tornò,
stringeva una grossa borsa di jeans, non nuova e pesante.
Rovistò dentro e tirò fuori un quadrato di plastica blu,
un tubetto di qualcosa, un barattolo di miele e una piccola pochette.
Prese la pochette e raccattò
dall'interno una salvietta sigillata e una piccola boccetta, dicendo a
Jd che era acqua ossigenata e che voleva pulire la ferita. Ma appena
andò a pulire, dopo aver versato un pò di disinfettante,
tenne fra le dita un proiettile, studiandolo.
"La tua tuta o quello che è lo
ha fermato fino a un certo punto, ecco la coda, quello che ne resta. E'
questo che ti ha fatto questo buco, ma non profondo o non sarebbe
uscito solo con qualche gesto. Ritieniti fortunato che non avrai
bisogno di chissà quale operazione, solo che ti ha lasciato un
bel buco. Stai fermo che finisco."
Dopo la seconda salvietta prese dalla
borsa anche una bottiglia di alcool, dicendo che lo usava oltre che per
la disinfezione anche per lisciare l'argilla delle sculture.
Aprì il quadratino blu e si rivelò un mini kit da cucino
completo con quasi tutto, pure mini forbicine e pinzette.
Sterilizzò con un accendino e l'alcool un ago dopo aver
messo il filo.
"Ragazza ma che stai facendo?" urlò Dame isterico tra uno sguardo alle porte e a lei.
"calmati, il sangue continua ad
uscire e non è una ferita da poco, come hai indicato tu stesso.
Saranno pochi punti ma ne ha bisogno. Tieni d'occhio là fuori.
"Jd, non... chiama Lui e digli che vogliamo sapere cosa fare..."
"Io non posso" disse il ragazzo mostrando cosa restava del casco
"Il casco, senti "verso Dame" toglilo così starà meglio"
Dame incerto lo tolse e poi tornò all'arma e alle porte.
lei iniziò a cucire mentre Jd malediceva le ferite. ansimava e
stringeva con forza la sua arma, con la sicura, a volte sbattendola a
terra.
"Sono solo quattro punti, e sta venendo bene, siamo all'ultimo. Toglimi
una curiosità, come mai non hai protestato per i punti?"
"perchè conosco le ferite e s edallo specchietto che mi hai dato
ho visto giusto, dovevi mettermeli. Ma essendo sul costato potrò
muovermi poco. Quindi ora sarò una zavorra." poi si voltò
verso dame "Dame, contatta A e digli della situazione e che abbiamo
bisogno di aiuto".
Dame eseguì, teso dal nervosismo, poi comunicò che
l'altro gruppo aveva trovato dei civili e li aveva scortato fuori.
Subito dopo alcune persone dal loro piano erano salite, o meglio
scappate verso l'alto, e altri tre uomini erano stati incaricati di
proteggerli fino all'uscita.
"Accidenti, resta solo il suo gruppo allora, oltre noi?"
"Te lo avevo detto che era un casino. mai, nessuna missione prima era
iniziata come questa... Lo dicevo io..." fissando le porte inqueto.
"Faresti meglio ad andar da loro, spiegare la situazione e raggungere
il tuo amico ferito. Non so se nelle stanze in fondo cè qualche
altro pistolero, io avevo lasciato la borsa nell'altra stanza per
sicurezza, quindi non so comè la situazione in quelle in fondo.
Questo posto è un dedalo di stanze e corridoi secondari." disse
la ragazza mentre continuava a cucire.
"Ha ragione, vai. Lei finisce e ti aspettiamo"
"Ti devo lasciare qui con lei? Ma..:"
"Vai, D. Non mi sento affatto bene" debolmente all'amico.
Dopo qualche minuto di incertezza imprecò e con l'arma puntata
fu fuori verso le scale e, sperava Jd, il gruppo di Alaric.
"Tu chi sei?" le chiese dopo un pò che la fissava.
Lei alzò gli occhi castani verso di lui seria, tornò al
punto che aveva iniziato e terminò dietro improperi per gli
idioti che lo avevano reso un formaggio bucato.
"Solamente una persona che si è trovata qui." respirando
affaticata dopo aver tagliato il filo. "Questo filo è sintetico
non di cotone. Meno male che porto sempre con me qualcosa e avevo
comprato queste cose prima. ora termino con una mistura e questa serie
di cerotti, non ho altro. Se non tengono provvederò con altro."
Poi si fermò, cadde dalla posizione sulle ginocchia a seduta a terra e respirò profondamente.
"Qualcosa non va? E' la vista del sangue?"
"no" disse lievemetne "diciamo che ho una malattia e ora dopo aver preso qualcosa per alleviarla, è tornata prepotente.
"malata? hai bisogno di qualcosa?"
"no... ma dovrò prendere un altro antidolorifico o starò
peggio. Durano sempre meno ma fino ad ora mi sono mossa parecchio...
se prendo anche questa ne resterò solo una..." guardando
un blister ormai vuoto in mano.
"Cosa ti affligge?"
Lei voltò la testa, sudando per il dolore come faceva lui, prese
una bottiglietta d'acqua dalla borsa e mandò giù la
piccola "che importanza ha un nome? La malattia è malattia.
Comunque ho problemi a nervi e muscoli, sindrome da fatica cronica e
dolori lancinanti ogni istante della giornata, ti basta? Ma queste mi
aiutano un pò..." rimettendosi sulle ginocchia "finisco qui e
aspettiamo il tuo amico."
Prese un bicchiere di carta che trovò in un cassetto della
scrivania e mischiò aloe vera dal tubetto e miele e, dopo aver
pulito con alcool le mani, applicò un pò di sostanza
sulla ferita, fermando con quanti cerotti poteva. Poi si
accassciò con le spalle al muro e ansimò forte, con la
fronte imperlata di sudore.
"Mi dispiace" bisbigliò Jd "per la tua malattia e questa
situazione. magari se usciamo posso chiedere al Leader se il nostro
dottore..."
"No" lo interruppe lei "sono rimasta per un motivo. Uno, e devo raggiungerlo. basta che mi lasciate libera"
"Non capisco... comunque mi chiamo Jd" salutandola con la mano alzata.
"Jd... sei americano?"
"No, il mio nome vero è Leon, ma da quando faccio questo
mestiere ho avuto parecchi compagni di gruppo e alla fine perchè
il mio vero nome non piaceva, mi hanno affibbiato questo. Ed è
rimasto, non mi dispiace. Con il leader, visto che molti cambiano
nome perchè si sentono meglio con uno diverso o vogliono cambiar
vita, è rimasto... semplice"
"Capisco... Io sono Lia."
"Mi hai detto che hai vinto medaglie al poligono con la carabina..."
"Si ho... avevo il porto d'armi ed ero brava. Ma con questa malattia
ogni movimento è un dolore lancinante e sono finita a non
poter più fare niente. Anche alzarmi dal letto o mettermi una
maglietta è difficile... ero qui proprio per un nuovo documento
visto chenoo posso lavorare."
"E usi la creta?"
"Ah.. si. lavorando manualmente, anche se le mani dolgono da morire,
riesco a rilassarmi mentalmente e afforntare meglio il dolore. Ma solo
poco tempo al giorno. Anche stare seduta o a letto è doloroso.
non cè mai un posizione che mi aiuta..."
"Mi dispiace...e sei finita proprio oggi qui..."
"No, anzi. Alla fine ne sono contenta, magari... tutto finirà oggi..:" sorridendo e chiudendo gli occhi.
"Che vuoi dire?"
"... sono stanca, tanto stanca. FIn da piccola ho sempre fatto quello
che gli altri volevano perchè fossi accettata. I miei volevano
un certo tipo di figlia e decisero per me il tipo di scuole con materie
come la musica, imparare a suonare degli strumenti, impiegare il mio
tempo in cosa per loro era per il mio futuro... ma queste cose non
erano compatibili come ne, nel senso che non erano per me e sono stati
anni così difficoltosi da sentirmi nella disperazione nera. I
professori si adiravano perchè rispetto agli altri non giungevo
a certi risultati o non ero capace. i miei genitori non hanno mai visto
o sentito, anche se ho urlato e detto come potevo i miei malesseri. Ma
loro irremovibli, era per me, dicevano... tutti i miei sacrifici si
univano al fatto che non ero come le altre bambine e ragazzine che
dovevano essere perfette e brave in tutto. NOn ero o sono un
maschiaccio ma non sono portata molto per essere una ragazza come
vogliono tutti. E così piano piano nella mia vita sono rimasta
sola perchè diversa. Tutti i miei sforzi per la musica e ogni
attività che volevano per me, non ha portato altro che
stress e disperazione perchè io sapevo, lo vedevo e sentivo, che
non erano per me, non vi ero portata... e poi dopo il diploma il mio
corpo ha iniziato a cedere. So che è per questo, almeno credo,
ma la mia malattia mi ha presa pian piano. Se sono in piedi è
per antidolorifici e medicine che mi danno e mi tengono su, per poche
ore. Ma ho perso tutto. Il poligono che amavo e avevo deciso io di
prequentare nonostnate i lo or dubbi anche se alla fine ho dovuto
abbandonare. Ho studiato e mi sono sacrificata in tutto quello che
volevo per i miei, per gli altri... e ora non ho scopo, non ho un
motivo per niente. Ad aggravare tutto io sono una neutra, non ho mai
incontrato qualcuno che mi portasse a considerarlo come un compagno, e
per me il matrimonio e figli sono fuori discussione. Quindi se
normalmente per gli altri questi fattori sono un nuovo scopo, per me
sono la fine. Per fortuna non cè più il matrimonio
obbligatorio, anche se dagli undici anni non fanno tutti altro che
ripetermi che devo trovare un uomo, sposarmi e fare figli.
Perchè altrimenti stare soli è brutto, ecco cosa mi
dicono. E io rimango così sconcertata che non comprendo come
possano pensare che queste cose siano per tutti e che sposarsi pur di
non restare soli sia la scelta migliore. NOn vedono o sentono me
e cosa o chi sono. Cosa desidero.. ovvero desideravo e cosa ho perso.
Ho speso la mia vita per far contenti gli altri e non farmi sentir dire
sempre che non ero come le altre, per finire così.." guardandosi
una mano "un tempo avrei voluto degli animali ma loro non li amano,
cavalacare ma no, la musica è meglio. Arti marziali anche con
armi, ma no.. sono una ragazza e il futuro è giusto con la
musica. E ora non ho più niente, muovermi è una
sofferenza, non posso fare nulla o inizio a provare nausea forte per
quanto dolore provo, la gente mi guarda in malo modo di nuovo
perchè ora sono una delusione totale... insomma tutto va in
vacca come dice il tuo amico. E poi ecco, io sono qui e loro vengono
con le armi spiegate... e capisco. Può essere un aiuto..."
"Aspetta... vuoi che ti sparino?" sorpreso per poi stringere i denti dal dolore.
"Scusa, ti darei l'ultimo antidolorifico ma altrimenti non potrò raggiungerli sul tetto..."
"Sono sul tetto?"
"Alcuni dicevano di si, alcuni cecchini, ma non so se sono ancora lassù, ma vorrei provare..."
"ma sei sicura..."
"Si, con i miei è solo litigi anche adesso, perchè non
vedono o sentono, non ho soldi se non qualcosa che chiedo dopo
lamentele, ragionano in un modo particolare dove tutto va risparmato e
neanche qualcosa di buono per alleviare la sofferenza vale... insomma
non mangio gelato o pizza per fare due esempi da cos' tanto tempo
perchè costano, loro cucinano male e secondo i loro gusti. Era
così prima e non è cambiato. In pratica non ho soldi miei
dopo tanti sacrifici, urlano perchè chiedo sempre qualcosa di
buono ma ingrassa e fa male, per loro tutto è nocivo... solo la
famiglia, le altre persone sono negative e tanto altro, forse non
capiresti... resta il fatto che con loro è ancora peggio. E non
ho scopi nella vita, non più. Con la malattia è come se
tutto si fosse fermato. Camminare è doloroso, vestirmi è
doloroso, stare a letto è doloroso, non ho soldi per niente e
pensa che una volta mi ero comprata le mie patatine al pomodoro
ondulate preferite, non le classiche, e mi hanno vista
mentre tornavano a casa. Litigi per una settimana perchè tutto
fa male e sono porcherie. Ed è come vegetare in un gel senza
uscita. Non cè niente che mi aiuti veramente, ma qualcosa come
modellare o guardare dei film fa qualcosa, ma è solo per
passare il tempo. Qui le persone sono molto, molto all'antica e vedono
le cose solo in bianco o nero, se vedi in altri modi sei sbagliato.
Sono dovuta restare qui dopo il diploma perchè volevano i figli
vicino a loro, no e mai fuori. Vicini e basta, la famiglia è
importante perchè le altre persone sono pericolose. QUindi sono
stanca, non ho amici perchè tra i miei che non vogliono altri in
casa, la mia malattia che mi impedisce tutto e che sono diversa...
vorrei solo uscirne."
"... che dovrei dire? nella mia carriera ho visto tanta sofferenza,
tanti mali in vari luoghi del mondo. E ho visto compagni ritrovare
qualcosa sposandosi o nei figli. Anche chi per qualche incidente
è rimasto paraplegico ha trovato forza nella famiglia. Ma se per
te non sono importanti... e poi cè la tua malattia..."
"Si, mi ha tolto tutto. Se prima i miei con il loroche
poi è ben altro, dopo è venuta pure la malattia. E ho
cercato con ogni mezzo di crearmi la mia vta, niente. Ed è
come essere bloccati. Quelle rare volte che esco è perchè
sono obbligata e dopo quelle patatine comprate in un negozio vicino
casa, dopo che avevo chiesto di farmi scendere prima, ho evitato. Loro
aggrediscono le persone con urla e discussioni dure e non vedono la
sofferenza. E io sono arrivata al limite. Se non avessi nulla me ne
sarei andata, ora è un altro modo di andarnese che spero...
l'antidolorifico sta facendo effetto ma durerà poco di nuovo e
l'ho assunto prima delle sei ore indicate. Ma non ce la faccio
più... e a volte penso a tutte quelle persone che per qualunque
motivo nella vita finiscono come me a dipendere dalla famiglia, e sono
bloccati in un'esistenza che non dà loro niente di quello che
desideravano, mi viene da piangere. Ogni cosa per me è dolorosa
o impossibile, non cè modo di mangiare qualcosa che non sia con
pochissimo sale e senza spezie che cucinano, che odio e non cè
nulla che io possa ottenere perchè ogni cosa deve essere fatta
come dicono loro. DAl prezzo di un oggetto all'orario per fare le cose.
QUindi appena torna il tuo aimco lasciatemi andare e nel caso
consideratemi una colpa del nemico. Pulito e semplice e non
sembrerà che l'abbia fatto io stessa. Odiano anche questo..."
alzandosi in piedi con fatica.
"Mi dispiace, davvero... ho conosciuto molti amici che avevano avuto
una vita dure per il luogo dove erano nati, con pregiudizi, convinzioni
religiose, modi di pensare... ma proibirti i cibi perchè dannosi
è davvero troppo... o le persone che ti evitano perchè
diversa..."
"Avrei voluto un tempo trovare persone che mi accettassero,
diversamente da quell, che vivono qui, trovare un luogo che avrei
considerato casa, il luogo dove dovevo essere... ma sono anni che
soffro per la malattia e non cè stata cura che abbia funzionato.
Sono stanca. Se loro fossero stati diversi, se avessi potuto godere
almeno ogni tanto di quello che desideravo, con qualcuno a cui volessi
bene... anche questa è un'altra cosa, però.... " con
sguardo triste "per questo prepariamoci per i tuoi amici e poi
lasciatemi andare... quello che loro non sarebbero mai capaci di
fare..."
Jd non rispose, la vide mettersi in piedi con varie smorfie e con
fatica e poi scoppiò un boato da far tremare i muri, urla e
rumori si spari provenienti dal priano superiore.
Piccola
nota: Ricordo che questi testi sono una storia scritta per un progetto,
o meglio concorso con premi e mi avevano spinta a partecipare. Sono
arrivata fino ad un certo punto che metterò, ma mi sono fermata
quando, leggendo questa bozza perchè è questo, anche se
la mia amica dice che merita almeno la pubblicazione, alcuni amici
hanno deciso che non era adatta e mi hanno fatto scrivere un'altra
cosa. Inutile dire che ho partecipato ma niente, è stato un paio
di anni fa ma questa è rimasta e non l'ho più toccata.
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Quasi un anno e nove mesi dopo
"i tuoi amici hanno problemi?"
"Mi auguro solo che siano abbastanza da non rischiare come me..." le rispose dopo un gemito.
"Ancora non capisco come siete riusciti voi due a farvi impallinare da
quei pazzi scatenati. Dovreste essere più preparati di quattro
scemi che si sono allenati qualche settimana in qualche buco per il
reclutamento, perchè vogliosi di aiutare i poveri paesi
schiavizzati... "
"Ok, capisco il tuo sarcasmo ma diciamo non era giornata...!" imbronciandosi.
"Aspetta..." disse lei ridacchiando mentre rimetteva tutto in borsa "mi
stai dicendo che ti hanno preso come un'anatra nel periodo della caccia
pechè non era una buona giornata? Di solito non prendete in giro
le donne per i momenti no?"
"Carino...!" con amarezza "però vedi, io sono adatto per il
lavoro secondario... da un angolo..." poi accorgendosi che lo guardava
malamente, come se credesse di essere presa in giro continuò "Ho
capito, ascolta. Ci sono persone che come hai detto tu, sono portate
per una cosa invece che un'altra. Io sono bravo con i fucili da
cecchino per esempio, con l'arco... sono bravo con occhio e
coordinazione. Ma la mia situazione attuale conferma che sono negato
nella squadra d'assalto..."
"Allora... perchè sei qui?
"Il nostro leader ha avuto un contratto e io sono dei Capitani, ha
messo noi tutti in questa missione per... già, per quale motivo?
Anche Alaric se lè chiesto. Di solito non siamo in prima linea."
"E quei tizi che dovevate prendere?"
"Ero ironico poco fa, certo che riguarda loro e i dati in mano loro"
"I dati?"
"Analizzare e comprendere cosa volessero è importante. Anche loro vogliono cambiare il mondo..."
"..."
Rimasero a fissarsi, lei cercava effettivamente di voler dire qualcosa ma scosse la testa e chiuse la borsa.
"Ok, non ti chiederò altro, meglio non saperlo. Decidiamo invece cosa dobbiamo fare perchè il tuo amico non torna"
"Aiutami ad alnzarmi, prima..."
"Sei rotto fino a questo punto?" sorridendo sorniona.
"Diciamo che ho un livello del dolore basso"
"la famosa soglia del dolore..."
Rimesso in piedi, si avvicinò con difficoltà al corridoio, ma sembrava non ci fosse nessuno.
"Che giornata del cavolo, ora qui non cè nessuno. Mi stanno prendendo in giro?"
"Tieni, e se ci avvicinassimo alla scala per controllare chi
arriva e nel caso fare qualche centro?" porgendogli il fucile e la
pistola.
"Non male, anche se senza un antidolorifico fa un male cane e il fucile non sarà facile da maneggiare"
"Non lagnarti, dai. Devi uscire di qui. Cerchiamo di fare qualcosa e non restare ad aspettare chi magari non arriva"
"Dame tornerà..."
"Forse... lo senti là sopra che casino?"
"Tu che dai forza e inciti me in questa situazione. Il colpo al casco
deve aver fatto parecchi danni, di solito le ferite non creano questo
effetto. E ancora adesso non capisco come tu abbia colpito senza
problemi quei tizi."
"Con una doppietta anche un ragazzino riuscirebbe a fare centro. E io
sono già bassa.... Di base fa tutto lei, basta premere il
grlletto e sapere del rinculo. Non è così difficile. Mi
chiedo tuttavia perchè armi così vecchie siano ancora
usate in queste situazioni"
"Perchè determinati paesi o commercianti d'armi riforniscono
queste brave persone... il problema maggiore però è
il prezzo, non trovare le armi. Comprano alcuni gioiellini di ultima
generazione ma conviene un gran numero di armi più vecchie come
quelle, o uzi o mitragliette semplice a poco. Quelle ci sono sempre e
sono ottime per tutti gli scemi che vogliono partecipare con ardore a
qualcosa che non capiscono veramente ma solo per il credo o per
scacciare paesi più forti.. E come dici tu è vero, basta
qualche settimana e sanno sparare, ma è diverso dall'avere
padronanza delle armi. I fucili per me sono facili ma è con un
buon fucile da cecchino che le cose cambiano"
Lei non rispose ma si vedeva che stava riflettendo. Si sistemò
la borsa sulla spalla, per poi ripensarci, tenendola in mano.
"Altra cosa..." le chiese guardandola "dopo che sarò tornato dagli altri, tu davvero..."
"Cortesemente, non essere come i buonisti e benpensanti che non
è giusto, è sacra..." facendo imitzioni in falsetto
"la gente non è empatica, non è capace di comprendere
un'altra persona neanche per sbaglio. Non sempre una persona che
si ritrova in una certa situazione può avere un lampo di
positività. Le vite e le storie sono tutte diverse dalle altre.
Come ho detto prima, se una persona si ritrova come me potrebbe
anche fare un sorriso come piace ai buonisti o psichiatri e pensare...
Non sempre è così. Si, ci sono persone che affrontano
momenti neri per cui la loro testa ha un blackout e tutto sembra
finito, ma sono davvero quelli e loro che avrebbero bisogno di
una mano tesa, per ritrovare un pò di luce. Ma le menti e le
vite di esempio dieci persone sono differentifra loro, pensa
miliardi di persone... unica e differente come le stelle in
cielo. Io non voglio figli in nessun modo, non credo nel
matrimonio e non voglio un fidanzato come tutte le altre. Avevo una
volta delle cose nella vita da voler fare, ma con la mia malattia
è fuori discussione, è una sofferenza anche riuscire a
prendere sonno... quale sarebbe la mia vita se continuassi ancora?
Sarò sempre sola perchè la gente ha grossi problemi, se
sei diversa è un fastidio perchè la gente vuole amici
senza problemi, come i genitori con figli facili da crescere. Affini,
per divertirsi, che siano in linea con cosa sono. Amici simili insomma.
E chi credevo amiche mi sfruttavano e basta, per poi finire a trattarmi
malissimo quando ho iniziato a star male, dicendo che cercavo solo
attenzione. Ecco le belle persone! Così come in famiglia, che
non credevano fossi malata e sono stata sola ad affrontare tutto,
finchè un medico non ha detto.
Che cosa sconvolgente nonostante gli anni prima a soffrire come una
scema. Quando ho potuto finalmente frequentare il poligono e fare delle
gare, ecco che iniziano i sintomi e pian piano mi ritrovo ad aessere
brava e con medaglie a non riuscire a tenere in mano neanche la
pistola, o stare in posizione per i dolori ovunque. E sono pure stata
presa in giro da questo ufficio l'ultima volta, perchè ho dolori
alle mani e mi è difficile usare i telefoni touch, non uso app
di comunicazione come tutti. Infatti non ho telefono... "
Mostrò le tasche dei jeans senza forma di cellulare e
continuò "l'ho lasciato a mio padre perchè tanto sarebbe
difficilee lo avrebbe fatto lui, ma è rimasto fuori...ed
è umiliante. E' vergognoso vedere ridere di scherno qualcuno
sapendo che tu sei in una situazione nera. E ancora oggi la gente che
mi incrocia, che siano parenti o conoscenti, mi chiedono se ho qualcuno
e quando mi sposo e figlio, come fosse doveroso e l'unica soluzione per
me per essere una donna nella società. Come credendo che i
figli, secondo loro, possano portarmi via la malattia. Tutto quello che
ho studiato con sacrificio e sudore, che non era per me, non vale
più perchè ridotta così, se non prendo come
poco fa qualcosa, non servo più! Dove sarebbe per una come me la
positività e vedermi invecchiare, aggiungendo tutto il
marcio della vecchiaia su tutto questo? Sentendo ogni giorno tutti
dirmi che dovrei buttarmi sopra il primo che passa, mi hanno anche
detto così... purchè mi sposi e sia donna. Io sono donna
solo con queste cose per la società ... e ovviamente se dico che
sono di genere neutro chissà che potrebbe accadere... cosa
cè di bello nella mia vita e vedermi un futuro unico e possibile
dove... dovrei di nuovo chinare la testa e fare cosa dicono gli altri,
pur di non soffrire dentro perchè non sono accettata come sono?
Finirò la mia vita in casa loro, con le loro regole e tutto
perchè non posso essere automona in molte cose! Prima non
potevo essere libera ma stare in famiglia, e adesso sono persa! La mia
vita fino alla mia morte sarebbe ingoiare medicinali, invecchiare
peggiorando la mia situazione, non avere considerazione da nessuno ma
sentirmi dire che cosa fare e come vivere la mia vita secondo loro.
Avere difficioltà a muovermi e non essere autonoma,
sapendo che ho speso gli anni importanti per accontentare gli altri. Ho
deciso per non vedere i loro volti delusi a fare cosa volevano e sono
io che sono finita nella melma, con il rimorso di non aver vissuto
nulla che mi rendesse felice, e ci fosse un buon ricordo dentro il mio
cuore. Se già adesso io sento rimpianto,diventando vecchia su
una sedia a rotelle sentirò nel cuore un enorme tormento
perchè nei momenti peggio a volte sono dovuta ricorrere a un
bastone!. Quell oche provo quando sento parlare o vedo di sfuggita le
persone che mi hanno fatto del male e vivono la loro vita, con il
sorriso, mi monta una rabbia cieca. Quando ero pronta ad aiutare
gli amici e pensavo mi volessero bene, non ho avuto poi nulla
quando ho avuto bisogno ed ero disperata, anzi sono stata pure
insultata e derisa con persone che non conosco amiche loro
perchè volevano determinate cose e non potevo, passando per
stronza. . Secondo te è giusta questa afflizione dell'animo che
sarà per sempre, mentre la gente intorno mi rimprovera
perchè non voglio andare con loro nelle loro vacanzine al mare o
altro? Soffro con qualunque sedia o poltrona ed peggio ore messa allo
stesso modo, ma non capiscono. Mi vogliono con loro per forza e devo
stare male tutto il giorno... ma sono ingrata!! Anche questo mi
è stato urlato, che non sorrido mai nelle feste con la famiglia,
nelle foto che devono farsi o quando siamo con nonni e zii. Non ho
pià la forza di... nulla, niente, vedo solo un'esistenza alla
giornata soffrendo ogni istante della malattia, solitudine e..."
Scosse il capo amaramente, voltandosi verso un punto lontano "E'
deprimente che pure la famosa famiglia, così tanto considerata,
sia delusa per un sorriso che non riesco a fare, vedendoli invece a
loro agio in cosa credono. Il problema è che non è
così per me, ma non cè empatia per me come invece
pretendono loro o per altri. Devo essere io a sorridere e fingere di
essere felice secondo loro per far star bene gli altri, nonostante la
mia condizione" riportando lo sguardo su di lui "fin da piccola mi sono
sempre sentita come un pesce fuor d'acqua con loro e volevo andarmente
per una vita mia, tra persone che fossero felici della mia presenza e
dell' affetto per loro, nel luogo dove dovevo essere. E invece
guarda..." urlando rabbiosa "l'antidolorifico sta già non
facendo più l'effetto maggiore, sento di nuovo tutto, l'ago
curvo mi ha aiutata e la ferita era profonda ma piccola, ci sono
riuscita ma sento ora le mani che fanno malissimo come se avessi
centinaia di colpi di coltello profondi, per non parlare del resto... a
casa ho persone che si lamentano sempre che io non ringrazio mai di
quello che ho, quando sarei stata felice di dare tutto a chi lo
meritasse e ne avesse bisogno. Secondo loro sono egosta quando la mia
vita l'ho spesa per farli felici e non sentir dire loro frasi comee
tanto, tanto altro... non ho fatto che ascoltare per tutta la vita le
persone che mi giudicavano e paragonavano come se dovessi essere tutti
copie conformi e non persone. Che sia giusto che se tu sei nell'inferno
per tutti i tuoi problemi, devi fare la persona felice a forza
per gli altri altrimenti o si offendono. Queste parole mi hanno rotto
il cuore sempre di più, sempre più in profondità e
così come la gente non è in grado di lasciare liberi e
lasciar andare, non capirà la mia sofferenza per
davvero... ma farà tutta l'erba un fascio come i
psichiatri. Ti catalogano ed etichettano secondo i loro libri e dicono
sempre le stesse cose. Vedi positivo che la vita da tanto. Il problema
è che non siamo tutti uguali e non vogliamo tutti le stesse
cose. I tipi di felicità sono diversi come i tanti tipi di
amore, ma sono così tante che vedono solo bianco o nero,
considerando come unico qualcosa ed è giusto questo. Io non
vorrò mai per come sono un matrimonio e figli, ma una vita che
mi appaghi e renda felice, tutti hanno difficoltà ma è
diverso da quello che ho io o chi perde un arto o resta bloccato a
letto, o a una poltrona elettronica a vita. Quelle persone normalmente
fanno fatica ad avere una vita che non sia affrontare ogni giorno,
sperando che ci sia qualcosa che gli faccia piacere. Sempre accuditi,
sempre con gente intorno che devono fare tutto al posto loro, senza
libertà o qualcosa che li renda davvero felici. Sono privati di
tante cose perchè devono vivere tantissimo. E lo dico
perchè ho visto in tv parecchi programmi e documentari con
queste persone, devastate e che sono in vita solo per le macchine. Il
problema è quante persone tra queste stanno vivendo una vita che
al momento della morte possono considerare con un sorriso? Io non ho un
giorno o un periodo felice, nel momento in cui io me ne andrò
non avrò un sorriso caloroso per un momento che mi scaldi il
cuore. Per la gente vita, vivere significa continuare a respirare e
andarnsene in modo naturale, ma per molte persone come me è solo
una sofferenza. Un peggioramento con gli anni che passano, visto che
peggioro sempre di più. E non posso prendere medicine come sto
facendo ora per restare in piedi, ma allo stesso tempo io rispetto ad
altri non ho modo, motivo o scopo per guardare avanti e pensare a un
futuro che mi aspetta. perchè non ce ne sono per me che
potrò avere o fare. Qui non ho nessuno che mi accetti per quello
che sono in ogni sfaccettatura, e finirei solo per non soffrire fino
alle lacrime come ora accontentando sempre tutti e rompendomi dentro
fino alla fine, come un incubo orrendo. E' questo che anche tu pensi
con il concetto di vita? Restare a respirare su una sedia o letto, con
medicine e aiuti chimici come possibile, fino a che la vecchiaia non mi
prenda? Purchè viva molto? Senza niente di felice?"
Jd respirò forte e chinò la testa, senza parlare.
"Guarda, anzi non voglio sapere niente. Ho sempre... sono
il tipo che considera pareri e modi di pensare degli altri ma è
diverso quando devi obbligare e premere per i tuoi modi di vedere le
cose, sulla vita degli altri. Non tutti accettano e vogliono continuare
una vita che non gli appartiene, che non è almeno soddisfacente
e... sono troppo stanca per tutto, quindi pensa solo a tornare a
casa" gli disse controllando il corridoio e facendogli cenno di
seguirla.
"Ho paura però di aprire la ferita..."
"Vieni, dammi un braccio, ti do una mano a camminare ma tieni almeno la pistola. Sei bravo hai detto a far centro, no?"
"Direi di si" camminando vicini con lei, che teneva attorno al collo il
suo braccio destro "comunque vuoi sapere cosa penso di quello che hai
detto?"
"..."
"Ok, forse dopo..."
Giunsero alla scala, e sentivano chiaramente scontri a fuoco e urla.
Fecero un giro nelle stanze adiacenti finchè lei non fece sedere
il ragazzo in un angolo.
"Resta qui, li farò venire da te. Hai qualche parola o modo di fargli capire che davvero eri con me e possono fidarsi?"
"Vuoi raggiungerli e portarli qui?"
"Tanto rischio qualcosa?" scherzosa
"NOn posso... anzi non voglio impedirti di fare come credi, ma fai attenzione"
"Quello che mi turba parecchio è che non hai altri modi per
comunicare con loro, nel caso il casco diventi come i giocattorli dei
bambini il giorno dopo natale. Possibile che non avete neanche un
walkie tolkie?"
"Teoricamente dovevano resistere maggiormente, a quanto pare hanno
proiettili nuovi o comunque diversi da quelli che hanno testato.
Jameson non ne sarà felice! E per essere più
specifici, ho qualcosa per comunicare con il Leader ma avvisa solamente
che è necessaria un'evaquazione forzata. Ossia mi vengono a
prendere in modo rapido in un luogo all'aperto"
"Capito, un mega pulsante megagalattico che se premuto urla
"cacchio-venitemi-a-prendere-me-la-sto-facendo-sotto- muovete-le
chiappe! e vengono con l'elicottero nero tipo swat. Meglio che
niente...."
"Ahahahah" lamentandosi poi dei dolori "più o meno, ma ricordati che bisogna raggiungere l'esterno"
"Ricevuto, vedremo di farlo. Allora, cè qualcosa che possa convincerli che sei con me?"
"... digli questo... Contraia, l'uomo dei dragunov è ko, seguitemi..."
Lei si fermò leggermnete turbata, con la bocca in una smorfia. "Spero non sia uno scherzo..."
"E' lunga, te lo spiegherò quando torni se cè tempo, ma capiranno..."
Con la doppietta si avviò malamente verso le scale ma Jd la
fermò, stringendo i denti. "Sei sicura di riuscire a reggere
finchè non li trovi? Non inizi a stare peggio?"
"L'effetto diminuisce e se sarà il caso userò l'ultimo ,
me la caverò altrimenti... qualche scemo là fuori
sarà così gentile da aiutarmi..."
"... perchè mi stai aiutando se per te era importante spingere qualche scemo a fare quello che vuoi? Facevi prima a..."
"Vuoi la verità?" voltandosi di nuovo verso di lui, mostrando
segni di disagio e poggiandoi sbuffando poggiando la schiena allo
stipite " se accetti la cruda verità, vedendo voi due agitarvi
come procioni beccati a rovistare nel bidone fuori casa. Mi avete fatto
pena, sopratutto l'altro... sembravate gattini contro dei pastori
tedeschi..."
"..."
"Mi spiace, ma volevi sapere la verità..."
"Ok, vai... non so ancora perchè sto mandando una civile al mio posto, ma sto troppo male..."
"te lo dirà il medico perchè, incrocia le dita che anche
i tuoi amici non siano gattini sperduti pronti a unghiare chiunque..."
Alaric
digrignava i denti per la frustrazione. Il gruppo con il secondo
agnello designato si era rifugiato nella parte posteriore con degli
ostaggi, resistendo. Avevano
eliminato un blocco di sei persone che cercava di accerchiarli tramite
le comunicazioni tra le varie stanze, riuscendo a non farsi
ferire. Eppure non riuscivano ad avanzare.
"
A, che facciamo? I civili continuano a piangere, li senti?" mentre
Alaric effettivamente continuava a sentirli, senza avanzare.
"Sta arrivando qualcuno secondo il termoscanner" il gruppetto si agitò.
Due
figure secondo lo schermo stavano muovendosi a destra, lo
scanner individuava anche avvighiati insienme da quanlche parte in
fondo una massa di corpi rossi e aranzio. Dovevano essere gli ostaggi
mentre le forme longinee alzate semoventi erano i membri della cellula.
Il
loro problema era che non si vedeva nessuno vicino le porte per
comprendere cosa avessero o altro, vedevano solo la forma tramite
calore dei loro corpi e dove erano posizionati in quel momento. Alaric
diede un vaffanculo alle tecnologie cieche come quella, poteva usare l
o scanner solo per individuare se cèra qualche forma di vita ma
non altro e si chiedeva a che serviva a questo punto quell'oggetto
costo se erano ciechi su altro. Controllò
lo scanner che teneva in mano Frederick, confrontando con cosa vedeva
dal corridoio, per capire come agire. Il corridoio apriva in varie
stanze, diviso a metà da uno spazio largo con un paio di
panche di legno di fronte le scale. Poi continuava fino alle stanze in
fondo, dove sicuramente erano barricati i topi che voleva stanare.
"Le due figure stanno arrivando, destra, sembra seconda stanza...."
"Arrendetevi stronzi... o vi sparo in fronte!" urlò qualcuno con voce roca davanti a loro.
"Venti metri, stanno vicino la porta e... oh, strano"
"Cosa, cosa!" urlò spazientito Alaric
"...
a volte il sensore sembra captare tre soggetti ma questo... sembra
lontano..." poi un fragore e del fumo iniziò a giungere davanti
a loro sempre più in alto.
"sono stati loro? Perchè usare fumogeni?"
" a me sembrava uno dei nostri, veramente"
"Come può essere uno dei nostri"
"J e D?"
"D poco fa ha comunicato con noi, ma non ho capito cosa diceva"
"E' strano che non comunichino più, A..."
"Taci, il fumogeno è ancora in funzion..."
Poi
degli spari nella loro direzione li fecero accovacciare dietro la
barrucata di fortuna con scrivanie e panche di legno. Alaric avrebbe
voluto avere almeno la metà della bravura di Jd nell'ideare
piani velocemente o aver la capacità del leader di sfruttare
stratagemmi, per cambiare le situazioni a proprio favore. Sempre agli
altri, pensò...
"Ci
avete lanciato dei fumogeni ma siete stupidi perchè noi siamo
qui, o vi arrendete o veniamo con le maniere cattive!" sbraitò
quello che cercava di beccarlicoprendo gli altri con gli ostaggi.
"Negavito" urlà Alaric, "liberate gli ostaggi o finirete come i vostri amici riversi qua fuori"
Un
altro fumogeno scoppiò più avanti, con altro fumo. Si
sentì imprecare e poi uno dei due si sporse con la mitraglietta
e sparò dei colpi verso di loro. Risposero al fuoco ma l'uomo
era già protetto dallo stipite della porta. Poi si vide l'arco
di qualcosa in volo e una molotov artigianale si infranse contro la
barricata, prendendo fuoco. Alaric pensò subito che se la
traiettoria fosse stata diversa sarebbe finita addosso a loro, o dopo
vari lanci il fuoco avrebbe finito per mangiarsi il legno o dargli
un impedimento visivo in favore degli stronzi dall'altro lato.
Evitavano di agire per paura di cosa sarebbe successo agli ostaggi,
presi solo perchè volevano i dati ed erano entrati in azione
troppo presto del loro arrivo. Almeno, Alaric pensava così.
Mentre
le fiamme erano ancora vive, l'uomo fece una corsa con scivolata verso
la port a di fronte a lui e riuscì ad arrivare dall'altro lato.
"B, coprici, evitate che ci giunga alle spalle. Voialtri occhi aperti per l'altro".
Il
termoscanner mostrava dove si trovavano ma ora erano in due posizioni
diverse, e Frederick doveva voltarsi a destra o a sinistra per seguire
uno o l'altro. Poi quello rimasto a destra sparò e si nascose,
sicuramente cercando di tenerli occupati mentre l'altro provava a
colpirli di sorpresa. Siete
davvero stupidi voi, pensò Alaric. Non temeva il fuoco addosso,
perchè quello che indossavano gli rideva in faccia,
proteggendoli, ma diverso sarebbe stato per il tempo dell'alcool che
bruciava comunque sopra, che li avrebbe resi cieci per le fiamme o
fumo. Ma erano protetti, era tranquillo su quello. L'uomo
a destra puntò per un terzo lancio di molotov, prendendo la
cima la barricata mentre alcool e fiamme chizzavano ovunque e poi,
prima che Alaric potesse dire di fare fuoco, sperando di beccarlo in
quella testa marcia, lo videro sussultare con la braccia
all'infuori come per alzarle per arrendersi, poi un colpo
forte e la testa dell'uomo schizzò vià sbattendo sul muro
poco dopo la porta di fronte. Rotolando un paio di volte con il collo
dilaniato.
Si
fermarono sconvolti e si sentì quasi urlato un "urca vacca,
manco Maria Antonietta..." e rimasero freddati dalla situazione. Alaric
aveva sentito chiaramente un fucile la seconda volta, ma non la prima.
Era accaduto mentre la bottiglia si rompeva? E lui non se ne era
accorto?Qualcosa sfrecciò ad arco verso la porta di fronte,
infrangendosi. Un lampo di luce e fumo comparve dalla porta a
sinistra, poi delle urla strazianti e l'uomo che tentava di colpirli
nel loro lato sinisto uscì urlando con un braccio e la zona
dell'orecchio coperto da fiamme. Cercava scuotendosi di fermare le
fiamme, cadde e a terra e si rotolò come un disperato. Alaric
non capiva, diede un colpo a Frederick per il termoscanner e a quanto
pareva un'altra sagoma rossa e arancio si notava a destra. Voleva
urlare che uscisse fuori ma fu anticipato, qualcosa
compariva lentamente a metà dello stipite, come a farsi vedere.
Era uno dei loro caschi e Alaric pensò che fosse Dame.
"D,
muoviti, dobbiamo..." ma la frase gli morì pian piano quando,
mostrando metà del davanti, il casco non fece degli scossoni
come sballottato e capicollò sbattendo varie volte per terra con
un rumore sordo, mentre una mano pallida si agitava come per prenderlo.
Si fermò vicino al corpo del tipo arrostito che ancora si
agitava, ma meno, mugolando. I membri del suo gruppò iniziarono
ad agitarsi.
"E' il casco" "è solo il casco..." " dove... " "A... " "che..."
"Zitti" Alaric sbraitò nei caschi fissando quello ruzzolato male a terra.
"Contraia" disse una voce a destra del corridoio "il vostro cecchino ha qualche problema, vorrebbe una manina..."
"A, è la stessa voce dopo che quel tizio ha perso la testa" disse Frederick "e deve essere la figura nel monitor"
"Esci fuori, subito"
"Un altro fumogeno e sono lì, mi manda Jd comunque, prima che abbiate la malsana idea di sparare"
Sfrecciò
per il corridoio un altro fumogeno, dallo scanner videro la figura
avvicinarsi, anticipata da una mano oltre lo stipite e la frase
"abbassate le armi, ho solo bisogno di parlarvi, Dame vi
confermerà"
"Dame?" chiese Alaric irrequeto "che diavolo è successo? CHi sei?"
Comparve
allora una ragazza, dal viso tirato e molto sudato, come se fosse
tornata da una maratona, col fiatone e dalla pelle chiarissima, vestita
con jeans e maglietta, capelli ricci lunghi legati in alto dalle tempie
dietro, e il resto sciolto. Teneva di fianco stretto ben saldo nelle
dita una doppietta e nell'altra, la sinistra, un fumogeno. Li
squadrò velocemente, aggrottando le sopracciglia in modo diverso
a ogni occhiata, poi chiese dove fosse Dame.
"è da te che voglio saperlo, come lo conosci e di cosa parlavi..."
Lei
si fece ancora più seria chinando poco la testa in basso e
guardandoli alzando gli occhi, li osservò di nuovo e disse un
semplice "no... se fosse qui vedrei una lepre terrorizzata col fucile
davanti al naso come un cieco". Sporse la testa verso la sinistra,
dietro il gruppetto, come se cercasse qualcosa poi tornò verso
Alaric, l'unico in piedi e che sembrasse il capo dai modi di fare.
Sospirò abbandonandosi con un piccolo tonfo allo stipite della
porta con una spalla, trasalì lievemente con un broncio e un
"accidenti". Si massaggiò la spalla ma si riappoggiò,
mettendo da parte il fumogeno.
"Senti,
è chiaro che quell'incapace terrorizzato anche da se stesso non
è qui, e la cosa non mi piace. Ho uno dei vostri, Jd, che
è messo male e ha bisogno di qualcuno che lo prenda e lo porti
fuori..." accompagnando il senso con l'indice e il pollice come a
prendere qualcosa e posarlo in un punto immaginario " almeno, devo dire
che voi siete più seri e dall'apparenza militari di quei due,
però se posso... " prendendo di nuovo il fumogeno non attivo e
buttandolo verso uno degli uomini che lo prese al volo "sarebbe meglio
controllare la scala, togliere eventuali borse con oggetti pericolosi
per voi stessi e avanzare. Stando qui a tre metri da dove si nascondono
in stallo, per me è una perdita di tempo. Capisco gli ostaggi
ma, e questi non me ne vogliano, se questi tizi sono pericolosi, meglio
metterli a cuccia, anche con qualche rischio civile piuttosto di
rischiare di perderli e peggiorare le cose..."
"Quale borsa?"
"Oh,
di tutto il discorso pensi alla borsa..W inclinando la testa verso
destra guardandolo fisso "... cè una borsa che richiama la
vostra tuta abbandonata e aperta. E' da lì che ho preso i
fumogeni, e ho trovato anche cose interessanti, come un teaser..."
uscendolo dalla tasca posteriore e facendolo scoppiettare "è
pericoloso, dico io, per questo inizio a pensare che neanche voi siete
così professionali.." con delusione.
"No, ti ho chiesto della borsa perchè avevo lasciato un mio uomo là di vedetta"
"Non
cèra nessuno, sono salita con attenzione e ho trovato la borsa
da sola, aperta... quindi sono due che mancano, andiamo bene..." con
una smorfia
"Tu chi sei..."
"Sei
A, vero? Sono una degli ostaggi che si è rotta le scatole di
sentire urlare con armi puntate contro e ha fatto scappare gli altri.
Ho trovato Jd e Dame perchè loro avevano attirato l'attenzione
di quegli idioti e ne ho atterrato uno con un colpo sul coppino.
Purtroppo per voi, era uno di quelli che cercavate. Jd però
è rimasto ferito e Dame doveva cercarvi per aiutarvi e tornare
dall'amico, ma vedo che non cè e manca un tizio..."
"Che vuoi dire che lo hai atterrato?"
"...morto,
defunto, andato... è stato forse un incidente, io volevo
colpirlo con una cosa che cèra sulla scrivania direttamente sul
nido di capelli che aveva in cima, era un ottimo bersaglio, ma ha
abbassato la testa e per sbaglio è caduto dopo un secondo... di
naso. Anche se fosse vivo non so se è possibile recuperarlo,
comunque quelli con me di sotto sono scappati dalla finestra. Jd aveva
il casco andato, non poteva chiamarvi, anzi è proprio quello..."
indicando il casco che prima le era scappato di mano finendo vicino al
morto "e Dame aveva detto che correva da voi per poi portarvi da Jd...
insomma peggio di una soap opera, ma a quanto pare si è perso...
vorrei quindi, se per te va bene, tornare da Jd e portartelo qui se
riesco, tanto siete fermi da no nso quanto tempo ad aspettare loro...
Si
spostò verso l'altro stipite, poggiandovisi con la schiena, per
osservare oltre le scale da dove era venuta e le stanze in fondo.
Osservava ogni angolo seria e senza dire niente.
"Stai
giù o ti prenderanno..." urlò uno di loro ma lei sorrise
con un angolo della bocca e si voltò verso di loro. Li osservava
come se vedesse qualcuno che la faceva ridere e la sua faccia sembrava
dire "ma dove dovete andare". Alla fine guardò di nuovo quello
che doveva essere Alaric, visto che le visiere non permettevano di
capire.
"Non
avete i comunicatori nei caschi? Non dovresti chiedere a chiunque nella
tua linea se hanno visto Dame e quel tizio sulle scale?"
Alaric
restò a fissarla, era contrariato dentro di se perchè
quella ragazza comune sembrava prenderli in giro. Non era bellissima
ne una che diresti "bella" con enfasi, appariva banale...
eppure in mezzo alle gente, che fossero uomini o donne, si notava per
quel qualcosa quando si muoveva e guardava. Aveva due occhi grandi
castani che ti guardavano come se fossi uno qualunque senza
importanza, a volte una delusione o disgusto comparivano e
mutavano in altro. Quando sembrava pensare o valutare, posava i suoi
occhi sul soggetto, fissavano dritto negli occhi senza paura o
altro sentimento da farle voltare lo sguardo. Il taglio degli
occhi rendevano lo sguardo profondo e duro, pungente e arrabbiato,
anche dal trucco che sembrava leggero. Quella linea o codina corta di
eyeliner aumentava l'effetto, poco ombretto azzurro e blu scuro sfumato
che risaltava forma e colore degli occhi. Il naso sembrava un
pò grosso ma era addolcito da rotondità come a patata e
la punta, che svettava in alto formando un arco, spezzato lievemente
dall'osso nasale. Le labbra non erano grosse, il labbro inferiore
più corposo di quello superiore e poco più largo del naso
faceva capire che non erano sottili ma neanche carnose, formando come
un cuore. Davano un aspetto particolare allo sguardo duro, se non
sorrideva con un angolo all'insù, un sorriso divertito ma non
arrivava agli occhi ma sembrava di scherno. Per il resto sembrava quasi
che la linea della bocca scendesse ai due lati all'ingiù,
mostrando il centro della bocca a cuore maggiormente, come le
vecchie bambole di sua nonna. Sembrava una bambola imbronciata,
pesò Alaric, e il mento sembrava all'insù anche quello,
come se seguisse il naso se si guardava di tre quarti, ma era poco
pronunciato e dava un aspetto meno ovale al volto. I riccioli castani
lunghi oltre le spalle aumentavano l'effetto che richiamava nella sua
mente di bambino sulle bambole che sua nonna teneva. Che lo
inquetavano, un rivolo di ghiaccio sulla schiena lo faceva rizzare di
terrore nelle stanze dove fissavano come a seguirlo, lui e chi vi
entrava. Erano belle, di tipo ricercato e pregiato, ma terrificanti e
inquetanti allo stesso tempo e lui riprovava quelle sensazioni. Eppure
non era bella come tutte le ragazze che vedeva in giro in licenza o sui
social, dalle tremila foto che si facevano, ma gli facevano venire in
mente la frase "un volto antico", come quei quadri ottocenteschi,
anche per i capelli con le ciocche alzate ai lati.
Poi ricordò dove aveva visto un viso simile oltre le bambole di
sua nonna. Armandello, l'italiano o ex italiano, che si era abituato a
quel nomignolo del suo nome amava vedere con i figli quei film per
bambini e portarseli per rivederli e ricordare i momenti con loro. E a
volte obbligava dietro pacchi di birre e drink a chi li vedeva con lui,
a sorbirsi ore di quell'intrattenimento che per lui era per bambini.
Punto. NOn capiva come l'amico di amasse, li rivedesse tante volte e a
volte sembrava piangere di commozione. Lui accettava solo perchè
non gli andava di faticare e per il beveraggio gratis, e stava
lì a scocciarsi anche a volte rideva per certe scene. E
vedendola ricordò. Quel film su tarzan, quello spigoloso che
definivano un classico disney che lui trovava assurdo per come
skeitbordava sui rami come se non avesse piedi umani. E ricordò
la scena, quando adulto Tarzan torna nella casa dei genitori e vede il
ritratto, con la cornice in legno. La donna, la madre, sembrava simile
alla ragazza, solo con abiti modermi. E sudò freddo mentre lei
lo squadrava muovendo le sopracciglia in pensieri muti..
Ogni occhiata accigliata che dava a qualcunqe persona o cosa, sembrava
che avesse tante rotelle in funzione la situazione della somiglianza
con le bambole e quel disegno dei genitori di tarzan gli venne un senso
di odio. La odiava. La
vide di colpo accigliarsi maggiormente, quelle sopracciglia non spesse
ma presenti lievemente ad ala di gabbiano, come si chiamavano, come se
di base le avesse avute rotonde ma si era cercato di farle più
moderne senza essere artificiali. Anzi sapeva dalle donne che
frequentava, che le tagliavano in forme squadrate che lui odiava, le
vedeva se erano tagliate, ma non quelle della ragazza. Erano solo
modellate togliendo l'eccesso senza stravolgerle troppo. Si vedeva
dalla parte superiore che non erano ad ala naturale ma portate senza
eccessi e lunghe natuali. E poi la sentì e vide dal viso
arrabbiata e spazientata. E le chiese cosa avesse detto.
"Sentite,
non so chi siete ma è chiaro che dovete prendere a calci quei
tizi là e ho cose da fare. Me ne torno al piano inferiore a
vedere Jd e cercare quell'altro della borsa che..."
"Ferma,
dove vai" urlò Alaric di colpo "sei un'ostaggio e dobbiamo
portarti al sicuro..." ma lei si voltà mostrando tre quarti di
un viso offesso e scocciato, sembrava che pensasse "stai scherzando".
Fissandolo dalla testa ai piedicon gli occhi perplessi, le labbra in
fuori in un broncio color porpora chiaro, sembrava a lui, dato dal
rossetto. Inclinò la testa di lato studiandolo.
"Forse
non ti è chiara la questione. Sembrate dei bambini dell'asilo
dopo aver ideato un piano per rubare la torta alla mamma, ergo sembrate
degli incapaci anche se Jd continua a dire che è solo la
giornata ad esser storta. Per sbaglio ho mandato a giocare a calcio con
i suoi santi e peccatori uno dei tizi che volevate vivo, mi scuso, e ho
eliminato due sotto e uno qua poco fa. Perchè pericolosi- Anzi,
non so come ma forse ho avvicinato troppo le canne al collo, anche loro
sono incapaci a quanto pare che non sentono o controllano alle spalle,
ed è volata la testa. Mi spiace di nuovo, anche se non a
me, visto che ferivano e uccidevano senza rimorso gente
innocente. Ma visto che avete comunicatori e ogni cosa tecnologica, e
vi comportate invece da scarafaggi terrorizzati davanti lo spray
nebulizzato, è chiaro che non finirà bene. E ho cose da
fare che stare in un angolo mentre voi giocate a guardia e ladri.
QUindi se permetti..." con la mano sinistra con il dorso
parallelo al pavimento verso l'altra porta della stanza "... io andrei
sotto e vi porto Jd. Nel mentre, chiama chiunque sia il capo della
combriccola e digli che state facendo schifo... buon lavoro.."
andandosene dop un cenno del capo con un angolo della bocca alzato.
"Ma... la lasciamo andare? E s elo avesse ucciso lei, Gordon? E se..."
"Taci"
urlò Alaric via comunicatore all'uomo che chiese cosa fare "non
ho tempo da perdere con ragazzine isteriche. Dobbiamo prendere quel
tizio, se è vero che l'altro è morto, procediamo e
sistemiamo le cose. Mi sono stufato..." sbraitò, ma in
verità era corroso di rabbia dentro. Non capiva se era
l'espressione della ragazza, il suo modo di fare, le sensazioni che gli
dava, o il chiaro definire lui e gli altri come incapaci, mentre
lei aveva eliminato se con fortuna o meno, quattro persone, salendo e
scendendo tranquillamente scale come se fosse a un party. Ed era una
civile. Non gli quadrava. Digrignò i denti e ordinò di
avanzare con i lacrimogeni in loro dotazione e armi pronte.
Jd
dopo un tempo che non sapeva comprendere per il dolore, la stanchezza e
la voglia di qualcosa che non gli facesse venir voglia di urlare dalla
frustrazione, la rivide tornare. Era incavolata, parecchio sia
dall'espressione e dalla bocca, ma anche dal modo di fare. Aveva notato
che quando era tesa e nervosa, i suoi comportamenti erano rapidi come
raffazzonati per la rabbia, ove poteva, e duri. Inoltre sudava
parecchio, aveva la fronte imperlata di sudore, faceva smorfie a ogni
gesto e ansimava aprecchio e aveva problemi a chianarsi e rimettersi
dritta.
"I
tuoi amici, perdona se lo dico, sono incapaci sempre, o solo oggi avete
un attacco collettivo di incapacità e supidaggine?"
"Cosa è successo" chiese lui chiudendo gli occhi stanco, anche se non voleva realmente saperlo.
"Lascia
stare... su alzati, ti porto da loro. E' chiaro che perfino i militari
di una cittadina come questa sono visivamente pronti e capaci di voi...
senza offesa"
"ti sorprenderà, ma noi realmente abbiamo alle spalle anni di addestramenti, missioni e professionalità..."
"a come parli, sembra di sentire più un gruppo di venditori porta a porta che militari..."
"Ridi"
vedendola con un sopracciglio alzato e un angolo della bocca in un
sorrisino "ma non hai idea di cosa ho visto e da cosa sono
sopravvissuto..."
"Ah,
siete come i falsi magri... quando dicono che non si ha idea di quanti
sacrifici e lotta dentro i camerini con i capi stretti..."
"Ehi, sono serio...!" ridendo
"Anche io, e parlo per esperienza..." con un gesto del viso, come un cenno del capo per dire che capiva.
"Davvero...?"
squdrandola ma lei gli diede un leggero ceffone al capo e poi gli mise
tra le braccia la sua roba. Jd si impallò mentre cercava di
stringere l'arma, le cinture cosciali con le sacche per
l'equipaggiamento e quelle da torso che si era tolto per sedersi
più tranquillo. In più lei gli gettò in grembo
anche la sua borsa che non era leggera. Era di jeans grande e larga.
"perdonami,
ma dentro ci sono gli ocggetti che possono ancora servirci e che ho
già usato su dite, più alcuni che ho comprato per
lavorare l'argilla... li ho pagati..." alzando le spalle " e poi
è anche leggera in senso lato, ho finito gli antidolorifici e ne
vorrei uno subito..." respirando faticosamente con la bocca, incapace
di rialzarsi dalle ginocchia.
"Le tre che hai preso hanno giù finito l'effetto?"
"Già,
sono passate tre ore..? e ne ho prese tre... e se riuscirò
a portati su sarà già un traguardo. Dai muoviti..."
"Aspetta..."
di colpo, come sconsapovole di qualcosa "hai detto che sei andata
al piano di sopra, hai parlato con loro e sei tornata? Senza rischi?
Senza qualcuno che ti sparava?
"Purtroppo no " con una smorfia delusa, mostrando labbra pià
piene "sono tutti nascosti delle stanze infondo, si sentono rumore e
voci ma non cercano un confronto. Per questo sono fermi e con alcuni
lacrimogeni ho nascosto i miei movimenti..." alnzando le spalle.
"E' assurdo, significa che stanno davvero cercando a ogni costo quelle
informazioni? E..." scostandole le mani che dovevano aiutarlo e
guardandola negli occhi" e hai hai davvero intenzione di..."
Lasciò
il senso a disperdersi senza terminare la frase e si fissarono per un
pò. Lei tremava per lo sforzo di stare in piedi, leggermente
chianata in avanti per aiutarlo, poi chiuse gli occhi con molta
lentezza, sospirando. Allungò di nuovo la mano per farlo tirare
su, incitandolo con un gesto del braccio, e quando lui si rialzò
con accortezza, ansimando anche lui, si voltò a guardarlo
serissima.
"Ne
tu ne gli altri siete me, avete la mia testa, il mio modo di vedere le
cose e accettarle... nessuno è me e nessuno può capire
infondo e veramente cosa provo, cosa avverto di perso e peggio, il
niente che vedo in quello che tutti invece chiamerebbero futuro. Non si
comprende mai qualcuno, la sua situazione e il perchè di quello
che dice e desidera se non ha avuto un'esperienza simile. Simile, nel
senso che capisce la mia situazione fino a un certo punto perchè
similare, ma non può comprendere tutto. Non potrà mai
accettare e vedere con chiarezza quello che ho dentro, che mi rosicchia
e devasta ..."toccandosi il petto con il palmo della mano sinistra.
"molti usano la pietà e le solite frasi fatte di compassione, ma
non hanno davvero mai avuto tutta la mia esperienza e la mia mente. Se
alcuni riescono ad andare avanti pensando che tanto avranno almeno
moglie o marito e figli, e per loro è un senso di vita, per
altri lo è continuare cosa amavano in altri modi come le persone
paraplegiche o con varie patologie. Ma riescono comunque grazie alla
tecnologia. INun modo o nell'altro questi riescono ad amare la vita
amando cosa li rende vivi" la tecnologia attuale può far
camminare, danzare, praticare tantissimi sport a chi ha perso l'uso di
arti o non può muoverli, e sono felice per loro. Ma poi ci osno
quelli come me che, a causa del tipo di malattia, è impossibile
fare qualcosa perchè non hanno perso una parte di corpo, ma
è come se questi gli si rivoltasse contro, oltre il dolore la
sofferenza che già si ha. Quello che ho fatto fino ad ora
è stato possibile con gli antidolorifici e più tempo
perso per muovermi. Anche quest'arma mi ha massacrato la spalla, eppure
anche solo impungnadola mi ha richiamato alla mente quanto ero felice
al poligono e cosa mi davano concentrazione e unione, con l'arma e il
risultato. Anche se preferisco le armi bianche, principalmente il Bo e
i Sai, ho optato per il poligono perchè da noi non cèra
nessuno che li insegnasse oltre il karate. Solo karate... ed è
già stato difficile isscrivermi al poligono e andarci... non hai
idea quanto ho pianto e ho sofferto nelle discussioni con i miei,
perchè per loro non era una buona idea. Già, nessuno
può capire, comprendere veramente fino in fondo il... e poi il
domani. Il domani o futuro per me è solo buttar giù
pillole che fanno poco effetto e star malissimo dopo una piccola
camminata, pensa nel vestirmi o altro... e se ti stai domandando come
faccio a sopportare il dolore in questi momenti è perchè
qualcosa mi porta a una ferrea speranza, la speranza di veder finire
tutto in un modo in cui io non sia la principale... che non sia fatto
con le mie mani.. per avere tutti ancora a pensar male di me."
fissandosi le mani. "vorrei buttarmi da qualche parte e dormire, se non
fosse che cerco di autorilassarmi con la visualizzazone, e non avessi
quel desiderio...
"Quindi..."
"Quindi
Jd, non mi importa cosa tu o i tuoi amici pensate, ma devo trovare un
pò di pace. Vivere con genitori, fratelli e nonni e vedere
sempre le loro facce deluse, che riflettono cosa sono ora ,lo star
malissimo dopo esser riuscita a scendere dal letto dopo i dolori di per
esser rimasta distesa, la giornata dove ogni cosa è un dolore...
tutto quello che ho sopportato per gli altri e a causa degli altri, e
ora dopo aver perso ogni speranza, ogni cosa che io potessi avere dalla
mia vita, voglio solo pace... sono stanca di sentirmi dire che devo
sposarmi e fare figli perchè è il destino di una donna,
me lo ripetono, suggeriscono, sussurrano tra loro sapendo che ascolto
come se fosse la verità della vita... quando non è la
mia. Ho seguito cosa loro volevano, dalla musica ai corsi di
parruccheria perchè per loro erano sbocchi lavorativi facili e
danarosi per l'inizio, fino all'università perchè
l'avvocato mangia tanto e ha un posto in società... ma guardami,
io non sono questo... tutto quello che volevo fare lo lasciavo in un
angolino di me per quando sarei riuscita a scappare di casa, con la
scusa dell'università, ma hanno premuto per giursprudenza
proprio qui perchè i figli non devono lasciare i genitori.
Volevano che io restassi a ogni costo e sono incatenata così e
non cè verso di uscirne, grazie alla mia malattia... E
alla fine non ho potuto fare altro che chinare la testa, ho avuto la
malattia e sono trattata male ancora ora cmonme se fossi una persona
irriconescente e fastidiosa quando soffro per cosa non sono e non ho!
Dicono di fare ogni cosa per amore dei figli ma non vedono e sentono il
mi o dolore.. Musica e i corsi... ho fatto quello che volevano
perchè non dicessero più che gli altri erano meglio di
me, per essere accettata come lo erano a occhi chiusi gli altri.
Volevo quegli stessi sguardi che puntavano sugli altri su di me,
e ora cosa ho... cosa ho!?!"
Jd
restò a fissarla mentre lei sputava il suo dolore, sopratutto
nell'ultima frase. Era visibilmente stanca, tremava per lo sforzo fatto
e i suoi occhi mostravano tutto il suo dolore, nonstante fosse
accigliata per la rabbia. In certi momenti era come se il suo sguardo,
parlando di certe cose, fosse perso in qualche posto e spento, per
tornare come vivo in altri. Era come perduta per metà in un post
e ancora bruciante di vita per l'altra metà. La vide
prendere la doppietta e allungare un braccio mentre, di nuovo sopra di
loro, si sentivano colpi e urla.
"Te
lo chiederei, non ho problemi a farlo... una cosa veloce con l'arma di
uno di quegli scemi, come se fossero stati loro. Ma non riesco a
chiederlo a te... quindi l'unico mio modo di scappare da questa vita di
catene dalla malattia e famiglia, perchè con la scusa del
buonismo non mi lasceranno mai andare, come non lo hanno fatto quando
non ero malata, è andare fino al terrazzo sperando che qualcuno
là sopra mi scambi per voi. Tutto finito... io non
resterò a peggiorare in una sedia o in un letto, quando sto
peggio, con loro che vedono solo una delusione, che non mi hanno mai
ascoltata ne hanno visto davvero le cose... non sanno neanche cosa mi
piace e non chiedono mai "perchè pensi questo o credi in
quello"... se non sei religiosa sei sbagliata, se non ti sposi qualcosa
non va, se non vuoi figli ha qualche problema... io sono
considearata come parecchie delle altre che per loro la vita
è nascere, arrivare alla maggiore età, sposarsi per
sistemarsi.. oh, quanto odio questo termine che usano tutti, e fare
figli... non l'ho mai voluto e non li voglio in nessun caso, non sono
adatta a queste cose e l'unico che .. bhe, lui l'h mandato a quel paese
perchè voleva qualcosa che io non potevo e volevo darglie dopo
l'ennesimo "tu non sei come le altre" sono tornata ada essere sola. La
gente crede che sia io ad aver problemi, non arriva a capire che ci
sono persone diverse quanto diverse sono le specie di fiori
esistenti... la società vuole invece tutti simili e io no
nriesco... " scuotendo il capo con sguardo terrorizzato.
"E che succede se ti colpiscono non subito e..."
"Tra un'agonia di anni e quella di molto meno tempo, preferisco la seconda"
"Io
vado avanti per cosa la vita mi offre ogni giorno, a volte sono
giornate come questa, altre davvero belle. NOn ho i tuoi problemi, sono
contento di stare dove vivo con gli altri, il lavoro mi piace e posso
dirmi soddisfatto fin da ora. Certo, noi viviamo in un modo un
pò particolare ma non me ne lamento, anche se non dovessi
trovare la donna adatta a me ma una accettabile, non ne sarei triste
perchè tutto il resto mi ha dato qualcosa di bello. QUindi posso
cercare di capire il tuo... niente? Siamo troppo diversi e le nostre
vite altrettanto, e non riesco a immaginare cosa tu abbia vissuto e
sofferto per decidere questo, ma da quello che vedo non sei una persona
isterica in un momento no, che è solo caduta e può
rialzarsi con una mano tesa... se davvero non riesci a stare in nessun
modo allora sono felice di aiutarti, se questo rende felice te. Se le
cose erano diverse, se capivo che era solo un momento nero ma
risolvibile, sarei stato contrario, ma capisco..."
Si
girò a guardarla dopo aver sistemato il suo braccio intorno al
suo collo e la vide stringere i denti e incupire lo sguardo. Era di
nuovo come spento e distante, e si chiese se fosse per le sue parole,
solo la malattia o entrambi. Ma poi lei fece un cenno con la testa e
capì che anche se la malattia la divorava e lo stava
aiutando soffrendo maggiormente, era triste per la sua vita.
"Andiamo
ti porto da loro, o non ne usciamo più. Abbiamo perso tantissimo
tempo e sono sicura che non si sono mossi molto. Saranno ancora
là..." ma si fermò di colpo.
Stretti
fianco a fianco, una che teneva il braccio dell'altro intorno al collo
ad ascoltare. Sembrava che un branco di mucche stesse assaltando il
posto. Prima udirono al loro livello dei boati ritmati e poi una
valanga da sopra fiondare verso di loro. Lia cercò di nascondere
Jd dietro la scrivania di nuovo, ora il frastuono come vari colpi di
pallone pesante sul cemento si fecero chiari. Rischiò di cadere
per il dolore a un ginocchio e finì bocconi a terra, aiutata da
Jd che le diceva di calmarsi e respirare profondamente, mentre lei
andsimava con occhi sbarrati. Un certo numero di persone che correva,
questo avevano avvertito. Jd le disse di nascondersi perchè
nelle sue condizioni era impossibile far qualcosa, dopo un attimo di
incertezza come se valutasse qualcosa, decise di mettersi in
ginocchio al suo fianco. Cadde però di sedere con un tonfo,
facendo un gemito lungo per il dolore e con molta sofferenza si
tirò contro la schiena di Jd. Uno scrutava da dietro la
scrivania da un lato, lei dall'altra. Armi pronte. Ma Jd che era teso e
fermo si agitò di colpo, attirando l'attenzione di lei che si
voltò solo con la testa con un gorgoglio, chiedendo cosa
accadesse.
"Ci siamo..."
"Cosa... Jd che succede"
"Ho riconosciuto la sua voce..."
Ma
lei non riuscì a chidere di chi che un gruppo di persone apparve
dalla porta dalla quale guardavano. Alcuni uomini abbigliati come Jd
spostarono le armi da un lato all'altro del corridoio avanzando, anche
verso la stanza dove si trovavano. E qualcuno di loro li vide.
Jdriuscì a spostare la testa in fretta prima che un paio di
pallottole la colpisse, finendo invece per conficcarsi spandendo
polvere nel muro, davanti a loro.
"Incapaci
anche in questo.. perfino un corgie riuscirebbe a fare un salsicciotto
col didietro dentro un buco di un campo da golf, ma loro...."
sbottò lei fssando le pallottole che avevano scavato dei buchi
slabbrati nel color giallo paglierino della stanza, con la bocca in una
smorfia disgustata.
Jd
scoppiò a ridere a crepapelle, gli cadde anche l'arma di mano
incapace di riacchiapparla per le lacrime agli occhi. E lei lo fissava
offesa. Cosa cèra da ridere, si chiese, mentre i suoi amici
frementi di sforacchiare gente, li facevano fuori? Voleva quello, ma
non per sbaglio dal fuoco amico, pensò. Seriamente non
cèra uno che si salvava, si domandava scuotendo il ragazzo che
rideva e rideva, passandosi la mano sinistra sulla fronte no nriuscendo
a guardarla.
"Jd, tutto ok?"
I
due si fermarono, un pò di più lui, quando qualcuno fece
il nome del ragazzo. Poi questi rispose ridendo, dicendo che andava
tutto bene ma voleva sapere chi erano i due che avevano sparato, che
poi li avrebbe puniti per bene per avergli quasi fatto un taglio basso.
"Aiutami
ad alzarmi se riesci, ora mi brucia da morire..." le chiese e lei prima
si alzò in ginocchio goffamente, poi fece da sostegno
finchè questi non fu quasi in piedi.
"Ricordami quali apprezzamenti hai fatto al tuo gruppo, perchè ancora stento a capire in cosa siete bravi..."
"Ragazza di poca fede..."
"no, neutra con considerazioni oggettive..."
Rise
ancora, quando si rimisero davvero in piedi con fatica, si voltarono
verso la porta dove un uomo li fissava. Jd iniziò a camminare
lentamente tenendosi il fianco verso di lui, salutandolo. Lia lo
seguì, non riluttante ma guardinga, con la doppietta in mano.
Nel corridoio, lei si appoggiò sbuffando al muro con la schiena,
ossercanvo Jd e quell'uomo, con una tuta diversa ma simile e
l'aria composta e quasi regale. Non riusciva a capire ma sentiva come a
pelle qualcosa di brutto su quell'uomo. Mentre quei due parlavano lei
si intromise a disse a Jd che lei andava. Non voleva perdere altro
tempo.
"Vero,
dice che ci sono persone sul tetto..." disse immediamente Jd a
quell'uomo, che portò la sua attenzione su di lei. Sembrava
riflettere ma lei iniziava a stare peggio e disse che non poteva
più stare. A quel punto Jd comprese e le chiese di aspettare con
un gesto, poi allungò il collo verso uno degli altri e disse
qualcosa. Si voltò verso di lei dopo che aveva ricevuto un
oggetto e lo allungò a Lia.
"Usa questo, dovrebbe aiutarti..."
Vedendola
incerta e ferma a fissare l'oggetto, le disse che era un antidolorico
che producevano loro e sicuro, pratico nell'uso anche con una mano
perchè simile alla penna dei diabetici. "Basta che lo premi
sulla coscia o su un braccio, bottone in cima ed è fatto" disse
sorridendo. Lei però fissava lui, l'uomo e l'oggetto. Non sapeva
se fidarsi o meno, poteva essere qualunque cosa ma iniziò a
sentire le gambe tremare da sole per il dolore e lo sforzo, la schiena
e le spalle urlare dolore da farle venire una nausea pazzesca, come le
capitava sempre, e alla fine lo prese, mostrando con l'espressione il
suo tentennamento. Lo poggiò sul braccio sinistro e, premuto lo
stantuffo, un ago la punse leggermente e le iniettò il
contenuto. Anche un ago le provocava ramificazione di dolore, che a
volte duravano anche un quarto d'ora, e sentiva dentro la testa come
una palla pulsante. Non era emicrania, era tutto il dolore del corpo
che correva al cervello e la faceva stare peggio. Doveva andare, se
peggiorava sapeva di finire con nausea così forte da voler
rimettere, le costole come prese a pugnate e sentiva già come
pietre dure sotto i piedi. L'effetto dell'antidolorifo stava finendo,
non sapeva quale dei tre ma se stava peggio, erano finiti tutti.
"Ok,
grazie, ora vado" rispose con un gesto della testa e ciondolando un
pò per voltarsi e andare. I muscoli delle gambe sembravano
come pieni di tagli aperti lunghi e profondi, questo sentiva sia a ogni
passo che ferma, e doveva calmarsi e fare un pò di
autorilassalmento, come era necessario fare di solito per reggere il
dolore. Voleva farlo mentre saliva le scale fino al tetto, stringedo
l'arma ma senza portarsi la borsa. Alla fine non le serviva,
pensò. Jd le chiedeva di non farlo, ma lei lo salutò di
spalle con due dita e si avviò. Le sembrava strano che
nessun altro le dicesse niente e mentre avanzava, si voltò un
attimo mentre si appoggiava al muro per predenre fiato, e vide Jd
discutere con quell'uomo. Ma non le importava e andò verso il
tetto. Nessuno la seguiva e sentiva voci man mano che affrontava ogni
singolo gradino, reggendosi al corrimano con molta forza delle braccia,
ogni piede doleva come se stesse su un acciottolato durissimo, questo
sentiva sotto i piedi.
Restò ferma ai piedi della scala ansimando, guarò verso
l'alto e poi si voltò verso Jd, che discuteva con quell'uomo.
Iniziò a salire, doppietta lunga al suo fianco, usandola a volte
come puntello per non cadere a causa del ginocchio che urlava peggio
dell'altro.
E poi arrivata al piano superiore udiva in fondo voci e rumori vari, ma
nessun combattimento... alla fine erano risuciti? Quanto tempo ci hanno
messo pensò, e proseguì. Arrivò al primo gradino
per l'altra rampa, verso finalmente il tetto e sussultò di
colpo, occhi sgranati, sorpresi. Qualcosa non quadrava, se ne accorse
dopo aver fatto i pochi passi dalla prima rampa alla seconda, guardando
dove cèrano prima quegli uomini e poi con gli occhi fino alle
stanze infondo, dove cèrano gli ostaggi con quella gente.
Aveva ragionato mentre saliva e ora li vide, due uomini in
ginocchio, compagni di Jd, armi in pugno verso di lei ma l'avevano
riconosciuta e per qualche ragione non avevano ne urlato ne sparato.
L'avevano seguita con lo sguardo e basta. E mentre lei rifletteva
questo, si accorse di quella cosa per davvero per come muoveva il
collo. Sembrava
essere... in paradiso. Si, in paradiso. Questo pensò mentre era
consapevole che i dolori svanivano come eco per poi non sentirsi.
Ancora ad ogni movimento provava qualcosa, ma guardandosi la mano
libera, muovendola, fu evidente che i dolori erano sempre
più tenui. Ogni volta che muoveva una mano o oslo le dita,
normalemtne sentiva fitte correrle dalle dita al polso, il dorso le
faceva sentire ogni movimenti dei muscoli e tendini con fitte e e
colpi lancinanti. Ora scemavano, la testa stava meglio, ragionava
meglio, la nausea e i dolori alle costole svanivano e le gambe non
tremavano come disperate. Rimase a bocca aperta, si sentiva... come una
persona normale.
Voltò
lo sguardo verso quegli uomini, che avevano calato le armi anche se
sempre pronte,a la fissavano. Lei sorrise, a ogni respiro il dolore che
svaniva come se cadesse in polvere fino ai piedi e guardò la
rampa di scale, doppietta al fianco. Anche quell'arma era sempre
più facile da tenere e stringere. Fece un grosso respiro e
andò avanti, fino al tetto. Ma rimase interdetta. La porta in
metallo era aperta a metà, si sentivano i rumori esterni e
decise di andare avanti. Ora poteva affontare gli ultimi minuti senza
soffrire, andarndose da essere umano invece che una cosa dolorante.
Sorrise, quasi le lacrime agli occhi per quanto stesse bene, dopo
tanti anni e avanzò. Si ritrovò fuori senza l'arma, che
aveva lasciato appoggiata alle scale, e osservò intorno. Sapeva
che cèrano poliziotti a osservare con qualche fucile da cecchino
nelle vicinanze e apalzzi con buona visuale, ma lei era un ostaggio, si
vedeva, non temeva da loro. Anche se un errore da loro andava bene
nel suo piano, sarebbe stato il colmo esser presa in pieno
perchè scambiata con uno di quei soggetti fuori di testa.
Nessuno da nessuna parte, il tetto aveva un parapetto fino ai suoi
fianchi, era molto grande ma era tutto visibile e nessuno era presente.
Il vento era uno dei rumori che sentiva, che soffiava a intervalli
portando odori. Era chiaro che lì non aveva niente da fare e
iniziò a sudare dal terrore. Se non cèra nessuno, allora
erano tutti stati uccisi o presi.
Cosa le restava adesso? Non poteva certo sfruttare l'altezza, avrebbero
visto tutto e indicato che era stata lei. E non voleva che la gente
dicesse che lo avesse fatto con le sue mani, le era bastata per tutta
la vita le accuse e recriminazioni per cosa era e voleva nella vita.
Per certe persone e per la religione era negativa, non voleva quella
macchia, anche quella, sulla sua fine. E poi sentì qualcuno alle sue spalle, una voce frammentata dal vento. Si voltò e si accigliò.
Quell'uomo,
quello che Jd aveva raggiunto, a cui aveva mostrato chiaramente
sicurezza e vicinanza. Era chiaro da come si era comportato che non era
un superiore, come si vedeva di solito, un uomo impettito che trasudava
potere e comando come apapriva con un suo subordinato, Jd. E parlava,
le parlava. Poi le fece cenno di seguirlo con una mano e tornò
dentro, ma sempre visibile.
Lei
osservò intorno, i palazzi e ogni cosa visibile parapetto
permettendo, e si voltò. Ormai sapeva che aveva due strade, o
trovare qualcuno di quella cellula nascosto e provocarlo o provare a
farsi colpire in qualche modo mostrando che erano stati altri, non lei,
a farla fuori. Tornò dentro, chiudendo gli occhi per il cambio
di luce improvviso e vide l'uomo con le mani dietro la schiena ad
aspettarla, parecchi uomini posti per la scala come se fossero saliti
tutti. Due uomini per ogni gradino. Trovava la cosa inquetante
perchè vedeva solo i caschi e le tute o divise, come le
intendevano, armi al petto e la scala che scendeva con tutta quella
gente. Non temette di mostrare disturbo in cosa vedeva e le sembrava
vedendo quella scena, scosse la testa e guardò l'uomo. Che alla
fine parlò, con sguardo tranquillo e pacifico.
"Jd
mi ha detto molte cose, e spiegato molte cose. Sapevo che il tetto era
sgombro, ci avevamo già pensato noi giungendo da fuori ei
miei uomini sono scesi da quella porta verso l'altro gruppo che hai
incontrato. MI dispiace, sei salita prima che potessi avvertirti.
Vorrei dirti alcune cose, ma prima vorrei presentarmi. Jd mi ha detto
il tuo nome ed è giusto e corretto che io mi presenti a te,
visto che hai salvato due miei uomini. Abbiamo trovato Dame, aveva
scoperto che uno degli ostaggi con te era rimasto sotto la finestra
dalla quale erano scappati gli altri, e nessuno se ne era accorto, era
disteso a terra con le mani sulla testa dopo aver sentito degli spari,
ha riferito... immagino dalla storia di jd che fossero i tuoi o l'altro
gruppo al piano di sopra. Ma era con lui, quindi è salvo..."
"E
bravo, te la sei scampata..." pensò Lia ridacchiando dentro di
se, immaginando Dame come una talpa nel giochino con nove buchi ,
la talpa spunta con la testa e devi prenderla con un martello
giocattolo. E quella talpa per lei era Dame, non sapeva il suo volto ma
per lei era lui. Quatto quatto aveva sentito l'uomo piagnulante e si
era messo a riparo. Bel professionista, sentenziò.
"QUindi,
Lia, prima di dirti una questione che ora mi preme, ti ringrazio per i
miei uomini. Io sono Milan, si pronuncia Màilan, molto piacere,
e vedo dal tuo viso e dagli occhi che l'antidolorifico ha fatto
effetto, Quindi ora ascoltami..." voltandosi verso la scala dove vi
erano assiepati i suoi uomini e uno di questi si avvicinò e si
fermò di fianco Milan, di fronte a lei.
"Jd dice che... hai una sorta di desiderio. Abbiamo parlato in privato qualche minuto e ho deciso di aiutarti..."
"Aiutarmi?"
guardando tutte le persone silenziose ma attente dietro di lui. Anche
lui si voltò verso di loro e tornò a parlare.
"Mi
ha detto quello che vuoi... Noi eravamo entrati anche da qui. Se
ne è ricordato quanto ho chiarito la cosa e ha chiesto di
aiutarti. Ho capito e sono qui per dirti che non ci sono problemi, da
parte mia. Concordo con Jd, bisogna considerare la questione nel suo
totale, non come gli psicologi..." sorridendo serafico "e non siamo
buonisti. Accetta il nostro aiuto..." indicando con la mano l'uomo che
si era avvicinato.
Calò
il silenzio tra loro due e Milan continuò, riportando le mani
dietro la schiena, mantenendo il suo sguardo acuto e aperto.
"L
ti accompagnerà e ti aiuterà. Semplice. Lascia che ti dia
un ulteriore dono per ricambiare cosa hai fatto. E tra l'altro,
complimenti.... è raro che qualcuno conosca le basi mediche
antiche. E hai cucito una ferita senza battere ciglio. Hai fatto un
buon lavoro in generale, nonostante tu non sia un medico. Il nostro ha
detto che rimarrà una cicatrice a causa del tipo di proiettile
ma è ben chiusa e, per cosa hai applicato, non ci saranno
problemi finchè non torneremo. Quindi, grazie."
"Antiche...?" incerta.
"Si,
noi definiamo così le conoscenze antiche della medicina. Certo,
noi abbiamo sviluppato, come hai potuto provare con la penna medica,
una medicina più chimica, ma anche noi utilizziamo quella antica
allo Chateu o comunque non in missione. Definita da alcuni... popolare.
Scambiata per omeopatia. E di questi tempi, chi conosce le basi mediche
per una cura rapida con quello che si ha è notevole..."
"Amo
i prodotti naturali, non ho fatto nulla di così strano. Io
stessa utilizzo quei prodotti per varie cose e altri per pelle e
capelli. Ninete di così difficile, secondo me. Comunque grazie,
spero che il tuo uomo sappia... coprire come fosse loro..." indicando
con il mento la tromba delle scale e Milan capì. Fece un cenno
con la testa e restò in attesa.
"Mi domando tuttavia perchè questo" concitata, sorpresa e
incredula "sembrate intenti a proteggere le persone, se è
davvero questo che fare, e poi mi dai l'unica mano che speravo
dalle persone?"
"perchè ho visto tanto marcio, tanto male, tanta disperazione
e persone perdute che non si era in grado di aiutare. Ho visto
morire persone che credono come me nel risultato che vogliamo ottenere,
o rimaste in uno stato pietoso da aver bisogno dei migliori specialisti
mentali per continuare... inoltre lo ammetto, è capitato
che qualche civile facesse del suo meglio per sopravvivere e avere una
buona forza interiore per farcela, ma tu sei l'opposto. Hai una mente
critica, fredda, hai preso la situazione come una possibilità
per qualcosa che volevi e l'hai ribaltata. Per tuo interesse. Per certi
versi siamo simili. NOn hai fatto una piega ad eliminare quegli
individui..."
"Aspetta... come ho detto a quel tipo, A, il primo è stato un
errore. Era fastidioso e quando hanno cercato di proteggere la stanza
dandoci la schierna, ho agito. Colpa sua che si è abbassato...
"alzando le spalle con noncuranza "e quello della testa... non so come
è accaduto, ma volevo solo ferirli. Tutto qua. Anche se è
vero che non piangerò certo per cosa ho fatto, mi spiace di
essere arrivata a tanto, ma non erano brave persone e non nego quel che
penso. NOn erano tipi da rieducazione da carcere..."
"Hai usato i loro proiettili. Hanno una capsula esplosiva che
procura danni irreparabili. Come stava per capitare a Jd se non avesse
avuto la speciale tuta. Ma senza quella e accostandola al collo come
hai fatto, il risultato è stato terrificante"
"Era la spalla il bersaglio, ma la mia spalla destra mi ha quasi
ammazzata dal dolore e non ho retto l'arma, che si spostata e il resto
è stile rivoluzione francese. Così è stato
principalmente per il proiettile, pensavo fosse normale"
"Dipende dall'arma, ma con cartucce normali non sarebbe saltata a quel
modo. Resta il fatto che ti ha aiutata essere una sportiva, al poligono
intendo. Di norma sarei impressionato e sorpreso di tutto quanto, ma
considerata la tua situazione e cosa desideri, non posso fare
altro che ricambiare e darti cosa cerchi..."
"Quindi seriamente...?"
"Io mantengo le promesse, una delle cose in cui credo è l'onore
di una persona e la parola data. Chiunque mi conosca sa che ogni mia
parola è verità e correttezza. E vedendo come sei adesso
dopo il nostro antidolorifico, capisco il perchè del tuo
desiderio. Puotroppo non è disponibile per chi non è con
noi, quindi non è vendibile ne cedibile all'infuori
dell'organizzazione. Se Jd vedesse il tuo viso, il tuo modo di muoverti
e i tuoi occhi adesso, dopo che ha fatto effetto, sarebbe assolutamente
concorde. Ma non lo è, io però cerco di comprendere e L
si è offerto. Non ho spiegato molto, ma credo in lui e ha
accettato anche perchè è grande amico di Jd. E
ricambia anche lui " mentre l'uomo scuote la testa in accordo "QUindi
grazie, sinceramente, faremo in modo che la colpa sia data a loro... e
buon viaggio dall'altro lato. Ti daremo anche il saluto che riserviamo
ai nostri, perchè te lo meriti."
Fece il saluto militare e poi portò le tre dita centrali della mano destra sulla spalla sinistra.
E per sempre o fratello saluto
solo, per dirti addio
e pace per sempre, io
che in te avevo il solo e vero
amico, fratello mio.
I Creatoribenevoliti incontrino,
che tu possa trovare la mano giusta del Padre
e l'abbraccio di luce della Madre
ti diano il benvenuto a casa, l'Oltre
Alla volta de la Soglia un giorno.
E Per Sempre O Fratello Addio
terra incognita, nisì
parádeisos
verso casa del nostro spirito.
Comèra e così sarà, addio.
Fraterno Addio.
lei si ritrova a fissarli parecchio turbata e incacapace di pensare,
mentre pronunciano quelle parole, in tono greve. QUando
terminaronochinarono la testa come un saluto, tutti, da Milan a quelli appena visibili dalla fomra della scala e poi silenzio.
"...okkeeeyyy..." biascicò lei sorpresa.
"Ti salutiamo alla nostra maniera, era la formula breve e non la
pronunciamo mai per estranei. Risale a un antico rito celtico di
saluto del defunto, con parole... più moderne. Voi lo chiamate
funerale, per noi è un saluto, perchè al termine del
nostro percorso terreno, li rivedremo passata la Soglia, per esistere
come spirito al fianco del Padre e la Madre."
"E'... la vostra religione?" spostando gli occhi da lui agli altri con la bocca aperta.
"Qualcosa di simile si, ma per noi il termine religione è
diverso. Te lo spiegherei meglio, ma crediamo un qualcosa che
è all'origine dell'esistenza umana. La creazione per noi
è un concetto più naturale. Mascolino e femminino, il
potere della creazione dato da due poli, due polarità di
un’unica entità che è nuovo. Per noi è sacra
la natura, poichè essa è la nostra generatrice e vita,
sia come nascita che sopravvivenza. Danneggiarla, distruggerla,
inquinarla, per noi è un peccato grave e vogliamo contrastare
quello che fanno gli uomini nel mondo. "
"...ne avrete di cose da fare..." bofonchiò lei ragionando.
"Consideriamo gli altri animali fratelli, li rispettiamo e con loro
coabitiamo, cercando di non uccidere se non necessario. E crediamo in
qualità energetiche rinnovabili e di nuova generazione. Da un
lato usiamo tecnologie nuove, in altre naturali. Come il nostro AirOl
che si alimenta con due dispositivi, simili. Capaci di generare energia
dalla luce e dall'ombra, tramite elettroni eccitati che sfruttano oro e
silicio per voltaggi che diverranno quello che attualmente è la
benzina. E le prestazioni sono eccellenti. Così come studi
medici hanno permesso metodi di cura e trattamento sicuri e veloci.
Come le bende biodegradabili al Collagene che sono state usate su Jd
per le ustioni dal proiettile. Per le nostre cerimonie ai
Creatori usiamo le Blood lamp, che si illuminano con il sangue,
strettamente legato alla nostra connessione con la natura e non usiamo
altro se non il fuoco in quei momenti. O come non citare il
propulsore a plasma generato da aria ed elettricità, che
è la medesima se non superiore potenza di un propulsore jet
comune. La nostra religione, se così la vuoi chiamare, non verte
solo di noi, umani, ma su ogni tipo di creatura vivente, che sia mono o
pluricellulare."
"e come la mettete con i pidocchi, i vermi parassiti e tutte queste creature infestanti e pericolose..."
Milan
prima la scrutò serio, poi sorrise divertito. "ammetto che per
queste soluzioni scegliamo il male per loro. Come ho detto rispettiamo
e trattiamo come fossero nostre pari le altre creature, sempre che non
sia necessario agire diversamente. I parasiti in genere se pericolosi li,
ma se fosse stato un altro tipo di animale come lupo, coyote per
esempio, avremmo scelto metodi di convivenza trovando il modo di non
darci fastidio a vicenda. O tramite decisione di spostare l'animale in
luoghi lontano da noi e sicuri per lui. Agendo sempre in modo da non
fare nulla di più di quello che serve. Come avviene invece fino
ad ogni nel mondo" con una smorfia di disapprovazione" Sei perspicace,
complimenti. Mi hai messo spalle al muro con quel discorso ma posso
solo risponderti che cerchiamo sempre di fare il meno che danneggi, ma
a volte come per la natura in sè, il necessario potrebbe essere
l'ultima soluzione. Noi dovremmo andare, il nostro contratto è
terminato e dobbiamo lasciare la zona per i militari governativi. L ti
aiuterà e poi ci seguirà. Buon viaggio."
"Certo...
ancora ho dei dubbi e perplessità su cosa hai detto ma... ok,
grazie... buon... qualunque cosa dobbiate fare..." gesticolando con una
mano scuotendo la testa, avviandosi con l'espressione perplessa e
accigliata.
Spronò
l'uomo che si nascondeva dietro la visiera e si apprestò a
scendere, in quella striscia libera della scala che si apriva tra
gli uomini, che si spostavano per farla passare. Lia
si chiese quanto sapevano, avevano sentito da Jd? Ma poco le importava.
Alla fine, forse, non sarebbe stata considerata negativamente, almeno
questa volta. Sarà diverso, pensò, salvando il suo
nome dalle malelingue familiari e della città. La gente volta lo
sguardo quando stai male e hai bisogno di qualcosa, ma è pronta
a puntare il dito e spettegolare se alla fine scegli per te,
pensò, scendendo. Perchè alla fine per lei e quelli come
lei, in situazioni come la sua, è una scelta. Per se stessi. Ma
la gente pensa che sei egoista, ingrato, irrispettoso verso chi resta,
gli stessi che non erano capaci di ascoltare e aiutarti nelle piccole
cose, che molte volte davvero aiutavano. Invece tutti pronti con frasi
fatte, simili e banali, accusatorie e tu finisci per strisciare nella
melma da sola, ancora, verso un niente. A volte per alcuni un aiuto
è qualcosa che la gente può e ancora fare, ma
è più facile per loro pensare che sei tu che sei
contro gli altri, senza vedere. E sei solo, altrimenti certe cose non
le faresti pensò. Nel suo caso, non cèra proprio niente.
Miilan,
il Leader, osservò la ragazza ed L scendere in mezzo ai suoi
uomini. Poi ridiscese anche lui dopo un pò, dopo esser rimasto a
fissare lo scenario oltre la porta verso l'esterno, pensando a quante
cellule ancora stavano per innescarsi. Raggiunse il pianoterreno dove
lo attendevano Jd, Alaric e gli altri del gruppo dei capitani ai piedi
delle scale posteriori. Ed erano torvi in viso, si erano sfilati i
caschi, inquieti.
"Milan,
abbiamo un problema. Un gruppo della polizia è stato abbattuto
da un altro gruppo della cellula ed è qui fuori. A quanto pare
cercano lui..." disse Alaric con rabbia, indicando l'uomo legato,
bendato e seduto contro un muro, che riuscirono a prendere vivo.
"e con lui abbiamo i dati, almeno una parte. L'altro uomo è
stato ammazzato da quella ragazza folle, e ora abbiamo i suoi amici
alle calcagna. Cercano di entrare e al solito la polizia in generale
non serve a niente."
Jd rise alla battuta, zoppicando "invece lei pensa che siamo noi ad essere delle schiappe!"
"Ed
io mi chiedo, signori, come mai le cose sono andate in questo modo.
Sbaglio o vi siete comportati come novellini? Cosa è capitato
per far finire le cose in questa maniera?" chiese Milan serio
guardandoli in volto uno ad uno. Tranne Jd, gli altri calarono la testa
sconfitti, e questi decise di dire al Leader che era meglio discutere
la cosa in altre sedi, indicando con un pollice l'uomo a terra.
Era bendato, ma non sordo.
"E'
passato... quindici minuti e 20 secondi da quando avete deciso di
sistemare la questione di quella stronzetta. Possiamo andare? O
dobbiamo aspettare L ancora per molto?"
"NOn
è una stronzetta, Alaric. Ha fatto più lei nelle sue
condizioni che noi messi insieme. Glielo dovevamo!" sputò Jd
mentre stringeva i denti per il dolore dello scatto fatto contro
l'altro.
"Quali condizioni?" Lubo chiese abbassandosi verso Alaric all'orecchio, essendo più basso di lui.
"Te
lo spiegherò allo Chateau, rimettetevi i caschi e andiamo"
rispose Jd e si incamminò verso l'ingresso con gli altri,
sorretto e aiutato. Ma un'esplosione improvvisa davanti a loro
portò fumo e una corrente, sia vibrante nella struttura
che di vento, a colpirli.
"Sono
qua, sono QUA..." squittì Alaric atterrito, mentre tutti
cercavano di rimettersi i caschi. Un gruppo dei loro scese le scale a
proteggerli e Milan chiamò subito l'AirOl perchè
fosse pronto al loro arrivo. Il gruppo predisposto per avanguardia si
preparò e iniziarono a procedere verso l'ingresso, tra
calcinacci e fumo residuo, fino ad aprire il fuoco contro i nemici.
L'uomo preso in ostaggio iniziò ad agitarsi per cercare di
scappare, ma Lubo lo colpì in un punto mirato del collo e questi
svenne, lo prese di peso e iniziò ad avviarsi verso un
punto riparato, in attesa degli ordini di MIlan.
I capitani rimasero con Milan, dirigendo i propri gruppi tramite la comunicazione radio e le telecamere di alcuni di loro.
"Ci siamo, dentro sembra siano in sei, non sappiamo quanti sono all'esterno..." urlò Ribert, concitato.
"nessun problema per l'esterno, ho ricevuto notizia che sono riusciti a
prendere quelli che erano rimasti come palo per la fuga, gli stessi che
avevano eliminato quei poliziotti. Una cosa personale, ha detto. Ma ha
ricevuto un avviso che un altro pezzo di quel gruppo era in un'altro
luogo ad aspettare e forse essere di supporto, in strada, e hanno
iniziato a sparare a caso per avanzare. Vogliono davvero quei dati..."
spiegò Milan mentre la squadra avanti continuava lo scontro.
"Un'altra? Erano tre?" urlò Ribert.
"No, credo che fossero una unica cellula, divisa in tre per sicurezza e ora vogliono i dati a ogni costo. perchè?"
"Per adesso cerchiamo di portare il topo in gabbia e studiare i dati.
Lui ci darà anche una mano. E' la nostra priorità..." e
dopo l'ultima parola di Milan rimasero tutti in silenzio in attesa
dell'ok dell'avanguardia.
Qualcuno alle loro spalle stava giungendo e si voltarono. Rumori di
stivali e slittate sul marmo e si udì un paio di colpi di arma
da fuoco. . Un gruppo di uomini armati proveniva dalla parte posteriore
dell'edificio, dalle stanze in fondo.
"Che diavolo..." proruppe Alaric sparando. Alcuni colpi nemici andarono
mezzi a segno sulle loro tute, ma non pericolosi, mentre tre uomini
proteggevano Milan nelle scale.
"Tre... forse quattro... occhio, potrebbero essere di più!"
urlò Jd, seminascosto in una stanza perchè senza casco,
poi si ricordò di una cosa e annaspò, scivolò in
avanti con la testa verso il corridoio e iniziò a urlare,
Agitato "vengono dalla parte posteriore, è dove L e Lia sono
andati. Vengono da dietro..."
"Fateli fuori, chissenefrega della stronzetta..."
"Ma cèra L con lei!" urlò Jd e Alaric imprecò.
"Ne ho abbattuto uno!" urlò Ribert e lo stesso Lubo, che proteggeva con il suo corpo enorme il loro ostaggio.
"Uno forse due, ripeto uno forse due..." annunciò Alaric quando
due tizi iniziarono a correre nel corridoio armi spianate. Ribert
colpì uno di questi che fece da scudo all'altro poco dietro, che
si slanciò e scivolò dentro la stanza vicina, di fronte
da dove venivano.
"Uno, uno... cazzo, ne è rimasto uno, pare" ansimò Alaric e tutti rimesero in silenzio in attesa.
Poi una scarica di colpi, un urlo srmorzato, un'altra raffica e il silenzio.
I tre davanti le scale, che proteggevano Milan, si fecero inqueti e
anzanvano di un passo, tornavano in posizione. Alaric
ansimò come un mantice, con lo sguardo fisso a ogni cosa
semovente, gli altri chiesero nei caschi istruzioni. Ma poi una figura
fece capolino dalla porta come al rallentatore, prima con l'arma
puntata, poi abbassandola. L era tornato.
"L, andato tutto bene? Risolto il problema della ragazza?"
domandò Milan scendendo le scale. L'uomo rispose con un
cenno del capo, anche Jd gli chiese informazioni ma Milan voleva andare
via. Anche dall'ingresso dell'edificio sembrava che avessero finito di
pulire.
"Mi riferiscono che provenivano da est e sono entrati da finestre
posteriori. Dall'altro lato da quelle da cui sono scappati gli ostaggi,
Dame è con loro e stanno bene ma non li ha visti entrare. Non
erano sulla sua visuale. E sembra che sapessero già cosa fare.
Non sono stati fermati perchè hanno eliminato..."
"Cazzo, hanno fatto fuori anche gli altri che ci coprivano?"
"... un gruppo militare che doveva intercettarli... " con
disapprovazione nella voce e Alaric si fece piccolo piccolo "a quanto
pare a causa del tipo di munizioni in loro possesso, sono stati in
grado di cambiare la situazione e stanno cercando i loro compagni, o
forse i dati."
"Cosa hanno questi dati di così importante?" domandò Jd scrutando l'ostaggio.
"Non ha importanza, proseguiamo e giungiamo all'AirOl, abbiamo già fatto abbastanza per il contratto."
Milan avanzò con sei uomini, tre davanti e tre dietro e tutti
iniziarono a convergere all'entrata. L guardò tramite la visiera
Jd e fece un cenno con il pollice alzato per proseguire. Ma Jd era
incerto e si mosse solo perchè Lubo chiese cosa lo rallentasse.
Il gruppo raggiunse il portone aperto, mentre vari corpi riversi punteggiavano il pavimento e li scansavano con attenzione.
"NOn dovrebbe esserci un'uscita di emergenza? Di solito questi edifici hanno..."
"Si" lo interruppe bruscamente Milan "l'abbiamo controllata ed era
ancora chiusa dall'interno. Stranamente non hanno mai usato
quell'uscita... preferisco evitare sorprese e proseguire dalla via
controllata. Il nostro compito è stato completato, non cè
scritto nel contratto che si deve far pulizia anche all'esterno.... "
"Troppe clausule, troppe pretese..."
"E' il nostro lavoro..." rispose pacatamente MIlan "pagano o assolvono
a nostre richieste. Tanto ci basta e per noi dovrebbero essere semplici
come mangiare un piatto di frittelle "voltandosi verso Alaric per
far comprendere cosa voleva dire. Quel giorno era stato disastroso su
molti punti. E colpi di pistola erano udibili vicino.
Jd restava indietro con sguardo rapito da qualcosa, tanto che anche
Milan se ne accorse, ma ricevette una chiamata e la sua attenzione
cadde sull'interlocutore. Chiuse la telefonata, ordinò di
avanzare rapidi verso l'AirOl perchè stavano arrivando gli Scudi
ed entrarono un gruppo di loro uomini, con degli scudi enormi.
Spari e grida dall'esterno giunsero a loro, Milan chiamò
qualcuno poi chiuse la comunicazione e avvisò che cèrano
ancora conflitti vicino, ma dovevano proteggere i dati e il
prigioniero. Il resto sarebbe venuto dopo.
Riprodussero la formazione di prima ma con gli scudi, proteggendo il
Leader da ogni lato tranne dall'alto, ma era sufficiente. Al centro vi
erano Milan e gli scudi, intorno come una freccia tutti i gruppi,
finendo con la retroguardia di quattro persone. Avanzarono speditamente
e in silenzio, intervallato e rotto solo sporadici avvisi di "libero" e
"procedere" finchè qualcuno non iniziò a sbraitare.
Alaric rallendando il gruppo, sbraitò contro L per essere fuori
asse, ma Milan urlò che dovevano muoversi. Un'esplosione
colì l'edificio e Jd si lamentò del fatto che un antico
edificio srtistico veniva demolito senza motivo.
L'ultima parte del gruppo appartenzente alla cellula era alle loro
spalle, secondo la telefonata. Aevano già ucciso due persone,
civili, perchè affacciate a un balcone nonostant el'avviso
via megafono della polizia e tre poliziotti finirono morti per una
granata.
Corsero verso l'aeromobile, ma dei colpi li raggiunsero, erano molto
dietro ma li avevano visti. E sentiti, il prigioniero aveva perso
in qualche modo il bavaglio e urlava come un forsennato qualcosa che in
pochi capivano, ma i suoi amici si.
Vedevano di sfuggita la polizia nelle loro divise cercare di
accerchiarli proteggendo loro. Ma più che altro erano
appariscenti e goffi nello stare al riparo e sparare, sperando nella
fortuna di fermarli. NOn era la stessa cosa, essere un poliziotto in
una città e un militare esperto facente parte di un gruppo
capace. Tranne quel giorno...
"L'airOl è aperto, muovetevi" urlò Milan e proseguirono.
In formazione, la retroguardia che si fermava per sparare e lasciarli
proseguire e poi si ricompattavano, mentre colpi volavano intorno. La
polizia urlava le medesime frasi, inutilmente. Non erano capaci neanche
di fare da esca, pensò amaramente Alaric.
Poco all'aereomobile, i primi ad entare furono Milan e il suo
gruppo di scudi, che attesero che lui entrasse, poi si misero in
posizione a proteggere gli altri. A gruppi di due alla volta senza
intoppi iniziarono a scorrere all'interno, alcuni uomini si misero a
sparare agli inseguitori riparati dagli Scudi, che ricambiavano con
bombe e scariche di proiettili.
Corsero
all'interno finchè non si sentì di nuovo Alaric urlare,
era incavolato di nuovo con L. Stava fuori a sparare invece di entrare,
secondo l'ordine stabilito. Questi si voltò e corse dentro,
mentre gli Scudi procedevano camminando all'indietro protetti dagli
scudi. Erano danneggiati ma ancora integri e fecero ultimo muro prima
che il portellone si rialzasse.
L'airOl già avviato, si alzò velocemente in orizzontale
fino ad una certa quota, poi i prolsori con fiammata bianca a azzurra
portarono lontano il mezzo.
Tuti si assicurarono un posto a sedere nella larga pancia del mezzo.
Chi si toglieva il casco, chi sbraitava da solo o verso altri
dell'accaduto, Lubo che chiudeva in una speciale stanza dopo la cabina
il prigioniero, Milan che era andato nella cabina di pilotaggio a
parlare con i piloti e Alaric che sbatteva a terra furente il casco e
malediva quella giornata. Jd era appoggiato come mezzo morto al freddo
della paratia, seduto malamente, che sudava e respirava a fatica,
tenendosi il fianco. Il medico si avvicinò a lui e
controllò il fianco, dicendo qualcosa.
"Che merda di giornata, ne abbiamo avute di schifose ma oggi è
stato veramente il colmo. Da dove cazzo hanno preso quei proiettili? E
in comuni armi basiche? Mi state dicendo davvero che hanno modificato
le armi per quei proiettili?"
"No, Alaric, non sono le armi ad essere modificate ma le cartucce..."
rispose uno con calma tenendo fra due dita un proiettile intero "era
uno di quelli che aveva la ragazza, per la doppietta, ed è
modificato nella parte esterna, cè un'aggiunta per copiare i
devastatori, senza dover mettere mano alla meccanica delle armi.
Chiunque sia è stato davvero bravo. Anche quella ragazza,
ha tenuto solo i due nell'arma, poi l'ha tenuta scarica e non ha dovuto
fare niente altro... due colpi, due centri, ecco perchè
cè riuscita. Il problema però è chiedersi quanta
disponibilità di armi hanno e chi è che è
riuscito a fabbricare questi proiettili artigianali, perchè loro
sono, basta guardarli, funzionanti con armi più vecchie..."
mostrando a chi era vicino l'oggetto.
"maledetti stronzi, lasciatelo a me che l oscuoio per bene e gli faccio
mangiare cosa ne ricavo in un sandwich!" bofonchiò
pungente Alaric, ricevendo sguardi negativi dagli altri"
"non sei buono neanche in questo amico, lascia stare... " rise un uomo
in fondo, con un naso che di profilo sembrava a S, con una gobba
pronunciata più della punta del naso che riusciva dopo un
assottigliamento, formando quella strana forma a lettera. "perfino
quella ragazza saprebbe far atterrire quello stronzo, le palle le
ha..." ridendo con altri che lo seguivano.
"quella stronzetta..." sbraitò di rimando Alaric "l'unica cosa
buona è stata sparare a una sagoma al tiro al segno e sapere
come premere il grilletto. Il resto lo hanno fatto i proiettili, cosa
cè da elogiare in quella, che ci ha definiti cani nel nostro
lavoro? Ci ha deriso..."
"Ha giudicato cosa ha visto, e non aveva torto, lo ha detto anche Milan
"disse Jd guardandolo male "Dame e io siamo stati una vergogna, per me
so di non essere bravo all'infuori di compiti di cecchinaggio o mira...
e pochi hanno brillato oggi, quindi non aveva tutti i torti..."
"e nonostante la brutta ferita non si è sentita male, ma ha
addirittura ricucito. lavoro fatto di fretta e non esperto, ma fa
ancora il suo dovere e l'aloe e il miele attrettanto... perfino alcuni
di voi vomitano alla vista di una ferita orrenda o scappano in lacrime
per qualche punto..." fissando Alaric come per dire che parlava proprio
con lui.
"Così la pensate, bravi... ha avuto solo culo, CULO DA
NOOBIES... niente di più! E non vi siete accorti che somigliava
alla madre di Tarzan?" urlò indignato.
Tutti alzarono lo sguardo verso di lui, chi non aveva il casco rimasero
di sasso, zitti. Alaric si alzò e li fronteggiò
voltandosi verso tutti.
"Quella stronza pazza malata che ha guardato con schifo e
superiorità quelli che aveva maciullato, come fossero cacca di
cane, ci ha trattati come incompetenti e solo io l'ho guardata e mi ha
ricordato le bambole di mia nonna e la madre di tarzan?"
"La madre di chi? Cè uno tra noi che si chiama Tarzan?" chiese uno senza capire guardando gli altri.
"ma no, cretino! tu sei uno di quelli che vedono quei film spaccamaroni diArmandello, che gli ricordano tanti i figli. Eravamo una stanza piena e nessuno l'ha riconosciuta?"
"Hai preso un colpo in testa? Che cèntraArmandello?"
"No, Bron, lui parla... forse ho capito.Armandello
invita sempre tutti quelli che vogliono stare nella sala video a vedere
qualcosa, hai presente? Lui però mette sempre film che vede con
i figli, perchè gleli ricordano e li sente vicini. Forse Alaric
parla di tarzan, il film di animazione..."
"Quel tarzan? perchè si vede la madre? La madre non muore di parto subito?"
"Quella è la storia originale, se parla del film della disney
che abbiamo visto tre volte, l'ha messo tre volte, la madre muore con
il padre per una pantera..."
"Non era tigre?"
"BASTA!" urlò di colpo Alaric fermando il gruppetto che stava
parlando "parlo di quello, uno di quei fastidiosi film che ci deve
proprinare e cèra la madre..."
"Alaric, amico, tu accetti solo perchè bevi e mangi
cosa offre. Io non ricordo, ma tu invece si? Quello che fa fuori
più pacchi di patatine degli headshot che fa e si scola un
pacco da sei di birre da solo?" facendo l'occhiolino e una
sgomitata all'amico vicino.
"Smettila di fare lo scemo, non si ricorda nessuno dei genitori, della
foto e lei che somigliava alla madre. Sarai tu che lo credi, erano
disegni..."
"sinceramente non ricordo, ma era bona almeno? Magari non me la ricordo
perchè guardavo il tavolo con il cibo" rise un altro.
"Dove vuoi arrivare, Alaric?" chiese stancamente Jd spalmato sul sedile
e paratia dietro di lui, mezzo morto. "Sento te sbraitare ma non hai
detto dove vuoi arrivare. Lia non ha fatto niente di strano se non
mandare al diavolo quella gente come poteva e aiutarci, senza aver
paura perchè aveva un motivo per non averne... avesse agito
davvero in modi strani, avrei pensato a qualche persona che si
spacciava per quel che non era, ma non era in grado neanche di fare le
scale velocemente o muoversi normalmente , non vedo quale problemi tu
trovi..."
"NOn vi sembra strano che una pazza scatenata sia membro di un
poligono, spari senza remore e rimorsi alla gente, prenda in giro
militari addestratissimi che potrebbero renderla irriconoscibile pure a
sua madre e somigli a inquentanti bambole antiche e a un disegno di un
film per bambini?" mentre tutti si guardavano straniti "nessuno? avete
accettato tutto senza problemi? anche come si rivolgeva a Milan?"
Alcuni sbuffarono, uno si appoggiò al metallo e chiuse gli occhi
come per dormire, Jd scosse la testa e chiese al dottore al suo fianco
qualcosa per la febbre, anche se questi gli disse che non ne aveva,
alcuni risero e presero a bisbigliare e confabulare. Altri
semplicemetne attesero seduti a osservare l'atterraggio cercando di non
farsi mettere in mezzo.
E poi L rise, rise apertamente e di gusto, richiando l'attenzione su di
se,l'arma tenuta dritta con una mano vicino al ginocchio destro.
La diede a quello che stava due sedili dopo alla sua destra, si
chinò in avanti con i gomiti sulle ginocchia, mani
penzoloni, finchè non si portò la mano sinistra sul
casco, senza smettere di ridere.
******************************** Ricordo
ancora che questa storia fu scritta per un concorso anni fa, mai
più toccata o modificata perchè mi avevano consigliato di
scrivere altro, e determinate cose sono studiare e spiegate a tempo
debito, se all'inizio sembrano strane o lacunose. Sto semplicemente
dividendo tutto il testo in capitoli senza modificare niente,
preferisco che rimanga come era l'idea senza fare altro e cè un
motivo per ogni cosa.
********************************
Alaric sbraitò di nuovo, mentre L rideva e si teneva il casco, come se ballasse.
"Cosa
cè, anche tu sei pro quella stronzetta malata? Sono sicuro che
ora rompe le palle pure alle divinità. E Milan che ha osato
ricambiare a quel modo e farle il Saluto!
L
non smise di ridere, si voltò verso di lui poi scosse il capo.
Strinse la mani fra loro con nervosismo, chinando la testa in avanti
come oppresso da qualcosa. Alaric scosse la testa infastidito, si
risistemò sul sedile con sguardo offeso verso tutti e
sbuffò sonoramente.
"Ah!
Si è pure offeso per una completa sconosciuta, cha ha fatto
fuori senza tante cerimonie... io l'avrei lasciata viva ad odiarci in
eterno e..."
"Che fastidio!" sbottò L. Alaric, come gli altri si voltarono verso di lui.
L
si portò le mani sul casco, la sinistra dietro e la destra
davanti, aprendolo a conchiglia secondo la congiunzione. Sfilò
il casco con un gesto rapido e si riportò col peso sulle
ginocchia con i gomiti scuotendo la testa, scrollando i capelli. Poi
alzò il busto e fissò Alaric. Questi amsimò come
senza aria, fece uno scatto verso la sua destra e cominciò
a chiamare Milan per nome, urlando. L prese il casco e lo
tirò con molta forza verso Alaric, che si era alzato come per
andare verso la cabina di pilotaggio e fu preso in pieno, cozzando
contro la paratia vicina.
"Sei
così fastidioso che ti legherei da qualche parte e ti sparerei
50 piombini con la pistola per divertimento, venticinque per chiappa!"
si lamentò risistemandosi con le braccia sulle gambe. "idiota!"
"...Lia..." sussurrò Jd rimettendosi a forza dritto sul sedile con gli occhi sbarrati, sconvolto.
Lei
però si voltò verso gli altri che si agitavano e
prendevano le armi, cosa la fece sbuffare ancora, indignata. Uno degli
uomini, parecchio grosso, si alzò e le chiese dove fosse Luke, e
lei comprese che si trattava di L. Lo fissò con sguardo duro,
senza però mostrare paura o altro. Passò gli occhi sugli
altri, tesi e pronti a scattare e sorrise amaramente tra sè.
Alaric continuava a chiamare Milan... inutile pensò lei. E
poi lui comparve scorrendo la porta e osservando la scena. Lei
girò la testa, inclinandola, e si scambiarono uno sguardo.
"Alaric alzati per favore, se hai il fiato per urlare allora non è così grave"
Il
silenzio divenne più disturbante del vociare di pochi minuti
prima, mentre Milan giungeva nella zona dei passeggeri, attraversando
tutta la pancia dell'aeromobile. Mantenne lo sguardo su di lei, che
ricambiava, finchè questa non si alzò in piedi,
fluidamente e senza mostrare segni di sofferenza, e lo
fronteggiò, testa alta. Ma il primo a dire qualcosa fu sempre
quell'uomo, che ringhiò la stessa domanda.
"Dovè Luke? Perchè tu sei qui?"
Lia si voltò di poco, anche il corpo, verso di lui, che le stava
dietro, seria e silenziosa. COn gli occhi guardò Milan,
altrettanto serio e imperturbabile. Poi abbassò la testa e mise
la mano in una delle tasche della tuta, sulle cosce. Sia l'uomo dietro
di lei che gli altri misero mano alle armi, alzandole, tranne Jd, il
medico e Alaric.
Tirò fuori una sorta di involto bianco, spesso e lo
soppesò con lo sguardo, velandolo con tristezza. Si voltò
verso Milan, sguardo addolorato e pietoso, porgendoglielo. Lo
osservò, allungò la mano e lei con la sinistra prese
l'oggetto dalla destra dove era prima e lo poggiò, con
delicatezza e quasi riverenza, in quella di Milan, aprendolo.
La faccia di Milan pian piano mutò, apparve incerta, sorpresa e
infine consapevole. Passando gli occhi da lei a cosa teneva in una mano.
"Cosè... non vogliamo regali ma sapere dovè Luke"
"Si direbbe sia abbastanza chiaro, Robert." disse serio e con accettazione Milan, allungando la mano verso l'uomo dietro Lia.
Si avvicinò, guardando torvo
la ragazza, mutando in orripilato osservando cosa teneva il leader
nella mano. Divenne blu in viso, fece respiri profondi, poi cadde su un
ginocchio vomitando come un dannato, intevallato da singhiozzi. Il medico si alzò di colpo
prima per assisterlo, poi cambiò idea e controllò cosa
conteneva quell'involto bianco. Sbiancò in viso, guardò
Lia, poi Milan, che gli fece un cenno con la testa, e infine si
abbassò verso l'uomo piangente sul pavimento.
Lia fece una smorfia disgustata
all'ennesimo conato e voltò di metà il capo di lato,
chiudendo gli occhi come una cosa che le facesse male o fastidio,
non lo capivano. Tutti iniziarono a lamentarsi per sapere cosa
cèra, perchè il loro amico si sentiva male e dove
fosse Luke.
Jd si alzò lamentandosi per il fianco ma osservò anche
lui, iniziò a corrugare la fronte sempre di più, aprendo
la bocca ma non pronunciando nulla. Solo Lia infranse quei momenti.
"Mi
dispiace... ha fatto una cosa sbagliata. Quando sono entrati quelli...
mi ha ordinato di stare nascosta, anche se gli dicevo di andarsene. Mi
ha detto chedovevaproteggermi
e fermarli... Mi ha detto di stare ferma in un bagnetto delle ultime
stanze. Era il posto ottimo, disse, così sembrava che stessi
scappando. Ma mi lasciò là e si avvicinò alla
porta, uno di loro entrò e lo sorprese, mirandolo. L... Luke, ha
sparato allo stesso momento, mentre udivo urla fuori dalla stanza. Si
sono accasciati entrambi, era partito uno scontro fuori e ho deciso di
portarlo lontano da lì,troppo visibile, sperando fosse vivo. E'
stato alla gola..." mostrando uno squarcio bruciacciato come quello di
Jd, alla base della gola che si notava poco essendo più piccola
e su di lei faceva delle pighe e Jd capì cosa lo disturbava
quando la vide "ho provato ad aiutarlo, gorgogliava qualcosa, gli ho
promesso mentre ancora muoveva gli occhi che avrei chiamato qualcuno di
voi, e... . Eravamo dietro una grande scrivania e vi sentivo
urlare, almeno credo foste voi. E mi è venuto un pensiero e alla
fine l'ho messo in atto. " alzando le braccia con i palmi in alto.
"perchè questa stronza lo ha lasciato là e si è messa la sua tuta?perchè!" urlò di colpo Robert, con rivoli di vomito sul mento, occhi rossi, viso gonfio e rosso.
"in
quel momento non ho pensato altro che fare questa cosa, non so
perchè, all'inizio dicevo che dovevo fare come per Jd, lui si
era salvato..." voltandosi verso Milan, guardandolo negli occhi "posso
dire che mi sia venuto spontaneo. Non so spiegarlo altrimenti. L'ho
spogliato e poi mi sono accorta che..era morto. Gli occhi aperti e
spenti, ho provato a sentire il battito al polso e collo, ho provarato
sul petto e con il mio spcchietto non cèra neanche un fievole
fiato. E poi vidi che aveva quelli..." indicando l'involto ancora
tenuto da Milan "Ho pensato che fosse rinoscibile magari, ma ancora di
più scambiato per quei tipi. Così ho preso il coltello
che aveva nel cosciale e..."
"e
hai asportato i tatuaggi..." finì Milan, con un cenno del capo,
riguardando cosa aveva fra le dita, con del sangue che macchiava la
stoffa bianca. "Quanto abbiamo impiegato dal momento in cui loro due
sono scesi a quanto è tornata con la la tuta da noi?"
guardandosi in giro.
"Ho calcolato 23 minuti dal momento che ci hanno raggiunto alle spalle a quando ci siamo avviati all'esterno.." rispose uno.
Milan rimase a fissare la mano, perplesso e perso in qualcosa. Il
medico li controllà toccandoli, cosa che fece stare male molti.
"Si vede che è stato tagliato male e di corsa, ci sono le
scalanature di ogni passata di lama, per il resto però non
è male per il poco tempo... sempre che fosse morto"
"Lo era. Ho provato vari modi come ho già detto, per valutare se
davvero lo fosse. Avevo già visto delle persone decedute e
quegli occhi erano spenti. Torni indietro e controlli se vuole..."
disse lei al medico con una mano verso il luogo da dove provenivano,
grave.
"E poi sei venuta da noi..." continuò Milan come se non seguisse il discorso.
"Si...
so che a volte non si vuole che i propri agenti finiscano in mano delle
polizie locali col rischio che siano riconosciuti o altro e... non
volevo che venisse trattato in malo modo, rispetto a un civile. Ha
rischiato la sua vita per me, che è un peso..." sputò con
enfasi adirata. Poi respirò e riprese il controllo "un'altra
volta, è stata l'unica cosa che sentissi di fare, quando era
chiaro che era morto per niente,niente..."scuotendo
la testa " Li ho tolti scorrendo il coltello alla svelta, li ho
conservati in qualcosa che cèra su una parte della scrivania e L
e la cosa mi sembrò un pò ironica "sorridendo solo con
angolo della bocca per poi tornare seria e rattristitata " e gli ho
messo i miei abiti..."
"Lo hai vestito come te?" biascicò Jd per la prima volta dopo tempo.
Lei fece un cenno di assendo col capo "si, così invece di
lasciarlo in boxer che avrebbe destato sospetti, lo avrebbero preso per
un civile, magari ambiguo, ma meglio che niente. Anche se io indossavo
alla fine dei jeans e una maglietta unisex. Niente di speciale, tranne
per le misure... e finito di fare questo, mi sono
rivestita sperando che nessuno entrasse e l'ho lasciato dietro la
scrivania, come se si fosse riparato là... per voi è
facile comunque recuperarlo, no?" voltandosi verso Milan speranzosa.
"voglio dire, cosa sarà mai per voi scambiare i corpi e
riportarlo con voi..." diventando incerta, come se non fosse sicura che
la questione fosse semplice.
"ma sentitela... dice a noi cosa fare quando è colpa sua..."
"Silenzio, Alaric" proruppe Milan serissimo, tagliente "ne tu ne gli
altri avreste fatto qualcosa di simile. E' corretto? " notando le loro
facce sbigottite, come colte alla sprovvista da quanto sentito "Si,
avreste cercato di portarlo con voi ma se fosse accaduto qualcosa che
ve lo impediva, avreste fatto lo stesso? Con la stessa forza e privi di
sconvolgimenti pur di non rischiare che venisse separato e trattato
diversamente dagli altri?"
"Ma lo ha lasciato là, potevamo prenderlo e portarlo con noi, mi
stai riproverando per qualcosa che ha fatto lei! Ce lo ha fatto
abbandonare! E ha trovato una scusa per seguirci e..."
"Veramenteno!"
si intromise lei menter Alaric irato esprimeva il suo disappunto
sulla questione "non volevo uscire vestita.... da voi, è la
cosa che mi è venuta in mente per caso. Non so spiegarlo neanche
a me stessa, volevo andarmene, avevo pensato di usare quella tuta per
scappare come non ero riuscita in anni... ma anche non lasciare
quell'uomo con simili riconoscimenti, magari trattato come membro della
cellula e in chissà in che modo per accertamenti. Non
credo che la polizia di qui vi ami molto, vero?"
"stai scherzando?!?"
"affatto, inoltre non puoi capire i miei gesti e le me decisioni
sbraitando e credendo che ogni cosa che gli altri facciano è
contro di voi.."
"hai abbandonato dopo averlo devastato mentre potevamo ancora portarlo con noi..."
"Ho pensato che, vista la situazione, lui fosse ormai caduto e
che avreste potuto riprenderlo anche dopo, non era salvabile e vi
avrebbe rallentato, ma opportunamente camuffato, ove possibile era
sicuro che lo avreste trovato ad aspettarvi tra i civili morti, magari
con riverenza, riprendendolo con sicurezza e facendogli un funerale
meritevole. Invece, come tutti quelli della mia vita, di chiedere delle
domande importarti per arrivare a chiarire, come, per cosa e
perchè... perchè detto e fatto le cose?" con qualche
modifica nella voce alterata "E poi credo la decisione sia venuta dopo
la penna medica, perchè volevo chiederti due oggetti" fissando
Milan, aspettando di vedere cosa rispondeva.
"Ecco, visto?!? Ora vuole regalato chissà cosa. Vorrà una
macchina e dei soldi... un classico!" sbottò Alaric, sempre
dietro Milan, guardandola torvo.
"GLi idioti che chiedono auto o elicotteri sono poveri illusi.
Seriamente dopo gli anni '80 ancora pensano che possano, con mezzi dati
dalla polizia, scappare? Anche con ostaggi? Se non hai davvero assi
nella manica già preparati e sicuri, come scambi veloci e
nascosti di auto, è da folli. NOn so come facciano ancora a
chiedere queste cose...." fissandolo con quardo inespressivo facendo
capire chiaramente che pensava "sei un caso perso".
"allora cosè che vuoi" scimmiottandola per sfregio, mentre gli altri si voltavano in direzioni diverse, desolati.
"posso
dirtelo? Lo sai che se sei così adesso, un giorno sarai uno di
quei vecchi cinici, lagnosi, sprezzati e fastidiosi che tutti
vorrebbero prendere a pedate nel chapet?" con franchezza e
tranquillità, inclinando la testa e fissandolo negli occhi,
diretta.
Prima
che Alaric potesse rispondere, con ira negli occhi e voglia di
attaccarla verbalmente per l'atteggiamento, e le si avvicinava, mentre
nell'aeremobile si udivano risatine e bisbigli, Milan gli tese un
braccio davanti, guardando Jd che sempre in piedi esprimeva il suo
parere, creando confusione.
"E'
chiaro che qui, adesso, non è possibile affrontare questa
questione, già particolare. Risolverò la cosa discutendo
con calma con i miei capitani e te" guardando Lia "per il momento
silenzio e calma. Agitarsi non serve a nulla, crea solo confusione
inutile"
"Ma noi non siamo agitati, reagiamo solo a come Alaric è..."
"Taci
idiota" urlò Alaric dando una spallata a Lia per affrontare il
compagno che stava chiaramente dicendo qualcosa di fastidioso contro di
lui "dopo aver vandalizzato un nostro compagno, dobbiamo tenerci questa
pazza scatenata..."
"Ti
prego, dimmi che posso vedere dall'alto come cade un lamentoso cinico
senza paracadute... posso lanciarlo attraverso il portellone
posteriore?"
Lia
lo chiese con apparente timidezza rivolta a Milan, , mostrando invece
un'attesa impaziente di qualcosa di straordinario che poteva fare
dietro concessione. Milan sorrise ma non rispose, qualche movimento
dell'aereomezzo e alzò dopo poco lo sguardo verso il tetto
perchè il pilota stava dando una comunicazione. Perturbazione
temporalesca che stavano attraversando, niente di problematico ma
qualche sobbalzo era inevitabile. Tutti si aggrapparono di lato alle
maniglie agganciate al tetto, sopra i sedili, o si sistemarono con la
cintura. Alaric dopo un sobbalzo, affrontò lo spazio che li
divideva, e si staccò dalla maniglia per discutere con Milan ma
lievemente si inclinavano verso l'alto, e lo videro quasi scivolare
verso il fondo cercando di guardagnare quasi pattinando una maniglia
vicino Milan e Lia. Fallendo miseramente perchè cadde di sedere
e scivolò verso la fine dell'aereo girando su se stesso sul
sedere un paio di volte, abbracciando una cassa legata che
riuscì ad avvinghiare. Il tutto imprecando contro la giornata
storta, Lia e la gente stupida.
Lia,
come gli altri che lo fissavano con vergogna e disonore, alzò un
sopracciglio sbigottita e incredula, voltò la testa lentamente e
chiese a Milan "ma siete dei militari professionisti per davvero?
Serio?"
"Siamo
militari professionisti, ma non nel senso che conoscono tutti" venendo
osservato con perplessità e disorientamento da lei.
"Stento a crederlo..."
"
E se ti dicessi che la Carta degli stati Alleati, oriente islamico e
occidente europeo è stata da me creata e portata a termine?"
Lei
sbarrò gli occhi tentennante, mostrando dopo due secondi
un'espressione seria, come stesse rimurginando su una questione
controversa accaduta pochi mesi prima.
La carta dei continenti, come venivano chiamate in quel periodo le
zone private della sovranità che divideva gli ex Paesi. I
singoli governi sovrani erano stati in qualche modo compromessi, uno
stato militare/politico cercava di riprendere in mano la situazione ma
si stava arrivando a una centralizzazione degli ex Paesi in continenti,
appunto.
Europa e asia (l'Eurasia ulteriomente divisa), Africa, America del nord
e quella del Sud, Oceania, Antartide. Erano tornati ad essere
società riunite, le sovranità esistevano ma le maglie del
potere vecchio andavano rompendosi a causa dei disordini e per tenersi
insieme collaboravano divenendo un continente. E la Carta era stata
istituita da qualcuno in qualche modo per portare una tregua di
religioni, in uno sconquasso politico come quello. Si era in qualche
modo bloccato l'operato delle maggiori isituzioni religiose, obbligando
a cancellare odio, contrasti e distanziamenti causati da ideali dettati
da credi che frantumavano di fatto diritti e libertà voluti dai
Padri delle ormai ex repubbliche.
Le antiche case reali erano state smantellate e si erano perse le
tracce sia dei membri di tali famiglie nobili, anche al di fuori della
linea di successione, che tutta l'organizzazione della Corona di ogni
paese. Qualcuno era riuscito a far crollare i governi americani, russi,
cinesi, europei e di tutta l'africa quasi allo stesso momento, portando
l'apparato militare ad essere autonomo nella gestione del rispettivo
paese e istituendo una sorta di dittatura di emergenza. Di fatto
di tutti i Paesi esistenti, si era assistito a un ridimensionamento a
soli sette governi totalitari filo-militari con un accentramento
straordinario e affermavano, temporaneo, dei poteri in un solo organo,
monocratico o in alcuni casi collegiale. Aveva
assistito ad avvisi televisivi straordinari per annunci delle messa a
riposo delle cariche istituzionali maggiori e minori per un organo
speciale, dettato dal rischio di una guerra politico-religiosa che
veniva vantata per un decennio ma mai arrivata.
Se normalmente la religione non doveva tenere le dita nel campo
politico, vi era invece immersa dando fondi, mezzi e persone per
dirigerne i lavori, trovando invece impedimenti e alontanamenti nel
nuovo assetto. Una cosa fino ad allora mai vista, considerando che
anche gli stati denominati laici erano invece governati da elementi
reiligiosi e pronti a tenere le proprie idee su tutti, anche contro la
Repubblica stessa.
Alcune ex nazioni fino alla Frattura, erano alleate e
collaboravano per trafugare con ogni mezzo dati e informazioni da
utilizzare per manipolare altri governi e raggiungerli dall'interno,
avviando una conquista profonda e lenta, ma inesorabile, difficile da
contrastare portando alla frantumazione del governo, per soppiantarlo
con uno nuovo, gestito dalle loro mani. Era
accaduto così nel continente africano, dove il governo asiatico
era riuscito a imporsi, avanzare e portare propri credi e leggi da
essere alla fine accettati dalla popolazione a discapito di quello
vigente.
Prima della Carta, il governo asiatico aveva asiatizzato come lo
definivano, un terzo del continente. La cosa allucinante era che la
popolazione, vedendo una lenta e laboriosa introduzione, in anni, del
cambio lo trovò alla fine normale e accettato, non si
erano opposti a nulla. Per loro in quel modo le vite erano continuate
senza cambiamenti di forte rilevanza, con adesioni e accettazione di
leggi, religione di stato e concetti nuovi, soppiantando i vecchi anche
se mescolati.
Tradizioni e credi erano accorpati con quelli dei nuovi vicini e nuovi
governanti fantasma, uniti finchè non diventavano realtà
odierne. Mescolando anche le etnie senza alcun problema, creando una
coesistenza pacifica di facciata ma tollerata e finendo per asiatizzare
anche popolazioni prima differenti e lontane. Anche
il continente in maggioranza musulmana aveva cercato di globalizzare la
loro religione e la loro presenza negli altri Paesi. Accettata e
tollerata dagli atei o comunque gruppi non adesi ad altre religioni e
per nulla contrari, ma ostracizzati da quellei religioni forti nel
paese, nonostante fosse di fatto laico.
Le cose peggiorarono quando estremisti, di vari livelli, di gruppi
oscuri di quella religione sfruttarono le libertà e
diritti dati a ogni persona sul suolo del Paese per contrastare coloro
che erano osservanti ma anche semplici laici, di tutte le altre
religioni.
In poche parole si urlava alla distruzione della società a causa
di persone lontane o contro i loro credi, rei di aver portato falle e
pericoli a tutti loro, chiamati l'esercito di Dio. Figli del Dio in cui
credevano che non erano protetti, cercando cambiare lo stato delle cose
secondo la loro volontà. Su tutti, indistintamente.
Ciò portò a dar spazio e voce a movimenti,
gruppi di protesta e veri e propri scontri di vario genere nelle
piazze nelle città maggiori. Assembramenti, distruzioni e veri e
propri atti di vandalismo e pestaggio, arrivando anche a peggio,
divisero i paesi in vari frammenti contrastanti. Questo a causa della
velocissima connessione mondiale e locale di internet e smartphone, che
unirono tutti i credenti religiosi a unirsi e protestare nello stesso
momento in vari paesi del mondo. Senza capire che stavano solo aiutando
il peggio, sia per loro stessi ma per chi voleva solo liberta normali. I
paesi caddero a causa anche di movimenti sociali o politici che
approfittarono dei gruppi già nelle strade, nati prima o durante
la Frattura, mesi prima, per rianimare e attuare le ideologie
malsane contro l'uomo e le libertà. Per un nuovo Domani secondo
le loro idee. L'incapacità dei governi di prevedere,
contrastare, fermare e gestire queste lotte intestine anche a causa di
molti che avevano cariche istituzionali e quindi agivano dentro, che
furono invece alimentate dall'esterno, si disse portarono alla rottura
e perdita dei Poteri, la scomparsa delle figure istituzionali
esistenti. Una settimana dopo circolò notizia ufficiale della
presa in mano di tutto da parte di gruppi militari che scalzarono
religiosi e gruppi pericolosi. Almeno,
queste erano le notizie che comparivano nei telegiornali quotidiani, su
internet e giornali cartacei. E internet era controllato, blocchi e
restrizioni per smartphone e siti web e pene salate per chi osava
scrivere o trattare elementi vietati. In
un certo senso però, lei stessa aveva visto come le cose non
erano cambiate molto se non i divideti di trattare quegli argomenti in
qualunque modo tranne che non fosse approvato, e l'obbligo per i gruppi
religiosi, antisemiti, anarchici e altri di fare manifestazioni
pubbliche o private o di lamentela perchè, note ufficiali, di
fatto ledevano diritti e libertà di ogni cittadino. Su
religione, genere, credi e tutta una lista di temi che a loro detta,
cercavano di proteggere e fino a quel momento fortemente penalizzati e
attaccati. E
lei che era agnostica e neutra era felice di questo, aveva studiato sia
a scuola che per sue ricerche tramite documentari e libri di governi e
vari regimi politici contro i diversi, arrivando a repressioni orribili. Già
per la sua famiglia ma anche la città dove viveva avevasubito
recriminazioni per cosa credeva o non credeva e in chi fosse realmente,
non chi doveva apparire o mostrarsi, secondo gli altri. Lo aveva fatto
per anni, sentendosi dire sempre le frasi "cosa diranno gli altri, cosa
devono dire gli altri, cosa deve dire x se fai quello, dici questo,
pensi quell'altro. perchè sei così? Cosa cè stato
di sbagliato..." e tanti altri discorsi orribili, che l'avevano portata
ad avere terrore puro per cosa dicesse o facesse e il comportamento
degli altri verso di lei. Aveva assistito troppe volte a persone che la
trattavano freddamente, negativamente o in modi per lei negativi solo
per come appariva o questi vedessero. Per quel motivo dopo che si era
aggravata per la malattia, aveva annullato qualunque impegno che fosse
di lavoro o sociale. Non usciva più, non parlava più con
nessuno e la cosa non le pesava visto che per molti lei era solo utile
per cosa sapeva e riusciva a fare e basta, ignorandola altri momenti o
facendole capire che non era gradita. E l'unica sua colpa era essere
diversa dagli altri, niente di più. Così
gli ultimi due anni, tranne qualche acquisto quando aveva qualche soldi
dato dai nonni o visite mediche, usciva raramente e non voleva
più avere contatti con le persone, la infastidiva anche chi
incontrava per strada le poche volte o i dottori stessi. Provava
rancore per i rimprovoveri dei famigliari sul perchè non
sorridesse, non si mostrasse tranquilla o felice nelle riunioni festive
obbligatorie anche quando avrebbe voluto stare sotto le coperte a
leggere e non soffrire. Da sola, lontano da tutti e chi le procurava
quel dolore, anche se affermavano che era lei la colpevole e loro
facevano tutto per il famoso Amore. O dormire, quando riusciva,
perchè parte del suo dolore veniva lenito e sembrava di aver
perso qualche peso che la opprimeva, la appena tornava in mezzo a loro,
tutto riaffiorava da loro parole ed espressioni. E
con quello sconquasso politico mondiale temeva che qualcuno contro
determinati generi di persone potesse crearle problemi, come se
già non ne avesse. E
si era chiesta chi e perchè avesse portato a tutto quello ma non
si sarebbe mai aspettata, povera ragazza ormai inutile e senza valore,
di incontrare qualche figura che avesse contribuito a tutto ciò.
"Cortesemente,
potresti ripetere quello che hai detto?" compassata visto l'argomento e
chi aveva di fronte ma sbigottita dentro e con un terrore nascente che
forse, quello che Jd aveva accettato di lei senza scomporsi, non fosse
tanto ben visto come i nuovi governanti, che nel profondo avrebbero
portato rivoluzioni terrificanti.
"Ho
detto quello che hai sentito, sono io che ho creato e lavorato
affinchè la Carta fosse attuata, oltre gli sconvolgimenti
politici che hai vissuto. Ed è solo l'inizio" dichiarò
sicuro, flemmatico con tono ed espressioni quasi orgogliosi di
quanto detto.
Si fronteggiarono in silenzio assoluto, fissandosi rigidi e senza muovere un muscolo. Non
era la prima volta che Milan vedeva sul suo viso un'espressione
circospetta e di valutazione, con una bocca atteggiata in una sorta di
U non detta, le labbra formavano semplicemente una lettera non
pronunciata che accompagnava il lavorio del suo cervello. A quanto pare
era una cosa che faceva sempre senza accorgersene e le dava un aspetto
imbronciato con la bocca a cuore in un muto pensiero. Milan
sorrise e, essendosi stabilizzato il volo, lasciò la maniglia
per prendere qualcosa dall'interno della giacca ma Lia sganciò
dalla fondina la pistola di L e la puntò precisamente su un
occhio di Milan, facendo scattare tutti in piedi o accovacciati mirando
lei.
Il Leader scosse la testa e gli altri si rilassarono, ma sempre pronti.
"E'
a te quindi che si deve al casino dei governi, alla soppressione di
ogni forma di azione per qualsiasi gruppo nemico delle libertà?"
"Confermo.
Sono un Phýlakas, un Guardiano della Carta. Noi difendiamo la
verità, la giustizia e il diritto per tutti. Tutto ciò
che è in nostro potere, in mano nostra è per il servizio
degli altri e il mondo che vorremmo. Noi non potremo mai arrenderci
anche quando la speranza sembra svanita. La Madre è definita
anche la Signora della Fede, intesa come tutto è un circolo e si
rinnova, ritorna, così la speranza. Anche nel più fluido
nero di terrore cè una flebile luce che indica la via. E quella
Luce siamo noi. Un tempo, o meglio ci sono ancora ma non hanno
più potere come prima, vi erano certe sette massoniche e ordini
mondiali per cui tutto doveva muoversi come era nei loro desideri. Ora
hanno capito che non tutto è così..."
"Tutto scorre con la corrente..."
"...prego?"
"è
una cosa che dico sempre, la vita a questo mondo è stare in
mezzo al fiume e vedere come tutto gira secondo lo scorrimento del
fiume... tutto va come deve andare... anche se io preferisco pensare
che agire contro quella forza non è così negativo come ti
insegnano da piccoli..."
"Interessante..."
sussurrò Milan, riflessivo "diciamo qualcosa del genere. Per
troppo tempo tutto è stato in mano a pochi, una manciata di
individui... manciata rispetto ai dieci miliardi di umani nel mondo,
che detevano più di quanto avessero gli altri quasi novemila.
Loro e chi avevano sostituito nel secolo precedente. Attualmente gli
stessi soggetti sono intenti a riprendersi cosa gli è stato
tolto, e non hanno neanche compreso chi... quando le cose sfuggono loro
di mano perdono la testa senza accorgersi di chi hanno al fianco..."
"Non capisco, tu lavori per chi?" continuando a puntargli l'arma
"...per
il mondo... ho agito in un certo modo fino ad oggi per cambiare le
cose. E tu sei un testimone di questo... io e altre persone che ci
definiamoPhýlakas, i guardiani, siamo il nuovo ordine contro le vecchie..."
"Avete
creato un ordine che controbilancia un altro ordine per governare il
mondo... non è assurdo? Non siete la stessa cosa?"
"no..."
rispose tranquillamente "noi cinque ci siamo uniti per togliere dei
poteri che detenevano dopo i predecessori da un centinaio di anni,
monopolizzando il mondo, l'economia, le altre persone. Tutto era
gestito da loro, su tutti i paesi in cui erano giunti da cento anni.
Tutti, quindi. NOn puoi immaginare quante decisioni prendevano bevendo
un liquore costoso in una stanza riccamente ammobiliata, con
maggiordomi e servitori, scegliendo linee di condotta per persone e
mercati. Lo sapevi che in certe crisi chi è già ricco
triplica la sua ricchezza a discapito delle persone normali, che
finiscono tra i poveri? Che..."
"Quindi
fammi capire, tu lavoravi per un ordine segreto... come i Rosacroce o
qualcosa del genere, e li hai fregati cambiando le loro carte in
tavola? "
"Conosci
i Rosacroce. O meglio quelli che sono rimasti, che sono solo una quarta
parte dopo l'assimilazione dell'ordine... E' un discorso troppo lungo,
comunque si. Ne faccio parte, ho agito contro di loro con altre quattro
persone con gli stessi scopi, che dovevano essere quell odi questi
gruppi segreti andati in malora nella morale, e abbiamo cambiato il
mondo. Lo stiamo cambiando... la Carta è solo il primo gradino.
Facciamo il secondo... fortunatamnete ci sono tante persone come me,
credono e pensano come me, che non mettono i propri interessi come
quegli individui al primo posto, ma il bene della vita in generale.
Cambiare i mercati per i propri guadagni, pressare certe figure nel
mondo per i propri scopi, decidere per proprie convinzioni che alcune
persone sono immeritevoli rispetto ad altre, vederli ebbri di potere
per cosa hanno nelle loro mani perchè..."
"E
sei riuscito a fermare i governi nello stesso momento introducendo una
tua forma chiamata Carta? Chi sei Carlo Magno e Giovanni senza Terra? E
che ne è stato di..."
"Non
sono stato solo, ma è quanto dici. Per nostra fortuna le nuove
generazioni non sono come le vecchie, ancora al potere in vari settori.
Si, è stata una cosa congiunta e sono orgoglioso di questo. Dal
momento dell'ufficialità in ogni Paese, i poveri sono stati
aiutati, molti tagli a pensioni o stipendi così elevati che
neanche un impiegato normale avrebbe visto in cinque anni sono stati
invece riconvertiti per strutture sanitarie e beni di prima
necessità per chi si trovava sotto una certa soglia. Senzatetto
tolti dalla strada con una sistemazione dignitosa senza i pericolosi ex
rifugi che terrorizzavano quei poveri derelitti più di vivere in
una angolo di strada. Anziani e persone sole hanno ricevuto un aiuto,
sempre pronto in ogni necessità prevenendo morti silenziose,
ossia quelle che venivano scoperte dopo molto tempo, a volte anni.
Strutture per orfani o bambini con passato o famiglia problematica sono
trasferiti in strutture scelte e sistemate ah hoc perchè siano
seguiti e aiutati meglio di una casa famiglia sovrannumerata ed oberata
per assistere tutti. Molti
stipendi bassi o minimi sono stati innalzati per migliorare il
lavoratore e vederlo più efficiente, con premi in base a certi
requisiti..."
"Tu
lo sai che, la storia umana insegna, tante belle parole a volte non
sono accompagnate davvero da cambiamenti positivi nel tempo. Vedi certe
idiologie che hanno descritto il loro operato come te e invece hanno
peggiorato la situazione. In più ci sono persone che non
cambieranno mai il loro pensiero o non si adatteranno creando disagi e
problemi. Tutti piangeranno una vita che odiavano ma trovavano per
chissà quale ragione migliore della nuova. Come per certe
ideologie, ci saranno individui che inneggeranno a ciò portando
venti nefasti per le persone senza cervello, persone vuote dentro li
seguiranno senza capire davvero cosa credono. Salvare le persone...
permettere a tutti di avere una vita dignitosa... con una Carta davvero
pensi di riuscirci?"
"La
stiamo già attuando... come hai detto tu, abbiamo contrastato
pacificamente ma con forza a proteste e manifestazioni con idee
contrarie alle libertà delle persone. Abbiamo dato a chi aveva
bisogno, un tetto e beni di prima necessità, perfino libri e
istruzione e assecondato quelle persone che avevano desideri che magari
erano utili, ma dandogli un pò do felicità. Ci sono stati
radioamatori, ingegneri, meccanici, fisici e non solo, che per
l'economia orribile degli ultimi anni si sono ritrovati con lauree e
specializzazioni ottenute con molti sacrifici, ottenendo invece
impieghi e possibilità economiche miseri. Senza
possibilità di un futuro. E a me servivano molti soggetti nella
mia organizzazione per gruppi corposi da inserire in progetti e studi
vari. E non ho guardato, solamente intendo, il curriculum e cosa hanno
fatto. Prendo solitamente con me persone che reputo particolari e di
certe capacità. Ci stiamo espandendo ma ovviamente non posso
andare per il mondo e assumere tutti. Ecco perchè approfitto
anche io di certe missioni come quest'oggi per incontrare persone che
potrebbero trasmettermi quel qualcosa, affinchè diventi mia
seguace..."
"Seguace... tu sei il leader... dimmi che non siete una qualche setta relgioso-politica che..."
"Non
siamo una setta. Non siamo fanatici, Non siamo pazzi. Siamo
un'organizzazione militare non governativa, ma anche più di
questo. Non abbiamo ideologie distruttive ma di protezione e
salvaguardia delle Persone, sopra religioni e credi passati..."
Lia
rimase a fissarlo tramite la tacca di mira dell'arma, poi socchiuse gli
occhi sospirando sonoramente e abbassò l'arma verso il
pavimento, braccia parallele, verso la sua sinistra. Rimase a fissarlo
posata. Rilassando sia il corpo che l'espressione. "Mi
auguro sia così, odio i credi religiosi e ideologici dove le
Persone non valgono ma vengono esaltate parole di libri e diari che
distruggono tutto ciò che è l'Uomo. O peggio travisano
parole e considerazioni attuando azioni contro ogni sanità
mentale perchè per loro le cose vanno in un certo modo o niente.
Pensieri di millenni e epoche passate che tutto erano tranne umane. Se
tu sei davvero la persona che ha contribuito a proteggere e cambiare le
situazioni ancora vigenti, bene... ho anche notato che voi no n avete
pregiudizi su certe cose da farmi pensare il contrario..." guardando Jd
"... per questo motivo, capisco. Se realmente sei chi dici di essere e
cosa credi, non ho motivo di odiarti. Dal fatto che mi avresti dato una
mano a quel modo sembra proprio che tu finalmente sia una persona
capace di portare la razza umana a un'evoluzione migliore" rimettendo
la pistola nella fondita, inclinando la testa guardando Milan.
"Io
non mento, queste stesse persone mi seguono per quel che voglio
cambiare e portare nel mondo. Non certo per il compenso, almeno, non
solo per quello " sorridendo gioioso marcando con il sorriso i suoi
tratti slavi "e se a te sono sembrati tutto fuorchè
professionisti, è per un mio errore. Solo mio. Sono dieci giorni
che cerchiamo di fermare e stringere a morsa le cellule che in varie
parti di questo Paese, o ex Paese, cercano qualcosa... e puotroppo
è da ieri che non dormiamo a sufficienza per ricaricarci da ogni
incarico. E il governo provvisorio attuale non è così
collaborativo..."
"Non
dovrebbero lavorare per te?" chiese lei scuotendo il capo dubbiosa "se
hanno portato la Carta che tu hai redatto, se ho capito bene,
perchè i vostri accordi per questo compito?"
"bella
domanda, brava... " con le braccia dietro la schiena, sorridendo "come
ho già detto molte persone che si sono unite a noi hanno
contribuito alla disgregazione del vecchio governo, portando i patti di
stabilità dei continenti. Ebbene, in primo luogo e per farla
breve, molte di queste persone erano già membri del vecchio
governo, hanno semplicemente cambiato bandiera perchè chi
seguivano non rendeva le promesse fatte. Il problema maggiore in certi
casi, e situazioni come questa, è che alla fine chi è al
potere tende sempre a credere che vi resterà per sempre e,
anche se loro fanno capo a me, io di fatto in verità non
esisto... Il mio nome, la mia identità come quella degli altri
è segretissima e chi per ora nel collegio attuale, non sa
minimamente che lavora per me. Ma non ho intenzione di farlo sapere,
come si dice meno il tuo lavoratore sa di te, meglio è... questo
comporta i problemi che hai visto. Loro emanano un contratto di
prestazione per cui dobbiamo soddisfare le richieste in cambio di
qualcosa e pretende risultati. E io, che figuro come presidente e
generale di questa organizzazione, devo mantenere la faccia
affinchè io sia al sicuro e protetto, mandado loro
successivamente ulteriori ordini e richieste per il loro operato
futuro. Ma restando sempre l'umile Leader di un gruppo privato di
professionisti, lamentandomi di incarichi tediosi e fastidiosi celando
di sapere più di tutti... Questo però significa fare
triplo lavoro, perchè devo assolvere al mio compito di
Guardiano, leader per tutta l'organizzazione e generale per gli
incarichi. E loro sono il mio gruppo di diamante, me ne dolgo ma ho
avuto bisogno di loro per questo importante compito in giorni senza
fine. Recuperare sia alcuni soggetti importanti che i dati che
vogliono, in poco tempo e in luoghi diversi... quindi capirai che non
siamo proprio in piena forma..."
"Tu
sembri più scaltro del diavolo, se posso permettermi" sorrise
lei diabolicamente "sei peggio di una volpe, quindi fai questo...
Agisci come un fedele servitore ma invece sei il proprietario di tutta
la pagnotta, lavorando comunque sodo e in prima persona, e questo
è lodevole, ma ridendo beffardo per come li raggiri..."
"Messa così è orribile, ma hai preso in pieno..."
"QUindi questi sono i tuoi migliori uomini..." guardando le persone intorno a lei studiandoli.
"Volevi
sapere perchè uno come Jd avesse un incarico non adatto alle sue
capacità e come potevamo essere quel che dicevamo, quando
sembriamo ubriachi incapaci... siamo stanchi. QUesta formazione
è composta da gruppi che ho messo insieme con i miei migliori
uomini ma anche chi ha iniziato tutto questo insieme a me. In pratica
siamo noi " aprendo le braccia a indicare tutti loro " ad aver creato
l'organizzazione e tutto il resto... noi abbiamo proseguito partendo da
questo numero e le nostre conoscenze e capacità. E mi fido solo
di loro per certi incarichi, questo mi ha portato ad aver bisogno di
tutti loro sul campo, non potevo mettere Jd come Puntatore all'esterno
se già vi era la Polizia, ed essendo a capo di tutto sapevo bene
quali erano i loro compiti, le loro posizioni... Jd mi serviva
all'interno ma siamo lontani dallo Chateau da una settimana, da un
sonno decente come il cibo. Siamo sempre vestiti al completo e sempre
pronti a scattare. Questo ci ha tagliato le gambe e ora ho un uomo
sulla coscienza, seppur era in pratica l'ultimo ad essere arrivato nel
cerchio dei ventinove... intendo il numero di persone che mi ha seguito
e creato tutto quello che ti ho detto. Ho valutato le cose in una
prospettiva errata e..."
"No,
qui il fattore nefasto è lei" sputò rabbiosamente Alaric
puntando il dito contro Lia "è per colpa sua se Luke è
morto e..."
"sarebbe
capitato a chiunque, anche a me, o a te e ci saremmo sentiti da schifo
e peggio..." lo interruppe Jd "abbiamo deciso di creare dei
gruppi che hanno limitato le nostre capacità pur di non
dividerci e restare noi con il bottino in mano. Io sono stato ferito
prima che lei ci incontrasse, lei ci ha aiutato e mi ha perfino cucito
una ferita che mi avrebbe dissanguato. Non avrei retto con quella
perdita di sangue e..." e poi sbiancò.
Tutti
rimasero a fissarlo interdetti, passò gli occhi su tutti, per
tutta la pancia dell'aereomobile, si fece grigio in volto e
scattò con la testa verso Milan quasi disperato. "Milan... dovè Dame? Dove..."
"Calmati,
si trova nella cabina magazzino. Per aver agito senza rispettare gli
ordini, fare comunicazione e aver creato tutti i problemi che
conosciamo, perchè lo so che invece di essere la tua spalla si
è fatto prendere dalla paura, gli ho ordinato per punizione di
redigere un rapporto completo di tutto quello che è accaduto, ha
detto, fatto e non fatto. Valuterò anche i vostri e
deciderò il da farsi, ma molte cose sono andate a rotoli
perchè non abbiamo prestato la massima cura in questo
compito.... ed è anche colpa mia, ma lui non ha agito come
avrebbe dovuto. Non lo abbiamo dimenticato, tranquillo..."
Un
sollievo si levò tra i presenti, chi era felice di non averne
abbandonato uno dopo aver perso l'altro, chi diceva che se lo meritava
perchè era scemo e basta, chi avrebbe voluto pestarlo per la
rabbia che non avesse cervello. Poi il pilota annunciò
l'imminente atterraggio e tutti si apprestarono a sedersi o tenersi per
le maniglie. Lia
guardò Milan perplessa ma lo vide sedersi e spingerla a fare
attrettando, così si sistemò su un sedile che dava alla
vista all'esterno. E notò che stavano avvicinandosi a qualcosa
di pietra antica e poi del verde. Man
mano che scendeva e si sistemavano con le ruote, vedeva chiaramente
enormi blocchi di pietra o davvero grossi mattoni color sabbia.
Si
alzarono tutti borbottando tra loro, si sistemarono in due file
ordinate e attesero l'ordine di Milan. Il quale però si
sistemò la giacca, si voltò verso Lia e le disse con un
sorriso che dovevano discutere della questione con calma e le fece
cenno una mano di accomodarsi verso il portello che si era nel mentre,
aperto. Lia si fece coraggio, perchè non si fidava, e si
avviò verso l'esterno. Quando mise piede sul portello adagiato a
terra e avanzò, scrutò davanti a se. Perplessa. Erano
ad una certa altezza, un ampio cerchio, così sembrava,
più che pista di atterraggio semplicente sembrava il luogo
di fermo non avendo visto la discesa finale come negli aerei che
aveva già preso, ma era sceso tranquillamente in verticale. Un
basso muretto che le arrivava al ginocchio faceva da parapetto che si
gettava poi verso la zona sottostante. Avvicinandosi
al parapetto scorse una macchia di verde abbastanza grande da essere un
piccolo bosco, raggiunto da stradine chiare in confronto al verde di
vita che dividevano in settore quella vasta area. Sembrava dall'alto i
giardini di Versailles, solo con una confusione allucinante. In fondo,
molto in fondo, vi era qualcosa che sembrava metallo a formare
l'orizzonte, poi zone di verde come divise in settori ospitavano
persone in varie attività. Così tante da sembrare un
formicaio in estate. Voltandosi a destra notò un enorme
edificio che sembrava davvero per la dimensione quello francese.
Era composto da una sezione centrale enorme in stile antico, inglese
forse, e poi altre strutture a forma di C che si intersecavano tra loro
formando un disegno che dall'altro sembrava geometrico ma fatto da un
bambino. Ogni C aveva al centro una zona verde ma con altro, che non
vedeva bene. Quella struttura era davvero imponente, nonostante fosse
più in alto della stessa e pareva circondata da kilometri di
verde da non riuscire a calcolare la vastità. Osservando
bene le persone sotto si accorse che vi erano gruppi a cavallo, gruppi
che sembravano allenarsi, camioncini o vecchi carretti trainati da
cavalli giravano o si fermavano in piena attività di qualcosa. Urla
e vociare si mischiavano al nitrire dei cavalli, al cinguettio di vari
uccelli, a tanti rumori che non capiva. Ogni zona verde già
ampia di suo e destinata forse a qualcosa, e così le
era sembrata, adornata da una statua alta senza però una
collocazione precisa. Alcune erano in un angolo, altre al centro, senza
avere un senso. Ma quando notò che si muovevano , capì
che erano uomini, armati e lei li stava vedendo di spalle,
perchè altri erano posizionati in modo da avere una visuale
aperta e chiara, solo voltandosi. Perchè fare in questo modo, si
chiese? E
poi uno stridio strano la colse come alle spalle, si voltò ma
cèrano solo MIlan e gli uomini che si sistemavano in una
zona del tetto di quello strano edificio. Un altro di quello strano
rumore le fece alzare lo sguardo di colpo, notando che vi erano
degli uccelli ernomi che stridevano e emettevano suoni volteggiando
sopra di loro. Scesero poi a diversi livelli, finchè uno di
questi, il più grosso, non giunse planando verso il basso,
artigliando un braccio protetto di pelle di un uomo a cavallo che li
fissava, mentr e l'uccello raccoglieva le ali distro e fissava intorno.
Erano molto in alto ma sembrava che quell'uomo col suo uccello e quelli
che lo seguivano a cavallo, fissassero lei.
"Siamo
arrivati, vorrei terminare la nostra discussione con calma nel mio
studio, quindi proseguiamo..." facendole cenno con la mano verso
l'altro lato dell'aereomobile. Milan sorrise serafico e la attese
finchè non si avviò verso un'apertura nel pavimento, una
scala che scendeva verso il basso. Vi era un pannello elettrico
rinforzato che si alzava e abbassava per chiudere l'apertura. Ma non vi
si fermò davanti, invece attese in una zona del parapetto
mancante, un largo rettangolo privo del muretto. Comparve di colpo
quello che sembrava un grosso ascensore a vetri e metallo che stonava
con la struttura.
"Loro
scenderanno con l'ascensore, noi andremo insieme, per di qui..." disse
Milan lasciando gli uomini in fila ordinata per entrare e raggiungendo
la scala che Lia aveva visto prima. "Ho delle cose da dire che
preferirei non far sapere ad altri..."
Nonostante
la perplessità lei lo seguì, senza proferire parola, ma
facendo attenzione a ogni cosa intorno a lei. E poi si accorse che
stavano utilizzando una scala di pietra, una grossa anima circolare
da cui partivano i gradini che scendevano. Alla sua destra si
notava chiaramente il lavoro dei muratori con i blocchi di tufo e delle
finestre semplici ma arrotondate per snellire la rigidità della
struttura. Poi
giunsero in una specie di livello che scendeva in basso con
l'altra rampa, ma era grande quanto l'edificio dove si trovavano
dimezzato però dall'inizio e la fine delle rampe di scale che si
stringevano per lasciare posto a due semi cerchi. Due uomini occupavano
due posti diversi, ai lati opposti dello spazio ricavato dal
restringimento delle scale e avevano ciascuno un'ampia vetrata con
sezioni apribili, che utiizzavano per mirare e sparare. Degli schermi
piatti parecchio grandi erano collegati da cavi a dei pc a torre,
simili a mainframe ma più piccoli. Questi
si fermarono, fecero un saluto tra il militare e un inchino e li
osservarono proseguire. Percorsero un'altra rampa di scale che
terminava come la precedente, che conteneva però degli enormi
box quadrati o rettangolari di metallo pesante, con un portellone come
per i camion frigo della carne, e quattro uomini a torso nudo
spostavano pacchi, sacchi di iuta e altri prodotti in quei box come se
avessero una suddivisione. Anche
questi si fermarono e fecero quel saluto, e come gli altri due
fissarono Lia sconcertati e frastornati. Milan salutò e
proseguì, Lia al seguito raggiungendo però l'uscita,
finalmente. All'esterno,
Lia si voltò spalle verso MIlan per osservare la struttura che
avevano percorso e si accorse che sembrava a metà tra un faro e
una vecchia torre delle fiabe. Le grandi vetrate portavano a un giro
completo di balaustra e balcone, mentre la zona con i box aveva solo le
vetrate. Anche se sembrava costrutita da molto tempo, pareva ben
curata. In alcuni casi si notavano i quadrati di legno tipici dei tetti
di legno, ma non ricordava di averne visto qualcuno. Milan interruppe i suoi pensieri, guardando con lei la struttura.
"Bel
lavoro, vero? i miei uomini sono bravi anche in questo..." poi
vedendola sorpresa, continuò "Ho comprato questo luogo che era
una sorta di rudere da anni e anni di incuria e inciviltà. Siamo
fuori dai centri abitati, secoli fa era una dimora nobiliare, poi fu
abbandonata e lasciata così. i costi del restauro erano
proibitivi, e di questi tempi la gente vuole case nuove e moderne...
inoltre nel tempo, i continui sciacallaggi avevano spogliato
completamente lo Chateau..." indicando l'enorme edificio alla loro
sinistra.
Prima
che Lia potesse studiare la facciata, Milan continuò a
parlare "come ti ho detto prendo le persone che son sicuro diano il
meglio che possono, vogliono e che altri non vedrebbero. Diresti mai,
guardando questo posto, che saremmo riusciti in un anno a renderlo
così?" alzando le braccia verso lo Chateau. "è chiaro che
cè ancora tanto da fare, ma ti sarai accorta degli edifici
minori collegati a quello maggiore dalla forma particolare. Sono tutti
nuovi, usando però le tecniche antiche , cercando di amalgamare
le nuove ale al corpo originale. Qualcuno a volte si perde se ha la
testa tra le nuvole, ma in verità è molto lineare
nell'uso che facciamo di ogni parte. In un anno abbiamo ristrutturato e
riparato l'edificio originario, tanto che sembra tornato al suo
splendore, creando i cinque corpi secondari allacciandoli con il
vecchio, sistemato gli ettari di parco davanti e giardino
posteriore e..."
"Ma
vedo che ci sono galline, pecore, mucche e altri animali in giro
là..." indicando il parco davanti lo Chateau, dove una sorta di
zoo diviso da recinti di metallo a rete ospitavano persone che badavano
agli animali "mentre là ci sono gruppi di persone che si
allenano come fossero membri della swat... perchè questo casino?"
Milan
rise, incamminandosi verso l'edificio ma continuando a parlare "Come ti
ho detto il restauro e la messa in uso del'edificio originale
più i nuovi ci è costata un anno. Ci siamo trasferiti
totalmente una manciata di mesi fa e ancora cè molto lavoro da
fare. Quegli animali sono qui perchè proprio da quando ci siamo
trasferiti una gestione corretta e lineare non cè stata. Sono
stato molto occupato e diciamo che qui si sono autoregolati. I paesini
e villaggi dei dintorni ci vedono negativamente e sono ancora
intimoriti da queste persone che appaiono per quel che sono, anche
l'acquisto ci è stata difficile. Il problema maggiore è
stato fare rifornimento. Attualmente abbiamo un solo AirOl che è
invisibile ai radar per ovvie ragioni, quindi lo utilizziamo come nel
caso odierno. per aerei convenzionali ci vogliono autorizzazioni, piani
di volo e un luogo dove farli atterrare. Alcuni di questi uomini hanno
vissuto per vari conflitti in molte zone dei paesi balticio
mediorentali, dove popolazioni che noi consideriamo primitive
sopravvivevano a quelle moderne. E loro si erano abituati a uno
stile di vita rurale, alimentadosi con cosa cèra a disposione o
gestendolo e facendolo crescere. A te adesso sembrerà strano, ma
se noi abbiamo avuto per varie questioni problemi con le approvvigioni,
immagina in pieno conflitto, con bombe sulla testa pronte a colpire
vicino a te, guerriglia e città distrutte e sventrate, con
quello che hai a disposizione. Io stesso l'ho visto, anche se non ero
un combattente sul campo, e portandoli con me ho notato come erano
così abituati da..." indicandoli con il mento, mentre
provvedevano agli animali "continuare in quel modo."
"E ora che sei qui perchè non sistemi le cose?"
"Lo
farò, non hai idea di quanto spazio abbiamo, ma devo ammettere
che non avevo concatenato le cose per come sono avvenute, di mia
volontà. Prima avevo la sede nella Federazione Russa, per una
questione di amicizia... molti di loro sono stati miei sostenitori e ne
hanno aggregati altri..."
"Amo
la Russia in un certo senso fin da piccola. Abiti, edifici
straordinari, grandi tzar e tzarine... So leggere anche il cirillico,
anche se non ho studiato di fatto la lingua..."
"Seriamente?"
la fissò sbalordito "io ho avuto problemi a insegnare il russo
ai miei uomini. Sembra strano ma se vuoi avere una lingua poco
compresa, utilizza il russo... io ne parlo una variante per le mie
origini, ma cerco sempre di invogliarli a parlarla, ma il peggio
è con il cirillico, non gli entra..:" scuotendo la testa
sconsolato. "Ad
ogni modo per un certo periodo ho tenuto una parte del mio gruppo in
europa, uno nelle americhe, e uno in Russia per le zone vicine. A causa
dei confini e dogane, sai... adesso non cè più bisogno, e
sto spostando il grosso qui, lasciando solo le TOrri..."
"le torri?"
"E'
così che chiamo un luogo in quel detemrinato posto su cui
appoggiarmi in caso di bisogno. I miei uomini le chiamano ambasciate...
ma qui sono più tranquillo..." sussurrò, vedendo un
gruppo di uomini a cavallo trottare rigidi, perfetti in riga che lo
salutavano voltando il capo verso di lui e un gesto di un braccio,
mentre proseguivano...
"Ma
perchè usate i cavalli?" chiese lei in un soffio, osservandone
uno con interesse e con un sorriso sulle labbra "poco fa ho visto
tanti gruppi a cavallo..."
"E'
uno.. come posso spiegare..". accigliandosi "l'ho già detto,
considero molto importanti determinate cose del passate da volerle
riprendere, sempre mantenendo uno stretto legame tra natura e uomo e il
rispetto e l'amore per la vita. Ma andiamo a parlarne meglio nel mio
ufficio..." sorrise "mentre proseguivano verso lo Chateau.
"Tutto quello che hai detto, lo sai che non ha spiegato tutto o molto?"
"Si,
ne sono consapevole, ma tu devi andare..." guardandola in viso mentre
proseguivano "è chiaro che non ti importerà molto, del
mondo o delle persone... di tutto. Non so cosa credi nel dopo la
Soglia, ma ti lascerai tutto alle spalle, indietro, senza che ti
importi più..."
"E
la reincarnazione? Cosa dice la tua religione? Io non voglio
reincarnarmi, non voglio tornare, per questo una volta chiesi a una
parsona di polverizzare la mia anima... ecco perchè chiedo,
perchè a questo punto dopo che li lasciati indietro, temo di
tornare..."
"Ottimo
quesito, se fosse per me non morirei mai, anche se in tanti hanno
questioni filosofiche su questo... per il discorso della reincarnazione
noi vi crediamo. E per la cronaca, non tutti del mio gruppo seguono i
Creatori, ho tolleranza e non ho problemi per altri credi, io mi
riferivo a me e chi con me crede in qualcosa di più..."
"Si
ho capito cosa intendi, è qualcosa simile alla Wicca, anche
ciò che è oltre il materiale ha un collegamento con cosa
noi abbiamo qui. Il dualismo creatore di ogni cosa, il legame con la
natura che deve essere considerato e rispettato... si, lo so. Bè
io non voglio reincarnarmi..."
"Wicca,
reincarnazione.. frantumazione dell'anima... come conosci queste
cose..." le chiese arrivando alla scalinata che conduceva al grande
portone in legno intagliato e decorato. Ai lati due uomini armata
fecero il saluto. Li superarono.
"Conoscevo
delle persone che dicevano di capirne... e accadevano anche cose strane
quando parlavo con loro. Eall'inizio anche a loro ho chiesto di
aiutarmi, per non vedermi giudicare negativamente da chi abitava vicino
a me anche e sopratutto dopo la morte... dicevano di avere libri,
capacità, un potere nato da varie incarnazioni, una di loro
era... qualcuno di speciale... dicevano tante cose cui io credevo per
un verso e non molto dall'altro.. e alla fine gli veniva il buonismo
rifiutandosi. Mi hanno detto più volte di no. In parte potrei
capire il loro punto di vista, ma mi hanno lasciata sola, più di
quanto lo fossi prima, a fare i conti con una realtà con cui non
riuscivo più a lottare. Così anche loro, via... come per
Rò, mi sono fatta forza e ho deciso che la solitudine era la
migliore strada per me. Se chi diceva di volermi bene non era capace di
lasciarmi andare e aiutarmi in una cosa così... non serviva
continuare nulla con loro se il bene per me, dicevano, era che
continuassi. Peccato solo che alla fine come la mia famiglia e tutti
quanti, significava strisciare le unghie giorno dopo giorno in
qualunque appiglio per non impazzire. Non hanno voluto capire che
così mi uccidevano in modo più lento e doloroso. Quante
persone nei secoli sono morte in questo modo... anche mio nonno. Lui
chiedeva di far cessare il dolore, il tormento, gli stavano tutti
intorno rimproverandolo di stare zitto dal chiedere quello... intanto
lo tenevano in un letto imbottito di medicile e flebo, sofferente
come mai in vita sua... sai, diceva sempre che non si era mai ammalato
come facevano i giovani pari mia... si chiedeva come potessimo essere
così fragili. E poi lui è morto dopo un'agonia di mesi
bloccato a tubi, sentendosi rimproverare di voler solo morire da uomo e
umano, non una cosa sofferente come sarei stata destinata io. E'
soffocato, non si sa se mentre dormiva o era vivo... quando sono andati
dopo una o due ore per lasciarlo riposare era andato e questa cosa mi
ha turbata molto. Sapere che la gente decide per la tua vita o come te
ne vai, nel modo peggiore intendo come un miserabile che per me sono la
feccia dell'umanità. E lui non lo meritava, avrebbe sofferto di
meno. Io non mi sono mai sentita viva per essere femmina, donna
di qualcuno, madre e polvere. Ma la gente non lo ha capito. Preferisce
vedermi deperire e frantumarmi nell'anima, soffrire e distruggermi
mentalmente, inneggiando alla bontà delle decisioni di Dio e del
buonismo. in unaesistenza che mi porta via ogni pezzo diche
altro. Mi accompagnavano a una lenta e tormentata dipartita che a
qualcosa di meritevole. Come non sia stata meritevole la mia vita..."
Si fermarono davanti la maestosa scalinata a due bracci di marmo e
legno che portava al piano superiore, fermandosi a metà su una
balaustra che si affacciava all'entrata, con una vetrata alta fino al
soffitto, per arrivare all'alatro livello. Sotto la balaustra vi era
una porta a due battenti in legno che conduceva da qualche parte,
a destra e a sinistra proseguivano le ale dell'edificio. Si fermarono
su una decorazione del pavimento come a mosaico con vari pezzi di marmi
di vari colori, e si voltarono l'un l'altro.
"Anche tu sei così? Hai voluto aiutarmi... perchè? E
perchè hai accettato stoicamente la mia presenza e mi hai
fatto giungere fin qui, informandomi di cose che altri non dovevano
sapere..."
"Per di qui..." indicandole la scala verso il piano superiore "parleremo meglio nel mio studio..."
" NO... io voglio andare, non so neanche quanto tempo durerà
quell'antidolorifo che mi avete dato. Mi sento... così bene,
così in pace, così... è come se stessi sognando
temendo di svegliarmi. E' stato tutto così assurdo, ho sempre
cercato ogni modo possibile di andarmene, e poi sono rimasta incatenata
con persone che..."
"Andiamo nel mio studio..."
"Non voglio andare nel tuo ufficio, io..."
"ho detto studio, non ufficio...due cose diverse" mettendole una mano sulla spalla per farsi seguire ma lei si agitò.
"Non toccarmi... NO" urlò paonazza "non mi toccare..."
"scusa, come ho detto ho uno studio e un ufficio, sono due cose diverse
per usi diversi... andiamo" voltandole le spalle per proseguire.
"Io voglio solo due cose. Due oggetti..." ansimando come in preda alla paura "e me ne vado..."
Lui si voltò accigliato, con la luce del sole della vetrata che
lo colpivano mostrando la schiena e una parte del volto in
oscurità, aumentando l'espressione come seccata. Fece un
cenno con la testa e ripetè l'invito, dicendole che l'avrebbe
accontenta. Alla fine tenendosi la spalla ansimando con la mano
sinistra, lo seguì, vedendo varie persone nei corridoi, affiarsi
dalle persone seguendoli con gli occhi.
Lia
lo seguì fino al piano superiore, attraversarono corridoi
ariosi,decorati a rilievo nelle pareti e tetti e dipinti dai colori
vividi ad affrescare alcune sezioni, quelle dove si intersecavano
i corridoi. Le porte erano di legno massiccio intagliate e i pavimenti
lucidi marmi venati. Dipinti
veri di persone, nature morte, animali e paesaggi riempivano a
intervalli il colore chiaro degli ambienti, risaltati dalle
cornici in legno o colorate d'oro, non capendo se i muri fossero color
crema chiaro o burro naturale. Milan
raggiunse una doppia porta infondo al corridoio che stavano
percorrendo e la aprì, facendola entrare per prima. L'ambiente
dava un senso di accoglienza particolare, calda, come se la persona che
lo usasse lasciasse un qualcosa. Vi era un vero camino,
spento, dalla forma come lo disegnavano i bambini e motivi o linee
che abbellivano dentro e fuori la sagoma. Bianco con decori neri, una
grata metallica era posta davanti. Sopra il camino, alto quanto lei
circa, vi era una sorta di grosso stemma con vari disegni che
sorreggeva tramite dei fermi, una sorta di spada. Di
fronte vi era un divanetto con due poltrone e un tavolinetto, dopo
verso la parete cèra una ricca libreria a L che terminava poco
prima della porta, piena zeppa di libri di vario tipo, in pelle
colorata in prevalenza, che creavano un caleidoscopio di colori
strabiliante. Il mobile era intagliato con fregi naturali, come la
scrivania poco dopo il caminetto, più verso il fondo della
stanza. Sembrava un ponte dalla sua prospettiva, un mix di antico
per il legno chiaramente pieno e scuro, con quella forma e liscezza
lucida di qualche lavoro dei giorni moderni, semplice e lineare. Ma era
grande, l'arco era abbellito come da una merlettatura che copriva
maggiormente le gambe, anche se si sarebbero notate se qualcuno vi era
seduto. La fine dell'arco finiva come con delle linguette
all'insù. Il piano superiore era imgombro di vari oggetti, molti
in pelle, legno e carte varie.
Due
Finestre erano coperte a metà da tende pesanti e molto
elaborate, come damascate, e un lampadario antico troneggiava sopra il
centro della stanza, attorniato da pitture e rilievi che quasi
ampliavano l'altezza. pannelli in legno fino alla sua vita riscaldavano
l'ambiente chiaro dei muri. Un grosso mappamondo in legno era alla sua
sinistra, vicino la porta.
Milan
entrò e andò verso la scrivania, sorridendo e fermandosi
davanti il caminetto, alnzando gli occhi verso lo stemma.
"A
casa... vi eravamo tornati solo per poche ore per cambi e ricariche per
le armi. E sembra che sia finita per ora... ma prego avvicinati e
siediti, io..."
"Te l'ho già detto, voglio solo due oggetti, un favore e me ne vado..."
"Già" esclamò sorridendo ma le fece cenno con una mano di avvicinarsi "ma prima voglio che guardi qualcosa..."
Lei
si avvicinò con il broncio, gli si fermò accanto e
seguì il suo sguardo, sullo stemma con spada. Milan rimase fermo
a guardare, e Lia notò il ticchettio ritmato di qualche
orologio, ma non si voltò a cercarlo con gli occhi.
"Sai,
il mio nome, il vero nome non è Milan. Ma Mihajlo una
versione serba di Mikha'el e mia nonna diceva sempre con orgoglio
che aveva un nipote con il nome che diceva "Chi è come Dio". Ero
brillante per la mia età, maturo e responsabile. Adoravo la
scienza, le storie antiche di cavalieri ed eroi e cosa portavano di
buono con la forza, la spada e il loro credo. E divenni Milan per mio
fratello, che non so per quale motivo, era molto attaccato a certe
città, come Milan, legate invece che al medioevo al
rinascimento. E così sono diventato MIlan. Quasi nessuno lo sa,
tutti credono che sia il mio vero nome, quando invece era un nome
deciso da mio fratello..."
"Tuo fratello?"
"Già,
siamo uno lo specchio dell'altro, due volti della stessa medaglia.
RIspetto a me, se io ero pacato, lui era focoso. Se io volevo risolvere
le cose in modo corretto e pacifico, per lui il modo di contrastare i
problemi era prenderli di petto e con le armi. E tutti e due
però amavamo i libri del ciclo Arturiano, le storie del
rinascimento, dei cavalieri o i grandi geni che cercarono di portare il
mondo a uno stato migliore, superiore. Purtroppo non è andata
proprio così, di base l'uomo è rimasto parecchio
selvatico in vesti di gentiluomo. Amore, empatia, fratellanza.... chi
voleva portarle non è riuscito a farlo veramente e l'essere
umano è tornato sempre lo stesso. Io voglio cambiare le cose, e
come me mio fratello..."
"Perdonami... prima hai detto che tuo fratello era... è forse morto?"
Milan rise di gusto a quella frase, sembrava un normale ragazzo in quei momenti e poi la guardo con un sorriso sornione.
"No,
non credo che uno come lui possa morire, in nessuno modo. Le sue idee
chiare lo hanno sempre portato a vincere e proseguire nel cammino... lo
incontrerai un giorno, lavoriamo allo stesso progetto ma sei posso
considerarmi il Leader ossia la mente, lui preferisce essere le stesse
mani che agiscono. Lui è rispetto a me sempre da qualche parte
ad agire, mentre io seppur come oggi, sono più un burattinario.
Mettiamola così. Inoltre, riguardo te, volevo dire una cosa..."
guardandola.
Lei cambiò espressione, stizzita e contrariata, e posò gli occhi sul camino mentre questi parlava.
"Luke...
lui è morto per salvarti e ho capito che non provi per lui
esattamente alcun ringraziamento. Anzi." voltandosi a guardarla anche
se lei stava fissando più i decori che altro "Comprendo il tuo
stato d'animo e lo vedo nei tuoi occhi quella sorta di... odio?... per
qualcuno che ha sprecato la sua vita per un'altra che non voleva essere
salvata. Lo comprendo. Come ti ho detto già detto, ho
visto qualcosa di simile negli occhi di chi a causa di incidenti di
varia natura o per ferite da armi da fuoco è rimasto un niente,
bisognoso di tutto e una vita che gli dava poco di cosa desiderava. A
volte anche solo potendo muovere gli occhi, altri la testa, chiedendo
di cancellare quella sofferenza perchè raggiungessero la Soglia
per un Ritorno degno. Qualcosa di simle a quello che provi tu. Anche se
sono sorpreso che quella particolare medicina abbia avuto così
effetto su di te... sembra quasi che tu sia nuova dalla testa ai piedi"
ricevendo un'occhiata da lei, senza muovere altro, fissa di fronte il
camino.
"Quel
particolare medicinale non è un normale Farmaco antalgico o
oppiaceo, ma il risultato di veri e propri studi su particolari
persone. Vi erano individui che avevano mutazioni in un gene,che agiva
a sua volta su altr che producrva un enzima che influisce su una
sostanza chimica centrale per la sensazione di dolore, umore o memoria.
Insomma questi geni controllano gli altri indicativi del dolore..
Infatti controllano l’attività di geni, alcuni dei
quali sono coinvolti nel rilevamento del dolore. Il risultato è
quello che tu stai sperimentando, in pratica introduce una forma mutata
di quel gene che controlla quelli necessari ad avvertire il dolore.
Spegnendolo. Cè, ma non lo si avverte. Può essere
ovviamente pericoloso, esempio per Jd non è detto che sarebbe
stato positivo. La pallottola ha distrutto il rivestimento della tuta
con la mini carica esplosiva e grazie alla sua forma è entrata
tutta fra le costole di Jd, causando una notevole fuoriuscita di
sangue. Non so ancora cosa è stato colpito ma lo stanno curando,
grazie alla nostra medicina. In quel caso questo particolare farmaco
gli avrebbe cancellato il dolore ma non la perdita di sangue, ecco
perchè la somministriamo considerando la situazione. Se si hanno
ossa rotte o qualche problema che non ti procura morte in poco tempo,
è consigliato. Molti miei uomini si sono salvati assumendolo
insieme all'adrenalina. Hanno riportato qualche periodo di riposo per
la guarigione, ma niente di pericoloso. Al contrario se in casi di
massicci riversamenti di sangue si assume il farmaco, il dolore
sparisce ma si continua a camminare con l'emorragia e non è
consigliato. Nel tuo caso però agisce magnificamente..."
"Ho
provato tantissime medicine, alcune anche pericolose per il cuore ma
per i medici sicure per curare la mia patologia, ma non hanno
funzionato. Questa..." osservando la mano, muovendola.
"E'
chiaro che questo nostro farmaco agisce dove davvero serve, mentre gli
altri magari non erano compatibili con il nucleo del problema. Resta il
fatto che, anche se sono io, non posso dare questo farmaco.."
"Si
lo so" lo fermò lei, voltandosi "come ti ho detto voglio solo
due oggetti e un favore. Poi non mi rivedrai mai più..."
"Se mi è possibile, nessun problema. Dimmi pure quale favore e quali oggetti chiedi"
"Il
favore... vorrei che, dovendo andare a recuperare Luke, inscenassi una
sorta di... finta morte. I miei vestiti sono su Luke stesso, non
sarà così difficile per uno come te, oltre il fatto che
sei il Leader, rilasciare un corpo e un documento falsi per chiudere
una questione...."
"Vuoi
che io affermi tramite il governo attuale la tua dipartita consegnando
un certificato di morte e un corpo falsi?" sorridendo malignamente
"è questo quello che chiedi? E' così che vuoi
allontanarti dalla tua famiglia?"
"Ci
ho pensato tante volte negli anni, e la cosa che mi ha fermata sai
qualè stata? Oltre il fatto che temevo di non riuscire per
qualche problema e ritrovarmi giudicata senza capirmi, finendo peggio.
Come quel tizio caduto da un grattacielo e si è salvato per
miracolo, quelli che si sparano ma non sanno neanche dove e
sopravvivono sfregiati, o quelli che tentano di impiccarsi o
buttarsi da qualche parte e invece sono salvati e a volte finiscono in
inferno peggiore, fatto di cure mediche mentali e per l'errore
anche sedia a rotelle. E il giudizio associato a occhi sdegnati che ti
bruciano. Mneentre se fosse scappata, loro avrebbero denunciato
la mia scomparsa, sarebbe nata una ricerca su vasta scala anche a causa
dei giornalisti nel Paese che cercano uno scoop interessante... ma la
cosa peggiore sarebbe stata portare all'attenzione della gentaglia,
quella feccia che mi ha fatto del male, della mia scomparsa e di
dettagli che non ho mai voluto fossero conosciuti. Come la mia
malattia, ma peggio, il far loro sapere che io per gli altri non sono
diventata... niente. Anni fa vidi i loro profili su facebook con foto
dove facevano quella cosa divertente, erano da quella persona a cena o
a qualche festa, mangiavano determinate cose in quel locale o in
quell'altro, foto di gruppi felici tra fecce, foto in barca e tanto
altro... cose che io non ho mai fatto e non vedrò mai.
Anche a causa dei miei... Sorrisi e foto con gente che magari non
lo sa cosa hanno fatto ad altre persone, come le hanno fatte sentire,
scherzi e prese in giro vergognose... Quante volte mi sono chiesta cosa
ci fosse di divertente, da ridere, da vantarsi con altri per certe
azioni contro gli altri. E quanta rabbia mi è venuta sia
vedendoli di persona per caso o in quelle foto e vedendo me...
così, e ho pensato che andarsene per qualche incidente o altro
avrebbe portato i miei a non sbandierare la cosa. Non far sapere
niente. E sperare che come da me scritto in un testamento biologico nel
portafoglio finissi per ricerche schientifiche. A volte ho sperato in
qualche ladro, sai, punzecchiandolo magari avrebbe fatto il lavoro per
me per sbaglio... ma niente..."
"Capisco. Non è difficile, basta che il corpo non sia riconoscibile visivamente giusto?"
Lei
lo squadrò con le labbra serrate, sospirò e fece un cenno
assertivo, incrociando le braccia. "in effetti sarebbe meglio, non so
se vorrebbero vedere le condizioni o meno. Magari un prova del dna con
una comparazione per sistemare meglio la cosa..."
"nessun problema, consideralo fatto. Per i due oggetti..."
"Vorrei
due siringhe. Una con un rilassante, un calmante, qualcosa che
porti un pò di torpore da non sentire nessun dolore ne niente ma
non renda inerti, che permetta di fare certe azioni. E una siringa
vuota..."
"Ho la netta sensazione di sapere a cosa ti servono. E' tutto qui? Non vuoi altro?"
"No" scuotedo la testa, chiudendo gli occhi.
Milan
rimase a riflettere, poi si avviò verso la scrivania,
pigiò qualcosa e disse a voce chiara "Clarissa, potresti andare
dal Dottor John Benneth Kraiton e portarmi una siringa con un sedativo
non troppo forte? E'necessario che si possa muovere chi lo assume, e
una siringa vuota? grazie mille" poi tornando da lei continuò
"posso chiederti dove andrai una volta fuori di qui?"
"Sinceramente non so neanche dove ci troviamo, me la caverò..."
"Siamo
in Bretagne, nord-ovest della Francia. nella tua lingua Bretagna.
Siamo tra montagne e pochi kilometri l'oceano atlantico...."
"Francia?!? Credevo fossimo ancora..."
"Per
il tempo del viaggio? Si il nostro aeremobile è davvero
stupefacente. Dal mar mediterraneo all'oceano atlantico in soli 33
minuti in linea retta. E non stare a bocca aperta, noi non siamo
civili, abbiamo altri mezzi..." mentre sentivano bussare alla porta.
Una
donna con i capelli ben raccolti con un fermaglio luccicante per la
lungheza della banana dietro entrò, porse a Milan un sacchetto
trasparente rettangolare con due siringhe, Milan le disse di attendere
fuori per riaccompagnare l'ospite all'uscita e questa scomparve
di nuovo nel corridoio, chiudendo la porta.
"Ecco
qui, per il finto Saluto me ne occuperò io. Basta che mi lasci
un pò di dna per per la comparazione fittizia..."
"nessun problema, ti direima
credo anche anche questi vadano bene..." tirandosi una ciocca di
capelli dalla radice con uno strattone secco "essendoci il bulbo non
dovresti avere problemi.
Lia
prese la busta la svuotò tenendo le siringhe in una mano e
sistemò i capelli al loro posto, riporgendola a Milan che la
guardava tra il basito e l'immusonito. La soppesò, guardò
lei corruciato ma non disse nulla, Lia a quel punto si congedò.
"Direi
che questo è tutto, spero davvero che tu sia corretto tra quel
che affermi e le tue azioni. Ferma le disuguaglianze, l'odio, le
differenze solo nelle menti e rendi l'umanità migliore. Se
davvero vuoi creare un mondo unito e non diviso come hai iniziato...
auguri... non so che altro dirti. Mi auguro davvero che tu riesca, e
dico così e nonperchè quando dicova tutto al contrario..Addio..."
Se
ne andò lasciandolo in piedi vicino il camino, richiuse la porta
dietro di sè e seguì la donna con il tailleur grigio
perla fino al ginocchio e tacchi verso le scale e poi il portone. Lia
comparve fuori, passando vicino i due militari appostati di fianco la
porta e si fermò a guardare quello che accadeva. Vedeva la
strada asfaltata che portava dalla grande porta dalla quale era uscita,
in linea retta, verso forse l'esterno, ed era bordata da una fila di
uomini in varie uniformi dritti e seri, mentre altri guardavano da
varie parti del patio in vari gruppetti. Scorgeva gruppi a cavallo,
gruppi a piedi in varie attività, su carretti o camioncini fermi
che fissavano la situazione in quel momento. Davanti a lei, un metro
dopo gli scalini vi era quella che sembrava una biga, a cui vi era
attaccato un cavallo ernome, color bianco e cioccolato, enomi
zampe, criniera e coda lunghisshime e ondulate. La biga color
nero e bianco nelle rifiniture, con decori e rilievi in argento,
era sistemata in modo che lei potesse salirvi subito, con il cavallo
che guardava verso la strada, legato al mezzo da lunghe
cinghie e redini nere con borchie e fibbie argentate. Lo stupore la
assalì restando a guardare quella cosacome bloccata, per alcuni
minuti, anche se scuoteva la testa e le labbra dicevano come unsbalordito,
quando le si avvicinò alla sua destra qualcuno. Lei si
voltò e mutò l'espressione in offesa e adirata vedendo
chi le si era avvicinato con un sorriso marpione, come compiaciuto.
"Dimmi
che non sono da qualche parte a dormire chissà quale sonno
artificiale e questo è cosa sto partonendo nella testa..."
"Questo
è un onore! Il kilometro e mezzo verso il cancello, in questo
caso, è il Cammino del Rispetto. Il cammino è un
privilegio per alcuni, è un omaggio che si fa ai nostri capi, o
come nel tuo caso, ai meritevoli. E' una cosa diciamo simbolica, un
ossequio a qualcuno per tener fede al rispetto dovutogli, per la sua
posizione, meritata, o come nel tuo caso a cosa ha compito. Molti di
noi hanno avuto il Cammino dell'eroe, Milan stesso per molte feste ha
avuto riservata la Biga o il miglio o chilometro dell'Onore. Tutti
quelli che hanno già saputo di te e cosa è accaduto si
trova qui e ha preso posto in fila fino al kilometro e mezzo per poi
arrivare al cancello. Molti dell'antica Credenza, quella che tu chiami
religione, hanno questo onore, ospiti illustri che ci hanno
sovvenzionato, aiutato, sostenuto... sarebbe come per i tempi moderni
la folla che solleva il Grande del momento osannandolo. Qui il rispetto
è dato da inchini, riverenze, rituali o cerimoniali che
sostituiscono ilo altre forme di
ringraziamento e celebrazione. Per carità, in feste non
ufficiali o poco formali anche noi qui facciamo chiasso e siamo meno
abbottonati, ma il Rispetto e il Ringraziamento sono importanti. E'
lunga da spiegare ma per riassumere questo è un
cerimoniale onorifico. Ci sono stati tanti civili che in un modo o
nell'altro hanno aiutato, facendo anche cose straordinarie che per
molti dei miei compagni è un qualche atto eroico straordinario
per.. delle persone comuni. Senza addestramenti... Ma tu non solo hai
riso in faccia al nemico, hai trattato come casinisti i membri di
questa organizzazione, per non dire cosa hai pensato davvero "con una
faccia addolorata "hai preso a caschi in faccia Alaric e sei giunta fin
qui, fronteggiando Milan ricevendo pure questo onore. E sei riuscita
a farti arrivare qui come un'ospite importante, chiedendo che
venissi omaggiata fino ai cancelli. Un commiato con gli onori posso
dire..."
"Cavolo..."
soffiò via lei con il repiro sconvolta "Mi spieghi perchè
tu sei qui e non in infermeria? guardando Jd senza capire.
"Ci
sono stato e mi hanno già curato. Hanno tagliato i tuoi punti e
corretto la cucitura con una a stringhe, sai quelle con un tessuto di
base artificiale con delle viti di plastica che..."
"Si ho capito di quali parli, ma sei già in piedi? Non hai un qualche versamento interno di sangue o..."
"Te
l'ho detto, mi hanno curato e messo a riposo un paio di giorni, sono
però sgattaiolato via il tempo di salutarti e ritornare, dopo
che ho telefonato a Milan per avere informazioni e saputo da Clarissa
che stavi andando. Così eccomi qui..."
"Sei scappato dall'infermeria per... e se era pericoloso?"
"Ma non lo è e tu stai andando... non mi dirai dove andrai, vero? Andrai una volta per tutte?"
Lei
fece di assenso con la testa, gli mise una mano sulla spalla e gli
augurò fortuna e felicità. Poi si voltò con la
testa verso la biga ma strinse le labbra in una linea sottile con
un'espressione generale che sembrava dire "ma guarda cosa sto vedendo"
e guardò di nuovo Jd.
"Grazie,
davvero, magari salendovi sopra potrei sapere cosa provava qualsiasi
faraone o imperatore romano e... insomma, ne sono lusingata ma
preferisco andare a piedi...." vedendo l'espressione grave di Jd
comprarire "e non iniziare, non è qualche pensiero negativo su
di voi ma... per la prima volta dopo tantissimi anni mi sento come non
ricordavo affatto. Non so quanto durerà cosa mi hai dato da
iniettarmi, ma vorrei godermi questo benessere facendo qualcosa che non
mi era possibile da tantissimo tempo. Camminare godendomi alcuni
momenti. Quindi non ti offendere, e neanche loro, ma ho le mie ragioni,
non perchè pensi che per me è assurdo. Sarebbe divertente
anche... " osservando la biga e il cavallo "ma voglio vivere questo
momento..."
"Capisco, che la Madre e il Padre ti mostrino la Luce nel cammino, allora..."
"Tu... anche tu credi quindi nella religione di Milan?"
"Non
è la religione di Milan. Mica è un santone, semplicemente
qui in molti credono in una religione più vicina a noi delle
altre. Vicina a noi nel senso materiale nella natura intorno e in cui
viviamo. Tutte le altre credono in un'entità o Dio che ci
osserva e decide per noi fino alla morte. Circondato da creature
chiamate angeli o demoni ed ex persone che per la loro Fede sono finiti
per essere degli angeli speciali chiamati Santi, capaci di cose
grandiose come Dio stesso. E io... ho visto troppe cose schifose e
devastati per credere in un'entità del genere che osserva e
basta e... mi sono sentito più vicino con il concetto
primordiale dell'uomo del Padre e della Madre, quella che una volta
chiamavano celtica. Vivendo qui e nel nostro modo, mi sento più
vicino a loro come forza generatrice della vita e della morte di quanto
lo fossi da bambino dentro una chiesa. Un'entità così
grandiosa per i preti ma così distante e incomprensibile che
risiedeva là dove non possiamo andare se non da morti, sperando
che decida benevolmente per noi. Qui invece ho scoperto che posso
essere figlio della Madre e anche del Padre in molti modi, fare
qualcosa per ringraziarli e... sentirmi vivo io, credo."
"Mh..."
scrollando la testa "non riesco neanche io a credere ad un Dio che vive
lassù da qualche parte che gioca come sembra dai libri sacri a
the Sims con noi, capriccioso e puntiglioso... le cose fatte in suo
nome, cosa decretava e cosa faceva in quei testi e poi noi gente
normale o peggio innocenti là fuori che soffrono come non saprei
neanche immaginare mentre lui guarda e basta. Fin da piccola
perchè dovevo essere una brava fedele a forza, gli chiesi per
anni e anni di scambiare la mia anima con quella di qualche altro
bambino allora o persona dopo che meritasse il mio corpo e la mia vita,
perchè magari aveva avuto una brutta esistenza prima di morire e
per lui era già Vita. Che in qualche modo ci fosse qualcuno che
godesse di quello che avevo e rendesse grazie mentre io sarei svanita,
volevo davvero donare quello che per molti è poco della nostra
società mentre per altri tantissimo e renderlo felice e che
meritasse una nuova vita... quel poco che avrei voluto era solo persone
che mi amassero veramente senza legami di sangue e ainfluenzarli e la
possibilità di godermi qualcosa che mi rendesse felice. Non di
certo come adesso che si disperano per uno smartphone o roba costosa,
ma qualcosa che avrei voluto mangiare, vedere, fare e vivere con chi
volessi bene fin da bambina.... Ho lottato così tanto per quello
che gli altri volevano che fossi cercando di riuscire e anche per me
stessa, ho affrontato di tutto eppure la gente mi giudicherebbe
solamente come perdente e ingrata, che sputa sulla sacra vita, che
è una vergogna per chi lascia quando sono gli stessi che mi
vedono soffrire lamentandosi anche di tante cose. Dovrei io nella
sofferenza massima pensare a chi voglio lasciare indietro sperando in
una mia pace..." Si mise a scuotere la testa guardando qualcosa sul marmo chiaro.Alla fine alzò la testa verso il cielo. "...puntandomi
col dito dicendo che sarei debole e... semplicemente un'inutile e
stupida perdente solo perchè sono stanca di lottare per nessuno
scopo o motivo. Ho letto online tante volte di etichette come perdente
e stupido a persone che non avevano neanche loro più forza e
sono riuscite a mandare a quel paese tutto e tutti. Purotrppo sono un
pò ipocrita anche io, ma solo verso la gente che piange e frigna
su problemi che invece sono superabili e non necessitano di certi
pensieri, di quelli che si buttano a terra in lacrime come se avessero
perso tutto come me e invece hanno subito uno sgarbo, perso qualcosa e
non qualcuno attenzione, o qualche periodo NO.... Cè gente
davvero debole e incapace di lottare e poi ci siamo noi che per colpa
dei primi non siamo capiti. hanno bisogno di tutto facile, sicuro,
senza incidenti o sassolini sul percorso che si lagnano per qualcunque
cosa, mentre io ho dovuto inghiottire, sopportare e accettare tanto e
tanto... Per ogni anno in più di niente è stato un
supplizio peggiore e bruciante, mentre tutto peggiorava e io urlavo,
piangevo e mi disperavo con chi mi stava intorno, ma mi
rimproveravano solo per... lascia stare. Se questa tua religione ti da
pace e aiuta, ben venga. Non la conosco bene ma se si avvicina al
concetto della Madre preistorica e della wicca forse la capisco e sono
felice per te..."
Si
fronteggiarono alcuni istanti, poi lui sorrise e scosse le spalle,
dicendo che capiva e trovasse la sua pace. Ma prima che lei rispondesse
lui chiese un'ultima cosa.
"Non pensi di restare?" con uno sguardo triste e malinconico.
"..."
basita "neanche mi conosci, magari a loro là non piaccio neanche
come non sono mai piaciuta a nessuno e guardami, sono un rottame che
sta in piedi. Appena terminerà quell'antidolorifico io
tornerò ad aver bisogno di una sedia, un bastone nei giorni
peggiori al cambio delle stagioni, senza dormire o trovare pace tutto
il giorno con il senso di nausea costante... hai visto come in un'ora e
passa ho avuto bisogno di tre antidolorifici comuni per reggere...e non
mi sono bastati. Sarei solamente peggio di un gatto, vivere a sbafo
senza avere utilita!"
"Li
odi proprio i gatti vero? Mentre aspettavamo e parlavamo ne avevo
compreso un pò la portata ma credevo che i gatti fossero
positivi."
"dormono
sempre, fanno le cose come vogliono loro, alle loro regole, pretendono
e se non ottengono urlano ed escono le unghie, pochi cacciano i topi e
alcuni sono passati alla storia umana come sterminatori di uccelli che
hanno portato loro all'estinzione, cercalo è vero... e si
lasciano avvicinare, toccare o considerare se e quando vogliono loro.
TU però devi trattarli da dei, dar loro cosa vogliono e stanno
sempre a fissarti con quegli occhi da diaboloci disgraziati come se
pianificassero qualche vendetta. come televisioni o altro distrutto con
le loro zampate o la tua morte... sono terribili i gatti!"
"Ok, ok..." ridendo forte da farsi del male al fianco "ahio... sei prorpio amante dei cani, eh?"
"Sono
alcune razze..." offesa e sbuffando così forte da gonfiarsi le
guance creando un broncio divertente. Senza volerlo, guardando in modo
tagliante Jd che fece ridere ancora di più lui, portandolo ad
appoggiarsi al muro per stare in piedi "e come mai cè questa
razza di cavallo alla biga?"
"Lo
ha detto Milan" cercando di contenersi mentre lei si accigliava di
più "lo ha chiesto perchè quando siete arrivati ti ha
vista fissare due cavalli in particolare e ha scommesso che li
preferivi" e vedendola irritata e pensierosa continuò "E ha
detto anche che sei chiara in quel che pensi..."
"Buona fotuna, Jd... a te e agli altri..." voltandosi di scatto, serissima e tagliente
"Buona Pace, Lia..." facendo un inchino con la schiena.
Jd sapeva che quel momento sarebbe arrivato, che gli ospiti avrebbero
iniziato a dare di matto. Era sempre quella la fine della storia, non
importava se loro fossero i buoni e facessero di tutto per aiutarli.
Dovevano esserci sempre casini!
Erano già tre i ragazzi assegnati agli ospiti che cercavano
Kianta per sapere cosa fare, come comportarsi, come evitare di
strangolarli per la disperazione.
Cèrano le madri che urlavano che i loro figli avevano bisogno di
aria fresca e giochi normali all'aperto, i vegani che pretendevano cibi
"normali" e non volevano vedere o sentire nulla di carni e derivati dei
vicini di tavolo o di sistemazione. Molti avevano preso la maledetta
abitudine di portarsi i pasti nella zona superiore mangiando a letto o
a gruppetti, per terra o con sedie come a un pigiama party. Con
conseguenti lamentele di sporcizia o azioni maleducate verso gli altri
e disturbo, per urla e risate troppo alte a causa di alcool o mini
festicciole davanti i letti.
Nonostante la zona living di sotto con tavoli e sedie egonomici! Con
una cucina con l'essenziale ma che ti permette di sederti con chi vuoi
e avere cosa ti piace a pochi passi, invece di improvvisare sfilate con
le braccia piene di roba per tutte le file di letti che dovevano
attraversare, al piano superiore.
Cosa cèra di così difficile nelle zone giorno e notte?
COn la possibilità di chiedere ore d'aria e spazi supplementari
indicando la motivazione?
Per non parlare poi delle coppiette anche clandestine che pretendevano
di girare per i bagni, divisi per sesso, per appartarsi o altri
escamotage fantasiosi che dovevano fermare.
Il Sindaco aveva iniziato anche a fare storie, richiedendo
continuamente ad ogni ora un incontro con il Comandante o il Leader,
cèrano persone che millantavano questa o l'altra carica
importante ma era limitata solo alla città. Chi tentava atti
vandalici per ottenere tutto quello che voleva e scoppiavano piccole
rivolte se qualcuno di loro veniva portato via in una zona di
isolamento per la quiete di tutti, con l'accusa di trattarli come
prigionieri.
E come aveva detto Kianta, "Jd, puoi essere felice nell'aiutare il
prossimo, ma non sempre otterrai indietro un ringraziamento. Anzi,
preparati al peggio, sopratutto per chi è cresciuto nelle
famiglie, le moderne. Ci metto due minuti a metterli tutti in mini
stanze con solo il bagnetto e farli stare là dentro
finchè non si calmano. Anche a costo di essere odiata, ma se non
comprendono nel modoallora trattiamoli per
come si mostrano. Bestie. Punto. Quando saranno tornati alla ragione
umana, ci sarà dialogo oltre quello che diamo sempre. Ma non
iniziare con i buonismi come quelli che tu e Milan considerate sempre.
Con certi soggetti non cè storia, perfino gli animali selvatici
alla fine ti ringraziano..."
"Quanto hai ragione..." bofonchiò irato, vedendo di nuovo un
Gestore chiamarlo per un'emergenza nella Tana, come gli uomini
chiamavano quella costruzione. Ancora non sapeva esattamente come la
definissero Milan e Kianta, ma era sicuro che era qualcosa di
particolare, come sempre. Bastava vedere come lo Chateau era cambiato
radicalmente dal momento in cui Milan diede le chiavi di tutto a lei e
le disse che poteva fare le modifiche e sistemazioni come meglio
credeva, sicuro che lasciava il tutto in buone mani. E così era
stato. Quello che era prima lo Chateau, si poteva definire ormai una
cittadina autonoma, autosufficiente, a misura di tutti quelli che
vivevano e lavoravano. Quella che Milan definiva,
"Cosa succede" chiese a Bernard, visibilmente a disagio.
"Ecco..." mentre rientravano nell'edificio "alcune donne hanno avuto un
alterco perchè alcune preparano dei piatti a detta loroe
altre hanno iniziato a lamentarsi per la puzza e il tempo impiegato,
impedendo loro di preparare altro. Un altro gruppo, misto questa volta,
ha fatto rovinare a terra una teglia di qualcosa appena uscita dal
forno, dicendo che erano cancro per tutti, un altro gruppo pretende di
sapere dove e come sono coltivate le verdure perchè mangiano
solo bio. Un gruppo di genitori poi ha iniziato ad assalire la porta
blindata manifestando rabbia per una sola cucina, a discapito loro che
devono preparare pappe e merende ai figli e non è possibile.
Mentre alcune persone sono adirate per la loro dieta che non possono
continuare per mancanza di particolari cibi e strumenti di cottura. Nei
bagni le cose vanno peggio... due donne si sono accapigliate per il
marito di una, alcune donne hanno lamentato la poca privacy per le
docce e i cubicoli per i gabinetti troppo, affermando che si sentivapropri
e degli altri. Peggio ancora, due donne hanno attaccato una famiglia
proprio nella loro zona letto, strappando perfino le tende divisorie,
urlando di pochissima igiene quando hanno visto delle ragazzine e
altre donne delle stesse famiglia fare la doccia con... ehm.... le loro
cose..." bisbigliando l'ultima parte rosso in faccia "dicendo che i
germi restavano nei piatti della doccia per le altre, che avrebbero
usato quelle docce in particolare subito dopo. Che è vergognoso
non usare le... i... aspetta..." consultando qualcosa sul suo
dispositivo "ecco... le coppette... sono per pulizia, igiene, rispetto
per l'ambiente e gli altri. Questo mi ha riferito una donna. Altre
donne invece hanno lamentato di zero pulizia del corpo di molti, hanno
detto proprio così, perchè sempre per qu...quelle cose
non si lavavano perchè temevano blocchi e per armonizzare la
zona...non ho capito..."
"io si, anche se qui cè bisogno del comandante! Ma sistemeremo la situazione appena indicata. Cè altro?"
"oh, si..." rispose desolato il ragazzo "il Sindaco continua a
pretendere di colloquiare con il comandante, con lui il seguito che lo
appoggia, altrimenti pena uno sciopero..."
"Sciopero... grandioso. Che altro?" chiese Jd grattandosi la testa
vedendo qualche subbuglio nella zona degli ospiti. Era una parte
enorme, su due piani, eppure la gente all'interno pareva che vivesse in
qualche prigione delle zone arabe recenti, che aveva visto con i suoi
occhi. Quelli erano buchi infernali in tutti i sensi, non sapevano
davvero i privilegi ricevuti e quanto avevano, rispetto a cosa aveva
visto negli anni passati. Anche le prigioni asiatiche non scherzavano
ma quelle erano più moderne, qualcosa di molto diverso. Fra le
peggiori ricordava amaramente le asiatiche come buone, quelle nelle
zone russe più povere come comunque decenti... ma quelle arabe
delle zone in conflitto o povere erano da incubo. In confronto una
volta scherzando con Kianta, disse che forse gli uomini preistorici
avevano prigioni più. E invece erano
al secondo giorno e i tafferugli in soli due piani di edificio
sembravano richiamare interi quartieri poveri e abbandonati a se
stessi. Non cèra unità in quella gente neanche in
situazioni come quelle, dove un conflitto poteva scatenarsi se
Milan non faceva attenzione, dove avevano quasi tutto quello di cui
avevano bisogno, gratis e con persone che facevano tutto al loro posto.
Cucina, pulizie,perfinoscuola
come Kianta aveva deciso per certe fasce d'età, per tenerli
buoni. Gli schiamazzi di bambini poco educati dai genitori disturbavano
tutti, non importava l'età che avessero, ma si sentivano liberi
di comportarsi come meglio credevano. E ricordava ancora la mattina,
quindi poche ore prima, dove Kianta aveva avuto un confronto non
proprio liscio con alcuni, adirati
perchè lei e alcuni Gestori avevano rimproverato i loro pargoli,
anche se alcuni superavano i quindici anni ma per come si comportavano
sembravano averne molto meno. Con conseguente litigio aspro dove decise
di confinare in un'altra zona quelle famiglie, da sole e in isolamento,
dicendo a tutti mentre venivano spostati che in giorni come quelli
educazione, vicinanza, considerazione dell'altro ed empatia per capire
quando e come comportarsi in mezzo ad altri, erano la chiave per
dimostrare di esseree migliori della gente che li aveva privati della loro normalità e case.
Cè un confine, disse, tra stupidità e
genitorialità, tra guide di vita e amebe che figliano e
insegnano ad essere incivili ed egoisti. Potevano comportarsi come
persone o alla stregua degli animali, ossia seguendo istinti che
però erano nocivi per quella situazione. Quando li fece portare
via rimproverando genitori colpevoli e quelli che assistevano, di
generare figli senza dare loro delle linee guida per capire anche da
soli i comportamenti corretti, di base, minacciò di fare lo
stesso con gli altri, giurando che sarebbero rimasti tutti in pochi
metri quadrati per giorni senza uscire, senza tv ne altro mezzo se non
il dialogo tra loro. Se volevano essere come gli esseri che
distruggevano per ideali odiosi erano liberi di andarsene ma da soli, a
piedi, verso la loro case e con l'avviso alle forze governative che
pattugliavano le strade che quelle persone meritavano un
isolamento pedagogico. Dopo le prime proteste lei fece vedere dei video
della loro stessa città in quei due giorni, indicando che gli
esseri umani civili erano loro mentre quelli che lei odiava e che
portavano quanto stavano sperimentando da alcuni anni, erano i
distruttori di tutto ciò che è umano. Terminò
dicendo che perfino gli animali sapevano creare dei gruppi o colonie
organizzate e funzionanti, ma essendo animali e vivendo per istinti,
prevaleva il più forte dove gli altri morivano velocemente o di
stenti. O per altri motivi, ma non certo dignitosi. E che l'essere
umano fosse qualcosa di diverso e si dimostrava nell'empatia,
nell'insegnamento di linee base di comportamento e civiltà,
solidarietà e capacità positive, non distruttive e
limitative. Potevano urlare di limitazioni quanto volevano, ma non
avevano idea disse, di quello che ricevevano e godevano in pochi giorni
rispetto ad altri, che mostrava mentre parlava. E come esseri
umani il rispetto e l'aiuto recproco erano essenziali, la comunione di
spazi, cibo o altra necessità facevano tutti degli esseri umani.
Le persone menefreghiste, egoiste e cattive erano il male della
società umana, peggio le moderne. Cosa noi facevamo,
indicò prima di andarsene, era un'unione di queste cose. Li
proteggevamo, aiutavamo, trattavamo come ospiti e per alcuni anche
amici, come era capitato con alcune guardie che scherzavano e ridevano
con molti di loro e che facevano uscire per un gruppetto con
qualche bottiglia, carte o altri passatempi, ragionò Jd. Vi era
integrazione per superare insieme tutto e dimostrare cosa fosse
l'essere umano. E poi Kianta se ne andò avvisandoli un'ultima
volta che avrebbe punito duramente e senza problemi.
"Ecco... Jd, abbiamo bisogno del comandante, noi..."
"Vuoi dirmi che non siete in grado di sistemare la situazione?"
"Jd...capitano..." disse lui avvicinandosi a pochi centimentri come disperato "anche con l'introduzione di certe...
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Ricordo che ogni capitolo non è stato modificato ne rivisto
da
quando era stato messo da parte in una chiavetta. Scritto per un
concorso di scrittura ma non convinceva, è per come era
stato
ideato e scritto e le vicenze sono sequenziali, frammentate da
flashback, e scritte man mano che mi venivano le idee.
Kianta sospirò avvilita e chiuse gli occhi qualche istante
dopo
aver visto correre come un pazzo uno dei Gestori fuori dall'edificio
dove era diretta. Aveva dormito male a
causa delle chiamate continue per le intemperanze degli ospiti. Altro
vandalismo, altri litigi, altri schiamazzi con ovvio intervento di
guardie e gestori per sedare i malumori.
Per cosa?
Per incapacità di condividere spazi non ristretti ne
angoscianti, provvisti di tutto, zona cucina e ristoro che ospitava
anche
più persone di quelle ospitate solo lì, proprio
per dare
modo a tutti di non sentirsi stile sardine in scatola.
Per loro tutto ciò era inconcepibile, ma loro
stessi
vivevano in questo modo anche allo Chateau, in base ai gradi e alla
permanenza, si poteva stare con altri nelle stanze con letto a
castello,
sala ristoro e quella da pranzo in comune, bagni in comune... tutto in
comune. Eppure doveva dire che i suoi uomini litigavano più
per
gli
scherzi che si facevano, cose da uomini, che malumori per come
vivevano. Ma contrasti su oggetti presi in
prestito senza chiedere, per aver sfruttato qualcosa per egoismo e
altro non ne esistevano.
Le regole dello Chateau erano chiare e accettate, si rispettavano le
Costrizioni, come le chiamava Milan. Scritte per il giusto
comportamento, corretto e approvato dal Leader stesso. Presentavano
esempi e spiegazioni relativi a psicologia, medicina, senso figurato
(significato metaforico) , politica, familiare
(elementi di
sociologia e antropologia) . Linee guida quindi di
convivenza,
rispetto e socializzazione, istruendoli con lezioni supplementari
perchè conoscano e comprendano l'empatia e tutte le
possibilità esistenti di situazioni,. Per riconoscere
l'approccio
corretto ed evitare scontri e malumori, da accorpare alle regole
minitari tradizionali ma gestite "alla Milan", come dicevano tutti. Il
Leader sapeva farsi ascoltare, obbedire, era capace di oratoria e
incitare e spingere le persone a dare il proprio meglio.
Ma era di vitale importanza che il migliaio di membri sapessero stare
al loro posto come militari e condividere varie cose, saper gestire le
situazioni e trovare compromessi adeguati.
I malumori, l'odio e altro erano gestiti e affrontati in modi diversi
ma il punto era che dopo uno o due mesi nell'organizzazione, tutti ma
proprio tutti erano in grado di pensare alla - comunione dei
beni -
o del comune (stanze, bagni, sale da pranzo, zone cucina libera, sale
di ristoro, di lavoro, angoli liberi ect), il dividere con altri.
Con il risultato che, non importava che soggetti fossero e da dove
venissero, ma anche una bottiglia di liquore diventava un bene da
offrire e far girare, anche se comprato da uno solo o dono di
premiazione per le squadre (in quel caso il Leader donava ovviamente
più di una bottiglia e sempre di ottima qualità,
mai
scadenti) col risultato di un cameratismo più sociale,
accettato
e ben voluto.
Ma il discorso era lungo, ampio e Kianta si accorgeva che stava
cercando di pensare ad altro che il nervoso per le emergenze notturne,
eppure le venne in mente, mentre quel ragazzo la raggiungeva, che tutto
il discorso con Milan sull'andamento dell Torre della sera prima non
aveva toccato mai
una delle cose che lo irritavano. Chi non lavorava come lui voleva, chi
rovinava le cose e chi non portava rispetto e trattamento adeguato a
chiunque.
L'aveva sfangata perchè preso da altre cose o non si
arrabbiava se lei lo contrastava? Se poi metteva le Costrizioni?
Una delle cose che lei aveva portato all'inizio era la lezione, un nome
generico per tutta una serie di incontri con specialisti per dare a
tutti, ma sopratutto a certi soggetti, conoscenze, informazioni e
spiegazioni su come comportarsi sia tra loro che con altre persone.
Anche perchè molti non avevano neanche seguito le scuole da
piccoli perchè cone di guerra o altre questioni. Se sapevano
scrivere il loro nome era un miracolo ma altro, nisba.
Inolre li aiutava a valutare le persone con elementi specifici tratti
dalla psicologia e
con psicologi e psichiatri, riunendoli nel Teatro, una zona
ampia
apposita utilizzata per vari scopi ricreativi ma anche di studio. Prima
come zona di
incontro per le lezioni, ma gli uomini stessi dopo piccole punzecchiate
per invogliarli, avevano usato le loro nuove Abilità per
renderlo un Teatro a tutti gli effetti. Alla fine crearono tendaggi e
decori in stoffa, affreschi con la tecnica 3d, ossia creando il
bassorilievo
con cartongesso con un effetto 3d straoredinario, divenendo sempre
più bravi. Uno dei mestieri che aveva giovato sia agli
uomini
che
alle entrate, era uno stile a rilievo dove le figure,
qualunque esse siano, “fuoriescono” dalle pareti
per un
aspetto tridimensionale attraverso l’impiego di diversi
strumenti
tra cui coltelli, taglierini, scalpelli e spatole, tutti di vari tipi,
modellando il materiale tra gesso, stucco e altri sulla parete. Creando
queste raffigurazioni di qualunque genere con una maestria che
migliorava ad ogni lavoro, che fosse muro o tele speciali da applicare
alle pareti.
QUindi fregi e rilievi di vario tipo, poltrone e zona
musicisti,
rendendo un rettangolo giantesco anonimo una sorta di
rivisitazione dell'800,
dopo che erano rimasto affascinati dalle lezioni sulla rivoluzione
francese, con la famosa galleria degli specchi voluta da Luigi XIV e i
teatri che visitava Maria Antonietta.
Poi dopo psicologia avevano anche studiato teatro, recitazione e
comportamento per sapersi meglio approcciare a ogni situazione ed era
scoppiata la mania di ricreare opere e libri, tra adattatori e
interpreti scelti da loro stessi. erano bravi dopo mesi di prove e
storie presentate la sera ma molte volte ci stavano anche troppo.
Le lezioni vennero spostate in aule apposite allo Chateau, in uno degli
edifici nuovi, creando anche qui con le loro mani tre stanze che
riprendevano quelle ottocentesche con pannelli in legno a cassetti
cesellati e intagliati da loro, che ricoprivano le pareti fino ad un
certo punto perchè dei fregi a rilievo staccavano i pannelli
in
legno dal tetto, in varie tipologie in legno o stucchi, affrescati da
applicazione delle tele, riprendendo quello che è lo Chateu
originale, quindi il corpo centrale.
Il tema era libri, bambini che studiavano e cose così.
Restava il fatto che le Lezioni, le Costrizioni e il leader stesso
avevano
creato una sorta di armonia generale, che si restringeva in tanti
gruppi
affiatati di amici o comunque di uomini che erano vicini a pelle, ma
non
inficiando il rispetto e convivenza, elementi chiave tra loro.
E quel ragazzo le ricordava che una società mal
gestita
e
mal compresa creava delle bestie, perchè lei non vedeva in
quella gente esseri umani, ma bestie. Punto. Perfino gli animali erano
tremila gradini sopra quegli esseri antisociali e distruttivi, anche
quelli definiti pericolosi per l'uomo. Tranne la zanzara, quella era
un'altra figlia di satana come i gatti. Ma perfino questi due esseri
animali che odiava a morte erano superiori a quelli là
dentro.
Per lei la questione era chiusa.
"Comandante, scusi se è stata chiamata nuovamente ma ci sono
di nuovo disordini"
"Bestie..." bofonchiò irata, superandolo ed entrando. E
già mettendo un piede oltre la soglia, appena aperto uno dei
battenti, fu investita da urla e schiamazzi, rumori di oggetti colpiti
e le intimazioni di calmarsi da parte dei suoi uomini.
Eppure appena sfrecciò a passo quasi spedito verso la zona
degli
ospiti, una marea di - sh sh sh - si levò
là dentro,
finendo per far zittire tutti.
Questo perchè, spazientitta dal terzo brusco risveglio
notturno,
aveva fatto portare tre gabbie per animali di grosse dimensioni,
mettendole in fondo, vicino il muro trasparente. In preda alla rabbia
per aver scoperto il frigo divelto, letteralmente privo delle porte, a
causa di scontri tra vegani e onnivori, perchè i primi non
volevano che il proprio cibo - salutare - venisse infettato
da
carne e derivati di animali.
Nonostante fossero ben divisi per livelli in quello che era un frigo
imponente, con zona ghiaccio e abbastanza capiente, quello usato per la
ristorazione insomma, per soddisfare tutti per la quantità e
le
tipologie di cibi che poteva contenere.
Invece loro, i vegani, che lei rispettava ma che non fossero
nazivegani come in quella situazione, smembrarono il frigo
perchè le loro care verdure si contaminavano, sporcavano con
le
particelle cancerogene e mortali di carcasse di animali morti, come
dicevano.
Lei stessa e anche per le posizioni dello Chateau sul cibo dovendo
produrlo e prepararlo per il consumo, gestiva il concetto della carne
in un certo modo. Senza sofferenze, una morte indolore e un rispetto
enorme in vita, rispettati e trattati come se fossero dei loro. E
vedere delle persone che si reputano vegane per amore degli animali,
gettare beni di prima necessità come del cibo, peggio il
loro
che rispettavano dalla nascita alla morte, ringraziando a ogni pasto il
loro sacrificio, per terra, per rabbia le faceva venire la voglia di
fargli male.
Ed erano gli stessi esseri che dicevano che lei stessa
perchè
cavalcava e allevava cani e cavalli di vario genere, sfruttava e
maltratta gli
animali perchè questi erano, da loro parole, forzati e
spinti
con
dei premi a fare cosa voleva. Che facevano fare cose innaturali.
Queste persone non sapevano e non volevano comprendere che da loro
tutti gli animali erano importanti, tranne le zanzare. Quelle erano
cose
sataniche che andavano trattate in... un certo modo. Sorelle dei
malefici gatti, ma quelli doveva tollerarli. Ma non le zanzare. Tutti
gli uomini
accettavano, tramite le Costrizioni, di considerare come fratelli gli
animali, che provassero dolore psicologico e fisico e che vi era un
beneficio nell'interazione con loro. E andavano ringraziati per ogni
uovo, litro di latte o fetta di carne ma non oltre l'eccesso messo in
atto dalle aziende. SOlo quello che davano e senza togliere piccoli o
fare niente per aver loor le materie prime.
NOn avevano un mattatoio come si
usava dove centinaia di bestie venivano sgozzate e fatte dissanguare
vicini, sentendo il dolore degli altri e il proprio. Condivideva l'idea
della caccia corretta, perchè a volte la praticavano vivendo
in
mezzo alle montagne e i boschi ma solo cibo. Anche se altri derivati
venivano usati per altri scopi, non uccidevano per divertimento, mai.
Ma anzi aiutavano e curavano quelli selvatici che trovavano con
problemi. Inoltre credevano che un animale non andava - cacciato -
procurandogli paura e dolore finchè
non lo
finivano, ma se selvativo con un colpo diretto in testa, senza che si
accorgesse di nulla. Quelli che allevavano con un saluto formare con
inchino, un beverone
per
addormentali e finirli con una pallottola. Unica, veloce, indolore.
Certi mattatoi usavano ancora le pistole pneumatiche ma se pensavano
che l'anime era bello che andato, si sbagliavano. Erano storditi ma
vivi.
Loro non badavano ai soldi, come altri nel mondo che macellavano
o scuoiavano per le pellicce, che ancora accadeva, che usavano
picchiarli a
morte perchè una pallottola costava troppo. Era
invicile, inumano, vergognoso. Eppure
accadeva ancora e poteva comprendere fino ad un certo punto quelle
persone, ma aveva spiegato chiaramente la questione.
Ergo, sentirsi dare della massacratrice anche per avere una simbiosi
con i cavalli che li trattava coi guanti, senza metodi o strumenti
antichi dannosi, premiandoli anche dopo l'addestramento, non doma che
odiava.
Ma
la gente confondeva sempre doma con addestramento, pensando che
fossereo
la stessa cosa. Lei come tutti gli uomini dell'organizzazione non
obbligavano, non spingevano, non si permettevano di far uscire un
cavallo completo di tutto se vedevano che non era una buona giornata.
Così come mucche, capre, pecore, solo per alcuni esempi, non
soffrivano di mastite, non macellavano mai cuccioli come si faceva con
agnelli, capretti e manzi ma solo a una certa età. NOn
davano
ormoni, avevano zone vastissime intorno per tenere tutti gli animali
che curavano. Niente mastite o problemi, niente puntoni elettrici ma
seguivano e
correvano da loro con affetto, avevano richiami finladesi che le
radunava solo cantando. Spazzolati, puliti e massaggiati ogni giorni.
Sentirsi dare della torturatrice pone fine alle
gentilezze, pensò.
Fu così che tre di quelli che crearono litigi e devastazione
finirono dentro le gabbie per ore, chiedendo loro di provare una vera
prigione come accade nel resto del mondo. Uno spazio
ristretto, con niente a disposizione rispetto all'hotel, in confronto,
dell'alloggio temporaneo che avevano fornito. Per pochi giorni erano
impazziti.
E ancora, fece una ramanzina aspra ai vegani dicendo che loro si
pavoneggiavano di amare gli animali ma il poco rispetto nel trattare
come spazzatura la carne e i derivati finiti sul pavimento, li rendeva
bestie. Quegli animali non avevano sofferto come tutti gli altri, erano
ben curati, controllati, liberi in una certa misura perchè
vivevano comunque in zone apposite ma più liberi di altri
posti. Era una mancanza di rispetto
assurda quella di rendere come spazzatura il loro sacrificio per far
vivere loro.
E peggio, la loro bella verdura, qualunque fosse, era in
commercio
dopo aver ucciso o fatto del male o allontanato vari tipi di insetti,
talpe, conigli e ogni animale nel raggio dei prodotti che usavano.
Venivano impiegati dei prodotti chimici perchè apparissero
belli
corposi e lucidi, nati da semi sterili venduti da
multinazionali
che modificavano quei semi, sia per essere un danno per il contadino
che
non poteva ricavare nuove piante dai semi ricomprando, sia
perchè la
varietà era sempre quella, identica geneticamente, ben
diverso
dalla natura. QUindi questi miracolosi prodotti bio e tutto non
esistevano, non sapevano quanti prodotti con dicitura bio erano una
fregatura, così come tutti gli animali come rane, topi o
altro
finivano nei prodotti marchiati vegan e non lo sapevano. Era successo
ma la gente malata continuava a dire che proteggeva e rispettava gli
animali, quando non era così. Nessuna considerazione reale.
Come per l'esser e umano in generale, e la sua fine per quella
mentalità. Quinoa o avocado
o
altri prodotti immessi nel mercato ogni anno targato vegan, che erano
divenuti una privazione per le popolazioni che li consumavano
normalmente nella loro dieta prima della moda. I prezzi schizzati alle
stelle per il
nuovo mercato più redditizio hanno portato alla fame milioni
di
persone, rese schiave e povere, sfruttati ogni singolo giorno
perchè li producano per i - vegan -.
Coltivavano invece loro stessi tantissimo e svariate cose,
senza
uso di nulla che non fosse naturale per scacciare lo scacciabile, anche
con trucchetti come le coccinelle e altri insetti predatori o prodotti
naturali non amati da parassiti e roditori. E di nuovo
attaccata da folli che consideravano cosa gli veniva fornito come
pericoloso, gettandolo a terra.
Quindi da amichevole era tornata Kianta.
Dal momento dell'isolamento di alcuni e le gabbie, le questioni
parevano calmate. Eppure quel giorno doveva parlare con una persona in
particolare.
"Signor Sindaco... Caro,
Signor Sindaco. Come va oggi? Sempre irrequieto?"
L'uomo alzò lo sguardo dal tavolino nella saletta
ristoro dove si trovava, suo esclusivo scoprì Kianta. I suoi
tirapiedi avevano istituito delle regole per il Sindaco che
lei odiava. La guardò dall'alto in basso, notando che
lei Indossava abiti simili ai primi giorni ma visibilmente diversi.
Camicia
bianca gonfia nelle maniche, che restringe ai polsi, un colletto strano
ma elegante. Busto stretto in una sorta di bustino di pelle, altri non
sapeva dire, da sotto il seno ai fianchi, con decori pressati e lacci
davanti, intrecciati in un modo particolare, quasi artistico. Pantaloni
morbidi e non stretti sul corpo neri erano chiusi da stivali decorati
come il bustino fino quasi al ginocchio, molto belli. Non sapeva
esattamente come si chiamassero quegli abiti, non erano chiaramente
moderni, ma gli davano quel no nso che di - maschile - che
lo disturbava.
"Mia cara ragazza, come ieri e il primo giorno. Ci state confinando in
questo luogo... che ci fa sentire non graditi e, peggio ancora, come
reclusi come fossimo clandestini. E sono preoccupato per i miei
concittadini"
Il suo tono sembrava rispettoso ma sapeva che lei come i giorni prima,
aveva avvertito la nota pungente. Anche l'atteggiamento annoiato e
ammonitore gli aveva sempre consentito di far sentire gli altri
nervosi, per ottenere una soluzione migliore in tutto. Ma comparve una
chiara espressione stupefatta su di lui quando notò che lei
sorrideva.
Si, sorrideva malignamente come era già capitato,
guardandolo direttamente negli occhi, con quel suo modo di chinare la
testa in avanti alzando gli occhi verso il soggetto che sembrava voler
colpire con una sola occhiata. E aveva notato, accadeva quando qualcosa
le sembrava strana o qualcuno per lei faceva il furbo. E stava
accadendo, col mento in direzione del petto, gli occhi grandi ancorati
su di lui, con il sorriso che arrivava fino agli occhi come se
conoscesse un segreto.
"i suoi concittadini... si, è nobile proteggere i diritti e
le necessità di chi l'ha eletto. Massimo rispetto" facendo
un cenno del capo verso di lui, ma poi sorrise di nuovo malignamente e
guardò le persone a lei visibili oltre il vetro, girando di
scorcio il viso verso la sua destra "Tuttavia pensavo che le
interessasse maggiormente riunirsi con i suoi amici... lasciare i
bifolchi per nuove avventure politiche per i suoi alleati..."
Il Sindaco si rabbuiò, si alzò e, seguito da chi
lo sosteneva che lei chiamava leccapiedi, si avvicinò al
vetro, guardandola alzando il mento, sfoggiando quasi
un'espressione schifata.
"Signorina, quel che afferma è una calunnia!"
"EHi, basta con quel sognorina. Lei è il Comandante, dai
rispetto ai gradi di chi ti si trova di fronte" proruppe,
quasi
urlando, una delle guardie vicino la porta al Sindaco, muovendo di poco
l'arma come a sollevarla pur restando in posizione di turno. Poi
l'altra guardia disse solo "No" piano e si voltò a guardare
Kianta. Fece di corsa il saluto militare, scusandosi per
l'intromissione.
"Perdoni, comandante, ma trovo irrispettoso rivolgersi a lei come a una
comune civile, anche se è da figura politica come la sua
nella
città. Volevo solo che gli ospiti non fossero insolenti
almeno con Lei."
Lei solamente lo fissò, fece un lieve
cenno verso destra e il soldato si mosse rigido verso l'amico che stava
ancora fermo dal suo lato della porta, mettendosi in fila,
perchè si mettesse al
suo posto di fronte al Sindaco per parlargli meglio.
"Mi dispiace, non volevo mancarle di rispetto" rispose lui freddo
"Oh, non si preoccupi, Signor Sinsaco. MA sono venuta per sapere se ha
già preparato tutti i bagagli per raggiungere i suoi amici.
Volevo salutarla..."
"NOn comprendo..." alzando il mento
"Davvero? Allora la partenza è stata rinviata?" rispose lei
assumendo un'aria triste e fintamente accondiscendente.
"Ehi, smettila di attacare il Sindaco. Lui è un Signore, ci
protegge, si batte per noi contro voi canaglie..."
"Come?" chiese lei falsamente innocente rivolta alla gente che si
avvicinava a loro due, sempre dal lato del Sindaco, per fargli da scudo
"Voi siete arrabbiati con me? Pensavo foste adirati con lui, non far
squadra
per onorarlo"
"Ma di cosa parla" urlò la donna con un ghigno rabbioso
contro di lei "ringrazia che non cè il parroco, o il
cardinale, loro si che ti metterebbero in riga, stronzetta"
Kianta sorrise come divertita nel vedere quella donna che si definiva
madre e poi agiva in quel modo con i figli stretti a lei, chiamando in
causa altri due bei soggetti. Si portò la mano chiusa
a pugno sotto il naso, col pollice sulla bocca, come a
bloccare una risata, guardandola.
"Oh, si che conosco queste... grandissime figure" enfatizzando l'ultima
parte con un cenno della testa ma sorridendo apertamente "abbiamo
discsusso parecchio, sono andata all'altro punto di raccolta e hanno
fatto un bel gruppetto isterico. Ma io sono io, signora, e se loro -
dicono - di pensare alle vostre anime, lasci che le dica
che sto cercando invece di preservare i contenitori di queste anime...
oppure Lei preferisce il tanto agognato momento di incontro con il
Figlio di Dio? Secondo quanto credete, è il momento clou
della vita, quindi nel caso scelga posso tranquillamente
mandarla a casa perchè possa incontrarlo quando quella
gentaglia farà esplodere qualche altro ordigno. Ma voi
sarete protetti dal sangue e volere di Dio, raggiungendolo, no?"
"Come si permette di..."
"Ma il vostro dio è orgoglioso del giochino del vosto
sindaco? E' questo quello che vuole per voi, lasciandoglielo fare?"
"Di che cosa parli, è grazie a lui se qui cè un
paradiso dentro una prigione" si intromise un uomo tra la piccola folla
intorno al sindaco.
"AH Ah AH..." rise lei "e io che credevo che i piccoli focolai folli si
stessero spegnendo per le punizioni di persone incivili e nevrotiche..."
"VOI CI AVETE BUTTATO IN QUESTA PRIGIONE MENTENDOCI SUL GOVERNO"
urlò un altro battendo i pugni sul vetro.
Kianta sospirò alzando gli occhi al cielo, si
voltò solo con il viso verso la sua destra e disse
"Helias..."
Dietro di lei comparve come una figura che si sollevava dietro la sua
testa. Divenne alto tanto che lei gli arrivava al petto, sembrava
quanto quel ragazzo muscoloso, confrontando l'altezza di lei con tutti
quelli che avevano visto.
Comparve atterrendo le persone dietro il vetro.
Apparvero prima
delle corna che in verità erano similissimi a dei rami,
arcuati verso l'alto, con tre ramificazione, quella in alto
più corta delle altre, quella al centro più lunga
e quella in basso media da cui terminava come una V date dalle "dita"
dei rami, formando così tre V e sette "dita". Il viso era
qualcosa di strano, se si poteva definire come tale. Un teschio
perlaceo dalla forma tonda che si allunga in un muso affusolato e fino,
quasi a punta, con una sorta di mento appuntito, la canna nasale che
saliva in maniera
liscia senza alcun tipo di scalino, orbite dalla forma quasi un
parallelogramma con angoli arrotondati. La mascella toccava l'occhio
con uno dei tre spuntoni finali, uno che formava il lato corto
dell'occhio come appariva, gli altri due come tre spine dalla forma,
nascondevano la rotondità finale del cranio, mostrando qui
una mascella lievemente rotonda ed esterna di quella che nel totale del
cranio era una goccia.
Si, il cranio compreso di mandibola sembrava una goccia coricata.
La prima forma che appariva era questa goccia
perlacea, con una dentiatura composta come da piccoli denti perlacei,
lunga che finiva quasi alla fine dell'orbita, la cavità
nasale e una textura liscia generale. Risaltava l'occhio, o almeno, una
sorta di pupilla senza nient'altro color azzurro che si muoveva nel
nero dentro l'orbita. E sembrava sorridente, non faceva
paura, non era chiaramnete un lupo o un felino, eppure mostrava
qualcosa di particolare e terrorizzante allo stesso tempo.
Indossava un cappotto Frock grigio perla lungo fino alle caviglie, con
varii decori in argento lucente ma , quelle più ricche erano
le rifiniture a spirale sulla parte anteriore per tutta la lunghezza,
intorno ai bottini. Tutte le spirali sembravano
formate da tante V spesse, bottoni traforati arricchivano l'indumento,
maniche risvoltate ove il risvolto spesso aveva un taglio a
V che apriva la manica e ricadeva ampia,
come se
richiamasse i voilant francesi ma qui erano più - puliti - e
davano un aspetto antico al cappotto.
L'ampiezza mostrava a volte dei pantaloni color panna come il
panciotto, ricamato con catenella lasciata cadere a
semicerchio, la croatta o cravatta come si chiamava odiernamente anche
se in verità una sciarpa da uomo chiusa alla Opulent Paisley
Ascot, e stivali alti lucidi grigio topo.
Poteva sembrare un uomo del diciannovesimo secolo, ma non era questa la
prima impressione, nonostante il tipo di abito.
La gente inizò ad urlare, le donne a stringere i bambini a
sè, dicendo loro di chiudere gli occhi. Alcuni iniziarono a
recitare il rosario o altre preghiere, tutti urlavano - demone -.
Kianta restò a guardarli come se pensansse - avete molto da
fare? -. Non era chiamaramente sorpresa o altro, stava lì a
fissarli, scorrendo gli occhi su tutti, vedendo le loro reazioni. Se
molti restavano a guardare Helias come cervi abbagliati dai fari di
notte, la maggior parte divenne isterica invocando Dio.
"Helias..."
"Si, Madre?" rispose questi con una voce calda e gentile "cosa posso
fare per te?"
"Anche se per ora sono ancora fuori di testa, potresti per favore
mostrar loro il comunicato del primo ministro? Grazie..."
"Certamente, Madre..." rispose lui con un inchino con il braccio, il
palmo in alto e la flessione busto.
Poi tra Kianta e gli ospiti apaprve
un rettangolo nero, come dal nulla, per materializzarsi il primo
ministro che parlava ai cittadini. Tutti ascoltavano il comunicato,
dove chiedeva a tutti di essere forti, coraggiosi e ascoltare e farsi
aiutare dal gruppo militare approvato dal governo stesso, mentre le
forze armate fronteggiavano l'attacco, o meglio si corresse,
gli
attacchi contro la società, il paese civilizzato e forte.
Che
andavano contro, con i loro atti vili, al progresso umano contro
l'arretratezza mentale, religiosa primitiva, dello sviluppo umano.
Questi
individui vogliono portare, continuava, i paesi primi nel mondo per
libertà, diritti e dignità umana usando la forza,
tecnologia militare e soppressione dell'identità della
persona..."
"Il classico toro che da del cornuto all'asino, i paesi che giudicano
quelli arretrati come lo erano loro prima. E sono
andati avanti proprio grazie i non religiosi..." bofonchiò
Kianta facendo ridere di gusto Helias.
Il discorso terminò con il Primo ministro che giurava di
preservare il governo che lavorava per tutti, proteggere i cittadini
sia nella ventina di città colpite e assaltate, sia dove
ancora
non erano giunti ma avevano visto una fuga in cerca di un luogo sicuro.
Le persone che li accudivano, continuò, erano lì
per loro
al posto del governo, chiedeva quindi per finire collaborazione,
rispetto da cittadini quali erano e condivisione tra fratelli.
Alla fine della trasmissione lo schermo divenne nero per poi sparire.
La gente iniziò a bisbigliare a gruppetti finchè
Helias
non fece un passo verso Kianta per dire qualcosa e scoppiò
il
caso.
"E' il demonio! Vuole entrarci nella testa con questi filmati e rubare
la nostra anima"
"Cercano di dividerci dal governo"
"Non guardate, è un lavaggio del cervello come gli americani"
"lo sapevo che era strana, è posseduta"
"Oh, madre di tutti salvaci... prega per noi..."
"Satana, appari perchè Lei ci ha catturati e dati a te. Cosa
le darai? Quale premio le hai promesso?"
"Pregate, recitate le sacre invocazioni! Scacciamolo..."
Si levarono urla isteriche, pianti e cantilene disperate e Kianta
mostrava chiaramente angoli della bocca in giù per il
disgusto.
Ogni volta che incrociava gli sguardi di qualcuno le
mostravano
croci, rosari, santini o facevano loro stessi la croce con le dita. La
maledicevano dicendo che Gesà non avrebbe più
potuto
salvarla, che era perduta.
"Sai Helias...ora capisco perchè l'umanità non va
avanta
mentalmente. La tecnologia sale i gradini della civilizzazione ma viene
usata da schifo dalla marea di gente malata, inclusi questi. Piangono
solo perchè sei apparso... senza fare domande o capire come
mai
ti vedono..."
"Se posso dire madre..." aspettando che lei facesse un cenno del capo
in assenso, mentre la baraonda peggiorava "trovo questa situazione
interessante, curiosa, ne sono affascinato. per ora sto scorrendo tutti
i manuali di psicologia e psichiatria per definire questa situazione,
ma posso dirlo... Una notevole manifestazione di psicosi
collettiva scaturita da pregiudizi e indrottinamenti infantili, un
fenomeno da studiare."
"Calmati... se tu lo trovi affascinante, io vorrei schiaffeggiarli solo
per far scemare questo delirio. E poi la gente si chiede
perchè
le società fanno schifo. Invece di fermarsi un attimo e
porre le
giuste domande, tutti lì a pregare. E cè gente
che osanna
i santi, perchè martiri per qualcosa in cui credevano. E
guarda
dove siamo arrivati"
"Oh, madre. Il tuo cinismo non sarebbe accettato dal Leader. Lui
troverebbe affascinante questa cosa, perchè lo ritiene a un
legame viscerale con le paure ancestrali del primordio, del..."
"per favore, non voglio sapere niente di queste menate religiose.
Helias!... irrorali!
L'essere inclinò la testa tondeggiante ramificata da un
lato,
aprì leggeremente la bocca amplificando l'effetto sorriso,
l'occhio azzurro o pupilla o quel che era sembrò lampeggiare
e
poi gli irrigatori antincendio si attivarono alla massima potenza,
generando fiotti d'acqua sulle persone che venivano spinte a terra.
Altre urla e lamenti giungero, mentre Kianta sospirava e si controllava
un'unghia che sembrava scheggiata, benchè fossero
quasi corte e poi diede lo stop ad Helias. La pioggia quasi
cessò, terminando dopo che la gente era accasciata al
pavimento. Sorpresi, storditi,
impauriti, imbevuti fino alle ossa, ma ci erano calmati. Solo dei
singhiozzi e qualche imprecazione, ma ora lei poteva parlare.
"Allora... non vi è sembrato come di essere là,
nel Mar
Morto con Mosè e provare dal vero storie così
vecchie che
sono raccontante dai babilonesi e messi in certi libri, solo
perchè presi da racconti millenari? Di altre popolazioni
poi... E scritti poi circa
quattrocento anni dopo Cristo, aggiungo..." voltandosi verso Helias e
rise.
"Sei pazza! Ci facevi affogare, ci sono bambini..."
"Ma smettila! Non ho mai sentito in nessun paese che per il sistema
antincendio morisse qualcuno soffocato dall'acqua. Neanche avessimo
alluvionato la zona ospiti con litri di acqua. Almeno però
vi
siete calmati... siete impazziti voi
non
appena avete visto Helias, senza fare prima le domande
fondamentali.
Come... cosa è? Da dove viene? E' pericoloso?... e via
dicendo!"
accompagnando il discorso con movimenti della testa e le mani "bastava
un minuto di silenzio, le domande magiche ed ecco... che si risolveva
tutto! Se questo fosse accaduto tanto tempo fa non avremmo avuto il
periodo buio o medioevo che, per carità ha portato davvero
tante
innovezioni e bla bla, ma come per tutto quello che noi abbiamo oggi,
creati, studiati e dati a tutti perchè aiutassero la vita di
tutti, da persone che se ne fregavano della chiesa e la religione.
Così come cè la credenza che tutto debba andare
secondo
natura come i generi della persona o sessuali, quindi il fatto che io
vesta così... peccato solo che, seguendo questo ragionamento
nessuno di voi dovrebbe usare medicinali, occhiali, apparecchi uditivi,
abiti sintentici, tutti gli oggettini elettronici che vi piacciono
tanto e con cui fate vaccate. Tra l'altro..." inclinando la testa.
Iniziarono ad apparire volti arrabbiati, offesi ma lei
continuò lesta, perchè non la interrompessero.
"E' facile puntare il dito contro gli altri dicendo che sono o fanno
quella cosa contro le regole, la morale... eppure sono loro stessi a
vedere certe cose in determinate maniere, ad odiare, ad allontanare
senza il dialogo. Dialogo reale, onesto, neutrale, perchè
una
persona non è leggi bibliche e morale. Quanta gente che si
professa giusta e poi è marcia dentro, ma...! "alzando il
dito
indice verso l'alto, vicino la testa "il punto qui è uno. Vi
siete disperati, avete invocato esseri mistici per... un ologramma..."
scuotendo la testa sconsolata, mostrando che provava pena per loro.
"Quel demonio cosa sarebbe? Lo vedo, è reale, lo vediamo
tutti!"
"Si, come tutti vedono il sole lampeggiare nel cielo in luoghi mistici
o credono a cosa dice la chiesa e poi, se si studiano bene le parole
dei famosi - veggenti - di due luoghi di culto, le cose erano un
tantino diverse. Ma il punto è che state stringendo a voi
simboli
sacri e pronunciate parole di aiuto per... un programma! Lui
è
definibile come un programma, un ologramma..." muovendo la mano verso
l'essere per affondarci la mano. Chiaramente era intangibile.
"Bugiarda, i demoni vivono nella loro dimensione ma si fanno vedere con
i loro poteri. Si sta nutrendo di noi e vuoi sviarci"
Lei alzò le braccia guardando l'essere come a dire - non so
più che fare - ma alle continue lamentele lei scosse la
testa,
si fermò con le mani lungo i fianchi e, con gli occhi chiusi
si
rilassò. INiziò dopo poco a muovere in maniera
poco visibile il busto a destra,
sinistra, poi destra e si sporse in avanti a sinistra come se danzasse.
Appena aprì gli occhi, alzate verso l'alto come se fosse
concentrata, tutto l'edificio apparve all'improvviso come un campo o
collinetta di verde. L'erba crebbe in ogni piano, verde e lucente,
sospinta da un vento invisibile e non avvertibile, alternata a fiori di
ogni specie e colori che si levavano chiusi e si aprivano a quello che
sembrava un sole in un angolo. Alberi da seme nella terra divennero
adulti frondosi e ricchi di gemme, ospitando vari animali che si
udivano e vedevano fra i rami. Volpi, conigli e alcune specie di
uccelli apparivano e scappavano. Il rumore di un ambiente reale si
scopriva man mano che aumentava e Kianta sembrava come immersa in
qualcosa, lo sguardo distante e poi da dietro un albero apparve... il
Sindaco.
Sorpresa si levò tra la gente, che guardava l'uomo
inzaccherato
sorpreso e quello ben vestito e asciutto al di là del vetro.
Kianta chiuse gli occhi, disse a Helias di continuare lui e li
riaprì, puntandoli sui presenti.
"Anche questo vi sembra l'apparizione di un demone? la
realtà
è che solo un ologramma come Helias, nulla di
più. E' un altro programma che mi permette di far apparire
quello che creo nella mia mente, è reale solo l'insieme di 1
e 0
che sta alla base di quello che permette questo..." indicando il luogo
verde che ancora era presente, con il sindaco che stava fermo ma
chiaramnete si muoveva impercettibilmenete, non era statico, sembrava
attendesse qualcosa. "Avete provato una paura e un terrore per la
vostra anima inutile e che ha solo creato scompiglio in altri. Ripeto,
è come un programma o le app che tanto amate, visto che
ormai di
computer non ne sa quasi nessuno, considerando anche i costi che
lievitano..."
si lamentò amareggiata verso Helias.
La gente non diceva nulla, guardava solo intorno quella vista pacifica
e lussureggiante, gli animali così reali che sembrava
davvero come vederli e
sentirli, e l'uomo che sembrava il sindaco come vivo. Alcuni cercavano
di toccare
qualcosa ma, ocme per Kianta prima, le loro dita attraversavano
l'illusione, senza però deformarsi o altro. Sembrava tutto
reale, vero,
anche quando cercavano di toccare, le mani venivano come - tagliate -
dalla figura che volevano percepire con il tocco, si
capiva che era finzione ma era fatta così bene da confondere
chiunque.
"Uff... ora che siete tutti calmi, posso dirvi cosa..."
"Perchè quello sembra un demone, allora?"
"io non sono un demone, sono un Crell, una sorta di IA autoespandente
per ogni conoscenza che apprendo, sono senziente e logico, curioso e
autogestente. Io..."
"Quello che vedete come fisico" intervenne Kianta guardando gli ospiti
in faccia, perchè sapeva che Helias per come era avrebbe
continuate per un'ora "è solo il suo - corpo - olografico,
che ho creato
come per gli altri. La testa è presa da un Domestic Pig o
piglet cucciolo. Sono rimasta affascinata dallo strano teschio dopo una
macellazione, sempre umana e senza sofferenza..."
rimproverando
con lo sguardo chi sapeva avrebbe frainteso "e l'ho usato come modello
per Helias. Lui è il Crell che all'inizio doveva occuparsi
dell'interazione con noi per aspetti oltre il fisico, come lo definisce
il nostro Leader, l'Extranormal ma, intergendo e interrogandolo varie
volte anche per
questioni comuni, è divenuto un Personae, un Crell generale
e
autonomo che interagisce con tutti, rimanendo comunque legato e
interessato alle questioni dell'- oltre fisico -. Il maiale
è l'animale ritenuto più vicino a noi dopo la
scimmia,
ecco perchè vedendo il suo teschio, ho deciso di usare quel
porcellino come ispirazione. Tutto qui. La sua testa è
ramificata proprio come un albero che dalla terra si protende verso il
cielo, a richiamare proprio il legame con il fisico e piano astrale o
l'oltre fisico. Adesso siete più tranquilli?"
La gente si guardò perplessa, quando Kianta chiese ad Helias
di
fermare la visualizazzione tenuta attiva, questi fece scomparire tutto.
"Sarebbe lungo spiegare cosa ho fatto, ma anche questo era un
programma, puro e semplice. Dei micropriettori ricreano come i pixel di
uno schermo, l'immagine in totale, risultando come... se vedeste un
film. Solo che non è piatto. NOn cè nulla di
demoniaco,
quindi ora ascoltatemi. Perchè sono già stanca!
Il vostro
Sindaco tra poco ci lascerà, quindi spero davvero che
possiate
salutarlo nel modo opportuno..."
"Dove lo portate?"
"Lo state punendo?"
"Calma signori, calma. Non ho detto che lo spostiamo e, mi rincresce
per le punizioni, ma se le persone non sono civili ed educate e sono un
fastidio o problema per gli altri, ho il diritto di prendere
provvedimenti. Qui il punto però è che il Sindaco
è in attesa di suoi... cari amici, per andare in un luogo da
cui
collegarsi con il governo. Mentre voi resterete qui"
Confusione si materializzò nelle loro facce. Il Sindaco si
alterò e, voltatosi verso gli altri, chiese loro di non
credere
alle parole sciocche di una ragazzina.
"Davvero? Le mie
parole sono
sciocche? Helias, cosè che dicevano ai loro amici? Fammi
ricordere, ho una memoria così labile..."
mostrando presa
in giro verso il Sindaco.
Helias aprì la bocca, gli occhi lamperaggiarono e, come per
il
messaggio del ministro, si materializzò un video che
mostrava la
zona relax esterna. Due dei leccapiedi del sindaco stavano parlando tra
loro ma, zoomando e ascoltando bene, si notava un cosa interessante.
Uno nascondeva un mini telefono da carcerati in mano, fingeva di
mangiare qualcosa mentre l'altro interagiva con l'orecchio vicino
cercando di far credere che parlasse con l'altro. Ma l'audio era
chiaro, come fosse vicino, e si comprendeva meglio la situazione.
Discutevano con qualcuno al mini telefono e dicevano chiaramente che il
Sindaco doveva uscire, a chiunque fosse, per portarlo in un
luogo decente. Gli altri non aveva importanza, loro e il Sindaco
però necessitavano del loro aiuto perchè vivevano
in
maniera incivile e si non poteva espletare le sue funzioni politiche e
associative.
Terminato il video, lo schermo fittizio scomparve e la gente guardava
senza capire l'uomo, che la fissava malamente.
"Se non avete compreso, i loro amici a cui chiedevano aiuto
per
andare chissl dove a fare chissà cosa, sono quei
simpatici u omini riuniti in una associazione
criminosa
segreta, a carattere iniziatico, retta dalla legge
dell’omertà e regolata da complessi riti che
richiamano le compagnie d’arme dei signori
feudali, strette da
legami
familiari e percorsi iniziatici peculiari che ciascun appartenente,
detto affiliato , è tenuto a rispettare. Spero abbiate
capito...
il nocciolo della questione è che sta preparando le valigie
e
leccapiedi per svignarsela e andare da qualche parte a fare la bella
vita e rompere le scatole allo stato, per gli scopi cari a
quell'organizzaizone, abbandondovi in qualunque cosa
siate finiti. Anche se, per vostra fortuna, è il vostro
stesso
governo che ci ha designati vostri protettori mentre, il carissimo
Sindaco, sfrutta la sua posizione e i suoi amici per svincolare il
sistema e fare quel che vuole. E andarvi contro, aggiungo. Se credevate
davvero che le telefonate
esterne fossero bloccate e pensavate, stupidamente, che non sapessimo
nulla.. "alzando le spalle con il sorriso tirato "QUindi, signori,
salutiamo il Sindaco. E' già pronta per lui la macchina che
lo
condurrà al luogo dell'appuntamento, abbiamo anche quello,
così chei suoi amici possano - salvarlo -. E per inciso...
caro, sindaco... " portandosi l'indice della mano destra sulle labbra
come se pensasse, guardando altrove "abbiamo già provveduto
a mandare tutte le
informazioni al governo, Lei sarà seguito di nascosto nel
viaggio con i suoi amici ma non posso dirle come. Così come
se
accade, per qualche malaugurata situazione, che lei possa... avvisare i
suoi amici che impauriti scappano lasciandola sul posto,
giungerà
una punizione. E non scherzo, sopratutto per i suoi concittadini presi
in giro e perchè odio tutti i tipi di organizzazione nel
mondo
che danneggiano e agiscono per ideali del cavolo. QUIndi si faccia
furbo, scenda dall'auto e vada via con loro. In quel caso a nome nostro
e del governo, ne uscirà pulito o... risulterà
che Lei
è stato costretto in qualche modo a farne parte. Ma se
così non fosse e dovessero scoprire in qualunque momento il
gioco, cambiando i piani,
o ce ne accorgiamo, i miei uomini appostati in luoghi specifici hanno
precise regole di comportamento. Non faccia stupidaggini..."
Il Sindaco strinse la mascella, serrò i pugni e
sgomitò i
suoi uomini, salendo al piano superiore. Gli scagnozzi la fissarono
come se volessero ucciderla, ma lei sorrise come un'innocente, per
vederli poi correre dal loro capo per preparare loro, e non lui che
stava solo seduto sul letto, le valigie. La gente mormorava piano ma si
comprendeva una rabbia crescente, e Kianta intervenne.
"Signori, tutti! Mentre il Sindaco provvede a preparare i bagagli,
voglio chiedervi di mostrarvi Voi dei Signori, porgendo un saluto per
il suo viaggio nei modi più civili possibili. Ha fatto molto
per
voi e lo... farà anche dopo. Forse... Signor Sindaco, avete
massimo mezz'ora, non di più..."
DOpo cinque minuti il Sindaco scese, furente e col mento alzato al
massimo, seguito dagli uomini a lui fedeli, quattro compreso l'autista
personale però pagato dalle casse del comune, e le valigie.
Sia
dal piano superiore che fino alla porta, dovette procedere come in una
passarella creata da due ali di persone, che in silenzio lo fissavano
con sguardo omicida. Si levarono alcune parole negative, augurio di
finire male, ma niente altro. Dinnanzi alla porta fissò
Kianta
così profondamente che i suoi uomini temettero potesse lui,
o
qualcuno dei suoi, fare qualcosa e serrarono i ranghi vicino,
più vicino, ma lei era calma, pacata, quasi giocosa con il
sorriso.
Lo videro sfilare ancora fino all'esterno, rigido e sguardo in avanti,
mentre gli uomini che tiravano le valigie si fermavano con la
scusa
di prendere meglio le maniglie per fissarla selvaggiamente d'odio, come
se le augurassero qualcosa in futuro.
"Signori... i vostri mini telefoni funzioneranno tra qualche metro, ma
se fossi in voi non li userei perchè siamo intorno a voi e
possiamo friggerli in un attimo. Ma in quel caso se dovessero
telefonarvi accorgendosi che sono inattivi, comrpenderebbero qualcosa.
Quindi lasciateli funzionanti, ma non chiamate nessuno e non avvisate
nessuno. Nessuna parola in codice ne altro o interveniamo e voi...
sparirete! E sapete che siano seri come i vostri amici su certe cose.
Buon viaggio..." vedendoli poi scomparire oltre la luce
esterna.
In quel momento però entrò un soldato che
raggiunse di corsa Kianta, arma abbassata e vestito tutto di nero.
"Comandante, è arriva una persona con tutte le
autorizzazioni
del Leader. Dice di voler parlare con voi, si è presentata
come
Sorella Rhona. Quali sono i suoi ordini? Per il momento è
ospitata alla Squadrella."
Kianta chiuse gli occhi di rabbia, strinse forte le labbra formando una
linea, si grattò il braccio destro poco sotto la spalla e
vagò un momento per l'ambiente. Sospirò forte e
disse
all'uomo di darle il Benvenuto e lasciarla là, che sarebbe
andata subito. Dopo il saluto, l'uomo uscì veloce per
eseguire,
lasciandola ferma nei suoi pensieri.
"Cari ospiti. Le cose tra noi sono iniziate con il piede sbaglio e non
per colpa nostra. Vorrei quindi, dopo avervi mostrato chi davvero era
contro di voi e non vi supportava realmente, sistema rele cose. Ma..."
camminando con in
cerchio davanti la zona ospiti, continuando "Vi chiedo solo la pazienza
e gentilezza di venire incontro a noi che, seppur militari, vi abbiamo
trattati come al Ceaser's Palace. Non potete dire di no! Inoltre come
avete appreso dalle parole del primo ministro, sono solo una manciata
di giorni. POchi. Sarete trasferiti in un luogo sicuro gestito dal
governo. Non siete prigionieri, non siete in mani nemiche, è
un'attesa in ore, non settimane. QUindi se avete richieste o qualche
bisogno in particolare fattibile, siamo a completa disposizione. Ma
comprendete anche che questa è un'istallazione temporanea,
eretta per ospitarvi e siamo sotto contratto con il primo ministro per
la vostra sicurezza. Dovevano impegnare tutte le loro risorse per
fermare o trovare ogni cellula, e per ora ne hanno contate cento, che
hanno colpito varie città gli stessi giorni. Avete avuto
coprifuoco e controlli militari per le strade ma continuano a colpire e
vogliono agire. Queste minacce sono peggiori di quelle che abbiamo
sentito negli anni in altri paesi, perchè non si tratta di
un
colpo solo di avvertimento, reclamato da questa organizzazione
religioso-militare che si reputa dello Stato, a noi ben conosciuto che
si è alleato con certi paesi per fermare l'America e la
Russia.
Il problema è che, sembra brutto da dire ma questo
è
anche peggio, si scontrano in altri paesi come il nostro. NOn
è
chiaro se questo atto è appositamente studiato per farvi
entrare
in guerra o meno, ma invece di un colpo solo ne organizzano
più
di uno alla volta. Voi ne avute avuto alcuni esempi, a colpire sono
stati anche occidentali che hanno cambiato bandiera per simpatizzare
con questa gente, senza capire che non è assolutamente una
cosa
positiva combattere al loro fianco contro il loro stesso paese, o altri
nostri alleati. Perchè i buoni rapporti ci portano ad essere
alleati. Contro voi, le vostre case, famiglie, amici.
Favorite tutto
quello che stanno facendo perchè vi dividete tra voi.
Quindi,
cari ospiti, uniamoci contro quegli individui, contro tutti coloro che
vi vedono come nemici da eliminare e non persone. Che vogliono
togliervi tutto perchè credono che la loro religione
è
giusta. Contro tutto ciò che lede la dignità e la
persona. Aiutateci. Grazie..."
Alcuni fecero cenni lievi di assenso, altri mormorarono qualcosa, altri
rimasero in silenzio ma nessuno per fortuna inveì o la
accuso di
qualcosa. Così ne approfittò per chiedere a un
Gestore di
parlare con tutti uno ad uno per aiutarli ove possibile e dargli le ore
di aria.
Poi si recò alla Consolle, dove un uomo la
attendeva con
una valigia argentata in mano. Kianta la aprì e
portò
alla luce una sorta di cilindro in metallo scuro a diversi livelli
circolari in rilievo scuri e più rientrati trasparenti, con
dei codici stampati sulla parte tondeggiante in alto,
con la scritta in chiaro Crell. Lo inserì finoad
un certo
punto in un apposito alloggiamento nella Consolle e dopo varie immagini
in un plasma, di caricamento, e quel che fuoriusciva del cilindro
brillava di azzurro, mostravano che era pronto. A quel punto Kianta
pronunciò "Sterling" e come per Helias, si
materializzò
qualcosa.
Un uomo. Pelle olivastra, aspetto mediterraneo da mascalzone,
sopracciglia che andavano ispessendosi verso le tempie e nerissime come
i capelli, uno
dei contributi per quel viso, mostrandosi pienamente sopra gli occhi
grigi. Mascella regolare con un mento lievemente sfuggente,
dando un viso allungato ma di
bell'aspetto. Capelli tagliati alla maschietta lunghi fino a
metà per orecchio, con il ciuffo più grande e
lungo
verso la sua destra che taglia la fronte perdendo qualche ciocca
sfuggente. Lisci e e leggermente scompigliati. Bocca spessa e piena e
naso sottile e piccolo.
Un vestito Blu Scuro. Indossava giacca con due
bottoni sulla pancia, taglio squadrato e non classico, taschino,
panciotto lavanda che si intravede sotto la giacca di qualche
centimetro seguendo la forma della giacca, pantaloni classici senza
pieghe, camicia bianco perla, doppio polsino con gemelli; colletto
diplomatico senza bottoni. Scarpe nere stile Oxford
No
Brogue con tomaia decorata e di alta qualità in pelle di
vitello.
"Sterling, attiva tutti i tuoi processi, ottieni da Helias tutti i
privilegi per l'amministrazione della Torre e resta in MOnitoraggio"
"Come desideri, Madre. Prenderò io in carica
l'amministrazione
della Torre" rispose gentilmente e servilmente, inchinandosi e
rialzandosi, sorridendo.
"Helias, torna in modalità Personae e resta disponibile.
Accreditati i privilegi di sorveglianza delle telecamere e registra
quel che faccio finchè non ti dico di terminare"
"Certo..." apparendo dietro di lei.
"Signori..." continuò lei, scendendo le scale e parlando con
gli
uomini di guardia nell'edificio "vado per un impegno importante. Il mio
secondo è Jd, ma per qualsiasi cosa per primo chiedete a
Sterling quel che vi serve o volete sapere. Sarà lui nel
caso ad
aiutarvi se possibile o comunicherà con Jd, che
sarà
subito qui. Tornerò presto...".
Tutti fecero il saluto, rimettendosi in posizione mentre lei lasciava
l'edificio.
"Madre, perdona un mio parere..." disse Helias attraverso il phonevolet
come faceva sempre quando era all'esterno, restando collegato e
sorvegliando con ogni apparecchio presente "Sei sicura di aver fatto
bene con il SIndaco? Non ci saranno ripercussioni? NOn temi che quella
gente, i suoi amici, possa crearci problemi, sapendo dove siamo?"
"Chi ha detto che sanno dove siamo. SOno venuti con un Cellar blindato
e oscurato dall'interno e adesso è stato..." continuando a
camminare per il Campo verso la Squadrella, la prima zona vicino
l'ingresso come un contenimento sigillato. Una costruzione ideata
apposta per chi
giungeva e deve essere controllato o chiedeva un incontro e non si
voleva
far vedere il Campo. L'aspetto era a L con l'ingresso nella parte
lunga, un ambiente con frigo e il necessario per qualcosa di veloce da
offrire e una porta, che conduceva alla parte piccola della L, senza
finestre e più blindata, che somigliava a una stanza
interrogatori classica con delle sedie diverse in base a chi vi
è
ospitato. Fece una pausa osservando gli uomini intorno nei
vari
compiti che stavano svolgendo "...diciamo scortato con un'auto apposita
oscurata all'interno. Bloccato, quindi non apribile dall'interno e con
un divisore corazzato per l'autista. Tutto ok, quindi. Rilassati. Se
hai visto abbiamo centinaia di uomini di guardia o in giro per questo o
quell'incarico, che comunque controllano sempre intorno. Le telecamere
di vario tipo permettono ai Controllori di osservare ogni cosa
nell'ufficio che occupano, e ci sei tu come Sterling. Inoltre noi
dobbiamo aver paura di un'organizzazione di un Paese che il massimo che
sa fare è far esplodere macchine, picchiare la gente
perchè li paghi e occupare altri paesi portando la loro
malsana
mentalità anche là? Io non ho paura, per
niente..."
Intravide Gask ridere con alcuni uomini vicino i furgoni blindati, i
Cellar. Se ricordava doveva trattarsi del gruppo che doveva ritirare
dall'AerOl gli approvigionamenti e cosa inviavano dallo Chateau, che
atterrava sul lungomare. Bottiglie in mano, sghignazzi, pacche sulle
spalle e adavano a parlare e fare casino anche per ore. Poi lui si
alzò da dove era poggiato, prese una sacca accasciata a
terra e se la mise in spalla,
salutando. Mentre proseguiva per uno degli edifici la notò e
e
fece dei gesti con le mani camminando, il linguaggio dei segni. Lo vide
voltarsi circospetto per quello che faceva, controllando se qualcuno se
ne fosse accorto, ma lei rispose con un cenno negativo della testa. La
vide irata, la guardò dubbioso ma lei scosse di nuovo la
testa,
gli fece un gesto con le mani e proseguiì verso la
Squadrella,
mentre lui camminava tranquillo all'apparenza ma perplesso
dentro, verso un'altra parte.
Raggiunse l'edificio ed
entrò, dirigendosi subito verso la zona di contenimento.
"madre, resterò in modalità passiva. Per
qualunque cosa sono in ascolto"
"Ok, ti dirò io quando ritirarti"
Attivò il pannello d'entrata e dopo essersi avvicinata con
la
testa, la partò scattò e il complicato meccanismo
a
ganasce iniziò a rilasciarle una ad una
finchè non
si aprì in due ante scorrevoli sparirono nell'intellaiatura,
o
meglio dentro gli spessi e robusti muri in ferro. All'interno di era
una donna, abbigliata in nero con un abito largo a due pezzi. Una gonna
lunga a campana e una sorta di giacca che giungeva massimo sopra i
fianchi. Alcuni decori leggeri in grigio chiaro sui bordi. La testa era
coperta da una sorta di turbante che formava come una decorazione sul
lato destro, ma le frange cadevano sulla spalla sinistra. Quella
decorazione sembrava una treccia larga con una sorta di S
più visibile grande che
partiva dal centro della testa nell'intreccio e cadeva sotto
l'orecchio. Inoltre il foulard rispetto l'abito aveva varie strisce
nere e grigie e, per come era indossato, sembravano dei capelli bianchi
con strisce nere e grigie. Almeno ad un'occhiata lontana.
Sul turbante portava come delle collane con vari ciondoli danzanti a
ogni movimento e sopra il collo alla asiatica dell'abito vi era una
collana larga e articolata con pietre, come un pettorale egizio ma
tutto fiori e viticci.
"Sorella... che piacere" proruppe la donna severamente. Era
già
in piedi, dritta come un fuso, osservando le pareti con dei quadri
senza vetro. La fissò rigida e composta, quasi aggraziata
anche
per il suo aspetto, filiforme e minuto, come il viso, dei
tratti
arrotondati e gentili.
Kianta guardò l'altra con disappunto, mostrando irritazione
apertamente. Fece qualche passo dentro la stanza così che la
porta si chiedesse e osservò che la sedia che le avevano
dato
per sedersi era quella normale, non come le altre che avevano lievi
difetti impercettibili, non visibili da chi non sapeva, che rendevano
ogni posizione fastidiosa, peggiorando con il tempo, aumentando il
disagio di chi vi si sedeva così che parlasse. Anche
l'ambiente
era studiato, con quadri che mostravano disegni di roshak camufatti da
arte astratta e moderna.
"Sorella Rhona...Colei che invita! Qual vento ti porta qui invece di
intortare qualcuno che interessa a Dorde o Milan?"
Kianta restò in piedi anche lei, visto che, anche
avvicinandosi
alla sedia la donna era rimasta ferma più indietro,
stringendosi
le mani davanti il ventre.
"Sorella Diandra, Colei che insegna. Purtroppo chi insegna qualsiasi
cosa nel mondo è anche una persona... piccata, redarguente,
ammonente... che vede un velo ostile su chiunque. E tu non fai
eccezione. Presumi che io sia qui per qualcosa di negativo..:"
"E cosa posso pensare di una Figlia o Musa che fa visita a qualcuno.
Essendo una di voi so bene che il vostro compito è sia di
consigliare e indirizzare, sia di agire perchè le cose
vadano...
secondo le vostre previsioni. Vi celate dietro le vostre
abilità
chiamate doni, ma in reatà non fare niente di diverso di un
Esecutore. Eppure siete amate, ammirate, considerate come altri fanno
per sacerdoti di altre religioni. E non sono d'accordo. Una cosa
è ringraziare la Terra credendo in due forze generatrici
e
che si lega con la scienza, ma siete andati tutti oltre. L'idea della
Figlie per me è troppo! Inoltre siete tutte riccamente
abbigliate con sete, stoffe pregiate e gioielli. Vantate
abilità
che usate con le carte o cristalli o altri giochini da prestigiatore e
siete immischiate in ogni cosa vi sembra del vostro incarico. E Milan e
Dorde vi lasciano fare. Ciò è sbagliatissimo
perchè finchè si tratta di persone che mantengono
conoscenza e prepararo le feste è un conto. Spacciarsi per
portatori di parola del Padre e la Madre, che per me non sono altro che
raffigurazione di una cosa naturale, come foste sacerdoti e simili
è da vergogna. Si sta tornando al medievo? Il Segno
dell'Uccello
è davvero necessario? "
"Cosa trovi di negativo in noi? Vuoi forse dire che siamo come le
fattucchiere che prendevano in giro le persone? Ci reputi tali? Anzi, ti reputi tale? Sei
una di noi..."
"E' stato Milan su suggerimento di Dorde a farlo, non per mia
volontà come per voi. Siete voi che vi siete presentate a
loro
dicendo che avevate dei Doni, che eravate sensitive, spitiche e altre
cavolate e, convinti delle vostre prove, vi hanno scelte come testimoni
dei doni del Padre. Ossia di abilità naturali. Posso capire
fino
ad un certo punto, Sorella Rhona, che qualcuno nasce con qualcosa,
ma portarlo in adorazione come facevano e faranno ancora in India con
le Dee bambine, è da problematici qui" battendosi un dito su
una
tempia.
"Tu stai offendendo proprio i Doni del Padre. Noi prediciamo, noi
vediamo nel futuro o leggiamo la verità che il Padre ci
invia,
anche chiamando i cari vicini e spiriti di Luce. Non siamo truffatrici.
Anche tu stessa sei testimone di qualcosa, ecco perchè sei
tra
noi. Hai o non hai visto dei morti?"
"NO! POsso anche aver visto dei piedi... erano dei cavolo di piedi,
accidenti. E non è detto che davvero veda cose" sbattendo le
mani sul tavolo prensente in mezzo alla stanza, urlando "vi basate
troppo su misticismo e soprannaturale. E' sbagliato o si ritorna al
medievo per davvero"
"Mh" mormorò la donna osservandola "posso capire che non
approvi
nulla di queste cose perchè richiamano un retaggio culturale
dal
quale provieni, ma..."
"Ah!" sclamò rabbiosamente Kianta, alzando gli occhi dal
tavolo,
furenti e una linea per bocca "vedo che Milan parla
troppo, veramente troppo su cose che non vi interessano e che non
dovrebbe dire a nessuno. Non me ne frega un cavolo delle tecniche
popolari primitive che usavano o che alcuni membri della mia famiglia
dicessero o sapessero cose che potevano apparire predizioni. Capirai,
sul tempo o una sensazione. Io e tutti quanti le abbiamo. Usare olio o
uova per cacciare le negatività? Avrei voluto tirare i
piatti
che usavano per queste medievalate in testa a tutti. o il fatto che non
potevo dormire con i piedi verso la finestra come desideravo,
perchè è così che si mettono i
morti... quante
cazzate, cazzate, CAZZATE! TUTTI DITE CAZZATE invece di studiare il
mondo intorno a noi con occhi non totalmente scientifici, ma magari
mezzo. Almeno quello. E invece no, predizioni! Ma andate..."
"Sorella, mi rincresce molto che tu sia adirata per certe
cose
che le persone fanno, perchè è così
che si fa,
l'altra volta hai detto così. Hai detto tu stessa che molte
cose
del passato sono efficaci e buone come quelle..."
"QUello che volevo dire è che molte cose anticamente
andavano
bene per quel livello culturale e scientifico e che, avendo la gente
fatto comunque esperimenti e osservazioni, era buone. Come sappiamo
quali funghi sono mangerecci? Perchè la gente li provava e
crepava. Ecco! Quali erbe ancora oggi usiamo come elisir e liquoiri
medicali? Perchè la gente li provava e sapeva, eppure era
arrivata la religione e le persone che ne sapevano più dei
medici, con le mani legate dalla chiesa che accettava salassi e pietre
sminuzzate che facevano male che bene, e sono diventati diavoli. E
quelle cose sono arrivate a
noi è per la gente che voelva conoscere e aiutare, ma vallo
a spiegare ai preti. Si è
arrivati al punto che molti uomini seguono più voi per
sapere di salute e
metodi per sistemare tante cose, che ai nostri medici che sono i MI,
GLIO, RI! La gente se gli diamo figure come le vostre, scappa da voi!
Perchè crede che alleviate anche l'animo quando date
semplicemente speranze contro la sicurezza di qualcosa è
che conprovato e addirittura usavano prima. ma no, ci siete voi che con
qualche foglia di te o fondo di caffè predicete il futuro,
avete
visioni, vedete nei cristalli qualcosa o li usate per curarli. FOLLI!"
"Non era nostra intenzione sostituirci a medici o scienziati, eppure
noi non prendiamo in giro. Abbiamo dei doni, come tu che sei riuscita a
vedere una persona deceduta notando un particolare. La parte finale
delle gambe. QUindi scarpe e pantaloni dal ginocchio in giù.
E
magari ne hai visti tanti ma non hai capito la differenza
perchè
dal racconto di MIlan ho capito che per te era vedere... me, adesso.
Nitido, hai scambiato quelle gambe per il tutor che controllava il
lavoro vicino a te. Ma non cèra nessuno vicino, erano tutti
dall'altra parte della stanza a discutere di qualcosa, e tu eri la sola
al pc vicino la porta, nell'angono opposto. Eppure per te era chiaro
come quel che vedi adesso. Quindi di cosa parliamo? Sei tu che non lo
accetti. Noi abbiamo ricevuto dalla Madre la vita e dal Padre dei doni.
Ci sono tuoi uomini che sanno lavorare il ferro, altri ingredienti di
cucina, altri ingredienti di chimica e via dicendo. Tu hai sostenuto il
loro lavoro e gli permetti di esprimere creatività e
capacità di migliorarsi. Hai pensato alla Raccolta e procedi
ogni settimana, dando loro modo di scoprire chi e
cosa sono. E cosa hanno ricevuto dal Padre, e tu stessi agisci come
noi.
No, Milan mi rimprovererebbe. Afferma che tu sia la Prima Figlia o Musa
da lui scelta e a parte il nome rispetto a noi, che lo hai voluto tu,
ti ha dato il Dono che ti riflette. Ma lascia a me il mio. Il sono
Colei che Invita, che sussurra quel è meglio, che porge la
mano
per condurre dove serve. Io traghetto, io accompagno, io incontro per
conoscere noi e quel che è giusto. E le nostre sorelle hanno
accettato questo nostro incontro, anche se sono adirate. Si sentono
tradite da una di noi, poichè MIlan ci ha detto al Cerchio
che
tu abbandoni la posizione. Colei che invoca, Luned voleva un incontro
da noi tutte. Colei che appassiona, India, sente che in te non
cè più cosa ti animava. Colei che
crea,
Asseda, cè tristezza perchè non hai
più aiutato a
dipingere il Mondo Nuovo. Colei che cela, Comagia, voleva far
qualcosa contro di te insieme a nostra sorella, Ressona, colei che
punisce. E infine colei che mente, Corentin, vuole risolvere noi la
cosa e nascondere il tuo abbandono totale agli occhi del Leader e
Dorde. Ma
per noi queste ultime due soluzioni sono categoricamente bocciate. Se
ci avvaliamo delle Sorelle del mentire e del punire è per
casi
estremi contro l'umanità. Mentre tu sei la favorita di
entrambi,
preziosa e importante per tutti. Meriti rispetto e..."
"Oh, fatemi capire. QUindi sarei stata zittita una volta per tutte da
voi? Si è arrivati a questo? Siete peggio degli
esecutori e
Milan e Dorde ve lo hanno permesso?"
"Non adirarti, non siamo assassine. Tu stessa non uccidi certe persone,
ma dai loro una fine peggiore dell'abbraccio della Madre per il ritorno
a casa, nel mondo spirituale. Le altre sorelle hanno paura di cosa
potresti fare ora che la tua parte di te dell'essere sta venendo fuori.
Stai riacquistando quello che hai perduto con le Scans e questo ci fa
paura. Perchè cè una porta che tu non devi
aprire, che
Milan teme e anche noi. Tu sei un fastidio per certi versi, Diandra,
perchè sei imprevedibile, agisci e pensi in modi diversi da
quelli che crediamo che faresti
tu,
come Kianta. Dorde è teso e Milan ti teme. E noi come Figlie
abbiamo dei compiti da svolgere, ma se apri quella porta trovando la
chiave, molte cose finiranno"
"Ma di che diavolo parli, siete voi che rovinate tutto il lavoro
svolto. Inoltre mia cara sorella, io non ho mai incontrato Dorde, come
voi stesse. Non so che faccia abbia, che voce ha, niente. Parlate con
lui per telefono, vero? Infatti è per Milan che ho accetto
questa.. pagliacciata. Perchè è tale. L'idea che
la gente
abbia bisogno di rassicurazioni e speranze che poi non sono realistiche
o vere, è profondamente triste e denigrante. La
società
da in mano alle famiglie la vita e la mente delle generazioni future ma
non sempre, anzi quasi possiamo dire solo una percentuale è
davvero definibile come la scelta giusta per crescere nuovi uomini. Ma
la maggiorparte vuoi per religione, vuoi per problemi loro, vuoi per
tante cose nascoste dietro le tradizioni, le cose si fanno
così,
la nostra vita va data a dio e i genitori, e dobbiamo fare tutto quello
che secondo loro è giusto... anche a discapito di noi
stessi. La
società è sbagliata e gestita da persone troppo
legate a
cose personali,e che vogliono facciano e credano tutti, che il giusto
per ogni persona
al mondo. Noi dobbiamo cambiare quella società, o meglio
quelle
società in una a misura per tutti,
perchè con
piccole accortezze è possibile. Non inbrigliare la gente con
la
scusa dell'amore famigliare, degli che devono avere, del fatto
che se sei nato in un posto devi essere quello che gli altri credono
sia giusto. Come il Re leone. Bel film ma un pessimo esempio per
questo. No, Simba, Tu non puoi vivere come vuoi perchè sei
nato
Re e devi essere Re. Non esiste altro, è il tuo destino.
Begli
insegnamenti..."
"Sei troppo rigida, sorella. E troppo piena di rabbia. Noi..."
"Non osare dirmi che sono rigida o altre stronzate. Stiamo diventando
come una setta religiosa o pseudo tale sporcando tutto il lavoro fatto
finora. Perchè dovete usare la ruota dell'anno per riportare
nella realtà un concetto che dovrebbe onorare la natura.
Celebrazioni e festeggiamenti che un tempo erano sentiti e fatti da
noi, adesso sono aperti a tutti quelli che Milan convince, e ora
pagliacci vestiti come preti fanno casino in qualcosa di serio.
Perchè? Perchè usare i cromlech rituali per cose
fuori
logica? Perchè Milan ha iniziato ad usare la religione
naturale
per attirare finanziatori e non solo, rovinando qualcosa di..."
"Le persone hanno bisogno di speranza. Se ben sai le vecchie religione
sono nate da persone che onoravano così
tanto coloro che
volevano cambire le cose o far conoscere la religione in cui credevano
in modo diverso, da generarne una nuova a loro ispirata. Per
portarla in altri paesi e soppiantare quelle esistenti, si
creò
il culto della Madre di Dio prendendo in prestito le effigi di Iside,
con il figlio secondo la storia di questa Dea egizia ed ecco che tutto
prese
maggior piede la madonna. Le altre religioni sono state e sono tutt'ora
sanguinarie e pericolose per i suoi estremisti e pazzi, che credono di
parlare e agire per Dio. Un Dio non naturale, ultraterreno a tal punto
da essere messo su un monte come l'Olimpo o un posto nei cieli
così in alto che si può raggiungere solo morendo.
Quasi
come fosse un individuo di un'altra galassia ed ecco che diventa
alieno. Le società plasmano dei e santi a loro piacimento
per i
propri scopi..."
"Si lo so bene. COme le tremila madonne diverse che fanno tremila cose
diverse, come se in realtà fossero tremila dee diverse.
Guarda
caso a santi e madonne hanno dato poteri e capacità al pari
di
Dio ma non lo capiscono. O come l'idea secondo molti che è
giusto e corretto accettare che un Dio invisibile per tutti e con
l'umore variabile come nel loro Libro, ci usi come il gioco The Sims
per
il proprio diletto, ci indichi cosa siamo e dove andare e noi ad
ubbidire a tutto. Anche se siamo infelici, soffriamo, sopportiamo
quello che fanno altri come fossiamo niente, perchè Lui
vuole
così. E' una cosa vergognosa e miliardi di persone prima di
noi
hanno sofferto da cani per i dettami delle religioni. O come
attualmente dagli anni '70 alcuni paesi arabi sono passati ad essere al
livello nostro a peggio del medioevo. E io non posso tollerarlo. E' per
questo che ho accettato l'idea che la Natura possa essere associata a
divinità, però sempre legate ad essa, mai
qualcosa di
lontano da noi. La religione celtica o antica la accetto ma non quello
che state facendo. State diventando come i preti e sacerdoti che aborro
e vorrei veder spariti. Persone vuote e incapaci neanche di capire chi
sono, che agiscono da pazzi seguendo un libro di millenni che parla di
regole e vite così vecchia da essere vergognose, eppure per
loro
è sacro. Quello che cè scritto lo hai mai letto?
Io si,
ecco perchè da piccola ho iniziato a non volerci avere
niente a
che fare. Miliardi di persone uccise da Dio solo perchè non
erano le pedine che voleva vedere, perchè come dice il libro
sono - i nemici di dio -. Ma se Dio li ha creati che nemici
sarebbero? Solo perchè non accettano i dettami sacri?
Addirittura per fermare cose ritenute abominevoli si fanno cose
altrettanto abominevoli, che però sono considerate giuste. O
Come
una volta una conversazione con certe persone, dove consderavano i
santi
perchè si erano sacrificati per qualcosa in cui credevano,
come
fece l'uomo a cui si ispiravano e io non potevo credere alle mie
orecchie. Lodare e ricordare persone che sono morte perchè
credevano in un Dio invece che ad altro, creando casini
all'umanità. Lo capisci? Considerare santi soggetti che
muoiono
per qualcosa X invece di qualcuno che ha fatto qualcosa per altri
perchè ama gli altri. Quante persone nella storia dell'uomo
meritavano un ricordo migliore e sono finiti come macchiette e santi
che molti erano solo inventati con ossa di pollo, o altri animali,
adorati e venerati con lacrime con poteri divini. Odiare e uccidere in
modi atroci altri
per una religone. COme Ipazia, che voleva proteggere la conoscenza che
invece i cristiani hanno estirpato e modificato, perchè si
adattasse a loro libro ottuso. Libro scritto quattrocento anni dopo
l'uomo che predicava... quanto cè di vero in quelle storie?
Oh
,ma lui è morto per noi, il suo sangue lava tutti i peccati
solo
che secondo loro chi nasce è già un peccatore. E
allora
la storia dell'abate Saunière, che si imbatté in
una
serie di
reperti a Rennes, che dicono il contrario? Che il famoso figlio di dio
non morì ma... capisci che significa? Un prete che appena fa
una
scoperta cambia le sue convinzioni e crea edifici rivelatori in quel
modo, se non fosse vero? CHe gente vuota dentro si è fatta
ammazzare in modi altroci e ha portato a guerre e dolore per secoli,
per
ninete. Gente che ha sofferto tutta la vita per regole che gli altri
gli imponevano oppure era feccia. Se l'abate ha cercato davvero di
avvisare la gente insieme alla sua perpetua, fino alla loro morte, sai
cosa significa? Che io avevo ragione e non quelle persone, che mi
fecero rabbrividere nel vedere come si infervoravano per gente che si
è immolata per qualcosa di invisibile e non verificato,
rispetto
alla natura e al mondo che ci ospita e ci fa vivere. persone anche che
credono, seguono e latinano preghiere e rosari e poi non conoscono la
chiesa e il Libro, eppure si dicono fedeli a quella religione. Che
senso ha se credi in un Dio, che dice secondo certuni certe cose, e
poinon te ne frega di cosa cè scritto. Preghi solo
perchè
temi il dopo. Non stai pregando un Dio che pensa una cosa, ma tu
ti allontani dal libro? E che fedele sei? E' un controsenso
perchè a quel punto cosa o chi stai pregando? Come l'idea
che
una donna che allatta e schifoso da vedere e deve velarsi,
perchè
visione impura, ma tengono quadri con la Madonna con i seni di fuori
per
allattare. Lì va bene! E tante, tante cose
assurde...
QUante donne sopratuttto sono morte nella sofferenza e nelle catene
messe da altre..." svuotendo la testa amaramente.
"Sorella, comprendo..."
"No, tu non comprendi." voltandole le spalle "Tu sei venuta qui per
farmi cambiare idea o sbaglio? Non stai facendo la stessa cosa? E Milan
lo accetta? State sporcando quello che è in
verità un
sentimento di ringraziamento e rispetto per ciò che ci
circonda
e ci ha creato. Un pò romanzata ma comprensibile e
accettabile,
ma sta degenerando da quando è finita in mano vostra. Quando
eravamo solo io e Milan a gestire tutto, era qualcosa di bello per
tutti, adesso è peggio di un baccanale. E io me ne
vado
fuori, trovatevi un'altra - colei che insegna -. Non mi cercate
più per idiozie. E non tentate di farmi fuori, voi siete
niente
perchè senza chi vi ascolta non sareste niente.
Non siete me e non lo sarete mai..."
La lasciò sola facendo scattare la serratura di nuovo alle
sue
spalle. Camminò lentamente per il corridoio respirando
profondamnete, cercando di calmarsi ma non riusciva. Le cose stavano
sfuggendo di mano, macchiandosi di nero a causa di altri. Milan
sbagliava a scegliere chiunque lo attirasse per dargli degli incarichi,
che meriterebbero invece persone che non mutassero troppo la base.
Stava diventando qualcosa di negativo alla pari delle
civiltà
primitive o azteche con cerimonie particolari. Questo le veniva in
mente, nel partecipare negli ultimi tempi o sapere come si sarebbero
svolte. E non capiva come Dorde e Milan li accettasser,o ma loro non si
agitavano come lei. Milan partecipava come sempre con gran sorrisi e
ebenvolenza per tutto quello che si svolgeva e non capita. Kianta non
comprendeva come potesse essere ben visto un culto che stava cambiando
così rapidamente e per lei in peggio. Stavano davvero
diventando
tutto arcaico...
Si fermò non appena fu fuori. Non le importò se
qualcuno
la vedeva, ma alzò il viso verso il cielo azzurro con nuvole
paffute che scivolavano su quel manto ceruleo, come fosse stato
incerato
e queste giocassero come su uno scivolo. Si, pensa in positivo si disse.
Ma appena chiuse gli occhi per fare un respiro profondo per rilasarsi
le apparvero scene che voleva cancellare. Un grosso gufo, un uomo
intonacato, una folla, dei rettangoli scavati per terra, cantilene e
urla.
No!
Aprì subito gli occhi nervosa, fece tre respiri profondi e
poi
scosse la testa scendendo con lo sguardo verso il basso. No, doveva
pensare a qualcosa di bello, di bello... chiuse gli occhi e
cercò il primo ricordo che fosse bello. QUasi...
Mesi prima
kianta si trovava
all'esterno di
una villa del XIX secolo situata vicino un paese,
in una
provincia che stavano usando come Torre in quel paese. Negli anni post
costruzione fu un edificio molto curato in Stile Eclettico, con annesso
un grandissmo ed esteso giardino. Aveva contaminazioni di altre
architetture come
quella bulgara, moresca o rumena. La villa si sviluppava su quattro
piani, esternamente decorati a rilievo in manira squisita, con cucine,
cantine e lavanderia nei sotterranei, sala da pranzo e sale per gli
ospiti al piano terra, le stanze padronali al primo piano e gli alloggi
per la servitù al secondo. Per riscaldare adeguatamente i
locali
erano presenti molti camini e soprattutto si studiò un
sistema
di tubature complesso per fare scorrere l’acqua calda
attraverso
le pareti.
Essendo un edificio dell'Ottocento, presentava
delle mura
molto spesse e l'usura causata dagli agenti atmosferici non riusciva
consumarla per intero, come altre abbandonate. Lasciata per un secolo
all'abbandono, si chiamava Casa o Dimora rossa per l'ex colore della
facciata. Lei amava quella villa, da quando l'aveva vista per il loro
progetto di salvaguardare i tesori lasciati al degrado mutandoli in
Torri.
Vecchie ville, case, edifici in generale che meritavano non l'incuria
ma il ritorno allo splendore ed un uso appropriato. E, in quel paese,
lei aveva scelto proprio quella come se la conoscesse già.
Invero aveva come ricordato l'interno, con un camino bellissimo appena
visto l'edificio da fuori, eppure era certa che fosse la prima volta.
Le scale senza corrimano le sembravano familiare come altre parti.
Forse
le aveva viste in foto? Era un dejavù per questo motivo,
anche
se aveva scorto l'interno da alcune foto mesi prima, senza badarvi
troppo e ora tornavano? Non ricordava, era stanca anche se primo
pomeriggio a causa degli allenamenti della mattina, ma le sembrava
comunque un qualcosa di già visto. Scosse la testa per
scacciare
quelle immagini e attese gli uomini. Era
bellissima dalle foto, che
attraeva come una calamita e lei si disse che era solo quello. Era la
prima scelta tra tutte e voleva farla rivivere. Le faceva male dentro
nello scoprire come perle del passato erano lasciate al disastro e i
vandali, senza considerazione, mentre si elogiavano quegli orridi e
squallidi nuovi efidici moderni in acciaio e vetro o stili severi che
erano un pugno in un'occhio e li odiava. NOn capiva come certa gente
amasse i grattacieli o nuove costruzioni che non erano fatte per essere
ammirare e per durare, come quello di fronte a lei. E si dispiacque per
l'architetto morto prestissimo e prima di veder utlimata questa sua
opera. Chissà quali altre opere avrebbe lasciato.
GLi uomini la raggiunsero dall'automezzo che li aveva portati in quel
luogo, portandosi tutti gli attrezzi necessari per iniziare i lavori.
Aver scovato dopo un pò di ricerche gli attuali proprietari
e
aver comprato per poco rispetto a quanto volevano l'edificio, la
rendeva felice.
"Comandante siamo pronti. Io, Grégoire,
Jean-Luc e Julien abbiamo tutto. Maximilien
ci aspetta nello scantinato dove abbiamo già impostato una
Consolle e il necessario per iniziare i lavori. Se per lei va bene
vorrei fare un incontro all'interno, stanza per stanza, e finire con la
facciata,... tenerla alla fine..."
"Certo, anche se ricordati bene che la prima cosa necessaria
è
la messa in sicurezza di ogni parete, pilasto e pavimento. E' la cosa
principale. I puntoni che abbiamo messo sostengono i tetti per il
momento ma è la primissima cosa che devi studiare. Devi
anche
analizzare ogni rimasuglio di decorazione in rilievo e ricrearlo..."
"nessun problema, stia tranquilla. Abbiamo già studiato la
struttura e le piantine, sappiamo i danni causate dai vecchi tubi
dell'acqua e dai vandali. Abbiamo delle vecchie foto su cui basarci,
quindi non perderemo molto. Non siamo riusciti ad ottenere i progetti
originali, sembrava che fossero conservati dai discendenti, ma fino ad
ora nulla. Vedremo in seguito. Per i muri e pavimenti ho un dubbio.
Abbiamo già studiato la miscela necessaria per rinforzare la
struttura, usata dalle altre due Torri già iniziate, ma ho
non
so.... Dovremo studiare dopo analisi la calce usata per ogni edificio
e adattarla per ogni singolo edificio?"
"No, quella che usiamo è una ricetta antica e che si
rinforza
decennio dopo decennio. Dovrebbe plasmarsi con la vecchia rendendo la
costruzione solida, indistruttibilie
e addirittura più duratura con il passare del tempo. QUindi attenetevi alle parti da
miscelare. Secondo me non dovremmo cambiarla..."
"Abbiamo già ammassato nello scantinato la cenere e sedimenti di roccia
vulcanica, calce viva da cottura di pietre calcaree,
e l'
acqua di mare. Le proporzioni precise rimangono ancora
inesatte,
il che rende tutto molto indefinito. Secondo Vitruvio, il rapporto
ideale per realizzare un’ottima miscela era tre parti di
cenere
vulcanica e una parte di calce. Noi abbiamo fato varie prove, ecco
perchè chiedevo quale utilizzare. Mescoleremo poi la miscela
con
pezzi di mattoni o tufo all'occorrenza o riempiremo crepe, fessure se
ve ne sono o ricopriremo muri e pavimenti già esistenti. Il
piano più alto però è caduto, quindi
dovremo
ricostruire la parte mancante con barre di ferro o legno come anime
interne e proseguire a tappare la parte che ha rovinato verso il basso.
Tutto è andato liscio con le altre due Torri, abbiamo
addirittura provato con armadi pesanti sopra quei punti, mettendo dei
materassi impilati nel piano sottostante, nessuan crepa, nessuna
cedevolezza. Nulla. per sicurezza ogni due anni provveremo a smattonare
senza rompere le piastrelle, sistemate apposta in quel modo, e
rirroreremo di acqua di mare per aumentare la composizione chimica per
indurire meglio la struttura. Durerà altri secoli se ben
tenuta..."
“Inespugnabile alle onde marine e ogni giorno più
resistente del giorno precedente”. .. grazie
Plinio! Io direi però di non usare anime di
legno o ferro. Il secondo si può arriggire per l'cqua di
mare,
le prove che abbiamo fatto lo dimostrano. Anche il legno lo sconsiglio,
ma usiamo invece proprio mattorni o tufo fatti da noi come barre lunghe
e tonde, che si legano meglio e non ingrossano e crepano nulla. Nel
caso manderò una squadra per questa produzione qui
direttamente
o lo faremo allo Chateau, e ve li manderemo con l'AerOl. Ma la cosa che
dovete fare innanzitutto è scoprire come sistemare l'anima
come
direzione, quale è la migiore stanza per stanza, seguite la
costruzione originaria. E non pensate come diceva Milan di mettere
pilastri in mezzo alle stanze per reggere i pesi al centro... non siamo
in un pantheon e non voglio colonne tra i piedi nelle stanze. Inserite
da punta a punta le anime e poi provvedete a realizzare i pavimenti.
Controllate i muri per riempire le fessure e..."
"Comandante, scusi..." disse Jean-Luc interrompendoli, mentre
studiavano una piantina cartacea tenuta dall'uomo "Maximilien
dice che deve parlarle assolutamente ed è necessario.
Subito.
Dice che una cosa da dirle assolutamente prima di iniziare qualunque
..."
"ok, capito... ascolta."rivolta all'uomo con cui discuteva sulla
cartina "Mentre io parlo con
Maximilien, tu controlla il piano più alto, così
appena
torno possiamo discutere quel che dobbiamo adottare. Julien,
signor
architetto, lo segua e schizzi le sue impressioni e metodo di lavoro
insieme a lui. Studi bene l'idea dell'anima in materiali da costruzione
che non siano legno e ferro. Per le scale posteriori fatte attenzione,
sono
rimasti solo gradini e temo che, se non faremo attenzione, un
volo
verso il basso ce lo becchiano... posso andare o avete bisogno di
discutere altro? però ripeto come durante il volo, io studio
con
voi le questioni ma siete voi architetto e ingegnere capo, voglio solo
essere sicura di fare un piano di recupero. Non voglio rubarvi il
lavoro..."
"Non si preoccupi capo, lavorare con lei è interessante e
stimolante. Sa tante cose e confrontarci con lei è di
ispirazione. Saremo al piano superiore dove è possibile
arrivare
e studieremo i locali. Sistemeremo i piani dall'alto verso il basso
come deciso. Stia tranquilla"
Kianta salutò con un cenno della testa e si avviò
all'interno dell'edificio per raggiungere il seminterrato e le zone e
gallerie scavate e armate, per reggere il peso superiore dell'edificio.
Oltre quindi alla ghiacciaia e scantinato originale avevano ampliato la
zona sotterranea oltre la dimenzione reale dell'edificio ma metri e
metri più in fondo, lasciando una zona di terreno naturale
intatto e poi una sorta di bunker, come altri lo avrebbero definito,
con pareti di base rinfonzate a cui avevano sopraposto dei muri in
legno decorato. All'interno era come... una casa. Chi lo avrebbe visto
ad una prima occhiata avrebbe creduto di essere di un appartamneto
molto grande.
Qualcosa la fermò appena varcata la soglia, quando alcuni
uomini
all'interno, che stavano pulendo le macerie e danni causati dai
vandali, corsero ad affacciarsi alle finestre. O meglio, al quadrato
rimasto per via della perdita della finestra in legno. Si
voltò sorpresa e vide che si era fermata un'auto, e si
innervosì per il
casino all'esterno. E chi poteva mai essere, si disse? Se non Alaric,
cèra solo lui.
Giungeva con alcuni suoi uomini da dentro una delle macchine convertite
in idrogeno a zero emissioni. Ormai non avevano più alcuna
auto
a benzina o a combustibili dannosi, così come non usavano
più gas per cucinare e riscaldarsi. Allo chateau avevano
installate sia le vecchie caldaie a legna o carbone, sempre ben
mantenute per emergenza, sia le installazioni eoliche, ad acqua e
solari per l'energia elettrica necessaria a far funzionare tutto. Ed
erano non sufficienti, di più, potevano contare su una sorta
di
magazzino che avevano creato con la corrente autoprodotta in eccedenza.
La Mirai blu notte metalizzata era ferma dietro l'automezzo che
usavano, un van per il trasporto di persone e oggetti grandi. Tutti
salutavano i nuovi arrivati con calore e Gask fermò il
nugolo di
persone in mezzo allo spiazzo per parlare, indicando con un pollice
verso la macchina qualcosa, mentre parlava. Lei osservò
qualche
attimo, finchè mentre parlavano lui non scambiò
uno
sguardo con lei, e allora capì. Chiamò a voce gli
uomini
all'interno radunandoli e diede loro un paio d'ore di liberta, essendo
stata informata che ormai avevano terminato le pulizie più
fastidiose. Avevano
sgombrato quasi tutto, dovevano solo fare controlli strutturali
perchè
gli architetti e ingegneri mettessero firma ai lavori.
Li pregò di non eccedere con l'alcool, sicura che sarebbero
andati a qualche bar o meglio pub locale, i loro preferiti,
perchè a volte vi era anche intrattenimneti canori.
Però
non erano a casa loro, doveva ricordargli di essere educati e non
attirare troppo l'attenzione. Gask e gli altri venuto con lui li
raggiunsero e lei
chiese che il gruppo andasse in pausa lunga prima del lavoro di studio
fino
a sera con gli altri. Fermò però Gask e gli
chiese di stare con un paio
di suoi uomini perchè doveva parlare con Maximilien e voleva
anche lui presente.
Gli uomini quindi presero il van, mentre la macchina l'avrebbe usata
Gask di nuovo per raggiungerli dopo poco. Lei poi entrò
dentro
per andare da Maximilien, seguita da Gask e tre uomini.
L'interno era ormai spoglio per l'azione di pulizia che stavano
attuando gli uomini, prima cosa dopo aver acquistato l'edificio.
Restavano, al loro primo arrivo, solo oggetti rotti a terra
ma
sporadici in mezzo a calcinazzi, parti franati di varie dimensioni e
sporcizia lasciata da vandali e visitatori vari. Adesso era tutto
così pulito che l'eco dei loro passi faceva paura.
"Come mai hai dato loro due ore?"
Lei voltò di poco la testa mentre camminava per
guardarlo ,
rallentò un pò e chiese ai tre uomini di agire in
due
modi. A due di precederli per controllare che gli uomini avessero
ripulito tutto fino al seminterrato e l'altro prendere la macchina e
andare ad acquistare alcuni oggetti scritti in un foglio che gli
passò. Lasciò i due avanzare nervosi verso i loro
compiti, controllando corridoi, stanze e zona scale fino a
ghiacciaia o scantinato e il terzo verso l'uscita. Lei
proseguì con calma e con una buona distanza, verso
il
basso, attraversando la villa fino alle zone della servitù.
Dovevano raggiungere due scale diverse e vicine per due locali
differenti. QUindi vi era una zona con due scale a chiocciola, larga
per
due persone e non troppo ripida, vicine che portavano a due ambienti
diversi, uno più piccolo che era la ghiacchiaia e, diviso da
un
muro che separava le scale, l'altra che conduceva alla zona inferiore e
interrata della villa.
"Ho dato loro due ore perchè cè una questione che
vorrei
sistemare e Maximilien ha urgenza di parlarmi, quindi è una
cosa
seria. Devi essere presente sia perchè sei terzo al comando,
sia
perchè sei il fratello-amico di Milan e voglio che senta
anche
tu in casi di problemi"
"problemi di cosa?"
"lo vedrai" gli disse davanti la scala. Proseguì, seguta da
Gask che le stava
vicino ma, arrivati al seminterrato tornò a stare ad una
certa
distanza.
L'ambiente era ampio e diviso per sezioni. Una molto in fondo e
protetto era la cantina, con botti su una rastrelliera apposita come le
bottiglie, sistemate per anno dall'alto verso il basso. Ovviamente non
erano presenti prima, ma portate da loro perchè Milan voleva
farci, di quel luogo, un ambiente raffinato per invitare alleati e
finanziatori. E riserva per le altre Torri in quel paese, nn
solo come base di appoggio per ogni sistuazione
futura. Anticamente veniva suddiviso in cantina, zona rimessa per vari
oggetti, lavanderia e magazzino viveri non deperibili. In
pratica
un rettangolo diviso in quattro zone. Loro avevano dimezzato
quell'ambiante lasciando la cantinetta e zona magazzino per varie cose,
dividendolo da quello in cui avevano attrezzato l'angolo di lavoro e di
computer.
Alcuni computer stavano su una scrivania a sinistra dell'altrata, verso
il muro, In fondo verso il divisorio vi era la Consolle, A destra della
fine delle scale entrando vi era il tavolo da lavoro da architettura
per studiare i progetti e decidere i metodi di ristrutturazione con
tutti
gli attrezzi necessari. Dopo questo tavolo e tra la scrivania e la
Consolle vi erano enormi armadi metallici con serratura, per riporre
attrezzi e materiali per non lasciarli nelle stanze per i giorni
successivi.
Al centro vi era Maxilien che lavorava su un computer portatile in
mezzo ad altra attrezzatura connessa da fili, mentre i due che li
avevano preceduti gli porgevano qualcosa. QUando li vide entrare,
scattò in piedi e richiamò l'attenzione dei due
sul
computer.
"Comandante, capitano, vi ho chiesto di venire subito perchè
cè un avviso. I sistemi hanno avvertito nelle vicinanze un
aggancio e non so che pensare. E...."
"Calmati, nessun problema. Racconta per bene..."
"Avevamo già visto segni recenti nell'edificio di
visitatori, per
questo ci ha chiesto di installare sensori invisibili e installare la
Consolle con un Crell. Wuodan o come lei lo chiama per sintetizzare
Woden, ha rilevato però in quelli esterni e
nell'apparecchiatura
di rilevanza Ellissi, dei segnali in avvicinamenti che prima non
cèrano..."
"non ho capito..." disse di colpo Gask interrompendolo e venendo
guardato male da Kianta. Scosse la testa esasperata e disse "Ellissi,
metodo utilizzato per la rete cellulare o mobile che permette la
telecomunicazione. Hai presente i telefonini e i phonvlet? Ecco. Noi
possiamo individuare entro una certa area la presenza di cellulari
agganciati alle celle vicine, triangoliamo la posizione in base a dove
ci troviamo per sapere se cè qualcuno nelle vicinanze"
"Come nei film?"
Lei lo fissò rigida e fredda, e Maximilian temette
iniziassero
una discussione come sempre. QUindi tagliò in principio sul
nascere un possibile litigio e si buttò sul portatile,
iniziando
un discorso.
"Si, il comandante ha detto bene e il capitano ha fatto una domanda
interessante..." vedendo però lei fissarlo con occhi a
fessura,
incrociando le braccia "Beh... ecco, ho riscontrato cinque segnali. Con
la nostra attrezzatura possiamo individuare e scoprire tutti i
pacchetti, o dati se preferite, trasmessi dalla cella al dispositivo.
Io non l'ho fatto, volevo prima istruzioni da voi, ma se vedete"
girando il portatile verso di loro con una grafica che individuava due
sezioni. Una come un radar con dei pallini che si muovevano piano piano
e un'altra con delle righe di testo che cambiavano "cinque dispositivi
viaggiano a bassissima velocità, forse a piedi, verso di
noi..:"
"come fanno a camminare a piedi i dispositivi? vuoi dire che qualcuno
cammina..."
"no, vuol dire che questi oggetti sono portati dai gufi di harry
potter.... ma certo che vuole intendere che cè qalcuno che
si
sta avvicinando con dei dispositivi, che si collegano alle celle
vicine..." si incavolò lei verso Gask, allargando le braccia
con
i palmi in su "ti prego maximilien, continua..." voltandosi. Si
arrabbiò maggioremnte quando alle sue spalle
sentì Gask
chiedere cosa fossero i gufi di poter e Maximilien e i due risero,
fermandosi per ricomporsi.
"Si... ho scoperto tramite i tabulati a cui noi possiamo attingere...
ah, il potere del leader, comunque sembra che un'altra volta questi
dispositivi hanno agganciato quella cella. Gli stessi, riconosciuti dai
codici dei telefoni, alle medesime celle. Questo significa che o stanno
venendo qui, esattamente in questo luogo, oppure in una zona vicina.
Comunque un'area che di fatto fa parte di questo possedimento. La cella
a noi più vicina è stata montata per le
vicinanze, ma in
totale le celle in un raggio di due kilometri è di sei
celle, un
mix tra omnidirezionale, bicellulare e tricellulare. Ogni antenna
è al centro di un cerchio ipotetico di 1,35 km max. Tutte
queste
antenne con questi ipotetici cerchi si incrociano tra loro dandomi modo
di sovrapporrele a una mappa dell'area, e quindi sapere via, zona e
altri fattori. Questo mi mermette di sapere dove vanno e se
ci
superano, ma dalla direzione e velocità, sembra che stiano
giungendo qui. Non ci sono altre soluzioni. Perchè non lo
so..."
"Lo so io..." proruppe Kianta seria "dovresti averlo capito vedendo lo
stato della struttura..."
"Mi spiace comandante, ma io sono un risultato della Raccolta, non so
molto di altro al di fuori di quello che ho imparato grazie a lei. E il
prima era riferito al mio vecchio me.
Ma non ho capito perchè verrebbero qui..."
"Urbex,
contrazione di Urban
Explorer... ecco di cosa si tratta. Negli ultimi anni in vari paesi
cè stato il boom di esploraizoni di luoghi abbandonati,
meglio
ancora se antichi. Ci sono urbex che hanno trovato ville, case, edifici
con tutto lasciato come se le persone si fossero allontanate,
anche
se cinquanta anni prima. Chiese e fabbriche, miniere e ogni luogo
lasciato
a se stesso. E questo ne è un esempio. Cè qualche
traccia
per sapere chi sono?"
"esplorazioni... quello che fa lei, comandante?"
"Io lo faccio per
valutare gli edifici da acquistare... " facendo il broncio,
piccata, ma gask si intromise.
"però anche
tu vagabondi in vari posti a scoprire che cè dentro e
standoci un sacco. Jd dice..."
"Basta! smettila"
sussurò furente a Gask che si zittì. Allora lei
si rivolse a Maximilen.
"Continua a motorarli.
Verifica che
giungano davvero qui e fammi sapere nell'auricolare"
rovistando
tra le apparecchiature e trovando una capsula a scatto per tenere gli
auricolari. "stai attento e avvisami. Inoltra controlla e aggiornami
sui dati che si scambiano i cellulari con le celle per sapere chi sono"
mentre questo faceva il saluto
militare.
"Quanto a voi, invece di ciondolare senza far niente" disse lei verso i
due uomini rimasti" voglio che raggiungiate di corsa i piani superiori,
con le armi, anche se dovete tenerle con la sicura, e controllate i
movimenti dall'alto. Solo quando qualcuno entrerà e vi
parlerò, dovete scendere in silenzio, fin dove potete ma
siete
ben addestrati per questo, e accerchiarli nel corridorio principale.
Uno a destra e uno a sinistra. Chiaro?" i due accennarono con la testa
la risposta e andarono, prendendo da una sacca a terra due fucili neri.
"TU mi segui e stai al mio fianco. Anche se sei un pò tocco,
per
Milan sei una ottima Ombra quando serve, quindi datti da fare e resta
al mio fianco"
"E pensare che tu sei la sua
Ombra..." ridacchiò Gask facendola incavolare. GLi chiede un
colpo di gomito al fianco e si apprestò a salire le scale "e
prendi quella sedia in legno intagliato che avete portato qui per
MIlan, mi serve. Caricatela addosso, vedi tu, e seguimi. E ricorda..."
gli disse guardandolo negli occhi dall'altro dei primi gradini, come se
stesse comunicando anche
altro "lui
ti mandato qui come mia ombra ma devi fare come ti dico o ti faccio
tornare a modo mio a casa...
Lui restò, fermando anche il respiro, a fissarla mentre si
girava e saliva, con tristezza. Di nuovo arrabbiata con lui, di nuovo
quelle espressioni e quel - stai lontano da me -. Poi corse a
prendere la
sedia, con uno schienale alto e intagliato, color legno scuro, con
seduta in pelle e ganbe a cavatappi bombato, non sapeva come
considerare quel ricciolo stretto alla fine. Grande di spalle come era
non
ebbe problemi a metterla sotto braccio e seguirla per le scale,
mettendola poi di fronte a lui per non rovinarla. Era sempre un'opera
dei
loro uomini, dono che avevano fatto a MIlan. E lui non voleva
danneggiarla.
Cinque ragazzi marciavano allegri tra sterpaglie e alberi selvatici,
per
giungere alla villa. Ridevano e scherzavano ma ammutolirono vedendo
materiali da costruzioni all'esterno, con tracce di ruote nello
spiazzio anteriore.
"Pensate che ci sia qualcuno?"
Aguzzarono le orecchie, si guardarono intorno ma non si udiva
ne
vedeva nulla. Si guardarono nervosi e incapaci di decidere,
finchè il capogruppo, Cesare, non li spinse a provare.
"Dai ragazzi, anche se primo pomeriggio non sembra esserci nessuno.
L'altra volta non cèra niente ma forse la devono
ristrutturare.
MOtivo per cui è necessario entrare e filmare tutto prima
dei
cambiamenti. No?" chiese lui voltandosi verso lo smartphone alzato dal
bastone per preparare un vlog.
"se ci scoprono che facciamo?" chiese una ragazza timidamente
"Tranquilla Ivana. La casa è grande e ci siamo
già stati,
anche se abbiamo esplorato solo il piano inferiore. Vediamo le bellezze
di questa casa come ho sentito... e poi ci sono i fantasmi..."
"Yeah" urlò uno che si bloccò. Gli era scappato e
ora tutti erano col fiato sospeso. Ma ninete, silenzio.
"Ok, ragazzi, entriamo dai. Prima che torni qualcuno"
Gli altri lo seguirono dubbiosi ma restarono sorpresi appena giunti
nell'androne. Tutto pulito, pareti spoglie e lavate e di nuovo chiare e
senza più scritte orribili, pavimenti
spazzati e liberati dai detriti. L'eco che ricordavano era
più
sonoro adesso.
"Cesare... non è normale"
"Calmatevi, devono aver comprato la casa, o stanno facendo qualcosa,
non so. Ma questo ci permette di vedere come è l'edificio
senza
macerie. Guardate" alzando le braccia e guardando lo schermo dello
smartphone per il video "si vedono ancora i decori, i colori sono
sgretolati in più punti ma si vede ancora come erano. I
camini...
riprendiamo tutto e documentiamo questa esplorazioni. Potremmo non
poterlo fare più..."
"non era così che lo ricordavo. la distruzione che avevamo
visto rovinava tutto..."
"GIà..."
"SI. E' vero.."
Passarono attraverso porte senza stipiti ma con ovali con cornici in
rilievo al di sopra, cornici dei tetti con affreschi e stili liberti
dipinti.
"Quale scala prendiamo? Quella col pozzo rettangolare o torniamo
indietro nella principale?
"quella in fondo, così riprendiamo anche quella parte. Prima
torniamo dai camini, perchè meritano. Ho paura che li
tolgano"
"QUale camino?"
"Ivana, ti ricordi la sala del camino rosso con quel tetto con le
foglie?"
"Quello della stanza rettangolare con due grandi aperture e il decoro
rosso nel tetto?"
"Si la stanza rossa, quella che abbiamo ammirato per le cornici di
foglie con il camino e gli affreschi a sezioni rossi."
"Ah, si. é la sala in fondo" indicò
più avanti.
Raggiunsero in fretta quella sala, per poi andare al piano superiore
per
continuare il giro. Ma appena Ivana e Cesare passarono insieme per la
porta, o quello che ne restava, rimasero fermi di botto, tanto che i
ragazzi dietro non se lo aspettavano e li spinsero in dentro, finendo
nella stanza.
Cesare e Ivana erano gelati per la donna seduta quasi di fronte, nel
muro tra le due aperture che doevano essere finestre ampie. Due porte
per entrare nella
sala e loro erano in quella di fronte alla donna. Lei li
guardò
con un mezzo sorriso biricchino, con le gambe accavallate, di scorcio
con la schiena contro una sedia che ben stava in quella casa. Lo
schiernale alto la rendevano più bassa di quello che
sembrava,
con i capelli corti alla maschietta con una scriminatura da un lato che
faceva pendere una grande frangia liscia dall'altro lato, addolcendo
l'ovale. Tagliato
anche da due occhi grandi e taglienti, un naso un pò grosso
all'insù che sembrava un arco convesso, la punta del naso
che
scendeva in maniera netta cone una c formata da due linee per giungere
alle
labbra non sottili con il labbro sotto più grande e poco
più larghe del naso.
nel suo complesso sembrava una bambina monella e li scrutava con forza.
"Ci scusi..." balbettò Cesare arretrando, spingendo anche
gli
altri che erano basiti, scoprendo però che non poteva
scappare.
ne lui ne gli altri. Un uomo armato si stagliava dietro di loro, nel
corridoio e guardarono verso l'altra porta, inutilmente.
Un uomo dalle spalle larghissime e muscolose, vita molto
più piccola, gambe
molto robuste da come sembrava dai pantaloni, occhi con un taglio che
sembravano ancora più taglienti di quelli di lei. Se quelli
di
lei erano grandi e linea dritta detta neutral, i suoi erano
all'insù verso
l'esterno, i cosidetti positive.
POggiato con la schiena e braccia conserte alla parete in fondo, di
fronte al camino che stava alla solo sinistra, controllava i presenti,
e
la seconda porta vicino a lui. Cesare vide dal taglio di prospettiva
che gli permetteva, un altro uomo armato ad aspettarli fuori , nel
corridoio oltre la seconda porta"
"ci spiace... ecco, non sapevamo che cèra qualcuno. Togliamo
il disturbo..."
"Cesare Enea Bortolotti..." disse lei come se cercasse di sentire il
nome per intero, per qualche motivo "vlogger, youtuber, signore come
dicono alcuni delle esplorazioni di questa regione. Gli urbex..."
"ma che caz..."
"Calmati, voglio solo parlarti" disse Kianta sorridendo, sistemandosi
bene sulla sedia, mentre le aperture irradiavano la luceche
la
incorniciavano come in una zona d'ombra tra due chiazze di luce.
"Senta, non sappiamo niente di cosa fare. POtete spacciare, vendere
roba al mercato nero o..."
"Ehi, smettila di fantasticare" disse lei amabilmente "non siamo
spacciatori o gente del genere. Lo pensi solo dalle armi? Sono le mie
guardie del corpo. Ho comprato questa villa... In
verità è un regalo dei miei genitori che mi hanno
donato il denaro necessario. Questa casa merita, l'hanno distrutta e
intendo sia le intemperie sia i vandali ma... affreschi, applicazioni
di marmo, bassorielievi, sono in parte ancora fruibili e da
lì
si può restaurare il tutto. Questo rende questo luogo una
proprietà privata. Anche se di fatto ci sono cencelletti e
cartelli di avviso, no?" chiese con dolcezza e quasi una punta di
simpatia.
"Signora, come fa a conoscere il mio nome e..."
"Oh, ti prego. Chiamami Lianna. A mia madre piaceva il nome Anna da mia
nonna, a mio padre Lia dalla zia preferita morta giovane... Lianna. E
come detto, sono la nuova proprietaria. Per la tua domanda... io amo
l'urbex e ne conosco alcuni che seguo, compreso te!" iniziò a snocciolare
nomi di urbex famosi di quel paese e lui
con la faccia preoccupata accennava con la testa un assenso, indicando
che li conosceva.
"lo segue davvero?" chiese Ivana di colpo
Kianta sorrise e cambiò gamba sulla sedia, in una posa
accattivamente ed enigmatica insieme, per via del suo aspetto. Camicia
color perla con maniche strette ai polsi con strani decori come il
collo, bustino di
pelle, pantaloni scuri che sono stretti da stivali oltre il ginocchio
di pelle con un tacchetto. Portò i gomiti sul
ginocchio
accavallato e le mani intrecciate a sostenere il mento, sorridendo
gioiosamente.
"Ragazzi, ragazzi...
sono sincera e
sono contenta che troviate
importante questo luogo, da meritare un'esplorazione ma dovete anche
considerare che possono esserci dei rischi. Non potete andare
così" schioccando due dita "e fare i video. Li conoscete i
video
dove un urbex si è trovato nascosto in una stanza a caso, al
buio, mentre della gentaglia lo cercava per punirlo di aver ficcato il
naso? O quei due che hanno trovato un involto particolare a forma umana
con del
sangue, sbirciando dentro da una finestra? O altri che sono stati
picchiati da un senzatetto per proteggere il luogo dove dormiva? O
quello che per aiutare una sua iscritta è andato a casa di
questa, abbandonata ma con una vecchina in affitto ancora presente, e
sono accadute cose assurde con bambole e presenze? Quest'ultimo
è un caso limite, ma sono tante le persone che fanno come
voi
e gli è finita male. Le mie guardie del corpo sono
pagate
per
proteggermi , non sono le persone negative che
pensavate. Ma voglio che vi accertiate per il futuro che il luogo sia
sicuro. Sono stata chiara?"
"Eh, si... certo. Non volevamo, ce ne andiamo..."
"Aspettate..." disse lei puntando lo sguardo su Maximilien che entrava
dalla porta vicino Gask "potreste dare al mio uomo il cellulare per
cancellare il momento in cui varcate quella soglia? Tutti per favore..:"
"COsa?"
"E' matta?"
"NOn può farlo"
"Ragazzi..."proruppe lei con autorità, rizzandosi
con
testa e schiena "siete su una proprietà privata, che lo
è
sia prima dell'acquisto ma ancora di più adesso che io,
muratori, architetti e uomini, siamo qui. E' come se voi andaste in
vacanza per mesi senza dire niente a nessuno e io entro nella vostra
priorità, perchè sappiamo che è vuota.
Informarsi,
capire... inoltre sia per la mia famiglia che per la mia
personalità, non amo vedere me ma anche i miei uomini, che
per
ovvie ragioni sarebbe meglio non appiano in giro e non voglio rischiare
che per qualche stupidaggine accada. O finisce come il revenge porn,
foto e video anche nascosti, fatti girare e impossibili ormai da
togliere da internet. Se permettete, non voglio rischiare..."
"Volete prendervi i nostri telefoni?"
"No, verrà cancellato solo il pezzo che ci riprende
perchè non pensiate che con i telefoni messi in quel modo"
indicando con il mento i ragazzi che tentavano di riprendere fingendo
però che li tenessero solo in mano "non stiano riprendendo
perchè non mi fido. il mio uomo terrà il telefono
davanti
a voi, taglierà il video e vi lascerà la parte
prima..."
"prova a prendere i telefoni e chiamiamo la polizia..." urlò
Ivana.
"perfetto! Allora visto che siete d'accordo la chiamerò io e
farò denuncia, chiedendo che vengano requisiti i
cellulari..."
"Ehi, piano piano... anche tu finirai male perchè hanno armi
e..."
"Cesare! i miei uomini hanno ogni autorizzazione per averle e
utilizzarle. Inoltre anche se avete i video dove dite che
volete
esplorare, è visibile che cè il proprietario e i
lavori in
atto. Quindi posso denunciare anche per furti, sai quante volte accade
che nei cantieri di cerchi di rubare qualcosa" disse Chianta con
concuranza.
"Vuoi davvero denunciarci?"
"Come ti ho detto ho visto così tanti video in varie lingue
da
sapere come agite, anche con persone in giro. Quali erano le vostre
intenzioni? Lo deciderà la polizia, intanto però
sarete
fermati, magari la notizia può scappare e finire su qualche
blog
o giornale con i vostri nomi..."
"ehi, vuole farlo davvero?"
"Chi, io? Sai al commissariato quante persone ci sono che vi bazzicano
per essere il primo a rilevare una notizia interessante? E come ho
detto, cosa finisce su internet balza in così poco tempo
ovunque. E come li cancelli? Come per i video della vendetta, appunto.
Oppure possiamo fare un accordo..."
"quale" chiese Cesare zittendo gli amici che, nervosi e spaventati, gli
dicono di scappare "cosa ci proponi"
"Semplice" gli sorride "voi permettete a noi di cancellare solo la
parte in cui entrate in questa stanza, davanti a voi e no nfacendo
altro. Vi lasciamo la parte già fatta e..." alzando l'indice
sinistro, cambiando di nuovo gamba "e vi permettiamo vi fare un giro
completo, documentato, controllandovi ovviamente, perchè
venga
ripreso un'ultima volta questo luogo allo stato grezzo.
Perchè
considero l'urbex positivo per un motivo. Anche se sarebbe opportuno e
consigliabile visitare luoghi pubblici abbandonati, rispetto alle
proprietà private, è comunque utile che bellezze,
perle,
merav, di
ritorno alla grandezza. Dico lustri perchè ho visto tante
volte
edifici che sono stati riportati a splendore e poi considerati solo un
problema perchè ritenuti edifici storici. Questo in
città, se fosse stato possible anche per questa dimora si
sarebbe salvata, ma il punto è che almeno è una
sorta di
testimonianza, documentario di cose che attestano la grandezza
dell'uomo nelle sue capacità lasciate all'incuria,
perchè
i nuovi proprietari da eredità non vogliono perderci tempo e
non
vendono, o altri motivi. Quanti ne ho viste che meritavano di essere
apprezzate, ammirate e invece finite a pezzi in mano a balordi per le
loro stronzate. E intendo per i motivi che pensavate voi, non i poveri
senzatetto che per colpa della società perdono tutto e hanno
solo quei tetti malconci come casa. Per questo..." poggiandosi alla
spalliera unendo gli indici mentre gli fissava "voi ci fate tagliate i
video, solo la parte in cui parliamo, potete riprendere tutta al villa
per come è adesso ma avvisate tutti che adesso è
di
privati e non è più visitabile. Anche
perchè,
vista questa visita, è chiaro che metterò dei
custodi
e telecamere con server lontano da qui come deterrente"
"Vuoi lasciarci i video, tagliati, farci fare comunque l'esplorazione
dicendo che questo luogo è ora taboo per tutti? E ci
controllerete anche se sembrereà come se non ci foste?"
"E' chiaro che i miei uomini non finiranno nel video, controlleranno i
vostri movimenti a distanza e basta. L'accordo che voglio fare
è
proprio questo. Per ora vi lasciamo fare l'esplorazione, basta che non
diciate nulla di questo nostro incontro ma avvisiate che da domani
è off limits. Al termine salutate e ci permettete di
tagliare le
nostre presenze. Avverrà davanti a voi, qui, non ci
metteremo
molto e vi lasceremo tutto tranne alcuni minuti. Ripeto, sotto i vostri
occhi. Se questo non vi convince posso mettere sul piatto un'altra
cosa. Posso dirvi altri luoghi davvero interessanti da esplorare,
perchè voi accettiate i tagli e avvisiate su questo luogo.
Sono
luoghi che volevo acquistare, che conosco e, anche se ho detto che
è consigliabile luoghi pubblici, meritano di essere
visitati.
Questo vi fa gola?"
"seriamente? Ci dici dove possiamo andare dopo?"
"Come ho detto amo le creazioni dell'uomo prima dello scempio moderno.
Oltre architetti, ingegneri, muratori e tutta una serie di categorie
classiche, farò restaurare colori, decori, elementi...
questo
luogo era una perla amata dal proprietario. I migliori artisti
avevano dato del loro perchè prendesse forma, come per ogni
edificio antico e io amo le abilità dell'uomo nel creare da
zero
con le loro mani. Vetrai, scalpellini, modellatori di gesso e stucco,
pittori e decoratori e via dicendo... pagherò tutti loro
perchè il lascito di quell'uomo non muoia totalmente..."
"lascito?"
"Si Cesare, rispetto a cosa la società inculca in
testa fin
da piccoli, il lascito non deve essere per forza, per tutti, il
generare
figli. Il dovere per forza fare figli perchè altrimenti sei
monca, imperfetta, sbagliata, addirttura definita difettosa. Riferito
anche per uomini ovviamente, ma il punto è che le persone
sono
così tante quante sono i cuori nel mondo. Ci sono persone
che
non possono fare figli per problemi di salute ma gli va bene anche non
averne. Ne ho conosciuti che non gli sono arrivati,ma va bene, hanno
vissuto
la loro vita rendendosi felici con ciò che volevano vivere,
vedere, provare e via dicendo. Hanno impiegato cosa non davano a figli
ipotetici a se stessi. Ed erano sempre felici, sorridenti, con sorrisi
veri e non quelli finti che fai per l'occasione. Erano felici lo
stesso, si amavano lo stesso, non si sentivano incompleti
perchè
non vedevano necessario figliare per determinare quanto fosse il loro
amore. O che necessitassero di figli per saldare o migliorare il loro
legame. Il loro amore o legame erano loro e dicevano sempre che non si
pentivano di niente. Di no naver provato con medicine, con
inseminazioni, con adozioni e via dicendo. Erano impegnati in mille
cose e avevano permesso la creazione di quella cosa, la realizzazione
di quell'altra che di sicuro sarebbero rimasti nel tempo con i loro
nomi. I lavori o opere di tanti del passato che sono rimasti e giunti
fino a noi. Il lascito nel mondo. Per molte persone restare nel mondo
è sfornare una copia di se stessi, carne della loro carne...
peccato solo che poi sono persone nella testa e personalità
ben
diverse. Si nasconde nell'idea di dare ai figli quello che non si ha
avuto, non si è stato ect... gettando su di essi tutto i l
se dei
genitori. Sono copie di se stessi de futuro che potrebbero avere quella
vita che magari non hanno avuto, vissuto... ma questo è a
discapito dei figli e nipoti, perchè anche i nipoti non sono
salvi. i figli non sono una sorta di rinascita di se stessi.
Non
si continua a vivere nel mondo perchè hai lasciato figli. Ma
per
cosa rimane dopo di te che parla di te.
Artisti, statisti, politici, sovrani, inventori e gente geniale... e la
lista è lunga. ma il punto è che loro continuano
ad
esistere nel loro pronfondo in quello che ci ritroviamo noi oggi.
Dipinti, statue, edifici ma anche la corrente elettrica, i telefoni,
invenzioni che noi utilizziamo ancora oggi, libri, anche seguaci. Si
perchè anche organizzazioni e periodi storici portano il
nome di
chi ha portato il cambiamento. i figli portano una parte del nostro
dna, neanche tutto. Ancora oggi molte caratteristiche genetiche
derivano da variazioni del dna, come gli occhi blu adesempio, che sono
finiti ai figli, questi hanno lasciato fino ad oggi questa
caratteristica ma... cosa ci dicono del primo che ha avuto quella
mutazione genetica? Nulla. Cosa ci dicono le cose lasciate fino ad
oggi, qualunque essa sia? Le abilità della persona, le sue
capacità, cosa pensava, cosa vedeva... per le persone in
queste
società attuali è importante la generazione
successiva
solo per motivi sopra citati. Che il nostro dna continui anche dopo la
morte, che poi in realtà è il dna di miliardi di
gente
prima, mica una cosa solo nostra. A meno che non cè un
motivo
perchè si venga
ricordati, tutti quelli che finiscono nella storia dell'uomo lo sono
per motivi diversi dai figli. E i luoghi che voi esplorate sono...
lasciti di tutti quelli che gli hanno dato forma. Va bene una
maiolica, un dipinto, un fregio, una vetrata, qualunque cosa. Ogni
oggetto parla di chi l'ha voluto creato e chi lo ha creato. Ecco
perchè io vorrei preservare questi luoghi, ma il mio nome
non
interessa a nessuno, invece esempio l'architetto e tutti coloro che
hanno dato corpo a questa villa si, loro sono rimasti e nei documenti.
E amo questa villa per come è e l'ha vista prima su carta
l'architetto. E per me vale cosa hanno creato, unito a quello che
vedeva e voleva il
primo proprietario. Rispecchiava lui, sapete, oltre le
abilità
dell'architetto? QUindi, vi va bene questo
accordo?"
I ragazzi non erano d'accordo ma Cesare invece, ragionando, alla fine
parlò per tutti. Dietro lamentele degli altri.
"Se giuri che taglierete solo dove ci siete voi davanti a noi, senza
toccare o prelevare altro, va bene. Non parleremo che siete qui adesso,
diremo che questo luogo è escluso da domani e visiteremo i
luoghi che ci dici tu se sono sicuri"
"Sono sicuri e sai perchè? Conosco i proprietari e so che
neanche gliene frega nulla. Hanno fra le mani una ricchezza che non
sanno di buttare a tarli e topi. Voglio che resti testimonianza della
loro esistenza. Anche se nella situazione in cui le hanno ridotte.
Chiedo solo di tagliare noi e che nessuo venga più. E potete
restare tutto il tempo che vorrete ma nei video non ci devono essere
foto, sequenze o audio...."
"Affare fatto! Potete anche controllarci, nessun problema ma che
usciremo da qui senza problemi"
Kianta rise divertita vedendolo così spavaldo e forte,
mentre gli
altri stavano alle sue spalle con gli occhi impauriti. Aveva notato che
osservavano sempre le armi e poteva anche capirli, ma lui capegiavva
davvero come capo tra loro. Decideva per tutti ma per uscirne bene. E
le piaceva questo.
"Bene, Cesare.
Innanzitutto piacere,
come ho detto mi chiamo Lianna e
sono una benefattrice e sostenitrice di una delle cose che rende grande
l'uomo. Le capacità in varie forme. Ho un mio lavoro, un
finanziamneto di mio padre che anche lui sostiene molte cose e... odio
vedere
queste meraviglie in mano alla gente che credevate fossimo. Puoi star
tranquillo. Anzi, voglio sostenerti perchè ho visto che
descrivi,
analizzi, consideri ogni cosa che vedi, la storia del luogo, il periodo
e quello che contiene. Anche le vite di quelle persone dai loro
oggetti... Ti aiuterò con mezzi di ripresa migliori
e i luoghi dove recarti, perchè ho molti agganci con varie
persone e per qualunque cosa posso intervire, se mai dovrebbero
vederti.
TI va bene?"
"Perchè fai questo?"
"Perchè ho conosciuto una persona che spiccava tra gli
altri,
mostrando bravura e capacità ma non aveva i mezzi per
migliorarsi. Tu apprezzi le stesse cose che noterei io in quei luoghi,
i tuoi amici sono un buon aiuto nelle tue analisi. Vi darò
modo
di renderli ancora più professionali e in stile
documentaristico,
con una fonte veloce per studiare ogni elemento presente di che epoca,
stile e via dicendo. Posso anche farti accompagnare da esperti che puoi
spacciare per amici e possono dare un senso diverso ai tuoi video,
fruibili anche da altre fette di pubblico. Perchè
è
questo che tu vuoi... no?"
"Faresti davvero questo per un vloggher di urbex?"
"Ho i miei motivi, ma inerenti a cosa ho detto. Affare fatto?"
alzandosi e porgendogli la mano.
"Va bene, non mi sembri una persona negativa come sembrava, taglierete
i video e ci sosterrete per i futuri urbex. In pratica sei una
filantropa?"
"Si, su varie cose. Ma ne parliamo un altro giorno. Adesso hai
un'esplorazione da fare..." indicando con la mano la porta"
Il gruppo
iniziò a
discutere animatamente ma Cesare riuscì a far capire le sue
intenzioni e perchè aveva deciso di fare l'accordo. Di
malavoglia Ivana uscì dalla stanza urlando che dovevano
iniziare, mentre gli altri si accodavano scoraggiati. Cesare
fissò Kianta, non si comprendeva se rifletteva, se voleva
dire
qualcosa o altro ma restò lì a guardarla, mentre
lei
inclinava di lato la testa. Gask notò
quel gesto come
mille altre volte dal suo arrivo, il modo in cui fissava nel mentre le
persone come se volesse scoprire da qualche parte cosa voleva sapere.
Gli sembrava sempre che in un dato momento, mentre fissava flettendo la
testa, i suoi occhi si perdessero da qualche parte, come andasse oltre
con la mente e a volte, come accaduto quel giorno, quando Jd le
parlava, lei respirasse per un attimo pronfondamente e -
tornasse - in se. Come un sussulto sorpreso sposando lo sguardo
su chi le parla e i suoi occhi mostrano quella scontilla tornata. E
quegli sguardi che parlano più delle parole. Si,
pensò,
cèrano attimi in un cui si capiva quel che pensava e
perchè fissava in determinati modi, e altri invece non si
capiva
effettivamente cosa le passasse per la testa. E quindi, si chiese, cosa
volevo e pensava facendo quella proposta e fissando quel
ragazzo
a quel modo? Milan le aveva dato carta bianca anche su
quello? E
se si, perchè dare attrezzatura e uno dei loro esperti a
estranei? Era vero come dicevano Milan e Jd tutto il discorso
del
visualizzare? E perchè quei
sorrisi divertiti ad estranei o solo a Milan e Jd, e non in altre
situazioni?
"Mi raccomando,
conctrolla anche a
terra. Ho fatto pulire ma ho ordinato che chiari pezzi di decorazione
andassero conservati. Troverai dei teli nelle stanze con fregi e parti
ancora salvabili..."
"Ordinato... ok,
grazie." come
pensasse qualcosa " Quando abbiamo finito tornerò per sapere
cosa ci farai avere e chi sono quelli che ci manderai. Saranno
professori d'arte?"
"Tranquillo, avrai
attrezzatura di
qualità in comodato d’uso gratuito
purchè tu
continui con il tuo lavoro. E magari chissà, potresti anche
lavorare con altri uerbex in giro per il paese senza sbottonarti
troppo... ovviamente" sistemandosi in maniera elegante sulla sedia,
fissandolo con un sorriso leggero e uno sguardo che faceva capire il
non detto "per spostamenti più lontani ti verrò
incontro
con i miei mezzi, quindi viaggerai gratis e raccoglierai informazioni
su luoghi anche visitati da altri, ma che tu esplorerai con... il tuo
modo di apporcciarti nei video. Esperti che lavorano per me che sono
preparati sull'arte, parecchio istruiti, ti illustreranno durante le
visite tutto ciò che vedrete. E chi lo sa, magari grazie a
questi miei aiuti potresti avere una possibilità per il
lavoro
che sogni. Potresti diventare docente..."
"..." Cesare
aprì la bocca
sconvolto, pronto a dire qualcosa ma si fermò restando
però nervoso "come sai che..."
"Lo dici spesso. Indiana
Jones e
Sydney Fox insegnano, vero? Sono felice che tu abbia questo sogno e se
riesci con questi aiuti a diventarlo... magari potresti essere il nuovo
Howard Carter, con una nuova scoperta sconvolgente e ricca. E sarei
felice di questo... se a te va bene."
"si...è
quello che vorrei. hai
davvero visto i miei video a quanto pare, non mentivi. Di solito la
gente non fa qualcosa per altri senza avere qualcosa indietro, lo so
perchè per chiedere collaborazioni o luoghi da visitare,
chiedendo ai proprietari, ricevo solo domande su cosa do io in cambio.
E per certa gente esser eindicata nei video non basta, pretende sempre
qualcosa..."
"Si, ho i miei motivi ma
non come
quella gente. L'unica cosa che ti chiedo è non dire mai a
nessuno di me e chi vedrai. Presenterai chi ti affiderò ma
non
altro. Mi restituirai un giorno, quanto potrai comprare roba tua, tutto
l'equipaggiamento ma finchè nei hai bisogno io sono a
disposizione. Niente di negativo, credimi."
"Mi fiderò...
" non finendo la
frase perchè i ragazzi lo chiamavano da qualche parte nella
villa "tornerò quando finiremo"
Kianta scosse la testa
in senso
affermativo e lo seguì con lo sguardo mentre usciva.
Guardò gli uomini armati che la fissavano per istruzioni e
lei
con la testa indicò i ragazzi e li seguirono,
restando a
distanza. Restò nella
stanza con Maximilian e Gask.
"Comandante, cosa devo
fare?"
"Controllali dalle cam e
prepara un
dispositivo per collegarlo ai loro smartphone e tagliare solo le parti
dove ci siamo noi. E... blocca ogni collegamento verso internet..."
Maximilien
capì e corse verso
il seminterrato, lasciandola seduta, spalle a quella parete mentre la
luce del sole irradiava ai due lati la stanza.
"Sei seria?"
Kianta si scosse quasi
impercettibilmente e si voltò verso Gask, fissandolo
malamente.
Chiuse gli occhi una frazione di secondo voltando la testa in altri
punti, come per evitarlo ma lui continuò.
"A cosa serve a Milan o
ai nostri scopi questo ragazzo? Dargli anche mezzi e persone per vedere
vecchi edifici cadenti?"
kianta si
alzò lentamente e
con sempre quel suo modo leggero e delicato, quasi elegamente, di
muoversi. Restò a guardarla mentre gli si avvicinava con
delicatezza senza fare rumore con i passi e la vide incrociare i suoi
occhi con i propri. E gelò perchè dardeggiavano
di
rabbia. Gli arrivava massimo al mento, se avesse abbassato la testa
l'avrebbe sfiorata, eppure nonostante fosse tra i più bassi
di
tutti i membri dell'organizzazione, , Gask notava che
corporature
come la sua erano niente in confronto a come appariva lei in una
stanza. E cosa si provava quando era adirata e si comportava
in
quel modo. Anche senza che Jd lo avisasse, aveva scoperto e imparato
sulla sua pelle che, se lei era parecchio incavolata e non tollerava
più certe cose, cambiava atteggiamento e comportamento. Quando si muoveva con
leggerezza,
pacatezza, sinuosità addirittura era meglio fare attenzione.
Era
segnali come quando non parlava, che lei aveva superato la soglia della
tolleranza e pazienza e avrebbe agito. Tutti prima del suo arrivo
temevano quella ragazza, eppure anche se quel giorno che gli tornava
sempre in mente aveva visto un chiaro esempio, era passato un mese per
scoprire certe cose. Bastava osservarla sia come moviementi del corpo
che del viso. Se agiva in un certo
modo, meglio cercare di no nfinire nel suo radar. E in quell'istante si
chiese cosa
dovesse fare mentre lei lo fissava, girando la testa per guardarlo con
il viso a 3/4, a volte da un lato solo o voltandolo dopo un
pò
dall'altro lato e continuava così. Movimenti lenti e
rotondi, ed
eleganti che nascondevano come una molla quel che sarebbe successo
dopo. Ma lo stupì.
"Cosa te ne viene nel
sapere questo. Cè un motivo per cui tu sia qui per fare
commenti?"
"Eh.. Milan mi ha
mandato qui per farti da Ombra e riportarti a casa... "
"Si, so di questa
cavolata ma io
voglio sapere perchè ti interessa quel che faccio e dico.
Vuoi
andare da Milan e apparire migliore di quello che sei?"
"Non voglio niente del
genere, per
niente...." biascicò lui cercando di indietreggiare, finendo
però per aderire al muro. Ma perchè
indietreggiava
davanti a lei, si chiese?
"Stai a sentire, apri le
orecchie
perchè è chiaro che le cose ti si devono dire
chiaramente
o non arrivano nel tuo cervellino chiuso. NOn mi fido di te, sei
ambiguo e non credo a una parola di quello che hai detto. Puoi fregare
Milan e Jd perchè troppo buoni, troppo pronti a vedere tutti
come fratelli, ma non io. Le stesse voci che girano su di te sono
chiare e non permetterò che i tuoi giochetti o quelli del
tuo
capo crepino l'organizzazione. Tu e io non andiamo d'accordo, sei un
orso rimbambito e pericoloso per tutti. Non pensare minimamente di
prendermi in giro..."
"Non prendo in giro nessuno. Quel giorno ho deciso e non capisco tutto
questo astio"
"solo astio? sei una piaga perchè non sai niente, non sai
fare
ninete, vivi abituato ad avere tutto e che tutti facciano le cose al
tuo posto, ma non qui. Me ne frego se per Milan sei il fratello che non
ha avuto, smettila con giochetti. Se scopro che lui sa quello
che
è accaduto oggi, me lo ricorderò!"
"..."
"Ti avviso di nuovo" puntagli l'indice contro, nonostnate fossero poco
fistnati, all'antezza del suo petto, , sfidandolo con lo
sguardo.
E Gask aveva la testa abbassata verso quella ragazza che gli arrivava
al petto ma aveva l'irruenza e le palle di un armadio della sua stazza.
"Quel giorno non mi fidavo, anche quello che hai fatto mi ha portata a
volerti fare avere la sua stessa fine, perchè sei una bestia
sguaiata e ignorante. Devi solo ringraziare la freddezza tra Milan e
Dorde, altrimenti saresti a farti un volo di nuovo da quella serpe del
tuo capo a calci in culo. E questo per Milan e Jd, perchè a
quest'ora se fosse stato per me staresti galleggiando a cubetti nel
trogolo dei maiali. Ecco dove dovresti essere, anche se fosse stato per
me veramente ti avrei legato come un salame e lasciato nel crogiolo con
loro e stare lì, a vedere cosa ne facevano di te. magari ti
usavano come punchball... invece devo stare zitta e farti stare con noi
perchè hai le tue qualità. Che stronzate..."
scosse la
testa disgustata e gli diede le spalle per andarsene.
"perchè mi
tratti così? Da quel giorno ti ho chiesto scusa e Milan
ha..."
"Tu hai chiesto scusa a
me? Dovevi chiedere scusa a
lui.
Sei... lascia stare " cercando di calmarsi respirando profondamente
"non è il luogo ne il momento, ma è vergognoso
che tu
ancora mi rivolgi la parola come se nulla fosse"
"Sono passati mesi e
pensavo di aver ripagato quello che Jd e Milan..."
"mannaggia al chiurlo e
quando ti
abbiamo fatto entrare. Solo questo e sempre così con tutti
quanti. Abbracciamo tutti, accogliamo tutti, anche certa gente che non
merita altro che un volo da un dirupo, ed è pure poco. Sei
uno
sballato, un disadattato come quegli spocchiosi che si sentono simil
gangster con le pose, i gesti, le armi inclinate ma poi non valgnono
niente. E ti schifi a guardarli per strada, sulle loro macchinine
pacchiane che si sentono napoleone ma sanno solo sparare frasi
schifose. L'unica cosa che tu hai saputo dare è
casino
allo Chateau. Da quando sei arrivato è quasi tornato tutto
come
prima e non lo tollero. QUindi stai al tuo posto. Se Milan ti dice che
sei la mia Ombra e basta, tu sei ombra e basta. Rispetto
a me tu non dici ninete. Sono stata chiara?" dandogli sempre le spalle.
Gask restò a
guardare la sua
schiena come fosse un cane bastonato. Come se volesse dire qualcosa ma
chinasse la testa docile. Docile. Sapeva che lei odiava quella parola
per qualche motivo, eppure si sentiva così quando lo
aggrediva a
quel modo. Aveva fatto
quell'errore, causando
quella dipartita ma come diceva smepre, non era causa sua. Un
incidente. Ma per lei era una risposta classica degli stronzi, diceva
sempre che gli incidenti sono tali riferito ad altri tipi di persone, non per lui. E si sentiva sempre
attaccato, lo
assaliva sempre quando lui non voleva. Desiderava dire qualcosa ma non
riusciva, gli moriva qualcosa dentro e non era in grado di farlo uscire
più e stava lì, fisso, impalato, incapace. Era davvero una pazza
sociopatica o
psicopatica, dipendeva dai giorni, come diceva Alaric? Anche loro non
andavano d'accordo, ma sembrava sempre che lei lo odiasse in maniera
diverda. Alaric in effetti non aveva commesso quell'errore. Non aveva
visto per qualche minuto il suo volto devastato e i preda al pianto,
mutato poi in odio puro e voglia di ucciderlo. Lui, non Alaric. Alaric era pungente e
cinico, ma come
diceva Jd quei due erano simili su certi aspetti e si scornavano in
maniera naturale, ma alla fine erano parte di un gruppo compatto e si
tolleravano, e rispettavano anche. In un certo senso. Cèra comunque
qualcosa che
ammansava quel loro scontrarsi. lei riusciva a stare nella stessa
stanza, nello stesso tavolo per mangiare e discutere con lui senza
problemi di chissà quale tipo,
ma ciò era impossibile con Gask. Questo disse Jd
quandìo
ne parlarono da soli una sera, bevendo. Per lei era intollerabile la
sua presenza e non riusciva a capire perchè. Vedeva i suoi sorrisi e
il viso,
nelle sue espressioni di fiducia e contentezza, quando cèra
Milan. Aveva notato come, anche se con Jd e Milan lei mostrava cose
diverse per l'uno e per l'altro, anche se non aveva capito in che
senso, non accadeva verso altri. Peggio, mai per lui.
Neanche una
volta rivolto a lui. Perfino verso Alaric o altri con cui aveva qualche
bega, aveva un mezzo sorriso divertito o monello da mostrargli. Gli
uomini stessi, ragionò, dicevano che lei non sorrideva quasi
mai, tranne per Milan e allora sembrava una fanciulla innamorata, e per
Jd, che molti dicevano fosse un legame particolare. Poi litigavano tra
loro su chi avesse ragione e chi fosse l'amante. Gli uomini in generale
parlavano
spesso del comandante e si inventavano tante cose. Dicevano che era
quel che era per la sua relazione con Milan, per venire attaccati da
altri che dicevano che no, la sola persona che lei abbraccia e tratta
in un certo modo è Jd. Dicevano che MIlan era
come un
politico, perchè vendeva se stesso come reputazione e
azioni, ma
meglio e vero di quella categoria che eranosolo serpi. Jd era una
persona capace e ben voluto, ma più avvicinabile come
posizione
di Jd. Quale dei due, si chiedevano? Gask invece vedeva
veramente i
comportamenti rivolti a uno o all'altro ma non capiva, non li
considerava come chiacchiere da alcool, ma come qualcosa di misterioso.
Perchè solo solo due? Anche se a volte
ringraziava Lubo con
una stretta al braccio o una pacca amichevole, o quei suoi quattro
strani amici che invece Milan odiava, era qualcosa di diverso. Jd
diceva che l'amicizia con quei quattro, non approvata da Milan tanto
che non li voleva allo Chateau, aveva dei retroscena particolari, ben
diversi da altre amicizie. E il legmae che cèra tra lei e
Milan
era... difficile da spiegare. Non riusciva. Poi dopo un pò
diceva - non posso -.
Con un tono e una faccia strani, per poi diventare allegro e sorridente
quando si parlava di altre cose e cèra sempre lei nel
discorso. E
perchè con lui solo astio?
"Dimmi cosa devo fare"
"Dovrei dirtelo io?"
sbottò
lei voltandosi "hai tre nomi che parlano per te, dicendo quanto sei
grandioso e professionale e chiedi a me cosa fare? Ti ha detto di
essere ombra? Sii ombra e basta"
"Capito" abbassando la
testa, mani a pugno lungo i fianchi e sguardo in basso " a proposito..."
"Cosa cè ora?
Lui infiò la mano in una tasca dei pantaloni e la
allungò
poi per mostrare cosa stringeva. Lei restò parzialmente
voltata
a fissare la mano, aggrottando le sopracciglia.
"So che l'altra volta la
pietra o
mola diamantanta professionale per affilare i nostri strumenti non
l'hai voluta, quando si è danneggiato uno dei tuoi
coltelli e avevi dimenticato la penna affilatrice. Ma l'altra settimana
nelle gallerie della metropolitana, per quella missione, hai perso il
Karambit, quello blu. Con quello che è successo non ho avuto
modo di dirti..."
"Mi vuoi dare un
contentino per placarmi?"
"... no, con la mola
volevo
ringraziarti per avermi guardato le spalle. Ma doveva avere problemi e
l'affilatura si è frastagliata, ma comunque mi hai aiutato.
ma
nelle gallerie sei scesa anche se non dovevi per aiutare gli uomini. E
ci hai rimesso molto. Volevo solo porgerti..."
"non voglio nulla da te,
ne nessun
ringrazimento. Se io sono scesa o ho fatto qualcosa, è per
una
questione relativa alla missione" quasi gli urlò contro
restando
mezza voltata "e trovo vergognoso che tenti di pacificare per non
vedermi andare da Milan per dirgliene quattro. Io non ti volevo qui,
non mi piace averti tra i piedi e per giunta essere mia Ombra, ma che
tenti di mitigarmi con...."
"Volevo solo darti un
dono di ringraziamento, non comprare la tua amicizia..."
"Amicizia... ma
smettila. Vuoi dirmi
che magicamente vieni da noi e tutto ciò che eri sparisce?
Sei
un cuccioletto fraterno con gli altri e buono? Seriamente? Vuoi davvero
trattarmi da scema come fai con loro?"
"Io..."
"Va al diavolo, doni di
sto cavolo.
Tutti agite alla stessa maniera per i vostri fini e lo so che stai
giocando per il bene per il tuo capo. Perchè..."
"Comandante..."
Kianta si
fermò a fissare Gask
e si voltò con la testa verso Maximilien, che era arrivato
trafilato perchè erano richiesti allo Chateau, l'AerOl
sarebbe
partito al suo segnale perchè ed era necessaria la
loro
presenza in loco.
"Digli che ci
metterò un pl, avviserò subito quando potranno
partire. Ma devo finire alcune cose qui."
"Certo, eh.... ehm"
rimase fermo, con
un braccio su uno stipite, a fissarli. Erano ancora vicini, e si vedeva
il suo tentennamento in quella situazione spinosa, la lite palpabile.
"maximilien..."
facendolo drizzare
per la paura "... torna giù e prepara il computer. Sto
venendo"
con un'espressione chiara sull'ordine. Lui balbelttò la sua
risposta e corse via.
Gask restò
con la faccia
avvilita e triste a guardarla, mentre lei ancora era voltata verso la
porta. Strinse il coltello, il Benchmade SOCP Hook, che aveva visto
nella fucina e gli avevano regalato. A lui regalavano sempre tutto, non
accettavano mai soldi e gli dispiaceva visto quanto erano bravi e ci
vivevano anche con i soldi delle vendite, ma lo aveva trovato
davvero perfetto e aveva accettato.
Aveva sperato che almeno quello lo accettasse, visto che quei coltelli
li adorava, come quello perso.
E invece si sentiva come se gli avesse sputato sulle scarpe.
Non
sapev a che dire o cosa fare, finchè lei non si
voltò, la
vide arrabbiata e masticando, almeno il movimento della mascella per i
lnervoso che le vedeva a volte, e gli disse di muoversi a
fare il
suo lavoro, ma non voleva sentire altre idiozie.
Restò a
braccia penzoloni,
mogio, stringendo i pugni e ricordato quel dannato giorno in cui era
avvenuto quell'errore. E maledì quello sbaglio
perchè
credeva che...
Continua
Colei che invita Rhona-
colei che invoca Luned-
colei che mente Corentin
colei che punisce Ressona-
colei che predice Gwenael -Nolwenn
colei che appassiona India-
colei che cela Comagia-
colei che insegna Diandra-
colei che crea. Asseda-
"Seriamente sono giunte fin qui?" si sbalordì Jd, restando a
bocca aperta.
"Si, una di loro è arrivata fin qui per dirmi che sono un
fastidio e volevano addittura far qualcosa per fermarmi. Ci crederesti?"
Kianta era in piedi nel piccolo ufficio, con le braccia conserte e nera
di rabbia. Jd era appoggiato con la schiena allo stipite della porta,
chiusa, ed era ancora inebetito dalla situazione.
"Ma possono farlo?"
"No, ovvio. Il loro dovere sarebbe solamente quello di studiare il
tempo, i loro giochini magici, di vedere il futuro o scoprire le cose
con spiriti ... boh, io non ci credo, e tutta la questione della
religione, del tempo inteso come..."
"Si questo lo so, anche io ritenevo il dovere relativo al tempo, ma
portarsi a funzioni che..."
"Ascolta..." lo fermò lei seria "loro devono solo occuparsi
di
religione e cose magiche che piacciono tanto a Milan e Dorde. Punto.
Invece hanno iniziato ad agire di testa loro su tutto, con la loro
posizione troppo accettata dagli uomini. Infatti senza problemi
prendono un AirOl o ottengono facilmente qualsiasi passaggio ovunque e
fanno quel che vogliono. E non deve più accadere. Inoltre
con la
scusa del loro tipo di incarico, come Colei che invita che mi ha
gentilmente raggiunto qui, si prendno la briga di interferire con tutto
ciò che facciamo, senza neanche sapere nulla del nostro
lavoro.
Questa stessa che invita, dovrebbe solamente occuparsi di aiutare nelle
scelte, invitare verso la giusta strada, consigliare e tutte queste
cose... invece lei ha inteso che può andare dove vuole a
invitare e consigliare la gente verso la nostra causa o anche verso la
vostra religione. Senza nessuna autorizzazione, così come
una
certa Musa che punisce insieme alle altre, si porta alcuni uomini dove
vogliono andare e agiscono negativamente su persone che non sono state
diciamo corrette con noi. Il caso di Ravenswood lo conosci, no?"
"Aspetta, sono state loro? Ma quelli sono rimasti in ospedale..."
"Esatto!
"Ma Milan..."
"Quando ne abbiamo parlato non ne era affatto felice, considerando che
loro sono gestite da Dorde. Anche gli uomini che obbediscono loro,
senza pensare che dovrebbero chiedere prima a noi. Ma il peggio
è che si avventurano ovunque, recandosi da questa e quella
persona per decidere e agire, come se fosse lecito. E la cosa deve
finire, loro si occupano solo delle menate psicologico-religione. E se
continuano non mi faccio problemi anche contro Dorde e Milan,
eliminandole."
"Avendole scelte loro, direi che dovresti prima parlarne per sapere
cosa fare e comportarti, ma effettivamente non sapevo che in quel caso
cèrano loro. In quei giorni ero nella repubblica cinese, ho
saputo da Alaric e Lubo la questione, ma non nei particolari. Anche io
sapevo che non si occupavano di politca, reclutamento vario... e far
del male alle persone poi, senza sapere se Milan volesse o meno. Le
cose stanno andando troppo oltre, in effetti..."
"Non permetto azioni di testa oltre alla necessità in nessun
nostro uomo, quelle stronze... non devono più permettersi di
andare da ragazzini e bambini e portarseli via, quando siamo stati
incaricati di recuperarli da genitori divisi, questioni familiari,
tenerli in luoghi sicuro se di famiglie particolari e altri fattori.
Queste gentili ragazze hanno avuto la brillante idea, un tot di volte,
di andarsene dove volevano a rompere a noi le scatole, agendo
perchè hanno avuto quella visione, hanno avvertito quello,
hanno
sentito quello spirito del cavolo che parla loro e quindi sanno che
fare... BASTA! O partono in gruppo lontano dallo Chateau e ordiniamo
agli uomini di finirla con questa pagliacciata e di fare quello che
dicono, oppure agirà da sola. Questa storia della religione
è sbagliata, come le altre. Ruota del tempo legata a semina
e
riproduzioni e altre, va bene... diciamo che ci sta! Ma si sta andando
oltre e poi non mi si dica che esagero, perchè quelle donne
agiscono esattamente come quei cavolo di preti, rabbini, imam e
cavolate varie. E la storia dell'umanità se ne ha avute di
disgrazie e stermini insensati per la religione. Una cosa è
credere in ciò che è legato alla natura, un'altra
agire
per spiriti, visioni e stronzate varie. Te lo sto dicendo
perchè
vorrei che voi veterani foste d'accordo con me per parlarne a Milan e
farla finita"
"Ok, però non puoi togliere la religione e basta, alla gente
serve..."
"A chi chiedi perchè agisce in un certo modo anche se non
è corretto verso gli altri, quindi giudicando e agendo
negativamente per cosa dicono le parole di un libro, cosa rispondono?.
Questa indifferenza è peggio di uno schiaffo, di uno sputo,
di
tutto ciò che ti ferisce. Mi dirai, ma ci sono stanti nella
storia casi di governi assurdi e totalitari che hanno fatto lo stesso e
la gente li ha seguiti. Concordo, è vero ma pensaci. Una
cosa
è trovarti, se non accetti volontariamente questo schifo, in
un
momento in cui prende il potere un pazzo o un gruppo di folli e devasta
tutto per odio e rabbia, un'altra vedere un testo e sentire un gruppo
di tizi che riportano parole di un'entità straordinaria ma
non
si sente, vede, percepisce o altro, che dice di odiare, scacciare,
opprimere e altro schifo altre persone, perchè a lui non
piace,
non vuole, non tollera e altro... quale è davvero peggiore?
Quelli che non accettano ideologie malsane per non dire altro e
agiscono alla lucein un modo,ma
si oppongono nell'ombra, oppure gente che accetta di buon grado gente
che dice di parlare perqualcosache
è collerico, vendicativo, che punisce quelli che lui stesso
dice
di creare e giudica per qualcosa che lui stesso ha dato. Una cosa
è insegnare ai bambini o ragazzi come agire correttamente in
determinate situazioni, un'altra è tirare pietre alla gente
e
sputargli addosso perchè ritenuti fuori natura, ripeto fuori
natura, sbagliati, peccatori, gentaglia e via dicendo, per un testo
scritto quattrocento anni dopo una determinata storia, mixando cose
prese da altre religioni. E' corretto? Quale è davvero
peggio?
Un gruppo di stronzi si possono far cadere e picchiare a sangue, ma
gente assatanata che crede che qualcosa debba farci nascere ma trattare
come pupazzetti come in the Sims, no. E sta accadendo la stessa cosa da
noi. No. E' impensabile vedete gente che dice di essere credete, a
volte raramente praticante, che pretende chetuttirispettino
le obbligazioni apprese da preticelli, che seguono testi rielaborati da
concetti medievali, formulati da credenze dell'età del
ferro,
mescolate a racconti orali primitivi di gente arcaica e misogena che
credeva in cose adatte al loro tempo. Non da usare come catene per
tutti e in società moderne e che si definiscono civili. Mi
spiace dirlo ma molte culture e società passate per certe
cose,
erano più civili e corrette di quelle che hanno oppresso.
Ogni
persona è diversa, educare è una cosa, creare
gente
lobotomizzata e ignorante è devastante per quello che deve
esser
el'essere umano. QUindi basta religioni che governano la vita reale di
una persona. Decidi per conto tuo, ma è come la gente che
cerchiamo di fermare, lo stesso, che senso ha allora?"
"Quel che hai detto è vero, hai ragione e lo dico io che
seguo
solo la Ruota e non altro. Ma sai benissimo che non tutti siamo uguali,
vogliono credere che esista anche altro e cè
possibilità
oltre il materiale. Lo sai che ci sono persone che in periodi brutti o
che non vedono come buoni per vari motivi, si avvicinano alla fede e
stanno meglio?"
"Oh se lo so, ma vedi... loro non stanno bene perchè
cè
qualche cosa magica e spirituale che discende e li cura o salva o
altro. Semplicemente pensano come le cure palliative, per vedere chi
finge di essere malato con un placebo, che le cose sono migliori. ma
Perchè? Perchè si convincono che cè
qualcuno che
al loro posto fa questo, quello, angeli, santi e tanti unicorni che li
osservano e proteggono. Ma le cose cambiano davvero? No, come vediamo
quando agiamo noi stessi. QUindi, di che parliamo? L'autoconvincimento
è una cosa, consapevolezza che bisogna usare la propria
forza, i
momenti giusti e buoni, che cè altro che la speranza che
scenda
una mano divina a risolvere tutti i problemi. Non cè, ma la
reatà si. Se tu fai una sorta di censimento dei fedeli, e
non lo
dico io, la maggior parte di questi sono gente non semplice, ma vuota
nel cervello. Per loro tutto è fare quello che la
società
e religione dicono. Stop. Se qualcosa va contro quello che gli hanno
inculcato è sbagliato. Tutto si risolve con preghiere e
fede. Se
fosse stato così, tanto dolore nel mondo per secoli non ci
sarebbe stato. Ma la gente vuota va avanti e fa cose, contro gli altri.
Credere che cè un piano superiore dove esistono varie cose
che
guardano e risolvono, tu devi stare a pregare e basta no nva bene. Loro
non lavorano al posto tuo, non provano sentimenti che dovresti provare
ma nascondi, non ti portano il pane a casa ne i soldi per sentirti
vivo. Ne altra cosa. E' una positività che loro generano
dentro,
non altro. Sarò stronza e mi odieranno, ma quando va detto,
va
detto" sbuffando.
Jd rise e si avvicinò alla scrivania, guardandola divertito.
Lei lo fissò accigliata e perplessa.
"Ho già sentito queste frasi, ecco perchè rido.
Ti
dò ragione, anche io credo che è tremendo far
soffrire
gli altri per fede rispetto alle altre opzioni. Diverso è
che un
altro essere umano malato di mente riesce a far diventare vero il suo
problema contro gli altri. O quando per una divinità si
fanno
cose terribili e inimmaginabili. Ricordo ancora quelle lezioni che hai
fatto fare dove Emlien mostrava... ci credi che a volte ho ancora gli
incubi? Quello che facevano contro la gente perchè ritenuti
contro natura o contro dio è spaventoso. Come quel rito maia
o
azteco con il cuore ancora funzionante. Ma queste erano
civiltà
che non sapevano neanche cosa fosse il sole, quindi da un certo punto
lo capisco. Ma è stato... tragicomico quell'episodio in
romania
a cavallo, là ancora sono mezzo nella natura e mezzo nel
progresso quindi usano i cavalli, in cui cèrano gli uomini
che
ti scambiavano per ragazzo e tutte le donne che ti guardavano
così male da volerti svitare la testa per colpa degli abiti.
Le
donne che indossano abiti che là sono per uomini. E' stata
un'esperienza... non so neanche descriverla ma per la religione,
là così forte, tu eri contro natura per loro.
Certo,
eravamo in una zona distante dalle grandi città, ma ammetto
di
esser rimasto basito e sconvolto un simile atteggiamento. Per loro il
tuo modo di essere, vestire, pettinarti e trattare le persone era
esclusivo degli uomini. Le donne non ne hanno voluto sapere, tranne
qualcuna giovane, di parlarti o avvicinarsi. Ed è stato
triste,
solo per l'abbigliamento. Eppure, anche se di solito è il
contrario, gli uomini alla fine ti hanno accettata e considerata.
Strano ma interessante..."
"Si, perchè mi avevano definitivamente considerata un
maschio.
La loro scusa era che capita in alcune zone, come anche in luoghi
slavi, romania e vicinanza, che un'antica legge permetta ad una donna
di diventare uomo sotto la legge e con l'accettazione di un certo
numero di uomini. Essendo zone ancora definitiveantiche,
si seguono ancora certe leggi, per questo io ero come una Vergine
Giurata. Hai presente? Bene. Ho chiesto più volte agli
uomini
come alle donne, qualche spiegazione maggiore del perchè le
donne non possono vestire come me..." indicandosi con le mani "e mi
hanno risposto che esiste una legge millenaria. UOmo e donna, due cose
diverse, due ruoli diversi, due comportamenti e vestiari diversi. Molte
ragazze però non erano dello stesso parare, e spero che in
luoghi più rurali come quelli non vi siano ancora tra alcuni
anni, ma esistono. Ecco perchè spero che Milan riesca a
cambiare
le cose ovunque. "
"Anche adesso in molte società avanzate accade. Conoscevo
una
persona che era sempre rimproverata perchè portava i
pantaloni e
magliette. Amava le camicie ma disdegnav ale gonne perchè le
piacevano ma non erano adatte a lei. Chiudeva un occhio a gonne di
jeans scure ma indossava sempre pantaloni. E veniva sempre rimproverata
da piccola come da adulta perchè poco femminile. Le dicevano
anche che nessuno la guardava e l'avrebbe voluta se non attirava i
maschi... e tanto altro. Storia lunga... " voltandosi per cambiare
discorso e non guardarla "ma il punto è che si possono
considerare come primitivi un gruppo sociale ma sappiamo tutti che in
verità anche nelle parti avanzate cè ancora tanto
pensiero simile. Anche le Muse o Figlie e le Fanciulle vestono con
abiti e non..."
"Lo so!" tagliò corto lei "ecco perchè non voglio
farne
parte. Una cosa è che far contento Milan e seguire quello
che
è il rito, la festa, un determinato dress code, un'altra
è che mi si giudichi solo per gli abiti che indosso. E le
stesse
donne, come tante altre cose, sono le prime a far ogni cosa negativa
perchè tu ti pieghi. Siamo esseri umani eppure ci
comportiamo
come bestie..."
"Già, lo diceva anche quella persona" diventando triste
"ecco
perchè noi tutti seguiamo Milan. Molti di noi per l'aspetto,
come ci mostriamo,siamo
visti negativamente come fossimo pericolosi..."
"le cose non cambiano da sole. Lo sa la storia umana. Ma è
degradante vedere volti disgustati e giudicanti perchè dei
libri
dicono che si è divisi il soli due gruppi, devono essere in
und
eterminato modo altrimenti sono sbagliati. E poi, la cosa che mi fa
ridere, è che questi concetti portano ad amanti che si
mostrano
ed appaiono così feminili secondo i canoni, da essere
cercate da
uomini che no nsi fanno problemi a pestare sotto le scarpe promesse e
giuramenti solo perchè gli sale l'ingrifo perchè
quella
donna mostra cosa piace a loro, mentre magari la moglie no. Le amanti
guarda caso chi e cosa sono? Sono la versione desiderata dagli uomini,
che siano gente che si è sposata per obblighi sociali o
anche
chi ama un ideale di donna... la moglie per varie cose cambia
giustamnete col tempo e vuole ancorarsi con il suo ideale di amore e
sesso. Chi lo presenta? Soggetti femminili che utilizzano tutto
ciò che è la mentalità passata solo
buttandosi su
cosa ama l'uomo in generale. Il Sesso. Tra madri all'antica, tra
religione, tra matrimoni per essere visti socialmente e figliare, tra
altro le donne non accettano di dare se non come obbligo.
Perchè
di fatto non è la persona per loro, non vogliono, non hanno
interesse in ciò, così tra l'occhio e la voglia,
ecco
perchè esistono le amanti. Si, anche il pizzico di senso di
avventura di qualcosa di proibito... ma hanno fatto unpromessa, hanno
stipulato un giuramento, ancora di più, a quel dio che
dicono
grande e bla bla. E quindi, di che cosa parliamo? Se ci pensi la donna
ha basato sempre il suo modo di porsi, vestirsi, essere in base ai
desideri dell'uomo, in quella società dove esistono non due
soggetti con attributi sessuali diversisolo ma persone. No,
cè
un individuo maschile che può tutto e un soggetto femminile
che
serve l'altro, è un soggetto inferiore, il suo compito
principale oltre essere servile è essere un'incubatrice con
le
gambe, essere e presentarsi come gli uomini vogliono che siano. E donne
sottomettono altre donne in tutto questo. Perchè?
Perchè
babbuini rincoglionitisolo millenni fa, hanno deciso che cè
un
essere maschile che può tutto, che l'uomo deriva da esso
mentre
la donna dall'uomo. QUindi cè una catena di sottomissione e
deficienti figli o conoscenti di babbuini, hanno partorito questa
cagata come fossero animali, mantenendo tutto per millenni fino ad
oggi. E nessuno, tranne quelli che poi erano zittiti dai cretini, hanno
cercato di cambiare le cose. Per chi? per seguire mentalità
arcaiche di malati mentali. Per chi? Perchè girava voce, ma
erano dette da altri uomini, che le cose stavano così
perchè dette da un dio che va contro anche la natura stessa.
Come i passi dove gli animali sono stati creati per servire l'uomo, che
la donna deve essere quel che sappiamo e tanto altro che fa venire i
brividi. Ma la gente li segue e questo fa male dentro. Veramente. E non
deve accadere che da nostri lavori si riporti a queste cose per una
religione data in mano a oche mentecatte. Questo è... punto"
"parlerò a Milan e con i ragazzi, ammetto che anche io non
sono
molto d'accordo con tutto questo. Loro dovrebbero occuparsi di altre
cose, non recarsi da certi soggetti, parlargli a nome di Milan o del
gruppo e agire come cani sciolti. Essere vicino alla Natura
è
una cosa, effettivamente, mischiare religione con la vita vera in
tutto, supera il limite massimo. Tranquilla, risolviamo"
"Lo spero... "
"Ci sono novità per spostare gli ospiti?"
"Ancora non lo sai? I primi gruppi che il governo stesso aveva evacuato
da un centro urbano parecchio colpito, nascondevano in seno tre
soggetti che hanno agito dall'interno. Inutile dirti di... PUMM"
mimando un'esplosione con le mani "dolore, sangue, devastazione. NOn
eccessivo, solo due locali come i nostri danneggiati e alcuni feriti e
morti. Fortunatamente hanno agito in un momento particolare, senza
saperlo, in cui vi erano dei controlli sanitari in un'altra zona,
quindi altra struttura a pochi metri, e questi erano rientrati dallo
spazio all'aperto incui passavano alcune orelibere. Si erano portati
all'esterno sotto gli abiti l'oggetto, non avendo controllato i loro
bagagli, e appena rientrati come loro piani, hanno attivato. Ma non
sapevano he erano in un gruppo successivo per un controllo improvviso
per strani casi di malessere, e si son ritrovati ad andarsene nei loro
campi elisi facendo pochi danni, effettivamente. Ma hanno dovuto
ricostruire, andare a controllare ogni persona ospitata in quei giorni,
perquisire le loro persone e quel che è stato possibile
trovare
dei bagagli. Insomma, la questione è molto grave. Per come
ne
parliamo noi, sembrano cretini con qualche petardo e qualche schiamazzo
per le strade, ma non è così. Era cominciata allo
stesso
modo nei paesi arabi anni fa. E ora stanno migrando qui per quello in
cui credono. Anche questo, sempre legato a quanto detto, è
giusto? QUindi cerchiamo di fermare da prima quello che
finirà
come ciò che già conosciamo..."
Comparve di colpo Helias come una macchia d'inchiostro strisciata
nell'aria, finchè non prese forma un paio di passi dopo,
come se
si componesse camminando. Kianta restò a fissare il
completamento della forma, seppur di pochi istanti, poggiandosi con le
mani al'indietro sullo schienale di una sedia, di fronte la scrivania,
gambe incrociate. Helias, tramite le telecamere presenti nella stanza,
squadrò i due presenti, muovendo il muso come se guardasse
veramente loro, ed esordì con tono serio.
"Madre, Jd, perdonatemi ma ho un messaggio dallo Chateau"
"Dì..."
"Si, madre... Jakart ha avvisato che sono giunte delle persone allo
Chateu chiedendo un incontro con il Leader. Dopo varie pretese per
farsi ricevere senza aver proferito parola sulla motivazione, il Leader
ha accettato l'incontro, dopo conosciuto le generalità. Sono
rimasti nel salotto ricevimenti per mezz'ora, dopo il Leader ha
annunciato di assentarsi per un certo periodo e che sarebbe tornato
presto. Jakart ha però detto che, dopo aver ordinato di
lasciarlo solo con gli ospiti, è uscito e inteso che sarebbe
andato da solo. E, da sue parole, quegli individui sembravano loschi,
le loro azioni parevano come intimidatorie sul Leader. Ma questi ha
tranquillizzato ed è andato con loro, abbandonando lo
Chateau
senza istruzioni. Jakart ha inteso avvertirti per precauzione, non
avendo avuto informazioni maggiori per il tracciamento di quelle
persone..."
"non hai detto che erano state identificate?"
"Hanno lasciato delle generalità che il Leader pare abbia
riconosciuto. Secondo Jakart, che si è scritto i loro nomi
come
gli son sembrati detti, sono Gheburim, crede, e Anacim. Il terzo pare
Marbas. Sono giunti su una Maserati Levante Nera con inserti cromati e
sono usciti con il leader. Aveva i finestrini oscurati, quindi sa di
questo particolare perchè era uno delle ombre di oggi e gli
è stato accanto fino all'auto. Poi ha sciolto l'incarico,
indicando di restare in attesa per il suo ritorno..."
"Cazzo..." sbotto Kianta buttando la test a indietro adirata, restando
sempre con le spalle verso la scrivania, con le braccia a poggiarsi
sulla sedia dietro.
"Cosa... se lo fa sempre. Non..."
"Jd, andiamo... non essere come Gask. Già dai nomi si
capisce
che persone... uff..." sospirò chiudendo gli occhi
"maledetti
esoterici. Ecco perchè li odio. Ha di nuovo ascoltato quella
gente ed è andato con loro per chissà che rituale
o
altro. Sono stanca di questo. Nell'ultimo periodo è
peggiorato,
perchè secondo quale motodo di scrutamento di astri e
futuro, ci
sono momenti specifici per fare le cose. Che tristezza... " scuotendo
la testa con una faccia quasi schifata "non capisco perchè
gli
piaccia questo, che non si attegga più ai metodi classici e
normali..."
"Aspetta, intendi quella setta o come si chiama, che lui frequenta? da
cui ha preso con Dorde l'aspetto mistico delle fanciulle e Figlie? Ma
non aveva..:"
"NO! Non ha mai smesso. La questione di Wartburg secondo te, chi
gliel'ha messa nella zucca? Accidenti..." sbottò,
incrociando le
braccia e camminando nello stretto corridoietto tra gli armadietti e la
scrivania "Non sono mai riuscita a fargli levare questo vizio di legare
tutto a queste stronzate. Già mi fanno incavolare quelli che
vanno da maghi e cartomanti per sapere ogni pelo di quello che devono
decidere, fare, pensare. E perdono tutto per avere, secondo loro, uno
scorcio veritiero sul futuro e ogni aspetto della loro vita, per poi
piangere se incantesimi e malie non funzionano e hanno perso sacchi si
grana... che gente! Ma Milan? Una persona con il suocarisma,saggezza,
intelligenza, e... una persona così completa come lui non
può cadere in queste cose, sopratutto se ha uno scopo
così grande. E io che mi preoccupavo per le gallinelle che
gli
svolazzavano intorno e la contessina..."
"A me non sembra molto cambiato. Forse intendi fare qualcosa? La setta,
intendo"
"per prima cosa devo sistemare la Figlie, loro sono una spina nel
fianco..."
"No...! Per favore, evita... cosa hai intenzione di fare? Eliminarle?"
"In verità mi era passata per la testa l'idea di far giocare
su
di loro un orso, o magari un leone di montagna incazzoso, o..."
ossevando in alto co gli occhi come se stesse pensando a un elenco
già fatto.
"Kianta..." sussurrò lui preoccupato.
"E che sarà mai... tutti desiderano abbracciare gli orsi,
no?"
sorridendo birbamente "scherzavo, avevo pensato veramente a furetti
addestrati alla caccia, ma di Figlie..." sorridendo a 32 denti. Poi
tornò seria "sto già escogitando qualcosa, ma non
ti
agitare, niente di troppo truculento. Ma devono imparare..." fissandolo
in un certo modo e Jd comprese. Si portò le mani tra i
capelli
come tirarseli indietro e alla fine scosse la testa. Non
cèra
altro modo.
Dopo alcuni istanti di silenzio, Jd continuò come se
trovasse opprimente l'assenza di dialogo.
"Ci sarai questa sera? I ragazzi vogliono fare un falò di
viaggio e sembra si stiano preparando."
"Si, mi avevano chiesto l'autorizzazione, e ho concesso visto che
ancora molti gestori sono turbati da quanto accaduto. Ma lo avevo
intuito quando hanno portato i ventagli nelle cucine. Da quando li
hanno fatti fare dal fabbro non mancano mai e... sono felici. Che
sarà mai un coso di ferro che sembra un rastrello, ma senza
denti ricurvi per cucinare cibi salati o dolci sul fuoco? Si divertono
a cucinare, fare festa... Quello che mi fa preoccupare è che
intendono farlo all'interno del corpo della Torre. Sarà
sicuro
attrezzare un vero falò nella zona centrale, visto che gli
ospiti sono stati parecchio vivaci?"
"Vivaci? A me sembravano l'incarnazione di Attila... secondo loro farlo
all'interno farà in modo anche agli ospiti passino il tempo
e
divertirsi. Ci saremo noi comunque, ormai è una tradizione
per i
nostri, gli ospiti vedranno solo un pò... di folclore dello
Chateau. Non penso sia un male"
"Se lo di ci tu..."
"Ascolta, prova a cercare Milan e capire la situazione. Così
decideremo con gli altri il da farsi. Io vado a controllare i ragazzi
per il falò che stanno preparando, per iniziare tra qualche
ora.
Per il resto, ci veranno nuove idee e magari con un buon vino frizzante
a metodo Charmat, parleremo meglio. Il tuo preferito" facendole
l'occhiolino.
"Mh..."
"A cosa pensi adesso? La tua testa ruota così velocemente
che
certe volte non so quale balzo hai fatto per impegnarti di nuovo in
qualcosa..."
"pensavo a Milan, alla questione di quella gente e a quest' epoca
dell'ostentazione del nulla. Ho scoperto che oltre gruppi di mamme
pazze, antivaccinisti, terrapiattisti, gente col cervello andato per le
diete vegane o fruttarianiane, che usano social e azioni eclatanti per
apparire e avere i 5 minuti canonici, e gente che agisce in modo
allucinante pur di essere conosciuto, mettendo a rischio anche figli o
se stessi. A volte è stato assurdo quel che ho visto e letto
e
sono preoccupata. Ma cè un boom nuovamente di credenti in
pratiche magiche e affini. Quel gruppo che Milan supporta... pare abbia
nuovi adepti ogni giorno, che devono o abbandonare le famiglie oppure
portarle con loro sotto l'ala di... perchè la gente non
riesce a
essere completa e ricca da invece, aver bisogno di riempire i vuoti
mentali e di vita con fandonie di gruppi e sette, che promettono cose?
Voglio dire... Milan stesso! E' acculturato a un livello superiore alla
media, è un ottimo militare stratega e amministrativo, ha
capacità sociali e politiche e... " stringendo le labbra
creando
una linea, con un'espressone incerta e confusa "a volte sembra quasi
essere due individui diversi..."
"Si, Gask mi ha detto la tua teoria." poi vedendosi fissare con occhi
stupefatti e le labbra come se pronunciassero una U continuò
"sai, siamo amici... parliamo molto come fate voi due, e mi ha detto
che iniziava ad avere dubbi. Nati dopo una discussione con te. Ha detto
che per te Milan sembrava avere come una dualità
contrapposta.
Mi ha esternato concetti con frasi così ben strutturate e
ricche
che non sembrava più lui. Non ti chiederò cosa
è
accaduto, ma è cambiato. E tanto..."
Lei restò a fissarlo un istante sorpresa, poi pian piano
iniziò a sorridere con calore, guardando un qualche punto
che
vedeva lei, oltre il materiale. La sua espressione si
addolcì, i
suoi occhi sembravano brillare come se volessero piangere, dando un
senso di affetto e calore per cosa stava pensando. Jd si trattenne
qualche momento vedendola, mentre il suo volto si scaldava di qualcosa,
una cosa insolita, restando fissa a guardare ciò che vedeva
solo
lei. E continuò.
"Chiaramente anche lui è cambiato. Solo che Milan, al
contrario,
è cambiato peggiorando. Anche io con gli anni passati
insieme,
prima del tuo arrivo, lo sapevo interessato a certe cose ma restava con
i piedi per terra. Ora.. lo vedo ancora più preso dalla
cosa, in
tutto e totalmente. Tutto quello che hanno isituito racchiuso nella
religione antica... a volte la cosa mi puzzava. Un pò come
la
sua idea di creare le Fanciulle di Dorde come rappresentazioni della
ruota dell'anno, celando invece delle guardie del corpo personali
altamente qualificate. Ma quella incinta... questa cosa sta
peggiorando. E le fanciulle che sovrintendono i vari periodi in quel
modo... è raccapricciante e mistico allo stesso tempo. Ma
sono
guardie del corpo che, con la scusa della ruota, accompagnano Milan e
Dorde ovunque. E quello che mi hai raccontanto... cosa facciamo,
Kianta?"
"Tu hai mai visto Dorde?"
Jd sussultò di sopresa, voltandosi totalmente verso di lei,
staccandosi dalla parete dove si era sistemato. Fece un passo tentando
di formulare una risposta, ma nulla.
"Jd, come hai detto e Gask ti ha riferito, Milan mi sembra sempre come
due persone diverse. Un giorno agisce e dice una cosa un altro o anche
il giorno dopo appare come sorpreso, come non riconoscendo cosa dico,
come se avesse un'altra personalità. Io non ho mai visto o
parlato con Dorde, mi si risponde sempre che verrà il
giorno...
E se non esistesse?"
"ANdiamo... mi è capitato di far parte del gruppo
amministrativo prima del tuo arrivo e lui era presente..."
"Quindi lo ha visto? Gli hai parlato?"
"Visto no... lui..." incerto,grattandosi il mento "lui era dietro
qualcosa o in un'altra stanza e interveniva e dava ordini mentre
discutevamo. La voce era diversa, Milan mi ha detto che..."
"Non voglio sapere cosa ha detto MIlan. Da quando sono qui ho ricevuto
da lui messaggi e ordini, mai vocali, e non mi è permesso
incontralo. E parlando con Gask neanche a lui è mai
accaduto. E
se sia Milan a..."
"Calmati. A far cosa, fingere che esista? Inventarsi le cose? Milan era
con me in quelle riunioni, vicino o di fronte e la voce di Dorde veniva
da altri punti..."
"Poteva essere lui a farla e non lo vedevi, esistono dei ventroloqui
bravissimi. Ci sono anche persone con doppia perosnalità che
sanno switchare da una all'altra.. o.. non lo. La cosa mi ha sempre
puzzato di strano..."
"Vuoi farmi credere che sei sicura sia come quegli artisti ocn le
marionette? No, non credo. Sono certo che esista, che davvero gli ho
parlato... non pensare a questo ora. Concentriamoci su così
più importanti e pericolose...
"Parliamone in seguito, avesso dobbiamo occuparci degli ospiti come
degli uomini. I nostri non devono mai scoprire nulla, ok? Se alcuni
hanno dei vuoti da seguire la religione e le Figlie così
tanto,
da lasciarle fare cosa vogliono senza reali autorizzazioni, che
accadrebbe se Milan... Se..."
Jd strinse il suo braccio con dolcezza con una mano e le
sussurrò calmo "parliamone con calma ma troviamo una
soluzione.
Dopo che mi hai fatto leggere i libri dell'ancella, mi è
venuta
la pelle d'oca al sol pensiero di una società del genere,
oppressa dalla religione. Non in quel modo, non a noi. So che odi i
paesi con costituzioni laiche che invece ostentano funzioni religiose
per tutti, infastidendo tutte le persone che non credono, seguono,
considerano la religione principale a discapito di funzioni di stato
per tutti. Ma troviamo una soluzione..."
Kianta scosse la testa in segno di assenso e rimase silenziosa. Lo vide
salutarla e uscire, senza però chiudere la porta, che venne
aperta da Gask, perplesso in viso. Lei sorrise calorosamente al nuovo
arrivato, ricambiata, e si sentì chiedere cosa non andasse.
Ma
silenzio.
Le disse di mettersi comodi e si sistemarono contro il muro di fronte
la porta, dietro la scrivania, schiena sul muro, sguardo di fronte, a
parlare. Come facevano sempre. Lui le pose di nuovo le domande,
vedendola tentennante, e aspettò. Ma Kianta
poggiò la
testa sulla parte e iniziò a pensare, occhi chiusu. Si
sentì il pollice della mano sinistra stretto dalla mano
più grande di lui, sorrise e voltò gli occhi
nella sua
direzione. Lo vide girarsi e poggiare la nuca sul suo petto, come altre
volte, rilassato. Lei gli cinse il collo con le braccia, poggiando il
mento sulla fronte, silenziosi e calmi. Le sussurrò di non
pensare al negativo, e nel caso parlarne per stare melgio. Lei, dopo un
momento incerto, dove stava per dire qualcosa ma si fermò,
si
liberò degli spettri che la opprimevano, anche quelli non
ancora
raccontanti, e sperò che le desse buoni consigli, o comunque
idee.
Due ore dopo
Dorde si voltò verso la porta, restando ad osservare e poi
controllò il suo phonvlet. Era nascosto da una sorta di
separè o Paravento in legno e seta creato e dipinto dagli
uomini
dello Chalet, per dare una sorta di intimità se vi era
più di un presente. Ma quella funzione nel suo caso serviva
per
restare celato.
Alzò lo sguardo di fronte a sè, ispirando
profondamente
chiudendo gli occhi. Il luogo in cui si trovava era sempre di
ispirazione per lui ed era felice di averne voluto la sua costruzione,
dopo che Lei pose idee per vari ambiti.
Grande all'incirca come un campo da calcio, presentava mura create in
pietra rettangolare chiara, intervallate in orizzontale da cornici
decorate e vari settori che ricordavano una chiesa.
Il nucleo principale era un locale rettangolare adibito a Riflettorioe
terminava i una una sorta abside dal particolare coronamento a gola,ed
intorno vi erano cappelle in successione per tutta la lunghezza
maggiore, creando delle nicchie piene rotonde, piene di iscrizioni.
Ogni parte alle cappelle si apriva per mezzo di un arco ribassato. Vi
erano sezioni rettangolari aggiunte verso l'esterno, sezionate in sei o
sette loculi o cappelle, divise da uno stretto corridoio a una persona
che collegava i settori nuovi con ivecchi.
Una vecchia sezione era sotto il livello del suolo, definita
“cripta” o nartece, riservata alle Fiamme e il
Leader. Il
nartece era raggiunbile da una porta in ferro squisitamente elaborata,
tramite chiave che conservavano solo due persone. Per tutti gli altri
dello Chateau che visitavano quel luogo, era ignoto cosa contenesse.
Sapevano solo che lo spazio era profondo, decorato e alto metri.
Gli spigoli del muro esterno avevano un elemento decorativo staccabile
e collocabile per nuovi ampliamenti. Sulla sinistra del muro
perimetrale, una grossa pietra squadrata e una colonna incisa con dei
motivi vegetali.
La Casa delle Lapidi, una costruzione interamente decorata da lapidi
realizzate dai loro artigiani, esperti nell’arte della
scultura
in pietra, era un luogo non definibile sacro ma di meditazione. Le
lapidi marmoree, non funerarie, portavano incise delle epigrafi scritte
in varie lingue, recanti messaggi profondi o spirituali,morali, che
esortavano a riflettere sul vero senso della vita e sul valore del
trascendente, dalla nascita alla morte. Incitamenti o messaggi dall'
inquietante al liberatorio, che nulla avevano a che fare la religione,
anche se apparentemente poteva sembrare. Tutte le iscrizioni a parte il
messaggio inciso, erano quadrati o rettangoli con frasi racchiuse da
cornici riccamente intarsiate.
In tutte le pareti, interne ed esterne, erano inglobate lapidi o
epigrafi, decorate con simboli geometrici, strani e vegetali che
arricchievano questi marmi, le cornici dividevano in parti orizzontali
le pareti.
Era stato costruito solo con le mura e si era chiesto agli uomini che
man mano aumentavano, per chi imparava e mostrava abilità in
quel mestiere, di donare a chi visitava da fuori l'edificio, ma anche
chi lo usava per meditare e cercare una risposta per determinati giorni
o momenti, di lasciare qualcosa di profondo e particolare per tutti. E
ognuno creava a proprio gusto e abilità ogni avviso,
consiglio,
avvertimento, esortazione, monito, rimprovero, ammonizione,
insegnamento, o qualunque frase e considerazione si volesse dare.
Quaunque uomo dello Chateau poteva andare dal Comandante o Leader e
chiedere di porre una iscrizione determinata, scrivendola o
declamandola e indicando decori o altro per il lavoro finale. Era
possibile anche chiedere direttamente agli scalpellini e marmisti, ma
di solito chiedevano un parere a loro due e la posizione migliore.
Quel luogo era rischiarato giorno e notte, vista la poca presenza di
finestre a feritoria in alto, da torce a fuoco e un sistema di
illuminazione dato da un particolare piccolo corridoio incassato nei
muri, che fungeva anche da decoro, che prevedeva delle scanalure
scavate nel muro rettangolare, che seguivano tutta la forma
dell'edificio anche nelle nicchie o cappelle e, riempito da elementi
infiammabili. Si attivava con un meccanismo azionabile entrando,
accendendo in successione tutta questa fascia coperta da decoro,
illuminando maggiormente oltre le torce gli ambienti, con fiamme calde
e danzanti. il fuoco a parete durava quanta sostanza vi era,
ricaricabile dall'esterno o dall'interno con meccanismi appositi.
In quel momento tutto il corpo centrale interno come il primo livello
aggiunto esterno, che era diventato parte dell'edificio, erano pieni di
lapidi da cima a fondo. Le lapidi esterne erano, dopo la prima aggiunta
di un nuovo livello destro e sinistro, collegate a una sorta di muro
creato appositamente, che sistemavano contro la parete esterna del
nuovo livello e facilmente staccabile per i successivi.
Anche le cappelle erano piene, quelle del primo livello, mentre molte
del secondo, recentissimo, presentavano qua e là qualche
lapide.
E ogni epigrafe era aggiunta non in successione ma in luoghi che
sipiravano in quel momento.
Lui si trovava nel fondo del corpo centrale, non era andato nel Nartece
e continuava a guardarsi alle spalle. Poi la discussione che aspettava
giunse. Le figure avanzarono.
"Buongiorno, Dorde. E' un piacere parlarti"
"Rhoda, voglio delle spiegazioni per oggi. Qualè la tua
argomentazione?"
"Per cosa devo dare spiegazioni?"
"Seria, Rhoda? Quest'oggi ti sei recata in una Torre, usato anche come
Punto di raccolta d'emergenza, per parlare con vostra sorella Diandra.
Queale autorizzazione hai avuto per prendere un AirOl, che doveva
recarsi da programma, per parlarle? E con quale potere tu e le altre
avete giudicato un'altra sorella come inadatta per liberarvene?
Indicami le motivazioni!"
"Caro Dorde, sorella Diandra non è solo una Sorella, ma
anche la
governante, di fatto, dello Chateau. E' anche una tua Fanciulla e..."
"So bene che ruoli ha, ma siamo stati io e Milan e decidere chi e per
cosa fosse idonea. Io, la Fiamma cinerea, e il Leader. Nessuno dovrebbe
mettere in discussione questo e la sua presenza. E' chiaro il concetto?"
"Perdonami, o Fonte. Non volevo andare contro la Fiamma Cerulea. Ma la
Matrice, la Fiamma femminile appunto, va in conflitto con le altre
posizioni. Noi stesse non ne abbiamo altre..."
"Mi state forse dicendo che la vostra ira deriva da invidia o simili? O
che la Matrice non è in grado di assolvere ai vari doveri?"
Dorde era nascosto dal Paravento, il viso verso quello che pareva
l'abside di una chiesa, semicircolare che prendeva luce da tre monofore
a metà altezza. Lo slancio era dato da due portanti sorrenti
un
arco a tutto sesto che incorniciavano l'abisde e la svettavano verso
l'altro. Davano un aspetto più alto alla costruzione.
Le donne, tre ma solo una parlava, erano ferme poco dopo l'entrata, a
guardare il paravento. Non accadeva mai che Dorde si mostrasse, ma
alcune persone potevano comunque parlargli come in quel caso.
"No, o Fonte, non lo faremmo mai" rigida e seria, mentre le altre la
guardano in un modo strano "Tuttavia ella è Comandante e
Governante dello Chateau, Fiamma, Fanciulla e FIglia. E..."
"Ripeto nuovamente, forse il flebile eco di questo luogo vi ha fatto
smarrire le mie parole. Quale importanza hanno per voi le sue Funzioni?
Scelte da me e dal Leader? Per mia decisione, scelta, volere. Se
continuerete con questo atteggiamento dovrò decidere come
sistemare la cosa. Avete fatto u n buon lavoro, ne ero contento, eppure
avete mal interpretato di proposito di vostri Doveri, sforando i
limiti. Dovete finire qui i vostri asti. Se lei vuole abbandonare la
Sorellanza, è una questione tra me, Milan e lei. Devo
ripetere
tutto di nuovo? Perchè tanto accanimento su quali..."
"Perdonami o Fiamma..." si intromise di colpo e con affanno colei che
invoca, Luned "sono qui per richiedere a te e al Leader di udire la
nostra voce e comprendere le nostre parole. Ella non può
essere
così tanti..."
"Luned!" sbottò lui, facendole sussultare "vuoi usare la tua
posizione contro di me? Quale parte delle mie parole non hai compreso?
Nessuno deve permettersi di giudicare, decidere e agire contro colei
che è sorella Diandra. Mai!"
"Ti prego, rispondi a questa domanda. Merita quelle Funzioni?" chiese
colei che punisce, Ressona.
"Ressona, Ressona... ancora osate sapere e intromettervi in cose che
non vi interessano. Non vi competono. E tu, colei che punisce, una di
coloro che hanno osato avventurarsi là Fuori e agire contro
persone con cui stavo trattando. Ho lasciato in sospeso il Giudizio e
tutto il resto, ma ora state peggiorando la vostra posizione. Le vostre
Funzioni sono inerenti l'antica religione e i seguaci. Null'altro. E
chi vi ha permesso di utilizzare i mezzi dell'organizzazione
impunemente, senza autorizzazioni ne altro? E come vi siete permesse di
andare alla TOrre, affermando che avevate le autorizzazioni, per
attaccare un'altra sorella che è anche a voi superiore? Chi
tra
me e il leader vi ha confermato lo spostamento, utilizzo di mezzi non
destinati a voi e attacco alla Fiamma?"
Le tre rimasero mute, un silenzio nervoso e rabbioso, rotto bruscamente
proprio da Dorde. Che da dietro il paravento e nascosto, ma visibile
tramite l'ombra creata dalla luce che si gettava dalle monofore, si
muoveva e parlava. Potevano vedere questa forma scura ma non altro ed
era pericoloso, sapevano, tentare di vederlo.
"Non deve mai più accadere qualcosa di simile. Ogni vostra
azione deve essere accordata da me. Ogni decisione, ogni
volontà, ogni azione... tutto. Che non accada mai
più,
ragazze, perchè voi siete importanti ma non a tal punto da
essere intoccabili. Ci sarà sempre nel mondo qualcuno che
puòsostituirvi, ma ci
sono persone che non possono averesurrogazione. Avete
compreso?"
"Cosa cè di così speciale in quella ragazza?"
chiese tagliente Ressona, acida e rabbiosa
Milan rallentò i movimenti, non si capiva se era di spalle o
meno ma lo videro, tramite l'ombra, voltarsi e agirare una mano. Poi si
avvicinò al paravento e rispose deciso e iroso, alzando il
tono
"Tu non vali la metà della ragazza che lei è...
ne tu, ne
Rhoda, ne nessuna altra. Non esiste surrogazione per chi è
comelei,
per nessuna nel mondo, rispetto a voi che potete essere scambiate con
un'altra, con le vostre abilità o doni. NOn avete altro
oltre
quel Dono del Padre, eppure vi permettete di contraddire la Fiamma
Cinerea e il Leader, contro la Fiamma Celurea, che riveste anche altre
Funzioni. Se è così permia..."
"NO, o Fonte. Abbiamo compreso. Non tenteremo più atti al di
fuori delle nostre competenze. Stia certo. Possiamo tornare ai
cromlech, per la riunione sul giro della Ruota dell'anno e altre
Funzioni?"
"Rhoda, ultimo avvertimento. Pensate davvero che apparire
così
servili celi quel che pensate? SOno in grado di notare le cose e le
vostre risposte rivelano la verità. Ancora uno sbaglio e
finirete altrove, sostituendovi con qualcuno con abilità
simili,
che aderisce all'antica religione e si astiene da superare il limite.
Chi crea problemi, va fuori come si dice di norma. E non
dirò
più nulla. E, ultima cosa, accadrà lo stesso agli
uomini,
chiunque di essi proverà a rifare quel che è
accaduto.
Voi non prendere più mezzi militari per spostarvi,
richiederete
le mie vere autorizzazioni, chiederete la possibilità di
agire
per qualsiasi cosa... tutto deve passare sotto le mie
volontà.
Ora andate..."
DOpo aver sentito le porte in legno attese ancora, ma una voce lo fece
uscire nal paravento.
"Che dire, possiamo sperare che non si mettano più in
mezzo..."
Milan apparve dalle scale che portavano al Nartece, chiavi in mano del
cancelletto e sguardo divertito.
"Milan... mi spiace averti mandato laggiù di corsa
nonostante
fossi appena tornato dal Cinecolo per incontrarli. Comunque, non
cè niente da ridere, sono serio. Si sono permesse di andare
da
persone con cui trattiamo per affari e affiliazioneCinecolo per
invitarle o pressarle. E' grave quel che hanno fatto, quel che
è
accaduto in quegli episodi e mi spiace per loro, concordo con Kianta.
E' impensabile che figure come le loroCinecolo solo legate a al gestire
la Ruota e la religione, debbano interessarsi di elementi non inerenti.
Napoleone stesso si lamentava della figure di preti, vescovi e
cardinali che parlavano di un altro piano, spirituale, ma toccavano
come le loro mani come pazzi tutto ciò che era legato al
materiale, anche verso politica, istruzione e altre situazioni che non
dovevano rientrarvi..."
"Vedo che Kianta ti ha fatto cambiare idea"
"Non ho cambiato idea, fratellino. Diciamo solo che una mente matura
è capace di essere elastica e aperta. Dalle idee e appunti
che
mi hai passatoCinecolo che aveva preparatoCinecolo ho capito che deve
esserci un divario su molte cose tra quel che tutti chiamiamo religione
e tutto ciò che non vi compete. Ecco perchè ho
ridimensionato molte cose, ma ho anche erroneamente lasciato che quelle
ragazze sapessero le mie considerazioni su molti aspetti dei riti. Ma
non accadrà più. Dobbiamo credere solo in noi,
Milan, e
Kianta e i nostri amici del Cinecolo. Nessun altro..."
"E Gask"
"Gask è un ottimo soggetto ma non l'ho ancora inquadrato
bene. Ultimamente è parecchio strano"
"Dorde, anche tu sei dell'idea che meriti di stare con noi. Anche per
la sua compatibilità e capacità. Puoi pensarla
come vuoi,
ma per me è come un fratello. Ce la intendiamo e andiamo a
braccio in tutto. Può non piacerti, ma voglio anche lui nel
cerchio."
"Come vuoi, potremmo non essere fratelli affiatati e unitiCinecolo da
essere una cosa sola come prima, ma ricordati chi è il
fratello
di primo sangue e chi di secondo. Abbiamo lottato e costruito tutto
questo insieme, cambieremo questo mondo insieme e termineremo tutto
insieme. Ma come ho detto, in questo periodo lui sembra... cambiato!"
"Cambiato in che modo, non mi sembra..."
"Tu sei parecchio impegnato e preso da tutti i membri delle antiche
case reali che stai portando al tuo fianco. Capisco che sei sempre
stato affascinato da re e principi, il potere nel sangue di
governare... ma non è nel nostro caso, nel nostro
mondoCinecolo
e non credo che il giorno che riusciremo, saranno ancora
così
felici di stare dalla nostra parte. Posto per governanti, sovrani,
membri di sangue blu e simili sono aboliti"
"Si, lo so, come la rivoluzione francese. TUtti fratelli, tutti
cittadini, tutti..."
"Esatto. La differenza nelle società è data dalla
posizione che rende la gente intoccabile pr famiglia illustre, soldi,
malaffari. La società vuole dislivelli e strati tra la
gente. Va
avanti chi riesce a prendere una buona posizione, eliminando gli altri.
Questo mai più. Come dice Kianta è impensabile
che un
lavoro importante come spazzino e Gestore stradale come esempio, debba
essere visto come infamante e vergonoso. La gente che si pensa migliore
di altri, ma non immagina cosa sarebbe la bella società e i
loro
comodi civili, senza chi si occupa di determinati lavori. Sono vitali,
importanti, da non surclassare, perchè permettono a molti
servizi e comodità che tanto amano, di esistere. Mai un
ringraziamento, un comportamento gentile per queste persone che
svolgono un lavoro difficoltoso per molte cose e vitale. Meglio
considerare scopo di vita un cantante, un attore, uno streamer e fa
video in generale che siano intrattenimento senza altro, un calciatore
o sport che comunque sono un passatempo da seguire. Non un qualcosa di
vitale importanza nella propria vita e salute. la gente dimentica
facilmente certe cose, come la qualità di vita con strade
sporche, piene di spazzatura e germi prima delle figure che invece
dovremmo ringraziare e sono pagate poco. Uno svago, un passatempo dagli
impegni della vita sono invece osannati. Come ho potuto vedere anche
con Kianta, le cose sono andate oltre il concetto di divertimento nei
tempi liberi. Professioni come insegnanti, studiosi, scienziati e via
dicendo sono derisi, non considerati, contestanti anche. E la cosa
terrificante è che quasi ogni società divide le
persone
in meritevoli e altre in fastidio, basandosi su idiozie. E le seconde
sono considerate come le mosche. Antipatiche, inferiori, che non
valgono e non meritano nulla, quando sono persone. Che siano
senzatetto, extracomunitari, orfani o persone che scappano dalla vita
che li faceva soffrire, per un luogo giusto. Ma non è
così. E parlo delle persone normali, non i furfanti che
meritano
ben altro che considerazione. per questo dobbiamo essere pronti alla
rivoluzione ovunque..."
"Lo so, ci sono anche io nel progetto, ricordi? Anche io voglio tutto
ciò, anche io voglio che chiunque abbia una vita meritevole
non
importa l'origine, cosa e chi è, come è e viva,
come dice
sempre Kianta, là dove deve essere. Solo mi sembra... tutto
va a
rilento, o sbaglio?"
"Non esiste, fratellino, un tempo giusto e corretto per far avvenire
qualcosa del genere. Ogni cosa al suo tempo, come dice lei, tutto
scorre con la corrente. Andrà come deve andare, senza
fretta,
senza pressioni. Le cose graduali sono le migliori. Ricordatelo"
" E con loro, quindi, cosa facciamo? Se permettiamo alle Figlie di
agire come vogliono, anche altri..."
"Esatto! Solo quattro persone possono, non gli altri. Ma per una
questione di svolgimento delle situazioni. Esattamente come le persone
che contestano medici, vaccini, studi, professionisti con teorie
campate per aria o spiegate all'acqua di rose, che buttano nel fango
secoli di evoluzione di arti e medicina, e... Se tutti ci
immischiassimo senza motivo o con parole sbagliate in tutti i campi
sarebbe il caos. Chi sa fare il suo lavoro, lo faccia, lasciando a chi
sa fare un altro il suo. Come allo Chateau. Con il suo arrivo tutti
hanno iniziato a sentirsi adeguati, ascoltati, considerati. Hanno
trovato il loro posto, il loro lavoro, abilità,
capacità,
gruppo di amici... come mai prima. Kianta è stata una cosa
positiva. Ammetto che non credevo possibile migliorare il regime
militare, non è accaduto qualche fatto increscioso dagli
uomini
come poteva accadere prima del suo arrivo e ne sono compiaciuto. Tutto
sono contenti e tranquilli. Ecco perchè noi siamo diversi
dalle
altre compagnie militari e paramilitari. Perchè loro sono
con
noi, non e solo per i soldi, ma qualcosa di più. E unisce di
più. Ma con le Muse ad agire oltre il loro limite
è
possibile che gli altri pensino che forse anche a loro è
permesso far cosa vogliono. Ormai gli uomini si sono abituati a venire
da te e Kianta per qualsiasi cosa, segno di comunicazione, fiducia e
desiderio di ascolto per una risoluazione. E sono più
felici,
quindi accettano volentieri ordini e lavori assegnati. Se scopriamo
ulteriori errori, finiranno altrove, non più allo Chateau.
In
qualche Torre per altre mansioni, che sia da esempio. Mettere dei
paletti è importanti, come le leggi. Senza siamo peggio
degli
animali"
"Capito... Ma possiamo fidarci di tutte e otto? Io temo che possano
commettere..."
"Ho dato un ultimatum e sanno bene cosa accade a chi sbaglia. E sanno
qual è il destino di chi si mette contro Kianta. Non
commetteranno ulteriori infrazioni. Adesso vado di sotto, voglio star
solo. Ci vediamo, fratellino..."
"SI, Dorde. Io devo recarmi in ufficio. Il Conte vuole presentarmi
altre persone interessate... a stasera..."
Si salutarono e Milan si voltò a guadare le lapidi,
chiedendosi
dove stesse andando Milan, dopo aver raggiunto l'auto. Gli venne un
lampo di quacosa e controllò le ultime aggiunte nelle
cappelle
nuove. Poi, si ritrovò all'esterno anche lui, colto da un
venticello parecchio freddo e pungente, e osservò le Figlie
andarsene in lontananza seguendo il cammino delle scale. Esattamente
tre come all'epoca, adirate come quella volta, insofferenti verso
Kianta. Come quel giorno. Alzò gli occhi al cielo
batuffoloso,
come diceva Kianta, che le ricordavano sempre zucchero filato,
nonostnate in quell'istante fosse propenso a una bella nevicata. Almeno
era quello che ci si aspettava.
Spostò lo sguardo verso il basso, verso la scalinata e la
pendenza, e tornò con la mente a un giorno simile con quella
persona che saliva.
Un anno e due mesi prima
Gask affrontò
la collina
lievemente ripida, nonostante gli scalini in pietra, e notò
avvicinarsi un gruppetto di tre donne rigide come serpenti incazzosi,
che stavano come a dire "stai lontano o ti smozzico l'anima". Disagio,
questo gli procuravano alla sola vista.
A pochi metri, le riconobbe. Erano le donne che presenziavano alla
religione seguita da Milan, con dei nomi strani. Sia il nome del gruppo
che loro stesse. Fortunatamente l'Organizzazione accettava tutti, in
termini di religione e non. Lui non credeva in nulla, eppure andavano
tutti d'accordo. Così come vi erano tanti credenti in varie
religione e non vi erano litigi, questioni, odio o altro. Anzi
parlavano, si confrontavano, discutevano come amici. E jd diceva grazie
a Kianta, ma non sapeva come e perchè. Lui non credeva in
nessun dio ma nel
presente da affrontare con unghie e denti, con tutte le proprie forze.
Non esistevano esseri da qualche parte a cui chiedere aiuto. Il mondo
reale era tremendo e duro di suo, non esisteva altro. Le vide guardare in
avanti con ira,
abbigliate al solito modo, con dei copricapi a fasce multidecorati con
catenine, ciondoli, pietre o fiori. Ognuna aveva una abito e copricapo
diversi. Prima no sapev ache per copricapo esistevano altre cose a
parte cappelli e foulard. Quella al centro indossava uno shayla scuro,
addobbato sul capo, al di sopra, da catenine varie con ciondoli. Le
altre due ai lati avevano invece delle fasce, uno stretto una e uno
più largo l'altra, che toccavano fronte e capo, ricamato e
con
fiori uno, pieno di perline strane che non conosceva e applicazione
dorate pendenti. Ne aveva viste anche con delle veline a coprire il
viso e aveva scoperto che lo usavano anche le donne Fuori per i
fumerali, ma lì era per altro.
Non ricordava mai come si chiamassero e a cosa servissero, ma davano un
aspetto.. da zingare? Per gli abiti, stessa diversità.
Quella al
centro un abito castigato lungo fino ai piedi, che dal collo tipo
coreana abbottonato e maniche a tre quarti, rivelava una camiciola o
tunichetta sotto. Le altre avevano una un bolerino con gonna ampissima,
l'altra una camiciola con aperture strategiche per una sorta di
reggiseno colorato e gonna dritta fino alle caviglie. Anche le scarpe
erano strane e diverse l'una dall'altra, ma preferì non
fissarle
a lungo, perchè erano parecchio suscettibili e fastidiose. E
le
odiava. Ecco perchè non partecipava quasi mai ai riti della
Ruota, questo lo ricordava, e aveva inteso con loro chiaramente che
dovevano lasciarlo in pace. Avevano tentato anche con lui vari
approcci, perchè divenisse seguace e stesse al fianco di
Milan,
ma lui non ne voleva sapere. Che gli dei stessero al loro posto, se
esistevano, e gli lasciassero vivere le cose come voleva. Poco
tollerava già le regole ma alla fine, divenntado amico di
Kianta
e parlandole, aveva capito perchè esistevano. Prima credeva
fossero obblighi del Capo di turno, suoi regolamenti per evitare che la
gente lo scavalacasse e basta. Tutto dipeso dal Capo, il suo volere,
legge. NOn credeva che regole e Comportamento avessero un senso.
GLi passarono accanto
come senza
degnarlo di un'occhiata, ma anzi discutevano a mezza bocca tra loro
acidamente. Di sicuro non lo facevano per non farsi sentire, ma il
livello basso delle loro voci era come più riflessioni a tre.
"quell'algida stronza..."
"laida arpia lontana dal
Padre"
"maledetta impicciona..."
"non so come riesca a
intortare..."
Proseguirono
così,
bofonchiando rancorose contro qualcuno e in quel frangente non
capì, scuotendo il capo chiedendosi chi fosse la povera
anima
che avesse ricevuto la loro ira. Si diceva che imponessero regole ma
anche punizioni e penitenze in stile epoca vittoriana. Non sapeva di
cosa si trattasse, ma aveva bene in mente come uscivano dalle Stanze
delle Sorelle molti che credevano nell'antica religione. Le arpie, come
le chiamava Kianta, consideravano il corpo un qualcosa di importante,
contenendo l'anima. E se l'anima si sporcava per qualcosa fatta in
maniera negativa, bisgnava chiedere perdono con punizioni autoinflitte
o somministrate... o era un altro termine? NOn aveva mai chiesto a
nessuno di loro cosa fossero queste punizioni e penitenze, ma aveva
chiaro in mente il momento cui, osservando Kianta e Jd discutere non
sapendo fosse vicino, di uno di loro che usciva dalla casa della Terra
o del Cielo, due costruzioni una legata alla Madre e una al Padre.
Ricordò il commento di lei, amareggiata, dicendo "alcuni di
quelle sono alla stregua di cosa si fa da Madame, ma in negativo e al
sol pensare cosa fossero le punizioni nel periodo di Vittoria, mi
vengono i brividi". Secon o la loro discussione si chiese in cosa
consistessero finchè lei non disse a Jd crucciata, che
doveva
guardare le loro ginocchia o come camminavano o si muovevano. E fini',
prima di andarsene rabbiosa "Legno di betulla, salice o nocciolo, acque
e sostanze, legumi e radici e questo è solo una base.
Là
dove neanche io punisco, pensa in questo modo senza motivo, giungono
loro. E mi chiedo, la Madre e il Padre, anche se sono simbolismi,
approverebbero? Perchè si dovrebe tornare al pensiero che il
corpo sia un tempio e ci si deve comportare in modi arcaici con esso?
Le cose vanno così... peggio..." E poi lasciò
solo Jd e
se ne andò.
Riportò lo
sguardo in alto,
dopo esser rimasto a fissare le loro schiene più rigide di
un
pesce nella ghiacciaia sotterranea dello Chateau e lo vide. Il grande
portone a due battenti che sembrava indiavolato. Alto tre teste oltre
lui, inquetava per le figure scolpite che uscivano dal fondo, in pose e
atteggiamenti diversi. E lui aveva sempre avuto paura di queste
sculture lignee nelle porte. Sembrava sempre come lo aspettassero per
bloccarlo e buttarlo dentro quell'edificio che non amava
particolarmente.
La Casca delle Lapidi. Il luogo dove molti andavano per riflettere,
leggere le massime incise su marmo o pietra e capire la propria
situazione. Si diceva che aveva l'atmosfera di un tempio tibetano per
la pace, l'aria calma quasi carezzevole che provavano molti in
riflessione là dentro, e gli odori di fiori, incensi, e
risultati odorosi del laboratorio chimico,che uilizzavano stando
lì in meditazione.
A lui veniva il mal di testa per mezz'ora quel giorno con Milan che
glielo mostrava e non era più entrato. Non sapeva cosa gli
dava
fastidio, quale essenza o odore gli procurasse un cerchio alla testa e
voglia di cercare aria affannosamente, e per questo se ne stava alla
larga.
Aveva altri luoghi per se.
Tuttavia iniziò a sudare freddo ed innervosirsi
avvicinandosi
alle porte intagliate e scolpite come fossero un quadro sulla primavera
o baccanali, con applicazioni in ferro battuto sia per rinforzo che
decoro, e quella maniglia rustica in ferro battuto rifinita in Nero
Antico a ricciolo, cavo dentro e attorcigliato. Milan aveva detto che
tutto ciò che era a twist, attorcigliato, a ricciolo o
simili
era voluto da Kianta. Adorava quella forma nei gioielli, nelle opere,
decori architettonici e altro. Si chiese perchè le piacesse
quella cosa ma non gli parlava, lo guardava con supponenza e accidia
verso di lui. E non capiva, non riusciva a parlarle da quella volta che
dovette obbedire a Milan per l'infermeria.
Sembrava soffiare sempre come un gatto, ma sapeva da Milan e Alaric che
li odiava. Non li tollerava molto e Alaric stesso una volta disse che
era come le suocere e le vipere. Tra loro non si mozzicano e al massimo
sarebbe morta la vipera. Lo stesso per igatti e Kianta. Non capiva il
nesso, ma quel tizio era di un fastidio tale che lo lasci parlare e
pensi ad altro. Così faceva e gli era sembrato che facesse
anche
lei, anche se i battibecchi tra quei due erano leggenda, sopratutto
perchè lo affrontava con atteggiamenti e parole da metterlo
sempre Ko. E ammetteva tra sè, che a volte era davvero
comico
vederli fronteggiarsi anche gli sguardi.
Allungò la mano verso la maniglia mentre ancora pensava a
ciò, quando questa si abbassò per rivelare,
aperta la
porta, Milan che lo fissò stupito.
"Ciao, MIlan. Sono tornato adesso da quell'edificio rosso e volevo fare
rapporto"
Milan rimase interdetto, guardò verso le sue spalle incerto,
perchè non sapeva se Dorde era ancora all'interno, nascosto
ad
origliare. ma poi pensò di aver sentito il cancello. Avevano
affrontato insieme le Figlie per l'introduzione della sesta musa,
quindi che avevano scelto, e le lamentele di quelle già in
carica su Kianta. Ma aveva controllato la nuova aggiunta nella cappella
di destra della nuova sezione a ovest e non sapeva se era ancora
lì o meno, e non gli paiceva parlare con Gask davanti il
fratello maggiore.
Ed era felice che le Figlie fossero andate vie, erano brave e serie ma
facevano perdere la pazienza. E l'odio per Kianta...
Milan sapeva che, senza volerlo veramente, Kianta si imponeva parecchio
su tante cose perchè, alla fine era vero, aveva idee e
progetti
da voler mettere in atto o da inserire al posto di altro, meritevoli.
Questo aveva portato a disaccordi con le Figlie in generale
perchè, se loro seguivano Dorde e i suoi ragionamenti, lei
voleva che agissero in altro modo. Le cinque Figlie erano adirate e
scontente, il problema per loro era che alla fine Dorde ammetteva che
Kianta aveva avuto buone sensazioni, idee e pareri da cambiare. Ma le
altre della Cerchia aderivano alle ideologie della Fiamma cinerea,
portando a lamentele e scontri. Infatti non era raro che Kianta
saltasse gli incontri al Cerchio e non apparisse in molti riti.
NOnostante fosse la Fiamma cerulea, la controparte femminile dei capi
dell'antico credo. Lei non voleva essere nulla, ma per Milan e Dorde
accettò tutti gli incarichi indicati e, quando si dovette
scegliere Colei che insegna, Dorde aveva solo un nome. Kianta. Diceva
sempre che l'unica persona in grado di insegnare qualcosa ed esserne
rappresentate nell'antica religione era solo lei. Nessun'altra sarebbe
stata in grado di fare altrettanto, se non avesse avuto un carattere,
vita e conoscenze adeguate. Ma l'età sarebbe stata molto in
là rispetto le altre, giovani. I malumori crescevano con
l'arrivo delle altre che mancavano al numero di nove. E da un
pò
Milan voleva aggiungerne altre, superando il mito delle Muse, per
inserire altre categorie di portavoci del piano superiore.Kianta era
ben felice di lasciare il posto e così volevano anche le
altre,
che trovavano assurdo che qualcuno superiore dovesse scendere dei
gradini per una posizione diversa. Eppure alcune di loro si erano
lasciate scappare qualcosa. La Fiamma non mostrava caratteristiche di
nota rispetto a loro.
Tutte loro erano capaci di perpecire almeno una caratteristica
dell'altro piano, trovando un posto dove nella società dalla
quale provenivano erano considerate barzellette. Spiritiste, medium,
veggenti, lettrici di segni in varie cose, comunicanti con spiriti o
capaci vederli e altre abilità oltre il materiale. Ma non
Kianta, dicevano. Milan stesso aveva commesso un errore spazientito,
aveva rivelato che lei era in grado di vedere e percepire qualcosa,
secondo i suoi racconti. Ma aveva sbagliato. Primo, perchè
era... di un'altra persona quel racconto. E secondo, non aveva
manifestato molto o dato prova di qualcosa perchè le altre
l'accettassero. Anzi si vedevano sempre scavalcate, perchè
voleva cambiare questo, rivedere quello, non vedeva di buon occhio
quell'altra cosa.
Era odiata, non voluta, e Milan temeva che la cosa peggiorasse. Ed era
passato poco dalla fondazione di tutto ciò.
"Cè qualcuno dentro? I ragazzi mi avevano detto che poco fa
sembrava che fossi sceso e ti dirigevi al parco macchine, ma Frank di
pattuglia alla Via del Cielo, diceva che invece eri ancora qui. Non ti
aveva visto scendere. Si confondono sempre..."
Milan sussultò, lo fissò ancora con la maniglia
in mano e la porta aperta a metà e riflettè.
"Mi hanno visto dirigermi poco fa verso le macchine? SI... si, ma avevo
dimenticato una cosa e quelle tre mi hanno assillato fin qui, le ho
dovuto mandar via..."
"Come fate a tenerle ancora con voi? Non mi piace quello che fanno."
"Tutti hanno bisogno di aiuto nell'anima..."
"Davvero? Sinceramente trovo più utileil
muro per appendere i desideri e un distributore automatico per
acquistare le carte, i cui soldi sono rimessi per i riti, che questa
storia di Muse e penitenze del corpo..."
"Il Muro del pensiero lo ha voluto Kianta e direi che piace..."
osservando la collinetta vicino, dove vi era un muro a semicerchio
pieno zeppo di foglietti attaccati a file, colorati, piene di scritte
che notava da dove si trovava. "la gente in generale, anche se non
frequenta questo luogo, si reca al Muro per scrivere, imprimere su
carta tutto ciò che pensa e sente dentro. E lo mette
là.
E' un muro rustico composto da pietre prese vicino a laghi e ruscelli,
quindi carichi spiritualmente, e molti lo trovano un modo per parlare a
qualunque Dio esista. Chiunque può scrivere un desiderio, un
dolore che prova, un sogno, una promessa che ha fatto o vuole fare,
anche propositi o cose da eliminare per l'anno nuovo... di qualunque
religione sia. R tanti scrivono cose diverse e come dice Kianta, tanti
foglietti diversi come tanti sono i cuori dell'uomo. E ha ragione
quando dice che l'uomo esprime meglio il suo cuore con le parole
veergate a mano, con elementi naturali. E' come una connessione con
qualcosa di più grande..."
"Ma lei non ama queste cose. Almeno ho capito così..."
"Mpfh..." sorrise MIlan chiudendosi la porta alle spalle
definitivamente "lei è molto più profonda,
spirituale e
contorta di quel che sembra. Quella che vedi è l'armatur che
ha
creato per svolgere le sue funzioni di Comandante e Governante. Ma le
cose sono molto diverse..."
Lo vide confuso, incapace di dire qualcosa e allora Milan
sospirò, allungò una mano sulla schiena di Gask e
lo
tirò con sè, riaprendo la porta della Casa delle
lapidi e
facendolo entrare con lui. Gask si irrigidì e
camminò
incerto per la navata, come una chiesa, non enorme ma capace di tenere
delle panche in legno come le chiese, sedie con schienale sempre in
legno, paravento e anche cuscini per meditare seduti a terra.
Quelle lapidi incise gli facevano rizzare i peli delle braccia, mentre
sembrava che a Milan non facesse effetto. E poi spiegò
perchè.
"Amico, se tu vedi questo posto come una chiesa, avrai sempre la pelle
d'oca e finirai, per l'ansia, per vedere anche cose che non ci sono. E'
una questione mentale... inoltre queste non solo lapidi, ma paroledi chi ha voluto lasciare una
testimonianza di trascendenza. Infondo, cosè una
lapide? Pensaci... Alta citazione di Dorde... ora calmati e seguimi..."
Gask si fermò e si accorse che Milan non era vicino o poco
dopo
di lui, ma si era allontanato per recarsi verso le scale che portavano
alla parte inferiore. Sapeva che quel luogo era off limits per tutti,
tranne che poche persone, tra cui Milan stesso. Questi lo vide fermo,
rigido, a fissare le scale e lo ammonì di seguirlo e
calmarsi,
perchè era tutto ok e stava con lui. E così
lentamente e
in maniera innaturale per la tensione, arrivò davanti le
scale.
Non erano normali scale per un seminterrato, ma un'opera come il resto,
di bravura artigiale con corrimano in legno bombato e con rilievi
tondeggianti, inferriate in legno martellato e lavorato a mano con
motivi che non conosceva, marmo scuro con chiazze chiare che no nsapeva
come nominare.
Milan rise e gli disse di seguirlo e così affrontarono la
scala fin davanti il cancello.
Era più largo di lui, con parte superiore ad arco. Il mezzo
cerchio superiore conteneva una lavorazione come se vi fosse un sole
raggiante, . Il disegno partiva dal basso nella linea che fomrava la
mezzasfera con una specie di mezza ruota da carro decorata.Un mini mezzo cerchio con
disegni greci era il livello successivo,sovrastata
da una mezza sfera più grande con tanti ghirigori di qualche
stile vecchio con gocce a raggiera con forme a foglie dentro. E poi dei
lavori che richimaavano i raggi che con le punte seguivano il mezzo
cerchio della parte superiore, incluendo tutto al suo interno.
Il resto della porta era formato da tre cose che non sapeva definire
che gli ricordavano le graffette per i fogli, con dei ghirigori nella
parte arrontondata e a metà di questa forma allungata un
qualcosa che gli ricordava gli stessi medievali a gigli o fiori. Questa
forma rettangolare arrotondata si fermava sopra un rettangolo pieno con
richiami alla religione che seguivano, mentre la parte superiore e
centrale era traforata e mostrava cosa cèra dietro. Il
colore di
questo cancello era il più strano che avesse mai visto. Era
come
se qualcuno avesse avuto un pennarello evidenziatore mezzo scarico e,
colorandolo tutto, avesse lasciato alcune parti più chiare
per
poco colore e altre parti scure per un momento di botta di inchiostro.
Così lo vide. Era una miscela di color rame, ottone e bronzo
sfumati tra loro e senza un senso. Dava quindi un aspetto color dorato
che virava a caso verso il bronzo scuro per schiarisi di poco in ottone.
Chi e come lo avessero fatto non lo sapeva ma era inquetante.
Milan prese una chiave e aprì una serratura, con una seconda
sbloccò il cancello, rivelando che proteggeva un'altra
porta.
Questa era una porta di legno color caffè con un intricato
disegno in ferro scuro che non aveva mai visto. Sembrava che vi erano
delle colonne ripetute in successione in orizzontale sulla porta, a una
certa distanza dal centro e vi partivano tantissimi viticci
attorcigliosi grandi. Al ventro vi era un cerchio decoratissimo con una
maniglia a cerchio come un battente delle vecchie porte e sempre in
orizzontale da due lati del cerchio partivano altre colonne, ma
più piccole e in successione con altri viticci piccoli che
rendevano quella porta bella ma un caos e un casino per la vista.Era
tutto un ghirigori tondeggianti.
Milan inserì una sorta di chiave ma fatta in modo strano sul
muro vicino lo stipite sinistro, prese l'anello tra le dita e fece dei
giri specifici come fosse una cassaforte, finchè non si
udì un lavorare di meccanismi e la porta si aprì
da sola,
un poco. Fu MIlan e spostare con il peso sulla spalla sinistra cosa
restava per entrare, e Gask restò a bocca aperta per quello
che
vide.
La stanza sembrava uscita da qualche storia medievale.
Innanzitutto l'illuminazione. Sembrava che vi fossero fessure o pozzi
luce dall'esterno o da qualche parte molto al di sopra come feritorie
che mandavano lame di luce all'interno. Non capiva se fosse dalla
costruzione,l'
edificio giustapposto, dotato di quegli ambienti seminterrati o
dall'esterno. E si chiedeva in giornate soleggiate come fosse, nel
caso, perchè la luce artificale cèra ma era come
faretti
tra gli incroci degli archi a cupola nel soffitto. Vi erano delle
lampade elettriche e quella a fuoco che rischiaravano di luce calda
rispetto a quella fredda, che veniva da qualche parte, raggiungendo
punti non accessibili a quella dalle feritorie. La pianta sembrava un
fiore dai
grandi petali, ma se si guardava bene come fece lui entrando, ogni
parte che sembrava un petalo grande, in realtà era una parte
di
un grosso 8 che partiva dal centro dove troneggiava una statua, fino a
quella nicchia tonda. Chiaramente vedeva un 8 come forma e la parte
centrale, dove si intersecavano i due cerchi per la figura svettava una
sottile colonna dalla forma strana, che si ergeva fino ad incontrare un
tetto a palloncino, così lo chiamava lui, un arco bianco con
decori.
Guardando bene l'insieme, vedeva questa statua al centro da cui si
diramavano cinque 8, formando altrettante capelle o petali, non sapeva
cosa fossero. La vista era una serie di livelli di
pronfondità,
sia nelle pareti che nel pavimento. Il pavimento eraun susseguirsi,
seguendo le figure, di rintranze e zone di cammino, dando maggiore
profondità all'ambiente. Il pavimento aveva due tipi di
colori,
uno bianco perlaceo e 'laltro dello stesso materiale delle scale, nero
con chiazze chiare. E come si muoveva, notata che erano perlescenti,
sia il marmo chiaro che nero. E vi era una sorta di divisorio tra la
zona centrale e quella dei petali come li chiamava lui.
"Quello che calpesti è marmo perlato da varie zone del mondo
e
quello scuro è definito Blue Pearl, o granito labradorite
del
madascar o altri paesi. E' il preferito di Kianta, ovviamente esiste in
molti colori ed è uno degli elementi decorativi del suo
ufficio
e altri posti. Dovresti averlo visto..."
"E chi lo ha visto il suo ufficio? Mi odia..."
"E' sulla difensiva, tu non sai cosa significa essere odiati da lei..."
Gask si voltò verso l'amico, dalla sua espressione era
chiaro
che si aspettava di non dover spiegare una cosa così
semplice e
epr evitare di fare brutta figura, continuò ad osservare.
Quel
marmo labrado-qualcosa era quello che formava gli otto e decorava altre
parti del pavimento, posizionato in zone più basse, mentre
il
marmo perlato era rialzato e costituiva il camminamento.
Quel granito blu era così bello mentre camminava che
sembrava
fatato, sbrillucciava e mandava bagliori grigi, color perla e blu di
varie tonalità.
Seguì un otto e si trovo davanti questa strana inferriata
che
correva intorno a tutta la struttura in linea retta, e non seguendo la
forma. Formava quasi un quadrato, toccava a malapena il pavimento con
il bordo inferiore, era costituita da sezioni sottili, altissime quasi
ad arrivare alla fine delle colonne con vari ghirigori tondi e sottili
che sembravano allungarsi sinuosi verso l'alto, lasciando vari spazi
per vedere oltre. "Questa struttura color oro", disse Milan,
"è
quasi ascetica secondo Dorde, come un velo per quel che collezionava
oltre". Sulle pareti, dando quel senso di velata suddivisone tra
realtà e arte. O almeno così pensava Dorde, disse
ancora.
E Gask osservò meglio cosa celava quel divisorio in ferro
dorato. Quadri, dipinti e ilustrazioni. Vi erano rappresentati Milan,
qualcuno con il viso non dipinto o somigliante a Milan e Kianta. A
volte insieme, a volte come ritratto a singolo. Stupefatto
avanzò verso le altre parti dell'ambiente e sempre dipinti,
tantissimi, a più livelli su tutta la superficie con diversi
soggetti o insieme, in situazioni o pose diverse. I muri avevano un
aspetto a onde verticali da cima a fondo, ondulatura come fatta a mano
con un attrezzo scendendo o salendo, creando un ambiente in movimento
per l'effetto ottico che contrastava con i quadri. E anche qui, come
per il pavimenti di erano parti rientrate.
Poi per non mettere un piede in fallo nelle parti rientrate sul
pavimento, seguì le figure, finendo per dare un'occhio alla
statua. Si bloccò di colpo, rimanendo come gelato a
fissarla. Si
riscosse dalla visione quando Milan gli si avvicinò, per
contemplarla anche lui.
"Si, è Kianta. IN un certo senso..." si voltò
verso
l'amico scorgendo con la coda dell'occhio che si era voltato a
guardarlo "La pietra di Vicenza è questo marmo avorio
magnifico
terminato il lavoro, che vedi in questa opera. La usava Canova... So
che ti sembrerà strano ma questo è l'angolo di
Dorde...
"allargando le braccia e facendo un giro per abbracciare tutto il luogo.
"angolo di Dorde? IN che senso?"
"Inizialmente esisteva questo posto. Pensavamo si trattasse di un
primitivo Ground Fridge, frigorifero sotterraneo per la
servitù.
Questa zona era punteggiata di casette di chi lavorava come guardiano,
manovale, giardiniere e via dicendo. Poi furono abbandonate, caddero
per il tempo ed elementi e li abbiamo rimossi anni fa. QUando abbiamo
scoperto una scalinata che non è quella che abbiamo usato,
coperta di terra, abbiamo scoperto questo luogo. Doveva essere la
cappella privata sotterranea, si usava così, ma doveva
esserciuna costruzione sopra, ma non vi era traccia. Così
Dorde
ha decido di creare qualcosa e una persona gli ha proposto un luogo
meditativo. Per tutti, per tutti i credenti di qualunque religione,
capace di portare pace e calma. Cè voluto un pò e
molti
professionisti per coprire il tempo con più persone
possibili,
all'epoca i nostri uomini non sapeva fare molte cose, ma dopo poco
tempo è stato modificato. Ricordo com'era ed è
stato
tolto tutto, chi vi riposava traslato in un cimitero vicino con il
prete e tutto e... è divenuto un luogo appartato per lui.
Neanche Kianta sa cosa cè qui, aveva pensato solo il sopra,
e
lui ha unito le due cose. Ha modificato solo lo stile dei pavimenti,
che erano piastrelle che ora sono trovano nello Chateau, inserendo
questo e dando quella forma ondulata alle pareti e l ostile degli
angoli. Ah, e le feritorie per la luce naturale, provengono
dall'esterno del corpo principale..."
"ma perchè ci sono quadri di Kianta, te e questa statua..."
"Lunga anche questa..." lo interruppe sorridendo "quelli alle pareti
sono dipinti e ritratti, non foto, fatti sia da Dorde stesso che
è in grado di creare quadri iper-realistici, ma anche su
commissione. La statua invece riprende un momento che vide Dorde per
caso, nella POlla celeste, uno dei laghi. Doveva fare rilassamento e
meditazione durante l'addestramento, ma lei è
negata.
Totalmente, per davvero. Così come esegue la Visualizzazione
per
gli ologrammi, muovendosi. Riesce in quel modo, così come
quando
combatte è in grado di sovrapporre quei momenti con altri
nella
sua testa. La sua mente si perde, svanisce e avverte solo un qualcosa
che non spiegare, ma il dolore e sofferenza se ne vanno, come in quel
mondo. Un tempo aveva creato nella mente un mondo diverso, dove lei era
diversa, un luogo divenuto reale quanto il dolore e dove si rifugiava.
Questo le ha permesso di sviluppano la Visuliazzazione ad un livello
più alto della media, quando hciude gli occhi vede cose che
non
ha mai neanche pensato ed è tutto come reale, come se
vedesse da
un monitor. E' in grado di ricreare chiunque e qualsiasi cosa nella sua
mente quasi come fosse reale. Ma riesce a farlo muovendosi, ecco
perchè quei movimenti. Quel giorno non riusciva a meditare,
stare ferma, lasciarsi andare. Non è per lei.. e dice che
è rimasto colpito dalla posa che assunse, questa, e dal
fatto
che tutti facevano yoga o meditazione ma lei no, eppure riusciva a fare
cose difficili per gli altri... Ma ne parliamo meglio un'altra volta.
Perchè oltre me, cè anche lei? Semplice..."
guardandolo
in viso con calma e un sorriso "...perchè è
grazie a lei
se esiste quello che vedi e conosci. Anche per un'altra persona,
all'inizio, ma all'epoca eravamo militari abituati a tende, campi nei
luoghi dove dovevamo stazionare come lo chateau comèra, e
luoghi
di fortuna dove vivevamo ammassati. Io e Dorde avevamo messo in piedi
un gruppo militare professionale ma la vecchia sede era concessa dai
quattro collaboratori che avevo ricavato. Loro hanno dato i soldi, loro
una parte dell'armata, loro quella sede. Poi per una serie di cose
l'abbiamo abbandonata per non avere problemi acquistando questo luogo.
Abbiamo fatto ampliare con le sezioni nuove e... eravamo comunque
ancora allo sbando,in
un certo senso. Abituati in un modo di vivere, avevamo gestito le cose
nella maniera sbagliata. NOn è il nostro forte
l'amministrazione
e gestione, infatti questo luogo sembrava, come le parole di quella
persona, un campo profughi o campo militare temporaneo che altro.
Quello che tu hai visto dal primo giorno e conosci, è dato
da
quella persona e Kianta che, con idee e pareri, ci hanno convinto a
fare dei cambiamenti. Noi pensiamo come militari sempre di corsa e
capaci di gestire degli uomini, ma..."
"Aspetta... quindi quello lo che Chateau è come lo conosco
è per Kianta e chi altro.. va bene. Ma perchè
Dorde tiene
queste cose su di lei?"
fermandosi di fronte la statua. Ad altezza reale, forse poco
più
grande, mostrava Kianta in una posizione strana. Era seduta, con la
gamba sinistra che si piegava sotto la coscia destra, con il tallone
che la toccava e la gamba destra che la sovrastava. Piegata ad angolo
essendo seduta, penzolava. Le braccia allargate un pò di
lato,
con le mani voltate per mostrare i palmi, in una posa rilassata e
leggera, ove i dorsi delle dita poggiavano sulla la base della statua.
Il viso leggermente voltato verso destra, in una espressione calma, con
labbra socchiuse come se avesse espirato per rilassarsi. Somigliante in
modo impressionante a lei, sembrava averla congelata in un istante di
bellezza, calma e viso che sembrava rievocare le poche volte che
l'aveva vista truccata e abbigliata come chiesto da Milan, che la
faceva sembrare a un elfo dal viso ovale. L'abbigliamento sembrava un
top con scollo a V, maniche a sbuffo che arrivavano a metà
bicipite con una serie di rouches, vita elasticizzata con un livello di
rouches o volants lungo che copre la pancia. E pareva avere dei
pantaloncini.
"Te l'ho detto. Dorde ha questa cosa che... come posso dire, rende
omaggio a persone che meritavano. Vedi molte cose, stanze, mezzi o
altro nominate come i cognomi di importanti personaggi storici, che
hanno fatto molto per l'umanità. Grandi donne e grandi
uomini
che hanno sfidato le società incatenanti e la religione, per
dare all'umanità, agli altri tutto ciò che ha
migliorato
la vita fino ad oggi. Vuoi un esempio? Lo sai che i lampioni all'epoca
al mercurio, che poi si è evoluto a gas, comunque la prima
forma, furono attaccati sia per il creatore che per chi li applicava
per le strade, perchè per i Papa e religiosi la notte era
stata
creata così da Dio, ed era andare contro di lui con le luci
notturne? Eppure grazie alle luci le città sono diventate
quell'alveare luminoso e affascinante di notte che conosciamo. Grazie
alle luci le persone possono andare a lavoro o muoversi senza problemi,
quando prima si dovevano portare fiaccole, lanterne e altro. Meno
rischi per incendi e incidenti... ma anche telefono, corrente
elettrica, anche il povero Tesla come gli è finita, quando
voleva dare energia illimitata per tutti. Aveva ideali come i nostri.
Tante creazioni e tecnologie contrastate, perchè andavano
contro
la morale, religione, pensiero delle società. Eppure, poi i
loro
creatori vivono in perpetuo proprio perchè hanno dato
all'uminatà qualcosa che poi era fondamentale, di aiuto,
miglioramento. E così una persona e Kianta. Adesso lo
Chateau
non è il quartier generale di tutta l'organizzazione,
è
il cuore si ma anche una cittadella. Una città. La nostra.
Creiamo produciamo, studiamo, addestriamo e alleniamo, lavoriamo in
vari ambiti in un luogo che prima era un antico edificio nobiliare. Una
magione ristrutturata e ammodernata, per servizi di prima
necessità e per più persone ma che, prima di
Kianta e
dell'altra persona, era solo come... una caserma. Con regole e gestione
da militari ma ben diverso da tutto ciò. E da quando Kianta
è venuta da noi, le cose son cambiate così in
meglio che
ammetto di essere felice di dove vivo, più di tutta la mia
carriera. E ho rivestito varie figure... "
"...da quando è arrivata?"
"..." Milan sorrise divertito, sospirò e guardò
la statua
"... la prima volta che ho incontrato Kianta è stato davanti
all'ospedale..."
"Il nostro ospedale?"
"Si, all'epoca non era al livello che conosci. La vidi ferma su uno dei
tre scalini, che portano alle ampie porte automatiche per l'osperdale.
Lì, ferma con lo sguardo perso a guardare fuori, un foglio
stretto, aperto, tra le dita mentre la gente si muoveva intorno a noi
per le proprie faccende. E lei osservava l'allora spiazzo cementato con
qualche albero ed erba, non vi erano lavori di paesaggistica, nicchie e
simili... eppure sembrava vederli per la prima volta. Quando mi
avvicinai mi notò, sbattè gli occhi due o tre
volte, come
se non mi conoscesse, abbassò gli occhi sul foglio e quando
li
rialzò sembrò sapere chi ero. E... e poi mi
sorrise. Un
sorriso sincero, come non ne aveva mai fatti prima. Da quel momento qui
è come se fosse passato un ciclone. Una piccola catastrofica
rivoluzione che cambiò tutto e ci portò ad essere
ben
diversi, e ben più che semplici militari e mercenari al
serivizio di chi paga le nostre capacità. E' divenuta un
membro
del gruppo amministrativo, dopo averlo creato ovviamente e ...
è
cresciuta, All'inizio sembrava come appena svegliata, una bambina che
non sapeva ancora niente, e fu preparata e addestrata dal gruppo che
chiaimamo veterani. Si sono scelti loro il nome, con a capo Jd e Lubo,
Alaric e gli altri. Gli è piaciuto così, anche
perchè man mano che arrivavano forze nuove e noobies, loro
addestravano con le loro conoscenze ed è finita che... erano
i
veterani dello Chateu. Kianta.... " continuando a guardare la statua
con una strana espressione "aveva delle conoscenze, eppure
imparò come fosse un foglio bianco. Imparò tante
cose,
capì capacità e limiti, cosa era adatto a lei e
cosa era
meglio conoscere, ma da lasciare a chi ne era maggiormente capace a
farle... ma era importante sapere. E da lì nascquero le
Lezioni,
istruzione e conoscenza aiutano e salvano la vita in ogni situazione,
dice sempre. Cominciò a imparare, a capire tanto e... crebbe
e
divenne sempre più graziosa. Ma attenzione..."
Posò una mano sul braccio di Gask, guardandolo ma tornando a
fissare la statua,
"Kianta è cresciuta e divenuta bella non per l'aspetto
esteriore. Insomma, la sua bellezza è particolare. Ben
diversa
da quella che si conosce per canoni della società e neanche
delle ragazze che frequentano glo uomini. Anche senza trucco
è
molto graziosa, e preparata con parrucca, trucco e abiti appositi
è davvero meravigliosa, lei non si che vede che...
passabile. Mi
pare lo definisca così e non ti azzardare a parlare mai di
questo argomento. Davanti a lei bellezza e simili, sono
tabù,
promettilo..." stringendogli il braccio on forza finchè
questi
non lo fece.
"Il
concetto della bellezza di Kianta...per
noi qui allo chateu, chi l'ha conosciuta dal primo giorno, lei
è
cresciuta ed è divenuta bella in altri termini. La bellezza
di
Kianta per noi è intesa come lo sboccio di qualcuno di
grande,
da ammirare e considerare. Anche noi siamo diventati più
belli e
grandi, non l otrovi?" si pavoneggiò slacicandosi la giacca
e
facendo un giro completo ridendo "NOn sono diventato bello? Non siamo
amici e fratelli per la bellezza che abbiamo? Anchetu, seicresciuto
e divenuto grazioso. Anzi fai un mezzo giro,perchè... Non
bello,
cè ancora tempo, ma quando impareai tanto, cambierai e
diverrai
la persona che dovevi essere qui con noi, magari anche lei ti
troverà bello come lo vedo io, e non sarà
arrabbiata..."
ridendo con lui, divertiti mentre lui si riabbottonava"...La bellezza
di cosa è, cosa è in grado di fare, creare, dire,
ragionare, agire e via dicendo... Cresceva insieme a noi, con legami
diversi in base a chi aveva intorno, ed era semplicemente lei, senza
maschere o segreti per paura di essere giudicati. Era lei, si... lei
era lei, pura e chiara come doveva essere... . Imparava molte cose e
stava diventando sempre più bella, lo ridico, inteso come
persona e quel che aveva dentro.Io, David, Jd e gli altri usammo tutta
la nostra conoscenza militare e politica, medica e altro, rispetto e
considerazione e... tutto il nostro affetto affinché Kianta
potesse essere la persona che doveva essere, e divenisse capace di
essere. Così, mentre riceveva conoscenze,
capacità e
nuove menti o come si dice,che
importassero modi diversi di vedere le cose, così che
potesse
imparare a riflettere come ci aveva insegnato una persona, lei iniziava
a modellare una riproduzione in scala del nuovo mondo. Ed ecco lo
Chateau, oggi.. Ma come è possibile che per una persona si
dice
"imparava, cresceva e diventava sempre più bella". Kianta
era
felice, se stessa, senza limiti e restrizioni imposti su di lei
perchè donna... e regole e leggi erano spiegati e discussi
tutti
insieme, perchè capisse lei e ne studiavamo ogni sfumatura
noi.
Si sentiva accettata, voluta..."
"non era voluta prima?"
"... no. NOn ho mica detto questo! Era voluta e anche tanto da tutta la
famiglia in generale. NOn è questo il motivo... per voluta
intendo come sè, persona, essenza... Si, era voluta ma
passando
gli anni e crescendo... diciamo che non la accettarono per quella che
era. In questo senso. Non accettavano che fosse diversa rispetto come
la volevano e doveva essere nella società. Comunque,
tornando al
discorso, fu accompagnata quasi per mano giorno dopo giorno,
incoraggiata a scoprire e imparare, e determinare e creare se stessa da
sola, cosa la circondava e le esperienze. La sua bellezza era la sua
personalità, le cacapcità naturali e quelle che
svilupava
con la sua caparbietà, dopo allenamenti e duro lavoro. Le
varie
capacità che acquisiva o scopriva, il suo Io seppur mezzo
artifiale, creava un individuo pensante e capace di considerare varie
cose, anche se modellati e strutturati in pochissimo tempo. kianta non
era più una mente vuota progammata fin da piccola e pensare
in
un modo, perchè per la società legata alla
religione le
cose andavano a un solo binario.. Ma qualcuno che pensava e si
determinatava, che dava, interagiva, prendeva decisioni, provava
setimenti e si comportava di conseguenza in qualunque situazione. Non
una copia di altre, tutte uguali come escono la maggior parte dei
bambini nelle società normalmente, che sono, vestono,
ragionano
e dicono cavolate identici, perchè hanno avuto
quell'imprinting.
L'individuo che dopo nato sperimenta, scopre e comprende da determinare
se stesso in tutti gli aspetti così che, sia unica e formata
da
tante sfaccettature, è diverso. Vera essenza umana, piena,
profonda. Che non ha bisogno di religione o libri modellati nel testo
in secoli, per essere mentalmente corretto, aperto, consapevole, che
conosce la morale, l'empatia, l'autodeterminazione e
capacità di
riflessione. Kianta divenne bella perchè da quel momento era
parte del mondo e lo viveva, diveniva qualcuno che le persone
conoscevano e amavano per come era lei. Crebbe e divenne Kianta, una
perosna migliore, mi spiace dirlo ma è così, di
molti
uomini e donne nel mondo. Che hanno bisogno di tante cose, date dagli
altri per sentirsi un pò vivi, lei non ne ha bisogno..."
"Ehm... non ho ben compreso tutta questa cosa..."
MIlan scosse la testa ridendo, lo prese in giro sulla sua vita passata
a venerare qualcosa considerato quasi un dio indottrinato dagli altri.
Denaro, potere, il Capo. E doveva iniziare a rilassarsi, aprire la
mente e usarla, perchè gli serviva e glielo chiedeva come
amico.
Gli disse di prendere esempio se non da Kianta, Jd o altri, almeno da
lui, che lo considerava un caro amico."Divieni una Persona, non un
umano standard medio della società". E poi
continuò,
appoggiando una mano sulla statua e voltandosi con busto per averlo di
fronte.
"Appena uscita dall'ospedale, veramente imparò tanto e anche
disse molto. Appunto, tutto quello che oggi vedi allo chateau,
cambiamenti e cambi di rotta. Rinsaldò molto questo posto, e
parlò delle persone. QUando lei arrivò eravamo un
gruppo
militare specializzato, diviso in gruppi ma seguendo i modelli
già esistenti. Poi divenimmo in settori di
abilità o
compattando un nucleo, con i membri che coprivano le mancanze o le non
abilità degli altri. In pratica un gruppo di specialisti di
diverse capacità, che soppiantano le mancanze degli altri.
Invece di accorpare gente capace che sembrava idonea mobbizzando che
bisogna essere coesi, si aggregarono membri già affiatati ma
non
solo per esperienza passata insieme, ma di amicizia e fiducia. Una cosa
diversa, credimi. Nacque appunto un comportamento non e solo
prettamente lavorativo,ma..."
"ho visto che l'aria è diversa, anche se lavorando per il
Capo,
posso paragonare il vostro modo di essere un gruppo totale unico come
quasi... diverso dall'ex associazione per cui io lavoravo..:"
"Si, ma la tua per quanto grande e ben organizzata, ha un tipo di vita
media dei membri come le bande di strada in quartieri terribili.
L'ultimo luogo dal quale vieni è quello, qui invece
è un
posto dove la gente cè non per paura o per lavoro in
generale. O
perchè ha bisogno di soldi e corre qui per la voglia di
farsi un
conto in banca e poi sbuffa perchè non gli piace, non si
sente a
suo agio, lavora male. Ma perchè sentono di star bene qui.
E,
assurdo, molti che hanno la famiglia, eppure passato tantissimo tempo
qui come fossero ancora scapoli. Amano i loro figli e li seguono, ma
passano un sacco di tempo qui per come si trovano, cosa hanno, cosa
ricevono, le persone che sono diventati i loro amici. Alcuni hanno
chiesto, o meglio, richiesto, di potersi fidanzare o sposare qui,
affermando che ci tengono a vivere parti delle loro vite civili, qui.
Le costruzioni, i giardini, gli angoli naturali, la paesaggistica, le
fontane... e questo mi rallegra. Vuol dire che abbiamo un buon lavoro
se la gente ama dove vive. Il punto è che questo
è
avvenuto grazie a quella persona e Kianta. ma la cosa è
lunga,
dovrei spiegartelo rifacendo un giro turistico e spiegarti tutto. Dal
suo arrivo, quindi, cè stato molto miglioramento, ma
è
dovuto a lei. Ha un carattere che... si impunta, risalta, trova il suo
posto non con la forza, ma con le abilità e la
capacità
di legare la gente. Lei ha unito molti piccoli gruppi in uno grande. E
ho paura che se ne andasse, quel gruppo generale come quelli piccoli
legati per la sua influenza, cessino di esistere. Certo rimane il
solito giro di amici-colleghi di prima per i più vecchi, ma
da
quel giorno questo posto divenne una famiglia. Dopo qualche settimana
che avevamo terminato grossi lavori di manutenzione, costruzione delle
parti attuali o edifici e definizione dei progetti, la gente
iniziò a vedere le cose come una cittadina, trovava il suo
posto, il lavoro adatto e amava, senza imposizioni, cambiaando
carattere e approcci con tutti. Tutto divenne più leggero.
Avevamo il nostro simbolo, il nome, la definizione di squadre e gruppi
divisi per specializzazioni e abilità, nuove categorie di
abilità, organizzare l'amministrazione dello chateau e delle
quadre, del settore cucina, bagno, magazzino... un lavorone insomma. E
molte idee e consigli vennero proprio da Kianta. E il giorno che
terminammo il grosso, quando tutta la parte anteriore non aveva
più recinti per animali, zona accampata con tende e cucinini
come facevano molti, zona garage che prendeva un sacco di terreno...
Kianta su Bluegrass corse dall'ala mafuttariera con una bandiera con il
logo definitivo, sventolandola e urlando che erano ufficialmente
un'organizzazione completa, ufficiale nel mondo e con il nome fittizio
di Retus Sniegė. E tutti quelli che ancora lavoravano, sbrigavano
faccende, erano nello chateau si fermarono, la videro e sentirono, e
urlarono alzando i pugni in aria, felici, mostrando che si sentivano
parte di qualcosa e andavano fieri. Credevano e ed erano felici,
legati. Ammetto che neanche io provai qualcosa del genere da piccolo,
negli anni o con mio fratello. Urlavano tutti il nome... Ovviamente non
è il nostro nome, ma come ci conoscono ed è stata
sempre
idea di Kianta. I governi e altri gruppi militari ci riconoscono con
quel nome, ma l'originale renderà noi un'altra organizzione,
lavorando meglio su più fronti..:"
"Sinceramente non ho capito perchè due nomi..."
"Amico, hai potenziale ma il cervello occupato da altro, come un
cavallo che pensa solo al paddock. Sii più ricettivo o
Kianta
ti..."
"Lo farebbe davvero... ?" incerto, toccandosi una spalla
"... preferirei non rispondere. Posso solo dirti che il suo animale
totem è il lupo. Anche se la questione è
particolare,secondo altri no....comunque un canide, come te. Comunque,
fai te... anche se fin da piccola ha avuto..."
"Sai del suo passato? Ma.. e non ho capito il fatto che lei era un
foglio bianco."
Milan restò a fissarlo, poi sorrise "Kianta ha avuto... una
amnesia. Si, amnesia. Era come una bambina piccola che doveva scoprire,
conoscere e capire tante cose. Ma lasciamo perdere questo. Come
è andato oggi?" voltandosi e ammirando i dipinti.
"oggi ha detto cose strane..."
"parli sempre di Kianta?"
"Si. Prima si è interessata a un gruppo di ragazzi che
faceva urbex, che si chiami così, non ho capito..:"
"Ah, gli esploratori. Anche lei ama farlo, ma a differenza loro
è molto più preparata in caso di casini. Non a
caso si
porta uno o due esemplari di Cirneco dell'Etna da caccia, cugino dello
Xolo e chiamati entrambi i figli di Anubis. Quindi mi spiace per quelli
che incontra, che pensano di vedere una ragazza stupidotta con un
cagnetto innocente... Ha trovato gente interessante presumo, altrimenti
mi diresti che son finiti male..."
"Oh no, la questione è l'opposto. Gli ha parlato e ha fatto
un
accordo con loro, promettendogli aiuti ed equipaggiamento per andare
avanti con cosa facevano"
"Ah aha ah... tipico di Kianta. Riuscire a rivoltare una situazione per
lei in positivo... Se non fosse negata, sarebbe un'ottima mentalista,
ecco perchè ama cercarli e portarseli con sè. Io
non amo
i mentalisti, è come essere a nudo con loro... Io non ho
nulla
da dire. avere informazioni utili dai civili e averli dalla nostra
parte è positivo. Grazie a urbex abbiamo scoperto molti
eidfici
antichi e abbandonati che sono diventati Torri, no n ti credere. In
verità li ha cercati lei spulciando ogni video in base
all'area
che cercavamo, e ce l'ha fatta. NOn è uno spreco di tempo e
soldi, non credere che anche adesso non ci serviamo di civili. No...
rettifico. Evitiamo fraintendimenti. Cbiediamo ai civili un aiuto.
Semplice. Conosci ancora poco della nostra politica interna ed esterna,
quindi fai bene ad avere dubbi, pensare e porti domande. Kianta questo
lo adora, dice sempre che in pochi fanno questo ma giudicano, puntano
il dito senza riflettere sulle cose. Così può
darsi che
facciate pace..." con un sorrisone all'amico.
"e sul fatto che ha usato un nome diverso? Qualcosa come Lianna, che la
nonna era forse anna e la zia... non lo so!"
"Ha usato quel nome? seriamente? Strano... " parendo rigido e insicuro
"perchè ne ha usato un altro?"
"E' una delle sue personalità, come alcuni uomini che
lavorano
fuori lo Chateau. Lei ne ha diversi in base a cosa deve fare. Niente di
nuovo... anche se è strano che abbia usato quello..."
riflettendo
"E per quanto riguarda una frase strana? Ha detto tipo, credo...non so se l'ho pronunciato
bene..."
"Si, ho capito a cosa alludi... a volte quando è arrabbiata,
tanto, tende a dire cose del genere. NOn ho mai capito se fosse
riferito a una volta all'addestramento quando dormiva all'aperto e gli
uccelli erano fastidiosi. Credo... a volte si inventa parole presa
dalla rabbia. NOn farci caso... comedi
solito ha il vizio di definire i personaggi di sesso femminile,
peggiori, capaci di vario schifo... come puttane. E lei rispetta le
prositute, tanto, almeno quelle fanno quel mestiere per disperazione e
obbligo. Non quelle di un certo livello che l ofanno perchè
amano i soldi e giocare con uomini e sesso. Fosse per lei le aiuterebbe
tutte. Le donne che sono una vergogna per il genere e
l'umanità
sono... puttane. Non so perchè usi quella parola in modo
diverso
dalla società. Anche qui non so da dove vengano come gliper
gli scarafaggi. Li definisce così, stronzi correnti...
quanto ho
riso. Ma questo non lo sapevo, me ne ricorderò per sapere
che
significa..."
"ma... in che lingua sono?"
"Ah è vero" disse, dopo aver fissato sorpreso Gask un
attimo,
voltandosi di nuovo "noi, quelli che in molti definiscono veterani
dell'organizzazione, parliamo varie lingue, Kianta compresa. Tu ne
conosci un paio diverse, ma non hai avuto modo di conoscere questa. E'
italiano, comunque... segui le lezioni. E' una lingua particolare,
ricca, con parole dal suono molto bello e la creazioni di frasi in
questa lingua è... secondo me,meritevole.
I testi che scrivevano poeti e scrittori prima, e poi con la moderna,
sono meritevoli e musicali. Riesce a creare concetti ricchi e forti con
un uso delle parole non comuni. Tu sai che esistono tre diversi tipi di
lunguaggio per qualsiasi lingua? In questo caso tre. Abbiamo le
seguenti tipologie di lunguaggio... aulico, comune o volgare. Il primo
utilizzato da determinate categorie come avvocati, giudici e comuqnue
tutti quelli che lavorano in quel campo, medici, scienziati, studiosi e
via dicendo. Il comune è quello parlato dalla maggior parte
della popolazione che ha studiato, capace di ottimi testi e discorsi, e
poi il volgare, quello utilizzato dalla gente che non ha voluto
studiare o non ha potuto, per varie cose, e mischia il comune che
conosce con il dialetto. Il risultato è, come dice Kianta,
raccapricciante. Non a caso odia da morire i dialetti. Tu conosci
dell'inglese che stiamo parlando ... il comune ma non molto. So che
dove hai vissuto non hai potuto studiare molto e parli lingue locali,
perchè le parlavano...e ci si abitua. No? Ma non sai
scriverle
e..."
"So scrivere, non nero così piccolo. So scrivere il mio
nome, leggo un pò e..."
"Ma livello scuola elementare. No? E neanche finita. Ecco
perchè
appoggio Kianta sul fatto che tutti voi nello Chateau dovete
partecipare alle Lezioni e studiare, capire, imparare. E' una cosa che
non darebbe nessun altro. Se non per certi scopi, molti apparati
militari danno alcune opportunità ad alcuni
perchè
vogliono che vadano e siano cosa vogliono. Non noi, lo facciamo
perchè dovrebbe essere per tutti, poi devono essere le
capacità e abilità a parlare, non uno che sembra
promettente per qualcosa e si lasciano indietro gli altri. Per politici
e religiosi, la conoscenza va tenuta per alcuni. Gli altri che non
conoscono e sanno, quindi cosa pensare e comportarsi, cè
oslo
una strada. Seguire chi sa. Una volta accadeva e sembrava fosse
cambiato con le repubbliche. Scolarizzazione di tutto il paese
è
una risorsa di base. Scopri così chi ha abilità e
capacità naturali e vanno accompagnati nel percorso
giusto.prima
invece vere perle finivano nelle carceri, in lavori umili e degradanti
per il corpo, schiavi e altro senza sapere cosa potevano essere e dare
al mondo. Perchè non cèra molta strada. Invece
dal nuovo
millennio le cose sono peggiorate, quando sembrava che si giungesse
all'evoluzione ultima... di nuovo la gente non è
scolarizzata e
non sa nulla, eppure urla e strepita in piazza giudicando cose che
realmente non sa. Ma, seguendo chi dice di sapere, si ripercorrono
passi della storia umana che sembravano superati. Che tristezza..."
scuotendo la testa afflitto, osservando un ricco dipinto pieno di verde
magnificamente realistico con cornice a ghirigori e fiori "ma non dirlo
a Kianta... non parlaremaicon
lei di alfabetizzazione relativo a paesi e mondo, povertà,
religione e famiglia. NOn lo fare. La sua rabbia, odio e frustrazione
usciranno fuori e inizierà ad agitarsi per discutere di
queste
cose, e volerle cambiare. Giò fa molto con la Raccolta, non
peggiorare le cose. L'unica cosa negativa è questa, ecco
perchè Jd fa sempre da mediatore. Se lei si arrabbia
iniziano i
casini, evitiamoli..."
"Non capisco. Io... perchè si agita con questi argomenti?
Cosa accade se si arrabbia..."
"Parlane con Jd, ma non con lei vicino o parlando di queste cose con
lei. promettilo... E' necessario che lei stia serena, che non agisca
prima del tempo, perchè se lei perde la pazienza e l'odio e
vendetta la colgono così tanto... evitiamo" uscendo e
chiudendo
la porta e poi il cancello.
"Ok...anche se non capisco"risalendo
verso la Casa delle lapidi
"Un giorno te ne parlerò... " fermandosi in mezzo alla
navata,
sistemandosi il blaser da eventuali granelli di polvere,
così
come la sciarpa da collo in stile ottocento che si stagliava su un
colletto club tondo. Gask no capiva mai come quegli abiti che avrebbe
dettovecchifossero
invece perfetti su uno come lui. Poi Milan si portò le mani
dietro la schiena e si voltò verso le porte "...ho saputo
che
non sei molto convinto del tuo Spanish Mustang. QUalcosa non va? Kianta
ti aveva affidato un esemplare di questa razza scegliendo tra Zumo o
Loda, ma ho saputo che invece ti ha obbligato a prendere Loda. Ottima
cavalla, ben addestrata ed equilibrata, ma la reputo... troppo ottimo
carattere e disciplinata per te. Ti avrei visto con uno stallone
nervoso..."
"Speravo che mi desse un'auto veloce o una modo tipo quei barbosi
motociclisti, invece... lei dice che non so cavalcare ma solo
strattonare i cavalli. Quindi devo iniziare come un bambino con una
cavalla che addestri me... io ero nello stato nord islamico afgano, ho
usato cavalli ma lei dice che sono un torturatore..."
"per auto e moto abbi pazienza, sei nuovo e anche se mio amico, vorrei
che tu seguissi le nostre regole. Accadrà... per i cavalli,
per
noi sono ottimi amici e compagni del muoversi. Sono la storia
dell'uomo, tutto è stato creato, conquistato, costruito e
combattuto a cavalli. Come i cani, sono vicino a noi da così
tanto tempo che vogliamo rendere gli spostamenti all'antica in auge.
Ovviamente per più lunghi mezzi ecologici come i nostri, ma
andare a cavallo è... come un contatto con la natura e il
tempo." con un'espressione che sembrava sognante " E... Cerca di
capirla. lei rispetta tutti gli animali.. forse tutti tranni gatti e
zanzare, mettiamola così, ma il punto è che
conosce e ha
visto con i suoi occhi cattiveria e schifo degli umani sui cavalli che
non immagini. Ha studiato tante scuole equestri insieme, trovando un
equilibrio e le parti migliori di queste in una sola, che rispetta e
protegge il cavallo. Morsi, barbozzali, e nasali punitivi e severi,
tanto da ferire e danneggiare il cavallo. Oltre che fargl male ogni
secondo che lo indossa. E poi la gente si lamenta che i loro cavalli
perdono la testa. E quanti metodi coercitivi e punitivi,perchè
secondo la testa di molti il cavallo deve obbedire e basta. Non esiste
per loro, ed è contemplato nell'alta scuola equestre, che
deve
esistere l'addestramnento non coercitivo ma di coesione del cavallo con
l'uomo...come un legame, un dare e ricevere, una connessione tra due
creature che creano qualcosa di mangnifico... " poi vedendo che Gask
non sembrava capire, sospirò e continuò "in
parole povere
i cavalli venivano picchiati, costretti a morsi e attrezzi sul naso con
punte, i nose band, perchè obbedissero, facendo
però
male. O pratiche dell'uso del passo spagnolo per cavalli che per loro
morfologianonsono
adatti a questi movimenti, idonei appunto a cavalli spagnoli e basta.
Danneggiano le altre razze, quando modi per ginnasticare le spalle ce
ne sono e sono anche divertenti per i cavalli... o usano dispositivi
come Taser e altri elettrici per dargli una scossa e obbligarli. O il
terribile Big Lick, una cosa tremenda. Inutile dirti che tutti quelli
che facevano questo schifo e lei ha raggiunto, non sono finiti bene,
vero?" con un tono che voleva dire come "tu mi capisci"
"Vuoi dire che li ha uccisi? Che li ha..."
"lei non uccide, tranne che per proteggersi se necessario. Ma non
capita mai, si può dire. Per la gente che meritebbe la
morte,
lei riserva trattamenti che sno terribili fino alla fine dei loro
giorni. Un'agonia peggiore del carcere, e se lo meritano... quante
volte la gente non ottiene giustizia per chi ha amato che è
morto o ha subito cose brutte ed è finita così.
Con
questi dovrebbe andarci pesante, solo... Quasi... posso dire che li fa
piangere. Molto. A volte qualcuno potrebbe dire che esagera, e l'ho
detto che non deve farlo, ma è capitato che..." passandosi
una
mano sui capelli tirati indietro e legati "desse corpo ai suoi incubi e
odio, riversandoli sulla gente che fa del male ad altri e animali, solo
perchè sono marci dentro o perchè gli piace. E
non hai
idea di quello che subiscono finchè le cose non cambiano.
Perchè no, non va là una volta, constata la
situazione e
punisce e se ne va. Controlla più volte tramite fidati. A
volte
le persone sono così nere dentro che davvero lei riversa su
di
loro tutto così che la alimenta di rabbia. E non hanno idea
ne
di quello che realmente fanno perchè pensano che sia
corretto,
ne di quello che fa lei se incavolata... infatti non ne escono bene. Ma
non giudico, non posso immaginare quanto hanno sofferto quelle persone
e quegli animali, ecco perchè agisce con mano pesantissima.
Perchè con molti individui non è possibile il
dialogo o
la minaccia semplice. Come dice lei - che la nasa continui a cercare
vita intelligente su altri pianeti, perchè su questo pianeta
si
sono rassegnati, ormai -. E non ho nulla per fermarla o rallentarla,
perchè non voglio. Ho visto tanto schifo già
dalla mia
infanzia, che non tollero e voglio cambiare il mondo proprio per questo
motivo. Ti ricordi che la rivoluzione francese nacque perchè
il
90% della popolazione di quel singolo paese era costituito da povera
gente, per chi aveva dei soldi per il lavoro ma si vedeva tassato da
far paura, chi si vedeva togliere casa, beni e altro perchè
la
casta, quella piccola percentuale, li vedeva come oggetti... " poi lo
vide di nuovo in faccia, non sapeva di che stesse parlando. Chiaro
dalla faccia incerta accompagnata d a una smorfia che non lo seguiva
"in pratica prendi un paese con cinque milioni di persone "accompagnato
dalla mano aperta per fargliela vedere "e sai che solo un milione
è ricco, potente, può tutto. Noi dobbiamo
riportare
cinque milioni ad essere cinque senza persone più ricche,
famose, che si ergono su altri decidendo su di loro o danneggiandole.
Dare davvero quel che serve per una vita dignitosa senza soffire per la
mancanza di beni essenziali e sentirsi persone. Sembra impossibile,
difficile ma non è così... ma te ne
parlerò
presto. Il succo è che ho vissuto in un luogo parecchio
arretrato, la mia patria non è proprio un paese sviluppato,
peggio in luoghi piccoli ancora con le catene delle tradizioni e
superstizioni. Ecco perchè ti chiedo di non parlare con
Kianta
di quei temi, perchè per lei sono maggiormente negativi e
finirebbe a litigio come già accaduto. Io no nvoglio che
altri
soffrano in questo nuovo millennio, ma intendo portare il mondo a
sotterrare le classi sociali che ancora esistono. E non parlo solo dei
paesi che tu io e conosciamo. La gente pensa che in molte repubbliche
democratiche vi sia una sottile linea per la classificazione delle
classi, rispetto secoli prima. Non sanno quanto si sbaglino, quindi si
cambia il mondo. E davvero questa volta...."
"Ma..." ma furono interrotti da una chiamata e Milan prese il phonvlet
per rispondere, portando quella discussione a svolgersi più
avanti.
Paddock
orientale. Gask aveva preso l'abitudine da qualche giorno di stendersi
da qualche parte, alle pendici del boschetto, a guardare i cavalli
liberi che scorrazzavano, giocavano, si meritavano il momento di
libertà in quel grosso pezzo di terra recintato a legna. Era
davvero rilassante, scacciapensieri, quello spettacolo di creature che
vivevano con l'uomo e sembrava seri e ligi quando serviva, per poi
scoprirli come cuccioli eterni e divertenti. Rapivano la tua
attenzione, senza che te ne accorgessi, pensò.
o forse si stava facendo influenzare?
Fin da piccolo aveva avuto cani e altri animali intorno. Li aveva
osservati, ma se alcuni facevano pena per come erano tenuti e trattati,
alcuni per sfide e per scommesse, altri erano pericolosi e
poco
inclini a gentilezze. Colpa dei proprietari, di come li facevano
crescere, ma non erano affatto animali che, guardandoli, ci
si
rilassava.
Odiava perfino il persiano peloso e dalla facciache
vagava nell'ufficio del Capo, e spadroneggiava come voleva. Se capitava
qualcosa, da oggetti rotti o bisogni fatti in ogni angolo,una volta
sulla scrivania o su un divano, ci andavano di mezzo gli uomini che
stazionavano a turni nella stanza, come guardie.
Urla, punizioni e sopportazione di essere picchiati era routine
quotidiana. A quel gatto niente, gli uomini che non pulivano o
sistemavano in tempo schiaffoni, bastonate sulla schiena fino al
peggio, e pensare al vero distruttore... quelle erano cose di
poco conto.
Lui non rientrava in quelle mansioni e non gli capitava mai di essere
anche solo sgridato per quelle faccende, ma quelle volte che doveva
restargli al fianco e fissava il gatto, tanto non cèra
niente
che dovesse fare, non era rapito da quel qualcosa che invece
assaliva il Capo direttamente. Passava il tempo a fissarlo
mentre
si toelettava, stiracchiava, assopiva, girava e dava fastidio
graffiando tendaggi e mobili, aggrappandosi addosso alle guardie con
unghie affilate e altre diavolerie che gli venivano in mente.
Viveva sempre là dentro, con tanto di cuccia regale, e gask
non
capiva cosa rilassasse nel vedere quel muso sempre scontroso, libero da
ogni problema, stare in quel luogo facendo casino e rompendo le scatole.
E poi rise per l'altro giorno, ripensando al momento in cui uno dei
gatti degli uomini, che tenevano in giro e che uscivano nel parco, si
presentò miagolando mentre cèra un addestramento
con
Kianta presente, e si buttò di pancia davanti i piedi degli
uomini in posizione. Caso voleva che i giardinieri e
paesaggisti
stessero rinnovando alcune zone dello spiazzale laterale allo Chateau,
dove facevano la chiamata mattutina , e avessero tolto i cosi, non
ricordava mai cosa fossero, per scacciarle con gli ultrasuoni gli
animali sotto terra.
Cosa erano, si chiese. Conigli? Quali altri animali stavano sottoterra?
Comunque non erano attivi e quindi un animale sgusciò da un
buco
vicino e sfrecciò fra gambe degli uomini. Il gatto rimase
là a miagolare, muovendo pigramente la coda e guardando
tutti,
compresa quella cosa che cercava di raggiungere dei bulbi messi da
parte in un angolo, estratti dalla terra per essere piantati altrove.
No, proprio non ne capiva di giardinaggio! Il fatto però era
che
ne aveva preso uno fra i denti e cercava di tornare. Kianta
fissò rabbiosamente quell'animale senza dire niente ne
muoversi,
mentre gli uomini avevano rotto le righe per acciuffarlo, e
capitò che inciampò vicino il gatto, perdendo
quella
radice. Vicino il Gatto. POco distante da Kianta.
Il micio guardò la radice, fissò l'animale che
prima si
finse morto, e poi miangolò chiudendo gli occhi qualche
volta
come se non fosse successo niente.
Gli uomini chiedevano cosa fare a Kianta, la quale fissava il gatto con
voglia omicida. Era chiaro.
L'animale che non sapeva definire si mise in piedi, o meglio sulle
zampette, si avvicinò al gatto, si annusarono e via a
prendersi
la radice e andarsene, sfrecciando tra la gente.
Kianta non aveva fatto niente e non aveva dato ordini, era rimasta solo
guardato il gatto dall'inizio alla fine, accigliata, angoli della bocca
in giù.
Poi quando gli uomini non sapevano che fare e improvvisavano nuove
file, Jd si avvicinò a lei e le disse qualcosa. A quel punto
lei
lo guardò, si voltò dall'altro lato guardando
alle spalle
Lubo e gli chiese il kit di lavanderia con il lavatoio o lava panni in
legno più ondulato che trovasse.
"Kianta... perchè ti serve?" preoccupatissimo, stringendole
un gomito.
"Mi serve uno spaventapasseri da regalare a zio Tommoliver per il
cambio stagione. Devo però pulirlo, farmi dare un meccanismo
con
il ruggito di un leone e che faccia muovere lacosacome
un indiavolato con denti a sciabola e occhi luminosi..." contando sulle
dita cosa le serviva ma Jd la strattonò di nuovo. Ancora
più preoccupato.
"per favore, è solo un gatto. Quello che vuoi..."
"Poprio perchè è un gatto..." dicendo l'ultima
parola
comeun insulto "... e perchè o impara o smamma. Non mi
interessa. Me ne frego se i gatti non si fanno addestrare facilmente. O
fa qualcosa o lo faccio volare io da qualche altra parte. Il loro
compito sarebbe spaventare le bestiole, tanto questi cosi con la
supponenza non ammazzerebbero manco un sorcio, così che non
devastino nulla. Spevantare. Eì cos difficile? GUarda,
GUARDA!!!" indicando il gatto che si rotolava per terra "perfino le
capre, le oche, le galline, qualunque animale abbiamo qui e alla
fattoria ricambia le cure, il cibo, ogni cosa facciamo per loro. Non li
sfuttiamo, prendiamo solo cosa danno senza ormoni, schifezze,
allontanare i piccoli e altro schifo che fanno altrove. E va tutto
bene. Pure le piante carnivore ci pappano gli insetti
molesti. Ma
loro, questi botoli gonfi di senso di divinità non fanno
altro
che essere in ogni angolo a rompere e rovinare e pasciarsi al sole. E
rompere perchè hanno fame. BASTA! Se loro vogliono i gatti
per
loro amore per questi figli di satana, che se li tengano nelle stanze o
negli edifici appositi e non me li facciano vedere. Ma s etrovo un
altro che è inutile a tal punto, lo uso come nuovo tipo di
drone
spia che spaventa con molti optional, ma almeno ricambia un minimo.
Condivisione e scambio, ricordi? Loro non lo fanno. Avviso te, avviso
loro..." rivolti agli uomini che cercavano di non fissarla "e che l o
diciate a tutti. Topi, bestie infestanti e gatti non li voglio vedere.
Se voglio un animale che non fa un cavolo dalla mattina alla sera mi
prendo un cigno, un pavone, pure un procione che almeno è
simpatico. E altri tipi di animali ma i gatti no. Adesso voglio che mi
sentiate bene, vi ho mandati il programma per oggi. Alle sette e zero
zero voglio che siate in mensa per la colazione dopo il riscaldamento
giornaliero, poi che seguiate le istruzioni. Se avete problemi
parlatene con Jd, il vostro capitano o con me. Oggi ho cose da fare che
andare per tutta la residenza a controllare che siate diligenti nei
vostir compiti. E abbiamo degli ospiti. Procedete e andate...."
"Kianta, ma dire queste cose agli uomini e all'alba...."
"Sanno perfettamente che nella vita ci si impegna e si ottiene. Chiedo
forse troppo? Loro sono pagati per lavorare, addestrarsi, istruirsi..."
"Si, va bene..:" cercando di calmarla "ma la questione è che
non
puoi minacciare un gatto di farlo diventare un... qualsiasi cosa
volessi fare solo perchè sta disteso a terra!"
"Si che posso, mica che ho detto che lo uccido. Gli faccio applicare le
cose dopo averlo lavato, visto quanto era sporco, e lo faccio legare a
un drone e lo mando in volo a controllare le zone e spaventare animali
che potrebbero danneggiare qualcosa. Non uccido nessuna delle due
parti, faccio in modo che quelle creature fastidiosefacciano almeno
qualcosa di davvero prezioso per tutti e..."
"Senti, lo so che hanno ucciso alcuni uccelli delle voliere che
lasciamo liberi alcune ore intorno e che te ne sei trovato uno in
camera tua perchè aveva scalato l'albero di fronte...
però non è un pò troppo? Non fai
questo per nessun
animale. E dire che Warden è un disastro cosmico a volte..!"
"Si, ma lui come tutti gli animali se ben addestrati, capiscono cosa
devono e non devono fare e si riesce a tenerli a bada. O li fai
giocare, spompare, stancare finchè non corrono loro come
dovrebbe essere nel loro spazio personale per dormire e star calmi.
Semplice. Quelle piccole disgrazie ambulanti invece vedono tutto come
loro, rubano cose o le rovinano. Bello quel che è accaduto a
decorazioni e suppellettili antiche, originali o che i nostri uomini
hanno prodotto con impegno e materiali pregiati sotto unchie, denti e
spruzzi di urina. Dimmi, è giusta una cosa del genere? O
visto
io gatti che usano con le zampe sporche e i didietro e coda sulle
tavolette dei water per distendersi e piùvolte
sono
finiti a sciacquettare dentro perchè caduti nel sonno,
sporcando
tutto. E la gente li usa senza che siano puliti e sterilizzati. Per non
parlare come ho trovato una delle dispense della cucina piene di schifo
come fosse la loro sabbietta. Sacchi vandalizzati con i prodotti da
buttare, i cuochi si girano pensando non ci siano bestie malevole e
spuntano su impasti e tavoli d'acciaio zampe come per magia. E'
corretto? Se per te è corretto io ti lascio volentieri la
Albert
con tutte le chiavi e codici di accesso per lo Chateau e me ne vado..."
"Sai che MIlan non ti farebbe mai andare via, ma il punto è
che... Si, hai ragione. Non è igienico, non è
corretto
vedere mobili, tene, muri rovinati a quella maniera. Ma sono gatti!"
"E io sono io e ripeto, o io o loro. Non me ne frega. Se lascio loro
far quello che vogliono dovrei permetterlo a tutti gli animali e anche
agli uomini. Sarebbe anarchia e casino. Come era all'inizio!"
"Va bene, ma anche alla fattoria sono viziatissimi. Vedi le capre. Se
la mattina non escono e ricevono un abbaccio forte, se sono piccole
alzate e strette, fanno casino. I maiali grattate quando le vogliono.
Le mucche i massaggi con spazzole al posto di quelle elettriche..."
"Buon per loro, qua invece si trattano quei gomitoli isterici come dei
in terra facendo cosa vogliono. E graffiano, soffiano, fanno casino...
mi sono rotta. Basta. O cambiano o fuori..."
Jd sospirò e... che doveva fare? Aveva ragione anche se
perdeva facilmente la pazienza su certe cose.
E anche Gask aveva capito, anche con discorsi con Alaric, che poteva
essere la calma fatta persona per poi diventare più velenosa
di
una serpe s ele giravano. E ammetteva che, come per quel
gatto,
non trovava i felini poi così simpatici.
Ma anche con altri animali non andava meglio. Aveva da sempre avuto
poca interazione con la parte animale, solo visti da lontano e usati
per scopi umani. Con le persone sempre diffidente, vi stava lontano e
trattava poco chiunque.
Ma con le persone bastava stare alla larga o fare come volevano, e
tutto era apposto. Con gli animali che aveva scoperto ovunque in quel
posto...
Si era ritrovato dubbioso e incapace con quella femmina di cavallo che
quella testarda femmina gli aveva appioppato. Strinse
le labbra. Stava di nuovo inconsciamente quasi scimmiottando la gente
per cui lavorava, prima etichettando le persone con certe parole, poi
considerandole meno di niente. Si grattò la testa rabbioso,
mentre un cavallo nitrì così forte da portarlo a
fissarlo. Che
cavallo era quello? Poteva essere... Luma? No, non pareva quello.
Poteva essere di Orson, l'uomo che lo spalleggiava da qualche giorno
con un'emozione negli occhi inquetante? No,
forse il cavallo che raspava con la zampa e nitriva doveva essere di
Silvain o Travis, due nuovi che erano del gruppo... si
sistemò
con rabbia con il corpo contro il tronco, non riuscendo a ricordare i
nomi assurdi che il Leader dava a ogni cosa. Erano della divisione C,
nome base che almeno ricordava, ed erano dell'Arme dell'aereonatica.
"Che
casino..." incrociando una sull'altra le gambe distese, cercando di
capire meglio il posto dove si trovava e come vi vivevano.
Quel
dannato posto constava di migliaia e migliaia di persone, non tutte
presenti ma dislocate in vari luoghi sia della Francia che del mondo, e
suddivisi per prima cosa in quale formazione militare servissero. Si
mise a guardare il cielo per ricordarsi le cose che gli aveva spiegato
Orson. Fanteria, Cavalleria, Divisione
corazzata,
Marina, Aeronautica, Carabinier o Gendarmeria. Erano tutti? Boh, non
gli veniva in mente altro. E questi erano solo i miliari.
Cèrano
così tante categorie di lavoro che gli venne voglia di
pensare
ad altro. Si erano messi a suddividerli in tantissimi gruppi
più piccoli detti Specializzazioni, ognuno con
caratteristiche
diverse. E lui che abituato a un migliaio di persone buone.
"E
chi se li ricorda. Io ero abituato alla semplice..."
"Adesso
parli da solo?"
Gask
quasi si strozzò con la sua stessa saliva per il colpo. Si
voltò verso Jd, che camminava piano e silenzioso come uno
come
lui sapeva fare. Di quale vecchio squadrone specializzato veniva? Forze
speciali tipo navy seals o altro? Erano francesci comunque,
ricordò.
"cercavo
solo di rilassarmi..." borbottò col broncio.
Jd
rise e si sistemò a terra vicino, con un ginocchio piegato a
sostenere una mano e la testa. Nel mentre i cavalli si inseguivano, li
guardavano o facevano versi come per chiamarli.
"Come
mai sei qui? E' successo qualcosa?"
Gask
voltò gli occhi verso l'altro, tenendo le braccia alte e
mani
incrociate, per non poggiare la testa contro il tronco.
"Volevo
solo staccare un pò dopo oggi. Tutto qui."
"Lo
facevi anche prima?" armeggiando con le tasche dei pantaloni come in
cerca di qualcosa.
"Quando
non dovevo lavorare me ne stavo nell'appartamento o girovagavo per la
casa. Cèra qualche posto che... insomma, me ne stavo
là
da solo, per non vedere gli altri e quel che facevano"
"Mh..."
uscendo un coso di legno che Gask aveva già visto. Sembrav a
una
scatoletta di legno formata da varie parti e con dei buchi.
"Mi
spieghi cosè? L'hai suonata varie volte e sembra che a
Kianta piaccia"
"Davvero
non la conosci? E' una CH Double Ocarina, uno strumento a fiato
generalmente in terracotta o legno. Ma questo non è
una
semplice ocarina, ma una doppia. E in legno di valore. Ossia ha due
camere e quindi due imboccature che equilvagono a due strumenti. In
base a cosa si suona, è possibile suonare questa al posto di
due
strumenti..."
"...
ok..." poco convinto. " E senti... che sarebbe Camova?"
Confuso,
jd lo fissò incerto, non capendo cosa potesse significare la
domanda.
"Oggi
Milan mi ha spedito in una nuova Torre dove Kianta stava iniziando i
lavori di restauro. Credo. Sono successe delle cose e alla fine ne ho
parlato con lui. Mi ha detto tante cose e mi ha fatto vedere delle
cose..."
"Tanto cose, eh?" ridendo di gusto, anche se Gask sembrava crederlo uno
sfottimento.
"... E ha parlato di un Certo Camova che aveva usato dei marmi...
qualcosa sulle statue..." restando sempre vago.
"Ah,
Canova! Si tratta di un grandissimo artista. Uno scultore. So che non
sai nulla, o meglio, molte cose io stesso le conosco per via
di
Milan e Kianta. QUindi non preoccuparti...."
"Vuoi
dire che era come Bronson?"
"bravo...
anche se il nostro scultore è particolarmente suscettibile.
Iroso, collerico e crede che le sue doti pittoriche meritino la
medesima stima delle opere scultoree. Ma è
chiarissimo che
non lo è... è solo geloso"
"Geloso
di cosa? Da quello che so in molti gli hanno chiesto vari lavori, tanto
è bravo..."
"Si,
ma con la pittura non ci sa fare. Come me. Non so perchè, ma
dammi una chitarra o un'ocarina e so arrangiarmi. Dammi qualunque altro
strumento, un computer o armi bianche e sono negato. Anche se te,
Kianta, Milan, Lubo e via dicendo vedete altrte
particolarità in
me. Col corpo a corpo sono vergognoso" sorridendo amaro "Mi
è
bastato l'altro giorno con un addestramento straordinario per te. Sei
bravo in quasi tutto, con le armi da fuoco, i fucili pesanti te la cavi
meglio. Però lasciami dire che se con armi come bastone e a
lama
non sei male, con arco e corpo a corpo non ravvicinato degli
lavorare... Per il resto sei un'ottimo acqusito. Davvero molto, e sei
così bravo che tieni testa ai migliori con armi
più
leggere e più facili da impugnare. Ma col corpo a corpo,
anche
grazie al tuo Acinaces o Akinakes è tutta
un'altra
cosa. Quella spada persiana sembra da ridere, ma è per
quella
che sei stato Egeo. No?" ridendo beffatamente.
"Smettila
di usare quel nome. Me lo avevano dato ai rastrellamenti e
non mi
piace. Mi ricorda troppo quegli anni" imbruttendosi nel viso per le
smorfie come di dolore che faceva.
"Bhe,
non è che Gask sia meglio. Sappiamo bene che significa. Ma
perchè ancora te lo tieni?"
"Non
l oso, ormai lo sento più mio che Egeo. E poi è
stato il
Capo a darmelo quando rilevò tutti quanti. E' il nome che mi
ha
dato lui..." sussurrando con la testa chiaramente persa altrove.
"Capisco.
A me non dispiace, è solo che non capisco perchè
darti un
come così. Milan l'ha trovato interessante per come alla
fine
suona bene su di te. E..."
"Se
ho capito bene, tutti qui avete nomi che vi siete dati o che vi hanno
dato per il vostro lavoro..."
"Si
e no... quando fai un mestiere come il nostro capita, spessissimo come
vedi qui, che alla fine per come ti senti o gli altri ti vedono, di
cambiare il nome di nascita con qualcosa di più adatto o che
abbia un significato in qualche modo. Milan stesso ha un soprannome,
Lubo, Alaric, Bronson..."
"E
Kianta? E riguardo al mio?"
"Uhm...
riguardo al tuo, per come lo vede? Niente direi. Per lei un nome,
è quello e lo usa. magari le può venire la
domanda nella
testa delma
come hai visto non giudica in base ai nomi. Anzi credo che anche lei lo
trovi adatto come suona a te. Tutto qui..." vedendolo stupito "Credevi
che ti odiasse per il significato del nome? Naaa... solo per quello che
hai combinato quel giorno! E' stata grossa, per uno come Milan se fosse
accaduto al suo avrebbe detto..."
"Davvero
direbbe questo? Lui...!?!"
"Non
ti credere. Può sembrare affabile, gentile,
interessato e
premuroso... ma per ogni sua azione cè sempre un motivo. Ah!
Se
Kianta fosse qui inizierebbe un suo monologo sulla questione...
rispetto a Kianta, Milan davvero aiuta e si dimostra vicino a tutti
solo per delle motivazioni. Ma la vera preoccupazione,
interessamento... lo ha dimostrato veramente solo con due persone.
Facciamo tre..." guardando Gask serio "... resta il fatto che, come ti
ho detto, ed essendo tu, avrebbe manifestato profondo fastidio ma
anche soppiantato cosa ha perso. Anche se ammetto che
dall'arrivo
di Kianta è cambiato un pò e credo che la sua
affezione
per te sia dovuta a questo. Non per dire qualcosa di male ma
lui
ti vede... per fare un paragone, come Kianta senza tette, versione
maschile in toto. Metà questo e metà suo fratello
maggiore. Dorde..." pronuncia quel nome con un tono e un modo di dirlo
quasi schifato, rabbioso o altro. Gask non capiva.
"Non
ti seguo..."
"....
non dovrei dire certe cose. Insomma, sono i miei capi, chi mi da il
cibo, soldi, un posto fastastico come questo. Anche se cè da
dire grazie a Kianta per questo... il succo è che Dorde non
mi
piace. E questo l'ho capito per Kianta. Lei...non si fida facilmente.
Anzi, per niente. Studia e analizza tutti e tutto quel che fanno e, se
prima per me Dorde foss euna figura extra, che stava sempre fuori dallo
Chateau e l'organizzazione... Dopo è diventato
più
centrale che il leader stesso. Milan, per Kianta, è come
succube
di Dorde. Almeno così mi ha detto. E Milan esegue
cosa
Dorde decide, dice, ordina. La stessa questione della religone che
abbiamo qui è per Dorde. Milan è più
neutrale.
Crede alle basi ma non al resto. E' Dorde il marionettista. Almeno,
Kianta crede questo. Milan prova una sorta di ammirazione per il
fratello maggiore, da quando scapparono dal paese dove erano nati. Un
posto medievale, come direbbe Kianta, troppo attaccato a tradizioni e a
tempi decantati dai vecchi ai nuovi, per giungere anche solo a
metà dei centri urbani meno moderni. Milan e Dorde fecero
tutto
quel che poterono per scappare e sopravvivere, insieme. Se ci fu un
momento in cui Milan divenne grande e capace da essere pari del
fratello, fu scoprendo e migliorando le sue abilità di base.
Eppure, nonostante Milan sia in grado di fare ed essere più
del
fratello in certe cose, come l'essere un ottimo militare e aver creato
tutto questo... Dorde ha sempre supremazia. Chi lo ha aiutato alle
spalle per avviare tutto? Dorde. Questo è quello che ho
capito
io in anni al suo servizio. Milan desiderava essere chi sta al fianco
del fratello maggiore, mentre non è così. Non
conosco
Dorde affatto, mai visto, ma so che è straordinario su molti
aspetti e che Milan nutre sempre un senso di inferiorità,
nonostante tutto. Eppure Kianta... eppure lei pensa che..."
riflettendo, stringendo la mano sul ginocchio a pugno sotto il naso,
dopo aver alzato un pò il mento.
"Spiegami..."
"Meglio
se ne parliamo un'altra volta. Inoltre ho paura che Kianta scopra una
discussione del genere..."
"Kianta...
Milan mi ha detto una cosa oggi. Ma non l'ho capita..."
"Cosa..."
chiaramente sofferente alla cosa.
"ha
detto delle cose su quanto è arrivata. Che a causa di
un'amnesita era... aspetta... Era pura e innnocente come doveva
essere... una cosa del genere. Perchè?"
"...uff.
Kianta è quella che è per... quell'amnesia.
Amensia! "
sorridendo come se non ci credesse "Comunque, per quel che le era
accaduto prima di arrivare lei... provava rabbia e odio, insicurezze e
senso di inutilità. Kianta, hai presente no? Per la
società là fuori lei era un problema, un niente,
qualcosa, bada bene non qualcuno, da cambiare a forza perchè
sbagliata. Invece dopo quell'amnesia lei divenne... cosa doveva essere.
Senza quelle esperienze e accadimenti che le procurarono tutte quelle
cose. Perlorolei
era niente, pernoi
quiè
una persona insostituibile. Qualcosa che sembra impossibile. Lei
là non era che sbagliata e incapace di niente, eppure l'hai
vista...."
"Si.
Quindi voleva dire questo. Perchè la vedevano come inutile?"
"perchè
la società là fuori... molte cose non sono
cambiate in
secoli. Ecco perchè. E di nuovo, non aprire quei discorsi
con
lei per favore. Evita..."
"Sei
già il secondo che me lo dice"
"Si
e saremo in tre con Alaric. Il punto è che sono temi...
negativi, non parlarne con lei o davanti a lei. Ok?"
"Si,
ho capito..." guardando i cavalli "eppure non capisco come il capo dopo
Milan di questo posto, che sa tante cose, è stata capace
di..."
"Quello
che tu sai adesso non è quello che cè
là fuori. Tu
stesso la prima volta non l'hai trattata per come merita, solo
perchè donna...." vedendo la sua faccia mortificata e
colpevole
"Anche tu, adesso, stando qui, la pensi così. Ma come
all'inizio
e come vivono là, una persona che nasce è un
nuovo membro
della comunità che dovrà essere in un certo modo.
Se non
lo è, diverrà sbagliato. Tutto quello che
volevano su e
per lei, non le era adatto. E così era inutile. In passato
la
gente inutile veniva sbattuta per strada o negli istituti per malati
mentali. Non che adesso vada meglio, ti mandano dallo strizacervelli.
La questione è però che per Kianta relazioni,
matrimonio,
sesso e figli sono cose così assurde e distanti da lei, come
essere, che poco tollera chi le ricorda cosa il suo corpo dovrebbe
fare. Per lei pensare a queste cose è come... un
orso che
balla. Non so se ne hai mai visto uno, ancora adesso in molte parti li
sfruttano e maltrattano per la bile e spettacolini per soldi, ed
è una cosa contro natura. E per lei la stessa cosa. Fin da
piccola doveva trovare un uomo che la sposasse e con cui fare figli.
Doveva procreare la nuova generazione della famiglia. Ma per una come
lei, che trovava una sofferenza l'esser vista e considerata per aspetto
e necessità, l'idea, solo l'idea, di ricevere attenzioni
sessuali, proposte e inviti a fidanzamenti e matrimonio era orribile. E
peggio fare figli. Poco accetta tutto il sistema biologico della
procreazione..."
"E'
per questo che non assiste mai ai periodi della riproduzione degli
animali? Ne ho sentito parlare gli stallieri l'altro giorno,
affermavano che di nuovo lei non avrebbe per nulla al mondo assistito,
che fossero cavalli o altri animali."
"Si,
prova ripugnanza e orrida repulsione al pensarlo o assistervi. E una
cosa per lei, se fosse stato per i secoli passati ove si
cercava
con ogni mezzo di obbligare a queste cose... sarebbe finita in due soli
modi "voltandosi a guardarlo "farla finita o cadere in disperazione,
depressione pre e post parto e peggio. Non avrebbe retto. E ama poco i
bambini come i cuccioli. Raramente vuole avere a che fare con soggetti
troppo piccoli che siano uccelli, cani, cavalli e via dicendo. Odia il
concetto di essere piccoli e ignoranti..."
"Ignoranti?"
"lei
si rifugia in una sorta di studio pazzo e disperato per conoscere ogni
cosa del mondo, vanno bene solo le basi, ma che sappia. L'idea che si
è piccoli, ignoranti, incapaci di sapere, la porta alla
rabbia.
Ecco perchè poco tollera te e altri che dimostrano di non
sapere
molte cose. Ma bada bene, non chi è ignorante
perchè non
ha potuto come te ad esempio, ma chi lo è
perchè... perch
non voleva. Per lei molti mali del mondo esistono proprio per
questo. Perchè la mente becera della società
pensa che
donne e bambini non debbano sapere certe cose per l'età e il
sesso. E così vi sono rapimenti, violenze e morte. Per lei
non
spiegare già da piccoli, con le parole giuste, ma
insegnando è come considerare stupido, incapace di usare il
cervello e impossibilitato in molte cose il bambino, ragazzino o
adolescente. La negazione di tante cose ha portato alla fiducia o
debolezza e alla fine che... sappiamo cosa capita a molti bambini, no?
Kianta odia con tutta se stessa il periodi dell'infanzia e
l'ingnoranza. Se fosse per lei si dovrebbe nascere già
adolescenti. E con una certa conoscenza. Ma non è
così..."
"capisco..." ma sembrando incerto.
"Ti
dico una cosa. Se vuoi migliorare le cose qui per sentirti a tuo agio,
cerca di non farti considerare maggiormente negativo da Kianta. Gli
uomini si fidano di lei e, anche se stravedono per te adesso,
molti di loro le sono legati. Lei non lo sa, o meglio non lo
ha
voluto vedere o capire mai, ma sono tantissimi quelli che le devono
molto e le vogliono bene. "
"Per
la Raccolta, vero?"
"Anche,
ma non solo per quello. Lo stesso Bronson deve la sua bravura e
abilità a Kianta. Prima usava la creta ma lei ha sempre
spinto
la gente a provare altre cose e... facendo una Lezione sulla scultura e
pittura, Bronson è partito in quarta. Ha scoperto di saper
scalpellare il marmo, il granito, lavorare e lisciare questa materia
rispetto alla creta e pennello. Cosa interessante è Kianta
che
ha abilità di modellazione con la creta sintetica. ha la
capacità di creare sculture con il metodo dell'aggiunta...
ma
non come Bronson!"
"kianta
sa creare sculture?" sorpreso calando le braccia
"Si,
è una cosa che faceva per dimenticare. Ed era brava. Da
quando
è qui lo fa di rado e in posti tranquilli. Come nella zona
ristoro davanti le rose blu. Cè un tavolo e delle sedie come
molt angoli nel giardino, e ci passa qualche ora. Non è
affatto
male, devo dire. Ma è solo un passatempo. Adora
guardare
gli altri creare, finanzia molti artisti e creatori nel mondo,
ovviamente per arte che ha senso. Non moderna e simili, ma pittori e
scultori capaci di veri capolavori degni dei migliori artisti passati.
Non hai idea di quanta gente ha avuto aiuto da lei. "
"Ma
quanto spende? Ha davvero tutti quei soldi? Quanto la paga Milan?"
"Ah
ah, no. Lei non riceve una sorta di stipendio come noi. NOn viene
pagata da Milan, non ha mensilmente una retribuzione per il lavoro
svolto...."
"In
che senso? non ha un compenso?" mettendosi a sedere esterrefatto.
"No,
è così. Giuro. Lei ha una sorta di patto con
Milan.
ottiene una sorta di dono quando va a Milan, che lei usa per sue spese
personali e per i suoi animali. Quelli personali intendo. O per donarli
a chi ha bisogno o ha necessit di un sostegno per continuare il lavoro,
come gli artisti di cui ti parlavo. Ma è raro... forse non
raro,
ma solitamente usa dei soldi messi in un conto da Milan per
l'amministrazione dello Chateau e spese necessarie. A volte civili,
specialisti in vari campi, docenti e ricercatori e via dicendo, sono
tutti sul libro paga di Kianta con i soldi conservati in quel
conto. Non hai idea quante perosne hanno avuto
aiuto, vero,
da lei nel mondo e sono riusciti a rialzarsi mentre il mondo a loro
vicino li guardava e voltava il capo schifati. Se hai e fai, sei
considerato un Signore. Se hai problemi, potresti essere
chissà
che figura che davvero da al mondo ma non puoi, o accade qualcosa tutti
spariscono. Ma il discorso è troppo lungo. Lei agisce.
Riceve
soldi da chi vuole protezione, ricerche di vario tipo, e tanto altro
che offriamo e li mette a disposizione di chi ha bisogno davvero. NOn
hai idea di qwuante gang, spacciatori e gruppi pericolosi nel mondo ha
fatto fuori e salvato zone o quartieri... altro che la polizia locale.
Lei..."
"Li ha fatti fuori?"
"Ormai dovresti sapere che lei non uccide nessuno. Ha solo..."
"Si, questo ormai lo so ma trovo assurdo che abbia..."
"Senti,
volevo dirtelo da prima. Ma tu non dovresti essere dagli Handler? Anche
se Milan gongola che ti ha nell'organizzazione, capiscimi... Dorde e
Kianta non sono molto felici..."
"Cazzo!
A che ora era?... perchè Kianta non è felice?"
iniziando ad alazarsi.
"lei
odia quelli come te...." rispose piano, candidamente, guardandolo
alzando gli occhi dall'ocarina.
"Perchè...?"
"Credevo
che lo avessi capito anche dalle sue stesse parole. Oltre il casino di
quel giorno, e anzi credevo che finisse davvero male, lei odia quelli
come te. Quello che sei. Poco importa tutto il resto, il suo odio per
ciò che rappresenti la porta a vederti solo una piaga, un
chiodo
nello stivale, un fastidio pericoloso. Tu incarni quello che lei
odia..."
"Ma
perchè, non lo capisco!"
"Davvero?
Eppure lei mi èsempre sembrata chiara dal primo momento.
Presta
attenzione a cosa, chi ti sta intorno e cosa viene detto. Tendi troppo
a vedere solo te stesso e odi le complicazioni. fai come ti dico e
capirai. Ora corri, o gli Handler faranno rapporto, se hanno troppa
paura di Kianta"
"E
tu che farai?"
"Io...
sono qui perchè il mio Zool ha perso stranamente un ferro.
Messo
male, dicono. ANche se sembra strano, visto che Batter è
bravo
nel suo mestiere. Ma lo ha perso tornando e ora è stato
messo
qui nel paddock in attesa che i cavalli da mostra e competizione
fossero pronti. Prima loro, ha detto il nostro Battitore. Mangiamo
anche per queste cose, il mio invece Zool può giocare
tranquillo
qui! E quindi..."
"Ma
anche tu usi solo i cavalli?"
"No,
ovviamente. Rispetto ad altri io ho un solo cavallo. Ottimo esemplare e
bello da vedere, non sarà al livello di Rasmusen di Milan ma
ci
siamo affezionati a vicenda. Ho anche una macchina mia ma ammetto che
è da tanto che è nel parcheggio dello Chateau.
Insomma,
vado dove mi mandano o vado in giro con i paesini e cittadine qui
vicino. Giro poco da solo. E ci conoscono, quindi non è
strano
che andiamo con i cavalli e non inquiniamo. Anche se andiamo ad
idrogeno... adoro però più che le macchine , i
motocicli.
infatti ho un Motociclo Bmw con Sidecar e un scooter
Manurhin .
Vivendo qui da anni, li tengo qui, ovviamente. Li uso alcune volte al
mese entro un certo tot di kilometri, ma sai... ho imparato con Zool
che se hai un buon rapporto con un cavallo, questi è
un'ottima
compagnia. Anche se la gente riderebbe, non sa cosa
significa.
Una motocicletta la usi, la fermi, la lasci lì e basta. E'
solo
un mezzo. Un cavallo è diverso..."
"Se
lo dici tu. Io con quella cavalla che chi sai tu mi ha imposto, non mi
sono ambianto per niente"
"perchè
vedi il cavallo come faresti con una macchina o scooter o altro. Non
sono, come ho detto.
Ascolta bene, ricordi?" vedendo l'altro fare un'espressione quasi
offesa.
"Come
mai il tuo si chiama in quel modo? I nomi li inventate?"
"Ah
aha ha... sai, cè stato qualcuno che ha detto qualcosa del
genere. Tempo fa " mostrando un sorriso come un pensiero felice "in
questo caso è stata proprio quella persona a darglielo.
Vedi?
"indicando un cavallo maculato bianco e nero "è un paint e
si
chiama così sia per il suo carattere che colori. E la smania
di
mangiare zucchero. Lei diceva che le ricorda un gioco dell'infanzia,
Zool appunto. E così ha deciso di lasciarglielo. Tutto
qui..."
"Odia
ricevere regali?"
Jd
lo guardò incerto, restando qualche secondo a riflettere
sulla
domanda. Guardò i cavalli, poi in direzione dello Chateau e
sospirò.
"Perchè
lo chiedi..."
"Uno
dei ragazzi mi ha consigliato di farmi perdonare, e da sempre so che i
regali sono ben accetti dalla gente. Così ho deciso di
regalarle
una cosa che le può servire. Così ho fatto fare
questo
pagandolo con il primo stipendio, ma mi ha aggredito..." mostrando il
coltello, per poi guardandolo amareggiato, fra le sue dita.
"Aspetta....
ahhh!" grattandosi il naso "on dovrestimai,
con lei, agire senza sapere. odia le sorprese, odia la gente che fa le
cose per proprio tornaconto, odia... come ti viene in mente di
chiederle scusa regalandole cose? per carità, è
un bel
gesto, ma lei non è come gli altri. NOn cambia idea o cade
nell'amicizia per cose regalate o gesti gentili. Devi essere... cerca
altri modi per farle perdere l'odio. Lavora sodo, impegnati, fai cose
giuste. E mettilo da parte, un giorno magari... ma occupati di cambiare
per far parte di questo posto." gestisolando, mostrando apprensione.
"Hm...."
"Sbrigati,
se cè Kianta agli addestramenti lo sentirò da
qui, il suo incazzamento. Non peggiorare le cose"
Gask
sospirò, lo salutò con la mano e lo
lasciò
là, seduto sotto un albero intento a suonare il suo
strumento in
legno, mentre i cavalli nitrivano e camminavano seguendolo,
finchè il recinto del paddock lo permetteva. Jd
restò a suonare ma lo faceva meccanicamente, guardandolo
andar
via, ripensando amomenti come Zool, i requisiti per
l'introduzione di nuovi membri e... quel giorno.
Un
anno e quasi nove mesi prima
Inquetanza.
Ecco come la chiamava lei. Quel mix di inquetante e
incapacità
di adeguarsi subito a quanto accadeva, che rendeva irrequeti. Mentre
se ne andava, una mano nella tasca che stringeva le siringhe, osservava
le facce degli uomini che, fianco a fianco, formavano una fila compatta
come un plotone di saluto, per tutta la strada mezza asfaltata fino
all'uscita. Anche se ancora non la vedeva, tanto era lontana
dall'edificio.
"E
io che mi lamentavo delle stravaganze degli scemi che dicevano di
essere una gilda di magia. Andiamo, pare di essere di un horror fatto
da ragazzini con attore incapaci di tutto"
Lo
diceva tra sè sussurrando, o meglio borbottando amaramente
mentre vedeva le facce che le scorrevano da entrambi i lati. FAcce
bieche posavano gli occhi su di lei. Chi di traverso, chi
visibilmente male, chi altro minacciosamente, anche storto e
torvamente. Anche se sembravano espressioni simili, si notava quando
uno guardava malamente da uno in maniera minacciosa. E tutta quella
gente sembrava guardarla negativamenteper qualche motivo o spiegazione.
Eppure a loro non aveva fatto niente. E
ancora ad aggravare la cosa, il modo in cui parlavano era cantilenante,
annoiato, scocciato, sputato come per presa in giro e alcuni pure
sorridevano selvaggiamente. Ad un uomo che sorrideva e basta,
guardandola direttamente, lei salutò mimando il saluto
militare
con il dito medio, facendogli cancellare il ghigno all'istante. Come
confuso.
Dopo
aver superato quel tizio di altri due colleghi, si avvertì
un
fischiare e chiamare dallo Chateau, tanto che gli uomini in fila si
voltarono a guardare. Lia si voltò per capire,
chiaramente
il tranbusto non era normale da come si comportavano gli uomini
intorno. E poi si sentì come un passarola, qualcosa
biascicato
tra le fila. "E'
Milan." "Jd
si sta sbracciando" "ma
non aveva una spalla rotta?" "Il
leader chiama dalla finestra?"
Tra
lo sbigottimento generale, perchè non si capiva chi
chiamassero
e perchè, giunse Ribert di corsa col fiato corto, fermandosi
con
una slittata che lo fece chinare in avanti. Respirò a pieni
polmoni e alzò un braccio verso lo Chateau.
"Lia...
anf... ti... vuole..! Jd dice... anf... che devi andare... il...
Leader... vuole.... parlare... conte!" soffiò le parole a
intervalli, cercando di farlo velocemente, mentre Lia restava
a
fissarlo accigliata.
"Perchè
devo ritornare?"
"per
favore, mi sono fatto dal suo ufficio fino ad ora al massimo della
velocità, e ho bevuto un pò perchè in
pausa.
Torna... per favore..."
"Quanti
anni hai per bere al punto che una corsa ti fa stare così?
Non dovresti essere allenato?"
"Carina,
Ribert al massimo sa fare le scale e per lui è
già
troppo. AH ah ah! Se non fosse per la sua bravura con
l'elettricità sarebbe fuori. E' un peso morto!"
"primo,
chiamami carina di nuovo e ti faccio spuntare le due cose che credi
preziose dalle orecchie. Secondo, il fatto che uno non sia portato per
le attività fisiche non significa che sia inutile o stupido.
Anzi, a volte valgono due volte di quelli che si pompano solo per
apparire... " proruppe lei, confrontandosi faccia a faccia con il tizio
che aveva parlato "chi lo sa che chi si pavoneggia solo per i muscoli
un giorno non finisca a pedate nel culo fuori da qui, perchè
troppo vecchio e questo qui non diventi il vice del Leader. A ognuno la
sua caratteristica. Ragiona così e sei solo stronzo..."
La
discussione si interruppe, mentre l'uomo si incavolava come un pazzo,
per qualcosa che si conficcò vicino a loro. Quasi un metro,
forse poco più prima di dove stava discutendo e l'uomo
arretrò, guardando l'oggetto. Lia fissò la cosa.
Una
freccia con un piumaggio particolare tremolava dove era riuscita a
conficcarsi, mostrando qualcosa di bianco, legato.
"Ma
in questo posto fate tutto fuori dall'ordinario? Un telefono? Un
messaggio? Qualcosa di istantaneo?" disse Lia rivolta al ragazzo e
guardandosi intorno, fissando chi la attorniava.
"Il
tiro con l'arco è..."
"Si,
si. Sarei stata più colpita se avessero preso qualche
tacchino
pomposo anche su una coscia, non proprio su una chiappa..." guardando
l'uomo con lui stava discutendo sorridendo "ma mi aspettavo
cose
più veloci di una strepitata alla finestra, spolmonandosi da
un
kilometro. Sono sicura che tutti voi avete un telefono. Per
carità, di questi tempi è più sicura e
privata una
lettera sparata con una freccia, fa molto altri tempi, ma in questo
caso pure Giulietta e Romeo si sentirebbero mortificati per voi..."
Si
avviò, dopo aver sbuffato, verso lo Chateau e rifece al
contrario il percorso, vedendo man mano avvicinarsi Milan alla finestra
e si chiese cosa gli passasse per la testa per far scoccare frecce e
urlare da decine di metri. E notò Jd alla porta.
Perchè
stava tornando indietro, si chiese? Poteva benissimo andarsene e tanti
saluti. Eppure
fu una decisione fatta d'impulso. Raggiunse
il giovane sulla soglia del portone principale e, alzando la mano per
farlo tacere, lo superò, avviandosi per le scale. Perfino la
donna che l'aveva accompagnata strampolava sui tacchi per raggiungerla
sulla scala, ricevendo un silenzioso proseguire non degnandola e
indirizzarsi verso l'ufficio di quella persona. Assurdo
lui, assurdo questo posto, assurdo quanto le persone più
strambe
siano quelle che erano capaci di grandi cose. Come far cadere in
ginocchio il mondo a quel modo. E
a me, cosa importa? Fu una domanda intima comprensibile, eppure era
perplessa. lei doveva andarsene, punto. Perchè le era
sembrato
strano quel comportamneto solo per attirare la sua attenzione? E
fermarla?
"ma
chi ha scoccato la freccia?" sbottò tra sè ma che
fu udita dalla donna,
"Oh,
il nostro Leader. E' un ottimo arciere, tanto che ha vinto molti
tornei, anche perchè lui utilizza archi e frecce vecchio
stampo,
non quegli arnesi moderni che lavorano per te..." poi vedendosi
guardata malamente dalla ragazza rispose più piano
"così
dice lui!"
"Ha
un arco in ufficio? Seria?"
"Ha
una stanza attigua dove mette in mostra le armi che ha collezionato,
personali, di un certo pregio. Credo che abbia usato quello
fatto
a Mano di Legno mongolo, di pregio che usa solo per
dimostrazioni
con amici e clienti. O magari era quello..."
"Si,
ok. grazie. ora può andare, conosco ormai la strada..."
disse
tagliente verso la donna che sembrava adesso quasi incerta su cosa fare.
Non
la sentì per niente finchè non raggiunse
l'ufficio,
bussò con le dita e si fiondò dentro, senza
aspettare
l'invito. Un'azione che fece infuriare la donna, lamentandosi di
maleducazione. E questo non piacque a Lia.
"Senta,
conosco benissimo, e perchè sono io, la giusta educazione e
come
comportarsi ni molte situazioni. Ma direi che, dopo aver visto un tizio
scapicollare come un indivolato per chiamarmi, mentre una freccia gli
sfrecciava sul capo per fare la stessa cosa, rendano la diligente
attesa della risposta del padrone dell'ufficio, irrilevante. Ora, se
vuole retrocedere e permetterci di conferire..." allungando
una mano tesa verso la porta, aperta dopo che era entrata,
fissando la donna con severità. La stava mandando
fuori
meglio che poteva, ma lei era ancora sulla soglia, sfregandosi le mani.
"FUORI!"
facendola sobbalzare e scappare, sbattendo la porta.
Una
risata cristallina proruppe nella stanza e Lia si voltò,
mezza
infuriata. Quella donna prima la trattava con superiorità e
poi,
perchè era stata richiamata, come se dovesse accompagnare
qualcosa di pericoloso che non sa gestire. E Lui rideva.
"Se
continui così finirai davvero per litigare malamente con
qualcuno. E rischi davvero che una delle tue paure prenda forma..."
"A
cosa devo i tuoi richiami... folcloristici"
"EH,
lo so. Guarda, guarda questa meraviglia..." mostrandole un grosso arco
sopra la scrivania, poggiato su panni che sembravano velluto. Tre tipi
di legno di colori diversi svettavano contro il tessuto " Preciso,
magnifico, di valore... Arco Tradizionale Mongolo in fibra e legno,
adatto anche ad allunghi superiori e fino a 32 pollici, ambidestro. Non
è uno dei più preziosi per legni e materiali, ma
ha il
suo costo e comprato proprio da un vero artigiano. non quelli che si
trovano adesso che sono fatti in serie e non calibrati per il
portatore. Questo... è personalizzato! Ma... si, ok. Ti ho
chiamato perchè avrei bisogno di parlare con te. " accorosi
alla
fine che sembrava offesa e scalpitante per l'attesa.
"Di
cosa. Della tua collezioni di armi? Mi hai fatto tornare per questo? Io
dovrei.."
"Si,
si. E' proprio di lui e alcune cose che hai detto, che vorrei...
chiarire?!? Discutere? O..."
"Cosa
vuoi..." incrociando le braccia nervosa e stanca.
"Mi
auguro che già l'effetto non sia svanito. Vorrei parlarti
dei
discorsi su questo posto che ti sei lasciata sfuggire... Ho
riflettuto, mentre tu parlavi con Jd di sotto ho chiamato
velocemente mio fratello e... Ho deciso di trattare certe
cose
con te per capirle meglio. Come ha detto mio fratello, mi hai aperto un
mondo..."
"Ah...
addirittura..."
"Non
fare la polemica. Siediti qui" indicandole una delle poltrone
"perchè ho bisogno di un altro parere, mente, occhi... Su,
non
abbiamo tutto il giorno!" prendendo carta e penna dalla scrivania e
dirigendosi verso la zona con divani e poltrone.
Ricordo
che è una storia scritta di seguito, anni fa, senza rileggere ma
postata perchè mi hanno detto che valeva. Ma non è
riletta o modificata o simili.
"Parlarne
qui non ha senso, devo mostrarti una cosa e là saremo più
comodi" prendendo dei libri dalla libreria di fronte e qualcosa dalla
scrivania.
"ossia?" parecchio irritata
"..."
fissandola per un momento "non quello che credi. Non ho ancora fatto
fare delle modifiche più... moderne a questo ufficio! Anche
perchè ormai passo più tempo lì che altrove, o in
questo posto negli ultimi tempi. Quindi ho bisogno della Sala delle
Analisi e Pianificazione. Non puoi immaginare le cose che ho
fatto mettere lì.."
"Ma stai a dire che hai una stanza dove pianifichi e analizzi?... lasciamelo dire! Non me lo aspettavo..."
"Non
mi sfottere, un ufficio è un ufficio. Mica posso portare tutti i
membri del consiglio qua dentro. Fanno già casino abbastanza in
generale, non qui. Grazie"
"Quindi sarà una stanza della guerra con computer e roba simile?" sfottendolo.
"Ma
va, pensavi fosse la sala controllo per il lancio della Nasa?... io non
ci capisco niente di tecnologia, faccio fare agli altri. Magari potessi
essere un genio che crea roba da se che rimangono nella
storia!... "facendola sorridere "Ma posso vantare qualcosa di simile,
con i sacchi di grana..." facendole l'occhiolino sfiorandosi le dita ad
indicare i soldi "... aspetta però che non trovo la scheda..."
"Mi devo preoccupare per caso? Questo ufficio maestoso, tutto in perfetto ordine e non trovi una scheda?"
"La
scheda di accesso! Per entare! NOn siamo tutti perfetti, permettimi di
dimenticare dove metto le cose, dovendo correre sempre... ah! Eccola.
Perchè l'avevo messa qui? Boh, il punto è...
"chiudendo il cassetto e avvicinandosi a lei "che qualcosa in testa mi
dice di chiederti delle cose..."
"Mh... almeno non sono pareri di trucco e moda, sono negata...." atteggiandosi a spavalda che prende in giro.
"Simpatica...
ma potrei anche dirteli i miei segreti. So che alludi a quello! Ma
prima..." alzando il dito indice della sinistra per poi premere un
pulsando nascosto in un pannello di legno inciso, che rientrò
"... cè qualcosa che voglio tu sappia!"
Lia
restò a fissare una parte del pavimento che scorreva sotto la
libreria, rivelando delle scale. Si trovava nello spazio tra la
libreria, la finestra e l'angolo più vicino della scrivania, e
lo aveva visto camminarci sopra, senza notare niente. Si vedeva prima,
questo panello o quel che era, se si osservava per curiosità?
"Tu
non puoi immaginare i passaggi segreti, le stanze chiuse senza finestre
o sbocchi, i mini corridoi che danno verso le altre stanze sparsi per
il maniero. Credimi, sono ovunque e senza che te ne accorga, tanto che
l'hotel di H. Holmes in confronto è una casa di bambole.
Molti cèrano, altri li ho fatti fare io, neanche i
Capitani e tenenti della cerchia del consiglio dello Chateau ne sanno
niente. Diciamo che, a parte i miei tre amici e mio fratello, solo io
qui attualmente ne conosco ogni ubicazione e modo per attivarli o
entrarvi."
"Fammi
indovinare, è il modo che usi per tenerti, e mantenere, le tue
amanti all'oscuro degli uomini? Magari mentre strepitano che vogliono
un paio d'ore libere per... ricrearsi, mentre tu hai l'harem qui sotto?"
"Se fossi stata un altro me la sarei presa, ma seitue...
levati quel sorrisetto dalla faccia. Non faccio queste cose e io... non
ho bisogno..." con un sorrisetto malizioso "ma te lo spiegherò,
andiamo per ora. Devi vedere... " iniziando a scendere. Lia
guardò prima lui mentre scendeva, poi la stanza intorno a se,
chiedendosi se la parte scorrevole si sarebbe richiusa. Eppure,
nessuna paura. Così affrontò le scale. Da quello che
sembrava un luogo in penombra, si attivarono in qualche modo delle
lampade a luce fredda da farle chiudere gli occhi un attimo per
ambientarsi, e scoprì che non erano in un ambiente nuovo, ma in
una sorta di corridoio stretto che prendeva varie vie. Quelli che
sembravano oggetti erano invece dei pannelli di legno o ferro
scorrevoli.
"Te
l'ho detto che è un ambiente antico. Questo... quelli che vedi
sono gli antichi metodi per spiare e controllare la gente nelle stanze.
Ci sono dipinti o decorazioni con degli spiragli ove guardare. Si
spengono qui le luci, si fanno scorrere silenziosamente questi pannelli
e vedi e senti cosa accade dall'altra parte. IN alcuni ci sono solo dei
tubi per sentire solo la voce, come per i fari nei primi del
secolo scorso sai. Tubi che attraversano le stanze collegate ad
aperture mascherate nelle stanze che finiscono in questi corridoi, con
una sort adi piccolo cornetto dove appoggiare l'orecchio. "
"E' per questo che non lo sanno gli altri? Hai paura che ti controllino?"
"Ni...
tranne chi decido io, nel corpo principale, questo, ci vivo solo io e i
capitani nelle ale. Ho un appartamento enorme diviso per vani come
Maria Antonietta, infondo siamo in Francia e questo edificio è
stato modificato nei secoli, ma tutti gli altri vivono nelle nuove ale.
Solo i capitani vivono nelle due braccia dell'edificio originale, ma
nei piani più bassi. Io e chi decido io, nelle stanze in alto e
solo io attualmente conosco questi passaggi. E si, molti conducono
anche in molte camere tra i vari piani, ma non li uso quasi mai. Sai,
è difficile trovare qualcuno di cui ti fidi tanto da rivelare
certe cose..."
"E
lo stai dicendo a me..." rispose di colpo lei, scostandosi da una
feritoria dove si notava una stanza pregna di tessuti color porpora e
divani imbottiti. Almeno era quello che aveva intravisto per un attimo.
"Non
hai forse detto che te ne stai andando? Dovrai sigillarlo nella tua
mente, portandotelo dietro fino alla tomba perchè due persone
possono mantenere un segreto per sempre, solo se uno di loro è
morto. E tu, è quello... che vuoi, no?" sorridendo beffardo.
"e
tutte le azioni più sinistre che hai fatto? Mi stai dicendo che
me le racconti e ti liberi solo perchè io li conserverò
nella morte?"
"Oh, che parole poetiche. Ni..." ridacchiando
Milan
proseguì per vari corridoi, sempre seguito da lei, finchè
non usarono altre scale varie volte. Era chiaro che stavano
attraversando i vari piani, nascosti da quelle pareti segrete.
"Milan, dove siamo diretti?"
"Al
Core dello Chateau. Là dove nessun altro se non mio fratello ed
io entriamo, tranne rari casi. Solo in un ambiente ho portato Jd, ma
avevo bisogno che tenesse una cosa. Ma adesso vedrai..." Scale
su scale, sembravano interminabili, tanto che lei iniziò a
sentire le gambe stanche e si preoccupò che l'effetto del
medicinale fosse finito. E Milan continuava a parlare, parlare.Sembrava
ad un certo punto che lei si sentiva il fiatone, che Milan si fosse
fermato e non vi erano altre scale. L'ambiente
che trovarono alla fine dell'ultima scala era nettamente più
moderno. Telecamere e porte a pressione azionate da codici, con
pavimenti di metallo e muri bianchissimi. Milan digitò, si fece
scansionare le retine e oltrepassò con lei tre porte simili, ma
con metodi di apertura differenti, dagli occhi, alle impronte delle
dita a quelle delle orecchie. E ogni volta che lui si voltava, la
trovava con le sopracciglia aggrottate a fissare ogni cosa con la testa
reclinata di lato, a volte con l'orecchio parallelo alla spalla.
"Vadiamo, da cosa possiamo cominciare il tour..:"
"Perchè dobbiamo fare..:"
"Sh! perchè voglio io... vieni, ti mostro la Sala della Tela"
"Tela..."
Dopo
l'ultima porta si erano trovati in una sorta di spazio circolare
enorme, suddiviso da porte, con un pilastro così grosso da
far paura, circondato da piante decorative, così come gli angoli
rientrati tra quelle che sembrano porte per qualcosa. Tutto era bianco
lucente, quasi innaturale contro il colore delle porte in ferro
massiccio e i pavimenti caldi di qualche marmo scuro ma non
nero.Quell'ambiente circolare era così enorme, che se non vi
fossero state le zone di luce direttamente a muro sul tetto come in
penombra, senza apliche o vere e proprie lampade esterne, non avrebbe
visto la fine.
"Ma quanto è grande?"
"Quanto
tutto lo Chateu, nuovo e vecchio insieme. Se ricordo bene dovrebbero
essere 29 acri e più, adesso però non ricordo se compreso
i boschetti... mi hai fatto venire il dubbio adesso, non ricordo se
sono anche nostri! Controllerò, comunque qua sotto si estende
anche sotto i giardini... Ah e per la cronaca, non ho preso l'ascensore
che non hai visto, ma siamo parecchio, parecchio in
pronfondità che non riuscirai mai a capire quanti metri
sottoterra siamo da quelle scale. Ma diciamo che, anche senza i
rinforzi di questo posto, mai, nenahce per un terremoto, lo Chateau
crollerà qui."
"Aspetta, tutte quelle scale..."
"Non
te nei sei accorta perchè parlavamo, ma siamo così in
basso che lo Chateau a confronto, se visto da qui ha le dimensioni di
un campo da calcio. E lui ne supera... accidenti, non ricordo se otto o
dodici in dimensioni totali. Si vede che non prendo le carte da un
pò... comunque..:"
"Non ci credo. E' come se fossimo in una miniera? Ma quelle scale..."
"Secondo
te perchè ho parlato tanto? Quando la mente è occupata
tempo e spazio cambiano, vero? Che scendere e basta... però come
ho detto siamo davvero tanto in profondità. Se avessimo preso
l'ascensore avremmo fatto molto prima, ma no nsarebbe stata la stessa
cosa. Io stesso uso le scale per un motivo. Mi permettono di pensare
nel frattempo... puoi ancora non crederci, ma siamo tantissimo
sottoterra. E ora, andiamo alla Sala della tela."
Si
appropinquò verso una porta in fondo all'ambiente e la
azionò, entrando. Lia scoprì che era un immenso atelier.
Decine e decine di abiti protetti da cellophane, divisi in appendiabiti
a barra come si vede nei cinema con le rotelle. Una barra a ruote
con decine di abiti affiancata ad un'altra, disposti uno a fianco
all'altro, quasi a riempire quella stanza gigantesca e altri alle
pareti su quei nastri trasportatori tondi da lavanderia che si
innalzano verso l'alto. Sembrava di essere in qualche set
cinematografico o magazzino di mostre su abiti.
"la
Sala della Tela. Non chiedermi il nome, mi è venuto così
per renderlo figo" prendendosi una strana occhiata da lei "qui teniamo
abiti di varie epoche e stili, ovviamente con le stoffe migliori.
Sono di qualità superiore degli stessi atealier, sia storici che
moderni. Questi abiti costano quanto il debito pubblico di una nazione,
e non tutti. Solo una parte..."
"ma perchè..."
"Perchè
amo gli abiti e indossarli. Te l'ho detto. Da piccolo ero povero,
mettevo addirittura gli abiti di mio fratello quando non potevamo
prendere di nuovi, sopratutto quelli della domenica per la messa. O per
le feste dove dovevi essere vestito meglio. Ho un debole per
abiti fatti su misura, anche per quel motivo, e delle stoffe migliori.
E amo lo stile settecento o ottocento. Come vedi da cosa indosso,
prendo spunto da quegli stili e li ritengo davvero grandiosi per un
uomo. Anche ora grandi industriali, presidenti, pezzi grossi si vestono
con giacca, cravata... NOn saprei dire... mi sento a mio agio quando li
indosso!" guardando le fila di abiti intorno.
"Ma tutti questi abiti sono tuoi?"
"Ah
ah ah, no. Ci sono miei, ma anche di Dorde e da donna. Abbiamo
avuto bisogno di qualcuno che ci accompagnasse e facesse bella figura,
così prendiamo uno di questi abiti col patto di ridarcelo non
rovinato, subito dopo. Anche perchè, molti sono di stilisti
famosi e di stoffe che costano un rene, in base al metraggio
utilizzato. Ma non solo, abbiamo organizzato per certi soggetti
danarosi e potenti anche feste in maschera e di compleanno particolari.
E ci vogliono gli abiti adatti, sopratutto se sei l'Ospite,
l'organizzatore. Ci sono stili medievali, rinascimentali..."
"Vuoi dire che qui hai una collezione di abiti storici?"
"Di
ispirazione storica, si. E non a caso sono amante ed esperto di scherma
moderna e medievale, o storica, come vuoi metterla. Molti uomini qui
allo Chateau conoscono queste antiche arti di combattimento, ma non
solo, e le utilizzo per spettacoli in queste feste. Non puoi
lontanamente capire quanto piaccia alla gente qualcosa del genere.
Evadere dalla quotidinità moderna per ore di immersione in feste
di stampo antico. Anche i cibi sono di rievocazione storica,
così la musica... Ma gli abiti, quelli sono importanti. Ci sono
stati anche premi per gli ospiti con abiti migliori. Certo, mi è
costato un pò organizzarle. Ma tra la musica, gli spettacoli di
danza, combattimento e tornei, le cibarie e altre minori, non sai
quanto invece ho ricavato. Perchè mascherato da prezzo di
partecipazione ho messo su un gruzzolo niente male, alla fine."
"Aspetta, se hai speso un tot per organizzare tutto..."
"Camerieri,
cuochi, guerrieri, ballerini, altre figure di servizio sono tutti miei.
Quindi darò loro un extra ma ben diverso dal pagare totalmente
tutta una serie di figure esterne. Le cibarie, molte già
pronte, me le procuro a poco da persone che conosco che mi fanno
un buon prezzo, sopratutto che compro all'ingrosso. Sempre però
di qualità, ma comprando grandi quantità mi costano meno.
Poi i miei cuochi preparano il resto. A volte le feste avvengono
qui allo Chateau o in un'altra dimora, ma dipende, appunto, dalle
persone. POche conscono e vengono qui. il punto è che come in
passato anche adesso, l'abitofail
monaco. Come si dice nella tua lingua. Se qualcuno vedesse un uomo
trasandato, automaticamente lo etichetterebbe come povero, magari
malvivente e simili. Ma uno come me, osservato adesso, sarei magari
considerato qualche manager o pezzo grosso. Senza sapere nulla di me. E
di chi si fiderebbero tra i due? Quindi ecco... "Abbaracciando con le
mani aperte verso gli abiti la stanza "... perchè ho questo
tesori. per me sono tesori, molti creati proprio da modelli originali e
illustrazioni di epoche passate, maggiorando con le stoffe il valore.
Quelli in vendita o in affitto da sartorie storiche valgono un quarto o
un terzo di questi. Magari cè qualcosa per te che..:"
"NO!
Non credo... io e gli abiti femminili non andiamo d'accordo,
semplicemente perchè addosso a me non rendono. Mi sono bastati
gli abiti che mi obbligavano ad indossare, che sul mio fisico o in
generale su di me, non andavano. Li lascio volerntieri a
donne in tutti i sensi..:"
"...! Come vuoi. Allora ti porto in un altro settore. La Sala dell'Arte"
Uscirono
da quella ed entrarono in un'altra opposta, completamente piena in ogni
angolo di dipinti, statue, anche trittici di legno o intere pareti
sradicate e posizionate lì dentro. L'unica differenza con
l'altra era che ogni tipologia era divisa in stanze con pareti
trasparenti.
"Come
per l'altra, anche qui cè un ambiente controllato e adatto. Per
i dipinti un controllo mirato di temperatura e umidità, diverso
dalle altre categorie dell'arte. Qui ho tutta una selezione di
creazioni artistiche di vario tipo, dal più antico al moderno.
Ci sono anche dipinti e opere che ho recuperato dal bottino nazista
da..:"
"nazista?"
"oh,
si. Forse lo sai, ma le opere venivano portate in treni specifici
dritti in germania. COn la caduta, molti gerarchi scapparono o vennero
aiutati a cambiar vita, tenendo per sè però certi
segreti. Come stazioni sotterranee abbandonate segrete e bunker mai
svelati. Molti hanno vissuto fino alla morte in pace in paesi
caldi con altre identità, portando la gente di quei luoghi a non
immaginare quali demoni avessero vicino. Altri sono stati scovati,
anche da persone che conosco e sono riuscito a farmi dire alcuni
segretucci che neanche il governo attuale tedesco ne è
conoscenza... così ho trovato una stazione segreta in germania
con ancora vagoni e treni interi, lasciati come erano anni prima,
ricchi di cose! Ed eccoli, conservati qui. Tesori rubati tornati alla
luce e protetti..:"
"Quindi stai dicendo che tieni qui sotto opere considerate perdute e che nessuno sa esistano ancora?"
"Esatto,
esatto. Perfino il governo russo continua la ricerca della leggendaria
e preziosissima camera d'ambra del palazzo della grande Caterina di
Russia. Ma anche ori e pezzi del valore incalcolabile presi e mai
ritrovati. Quelli, nonostante abbia tentato come un disperato
perchè amo l'arte come mio fratello... bhe, ho fallito. Ma
questo non ha interrotto l'amicizia, l'appannaggio e legame con quel
paese. Sanno bene che se avrò notizie, loro li riavranno. Ma
questi non posso certo ridarli ai proprietari, chiunque ora siano.
Significherebbe dar conto a tutte le autorità possibili di chi
erano le fonti, cosa ho trovato in quel luogo e perchè non ne ho
dato notizia. Ah, se lo avessi visto. Una stazione splendida,
nascosta da un muro, dopo aver sradicato traverse e binari.
Finora solo io e altre persone conosciamo quel posto, che cela
quello splendore di ingegneria dei primi del novecento e treni
immacolati e straordinari, non toccati dal tempo. Hanno un certo valore
ma sai, li sto conservando..."
"per rivenderli ad appassionati del genere al doppio..."
"No...
fin da piccolo ho sempre sognato un treno e un binario mio. Come nei
libri di Agatha Christie o gli Zar o altri regnanti, con il loro treno
e vagoni personali per viaggiare veloci, indisturbati e comodi. Bene,
voglio istituire una linea personale per me o altri che decido,
vogliono fare un viaggio in treno in stile... originale. Ecco
perchè li conservo..."
"Oh... ora capisco. Interessante... ma per te sarà facile, sei un pezzo grosso, no?"
"Esatto,
esatto... diciamo che dopo aver faticato tanto, voglio un pò di
frutti. Ma non quelli di ogni riccone del mondo. Si può dire che
io desideri piccole cose che un tempo erano possibili solo a ricchi,
adesso fanno ridere. Ma per me sono il sogno di un bambino povero
che le desiderava e ora le rende reali. Ecco perchè in un
certo senso capisco cosa desideravi e hai perso... "
"..."
"Ti
mostrerei le opere una ad una ma staremmo ore, cè moltissimo da
dire su ognuna, meriterebbero davvero giorni. ma tu hai un...
appuntamento. No?. Vieni proseguiamo per un'altra sezione. La chiamo
Sala della Luce"
Varcarono
la porta di un'altra mostruosa stanza che pareva interminabile, piena
però di teche di vetro di vario tipo di gioielli e tesori,
di materiali preziosi. Milan
passò lentamente davanti a tutte le teche, mentre Lia in
silenzio vedeva monili di ogni tipo, foggia, stile, età. E
quella enorme stanza ne era satura, riempiendo ogni teca che si elevava
ad altezza uomo sia se quadrata che rettagolare.
"Qui
conservo ogni... diciamo pagamento che mi è stato fatto. Ci sono
persone che non conservano nei caveau denaro, ma beni materiali di
questo tipo e li usano per pagare. Ho anche venti piani di lingotti
d'oro, piani nel senso dell'altezza dei lingotti, ma come questi
gioielli, avendo per altri lavori risorse liquide e veloci, li porto
qui. Nessuno conosce questo luogo, sa come entrarvi, ha i
più moderni e pericolosi metodi di protezione, quindi posso
tenerli così, senza caveau. Non sono meravigliosi? Ho pezzi
romani, vichinghi, egiziani ma non solo, per passare a ogni epoca
passata. Molti pezzi mi sono stati dati proprio per il loro valore sia
storico che dei materiali. Ho anche i pendenti della memoria, quelli in
argento che all'epoca valeva, con ciocche di capelli e foto di chi si
voleva ricordare. Anelli maschili e femminili con zone cave segrete, un
anello romano in oro che è il mio preferito e vorrei farne fare
una copia. Ci sono pezzi come questo che da quando li ho visti ho
deciso che mai li venderò. Qualcosa mi attrae e lega a
loro, ma per evitare che mi venga voglia di indossarli, sia mai
che si rovinino dopo secoli senza danni, li tengo ben custoditi qui. Ma
una copia la voglio. Pensi che stia esagerando?"
"No.
Anche io volevo degli oggetti, in argento visto che indosso solo questo
materiale, a cui tengo. Come un ciondolo antico, composto al centro da
una labradorite fire blu, con una ghiera sottile a torchon, formano
come quattro lati quattro onde, una specie di foglia o qualcosa
di simile a forma di S si collega all'altra formando da una parte una
sorta di semicerchio apppuntom e dall'altra a formare una punta.
Quattro volte onda e quattro una punta. Il tutto circondato da decori
in stile filigrana che terminano con archi e punta. ma dovresti vederlo
per capire. Ma ci sono affezionata e avrei voluto indossarlo. E poi
orecchini a forma di ricciolo, braccialetti a cerchi concatenati e
l'anello dal quale non mi separerei mai...."
"Un regalo importante?"
"No,
non è antico, solo quel ciondolo lo è, ma dal
momento in cui l'ho visto ho avuto il bisogno di averlo. Mi piacciono
molto i giochielli chiamati Scripta, gioielli di varie tipologie e
fogge con delle parole incise a mano sopra. Quello che amo dei
gioielli, quelli fatti davvero bene, sono da orafi che creano un solo
gioiello con le loro abilità e le capacità di incidere,
con strumenti a mano, senza quelli meccanici, parole e incisioni vari.
Trovi un bravo orafo se è capace di usare i bulini. Se sa
incidere e creare lettere e disegni con quegli strumenti a mano, hai un
ottimo orafo... ama anche le filigrane antiche... "
"buono a sapersi. Quindi hai fatto fare l'anello?"
"No,
ammetto che facendolo fare da me era impossibile. Non ci sono
più orafi che fanno cose come un singolo anello con una scritta
sulla fascia, peggio se bombata. usalno solo le macchine e per la
bombatura non riuscivano. Così hanno detto. Facevo una ricerca e
ho trovato per caso l'anello della St. Justin in argento, chiamato
Welsh love ring. Ne ho uno che lo ricorda che portai anche in Irlanda
con quella persona, e tra l'altro ancora non ho capito come fosse
sparito mescolato fra la roba che avevo in quel cassetto e poi
magicamente ricomparso. E lei che diceva che potevo essere io ad aver
incasinato le cose, quando lo mettevo sempre in un a ngolo a
sinistra, proprio per prenderlo facilmente. Comunque
sul'originale...Ricordo che l'ho guardato e ho detto, è mio. Poi
ho letto la descrizione e il significato delle parole e l'ho desiderato
ancora di più. Senza motivo, ma qualcosa mi diceva che era
mio..."
"Cosa diceva quella scritta?"
"Un
fodrwy i ddangos ein cariad; Un fodrwy i’n clymu. Un anello per
mostrare il nostro amore; Un anello per legarci. A quanto pare è
ispirato al vero anello di Llywelyn che discendeva da Lady Godiva, che
si innamorò di Joan, figlia del re Giovanni d'Inghilterra,
nel 1206. Uno dei più famosi e amati Signori del Galles e
l'anello d'amore gallese, incarna l'amore tra queste due persone
nella loro lotta per scongiurare le invasioni dall'Inghilterra. Inoltre
da cosa ho letto sembra che fosse da questo che un certo scrittore
prese e modifico, e allungò, una famosa frase per
descrivere una storia famosissima del fantasy legata a degli anelli.
Eppure senza leggere quel testo, vedendo solo le foto, sai sul
motore di ricerca nella sezione immagini, l'avevo considerato per me.
Mio. Fu così che tentai di averlo ma era di un brand gallese.
Comunque un giorno volevo averlo, ma penso che non accadrà mai.
Comprarlo da là costava davvero tanto, arrivava al prezzo di una
fascia in oro, pensa. E non avendo soldi ho solo desiderato
averlo, come quel ciondolo e basta. QUindi quel che dici non
è assurdo. Non sono poi persona che giudica su queste cose, sono
ben altre le questioni su cui gettare un pensiero"
"Mi
spiace che tu non abbia potuto avere cosa desideravi, ammetto che io ho
qui tutto questo, eppure non mi interessano affatto tranne
quell'anello, eccolo." mostrandole un antico anello romano, ma
prima che potesse vederlo, lui si ricordò di una cosa e la
chiamò in un'altra vetrina.
"Il
pezzo di maggior pregio di questo posto, che da solo vale miliardi
attuali, è questo. L'intagliatore ha a quanto pare a
comprato grezza questa gemma dandole il nome Heelal, universo, per le
inclusioni. Era appassionato di stelle e universo, quindi eccolo...
Più che pagamento è stata una donazione di una persona
che da povero è divenuto abbastanza ricco da averlo. Parlo
ovviamente del solo diamante..."
"Un diamante... blu? Come l'Hope?"
"oh, lo conosci! E' raro che, parlando con qualcuno, questi capisca tutto ciò che dico..."
"Credimi,
siamo in due. Una volta sono stata pure trattata malissimo al liceo per
una cosa che riguardava una stampante... ignoranti!"
"Stampante?"
"Si...
eravamo in una classe con un pc e al solito quelle che se la
tiravano e prendevano smepre più di tutti, facevano le
professorine , quando non se sapevano invero nulla. Accadde
così... Una, Maria, faceva la scema al solito dicendo che quando
arrivava a casa sua il tecnico per controllarle il pc, gli
avrebbe fatto tante di quelle domande che, parole sue, sarebbe stata
tecnico anche lei. Ebbene, io dagli undici anni avevo a che fare con i
pc dal famoso pentium e pentium due, che da noi arrivavano sempre
più tardi. Fatto sta che da sola, essendo sempre sola, imparai
e lessi così tanto da aprirli e ripararli da sola. Dopo un
pò comprai io stessa i pezzi dope aver studiato le
caratteristiche e assemblarli. Mai capitò una volta che un mio
pc avesse problemi, tranne di vecchiaia, diciamo. Studiai anche
il funzionamento dei modem, e altre cose comprese le stampanti. Al
tempo ai miei il pc serviva per lavoro, era obbligatorio, quindi
accettavano di pagare. Non compravo roba costosa ma la fascia era buona
e non scarsa e non avevano mai problemi. Tranne appunto se usati troppi
anni. Quel giorno l'altra, la famosa Elisabetta del cento su cento,
disse che doveva provare la stampante nuova che suo padre aveva
comprato, ma era così straordinaria da far foto
meglio di quelle del fotografo. Al che io, sapendo le
differenze tra bubblejet, piezoelettrica e laser, oltre a quella ad
aghi, le chiesi quale versione fosse e quanti ugelli avesse,
così dal numero potevo calcolare le prestazioni... ebbene,
mi guardarono tutti con schifo, risero di me e mi trattarono
negativamnete. NOn sapevano neanche di che parlassi, quelle che
prendevano più di tutti e si vantavano di sapere sempre tutto e
io, stando sempre sola, non avevo compreso che per loro ugello
significasse altro. Ma per loro la figura vergognosa l'ho fatta IO!
Come quella volta che quella Maria non sapeva far funzionare l'audio
del pc con le casse e , tornata a posto, disse che non cèra
niente da fare ed era rotto. io allora mi alzai, andai nella vaschetta
di windows in basso, aprì la scheda delle impostazioni e
controllai i driver, aggiornandoli nel caso. Ebbene, dopo aver chiuso e
averli sentiti che mi prendevano in giro perchètu ...
ebbene, riaprì il brano che aveva spostato in documenti ed ecco
che funzionava senza problemi. Ricordo ancora il silenzio di tomba
perchè avevano fatto una figura tutti di cacca che volevo
ridere... quante cose ci sono così, eppure alla fine sono stata
sempre io quella strana e sbagliata. E sapevo sempre di cosa
altri parlavano, come il fatto dei biscotti. Il marito di un'insegnante
chiese a tutti se sapevamo perchè si chiamassero
così, e io alzai la mano e dissi che era così per
la doppia cottura. Ebbene tempo dopo si parlò del fatto che io
sapessi cosa significasse latente, mentre loro no, e ripeto primi anni
delle superiori, e mi dissero che dovevo aver barato. Come per la
questione dei biscotti, la famosa Elisabetta disse che lei aveva
risposto prima di me e io avevo copiato la sua risposta, vantandomi.
Non hai idea la voglia di morderla al collo che avevo..." mostrando uno
sguardo irato e omicida
"Capisco... e comprendo anche il
perchè di tanta tua rabbia! però posso constatare che
realmente sai sempre di cosa parlo e a cosa mi riferisco, mentre
loro... potrebbero dire lo stesso?"
"Non credo, il problema è che
questi nella società hanno famiglia e carriere e sono visti
meglio di me. Non per niente da piccola mi rivedevo in Leopardi e e il
suo passero. Quanto lo consideravo e al tempo stesso odiavo Leopardi
per le sue poesie. Sai, cè stata anche una cosa con una sua
poesia tra l'altro..."
"Ossia?"
"La poesia A Silvia... alle medie. Le prof mi odiavano a morte perchè non ero come le altre e ricordo bene chequellaci
disse di aprire la pagine dove vi era la poesia e leggerla noi, a
mente, per vedere cosa ne pensavamo. Ricordo che iniziai a leggerla e
vidi che vi erano tante domande a questa persona, ma sembrava
come se non vi fossero risposte, anzi, come un qualcosa di chiesto ma
non detto, solo pensato. E poi la continuai. QUando la prof ci
chiese cosa ne pensavamo iniziò a parlare una stronza che si
chiamava proprio Silvia che era uno schifo di persona disse solo, e non
posso dimenticarlo.
Io rimasi un pò così, perchè invece di pensare
come me che cèrano tante domande verso una persona, ma non
sembrava esserci mai una risposta, lei aveva solo puntualizzato che
cèrano... punti interrogativi! E sai cosa disse la prof? Le fece
i complimenti per l'acutezza di mente e che lei era così
sensibile da aver capito la poesia, mentre puntandomi con gli occhi
come un seguio su un fagiano, disse come proprio a me ma doveva essere
a tutti, che non tutti purtroppo avevano un animo e una
sensibilità del genere. Quanto mi venne da piangere, ma mi
trattenni. Ma d'altronde, è la stessa prof che mi mise col
banco a solo perchè secondo lei ero una distrazione per gli
altri, e un giorno chiesi di andare in bagno e al solito modo sgarbato
me lo concesse. Al mio ritorno, che avevo dovuto aspettare una
ragazza, mi sbraitò con occhi furenti chiedendomi dove fossi
stata. Non credo di essere stata fuori che cinque minuti o un pò
di più, ma nenahce dieci. Eppure davanti a tutta la classe mi
inseguì quasi urlando come una pazza dicendo che mi ero permessa
di andare al piano superiore, per noi off limits, ed ero una poco di
buono. Che approfittavo della sua gentilezza per fare cose proibite.
Io, che rispetto davvero a certe puttane merdose dentro, non facevo
niente di male ne mi azzardavo, se non dopo aver chiesto. Se alle
elementari avevo compagni stronzi che riuscivano a circuire le maestre,
alle medie erano le isnegnanti vergognose e le stronze e stronzi le
seguivano. Prendevano esempio. Sempre, anche se io non cètrano
niente, finivo per essere incolpata di tutto e isolata. Magari io alla
fine stufa rispondevo e affrontavo le compagne o i compagni più
stronzi, ma ecco che le deficienti di insegnanti comparivano
magicamente in quel momento, non quando mi facevano o dicevano le cose,
no... e i miei incazzati perchè dovevo comportarmi a modo!
per questo mi dispiacevo per Leopardi, perchè un pò ci
rivedevo me e odiavo la cosa. Per questo ho amato e odiatodi
Luigi Pirandello. Ridordo la prima volta che l'ho letta in classe, e a
quanto desiderai davvero e anzi, giurai a me stessa che mai mi sarebbe
accaduto ciò che era per il protagonista e Leopardi,
essendo già simile a loro. Ma così non fu. E finì
davvero con la visualizzazione, per fare come Belluca, scappando in un
mondo da me creato, vero quanto il dolore, per non soffrire la
realtà. E sentirmi come Leopardi. Quanto ho lottato e quanto
invece sono finita come loro..:"
"Mi spiace, la vità è amara e ingiusta con chi invece merita. Però sei qui..:"
"Io sono qui perchè hai voluto
a tutti i costi parlarmi di qualcosa, e invece di lasciarmi
andare, mi fai vedere il tesoro che custodisci nell'intestino di questo
posto"
"Tu credi al destino?"
"Intendi agli accadimenti che
avvengono, nefasti, dopo che la gente ha gufato contro di te? Non lo
so, un tempo conoscendo una certa persona, avrei anche detto forse.
Magari certe cose alla fine accadono perchè speri e ci credi...
Ma ora non più. non credo in divinità che tessono la tua
vita e la decidono e non voglio che ne esista anche solo una, che
lo faccia. Non credo che esista il Karma e simili. Da sempre ho
voluto crearmi io tutto, raggiungere le cose non importa con quanta
fatica e quante avversità... tempi ormai remoti!"
"Bè, avresti mai immaginato però di visitare le viscere di un antico castello come questo?"
"Effetivamente no. Quella persona
amava dire che viveva in un castello e avrebbe voluto viverci davvero,
ma solo suo. Io nella realtà non ho niente. Solo in quel mondo
avevo qualcosa..."
"Beh, io posso dirlo. E che
castello... sai, era di Jeanne d'Arc per passare poi in mano a
successori o nuovi proprietari, che lo modificavano ogni volta..."
"Aspetta! Giovanna d'Arco? Quella?"
"Si, pochi lo sanno ma non è mai morta..:"
"Si, so che scovarono diversi
documenti dove figura la sua firma e molti ritratti ed effigi,
con le informazioni che furono eliminate durante la prima guerra
mondiale..:"
"...per cancellare il fatto che
invece non perì mai quel giorno, ma fu scambiata e salvata. Vedi
la diversità di firme nei documenti del processo e quelli datati
dopo. Si sposò con un guerriero fedele a coloro che l'avevano
spalleggiata in guerra e comprò e vendette addirittura alcuni
possedimenti. Ci sono documenti antichi che recano la sua firma,
così come altri che parlano dei fratelli che chiedevano
permessi, soldi e pedaggi per raggiungerla. Altri affermano che loro la
riconobbero come la vera Jeanne d'Arc. nel periodo della prima guerra
mondiale, per cercare stimoli per i francesi, si scelse di riesumare la
figura di quella donna come pungolo e così avviarono una sorta
di pulitura dellle tracce che la raffiguravano o ne parlavano. O la
chiesa non avrebbe mai acconsentito se scoprivano che i loro
predecessori si erano lasciati fregare. Bruciarono un'altra e lei visse
nobile. E la fecero santa proprio per tutto ciò che
cancellarono. le carte che ho visto e letto io, che conosco, sono
uscite fuori per caso o da archivi vari. Altri sono scomparsi, sia una
tavola raffigurante lei e il marito, sia dipinti e incisioni che ne
riportavano il nome. E in Francia dopo quanto sappiamo, era
impossibile, impensabile che una donna anche di un certo ceto come era
divenuta per matrimonio, potesse e le fosse concesso l'uso di quel
nome. Se non fosse lei, se non fosse riconosciuta. La pucelle, come era
riconosciuta lei e solo lei, poteva firmare in quel modo solo se fosse
la vera. E il marito chi era? Lo aveva conosciuto proprio tra generali
e fedeli del principe che concessero titolo e matrimonio a loro due.
Coincidenze? Non credo, eppure ho atti antichi che dimostrano come
fosse suo... e ripeto. Avresti mai pensato di camminare tra mura
antiche, perchè quelle ci sono ancora immutate, di un luogo che
lei..."
"Ma non siamo in Borgogna?"
"Si... e sai qualè la cosa
bella? Prima apparteneva proprio a uno degli uomini che volevano
ucciderla. Col marito comprò il possedimento e lo fece suo in
questa regione, di fatto facendosi beffa di lui e quelli con lui. NOn
sai quante cose riuscì ad acquistare e far suo, che
appartenevano a coloro che la vedevano come contro natura e da
eliminare. Buffa la vita, vero?"
"Quindi questo posto..."
"Quel che vedi è il risultato
di secoli di proprietari e stili cambiati, e aggiunti. Ma hai
visto come è adesso. Due ali intorno a un quadrilatero e
successivamente fu installata una torre centrale. Stile,
o megli odetto costruita con pietra calcarea locale in stile giacobino,
rivestita con bathstone. Copre un'ampia facciata simmetrica
sporgente al centro e alle ali esterne. L'ingresso principale centrale
è un grande portale ad arco in legno Tudor, con oculi congiunti,
volute e capolini a spirale, che danno l'impressione di una grande e
bella dimora di campagna. I bovindi emergono dalle ali anteriori, che
poi si ripiegano dietro per creare una pianta generale a forma di
U con grandi cortili arieggiati. L'edificio nel suo complesso e
originario, forma un quadrato completo che racchiude un giardino
ed è circondato da terreni ventilati da una parte, un boschetto
da un'altro, e alle spalle la montagna!... Sembro una guida turistica,
vero? Ma dovendolo spiegare ad ogni ospite, ormai lo so a memoria. Ma
il punto è che... non va bene. L'ho fatta riportare diciamo al
suo splendore, ma non basta. E jd mi ha detto delle cose, dopo
che avete parlato e stavi per andartene..:"
"Ma che avete una connessione
telefonica incorporata? Anche prima hai detto di aver parlato con lui e
tuo fratello, ma non mi è sembrato..:"
"Siamo abituati a comunicare
velocemente e a parlare in maniera succinta ma completa. Forse detta
così non suona bene. E quanto pensi di aver fatto, quanto tempo,
dal momento in cui lo hai salutato fino a quanto non ti ho fatto
chiamare?"
"Oh, stavo per divenire una porchetta arrosto, poco più a sinistra e finivo come San Sebastiano..."
"Donna di poca fede! Mi offendi! SOno uno dei migliori, sai? Con l'arco sono davvero bravo, non ho colpito neanche..:"
"Si anche lui... hai avuto fortuna che non abbia fatto movimenti inconsulti..."
"Eppure sei tornata, nonostante stai mostrando dall'inizio insicurezza sulla fiducia e il fatto della freccia..."
"COme dici tu, non è da tutti
dire di esser stati in questo posto, aver parlato con il capo del
casino che è successo in quella che si può chiamare la
terza guerra mondiale lampo, riveduta e corretta e..."
"Mh.. sai che mi sfagiola questo modo di presentarla? Ma... non è e non è stata una guerra..."
"però sei riuscito non so come a far cadere tutti i governi esistenti per uno solo nelle tue mani..."
"Vero, vero... ma non è
così facile e da liquidare così in poche parole. Ancora
è in corso, ancora ho tanto da fare. E ho bisogno di un tuo
parere..."
"Perchè io... non hai generali o..."
"QUiiosono il generale, e si, ho parlato con tutti i miei..."
"E allora perchè io!"
"perchè è da quando ho
parlato con te che voglio i tuoi pareri. NOn è come con gli
altri, e voglio sincerarmi di alcune cose..."
"basta che ti sbrighi però, non voglio ritrovarmi con il buio..."
"Cè tempo, cè tempo... intanto, visto che ami le pietre e gemme blu, ti va di tenere il mano il diamante blu?"
"Ma sei serio? Un diamante che non
varrà mai neanche tutti gli organi che avrei potuto vendere al
mercato nero, tutti insieme varrebbero solo la polvere di quella
gemma..."
"Lo so, tu sei la prima a vederla al
di fuori di me, Dorde e... l'ex proprietario. Jd lo sa, a volte con lui
parlo di molte cose ma tu, come dice, ne capisci di gemme e gli hai
detto una cosa che mi interessa..." vedendola perplessa e preoccupata
insieme.
"Accontentami..." sbloccando con una
chiave e un codice la vetrina e dandogliela in mano "ha gli stessi
carati della Hope attuale. Ne ha persi così tanti che pure i
dietologi si sono commossi nel sapere quanto si è snellita da
unproprietario all'altro. Ed è un peccato, secondo me.
Quando valore e quanta bellezza distrutta! Ma per ora voglio che la
tenga in mano e mi segua...alla Sala pianificazioni..."
Lia osservò quella noce, era
proprio grande come la noce più grossa che avesse visto in tutti
i giorni di natale passati, potendole mangaire solo per
quell'occasione. Blu con inclusioni che la facevano assomigliare
all'universo tempestato di stelle. La luce mofidicava la
tonalità di blu e non era molata e lucidata, ma tagliata
in un modo strano. Dalla forma sembrava sopra come le patatine
pringles, quella forma a paraboloide iperbolico arcuato con le
estremità verso il basso. Mentre la parte di sotto era
l'opposto. Si poteva definire come la parte superiore concava come le
patatine, mentre in mano la forma inferiore era convessa,
annidandosi bene nel palmo della mano. E le facce erano una distesa di
quadratini, non sapeva definirla meglio perchè non le piacevano
i tagli delle pietre, li preferiva solo molati e lucidati, ma sembrava
una patatina luccicosa blu con i tagli sulla parte superiore a scacchi,
quadratini per tutta la superficie. E quei quadratini o faccette davano
alla pietra, anche grazie alle inclusioni, un'aspetto particolare.
"Mi spieghi perchè è stata lavorata così?"
"Chi me l'ha donata l'ha comprata così, che l'aveva comprata dall'intagliatore di cui ti ho parlato..."
"Che al mercato suo padre comprò..." ridacchiando" ma non so che forma sia..."
"per ora sentila nella mano e guardala... le belle cose questo meritano... e ora via, alla Sala..."
"E gli altri posti? NOn hai aperto le altre porte..:"
"Preferisco che si vada a vedere
certe cose poi... Sei qui per quello... mi era sembrato che il giro
turistico nelle viscere di casa mia dovesse essere veloce..."
Lia gli fece la linguetta di schierno
e uscì, mentre lui rideva e teneva la grossa porta aperta
ma era pronto a bloccarla con il pannello.
"Tu scherzi, ma cè davvero poca gente che merita di vedere quanto ti ho mostrato... "
"Eppure sembra che tutti ti amino, hai gente che ti dona diamanti dal valore astronomico e preziosi, dici che ci sono donne..."
"Ma non è la stessa cosa, di persone, di fiducia e meritevoli... andiamo..."
La porta si chiuse dietro di loro e
Milan si avviò verso la porta più centrale di tutte e di
fronte da dove erano arrivati. Camminarono nell'enorme ambiente
principale, passando per il pilastro gigantesco.
"Un giorno, voglio parlarti di questo
pilastro..." guardandolo rallentando un pò "...ti
interesserà.... come gli altri"
"intendi che verrai a parlarmi sulla tomba? Sei gentile, ma non credo che alla gente piaccia un libro intitolato, visto che affermi che certe cose vanno dette solo a pochi e a chi muore..."
"Sei impossibile... e mi spiace che certa gente non abbia vistote. E per te intendote...
andiamo. Cè della strada da fare, altrimenti potrei prendere la
ferrovia.." pensando tra sè a voce alta guardansosi intorno "
si, potremmo..."
"Aspetta... ferrovia?"
Lui rise, inserì un codice ed le fece cenno di proseguire mentre la porta si apriva.
Gli uomini nell'anfiteatro si voltarono a guardare Jd che si avvicinava
spedito, verso di loro.
Composto da 15 "gradinate" per sedersi, era una sorta di anfitratro
moderno, dalla forma originale di un ferro di cavallo, tagliato
però successivamente nell'estremità chiusa. Per
permettere alle persone si accedervi anche da quella direzione, quindi
creando un corridoio al centro, aperto da entrambi i lati. Situato al
lato dell'ala destra dello Chateu, prendeva una quadratura del
complesso che si affacciava sul lato libero, ma che si riversava su
boschetti più lontani che dall'altra lato. Ed era visibile
dalle
finestre della mensa, cucina e locali collegati, tutti verso la sezione
verticale laterale dell'edificio originario, l'opposto della zona dei
Capitani,vicino ai boschietti del complesso stesso. Già di
buoni
dimensioni in totale, prendendo un'area non utilizzata se non per
precedenti addestamenti all'aperto, presentava al centro uno spazio
sufficiente per feste e spettacoli di vario tipo, che divennero la
norma nell'ultimo anno. Poteva contenere un massimo di 15.000
spettatori stipati per bene e stretti come sardine. In aggiunta era
possibile possizionare panche e sedie per maggiorare il numero,
principalmente fatto per grosse feste o per accogliere ospiti da metter
ein un punto di privilegio. Le gradinate non erano in pietra ma
somigliavano a quelle americane sportive e guardavano sia gli spalti di
fronte, sia quello che vi era al centro. Vi erano infatti installati
identici elementi, composti da due colonne rimovibili che sostenevano
due Helios Fire Vessel, contenitori ispirati a quelli greci
ove si
accendevano fiamme per l'illuminzione. Creati però da loro,
in granito grigio-blu non levigati con un bordo inclinato
lucido
e liscio per contrasto, che creava giochi di luce per le fiamme
danzanti sopra. la capienza massima della bowl era di 14 kili o
altrettanti litri massimo di materiale infiammabile, solido o
liquido. Era aggiungibile anche una lastra piegata della
esatta
dimensione e forma della bowl in vetro temperato per i liquidi,
sfruttando quindi sia gas naturale o gas propano che fuochi a legna o
carbone o altri conbustibili solidi, ottenendo così fiamme e
tipo di fuoco diverso in base a cosa si voleva ottenere e l'effetto
della luce. Per aggiutna di composti naturali o chimici per giochi
particolari di luci e spettacoli notturni. Posizionati a un terzo da un
lato e un terzo l'altro, della lunghezza del corridoio,
mentre al
centro vi era installato un dispositivo di forma quadrata creata dai
tecnici dello Chateau, che creava una sorta di monitor a quattro facce
proiettato, sospeso fino a un certo punto. Quindi un quadrato visibile
ma vuoto al centro, tramite proiezione dalla base verso l'alto con una
qualità 4k al pari di monitor di ultima generazione.
Visibile
maggiormente di sera o notte, era fruibile anche di giorno, ma veniva
azionato un panello fisico che si innalzava, simile a quelli dei cinema
bianco come base, su cui si proiettavano video e altro. La proiezione
così era visibile da qualunque altezza della gradinata
perchèsi fermava a metà dell'altezza delle
gradinate, e
sia alle due estremità, dove vi era il passaggio.
Alle estremità libere a volte vi si sistemavano
sedie o
sedili in legno stile camping per i capitani o ospiti, messi con onore
al "capotavola". Difatti, utilizzato quasi sempre per la cena
con
buon o ottimo tempo degli uomini, invece di usare la sala dei pasti, ma
anche epr le pause per stare insieme in un luogo tranquillo e per loro,
per desinare. Vi erano volte in cui ospiti o i capitani che non si
mischiavano sulle gradinate, venivano accolti e sistemati di lato delle
estremità. Avevano sedie o panche con eventuali
tavoli
piccoli o lunghi da abbinare alle panche stesse, per desinare o
scrivere o altro. Metnre sulle gradinate era possibile avere una sorta
di tavolinetto con un meccanismo che somigliava alle sedie da studio
con scrittoio o vassoio da università o sala conferenza,
mettendolo a comparsa o facendolo scomparire da apposite fessure che da
occhio non esperto sembravano da divisorio tra una seduta e l'altra.
Quindi erano nascosti in basso vicino ogni seduta, formando una sorta
di base o appoggio con un lato nero per sedersi, nel caso dovessero
esserci più persone. Ogni seduta aveva questo segnale nero
dato
dai bordi del tavolinetto per delimimitare i posti, con più
persone faceva da appoggio evitando fessure scomode per più
persone, una vicino l'altra.
"Avete per caso visto Kianta?... " esclamò
avvicinandosi,
vedendo Lubo, Gask, Brayden e Ribert, l'esperto di comunicazioni dei
veterani, a scherzare e vociare con altri uomini posizionati in varie
sedute delle sue ali, mentre vi era forse un film attivo nello schermo.
"Si trova in sala mensa per le pulizie settimanali di frigo e
conservatori. Mezz'ora fa l'ho lasciata lì mentre puliva il
pavimento della cella frigo della carne. Abbiamo finito le scorte della
settimana e domani il rifornimento dalla fattoria arriva presto.
Così stasera preparavano le ultime scorte non congelate e
stava
dando una pulita..." affermò tranquillo Lubo.
"Il comandante puliva la cella frigo?" un uomo interruppe, sorpreso.
"Non è una novità, è sempre da qualche
parte a pulire e sistemare" rispose Brayden tranquillo.
"Seriamente? Lei? ma è un Comandante, la figura
più alta dopo il Leader, no?"
"Sempre che nel mentre non si spazzoli tutto ciò che
è rimasto nel frigo..."
Alaric pungente rise e borbottò qualcosa dopo quella sua
uscita,
facendo contrariare Jd, che sbuffò e scosse la
testa.
"E' inutile che fai così, ancora sono sorpreso che non sia
accaduta qualcosa come per le olive o o polipi..."
rimproverò
Alaric a Jd
"Quello..."
"Io ancora sono sorpreso che il comandante faccia le
pulizie..." disse un altro dalla parte opposta.
"Ti è già stato detto che lo fa sempre. L'altro
giorno
l'ho vista che puliva tutte le selle e la ammorbidiva per la settimana.
Carlos l'ha vista che sistemava i box di ogni cavallo mentre gli
stallieri si occupavano di portare i cavalli dal veterinario o
maniscalco o altra roba. A volte pulisce la sala dei pasti, e ancora la
si vede in armeria ad oliare e pulire le armi. E altri esempi... lo fa
spesso da quello che ho visto, pulisce perfino i pavimenti o le
finestre!" disse un altro
"io per la punizione ero alla fattoria e l'ho vista un giorno venire su
Warden e mettersi a disposizione del Vecchio, finendo per raccogliere
ortaggi o frutta, o anche alla semina. Franco ha detto che per la sua
volta l'ha vista lavorare per ore alla lavorazione dei pomodori."
"Io l'ho vista che impastava pane e impasti vari per il Signor della
Cucina..." sfottendolo imitandolo per ridere "mentre parlavano. da
quello che ha detto RIchardo, che quella volta lavava le stoviglie
nella macchina, quei due parlano e passano tempo insieme cucinando o
altro. "
"Davvero? Solo io non l'ho vista mai lavorare?"
"Tu non guardi neanche cosa hai nel piatto a momenti. Neanche io, ma se
per questo non l'ho mai vista combattere una..."
"Signori, se non sapete nulla non parlate. E per cortesia..."
urlò Jd
"Posso chiedere cosa è la storia delle olive e dei polpi?"
Jd si grattò la nuca e tentò di dire qualcosa ma
Alaric
al solito, cogliendo l'occasione, iniziò a narrare le cose
come
sapeva fare lui. Con presa in giro e cercando di denigrare gli altri.
"Allora... è successo che all'inizio, quando si
iniziò nuovamente a preparare i pasti come conosciamo
adesso..."
"Che significa? perchè, come si preparavano?"
"Prima non era così..." disse uno all'altro che aveva
interrotto il racconto.
"Si, prima ognuno o piccoli gruppi cucinavano per se stessi, oppure si
mangiavano le razioni pronte militari. Io sono entrato prima di voi e
ho visto il periodo appena dopo il ritorno delle cucine e la sala dei
pasti. Ormai è una cosa che si sta dimenticando, ma
effettivamente è così..." rispose un altro
"Posso?!?" brontolò Alaric contro quei tre " Allora.
Dicevo... avevamo all'epoca un altro cuoco, pace all'anima sua..."
"E' morto? Che gli è successo?"
"Il comandante lo ha buttato fuori dalla cucina a pedate nel culo, e ha
poi trovato..."
"Sentite, sto solo cercando..." disse Jd spazientito
"QUando dici preso a calci in culo, intendi..."
"letteramente, e quello fu solo l'inizio... infatti..:"
"Mi fate parlare o no?" pestò i piedi Alaric
guardandoli
tutti "Dicevo... avevamo lui che faceva il cuoco e iniziammo a rivedere
la sala mensa piena e con il servizio attivo tutto il giorno.
Cèra questo pranzo, con degli antipasti perchè
era
domenica e come sapete quel giorno cè un'impostazione
diversa,
ed erano già messi in apposite ciotole per ogni tavolo.
Kianta
ha questa fissazione che ogni cosa ha la sua ciotola e contenitore e la
presentazione è importante. Vi erano se ricordo
bene
peperoni in agrodolce, formaggi vari, e altra roba. E le olive...
Siccome quella certa persona ama le olive condite, con il sedano e
altre cose, ha avuto la geniale idea, e non si è
più
tolta quel vizio, di andare al tavolo dei capitani e arraffare roba
prima del tempo. Cèravamo noi in attesa del cuoco per sapere
se
potevamo già sederci e altri... quanti erano... comunque,
alcuni
uomini che aspettavano dietro di noi, vicino le porte. Lei invece al
solito entrava ed usciva dalla cucina e si fermò al tavolo,
il
nostro dei capitani, e con forchetta arraffò due olive in
una
volta e se le mangiò. Che cosa epica... "tutto spavaldo e
ridendo "... mentre quel poveraccio usciva, lei masticò e
inghiottì, fece una faccia strana, sbianco,
iniziò
ad annaspare come una matta come in cerca d'aria e... ecco!!!
Stecchita, morta, finita a terra come un topo rigido che quasi a tutti
venne un infarto. Accorsi, lei stava con gli occhi sbarrati,
respirando malissimo, agitando le mani davanti la faccia. Jd
iniziò a non sapere se chiamare Milan, il dottore o farle il
massaggio cardiaco. Sembrava avesse un infarto! Di colpo lei
afferrò la gamba del tavolo per tirarsi su e
iniziò a
imprecare... contro l'aglio! Non erano le olive che piacevano a lei e
avendo un odio e incapacità di mangiare aglio e cipolla,
l'effetto del primo era così forte che la mise Ko.
Restò
rintronata e incapace di fare qualcosa, se non ansimare per dieci
minuti buoni meldicendo l'aglio, mentre io..."
"mentre tu urlavi a Jd..." disse ridendo Lubo
divertito, facendo sobbalzare il suo corpo massiccio.
"Che colpa ne ho se mangia come un lupo in qualunque momento. E il
fatto dei polipi? Un altro mezzo infarto! Vede una cosa sul tavolo,
mette in bocca e poi inizia a sentirsi male perchè il gusto
e la
consistenza dei polipi la schifano... e Milan che temette ci fosse
qualcosa che non andava nel cibo. Avariato o avvelenato! E' lei che si
deve rinchiudere, è un pericolo vero quella lì!!!"
"Alaric, basta..."
"No, jd, non iniziare. E' da quel giorno che dico e ripeto che
è un pericolo pubblico su tante cose. E poi..."
"Io so invece che tu fremi dalla gelosia e la rabbia per non essere chi
e cosa vorresti. E lo sai. Calmati un pò. Devo cercarla
perchè i ragazzi che sono in Afganistan, vicino il confine
col
pakistan, non rispondono da un pezzo. Milan non è in sede e
non
risponde, quindi devo parlarle."
"Aspetta! E' là che Konnor è andato con gli
altri. Che significa che non rispondono?"
"Ah, adesso ti sei calmato! Si, non abbiamo notizie da ore e invece di
scomodare l'altra squadra a duecento kilometri da lì, devo
sapere cosa fare"
"Jaldak.... giusto?" chiese uno, interrompendo Alaric e Jd
"Esatto. Dovevano prendere sostituzione di una squadra statunitense
per..."
"perchè dobbiamo sostituire altri reparti e squadre militari
di
altri paesi? Perchè dobbiamo correre quando chiamano? E in
un
posto che con noi non cèntriamo niente. Noi..."
"Basta, non sono cose ti riguardano. Ma ho bisogno di contattare almeno
Kianta. E' necessaria l'autorizzazione per una squadra per
controllare..."
"Ma perchè abbiamo davvero bisogno dell'autorizzazione di
uno
dei due? Io e te siamo definiti Capitani, ma sappiamo bene che la
nostra posizione e grado sono maggiori..." sbraitò ALaric
"So benissimo quali sono i nostri gradi e ruoli. Alaric, la situazione
è questa. Per situazioni come questa è necessario
che
loro sappiano, non possiamo mandare gente a caso appena pensiamo che
sia giusto fare qualunque spostamento e..."
"Si, che palle. Abbiamo più esperienza di lei, qualifiche,
capacità... e devo sottostare a quella pazza scatenata
nonostante il mio grado ed esperienza. Che palle! In pratica se non la
si trova, i ragazzi sono fottuti! E pure non la trovi!"
"Scusate, ma anche se sono il membro delle comunicazioni, se dovete
contattare il Comandante, non è facile chiedere ad Helias?"
disse candidamente Ribert, l'esperto di comunicazioni dei veterani.
Tutti si voltarono verso di lui, facendogli credere di aver detto una
fesseria, quando Alaric rise di gusto, spezzando il momento. Ancora
ridendo iniziò a sfottere Jd per aver chiamato e
poi
cercato di persona, senza usare la testa.
"Anche tu, però..." disse piccato e sospirando Jd
"Fastasma cornuto... Eliasss! O Come ti chiami, vieni...."
"E smettila di sbraitare come un koala in amore. Sei fastidioso e
maleducato..."
Tutti saltarono per aria quando comparve dall'altra parte Kianta,
seguita da un Helias ridente. E si capiva perchè la sua
testa
sussultava e... sentivano il sonoro. Apparve forse venuta
dall'edificio, altrimenti l'abbigliamento sarebbe stato diverso, con
solo una camicia e pantaloni. La camicia era realizzata in cotone
percalle, color bianco luminoso. Il colletto, basso e dritto quasi
simile alla coreana ma meno rigido, era ricamato anche ai
bordi, e sagomato in modo da lasciare delle piegature che
formavano delle decorazioni in chiaro-scuro a raggiera,
plissettato. Legato tramite bottoni in color argento pendenti, chiamati,
il tipo di chiusura non era classico ma con dei gancetti argentati, e i
bottoni erano di forma deltoide tridimensionali che pendevano come
ciondoli ai due lati. Tuttavia chiudendosi restava comunque una parte
della pelle sotto vicibile in un rombo dato dalla
plisettatura. I
polsini, con applliche in macramè larghe una mano,
stringevano
maniche molto ampie e gonfie, a campana. I pantaloni erano scuri,
aderenti e con gamba dritta, nascosti da stivali alti quansi al
ginocchio colore naturale.
"Eccola, come hai fatto a venire al momento giusto? E che bei
vestiti.... oggi hai messo roba che costa quanto il debito pubblico
della Namibia? Che chic!"
"non sono mica Milan..." disse lei con una faccia che mostrava disgusto
e rassegnazione a cosa era Alaric "E comunquequestaè
stata preparata e cucita dai nostri uomini. E' una "su ghentone",bestia!" in
italiano, facendolo sbiancare.
Milan indossava abiti in stile antico che però gli si
addicevano, preferendo per incontri fuori dallo Chateau classico
completo e cravatta. Che costavano parecchio perchè i
migliori e
di sartoria, su misura. Fuori dalla cittadella, in paesi famosi per
l'alta sartoria.
Kianta invece indossava abiti come li voleva lei, ma confezionati dai
sarti che erano militari stessi, ma avevano scelto quel mestiere
perchè portati o appassionati, o trovati nella Raccolta. Ed
erano di tessuti comuni ed economici, quasi mai usava materiali
pregiati come Milan, e per di più un lavoro fatto nella
cittadella era considerato positivamente ormai, sia per il lavoro che
si dava all'interno ma perchè i prezzi erano bassi e per
tutti.
QUindi fruibili sia all'interno ma anche vendite al di fuori.
Di rado tutti i membri compravano roba di qualunque tipo fuori, tranne
che per le visite in famiglia, se non li producevano loro.
Inoltre già prima del cambio, Milan acquistava stoffe di
vario
tipo in stock a pochissimo, direttamente dalle aziende, senza
intermediari e sostenendole, ma anche permettendo alle botteghe interne
di avere stoffe peri lavori primari, ma anche pagate dai lavoratori a
poco per creare roba loro e venderla all'esterno, creando
così
un guadagno.
Molti sarti, ricamatori e cucitori, di entrambi i sessi, erano persone
che già avevano quelle conoscenze o avevano appreso
dopo,
ma che si erano rimessi in piedi prorpio per le opportunità
date
da Milan e Kianta. Alaric sapeva bene che Kianta pagava tutto quello
che indossava di tasca sua, anche se molte volte gli uomini
desideravano regalarglieli, ma lei era categorica. sapeva bene il
valore del lavoro, della dignità e del corrispettivo
meritato
che non doveva mancare.
Se Milan spendeva tantissimo in abiti e accessori, sostenendo esperti
arigiani in varie parti del mondo, Kianta permetteva all'interno di
migliorarsi e prosperare.
Molti prodotti interni in esubero finivano nel mercato, con buone
vendite. Anche i paesini e cittadine vicine li conosceva e acquistavano
di buon grado i loro prodotti, perchè i qualità
ottima e
ben fatti e ne erano contenti. Vendite e guadagni erano
totalmente dei lavoratori se avevano acquistato le materie prime, o
divise a metà tra lo Chateau e gli artigiani in caso
contrario.
Se Alaric voleva prendere in giro Kianta sull'abbigliamento, pensando
fosse di acquisti esteri a caro prezzo, si rese conto di aver deriso un
lavoro dei suoi stessi fratelli d'arme, e la loro riuscita personale.
NOnchè dei buoni propositi della stessa verso di loro. Una
volta
tanto si zittì e mostrò una faccia colpevole.
"Ti ha avvisato Helias prima, vero?" chiese Jd andandole incontro per
fermate la lite
"Si, ha detto che qualcuno si stava scaldando parecchio, ma mi cercavi
per una cosa estremamente importante e dovevi vedermi subito!"
"Abbiamo anche lo spione..." sputò acido Alaric sedendosi di
schianto sul primo gradino della gradinata.
"Mi rammarica tale pensiero da parte sua, Signor Alaric. Mi duole e
affende, aggiungo. Il mio compito è...."
"Oh, no ti prego. Non parlare così da riccone o
professorone..."
"Desolato che il mio linguaggio non si addica alla sua levatura,
Capitano. Scenderò con le abilità linguistiche di
cui
sono dotato, per il linguaggio comune... così va meglio? Ti
sei
incavolato perchè l'ho chiamata subito o ti rode per mio
controllo su..."
"Stronzo come lei... "
"La colpa non è di Helias se parli come un
pescivendolo
arabo...." sputò lei ad Alaric, incrociando le braccia.
Jd rise cercando di nasconderlo, Helias alzò la testa e,
aprendo
la mandibola, scoppiò a ridere fragorosamente agitando il
petto,
anche se era una proiezione comparsa dal dispositivo di proiezione al
centro.
"Non ho capito il fatto del linguaggio..."domandò uno degli
uomini dall'alto.
"A Kianta piace parlare forbito e con linguaggio aulico, per intenderci
come professori universitari o dottori, o politici.."
"Grazie, Brayden, ma tu non sei autorizzato a chiamarla per
nome. O Sbaglio..."
"Scusa Jd, ma pensavo stessimo parlando in maniera informale...
comunque dicevo che lei si intrattiene con persone che discutano in un
certo modo, di tante cose... non ama molto gli ignoranti
perchè,
come dice sempre, ai tempi della Rete è incomprensibile che
la
gente leggendo, vedendo film e serie tv, o altro, sia ignorante da far
paura. Dal conoscere la biologia di base al sapere cosè la
penicillina. Si lamenta sempre che la gente non conosce le basi. Le
basi, dice, e puoi tutto..."
"parli della gente che viene sempre per parlare con lei, e passano
tanto tempo al settore chiamato Grand Trianon?" chiese uno.
"E secondo te..." iniziò Alaric "perchè
è chiamato
così? per la Signora, come la chiamano ancora alcuni, si
diletta
in tal luogo con ospiti di varia risma, come maria Antonietta con i
suoi amichetti..." con chiaro tono sfottente.
"Alaric, basta. Sai che non è così" lo rimproverl
Jd. "Ma
non mi interessa adesso, e voi smettete di parlare del Comandante. E'
meglio..."
"Scusate... io sarei qui!" disse lei alzando una mano all'altezza della
testa, con un sorriso stirato ma nel suo modo, come di rimprovero.
"Si, hai ragione. Ti cercavo perchè non abbiamo notizie del
gruppo..."
"Si, lo so bene. Helias me ne ha dato notizia. Karim Al Nadiar
è
il capo con cui siamo in contatto. Avete provato a contattare anche
lui?"
"Nessuna risposta da nessun Node, silenzio totale. E la cosa
è
strana perchè è uno del Grande dodecaedro. E per
quell'incontro, per cui noi dovevamo fare da Abbàsidi
durante
tutto il trattato..."
"Scusate cosa sono gli Abbàsidi?"
"Un tipo di guardie di protezione come vengono denominate
là, in onore di un..."
"Questo ve lo raccontate dopo. Cè altro?" troncò
lei, guardando Jd.
"Veramente si. A duecento chilometri il gruppo di supporto non scambia
da ore nessuna notizia con, appunto, i Node concordati. Chiedono quindi
istruzioni su cosa fare."
Kianta rimase a osservare in basso per riflettere, ma Helias si
intromise di colpo, dopo che un suono di connessione informatica
bruciò il silenzio di quel momento. Helias alzò
la testa
verso l'alto, poi si voltò verso di lei.
"Madre, ho una comunicazione dal gruppo di supporto. Oltre la richiesta
di istruzioni, affermano di aver ricevuto via radio una comunicazione
Morse, probabilmente dei nostri, ma affermano che è la
frequenza
utilizzata dal Generale Al Nadiar. Pertando potrebbe anche arrivare da
qualcuno dei suoi. Vuole sapere se può ritrasmetterlo"
"procedi, utilizza i sistemi attuali al massimo"
Helias chinò il capo e dal sistema subwoofer e surround
già presenti, fece risuonare un lungo messaggio Morse.
Rimasero
tutti ad ascoltare in silenzio assoluto, convertendo mentalmente i
segni con le parole. Helias riprodusse varie volte il messaggio,
perchè senza istruzioni non si azzardava a intromettersi nei
discorsi importanti, finchè Jd e Kianta non
iniziarono a
discutere.
"Ok" iniziò lei "gruppo, stop, lancio, Glanis,
distrutto,caduti,..."
"Glanis... si, sono due linee e un punto. G. Un punto, linea, due
punti. L. Un punto e linea. A. Linea e punto, N. Due punti, L. Tre
punti..."
"Si Glanis" confermò lei. "Si tratta di quel missile
chiamato
come il pesce che era stato venduto dai russi come nuova arma, in
dodici unità e mai ritrovati, almeno, alcuni. Da quello che
sapevo non dovevano essere qui..."
"Già. Si sapeva di cinque in nostro possesso, tre
in eurpoa e due in Cina per studiarli..."
"Milan dovrebbe saperlo. Perchè ancora questi tizi,diciamoal
potere, fanno questi affari e si tengono questo tipo di armi?Con
l'unificazione..."
"Calmati, ricordati che è anche un controllo che fa, per
erigere
una verifica reale di ogni armamento ed equipaggiamento presente...."
"lo so..." disse lei di colpo, guardando tutti intorno, e Jd comprese
"ad ogni modo come mai è stato utilizzato senza che ne
sapessimo
niente?"
"Bella domanda. Faccio rapporto a Milan?"
"Si... preparalo ma se è così, la situazione non
è
delle migliori. Se non è il solo..." abbassando la
testa a
guarda il basso con con l'indice piegato davanti le labbra, come faceva
sempre "il raggio di quel dispositivo è..." rallentando
mentre
parlava. Poi di colpo alzò la testa, fissò Jd con
aria
perplessa e incavolata "Gladis..?!?"
"Si, hanno indicato quel nome"
"Jd, sveglia. Gladis. Ricordo che ne avevamo parlato perchè
ti
dissi, per scherzare, che era un buon nome per qualche animale della
fattoria..."
"Cazzo, vero. Ne discutevamo per l'invio al seguito del nostro "plotone
di Seguito", di armamenti per ogni evenienza, visto ancora le aree da
bonificare contro..."
"Si, due unità carrellate con un blister di sei SSM e due
SRBM,
proprio perchè dopo che due generali avevano lasciato alcune
zone, quella gentaglia pseudo religiosa li aveva riconquistati,
vanificando tutto. E ancora io perdo tempo dietro menti così
brillanti che adorano le parate fra gente festante, che pensare al
dopo. Come se il sacrificio in tutti i sensi dei loro uomini non fosse
servito a niente. E il Generale doveva andare proprio..."
"Avviso Milan?"
"No... ho la vaga sensazione che quell'avviso fosse dei nostri e la
specificità di quel missile mi fa pensare che qualcosa
è
andato storto. Ma è una cosa nostra. Devo capire..."
"Dove vai" vedendola fare dietrofront e andare via di corsa. Lei si
fermò, si voltò esitante e poi tornò a
fronteggiarlo.
"Chiama a raccolta tutti i Capitani e secondi. Digli di raggiungermi
alla Sala delle Pianificazioni con la lista dei migliori per un
recupero, con armi anti carrellati, attrezzi per climbing che dovranno
usare, quindi i migliori anche in questo e..."
"Frena, frena... di cosa parli"
"ANdiamo a controllare ed effettuare il recupero, e magari a salvare le
chiappe delgenereale..."con
tono aspro.
"Hei" urlò Alaric "Buona lì, Milan ha
categoricamente
vietato missioni con te come Comandante. Non sei tale sul campo,
perchè non vuole che tu ci sia... al massimoandiamo..."
"Oh, Alaric. La tua impaviditià mi inorgoglisce... se lo
fossi!" facendolo incazzare "E comunque,Capitano,
quando tutti quanti voi avete bisogno di qualcosa, eccome se venite da
me a rompere le scatole varie volte..." cambiando le frasi in un'altra
lingua che in molti dei presenti non compresero.
"Sto dicendo, scema, che Milan ci manda ad acchiappare coccodrilli a
mani nude se ti portiamo con noi. Tu non devi venire, sei il Capo,
diciamo così, ma non sul campo"
"Io ricordavo di si, vedi le altre volte..."
"Si, le volte che sei sgattaiolata via perchè nessuno
può dirti di no, per il tuo grado. Ma Milan dice NO!"
"Milan dovè?"
"Non lo so, non è qui. QUindi dicci cosa dobbiamo fare e..."
"Appunto, Milan non cè, la cosa è seria e siete
tutti
sotto la mia responsabilità. Anche quegli stupidi che sono
sicura hanno combinato qualcosa con quel missile.... Una volta che ho
ricevuto la comunicazione, è mio compito provvedere alla
risoluzione. No?" voltandosi solo con la testa, ma dando le spalle a Jd
e Alaric "QUindi Jd, richiama tutti e digli di preparare i propri
squadroni. Tre soggetti ognuno con tutta l'attrezzatura necessaria..."
"ma mi senti? Tu devi stare qui?" iniziò a sbraitare Alaric,
ma Jd lo zittì con la mano sulla faccia.
"Ok, Kianta. Ti ho sentita. Ma perchè attrezzatura da
Climbing?"
"Loro si trovavano in una cittadina, nuova e piccola ancora, ma nuovo
punto eretto proprio dai due Generali di quella zona come base,
rispetto alla vecchia. La detonazione si espande perla taratura
preimpostata, ma è una testata particolare dalle
altre,
proprio per questo adatta per l'essere umano... anzi, contro. La base
con la quale è progettata è per danneggiare
fortemente
tutto ciò che si muove nel suo raggio d'azione, non far
esplodere e disintegrare..."
"Si, ricordo vagamente il suo funzionamento ma..."
"QUesto significa che, per costruzioni nuove e ben progettate come le
nostre, in mattorni forti e tufo, ben diverse dalle moderne, in parte
hanno un maggior impatto contro le Esplosioni. O meglio, protezione per
dispositivi come appunto il Gladis, restando maggiormente in piedi ove
possibile. E quindi..."
"QUindi, dalle informazioni in mio possesso e i test effettuati, le
costruzioni erano in minima parte danneggiate, al massimo danneggiate
al cinquanta percento. IN un paio di casi questi missili concepiti per
non esplodere e devastare, giungevano cadendo nei piani più
bassi degli edifici coinvolti, sfondando per il peso i vari pieni fino
al più basso possibile, scatenandosi dopo il tempo
indicato per attivarsi. La parte centrale dell'edificio cadde, ma
rimasero però le mura perimetrali e parti di stanze e
pilastri,
che ressero. Altre invece distrussero rovinarono mezzo edificio, altre
solo la parte esterna. Mentre cosa contenevano quei missili si
scatenò per ferire, uccidere o rendere inoffensivi ove
possibili
tutti i soggetti viventi nel loro raggio" si intromise Helias, poi
guardò i presenti e abbasò la testa come
intimorito
"Tuttavia, Madre, ho da fare una precisazione. Il raggio di questi
missili non è un chilometro stardard dei corti, ma
tra i
cento e duecenti metri massimo. Tuttavia la dozzina di missili aveva
tarature differenti, cento metri, tre ducento, tre cinquecento....
Quelli da noi recuperati prevedevano ..."
"Significa che non cè un chilometro di devastazione..."
ragionò Jd "ma questi missili diversamente dagli altri
agiscono..."
"Seguono la logica dei pallettoni. Munizioni da caccia per fucile di
certi calibri caricate con palle multiple di grande diametro, di varie
materiale. Studiate per creare una rosata ampia e con parecchi centri
proprio per le sfere presenti in ogni cartuccia. L'inventore di questo
tipo di missile voleva evitare danni troppo estesi per le deflagrazioni
di enorme portata dei precedenti, capaci di distruggere anche edifici e
costruzioni di vario tipo, sopratutto di pregio..." continuò
Healis.
"Ok, quindi in pratica sono come enormi pallettoni che dopo un tot che
sono caduti da qualche parte, sparano pezzi sferici per colpire
chiunque sia nel suo raggio"
"Si, Alaric. E' proprio questo il sunto..." rispose sorridendo Helias
"il concetto base era creare qualcosa che danneggiasse poco il solido e
ferisse malamente i soggetti viventi nel raggio di azione. In quei test
avevano provato edifici in legno, mattoni, cemento e altri materiali
inserendo all'interno animali di vario tipo, studiando poi il
risultato. Ne è emerso che edificazioni forti in mattoni o
tufo
per esempio, erano in grado di assorbire i pellettoni creando solamente
dei fori nel minore dei casi, arrivando come ho detto a distruggere le
viscere di due edifici ma non le pareti esterne. Anche alcune camere
erano in tutto o in parte fruibili, ma in pratica era come se
l'esplosione del missile stesso avesse creato un pozzo luce della quasi
grandezza dell'edificio, diminuendo la sua forza in certi punti e
lasciando in piedi senza problemi l'esterno..."
"Ferma, quindi ci troviamo di fronte ad armamenti che potrebbero non
aver fatto i danni che all'inizio pensavamo, anzi qualcuno potrebbe
essere rimasto illeso per questo motivo..."
"Esatto Jd, ed è per questo che voglio che fai equipaggiare
tutti con attrezzature idonee a scalare dal basso verso l'alto o
viceversa edifici e ruderi, in base a cosa troveremo. Se abbiamo
ricevuto quel messaggio, qualcuno è rimasto..." disse Kianta.
"Ma se cè già la squadra di supporto ad alcuni
chilometri, mi spieghi perchè dobbiamo andarci noi?"
"Alaric, hai una mente brillante ma la tua ottusità la
costringe
peggio di una sardina nella scatoletta tra altre cinquanta. Loro sono
di supporto al gruppo nuovo che abbiamo inviato, ma il loro compito
principale è quello di Forza governativa a supporto dei
Generali. E attualmente gli altri sono vicino a loro, li controllano e
proteggono finchè girano per la gestione delle loro zone e i
Trattati. NOn ho intenzione, nel caso fosse il primo di tanti, di
scoprire le loro spalle richiando un collasso del Grande dodecaedro.
Jd, manda un avviso dettagliato dell'accaduto senza però
menzionare esattamente il nostro operato. Istruiscili sui rischi che
corrono e si preparino a un Seguito più serrato"
"Capito, tu adesso dove vai?" vedendola andar via.
"Te l'ho datto, vado a prepararmi. Ci rivediamo tutti alla Sala delle
Pianificazioni. Nessuno escluso, anche se ha la licenza pronta e in
procinto di andar via. Se sono nella lista che stilerete, devono
venire. Sbrigatevi" andandosene, seguita da Helias.
"Seriamente? Deve venire con noi?" sbraitò Alaric a Jd.
"Così pare..." poi guardando gli altri intorno "Voi tutti,
tranne i capitani e membri delle comunicazioni, andate per adesso, devo
discutere con loro di alcune cose"
"Andiamo noi..." sospirò Alaric anzandosi, dopo essersi
seduto
"No, andate per favore" rivolto agli altri.
Pian piano tutti quelli che non erano inclusi nella discussione si
allontanarono, lasciando Alaric, Lubo, Gask, Brayden e Ribert, compreso
Jd, a parlare.
"Vorrei solo dirvi una cosa. Alaric ha già espresso la
situazione, ma non voglio obbligarla a restare. Le altre volte..."
"Vuoi davvero confrontare lei a noi? Lei non dovrebbe neanche stare tra
i veterani, pensa..."
"Alaric,sai di chi stiamo parlando, vero?"
"Certo che lo so, ne sono consapevole da quel famoso giorno. E Come da
quel giorno, io mi oppongo a considerala come noi e metterla alla
nostra testa come...."
"lei non è una sprovveduta, l'abbiamo addestrata noi stessi,
anche tu Alaric..." si intromise Lubo, indicandolo, sulla scalinata di
fronte a se dall'altra parte "e sappiamo le sue abilità. Ha
caratteristiche diverse dalle nostre, perchè il suo corpo
è femminile, prima del suo arrivo addestravamo e preparavamo
i
novellini, ma tutti maschi. Adesso che ci sono anche le donne,
conosciamo possibilità e tecniche differenti e fattibili,
diverse da corpi come i nostri.
E inoltre lei haquelle cose, che noi
non abbiamo. Milan non la vuole sul campo per quei motivi, ma se fa
solo da Gestore non mi oppongo..."
"Non ha materialmente l'esperienza come la nostra per affrontare le
cose. Avr anche ragione che la conoscenza aiuta, lo so benissimo.
Alcuni miei stessi ragazzi si sono salvati la pellaccia per le sue
Lezioni, ma continuo a dire che non deve venire, perchè se
è capace di comandare, non deve farlo nel bel mezzo del
campo.
inoltre volete che accada di nuovoquella cosa? Volete
che finisca in vacca comequella volta? E se
non riusciamo, cosa succede?"
"Dirigerà solo le operazioni da un luogo sicuro..."
"Jd, apri gli occhi. Chi la ferma? Tu? Vuoi davvero farmi ridere? Tu
saresti capace di fermarla con ogni mezzo se le viene una bella idea
come le solite?"
"Pensala come vuoi, ma non l'abbiamo addestrata a tal punto per niente.
Se davvero è accaduto qualcosa ai nostri armamenti, la cosa
non
sarà pericolosa. E inoltre lei ha capacità di
gestione e
può indirizzare le squadre..."
"Ma siamo già capaci. Perchè deve esserci anche
lei presente?"
"Alaric... Vuoi ricordarti la lezione sulle strisce che ha tenuto tempo
fa?" si intromise Lubo, serio.
"Per favore, quello è stato un teatrino ridicolo..."
"Non è vero, ogni volta il Comandante ci mostra cose
importanti
e necessarie a dimostrazione che è capace di essere unottima
testa. E in missioni precedenti ha dato prova di esser eun ottimo
militare e che i nostri insegnamenti pagano. E al nostro pari..."
"Sei serio?" urlò Alaric contro Bryden, che si trovava
dietro
Lubo, sul gradino superiore "Sarà anche brava a menare e far
piangere la gentaglia ma... Andiamo, non può essere a
capo...
Cavolo! E ok, cosa dice serve, ma spiegami il nesso tra le sue
capacità in mezzo a noi e cosa cè di importante e
necessario, nel vedere lei che pesca due tizi a caso tra noi mentre
cèra la Giostra mensile, e si mette a fare siparietti
stupidi?"
"Scusate di cosa parlate?" chiese Gask innocentemente.
Jd sospirò e alla fine cedette, spiegando.
"Forse tu quel giorno non cèri, ma Kianta mise a freno e
questo
è vero, una sorta di diatriba sui corpi maschili e i
muscoli. In
pratica durante appunto la Giostra mensile, nello scontro fisico di
quel momento iniziò un battibecco tra Orlando e kron, i
quali si
vantavano di avere forza e capacità superiore agli altri.
Che
potevano tutto, per stringere. E non accadeva tra loro due, ma contro
Joakim e Yamir, ma poi entrò anche Ravi, per cui il loro
tipo di
fisico, più asciutto e snello fosse migliore,
perchè meno
pesante e limitante. Quando i toni iniziarono ad inasprirsi e volarono
i primi pugni di dimostrazione, arrivò Kianta che li
obbligò ad ascoltarla al centro dell'Arena. Prese quattro
strisce di nastro per muscoli lunga quanto il suo avambraccio e li fece
mettere tutti e quattro, i principali, uno fianco all'altro.
Poi
alle loro spalle posizionò il nastro adesivo al centro,
avendo
cura di rivoltare la parte finale così che avesse una
linguetta
facile da tirare. Linguetta... la fece bella alta così che
fosse
facile prenderla. E iniziò a parlare a tutti dicendo di
osservare e valutare cosa stava per mostrare. Chiese quindi ai quattro
di portare un braccio o entrambi indietro per prendere la striscia da
sopra attaccata o dalla linguetta in basso e mostrarla. Il risultato? I
due più corpulenti, come te... anche s eloro sono peggio,
perchè tu hai un fisico già di tuo
così, mentre
loro lo hanno pompato al massimo da sembrare dei bodybuilder, ma
peggiori. Sono il doppio di te, e tu hai già una corporatura
appunto ampia di spalle e strutturata poi da lavoro e allenamenti, ma
addirittura ti battono. Ebbene, dicevo, loro non riuscirono neanche a
sfiorare la striscia, nonostante i mille tentativi, i muscoli
impedivano di fatto al braccio anche solo di sollevarsi oltre una
certa. Infatti chiese loro di stringere la parte posteriore del collo
nella mano, non riuscivano a far toccare col palmo il collo. Mentre gli
altri due, con fisici come il mio o loro" indicando Bryden o Alaric
"staccarono la striscia senza problemi, anche se avevano dei muscoli
ben presenti. Eppure la cosa fu davvero sorprendente in questa
dimostrazione. ma non finì qui, dopo aver fatto portare dei
ferri di cavallo da uno dei presenti, Kianta li porse a
Orlando e
kron, chiedendo loro di modificare la forma come volevano, come agli
altri due. Risultato, Orlando e kron riuscirono a creare un cuore e
l'altro a raddrizzare, come potevano a due mani, i due ferri mentre
Joakim e Yamir, provarono e riprovarono ma ninete. MOrale, Kianta disse
che litigare sui tipi di fisici era assurdo perchè per vari
fattori alcuni di loro erano capaci di svolgere determinate cose e
altri ulteriori, differenti. E questo si proiettava nel lavoro. Le
Giostre inoltre, non dovevano essere luogo di odio e litigi ma di svago
e divertimento mettendo alla prova , appunto, le loro
abilità,
come amici. Essere migliori perchè si ha un fisico pompato
non
prova di essere migliori, ma i risultati di quello che si
può
realimente fare si. I Punti delle Giostre come i punti Theet e Bee
erano extra personali, non da scontri. Rivalità e confronti
vanno bene ma non da portare ad attaccarsi l'un l'altro... ma se
continuo a spiegarti, non la finiremo più. Te lo
racconterò meglio in seguiro. Il succo è che
giudicare
certe cose e sentirsi come migliori degli altri, e sugli altri,
è controproducente per tutti."
"Mh... e dovè la cosa stupida? per me è logico"
"Cazzo, una sclerata, un pazzo sadico... siamo messi male e io lo dico
sempre..." borbottò incavolato Alaric andandosene.
"Ehi, dove vai? Dobbiamo andare alla Sala con la lista" chiese Jd
guardando la sua schiena andarsene, allargando le braccia.
"Appunto, la stronzetta vuole farci sgobbare e devo pure sentire
idiozie da quell'altro... Me ne vado perchè non vi reggo!"
Jd sospirò, restò a fissarlo un pò per
mandare gli
altri a preparare tutto per la missione. Ma chiese a Gask di restare.
"Resta un attimo, mentre scrivo la lista e gli ordini... vorrei
discutere con te un attimo"
"Come vuoi, dimmi..." distendendosi fin oa toccare con la schiena il
gradino superiore, poggiandovisi per allargare le braccia, mentre Jd
scriveva sul suo dispositivo.
"Le ho chiesto il fatto del nome, ti ricordi? nella Dimora rossa?
Ebbene, mi ha detto sorpresa che non vi aveva fatto caso, le era uscito
così..."
"Alaric ha detto che cèra l'influenza di... Lia?"
Jd alzò la testa di scatto, fissandolo sbalordito, per poi
mutare l'espressione in irata. Stirò le labbra per formare
una
linea di disapprovazione e si distense anche lui, guardando il cielo.
"Se Kianta fosse qui, direbbe che parliamo tutti troppo, ma Alaric
davvero non riesce a comprendere la differenza tra dire le cose di
getto e ragionare, prima di dare certe informazioni. NOn avrebbe dovuto
parlartene"
"Ma chi è?"
"Oh, tu non l'hai conosciuta... e di solito i lsuo nome non viene mai
pronunciato."
"perchè, era una persona nemica o che altro?"
"No, è stata la prima ad aiutare noi e Milan per lo Chateau.
Ma
non parliamo mai di lei perchè... è una storia
ormai
morta e sepolta. IN un certo senso..."
OK, ma rifaccio la domanda. E' finita perchè era una persona
negativa o..."
"No, semplicemente ci salutò e se ne andò! Con il
tacito
accordo di Milan, diciamo. In realtà ne lui ne noi volevamo,
ma
lei si impuntò per andarsene e... s ene è andata.
Kianta
ha... come posso dire, rilevato le redini dell'inizio lasciate da Lia,
portando tutto a cosa conosci. Anche Bluegrass era di Lia..."
"Q...quel Bluegrass?"
"Si, esatto. Era il dono di Milan per Lia, ma chiese che fosse dato a
qualcuno di meritevole e finì per essere il primo di
Kianta..."
"Cazzo" mormorò, passando una mano sui capelli per tenerli
indietro
"Si puoi ben dirlo. L'amministrazione, Bluegrass, altre cose sono una
sorta di testamento di Lia. Kianta sa vagamente della precedente...
insomma di chi cèra prima di lei. E in un certo senso
riteneva e
ritiene tutt'ora un dovere morale mantenere certe cose ben salde e
controllate. MIgliorarle si, ma non deviare dalle tacite basi create da
Lia perchè le approva anche lei."
"Era per caso una delle donne di Milan?"
A quelle parole Jd lo fissò senza capire, poi rise
lievemente
per finire in una fragorosa risata, abbandonandosi totalmente contro il
gradino dietro. Quando si calmò, fissò l'amico.
"per niente. Lia... era una persona particolare. Non so dirti
in
negativo o per eccentricità o altro. Definirla? Difficile in
modo chiaro. Una cosa posso dirla. Condivideva con Kianta una cosa.
Oltre la testardaggine e la sicurezza di cosa voleva, sapeva ed era.
Ossia odiava la vicinanza con le persone e le relazioni con queste.
peggio se intime. Se Lia era categorica sul non volere nessuno vicino,
ma era lei a decidere cosa concedere come amicizia e informazioni...
Kianta non saprei dirlo con sicurezza. Rispetto a Lia è
più spontanea, estroversa, sorride di più ed
è
più espansiva... diversa dal riccio chiuso di Lia. Penso che
se
si iniziasse a fidare, parlerebbe senza problemi e potrebbe
anche
andare oltre l'amicizia, cosa impossibile con Lia.
"Voi due non siete amici'? E con Milan?"
"Si, ma non quello che tu o altri potreste pensare. Kianta è
più amica, e con più persone che Lia. Hai
conosciuti i
suoi amici, no?"
"Quelli che Milan odia? Quelli fuori dallo Chateau?"
"Esatto. Lia era vicina solo con me e Milan, e basta. Kianta
è più naturale. Eppure, il suo passato continua a
tornare, ecco perchè non ha nessun compagno..."
"Credevo l'avesse, per gli anelli" Jd parve perplesso per una frazione
di secondo, poi comprese
"Ah, parli di quegli anelli. Quelli... hanno una storia particolare.
Diciamo che li voleva da sempre ma non poteva comprarli mai. Uno
è definito... aspetta, anello dell'amore gallese, qualcosa
del
genere. Ha una frase in gallese appunto scritto, ed è una
riproduzione moderna di un antico anello veramente esistito. Kianta
afferma che lo porta per qualche motivo, del tipo che ha fatto un
giuramento per cui lo terrà al dito finchè non
capirà che è possibile provare sentimenti e
cè una
persona speciale che merita fiducia. Altrimenti si fiderà
solo
di se stessa. Il giorno che non lo porterà
più,
dimostrerà quanto inciso sull'anello. Lo so, sembra contorto
o
il contrario di quello che dice la frase, ma se ho capito la cosa
è questa. L'altro al medio della destra, è un
anello tipo
fedina però con con ai bordi una fascia a torciglione per
tutto
il giro, quindi una sopra e una sotto, e tutta la parte centrale una
serie di linee in rilievo. Ma non so cosa significa, so solo che
è l'altro suo preferito. Mentre ne ha un terzo, che scambia
con
quello con il tirciglioni, che è una forma a mandorla con al
centro una pietra all'interno di una stella, intorno un cerchio. Il
tutto in entrami i lati tipo specchio una forma che sembra una S
tagliata a metà che tocca in alto del cerchio e finisce
nella
fascia inferiore dell'anello. Il cerchio centrale inoltre ha in cima,
in basso e poco prima della S dei segni che non so
cosa
significano. me li fece vedere quando gli orafi glieli diedero e ne era
felice. ma di certo non so bene il significato e chenoncè
qualcuno di importante per lei. A tal punto da definirlo come tale. Se
dovesse accadere sarebbe... quello che molti chiamano miracolo. Io lo
ritengo solo la prova che invece qualcosa cè per tutti. Alla
fine. Anche se Lia non ci credeva per niente e Kianta non sa come
prenderla. Ma non fida molto degli altri oltre l'amicizia..."
"Non ti seguo"
"Kianta non crede nell'amore, quello che tutti intendiamo con un
partner, nel matrimonio, fidanzamento, e odia terribilmente il concetto
di maternità. Per alcuni sarebbe pazza e fuori
natura, per
altri... non so dirti. Non è l'unica qui come donna
biologica
che non vuole figli, ma se alcune poi alla fine potrebbero capitolare,
lei mai. Lo so perchè non è davvero quel tipo di
persona.
Prova ribrezzo, orrore puro nella nascita come concetto, per quanto
riguarda i mammiferi, e... come avviene. Lei è quel tipo di
persona che prova a superare le sue paure. Vedi gli allenamenti che fa
per le altezze, ad esempio. O avvicinarsi e toccare un polipo o seppia"
ridendo divertito "e ha provato a guardare e capire il concetto della
nascita come la conosciamo noi umani da donne partierienti che si
mostrano ai medici all'università. Almeno, così
ho
capito. Mi è stato detto che un ginecologo che deve far
nascere
non è che studia sui libri e poi di colpo lo mettono a tira
fuori i bambini. E lei odia vedere e pensare a questo, come avviene per
noi o altri mammiferi. Ma niente, schifata e negante. Vuole solo
scappare e non pensarci. Infatti non assiste mai a quello che Milan e
altri della fattoria concepiscono come.
Odia i bambini e i cuccioli e il fatto che sono ignoranti di tutto. Lei
lo rifugge come l'altra cosa terrificante che non deve accadere mai..."
"Sarebbe?"
"Quello... dovresti chiedere a lei. Questo è meglio che sia
lei
a parlarne, se mai riuscirai a farle cambiare idea su di te. Ha avuto
una discussione con Alaric su questo argomento, un altro motivo per cui
lui la vede come fuori di testa. E' comprensibile, lui è
maschio
e lei è femmina. Eppure nonostante possa essere la risposta,
Kianta ha un modo di pensare particolare, non da femmina. E
per
questo è ancora più difficile avvicinarla. E uno
di
quegli anelli è legato a questo."
"... non ho ben capito, ma ok... ma quella Lia, quindi non
verrò più qui?"
"No, non credo. Lei... l'ho detto, non era una persona come le altre"
"Era...quindi è morta?"
"... se ti dicessi forse, probabilmente sarebbe... troppo riduttivo per
spiegare la situazione. Lei diceva sempre che era una morta vivente e
Milan l'ha sempre definita una persona indefinibile dai canoni comuni.
Era una persona perennemente sola a causa della società,
sola
ammantata di odio e rancore. Una essenza tormentata che era abituata a
usare unghie e denti per non soccombere alla società e cosa
il
mondo voleva che fosse, divenendo negativa senza in realtà
esserlo mai, anzi. Inquieta, una forza irrefrenabile che lentamente
soccombeva a se stessa, perchè incapace di reggere il suo
stesso
essere. Kianta è lo specchio opposto, possiamo dire qualcuno
che
poteva essere, se avesse davvero infranto le catene che le avevano
messo indosso, per essere come volevano che fosse... Eppure nonostante
questo, entrambe si portano nel profondo un fardello che è
stato
impossibile cancellare, nonostante tutto. Una forza impossibile da
sradicare..."
"...." Gask osservò Jd parlare, mentre questi sovrapesiero
guardava il cielo "... quindi non tornerà per affiancare
Kianta
e Milan nel desiderio del mondo nuovo perchè morta. Kianta
usa
il suo nome anche se non la conosce e no si parla mai di lei..."
"Eh?" come riscosso "Oh, no. NOn tornerà, a meno che non
accada
qualcosa... ma non preoccuparti. Lia... Lia non deve tornare,
perchè altrimenti sarebbe un disastro..." mostrandosi in un
modo
che Gask non capiva. Rattristato? Spaventato?
"OK, anche se non ho ben capito..."
"Se un giorno riuscirai a parlare a Kianta... chiedile di parlarti del
Dottore e di sua figlia. Quel giorno, capirai un pò di
più di Milan, il dottor David e Lia"
Jd si alzò, si spazzolò con le mani i pantaloni e
si stirò.
"Resta il fatto che Kianta non è come appare, almeno non
quella
incazzosa e rancorosa come sembra. Come nella sua vita passata, la si
definisce nei modi sbagliati per l'aspetto che trae in inganno e come
si pone. Ma non è così come sembra. E' la persona
che
tenta di tenere le persone unite, di appacificare e sistemare le cose.
Che come Milan desidera un mondo dove le persone siano loro stesse,
crescano nel modo giusto, che non vi siano traumi e dolore dato da
altri, con guide di vita e nel rispetto del mondo intorno. Il fatto che
odi a tal punto quelli che fanno del male ad altri, o commettono
orrori, da agire nelle maniere che hai scoperto... diciamo che
è
una cosa profonda. Non uccide, questo ormai lo sai, ma tollera poco la
gente che combattiamo e cerchiamo di fermare. Se fosse per lei
aiuterebbe tutti, vedi la Raccolta. E' nata per lei, anche se l'inizio
lo ha dato Lia. ma le voci che sentirai dagli uomini, qualunque voce,
non credere a meno che non lo chiedi a me, Lubo o ne parli con Kianta
direttamente. Milan... Kianta ti direbbe di non chiedergli mai certe
cose. Perchè? prova a riappacificarti con lei, allora
sarà lei a dirti le cose, se sentirà che lo
vuole. E..."
girandosi mentre toccava con il tacco il gradino sotto, guardandolo in
faccia "Non parlare mai più di Lia, con nessuno. non
chiedere
più di lei. perchè se Lia dovesse tornare
maturando di
nuovo odio, sarebbe il peggio..." scendendo e allontanandosi.
"E' davvero assurdo che tu sia ancora qua, non è..."
"Una cosa fattibile? Concordo, eppure guarda. Lui come loro,
è
riuscito a usare la carta della colpa, i cavolo di sensi di
colpa, per convincermi. E ha pure pretese...."
Lia rispose ad Alaric, di fronte a lei, nel tavolo di quella che doveva
esser una sala mensa. Ma sembrava un posto squallido e mal curato. La
risposta di Jd, quando si sedette accanto a lei, fu che Milan non
girava mai per l'edificio, non mangiava con loro e controllava le
condizioni di certe parti dello Chateau. Una cosa che lei non
comprendeva. Aveva scoperto che l'edificio era stato rinnovato, ma
nessuno puliva e il tempo, i fumi e lo sporco si attaccavano
all'intonaco mutandolo in beige e poi più scuro, col tempo.
I
pavimenti neanche a dirlo.
Lubo rispose che da quando iniziarono a inseguire quei tipi per tutto
il paese, Il Leader non aveva più prestato attenzione a loro
e
dove vivevano. Le altre aree di nuova costruzione non lo vedevano da
tempo, la zona cucina e spazi come quella sala, non venivano da lui
controllate perchè di fatto abitava piani sopra, luoghi dove
invece vi era pulizia, ordine e gusto. E come mangiava? La cucina era
parzialmente utilizzata da quella donna che aveva conosciuto. Tra le
mansioni, era le a preparare i suoi pasti e quelli di Milan, ma sono
con attrezzi e stoviglie di suo utilizzo.
Perchè allora, chiese, se siete militari e vivete con le
regole
di disciplina e organizzazione, sembrava un ritrovo di tossici e
malavitosi di quart'ordine? Semplice, disse Jd. Ammise che la colpa era
anche loro, dei Capitani, perchè chiedevano rispetto degli
orari
e le attività quotidiane, ma avevano voglia
rasente lo zero
di interessarsi al resto, se non per i propri spazi.
Loro pulivano e tenevano in ordine i loro alloggi, distanti da quelli
degli altri, ma per il resto si era accocolati sugli allori.
L'importante era che vi fosse disciplina e correttezza nel lavoro. Lubo
pose fine al discorso di Jd in quel modo. Bene, rispose lei, quindi vi
va bene quelle scene e questo squallore, oltre che inutilizzo e poca
pulizia.
Ma fare il proprio dovere di militari non è un obbligo? E
non vi
sentite uno schifo addosso, dopo l'esservi seduti su quei posti, quei
tavoli, camminato in quegi ambienti così sporchi da far
paura?
Con batuffoloni di polvere aggrappati a qualunque superficie e che
svolazzano sui pavimenti, così grossi e sporchi da competere
per
dimensione ai gatti? La disciplina la mettete solo per queste cose? I
militari non era quelli così pignoli da far paura alla
peggior
massaia, madre tiranna del mondo per pulizia, ordine, attenzione a ogni
minima cosa e pulizia personale e degli ambienti?
POse quella domanda attenta a non toccare molto, chiedendosi quali
malattie esistenti potessero esserci in quelle tazze, posate in metallo
contro i piatti di plastica usa e getta. Non era mai stata in vita sua
in un posto così deprimente e triste, indicando
menefreghismo.
"Cosa hai, sempre quella fobia dello sporco?" strafottente, mentre
beveva da una bottiglia di birra
"Sei simpatico come un'unghia incarnita. La mia non è fobia,
semplice prevenzione..."
"Non hai detto che in macchina con quel tipo hai avuto un litigio
proprio per i germi e sporcizia?"
Lia sospirò e scuotendo la testa, si guardò
intorno. Ma
poteva anche non farlo, quasi nessuno da quello che sapeva andava in
quegli ambienti, il concetto di mensa e cucina non era contemplato.
Raramente alcuni lo usavano per avere un posto tranquillo dove parlare
liberamente, e lei lo trovò ancora più squallido.
Ognuno
cucinava per se o in piccoli gruppetti, in piccoli cucini nelle stanze
come le celle di una prigione, o consumavano pasti preconfezionati
militari. NOn a veva voluto assaggiarli, odiava già
abbastanza
la non cucina della sua famiglia che, a parere suo, non sapeva nenahce
mangiare, vivendo in una regione famosa per il cibo meraviglioso
dall'antipasto ai dolci. Eppure lei non ne mangiava mai. Sempre roba
pronta, sugo in barattolo, roba surgelata e altre schifezze che non
amava. Tranne se aveva cioccolato, allora quello non era male.
"Non so come facciate a bere e mangiare qui dentro, figuriamoci
cucinare. Non voglio sapere nemmeno come è ridotta la cucina
senza utilizzo. Cosa siete, carcerati che avete cucina e frigo nelle
camere? Guarda questa stanza... " indicando l'ampio ambiente suddiviso
da tavoli e panche "e state lì a scartabellare cibo precotto
che
già a guardarlo fa venire la nausea. Se non fosse stato per
quelle barrette al caramello, frutta secca o fresca, avrei
patito
la fame...."
"Che vuoi, siamo in pochi a usare lavastoviglie e piatti e posate.
Siamo civili, vedi?" indicando il piatto con dentro le posate alla
rinfusa e intorno carte e involucri del cibo militare.
Stava pensando ad altro ma lasciò perdere, quando era
arrabbiata
usava le parolacce per indicare meglio il suo scontento e a quanto pare
a JD non piaceva sentirle.
"Si, siete chef! Resta il fatto che qui è un porcilaio e mi
chiedo se vivete così anche quando tornate in famiglia..."
"Credi che altrove sia diverso? Ragazza, tu non sai là fuori
come è stato vivere in tende o posti come questo,
perchè
dovevo stare là, dividendo i pochi bagni con centinaia di
altri,
una cuccetta ta tante in una stanza con più persone, zero
intimità e mostrare uniforme e tutto l'equipaggiamento
sempre
pulito mentre a turno bisognava pulire e sistemare controvoglia,
sapendo che dopo pochi minuti il turno che andava in pausa risporcava
tutto."
"Quindi perchè eri abituati a vivere allo stesso modo, non
vuoi stare meglio e sentirti meglio cambiando le cose?"
"A me non piacciono le pulizie di casa in generale, al
massimo lo
faccio fare a qualche altro previo pagamento. Insomma, mi godo la mia
carica facendo fare agli altri, credono di guadagnarci, e godendomi il
tempo libero. Il resto... che s ela vedano loro. Io sto bene dove
sto..."
"Che bel modo di pensare. Come l'altra gente là fuori ed
ecco
che tutto va da schifo. Per la gente con un cervello... sono loro a
soffrirne poi. Ma seriamente " guardando Lubo e Jd "a voi due va bene
questo? POssibile che non ci sia nessuno che..."
"E di nuovo. Te l'ho già detto. Tutti noi veniamo da
addestramenti e lavoro per questo o quel gruppo, che sia governativo
o per nostra richiesta in privati. Ma vuoi sapere una cosa?
Milan
resta nel suo orticello di belle cose, ben puliti, con abiti di ottimo
prezzo... mentre noi siamo un pò stanchi di una vita dove
dobbiamo sempre dare e non riceviamo niente. Mi pagano per cosa so
fare, dò quanto devo perchè riceva i soldi...
Basta. Se
non lo avessi ancora capito, noi siamo un'accozzaglia di gente da tutto
il mondo, che è stata assunta qua per un progetto che non
sappiamo neanche se riusciremo mai a mettere in cantiere. Si, il Leader
è un grande ed è riuscito dove altri hanno
fallito, ma
siamo sinceri. Nessuno sa di noi, nessuno lascerà un
monumento o
altro con i nostri nomi, nessuno ci ringrazierà uno ad uno
per
cosa abbiamo fatto. Eppure io come altri ho rischiato la pelle e l'osso
del collo in zone di guerra e finite nel cesso, dove vivevamo male,
non come qui, ma ci stiam momento un pò di pace.
Andavamo
avanti con cosa avevamo, ci davano, sperando che non fosse l'ultimo
giorno di sole. NOn puoi immaginare cosa ho visto, quanta gente morta
in modi orribili e che nessuno sa nemmeno fosse là, per
aiutare
e scacciare quella merda che ancora..."
"Alaric, per favore..." si intromise Jd "quello che vuole dire
è
che siamo un pò sottotono, come hai giustamente detto nella
Sala
delle pianificazioni e prima, quando ci siamo incontrati. Siamo
demotivati, ecco. Milan ci ha dato e fornito tutto ciò di
cui
avevamo bisogno, ma stava a noi gestirlo e provvedere al resto. Come ha
detto Lubo, non controlla o visiona nulla. Sa che non esiste la mensa,
serivizi di pulizia e manutenzione. Ma lo capisco anche, è
più quotato in politica e relazioni sociali, per questo
impegno
gravoso che si è preso da trovare difficile la gestione di
tutto
questo. E non ne è bravo. E così lascia
tutto in
mano a noi. Siamo colpevoli lo so, ma come hai capito anche noi andiamo
in giro o siamo impegnati. Abbiamo un gruppo di addestramento, un altro
per..."
"Ok, basta. QUindi mi state dicendo che lui ha una sorta di segretaria,
i piani superiori solamente suoi e gestiti in una certa maniera, mentre
il piano inferiore dove siamo, del corpo principale, e gli altri sono
lasciati... agli occupanti. Nessun controllo, gestione, regole di
condotta oltre quelle normali trovabili ovunque ma...
"e non vi pesa vivere come rifugiati trasandati e alla buona?"
"invece di parlare di queste cose, dicci!" INiziò ALaric
furibondo "parlaci di quando ti vedremo di nuovo percorrere il
sentiero fino al cancello per andartene. Era questo che
volevi
fare, no? Già ti vedevo allontanarti, eri un puntino...!"
"Si, anche io non sono contenta, ma per Milan devo ricambiare cosa
è stato fatto. E comunque tranquillo, se quell'uomo non
riesce,
non mi vedrai più per davvero. Potrai crogiolarti nel tuo
letame
dove ti senti a casa, e morire incrostato di schifo e stronzaggine. Mi
domando però come facciano le donne che frequenti a non
avere da
dire..." con un sorriso beffardo, sistemandosi sulla sedia con una
gamba accavallata sull'altra.
"Cosa! Tu che ne sai..."
"Ma se ne parlano tutti!" disse lei fissandolo malamente "Alaric, forse
non te ne frega, ma passando con Milan e Jd per i corriodio o i luoghi
che considerate casa, ma sono lerci peggio di una casa di senzatetto,
poveretti loro, ho sentito discorsi allucinanti. E, se sono abituati a
parlarne mentre io, un'estranea, guarda in giro, immagina normalmente.
Però davvero, non so come facciate ad avere una vita
sessuale e
sociale per come siete combinati. Davvero tutti voi frequentate certe
donne?"
"ha parlato quella che ha litigato con l'unico che se la poteva fare,
perchè i sedili della macchina erano sporchi, quindi non se
ne
parla..." ridendo di gusto mentre lei mutava il viso in rabbia e
sguardo duro come se vedesse qualcosa di schifoso
"Alaric, i discorsi che abbiamo fatto, dovrebbero essere personali.
Come tu odi che si parli della tua sfera privata, per favore non urlare
certe cose, di altri, come fossimo al mercato"
"Seriamente? Mi fai la paternale, JD? Questa ha chiesto come mai ci
fossero signorine in giro, le ho risposto e ne è nato un
dibattito. Qualè il problema?"
"le uniche donne, tra l'altro" velenosa e assumendo un'espressione di
disprezzo
"Che tu hai il vizio di parlare a tutti per vantarti di cose che
dovresti tenere per te,e lo sai.
Più di un volta qualcosa è uscita dalla tua
bocca, mentre
ti divertivi ad avere consensi degli uomini del tuo gruppo..."
intervenne Jd, mentre Lia scuoteva la testa con aria schifata facendo
dei tik tik con la lingua per disapprovazione
"Vi siete coalizzati contro di me, tutti e due!" si incavolò
Alaric, sbattendo la bottiglia sul tavolo mentre Jd e Lia si guardavano
ridendo, come però se prendessero in giro un bambino
"Oh, Alaric. Se il Dio in cui credi, qualunuque sia, ti ha fatto
mediocre come militare quanto basta per guadagnare, si è
risparmiato su altre cose. Sia prima, nella discussione con Milan che
pochi istanti fa, hai detto che io non potevo capire cosa hai visto,
sopportato, lasciato alle spalle che non augureresti a nessuno.
Benissimo! Primo, quelle signorine come le chiami tu sono esseri umani.
POssono essere come tu le vuoi, ma come te odia e vorrebebreo di
meglio. Secondo. Come dice il detto degli Inuit, non puoi capire cosa
prova e sente l'altro, come è quello che ha affrontato per
lui, se non hai provato a metterti nei suoi stivaletti.
Significato simile a quello che ho detto io. Si può cercare
di
comprendere, ma non si può capire se non si è
provato
quello ha passato un altro e come lui lo vive. Esattamente come me.
Cè gente spocchiosa, ma ci sarebbe altro da dire, che
afferma
che ciò che io desidero sia da deboli, inutili, incapaci di
vivere. Conigli. Schifosi. Che noi, mi riferisco a quelli come me che
tanto hanno fatto e di più, eppure hanno deciso,ripeto decisoe
non una cosa all'ultimo secondo, che lasciano volentieri la gente in
quello che gli va bene. Per noi non cè sconfitta, non siamo
conigli che fuggono in quel modo dalla vita. Noi abbiamo affrontato la
vita e la gente di merda, perchè questo è, a
testa alta e
come potevamo. Ma il dolore e la sopportazione sono stati
così
tanti, e talmente distruttivi, che vogliamo solo andarcene come
vogliamo noi, con dignità e l'ultima cosa chenoidecidiamo.
Essere noi a decidere. Semplicemente perchè a causa della
società e di altri i nostri sforzi, più di quella
gentaglia stessa, non sono serviti ad altro che farci finire sempre
più nelle sabbie mobili nere. Come le defnisco io. Eppure,
se
chiediamo solo di andarcene come essere umani, con la consapevolezza checèun
mondo bellissimo e merita di esser visto e vissuto, ma per noi era
impossibile causa terzi... e non iniziate con i buonismi sulla
speranza, ch e cè qualcosa di buono per tutti
perchè non
è vero. Sono realista e so di cosa parlo. Ho conosciuto o
sentito parlare di persone anche vicine di casa che hanno avuto solo
schifo, finendo peggio di come eravamo noi. Se ce la si faceva a fine
mese stringendo sempre, anche se una pizza oqualcosa di buono ogni
tanto poteva starci visto i tagli su tutto, so di gente che non
riusciva a pagare le bollette e, roba vera, non mi invento nulla,
chiedevano al prete della chiesa candele perchè non avevano
corrente elettrica. Si arrangiavano per cucinare con le bombole quando
le avevano, ma stavano senza acqua calda e luce sopratutto in inverno.
E parlo di questi giorni giorni, non dopo la guerra! Perchè
o
pagano una bolletta o l'altra. E questo raccontato dalle mie zie che
stavano sempre in chiesa e sentivano e sapevano tutto. Donne lasciate
sole dai mariti con figli, dovevano andarsene fuori regione per un
lavoro, lasciando alla madre sola anch'essa, i pargoli e queste con le
loro età e problemi, dovevano badare ai nipoti come
potevano.
Anche con i pochi soldi mandati dalla figlia. Io non ho mai avuto
problemi con sacrifici e periodi un pò neri, anche
perchè
ne ho fatti tanti e ne ho avuti di più, ma ho sempre avuto
la
convinzione che la tenacia, volontà e il
continuare, erano
la cosa gisuta da fare per giungere a cosa si voleva. Eppure eccomi,
guardami, e dimmi se una come me può accettare lo schifo che
le
hanno versato addosso. Perchè io non lo accetto. Ho
desiderato
tanto e chiesto a tutti gli dei conosciuti una sola cosa. Dare il mio
corpo a qualcuno morto o che stava morendo perchè avesse una
vita migliore di quella patita. Avesse, quella eprsona,
l'opportunità che non poteva avere e io semplicemente
svanire.
Anzi no, desideravo andare da quello schifo di esseri che si definivano
umani e tormentarli uno ad uno fino alla pazzia. Ma qualcuno che era
morto o doveva morire, meritava di continuare con quello che avevo,per
lui sarebbe stata una vita che gli andava bene. Perchè ci
sono,
ma non è vita per me, quella che ho lasciato. Un
pò come
la gente che è sicura di esistere prr figliare e vederli
sposati
e continuare il ciclo, vivendo come portatori di geni. E quanti ne ho
conosciuti, ci ho anche vissuto e pretendevano che io dessi discendenti
a loro. p Prima una vita a dirmi che se avessi fatto qualcosa con
qualcuno, prima del matrimonio, mi avrebbero rotto le ossa, non mi
invento niente, e hanno giudicato altre mie coetanee o poco
più
grandi o piccole come buttane per questo. Perchè l'ho
sentito,
ho visto le loro reazioni a vedere quelle ragazzine con la carrozzina.
E io no n capivo perchè giudicare una persona, solo
perchè aveva preso la decisione di vivere. Così
come
prositute. Io provo pena per loro, ma nello stesso tempo le rispetto e
considero molto. Perchè loro sonostate forti e capaci di
fare
ciè che io non farei mai. Morire con le mie mani che dare la
mia
parte materiale a schifosi, che considerano le persone come oggetti per
i loro divertimenti. Quelle donne, quelle la gentenormalegiudica
negativamente, non vede o non vuole capire ilperchè,
lo ha dovuto fare. Ogni volta che sentivo in film, notiziari o la gente
intorno a me sputare sentenze o dire -ma è una prosistuta-
come se fosse la fogna che sono invece loro... provavo odio per la
società. Viene più considerato chi ha soldi, si
è
fatto facendo cadere gli altri, trattando gli altri come spazzatura e
guadagnando e prendendo posizione nascondendo lo schifo fatto. Mentre
chi arriva a fare quel mestiere per disperazione, soldi,
necessità, perchè la società non a
tutto da le
opportunità, è solo feccia. Che bello questo
mondo... E ancora a dirmi che dovevo trovare un fidanzato
ricco , senza sapere che io sono diversa dalle altre
già di
mio. Quanto ne ho viste e subite perchè io non seguo la
lista
della spesa della vita, dove si deve nascere, crescere come dice Dio,
ci si sposa e si figlia e la tua vita la passi per questo.
Cè
gente che esiste solo per questo, fare figli e morire pensando che
fosse questo lo scopo del loro nascere. Sacrificano cosa vogliono fare,
cosa sono, come vorrebbero vivere veramente e magari chi sono
veramente, per far felici gli altri, morendo con mille rimpianti. Io
non voglio arrivare ai quaranta anni, peggiorando sempre di
più
già di mio per la mia malattia, rimpiangendo il doppio di
quello
per cui già mi dolgo. Quindi, vuoi sapere cosa voglio dirti?"
"Ok, spara, perchè ho da dirti una cosa io"
"Benissimo. Hai detto che non posso capire te e cosa ti porta a
fregartene di alcune cose, basta che hai il tuo piccolo... Senti me,
adesso. Io non son ouna vigliacca, non voglio andarmene
perchè
ho paura del mondo o non sono capace di stargli appresso.
Perchè
non scherzo, nella mia città io ero la più
giovane che
trattava l'informatica e tutto ciò che abbiamo oggi in
anticipo
sui tempi. Quando ho fatto il mio primo corso dopo il diploma, ero
l'unica da quel corso in poi, a sapere dagli undici anni a far qualcosa
non avevo bisogno di lezioni.Le seguovo, ma sapevo già
tutto. La
gente ancora non sa dove mettere mano al pc, adesso, pensa
questi
n nuovi telefoni per loro alieni come gli smarthphone e come usarli.
Già no nsanno usare i tablet. Ebbene, io ragionavo e pensavo
diversamente dagli altri fin da piccolina, eppure ero vista come
sbagliata per questo. Adesso guarda, mi si diceva che usare un pc era
fonte di malattie, problemi, faceva male, non portava a niente e invece
adesso? Perfino voi avete apparecchiature che non ho mai visto, ho
qualifiche che mi pongono al di sopra di altri non per il pezzo di
carta, perchè quelli mi sono serviti solo per attestare
seriamente cosa potessi fare. Ma quello che so fare. Eppure cosa me ne
è venuto? Gente che mi guarda e non crede che sia in grado
di
creare pagine web dal codice da zero compresa la grafica, che possa
contrllare e riparare un pc, benche meno costrutirlo io da zero
scegliendo i pezzi. Sapendo cosa facevo e come comprendere i dati. Poi
arrivava tizia o tizio X che avevano il mio stesso attestato o
lauera ma sapevano solo chattare e smanettare il poco sul pc,
che
mi fregavano posto e meriti perchè più capaci a
intortare
e farsi amare dalle persone. Ma erano serpi dentro. Ho subito tanto
dalla gente solo perchè superficiale di merda a considerava
l'aspetto o modo di porsi, e io alla fine non ho fatto altro che
fingere di apparire come loro e... non ci riesco. Perchè non
sono capace e adatta a mettermi una maschera come loro. Le prese in
giro e sberleffi anche con gente che non consocevo ma sapevano tutti di
me, perchè amavo i minerali e cristalli e li collezionavo
come
potevo, perchè non erano roba da femmine e mi prendevano per
lesbica o matta. Per le mie collezioni. I pennini o dip pen, di vetro o
legno e metalli o altre cose che mi paicevano. Le risate,
perchè
adoro scrivere a mano invece che in programmi al pc, con inchiostri
tanninici e pennini in vetro. Loro che non sanno neanche scrivere due
righe, io che sono stata elogiata davanti a tutti all'esame
di
maturità, prendendo il massimo e discorsi positivi al
presidente
di commissione. Ma gli altri? muti?Quando mai. Ho dovuto far parte, per
i miei, di un gruppo di volontariato e lascia perdere lo schifo, non
consiglio mai di farvi parte anche se non serve a niente. Gente della
peggior risma, l'unica seria e che considerava comunque il volontariato
qualcosa di importante... ero io. Ci andavano per la diaria della
benzina che la facevano diventare un guadagno, roba gratis
perchè ne facevano parte, cose sottobanco e vergognose che
io
vedevo, ma ero corretta e trattata da schifo. Con le mie qualiiche ero
diventat segretaria e assitente del presidente facendo di tutto, dal
preparare documenti alla riparazione delle apparecchiature
informatiche. Mai una volta che mi avessero detto grazie, almeno
quello... ma mi hanno fatta sballare perchè due stronze, che
i
colleghi dicevano se la facevano con il presidente, si sono prese il
mio posto, mi hanno buttata a fare lavoro vergognoso mentre loro, ogni
volta che entravo in quell'ufficio, che facevano? Chattavano. Si
sentiva dalle casse il rumore dei messagi in arrivo e
sapevano
tutti che non sapevano neanche quasi mandare una email. Finito
lì, questo capitolo? No, perchè mi hanno messa a
controllare la gentaglia della città come sorveglianza,
facevo
il mio lavoro come potevo per la malattia e molti colleghi maschi mi
consideravano e salutavano alla fine con piacere, parlavano del
servizio e dei loro problemi per fare quel lavoro, mi rispettavano,
almeno quello. ma proprio perchè io facevo! Tanto che anche
i
guardiani dei parchi o luoghi dove svolgevamo il compito, venivano a
dirmi che erano lieti che ci fossi io di turno. Eppure peggioravo, e
quando andavo in ufficio, vedevo la stronza più vecchia
parlottare con l'altra con le gambe sopra la scrivania, con la sedia
pendente, facendosi i fatti loro. Ed erano le stesse che mi
rimproverarono più volte e ho scoperto per altro da quei
colleghi, sparlavano, del fatto che io quando avevo finito tutto
prendevo il libro dell'università e studiavo alla scrivania
in
attesa di altro lavoro. Questo al presidente e a loro non
andò
giù, non ero come quelle due e quindi buttata fuori. Io che
studiavo! Mentre loro facevano le mammine faciline. Ed è
inutile
dirti tutto quello che tentarono di fare per avere la scusa di buttarmi
fuori con disonore, ALla fine me nen sono andata io a testa alta, anche
se stavo malissimo. Ma perchè, non mi amavano?
Perchè,
oltre la solita superficialità, i miei mi
obbligarono a
dire solo determinate ore, determinate giornate disponibili, questo non
farlo, quell'altro no, facendoli incazzare di più. E questo
è solo un racconto. Ne ho centinaia. Ma non è
questo il
punto. So bene che non è paragonabile a cosa hai visto per
il
tuo lavoro ma sto parlando sia come altra voce, che come persone che
voi definite donna biologica"
Fece una pausa voltandosi verso la sala per vedere se cèra
qualcuno, poi tornò a guarda Alaric e continuare.
"Io non posso capire, comprendere come ti sentivi quando sono accadute
certe cose e che impatto hanno avuto per te per essere...
così.
Tuttavia anche tu non puoi comprendere ed essere capace di empatia per
come sono e sento, e affronto le cose. Io non accetto, non permetto,
non abbozzo a niente. Se me ne voglio andare non è come
altri.
per una minima cosa lo fanno, creando problemi a noi che veramente
loconsideriamo come un'ultima decisione, non una fuga. Mi sono stufata,
mi rotta cosa non ho, la considero l'unica decisione mia totale contro
la volontà altrui. Quelli fuggono, io voglio andarmene alle
mie
condizioni, come voglio e quando voglio, dicendo agli altri vaffanculo.
Ma tornando al discorso di poco fa, perchè io devo soffrire
per
le decisioni di altri? Si, ho trovato strano che vi fossero solo, come
donne, le vostre amichette, ma non sono una persona come i frustrati di
merda, che rimangono turbati dalle scene di sesso
perché hanno mentalità malate o tanto
odio per
l'altro sesso, che hanno vissuto venti, trent' anni senza rendersi
conto che esistesse il sesso nella vita. Perchè incapaci..."
"Sbaglio o tu rientri proprio in quella categoria?"
"Tu sei un idiota" rispose acidamente lei, fissandolo, " parlo degli
incel, religiosi e gli stressati dalla vita che sono dei babbioni
così tanto da pensare che tutto gli sia dovuto, che loro
debbano
avere qualcuno che li consideri e che devono fare sesso. O Che non si
debba fare se non procreare. Che l'essere umano,
perchè un
t esto del cavolo di pastori ignoranti e bogotti che hanno pure
cambiando i testi originali, chiamati testi apocrifi, per
diffondere illoro,
di messaggio. Infatti si dice Cristiano o Cattolico. Ma il Punto
èche non è il mio caso. Cè gente che
dice che
è una delle cose più belle del mondo.
Chissà. Io
non sono tipo da frenare le proprie reazioni o risentimento, quindi
posso capire in parte il tuo discorso. Ma appunto, non puoi comrpendere
me e come sento certe cose, perchè sei un uomo e
perchè
non ti sarà mai capitato. Sempre che tu non sia gay, allora
forse potresti. Tu non hai subito fin da piccolo il processo della
società per cui ti imprimono nella testa cosa devi essere,
se
non hai un carattere o personalità come il mio, per cui devi
esser in questo modo e fare quest'altro. Altrimenti sei sbagliato.
L'avevo detto a Jd, ma te lo spiego, così mettiamo fine a
questa
cosa. Dagli undici anni non ho fatto altro che subire bombardamenti
continui da tutti, familiari prima e poi scuola e società
dopo,
per cui io dovevo essere donna, religiosa, moglie e madre. La donna
lavora solo se cè bisogno di altri soldi a casa. Poi la mia
famiglia non è molto bella, nel senso che pensa queste cose
ma
è chiusa come non puoi capire, se non vi vivi dentro. Per
tutta
la mia vita ci sono stati solo loro con i miei nonni e massimo zii. Le
persone al di fuori sono cattive, negative, schifose, da tenere alla
larga. Nessun amico tranne un paio da sentire solo per telefono ma
negli ultimi tempi, tutto solo famiglia. Non mi mandavano neanche al
mare con i miei zii perchè quelli poi guardavano tutto
ciò che fai, dici e hai e giudicano e sparlano con altri.
Sempre
e solo a casa, soli, con loro. la sera mai uscire tranne feste
religiose. Mi sono dovuta fare due giorni senza dormire appresso a
queste feste del cavolo finchè ho detto basta,
perchè per
loro era importante. QUindi io ero sola, contro i compagni a scuola e
contro gente con cui non avevo esperienza perchè ero
già
diversa di mio e di abitudini. E sola ancora perchè, pena
botte
e punizioni, dovevo essere come volevano. Una santa senza parlare,
rispondere, zitta anche se mi sfottevano o mi dicevano il peggio
davanti, educata e con la testa sempre china a terra. Sorridere e
apparire una principessa insomma. Eppure non lo sono e la mia vita
è stata un inferno in casa come fuori. Tutti si aspettavano
una
copia conforme alle altre, peccato solo che le altre erano schifo, che
manifestavano mentre gli adulti erano distratti o lontani. Ho odiato la
scuola, l'essere piccola e non sapere niente, la mia paura e terrore di
urla, punizioni e di essere picchiata perchè finivo sempre
la
colpevole di tutto. Se facevo una cosa nella mia ignoranza di bambina
era tremendo e punita senza spiegazioni. Se le merde dicevano ai grandi
che ero io, senza sentire altro, ero una brutta persona. Sempre io,
anche se non vi rientravo o no avevo detto o fatto niente. Quante cose
spiacevoli ed è pure poco cosa sono stati per me, che ho
subito.
Ma il peggio era il sentir loro dirmi che tutti facevano schifo e
dovevo stare lontana dalla gente, poi dagli undici anni a ritepermi che
dovevo avere il fidanzatino e, passati gli anni, a ridere e schernirmi
tutti perchè non lo avessi. Eppure guardavo quelle che lo
avevano fatto per far contenti gli adulti, e per seguire lui,
perchè anche i maschi nonsono messi meglio, e hanno fatto
roba,
finendo per essere marchiate a vita. Si, dicevano così,
marchiate. Come cavalle. E vuoi sapere una cosa? So bene di avere
problemi legati alla paura viscerale e terrore di essere giudicata, e
marchiata come le altre. nato da loro. NOn hai idea quanti sacrifici e
rinunce ho fatto per non essere etichettata, e ho perso anni ed
esperienze della mia vita. Non ho mai avuto un amico perchè
non
risucivo a fingere, e come ero non piaceva alle persone. Sono una
persona di merda? Si, ma dopo anni e maturando disprezzo,
inimicizia, risentimento, astio, rifiuto, intolleranza, e
tutto
ciò che vuoi appiopparmi anche tu. Ma nessuno in uttta la
mia
vita mi ha ascoltata, si è fermata e ha fatto le domande
fondamentali, per capire le situzioni o le motivazioni. Cosa provassi,
cosa comportavano per me tutte quelle cose, alla lunga. Ho sofferto
come non saprei nenache descrivere, perchè le sole parole
non
basterebbero... eppure ho continuato a testa alta, affrontando tutto. E
sono sempre caduta, sempre più giù, non per causa
mia.
Tutte le paure, i terrori mi hanno condizionata in ogni cosa,
impedendomi di essere tanto e in tante cose. Quella è la mia
colpa. Aver permesso alla paura di farmi diventare vuota. Se fin da
piccola ero aperta e sempre felice, perchè scoprivo e vivevo
ogni cosa come una meraviglia, dalle medie sono diventata cosa vedi. Ho
odiato tutte le frasi contro il sesso che ho dovuto sentire in
famiglia, eppure orgogliosi e pronti a dirmi che il ciclo fosse una
cosa preziosa e importante. Per me è stato solo un ulteriore
legaccio che mi ha rovinata anni. Costretta a dolori terrificanti per
cui non vi erano antidolorifici, perchè non ascoltandomi non
capivano quanto soffrissi. E niente medicinali. Cosi che mi
obbgligavano ad usare, per risparmiare , cose così grosse e
fastisiode che se avessi preso una maglietta ripiegata al loro posto,
stavo meglio. Tu non puoi capire, per ridire le tue parole, cosa
significa per una come me il ciclo, e quale limitazione sia. io che fin
da piccola non comprendo perchè dovrei essere un essere
umano
figliando, essere una donna se non mi definisco tale e tante stronzate
che sono l'opposto di me. Il fatto stesso che io, essere
umano,
non posso decidere per me e il mio corpo, ma sono gli ltri a farlo, mi
fa incazzare. perchè non cè modo di fermare il
ciclo se
siamo esseri umani e sopra il livello istintivo degli
animali?
Una come me deve essere obbligata a subirlo? Per la natura devo subire
questo schifo per una cosa che non voglio, non desidero, non accetto.
Eppure sono un'essere umana, tutti dicono che siamo sopra e diversi
dagli animali. Sono peggiorata con gli altri, anche per la paura delle
loro reazioni. I miei persone in casa, non ne volevano, mai,
e la
gente mi considerava matta per colpa loro per le cose che pensavano. E
poi cèrano i maschi. Puoi tu capire cosa significhi essere
palpati sul seno, ogni volta, perchè per
essere bulli
di merda, se la ridevano con la classe perchè io rispetto
alle
altre le avevo morbide? bello anche questo, eh Alaric? Considerata
sbagliata perchè non avevo il fidanzato, come se fosse
obbligo
ma senza farci niente, perchè altrimenti tu, non lui, sei
una
vergogna. I maschi che non facevano altro che guardarti come una vagina
che cammina e basta. E io non provando niente, per nessuno, vedendomi
sbaglaita anche in questo. Come se non avesse desiderio o sdilingurmi
per qualsiasi uomo che pssasse per la tv o in giro fosse da malati. Fin
da piccola mi chiedevoperchèdovessi
chiamare mamma e papà, o nonni o zii persone per cui non
provavo niente...."
"...."
"Sono uno schifo di persona? Sicuro, Perchè normalmente se
ti
muoiono i nonni dovresti sentirsi disperato, come se ti mancasse una
parte di te o altre cose del genere, come amano dire tutti. Ma io... li
ho visti morire, nell'attimo in cui non vi era niente in loro, come
pensano in molti, e l'unica cosa che pensavo per uno era.
Uno è morto in un modo che mi ha portata a capire come la
famiglia fosse la tua tomba, già da prima. Sempre forte come
un
toro, senza un raffreddore, è peggiorato in poche settimane
senza una motivazione, diventando di fatto incapace di muoversi.
Ricordo l'ultima volta che lo vidi prima del giorno della morte, tutti
a rompere le palle a mettergli flebo, a fare di tutto per tenerlo in
vita, in quel modo miserevole. COn i muscoli di anziano andati del
tutto per le ultime settimane, con il pannolone, secco secco, la faccia
lascia perdere... e pieno di tubi e medicinali sul comodino, da far
paura. E che urla, urlava cavolo, di lasciarlo andare e
mettergli
un cuscino sulla faccia perchè no nsoffrisse più.
Questo
urlava. Uno come lui, che non l'avevo mai visto malato o altro ma
sempre anzi spavaldo e con battute pronte, ridotto a chiedere un gesto
de genere. E mi raggelai a sentire le risposte. Gli dissero di finirla
e stare zitto, che doveva fare le flebo per stare bene. Ma
ciò
non accadde. Quando lo vidi morto da pochi minuti, come era ridotto e
quanto avevano martoriato il suo corpo per tenerselo in vitaloro,
facendolo soffrire, facendolo morire nel sonno per soffocametno come si
scoprì, mi fece male per me, e per tutti quelli obbligati a
cure
e mantenimenti, in vita in quel modo. Capìì anche
dalla
mia malattia che sarebbe finita così per me, che non erano
capace di dire addio e auguare a chi dicevano di voler bene, un modo
dignitoso e più umano di andarsene. L'ho visto
urlare dal
letto e chiedere di trattarlo da umano, ma morì devastato
più dall'agire di chi avev aintorno che dalla vecchiaia
improvvisa. Io non provavo cosa doveva provare una persona normale,
come dicevan che doveva essere. E l'ho visto, come gli altri, come
coinquilinio con cuidovevovivere.
Faccio schifo, sono merdosa,lo
soe
lo comprendo. Non ho provato cosa avevo visto da compagni, a cui erano
morti i nonni anni prima, e si disperavano in classe e piangevano. E io
non sapevo se fossi sbagliata. E poi l'altro, morto di colpo per
un'arteria scoppiata, provai solo contentezza che non avesse subito
quello che avvenne sull'altro. Anzi, ricordo che tornai a casa e mi
sedetti in cucina, ero allegra e tranquilla perchè non
aveva sofferto, non avevo davanti quelle scene deliranti e
supplichevoli. E poi... Io, già stando male per la malattia,
iniziai a star male dentro. Quale sorte mi sarebbe toccata? Se da
sempre fino a poche ore fa, erano loro a decidere tutto della mia vita,
dal cibo agli abiti, a quanti soldi avere in mano o tenerli loro
conservati... cosa sarebbe accaduto per gli anni a venire? Mi hanno
sempre rimrpoverata nell'ultimo tempo,perchè non accettavo
più le cavolo di medicine e terapie che mi avevano
peggiorata
seriamente. Mi davano la colpa di stare così e non fare
niente,
quando ho subtio anni non hai idea, per fare cosa volevano sul mio
corpo, per guarirlo a loro dire. Senza sapere cosa ne pensavo e cosa
volessi. Rispetto chi vuole guarire e prova di tutto, ma nessuno
là fuori ha rispettato e considerato cosa volessi io o
intendessi fare o meno. Dimmi, quindi Alaric, sono io malata mentale
come pensavano tutti?"
"...."
"Già certo, non hai niente da dire... allora
continuerò
con l'ultimo punto. Tu non puoi capire quando non provi ninete per
nessuno eppure desideri avere qualcuno vicino, perchè l'uomo
è un essere sociale. Ma alla gente io non sono piaciuta mai,
sia
come ero veramente prima di tutto questo, sia dopo. Non cè
stata
nessuna persona amica, perchè alla fine chi pensavo
meritevole e
che mi vedesse diversamente, era stronza o peggio. Vedi esempio
all'università cosa hanno fatto, mentre io stavo malissimo,
alle
mie spalle, anche. Ma il fatto è che non provavo niente per
nessun maschio e la gente, famiglia e altri, pensavano fossi qualcosa
che per la società è sbagliato. Contro natura.
Gisutamente, senza dialogo ne niente non ti interessa parlare con
quella persona e capire, ma giudichi subito senza problemi. E poi
conobbi Rò. Era stato sia l'unica persona con cui fu
naturale
avvicinarmi, sia l'unico maschio che non mi dava fastidio avere
vicino, o da cui farmi toccare. Cosa puoi capire tu, dopo una
vita ad essere sola, me, pensando di aver davanti una persona che forse
poteva essere importante per me come amico e fidandomi? E intendo
nessuna paura, nessun timore di essere me stessa, libertà di
parlare e direla mia veramnete, non le solite frasi clichè
che
dicono tutti perchè è così, di
avvicinarmi a
qualcuno. Il problema è che io desideravo avere al fianco
qualcuno con cui parlare, condividere le cose, avere vicino per ogni
momento della vita ed esperienze... lui alla fine si rivelò
come
gli altri. Se all'inizio mi sentìì desiderosa di
essere
me stessa, mi accorsi pian piano che qualcosa non andava.
Tranne
che al corso, non voleva fare una cosa che desideravo tanto. Uscire di
casa, e fianalmente con qualcuno vicino a me. Andare al cinema, vedere
posti interessanti, musei o anche solo negozi. Mi è sempre
piaciuto guaradre in un negozio, anche solo scoprire la
merce,
così come un bambino al negozio di giocattoli che vuole
vedere
tutto dall'inizio alla fine, come vedesse cose nuove e
straordinarie. Hai mai visto Mamma ho perso l'aereo a New York? Quel
negozio di giocattoli? Da vederetutto? Ecco...
Invece ero sempre rimasta a casa, tranne dovedovevoandare
per la musica. Ah, la musica. Anche quello, qualcosa che mi ha portato
via pezzi di me. Il punto è che iniziò a dire di
no,
meglio di no. Ci sentivamo online per lo più, e poi
scoprì perchè. Era stato fidanzato e si era
lasciato dopo
casini perchè per la sua ragazza non era al livello che
voleva.
Insomma non era ambizioso e voglioso di soldi, come voleva lei. Anche
se non stavano più insieme, erano in stallo e la
famiglia
di lei non accettava come lei, una persona con una lavoro banale,
così creava problemi. Lei si vergognava di uscire con lui e
passare del tempo con gli amici, perchè ogni vlta si
chiedeva
tra tutto e lei non voleva dire che era meno. E mi venne a dire che non
usciva con altri perchè aveva paura che la famiglia di lei
lo
vedesse, in giro, con altre persone e montasse un casino, dopo anni di
fidanzamento e tutto. Sai la cosa divertente? Mi disse però
che
nel caso, se volevo diventare più amici in quel senso, non
cèrano problemi ad incontrarsi, da qualche parte, in
segreto. Io
ovviamente non la presi bene per tante ragioni, ma era l'unica persona
per cui non provavo fastidio e nervosismo, andavamo d'accordo. Gli
dissi solo amici, poi si vedeva. Poi una volta ci incontrammo ad un
corso, dove venne per vedermi lontano dalla strada. Prima mi
abbracciò dicendo che era felice di vedermi, e io anche se
non
sicura di cosa provassi, e del fatto che non mi dava fastidio,
accettai. Venne altre volte ma le cose cambiarono quando
scoprì
che alcuni che frequantavano quel posto lo conoscevano e
iniziì
a diventare nervoso e irascibile, dicendomi che mi comportavo da
bambina se scherzavo o ero me stessa. E poi un giorno...
Ricordo
che cèra un bagno per le ragazze, e vicino una stanzetta mai
usata e mi chiese di parlare lì. Io non sono tipo da
nascondermi, così che la gente non mi veda. Se mi piace
stare in
un posto per tranquillità e perchè va a me, ok,
ma non mi
sentivo a mio agio di nascosto. Perchè avevo un sentore...
Ebbene, mi chiese, indovina di fargli cosa? INiziammo a discutere e lui
mi disse che se davvero gli volevo bene,dovevodimostrarglielo.
Puoi immaginare la mia perplessità per un concetto del
genere.
io, sola da schifo da sempre, arriva la prima persona concui non mi
sento in negatività come con gli altri, ho il mio
modo di
essere e conosci... e chiedi con instistenza questo! E mi
rimproverò anche, una delle tante volte,
lamentandosisempre del fatto che mi diceva sempre,
ma io no, solo ti voglio bene. Il problema è che io stessa
glielo dicevo ma col dubbio, perchè non ho mai capito cosa
bisognasse provare e come capirlo. Anzi, si lamentava sempre anche di
questo. Le altre questo, le altre così, le altre fanno,
dicono,
dimostrano. Diceva che era impossibile che io non capissi se e cosa
provassi, che se mi abbracciava questo, se tentava di baciarmi
quell'altro. ma io non sapevo cosa rispondere a me stessa, pensa a lui.
E c'erano loro, la mia famiglia e chi mi chiedeva sempre
perchè
non ero con il fidanzato, perchè non cèra
nessuno, che
intenzioni avessi. Non è che cè rischio che
diventi come
sua zia, chiedevano tutti a mia madre anche se ero lì e
potevano
rigirarla a me. Ho una zia mai sposata per fatti suoi, e tutta la
famiglia e chiunque, a dirsi preoccupati e increduli per questo. E che
anche io potessi- fare
quella fine -. Dopo il diploma i miei, che rompevano perchè
a
quell'età erano molti quasi sposati mentre io non mi ero
arrisicata a interessarmi a nessuno, meglio se ben messo
economicamente. Vedi tizia, caia e sempronia? Sono già
sposate e
con figli. Quando ci dai dei nipoti. Quando. E poi le colleghe
all'università, che stufa di sentirmi chiedere quando lo
avessi
fatto la prima volta e quante volte, dissi alla fine che non era mai
successo e non mi interessava. Come finì? Che dopo
aver
detto questa cosa a tre, quelle con cui credevo fossi amica stretta,
l'han saputo tutto il gruppo in generale ,ed è inutile dire
tutte le frasi che ne risultarono, no? Come si fa gente, che sfotte le
religiose e perbenine, prendere in giro una persona solo
perchè
diversamente da loro non si son passate mezza città. E per
alcune era così. Invece di chiedere ma come mai... Cosa
è
successo... con amicizia, non saprei! No, risate e presa in giro. Mi
presero per scema, per pazza per essere ancora così,
incredule
perchè pensavano che scherzassi, iniziarono a sfottermi sul
fatto che era strano che non mi piacesse nessuno, neanche un cantante o
attore, e non mi venissero le voglie che divevano di avere. Ma io
realmente non provavo e sentivo niente e non mi interessava.
Ero
stata sempre sola e avevo terrore della mia famiglia e del giudizio per
qualunque cosa avessi decido di fare in generale. Questo mi
limitò parecchio, troppo, ma per loro ero strana,
per
tutti gli altri o ero lesbica o avevo qualche problema. Non
cèra altro. Ricordo che me ne andai pensando solo una cosa,
il
giorno che dissi stufa la verità a quelle tre. Che la mia
famiglia aveva fatto di tutto per inculcarmi che la gente faceva
schifo, non cèra niente di buono nel mondo se non nella
famiglia
o nei fatti prorpi, che non bisognasse dire o far sapere niente alla
gente. E che dovevo esser come la società e la gente voleva.
Io
credevo nel mondo, quello che mi faceva brillare gli occhi per ogni
cosa che vedessi e che aveva sapito creare prima di me, e
volessi
scoprire, eppure questo mondo non fece niente per sbugiardare quegli
stereotipi, affermare che non era tutto così negativo come
pensavano. Farmi vedere che cèra una faccia, oltre quella
dell'odio e distanziamento. E invece..."
"Che è accaduto poi" chiese Lubo, mentre lei si incupiva e i
lsuo sguardo era perso da qualche parte
"Semplicemente, dopo una di quelle giornate di festa in cui si deve
stare in famiglia, in cui mi bombardarono di paragoni tra me e altre,
cosa avevano fatto loro della lista della spesa e cosa io no,
manifestando timore che potessi diventare come quella zia e sofferente
di mio per la malattia e l'università. che non andava
più
come avevo cercato di mantenere, non riuscì a reggere anche
a
Rò. Pressava per vederci per fare roba,volevafatto
questo e quello, rabbia perchè non dimostravo l'affetto che
cèra per lui, e mi comportavo in maniera strana. Il problema
è io ero persa in una vita non mia, una... e poi,
non ero
io ad esser diventata strana, semplicemente soffrivo per
esser costretta da tutti a fare cosa volevano, a subire
pressioni
per qualcosa per cui non ero incline. E così... per
disperazione
alla fine gli dissi si. Non ce la facevo più a sentire tutti
con
le loro richieste,se contrario a
cosa tu vuoi, le colleghe di università che invece di
ascoltarmi
e vedere che stavo male e aiutarmi, mi sfottevano sempre e si
infuriavano se io dicevo qualcosa sui loro fidanzati... virtuali. Si,
perchè queste grandi signore, erano tutte fidanzate con
gente
che abitavano altrove, conosciuti in chat mentre si divertivano con
altri in città. Questo l'ho scoperto quei giorni
in cui,
invece di studiare come chiedevo, erano diventate così
amiche da
dirsi tutto. Ora, una di queste aveva come me una malattia,
la
sua le aveva portato a malformazioni delle gambe e camminava male e si
vedeva che qualcosa no andava. E lì io la capisco, se la
gente
non la considerava per l'aspetto fisico passi il fatto che cerchi
altrove qualcuno che no vi badi. Anche se anche questa ne ha combinate
da far impallidire. E' arrivata a spedire a questo tizio orologi da
polso, cibo nostro tradizionale e altro in pacchi non assicurati e,
siccome li comprava con me quando facevamo due passi vicino tra le
lezioni o le ore nostro di studio, ero presente. E sudavo se non
arrivavano, perchè questa aveva anche come me problemi di
denaro
e i soldi glieli davano i genitori, malati come lei, sperando che quel
tipo la accettasse davvero e si sistemasse. E poi sfotteva me per
l'amicizia con Rò, dicendo che non è normale che
un
maschio sia il migliore amico... comunque mettete queste cose insieme,
aggiungeteci lui che invece di parlare e fare qualcosa per distrarci
dai casini personali, rompeva che voleva una foto intima, questo e
quello... Un giorno mi dice che i suoi genitori erano tornati a casa
accompagnati da un parente, perchè si erano sentiti poco
bene
nella casa in campagna e la macchina del padre era rimasta
là. E
doveva riprenderla. Con la sua semi ex si parlava ma non da chiederle
questa cosa e quinid... alla fine gli dico ok. All'epoca ancora guidavo
un poco e mi aveva detto che mi faceva vedere la famosa casa della sua
infanzia, che amava, e nel mentre lo aiutavo a riportare la macchina in
città. Mi venne a prendere e andammo là... il
tempo di
farmi vedere la sala da pranzo che cominciava a strofinarsi su di me.
L'unica cosa che provavo era voglia di uccidere qualcuno, ma dopo una
discussione dove di nuovo anche lui mi diceva che sono una donna, e
come tale ci sono cose chedevofare...
in quel momento lui disse che bisognava approfittare delle occasioni, e
ho sbroccato. Gli ho detto che non sentivo niente e non provavo niente,
ma lui sordo. Mi disse di seguirlo e mi condusse nella cameretta dove
ormai andava solo per dormire, quando stava con i suoi in estate ma
stop, era ancora come l'aveva sistemata da ragazzino. E simpaticamente
disse che era qui che portava le fidanzate prima dell'ultima. E
già non ero in vena prima, mi spiace dirlo ma mi venne lo
sgutter, ossia lo schifo a pensare a ciò. E si, inutile che
fai
quella faccia..." disse ad Alaric
"Stavo solo pensando..."
"Si, al fatto della macchina. Quella volta che mi disse di salire in
macchina, alla fine del corso, che mi dava in passaggio. Mi
portò invece in un post isolato e mi disse che finalmente
eravamo soli ed ero tutta sua. Mi disse anche che in quel posto onn ci
abitava nessuno e se volevo potevo, come disse lui tranquillamente,
cavalcare senza paura di esser visti. Simpatico, vero? Ennesima
discussione, perchè io primo non volevo, non mi andava.
Secondo,
voleva che mi spogliassi per fare almeno roba meno grossa e io ribattei
che eravamo in una macchina, senza qualcosa per proteggere la pelle dai
sedili. Apriti cielo, cosa accadde... inveì contro di me
perchè riteneva impensabile questo mio pensiero. Era
assurdo,
urlava, che io pensassi a qualcosa di così stupido, invece
di
fare roba e terminò con.
Fu in quel momento, quell'incessante, di tutti, paragonarmi ad altre e
lo mandai a quel paese. E quella volta, tempo dopo, in quella
casa, non reggevo più a ninete e gli dissi va bene, vediamo
sta
cosa. Ricordo ancora il lettino con il copriletto chissl con quanta
polvere e roba di sopra, e mi disse mentre apriva la finestra.
Così, come un ordine dato a un cane. Non capì
neanche
quando lo guardai storto e dopo il cantilenio di altre frasi
uguali accettai controvoglia. Non si degnò neanche
di
togliere il copriletto... " si fermò arrabbiata, mordendo
con
rabbia il labbro inferiore
"Non cè bisogno che spieghi tutto" disse Jd
"Ah, io non ho nulla da vergognarmi, se è questo che pensi.
Così come per la tua storia non ne hai tu. Non è
quello... è solo che pensarci fa male... NOn dirò
oltre
il basico. Ma non fece niente di particolare, ne io, non quello, ma
quando vide che non facevo altro che guardare i muri, dopo un
pò, si alzò e disse prima di uscire di sistemarmi
e
raggiungerlo. Mi sistemai e rimasi seduta sul letto, senza sapere cosa
dovevo mostrare. Il suo tono e il modo in cui se ne andò,con
un
tono come deluso o non so che altro. Sapevo solo che volevo distrutgere
tutto e sfogare cosa provavo in una volta sola. Lui non aveva fatto
niente di particolare, eppure oltre i dolori, guardando il muro
opposto, non risucivo a pensare che a una cosa, Anzi due. Che fossi
rigidissima e nervosa, che al confornto un baccalà sotto
sale
era elasticissimo e due, che mi sentivo con lui come con tutti gli
altri, solo un qualcosa per cosa gli interessava. I miei e famiglia in
generale, non facevano altro che dire che mi amavano, che cosa dicevano
e facevano era amore, senza però mai chiedermi o parlare con
della cosa, quali fossero i miei desideri e cosa odiassi.Non li
sapevano. NOn capivano il dolore che procuravano alla mia psiche con i
confronti, dicendo che altri padri, madri, nonni si vantavano con loro
di figli e nipoti e loro non potevano farlo. Come se, nonotante i miei
voti e successi sudatissimi, per la mia malattia che mi limitava, non
meritassi qualcosa. La società voleva come la famiglia che
io
rispettassi gli imperativi obbligatori di donna e poi lui, la persona
che credevo avessi vicina e con cui all'inizio mi sentivo a mio agio, a
parlare e che mi rendeva contenta perchè cèra, mi
aveva
fatta sentire in meno di mezz'ora un niente. Insapore per cambiare
parola. Mi aveva obbligata a fare cose che non sentivo e volevo, che
non venivano da me, dicendo che non era normale, mi aveva spinta a
permettergli di toccarmi senza niente, senza altro. Finchè
non
si incavolò e se ne andò. LAsciandomi
così, senza
parlare, senza chiarimenti, senza vedere e capire che ero nervosa, non
a mio agio, in preda ai terrori di quella paura che mi ha sempre
accompagnato. E mi chiesi se non fossi davvero sbagliata nel credere
che a qualcuno importasse di cosa volessi e cosa provassi. La prova era
lì, perchè mi ero bloccata, rigida come un
bastone solo
perchè mi toccava e non lo guardavo, automaticamente si era
offeso o che altro e non gli andava più bene. Chissenefrega
se
magari cè qualcosa che non va. Quella fu la cosa
più
devastante sul sesso che ha peggiorato i miei rapporti con quella
paura. Paura e incapacità a reggere tutto, il concetto del
sesso
ecosa dovevo essere per gli altri contro me stessa. Sentito come
obbligatorio da sposati, imperativo per fare figli per gli altri,
mentre vietato e mal giudicata tu se pensi anche solo di fare qualcosa.
Solo scoprire della mammine pancine e cosa scrivevano mi facevano stare
peggio. I doveri. Lo stare con gli occhi chiuse, mute, oggetti
inanimati fra le mani di altri... DOpo la scuola media mi venne il
terrore del giudizio degli altri, perchè i miei continuavano
a
urlare che dovevo apparire così, vestita in quel modo, non
dire
e non rispondere mai a nessuno a davanti ad altri, sorridere e
mostrarmi sempre affabile, educazione non onnormale ma ai massimi
livelli e mai, mai atteggiament equivoci. Dopo le insegnanti e compagni
delle medie, iniziai a soffrire la vicinanza con gli altri, da
rifugiarmi smepre più in me stessa. Sempre sola, sempre
così dispiaciuta. Nessun amico o qualcuno con cui capire le
vicinanze, le affezioni e cosa significava e se cèra da
provare
qualcosa, con la vicinanza fisica. Se non provavo fastidio con lui, mi
dissi che forse significava qualcosa. Invece quel giorno è
rimasto come un incubo, sempre sull'attenti quando un maschio si
avvicinava o capire le sue intenzioni. Sempre fredda e sempre distante,
questo ero prima e peggio dopo. L'ultima volta che lo vidi fu quando
decisi di troncare tutto. Quel giorno mi ritrovai al piano di sotto con
lui, che chiudeva tutto e come se neinte fosse mi disse di montare in
macchina e tornare a casa sua. Lasciai l'auto sotto casa, mi
ringraziò e saluto dopo che mi riaccompagnò e
tornai a
casa. I nostri discorsi per lui dovevano virare sempre su quello, senza
mai, mai, accennare a quanto accaduto e cosa comportò per
me. Io
stessa non ho mai capito l'unica cosa che provai da quel giorno in poi.
Un dolore nel petto da mancare il respiro, un disagio e tremore
assurdo, al sol pensare a lui e come mi sonosentiva, come un niente,
là... il vuoto e il respiro tremante perchè non
volevo, e
poi l'aver visto lasciarmi sola . Di nuovo sola, di nuovo niente.
Quell'ultima volta, qualche settimana dopo, perchè avevo
mandato
a quel paese le colleghe di università, fu la fine. Anche
loro,
invece di aiutarmi o che altro, come vedevo fare a tutti gli altri ma
per me mai nessuno, mai verso di me, mi denigravano e dicevano di non
credere che stessi male, nonstante camminassi male e mi venisse una
nausea paurosa per i dolori. Così, per disperazone
perchè
i miei volevano risultati, gli dissi di aiutarmi, e accettò.
Avevo una sorta di stanza da basso che era di mio nonno, facente parte
della casa originale, la parte di sotto rimasta a lui, Morendo
è
andata a noi, ma non la usavamo mai, quindi cèra stanzetta
con
tavolo, letto e bagno. Cè da dirvi forse come
finì?"
"avete litigato" rispose Jd
"eh... " sorridendo amarmente" neanche il tempo di entrare e sederci
che, notato, il letto, cercò in tutti i modi di farmi
spogliare
per fare roba. Arrivò a spingermi, mentre io arretravo
provando
quella senzazione per quella volta, e togliermi i vestiti. Proprio
cercò di togliermeli. Quando colpì la parete con
la
schiena, mi resi conto di come annaspavo terrorizzata e l'ho spinto
via, tremando. E' accaduto così, a ricordarlo non so neanche
io
esattamente come si sentissi in quei pochi momenti. Volevo urlare,
andar via, anche piagere. Mi sentivo disperata. Discutemmo, tanto che
temetti di esser udita dalla mia famiglia di sopra, che sapevano di lui
e pensavano chissà cosa da prima. E di nuovo senza parlarmi.
Discutemmo seriamente, lui dicendo di essere deluso marcio e che ero
cambiata, io sempre più sconvolta da cosa diceva. E di
nuovo,
non ero io ad essere cambiata... semplicemente agivo comeme,
non come ero abituata con gli altri. Solo che mi aveva conosciuta
all'inziio con quella maschera che tento di mettere sempre per apparire
simile agli altri e pensava seriamente che fossi una scemetta ingenua,
caruccia e solo timida. Anche dopo tantissimo tempo, dopo che
doveva avermi consociuta davvero in chat, e nelle poche volte di
persona, non ha mai capito che i miei comportamenti erano genuini e
spaventati. Non volevo niente, se una cosa non viene da me in generale
non vogli ofarla e lui invece pensava fossi solo... non so neanche io
cosa. Non parlammo mai davvero della cosa, perchè quando
tentavo
di farmi ascoltare, come tutti gli altri glissava e si lamentava invece
lui. Quella volta volevo piangere per una cosa. Alla fine tutti, tutti
quanti, non facevano altro che dire che ero una delusione, un
fallimento, sbagliata. Lo mandai via e poi per messaggi nel cell per
giorni, mi scrisse di perdonarlo e di parlare di nuovo.Quelli di cui ti
raprlai con cui andai in Irlanda... Quel viaggio è l'unica
cosa
che ho sentito viva e reale, io che cèro, si tutta la mia
vita.
le uniche volte in cui ero contenta e mi ricordo con un pò
di
rimpianto è quando compravo quacosa che desidaravo o
mangiavo
quello che mi piacev dopo secoli. All'epoca parlavo con Zay e Ric,
conosciuti per un interesse comune online e che veramente, anche
rispetto a Rò, sono stati diversi nel considerarmi. Fu
parlando
con Zay che capì che non ero io ad essere in errore, come mi
facevano pensare tutti. Che tutto ciò che... " scuotendo la
testa "mi parlò delle sue esperienze e degli
uomini in
generale, e del fatto che non era sbagliato il mio rifiuto di non fare
cosa non mi andava. Che io avevo ragione. E Rò considerava
quella mia comprensione come cambiamento, quando dall'inizio io
parlavo, dicevo e niente... come tutti gli altri, che fossero famiglia
o gente che avevo conosciuto. Furono quel giorno in quella casa, e
quell'ultimo incontro nella mia, che ne uscì peggio in tutti
i
sensi ed è da allora che non ho contatti con nessuno in
generale. E odio la gente, non voglio contatti o altro. Anche
perchè io ero peggiorata, e anche uscire per qualche ora di
casa
mi procurava dolori assurdi, sopratutto camminando. E
così, eccomi. Una persona che odia i contatti con la gente,
il
sesso per queste sue esperienze e, lo dico una volta sola come dissi a
Rò che non voglio fatto niente, non a me, non lo tollero per
me.
La gente può fare cosa vuole, basta che non danneggi gli
altri,
non lo giudcio se non appunto come ricatto, uso per propri scopi o
simili. Non come quegli idioti là fuori. QUindi
come vedi,
no nsono come quelle persone di cui ho parlato prima che detestano il
sesso e l'altro sesso perchè la gente li ha rifiutati. Io
detesto gli obblighi, di più se legati al sesso. Ma su di
me. E
se Milan è davvero un Signore. serio e manterrà
la
parola, mi fiderò della sua promessa..."
"Ti viene ancora da piangere al pensiero?"?"
"No" rispose a Jd "l'ultima volta che ho pianto davvero, da non
riuscire a fermarmi o fare altro, standoci male per un pò
ancora, fu quando scrissi una lettera a Zay e Ric. Furono gli
unici a cui raccontai molte cose e che considero amici, anche
perchè li incontrati di persona, e a cui devo rispetto per
come
si sono sempre comportati ocn me. Ma abbiamo litigato per come
ragionavano su cosa volevo e non accettavano, so non veramente,
e... Avevo chiesto aiuto.Non hanno mai compreso, ne sono
sicura,
che ho troncato anche con loro perchè non riuscivo a reggere
più niente.Strisciare a quel modo in questo mondo, non aver
mai
niente di cosa desideravo per far contenti gli altri e sentirmi pure
rimproverare di essere una delusione. Ancora oggi i miei non hanno mai
compreso le mie parole e urla, se dovessi farcela, non capiranno mai
perchè desideravo essere ascoltata e che vedessero la
verità. E a loro, sarò stronza anche se so che
facevo
tutto per la prole, appunto i figli in generale e nonme, non vogliodire
addio, Voglio adanre da questo mondo a modo mio."
"Ma sono i tuoi genitori..."
"Puoi considerarmi stronza, schifosa, merdosa, indegna e qualsiasi cosa
ti venga in mente. ma fin da piccola non provavo niente per loro. Gli
accadevano cose, non mi sentivo dispiaciuta come lo mostravano gli
altri quando facevano casino intorno a me. SOno arrivata al punto di
trovare disgustoso il loro toccarmi per sbaglio, anche passando...
dovevo pulirmi il braccio per esempio o parte di cosa indossavo.
Dividere il bagno con loro era disgustoso. Non volevo che mi toccassero
il letto per rifarlo o togliere le lenzuola. Se da piccola per me erano
persone con cui dover abitare, fino a ieri erano individui da cui avrei
voluto scappare, ma non riuscivo. Perchè usavano i sensi di
colpa come arma. Ma se glielo dicevi ti dicevano che eri stronza e
altre cose a pensare ciò. Eppure le cose le dicevano, per
poi
ritrattare. Sembrava di vivere come le storie dei laureandi con i
coinquilini. Sono legata a loro per il sangue, ma non mente e cuore.
Fammene una colpa..." disse lentamente e con incisione ad Alaric, poi
continulò, sempre guardandolo negli occhi.
"...Sarei stata davvero forte e capace come dicono gli imbecilli contro
chi non vuole più reggere le stronzate, se li avessi
affrontati
e fatto davvero come volevo io. Ancora ieri, continuavano a dire che io
avevo fatto sempre cosa volevo, contro il loro parere. Io! Che non ho
mai fatto cosa desideravo e ci ho rimesso. IO! Sarebbero, lo so, come
altre persone che piangerebbero per il fatto che le hanno abbandonate,
che sei andato via e li hai lasciati. Cosa ha portato la persona a
quella decisione, cosa è avvenuto perchè
accadesse,
perchè non si fidava di loro e ha preferito fare da
sè...
e tanto altro. Penserebbero solo che eri egoista fancedoli soffrire
come se fosse una ripicca. Tutti i miei tormenti e dolori... si pensa
solo a chi resta che cosa gli è stato tolto, cosa gli serve
per
vivere e continuare ma non ha niente. I cretini che non ascoltavano e
vedevano si, loro meritano compresione, tu che eri sull'orlo della
disperazione no. La gente è così bloccata nei
ragionamenti... Ad ogni modo quei due lo so che non sono contenti che
abbia troncato, ma non capiranno che le mie paure dei contatti con le
persone sono peggiorate, non risucivo a reggere anche solo parlare con
loro. Vedevo loro, come altri e come continuavano ad andare avanti e
avevano le possibilità per farlo, che fossero aiuti o i loro
meritati sforzi ripagati. Ma io, dal liceo a cercare di rendermi in
qualche modo autonoma e capace, per andare via di casa e liberarmi di
loro... sono riusciti a tenermi a casa, con loro, come volevano,
incatenata senza vedere. Anzi, vedevano sempre che il mio umore
peggiorava, non gli parlavo, non ridevo più e per le dannate
feste con la famiglia mi obbligavano a rimproveri e parolacce, a
fingermi sorridente e felice, con nonni e tutti gli altri. E io stavo
male. Ma non riuscivo, mi snetivo peggio, stavo da schifo dentro e mi
rimproveravano tutti quanti perchè rovinavo la festa. E
quella
di batosta di Rò e cosa è nato in me da
quell'esperienza.
Ciechi fino alla fine. Parlando con Zay mi ero pure illusa un
pò
che forse, qualcosa per me cèra, che cèrano
persone per
me alla fine, che ci fosse qualcuno allla fine speciale veramente. Non
ho mai avuto vicino una persona che mi portasse ad essere felice perchevi fosse, e chefossefelice
che io cèro,,, e che condividesse con me qualsiasi cosa,
stando
solo vicino. Come le amicizie eterne, uniche, indistruttibili. Loro due
erano miei amici e tali rimarranno, ma parlavamo dopo quell'unica volta
di persona, solo online. E io non ce la facevo. A casa sempre peggio,
sempre e sempre e mi sentivo sola sempre di più. Non hanno
compreso che non mi aiutava o bastava, più, solo online
quando
potevano. E poi non ce l'ho fatta. Speravo che mi aiutassero a non
soffrire più di quanto non fossi devastata e sola
e
invece... Non volevano. Lo capisco, ma quella rottura alla fine era
inevitabile. per una votla che desideravo che qualcuno facesse qualcosa
per me, per mio egoismo se volete metterlo così..."
"E cosa cèntra con le signorine che ci fanno compagnia?"
Lia guardò Alaric come se vedesse qualcosa di ripugnante.
"Perchè lo sto dicendo a voi? Come detto le uniche persone a
cui
avevo detto queste cose, sono quei due. Nella mia vita nessuno ha mai
voluto ascoltarmi, fermarsi e usare i lproprio tempo per darmi ascolto,
attenzione. Quelle persone lo avevano fatto, ma come gli ho scritto, ho
impresso nella carta quello che riuscivo a mettere stando male
parlandone, perchè usaressero anche gli occhi e il cervello,
cèra poco per me, che potesse aiutarmi. Ormai. Io non sono
solo
parole al vento, capirmi come per chiunque altro è qualcosa
al
di là di quello che si pensa. Come per le poesie... che
esprimono l'inconscio di una persona. Per terapie o altro ti dicono,
è perchè nelle parole le persone riescono a
imprimere se
stessi e cosa provano. Specchio dell'incoscio, del cuore, interiore
profondo della persona. E ti vengono le domande per capire mentre
leggi, cosa ha portato quella persona a scivere quello che il foglio
custodisce. E chi sa leggerle, comprende senza bisogno di incontri. Ed
ecco anche perchè la carta, la penna, l'inchiostro sono per
me
elementi materiali della mente di chi li usa.
Ma adesso, qui, l'ho detto perchè mi ricollegavo a quel
discorso
nella Sala che hai fatto. Su quelle donne. Possono mostrarsi carine,
dolci, coccolose, caruccette... tutto ciò che ti piace. Loro
possono apparire,apparirenon
essere, come tu le vuoi.... ma sono persone. E così, come
poco
fa tu ne hai parlato, per te estesso, io ho detto il mio lato, il mio
punto di vista, l'altra faccia dell'essere umano, come tu
lo intendersti, femminile. Io tra non molto no ci
sarò
più, è un dato di fatto, perchè non mi
fermo. Non
accadrà come per altri che, perchè qualcuno
arriva e
regala un tipo di vita che alla fine non fa schifo, sono felici e
dicono di essere rinati e comprendono il perchè e percome
della
vita. Di storie così ce ne sono molte. Ma io non sono quel
tipo.Io so, ne sono consapevole, ho ben chiaro quali sono i miei
problemi, traumi, paure, dolori e profondo odio. Che non ho sperato e
non può accadere, ancora adesso parlando, mi vengono i
timori e
paure dell'esser giudicata. Il mio passato non mi lascerà
mai.
Mai. E adesso, temo il vostro giudizio ma non posso lasciarti dire che
quelle persone sono solo passatempi o trastulli... QUi avete alcune
cose che mi hanno interessato nella mia vita e non ho potuto avere, ma
questo non significa che schiocco le dita e urlò.... No! Da ciò che sono e sono diventata,
non può nascere niente di buono perchènon cènietne
di buono. Anche adesso, vedendo quelle cose, per come sono adesso, non
cè nessun desiderio di approfittarne e accettarle.
Perchè
non ho niente da desiderare ora, sperare, voler vivere. Altri ne
avrebbero approfittato e sarebbero anche riusciti a trovarsi uno
squarcio di tranquillità per ripartire, ma non per come sono
rotta. Per questo Milan può pensare cosa vuole, Zay e Ric
possono vedere cose pucciose e cuoricinose per come sono, e pensavano
che andassero come epr altri. Ci sono cose e persone, per loro speranze
che possono ripartire dal ninete, come un seme nato in un buco della
strada, e attecchisce. Ma non da un qualcosa fracassata come
me.
Di certo, potete cercare di riparare un sado di fiori con
tutte le
colle che volete. Ma perderà sempre acqua, diventando solo
utilizzabile come ornamento alla meglio. E basta.Come quel giorno a
casa sua, è come essere vuoti, un contenitore, come voi
vedete
le donne. Non ho nula in questo mondo, non cè nulla per me
in
questo mondo, il mondo non mi vuole. Perchè farmi
tirare
dai desideri degli altri, ancora una volta, perchè vogliono
che
io viva... mi colpevolizzo di tutto , sono la colpevole di
cosa
sono diventata, nonostante siano stati gli atlri, gli artefici della
mia disperazione, e io gliel'ho permesso. Eppure, nonostante la
maschera che mi viene maturale. per paura, usare con altri, non riesco
ad essere omologata al gruppo sociale e... quindi, perchè
dovrei
rincorrere un mondo che non mi vuole? E ora, incacapce di far qualcosa,
dovrei farecosa?
No, Milan può pensarla come vuole, ma deve
arrivare a dove
sono ora io, per comprendere che non cè nulla da salvare,
risanare, riparare... quello che volete.
Le persone possono solo provare. SOlo. Provare. NOn riuscirci. Ma deve
esserci il tempo e la possibilità. Che per me sono finiti.
Si,
è un senso di arrendevolezza e negatività. Come
tutto, ne
sono consapevole. E per questo che io sono insanabile. Io, inquanto,
Lia, non ho motivo di andare avanti perchè sarebbe solo
strisciare per il mondo mentre gl i altri camminano, danzano, saltano,
corrono... ma io sono sempre là, in fondo, nel basso a
guardare
l'altezza degli altri. Rispetto a me."
"ma perchè ti lamenti tanto!" iniziò a sbraitare
Alaric
stringendo nella mano la bottiglia che sbatteva sul tavolo nell'enfasi
del discorso "Quelle donne fanno quel lavoro, noi le paghiamo. A loro
piacciono i soldi, a noi i loro lavoretti. Non credo che le donne
possano essere brave o migliori noi nel nostro lavoro, se è
così dimostratemelo. Altrimenti smettila di lagnarti, il
mondo
è pieno così di storie come la tua, e domani
arriverà qualcuno che avrà vissuto peggio, eppure
vede
positivo. NOn so perchè, anche dopo le discussioni nella
Sala,
il motivo per il Leader ti ha voluta. Stavi andandotene! Eppure sei
qui, hai tutto ciò che avresti voluto disposizione.
Approfittane
e zitta. Come a noi va bene, anche tu puoi almeno fare cosa desideravi,
e non ti hanno fatto fare. E magari trovi almeno uno tra noi con cui
dimenticcare quel tipo che ti voglia fare. Approfittane,
sarà
facile..."
Lia restò in silenzio, profondo mutismo, a guardarlo. La sua
espressione era sempre più calamitata su di lui. GLi occhi
che
si allargavano a ogni frase, le sopracciglia che scendevano come la
testa. Mentre gli occhi mutavano quell'aspetto, notò Jd
suadando, inziava ad arrabbiarsi seriamente. Affilati,
taglienti,
grandi eppure feroci come un lupo. Le labbra strette, immutate da
prima, eppure si notava che era rigida. Quando arrivò
all'ultima
frase non terminata, schiuse le labbra guardando questa volta Lubo in
modo strano, alzò il mento, e voltandosi ancora sulla sedia
col
busto, alzandosi se ne andò sbottando "Ma Vaffanculo, Va..."
"Ma veramente?!?" disse Jd alzanndosi, allargando le braccia, guardando
l'amico pieno di birra e contrariato, aggrappato alla bottiglia
"l'ho sempre detto,misantropia...." borbottò Alaric
chinandosi con i gomiti sulla tavola
"perchè sei così scemo..." disse Lubo
Jd
corse dietro a lei, che se ne andava in un'andatura che sembrava
militare e rabbiosa, non sapendo come proseguì Lubo
all'altro,
lasciandoli là.
Un anno e sei mesi prima
Kianta si ritrovò sulla soglia dell'ospedale, indecisa su
cosa
fare. dove andare. Voleva dare un'occhio al luogo, vederlo.
Il dottor Gorman le aveva chiesto di restare ancora un pò,
almeno fino a sera, per capire se stava bene e si era ripresa. Ma lei
sentiva qualcosa di fastidioso nel ritrovarsi là, nel letto,
immobile in attesa del controllo dell'infermiera o del dottore stesso.
Per quanto la stanza fosse una delle due speciali, destinata solo ed
escluivamente al Leader, comandante ed ospiti, senza
destinarla
mai agli uomini, non riusciva a restare senza far niente, nonostante le
possiiblità di passare il tempo previste nell'arredamento.
Dormire per lei era negativo, e non voleva più avere medici
intorno.
Jd, Alaric anche se controvoglia, Lubo, e Bryden erano andati a vedere
come stava e gli aveva parlato, ma dopo quella visita in tandem, aveva
ancora più voglia di uscire. E così, dopo essersi
vestita
e aver dovuto ordinare all'infermiera di calmarsi, che tutti i
controlli erano andati bene e se si sarebbe sentita poco bene avrebbe
chiamato o sarebbe tornata, salutò anche il dottore nel
corridoio e uscì. Fuori.
L'aria buona e odorosa la investì, ben diversa da quella che
entrava dalla finestra, più lieve. Lì, con un
viale a
più corsie contornanti da zone verdi, con alberi alti e
ricchi
di chioma verde, con alla base composizioni artistiche, panchine o
cespugli o agglomerati di fiori, si sentì
più
leggera, perdendo la pesantezza che le mura bianche e i corridoi lucidi
le davano.
Nonostante vi fossero molte persone che camminavano, parlavano, si
muovevano ovunque guardasse, svolgendo attività di vario
tipi o
solo restando in gruppo, non vi era confusione. Le voci le giungevano,
alcune lievi come sussurri, altre forti come urla, ma sempre gioiosi,
con risa e complicità, senza infastidire.
Si voltò ad osservare l'edificio che stava lasciando. La
facciata sembrava di un edificio antico, con decori in rilievo di
pietra o legno. La porta stessa era un rettangolo ampio a due ante,
resa in legno chiaro e vetro, per non stonare con l'edificio, con un
ernome arco spesso che scendeva fino a terra a contornare la porta e
nascondere il meccanismo scorrevole. Le aveva spiegato tutto
l'infermiera che, anche in tensione, l'aveva accompagnata fino
all'esterno e le aveva spiegato la stranezza di quell'entrata. La porta
originaria era quella con i battenti aperti completamente verso
l'interno, in legno massiccio a cassettoni e parti in metallo a
decorazione che veniva chiuso e sigillato al bisogno. Mentre per
l'entrata facilitata era stato costriuto un meccanismo in ferro
mascherato. Le porte ad apertura automatica che rientravano ai lati
erano si, in le gno e vetro, ma la zona di apertura era una sezione
aggiunta all'originale. Che dava all'esterno un aspetto di porta che
usciva fuori, data dall'arco largo e e decori esterni ad esso, che
mascheravano l'aggiunta. In pratica emulava le vecchie case antiche con
i portoni massicci e imponenti, ma all'esterno le porte a scomparsa si
attivavano con il laser con la presenza di qualcuno sulle scale,
contornate da decorazioni appplicate successivamente. Gli scalini
avevano dei rialzi centrali per permettere a lettini e lettighe di
esser portati con facilità dentro.
Tirò fuori dalla tasca la lettera che aveva letto e riletto
e la
dispiegò, osservò la calligrafia fina e corsiva,
con le
sue rotondità ma incisiva, non leggera o femminile. Si
notava
sulla carta il punto in cui finita la frase, l'inchiostro avev lasciato
un puntino in più alla lettera, segno che chi l'aveva
vergata
non aveva usato una penna normale. La carta non era quella sottile e
trasparente delle stampanti o fax, ma più corposa al tatto.
Anche l'odore che emanava solo leggendola era particolare, come l'odore
dell'inchiostro.
Osservò le parole ancora per lei da capire in toto, per
decidere cosa fare veramente.
Non andartene docile in quella buona notte.
Infuria, infuria contro il morire della luce.
Sfarfalli e brillii, una lampada ilcui cono protegge zona calma
togliendo il freddo e buio, sei come lei
Caldo e tenue rilassato tempo, mentre attorno infuria il freddo scorrere
Osservi e guardi, parli ma non puoi niente
spettro e fantasma significa questo,
rassegnata, la sua parte va perduta nell'infinito del tempo e del niente
entità effimera sfuggevole
la luce si spegnerà come le lampadine, l'accadimento
è dovuto
condannata, spenta la luce, spenta l'essenza
Davvero l'uomo può solo provare?
Improvviso, un lampo
echi della compagna della disperazione
E, da vuoto e nulla,tremolio e vibrio, pensieri e parole si fanno carne e ossa
Un urlo nel silenzio, dopo si spegne ma il suo eco rimane nella mente
fino a quando non si può fare a meno di ricordarlo
e così l'urlo diviene eterno.
Tangibile e vita
E la luce non danza più
P.S. Spero che tu stia bene. Ci incontreremo d'innanzi il cuore
pulsante dell'oceano, baciati e schiariti da luce e funghi,
che ci
scaldano di dorato e pace. Immergiti
Kianta restò qualche attimo a riguardarla, solo quello,
sapeva
già il testo. Incurante degli uomini e donne che formicavano
intorno, che la guardavano e basta, scorrendo.
Jd lo aveva letto prima di posarlo sul comodino, dicendo dopo averlo
scorto che non capiva il significato alla fine, ma il testo lo
comprendeva. Eccome. E rispecchiava l'autore. Le descrisse anche il
significato, per quella lettera ricevuta quando si era sentita meglio,
proprio dall'amico Jd.
Gli era stato chiesto e aveva mantenuto l'onere, eppure per tutto il
tempo in cui era rimasto nella stanza con gli altri, aveva mantenuto un
comportamento rigido e preoccupato. Prima per il suo stato, dopo per
quella lettera.
No, si disse, Tutti i discorsi, anche con Alaric e Milan che era venuto
dopo ed era uscito con loro, non dovevano occuparle la mente.
Desiderava capire l'ultima parte e dove recarsi. Doveva andare
nell'oceano? O in un acquario? Cèra un acquario
là,
questo lo ricordava. Ma i funghi? E poi, con la coda dell'occhio,
percepì qualcuno.
Milan era fermo sorridente ad osservarla.
Appariva tranquillo. I capelli legati a coda di cavallo
media, e
chiusi in chignon, con qualche ciuffo caduto davanti. Di solito li
portava sciolti allo Chateau, con onda grande da un lato o riga
laterale o al centro, senza sminuirlo nell'aspetto. Ma quando andava in
giro li teneva legati in modi diversi. Coda media, coda bassa, chignon,
semi raccolto con uno chignon con una aprte dei capelli e gli altri che
scivolavano sulle spalle.
Indossava un abito, mezzo Tight pareva, mentre per lavoro preferiva
più classico. A tre pezzi, composto da una giacca
in
tessuto broccato con disegni e foglie in varie tonalità di
porpora, che non davano fastidio all'occhio.Coninserti di raso sui revers della giacca, li usava
poco per lavoro, qui erano presenti. Aveva sei bottoni solo nella zona alta da entrambi i
lati perchè si portava aperta, con colletto e stile
coreana,e .Dello stesso tessuto, che arrivava a
metà pancia, rispetto agli altri più
lunghi più elaborato con i rivolti superiori
angolari. Avevatre bottoni e chisura laterali, rendendolo retto
alla fine e non aperto come gl ialtri a V.
Usava
anche quelle a un solo bottone sul petto, normalmente, mentre al lavoro
le classiche, che lasciavano intravedere la parte media e bassa del
gilet sottostante s enon chiudeva i bottoni superiori. Pantaloni
sempre senza risvolto, grigio perla, ma non lucidi. Come sempre gemelli
e cravatta, questa con stesso design della giacca e gilet ma chiusa a
foulard con un fermo in oro al centro, nascosta alla fine dalla giacca.
Portava come le volte in cui non lavorava tra estranei, anche un
bastone con pomello argento con decori e materiali diversi, in base
alla giornata o i completi.
"Buongiorno, socia..."
"Buon giorno a te..." sorrise caldamente lei
"Ti sei ripresa, vedo. Ero venuto per vederti e sapere i dati clinici.
Ma noto che sei informa, come sempre"
"Nulla è cambiato da quando sei venuto"
"Eh...?" sorpreso e rimasto un attimo incredulo "Mh, si
vero...
QUindi tutto nella norma. Ottimo. Sarei contento di riverti allenare e
lavorare al solito, per sapere come ti sei rimessa. Ma è
meglio
se almeno oggi ti riposi. Domani comincerai la giornata normale..."
"In verità volevo fare un giro di tutto e..."
"Sicura di star bene? Che non ti verranno vertigini o altro? Evita
eccessi, sei appena stata dimessa. Riposati, invece. Vai in camera tua.
Va bene anche rivedere i progetti e lavori che dovevi svolgere, ma
stando sempre attenta a non esagerare. Il dottore non aveva detto che
non ha riscontrato disturbi o problemi? Inoltre in questi giorni
verranno Madame e tuti gli altri per il Disegno. Dovrai essere in forma
per riprendere dove è stato lasciato tutto. E per farlo,
devi
prima controllare tutto il materiale..."
"Si, hai ragione. Meglio documentarmi prima. Se verranno,
sarà meglio che sappia tutto in anticipo. E' solo..."
"Sempre curiosa, sempre imprevedibile" disse ridacchiando "ma
ascolta... Non è stato un incidente, però sei
finita in
uno stato simile al coma per parecchie ore. Ti sei risvegliata senza
problemi, danni o altro e questo è straordinario. Nella tua
situazione, altri sono finiti male. Ma..." alzando il bastone verso di
lei dopo averlo mosso co la mano per i ldiscorso "se tu non ingrani
nella maniera corretta ed eviti scossoni alla testa improvvisi, che
siano fisici o mentali, rischi di tornare non qui dal dottor Gorman, ma
da David. Sono stato chiaro?"
"Capito. Se torno da David rischio di restarci per un pò...e
non lo voglio. Sei stato chiarissimo"
"brava ragazza. Sia io che i veterani ti abbiamo già
illustrato
tutto, dall'inizio al momento del risveglio. Corretto? E questo poche
ore fa... corretto di nuovo?" ponendo ensafi sull'ultima parte
"Esatto, sei ore fa. Era prorpio per questo che volevo guardare e
approfittare della luce rimanente..."
"Non sono un dottore, ma preferire che tu ti riposassi in un ambiente
familiare e tranquillo. Ti farò portare cosa ti piace in
camera,
anche se per fortuna nostra e per voi, il cibo qui non è
come
negli ospedali normali. Quindi nessuno muore di fame o di rimpianti. Ma
dovrai mangiare e stare tranquilla, perchè domani possa
svegliarti bene al cento per cento. Non andrai in giro di tua
inziativa, vanificando tutto?"
"No, ho capito. Credi che io sia così imprevedibile?"
"E' perchè sei tu che questo è avvenuto.
Positivamente,
certo, ma se esageri nel fare come vuoi tu anche per forza, finirai per
ritrovarti davvero da David o ad ottenere un risultato sbagliato o non
voluto. Io, mio fratello e Lia non abbiamo fatto tutto il lavoro solo
per capriccio. Tu sei qui, sai fare cosa è necessario per
migliorare, non peggiorare, ma sii accorta e costante nei piani. Il tuo
essere così non è negativo, così come
il suo. E
perchè sei tu, come per lei, non metterò mai
qualcuno a
controllarti o spiarti. Fiducia tr anoi, ricordi? Però, se
non
sei in forma, se esageri tanto da dover chiamare David in anticipo
dalle turnazioni, ci rendi difficile ogni cosa..."
"Capita la paternale, vado subito in camera, prometto ed eseguo"
"Di nuovo, brava! Adesso vado comunque dal Dottor
Gorman, ma seriamente... riposati. Tutto ciò che hai
è
per metà nostro, ma anche tuo. E sai a cosa intendo..."
"Si, Signore" facendo un saluto militare
Milan rise e la osservò andarsene, finchè non si
fermò e voltò verso di lui, lasciandolo
stupefatto.
"Senti... cè un acquario qui, vero?"
"Certamente, uno nella sala del tempo libero e l'altro..."
"ok, ma... ci sono dei funghi vicino?"
Milan la squadrò incerto, dubbioso. Restò qualche
istante in silenzio, forse riflettendo, poi chiese il motivo.
"Nulla, è solo che mi veniva in mente e volevo sapere dove
li avevo visti"
"Non che io ricordi... non ci sono funghi vicino gli acquari. Che siano
decorazione o altro"
Kianta percorse i corridoi dei piani superiori dello Chateau
principale, trovando la sua camera. La porta di attivò e
sganciò in automatico al suo avvicinamento, senza bisogno di
sbloccarla con il tastierino, metodo secondario alle chiavi. La porta
di legno in stile vittoriano si socchiuse e lei la aprì,
osservando l'interno.
La camera di Kianta presentava un salottino, con un divano angolare
alla sua sinistra che toccava un angolo sporgente del muro, un tavolino
al centro, rivolti verso lo schermo posizionato sulla parete
di
fronte ad essi alla destra di lei, ferma dopo aver chiuso la porta. Di
fronte a lei, dopo il televisore, vi era una grossa finestra con una
tenda a pannello, in voile trasparente e leggero, che cadeva
morbido, arricciata sui passanti, donando leggerezza all'ambiente.Il
colore era tinta unita color menta. Si, quello er ail nome del tessuto,
lo ricordava. Che si accordava con la tinta alle pareti di un celestino
polvere delicato.La
stanza era tagliata dopo il divano, da una rientranza senza
accesso, stringendo lo spazio e impedendo di proseguire dietro il
divano verso l'altro lato della stanza.
A dividere quella stanza dalla camera da letto vi era un
divisorio particolare, voluto da lei. Pannelli divisori per interni in
un materiale simile al plexiglass, due lastre unite a formare una sorta
di parete scorrevole da ambo i lati opaca. Il meccanismo
però
era più particolare. Un'anima, tra le porte, azionava due
possibilità di utilizzo. A scomparsa da un lato , di solito
quello verso il divano oRototraslanti o basculanti.Oltre
la possibilità di renderle come panelli scorrevoli, formando
una
parete opaca sull'azzurrino, bloccando una parte di solito
quella
che mostrava il letto, bloccandola fissa, vi era una seconda.
Le
due lastre diventavano una, girando su se stesse con un gesto per
aprirla ruotando. Nascondevano o meno la camera successiva. Il perno si
ancorava alla base e in alto, in una fessura apposita, e i
panelli uniti insieme, formavano una porta che ruotava di novanta gradi
alla volta, scattando alla volta un meccanismo di blocco per passare,
per poi farla ruotare di nuovo in senso orario o antiorario. Qundi come
le porte basculanti, posizionato al centro dell'apertura e si voltava
in linea con i muri o divideva l'ampiezza del passaggio a
metà.
In quel momento il pannello era aperto basculante e, toltasi le scarpe
per metterle nell'armadio tra la porta e i pannelli, cambiandole con un
paio vicino la porta, si svestì, posizionando gli abiti
nella
parte superiore. Si avviò in intimo nella camera da letto.
Della
stessa dimensione dell'altra, era semplice.
Si notava a sinistra, di fronte, il letto poco distante dal
muro
per scendere anche da quel lato. Una piazza e mezza e ben curato, con
una coperta con tema marino e un cuscino di lattice con una fodera di
seta. Per evitare ai capelli di elettrizzarsi e la pelle perdere acqua
durante la notte, come accadeva per tessuti come il cotone. Ed
eliminava i segni del cuscino.
La parete dove il letto era poco distante, conteneva dellle
illustrazioni in alto e a metà parete delle mensole con
degli
oggetti sopra. Ma Kianta non si soffermò a guardarli. Dopo
il
letto scorrendo verso destra, vi erano un comodino con cassetti sotto e
spazi per poggiare vare cose. Sopra, pieno di oggetti come lampada, una
sveglia con orario mensile verticale, con info su umiditià,
temperatura e altre opzioni. Degli apparecchi che Kianta
riconobbe come il vassoio per il phonvlet e un multipresa verticale,
piedistallo verticale dotato di slot per le spine degli
apparecchi, prese usb per connettere altri dispositivi per carica o
sola alimentazione per l'utilizzo attivo. E altre cose, ma non vi
badò. Tra comodino e finestra vi era un armadio in legno in
stile antico, ante sorpa e cassetti sotto. Notò una zona
sporgente dopo la finstra , che toglieva spazio dalla sezione di fronte
l'armadio. Una poltroncina si trovava nell'angolo tra armadio e
finestra. Una finestra che sembrava una window seating, ossia
una
finestra in stile inglese con un muretto per sedersi, mettere dei
cuscini, appoggiare cose, guardare fuori o leggere sotto di essa. Molti
invece proprio di un muretto tenevano un mobiletto alto fino alla base
della finestra con cassetti e cuscini sopra, questo invece sembrava una
finestra con una base particolare.
Kianta si avvicinò, il bordo del muretto aveva una sorta di
decorazione che invece, appena l'ebbe presa, si confermò
come
una maniglia che, girata a novanta gradi e si spingeva verso fuori,
azionava un meccanismo che creava un nuovo ambiente verso l'esterno. In
pratica quella che pareva la finestra si alzava diventendo la parte
superiore, laparte della maniglia si modificava al contrario e
diventava la nuova finestra, mentre la parte profonda che sembrava
prima il muretto, faceva da spazio calpestabile. L'effetto era come un
rettangolo di finestre che si proiettava verso l'esterno, pavimento non
trasparente, mentre a vetri davanti, di lato e di sopra.
Restò a
fissare la struttura che sembrava delicata, ma era resistente e del
miglior materiale, mentre i vetri erano resine speciali come per i
ponti cinesi, trasparenti e sospesi nel vuoto ma sicurissimi, e in
grado di reggere grossi pesi.
Riusciva a vedere come fosse a un balcone, tranne le intellaiature, ma
senza ventoe simili, e avvicinava chi vi restava seduto a terra o in
piedi, all'albero del viale sotto che arrivava fin lì,
rispetto
alla posizione normale. La finestra che compariva nella versone chiusa
era aprible, ma anche quella di fronte, cambiando aria anche con la
struttura aperta.
Dopo un pò ad osservare il lavorio degli uomini dalla sua
posizione, indietreggiò e riprese la maniglia, girandola e
andando indietro, richiudendo tutto, riportando il tutto alla v ersione
finestra all'inglese con muretto. Alla sua sinistra vi era la
porta bagno, piccolo all'apparenza ma, anche con lavabo, wc, bidet in
successione e doccia nel muro di fronte la porta, aveva abbastanza
spazio per contenere dei porta asciugamani pendenti, di fronte il
lavabo. Un mobiletto sotto di esso con due ante e un piccolo mobiletto
di fronte il water, a metà del muro,che si poteva spostare
all'occorrenza per chè fatto in legno. Composto da quattro
tavole di legno spezzo e lucidato, aveva la tavola superiore come
appoggio, due sotto parallele tra loro che si incastravano con il sopra
e l'ultimo al centro di queste due, per poggiare altre cose. la tavola
superiore era più larga dell'ampiezza della "gambe"
così
alzando da quei lati, si metteva dove non dava fastidio. la larghezza,
nonostante il mobiletto, della zona vuota era una persona e mezza.
Aperta la porta, si trovò un ambiente differente dalle altre
stanze. la zona lavabo era un rettangolo in marmo che iniziava dal muro
a sinistra con una zona libera per compiere operazioni o poggiare sopra
i prodotti. Sopra questa zona, proprio ricavato da spazi scavati nel
muro, degli comparti fino al soffitto divisi tra loro da divisori in
legno, con dei prodotti in ognuno. Il rettangolo era largo dieci
centimentri o più e fino al soffito. Dopo, il lavabo, fatto
in
marmo come una ciotola incassata nel piano, con un rubinetto vicino il
muro dopo la ciotota, a L semplice come un tubo a
gomito e
due pomelli per l'acqua. Sopra il rubinetto sul muro vi era uno
specchio che prendeva metà del mobiletto in marmo e alto
altrettanto, con una cornice in legno che pareva rustica, delle piccole
assi di legno tra loro a sovrapporre l'altra girando a
orologio,
ma ben lavorati e belli da guardare.
Il mobile era vuoto al centro, invece di altro marmo, di un colore
scuro e luminescente da ogni angolo, e presentava una zona
con
due sportelli sotto il lavabo, mentre l'altra metà, sotto la
zona libera, dei ripiani per poggiare le cose.
Il wc e il bidet non avevano nulla di particolare, erano molto
arrontondati e carini, non quelli economici.
La doccia,dopo il bidet, in marmoaveva
un piccolo muretto altezza fianchi con un vetro opaco
fino
all'arco che chiudeva la cabina doccia. Uno scalino e prendeva tutta la
parte finale della stanzetta. Infatti le finestre erano spostate
rispetto la stanza originale, una verso il televisore e l'altra
all'tezza della testa del letto, così che dal cuscino si
vedesse
fuori, lasciando lo spazio del bagno, non piccolissimo ma completo. La
zona aperta della doccia si chiudeva con una parete trasparente in
vetro che si apriva verso l'altra porta. Nella doccia vi erano una
maniglia di sicurezza, mattonelle in marmo scuro come il mobiletto, che
riluceva in molti colori alla luce in base a dove ci si metteva, i
rubinetti e il phone erano accanto al muretto. Una piccola
finestra a sporgere verso l'esterno si trovava dallo stesso
lato
delle altre più grandi dentro la doccia, mentre un'altra
sulla
stessa parete, guardava di fronte wc e lavabo, n el mezzo. che davano
luce ed aria. Ma nella doccia era comunque presente una aplique poco
sporgente tonda.
Prese degli asciugamani da sotto il lavandino, nella zona senza antine,
si fece la doccia, prese i ricambi puliti posti in delle ceste di
vimini intrecciate sul tavolinetto in legno e li indossò.
Aprì l'armadio alto quasi la soffitto e largo, che prendeva
lo
spazio tra il comodino e la finestra, senza oscurarla perchè
questa si trovava a metò tra lo spazio esistente
dall'armadio
alla rientranza del bagno. Le ante nascondevano abiti per lo
più
maschili, di vari tessuti, composti da pantaloni di vario tipo, camicie
di vaerie fogge e alla base magliette e altro piegati. La zona sotto
con i cassetti contenevano divisi in zone
apposite,
indumenti intimi, neri per il giorno e color carne per la notte o lo
stare in camera. Come i reggiseni, medesimi colori per gli stessi usi.
Calzini di varie lunghezze e tipologie stavano in un cassetto
sottostante. Nell'ultimo, il terzo, vi era tutto ciò che non
rientrava nelle categorie sopra, guanti, sciarpe, scaldamuscoli e altro
invernale.
Scelse una maglietta semplice, con un corgie stampato, senza capire
perchè ve en fosse una così, e un paio di jeans
morbidi.
Dopo essersi vestiva e spenta la luce della stanza per stare
nell'altra, l'occhio le cadde su cosa restava accesso
nell'oscurità alle sue spalle. All'entrata non se ne era
accorta
perchè aveva acceso subito tutte le luci per osservare
l'ambiente, ma ferma sul divisorio, attrata da quella luce strana, si
voltò per guardare meglio. Un ventalgio di luce partiva da
qualcosa che era attivato dietroil
multipresa verticale, attaccato nelle prese non visibili
perchè
posteriori. Illuminava dal basso quel che era una delle illustrazioni
appese alla parete. Infatti, oltre il muro parallelo al letto, ve ne
erano altre fine all'armadio, tutte con paesaggi marini o scene di
costruzioni umane sottomarine. Invece di guardarle tutte, si
fermò su quella in luce, osservò il multipresa
girandolo
ed era unalampada
da parete a led, quelle piccole notturne. una composizione di tre
funghi centrali con gambi sottili e lunghi, con le cappelle
in
silicone trasparente opaco, e fogliame e fiori intorno, che irradiavano
luce in una zona ristretta. Il fungo centale cambiava colore
della luce ogni tot di secondi. Senza luce nella stanza il cono creato,
indicava un quadro senza cornice, proprio sopra il comodino, di un
ambiente sottomarino a livello del fondale. Coralli e
creazioni organiche dalle fome particolare coabitavano a
stretto
contatto, in ampie conche intervallate da corrugamenti e dorsali che
sono molto simili a piccole catene montuose emerse,
ospitanti sopra creazioni marine vegetali e non, attorniati da
pesciolini. Forme coralline o simili dai vari colori, rocce con colori
sgarcianti, strane forme vegetali che parevano piume ramificate, strani
cactus marini dalle varie forme tondeggianti o quello che pareva un
cervello, o elementi arancioni tubolari in successione... e altre cose
che consoceva e la tennero fissa a osservarli. Ogni elemento presente
era qualcosa di straordinario. Notò anche una stella marina
e
poi una cosa strana. Sopra
di essi, nella parte superiore, vi era una sorta di ponte, corridoio
metallico o altro, che nasceva da due costruzioni appena visibili ai
lati dell'immagine. Era una foto? Reale? E una persona. Si,
cèra qualcuno con una sorta di muta da sub, ma camminava
sopra
questo strano ponte, in due colori, ma la lampada a funghi non
permetteva di capire bene. E poi comprese. La
lettera. Ma cosa significava, se
intendeva quello, con il termine immergiti? Toccò con la
mano il vetro
seguendo la forma del fondale e osservò l'altro. Anche in
quello, se era davvero una foto, vi era un ambiente marino ricco di
vita variegata e poi una torre o altro, non si capiva, in fondo a uan
sorta di sentiero a gola bassa, con tante luci. Si spostò di
poco per tornare ad osservare l'altro e si accorse di una cosa. I quadri erano forse
formato A4, non
avevano cornici ma erano semplice base in legno appendibile dai
gancetti con un vetro, nel mezzo le foto. Eppure il secondo che
guardava aveva un aspetto normale, quello sotto il cono di luce,
osservandolo di lato, presentava come uno spazietto tra il vetro e la
foto, e la base in legno. Kianta prese con
delicatezza il quadro dopo aver acceso la luce. Si, presentava quello
strano difetto. Tolse allora i gancetti
metallici,
il vetro e la foto e, al centro della base in legno con sopra
un
foglio bianco, vi era attaccato con dei pezzetti di scotch sottile
qualcosa. Era una micro sd,
però
già inserita nel lettore e adattatore più grande.
Sganciò la scheda dall'adattatore ed una memoria grande come
un'unghia da soli otto gigabyte. Perchè doveva esserci un
lettore così piccolo di giga, nascosto tra una foto e la
base di
un quadro, indicato in una lettera?
E dove doveva metterlo?
Andava guardato?
Controllò il
multipresa a
torretta, aveva otto facce, quattro ampie per ospitare le prese,
diverse in base alla nazione, e quattro più piccole
intervellate
alle grandi, per inserire usb, in fila per l'altezza. Lo
alzò e
trovò sotto la base un foglio incollato, con la stessa
grafia
della lettera. Un promemoria?
Dei simboli con accanto
delle
descrizioni indicavano voltaggio, potenza, frequenza, tipi di uscite e
le caratteristiche. protezione da sovratensione, da sovraccarico,
evitamento carico opposto, protezione dal corto circuito, ripristino
protezione, da interferenza del campo elettrico, evitamento cavi
incrociati. Dodici prese di corrente di vaerie nazioni, suddivise per
le quattro facciale e varie porte usb, normale, micro e mini. niente di utile, non
andava bene per la scheda di memoria.
Mentre si voltava,
notò
dall'apertura della porta la tv ampia e collegata al muro. Sotto vi era
un mobiletto con vari apparecchi, tra cui lettori dvd e blue
ray,
consolle di videgiochi e altro visibili dalle ante in vetro. Doveva accendere uno di
quelli, o andava bene la tv? Decise di controllare
prima la tv, se non andava bene avrebbe provato qualche apparecchiatura
da basso. Trovò subito
gli slot sul pannello laterale alla sua destra, mentre controllava
stando di fronte, i codici della tv. Oled altissima
definizione,
cinquatacinque pollici se ricordava la lettura del codice sulla
cornice, sottile, con slot per vari dispositivi collegati. Anche quello
per le schede di memoria. Lo inserì e
il canale attivato si spense nel bianco. Kianta non
capì perchè
no nvi fosse nulla, non si sentisse nulla, per qualche momento.
Così decise di allungare la mano e sganciare la scheda, per
provare con cosa conteneva il mobiletto sotto lo schermo. E poi apparve qualcosa.
Una scheda che riconobbe
come identificativa utilizzata dall'organizzazione, con la sua foto e
le informazioni. Nome, nomi in codice,
abilità specifiche, conoscenze e poi il video
iniziò a frizzare. Rettangoli dell'immagine
iniziarono
ad apparire, cme se la stessa fosse corrotta con un sonoro fastidioso
cme crack, ftz e poi silenzio. Kianta
osservò ancora la sua
foto sulla scheda che si squadrava... di quando? E le informazioin che
erano comparse riga dopo riga e riempivano le sezioni di quella scheda
a colonne e righe, indicava anche i dispositivi che indossava. E una voce
risuonò dal televisore, d'improvviso, mentre leggeva la
sezione tecniche e capacità. Femminile, ferma,
familiare.
Ti
stavo sperando da così tanto tempo.
E ho atteso questo momento.
Ho bisogno di te, proprio come e quanto tu hai bisogno di me. Procediamo
nella strada insieme. Costruiamoci
insieme, tu ed io. Io
sono te e tu sei me, eppure due esistenze diverse. Cresci,
definisciti e vivi, io ti accompagnerò e veglierò
su di te, nella forma adatta. Fintanto
che cammineremo insieme, ti proteggerò. Nella
identica
maniera della discendenza mentale umana, tu sarai ciò che
lascerò a questo mondo, la personificazione delle mie
intenzioni
e della vita che per me, meritava di essere ed esistere. Divieni
cosa senti e desideri, ti concederò i mezzi e qualcuno che
ti seguirà e proteggerà, come fossi io. Ascolta,
ragiona
sui suoi consigli e pensieri, poichè sono i miei, come una
madre
farebbe come guida di vita, una vera guida e madre, per la nuova vita
che deve far camminare nel mondo. Io ti
seguirò e aiuterò nelle sue vesti. Trascorri,
conduci, prova, senti, sperimenta e tutto ciò che il tuo
corpo
ti da, quello che questo mondo materiale ti permette. Affronta
le paure e i timori, sei forte e hai tutte le armi che ti servono.
Combatti, le insicurezze tagliale via e prova. Esisti
e vivi, come io non ho fatto. Buona
fortuna, sii come essere umano e modella il mondo, perchè
anche gli altri, possano...
Lo schermo
continuò a mostrare
la scherda con evidenti glitch e problemi, mentre quella voce era
chiara e gentile. Dopo che il messaggio terminò, un'altra
voce
comparve, me dietro di lei. Prima di girarsi, avvertì
qualcosa
di strano nel collo, portandosi una mano sopra, trovando fastidio. Kianta si
voltò di scatto di
scorcio e vide qualcuno che conosceva. Un teschio dagli occhi azzurri,
tondeggiante, rami come corna, un abito e accessori che lo rendevano
nel corpo come umano. La guardò inclinando la testa, poi
fece un
inchino, aprendo la mandibola.
"Madre, al tuo servizio.
Sarò
il tuo assistente e mezzo per svolgere i tuoi compiti. Sono la prima
forma IA di gestione dell'organizzazione, eppure sono al livello dei
miei fratelli, dividendoci le abilità e qualità.
Io sono
e sarò, agirò e dirò,
osserverò o
resterò in disparente, come tu vorrai. Il Master principale
latente sei tu, secondi il Leader e i Capitani. Ma sarai tu
l'amministratore come il mio creatore e tu, tu soltanto varrai in cima
agli ordini. QUindi, Master. Disponi di me"
Kianta
ascoltò l'essere
osservandolo da sopra la spalla sinistra, obliqua, ma i suoi
occhi erano puntati poco dietro di lui. La sua espressione di sorpresa
per Helias, questo il suo nome, ricordava, mutò osservando
oltre
lui, divenendo confusa e sconvolta. Deglitì e si
voltò
totalmente. Guardandola.
Jd
correva trafilato verso la torre di volo secondaria, gemella dell'altra
e sua opposta, perchè dall'altro lato, più vicino
alla
cosiddetta caserma, o zona alloggi. Cercava di telefonare mentre
percorreva in una leggera corsetta con un borsone, la tuta e
l'equipaggiamento personali, verso il settore di carico per l'AirOl.
Nel mentre con gli occhi scorreva gli altri, nei rispettivi gruppi
distanziati, che andavano in file di due, ordinati e calmi,
verso
l'ingresso dell'ascensore esterno in vetro. Sentendosi chiamare, si
voltò e maledì l'apparecchio.
"Jd
aspetta..."
Gask
corse, vestito anche lui con l'equipaggiamento nero e blu
più
recente, non con l'esoscheletro ipertecnologico che pensavano
di
indossare.
"Mi
spieghi perchè non abbiamo l'esoscheletro? perchè
dobbiamo mettere le nostre copie del Gorka Suit?"
"...perchè
è il nostro modello. Il Nozh..." andandogli incontro,
vedendo il
suo stuolo di uomini e fedeli che gli stavano dietro. Li
fissò e
Gask capì e li mandò avanti, restando soli.
"le
nostre tute Nozh sono idonee a quel territorio, più delle
altre
e Kianta lo sa. Ecco perchè ha ordinato di mettere
queste.Non ti
senti sicuro? Scommetto che lei nel mezzo del volo, dirà di
indossare più livelli sotto la tuta per maggiore protezione
e,
nonostante questo, per come è progettata, sarà
comunque
comoda nei movimenti. E' studiata apposta in stile cipolla
per
adattarla a ogni evenienza con i livelli supplementari. Ha comunque
piastre di rinforzo protettive combinate in alcune zone e il materiale
è silenzioso. Non capisco..." proseguendo con Gask al fianco
"e
se hanno rubato..."
"Se
temi che possano aver rubato il nostro armamento... no. Non credo."
stoppandollo con una mano e fermandosi uno di fronte l'altro " Non
capisco perchè non ci abbiano ancora contattato via
satellite ad
esempio, se era impossibile in altri modi. Il fatto stesso che abbiano
usato radio e codici... non mi convince, ma Kianta ha ragione. E'
meglio controllare"
"Appunto,
è quello che dico, ma facciamolo per bene. Con il giusto
equipaggiamento e non questo..."
"Non
ti fidi di lei?" dubbioso e interessato
"Al
contrario, ma sapendo come è la situazione in quei luoghi e
cosa può capitare..."
"Ascolta.
L'unica cosa che non condivido della squadra di controllo che si sta
imbarcando è la sua presenza. Lei non deve esserci e Milan
farà casino perchè si sta impuntando. Lui non
vuole, lei
non dovrebbe neanche pensarci ma puntualmente parte davanti a noi e non
possiamo fare o dire nulla. E' il capo. Se la vedrà con
Milan
dopo, ma dobbiamo comunque farle anche da protezione e..."
"Ma
non ci sono già Zidgi, Kovacs e Django? Non sono le sue
Ombre?"
"Sono
le Ombre, ma sono anche quelli che le sono fedeli da più
tempo.
E ora andiamo, devo ancora trovare Kianta, che neanche risponde..:"
tornando a litigare con il phonvlet
"Aspetta...
ma i fedeli a lei non erano dei Raccolti?"
Jd
sospirò, si voltò scoccioato e sbottò
"I Raccolti
lo sono di Kianta, ma quei tre come altri, sono quelli che hanno
creduto in Lia da principio e coloro che hanno aiutato a cambiare..."
jd
si rese conto di colpo di cosa aveva detto e la sua espressione si
bloccò, cambiando al comparire di Alaric, gasato e
frizzante. E
quindi Gask vide Jd guardare Alaric come increduto, oltre che ancora
arrabiato per aver parlato troppo.
"Ehi
Jd. Lo hai portato? hai portato l'aglio come ti avevo detto? Glielo
diamo? Glielo somministriamo in qualche modo e la mettiamo Ko. E la
scordiamo sull'aereo. Eh...? Allora?" parlando veloce e agitato
Jd
chiuse gli occhi arreso, passandosi la mano destra dalla fronte al
mento con disperazione. Allontanò Alaric con una mano,
facendo
cenno verso gli altri e dicendogli di parlarne dopo, che non aveva
ninete per fare certi scherzi e sapeva che non li condivideva.
"Ti
sei dimenticato la trovata dell'altra volta, giusto una settimanella
fa... quando sotto una pioggerella passeggera si è messa a
fare
MOrticia morta trale frasche, con quella mantella lunga con cappuccio
in pura seta bianca, giusto un regalo modesto di Milan, e ha creato lo
scompiglio tra gli uomini di guardia? Camminava nel giardino e si sono
terrorizzati... non ho dimenticato, io no cime altre cose, per questo
vorrei inguattarmi dell'aglio..."
"Alaric,
ti prego. Quella volta era arrabitissima e ha fatto due passi in
giardino, per smaltire... e ha deciso di mettere quel mantello. Per la
pioggia..."
"sappiamo
tutti e due che non è così" fronteggiandolo
"quella pazza
scatenata per protesta ha sempre la tendenza a fare cose che urtano la
persona fautrice del suo malumore. Sempre. Ti rompe la sveglia presto?
Lei ha armato alcuni nottambuli tra gli uomini, pagando in
drink
e altre cose gli andavano bene, e li ha nominati Knocker up, con lunghi
bastoni particolari in legno per bussare alle finestre da
fuori.
Rompendo le scatole all'alba. E questi erano i primi. La seconda ondata
è dagli altri cretini che passano per i corridoi a suonare
l'alzata con tutti gli strumenti a fiato più fastidiosi. E
ti
suonano proprio davanti la porta, se non è già
aperta! la
terza ondata è nei bagni, mentre ti stai lavando per
svegliarti,
arrivano questi stronzi maledetti che su suo ordine iniziano a
sbraitare il programma della giornata e incitare a sbrigarsi. Non
è bello! E non posso neanche mandarli a quel paese che hanno
una
sorta di immunità che neanche io, un Capitano, posso..."
"Declamare
il programma non è sbagliato. Svegliare in modi rudi ed
essere
fastidiosi fa parte della vita militare. Le tue argomentazioni sono
inutili, sappilo!"
Alaric
fissò Gask con disprezzo, si voltò e se ne
andò
inveendo contro di lui, Kianta, tutto il sistema militare.
"Quando
fa così alimenta solo la ragione di Kianta e non lo
comprende"
disse arreso Jd a Gask, ringraziandolo con il capo per
quell'intromissione che lo ha mandato via "e tuttavia, se ha
apertamente torto perchè lei agisce esattamente come in
altri
..."
"Anche
io non ci trovo ninete di strano, utilizza metodi particolari, ma ci
sono Maggiori, Tenenti e Generali da incubo. Lui si lamenta per niente"
"i
metodi possono apparire antiquati, ma come dice sempre Milan
e lo
disse anche a Lei, l'uomo ha voluto e quasi dimenticato molte cose del
passato o le ha soppiantate totalmente, per il futuro e tecnologia. E
meno fatica. E per apparente sicurezza. Ed ecco che noi
possiamo
invece farne tesoro e utilizzarli, sicuri che no siano facilmente
compresi dagli altri"
"Ancora
non mi sono abituato a porte vecchio stampo con mazzi di chiavi,
messaggi via piccioni, corvi o altri pennuti, o via persona
direttamente. E a lavorazioni fatte da zero a mano come una volta...
qui cè parecchio lavoro di gomito e schiena, e mi sembra di
essere alla mia infanzia, come quando ci svegliavano a pedate. Immagino
che se lo dicessi ad alta voce, qualcuno lo prenderebbe come ottima
idea, sopratutto per Alaric..." disse scherzando ma guardandosi in giro
se cèra Kianta.
"Da
un lato Milan e Kianta hanno ragione. Tutti i mezzi attuali, anche
decantati come moderni e pro tutto, non lo sono poi molto. I nostri
sono una tecnologia pulita ancora non per il mercato e già
son
costati parecchio. Kianta optava per i mezzi elettrici, non durano
molte ore ma meglio degli altri mentre Milan desidera il dualismo
cavallo e uomo. In paesi come india e medioriente, in primis, ancora li
usano ma alternati in base alle esigenze con mezzi a motore. Ma ce ne
son o altri dove un somarello è ancora vitale.E lui sfrutta
questo per la sua idea di binomio umani e animali. Ma...diciamo che
è molto fissato su certe cose. Ma se puoi pensare che
è
strano questo, fa molto di più. Ha deicos di aiutare chi ha
problemi ad avere un minimo di modernità dando servizi
extra. Ha
introdotto anche i bagni pubblici e terme, a pagamento ma a basso costo
per tutti, come luoghi di pulizia e igiene ulteriori. Ancora ci sono
persone, perchè ovviamente non è facile occuparsi
di ogni
singolo angolo di ogni paese, che hanno ambienti e
possibilità di pulizia personale inutilizzabili o
danneggiati. O
manca l'acqua corrente o l'elettrici per vari motivi. Con poche monete
in qualunque valuta, con sconti per più persone, dai
senzatetto,
a chi non può usufruirne in casa o vuole un tipo di lavaggio
giapponese o arabo, ha a disposizione..."
"Si
ma, perchè ha intenzione di mettere dei limiti per
l'utilizzo della tecnologia"
"Non
è che mette limiti, ma chiede linee guida perchè
la
tecnologia non si ritorca contro le persone stesse. Due esempi? Bambini
morti perchè dimenticati in auto, mezzi che con tutto
centralizzato non obbligano più le persone a controllare non
solo l'interno ma anche le portiere stesse. Così come se il
sistema elettrico sballa, sei appiedato, perchè è
tutto
collegato. E, con nuove attrezzature è possibile clonare e
attivare auto di qualunque fascia di prezzo e accessori, solo craccando
il segnale. Per esempio dalle chiavi o direttamente avvicinandolo alla
console della macchina. Una cosa più macchinosa
era aprire
e accendere un'auto vecchio tipo, senza chiave fisica. Milan ha detto
di aver fatto fare delle prove. Le vecchie auto, il cui utilizzo per
tutto era la chiave fisica, necessitavano di tempo e
capacità
per essere rubate. Si, alcuni ci mettevano poco, ma quando è
stato più facile? Con le auto più recenti. A
quanto pare
lui ha fatto provare diversi tipi di auto, per anni di uscita
diversi, e il risultato è stato che, più l'auto
era
diciamo recente, più era facile aprirla e prenderla. Parole
sue... così come, dice, per la sicurezza della casa. Ormai
tutti
hanno porte blindate ed elettriche, tutte con lo stesso sistema che sia
in un paese o in un altro. Anche lì ha fatto fare delle
prove,
ha fatto provare un sacco di cose, e le porte più nuove e
recenti, definite sicure, in verità erano più
facili da
attivare e forzare delle vecchie, a scatto e con chiave con dentatura
antica. Inoltre, da uno sguardo in vari paesi, è emerso che
tutti i ladri attuali conoscono e sono in grado di aprire e forzare
finestre e porte di recenti generazioni con facilità, ma le
abilità di scasso che conosciamo noi, con i vecchi
attrezzi...
non più. Ormai hanno porte, finestre, proprio montati in
luoghi
appositi dove si allenano ma tutti moderni, con strumenti per la
corrente elettrica, telecamere e sblocco del sistema di chiusura
automatica... ma se dai loro una porta come le nostre, non sanno dove
mettere le mani.Ma la tecnologia non è solo utile e figa,
anche
pericolosa. Baby monitor, telecamere private, violati e controllati con
facilità. Ma anche telecamere nascoste, altri congengni
usati
contro le persone. Cellulari e telefoni hackerati, che tra le altre
cose come i laptop diventano strumenti di controllo e spionaggio contro
i proprietari. E la lista è lunga. Lui non ha tutti i torti
a
voler mettere un controllo, almeno quello, su tutto ciò che
viene rilasciato nella società. I nostri sistemi sono,
quando ci
sono, diversi e più sofisticati di quelli trovabili altrove,
ma
là fuori ci sono apparecchiature, camere e dispositivi presi
e
controllati contro gli altri facilissimi ormai da hackerare. Una volta
si facevano i forellini nei muri per controllare l'interno, adesso non
cè più bisogno. Basta entrare nel sistema delle
cam
già presenti o spiare il telefono e sai tutto della vittima.
Ti
ricordi l'ultimo gruppo che abbiamo sgominato, che controllava profili
social e cellulari per trovare schiave del sesso di qualità
alta, per certi clienti ricchi e che volevano donne..."
"Si,
ricordo anche cosa è accauduto quando Kianta è
arrivata a sorpresa. Per loro, però..."
"Già...
" controllando le procedure di carico attrezzatura nelle casse,
nell'ascensore, per metterle nel mezzo " capita spesso che lei faccia
la comparsa all'improssivo, se è qualcosa che la manda in
bestia
e vuole regalare a quei tipi qualche ora di terrore, per davvero. Milan
non la vuole sul campo per alcuni motivi, Alaric ha paura che accada di
nuovo quello e io non so come comportarmi. Lei è in pratica
nostro superiore. E adesso non sono contento..."
"Mi
sono ricordato di quella volta in sud america dove cè stato
quel... non so neanche come chiamarlo, dove cè stato bisogno
di
David e lei..."
"No,
per favore. Vorrei che quell'episodio venisse dimenticato. E' meglio. E
che nessuno sappia"
"Jd...
quella era Lia, vero? Mi sono ricordato di quel nome perchè
l'ho sentito quando lei hai parlato. Tu..."
"Gask,
per favore! Ti avevo chiesto di non parlare mai, mai più di
Lia.
Da tempo è un argomento diciamo tabù e non voglio
che a
Milan arrivi notizie su di te o altri che chiedono di lei."
"Quello
che non capisco è proprio questo. Hai chiamato quello che
è accaduto Lia, non lo hai negato. Sento di una persona
prima di
Kianta che cambia le cose ed è morta, finendo per sparire..."
"Lei
non è sparita. Solo che parecchi di quelli che sono intorno
a
noi non sanno nulla, non cèrano e non devono sapere nulla di
una
persona che non voleva esistere"
"Chi
non desidera esistere? Ho visto persone morire intorno a me, anche
amiche. Individui che non meritavano neanche una fossa dopo morti. Ma
tutti, tutti loro, volevano restare sulle labbra della gente per molto
tempo, che il loro nome continuasse e venissero ricordati. Loro, anche
se lo schifo in forma umana, volevano esistere più di quanto
meritavano"
Jd
rimase ad osservarlo, dopo aver controllato le fasi di carico e gli
uomini diligentemente messi in fila, in attesa, mentre Alaric sbraitava
ordini a destra e a manca e gli altri veterani stavano a fissarlo con
tristezza. Lo squadrò con cipiglio e poi sorrise.
"Mph...
Kianta adora le persone con sale in zucca, capacità
mnemoniche,
di comprensione e analisi. NOn a caso resta affascinata alle Lezioni
quando ci sono i mentalisti ad addestrare membri nuovi. Per
ciò
che eri visto prima, come eri conosciuto, e cosa hai fatto quel giorno,
lei prova odio per te. Ma non per te come Gask, ma per cosa
rappresenti. Ma se si calmasse e vedesse la testa che hai, sarebbe
diverso. A volte ha il vizio di provare rabbia e malcontento verso le
persone che sono come lei avrebbe voluto essere. Anche se detta
così, suona molto male! Voglio dire che il più
delle
volte si comporta con interesse, ammirazione, è ammaliata
dalle
capacità della gente. Ammirare e cogliere cogni cosa che
vede.
Si sente a volte orgogliosa del'aver visto, ci esserci stata, nell'aver
avuto la possibilità di vedere persone con
abilità,
qualità, doni, capacità di fare cose che magari
non
immaginava, non aveva visto prima in altri...e lei non sapeva fare. E'
felice di averli intorno, è anche per questo che a volte
viene
sbeffeggiata con l'idea che.
Non so chi abbia iniziato a far girare queste idiozie, ma una parte del
senso cè. Quello che viene definito Trianon non è
altro
che un edificio, ma non suo ma è lunga la storia, dove lei,
nei
giardinetti intorno, si intrattiene con artisti vari, osserva o ascolta
le loro abilità e..."
"Allora
perchè si comporta in certi modi, con altri?"
"Ecco..."
incerto su come dirlo "lei non prova invidia. Non come la consociamo
noi. Come ho detto stravede per esisbizioni, mostre, fiere, dove ci
sono persone che condividono con gli altri le loro doti. E le va bene
così, non è tipo da desiderare essere
chissà cosa
e chi, per mostrarsi. lascia che chi le ha e merita mostri cosa
è capace. Per lei l'idea della scuola come mezzo per far
scornare gli alunni su chi è bravo e ha i migoliori voti...
è per questo che accadono le schifezze e la gente prevarica
come
può gli altri. Per lei chi è in grado,
è capace
anche dopo impegno e forza di volontà va premiato, ma non si
deve invidiare e desiderare di essere come gli altri. E' più
felice nell'ammirare, assitstere e spesso sostenere e a iutare
economicamente o indicandoli ad altri. Ma..." velandosi di tristezza
"ma se si va su persone che mostrano capacità di empatia,
affetto di vario tipo, sono particolarmente estroversi, capaci di
essere accettati e amati dagl ialtri..." guardando Gask come per voler
dire qualcosa con gli occhi "se quelle persone sono state capaci di
provare e mostrare esempio quelle cose, la situazione cambia. Il suo
non è odio, non è rancore, è altro
mascherato da
questo...."
"Perchè
ho l'impressione che tu stia parlando di me"
"..."
sorridendo "una delle cose che Kianta non vuole vedere è che
non sei affatto stupido ocome
ripete sempre. Non chiedere il significato, lei lo saprebbe indicare
meglio. Ma il punto è che ha unito l'astio che prova per chi
è stato definito in un certo modo a quanto ho detto. Nel tuo
caso le voci che giravano, la tua nomea. Cosa hai fatto quel giorno.
Mettici anche latua capacità di inserirti ed essere
accettato e
amato come è avvenuto con semplicità, senza fare
niente
di speciale... e al fatto che per Milan sei diventato come un fratello
di primo sangue! Se prima Milan era distante, una persona
sopra
gli altri, capace e astuto ma troppo fuori dalla nostra portata... con
te ha iniziato cambiare alcune cose del suo comportamento, passatempi,
azioni. Credo sia dovuto al fatto che non aveva amici da piccolo se non
il fratello, che lo ha influenzato parecchio. E tu hai fatto qualcosa
che nessuno si aspettava. Non credo che Kianta sia gelosa di questo, ma
del fatto che non comprende perchè non li ha mai provati,
certi
aspetti dell'amicizia, fratellanza, fiducia ed empatia. E, se la si
può definire gelosia, lei tende a provare distacco e odio
verso
le persone che ne sono provviste o riescono dove non è
riiscita
lei in termini umani e di gruppo.Ma..." osservando gli uomini che
tornavano a riempire, dopo le casse, l'ascensore per salire "definire
questa cosa in poche parole è impossibile, perchè
lei ne
risulterebbe negativamente. La cosa invece è molto
più
intricata e, mi spiace dirlo, ma non so neanche se le cose possano
cambiare. Non importa se cerchi di essere caruccetto come
dice
Bryden. Lui lo dice per tutto quello che è gentilezza tra
persone, è buono e giovane e vede tutto rosa, possiamo dire.
Il
contrario di Kianta... ma è sicuro che finora hai sbagliato
molto e hai fatto pessimi passi avanti"
"Ok...
cosa hai detto mi ha fatto capire meglio certe cose. Ma... Lia?"
vedendo Jd sofferente, sospirando, calando le spalle come se si
accartocciasse "sbaglio, o volevi sviare dalla domanda di prima?"
"AH
ah ah...se Kianta non si impuntasse nella rabbia verso di te,
vedrebbe qualcuno che potrebbe rivaleggiare con Milan per
intellingenza. Come ho detto, Kianta ama le persone intellingenti. Come
disse Milan una volta, lei ha un tipo di cervello che va a una certa
velocità. E molte volte si dimentica che non accade agli
altri,
che il suo ragionamento chiaro e corretto dentro di lei, non
può
essere visto e compreso in un attimo da tutti. Milan e Kianta
vanno d'accordo perchè hanno due capocce così"
allargando
le braccia per indicare tra le mani aperte una grandezza "e con tutte
le cose che sanno, perchè amano leggere e conoscere, sanno
imbastire discorsi e dialoghi per ore su tantissime cose.
perchè
hanno quel pò che basta, in base all'argomento, per capire
tutto
il discorso. A saltare, prendendo qualcosa da un discorso e
collegandosi ad un altro... come la prima volta. Milan spiegava dello
stesso Chateau e altre cose, e lei sapeva bene di cosa parlava, non
tutto come MIlan, ma aveva chiaro a cosa si riferisse..." sorridendo
osservando lo Chateau.
"E'
colpa mia lo so. Se non avessi..."
"Si
e no. E' solo che lei che in certe situazioni allontana. E' solo
arrabbiata per varie cose e non vuole ascoltare e vedere. Abbi
pazienza..."
"ok...
ma non ho ancora capito perchè Lia è morta. Anche
se non ho capito anche questo, visto che le hai parlato!"
Jd
si passò una mano sul viso, controllò intorno che
i vari
gruppi fossero saliti e poi lo guardò in faccia, serio.
"Ti
ridirò le parole di Milan su Lia, dette una volta. Lei non
riusciva più ad avere la felicità o trovarla, per
se
stessa, dopo cosa ha dato. E' finita... per diventare un'eco
nella
testa suotata, sfinita, di tutte le cose fatte, date, perse
senza
rilasciarne per sè per avere uno scopo. La sua profonda se
stessa urlava dentro, divenendo appunto un'eco, mentre le paure la
bloccavano e incatenavano. Pezzi di lei rotti, perduti, impossibili da
ricreare o trovare. Soffriva talmente tanto da lasciarla vuota.
L'abitudine e chi laveva portata a ciò, le avevano creato un
riflesso pavloviano tale, da farla comportare sempre alla stessa
maniera con altri che fosse un saluto della gente o... Dove viveva
tutto era come ci si aspettava, ecco perchè la sua maschera
era
sempre attiva. Perchè tutti pensavano e agivano come era
insegnato. Per lei ormai era abitudine già comportarsi in un
modo che osse incontrando una persona, la sua famiglia o in un
negozio... ma sarebbe lunga spiegarlo. I bambini non smettono
mai
di chiedere ciò di cui necessitano. Nemmeno da adulti. E lei
chiedeva solo di essere ascoltata e accompagnata dove voleva, doveva,
andare. Ma non è mai accaduto. Lei disse sempre che.
Diceva sempre... che doveva forzare un sorriso ogni giorno della sua
vita, finchè non è riuscita più a
farlo. MOlte
volte non ho proprio un motivo per alzarmi dal letto, quale motivo mi
porta a fare qualsiasi cosa se sono consapevole di essere inutile? in
primis per me? E poi calano le delusioni su di te e tu ne sei affogato.
Classici discorsi inutili, hai tante cose da fare nella vita, ma sono
parole vuote per l'altro e finisci per scivolare verso una strada
già delineata per te. Ma che ti affossa prima ancora del tuo
tempo. E nel modo peggiore. Dentro. Ogni cosa perde di senso, niente
speranze, le persone sono un peso per te, è un ciclo grosso
e
corrosivo che è come le sabbie mobili. E continuava... provo
cose contrastanti se noto che le persone sembrano amiche. Mi trattano
bene e non so cosa pensare, perchè? perchè non ci
sono
state persone amiche per la mia vera me. Quando, con entrambi le mani,
credendo di avere davanti qualcuno e non una bestia, abbassavo la
maschera che mi ero creata verso il basso, le cose cambiavano. E io
restavo di nuovo sola ad osservare quella maschera per me odiata e
orrenda. E' un paese malato di mente, in cui la fanno da padrone
l’individualismo, l’egocentrismo, il narcisismo e
la cieca
ignoranza. Bigotti."
Si
interruppe perchè Alaric inveiva contro un gruppo che si era
accalcato nell'ascensore per salire prima. Anche se aveva ragione, per
sicurezza e rispetto delle regole sul numero massimo, il suo modo era
fastidioso e odioso. Kianta aveva ragione ma lui stesso sapeva che
anche Alaric aveva le sue ragioni per essere così. Si
voltò di nuovo verso Gask, che aspettava.
"...
Milan le diceva sempre... Non rovinare il tuo presente per un passato
che non ha futuro. La vita è già
molto complessa e
molto più semplice allo stesso tempo, non permetterle di
frammentarti. E lei rispondeva... Quasi la metà di tutte le
nostre angosce e ansie derivano dalla preoccupazione dell'opninione
altrui, peggio se ti hanno fatto crescere assemblandoti con brandelli
della loro visione di te. Che ti facevano scivolare come sul sapone
invece di armarti. Il mio essere è invecchiato dalla
tristezza,
divorato dalla rabbia, devastato dalla pazzia, sbriciolato dalla
perdita, svuotato da, indurito da, devastato da, rovinato da, violato
da, corrotto fin nel cuore. Cè stata sempre qualcosa per
farmi
perdere per strada un pezzo e nonostante tutta la forza che ci
mettessi, mai... mai, ho recuperato qualcosa. Io li conosco. Conosco
quegli occhi allo specchio. Sono gli occhi di chi è sola.
Gli
occhi di chi non crede più. Che non cè sempre un
modo per
sistemare le cose. Conosco i Domani che speravi, che non arrivano mai.
Io li conosco. Ho vissuto i giorni che passano uguali e
uguali e
scritti da altri. Scheletro retto solo... da cosa? Un passo e una corsa
in quel mondo che hai creato. Io li conosco i momenti in cui ho dovuto,
dovevo, andare in quel mondo. Giorni odiati, domani non voluti. Fatti
di speranza vana, sonno e dolore. E allora, per dimenticare il dolore,
costruire e costruendo sognando, ho creato quel mondo. Io sono e vivo
in questo mondo. Dove mi libero dalla sofferenza. Mi libero
dal
dolore. E dal senso di colpa. Dove creo me stessa come doveva
essere. Quello che immagino e vedo lì, quel mondo,
quel
posto, è reale quanto il dolore. Perché rinascere
vuole
dire costruire. Non più debole, inutile, senza
scopo, come
se io non fossi mai stata. Quando il mondo diventa troppo
crudele, allora ci rifugiamo in un uno nuovo, dove siamo veramente noi.
Può essere un rifugio, o potrebbe essere un inferno.
Può
essere manifesto, può essere una condanna. Ma sempre gli
verrò conferito un significato."
"Mondo
di cosa?"
"Spero
di essermi ricordato bene delle sue parole e cercherò di
farlo
di nuovo. Un mondo nella mente. lei lo aveva costruito nella sua mente,
un livello oltre la realtà. Si dissociava in una
realtà
alternativa e sfuggiva lì a tutto. Combatteva ogni cosa
lì, come lo avrebbe fatto se non fosse stata corrotta. Ha
combattuto per qualcosa, diceva che se non combatti per qualcosa, ti
ritroverai con niente. E lo diceva perchè era quello che era
avvenuto per lei. Ingabbiata da sempre, da stereotipi e aspirazioni
altrui, decise di ingabbiare a sua volta gli altri in un
altro
mondo. Divenne così un individuo cinico, impositivo e
terrificante. Era una persona molto pacata ed introversa, ma
già
dagli occhi si poteva notare una forza di volontà d'acciaio.
Ma
giudicava le azioni negative altrui su cosa le era stato fatto,
riversando tutto il suo dolore, rabbia e frustrazione su coloro, altri,
che si erano macchiati anche di peggio, desiderando che soffrissero. La
sua non era malvagità, ma voleva che la gente provasse cosa
infliggeva agli altri. Perchè così, diceva,
possano
capire. Non cambieranno, ma sapranno su di se cosa hanno fatto. Non era
negativa o cattiva o altro, lo ribadisco ma tutto ciò che
covava
dentro la rendeva chiusa e il suo pensiero era sempre per chi soffriva,
più di lei. Ma odiava la sofferenza e voleva che gli altri
provassero tanto e più, quello che era accaduto a lei. Ogni
volta che cèra un discorso sull'amore lei diceva sempre una
cosa. Tutti dicono che l’amore fa male, è vero.
L'amore
genitoriale fa malissimo perchè l'egoismo e
cecità sono
mascherati da amore. Ma cè anche altro. La solitudine fa
male.
Il rifiuto fa male. Perdere qualcosa fa male. E allora Alaric, ci
credersti?... Alaric rispondeva piccato che tutti confondono queste
cose dolorose con l’amore, perfino lei. Ma in
realtà
l’amore è l’unica cosa in questo mondo
che copre
tutto il dolore e fa sentire ancora vivi... Lui si riferiva a stare con
una donna, una sua visione dell'amore diciamo. Alaric sa essere stronzo
e metterci più cinismo possibile nelle cose, ma sa cosa dice
ed
è più intelligente di quello che vuole mostrare.
E andava
contro Lia perchè, secondo lui, non faceva altro che
mostrare,
troppo, la cappa di tutto il rancore che la ammantava, vedendo ogni
cosa, anche quelle belle, negative. Ma come per Alaric, anche lei aveva
i suoi motivi. Non aveva avuto mai buoni rapporti con gli
altri
perchè superficiali e stupidi, provava odio e repulsione per
il
concetto e la vicinanza con gli altri. Se Milan diceva che
esisteva il mistero del cuore umano, lei rispondeva solo che tutto era
programmato dal cervello. Le emozioni erano solo derivati dai
neurotramettitori. La dopamina ti faceva vedere tutto nero. La
serotonina felice. Adrenalina e noredralina ti pompavano in caso di
bisogno.Se ricordo bene..." incerto " lei si era rifugiata nell'ottica
della scienza per allontanarsi da tutto ciò che poteva
essere
dolore o qualcosa che non capiva. E diceva sempre che se non vi era la
mentalità di tenerla in casa, con la famiglia, pregando Dio
per
il suo cambianeto, sarebbe finita come molte altrenegli ultimi cento
anni, nelle cliniche degli orrori, o posti dove impazzisci per davvero.
Orima erano chiamati manicomi, ora cliniche. i manicomi si riempirono
di persone accusate di essere libertine, indocili, irose, smorfiose o,
snaturate. Dove sii
considerati problematici. E spesso vi finivano le donne.
Posti nati peril
comportamento di chi appariva diverso. Per rieducarli o farli tornare
normali. Se lei avesse vissuto in un paese o posto dove era
considerato... ammetto che non so davvero come sarebbe fiinta. Adesso
vi portano a forza, anche adesso, chi ostinatamente
si
ppone a influenze su come sono e si sentono. Peggio per gay e altre
categorie di genere. Cè chi non vuole che gli
altri siano
diversi, non vuole cambiare le proprie idee e vuole che caratteristiche
biologiche di nascita e le attività sociali del loro genere
siano quelle e solo quelle, per tutti. Un pò come er Lia per
cui
giovare con i maschi e amare le armi e le arti marziali... Che se nasci
di un sesso devi essere dalla A alla Z come dicono gli altri. E Lia
è finita per odiare e portare rancore per questa cosa.
Diceva
con rabbia che una persona dovrebbe avere piena libertà del
suo
corpo e farne ciò che vuole, con chi vuole, senza che la
società o il pensiero religioso la reprimano, la insultino o
la
giudichino. E ancora, che la società e la famiglia dica
nulla su
dite, dietro la scusa che sanno come è meglio per te. Ed
è finita... come è finita."
"Quindi..."
"tutti
i significati, tutti gli obiettivi, e ogni cosa che sia stata mai
desiderata, andati. perduti. E lei torna ad essere dispersa. NOn
è bastato essere qui, aver incontrato Milan e nulla... si
portava dietro troppo per voltare senza sentirti rotta. Le era stato
fatto credere che lo fosse, sbagliata, incapace di parecchie cose
quando non era vero. E l'hanno odiata per il suo non sapere, se li
provava, e riconoscere sentimenti e... in pratica una volta
era
andata in un viaggio in Irlanda con un'amica. Quel viaggio... ricordo
che si chiedeva ancora come potesse essere accaduto che la lasciassero
andare per pochi giorni, le fece capire che forse tanto inutile non
era. Diceva che non aveva avuto paura o altro, si sentiva come
finalmente esistente e reale. Lo vedeva ancora come fosse stato un
sogno e on la realtà. Quando tornò a casa vedeva
le
strade, il quartiere e casa sua come posti non conosciuti. E poi a
diventare qualcosa di non suo divesse quel viaggio, perchè
tutto
le ripiombò addosso e finì per definirlo solo un
sogno. E
quelle lei, solo un miraggio. Per alcuni ritardi per andare
dove
interessava ebbero problemi col treno, lei provava solo frustrazione e
carica, mentre la sua amica era arrivata a piangere. E diceva che non
sapeva come comportarsi. la vedeva accasciata sul sedile del treno
mentre lei era in piedi, a fissarla e chiedendosi che doveva fare.Non
capiva perchè lei fosse in quelle condizioni. Alla
fine
fece la cosa che sentiva. Le disse che piangere non portava a niente ma
non era nulla perso o sbagliato. Avevano perso una coincidenza,
avrebbero recuperato sul pulman e dormito, così che
sarebbero
arrivate senza problemi. lei non si sentiva scoraggiata, impaurita ne
altro. Avrebbe solo voluto prendere l'idiota che aveva permesso
ciò e pestarlo malamente. Andava avanti a volte senza
accorgersi
se l'amica la seguiva o no, si sentiva come mai prima. Sicurezza?
Forse, ma non ebbe tempo di cementarlo dentro di lei e capire altro che
tornò a casa. E fu peggio. Ma se quello l'aveva resa forte,
l'aveva anche rotta di più. Cosa sarebbe successo se lei
fosse
andata via davvero come voleva da tempo, invece che vedere la sua
famiglia sempre a tirarla perchè doveva stare con loro? Dopo
quel viaggio, voleva andare via di nuovo, affrontare ogni cosa,
camminare e sentirsi come era accaduto nel viaggio, poi aveva perso
tutto. Cosa aveva perso? Cosa aveva buttato via per la famiglia, per
cui no nprovava niente? Quando incontrò Milan e vide questo
posto" voltandosi a guardare lo Chateau "ebbe la possibilità
di
restare ed essergli utile. Non per migliorare le cose, quello
venne insieme, ma era diventata qualcuno che a Milan serviva. Qui
cèrano cose che le erano sempre piaciute, le aveva
desiderate e
magari poteva anche diventare molto di più. Ma lei non
sentiva
quel qualcosa che permette agli altri di reinventarsi e cambiare.
Semplicemente perchè gli anni di influenza della famiglia e
della società dove viveva arretrata su certi aspetti,
l'avevano
portata ad avere desideri e forza nascosti dentro di lei, ma incapace
di tirarli fuori per reiiniziare. E così il suo dolore e i
suoi
sentimenti pieni di sofferenza, il vedere qualcosa che voleva
così vicino ma... era incapace di metter via quella maschera
e
quella finzione che le avevano inculcato per vivere veramnete come
voleva. E così il suo corpo e il suo cuore non riuscirono a
reggere, e si fermò..."
"Ma
quella volta..."
"E'...
una cosa difficile da spiegare così. Ma non
perchè sei
stupido, anzi. Io sono perspicace nelle cose ma tu hai
dimostrato
grande capacità di apprendimento, memoria e adattamento
cognitivo. La differenza tra me e te è che io sono
più
bravo nelle analisi ma per lo studio e simili sono negato. TU non hai
potuto. Ecco perchè ogni volta che Kianta e Milan parlano e
si
capiscono su tutto, perchè sanno cosa l'altro dice, io mi
sento
un pò meno di loro. Ma divento importante per analizzare le
cose, con Kianta lavoriamo molto cervello vicino cervello, quindi come
gruppo ci completiamo. Se tu studiassi e partecipassi alle Lezioni,
secondo me..."
"....
Che cosa voleva dire. Quella che hai chiamato Lia..."
"Tu
e la tua memoria... il principio di Locard mi viene in mente per
questo. AD ogni azione si lascia una traccia sull'altro, anche se il
contesto di cui lui parla è differente, è la base
ad
essere simile. In questo caso intendeva che, sapendo della sua storia e
la speranza mai avverata, io potessi nel Cambiamento, vedere e aiutare
chi lo aveva desiderato. Che quel che pensava, era e voleva continuasse
tramite Milan, e i suoi progetti. Chiunque avrebbe voluto una Mano,
avrebbe trovato me o chiunque di noi, a tenderla ed essere quell'unico
Dio, l'unico dei tanti che lei invocò anche solo per una
spinta,
perchè solo quello voleva, per avere cosa desiderava. Ma non
rispose mai. Ne invocò tanti ma senza risultato, visto che
tutti
le dicevano che solo a Dio si chiedeva e solo in lui vi era speranza.
Ed è anche per questo che odia le religioni. Lei
voleva
che con cosa aveva fatto per lo Chateau e i progetti di Milan, ci fosse
la Mano per chi ne aveva bisogno. Così che, anche dopo la
sua
morte, il suo lascito sarebbe stato questo. Una Mano sempre presente,
altro che Dio, e sarebbe rimasta immortale nelle idee.
Perchè le
idee... quelle non muoiono mai! lei non era riuscita a superare quello
che l'aveva traumatizzata o bloccata o... non aveva motivazioni come in
quel viaggio in Irlanda, per mandare tutto all'aria,
perchè lei poteva farlo per come era, e ridefinirsi. Ma
mancavano scopo o quel qualcosa che spinge a spaccare teste se si deve.
La vicinanza difficile con le persone, l'incapacità di
volerle
accanto dopo quanto sopportato e il suo ragionamento su alcuni temi. E'
arrivata perfino a vedere la sporcizia e i germi ovunque, lasciati
dagli altri, anche dai suoi stessi famigliari e a non volersi sporcare
con essi. Trovava fastidiosa la presenza e vedeva tutto sporco a causa
degli altri e questo è nato tutto dal suo passato. Per
questo
lei non sarebbe riuscita..."
"Capitano!
Capitanoooo!"
Jd
e Gask si voltarono a quelle urla. Jack Rum si sbracciava come un
disperato mentre alle sue spalle Alaric tuonava contro Kianta, che
stava camminando incurante di lui . Saltellava intorno a lei
fuorioso, ma Kianta stava solo osservando lo schermo del Phonvlet.
"Se
mai volessi altre risposte, chiedile a Lei. Io... non voglio
più
parlarne. quindi davvero, per cortesia, non farmene più. Non
su
Lia. Non su quel giorno, non importa cosa ricordi. Non a Milan. Se
riuscirai a sfumare la sua rabbia verso di te, è lei l'unica
che
può darti delle risposte. perchè, anche se crede
di no,
io so che sa più di quanto lasci intendere a Milan. E' solo
che,
per qualche motivo, lei tende a nasconderlo"
Detto
questo, lasciò Gask da solo, tirò su la sacca e
corse
verso quei due. Kianta faceva orecchie da mercante alle proteste di
Alaric, mentre le girava intorno urlando a tutto spiano e minacciando
cose assurde. L'ultimo gruppo rimasto era fermo vicino l'ascensore,
incerto, forse in attesa che fossero loro a salire prima. Lubo, Bryden
e gli altri camminavano dietro Kianta, visibilmente contrariati
dall'acceso dibattito unidirezionale. Alzando gli occhi, dal muretto
della torre di volo, si vedevano le teste degli altri già
vicino
l'aereo e che si godevano la scena. Quante
scommesse stavano facendo, si chiese Jd, mentre li raggiungeva e notava
che Kianta aveva alzato gli occhi vedendolo.
9
ore dopo
Kianta
si svegliò lentamente, con difficoltà. La coperta
lercia
e puzzolente che aveva indosso con altra roba la teneva al caldo dal
freddo del condotto. Ricordava quelli che sembravano indumenti
maschili, se li era drappeggiati indosso come poteva, come fossero
mentelle, a più strati. Ma la coperta? Si
sentiva sporca, da far schifo. Decise che, dopo tanto tempo,
e il
luogo, era giusto togliersi tutto di dosso come era possibile. Così
frugò nel sacchetto sotto la tenda improvvisata e
trovò
maglietta a maniche lunghe, leggera e dei pantaloni che sembravano di
una tuta più grande di lei, ma avevano alla cintola stringhe
per
regolare la larghezza. Decise di controllare anche la montagna che lui
aveva accumulato sopra degli scatoloni poco vicino lo sbocco alla
cantina, e individuò una camicia in stile scozzese maschile
di
franella, senza sporcizia o cattivo odore. Con gli indimneti inimi? E
con i calzini? Sbuffò,
prese tutto infilato in una borsa e uno dei lenzuoli puliti che avevano
messo da parte. Si avviò verso la cantina, cèra
più fresco e si notava come tutto fosse ancora bagnato per
la
pioggia. Non si era sciugato nulla, nonostante alzando lo sguardo,
intravedeva luce dorata metri e metri sopra, che si barcamenava tra
scheletri di ferro e cemento in alcune parti, resti di mobili pendenti
e parti distrutte. Tremava un pò per il freddo, ma non
voleva
più stare in qeullo stato. Chissà che schifo e
quali
colture terrificanti si stavano motiplicando su di lei. Non riusciva
più a stare. Mentre
si controllava in torno con circospezione, notò delle
cunette
strane, che poche ore prima non cèrano. Si
avviicnò
nervosa e la sua prima impressione ebbe conferma. Erano corpi imballati
con ciò che era stato rivenuto e con una specie di lapide di
fortuna con i nomi scritti a pennarello o pennello largo un centimentro
o più. Lasciò lo sguardo vagare su quelle figure
dritte
come mummie, sei, finchè si voltò sussultando.
"Ti
sei svegliata. Visto che non sei diventata un ghiacciolo, nelle ore
notturne? Ho trovato anche una coperta e altra roba, come hai visto..."
Vide
Gask comparire dal condotto dietro di lei, da dove era arrivata, con
roba in mano, finendo per poggiarla a terra. Indossava roba in
più, per riscaldarsi, sicuramente.
"NOn
hai lamentele da fare per batteri e schifo vario? Per lo sporco? Che
è successo...?"
"Mi
sono svegliata ispirata... non esagerate!" con tono freddo, osservando
amaramente cosa aveva davanti imballato e con lapide.
"E..."
anzandosi e guardando cosa lei osservava "li ho trovati avventurandomi
fin dove potevo senza perdermi, per scovare un altro passaggio. Due
avevano delle porte che non sono riuscito ad aprire. Non avevo gli
attrezzi e cèra buio, ci sono solo in alcuni punti delle
lampade da parete in alluminio con grata, quelle
tipo
aplique, ma fanno una luce fioca giusto per sapere come mettere i
piedi. E non avevo niente per illuminare in maniera precisa qualcosa"
"Come
se non fosse normale per te, lasciare che sia il tuo secondo il mulo da
soma con il necessario.Tu corri ovunque come un pazzo, in stile brutta
copia di di un DOn Chisciotte con le tasche vuote. E stupido il tuo
vice che fa da facchino per te..."
"Lo
so, è stato un errore. Me lo ricorderò..."
facendo
sbuffare lei, che si voltò a guardarlo con un sopracciglio
alzato "questa esperienza mi farà ricordare di fare come te.
Tutto dietro. Ma non sono abituato a tenere roba in tasca tranne le
armi. Prima non ne avevo bisogno.."
"prima
era prima, adesso è il presente e tutt'altra roba..." acida
"eppure... Grazie! Per aver portato almeno loro fuori da quello
schifo..."
Gask
si sollevò dai talloni, lasciando la cernita in corso sulla
roba
trovata. La guardò allibito, poi vedendo che si era accorta
dei
suoi movimenti, tornò giù a rovistare. Niente di
utile.
Carta sporca, oggetti vari poco utili tranne qualche coltello e
forchetta, cocci rotti, pezzi di mobili. Un telefono fisso. Se solo vi
era una presa, pensò.
"Non
sono riuscito a proseguire perchè il canale è
pieno di
acqua oltre le caviglie minimo, per arrivarti alla vita nei
punti
peggiori. E ancora ci sono parecchi passaggi, ma dovrei avventurarmi
meglio equipaggiato. E le lampade a muro grigliate aiutano quel che
basta. ma per prendere altro dovrei andare oltre il massimo in cui sono
arrivato, giungere dove eri prima tu e trascinarli come è
fattibile in questa situazione. Loro erano i più vicini, non
so
perchè trasportati dall'acqua o per altro motivo. Alcuni...
"
diventando triste ".. alcuni era sicuro che erano ancora vivi, ma morti
dopo. E i topi non hanno aiutato"
"quindi
siamo vivi perloro."
"Come
ho già detto, hanno mantenuto stabili le funzioni vitali,
bloccato ferite o altro. Magari tu sei caduta su qualcuno dei nostri
morti o chiunque fosse nell'abitazione prima ed era finito di dosso"
vedendola di spalle ma notando come aveva abbassato la testa a
guardarsi i piedi, comprese le spalle, cone le mani che penzolavano
lasche.
"nesuna
notizia? Intendo... so che tu non hai mai niente e io ho lasciato il
mio dispositivo a Jd. Ma di solito dovreste avere sempre..."
"Non
so dove sono. Te l'ho detto! A volte li do a lui per andare io in
avanscoperta"
"Si,
al tuo vice! E sei un professionista! Ah vero, tu con la tecnologia sei
zero..."
"Il
fatto che perfino Milan sia in grado di essere più
capace
di me, non significa nulla. Puoi credermi quando dico che mi
sentirei idiota a picchiettare su lastre di vetro che fanno colore. "
"Non
cercare di formulare frasi complesse per parlare con me,
perchè non ha senso se non lo vuoi tu"
"...I
vecchi telefoni sono così da buttare?"
"Non
sono da buttare. Io stessa utilizzo poco il mio apparecchio,
se
non per contattare gli altri. Ma, per visionare file, archivi e
amministrativi velocemente è necessario. Inoltre non capisco
questo tuo fare casino. Ti compri un cellulare base e hai risolto,
basta che rispondi e sei reperibile" un pò stizzita
"I
miei uomini mi hanno regalato quel coso che sbologno sempre a lui. Si
attiva sempre in tasca, è grande quanto una tavoletta di
cioccolato e lo trovo fastiodioso da tenere in mano, come fanno sempre
loro..."
Kianta
si voltò a guardarlo, distogliendo l'attenzione dai piani
smembrati di fronte a dove era ferma. Sembrava come voler dire qualcosa
con sguardo indeciso, poi fece un respiro profondo chiundendo una
frazione di secondo gli occhi e tornò a guardare cosa le
interessava prima.
"per
quanto sia fastidioso, ti ricordo una cosa. Anzi, guardati le mani.
Sono il doppio delle mie. Come fai a trovare fastidioso un apparecchio
identico a uno smartphone ma con caratteristiche diverse, quando
maneggi sempre pesi, armi..."
"per
me è fastidioso quel coso sempre in mano. Non posso metterlo
nelle tasche verticali dei pantaloni per esce e rischia di
cadere
a ogni movimento. Se mi siedo è una pala nella coscia o
cade.
Non ho tasche di solito nelle maglie, e le tasche che utilizziamo nei
pantaloni..."
"ho
capito. Come ho detto, non ti è stato mai negato un telefono
base, basta che tu sia reperibile"
Gask
rimase accovacciato a rovinastare tra la roba trovata, dividendola in
mucchietti in giro, imbronciato, scrutando la testa di tanto in tanto
mentre Kianta osservava con attenzione la sezione di fronte. Una parte
dell'edificio presnetava ancora una parte di stane e delle porte per
forse altre zone ancora intere. Loro si trovavano al centro, nello
sbocco della fogna e forse cantina, di quello che era
quell'enorme edificio, il centro dilaniato e le mura esterne
e
parte di stanze ancora in piedi o mezze cadenti. Ma presenti. E quattro
piani smembrati sopra, penzolava un paracadute con una cassa,
che
loro mandavano al volo per supporto in quelle zone se non
avevano
in registro atterraggi. Arancione, mezzo al vento e mezzo attaccato a
una barra di ferro del pavimento. Essendo una stoffa resistente, stava
aggrappata a quel ferro ritorto e faceva oscillare un pò la
cassa.
"E'
impossibile prenderla. Anche se ho provato ad arrampicarmi per i piani,
le sporgenze che ho tentanto di raggiungere hanno ceduto inclinandosi e
impedendomi di proseguire. Peso troppo e, prima di arrampicarmi e
tentare altre cose ho deciso di aspettare che fossi sveglia,
così nel caso mifosse successo qualcosa, lo sapevi."
"Già,
perchè se ti succede qualcosa va tutto bene lo stesso! E'
assurdo che tutte le scale e possibilità di salire siano
andate
così e i piani superiori siano inaccessibili normalmente.
peggio
ancora siamo almeno due piani sotto il livello stradale e nessuno,
nenache uno che passi di qui e possa sentire e viceversa!
Quell'imbecille di generale finirà male, questo è
sicuro.
La prova di potenza gliela ficco su..."
"Agitarti
non serve a niente. Comprimi tutto ciò che provi per quando
lo
incontri. Adesso è importante trovare il necessario per fare
come quel tizio che dici sempre... e fai Lezioni apposite per essere
capaci con qualunque cosa a disposizione..."
"MacGyver
e tu non ci sei mai"
"Lo
so, e ci sarò d'ora in poi!"
"Lo
dico solo per non farmi incazzare con la tua inutilità o ti
senti sinceramente colpevole di mancanze create dalla tua
stupidità e sinceramente capisci quanto siano importanti?"
"...se
dico entrambi che succede?!?"
Lei
si voltò a guardarlo con una espressione che lui non capiva,
restò in attesa di qualcosa, qualunque ma niente. Sembrava
interessata più a studiare i piani.
"Come
hai fatto a finire allo Chateau?" chiede di colpo tentando il momento.
"..."
"Se
non vuoi, qualunque cosa..."
"Io
non sonofinita,
allo Chateau. Io sononataallo
Chateau..."
"QUindi
hai dei genitori?"
"mh...
sempre che tu non sia nato per partenogenesi, chi non
è nato da genitori?"
"I...
figli in provetta?" tentennante
"EH?"
"niente!"
"bene..."
"Milan
ha detto delle cose e..." incominciò di nuovo
"Andiamo
bene! Non solo Jd, ma anche Milan non riesce a tenersi nulla in
pancia..."
"Ha
detto che tu gli hai sorriso il primo giorno che lo hai visto e sei
cresciuta e formata come doveva essere. Che quando tu indossi gli abiti
da donna sei bellissima e..."
"Quante
sciocchezze"
"A
me è sembrato che lo dicesse con affetto"
"AH!
Milan? Con affetto? A me? Serio?"
"..."
incerto "Si, sembrava sincero. Ha detto che sei cresciuta bella, ha
detto che sei diventata sempre più bella nel senso di
persona e
che sei vitale per..:"
"ma
per favore... che paraculo!"
"Che
vuoi dire" attento, ancora sui talloni, con quello che sembrava un
quadro rotto tra le mani
"Non
credo affatto che Milan mi consideri importante per qualche tipologia
di affetto. Tutte queste cose sulla bellezza e quanto ho imparato
è solo per il suo interesse scientifico. Io sono ancora qui
perchè lui aveva bisogno di me, per quelle cose. Un test,
una
cavia. Volontaria, ma questo è... come te. Tu sei finito con
loro e risultato compatibile perchètudovevi
vivere perchè tiene a te.Te.Io
senza Milan e David tornerei a come ero. E' vitale che io continui ad
essere monitorata da David, che è finanziato da Milan e
Dorde. E
ancora io sono importante per lui perchè sonol'unicacome
sua seconda, deciso da lui per questo, a non avere mai
possibilità di pugnalarlo alle spalle o tradirlo
perchè
non è da me e non ho interessi a farlo. Se io non fossi
finita
come test, sarei ancora con quelle dannate medicine, come una drogata
che ha bisogno della dose. SOlo che io ne avevo bisogno per non
soffrire e invece sono finita per essere necessaria, per cose che
interessavano a lui. Milan guarda sempre le persone come
opportunità semoventi da utilizzare come gli serve. E la
bellezza... tu hai visto come va girando? Per carità, anche
io
trovo che sia un piacere guardarlo con quegli abiti e che gli uomini
siano decenti anche in modo più sbrio che mezzi pazzi
straccioni
come vanno in giro adesso. Più di una volta ho assistito a
scenate di civili perchè la gente vuole essere libera di
andare
in giro come vuole, in qualunque situazione. Io come Milan ritengo che
per ogni cosa vi sia il modo idoneo di vestire, sia per rispetto della
situazione che norme sociali. O una società non esisterebbe!
So
che ci sono geni e scienziati che diventano scemi se li fai vestire
bene, ma in certe occasioni formali è tanto chiedere di
apparire
più, di rozzi individui menefreghisti? SOlo io mi sento
meglio
se vesto bene e mi sento bene dove mi trovo??!?" urlò
guardando
in alto, come a prendersela con chiunque fosse in ascolto o no "E'
così orrendo guardarsi allo specchio e piacersi? Sistemarsi
e
trovarsi bene? E non intendo diventare modelli o modelle, influencer e
strafighi .. intendo mettere qualcosa e sentirsi a proprio agio e bene
in mezzo agli altri. Vedersi come qualcuno che potrebbe essere e fare,
ogni... Milan si veste in quel modom formale per tuttim
perchè
gli piace, lo fa sentire bene e se stesso. Inoltre come si veste lui
non fa ridere ma è elegante e signorile. NOn
condivido la
spesa, ma quando lo guardi, vedi una persona che è forte
anche
per quello che indossa. Passi la comodità, passi lo stile
libero
ma la cosa orrenda nel vedere un'ammucchiata di uomini pompati
è
che sono tutti stazzonati o con indumenti mal messi, anche quando
vorresti che nelle feste o in altre occasioni vi sia un certo dress
code, che vorresti buttarli da un burrone in massa. Io stessa non mi
vedo esempio truccata e imbellettata come ama dire Milan,
pechè
non è nel mio stile..."
"Sto
iniziando a perdermi..." vedendosi fulminato, raggelò
"Intendo
che la famosa bellezza di cui parla come estetica, nei miei confronti,
è solo per una cosa. Non appaio quando mi trucco, ed
è
raro, come una bambola di porcellana strafinta, o un mostro
terrificante per i siliconi iniettati in faccia. Come le donne che
corteggia per i suoi interessi ma dice sempre che sono
terrificanti solo a vederle. Quelle che sono poco rifatte si
fanno un mascherone con tollennellate di prodotti sfruttando il
contouring, che però ti modifica tutta la faccia. Tutta. E'
appunto un gioco di luci e ombre ma artificiale, dove spingi gli occhi
altrui a osservare parti di te modfficate. Il risultato è o
artificiale come se fossi fatta di plastica e non vera o, se abbinato a
troppi ritocchi, e troppo pompati, per un mostro di palude, uscita da
un incontro ravviicnato tra una rana e..."
"Scusa,
non sei truccata in questo momento?" fissandola interdetto, guardandole
la faccia
"Cosa
guardi! Certo che non sono truccata! E' per questo che Milan ha detto
quella cosa sulla bellezza, perchè io non uso bottiglie di
prodotti da creare per lo spessore maschere di siliconi. Che se lo
tengono per due giorni, per togliere tutto quello schifo, viene via uno
trato come fosse un guanto da cucina in silicone."
"Guarda
che sei truccata! Ha le linee nere agli occhi"
"..."
sbattendo gli occhi confusa, mostrando piano piano
che
stava comprendendo a cosa alludesse "tu stai parlando dei tatuaggi,
allora."
"E'
un tatuaggio quello? Credevo ti truccavi ogni mattina..." sbalordito
"Seriamente?"
guardandolo come a chiedergli con la faccia se scherzava "davvero pensi
che una come me, lavorando tra caproni, orsi e scimmie, perda tempo la
mattina a mettermi la matita o altro? E non parlavo della fattoria..."
muovendo il dito indice per dire no
"Quindi
quello che hai adesso.." fissandola
"E'
un eyeliner semipermanente, un tatuaggio che sembra mezzo naturale e
mezzo un trucco leggero. E' stata un'idea di Milan e, visto che non mi
sarebbe costato truccarmi sempre come consigliava, ho fatto. E' comodo
si più dire, e mi dimezza anche lo sclero quando Milan vuole
che
mi trucchi per feste o altro, in cui devo comparire con abiti e trucco
e parrucco femminili e non voglio sembrare una battona. Senza offesa
per le signorine della notte, non lo farei mai. Ma io sto malissimo
troppo truccata. E non fissarmi così, anche Milan
è
truccato, quindi cosa guardi!"
"Cosa?!?"
saltando quasi all'indietro dalla posizione accovacciata
"Ehi,
e tu sei il suo amicissimo fratellino acquisito? Non ti ei mai accorto
che anche lui ha qualcosa di simile? Io ho sia eyeliner che tightlining
tutto in uno, lui solo il secondo, migliorando il suo sguardo con il
colore leggermente più scuro delle ciglia sulla rima
superiore.
Anche i politici lo fanno e lui non è molto diverso. Inoltre
si
trucca, leggero, ma... cosa cè!" vedendo Gask non confuso,
sconvolto "Che faccia fai, serio che non lo sapevi? Ma l'altra volta
hai visto quando aveva bisogno di aiuto con i capelli!"
"Ah
vero, lo hai pettinato. Ed era truccato?"
"lui
è sempre truccato!" gelida "Sfrutta il trucco
naturale
usato nei film. Si chiama trucco naturale o nude make up o no make up,
insomma roba del genere. Bisogna saperecosausare
di vicinissimo alle proprie tonalità ecome,
per non farlo vedere. Secondo te, perchè sembra sempre
così perfetto e tutti gli altri intorno degli sciattoni?"
"Non
è carino cosa dici..."
"Non
è da me essere offensiva su persone con bisogni e problemi,
ma
lo divento se vedo agglomerati di carne che non si curano capelli,
barba, peli del corpo" dicendolo con espressione disgustata come faceva
sempre e rallentando all'argomento peli "e accozzano roba senza senso
che no nso neanche da dove l'hanno presa. E diamo delle divise.
Indumenti vari eper ogni occasioni e li vedi con maglie malconce o
troppo strette con scritte e disegni improbabili e pantaloni a volte
così usurati che se usciressero in boxer sarebbe lo stesso!
O
con le infradito! Allo Chateau! maglietta assurda, pantaloncini vari al
ginocchio e infradito! Dove lavori!..." incavolatissima" Non chiedo
molto, ma perfino per le raccolte gli uomini stessi hanno visto gli
abiti di alcuni zingari che chiedevano denaro e hanno commentato..."
"Questa
la so, l'altra volta l'ho sentito. Albino ha detto che era stupito di
come apparissero meglio loro, di alcuni di noi. E non dico che hai
torto, però loro amano stare comodi..."
"...ognuno
di voi ottiene tre cambi per ogni tipologia di completo estivo,
invernale, divisa formale, abiti fuori dal lavoro... allora mi spieghi
da dove escono le vagonate di roba uscita da un mercatino
cinese
che è da rabbrividire e che a volte mi è costata
una
brutta figura con alcuni ospiti?!? O quando si fregano,
perchè
non chiedono, i cavalli a loro assegnati, o gli asini e a cavalcioni su
di essi se ne vanno nei paesi o in città vicine... Senza
chiedere, vestiti come turisti fuori dal mondo che pure io mi vergogno
e non sono una come Milan! Chiedo troppo o sono rompiballe io..."
"..."
accorgendosi che parlava con lui "... ehm... io sono abituato a vestire
semrpe alla stessa maniera, quindi non ne so molto di mode o simili.
Posso solo dire che loro si divertono a vestirsi in certi
modi.
Fanno scommesse e sfide su chi è più... non
ricordo come
dicono ma è qualcosa di moda, comunque. ma non puoi
lamentarti,
lo Chateau è diventato come una cittadella, ed è
merito
tuo e di Milan. Abbiamo anche quel mercato nel quadrato là,
dove
commercianti affiliati a noi portano merci che noi non produciamo o
possiamo fare... "
"Ah,
quindi è da lì che arrivano?"
Gask
finse di osservare con interesse la base di una scacchiera, come per
vedere le condizioni, per non dirle che molta roba effettivamente di
scarsa qualità e che non le piaceva vedere, era i lrisultato
di
vendite al quadrato. Non vi andava mai e non ricordava mai quel nome, i
nomi erano l'unica cosa che non ricordava con facilità, ma
dirle
cosa girava era fuori discussione. Se non sapeva, ultimamente non aveva
controllato. Meglio tacere su certe cose e lascare che fosse lei a
indagare. Aspetta, era forse Favo?
"Perchè
non rispondi?... Ho capito, dovrò andare a controllare e
strizzare un pò di didietro di persona..." gironzolando in
giro
Ecco
pensò Gask, i ragazzi non ne sarebbero stati felici, ma
aveva evitato di farla diventare un orso incazzoso.
"Era
così terribile prendere le medicine?" vedendola voltarsi
verso di lui
"...è
una salvezza ... e una condanna quello che Dadiv ha fatto... come le
medicine, ma quelle sono peggio. Ecco perchè, anche senza
controllo ravvivinato, trovo lo scambio un'ottima soluzione. Senza
David e Milan, non potrei fare cosa faccio, proprio nulla. Non sarei
cosa sono! Essere cavia per la Draper e quelle, seconda di Milan che
manda avant tutta la pagnotta fisica, ossia la base e le Torri... ci
vale! Perchè non li ha nessuno, tranne i governi
più
grandi, che però o hai familiari vicini o collegati e
possono
procurarteli oppure... "
"E
ora sono in mano a Milan..."
"Se
saprà non lasciar cadere le redini, si..."
"...Chi
era Lia...?"
Gask
si accorse che lei aveva come risucchiato aria bloccando poi il
respiro, creando un silenzio tremendo. Alzando gli occhi, bluffando dal
suo tentativo di apparire tranquillo e poco interessato, la vide
fissarlo ancora più pungente e tagliente. O uno dei due e
stava
solo sudando freddo, non capiva.
"Come
sai quel nome!"
"..."
"Fammi
indovinare... Jd!"
"E...Milan.
Ne ho parlato con lui..."
"Davvero?
E ti ha parlato di lei? Che doveva essere qualcosa di morto e sepolto?"
"Non
capisco perchè una donna morta non deve essere nei discorsi
e
perchè è morta se Jd le ha parlato quella volta?"
"Sono
cose che non ti riguardano"
"Ma
almeno sapere chi era..."
"Era...
una persona che Milan aveva conosciuto. Condividevano qualcosa di
simile al Disegno di Milan e così lo aiutò. Ma
nonostante
le proposte di Milan di sfruttare tutto ciò che lo Chateau e
la
sua posizione di aiuto le consentissero, lei sapeva che il suo Sogno
non poteva mai giungere. Non poteva prendere qualcosa che non le
spettava o la aiutasse veramente. Così lo aiutò,
e presa
una decisione solenne, al momento che reputò
giusto, fece
ciò che desiderava da tempo. Trovare pace..."
Mentre
parlava, Kianta era ferma su alcuni cumuli più in alto di
lui,
con la posa che utilizzava sempre qaundo doveva appare ferma e sicura,
forte e di alta carica. Dritta, di fronte, con le mani una che
raccoglieva l'altra di sotto, messe a formare un anglo con la base dai
pollici. Era una cosa che Milan faceva e non aveva ancora capito
perchè. Sapeva solo che l'altra che entrambi utilizzavano
quando
dovevano mostrare la loro posizione o grado era il corpo di fronte agli
interlocutori, mento alzato con gli occhi dritti in quelli dell'altro e
le mani rilassate vicino ai fianchi con me mani in pugno leggero. Anche
quella aveva una motivazione, ma abituato a gente che si comportava
diversamente con le stesse cariche, ne sapeva poco.
"E
quale era il suo sogno?"
"..."
"Cosa
cè?"
"Il
Sogno di Lia era... la cosa è molto ampia ma di base quello
di
poter avere le possibilità mai avute prima. Vivere come
voleva.
Essere quello che era. ma, anche allo Chateau poteva finalmente averle,
era troppo rotta per ... non si sentiva meritevole, capace di crearsi
una nuova vita perchè le paure e i tormenti non l'aveva
lasciati
nel luogo che aveva abbandonato. E tutto ciò che le grava di
sopra, non l'avevano abbandonata. La gente non la amava, e non risuciva
a cancellare le negatività che vedeva negli altri. ogni
volta
che vedeva qualcuno messo male in qualche modo più o meno
come
lei ma bastonato ancora dalla vita e la società che odiava,
soffriva così tanto che non risuciva a togliersi quelle
immagini
dalla mente. Quando vedeva cosa le piaceva e poteva fare finalmente
così vicino a lei... diciamo che non risuciva a provare cosa
doveva. Felciità, sollievo, gioia o altro. le parole, gesti,
azioni, concetti che tutti le avevano vomitato addosso la frenava,
incatenandola a un passato che voleva, cercava, di lasciare indietro e
rifarsi su tutto e tutti. Ma non riusciva. Rinascere... era
impossibile, non come intendiamo noi. E così, dopo aver
progettato tutto, se ne andò, sperando che quella rinascita
avvenisse in altri modi e tutto ciò che aveva fatto aiutasse
altri come e peggio di lei..."
"Per
tutto il discorso non lo guardò mai, ma vagava nervosa e
contrita con lo sguardo ovunque, finchè non vide i
corpi
imballati e sospirò, tornando a guardare la parte
più
vicina per altezza ai piani superiori, come studiandoli. Gask
pensò che fosse finita lì, invece lei
continuò.
"
Sperava... di validare il concetto diessere
umanoin
una società adeguata. Voleva vivere in un posto dove non
nascevi
dall'egoismo delle persone, di continuare ipoteticamente nei figli,
portandoli a fare cosa loro volevano e credevano, con la paura e sensi
di colpa. Insomma, dei piccoli MIni Me fatti e finiti. Desiderava
ridare a se stessa una seconda opportunità. Come per gli
altri.
Dare agli esseri umani la possibilità di scelta e decisione,
opportunità e genuinità dell'essere se stessi. E
cancellando il concetto delle classi sociali in base ai soldi,
eliminare tutto ciò che rendeva la gente bigotta e
giudicante.
Evitando i clochard e simili, in primis. Perchè
fossero
ancorapersone,
che la società fosse di esseri umani. Invece i sensatetto e
persone cadute nei peggiori dei modi in disgrazia e per strada, erano
visti come rifiuti, non esseri umani. Lei voleva che tutti, anche
fossero panettieri, pulitori ecologici sopra e sotto le strade,
dirigenti e manovali... qualunque persona si sentiss eimportante per la
società per il lavoro fatto, che non esistesse lavoro si
serie A
o D, che definissero la persona. Voleva che tutti avessero
dignità, rispetto, integrità personale
indipentenmente da
denaro o posizione. Tutte le vite che hanno sofferto nel peggiore dei
modi a causa degli altri, tutti quelli che si sono visti spintonati e
messi in pericolo senza aver riconosciuti meriti e capacità
in
favore di altri meno e/o vuoti, ma più manipolatori,
avessero
cosa meritassero. Lia non accettava il piegarsi, inginocchiarsi ad
altri solo perchè familiari o persone più anziane
o
ricche ma stronze dentro, solo perchè per la
società se
hai soldi e una buona posizione, puoi tutto. Quante ne ha viste, di
scene, dove persone che per la società erano brava gente in
realtà... e facevano male ad altri in vari modi. Voleva
togliere
tutto questo. Anche il concetto del primo e secondo sangue che Milan
vuole mettere... l'essere umano non deve essere inferiore ad altri
solo per nascita, denaro o capacità di manipolare.
Uguaglianza come individui non diversi, non giudicati tranne rari casi.
Omicidio, furto, danneggiamento altrui e beni altri, raggiro per scopi
loschi, violenze fisiche sessuali a donne e bambini.. ma già
li
conosci. Le regole sono vitali, importanti, necessarie in una
comunità viva e sana. E secondo te tutti gli studi di
psicologia
e psichiatria, come sono nati? Studiando persone in base alle loro
azioni e da cosa sono scaturite... guarda caso abusi dall'infanzia,
vita infima e pericolosa, carenza di elementi primari e
povertà
e delinquenza dilagante. Tutti i serial killer, assassini, politici e
persone ricche che hanno sol ofatto schifo sugli altri... hanno vuto
qualcosa che ha innescato ciò! Sofferenza, privazioni,
dolore.
Questi sono i fattori chiave. O bullismo, genitori incapaci di esserlo,
adulti o altre persone che hanno agito per far del male e il soggetto
è andato avanti con quel qualcosa che lo ha portato ad agire
in
quei modi. O ancora, quanti geni e individui capaci di dare
all'umanità tanto, sono stati silenziati, costretti ad
essere e
fare cose contro le loro stesse abilità naturali,
minacciando o portando quella persona a fare come gli si
veniva
indicato per sopravvivere, per non perdere qualcosa... "
"..."
"...lei
volev a metere fine a tutto questo. E la colpa di chi era? Religione,
società sbaglaita, famiglia, interessi... dalla nascita
della
prima comunità di uomini a oggi sono cambiate le
società,
ma è un modo di dire. Non essere quello o la gente parla, ci
fai
fare brutta figura, cosa diranno di te e noi. Non v abene, non
è
naturale, è sbagliato. Sappiamo cosa è meglio per
te,
è fatto per te, è questo che devi fare e basta. O
ancora
quante persone nei secoli sono rimaste a chinare la testa nonostante
avessero vere qualità e doni, solo perchè la
nascita, il
sangue, la religione hanno deciso a priori da prima che respirassero
cosa e chi dovevano essere. Che senso ha una vita, diceva, se l'unica
cosa che può fare in questa esistenza è seguire
la strada
già decisa dagli altri o voluta da gente vuota e arida,
perchè invidiosa. O ti vede solo come suo mezzo per qualcosa
di
personale? Siamo esseri umani, ma perchè viviamo
come gli
animali sottostando al più forte, temendolo, accontentandosi
delle briciole che questi gli danno? Secondo te, il brigantaggio, i
malviventi, i senzatetto e chi no ha nulla, perchè esistono?
Perchè lo vuole la società! Una
società che si
considera mderna e aperta, come può tenere per le strade
persone
senza nulla di primario, venendo ignorate e trattate male? E poi gente
meschina che ha fatto finire in quel modo tanti, che no nha dato paghe
decenti, che ha trattato male altri, che vede tutti gli altri inferiori
e immeritevoli, piena di soldi e potere solo perchè sono
arrivati in cima a quelle classi sociali che ancora continuano ad
esistere... quelli sono amati, ben visti, ammirati e
accontentati
in tutto. Anche nelle cose losche. In alcuni paesi ancora cè
la
schiavitù ufficiale dove comprano figli o giovani
con la
scusa di aver bsogno di comestici ma sono schiavi! Mascherato da
lavoro, le persone non possono studiare perchè lo studio
costa,
non possono realizzarsi se non hanno un colpo di fortuna
mastodontico che arriva al momento giusto. La
società
intera è frastagliata dalle famiglie, che pensando a cavolo
loro
su certe cose crescendo idioti e incivili, decerebrati che vedono solo
la famiglia e se stessi, e non gli altri. E sono esseri umani,meno
male.
Eppure, perfino gli animali selvatici, e ci sono esempi, sostengono il
gruppo e i singoli della loro comunità, come possono. Lei ha
sempre visto l'essere umano come qualcosa di superiore ma non come lo
vedono gli altri, ma come individuo senziente, intelletto superiore e
capacità di controllare i propri istinti, capirli e
superarli.Allungare una mano e dare parte di cosa si ha a chi ne ha
bisogno dovrebbe indicare qualcosa. Invece ho visto perfino gli animali
portare cibo a umani che meritavano solo di marcire loro sotto i
ponti... raccontava asempre a Jd o gli altri della storia della vergine
cuccia, di quando la studiò a scuola e come le
veniva da
piangere a leggerla, per quel povero uomo. Vedeva foto sui libri di
storia di gente povera che viveva con niente e non capiva come potesse
esistere tutto ciò mentre altra gente aveva anche troppo di
cosa
aveva bisogno. Eppure era vista negativamente..."
"..."
" L'essere
umano dovrebbe avere empatia, capacità comunicativa,
cognitiva,
raziocinio e aggregazione, sostegno e vicinanza sociale più
degli animali. Perchè dovrebbe andare oltre l'istinto degli
animali. Ma non è così... voleva cambiare quindi
queste
cose, voleva ridare a se stessa una seconda vita con le
possibilità, scelte e prove suoi. Decisi da lei. Voluti da
lei.
Crescere e definirsi come se stessa, non cercando di modellarsi a
quello che gli altri volevano. E Milan per caso, era una persona che
voleva la stessa cosa. Se prima lei vedeva il Sogno di uomini naturali
come personalità ed esistenza, una comunità umana
per
davvero, e la possiiblità di trovare il suo spazio alla
fine,
poi tutto divenne impossibile. Rassegnazione. Provava solo questo. E
poi venne Milan. Lui la vedeva come elemento di prova per scienze di
David, un test umano consenziente e senza diciamo passato a cui dar
ragione. Ma poi lei iniziò a dire che era meglio cambiare
certe
cose, se voleva davvero che il suo ingranaggio militare e politico non
si inceppasse. Ed ecco lo Chateu come lo conosci tu, o meglio la
Cittadella, con annesso continengente militare, sezione artigiana e
commerciale, ippica e il Favo, per gli esterni. Prima era solo tutto
abbozzato e mal gestito, adesso siamo l'organizzazione conosciutissima
e quasi rivale dei gruppi militari più famosi e pericolosi e
con
due nomi, quindi siamo double-action. Ciò ci protegge a
metà e rafforza nell'altra da quella gente. Ma le idee e i
progetti li ha messi Lia, prima. Sperava davvero che Milan potesse
realmente cambiare le cose, visto il suo passato e il suo desiderio
reale di non vedere fame, povertà e diritti calpestati. Per
Lia
il concetto di discendenza non era di sangue ma di idee,
civiltà, nuovi esseri umani. Lei temeva la reincarnazione,
non
la voleva er paura di dove fosse finita, ma desiderava che, nel caso
avvenisse realmente, vi fosse ad accoglierla un giorno come anima
reincata, una società superiore alle bestie che siamo
attualmente. Voleva che gli esseri umani fossero... desiderava non
vedere più nessuno soffrire, perdere tante cose e morire con
rimpianti e dolore dentro. Odiava quando sentiva video delle telefonate
alla polizia nel mondo, dove cèrano nelle voci e
le
situaizoni il peggio del mondo e chi le subiva. Ancora di
più su
bambini, che chiamavano come ultima speranza per non vivere in quello
schifo. O fermarlo. Schifo voluto dalla stessa società,
perchè non si mette il naso nelle famiglie e quindi chi se
ne
frega, mi volto la faccia. Lei desiderava per i futuri nati
in
generale un mondo privo di inquinamento, spazzatura, morte e
disperazione dato dalle classi sociali, paesi vergognosi e individui
forti per soldi e potere, che ridono mentre vedono un povero
disgraziato per strada su stracci che cerca di dormire. E magari gli
viene la brillante idea di mettere installazioni dannose a panchine e
luoghi pubblici perchè non vi dormino. Senza empatia,
vicinanza,
compassione... cè tanto da dire di schifoso a questo mondo
che
noi abbiamo visto, e odiava il concetto della giungla. Non capiva
perchè una società umana dovesse credere
ed accettare che per vivere in maniera dignitosa senza tremare
per
perdere casa, calore in inverno, acqua, cibo e luce dovesse
vedere tutto come una giugla in cui sopravvivere facendo tutto e di
più di vergognoso possibile, per non perderli. per non
finire in
quartieri o luoghi orribili in mano a gang e gruppi criminali, vedere o
vedersi futura prostituta per avere pochi spicci al giorno per
mangiare, fare da schiavo a gente ricca per poco, crescere vedendo che
sei solo un Mini Me di genitori e famiglia, gravando sulle tue spalle
tutte le aspettative e desideri loro. Portandoti a fare scelte contro
te e la tua volontà. Altrimenti vomitano colpevolizzazione
per
cosa hanno fatto per te, come sedovessidire
grazie quando sei nato da loro egoismo, e cavoli tuoi ad essere
sbagliato. Se non fai o sei come dicono loro, ti voltano le spalle o
peggio e ti ritrovi solo, in un paese che si definisce moderno e
aperto, ma chiuso e religioso a sgomitare per una fetta di gentilezza.
E laico ma poi si chinano a novanta alla religione. E tanto altro...
ecco cosa sognava, desiderava, voleva. per se stessa ma anche per
eventuali domani e per gli altri. Sveglairsi al mattimo con uno scopo,
suo, sapendo che avrebbe vissuto e affrontato qualsiasi cosa senza aver
paura dei sacrifici e impegni, ma perchè cèra un
motivo.
Suo. E togliere il male e marcio fin dove possibilie nel mondo. Voleva
che, se nessuna sua speranza fosse vera, sarebbe rinata in un mondo
creato dalle ceneri del vecchio e degno di un essere umano, in
collegamento con la natura ma vivendo con tecnologia e benessere a
misura di tutti, del mondo stesso per non danneggiarlo e..."
"Fammi
capire. lei voleva che l'essere umano si elevasse?"
Lei
si voltò di scatto, sorpresa. Lo studiò un
attimo, mentre
questi tentava di ingobbirsi e fingere di lavorare col broncio, poi
voltò anche il corpo, verso di lui.
"lei
trovava assurdo, impossibile che un essere umano dovesse piegarsi come
gli animali col pià forte, a non avere decisione e scelta
per se
stesso e il suo corpo. Se gli animali dovevano subire madre natura,
peggio per le femmine che dovevano accoppiarsi a forza e sempre,
l'essere umano deve abbozzare a società e Dei che sanno per
te.
Tu sei un contenitore da plasmare. E lo trovava vergogonoso. L'incontro
stesso con Milan fu qualcosa di fuori da ogni logica. Di fatto, quale
avvenimento simile può avvenire nel mondo, di questa
portata?
Lui che ha circuito gente per creare un congresso unico mondiale a cui
fanno capo i presidenti eletti dalla popolazione, ma che devono essere
i portavoce del Paese ..."
"Si,
lo so. ogni Paese ha un presidente o sindaco, come lo si vuole
chiamare. Tutte le funzioni principali sono rimaste invariate, tranne
che non eisstono più paesi sovrani, ma zone geografiche ed
emisferiche di un unico grande popolo. Come voleva Milan. Il governo
unico controlla e protegge, e la Natura prende il posto delle vecchie
divintà umane. Controllando tutto il mondo
perchè
i dirittu dell'uomo, del cittadino, dell'essere vivente e
della
Madre Terra siano garantiti. Così come libero mercato,
libero
passaggio, sempre dietro ovvii controlli, e cancellazione delle
aberrazioni sotto culturali ancora persistenti. Non a caso da quello
che ho capito è per te che Milan ha abbracciato anche
l'avanzamento di gruppi semi militari e scientifici ovunque, con
specialisti socioculturali, per sradicare infibulazioni, circoincisioni
solo per maggiorenni e sani di mente, abolizioni di matrimoni al di
sotto della maggiore età e solo su libera scelta dei
contraenti.
E cambiamenti degli assetti socio culturali per la questione delle
famiglie. In India e.. dove, non ricordo, eliminazione di
schiavitù ancora esistneti, e vendita e tratta di
bambini
per lavori minorili, passando la tutela a Stato e Governo nel bisogno.
Libertà per le donne di qualunque paese e cultura di
decidere
del proprio corpo e scegliere cosa fare di organi riproduttivi
o
loro standbye, fino a gravidanza se voluta. Cancellazione quindi di
pressioni e obblighi religiosi. Assistenza e istruzione sessuale e
psicologica, senza giudizi o altro ma rendendo le persone realmente
coscienti e capaci di comprendere i loro gesti. Hai tentato di far
venir meno, per questi progetti, i poter di tutte le cariche religiose
del mondo, dando quello che la gente chiedeva nelle preghiere, ove
possibile. Liberalizzazione sempre con insegnamenti
dell'argomenti a ogni orientamento di genere e sessuale
ovunque,
condanne per atti verbali o di altra natura contro tutte le
libertà alla persona. Tutte. Eppure sembra che la gente non
abbia preso negativamente, almeno non come ci si aspettava, la cosa.
Controlli ad ogni angolo di strada di milizie e guardiani non privati,
controllati attentamente in ogni aspetto della vita e
mentalità
prima dell'assunzione. Assistenze di vario tipo perchè
bambini e
anziani non siano mai soli, ne trattati malamente da personale
sottopagato e sbroccato. Paghe decenti. Almeno, così dice
Alaric. E, come dice Jd, si va a una forma di società unica
dove
un bambino con una borsa di gioielli in mano, non deve aver paura, di
alcun genere, ma camminare tranquillo, come accade in Giappone, senza
rischi di alcun genere. Era così, vero? Che donne, persone
di
orientramenti diversi si sentano bene sia a casa loro, che per strada.
Che ogni persona a questo mondo, possa morire, per qualunque motivo,
senza subire torti vergognosi da bestie. perchè nenache gli
animali..."
Kianta
rimase a fissarlo con un'espressione indecifrabile, poi sempre
guardandolo e seguendolo con gli occhi si accostò a un
muretto,
o quel che ne restava, dove poggiarsi e vi scivolò contro,
per
sedersi con la schiena contro l'intonaco screpolato e le braccia
raccolte tra le gambe, piegate verso il petto.
"
Se posso dire la mia è bello il progetto di Milan unito al
tuo.
Ma siete sicuri che realmente la gente non inizierà rivolte
o
altro? Finora non ve ne sono state..."
"A
parte che non ho chiesto il tuo parere. Trovo già strano che
tu
riesca a formulare concetti del genere in questo modo... perfetto. Dove
hai imparato termini e..."
"Capisco
che tu siaancoraarrabbiata
per quel giorno. Che tu sia convinta che io sia lo stereotipo che credi
solo per il mio vecchio lavoro..."
"io
non credo. Lo so che la gente non può cambiare" arrabbiata e
pungente
"E
gli uomini? So da tutti che sono cambiati, parecchio, da quando ci sono
stati i cambiamenti allo Chateau. Che sono meno selvaggi, incivili,
comèra l parola..." fermandosi dal tirare fuori quello che
sembrava uno straccio con due dita, facendo rabbrividire lei dallo
schifo "cazzeggianti? Qualcosa del genere. Comunque Alaric stesso
afferma che sono tutti più..."
"Come
gli animali. Se le persone trovano un ambiente decente, capace di
sviluppare determinate sue aree cerebrali perchè si adegui e
migliori, si comporterà di conseguenza. Se noterà
che
otterrà giovamenti vari dai cambiamenti, questi li
accetterrà. Meglio ancora se elargiti... in determinati
modi. ma
con gentilezza e... conducendolo ad aprire o cchi e mente...."
"Significa?"
dubbioso stendendo lo straccetto sporchissimo davanti a lui per capire
cosa fosse
"Ecco,
dicevo io..." fissando la scena con disgusto "significa che devi
trattare certa gente come i bambini o i cuccioli, insegnando loro le
cose in determinati modi perchè guardino nel modo corretto.
Controllare che dove divono non decada in squallore o la
mentalità della gente e i loro comportametni muteranno di
conseguenza. Allo Chateau quando sono sopraggiunti i cambiamenti e
rinnovamenti, ovviamente non erano molto propensi a modificare quella
che è di fatto una routine consolidata e su cui si erano
adagiati, possiamo notare ciò. Uomini e cavalli, stessa
cosa...
rendi le cose una consuetudine sicura, stimolante e con
garanzie
e otterrai la loro fedeltà"
"Non
si chiama lavaggio del cervello?"
"Quanto
vorrei tirarti qualcosa su quella testa di broccolo... ma sono tutti
davanti a te" guardandolo torva torva, stringendo con forza le gambe
tra le braccia "Il lavaggio del cervello avviene quando cercano di
cambiare il tuo passato, il tuo essere, i tuoi pensieri con cosa essi
vogliono, per un loro fine. Non mi sembra che i miglioramenti nello
Chateau non abbia dato aloroqualcosa.
Cibo di ottima qualità coltivato, allevato e lavorato da
loro.
Ma Gratis, sempre che non acquistino loro degli extra. E i
menù
non sno le sbobbe terribili militari che trovano altrove, al confronto
è come se mangiassero da Chef Ramsey ogni giorno. Per
davvero.
Sempre disponibili sono saponi e prodotti personali, indumenti,
accessori e perfino gioielli se collaborano alla lavorazione e
produzione della materia prima.Punti Bee e Theet gli consentono di
avere vantaggi di vario tipo. passano i momenti liberi o in licenza a
fare casino nelle zone a loro dedicate, bere e scommettere, sfidarsi e
fare quello che gli uomini di solito fanno. Ma non in un porcile. Anche
loro sono saliti di gradino come comportamenti. Un tempo sembravano
squadroni pezzenti del bronx, adesso..."
"secondo
alcuni di loro, adesso si sentono al pari degli sgherri di Al capone.
Di classe, sopratutto quando seguono Milan vestiti bene in giacca e
cravatta. Con le tue Lezioni conoscono bon ton,savoir
vivre che si chiamava così, galateo nei vari paesi in
qualunqnue situazione.. . Sanno ancheLa
mise en place o simile. E si sfidano sul fare un gioco per cui
scambiandosi con camerieri veri, sono in grado di prendere per il naso
i ricconi snob. Tanto che adesso pure mangiare una coscia di pollo
viene fatta come essere a tavola con l'inossidabile Regina Elisabetta.
Hanno imparato ed apprezzato tanto l’art de la table che
ammetto
di sentirmi come le sere delle cene del capo con gente importante. Li
guardavo e mi chiedevo come... ora so che anche gente come noi riesce.
e Alaric continua a prendenrti in giro dicendo che ti senti tanto
Caterina de’ Medici, duchessa di Urbino, nuova Signora di
Francia..."
"..." fissandolo malamente "Da come dici certe cose, sembra che siano
diventati chissà che soggetti. Sono migliorati ma di certo
non
farebbero mai parte del Ballo delle Debuttanti"
"Ma la cosa divertente è stato vedere i cambiamenti di tutti
da
quando sono arrivato ad ora, dopo le Lezioni che fai seguire. Adesso le
conversazioni sono su argomenti che neanche sapevano. E la gente scopre
di capirle, di esserne portato e vuole dare il suo contributo.
Riuscendo. .."
"Direi
che più che disagi, hano trovato solo ricchezza. Per
davvero.
Non a caso adesso abbiamo ex militari che si sono appassionati a
scienza, medicina, chimica, botanica, economica, per andare a lavori
specifici nella fattoria, quando sapevano solo essere militari. Questo
perchè? Perchè fin da piccoli non si spinge i
bambini a
provare varie cose per comprende su quale binario, o binari nel caso,
sono portati. A scegliere e comprendere se stessi e le
opportunità che potrebbero avere e dare. Per se e altri.
Eppure
in questo tuo discorso, non ti includi mai..."
"perchè
non credo che per me le cose valgano. L'ho detto bene valere,
giusto?" confuso in faccia e preoccupato, mormorrando la
parola
per capire se era corretta. Kianta
lo fissò da sopra le ginocchia, senza rispondere,
finchè
la sua attenzione non fu catturata da qualcosa che zampettava in giro.
Alzò un poco la testa per restare con la bocca aperta a
quella
vista. Tre topolini si rincorrevano e forse giocavano in piccole
pozzanghere d'acqua. NOn sembravano sorci di fogna, ma erano con le
zampette fini e si muovevano aggraziati. Gask si accorse dell'atmosfera
mutata, da fredda e con loro a due poli opposti, distanti, a un
silenzio strano. La vide con la faccia stupefatta e seguendo lo
sguardo, li notò. Ma lei, notò, non urlava, non
scalciava, non appariva terrorizzata o altro come altre persone, come
avveniva normalmente. Li seguiva con gli occhi, spalancati,
la
bocca schiusa in stupore, calma.
"Non
ti fanno paura, vedo. Credevo di si, da come ne parlavi ore fa"
"Eh..."
riscossasi, guardandolo "non ho paura dei topi. Sono portatori di cose
brutte, quelli si. E in gruppi, possono essere pericolosi. Se non sono
topastri o ratti delle fogne come quelli che avevo visto, quelli
peggiori, non ci sono problemi. Quelli farebbero paura a chiunque per
quanto sono grossi. ma questi... sembrano più da cantina o
solaio"
"Devono
essere proprio da casa, forse sono caduti o sono usciti,
perchè tutti i pavimenti sono andati...."
"perchè
continui a rovistare tra quella roba? Non vedi quanto è
lercia?
non sappiamo neanche se era là da prima o che altro. Rischi
qualche malattia..." catturando la sua attenzione dai topi. Gask
osservò il cumulo che si era rimpiccolito mentre divideva la
roba. "Già odio pensare di avere questo schifo addosso. Poi
guardo te, e mi viene voglia di prendere quei dementi a calci dove dico
io..."
"Fatti
una doccia allora"
Lei
lo fulminò con lo sguardo, ma con calma
parlò
mentre controllava quella che sembrava essere una bottiglia di plastica
con qualcosa dentro "Ho trovato una vasca da bagno e l'ho spostata
dietro quell'angolo, perchè cè un grosso tubo
d'acqua
principale che perde chissà da quanto tempo, e la vasca
è
sempre piena. Puoi usare quella che scende come doccia e ti
pulisci. Io l'ho fatto e ora sto bene..."
Si
bloccò, perdendo di mano la bottiglia sporca, quando vide
isuoi
occhi carichi di rabbia, che lo fissavano. Gask rimase interdetto, poi
sussultò quando la vide alzarsi, fissandolo sempre, per
andare
da quella parte.
"T-troverai
un vecchio mobiletto mezzo intero dove ho messo qualche lenzuolo o
aciugamano pulito, trovato fin dove sono riuscito a spingermi. Quelli
che ho usato io sono già lavati e messi ad asciugare..:"
"perchè,
pensi che resteremo qui per molto?"
"..."
alzò gli occhi verso l'alto, incerto "Dai movimenti della
luce
è chiaro che siamo qui da parecchio. Abbiamo passato la
sera, la
notte e ora siamo a mattina inoltrata. Nessuno di noi due ha qualcosa
che ci permetta di comunicare la nostra posizione. E, assurdo che sia,
neanche i nostri o quelli avevano sui corpi qualcosa di funzionante. Tu
hai camminato nelle fogne per molto, magari ti cercano in un altro
edficio e per risalire al piano terra dobbiamo cercare di..."
"Si,
si. lo so anche io. Solo che ti vedo da un pezzo giocare con quella
roba invece che fare altro..."
"Aspettavo
che ti sentissi meglio, così da tentare qualcosa. Non posso
andare, o almeno tentare, di uscire da qui,avventurarmi per le fogne a
casaccio, lasciandoti da sola"
"Non
sto così male..."
"Allora
perchè vomiti e sembri sempre stanca"
"perchè
quello stronzo ha fatto qualcosa e ora sono tutta scombussolata. Te
l'avevo detto..."
"Si,
ma non credo sia solo quello"
"Che
vuoi dire" restando nell'angolo senza svoltare, a fissarlo con le mani
sui fianchi
"Che
ti ho vista rombare come un treno in corsa anche ferita. Come direbbe
Alaric incazzatissima, se non è mortale te ne freghi. ma ora
sembri frenata da qualcosa, a cui non puoi andar contro. Quindi non
è affatto, e solo, quello che ti ha fatto stare male"
"Da
quando in qua tu pensi"
"sai
che non voglio farti arrabbiare o litigare con te. Ma non sembri
affatto in forma il tanto che basta per tentare di uscire. Se no nso
cosa ti crea problemi, ho le mani legate"
"Adesso
si atteggia a conoscitore di grammatica e fatti, e fine osservatore.
Incredibile" falcando verso l'angolo
"potrei
provare a cercare qualcosa per aiutarti. Ancora continui a non
fidarti..."
"Certo
che non mi fido" fermandosi e andando spedita verso di lui irosa "dopo
quel giorno, dopo il tuo strano comportamento per finire con noi, dopo
che ho visto Milan..:"
"non
è colpa mia e lo sai" arretrando "è anche per
Milan che
non posso fare niente. Da quello che ho capito sei importante per lui.
Ci tiene a te..."
Kianta
si fermò, dopo aver rallentato. Lo fissò e poi
iniziò a ridere, sempre più forte e la bocca
spalancata,
alznando la testa verso l'alto.
"Tu
non hai capito niente e non hai sentito nulla di quello che hodetto. E
mi sembra strano che Alaric e Jd, coloro che no ndovevano dire ma
parlavano sempre, non ti abbiano chiarito questa cosa. Io non sono
importante per Milan, anzi... se fosse per lui sarebbe importante e
vitale solo il suo desiderio di gestire tutto come vuole lui, rendere
orgoglioso il suo caro fratello maggiore , che non si è mai
visto e che lu iafferma essere come un gemello. Ma gemelli non sono.
Eppure, dopo tante persone e tante possibilità di conoscere
altra gente, che lo porti fuori dal circolo vizioso di Dorde,
eccote.
Così spontaneo, così cazzaro... perchè
lo so che
hai mentito tutto il tempo. Puoi raccontare storie a chiunque, Milan
può crederci ma non io" agitando le braccia per la rabbia
per
enfatizzare il discorso, per poi puntargli addosso un dito indice,
chinandosi con il busto per guardarlo ad un'altezza simile "Fa sempre a
dire che era come te, che voleva un fratello che ti somiglia di
carattere e tutto, o un amico da considerare un fratello che sognava
nell'infanzia. E fate i casini insieme. Fate saltare i nervi a me
perchè ti porta sulle sue belle aiuto a divertirvi
insieme, e io resto come una scema a fare il suo lavoro. Sei
tu
ora il suo primo consigliere per tutte le missioni e... vaffanculo!
Pensi davvero che io valga qualcosa per quel rintronato dal fratello?
Sarebbe anche una bella persona se l'unica cosa che gli corre nella
testa non fossee
voglio il.
Tutte le cose che ho fatto, che ho proposto io, hanno dovuto
passare l'assenso suo e di Dorde, e si sono convinti solo
perchè
era necessario dare alla gente qualcosa su cui focalizzarsi per non
fare casino per i cambiamenti in atto. Imbecilli che erano pronti alle
armi e fare rivolte perchè gli levavano il patriottismo,
togliendo il sovranismo unico. Ma fermi e vogliosi negli occhi di soldi
e cose. Si sentivano meno qualcosa, senza pensare che forse togliendo
il marcio che gli faceva paura dell'altro, si sentivano al sicuro. Fa
ridere pensare che prima tutti si lamentano che sono controllati dal
governo e hanno violate privacy e altre menate, per poi incazzarsi che
il loro amato governo, prima odiato a morte, fosse cancellato per un
mondo unico e umano. Che ipocritini. Ma anche Milan lo è.
Pensi
davvero che lui consideri di primaria importanza i nostri uomini?
Davvero non hai capito che sia lui che il caro Dorde, il
fantasma
rompiballe onniprensente dove non dovrebbe, siano positivi? Apri gli
occhi invece di bendarteli per divertimenti e cazzeggio"
"ma
avete fatto tanto. Sei il suo secondo. Si fida di te tanto da darti
montagne di soldi e potere. Si preoccupa per te..."
"AH
AHA AH... non hai davvero compreso nulla. Soldi? Io li uso solo per
l'amministrazione, non sono mica roba mia. E non li prenderei mai
così, come farebbero altri. Ecco perchè mi
permette di
attingervi. Il suo secondo perchè io faccia cosa non vuole
fare.
Si preoccupa... Quello che gli interessa è cosa ho addosso.
Il
Draper e le Stoddarde che abbiamo, quello gli interessa. Se eri
convinto che qualcuno potesse accettarmi e considerarmi tanto da
rendermi così speciale... quanto sei stupido. Io e te siamo
i
due compatibili. Ma tu sei stato solo un tentativo per non perdere il
suo amato fratello putativo. Sei qui, a ronzare fastidioso,
perchè ha voluto tentare il tentabile. E sei risultato
compatibile"
"E
tu?"
"Ah...
solo perchè ha scoperto per caso la mia
compatibilità ha
deciso di tenermi allo Chateau. Poi, proponendo cose e
perchè Jd
glielo aveva chiesto, sono diventata suo secondo, ma solo per fare
lavori a lui scomodi. Lo hai mai visto scomodarsi per amministare
qualcosa allo Chateau? Eppure arriva bel bello e si aspetta di trovare
tutto come fosse Re Luigi quindicesimo in persona. Questo
pronto,
quello lo avete preparato. Bene, Kianta, ottimo lavoro come sempre.
Meno male che ci sei tu! Si, certo. perchè altrimenti era
tutto
un porcilaio come prima. Col cavolo che sostenitori e quelle ragazzine,
non sarebbe scappate schifate per come era prima quel posto..."
"Quindi
lui ti considera non perchè siete amici o altro..."
"perchè
sono una pedina. Come tutti. Tranne te. da quello che so erano
importanti i tre con cui si coalizzò per iniziare il grande
piano. Ma..."
"cosa"
"..ora
ci sei tu. E siccome sei tu, resterai al suo fianco... ora
dovè
quella tubatura che voglio levarmi questo schifo di dosso..."
"Aspetta
, non sapendo è meglio se ti do delle lenzuola per fare..."
ma
il tempo di rimettersi in piedi e lei era già via.
Kianta
voltò l'angolo, passando per quelle che dovevano essere
delle
stanze, ma di cui restavano solo parti dei muri, a volte solo un angolo
o parte centrale. E poi la vide. Una vasca bianca con i piedi rotti e
sostituiti da mattoni. In quel posto si usavano molto le vasche dalla
forma a nocciolina o peanut con i piedini dorati di varie forme. Gli
piaceva molto, le consideravano un lusso. E quella era chiamaramente
scheggiata, avvicinandosi, con i piedi riparati con i mattoni
e
piena da straboccare dall'acqua che usciva da un tubo in alto, rotto e
inclinato, largo da cui fuoriusciva una piccola cascata continua.
Quella zona era nuova, quindi tubature e filtri facevano il loro
lavoro, versando acqua pulita e chiara. Doveva
averlo spostato in qualche modo, pensò. Ma come? O era di
uno o
due piani prima, caduta e ha dovuto solo avvicinarla, senza perderci
troppo tempo? Si
guardò. Aveva addosso roba messa giusto per pulirsi dallo
schifo
di ore prima e fremeva dal disgusto. NOn faceva caldo, anzi,
ma
era abituata a usare acqua fredda per tonificare i muscoli. Stringere i
denti, solo quello. Si
tolse tutto, dopo aver trovato quel mobiletto sbilenco e fratturato in
legno, che conteneva la roba più pulita trovata nelle
macerie.
Sembrava un mobile da cucina e conteneva un paio di lenzuoli bianchi
leggeri, tovagliette e strofinacci da cucina. Puliti, già
quacosa di miracoloso. Ma poi si ricordò che quello era una
sorta di zona privilegiata dei generali e seguito, nuova e con
personale in attesa di incontri e tavolate di amministrazione. NOn
certo un agglomerato di poveri. Niente
sapone o altro. Si tolse, vicino la vasca, il grosso strofinando
con uno strofinaccio che pareva nuovo togliendo il grosso,
sporcandolo. Chissà cosa aveva addosso dopo quel vagabondare
là dentro. Dopo
aver cercato di togliere via con la stoffa quello che poteva
e
vedeva, prese un lenzuolo bianco, di cotone robusto, e lo tenne aperto
dietro di sè, entrando nella vasca, immergendo fino a sopra
il
ginocchio, il corpo nell'acqua chiara. NOn si distese o altro,
lasciò solo che l'acqua scendesse e la lavasse,
restando
in piedi e cercando di pensare che era nel suo bagno, che tutto lo
schifo con il pensiero e l'acqua chiara se ne andasse e non le venisse
qualcosa. E la rabbia le si sbollentasse. L'acqua
le cadde sulla testa per pulirsi i capelli, sul collo inclinando la
testa nelle varie direzioni, sul petto, muovendosi perchè si
lavasse tutto, tenendo sempre i lenzuolo aperto dietro di lei, con le
braccia aprte, e pronta quando si sentiva, di uscire e stringervisi
dentro, come un accappatoio. Non lo era, stava gelando, ma voleva
davvero credere di essere a casa, con del cibo ad aspettarla invece del
ninete. E non mangiava da ore. Nonostante
la pelle d'oca e il freddo dell'acqua che le scivolava addosso ,
cercava di farsi colpire dalla cascatella ovunque. Il lenzuolo pendeva
alle sue spalle senza toccare terra, coprendola prima e asciungandola
poi, quando si sarebbe apprestata ad uscire. Per non sentire il freddo
e convincersi che era pulitissima, cercò di usare la
visualizzazione, fingere di eseguire movimenti di Ats che conosceva e
faceva quando cercava di non pensare. Quelle tecniche per lei erano
naturali, avevano effetti benefici su corpo e mente, erano ottimi per
l'elasticità e migliroare la muscolatura e ci si perdeva. Le
piaceva, la rendeva felice e usava in casi dove era nervosa e sola.Come
in quel caso. Così iniziò a creare figure e
movimenti da
ferma, sentendo l'acqua scivolare o colpirla là dove muoveva
un
fianco o il petto. Tentò di dissociarsi e pensare a un
livello
diverso della realtà, vedendo nella mente luogo e situazione
differenti dimenticandosi il freddo. Dove si trovava realmente. Quando
tornò aprendo gli occhi e si osservò, decise che
davanti
poteva essere pulita, e si apprestò a voltarsi. Spostò
il lenzuolo con le braccia verso destra, per voltarsi e metterselo
davanti, usando il getto sulla schiena, ruotando con l'acqua alle
ginocchia. Ma sussultò e si bloccò quando,
guardando
appena voltata di poco da un lato, non si accorse di qualcosa
alle sue spalle. Vide Gask , con delle lenzuola in
braccio,
fermo come un palo a bocca aperta, mentre lei era di schina appena di
scorcio, con il lenzuolo stretto tra le dita ma morbido al centro. Per
i lgesto di voltarsi e guardare, faceva un arco che scedneva
mostrando la schiena fino in basso. Si tirò addosso il
lenzuolo,
anche se si bagnò tutto, e si fissarono.
"Mi
spieghi che cavolo stavi facendo?" biascicò lui stupito
Dopo
una faccia sconcertata dall'uscita del ragazzo, lei mutò in
negativo, chiedendo aluicosa
stesse facendo fermo come un baccalà marinato.
"perchè
il baccalà marinato? Non ho mai capito i paragoni che fai..."
"Preferisci
una coscia di pollo? O la tua testa che galleggia nella
salamoia?così quando vorrò sfottere qualcuno
verrò
davanti il tuo barattolo e ti osserverò mentre volteggi nel
liquido, e ti ricorderò quanto sei scemo? Ti rendi conto che
ancora sei lì a parlarmi, mentre io sto togliendo tutto lo
schifo di quel posto? prontoooo!"
"Calmina,
però! Ero venuto a portarti dei lenzuoli per rendere questo
posto... insomma, per farti avere privacy. E ti vedo che ti dimeni
dietro a un lenzuolo sotto l'acqua. Posso essere turbato
dalla
cosa?"
"Stai
scherzando! Sei ancora qui, continui a restare anche se ti ho detto di
andartene che mi sto lavando, e mi chiedi cosa stavo facendo?
Sei
turbato... da cosa? i tuoi amici imitano Freddy Mercury o Elvis intuttonei
bagni o sotto la doccia, e fai la morale a me? Vattene!"
"...
pensavo che stessi male... me ne vado..."
"balle!
E lo sai anche tu. Seriamente stai uscendo come un gambero
all'indietro, continuando a guardare? Serio?!? Devo odiarti pure
perchè sei tendente alla scopofilia?"
"Non
capisco se è una malattia, qualosa da mangiare o mi stai
offendendo" rimasto imbambolato a fissarla confuso
"Imbecille!
Se scopro che sei pure affetto da voyeurismo del cavolo, te la faccio
pagare tre volte quello che desidero farti adesso. Adesso vai o no?"
passandosi le mani sopra i llenzuolo per il freddo
"Mi
spieghi perchè tu non hai problemi a sfottere la gente per
la
nudità, mentre se riguarda te non si può fare?
"Cosa?!?"
Kianta
uscì dalla vasca insaccandosi di più nel
lenzuolo,
furiosa perchè era finito il momento pulizia, coprendo il
possibile, come un'abito romano. Si nascose dietr una parete rovinata e
rimasta in piedi all'altezza del suo collo, e vi si nascose dietro.
"E'
assurdo che sei ancora qui e mi lanci queste frecciatine!"
"Non
sono frecciatine. Tu sei quella che ha fatto spaventare a morte i
ragazzi perchè temono sempre un tuo arrivo, in qualsiasi
momento. Ti ricordi quando hai fatto irruzione nello spogliatorio e
docce per la terza volta perchè alcuni trattavano le reclute
come domestici?"
"Certo
che lo ricordo, è una cosa che non accetto e lo sapevano. Il
nonnismo è un comportamento che per me vale anche
l'espulsione.
Non ho fatto niente di sbagliato, ho solo preso in mano la situazione e
posto un ultimatum...e lo fanno tutti i superiori"
"Io
conosco la storia diversamente. Hai fatto venire a tutti la strizza e
gli hai pure detto che sono ridicoli come i vermi nudi... " grattandosi
la testa "il loro ego è finito sotto le scarpe"
"Ci
sarebbe stato ben altro sotto le scarpe per alcuni di loro. Obbligare i
nuovi per le loro posizioni superiori a fare da schiavi e inservienti,
quando nonlo erano, è da stronzi. E poi non ho detto niente
di
sbagliato. Voisieteridicoli
nudi, e non è per sfottimento o altro, ma un uomo nudo fa
ridere
per come è... basta. Così come alcuni di loro
hanno la
bella trovata di emulare gli atleti greci ungendosi come polli, e nudi,
con oli, cospargere con lo strìgile dandosi un tono e poi
fare a
gara, sempre nudi, su chi merita il premio di miglior olimpico tra
tutti. Per me non ha senso, se per te lo ha dimmelo e spiegamelo. Qua
siamo oltre l'assurdità psicoanalista del bodybuilder che
mostra
quello schifo bitorzoluto. Sono convinti che più emulano i
greci
nudi e virili, meno ridere fanno. E sono io da criticare? Una cosa
è lavarsi alla giapponese, per cui il corpo non ha nulla di
tabù e simili, come per i nudisti. Loro no nhanno problemi,
non
ci sono neanche stupri e simili perchè non hanno
preconcetti, e
non giudicano l'altro. Ma quando cè da dire che un corpo
nudo
è ridicolo, lo è. Da vestito fa più
figura..."
urlando mostrando solo la testa fino al collo e battendo la mano dal
nervoso contro il muretto davanti a lei
"Questa
discussione è totalmente assurda. E tu ti stai nascondendo
dopo
quanto hai detto... perchè? Non hai niente da nascondere
perchè hai rimrpovato due volte, mi sembra gli uomini, negli
spogliatoi, in qualunque condizione fossero. Le altre non lo so , ma la
terza perchè già cèro e me lo hanno
detto. Non hai
avuto problemi di sorta e li hai pure presi per vermi pallidi. E
perchè tu ti nascondi?"
"E'
una discussione assurda e ridicola. Se io non amo chi fissa come un
allocco, avrò il diritto di incavolarmi. Io non li guardavo
ma
sai, erano tutti mezzi nudi o nudi, ma non mi sono scomposta o altro
perchè non sono il tipo. E li guardavo in faccia, il mio
discorso era per l'uomo in generale. E ora che neanche cèri,
fai
la morale. Non ti sei fatto annunciare, non hai detto nulla, non so
neanche da quanto tempo sei rimasto lì allampanato e mi hai
pure
presa per pazza... cosa stavi facendo!" sciommiottandolo "quando stai
in mezzo a gente che si pavoneggia nuda dicendosi degni rappresnetanti
nel fisico a abilità ai vecchi greci, col gamberetto di
fuori e
pure unto e parli di me. E sarei io la fuori di melone per cercare di
non sentire il freddo?"
"Ah...
sembrava all'inizio che stessi male o che ondeggiavi per un malore, poi
sembrava troppo strano e mi ricordava quelle tizie mascherate e le
gonne enormi. Ma mi sono detto che non era possibile, figurarsi se
tu...."
"Cosa...!"
"Niente...
ti lascio le cose qua. Tu... esci quando vuoi, non guardo
più! E
comunque ti stavi solo lavando non cèra niente di sconcio o
altro..." borbottando
"Che
vuoi dire... aspetta! Mi senti, ti sto ordinando di fermarti e dirmi le
cose in faccia invece di sbottare andandotene..."
"Non
vuoi che ti parlo mezza nuda, ti lascio ricomporti e parlare tra
civili. Hai detto così, no?"
"Grrr...."
Accovacciato
a legare vari stracci tra loro e ad un'asta di ferro della costruzione,
Gask non si accorse di Kianta, finchè non sentì
come
ringhiare alle sue spalle. Non ebbe il tempo di dire nulla che lei con
tutta la sua forza alzò in avanti il piede, dopo averlo
portato
all'indietro, e lo indirizzò sul sedere del ragazzo,
facendolo
slittare in avanti a faccia a terra.
"prova
di nuovo a dirmi quelle cose e uso la tua bocca come scavatore manuale
per uscire di qui...."
Gask
squittì di dolore sia per la pedata, sia per la botta alla
faccia. Grugnì alzandosi sui gomiti.
"ma
che cazzo fai!"
pulendosi la faccia e toccandoli il naso "potevo finire con il collo
nella corda o infilzato dalla barra o..." ma si fermò
dall'inveire cnotro di lei quando si votò a fronteggiarla,
sulle
ginocchia, e iniziò a sputacchiare come se stesse cercando
di
fermarsi.
"Mph!...mph!...ph
ph... ah aha ha!"
"Cosa...
Che hai adesso?"
Kianta
aveva indossato gli abiti che lui aveva messo insieme alle lenzuola per
fare un separè. Dei pantaloni viola melanzana, la tunica che
usavano gli uomini lunga fino il ginocchio, e quel gilet verde
squallido con tante tasche fino ai fianchi. Mancava solo il cappello e
dall'espressione incavolata la potevano scambiare per uno di loro
"Ah...
mph... nie..te.." cercando di non ridere
"perchè
ridi! i miei puzzano di... fogna. Non avevo altra scelta! Solo tu hai
trovato abiti mezzi decenti, vero? E' da quando mi sono svegliata che
lo noto, tu hai trovato qualcosa, io mi devo accontentare di
sembrare... bah" andandosene
"però
mi hai fatto male..."
"ma
finiscila, non te l'ho data così forte..."
"Si,
lo so che non sei a posto, altrimenti per dove mi hai colpito sarei
senza più niente, là sotto. NOn ti ho sentita..."
pulendosi con una pezzuola "e comunque sarebbe ora che mi dicessi
qualè il problema o non posso andarmene di qui..."
"E
perchè non vai! Io posso aspettare qui senza problemi.
magari
vado a farmi un giro e sbuco fra i piedi di qualcuno come un
coniglio... li beccherò prima o poi..."
"e
le tue condizioni non credo che riuscirai..."
"Cosa
ne sai delle mie condizioni. Non sei stato svibrato da quello
stronzo..."
"No,
ma i sintomi che mostri non sono secondo me legati a quello..."
lei
si voltò a fissarlo, irata. Invece di rispondere gli diede
le
spalle, mise le mani sui fianchi e inizìò a
osservare la
zona più scalabile per andare ai piani superiori.
"perchè
no nvuoi dirmelo..."
"Te
l'ho già detto ore fa. Ho avuto le vertigini, tremori,
nausea e...."
"quello
è il prima, adesso non hai quei sintomi. Vomito anche se on
hai
mangiato, come se stessi buttando fuori pure l'anima, dolori addominali
che ti fanno piegare in due, impossibilità a camminare,
stanchezza, peggioramento col freddo..."
"..."
"dovremo
allora aspettare..."
"Perchè...
solo perchè non hai le risposte che vuoi? Tu pretendi da un
tuo superiorecose?"
"Io
non pretendo, chiedo la motivazione dei tui sintomi per sapere come
gestire la cosa per uscire. Sei un mio superiore, ma stai meglio solo
adesso... devo ricordarti..."
"Non
voglio ricordare ninte. Ok, vuoi sapere? Oltre i sintomi di quella cosa
che mi ha fatto, ho quelli del ciclo. Ti va bene? Riesci a compreder
ecome ti sento o giustamente non puoi..."
"Aspetta...
hai il ciclo? Ma se facevi..."
"Ooohhhh
quanto sei tardo! Non ho quelle cose, per mia fortuna. Ma i sintomi.
Tutti! Ci manca pure che mi vengono... ma non dovrebbero, non
è
possibile, eppure i sintomi ci sono..." iniziando a discutere e
lamentarsi camminando in cerchio rabbiosa
"Ok,
hai solo i sitnomi, ora ho capito. Ma esattamente come puoi averli?
Voglio dire..." vendola voltarsi con occhi nervosi verso di lui "so che
tu odi la tua condizione e avevi... insomma... tolto tutto!"
"Chi
ti ha detto questa cosa? Secondo te se avevo tolto tutto potevo andare
nel panico perchè ho i sintomi e temo che vengano? ovvio che
no!
Ho un dispositivo nel braccio, digitale, che rilascia un farmaco
bloccante come le pillole normali anticoncezionali. Solo che dovrebbe
durare anni e sicuro, rispetto a quelle. Fatto su misura per me,
diciamo. Ma ora ho quei sintomi..."
"E
se non fossero quelli...?"
"Purotrppo
si riconoscono...." depressa
"magari
è solo cosa si trascina dai precedenti. Magari è
solo la pancia per..."
"se
ti dico chesentoche
sono quelli, è così!Tu non puoi acpire come si
sente in tutti sensi, quando è quello..."
"Lo
senti...?!?"
"Basta!"
fermandolo con una mano "cè qualcosa di importante da fare,
invece che parlare di schifo e farmelo ricordare. Non mi
verrà,
nonci saranno e io starò bene..." come se lo dicesse a se
stessa
per convincersi "adesso cè altro da fare..."
Gask
seguì il suo sguardo quando la vide restare fissa su
qualcosa, e
vide che la sua attenzione era legata al paracadute con
l'approvigionamento ancora attaccato. E lei lo stava studiandolo, per
poi incamminarsi verso una zona dei piani inclinata e più
vicina.
"Inutile
che ci pensi. io ho tentato di giungere ai piani sopra, ma come puoi
vedere a terra, non ha retto il mio peso e ho preferito vedere se,
sveglia, potevi avere altre idee...."
"Il
tuo corpo è troppo massiccio e... il mio parkour
è meglio del tuo..."
Gask
non ebbe tempo di dire nulla che la vide fare una rincorsa e, con il
piede, fare leva sul muro per effettuare una corsa laterale e
raggiungere la pendenza del piano superiore, aggrappandocisi. Issata
su, dopo che lui è corso sotto, la vide correre seguendo
quello
che per loro poteva essere un percorso e affrontarlo, mentre calcinacci
e rumori del pavimento chelei calpastava protestavano. Ma reggevano.
"Cosa
fai, scendi! Se tu rischi..."
"taci,
devo concentrarmi...."
La
seguì con gli occhi mentre si aggrappava a una parete con
una
rientranza per seguirla, con le mani, e giungere al punto che le
interessava.
Lia
camminava lentamente e in pace con un abito leggero in stile peplo, con
i piedi sull'erba fresca, tenendo in mano le scarpe. Le gladietor, come
le chiamavano e le avevano dato, che correvano fino al ginocchio
tramite le tante stringhe, in cuoio morbido, con un tacchetto. L'abito
sventolava libero intorno a se, come i capelli ricci e lunghi. In stile
greco, l'abito in chiffon azzurro polvere aveva lo scollo a V, con le
spalline con decorazioni a placca in argento filato e lavorato lungo
cinque centimetri o poco più. Da lì alla vita il
tessuro
era stato modellato a piegoline, che coprivano il seno come una
decorazione, terminando in una placca a fascia sottoseno in fiili
grossi d'argento. Un cordoncino d'argento era legato sopra e intorno
alla fascia fino al fianco destro, creando quattro livelli aggiuntivi
intorno al corpo che finivano sul fianco con una decorazione simile
alle placche d'argento, con due parti pendenti che seguivano il
movimento. Il resto dell'abito scendeva morbido sul sotto abito, bianco
perlato che si intravedeva sotto, coprendo da poco sopra il seno a
metà coscia. Lo schiffon sopra l'abito, dalle spalline alla
gonna, era lavorato a pieghe fitte sul seno, presenti e morbide dai
fianchi in giù, creando movimento anche da fermi. Un chocker
in
tessuto e la stessa placca in filo d'argento lavorato costituivano la
collana, da cui pendevano delle gocce color azzurro. Delle sorte di
maniche partivano dalle spalle e si agganciavano a metà
avambraccio, creando una sorta di drappeggio nella parte
interna
tra braccio e busto, scoprendo la parte esterna dell'arto. Da dietro il
chocker, partiva un doppio strascico allargandosi e raggiungendo la
gonna, e un paio alla fine delle placche decorative delle spalline che
scendevano e s finivano legati alle dita crando una sorta di mantella a
due parti ampia al centro che si restringeva dove si legava. Si
voltò, sentendo i l vento che le colpiva la schiena, e vide
coloro che la seguivano felici e allegri con degli oggetti in mano e
cantando. Continuò quindi verso il luogo, una zona recintata
da
un muro e un cancelletto, aperto, ove sostavano altre figure. Lia
sorrise e li raggiunse. Riconobbe le persone che facevano parte del
gruppo, tra cui Ric e Lei, Zela e parlò con loro.
"Pensavo
non sareste venuti, visto la continua titubanza e il dissenso
più volte manifestato. Se siete qui significa che
cè
più tra noi delle parole che possono dire dei familiari di
sangue. Sarò più felice se ci sarete anche voi."
"Sai
quello che pensiamo" disse Ric
"Si,
si" velocemente e sorridendo superandoli "ma come ha detto tua moglie,
è giusto che io sia egoista, per me stessa e
più,qualche
volta. HO pensato troppo agli altri da
sempre, calpenstandomi. E le volte in cui mi sono sentita forte e viva
abbastanza da quell'insegnante di pianoforte, ho solo avuto casini con
la mia famiglia sentendomi uno schifo. Senza di loro non ci sono
più ripicche, colpevolizzazioni, sensi di colpa inesistenti,
urla, schiaffi o oggetti sbattuti o altro. Mi sento meglio, ma allo
stesso modo comprendo come non sono capace di esistere e vivere per
ciò che non riesco a cancellare. Come marchiata nel
profondo, la
gente non comprende che se loro non li hanno o li superano subito non
è lo stesso per gli altri. Credevo, da quel viaggio con lei
in
irlanda, che allora vi fosse una possibilità, allontanandomi
da
loro, di rinascere come ME. Ma in
verità..." incaminandosi con lentezza "me ne sono
andata
scomparendo, senza dir nulla, e questo non ha aiutato ugualmente. Sono
riusciti a mettermi delle catene che non riesco a togliere, a spezzare,
perchè per come sono io andarmene davvero e rinascere
significava dir loro le cose chiaramente e salutandoli. Un addio per
sempre. Il problema è che, e l'ho accertato prima e adesso,
avendo sempre dubbi, non riesco a lasciare indietro persone che mi
odiano o mi odieranno per cosa, secondo loro, ho fatto e al dolore che
gli procuro. Per loro era impensabile che me ne andassi via altrove
lasciandoli là, vivendo la mia vita senza più
contatti.
Dicevano che sapevano cosa significava per lavoro e studio andare in
altre città lontane e voler tornare a casa. Non hanno mai
capito
tuttavia, non hanno voluto accettare, il fatto che le persone ragionano
e provano cose diverse dalle loro. La gente diversa da loro faceva
schifo, tutta, non si fermavano solo alle teste di cavolo e peggio, che
davvero fanno schifo e meritano il peggio. Ho vissuto sola tra quattro
mura tranne che per scuola e impegni che loro mi obbligavano a fare,
volendomi vicino a loro,sotto l'ala, sempre. Senza essere guide di
vita, senza insegnare davvero ma anzi fare esattamente le stesse cose
che facevano la gentaglia di fuori, come dicevano, quindi ipocriti,
senza dare nulla di importante prima e nel cammino della crescita, cosa
dovevo costruire e..."
Si
fermò un attimo, voltandosi verso Ric, Zay e gli altri.
Fra le lapidi e monumenti funebri di squisita realizzazione e
ricordo della persona al di sotto o dentro.
"Dentro
di me cè ancora la persona che doveva essere, forte come non
mai, ma per non soffrire, per non essere picchiata, per non sentimi
dire che ero sbaglaita, cattiva, una delusione quando non era
così, ho modellato un'armatura che odio. Il problema
è
che no n riesco a toglierla, non riesco a romperla e andare avanti.
Come a casa tua, con tua madre e tutti gli altri. Ogni volta non sapevo
se ero essere me stessa o usare quell'armatura anche con persone
così distanti da dove vivevo, e sono sicura che risultavo
come
sempre. Mai libera, mai me stessa" guardando Zay "per tal motivo, anche
adesso che ho abbandonato quel posto e quelle persone, ho fatto cosa
desideravo tanto, mi sento comunque incatenata. Perchè una
delle
mie paure si fa strada ogni istante. Mi urla nelle orecchie che non
potrò mai essere leggera e felice, sapendo che odieranno
cosa
non ho fatto per loro, come sono sparita anche se credono un incidente,
che saranno arrabbiati e sofferenti a modo loro, perchè io
non
ci sono e penseranno sempre e comunque che io dovevo restare con loro.
Che me ne fossi andata io là con le mie mani, che con un
incidente, penseranno sempre che non ero attenta, che gli volevo male,
che li ho lasciati soli nella sofferenza. Come tutte le persone e
famiglie fuori da questo cimitero. Io che per loro non provavo cosa
dovevo per il concetto di tutti, non riesco a sopportare il giudizio e
il pensiero che ogni giorno e magari dopo la morte mi odieranno. Chi se
ne va per disperazione, per un momentoo
per
qualcosa come me, finirà sempre per esser ricordato come
debole,
ingrato, da deridere per molti perchè credono sia da fessi
andarsene per propria volontà. E altri che era troppo
presto,
piccolo angelo, e che cèra tanta vita davanti. Poveri
idioti. A
me fanno pena loro, non quelli come me. Ma non lo capiranno mai.
Perchè sono gli stessi pronti, se finiscono nella melma, a
dare
il prorpio corpo a pagamento per sopravvivere, a fare lo schifo anche
inconcepibile per seguire l'istinto della sopravvivenza. Lo reputano
lottare quello. Ma lasciamo stare, è un discorso troppo
ampio e
duro, non oggi. " sorridendo a lroo fermandosi un attimo prima di
proseguire.
"Ma sono lieta, felice per davvero, che siate qui a salutarmi ed essere
artefici della mia pace. Capisco quanto siate combattuti, ma io ho
lottato, ho avuto momenti neri, solitudine e ogni volta sono andata
avanti eper dimostrare a me e a tutti che non ero come giudicata e
considerata. Ma niente... sono la stessa che mai,IO se fossi finita per
strada o sotto i ponti, mai mi sarei venduta per un pezzo di pane. Da
un lato ammiro le donne costrette a questo per i figli, o per una
speranza dentro di loro che spero davvero giunga per tutte loro, un
giorno o l'altro. Veramente. Ma ho sempre ritenuto l'uso della bassezza
di quel livello per una persona, come per i poveri schiavi dei romani,
come fine ultimo per speranze animalesche. la forza interiore, il
concetto di guerro non è come pensano tutti respirare e fre
ogni
cosa per sopravvivere. Quello fino ad un certo punto. Ma di nuovo,
è una cosa troppo ampia da discutere. Venire a patti, per
me,
con qualcosa che mi garantiva ciò che desideravo e
più,
perchè io continuassi a vivere con tutto ciò che
mi
porto... non lo accetto. Significa altro che lottare. Per questo sono
qui, e voi qui con me" sorridendo e alzando le braccia verso di loro
come a un invito. Poi
però vide le loro facce, oltre le sue spalle, e si
voltò.
Quella persona, lui, era là. In fondo al sentiero a
pavé
piatto, in attesa vicino a dove dovevano andare. Guardò gli
altri che le fecero un cenno e si avviò verso di lui. Li
video
parlare, lui mostrare una cosa in una mano, che però Lia
richiuse subito dicendo qualcosa. Si apprestò a prendergli
l'altra mano e con un movimento veloce e leggero si portò
dall'altro suo fianco, tirandogli la mano stretta nella sua,tirandolo
per continuare, per poi alzare verso gli altri un braccio in segno di
seguirli. Lia
sorrise e corse con lui verso il luogo doveandare,
seguiti da tutti.
Lia
e lui raggiunsero quel luogo. Attorno ad un albero maestoso, in una
zona più isolata dalle altre tombe, vi era un tipo di
sepoltura
a raggiera, con otto sezioni o loculi in un circolo che
seguiva
l'albero, ad una certa distanza da esso. Ogni loculo interrato era
particolar e diverso dagli altri. Era una sezione di due metri e
cinquanta per ottanta centrimenti, di profondità di un
metro.
Tuttavia era anomala rispetto alle altre classiche per tutto il
cimitero. Era lastricata di pietra, con un fondodi un materiale
sintetico come un'imbottitura scura. Dal lato corto verso
l'albero si notava a metà, come una
discesache
partiva a metà dell'altezza verso il fondo,con
dei solchi a metà . Lui
scese per prima, aiutando Lia a raggiungere il fondo, dopo che si era
rimessa le scarpe,e tenendola ancora per le mani, la aiutò a
sistemarsi. Il fondo e una parte della parete inclinata erano
imbottiti di materiale sintetico. I due solchi vennero riempiti con
quelli che sembravano dei piccoli cuscini a salsiccia che si
insinuavano nelle due fessure e restavano fermi. Lui risalì
con
un salto e facendo leva con un piede, poi come Ric, la moglie e gli
altri, si fermò sull'apertura. Lia si sistemò per
bene,
sedendosi in pratica sull'imbottitura con la schiena poggiata sulla
parte inclinata e la testa sui due cuscini infilati nei solchi. Alcuni
di quelli che la seguirono scesero nello spazio dopo i suoi piedi e
iniziarono a inserire oggetti, gli stessi che tenevano in mano. Erano
lementi che parlavano di lei, che la caratterizzivano e amava. Lia nel
mentre si voltò, prima verso il gruppo di amici,
principalemtne
Ric e la moglie. Li ringraziò e chiese loro di vivere le
loro
vite senza il peso del suo ricordo, non voleva che anche loro come la
famiglia di cui perl non importava molto, pensassero a lei con rabbia o
tristezza.
"Mi
porto già, come per gli ultimi anni, il peso di legami che
ti
inchiodano e sensi di colpa che loro ti fanno sbocciare dentro, che non
riesci a toglierti. Non riesco a vivere una vita nuova, proprio per
ciò che non provo e desidero o cerco, sapendo che
provano
odio, rancore o altro per averli lasciati, per cosa ho fatto o non ho
fatto per loro e tutto il resto. Non sarebbe una vita per me, l'ho
già visto e sperimentato. Di giorno mi assalgono colpe non
mie
ma che sono nate dal mio passato, e la notte ho incubi su di loro e mai
cose felici. Mai. Se non posso superarle e vivere, vivere una nuova
vita, il mio vero e principale sogno, allora il mio desiderio di
andarmene è più impellente che mai. Devo farlo, o
come
prima, striscerò giorno dopo giorno con dei fardelli che non
ho
la forza di rompere, non sono forte come vorrei, per troncare e non
guardarmi più indietro. Ecco perchè odio il
concetto
delle famiglie, anche per questo. Perchè fino al giorno in
cui
tu muori loro saranno le tue croci. E io sono già stanca
adesso,
nonostante tutte le belle cose che dite e pensate per me. Se io non
riesco, se la notte ho solo incubi con loro, non ha senso. Se avessi
avuto la fortuna di dimenticare, azzerrare la mia mente, allora il
discorso poteva essere diverso. Sarebbe stata una scappatoia, meschina
forse, ma la mia mente non sarebbe stata aggravata da queste cose e dal
peso della mia anima sempre bloccata. Se l ocapite, se volete per me la
pace e non vedermi soffrire ancora giorni dopo giorni, che conosco come
meschini e non gentili, salutatemi e non pensate più. Avete
cose
per voi importanti da considerare e il futuro che sognavate, avete
costruito e persone che amate. Io ho sempre visto e non provato
diversamente e non è vita per me."
Loro
non risposero ma sorrisero, e Lia cercò di non vedere
l'amarezza
di quel gesto. Voleva essere egoista, sii egoista per una volta, per
davvero, si disse. Poi si voltò verso di lui, dall'altro
lato.
"Tu
che sei la mia persona speciale, quell'unica così preziosa,
fammi l'ultimo dono d'affetto se davvero... se pur senti qualcosa nei
miei confronti, allora salutami e vivi la vita che meriti. Io non sarei
mai stata quella che ti avrebbe dato cosa necessitavi, volevi. ogni
uomo desidera delle cose, e ogni persona desidera un'altra speciale che
gli dia delle cose. Io non sono quella persona e mai lo
sarò. E'
per questo che devi andare, vivere la strada che vuoi e ti sei scelto,
trovati una persona idonea e costruisci quello che tutti voi persone,
di qualunque sesso e genere, desiderate. Quelle cose non erano per me e
mai lo saranno. E no sarei mai stata la persona che avrebbe
accompagnato la tua felicità, visto che non avevo nulla di
ciò, per me e da darti. Sarei stata solo una zavorra.ma solo
felice che tu sia stato al mio fianco fino ad ora, perchè lo
volevi perchè ti piaceva cosa ero e chi ero. E' stato
già
il dono più grande che potessi darmi e riempire quel vuoto
che
credevo restasse così. QUindi grazie. Di essere stato con
me,
spalla a spalla, schiena contro schierna contro le cose o insieme per
altre. Quindi ne tu, e ne loro, dovete essere tristi, perchè
io
non lo sono. In questo momento mi sento felice e colma di qualcosa di
tranquillizzante. Sono con me, al io fianco le persone che mi
hanno voluto bene davvero, realmente, perchè ci univa ben
altro
che il sangue. Qualcosa di più profondo e tutta la gente
là fuori pul dire cosa vuole, ma per me il vero amore o
affetto,
o qualunque sentimento che lega due o più persone,
è
profondo e sincero più che una traccia genetica.
Come ho
detto a loro, non ero felice neanche andandomene e non lo sarei mai
stata. SArei stata solo un fastama che cammina, incapace di sapere cosa
si prova su certe cose e come scrollarsi di dosso... adesso
però
sono qui, e posso essere finalmente in pace. Grazie a voi" sorridendo.
Poi parlò ai due che stavano sistemando gli oggetti e quelli
che
guardavano dall'alto. Coloro che la sua amica sperava di avvicinare, e
che fosse considerata.
"Grazie
anche a voi, per gli oggetti che mi hanno rappresentata in vita e
parlano di me, qui con me. Anche se ammetto che per voi ero solo
l'amica di... non ho davvero concluso nulla accettando di fare questa
cosa per lei e il vostro buonismo, ma almeno ho potuto avere un aiuto e
un addio in pace. Come non lo avrei vuto dove stavo prima. E
lontana da loro. QUindi, continuate con i vostri... quelle
cose
lì becere ed etichettando le persone. Grazie. Sono stata
molto,
molto felice di essere solo statae
trattata come tale. Ho gustato molto anche il vostro amichevole
impegno, pregno di giudizio, di benvenuto, nonostante vi indichiate
aperti e migliori dei comuni. Ottimo lavoro" alzando il pollice
sinistro vestro le persone intorno all'apertura e che ancora finivano
di sistemare gli oggetti.
Ric
e Zay la apostrofarono un pò sul tono della
polemica, ma
lei se ne fregò e attese che finissero e uscissero. Dopo,
Lui le
porse qualcosa, in una boccetta, che lei prese e dopo un secondo ad
osservarla, e aver guardato lui e gli amici, stappò e bevve.
Si
distese, semisdraiata per l'inclinazione, e ringraziò ancora
gli
amici, raccomandando quanto detto e Lui, a cui chiese dell'ultimo dono.
"Non
lo permettere..." in un soffio, per poi chiudere gli occhi e finire
lì tutto. Attesero qualche minuto, anche per l'arrivo di
alcune
persone che Ric, la moglie, Zela conoscevano e Lui prese l'oggetto che
le aveva mostrato prima argentato e lo conficcò con forza,
dopo
essere sceso di nuovo, nel cuore di Lia, lasciandolo. Tolta
la
mano, si mostrò come una spilla a forma di libellula fedele
alla
realtà e in argento 925, come decoro dell'abito, anche se
aveva
un altro scopo. QUando gli altri chiesero spiegazione, lui disse che
l'ultima cosa che Lia voleva era NON risvegliarsi, per
qualunque
motivo e ritrovarsi lò sotto. Ricordò loro quando
odiasse, provasse quasi terrore, all'idea anche data da notizie vere
nel mondo, di persone che si erano risvegliate nella bara e morte dopo
ore di orrore, finendo per lasciare segni sul coperchio che poi
venivano ritrovati per spostare le ossa. Lei non voleva quella fine,
disse, sapeva di non esser emolto fortunata su tante cose, e non voleva
che ciò accadesse. Per questo, continuò, un anno
esatto
da quel giorno, sarebbero tornati per cremare i suoi resti e spargerli
nell'oceano dove il fondale era magnifico. Quell'anno sarebbe servito
solo ai Piangenti, anche se non l ovoleva. Coloro che continuavano a
pensare che avere una tomba su cui piangere o visitare fosse
imperativo. E quindi un anno per loro, per non essere troppo stronza.
Ma un solo anno, e poi il fuoco a purificare il corpo che non aveva
retto a ciò che era. Lui
le sistemò le mani una sul'altra , poggiando con la parte
esterna sul ventre, non come si faceva normalmente, a formare
anche con i pollici sovrapposti un triangolo, e le sistemò
tre
fiori come un ventaglio sul petto,ibisco, giglio e un altro, tutti di
colore bianco e azzurro.
"Uno
per la tua pace, uno per ringraziarti di ogni cosa, un altro per
accompagnarti dove devi andare e non reincarnati, come volevi"
Eppure
Lia era ancora lì, non capiva come ma sentiva tutto ovattato
e
non vedeva nulla. Sentiva il suo tocco sulle mani e poi rumori di una
scalata, delle voci. E poi avvertì una presenza. In qualche
modo
aprì gli occhi e si ritrovò sola senza il
coperchio, come
invece doveva essere. Era notte, luna e stelle brucianti nel cielo e
poi una figura su di lei. Milan che si fermava a guardarla dall'alto
con cappa, cappello e bastone, serio, a fissarla con gli occhi chiari.
Lia
sussultò e aprì gli occhi, avvertendo quel
fastidioso
batticuore di ogni volta che faceva male, come un'aritmia
dolosa
al petto a ogni risveglio da un incubo. O un sogno ,anche se per la
prima volta non presentava persone che la portavano a ritenerlo un
incubo.
Respirò
a fondo varie volte, per calmarsi ma qualcosa non quadrava. Avvertiva
qualcosa di anomalo e si accorse che giungeva della luce, dal salottino
oltre la porta.NOn l'aveva lasciata accesa. Si alzò a sedere
nel
netto e squadrò la figura seduta comodamente vicino il
letto.
Milan, con abito completo di blazer, gilet a V con quattro bottoni,
pantaloni tutti grigi con camicia bianca e cravatta. Cappello modello
classico in feltro con falda media grigio scuro e fascia in
tessuto dello stesso grigio dell'abito, più chiaro, a
contrasto
con una piuma che usciva dalla fascia. Terneva la gamba in orizzontale
sull'altra, ben comodo, nella poltroncina già presente nella
stanza dall'inizio e con la destra teneva poggiato a terra e dritto, un
bastone con pomo in osso bicolor. La cosa che colpì Lia non
non
fu solo la sua presenza, ma anche che sembrava un Milan diverso.
Dall'attegiamento più forte, rigido e dal viso. Oppure era
solo
il chiaroscuro della penombra?
Oh,
sei sveglia. Scusa, ti ho svegliata?"
"Cosa
fai tu qui"
"Sono
tornato poco fa e pensavo di parlare con te di alcune cose, quei
progetti.." con noncuranza "ma volevo anche essere sicuro che tu fossi
sicura e capace nelle proposte che hai fatto"
"Io
non ho fatto proposte. Ho solo detto cosa secondo me andava fatto,
cambiato o..."
"Io..."
"ma
la cosa che mi preme sapere di più, in questo momento,
è saperecosafai
tu qui,perchèsei
con i vestiti e scarpe sporche nella mia camera da letto, oltre che
appartamento, e perqualeassurdo
motivo sei seduto lì con quegli abiti. Che con il tutto ti
fanno
sembrare un molestatore molestissimo" aggredendolo con forza e impeto
Milan
fece una faccia scioccata, spingendosi verso lo schienale della
poltrona come se temesse che lei scinvolasse dalle coperte per
saltargli addosso irata. O non si aspettasse la sua sfuriata.
"Calma,
ragazza. Volevo solo vederti nel tuo ambiente naturale..."
"Davvero?
Non sapevo che, tra altre cose, cèra uno zoo qui"
"Mph..."
sogghignando per poi ridere apertamente, cosa che fece stranire Lia,
che trovava la risata diversa "Ah ah, visto cosa e chi siamo, si
potrebbe dire che in parte siamo in uno zoo... raro. Qui io e mio
fratello abbiamo radunato tutte le persone capaci, intelligenti, e
altre caratteristiche che riuscivamo a trovare, spingere e...."
"Da
quello che ho visto non ci sono solo militari... giusto?"
"Non
so se alludi aglialtrio
gli scientiziati e..."
"i
primi... ad ogni modo, perchè sei qui, veramente"
aspramente, tenendo vicino a se il cuscino
"non
guardarmi così, qualunque cosa tu pensi, non lo
è. Come dico sempre? Ah, si. Ho i miei gusti... non
che tu
non possa raggiungerli ma per me sei troppo spinosa. Capisci cosa
intendo?"
Lia
lo fissò facendo una faccia per dire" la stessa cosa per me" e alla fine gli
chiese che volesse.
"Comunque mi auguro di stare tranquilla. Con quel giuramento che hai
fatto, mi aspetto che valga fino alla morte, sempre che non lo
cambiamo. Quindi mi fiderò..."
Lui la fissò stranito, come se stesse usando il cervello per
capire che cosa dicesse, qualcosa balenò nella mente di
Milan,
come se non capisse il contesto poi fece solo un cenno di assenso.
Lia si avvicinò il cuscino, doppio per il letto a una piazza
e
mezzo che non usava, stringendolo a se con il braccio destro mentre si
fissavano.
Milan si alzò e sorrise, le chiese come mai così
nervosa,
pungente. E si scusava se aveva sporcato il suo concetto di camera
personale e pulita.
"Quindi ti piace un ambiente stile giapponese? Scarpe fuori, abiti
diversi dall'esterno, per stare nel salottino, e pigiama solo in camera
da letto. Se ho capito bene... Hai così tanto senso della
pulizia? E come mai così agitata? Solo per me?"
"Perchè
mi sono svegliata da un incubo o sogno o non so come definirlo...
"Ti capita spesso di averli"
Lia resò a fissarlo un pò, con chiudnendo lgi
occhi un
attimo continuò "sempre, sogno sempre la mia famiglia in una
continuazione di vita ada sveglia perenne, anche la notte. Non ne esco
mai. Così come la gente che mi ha fatto del male..."
"Mi spiace..."
" E mi sveglio.. e mi ritrovo qui con te, senza permesso, nella stanza
a me assegnata, che mi fissi come un... come dovrei definirti? Sembra
la stessa cosa accaduta in Irlanda . Inoltre sai cosa odio,
quindi
perchè sei qui..."
"Ho
trovato interessante, oltre cosa è accaduto davanti
a
David, il fatto della cianite e tutto quanto, anche questo. Come hai
fatto senza soldi ad andare in Irlanda? Avevi messo soldi da parte?"
"Si
e il resto lo ha fatto lei, anzi ho cercato come potevo di renderle di
nuovo i soldi dopo. Ma il punto è che sei tu a trovare tutto
meraviglioso, sei sempre stupito e con la faccia interessata di cosa
dico..."
"perchè
come ti avevo detto, ogni persona testata è
diversa e non
sempre accadono cose come... quelle! E... cosa è accaduto in
Irlanda?"
"Alcune
cose, che ammetto non so come spiegare tra le varie opzioni, ma non
è questo il punto. Ho cercato di aiutarla nelsuosogno,
mentre io sono rimasta dove...."
"Ma
tu puoi realizzare il tuo sogno.In
cambio, ti diamo la possibilità di realizzarlo"
"Tu
non capisci, come tutta la gente là fuori che si congratula
e
dice cose positive sulla chi continua, nonostante i problemi, ad andare
avanti. Senza pensare che dipende dalla persona e cosa sogna, desidera,
ha dentro di seperandare
avanti. COme MIchael J. Fox, che con tutto il rispetto è
stato
un grande, grandissimo attore e interprete, ma si fa di tutta l'erba un
fascio. Lui ed altri che sono finiti sui giornali sono sempre presi ad
esempio per spingere la gente come me a fare cose che perlorosono
giuste. Tuttavia mi piacerebb tanto, tantissimo, ricordare e far
presente a questi buonisti che tutto dipende dalle tue condizioni
fisiche, psichiche e monetarie. Facile prendere soggetti con alcune
patologie come appunto quell'attore, quando alla fine luipuòcontinuare
per i suoi nuovi sogni, fattibili, sui soldi per realizzarli,
seguito da infermieri e dottori specializzati, farmaci e via dicendo.
Non può alcune cose ma soppianta con altre.Ha detto
pià
volte che ha cambiato i suoi desideri del domani con altri ma
cè
riuscito. perchè poteva. Che vuole, desidera e
realizza.
Ricordo che per curiosità ho controllato tutte le info sulla
sua
vita e, anche se speravo che vi fosse una cura unica e immediata
perchè tornasse a recitare, alla fine non credo che il suo
vissuto dall'inizio della malattia, sia così triste e
deprimente
da meritare incoraggiamenti e confronti. E' forte e tutto ma ha
adattato cosa lo spingeva a vivere. Cè l'ha ancora!
Perchè se prendi me, che non avevo nulla ad aiutarmi che
funzionasseper
me,
finendo per sembrare uno zombie incazzatissimo e rigido, la cosa
è diversa. Abbandonare pistola e carabina, non poter guidare
ne
poter finalmente seguire cosa volevo fare perchè, lasciando
ciò che ero costretta a fare, e mi sentivo meglio dentro
abbandonandoli, mi era impossibile poi accontentare me. E prendo
quell'attore come esempio perchè sono sicura che tutti lo
conoscono, anche tu, ma lui ha potuto comunque permettersi,
per i
suoi vecchi film, i diritti a ogni irpoduzione e via dicendo, di
trovare una via di mezzo per non perdersi molte cose della vita. Io non
avevo amici, ne persone vicino tranne la famiglia, soldi e motivi per
alzarmi al mattivo... ma quella non conta perchè pensano sol
oal
sangue quando, se fossi stata all'esterno della famiglia , sarei stata
una merda come tutti. E non lo capiscono."
"Lo so, la società tende sempre a non voler cambiare
perchè si sente sicura di quello che già conosce,
anche
se non è positivo"
"Io sarei stata come tutti gli altri ed etichettata allo stesso modo.La
gente non amava la miameoriginale,
quella che ho costruito nemmeno, perchè non sono riuscita
come
altra feccia a fingere, e quindi mi hanno sempre considerata in molti
modi. Sbagliando. Non voglio uomini ne altro, per me potete andare
tutti a fanculo e ho dovuto dire addio a computer, scherma moderna e
italiana, equitazione, visitare fiere e musei, concerti di musica
classica e teatri e via dicendo. Sia perchè dovevo
fare
cosa dicevano loro per il mio futuro, non cèrano
soldi,
quindi niente. Non sono mentalmente a posto per pensare a questa
cavolata, nessuno di voi vuole comprendere che il buonisomo non si
può applicare a tutti. Come tante cose. Cè chi ha
un
motivo, una volontà per qualcosa che desidera, fare o vedere
o
altro, o semplicemente crede che respirare e avere persone importanti
intorno sia il tutto, benissimo. Io non ho vissuto molte cose e non ho
avuto vicino persone che mi facessero cambiare idea della cosa. Come
per Ric e Zay, dove loro volevano e spingevano, ma dopo quel
viaggio ho capito che le cose erano diverse e no nera possibile."
"ma eravate amici, no?"
"Si, esatto. Ma mi spingevano a vedere il bicchiere sempre pieno,
quando non è così. Volevano che pensassi
a un futuro
quando io non ne avevo. Che rstando in contatto oslo online tutto fosse
bello, quando non era così. E ci siamo lasciati
con loro
offesi per qualcosa che NON avevo detto. nel senso che avevo sempre
indicato come il TUTTO della società attuale come una lista
della spesa... nascere, crescere, sposarsi, avere soldi, fare figli ed
essere un fedele figlio e nipote fino alla fine. Tutto per i figli e
genitori. Loro sono tutto. E non mi invento nulla, ho letto tante volte
nel web questi discorsi e li ho sentiti io stessa. Gente che cercava
l'anima gemella adatta solo per mantenere tutti e avere una vita non di
odio, e prima i figli pure dei coniugi. I figli sono un bene prezioso
dicono, cè gente che ha fatto lo schifo piiù
assoluto su
altri perchè non avessero problemi e fossero il loro
continuare
dopo la morte. Ma l dolore degli altri non gliene fregava ninete. Tutto
per i figli, perchè erano il loro sange. E io non l'ho mai
accettato. E peggio, tantissimi,e se seguono una religione,
pensano veramnete che appena sposati si è totalmente del
partner
e appena si hanno figli, tutto passa ai figli.- Se stessi - non
esiste più, tutto per i figli. Questo l'ho sentito io stessa
dai
miei, dire che non avevano comprato quella cosa che volevano per i
figli, non compravano abiti nuovi per i figli, mettiamo soldi da parte
per questo quando io nonostante tutte le loro belle parole connon
ho avuto molto lo stesso. E non intendo ricchezza, cosa belle e costose
ma cosine anche di pochi euro che mi facevano contenta. Fare
attività che davvero mi piacevano e rendevano contenta.
Vedere e
frenquentare altra gente oltre solo l'a faimglia. Abiti da
schifo, da pochi euro come volevano loro e ovviamente li tenevo per
anni, e non mi stavano enache se ti trincavi la peggior vodka del
mondo. Scarpe lo stesso, parrucchiere lo pagavo io con i quattro spicci
che mi davano i nonni per le feste, e me li dovevo far durare tutto
l'anno. Se chiedevo soldi per qualcosa che mi piaceva, urla e casino
perchè non dovevo spendere soldi per niente. O per cibo.
Sempre
sola, tutto, ogni cosa era uno spreco e poi cmrpavano
stronzate.
Quando loro compravano per loro stessi cose buone e le mangiavano di
nascosto. Per me dicevano. Non mi sono mai divertita nella mia vita,
dicevano di non comprare e fare cose che piacevano a loro per me,
quando io lo stesso! Avrei rispettato di più
quelle
persone se le cose erano leggemente diverse. Sono andata alla scuola
superiore dettata dai professori delle medie perchè dicevano
che
er ail mio solo posto, che non valevo nulla e quindi tanto valeva
andare una scuola che secondo loro non impegnasse la mia vuota mente.
Questo i miei non lo sanno, che ho deciso di andare dove, secondo i
professori, non li avrei fatti soffrire per la mia
inutilità?
Non hanno voluto ascoltare e non sanno nulla Che tutte le cose di
musica che mi facevano fare erano solo dolore e disperazione per me,
perchè riceveo IO rimproveri, punizioni, pres ein giro da
tutti
e loro non sapevano ninete per una cosa per cui non ero portata. E
passavo ore e ore, giorni di festa e momenti d'inferno per qualcosa che
odiavo. Ma dovevo fare. Mi sono diplomata con una media alta
nonostante tutti fino alle medie dicessero che ero vuota
stupida,
quando no n era così."
Lo fissò con rabbia, continuando.
"Ti ho raccontato alcuni esmepi con momenti sulle poesie, ma facevo
anche le mie domande, di cose che volevo sapere e ricevevo solo
mortificazione perchè non erano attinenti con il programma.
Ed
ero vuota, dicevano... ALla scuola si impara, domandi... Non
ho
sentito da tutti nella mia famiglia mai un grazie, brava, complimenti,
hai fatto de tuo meglio e hai superato le aspettative. Volevano il
meglio quando io ero sola a lottare contro uttti e avevo bisogno di
imparare le cose a modo mio. NOn avevo bisogno di molto e non chiedevo
molto. NOn avevo mai nulla che mi piacesse da loro se non schifezze,
mettevo sempre roba vecchia e non per me, se mi vedevano una cosa nuova
che avevo comprato con difficoltà, sbattevano porte e le
urla si
sentivano per ore. QUindi io, che fin da piccola non volevo avere figli
e non capivo, dalle elementari, perchè tutti dicessero che
un
giorno sarebbe stata la nostra felicitò, ho odiato la
famiglia
ancora di più.Dicevo tra me che questi comportamenti li
capivo
da chi non ti consoceva, un estraneo ma... Il loro
rimproverare,
secondo loro, per giuste cose ma razzolare male. Quando avevo problemi
e volevo qualcuno vicino, non ci sono mai stati veramente. Solo
rimproveri senza spiegare ne altro. E così ho deciso che no
navrei mai avuto una famiglia, per tutti loro. Non hanno mai visto il
mio dolore, la mia infelicità, solitudine... e mi si
ripagava
sempre con la carta della colpa, del senso di colpa di un figlio
ingrato. perchè anche loro pensavano che tutto va al figlio,
per
il domani. E così, a quei due, a ric e Zay, dissi che poteva
andare anche bene che avessero una famiglia, fossero sposati e con
figli e ne parlassero sempre positivamnete. Ma ricordavo loro che erano
tappe della lista della spesa che ti inculcano fin da piccoli, che
temevo che perdessero se stessi per i marmocchi. Non sentendoli da
molto tempo non sapevo nulla della loro vita, e così
è
finita che anche loro come per altre cose da altri, mi hanno
rimproverata, anche per quello. POssono dire quello che vogliono, ma mi
hanno rimproverata varie volte e come si dice carta scritta canta, e
ancora non hanno capito nulla di cosa avevo detto. Non solo io mi
preoccupavo che per i figli abbandonassero loro stessi per il futuro,
cosa voelvano e meritavano di vivere, che tutti riversavano
nella
prole. Ma si sono offesi credendo che io li mischiassi agli altri e
facessi la paternale. E così mi sono stufata definitivamente
e
non li sento più. ogni volta con tutti è la
stessa cosa,
io parlo, dico cose ma la gente ascolta solo cosa vuole sentire e
capisce quello che gli interessa. Ho detto più volte che
loro
non erano nelle mie lamentele sulle persone che odiavo. La gnete che
avevo conosciuto nella mia vita come comenti che penavano realmente nel
web di tantissimi estranei, cosa pensavano e facevano, tutto il male
fatto negandolo nonostante le prove. E anche da loro due ho ottenuto
sempre rimproveri, contestazioni e concetti mal interpretati. E volevo
solo un aiuto per andarmene perchè non si capisse che fossi
stata io... una volta avevo chiesto a Fib, quell'idiota che diceva di
essere un conoscitore di cose arcane per famiglia, sai quelle cose che
si tramandano in generazioni di magia e superstizione, se potesse far
qualcosa lui con i suoi libri megafantastici. Diceva che
cèra un
libro adatto ad ogni cosa. E io, nonostnate non credessi molto a certe
cose ma ragionassi col fatto che magari qualcosa cèra e non
andava tutto negato, chiesi di aiutarmi. Niente. Quei due niente... e
così tutti sono andati avanti con le loro vite, hanno sempre
frainteso me e io come una scema... così!" allargandole
braccia
per mostrasi.
"Quindi non ami il concetto di famiglia, figli e partner anche per
questo, oltre che non senti il desiderio di queste cose. FIn qui posso
capire, ma perchè quegli amici non hanno capito cosa
intendevi?"
"Perchè... bella domanda. Dicevano come la mia famiglia che
mi
conoscevano, sapevano tutto di me e altre stronzate. Ecco cosa erano,
stronzate. Perchè alla fine di me, cosa sapevano? I miei
imenticavano tutte cose, non sapevano cosa mi piaceva e cosa pensavo
realmente. In famiglia dovevo nascondere tutto per subire urla, e
star male dentro. Ogni volta per me era come una
coltellata
e un pezzo che si frangeva, perduto. Andavo a peggiorare ogni giorno.
Con loro era un'amicizia nata per caso e continuata nel web, ma alla
fine compresi che non poteva durare. Dicevano che mi conoscevano ma
sono sicura che a oggi sanno qualcosa solo dalle conversazioni scritte
e neanche sanno il mio compleanno. Non me ne importi, io non lo
festeggio dal liceo, ma solo per dire che sicuro conoscono solo la
superficie. E basta. Ero lo stesso sola, appena tutti andavano a farsi
la loro vita e staccavano dal web, e non vivevamo vicino. Vedevo che
tutti ragigungevano parti della lista della spesa che non
volevo
per me, e trovavo misere e... loro ne erano felici. Ma come per
Caterina, una che credevo amica all'università ma mi ha
fatto
solo male, alla fine sono io che ho ricevuto altre batoste. Invece di
capire cosa dicevo e comprendere che mi preoccupavo per cosa mettevano
da parte o abbandonavano per figli e famiglia, si sono offesi credendo
che parlassi di loro mettendoli al piano della gente cheera pessima e
odiavo. E lì, ho capito che era meglio finire del tutto. Ero
di
nuovo sola. Eppure come fece Jd, se mi si chiedesse quale fu la cosa
più bella di tutta la mia vita dire... quel viaggio a casa
di
Zay e poi in Irlanda. Non felice, definirlo così non lo so.
Non
so nemmeno io come definire un ricordo bello, da tenere in eterno nel
cuore. Solo che fu l'unica cosa che mi fece sentire bene e non
spazzatura, come in tutta la mia vita. Di sicuro posso dire
che
la prima e unica cosa che intendo per positiva prima del poligono fu
proprio quel viaggio. POi il poligono anche se fu per pochissimo.
Raggiunsi con difficoltà i livelli di altri che
cèrano da
anni ma..."
"E in quel viaggio..."
"Quel viaggio mi ha fatto scoprire cose pro e contro di me. Inoltre non
siamo animali che abbiamo delle tappe prefissate da portare a termine,
come fanno migliaia di persone, perchè la società
dice
così e tutto deve essere così. Un conto
è non far
del male agli altri, non uccidere, non rubare, non molestare e via
dicendo. Dovrebbe essere qualcosa giò nella mente della
gente.
E' vitale per la società. Obbligare persone e
decidere sul loro corpo, o le persone e la loro vita quello
no.
Anche adesso, certe cose e persone premono nella mia testa per cosa mi
hanno fatto e come sono andate. Ho faticato anni e tutto ciò
che
potevo per cambiarlo, ma non è servito. Se tu, come Fox e
altri
volete vivere ogni cosa potete e riuscite con soldi e persone vicino,
benissimo, sono felice per voi. Anche darvi qualche consiglio per
sistemare questa caserma che sembra un porcilaio, fatto. Ma
non
iniziate a dirmi che potete realizzare cose, perchè non sono
come gli altri. Non voglio case giganti, servitù, marito
ricco o
ricchezza, potere o altre cose come volete voi. E che tutti intorno a
me no navevano capito. In Irlanda lo stesso, io e lei avevamo visto
delle case, belle per carità ma dopo che le abbiamo lasciate
e
fino ad oggi, mi sono chiesta a che pro avere una casa se poi i giorni
sarebbero stati gli stessi. Giorni che già conoscevo solo in
un
ambiente diverso. E lei non lo ha capito. Una casa è una
cosa,
ma trovare il posto in un luogo è un'altra. E io non l'ho
mai
trovato. Anche se andavo a vivere da sola in una bella casa per qualche
motivo miracoloso, che avrei fatto poi? Sempre impossibilitata a
muovermi, fare cosa volevo... nessuno ci pensa. Tutti vogliono solo
buonismi e sentire di gente che fa questo e quello nonostante i
problemi, definendoli positiviamente... quando quelli hanno potuto, ci
sono riusciti perchè avevano possibilità, denaro,
persone
intorno che li sostenevano emotivi, scopi,un
perchè per sfidare ogni convenzione. Ma io non ho nulla di
ciò, ho perso tutto ciò. QUindi smettila, te l'ho
già detto oggi"
"Capisco.
Eppure David dice che un aiuto, una spinta potrebbe esserci per te.
Questa volta non è buonismo. Questa volta potresti essere
come
Fox che nonostante tutto, ha avuto in mano elementi per alzarsi e
andare avanti come poteva, essendo comunque felice. Ricordi il discorso
nella Sala delle Pianificazioni? Le tue remore le capisco ma... come
dici tu, provare non costa nulla. Puoi pensarci e se non lo ritieni per
te, farò un'eccezione e non ti obbligherò ma...
comè che disse quella tua amica che hai accompagnato in
Irlanda?
Andare contro quella gente, quella che ti ha fatto del male, e mostrare
che alla faccia loro la tua felicità? Con le tue forze, sia
chiaro. Ma con una spinta. Quando era possibile, ma finalmente averla.
Ed essere più di loro e..."
"Lei
intendeva che lo vedessero, che vedessero che fossi felice e sorridente
perchè questo li avrebbe sconfitti e non avrebbero
più
riso davanti a ciò che ero diventata. Rispetto a loro. Belle
parole anche le tue, ma siamo sempre là. Sono troppo rotta e
frammentata nel profondo per fare ciò. Anche quando io ero
realmente, veramente, superiore a loro e l odimostravo finivo sempre
col sedere per terra, mentre questi se la ridevano e prendevano i miei
meriti. Quindi di che stiamo parlando. Una volta che io sono morta
sulla carta, che senso ha mostrarmi? Il bello di essere qui con voi
è proprio questo, che non vi mostrate, tranne te per ovvie
ragioni di lavoro, e resto celata dall'organizzazione. Quindi..:"
"Mai
sentito parlare di sosia nel mondo? Con alcune modifiche moderne
potresti anche risultare simile ma un'altra persona"
"Togliendo
la mia malattia, di nuovo, non è il fisico ad essere
corrotto.
Ma io stessa. E in questi tre giorni che sono qui, nonostante tanto e
tante cose che un tempo mi avrebbero resa felice solo a vederle, e
magari poterle fare, adesso non più. Perfino Bluegrass
è... non mi rende felice. E questo mi corrode di
più.
Ogni cosa mi riporta in mente istanti della mia vita che mi hanno
procurato solo dolore. Momenti felici? Quali... davvero, a parte
qualcosa come l'inizio finalmente del tiro a segno che è
durato
qualche setitmana perchè stavo troppo male, la scherma da
bambina per pochi mesi perchè era gratuita per la mia scuola
e
poi si doveva pagare.... poi solo musica. Musica e io che mi dannavo
per qualcosa che no nera per me. Qualche cosa comprata che mi rendeva
contenta ma... felice? Anche quando parlavo con loro nel web,
poi
tutto cadeva male perchè tornavo alla realtò
sentendoli
urlare, sentndo le persone che camminavano per strada in modi che non
avevo mai fatto e... Perfino alle feste mia madre si metteva vicino a
me, con i cavolo di parenti, e controllava ogni cosa che mangiavo o
mettevo nel piatto. E poi urla, recriminazioni ed epiteti
perchè
mangiavo troppo quando solo a natale e capodanno potevo.
Perchè
erano comprati e già pronti quando non volevano cucinare e
io ne
approfittavo. perchè non capitava mai. Anche la pizza, mai
comprata. E poi urla, urla e urla. Si, ho così
tanti
motivi per continuare, come no. Mangiare cosa mi piace. Gran sogno,
eh!. E poi? Imparare cosa volevo fare. Dovendo sempre
somministrarmi il vostro intruglio? Guarda, sono gasata! ... E
poi
che altro? Cosa cè, altro?" guardandolo rabbiosa
"..."
"Sono una persona pesante, ma è ciò che
è nato dalla società e chi diceva di amarmi..."
"..." alzando le mani come per dire che non aveva detto nulla e non
aveva nulla da aggiungere
"Io
non sono forte su certe cose e lo so bene, ma trovo fastidioso l'essere
considerata, vista, indicata come debole, stupida, coniglio e altro. La
forza di una persona non si misura in quanto tempo rimane in vita.
Cè gente che ammira e dice che son ostati guerrieri quelli
che
si adattano. Potete dire quello che volete, ma come certi uomini che
spacciano, fanno roba schifosa per sopravvivere e donne che per lo
stesso, si vendono e vivono nello schifo, non sono guerrieri o forti.
Sono adattati e sopravvivono, si accontentano della melma per andare
avanti. Ammiro i loro sogni e cosa sperano con cosa mettono da parte, i
sacrific, anche per il fatto che le donne danno il loro corpo per soldi
e sopravvivere un altro giorno... ma dal mio punto di vista no nsono
guerrieri oltre un certo tempo. Si accontentano e vanno a compromessi
per andare avanti. Ed è lo stesso con i malati che
affrontano
malattie gravie
va bene,ma
si affidano alla scienza provandotutto.
E so di cosa sto parlando perchè per non sentirli urlare,
che
non faccio questo e quello, che sono ritrosa ormai sulle cure, che ho
patito sulla mia pelle e sul mio corpo gli effetti di farmaci che mi
hanno devastata peggio di come stavo,so.
Si può chiamare guerriero il tizio x che per sopravvivere
è pronto a qualsiasi cosa? Da una parte direi di si ma ormai
si
è abusato di quel termine, perchè se è
uno che
solamente prova questo e quello, sperando di sfangarla contro un altro
tizio che nonostante la malattia fa cose che meritano davvero rispetto
e considerazione... perchè dichiarare forti e guerrieri
quelli
che seguono l'istinto di sopravvivere a ogni costo e in qualunque modo?
e io che accetto, sono consapevole e capisco che non ho nulla per cui
continuare, che sono un più a cui dare risorse che
andrebbero
date a gente che ne habisogno, sono etichettata come coniglio e debole,
che non merito nulla? Questa è la situazione. Ho letto negli
anni commenti di persone, a chi ce l'ha fatta ad andarsene, ma invece
avevano bisogno di aiuto da terzi, che quindi erano agli sgoccioli con
la propria forza e avevano solo bisogno davvero, solo di una spinta...
altri meschini e vergognosi sfottevano marchiandoli come scemi,
vergognosi, deboli dimenticando empatia, considerazione di una
situazione che ha portato a ciò e cosa davvero chi poteva e
doveva, non ha fatto. Perchè come per me in parte, non
cè
dialogo e ascolto. la società riesce a buttarti in
mezzo
allo schifo per bigottismo e giudizio facile, e poi giudica
se
quelli non ce la fanno più. E poi cè gente come
me che
davvero non ha nulla che la spinga a continuare, messi sulla stessa
bilancia, quando siamo cose diverse. QUindi cosa..."
"Era
sbagliato il discorso nella Sala?"
"...ma
un punto rimane comunque... io non accetto, odio, non
abbozzerò
mai di fronte ai paletti mentali delle persone per cui tutti sanno cosa
è meglio per me, il mio corpo, la mia vita e decidano quando
e
come devo andarmene. Peggio ancora se mi viene detto che tutto decide
Dio, decide lui questo e quello. NO. .."
"COn
la scienza moderna e tecnologica magari, quel sogno potrebbe
avversarsi. Ma solo da noi...e metti via quell'arma, l'ho capito che
oltre la coperta fino al collo, tieni quel cuscino per averla pronta"
Presente
Kianta
entrò nella zona ospiti trafelata, osservando prima gli
uomini
di guardia al centro e davanti la porta, e poi le pareti della sezione
Ospiti, contraccambiando gli sguardi. Mandò via le guardie
in
eccesso, lasciando solo le due alla porta. Quando si
voltò
verso la zona del personale, notò due sulle
gradinate
vicino l'entrata, e corrugò la fronte. Si diresse quindi
verso
le scale e andò al piano superiore, da quelle figure.
"Sono
io..." disse lei a uno dei due.
"Si,
lo so. Me lo ha segnalato il Draper. Pensavo che restassi in Sala
comunicazioni per cercare Milan..."
Kianta
fissà per un attimo Gask con sguardo tagliente, poi lo
spostò verso l'altra figura vicino a lui, Marguerite.
"Tu
cosa fai qui fuori..."
"Stavamo
solo giocando... non facevo niente" si giustificò lei.
Tra
le mani teneva un pad speciale, come Gask, che proiettava davanti a
loro quello che sembrava uno dei giochi tanto amati dagli uomini.
Chiaramente Gask stava sfidando la ragazzina.
"I
bambini e ragazzini sanno essere parecchio infingardi..." tendendo la
mano verso il pad della ragazzina
"Oh,
andiamo. Lo stavo stracciando. Non è molto bravo a giocare,
sai?" ridendo e tendendolo, borbottando che non lo rompeva
"Ah,
se lo so..." rispose lei guardando Gask, con mezzo sorriso cattivo "gli
viene meglio con giochi sportivi di macchine e moto, ma è
una
frana a giocare ad altro. Per questo i suoi punteggi sono bassissimi!"
ridendo
"Sei
tu che quasi sembri cheattando, involontariamente, ma a volte lo penso.
Sei capace in queste cose, io non ci ho mai giocato prima. E lo sai.
Sei tu che ami giochi fps e strategici..." offeso e col broncio
"Dopo
mesi e mesi di riscaldare il divano e uno dei pad, pensavo che potessi
competere con una ragazzina..." sfottendolo mentre si sedeva sulla
sedia alla scrivania
"Sfotti
pure, vediamo ai giochi room escape se riesci? Lì non sono
male,
ti batto anche. Ma non li consideri mai. Perchè ti rode!
Ogni
volta che ti blocchi sono io che ti dico che forse quella cosa va
bene... come quei giochi della serie Dark Fall che ami tanto, sui
fantasmi, che non facevi da secoli e non ricordavi come andare
avanti..."
"Erano
passati anni e mi sono bloccata solo per trovare dei codici..." mentre
digitava alla consolle
"
O i giochi stealth. Metal gear, splinter cell, giochi simili dove
nascondersi e fregare il cattivo di turno. O ti beccano sempre o corri
la maratona ogni mezzìora spettando un momento giusto per
te, ma
noioso per la lunga attesa. Dai amettilo, sei meglio a sparacchiare e
basta!"
"..."
"Fa
lo stesso, io li trovo sempre subito i rusultati e non cago addosso
perchè non so quando uscire per andare avanti. Ci riesci, ma
dopo aver noiosamente guardato ogni singola cosa del gioco. Ore passate
a guardare e poi ti scordi cosa fare..."
"..."
guardandolo come se gli volesse dire con l'espressione "devi fare
molto?"
"Io
ti batto, basta"
"Disse
quello che non sa fare andare il personaggio in uno sparatutto avanti e
indietro e gli fa sempre rompere le gambe perchè cade da
qualunque altrezza. Te lo concevo, sei grande come Alaric con i
dettagli e l'uso della materia grigia all'istante, io mi faccio tremila
ragionamenti nel mentre e perdo più tempo, ma il tuo stesso
lavoro dove eccelli, lo perdi quando giochi..."
"E
io non so come fai a comandare in quella maniera con i tasti
direzionali i pg, come se fosse facile e ti muovessi tu stessa...
sbaglio l'avanti con l'indietro..."
"E
hai detto niente..." ridendo mentre digitava
"Ti
batterò... ci riuscirò. Mi sto allenando proprio
per questo..."
Kianta
allontanò lo sguardo dallo schermo per fissarlo, con la
stessa
espressione di domanda non espressa, ma chiara dal suo viso. Gli angoli
della sua bocca si sollevarono maggiormente e scuotendo la testa
tornò a fissare gli schermi.
"Non
mi credi? Chiedi ad Healias che ci ha seguito per..."
"Ha
seguito le vostre partite? E chi ha dato l'autorizzazione tra
te e lui per far uscire la bambina?"
"Sono
ragazzina..."
"..."
guardandola "sono felice che ti proietti in una persona più
adulta, ma questo significa aggravarsi di maggiori doveri e
responsabilità. Ricordatelo. Crescere mentalmente
è una
buona cosa, purchè divieni un'adulta consapevole, capace di
sapere e fare cose da sola per camminare senza perderti e inciampare..:"
"Sta
facendo la paternale da donna adulta?" chiedendolo a Gask
"perdonami...
ti darò allora subito un bel mutuo e le bollette, come si
conviene ad un adulto!"
Kiantafinì
la frase e li fissò con occhi a fessura e fredda, chiudendo
gli
occhi per un paio di secondi come se pensasse o si stesse dicendo di
calmarsi e tornò allo schermo. marguerite adottò
la
tattica dell'offesa e si mise imperterrita a giocare con Gask, che
invecealzava sempre gl iocchi verso Kianta.
"Dai
concentrati, non mi diverto così!" urlò a Gask,
vedendolo
deconcentrato "non voglio sentire paternali, se la guardi ricomincia!"
"Se
vuoi conoscere la verità, devi avere il coraggio di
accettarla.
Lo dico sempre... fanne tesoro..." rispose Kianta fredda
"ma
insomma, non sono piccola, non sono tua figlia e noi stavamo
giocando..."
"Che
tu non sia mia figlia mi rende felice, non per te, ma sapere di non
averne mi rincuora..."
"Che
significa..." domando confusa a Gask la ragazzina
"Non
dovresti ridarci il pad e andare a studiare? Non cè qualche
classe attualmente operativa nella sala mensa?" ferma con gli occhi
sullo schermo ma parlando con lei
"perchè
non posso tenerlo io? Gask mi ha detto che non ha funzioni collegate al
vostro..."
"Perchè
è comunque un nostro dispositivo di lavoro, anche se alcuni
lo
utilizzano per sfidare gli altri ai giochi...Non è un pad
normale e mi spiace dirlo anche a te, siete ospiti ma bisogna sempre
fare attenzione"
"ora
torna da tua madre..." le disse Gask
"perchè?
Posso restare?" ma Gask le prese il pad e le indirizzò col
braccio le scale
"Allora,
hai trovato Milan?" le c hiese mentre la ragazzina se ne andava
Kianta
sospirò, poi scosse la testa, pensierosa. Stirava le labbra
come
faceva sempre se norvosa, se non tormentava il labbro inferiore con gli
incisivi, creando come delle fossette. E sembrava tenere lo
sguardo sulla tastiera, ma vedendo in realtà ben altro.
"Mai
dimenticare chi è una persona, per davvero. Sempre si trova
qualcosa che sfagiola la gente a tal punto da deviarla dalla strada.
Cè sempre..."
"Tranne
te..." disse lui di colpo
Kianta
alzò lo sguardo verso di lui, incerta. Ma lui stava
guardando il pad.
"Milan
dice così, io non lo so."
"Lo
dico anche io. COn tutto quello che hai in pugno, cosa potresti vivere
con le risorse che hai a disposizione, sei più frugale e
monacale tu di chiunque altro che dica di amare e servire il suo Dio e
seguire lo stile di vita del figlio incarnato. Almeno, ho visto sia con
il Capo che con Milan parecchi preticelli come li chiami tu, mai
nessuno pio e buono da far schifo. Solo una volta ho visto quel monaco
con il saio scuro e i sandali, ma sono una cosa diversa, ho capito.
Tutti gli altri vivono meglio di te. Si vestono con tutti i completi
degli altri dal costo di seimila euro tutto, hanno proprietà
anche a nomi di altri e i soldi gli volano dalle mani in tutti i modi.
Mentre tu vivi come una modesta. Ancora non riesco a credere
che
esista qualcuno che cammini con mila e mila euro o dollari indosso."
"Perchè
siamo semplici, come hai detto. Cardinali e simili indossano tantissimo
tra abiti, stoffe, ricami in oro o argento e gioielli. Dicono che
è la loro posizione a richiederlo. Se Gesù fosse
qui
adesso li metterebbe tutti in fila e sputerebbe la saliva divina in
ogni occhio che gli si pari davanti. Se davvero cè qualcosa
di
vero, e non quell'altro soggetto storico realmente esistito che ha
fatto lo stesso, allora no avrebbe mai amato ori e ricchezze nei secoli
della chiesa. Anzi..."
"Aspetta
quali dei messia parli..." ridendo" Simon Mago, Apollonio, Horus o
Mhitra? Perchè hanno tutti la stessa storia, guarda caso,
e sembrano avere più validità storica e
vera di
quello che credono attualmente..:"
"Spiritoso...
parlavo di Apollonio di Tiana, colui che in verità realmente
visse. So che nelle zone egizie e africane si cercò di
portare
la stessa storia cambiando gli dei Horus e la sua vergine madre in
quella della religione più conosciuta, ma parlo di fatti.
Gente
vissuta realmente."
"Rimane
comunque la questione che vestono più riccamente di me e e
te
messi insieme. Forse Milan può avvicinarsi. Ma non ho mai
indossato nulla di costoso. Il Capo vestiva italiano ma era per quello
che era, e mi aveva regalato oggetti in oro, ma non mi interessavano..."
"Anche
lui ha condizionato cosa sei e cosa fai. E' normale..:" accigliata
"Me
ne dimenticherò, l'ho detto. Ero stanco di essere
attorcigliato
al suo mignolo. È una perdita di tempo per se stessi essere
in
pugno, controllati come una marionetta,comandati, vivere dietro di
esso... perdi del tempo che non riavrai mai più. E' questo
che
ho imparato stando con voi...per questo è cambiato..."
sorridendo
"Già!"
con un tono come se non volesse parlare di qualcosa "E Milan, a
proposito, ancora tutto tace"
"Che
sia con un alleato?"
"Se
fosse per me lancerei una ricerca massiccia sfruttando i Crell, ma per
Jd è troppo presto ed esagerato. Mi ha detto.
E' Milan, dice. Ma se andava per i fatti suoi me lo comunicava sempre
in un modo o nell'altro. Anche dopo che era giunto da qualche parte, ma
lo faceva, così che io prendessi in mano la situazione delle
Torri in sua assenza, oltre lo Chateau."
"da quanto manca, esattamente?"
"Settandue ore... un'ernomità per i suoi canoni. Non
è
mai sparito per così tanto tempo e... non mi piace. Questa
storia del cinecolo e di quello che ho sentito! Se dovesse essere cosa
penso..."
"Hai il piano B e C, no? Calmati" stando disteso con la schiena e le
braccia allargate contro il gradino dietro "E poi quella gente cosa
può fare? Non penso che siano in grado di rovinare il laovro
che
lui ha fatto in questi anni. Non cè da preoccuparsi..:"
"Il tuo eccessivo ottimismo non mi aiuta... non sai niente del Grove,
del Cirnecolo e il Compendium. Anche nelle sue Memorie, lei diceva che
era meglio attenzionarsi. A me queste cose fanno gelare il sangue e le
odio, lui lo sa eppure la sua brama di..." portandosi le mani al viso,
sospirando
"La tua apprenzione per me è ingiustificata. Tu hai sempre
assi
nella manica a go go, al massimo andiamo in quel circeco o come si
chiama e procediamo a una bonifica. Se tu non te la senti, me ne assumo
la resposabilità, ma Milan capirà e se ne
farà una
ragione... e la finiremo con Ole del Grande Ghiaccio e Bakari della
sabbia infinita. Che nomi poi, Milan se li sceglie proprio bene gli
Alfieri...Se quei due stanno lavorando insieme, scambiando con te gli
stessi dubbi per l'Impegno, non c'è niente di cui
preoccuparsi.
Hai le spalle coperte"
"Quanto mi piacerebbe avere la tua ingenuità, eppure non
è così e mi divora il pensiero di cosa portano
queste
cose. Quella gente è pericolosa, come lo sono state le altre
nella storia umana. Come per altre cose dovremmo fermare queste
meschinità, eppure..."
"Come dice Milan, sfrutta tutte le strade negative per cancellarle
dall'interno. Ribaltale contro di loro..." poi vedendo l'espressione di
Kianta negativa, cambiò discorso "Aspettiamo, magari
è
con qualche donna che lo appoggia o sta pianificando qualcosa. Si
riconnetterà. Tu invece, hai mangiato? Vuoi qualcosa? I
ragazzi
hanno portato dalle cucine porzioni di verdura in crosta, da
riscaldare."
"Non lo so" abbandonandosi allo schienale "vorrei solo che tutto il
progetto fosse arrivato alla fine e avessimo sistemato le cose. Invece
per menti torte,siamo ancora a..."
"una volta lo hai detto tu stessa. Il mondo va modificato con la
lentezza e gentilezza. mentalismo, no?" portandosi un dito su una tempia
"Forse, ma più andiamo avanti, più lui incontra
sostenitori come questi, e maggiormente si mette in in contatto con
gentaglia e dovrebbe sopprimere nelle idee. Cavolo..."
"Io vado a prendere qualcosa da mangiare. Forse cè ancora
qualche dessert di frutta, se non vuoi le verdure. Vuoi vino, birra..."
alzandosi e dirigendosi verso le scale.
"no... non mi va nulla"
"Se ripeti questa cosa più tardi, il Signore della Cucina
farà una sfuriata. Saprà che non hai mangiato
"fermandosi
davanti le rampe, con le mani nelle tasche "vuoi avere un altro
battibecco con lui?"
"proprio no, ma non voglio nulla!" mettendosi in piedi irata e
sistemandosi sugli scalini al posto suo "Sono stanca dei pazzi, di
quella gente..." indicando dall'altra parte con un dito "degli uomini
che hanno bisogno di istruzioni per qualunque cosa, dei casini di
questo mondo..."
Gask si fermò dopo un paio di scalini, voltandosi a guardare
mentre la vedeva intenta a fare qualcosa e si sistemava, poi
andò giù verso la zona ristoro e
controllò frigo e
portavivande. Prese due contenutori in bambù che usavano al
posto delle ciotole di plastica e, con due birre, si avviò
sugli
spalti. ore prima avevano fatto, lui e la sua squadra, un pasto tutti
insieme fra interventi urlanti e risate su ogni cosa. In pratica per
altri era perdere tempo in attività futili come schiamazzare
e
creare confusone in una ventina. per loro era solo stare insieme,
eppure adesso quel posto gli sembrava vuoto e silenzioso. GLi accadeva
sempre così in luoghi del genere, come a casa.
Tornato al piano, la vide distesa di traverso sulla gradinate,
sistemata come sempre su una copertina e un cuscino tubolare che teneva
attaccato di nascosto in un punto dell'impalcatura, e usava per non
sporcarsi. Sul fianco sinistro, semirannicchiata, con la testa verso il
petto e la mano desta chiusa a pugno al solito, come dormiva sempre,
davanti le labbra con le falangi intermedie. Sembrava sempre come a
protezione o qualcosa del genere. E dormiva, doveva essere davvero
stanca. Ormai sapeva la differenza rispetto il semplice rilassarsi, e
quindi capito che dormiva, si sistemò vicino come si
distendeva
sempre e, pad in mano di nuovo, attivò un libro e si mi se a
leggere.
"Si è addormentata così"
Gask alzò gli occhi di sorpresa da cosa stava leggendo e
vide la
ragazzina dall'altra parte, divertita. Sedeva sulle gradinate opposte,
ridendo, con del cibo e bottiglie d'acqua vicino. Aveva preso dalla
zona sottostante qualcosa ed era salita in silenzio dall'altra scala.
"Sei riuscita a sgattaiolare senza che me ne accorgessi. E' chiaro che
qui mi sento troppo tranquillo e dovrei fare attenzione..."
"Sono stata brava?" mangiando quella che Gask riconobbe come la
mattonella al cioccolato e vari strati che aveva visto nel frigo
"sembra di vedere Beppo. uguale..."
"Oh, parli del ragazzino? Quel Beppo?"
"Si, è impossibile e capace di inventarsene sempre una nuova
per gioco. Voi due vi somigliate molto su certe cose."
"E perchè cè un ragazzino con voi?"
Gask guardò Kianta che dormiva a fianco, stava sempre con la
mano chiusa con le dita piegate contro le labbra e sembrava on aver
sentito il discorso, anche se parlavano piano.
"Diciamo che è riuscito a convincere qualcuno
perchè lo
tenesse e trattasse come uno di noi. Ecco perchè vive con
noi
allo Chateau"
"Intendi con voi... "
"Noi militari. Ma non lo addestriamo, diciamo che è la
mascotte
di tutti. Chiama tutti zio e partecipa alle Lezioni. La storia
è
lunga ma lui sarà cosa vorrà essere, senza
pressioni o
influenze. Così dice Kianta." guardandola sorridendo
"Quindi..."
Ma Marguerite non finì la frase, perchè Helias
apparve e
chiese a Gask di poter parlare con Kianta, per una faccenda importante.
gask gli disse che era meglio lasciarla dormire, perchè
nelle
ultime notte si era riposata poco. Gli disse quindi di discutere con
lui, andare altrove, ed Helias concluse che lo avrebbe atteso nel
magazzino blindato, sparendo. Chiese a Marguerite di non fare rumore o
qualcosa in generale, come toccare pad o qualsiasi cosa senza
autorizzazione. Ottenuta la promessa le sorrise, guardò
un'ultima volta Kianta dormir e si avviò verso l'uscita,
indicando a due uomini di guardia la sua mancanza per poco tempo, che
sarebbe tornato, vedendoli drizzarsi e mettersi in posizione di guardia.
Marquerite si mise a giocare di nuovo con il pad tranquilla,
finchè la porta non si riaprì.
Immaginò che fosse
Gask nuovamente, poggiando il pad ridendo. Ma così
presto,
pensò? E poi vide sei persone vestite in maniera comune che
osservavano il posto con curiosità. Appena la porta si fu
richiusa alle loro spalle e le due guardie chiesero la parola d'ordine,
i sei mostrarono le armi che avevano dietro in delle borse da palestra.
"Buoni ragazzi, due novellini come voi non vorranno finire male..."
rise uno di mezza età.
""Noi siamo...."
"lo so ragazzo, chi siete...." disse l'uomo a uno dei due, che tenevano
le armi verso i visitatori ma erano in minoranza "Le cose sono due.
POtete anche sparare a me, ma poi verrete presi. E prenderemo anche
questa gente..."
"Marquerite..."
L'uomo si voltò verso la donna che, dietro la porta protetta
dai
due uomini incerti sul da farsi, urlava verso la parte opposta
dell'edificio chiamando la figlia con terrore.
"Controllate...." ordinò l'uomo a quelli che stavano dietro
di
se, mentre osservava le persone che lo fissavano dall'altra parte del
vetro.
Marquerite si spaventò, guardò verso Kianta ma,
non si
era resa conto come e perchè, lei non fosse più
dove
stava dormendo. Si era alzata sulle gradinate e poi verso il parapetto,
e Kianta era sparita. Vide due uomini correre e salire i gradini verso
di lei e restò bloccata dalla paura.
"Adesso cari signori, poggiate le armi o la bambina si farà
male. Non vorrete rischiare agendo da eroi, di farle la bua" ridendo,
mentre le due guardie correvano con gli occhi verso la zona controllo e
guardia, dove doveva esserci anche il Comandante. Ma dove era? Uno
guardò l'altro facendo un segno negativo, era chiaro al
secondo
che parlare di lei era pericoloso. La conoscevano ormai troppo bene per
sapere che sarebbe successo il delirio, se avessero lasciato fare.
Così poggiarono l'arma a terra e alzarono le mani, mentre
Marquerite veniva portata al centro con loro. Vicini, osservarono gli
uomini.
"E così il posto sarebbe questo... interessante. Lo
immaginavo diverso"
L'uomo di mezza età, rotondetto di vita, con giacca e
pantaloni,
sembrava un professore di scuola bonario e col sorriso. Ma gli
occhietti vispi erano troppo intelligenti e cattivi.
Si voltò e guardò di nuovo la zona degli ospiti,
facendo
commenti sul fatto che fossero tanti topini in gabbia. Bastava aprire
la porta e sceglierne qualcuno per i loro scopi. Questo
agitò la
gente all'interno, urlando che avevano ragione. Erano in gabbia, erano
ostaggi e tutti i discorsi negativi dell'inizio. L'uomo
sogghignò verso Marguerite e disse di prenderla e tenerla
come
scudo, nel caso qualcuno volesse fare il furbo.
Tuttavia uno degli altri, sembrava più giovane,
iniziò a
lamentarsi e domandare perchè. Non sapeva che bisognava fare
qualcosa alle persone. Tutti gli altri lo fulminarono, portandolo a
zittirsi, mentre tenevano Marguerite con una lama al collo,
accompagnato da un altro armato da un fucile enorme.
"Perchè mai alla gente piace così tanto vedere
gli altri piangenti e tremanti, per le loro schifezze"
Tutti si fermarono di colpo, le persone che urlavano e scappavano nella
zona ospiti e i sei uomini più Marguerite. Dietro i due
uomini
di guardia con le mani alzate, verso la parete di fondo, Kianta era
seduta tranquilla a giocare a scacchi con nessuno. Aveva la scacchiera
con i pezzi messi come a partita avviata, osservandola riflettendo con
sguardo accigliato. per poi portare gli occhi verso gli ospiti. I nuovi.
"O forse so perchè.. perchè eccita
l'eletricità
nelle vene di quel che accade e di avere controllo quasi divino sugl
ialtri. SApere di essere così in alto che la gente ti prega
come
fossi in DIo..."
"Alzati e mostra le mani" urlò l'uomo rotondetto, mentre gli
altri armati si mettevano a cerchio intorno a lui.
"Ospiti inattesi. Affascinante..." disse lei allontanando il dito
indice dalla guacia mentre rifletteva per la mossa successiva e li
guardava "considerato che nessuno conosce questo posto e non dovrebbe
essere in grado di entrare senza esser notato. Almeno, così
volevano.... per favore, spiegatemi cosa volete. Il come
siete
qui e come sapevate di noi, al dopo...." tornando alla partita, .
"Tu chi cazzo sei e come sei arrivata lì, che avevo
controllato tutto!"
Kianta voltò lo sguardo verso uno di loro, grosso, con
capelli a
spazzola e aspetto da drogato disperato ma pericoloso. Occhi cerchiati
di rosso, barba di qualche giorno e le braccia di uno che sembrava
pestare la gente come le era capitato di vedere, trattando con certa
gentaglia. Chiaramente era lo scagnozzo spaccaossa. Invece
fissò
l'uomo di mezza età e sorrise. Si alzò e fece
qualche
passo, fissandolo sempre, mentre luomo dall'aspetto di un drogato ma
col fisico di lottatore le puntava la pistola.
I due uomini di guardia sussultarono quando la videro, poi chinarono la
testa guardando in basso, rimanendo così.
"Credo di sapere chi tu sia... se hanno utilizzato quella posizione con
te... tu sei la puttana di quel biondino. Quella che non amano in
molti, ma spacca culi..."
"Nonnino, posso chiamarti così" parecchio fredda ma
chiaramente
stava cambiando atteggiamento dalle parole dell'uomo "il fatto che tu
mi conosca mi induce a pensare che vieni per qualcosa. Specifico. Non
sei dei nostri nemici, quelli comuni. Quindi...."
"... detta La Signora di Zamok o Novymir! Colei che guida il castello o
il mondo nuovo, come viene accorciato. Sono sicuro sia tu..."
Kianta si zittì. Lo fissò, alzando il mento ,
inclindando
la testa verso sinistra un pò, guardandolo fisso
senza
muovere gli occhi. Cambiando anche la sua espressione e modo di
considerarlo. E mutando l'atteggiamento.
"Adesso mi preme sapere davvero tu chi sia. Sporcare così
questo
posto con la vostra presenza, utilizzando quel nomignolo davvero
imbecille che qualcuno dei ricconi che il leader tratta, ha coniato.
Così, perchè non aveva altro di intelligente da
far
masticare al suo cervello. Se tu lo conosci, se sei qui con queste
piattole, mi conosci e comprendi chi sono immediatamente, finisco qui
di giocare. E' chiaro che tu sia qui per qualcosa di preciso, corretto?"
"Quelli come noi non giocano mai. SOlo gli stolti giocano con gli altri"
"Sbagliato. Se tu ragioni così allora sei proprio la feccia
che
immagino, la tua intelligenzz è melma come la tua
capacità empatica. Tu sei uno di quelli che spara ed elimina
senza battere ciglio, corretto? Freddezza celata da educazione. Tu sei
della risma dei Puliti, organizzati. Ho già capito come sei,
quindi perchè no... torniamo a giocare. Benvenuti nella
Torre,
spero che possiate dimostrarmi davvero le vostre
abilità...."
allargando le braccia come un invit o caloroso con un sorriso.
E sorrise, sempre più malignamente mentre due degli
uomini,
tra cui il drogato, alzarono le armi verso di lei mirandola. Ma
qualcosa cambiò, nebbia rossastra di levò di
colpo
intorno a tutti, ammorbidendo l'ambiente alla vista, rendendolo
più ovattato sia nel suono che in cosa l'occhi vedevano.
"State calmi" urlò l'uomo di mezza età
"è
illusione, lei crea illusioni" urlando per farsi sentire,
mentre
si voltava a gardare tutti gli altri impauriti dalla strana nebbia
improvvisa "guardate, è illusoria, guardate solo bene e non
fidatevi delle illusioni "muovendo la mano intorno, mostrando che
attraversava la nebbia, non la spostava ne sentiva.
Kianta calò gli angoli della bocca studiandolo,
voltò il
viso verso la spalla destra, sempre senza mai muovere gli occhi come
faceva quando ragionava, lasciandoli fissi sull'uomo, come se qualcosa
macchinasse nella sua testa. Poi qualcosa si mosse intorno a lei. Una
coppia di serpenti squamosi e brillanti, con riflessi arcobaleno e
testa tonda, striscianrono verso le sue spalle attorcigliandosi a
spirale sopraa braccia e busto. lei non si mosse ne altro,
guardò solo l'uomo. I due serpenti si portarono ognuno sopra
una
spalla e poi aprirono la bocca, mostrando zanne e normi e occhi
brillantissimi.
"Non vi fidate, continuate a tenere l'obiettivo...." urlò
l'uomo
Kianta rialzò gli angoli della bocca verso l'alto, in un
ghigno
demoniaco, e i due serpenti con una testa e il corpo grandi quansi
quanto quella di lei, non riaprirono la bocca, mostrando sputi dritti e
veloci verso gli uomini rumorosi. I due che la tenevano sotto mira
vennero investiti da qualcosa che l ifece urlare , imprecare, lasciare
le armi che finirono a terra.
L'uomo di mezza età li guardò mentre si torcevano
con le
mani verso la faccia e collo, tornò poi verso di lei, ma era
sparita nella nebbia rossiccia. Poi si guardò intorno. I due
uomini aveva conficcati nella faccia, negli occhi o vicino, sul collo,
aghi lunghi e spessi che svettavano contro la pelle. Erano paurosi, non
usciva sangue ma la pelle intorno diventava rossa. Cercarono di uscirli
tirandoli, uno dei due ne aveva uno in un occhio, al centro, un altro
nell'orbita e sparsi su viso e collo. L'altro uomo si era voltato e
chiamava il nome di qualcuno, forse un altro di loro, ma invano. Gli
altri si erano radunati intorno all'uomo che sembrava il capo, con le
armi spianate.
L'uomo che teneva Marguerite tramava visibilmente, teneva il coltello
un pò lontano ma era comunque un rischio, pensò
una delle
due guardie ancora ferme con le mani alzate.
"Non ti muovere, lei farà finire tutto in casino ma non
dovremo
fare ninete..." disse l'altro che sembrò intuire i pensieri
dell'amico"
"Eì prorpio perchè potrebbe finire inv acca che
ho paura"
"Io mi fido di lei... come sempre. E' per questo che ha quella
carica..."
"Spero tu abbia ragione"
I due uomini, ancora con le mani alzati, non si mossero di comune
accordo e lasciarono fare al Comandante.
Quello con il coltello di colpò mugolò, quando
qualcosa
come una palla scura e grossa, arrivandogli aquasi al ginocchio,
rotolò vicino a lui, poi intorno.
"Lasciala a me, altrimenti non tornerai a casa, oggi" docelmente.
Si votò vedendo Kianta vicinissimo a lui, con una mano
aperta a
indicare la ragazzina, con un sorriso abbozzato ma cattivo. QUando
questi rimase come un cervo abbagliato dai fari, sconvolto per quella
cosa che rotolava vicino a loro, sudò freddo. E Kianta
rimase a
guardare, spostando gli occhi a terra. L'uomo tremante,
guardò
vicino a lui e quella cosa che rotolava sembrò una palla
bulbosa, per poi smembrarsi muovendosi. Si slegò dalla
posizione
con schiocchi terrificanti, alzandosi e mostrando un corpo umano solo
muscoli e ossa. Un essere scuoiato, però del color cenere,
si
mosse dalla posizione a palla quasi slogandosi gli arti, anche se non
era così, per divenire qualcosa di più alto,
longineoo e
pieno solo di fasce muscolari. Solo una frangia marroncina che pendava
dall'inguine a metà coscia, copriva le parti basse. La testa
era
un teschio con occhi vitrei come le bambole, con una bocca non umana ma
formata da denti acuminati nella parte laterale e sul davanti solo due
aculei sopra e sotto, con il teschio che sulla zona dove normalmente
gli umani avevano la raggiera di denti, l'osso del cranio che formava
la base degli aculei, con avvallamenti spigolosi. I due denti davanti
superiori combaciavano chidendo la mandibola con quelli di sotto, ma
l'essere aprì la bocca fissando fittamente l'uomo,
muovendosi
come se le articolazioni andasse male. Allargando le braccia,
come l'uomo vitruviano, urlò con un suono che somigliava al
verso umano sotto colpi di teiser elettrici e brillò, come
una
supernova, illuminando a giorno pieno tutto il posto, come fosse lui
l'astro del cielo e la terra. Tutti furono abbagliati ma
urlarono
in tanti una preghiera di aiuto.
L'uomo che teneva la ragazzina cadde a terra sconvolto, ansimando,
dimenticandosi di lei e osservando l'essere che camminava accanto a lui
fissandolo, incurvato a terra, con gli arti ripiegati come un
gatto nell'atto di studiare l'avversario prima di scattare.
"Suvvia, vuoi davvero restare lì terrorizzato e tremolante?
Dimmi perchè siete qui e chi siete, e lo manderò
via"
Kianta apparve accanto all'essere, che si sollevò sulle
lunghe
gambe fasciate di muscoli a fissarla, ma non per intimorirla, ma quasi
come un cane che attende istruzioni e guarda mani e viso
dell'addestratore per ordini.
Marguerite nel mentre, veniva tirata in silenzio indietro e poi sotto
le gradinate, in cunicoli celati dove si insinuarono. Si fermarono e
tirò un sospiro duro per guardare poi la persona che l'aveva
salvata. Era Kianta, che le porgeva qualcosa dopo averlo preso da una
qualche scatola appesa, e le intimava con un dito sulle labbra di far
silenzio. La ragazza guardò lei, l'altra Kianta che si
ergeva
davanti l'uomo che prima la teneva come ostaggio e restò con
la
bocca aperta. Kianta le diete un colpetto con le dita su un braccio e
le mostrò sotto l'orecchio sinistro un apparecchio, le fece
segno di silenzio e si mise a osservar ela scena. La ragazzina la
imitò, stringendo nella mano una sorta di contenitore
cilindrico
sottile.
"Non è con lui che devi parlare. Sono io che ho le
risposte..."
Kianta tra gli uomini nella nebbia rossigna, si voltò verso
l'uomo che aveva parlato. Sempre l'uomo di mezza età e
sorrise.
"Semplice dire così, facendo credere che gli altri sono solo
pedine vuote. Nulla sanno e nulla dicono. Ma è davvero
così?" voltandosi verso l'uomo ancora terrorizzato che
fissava
la creatura, che spostava la testa verso chi parlava "ci sono cose che
sarebbe meglio accertare, sai?" disse lei a quello bocconi vicino ai
suoi piedi.
"Che...come mai che Joseph dice che sono illusioni, siamo finiti
così?"
"Sono solo illusioni, stupido. Alzati e riprenditi, non abbiamo tempo!"
gli urlò il capo, spronandolo.
Kianta rise guardandolo, dicendoperchè
l'uomo a terra si riprendesse e seguisse l'ordine. Ma quando questi si
rimise sulle ginocchia, Kianta riguardò il capo, fece dei
passi
indietro e sorrise malignamente. E fu allora che la nebbia rossiccia si
fece bianca intorno all'uomo non ancora rialzatosi. E questi
urlò, disperato, disumanamente, con urla strazianti e
movimenti
incmprensibili. E una nebbia e un suono di pressione che lo
avvelgevano. L'essere si rifece palla e rotolò intorno alla
massa bianca e forte, finchè non si fermò!
In quella zona la nebbia rossigna venne meno e l'uomo che aveva tenuto
Marguerite in ostaggio era come vegetale, con le braccia nella
posizione del pugile, bruciato e crostoso sulle zone della pelle
esposte, mentre i vestiti fumavano. I usoi lamenti di dolori erano
gutturali e come spinti da rantoli di dolore. Tremolava, forse anche
per lo sforzo di respirare, ma era ancora vivo. I suoi movimenti
convulsi che si erano visti mentre infuriava quella strana nebbia
bianca a pressione, ora erano insesistenti, tranne la respirazione e il
tremolio.
"Che peccato. E' prorpio vero che le illusioni molte volte nascono solo
dalla mente...." sussurò Kianta con dolcezza, scuotendo la
testa
con amarezza guardando l'uomo a terra,camminando alla sinistra degli
altri uomini, che si spaventarono e si strinsero tra loro, aiutando
anche quelli con gli aghi che cercavano di estirparli tutti con sommo
dolore e difficoltà. Lei portò le mani dietro la
schiena,
guardandoli tronfia, con un ghigno, per poi osservarli uno a uno come
se scegliesse un cucciolo da portare via.
"Chi sarà la persona che Hævn non
colpirà, se
spiegherà questi piccoli dubbi che rosicchiano la mia
mente?"
scherzosa, doldolandosi sui talloni
L'essere ancora a palla scivolò verso di lei e si
rislegò
alzandosi, guardandola in attesa, per poi fissare loro. Aprì
leggermente la bocca, mostrando una lingua che vibrava al sibilo che
emetteva, come un umano sofferente e in agonia, tra la vessura a V dei
denti, netta, peggiorata dai denti come quelli di una tigre.
"Vedete, è già strano cheluiconosca
perfino quei nomignoli stupidi chela gente mi ha dato, per quelle volte
in cuiho dovutopartecipare
alle stupidaggini del Leader. Era suo ordine, l'ho fatto. Ma mi
chiamavano in quel modo per il mio ruolo là dove erano
ospitati.
Come fate voi a conoscerli se non è stato qualcuno di loro,
a
mandarvi?"
"Per favore zio diglielo, diglielo... non volevo venirci, non sono
adatto a queste cose!!!"
"Stai zitto!!" urlò iratissimo il capo verso il giovane, che
daquando era entrato, lagnava la sua non desiderata partecipazione e la
volontà di andarsene. Kianta spostò lo sguardo
verso il
giovane, fece un cenno con la testa verso di lui e l'essere
guardò il giovane e si riacquattò per avanzare.
"Non so come tu faccia a rendere reali quelle illusioni, ma farci del
male non aiuterà a..."
"Fare del male... io non voglio fare del male. Io voglio far sbocciare
in voi orrore e terrore, disperazione e tormento perchè
adesso
so chi siete. Ho tutte le vostre schiede e informazioni. Non ho bisogno
di farvi torturare per averle. Ma cè una cosa che mi
manca..." apparvero davanti a lei luminosi dei rettangoli
che sembravano pagine con foto e informazioni che si
componevano.
Erano gli uomini nella stanza, tutto ciò che era conosciuto
era
presente in quelle pagine a mezz'aria di colore azzurro, e loro stessi
le videro. I loro volti, molte informazioni di lavori e
abilità.
COn due dita Kianta voltò a destra a sinistra le pagine che
tralucevano illuminandola e scorrendo. A ogni gesto, le pagine
scorrevano nella direzione che faceva con le dita e scrutava cosa vi
era scritto.
"Voglio sapere come avete quelle informazioni e perchè siete
qui. Troppo facile conoscere me, che dovrei essere solo un vago dato,
questo posto e loro" voltandosi verso gli ospiti dietro i vetri "siete
andati a colpo sicuro, non siete stati visti dai miei uomini, e li
striglierò per davvero più avanti. Con le
spazzole per
cavalli tra l'altro, così avranno impresse per bene le
mancanze
dopo addestramneti e tutto il resto. A che servono uomini qualificati,
che poi scarafaggi come voi si intrufolano lo stesso? Però,
voglio solo i tre pezzi del puzzle. E li voglio. Chiaro? Se tu conosci
quei nominativi e altro, allora sai come im comporto con gente come
voi..."
"Ne ho un sentore..."
"NO" apostrofò lei fissandolo con occhi grandissimi e seri
"tu
non devi avere sentore. Tu devi sapere cosa accade alla gentaglia che
lavora ed esiste solo per il male degli altri. Le vostre fedine penali
sono da Pulizia. E mi assicurerò che accada. Ma ancora non
ho
deciso se meritate il ricondizonamento o solo la vista dei
vostri
amici è un deterrrente idoneo per farvi capire che io non
scherzo. QUando si è superato un limite. Avete ucciso della
gente anche ignara di voi, e perchè sono morti dopo aver
anche
sofferto. Interessante. Vorrà dire che proverete su di voi
la
stessa cosa, lo stesso modus operandi per ogni giorno di vita su questa
terra. Troppo buonisti i governi che tengono lo schifo come voi in
luoghi dove alla fine hanno comodità, televisione, internet,
passatempi... mangiano e bevono bene, sapete? Oh, alcuni di voi lo
sanno a quanto pare. Non è stato poi male andare dietro le
sbarre, visto che ne siete usciti bene e avete fatto anche peggio dopo.
Ho sempre pensato che, tranne per alcuni casi, la maggior parte di voi,
melma vivente, non meriti riabilitazione e seconda chance, che tenga.
Non con me, non da me!"
L'essere si portò davanti a lei, fissando il ragazzo. Poi
gli
uomini udirono qualcosa alle loro spalle. Ringhi vagavano fra la nebbia
rossiccia, divenendo corporee orecchie lunghe e diritte, scure. Due
cani si trovavano dietro di loro, ringhiando. Il ragazzo
urlò
terrorizzato e si strinse allo zio, che tentava di calmarlo e dirgli
che erano tutta finzione.
"Ambiorige, Vercingetorige! Seduti" ordinò lei chiundendo
con un
gesto secco il pugno dentro nella mano sinistra, con braccia parallele
al pavimento. I due cani obbedirono subito, leccandosi i baffi. Erano
cani di grossa taglia, ben sviluppati e con ottime muscolature. Occhi
intelligenti e vigili.
"Bravi ragazzi. Manca Viriato, ma due sono idonei ugualmente. Tutti i
nostri cani sono addestrati fin da cucciolotti. hanno mansioni diverse,
questi non sarebbero da combattimento e missioni, ma sanno cosa fare
con la melma..." sorridendo agli uonini con malignità "sono
Belgian Malinois, una razza che in pochi pensano di conoscere.
Più fini ed eleganti della versione tedesca, meno paiocconi
diciamo, ma sono molto apprezzati dopo che li abbiamo proposti come
cani addestrati e preparati per vari compiti. Come i cugini tedeschi,
sanno fare il loro lavoro nell'ambito militare e di protezione. Quindi
fate attenzione..."
"Stupidaggini, sono finti, immagini virtuali" sbraitò uno
degli
uomini con ancora una pistola, uno di quelli scampati agli aghi e il
vapore bollente, che però sapeva solo lei. "ora ti sparo in
quella testa di cazzo e la finiamo qua!" urlò, puntandole
contro
l'arma, nonstante l'incitamento del capo alla calma e a non fare nulla
di stupido
"Verci... per favore, procedi. Anche tu Ambi...." disse lei come se un
bambino stesse facendo i capricci, alzando gli occhi al cielo facendo
dei gesti con le mani.
I due cani di tutta risposta scattarono, Verci si portò
sotto
l'uomo, che tentò di girarsi verso di lui con l'arma vicino
al
petto per prenderlo. Ma il cane afferrò con i denti l'arma
dalla
mano, colpendo con le zampe il petto dell'uomo, sbilanciandolo. Si
portò a terra senza problemi, tenendo ancora la pistola in
bocca, guardando Kianta. L'uomo aveva avuto il tempo di cadere di
sedere a terra che Ambi gli mozzicò un ginocchio con forza,
la
rotula precisa tra le zanne e lo ferì. Poi mentre l'uomo
cercava
di allontanarlo e tenersi il ginocchio tra le mani, Ambi corse intorno,
spaventando gli altri, e azzannò l'altra rotula con forza,
finendo il lavoro mettendosi vicino all'uomo, seduto. Verci lo
raggiunse con l'arma ancora in bocca.
I due cani si sdetterò e attesero altri ordini. Uno con il
manto
cannella e nera tutta la testa con orecchie, che scendeva, solo al
petto, come una macchia. L'altro, Verci, aveva un manto quasi
tutto nero con sprazzi di cannella, con una forma naturale
come
di uccello bianco sul petto, con testa e ali spiegate. Muso lungo e
forte e orecchie grosse grosse e dritte sulla testa. Verci attentissimo
con orecchie così dritte che sembravano disegnate a
triangolo,
Ambi come ali di farfalla come diceva Jd, per quei lembi alla
base che allarvaga la forma.
"Bravi! In Attesa!" ordinò lei con altri gesti, e i cani
restarono a guardarla ma facendo attenzione agli uomini vicini, tanto
che Ambi vedendo i movimenti degli altri, ringhiò
contro
di loro, per poi fermarsi e osservare la padroa. Quello ferito alle
ginocchia piangeva disperato, ma Kianta lo lasciò stare.
"Allora. Come vanno le mie illusioni!"
"Come diavolo sono entrati. Come fai a...:"
"SONO IO CHE FACCIO LE DOMANDE!" tuonò lei, cambiando
atteggiamento ed umore "adesso basta, sono stufa. Voglio sapere come
hai quelle informazioni e cosa volevate fare.Adesso!"
Ma il silenzio pervase il luogo e Kianta iniziò a muovere la
mascella come se masticasse pianissimo. Alla fine sospirò
spazientita, li guardò irata e chiese nuovamente di avere
quelle
informazioni. Nulla, rimasero tutti, tranne i feriti, silenziosi a
fissarla.
"Helias, per favore fai tu qualcosa prima che perda la pazienza e li
picchi col pelapatate!"
"Come vuoi tu, madre..."
Gli uomini sussultarono a quella voce nuova e senza una direzione
precisa, finchè non ebbero un attacco come di tosse e
caddero a
terra come sacchi di patate.
Alcuni minuti passarono, finchè gli ospiti non compresero
che
era finita. La madre di Marguerite iniziò a battere i pugni
sulla porta perchè venisse aperta, per cercare la figlia.
Kianta
si voltò verso di lei, guardò i due uomini della
guardia
rimasti in disparte e ordinò di aprire. E questi accorsero
ad
eseguire l'ordine. QUando la donna uscì fuori, vide
Marguerite
che usciva dalla zona cucinotto con Kianta e si voltò verso
il
luogo dove aveva visto la ragazza l'ultima volta. NOn cèra
più vicino i cani, che erano sempre seduti, a fissare
attentamente la scena. Era con la figlia. Marguerite andò
verso
la madre e si abbracciarono. Anche un ragazzino scappò dalle
due
guardie e andò a guardare gli uomini a terra, agitando un
pò i cani. Kianta fece dei gesti verso di loro e restarono
fermi
e più calmi.
"Tu cosa fai qui fuori" chiese lei al ragazzino
"Come hai fatto. Sei magica? Sei magica sei come Harry potter o una
strega come dice sempre il prete? Che sono cattive?"
"Il prete..." sputò lei quasi schifata "Qualè il
tuo nome"
"Mi chiamo F..."
Una donna chiese di passare alle guardie e quando Kianta la vide, fece
cenno di assenso e la vide correre a rimproverare il figlio,
avvicinandosi. Kianta fissò la donna attentamente, poi
guardò il ragazzino che doveva avere poco meno di
Marguerite e disse con calma qualcosa.
"Sei forte e coraggioso ragazzo. Interessante come sia venuto fin qui a
guardare questo..." indicandolo con una mano
"Ma ora ce ne andiamo. TOrniamo all'alloggio" disse la madre,
contrastando le proteste del ragazzino
"Come mai volevi vedere loro" gli chiese
"perchè siete fighi, fate le cose diverse dai film e no
nfate
troppe sparatorie e tanto sangue. Credevo vi fosse una sparatoria,
invece quello che hai fattoè... cosè, magia?
Esiste
davvero? E' possibile farla senza le bacchette come..."
"Quest anon è magia ragazzino. E' capacità e
tecnologia.
E' così che molte cose sono state cambiate, come le sorti
umane.
Nel bene e nel male"
"Anche io voglio fare il militare" attirando le proteste della madre.
Kianta rise e dopo aver fissato la madre, che fissava lei in un modo
strano, sorrise a disse qualcosa al ragazzino che ascoltava attento.
"L'importante è che consideri chiave studiare. Si, magari
molte
cose non le userai o ci saranno argomenti che saranno considerati solo
conoscenza generale, ma non è mai detto nella vita cosa
potrebbe
accadere. Sappi che, sopratutto nella società moderna, nulla
è sicuro. Molte persone si sono trovate da situazioni sicure
a
doversi reinventare. E sai cosa? Quello che avevano studiato, imparato,
è servito. Un esempio? Chi aveva studiato chimica al liceo e
università, ha trovato impiego come rappresentante o
comunque ha
avuto un'opportunità in campo farmaceutico. Può
sembrare
strano ma non è così. O per la propria passione
ha aperto
un negozio con tutti i permessi e certificazioni per i propri prodotti,
per detersivi ecologici, sapone vegetale per la persona e non, sartoria
e via dicendo, facendolo da sè. Chi invece conosceva libri,
leggeva molto, ha trovato impiego in siti e blog del settore,
scoprendosi anche bravo. Mentre prima voleva essere altro ma
ha
perso il laovro per vari motivi. Ma anche in cucina, sport, e via
dicendo. Quello che leggi, studi e apprendi non è detto che
non
serva. Come la matematica. TUtti che urlano che nella vita la
matematica non serve più. Intnato i conti mensili e annuali
devi
conoscerli. Come calcolare esempio gli sconti per vedere se i
negozianti hanno fatto i furbi. Questo per dirti che devi fare quello
che senti, vuoi essere, ma ricordati sempre che sapere ti porta
più in alto. Anche nei lavori normali se hai lauree, corsi
specialistici vari scali i livelli lavorativi. Sapere è la
chiave, ricordatelo. E non comprare diplomi e laurea con quei mezzucci
delle pubblicità che ti aiutano, pagando molto, ad avere i
titoli. Solo se sei bravo e capace allora puoi farlo se non hai tempo
per lavorare e studiare. Chi è un brocco si vede e fai
cattiva
figura..."
Kianta guardò la donna, sorridendole in modo strano.
"E non pensare che il modo per andartene da casa, se non ti senti a tuo
agio lì, è sposarti e credere di aver risolto.
Non
sfruttare i nonni per avere soldi dietro inganni vari e sii sempre una
eprsona gentile ed educata. NOn uno stupido, non un fesso, non un
sempliciotto. Educazione, ma senza farti mettere i piedi in testa!"
Fissò ancora la donna, poi la porta si aprì e
comparve
Gask trafelato, correndo in modo strano, finendo per fermarsi quasi
slittando per cosa cèra a terra. La nebbia finta era sparita
da
un pezzo, si sentiva mugulare l'uomo ustionato, mentre gli altri erano
a terra. Fermi.
"Cosa... helias mi ha teso uno scherzo e quando ho capito, sono corso
qui."
"Scherzo... dovevo solo seguire gli ordini!" disse lui offeso comparendo
"Ha solo eseguito gli ordini di base. QUando eri lontano abbastanza ti
avvisato di cosa accadeva e ti ha chiesto di non mostrare nulla per non
attivare la curiosità degli uomini. Ma come vedi
è tutto
risolto" ridacchiando. Poi guardò i due uomini davanti la
porta
e disse loro di andare fuori le porte e controllare che non arrivasse
nessuno e nel caso mandarlo via, che avrebbero risolto loro la
situazione. I due uomini fecero il saluto e si avviarono, chiudendo la
porta esterna dietro di loro.
Kianta guardò la donna tirarsi il ragazzino, mentre
Margurite
parlava con lui tornando nella zona ospiti e così decise di
chiedere a Gask di aiutarla e sistemare quei soggetti particolari.
Gask però volò verso di lei sorprendendo tutti, i
quattro
si fermarono scorgendolo correre verso il centro, come se la morte lo
stesse alle calcagna, e afferrò le braccia di Kianta,
all'altezza dei bicipiti, e scuotendola un pò le
urlò
addosso.
"Che è successo. Sei ferita? Hai qualche pallottola da
qualche
parte? Cè bisogno di qualcuno?" sfornando domande a raffica,
guardandola e girandola per controllare che non avesse ferite.
"Smettila, non ho nulla. Cosa credevi, che facessi Bob Sparamincentro?
Non sono un figurino 3d da addestramento" ridendo e stringendogli le
mani per staccarle dalle braccia, che iniziavano a farle male. "Tu
piuttosto, cosa hai fatto a quella"
Kianta indicò la gamba sinistra che stava un pò
piegata
rispetto all'altra, e anche mentre la teneva e scuoteva leggermente,
tutto il peso era su un solo braccio, più dell'altro.
"Nulla" bofonchiando.
"Eravamo all'altezza del Bronco quando l'ho avvisato di come stavano
andando le cose. Gli ho chiesto di non far capire nulla ma si
è
fatto a passo spedito tutto i l tragitto come una locomitiva a carbone,
schivando la gente e dicendo che tutto andasse bene, che aveva
un'urgenza. Credo che gli uomini siano rimasti confusi sul tipo di
urgenza...ancora di più perchè sembrava un
maratoneta con
un gluteo intorpidito" sghignazzò Helias comparendo vicino a
loro, agitado la testa in alto divertito. "Si è preso una
storta
o altro per la fretta"
"Lo avete reso troppo umano"
Kianta rise, vedendo Gask offeso delle azioni di Healis e come lo
prendesse in giro. Helias era una IA autoapprendente che imitava alcuni
tatti umani che considerava divertenti o si divertiva lui stesso,
parecchio razionale, per le manifestazioni umane.E azioni che
reputava strane e incomprensibili, come quella di Gask.
Kianta
rise e pensò a una cosa, che questo momento era per "Who
will
save us now". Pensò a questo, questa idea, mentre vedeva
Helias
ancora ridere e Gask guardarlo offeso mentre zoppicava un pò.
Si portò quindi, facendo il giro alle sue spalle
perchè era alla sinistra, alla destra di Gask,
tirò il
braccio verso la sua spalla destra e gli disse di usare solo
quella buona, e da stampella avrebbe provveduto lei. Che.
Ridendo di gusto, mentre teneva il braccio destro di lui intorno alle
sue spalle e con l'altro braccio lo reggeva sulla schiena.
"Pensavo agli ospiti" balbettò mentre si faceva trascinare
verso la zona ristoro, dall'altro lato.
"Bugiardo. Ormai ti conosco" rispose lei tranquilla, senza guardarlo ma
non riuscendo poi a tenere la serietà sul viso.Scopiando a
ridere, quasi sputacchiando.
"Mi ero dimenticato che non hai bisogno di aiuto. Ho visto che Verci e
Ambi sono qui. Sono entrati dalle zone di emergenza?"
"Esatto. Helias li ha chiamati per me imitandomi con
l'aspetto e sono corsi qui. Caruccetti. Avranno un premio,
dopo"
Gask fece un verso gutturale con una faccia poco felice e Kianta rise.
Si erano dimenticati degli ospiti, della porta aperta, de i quattri che
invece di rientrare stavano a vederli parlare, facendo qualche passo
verso la prima sedia che trovavano.
"Non dirmi che sei geloso e non potrai avere un premio."
"No. io... No"
"Se sei sempre così impetuoso e... sempre irruento come un
toro,
che per correre a giocare con i nostri combina un disastro. Non puoi
prendertela con i cani. Prendi esempio da loro, così davvero
ti
diremo bravo e avrai un bel premio"
Gask si fermò, portandola a fermarsi a sua volta
perchè
il braccio che teneva la tirava indietro. Si guardarono. Lei sorpresa,
sbattendo gli occhi grandi confusa, lui serio fisso a
guardarla.
Aveva detto qualcosa di strano? Credeva si capisse che scherzasse.
"Lo capisci che se qualcosa andava male, saresti stata sola con quella
gente? Con Marguerite usata contro di te, come sarebbe finita? E
l'impetuoso sarei io? Mi sono spaventato a morte quando Helias mi ha
detto che dodici soggetti si erano introdotti di nascosto ed erano
entrati nel cuore della Torre. Anche se quelle volte tu hai risolto
tutto a modo tuo, finendo per fare più figura di noi, ora
eri
sola con della gente da proteggere. Cosa sarebbe accaduto?"
"Eri preoccupato?"
"cazzo, si. Avevo intenzione di entrare da uno delle vie di emergenza
ma... poi ho pensato di fare da esca per sviare l'attenzione dalle
porte. E quando ho visto tutti a terra, e quegli ospiti accanto ai
corpi, ho pensato al peggio"
Kianta sorrise, con un viso diverso dal solito, quando erano soli.
Sembrava un bambino monello che stava ridendo per qualche marachella.
Gli strinse il polso e gli diede dello scemo per non aver pensato con
lucidità, ma essersi pure mezzo azzoppato.
"Comunque, grazie di esserti preoccupato" continuando a sorridergli "ma
sai bene che quel tipo di preoccupazioni non rendono lucidi. NOn siamo
le altre persone, abbiamo fiducia nell'altro e siamo spalla a spalla,
schiena contro schiena, contro le cose. Ma sappiamo di non dover
proteggere l'altro come si farebbe con un civile comune. Trovo sempre
il modo di sistemare le cose, dovresti saperlo. Quindi la prossima
volta, pensa solo a quanto male puoi fare agli stronzi che vogliono
andar contro di noi. Quello che subiranno sarà
così
profondo che resterà traccia nel codice genetico, e i loro
discendenti ricorderanno ancora, tra generazioni, come se lo avessero
subit loro e cosa significa essere melma e cosa comporta. Ricordi le
Lezioni, no?" contenta, guardando i corpi a terra. Sopratutto quello
del ragazzino
"Come lui.... poteva avere una strada diversa, era diverso. Si
può salvare? Forse, dipende da lui, però. Tutto
dipende
sempre da se stessi, no?" continuando a fissare il ragazzo ridacchiando
"quel che resta di noi dipende dalle scelte. le scelte e le prese di
coscienza. Nulla più" continuandolo a fissarlo, disteso a
terra.
"E noi, noi cosa lasceremo?"
Kianta si voltò stranita, lo guardò dritto negli
occhi
all'inizio confusa, poi sorrise di nuovo a quella maniera. Strinse di
nuoov forte il polso che teneva e la mano sulla schiena e guardandolo
disse solo una cosa.
"Noi lasceremo qualcosa di indelebile. Impresso così in
profondità da segnare le nostre anime e il tempo. E quelle
degli
altri. Memorie impossibili da veder sbiadite, istanti mai scalfiti,
momenti felici che sono solo tali e basta. Tutto sarà in
noi,
quel che lasceremo, così forti come fuoco che incide tutto,
inesorabile, inevitabile. Ineluttabile contro tutto. E se
davvero
ci si reincarna, se davvero vi è un circolo del genere,
ciò resterà non importa le epoche, ere,
l'età
trascorsi. Saranno in noi, più forti delle ossa millenarie,
più profondi di qualunque buco si possa fare nelle terra o
quanto lo siano i buchi neri. Ne ricordi cancellati e ne le
reincarnazioni possono configgere.E negli altri, a noi bastano i
sorrisis e veder la gente felice, questo cambia altre persone e via
dicendo. Un circolo che continua, che parte da noi e se tutto
andrà bene, avvolgerà il mondo. Ecco
cosa lasceremo"
"QUindi... le pieghe del tempo o lo schifo della gente non potranno
nulla?"
"Non in questa vita, perchè giungeremo al Cambiamento per
salvare tutti gli altri, e in quel caso noi compresi, perchè
ne
per il Ciclo sarà possibile, se riusciremo"
"Giungeremo al Raggiungimento come i nostri NOI desiderano?"
"Adesso e nell'Oltre. Ecco cosa lasceremo."
"Il posto, la famiglia che abbiamo scelto e nella quale siamo felici,
il domani che sarà diverso da quello che conoscevamo e
sarà nuovo? Un domani accettato, che conosciamo come il
sole?"
"E tanto altro, ma che abbiamo creato, costruito, ambito, voluto.
Reale..." disse lei sorridendo con affetto
"E la gente sarà felice, non consocerà la
cattiveria ma
una mano giungerà verso un'altra? lasceremo un mondo che
avrebbe
voluto noi e quelli come noi? E se ci reincarniamo, troveremo a nostra
volta, come nostro lascito ed eredità?
"Tutto ciò che ti rende felice e ti fa sentire vivo ed
esistente, in questo mondo. E io sarò con te, come la
famiglia
che ci siamo scelti e amiamo... come una macchia, cambieremo il mondo
per avvicinarci alla Terra e all'anima..."
Gask sorrise con gioia "una vita dopo aver lasciato a Milan
quella che gli piace e sentirsi finalmente in un mondo voluto e che ti
vuole. Dove non sei solo un puntino da mantenere o scrostare via con
l'unghia..."
Kianta sorrise proseguendo, per arrivare ad una sedia in fondo,
perchè lui vacillava mentre pensava, quando Helias
avvisò
dell'arrivo di qualcuno. Si vide il braccio che stringeva a
sè e
sulle spalle tirato via, lui che si spostava e camminava malamente
verso un altro posto. Restò dopo essersi voltata lentamente,
sorpresa, triste e come con una delusione mista a mancanza. Ma sapeva e
capiva, solo non tornò composta e padrona di sè
subito.
Si voltò solo nuovamente per vedere chi entrava, sapendo di
fingere che nulla fosse stato detto e fatto, finchè non
fosse
venuto il giorno buono.
Ma delle armi le furono puntate addosso, mentre qualcosa di pesante
finiva a terra , poco distante, portandola a guardare senza capire.
presente
- giorno 5 - un giorno prima dell'intrusione alla Torre
Jd
cercò Kianta per tutte le Zone della Torre. Andò
ai
Polmoni e Bronchi, Fegato e Reni, nell'Adipe nel caso stava combinando
qualcosa delle sue, e anche controllò le registrazioni
dell'appendicite. Nulla. ogni volta si sentiva stupido a dare quei nomi
in codice alle Zone per informazioni ai suoi, e ad altre squadre. Ma
cèra poco da fare. Se non erano battezzate da Milan in un
certo
modo, non avevano quel non so che... ci perdeva secoli per davvero a
decidere cosa mettere. E quanto, spazientita anche Kianta, si stancava,
decretava il primo nome che gli veniva in mente. QUindi un giorno a
colazione, gli era venuta la brullante idea di confondere le persone
estranee indicando le zne di qualsiasi loro campo, fisso o temporaneo,
con i nomi di zone del corpo umano. Adducendo a non sapeva Jd stesso
che significati. Non era Kianta che amava sapere tutto, non era come
Milan che stravedeva per l'antico e riportarlo ove possibile. Non era
Gask con la sua memoria assurda, capace di ricordare tutto tranne i
nomi. Quello non lo aveva mai capito, ma con i nomi era un disastro. E
si sentiva meno un pò di tutti loro, perchè per
lui cosa
faceva Milan era eccentricità al cubo.
Alla
fine l'unico posto che non aveva controllato era il Cervello, dopo il
Cuore. In quest'ultimo le avevano detto che l'avevano vista dai monitor
di sorveglianza poco prima, che girovagava per dare istruzioni. Altro
non sapevano.
Così
entrò nella zona ospiti e vide un gruppetto di uomini, nelle
ore
di pausa, tutti assembrati al centro davanti il proiettore sistemato
tra di loro, a fare casino vedendo qualcosa che non riconobbe. Almeno
non avevano fatto un barbeque come il giorno prima, di sera, a cantare
e bere facendo baldoria con alcuni degli ospiti con cui avevano stretto
amicizie. Kianta non ne era felice, più per il casino
dell'odore
e fumo creato da tutto quello che avevano buttato sulle griglie, che la
camerata brilla creatasi.
"Capitano,
Capitano... stiamo rivedendo il meglio di Cian, registrato. E' troppo
forte, riesce a farmi morire ogni volta" urlò Konnor a Jd
vedendolo entrare, riferendosi a uno degli uomini che amava fare il
comico e cabaret, riuscendo anche meglio del previsto. Sapeva fare il
meglio con le voci di bambini, mettendoli in certe situazioni comiche
con gli adulti impersonando tutti, o parlare di suoi fatti personali in
un modo coinvolgente ed esilarante. Era stato uno di quelli che aveva
chiesto a Kianta di "prendere in prestito" alzune zone dello Chateau
per la proposta alla fidanzata storica del liceo e matrimonio. A
quel punto Kianta rimase basita e incapace di proferire parola. Quello
era uno scenario che,non voleva in verità, non
aveva messo
in conto per i progetti di miglioramento. Tutto ciò che era
amore tra persone come storie di relazioni, fidanzamenti, matrimoni e
figli non rientava in nulla di ciò che le stava intorno.
Dava
permessi, anche premio, agli uomini per recarsi dalle famiglie a
rivedere parenti e figli, ma non accettava molto la presenza di figure
sotto di diciotto anni se non rari casi, e persone che tubavano come
piccioncini. In quelle situazioni, se fosse dipeso da lei, avrebbe dato
un calcio nel didietro a tutti per dirgli di andare altrove. La cosa
coerente, pensava Jd, era che lei faceva tutto questo con chiunque di
qualuqnue sesso e genere. NOn giudicava, accettava qualsiasi tipo di
persone e vedeva tutti positivamente sempre che no facessero male a
nessuno. Provava non disgusto di baci, effusioni in generale, ma
rifiuto nel vedere innamorati di qualunque tipo fare dimostrazioni in
pubblico, perdeva la pazienza su argomenti inerenti o di figli, di
famigliari che pretendevano agli uomini o donne di andare avanti con la
lista della spesa e via dicendo. Lo sapevano tutti e si informavano a
mezza bocca i nuovi, se capitavano di incrociarla per la tenuta per gli
impegni quotidiani, nella mensa le poche volte che appariva e altre
situazione dove lei era presente. Sapevano tutti delle regole per cui,
se iniziano problemi di qualunque tipo per eventuali relazioni tra le
fila di militari, non importa del grado o sesso o altro, sarebbe
scoppiato il casino. Grosso. Aveva già manifestato in un
paio di
occasioni di litigi e ripicche tra alcuni per relazioni private,
sfociate in casino pubblico, pieno disprezzo per
l'incapacità
delle persone di essere matura abbastanza da sistemare le questioni
senza comportarsi da stronzi o bambini. Kianta aveva preso
provvedimenti seri e che ancora, dopo mesi e mesi, tutti ricordavano e
non volevano affatto finirci in mezzo. Subitrlo. Ma non sol oper
questioni di relazioni varie tra il migliaio di membri sotto Milan, ma
per ogni cosa. Kianta
sapeva punire in modi assurdi, per altri a vederli esilaranti o da non
provare mai, solo per far capire l'errore ed evitarlo in futuro. Milan
stesso quando nominò Kianta suo sostituto, placò
gli
animi facendo un discorso dinnanzi a tutti lgi uomini radunati e in
fila dinn'anzi lo Chateau. Motivo? Il malumore perchè una
donna
aveva iniziato a dettar legge nel loro ameno paradisello.
Perchè
i problemi e dubbi, erano questi, su cosa fosse ai loro occhi e che
fosse estranea. Donne giunte come compagni d'arme di pari livello e chi
dava ordini. Si erano ormai assuefatti ad una autogestione lasciata un
pò a se stessa, che piaceva. Eppure, dopo Lia e poi con
Kianta,
Milan aveva deciso e capito che prendere in pugno di nuovo le redini
della sua organizzazione era importante. Se non vi era pianificazione e
struttrazione di tutto ciò che già aveva,
perchè
fosse una macchina ben oliata e autonoma nel modo giusto, tutti suoi
progetti futuri andavano di pari passo. E Milan, con Dorde, aveva
capito di aver lasciato tutti i gruppi a se stessi troppo tempo, per
gestire piccole inbombenze. E, se si sfasciava la sua forza interna,
quella esterna cadeva. E
le proteste erano iniziate. Seppure Zidgi, Kovacs e Django, dopo un
primo incontro un pò burrascoso, per loro, avevano accettato
all'inizio Lia, gli altri non volevano donne tra i piedi. Tanto da
rifiutare ordini che di fatto erano accettati da Milan stesso. E
questi, stufo di vedere offendere non solo i cambiamenti di Lia,
mancandole di rispetto perchè lui stesso aveva acconsentito
a
tutto, ma essere oltraggiato nel suo stesso volere e
posizione,
diede un ultimatum. Già la loro posizione e accettazione
dell e
condizioni per entrare nella sua organizzazione significava-a
vita ,
a meno che Milan stesso si accordava con la persona per uscirsene
prima. A Lia la questione non piaceva, e faceva discussioni sulla
condizione, anche per la Raccolta, affermando che solo sette e gruppi
oscuri legano a se le eprsone a vita. O tramite accordi pre firmati. Ma
nulla, Milan pensava che la loro missione fosse per la vita.
E quindi si incavolò. E, essendo tutti parte
dell'organizzazione, era sottitenso dall'inizio anche per il passato
negli eserciti del mondo da cui venivano, che gli ordini erano tali,
chiunque li avesse dati, purchè fossero gradi superiori. Ma
tutti non accettavano quella donna, nonostante lei chiedesse, non
ordinasse, di non considerare i dati biometrici di nascita, ma cosa era
quel che faceva, nulla cambiava. Quella estranea che era giunta con
l'inganno, affermavano dai passaparola, e aveva deviato il Leader.
Come se deviare il Leader fosse facile, penso Jd, anche per una come
Lia e poi Kianta, che era contro i mezzucci e le scalate per trucchetti
sessuali. perchè il malumore era dato da questo. L'essere
donna,
non essendovene perchè prima il leader e loro pensavano che
erano solo dei fardelli fastidiosi, e l'ordinare cose che non
accettavano. E Milan mise fine alla questione, ordinando di vedere e
comprendere, non chinare il capo ma odiare alle spalle.
La cosa divertente per Jd fu, dopo aver assistito a scioperi, sberleffi
anche dinnanzi a lei, e piccoli sabotaggi, il godersi dei cambiamenti
andati avanti, anche dopo il confronto faccia a faccia con Lia.
Perchè lei non stava mai bella comoda da qualche parte a
scarabocchiare firme e fregarsene. Lei girava e controllava ogni cosa,
assisteva a lavori e riparazioni, affrontava occhi negli occhi tutti
lgi uomin che si mostravano recalcitranti. E, dopo i test per l'accordo
da cavia, aveva imparato le basi del combattimento e manipolazione.
Amava assistere al lavoro dei mentalisti e mediatori e, seppur non si
sentiva brava, era sicura che una discussione cambiava tutte le
situazioni. Certo alcune, come capitò, mettendo a frutto
anche
gli insegnamenti che Alaric, Lubo e Jd stesso le avevano impartito fino
a quel momento, considerando le regole militari di ogni secolo,
mettendoli in ginocchia con la forza.
Confrnonti di forza e abilità e i l più bravo e
capace,
se atterrava l'altro, aveva ragione e vinceva le questioni. Accadeva da
prima, con litigi e confronti di forza, armi, giochi dove anche si
scommetteva, per porre fine alle controversie. E a volte finiva
così, con Kianta che guardava con supponenza quello che
aveva
atterrato, affermando che per la legge della Lama, come veniva ancora
chiamato da secoli come regola tacita negli eserciti, aveva vinto
l'attenzione di tutti. Fortunatamente accadde poche volte, contabili su
una mano, perchè vedendo i miglioramenti e il luogo che
cambiava
faccia, si erano ricreduti e piacque a tutti la nuova vita. Come diceva
Lia, ogni luogo se sistemato e ben trattato, migliorava il tipo di
persone che vi vivessero. Cambia faccia a zone tipo il bronx e cambiano
anche le persone, così sono gli uomini. Così come
quartieri e zone di città nei secoli erano cambiati in
meglio o
peggio, proprio per l'azione di qualcuno. E così era lo
chateau.
Altra questione negativa sulle modifiche era che, a detta degli uomini,
tutto sarebbe cambiato in freddo e inospitale, quelle cose moderne che
sembravano belle ma a viverci veniva la pazzia. Si riferivano a sedi
come quelle che conoscevano per lavoro passato, dove tutto era
asettico, professionale, in metallo e moderno da dar fastidio alla
lunga. Molti lamentavano che vivendo in quei luoghi, si sentivano
sempre come in un ospedale. La questione era molto lunga, ma Lia
dimostrò che non era così, che si poteva
migliorare o
creare qualcosa di diverso dove non ci si sentiva a disagio. E questo
era legato all'antico. Paragonava le regole tacite militari ai luoghi
antichi. Il potere della mente e della sicurezza, ma quello era un
altro discorso troppo lungo,pensò Jd.
E aveva dato a molti un motivo per continuare senza dover impugnare
armi, dato scopi, qualcosa per cui valeva l'esser entrato
nell'organizzazione. PArecchi uomini avevano il PTSD, dove tutti i
problemi mentali e psicologici influenzavano completamente o in parte
le persone. Non era un problema solo nell'organizzaizone di Milan, ma
ovunque... persone che il lavoro, la vita o situazioni avevano rovinato
o peggiorato, peggio per il tipo di lavoro.
Inoltre, raccattare veterani con profondi problemi psicologici su
proposta di Lia, portò Milan a rimpinguare le fila in caso
di
necessità, e nello stesso tempo, avere persone consenzianti
per
terapie per provare ad aiutarli. Potevano stare in un luogo a loro
familiare ma sicuro, affrontare terapie ed essere allo stesso tempo un
elemento dell'ingraggio senza metter pi mani alle armi per usarle.
Secondo gli esperimenti di David. In praticolar eil progetto
Noûs. Allacciato anche a test fatti per il Teatro, che venne
usato per molti scopi e tutte le attività attivate.
Il conflitto con Lia non era sparito ma mitigato, supportata anche dai
tre, i primi con cui aveva battibeccato e che aveva spinto a ragionare,
che usare le parti basse per... niente. Come diceva lei. Quando nacque
Kianta, molte modifiche erano già state effettuate e in
corso di
attivazione, e lei dovette mettersi in pari per far contento Milan,
nominandola suo secondo.
Ricordava bene quel giorno, quando si aprì un fiume di
litigi tra tre persone. Milan, Kianta e Alaric.
"Trovo
doveroso, visto che ti sei
definita così bene e in poco tempo, affidarti un compito
importante. Visto che cè ancora tanto lavoro da fare e io ho
compiti chiave e impellenti a cui badare, ti nomino mio secondo. Sarai
Comandante di tutto e Gran Maestra della Casa, ossia rappresenti una
guida e detti le regole per questo grande ingranaggio che è
l'organizzazione." disse Milan, nella Sala della Pianificazioni,
sorprendendo prima lei, e poi tutti i Capitani presenti.
"NOn...non
ho capito!" buttò di colpo Kianta esterrefatta "cosa hai
fatto?"
"Ti
ho nominata mia seconda. COme ho
sempre detto a chi sappiamo, io non sono bravo alla gestione e cose
simili. Adesso, dopo che i primi progetti di miglioramento sono andati
a buon fine e me ne compiaccio, si deve continuare. E chi meglio di te,
che è, nonostante tutto, semplicemente Lei." compiaicuto
"Ferma
ferma..." iniziò a
urlare Alaric "tu hai deciso veramnete di dare a questa pazza
scatenata, nonostante tutto quello che è successo, il grado
di
capo qui, dopo di te? Di farle fare cosa vuole? Ti ricordo che lei
è, come amate dire tutti, appena nata e ha preso mano a
tutto
solo da poco? Perchè...! Qui ci siamo noi che siano con te
da
anni. Perchè quella di prima e ora questa devono fare..."
"Perchè
vi ho dato questi
impegni. Ma non ne siete stati in grado, come me. O sbaglio. QUando chi
sapete voi è arrivata qui, eravamo poco organizzati e tutto
andava avanti solo perchè si copiava la struttura militare
conosciuta alla meglio, perchè io ero troppo occupato
altrove.
Ma diciamocelo, e l'ho capito con le sue critiche, eravamo tutti
sistemati all'acqua di rose... ma vi ho dato queste mansioni, in quanti
siete..." alzando le mani a contemplarli tutti e cinque. Lubo, Alaric,
Jd e Bryden si comportarono in modo diverso alla questione, chi era
preoccupato, chi colpevole, chi offeso. "Ecco perchè, anche
con
Kianta, appena ripresasi e sistemata, si continua con la fiducia,
perchè è lei può sostituire chi
sappiamo. Inoltre
i nuovi progetti mi intrigano e vorrei espandere già nel
cuore
dell'organizzazione tutte le opzioni, prima di metterle a frutto nel
Cambiamento!"
"Non
ho ben compreso l'ultima parte,
ma a nche io ho da ridire sulla cosa. Non so e non voglio sapere nulla
di Lei, ma io voglio imparare e crescere con i miei ritmi e
capacità. Non so neanche se sarei in grado di fare qualcosa
meglio di loro" puntualizzò Kianta, non convinta.
"Ti
sbagli. E' vero,sei nata da poco e devi ancora definirti... ma hai
già visto i progetti, hai già..."
"Qualsiasi
cosa io abbia detto, sono
nata proprio perchè io possa determinarmi senza che vi
fossero
influenze. Era questo che pensavate... o sbaglio! Allora indicami
chiaramente, chiariscimi, i motivi per cui vuoi che mi faccia carico di
impegni e questioni chenonvoglio.
Come non le voleva Lei, non le voglio io che sono nata per il nuovo
domani..."
"Kianta,
io..."
"NOOO!"
urlò Alaric, di colpo,
sbattendo con forza le mani sul tavolo delle discussioni, fermardo il
dialogo tra Milan e Kianta "se lei non vuole niente come quell'altra
fuori di testa, non la si può obbligare. Avete progetti e
piani?
benissimo, ridividiamo le mansioni, dividiamole in più parti
quanti siamo noi Capitani, e ristabiliamo la suddivisione del potere"
"Ma
già cè. Voi avete
già i vostri gruppi, uomini che comnadante e di cui siete
responsabili. Avete dall'inizio degli incarichi, per i vostri gradi,e
se noti i piani di nuovo, vedrai che Kianta dovrebbe solo essere una
sorta di fusione della Governante e Gran maesta della Casa.Sovrintende
tutte le funzioni, controolla i meccanismi, la
formazione
delle sezioni militari e non. E' a capo di tutto e svolge, governa e
controlla... è lei ad avere il compito della manutenzione e
svolgimento di ogni attività qui e in ogni Torre. E' lei a
portare tutte le chiavi della casa e avere accesso a ogni locale. A suo
carico vi è tutto. Lei rende conto solo al padrone di casa.
Me.Se
io sono un generale, che capeggia l'organizzazione militare e politica,
lei è il secondo con il suo piccolo o grande
esercito di
sottoposti, servitori e sovrintende allo svolgimento delle
mansioni, guida l’esercito al mio posto. Si
può
considerare uno Steward, un sovrintendente, consigliere del
padrone di casa. Agisce a nome del padrone, governa chi è
sotto
di lei e la gestisce in modo plenipotenziario" mentre Kianta
guardava la parete di fronte a sè come volesse sparire in
quel
momenti, con una faccia come se avesse acido allo stomaco.
"Sbaglio
o sotto lo Steward venivano
governante e maggiordomo? QUindi se per te io sono Governante,
comè che dici che sono come lo Steward?"
"Simpatica..."
sorrise Milan a
Kianta, sentendo la frecciatina "ma vorrei ricordati che non speigavo a
te, ma a loro. Ed ecco che l ofaccio... Il maggiordomo era il capo dei
servi di sesso maschile, gli venivano affidare le chiavi
della
cantina e cosa era prezioso della dimora. Gli erano affidati incarichi
come ricevimento degli ospiti, direzione del personale durante cene e
ricevimenti. Doveva essere esperto di galateo, impeccabile e capace di
distinguere gli ospiti in base al loro nome, aspetto o rango, per
stabilire il tipo di trattamento da riservare. Governante è
la
versione femminile, ma visto che Kianta è anche lei una
neutra,
ho fatto un mix delle due figure. Resta comunque, qualunque sia il
titolo, mio secondo. Voi siete dopo di lei solo perchè siete
state capre, come diceva Lei, nel sostituirmi. Cosè che Lei
diceva? Che vivevate da rozzi maschi basici, alla giornata? Aveva forse
torto? Vi devo elencare le cose che andavano male?"
"No,
Milan. Tu hai ragione non ho
nulla da dire. Abbiamo mantenuto il rigore e le regole a cui eravamo
abituati spendenvamo il tempo vuoto, in attesa di ordinie
assegnamenti, a fare nulla. Come diceva Lei, vivevamo lala giornata.
Ora siamo cambiati, abbiamo compreso, anche dopo che ha tirato le
orecchie a tutti. E anche Lei non voleva compiti, perchè non
si
sentiva meritevole di impegni del genere, non facendo parte del nostro
gruppo. Perchè vuoi obbligarla a sobbarcarsi qualcosa che
non
vuole?"
"Sbaglio,
come diceva sempre Lei, i militari per cosa sonodevonosobbarcarsi
ordini che magari non vogliono eseguire? Gli stessi uomini alla fine
hanno chinato il capo e compreso, accettato, che si ubbidisce ai
superiori, anche se non si accetta l'ordine. Inoltre devo ricordarle
che lei è nataproprioper
un accordo? A cui segue il giuramento sull'onore e sulla vita da parte
mia, per mantenere la sua persona e la sua sicurezza, qui. Dobbiamo
continuare questo assurdo dialogo a lungo, o posso continuare a
lasciare disposizioni, prima di partire per impegni molto, molto
importanti per cosa vogliamo raggiungere?"
Calò
il silenzio, Kianta
guardò Jd poco convinta, mentre Alaric borbottava infuriato.
Lubo e Bryden, semplicemente chinarono il capo come era da protocollo
d'innanzi ai superiori.
"Dicevo...
come ne avevo discusso, ho
atteso di vedere la situazione di Kianta fino ad oggi, da quando
è nata. Visto i risultati e la prosecuzione dei
progetto Noûs, ho preso con mio fratello una
decisione
definitiva.E così ho detto.Se
vi sentite dei Footmen, sono cose vostre, perchè non
è ciò che intendenvo..."
"Che
cosa è?" sbuffò
Alaric, facendo alzare gli occhi al cielo a Kianta, far assumere a Jd
un'espressione vergognata e facendo stizzire Milan.
"Si
tratta di una mansione molto
antica, traducibile con il nostro lacchè o cameriere, che in
base alle situazioni era una sorta di apripista, precedeva la carrozza
a piedi per aprire la strada, o la persona a piedi per controllare la
situazione più avanti. Controllare la sicurezza del
percorso,
fare luce o annunciare l’arrivo della persona importante.
Mantenne dopo il Primo maggiordomo suo ruolo di “uomo che
cammina”accompagnando fuori i padroni, all’esterno
della
carrozza,o a piedi, a fare acquisti e commissioni. Erano loro a
svolgere la mansione di guardia della casa e dei padroni, sempre al
loro fianco, così come quello di buttafuori quando
gli
ospiti si comportano male. Noi li chiamiamo Ombre. Non cè
bisogno che vi spieghi cosa sono, corretto? QUindi se credete di essere
diventati scagnozzi e simili, avete sbagliato considerazione di me. Vi
bastava rivedere i progetti per lo Chateau, per capire e non
offendervi" definiì, guardando Alaric.
"Continuando,
vorrei mettere un punto
su una cosa consigliata da Lei. La livrea. IN verità non
disse
proprio così, ma era corretto secondo lei dare a ogni
tipologia
di posizione, un indumento adeguato e riconoscibile. Definire colori e
insegne per gradi, posizioni e compiti così che...
"Vuoi
davvero fare questa cosa? Non bastano le divise classiche?"
"...un
abbigliamento specifico
per riconoscerli facilmente, identificarli come appartenenti
a
una determinata posizione, grado o mansione. I colori e forma
identificano ogni soldato..." continuò quando ringhiando
all'intromissione di Alaric. "per
questo motivo, leveremo il
classico mischione accozzato di grigio topo fatto da pantaloni
larghissimi multitasche e maglia anonima con colletti osceni, rivedendo
tutto l'abbigliamento, anche l'intimo. Ogni divisa deve ispirare
orgoglio e meritocrazia, ogni grado puntato con una spilla sulla divisa
di base della categoria, un motivo di vanto. E perl'accordo"
disse, voltandosi verso kianta "eccoti le Chiavi della Casa con il
simbolo del Primo, già legate alla Albert d'argento con
l'orologio con l'effige dello Chateau..." porgendo a Kianta una catena
lunga in stile edoardiana, formata da sezioni tubolari lisce
intervallate da sezioni con veri e propri nodi lavorati, con due
moschettoni e una barra a T all’estremità, che
andava
inserita dalla parte anteriore attraverso l’occhiello del
gilet
da uomo. Allegate ad essa vi era un orologio a cipolla in
argento
pieno, grande poco più di una moneta da due euro, con sopra
lo
stemma della fiamma bivalente, alla fine della catena agganciato al
moschettone. E delle chiavi, collegate all'anello grande della barra a
T, tutte diverse con due carte moderne sottili e in metallo, con le
bande magnetiche di lettura. Kianta
iniziò a protestare, senza approdare a nulla.
"Per
chi avesse obiezioni, assegnare
la Albert con lo stemma è un atto di primaria importanza e
definisce la persona che la porta, per la gestione di questo luogo, che
è la base di tutta l'organizzazione." Disse Milan
continuando,
gurdando gli altri, mentre Kianta malediceva l'eccesivo amore di Milan
per i protocolli e ranghi, e pensando che prima criticava tutti i
ricchi sfondati per la fila di domestici con mansioni, abiti e tutto
quanto, come bacchettoni rompiscatole, per fare peggio "Se
chi ha
rimostranze si crede capace di proporre, apportare modfiiche e
introduzioni, richiedere disciplina e rispetto più di chi ho
nominato, si faccia avanti che otterrà un pari ruolo, ma
maggiore responsabilità!..." guardando tutti "Altrimenti si
tace.Io ho parlato!"
finì come faceva sempre con una frase sua tipica, per
indicare
che quel discorso era terminato con quanto detto e ordinato.
"Da
questo momento tu prenderai il
ruolo che, non molto voluto, apparteneva a Lei, perchè so e
ho
visto che sei capace di portarlo a compimento e continuarlo. Questo
significa però che, a parte svolgere le tue funzioni qui,
dovrai
gestire le Torri e gli alfieri o vessilliferi come li
chiamiamo,
esterni di persona. POtrai usare i mezzi che preferisci,
purchè
sia per la gestione e l'organizzazione. Ma non dovrai andare in
missione, far parte di nulla sul campo, se non sono io a
indicartelo, perchè ancora per David sei..."
"in
rodaggio. Ho capito" sbuffò lei.
"Non
era questo che intendevo... Lui
sta ancora cercando di capire la situazione, non sa cosa potrebbe
accadere nel lungo tempo e non ha mai visto risultati simili. L'accordo
è importante, cerca di ricordartelo, ma se rischi la vita
per
esser ein prima linea o recarti dove mandiamo gli uomini a fare il loro
lavoro, esponendoti a ferite o peggio, mandi a monte tutto..."
"ho
capito, tuttavia converrai con me
che nel caso di problemi, visto proprio cosa sono, è lecito
un
mio intervento qualora sia necessario..."
"Quale
parte del-preferirei che tu non
rischiassi- non hai compreso?"
le chiese, guardandola serio, sistemandosi la giacca accostandola,
coprendo il panciotto.
"Mh...la
seconda?" scherzò lei
guardandolo negli occhi "ho capito il tuo punto di vista, ma sei
davvero sicuro che l'accordo valga qualcosa, o meglio, faccia
chiarimenti adesso, se non provo?"
"Per
il momento niente. Voglio dati
concreti da David, tu continuerai l'addestramento che loro ti daranno,
così che David possa studiare a lungo termine..."
"Va
bene, ok... almeno posso avere via libera per me stessa?" stufa e con
rabbia
"Come
l'accordo sottintende, oltre
gli impegni che io ti ho appena affidato, puoi crescere come vuoi. Sei
libera di fare quel che più ti aggrada... non sprecare
questa
opportunità!" ricevendo da lei un'occhiataccia.
Kianta
non sembrava convinta e sicura della cosa, ma evitò di
continare, guardando Jd, ma Milan non aveva terminato.
"Cambieranno
molte posizioni,
categorie, livelli... In base all'impiego o posizione, saranno
introdotti i ranghi. Come il rango di nipote per i nuovi e
gli
Handler. Gestore, quindi, che non riguarda i ranghi militari,
ma
tutti gli altri. Voi siete e rimarrete a capo delle varie sguadre
militari e in generale al pari di Kianta. Nuove figure saranno
introdotte, quindi preparatevi. E come disse Lei, le riunioni
verteranno su punto essenziali. E cosa importante, mi dovrete
riferire cose essenziali. Direte cosa non funziona e direte cosa
funziona. Mi riferirete i problemi, le decisioni che avete preso e per
elementi gravi, della quale è necessario un
giudizio
totale, sarò io a dare conferma o meno. Tutto chiaro?"
Tutti
concordarono e quella fu la prima riunione ufficiale del nuovo Chateau
e della neonata Retus Sniegė.
E da quel giorno, se già Alaric e Lia si scontravano e si
scornavano perchè non si piacevano, e il primo
trovava
sempre cose negative su di lei, con Kianta fu peggio. Se una volta,
quando ancora Lia era viva, Alaric aveva trovato uno scherzone, dove
entrando in sua camera accendendo la luce urlò terrorizzato,
con
Kianta fu peggio. La prima volta, lo scherzo di Lia
consisteva in
decalcolmanie di fastasmi e donne orribili, visibili
però
solo con la luce diretta. QUindi, ancora adesso non sapeva se
lei
stessa o qualcuno per lei, erano state applicate questi grandi film per
vetri di giorno, quindi non visibili di nascosto. La sera, tornando in
camera, Alaric aveva acceso la luce notando esseri orribili alle
finestre, cacciando un urlo che fece quasi scattare l'allarme generale.
Non era stato solounoscherzo
in verità. Quelli minori, se si possono dire
così,
consistevano in immagini orribili appiccicate dentro il suo water nel
bagno privato, quando doveva andare in bagno, guardando dentro e
trovando strane fotografie di tutti i tipi. A volte falli assurdi di
animali, altri di donne che ridevano di gusto indicando davanti a se.
Altri attaccati alle sue giacche, sulle spalle, con epiteti da far
sganasciare tutti ma incavolare di brutto lo stesso Alaric. Sapeva che
era lei, aveva fatto parecchie lamentele a Milan, ma questi chiedeva
prove e puntualmente ne le registrazioni ne testimoni confutavano le
accuse. E lei, anche se affermava di essere una pessima attrice, per il
suo viso da bambina, mostrava sempre espressioni sorprese e sconvolte,
a volte dispiaciute. per poi, appena tutti si voltavano per
parlare e fuori dalla Sala delle pianificaizoni, lanciare a Jd sguardi
e sorrisini eloquenti. E Jd si schiaffava una mano in fronte
mentalmente.
Con la nascita di Kianta, gli scherzi non erano mica finiti, proprio a
causa di Alaric e il suo non fermarsi neanche una volta morta Lia. Se
la cosa proseguiva era di Alaric stesso la colpa, ma nulla, e Milan a
quel punto lo rimproverò affermando che, continuando anche
con
la morte di Lia, era chiaro che cèra qualche uomo che voleva
vendicarsi di qualcosa. Conoscendo Alaric, diceva, era chiaro quanto
offensivo, vendicativo e odioso fosse per sua natura, e gli rammentava
piccoli episodi ancor prima di Lia. Anche dopo morta Lia se la rideva
di gusto alle sue spalle, su cose di quando non cèra ancora.
E a quel punto Jd riceveva da Kianta nuovi mezzi sorrisi complici,
anche se lui non lo era per niente. E si assisteva ogni mese a qualche
scherzo nuovo.
Una volta d'inverno per esempio, Alaric si trovò con la
finestra
davanti la sua porta, del corridoio, aperta con segni di neve e cinque
piccoli pupazzi di neve a semicerchio alti una sessantina di
centimetri, con naso, occhi e sopracciglia tutti indicanti rancore, che
guardavano male chi apriva la porta. E i segni di neve come strisce
bianche, sembravano indicare che erano entrati, come lumache
con
la bava, dalla finestra per darlgi un cattivo buongiorno. In
verità non accadde una volta, ma tre, in periodi diversi, ma
quella volta le braccia erano formate da rami, quindi avevano questi
arti rispetto gli altri, con mani modellate in qualcosa che puzzava di
sterco con il dito medio alzato.
Dito che compariva nel suo letto random, formato da scarafaggi finti un
giorno, composti a mò di mano con quel dito alzato
o vermi
di cartilaggine, o dette caramelle gommose, colorati o altre cose. O
scritte. Una sul muro sopra il suo water, con freccia verso
lo
stesso, indicando che doveva scivolare già con lo scarico.
Un'altra con fantocci come spaventapasseri messi davanti le sue
finestre, o dentro la camera che, entrando, spaventavano chiunque
avesse visto quella sagoma, a volte fatta di soli vestiti su
appendiabiti fatti con cosa cèra di disponibile, aprendo la
porta, provocavano infarti. E ancora olio per macchine sintetico sulla
sedia abituale della mensa, che no si notava sul legno se non
si
guardava,o una volta sotto la tovaglia del tavolo, appena finito di
mangiare,Alaric si alzò trovandosi machciato di rosso come
sangue sulla patta dei pantaloni e cosce. Andò fuori di
testa,
slacciandosi i pantaloni per vedere perchè perdeva
sangue,
mentre tuti erano in tavola. ma si trattava di uno scherzo. Qualcuno
aveva messo nel suo solito posto, una striscia di scotch
sporca
di qualcosa di rosso e, una volta sedutosi, il poveretto di turno, si
sarebbe sporcato perchè la parte interna della tovaglia con
quella striscia, toccava i pantaloni. Non avendo barriere di legno o
altro, penzolava normalmente, ma una volta seduti e la tovaglia toccava
le gambe per la sua lunghezza, accadeva il casino. E per finire, come
ultimo esempio degli scherzi più memorabili che si
rievocavano,
cèra la coda. Avevano attacato una cosa sottilissima alla
base
della giacca di Alaric nel dentro, che giungeva fino al
bacino
poco sopra il sedere, che però dove era prima
agganciata
al muro, non si notava. In qualche modo una volta presa e indossata,
questa era caduta, mostrando, mentre si sistemava e muoveva, questa
cosa penzolante che semrbava proprio uscire dal didietro, facendo
ridere mezzo Chateau alle sue spalle per ore, prima di avvisarlo. E lui
era nervoso per lo strano comportamento, senza notare quella cosa color
carne con la fine biforcuta, che ballonzolava mentre faceva
le
sue faccende.
Kianta ne era sempre uscita pulita, ma ogni volta Alaric si lamentava
di questo o quello scherzo, peggiorando il suo odio e contrasto con
lei, anche per il fatto che si sentiva sminuito e poco considerato per
una diabolica stronza qualunque, come la apostrofava, che aveva osato
mettersi gli abiti di un suo amico morto e infiltrarsi, prendendolo
sempre per gli zebedei anche dopo morta. Tutta colpa della neonata
Kianta, urlava. "Stronza e pazza come l'altra. NOn dovrebbe stare a
capo di tutti. Noi per cosa ci siamo rotti la schiena" sbraitava?
Ma era indubbio che tutto ciò che avevano dagli ultimi due
anni,
era proprio grazie alla coalizione Lia e Milan e poi Kianta e questi,
creando una sorta di piccolo mondo, che piaceva a loro e
tutti
gli altri amavano. All'inizio lo chiavamo al Paesello, poi
Cittadella.
Il ricordo svanì quando la vide in lontananza, andarsene a
zonzo
con un cane, vestita in un certo modo, sgambettando con sguardo acuto
in giro, finchè non entrò nella zona
ospiti.
Sospirò inqueto e corse dietro di lei, perchè
come era
abbigliata lo metteva in agitazione.
Entrò, trovando la squadra della Guardia all'interno due
alla
porta e gli altri al centro a fare casino, e chiese dove fosse Kianta,
non vedendola da nessuna parte. Nel suo ufficio, gli risposero. E
quindi entrò, senza bussare e con impeto.
All'interno del piccolo ufficio, Kianta era in piedi vicino
lo
schedario, mentre Gask stava seduto sulla sedia dietro la scrivania,
con i piedi sulla stessa, giocando con qualcosa che teneva tra le mani.
Chiaramente nessuno sapeva che era lì, entato di sicuro
dall'uscita di sicurezza segreta.
"Kianta, potrei sapere dove stai andando?
La domanda e l'intrusione improvvisa la lasciò congelata in
cosa
stava facendo, portandola a osservare chi era giunto con sgardo
colpevole. Stava fissando qualcosa a una cintura in vita, con un
'espressione mezzo a sorpresa e mezza colta in fallo.
Indossava una tuta di loro progettazione che somigliava a quelle per le
moto, intera, realizzata in pelle nera e bianca, con inserti traforati
per una perfetta ventilazione. Completa di gobba protettrice,slider
removibili a fisarmonica su gomiti, ginocchia e schiena,
fodera
interna, maniche precurvate, neoprene sul colletto per assorbimento del
sudore. Insomma quello che indossava quando sgattaiolava via,
per
fare urbex ed esplorazioni in giro.
Jd chiuse la porta, vi si appoggiò contro e chiese che
intenzioni avesse. "Tu stai andando dove immagino, vero?"
"..." guardandolo come un procione colto sul fatto e gelato sul posto.
E quindi Jd continuò.
"Avevi detto sulla spiaggia che in quel posto non ci volevi andare
perchè rischioso, pericoloso e pericolante. Che quel vecchio
castello o quello che è, era anche un brutto posto
per te,
perchè era stato usato per tenervi dentro gente poco
raccomandabile. Tu non sei quella che odia le fissazioni spirituali di
Milan? Allora perchè ci vai? Perchè so che tu vai
lì. O non avrei... ah, sono due!" dise Jd vedendo
vicino
Kianta il Belgian Malinois Verci e Alkeides, Cane lupo ceco slovacco.
Poi lo guardò meglio, non aveva colori castani, quindi era
il
cane lupo Bri.
"Ti stai portando due cani addestrati nelle ricerche e protezione,
vestita tutta in pelle rinforzata, per guardare dei muri
caduti e
abbandonati? NOn era un monumento che doveva essere valorizzato ma mai
portato a termine? Che accade se ti succede qualcosa e..."
"Non vado solo lì, comunque. Esiste una sorta di zoo e zona
verde che vorrei visitare, prima della montagna. Dopo sarò
lì. E non ho affatto voglia di restare bloccata in qualche
posto. Ho con me i guanti, Verci e Bri, e voglio tornare
per la cena che il caro Signore della cucina ha promesso. Quindi di che
parliamo..."
"Parliamo di te che, contro ogni ragione normale, sei stata assegnata
alla missione da Milan, che non voleva che tu scendessi in
campo,
e te ne vai a fare... cosa? Escursionismo? Scoperte? Sparendo per ore?
E tu..." guardando Gask "davvero le permetti di andar via? Non le dici
nulla?"
"Non mi interessa nulla di cosa dite" si intromise lei prima che Gask
parlasse, sempre che lo stava facendo, visto che era rimasto muto a
osservare ma non intromettersi "Ho passato gli ultimi cinque giorni a
desiderare di sputare nell'occhio di quegli incivili e ingrati
là fuori, venendo etichettata come carceriera, maligna per
loro
e abusatrice di animali... tutto il giorno lavoro qui e sistemo i
casini, vado allo Chateau o alle altre TOrri letteralemtne al volo,
mentre il caro Leader è sparito. Lui, si, non si
sa dove
sia e non si fa sentire. QUindi posso avere qualche ora per me, o devo
fare come sulla spiaggia sciopero e farlo incazzare,
così
che possa avere l'attenzione che merito? Io non ho pause se non la
sera, che però serve per dormire, e quella gente
ha sempre
qualcosa in mente per fare casino. QUindi lasciatemi in pace..."
facendo un gesto con le mani aperte per dire basta alla
discussione.
Jd guardò Gask che sostenne il suo sguardo ma non disse
nulla,
continuando a giocare con cosa armeggiava tra le dita. Vedendolo da pi
vicino, capì che si gingillava con quei rompicapo in
legno, che facevano gli uomini, e avevano livelli
di
difficoltà diversi in base alla forma.
"Dimmi, hai saputo cosa è accaduto a Cordova, in Spagna?"
chiese Jd, come se stesse riflettendo per un dubbio atroce.
"Intendi le care Muse? Si ho sentito..." controllando carrello e
caricatore della sua Ksc Cz75 based version full metal, la sua
preferita modello originale, delle prime stampe della prima
versione, migliorata dei primi anni '80, ma rimasta identica nella
forma. Le altre versioni della stessa casa madre non le piacevano e a
detta sua, si sentiva meno sicura con quelle, seppur
più
moderne e qualità dei componenti maggiore, e si affidava
alla
qualità del lavoro originale del passato, i controlli e
migliorie del reparto manutenzione e balistico dello Chateau. Se non il
revolver speciale che aveva, la prima scelta era sempre l'arma della
Ceska Zbrojovka. Prima usavano tutti modelli della Beretta,
perchè quella classica dai vari reparti nel mondo tra le
scelte
in armeria, poi lei fece entrare anche i vari modelli di quella casa
d'armi ceca. Quello che preoccupava Jd senza rivelarlo ad altri, meno
che Milan, era che la stessa arma come il Dragunov SVD, erano i
preferiti di Lei, che aveva usato per l'addestramento dei Test, e
trovati da Milan, apposta su sua richiesta, come
preferiti
per iniziare. Avevano un senso e un motivo per Lei, diceva.
Ciò
che gli fece scattare dei campanelli i primi tempi, dopo la nascita di
Kianta, fu quella richiesta specifica di quelle armi affermando
guardando Milan , che fosse stato Jd a chiederle se volesse le stesse.
Ma la cosa non era mai accaduta e lui stesso, presente al dialogo,
aveva cercato di mascherare lo stupore, iniziando a chiedersi mille
cose.
"NOn sei preoccupata?"
"Di che cosa? la lavata di capo che riceveranno, che sarà
maggiore di quella fatta per aver cercato di andarmi contro?
Puù
darsi che adesso tengano le mani e i piedi a posto..."
"Kianta, smettila con il teatrino. So che tu cèntri con
questa
storia e ormai io so riconoscere quando fingi. Freghi Milan forse ma
non me..E' troppo assurda per essere casuale dopo quanto accaduto..."
proruppe Jd nervoso, fissandola serio e rigido.
Lei voltò lo sguardo verso di lui, poggiandosi col sedere
alla
scrivania, mentre Gask guardava entrambi con attenzione,
continuando a giocare con le dita con l'oggetto che muoveva. Sorrise,
segno che aveva smesso di giocare alla stupita e colta in fallo da lui,
come sempre.
"Solo perchè sei tu, Jd... non mi va di giocare. Sai,
all'inizio
avevo pensato a qualche orso messo nella riserva di recente che aveva
troppa voglia di abbracciarle e... accidenti, che guaio. Quell'orso era
lì troppo presto, troppo selvatico...un incidente! e sto
parlando della riserva protetta in america dove Milan voleva tenere
l'annuale festività di Beltane, facendola anche
là per
inaugurare quel piccolo paradiso strappato dalle mani di imbecilli
distruttori. E sai... sarebbe stato un ricordo immemore, come
quella di Timothy Treadwell. Però... poi ci ho ripensato
anche
per no nfalre finire come martiri, alla fine sanno fare il loro lavoro
di coltivatrici e ispiratrici per quel senso di desiderio spirituale
che hanno tutti" dicendolo come se fosse un capriccio di bambino "e
sostituirle, significava rifare tutto l'iter preparatorio,
addestramento e preparazione per le nuove che dovevano essere un ponte
tra il piano spirituale con la Madre Terra e il Padre Cielo e il nostro
mondo, materiale e fisico. Anche se ne Lei ne io, volevamo
una
cosa troppo chiamante preti e sacerdoti... comunque, secondo Milan sono
brave come medium e ponti per le loro abilità, sono capaci
di
empatia e bravura nel parlare con la gente... alla fine sarebbe stato
uno spreco cacciarle o farle diventare amiche degli orsi incazzati!"
-o forse non volendo e sapendo uccidere odiando la brutalit gratuita
dici questo solo per mascherare tua rabbia verso di dandoti un tono
perch le rispetti loro bravura su certe cose=""-pensò Jd cercando di
non sorridere
"Kianta, capisci che tutto il casino che è
accaduto, a
quanto ho capito, lo hai messo in piedi tu? Hai spinto delle
persone a continuare le istruzioni delle Muse, nonostnate gli
avvisi che queste avevano avuto da Milan e Dorde, facendo proseguire
senza intoppi il loro piano. Hai preso le dichiarazioni di quelle
persone che ammettevano di fare cosa gli veniva detto, e lo
hai
rimesso in carreggiata, portandoli a raggiunger e ferire
l'obiettivo, per mostrare cosa volevano fare per
Milan,
colpevolizzandole maggiormente."
"Colpavolizzandole maggiormente? Jd, forse non ti è chiara
una
cosa. Come diceva sempre Bonaparte I, contro i preticelli,
è che loro urlavano tutto del mondo spirituale mettendo
però le mani su tutto ciò che era materiale,
comprese le
vite delle persone. Lei aveva chiesto a Milan di non rendere la
religione, che voleva riportare proprio lui, ai
livelli
delle attuali. Con sacerdoti, che in base alla religione
hanno
dei nomi specifici, che avevano potere su tutto e tutti con la scusa di
portare la parola di DIo. Un Dio che è da millenni che non
si fa
sentire, se non da libri scritti da gente che ha messo su
pariri
la parola di pastori ignoranti e beoti, come si evince da tutto quello
che cè in quei dannati libri. Quel Dio che ha sterminato
gente a
iosa, solo perchè gli stavano sugli divini
zebedei,
mentre quel Satana tanto odiato... uno solo, per scommessa. Adesso,
quando Milan mi ha chiesto di essere la sua seconda anche a gestire la
questione rella religione, altra cosa che non volevo fare, dovevo
essere controllore di quelle Muse. Coloro che originariamente dovevano
essere, come i preti millenni fa, ascoltatori e consiglieri per l'animo
umano. Poi la religione dalla preistoria ad oggi è diventata
la
prima cosa per miliardi di persone, dimenticando tutto il
resto
per prostrarsi a un essere invisibile rovinandosi le vite proprie
edegli altri, dove soggetti come sacerdoti, ma che chiamano preti,
sciamani, rabbini e via dicendo, ordinano e obbligano altri ad agire
secondo parole di un essere che non ha neanhce chiesto perdono alle
vittime tutte della sotria. Peggio per le sopravvissute,
perchè quelle morte non lo sappiamo, all'olocausto. Se
esisteva,
doveva ricomparire e dire Mea Culpa. Come per tutte le morti della
storia umana. Per questo le muse dovevano essere la versione umana
della Casa delle Lapidi, come Uditore e Guida per l'ambito spitiruale e
di collegamento con la Terra. Milan voleva qualcuno capace di
perpecisse con il suo collegamento reale l'altro piano, questi
fantomatici medium, e aiutasse e sostenesse gli uomini tutti dello
Chateau e poi del mondo, dopo il Cambiamento, faccendo ben
più
delle mere parole dei preti che dicono solo prega e spera. Doveva
essere così all'inizio per Lia, come psicoanalisi spirituale
senza andar eoltre. Ma lui no,
voglio delle persone che solletichino l'animo umano a migliorarsi e
vedere e sentire oltre l'umano, con le loro capacità, come
facevano le famose Muse con gl i artisti. Perchè ama l'arte.
Ed
ecco fatto, le Muse. Poi pensava che ci volessero delle Figlie della
Terra come elementi chiave per le festività maggiori e
minori,
che fossero anch'esse con capacità legate all'altro piano e
d
elemento d'onore per quei giorni. Ecco le Fanciulle di Dorde, volute da
lui perchè gli era sempre piaciuto vedere nelle
feste, da
dove veniva, la persona scelta per incarnare il motivo dei
festeggiamenti. Cosa lunga a quanto pare, io l'ho sempre associato tipo
alle reginette della festa adesso o quelle maya e simili,
dove la
festa verteva su queste figure.A quanto pare
però poi
Dorde cambiò idea, perchè cercarono di fare un
agguato a
Milan, non mi hanno mai voluto spiegare altro se non che la
difficioltà di una persona che vuole cambiare il mondo
è
quella di sopravvivere per vederlo realizzarsi. Insomma, a quanto pare
si è sentito minacciato in quelle feste prima di
Lia, e
una volta dopo Lia, ed ecco che Dorde ha un'idea. Creiamo un pool di
fanciulle chiamate Fanciulle di Dorde che richiamino ognuna una festa
in particolare, mettendo l'attenzione su di lei che dovrà
stare
sempre accanto al Leader, come se entrambi onorassero con la
propria presenza l'altro e la festa, ma in realtà sono
guardie
del corpo ed assassine specializzate che, con la scusa di essere
l'anima della festa e vicina a Milan, gli facessero da guarda spalle.
Una al fianco in base alla festivitò con la seconda come
valletta, le altre come parte dei festeggiamenti pochi passi dietro
come corteo. Mentre le vere Fanciulle con capacità
e tutto
erano le seconde, un passo dietro ma che aiutavano e facevano con e per
la Fanciulla finta, perchè la festa fosse sentita per
davvero e
in fondo. Insomma l'accompagnatrice era quella vera, e la
Fanciulla una finta per scortare Milan e proteggerlo. Poteri e
capacità, se ne hanno, sono delle seconde e per Milan e
Dorde la
connessione e il ringraziamento nella Festa ci sono
ugualmente,
perchè quella in carica, lo specchietto delle allodole fa
solo
da scenario, mentr el'altra esegue tutto il legame... roba da pazzi, ma
da due anni continua e la gente non vede e capisce nulla. E le Muse?
Sono le seconde ospiti d'onore al pari delle altre Fanciulle al corteo,
che usano le feste per svolgere il loro compito già che ci
sono
nelle tende delle Consolazione. Anche il famoso rituale dell'uccello...
preso come idea dal Grove,una pazzia!... si sceglie uno degli uccelli
che ha dimostrato un legame con le Muse e lo si utilizza per le
decisioni importanti. Capisci? Le muse preparano tutto, si mettono in
fila e quella che per il compito che incarna l'elemento princpale fa la
domanda a voc alta, d'innanzi ai presenti e all'uccello di
turno
che sono di fronte. Un Gufo, falco, aquila e altro che hanno mostrato
connessioni con loro, come non lo so dire, e gli chiedono di alzarsi in
volo dal sacro trespolo, fatto fare apposta e, in base a cosa
l'uccello prende con le zampe da due ciotole, quindi sceglie lui
secondo loro, è la risposta divina... secondo te, come
dovrei
prenderla per questa cazzata immane?" arrabbiatissima.
Jd rimase impassibile non sapendo cosa dire. Anche lui, che credeva a
qualcosa di più grande ma non sapeva cosa, trovava queste
cose
troppo... assurde. Capiva l'animosità di Kianta per cosa
erano
diventate le Muse. Se prima dovevano essere solo le figure del cuore e
dello spirito, avevano invece preso al contrario il loro compito e, in
base al titolo che avevano, decisero di aiutare il leader sul campo
agendo come agenti segreti. Consigliavano la gente, punivano la gente
con gli uomini che credevano in loro, giudicavano la gente, ispiravano
la gente parlando di cosa volevano che sentissero e via dicendo. Gente
fuori dallo Chateau, all'oscuro di Milan e Kianta prendendo gli arei
nelle rotte programmate con l'aiuto di fedeli e andavano dove volevano.
QUando il loro posto era solo lo Chateau.
Tutte le figure che dovevano essere secondo quanto Lia aveva
chiesto a Milan, per evitare tutto questo, era andato perso
perchè questi si fidava di loro, aveva visto che credevano
in
lui e in cosa lui credeva, e di conseguenza avevano avuto via
libera per interpretare il loro ruolo esattamente come Lia prima e
Kianta dopo non volevano. la libertà che Milan diede loro,
lo
portò a varcare i confini dello Chateau.
Niente sacerdoti che dicessero per quella divinità e
obbligassero a fare e non fare. Consigliare e indicare erano una cosa,
diceva Kianta, spingere e obbligare altra. Loro dovevano essere
portratrici di conoscenza e amore, fratellanza tra umani e sostegno e
aiuto per qualcosa che Lia e Kianta non sentivano e credevano. Il piano
spirituale e dell'anima. Quello che secondo tutte le figure sacerdotali
dle mondo, faceva parte del Dio e loro dovevano provvedere a
ciò. Ma la storia, diceva sempre Lia, è
cristallina su
cosa accade a alsciare in mano a queste figure pazze legge e
società. E le Muse non dovevano essere altrettando, le
paragonava sempre a infermiere, ma per l'anima. per chi
cercava
aiuto in quel senso. E invece era finito in malo modo, con lei
considerata traditrice di tutti i valori e contro Milan, avversata e
additata, che cercava di fare il giusto per tutti, mentre la
Muse
scorazzavano senza controllo dalla gente che Milan, aprendosi con loro
per il ruolo rivestito, indicava come avversari, negativi, pericolosi,
contrari ect ect. E agivano come fossero una mafia religiosa. Per
fortuna, seppur mai incontratisi, Dorde dava ragione a Kianta e Jd era
felice di questo, consapevole che quelle donne brave e
capaci,
andavano però a immischiarsi ed agire contro ogni logica, su
cose che non gli competevano.
Anche le prime volte che aveva assistito alla cerimonia della Scelta,
fatta da un uccello, non capiva. Kianta non aveva mai voluto assistere
a qualcosa che per Milan era sentito, se non le feste maggiori in cui
credeva perchè rispettava la Natura. Per lui gli animali
erano
connessi più degli umani all'altro piano, un pò
come per
l'idea della fata della casa di certe donne squilibrate diceva Lia, e
la mancanza di Kianta gli faceva notare come, tutte quelle persone sul
cerchio della Terra del luogo che usavano per certe manifestazioni
religiose, agivano come le società che alla fine
avevano
fatto solo danni.
Lia diceva sempre che perfino Baffetto Tedesco aveva unito la sua
idelogia malata al supernaturale, cercando manufatti ritenuti magici e
divini per averli come potere maggiore, per considerarsi anche lui unto
dal Signore ma materialmente, con oggetti che avrebbero
ingrandito il suo piano per il mondo e il mezzo per farlo.
Che il soprannaturale, l'altro piano come li chiamava lei,
erano
elementi dannosi per ogni società che portavano solo il
peggio.
Le reliquie non erano altro che ossa di animali o scheletri a caso o
chimica. Che non vi era prova vera di molte cose, e anche se
esistevano, andavano lasciati così come erano e si doveva
ringraziare solo la Terra conosciuta, e le cose positive. E
invece si era giunti a quel punto e da quello che aveva capito da una
comunicazione con Milan prima del tutto il silenzio, Dorde aveva fatto
pressioni perchè tutto ritornasse a prima, come era stato
deciso
e voluto. E Milan dovette abbozzare al fratello, così
l'aveva
intesa lui, minacciando cose terribili se osavano ancora farlo. E
Kianta, un pò perchè era poco, poco vendicativa e
indispettita, aveva orchestrato un piano con le persone coinvolte
facendo non sapeva che accordo, in una azione non ancora portata a
termine delle Muse, perchè si vedesse, davanti a tutti, cosa
significava andare oltre certi limiti. Voleva dimostrare, e Jd lo
capiva come tutte le punizioni che dava, quale era la soglia massima e
minima, gli accadimenti e il significato delle azioni per se stessi e
altri, qualunque fossero.
Queste cose però non erano molto piaciute ad Alaric e altri
all'inizio, che iniziarono a darle degli epiteti un pò
stronzi.
"Distruttrice di buon senso, regina della tirannia femminista,
urlatrice del becero, la tizia in fissa coi deboli, Signora
dei
perfettini, Dea dell'occhio per occhio, tiranna nata dalla pazzia,
mamma dei cretini". E solo alcuni, molti usciti dalla bocca di Alaric
stesso con quelli che lo seguivano. I usoi preferiti erano tiranna nata
dalla pazzia, per come era nata Kianta, e l'ultimo,
Mamma
dei Cretini.
Perchè diceva lui, per stare con e tra deficienti, devi
essere
deficiente. O cretini, perchè da allocchi correvano a fare
come
diceva.
Perchè Kianta come Lia, odiavano il concetto di
maternità di sangue, preferendone uno legato ai sentimenti,
dove
la figura genitoriale era inglobata nel concetto di Guida di Vita ed
entrambe credevano che chiunque può imparare e insegnare,
come
insegnare ed imparare. Purchè siano cose giuste e corrette.
E se prima Alaric definiva entrambe pazze colpite da gravidanza
isterica arrivando al cervello, dopo Beppo e cosa faceva per gli
uomini, proprio per punizioni, Lezioni e confronti diretti con
dialoghi, finì per coniare la Mamma dei Cretini.
Perchè per Alaric, chi non pensava come lui e secondo lui da
se,
era un cretino. E siccome alla fine la gente credeva in Milan e seguiva
le regole e consigli di Kianta, ecco che lei divenne madre di tutti e
tutti i cretini.Tranne MIlan, lui venerava Milan e la vedeva come
dannosa e pericolosa per il Cambiamento.
E poi vennero gli altri epiteti, a valanga. E, Kianta non lo sapeva, ma
le definizioni - La Signora di Zamok o Novymir. Colei che guida il
castello, o il mondo nuovo, come viene accorciato il secondo titolo -
erano proprio nati da Alaric.Li aveva sussurrati per inziare il gioco
del passaparola dove, dalla prima frase, si arrivava a cose assurde e
totalmente slogate dall'originale, ma pensava finisse per infangarla.
Finendo solo per diventar equei due titoli.
Essendo uno dei Capitani, si presentava tutto acchittato
perchè poteva, ai ricevimenti e feste d Milan, approfittando
di
ogni cosa. Anche a quelli dove Kianta era costretta a aprtecipare come
Maestra della Casa, gestendo tutte le Torri, vestita e ingioiellata con
i capolavori che Milan collezionava e le permetteva di indossare.
Lui, il Leader, invece si presentava sempre con donne
meravigliose al braccio, con abiti e gioielli stupendi, come regine. Ma
perfino Alaric sapeva che quelli, seppur costosi più di
tutti
gli organi che poteva cercare di vendere al massimo al mercato nero,
valevano meno di quelli che Kianta doveva indossare. Quelli
dell'accompagnatrice di turno erano della stanza usata solo per
contenere cosa le donne che voleva al suo fianco in ogni apparizione
avrebbero messo, accompagnandolo esecondo il suo gusto, non quello
della dama. Se prima lui usava ragazze di Madame, accuratamente
selezionate per aspetto e portamento, le successive dell'ultimo anno
erano donne che in qualche modo erano legate a uomini suoi
collaboratori, seguaci o contro di lui, perchè vi si
avvicinasse. E usava gli stessi abiti, magari facendoli modificiare un
pò dai sarti dello Chateau dopo averli riavuti dalle ragazze
di
Madame, per donarli alle nuove compagne di presenza ricche e facoltose.
Ma mai nessuna indossato abiti e gioielli delle
Sale, sotto
la base dell'organizzazione. Milan diceva che, essendo Kianta suo
secondo e colei nata da chi lo aveva spinto a pedate, per
davvero,verso
una direzione migliore e permettendogli di arrivare dove era giunto
sulla scala del Cambiamento, la voleva presente e con i l tesoretto che
custodiva dove solo una manciata di persone potevano entrare.
A Kianta non piacevano le feste, le persone che non conosceva,
l'apparire e avere attenzioni. E sudava freddo per davvero e ogni volta
era Jd stesso a dirle di calmarsi, al pensiero di avere indosso oggetti
dal valore incalcolabile, in tutti i sensi. Gioielli antichi o copie
perfette dal valore astronomico come la tiara che Kianta stessa adorava
per la forma e guardarla, non metterla. Si trattava della
copia
esatta della The Khedive of Egypt Tiara, e Kianta amando spirali e
twist nei gioielli, la guardava sempre. Così Milan ne fece
fare
una pià sottile e leggera, molto simile ma alta solo due
dita e
senza il bordo superiore, perchè la indossasse quando lui la
voleva presente, perchè acconciava i capelli solo in un
modo,
sempre. Capelli superiori sopra l'orecchio tirati indietro inin forme
varie con due ciocche sui lati e gli altri buttati da un lato, di
solito sulla spalla sinistra. E quella tiara nuova aveva quindi anche
dei pendenti solo dal lato destro o anche era possibile dall'altro, per
colpare la zona senza capelli e dare lustro all'acconciatura.
Così come aveva deciso di prendere dei fermacapelli a forma
di
rami realistisi e d'argento pieno, e darglieli con gli abiti
adatti per le occasioni importanti.
E Kianta fremeva di terrore perchè non voleva sudare dentro
gli
abiti e rovinarli, non voleva perdere per sbaglio qualche gemma o
qualcosa e stava tesa come un ciocco di legno. E odiava tutte quelle
feste per ricconi, come le definivia.
Milan aveva iniziato negli ultimi anni a preparare sontuosissime feste
per festività maggiori o compleanni o altro, che secondo lui
lo
aiutavano a farsi vedere e a raccogliere seguaci e consensi. Oltre che
avvicinarsi a persone ancora distanti. Ma doveva ogni volta,
prima, affittare palazzi o sale specifiche e degne, per fare
bella figura. Con le Torri non vi fu più bisogno. Aveva a
disposizione dimore antiche rimesse a nuovo e dalla bellezza
spettacolare, persone per ogni mansione a disposizione dando loro anche
una gratifica, e ciò che gli serviva. Univa questo
a beni
scambiati con altri con aziende o investitori, cibarie,
suppellettili, servizio di catering dai bicchieri al cibo
pronto,
e tutto ciò che serviva per l'accoglienza, e rispariava
tantissimo a lungo termine.
Dopo le idee iniziali di ventole eoliche e centrali idroelettriche,
seguì invece uno dei desideri di Lia. Creare una sua prima
centrale geotermica capace di alimentare ottomila case sfruttando il
calore della Terra in un punto dell'oceano pacifico e nel
contempo, aggiungervi un centro di ricerca e studio sottomarini. Lia
adorava l'ambiente sottomarino, diceva sempre che un tempo passato le
sarebbe piaicuto indossar eun di quelle tute da palombaro moderne e
passeggiare sul fondo marino, osservando tutto ciò
che
viviva o era giunto per colpa dell'uomo. Oltre che stare su un
sottomarino. Pulire e salvaguardare quei luoghi. Ed avere una sorta di
base per studire il fondo del mare e gli oceani, essendo meno
considerati dello spazio, e guardare dalle finestre il mondo intorno a
quell'abitat sottomarino, mentre persone lavoravano per la
conoscenza e il futuro. Avrebbero studiato anche i movimenti tellurici
marini, una delle cause dei terremoti superficiali e tanto altro. Se ve
ne erano altre, creare come una rete sottomarina di controllo di navi e
pescherecci che ogni anno distruggevano per danni o pesca,
tonnellate di pesci, vita marina e mammiferi marini, inquinavano e
toglievano troppa vita dai mari per finire nella spazzatura se non
venduto, mentre i pescatori pulivano tutto ciò che finiva
nelle
loro reti, intascandosi comunque soldi. Per tornare di nuovo
e
prendere tonnellate di pesce che non era, come dicevano molti politici,
sempre tutto consumato. Insomma, lei credeva che il controllo ovunque
fosse l'unico modo per fermare molte cose, e aiutasse nello studio di
varie branche scientifiche e mediche.
E la prima centrale geotermica scelta quando ancora Lia era viva,
già esistente ma acquistata da Milan
alimentò le
prime feste che divennero leggendarie, susseguendosi e vedendo tutto il
meglio del potere e della ricchezza di tutto il mondo nelle nuove sale
delle Torri. le nuove che fece fare invece, sostituirono la vecchia e
la indirizzò, per i progetti di aiuto nel mondo con altre,
per
portare corrente ai paesi sudamericani e africani senza luce. Era di
fatto un'energia pulita e quasi gratis, perchè Lia gli aveva
detto che tutte le donazioni che ricevevano, molto alte, per i suoi
progetti e feste che a volte faceva pagare come era giusto, erano nate
su sue bugie. Lui prometteva, o meglio grazie al potere della
manipolazione faceva intendere a ogni persona cosa desiderava per
il dopo, ricevendo corrispettivi in denaro o doni costosi o
prezzi di entrata per feste di vario tipo, anche piccante, rimettendo
il guadagno in altre operazioni. Fornendo lui, gli diceva,
per
conto delle società che gestiva, tutto ciò che
serviva a
delle persone di terzo mondo, diventava il loro punto di riferimento.
Più le eprsone ricevevano e più sostenevano il
benefattore. ma Lia gli chiedeva anche di metterci del suo come aiuto
vero, non solo guadagno, per apportare i cambiamenti.
Così tra centrali geotermiche ed eoliche, la corrente giunse
ovunque. Piante modificate geneticamente ma sicure dai loro laboratori
arrivarono là dove l'acqua cèra, ma
bisognava
estrarla e costava, per quella gente. Anche l'acqua, grazie alle
tecnologie, venne estratta dall'aria, o riciclata per le coltivazioni o
purificata, diventando non oro ma un diritto. Ed era solo
l'inizio.
Ben presto Milan si accorse che i sostenitori on erano solo i ricchi e
proseguì con tanti progetti ricevendo consensi e sostegno
dalla
gente comune, che si univa a tutti gi altri. Le feste d'alto livello
continuarono mentre nascevano festività e giorni per la
gente
comune amatissime, trovandosi sempre di più persone
importanti
da ogni parte del globo che brindavano in suo onore e volevano fa
rparte di quella sua società o nell'altra, sostenerlo o
vedere
il mondo nuovo per ottenere loro, pensavano, i benefici che volevano.
E per feste maggiori come capodanni per esempio, o quelle che
introduceva lui per le feste della sua religione, voleva Kianta come
Maestra della Casa ad accogliere gli invitat, i presentandola come
l'artefice materiale e organizzativa della festa e Custode della casa
dove si svolgeva il tutto. E Kianta odiava tutto ciò, non le
piaceva fare la passerella e conoscere gente che guardava solo lei per
l'abito, acconciatura e gioielli e non la vera se stessa. Che se non
avevi un portafoglio, eri un poveraccio invisibile, come i loro
camerieri e addetti alle sale. O peggio le feste che chiamava piccanti
ma erano di tutto e troppo per lei, dando a Madame un posto nelle
organizzazioni ma controllandola, divendo anche amiche.
Ma in quelle feste a volte accadeva di tutto, da invitati troppo
brilli, a gente che faceva parte di diverse coppie che si appartava con
altri, scommesse, giochi vari per tutte le stanze dello chateau anche
se Kianta non voleva a servitori degli invitati che facevano casino,
compreso Alaric, che cercava di sminuirla facendo passarola. Ma alla
fine, nonostante tutto il suo impegno, veniva fuori solo qualche
termine. Come la puttana del biondino, anche se Alaric stesso sapeva
che non sarebbe mai accuduto perchè la gente pensasse che
avesse
quel posto solo per averla data a quei due nomi decisi dagli ospiti per
l'ambiente e le serate che passavano e la ringraziavano all'arrivo e al
momento di andar via. E Alaric rosicava, mentre Kianta appena erano
tutti via correva in una stanza privata e bloccata da chiave magnetica
per togliersi tutto e mettere ogni cosa al sicuro, terrorizzata che il
più piccolo elemento potesse perdersi. Per lei quegli
oggetti
valevano quanto altri beni per molta gente, ed essendo non suoi pregava
sempre Milan di chiuderli nelle casseforti speciali prima di andarsene
con quell'amico o quelle amiche con cui voleva passarela serata altrove.
Non conoscendola comunque, alla fine, quei titoli e nomi le erano
rimasti e li odiava.
"Ritengo però che tu abbia esagerato. So che avevano
giò
ricevuto due giorni fa un rimprovero nientemeno che da Dorde in
persona. Così non rischi che le fanno andare via e dovete
nominare di nuove?"
"No, tranquillo. Quando è accaduto, avevo
già
parlato con Milan e quel rimrpovero era poche ore prima del fattaccio.
Così ho detto a Milan che loro dovevano restare nelle loro
posizioni perchè, alla fine, ci
conviveniva non
sostituirle, anche per le feste che stanno per giungere mezze
organizzate, procedendo però in un modo. Ho incaricato
alcuni
uomini di cui mi fido e so che come me non credono e seguono quest cose
di essere... le loro ombre. Ogni Musa ha adesso due uomini a testa che
le seguono ovunque e tengono le orecchie aperte,
perchè
è vietato loro anche il telefono per un mese. Spero non
siano
recidive da farmi incavolare davvero, ma questo giochetto mi
è
servito per far capire loro che, e credono sia andata così,
cosa
hanno avviato non poteva essere fermato, e stava finendo in tragedia.
Per fortuna quell'uomo era un cecchino, lo avevano scelto per
questo, pensando che tolto quell'odiatore di Milan le cose
sarebbero cambiate, e quindi su mia richiesta lo ha solo ferito non
mortalmente. Risultato? Loro hanno avuto conferma che le cose posono
sfuggire di mano, in modo peggiore, e Milan ha avuto un nuovo contratto
di servizi di protezione perchè caso volle, alcuni miei
uomini
erano là per recarsi da un cliente e lo hanno visto giusto
nel
moneto in cui è stato colpito. Così quell'uomo
non ferito
gravemente, ha constatato la
professionalità di quelle
persone, proteggendolo e portandolo al sicuro, scoprendo che erano
guardie del corpo e lavoravano per un uomo che consoceva di un'agenzia
di alto livello. Mentre la ragazza, come il cecchino, che aveva
anch'essa dei compiti, con il mio accordo, saranno puniti lievemente e
posizionati altrove affermando che erano le Muse a volere il tutto,
come erano i piani, ma avendo... un patteggiamento. QUindi alla fine,
pensando a chissà quale attentato, ci ha ingaggiati e ci
siamo
avvicinati come Milan voleva..."
"Sei impossibile!" disse Jd sorridendo
"Cerco sempre di mettere una pezza ai casini che fate. Non sono
brillante, persicace, non ho la prontezza mentale tua o di Gask su
certe cose, ma come sempre vi salvo le arance" facendo ridere Jd, che
però poi tornò serio.
"E cosa mi dici di quello che è successo alla Torre di
salataggio sulla punta a ovest?"
Kianta si fermò dal sistemare nelle tasche gli ultimi
oggetti
poggiati sulla scrivania vicino a lei, fissandolo con forza. La sua
espressione sembrava dire qualcosa come -e
che cosa avrei fatto di male=""-.
"A cosa si deve la tua acrimonia? Su cosa verte la tua lamentela?"
gelida
"Su quello che hai fatto su quella gente..." guardandola serio, per poi
fissare Gask, che sembrava perl no nsaperne nulla.
"Affermi quindi che sia stato un atto... meschino? Cattivo? O altro?"
"Kianta..." cercò di discutere lui con calma, avvicinandosi
"Hai
radunato quella gente tutta in un posto per un motivo specifico, no?
Per mia curiosità ho chiesto ai gestori di quella torre e mi
hanno riferito che i nomi li hai scelti tu, per quelli da destinar
là. ma perchè hai fatto questo a quelli e non ai
tizi di
là?"
"Esattamente, cosa secondo te ho fatto?" lgli chiese, irata, mentre
ancora riempiva le tasche con gli oggetti, che come sempre si portava
ogni cosa perchè pensava che potessero sempre tornare utili,
mentre i due cani guardavano ora uno e ora l'altro, quando
parlavano, un pò nervosi per l'umore dei due.
"Capisci che quell'atteggiamento è stato eccessivo? Hai
creato traumi a quella gente..."
"FINISCILA! Traumi a loro!?! Meritano anche considerazione, adesso?" lo
affrontò di petto avvicinandosi ulteriormente, agiando i due
cani e Gask, che mise i piedi a terra, studiandoli. IN
verità a lei non piaceva sporcare con i piedi tavole e
scrivanie, ma le aveva promesso che avrebbe passato un panno con
l'alcool, che lei teneva ovunque, subito dopo, lasciandolo di nuovo
lindo.
Jd le rispose calmo fronteggiandola.
"Hai usato la visualizzazione e l'impianto virtuale per modellare una
scena da terrore puro. Hai fatto apaprire come se entrasse, una donna,
con un abito che sembrava da sposa nero, con tanto di velo. Sai quello
che ho visto dalle registrazioni, con il corpetto interamente di pizzi
francesi a petali di fiori a raggiera sul petto, che faceva a V
capovolta sul davanti alla fine sotto la pancia, gonna ampia modellata
da quel decoro, a meà altezza, t di tulle e gigli
neri
come festoni pendenti, con velo lungo e tutto pizzo tenuto da una
corona di gigli neri sul capo. Che è entrata con alcuni dei
nostri uomini, reali, a cui hai dato disposizioni di agire in una certa
maniera, mostrandosi agli ospiti. Poi tramite la sua proiezione hai
pescato, o meglio piluccato solo le persone che volevi,
portandole al centro della struttura, essendo allo stesso modo di
questa, in un cerchio color sangue stile roba satanica che hai fatto
apparire sotto di loro, terrorizzandoli. E poi, per farli finire dallo
strizzacervelli, con musiche allucinanti, hai urlato che si erano
macchiati di gravi crimini, che avevano rovinato la vita di alcune
persone con la loro ignomìnia meschina. Gli uomini portavano
spade, elsa vera e lame finte, solo una barra sottile con un
meccanismo, che con il programma di realtà virtuale che usi
sempre, hai reso autentiche alla vista. A cerchio, uno di fronte
all'altro, consocendosi o meno, hanno ascoltato dalle labbra
artificiali una condanna per crimini di adolescenti, dove hano creduto
di rischiare la morte per le azioni passate, vedendo le lame alzarsi.
Un uomo al fianco per ogni colpevole, dopo aver legato un braccio
stretto al busto, con l'altro lungo il fianco, mentre altri li tenevno
sotto tiro se scappavano. Hai promesso loro la vita ma subendo la
giusta punizione. E sono rimasti. Seguendo le lame, finte ma non lo
sapevano, fino a che non si sono abbattute sulle loro braccia.
Toccandole solo, ma facendo loro provare dolore per il colpo ricevuto.
Grazie al gioco di luci e suggestione, hai fatto credere loro
che
quella spade tagliavano loro le braccia, il destro, vedendolo cadere,
anche se fintamente, vicino a loro e il sangue che sgorgava, muovendo
pure le dita pochi attimi. Ma non l osapevano. Hanno visto sangue su di
loro, dato dalle spade finte con del liquido di scena, e mentre quelle
canzoni assurde continuavano, loro urlavano, si dimenavano, erano
terrorizzati da quanto subito. NOn potendo toccarsi con l'altro braccio
legato erano impazziti. Credevano di provare dolore per qualcosa che
non avevano perso, ma che vedevano a terra vicino a loro..."
"Sindrome dell'arto fantasma, solo creduto nella mente... niente di
così assurdo!"
"Kianta..." le disse tenendola per un braccio mentre questa,
noncurante, si voltava "davvero mi stai dicendo che della loro salute
mentale non ti importa? Che quella donna che sembrava una sposa in
abiti funebri fosse gisuta, mentre pronunciava quei discorsi? Guardava
gli altri che stavano dietro la zona a vetri, commentando
tranquillamente che cosa si è fatto, e perchè...
davvero
ricade anche col passare degli anni? Anche se avevi messo i
bambini fuori a giocare con nostri uomini, quindi non presenti, hanno
subito uno shock senza precedenti..:"
"Che cosa vuoi, davvero, Jd?" stringendo a sua volta il braccio di lui,
ancora intorno al suo "quella gente l'ha rovinata, ogni giorno hanno
rotto un pezzo del suo essere, l'hanno resa intuile come tutti gli
adulti. Le hanno tolto ogni cosa, impedito di avere cosa meritava
così tanto che è impossibile togliere tutto
ciò. E
lo sai bene. Come dice Milan, tutto il dolore e la sofferenza sono
così radicati che perfino il lavoro di David non
è
riuscito, oltre quello che è accaduto due volte. Eppure ci
sono
e saranno sempre. Perchè MIlan stesso dice che se non
è
neanche David, allora è così nel profondo che
potrebbe
essere fin nell'anima. E lì, non lo può
eliminare
nessuno. Quella melma nera cèra e rimarrà sempre.
Affermi
che hanno subito degli shock? Allora lei non merita un pò di
vendetta? Almeno un briciolo di giustizia?"
Jd rimase impassibile guardando i suoi piedi.
"... lei si è portata dietro così tanto schifo,
incapace
di risalire la china perchè fino a che non vi ha conosciuti,
hanno coninuato a gettargliene e fermenta ancora, e mi vieni a dire che
ti spiace per quella feccia? Io non uccido nessuno Jd, ma non permetto
allo schifo delle persone di fermentare, a questo
mondo,
come cosa hanno lasciato in Lei. E chi ne paga ancora le
conseguenze. Essere buoni ok, ma fessi no. Quella gente l'ho vista
dalle telecamere comunque tranquilla, vantando soldi, momenti belli che
voleva rivivere in quel posto mentre aspettava di ritornare a casa
propria, con quella gente, belle posizioni nella società e
molto
altr, o che non dovevano invece meritare. E' corretto quindi che loro
insieme agli insegnanti e tutti quelli che sono venuti dopo il
liceo, l'abbiano affossata e tagliato le gambe, che hai
conosciuto una persona perduta, ma non si devono toccare? NOn devono
avere un marchio nell'anima come è toccato a lei? Che non
cèntrava nulla davvero e non meritava tutto ciò?
Mi stai
forse dicendo che lei era una pessima persona anche prima, e
che
è corretto vederli pavoneggiarsi, anche ancora con tutto
ciò che cè in rete che hanno messo loro e amici
loro,
sopra tutto ciò che lei non ha mai avuto o vissuto?
benissimo,
se la pensi così vai da Milan e denuncia cosa ho fatto..."
"..."
" Se Lei fosse qui, cosa le avresti detto? L'avresti ammonita
perchè il suo odio e rancore dovevano rosicchiarla ancora e
ancora, restando ferma a guardare chi l'aveva rovinata, e
proteggendoli pure senza fare niente? Per cosa stiamo cambiando il
mondo, Jd? Come i tedeschi dopo il secondo conflitto, che sono stati
aiutati dall'america e altri paesi a scappare e rifarsi una
vita,
dopo accordi per avere informazioni, scienziati e le tracce di oro e
beni rubati e sequestrati in anni? Tu sai come me, per il nostro
lavoro, cosa hanno fatto quei paesi a quella merda vivente,
su
altri, che hanno vissuto davvero un inferno. E ancora ci sono
stronzi che affermano che non era vero, quelle foto sono falsi
e
non vi è stato quello sterminio in quei luoghi orribili. E'
un
vergogna e sono pure gentile. QUanti sono scappati avendo una
seconda chance, una vita, famiglia, prole, rispettibilità in
un
nuovo posto? Sapendo cosa avevano fatto? E che cosa è
accaduto a
quelli che hanno preso? Niente, in confronto a quanto fatto. Se mi
rimproveravi di aver davvero menomato quella feccia o se fossero finiti
senza vita, avrei detto ok, Mea Culpa! Ma non è
così.
Cosa hanno assaggiato, loro, è stato solo momentaneo, come
un
cerotto. Gli basta, finito questo piccolo conflitto perchè
questi stronzi di folli mezzi religiosi sono ovunque, tornare a casa e
ricominciare la loro vista per come stiamo cercando di far ripartire
tutto e in meglio, vivendo fino alla fine dei loro giorni qualcosa che
per loro è vita e felicità. Figli, nipoti,
parenti,
amanti, soldi, vacanze, non importa cosa siano, ma li avranno di nuovo
dopo questi giorni. Concinueranno a VIVERE, Lei non ha avuto niente.
NIENTE! Ha vissuto tra quattro mura per incompetenza delle sue guide di
vita, odiando e venendo odiata solo perchè non era
conformata
agli standard che la società voleva. perchè non
era
capace di fingere. E dovrei rattristarmi per quella feccia? E di Beppo
che cosa mi dici? QUindi vaffanculo Jd, e qualunque cosa buonista tu
stia pensando. Non avrei comunque fatto altro, lasciando loro solo
questa macchia, questo piccol ospavento, magari non riuscendo davvero a
fargli neinte e fargli capire cosa hannofatto,
perchè
torneranno da chi amano e sono amati, a quella vita fra pochi giorni,
vivendo dimenticandosi di lei, cosa hanno fatto. Perchè come
per
loro era una cosa chiusa e quasi dimenticata, lo sarà questa
esperienza. E questo mi fa incazzare. Ma non venire da me con i tuoi
buoni propositi di buonista del cazzo, dopo cosa molti nostri
uomini sono stati e hanno fatto. Quello che facciamo noi è
solo
dolci e arcobaleni. lei non ha avuto gisutizia. lei sarà
sempre
ricordata come sbagliata, ingrata e colpevole di ogni cosa
per gli
altri, e che secondo loro hanno sofferto a causa sua. Se ti ha dato
fastidio cosa ho fatto, vai da loro e ricompensali come vuoi e parla
con Milan, me ne frego di tuti voi. ma qui... " indicandosi la mente
"qui non dimentica..."
Si sistemò, controllò che avesse tutto e si
affettò ad andare, chiamando i cani e facendo una
carezza
a Bri.
"Vai da sola? Lui non viene con te?" disse veloce Jd, guardando Gask,
che scambiò lo sguardo ma non disse ne fece nulla. Non si
alzò o altro, indicando che l'avrebbe seguita.
"perchè dovrebbe! Non mi ha proposto di seguirmi ne ha
accennato
a qualcosa di simile. Non obbligo ne spingo le persone a stare al mio
fianco, al di fuori del lavoro. QUindi si, vado da sola" perentoria e
fredda come il giaccio, sputando le parole come volesse picchiarlo
"Aspetta. Se per qualunque motivo e situazione dovessero prenderti, hai
documenti o altro con te non cripato?"
"..." guardandolo come se l'avesse offesa "Dovresti sapere come vado in
giro. No? Tengo soldi e carte finte con me da sempre, da Lei per
l'esattezza. Scadute o false, come i soldi, così che si
fregano
da soli. Io non temo mai niente. E comunque, giusto per terminare la
questione..:" avvicinadosi al suo orecchio tornando dalla porta "Alla
fine loro non hanno subito nenche un decido di cosa è
gravata su
di Lei finchè non se ne è andata, anche dopo che
vi ha
conosciuti. Loro, tornati dietro il vetro, non hanno perso realmente
nulla. E' stato come assistere a un horror con gli occhialini
tridimensionali o il Vr. Realistico ma finzione. Col gas sono
svenuti e al risveglio si è finto che avessero bevuto per
sbaglio acqua sbagliata che andava in infermeria per le
operazioni. QUindi non venire a fare la morare, da militare
che
ha assistito a cento volte peggio e parlando di quella persona.
Perchè una eprsona morta dentro, non deve essere
messa
sulla bilancia con quattro urli di quella merda umana..."
Gli fece un buffetto sulla spalla sinistra e uscì con i due
cani, per andare a fare esplorazione dove le andava, sola.
"Tu non dici nulla?" chiese a Gask dopo qualche secondo, che la porta
si era richiusa, restando loro due da soli, voltandosi verso di lui.
Gask continuò a gingillarsi con l'oggetto che smuoveva in
varie
posizioni, tornato con le gambe sulla scrivania, calmo e rilassato. COn
la domanda, si fermò dopo poco da cosa lo teneva
occupato,
per guardare l'amico.
"parli delle sue esplorazioni o cosa è accaduto all'altra
torre?"
"Mi riferivo alla torre..."
"Che cosa dovrei dirti? Da un lato ha pienamente ragione.
Dall'altro, anche s e ha esagerato e ha alsciato andare tutti
i
suoi incubi nella visualizzazione come piace sussurrarle sempre Milan
quando deve usare le proiezioni, non posso biasimarla e fare il
buonista come dice sempre, senza pensare al tutto. Sai anche
tu
che certe cose non è possibile estirparle, lei è
ne la
prova. So bene come tormentino, dopo tempo e..." fermandosi a guardare
l'oggetto che aveva in mano, come rotto nel tono "...ci sono cose che
non si possono riparare, superare. Ed è difficile vivere a
causa
di esse. Io stesso so cosa si prova su certe ma se IO, dopo avervi
conosciuto ed esserle divenuto amico, sono riuscito ad accantonarle e
superarle, lo stesso non è per lei. NOn possiamo giudicare
le
sue azioni in maniera generale per pensare ad altri, come se questi
meritassero più di lei. Mi fido di lei, credo in lei, come
penso
tu stesso perchè le siamo amici. E se ha fatto quel che ha
fatto, cè un motivo e non è accaduto a cuor
leggero.Lei
rimurgina, pensa, usa la testa più di me e te messi insieme
se ha agito così, sentiva che doveva farlo. Non so
Milan, se lo metti al corrente della cosa, si
arrabbierà,
le parlerà o altro. Ma non dico nulla oltre questo sulla
questione, perchè so cosa si prova, cosa resta
dentro e
agendo per la vendetta, cosa ti lacera peggio o meno, dopo.
Lei
per certe cose resterà sempre distante, con me, lo so e non
posso fare e dire nulla. Me ne aveva parlato e fatto vedere le
registrazioni, quindi so bene di cosa parli. Inoltre quelle musiche
allucinanti non erano altro che Forsaken e System. E poi, sicuro che
alla fine quella fosse veramente lei e non Legeia? Che Kianta non abbia
solo... permesso la cosa, acconsentendo, evitando eccessi?"
Jd sussultò, guardò negli occhi Gask,
contrabbiando con
uno sguardo eloquente, per poi alzarsi, pulire la scrivania e ponendo
il gioco in un cassetto e posare la mano sulla spalla opposta a dove lo
aveva fatto Kianta, passandogli vicino, dicendo solo una cosa.
"Per me si è solo sfogata, anche se fosse stata veramente
lei in
persona e non Legeia. Ha solo dato sfogo, in entrambi i casi, a
cosaè finito insito nella sua anima, se Milan ha ragione. E'
anche per colpa di quella gente che tu non puoi avere un'amica
più serena e io una compagna più vicina.
Laciamola fare,
fidandoci. Come sempre e che ci lega. Se io non sono andato con lei,
era solo perchè avevo capito che era un momento
suo, un
modo per stare sola e dimenticare per un pò questo posto e
cosa
significa. Non ho proposto o imposto la mia presenza per darle il suo
spazio e modo di riflettere, bilanciarsi. Capisco la tua domanda, ma se
non l'ho fatto e non ho detto nulla per stare con lei, anche per me,
cè un motivo. Quindi tranquillizzati e aspettiamo il suo
ritorno. E poi la aspetta una cena coi fiocchi che Bompass le ha
promesso. Vuoi che non torni?" ridendo complice.
"EH... Alaric dice sempre che basta suonare la campana per mangiare e
lei ricompare di botto. Quella campana che era stata trovata
tra
le cianfrusaglie vecchie della tenuta e Bompass aveva deciso,
così, perchè gli era venuto, di metterla fuori da
una
delle finenstre della mensa e suonarla, tirando la corda come un
forsennato, per richiamare al rancio. E Kianta aveva trovato la cosa
divertente e ogni volta la prende sempre in giro sul fatto che, ovunque
sia, la campana la richiama al cibo..." ridendo.
"Kianta pensa con la pencia... si, Alaric è sempre il
solito..." ridendo per uscire
"Aspetta, sicuro che vuoi uscire adesso? Ci sono i ragazzzi fuori!"
vedendo gask fermarsi di botto e passarsi una mano tra i capelli, non
aveva ancora aperto la porta e lo vide sospirare con le spalle che si
abbassavano. Si era dimenticato di uscire dall'altro lato e non farsi
vedere "Inoltre ricordati anche che è meglio non usare il
termine compagna con
Kianta vicino o nei paraggi. O con qualcuno che parla troppo. Sai come
la pensa, sai non ama e accetta certe cose e..."
"Tranquillizzati" con un gesto delle mani mentre lo superava e andava
verso la scrivania, aggirandola da dietro e gli schedari "sa che con
quel termine mi riferisco al -compagna
d'arme compagna di missioni strada=""-non
d'altro. E comunque, lo dicevo con te, non cè da
preoccuparsi.
Acnhe se era in altri termini, in quel caso, significava che andava
meglio..." sorridendo e aprendo il vano segreto per uscire da
là
"ma quello è una cosa che riguarda me e lei. Preoccupati
invece
se inizia a non parlarci più..." lasciando solo Jd, che si
portò le mani sul fianco, fece una faccia strana e
chinò
la testa verso terra.
"Veramente
avete questo coso...qui sotto?!?" chiese lei vedendo la mini ferrovia,
visibilmente sorpresa nell'ammirare anche lalocomotiva che teneva, per
trainarli, due vagoni, uno con i sedili e l'ultimo come vano
portaoggetti, aperto ma con un rialzo di ferro.
"Non
è spettacolare? Acquistati apposta e messi qui, dopo aver
fatto
sistemare la linea che gira tutto intorno allo chateau e da cui partono
e arrivano in e da molti posti. E sai da dove mi è venuta
l'idea? Dalle miniere. Che ho fatto, eh?" gasato come un bambino che
mostra i giocattoli migliori agli amichetti "Ho sempre avuto una sorta
di desiderio di vedere le miniere, anche abbandonate, e molte volte
facevano vedere miniere in tv, ancora attive con carrelli e mini
trenini, per portare in giro il carico. Ed ecco... quello che stai
vedendo è un ex treno a trazione Diesel, ora ad accumulatori
o
elettrico. Ho preferito farlo preparare multi opzioni di alimentazione
perchè non si sa mai... Forse sono rimasto
ammaliato
dall'ieale russo per cui tutto va fatto bene, una volta, e con una
funzione o attivazione manuale di emergenza,ausiliario,
perchè
non si sa mai... adesso molti motori e meccanismi sono piccoli, quindi
che vuoi che sia far cambiare l'interno! E' per questo modo di pensare
che ancora oggi molte cose funzionano nelle lande gelide, si migliora
quello che cè già. Perchè se no nparte
come
dovrebbe normalmente, lo si avvia in un altro modo e si ripara, ma
comunque partirà... I vagoni originali erano tutti a due
assi
senza freni, ossia con binario classico e non si fermano da soli se non
cè quella magnifica mini locomotiva di testa!" indicando una
locomotiva con la parte anteriore rettangolare con griglie e sportelli
vari, con dopo una sezione più alta che era la zona di
guida,
senza ante ma aperto ambo i lati. Teneva legato a se un vagone con dei
sedili, due accoppiato formando due file, con l'entrata
laterale
da chiudere con uno sportello e uno spazio tra i sedili per le gambe.
Dieto quello per eventuale carico. "insieme
a questo gioiellino cèrano vagoni specifici, anche a
carrelli,
per i vari tipi di trasporto e di servizio. Cè, nella rotta
dei
binari, una zona deposito apposita con una pedana girante per far
rientrare all'indietro il trenino di testa, farlo entrare in
retromarcia nel deposito e agganciarci cosa ci serve. Ho ancora ma poco
usati, a tramoggia per lo scarico automatico, cisterne per liquidi,
piatti per materiali voluminosi o per trasporto persone come
questo. Poi lo si sistema su quella pedana girevole a
trecento sessanta gradi e si riparte... Ci sono anche sezioni per lo
scambio di direzione, ossia zone vuote o corridoi dove, lasciato me se
ci sono addetti specifici, e li ho ma sanno solo cosa cè
davanti
la porta dove mi lasciano, fanno retromarcia, azionano lo scambio
binario per immettersi in retro nella sezione di scambio, si scambia di
nuovo la direzione e si ritorna, anche se si può girare
tranquillamente con le porte aperte per una direzione sola. Per tutta
l'aera con la linea attiva. Di base ci vengo io, Dorde, Jd se ho
bisogno di una mano per prendere qualcosa di importante e ho bisogno di
aiuto, se è necessario che mi sposti velocemente. Per le
sezioni
sotterranee che non siano i Caveau, ho degli addetti con trenini come
questo in ogni sezione. In pratica sotto lo Chateau ci sono diverse
sezioni, usando anche gallerie naturali rinfozate e modificate, creando
una sorta di figura. Non ti dirò quante sono ma mettiamo un
pentagono, lo hai in mente? Bene, fai conto che ogni punta è
una
sezione, che ospita un laboratorio o settore, e da ogni punto parte una
linea, e la linea è la rotaia. E' a una sola direzione e ad
uso
esclusivo di pochi, quindi non ci sono affatto scontri" ridendo" Ora
che ci penso anche David la usa, lui può, comunque
cè un
trenino di testa per ogni sezione, usando la pedana si può
andare sia a destra che a sinistra. Se ti chiedi come si sa chi e
quanti usano un trenino, nel caso, non lo hai visto
cèra
un pannello a muro che indicava le locomotive in funzione e dove si
trovano, così non ci sono problemi. Uso carrelli diversi
raramente, e a volte solo i laboratori... nel deposito ci sono anche
quelli per grossi oggetti, ma per lo più mi servo di questa
carrozza che chiamoper fare velocemente, che a piedi, la
strada"
"Ok"
confusa da tutta la spiegazione, quasi urlata "hai illustrato
chiaramente la tua meravigliosa ferrovia personale. Ma andare dove?
Quale strada?"
"Curiosa?
La sezione che stiamo per lasciare "indicando la porta metallica
rettangolare che stava per chiudersi, piena di perni che si azionavano
uno dopo l'altro che si incastravano "è quella del
Caveau
privatissimo e supersorvegliato. Non so se hai visto, ma ci sono
telecamere in alcune zone, corridoio, davanti le porte e le sezioni di
linea come queste. QUindi ci stanno vedendo, e perchè sono
con
te non hanno avvisato la squadra speciale, addetta alla sorveglianza di
questa sezione. Ci sono nelle sezioni di scambio delle guardie, che
vedremo sicuramente, e che girano per la linea da un luogo all'altro
quando non ci sono mezzi in movimento, controllano sempre dagli
schermi. E si, se passiamo hanno lo spazio per camminare senza
spalmarsi sul muro, tranquilla, ma meglio che non girino troppo quando
sono in viaggio" ridendo "... Oltre questa zona che abbiamo solo
sbirciato ci sono i laboratori, divisi a quadrifoglio come pianta con
le uscite solo veso i binari, i corridoi per entrare e uscire dallo
Chateau direttamnete o in punti speciali al di fuori, un magazzino
speciale e una sorta di bunker per le emergenze..."
"..."
lei lo fissò a bocca semichiusa con un sopraciglio alzato,
nel
sentire cosa era presente sotto il terreno, e di fatto intorno a loro,
continuando la spiegazione di prima."Davvero cè tutta questa
roba qui sotto?"
"Siamo
molto, molto in profondità, non cade niente quindi
tranquilla e
se te lo chiedi prende tutta la proprietà che comprende un
boschetto, la sezione anteriore fino ad un certo punto, i giardini.. la
proprietà è vasta e cèrano gallerie
sotteranee
naturali. Già secoli fa le usavano e io ho migliorato. ma
ammetto che è stato... prima di lasciare tutto in mano ai
ragazzi, perchè mi piace di più l'altro lato di
questo
lavoro" con rammarico "lo ammetto, mi piace che gli altri facciano cose
e per me mi occupi delle persone, basta!"
Milan
si introdusse nella locomotiva di testa, entrando in sala macchine, che
non avev aporte d'entrata. Un pannello collegato alla sezione
rettangolare davanti moderno, che faceva a pugni con l'esterno venne
attivato. Pigiò e toccò alcune cose, mentre la
locomotiva
iniziava a fremere e tremolare sul binario, poi scese e si
accomdò con lei vicino sulla carrozza passeggeri,
compiaciuto.
"Spero
che adorerai questa gita. Non la vede e conosce quasi nessuno, e ogni
volta è divertente starci sopra. Diciamo che mi godo quello
che
non ho potuto da bambino! Ho preferito mandar via l'addetto alla guida,
per parlare meglio. Pochi sanno e meglio è... ho sempre
pensato
di far mettere per tutta la lunghezza dei tunnel e sezioni,
della
carta da parati speciale con dei panorami spettacolari. O dei monitor
ginanti ma David dice che costano troppo. COme per l'Orient express...
quanto ne avevo sentito alla tv, di quel viaggio in treno stile
vittoriano! L'ho fatto, sai?" guardandola al suo fianco "è
advvero qualcosa di mirabolante, entusiasmante. Ho scoperto con quel
treno come il concetto di tempo, viaggio e mondo al di fuori del
finestrino, siano dimenticati e diversi. E' un'esperienza da fare, ti
cambia le percezioni delle cose che non sai usando i moderni. E per il
panorama. Ecco perchè ho fatto mettere questo piccolo
fratellino
dell'originale. Qui. Invece di ascensori o mini car per i
lgolf,
come ho visto in case giganti di alcuni clienti e sostenitori. Non
è la stessa cosa, credimi..." agitando una mano con una
smorfia
delle labbra, come per dire che gli facecano senso.
"Devo
ammettere che è... caratteristico. Ma come hai hai deciso di
comprare questo posto, metterci i cavalli, zone sotteranee e una
ferrovia..."
"Perchè
l'ho desiderato fin da bambino..." sorridendo beato "Vedi, come
già ti ho detto sono slavo di nascita, povero e cresciuto in
un
posto un pò troppo legato a superstizioni, tradizioni, che
si
usavano sempre perchè si doveva fare così! La
città per noi era grande e fuori dal mondo, dove
andavamo
per le spese grandi e vedevamo dal la televisione. La nostra era di
tipo vecchio, a tubo catodico gigantesche che prendeva tutto un mobile
per spessore e dimensioni. IN quella televisione vedevo di tutto,
perchè non cèra molto da fare, dove vivevo io,
se
non lavorare e passare il tempo in famiglia. Un mortorio, di gente che
lavorava dalla mattina alla sera, cercava di tirare avanti e pregava.
Le feste cèrano ma erano religiose, dove la
felicità di
bambino e ragazzo per i balli, i divertimenti giovanili e le belle
ragazze... non potevano coesistere. Da noi si usava ancora anche il
pagamento in merci, col dottore o in città. La
città non
era una metropoli, ma per me all'epoca era un mondo a parte. Cinema,
negozi diversi e specifici per tipi di cibi, che non avevo mai
assaggiato a volte, abbigliamento, generi vari... ricordo che mia madre
si facev aportare con l'unica macchina disponibile, vecchissima anche
per quegli anni e sgangherata, impolverata, per comprare tutto
ciò che quei due negozietti da noi, non avevano sugli
scaffali.
E ogni mese, quel giorno, per me e mio fratello era la scoperta del
paese dei balocchi. Veramente! Guardavamo le vetrine, dopo aver chiesto
ai nostri genitori se potevamo passeggiare per le strade, anche senza
comprare nulla, ammiravamo cosa contenevano e la gente che all'interno
acquistava. Per farti un paragone, ho visto una cosa simile in film e
telefilm americani dove le fattorie derano distanti e andavnao come noi
in città qualche volta, come un altro pianeta. Mia madre
andava
sempre nei soliti negozi che la conoscevano e che accettavano i doni
della nostra terra, e di cosa acquistava e scambiava coi vicini, per
cosa cèra bisogno in casa. Diceva sempre che in quel modo
rispamiava denaro vero e faceva contenta la gente della
città,
perchè i nostri prodotti erano più freschi di
quelli del
supermercato. Ed era vero, e alla gente andava bene. In altre
città, di altri paesi, storcerebbero il naso per le
questioni
sull'igiene, ma da noi non era così. Carne, derivati,
verdure,
come presi, raccolti, macellati e conservati e portati in
città.
Addirittura conosceva persone che, sempre scambiando beni diversi, le
procuravano abiti per tutti e lei ne era felice. Adorava cambiare abito
o averne qualcuno di bello e nuovo per le feste. E i gioielli erano
sempre, come abiti e scarpe, di seconda mano e di scarso valore. Ma le
piaceva metterli anche solo in casa e sentirsi una di città.
I
soldi che metteva da parte erano proprio per un appartamento in
città e magari una vita sopra quella che facevamo. Facevamo
parte degli slavi meridionali, anche se il mio aspetto è
molto
simile al russo, e non si viveva che di lavori della terra,
fallegnameria, pesca... "
"Ma
slavo non è indicazione geografica precisa..:"
"Quasi.
Si intende una tipologia etno linguistico dei popoli
indoeuropei.
Se mi chiedi il luogo vero e proprio... non è che mi
vergogni,
ma preferisco sempre idnicarmi come Slavo e basta. Già il
mio
paese di origine ne ha viste... Posso dirti però, in via
confidenziale, che sono diciamo connazionale di Nikola
Tesla, perchè siamo della stessa categoria etnica, in linea
generale, anche se di stato diverso. Ma medesima popolazione slava
meridionale." Facendola sorprendere "resta il fatto che tra noi e gl
ialtri del luogo dove vivevamo, ci sostentavamo con i prodotti della
terra, bestiame e dei laghi quando ci spostavamo per piccoli lavori
stagionali. Cereali vari, patate e barbabietole. Viticoltura nelle aree
lungo i fiumi a chiamata. Alberi da frutto come prugno da cui si
ricavava un distillato tipico .Lamponi come se piovesse. Da
noi
paeselli e piccole cittadine diventano comunità,
così
ogniuno faeva la sua parte assegnata se si trattava di bestiame, lavori
stagionali... ma tutti avevano una zona di terra lontano dalla casa.
Mia madre era brava con lavori femminili, sai ricami e simili, e quando
mio padre era impegnato con gli altri della sezione coltivazione, lei
lavorava e lavorava per mettere da parte merce ricamata o sferruzzata
da scambiare, insieme a tutto ciò che era di più
nella
dispensa. Eravamo poveri di soldi, ma ammetto che il resto non mancava,
anzi. Mangiavamo e ci vestivamo quello che bastava, anche se non di
primo acquisto. Mentre i soldi servivano per le tasse, oggetti non
scambiabili, materiale scolastico e il famoso appartamento in
città. Mia madre odiava i lavori della terra in generale,
voleva
vedere se stessa e tutti noi in una città dove si guadagnava
con
mestieri più puliti. Come li chiamava lei. Sai, su
certi
temi della pulizia per cui ti inalberi, rivedo lei... sta di
fatto che vivevamo come paesani alla giornata. Anche il cibo dipendenva
dalla quantità alla raccolta e cosa potevamo mettere da
parte,
la percentuale nostra con tutti gli altri compaesani, dal totale per la
vendita. E poi venne la televisione. Mio padre aveva comprato in
città un decoder di seconda mano, almeno così
disse il
negoziante, e la nostra tv prese anche cose che no avevo mai visto. E
in lingua inglese. Grazie alla scuola, anche su quello cè
tutta
una storia ma sarebbe troppo lungo, ho iniziato a seguire telegiornali
con mio fratello in inglese, programmi che mi ipnotizzavano. Essendo
non nocivi per i bambini, mia madre non disse mai nient e ne sono
felice. E poi... mi innamorai di cosa vedevo dell'inghilterra. Gente
vestita in modo classico, elegante, con una grazia regale e sicurezza.
Io, che ero abituato a uomini piegati dalla fatica, dalla vita e il
lavoro che facevano che li ingobbivano un pò, con lo sguardo
serio e triste quando pensavano di non esser guardati. Ma vedevo la
tristezza nei loro occhi per avere il minimo per non morire di fame,
per non morire di freddo d'invernoe farcela a malapena alla fine del
mese. E mia madre voleva sempre un appartamento in città.
Sognava le pellicce morbide chela rendessero una Signora. osservavo le
notizie sulla famiglia reale inglese, restavo ipnotizzato dalle divise
militari degli uomin intorno a loro, la polizia a cavallo, le carrozze,
i cavalli magnifici e e come chi li guidava fosse grandioso e fiero,
che vestisse la divisa, o fosse un nobile. Noi, che avevamo una
macchina scorreggiante, come la chiamavamo sempre io e mio fratello.
Avevo visto matrimoni, cerimonie, apparizioni pubbliche. Abiti e
divise, comportamenti e regole, dette anche etichetta. Io, piccolo,
guardavo come rapito quela televisione che mi mostrava qualcosa di
così alieno, diverso, lontano. E così regale e
nobile. E
amavo le divise sia dei nobili, le uniformi reali, che delle
guardie con loro. E in bilbioteca, ricordo ancora, trovai dei libri
sulla storia militare e i corpi militari nel mondo. E vidi le divise
del tuo paese, sopratutto i carabinieri, quelli con le cappe e
mantelli. Quelle divise sono spettacolari, così come quelle
davanti il vostro parlamento credo, i reggimenti e non so, non capivo
molto e ma vedevo quelle immagini e ho amato sempre di più
le
divise militari. Ricordo che vidi anche immagini della versione
francese..." sembrando meditabondo, come se cercasse di ricordare"
comunque tranne le divise greche, le altre erano bellissime. E mi
chiedevo come fossi io con quelle indosso. Se apparivo uno stupido, se
non mi donavano, se sembravo uno scemo mentre quelli sembravano
magnifici e come i nobili nei dipinti. Quanto amavo sfogliare i libri
in biblioteca e guardare foto di vecchi ritratti e, se di storia, i
dipinti delle persone. Come erano lì..."
"lo
sai, vero, che molte volte ordinavano all'artista di farli molto meglio
di come erano nella realtà? Ricordo di aver letto
libri
dove esempio per i matrimoni si mandavano dipinti o piccoli ritratti in
ciondoli dello sposa o sposo, che non si erano mai visto, e poi di
presenza erano così diversi da svenire... ahahah in effetti
non
dovrei ridere, visto che erano matrimoni obbligati e e la gente doveva
stare a forza vicino al consorte. Che vita grama che facevano. E trovo
penoso e orribile l'obbligo, secondo la natura,
sopratutto
delle femmine del regno animale, di abbassarsi a subire gli
accoppiamenti. Bah..:" scuotendo il capo per disgusto.
"Certo
che lo so, ma certi quadri erano magnifici. Lo sai che Dorde, mio
fratello, è un grande artista? Ama dipingere e il suo stile
si
chiama iper realismo o realista. Io amo guardarla
l'arte,
non farla..."
"quindi
lui crea? Imprime su tela l'anima delle persone? una volta si diceva
così, che i grandi artisti sapevano prendere qualcosa dal
soggetto e segnare indelebilmente la tela con ciò che faceva
parte di quella persona. E' anche per questo che si dice che molti
quadri ospitino, altri dicono possiedono, l'anima del soggetto
originale. Della serie che tu muori dici...Mh, perchè
andarmene.
Ho quel bel quadro che qull'artista mi ha fatto, che posso
possedere per guardare la gente. Mi diverto per alcuni secoli..:"
"Ah
aha ah, sicuro qualche personalità del passato l'avrebbe
pensato.Comunque, sai quando mio fratello, che era bravo nel disegno,
decise di cimentarsi nell'arte vera e propria? Con il nuovo decoder e
la tv. Guardava con me vari canali nel mondo e vedeva le notizie
inglesi e non, e ungiorno il telegiornale mostrò un nuovo
ritratto della Regina, preparato ed esposto per celebrare il
Giubileo d’Oro della sovrana d’Inghilterra. E con
quel
quadro si mostrava la galleria con i suoi dipinti, dal giorno
dell'incoronazione. Sembrava una sovrana dei tempi andati con la cappa
e la corona, giovanissima, fino a quello, l'ultimo, dove lei in bianco
e i gioielli del suo titolo, mostrava la potenza di una persona e un
regno. Dorde guardo quei quadri, amando il primo e altri, dove la
regina era una figura quasi divina, regia, un testamento di qualcosa di
forte e straordinario. Così diceva. Non aveva mai visto con
me i
libri e i ritratti e poi recuperò, iniziò ad
aiutare mio
padre, essendo più grande di me di pochi anni, per avere dei
soldi suoi. Per fortuna mio padre non ebbe di cui lamentarsi, anche se
era un bambinetto non ancora adolescente. E faticò molto, si
presentò a tutti concittadini per proporre il suo aiuto in
cambio di qualche moneta o banconota e, seppur pochissimi,
faticò per comprare prima fogli e colori economici quando
andavamo in città, poi arrivò anche ad aiutare
mia madre
con cucito e ricamo, diventando bravino, tanto da aumentare i lavori
che lei vendeva. Con quel qualcosa in più, comprò
la sua
prima tela e, seppur sovrappose varie versioni perchè
sperimentava e creava e non poteva comprare troppe tele, alal
finefece un ritratto di nostra madre. Dopo prove e impegno su
fogli, quello venne davvero bene. Tanto che mia madre ne
restò
affascinata. Grezzo e non come gli iperalistici di adesso, eppure era
davvero bello. E continuò, lavoro in entrambe le mansioni, a
volte andando a dormire con le dita doloranti, ma comrpò
colori
e carta. Poi mia madre scambiò molto per prendere quando
poteva
tele, anche per qualche regalo dei nonni, e lui migliioaava, ritraeva.
le ragazze più carine da noi o quelle che incrociava per
strada,
gli uomini di qualuqnue età che gli davano delle sensazioni.
Comprava quaderni economici e li riempiva. Quel vecchio rattrappito che
mostrava nei solchi di viso e mani la pesanteza della vita, la donna
che si considerava chiccosa ed era invece una fotografia della
vanità. E molti altri soggetti,s empre quelli che per lui
sulla
tela dessero tantissimo. Insomma, da quando vide quel
servizio
con quei dipinti, e la sala dove erano esposti quadri di varie persone,
decise di dipingere anche lui..."
"Quindi...
è un artista? O è solo un hobby"
"Anche.
Lui è sempre stato più brillante di me ,
è partito
prima per fare il militare e ha avuto un'ottima carriera. Ametto che so
poco di cosa ha fatto prima che io venissi chiamato, da
lui, per entrare a mia volta. I nostri genitori non erano
felici, ma non volevamo vivere come voleva la mamma. Gente
semplice, in un posto troppo semplice per noi. E ammetto, io alla fine
ho fatto poco per tutto questo progetto. A iniziare il desiderio di
cambiare le cose fu all'inizio proprio Dorde perchè,
nonostnate
la sua sfolgorante carriera militare, in pochissimo tempo, assistette
come superiore a molti atti di nonnismo e..."
"Ma
allora, chi ha deciso davvero di iniziare tutto questo progetto?"
"Lui
odiava lo schifo che vedeva fuori dal nostro nido d'infanzia. Si
può dire che quel posto dove vivevamo, seppur senza soldi,
era
più sicuro e protetto del mondo fuori. E lo capì
andandoci. Quando io entrai pure, felice di afforntare un mondo che
avevo visto alla tv, scoprì sulla mia pelle le cose che mio
fratello aveva solo odiato. Perchè io iniziai dal basso, lui
aveva partecipato a una sorta di reclutamneto che si faceva tramite
richieste scritte e piacque a un colonnello che presenziava alla cosa.
Adesso non si fa più, ti parlo di alcuni anni fa e nel mio
paese. Ogni anno anninciavano l'apertura delle richieste per entrare
nell'esercito, come fossero un'agenzia di collocamento, affermando di
dare un posto sicuro, denaro, possibilità di carriera. Non
nelle
grandi città, furbamente, ma in luoghi più
provinciali.
Comunque lui decide di andare e, per quello che so, fu preso in
simpatia da quell'uomo ed entrò, lavorando con lui, facendo
addestramento riservato a gruppi speciali, saltando le basi. Che io mi
sono fatto, solo perchè all'epoca non ero come adesso..."
sorridendo sornione "vedi, il militare è come... come la
prigione. Forse non lo sai, ma se non sei pappamolla o troppo
innocente, puoi imapare pagando o scambiando con tutti gli altri che te
lo permettono, capacità e abilità. E
così è
il militare. Se ti fai il tuo gruppetto, puoi imparare come essere
più carismatico, puoi apprendere trucchetti e
capacità
degli altri per migliorare, ancor meglio da quelli più
grandi...
credi che quello che so io l'ho imparato raccogliendo frutti? La tv
è stato solo un trampolino. Grazie a mio fratello comunque,
dopo
aver superato il periodo da recluta, sono finito in.. qualcosa
più interessante che il campo di battaglia. Almeno,
dal
lato dell'amministrazione. NOn per questo significa che io sia una
schiappa con le armi, sono anche bravo, sonostato l'elemento di testa
di molte squadre... ma non nei grossi conflitti. Ho fatto la mia
gavetta sul campo, ammazato nemici, ammiinstrato squadre e gruppi e
frequentato specializzazioni particolari. Dorde non amava i conflitti
vissuti in prima persona, infatti non è mai stato
là, se
non al fianco dell'uomo a cui deve tutto anche adesso, per la sua
carriera lontana dai pericoli. E' un tipo più..."
"Fermo,
aspetta. Fammi capire bene. Lui è diventato un militare ma
come... più un colletto bianco. Anzi, solo come
tale e
mai, rispetto a te, è stato un colletto blu"
"Superlativo!
Come è bello parlare con qualcuno sapendo che comprende, e
non
vedere facce ebeti di gente che non sa neanche, molte volte, in che
posto si trova sul globo. Sono contento! Sul serio. A parte Jd
e
mio fratello, a volte anche la gente ricca e famosa è una
capra
e basta, come ti piace dire. A proposito, perchè capra?"
"Ah,
è un detto comune perchè le capre sono testarde,
ostinate, usano letteralmente la testa con le corna per affronatre
qualcosa che non gli piace. Insomma, capra per individuo ottuso e
stupido, che non impara perchè non vuole... e so a cosa ti
riferivi. La gente mi ha sempre vista malamente perchè io
non
amavo le discussioni frivole di gossip, cose da donne, uomini e altre
menate. Si parlava sempre di questo, se no ndi famiglia e figli.
Almeno, quei beoti di dove vivevo... mai parlato di cose interessanti e
si incazzavano se li guardavo con limitata sufficienza. Anche con
Rò, se all'inizio ero felice che vi fosse qualcuno che
finalmente voleva parlare con me, stare al mio fianco, non mi vedeva in
maniera... come tutti gli altri!" guardando la pietra che aveva in mano
"invece è stato solo uno schifo!"
"Perchè?"
domandò, mentre il trenino scorreva tranquillo e a moderata
velocità, vedendo dei soldati in punti strategici
come
avva anticipato Milan.
"Perchè
io non sono come gli altri. io non credo di aver mai provato qualcosa
che sapessi definire come amore. Amore nel senso di sentimenti,
perchè amore si può dividere in molti modi. Amore
filiale, amore genitoriale, amore fraterno, amore romantico, e via
dicendo. So che chiunque rabbrividirebbe sentendo che io non ho mai
provato nulla per la mia famiglia o altri. Ho visto alcuni nonni morire
ed ero solo felice per uno, che era morto senza soffrire
mentre
l'altro..., ho odiato condividere la tavola con i miei, il bagno con
tutti i maschi di casa mentre mia madre aveva l'altro oslo per lei, ma
anche se si usava la logica e io usavo quello, mi avrebbe fatto lo
stesso schifo. Non so perchè, ma da sempre ho
provato
schifo per averli vicino, pensare di essere nata in quel modo orribile,
da lei, il sapere che cosa indossa lei era lavato insieme ai miei...
odiavo perdino per esempio il modo di muovere le labbra e mangaire o
beere di mia nonna e madre. E anche essere sfiorata mentre passavano
per esempio, non mi piaceva. Trovavo tutto sporco, che sporcava anche
me. So che sarò presa per stronza, mi urlerebbero ingrata e
meschina, ma non sono mai riuscita a cambiare queste cose,
così come so che non ho mai provato affezione come gli
altri.
Anche Rò, è stato l'unico maschio con cui mi
trovavo a
mio agio come vicinanza, che non mi dava fastidio quando mi metteva la
mano sula schiena o voleva abbracciarmi. All'inizio, almeno.Ero
contenta che finalmente qualcuno non si fermava, quando sentiva i miei
gusti o hobby, cosa pensavo di cose che alle altre fregava poco e...non
si allontanasse parlando male di me alle mie spalle. Sono stata
trattata malissimo perchè adoro i minerali e cristalli e li
collezionavo, gli orologi meccanici manuali scheletrati, sai quelli
dove si vede prorpio il meccanismo nel quadrante... la scrittura o
calligrafia e il collezionare e usare pennini di vario tipo, come in
vetro, e usarli con l'inchiostro nella boccetta. Leggere. Molte
leggevano solo libri che tutti reclamizzavano come straordinari e poi
erano cose sui vampiri o ricconi pazzi malati, da lasciarti
con
il dubbio che qualcosa non andasse bene nelle loro menti o libri
sessuali scritti ispirando a quelli dei vampiri, che di bello non
avevano niente. Non leggevano altro, mentre io leggevo di tutto. Con
prsone che credevo amiche, alla fine fidandomi
dicevo tante
cose... Mi sarebbe piaciuto parlare con qualcuno di queste cose e
altre, ma mi guardavano male e si allontanavano. Era impensabile che
iodicessi certe cose sul lasciare le radici e la famiglia, o hobby che
erano... da maschi. Mi dicevano così! Queste non sono cose
da
ragazze. O mi piaceva seguire corsi professionali o proprio laurearmi
in ingegneria meccatronica. Insomma, non ho mai avuto fin da piccola,
anche per i miei che non amavano la gente e ci hanno cresciuti con la
raccomandazione di tenere la gente fuori dalla nostre vite e da casa
nostra, qualcuno con cui giocare prima e parlare dopo e
vivere
come una persona , come volevo. Perchè ero diversa,
perchè nella mia solitudine leggevo e poi con internet, mi
avivicnavo a cose che la gente aveva solo indirizzi di genere. orologi
meccanici scheletrati? Ma non vanno bene quelli a batteria classici da
donna? Non metti mai le gonne? perchè non ti vesti
più
femminile? i maschi così, come ti vedono? Non
parli di
trucchi, vestiti, famiglia, figli, fidanzati, mariti, matrimonio e bla
bla? Ma da dove vieni? Insomma non ho fatto altro che guardare gli
altri alla distanza, perchè etichettata come
sbagliata,
anche per come ragionavo. Volevo capire, pensare, determinare me, il
mio pensiero e le cose, leggendo più fonti
diciamo..."
continuando a parlare mentre metteva la pietra controluce, vedendoci
attraverso.
"Ricordo
al liceo come, per capire meglio la cavolata delle religioni,
mi
misi a leggere elementi della cabala ebraica, perchè
è da
lì che deriva il cristianesimo oltre il mito di Mithra e
Iside e
suo figlio. La gente non lo capisce, ma una delle religioni
peggiori e più presenti, perchè seguita a forza
dai loro
antenati, è nata come un minestrone di altre. Ebbene,
ricordo
bene come vi fu un tema sulla conoscenza e l'essere umano. Scrivere e
spiegare il come e perchè la conoscenza e l'intelletto
dell'uomo
fossero determinanti e da cosa... alla fine scrissi un tema di pagine e
pagine, tante, prendendo vari elementi della storia, psicologia e
altro, compresa la relgione, e vi misi anche la differenza
dell'idea di intelletto e conoscenza per le varie religioni.
L'insegnante mi mise un punto interrogativo e davanti a tutti mi disse
che era dispiaicuta, ma non capiva proprio da dove avessi
preso
le informazioni sulle altre religioni. Alla fine snervata dalle
pressioni e risate coglione dei miei compagni, le diedi il libro da
dove avevo preso quelle informazioni e iniziò a fare un
pippone
madornale sul fatto che non dovevo leggere quelle cose, ero al quarto
liceo, e che non poteva definire il mio tema per quegli elementi. Me lo
fece rifare e io feci come da piccola, quando le maestre, turbate da
come fossi diversa e di mente diversa, mi mandarono da una psicologa.
Ricordo benissimo, quella volta. La psicologa mi fece entrare, sedere
di fronte a lei, e mi fece domande. Poi mi chiese di
disegnare
qualcosa e io, ricordo benissimo ancora, pensai-come
le maestre vuole qualcosa devo disegnare cosa vorrebbe che disegnassi
per non esser vista male facciamo la sirenetta magari piace=""-e
così feci. Le disegnai un fondo marino, che mi piaceva, ma
ci
misi i personaggi disney, utilizzai la scusa del mio amore per le
bellezze sottomarine e la dottoressa divenne rggiante e dolce. E
finì che disse ai miei genitori che io non avevo proprio
niente,
anzi, e che le pazze erano le maestre. Quando loro glielo riportarono,
nuovo inferno per me. Ebbene, al liceo per questo caso del tema, feci
la stessa cosa, espediente usato quando volevo sbrogliarmi la gente
scema. Rifeci il tema e lo scrissi come voleva lei, levandoci cosa era
mio. E presi un ottimo voto. QUindi oltre varie situazioni di anni
prima, capìì che i voti e le situazioni volgono a
tuo
favore se fai come la gente vuole. Non cè nulla di genutino,
naturale, vero. Ma anche questo ricordo, quel tema, mi
aumentò quel vuoto dentro, nel petto, che
è
difficile da spiegare. Già come mi sentivo io, la musica del
cavolo chedovevofare
e mi dava solo dolore e sofferenza, i compagni merdosi che
all'epoca, bullismo non esisteva come concezione, eri tu
quella
sbagliata.... Credevo che tutto dovesse esser così, per
continuare a strsciare a questo mondo senza troppi problemi...
"..."
"Ma
dopo il diploma, dopo aver conosciuto quell'anno l'insegnante di
piano, che mi trattò diversamente, mi feci forza e
cercai
di essere come volevo. Inutile dire che iniziarono i problemi grossi
con i miei e la gente. Il mio problema principale è che mi
sento
sempre in colpa per tutto, dato da quei gentili dei miei, che dovevano
essere guide di vita. Perchè non me ne sono andata prima? Il
mio
malessere cè dalle medie, crescendo e crescendo, mentre la
mia
tristezza pegiorava dall'essere sola e trattata come diversa.
Perchè non credente. Perchè non ero una ragazza
canonica.
Perchè pensavo diversamente da come dovevo. E
perchè
tante cose che trovavano tutti negative. Il fatto che fossi sincera
sempre, che non mi facevo problemi a superare certe cose sociali,
lottando contro la maschera che mi ero creata. Quindi calpestando
quella aprte di educazione becera in cui credono. Solo
perchè
sei una merda non vuol dire che non devo dire niente e lasciarti fare.
Ma per questo... la gente mi ha trattata sempre male come colpevole,
quando ero la vittima, solo perchè mi ribellavo. Ero io
trattata
come diabolica e cattiva, perchè non abbozzavo
alle merde
e mi scoprivano gli altri, professori e adulti in generale,
perchè vedevano me arrabbiata o a rispondere in vari modi a
quella feccia, ed ero io rimproverata. Non potevo fare nulla
che
mi piacesse perchè senza soldi, senza
possibilità, avevo
solo qualche libro che cèra in casa e la mia mente. Fu
così che mi creai un mondo, un mondo diverso e gestito da
me,
dove mi rifugiavo chiudendo gli occhi e, prima con la musica e poi
senza, vivevo come non facevo nella realtà. Un mondo reale
quanto la sofferenza che provavo. Per i imei andava tutto bene, ero
solo maleducata e in vena di fare casino. E sono peggiorata sempre di
più. Avevo bisogno di capire ogni cosa per comprenderla e
questo
mi aveva creato problemi a scuola, finchè non ho
mandato a
fanculo mia madre, che doveva seguirmi per forza e quando no
ncapivo, mi piacchiava in faccia o sulla schiena. Non ero
intelligente diceva, ero una vergogna, come per mio padre non poteva
vantarsi di me, e fin da piccola mi diceva che le altre donne
avevano avuto il dono di figli meravigliosi e io non lo ero. Sentendo
maestre, professori, i miei, tutti quei confronti, mi ero
creduta
stupida e cretina. Eppure io non mi sentivo così veramnete,
ma
secondo tutti io avevo problemi alle interrogazioni orali, non per
colpa loro ma eprchè ero inetta io,mi distraevo facilmente
quando invece soffrivo. E poi scappavo là, in quel
mondo,
per non sopportare tutto ciò che mi pioveva adosso dal
mattino... strascicavo i piedi ogni giorno verso luoghi dove non volevo
andare. E ho sempre dovuto fare cosa gli altri volevano, sempre. Ho
dovuto sempre fare... Dopo, il primo anno dell'università mi
sentivo diversa. Ma tutto sarebbe finito male, ovviamente. Caterina,
quella stronza che credevo amica, mi trattò male
quando
iniziai a dirle che il suo fidanzato online, che non aveva mai
conosciuto, forse andava trattato con i piedi di piombo. Da
quel
momento sono finita lo zimbello delle colleghe, che anche non
conoscevo, perchè non erano nel gruppo e con
cui lei
aveva legato, e ho sofferto, tanto. Questo dopo che anche la
figlia dell'insegnante del famoso tema sulla conoscenza, mi aveva dato
due di picche per persone più affini a lei, trattandomi
male. E
tornai ad essere sola. Prima di mandare al diavolo Caterina, lei
conobbe Rò con me perchè facevamo un corso
speciastico, e
poi all'università si era iscritta per me, eprchè
la
credevo amica e volevo condividere con lei anche questa cosa. Non
essere sola... Quando seppe che lui era mio amico e parlavamo tramite
chat online, ogni giorno, fece a me la paternale.
Diceva
che parlare con lui che era fidanzato era vergognoso, che non esisteva
amicizia tra uomo e donna, che non dovevo permettermi di dire cose
contro il suo fidanzato fantasma, come lo chiamavo
io, e
che era assurdo parlare di tutto, tutto, con un maschio. Solo
perchè mi lamentavo con lui della mia condizione di vita,
del
fatto che dovessi avere il ciclo anche se non volevo figli. per lei era
inaccettabile tutto ciò, con gli uomini non si dicono queste
cose. lei però lo faceva col fidanzato online, che era
ufficiale
perchè i genitori sapevano, ma mai incontrati. Ok, dicevo,
si
sente solo un pò così. NO! Dopo l'ultima cosa che
mi
fece, sbeffeggiandomi davanti a tante colleghe che non
conoscevo,
ma a quanto pare conoscevano me, lei si lamentò che io non
avevo
ricordatoa
lei,
Caterina, un incontro con gli assistenti di un professore eio,
iniziando già ad avere i primi sintormi della malattia,
dimenticai. Nessuno di loro, che credevo amiche, quelle del mio giro di
studio, mi aiutò o trattò bene, mentre vivevo
l'inizio di
un altro incubo. Io che avevo aiutato tutet loro con i miei appuntp,
che prendevo di tutto e chiedevano, con l'aiuto che avevo dato a
Caterina stessa per cose che doveva fare per quel fidanzato online o
per lo studio... ancora una volta soffrivo, ma nessuno vedeva e non
avevan empatia per capire e non esser stronzi.Di nuovo sola,
cornuta e mazziata. Quante cose ho sopportato prima e
dopo,
e sono stata trattata solo da schifo. NOn so molto di quello che hai
vissuto lasciato casa tua, ma non augurerei a nessuno il mio dolore e
tutto ciò che ho dentro. Poco tempo dopo, sola e disperata
per
come stavo per la malattia, decisi di entarare in un gruppo su un'opera
e l' conobbi alcune persone. Mandato a quel paese Rò dopo
cosa
mi fece qeul giorno a casa sua, che mi portò a stare peggio.
Ero
in una fase negazionista di me e la mia vita, acconsentì ad
aiutare Zay ad andare in irlanda per un suo sogno. Lo feci e... diciamo
che dopo mi sentii peggio ancora accumulato a Rò,
perchè... confrntai me e lei, la sua vita e el persone che
avevo
visto e conosciuto essendo sua amica. Non so spiegarlo
neanche a
me stessa, ma iniziai a provare cose negative e positive, su
una
vita diversa per me, su come mi ero comportata in quel viaggio che non
credevo e..alla fine non cè l'ho fatta. Non sono cambiata,
non
è andata in meglio ne altro. Nulla è cambiato
nella mia
famiglia, tra le rpesone che ho conosciuto, e quel posto
resta
becero e stronzo. Io invece mi sono rotta e frammentata sempre e
sempre... e ora vorrei solo pace. Solo
non svegliarmi
più la mattina volendo piangere, per essere ancora
viva,
per saper eche quel giorno sarà uguale e che conosco, come
gli
altri. E non vorrei mai lo stesso per nessuno, che nessun altro soffra.
Se tu davvero riuscirai a cambiare le cose, fallo per le persone come
me. Cambialo anche a costo di fare casino. Ma sveglia la gente!"
"E
come...non è facile cambiare le cose velocemente. Vedi
appunto la strategia nella Cina in Africa..."
"Facendo
quello che fece Dio..." guardandolo negli occhi come se questi potesse
intuire.
Un
anno e due mesi prima
Jd
si ritrovò in una situazione che non gli piaceva. Di nuovo
era
accaduto un fatto che Kianta aveva predetto e sarebbero iniziati i
casini.
Quei
quattro uomini avevano l'aria di tipi pericolosi, si vedeva che erano
deliquenti della peggior lega, solo osservandoli mentre gli parlavano.
Lui già li aveva visti qualche settimana prima, ma vederli
ora,
la sensazione era peggiore. Sguardo
bieco, grossi, uno addirittura sembrava obeso ma era la stazza, non il
grasso,tatuati e armati. QUello
più distante stava appollaiato al cofano della macchina
nera, metri più in là. Kianta aveva
autorizzato
l'entrata perchè gli aveva detto al telefono che era curiosa
di
sapere cosa avrebbero detto e fatto nel loro territorio. E quando
Kianta voleva osserva e giocare, cèra da sudare. NOrmalmente
andavano minacciati armi in mano e fatti andar via. Invece, dopo che la
squadra al villaggio ebbe avvertito, prepararano la zona con una delle
formazioni. Voleva davvero giocare, facendo credere che fosse una casa
come un'altra... o aveva altro in mente? Ed
erano arrivati al cancello quattro tizi in una macchina nera tipo suv,
urlando alle quattro guardie di passare. Utilizzando
le mura e costruzioni originali, vi erano varie postazioni o posti di
guardia in vani tondeggianti, senza porta, dove le guardie di turno
restavano ad osservare il perimetro. Quegli spazi tondeggianti, vecchie
guardiole da esterni senza porta in mattoni e resi lisci, erano
collocati nelle mura esterne, fatte in due sezioni, un muro prima con
uno spazio e poi l'altro muro dopo questa intercapedine non
usufruibile, anche se Kianta aveva vuto la mezza idea da modificarle
per fare qualcosa tipo un labirinto. Era molto da lei, ma tutti avevano
espresso chiaramnete disagio perchè erano militare e non
è detto che brillassero di capacità di
orientamento.
Sicuro, quella volta pnesò Jd, che qualcusi si perdesse
dentro
quelle fessure larghe una persona e iniziassero i deliri. Quindi quello
spzio era controllabile solo dall'alto delle mura e non erano
percorribili. Ancora. La
profondità della postazione quindi era data dai due muri
e
lal oro distanza. Avevano bordature decorative per richiamare
quelle del muro e delle fessure che davano verso l'interno,
per
parlare con le guardie dall'altro lato, con un divisorio in ferro che
si apriva e chiudeva. erano tutti antichi e originali, ossia presi o
comprati da comuni e città e portati lì.
Esistevano
ancora in molte città nel mondo e Kianta se ne era
appropriata
dando un tot a quella città con un contratto odve si era
vincolati a spendere quei soldi per sistemare veri problemi cittadini.
E, mandando ispettori, ormai loro potevano, si era controllata la cosa
e che nessuno intascasse nulla. Così erano state
portate
lì, posizionate in certi luoghi, e sistemate in luoghi
strateici, per proteggere le vedette dagli agenti atmosferici. Anche se
erano sopra tondeggianti, alcuni scherzosamente le chiavano supposte,
per ridere del fatto che fossero cilindrici, a volte dei ripiani
all'interno per poggiare qualcosa, con un tetto tondeggiante, senza
porta, e bianchi. A volte erano posizionati vicino o poggiati
a
sculture e creazioni paesaggistiche per mimetizzarsi un pò,
ma
chi le notava, poteva vederle quasi come capsule che si ergevano dal
terreno o appunto supposte. E non le chiamavano così davanti
Milan o Kianta, ovviamente, ma si sussurravano guardandosi in giro
chiedendo-oggi sei in una
supporta=""-e un altro-si
, quella a ovest vicino il trianon=""-, ottendo ocme risposta-che
palle l ci si annoia=""-. E
poi cèrano delle costruzioni in muratura a secco,
che
sembravano antichi ruderi per alcuni o casette di pietra per altri.
Invece erano fortificazioni militari a forma circolare, con quattro
archi esterni, che coprivano le forme portanti interne che
salivano fin sopra come una decorazione. Un muro di un metro terminava
lasciando una sorta di finestra rettangolare per ogni lato, meno di
mezzo metro, chiusa da un tetto di meno di un metro, sormontato dalla
parte terminale degli archi. Quattro feritoie quindi, da cui
osservare a trecentosessanta gradi, in una struttura grezza data dale
pietre lavorate a rettangolo grossolanamente. Nello stile e nelle zone
di paesaggistiche fatte creare, sembravano farne parte senza sembrare
pugni in un occhio, anzi, dando quel senso di antico che mascherava
cosa era in realtà quel luogo.
Dopo
aver chiamato l'interno, Jd rispose subito perchè
già impegnato con l'addestramento dall'altro lato, e chiese
di
far aspettare pochi minuti e parlò al telefono con Kianta.
Mentre quelli in macchina scalpitavano, si accordavano e
davano
disposizioni a tutti i gruppi e reparti perchè seguissero le
formazioni di emergenza, ripulendo dalle persone tutta la parte
anteriore dello Chateau in un paio di minuti. Uno
dei metodi usati, oltre a certi suoni stabiliti che imitavano certi
uccelli, vi era anche il corno, suonato proprio di fiato e a
cavallo, correndo, perchè fosse comprensibile agli
uomini,
ma non da altri. E vi erano anche altri metodi, ma i quella
situazione, la squadra ranger del controllo della proprietà,
della montagna e della riserva naturale vicino erano di ritorno dal
turno, che giravano a squadre e si occuparono dell'avviso. Fu quindi
ordinato di suonare i corni che avevano sempre dietro e, a corsa di
cavallo, in pochi minuti fu svuotato il viale principale, che collega
la villa al sentiero che dopo un chilometro arrivava al cancello.
Dove
aspettavano gli scagnozzi di uno dei trafficanti che volevano raggirare. Quella
pericolosa organizzazione di trafficanti aveva accettato,
come
tutte le altre, una collaborazione secondo loro fruttuosa. Milan su
idea di Lia tempo addietro, aveva utilizzato il suo potere di controllo
in ogni paese per fingere di avere mano in polizia, servizi speciali e
sezioni anti droga, prostituzione, tratta di umani, medicine e articoli
vari medici, da mercato nero e altra merce. Comprese armi.
Milan
aveva fatto capire loro, anche dopo aver dimostrato come la caccia e la
ricerca nei loro confronti erano finite su suo ordine, che potevano
accordarsi. Una sorta di Mafia della sicurezza. Loro lo pagavano e lui
bloccava qualsiasi azione nei loro confronti, permettendogli di
continuare a "lavorare". Ma era un tranello ed era andato liscio con
molte altre. Ossia finite, tolte. Logicamente eliminata una, un'altra
minore cercava di prendersi il uso spazio e il gioco ricominciava. A
Milan divertiva, a Kianta meno. Se fosse stato per lei, Jd pensava
sempre, sarebbero finiti come cavie per vedere veramente quanto tempo
gli squali se li fossero presi con test di vari tipi di gabbie e quanto
la carne umana davvero piaceva a quella specie. La volta che lo disse,
a prima, scherzava, ma le altre, quando aveva visto cosa
avevano
fatto quella gente, con isuoi occhi, lo aveva ripetuto più
come
una minaccia vera che come scherzo. NOn lo avrebbe mai fatto, a meno
che non fosse andato qualcosa storto. Si andava avanti solo con i piani
originali. E per fortuna, diceva tra sè Jd. Significava
permettere a questa gente di fare i loro comodi, portando poveri
disgraziati in giro come meri oggetti perchè lavorassero per
loro per niente. Dando letteralmente tutto di se stessi, in tutti i
sensi, maschi e femmine,qualsiasi età. E, seppur Kianta
sapeva
che la colpa della circolazione di sostanze illecite fosse per gli
imbecilli, che la compravano per fuggire dalla
realtà e
credere di fare qualcosa per se stessi, non sopportava che quella roba
fosse commercializzata. Ma la colpa la dava a chi la comprava e usava,
non gli spacciatori. Diceva sempre che se un prodotto vende, gli
sciacalli ne approfittano, non è colpa di chi vende al cento
per
cento, ma di chi fa domanda. La odiava inoltre, perchè
diceva
chef aceva diventare tutti come bimbi scemi, li rendeva come i vecchi.
La questione era lunga, pesò Jd, cosa diceva Kianta era
vero...
ma il senso di come lo esponeva era chiaro più a se stessa
che
agli altri. Il suo cervello lavoava diversamente e pensava che tutti
gli altri andassero alla stessa velocità. E così
finiva
sempre per sforzarsi nel seguire i suoi discorsi, che però
erano
più chiari di quelli di Milan. Lui... era un caso a parte.
Tranne certe volte, quando pareva ispirato ed era più
flemmatico, chiaro, pareva muoversi e esprimersi in maniera
più
controllata e lenta. Kianta trovava la cosa strana, più
volteì avev aespresso dubbi sui momenti di Milan, tanto che
aveva paura che si drogasse o fumasse qualcosa che odiava, per essere
così... diverso. E di solito lei aveva ragione su molte cose. Come
in quel caso.
La
macchina era stata scortata da quattro uomini, inizialmente,
fino
a quando quando avevano sgommato fin quasi sotto il portone, allarmando
le guardie. Una di queste avev aintimato loro di fermarsi e, invece di
prendere le armi, le aveva affrontate di petto. Morale? Quando quattro
imbecilli che lavorano per trafficanti stendono un militare addstrato
come loro, non cè da chiedersi come mai qualcuno prima e
Kianta
poi, prendesse in giro proprio la categoria. Vedere, arrivato sul
posto, dovendo pure dire a tutti di abbassare le armi, uno dei tuoi
steso a terra peggio di un pugile dopo tutti i round, utilizzato come
una zampogna da gentaglia, non ti fa fare bella figura come
organizzazione militare e di protezione. Per niente. E Kianta avrebbe
provato disgusto per gli scemi che si ì fanno zampognare da
imbecilli. Il risultato del suo sfogo sarebbe stato quello, Jd lo
capì vedendo lo scemo a terra, e gli imbecilli che
minacciavano tutti con le armi, che si erano portati dalla macchina.
E
si, Kianta aveva ragione. Tutti stavano diventando troppo allegrotti
abbassando la guardia, vedendo Milan fare lo stesso.
"Senti
stronzo, quel pupetto del tuo capo, sai quello biondino, dalla faccia
da stupido e vestito e incipriato peggio di una puttana, quello! Aveva
promesso di sistemar eil casino che alcune guardie hanno fatto con dei
nostri carichi. Nostri! Capito? Dove sono. Il mio li rivuole!"
"Il
nostro capo non è come lo descrivi e il vostro carico era
stato
sequestrato da una retata non ufficiale, quindi ve lo riconsegneranno,
ma ci vuole tempo. Sapete bene che l'accordo non è proprio
pulito e fatto alla luce del sole. NOn può prendere roba
registrata agl i atti e spostarla senza mettere una scusa.
Poi,
se vuoi riaverla tu, vai a farlo a modo tuo, ma non mettere di mezzo il
nostro Leader. E' sempre stato di parola. O sbaglio?"
"Quel
moccioso aveva detto che la rilasciava, ma è
passato tempo
e ancora nulla. Capisci che ci lavoriamo e ci serve? Quando siamo
venuti qui, cèra quella stronzetta che pareva scema quanto
il
vostro capo, che era indicata come la sua seconda. Il nostro capo vuole
assolutamnete la sua roba e, visto che il vostro damerino non riponde,
vuole che sia la stronzetta a risolvere. E siamo qui. Pretendo la
nostra roba o facciamo casino. E siamo pronti a farlo!"
eslamò
con una rabbia profonda, mirando a Jd con il suo Uzi, come fecero gli
altri, rivolgendo però le canne verso gli uomini intorno.
Jd
sospirò. Ecco perchè Kianta andava ascoltata e
Milan non
doveva invitare la gente, per stordirla con cosa gli faceva vedere e le
parole, per indicare bene la sa posizione, proprio al quartier
generale. Almeno, la gente non lo sapeva, ma pensav ache fosse proprio
casa sua e che quindi venendo qua, sfondava le porte del suo
territorio per mandare un messaggio. Aveva già mandato via
molte
guardie che di solito stazionavano in luoghi specifici, aveva fatto in
modo che da quel punto, dall'entrata al cancello e la
facciata,
ci fossero così poche persone da credere che fosse realmente
solo una casa e non il putno cruciale di un'organizzazione intera.
Erano stati, di corsa, tutti mandavi dentro o nella zona dei giardini,
fermando ogni attività e lasciando un tot di uomini,
spacciandoli per normali guardie. Come esercitazioni e piani di
formazione in casi di emergenza. Sempre su idea di Kianta. Se uno non
era stupido, capiva comunque qualcosa, se era invece scemo come un
cavallo diceva, crederà allo specchietto per le allodole
creato
ad Hoc. E questi cretini pensavano che il carico o comuqnue, qualcosa
di pari valore, fosse lì? E fossero a casa proprio di Milan?
Davvero il mondo è un chichè pazzesco? Intorno
a lui cèra, perchè arrivati i Capitani come
doveva essere, compreso Gask nuovo arrivato.
"Pensate
davvero che il vosto carico sia qui? O che possiamo darvi altro di ugal
peso e tipo, in sostituzione, con le nostre scuse?
Scherzate?"
"Senti,
pezzo di merda, io credo che mi stia prendendo in giro. Conto fino a
dieci, o mi dici che avet un risarcimento per noi, per
scusarvi
del fatto che il vostro capo no risponde, o distruggiamo
questa
casa e ci prendiamo tutto. TUTTO! Siamo potenti e pericolosi, non
costringetemi a chiamare la cavalleria in questo buco perduto di
merda, che ci arrivano i carretti di legno del cazzo. VOGLIO.
LA.
ROBA!!"
"Invece
di sbraitare e rovinarmi il thè delle cinque,
perchè non
mi spiegate la questione e la risolviamo da persone civili. Sarebbe il
minimo visto cosa state scatenando"
Jd
si voltò e vide apparire dalla porta Kianta, abbiglita con
maglia azzurra a sbuffi su ogni bordo, con pantaloni e stivaletti
decorati. Rimase
ferma sul primo scalino a guardare con aria tetra la scena. L'uomo a
terra che si contorceva e quei tre, più il quarto qualche
metro
prima. Lei
discede gl iscalini con calma e compassata, fermandosi vicino l'uomo
stordito, con quell'espressione priva di mutamenti, che sembrava
guardare tutto con noia e fastidio, e si chinò sulle
ginocchia
per guardarlo bene. Gli prese tra le mani il viso, chiedendogli s
eandasse tutto bene, questi le rispose malamente, che
dovevano
averlo colpito con qualcosa di duro per fargli così male.
lei
mosse solo gli occhi e vide che tra le dita, l'uomo he sbraitava,
teneva un tirapugni. QUando
Jd la vide chiudere gli occhi e restare ferma un pò
così,
capì forse cosa stava facendo e si chiese se Milan non
l'avesse
influenzata troppo con le sue idee strane. La sentì poi
chiedere
all'uomo come stava. Restò
in quella posizione finchè l'uomo con l'uzi non
sputò minacce contro di lei.
"Senti
un pò, troia! Sono qui perchè al capo
è finita la
pazienza e ame pure. Il tuo amichetto coglione credeva che non
ricordassi come si tornava qua, inveceeccomi.E
voglio che sia reso cosa spetta al capo. Sono stato chiaro? O devo
farti ricordare io, come faccio con le puttane, cosa singinca obbedire
al capo? Non farmi metttere mano alla cintura e farti ricordare che non
sei niente. Senza il pavone biondo tu seiniente,
e devi obbedire agli accordi come fossi lui. Sono stato chiaro o devo
darti un ceffone per capire meglio?!"
Jd
cominciò ad aver paura che lei si inalberasse, e che con il
sistema visuale facesse un casino, forzando il loro cervello come
faceva sempre per impazzire. Si guardò intorno e vide gli
uomini
a semicerchio intorno di malumore, pronti a prendere le armi che
avevano a dispozione se necessario, ma sempre attenti a non agire
prima. Sembravano tesi e guardavano Kianta. Sapevano che Kianta era
casinista quando si incazzava, e la cosa era peggiore se la sua
espressione assumeva l'aria di marmo, come in quel momento. Se non
mutava espressione, ma sembra come le botolinate, come
scherzava
Milan, con gli occhi grandissimi aperti a fissare il soggetto come se
se voless eimprimersi ogni elemento, era meglio star fermi. Gask
invece, che si trovava dietro Jd, lo spostò per sfidare
l'individuo ma venne fermato. Jd strinse il braccio di Gask
così
forte da farlo voltare per la sorpresa, ma JD non guardava lui,
guardava Kianta.
Si
era voltata con una lentezza allucinante, solo la testa, fissandolo in
volto senza ancora mutare espressione. E Jd sudò, Lubo
sussurrò qualcosa ma lui negò. Kianta
si sollevò dalla posizione accovacciata, sempre
con
estrema lentezza, tenendo lo sguardo fisso sull'uomo e pronunciando
parole dure e così fredde che l'acqua dell'artico sarebbe
stata
tiepida, al confronto.
"Bravo
manzoniano dei miei stivali e spazzino tre punto ZEROOOHH..!!!! " in
piedi con occhi sgranati e viso immutabile, ancora "IO, non
sarò
mai NIENTE!!! Non sarò mai unNIENTE,
H OOOOOOOOHHHH!" e la sua voce rimbombò, come un
altoparlante mal settato, il suo verso finale di ira
vibrò nell'aria tutto intorno, e Jd sudò ancora,
stava
usando il sistema visuale, pensò. Kianta fece passi avanti,
come
un carro merci verso l'uomo con la rabbia a mille, mettendo un piede
sulla pancia del disgraziato disteso a terra prlando con voce grossa
"Fai attenzione alle tue parole, o straccione del cazzo,
perchè
seituche
non vali niente!! Bada al tuo vomito schifoso mascherato da discorso,
perchè stai proprio sotto alla scala piramidale del valere,
pustola sul sedere! Sei tu che senza il tuo capo e la organizazione
schifosa non vali ninete e saresti uno stronzo qualsiasi in carcere.
Perfino i senzatetto valgono più di te e significatutto!!!". Avanzando
verso di lui ancora, occhi negli occhi "Io sono un'antica, quello che
io sono tu non lo saresti mai in tutta la tua vita, neanche se lecchi
il culo del capo dello stato russo. OOOOOOOOOOOOHHHHHHHHH!!!!" e di
nuovo il verso vibrò nell'aria come uscito da altoparlanti
"Io
sono mille volte te e ancora ce ne stanno di qualità, in
capo a
te!!! Parla ancora e una cintura me la faccio con la tua
pelle,
dalla pancia in basso a girare fino alla schiena a strappo, e
ti
ci strozzo. Schifo di essere! Sparisci tu o ne uscirai a modo mio. IO
sonoNIENTE???"
Si
fronteggiarono, ornmai vicini e mostrando la differenza di altezza,
mentre tutti intorno trattennevano il fiato, gelati e rigidi.
"Fanculo,
non mi faccio urlare da una che spara cazzate, non so nenache che hai
detto. Il mio capo vale più del tuo!"
"Rispondimi
spalatore di merda del tuo capo, hai osato davvero venire qui, a casa
MIA, a prendere a pugni un mio uomo e minacciare di..cosa! Ripeti un
pò cosa hai detto. Voglio solo sentire di nuovo la scaletta
di
cazzate che hai intenzione di fare QUI!" così rabbiosa che
le
sue urle si sentivano ovunque e per un attimo Jd si calmò,
sicuro che stava solo, solamnete, facendo una ripassata a parole. Poi
notò alla sua sinistra il branco che si avvicinava di
soppiatto
tra gli alberi, in fondo, ma lo aveva notato. Gli uomini che
pretendevano la loro roba erano quasi di spalle epr vederli. Jd
si voltò alla sua destra, accortosi di versi strani e vide
Alaric spalmato contro la schiena di Lubo, terrorizzato, che chiedeva
all'amico su cui era inchiodato se no nera quell'incubo di nuovo, non
stava accadendo. Jd
sent' freddo, Gask gli chiese cosa no nandasse, se doveva fare
qualcosa, ma Jd si mise davanti a lui avanzando, e
sperando
che non lei finisse come l'altra volta. NOn sembrava, ma
cercò
di anticipare le cose. Eppure non sembra come l'altra volta, disse
Lubo, non è a quel livello.
L'uomo
la fissò contrariato, rispondendo a tono, urlando di volere
maggior rispetto, poi rise aspramente e le disse che era divertito e
avrebbe lasciato correr l'affronto, se l'accordo veniva
saldato
subito. In quell'istante.
"Non
siamo noi i leccaculo del del tuo capo. E' il TUO che lecca il culo al
mio" disse lei e si voltò per andarsene, ma vedendo Jd
agitarsi,
si rivoltò verso l'uomo. Le
puntava una pistola su un occhio, anche se stavano a poco meno di un
metro di distanza, mentre gl ialtri avevano preso le loro.
"Senti
stronza, non permetto questo tono e questa mancanza di rispetto ancora,
mi hai rotto le spalle e ho perso la pazienza, e non capita neanche con
la donna chemi sbatto per ora che pretende sempre, e stiamo
insieme da più tempo delle altre. Adesso concludi l'accordo
e me
ne vado, senza rovinarti il faccino, o ti ficco una cazzo di
pallottola nell'occhio e andrai al creatore da deturpata!"
Se
prima lo gardava da sopra la spalla destra dandogli laschiena, Kianta
si voltò di più, con la spalla in direzione
dell'uomo,
lentamente. Sebrava rigida, fredda ma stava per azzannare, Jd lo
capì. Quando l'uomo sbraitò di nuovo,
allungando
l'arma pronto a sparare, lei alzò velocissima la gamba
destra
con un saltello, accompagnata dalle mani che tennero la pistola, e
colpì la piegatur del gomito violentemente col ginocchio,
per
poi usare lo slancio del ritorno drizzando la gamba e colpndolo in viso
col tacco. Tenne l'arma e il braccio dell'uomo mentre questi cadeva a
terra per il colpo e, dopo aver rimesso piede a terra, sparò
all'uomo che stava alla sinistra di quello caduto, dietro. Sent'
mugolare quello a terra e spinse col piede il braccio con forza
all'indietro. L'uomo piegato a terra sentì il braccio
scrocchiare di brutto per la posizome violenta assunta dallo stesso.
Kianta tirò un coltello calibrato alla spalla dell'altro che
la
stava puntando, sotto la clavicola, e opi tornò ad
occuparsi del braccio. Lo prese e lo ruotò con tanta forza
contro natura da romperlo ancora una volta in un'altra posizione.
Sembrava ringhiare di rabbia e disse a quello a terra "Come dicevi?
Puoi ripetere? non ti sento... Ti smucino solo l'anima!!"
"Parla
in italiano, lo sapevo!!" squittì Alaric nascondensosi
ancora
dietro l'amico, ma Lubo fece no con la testa a Jd, capendo cosa voleva
dire.
Kiantasent'
qualcosa balbettare, e portò lo sguardo all'uomo inchiodato
a
pochi metri, l'autista, che stava con la bocca aperta e la mani a caso
non sapendo che fare, urlando che avrebbe chiamato aiuto. Kianta
iniziò subito a incamminarsi verso di lui, con occhi grandi
apertissimi, guardandolo però col capo abbassato
in basso
col mento verso il petto, come sempre pensò Jd quando
incazzata,
e i denti come se masticasse. Lubo continuava a dire No.
Jd
sembrav in crisi, portò le mani sulla testa no nsapendo che
fare, respinrando velocemente e urlando agli uomini si stare indietro e
no nfare assolutamnete nulla. Mentre Gask stava come un fesso a
guardare i tre che si dimenicavano come fesci fuori dall'acqua, come
sorpreso da qualcosa che non si aspettava. Alaric faceva il piagnone
urlando di non volere la stessa cosa dell'altra volta. Non la
stava vedendo, non sarebbe successo, urlava disperato a se stesso. Lubo
invece, calmo e pacato come sempre, chiese a Jd di nuovo la stessa
cosa. Non cèra bisogno di prepararla.
"No,
non sembra, aspetta e vediamo che accade"disse Lubo
"Che
cazzo succede...?!?" domandò Gask esterrefatto, seguendo con
lo
sguardo Kianta, che puntava l'uomo che aveva iniziato a
correre
come un disperato verso la macchina. E lei, alla fine, altrettanto. Si
lanciò come un lupo a caccia verso l'uomo, che cercava di
raggiungere la portiera, muovendosi in maniera così
scomposta
per lo shock, che riusc' ad aprila quando lei era quasi
arrivata.
Riuscì ed entrò, chiuse subito e
tentò di di
accender ela macchina, ma le chiavi parevano ubriache per la tensione
alle mani. L'uomo
urlò per un urto alla macchina, Kianta stava acquattata sul
cofano, e dopo aver preso un Sai che teneva negli stivali,
usì
il pomo a forma di quadrato smussato per colpire il parabrezza, creando
enormi crepe per l'angolatura della forma, a cerchio. L'uomo fece un
verso, cercò di mettere in moto, ma ulteriori
colpi al
vetro che si crepava male gliele fece cadere. Tentò di
uscire
dall'abitacolo, ma Kianta con un forte calcio laterale, facendo perno
sulle gambe e le braccia sul parabrezza, lo riportò dentro
facendogli colpire la testa sul finestrino, grantumandogli addosso il
vetro. Usò la punta per ultimare i vari fori dove aveva
colpito
e crepato, e dopo usò i lemmi dei Sai per inserirli e
tirare,
facendo saltare una forma di parabrezza. NOncurante dei vetri, lei
afferrò l'uomo con entrambe le braccia, facendo leva con
piedi e
gomiti, e iniziò a tirarlo per farlo uscire dal buco,
ferendolo
malamente ovunque. Lo sterzo faceva da blocco per le gambe e bacino,
mentre con le mani l'uomo cercava di prendere qualcosa per fare da
freno. Lei con la punta del Sai lo ferì affondando,
prendendo il
Sai con la curva tra pollice e l'indice un lemmo, tempestandolo di
ferite all'altezza del glena. Poi tirò e tirò,
qualcosa
fece un crack pazzesco mentre trascinava l'uomo con tutta la sua forza,
scivolando dal parabrezza, facendolo urlare come un dannato.
"Vieni,
non ti faccio niente! Ti smaciullo fino all'anima!!" disse tra i denti,
con rabbia in italiano, arrivando a tirarlo per i capelli . Quando lo
tirò fuori e lo mise bocconi a terra, si accorse che quello
con
il coltello si era alzato e voleva mirarla, chiamandola puttana. lei
inclinò la testa di lato e sorrise malignamente,
finchè
l'uomo non si voltò di scatto. Dei grossi cani simili a
lupi, un
piccolo branco, gli ringhiava contro arrivando da dietro.
"grazie,
fratello lupo..." pensò Kianta, giungendo alle spalle
dell'uomo
che si era girato per fronteggiava i lupi, e con un balzo gli
portò le mani sulle usandole come ancoraggi e
piantò un
morso sul collo dell'uomo da farlo urlare. Questi finì in
ginocchio, lasciato il morso, prese velocemente un Sai
assestandogli un colpo di pomo sulla schiena, in un punto preciso,
facendolo vacillare per il dolore. Lo mise a terra di faccia con una
ginocchiata e poi ialzandosi, caricò con tutta la
sua forza
un calcio al cavallo dei pantaloni che, nonostante fosse disteso a
terra, centrò dove doveva. Quello
ferito con la pistola dell'altro si alzò malamente. Si
pulì la bocca con una pasata di polso e lo fissì.
"Kianta..."
chiese quasi lacrimoso Jd, mentre passava accanto verso l'altro
obiettivo "hanno capito, basta!"
"E'
solo una messa in regola alla Army of me!" gli rispose per proseguire
"Il
capo te la farà pagare per quello che hai fatto..."
urlò
l'uomo che si era tirato via il coltello mentre il braccio dondolava,
cercando di scappare, mirando anche agl uomini alla sua sinistra.
Lei
gli arrivò vicino, ascoltandolo e inclinando il capo di lato
verso la spalla come sempre, per mollargli una calciata frontale
all'altezza del ventro, da farlo sbattere all'albero dove aveva cercato
di nascondersi.
Kianta
si voltò verso gli uomini, flemminatica sia nell'espressione
che
nel modo di camminare per tornare dentro. Passò vicino
l'uomo
ancora a terra aiutato dagli altri, lanciandogli un'occhiata dall'alto
come distaccata e gli disse "mi spiace per poco fa, ma dovevo far scena
e mi hai aiutata.Grazie.
Hanno creduto di aver a che fare con la povera gente che li teme.
peggio per loro. Non hanno capito che con me si scherza poco..."
sistemandosi la maglia e tornando dentro, salendo gli scalini e
giungendo vicino l'ampio portone.
"prendete
quella spazzatura" indicando l'ultima parola con disgusto, girandosi
quel che bastava per osservare Jd e gl ialtri dalla spalla, e chiamate
Justify e Giordi. Li voglio quisubito!"
"Se
hai delle cose da fargli fare, ci sono già qui io. Non sono
stato un ex seal, ma so fare altrettanto bene il mio lavoro!"
proruppe Gask, mettendosi a disposizione, ma ricevendo solo una
fulminante occhiata di tacere da lei.
"Ho
richiestoJustifyeGiordi...
cè da dire altro, capitano Jd?"
"No,
certo che no..." balbettò Jd di rimando, più
preoccupato
che confuso. Sapeva bene cosa significava la richiesta di quei due.
Appena
Kianta scomparve oltre l'entrata visibile, Alaric si buttò
su Jd collerico, mentre Lubo cercava di tratterlo.
"Vuoi
davvero accontentarla e servirla subito? Hai visto che ha fatto?!?!"
salendo di ottava ogni parola che diceva, buttandosi anche lui le mani
ai capelli, vedendo quei quattro feriti gravi, la macchina
sfasciata in mezzo al viale e la prospettiva di un disastro
perchè la signorina aveva le ovaie girate.
"Posso
sapere che cavolo è successo? Avevo visto qualcosa ma..."
Gask
restò a fissarli tutti e tre, come a pretendere una
spiegazione
e Jd, per evitare di dire qualcosa in presenza di altri, se li
portò da un'altra parte affidando il compito di portare quei
quattro in infermeria nella zona sicura. Pulire e tornare ai propri
impegni, che erano ormai troppi ad osservare, anche nelle zone
limitrofe, lasciando gli impegni in sospeso. Anzi, era sicuro che
avevano scommesso, come sempre e peggio di sempre. Era la prima volta,
per molti, che vedevano Kianta all'opera. Se prima molti si chiedevano
come mai una come lei, all'apparezza come la vedevano, fosse Comandante
e di grado sotto solo al Leader, senza avere qualifiche ed esperienze,
ora potevano farsi un'idea. Adesso avevano di che parlare e temere.Il
problema è che si era solo limitata, non aveva usato i
guanti,
nè l'apparato visualizzatore.
"Muovetevi....
" esortò i quattro che gli correvano dietro per trovare un
punto, nello Chateau al piano inferiore, tranquillo. Entrò
con
una card in uan porta nella sezione prima degli alloggi per i
Capitani, e li trascinò dentro. E iniziarono le
discussioni.
"Lo
sapevo!! Lo dicevo che era una piaga biblica, una catastrofe naturale,
uno tsunami di devastazione, un..."
"E
smettila!" lo aggredì Jd controllando le finestre, nel caso
qualcuno era vicino nella zona interna dell'edificio, che giungeva ai
giardini "lo hai detto già quel giorno. Non è il
momento!"
"Non
è il momento, non è mai il momento... ma guarda
che ha combinato. E come facciamo con Milan?"
"Cosa
dovremmo fare? E' lei a gestire queste cose, no? Kianta gli
aveva
sempre detto che portare qui certa gente come ospiti era sbagliato, che
era meglio utilizzare solo le Torri secondarie, così che
vedessero solo quelle. Ed eccoli che ci hanno trovati, e quelli della
peggior risma..:"
"E
questi non faranno niente, se andiamo a bussare armati e con
le tute, a casa loro?"
"Kianta
non vuole andare a bussare. Vuole andare a pulire!" facendo sussultare
Alaric, che non lo aveva capito.
"Lo
ripeto, fare entrare lei e quell'altra pazza è stata unapessimaidea.
Ha infangato il nostro amico, si è attaccata qui come una
sanguisaga e si ciuccia la nostra sanità mentale facendo
boiate.
L'ho sempre detto! Quella volta..."
"Quella
volta è stata colpa tua e degli altri imbecilli. Le voglio
dare ragione e lo fece anche Milan..."
"Parlate
della notte del blackout?" chiese Lubo
"Si"
malamente Jd confermò "proprio quella. Ma avevano torto
marcio!"
"Potete
spiegare anche a me?" i tre guardarono Gask, che era rimasto
incollato alla parete, piedi accavallati e braccia conserte a
osservarli.
"Oh,
qui cè pure quello magico e alla fine ti ha
trovato. ma tu..."
"Anche
con lui! Cè qualcuno per cui non hai rimostranze?" lo
rimproverò Jd stufo "Finiscila, abibamo cose più
serie
che le tue lagne"
"Perchè
ha reagisto a quel modo?"
"Perchè
a quella scema finta non le si può dire che non vale
niente!!"
rispose a gask uno stizzito Alaric, mentre Jd lo rimproverava.
"basta,
parlaimo di cose serie..."
"Ragazzi,
spiegatemi prima della notte del black out, così
posso capire di cosa parlate...:"
"La
notte del black out fu un accadimento che Lia mise in moto per ..."
"Lubo..."
lo interruppe Jd, non volendo parlare di certe cose all'ultimo
arrivato, anche se per Milan era un amico ormai prezioso e doveva
sapere certe dinamiche.
"Scusami,
volevo dire" scusandosi con Jd ma poi prlando con Gask "che
una
persona di cui non parliamo mai , punì tutti gli uomini che
si
erano rifiutati di obbedire ai suoi ordini, mettendo in scena una
punizione fuori dal comune. E lo fece da sola!"
"Una
persona... vuoi dire quella Lia di cui parlavi?"
Jd
si portò una mano al viso, per nascondersi forse, o trovare
coraggio, Gask non capiva. Alaric si buttò su una sedia in
legno
con sedile in pelle bullonato senza braccioli e schienale basso, e
mormorò cose a raffica incavolato nero. Lubo chiese scusa a
Jd,
mortificato e questi gli disse che poteva succedere a tutti prima o
poi, e che poteva continuare. Ormai il danno era fatto. Così
Lubo, alto quanto Gask, gli parlò vicino e con calma della
questione.
"mesi
fa quella persona aveva ricevuto da Milan il compito di sistemare
questo posto, così che non sembrasse un campo Rom,
come
lei diceva sempre. Eravamo, possiamo dire, un pò lasciati a
noi
stessi, che ci rilassavamo dietro a una quotidianità sempre
uguale e collaudata, alla militare, vivendo pensavamo comunque bene. Ma
poi venne quella persona, che trovò da derelitti quel modo
di
organizzarsi e, credo anche a causa della gente di prima che non la
sentiva mai e la rpendeva in giro per le manie di pulizia,
cambiò molte cose. L'organizzazione e la concatenazione dei
compiti sono opera sua. Noi eravamo rimasti alla tranquilla..."
"Ancora
continuate ad elogiare quella folle squilibrata, mentecatta,
psicopatica lunatica dopo cosa ha combinato. Quella pazza furiosa aveva
controllato pure la zona lavanderia e visto le mutande di tutti e
qualche macchiett, a le aveva sistemate distese sul collo interno del
water di ogni proprietario, con sopra un adesivo che
diceva-il
prossimo sei tu se metti a lavare questa zozzeria . le
mutande nel cesso url sbattendo i palmi sul legno dell tavolo
vicino=""--
questo come te, uguale -
"ahahahahah" rise
diverito Lubo "ogni volta rido ancora per come lei diceva certe cose
arrabbiata e schifata.-quegli
stacci con le sgommate marroni anche dopo lavate buttate in mezzo
all'altra biancheria che sia lenzuola asciugamani o altro ma siete
scemi=""-ahhhaaaahh" ridendo di gusto, mentre i muscoli si
muovevano come una montagna per le risa
"Cosa ridi. Cosa ridi!
Perchè
come si lavano le cose... spiegatemelo perchè non capisco.
Si
mette tutto in lavatrice e via..."
"Vista con gli occhi..."
"Con isuoiocchi,
devi dire!" Alaric interruppe Jd sputacchiando offese "siete scemi a
cambiare per una pazza, femmina, e psicopatica, che fa quelle cos
elà fuori perchè le girano le ovaie,
urlando
però che siamo sporchi per delle mutande. Che facciamo, non
le
mettiamo?"
"ma scusate... non
abbiamo una zona lavanderia professionale con..."
"Aspetta..." gli disse
Jd stoppando
Gask "prima spieghiamo la questione di quella notte, così
è più chiaro. Come ha detto Lubo, Milan voleva
cambiare
le cose qui, perchè aveva capito che il suo
intento di
rendere le società migliori non poteva partire, se quella
che
aveva creato lui qui, sembrava una accozzaglia di gente di vari paesi
che, con i propri angolini tenuti a caso, aveva un aspetto da
agglomerato zingaro che..."
"Questo lo diceva
lei...e tutti
adesso a dire che bello avere dei bagni così, che bello la
cucina che sforna sempre prelibatezze, che belle le attività
e i
luoghi che ha sistemato... come mi sento bene con abiti sempre puliti,
saponette profumate e..."
"Hai finito? Anche tu ne
usufruisci e
ne affrofitti quando devi andare dalle tue accompagnatrici. le usi e le
sfrutti!" lo apostrlò Jd, per poi scuotere la testa e
tornare a
Gask "i cambiamenti sono stati radicali. Se all'arenza tutto sembrava
gestito alla militare, in verità sembrava di essere a casa
propria. Si mise insieme architetti, paesaggisti, muratori,
elettricisti, falegnami, incisori e tagliatori e via dicendo. anche la
zona lavanderia che dici tu, non era così. Ma ora ci arrivo.
Così accontentò Milan in cosa voleva mettere e..."
"Quando, cosa,
esattamente, Milan voleva mettere cose che non fossero sue indicazioni"
"Tu dove eri nella Sala
delle
pianificazioni, con le piantine all'epoca ancora solo cartacee, mentre
Milan diceva che voleva come quel palazzo, quella cosa, o quell'altra
perchè l'aveva vista da quell'ospite a casa sua o...lo sai
anche
tu che lui infarciva tutto con cosa vedeva in giro e cosa ha visto lei
era il risultato..."
"Aveva idee, non le
imponeva come la
pazza...quella nana, quel tappo incastrato nei colli delle
bottiglie, quel puffo, quel sorcio,quella..."
"Anche la missione di
quel giorno era voluta da Milan connoi, i Capitani, direttamente sul
campo e non dietro le quinte a dirigere... "
"E' sempre lei.
All'epoca non eravamo quanti siamo adesso...eravamo..."
"Tutti sul campo, si...
ma p finita
sempre da schifo lo stesso per le sue decisionidi fare tutto allo
stesso tempo... diamo a Cesare quel che è di Cesare..."
butto
là Jd stufo.
"E' lei... smepre,
sempre lei... E'
lei che ordina, lo so che lo ordina, di bloccare le telecamere per cosa
combina, sempre lei lgi scherzi con la neve o quella volta che mi ha
fatto trovare la camera piena di semi e stronzate per uccelli, e tutti
i volatili dentro. La MIA camera! O quella volta che ho trovato un
naialino nano che dormiva dentro una barchetta nel mio cesso e una
scritta-lui è pi utile di
te=""-. SO che
è lei. Sempre lei..." bofochiò continuando "Siamo
militari. MILITARI. Dovremmo vivere come tali, invece siamo in un
cavolo di hotel super lusso cinque stelle, dove gli addestramenti ed
esercitazioni nei campi appositi, seppur duri e faticosi da impazzire,
non fanno ninete. Qua è come essere al Neverland di Michael
Jackson, basta. Siamo lo zimbello dei militari!..."
"A me sembra siamo
triplicati e migliori, ma magari vedo male io..." disse Lubo ridendo a
Jd, ma Alaric continuò.
"...Sono sicuro che non
fanno niente
perchè dopo settimane, un mese, quasi due mesi là
in base
a cosa devono fare, poi tornano qui e ti stai beato tra mille
comodità. Cosa siamo, principidi di galles? Siamo duri
militari!"
"Dillo a MIlan..." disse
Lubo, mentre Jd continuava a parlare per non essere sopraffatto da
Alaric.
"...e dai la colpa a
lei. Ha provato
a proteggerlo da vandalismo e azioni, perchè era
riconoscibile e
la colpevolizzi di tutto ma non lui, che non volevamo seguire, stanchi
morti per le ultime settimane, anche quell'azione, di presenza poi...
smepre lei, vero?"
"RAGAZZI!!"
urlò Gask, facendoli zittire
"Sempre. Ora e
sempre...lei" sputò ALaric con gesti strani della testa
"Già, e bevi
e mangi di gusto
adesso, però. Altro cosa avevamo prima! utilizzi l'Alveare
per
le tue cose e con le tue amichette, però! Hai sempre roba
pulita
e profumata addosso, quando prima alcuni sniffavano le ascelle o i
pantaloni sul cavallo e rimettevano tutto chissò per quale
giorno. Lavavano quando gli pareva perchè si faceva
personalmente senza regole, mentre ora hai obblighi e
capacità
di farlo con le tue mani quando è giusto. I bagni e le docce
adesso le userebbero pure i capi di stato senza problemi, se no
nsapessero dove sono ubicate, così come sfrutti ogni cosa
che
è stata messa. Da lei. Lui ha solo preteso, non ne voglio a
Milan, ma di fatto dopo che una persona è giunta qui, e ha
visto
il casino dove vivevamo e ha consigliato di far bella figura dentro per
poi sistemare il fuori, lui ha avuto solo richieste per ogni cosa gli
piacesse da mettere, e basta. Siamo seri, Alaric. E sii meno ipocritino"
"Ehi, quest' ultima
frase la dice
sempre lei, pure le battute! Ci rinuncio..." si offese lui, incrociando
le braccia e voltando la sedia verso una finestra, dando loro le spalle
"ragazzi, per
favore...potete
continuare quel discorso?" domandò Gask stufo. Ogni volta
che si
apriva un discorso Alaric iniziava a mitragliare tutto ciò
che
odiava di Kianta e cosa cèra allo Chateau, quando se la
godeva
per bene. Stava continuando a pensare, ma Jd parlò.
"Comunque quei progetti
non
includevano solo la creazione del Teatro, L'alverare, il Favo, le
scuderie attuali, i Quartieri e tutto ciò che hai visto. Ma
anche migliroamento dei bagni, docce, cucina, locali come gli
alloggi..." ma Lubo si intromise.
"ha inserito cambiamenti
dal punto di
vista organizzativo e gestionale, ha introdotto le Lezioni, la
Fattoria, ma non solo quello. Nei Quartieri ha introdotto Stamperia,
sartoria e filatura, Apicoltura, decorazioni e collegati, lavorazione
del legno, ricami, distillerie distillati e birra, forni a legna di
vari tipi, Frantoi, oggettistica
d'autore,
manifattura di articoli in legno e pelle, Carni e insaccati, raccolta e
selezione di frutti e tartufi in base alle stagioni, Laboratorio Orafo,
laboratorio pipe e articoli fumatori, molitura di cereali ed erbe,
artigiani di vari tipi, lavorazione marmi, pietre e graniti, pastai,
pasticceri, panettieri e altri prodotti da forno, Società
Agricola chiamata in generale la Fattoria, sezione, vitivinicola nei
terreni più in là oltre lo Chateau, Vasai
terraglie, amanuensi o scrivani, e non solo..."
"ma... seri, che
cè tutto questo qui?" chiese confuso Gask
"Credevo di averti fatto
fare un giro
esplorativo. Hai visto le dimensioni di questo posto? Costeggia tutta
una metà della montagna, prende tutta la
proprietà dello
Chateu ma non solo. Abbiamo ex vilalggi e cittadine. Abbiamo fatto lo
stesso anche in Italia e altri paesi, ad esempio. Interi villaggi e
paesotti sono stati negli anni pasati abbandonati per le
città,
perchè la gente non amava più fare lavori...
diciamo
vecchi, come li definsicono. Quelli che ha elencato Lubo e altri.
Abbiamo riabitato quei paesi e cittadine minuscole. Abbiamo preso le
case o acquistate, se ancora con un proprietario, e abbiamo indirizzato
la notifica di riattivazione di quel luogo perchè tutto
fosse
legale sulla carta. Noi siamo quelli che le hanno fatto
rivevere,
come quei piccoli borghi diventati fantasmi. Case tutte in pietra, dal
sapore antico risitemate senza togliere quello che sono. Botteghe e
negozietti hanno riaperto, mettendo la nostra roba in vendita. E
così in altri paesi. Se vedessi come erano quei posti prima,
resteresti proprio incredulo da quel che sono adesso. Ovviamente in
realtà anche quelle sono delle Torri, ma molti sono uomini
anche
di quelli reclutati dalla Raccolta e dalle liste di malati di PTSD,
includendoli, se consenszienti, ai test per la cura sviluppata da
David. Quella gente è finita là, e ora
è
tranquilla, non ha crisi ne altro. Anche quei posti, tranquilli, senza
troppo casino di luci e suoni moderni, pressioni e fretta,
colpevolizzazioni e ritmi di una metropoli, con un ambiente
positivo e allegrotto, aiuta. Sono inoltre occupati con i mestieri per
cui si sono rivelati bravi... la lista che lui ha fatto non
è
tutta incentrata qua. Ti ho mostrato la zona dei Quartieri, quella
sezione aggiuta che è tutta negozietti..."
"Ah, aspetta. Tutto
quell'edificio dove ogni ex stanza o due insieme, sono adibiti a
laboratori e mestieri? "
"Esatto! Hai presente la
zona
manutenzione, quella balistica e via dicendo? Quelli sono diciamo i
maestri che hanno insegnato quelle cos e a tutti lgi altri, che sono in
giro per il mondo e svolgono là il mestiere. Poi abbiamo
capannoni e zone apposite in quei paesi, dove conservare tutti i
prodotti così che, in quel paese invece di comprarli o
ricettarli da altri, li abbiamo a nostra disposizone e di nostra
manifattura. Abbiamo macchinari di tutto rispetto per vari tipi di
fabbricazione, tranne rari casi, e in pratica non compriamo
più
prodotti esterni. Tranne alcuni, ripeto. Per quelli esiste il contratto
del commercio equo e solidale fatto da noi, non tramite altri, ad
acquisto diretto, dove diamo un buon prezzo per le materie prime per
portarle qui o dividerle prima, per le varie Torri, garantendo una vita
degna a coltivatori ed artigiani nel loro paese, prodotti di prima
qualità per noi senza intermediari, e un guardagno extra da
quella somma da investire per migliorare piantagioni o laboratori e via
dicendo. Inoltre in molte zone, lei ha portato proprio nostri uomini
che hanno voluto accettare quella missione, per andare a fermare gruppi
di guerriglia e ribelli che non facevano altro che far del male alla
popolazione innocente invece di fare qualcosa di decente, come dice
lei. Visto che Kianta odia tantissimo la gente che dice di lottare
contro certe cose, essendo quindi nel giusto, ma finendo invece solo
per spadroneggiare sui civili,si incazza e prende provvedimento. Fanno
cose ai civili.. lascia stare! Insomma una volta, dopo aver fatto
casino alle multinazionali che tenevano loro guardie in quelle zone per
raccattare tutti i prodotti a niente, maltrattando i lavoratori, lei
tramite leggi e restrizioni, facendoli emanare dai governi che ora
hanno la strizza, visto che lavorano in pratica per quel Consiglio di
cui fa parte Milan, ha messo fine alla cosa. Le società
straniere dovranno fare un regolare contratto co lgoverno e con i
lavoratori dando non spioccoli, ma qualcosa di decente per vivere,
tenendo lontani guardie privati e simili, con un controllo diretto
nostro. E per prevenire giochetti tra i nostri con mazzette e simili,
ha dotato tutti di cam e un controllo diretto del Crell della guerra,
ove se vi fossero modifiche ai video, blocco improvviso e senza senso
di collegamento diretto o altro, scatta un avviso. E Kianta ha
già dimostrato a fatti, cosa accade s chi
vuole giocare
sporco alle nostre spalle e sulle spalle della povera gente"
"Significa?"
"Significa che la scema
dalle gambe
corte ha minacciato tre volte, in tre zone diverse, gli uomini
dall'accettare ancora accordi, o anche solo pensarci, alle nostre
spalle..."
"Vuole dire" disse Lubo
per calmare
Alaric "che è accaduto che multinazionali e aziende con
molto
potere hanno cercato di riscavare la loro fetta di risparmio,
pagando un dono ai nostri per chiudere un occhio e agguantarsi maggior
prodotti a niente per non spendere troppo e avere solo ricavi alla fine
sulle spalle dei consumatori. Se prima pagavano ad esempio,
così capisci, 1 dollaro a settimana un lavorante, adesso la
somma è 10 dollari più un extra a scelta
dell'azienda,
per sostenere lo sviluppo e miglioramento di quell'attività.
Questo andrebbe nei pro dei prodotti finali e qualità, ma le
aziende estere non ci stanno. Già con 10 dollari alla
settimana
una faimglia in certe zone vivrebbe meglio, i figli andrebbero a
scuola, tasse e altre cose sarebbe saldate e non esisterebbe la
povertà assoluta unita allo sfruttamento. Ma per i
profittatori
è poco, così cercano di comprare, come facevano
con le
guerriglie, tramite mazzette, i nostri. E' capitato che
alcuni
dicessero di pensarci e, prima che accadesse il nuovo incontro, Kianta
stessa è andata là con il trio dell'Ave maria,
per
mettere le cose in chiaro"
"Il cosa?!"
Lubo rise divertito dal
vedere come Gask non sapesse ancora come si chiamassero, quindi
spiegò.
"Zidgi, Kovacs, Django.
Sono i tre
che si sono presentati come volontari per affiancarla come Ombre. Come
hai visto sono quelli che le stanno accanto di solito, altrimenti
è sola perchè non ama avere gente intorno. Ma
Milan le
disse che doveva avere qualcuno che le guardasse le spalle e quei tre
si presentarono di loro iniziativa.Ebbene, diciamo che è
meglio
se lei non agisce in prima persona. .."
"Molto meglio... cazzo!"
commentò Alaric disperato, facendo volare le sopracciglia di
gask l'una contro laltra se era possibile per quanto non capiva la
situazione
"QUando deve andare in
giro, loro
sono sempre con lei e sono loro che agiscono al suo posto. E dopo
alcune cose, sono chiamati il trio dell'Ave maria... perchè
dopo
per miracolo tutti si calmano. Bè... per quelle tre volte ha
fatto capire in modo chiaro agli uomini come si poco accettato un
comportamento come quello. Ad un l'ha legato in alto facendogli
assumere la posa dell'impicatto delle carte dei tarocchi. Con sotto una
piccola sorpresina così che la cosa entrasse bene nella
testa.
La seconda volta ha messo quelli che sembravano voler accettare
mazzette e far trattare male le persone dentro un quadrato delimitato
da una rete metallica a maglai fitta, quindi con piccolissimi fori. Ne
ha fatta metter un'altra creando un altro quadrato esterno e tra le due
reti ha fatto uscire una marea di topi grossi come pantegane. Ha quindi
detto loro che stava mostrando la realtà di cosa volevano
fare
loro. Loro dovevano pensare di essere quella povera gente sfruttata e
poverissima, i topi erano gli scagnozzi delle aziende e lei
era... loro. Avrebbe permesso a quei topi di andare da loro, dietro una
finta mazzetta, perchè i topi facessero facessero
cosa
volessero. Essendo loro povera gente che non valeva nulla per gli
altri, lei stava solo ad asservare gustando la mazzetta fittizia,
vedendo intanto i topi ricavare cosa volevano daidisgraziati. La terza
è stata... particolare" con un'espressione strana, mentre
Gask
notava che Jd e Alaric erano tesi, al ricordo "ha messo i tre che
avevano accettato le mazzette in un grosso contenutore metallico con
dei fori tondi. Li ha fatti portare in una zona che loro non sapevano e
avvertivano solo rumori strani all'esterno. POi videro dellaluce da
quei fori perchè erano stati aperti, e... in pratica lei per
fare un altro confronto con cosa avevano fatto, li aveva ricnhiusi in
una scatola metallica con dei fori e li aveva piazzati in un magazzino
dove mettevamo lo stallatico per i campi. Quei tre quindi si sono
ritrovati letteramente in mezzo a cumuli di sterco, mischiati a
compostabile messo là a mecerare per esser epi messo nei
campi e
fertilizzare, che li affumicavano per ore. La scatola aveva un
dispositivo per ascoltarli ed essere ascoltati. Così lei
disse a
quei tre che dovevano pensare di essere quei poveri disgraziati che
erano letteralmente nelle mani di quelli che li vedevano solo come
macchine del lavoro, che quell'odore e quegli effluvi erano la foma
gassosa di cosa pativano e che li danneggiava e che lei era l'azienda
che voleva solo cosa gli interessava. Una cosa un pò
cortorta ma
dopo alcune ore, di sentirli improrare di uscire e che avevano capito,
li mandò alla fattoria nelle mani di quella persona. Inutile
dire che tornarono raddrizzati e pronti a non farlo più..."
"Li ha seriamente.."
iniziò
Gask con occhi enormi dalla sorpresa, con le
sopracciglia così in alto che potevano unirsi ai
capelli.
" Ehm..."
continuò Jd "Da un
lato aveva tutto il diritto di fargli capire cosa sbagliavano... Noi
diamo un'ottima paga, anticipiamo se giustificano per
eventuali
acquisti importanti per la famiglia o se stessi, ma che sia utto
chiaro, e siamo flessibili ove possibile per feste, giorni liberi e via
dicendo. Kianta ha anche messo una zona, quella che lei chiama
Esodiaco, dove gli uomini hanno un ambiente..." come incerto su cosa
dire di quel posto.
"Ha messo un puttan
tour! Ecco cosa.
E' una sezione per quelli che vogliono compagnia, sono controllate da
quella grande Signora, e per la tarantola isterica
è
meglio che vederli andare in giro a cercare signorine prendendosi varie
malattie... poi dicono che è santa!"
"Per questo lo
frequenti! Ma
smettila, che quando le tue amichette non ti chiamano sei
là! Se
no nfosse che lei ha messo dei paletti e delle regole, tu e altri
sareste prima sempre in città a cercare gonne e ora sempre e
solo in quelle stanze con le ragazze..."
"Scusate, state parlando
del bordello in cui vanno i ragazzi?"
"beh, chiamalo come
vuoi. Ine ffetti
quello è...! sospirò Jd "l'idea non è
affatto
male. Nel senso che lo ha messo una persona, non Kianta,e
diceva
che era sempre meglio dare alle persone cosa gli necessitava, che
proibirlo e poi ritrovarsi come certi soggetti..."
"Tutto è nato
il terzo giorno che era qui, dopo aver visto Jhonny e magnum con i loro
problemini" rise Lubo
"Ridi poco" disse Jd
serio,
ridacchiando però anche lui al ricordo "era epico, vederla
camminare per guardarsi in giro critica al suo solito, bloccarsi di
colpo e arretrare come un'indiavolata, facendomi sbattere addosso a
lei. Quando ho chiesto, si è girata, mi ha tirato
via, e
ha chiesto un lanciafiamme..."
"grandioso, mi faceva
sempre ridere
come faceva" rise di gusto Lubo "me lo ricordo. Era terrorizzata e
schifata allo stesso tempo, e chiedeva del fuoco per sterilizzare
quello schifo. Quando le hai chiesto per cosa, lei urlò-ma
hai visto quel tizio=""-e tu-si...
? era jhonny ottimo ariete quando serve cosa=""-, e lei-ma
hai visto cosa si muovevano aveva delle robe in testa che dimmi non era
quello =""-. Tu ti girasti, guardasti lui nel
gruppetto,
dove stava parlottando, e dicesti candidamente-ah
, parli dei pidocchi non me ne parlare cerchiamo di farglieli levare da
tempo siamo alla terza rasatura ma nulla conosco ormai bene la sua
scheda e stai sicuro che stiamo lontani abbiamo usato prodotti
puntualmente gli rispuntano so li ha anche in altre zone=""-e
senza farti di finire di parlare lei sbiancò e divenne
incavolata nera. Chiese sconvolta se non fossero le piattole, e Alaric
disse senza problemi che se li prendeva sempre per alcune che
frequentava in città, quando era libero. Amava troppo quelle
due
e nnostante tutto, andava sempre e ancora. Poi quando parlò
anche di Magnum che aveva la sifilide con le bolle in bocca. Curati, li
riavevano di nuovo. Dopo un attimo dove sembrava bollire di rabbia, lei
chiese se era normale quella situazione. Quando Alaric le disse che
capitava sempre anche dopo curati, che erano comunque un gruppetto solo
loro, e loro stessi non li trattavano molto, ma erano
comunque
seguiti da un medico, chiese di incontrare quel medico. Diciamo solo
che dopo poche ore, lo ha fatto finire male"
"nel senso che
è morto?..Che ha fatto gli ha sparato? Lo ha gettato da
qualche parte..."
I tre si guardarono seri
per un attimo, poi scoppiarono a ridere. Tutti. Compreso Alaric.
"No, no. Ma quale
ammazzare! Se no
nfosse che sono pericolosi, non ucciderebbe neanche zanzare e alcuni
insetti. Ma quando mai... anche alcuni animali infestanti come talpe,
ragni e altri li fa prendere e portare lontano, basta che siano a
chilometri..." disse jd, con un gesto della mano per dire che era fuori
da quel posto "Non uccide mai, non è da lei... diciamo solo
che
per finire male si intende altro. Ma non importa ora... la questione
era che qui come molti altri accampamenti militari, cè anche
qualcosa di brutto..."
"Avevate sul serio
questi problemi? QUi?" chiese Gask a Jd confuso
"Ti dirò la
stessa cosa che
dissi a lei. Tu sai anzi, di cosa parlo. QUella persona, no! Siamo
stati quasi tutti in conflitti recenti, paesi e zone dove ancora...
meglio evitare questo argomento, Kianta certe volte a sentire alcuni
rapporti vuole prendere una bomba e fare piazza pulita. E' stufa di
tutto questo. Lo dice solo per rabbia, ma lei ha visto cosa
cè
in quei posti. Cè andata, anzi ha voluto presenziare per
capire.
L'altra persona non cèra mai stata. E così no
nsapeva che
se vivi in campi in quelle zone, anche solo per le ronde tra la gente
senza stare attento, ti prendi qualche bestiolina...e poi te la porti a
casa. Anche se in quei due casi erano per donne di qui... ma all'epoca
eravamo tutti sempre in giro e tornavamo, quindi eravamo un
pò a
noi stessi.Noisappiamo
che capita, anche per la sezione cinofila che controlla sempre i cani
se turnano per strada e poi sezionano il mantello per controllare. IN
certi posti, dove non cè il tipo di igiene che abbiamo qui e
come è trattata e insegnata, puoi rischiare di tutto. E'
successo, quante cose sono successe e ci saranno. Ci si abitua a una
routine per cui..."
"Jd.. s eti sente fa
casino. Non
mettere questi discorsi perchè anche se sembra che
esagera, ha pure ragione. Se hai abitudini e hai le dovute
attenzioni, non ti capita. O lameno non come all'epoca. Era colpa di
tutti e cèra voluta lei per darci una scossa. Ricordo ancora
la
squadra inglese che ci aveva affiancati, ti ricordi? Parevano tutti
perfettini e snob tipici degli inglesi, e poi cosa erano sotto le
divise..:" interrupe Lubo.
"...Lei però
era incredula sul
fatto che qui, in Francia, i militari fossero così... zozzi,
come diceva bonariamente..." fermandosi mentre Lubo gli parlava
"comunque vero, uno che viene in visita in qualunque caserma crede di
trovare un certo rigore, pulizia, disciplina. Ah, se sapesse cosa
cè dietro. Oltre quel tuo ricordo "disse guardando Lubo
"cè anche quella volta che era attesa come collaboratrice in
Italia per concordare..."
"Ah, ho capito. Quando
è
andata in quella caserma, ha chiesto di fare una visita ma da sola, per
constatare le tante sciorinate qualità di quel reggimento e
alla
fine ha fatto un casotto" rise sguaiatamente Alaric "Volevo esserci,
cazzo! Anche solo da come cè entrata. Ha visto una
camionetta
piena che rientrava per strada, perchè stà sempre
a farsi
i cavoli suoi..."
"Era in giro per la
Raccolta, smettila di dire cavolate" lo rimproverà Jd, ma
quello continutò.
"Fece un gesto e li fece
accostare,
quando quelli la stavano mandando al diavolo con le armi, lei ha
mostrato il distintivo speciale che abbiamo per muoverci con il nostro
grado, con una dispensa speciale che ci fa rientrare allo
stesso
grado alto in qualunque seizoni militare, non importa chi cè
a
capo. Quando lo videro, il trio dell'ave maria lo ha raccontanto,
sbiancarono perchè avevano iniziato a dirle cose contro.
Vedendo
quella nana col broncio accipigliato credevano chissà cosa.
Uno
che stava dietro, la riconobbe da una precedente visita e la
invitò dietro con loro. Cèrano tre seduti
davanti, mentre
gli altri erano nel..."
"Si, e invece di farle
posto come
doveva essere per i gradi, lei accettò di stare dietro con
gli
uomini e iniziò a parlare con lui per tutto il viaggio
restante,
mentre gli altri fissavano sia lei che pareva fuori posto, che le sue
tre ombre, che a vederli sembrano tutto fuorchè militari. Ti
piace proprio questa parte, vai al sodo..." sbottà Jd
alterato.
"Mi diverte vedere
quanto è
stronza sempre e con chiunque, almeno altri l'hanno sopportata mentre
qua stavamo meglio. Comunque..:" precisando, guardando
poi
Gask, girandosi un pò sulla sedia "lei è stata
ricevuta
con tutto i lriguardo per il suo grado e titolo e bla bla, insomma
cercavano di fare i leccaculo, perchè per le
collaborazioni con reparti, sezioni ect vi è una sorta di
premio
e gratificazione che aumentano nella relazione finale in base al
comportamento, risultati e via dicendo. Questo era stato fatto
perchè fossero tenuti sotto controllo, vi fosse
una
ricerca nascosta da esercitazioni speciali o missioni corporative di
elementi interessanti per noi, che vedere in cosa peccavano e dargli
una raddrizzata. Il Consiglio deve sapere, dice Milan, che ogni paese
ha uomini sempre pronti e che sappiano fare. Se prima dice, tu
completavi con dei risultati o punteggi ed avevi i gradi e posizioni e
tutti pensavano che per questo valesse, non è detto che tu
valga
davvero in casi speciali. E' capitato che, incorporati a certi reparti,
alcuni elementi non fossero in verità in grado di lavorare
in
certi ambienti, con pressioni e situazioni pericolose o dove hai solo
pochi secondi per reagire. L'addestramento è una cosa, la
realtà è un'altra. Il problema è che
poi,
veramente sul campo, molti non erano così bravi o
straordinari
come sembrava. Erano ciocchi di legni con le fattezze da coniglio.
Così lei ha avuto la geniale idea di prendere quei tre,
senza
dire nulla subito a nessuno, e partire per alcune basi e bla bla che
avevano o alti riscontri positivi, su carta, o
negativi e
chiarire. Dopo che ha visto certe cose, da sola con i suoi occhi dice,
ma non ha mai rivelato cosa, è andata dritta in sala
comunicazioni, ordinando o meglio sbraitando o latrando come
preferisci, al microfono per il sistema..."
"Mamma mia, quanto ti ci
vuole per
spiegare. In pratica ha dato comunicazione immediata di comparire nel
cortile dell'adunata, per tutti. Quando le hanno chiesto il
perchè, lei ha aspettato che fossero tutti e ha iniziato
a..."
"ragliare. Ragliare mi
piace di
più.." si reintromise Alaric mentre Jd cercava di tagliare i
ldiscorso "dicendo che facevano pena su varie cose, che alcuni erano
stronzi da fare nonnismo, spaccio di oggetti..."
"Regole. E' quello che
servono, ecco
stringato. Ha trovato non solo irregolarità, ma molte cose
che
accadevano anche apertamente, mentre i superiori come noi
erano a
fare altro invece che controllare. E cose poco igieniche, Non sappiamo
esattamente cosa, non lo ha detto nenache a Jd, ma quando è
tornata è re iniziato il casino con i controlli, quindi dopo
è accaduto il fatto degli spogliatoi. Quando ha capito che
succedeva qualcosa anche qui è entrata senza pensarci due
volte
in camere, spogliatoi, docce, lavanderia, ovunque senza annunciarsi es
enza interessarsi a chi vi fosse, per verificare che non accadessero
fattacci. Che sono avvenuti, e anche colpa loro che pensando fosse in
giro, riprendervano con le cavolate anche alimentati da
qualcuno
"guardando male Alaric, che fece orecchie da mercante. "Ora si son dati
una calmata ma appunto, dopo che alcuni sono finiti male..."
"Male nel senso...?"
domandò Gask a Lubo che aveva appena finito.
"QUando non le partivano
le frasi da pazza psicopatica, che gelavi e pensavi...."
"Alaric, basta!"
sbottò Jd,
chiedendosi perchè stava sempre in mezzo quando dovevano
parlare
di cose importanti "Comuqnue si per prima, alcuni uomini andvsano in
città per passare del tempo... come piaceva loro. E accadeva
che
prendevano qualcosa e poi qui dovevamo curarli. Ma ci volevano mesi a
volte e si finiva per fare comunella in gruppetti, col rischio di
vanificare tutto. Non era colpa del medico, ma degli scemi che invece
di pensare alla salute loro e degli altri, se ne fregavano.
Ammetto che anche quel medico aveva le sue colpe. Adesso ne abbiamo uno
che è rigido e inflessibile per ogni cosa, scelto da Milan e
Kianta insieme, e se scopre qualche infezione o altro, chiama
subito loro due e il tizio viene messo in quarantena in stanze
apposite. Anche a forza, su questo non si transige...ovviamente il
tempo che ci vuole, perchè non sia contagioso
verso altri
se cè rischio, ma Kianta pretende questo per evitare
problemi.
Siamo molti di più ora, e dice sempre che le
bestioline
non considerano come noi le regole dell'igiene e sicurezza. Loro
ragionano da... bestioline. Comunque dopo quei due, vi fu un
altro caso, e cèra già Kianta. Così
lei prese le
idee e proposte di quella persona e mise insieme quel posto con una
costruzione nuova e apposita, con regole e controlli, ma dove
gli
uomiin possono trovare il loro...sfogo. Come lo definisce lei.
Così hanno quei posti, le ragazze che gli aggrada per varie
cose, sono sicure e controllate, loro come gli
ambienti, e
il resto. E in effetti con tutti i cambiamenti, i giorni liberi passati
in città sono stati diversi. Sono finiti quei problemi e
Kianta
è contenta. Odia quella roba, vorrebbe strangolare chi si fa
contagiare per stupidità, e addirittura in quel
posto ci
sono preservativi gratis insieme ad altra roba, l'importante
è
che non facciano cavolate.... ecco la questione..."
"E perchè
quel nome?"
"Mi pare che lo aveva
letto da
qualche parte e richiamava il famoso viaggio biblico... per lei andare
là, significa vedere frotte di uomini in esodo
verso lapromessa....capisci,
no?"
"In effetti non mi
è sembrato
di averti mai visto lì..." se ne uscì
Alaric
voltandosi, guardando Gask con un'espressione curiosa da comare,
facendogli fare però una smorfia.
"Se ti stai chiedendo
come mai le
faceva casino per l'organizzazione e gestione di gruppi addirittura in
altri paesi, ti abbiamo già risposto. Alcuni di noi hanno
distintivi, documenti, anche tatuaggi conosciuti sono da
alcuni
livelli militari che attestano che siamo diciamo ispettori e
controllori, oltre il resto, e la nostra posizione è
superiore,
da maggiore in su... Tornando al discorso iniziale..."
inziiò
Jd, guardando male Alaric che stava per parlare oltre la domanda fatta,
di cattivo gusto pensò "Molte persone qui non sono
solo
militari, o non lo sono più perchè hanno trovato
uno
scopo in qualcosa che non pesavano adatti a loro. Ecco che, come hai
visto bottai, stagnini o calderai , che provvedono a tutto
ciò che serve direttamente qui. Abbiamo penstole in vari
materiali, perfino in rame per caramelle e altre cose... calzolai che
provvedono a tutte le scarpe dell'organizzazione, cestai, fabbri,
maniscalchi che provvedono a ferri ai cavalli, falci, zappe
ed
altri attrezzi per la Fattoria. Come mai ti chiedi? perchè
si
è scoperto che anche oggetti costosi di marca in
verità
no era la qualità che vantavano e he facevano pagare. Fu
così che si decise di comprare la materia grezza e fare noi,
quello che cèra dale analisi nei nostri laboratori, anche
per
pentole ad esempio come ci si cucinava... lascia stare. E ferri per
cavalli! .Anche se molti cavalli adesso utilizzano ferri in plastica o
silicone, in base all'attività che devono fare,
ancora per
molti di loro vi sono i ferri classici. E per tenere oggetti naturali
vicino algi animali, si usano corde, vimini e bamboo che vanno lavorati
per ceste, sacchi per i pastoni da mettere in testa e altro. Lavandai
con mansioni diverse che sappiano davvero come dividere i capi, cosa
lavare e con cosa in base a temperature e prodotti,come trattare certe
macchie o tessuti preziosi, come stirare sia a mano che con le macchine
in base alle stoffe, quindi qui sappiamo anche noi ora con le Lezioni
come si piegano i capi pe gli armadi e cassetti... prima diciamo si
buttava tutto nelle lavatrici, condivise, a gettoni..." disse un
pò imbarazzato "si fa in molti posto, tutto nella macchina
senza
distinzioni. Mentre qui abbiamo lavatrici per capi intimi e solo per
quello, anche se cè tutto un regolamento.. troppo lungo.
POi pastori per i vari bestiami,ricamatori e sarti che
producono
tutto ciò che cè di tessuto qui e nelle Torri. Il
sarto
addirittura è diventato così bravo e forte del
suo
mestiere, che non rivela nulla su abiti e misure di nessuno, tanto che
Kianta stessa, che non ama mostrare nulla del suo corpo, va a farsi
misurare e preparare gl iabiti. Vanno così d'accordo che
dice
che non si vergogna molto adesso, ma solo con lui e non è
tipo d
aprir bocca. Abbiamo addetti alla stalla e sellai che creano la sella
ed il basto prsonalizzati sia per il cavallo, non esistono
selle
standard qui, che per il cavaliere. Così briglie di cuoio,
cavezza e pettorale solo per dirti cose che consoci ma producono anche
qualsiasi cosa in pelle come cinture, borse, portafogli, accessori
vari.... E realizzano anche gli accessori e addobbi vari per i cavalli
nelle cerimonie e feste. Abbiamo anche i Carrettieri,i camionisti dei
tempi passati se le distanze onn sono lunghe e non si deve prendere
strada o autostrada. Infatti abbiamo per varie destinazioni, le
ippovie, sai? Solo a cavallo o pattini o biciclette e la gente nei
posti vicini lo sa. Abbiamo pure artisti, una piccola scuola o
conservatorio di musica, dove cè pure lo zampognaro che le
piace
tanto. Così danza, specialisti di varie materie scientifiche
e
storiche e tanto altro. Insomma, qui tocchiamo davvero ogni mestiere e
tipologia di lavoro, dall'intellettuale, al militare, all'artigiano,
per finire in semplice coltivatore o pastore. E tutti possono provare
per un tot di tempo qualsiasi mestiere e magari scoprirsi gioielliere o
orologiaio, a proposito, ci sono pure questi! ma provano senza
pressioni o altro e decidono. Alcuni lo fanno nei tempi liberi, altri
solo questo lasciando anche il ruolo di militari e via dicendo. Quii
ognuno per davvero può trovare il suo posto, il suo ruolo,
il
suo ambiente... Ma per questa cosietà molte di queste figure
non
valgono per niente, per noi si. Abbiamo anche i caramellai, cioccolatai
e addetti a dolci e simili..." continul Jd finchè Alaric non
si
intromise come canticchiando
"Dove trovi il
comandante se non dove
dovrebbe? Nel laboratorio pasticceria o in cucina... lei va dove vuole
i lsuo stomaco. Dove cè cibo, cè
Kianta. Lei ordina
e ammonisce, alimentata e spinta dalla sua indole vendicativa,
arruffapopoli, e buonista per forza. Protettrice dei deboli a modo suo,
la spezzatrice di teste. Lei sa annoiare in almeno tre lingue e la
gente, come fu per Beppo, non è che la prendono per strega e
cercano di accopparla..."
"Alaric, non dovevi fare
mutismo?" intervenne Jd a fermare gli sproloqui dell'amico
"Mutismo! Io! Certo, mi
muto ma
ricordiamo di certe volte, invece di elogiarla tanto, come si
è
visto dai volantini con la mia faccia e zoom sui miei capelli, che li
portavo più lunghi, con la scritta-fai
swishare oltre i capelli anche l'anima sarai un uomo migliore
purificando il tuo dentro=""-. hai ragione, non è mailei...Ed
è quella che trova goldern retriver e labrador stupidi e
pozzi
senza fondo e non idonei qui, perchè divorano tutto e
mangiano
come aspirapolvere, mentre gl ialtri cani mangiano in modo normale e
senza ansia da carestia da fame.E sono da considerare.
Seocndo me
è solo che sono solo troppo simili a lei e teme di avere
concorrenti..."
"Ok, a parte le
stronzate,
qualè il nocciolo della cosa? Mi sono perso..."
sbottò
Gask, frenando il litigio tra i due, stando sempre con le braccia
incrociate-
"... Doveri e impegni.
Correttezza e
buonsenso..." disse Lubo come tra sè " E con queste
possibilità, nascquero anche doveri e impegni, che la gente
iniziò a non amare e volere..."
"Si, tutti la odiamo e
vorremmo
vederla volare già da un aereo senza paracadute...Hai notato
come la mattina cè un tipo di... levata particolare, vero?"
cbiese Alaric, facendo diventare tutto il discorso un casino.
"Intendi i ragazzi che
fanno il giro
alle prime luci, bussando alle finestre?" chiese Gask "E poi
la
chiamata con la tromba? E per finire quelli che ti vengono a chiamare a
calci dentro la stanza? Eccome, Milan ha insistito perchè
avessi
una camera come Capitano, ma prima stavo con altri ragazzi. E ho avuto
questi... dolci risvegli. Non mi svegliavo così presto da...
anni!"
"Quella è
stata una delle
conseguenze della notte del black out." disse Jd facendo cenno col capo
per confermare la cosa "Non so a che ora ti alzassi prima, ma adesso la
sveglia è alle quattro di mattina per i giorni di
addestramento
e allenamento intensivo, e normalmente alle cinque e mezza. I
primi giorni quella persona vide gente scomposta che si muoveva come
zombie a momenti diversi. Cèra la chiamata all'adunata, ma
era
un pò dopo... alle sette..."
"Aspetta! Siete passati
dalle sette
di mattina, ale quattro o cinque e mezza? Davvero?" stupito, Gask
osservò basito Lubo e Jd. "davvero non avete avuto problemi
ad
alzarvi?"
"Il problema non era
questo, chi già per il suo passato lo aveva fatto e
non aveva problemi, gli altri..."
"La verità
è che i
giovani di oggi non sanno alzarsi la mattina presto,
perchè gridan che la notte è giovane e vogliono
andare a
letto alla stessa ora di quando devono alzarsi. Prima si presentano per
l'anno o due di leva volontaria, per poi pentirsi delle regole e
l'alzarsi presto!" sbuffò Alaric troncando cosa Jd stava
dicendo.
-ma stai zitto che fai
comunella con quelli ti seguono e bevi come un gatto in cantina vene
perso per una settimana mentre è morto fradicio poi ha
problemi la levata stare piedi di giorno da
pulpito=""-pensò
negativamente Jd, vedendo la faccia di bronzo dell'altro che vantava
chissà cosa lagnandosi degli altri, e poi faceva peggio. Per
non
parlare di di quando sta con le donne, continuò nella testa
disgustato.
"Lo sai che stai
offendendo gente
poco più più piccola di te, vero? Qualche anno
non ti
fanno un quarantenne o un sessantenne..." scuotendo la testa disperato
"molti di noi, tranne i nuovi, sono abituati, anche per il tipo di
addestramento. Il problema è come!"
"E direi. Prima di
sbattono quel coso
sulle finestre che sembra stia per cadere la casa, poi ti strombettano
alla porta, e pure hanno la facoltà di prenderti
di peso e
buttarti fuori dalla porta o bagno, non importa dove sei, se ritardi.
E' da malati!"
"Alaric! Sai che in
qualunque..."
"Si, si, che tutti i
militari devono alzarsi al suono della trombetta. Ma così ti
viene l'ansia!"
"Scusate ma quale
sarebbe il
problema..." ripetò confuso Gask "Adesso mi sveglio
prestissimo
pure, senza bisogno di essere chiamato..."
"Il problema..."
iniziò Jd,
parecchio a disagio nel dire costava per rivelare "non è
l'orario o il come. Come qualcuno continua a suggerire!" guardando male
Alaric con un tono da rimprovero "ma il fatto che Kianta su certe cose
è intransigente. Il motivo dell'accanimento nela chiamata
è che da quando ha permesso il teatro, l'angolo delle
gradinate
che qui chiamano in mille modi, lascia perder dirli tutti, e le varie
attività ricreative... le cose sono un pò
sfuggite di
mano. Colpa degli uomini, ovviamente. Kianta ha sempre la tendenza di
sparire la sera, anche senza la cena nella mensa, e quindi... i ragazzi
fanno sempre cosa vogliono, pensando che lei magicamente sparica e
possono tirare un sospiro dalle regole. Ma già lo sai, visto
che
ti sei integrato tanto" sorridendogli divertito, guardandolo.
"... mi invitano a bere,
guardare film e altro, parlare..." si giustificò lui
"Tranquillo, lo fanno
tutti ormai. Ma
questo significa che passano più ore a divertirsi e fare
casino
che andare a letto all'orario giusto. E poi sono zombie, la mattina..."
a disagio "E quindi ha minacciato più volte di
abolirli la
sera. Ma poi cambia idea..."
"L'ho sempre detto,
lunatica da far paura..:" sputacchiò Alaric, infastidito
"perchè...!"
continuò
Jd, guardando male l'amico "perchè quelli sono progetti
vitali
per la salute psicofisica degli uomini. Sono attività che
anche
Lia aveva previsto come... aiuto. Toglierli significa perdere molto"
"In che senso" chiese un
turbato Gask, che non capiva a cosa si rifesse
"ma cosa deve capire
lui. Un egoista,
ottuso, testa di capra che ha gli stessi problemi degli altri... ma di
cosa parliamo" urlò Alaric, indicando con una mano aperta
Gask,
per poi girare di nuovo la sedia, dandogli la schiena
"Esattamente, quale
sarebbe il
problema? Perchè oggi è successa quella cosa?
Davvero lei
fa quello? Voglio dire, quella volta che è venuta dal
Capo...
Ha, insomma... ma non credevo...."
"Non so cosa
è accaduto,
testardamente è andata da sola. So solo che era stata
obbligata
da Milan. Ma posso dirti che non lo fa sempre..."
"Solo quando ci sono
persone che
odia. Se le ha davanti, si limita a volerle bruciare o far loro del
male, senza ucciderle. Ma sono solo pensieri, soprauttto se... deve
contenersi per seguire i piani. ma se perde la pazienza come oggi,
allora si. Lo fa. Si sfoga e e agisce anche per conto delle vittime di
quella gente. E oggi si è limitata..." continuò
Lubo
tranquillo, sovrapponendosi a Jd.
Gask si stupì
di più, incapace di dire o fare niente. Alaric rise di
gusto, mentre Jd si grattò la testa.
"Tu l'hai vista, quel
giorno che hai combinato quel casino. Sei qui da più di una
settimana, ma...."
"NON HAI ANCORA VISTO
NIENTE!" urlò Alaric, sempre dando le spalle,
dando pugnetti al tavolo vicino
"E quindi..:"
iniziò Gask, tentennando, finchè Alaric non
intervenne di nuovo
"Cè tanto che
non sai. Hai
solo sgrattato la punta dell'iceberg. Siamo messi bene se sono Lei e
Milan a voler cambiare il mondo..." scuotendo la nuca,
perchè
non si era ancora girato. Ogni tanto in base a come si muoveva, si
vedva il naso gobbuto e lungo.
"Ma... tu non sei un
seguace fedele di Milan?" domandò stupito Gask
""Certo, sempre!!" disse
stizzito l'uomo "Ma so anche io che ha tendenze infantili,
narcisistiche e pretenziose..."
"Ed è stato
largo.."
sussurrò Jd più che a se stesso che agli altri,
che
però sentirono e la sua espressione era... mezzo da
disperato e
mezzo da rassegnato
"Non capisco. Milan mi
è sembrato un pò troppo preso da certe cose,
sopratutto su se stesso ma..."
"Forse per l'amicizia
che vi lega,
hai visto altro. Ma... diciamo che ha tendenze come ha detto lui,
parecchio... come posso dire..." tornando a grattarsi la testa "...ama
il classico, diciamo così, è incline a volere
tutto
ciò che gli piace. Anche ammucchiare a guazzabuglio le cose
perchè le vuole anche lui. E' capitato così prima
di..."
fermandosi per non dire altro.
Alaric fece un verso
animalesco
buttando le testa indietro comea disagio e Lubo voltò il
capo
dall'altra parte. Sembrava che stessero parlado di qualcosa o qualcuno
che però li metteva in difficoltà nel continuare.
"Cosa" chiese Gask dopo
un pò
"Diciamo solo che Mlan
non è
capace di gestire niente, a meno che non sia il suo lavoro. Come
dirigente delle risorse umane ok... ma come per se stesso, ha bisogno
di qualcuno che gli sistemi le cose e le gestisca. Si era affidato a
noi, ma..."
"NOn ce ne fregava
niente,
diciamocelo. Ci siamo basati sulle routine che conoscevamo prima e le
avevamo applicate, abitudine. Basta e avanza! Poi arriva quella...
quella!!..." minando un appallottolare qualcosa tra le mani con ira "e
lui si gasa e decide che tutto va cambiato. Che è giusto
romperci le palle con regole, obblighi, doveri, aaahhhh!!" sbattendo un
pugno sul tavolo vicino.
Non è molto
contento della gestione attuale" riassunse Lubo, con un ghigno cattivo
"ma piangeva poco fa..
lo faceva per il dispiacere?"
Jd si congelò
di colpo alla
domanda di Gask, Lubo rise come se fosse divertente e Alaric
girò la testa con un'espressione contrariata, fulminando
Gask
per la domanda.
"No, piangevo per cosa
è
capace quella disgrazia con le zampe. Quella ruspa
divoratrice.
Quel labrador con la faccia da stronza. Quella..."
"Come mai questo astio?"
"Perchè quei
due sono simili,
stesse teste, e quindi vanno in conflitto. Solo che uno è
egoista e menefreghista, l'altra il contrario. E quindi se una deicde
una cosa per tutti, che però prevede divieti o
permessi
stabiliti, lui non lo accetta. Voleva la vecchia vita..."
"Andava benissimo! Tutto
perfetto!
Arriva lei e non è possibile usare i sottoposti per fargli
fare
cosa dovevi fare tu. A che serve essere un superiore che devi sbatterti
tu... ah....Ha fatto paura a tutti e non posso più..."
"Non può
più
schiavizzare nessuno. L'ultima volta con i newbies, lei è
intervenuta urlando nelle docce degli uomini e si è portata
i
novellini, che erano stati messi a pulire e sistemare. Questo
ovviamente all'inizio diciamo, ma la cosa è girata e ora
tutti,
nuovi e vecchi che non avevano le palle di farsi valere, ora lo fanno.
Niente nonnismo, niente soprusi, nessuno che agisce oltre una certa
soglia..."
"Oh, sveglia! Sai
perchè non
lo fanno?!? Perchè hanno la fifa di quale dannato metodo di
punizione si inventa! Quella volta le pietre, l'altra imparare a
riconoscere le erbe, quell'altra ha messo un collare con la
chiave a quel povero disgraziato di Dougal e l'ha legato al
Toro.
TORO! E sai perchè?" guardando Gask voltandosi sulla sedia,
mettendosi a cavalcioni "...perchè quando era stato mandato
per
punizione a fare un pò di fatica e ragionare su cosa aveva
fatto, ha picchiavo le mucche perchè non l oascoltavano per
tornare nella stalla. E vivendoci vicino, secondo quella pazza furiosa,
e vedendosi addosso come toro lui stesso il trattamento di un altro che
doveva badargli, capiva cosa significava fare del male alle creature, e
solo perchè tu urli e basta. Alla Fattoria hanno canti
finlandesi, si... canti finlandesi per richiamare lle vacche e le
addestrano perchè capiscano cosa fare. Ma lui non sapeva
fare
nulla, capirai... altro che canti, quando ci ha provato sembrava
un pinguino, li hai sentiti i pinguini quando sbraitano?"
sghignazzando "e così aveva preso un rametto sottile e le
spingeva o le colpiva. E all'isterica non piaceva, affatto.-non
si trattano gli animali in quel modo=""-,
sbraitava!... come per i cavalli basta spingerli con un gomito o mano,
diceva. E così ha trovato il modo di disagiare quel
poveraccio.
Per non parlare di quando ha mandato Jeshaia con un
lanciafiamme a
togliere la neve dai camminamenti..." scuotendo la testa, schifato,
pensando alla scena mentre quell'uomo, solo, cercava di togliere la
neve con indosso un lanciafiamme pesante, e doveva tirarsi
pure un
carrellino con le bombole, per pulire la sezioni acciottolate o
lastricate dell'esterno.
"Come, scusa?!" domando
Gask con gli occhi sbarrati.
Si voltò e
vide che Jd teneva
le labbra tirate cercando di non ridere, stava pensando alla
situazione, mentre Lubo non era riuscito e se la rise, divertito.
"Ce ne sono state di
epiche, ma mai
quella delle zanzare. Quella era... era.." ridendo, non riuscendo a
fermarsi, trascinando anche Jd che esplose, dopo aver cercato di non
farlo.
"Quali zanzare?"
"Lei ha finanziato
alcune aziende
americane per l'allevamento e la vendita di zanzare sterilizzate, ossia
che non possono procreare..." cercando di calmarsi mentre parlava "Lei
le odia, insieme ai gatti, e così come punizione ha
acqusitato
un stock di certi attrezzi..." ma non riuscì a finire
perchè scoppiò di nuovo a ridere perfino Alaric non era
riuscito e non poteva fermare le risate. Dovevano avere a mente
proprio, quelle scene.
"Una volta si
è arrabbiata
perchè gli uomini continuavano a fare casini, rovinando
muri,
aiuole, le zone di paesaggistica, sporcando... oltre tutto il resto che
combinavano" ma Alaric sovrastò Jd.
"E basta fare le bibbie
ame, eh?!
Quella squilibrata si è incazzata perchè non
vuole che si
danneggi niente, non è corretto perchè dice che
è
una sorta di casa di tutti. Ogni cosa ha un valore e quindi non deve
essere rovinata, danneggia e via dicendo. Così o te le fa
pagare
per risistemarle, o riparare da te o pure e strofinare in base a cosa
hai fatto o peggio ancora, si inventa punizioni da fuori di testa. Da
TSO! E quella volta ha comprato mille, mille!... racchette elettriche
anti zanzare e siccome le odia ed era estate, ha avuto l'idea di armare
tutti quelli coinvolti, anche con due a testa, e
dovevano
colpire più zanzare possibili e riflettere nel
mentre, a
cosa avevano fatto. Diceva che per capire il danno, eliminavano altre
cose dannose e capivano le conseguenze. Logica..."
"Sai che aveva un senso!"
"Quello che credi. ma la
scena...
cazzo!" passandosi una manosulla faccia "quella scena era surreale.
Decine di uomini, militari, con due racchette a testa alla volta che
avevano assegnata una zona e dovevano fare come forsennati con quei
cosi per eliminarle. Sembravano degli stupratori schizzoidi...-portano
malattie portano disastri sono una disgrazia=""-urlava.
Quando la disgrazia è lei... e sai lei che faceva?" chiese a
Gask sporgendosi in avanti sulla sedia, con rabbia "lei era sistemata
su una sdraio di legno a bere qualcosa, leggendo, mentre osservava come
una suocera acida quei disgraziati che parevano con problemi motiri e
urlava se notava, da dove era, quelle sanguisughe con le ali che gli
svolazzano intorno. E volev apure contati
icadaveri! Apriti
cielo se vedev vicino a sè una... poi chissà
comè,
le zanzare la attaccano come attirate dal miele. Pensavo fosse acida e
velenosa pure nel sangue, ma quelle la cercano come disperate...."
"Cioè,
è quel tipo di persona che attirano le zanzare?"
"Si, ecco
perchè ha ideato
quella cosa. Odia che venga toccata anche da loro e peggio se la
pungono. Perchè è così bianca e la
pelle è
così sensibile che le vengono ponfi grossi come... come...
non
lo so. Ma sono enormi. E il suo umore peggiora!" disse Jd
"ok, ma quindi..."
chiese di nuovo
Gask "ha fatto cacciare a quegli uomini le zanzare, con delle
racchette elettriche per punizione, per..." cercando di capire il senso
"per far capire loro che
come le
zanzare erano un danno agli altri..." disse Lubo, non cancellando
quell'aria di stranimento da gask.
"a volte..."
iniziò Jd,
incapace sembrava di trovare le parole adatte "...diciamo che considera
le punizioni un modo per portare la gente a riflettere su cosa hanno
fatto. Per lei le punizioni corporali sono solo un peggioramento, non
insegnano e non portano a comprendere. Incrementano solo l'odio,
danneggiano la persona e rovinano tutto quanto... per questo decide di
dare lavori fisici e mentali e... quello era questo..!" alzando le
spalle e la braccia come a dire che non cèra altro da dire.
"E cosa hanno imparato?"
"Devo dirti..." gli
rispose Lubo
"anche io pensavo che non servissero a niente, ma gli uomini metnre
lavorano, se sono più d'uno che hanno fatto cazzate,
parlano,
discutono e di confrontano nel mentre. Più volte lei ha
detto
che il dialogo e i confronti tra le persone sono importanti, nel
Teatro, fa lavorare gli psicologi con gli uomini perchè
facciano
uscire ciò che hanno dentro cposì che gli altri
lo vedano
e sentano e loro stessi comprendono il dolore, problemi e disagio degli
altri. Pare contorto ma no nlo è... e le punizioni hanno una
loro logica.... E da quando ha imposto a tutti di consegnare un oggetto
importante ad un altro scelto a caso dalla boccia, prendendone uno a
sua volta, perchè siano conservati e trattati bene come
fossero
propri capendone il vlaore, sembra che l'idea sia andata in porto.
Anche lei che sporcava la notte le cose, in vari
modi,
perchè trovassero al mattino gli ambienti mal ridotti, ha
portato a risultati..."
"Aspetta..." chiese Gask
stringendosi
la radice del naso con le dita, restando in quella posizione "mi stai
dicendo che ha fatto scambiare oggetti importanti tra gli uomini, a
caso, imponendo di occuparsene come se fosse loro, se ho capito bene, e
già che cèra ha fatto cose lei perchè
trovassero
gli ambienti..."
"...come li trattavano
loro, magari
sapendo cosa odiavano e facendogliela trovare, perchè
comprendessero che vivendo in comune, era necessario aver cura dello
Chateau su molte cose. E gli oggeti era un modo per capire in un altro
senso l'empatia, m'importanza delle cose, del valore...E, ancora,
portandoli a capire che pulire e rendendo gli ambienti ospitali,
stavano loro meglio..."
"JD! Ma davvero credi a
queste
cagate???" sbottò Alaric "io so e ribadisco che fanno i
bravi
solo per evitare le sparate di quella pazzoide. Si stava bene anche
prima, come trattavamo le cose e se qualcosa non andava si cambiava...
ora si aggiusta..." facendo il verso con l'ultima parte di Kianta
Lubo guardò
Jd, che mostrava chiaramente di non condividere quel modo di pensare.
"lascia stare. La odia e
fa di tutto
per andarle contro, in qualunque modo. Anche a lui piace come si vive
ora, si sta molto meglio e a me piace. Direi che invece è
solo
invidioso di..."
"Io non sono invidioso!
Trovo tutto
quello che fa da malati di pulito e da pazzi con problemi
seri.
Prima andava così bene!"
-andava bene perch
potevi fare quello che volevi con gli uomini ora non ti è pi
possibile e sei ocntrollato quando scappi per andare dalle
donne=""-pensò Jd, contrariato.
"E Milan? Gli va bene?
Lo permette?" chiese Gask per fermare la lite
"Milan si diverte. Adora
da pazzi
vedere come si comporta Kianta in base alle situazioni. Dice che
vederla è come uno studio e una commedia insieme. E che non
ha
trovato altre persone come lei che gli fanno quell'effetto.
All'inizio anche lui non era convinto, abbiamo vissuto sotto le armi
conoscendo bene comè la vita lì. Qui è
molto,
molto diverso e quando si è reso conto che alla fine le cose
andavano come non credevamo, lascia fare. Anche se sembrano..."
"PAZZIA"
"...assurdi..."
terminò Jd,
stanco di Alaric "le cose sono... come le conosci adesso. Molto
diverso, vero? E Milan ha pensato che si poteva fare anche
con il
Progetto. E così... eccoci!"
"E perchè
sembravate sull'orlo del terrore quando lei ha agito in quel modo?"
Di nuovo,s embrava che a
quei tre si mozzasse il respiro, sembravano sudare freddo.
"Diciamo che temiamo
capiti qualcosa che non ci piace?" disse Jd, non guardandolo.
"Cioè?"
"Senti, altro pazzo
malato" disse
Alaric puntandogli il dito contro, e Gask aggrottò le
sopracciglia "spero di no, ma un giorno capirai. Non fare altre
domande, MAI. Dimentica. Non è successo niente!A meno che
non
accada, lascia stare"
"Io invece..."
"Ascolta. Puoi piacere a
Milan come
un fratello, quanto ti pare. Resti sempre il tipo di cui
tutti
parlano e un pazzo scatenato anche tu. E sai perchè lei non
ti
ha mai messo in punizione? non ti ha mai fatto fare cose fuori di
testa? per MIlan. Se no nera per lui lascia stare cosa si
inventava per te. Sicuro ti avrebbe fatto fare la fine dei monaci russi"
"Perchè, che
fanno i monaci russi?" chiese Gask curioso, vedendo però
loro a disagio, ancora.
"Cosa fanno?"
continuò Alaric,
beffardo "Quei tizi fino a un secolo fa, avevano la malsana pratica di
passare la loro vita, dopo aver preso i voti, sotterrati nella terra
fino al collo nelle cripte in loculi a loro destinati, lasciando tutto
ciò che erano a Dio. Pregavano e passavano la vita, anni,
sotterrati fino al collo, con solo la testa fuori, patendo freddo,
caldo, qualsiasi cosa. Si facevano imboccare della minestra schifosa e
dell'acqua, quando qualche novizio scendeva da loro e il
resto
era... questo. L'odio che lei prova per quelli come te, anche se non
è vero ma è testa dura, perchè l'ho
capito quello
che sei, è così grande, anche dopo cosa hai
combinato,
che ti farebbe fare quella fine. Lo so, ti avrebbe sotterrato fino al
collo da qualche parte e ti avrebbe fare qualche giorno o settimana in
quel modo, guardandoti dall'altro, proprio sopra il tuo corpo
coperto dalla terra, con quell'espressione di disprezzo che le esce da
tutti pori. E sarebbe rimasta là, a guardarti in piedi,
anche
seduta, su di te in pratica, a guardarti negli occhi mostrando tutto il
suo repertorio di denigrazione e sopprusi che può farti. Per
darti quello che lei pensa meriti, sfoderando la sua sufficienza per..."
"Si, si. IN pratica
Alaric vuole dire
che se fosse stato per Kianta, avresti provato l'esperienza di quei
monaci, senza la Chiamata. E ti avrebbe guardato finchè non
decideva che era abbastanza." rise Lubo. Gask non capiva se rideva per
la cosa assurda o per i l fatto che l'avrebbe messo in pratica
realmente.
"ma... siete seri o
cosa?" guardandoli uno per uno stupefatto.
"No, Gask"
continuò Lubo "per una volta quello che Alaric ha detto
è vero!"
"Cioè
avrebbe... ma dai! Divertente questa! E a quanti lo avrebbe fatto?"
ridacchiando.
Ma smise di farlo quando
vide le loro
facce, prima si osservavano tra loro con gli occhi e poi guardando
altrove. Dopo che Gask si ammutolì, lo fece il gurppetto
intero,
mentre solo quache raschiamento di gola volava per la stanza, e domande
inespresse che lui voleva fare, rimasero nella sua testa.
"Ehm.. mi spiegate cosa
cè da ridere su alcune cose che avete detto? Non
sembravano..."
jd guardò
gask attentamente,
lanciò un'occhiata che Lubo che scattò a ridere
di nuovo,
voltando il capo. Cercando di celare una risata anche lui disse una
cosa.
"Parliamo ovviamente
delle punizioni
e simili... Comunque, semplice. Li abbiamo vissuti. In terza persona ma
in quei momenti. E' molto, molto diverso. Ecco perchè..."
"Davvero
è il suo cavallo?" domandò Gask appoggiato con i
le
braccia alla staccionata non grezza, che recintava la zona
libera
per i cavalli. Seppur
un ampio spazio, si erano avvicinati e brucavano, giocavano e
saltellavano vicino lui e Jd, che aveva raggiunto.
"Eh,
si. Bello vero?"
"Non
avevo mai visto un cavallo come quello. Dove vivevo da ragazzo si
usavano, per questo non ho avuto problemi, dovevo solo ricordarmi come
si faceva, ma i cavalli erano... diversi"
"No,
ti prego. NOn dire più che dovevi ricordarti come si faceva.
Non
se cè Kianta in giro" voltandosi anche di busto in tutte le
direzioni, per controllare che non giungesse a tradimento su o con
Warden al fianco. Sembrava disperato o preoccupato.
"Parli
della storia del trattare bene gli animali? A me avevano insegnato
così..."
"E
sbagliavi! Non per colpa tua, ma il tuo assetto era totlmente sbagliato
e danneggiava il cavallo, e tiravi le redini come un dannato,
colpendo le barre e non le convessure labiali. I danni che i cavalli
accumulano li danneggiano. Se quelle volte si è incazzata
con
te, per come è e la conosco, non era per te cometupersona,
ma come ti comportavi a cavallo. Non cè peggio di un
cavaliere
che fa del male a un animale, anche non sapendo di farlo. Come per le
leggi di un paese, l'ignoranza non ti mette al sicuro da un rimprovero.
Sempre meglio lei incazzata però di Milan o Dorde... E
Kianta
continua a sfidarli...mpfh"
"In
che senso"
Jd
prese dalle tasche un pacchetto rettangolare fatto a mano con del
cartone particolare, che fabbricavano, e prese una
sigaretta, portandola sulle labbra. ne offrì una anche a
Gask,
ma questi non accettò.
"Non
è una sigaretta normale... non è nemmo rollata
con
erba... hai capito quale!"gli disse, guardandolo negli occhi
"Ma
allora che sono? Droghe?"
"Mh..."
mormorò lui come pensandoci, accendendola "un tempo molte
spezie
erano identificate come droghe. Poi il nome venne dato a certe sostanze
capaci di dare.. certi effetti..." disse per poi aspirare e trannere un
minuto. Espirò "sono così abituato a usarle che
ormai
mentalmente, conto un minuto preciso. Secondo le regole
dell'utilizzo. Come mi ha insegnato Lia, milleuno... milledue... e sei
più preciso!" mormorò, quasi come stesse
riflettendo
mentre osserva il fumo.
"Chi?
Davvero funziona fare così?"
Jd
si riscosse sentendo il nome, poi voltò il viso
guardando
i cavalli "Una persona... è da lei se so che prima -
droga -
era un termine ben diverso. Ammetto che è stato interessante
la
Lezione sui commerci, l'uso e la considerazione sulle spezie e droghe,
la via della seta... Comunque queste non sono sigarette normali o
rollate alla furbetta. Sono diverse..."
"E
cosa cè dentro? Se ho capito non cè droga"
"Oh,
no! Lei..." corrugando la fronte, aveva capito di aver parlato di nuovo
troppo "una persona aveva chiesto di non utilizzare sigarette normali,
quelle furbette e droghe varie. Non le amava, perchè per
suoi
problemi voleva la mente lucida. Diceva sempre che voleva provare e
capire quando e se provava al cento per cento, e offuscando il cervello
non poteva accadere. Provava vero disgusto per chi usava droghe ed erbe
particolari per sballarsi. La gente lo faceva per togliersi in genere i
pensieri brutti e divertirsi, secondo loro, ma in verità lei
diceva che solamente spegnevano il cervello nel modo sbagliato.
Cancellavano ciò che potevano provare senza veramnete
divertirsi
per poco temo, per ripiombare nella relatà come caduti di
faccia
a terra...e. perchè non ricordavano in quel tempo! Per lei i
ricordi erano importanti, definivano la persona e cosa si portava nella
tomba. Diceva smepre che avesse avuto...." sospirando forte "se avesse
avuti bei ricordi, sarebbe morta col sorriso sulle labbra, nonostante
tutto. Ma non ne aveva. E odiava chi cancellava dalla sua mente e vita
ricordi e memorie, usando le droghe o fotografando e basta.
Diceva sempre chenonsi
vive di ricordi, maconi
ricordi. E con le droghe, chi ricorda cosa ha fatto? Anche
ubriacandosi, ovvio. E secondo studi che lei ha fatto rifare a quelli
di David, chi fa solo foto senza godersi davvero i momenti,
non
ricorda nulla. I risultati parlavano chiaro. Più foto si
fanno
senza osservare, guardare, far lavorare il proprio lato critico, non si
aveva in memoria niente di quello che cèra nelle stanze che
avevano preparato e usato per il test. E lei non la prese bene. Era
diversa, la sua mente stava sempre in fuorigiri, pensava, pensava,
guardava le cose per imprimersele nella mente e ragionare. Era fatta
così! Diceva sempre che i soldi e le carriere si possono
guadagnare, ma i ricordi e i momenti, quelli no! E
già
odiav aquando beveva quel suo vino preferito, quello rosso frizzante
che le piaceva tanto. Le piaceva, ma si dava una regolata per
come poi sentiva se stessa e la testa, poi. Oh lei poteva
reggerlo l'alcool, ma... Non le piaceva il senso di ebrezza che dava
l'alcool e non le piaceva ancora di più chi usava quello,
come
per droghe ed erbe, per andare fuori di testa e non pensare, uscire con
la metne dalla realtà che non gli paiceva. Lei lo faceva in
un
modo... particolare. E non capiva come la gente non potesse fare lo
stesso. Io cambio piano e loro non possono? Milan la chiamava...
dissociazione. Si, dissociazione... con la dissociazione Lia si rifugia
altrove, un mondo diverso e completo,quanto lo sarebbe lei, e quello
che accade lì a volte la consola. memorie che avrebbe dovuto
avere in questa realtà. Un luogo di un altro piano o
realtà alternativa, dove almeno lei..." parecchio corruciato
e
meditabondo.
"così
la dissociazione?" facendolo tornare alla discussione
"Una
realtà alternativa dove si andava... con la mente. Mondi
così reali come il dolore, dove si può
scappare
solo volendolo. COn la musica o meno. Livelli, livelli di
realtà
alternative da sovrapporre per scappare. Essere e diventare. Avere
qualcuno vicino almeno là...Ma quelli comunque erano
ricordi,
sensazioni addirittura, che lei teneva e le restavano. Alcool e droghe
non possono, diceva. E vedeva come lagente si riduceva, assumendoli"
"E'
per questo che ci sono ma con rigore? Ho notato che girano ma..."
"Perchè
lei aveva dato a tutti quanti motivi, e aveva creato le Lezioni e
faceva parlare in modo giusto chi incaricava. Uno degli elementi del
dialogo, diceva, è il tono. Il tono giusto dice tutto, con
quello sbagliato, sbagli tutto. E non riesci a dire nulla. Il
tono è la differenza. E cosa dai in sostituzione. Ecco
perchè il teatro e tutto il resto. Aveva dannatamente
ragione!
Una persona comune che parlava, perchè sapeva
dalle sue
esperienze e aveva ragione, più degli psicologi e
specialisti
che avevamo. E queste cose che abbiamo adesso... come le possiamo
chiamare? Il risultato del senso o motivo di vivere? Un dono oltre
quello naturale? Trovare il dono, diceva sempre. E metterlo in pratica.
Lo scopo è quello di trovarlo, viverlo e se si vuole,
donarlo. E
nè la dissociazione e ne le droghe o alcool avranno
più
senso!"
"ma
di chi parli?"
"Nulla...volevo
solo dire che quello che sto fumando è il metodo nuovo di..
sfogarsi? Le sigarette alla fine, cosa sono? Una sorta di
vizio
che ci scaccia il nervoso, per l'atto in se di portare alla bocca,
tirare e sentire il fumo dentro di noi, per cacciarlo fuori. Come se si
cacciasse via la melma nera da dentro che ci rovina. Lo dicev asempre.
Ma si danneggia solo se stessi, così... e quando
nei
nostri laboratoires sono uscite queste, Lia le ha letteralmente
regalate come prova a tutti. Ed eccoci... hanno creato queste, che
sembrano in tutto sigarette vere, ma sono fatte di resine o
incensi come vuoi chiamarle e vitamine, fatte a pasta. Non mi chiedere
il procedimento, ma sono sicuri. A quella persona piacevano
tantissimo gli incensi, sia di resine che di erbe, perchè il
fumo che producevano era pure salutare. Ed ecco quindi una sigaretta
salutare e poi ci sono quelle chiamate ad eareosol. Una sorta di
sigaretta fredda che permette di inalare i prodotti liquidi,
vitamine ma anche altro, attraverso una sorta di areosol sicuro. Senza
sostanze nocive ma sicure e prodotto dalla nostra Fattoria. E'
quindi.... una sigaretta medica, che fornisce vitamine essenziali per
la cura, ce ne sono vari tipi, e poi ci sono quelle d'aiuto, dalle
energizzanti con caffeina alle rilassanti , anche per dormire.
Cè gente che non ama le gocce da prendere, sai... o quelli
che
non sono in grado perchè hanno il sneso di vomitare, le
pillole.
Ecco quindi come noi risolviamo, e rilassa. Ma è un
palliativo,
diciamo, quando tutto ciò che ha proposto non andavano o
avevano
bisogno di qualcosa..."
"E
tu? Di cosa hai bisogno per fumare?"
"In
verità non lo so. Tante cose e nulla in particolare. Una
volta
fumavo, non tanto, qualche sigaretta al giorno, poi lei
arrivò pure a picchiarmi le mani quando mi vedeva con quelle
fra
le dita, o solo i pacchetti. Poi arrivarono quelle sigarette, io avevo
diciamo cercato di smettere, dopo che fece portare una serie di veri,
ripeto veri, polmoni umani affetti dal risultato del tabagismo. Vedere
realmente davanti a te una serie di polmoni di persone che erano vive,
e poi morte con quello dentro ha fatto il suo... effetto. Molti hanno
smesso e hanno avuto non incubi, ma temevano di sapere come
fossero i loro, dentro. E' stato un brusco avviso, ma ha funzionato. Ma
la mente aveva bisogno, come zuccheri e piacere, di qualcosa che gli
assomigliasse, quindi l'idea delle sigarette salutari è
andata.
"e
da dove li ha presi i polmoni veri?"
Jd
per un attimo sembrava ancora lontano, con gli occhi come se ricordasse
anche dopo aver parlato, poi fece una smorfia per non ridere e si
voltò verso Gask, tenendo la sigaretta fumante in basso,
appollaiandosi di piùsulla staccionata abbassandosi con
busto.
"Da
cadaveri, da dove secondo te? E prima che inizi a pensare che abbia
fatto chissà cosa, no. Almeno, non in quel caso..." disse
con
convinzione ma cera qualcosa di velato, che sembrava voler
scacciare con quel prolungamento di una frase come se non volesse
lasciarla a metà "comunque lei è in contatto con
università e centri di ricerca, che ricevono i
corpi di
persone che hanno lasciato nel testamento il desiderio di donare il
proprio corpo alla scienza. O semplicemente viene chiesto alle famiglie
se vogliono donare gli organi, e prelevano tutti quelli che
possono per mandarli a noi, per le Lezioni. Forse non vi hai mai
assistito, ma quando sono dispobili, lei da un contributo per
le
ricerche che fanno e li porta qui, perchè siano mostrati
mentre
un relatore parla. Vedere certe cose ti cambia, davvero. Per poco fa,
si. Era sul punto di pagare e promettere aiuto ad alcune ragazze
drogate, incinte, perchè si prestassero a mostrare dal vivo
un
parto nelle Lezioni. Un parto. VERO!" disse lui come rianimato, ridendo
"promettendo aiuto a loro e i bambini, purchè non usassero
più quello schifo. Diciamo che noi Capitani ci siamo
impuntati
parecchio per evitarlo. Non credo che tu abbia mai visto un parto,
anche solo in video..." con un disagio come se avesse visto qualcosa
che non andava visto.
"Che
vuoi dire... lo ha fatto o no?" chiese Gask ridendo per la scena
"Non
era felice del divieto che pure Milan le diede. Diciamo che lui non
sarebbe stato uno di quei padri che trovavi in sala parto, pronto a
vedere subito il figlio appena... uscito. Così lei si
incavolò, fece fare riprese molto, molto ravvicinate
mascherandolo come dicumentario e l fece vedere al alcuni gruppi che
seguivano le Lezioni, per il tema sulla sessualità!..."
chiudendo gli occhi un attimo "vuoi davvero sapere cosa è
successo?"
"...
dalla tua faccia ora non sono più sicuro!"
"Mh..."
passandosi il pollice sulle labbra come lontano ocn la mente, con il
mento sull'altro braccio "diciamo che abbiamo dovuto trovare secchi per
tutti, e quando non arrivavamo, pulire per bene il pavimento. Sai cosa
ha detto alla fine, quando li ha riuniti tutti di nuovo per parlare?
Che colpire, picchiare, uccidere perfino sembrava facile e senza danni.
Che per i militari, dopo il primo, gli altri erano facili come
cambiarsi gli slip. E... da quando cèra lei e poi
Kianta,
ora tutti si cambiano gl islip, usano le Lezioni anche sull'igiene
personale come fosse la bibbia. Adesso come dicevano le regole, mutande
per la notte, mutande per il giorno, da cambiare assolutamnete anche
tre volte al giorno dopo gli impegni o se chiaramente sudate. Ma
cambiarle. Sai perchè dico questo? Perchè
nonostnate
l'igiene sia importante, cè gente che usa un paio
tutta la
settimana, notti comprese, o un solo paio al giorno, e se le rimette
dopo la doccia, già usate. Con lei queste cose sono
cambiate,
dopo che ha mostrato con i raggi UV con una lampada costosa, cosa si
annidava nei loro indumenti, usati o lavati, ma male. Ho imparato la
cosa anche io, mi è bastato cosa abbiamo visto..."
"Cioè?"
"Cioè...
ha chiesto a due volontari di prendere degli slip, magliette e calzini
che lei aveva portato puliti, cambiarsi dietro un paravento che si
tiene lì per le Lezioni, se serve, e darli a due scienziati
lì per quella Lezione. Loro hanno consegnato gli indumenti
usati, e ricordo..:" scoppiando a ridere quasi sputacchiando e
poggiando la fronte sulle braccia sussultante per le risa "ricordo la
sua faccia quando vide le mutande con quella che chiamava la -
fiammata color mattone -, per non esser volgare.
Avrebbe voluto
strozzarli, lo so perchè si vedeva. Si teneva a distanza e
usava
telecamere apposite che proiettavano su schermi. Gli scienziati hanno
quindi preso gli indumenti e prima, dopo aver spento le luci, mostrato
cosa si notava con gli UV e dei liquidi che spruzzavano
sopra,
per rivelare materiale biologico meno visibile. E poi hanno tagliato, e
tenevano i guanti eh, dei ritagli e messo sotto un microscopio con
incorporata una cam, non so ocme funzionano ma lo avev agià
integrato. Ebbene, da quel momento anche io ho seguito le regole
dell'igiene. La regola delle tre spugne, slip da cambiare in certe
circostanze e anche la notte, ossia slip diversi per la notte e per il
giorno. E anche per il bagno, fare e titare o meno lo sciacquone, ma
sempre prima di tirare l'acqua chiudere il coperchio perchè
cosa
esce durante il lavaggio finisce ovunque. Hanno fatto dimostrazioni
anche di quello. Fu così che per tutti il bagno assunse una
visione diversa" ridendo "ah, dimenticavo. Se esci fuori dallo
Chateau per varie cose, qunidi là fuori, mettiti
sempre
intimo nuovo senza segni di danni, tempo o altro. Non rammendati o con
vistosi segni di sbiadimento o sporco. Se succede qualsiasi cosa,
diceva Lia, se finisci in ambulanza o all'obitorio, non è
bello
andarci con roba messa male. Anche se per lei aveva un senso... E io
ridevo all'inizio alle sue battute, poi capì.. che no nerano
battute. E facciamo molte cose che diceva. Ma quella del parto,
tornando al discorso è stato... descriverlo, come? Disse
chiaramente che è facile, come i superficiali, basarsi
sull'esterno e quindi vedere qualcosa di distante e familiare. Che per
gli uomini era bello e desiderato quell'angolo delle donne epr i loro
divertimenti, ma che loro stessi nascendo hanno fatto qualcosa. Aveva
mostrato i risultati a video di come si erano sentiti, quanti gli
stessi sintomi e quali no o altri. Diciamo che venti persone a gruppo
hanno sporcato quella stanza come non immaginavo, sembrava un cazzo di
lazzaretto quando sono entrato, perchè mi avevano
chiamato
per il danno. E Lia... lei era là, seduta in fondo, contro
il
muro sul quale cèra il monitor, e li guardava tra
l'impassibile
e il disgusto, per chi sapeva coglierlo. Li osservava, con le gambe
accavallate, le braccia conserte sul ginocchio, sguardo come se vedesse
degli idioti, mentre il medico specialista in sessualità
cercava
di aiutare uno, ma gli altri diciannove vomitavano, si
sentivano
male, alcuni piangevano. Quel video era fatto così bene che
mancavano solo gli odori, e aveva fatti stare male parecchi di loro.
Non tutti, cèrano quelli che guardavano gli altri sgomenti e
semrbavano pensare - ma, soggetto, che stai a fare,
era
così disturbante? -. Reagivano in modo diverso o
per loro
natura non si scandalizzavano. Ma sono stati male, davvero. E quel
giorno, dopo averli riuniti tutti di nuovo, e tremavano per
sapere cosa avrebbe combinato, lei invece parlò. Solamente.
E
disse una cosa che ricordo ancora. - Con quale
facilità nelle
vostre carriere prima dell'essere presi da Milan e durante, avete
picchiato, ucciso, ferito in vari modi. Per gli ordini, ma lo avete
fatto. E come vi siete sentiti? Cosa vi ha dato dentro quello che
vedevate e facevate? Eppure, per una semplice nascita, vi siete sentiti
male. Come mai, per quale motivo, gente come voi, avvezza
alla
violenza e a fare danni, hanno reazioni del genere alla vista... della
vita. Come la chiama la gente buonista, il miracolo della vita. Che
poi, il miracolo della vita vero e proprio avviene prima, lo avete
studiato cosa accade quando vi divertite dentro una donna e nesusno dei
due ha fatto qualcosa per evitare che accadesse. E poi si sviluppa, per
il miracolo di madre natura, la vita su questo pianeta, quelcosoche
sarà vostro figlio per fare un esempio, e dovrà
poi
uscire. E dovrà poi distruggere in tutti sensi quella cosa
che
vi piace tanto, che finirà per semrbare il traforo
del
monte Bianco... sembra il foro lasciato da una siringa...a proposito,
ecco come appare... - e mise una, due foto del segno
o il buco
che lascia una siringa nella pelle, zommato tantissimo. Poi
lo ha
guardato, si è corretta, ha chiesto scusa, ha cambiato foto
e ha
mostrato...ma lo sapevo, come sempre lei, che era fatto apposta..."
L'
non ce la fece più, rise tantissimo da non riuscire a
fermarsi,
finchè non cercò di calmarsi, riprendere
padronanza di
sè e continuò, sempre con i muscoli che volevnao
andare
in su
"Mostrò
due foto, una di una vagina vera in un collage dopo un parto, quando
avevano dovuto tagliare alcune parti per fare uscire il bambino e
l'altra cucita. Cazzo, se faceva schifo "disse, passandosi una mano
sulla faccia "e l'altra era... mh... un ano di donna dopo aver
praticato per molto tempo una pratica che lo allarga molto. Credo che
non ti interessa il nome come e il resto, ma faceva davvero
impressione, non sembrava quella parte là come la
si
conosce normalmente. Sembrava un buco osceno con della massa rossa e...
lei li guardò, per farlo si era girata dando loro le spalle,
poi
si voltò e disse alzando le spalle - Uguale....
Uguale! -. E
guardò le espressioni degli uomini. E con un dito li
indicò tutti e disse - eppure vi vedo, state
mostrando schifo,
orrore, disgusto, raccapriccio... ma prima vi piacevano. prima li
volevate. Quando uccidete, quando ferite, quando fate male gli altri
non pensate a corpi per terra e cosa sono, persone la maggior parte dei
casi, e altri bestie che meritavano peggio... ma ora non
è
importante, ma erano persone che sono prive di vita. Se li uccidete
sono sacchi di carne, scemi prima, ma questo. QUando togliete la vita,
create di sacchi di carne inutili. QUando ferite non pensate a cosa
avviene dopo a quelle ferite e come diventano. E ho visto cosa vi
combinate, quando vi affrontate per pugilato e altri vostri
passatempo. Poi vi guardate con gli ematomi e ridete. Come cretini, ma
lo fate, vi prendete in giro su ocme vi conciate. E allora
perchè, spiegate, uomini grossi, forzuti, pompati,
addestrati e
che hanno ucciso senza problemi seguendo gli ordini, cadono stecchiti a
terra o vomitano, o stanno male per vedere un parto, la
stessa
cosa avvenuta per mettervi al mondo, o vedono quello che succede dopo
le vostre pratiche al corpo altrui, e vorreste solo toglierle
e
vedere fighe strepitose per rifarvi gli occhi. Perchè
danneggiare anche in modo irreversibile qualcuno non vi crea nulla, ma
anzi ormai per voi è routine, e vedere una testa
uscire
dal buco che vi piace tanto, vi fa chiedere l'aiuto di un prete per
l'estrema unzione? Per me siete esagerati. Ho assistito io, di persona,
ad autpsie, ho visto vari tipi di cadaveri veri, ho visitato i musei
della decomposizione. Ho voluto capire cosa fosse prima e dopo un corpo
umano, mi sono chiesta se davvero quei ventun grammi perduti dopo la
morte di qualcuno avessero così rilevanza, visto che molte
religioni vogliono che il corpo sia inviolato per le .. coff, cagate,
coff.. religiose. Scusate aveva qualcosa qui..- indicandosi il
petto. E io volevo ridere, lo ricordo, ridevo ma nello stesso tempo
avevo la pelle d'oca per quello che disse. E continuò. -Mi
fa
ridere come padri, che hanno cresciuto i loro figli amandoli,
anche pronti a dare la vita o fare di tutto perchè non
finissero
in carcere o altro... e poi, se scoprivano che non erano figli loro,
biologici, li cacciavano via e non li volevano più
vedere,
come se i sentimenti che provavano prima fossero polvere da togliere
dalla giacca. Quello che tu provi non dovrebbe affatto cambiare, li hai
cresciuti, hai insegnato cose...sono uomini e donne che tu hai creato
con la tua conoscenza e affezione. Diciamo, ci sono molti che non sono
capaci di farsi una doccia e vogliono crescere un bambino, ma avete
capito il senso... sono figli tuoi in tutti i sensi tranne che non dal
tuo seme. Ma sei stato una guida di vita. E questo si riallaccia alla
questione. Perchè per quei padri è
così facile
dare anche la vita o fare schifezze per salvare i figli da galera o che
fanno le porcate grosse, per poi disconoscerli e andar via lui o mandar
via loro, se scoprono che non sono nati da quello che han fatto nella
moglie? Perchè per voi è così facile
guardare un
corpo morto a terra per esempio, non fare una piega e pure sfotterlo,
ho visto le registrazioni delle cam che ho fatto mettere, non
fate i vaghi, e poi avete quelle reazioni per vedere la vita nascere?
Non dovrebbe esser eil contrario? No? Dovreste guardare interessati un
parto, scherzarci anche se per caso il bambino esce prima un'orecchio e
lo ha a sveltola, guardare come sono orribili i bambini appena nati e
scherzare che sembrano l'Omino Michelin.... vedere cmunque quell'atto
come positivo, normale. Che quando fanno versi sembrano una
foca,confrontate le foche e vi smebrano neonati che fanno versi.
Dovreste guardarli nascere, venire al mondo, vedere cosa avete fatto a
vostra madre e trovarlo.. normale, naturale. E vomitare e avere i
sintomi che avete mostrato per corpi uccisi, cadaveri, gente picchiata
male... O come il corpo di un uomo o una donna, in base al vostro
partner, che volete fare tutti i giochi sessuali possibili,
con
roba sempre più grossa e sicuro sareste compiaciuti delle
prove,
e poi fate le facce che vi ho visto... per il corpo di qualcun
altro, che è stato modificato dagl ialtri. Per il
piacere
degli altri, magari anche della persona ovvio, ma diventa in quel modo.
E magari poi trovate l'altra persona troppo slabrata, aperta, col culo
baffuto dopo aver visto certe parti o altro per voi e passate ad
un'altra persona perchè la cosa non vi piace e vi disgusta.
Sapete dare una spiegazione? Sapete perchè succedono cose
che
nella realtà sono così, ma dovrebbero
essere al
contrario? Perchè siete così freddi e scostanti
con
isacchi di carne vuoti e fate così, con quello che
è per tutti voi, il miracolo della vita?
-.
Jd
si fermò per un paio di minuti, guardando i cavalli, poi
guardò Gask, rimasto fisso a guardarlo, con il collo di uno
che
ha lavorato al suo corpo, girato da un sacco verso di lui.
"Sai
perchè ammiro Kianta e quella persona? Sai perchè
non
vado contro Kianta o faccio nulla? Sai perchè ho lasciato
fare
oggi, a quello sfogo? te lo dico semplicemente,
perchè non
so se Milan te lo dirà mai. Ammiro Kianta perchè
lei fa
quello che molti nel mondo non fanno. Lia diceva sempre che era
necessario,necessario,
fare ciò che si sentiva gisuto dentro, perchè
qualsiasi
cosa tu possa fare vi sarà sempre critica. Da parte della
gente
intorno a te e, se esisteva, da quel Dio che guardava sempre e non si
mostrava mai. E quindi, qualsiasi cosa tu faccia, per le leggi divine,
sarai dannato se lo fai, o dannato se non lo fai. Nel dubbio fai e
buttati. Almeno sei sincero con te e con il dopo, accettare eventuali
conseguenze non sarà così doloroso. Quel che
davvero
dovevi fare, lo hai fatto e ti va bene così.
Perchè
peggio della condanna degli umani e quella divina, ci sono
solo i
rimorsi. E lei lo aveva il coraggio, come Kianta. E ancora
diceva
una cosa, legata a quello che era diventata e cosa aveva sopportato.
Affermava che il coraggio non manca, ma era la paura, quella, a
fregarti malamente. La paura aveva preso quasi possesso di lei e
l'aveva portata a non fare e a non essere, distruggendosi pian piano,
per far felici gli altri. La paura del giudizio, la paura delle urla,
paura delle botte, la paura di essere quello che dicevano fosse ai loro
occhi ma... non era così! Ma lo ha creduto finchè
non ce
l'ha fatta. Lei non ha superato e il dolore che aveva, l'ha
perseguitata fino alla fine. Diceva sempre che s ele cose fossero
accadute prima, cèra ancora speranza, ma a quel punto era
inutile pure pensarci. Eppure osava. Era capace di infilare pure la
testa da qualche parte per vedere cosa cèra dentro e...
quello
che ammiro di Kianta è che rispetto agli altri,
non si fa
indietro. lei dice le cos ecome le pensa e come stanno per lei, non
tira via la mano se tira la pietra, non finge e se si incazza ti
affronta di faccia dandoti pure una testata, Già che
cèra, se sei proprio stonzo.Ci osno persone che si
lagnano
tanto delle cose, urlano sui social cose che necessitano
fatti,
ma niente. Hanno paura. La paura frega. La paura, diceva Lia,
è
molto più potente dell'amore. La paura di perdere cosa si ha
non
ti fa più protestare, urlare, far sentire la tua voce,
affrontare tutto pensando solo a quello per cui lo si fa. Ma non
Kianta. Affronta chiunque a testa alta, va di faccia, alimentata da
cosa prova dentro, affrnotnando anche la morte, a volte sbeffeggiandola
o invitandola. Come Lia non ne ha paura, anzi e la cosa mi fa sudare
freddo, tuttavia... è la sola persona, più di
Milan, che
se si mette in testa una cosa la sfida, agisce, mette se stessa anche
come vita, e non si lascia mettere i piedi in testa. Se Lia
era
frenata dalla paura che gli altri le hanno messo in testa, Kianta di
contro deve superare se stessa e vede tutti come stronzi semoventi da
togliere. Ha le sue motivazioni ovviamente che condivido, le azioni
insomma, ma tutto le si può dire se non che fa
più degli
altri. C gente che dice peste e corna di altri, che si definiscono in
alcuni gruppi pro questo e quello ma di fatto no nfanno nulla se non
odiare il genere umano a prescindere. Lei incontra tutti e giudica
dalle azioni, non le parole. Come lei diceva smepre, sono
sempre
e solo le azioni che fanno capire chi sei, non le parole. Le sole
parole sono aria, dicono chi credi di essere ma volano nel vento, le
azioni sono brillanti come il fuoco... Insomma, cosa ha fatto
è
dipeso da tante cose"
"Owswald
diceva che lo ha fatto perchè arrabbiata con Milan, non
vuole che lui porti gente qui e questo era il risultato"
"Si,
ci stavo arrivando... è anche colpa di Milan. Gli piace
ostentare e mostrare le cose. Lo ha sempre fatto, ma per questo si
è superato. OK le Torri, ci sono anche per quello, ma questo
posto... adesso sono sicuro che lo capirà. Dopo il tuo capo,
te
e quei tizi cambierà opinione. Spero solo che a Kianta non
venga
in mente di fare un altro dei suoi scioperi e segnali di negazionismo,
facendo qualcosa che non piace a Milan o Dorde. Ho paura che inizi a
dire che l'arte di Dorde fa schifo..."
"l'arte
di Dorde?"
"Eh...!"
fece come verso Jd, con il viso strano "tempo fa alcuni uomini
iniziarono a provare la pittura e si è scoperto che qualcuno
era
bravo, migliorava molto e una volta Kianta era presente.
Così
l'insegnante che lei aveva chiamato, un pittore esperto che era
conosciuto per copie perfette degli originali e che aveva venduto opere
sue come le vere, ovviamente quelle non in musei ma da privati,meno
conosciuti come locazione, le aveva chiesto se, invece di
usare
un busto o un modello vero scelto a caso, potesse farlo lei. Non ne fu
felice ma... dopo insistenze, accettò. Devi sapere una cosa.
Kianta se fotografata o filmata non appare come è nella
realtà. E' una di quelle persone definite non telegeniche o
fotogeniche. Insomma fotografata o altro viene da schifo. Sembra
proprio un'altra persona, così tanto che all'inizio per le
feste
che si organizzano qui, furono sviluppate le foto. E si, qui si usano
ancora rullini da sviluppare nella camera oscura e perfino
dagherrotipi. Quel tipo di fotografia ancora più antico...
non
ne capisco molto ma li fanno. Abbiamo un vero e proprio laboratorio per
l'arte della fotografia, dalle origini ad oggi, e
per
Kianta la fotografia classica, quindi a rulluni o polarodi sono le
migliori. All'inizio quindi accettò di far foto con tutti
noi,
ma dopo aver visto troppe volte come veniva male, malissimo, decide che
non ci sarebbero mai state altre sue foto. La storia è un
pò lunga ma... diciamo che non ne vedi in giro per questo
motivo. Milan ha dipinti e foto sue ovunque, al solito... E Dorde
è un grande amante della pittura e dello stile iperealista.
Così si mise in testa di usarla come modella per vedere come
lui
riusciva. Kianta l osa perchè Milan un giorno
portò nella
Sala delle pianificazioni un dipinto che la ritraeva. Era davver fatto
bene, tanto che sembrava una foto, non un dipinto sai dove vedi le
pennellate. Tutti noi che lo guardavano eravamo sorpresi, non credevamo
non fosse una fotografia. Ma lei lo guardò fredda,
mutò
l'espressione in rabbia e non lo volle più vedere. Seppe
così che Dorde stava sfidando la fotografia con la sua arte,
che
era rimasto colpito dal fatto che sulla pellicola vi fosse un'altra
persona, che semrbava diversa da lei, nel senso che se dal vivo ti
sembra in un modo, là no. E a lei non piaceva. Vi fu anche
la
questione di quell'altro quadro, dipinto non so, un fotogsamma
ricordato da Alaric che ho visto anche io... e poi non so
come,
Milan riuscì a farsi vendere un esemplare da uno dei
Disneyland,
non so dove per regalarglielo..."
"intendi
quei posti per bambini?"
"Si
esatto. Cavolo, era davvero identica. E per identica, dico proprio come
se l'avessero presa a modello. La donna e l'uomo di quel ritratto
sembra che siano stati presi da una foto vera, non scherzo, si vede che
sono troppo... reali. Troppo. Più che di tutti i film che
hanno
fatto. Il bambino invece è palesemente disegnano,
ma
loro... E lei è proprio identica. Se non fosse stato erp
Alaric
che ha sempre gli occhi di falco, non ne avremmo saputo
niente. E
quel dipinto di Dorde non le piacque molto"
"non
ho capito di cosa parli..."
"lascia
stare. In realtà la questione toccava un'altra persona ma...
insomma, quel giorno accettò malamente di posare e tutti
cercarono di usarla come modello. Brew, questo i lsuo nome, ormai lo
conosci, dipinse qualcosa che era definito realista, non ne capisco
nulla se era dello stesso tipo di Dorde, ma quando finirono,
e
Kianta con quell'insegnante passò per osservarli, si
notò
la sua bravura. Kianta mi chiamò e io arrivai e la vidi un
pò strana, mi indicò un dipinto e lo osservai. Le
somigliava molto, si vedeva che era acerbo ma era davero bravo. E poi
Kianta se ne uscì con una frase infelice..." disse Jd in
preda
all'angoscia.
"Lo
ha rotto? Non le era piaciuto? Ha fatto, che ne so, quello che voleva
fare a quello di Dorde?"
"No.
Non avrebbe mai distrutto un'opera, non è da lei.
E poi
lei ama i ritratti e la pittura, credo che le sarebbe piaciuto se non
posare, guardare all'opera un genio. NOn lo sai, ma lei gira
molto per i laborator creativi e resta proprio a guardare lavorare le
persone, le piace molto. Quindi no, mai. Ma disse... affermò
che
quel dipinto trasmetteva più di uno di suo conoscenza.
Disse...- la tua arte è più calda di
quella Dorde.
Calda e vibrante, dà vita. Non è una copia e
basta
dell'originale -. Fu in quel momento che scattai senza
pensarci, la
presi per un braccio e la tirai via, sperando che il danno non fosse
grosso. Non ho mai incontrato Dorde, ma so che diverso da
Milan e
decide lui molte cose. E non cè peggio, per un artista,
quando
qualcuno afferma certe cose e dice che altri sono più bravi
di
te. Il dipinto di Dorde... lei aveva ragione, quel quadro, il ritratto
del fratello di Milan, sembrava una fotografia. E la fotografia ferma
il tempo di un momento. ma il quadro di Brew colpì Kianta e
in
effetti sembrava avere più forza che in quello iperrealista
e
assurdo di Dorde ma... Kianta dice piatto. Sembrava quasi che lo avesse
fatto una stampante, ma non trasmetteva se non stupore e
ammirazione. Ma Kianta dice sempre che il potere di un dipinto,
più un ritratto, è portare il soggetto sulla
tela. E non
parlava del concetto di bellezza..."
"Quindi?"
"Quindi
Kianta è andata contro Milan e Dorde molte volte. Un altro
avrebbe tentato di tenersi il posto, la posizione, il potere, tutto
quando con le unghie e i denti, leccando il culo di quei due e se donna
come quelle che frequentano, facendo le gatte morte. Ma non lei. A lei
va bene pure che la mettono a sistemare la stalla, non le importerebbe,
basta che le lasciano solo quello che la fa sentire viva. Lei non ha
certi bisogni degli altri. Non le importa di case come
proprietà, considerazione, ricchezza, posizione, potere, e
bla
bla. Questo significa anche però che, togliendo quanto serva
a
quei due e a David, quello che fa sugli stronzi, per essere gentili,
è poca cosa. Poca. E rispetto anoi, non uccide. A meno
che..."
con amarezza.
"A
meno che...?"
"Chiedilo
a lei..."
"Senti
e quella volta che sono venuti quei quattro che volevano la loro roba,
è intervenuta Kianta e li ha letteralmente mandati in
ospedale?
Cavolo, non pensavo di vedere una cosa del genere..." ridacchiando "Mi
riferisco ne vedere davvero quello che sa fare e come lo mette in atto.
Però mi chiedo cosa significano le cose che aveva detto...
quando diceva che non dovevano affermare che fosse niente, che lei era
antica e che non sarebbero mai stati al suo livello"
"Mh...
quello" passandosi una mano sul viso mentre la sigaretta si consumava
tra le sue dita senza essere più toccata,finendo cenere.
Così la spense sul legno buttandola sull'erba "speravo di
dimenticarlo. E lì si è trattenuta... ha colpa
sia il suo
passato che Milan.Per la sua vita prima, ha odiato il termine -
essere niente, non valere ninete -. E chiunque si
permette di
affermare che lei non può essere o fare qualcosa, perde la
pazienza. Odia il classismo, la suddivisione per genere e via dicendo,
quindi se le dicono che, essendo i suoi dati biometrici femminili, non
dovrebbe essere o fare certe cose, lei... come posso dirlo..."
"gli
altri finiscono come quelli?" disse Gask divertito
"cè
poco da essere divertiti. Può essere una persona calma,
paziente, anche di bella compagnia. Ma se si mettono in discussione
certe, perchè si ragiona per bigottismo, o si
guarda solo
il suo aspetto, credendo di avere a che fare con una stupidella ingenua
e troppo piccola e debole, ha la tendenza, se si continua a dirlo, a
far capire all'altro quanto sia idiota con un pò di forza.
Pochino..." dicendolo anche se poco convinto " anzi, ne sono usciti
bene, devo dire. Avevo paura che i nostri chirurghi non potessero
metterli in senso, ovvero che non avessero l'ordine di sistemarli.
Devono ringraziare i nostri laboratori e la sezione ospedaliera,
perchè se era per Kianta come aveva ordinato all'inizio,
sarebbero usciti da un ospedale comune con l'invalidità. NOn
che
la fine che hanno fatto ora sia meglio. Anche Milan a volte si lascia
trasportare un pò. Per la storia dell'antica, Milan crede
nella
reincarnazione e per alcune cose che Kianta, diciamo, sa fare o almeno
lui crede, la chiama antica. Anche lì una storia lunga e
difficile, ma già che cè, Kianta per
darsi un tono
si mette a elencare molti titoli. Non che a lei interessino, anzi, ma
hai visto cosa ha fatto per far chiarire il concetto a quella gente.
Alla gente piace sentire titoli e credere d'innanzi persone di un certo
livello. I titoli sono importanti, anche a quelli che resta niente, se
li elencano in continuazione, qaulcosa trovano. Camminare con
noncuranza su uno dei suoi stessi uomini, sciorinando titoli, con la
voglia di di farli diventare omini dei crash test , fa il suo effetto.
E quando dico omini del crash test non lo dico tanto per... lo sono
diventati per davvero. Mi fanno pena..."
"E
il resto? Quello che loro non possono essere rispetto a lei?"
"Mh...
Kianta è qui per un motivo in particolare. Per Dorde, Milan
e
David. Ecco perchè altri per loro sono insignificanti e
valgono
meno. Per una volta che qualcuno la considera, non è per lei
stessa ma per per la casualità e ci soffre. Lei è
utile.
E non è affatto come sembri all'inizio, di seconda in carica
alla gestione di tutto perchè una militare, con una lunga
serie
di esperienze e capacità come noi. Almeno, le
capacità le
ha, ma le ha apprese dopo che è nata. Non ha una carica di
Comandante per meriti militari, è capace da
meritarla,
più di Milan, e lui si fa invece i fatti suoi sapendo che
altri
lavorano per lui. Ma ci osno cose nascoste alla superficie, che ti
fanno percepire il mondo in modo diverso. In questo caso, che il nostro
non è così chiaro come sembra. Una persona diceva
sempre
che è meglio stare sul bordo di uno specchio, che in una
sola
delle sue facce. Perchè vivendo sul bordo dello specchio,
potevi
vedere si, lo scintillante e bel mondo che rifletteva, ma poter esser
lì, notavi anche l'altra parte, il retro. L'altro lato dello
specchio. La realtà. Il lato sporco, pericoloso, vergognoso.
Quello che molti definiscono la polvere nascosta solo lo zerbino..."
Di
colpo sussultarono perchè Alaric sbraitava correndogli
incontro,
dalla stalla. Jd mutò espressione e si voltò
verso
l'altro, seguito da Gask. QUando Alaric fu vicino, urlò
ancora.
"Eccolo!"
bofonchiò quello con le labbra arricciate di vergogna "Lo
sai
Jd? E' appena nato! E sarò ricco! Me lo pagheranno bene!"
"Chi?
Quale delle donne che frequenti ha figliato?" chiese Gask facendogli i
complimenti, ingenuamente.
"Ma
che cazzo dici! E' nato il figlio del mio cavallo! E' come lui,
piacerà e lo compreranno adesso, in attesa che abbia tre
anni..."
"Tre
anni per cosa? Ti pagano quindi tra tre anni? Conviene?"
"Ma
tu hai capito di cosa parlo?" lo aggredì Alaric, inviperito
"Te
lo spiego io" si intromise Jd, proprio anche fisicamente, facendo da
paciere con le mani aperte davanti a loro per fermarli "Vedi, i cavalli
qui servono per le gare, per le parate militari o ricevimenti, per
trainare, per supportare le guardie a cavallo che ci sono da tempo
anche in Francia e altro. Molti cavalli sono di Milan ma, pagando una
somma concordata, diventa della persona a cui sono assegnati. In questo
caso quel cavallo " indicando uno stallone particolar eche si notava
tra gli altri liberi, e che Jd osservava quando Gask
arrivò "E un cavallo Knabstrup o Knabstrupper, non
ricordo
e non so pronunciarlo mai, è un cavallo danese
famoso per
il mantello maculato. E' un incrocio con appaloosa e altri non so e
gira molto. Piace."
"Ah
parli quindi di quello che sembra un dalmata"
"Che
ha detto?"chiese Alaric offeso
"Calma!
Si, anche a te Alaric, sembra un dalmata dai! Ha anche le puntine delle
orecchie nere... e comunque questo lo ha scelto lui quando Milan
iniziò a comprarli, e quindi è con lui
da anni. Lo
ha comprato ed è suo di diritto e i puledrini che nascono
sono
metà di Milan e metà di Alaric. Nel senso che le
puledre
sono di Milan o se non suoi perchè li ha ceduti, di uno
degli
altri, e quindi ogni puledro, col prezzo della vendita esterna o di chi
di noi vuole averlo, è diviso a metà. Considera
che un
cavallo può costare anche quindicimila dollari, ma se
è
una razza partiacolare. hai presente quello di Milan?"
"Intendi
quello dorato che sembra il colore dello champagne?"
"bravo!
Si chiama Absent, in onore di un altro cavallo della stessa razza,
Akhal Teké o qualcosa del genere. Il prezzo del suo cavallo?
Lo
ha comprato già addestrato e preparato secondo le sue
esigenze
con i comandi da guerra, sai cosa voglio dire, e lo ha pagato
più di ventimila euro. Non so la cifra esatta ma
sopra i
ventimila. Non so il valore di quello di Alaric ma se lo vende,
avrà la metà di quanto pattuito. OVviamente, come
quello
di Milan, il valore se il prorpietario lo desidera, copre anche
l'addestramento in base all'uso che si deve fare. E addestramneto, non
sbagliare. NOn facciamo doma, qui. Mai.
"Oh,
e il mio cavallo?"
"lo
stallone? Quello che alla fine Kianta ti ha dato? Sai che razza
è rispetto la puledra che hai ricevuto?"
"Ma
non aveva detto che glielo voleva levare per ridargli la cavalla?"
chiese Alaric
"Veramente
no... da piccolo come ho detto ho usato cavalli ma erano tutti...
normali. Non ho mai visto neanche uno simile a quello di Milan."
rispose gask, non ascoltando Alaric
"E'
un murgese, un particolare cavallo italiano NOn ti ha dato un cavallo a
caso, nè per le sue qualità, ne per cosa
è
rispetto a un fisico come il tuo. Poteva darti un cavallo
più
grosso, non come Warden, ma uno Shire sicuro, come Lubo. INvece ti ha
dato un Murgese"
"E
cosa ha questo cavallo? Perchè lo ha dato a me?
Perchè potrebbe ridarmi la cavalla?"
"Il
perchè... non voglio sbilanciarmi. Ti odia ma non ti darebbe
mai
un cavallo a caso, non lo farebbe con nessuno. Il tuo cavallo ha arti
forti con appiombi perfetti e zoccoli duri, capaci di sopportare peso e
superfici di vario tipo, per sua natura. Questo per dove è
nato.
le sue caratteristiche vengono per il territorio in cui
vivono di
nascita, e da secoli non è cambiato nulla, lasciandoli allo
stato brado e libero nei terroritori difficili, forgiando quindi arti e
zoccoli forti, come facevano in antichità, dove non usavano
ferratura. Il tuo cavallo vale, secondo il range che ricordo tra i
tremilaesettecento e i cinquemila euro, non addestrato.
Siccome il
tuo acavallo è addestrato a vari tipi di
attività, il suo
valore aumenta di molto, perchè con lui puoi fare spettacoli
e
parate, dressage e ha pure partecipato a un paio di pali di giostre di
quelle che creiamo noi o a cui partecipiamo. Insoma, è un
cavallo più cazzuto di quello di Alaric" ridendo divertito,
mentre l'altro non lo faceva.
"Cosa
sfotti, io ho l'altro. Questo è mio, mio! L'altro lo uso per
queste cose. ANche Kianta non ne ha uno solo, e con questo?"
"Scherzavo.
Dicevo solo che il tuo non lo metti in situazioni dove può
ferirsi per giochi e spettacoli vari. Però è
interessante
la faccia che sta facendo, vero?" sgomitando Alaric, per guardare
insieme la faccia di Gask alla notizia di quanto vale il cavallo che
gli è stato affidato.
"Quel
cavallo vale tutti quei soldi? Serio?"
"Serissimo.
Non so da bambino quanto valevano quelli che hai visto, ma anche se li
usiamo diciamo allo stesso modo per muoverci, i nostri non hanno
problemi di schiena, assetto, non sono malati e sono addestrati
perchè qualcosa che gli vola vicino le zampe o un rumore non
li
spaventi. NOn muovono un muscolo. Quindi trattalo bene,
perchè
Kianta non ti ha dato un brocco!"
"Alaric
diceva sempre che era stronza e poco fa lo ha ricarmato. E lei mi ha
sgritadto varie volte per come trattavo prima i cavalli. E mi
dà
quel cavallo che vale quanti soldi che non ho mai avuto?"
"Visto
che le cose non son mai come le apparenze? con una faccia da complice
Un
anno e nove mesi prima
Lia
si trovava nel lavatoio, intenta a pulire Bluegrass dall'addestramento
che stava facendo. Lo stallone metà shire e
metà
pembroke dal manto scuro, era calmo e placido mentre lei lo strigliava
dopo il bagno. Dopo quattro giorni che stava in quel posto, aveva
imparato cosa significava occuparsi di un cavallo di quella stazza. NOn
era stanca, non le dava fastidio, le piaceva, ma l'essere
troppo
bassa era fastidioso. COn la testa non arrivava al suo garrese, in
pratica arrivava all'altezza della spalla o spatula dell'animale, er
aun esemplare molto alto, e pulirlo era disagiante per lei. Parecchio. Mentre
era impegnata a passare la spazzola sul collo, stirandosi e
mettendosi sulle punte, perchè quando era lavato stava
sempre
con la testa tanto in altocome se non adorasse che si giungesse al
viso, sentì qualcuno ridacchiare alle sue spalle.
E si
voltò.
"Grandissima!"
esclamò Alaric, chiaramente prendendola in giro
lei
lo fissò con gli occhi socchiusi, mostrando chiaramente che
pensava quanto fosse scemo, e l'averlo vicino era fastidioso.
Sembrava rassegnata, quando chiuse gli occhi un attimo e li
riaprì.
"Ti
ho vista dopo che portavo Walldo in scuderia e ho deciso di chiederti
una cosa. Che mi tengo dentro da molto..."
Lia
si voltò di nuovo a guardalo parecchio prevenuta,
squadrandolo
come se vedesse un disagiato che sparava cazzate. Bluegrass
sbuffò e calò la testa.
"Volevo
chiederti da un pò..." sistemandosi con la braccia conserte
sulla palizzata di legno "So che questo cavallo te lo ha dato quel
giorno. Anche se è davvero... troppo per te..." ghignando
"Cosa
vuoi Alaric. E' chiaro che hai qualcosa che pizzica la lingua..." prese
una spazzola dallo sgabello accanto, toccando la spalla del cavallo che
alzò l'arto anteriore vicino a lei, autonomamente.
Era
stato addestrato in modo che con un gesto particolare,
alzasse lo
zoccolo perchè fosse controllato o pulito. Passò
la
spazzola speciale che usava dopo il bagno, per dare un'ultima pulita
all'unghia e ferro e loro interstizi.
"Ok,
sarò brusco! Davvero una come te vuole perderla con un
cavallo?"
Lia
rimase incerta, lasciò l'arto, che il cavallo rimise in
terra, e
si voltò verso di lui, con un'aria dubbiosa in volto. Fece
una
smorfia con le labbra, indicando che stava riflettendo, non capendo
cosa avesse detto.
"AAHHH!
Che sei tonta. OK, ancora più brusco" le disse, mentre lei
lo guardava come fosse un'idiota.
"Alaric,
ti stavi annoiando? non hai uomini stupidi che ti vanno dietro da
trattare male, o donne con cui sollazzarti?" tornando a
pulire il
cavallo, chiedendo la zampa dietro dello stesso lato.
"Carina,
carina..." con un sorriso "so cosa pensi di me, ma me ne frego! Ma tu,
vuoi perdere la verginità cavalcando? Seriamente? Quando ho
saputo che ore dopo, lui ti aveva regalato questo cavallo e
avresti avuto lezioni, mi chiedevo se non foste tutti pazzi.
Davvero..." girandosi, poggiandosi sul legno della palizzata a tronchi,
con le spalle e gli avambracci "e trovo assurdo che una come te, che
non ha mai fatto niente, si metta a cavalcare quella bestia
enorme, rischiando di perdere quella cosa. Io non lo avrei
fatto"
Lia
si voltò totalmente verso di lui, con la faccia
sconvolta,
per poi mutarla in disgusto e considerazione di bassezza da
parte
dell'altro.
"Cosa
cè.. " disse lui girando la testa a guardarla "non ti
aspettavi
che mi interessassi? A Milan non sembra interessare, come a nessun
altro e non hanno toccato l'argomento. Ma non potevo stare zitto.
Perchè rovinarti solo per cavalcare quel coso? E' fastidioso
per
me, pensa per te..."
"Tu
davvero... realmente?" che sembrava balbettare, ma in
verità si stava trattenendo dal picchiarlo male
"...seriamente
l'unica cosa che ti è venuto in mente è questa...
cagata?" sbottò, usando l'ultima parte come se invece
parlasse
di lui e non dell'argomento.
"Ma
sei seria?" voltandosi totalmente, sconvolto "Mi stai dicendo che a te
non interessa niente e se la perdi, te ne freghi?" veramentre
stupefatto, tanto che lei in quell'istante capì che non la
stava
affatto prendendo in giro, era serio. Lia
sbattè le palpebre alcune volte e sospirò
profondamente.
"Sinceramente
no! Nè anni fa e ne ora mi importerebbe troppo di una
membrana
che esiste solo per protezione, non per l'idiozia religiosa. E credevo
che bigotti su queste cose fossero quelli dovevo vivevo... Se mi stai
parlando così, hai capito che io non ho problemi a discutere
di
certe cose, anche con voi..."
"Si,
lo so bene. Nella Sala, mentre Milan era fuori, i
ragazzi
hanno parlato di se stessi in quel modo. Assurdo... Come han fatto Jd e
gli altri a dire quello al gruppo, per spiegare...
Bah! E
come hai fatto tu a parlare di certe cose. Siamo davvero alla frutta in
questo mondo..."
"Fammi
capire, per te parlare di sesso e biologia è terrificante?
Davvero sei così, come quelle che pensavo fossero amiche ,
che
vedevano i fidanzati online, come gli unici con cui parlare
di
certe cose? E non con persone vere , che consideri amici speciali? Che
una donna non dovrebbe discutere di queste cose e gli uomini non
dovrebbero farlo davanti le donne? Cosa siamo, puritani? Vittoriani? Tu
non parli di certe cose con le tue donne?"
"Con
loro..."
"Senti,
con quelli come te è come parlare con... Ah!" portandosi una
mano al viso "Come hai detto, io non ho affatto problemi..."
"Si,
ma parlare di andare in bagno a fare la numero uno o la due, ti da
fastidio. Vero? Chi è che ha problemi a dire che fa
ppì o
la cacca, che non parla del funzionamento e tutto il resto? Tu, solo
tu. Che io conosca sei l'unica, non importa se uomo o donna, che si
vergogna di dire che deve fare una dei due. Cosa cè da
nascondere? Sei seria?"
"Non
è un argomento che mi piace. E si, trovo normale parlare di
sesso che quello, qualè il tuo di problema? E
perchè mi
chiedi questa stupidaggine? Davvero pensi che una donna perda la
verginità facendo attività sportiva o agonistica?
E sui
cavallI?"
"Io
so così!"
"QUindi
secondo questo concetto, tutte le ginnaste, ballerine di danza classica
o altri tipi, cavallerizze e di altre discipline, dove cè
molto
da muoversi, perdono la verginità, tutte,
automaticamente?
Da dove ti è uscita questa cosa?"
"L'ho
sentito da molte. QUando dicevo che avevo un cavallo, che era mio
perchè l'ho pagato, mi hanno chiesto se conoscessi qualcuna
che
cavalcava. All'epoca no. Qui mai nessuna donna. Quando chiesi il
perchè della domanda, mi dicevano che accadeva e volevano
sapere
a quante che conoscessi. E, anche se le mie amiche le ho
conosciute non vergini, dicevano che doveva essere brutto perderla per
cavalcare"
"ma
chi hai incontri, con le figlie illegittime di preti? Davvero siamo ai
concetti per cui, se quando hai il ciclo non ti ci si lava
perchè si blocca, quando invece è un meccanismo
fisiologico naturale, e non accade niente di grave? O che non si devono
toccare le piente in quei giorni o queste muiono? O ancora peggio e mi
vengono bridivi tripli, che il ciclo non è
ovulazione, ma
una sistema solo della donna si perdere sangue che puzza per
disintossicare l'organismo da tossine, da espellere. E l'uomo non
cè l'ha perchè migliore? Queste cose ti fanno
male
proprio nell'anima..."
"Cosa
dicono?!?"
"Nel
primo caso che, se esempio ti fai una doccia o un bidet,
automaticamente il ciclo si blocca! QUindi non si lavano là
per
tutto i ltempo perchè altrimenti la zona si stressa... io
resto
senza parole e con lo schifo! La biologia questa sconosciuta! E sono
convinte, sai perchè? Perchè glielo dicono madri
e nonne.
Altre pazze ignoranti, quando solamente cè la biologia che
spiega queste cose e lavarsi e pulirsi ti fa stare pure bene. . Ma che
scherzi? Basta che dicono che le donne che studiano e non figliano
subito e non sono sposate sono donnacce. Poi cè la seconda.
Se
sei in quei giorni, sei velenifera per le piante. Una idiozia bella e
buona, ma la gente ci crede come oro colato, e dice che la scienza
è menzogna. E poi la ciliegina, l'ultima. Che riescono a non
farsi venire più il ciclo per diete ferree o qualche stile
di
vita dannoso e sono contente, perchè pensano che sia
innaturale
che esca sangue perchè è solo un modo per
espellere
tossine. E sai da dove vengono queste cagate? perchè questo,
sono... e lo posso dire perchè ho letto molti libri
più
validi della nonna del cavolo, che affermavano che certe considerazioni
sul ciclo della donna erano divulgate demonizzate da religiosi.
Perchè si, anche la famosa storia di gesù lo
dice, che
Maria dovette far passare quei famosi giorni prima di andare nella
chiesa dell'epoca, perchè impura per la nascita
del
figlio. Per i religiosi tutto era impuro, si svegliavano con una
cavolata e dicevano che era cosa brutta. E tutti terrorizzati e
facevano come ordinato. Quindi la donna era impura con il ciclo, sia
durante, che prima o dopo il parto e doveva essere tenuta
lontana. E in alcuni paesi con società primitive o da terzo
mondo cè ancora questa cosa. Allontanano le donne con il
ciclo, facendole vivere tutti quei giorni in luoghi
fatiscenti, perchè ritenute sporche, peggiorando
le loro
condizioni. E quante ce ne sono, di cavolate che vengono credute e
obbligate. Un'altra delle cose che mi fanno odiare la famiglia. Se la
nonna, zia, madre pensa in questo modo da ritardati, le figlie seguono
e figliano a loro volta e istruiscono altre dementi. Perchè
si
deve essere dementi per credere a queste cose con la scuola , i
documentari, internet, dove puoi trovare tutte le
informazioni
vere e corrette, o i dottori stessi. Molte volte mi hanno fatto pena
con cosa sentivo o leggevo. Decine d'anni a studiare come matti per
trovarsi decerebrate con idiozie, che neanche li sentono. E i
riti magici religiosi di qua, credenze popolari da sporcizia di
là, e pure tu che credi alle deficienti che frequenti e
l'unica
cosa che ti importa è sapere come mai accetto una cosa del
genere..."
"Quindi
non hai sentito cosa ti ho consigliato di fare quel giorno in mensa?"
"Cioè
di fare come le tue amichette? Approfittare di baldi giovani e
divertirmi?"
"Ora
ci capiamo"
"No
che non ci capiamo. perchè se tu avessi ascoltato almeno un
attimo, dei miei dicorsi, non mi offenderesti così! Mai uno
che
mi ascolta..:"
"Allora
qualè il tuo problema. hai detto che della
verginità non
te ne frega niente, sei la prima donna collega con cui ho a che fare e
chiedo..."
"Non
ci credo che sono l'unica donna, se sei un militare che ha fatto parte
di molti corpi speciali nel mondo e in vari..."
"Ehi,
che io ho trattato. Quelle che ho avuto modo d'incrociare erano frigide
col manico di scopa su per là sotto, non il didietro, che
però la liberavano e la rendevano disponibile per i
superiori.
Loro si..." con una nota di odio
"Ah...
allora dillo! Ti rode che non ti calcolavano. E magari non avevi i
gradi che hai adesso per la gentilezza di Milan..." ghignando, tornando
ad occuparsi di Bluegrass
"Sono
stato sergente maggiore, luogotenente e prima che conoscessi Milan
anche Tenente da poco..."
"Mh,
non so come ci sei riuscito, e non te la davano lo stesso! Fattele due
domande... "
"Fai
poco la spiritosa tu... sono sicuro che Milan assegnerà
presto
il grado di Comandante a qualcuno, e cerco di dimostrare il
mio
valore..."
"Ancora
non ho ben capito qui come sono strutturati i gradi.."
"Milan
ricopre quattro grandi in uno. Lui è generale, che incorpora
in
sè generale di corpo d'armata, generale di
divisione,generale di
brigata. Sotto di lui ci sarebbe il COmandante che ricopre le
qualifiche di Colonnello, sotto Generale di corpo d'armata, di
divisione,di brigata. Mentre i Capitani Tenente colonnello,Maggiore,
Capitano. I vice nostri, tenenti e sottotenenti e via
dicendo."
"Ma...
ha accumulato più gradi in uno? E sto parlando di MIlan,
perchè ormai ho capito che è lui la mente geniale
dietro
certe trovate."
"Già,
vuole meno persone, fidate, ma sicure..."
"in
pratica, al diavolo la suddivisione dei poteri. A meno che non lavorino
al suo posto... ho capito!"
"A
me non dispiace, meno gente scema e più noi, i migliori, al
fianco di Milan. Ma dopo il casino che Jd e quell'altro hanno fatto,
penso che potrei essere Comandante. Lubo è troppo bonario e
tranquillo, per un ruolo del genere"
"..."
voltandosi solo a scrutarlo da sopra la spalla
"Comunque
sono sorpreso di constatare che tu sei un tipo che ti freghi delle
convenzioni e pensi a te stessa. Brava. Anche se... io qualche domanda
per sapere cosa succede la farei al medico" stando sempre con la
schiena alla palizzata.
"Hai
un chiodo fisso" perdendo la pazienza, pettinando la criniera
"Non
sono femmina, non ho quella cosa, e ho dubbi. Non ti credere, anche io
sono cresciuto in famiglie dove le donne dovevano essere pure e caste,
arrivare come mamma le ha fatte all'altare e solo il marito poteva
toccarle..:"
"Come
nei paesi arabi, dove un dottore maschio non più toccare le
pazienti? O vederle? Che belle mentalità retrograda"
"Non
in quel senso... però sono sincero, e curioso. Hai
già
adocchiato qualcuno di noi di interessante? Hai detto che prima di
peggiorare, avresti voluto sapere come er auna cosa che quel tizio di
ha fatto odiare. Oltre che la tua lingua, parli con noi in inglese e
vuoi imparare tedesco e russo. Ci sarebbe un tuo connazionale che..:"
"Cosè
che vuoi veramente?" domandò lei, sbattendo la spazzola
nella
cassetta degli attrezzi per la puizia del suo cavallo "ho avuto
già a che fare con stronzi che, perchè
sono ancora
quello, rompevano le balle. Anche Rò, parecchio, e ha
iniziato
ad agire facendomi odiare quella cosa. Per come ho avuto modo di
vedere, potete tenervelo qeullo schifo, visto che rispetto a me non
avete problemi a lasciarvi andare. Mi va bene, non sono una stronza
religiosa che punta il dito su queste cose. A meno che no nsiano usati
contro gli altri. Ma cosa vuoi davvero, facendo queste domande?"
ritrovandosi a osservare il profilo di Alaric che si era girato per
risponderle, con un dito nella narice ampia, disgustandosi
"Jd
dice che siamo troppo ostili. Mi ha consigliato di essere amichevole e
di larghe vedute. Ora in parte sei una di noi, anche se solo per quelle
cose per David. E così eccomi... e per dimostrarti che non
giudico ne altro, ti sto ponendo delle domande a cui io non ho
risposta..."
"Esiste
internet per quello. Inoltre hai le tue amichette. Loro di sicuro sanno
molte più cose di me, e intendo nell'atto pratico. Se non
sei
qui per giudicare o rompere puoi restrare..."
"Gentile..."
vedendola palpare gli arti del cavallo per vedere se aveva dolori
"però lasciamelo dire. A volte per come ti comporti ti
definirei
un maschiaccio, certe femmine che ho conosciuto che di femminile non
avevano niente. Eppure queste facevano le difficili su chi darla
o meno proprio come le femmine normali. Avevano comunque
questa
cosa della prima volta, l'uomo speciale..." facendo il verso " E mi
sono sempre chiesto, comè avete questa cosa della
verginità visibile e capire quando..."
"Andiamo,
non hai altri discorsi seri per cui essere di compagnia? Se davvero era
questo che volevi fare... o hai solo approfittato di un consiglio di Jd
per rompere" passando un panno un muso del cavallo, con attenzione agli
occhi
"Sai,
gli uomini non ti vedono di buon occhio. Ti trovano sempre a curiosare
in giro come una pettegola col naso infilato ovunque. Si chiedono
perchè dovresti stare in mezzo a noi e dire come si devono
fare
certe cose, che noi facciamo da sempre in un modo. Milan ti da un
cavallo che è alto più di te, e sembri ora ancora
più bassa di prima al suo fianco, e affermi che se per la
sella
o altro perdi quella cosa, te ne freghi. Alcuni hanno scommesso che sei
frigida, altri che te la fai con Milan, altri che per cosa dici e fai
che sei un trasgender..."
"Non
sono un transgender, me ne frego da sempre del concetto di
verginità, così tanto che da anni ormai uso la
coppetta
al posto degli assorbenti esterni. Quelli interni nenache a
parlarne, che possono essere pericoli."
"pericoli?"
"Se
la coppetta è di lattice o silicone medicale non vi
è
nessun rischio di infezione, sindrome di shock allergico o shock
tossico. Quelli interni in cotone possono essere un rischio. Ci sono
state donne che hanno rischiato la vita o hanno perso arti, per questo.
Dillo alle tue amiche, giusto perchè l'uso della coppetta
sia
capito per bene, invece di quello schifo in cotone, esterno o interno.
Se tutte usassimo quelle, ci sarebbe meno impatto ambientale
perchè gli assorbenti inquinano, più pulizia e
comodità, perchè è stata la
cosa migliore
che potessi fare. Assolutamnete..."
"Aspetta,
hai appena detto che non hai fatto niente, mai, e ti sei messa quella
cosa nella patata?"
"Che
finezza... si, qualè il problema? Te l'ho detto che non mi
interessava molto la verginità... ho dovuto pensare a una
scelta. Ancora non ero malata, a causa delo schifo della
società, mi facevano schifo tutti di conseguenza,
e ho
dovuto scegliere tra comodità, pulizia e sicurezza contro
l'idea
dell'immacolata situazione inferiore. I miei non so neanche se lo
sanno, me ne frego. Anche se pensassero a stupide cose religiose,
è il mio corpo, non il loro. Posso affermare che la coppetta
è stata la cosa migliore che abbia mai deciso, seriamente, e
non
ho pensato minimamente e ne mi sono pentita, da quel giorno. QUindi,
come puoi capire, se l'ho ancora, perchè ho letto che molte
usandola non lo hanno rotto, mi interessa poco di romperla per qualche
cavalcata. Per i tuoi amici, dì pure loro che stiano con i
soldi
tranquilli, perchè non sono nulla di
ciò che
pensano, anche se sono neutra non vincerebbe nessuno. Che
Milan
per me è attraente come una zecca e neanche se non vi
fossero
più uomini decenti, e per il giuramente, se qualcuno osa
anche
pensare qualcosa... glielo faccio strappare via da uno dei cani e lo
vendo a quel museo dei corpi plasmati. E se qui sono tutti dei buoni
cani, faccio fare una retata dai gruppi che organizzano combattimenti
tra cani illegali, ne prendo uno e lo addestro e gli ordino di
mozzicare tutti i gamberetti che osano anche solo fare battute. E sai
bene che lo farei senza rimorsi o altro... hai compreso bene, o devo
ripeterlo in modo più chiaro?"
"Si,
chiarissimo. E' chiaro anche, che sei più di legno di quelle
stronze e forse non ti farai mai nessuno. Anzi, a questo punto
è
interessante sapere se ci sarà mai qualcuno che ti
farà
cambiare idea..." ridendo per sfotterla
"Come
si vede che non ti è mai capitato quello che ho dovuto
subire...
non lo capiresti. L'odio e lo schifo che provo per gli uomini e quella
cosa, perchè l'unico che avevo avvicinato, per cui
credevo
di provare qualcosa, ha cercato in tutti i modi di spingermi a..."
scuotendo la testa con dolore "... credo proprio che i consigli di Jd,
con te e quelli come te, siano inutili. Anche se qualcuno si apre con
te, per qualsiasi motivo, tu trovi divertente anche il dolore e lo uso
contro quella persona. E poi chiami gli amici per distruggere ancora di
più quel che resta della persona. E' chiaro che tu non
meriti
nessuna posizione, da nessuna parte. Perchè se tu sei
responsabile di altri deviati come te, capisco perchè i
militari
sono tutti imbecilli. Ed è dir poco..."
"E
piantala, stavo solo..."
Si
fermò, portando Lia a voltarsi, addolorata in viso,
scoprendo che stava guardando qualcuno arrivare verso di loro.
Un
anno e nove mesi prima
"Mi
hai messo curiosità, sai?" domandò interessato
Milan "ma siamo arrivati e dobbiamo sbrigare delle cose."
Lia
non capì, perchè giunsero a un passaggio chiuso
da una
porta enorme in metallo, affiancati da una pensilina con qualche
gradino, un rialzo che conduceva ad una porta.
"mi
spieghi come mai siete pochi a usare questa ferrovia sotteranea, se
avete dei luoghi sottoterra? Dove sbucano o come le persone entrano e
passano da una zona all'altra?"
"Semplice,
nessuno passa da una zona all'altra perchè non ha motivo di
farlo se non me, david, Jd e altri selezionati. ogni sezione
è a
se stante tranne questa ferrovia e le entrate e uscite sono verso
l'esterno, controllate..:"
Milan
scese e, pronto ad aiutarla con la mano tesa, la vide scendere con
nonchalance da sola, guardandosi intorno. Sembrava di essere nelle
gallerie abbandonate di una metropolitana, l'atmosfera era quella,
pensò, dalle volte che vide documentari sia sulla stessa che
sui
fantasmi che si dicevano soggiornassero sotto quella inglese. Milan
rise, si avviò verso gli scalini continuando a parlare, ma
lei
lo ascoltava a metà, non capiva dove fossero rispetto alla
zona
superiore.Possibile non vi siano mappe o indicazioni come per le
catacombe francesi, si chiese?
"Devi
conoscere una persona. Il caro David, diciamo che siamo in parte soci,
io gli fornisco i contributi necessari per cosa gli serve, lavora e si
occupa di cosa ho bisogno. E in cambio lui porta avanti i suoi
esperimenti, ammesso che no nsiano davvero contro l'etica. Ritengo che
un conto sia lavorare e studiare con il consenso di tutti, altro
prendere persone e usarle al posto dei conigli o altri animali. E
capita... non puoi sapere quanti gruppi affiliati alle case
farmaceutiche nel mondo, usano cavie prese per strada o comunque
persone disattate o senza nessuno, perchè tanto
nessuno
vorrebbe cercarli. Ora molti di quei dottori un pò svalvati
lavorano per me, almeno mettono a frutto bene le loro
qualità..." disse Milan portandola oltre la porta, aprendola
con
una carta magnetica, mostrando uno stretto passaggio fatto di sezioni
di pietra. Lia si voltò verso il passaggio appena
abbandonato,
constatando che sembravano due sezioni diverse. Quella che lasciavano
con il trenino ormai fermo, come tunnel moderni ma che davano un'aria
di metropolitana inglese anni addietro, non recenti. Mentre quei muri
oltre la porta, sembravano lavori antichi, quando ancora le costruzioni
erano fatte con roba solida e non cemento liquido e ferro, che
reggevano meno dell'opera monumnetale umana passata.
La
condusse per un serpente largo due uomini e in piera, che
serpeggiava fino a delle scale. Nel mentre Milan
continuò
a sciorinare entusista di persone con evidenti problemi, ma ottimi
scienziati, che aveva stanato in retate contro la tratta di umani come
schiavi, da sessuali a di lavoro, a donatori per scopi medici. Da
esperimenti a donazioni vere e proprie, ascoltò da lui, che
stavano subendo un grosso problema perchè l'allevamento di
maiali per questo scopo, con impiantate cellule umane del
bisognoso, o organi artificiali, stavano facendo cadere il sistema. Era
più sicuro, anche a fini medici, un maiale o un organo
artificiale che si stavano sviluppando, che un organo comprato al
mercato nero, senza davvero sicurezza per malattie e
problemi. Ma
quella gente era ancora viva, ove possibile, e tenuta in condizioni
misere. E trovandole, avevano beccato anche chi li teneva
là e i medici.
"QUindi,
fammi capire. Spero di aver compreso male. Tu hai preso con mani
proprio dento la gente quei medici , o comunque scienziati in base a
cosa stavano facendo e invece di legnarli sul coppino, e sarebbe poco,
li hai semplicemente presi e messi... dove, nei tuoi laboratori? Che
siamo, gli americani con gli amici tedeschi della seconda guerra?
Comprendi che da un lato, se dici di fare cose gisute, dall'altro la
cosa non quadra molto..."
"No,
ti sbagli" disse lui voltandosi, che camminava un passo avanti, offeso
"io in qualche modo li ho puniti. Facevano quelle cose per guadagno o
per studiare determinate cose, che per le leggi mondiali sono inumane.
E lo sono ancora adesso, per me, ma se li ho portati qui, non li faccio
uscire mai, e per mai intendo mai, non sentono e vedono la loro
famiglia da molto, e sono costretti a fare cosa chiedo io. Se un loro
esperimento lo considero idoneo per vari aspetti, trovo volontari e
persone che accettano qualunque rischio da quei test, ma sempre su base
volontaria, per sapere i risultati. E attualmente ne abbiamo vari,
anche il Monarch..."
"Il
controllo Monarch? Stai sperimentando questa tecnica orribile?" chiese
lei fermandosi, guardandolo con rabbia.
"Tu
sai cosè?" domando lui sorpreso, sistemandosi la giacca.
"So
cosè, conoscere almeno le basi, come dico sempre. Se
è
vero che ancora continua, capisci che stai facendo qualcosa di grave?
Se quello che so..."
"Fermati,
e lasciami spiegare. Molti ritengono che il controllo mentale sia
invenzione del secolo scorso. Sbagliano. Fin dall'antichità
si
è cercato di condizionare le menti. Vedi i
bambini,
perchè diventino cosa necessitava e fin da iccoli erano
più idonei, che spingere la gente adulta a fare determinate
cose. Addirittura il figlio prediletto di maria Antonietta d'Austria,
la famosa regina ghigliottinata, fu trattato e indottrinato a tal modo
dalle fonti, che dimenticò chi fosse e divenne un acceso
rivoluzionario che si dice maledicesse la donna della Torre, esser poi
sua madre. Cè chi dice che non è attendibile, nel
senso
che ricordava e faceva solo cosa gli dicessero... altri che era
possibilissimo, cos' come nella storia umana preti, gente che si
professava profeta o religioso erano riusciti a deviare le menti deboli
di alcune persone, perchè li seguissero e
credessero in
loro. Quanti ce ne sono stati, anche famosi come Menson. Ora, quello di
cui tu parli è il progetto Mk-ultra,nome in codice di un
programma illegale e clandestino di esperimenti sugli esseri umani, non
di privati ad esempio. Ma del governo stesso. SI iniziò con
bambini e malati di orfanotrofi e case di cura mentali, e di
varie patologie, dove la morte era di casa per varie e normali ragioni
all'epoca, e quindi nessuno parlava. Si voleva creare sia soggetti
pronti agli ordini e mai mentalmente svegli, sia la gestione di
interrogatori e controllo mentale di persone interessanti, gestito
dall’ufficio della Scientific Intelligence. Il nome
deriverebbe
anche dal tedesco Mind Kontrolle,controllo della mente, nato e
consigliato proprio, per il governo americano, da quei carinissimi come
dici tu, tedeschi presi e salvati e portati in vari paesi amici
d'america, perchè dicessero tutto sui piani e su
cos
stavano facendo. In pratica si appropriarono di menti brillanti, senza
ucciderli, ma portandoli dalla loro parte. Ecco che si scoprirono
alcuni altarini tedeschi. Si decide di provare, capire e.riprendere
alcune delle pratiche mediche naziste durante gli esperimenti
effettuati nei campi di concentramento. Infatti si voleva cambiare la
mente di coloro che non appoggiavano l'ideologia ma anche nemici, per
metterli sul campo ricondizionati. Erano ricerche per il controllo
delle menti al fine di creare un individuo in grado di fare le veci di
una spia e anche uccidere, a seguito di un ordine. Dopo la
verità che venne portata alla luce più di venti
anni
dopo, nacque il Progetto Monarch dalle sue ceneri, quindi dagli anni
settanta in poi che, con l’uso surrettizio di molti tipi di
droghe, metodi di influenza, e atti anche fisici si
cercò
di manipolare i singoli stati mentali e di alterare la funzione del
cervello. Morale? Volevano cancellare la personalità
originale
dell'individuo per crearne una o altre, che servisse ai loro
scopi, perchè le spie e le persone in genere, pensavano,
erano
troppo - umane - e volubili su certe cose. Amore,
libertà,
vita tranquilla, famiglia erano tutti elementi che influenzavano il
soggetto e rovinavano i piani di una nazione. Così si decise
di
prendere tutti i dati dell'altro esperimento e ricrearlo in chiave
nuova. Anzi, dagli anni quaranta facevano anche esperimenti su animali,
sempre scoprendo i piani germanici, dove droganavano anche delfini e
altri animali, addestravano animali di vario tipo per essere sia
spie e all'occorrenza anche come kamikaze, con esplosivi
addosso e
fare danni. Tutto vero, non mi invento nulla. Grazie a Dorde non hai
idea di quanti documenti secretati..."
"Ok,
ma anche tu stai facendo questa cosa?"
"Fammi
finire! Grazie a Dorde ho avuto modo di leggere parecchie cose, ma
questa cosa è SHHH! Resti tra noi, visto che è
ancora
là. Comunque, scoprimmo varie cose. Questa tecnica di
controllo
mentale espone il soggetto ad un trauma così
violento, che
la sua mente crea una dissociazione... hai presente quando una eprsona
subisce uno shock o un dolore così elevato, e
impossibile
da sopportare che... impazzisce, perde la memoria, torna in stati
infantili. Insomma la sua mente cambia. Quello avviene diciamo in
maniera naturale, l'altro è invece artificiale. Il cervello
diventa debole e, in alcuni soggetti idonei, non tutti, anche con
più personalità, nel senso che all'occorrenza
è
possibile prepare esempio un giardiniere, che spia,
o un
corridore di formula uno, senza alcuna paura. Sono esempi ma
è possibile... tramite il trauma quindi, viene modellato
tramite
informazioni e techiche, educato da manipolatori appositi,
gli
Handler, che fanno emergere la personalità che
più li
aggrada, riattivandola all'occorrenza. Come.. come le tecniche di
ipnosi, dove la tua psiche viene ingabbiata in uan sorta di
zona
oscura, e la tua mente sovrascritta per fare ed essere cosa
serve, attivabile o meno da parole chiave. COn l'ipnosi però
non
è possibile far fare atti contro natura del soggetto, ma in
questo modo, si potrebbe anche convincere qualcuno ad uccidere. E lo
farebbe, perchè sarebbe sovrascritto. Durante la loro
rieducazione, i soggetti sono esposti a numerosi simboli ed elementi
chiave per l'attivazione, disattivazione e programmazione. Si usano di
solito alberi, animali, labirinti, farfalle, ecc. Anche film
sono
elementi chiave della programmazione e usati per la modellazione e/o
attvazione, che contengono simboli specifici o -
attivatori -. Alcuni titoli sono il Mago di Oz e
Alice del paese
delle meraviglie, e molti altri film Disney, che sono usati prima,
facendoli vedere e poi alcuni elementi in essi usati come attivatori."
"Si,
alcune di queste cose già le sapevo, ma torno a chiedere...
seriamemente mi stai dicendo che tu fa queste cose? Allora, tanto buono
non sei!" con voce fredda.
"Pensi
che io l ofaccia per avere schiavi, gente come lobotomizzata? Sbagli.
DI grosso. Ti ho già detto che ho avuto la mia esperienza
sul
campo e ne ho visto gli effetti su molti uomini, che conoscevo e ne
sono usciti male. Lo stesso degli scemi di guerra e i veterani del
vietnam, ad esempio..."
"Aspetta...
parli del post traumatic stress disorder? Il PTSD?"
"Che
bello non dover spiegare tutto, almeno che la persona sappia le basi!
Esatto, quello. Ho visto molti veterani, ho assistito alle reazioni di
quegli uomini a cui avevo dato ordini e che, non per causa mia ma per
decisioni dall'alto, anche io ero pedina alla fine, erano finiti in
malo modo. Quando ho preso in mano copie degli incartamenti di quei
progetti, ho pensato una cosa. E se usassimo queste tecniche non per
scemi da usare come burattini, ma persone a cui si toglie
tutto
il dolore, la sofferenza, lo shock così grave da...
rincretinirsi, perdere memoria, avere scambi di
personalità...Ecco, perchè lo stiamo facendo. E
non
usando traumi, abusi, situaziomi di stress elevato per avere quegli
effeti del cervello, nulla del genere. Ma usare la tecnologia per
proteggere le menti..."
"Cosa?"
"Poi
te lo spiego, intanto vieni..." disse MIlan, che erano giunti ad una
porta. Sempre con una carta, diversa, e Lia si chiese quante tasche
avesse in quella giacca e panciotto per tenerne tante,
attivò la
porta che li condusse in una piccola stanza. Sembrava una spartana
stanza militare. Alle pareti piccole riproduzioni di varie bandiere del
mondo. Un tavolo di legno semplice, qualche sedia di legno, una lavagna
di gesso vicino la finestra e qualche mobile e cestini di
carta
classici. Nulla di rilevante. Ma la lavagna in gesso, si chiese lei?
"Allora...SHH!
Seguimi e dammi corda. Nessuno deve sapere dei passaggi segreti e se
chiedono, noi eravamo qui prima che loro arrivassero" disse Milan
comportandosi come un ragazzino che ha paura che la madre lo senta
dall'altra stanza.
"Chi
non dovrebbe sapere? Se hai detto che JD..."
"Jd!"
disse concordando risoluto "GLi altri no. Almeno, non ancora... poi si
vedrà. Ma pochi sanno meglio è, per davvero
è
meglio..."
"parli
di gente come Alaric. Di certo non Lubo, mi pare si chiami"
"Si,
e Bryden, anche se è un novellino rispetto gli altri . Ma ci
sono persone che come...si, Alaric in effetti, troverebbero la cosa
così straordinaria da fare giri perlustrativi ovunque nello
Chateau, se scoprissero che ci sono. E io voglio evitarli. Sono gli
stessi che si inoltrano sempre nella zona della foresta in cui vorrei
fare qualcosa per le feste, ma non ho mai tempo. E così,
loro
vanno in giro nei tempi liberi. Disobedendo, ma questo fa parte
dell'eccitamento dellla cosa. E sapessero che qui..."
"Si,
si. Ho capito. Non alimetnare i cretini"
"AH
Ah Ah....Ah! Hai proprio ragione. Quanto odio la gente che pensa di
essere migliore e intelligente e fa il contrario, credendo di
essere rivoluzionario o controcorrente per non esser euna pecora. Senza
pensare che a volte un motivo cè. Ancora di più s
enon
cè ditttatura. Ma loro la vedono sempre"
"non
lo dire a me... nel mio paese si crede alla terrapiatta, ai vaccini che
fanno male, agli amichetti invisibili dei medici che sono i batteri e
virus, ma per loro non vedendoli non esistono, e
usano la
scemenza dell'omeopatia e altre cose. Danneggiano altri, ma lorosi
sentono però migliori..."
"Che
tempi orrendi. Se Giordano Bruno, Galileo e gli altri fossero
qui, si chiederebbero se sono finiti in uno scherzo divino o
qualche velo di maya subdolo.E peggio, per cosa si sono immolati.
Sicuro non ci crederebbero"
"Lo
so, nenahce io credo davvero di esistere nello stesso momento di quella
gente. Solo al ricordare alle cos eche ho letto online di
gente,
che pensa che i doveri coniugali debbano esistere, al fatto che ancora
oggi una persona è solo cosa dice Dio, e che
cè la
stessa aria dell'inquisizione... mi viene da piangere"
"Bè,
non farlo adesso. Abbiamo cose importanti da fare" finì
lui, aprendo la porta e avanzando in un'alta stanza.
Entrarono
in una stanza molto più grande che sembrava divisa in due.
Un
ampio spazio era stato suddiviso da un divisorio a vetri, chiudibile o
apribile con ampie porte, dove dall'altro lato cèra una zona
con
lunghe file di sedie e una porta a doppio battente in fondo. Era vuota
la zona e chiusa la porta. Loro si trovavano prima del divisorio,
vicino un tavolo quadrato molto grande al centro, con un monitor che
sembrava grande quanto un televisore a centicinque pollici, rialzato e
inclinato per essere visualizzato da una persona, in piedi, con
tastiera e mouse nella piccola zona prima del bordo del tavolo e lo
schermo. Un grande quadrato prendeva tutta al parte centrale del
tavolo, tranne quel monitor, e sembrava quasi la zona di una nave o
sottomarino dove si prendevano misure e si calcolavano rotte e
distanze. Delle sedie, posizionate ordinatamnete sotto il tavolo, mappe
e cartine geografiche alle pareti e il quartetto di Capitani, che prima
si voltarono spaventati e poi stupiti dal vedere quei due spuntare alle
loro spalle.
"ma
da dove diavolo venite" chiese Alaric guardando verso la stanza da dove
erano usciti.
"Eravamo
qui prima. Abbiamo discusso. Le ho mostrato delle cose e..."
Milan
continuò a inventarsi roba e Lia si chiese quante cavolate
stessero svolacchiando per la stanza, in pochi secondi che
erano
entrati. Se mentiva così facilmente, che altro
cèra di
falso?
"Milan,
ti ricordi cosa ti ho detto a telefono? Guarda. Guarda!!"
urlò
Alaric correndo da Milan, come fregandosene di cosa diceva,
interropendolo. Milan
lo guardò con sufficienza, sospirò impettito e
poi
guardò lo schermo el dispositivo di Alaric. Lo fece qualche
minuto, poi strabuzzò gli occhi, osservando meglio.
Alzò
la testa verso Lia, poi tornò al dispositivo.
Mormorò
qualcosa con Alaric, poi disse altro a questi che andò ad
avvicinare il dispositivo a una sorta di computer affiancato al muro,
dove era posizionata la porta dell'altra stanza, e attese.
Lia
non aveva notato quello schermo grandissimo attaccato alla parete, un
altro, in quella sala grande.
"Avevi
ragione, ma voglio guardarlo meglio" disse Milan ad Alaric
avvicinandosi al tavolo, davanti lo schermo inclinato, seguito dagli
altri.Mentre lo schermo si accendeva e compariva qualcosa, Milan chiese
a Lia di avvicinarsi a lui, quindi di fronte, anche se cèra
il
grande tavolo di mezzo, a quel monitor enorme.
Lia,
dopo essersi sistemata viicno Milan e Jd, guardando quest'ultimo come a
chiedere cosa cèra, vide nello schermo una sequenza.
Sembrava un
video e diceva nel minutaggio, che era composto solo pochi secondi, una
decina. Si vide come una scimmia grossa che guardava qualcosa a terra e
poi un ritratto rotto, dove comparvero tre soggetti. Lia
notò,
in quella breve sequenza qualcosa che la stupì parecchio.
Portando a dire la prima cosa che le era venuta in mente.
"Aspetta,
ma sono io?" chiede di sfuggita, con tale sorpresa e stupore da volerlo
rivedere.
"ho
di meglio, ho trovato un fermo immagine montato" disse Alaric e con
bravura, cosa che Lia non credeva, collegò di nuovo
l'apparecchio accostato al computer e il monitor cambiò.
"Davvero
vi basta avvicinarli?"
"si,
si connette come un telefono normale, come simile il bluetooth ma
noi..:" iniziò Jd, ma Alaric disse di fare silenzio e Milan
le
chiese di nuovo di guardare.
Dopo
il video, o meglio il frammento rimandato, dove si notava una
panoramica sui tre soggetti, comparve la singola imamgine e Lia vide un
ritratto in seppia di tre persone. Vi erano un uomo, una donna e un
bambino. L'uomo era in giacca e cravata, capelli impomatati con una
riga laterale, uno sguardo particolare e dei baffi in stile antico.
Conosceva la moda antica da riconoscerla come dell'ottocento, con barba
e baffi uniti in quella che sembrava una mutton chops mischiata allo
stile Franz-josef, il modo di portarli dell'imperatore marito di Sissi.
Il bambino sembrava un neonato ma Lia guardava la figura femminile.
L'abito sembrava dell'ultimo ventennio dell'ottocento, con il sellino
posteriore, mentre la donna aveva un aspetto che la lasciò a
bocca aperta. Superò il tavolo, andando quasi sotto il
monitor
per vederla meglio, e Alaric ancora continuava a fissarla con un ghigno.
"Da
dove l'avete presa..." chiese lei senza distogliere lo sguardo dal
monitor.
"A
quanto pare Alaric ha ricordato una cosa vista con gli altri e l'ha
cercata..." disse Milan, rimasto dietro di lei.
"In
verità ho scaricato proprio tutto il film e..."
"Tu
sai che è illegale, vero?" domandò Lia con
cipiglio.
"Calma
carina... era solo per uno scopo particolare, mica devo rivederlo.
Avevo bisogno di quella sezione e basta" bofonciò Alaric
offeso.
Lia tornò all'immagine.
"ma
non mi avete detto da dove l'avete presa" girandosi
verso gli altri, alle sue spalle
"da
un film Disney. Incredibile ma vero, Alaric si è ricordato
che
lo aveva guardato da uno dei ragazzi, per ricordarsi dei
figli, e appena ti ha vista ha ricollegato quel frammento"
"Non
è vero" rispose Alaric subito, interponendosi a Milan "dopo
un
pò, ricordavo di averla vista e alla fine ho visto nei suoi
movimenti quella scena. E l'ho cercata...però avevo
ragione!"
disse tronfio.
"E'
la prima volta che vedo qualasiasi cosa che... non era mai successo in
video o foto che vedessi me, per come mi vedo." restando a
fissare la donna che le somigliava così tanto, che
sembrava fosse stata disegnata da lei direttamente. Stessi capelli
anche nell'acconciatura, viso, espressione. Le sembrava di specchiarsi,
quasi.
"Nel
senso?" chiese Milan curioso.
"Che
io nelle fotografie e video vengo... diversa. Non mi riconosco mai,
è strano ma quella che io vedo nelle foto e video
è
come un'altra persona. Ai miei diciotto anni, in quel vergognoso
compleanno della maggiore età da far piangere, mio padre
fece
dei video. Il giorno dopo li controllò sulla tv e...." disse
voltandosi dal guardare Milan allo schermo "... quella che vidi era
un'altra. Non posso dimenticare come, se era da tempo che non guardavo
foto o altro di me, perchè li odiavo, mi apparve
una
persona che io non riconoscevo. Per niente. Sorrideva in maniera
forzata e a disagio, sempre fingere e fingere e quella non ero io.
Lettralmente all'inizio stavo per chiedere chi fosse quella, ma poi
vedendo qualche minuto ho lasciato morire quelle parole nella testa.
Non vedevo me, per niente. Non so per quale motivo, ma nelle
foto
non vedevo mai cosa vedo nello specchio, affatto, ma vedendo questo...
perchè vedo me in questo ritratto? Perchè appena
l'ho
visto, la prima cosa che mi è venuta in mente è
come mai
io fossi lì?"
"Nelle
foto vieni diversa? Veramente? Interessante..."
"la
cosa che mi turba è... avete detto che è in un
film del topo?"
"Si
esatto" risposte Alaric prontamente "è uno degli ultimi che
lui
ha guardato mesi fa, per questo me lo ricordo. Il film è
molto
ormai vecchio ma è di quella casa di animazione"
"Allora
è strano, molto strano" disse lei, con la fronte aggrottata.
"Perchè..."
chiese Jd avvicinandosi e commentando quanto effettivamente sembrasse
lei.
"Perchè
se è di un film di animazione, è strano che ci
sia
questo! Ho visto questi film per i compleanni dei miei cugini, alla tv
con i parenti che si vedevano cose per tutti... ne ho visto molti, non
questo a quanto pare, ma non ricordo affatto ci fosse un qualcosa del
genere così, così... reale. Ecco. A vederla
sembra un
ritratto artistico di qualcuno preso dal reale. Anche se disegnato da
artisti, questi film di animazione sono sempre coerenti anche nelle
foto. In linea con il character design del tutto. Allora
perchè
questo, se davvero è di un loro film, sembra più
una
copia di una foto reale che un disegno della casa del topo? Guardate!
Il bambino si vede subito che è finto, che è un
disegno.
Mentre quei due hanno uno stile diverso, ecome appunto
copiato da
qualcosa di reale. Anche nei trailer che si vedono in tv di quei film,
non cè mai una foto che non raffiguri i persoanggi che ci
sono
effettivamente nel film. Alaric, hai ancora quel film per intero?"
"ovvio
che ce l'ho. Cosa cè, adesso che l'ho scaricato non hai
problemi?"
"Divertente"
mostrando invece che non si divertiva affatto "intendo che volevo
vedere come mai questa foto cè e come sono i persoanggi
nell'intero film.
"Non
è come pensi. Quelli della foto, rivedendo velocemcente il
film,
compaiono solo nella parte iniziale. Forse dieci minuti. Guarda..." con
poca collaborazione.
Lia
osservò l'inizio dal dispositivo di Alaric, sempre
più
accigliata e stranita. Poi lo fermò e si voltò
verso gli
altri, chiaramnete contrariata.
"Avevo
ragione. L'inizio mostra due soggetti che poi, agganciandosi con la
parte mostrata prima da Alaric, sono ripresi da questo frame. Peccato
solo che la donna in realtà non le somigli molto nel film,
mentre l'uomo sembra abbozzato da quello del frame. E' strano..." disse
lei, confrontando i due schermi, mentre Milan si avvicinava e
andò per sbaglio a toccarle la spalla.
"Ehi!"
guardandolo male e irrigidendosi, lo vide alzare le mani dicendo che
voleva solo guardare e parve calmarsi, tornando al video. Poi lo
alzò un pò perchè Milan e Jd
guardassero,
riproducendolo mentre sull osfondo vi era quel frame "osservate bene
queste scene. Dall'inizio del film, se noi non sappiamo di quel
disegno, abbiamo questi due soggetti che finiscono lì. E ok.
Ma
quando quella gorilla guarda quel disegno, che sarebbe una
foto
rotta a terra, abbiamo due persone che ricordano vagamente quelli in
foto. Se non fosse per la barba e il mento, non sembrerebbe lo stesso
uomo se non sapessivo come finisce quell'intro. Mentre la donna che mi
somiglia non è affatto quella del film, per niente. E'
totalmente diversa e non ricordo affatto di altri classici del topo che
abbiamo quadri così discostanti dai personaggi. E quel
bambino...è come se fosse un pezzo aggiunto dopo o..."
"...O?"
chiese Milan vedendola riflettere, come se avesse ingranaggi all'opera.
"La
sensazione che mi da quel frame è di un disegno dal vero o
comunque da qualcuno di reale, con uno stile totalmente diverso da
tutto i lfilm, tranne per il bambino. Se guardate questo
bambino
cosa vi ricorda, se avete guardato qualche foto vittoriana?"
Milan
riflettè. Jd fece una smorfia, come per indicare
che non
sapeva che pesci prendere. Così chiese ad Alaric, affermando
di
non voler danneggiare nulla, di farle una ricerca. Quello si
mostrò poco collaborativo am lo fece. nello schermo grande,
collegato al dispositivo, comprarve un sito che mostrava vecchi scatti
vittoriani e Lia gli fece ingrandire alcune. Chiese alla fine cosa
vedevano.
"Ok..:"
rispose Milan, stando al gioco "vedo dei soggetti in bianco e nero o
seppia e..." fermandosi di colpo mentre scorrevano le foto ".. non
può essere quello che pensi! Andiamo! Anche io trovo strano
questo, non sembrano molto loro, se non quei baffi e il mento come hai
detto del film, ma questo..."
"Posso
sapere anche io?" chiese Jd
"Quelle
che vedi sono delle memento mori...Postmortem photography come si dice
normalmente. Erano foto fatte a cari morti, messi in posa con i vivi
per ricordarli, visto il costo all'epoca delle fotografie. E hai appena
visto, tra le altre, almeno tre foto con dei neonati in culla o in
braccio alle madri. E bambini, ragazzini, uomini adulti. TUtti morti e
anche messi in piedi, perchè restino di loro
imamgini
perpetue con i loro cari"
"Quella
è gente morta? Davvero?" Non sembra da qui."
"Sembrano
addormentati o aggiungevano post foto degli occhi finti, se guardi bene
però si vede dal pallore e da certe pose, che non
sono
proprio fiorellini..." commentò Milan per spiegare a Jd cosa
stavano vedendo.
"E
quindi.. cosa cèntra con cosa Alaric ha trovato?"
"NOn
posso dirlo per certo, può essere di tutto ma..."
"Aspettate.
Alaric fa un'altra ricerca" disse Lia e sbuffando lui esegu', scrivendo
cosa lei dettava e mostrando a video. Comparvero schizzi e sequenze
solo disegnate di quel film, dove i personaggi erano quelli
che
avevano visto in quello completo. Continuarono la ricerca per un
pò, finchè Lia non chiese di affiancare tutto.
Milan
allora andò a quello schermo inclinato e, usando mouse e
tastiera, affiancò le foto prese dal dispotivo di Alaric,
osservandole.
"E'
chiaro che gli schizzi iniziali di lavorazione e quelli del film finale
sono gli stessi, e cozzano come dicevi tu con quel disegno. Quel
disegno sembra l'unico, anche se non ho visto il film, realistico
rispetto le scene che abbiamo visto. Quindi, cosa possiamo supporre?"
"So
che stiamo perdendo tempo e direi di chiudere qui la cosa,
perchè voglio sapere cosa avevi tanto da dire, ma posso
affermare da persona esterna che, se si tratta di un artista molto
estroverso che ha consegnato quel disegno e lo hanno approvato a caso,
dopo che gli hanno detto di fare un ritratto ipotetico della famiglia
per la storia che... " voltandosi non finendo la frase per riguardare
quel frame "sembrano troppo fuori dal film, sembrano ritratti di
persone vere, come prese da una foto vera, e che
quel
bambino, se prima per ipotsi in quella foto non cèra,
è
stato aggiunto dopo per allacciarsi al bambino del film. Ma se
cèra, ipotizzando che non è una cosa inventata
perchè è troppo strano, allora sembra riprendere
un
memento mori con occhi finti messi ai morti,
perchè
venissero in foto meno... morti. Quindi siamo i fronte o a un bravo
artista per qualche motivo ha creato due soggetti, uno che sembro io
per davvero, così reali e vivi, guardateli come sembrano
come la
Monna Lisa vibranti di vita... oppure un copiare una vecchia foto usata
per ispirazione, visto il periodo della storia, aggiungendo
un
bambino che somiglia al protagonista o... modicando un vero memento
mori, rendendo solo il bambino più vicino al character
design,
perchè... nonsi spiega! So che ci sono stati cosplay di
persone
che hanno ricreato molto bene personaggi di quei film, ma sono partiti
da disegni e sequenze chiaramente artistiche che sono troppo diverse
da... questo! Ed erano truccati. E quei disegni non raffiguravano come
questi personaggi quasi palpabili, vivi..."
"Sai,
se per ipotesi l'artista è stato non davvero bravo ma ha
copiato, direi che hanno ripreso una tua sosia antica o... magari una
tua reincarnazione!" scoppiò a ridere Milan "io credo nelle
reincarnazioni. Anche io ho i miei dubbi, guardando tutto quello che
avete cercato, ma senza parlare con l'artista interessato, on possiamo
saperlo. La somiglianza è davvero assurda, sembra di vedere
un
disegno di Dorde che fa alle persone, e vengono
così.
QUindi posso anche darti una certa ragione su questa teoria, ma
credendo anche alla reincazione, chissà!"
"Un
altro che ci crede" sbottò Lia "mi è bastata una
eprsona
che ci credeva, e avevo pensato che magari potesse avere
ragione,
ma basta!Alaric, metti da parte queste foto, per favore. Voglio vederle
dopo. Sarebbe la prima votla che tengo qualcosa che mi ritrae e dove mi
rivedo. Neanche in quei video..." scuotendo la testa a disagio.
"Di
cosa dovevamo parlare allora" chiese Jd, mentre Alaric riprendeva
l'apparecchio e Lubo e Bryden, rimasti indietro senza parlare,
ascoltavano.
"Lia
dice che per cambiare le cose nel nostro progetto... dovremmo fare come
Dio" annunciò Milan tronfio sistemandosi la giacca, mentre
sul
viso di tutti compariva lo straniamaneto.
"jd
mi ha detto di chiederti della novella della figlia e del dottore.
Senza dirmi altro. MA cosa sono le novelle?"
"Ti
ho dato un dizionario, prova a cercarlo"
Gask
si trovava sul tappeto a terra,al centro della camera di Kianta. Era
nella posizione del loto, come aveva scoperto si chiamasse, e teneva un
libro in grambo e altri sparpagliati intorno a se aperti, un tavolino
da letto bianco e nero su cui erano appoggiati inchiostro, pennini
vari, carta e altri articoli di cancelleria. Alle sue spalle vi era un
comò dove Kianta teneva alcuni indumenti, tovaglie e altro,
elaborato nella scultura e in color legno naturale, fatto dal
laboratio. Alla destra di Gask, per come era seduto, vi era la finestra
e poco prima la porta del bagno. Nella zona di fronte uno spazio
lasciato libero perchè si muovesse libero, poco a sinistra
l'armadio, anche quello in legno pieno e naturale con rilievi e sbalzi,
e verso destra un comodino con tante cose. Poi alla destra totale il
letto. Lei
si trovava sul letto, intenta a scrivere sul tavolinetto da letto con
quattro piedi, un leggio inclinabile in varie posizioni, zona in gomma
antiscivolo e spazio per un bicchiere a sinistra.
"Mh...aspetta..."
cercò tra tutti i libri aperti, finchè non lo
trovò, cercando la lettera. Aveva capito come si cercava in
un
vocabolario e cercava sempre ogni parola che gli venisse in mente,
oltre che conosceva. Dopo averla trovata e aver letto le rispose "ah
ecco, ho capito. Sarebbe un pò come le favole di Esopo?"
"HAi
capito la differenza tra novelle e favole?"
"AH,
aspetta..." disse, andando a cercare anche quella parola "forse ho
capito, credo...La novella ha un impianto realistico ed è
priva
di componenti magici, mentre la favola è una sorta di antico
fantasy, tipo biancaneve, la bella addormentata. ... ed ha
forma breve. Giusto?"
"Hai
trovato scritto anche il fatto del fantasy?" chiese lei ridendo
"No,
l'ho capito io. Credo... comunque è giusto, no?"
"Si,
esatto. Le novelle sono storie ispirate alla realtà, senza
magia
e cose fantastiche. Ecco perchè Milan le chiama
così..."
"Ho
capito. E cosa dice quella che ha detto Jd? Ha detto che ce ne sono
tante, ma mi ha detto di chiederti del dottore e la figlia,
per
capire quella situazione..."
Kianta
si fermò, pulì la punta del pennino in vetro nel
tampone
e poggiò delicamente tutta la penna nel contenutore
tondo,
elaborato in vetro, con una finestra a oblò
inclinatocon
dell'acqua. Lo fissò, poi si girò con tutto il
corpo, con
la gamba destra sotto di lei e l'altra penzoloni. A Gask ricordava la
statua e, mentre anche lui si girava a guardarla, restando sempre con
le gambe in quella posizione, ripensò a quella discussione.
Quel
giorno le parlò della statua e lei lo fissò
sorpresa. La
descrisse, le disse cosa aveva detto Milan sulla testa, e
dopo
che restò a riflettere con gli occhi puntati in un punto a
caso
ma con l'espressione di una che sembrasse osservare oltre, assorta in
qualcosa, tornò con gli occhi su di lui e disse
semplicemente
una cosa. Con un tono e una calma strani.
"No.
Quella non ero io"
"Non
è possibile! L'ho vista, ti somigliava molto, anche Milan ha
detto che eri tu e che Dorde aveva immortalato un momento in cui le
regole non avevano validità, secondo lui. Era..."
"No"
ripetè lei, voltandosi così veloce che la veste
frusciò sui pantaloni e i lembi del gilet sbatterono al
ritorno
peril movimento "Quella non ero io"
Gask
rimase stranito dalla cosa, rissandola, ma lei si voltò e
tornò a volgere lo sguardo verso i piani, studiando quella
sorta
di pozzo divelto che dovevano scalare.
"Allora..."
iniziò lei, dopo aver preso una caramella a testa alla
carruba
dal comodino, dal cassetto nella zona suddivisa, e gliene
tirò
una, mettendo in bocca la sua "la storia è legata al
progetto di
Milan. All'inizio lo voleva chiamare Mystocrite, poi so Kobno Prius...
secondo me così, a caso" ridendo e facendo ridere lui "...
ma
anche con il nome attuale, resta sempre un progetto sulla mente. Ad
ogni modo, vi era un dottore, un neurologo, neuroscienziato e aveva
come moglie un'ingegnere meccatronico. Avevano una figlia, unica. Un
giorno sua figlia ebbe un incidente all'uscita con un'amica, andando in
coma. Suo padre lavorava per una clinica, così dall'ospedale
dove era stata ricoverata, la portò con sè per
controllarla meglio. Passarono mesi ed ella non si risvegliava, oltre
questo dagli esami scoprì che l'impatto aveva portato danni
al
suo cervello. Conosceva colleghi che avevano studiato il cervello e le
sue cure, tramite macchine speciali. Erano in fase
sperimentale,
ma dicevano che tramite onde elettromagnetiche, elettriche con dei
sieri che avevano creato, potevano aiutare il cervello a rigenerare
alcune parti. Ma questo significava che quelle parti erano nuove,
vergini, e se riguardavano le zone della memoria, del linguaggio,
apprendimento... allora tutto ciò che vi era dentro, era
perduto. Uno di loro era anche un seguace del transumanesimo, e uno dei
suoi test era proprio quello di copiare il cervello umano, portarlo in
digitale e immetterlo in corpi sostitutivi. Il problema, disse, era che
il cervello come memoria era solo pochi megabyte, nulla di che... il
grosso de problema era il supporto che avrebbe dovuto processare e
utilizzare quei dati. Il cervello è una delle aree ancora
così ignote alla scienza, che non era sicuro come
effettivamente fosse possibile attivare... una persona. L'adattamento,
diceva... ne parleremo meglio di questa cosa, ora continuiamo con la
novella. Dopo
aver discusso con icolleghi, prese una decisione, dopo che
passò
un anno. Sua moglie temeva che quel coma, come annunciato all'ospedale,
nascondesse una speranza vana. Voleva sua figlia, e disse una cosa. Che
colpì l'uomo. Rivoglio mia figlia come la ricordo, se
dovesse
perdere la memoria dopo il risveglio, se davvero come ha detto quel
dottore, per alcuni processi chimici, non dovess ricordare o avere
problemi, la perderei..."
"Che
significa"
"Che
quella donna amava la figlia come era come personalità . Che
se
la ragazza non ricordava i momenti passati, cosa avevano fatto, lei
avrebbe perso sua figlia. E così l'uomo iniziò a
ragionare. Ancora di più a causa di episodi dove le
consdizioni
della ragazza sia ggravavano. Così chiamò i suoi
amici,
chiese di fare uno dei loro esperimenti su di lei e provare a scaricare
quei pochi megabyte per salvare almeno quello. Con un'apparecchiatura
di loro creazione, eseguirono e ottennero un file di circa e quasi
quattrocento megabyte, che salvarono. Fu la volta del
tentativo
di rigenerare le parti del cervello, ma il giorno che dovevano
iniziare, la ragazza peggiorò e morì. Avevano
perso
quindi la figlia. Sembrava tutto perduto, pensò l'uomo,
finchè non giunse nella sua clinica una ragazza quasi della
stessa età della figlia, in coma irreversibile che doveva
controllare ed eventualmente curare come poteva. E una notte insonne
ebbe un'idea! parlò con la moglie, lei non era d'accordo ma
dopo
varie discussioni la convinse. Era un primario, aveva in mano molte
possibilità e così andò avanti
col piano con
l'aiuto dei suoi colleghi. Un giorno finse che la ragazza fosse morta,
le macchine registrarono quella presunta morte, la famiglia vide la
ragazza come morta senza le macchine, e con la certificazione
del
decesso. Non cèra bisogno di autopsia, così lui
disse
alla famiglia che avrebbe provveduto, come un servizio normale della
clinica, alla preparazione fino alla bara, e questa sarebbe stata
consegnata all'impresa funebre. Ma dentro la bara, sigillata per bene,
fu consegnato un ammasso di oggetti che arrivavano al peso della
ragazza, inseriti in un sacco da morto chiuso, che mimasse un corpo.
Sudando freddo, attese la sepoltura, che avvenne senza incidenti. La
ragazza invece, era in una stanza apposita con un altro nome.
Aveva stilato e preparato tutte le carte perchè passasse per
un'altra persona, assistitita da un'infermiera di cui si
fidava,
che non aveva visto la ragazza prima. QUalche giorno dopo, constatato
che la ragazza era in condizioni migliori della figlia, fece venire i
colleghi con l'apparecchiatura e la moglie, che aiutava per le sue
qualifiche. Utlizzarono il siero e le apparecchiature per stimolare il
cervello e le cellule inserite a riparare quanto possibile, e
dopo lastre e controlli, sembrava aver funzionato. Utilizzarono onde e
cicli elettrici per rimodellare tramite la cromatina, cellule engramma.
Insomma secondo loro avevano rotto le sequenze chimiche che formavano i
ricordi e li avevano fatti ricostruire vergini. Quando secondo i loro
calcoli, il cervello era pronto e più sano di come era
arrivata,
le agganciarono l'apparecchiatura per la rilevazione dei segnali
elettrici del cervello, e facendo un test mai fatto prima, inviarono a
impulsi i dati, presi dalla figlia del dottore,
andandoli a
indirizzare nelle aree deputate alla memoria. NOn sapevano se era
possibile, se avevano danneggiato qualcosa o meno, ma provarono. Dopo
qualche giorno il dottore fu chiamato e scoprì, correndo
nella
stanza, che la ragazza era sveglia. Non aveva detto nulla, avevano
visto solo lei sveglia che muoveva occhi e viso, osservando intorno.
Quando lui si avvicinò gli occhi della ragazza reagirono,
dopo
un pò sembrò riconoscerlo e, stupefatto anche
lui, lo
chiamò papà. Dopo qualche giorno e vari test, lei
sembrava rispondere a ricordi ed elementi della figlia dell'uomo,
sembrava ricordare e comportarsi come lei. Non le diedero mai uno
specchio, temevano che vedere un aspetto diverso creasse qualche
problema e... semplicemente cercarono di farla tornare
all'autosufficienza. Lei rispondeva, pareva migliorare, tutto bene. I
colleghi non erano molto felici, perchè la loro prima
scoperta e
test, non poteva essere assolutamente reso pubblico, visto che la
ragazza doveva essere morta. Passò del tempo, l'uomo e la
donna
erano felici perchè la ragazza sembrava star bene e
l'avevano
portata a casa. Sembrava ricordare molte cose, riconoscere la sua
stanza e varie cose, e non mostrava nessun problema di sorta. Tuttavia,
qualche mese dopo, notarono come la ragazza sembrasse malinconica e
come depressa. Aveva iniziato ad avere atteggiamenti strani. Per
evitare che qualcuno la vedesse uscire da casa loro o capisse che vi
era una ragazza, insegnavano tutto ciò che sapevano in una
specie di home schooling, chiedendole di non uscire mai. E pensarono
che fosse quello, il motivo. Ma lei divenne sempre più
inqueta.
Suo padre nel mentre, ossessionato dai file, quei pochi megabyte della
figlia, continuava a tenere nel suo studio, sia una copia della
macchina del collega che aveva chiesto nel caso la nuova figlia stesse
male, sia altri files. Avendo pagato una buona somma ai due per
finanziare le loro ricerche come riniscimento per l'aiuto, aveva
ottenuto l'apparecchio con un pò di rimostranze, ma vi
riuscì. E oltre il file, che era la scansione della figlia,
anche i report dei test registrati quei giorni , che tenetavano nella
stanza della clinica in formato video, che una sorta di programma,
creato sempre dai due colleghi, che serviva per diciamo ripulire la
mente del soggetto per il nuovo impianto, che usava sempre le onde
elettromagnetiche ed elettriche sul cervello, tramite quei dispositivi.
E ogni sera, puntalmente rivedeva tutto, come un'ossessione.
perchè capiva che qualcosa non andava."
"..."
"La
ragazza aveva iniziato a voler vedere se stessa in uno specchio,
affermava di sentirsi a disagio molte volte quando dicevano qualcosa
del passato o la trattavano in un certo modo, e lei affermava che non
sentiva, provava, credeva di essere come la facevano apparire. Che la
bugia dell'incidente e del coma, che le avevano detto, la faceva
sentire strana. QUesto peggiorò sempre di più,
mostrando
ai due genitori, una persona che iniziava a discostarsi dalla figlia
che ricordavano. E quando i due non la scoltavano, la rimproveravano,
le intimavano di capire che era solo confusa, lei si nascondeva in
camera e piangeva. Non capiva, ma sapeva che qualcosa non andava.
Voleva bene a entrambi, per lei erano i usoi genitori come ricordi e
sentimenti, ma qualcosa la turbava, E così, una sera, dopo
che
suo padre uscì dall'ufficio per andare a letto, attendendo
nascosta che andasse nell'altra stanza al piano superiore, vi si
recò. Guardando in giro, vide l'apparecchiatura, e il pc
ancora
acceso. Non lo spegneva mai, sapeva, perchè per il suo
lavoro
doveva essere reperibile sia per il telefono che dati per le cartelle
cliniche, tac e altri esami da visionare subito, se in casa. E
guardò le ultime cose che aveva aperto. E guardò.
Ascoltò. Capì. Si rese conto che in
verità, lei
non era chi credeva. Attivò la webcam e per la prima volta
si
vide. Non sapeva chi fosse, cosa fosse, chi doveva essere. Nei suoi
ricordi lei era molto diversa da quella che vedeva. Così,
riguardò i video, dove suo padre registrava i test e
riportava
tutto ciò che faceva. Vedendo quella persona, che vedeva
dall'anteprima della webcam, nel letto mentre facevano i test,
sentì che stava piangendo. E si sentì sbagliata.
Neanche
vuota, perchè non lo era..."
"..."
"Quel
dolore la rendeva paralizzata e tradita. Era troppo addolorata e aveva
il terrore di cosa fosse in realtà. Che ricordi erano suoi,
e
quali erano impiantati? Cosa era lei, in base ai ricordi?
Così piena di dolore, non sentendosi completa, incapace di
credere e capire, passò due ore in quella stanza a guardare
ancora i video, camminare senza sosta per riflettere, osservare la
macchina. E poi si sentì male, sbagliata. Collegò
l'apparecchiatura alla corrente, la sistemò sul divanetto,
che
era una specie di casco con una valigetta vicino collegati da
cavi, e si sistemò, mettendoselo. Con un cavo, lo
collegò
al pc e avviò il programma della pulitura del cervello.
L'attivazione finale era nel casco stesso e così,
premendolo,
venne investita dalle onde. Era doloroso, come mille aghi nella testa.
L'apparecchiatura procurò un sovraccarico che pense la
corrente
pochi secondi, per riattivarsi di nuovo, ma il casco non si
era
fermato. Il sistema elettrico della casa tramite il
salvavita,
aveva spento e poi riattivato autonomamente il sistema. Ma l'uomo aveva
ricevuto nel cellulare, collegato, l'avviso e dove si trovava il
problema. Il casco continuò a lavorare, mentre lei
piangeva per il dolore e come si sentiva la testa. Non gliene importava
se era una cosa da fare da addormentati o svegli. Voleva togliersi la
morta dalla testa. Questo pensava, lei aveva una morta nella testa. E
poi li vide, che erano accorsi, i genitori che amava davvero, anche se
non era figlia loro. Era nato in lei un sentimento vero, nei mesi, e
non riusciva ad odiarli o volergli male, ma non poteva restare come la
metà di una morta, e l'altra metà come
ignota. E
così, quando le chiesero cosa avesse fatto, non sapendo cosa
fare perchè l'apparecchiatura era ancora attiva, lei disse
qualcosa. Si sentiva come stanca, come se avesse bisogno di dormire,
tanto, e così sorrise e li tranquillizò. -
Non siate
arrabbiati, non vi voglio male. Ho capito, ragionando in queste due
ore, e non provo per voi che ringraziamento e riconoscenza.
Sono
viva e sto bene, per voi. Ma come figlia... non posso. Adesso
non
mi sento bene, voglio rilassarmi, mi sento le palpebre scendere quasi
da sole, ma non fermate nulla. Lasciate che il programma cancelli una
persona morta, che deve invece vivere dentro di voi. Non chi ero, e non
so chi sono ora. Ma so che voglio diventare me, quando mi
risveglierò. Perchè non morirò, lo
sento. Se
volete me come vostra figlia, ma in maniera genuina, allora
accoglietemi in casa come una figlia nuova. Datemi un nuovo nome e
crescetemi come se nascessi da quel momento. Per essere unica.
Altrimenti, se volete vostra figlia e basta, va bene così.
Prima
che io mi risvegli, portatemi lontano, in altre città o
luoghi,
lasciatemi di notte da qualche parte, perchè sia
trovata e
soccorsa. Non so come finirà quando cercheranno di sapere
chi
sono, ma se non posso essere chi ero, fate in modo che non cerchino il
mio passato. Io...voglio essere me, non qualcun altro. Se mi volete
bene, se tenete a me oltre la figlia che volevate che fossi, portatemi
da qualche parte perchè io rinasca. Lasciatemi... essere...
me..." -. INiziò a svenire e così
perse i sensi. Quando
il casco si fermò, l'uomo lo tolse e vide la ragazza
incosciente
e capì che aveva perso la figlia di nuovo. E non sapeva se
aveva
tra le braccia un'estranea, a quel punto, o una persona che aveva
imparato ad amare. Che quello che aveva fatto, poteva essere
sia
positivo che negativo, ma tacendo e nascondendo, aveva solo rovinato
tutto. Si chiese, cosa sarebbe successo se le avesse spiegato. Avrebbe
accettato quel sentirsi strana? Non avrebbe sofferto, da arrivare a
tanto? Non si sarebbe sentita tradita? E molti altri pensieri..."
"Come
finisce?"
"Termina
così, queste novelle sono state create per diffondere un
messaggio e porsi delle domande, diciamo esistenziali. Basati sul
reale. Come le favole avevano una morale, anche queste ce l'hanno. Ce
ne sono altre, magari poi te le racconto..."
"E
quindi, qualè la morale o altro di questa storia?"
"Mh..."
pensò lei, fissandolo "Ti direi che a volte il troppo amore
fa
male, ma...Facciamo così. Pensaci fino a domani, e poi mi
racconti cosa hai pensato, cosa ti ha trasmesso, cosa hai capito!"
"Ed
è collegato a qui, vero?"
"Esatto"
"Ma...
per caso riguarda Lei?"
"...
riparliamone domani. Vorrei che ci riflettessi e creassi un'idea tua"
"Ok..."
guardando i libri sparpagliati intorno a lui "me la daresti una mano
con la copiatura? Mi piace molto quella filastrocca dei contrari.
Magari, mentre mela leggi, io scrivo e poi mi racconti
qualcosa
del prima"
"E
perchè?" domandò lei che stava per rimettersi al
centro
del letto, davanti il tavolino "inoltre, non è tardi? Non
dovresti andare in camera tua?"
"Si,
ma volevo finire questo. Ho notato che alle Lezioni i ragazzi adesso si
divertono a mostrare chi sa cosa, quanto, gareggiare per le domande e
portano cosa hanno saputo fare. Vorrei arrivare al loro livello, ma
sono arrivato molto tardi..."
"Vuoi
quindi metterti in pari. Ho capito. E vuoi mostrare la bella copia
della filastrocca?"
"magari
non la conoscono" disse lui con un sorriso a trentadue denti "e ho
trovato cose interessanti da scrivere. E ho scoperto che hanno aperto
un corso di papiri..:"
"Ah
si, ho approvato perchè mi pareva una cosa carina. Ma a te
interessa solo dipingere o anche farli, i papiri..:"
"Intendi
farli da zero? Non lo sapevo. Con queste cose manuali non so se sono
capace, però non sarebbe male. Si tratta di intrecciare, no?"
"in
verità vengono dati proprio i corpi dei papiri che v anno
sfogliati, fatti asciugare, intrecciati, battuti, fatti asciugare
ancora... è un procedimento lungo. Inoltre hai mani grandi,
devi
impegnarti molto per essere agile, non sei molto bravo con la
manualità" rise lei, guardando altrove come colpevole.
"Lo
so. i ragazzi dicono che con certi mestieri, si possono rovinare le
mani. E' vero?"
"Si,
se non si usano i guanti. Ma già per il tuo lavoro hai calli
e... rispetto a quelle degli altri, le tue sono più belle.
Dovrai accettare che possano danneggiarsi"
"Ho
delle belle mani?" chiese lui guardandosele "ma con le tue creme si
curano e proteggono, no? QUindi non ci sono problemi"
"In
parte è vero... prova! Vedi se te la cavi bene anche nel
fabbricare i papiri, altrimenti diverrai uno di quelli che provano a
dipingerli e basta. L'unica cosa che non volevo dire è che a
volte, per intrecciare e lavorare certe cose, ci vogliono
dita
sottili o almeno agili. Se ti senti, prova a farli, comunque.
però adesso è davvero tardi" disse lei, guardando
l'orologio da tasca preferito che teneva sempre vicino, che con il
meccanismo meccanico, scandiva il tempo rompendo i silenzi "non
dovresti andare a letto?"
"...posso
restare finchè non finisco?" mostrando un broncio strano
"per
quale motivo, gli uomini ti aspetteranno. Questa sera non ti sei
presentato per il solito casino serale"
"perchè..."
prendendo i libri fissandoli con lentezza"tutti vanno a letto nelle
loro stanze e... poi la mia sembra vuota e silenziosa. Non mi va di
starci troppo"
"..."
fissandolo attentamente senza dire nulla, mentre si sentiva solo il
ticchettare dell'orologio da tasca argentato.
"Come
te, no? anche tu ti senti sola, qui. E stavi sempre qui,
pensando agli altri là sotto..."
"Resta
quanto vuoi, ma devi dormire, però" tagliò corto
lei
troncandolo, tornando al suo lavoro, impugnando il pennino di
vetro, mostrandosi distaccata e seria.
"ok"
disse lui sorridendo di ringraziamento "se ti va, mi leggi la
filastrocca e la scrivo, e magari altro che gho già segnato
in
questi libri..."
Lei
sorrise, restando in silenzio, scrivendo, finchè non mise un
punto e decise di alzarsi,cambiarsi togliendo il piagiama e mettendo
abiti puliti dall'armadio e sedendosi vicino a lui, dettandogli la
filastrocca e le parti dei libri che gli piacevano.
"quindi
che dovrei fare? Cambiare i progetti? Perchè la gente
è
scema? Perchè non capisce cosa gli si spiega?"
"NOn
sto dicendo questo, ma inserire... no nsaprei, un cartello, qualcosa...
"
"Sei
serio? Un cartello per i muri Ah-ah? E a che è servito
allora farli fare?"
Kianta
era poggiata al muro del Lueurdesoie, uno dei nomi dell'edificio dove
Milan andava per incontri. Tutti i tipi di incontri. Era anche definito
le petite Trianon perchè qualcuno aveva avuto la faccia
tosta di
affermare che sembrasse, all'inizio, esclusivo di Kianta e la
voce era partita con la definizione di-maria
antonietta al suo trianon=""-.
Peccato che invece quel padiglione fosse di Milan ma si sapeva, quando
girava una cosa era difficile estinguere l'incendio.
Intorno
a lei a ventaglio cèrano Jd, e gli altri capitani, compreso
Gask
che era l'ultimo arrivato, eppure con disappunto di lei, finiva sempre
per essere considerato in ogni discussione e quindi presente. L'avevano
intecettata mentre aspettava che la smorfiosetta dell'ultimo periodo
uscisse per definirle chiaramente il suo ruolo e il suo posto
là. Più volte l'aveva trovata a vagare verso zone
che non
doveva conoscere e solo perchè Milan la lasciava
nelle
stanze del Casotto andandosene, non ricordandosi di mettere delle
guardie pe controllarla. Essendo un luogo sicuro e privato pensava che
anche la scema di turno capisse di tenere i piedi a freno dal vagare.
La penultima era stata buttata fuori, letteralmente nonostante le
proteste di Jd, dal cancello principale su una macchina che la
scortò fino a Parigi per direttissima, dopo che la
scovò
perfino dentro lo Chateau, ove non doveva andare senza qualcuno con
lei, a infilare il naso nelle porte che trovava aperte. Mentre la
precedente di questa, aveva osato varcare il ponte o i corridoi verso
l'ala dove aveva la stanza, vagando dal salottino di Milan del lato
opposto, perchè aveva voglia di esplorare, quandolànon
ci doveva stare.
E lei lo diceva e Milan orecchie da mercante! Di giorno lui stava
sempre nelle sue stanze e le ragazze che gli facevano da
accompagnatrici erano con lui nella sua ala, nonostnate le preghiere di
non far vedere troppo alle donne. Le donne sono come i gatti, che sono
come le serpi con le zampe, diceva sempre. E invece quella era finita
pure nel giardinetto dello Chateau, quello al centro della struttura,
che non dovrebbe essere aperto a nessuno tranne i membri, mentre quello
grande in fondo era per gli ospiti, più lontano, sicuro e
difficile da là, notare l'attività del corpo
principale.
E invece queste ragazze erano vogliose di ficcare il naso e con questa
non ci sarebbe andata tanto per il sottile, o stava nel Casotto o negli
appartamenti di Milan, senza muoversi da là o fuori dalle
balle.
Erano accompagnatrici, non militari o elementi della
COmunità e
si era stufata di fare il grande fratello con queste per controllarle.
Ancora di più se ogni volta che la vedevano si atteggiavano
in
faccette di sfottimento e derisione, mostrando più a lei che
a
Milan la mercanzia perchè, secondo il loro concetto
inespresso
pensava Kianta, le facevano capire quanto fosse meno di loro.
E lei odiava le donne che trattavano da schifo altre nate con
quell'apparato sessuale, mostrando come tra persone dello stesso sesso
non cèra da fare affidamento. Aveva odiato donne che avevano
fatto cose impensabili contro altre donne e non capiva come potesse
essere possibile. Lei odiava solo quelle donne che usavano gli altri
con il potere delle parti basse e trattassero gli altri da fare schifo.
Solo quelle detestava, e le amichette di Milan non erano da meno.
Una di quelle, visto che lui cambiava le accompagnatrici in base a cosa
voleva mostrare in date circostanze, aveva avuto l'ardire di
presentarsi nell'armadio di Milan mentre questi si vestiva e discuteva
con Kianta di una questione, con il solo accappatoio messo senza
coprire molto. E con delle pretese, che mutarono in offese.
L'embolo di Kianta partì via quando questa decise che la
faccia che lamostrava,
doveva essere di invidia e non altro come er ain realtà, e
iniziò a fare riferimenti stronzi, che andarono fuori
controllo.
Le aveva dato della misera guardarobiera, servetta ansimante
per
Milan, brutta, nana e invidiosa che non aveva nulla di donne vere come
se stessa ed era finita a fare la schiava del leader per questi motivi,
e disturbava con i suoi capricci. Per quanto Milan le aveva presentate
solo in quel momento e senza dirle che aveva interrotto una cosa
importante, la figa che se la sentiva aveva ordinato a Kianta di andare
via perchè aveva già rovinato la sua doccia
idilliaca con
Milan, perche l'aveva fatta di corsa per parlarle e quindi si stava
vestendo, e che andasse ad elemosinare attenzioni da qualche maschio
disperato. A meno che non fosse lesbica, disse alla fine, ridendole in
faccia, con gesti e pose da attricetta da quattro soldi.Visto e
considerato che non erano cose sentite per la prima volta, e la
macnanza di rispetto che le stava dando era la millecinquecentesima di
sempre, Kianta se ne fregò di Milan, spinse la stronza verso
un
muro e la prese per i capelli.
Sembrava di vedere un lupo andato fuori dai gangheri che rimetteva a
posto un gatto selvatico, ad altezze invertite.
NOonstante questa fosse sopra il metro e ottanta, venne trascinata
dall'altra più bassa per tutto il corridoio fino alle scale,
facendogliela letteralmente fare come un rotolo di carta igienica che
scappa via per terra.
Quando vide il trio solito, che le stava accanto su ordine di
Milan che accorreva per la scala per le urla, ordinò di
attaccare il cannello e prolungarlo davanti l'atrio, mentre faceva una
versione casalinga della corsa e rotolamento del formaggio
famoso, fino all'ingresso, riprendendola per i capelli e spintonandola
continuamente.
Quando fu giunta al portone, mentre gli uomini che lavoravano al piano
da basso si fermarono o uscirono dalle stanze per la caciara che la
ragazza faceva come se la scannassero, la spinse fuori, facendole fare
i pochi gradini sul sedere, mentre l'accappatoio ancora
indosso,
corpiva pochissimo per come si dibatteva.
"Tu non sei una di quelle stronze che adora essere guardata, ammirata,
desiderata, mostrando sempre anche le zone dove non batte il
sole? Ecco! Eccolo il tuo pubblico che ti ammira per quello che sei.
Spazzatura! ti permetti di lavarti, mangiare e dormire, qui, e
a
offendermi in tal modo e darmi della sottona, brutta e forse
pure
lesbica perchè non sono come te? permettimi di darti l
rispetto
che meriti, e per quanto mi riguarda puoi tornare a piedi con le cose
che hai indosso fino al posto più vicino, perchè
appena
avrò due minuti, prenderò il tuo schifo
da sopra e
verrò a tirartelo dietro, uno per uno
ficnhè no
nfiniranno! Prova ancora a prenderti gioco di me e della mia
persona, solo per le apparenze, e ti faccio
conoscere gente
peggio di me!"
"Stronza, come osi! guarad cosa mi hai fatto, sai io chi sono?"
rialzandosi e urlando contro Kianta, come fosse una pescivendola al
mercato, perdendo tutto ciò che la distinguevano come di
classe,
straordinaria, elegante.
"Oh, si! Una cagna in cerca di padroni danarosi che ti usino come
giocattolino di lusso per la vista degli altri. Non sei altro che
questo, e rispetto altre che conosco e rispetto che sono
SIgnore
in petto a te, non sei altro che una capra ignorante, vanitosa e
stronza, che si permette di deridere e dare della cessa e
forse
lesbica a chi questo posto lo tiene in piedi. E hai esagerato ad
offenredere Milan, il suo lavoro e tutti noi che lo seguiamo..."
voltandosi verso di lui,che guardava la scena non proprio felice dalle
scale"Ci sarà un'altra che meriterà di stargli al
fianco,
visto che sfotti i suoi collaratori e il suo lavoro! Girati e sorridi
ai tuoi ammiratori!" disse lei con un ghigno mentre la rgazza si
voltava e vedeva tutto il personale, che in varie zone
dell'ampio
atrio e poi zona anteriore, assistevano alla scena e a lei
con il
solo accappatoio, messo male.
"Mi hai tolto le mie cose, i miei momenti con Milan e non ho potuto
finire la doccia per colpa tua, stronza lesbica del cazzo!"
Kianta guardò Zidgy con una faccia peggio di prima e gli
urlò di dare la sua risposta alla.
"Pulite cortesemnte questa spazzatura in foma di gnocca, che non le ho
permesso di pulirsi...?" con sdegno.
QUello prese da terra un lungo prolungo blu e lo puntò verso
la
ragazza che venne inondata da un getto di acqua gelata , mentre Milan
scendeva dagli scalini della scala interna infondo, e la
raggiungeva sulla soglia della porta, chiamandola.
Kianta si voltò fissandolo arrabbiata,metnre la ragazza
urlava e
cercava di scappare, inciampando in modo stupido come fosse stato un
film demenziale.
"..." la fissò per un istante come arrabbiato,
confrontandosi,
poi fece qualche passo dopo di lei e fece fermare l'acqua. Quando la
ragazza riuscì a ricomporsi, gli urlò
arrabbiata
che non aveva preso le sue difese e permesso a quello
scimpanzè
anemico, indicando KIanta, di farle quello.
Al che Milan parlò con tono serio e diretto che Kianta non
aveva
fatto nulla di sbagliato vista la situazione. Anche s eun pò
estremo da prte di Kianta, lei invece aveva interrotto un colloquio
importante e privato, aveva offeso lei e la sua posizione e aveva anche
inteso qualcosa sul lavoro di MIlan come se nulla fosse,
mentre
mostrava tutto, affermano che cèrano cose più
importanti
che fare i supereroi mascherati. Il dialogo tra MIlan e Kianta dopo fu
non un diverbio, ma una chiarificazione delle cose.
"Lo capisci che mi hai messo in ridicolo davanti gli uomini?" le chiese
furioso, sistemandosi la cravatta che prima non era riuscito a mettere
per la foga di Kianta di buttar fuori la stronza gambelunghe, come la
apostrofò.
"oh, ti sbagli..." disse lei stravaccata sul divanetto della cabina
armadio/stanza "io ho salvato la tua reputazione e tutto i lresto..."
notando che si girava a fissarla non comprenendo le parole "Quella
donna è una delle tante che scegli per starti al fianco e
mostrarla,e fin qui ok... ma lei ha insultato il tuo lavoro, te, me e
tutti gli uomini là fuori e mostrando loro che non
accettiamo
prese in giro, offese e trattamenti del genere, ho chiarito come tu
metti in primo piano loro, il tuo impegno, e persone che davvero vuoi
vicino..."
"E te.." sorridendo.
"Mi ha dato della nana e di morta di gamberetti, oltre che
scimpanzè anemico... non sono anemica!"
"Tra tutte le cose, ti sei offesa per l'anemica?..." ridendo di gusto.
Era chiaro che aveva capito la cosa e non era più arrabbiato
ma
Kianta rincarò la dose.
"Se pensi che io abbia fatto male, và e gira come non fai
molto
tra gli uomini, ascoltali e commenta l'episodio per vedere se ho fatto
male o bene. Una delle cose che insegniamo qui è il
rispetto, la
comunità, le singole persone, l'impegno, e il Desiderio,
ossia
portare finalmente questo mondo ad un salto moderno ed equalitario... e
la prima cosa è far capire che no accettiamo ciò
che
pregna la società là fuori. Tu prova e poi mi
dici..."
"Tenterò! Intanto..." sorridendole beffando "vedo che ti sei
buttata sul divanetto per non leggere sul mio letto, eh? Questa volta
cèra una lei con me e non ti è venuto come al
solito di
spiaggiarti sul mio letto di piume!"
"NOn amo che usi materassi di piume, anche se le nostre sono
controllate e comprate apposta da poveri uccelli già morti e
non
vivi! Mi è bastato vedere con i miei occhi come prendono le
penne dalle bestioline e quanto soffriranno per aver preso quegli
animali, liberandoli, e aver fatto piangere quella gente! Ma io ho un
materasso di lattice, tu di piume e a che ci sono... è
comodo
per leggere! Ma da oggi non più..." mostrando un'espressione
schifata e rincagnandosi nella poltroncina con vero disgusto non
celato, facendolo ridere.
Quella fu una situazione estrema rispetto le altre e ogni volta Milan
sceglieva dalle scuderie delle signorine di classe, delle perfette
imbecilli, per non avere problemi con le scaltre faine, che
cercavano di guardagnare cose con l'astuzia, ma purtroppo le scelte
erano più sceme di un pagliaccio ubriaco. E a Kianta
iniziava a
pesare, il dover controllare quelle galline. Gli aveva più
volte
detto che era libero di fare cosa voleva e con chi, ma la cosa che la
preoccupava era principalmente che fossero pericolose per diffondere
elementi, segreti o altro che potessero ascoltare, oltre che
ricattarlo con altri. Ma a lui paiceva il gioiello da mostrare e quindi
puntualmente tolta una scema, ne spuntava un'altra. Che fosse
platinata, ramata, corvina o altro. Erano corpi e nulla più,
degni del grande Crazy Horse, ma con meno cervello se non
giocare
con le qualità naturali o meno, per ottenere i favori di
MIlan o
altri clienti. Tutte di gran classe ma fastidiose perchè
impiccione, prepotenti, giudicanti come tutti là
fuori, arrivando a offendere di fronte e dietro, e
sempre
pretenziose. Anche i diamanti hanno le inclusioni che li sporcano,
diceva Kianta. Ed era il minimo.
E così Jd quel giorno aveva saputo che lei era stazionata
fuori
dal Casotto, perchè non osava entrarci se cèrano
Milan
con, o solo le sue amiche, per aggunatare la nuova e metterla
in
riga. Non sarebbe finita male, ma voleva evitare altri accompagnamenti
forzati fuori dalla tenuta.
Con le altre no nera riuscito a fare nulla se non protestare, e ora
voleva fermarla da qualche mattanza per i troppi nervi, visto che
puntualmente le signorine se non offendevano le donne dello Chateau,
cercavano di fare le gatte morte con tutti, con somma ira di Kianta,
disturbando u nqeuilibrio tanto sudato. Voleva evitare gli altri
spiacevoli casini. QUando si superava la soglia massima entro cui lei
sopportava e somatizzava le cose, usciva fuori il suo lato profondo e
vendicativo che portava a usare la forza o venir presa da istinti
selvatici che neanche molti uomini loro o che cercavano di eliminare,
avevano in un colpo solo. SOlo Gask e pochi altri, avevano mostrato di
fare qualcosa di simile, ma erano situazioni in incarichi e pericoli
nel lavoro che potevano avere un senso, dove dovevi dar fondo al tuo te
stesso più profondo per farcela. COn Kianta era diverso, era
come se fosse uno spirito inquieto che prendeva il sopravvento al
massimo della rabbia. Ce ne voleva per farle scattare, normalmente, ma
erano bastati Alaric, Gask, il vecchio cuoco per farle uscire il lato
più nascosto, che Milan chiamava l'essenza del suo totem. E
meno
male erano pochi.
"Specificami"
rivolta a Jd poco contenta, mentre Alaric sbuffava distro lubo "chi
sono questicretini,
perchè sarebbe così, che non hanno capito un tubo
di
quelle costruzioni e tentano di scavalcarle, affermando che
cè
un errore strutturale! Per chi vuoi, chi è la capra?!?"
"Adesso
non importa chi... il problema è che molti non conoscono
questo tipo di..."
"Da
quando sono qui?!? E quindi dovrei abbattere tutti quei muri, fatti
specificatamnete, per quattro idioti patentati che..."
"Kiantaaaaaaaa!"
Si
voltarono, e Beppo correva verso di loro dalla sezione delle
gradinate, al solito con tutto indossato a caso, capelli al vento e la
solita aria contenta.
"Kianta,
devo parlarti, vieni!" arrivando come un forsennato e tirandole un
braccio.
"Beppo,
stiamo discutendo di una cosa importante. Non puoi aspettare? Dieci
minuti, promesso..."
"Ma
è importante! Io prenderò cinque minuti, facciamo
anche dieci! Solo..." tirandola.
"Vai,
parleremo dopo dei muretti ah-ah!" disse Jd, dicendo agli altri di
andare anahce loro, che dovevano controllare la partita nuova che stava
arrivando. Quando invece avrebbero stazionato là davanti per
evitare che Kianta tornasse e in qualche alterco, mozzicasse la
sventurata. Poveretta per modo di dire, pensava Jd, visto che era stato
inteso che no ndovevano mai andarsene in giro senza qualcuno ma ci
provavano ugualmente.
"Perchè
parlate dei muretti ah-ah? Qualcuno cè di nuovo caduto di
sotto
ed è rimasto come le capre?" chiese Beppo
fermandosi,
mentre Kianta guardava Jd con uno sguardo eloquente.
"Spiegami
comè che uno di dodici anni passati lo sa, e gente dai venti
anni in su si appiccica come fossero l'uomo ragno per un sistema di
difesa che dovrebbero conoscere!"
"Ormai tredici, non sono piccolo!"
"perchè
o sono nuovi ,o hanno fatto turni e ronde in sezioni distanti dai muri
e nessuno gli ha spiegato dicono..."
"Qualcuno
mi spiega cosa sono questi cosi che fanno ridere?" domandò
di colpo Gask fissando uno per uno tutti.
Il
gruppo si voltò verso di lui mezzo stupito e mezzo
incredulo,
pensando che stesse scherzando, ma fissava in faccia tutti
come
se aspettasse una risposta.
"Come
fai a sapere che è una risata?" domandò di botto
sospettosa lei.
"Credo
sia per la nostra intonazione" disse Lubo improvvisamente, parlando al
solito suo per pareri personali senza aver detto nulla prima "Ogni
volta che lo dite, sembra che diciate una battuta di presa in giro..."
"Credo
che abbia ragione" sorrise Jd, ripetendo come lo dicevano.
"Veramente
già ne avevo sentito parlare da Django, che mi
aveva
ammonito di non andare dopo quei muretti perchè sarei
tornato
solo in determinati posti specifici, ma dovevo consocerli..."
"E
cosa altro ti ha detto" domandò Kianta come prevenuta e con
gli occhi stretti stretti.
"Che
ci vuole a sapere che sono? E' facile..." disse Beppo "Muro ha-ha a
seconda dell’intonazione mima una risata sarcastica del ci
sei
cascato, ma anche il disappunto dello scherzo, tipo, non fa
ridere. Sarebbe un fossato e un muro di chiusura, senza che
sia
visibile in lontananza. Evita ad animali ed estranei di penetrare nelle
zone come prevenzione prima dei controlli e blocchi veri e prorpi.
In francese si chiama saut de loup, come sistema protettivo
non
visibile prima o come scherzi prospettici di continuità nel
paesaggio. Lascia l’illusione di essere liberi di
vagare e
continuare, senza recinzioni o fortificazioni finchè non
è tardi.Il trucco si vede solo al confine, la barriera
è
invisibile perchè c'è una pendenza creata
artificialmente
della stessa altezza del muro. L'ho detto bene?" domandò
alla
fine incerto.
"ottimo,
vedi come mostri di avere cervello?" disse lei, come una sviolinata a
Gask, guardandolo come fosse uno scemo a non aver cercato
informazioni prima.
"Li
ho visti e ho capito bene o male in funzionamento ma vorrei capire
meglio, sono andato quasi al bosco delle lucciole e poi sono..."
"COSA?!"
fossandolo male "Sei andato, dove? Lo sai che quella
è una zona vietata, vero?"
"perchè
sarebbe vietata? non fa parte sempre della casa? Milan mi ha detto..."
chiese Gask non capendo la questione.
"i
posti definiti vietati, sono off limits per dei motivi che non
è
detto ti debbano essere spiegati. Se Milan non ti ha dato specifica
autorizzazione e a me firmata, là non puoi andare.
Già
che sei andato in giro, a casaccio, vedendo quelle sistemazioni
paesaggistiche e di protezione, e ti sei attenuto a una
spiegazione sommaria di Django è sbagliato. Dovevi chiedere
maggiori spiegazioni e..."
"Va
bene, la prossima volta domanderò prima e non
scavalcherò
questi muri. Lui me lo aveva detto dopo. E non andrò alla
foresta..:"
"Scavalcherò?!?
Non ho capito bene!"
Jd,
mentre Kianta era voltata a fissare Gask con rabbia, fece no e
mimò con la boccaa
questi, portandolo però in confusione e facendolo restare
zitto
come uno scemo. Beppo attirò l'attenzione di Kianta su cosa
voleva dirle e se la tirò via, lasciando il gruppetto solo.
"Posso
sapere perchè ci troviamo qui, nascosti come
ladri,
a parlare di una cosa che dovremmo fare nella Sala?" chiese Gask sempre
più confuso.
"Perchè
è pazza, ecco perchè..." si intromise Alaric che
era rimasto zitto fino a quel momento.
"Ecco..:"
iniziò Jd, vedendo gask confuso "lei attende... una persona.
Per questo..."
Jd,
un istante dopo Alaric e nulla Lubo, che invece rideva, fecero le
domande come urlante e con espressioni diverse. Ildi
Jd come se domandasse davvero chi fosse preso alla sprovvista. Alaric
con unveraente sorpreso
come se no nsi aspettasse fosse vero, e Lubo nulla, rideva.
"Come
chi. Tutti la sera parlano di questo trianello e che Kianta
è la
nuova Maria antonietta, si dice cha la chiamano la signora del debito
totale..." mostrando di non capirci davvero nulla, da cosa sapeva alle
risposte di tutti.
"Ma
davvero!" disse aspramente Jd, voltandosi incazzato verso
Alaric,
che fingeva malamente di essere occupato a guardarsi altrove.
"Queste
idizie da bevuta seraledimenticale.
Questo luogo è un Casotto di Milan. Non ti è
sembrato
strano che dormisse poco nei suoi appartamenti? Che stesse sempre
altrove?"
"Casotto...
così lo chiama lui, è praticamente un palazzo di
due
piani e una mansarda nascosta, il trianon di Milan!"
"Basta!"
urlò Jd ad Alaric che si era intromesso di nuovo "E'
dall'inizio
che metti ingiro cose false e Milan non ha gradito la
pubblicità
al uso luogo privato. E continui... lo so che sei stato tu che lo hai
detto ai tuoi, che Lia chiamava scagnozzi, e a tutti gli altri di
rimando. Sii adulto e ammetti la cavolata che hai fatto, che ha solo
danneggiato Milan. E' dovuta diventare una zona proibita! Quindi taci!"
facendo innervosire l'altro, per poi voltarsi verso Gask, indeciso su
cosa fare o dire dopo quello scambio di battute, ma Jd
continuò.
"Le
fesserie che hai sentito sono totalmente sbagliate, inventate da
qualcuno che aveva troppa voglia..."
"Chi
sarebbe Lia?" domandò improvvisamente e tutti si accorsero
dell'errore. Per la prima votla parlavano di lei a qualcuno,
per la prima volta ritornava il suo nome dopo tempo e Gask per
la
prima volta lo sentiva, dal poco tempo che era arrivato.
"Non
capisco..." balbettò Jd mentre Alaric diceva che non aveva
sentito nulla e Lubo voltava il capo, dopo aver fatto cenno di no con
la testa.
"Ma
hai detto..."
"Ascoltami,
non badare a qualcosa che ti sembra di sentir male" sviando la cosa
cosa con una mano, non facendolo voltare verso gli altri con una mano
sulla spalla nonostante la differenza d'altezza "questo posto
è
il luogo privato di MIlan che..."
"me
ne aveva parlato e fatto visitare, ma non aveva mai accennato
a
nulla di ciò. Diceva solo che era la Porta dell'arte e della
vita. E..."
"Ah,
l'ha chiamato così! Sempre a inventarsi nuovo assurdi per
posti che..."
"Alaric!..."
urlando quel nome con un tono che non ammetteva altre repliche "Gask,
voglio che tu capisca, adesso! Questo Casotto, non importa
come
lui lo chiama veramente, è un luogo... privato di Milan. Non
so
se hai visto i suoi appartamenti, che prendono tutta una zona
dell'ultimo piano dello Chateau, nella zona sopra la nostra,
la
sezione sinistra dal davanti dello Chateau..:"
"Si
mi ha fatto fare un tour dopo di te. Mi ha detto che tutta la zona
sopra è sua e che guarda verso il boschetto e Parigi...
almeno
così ho capito..."
"Bene,
tutto il piano è suo! Almeno quello dell'ala... Mentre ha
adibito a stanze per gli ospiti tutte quelle dall'altro lato, dove
cè Kianta. Inizialmente lui voleva far creare una nuova
sezione,
ossia unire le due ali nella zona finale per un nuovo corridoio che
collegasse una punta all'altra..."
"negli
gli appartamenti di Kianta, capito"
"No,
lei non ha appartamenti! E non è per questo, lei sarebbe
capace
di andarsene a vivere nei casotti dei guardiano per quanto le riguarda!
Immagina l'ala come un rettangolo con esempio dieci stanze in
successione. Milan l'ha poi fatto fare ma a metà, sospeso
sopra
igiardini e non fruibile per nessuno tranne lui, le sue Ombre e
Kianta.E gli inservienti..."
"Si
con quelle porte nello stile dell'edificio che bloccano il ponte da
entrambe le zone, ho capito"
"Esatto,
ma Kianta non ha tutta l'ala. Non la volle all'epoca e non le interessa
adesso. All'inizio un'altra persona aveva preso quella che dava di
fronte alla porta del ponte sospeso, ma poi non so per qauale motivo
scelse quella in fondo, l'ultima. E' stata sistemata da due stanze
diverse, togliendo una parte di un muro, collegandole. QUindi ha un
ambiente più grande della sola camera da letto ma
è solo
per l'esempio, due stanze su dieci. Milan invece ne ha nove,
quella più vicina all'angolo è diventata il suo
armadio..."
"Quindi
quello che ho visto da Milan..:"
"Era
tutto ciò che è la sua zona. Si parte dalla prima
stanza,
ossia la seconda porta dopo la prima stanza svoltato l'angolo , la
prima è divenuta l'armadio fruibile solo dalle altre stanze,
chiusa dal corridoio. Ogni stanza di quelle è chiusa dal
corridoio dall'esterno tranne una, quindi apribili solo dall'interno.
Precauzione dice. QUindi si va dall' anticamera, salottino, camera da
letto, bagno e sala da bagno, due cose diverse, che è
l'ultima
cosa alla fine dell'ala. La Camera da letto è di
fronte la
porta del ponte. Il fatto è che di giorno usa quegli
appartamenti, ma in altre occasioni se è qui,
preferisce
questo edificio... " guaradandolo. Dalla forma tutta angoli, non
ricordava la forma della pianta e che prevedva un ampio spazio luce al
centro con delle balconate che giravano intorno che davano poi alle
zone dell'edificio.
"L'ho
visto da dentro e per le balconate sembra quello del Capo ma
è... diverso"
"Quello
è un edificio moderno in stile americano arricchito. Questo
è progettato e studiato per richiamare lo stile ottocentesco
dall'esterno, che sembra più austero ma moumentale, nel
sneso
che sembra più grosso di quel che è e,
all'interno
richiama quello settecentesco. Se da fuori a Kianta piace, l'interno
molto, molto meno..."
"Perchè?
Anche il capo aveva cose simili"
"Il
pacchiano moderno è un pugno nello stomaco seguito da quello
in
un occhio, dice. Il settecentesco stile Luigi XV, è famoso
anche
con il nome rococò, quello in cui ha vissuto Maria
Antonietta
e... se a Milan denota bellezza, arte, grandiosità e, boh,
tutto
quello che gli piace... A Kianta richiama solo pacchianeria,
ostentazione e... odia l'interno da non volerci mettere piede! DAlle
decorazioni così oro che dice che le fanno male gli occhi, i
decori floreali, le boiserie, coordinate per forme e colori, con gli
arredi della stanza. E ogni stanza è diversa.Tutto
richiama gli stili da Luigi XIV a Luigi XIV, quindi puoi
immediatamente capire e riassumere..." ma vedendolo perplesso gli
chiese cosa ricordasse dell'edificio interno "Come ti è
sembrato
l'interno?" gli domandò, portnadolo a riflettere.
"Cè
qual grande spazio centrale bagnato dalla luce del tetto a vetro. Dopo
che si entra dalla porta ci sono quegli strani scalini a onda o ferro
di cavallo con gli angoli, che scendono verso la zona
centrale, che si divide nella sezione inferiore, e quella
superiore per le scale. Al centro in fondo delle
scale epr
andare al piano superiore, dove cè questa balconata che gira
tutta intorno a questa parte centrale e...
"
Ma io mi riferisco più al sopra... Ogni stanza ha una
funzione
specifica, come i suoi appartamenti e in successione. Cè la
stanza da bagno, la sala da pranzo, il salotto per ricevere, gli spazi
per intrattenersi e giocare, e così via. Tranne rari casi,
dove
Milan vuole sconvolgere l'ospite con lo Chateau, ospita e riceve le
prsone qui. E Kianta gli sta lontano..."
"per
non essere di troppo..."
"No,
perchè le fa schifo che Milan sta con le sue amichette di
sopra,
difatti non vi è mai entrata. Se non all'inizio per sapere
come
fosse ma niente più. la zona circolare di sotto di cui tu
parli
è la zona concerti..." disse Lubo come se parlasse di quale
macchinario usare per gli esercizi. Ma jd riprese la parola.
"Acolta,
tu sei arrivato qui poco prima di Beppo. Abbiamo incontrato lui dopo
quattro o cinque settimane dopo di te, ma da quel momento è
passato abbastanza tempo per te per interessarti ad altro che
allenamenti, serate e passatempi con tutti gli altri, voler aiutare
Milan in tutto. Capisco che questo ti mancava prima e ti sei trovato
bene, ma... magari tu sei quella persona speciale per lui, ma
concentrati sul fatto che hai tuoi doveri e impegni. Non te
lo
dimenticare"
"Ma..."
disse Gask guardando strano Jd, andando con gli occhi verso Lubo per
cosa aveva detto "credevo di aver già fatto molto. Kianta
quanto
ha fatto da quando è qui, come parità?"
"Cosa...
lei è un'altra cosa" esclamò Jd prima confuso e
poi
indispettito "Non è un membro che possiamo dire regolare,
non
è una militare a tutti gli effetti anche se su quello..."
mostrando quanto invece lei non ne fosse felice "tu e lei siete
diversi. Tu sei un militare fatto e finito, lei no. La cosa
è
diversa. Kianta ad oggi è con noi da circa otto mesi, tu sei
entrato pochi mesi dopo, una manciata, che non dimostrano nulla. Tu hai
capacità ed esperienza alle spalle, sei venuto tu qui e hai
giurato di fare del tuo meglio per il Cambiamento e il nostro stile di
vita. NOn credo sia necessario ricordati tutte le regole, le promesse
fatte quando sei diventato effettivo e..."
"Ma
se è qui, allora lei è una di noi. Come noi.
Perchè dite che non è così?"
"perchè
rispetto a te, mi dispiace dirlo, non fa parte del nostronoi.
Se per Milan tu meriti un posto tra noi, anche se sai essere pazzo
quanto lei, non è possibile indicarla dei nostri. E' come un
alieno..." cianciò Alaric ridendo di gusto
"Lascialo
stare. Voleva dire che è... una figura diversa. Avere le
nostre
competenze e addestramenti passati, non la decreta membro effettivo
delle forze armate, diversamente da te. Anche se... tu non hai come noi
un curriculum regolare,ma la situazione è diversa. Non so
cosa
ti abbia detto Milan, ma uno dei motivi per cui Kianta è
così scontrosa, ritrosa con i contatti umani e stare con e
tra
gli altri è dipeso da questo. Accettazione e
categorizzazioni.
Milan da un certo punto di vista vuole vedere lontano ma cade sempre
nell'errore di voler posizionare la gente e tenerla in una ubicaione,
in un ruolo, e situazione a suo parere giusta. Ma questo
porta a
differenziazioni sostanziali anche nel come viene vista e trattata.
Oltre al suo passato..." con una smorfia non felice.
"E
quindi non è una di noi? E' come la segretaria di Milan?"
"NO!"
quasi urlò Jd con le mani in aria come per zittirlo,
e si
guardò intorno, vedendo Kianta che seguiva Beppo per
chissà qualche discorso le volesse fare più
avanti "La
segretaria è segretaria, non è come Kianta
perchè
Kianta ha una posizione unica e difficile da spiegare. Ma non farlo,
mai, mai più! Non devi mai paragonare qualcuno a Kianta o ti
odierà di più, vorrà staccarti
qualcosa e
peggiorerai le cose. Lei anche tramite le lezioni cerca di insegnare
che i paragoni nel lavoro, come in qualsiasi altra cosa sono
deleteri, offensivi, morlmente distruttivi. Ogni persona è
unica, diversa e capace per sue qualità. Ma paragoni come si
fa
nella società là fuori dove tra due o
più
soggetti, i migliori sono quelli con i soli voti, mai. Qui trattiamo le
persone diversamente, come è accaduto con te. Solo che tu
nonostnate tutto il tuo background, hai un carattere opposto al suo,
difatti anche dopo la corsa sulla sabbia, la gente qui ti ha visto
meglio, gli sei piaicuto, sei amico di tutti e ti rispettano."
"Lo
rispettano per quello che ha fatto secondo loro di figo, solo questo"
"Alaric!...
ascolta, Gask non badarci, qui da molto tempo
abbiamo
lavorato come un tot di persone fino a sfiancarci, per avere solo
qualità! Ma abbiamo solo fatto peggio... poi abbiamo cercato
di
ingrandire il numero e sempre con persone che erano qualcosa per noi,
non solo grossi numeri per apparire o scegliendo solo i primi
dieci dei test, come in altri. Ci sono persone che sanno dare in certe
situazioni più che in altre, che non brillano in qualche
cosa, ma sono meno dei livelli che si vorrebbe normalmente
altrove..."
"nel
senso..."
"nel
senso che la società là fuori cerca di aver tutti
allo
stello livello, o scremare solo con persone che i dati
catergorizzano... seguendo delle tappe prestabilite con dei risultati
prestabili, mentre gli altri che non riescono ad omologarsi,
raggiungerli o essere per qualche motivo, ma che hanno altro che quelli
là fuori non sanno vedere, sno scartati o trattati come
inutili
o peggio. E qui cerchiamo questi soggetti. I migliori per noi non sono
quelli delle statistiche e risultati al voto più alto, ma
quelli
che danno frutti nei modi inattesi. Come te! Una delle cose che Kianta
non ammetterà mai è che tu sei uno di quelli che
potrebbe
ammirare, che sono più capaci con le abilità
melee, di
forza e ingegno, come lei e visto chi sei, e le viene rabbia
perchè come quel trio che ha sempre accanto, siete capaci
senza
armi..."
"Ah, il trio delle tre preghiere... se si muovono la gente prega
davanti a loro e cosa possono fare. Ma in effetti fanno poco..:"
"Come il detto, il trio del'ave maria si fa pregare..."
Alaric e poi Lubo con il suo intervento, parlando tra loro, risero alle
battute. Le battute facevano loro venire di continuare con le prese
in giro perchè di fatto erano le Ombre ma facevano
poco,
perchè Kianta non aveva bisogno se incazzata davvero, di far
fare ad altri . Lei faceva sempre da se, al massimo quando non le
andava di sporcarsi le mani e non cèrano alcool e salviette
disponibili, ma sempre chiedendo se potessero farlo, come una richiesta
e non un ordine. E gli altri ridevano, perchè dovrebbero
essere
impostati come ordini, ma lei con loro non lo faceva.
Agivano, ma
solo in determinati moemtni, restando a braccia conserte ad assistere,
solo in determinati momenti e situazioni loro mostravano l'interesse ad
intervenire di fatto, mettendosi a ventaglio davanti o dietro
di
lei. Ma per poca roba, insoma gli altri ridevano
perchè
menavano o facevano didietro larghi raramente. Se intervenivano davvero
però erano cavoli amari dei malcapitati, non a caso quei tre
erano prima secondi di Lubo, Jd e un loro amico. Se da un lato per le
posizioni era un onore essere un'Ombra, anche assegnata a
qualche
ospite, per quei tre era un pò una barzelletta, visto che
come
Milan, Kianta li aveva sempre dietro ma usavano poco le loro
abilità perchè non avevano bisogno di mani vere e
proprie
per agire, ma occhi in più.
Ma jd fece finta di nulla, continuanto la questione.
".. Se molti dei nostri sono abili con le armi che sembrano l'estesione
di loro stessi, armi moderne e automatiche, noi siamo vecchia scuola.
Tutti quelli di oggi sono preparati su armi moderne, le conosciute e
facili da reperire o da avere negli addestramenti. Io, tu, altri siamo
invece più in sintonia con armi vecchio stampo, metodi meno
moderni, il mio fucile da cecchino non è di quelli attuali,
superfighi che fanno tutto loro. Come dice Kianta, così
è
tutto più facile! Infatti noi cerchiamo persone che sappiano
fare il loro lavoro indipendentemente dall'arma o equipaggiamento,
perchè se fa tutto l'arma sei un militare a metà!
Uno
come te che usa più le pistole e le armi bianche, che i
fucili e
mitra come noi, è diverso. Soggetti diversi da quelli per
cui si
è addestrati oggi. Noi cerchiamo i migliori.."
"Va
bene, ma la sostanza? Ho capito che cercate quelli che normalmente
sarebbero scelti in secondo step, perchè il
militare deve
essere quello che segue senza ripensamenti, tentenammenti, a occhi
chiusi... lo so! Anche al Capo piacevano quei tipi..."
"Ma
ha scelto te..."
"Mh..
" fece lui con una smorfia "diciamo di si... ma gli altri
dovevano essere in un certo modo, come so per qualunque gruppo
speciale. Ho capito che non cè molta differenza, alla fine,
è meglio il soldato che non sa pensare ma agisce su
ordini, che uno capace di calcolare ogni situazione
nelfrangente e decidere di suo come meglio agire... prima si cercavano
persone come la prima categoria, ora sembra che facciano come voi! E'
un soldato, guardia, guerriero, un essere che non è
un'appendice
del comando ma di più. Così diceva il Capo
aggiornandosi
tramite le sue reti sui vari reparti e gruppi militari del mondo.
Devono saper affrontare la minaccia, sia interna che terroristica,
anticipare ogni attacco, prevedere e adattare la propria condotta di
conseguenza anche se diversamente dagli ordini ricevuti,
purchè
l'obiettivo sia raggiunto. Devono essere capaci oltre ogni
possibilità di un soldato comune classico e
moderno, per
intervenire e proteggere cittadini, territorio, soggetti specifici.
Hanno l'incarico di pattugliare e osservare le aree sensibili, calde,
con la differenza di un soldato normale è che non avendo un
cervello vuoto, possono vedere, cogliere, captare cose che
quelli
di base non noterebbero o scoprirebbero. Questo dice il capo e credo
anche sapeva di voi, quando voleva trovare uomini nuovi e capaci negli
ultimi due anni. Diceva che ormai si cercavano non fantocci ma persone
con cervello. I livelli e risultati che prima erano la chiave per avere
i migliori solo da alcuni lati, adesso erano tolti per lasciar spazio a
persone veramente valide su molti aspetti. Non più
fisicamente
dotati sopra al top, efficienti, valenti solo sul piano fisico e
comportamentale come prima. Dice sempre che ormai la gente vuole per
davvero tipi brillanti e preparati oltre il fisico, e a volte
non
è detto per forza su quello. Devono essere validi,
intelligenti,
ingegnosi, dotati e non soldatini come fatti in serie..."
"Ecco
perchè Milan e lui vanno d'accordo! IN un certo senso se la
intendono su certe cose. NOn a caso il tuo Capo aveva bisogno di
elementi validi per i suoi affari e no nvoleva imbecilli qualsiasi...
Il fatto è però che tu alla fine, perdonami se lo
dico,
sei più vicino all'apparenza del soldatino fisicamente
perfetto
e non altro, di cui il tuo capo parlava. Appunto, apparenza... Il tuo
problema è che non hai avuto a quanto pare i mezzi per altre
cose, ma con le Lezioni recupererai, vedrai. Anche se non capisco
perchè tu voglia fare l'ombra di Milan, qando puoi
impegnarti
per il tuo obiettivo di essere migliore... "
"Voglio
essere superiore agli altri per non trovarmi al di sotto... Che non vi
siano personepiùdi
me. Che non vi sia alcun male nel mondo sopra di me. E per non dover
mai... voglio diventare qualcuno di speciale con i miei mezzi, i miei
sforzi, le..."
"L'uomo
che supera se stesso con la fatica, con la voglia e il desiderio di
farlo. Crederci, usare tutte le proprie forze... il problema
è che tendi ad agire in un certo modo e non è
positivo..." accennò in senso positivo Lubo.
"Cosa
ho detto di male poco fa? Ho capito che ti riferisci a quello ma io..."
"Cosa
hai combinato con quei muri?"
"Eh?
Oh, ho solo deciso di risalirli per non dover fare il giro,
ammucchiando dei sacchi e arrambicandomi..."
"Ma
li hai tolti spero... più volte capita che la gente per
curiosità, trekking, ragazzini dei villaggi e paesi vicini
vengano qui per il brivido del pericolo e tentino di fare Urbex... Se
lasci quella roba per fare livello e scavalcare, non servono a nulla..."
"QUindi..."
"Toglili...senza
dirle nulla!"
"Ma
una delle regole non è chiarezza, fiducia..."
"Per
te è meglio evitare, fai meglio...lei è quel tipo
di
donna che non ha bisogno di arrivare alle mani per tenerti sue spanne
in basso rispetto a lei, e che all'occorrenza se le fai
girare
sufficientemente i coglioni lei ti fa pentire di esser nato. Ma questo
avviene finchè non si superi una certa soglia, dove tutto
viene
affrontato con molta calma, dignitià e classe comunque. Ma
appunto finisce quando le cose dette o fatte rasentano o superano quela
linea da non farle varcare mai, se si ripetono troppe volte le cose
dimostrando di non aver capito e migliorato e una così
grossa da
farla arrabiare male e allora addio... Per questo vedi di capire come
non farla..."
"Io
faccio parte di voi, giusto? Come Capitano, adesso. Milan ha voluto che
lo fossi, quindi ho responsabilità e doveri. E sono dei
vostri
come militare e membro di questa Comune! NOn ho intenzione di essere il
super partes. Voglio esserlo come persona e abilità nel mio
lavoro e percezione.Se siamo tutti uguali, lo sono anche io! Voglio
superare me stesso, ma non in questo modo. Glielo dirò e
chiederò a lei se è meglio toglierli o fare
altro..."
"Aspetta,
se lei scopre..." ma Gask era andato e seguiva Kianta e Beppo per
parlare, mentre questi due erano più avanti e il ragazzino
gesticolava e camminava come in diagonale, guardandola e
parlando
eccitato o altro.
"Succederò
il casino, lo sento!" rise Alaric,mentre Lubo faceva solo una smorfia,
ma non smebrava di preoccupazione.
"Mi
auguro che non accada qualche casino, ne ha già combinate e
lei
oggi non è di buon umore...." restando vicino il muro del
Casotto, osservando i tre che si allontanvano.
Un
anno e quasi cinque mesi prima
Lia
si vestì con cura. Un completo di pelle morbida, di ottima
fattura sgraffign... no, pensò, presa in prestito. Si, era
solo
per poche ore, niente di che. La giacca nera con colletto ampio le cui
punte arrivavano al taglio delle maniche e tutte bordate di zip dorata
decorativa, le stava corta all'apparenza. Per lei, e come si vedeva.
Non era abituata a mostrare molto prima, lo odiava, come aveva imparato
ad odiare il suo corpo per sua madre e le altre compagne, dei vari
anni. La chiusura era la metà della giacca, si fermava poco
sotto il seno, lasciando uan zona scoperta a V, mostrando l'ombelico.
Le tasche erano in diagonale e così piccole e strette che si
chiese perchè farle proprio e non solo decorative. Chiuse la
zip, in diagonale anche questa, che partiva come dal cuore e scendeva
dal lato opposto a metà del busto. Tutte le parti metalliche
erano dorate, non le andava mai il dorato ma cèra questo
facile
da prendere e doveva andar bene. I
pantaloni di pelle anch'essi avevano inserti di zip e decori
in
metallo dorato, come il bottone. Erano a vita bassa e si
domandò perchè bisognava vestirsi con tutta la
pancia di
fuori per moda, con pantaloni stretti come se fossero due taglie meno.
Volendo le stavano bene, ma odiava sentirsi costretta che fossero
fianchi, gambe, busto, braccia. La vestivano bene, era stata fortunata
con la taglia, ma fece una smorfia delle sue gonfiando le guancie e le
labbra chiuse notando come non si sentiva a suo agio, per niente. Ma
doveva star zitta. Non poteva fermarsi in quel frangente.
Prese
degli stivali alti fino al ginocchio sempre di pelle nera come il resto
e si guardò. Mancavano i capelli e il cappello. Ah, gli
orecchini, pensò. Prese enormi cerchi che per ampiezza
sembravano cavigliere per elefanti, disse tra sè, ma poi si
fermò. Prima la parrucca! Prese dalla testina il modello
prescelto, che arrivavano a poco sotto le spalle, accarezzando il
colletto ad ali aperto, e curò con massima attenzione la
porzione anteriore, i baby hair sulla fronte e l'anima per la zona
sopra l'orecchio. Aveva preso lezioni da Madame per molte cose, anche
il comportamento, e ora valeva tutto in una notte, quella. I test
comprendevano anche quelle lezioni, ma a che doveva stressarsi per
sapere come muoversi come una donna gnocca, come diceva lei, doveva
buttare tutta la mano sul tavolo e tentare. Doveva andare
così! I
capelli erano identici, quindi non vi erano problemi. Così
come abiti e accessori. Andava bene, dovev andare! Controlò
da varie angolazioni la parrucca, sembrava la sua testa naturale visto
che costava veraente un occhio! Mai aveva avuto mille e seicento
dollari nella sua vita in mano o forse in generale. Forse per anni dai
regali dei nonni pensò, ma visto quanto le davano servivano
10
anni di risparmi dei regali dei nonni, per arrivare a quasi alla cifra.
Quasi! E lei l'aveva in testa, invece. Però l'effetto era
meraviglioso. Doveva ammetterlo.I suoi capelli naturali aveva deciso di
tagliarli per levare una delle cose che l'avevano tormentata nel
passato, sempre per chi aveva solo da lamentarsi e mai effettivamente
dare una mano. Aveva odiato i capelli lunghi da bambina e poi
ragazzina/adolescente. La
madre le urlava contro che faceva schifo a vederla rispetto le altre
bambine. Diceva sempre così! Fai schifo a vederti. Non ti si
può guardare. Non cè una cosa che sta bene. Le
altre
hanno avuto figlie che ci vuole il cuore a guardarle, mentre tu fai
piangere i polli. Non calcolando che le figlie delle altre avevano
abiti che stavano bene A LORO, mentre ne suo caso che piacevano ai suoi
ma erano come accoppiare le cozze col bacon. Una
volta, perchè erano ricci particolari e avevano bisogno di
cure
che ne lei, che quella intelligente della madre conoscevano
perchè li aveva lisci, l'avevano portata da sua nonna che
riceveva un parrucchiere in casa che Lia stessa definì poi
lo
sterminatore di capocce. Le aveva tagliato, su indicazione dei geniotri
e nonni, così corti quei poveri capelli che le erano poi
cresciuti ancora peggio di prima. Sembrava un leone della savana con
dei boccoli grossi che lievtinavano... e la situazione era peggiorata,
perchè se prima non sapevano come gestire quei capelli, un
riccio diverso da tutti, avevano decretato che era meglio tenerli
corti. Ma tagliandoli in quella maniera come se fosse passato un
decespugliatore con lame arrugginite, era risultata peggio, molto
peggio dopo il primo shampoo. Era stata sempre lei a dover poi litigare
con capelli che urlavano aiuto da tutte le parti. Avevano bisogno di
cure particolari, e lei non aveva ne i prodotti ne le conoscenze per
farlo. I genitori non ne volevano sapere di usare qualche soldo in
più, ma urlavano come dannati perchè no nera di
bella
presenza, unito ai vestiti che sceglievano loro e i disastri ocn
parrucchieri del cavolo. Quel tizio era parrucchiere da uomo e neanche
in regola, andava in casa e le aveva devastato la chioma, ma a nessuno
importava. Le urlano, i ceffoni e le cose sbattute o prese a pugni
erano rivolti a lei che non sapeva apaprire bene. I capelli divennero
di base molto più gonfi, difficili, i boccoli naturali
grossi e
pesanti avevano preso la brutta caratteristica di gonfiarsi e
incresparsi ancora di più. E se lei non riusciva a gestirli,
tutti urlavano contro di lei, senza davvero fare nulla, peggiorando il
suo modo di vedere gli altri e se stessa. Ogni cosa era sule sue
spalle, pesi che non poteva gestire senza denaro e
conoscenze,
per qualcosa per sistemarli. E così aveva ormai una testa
piena
di boccoli ma come uscita dalla centrifuga di una lavatrice e
ovviamente le stavano male senza le ciocche strategiche anteriori che
tirava indietro. Come quel dannato ritratto trovato da Alaric,
pensò. E così da quel parrucchiere,
ogni anno aveva
inizato a contare le volte che i genitori la rimproveravano aspramente
o la minacciavano di tagliarle i capelli di notte, pur di non vedere
quello schifo sulla sua testa. E tutto si accamulava in lei, in
negativo. Ma
non sarebbe un controsenso, pensava lei dai quattordici anni, quando
aveva iniziato ad esserle stretta la vita, la scuola, la famiglia e la
consapevolezza che era sola, sola con tutti intorno solo ad urlare e
pretendere, quel dicevano e facevano?. Vedeva
le compagne di scuola o colleghe di quella cavolo di musica
pomeridiana, che la prendevano giustamente in giro per come
la
conciavano i suoi, ma non sapevano, credendo fosse lei
e
solo lei. Arrivavano tutti a dirle di star lontano da loro
perchè faceva ridere ed era una persona pessima, senza
neanche
averla mai conosciuta veramente, come persona. E
urlavano e urlavano, ripensò lei guardandosi allo specchio,
provando dolore sordo nel petto alle loro voci che risentiva identiche
come fossero presenti. Che le ricordavano come fosse penosa rispetto le
altre, che non permetteva di dire nulla con orgoglio ai suoi
perchè per la disperzione non andava male a scuola, ma non
le
veniva di svenarsi sui libri oltre il necessario. IN musica non era
portata ma loro credevano dovesse diventare chissà che asso
famoso e no ncèra nulla in lei da vantare. E qundi come le
dicevano tutti, non valeva niente e non era nulla. Aveva male da vivere
dalle scuole medie ed era peggiorata.Lle lamentele delle sue compagne
che le dicevano quanto faceva sfigurare la classe, oltre che
loro, con la sua presenza, vestita come una di mezza
età
perchè per i usoi gli abiti per la sua età non
andavano
bene. Con i capelli sempre gonfi che teneva legati con le mollettine ai
lati, ma volevano cure perchè la mattina riusciva a
sistemarli
con vento, umidità e altro erano ingestibili. Il suo umore
sempre disperato e triste che mascherava, fingendo come poteva,
facendola apparire solo scema e svampita. Ricordava
ancora, seguendo con le dita la lunghezz adi quei capelli mossi della
parrucca, come voleva solo piangere e urlare di voler morire, a tavola,
sentendo i suoi sbraitare che faceva schifo e quei capelli dovevano
eliminarli un giorno o l'altro, quando dormiva. Perchè erano
stufi di non potersi vantare di lei in nessun modo, che nessuno dicesse
belle cose su di lei, che la gente non parlasse di lei su niente se non
come la facevano apaprire i coetanei e professori imbecilli. Lei li
teneva lunghi sotto le scapole per cercare di imitare le altre, come
tentava con tutto il resto, con risultati discutibili. Lei
non era fatta per mentire, fingere, nascondersi dietro una maschera.
Quanto dolore ancora provava, dopo solo pochi mesi che era scappata,
fingendo la sua morte. Eppure non le riusciva di guardarsi allo
specchio, quasi mai, eprchè rivedeva solo la perduta,
inutile,
stupida, delusione vivente. Sarebbe
riuscita nel piano? Voleva
solo romprersi la testa là, quel momento contro lo specchio
e...
No, disse tra sè, guardandosi e pensando che doveva solo
aspettare poco, il primo lunedì del quinto mese. Sistemò
gli orecchini e mise un borsalino nero con ampia fascia nera
lucida, e una tesa scesa da un lato. Lo
faceva anche per sè, disse a voce alta al suo riflesso.
Aveva
sognato tante volte che accadesse qualcosa per dimostrare
ciò
che era ma nascondeva per paura. Era solo per se stessa e cosa pensava,
disse amaramente. Se era diversa anche per genere o altro, che sarebbe
successo? Era una neutra, ma avrebbe peggiorato le cose?
E di nuovo nello specchio vide qualcuno che non era lei e si
chiese quanto di lei vi fosse ancora vivo dentro, per
riuscire a
salvarsi. "Nulla.
Nulla ti dico..." amaramente.
Prese
una borsetta di pelle nera e decori dorati, sempre un prestito, e mise
dentro chiavetta, l'apparecchio che David le aveva dato, alcuni oggetti
e uscì di corsa. Cercò di apparire tranquilla e
non
mostrare qualche segno che potesse attirare l'attenzione. Gli uomini
erano tutti impegnati in varie cose o parlavano tra loro passeggiando.
Andò alla destra dello Chateau e si avviò verso
la
sezione sotterranea del garage e officina. L'officina più di
lato nel piano terra, mentre poco più in là la
sezione di
uscita ed entrata macchine che venivano portate per la rampa a scivolo
nelle tre sezioni di sosta sotterranee.
QUante grotte ci sono qui sotto, penso, da aver paura di finire
inghiottita in qualche modo? O come dicono gli ingegneri sono grotte
così in profondità che tutta la sezione sopra non
crellerà mai?
COn una grotta enorme avevano creato tre livelli, non altizzimi ma
abbastanza perchè i camion e mezzi più alti
avessero
passaggio.
Un livello per i mezzi pesanti, uno di mezzo per le missioni per tutti
e l'ultimo, difficile da visitare, quello riservato ai mezzi speciali
come macchine di un certo livello o di Milan. Era recente, prima vi era
un'altra costruzione cadente ma in superficie, così si
decise di
mettere i mezzi in un luogo più sicuro e custodito, invece
di un
grosso capannone o in mezzo ai piedi come prima. i lavori erano andati
veloci per via dei soldi. Sempre i soldi, pensò amaremente
Lia. Al
solito era stazionato da due guardie armate che la riconobbero e la
fecero passare senza domande. Ma fu uno dei custodi sotterrai, il
lift-boy addetto a uno dei due ascensori, armato anch'esso anche se ocn
una divisa diversa, a salutarla e chiederle dove volesse andare. Lia
aveva ripreso come proposta l'dea degli ascensori anni venti e trenta,
dove un addetto armato di chiave e codice da usare, era l'unico che
poteva manovrarlo. Ogni piano aveva un codice e non la pulsantiera con
i piani, e una direzione di chiave specifica. Senza questi due fattori
nessuno poteva usarlo. Inoltre vi era una cam. Lei
chiese di usare una delle auto del piano riservato, dopo che questi
ebbe visto il tatuaggio che lei aveva sul polso, una delle chiavi per
l'organizzazione che la rendeva degna del livello alto. L'uomo
annuì, prese la chiave, la inseriì nell'apposita
serratura sotto il quadro della pulsantiera, la girò da una
direzione e premette un codice specifico. L'ascensore si mosse in
silenzio e dolcezza e lei si ritrovò al livello
più
basso, accolta da un altro addetto al piano, un custode diverso dagl
ialtri due. Doveva controllare insieme ad altri, per turnazioni, quel
settore, ed accertrsi che la persona che chiedeva un veicolo fosse
idonea. Mostrò
prima il tataggio, poi l'uomo scansionò viso e iride con un
pad
e alla fine le diede l'apparecchio in mano. Lei lo avvicinò
al
viso, vicino la tempia, e un suonò scatto mostrando su
schermata
all'uomo che l'autorizzazione era accettata. Non
veniva dal centro di controllo, ma dal sistema direttamnete
riconoscendola da que fattori. Poi il centro avrebbe controllato, nel
tempo che lei fosse andata alla macchina e fosse giunta al passaggio di
conferma, l'ultima tappa prima di uscire definitivamente dal garage,
per lasciarla andare o mandare un avviso di blocco. Ma non avvenne,
perchè sia la conoscevano e sia aveva i requisiti. Così
su indicazione del custode, che doveva capire le macchine e saper
consiglaire come un bravo venditore di una concessionaria, le
presentò un paio di autovetture.
"Capisco
che lei voglia qualcosa di piccolo, poco appriscente ma che faccia
effetto. E che abbia i migliori sistemi di controllo e protezione.
Visto che è lei, le consiglio una delle ultime della
scuderia.
La Chevrolet Corvette C7 Front Splitter con sistema di bloccaggio di
ultima genezione del sistema elettrico, delle portiere, della frenata
e..."
"Voglio
solo sapere se tiene bene in strada anche se si guida con tutte le
qualificazioni di guida sicura, guida evoluta o di guida sportiva. Ho
frequentato tutti i corsi ma logiacamente ho usato auto diverse!
Inoltre, per qualunque situazione, qualè il prezzo di questa
auto?"
"Se
chiede quali sarebbero i costi in caso di... incidenti o piccoli
danni... la quotazione attuale è di ottocentosessantamila
dollari sul mercato del privato. Di più se nuova e con
maggiori
accessori. Ovviamente poi vi sono stati installati dei sistemi
particolari di protezione. Nel lato sinistro dopo il cruscotto vi sono
seizoni nascoste che comprendono..."
"Si,
questo lo so... è che..." mordicchiandosi le labbra, incerta
"Al diavolo, dammi questa. Spero che vada bene per me"
"Oh,
stia tranquilla. E' adatta alle persone molto vivaci..." con un
sorrisino divertito. Che però perse quando lei lo
fissà
in un certo modo, mostrando più professionalità e
contegno.
"Dammi
le chiavi e richiedi il permesso di uscita per il passaggio" gli
ordinò con fermezza dandogli dell'idiota mentalmente.
Lia
prese le chiavi, entrò e si diresse verso le rampe di
uscita,
passando lentamente verso il passaggio, l'ultimo baluardo di blocco e
fermata con sistemi a scomparsa di arresto forzato del sistema
dell'auto, sia fisici che elettronici. Quando constatò che
il
Centro non bloccava il passaggio, aumentò l'andatura e prese
la
strada riservata solo alle auto, laterale, per
immettersi
nel sistema autostradale su cui sboccava, in uan zona nascosta. Sfrecciò
seguendo la A6 per giungere Parigi, attivò il sistema
Cirrine,
la Ai integrativa di tute le loro auto che permetteva di avere gps,
guida, comandi automatici di guida con un sistema di telecamere e il
controllo in certi casi automatici del mezzo. Era anche una Ai di
protezione, nel caso... si chiedeva se era stata una buona idea
spingere all'inserimento di questa AI e quanto veramente capace,
noontante test e prove...ma Milan al solito non andava di fare una
fava, voleva solo il suo autista, un'auto con i contro marron
glassè per godersi solamente i usoi successi e la
comodità tra un impegno e un altro... ma andava tutto bene.
Si,
doveva. Non doveva pensare a null'altro. Chiese
a Cirrine di impostarle la strada per il quartiere Pigalle,
perchè era più facile per giugnere dove doveva. Si
fermò in un punto stabilito e vide tre ragazze ferme un
pò in disparte dalle altre, ad aspettare sotto un' insegna
al
neon in un rosso pulsante che le inondava da sopra. Quel
posto era pieno di negozi e aveva chiesto di mettersi in un angolo che
non desse nell'occhio per non far insospettire. E invece erano sotto
due negozi in successione, chiusi, e per di
più
sotto le insegne che le mostravano come un gioiello sotto le
luci
di una teca protettiva. Stupide,
si disse stringendo il volante. Irata suonò il clacson, poi
con
l'indice della destra segnò una per una le stupide che la
stavano facendo innervosire e fece segno di avvicinarsi subito. Ognuna
parti decisa, perdendo però tutto quando notavano il dito
che si
muoveva altrove. Si guardarono stranite, poi Lia suonò di
nuovo
e loro corsero. Salirono tutte e tre nella macchina un pò
infreddolite per l'aria fresca che iniziava ad arrivare per la sera e
rimasero zitte a guardarsi tra loro, intorno nella macchina,
e
lei.
"Vi
avevo chiesto di non insospettire, di comportarvi come persone normali
ed evitare di essere riprese anche se siete camuffate dalla testa ai
piedi. invece eravate tutte e tre insieme in uno stesso angolo urlando
a chiare lettere dai vostri atteggiamenti-sto
per fare qulcosa di stronzo=""-.
Siete serie?" urlò
lei irata in francese, sbattendo la mano sul volante, facendole
trasalire. Prima che potessero dir nulla, continuò.
"Sentitemi
bene perchè non lo dirò più e se
farete qualche
stronzata, vi abbandono al vostro destino e Adios! Ciaone. Non ci
conosciamo ne saprò niente di voi. Ho aiutato prostitute,
donne
in seria difficoltà e altre persone come potevo per pulire
un
pò questo mondo marcio e voi fate queste stronzate. E' per
voi
che l o faccio. Chiaro?" guardando le due dietro dallo specchietto e
l'atlra accanto "HO DETTO CHIARO?!?"
"SI,
si si" dissero in coro
"Ascoltatemi
bene!.. o va bene stasera o ve la vedrete dopo voi, sole,
perchè
io non vi aiuterò. E' già molto quello che sto
facendo e
so io cosa potrebbe acccadermi per questa notte. Quindi ricapitoliamo
bene e aprite le orecchie, se sbaglaite anche una cosa e se ne accorge,
farò finre voi male. Non esiste che abbiate rimorsi o altro
se
volete ciò che avete detto. Chiaro?" poi vedendole
acconsnetire,
disse "ora inizerò io, voi nascondetevi vicino la casa,
senza
farvi vedere. Se vi scorge vi picchio con qualunque cosa ho a portata
di mano! Seguite il piano come è stato stabilito, il resto
toccherà a voi. Ok? Avete portato tutto?"
"Si,
io ho quello che hai chiesto" disse una da dietro.
"Anche
io" rispose timidamente un'altra
"Andate
bene anche con solo i vostri. ottimo lavoro. Adesso ricapitoliamo
l'ultima volta e poi in scena..."
Un'ora
dopo si trovava in un locale frequentato da molte persone che
mostravano soldi e spavalderia, anche solo come si muovevano.
Chiese al barista un cocktail e dopo un'occhiata finto annoiata in
giro, lo vide. Prese il bicchiere e camminò svogliatamente
guardandosi in giro, fingendo di bere ogni tanto, sorridendo qua e
là ma proseguendo con snobbismo e facendo finta di
sentirsela.
Sperava solo che andasse bene, che le lezioni non fossero state un buco
nel'acqua e che fosse una brava attrice nei movimenti e atteggiamenti.
Indossava abiti di qualità alta, orecchini d'oro finissimo,
ottimo trucco che migliorava e non appariva eccessivo e
volgare,
e movimenti lenti e calcolati. Studiati. Madame
le diceva che con la visualizzazione e la cacpità di vedere
nella testa moviemnti e tutto, l'aiutava. Ma era così?
Poi
dopo aver superato un pò il tavolo, finse di spostarsi un
pò, inclinandosi all'indietro per far passare altri clienti,
e
si appoggiò col sedere al bordo del tavolo, voltandosi e
chiedendo scusa a chi lo occupava. Sorrise e fece la carina, scusandosi
ancora per aver toccato e fatto traballare un pò il tavolo
dove
vi erano posati i loro rink e promettendo di offrirgliene qualcuno se
si fossero versati sulla superficie. Ma questi declinarono, mentre
sorrideva posò gli occhi sul target, alzando il bicchiere
per un
saluto. Poi
si voltò e tornò al bancone, perchè
con la scusa
aveva versato a terra il drink, e ne chiese un altro. Mentre lo a
spettava, si voltò con la schiena e la braccia poggiati
contro
il bancone, guardando verso la direzione dei tavoli. Sorrise ad alcuni
uomini che passavano e declinava gentilmente alcuni inviti,
bisbligliado piano e vicino, così che nessun altro
sentisse o leggesse il labiale, restando sola.
Mentre
gli uomini scorrevano intorno a lei o li mandava a quel paese, pensava
tra sè quanto schifo le facesse stare tra quelle persone e
quello che volevano. Se fosse stata il tipo, avrebbe volentieri bevuto
per farsi forza, peggio quando cercavano di toccarla su un braccio o la
schiena, con quei modi melliflui da... bleah. Pensa a cose belle, solo
cose belle, cazzo. Non mostrare lo schifo, non pensare più
di
volerli bruciare tutti piano piano, non ricordare cosa
è
stato fatto q eulle ragazze. Per odiare e vendicarsi cè
ancora
tempo.
Il
barman le porse il nuovo bicchiere, e sorridendogli Lia gli porse il
prezzo dei due, dicendo che voleva darglii subito una mancia per la
velocità e ottimo servizio. Avrebbe preso qualche altra cosa
ma
l'uomo che aspettava acnora non si sentiva. Per
aumentare la copertura, mosse il braccio in modo che la manica del
giubbetto mostrasse l'orologio automatico sketron qualità
svizzera che aveva sgraffigniato..no preso in prestito Lia! Prestito
cazzo, ti senti meno in colpa per quello che stai facendo. Era maschile
per chi se ne intendesse ma era di una misura media e poco vistoso. A
lei interessava solo che fosse scheletrato, vedendo quindi il
meccanismo in funzione, senza batterie. Si sentiva più in
sitnonia con questi orologi che quelli al quarzo. Era per lei come un
qualcosa di vivente, che batteva insieme a lei un Bum Bum, scandendo il
suo tempo, una frazione infinitesimale del tempo dell'universo, a cui
dava carica tramite corona per quelli da taschino o con il suo
movimento per quel tipo. Solo con il suo movimento, creava una carica
automatica o perpetua, che lo alimentava. Ossia un peso metallico
oscillante, o rotore, che tracciava il movimento e quando
si muoveva, azionava gli ingranaggi che a loro volta
avvolgevano
la molla principale. Questo immagazzinava energia nella molla in modo
che l'orologio continuasse a muoversi segnando il tempo. Se l'orologio
non veniva mosso, nel normale movimento quotidiano, l'energia della
molla principale si riduceva fermandosi. Trovava questo
traordinario anche solo a pensarci. lei stessa davaa
un meccanismo che segnava il suo tempo mortale e in una simbiosi
straordinaria. QUalcosa di simile con gli orologi a carica manuale
tramite corona, che aveva collezionato in quei pochi mesi,
che la
facevano sentire come parte di qualcosa di preciso e scandito. Trovava
gli orologi a batteria così freddi e da dimenticare comeche
non capiva perchè usarli. Potevano essere precisi
più di
quelli meccanici, visto lo scarto dei secondi di max cinquanta secondi
al mese se non regolato continuamente, ma trovava la cura e
l'interdipendenza, un'interconnessione, inscidibile tra un orologio
meccanico o automatico e la persona, da farle sentire bene il
movimento più accentuato dei meccanismi contro la sua
pelle...
tenere in vita un meccanismo che batteva, per certi versi come se
stessi, come se avessero un cuore e un sistema particolare che andavano
insieme, che dava il tempo e ricambiava quinid, per ricominciare il
ciclo. No,
è una cosa che la gente prenderebbe per stupida si disse. La
gente mi ha sempre odiata, compatita come fossi pazza o altro per le
mie pasisoni e hobby, perchè ne ho parlato. Mi hanno
lasciata
sola e trattata davoleressere
sola alla fine per mia scelta, lasciandomi a me stessa quando aveva
bisogno. Non merita niente nessuno! Finse
di guardare con sempre più cipiglio l'orologio. Poi con un
broncio studiato, poggiò il bicchiere come se no nvoless
epiù nulla per la frustrazione. salutò il
barman
dicendo che non aspettava più la gente sciocca e
camminò
spavalda verso l'uscita. Rimase un pò all'esterno, fissando
l'orologio e controllando con la coda dell'occhio cosa accadeva. E poi
era dietro di lei. Si
voltò vedendo quell'uomo giovane che sorrideva come uno
stronzo per la finta, situazione e iniziarno a parlare.
non pensarlo come pieno di spilli nelle gengive immaginarlo impilato
con un purchettun sardo non=""-diceva tra sè fingendo
il
comportamento delle tre. Se
fosse stata se stessa quel tizio, seppure lei fosse bassa rispetto alle
altre, sicuro non le avrebbe detto nulla.Ne avvicinato ne altro, a meno
che non fosse vestita e atteggiata ancora peggio per indicare-la
do facilmente fatevi sotto=""-.
Pernsò lei amaramente. Così truccata,
imparruccata,
vestita e atteggiata, doveva dar conto a Madame secondo cui perfino gli
spicopatici seguivano...
Si
avvicinò al uso orecchio e gli disse che, visto il terribile
ritardo, l'altro poteva restare a bocca asciutta. ma lei voleva ancora
qualcosa di bere, così gli chiese dove pensasse fosse
interessante andare per cotinuare la serata in modo diverso. Ma
da me, rispose. "Ho un bell'appartamentino in un edificio tranquillo
pochi isolati, di là. Ho i migliori liquori russi e so fare
un
ottimo frappé di assenzio, una ricettina che
prevede assenzio con sciroppo semplice, acqua e ghiaccio
tritato.
Ovviamente, assenzio migliore del Canada, non uso più quello
frncese... i miei ospiti sono pazzi per questa mia coccola di ospite!"
-mortacci
tua e i frapp ti faccio sniffare fino all'ultimo stillato di intruglio
con droga finch non schiatti te lo giuro=""-pensò
tra sè, fingendo prima di pensarci con tanto di ultima
occhiata
all'orologio e poi accettando con piacere. Gli disse che con la sua
macchina sarebbero arrivati in un lampo e lo vide restare senza fiato
per quel gioiellino che nel mentre aveva suonato e intimato la gente
troppo vicina di sloggiare.
Sapeva che qualcuno poteva anche aver cercato di rubarla. Ma
aveva la AI che gestiva le situazioni in base alla cam presenti
nell'abitacolo dentro e fuori. Aveva collegamenti tramite il satellite
e una serie di controlli automatici interni per fermare eventuali ladri
o malintenzionati, anche con pilota all'interno. Era dotata di nebbia
stordente come i moderni antifurto, gas soporifero e i sedili avevano
degli inserti ad aghi nascosti che potevano sedare in pochi istanti la
persona, una volta messa la cintura e bloccata la portiera. Ma
con lui non voleva. Doveva entare in casa. Notò la sue
espressioni bramose per l'auto ed entrò, vedendolo
accomdarsi e
toccare con avidità come si si palpa la pelle delle donne
gli
interni, facendo versi stupiti. Le chiese ovviamente da dove venisse
quel gioiello e lei senza giri di parole, gli disse di essere la figlia
di un ministro e che era il regalo per tenere a freno la lingua dal
dire alla madre delle scappatelle del paparino, ovviamente anche con
altri. Sarebbe stato poco corretto far sapere di certe cose tutto il
paese. Al che le chiese di che paese, in pochi mesi non aveva ancora
digerito quella lingua che per lei pareva un'accozzaglia di parolacce e
non amava. Sapeva che si capiva, ovviamente, e così
cercò
di buttarla sul ridere. La madre era italiana e il padre francese. per
non aver eproblemi con gossip, aveva vissuto con madre e parenti di lei
più vicini all'italia. Gli chiese così se
conosceva
l'inglese, perchè aveva studiato in inghilterra per avere
diploma e lauera europei di maggior qualifiche. Inghilterra caput
mundi, disse, affermando che se dicevi di avere titoli inglesi, la
gente i vede diversamente.
Aveva migliorato quella lingua e una delle personalità che
aveva
progettato con David era proprio inglese. Etienette Prya, figlia di un
ministro e una ereditiera italiana. Ma detta Prya e conocisuta con quel
nome per scappare al nome francese. Voleva svagarsi e un amico l'aveva
invitata dicendo che doveva vedere quel lato di Parigi, che
meritava. Almeno una volta, le disse. Ma le aveva dato buca? Non
rispondeva ne altro e così alla fine... aveva trovato nuova
compagnia, teminò sorridendogli.
"Ti
va di collegarci su instragram, facebook e twitter? Hai un'ottima
presenza e di sicuro farai un lavoro figo, più classico e
interessante dei soliti che ho intorno. Mio padre vuole che sposi uno
dei figli di quello o l'altro, che seguono le orme paterne o
sono
amministratori o altro... sempre la solita cose. Pezzi grossi che
però poi sono freddi e vuoti come un croissant sugerlato..:"
"hai
mai mangiato un croissant rurgelato? Io mai...così so se
è davvero come il paragone"
"Sono
andata di nascosto in un viaggetto con amici e abbiamo preso un
ostello, uno intero per noi. Siamo stati comodi e forse la nostra idea
ha attirato un pò l'attenzione dei proprietari
perchè
sembravano aver compreso che eravamo ricchi. Comunque è
stato
divertente ma per colazione ci avevano fatto trovare tra le poche cose
in cucina, anche croissant surgelati... non so se era colpa
nostra che non sapevamo usare il microonde che cèra nelle
camere, ma... non so come facciamo le persone normali a
mangaire
quella roba e dire che è buona. In inghilterra non li fanno
come
qui, ecco perchè torno, ma non erano assolutamente
mangiabili
quelli. Rimpiango di quel viaggio solo il cibo... " facendo una
smorfietta di disappunto dpo esser andata in strada "Oh, ma scusa. non
ti ho dato modo di parlare mentre io... scusa! Dimmi, indicami dove
devo prendere...."
"nessun
problema, anzi. Non sapevo che fuori dalla francia non fossero come i
nostri. Io ho lo stesso problema con i liquori. Li adoro e molti sono
obbligato a prenderli fuori dalla francia o... tramite amici,
perchè qui sono vietati o di gradazione troppo elevata per
le
leggi. Non cè niente di meglio d un liquore di
qualità,
qui sono troppo leggeri..."
-si capir che no nsto giuidando come una donna normale sono troppo
brava per qualunque giunta ricca e non devo immaginarlo mentre gli
faccio sniffare i liquori dal naso vedere il
risultato...basta=""-
"Io
ho provato una volta la vodka russa..." disse amabilmente "Tutto un
altro mondo, quella francese ad esempio, rispetto all'originale. Mio
padre tra i vari beve la francese, ma io ho amici che mi portano quella
della grande madreussia... quelli sono drink! Ho provato quella della
Polonia, inghilterra... ma la prima era migliore secondo me,
tra
le due. Le migliori sono appunto quelle artigianali che non prevedono
fabbriche da litri e litri l'anno per i guadagni, ma chi fa
la
vodka per piacere e passione. Come la birra. Quelle che bevono gli
altri non meritano neanche di essere nominate tali. Tovaritch, quella
è la migliore secondo me, anche se altri dicono..."
"Te
la faccio provare io una ottima, quella che preferisco. Vediamo se ti
piace"
"Oh
non vedo l'ora. Adoro liquori particolari e confrontarli. non bevo
molto, ma lo faccio per provare cose nuove! E poi, se vuoi, io
sarà tra non molto all' oktoberfest! Se vuoi partecipare al-giorno
degli alcolici consentiti al mondo=""-, prenotati adesso
perchè stavo
già discutendone con gli amici"
"Con
piacere...eccol quella è la mia casa..."
Il
palazzo era interessante già dall'esterno, accostarono e lei
bloccò la macchina, Stava serena perchè la IA era
settata
in modo da attivarsi al suo nome e solo in quel caso, o per incidente o
problemi che rivelava dalle cam per proteggere il pilota. Ma di solito
era in modalità strealth. Lo seguì dentro e vide
che vi
era un citofono con telecamera più altre telecamere di
sorveglianza. nessun problema. Aveva già studiato
la zona
e i vicini.
Salirono,
lui era all'ultimo piano e la fece accomodare in un bel salottino
moderno, in costrasto con l'edificio di stile antico tipici
della
zona.
"Adesso
ti faccio assaggiare la mia specialità, solo un attimo e te
lo porto..."
"Aspetto
con impazienza. Lo sai" mentre le prendeva il cappottino "sono stata
anche in russia e lì ho provato un liquore artigianale da
infiammare e bere di corsa. Sfidando gli altri a che faccia fanno e
quanto mostravano l'effetto di quel liquore assurdo, per quanto tempo.
E' stato divertentissimo. I russi sanno divertirsi più dei
tedeschi, sai?"
"Interessante,
allora la prossima votla deciderò per un bel viaggio
lì..."
"Ti
darò tutte le informazioni e le tappe fatte. Vedrai,
è
qualcosa di stupefacente. Il modo migliore per usar ei soldi di papino
perchè io non dica nulla..." rise lei in maniera cattiva,
mettendosi con grazia sul divano, chiedendogli poi di scoprire quella
sua perla. Lo
vide andare in un'altra stanza e lei sorrise. Prese il telefono normale
che aveva scelto per la situazione e scrisse alle ragazze, una chat
unica per tutte. Tutto andava a segno e si apprestò s
sistemare
tutto. Lo
sentì tornare e mise da parte il telefono, mostrandosi
rilassata. Aveva portato due bicchieri, uno lo diede a lei e si
sistemò accanto.
"Posso
farti una domanda?" chiese lei in fase civettuola.
"Certo,
intanto dimmi come ti sembra, ogni volta gli amici me lo chiedono
sempre... magari posso darti una ricetta detagliata"
"Te
lo dirò subito" disse lei ridacchiando, fingendo
più di
quanto abbia mai fatto con un uomo senza volerlo strangolare. Bevve un
sorso, lo pasteggiò e poi mostrò un'espressione
sorpresa
in positivo. le era piaciuto molto.
"Adesso
dimmi dove hai imparato questo... non so come definirlo
perchè
è qualcosa che non ho mai assaggiato" sistemata con le gambe
accavallate con il busto verso la sua sinistra, con il bracio sinistro
poggiato con il gomito sullo schienale. Lui teneva il drink con la
sinistra ed era girato a guardarla.
"Mai
provato l'assenzio?"
"non
così..." sorrise lei, allungando la mano sullo schienale,
sorridendo, fingendodi provarci "a vederlo lo avrei preso per una
granita..è molto buono!" bevendone un pò, ancora,
guardandolo negli occhi sopra l'orlo nel bicchiere, come se
nascondesse un segreto celato dal sorrisino. "Ti
prego dimmi una cosa. Per te non sono troppo bassa,vero? Mia madre lo
è, è poco più bassa di me,pensa, ma
era un amore
di gioventù di mio padre. ora... non più, ma ho
sempre
avuto problemi. A volte gli uomini amano le donne alte con gambe
lunghissime..." alnzando una gamba con molta plasticità e
bravura in alto, come una ballerina.
"Hai
fatto la ballerina?"
"Quale
figlia di un pezzo grosso on ha iniziato con la scuola di danza...
l'insegnante mi diceva che chi ha un corpo più basso, ha
maggior
controllo dello stesso, e infatti le ballerine classiche
più prestigiose e straordinarie non era alte. E' uno dei
segreti, diceva..." disse lei con amarezza, guardando il bicchiere
"adesso mi sta salendo un pò di tristezza, vorrei finirlo ma
mi
è venuto un pò, non so..." con un broncio stanco.
"Assaggialo
finchè sei qui, quando tornerai a casa nnon lo troverai. I
barman di solito non possono farlo, sai le leggi..." disse lui
guardandola attentamente, sorseggiando il suo per spingerla. Parlando
con una voce pastosa e vellutata, chiaramente finta, accarezzandoal.
"Mh..hai
ragione. Come in russia..." lentamente e con sorrisini.
Di
colpo il citofono ruppe l'atmosfera e lui saltò sorpreso,
buttando il busto verso la porta. Sembrava incerto e rimase qualche
istante fermo impalato, fisso verso la porta, finchè non
suonò di nuovo. Lia allungò la mano tra la
spalliera del
divanetto e il muro, staccò la siringa dal nastro adesivo
veloce
esilenziosa e si alzò appena lo fece lui, direzionando l'ago
verso il gomito, nascondendolo con la mano.
"Chi...
non cè bisogno che ti alzi... saranno scocciatori, non ci
sono
per nessuno. Solo per te..." tornaod calmo e dolce con la voce.
"Non
sei curioso almeno di vedere la faccia?" chiese lei fingendo con un
pò di intontimento e sonnolenza, con il bicchiere vicino la
bocca "Almeno ti accerti che non sia un fattorino..."
"Na...
ci siamo solo noi" disse ancora più sicuro di prima,
finchè non suonò ancora il citofono.
Mentre
lui era di nuovo voltato, non capendo, lei tenne dritto il braccio,
fermo e sicuro, e come nelle esercitazioni, diresse la punta dove
doveva andare, ficcandola nel collo. La siringa era ad autoinizione,
come le sue, una volta impizzata come le piaceva dire si toccava la
parte finale e il sistema faceva il resto. Era stata ideata come una
zanzara e l'idea era sua, poco più spesso come ago del
normale
ma aveva delle sorprese. Non era una siringa semplice come in
farmacia, ma solo loro. Micro sistema di inizione a scomparsa
azionato dal corpo della siringa, una votla dentro e premuto il
pulsante col pollice, l'ago che sembrava unico si apriva in sei
sezioni. Due esterne che tagliavano la carne per una affondo migliore,
insomma non era liscia come le normali, mentre le due successive si
posizionavano come blocchi, sempre divaricati seguendo le altre,
così che fosse difficile da sfilare facilmente e l'ultimo
era
l'ago vero e proprio che, tramite il micro sistema di propulsione nel
corpo, spingeva lo stanutffo e la sostanza, in una
freazione di secondo nel corpo ospite. Cèra voluto del tempo
per
metterla in pratica, sopratutto l'ago, ma funzionava ed essendo parte
integrante ed azionato al corpo, l'ago non si buttava ma sterilizzato.
Il tempo di appuntarla con forza e si toccava il pulsante,
prima
che la persona potesse alzare la mano e toglierla, gli aghi si aprivano
e la propulsione li inondava prima che si strappasse via. E se veniva
fatto prima di ripremere il pulsante per reinserimento degli aghi, i
danni non erano pochi.
Lui
non giunse in tempo con la mano. Lia lasciò e vide il
processo
attivo prima che lui la afferrasse per tirarla via, ma si
fermò appena toccata, perchè il prodotto,
così
vicino al cervello, faceva il suo dovere e non era rilevabile dai
normali esami per droghe o altro. Rimasero
a guardarsi, uno stupito ma con un velo di rabbia e lei che sorrideva
serafica, lucida e attenta, mostrandogli il bicchiere che toccava le
labbra, beveva e inghiottiva. Lo vedeva, ancora capace di muovere i
muscoli d'espressione, mentre non capiva perchè lei non
andass
egiù, mentre lui si paralizzava. Tenne
il bicchiere vicino le labbra, poggiato sulla gota, sorridendo sempre
più malignamente, mentre lui non reggeva più la
posizione
e si afflosciava scomposto sul divano, fissandola, mentre le membra gli
si facevano sempre più molli.Lei aveva osservato tutta la
situazione con una calma assurda, e con gli occhi sopra il
bordo
del bicchiere aveva seguito tutto, con gli occhi grandi che erano la
sola cosa che lo seguivano, aperti e le ciglia finte, come se vedesse
un bel film seduta con i popcorn.
"Ora
sai come ci si sente drogati epronti per lo stupro. Come sia
aver
eil corpo lontano da te da sentire come... come se si fluttuasse. Oh,
starai lucido ancora per qualche attimo. I due composti non sono
miscelati, ma sono divisi, un pò come olio sull'acqua.
Così prima agisce il rilassante muscolare che stendenderebbe
veramente un elefante. Sarai... come un giocattolino nelle mie mani!
Come hai fatto con loro... e poi perderai conoscenza quando il secondo
si attiverà nelle aree giuste del tuo cervello. E vagherai
nel
mondo di Orfeo... che ormai chi saprà chi èdi
questi
tempi?. La gente al tempo della conoscenza accessibile a tutti e
facile, è smepre più ignorante" si
lagnò
amareggiata. Continuò a fissarlo e lo vide sempre
più
sconvolto, e rise. Rise alzando la testa verso l'altro, poi
all'indietro perchè le er venuta una risata di divertimento
e
forza che non riuscì a fermare.
Poi
tornò su di lui e gli tirò sui marron
glassè
il bicchiere come se centrasse un cestino "ah, tanto non ti
farà male, non senti nulla! Ma se ti stai chiedendo
perchè ancora sono in piedi, nonostante lo schifo che hai
messo
qui dentro... ti terrò a parte di un segreto. Diveramente
dalle
povere disgraziate che tu hai ridotto come sacchi di spazzatura, io ho
Draper e Stoddarde che fanno il loro lavoro. Sputano in faccia alla tua
merda!..." inclinando la testa verso la spalla "Ecco perchè
ho
dovuto partecipare di prima mano" disse voltandosi a poggiare il
bicchiere sul tavolino da salotto vicino "perchè se mandavo
qualcuno come Etta, sai che questo nome si legge come itta?
Interessante... oppure avrei potuto incaricare Prisca,o Juria... ma poi
mi son detta che loro diversamente da me soffrono gli effetti, come
tutti. Queste droghe dello stupro sono una merda che solo strappandovi
i testicoli a morsi di cane, si possono evitare. NOn sia mai che io
tocchi le noci pelose della merda sotto forma di essere umano. In
verità non so se ci sarà mai motivo per
abbassarmi
letteralmente... nel regalare qualcosa a qualcuno. DOpo lo schifo con
Rò, non ci sarà mai nessuno che dirà
che sono sua.
E ne riceverà da me nulla, sempre che non mi dimostri di
essere
la persna speciale che merita il mio affetto... quell'unica persona che
desidero nella mia vita. E non parlo di fidanzati o mariti del cavolo,
se volevo ciò avrei abbozzato alla famiglia, facendo la
schiava
di un uomo e la sua famiglia, diventando un vegetale lobotomizzato che
piace tante alla società. Quella che deve darla solo al
marito e
solo dopo il matrimonio, e dopo i figli a subire i doveri con
la
bocca chiusa. O forse aperta, in base a quanto porco sarebbe stato...
meglio la morte, se nonsono io a volerlo. Come in India o brasile dove
le ragazze sono letteralmetne date dopo averle viste nude al primo
scelto per interesse in cambio di doni. E se ti lamenti giù
di
botte. Se fosse capitato a me, una vita simile, meglio davvero la
morte. NOn sono tipo, non accetto di stare ferma come la MOnna Lisa su
un letto a fargli fare cosa vuole, con gli occhi chiusi e zitta,
subendo. Se fosse per me cambierebbero molte cose, ma Milan non vuole!
Essere senza palle!"
Sentì
il verso prestabilito e si avviò in un'altra stanza,
tornando
con le tre ma fino al corridoio. Nella stanza dove lui era afflosciato,
entrò sola dopo aver detto di far silenzio e lo
guardò.
Era sempre meno cosciente e notava che ancora era sveglio e capace di
capire perchè la seguiva con gli occhi. Aveva chiesto una
droga
lenta apposta e ne fu contenta, quella normale era istantanea... lei
assuns di nuovo la stessa posa, poggiando il peso del corpo su un'anca,
testa verso la spalla e un sorrisino cattivo.
"L'hai
sfangata finora. Ora, non più... Spero che ti
divertirai
in cella. Eh..." prima di andar via, restando di nuovo come era, con il
dito indice alzato verso l'alto, fissandolo negli occhi che si
chiudevano pian piano "PRima che tu vada. Hogià provveduto a
dare una scorsa alle carceri dove potresti finire. E in qualunque ti
mandino, ho già pronto un regalino.... alcuni signori
saranno
molto arrabbiati per certe cose che gli farò sapere sulle
loro
figlie, sorelle e nipoti che potresti aver fatto... e che
è acclarato che siano poco generosi col didietro degli
stronzi
che gli stanno sulle balle! per davvero! Ricordati di me. Guardami bene
perchè io sarò l'ultima cosa ti
rimarrà impresso
negli occhi e che odierai a morte. E sarò felice di questo,
perchè saprò che ti avrò fatto a pezzi
dentro!
Ciao stronzo..." mentre lui cercava di lottare ma gli occhi gli si
chiudevano. Dopo un pò che non si muoveva, Lia sorrise e
guardò le ragazze, che erano rimaste zitte e ferme sulla
soglia.
"Forza,
muovetevi. Non abbiamo tutto questo tempo. Spero che vi siate sfilate
abbastanza le calze e rovinato gli abiti..."
"A
salire da quella scaletta rovinata? Puoi starne certa. Ho le mani che
fanno malissimo..." disse una delle tre, lamentandosi. Ma Lia le fu
vicino e guardandola negli occhi con rabbia la apostrofò.
"Cosa
preferisci, sapere che questo stupratore pazzo malato la passi liscia e
devasti altre come te, non pagando, o farti un pò male che
guarisci in un paio massimo di settimane e vederlo soffrire fino
all'ultimo suo respiro? Davvero le ferite di una scaletta veccihia,
rovinata ti sei srtusciata contro per salire dall'altro
palazzo,
sono peggio di cosa ti ha fatto? Allora no nstai poi così
male
dopo uno stupro se piangi per due taglietti..."
"Quello
che lui mi ha fatto..." scatto, ma Lia la fermò con una
mano, sempre più rabbiosa.
"Quell
oche ti ha fatto dovrebbe alimentarti più di qualsiasi cosa
al
mondo per raggiunger eil fine che vi ho proposto. Deve essere il fuoco
che ti arde dentro per volergli spaccare la faccia, rompere in mille
pezzi anche dentro e quel che resta, per affrontare la vita a
capocciate! Dovresti ridere su quelle ferite. Ora te lo richiedo di
nuovo, altrimenti ti prendo a sberle e sarai fuori dal giro, fermando
tutto anche per loro "indicando le altre due che erano terrorizzate
dalla discussione "così che voi tre, come tutte le altre, lo
sappiate libero e felice a devastarne chissà
quante,
e non saperlo ogni giorno a maledirci mentre conta quante volte gli
fanno cosa ha osato su di voi... RIpetimi la tua decisione, che esco e
non mi vedrete più!"
La
ragazza stava per mettersi a piangere, poi vide le altre due che erano
come lei, stringendosi le braccia intorno nervose, e si ricompose.
Tiròsu col naso e rispose dura.
"Io
sono qui, se non mi credi... farò più di quello
che devo!
Dimmi cosa devo fare... non lo lascio libero questro stronzo!"
"Allora
seguiamo il piano e via... voi due andate a preparare la stanza e
ricordate, i guanti! E tu.." di nuovo sulla ragazza "passami la
borsa..."
La
prese dalle mani della giovane e tirò fuori un portatile,
degli
aggeggi elettronici che la ragazza non capiva, poi due sacche
sottovuoto con tessuti dentro.
"Indossa
questi abiti, sono identici ai miei e grazie ai tuoi capelli naturali,
sembrerà che sia tu quella entrata. Così che non
debba
preoccuparmi dei video di sorveglianza. Il cappello era sistemato in
modo da non vedermisi il viso, il resto dovrai farlo tu,
però!
Tutto giocherà in primis dalla tua recitazione e da quella
delle
loro... indossali e metti ben piegati gli abiti che hai tranne le
calze. Dirai che prima volevi metterti una gonna ma hai desistito per
la temperatura. La scaletta ha fatto il suo lavoro rovinandoti dove hai
toccato, anticipando le ferite."
Prese
poi l'altro sacchetto sottovuoto e ne uscì un bellissimo
cappottino sempre in pelle ma di fogglia diversa, con un pellicciotto
che seguiva il colletto scendendo a V fin sotto il seno, con tasche
inverticale sui lati, cerniera che scendeva dritta dalla fine del
colletto a bordo del cappottino, che arrivava a metà coscia.
La
cintura sotto seno decorata in argento decorava il tutto.
Cambiò
anche cappello, prendendo un basco francese e mettendoselo
sui
suoi naturali dopo aver tolto pa parrucca. Cambiò anche gl
istivali con le scarpe della ragazza, avendole chiesto un numero
preciso. Strinse
i denti perchèla
cosale
faceva schifo, ma per andare leggera, invece di mettere
scarpe
nella sacca, aveva optato per farle mettere alla ragazz, per scambiarle
così che lei avesse anche gli stivali come il video.
Prese
tutta la roba che no ndovevano indossare e la infilò nella
sacca
vuota, agganciando nell'attacco in plastica uno degli aggeggi, che
tirò fuori l'aria creando una sottile busta da mettere nella
sacca. Ordinò alla ragazza di mettere i guanti in lattice
che
aveva dato a tutte e di iniziare il piano anche in quella stanza.
Tirò fuori dalla sacca, dalla taschetta estrena, le fascette
di
plastica e scotch, da usare all'ultimo. La ragazza quindi
iniziò
a sistemare una zona nella stanza con cuscini e bottigliette a terra,
una catena con una manetta in un angolo di fronte la finestra, del lato
dove cèra il divano e Lia andò nella stanza
dell'ufficio
dove iniziò a smanettare con il pc.
Agganciò uno degli apparecchi alle porte del pc e
attivò
così il Forcepunch, datole da David per forzare come
bruteforce
password e blocchi. Era del laboratorio e dai test aveva sbloccato ogni
porta elettronica, pc e dispositivo protetto. Visionò alcune
cartelle, poi per far prima collegò anche l'altro
dispositivo,
che conteneva due programmi lite, ossia senza installazione. Erano
progettati per trovare immediatamente int utto il pc, programmi
nascosti e criptati, di sorveglianza e con collegamento a deep e dark
web conosciuti o tramite parole chiave e funzioni. Dopo aver ricevuto
le risposte dal primo programma, lei forzò con il primo
dispostivo password e pin, ottenendo i cloud e gli ultimi video delle
telecamere in casa. Ma sapeva già che cèrano e
fece un
controllo dei filmati. Non erano in tutte le camere e per prima cosa,
lei prese vecchi filmati copiandoli e inserendoli con nuove date e ora
a quella sera. Il programma era in grado di modificare forzatamente i
settaggi per camuffare con un altro video la registrazione che andava
eliminata. Chiunque avesse cercato i video, e lei già aveva
in
mente di farli trovare facilemnte, avrebbe visto di quella notte lui,
che era entrato con qualcuno ma guarda caso la cam aveva qualcosa che
andava. Il video era falso ma datato correttamente.
Lasciò tutto, tornò dalla ragazza e le disse di
vestirsi
come lo era lei totalmente, e registrarono un finto video dove lei
entrava dalla porta con lui. Controllarono che no vi fosse nessuno
nelle scale e mimarono l'entrata, Lia davanti come fosse lui e la
ragazza dietro, mostrandola chiaramente. Tornò poi
nell'ufficio,
prese il suo portatile e collegandolo a quello dell'uomo,
usò
tutta la potenza di quello preso dal laboratorio per qualcosa che non
aveva mai tentato in vita sua. Il notebook era un rugged per impieghi
pesanti , unico perchè solo sviluppato da loro con i soli
componenti acquistati da aziene di avanguardia. Mentre fissava l
oschermo, cercava di ricordare quanto fosse l'unico che potesse
rispetto a un portatile comune, nell'intento. A partire dall batteria
con durata straordinaria e design privo di ventole. Porte I/O
sigillate, robusta struttura in lega di magnesio e alluminio, un hard
disk anti-shock protetto da urti e impatti violenti. Studiato per le
più estreme e diverse condizioni di utilizzo dove operavano,
che
fosse nelle zone del sud o nord del mondoe capace di eccellenti
performance di elaborazione. In grado di gestire i dati acquisiti da
una serie ampia di device per la raccolta delle informazioni. Supportava
efficacemente sia speciali software militari già utilizzati
da
altri che i loro, ed effettuava rapide conversioni di immagini 2D e 3D
e un preciso posizionamento delle postazioni del nemico e delle proprie
forze in campo. Per dissipare il calore dalla sede della CPU sulla
scheda madre, vi erano dei tubi di rame pieni di liquido, permettendo
al processore di mantenersi alla giusta temperatura e funzionare quasi
a pieno regime anche a temperature esterne alte.
L’unità di espansione opzionale e
all’interfaccia
PCI /e integrata, gli permetteva di essere configurato per utilizzo a
livello tattico o a livello di manutenzione di equipaggiamenti e mezzi
militari con le opportune schede d’interfaccia, che fossero
di
qualuqnue unità del mondo che solo la loro. Tuttavia era
protetto da un avanzato sistema Module per la protezione dei dati, una
serie di codici e riconoscimenti, una connessione con qualuqnue tipo di
segnale per connessione dati e il satellite. Era compreso, ma a parte,
un cavo con dei convertitori per modulare i segnali dati di qulunque
tipo più usati, in modo da raggiungere il tipo
interessato, che fosse via terra, via luce, gsm, via satellite, ect.
Inoltre sfruttavano ancora, come molte altre cose, i vecchi sistemi di
banda del canale telefonico sui 4 KHz; netta 300 - 3400 Hz. Tramite i
segnali telefonici vecchi avevano operato senza problemi. Er per questo
che avevano obbligato le compagnie a tenere ancora i vecchi cavi e
tenerli a disposizione in appositi slot nelle cerntraline urbane o in
edifici predisposti. Demodulando i segnali base era sicuro che la gente
non potesse rompere le scatole, perchè ormai troppo presi da
linee moderne in digitale, mentre loro operavano principalmente sulle
modalità analogiche, se no nvi era necessità di
grossi
scambi di informazioni a livello di peso.
"non
ho bisogno di grosso scambio di dati ora" disse tra sè Lia a
voce bassa calmandosi. Stava facendo qualcosa che sapeva da alcuni
missioni ma in prima persona e sola, era dvierso che da un video.
Infatti
non doveva collegarsi a nulla, ma operare come Master su quello che
aveva per rendere Slave quello del tizio, perchè facesse
solo da
ricevente. Prese quindi tutti video, vecchi e nuovi e grazie a quel pc
e programmi fatti mettere apposta da David, creò dei deep
fake
così realistici che era difficile capire che non fossero
veri,
per chiunque non avesse abilità particolari e non usasse
programmi e studi di sorgente specifici.Aveva fatto generare dei video
falsi inserendo le ragazze precedentemente registrate e inserite adesso
nel video di quella sera e in qualche giorno prima. Chiamò
le ragazze appena finito e dietro di lei, osservarono i video creati.
Si stupirono nel vedere come sembrassero veri, loro registrate in quela
stanza con sfondo verde, tranne l'ultimo, erano entrate in casa con il
tizio, mentr einvece nell'originale lui era solo. Le aveva
fatte
muovere con una porta che tenevano per le esercitazioni per gli
scassinamenti, in modo che entrassero un pò di lato
realisticamente, visto che dai pedinamenti e scaricamento vecchi video
dall'esterno, tramite i programmi di sorveglisanza, aveva
notato
come l'uomo apriva molto la porta ed entrava e chiudeva lentamnete,
lasciando un margine per modificare il video. E così le tre
ragazze erano entrate in quella casa in giorni diversi. Se fosse stato
necessario, avrebbe studiato un modo per le camere dell'altrio, ma
poteva farlo con calma dopo, solo se necessario volendoci davvero poco.
Per quella sera era tutto pronto. Cancellò i video
più
vecchi dal cloud, così che comparissero sul pc i video
modificati. Fece
un unltimo controllo e approvò i file. Utilizzò
l'altro
programma per cancellare dai cluster di salvataggio modifiche
di sitema e attività, tutti quei passaggi
fatti e
cambiare orari ad alcuni, perchè risultassero f atti da lui.
L'ultimo controllo di pulizia prevedeva la cancellazione di
collegamenti al pc fatti dai usoi dispositivi e il rugged e fece notare
alle ragazze cosa celava quell'uomo. Collegandosi tramite programmi
specifici riconosciuti e scovati dal primo programma, l'uomo entrava in
gruppi di varie app e siti nell'internet sommerso per postare foto e
video schifosi e commenti da far violtare lo stomaco. Alcuni sembravano
video presi da qualche camerino e bagno. Fu
chiaro alle ragazze che dovevano andare avanti.
"Adesso
tocca al'lultima parte, avete fatto cosa vi avevo chiesto?"
Le
ragazze, mentre lei staccava tutti i dispositivi, assicurandosi che i
guanti non avessero lasciato nulla, fossero messi bene e non vi fossero
acpelli o latro, visto che li aveva nascosti sotto il basco, le
mostrarono alzando gli abiti rovinati lividi, ferite e segni di diversi
giorni. lei li osservò e non potè fare altro che
ringraziarle per quel sacrificio e guardò quella che aveva
scambiato gli abiti con lei.
"Sei
pronta?" mentre questa faceva segno di si con la testsa.
"Si,
assolutamente. Ho appena visto... ho visto che ha video di telecamere
nascoste in bagni e spogliatoi di negozi e forse palestre. Se davvero
quella roba è sua, allora è peggio di quel che
credessi..e..:" come per piangere ma Lia la fermò.
"Mostrare
segni di pianto e dolore va bene, devi farlo, alimentati con cosa nasce
in te dopo aver visto quello e fatti forza per l'ultima parte. Se voi
ragazze siete pronte, andiamo..."
Si
recarono nel salottino, Lia mise via tutto nella sacca e rimase ad
assistere mentre le due ragazze già ferite, si accordavano
dandosi forza con la terza, che si era messa sopra quei cusciti e
coperte ammucchiate nell'angolo in attesa, legandosi la manetta che era
legata a una catena che finiva nella manetta collegata con la caviglia
dell'uomo.
"Ragazze...
dopo che me ne sarà andata, sarò tutto nelle
vostre mani.
Se avete tentennamenti, paura o altro, rivedete cosa vi ha fatto che
ricordate e riprendete dalla mente quello che vi ho mostrato, su altre.
Quei bagni con quelle ragazze ignare o spogliatoi dove le donne si
sentono sicure e invece sono violate. E lui che vendeva e scambiava
questo materiale. So che per te sarà difficile" rivolgendosi
solo alla ragazza in piedi sui cuscini "ma sappi che, vista la
società e il sistema giuridico attuale, l'unica maniera per
fargliela pagare è farlo trovare con le mani non nel sacco,
ma
tutte le braccia dal gomito alle spalle dentro. Con la testa dentro,
anche. E' brutto da pensare, è schifoso da credere,ma voi
siete
la testimonianza che i mostri possono farla franca perchè la
gente giudica le ragazze per come sono vestite o la libertà
che
chiedono,unite a poche prove perchè siete scappate via e non
avete fatto test e denuncia subito, mentre questi stronzi si fanno
scudo dietro cavolate giuridiche e prove che devono essere
necessarie, altriementi cè un ragionevole dubbio.
E sono
fuori, mentre voi sarete etichettate come poco di buono, vergognose, da
trattare come spazzatura. Lui torna a prima, oltre ad essere stato
supportato da mentecatti come lui... fate nascere la forza da dentro di
voi, perchè nessuna figlia di altri finisca come voi, come i
vostri figli e nipoti e che sappiano che, con la forza interiore, si
possono cambiare le cose e fermare lo schifo... l'unica forza che vi
serve è chiudere gli occhi, tenendo vivo dietro di essi la
sua
faccia e quelle immagini, e incassare qualunque cosa ti venga addosso.
Che sia ora o dopo con l'attivo del piano definitivo. pronte?"
Le
due ragazze fecero cenno con la testa e iniziarono a picchiare la terza
come potevano perchè avesse segni freschi e definiti su di
sè. MentrePoi chiese alla terza appena picchiata e
dolorante, di
avvicinarsi e strofinare quelle mani e braccia su di se,
ferite
fresche e qualche goccia di sangue, perchè restasse la sua
pelle
su mani e braccia di lui. Lo fece graffiare e ferire nahce sul viso. La
legarono indossando tutte guanti, le mani e cavilgie della terza,
facendola accodare sui cuscini. Le
due seguirono Lia nella stanza che avevano vandalizzato e con agli
angoli opposti in fondo altri cuscini e coperte che avevano sporcato
come potevano, anche con i loro bisogni perchè vi fossero
elementi loro sopra. Le legò come la terza e dopo che si
misero
nei rispettivi angoli, parlò prima di terminare come da
piano.
"Siete
state gentili a non lavarvi i capelli e il corpo in questi igorni, come
detto i vostri sacrifici porteranno alla vendetta. Se la
società
vuole questo, anche a causa delle stronze che usano questi drammi per
le loro stronzate, non era possibile fare altro. Ricordatevi di
recitare come ragazze disperate tenute qui da ore e giorni. Ogni
telecamera che avete affrontato camminando fino a poche ore fa ha
registrato altre persone, per modo di camminare, abiti e capelli.
Rcordatevi di atteggiarvi diversamente e di mantenere il piano come lo
abbiamo studiato. Siate pronte a qualunque domanda. Fate della vostra
mente l'arma contro di lui, urlate nella vostra testa che quanto
abbiamo definito è la verità, tutta la
verità e
fatela LA verità... è l'unico aiuto che posso
darvi.
Potevo mandare qualcuno a gonfiarlo male, ma era giusto che foste voi,
con le vostre mani e volontà, a vendicarvi e rendervi
giustizia.
Quando avete paura e vi sentite incerte, richiamate tutto
ciò
che avete sopportato e visto delle sue azioni e lasciatevi pervadere in
ogni vena e angolo dle vostro corpo dell'odio per le persone come lui.
E combattete! Siate le nuove Franca Viola che cambiano la
società! Almeno, non la parte che vede me! Ricordate che io
e
voi non ci conosciiamo, voi siete venute singolamente perchè
lui
vi ha minacciati e..." uscendo qualcosa dalla tasca del giubbino
"questa er ain mano sua mentre vi ordinava di seguirlo e venire qui.
Guardatela bene, imprimetevi nela testa quest'arma e siate la forza che
altre come voi non hanno. E l'aiuto che altre del futuro non avrebbero
avuto... "
Le
due osservarono l'arma e fecero cenno di si con la testa. Lia prese uno
strano oggetto e andò via, tornando poco dopo con
una
specie di spazzolina a forma di goccia con dei lunghi denti in
silicone, azzurro. Spiegò che era una spazzola che
si
usava per pulire il viso come uno scub per togliere pelle morta, e lo
aveva strofinato per bene sulla pelle dello stronzo, eprchè
parti di pelle e cellule restassero sopra. Con attenzione
passò
i denti sorpa le mani legate delle ragazze e accertandosi che
visibilmente e con una lampada a UV che aveva dietro, vi restassero
più elementi rispetto alla prima ispezione, prima della
spazzolina. Quando la lampada uv mostrò abbasnza materiale
sopra
le fascette di mani e piedi, fece cadere qualche capello di lui sui
cuscini e chiese alle ragaze si passarci sopra le gambe
perchè
sembrasse reale. Poi le salutò alzandosi, diede loro le
ultime
istruzioni e uscì, chiudendo a chiave la porta. Con un vetro
artificiale speciale che aveva dietro e aveva passato sui polpastrelli
di lui, poggiò la zona delle orme sulla maniglia,
controllando
che vi fossero e ripetendo più volte il rpocedimento,
finchè sul vetrino non si vedevano appena che delle sagome.
Dalle prove dei laboratori funzionava bene e si doveva solo accertarsi
che le orme delle dita giuste fossero nel posto giusto della maniglia.
Fatto questo andò dalla terza. Le fece poggiare indosso sull
oscotch e sullle fascette le mani direttamente di lui, così
di
lasciare elementi e impronte e andò vis, dicendo le stesse
cose
delle altre.
Si
recò tramite le scale sulla sezione più alta, il
tetto, e
con attenzione passò sul bordo.Prese la scaletta che faceva
raggiungere lacasa dello stronzo per via delle diverse altezza con
quella affianco. Indossò i guanti speciali e si
proiettò
verso quello a fianco cercando di fare meno rumore possibile,
sfruttando antenne e oggetti in ferro. Le case francesi di quei
quartieri antichi avevano tetti particolari, detticon
camini parigini. I tetti di numerose abitazioni di Parigi
più
vecchie, erano realizzati in lastre di zinco, sagomate piatte e
spioventi, fino a coprire in basso e lateralmente, lo spazio delle
mansarde. Parigi era un mosaico di grigio cangiante composto di ardesia
e zinco in base al tipo di casa, e per fortuna pensò lei.
Meno
fatica per lei e le ragazze.. Camminò lentamente,
finchè non giunse alla mansarda che aveva affittato e
scivolò dentro con cura da una delle finestre. Aveva tutto
pronto nell'appartamento per il ritorno, doveva solo attivare la fase Z
e tutto sarebbe andato bene. La casa dell'idiota al fianco, il suo era
stato un ottimo modo per scavalcare le leggi studpide e sbagliate,
toccava quella in cui era e faceva molto per la scoperta. La
ragazza, dopo il tempo stabilito mentre Lia beveva un tè con
calma nel mentre, aveva già iniziato a urlare e picchiare
sui
muri come il piano e lei scese trafelata nell'appartamemto sotto dove
vi abitava una vecchina tranquilla e poco incline a farsi i fatti degli
altri. Aveva scambiato con lei poche parole ogni tanto,
quando
delineava il piano con ore di spionaggio e studio della stada, delle
due case e dei soggetti interessati. Così si
ritrovò la
donna prepoccupatissima fuori dal suo appartamneto, turbata. Chiese
alla donna se sentiva anche lei quei versi orribili e intimò
di
chiamare subito la polizia, perchè era orribile cosa si
udiva. Mentre
la donna correva dentro a telefonare, aveva ancora un fisso, Lia fece
un mezzo sorriso dei suoi , nascondendolo mentre altri del palazzo
uscivano per sapere cosa accadesse. Si rpecipitarono da basso al piano
dell'anziana, raggiungendo Lia, e iniziarono a
discutere e
cercare, con le orecchie sulle pareti, per capire da dove provenisse.
Lia usò la personalità d Prya per mostrarsi una
ragazza
paurosa e preoccupata, agitandosi un pò e parlando come
balbettando. La
polizia arrivò venti minuti dopo, con la noia che le
derivava di
stare in mezzo a quella gente, e Lia provò pena per la
ragazza
che urlava e batteva pugni e pedate sulla parte attaccata all'edificio
dove era lei, finchè non giungesse finalmente qualcuno.
Stringi
i denti, disse tra sè, ma rivolta alla ragazza continuando a
usare la personalità della civile comune. I
poliziotti
prima si recarono nel palazzo dove si trovava Lia per parlare con gli
inquilini, dopo aver ascoltato loro stessi le urla e colpi dall'altra
parte, corsero nell'altro palazzo e finalmente dai rumori
capì
che erano entrati con le pistole. Avrebeb guardato con calma le
registrazioni da remoto con le password del cloud.
-come
è facile quando milan uno dei proprietari proprio di quella
agenzia-impresa sorveglianza e sicurezza=""-ghignò
dentro, anche se poi mutò lievmente l'espressione e si
accigliò perchè così era
più facile,
troppo, avendo i permessi amministratrivi. Faceva parte del
piano, ma si sentì un pò inutile per certi versi.
Avendo
i permessi, che non sarebbero comparsi nell'eventuale
stampata
sicuramente richiesta dalla polizia per orari e altro, non aveva
problemi. Su quello era pulita, ma comunque era stato troppo facile e
si rese conto che aveva dalla sua così tante
opportunità
e aiuti, oltre le persone comuni, che le
sembrò di
barare. E a lei non piaceva usare come gli altri là fuori
scherzetti, scorciatoie e stronzate per fare le cose. Fatte da
sè senza barare era il raggiungimento migliore, sudato e
meritato. Ma poi con un sospiro, pensò che non era per lei.
NOn
aveva nessun vantaggio lei, ma quelle tre ragazze , come altre
avrebbero potuto vederlo finalmente dentro una gabbia, invece che
puntate di indice contro di loro perchè non avevano altre
prove
se non la loro parola, segni di abusi addosso ma nessuna prova regina
per inchiodare lo stronzo. Contro ignoti, fu la dicitura messa sulla
cartella di quel caso. L'uomo era rispettato e considerato, in tanti
avevano detto che era un'ottima persona e come cittadino rispettato
della società, senza prove di nessun tipo perchè
era
stato meticoloso, non era possibile incriminarlo neanche alla lontana.
Poteva, forse, ma dalle telecamere, le celle dei cellulari... insomma
gli avvocati trovavano sempre espedienti e mosse per salvare quella
feccia. E peggio, lo stronzo aveva una donna come avvocato. Considerava
giusto e corretto che le persone avessero un avvocato perchè
li
aiutasse se non colpevoli, a dimostrare l'opposto di quello che gli si
imputava. Ma quel tizio era stato denunciato da tre persone, ragazze
abusate, e chiss quante che invece avevano paura di finire
loro
nella gogna. E quella donna sapeva, le era sembrato di sicuro dai video
che aveva ottenuto da giornalisti, gendarmeria e altre fonti, aveva
voluto studiare lui e l'avvocato per capire.
La sua proposta di istituire un gruppo speciale non cittadino per
sistemare questioni del genere era stato vagliato ma ancora senza
risposta, dal grande Milan e questo la preoccupava. Se non loro, allora
chi?, si domandava, mentre cercava di non mostrare noia dalla
situazione di attesa. Gestualità,
mimica e postura nel processo di comunicazione permettono a persone
preparate su questi alementi a capire dai microgesti, micro espressioni
e modi muovere occhi e mani, davvero gli altri, anche se cercano di
mentire. Aveva studiato le basi della comunicaione interpresonale anni
prima, e le era piaciuto leggere dei vari livelli o cerchi della
persona, i metodi di comunicazione verbali e non verbali e altri
elementi di quel libro. Ma quando seguì uno specialista allo
Chateau per le Lezioni, scoprì che cèra un mondo
che
mancava a quel libro, ben più sottile e capace. E
aveva
voluto quei video proprio per studiare ogni singolo elemento. le
capacità che avev aimparato e che l'istruttore
specialista
nel controspionaggio e relazioni per varie agenzie sapev a non fossero
al top.
Anche per i test. Lia lamentava a David che da sempre ogni volta che
cercava di sforzarsi per capire e imparare cose per lei difficili,
finiva per snetire come... una barriera che premeva i lcervello,
impedendole di ragionare come voleva. Era l'unico modo che sapeva, per
spiegare come si sentiva quando svervellava e tutti i suoi sforzi non
davano frutti, come si sentiva dopo tanto impegno. E lui aveva voluto
capire anche per i test, ma non sapeva capire e spiegare nulla.
Erano utilizzate anche dagli avvocati stessi perchè,
mettendo
una persona capace durante la scelta della giuria e dopo, potevano
sapere dallo studio delle persone cosa percepivano, sentivano, se
odiavano o meno qualcuno che testimoniava e via dicendo.
Quello
studio molte volte era alla base di arringhe e prove testimoniali,
perchè colpissero determinate persone su altre. E questo era
solo il minimo. Sapeva bene che specialisti del genere lavoravano in
vari settori per sapere cosa riferire e come far muovere gli altri
rispetto alle persone interessate. E
quindi, anche se aveva appreso molte cose, ma sapeva di non
essere davvero meritevole di darsi delle risposte senza
quell'istruttore, voleva capire da sola, studiare quei due, superare
quella sorte di barriera come poteva.
E le veniva lo schifo nel vedere quella donna che sapeva, Lia lo capiva
da come guardava l'assistito o si comportava a domande e situazioni
fuori dall'aula, e lo difendeva. Era ignobile il fatto che tu avvocato,
che dovresti lavorare per la giustizia e sai che quella persona
è feccia e deve pagare, lo copri e proteggi
affinchè ne
esca libero e pulito sapendo che poteva rifarlo. E se sei donna
avvocato, ancora peggio. Se fosse capitato a qualche sua figlia o
parente, chissà se faresti così o useresti tutte
le armi
che hai per i ltuo lavoro per farlo piangere, pensava. Bello
quando capita agli altri...
Lia
era schifata dentro, perchè aveva usato di nuovo la
visualizzazione là in mezzo alla gente, per sua
abitudine
e le dava fastidio, perchè in quel caso non era
cosciente
delle espressioni che faceva...lo aveva fatto per analizzare le cose e
rivedeva quella donna avvocato che o per ammissione, per prove o per
suo istitnto sapeva e lo aveva fatto uscire. Per colpire di nuovo. E
così si era travestita come le altre donne, sembrava che a
lui
piacessero abbiagliate e con certi atteggiamenti specifici ed era
caduto, letteramente. Lui non voleva una storia di una notte e via,
come sarebbe anche normale, luivoleva una bambola vuota da seviziare e
poi lasciare andare, sapendo che non gli accadev nulla. Come
può un essere umano portarsi da un bar una
persona,
eccitarsi e dire di divertirsi con qualcuno privo di sensi e vuoto,
facendo un'azione schifosa e orribile? Non lo capiva mai, lei, e odiava
le persone. Il problema è che alla setitmana di casi
così
ve ne erano molti e parecchi non erano denunciati. Voleva che la cosa
finisse ma Milan diceva "no, pensa a cosa accade se cerchiamo di
fermare di tutto qualcosa e dicontro quelli trovare altre stategie per
fare la stessa cosa in maniera nascosta?"
"Quel vuol dire" chiedeva lei, "allora voi con le vostre menti e
abilità, che vi state a fare?"
"Un sistema totalmente vietato porta ad altro in un sottobosco che
potrebbe essere difficile per noi raggiungere. ma lasciar fare e agire
come chiedi nascondendo che siano leggi ferree come una dittatura..."
"Ammesso che tu abbia ragione, mi stai dicendo che lasceresti tutto
così?"
"Le leggi esistono, loro le aggirano. Se proprio vuoi che con la
Raccolta crei una seizone apposita in ogni paese, a disposizione ma
significa fare qualcosa che va anche contro le leggi. Creare situazioni
finte non mi sembra una bella cosa, comunque"
"Quindi lasciamo rompere le persone perchè agire come ho
consigliatova anche questo contro le leggi?"
Sempre di più, man mano che vedeva stando allo Chateau con
loro,
ancora più schifo e il peggio dell'umanità,
voleva
spingere Milan a fare davvero cose positive.. Vederlo più
vicino
che da televisine e film faceva ancora più male.
Letteralmente.
Il
suo telefono squillò. Dannazione pensò, si era di
nuovo
persona nella visualizzazione! L'anziana le stava vicino e rispondendo
usando l'agitazione della personalità, disse alla donna che
doveva andare per lavoro. Salì a casa, prese la sacca e
scappò, dopo aver espresso rammarico che fosse assurdo che
quelle cose capitassero dove abitava lei, e aveva nausea al pensiero di
cosa fosse tutto quello.
-se sono davvero convincente adesso andr da madame e rider in faccia
penosa ma ogni volta arricciava le labbra per come secondo lei ero
incapace di fare la donna quindi una copertura poteva saltare=""-
Si
avviò quindi verso il portone, ma alcuni agenti la
fermarono, chiedendo una sua dichiarazione. Venne anche l'ispettore
incaricato e a quel punto lei gli diede un biglietto, dicendo di
chiamare quel numero per avere spiegazioni. L'uomo la guardò
stranito e visto che da lei non otteneva risposta, sfruttando la
personalità per mostrare ansia, panico,
incapacità di
guardare negli occhie profondendosi in mille scuse ussurrate,
telefonò. Lia
guardava i usoi piedi ma voleva alzare la testa e ridere come una
pazza. L'uomo al telefono era un'alta carica della Guardia
repubblicana, settore della Gendarmerie nationale francese,indirizzato
a missioni cerimoniali, di guardia e di guardia d'onore alle
più
alte autorità dello stato e delle istituzioni della
Repubblica
francese. E ed era molto legato a Milan visto che era una sorta di Vip
insilenzio e si usavano a vicenda per molte cose. In pratica
gli
disse al telefono, dopo essersi dichiarato, che la persona che voleva
fermare era inserita là in segreto, che era un loro incarico
e
che se la fermavano, interrogavano e inserivano nei fascicoli il suo
nome o altre ifnormazioni, avrebbero creato un grave precedente per le
indagini stesse. Non si doveva far parola della sua presenza, anzi
cancellarla, e non si erano mossi sperando che loro non la fermassero.
L'uomo
si presnetò di nuovo e confermò che lo conosceva
e
riconosceva la voce, Lia mostrò nel mentre in un angolo
appartato il distintivo che teneva con sè per precauzione e
chiese scusa di nuovo al telefono, disse frasi di circostanza a la
termine, le disse che si scusava ma er ail suo lavoro. Le
disse
chiaramnete che non sapeva chi fosse e non capiva come mai fosse in
quel luogo in silenzio, ma vista la telefonata e cosa aveva mostrato,
era importante che se ne andasse subito così che in pochi la
notassero e ne parlassero. Lei ringraziò e si
affrettò ad
andare.
Anche
quello, era un sotterfugio che usò più per
sfruttare
quell'uomo che doveva più di un favore a Milan e si
conoscevano,
essendo giunto all'ammodernamento della Chateau come ospite gradito per
ammirare Milan e cosa aveva. Non le piacev ache la gente andasse
proprio allo Chateau e non in altri luoghi mascherati da base, ma lui
era così. Ostentare. E così lo aveva chiamato,
consocendo
il lavoro di Milan per la sicurezza e altro, e gli avev achiesto che,
in caso di telefonata di qualcuno per una di nome Prya, dovesse
coprirla con una scusa, affinchè facesse il suo lavoro. Sapeva
che era rischioso, se quell'uomo scopriva cosa era accaduto
alla
casa accanto e facesse due conti, ma alla fine le era sembrato
più divernte fare così che andrsene per i tetti
come una
ladra di notte, per usarlo. Che ricambiasse cosa riceveva,
pensò. Aveva donato all'uomo un beò week end da
Madame in
anticipo, così che tramite quella donna avesse anche
qualcosina
per rimetterlo in riga.
-a
questo si deve andare con gli altri favori e regalini se fanno i
capricci non perch sentono in colpa ma per avere loro guadagni usavano
mezzi forti della paura di vedersi come nuovo zimbello sociale
style="text-decoration: none;"-Pensò
amaramente mentre camminava tranquilla per strada,
allontanandosi. Era assurdo che tuttosi riduceva a interessi
personali e paura per tenerli nascosti, ma così era. Ed era
anche poco, disse, quell'uomo meritava di peggio ma er aun pezzo
grosso, aveva protetto i figli varie volte dallo schifo che facevano e
Milan lo aveva coperto altrettante, ripulendo le cose al posto suo. Lui
non si faceva pagare da alcuni, ma faceva dei patti di silenzio e aiuto
reciproco perchè aveva in mano materiale
scottante. Non l
odiceva o faceva capire, ma gli altri sapevano e accettavano
di
essere dispobili per qualunque cosa, bastav che tutto venisse
insabbiato. Era più sicuro lui di altro. E odiava Milan per
questo. Ma lui diceva smepre che era un piccolo passettino per un
grande passo di eliminare questa gente. Non devi fare come la polizia,
ma diventa dei loro e fai in modo che la colpa di qualcosa ricada su
altri, allontana da te gli indizi. Sii invece il loro punto di
riferimento perchè vengano da te per aiuto e consiglio. Ed
era
così che era entrato con suo fratello in certi giri, per
giungere a quell oche era. Diceva che molte oganizzazioni ti lasciano
espandere e diventare sempre più grosso e capace se ti
mantieni
con le loro regole e proibizioni. Se dimostri di essere quello che hai
giurato. E Milan era riuscito sempre a far risultare colpevoli altri,
uscendosene come uno di cui ci si poteva fidare. Senza pensare che
invece li mordeva dall'interno.-a questo si deve andare
con gli altri favori e regalini se fanno i capricci non perch sentono
in colpa ma per avere loro guadagni usavano mezzi forti della paura di
vedersi come nuovo zimbello sociale style="text-decoration: none;
font-family: Verdana,Arial,Helvetica,sans-serif; font-size: 13.2px;
font-style: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; orphans:
2; text-align: left; text-indent: 0px; text-transform: none;
white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; background-color:
rgb(255, 255, 255); color: rgb(0, 0, 0);"-
-non devo pensare a
questo ora no tornare=""-disse amaramente e riprese la macchina
e se ne
andò via.
Trovò strano
che la macchina
fosse dove l'aveva lasciata, anche s emolti curiosi vi giravano
intorno. All'interno, la AI le disse che aveva dovuto attivare il
sistema Shoskwave. Ossia alcuni elettroni dagli atomi metallici che la
compongono inizialmente sono neutrali, ma artificialmente
tramite
la vernice della carrozzeria, venivano privati di qualche elettrone
caricandosi negativamente ,assumendo quindi un certo potenziale
elettrico. La persona restava un potenziale
costante o
neutrale di base. Attivando quel sistema, tramite la vernice
conduttrice usata anche per circuiti veloci da dipingere a pennello e
la pittura specifica, la corrente tendeva a fluire
scaricandosi
sul soggetto neutro. Si trattava di molte migliaia di Volts in effetti,
un amperaggio bassissimo, che però veniva
aumentato se si
tentava ancora di toccarla. Si sviava con dei guanti ma era solo uno
dei sistemi e se si aveva cervello. E aveva dovuto fare la scossa a
molte persone.
"Fortuna che ci sei tu,
mi sono
risparmiata di controllare. Beh... altrimenti non ti avrei presa,
stasera. Adesso controlla se hanno cercato di agganciarsi a te per la
localizzazione..."
"Confermo. Tentativi di
localizzazione tramite gps, satellite, celle. Numero di volte,
diciotto. Confermato tramite risposta della chiamata di aggancio, non
avevo ricevuto ordini su come comportarmi."
"tranquilla,
così doveva
andare. Far loro sapere dove mi trovo era importante. Sanno che non me
ne andrei a caso, ma se la ricerca è stata così
tanto
ripetuta, saranno stati Jd o Milan a richiederlo con impazienza. Manda
un segnale di ritorno, mantieni la guida manuale..."
"Ricevuto. Ho rilevato
segnali dei
canali della polizia che parlano di un accadimento all'indirizzo dove
ci trovavamo. Sono stata segnalata come macchina sospetta e ho mandato
l'avviso allo Chateau, i quali hanno già diramato la
segnalazione di macchina protetta da segreto di stato."
"Tutto secondo i piani.
Torna in modalità beckground e avvisami solo se ci sono
novità di segnali e comunicazioni"
"Ricevuto, entro in
modalità Stealth"
Sfrecciò
tornando al contrario
verso lo Chateau. Poi le venne un dubbio, avrebbe potuto benissimo
andare per la A6 verso Digione o fare la strada verso Chagny. La
distanza iniziale era uguale che fosse l'una o l'altra
località,
per poi dirigersi verso lo Chateau. Sui 315 kilometri per tre ore e
passa di tempo, anche se lei sfrecciava al massimo e tramite i sistemi
di bordo aveva un rilevatore radar di qualsiasi cosa vi fosse per una
portata di max quaranta metri. Aveva due sistemi radar, a onde radio
inviando un segnale ad una specifica frequenza e analizzando la
frequenza di ritorno considerando anche il possibile efetto Doppler,
determinanando posizione, distanza e velocità degli
ostacoli.E
poi cèra anche quella a impulsi luminosi ad
infrarossi per
misurare la distanza e la velocità, ottenendo dati
potenzialmente più precisi ma in base a determinati fattori
era
meglio il primo. Con questo dispositivo attivato, aveva sullo schermo
sempre davanti dietro il volante eall'occorrenza in quello di bordo al
centro, cosa cèra più avanti potendo decidere
come
muoversi, evitando collisioni o incidenti in anticipo. All'occorrenza
era la IA stessa a prender ein mano la situaizone se il pilota non
sembra mostrare segnali di autoconservazione. Questo le permetteva di
andare al massimo senza rischi e in caso di autovelox, la machcina
poteva rilevarle prima e inviare un segnale che fermava la macchina
dallo scattare foto per eccesso di velocità. Erano in pochi
a
sapelo ma molte macchine blu e dello stato avevano questo sistema,
così che si sapeva poco della velocità e
posizione da
multe.
Giunse ben prima delle
tre ore ed
entrà dal cancello principale, dopo che ricevettero in
anticipo
l'avviso di avvicinamento dalla AI, facendola procedere senza fermarsi.
Parcheggiò l'auto davanti la Court yard, prima dell'ingresso
principale dello Chateau. Dopo la porta grande principale
cèra
il vestibolo, ma stranamente vide davanti solo le due guardie
classiche che facevano guardia a turnazioni ocn altri. nessun altro.
Di colpo
sbucò proprio
dall'ingresso principale Lubo, che corse da lei essendo stato avvisato
dal suo telefono mentre guidava. Sempre con comandi vocali, ma aveva
deciso di chiedere a lui di accoglierla.
"bentornata. Aspettavo
al patio
dall'altro lato...dai le chiavi a me, ci penso io" si offrì.
Lia
gli sorrise, la cosa strana era che nonostante la stazza, naturale, che
da lontano poteva essere scambiato per un lottatore di sumo senza panza
o girovita come quei giapponesi, era invece gentile e disponibile.
Anche l'ambiente e le persone stesse da Milan e Jd no erano stronzi
come di solito si diceva dei militari o film, e questo smebrava
aumentare il senso di stranezza in lei, perchè sembrava
più un sogno o altro che la realtà, facendole
credere che
non esistssero persone simili ma solo nelle finzioni. E invece comunque
erano tutti cordiali, gentili, amichevoli e pronti a fare
gruppo
Sempre nei limiti dei militari, ma la cosa che lei constatò
dall'inizio era che stranamente gli uomini, almeno i Capitani e amolti,
non erano feccia e gentaglia. Potevano apparire rozzi e pesanti orsi,
ma sapevano essere corretti se li trattavi in un certo modo. Quanta
fortuna ho avuto, pensò?
"Grazie per aver atteso.
Mi auguro che chi sai tu non sia adirato..." facendo una smorfia,
dandogli le chiavi.
"Vai in ufficio, ancora
non sa da me
che sei tornata, e non credo glielo abbiano ancora detto. Ho chiesto di
lasciar fare a me..."
"Ho capito, grazie"
disse facendo
qualche passo oltre lui, per poi fermarsi davanti il fanale sinistro e
guardarlo ferma a tre quarti.
"Lubo..." vedendolo
fermarsi dal
salire in macchina, anche se si chiedeva quanto ci entrasse davvero e
quanto comodo fosse"So che tu come gli altri non sarai, se non
già da ora, convinto e comprensivo su quello che ho fatto
oggi e
lealtre volte... ma io sto per andarmene...!" disse in italiano,
sapendo che lui era uno dei pochi che masticava la lingua dei pochi
più vicini, meno di Jd e Milan, ma sapeva parlarla e capirla
"...Non sono una di quelle persone che pensa a se stessa punto e basta.
Credo fermamente che pensare così equivalga alla morte
dell'essere umano. Una vita spesa per se stessi e basta, e intendo solo
se e la famiglias tretta, non porti da nessuna parte. Con
quello
che ho fatto io oggi e le altre, mi auguro di aver fatto quel poco di
buono per il mondo. Una piccola parte, ma se lecose vanno come
spero, allora avrò fatto qualcosa di giusto e che
valeva.
Per altri. Una vita spesa all'egoismo non fa per me. Se me ne
andrò e le cose per quel che ho fatto, gireranno
correttamente,
avrò speso del tempo nel modo giusto. A me non viene nulla,
ma
quelle ragazze e altre saranno vendicate e altre salvate. E se il tuo
capo è la persona che dice di essere, se il mondo cambia
davvero
e ci sarà meno dolore relativo a cose imputabili ad altri e
all'ignoranza, sarò ancora più in pace. Voglio
che tu
comprenda che, seppur non te ne freghi nulla o magari hai trovato le
mie azioni di oggi sbagliate o stupide, inutili magari, sappi che ho
preferito usare questi sforzi per salvare e aiutare qualcuno, che
starmene in panciolle aspettando quel momento, e di fatto
rubare
risorse senza far nulla. Non mi importa come gli altri trattano le
situazioni e il prendere soldi e cibo, facendo poco in tutta
la
giornata, ma io mi sono guadagnata quello che ho mangiato e usato, e
come quelle mie preghiere a Dei sordi o meschini se esistono, ho voluto
dare ciò che potevo, perchè altri che
ne avevano
bisogno potessero avere chance. Con la raccolta ho già fatto
qualcosa, meno di quel che volevo, ma posso andarmene senza rimorsi.
Rimpianti parecchi, troppi. Che non potrei cancellare o colmare vuoti
in me, neanche in tutti gli anni che mi rimarrebbero. Colpa
mia,
ok, ma se Dio non mi ha ascoltata visto che dicevano che dovevo
affidarmi a lui, allora che faccia quel che posso perchè non
abbia rubato o altro, cose, senza meritarli.... Troverai nel cassettino
delle cose che ti lascio. Non so se ci rivedremo, ma volevo
ringraziarti per essere stato un Signore anche tu, lasciarti qualcosa
perchè tutto non vada sprecato... se qualunque Dio mi avesse
ascoltato, questo corpo e questa vita non sarebbero andati sprecati
così! QUalcuno potrebbe averlo occupato ormai da tempo e
avrebbe
vissuto come meritava, invece di portare me a un dolore senza fine...
mi auguro che non mi reputi in nessun modo negativo e resti con Milan,
ok?"
"OK" disse lui, ma prima
che potesse continuare lei alzò una mano e gli dissecon
la testa. La discussione terminava in quel modo.
Camminò
dentro lo Chateau non
ascoltando nessuno, visto che quando incrociava qualcuno già
dalle due guardie al portone, volevano dirle qualcosa, ma non le
inportava. Invece si diresse senza fermarsi mai, neanche per la
segretaria di Milan, nell'ufficio. Aprì con foga le due
porte
allo stesso momento,urlando contenta.
"splendete meravigliose
stelle,
perchè la notte si avvicina e diverrà il vostro
palcoscenico, sbrillate..!" dicendo quel sbrillante a modo suo quando
univa più parole, in quel cavo voleva dire bruciate come
baluginii eterni ma le venne quella.
All'interno Milan er
aseduto dietro
la scrivania, mentre gli altri in piedi in un angolo della stanza come
sempre. Quando lei entrò veloce, aprendo le porte e alzando
le
mani al cielo, rimasero spaventati.
"Dove eri finita! Sono
ore che cerco di contattarti..."
Lia rimase ferma a
metà stanza
sorridendo tranquilla, sempre con la testa inclinata di lato verso la
spalla, si tolse il cappottino che era lo stesso dei giorni che si
recava in quella casa di giorno, per uscire dai tetti e scappare allo
Chateau nascosta da Lubo, e lo buttò sul divanetto alla sua
destra.
"Sembra che stiate
discutendo di
qualcosa. Cose serie? Ora vado... vorrei cambiarmi tra l'altro!" con
una smorfia scrollandosi i vestiti per indicare che voleva cambiarsi.
"Da dove è
venuta l' idea di
prendere vestiti, oggetti, auto e andartene a parigi come s enulla
fosse a fare casini?" unendo le dita con i polpastretti inclinandosi in
avanti per parlarle.
Milan sembrava parecchio
seccato, ma
non così adirato come lei pensava. Avrebbe pensato di
vederlo
sbraitare come un forsennato sbattendo le mani sul tavolo, o pugni,
come acadeva a casa sua. Invece era rimasto misurato, incollerito, ma
non come si aspettava. Ed era una cosa che alcune volta odiava, quel
comportamento calmo anche quando si doveva prendere gli uomini che
facevano cazzate, grosse, e picchiarli finchè ci si chiedeva
quante volte il sole fosse calato e risolto. E invece lo amavano
perchè era comprensivo...mH! Eppure lei lo era stata
tantissime
volte, ma quando puniva si offendevano tutti. Lui non puniva, ammoniva,
e per molti sembrava una cosa migliore, ma puntualmente le cose
riaccadevano. Ergo, non comprendevano e imparavano ma si beavano del
cuore di mIlan troppo aperto. Come diceva sempre lei, il troppo amore
fa male!
"Conoscendoti, so che mi
hai seguita con i dati della macchina, e... presumo sappia cosa
è accaduto e dove mi trovavo!"
"E da dove ti
è saltato in
mente di inscenare un rapimento per vendetta, da parte di
quel
soggetto per le tre che lo avevano denunciato? la gente controllando si
chiederà come mai non si notano telecamere che mostrano la
situazione..."
"Oh, Milan. Uno dei tuoi
difetti
è anche quello di non considerare tutta la gente scema,
tranne
te..." disse indicandolo, pe rpoi sedersi a metà della
seduta
del divano, restando eretta e in posizione con le gambe come aveva
imparato da madame, per una Signora.
"Oh so bene che tu hai
studiato tutte
le cose, anche con Helias, anche se ancora è un prototipo.
Ma
voglio essere sicuro che non vi siano falle nella tua idea,
perchè altrimenti..."
"Avere te è
come... un
altlante sul mondo, per davvero! Con i tuoi agganci e collegamenti,
anche per Helias, non è stato poi così difficile
mappare
le telecamere cittadine, registrate per negozi e privati, e
quelle non indicate con un controllo fisico. Ho mappato tutto in uno
schema così da capire dove potessi mandarle per una
settimana o
più, come per dire che erano regolari. ovviamente posti
diversi..."
"QUindi non dovrebbero
esserci telecamere! E la terza? Come ha fatto a farla salire senza
avere problemi? Se lo chiederanno..."
"La terza lo aveva
denunciato ma non
era apparsa come le altre due, aveva cambiato capelli come taglio e
colore, dopo l'abuso aveva già programmata da settimana una
rinoplastica correttiva e medica. Lei dirà che lo aveva
riconosciuto ma lui non aveva riconosciuto lei, anzi. Quel choker che
portavo e messo su di lei, lo mostra in... certi atteggiamenti! Alcuni
reali di ieri sera, altri pre registrati con un attore con un fisico
identico e poi... deep fake!Ma usando la nostra apparecchiatura sono
più veri dei veri. Lo sai bene anche tu... quindi no
problem!E
certo, Il fallimento non è il contrario del successo, ma
parte
di esso. Ma in questo caso puoi dormire su tre guanciali!"
"Sempre meglio quello che gli hai fatto, di quelli che hai fatto
pestare a sangue in un modo che gli resterà per sempre
dentro...
il tuo aspetto li fa cadere in errore e per la prima volta finiscono
male. QUando ho avuto i resoconti delle tue Grandi Cacce con Etta e le
altre due, che li attiravate e poi li facevate diventare... no nso bene
cosa, le foto non sono proprio belle! Se lo meritavano, anche peggio,
Ma... e so che gli ordinavate di guardarle stando bene
attente a
fargli ricordare ogni vostro discorso, gli avete marchiato a fuoco cosa
pensavate... Ho avuto paura, giusto un pò, che facessero i
vostri identikit. Per fortuna tu sei tu, hai usato protesi per
modificare alcuni tratti del viso,lentine, parrucche, trucco contouring
per cambiare la percezione dei tratti... ma sai che quegli uomini hanno
sporto denuncia contro ignote, donne, affermando di essere vittime?"
"Non più... " in modo vellutato e orgoglioso.
"Non più?!? Mi sono perso qualcosa? L'ultima volta sapevo di
trenta stupratori, conosciuti o che sono saltati fuori per caso, che
erano diventati come gli omini Michelin ma come in un negativo
fotografico, che piangevano come agnelli di cosa gli era capitato per
delle scapestrate... Illuminami quindi, li hai fatti pestare di nuovo?"
"Non più... ... quello era solo l'anticipo" disse lei offesa
"grazie al deep fake che mi hai gentilmente prestato, i giornalisti
hanno ricevuto video interessanti di nuove vittime e durante i loro
abusi video..."
"finti, vero?"
"Alcuni, altri invece erano veri purtroppoNon
più...
ripuliti e migliorati, delle retate di video anche snuff e
dell'interpool. lavorati in modo che nessuno se ne accorgesse, che
mostravano tutti ciò che avevano fatto. I video erano
veri,alcuni verissimi, altri con le teste no..."
"Non voglio sapere quali attori hai ingaggiato per finti stupri, guarda
non voglio saperlo!"
"Nessun finto stupro, erano tutti sessioni fetish sui finti stupri.
Sembravano veri, almeno pe quelli a cui li testati, ho usato
registrazioni di varie angolazioni delle Velvet room, facendo indossare
cappucci verdi come un nuovo tipo di fetish..."
"i clienti..." sussurrandolo sbigottito "hai usato i video
dei clienti a loro insaputa? Non capiranno che..."
"Nnaaaa! Innanzitutto entrambi avevano i cappucci in stile bdsm in
lattice secondo il tipo di stanza, e poi è stato solo
necessaro
un tocco di lavori digitali per modificare qualche cosine, eliminare
nei o tatuaggi o altro riconoscibili, aggiungerne altri..."
"Ti prego basta, Meno so in questo caso, meglio è... e voi
basta
ridere!" disse ai ragazzi che ridevano dei resoconti su cosa era
accaduto. "Non avrei accettato questa cosa se ne ero a consocenza,
capisco i tuoi test, Lia, ma così sei andata oltre e quindi
basta! Al massimo studieremo qualcosa on lgi uomini, ma non
così! Ma Lia continuò.
"Le ragazze non volevano fnire sotto i giudizi dei bigotti...
hanno paura di mostrarsi per colpa della società, ma saputo
dei
che mostrano chiaramente esattamnete cosa loro facevano alle vittime,
con le loro facce hanno cambiato idea! per una volta gli avvocati non
portanno dire che non ci sono prove "sorridendo malignamente "Ho preso
tutti i resoconti delle vittime, ho usato i miei cari amici di test
e... Le ragazze poi si sono fatte avanti proprio grazie a quei video,
affermando fossero loro e facendo un didietro a tarallo a quelle
Bestie... I taralli grandi ovviamente. i piccoli sono così
buoni" come se riasumesse una fiction per finire come se sognasse di
mangiare i taralli al finocchio.
"Uff, e quindi che
dovrei fare? Se
fosse stato uno degli uomini dovrei darti una punizione, come facciamo
adesso, per davvero. Ma in verità tu non sei uno di noi in
quel
senso..." facendo capire la situazione. Lia si mise
un
pò di traverso, con la testa sul bracciolo, con uno svolazzo
di
braccio.
"Fà conto..
che sia l'ultimo
desiderio di una moribonda, come un'ultima sigaretta o ultimo pasto.
Semplice" con un sorrisone monello recitando come fosse Rossella
O'hara..
"Stai scherzando!"
urlò Alaric
sbattendo i pugni sul tavolo di fronte Milan, che da che rideva, lo
guardò sorpreso e contrariato "ha fatto una cazzata e deve
pagare, come tutti. Sta qui con noi nell'organizzazione e deve esser
epunita, non esiste l'ultimo desiderio... mica va al plotone di
esecuzione. Magari!!!"
"In verità
è
così... David mi darà l'estrema unzione medica e
io
sparirò..." contaccambiò lei, prima gettandosi il
braccio
sinistro sugli occhi con teatraltà mentre poggiava con la
testa
acnora sul bracciolo, per poi fare POOOUPPH mimando un'esplosione con
le mani.
"CAzzate, l'accordo non
prevede
questo! David ha sempre fatto mezzo flop, mi spiace dirlo ma
è
per questo che piagnucola di cavie. E restarai qui come una piattola
fastidiosa nel culo a rompere le scatole..." mentre Milan lo
rimproverata del linguaggio.
"bla bla bla "fece lei
mimandolo
"credi quindi che david non sia capace? A chi devi la tua salute
attuale? Se sei mediocre come militare e ti fai sempre la bua, sempre,
non farti ricoverare ma prega tutti i santi che ti vengono in
mente per guarire e invece dici poi-grazie
a dio=""-ma
invece è Grazie David, senza di te sarei un groviera. E io
odio
i formaggi foracchiosi come emmenthal, lerdammer..." facendo una
smorfia di disgusto.
"Io ringrazio il dottore
che mi cura,
ma per farti andare via ci vogliono uno sciamano indiano, un esorcista,
un disinfestatore e un demologo tutti insieme... e prego
perchè
bastino!"
Lia guardò
lui che era rosso
in viso, mentre Milan cercava di non ridere da dietro la scrivania, con
il mento poggiato su una mano, Jd e Bryden invece
osservavano Alaric con una punta di vergogna.
"Quindi non ti
mancherò? Non
ti dispiacerà la mia morte?" gli chiese fingendo tristezza e
imitando una ragazina svampita.
"come dicono alcuni da
dove vieni, ma
và a morì ammazzata...!" disse uscendo e
scacciando con
la mano qualcosa per aria, mentre si richiudeva la porta alle spalle
con Lia che urlava un-ti lovvo anch'iooo=""- Eppure se all'apparenza
poteva
sembrare un'uscita infelice di Alaric, Lia e Milan risero divertiti ma
capendo, mentre Jd si portava una mano in faccia.
"Quindi non siete
incazzati?" chiese lei nel momento in cui Lubo rientrava.
Guardò tutti,
si
affacciò dalla porta e poi girandosi disse "Io no, Alaric
sembra
di si. E' per questo motivo, vero?"
Lia rise, si mise seduta
e riguardò Milan, scontrandosi con una sfida di occhiate
finchè non sorrisero.
"Tu forse non hai ancora
saputo o
visto, ma il tuo amichetto lasciato spanciato sul divano, almeno credo
che sia caduto di pancia non saprei, si è svegliato dalle
urla
della ragazza e dalla porta devastata dall'intrusione della polizia. Un
pò intontito, immagino tu abbia calcolato la dose sui quei
poveri di Morty e Scorcy, e mi spiego come mai parevano due ebeti per
due giorni, si è risvegliato prima di quello che credessi
dall'ussunzione del farmaco ma ripeto, non so quanto gliene hai dato.Il nostro ovviamente, non quella
roba che usano.E
affermava serio e convinto che cèra un'altra stronza in casa
sua, che le tre sono comparse senza speigazione e lui era
innocente! E si è visto la polizia
contro con le
pistole pronte, sangue e ferite su braccia, mani, abiti e faccia, la
ragazza nell'angolo urlante e strepitante ferita malamente e altre due
che erano legate e tenute prigioniere in una stanza accuramente
sistemata come cella... Ora, capisco la vendetta, ma solo tu, giuro
veramente sulla Madre e il Padre potevi..."
"esagerato.." fece lei
con una smorfietta
"esagerato? Chiuque
altro lo avrebbe
preso e spiaccicato di botte come tutti gli altri, come solo tu sai
fare quando perdi la pazienza" butto lì, facendole alzare un
sopracciglio.
"...io non ho
parole"disse
a voce più alta Milan per continuare e farsi sentire "ad
appostamenti, prove con quei due poveracci e piani con le ragazze, per
farlo trovare letteralmente con le mani nel sacco. Sai che poteva
andare male per un minimo errore? Quel tizio non ha avuto bisogno di
prove o interrogatorio, preso per direttissima, tutte le prove video
trovate e fisiche erano inequivocabili. E se la casa fosse stata
diversa? Se in quel momento vi fossero persone che vi vedevano
arrampicarvi? Se... non so nenache io inventarmi una qualuqnue
possibile causa di fallimento! NOn è come anni fa
dove non
c'erano telecamere come adesso o senza telefoni come quelli attuali. O
qualcuno passava e vi vedeva o altro. So benissimo che lo hai fatto
apposta di chiamare quella persona e dirle di coprirti in tutti i modi
possibili con una telefonata o due massimo. E non dirmi come lo hai
convinto, ho la minima, piccola, teoria che riguarda le sue passioni
segrete... Dovresti ricambiare molto Madame per quello che ti ha dato,
per tu arrivare a... questo! Ma mi domando, questi favori riuscirai a
ricambiarli prima di andare via? Manca davvero poco..."
"E' già tutto
sistemato,
tranquillo. Lei l osa. Io lo so. Tutti siamo felici e contenti. Anche
lui! Oh, se sarà felice... anche se mi fa schifo, chi sono
io
per togliere a un uomo un seno caldo come fosse un
neonato,... se
la donna è consenziente! Anche se essere un adult babies...
mah"
"Un che?" chiese Lubo
guardando tutti, ma Jd gli chiese di non fare altre domande. Meno
sapeva, meglio era. Per quello.
"Quindi è
tutto ok? Ha fatto
una buona cosa, vero?" chiese ancora, ricevendo l'occhiata di tutti.
Stranita di Jd, ridente di Bryden, esasperata di Milan per come Lubo
fosse così zen, e con il pollice alzato da Lia.
"Diciamo che chiudo qui
la cosa o la
discussione sarebbe troppo lunga..:" pungente e indispettito, Milan
fece finta di riprendere in mano la situazione, ma Lia gli rise,
dicendogli che sapeva che si era divertito a seguire le sue mosse dopo
la lettera lì, sulla scrivania, lasciata prima di andare.
"..." non rispose,
sbuffando, ma non
mostrava rabbia. Si, pensarono i ragazzi, non aveva avuto da dire visto
il piano che era andato in quel modo ed essendo Milan, era stato come
vedere un film in attori veri. Un bel passatempo per vedere di fatto
una recluta come lei mettere in pratica le Lezioni.
"Sing me to sleep, Sing
me to
sleep... I'm tired and I, I want to go ...Don't try to wake me in the
morning ... 'Cause I will be gone... Don't feel bad for me... I want
you to know... Deep in the cell of my heart... I will feel so glad to
go... I don't want to wake up... On my own anymore... Don't feel bad
for me... I want you to know…"
"quindi il tempo
è finito.
Sono le tue ultime parole?" chiese mentre Lia cantava un brano che le
piaceva sempre intonare "Ehi, smettila di intonare Asleep e
ascoltami..."
"There is a better
world... There
must be...Well, there must be..." più letnamente e con
tristezza, finchè non si fermò, si
alzò e
andò alla scrivania, posizionandosi di fronte Milan. Poggio
il
peso sulle mani aperte a contatto con il legno, e mentre
parlava
scivolava con le stesse, allargando le braccia e scendendo di altezza
mentre gli parlava.
"Grazie!... per quello
che sei ed
è già un miracolo che abbia trovato quel giorno i
militari più anormali del mondo. E' qualcosa che capita una
volta ogni duemila, ma grazie di quello che sei tu e loro" inclinando
la testa verso la spalla destra mentre scendenva piano piano "E
grazie!, per essere colui che esaudirà il mio desiderio...
anzi,
devo dirti-ti voglio
bene=""-perchè tu sei
l'unico che mi ha donato l'unica cosa che desideravo e per cui avevo
pure pregato! A me ormai importa poco, se vi mancherò un
pochino
o meno, quello dipende da voi, ma sono sicura che una come me non
mancherà a nessuno!. non sono un militare come non lo sarei
stata nella vita reale per un centimentro e un punto..., per via del
fatto che in una manciata di mesi nonostante quanto imparato, non
potevo definirmi ninete. Ero niente e tale sono rimasta... "
"Veramente, no. E'
normale che non
fossi chissà che fenomeno, sopratutto per i salti..."
mettendosi
a ridere senza risucire a fermarsi "ma non sto ridendo per tutte le
volte in cui all'inizio della prima settimana, non riuscivi a
saltare il muro e con la corda dovevi tirarsi su di più per
allungare un braccio o una gamba per issarti..." poi non ce la fece e
sbattè una mano sul tavolo per le risa,
ricordandole scene
dove lei malediva la sua bassezza, essendo stato costruito un percorso
per altezza un pò più... elevate.
"Ehi, tu non ridere"
girandosi verso
Jd che rideva sputacchiando "che sei poco più alto di me e
sei
pessimo in azione corpo a corpo. Un nano che ride un una nana...
bravo!" lo rimbrottò applaudendogli davanti.
"E' che non avevo mai
visto una
recluta muoversi come te, come una tarantola perchè non ci
arriva... Mphhh.. scusa, davvero ma non posso dimenticare quando Alaric
ti disseper
gli anelli,
senza avvisarti che le prime volte per la tua altezza dovevi fare salti
e prese allungandoti molto... ahahaha" ridendo poi come un
matto,
ricordando i voli nel fango di sotto perchè erano
posizionati
troppo larghi, i muri affrontati come se li dovesse mozzicare per
scavalcarli e le isole, zone circolari sospese su cui si doveva saltare
per non cadere in acqua, che raggungeva per miracolo.
"Ho però
risolto da sola e in
poco tempo, senza il vostro aiuto! Bello ridere di me se avevate preso
prima uomin molto più alti e calibrato per loro i percorsi!
Quelle cose non le fai nella società normale, è
ovvio che
non sapessi la prima volta valutare le cose con voi che urlavate di
fare veloce..."
"E' così che
si fa nell'esercito! Rapidità, coordinazione..:"
"Si, si belle cose! Ma
ci osno
riuscita e meglio di molti uomini con la gamba lunga...ora..."
voltandosi verso milan, mentre Jd era confuso sulla frase uscita un
pò strana " Se non hai di che rimproverarmi, andrei. Non
manca
molto al mio Addio, per questo motivo vorrei riposarmi un
pò,
bisogna andare contro la morte di faccia e al massimo..."
"Vuoi sapere
perchè non mi
lamento e ti punisco, come dovrebbe essere in realtà?"
mentre
lei alzava gli occhi con un mezzo sorriso "perchè volrvo
vedere
come andava a finire. Capire se riuscivi a usare tutte le carte a tua
disposizione dopo questi pochi mesi qui, aver imparato da noi e aver
deciso da sola di vendicarti in modo pittoresco di uno stupratore
seriale..."
"Pittoresco... avevo
avuto altre
idee, ma come sempre la società del piffero avrebbe comunque
colpevolizzato le ragazze. Come sempre. Abiti troppo corti, voglia di
divertirsi e vivere, un sorriso o un'occhiata, anche solo toccarsi i
capelli con fare civettuolo come ho letto, essere libera, indipendente
e aperta da voler essere donna e persona con diritti, anche sessuali...
perchè una ragazza che desidera solo vivere ma viene trovata
da
uno strupratore, ha colpe? magari io stessa posso condannare
in
parte l'uso di droghe e troppo alcool. Fa veramnete schifo vedere una
persona che sia maschio o femmina, non sapere chi
è e dove
si trova, camminare in maniera vergognosa, vomitare e buttarsi a terra
in qualunque angolo della strada o peggio, per aver bevuto, fumato o
sniffato così tanto da essere come un lobotomizzato. E
peggio
è che dicono sia per divertimento ma poi non ricordano nulla
e
hanno perso, di fatto, una parte della loro vita. Quella è
davvero esagerazione e mi spiace dirlo, lo condanno, ma se
una
donna vuole vivere una bella serata con giusto pò di alcool
e
senza droghe, non importa come è vestita, non devee ssere
giudicata. Neanche se si fa offrire un drink e questo è
drogato.
la colpa ricade su chi commette l'atto schifoso, non chi lo subisce e
si ritorna negli anni ancora sessanta e settanta, per cui una
donna era veramente marchiata e bollata a vita come vergognosa per
colpa degli uomini. Ho letto di donne che sono state ingravidate dai
fidanzati, carabinieri, medici, di persone che dovevano avere cervello
e invece sfruttavano la ragazza di turno, si divertivano con la
promessa di sposarle e invece appena incinta, bam! ciaone e tante care
cose. E in quei libri di vita vera, ho letto come fino alla
loro
morte sono state additate e giudicate anche davanti, con il figlio da
crescere da sola e trattata come invece meritava l'uomo. Lui invece
bello tranquillo a farsi una nuova vita. Per me questo deve finire! A
cominciare dalle famiglie. Basta! Ammetto che mi spiace andarmene
prorpio quando ho pregustato qualcosa di divertente da fare alla
feccia, ma so che poi veramnete come disse Alaric, andrei
oltre,
perchè vorrei solo guardarli negli occhi e leggere in loro
dolore e disperazione, quella che secondo me non esiste dopo
la
morte. Non cè inferno, non cè paradiso. nessuno
pagherà davvero, dopo! Solo un piano diverso per poi, se
è davvero così, ci si reincarna. TUtto
dimenticato e si
rivive di nuovo. Prima di farlo, devono sputare anche le budella! E i
denti. E qualche costola..."
"Se non sapessi che non
uccideresti,
quasi ti crederei... al resto, non alle budella e costole. Ed essendo
un militare non mi sconvolge la cosa, mi spiace solo per loro nel caso
fosse successo.." disse Milan meditabondo. Poi rise "Sarei stato
curioso di vedere i nostri fare una cosa del genere da soli! E' chiaro
che non è stata una cosa corretta quello che hai fatto,
verso di
noi. Hai preso oggetti, non solo costos, i ma che avevano
chiara
indicazione militare..."
"Qualcuno che
è appena uscito
da là poco fa la chiamerebbe la super cazzola per coprire
uan
cosa che alla fine ti ha divertito..:"
"Ehi, non abusare della
mia pazienza
bimba. Avrei portuto fermarti prima di arrivare a Parigi e lo sai, anzi
sono sicuro che te lo aspettassi! ma volevo sapere. Se avessi
ocntinuando con pazienza fino all'ultimo punto, se quel punto Z lo
avresti raggiunto sfangandola, oppure se il tuo odio, rancore
e
schifo verso persone come quello, ti avrebbero portata
davvero ad
appenderlo come un trofeo di caccia sul bancone con la posa da uomo
Vitruviano, come avevi schizzato negli appunti, con sulla
pancia
legato uno schermo che riprendeva tutte le sue malefatte... e sei
tornata, possiamo dire, vincitrice!
però, Lia, una
macchina da ottocentomila dollari e un computer da settemila
più
programmi e funzioni dal valore incalcolabile, per un comune
là fuori!!"
Milan si alzò
dalla sedia, si
sistemò gli abiti e si mise a guardare fuori dall'ampia
vetrata
dopo la scrivania, dando le spalle ai capitani.
"Come Alaric ha detto,
avrei dovuto
avere il pugno duro, visto che lo hai preteso per gli uomini. Eppure...
uno solo di loro al tuo posto sarebbe stato capace, da civile
per
prima , e dopo per quello che hai fatto oggi, di cavarsela
allo
stesso modo? Anche con tutto ciò che hai utilizzato..."
"Se pensi che io sia
intelligente o
altro, non fare brutte figure. Le insegnanti invece di aiutarmi
perchè avevo una mente diversa da quei tarati tutti uguali,
mi
portarono a credere di essere problematica, con qualche
disabilità, pazza addirittura, solo
perchè leggevo,
sapevo e capivo in modo diverso. E ne ero così sicura che
prima
di quell'insegnante di pianoforte, pensavo che sarei stata all'altezza
delle persone che, lavorando esempio come netturbini, al mercato e
altri lavori bassi nella società, sono etichettati come
falliti
e inutili. Che non valgono nulla credono e quindi fanno quei lavori.
Quando invece si scopre che nei fast food e prorio in quei
lavori, cè gente con la laurea ma non ha avuto il
treno,
ossia quell'occsione che ti capita e sfreccia vicino, e devi
cogliere, se hai la fortuna di avertela sulla strada. Le
possibilità di un passaggio del treno, dico sempre. E io per
quella gente valevo meno di quelli. Perchè dicevano che loro
almeno il pane a casa lo portavano, mentre io potevo andare bene solo
come schiava e incubatrice in un matrimonio... ho solo fatto
ciò
che credevo e usato quello che tu avevi messo a disposizione. Niente di
più. Loro, quegli uomini per cui ti ho chiesto di cambiare
atteggiamento, sono invece qualcosa per questo mondo, se
davvero
sei intenzionato a cambiarlo! Ognuno di loro vale quanto cento di me e
se io cadessi in qualunque caso, visto che volevi darmi
quella
carica, sarei facilmente e senza problemi sostituita. Sai quante
persone ci sono che hann idee e te le buttano sul piatto? Ma non molti
come Jd, Lubo, anche Alaric, o tutti i ragazzi là fuori.
Perfino
Django e gli altri due possono rispetto a me. Io ho imparato in pochi
mesi le basi dell'addestramento standard, che gran cosa. Si ho preso
alcuni oggetti, usato il prototipo del Crell e fatto una cosa che non
mi ha fatto venire strizza o altro, nel caso mi cioccavano.
Anzi,
non posso non negare che quando sono riuscita fino alla F, e lo avevo
davanti caduto come un gelato sciolto, ero orgogliosa di quel poco che
avevo fatto. Non sono all'altezza e non so se mai sarei riscuita a
essere mediocre come Alaric, almeno quello, ma lo rifarei! Oh, se lo
rifarei con ogni merda vivente sarei pronta a rifarlo e rischiare con
tanto altro. Ma non ho fallito, per cosa avevo. la AI
dell'auto,
il rugged, tutte possibilità che mi hanno permesso di
scoprire
telecamere, altrimenti avrei dovuto fare solo di perosna
studiando ogni strada, ogni cosa. Non so se sarei stata capace senza
queste cose quindi non fare paragoni. Anche perchè come dico
sempre, una persona non vale quanto il titolo di studi, che
sia
prer grado militare o il pezzo di carta di una università,
no
vale di più come persona, non qualifica la persona solo la
carta
ma la consocenza è importante...e come ti dissi di fare con
i
nuovi membri, non guardare i voti che gli altri conteggiano molto,
osserva cosa quei dati dicono!... ma questo non significa che
uno
qualunque di loro, rispetto a me, non avrebbe saputo farlo allo stesso
modo, qualcosa in meno o di più! Io hostudiato per settimane
la
cosa e l'ho abbozzato a modo mio, voi siete specialisti e magari altri
avrebbero pure fatto qualcosa di straordinario davvero! Quindi Milan
non dire queste cose. Sono solo la tua cavia preferita, non mettermi
abilità e intelligenza che invece non ho..."
"Come vuoi, ma cercavo
qualche epitaffio capace di descriverti per quando saresti andata..."
"Non mi serve un pezzo
di marmo con
una scritta, per lasciare qualcosa... non lo voglio
neanche, perchè neppure io so chi fossi abbastanza
per
pensare di lasciare traccia di me..." inclinando la testa verso la
spalla.
"E quindi? Cosa devo
fare?" le chiese voltandosi verso di lei, la quale guardò jd
e gl ialtri.
"Abbiamo tardato per il
pranzo, andiamo a mangiare?" disse lei tranquilla, faacendoli ridere di
colpo per l'uscita.
"E' stata una notte dura, fai uno degli ultimi pasti con noi?" chiese
Lubo "Voglio tutti i dettagli..." uscendo, seguito poco dopo
che
Jd e Bryden ridenti, mentre Milan scuoteva la testa. Prima di uscire
Lia si ferm ò incollata alla porta, come se pensasse.
"Secondo te,
Alaric ha ragione
o no sul fatto che dovresti mettere me sul piano degli uomini per cosa
ho fatto? Tuttavia ho pensato..." guardandolo per bene,
mentre
lui faceva finta di spostare cose sullas crivania "se tu no nvolevi
determinate cose, non mi avresti dato codici e autorizzazioni...
avresti potuto bloccare perfino la macchina tramite l'autopilota
integrato , dopo i codici di arresto e blocco totale, o farla
muovere in remoto tramite satellite... e questi sono solo due modi con
la macchina dopo che sono uscita. Sia prima quando ancora sgattaiolavo
dentro lo Chateau o in qualunque momento, potevi revocarmi ogni
autorizzazione e lasciarmi ferma da qualche parte, anche coe punizione.
Avresti potuto mandare qualcuno dei ragazzi o quei tre a riprendermi,
facendomi vedere da tutti come la pecorella nera che torna
all'ovile cornuta e mazziata... Ma non hai fatto nulla! Hai lasciato
fare. Hai aspettato. hai osservato..!"
"Come te... come hai fatto con tutti! DA quelli che ti hanno rovinata
agli uomini là fuori. Hai osservato e ascoltato, quando
altri
avrebbero punito o urlato di rabbia. Ti sei fermata invece di colpire.
Hai ragionato invece di lasciar uscire fuori il tuo totem. Almeno, per
tutti tranne che per quella gente. Il punto è che a quelle
persone là fuori hai dato altro, hai ascoltato, non hai
giudicato e tutto ciò ha pagato. Hai ripulito le mie idee e
messo di nuove, ma quelle persone adesso sanno di essere e che saranno
ascoltate, che cè un posto per loro.E quindiperchè no nfarlo per
te..."
E quindi mi chiedo, chi tra Alaric e me ha torto per quanto accaduto?
Io che ho sfruttato senza permesso qualcosa per cui credevo
molto, oppure Alaric nel non aver calcolato queste cose e
volermi
rendere un militare e uno di voi, quando non lo sono?"
"Non lo sei? Non sei una
di noi...?" chiese, fermandosi calmo e distaccato, per drizzarsi e
guardarla.
"bella domanda... chi
tra me, te e
lui ha la risposta? la verita? Sono arrivata qui come ...cosa? Cosa
sono essendo cavia? Cosa sono dopo addestramenti e preparazioni in
questi mesi? In quale classificazione dovrei essere? Chi vorrebbe
passare del tempo con me, volermi vicino in qualunque
situazione
e non sentirsi a disagio? Chissà se fino al momento in cui
me ne
sarò andata, qualcuno saprà dire e farmelo
sapere..."
"Magari è
stato prima di quel che pensi, o semplicemente la gente capisce le cose
solo quando sono perdute..."
Lei rimase con la
maniglia stretta nella mano, ferma a guardare un angolo vicino il
divanetto, poi tornò a guardarlo.
"Ci sarebbe mai stato un
posto per me
da qualche parte, dove fossi davvero accettata e voluta? Come pari?
Senza etichette? Cè mai stato per me, lontano dal
posto
nel quale sulla carta sono morta? E ci sarebbe stato per un'altra,
nuova me stessa?"
"..."
"Non esisterà mai un posto per me, giusto? Perchè
anche
qui, come voi stessi avete detto, io non sono una di voi per varie
cose, mentre in altre sembrate rimproverarmi di consdierarmi come
un'esterna"
"..."
fissandola.
"Siete davvero militari
nei modi ma
anche diversi dentro rispetto agli altri? Ho conosciuto stando con voi
molta feccia con la divisa. Parecchia, ma fuori di qui e proprio qui...
cosa sono o cosa vedono in me? E' per questo che mi hai lasciato fare?
Per darmi una... sostituzione? o qualcosa di simile?"
"Ho nella mia cantinetta
dell'ottimo
Sorbara doc Secco, e ho intenzione di discutere con te di
alcune
cose, tra cui queste. ovviamente solo considerzioni e... speculazioni.
COnsiderato che è arrivato il momento del tuo viaggio
finale, un
ultimo bicchiere insieme? Posso aspettarti nel mio salottino, metri
più in là?"
"...Mh!...può
darsi, ma
davvero mi daresti qualche risposta? Non cambierebbe nulla per quel
momento, tanti istanti sono andati persi, ma è per capire se
davvero sono una persona di merda, schifosa, egoista, stronza,
ignorante, mentecatta e con problemi autistici, come mi hanno
sempre detto tutti nella mia vita... e se avessero ragione o fossi io,
ad averla..."
"Quelli sono degli
imbecilli, lo
hanno detto anche i nostri psicologi, più quella di quando
eri
bambina. Essere diversi non vuol dire essere malati o autistici,
altrimenti io e altre perosne che hanno dato a questo mondo cosa ha e
cosa daranno in futuro, non avrebbero portato la tecnologia e tutto
ciò che abbiamo ora. Einstein, Mozart, Darwin, Emily
Dickinson,sono definiti tali per varie cose e perfino Thomas Edison fu
mandato via dal maestro perchè riteneva che la metne del
giovane
non andasse bene con gli studi... autistico!.. eppure sappiamo entrambi
come quegli idioti con problemi veri dentro " toccandosi la testa" cosa
non hanno dato, cosa e chi non erano, e quanto meritassero
rispetto rispetto a perosne come me e te. Tu non lo sei, hai modi di
ragionare e vedere le cose diversi. Tutto qua..."
"Mh... questo non cambia
una cosa
fondamentale..." facendolo di nuovo alzare lo sguardo su di lei, e
ormai soprgeva solo una mano e la testa fino a poco le spalle, il resto
nel corridoio "che parlate tanto, ma è da quando sono qui
che...
non è che abbia trovato un posto, anche temporaneo, per me.
Perchè alla gente non andava bene! E quindi , che
è
cambiato? Comunque a stasera in camera tua. Devi ancora parlarmi di
David..."
E sparì,
chiudendo la porta,
mentrte Milan sospirava e tornava a guardare dalla finestra "forse il
tuo passato non ti ha permesso di essere libera e sei tornata a
isolarti..." bisbigliò osservando gli uomini al di sotto.
"State
scherzando? Da quando ha incasinato le cose, qui cè solo un
enorme cantiere. Ha cambiato le cose nei bagni, le docce..."
"Di
cosa ti lamenti. Tu hai il bagno privato. Che cosa vai cianciando..."
Kianta
riprese Alaric dal suo solito lagnavarsi dei cambiamenti. Prima
vivevano come un campo iraniano sotto la guerra, nonostante i lgioiello
che avevano intorno. Si erano lamentati di qualunque cosa e si era
ovviato a certi inconvenienti con ottimi espedienti. Ma la gente no,
doveva per forza rompere le scatole anche nelle cose buone,
pensò Kianta. Era
distesa su uno dei divanetti in vellutino dell'ufficio di Milan, dopo
che Alaric stesso aveva preteso quell'incontro tra le capocce
dell'organizzazione. Almeno, i soliti. E così tutti i
capitani, Kianta e Milan si trovavano là.
"Cosa
cèra di brutto nelle tovaglie, asciugamani, accappatoi che
indossano per tornare alle camere? Cosa sono questi saponi attaccati ai
cordini che pendono come palle di cavallo dagli scaffaletti dentro le
docce? Le confezioni di shampoo e doccia fanno schifo? Questi tappetin
antiscivoli dei miei stivali privati, che ognuno deve averne uno
personale e deve toglierlo e portarselo in camera. E..."
"Insomma,
si migliora lo schifo e la gente si lamenta. Non è bello
vedere i resoconti medici e scoprire che parecchi di voi hanno i funghi
o altro schifo ai piedi! E che cavolo, alcuni con i piedi schifosi
così giravano per i corridoi senzas scarpe, non solo
sporcandoseli di nuovo come se la doccia non servisse a niente, ma
creando problemi a tutti gli altri, perchè scemo uno, tutti
che seguono come pecore. Prima lei, ora io. Tutti a
lamentarvi, però le scorte di creme e smalti
antifungini sono più che dimezzati, e stanno diventando
inutili. Avrei anche io optato per una bella fiammata sulle crape
pidocchiose, e non è un termine a caso, per non dire altre
zone pelose piene di sgorbietti schifosi, ma si è usata la
mano forte e ora sono scomparsi. Ed è stato orribile
scoprire che queste cose in certe zone arabe sono normali, ma peggio
qui! E che non usavate bidet, dai!!... Con il lavaggio decente,
cambiando le cose con le macchine a gettone per altre migliori e un
controllo e gestione migliorata, non ci sono germi, sporco, perdite di
colori da fare le cugine di Barbie per tutto quello che buttavate in
una volta dentro e, ancora meglio, nessun passaggio di batteri da
intimo ad imtimo perchè ancora devo capire come facevate a
passarvi cose tra voi con i lavaggi. Ho chiesto informazioni a Corbat,
visto che lui è uno dei collegamenti con le varie
forze militari di terra solo francesi, ed è assurdo che pure
là ci sono problemi, in modo minore e controllato, ma
succede. E sempre a causa delle uscite o persone che non capiscono la
pulizia. QUindi basta! Niente asciugamani se non quelli intimi anche se
siete maschi, apparecchiature ad aria calda per asciugarvi subito e
senza traumi finita la doccia. Pochi attimi e siete pronti per
vestirvi. Senza germi, tessuti di troppo. Milan ha finanziato
quell'azienda di servizi energetici perchè uno dei loro siti
geotermici divenisse di nostra proprietà, perchè
se ne costruissero un altro o acquistassero cosa volessero. Quinid la
corrente non è più un problema, non
appena ci sarà la firma. Per questo potete
spararvi l'aria calda davvero in tutti gli angoli, se vi piace, usando
qualche minuto i più, perchè l oso che alcuni
giocano con le cazzate sfruttando le novità. Ma meno
lavaggi, meno cesti della biancheria pieni da lavare e sterilizzare,
meno lavoro. Almeno per la questione bagno. Le tovaglie intime
personali da lavare con il vostro lotto di roba e non tutti insieme,
come prima. Dimmi rompiballe, e dove sarebbe il fastidio per
te, che hai il bagno a singolo e ti è stato
già installato quello più piccolo... che vuoi!"
Lo
fissò malignamente dal divano, facendo gesti le mani
mentre parlava. Alaric scuoteva la testa e borbottava, mentre
gli altri erano zitti e fermi. Gli altri in piedi con Alaric e Milan
seduto dietro la scrivania che se la rideva.
"Milan,
non hai nulla da dire? Te la ridi mentre questo mi sputacchia contro"
"Ti
sputerei davvero per cosa hai fatto! Cèra bisogno di
insegnare agli uomini il cucito?"
"Non
devono mica fare i nuovi Valentino o Dolce e Gabbana. Gli è
stato insegnato per ora a riparare qualche buco creato dagli artigli
per dita dei piedi che hanno, o rimediare ai tubi di scappamento che
devastano le loro mutande in poche settimane in caso di servizio fuori
da qui. Il tempo di vedere come gestire il problema vestiario. Quello
vecchio, se scuro, perdeva colore e non è salutare per chi
li mette e la natura. L'altra sezione delle Lezioni, riguarda il minimo
impegno di fare un segno di riconoscimento per i propri capi, visto che
non li laveranno più loro di perosna mettendo la monetina,
ma come dovrebbe essere, ci saranno degli addetti al lavaggio, stiro e
piego che faranno il lavoro relativo solo a lenzuola, tende e altro
reparto tessuti. ma melgio andare in sicurezza marchiando la roba
intima. Quelli personali come l'intimo, li levaranno sempre loro, ma
è stato creato un programma di apprendimento su come
comportarsi con lavatrici e asciugatrici. Devo ricordarvi le mutande
rosa a stampa marmo o nuvolette?"
"Ma
chi li vede sotto la divisa?"
"Tu
hai seri problemi. Decoro, disciplina..."
"Non
cè bisogno che mi elenchi le caratteristiche di un ottimo
uomo dell'organizzaizone..:"
"io
parlavo del militare base..." rispose lei acidamente, portando le mani
sotto la nuca. Milan ridacchiava e muoveva un pò la poltrona
di pelle con braccioli che ruotava. Aveva piedi di legno ma
nascondevano delle rotelline che gli permettevano di spostarla senza
strusciare sul pavimento prezioso. Ma come faceva quando era di buon
umore, ruotava la seduta a destra e sinistra.
"Certo,
tutti impegnati con ago e filo e ricamare disegnini e iniziali..."
"Devo
ricordarti cosa è successo più volte, raccontato
dagli uomini, dove per sbaglio nel cestone che tenevate nel
bagno, finivano mutande, calzini e altro e non si capiva di
chi fossero? E non voglio sapere che ve li scambiavate, ti prego, ho
pregato di risparmiarmi questo dolore!!!! Cose che
capitavano, nella stessa camerata prendevano a caso a terra o
altro posto e lavavano la roba degli altri, insieme? Ciechi es tupidi.
Lei aveva ragione, deve esserci criterio nel lavaggio ed evitare
mischiamenti e simili. E finora quel medico che sappiamo, ha detto che
i dati sono più che positivi..."
"stronzate,
si stava bene anche prima"
"anche
prima dei barbieri indiani??? Mi risulta che ami, anzi letteralmente
adori ogni giorno farti sistemare la faccia da schiaffi da loro...
comè che dicevi per i trattamenti che sono da donne..."
"Chi
è l'uomo che si fa massaggiare i muscoli, bagni gelati o
bollenti, manicure e pedicure..."
Kianta
guardò Milan che finse di non seguire la cosa e
contraccambiò "chi è l'idiota che si lamenta che
la cura della pelle ai tempi del cancro e danni permanenti, unghie con
segni marroni sopra che chiedono solo di esser considerate... se pensi
che quei bagni che invece sono teraputici, massaggi medicali,
trattamenti e controlli di mani e piedi siano da femmina come vai
cianciando, non dovresti essere uno dei primi dal barbiere
indiano, che qualcuno che odi ha fatto mettere, a
farti massaggiare e trattare la pelle che sembra appena uscito come il
culo di un bambino! Minimo un quarto d'ora per farti la barba quando
invece ti fa proprio un trattamento rilassante e curante per i prodotti
usati. Andiamo, sei ipocritissimo...!"
"Ehi,
è un barbiere che..."
"Cazzate!"
sbottò lei sbattendo un pugno sul ginocchio "e non vuoi
ammetterlo. Asciugamani caldi, massaggi all'indiana, trattamenti vari
ogni giorno che sono anche necessari, e tu dici sono da
femmina! Per questo tutti ci vanno, se li fanno fare e s ela ridono per
quanto gli piace. E se pensi che, come il piangere,
sia cose da deboli e femmine, allora puoi benissimo non andare
più a queste cose e fartele fare... da nessuno. Sai bene che
se continui a rompere le scatole con l'asessualizzazione dell'uomo
quando non è così, è solo vivere
questa vita difficile, specialmente per voi, senza godersi
piccole cose che fanno stare bene e senza metterci in mezzo concetti di
genere. Ti faccio bannare e buttare fuori da ogni angolo. Ti giuro che
lo faccio, perchè porti solo rotture di balle per quelli che
hanno la metne labile da sentire a te, che sei Capitano, e andarti
dietro quando invece guardano disperati quelle cose, pensando che siano
contro natura! Se pensi che sia tutto contro natura solo
perchè da piccolo ti hanno detto che il maschio deve essere
e fare solo certe cose, e basta, che avere
fragilità e momenti dove perdi un pò la tua
corazza, sei un imbecille, cretino e sfigato puoi benissimo fare per
te. Su queste cose non osare mettere becco. E metto i cartelloni grossi
così con scritto che tu non devi entrare!!"
"Ma
è pazza!!" Alaric andò davanti Milan e questi
alzò le mani dalla scrivania quasi allontanandosi dalla foga
dell'altro, come se avesse paura che per la rabbia scavalcasse o altro
"Milan perchè questa, che non è una militare, non
è una di noi, è come un criceto in gabbia, debba
dare lezioni a noi come l'altra fuori di melone, e cambiare cose che
erano buone e giuste prima? Si è mai sentito che un uomo
facesse cose del genere per migliroare e curare la pelle, per i muscoli
e altre cavolate?"
Milan
restò a fissarlo, voltò gli occhi verso Kianta
che con un sorrisetto malizioso poggiò il mento sulla mano
semichiusa, presisamente su indice e medio piegati, reggendosi con il
gomito sul ginocchio. Socchiuse ridente gli occhi e attese, guardandolo
come a dire-avanti ,digli che non
è cos strano da sempre l'uomo sicura e tu sei diverso-.
Jd cercò di no nridere perchè anche lui sapeva
come si trattava bene il leader, non cèra nulla per lui di
negativo, sbagliato o altro. Anzi nelle vasche di trattamento che
avevano nella zona bagni, ampia e con varie vasche in stanze singole o
i bagni alla giapponese e turche, Lia prima e Kianta poi amavano fare
degli esperimenti, mentre gli uomini ci si rilassavano e si sentivano
meglio. Al solito però lei appena finivano tutti, andva a
sperimentare..
Aveva chiesto al laboratorio che si occupava di saponi, creme e
prodotti per la perosna di prepararla varie cose per testarle, come
l'idea che si era messa in testa di preparare delle bombe da bagno da
associare ai getti dell'idromassaggio per i bagni gelati per tonificare
il corpo. Prodotti anticellulite e massagianti ad effetto freddo,creme
particolari, per citare quelli più strani, e
voleva usare tutte queste cose con la vasca apposita per migliroare le
prestazioni del bagno gelato. SOlo che aveva dimenticato alcune capsule
di bombe in una selle stanze da bagno. Aveva usato come cavie quei
poveri disgraziati di Morty e Scorcy, le sue due opzioni preferite
perchè erano sinceri, non avevano paura sapendo che non
faceva niente contro di loro e potev chiedergli cosa provavano,
sentivano, come si ritrovavano in base a cosa gli chiedeva di fare.
Inoltre da persona pratica quale era, pensò Jd mentre Milan
faceva ancora facce di supponenza, e perchè era lei, test
come quelli in vasca si facevano anche da nudi. E visto che lei non
scandalizzava ne altro e quei due non erano pudici, senza malizia o
altro, era capitato che avessero dimenticato i costumi e provassero i
prodotti nudi, entrando o uscendo senza che lei dicesse nulla. E visto
che anche loro erano... loro, ossia dei tipi tranquilli, in un certo
senso come lei non avevano pensieri o questioni dove bastava un nudo
per fare e dire stronzate, lei era tranquilla. Non trattava con gli
altri per quei test proprio per evitare problemi. per gli uomini, non
per lei, come era accaduto. Aveva anche lei la fobia della vicinanza e
l'intimità e non voleva nessuno vicino che potesse provare
qualcosa.
Gli uomini sono uomini, diceva, cresciuti con certe
mentalità malate e per rimetterli in riga cè
bisogno in molti casi di astuzia o la forza. Quando si ritrovano
qualcosa conficcata nelle carni, e li fissi come se vedessi uno insetto
molesto schiacciato, gl iviene la strizza e ci pensano due volte di
rifarlo, diceva. E cosìquei due erano gli unici con cui era
tranquilla. Ed
era capitato purtroppo sia con Lia che con Kianta , di gruppetti di
nuovi sopratutto, che volevano vendicarsi per varie cose, in
gruppo. Come voi che si vendichino gli uomini offesi? Con gli amichetti
come branchi di bestie. peccato per loro che una volta Kianta aveva i
guanti, e quindi letteralmente e realmente
elettrificò, stringendoglieli con tutta la sua
rabbia , i gioielli di famiglia finendo per cadere in ginocchio in
preda alle scosse e pure lei non mollò, gli prese la faccia
e gli disse, mentre gli altri guardavano, che se questi o lui in
futuro, avessero continuato, l'elettricità a bassa frequenza
non sarebbe stata l'unica cosa che avrebbe usato.
Mentre Lia aveva avuto la brillante idea di farsi fare un oggetto pieno
del peggior liquido urticante e quando gli uomini cominciarono a
protestare e fare gli stronzi, sia con lei che facendo
nonnismo fregandose delle regole e delle Lezioni, entrò
incazzatissima nei bagni e affrontò gli imbecilli. Che lo
erano davvero, perchè credendo che lei scherzasse
e fosse indifesa sempre l'apparenza,credevano che comportandosi come
animali avrebbe urlato o fatto come le donne normali,
divertendosi come gradassi, denudandosi. Il primo
che la affrontò a pirillo di fuori per farla andare
via, si ritrovò prima con il naso rotto e poi una
spruzzata di quell'urticante là sopra, per finire poi
schiacciato col piede nel collo contro il muro, mentre lei urlava agli
altri.-osate ancora sfruttare la
nudit come arma contro me o le donne che ora ci osno e ve lo faccio pagare!E
visto che dalle orecchie la questione non vi entra, vi stacco il naso a
morsi e così avrete una apertura nuova diretta al cervello
per compesare. Se qualcuno ha ancora rimostranze, osi dirlo adesso o
dopo pagherà per tre volte l'insolenza!- Gonnor
fu il secondo imbecille che cercò di protestare con i soliti
commenti sessisti e del fatot che forse loro erano poco per
lei, visto che Milan aveva i soldi e potere, lo aveva di
fatto d'oro! Mentre magari loro erano banali militari e ed frigida per
questo.
Liacome Kianta aveva abbastanza pazienza, ma se la perdeva
quando la si giudicava su quelle cose, scattava il lato feroce, cosa
che avvenne.
Gli chiese di spiegarle perchè, avvicinandosi e
sorridendo cattiva. E visto che gli idioti tali sono e tali restano,
sempre nudo perchè anche lui uscito dalla doccia per il
casino che aveva fatto per come trattavano i nuovi e le donne, aveva
iniziato a fare solo quel che era. Aveva alzato la testa, aveva fatto
un respiro profondo e con tanta forza gli prese con gli stivali con
tacchetto le dita dei piedi, peggio il mignolino, dandogli poi una
ginocchiata nei gioielli metnre questi urlava di dolore, per finirlo al
lato del collo col gomito. Quando fu giù tossendo, guardando
gli altri e dicendo loro che o si stavano calmini o lei gliela faceva
pagare, diede una pedata a un gluteo dell'idiota facendolo sfacciare a
terra, e alzò il braccio destro, dando una bella
spruzzata al didietro ovviamente messo a ponte come diceva lei,
così per lasciargli un ricordo dicendo -questo non
è zenzero figging se qualcuno sa cosa questo fa male alle
mucose voglio che scemo due provino le conseguenze finch composto ne
avrvoglia tutto il mio incazzamento vi sar damonito per futuro.. .se
volete fare i bulli gli stronzi come ragazzini pessimi invec edi essere
accettando gli accordi se condo cui un'orgeanizzazione troverio un modo
farvi finire altro vefondamentale l'aggregazione l'unit
dosoleopzioniuno faccio volare andarvene con solo scarpe mutande poche
cazzate siete portati perch ciavete indossousat eappartiene
all'organizzazione ma direte una sola parola qui verra cercare
mitroverete notte seduta sull'angolo del vostro letto guardarvi torvo
fissa facendovi pregare la mia collera sia sparataurticante sugli
zebedei oppure seconda accettare uomo esseri umani persone civili e
societ liniziate vedere vita in diverso continuate cos sarete vecchi
merda orribili spero gente sputii nocchio ogni giorno. perch fuori
quella leccaculo o ha molto dare agli altri farli stare accanto si
ritrova muor fra infermiere in a cidit e stronze e dandranno cose no me
scheda fini rutti grupp i militari noi associati giuro rabbia seguir
capirete merde altrimenti restate pulite trattat nuove regole on
pattumiere zampe vivete accettate tutt i trattate merita
lovoi torner gusterete vita prima credevate esistesse dev o
impeperocinare qualcun altr o sono stata chiara -
Quando nessuno rispose nonostante gli sguardi in cagnesco, dimetnichi
di dove si trovasero e come non fossero proprio vestiti lei disse, come
passeggiando sulla spiaggia per uscire dalla porta a slide "E
ti accorgi che l'unica cosa che avrai è quello che
crei…" lasciandoli sorpresi e a guardarsi su quell'uscita.
Jd
rise, non seguendo più la discussione ma ricordando come gli
uomini non fossero contenti, di quanto fosse fastidiosa da calma e
tranquilla il quasi totale delle volte, quando sembrava che nulla la
smuoveva e pure ti incazzavi per il suo comportamento, composto e anche
divertito, con frecciatine e prese in giro già che
cèra, ma che ti inculava in tutti i sensi lo
stesso, in modi inaspettati e peggio. Ma stavano tutti guardinghi,
quando ti faceva sentire come qualcosa che odiava solo a parole era
ancora ok, ma se la pazienza scemava proprio, era capace di
picchiare sempre in modi inattesi e che si facevano ricordare. Sempre
peggio, con certi oggetti, e faceva più male
quando riprendeva la calma e ti dava la morale del suo gesto,
insegnando il perchè delleloroazioni
e come cambiare. Il tutto con la sua espressione tipica che faceva
più paura delle azioni. Sapeva guardare in malo
modo, facendo capire quando è meglio smettere.
Lubo lo capiva subito quando le sue espressioni verso gli altri, che
fossero in una discussione o in altro, comunicavano di finirla
lì. E smetteva di stare rilassato. Con lei non si era mai
sicuri di quando e se scattasse, e cercare di toglierle il malcapitato
era inutile, finiva quando voleva lei, o meglio quando aveva fatto
capire la questione a chi aveva tra le mani. Erano poche volte
contabili su una mano, ma era difficile capire se avrebbe fatto
rimpiangere l'altro o se diceva con le espressioni-basta
, dai finiscila e tutto va a posto-.
E pure dava fastidio a molti, come non si facesse problemi a vedere
nudi degli uomini, mostrare espressioni di cattiveria e agire in certi
modi per una così bassa che per molti di loro arrivava
appena al petto, senza tacchetti negli stivali o scarponcini.
E dopo altri piccoli episodi anche di gruppo, dove pensavano che da
sola potesse esser epresa e punita, lei non solo iniziò a
picchiarli male, ma accorsero i cani che trattava da alcuni giorni
nell'addestramneto e la conoscevano,per
proteggerla. E pure Django e gli altri due, quando
se ne accorsero, non li trattarono bene. Ma fecero poco,
perchè il grosso lo aveva già fatto lei e di
nuovo a sfotterli che sembrano solo belle statuine. E poi furono dalla
sua parte i membri delle Raccolte, chi si trovava bene e chi accettava
le nuove regole senza problemi.
Si odiava il fatto che se lei viveva in un posto, doveva avere standard
di un certo tipo, per la salute di tutti e il buon vivere, un
meccanismo ben oliato e funzionante. Quelli come Alaric rovinano un
pò tutto.
Milan se la rideva, diceva che era il suo spettacolo preferito, il
vedere cosa si inventava ogni volta e cosa combinava, lo
faceva divertire. E affermava che contenerla poteva essere
difficile, ma era impulsiva solo nei casi in cui la sua epressione
diventava tutta occhi con una velata voglia di ammazzare qualcuno, e
non cèra niente di negativo perchè le sue azioni
avevano sempre un motivo ed erano pure poche. Al massimo rimetteva in
riga quelli che sbagliavano, ed era contento che quasi sempre fosse
invece una persona pragmatica, posata, concreta, volitiva, di
grande rigore, poco incline ad accettare l'idea del diverso nelle teste
degli altri, di comportamento sbaglaiti o pericolosi. Almeno, er a la
sua lista, diceva.
Era riflessiva, non era facile entrare nel suo mondo di
emozioni, visto che se a prima vista sembrava chiara come un libro
aperto, non l oera. E lo faceva ridere quando gli diceva-mediare
e a risolvere le controversie potresti fare almeno questo
milan -lamentadosi che lui ormai faceva
poco. Ma a Jd affermava che lasciava quelle incombenze a lei
perchè seppur introversa e restia al contatto con gli altri,
le facesse bene. Era una persona che ascoltava e valutava, guardava
oltre le apparenze e metodica in certe cose, cosa necessitava a quelle
persone e che lei aiutasse più di quanto credesse. Loro in
primis, visto che avevano cominciato a vederla diversamente per come si
fermata ad ascoltarli e rtovare le soluzioni o altro, e lei per vedere
la sfaccettatura umana e superare paure e le apparenze. . La sua
velleità migliorava e cambiava,diceva.
Diceva che era pacata e solitaria, ma un vulcano pronto ad
eruttare e questo suo lato riguardava il suo totem e tutto
ciò che oscurava il suo Io interiore, sfogandosi sugli
imbecilli. Kianta affrontava le difficoltà con
serenità e con meno timori di Lia, ma il carattere restava
quello. Rispetto a LIa era sempre cauta sia nella gioia che nella
collera,diceva ma
quando una pedata ci vuole, ci vuole. Ponderata fin quasi allo sclero
quando non mostrava rabbia o altro come una faccia di bronzo,
ma ti faceva una lavata di capo con un sorrisino da tremare o diventava
esigente e come una bomba a mano, se cèra qualcosa
che davvero la rompeva dentro, come una valanga.
Ma diceva anche quanto fosse malinconica, restia alla gente,
sull'attenti e negativa. Sapeva essere alla mano con le persone di cui
si fidava, ma affermava che fosse sicuro che la sua parte mai venuta
fuori prima con Lia e ora con Kianta, sarebbe rimasta
incatenata, tranne cambiamenti.
Ma si poteva restrignere cosa era Kianta in queste poche definizioni di
Milan? Tutti questi ricordi dei suoi commenti sparsi, definivano una
persona in quel modo? Si capiva cosa e chi fosse in realtà?
E come la gente che la odiava sbagliava?
Lubo, il poco che diceva , era -una malinconia
riflessiva e una contenuta passionalit-Aveva
capacità empatica, di accettazione e rispetto per
l’altro. Comunicava i suoi pensieri e le sue emozioni con
spontaneità e chiarezza, ma che aveva l'abitudine di parlare
come se volesse mordere l'altro per tutto ciò che stava
legato al suo interno. Il poco che lui diceva era questo.
Il problema, si chiese Jd, gli altri lo capivano? Vedevano oltre il
velo dell'apparenza?
Con la Raccolta e tutti i cambiamentivelo di Maya per molti era stato
un balzo in avanti,da
una vita tra tende e suoli di guerra, dove proprio non si viveva con
comodità e potevi beccarti qualcosa se non stavi attento,
alla vita allo Chateau o nelle Torri se lì assegnati. E poi
cèrano quei paesini che avevano reso loro, mini torri
spacciati per luoghi normali E
poi dopo aver messo barbiere indiano, vietnamita e tailandese, divenuti
nel loro paese esempi di trattamento per uomo accettati e cercati, non
solo più solo taglio ma molto di più, e la gente
pareva più contenta. Nessuno si vergognava più di
andarci.
QUando Lia lo aveva detto pareva uno slogan per dei prodotti, ma cliese
di fare delle prove o test come piacevano a lei. All'inizio
andò per la Raccolta in quei paesi e trovò delle
persone che sapevano fare davvero quel mestiere e se li
portò allo Chateu, facendo aprire nella sezione
botteghe e laboratori, la C aggiuntiva di mezzo. Eran barbieri con
caratteristiche diverse in base al paese e come lavoravano
là. E fece provare e studiare alcuni soggetti indicati per
un mese , che andavano ogni giorno a farsi fare la barba e i
trattametni. Aveva ragione, erano a cominciare dallo stile indiano,
lavori che sembravano da terzo mondo e sporchi per l'ambiente
originario, ma erano prova di grande maestria e raffinatezza.
Invece di pettini e forbici speciali usavano le dita per misurare e un
rasoio tempi andati, sempre perfetto e controllato ogni giorno. E anche
Jd stesso vi andava, come molti, perchè come ti tratta un
barbiere indiano, dicevano alcuni, non ti tratta nessuno, e Kianta
aveva ragione a rimproverare Alaric. Era uno di quei tradizionalisti
che letteralmente distruggevano il progresso, lo odiavano. Non si
trattava di spa o estetista, come faceva apparire lui, ma taglio, barba
e massaggio unito a trattamenti. Usando
l'antica tradizione ayurvedica, dando importanza anche al massaggio
alla testa, era in grado di favorire l'equilibrio energetico su tutto
il corpo grazie alla stimolazione e manipolazione dei punti Marma
presenti su testa, viso, collo e spalle.Permettendo di iniziare la
giornata più carichi, rilassati e tranquilli. E questo
secondo Lia era importante per la salute psicofisica di gente del
genere. Lia
aveva optato per questa cosa invece di barba e lamette da fare nei
bagni in comune, perchè ogni giorno si stimolava sistema
muscolare, circolatorio linfatico,pressione sanguigna, rilassamento
delle fibre muscolari solo con i trattamenti viso all'indiana.
A Jd piaceva l'indian head massage e Ajit era davvero un portento. Si
era preso assistenti e avev aisnegnato ad altri perchè lo
aiutassero o andassero nelle Torri, visto che piaceva a tutti quel
risveglio dopo il riscaldamento mattutino e prima della colazione
E la realtà batteva Alaric. Non era detto che
essendo uomini, si doveva considerare negativo e quindi privarsi di
qualcosa che faceva bene. Anche quelli tailandesi e cinesi non erano
male, e purotrppo per Alaric le idee di Lia prima e Kianta
poi, erano state solo positive. L'umore migliroava, anche i
cani solitari erano di umore migliore e avevano trovato il loro posto,
per gli addestramenti e allenamenti cèrano meno reticenze e
quei trattamenti li facevano stare meglio dalla mattina presto fino a
sera, restituendo dati di tutti in positivo. Ed erano solo
quell idella mattina, poi cèrano le terapie appunto in
vasca, i massaggi a gambe, mani e piedi, usando la riflessologia
plantare con le conoscenze cinesi, per terapie diverse dai
medicinali.
Funzionava. E poi, pensò Jd ea forse Alaric non l osapeva,
Milan stava sempre quasi ogni giorno, in base al paese dove stava, in
qualche spa o centro benessere che conosceva ed era quel che
appariva poi come risultato, perchè si prendeva cura di
corpo e mente. Non sapeva chi dei due aveva fatto la cosa prima, se Lia
l'idea o Milan per sua vanità, ma funzionava e costava meno
di goccine e terapie psichiatriche e altro che danneggiavano solo,
mentre gli uomini erano sempre carichi e più sani di testa.
Nulla di sbagliato quindi, e serviva a quegli orsi
con le emorroidi come diceva Lia, un pò di
quilibrio mentale e fisico. Ma se Milan a dorava quei
trattamenti moderni e costosi, lei non li approvava, ma aveva
proposto quelli secondo lei corretti e migliori, classici ma che
avessero un senso, non le cremine all'oro come aveva scoperto di Milan
e quanto costavano. Milan non era tipo e no ngli paiceva l'idea di
andare anche nel miglior barbiere indiano o tailandese, costoso che
fosse, ma preferiva luoghi superiori come diceva e pagava
perchè pensava sempre che il costo valesse. Al solito, Lia
aveva dimostrato che non era vero ma su di Milan era categorico, il
meglio. Poi vedendo i risultati era fiero dell'idea per gli uomini ma
quelli un pò più basici. E Lia
rosicava, perchè trovava uno spreco e un'idiozia
cosa faceva su di se e come aveva accettato dopo i risultati dei primi
mesi di idee più... poracce, parola che Lia usava per
tradurre i pensieri dell'altro. Sugli altri. Su di lui le cremine che
costavano due reni, non uno.
Jd
si riscosse e sentì ancora Alaric sbraitare sul fatto che
erano militari, uomini duri, dovevano tenere sempre e comunque un modo
di pensare e vedere il lavoro, e i momenti liberi in un certo
modo. Si ammollavano, diceva. Kianta aveva uno sguardo
strano, guardando non si sapeva cosa con esattezza e Jd
sudò, che pareva dire-per
favore qualcuno gli passi sopra con una mototrebbia -,
e ancora-altrimenti
rognoso come è capace di risollevarsi e rompere
ancora -.
Lo diceva davvero, e quella faccia sembrava dire quello senza
esprimersi a parole.
"Alaric,
basta. Devi accettare che l'uomo non è un aniamle pazzo e
selvatico, che per mantenere il genere definito naturale,
deve puzzare come un caprone, tenere i capelli come un cane dopo aver
giocato in un parco umido, avere le unghie rotte, rovinate e senza
controllo per i segni di problemi anche di cancro, e lunghe come un
gatto incazzato. Che deve vestirsi come un rapper drogato e atteggiarsi
da buzzurro mafioso. Noi qui vogliamo coltivare l'uomo del futuro, non
del passato! Capisci che un militare secondo i canoni normali
e corretti dovrebbe essere u ntipo marziale, tirato a lucido
e pulito, che si muove e comporta in un certo modo e non come ubriachi
rincoglioniti, con una classe particolare, nonostnate si
atteggi a snob con la scopa su per il benenato. Anche i ranghi
più bassi devono rappresentare l'organizzazione e un
militare curato, che sa comportarsi come una persona di u ncerto
livello, quindi capace nel suo lavoro ma anche di distirguersi dai
buzzurri e militari alla buona che compongono gli altri gruppi armati,
vale... Se per teuomosignifica
essere stronzo, bigotto, sessista e patriarcale, egosita, lurdo come
un... lascia stare... che si cura di se come un labrador
lasciato a se stesso... e potrei continuare!... Se lo stato psicofisico
delle persone che dovresti seguire e amminstrare non ti interessa,
lascia perdere il lavoro, se te ne freghi di chi invece dovresti
gestire e a cui dare l'esempio, puoi dimetterti da Capitano e lasciare
il posto a qualcuno che merita..."
"Cosa?!?
Tu sei Comandante solo perchè Milan lascia a te i suoi
doveri per occuparsi di politica e lavori in prima persona. Se tu non
avessi la blue box e i mostriciattoli, saresti in una cella imbottita ,
come dovrebbe essere. E non sono il solo a pensarla così! Io
ho affrontato addestramento, primi anni difficili, missioni e lavori in
luoghi schifosi dove potevano ammazzarsmi in pochi attimi. Io sono
stato nello schifo arabo e asiatico. E tu, dove sei stata per essermi
superiore e guida patetica?"
"Inibitelo..." disse lei alzando gli occhi mostrando irritazione e Lubo
gli posò una mano sulla spalla pregandolo di calmarsi ma
Alaric continuò.
".. massaggiare con le cremine mani e piedi, come le orecchie
aiuterebbe... cosa? Rende solo froci e femminucce..."
Kianta
si alzò incazzata e gli si piazzò con il viso a
pochi centimentri, sempre di fronte la scrivania di Milan che faceva
smorfie di esasperazione, dicendogli che se sbraitava ancora parole
offensive verso gay o altri esempi di genere, offendendo persone, non
gusti sessuali a prescindere, lo avrebbe reso come i poveri cavalli
castroni. NON più maschi, non più cavalli
perchè perdendo i testicoli si rovinava l'animale fin dentro.
"Ti
piacerebbe se io ti levassi i testicoli e andassi da tutti a riderti
dietro, affermando che ora sei una femminuccia e non
più un uomo? Questo è solo un esempio ma gli
sfottimenti, le prese in giro, le colpevolizzazioni solo
perchè si è diversi da quei cazzo di
convincimenti antiquati e religiosi, uccide dentro
più di un coltello o una pistola. E' per colpa di molte cose
come questa che lei è andata, kaput! E tu dopo che ne hai
conosciuta una che è morta per questo, altri uomini che
hanno iniziato a sentirsi meglio dopo aver compreso cosa erano, cosa
volevano e che no nerano sbagliati... sai che cè? Tu, non mi
interessa cosa pensano gl ialtri, sei solo..."
"Io
non la trovo una cosa negativa, anzi..." iniziò Lubo per
frenare quella che aveva compreso fosse una minaccia e una
constatazione, ma non bella da dire. SApeva cosa stava per dire per la
rabbia, e Alaric lo meritava, ma accusandolo di certe cose, affermando
quanto basso fosse, mentre altre persone avevnao taciuto in
famiglia e per entrare nell'esercito, per non eser sbattuti
fuori o allotnanati, lì avevano ritrovato una pace
e un posto sicuro dove essere se stessi, senza paura ma
venendo accettati. E alcuni avevano conosciuto qualcuno da amare, senza
che tutti gli altri membri dell'organizzazione pensassero male o
montassero lamentele.
Le relazioni erano accettate, purchè almeno Kianta e o Milan
lo sapessero,anzi era categorico ma dopo si poteva essere
più liberi anche di colpe, e dovevano indicarloper aver
chiara la situazione per eventuali problemi futuri. Per il bene
dell'associazione e altri. Tutti potevano essere e sentirsi chi e cosa
erano. Per chi come Alaric aveva fatto casino, Kianta aveva scoperto
alcune cosette e per chiarire bene la situazione del bullismo e
omofobia, aveva usato quelle cose per far capire come ogni persona
aveva quel qualcosa che nella società fuori, era
sbaglaita. Anche solo vedere film proibiti, amare certe pratiche non
dannose, sentirsi di amare qualcuno senza paure, e per aiutare tutta
quella comunità ad essere più aperta e capace di
riflettere, prima di sparare cavolate, avevano fatto le
scalinate esterne perchè parlassero, si aprissero, dicessero
tutto quanto insieme, crescessero e si supportassero come fanno i
bambini che non guardano diversità o stranezze morali,
sempre che non siano influenzati dagli adulti.
Terapie però mutate da liberi passatempi.
Quelli che offendevano anche da picolissimi, trattavano male,
bullizzavano e additavano cose su altri, lo facevano perchè
avevano avuto una base alle spalle da famiglie o comunque da adulti.
Mentre altri che non avevano avuto instillati o non avevano imitato gli
adulti su certi pregiudizi, erano aperti e pronti ad accettare e amare
chiunque. E le Lezioni vertevano anche su questo, inclusione e
accettazione anche di cose che là fuori erano da eboli,
sbagliate di natura su concetti arcaici.
Kianta faceva sempre l'esempio dei bambini che dicono che hanno dei
gemelli per gli abiti anche se di etnie diverse, ma sono felicissimi di
qualcuno che ama le loro stesse cose e si abbracciano, diventano
amichetti perchè non le vedono come gli adulti. Che trovano
il migliore amico in uno di cultura diversa senza vederci nulla di
strano. Altri che aiutano e sostengono altri capendo e scoprendo
problemi e situazioni, e lo fanno perchè non sono
ottusi e idioti. Il diverso non doveva esistere, a meno che non fosse
un danno per gli altri. Tutti loro, diventati una comunità
con fini uguali e che accettava tutti, non potevano accettare
le diversità, segnali e atteggiamenti contro le persone per
mere vecchie categorizzazioni e l'unità era la chiave sia
nel lavoro che la vita e la persona.
Le parole di Alaric quindi erano solo un'offesa a chi era andato in
carcere, torturato, aveva subto l'alimentazione forzata con imbuti e
tubi per gli scioperi della fame, di trattamenti e ogni azione, che
avevano leso chi aveva protestato anche con la vita per le
libertà e i diritti almeno minimi delle persone. Chiunque
fossero. i pregiudizi non erano accettati ma spiegando, porgendo
esempi, discutendo insieme e usando certe cose delle persone ritrose
perchè comprendessero meglio. E da tempo, anche dopo che le
donne ginsero a ricoprire medesimi ruoli nell'organizzione militare, le
relazioni di qualunque tipo di legame erano accettate e dovevano essere
indicate. Pura trasparenza diceva Kianta, così come facciamo
con voi ma che nessuno osi additare o prendere in giro o peggio coloro
che adorano massaggi, prednersi cura di se stessi, colori indosso del
vestiario o altro che discrimina tutti. Se un uomo etero amava
pantaloni rosa o farsi sistemare le mani rovinare dal lavoro, non
doveva essere visto in modi negativi, così come uomini o
donne di altri generi. Perfino le persone che non avevano acnora
cambiato sesso o no nvoleva farlo ma si sentivano altro, potevano ed
erano liberi di usare il bagno del sesso in cui si ritrovavano senza
lamentele o altro da nessuno. Anzi, tutti erano amici e si aiutavano,
con somma pace di Milan per un'equilibrio che era la chiave
dell'organizzione stessa. E Lubo lo sapeva, rompere alcuni meccanismi
inficiava gli altri e tenere buono Alaric e quelli come lui, facendoli
deviare in modi corretti era necessario.
"Io
invece parlerei di altro..." iniziò Milan e tutti si
zittirrono, Kianta tornò al divanetto,e Lubo stava
ragionando sulla qustione e no nsi era accorto che la cosa stava
degenerando.Kianta e Alric si guardavano in cagnesco, stizziti, mentre
Jd faceva da paciere nel mezzo. Se cèra una cosa che Kianta
non perdonava era il pensare, trattare e far del male agli altri con la
voce e con i fatti. E avere la testa in un certo modo da credere fosse
giusto così, perchè vi si ritrovava anche lei tra
le persone prese di mira.
"Solo
un cretino come te non vede come gli accordi con madame, quei barbieri,
le terapie, le occupazioni e le possibilità che ci osno
qui, hanno aiutato molti e stanno meglio e lavorano pure
meglio. E tu..."
"Solo
una pazza come te, che no sa nenache cosa sia, che non
è una militare e non è una di noi, ma
è solo una cavia, può pensare che la gente possa
accettare..."
"Tu stai sminuendo la salute e il benessere..."
"Le cremine da mettere la sera e la mattina per la pelle'!? Cosa siamo
fighettine con la pelle morbida?"
"Se vuoi il cancro alla pelle per le volte che state senza maglie e la
parte sopra, fai pure TU, ma non gli altri..."
Kianta
era sul divanetto, a fare una faccia schifata e infelice. Alaric
continuava con il suo pippone moralista dicendo sempre le stesse cose e
mostrando come, riavere la vita che conosceva, gli andava
bene e lo faceva sentire sicuro, in un mondo
più semplice e con regole naturali,e voleva cancellare
quanto conquistato. Milan
continava ad ascoltare e basta, Jd sbuffava sonoramente per farsi
sentire senza successo e bryden preferiva stare lontano, essendo il
più giovane sia d'età che di tempo. E Kianta dopo
aver fatto il gesto del medio ad Alaric chiamandolo capra, si
buttò sul divanetto mostrandogli che se ne infischiava delle
cose che diceva. In pratica per fortuna, fece Jd, la linea non era
stata superata e siatteggiava a una calma, una placidità n
pò infastidita ma non rotta.
Peccato solo che faceva pensare strano Lubo, lei sentiva tutti e dava a
tutti il modo di esprimersi e dire la propria, discutendo poi in belle
interazioni. Ma con Alaric era diverso. Lui si sentiva minato su varie
cose da lei , la sua presenza e la carica che sperava di avere, sia
come posizione che per i suoi uomini del suo gruppo, di cui era
incaricato. Sempre più spesso rispetto agli altri capitani,
i suoi uomini chiedevano a lei, Jd o Milan, quando
disponibile, per varie cose che a lui. E la gente che lo
seguiva con reverenza e Lia chiamava scagnozzi, era smepre
meno. Lui aveva perso tanto quanto conquistato da mero soldatino
inutile a sopra Capitano e con una posizione che sentiva meritata e
cosa ne derivava Lo consideravano ma no nera più
la punta per loro a cui vedere.
"Cagate,
stronzate, bubbonate, scemenze, corbellerie, baggianate,
assurdità, fesserie.." diceva Kianta mentre Alaric inveiva
contro tutti perchè non lo ascoltavano. E Lubo non sapeva
che fare. Guardò Kianta. Milan
finalmente prese davvero la parola. Era
rivolta con i piedi verso la porta, che era di fronte la scrivania di
Milan, quindi lei non poteva vederlo per niente. Dopo il divano su cui
stava cèra una libreria, tutti gli altri stavano alla sua
destra e in piedi. Ed erano interessati e sull'attenti per Milan, come
se attendessero ordini.-quando
parlo io non è mai cos -pensò lei
rabbiosamente. Milan
non le piaceva per varie cose. Non capiva davvero come Lia potesse
averlo ritenuto amico da fidarsi di lui e non vedere cose strane. Era
una cosa che non capiva e aveva intezione di scoprirlo.
Ma Lei era troppo pragmatica e sfuggente, non pronunciava parola con
facilità ma rerstava a fissare come gelata da un tempo
immemore, rivelava a spizzichi e bocconi solo quel che le usciva per
rabbia, sbottamento o parere personale. No,
era difficile capire Lia se Legeia non si sbottonava. E su quello che
aveva pensato e voluto mettere nelle proposte che Milan aveva e le
aveva fatto avere come copia. Ma capiva molte cose. Altre
no. Come apputno fidarsi di un tizio che diceva di voler fare cose
buone, se poi ne faceva altre negative. Permetteva e sosteneva
ciò che diceva di voler eliminare. Che veniva fatto dopo,
troppo tardi, pensava Kianta. E i suoi atteggiamenti da stronzo viziato
e spocchioso dandy...
"Ho
accettato di portare una delle proposte di Kianta, per Madame, qui. Al
Vestris che ormai è quasi ultimato, in onore della..."
"Aspetta"
disse di colpo Kianta,restando però distesa a guardare il
soffitto "mi stai dicendo che è quella cosa che le ho detto
per lei, perchè non accettasse servizi oltre una certa
soglia, proponesse altre cose senza dover per forza farla dare!!! E tu
vuoi portare quella proposta qui? In quella che sarebbe una base
militare? Come voleva Lei?"
"Abbiamo
il Favo, il mercato dei nostri collaboratori che vendono roba esterna
qui, per gli uomini così sono controllati e non debbano
andare nei paesi e città vicini, o più
lontano per cosa gli serve. Oltre che avere un mercato più
ampio che tocca varie categorie che nel nostro interno..."
"Bla,
bla bla. Dì invece che è stato fatto
perchè rompevano un pò troppo quelli come lui,
che volevano anche roba da fuori, ma dovevamo controllare. Il Favo
è il nido delle vipere che vogliono vendere la roba del
mercato nero o un pò meno pulito, e con cui tu fai
affari..."
"So
che non sei molto felice di questo ma..."
"oh,
sicuro... ma non è questo il punto di adesso. QUando Madame
mi volle conoscere per sapere come ero venuta fuori, mi aveva spiegato
molte cose. E tra una battuta e l'altra per il suo business,
le dissi del burlesque come intrattimento supplementare per richiamare
altri clienti, anche donne o altri generi, per intrattenersi in modo
diverso, divertente, sexy, visto che piacevano quei servizi
e... Ah, al diavolo. Glielo dissi perchè come ama dire tanto
Alaric di me, lei davvero sembra avere una scopa su per il beneamato.
Altro che sfottere la sottoscritta! Ma il punto è che lo
dicevo proponendole di essere la stella, visto che ama il
teatro... aveva già la forza lavoro, magari era un ulteriore
busness che io accetto maggioremente e volentieri. Ma portarlo qui? Non
basta quel posto che Lei ha chiesto di aprire, per far
sfogare i pruriti degli uomini che facevano solo casini in giro? Come
malattie, piattole, gravidanze con rabbia delle famiglie, tutti i
casini per davvero che ho letto nelle relazioni e resoconti. Gli
avvisi, punizioni, segnalazioni, rischiami e altre cavolate che fate
qui. Non sono bastati per niente, eppure alla fine devo darne atto che
l'idea di Lia di fare quel posto particolare qui, ha dato i
suoi frutti. Non posso dire niente. Aveva un ragionamento e
cè maggior controllo. Ma addirittura aprire un angolo
burlesque? Qui?"
"E'
ovvio che non è quello dell'origine da proprio da Madam
Vestris ad oggi. Secondo le vecchie proposte cèra il Teatro
ed elementi per aiutare gli uomini, ma poi avevamo pensato anche a
qualcosa del genere che..."
"Eh?!?"
urlò lei alzando i piedi per mettesi seduta sul divanetto
per fissarlo meglio, mentre Milan continuava con dei fogli in mano
"Ho qui i vecchi appunti di chi sai tu, che propone l'utilizzo di quel
luogo anche per spettacoli settimanali per sviare la testa bacata degli
uomini. Esattamente come dice il foglio scritto di suo pugno, e questi
sono gli originali che tengo qui perchè lei è
l'unica oltre me ad usare una stilografica a immersione e fa piacere
vedere la bella grafia contro la fredda stampante... dice che
così si promuoveva, tra gli altri che avev ain mente, l'arte
della danza con spettacoli che avrebbero attirato molti senza scadere
troppo nel volgare. Avvicinando alla danza come disciplina e altro
metodo per gli allenamenti, spettacoli di burlesque per non farli
andare in giro a cercare altra mercanzia e dare anche del alvoro onesto
e sincero alle persone, perchè sempre meglio del
prostituirsi, dicevo. E non proprio volta, il burlesque è
l'arte del..."
"Si, si, lo so!"
"... volgare celava invece il nudo, questa era permessiva, divertnete,
per tutti e non creava casino e sporcizia, se capite cosa
voglio dire. Questo perchè è nato?
perchè Madame aveva visto i nostri accordi come metodo per
usare parecchia... manodopera diciamo, che aveva trascorsi nella danza.
Quindi sapeva cosa fare. L'idea alla fine era nata non per creare un
bordello, parole sue qui, ma qualcosa che fosse un angolo divertente,
irriverente ma non volgare e simili, che desse uno stipendio ad alcuni
e passatempi meno pericolosi per gli uomini. Qui dice.... prendere
l'uomo per il secondo cervello senza eccessi, permette di
calmarli, divertirli senza rischiare di vederli uscire per andare
chissà dove a fare casini con le signorine meno controllate.
Così meno droghe, spinelli, cazzate varie, e... mh... il
resto meglio ometterlo!" disse posandolo con una faccia un
pò perplessa "il nucleo della cosa è che anche io
posso usufruire di alcune di quelle persone per i miei piani, usandoli
com eincentivo per..."
"non
è sempre una forma di prostituzione?" chiese lei di colpo,
con i gomiti sull ginocchia, corpo in avanti e sguardo negativo verso
Milan "di cosa stiamo parlando. Anche lei aveva optato per questo mezzo
più... artistico, per sollazzare gli uomini senza
intasare quel posto. E dover avere una scuderia di professioniste a
rotazione visto quanti siete, non significa che no nsia sempre
prostituzione e sfruttamento delle persone. Se il tuo commento
riguardava i tuoi amichetti che ti pagano, pensando di aver
trovato la gallina dalle uova d'oro, siamo messi male. Guarad caso
tutti pensano che esaudirai i loro desideri di ricchezza, potere, altre
schifezze perchè sei al centro di molte cose. E sai che odio
queste persone..." disse lei guardandolo in un modo particolare "Ma
sappiamo entrambi cosa significa. Sta di fatto che porti qui quella
gente, li confondi col delirio inebriante di donne, potere, ricchezza,
grandezza perchè siano invece i tui portafogli umani sempre
gonfi. Qundo siamo noi a creare le situazioni,
perchè credano davvero di aver fatto un'ottimo affare. Che
idioti. Ma la cosa che mi preoccupa è che in questo ci
saranno ragazze, donne, uomini perchè non voglio una cosa a
una direzione ma per tutti, sia chiaro, se davvero volete farlo, che se
vengono da Madame offriranno determinate cose ma da loro scelta."
"Sai che la scuderia di Madame ha gente di livello che lo fa
perchè ama il sesso, farlo e darlo. Non sono poveri
disgraziati che sprano di sopravveirci, per quelli ci pensiamo
già!"
"Cosa cambia se hanno esperienze nella danza, per questo
progetto di rendere questo posto un porto franco e isolato dal mondo
per cosa sappiamo, se portiamo gente esterna che non dovrebbe vedere
niente a sbavare per spettacoli di quel genere... cosa cè,
dopo che finalmente ti sei deciso a render eper ogni paese
legatilizzata, e con tasse e retribuzioni di
anzianità e lavoro per le donne regolari, la legge su quei
mestieri che meritano considerazione e protezone... e cambierai questo
posto in un bordello a dieci stelle come mascheramento?"
"Kianta..."
"No,
ascolta. Odio lo sfruttamento della gente, in qualunque modo e lo sai.
Madame già mi sta qui per questo" indicandosi la pancia con
il tagli o della mano "Anche se alla fine è un'ottima
persona... ma che devo fare! Se non portiamo più quel posto
e queste cose, gli uomini torneranno a fare cazzate. Non pensavo
veramnete che nelle caserme o basi ci fossero, ma invece
accade anche là le cavolate tra relazioni clandestine, cose
che si scambsiano e altro e lo trovo penoso. Ma sarebbe lunga la
questione, ma fare qui spettacoli sexy misto teatrali, per
evitare che gli uomini escano per scorazzare come hanno fatto prima?
Quel pub di stampo inglese a pochi chilometri da qui è
pronto col fucile, lo so, per quando ci vanno adesso. E sono tutti col
guinzaglio dopo gli altri casini. Anche se sono meno da quando avete
cambiato le cose, sai che le cavolate segrete e fatte di nascondono
fanno ardere la gente. Che accade che invece si foraggiano in alcuni
certe fantasie, manie, schifezze? Inoltre..."
"Scusate"
disse la segretaria di Milan, dopo aver bussato. A Kianta non piaceva,
era il tipo di segretaria che tutti volevano, per vari aspetti, ma
trovava assurdo che lui avesse quella donna al suo servizio tenuta
distante da tutti e tutto per le regole e questioni. Jd notò
che Kianta la fissava male, e si chiese perchè
tanto animo per una segretaria. Non aveva detto cosa non le andasse
della donna, ma sembrava sempre come un gatto col pelo arruffato in sua
presenza per la rabbia.
"Mi
perdoni, signore, ma domani verrà Eugênio
Epitácio Azevedo.Gli aveva promesso un icontro con tutti gli
onori per quegli accordi e ha contattato indicando l'orario di
arrivo..."
"Oh,
si. Perfetto, dobbiamo preparare il padiglione..."
"OOHH!"
solo lei faceva quel verso per lamentele o richiamare l'attenzione "Ma
stai parlando di quell'uovo che è a capo del cartello..."
chiese Kianta scattando con il busto in alto e girandosi per
guardanrlo, con un tono arrabbiato.
"Si,
lo riceverò al padiglione Helvétius,
facendogli anche fare un tour dello Chateau come gl ialtri..:"
"Ripeto,
stiamo parlando delche
è a capo di quel fastidioso cartello che opera in operazioni
illecite nelle borse a livello mondiale, appalti, spaccio di droga,
omicidi, usura, traffico internazionale di armi, prostituzione, frodi
bancarie e racket, traffico di esseri umani, sfruttamento di
gente povera e di bambini..."
"Si,
l'uomo che hai trattato male quel giorno e, che se ho ragione ha con
sè quel Egeo che volevo trovare..:"
"Scherzi?
Devi per forza farlo venire qui? Ma dai..." protestando animatamente
metnre la segretaria la fissava malamente. No, non si piacevano tra
loro.
"Verrà
qui, noi faremo il lavoro solito e poi quando sarà come un
tacchino pronto sul piatto, prendermo tutto ciò che era suo
e sistemero la gente che lavora per lui, smantellando tutto.
Semplice... a meno che tu non abbia qaulche obiezione da fare..."
Kianta
fece un verso e girò la testa, mostrando un'espressone che
per Jd sembrò strana, poi sentì Lubo parlare con
Milan.
"QUindi
quel tizio è davvero con quel capo del cartello? Esiste
davvero?"
"A
quanto sembra... Kianta quando è andata là,da
sola..."
enfatizzando il suo disappunto su quello, ma Kianta dopo aver tirato su
col naso, aveva solo girato lgi occhi verso destra restando
distesa, con le mani dietro la nuca "ha visto una persona e il capo
l'ha chiamato Egeo. QUindi non so dire altro, se è la stessa
persona o uno che si chiama allo stesso modo. So solo che la situazione
mi ha portato ad aumentare gli affari con lui e invitarlo, e alla fine
dopo aver avuto contatti e false vendite e acquisti, l'ho spronato per
conludere nuovi affatti perchè si fidasse nel raggiungermi
sul mio terreno di caccia. Con la nostra doppia facciata, una
organizaazione militare e l'altra di azioni poco pulite, non
è stato difficile. Non mi resta che valutare se quell'Egeo
è chi sapevo e si vedrà...!" disse, teminando la
frase così, per far capire che il resto era ancora da
scrivere..
Jd
riguardò Kianta, che fissava il soffitto, aveva sempre una
faccia strana, che non sapeva decifrare. Si chiese su cosa o chi avesse
da ridire.
Kianta
di suo non aveva voglia di sapere niente perchè odiava i
traffici con quella gente anche se era solo per acchiapparla e levarla
dal giro. E ricordava il momento in cui, senza dare il minimo rispetto
che si confaceva alla sua persona ed era stata lasciata ad attendere in
una sezione con balconata sopra, aveva visto alzando gli occhi quella
persona. Stava ammonendo i due idioti che le facevano schifo
solo a guardarli e pretendeva di passare immediatamente o avrebbe fatto
casino, per avvertire qualcosa che non andava e alzare lo sguardo.
RIpensava a quell'uovo umano seduto su quella sedia pacchiana dorata e
poi lui, che prima l'aveva controllata dall'alto seguendo i suoi
movimenti spostandosi da destra a sinistra, vedendolo
un'ultima volta con la testa china verso il basso sporgendosi, mentre
si avviava dall'uovo centenario con le zampe con i pantaloni color
pomodoro.
"Kianta"
Varie
scene le passavano per la testa e senza un senso temporale ma erano
così, dietro gli occhi, come sempre, come fosse un film.
Che fastidio era stato quel tizio che non le semrbava nuovo ma non
capiva, stare al piano sopra, aggrappato alla balconata a seguirla e
sentirla, mentre strapazzava quei due e poi ritrovarselo al
centro e poi a sinistra della balconata, e scambiarsi un'occhiata
perplessa mentre finalmente era ricevuta dal supplì pieno di
colonia. Odiava quell'uovo con il parrucchino. E
ancora lui dall'alto che sembrava un cane da caccia tra le siepi a
spiare la situazione. Occhi nocciola, detti pure hazel o honey in base
alla tonanità. Ricordava che a Lei piacevano e li voleva per
sè, quanto aveva desiderato quel colore, più dei
capelli lisci. E poi quel tizio che la fissava dalla balconata di
quella casa sibaritica che le faceva schifo.E
ancora quando apparve alla sua sinistra...
"Kianta.."
lei sussultò e si voltò a guardare Milan, mentre
Jd la fissava dubbioso "ti ho chiesto cosa farai per..."
"salep..."
rispose tranquillamente.
"eh..?.
intendi... i tuberi di orchidea essiccati che vengono macinati per fare
da agente addensante?" domando Milan allargando le mani sopra la
scrivania per capire che significasse
"salep
milk alla cannella o il gelato turco con ka'keh. Mh... forse
meglio senza..."
Milan
fece una faccia stralunata, scuotendo la testa, mentre
gli altri ridevano e Alaric buttava là un-e
te pareva che non pensava al mangiare -.
Un anno e nove mesi prima
"Ti fermi un attimo?" chiese Jd a Lia che, dopo aver mandato a quel
paese Alaric che era più ineressato al liquorozzo che a
discorsi coerenti, si faceva un giro, testardamente, per i fatti suoi.
"zndsfoj fpoajfr fdgdpogk"
"Cosa?!?"
"Mannaggia a me e quando ho deciso di ascoltarvi e darvi una chance!"
Jd le stava dietro e lei dignignava i denti e diceva cose che non
riusciva a capire, finchè non gunsero in un angolo anteriore
della tenuta. Da un lato aveva la zona con alcuni tizi con delle bestie
da pascolo e cortile in recinti fatti a cavolo, e
altri che addirittura stavano su sdraio a bere, ciarlare e fare casino.
Dopo quelli che aveva visto dalla finestre e le parole di Alaric, si
incazzò. Si avvicinò a quelli che si godevano il
sole e si fermò qualche metro prima, fissandoli male. Uno di
questi la vide, poi notò Jd che arrivava di corsa e si
alzò per salutarlo.
"heilà, Capitano... siamo tornati ore fa e stavamo
riposando. Alla fine non ci siamo stancati troppo e..." ma Jd non lo
ascoltava, s enon per fargli un saluto con la testa e parlare a Lia in
italiano. L'uomo non conoscendo la lingua e ne la ragazza
rimase in piedi, che nel mentre si era avvicinato, con la bottiglia di
birra in mano.
"Veramente vivete così?" chiese lei a Jd osservando intorno.
Quel tizio con altri due stavano stravaccati su delle sdraio in legno
malandate, che chissà come, riuscivano a sostener la loro
stazza. Si trovavano accanto l'edificio della Sala delle
Pianificazioni, ove intorno vi era una zona ampia piena di roba da
addestramento, da sezione per esercitazioni di tiro, una parte che
sembrava l'allestimento delle olimpiadi, il carro armato che lei aveva
visto dalle finestre.
"Ma quel coso, non l'ho chiesto prima, funziona davvero oppure... lo
usate come fioriera o zona di fumo? Non mi pare ben messo da essere in
funzione"
"Ti assicuro che funziona e lo usiamo per esercitazioni. NOn sai quanti
ce ne sono nelle zone di guerra e in asia... credimi.
"E per quanto riguarda gli imbecilli che facevano
imbecillità, come fossero a casa loro? Quello è
normale?"
"Erano nel loro tempo libero..." cercò di giustificarli lui
"anche i militari fanno cazzate nel tempo libero. Ci sono quelli che si
mettono a filmare le zone al buio o in mometni di calma, per veder se
ci sono fantasmi! Alcuni dicono che in certi edifici che occupano nelle
zone arabe, hanno i fantasmi..."
"E quindi?"
"riprendono zone che non dovrebbero, girano quando non dovrebbero ed
è capitato che qualche anta di armadio o altro si
apriva non si sa come, e loro postavano online. Chiaramente non
potevano..."
"E Milan, che fa...eh?"
"Ha tolto loro la paga per due settimane perchè tutti
capissero..."
"E basta?"
"Per ora.. si..?!? Voglio dire, ha deciso lui...qui siamo abituati ad
essere liberi nei momenti liberi appunto, mentre ovviamente la
serietà deve essere piena in servizio..." come cercando di
arrampicarsi sugli specchi.
"HO qualche dubbio..." poi guardò l'uomo che trincava la
birra, fissandolo torva, finchè non l osquadrò
per bene.
Sembrava il classico tipo da palestra pieno di steoridi, con quei
muscoli visibilmente finti che sembrano nuvole sghembe, a causa dei
prodotti usati. Chiaramente sembravano innaturali, eppure lei
guardò più come erano vestiti, l'ambiente e il
loro atteggiamento.
Pantaloni e maglie con cappuccio da maniaco sbiadite, su sedie con
tessuto che reggevano a stento e legno scheggiato, in mezzo ad attrezzi
e panche da palestra che tempi migliori li avevano visti secoli
addietro, in una zona che doveva essere asfaltata, ma il grigio era
così smorto e il pavmento bucato e rovinato che si chiedeva
quante scarpe cambiassero ogni settimana per l'usura su quel disastro.
Ok, pensò, che fossero molto dietro e lontano dal corpo
centrale ma così era esagerato! E Jd le diceva che le
sezioni addestramento militari erano fatte di terra, fango,
fatica!
Sembrava a vederlo, un classico campetto disastrato delle zone
più povere e brutte delle città che si vedevano
in tv, e la zona sport con canestri erano presenti. Quindi erano
prorpio ad hoc per il paragone.
Eppure, pensò lei, le tute o divise di poche ore prima, come
volevano chiamarle non mostravano persone che vivevano un pò
così. Avevano un costo, manutenzione, qualità. Ma
a vedere quei tizi buttati come spiaggiati morenti in quel posto, con
altri che ragliavano per davvero ma in realtà ridevano e
facevano i cretini tra loro, si chiese dove si trovasse veramente.
"Quindi questo è... cosa, la zona addestramento? Quella di
cui parlavate prima?"
"No, o meglio... la zona addestramento vero e proprio è
altrove. Qui è dove ci si riscalda la mattina o è
zona relax..."
"O è zona relax o zona riscaldamento. Non è che
puoi stare come loro a goderti l'aria fresca con altri tizi, come
quelli, che sudano come maiali e tu inali i loro effluvi. NOn
è chanel, sai..." disse lei, dopo aver indicato gli altri
uomini poco in là che letterlmente cazzegiavano seduti a
caso ovunque, pure sulle panche, attrezzi o poggiati al carro armato.
ma Jd non riuscì a rispondere, perchè si
tornò a parlare in inglese con l'uomo che chiese se qualcosa
no andasse, vedendo la discussione tra i due. Lia lo guardò,
come se vedesse qualcosa zozzo e lercio, guardandolo dai capelli ai
piedi e disse una cosa. In inglese.
"A te, va bene vivere così? Stare così?"
L'uomo non capì. Fissava lei e poi Jd come chiedendo un
aiuto, girandosi la bottiglia tra le mani, mentre la maglia col
cappuccio, che a senso suo doveva essere larga, lo era solo in vita,
tirando da matti sulle nuvole obese che si ritrovava per braccia e
spalle. Lia fece una smorfia di disgusto e scosse la testa.
Fissò gli altri due buttati sulle sdraio, e poi si
voltò da quelli che facevano gli scemi. Erano tornati anche
quelli che scorazzavano in quel modo idiota quando lei li guardava
dalle finestre, scambiando soldi tra loro, finendo per seguire le dita
o le teste che facevano un gesto, nella loro direzione, votandosi tutti.
"Davvero quegli scemi trovano la sottoscritta strana qui, come una
scimmia capitata per caso tra loro?" in italiano.
"Te l'ho detto, qui niente donne. Quindi si, per loro sei..."
"Tutto bene Capitano? Chi è lei?" domandò di
nuovo l'uomo in inglese, ingollando di nuovo la birra rimasta.
"Non ti viene fastidio a stare qui, così e in questo modo, a
vedere passare paffute nuvolette che sfottono i tuoi muscoli?"
"Cosa?" chiese lui, guardando di nuovo Jd, ma lei si portò
le mani aperte, non a pugno, sui fianchi, e tornò di fronte
a lui, fisandolo negli occhi.
"Ti ho chiesto se davvero sei contento, ti piace, vivere
così, in questonientedisastrato
e disagiante, pezzo di discarica... non ti senti di perdere attimi
della tua vita in questo modo? Immagino però..." voltandosi
verso Jd "che visto l'ambiente, i neuroni non si perderanno molto,
sparuti, galleggiando sempre allo stesso modo..."
"hei carina, che cazzo dici? parla come le persone normali..." disse
uno dei due seduti, come sfottendola.
"Django, per favore..." iniziò Jd, ma lei fermò
una mano davanti la sua faccia per zittirlo.
"Se non hai capito bene cosa ho detto, lo ripeto nel linguaggio dei
minorati... Vi sentite bene stando qui, vestiti come drogati gonfiati,
bevendo roba che sembra urina di gatto per la qualità, in un
accumulo di robaccia che sembra presa da una discarica? Sembra di stare
in un sottopassaggio da senzatetto che accumulano roba, per mascherare
lo schifo in cui vivono. Ma loro li capisco, la società fa
schifo e non si può aspettare che faccia niente,
ma voi non siete militari? Non avete un pò di amor proprio
da pensare che forse, vivere in un posto migliore, un
ambiente meno desolante e squallido, faccia bene anche ai neuroni?"
"ma questa da dove è uscita? Capitano, non avete intenzione
di prendere un'altra segretaria... quella mi sembra molto meglio. Se
è cuoca, spero almeno che cucini decentemente" disse l'altro
ancora seduto, che Jd apostrofò, chiamandolo Zidgi.
"Capito, chissà in famiglia che discorsi intelligenti
faranno!" girando di poco il capo verso Jd "E non credo proprio che le
madri li facciano vivedere così. Faranno le sguattere per
loro su tutto, mentre si godono l'hotel gratuito..."
"hei, cosa stai dicendo su mia madre!" squittì quello in
piedi, che Kd chiamò Kovacs.
"Dicevo..." inclinando la testa di lato, verso la spalla sfidandolo
"che ho pena per lei. Che mi dispiace che si sacrifichi per qualcuno
che vive qui, in un posto del genere, nel pattume. per davvero. Questa
roba di sicuro la trovo nelle stesse condizioni nelle palestre e luoghi
di pugilato malfamati, dove ci stanno quelli della peggior specie, dove
basta che ti siedi e prendi dodici malattie in una botta!"
"Perchè... che ha questo posto? Ci piace stare qui"
"dove...! Dimmi dove ti piace stare, perchè oltre l'usura
visibile, ed è la cosa piùblanda, noto solo
quanto sembrate quelle gang di strada sfigate, che vivono nella
spazzatura ma si atteggiano a boss alla Capone. Dove la trovi la
differenza? E' qui che perdete tempo?"
"Capitano, chi cazzo è? Perchè non ho molta
intenzione di litigarci. Secondo il leader le donne non vanno toccate
mai e..."
Ma mentre Kovacs si rivolgeva furente verso Jd, Lia gonfiò
il petto in un impeto di rabbia, per essere snobbata e
trattata come inferiore, e caricò con tutta la sua
forza la zona del tacco dritto sul ginocchio, facendogli perdere l'aria
nei polmoni per il dolore. Lei fece due passi superandolo e gli
mollò di nuovo un colpo con tutta la sua forza all'indietro,
con la stessa gamba destra , diretto al distale dello stesso suo
ginocchio sinistro. Si voltò e gli sfilò il
coltello che teneva legato alla gamba, che lei aveva notato prima sia
come forma sotto i pantaloni, che quando lo aveva colpito che si era
alzato l'orlo, perchè la stoffa aveva seguito la direzione.
Appena impugnato, gli mollò una pedata sul didietro
facendolo slittare verso il basso, mentre urlava dal dolore.
Jd aveva visto che gli altri, quelli che stavano in gruppo, si erano
alzati e fssavano la scena, mentre Zidgi e Django si erano
sistemati sempre seduti verso avanti, con le braccia sulle ginocchia,
come pronti ad intervenire. Ma jd non fece e disse nulla, quindi tutti
quanti restarono fermi.
"E non fare così!" disse lei sentendolo lamentarsi tanti
maledetta qualcosa per il dolore, perchè aveva preso dei
punti caldi "Con la massa che ti ritrovi dovresti sentire
poco, anche se ti ho colpito in punti dolorosi. E sai cosa odio delle
donne?" dise lei, guardando il coltello in mano. Aveva la lama
segrettata in su, con il dorso nella parte bassa, quindi al contario,
la guardia nera che faceva verso il basso una V, mentre sutto il resto
del manico era color giallo canarino con tre solchi per una presa
migliore "primo che meritano cosa accade loro invece di alzarsi e fare
casino davvero come quelle prima di loro che hanno subito e tanto, non
piagnucolare e basta! E poi... il fatto che si fanno lobotomizzare fin
da piccole, che vogliono a tutti i costi credere che sono realizzate
con le cazzate. E' forte come l'odio per la morte, l'idea che
se non riescono a sposarsi e figliare, non sono niente, non valgono
niente e non avranno un posto in società e non saranno
considerate. Queste merde, perchè lasciamelo dire sono
queste, affermano che le donne non sposate e, o senza figli, non
valgono niente e quelle con problemi di fertilità sono
difettose. Che neanche femmine sanno figliare... queste amebe cigliate
osano giudicare gli altri quando poi sono loro stesse delle stronze
merde del cazzo. E ti dirò di più..." disse lei,
continuando a parlare fissando la lama fra le mani
finchè non se la girò stretta nel pugno con la
lama verso il gomito, portandosi dopo un giro completo intorno a lui,
di fronte "queste stronze, vuote, che hanno bisogno di questeche
tali non sono, sono le stesse inutili creature che si fanno riempire di
botte e insulti, oltre le corna, affermando che sono doveri e hanno
sempre torto, piangendo poi però perchè sono
picchiate. Se la sono cercata, volevano l'uomo maschio alpha che le
mantenesse e trattasse da regine, credendo alla facciata e
accettando il primo che le sposasse e sembrasse ok... Ma non
è che queste si fanno forza e sfondano la faccia dello
stronzo che si sono sposate loro, spaccandogli qualche osso
magari, facendo capire quanto l'altro è schifoso,
no... nascondono, truccano, celano le cose dicendo che così
è la vita. Spinete dalle madri di merda e famiglia in
generale perchè il matrimonio è sacro e la donna
deve abbozzare all'uomo per i doveri! Che così è
il matrimonio, o scappano cercando aiuto finendo poi per morire male.
COme mai dirai, non ci sono istituzioni o altri che le aiutan? Oh, come
le altre merde di dottori pro vita obiettori di coscienza, anche le
istituzioni sono composte da persone di merda, che perdono la
laicità del loro ruolo per una repucclica laica, per far
posto al morale del cazzo! Perchè questo succede...
e ci rimettono anche i figli. Invece di dire basta, di
rischiare anche il carcere qualche anno, ormai le cose sono
così, provando a cambiare le cose, finendo le
infamie dello stronzo e salvando se stessa e i figli, continuano a
piagnulare per una società che loro stesso hanno accettato e
alimentato. Prima sono tutte felici di essere donne come viene imposto
ma poi piangono... povere disgraziate che hanno rischiato tutto nel
passato per quei diritti che questi religiosi e bigoti del cazzo
calpestano..."
fece una faccia schifata, chinandosi verso l'uomo fissandolo negi occhi.
"Perchè purtroppo le situazoni stanno
così e circano come un ciclo, è facile dire come
le cose sono sbaglaite e poi abbozzare per sopravvivere e facendo i
conigli paurosi. In questa società le donne non sono
istruite con le basi della biologia, pensa saper montare una
ruota o provvedere a piccoli inconvienti senza dover chiedere al primo
che passa aiuto, rischiando. Non sono istruite sul sesso,
contraccezione, rischi di malattie, come agire in determinati casi o
spappolare gli zebedei agli stronzi! " con un toto strano "No, e non
è possibile educare il maschio a rispettare e trattare le
altre perosne, donne o altri in generale anche con differenze,
ragionando come un essere umano. Un uomo deve essere una merda e basta
a causa delle famiglie! No, lasciamo che siano le famiglie a educare le
nuove generazioni, con poi le notizie tristi che si sentono
ogni giorno. Lasciamo che la feccia ordini fin da piccoli ai bambini
che sposarsi e figliare è imperativo o sono nulla, e ancora
di più accettare le botte e le umiliazioni perchè
tutto deve essere lavato in famiglia, e se vai a chiedere aiuto non
cè nessuno che le aiuti... Insegniamo ai figli ad essere
feccia e poi proteggerlo dando della troia a quelle che hanno
subito!... non insegniamo alle ragazze tra un cambio di ruota e un
controllo veloce all'auto per capire da sole cosa non va, e
sapere cosa fare, oltre altre cosucce, anche legnare la feccia che le
vede solo come vagine ambulanti da abusare...Odio, delle
donne, che sono da sempre migliori degli uomini per ogni
cosa, ma schifosamente si abbassano a schiave, giudicano e scagliano la
prima pietra ad altre donne ree di essere diverse, quando dovrebbe
esserci coalizione tra donne. Che non accettino e le cose e non hanno
intenzione di subire, ma agire. O sei tu mordi l'altro per salvarti, o
sarai sbranata, questa è la politica della
società. Quello che ti ho fatto, tutte le idiote non lo
sanno fare, o non pensano che è meglio rompergli naso e
denti, che aspettare l'aiuto di gente, anche forze dell'ordine, che
invece di proteggerti e fare qualcosa, ti giudicano e ti lasciano
sola... Ora, vogliamo discutere di cose serie, o dobbiamo continuare
con le cazzate?"
"Io sto bene qui..." disse quello mettendosi su un ginocchio a terra.
"per questo posto cosa è...? Casa? Discarica? La casa non
è un edificio e basta ma il luogo che sentiamo caldo e
importante per noi, e può essere qualsiasi luogo... la casa
esiste come concetto ed è li per ricordarci chi siamo
davvero. È il luogo attraverso cui ci definiamo. Da cui si
parte ogni giorno e dove si torna.La
casa ci assomiglia, vive e si trasforma insieme a noi, seguendo i
nostri umori, le esigenze, le voci che l'abitano, gli affetti e le
emozioni. E quindi, per te questo posto ti rappresenta, ti da qualcosa
oltre non fare niente o percepisci in te il vago desiderio di avere
qualcosa da vivere e tenere dentro per quando sei vecchio e ricorderai
di qui, solo, la spazzatura che ci circonda ma per gli uomini
è sempre roba buona?"
Lui rimase zitto come a riflettere, si volto verso gli altri due che
fecero cenni che lei non sapevo, poi finì con Jd. lei allora
continuò, sistemandosi accovacciata, come se stessero
parlando di un segreto solo loro.
"vuoi restare qui a perdere come sudore che evapora la tua vita in
niente, oppure accetti una mano e migliori le cose?"
Kovacs erano rimasto a fissare lei e Jd, rosso in viso per la rabbia un
mometno e l'altro come se pensasse, acnora a massaggiarsi per i dolori
al ginocchio, davanti e dietro.
"Ti ho chiesto, e lo stesso ai tuoi amici qui intorno, ed è
l'ultima volta, che sono rimasti come scemi a guardare, con solo la
voglia di vendicare l'affronto, invece di usare il cervello, se ti va
bene tutto questo. Se davvero vuoi passare momenti della tua vita in un
posto del genere, a bere e fare cazzate invece di qualcosa che ti resti
dentro. Che non sia tempo perso, che non siano istanti della tua
breve vita, perchè oltre il tuo lavoro anche cento
anni non sono così tanti per certi versi, a perdere tante
cose che potresti invece vivere e ricordare di bello... Tu e i tuoi
amici, davvero mi volete dire che questo posto misero riempie le vostre
giornate e vi va bene? Non cè altro che potete fare che vi
renda felici, vivi ovi faccia sentire di esistere, vi appassioni, vi
dia significato a pezzi di giornate che alla fine... sono niente?"
Kovacs rimase perplesso, guardò i suoi due amici
ancora, seduti che però si alzarono in
quel momento per raggiungerlo. Gli altri si guardavano tra loro. Lia
allora si voltò verso Jd.
"ho capito benissimo che loro sono stati fermi e muti solo
perchè cèri tu. E ok, quello che ho fatto
so e ho deciso di farlo proprio perchè non volevano
chiaramente agire davanti a te. Sembra che ti rispettino e ascoltino,
ma anche tu, come Capitano, davvero ti va bene rispetto a Milan,
passare le tue giornate, se non in missione, in un niente cosmico
perdendo di fatto istanti preziosi e ormai perduti? Noi siamo niente
rispetto aldell'universo,
e non sappiamo se davvero, come la vostra o le altre religioni, esiste
una seconda vita nei prati celesti o la reincarnazione. Ma davvero
volete perdere tutto ciò che la vita può dare,
che io per esempio no nho avuto, che potete avere, vivere, e ricordare
prima di morire o nei periodi di vecchia, che non diventino solo
amarezza e rimorso per non aver fatto questo o quello? A tutti voi"
urlò, girandosi piano piano su stessa guardando tutti "siete
davvero soddisfatti e contenti di vegetare in questo modo mentre altri
vivono in ambienti migliori e hanno in mano i loro momenti liberi, alla
faccia del lavoro? Siete davvero così poracci da accettare
il niente che scorre intorno a voi, e perdervi tante cose? Siete
militari, ma quello è il vostro lavoro. Potete decidere di
avere una vita da militare ogni secondo, ma non in questo modo. Il
tempo che perdete non lo riavrete più, esso
scorrerà e voi incecchierete e non è vero che le
cose si possono fare a ogni momento della vita. Se non hai il culo di
avere una buona salute, il momento giusto e altri fattori, non potrete
fare e vivere le cose, mai più! Guardatevi, sarà
per il vostro lavoro e cosa avete vissuto, ma avete facce che
meriterebbero una cera migliore. Volete essere poracci o militari che
vivono?"
"EHm, Lia..." disse Jd, qando tutti si voltavano tra loro cercando di
capire la parola poracci "credo che non abbiamo capito qualcosa.
"Come lo traduco poracci..." disse lei accigliata, poi disse
"Poor guy,people poors..." fissandoli di nuovo meglio. Poi
allungò un braccio indicando "quel campo di basket o gli
attrezzi che sono ammassati là, vi sembrano adatti e in
buone condizioni per usarli o lavorarci? Peggio per allenarsi? Passi
l'ambiente con terra e fango, ma quando vi prendete qualche malattia
per ruggine e altro, voglio vedere se siete felici! Questo luogo
è pieno di danni, roba che andrebbe riparata, sistemata o
cambiata proprio. E voi due " guardando quelli che dalla finestra
facevano casino "davvero quello per voi è divertimento,
rischiando la vita degli animali, la vostra per... cosa, denaro?
Scommesse? Giocare e divertirsi è una cosa, rischiare e
danneggiare un'altra. Perchè no nchiedete a Milan di far
sistemare questo posto? Perchè no fate cambiare cose rotte?
PERCHE' quel tizio sta uscendo dal carro armato, con la
faccia come se fosse uscito dall'ibernazione preistorica..."
urlò, facendo girare tutti verso il carro armato, da cui
usciva in quel momento dalla torretta aperta una faccia che
sembrava mezza addormentata e mezza drogata.
"Quello dormiva dentro il carro?"
Jd, si passò una mano sulla faccia, mormorando che non
stavano affatto facendo bella figura, finchè Django non si
intromise.
"Non so chi sei e non ho detto nulla per rispetto per il Capitano. Ma
non ho nulla da dire. Noi stiamo qua molte ore al giorno tra
allenamenti, pasti e altre mansioni giornaliere. Il Leader non viene da
tempo a visitare le varie zone, così ocme non ci sono
più controlli e ne ispezioni. lavoriamo bene e nessuno si
è lamentato. Ci rilassiamo, cosa non va..."
Lia inspirò lentamente, guardando male quell'uomo forse
della sua età, con la mascella così squadrata e
scesa da sembrare finto. A parte l'altezza con i due amici, che erano
alti tutti in maniera diversa ma molto più di lei, , per il
resto era simile, se non identico. Stessi abiti trasandati, odore non
proprio da persone curate, capelli corti ma chiaramente solo ascugati
con un asciugamano velocemente o una mano, occhi infossati e pesanti
come uno stanco morto, muscoli e atteggiamento.
"Non vi è mai venuto in mente che magari esistono molti
passatempi che potete richiedere, quindi attivandoli, corsi,
attività... nulla che vi intrighi e desiderate fare invece
che stare così? Migliorare voi stessi, oltre il fisico, in
altri modi?"
"Facciamo palestra, riscaldamento, esercizi, allenamento, ronda,
guardia, turni vari... questo è..." disse lui alzando le
spalle.
"Non ne caverò un ragno dal buco, vero?" disse lei a Jd, che
fece un cenno pure lui con le spalle per dire che quello era.
"Fate almeno outdoor training?" ma gli altri si guardarono per poi dire
che non sapevano cosa fossero, finchè Jd non le
disse che alcuni facevano parte degli allenamenti settimanali.
"Art-Door" chiese di nuovo a Jd, ma questi disse che non sapeva cosa
fosse.
"Cooking Training Management"
"Un che?" chiese Jd ancora più perplesso
"Dammi un pad o carta e penna... e voi" voltandosi verso i tre,
più vicini ma facendosi sentire dagli altri poco lontano "vi
va di capire cosa intendevo nell'atto pratico, o volete restare a
spiaggiarvi come trichechi imbruttiti?
"...Mh...e cosa dovrei farci con questo?"
"Non lo so, usarlo come carta forno, forse..." come prendendolo in giro
ma in maniera bonaria.
"Ok, fammi capire esattamnete cosa devo farci con questo..."
osservandola mentre lei girava e guardava ovunque, e gli uomini la
guardavano in cagnesco per il suo atteggiamento.
"Tu quanto conosci quei soggetti?"
"So i loro punteggi, conosco..."
"No, no! Io parlo della persona, non la sua figura di esperto, militare
o come vuoi indicarlo..."
"So che alcuni di loro bevono molto, altri fumano peggio dei turchi,
qualcuno..."
"Te lo dico più chiaramente. A quanti e a chi di questi,
daresti in mano la tua vita? Chi sai che è corretto. Fedele.
Forte d'animo o chi invece è capace di andare nel casino
mentale per qualcosa... Perdonami se lo dico, mettiamo caso che io
creda all'idea che veramente voi eravate gli unici disponibili per
Milan in quel momento per quell'incarico. Poniamo questo fatto come
assodato! Nessun altro a parte voi Capitani e chi era con
voi, e dovevate prendere gli idioti... ammetto che trovo
strano che tutti, utti i vostri elementi fossero da tutt'altra parte...
ma Milan conosce bene i vostri punti di forza e di caduta, in base alle
situazioni? Tu sei penoso a quanto dici, e visto, negli scontri
ravvicinati ma sei un asso con il cecchinaggio. Bene... tu sia prima
che dopo la sorpresina che ti hanno fatto in petto...e tra l'altro che
cosa ti hanno dato per essere così in forma,
già...non eri proprio al pieno delle tue facoltà
mentali ore fa. Volgio dire, è chiaro che tu in mezzo ai
casini non sei propriamente un rambo..."
"Il dottore ha detto che non era nulla, sbruciacchiato ma non abbiamo
la medicina classica degli ospedali cme pensi tu. Sento che fa male ma
non come doveva essere senza i nostri.."
"Ok, ma rispondi al resto!" quasi scontrandosi con lui per guardarlo di
fronte "Veramente quella persona vi ha scelto a caso dicendo-oh
, c da fare questa cosa di corsa e tu vesitevi che andiamo
forza -...
dimmi che non è andata così e lui sa, calcola,
conosce le persone per mandarle allo sbaraglio!"
"Certo che lo sa, ma credimi che per i conflitti..:"
"Si, si. Non so nello specifico come voi, ma li sento e leggo i
giornali in tv e cartacei. Ma la questione è un'altra. Con
che criterio ha scelto voi..."
"Cè stato un errore di informazioni. Ci avevano detto che un
dato obiettivo stesse cercando dei documenti in una città
che suonava come la tua, e visto che fu detta in una comunicazione
veloce vocale e non altro modo, è stata intesa male!
Così un gruppo andò a quasi cinquecento
chilometri dalla tua, restando là perchè nel
mentre avevano scovato degli elementi..."
"Fammi capire! la tua risposta è che siete venuti a cavolo e
come gruppo senza senso, come fossivo i sette nani...
perchè la vera squadra è stata dirottata altrove
e siete stati gli scemi presi a caso, piluccati praticamente, da sua
maestà il leader per far fornte al tempo?"
"EH:...!" fece un verso lui, sudando come un matto "possiamo metterla
così... voglio dire... Io e i Capitani eravamo allo Chateau
con Milan, l'AirOl era tornato indietro con dei feriti per quella
retata di..."
"E allora perchè, se l'aereo è tornato , vi ha
caricati, non poteva andare indietro a prenderli di nuovo nello stesso
tmepo e portarli altrove?"
"Perchè i ragazzi come ti ho detto erano giò
bloccati avendo scoperto da un informatore che..."
"belle scuse, ma non è ancora chiara la questione..:"
"Si che la questione è chiara. Non hai visto tutta la
polizia e i militari presneti da prima? L'avviso a noi è
arrivato e Milan ha subito ordinato tramite comunicato ufficiale del
tuo paese, che nessuno di loro dovesse muoversi, che sarebbe
giunta una quadra speciale. Questo perchè la perosna che
cercavamo era proprio nel gruppo di quell'edificio dove tu dovevi
chiedere i documenti nuovi"
"Ferma! capisci anche tu che non quadra lo stesso? Lui presente, voi
che siete i superiori in rpatica presenti, mentre altri erano altrove,
ma non posso credere che non foste tutti occupati..."
"Altri avrebbero accettato e chiuso la cosa..." borbottò Jd
e lei urlò unoffeso
che lo fece zittire "voglio solo dire che sei troppo puntigliosa,
capisci che siamo militari, tu no, e non posso rivelarti molti elementi
ancora adesso, nonosntatene le parole di Milan? Quello che ha detto.."
"E tu capisci che quel che affermi non ha senso? Va bene che molte cose
siano segreto ma non così, perchè non ha senso!"
"Ti avevamo detto che siamo in pochi in un certo senso..:"
"Pochi quanto! Se mi dici che siete quattro gatti
letteralmente, per un'organizzazione come l'ha annunciata
quella persona..."
"Non pochissimi ma... tranne quelli che restano fissi alo Chateau...
quelli che hai visto eravamo... gli unici disponibili in quel momento!"
"..." guardandolo malissimo
"Senti, prenditela con Milan. Siamo militari, mica manager delle
risorse e..."
"Ma è questo il vostro compito di voi capitani o sbaglio?"
"Noi gestivamo le risorse dalla base, le reclute e..."
"WHAAA!" Basta così! Ora voglio solo un tè,
voglio farmi un tè..." mentre Jd guardava l'orologio.
"Non mi sembra che tu sia inglese e ormai direi proprio che possiamo
pure prepararci per la cena, cosa te ne fai di un tè un paio
di ore prima della cena?"
"Qui a che ora si cena?"
"L'orario non ha un... insomma..:"
"Cosa..."
"Milan ha detto che essendo un'organizzione ma anche una comune..."
"Che vuol dire una comune?" sempre più incerta dalla
conversazione.
"Sai... una comune, un'organizzazione della vita e del lavoro
in un collettivo, ove la proprietà e la gestione dei mezzi e
dei servizi è in comune e la ripartizione dei ricavati, di
qualsiasi genere, per il lavoro svolto si reiveste in miglioramenti e
altro.."
"ma... non è un luogo autogestito dalla comunità,
indipendente, e presenta uno status pseudo legale?
All’interno della quale vi sono dei collettivi per
l'amministrazione delle differenti attività , come
le commerciali, di produzione, le attività culturali e
ludiche, ecc?"
"Si, insomma, sono..." ma lei alzò una mano mentre
continauva, guardandolo male.
"Quei posti stile anni ottanta, non quelli moderni che non prevedono
affatto gerarchia interna? Dove l’equilibrio dei
rapporti è basato sulla tacita accettazione delle
fondamentali regole della convivenza quotidiana e sul rispetto
reciproco tra tutti i membri? Quelle altre, tipo setta?"
"Mh... cosa, chi... perchè dici così?" come se
cercsse di sviare la cosa.
"non siete quei gruppi che capisco anche, che hanno tutte una
cosa in comune e si fondano sulla più antica delle esigenze
umane come la ricerca di un proprio posto nel mondo? Lui diceva
qualcosa del genere, senza dire la parola Comune... Se si parla di
ricreare nuovi patti sociali, nella distruzione e ricomposizione di
concetti tradizionali come famiglia e casa, in una percezione sociale
verso l’equilibrio in tutti i sensi, ok....Ma
perchè ho lavaga impressione che non sia così?"
"perchè non è così, è
un'idea che..."
"E fammi capire, oggi avete detto che non esiste più la
mensa... una cosa che va contro ciò che hai appena detto!"
"La mensa è stata fermata perchè dopo aver preso
i migliori e quelli adatti dai vari..."
"piluccando gente dai gruppi degli altri, ho capito...."
"e richiamando uomini ancora giovani, ottime qualifiche e..:"
"richiamando i veterani, taglia corto..."
"...tutti si erano abituati al cibo dove avevnao prestato servizio
anche per anni, chi preferiva i fast food della città
vicina, chi si è portato i usoi animali da quei luoghi, ed
essendo militari Milan ci istribuisce i pasti militari e non vi era il
motivo di una mensa e..."
"i suoi animali?" indicandosi l'orecchio come se non avesse capito bene.
"Avevo cercato di dirtelo! Quegli animali che hai visto sono di alcuni
uomini che Milan ha scovato in Iran, Iraq, in..."
"QUindi aspetta! Vuoi dirmi che quelle bestie non sono di qui, del
posto, trovate e raggruppate ma con le tende messe vicino
appargono a quei tizi torvi che..:"
"Corretto. A molti sembrerà strano ma quelli che superano i
sei mesi di incarico e restano là anche per anni, come
è capitato, diciamo che fanno i loro affari là
e... da quello che so proprio di quegli uomini, è
che avevano il loro giro di gente un pò losca, facevano
lavori extra, gli incarichi e sebbene si pensi che le squadre
militari in guerra siano organizzate, unite... insomma non è
proprio così per tutti. Questo corrisponde a gruppi speciali
e non quelli..:"
"Quel che ho appena capito è che quella gente è
stata raccattata da Milan perchè i milgiori in affari
loschi, sporchi, sono in pratica gli sniffatori del marcio nonostante
fossero militari regolari di un'altro paese, e si son fatti i
fattacci loro, creandosi una specie di cosa, business?"
"Qualcosa del genere. A parte gli ordini, la levata e le
esercitazioni, non cè molto collante tra tutti,
ognuno sta per fatti suoi e quando va meglio diciamo che ci sono
gruppetti. SUl lavoro nulla da dire, sono professionisti... E poi gli
accordi con Milan perchè lo seguissero e quindi dare le
dimissioni, erano di potersi portare tutto, ma proprio tutto
ciò che era loro. Senza esclusioni. Anvendo noi gli AerOl
per spostamenti di merci e grossi gruppi... non sapeva prima
della cosa, ma visto che eravamo in questo posto..."
"Eh certo. Già che siamo in una palude, mettiamoci altra
spazzatura... cosa vuoi che sia..."
"Non dicevo questo ma..."
"E quindi quelle tende non sono di qualche cosa che dovete fare..."
"Sono la loro sistemazione"
"Fuori lo Chateau..."
"Esatto e quegli animali sono alcune delle loro proprietà.
IN quei posti dopo la guerra avere animali e i loro prodotti
è già un bene prezioso. la vita prima, dagl i
anni ottanta a ora era diversa, più moderna e si viveva come
negli altri paes. POi si è trovato oltre a scppare a far di
tutto per vivere e rimettersi, ad avere animali era un bene
ricco. Da quello che so oltre denaro, oggetti preziosi e non
so cosa, ottennero come risarcimento per andare via subito
anche quegli animali e visto che loro affermano che i cibi militari non
li mangiavano già da prima, perchè
erano solo schifezze e contengono...insomma, mangaino solo
prodotti naturali e dai loro animali, così..."
"E' un delirio... quindi quelli mangiano cose fatte da loro?E altri lo
schifo dei cibi militari precotti?"
"Esatto, come noi nelle camere abbiamo una cucina dove cuciniamo e
riscaldiamo quei cibi che..."
"Anche questa cosa, chi è l'imbecille che ha pensato bene di
rendere quelle stanze che no nvoglio vedere, mi farebbe ribrezzo, delle
fottute celle tipo da carcere con delle cavolo di cucine..."
"EH.. mh..."
"No, lasciami indovinare. Lo stesso, lasciamo perdere
cosa, che ha ha deciso che una comune militare fosse meglio
di una vera organizzazione militare..."
"Guarda che in molte caserme e basi si stanno pensando a cambiamenti
per i tempi moderni che..."
"Ma chi le inventa queste cazzate? Io ho visto nella mia
città girare dei militari che hanno le ore libere
giornaliere e si comportavano da militari anche fuori!...e non penso
che nella caserma vi fosse un'idea alla hippy del genere! NOn prendermi
per gli zebedei che non ho! E quindi voi qui oltre lo schifo che ho
visto, come mangiate?"
"Con le razioni o le provvigioni che Milan acquista per cucinarle da
noi per..."
"Sempre?"
"Si, ormai è da tempo che..."
"E io voglio un tè, dove dovrei andare?"
"Nella camera degli ospiti che ti ha riservato vi sono dei
bollitori, così come nelle stanze di tutti. Se vuoi un
tè posso preparartelo io che ne ho uno nuovo e per la
cena... cosa, dove vai..:" le disse sempre più preoccupato,
inseguendola mentre lei gli teneva davanti l'indice ritto e uno sguardo
da omicidio scappando via dicendo qualcosa che non sentiva.
Kianta adocchiò i tre che prima aveva incontrato, Zidgi,
Kovacs, Django, chiedendogli solo se volessero davvero cambiare
qualcosa e fare qualcosa che valesse a partire da quel momento. Jd li
vide incerti e quando l'aveva raggiunta lei stava andarsene
di nuovo con quei tre dietro, nella zona anteriore dello
Chateau.
"Tu sei Kovacs esatto?" domandò a uno che fece segno
positivo con la testa "dimmi, hai per caso il contatto con Milan?"
"Ce l'ho io.." disse Jd e quando lei si girò con fare
arrabbiato, gli fece cenno di darle il telefono.
"Sembra uno smartphone... fammi il numero e metti il vivavoce..:"
"Perchè il vivavoce, puoi..."
"Perchè è tuo, ci hai appoggiato l'orecchio tante
volte e chissò cosa cè sopra quel coso. Se no
navete dell'alcool novanta gradi tu lo tieni, tu chiami e metti il
vivavoce..."
"ma Lia, perchè..."
"Cosa ti ho chiesto?!??"
"Spiegami cosa vuoi fare e perchè il mio telefono deve
essere..."
"Silenzio! Dopo cosa mi hai detto questo posto mi sembra più
infernale da quello cui sono scappata. Facevano cose da farmi
schifo e qui è allo stesso modo! Me ne frego se con gli
occhi ti sembra pulito, io pulisco sempre gli oggetti che tocco
con l'acool medico, mi pulisco le mani con l'alcool medico
quando ho tocato qualcosa fuori la mia stanza, pulisco pure il water
con l'alcool prima di usarlo e il telefono è una delle cose
più sporche..."
"Ma se hai preso armi e..."
"Taci! So benissimo cosa stai per dire e so che è diventato
un problema, ma quando sono nervosa e cè troppa gente
vicino, mi viene questa cosa... ora, puoi per favore chiamare
quel... Milan e chiedergli di parlarmi?"
"Ok, ma..."
"Muto"
"Allora chiamo..."
"Muto! E chiama?"
"Ma che ti è preso..."
"Muto!"
jd sospirò e chiamò Milan, il quale rispose
subito e disse che potevano aspettare, perchè
stava per tornare da una cosa importante. Ma Lia si accostò
al telefono e intervenne in un modo non proprio piacevole.
"Sentimi bene, tu hai davvero intenzione di farmi stare qui?"
"Ci siamo detti alcune parti dell'Accordo e..."
"No, fammi parlare! Se vuoi che resto e non metta una bomba in questo
posto, voglio che mi dia carta bianca per certe cose adesso,
e dopo se ne parla."
"Perchè vorresti..."
"Cosa ti ho chiesto?"
"Vuoi che ti dia carta bianca?" mostrando chiaramente turbamento
"Si, subito"
"Per fare cosa, scusa. Se abbiamo detto..."
"Se non mi dici che posso fare delle cose con la tua approvazione,
prendo a sberle alcuni imbecilli e poi me ne vado! E mando all'aria i
tuoi test del cavolo! Non mi interessa dove sei per ora, ma
sicuro meglio di questo porcilaio! NOn dissi nulla in Irlanda su alcuen
cose e finsi di essere come tutti gli altri perchè
Zay non mi prendesse per pazza, ma ora no! Sono peggiorata e ho meno
pazienza. Non ho alcuna intenzione di stare dieci minuti di
più nelle condizioni che mi ha detto Jd!!"
"Quali condizioni ti ha detto....?" con un tono non proprio felice, ma
prima che questi rispondesse Lia continuò gelida.
"Cosa ti ho chiesto?"
"Se non mi dici su cosa vuoi carta bianca non posso fare nulla. Appena
riesco torno come sai e..."
"Al diavolo, vogli oche tu mi dia carta bianca nel caso i tuoi uomini
abbiano da ridire. ORA!"
"Se prometti di non fare casini..."
"lo ha detto!" urlò lei alzando le mani a Jd e i tre "Lo ha
detto, testimoni tutti che ha dichiarato che posso agire
liberamente...." andandosene.
"Jd che cosa succede? Perchè ha urlato? Dovè?"
"Se ne è appena andata, non molto contenta di
alcune cose e..."
"Capo, noi che dobbiamo fare?" chiese Django visto che ancora era con
il vivavoce
"ma chi è? Chi cè con voi?" parecchio urtato.
"Sono..."
"Adesso non importa. Dove è andata?"
"Sta andando... Cazzo, il vecchio Noah!" jd sbottò vedendola
falciare metri su metri verso il vecchio orso.
"Noah? Il vecchio marine che è tornato ad essere come suo
nonno?"
"Quello! Cosa..."
"Capo, ci dica cosa fare"
"Jd, ma chi cè con te?"
"Lo stavo per dire prima, ha voluto che Zidgi, Kovacs, Django la
seguissero per qualcosa e..."
"E perchè loro?"
"Abbiamo avuto delle discussioni, capo. Non so chi sia ma vuole che la
seguiamo. Ci dica cosa fare e noi..."
"Voglio che le stiate incollati. Incollati!! Ed evitiate che si faccia
male, qualsiasi cosa accada. Mi avete sentito? Io torno tra poco..:"
"Ma..." Jd si fermò perchè Lia urlava a quei tre
di raggiungerla con gesti incavolatissimi "E' meglio se torni subito,
per favore..."
"Lascio David appena riesco a arrivo. Tienila ferma da qualche parte
che devo parlarle e..:"
Ma Lia tornò e dicendo a Milan-tante
belle cose a dopo-prese il
telefono , chiuse la chiamata e se lo portò con
sè, ordinando ai tre di stare al passo.
"Non millimetri, almeno
un metro. Chiaro?" sbottò con loro fermandosi e
vedendoseli quasi spiaccati dietro, che si erano avvicinati troppo per
seguire gli ordini.
Jd si mise le mani ai capelli e si guardò intorno, vedendo
tutti quelli che erano là fuori a girarsi e osservare le
cose. la vide fermarsi dal vecchio, che ormai faceva da specialista e
collaboratore al bisogno per i suoi trascorsi, e parlargli.
Lui negava con la testa, lei continuava a discutere, finchè
non la vide voltarsi verso di loro, ordinare qualcosa e fermarsi ad
aspettare, finchè Zidgi non tornò con qualcosa.
Uno sgabello e dei tessuti bianchi, così sembrava ma non
vedeva bene da quella distanza. La vide dispiegarne uno, controllarlo
con una somrfia e metterlo sullo sgabello per poi sedercisi con una
mossa veloce e decisa. I suoi capelli lunghi si muovevano ,
dando come forza maggiore ai suoi gesti, come se rendessero
più incisivi e teatrali le azioni e imovimenti anche se non
sembrava il tipo da farlo apposta.
Il vecchio Noah le disse qualcosa puntandole una lama contro ma non per
minaccia, stava facendo qualcosa prima, e ora discutevano con
lui che agitava l'arma come lei con le mani e braccia, per
enfatizzare il piccolo diverbio.
Discussero almeno per cinque, forse dieci minuti. Jd era
così teso che non aveva controllato l'ora e sudava freddo.
"E quindi è così" rispose il vecchio con molta
calma. In inglese come Lia, anche se si capiva che lei dall'accento e
dalla pronuncia di certe parole non era di madrelingua. E usava
l'inglese parlandolo in modo ritmico come degli ordini, parola per
parola.
"Tu che ne pensi?"
"E' davvero questo che dici? Sicura?"
"Se Milan mantiene le sue promesse, si..."
"oh, se le mantiene! O io e altri non avremmo questo, cosa vedi e tutto
i lresto "disse lui allargando le braccia per intendere la sua tenda,
tutto ciò che Lia vedeva di fuori e dentro, dal mezzo lato
aperto dove l'uomo stazionava su una seggiola e il recinto con gli
animali che facevano casino. Si trovava lontano dall'ingresso dello
Chateau ma era comunque visibile e non era una bella vista, ma
tornò a fissare lui.
"Cosa ne pensi, infine? E' vero quello che questi tre hanno detto?"
"Se è ciò che hanno detto, è la
verità. I giovani sono tutti molli, svogliati, non hanno
scopi precisi e pensano a divertirsi che sistemarsi il futuro..."
vedendola sorridere con un cenno affermativo del capo.
"Su questo sono d'accordo a metà, sull'ultima parte intendo
ma il punto è..."
"Scusami ma il capo che dice di questo?" chiese Zidgi a Lia abbassando
il busto per parlarle più vicino. Lia aprì gli
occhi sgranandoli per la rabbia, voltò la testa in un modo
che ai tre parve come un gufo e li intimò di far silenzio
due minuti. Solo due e avrebbero potuto parlare. E lo fece come se
urlasse un ordine imperioso, con le braccia incrociate, con la testa
che pareva scattare e girarsi al massimo verso la schiena e la spalla
destra, per raggiungerli negli occhi, fissandoli uno a uno
come se volesse picchiarli male.
" ma il capo ha detto..."
"MUTI! Muti dovete stare o prendo questo sgabello, lo butto
via e dovrete riportarmelo dieci volte e ancora lo farei, e
voi dovrete farlo ancora, perchè è questo che vi
ha detto. Il vostro Capo! Lo stesso che invece di avere
capacità gestionali, manageriali e organizzative,
e utilizzare la ripartizione dei poteri, ha deciso che non gliene
fregava niente, NIENTE, della logica e sembra di essere in un campo
profughi. QUindi muti e silenzio o finchè no nviene Milan, o
vi faccio fare i cani da riporto!"
Si guardarono e il vecchio rise, di gusto. Si alzò,
andò dietro la tenda, non dentro, e dopo vari
rumori, tornò con un contenitore che mostrò a Lia.
"Era da tanto che non vedevo qualcuno comportarsi come te qui. bei
vecchi tempi quelli! E trovo divertente il fatto che una piccoletta
come te li controlli così"
"Ah! Se fosse per gli uomini e sopratutto i militari, ogni persona che
non fosse come loro sarebbe niente. Senza offesa, ma ho notato che
con me cèra uno dei Capitani, eppure vi si
rapportavano come tra amiconi..."
"Questo è il nuovo ambiente militare. Credi che in certi
luoghi sia diverso? le gerarchie ormai sono più sulla carta
che nell'atto pratico. Il leadre stesso preferisce farsi chiamare capo
o per nome che deterinare per davvero la sua posizione, che sarebbe di
generale. E come hai detto tu, cè meno ripartizione dei
poteri e meno persone a gestire questo posto. Non siamo molti, qui
presenti, ma molti sono assegnati a vari compiti che..."
"Questo per ora non mi riguarda. Io voglio sapere il tuo parere!"
"Si! La mia risposta è Si. Sia per la prima questione, che
la seconda. E mi premunirò di ampliare la questione agli
altri. Sarebbe interessante vedere come va a finire."
"per la prima, per ora prendo questi e dopo aspetto il resto. Mi auguro
che siano come hai detto! Per la seconda, se anche tu consideri l'onore
e la parola data come importanti, procedu pure. Domani aspetto
notizie..."
"Cercherò per gli altri. NOn posso prometterti sul numero ma
so che potrebbe andare..."
"Ottimo! A dopo allora, non far tardi e fai portare tutto, mi
raccomando!"
"Come fosse un ordine, tranquilla"
"E faccio finta che tu non mi abbia dato della nana..."
"Piccoletta, è diverso!"
Lia fece una smorfia alzando un sopracciglio, alznandosi e guardandolo
per qualche istante, poi allungando una mano e stringendola con il
vecchio, per formare un pugno unico. E poi disse agli uomini di
riemttere tutto a posto tranne un asciugamano, dell'acqua ossigenata
che avevano preso e lo sgabello. Alcool non ce ne era.
Si recò da Jd, vedendo arrivare dal portone Milan
trafilato e gli porse il contenutore ancora chiuso, dicendogli che
erano per dopo e che dopo un paio di ore si dovevano rivedere nel
corridoio davanti la mensa. Jd guardò quel contenitore
fresco, chiednedole da dove veniva per essere così freddo.
"Chi gli ha dato l'autorizzazione a farsi, melgio scavarsi,
un freezer permafrost nella zona anteriore dello Chateau? Vorrei tanto
sapere chi..." domandò furiosa "Dietro la tenda, ci credi?
IN quella zona della tenuta! Assurdo..." mentre vedeva Milan correre da
loro, con passo svelto e non facendosela di corsa, ma aveva un buon
mentenimento e Lia si chiese quanto si allenasse al giorno rispetto
agli altri.
"Eccomi, cosa è accaduto?" passando in rassegna con gli
occhi i presenti. Lia, Jd con in mano un contenutore con la faccia
disperata e i tre.
"Nulla, allora... di cosa volevi parlarmi?" domandò lei come
se tutto andsse bene.
"Vieni, facciamo un giro..." disse, allargando il braccio sinistro per
mostrarle la direzione, mentre con la destra si chiudeva la cravatta
che Lia non capiva da dove venisse. Come e qaundo l'aveva cambiata?
"Adesso? E per dove? A che ora tramonta il sole, qui?"
"Andiamo!" disse perentorio lui e Lia si incamminò davanti,
senza guardare chi la seguisse ne altro.
"Poi voglio che mi spieghi che diavolo è successo!" disse
categorico a Jd che fece solo segno di assenzo con la testa.
"Voi tre dove andate, è una cosa privata. Voglio sapere
anche da voi la situazione e..." ma Jd gli mise un braccio sulla
spalla, anche se Milan er apiù alto, e chiese sottovoce cosa
cèra che era cambiato.
"E' diversa da prima, dopo che ha saputo alcune cose qui, ha iniziato a
comportrsi diversamente. Più perentoria, impavida, testa
più alta e sguardi... diversi!" scuotendo la testa mentre
lei camminava e sembrava rimproverare alcuni uomini nel suo cammino
"Cosa succede? Perchè sembra diversa da qualche ora fa?"
"Perchè
non ha più l'influenza e l'ambiente di casa sua"
terminò Milan, sistemandosi la giacca e, dopo aver guardato
Jd con un'espressione particolare, "troncata la catena, il suo
carattere, una parte viene fuori" si avviò anche lui.
Jd sospirò e cercò di comprendere quelle parole,
finchè i tre non gli diedero delle cose. Erano l'acqua
ossigenata e l'asciugamano di prima.
"Li ha usati per pulirsi le mani dopo aver stretto la mano al vecchio
Noah e averti portato le uova"
"Le cosa?" domandò Jd scuotendo lievemente il contenitore.
"E ti era caduto questo..." porgendo un bloccheto che aveva
perso, dove Lia aveva appuntato delle cose, le lesse per la
prima volta e sospirò, guardansosi intorno incerto su cosa
fare, mentre sventolava la pagina che diceva non coeprto dalle sue dita:
l’area più esterna è quella relativa al,
il cerchio che contiene è quello relativo allamentre
il terzo più piccolo è il.
[...]L'handler nomina un soggetto o
un’attività e il chiamato deve porsi nei confronti
del termine nominato,scegliendo il cerchio per lui adatto. Alal fine
ognuno deve spiegare di fronte agli altri perché si sente in
quel modo e sta in quel cerchio.
[...] estrae
un biglietto, lo apre e legge la caratteristica a voce alta,
dopodichè sceglie una persona che pensa si adatti meglio a
quella specifica caratteristica e spiega perché.
Toccherà poi a questa persona alzarsi ed estrarre un altro
biglietto, per fare la medesima cosa che aveva fatto il collega.
Il processo continuerà fino al termine dei nomi e tutti
indicano cosa pensano dei colleghi, del perchè della
caratetristica e conforntandosi..[...]
Fidarsi, elemento chiave!!
Finendo con la frase:
"Questo mondo non puà cambiare perchè nessuno
ascolta o capisce... tutto è solo un incubo eterno che dura
ogni istante senza molte cose..."
23.5 "Sei
davvero sicuro di voler mostrare questo a quella gente? Sai che non mi
piace cosa sono..."
Milan
la fissò dall'alto del suo portamento altezzoso mentre
passava fra le ali di case e persone curiose. Lia era su Blugrass ed
essendo un cavallo alto e massiccio più dell'Akal teke di
Milan, risuciva nonostante la sua... altezza ad arrivargli allo stesso
piano, uno o due passi dietro il Leader, mentre la carovana procedeva a
passo di dressage su quella zona lastricata.
"E'
chiaro che tu e queste cose andate d'accordo. Anche se non mi
piace, anche s eho paura che possano... Capisco cosa mi hai detto quel
giorno sulla terra sacra del DIo Gufo, ma speravo vivamente che non ti
mettessi con gente del genere..." si lamentò lei, guardando
la gente intorno.
"La
spiritualità fa parte dell'essere umano, che ti piaccia o
meno. L'uomo ha bisogno sempre di un legame col divino, con l'altro
piano, ciò che sono e fanno queste persone..."
"Per
me valgono come cartomanti e fattucchiere farlocchi. E lo sai! E'
assurdo che tu trovi importante legarti con queste figure e cosa
fanno, perchè si abbia una sorta di prolungamneto
con l'altro lato. Trovo..."
Lia
e Milan parlavano in italiano e pochi a parte Jd, Lubo, qualcosa Alaric
li capivano, e anche perchè essendo in fila di
tre, arrivava male agli altri la loro discussione. QUando non volevano
farsi sentire parlavano sempre in italiano o in russo, le uniche due
che lei preferiva per farsi capire meno. Stranamente il russo, per i l
alvoro in certi luoghi, era più compreso, ma lo preferiva al
tedesco, peggio le altre lingue. Milan le aveva spiegato che poteva
anche imparare la lingua serba o romeno,slovacco, croato,ceco, bulgaro,
quasi simili tra loro da apprenderle più facilmente
perchè le parlavano in molti. Ma preferiva il russo, che le
suonava anche divertente da pronunciare e sentire. Ma
cosa faceva sospirare Milan era la discussione, il tema, considerando
che nonaccettava improperi sul suo interessamento a quelle cose.
"Siamo
quasi arrivati, sono stati così gentili da permetterci di
accamparci per questa visita su un campo di loro proprietà e
di raggiungerli a cavallo. La gente di oggi crede che tutto il moderno
sia figo, ma ancora l'entrata in scena a cavallo con i propri uomini
è tutt'ora qualcosa, che emoziona..."
"Se
sono come tu dici, ci credo tanto!" disse amaramente "mi sembrano
troppo le parole di Zay su certe cose, troppo come il passato e a me
non piace. All'epoca mi sono fidata delle sue parole e le sue credenze
per capire quel... diciamo suo mondo e per i miei esperimenti.
Comprendere qualcosa che ritenevo ormai solo facente parte di leggende
e superstizione. E poi volevo credere perchè cercava
qualcosa, desiderava qualcosa e sapendo cosa significa non poter avere
e raggiungere i propri, decisi di credere e seguire il corso delle cose
aiutandola. Volevo vedere, capire! Quindi è diverso..."
"E
le cose che pensi di avre sperimentato?" domandò lui come se
stesse cercando di farle capire che davvero forse qualcosa
cèra
"Quale
intendi?"
"La
parte in cui era in camera tua, avevi discusso con lei su cosa volevate
fare con quella gente negativa, e poi ti sei sentita come se
qualcosa ti bloccasse al muro e strozzasse"
"Sai
come la penso, se quella cosa fosse vera o meno, credo dipenda dalla
mente. Un pò come l''Hoodoo. Se credi davvero, questo lo
percepisci come reale. Quella volta fu molto strano, lo ammetto.
Sembrava davvero, veramente reale, che qualcosa mi avesse spinta,
sbattuta contro il muro e tenesse là con una mano sul mio
collo. Se per strozzarmi o meno non saprei ma rimasi così
per molto, finchè non mi incazzai e iniziai a immaginare di
prenderlo a legnate di brutto, contrastarlo con la mia energia
finchè non mi liberai. Come tutte le altre cose,
è stato alla fine divertente e mi viene solo da ridere alla
cosa, non avevo paura ma rabbia per la situzione. La cosa brutta delle
religioni e supersizioni è la mente. Più restavo
in contatto con loro e credevo alle loro cose, più mi
sembrava che qualcosa fosse vero. Che accadessero le cose.
Comè che poi magicamente le cose sparirono quando mi
arrabbiai per non aver aiuto, per l'unica cosa che
volessi? E poi appena li ricontattai per le lettere di addio,
ricomincò qualcosa, poi niente, poi dinuovo per la seconda e
ultima... è la mente Milan. La mente è capace di
rendere reali molte cose, se si finisce a crederci e la si
aiuta ad accettare certe cose..."
"E
spiegami anni prima quella presenza che hai visto, senza nessuna
influenza, quei piedi in primis e poi il resto in quella casa..:"
"Erano
case vecchie tramutate in uffici e aule di corsi professionali. Anche
se ero sicura e percepivo che vi fosse qualcuno vicino a me, massimo
lontano un metro, ne vedevo chiaramente le scarpe, le gambe dei
pantaloni e io... l'ho visto varie volte finchè non mi sono
voltata definitvamente e messo fine alla cosa, urlando nella
mia testa che no, non cèra nulla e nessuno. L'ho visto e non
lo nego, ho percepito chiaramnete che cèra qualcuno
perchè pensai fosse il tutor che guardava vicino a me cosa
facessi. Ero l'unica di quella fila di pc, ma non significa nulla.
Suggestione magari, perchè odiavo che la
gente guardasse cosa stessi facendo, ossia i cavoli miei..."
"E
pensi sia suggestione?"
"Assolutamnete,
come quella volta ! Perchè significherebbe che
otlltre quest a vita da schifo esistano altri piani dove la battaglia
non ha fine. Dove si è sempre in un angolo a scontrarsi con
qualcosa o qualcuno, che sia piano fisico o meno , e no
ncè mai fine a ciò. Sempre combattere e
affrontare, alla lunga stanca!"
"Eppure,
qualcuno ti direbbe che proprio tu che hai voluto capire e approfondire
ciò che ti diceva la tua amica, hai cercato di credere per
tua conoscenza e capire lei e poi cosa hai vissuto, è reale.
Quelo in cui io credo e mio fratello, sono veri. Siamo cresciuti in
ambienti dove queste cose erano vere, sentite, temute, ancora agendo di
conseguenza... tu non hai risentito dell'influenza dei tuoi in quel
senso, per quello che sei, io l'ho sentito, visto e provato
tutto. Che questi accordi possano..."
"Milan,
questa gente è quelli là. Voglio credere che essi
non esistevano, che ti stia solo accompagnando come con lei e..."
Ma
quando giunsero davanti l'ampio spiazzo dell'efdicio che dovevano
raggiungere, notò delle figure e rimase sorpresa.
"Cè
qualcosa che non va..:" sussurrò per poi sentirsi come se le
cose scivolassero a una velocità diversa. Sembrava
come uno spettatore in una sorta di film che vedeva dall'interno. Non
può essere, pensò. Che sia di nuovo...
Seguì
la scesa dal cavallo, quell'edificio che svettava verso
l'alto scuro e lucente come ossidiana decorata e allerita dai vetri,
sembrava richiamare il duomo di milano ma era diverso, solo l'aspetto
apparente richiamava l'altro ed era opprimente nella sua forza e
aspetto. Si
voltò verso Milan che aveva lasciato il suo cavallo per
andare versi gli scalini, lei stranamente si trovava già
davanti le scale verso l'alta costruzione e lo seguì con gli
occhi mentre la superava e salutava delle figure che non le piacquero
molto.Si, aveva capito e sentito che non era normale...lei si sentiva
come sempre in quei frangenti.
Fecero dei saluti strani, loro che sembravano buffi in quegli
abiti ampi e si avviarono dentro, Milan con le sue Ombre travestite da
sacerdotesse e alcuni degli uomini.
Lia
rimase ferma ad osservare la scena, sembrava che intorno a lei vi fosse
visivamente qualcosa come una pioggia o una nebbia che
saliva, in verticale, ma non sapeva spiegarsi. Poi
sulla spalla sinistra le si posò un avambraccio. Lui si era
avvicinato poggiando l'arto piegato verso il suo petto, con
l'avambraccio su di lei e la mano chiusa a pugno che toccava il suo
petto. Si era chinato un pò per la differenza d'altezza e le
disse qualcosa. Le sembrava davvero reale quel sussurro, come quando
ancora parlava con Zay e avvertiva qualcuno sussurrarle con tanto di
aria del respiro vicinissimo all'orecchio, e le venne la
pelle d'oca. Troppe cose che mi mescolano pensò, ma si
voltò verso di lui. Sorrideva
al suo modo, che altri avrebbe preso per sbruffone, invece era solo il
suo carattere ben diverso dal suo. Il osrriso diceva Milan, corrisponde
sempre alla personalità, il tuo è sempre
accennato o tirato. Sapeva che cèrano moemtni in cui
sorrideva davvero, di cuore, ma sembrava tutto confuso e irreale
finchè no nsi voltò di nuovo verso di Lui e lo
vide ancora con un sorriso a bocca aperta dove per l'appunto mostrava
il suo carattere. Si, sorrisi diversi, pensò lei.
"Stai
ancora chiedendoti cosa gli frulla in testa?"
"Innanzitutto
dove eri finito! Dovevi essere al tuo posto nella fila
dall'altro lato di Milan, ma non cèri... e
poi...Io non ne ho dirisposte,
mai avute e ne avrò, perchè Milan tiene sempre
questo lato quasi più per sè che per il
Cambiamento... "
"Secondo
me è perchè lo abbracciano poco..." disse lui
come uno sfottimento, che però fece strorcere il naso a lei
"Sai intendo qualche tenerezza dimenticata delle braccia della madre..:"
"e
da cosa ti viene questa strana poesia?" chiese lei con una nota quasi
di disgusto
"A tutti piacciono gli abbracci, ma ci sono quelli che li anelano da
impazzire" disse lui quasi sussurrando mentre lei gli lanciava
un'occhiata "e poi ci sono quelli che per la loro mancanza fanno
cose..."
"Oh,
dai. NOn ti metterai a parlare di nuovo del suo passato, di quanto gli
manchi e va compatito, dicendo che rispetto a me cè..."
"Cosa
pensi di aver sempre detto? Io ti ascolterò comunque, ma lo
faccio anche con lui. In modo diverso ma lo faccio. Siamo amici, anche
siamo con lui quasi per sbaglio, ma questo non vuol dire che non
senta..."
"Sempre
la tua tendenza ad a cquattarti da qualche parte a dormire, e
sentire le cose, eh?" prendendolo in giro, ma non molto bonariamente.
"Le
orecchie mi funzionano, non è che perchè la gente
non mi veda io sparisca..:" facendole stringere le labbra in una linea.
"E
dimmi, cosa pensi che capiresti del mio parare con Legeia, se
per caso tu fossi spalmato a crogiolarti al sole come le lucertole? Se
tu dovessi sentire qualcosa che non ti va, mi prenderseti e buttassi
via, perchè non sono quel che vuoi che io sia?"
"comè
che hai detto una volta?" sorridendo sempre a quel modo con gli angoli
della bocca che saettavano verso sopra, in una risata aperta,
che altri avrebbero preso nel modo sbagliato "Come puoi imparare
ciò che non è stato mostrato?"
"Quello
riguardava un'altra cosa..." rispose amaramente, poggiando la testa
sull'avrambraccio ancora là "cosa capiresti da certi
discorsi? Comprenderesti cosa mi fa star male e del fatto che no ho
voluto rincorrere un mondo che non mi vuole..."
"E...
quale mondo no nti vuole? Magari cè nè uno che
invece non è così stronzo!"
"Davvero
esiste un mondo che mi permettere di ottenere un sentimento che sia
reale? O un momento che sia reale? Rispetto a quel passato che ho
lasciato? NO, non ottenere... provare, sentire... perpecire cose per
tutti dicono sia importanti nella vita! ma reali!!... Raggiungere
quelle cose che non sento .Mi snetivo prima come una randagia che
è costretta a stare in un ambiente a lei ostile e
negativo, perchè ci sono dei muri che gli altri le
emttono. E ora in un cambiamento che non so a dove porti vista la
situazione... Quanto vale un sogno?"
"Vale tutto ciò che puoi mettere e di più. E poi,
se non sei sola lo trovi quel posto..." facendola girare verso di lui.
"Voglio fermarmi e sentire di appartenere a qualcosa! Pensi che
troveraio mai un luogo per te?" girandosi a guardare quella gente.
"Non un luogo per noi?" vedendo la sua smorfia"Molte
volte le catene possono essere anche mentali..." rispose noncurante per
poi correggersi vedendo che lei aveva cambiato espressione, anche se
vedeva solo il suo profilo "voglio dire, come la storia della caverna
di platone. O il concetto della continuità di una persona.
Mi riferivo a quei casi. O come per te, paure e sensi di colpa che ti
mettevano addosso da pensare che non esistesse qualcosa per te. Loro
sono quelli che rimangono sempre uguali, su vari sensi,
mentre tu sei qualcosa che cresce oltre le loro aspettative o
limiti, non so bene come intendere questa cosa.. ma tu sei tu ed
è ottimo così!. E Milan che dice di questa tua
situazione mentale'?"
"Tu
dove lo vedi?"
"Insieme
ai preticelli?"
"Appunto!"
"E cosa vuoi fare? Cosa facciamo?"
"Come ho detto ho smesso di rincorrere un mondo che non mi voleva come
ero, qui cè cosa cercavo ma anche un sentiero che stiamo
costruendo pietra dopo pietra per qualcosa... pensi che la troveremo?
Sbagliamo noi a desiderare un luogo che sia un posto...?"
"Direi di no, tutti vogliano un pò di felicità
e...
"Per
Milan si deve vedere prima la strada che si decide di percorrere e poi
tutto il resto. Secondo lui si vive per seguire un sentireo per la
felicità. Ma non sono sicura di accettare questa cosa.
Afferma che da piccolo la mentalità chiusa, ristretta e
all'antica del posto dove abitava, compresa la città, faceva
capire che non può esistere nulla che non sia tangibile,
spiegabile, riscontrabile dello specifico anche fisicamente. In parole
povere gli dicevano che la sicurezza della vita era la famiglia, le
attività che continuavavano con le generazioni, i pezzi di
carta con valenza legale..."
"parli
della lista della spesa della società là fuori?
Tutte quelle cazate come anelli, doni materiali invece di quelli
più importanti e che possono davvero perdersi, la sicurezza
del lavoro del padre, del nonno, del parente di chiss à che
nome e..."
"Eh!"
fece lei con rabbia "tutto ciò che è tangibile,
verificabile, materiale, vedibili da tutti... mentre lui desidera un
mondo che di fatto bsognerebbe crearlo in altri modi. Togliere
differenze che notava su di se e di quelli che erano in
città e poi quando è partito per il militare... e
lui li chiama -il mondo deifinti nornali=""-, ma per
me aaridi e vuoti... Mentre io
aggiungevo alla mia disperazione quelli che mi dicevano chi
essere, cosa essere, perchè non ero ciò che
volevano vedere. Non vedevano come sbagliati per me quei traguardi
della vita che chiamo liste della spesa, che per me non
avevano valore. Volevo dei valori diversi ma invece di abbracci e
affetti, ho ottenuto solo ordini, richieste forzate, attese obbligate e
dimostrazioni perchè mi avevano fatto nascdere, cresciuta,
ero il loro futuro. Io dovevo tutto a loro. E questo solo i parenti...
Il mondo andava avanti, secondo loro, quando invece
stavano molto indietro, e io sognavo me in un altro
dove non ero quel niente che ero divenuta. NOn facevano altro
che parlare, sussurrare come segreti, mentire perchè io mi
spingessi dove volevano senza capire che sarei morta ancora di
più dentro, finchè non sarebbe giunto un crack
così sonoro da uccidere solo me, con un gran botto, ma senza
colpire gli altri. Se prima ogni giorno sentivo eco delle loro parole
penose e colpevolizzanti, adesso acora di più
perchè pensano che io sia stata egoista e stronza da
lasciarli soli, in un dolore grande , non pensando a loro. A
me però prima non aveva pensato nessuno..." con molto dolore
nella voce.
"So
che non è stato facile e che ness'un altro a parte me e gli
altri hanno creduto in te, e so che sei quel che vedo, la
realtà. Questa è una realtà. Un mondo
dove emerge solo... te! Il tuo mondo è come il mio, quello
di Milan, quello dei ragazzi, e non come quello degli altri
che attraversiamo, diversamente da come farebbero. Posso dire
consapevoli e liberi?""
"di
cosa parli?"
"Di
quello che io sono e sarò. Di ciò che tu sei e
sarai. Tu vedi le cose che loro non vedono. Sei come loro non sono.
Siamo altro. Siamo l'anticipo delle persone che non ci sono ancora. Che
non ti spezzerai fintanto che sai e sentirai chi sei, e
questo non te lo possono togliere, come si è visto. Tutto
ciò che volevi potresti esserlo, così come per
me. Siamo amici eppure vaghiamo nel mondo come... mh... se dico esseri
diversi dagli umani è troppo pretenzioso?"
"Ti
vedi non come un essere umano?" sorrise lei
"Se
i vegani pensano di essere più che uomini, noi siamo ancora
sopra...E poi io ti conosco, siamo amici, e non hai paura.
QUindi sono più che un uomo... ci siamo detti chi
siamo, ci siamo aiutati ad essere noi perchè non
pensiamo a cambiare le persone come fanno gli altri, curandoci ed
essendoci. Con Milan a bbiamo visto cose che gli altri, i comuni, non
potevano... DAi, siamo migliori degli altri.." ridendo a modo suo,
dandole una spintarella con l'avambraccio, facendola ridere.
"Se
iniz a fare come dici e come Milan, ti lascio qui e me ne vado..:"
"E
per dove? Quale altro luogo oltre con noi cè, per te? E mi
lasci qui?"
"Magari...
esiste un mondo che vede solo ,te... e chi vuole vivere davver
con te senza pregiudizi e regole passate..."
"Tu sai che qaundo giungerò il momento che
cosidererò massimo, io me ne andrò? Milan ha
promesso di aiutarmi e tu resterai solo solo il tempo di andare avanti
e trovare la tua vera strada. Quando parlavamo di un posto per noi era
solo per immaginare... ma io non riesco a restare. Anche con te,
anche... non è pi un posto per me, questo mondo" disse
sospirando doloramente.
"Quando sentirai di andare, si vedrà! Quel giorno... non so
come considerarlo"
"Tu non sei come me, intendo come carattere e persona. Se siamo simili
in alcune cose, in altre proprio no e... rispetto a me tu non hai tanto
ricordi e dolori che con il tuo carattere fanno a pugni da fermarti. So
che perderei momenti, situazioni, istanti con te ma... io sono ormai
rotta. Insanabile. Se tutto questo significa andare avanti e costrutire
un mondo dove tu possa essere felice e vivere come meriti,
resterò il necessario, ma sperando che tu provi per me
un'affezione che ti porti al mio fianco, quel giorno quel momento. Ma
sai che un noi come amici speciali in un psto nuovo come due persone
così strette da sognare un paradiso per loro per viverci per
sempre... non è mai stato praticabile. Se il tuo affetto per
me è forte e vero, mi auguro davvero che tu sia
felice per me per andarmene serena e con chi volevo al fianco, anche
quel giorno."
Lui no nrispose per un pò, guardandosi intorno.
"
E questo di oggi... quel mondo..." disse sussrrandolo " non
è quello che Milan vuole fare? Quel mondo che sogniamo per
chi verrà dopo?" riflettendo insieme assorti
"MA
lui... lui..." come se volesse dire qualcosa ma temesse.
"Ragazzo,
andiamo, ti pare il momento?" chiese di colpo Jd apparendo da dietro,
guardando Lui e il braccio, come un rimprovero "Ricordate cosa siamo?
Composti" sorridendo però.
Lia
sorrise e allungò il suo di avambraccio, ma destro
rispetto a Lui che era il sinistro, e gli si
appoggò sulla spalla e Jd ridendo disse "DAi, che facciamo
il trenino davanti a quella gente? Siamo qui per mostrare cosa siamo o
parlare di cose nostre in quel modo? Capisco che vi sentite... come
senza poteri davanti alla sua decisione, ma siamo quel che siamo no?
Più dritti!"
Lia
sorrise ampiamente poi... rimase con il sorriso gelato un attimo,
cèra qualcosa di strano e lo capiva. Perchè quei
discorsi strani? Si guardò intorno e poi vide di nuovo
quelle figure e Lui le chiese cosa avesse, mentre Jd smebrava svanito.
"Qualcosa
non va?" le chiese così vicino, che la sua spalla
sinistra colpiva il suo addome essendo pià alto.
"Che
i morti risorgono, si levano alte le trombe di battaglia e infuria la
tempesta del cambiamento..." rispose lei scambiando occhiate con quelle
figure.
"Cosa cè, che succede per dire così?" le chiese
allungando il braccio sinistro verso la spalla destra di Lia
perchè si voltasse verso di lui.
"Qui
non cè qualcosa che non va" dissè lei e tutto
scivolò via come liquido in uno scarico.
Era
poi in un corridoio che dava in una grande stanza
rettangolare ammobiliata in legno. All'interno vi erano delle persone
mentre lei era al buio con Lui. Gli toccò l'avambraccio per
fargli cenno senza parlare di star fermo, mentre udivano la
conversazione. Poi di colpo qualcuno pose una domanda.
"ma
quelle luci erano spente anche prima?"
QUando
tutti si voltarono verso il corridoio che dava da un'altra stanza,
opposta alla porta da cui erano entrati loro ed era chiusa in quel
momento, Lui accese lo zippo che teneva sempre dietro, mostrandosi alla
luce calda e più debole di una lampada della fiamma, facendo
sorprendere tutti. Era poggiato con la spalla destra al muro, rilassato. Lia
invece sbucò da dietro di lui e si avviò verso la
tavola rettangolare che prendeva buona parte della stanza.
"Come
andiamo, si cospira, qui, eh?!"
Si
avvicinò al lato meno pieno di gente e osservò i
mobili, si sistemò sulla prima
poltroncina che era disponibile, modello Savonarola in legno massello,
finemente intagliata, pieghevole a struttura incrociata, modello
Rinascimentale.
"Davvero
interessanti queste sedie! Non le fanno più, purotrppo in
quel mondo imbecille. non che prima fosse meglio, ma parlo a livello di
intellingenza... come abilità e maestria erano oro!" disse
tra sè, sentendo sotto le mani i braccioli intagliati e
scrutandosi intorno, mentre Lui si metteva accanto a lei e si
ppoggiò di nuovo come prima ma nell'angolo del muro prima
del corridoio, essendo seduta sul lavor finale del tavolo.
"ma
tu non dovresti essere morta?" domandò di colpo Ric,
bloccandola mentre provava la sedie. POi fece una smorfia.
"Stà
sedia è una piscina però, chi l'ha fatta e per
chi? Qui ci si potrebbe sedere Lubo tranquillamente, al
contrario, e con le spalle entrerebbe bene!" alzandosi mentre
Lui ridacchiava.
Lia
andò verso la finestra, una di quelle che erano dietro di
lei da seduta, e guardò fuori, poi si rivoltò
guardando i presenti. Conosceva solo alcuni di loro, gli altri
immaginava chi fossero.
"Sei
sempre così, Ric. Ma immagino che tua moglie, se
è vero quello che dice, sapesse già che la
sottoscritta ancora swishava in questo mondo..."
"swi...cosa?"
"sfrecciare
come un serpente, va bene? Lo preferisci?" disse sbottando Lia,
sospirando e mormorando "Sempre l'uomo delle capre..."
Poi
restò in piedi, abbigliata diversamente da ore prima
all'arrivo. Se prima indossava giacche particolari in pelle come tutti
gli altri, per poi togliersi la giacca per andar via a piedi, ma questo
le semrbava chiaro ma non ricordava fosse accaduto, avendo un gilet di
pelle nera perfettamente smanicato e sagomato, con una zip al centro
che chiudeva in liinea con il taglio dritto dell'indumento, con pieghe
dic cucitura e tasche oblique, con lacci ai lati vicisbili. Mentre in
quel momento aveva pantaloni diversi e un gilet più corto,
con un taglio dritto nella parte dietro e laterale per poi aggancirsi
tramite le cuciture che scendevano sopra i seni con un motivo a
treccia, alla parte anteriore, che scendeva a punta chiudendo la zio.
Il colletto questa volta era presente che somigliava a quello di una
giacca di pelle e dietro e dalla fine del giubetto si notava che aveva
qualcosa sotto, anche dalle maniche. Vestiva sempre di nero e color
pelle scura.
Cosa
vedono i miei occhietti! L'allegra combriccola alla fine si
è riunita, tranne Zela a quanto vedo, ma il vostro sogno si
è finalmente avverato!" guardando Zay "mi auguro
però che questi scarafaggi siano meglio di come li percepivo
io. Sei sempre stata troppo buona, troppo cuoricinosa da credere che
esista gente buona sotto la feccia che li maschera..." mentre qualcuno
si alzava e lamentava.
"MUTO!
SIlenzio! O ti tappi quella bocca o ti prendo per quel parrucchino che
ti ritrovi e ti faccio provare se l'uomo può volare davvero
tramite la vostra magia del cavolo o meno! Ti faccio appendere a quella
finestra del secondo piano per un piede e vedrò se il tema
"I believe I can fly" esiste anche per voi preticelli! Ora ti
siediswishava come quegli altri che prendevano in giro loro in
chatswishava o devo incazzarmi davvero?"
"Lia,
cosa è stato detto" iniziò il tizio ma lei
stoppò con una mano e aspettò che quello che
comparve alla finestra si fermasse.
"Gilgamesh,
vieni qui" disse lei ma prima che Lui le gettasse il bracciale per
falconeria, che prese da qualche parte dalle tasche,
l'uccello balzò sul tavolo, pomposo e col petto in fuori.
Alla domanda dell'uomo che cercava di parlare, lei rispose che era solo
un assiolo facciabianca settentrionale, dal corpo sotto bianco, tutte
le piume superiori di varie sfumature dal grigio al nero con una sorta
di sezione come guance nere in contrasto con il viso bianco e gli occhi
di una rancio fiammante.
"Andiamo
Gilgamesh, sai che non mi piace che state sui tavoli di legno!..."
proruppe lei preoccupata per il tavolo "potevi appizzare le zampe sulle
teste di quegli imbecilli là, no sarebbe uscito di certo
nulla e non sarebbe stato un guaio, ma non su tavoli di legno se snon
pure antichi..." ma l'uccello non aveva ntenzione di saltare sul
braccio, guardandosi invece intorno.
"Ecco
perchè non amo le cose fatte come le decide Milan" disse con
tono piccato a Lui, allungando le braccia con le mani a
indicare l'uccello che se ne fregava di lei "si è voluto
portare l'unico uccello vanaglorioso come lui perchè il suo
preferito!" sbattendo poi la mani sui fianchi con un ringhio di gola.
"Giuro
che lo faccio sparare da qualche cannone antico della sala dei Cimeli!"
disse mentre l'uccello la guardava male "Se avessi preso il caro
Nibelungo, invece di te..." disse tr ai denti.
"Gilgamesh!"
disse Lui e l'uccello lo guardò e volò sul suo di
bracciale messo apposta, lasciando Lia a muovere la mascella irata,
voltandosi con le mani sui fianchi a brucare con gli occhi altrove per
non spennare la bestiolina.
"Alaric
dice che quelli che sono come te si comportano
così, come te..."
"Chi
ha parlato.." sbraitò lei, andandogli vicino e tastandogli
le tasche finchè non prese qualcosa e si avviò
alla finestra. Accese la fiamma e fece dei segni particolari,
finchè non fece un gesto cattivo come di buttare via
qualcosa e con rabbia borbottò un-v èffanculo
agli uccelli spocchiosi pure=""--
span=""-
QUando si
voltò, appena dopo il gesto e mentre ancora
borbottava, vide Lui come spaventato, lo guardò
come non capendo e gli rimise l'accendino in una tasca. Lui
toccò e fece un sospiro di rilassamento, ma la cosa lei la
vide e quando si sedette lofissò con occhi a fessura. quando
l'uccello fece il verso lei si girò piccata.
"EHHHK, cosa!!"
sistemandosi nella sedia savonarola, avvicinadola al tavolo "boriosi,
tutti. Tutti!"
Quando lo stesso
persoanggio si lamentò di nuovo con lei, lo zittì
di nuovo dcendogli che se continuava lo andava a rasare la notte.
"Poi voglio vedere
spelato come becchi le stronze... ah, dimenticavo. Ti cercano oslo le
approfittatrici..." poi si voltò verso Ric e Zay "' chiaro
che come si dice, la ruota del tempo gira e pare mutare, ma torna
sempre indietro. E quindi oggi ci siamo rivisti, ma mi auguro che non
crediate veramente che le cose possano cambiare nel senso che volete
voi. Io ormai seguo una persona..." facendo però una stana
faccia sull'ultima parola "Il mi oessere qui è solo connesso
al mio desiderio di un mondo veramente di esseri umani. Pertanto la mia
vita è collegata quella persona e al Cambiamento. Posso...
Posso affermare sicura che la mia vita è collegata a Milan e
al Cambiamento! Là non poteva accadere. E adesso Fintanto
che le nostre intenzioni collidono, resterò al
fianco di quell'uomo e lo sosterrò, ma questo vuol dire solo
una cosa. Che le nostre strade non si incroceranno di
nuovo, se andranno ancora parallelamente a fianco per le
idee. Adesso sono io che faccio le scelte, interamente mie, e io
scelgo. Questo nostro incontro di adesso non è affatto per i
vecchi tempi, sapete come ci siamo lasciati, per quale motivo e come
l'ho presa alle vostre risposte per quelle lettere finali. Anche verso
la fine, le persone non hanno saputo far altro che farmi dispiacere. Le
vostre parole, anche se per ipotesi non volevano affatto dire quello,
sono state taglietni come rasoi e mi hanno provocato dolore. Che vi
piaccia o meno, è stato così e mi avete fatto
capire che le nostre considerazioni comuni su un mondo diverso e
più giusto arrivavano... solo fino a un certo punto...."
mentre parlava l'uccello
ebbe la bella idea di svolacchiare fin sulla tavola e passarle davanti
come in una marcetta, frapponendosi con la sua andatura
particolare, tra lei e le persone che stavano di fronte,
perchè aveva voltato la sedia verso la sua destra per essere
di fronte. Lei lo seguì con gli occhi da sinistra a destra
finchè questi non si fermò, si girò e
con gli occhi la fissò intensamente. Lei sembrava sul punto
di staccargli la testa a morsi per l'astio che provava, alnzando le
sopracciglia e guardandolo come una sfida di sguardi. Lui si staccò
dal muro, mosse la mano sinistra dietro di lei senza capire per far
cosa e lei sospirò ampiamente, chiuse gli occhi pochi
secondi per girarsi e seguirlo nell'avvicinarsi al tavolo, porgere il
braccio e portarsi l'uccello con se di nuovo, appoggiato al
muro. Non fu detto niente, ma dai modi di fare e gli sguardi fu chiaro
che Lui aveva posto fine alla cosa. Infatti lei si calmò,
nonostante il suo discorso non mutò molto.
"...I vostri discorsi
secondo cui io non dovevo guardare quella feccia che mi fece del male,
che non dovevo incavolarmi nel vedere loro che facevano cose mentre io
ero nella melma... voi come quelli che ho lasciato alle spalle non
avete avuto ls testa di capire che, dire a una persona come me che no
ndoveva guardare loro dal vivo, perchè visti in
giro o in foto, e odiare, significava offenderla lo stesso.
Non vi è passato in quel cervello che forse sentirsi dire
che vedere quella feccia in luoghi vari, a cena con ltra gente, con
grossi sorrisi in quel posto o a fare quello, non doveva
significarmi nulla ma fregarmene, faceva male auguale a tutto il resto?
IO AVREI VOLUTO UN BRICIOLO DI QUELLO CH E QUELLA MERDA FACEVA E
MOSTRAVA, E INTENDO VIVERE QUEL POCO CHE VOLEVO!!!"
urlò sbattendo un pugno sul tavolo, facendo innervosire
l'uccello che aprì le ali.
"Deisderavo la compagnia
di qualcuno, volevo che qualcuno stesse al mio fianco, che vi fosse
qualcuno che mi accettava per quello che ero, che
potevo essere e non la perosna schifosa o altro che giudicavano, ero
solo diversa. Mi sono sentita, per tutta la vita, presa i giro davanti
e dietro perchè amo gli orologi meccanici a carica manuale o
automatici, che si vedono i meccanismi. I minerali e gemme da
collezionare e guardare. Opere che mi colpivano. La scrittura a mano, i
pennini in ferro o vetro e il loro uso con l'inchiostro nel calamaio.
La scrittura antica! E tutto quello che amavo e mi piaceva...
e per queste cose ero giudicata come sbagliata!! Avevo sperato che
quell'imbecille di Rò fosse diverso, che il mio fstidio
nell'avere vicino le persone a causa dei miei l'avessi superato, visto
che con lui non lo provavo. E invece mi ha portata solo a peggiorare, a
odiare il contatto con gli altri anche solo per caso, uscendo
o con quelli con cui vivevo. Ogni persona per me era sporcizia che mi
sporcava e giù di alcool e qualunque cosa pulita per
togliere lo schifo che sentivo addosso. Quando dicevo che il mondo non
mi volesse nonostante credessi in lui, che da piccola volevo
abbracciare tutti e volerli amici, e chenon mi avesse invece dato ragione,
non aveva fatto nulla per le parole di quelli con cui vivevo... tutto
è andato nella melma. Avete osato dirmi che non devo pensare
che il mondo mi dovesse qualcosa ma fregarmene e andare avanti! ma
complimenti... Qunindi il mondo è quello schifo non deve
importare... ma vi rendete conto dell'imbecillità di cosa
avete detto? Io ho vissuto la mia vita in una casa in cui non si vedeva
mai nessuno, MAI, tranne i cazzo di nonni e zii di primo
grado massimo, perchè tutti gli altri, tutto il mondo era
merda e non cèra nessuno che meritasse. Sola, semre, ogni
giorno, isolata come loro... Nessuno!"
fissò i suoi ex amici negli occhi
"Sono stata sola prima e sola dopo di voi, er questo, desiderando da
piccola avere amici e abbracciare tutti mentre i miei dicevano che
importava solo la famiglia, soffrivo. Famiglia che mi è
sempre andata contro perchè diversa! COn le vostre parole mi
avete fatto male ancora una volta! Io che ero diversa da loro, che non
riuscivo a stare senza desiderare qualcuno vicino a me, senza uella
solitudine opprimente e quel vuoto di quelle stanze. Ero sola e in un
posto vuoto, nonostante quelle persone che vi abitavano! E
poi dalla scuola in poi non ho ricevuto altro che merda, schifo, sputi
e comportamenti merdosi. Sia per colpa dei miei, per come mi
obbligavano a comportarmi o mi picchiavano, sia per come mi vestivano e
sia perchè avevano regole e non si cambiava, avevo solo
schifo di rimando. Nessuno a casa nostra, io con nessuno anche se non
cèra nessuno che mi volesse, dopo le sette di sera non si
usciva a meno che non vi fosse qualche stronzata religiosa. E io sola
come una cacca stagionata mentre sentivo in classe o i
pettegolzzi, cosa facessero gli altri, quelli che mi distruggevano
piano piano. Facevano questo, quel'altro, tizio, caio e
sempronio erano là, facevano questo, mangiavano pizza ogni
settimana, il gelato quando volevano, avevano la paghetta per togliersi
sfizi che i grandi non davano... I fratelli o i miei genitori che
compravano cose e le nascondevano per mangiarle loro quando dopo i
pasti mi chudevano in camera perchè i dottori dicevano che
non dovevo ingrassare perchè con i medicinali che mi
buttavano letteralmetne di sopra rischiavo di avre problemi di salute.
Sempre, tutta la mia cazzo di vita, ho desierato cose che per altri
erano normali. E voi mi dicevate quello?!?
Guard altrove e non loro perchè sembrasse che volesse far
male a qualcuno.
"Avrei voluto magari un terzo di quelle cose, una cazzo di briciola di
quello che quella merda umana ha vissuto! Avrei voluto che il mondo
dimostrasse a quelle persone, la famiglia, che non ero io
sbagliata a desiderare qualcuno vicino e che il modo in cui volevo
vivere non era stronzo. Che nel mondo ci fossero persone meritevoli e
con cui passare momenti della vita. INVECE NIENTE! Invece mi hano solo
pestata e presa a pugni, sia in famiglia che fuori!. Avevo quel poco in
più dei poveri, veramente, e ho cercato
di meritare quella piccola fortuna di non essere finita in una casa
popolare, in un quartiere orrendo con la sola possibilità di
vita di essere schiava a niente per qualcuno o prostituta. Come sentivo
sempre. Meglio la morte! Ma tutti i miei sforzi e quello che sapevo
fare valeva niente per tutti, obblighi, sensi di colpa, rimproveri e
botte, vessazioni psicologiche... sempre confrontata con gli altri,
sempre a dirmi tutto l oschifo possibile pensando che così
diventassi come la persona che voelvano come
figlia/nipote/consocente... Come dovevo cambiare in quella maniera?
Un'altra al mio posto sarebbe diventata un'altra merda, in
quella società schifosa... invece non solo tutto quello, mi
sono pure ammalata così tanto da non poter fare nemmeno quel
poco che volevo, perchè era solo dolore e
sofferenza anche fisica! Sono arrivata ad ammalarmi per quanto soffrivo
e di nuovo nessuno capiva o voleva vedere E POI VENITE VOI A FARMI LA
MORALE SUL MIO ODIO PERCHE' VEDO LA GENTE SCEMA CHE VIVE E NON DOVREI
PARLARE!!! QUindi vaffanculo con i vostri modi contenti di vedermi
perchè non è reciproco! Potete benissimo darmi
della stronza, ingrata, schifosa, tutto quello che vi viene in mente
perchè ci sono abituava, come facevano tutti loro ogni
giorno, ma meglio così che essere solo uno zerbino!"
"ma ora sei in piedi..."
"Vaffanculo!"
urlò alzandosi "lo devo solo a quell'uomo e al fatto che in
quel giorno ha creduto in me, da allungare una mano e dirmi
di camminare come meglio credevo facendo un accordo con lui. Quel poco
che volevo e nessuno mi aveva dato, ma anzi rinfacciato, l'ho avuto
dopo e solo perchè avevo fatto una promessa a lui, l'unico
che voleva aiutarmi a trovare pace finalmente, che voleva e poteva
farlo... E' questo che volevate sentire? Oh, è rinata e sta
bene, ha uan vita che le va bene..." per avvicinarsi al tavolo e posare
le mani aperte su di esso "se pensi veramente che sia come dicevate, vi
sbaglaite. Perchè quello che sto vivendo è un
riflesso di quello che potevo avere, bastava solo che gl ialtri
avessero fiducia in me, mi lasciassero quel pò di
libertà di cui avevo bisogno e sostegno senza urla e
altro...me ne andassi, trovassi la mia strada, con tutti i sacrifici
del caso, ma non quello che ho sopportato e pure sentito! Se
io sono qui, così, adesso non è per voi, non per
il vostro bel buonismo e non esiste affatto una rinascita come accade
ad altri , che alla fine, vaffanculo, non fanno altro che raggiungere
quel sogno di lavorare,a vere una casa, figli e le solite menate che vi
siete fatti pure voi, e quando ho espresso preoccupazione che potevate
annullarvi e cancellare tutto ciò, che volevate e
itnendevate fare per i figli, mi avete trattata da schifo! Io sono
quello che sono adesso davanti a voi per questo "toccandosi la tempia"
non per voi, non per nessuno! COnsocendovi ho solo capito che la mia
vita era più schifosa di quello di cui ero sicura, con voi e
con quel viaggio ho solo capito di essere più miserevole
fuori e dentro di prima e che non avrò mai nessuno che mi
vorrà davvero bene da aiutarmi ad andarmene se fossi ancora
in quel posto. Se stavo ancora in quel posto, anche parlando ancora con
voi, solo la tomba mi avrebbe aspettato, perchè
questo era! ma arrivando con più sofferenza ancora, rispetto
di un aiuto da qualcuno che mi volesse bene. Facile dire che per amore
si può fare tutto, ma io ho visto con i miei occhi e so per
esperienza che l'amore per tutti voi stronzi è solo teneerti
incatenata anche in condizioni pietose per il vostro buonismo per VOI.
TUTTI FOTTUTI VOI! E voi lo sapete quando ho pregato tutti, tutti li
chiamati prima, implorati e poi maledetti poi, quei dannati Dei,
perchè non davano questo corpo e quella vita, meno della
media, ma sempre qualcosa di grande per altri, a qualcuno che lo
meritasse, che invece della morte potevano vivere ciò che
restava a quel corpo edessere felici. Se avessi potuto con i mezzi di
Milan, avrei volentieri barattato in tutti isensi la mia vita con
un'altra persona! Veramnete... ma ho avuto solo pedate da tutti e frasi
e commenti da voi da farmi incazzare di più!
Si rimise seduta, guardandoli come se volesse mettere una bomba sotto
di loro e farli esplodere tutti.
"Davvero esiste un mondo
che mi permettere di ottenere un sentimento che sia relae? NO, non
ottenere... provare, sentire... perpecire cose per tutti dicono sia
importanti nella vita! ma reali!!... Raggiungere quelle cose che non
sento .voglio fermarmi anche per un attimo ma capire, sentire di
appartenere a qualcosa e non come una randagia che è
costretta a stare in un ambiente a lei ostile e negativo
perchè ci sono dei muri che gli altri le emttono. " ma si
fermò di colpo, qualcosa non andava e ne se
rendeva conto. Ma continuò conunque la discussione,
cercando di fare attenzione a piccole cose.
"E pure nella morte
sarei stata solo la stronza egoista che non pensava mai agli
altri, ma solo a se stessa, quando io per me stessa non ho
fatto altro che decidere solo per la coppetta, niente altro
di veramnre rilevante per la mia vita: solo per gli altri, per non
sentirmi trattare di merda. Ancora finoa ad oggi quegli imbecilli non
sanno neanche che scelsi quel liceo perchè alla scuola media
le insegnanti mi dissero che io, con i miei problemi di
dialogo, quando avevo solo paura degli altri e come mi trattavano, e
come secondo loro non capissi niente, meritavo solo una scuola chev
aleva come me. Zero. E mi convinsero solo per delle frasi. Mi dissero
che l'unica cosa che potevo fare per i miei genitori era, visto che ero
una pessima figlia oltre che essere umano, andare in un posto dove il
mio poco cervello non dovesse essere usato. Altrimenti non lo avrei
fatto mai, nessuno che sa che anche dopo tutti i miei urli per farmi
sentire nessuno mi abbia mai detto grazie, complimenti per i tuoi
sforzi lo capiamo, o altro... NIENTE!!!! "
Sentì Lui parlare, ma fece finta di niente.
"La vita non è fatta per gli spettatori, se resti solo a
osservare ti accorgerarai tardi che hai lasciato scivolare via la tua
vita senza aver... vissuto nulla!! Per quanto mi riguarda tutti quanti
potete anche crepare, mi spiace dirlo ma da quando mi si sono rotti i
marron glassè, che erano così gonfi da
non passare dalle porte, me ne frego se poi appaio una merda atomica!
ma sappiate che dalla scuola elementare ad oggi sono
fottutissimi anni e anni che subisco, sopporto, mi tengo
dentro, perchè parlavo p facevo schifo o ero
trattata peggio. Mi sono pure ammalata e ancora cè QUALCUNO
che non ritenevo la feccia là, che mi fa discorsi
dell'asilo! Anzi i bambini dell'asilo tranne quelli traviati dai
grandi, sono più inclusivi e aperti degli alduti. Pertanto
mi dispaice se anche per tutti voi io no nsono stata una persona come
volevate, ma sapete comè, dopo tutto quanto, non
farei una piega se avessi un'astronave fuori l'atmosfera terrestre e
vedessi la razz aumana estinta... E tra l'altro, dopo le belle frasi
che vi ho sentito dire direi poco tempo fa, le ultime volte che vi
sentitivo, grazie di quello che avevate fatto e come mi avevate vista
all'ultimo, e volevo dirvi avvio! e ve ne siete usciti
così... se fossi andata via di casa molto prima, se avessi
incontrato qualcuno come Milan, Jd, Lui" indicandolo " io non sarei
diventata QUESTO, che piace meno ancora della me originale! La mia
colpa, e lo ammetto, è proprio quella di
aver deciso di mandare trutto affanculo, di non aver tentato oltre dopo
i fiaschi in marina e carabinieri, per un fotutto centimentro o un
punto per cui sarei entrata. E quel cazzo di viaggio fatto con te che
per paura di quello che mi apsettava a casa, sono tornata come una
invasata rifacendo un biglietto e fui cazziata per quei
soldi! perchè hanno scoperto quello che eri per
colpa dei medicinali, per tutto quanto, che mi hanno rovinata
di più! Non ho avuto nulla MAI, neanche alla fine!
Oltre Rò, lui è pure da aggiungere...QUindi
andate a quel paese tutti e se foss eper me farei saltare questo posto
in un botto solo, così la finiamo pure con le cazzate di
Milan di..."
Si fermò
perchè Lui parlava in russo , qualcosa che gli altri non
capirono ma sembrava russo, e senza guardarla, diceva qualcosa. Lei
mosse la mandibola, come riflettendo, piena di rabbia e odio, si
sollevò dopo esser stata china col busto, e
incrociò le braccia.
"Vi dico solo una cosa,
vedete di fare andare bene tutta questa manfrina con Milan
così non vi vedo più e lui è contento
di questo cavolo di accordo, che..."
Lui continuò
a dire qualcosa in russo, e ogni volta che lo faceva lei sembrava
perdere la rabbia, sbuffava e stava con le rbaccia conserte
così duramente strette, da vedere i muscoli tesi.
Ma mentre lui diceva qualcosa accarezzando l'animale, lei si voltava di
più con la schiena verso lui e gli altri, finendo per
guardare la finestra, finchè non sbottò, ma er
apiù calma di prima.
"Eccovi qua alcune cose
perchè quei pretacci decidano meglio. Non sono da parte di
Milan ma miei, solo dei piccoli incentivi ulteriori e che devono essere
a lui segreti, perchè la cosa vada meglio in porto. Queste
persone indicate qui valgono, se io scopro che non saranno prese in
considerazione come personalità, quel che diranno e sono
pronte a fare, torno e manderò tutto alla'ria che da
cinquecento chilometri lo prenderanno per fuochi d'artificio..."
"poydem, my opozdayem
..."
"QUindi sbrigatevi,
così mettiamo fine a questa storia e tutto torna come
prima..."
"ya s toboy.Kogda ya s
toboy, ya khochu tam i ostat'sya. Poydem v eto mesto."
lei voltò
poco sopra la spassa sinistra il viso, chiaramente indirizzando
l'attenzione a Lui che diceva qualcosa. Sembrava aver perso tutta la
rabbia, era solo parecchio infastidita.
"Yarost', kotoruyu ty
chuvstvuyesh', pover'..." ma lei alzò una mano dritta con
tutto il braccio, perpendicolare al apvimento e concluse l'incontro
fissandoli come con suffiecienza.
"Mi auguro solo che degl
iscarafaggi come voi abbiamo detto almeno un frammento di
verità, per questi due essere qui... Perchè se
sono qui solo per vostri comodi, giuro che faccio venire qui i miei
Artropodi di David e Imogen, e vi faccio gettare dentro il
primo vulcano ancora attivo esistente e con un drone guardo cosa
accade... e non scherzo!"
Voltò il viso
verso Zay e Ric mentre Lui diceva "Poyekhali. Nas zhdut lyudi"
staccandosi dal muro e aspettandola all'imbocco del corridoio. Lia si
avviò con passo deciso e lesto, senza correre
però, verso l'altro e sparì nel corrodio. Quando raggiunsero
un'altra stanza, Lia si voltò e lo
guardò con una strana faccia. Qualcosa le pareva strana ma
non capiva cosa.
"Vale la pena prendere
certe strade che magari sembreranno ahche più rapide e
interessanti, ma il cui prezzo è disumano...? Che tipo di
persona sono a questo punto? Davvero è solo colpa mia e devo
fare la scema mostrando solo sorrisi e pace, ma non interiori?"
Lo
sentìì dire qualcosa, ma quando cercò
di vedere il suo viso era sparito, e poi tutto il resto.
Lia si
svegliò come se mancasse qaulcosa, come se qualcosa la
richiamasse indietro. Suonava la sveglia, dalla finestra non vide che i
primi barlumi di alba spostare l'oscurità della notte. La
stanza era illuminata dalla piccola luce da notte con i tre funghi. Tre
bei funghi con i lcappellino in silicone color panna, di cui una
lucetta che cambiava colore, circondati da fogliame. Era la sola luce
che teneva la notte per vedere il necessario, se doveva
alzarsi. Respirò
profondamente per svegliarsi e si rese conto che era solo un sogno.
Solamente un parto della sua mente, non un incubo in cui comparivano
ttte le persone che le avevano fatto male come sempre, ma comunque
qualcosa... cosa voleva dire? Erano passate poche
settimane da qaundo era scappata da là, eppure ancora
sognava cose assurde. Assurde perchè non le voleva rivivere
o affrontare, seppur in quel modo.
"Le parole non servono,
la gente ascolta solo quello che vuole e la gente ne paga le
conseguenze... se vi fossero davvero persone come le vorrei vicino..."
Kianta
era seduta non sull'erba,ma sul bordo artificiale che dava sul lago
della zona inacessabile. La Pozza delle lucciole. L'ultimo angolo di
speranza per quegli insetti bioluminescenti che gli scienziati davano
per spacciati. Svanivano sempre di più in molti paesi. A
causa
della costruzione folle umana, dei luoghi sempre più
visitati e
abusati, con la scusa di piccoli angoli da picnic o giornate
di
famiglia, degli idioti che inquinavano con ogni tipo di rifiuto
ambienti possibili per loro. Ecosistemi finiti nella pattumiera. Tanti
motivi, ancora, che portavano un'altra specie all'Adios finale. Si
temeva per le api, lo si diceva dall'inizio di quel nuovo secolo, a
causa dei pesticidi introntrollati per aumentare la bellezza e la
quantità delle coltivazioni, per la vendita, a
discapito
della natura ma anche le lucciole stavano sparendo. Per
fortuna a Milan queste cose interessavano, ed era un fiducioso
sostenitore di organizzazioni e movimenti pro e per la salvaguardia non
solo mondiale, ma di singoli ecosistemi e luoghi naturali in ogni
paese. Oltre che le specie. Inoltre dopo varie discussioni, si era
deciso che in ogni paese dovesse esservi, varata ed approvata, una
legge che prometteva una bella somma di denaro o premi a chi filmava,
portava prove, o consegnava chiamando particolari gruppi di controllo,
la gente che gettava rifiuti ovunque, maltrattava o uccideva animali di
qualsiasi tipo se non pericolosi, danneggiava irreparabilmente un luogo
naturale e chi lo abitava. Era già stato fatto per i
senzatetto,
prima di apportare delle contromosse per quelle società
cieche
stupide che li odiava, che permettevano che la gente finisse per strada
nel peggior modo possibile solo perchè ad esempio si era
dovuto
curare e senza più soli, o perchè tasse o probemi
vari
avevano ridotto ad avere nulla nelle tasche, ect. Per situazioni di
povertà da perdere tutto e chiunque accettava addirittura
che si
commettere reati contro questi disgraziati senza battere ciglio. Kianta
stava con un piede penzoloni da quella riva o sponda creata
appositamente per sedersi e godersi l'acqua calma, evitando
sporgenze di roccia troppo levigata o altro. Era una specie di mini
conca, scavata a forma di cucchiaio sul bordo roccioso, lisciatoe
piacevole al tatto, presente in una rientranza a semicerchio che si
alzava dal pelo dell'acqua di dieci o quindici centimentri ocn una
bordatura di pietre chiare. Di solito lei stava seduta in quel
semicerchio, proprio al centro della conca, per poi vedere il resto del
lago tutto naturale, che continauva in una forma non proprio rotonda,
con i bordi frastagliati che scendevano fin dentro l'acqua o ne
venivano solo lambiti. Era una zona che era stata ripulita e sistemata
un anno prima, perchè gli animali selvatici intorno
all'enorme
montagna sul quale poggiava una bella fetta di Chateau e altre zone che
gli appatenevano vi trovassero ristoro e aiuto senza paura degli umani.
Era capitato che prima del cambiamento allo Chateau fosse usato
parecchio dagli uomini al loro modo, a casaccio, facendolo diventare
non proprio un gioiello naturale ma... un ritrovo per fare casino,
sporcare e rovinare un pò in giro. Lei non capiva
perchè
l'essere umano fosse così stupido e sporco da danneggiare
qualsiasi cosa gl icapitasse intorno, dicendo di volersi godere
qualcosa di bello, per andarsene che lo ha ridotto a latrina. Lei non
aveva visto come era prima, ma avev aletto i resoconti registrati.
Aveva capito che quel lavoro della conca e quanto fatto dopo era
necessario, che gli alberi e l'ambienete erano stati curati. L'acuqa
era stata ripulita dall'utilizzo di prima e non voleva sapere come
fosse. L'unica cosa in più che fu messa, che fosse sia per
umani
che animali selvatici che vi passavano o lo usavano per trovare acqua,
era una specie di cascatella artificiale alla sua sinistra da dove era
seduta in quel momento, che mandava sempre acqua fresca, scendendo,
verso un fiumiciattolo artificiale che avevano fatto nascere e che
andava in un'altra direzione. Vi era un grosso ammasso roccioso
naturale che era stato scavato in cima in una direzione specifica dopo
che avevano scoperto dell'acqua naturale che usciva da una zona della
montagna in alto. Con dei lavoratori che avevano scalato alzune zone,
avevano creato una sorta di canaletto di scolo che giungeva fin su
quell'ammasso proprio, usando quel solco artificiale, che portava del
bel rivolo, che si lanciava verso una base a forma di conchiglia grezza
con delle pietre maltate. Confluiva in quel nuovo canaletto che portava
acqua in un'altra zona controllata dalle guardie forestali
loro,
che controllavano tutta la zona della montagna, della riserva naturale
controllata che circandavano la montagna.
Muovendo
pigramnete il piede nell'acqua, pensò agli ultimi casi di
homeless che le erano capitati un pò da tutto il mondo. La
cosa
brutta da avere Milan come uno di quelli che faceva parte del Consiglio
e poteva avere tutte le informazioni da qualunque governo che loro
finanziavano, era questo. Sapere quanto schifo cèra nel
mondo,
che fosse primo o terzo, non importava.Era brutto, qualcuno le avrebbe
detto-e perch li guardi=""-ma
voelva sapere. Chi voltava occhi e orcchie per
non vedere e sentire il mondo intorno era solo u negoista e
peggio. La
gente che soffriva, per colpa degli altri, era incalcolabile. Aveva
scoperto che le varie giurisdizioni di polizia anche di un solo paese,
avevano nell'archivio digitale, che poteva consultare, centinaia e
centinaia di schedature di senzatetto morti di fame che nessuno voleva,
e voleva vedere. Se andava a cercare nelle informazioni seguendo i dati
fiscali e previdenza sociale, si apriva un mondo fatto di disperazione
e solitudine anche se prima erano persone normali. Peggio se erano
individiu nati già nello schifo e non erano riusciti ad
uscirne.
Le vite di quelle persone, tutte quelle schede di segnalazione, furti,
arresti, avviisi di vagabondaggio, la facevano sar male. Era
intollerabile per lei vedere a volte foto del prima o del dopo, se
reano caduti in disgrazia in tutti i sensi, o se fin da piccoli, e il
male che l iaveva svuotati e distrutti, prima nell'animo, poi
nell'aspetto. Il peggio era leggere, come quei casi che erano arrivati,
di uomiin dalle foto sfatti e sporchi, con abiti luridi e sguardi
impossibili da descrivere, sapendo come erano finiti in quel modo. Uno
era finito con stracci, dati da qualche associazione di
volontariato e in qualche angolo con altri sventurati,
perchè per il divorzio l'ex moglie lo aveva lasciato in
mutande
per davvero e lui, non potendo piu avere il minimo per i soldi che
doveva dare alla donna e ai figli, era caduto male, mentre lei aveva
trovato un altro tizio e non faceva nulla. Lui era finito bevendo
mentre altri erano presi da rabbia che usciva dopo aver
sopportato molto. E questo individuo era finito per strada con una
valigia col poco che gli era rimasto, dal buco dove era in affitto, per
bere dalla disperazione e aveva perso pure il lavoro, e infine la
valigia, rubata da altri senzatetto che si appropriavano
edelle
cos edegli altri per sopravviere. Non
era una novità, perfino i centri per dormire la notte aperti
a
questi poveri disgraziati avevano una sorta di mafietta e se dormivi
con qualcosa indosso, pure ti ripulivano. O peggio, alcuni riportavano
bambini che di giorno andavano a scuola e il pomeriggio e la sera
stavano per strada a seguire la madre o il padre, chi avevano ancora,
per cercare qualche modo per dormire al sicuro, lavarsi poi per il
giorno dopo. A volte questi genitori avevano un lavoretto, ma era
così sotto pagato o in nero, che non avevano niente da dare
per
affitto e ttasse varie mensili. Poi cèra chi si era drogato
ed
era finito male, quello che si era ripulito per un'amante e questa era
passato al nuovo pollo lasciando l'altro con ninete e una vita misera e
chi, sempre l'ultimo che aveva letto quel giorno, che era stato pure
denunciato e cercato dall'ex moglie per avere soldi per mantenerla,
perchè no nera per i figi ma per lei, che non
voleva
lavorare, e pretendev che la polizia lo costringesse a pagare. Con
cosa, si chiese lei? Cosa poteva pagare l'uomo da quella avvoltoia che
aveva visto in quelle foto, che sembrava più un derelitto
lui, dei militari devastati da superiori idioti con le
medaglie o
incarichi che li avevano distrutti, con cui David lavorava? Quegli
uomini erano riusciti a riacquistare un viso sollevato dai pesi e
follia, a mostrare interesse e voglia di nuovo di vivere e si stavano
reinserendo con gli altri. La cosa era dura, ci voleva davvero molto
diceva David e per queli che erano così per danni
cerebrali, da creargli problemi di memoria e comportamento,
si
era riusciti a dargli qualcosa per cui continuare, aiutandoli.
Allora
perchè le società tanto pubblicizzate come
moderne e
aperte, giuste e socialmente impegnate, permettevano l'accattonaggio
non come fenomeno da contrastare con architetture contro o poliziotti a
buttarli in gabbia, facendolo proliferare e non fermarlo? Aveva
letto i resoconti di Lia, dove si chiedeva come fosse possibile,
togliendo i profittatori, quelli che per qualunque buona propostadi
aiuto e sostegno alle persone povere o con problemi vedevano propri
tornaconto, che la gente non solo accettava i senzatetto senza porsi
delle domande sulla comunità umana e cosa doveva
significare, ma
che non li degnava di un occhio se erano agli angoli delle strade, e
per loro erano o inesistenti o solo feccia da eliminare. Cmome le
prostitute, come se non fossero donne e figlie di qualcuno come i loro.
I loro meritavano, gli altri no. Aveva
letto rapporti di individui che si manifestavano brave persone e
Signori, che trattavano malissimo quei poveracci. Ragazzi
anche
di buona famiglia che fceva cose vergognose a quella gente, addirittura
derubandoli, come se non stessero già al'inferno. Altri che
li
usavano come profitto per orgranizzazioni di facciata di aiuto, che
invece erano altro. Ed erano solo esempi, cèra molto dietro. La
gente odiava e preferiva scacciare quella gente perchè
ritenuta
sbaglaita e non della società, accettava quelle idiote
costruzioni per homeless che proponevano tanto per farli stare al
caldo, ma nessuno che pensava di fare davvero qualcosa per loro, nel
vero senso della parola, e far finire questa piaga. IN molte
società dove paghi anche l'aria quasi, scriveva Lia, va
benissimo che si butti, proprio su ordne di banche e comuni, le persone
da casa loro perchè le avevano perse per problemi vari o non
potevano pagare l'affitto e invece gli squatter, coloro che entravano
di forza in una casa anche rompendo serrature, appropriandosene e
vivendo lì portandovi bambini e donne incinte per
legittimare la
cosa, la facevano franca e no nsi muoveva nessuno. Di
solito erano individui della peggior specie che con l'inganno, appunto
usare bambini o donne gravide o malati in modo grave, entravano in una
casa comunale di proprietà che fosse, e non
volendosene
andare affermando che era loro diritto starci per quelli che vi hanno
messo dentro. E i proprietari legittimi, che si erano assentati per
vari motivi per poco, si ritrovavano senza un posto e la polizia per le
leggi non poteva far nulla. Aveva letto di casi dove chi aveva diritto
di vivere in quelle comunali o di proprietà, finiva male per
pagare avvocati e segnalazioni senza poter riavere l'immobile per
viverci per mesi o anni. Per i diritti umani si diceva che gli squatter
dovevano stare là perchè bambini, donne gravide o
malati
non potevano stare per strada, ra ingiusto buttarli fuori di casa, e
molti profittatori del genere lo facevano con gli affitti,
mentre
gente hce per soldi, malattie o altro aveva perso davvero
tutto,
finiva male per le stesse leggi, per strada, ed era
diventata spazzatura.
Aveva
scoperto da tempo che le cose erano davvero messe male.
Perchè
queste perosne alla fine per sopravvivere cercavano di fare di tutto,
anche cose che non avrebbero mai fatto prima, rinfoltendo i ranghi
della malavita. Loro non erano come la feccia che lei odiava, ma erano
urtarelli o altro che aggravavano città e quartieri. Era
allucinante cosa aveva letto dai rapporti che poteva consultare. Questa
era la magia di organizzazioni o società segrete che hanno
le
dita ovunque, diceva sempre Milan. Affermava che ammirava Alessandro
Magno e Attila, o i Romani, per fare un esempio che , volevano fare un
impero uinco e compatto. Ma non perchè volesse fare qualcosa
del
genere ma li usava da esempio perchè diritti, doveri e
correttezza fossero ovunque, contro religioni e usi e costumi di molti
paesi ancora arcaici. La
cosa positiva di questo progetto era che tutti i posti del mondo che
facevano parte dell'impero avevano le stesse leggi di base, che fosse
in Germania o l'Africa, non importava. Le leggi, i diritti, i
ragionamenti illuministi sarebbero comparsi nei libri di legge di
qualsiasi paese ed erano obbligatori e ufficiali. Niente abusi su
animali, scuole e insegnamenti veri su come si trattano, usano o
addestrano gl ianimali. Così come le persone e l'interazione
tra
persone. Che non esistono persone di serie A e B sopratutto per il
denaro o ceto, da livellare anche quello. Altro
che fattorie, Stati, allevamenti e via dicendo. No, diceva lui, i
bambini fin da piccoli dovevano essere istruiti da persone giuste e non
dalla famiglia, perchè avevano fermato molto schifo proprio
per
conduzioni famigliari o private che vantavano i migliori metodi, e poi
cèra solo maltrattamenti e sfruttamento fino a che potevano.
Poi
uccisi o abbandonati. No, gli animali, tutti, che vivevano con gli
umani e da questi mantenuti, dovevano essere controllati e registrati
fino alla morte. Se la famiglia o il centro che si occupava di un
settore che prevedeva l'uso degli animali lamentava una fuga di questo
o strani comportamenti o altro, partiva un'indagine. Quanti animali
venivano spompati per pochi anni rispetto alla loro vita naturale e poi
lasciati morbiondi da qualche parte, abbandonati, fatti morire per
eutanasia da veterinari più cani di quella gente. E Milan
ridendo un pò diceva che cani era un modo di dire di Lia e
non
offendeva quei poveri animali, ma er aper dire che erano bestie, e
basta. Bestie è peggio degli animali. E quindi era
necessario
prendere provvedimenti. Telecamere cittadine a ogni angolo, anche
nascoste, per inquadrare tutto, così come pattuglie di vari
settori di controllo e di polizia, muniti di cam che no ndoveva mai
essere fermata o modificata, che giravano dall'ultimo anno
più
tempo che in cinque anni passati. Vi erano gruppi di
quartiere,
specializzati per dove eranoassegnati e più controlli
ovunque. E
questo solo per gli animali, per gli umani e l'ambiente cittadino
cèra di più. Ma
questo bastava? Nell'ultima
ora non sapeva più cosa pensare. Più cercava,
anche in
quel luogo, di cancellare dalla mente dei visi e quelle vite disperate
e peggio stava. Ripensava a molti uomini che avevano avuto anche loro
maretta nelle loro vite, a quelle che cercavano di aiutare con i
cambiamenti e poi pensò a Lia. A
una frase che aveva letto nei rapporti. Sul problema dei senzatetto.
Della solitudine, dell'avere niente! Aveva
scritto che-grazie a molte e alla
poteva capitare tutti di finire con da soli visti ocme potenziali ladri
o delinquenti quando non sarebbe accaduto neanche in una giusta vederli
per solo l'aspetto il no nessere la societ perch sapeva trovarti se
voleva te pretedenva ma poi ti discoscenva vedeva un certo modo avevi
diventavi nessuno come ratto pericolsoo le strade sicure della gente
bene quella che aveva succhiato via quei poveri disgraziati cosa
potevano andare su latri , senza badare hanno lasciato gli animali
carucci piccoli regalati fossero oggetto abbandonati si erano fatti
grossi vecchi malati avevano trovato nuovo giocattolo vecchio andava
ecco natura fosse capitato i parenti schifosi nci chiamavano trattavano
volta l'anno bisogno qualcosa regali dic ompleanni altre stronzate mi
ha schifata dicevano ero strana sbaglaita li avrei trovati raggiunti
anche rubato potevo benzina dato fuoco alle auto lasciando biglietto
sulla merda feccia visto avevo niente finita strada prima molto
guardata disgusto altro mentre faceva brillare occhi aprire bocche
elogiarle sterco verit fatto bordello allucinante vendicarmi cercando
farlo sfangarla fino ad arrivare all'ultima me ne sarei andat amodo mio
divertita bruciargi macchina è lo stesso voluto fargli
meritano peggio ormai ho capito sono importanti telefono machcina
avessi scoperto ancora caro tranne persone distrutto quello andata
stata dicevo io fine armato volont qualche disperato fare gruppo
vendicarsi riflesso sicuro sarebbero stati felici uguale capir mai
stanno vivono,e veramente vive se.e chiedono aiuto merde devi farglieli
vivere possano capire puoi guardarli piangere cacca sotto pioggia
sciorinando lorosventure chiedendosi loro guardi schifo fomra umana
puzza pi perh credono migliori degli altri voglio considerazione pena
fanno vorrei tanto divertirei guardare rivotla dei senzatetto buttano
appropriarsi delle cose mondo capovolto dove meriti capacit davvero
considerati premiati leccaculo alcuni devono gustarsi l osterco oltre
didietro milan parecchi sembrano cani lingua fuori vedono lui profitti
gambe lascia cadere soldi sopra=""-. Il
fatto che Milan usasse questi tizi, facesse accordi e patti con
gentaglia per avvicinarsi, usarli e poi metterli fuori gioco
era
divertente all'inizio. Il problema era che si alimentava e aiutava
quello che chiamavano mercato nero e cose collegate per molto tempo,
affinchè si potessero avvinghiare tutti, come un polpo che
stringe a se con i tentacoli tutto ciò che sono, per
distruggerli. Ma le cose negative continuavano e loro invece, dovevao
fermarle. Inoltre
Kianta trovava la questione religiosa, di collaborazione con politici e
gentaglia che odiava, le pazzie di Milan per tutto ciò che
lo
gasava... eccessivo, assurdo, inacettabile.
Voltò
la testa di scatto per alcuni rumori alla sua destra, verso dietro e
fissò con la fronte aggrottata Gask che arrivava, agitato
dal
fare attenzione a dove mettesse i piedi e le parti superiori, nel
colpire rami, vegetazione alta e altro.Essendo più alto e
largo
di lei, i passaggi che lei usava di solito avevano molti rami e arbusti
troppo lunghi che andavano potati ma aveva spettato e in quel momento
lui pareva odiare la vegetazione. Vi era un camminamento di pietre, lui
invece aveva vagato a caso per la foresta intorno al laghetto
ripercorrendo i passi suoi, sempre che non si fosse perso al suo
solito. non amaa molto i giardini e le zone di verde dove il suo fisico
era un imgobro.
"possibile
che in quanto orientamento sei negato? Non azzecchi mai una strada
giusta..." disse lei come a caso, tornando a muovere il piede nell'acqua
"E
tu invece sparisci sempre al solito. Per ora cè casino
perchè vogliono cambiato il percorso di addestramneto.
Sempre
uguale, sempre un giochetto, dicono. Per ora i Capitani li stanno
rimettendo in riga ma vorrebbero qualcosa di diverso. Ammiro
però che pretendano un percorso nuovo, nuove sfide e
impegno..."
"Interssante
come dei militari, che dovrebbero odiare il passare tempo sempre in
quei posti, vogliano invece variare i percorsi e farne di nuovi. E
protestano perchè ogni giorno si annoiano... la gente
normale
riderebbe!Io invece ne son orgogliosa""
"Dicono
che si divertono, sopratutto per quelli settimanali o mensili.E la
mattina ormai per alcuni è uno spasso. Per loro è
abitudine stare al Muro del Riscaldamento. Imitare le pose di arti
marziali o yoga dipinte per tutta la sua lunghezza finchè
non si
arriva alla fine e si va a mangiare. Ormai si scommette pure per quanto
tempo riescono a stare a fare quegli esercizi mattutini, e
quanto
riescono a restare in quelle posizioni. Volevano mettere pure me nella
lista con la mano tesa dicendo che si guadagnava bene certi giorni. E'
divertente fissarli mentre partono dall'inizio di quel lungo muro con
la prima posizione e avanzare per giungere alla fine, per far
fluire il sangue e sciogliere i muscoli prima di iniziare ad allenarsi.
La cosa che mi ha rotto un pò all'inizio è stato
l'orario. Cazzo, le quattro e mezzo di mattina" sbuffando.
"A
volte le cinque e mezza! Prima ti alzavi a quell'ora, prima del tuo
Capo. Quindi era solo tornare a vecchie abitudini. Io non sono una
militare, non mi alleno con voi, ma mi alzo sempre prima ugualmente..."
vedendolo allungare verso di lei, prese dalle tasche che lui aveva nei
pantaloni, delle stecche di radice di liquirizia in carta leggera.
Iniziò a mordicchiarne e succhiarne una rilassandosi mentre
lui
si sistemava accanto.
"Si,
lo so. I ragazzi in scuderia se la ridono ogni mattina, mentre urli al
tuo cavallo, che è un vero diavolo con pelliccia. Ne condina
di
cose... Comunque seriamente, che siano le quattro e mezza i giorni di
addestramento reclute o allenamento normale un'ora dopo, non
è
troppo presto? Mi sto abituando ma buttarsi giù dal letto
prima,
quando la sera prima..."
"Colpa
tua e degli uomini che fate casino la sera. le regole esistono per un
motivo...E' necessario la mattina..."
"
Si, si... essersi riscaldati, prima movimenti molto leggeri
di
simulazione degli esercizi che si sta per fare, allo scopo
di
sciogliersi mentre si lavora anche sulla memoria muscolare.... mezz'ora
max al muro... Ancora col buio... le figure illuminate dai faretti alla
base mentre tutti si sbracciano e fanno esercizi per iniziare... mi
sono sempre allenato e addestrato, a mio ritmo. Tornare a una vita
militare non mi fa felice..."
"l'ora
in cui ti alleni cambia il tuo orologio biologico e ti permette di
prendere il meglio che i lcorpo ti dà... prima
dell'elettricità e orari prestabilit, l'essere umano, a meno
che
no nfosse un ricco di quelli... che faceva fino anche la mattina tanto
non doveva alvorare, l'essere umano ha sempre utilizzato i nomali cicli
biologici, seguendo i ritmi del tempo. Ossia dormire appena fa buio,
alzarsi al ritorno del sole. E noi facciamo questo, oltre che seguire
delle tappe giornaliere per mantenere quanto creato. Anzi, sono
già contenta che tu sia uno di quelli che no nusa lo schifo
sintetico per pomparsi. Lo ammetto, ti ammiro per questo, è
roba
di costanza e sacrifici, non sei muscoloso come una massa tumorale
anormale come molti che, nonostante ho vietato quello schifo spiegando
quanto si rovinavano, ancora sembrano bulbosi e... bleah. Quanto odio
la gente gonfiata senza senso, peggio se poi ha sintomi osceni per cosa
si iniettava o prendeva. I chetoni... insomma, li approvo ma senza
abusarne. Ancora là non ho vietato perchè dicono,
la
cerchia dei medici all'ospedale e centro di ricerca, che sono
più sicuri. Speriamo... E' passato tempo da quando sei
arrivato,
vedi di abituarti meglio all'orario. Come nuovo membro dei Capitani,
visto che Milan ha insistito, essendo anche uno degli ultimi della
Pank-Gil dovresti dare l'esempio..."
Gask
sbuffò, emettendo un verso di esasperazione, mentre si
sistemava
accanto a lei dopo essersi tolto gli stivali per non bagnarsi,
arrotolato le gambe dei pantaloni e controllato la zona. Nel mentre
fissandola che si gustava una radice di liquirizia. Ne uscì
un'altra dal secondo sacchetto che teneva in tasca, altrimenti sicuro
lei se non avesse visto la confezione non li avrebbe accettati, e se ne
mise una in bocca imitandola, chiedendosi cosa cèra di
divertente e migliore di una rotella classica.
"Perchè
sei così inqueto qui?"
"...gli
animali. Non sono tranquillo sapendo che questo posto è un
loro ritrovo..."
"Hai
ancora paura dei lupotti, i conigli fulvi e lepri, volpi..."
"i
ragazzi mi hanno detto che ci possono essere torbiere, linci, camosci,
galli cedroni, bestie che non ricordo il nome e che gira la voce che
hai lasciato liberi dei furetti qui intorno, addestrati per sbranare,
gli intrusi..."
Kianta
si voltò esterrefatta mentre masticava nel lato destro la
radice
con i denti, con la faccia di una che aveva sentito
un'assurdità, che la sconvolgeva.
"Io
no naddestrerei mai furetti per lasciarli poi liberi, ma li terrei da
noi! E quello che hai elencato potrebbe esserci ma dipende dalla zona,
dalla curiosità delle bestie o del cibo che cercano...
inoltre
sono presenti in tutta la borgogna, mica solo qui... i lupi ormai ci
conoscono e hanno imparato ad essere amichevoli anche loro. A volte un
pò reticenti con la gente che non consocono bene, ma sono
ormai
di casa qui. Diamo loro da mangiare a volte con gli addestramenti di
caccia. Molti animalisti ci odieranno per questo, ma ci sono livelli di
addestramento per cui è necessario provare prima in certi
ambienti e, in base a cosa cacciano gli uomini, il ricavato lo
regaliamo ai lupi, nulla va sprecato. Così in inverno hanno
cibo
pure loro e non uccidiamo se non al primo colpo. Togliamo pelle e cosa
ci serve e diamo loro tutta la carne, e muoiono in modo meno doloro che
sbranati. per gl ialtri animali mettiamo cibo qui nelle veste e ormai
si fidano e sono diventati amichevoli. Con noi, almeno. So che in
alcuni villaggi ne hanno paura, ma abbiamo lavorato molto per tenerli
qui e non farli scendere. Ecco perchè uniamo l'addestramento
ai
doni per loro, sopratutto in inverno. E la gente nei villaggi
è
tranquilla e non ci sono cacce al lupo. Come prima... per gli altri
animali puoi stare tranquillo, qui, ci sono più erbivorori e
piccoli carnivolri come appunto volpi, gatti selvatici, qualche
cinghialetto ma niente di serio. non ti mozzicano se hai paura di
questo... Ormai mi conoscono e sanno che posson stare qui mentre ci
sono io senza problemi. Hanno smepre cibo nei periodi di magra e se
vuoi superare la paura puoi dar loro da mangiare. Condividere anche con
loro... quindi smettila di girarti e scattare come terrorizzato a ogni
suono. Fai un respiro e goditi questo lago..."
"E'
vero che questo posto Milan lo ha preservato per cose antiche..."
"non
si tengono nulla nella pancia, eh? Si... nel periodo di pulitura, cura
e sistemazione di questa zona sono stati torvati resti di cultura
gallica, o comunque del mondo celtico. Questo lago non
è
molto visitato, ma nell'altro che usa per la religione,
cèrano
molti oggetti trovati nei lavori, che parlavano dell'antica religione.
E quindi per lui è stato chiave, per creare la
porta della
zona di Luna e Cielo. Alla fine si è deciso che questo posto
era
importante per la fauna per l'acqua e cibo. E basta... calmati..."
vedendolo sussultare a ogni scricchiolio o rumorino.
Un
coniglio gironzolava in un angolo alla loro sinistra, vicino la
cascatella. Mentre qualche altro stava nascosto tra i cespugli o in una
zona verde. A Gask non piacevano ancora alcune zone perchè
si
sentiva esposto a cose che no conosceva. NOn trattava molto gli animali
se non cani e cavalli, perchè li conosceva, e si sentiva a
disagio con quei cosi che gironzolavano liberi.
"Mi
è stato detto dal Signore della cucina che stasera
cè una
cosa che avevi chiesto, il râpée morvandelle. Ha
detto ai
ragazzi e me di provarlo, se mai mangiato prima, perchè
èuna delle cose che fa di solito. Non so cosa sia ma dice
che
è un piatto che hai scelto per il periodo e che ti piace. Ha
riso dicendo che qualunque piatto con patate tu lo divori ed era meglio
se prendevamo una bella porzione altrimenti se comparivi, saresti stata
capace di prendere tutta la teglia dalsuo alloggiamento scavato e
portartelo. Non ho mai visto quelli che lavorano alla cucina mettere
quelle teglie in quella specie di muretto con dieci sezioni a forma
delle teglie scavate, ma ha detto in risposta alla mia osservazione che
se ti facevo incazzare, sicuro li avrei lavati e cambiati io. E..."
"Oh,
vai piano! Sembra quasi che tu non parli con qualcuno da mesi!"
"Veramnete..
con te si! Stavo solo dicendo che quel tizio è strano e...
non so, non mi sembra affatto un cuoco"
"Invece
è molto bravo e si merita il posto dove sta ora e la
posizione. MOlto meglio del vecchio, quell'imbecille!"
"Mi
è stato detto che gli è finita male
perchè ti sei incazzata con lui"
"Un
giorno saprai cosa ha fatto e cosa gli ho fatto. Sappi solo che non si
gioca con la responsabilità ricevuta e cose come la salute.
Poi
dalla raccolta ho conosciuto lui e gli ho dato la carica di primo cuoco
e gestore della cucina. Quello che si dice sputare in un occhi alla
vecchia società! Non immagina nemmeno quanta gente di valore
si
è lasciata sfuggire e cosa ha perso..."
"Abbiamo
guadagnato noi, buon per l'organizzazione, no?"
"..."
fissandolo seria "questo non cancella cosa ha passato, subito,
sopportato. Se non l'avessi fermato quel giorno con quei piedi sulle
sbarre forse... comunque adesso è qui..." sgranocchiando il
bastoncino.
"Anche
lui i primi giorni mi ha squadrato e chiesto se facevo uso di steoidi o
cose simili. Sentendo gli uomini tu e lui avete un buon rapporto e
anche lui odia il cibo spazzatura, quello pieno di schifezze, e chi si
bomba per apparire massiccio. Pensava all'inizio che lo fossi anche io,
ma quando gli ho detto che non facevo cose del genere come te si
è tranquillizzato e mi ha detto che mi riempiva lui di
proteine
e roba buona. E ha detto che la gente che rispetto a me si gonfia
è solo fallata nel cervello" sentendola ridere "e mi domando
cosa possono pensare gli altri là fuori di noi. Per loro
saremmo... come?"
DOpo
qualche minuto, lei non aveva riposto e la vide come riflettere con
un'espressione non proprio felice, ma non seppe capire cosa la
tormentasse di quella domanda. Restarono ancora un pò in
silenzio e in quella piccola pace finchè non le chiese se
poteva
azzardare una domanda . Lei parve un pò infastidita e gli
chiese
per quale motivo fosse sempre e ancora intorno, per parlarle e le
ricordò che non lo odiava più, così
cedette. E le
sparò la domanda senza ulteriori preamboli.
"Dimmi
la verità, tu sei felice? Almeno, per quello che si
può dire felicità?"
"..."
sembrò pensarci su "Si, posso dire dire di esserlo. Sono
felice.
Si... e prima che magari ti viene in testa qualcosa del tipo-come
fai a dire dirlo se non hai vissuto l fuori=""-.
L'ho fatto. Sia per la Raccolta che per altre cose io sono stata
là fuori. Ho girato per vedere musei e palazzi antichi, che
osservare le persone come vivevano. Ho visto il lato scintillante e
moderno, tanto elogiato, ma anche quello sporco, e degradante,
dell'altro lato dello specchio. Ho visto persone passeggiare a fare
shopping, o altre cose accanto ad animinali e persone in tristissime
condizioni accasciate in angoli per strada, senza vedere nulla come se
non esistessero. L?invisibilità della povertà e
del
niente. E ho notato di primi occhi come si mobilitavano
subito
per scappellarsi, ossia salutando cerimoniosamente anche come
togliendosi il cappello se lo avessero avuto, per gente che aveva solo
soldi, potere e sotto sotto andando a cercare informazioni su quelli,
solo schifo ben nascosto come la polvere sotto i tappeti. Ma il
rispetto e l'attenzione che avevano rispetto agli altri... Ho seguito
perchè mi ci sono trovata vicino, gente che salvava per
associaizoni di aiuto animali abbandonati da ex padroni che meritavano
le peggiori torture. Persone trattate malamente solo perchè
finite per strada, o povere, o perchè considerate diverse.
Ho
visto lo sperpero di chi dovrebbe amministrare soldi pubblici e per i
cittadini per se stessi, opere che non avevano veramente motivo di
esistere e cose fatte sotto banco. Ho visto lo spreco di cibo gettato
nella spazzatura a fine giornata perchè le regole non
permettono
di donarlo, fregandosene della fame e della disperazione di persone che
son odi fatto intorno a loro. E automaticamente si giudica un vestito
per ciò che è la persona, senza rimorsi
dopo. Non
ho assistito, tranne pochissime volte, a una mano tesa di aiuto. A
piccoli aiuti. I cavolo di gatti sfamati da tutti si, però!
E
parlo di gatti che poi, seguendoli giusto per capire, avevano una casa
o cibo da più persone e se la cavavano meglio di cani o
uomini
per strada... ovunque mi girassi cèra gente che lasciava
cibo ai
gatti, non ad altri animali che pure giravano, o persone, ma gatti! Io
stessa per comprare delle cose, perchè non vestivo secondo
le
mode ma così, come noi, sono stata trattata con freddezza,
anche
con prese in giro da impiegate e titolari perchè ritenevano
che
io valessi poco. OVviamente i negozianti di oggi non hanno
più
occhio per notare una stoffa di pregio, pelle di alta
qualità
anche vegetale che usiamo, madreperle e altro..." gettando le fibre
della radice da cui aveva succhiato tutte le proprietà in
acqua
di malavoglia.
"...
Conoscendo solo marchi e mode passeggere del momento, ecco cosa sono le
persone adesso. Un tempo osservando sapevano distinguere le stoffe e le
qualità delle cuciture e particolari che noi invece
facciamo,
mentre se non hai un marchio in bella vista originale o vesti preciso
come gli altri sei un barbone".. non hanno riconosciuta una griffe e
così mi hanno... trattata male. Così
più volte me
la sono giocata. E' capitato che ricordassi che a qualcuno serviva un
particolare oggetto e da quella particolare città era un
buon
dono. Ho portato una pipa di un negozio a uno, i lacci all'americava
quelli per colletto ad un'altro, stivali o altri oggetti
perchè
per gli uomini avevano detto tr aloro che speravano di comprare queste
cose..."
"Aspetta...
ho capito di cosa parli, allora li hanno perchè glieli hai
presi tu?"
"molti
di loro sono della Raccolta o persone che stanno diciamo vivendo
finalmente un pò di respiro finanziario proprio da noi. E
lavorando per me e con me non ho problemi a ricompensare chi
merita...comunque. Una volta ho dato un assegno a una delle ragazze,
l'unica che mi aveva trattato con gentilezza e rispetto di quella o
quelle che mi stavano seguendo negli acquisti, affermando con tono alto
che una persona di un certo livello, se si vedeva trattare a quel modo
solo dall'apparenza, era chiaro che solo una là tra i
presenti
meritasse un premio, e gli altri dovevano poco lavorare ancora nel
settore. Ho anche buttato là che avrei potuto comprare
negozio e
tutto, sai che potevo farlo, perchè controllato qualche
minuto
sul Phonvlet, ero a conoscienza di tutti i dati del negozio, pure i
nominativi di chi pagava tasse e tutto. Noi piammo quindi... E
così facendo i nomi giusti, non sai che risate ma anche
amare,
quando i titolari quasi facevano inchini, si perdevano profusamente in
scuse e me ne andavo solo dopo averli guardati con sdegno, schifo e
aver detto loro che l'indomani avrei consigliato amici, facendo nomi
potenti, di andare là vestiti davvero da pezzenti per vedere
cosa accadeva e sarebbe stata pubblicità negativa ovunque.
Diciamo che si saranno dovuti cambiare gli slippini tantissimo! Se
usano gli slip....Resta il fatto che sono solo pochi esempi ma che mi
hanno fatto odiare quel mondo già solo dai negozi...Rispetto
ed
educazione zero"
"Quindi..."
"Non
mi sono trovata bene. Ho svolto con alcuni dei ragazzi delle incombenze
in giro per le città e quante cose ci sono accadute da
quella
società che tanto reclamizzano come... lasciamo stare"
"E
quindi qui cosè per te? Sei felice della vita che conduci
qui?"
"...Cè
quacosa qui che mi porta ad amare sia quell'edificio come casa mia, che
merita anche per la sua bellezza, che per cosa mi fa sentire. Per molti
casa ha un significato quasi preciso, per me il luogo in cui voglio
tornare seppur non è di famiglia o di mia
proprietà. HO
una vita che mi lascia libera anche se la gente da fuori potrebbe
pensare che non sia così. Milan mi lascia libera.
Così
come fu per lei. Sai, la fece andare con Jd per un viaggio che lui
aveva fatto. L'Orient express, sia tratta classica che la
Trans-sibérien Orient Express per raggiungere Mosca. Le
disse
che era come vivere gli anni venti e trenta del secolo
scorso. Vi era un lusso estremo e sfrenato, visto anche i
prezzi!
Ogni tot di anni si mandano al restauro ogni vagone e ogni carrozza per
ripristinare lo splendore secolare e i migliori comfort moderni,
mascherati. Le carrozze sono diverse e si contraddistinguono per la
loro eleganza, raffinatezza.Gli arredamenti all’interno del
vagone e delle cabine richiamano lo stile coloniale degli anni d'oro.
Il treno dell‘Orient Express è attivo dal
milleottocentoottantatre, sai? Per tratte che comprendono Parigi,
Vienna e l’allora Costantinopoli, l’attuale
Istanbul. Londra, Innsbruck o Praga,
Cracovia o
Dresda, Venezia e molt altre che si possono giungere a metà
o
nel durante del viaggio. Dai resoconti Milan glielo aveva consigliato e
le disse dopo i primi addestramneti, anzi le permise di fare quel
viaggio di una settimana perchè, come le raccontò
dai
suoi report, valeva farlo almeno una volta e voleva vedere cosa
accadeva in determinate situazioni..."
"I
resoconti, quindi li hai letti"
"I
resoconti non sono solo scritti" guardandolo negli occhi "ci sono anche
quelli, sempre legati a quel codice o giornata, che sono più
istintivi e a video"
"Quindi
in pratica ti... sei vista? Parlare?"
"Si,
anche se in verità come ti ho sempre detto, il fatto che
abbia o
meglio... io abbia il mi ostesso viso non vuol dire niente. Per me come
per gli altri, lei è lei e io sono io. Siamo due persone
diverse. E infatti lei ha fatto quel viaggio..:"
"Con
Jd..." domandò lui aggrottando la fronte
"Si,
Milan la lasciava libera ma non vuol dire senza controllo.
Così
prima di ogni cosa che tu sai, le permise di far quel viaggio dandole
soldi, abiti, possibilità. Scrisse che per lui, consigliarle
questo era una delle cose che gli piaceva fare a chi lo meritava,
perchè non lo faceva con molti. Lui... vede gli altri come
meschini, falsi, mezzi psicopatici e inferiori perchè oscuri
e
negativi, insomma la gnete che cerchiamo di fermare e trattando sempre
con questi non può consiglaire certe cose che adora.
Consigliava e consiglia le cose che gli sono piaciute,
valgono,
che vuole condividere con persone che meritano. E visto che lei non era
come le galline che conosceva, ma una delle poche persone con cui
parlare di tante cose e che lo capiva, visto che gli altri come diceva
lui erano polli scemi, le raccontava molte cose. Ha i suoi difetti, ma
Milan ha parecchi pregi. Ha solo dato corda per vedere dove giungeva
lei prima e io poi. Io non ho ricordi, momenti, così
negativi da
fermarmi..."
"Che
vuoi dire. intendi per lei?"
"Vi
fu un momento di tanti anni fa che lei cadde nella disperazione, ma non
da un giorno all'altro. Viveva in un ambietne per lei oppprimente, non
positivo e capacitivo. Insomma per una come lei era opprimente,
negativo,triste... Le persone intorno a lei volevano cambiarla
perchè fosse come volevano, come doveva essere secondo loro,
non
amavano il suo essere, la sua personalità e così
loro
come la società. Per alcuni versi erano ancora fermi a
decenni
prima, dove una eprsona doveva stare zitta e calma e se si ribellava,
se aveva un suo pensiero diverso, lontano dal loro, qualcosa non
andava. La punivano, le urla la portarono a isolamento autodeterminato
e pian piano la sua psiche si crepò. Lei non voleva figli,
lei
non si sentiva donna come lo intendevano gli altri, per lei
determinarsi ed essere erano passi della strada di una persona che
dovevano essere sentiti, voluti, affrontati e non forzati con mezzi
poco umani. Obblighi, urla, botte, minacce, e pure le buttavano acqua
santa addosso o da piccola la oblbigavano a strane cose con piatti e
olio o respirare cose che odiava, come l'aglio, perchè
autavaa
dicevano. E una delle cose che scrive era che se glieli rinfacciava si
stupivano e a estranei potevano sembrare sinceri nel negare le cose. Ma
non è che lei se le inventava, per loro erano normali
perchè avere figli con problemi non piace a nessuno, aveva
capito..."
Sorpirò,
prese un'altra radice di liquirizia e tra una smozzicata e un'altra
continuò. "...Almeno
sono cose presenti nei report. Sapeva che cèrano persone che
subivano molto, molto di più e ancora peggio, ma l'atmosfea
in
famiglia era, come riporta, da scartavetrare l'anima. Così
lo
intendeva. Nulla di positivo, litigi, ricatti, toccavano sempre il
senso del confronto, umiliazione e colpa. usavano sempre la tattica
della colpa e di come fosse sbagliata per cosa no nfaceva per gli altri
che... crollò emotivamente. Tutto ciò ovviamente
fu
altalenante, anni di sbalzi di momenti del genere unitoalle persone
fuori dalla famiglia, che invece di dimostrare l'opposto di
cosa
le mettevano in testa, le facevano vedere lo schifo dell'esser eumano
in una società sbagliata. E così sia dentro casa
che
fuori non fece altro che subire, e se si ribellava veniva
vessata
e attaccata come... quella che non meritava nulla perchè il
contrario di cosa doveva essere. Non aveva fidanzati, quidi era
sbaglaita o quacosa no n andava. Forse era la terribile cosa dell'altra
sponda? Finirà male come quelle donne zitelle? Che cosa
orribile
dicevano, e così tentavano di fare e dire cose
perchè lei mutasse. Non voleva figli, ha avuto qualche
trauma da
piccola? E tanto altro. Più il suo Se interiore si crepava e
più provava disperazione e più il suo fisico
cedeva per
questa oscillazione di sentimenti così forti. Questo
è
uno dei motivi che la portò ad accettare l'Accordo di Milan
e
aiutarlo a cambiare le cose, perchè le persone fossero umane
e
se stesse, lontano da religione e bigottismo... Voleva scappare ma
aveva vissuto stando in una ambiente dove la situazione di
altre,
che erano andate via con qualcuno e si erano, per quegli adulti,
macchiate di cose orribili, erano troie dicevano, e questo donne
stesse, perchè avevano osato una cosa che solo queste fanno.
E
lei stava male nel sentire quelle cose perchè non credeva
come
un umano, donna perfino, dicesse e pensasse queste cose accettando le
visioni pazze di quella società. Perfino la figlia
di una
vicina gli ultimi anni, aveva fatto in modo di andarsene in inghilterra
e la prima cosa che dissero... della madre, nonna e zia su
quella
ragazza che, testuali parole,-sar
à andata a fare la buttana l per cosa altro ci
andava=""-.
E queste, come altre cose, la rompevano dentro. Anche perchè
anche lei voleva trovarsi la sua strada lontano da una famiglia e vita
non per lei. Ma loro ciechi, sordi, menefreghisti. Gente che se ne
andava per la disperazione, se veramente come lei era l'unico modo
ovviamente, erano marchiati a vita in molte maniere poco positive e lev
eniva detto che se capitava qualcosa del genre, con
lei, le
avrebbero rotto le ossa o altre belle frasi poco gentili. E questo
dagli undici anni, poi dicevano che scherzavano ma era un modo pr
educarla a non fare certe cose. Era sempre sola, sempre
disperata, sempre incapace di migliroarsi e alzare al testa ma
sovrastata da tutti e tutto, perchè urlavano o peggio
perchè doveva sempre stare zitta e calare la testa, quest
aè educazione. E il suo corpo ne pagava perchè si
ammalò così tanto che ogni movimento, cosa che
faceva era
un dolore senza fine tutto i lgiorno. Ed era uno dei sintomi. E invece
di avere pace venendo lasciata stare, ancora di più! Non
potè pi studiare ed ecco ancora confronti con le altre. La
riempirono di medicinali anche dopo averla obbligata pure a fare esami
per il cuore perchè forti, ed ebbero peggiori conseguenze. E
così crollò così tanto da
desiderare la
morte di tutti, si sentiva una merda umana al pensarlo, ma
odiò così tanto tutti quelli che le stavano
intorno da
desiderare che se ne andassero visto che lei non riusciva a morire in
nessun modo. Ma poi si dava della schifosa perchè era lei
che
non riusciva a vivere in quella societò. Ogni volta che era
disperata, piena di sofferenza, incapace di fingere di non odiare e
stare nervosa, puntualmente veniva aggredita verbalmente,
zittita
con urla e segni di rabbia. E si rompeva sempre di più..."
"E
perchè non era scappata..."
"Se
fosse stata in salute lo avrebbe fatto, anche a rischio di vivere alla
buona come poteva. Mai però in quella città o
vendendosi,
questo mai. Preferiva farla finita prima che fare una cosa del genere.
Trovava penosi quelli che pur di sopravvivere e strisciare ogni gorno
dopo l'altro in quei modi, accettavano ogni compromesso dando ogni
cosa, perchè significava far vincere quella gente. Loro
avevano
cosa volevano trattandoli solo da schiavi o spazzatura. E non era vita,
come la sua prima. Meglio sputargli in un occhio e farla finita che
essere cani di certa gente. Se avesse potuto, come cercò di
fare, lo avrebbe fatto. Tentò con le forze militari ma per
l'altezza e un solo punto dovette restare a casa, sentendosi pure dire
che loro già lo sapevano e che ora poteva fare cosa secondo
loro
era corretto. Musica, scuole, scuola di musica, università,
non
fece altro che accontentare tutti sempre, anche per le piccolezze e
sempre si trovava in risposta schifo. Ma per quella gente non era
così, giuravano e spergiuravano che no era mai accaduto che
dicessero o facessero qualcosa, quando invece era avvenuto. E lei
covò voglia omicida, ma siccome non era una persona del
genere
trasportò tutto verso di se. Se tutto doveva finire,
sarà
come dico io e su me, pensava. Prima alle medie, poi le superiori e la
musica, poi l'università. Stoccate di schifo ogni giorno,
più volte al giorno dove dovea inghiottire così
tanto che
si ammalò. Cadde ammalata e anche la sua speranza
finì
rotta come la sua psiche. Desiderava solo la fine di tutto. Aveva
cercato di alzarsi e rifarsi, crearsi qualcosa per andar via ma... in
ogni modo,lei si rialzò, tante, tante volte. Eppure era
sicura
che l'avrebbero vista come un coniglio, una perdente, una stupida, una
che non sapeva combattere, come per molti che lo
erano
davvero per le cazzate rispetto a lei, per ciò che ormai
desiderava. Solo quello. Le faceva male il cuore, quel dolore la
distruggeva nel corpo e nello spirito perchè sola,
disperata,
bloccata come un animaletto nella gabbietta. Quella sofferenza la
paralizzava in paure senza fine e nuove. INiziò a provare
paura
e schifo per i contatti umani coe la vicinan za, gli oggetti intorno,
toccati o meno. Anche con la famiglia. Mettere un braccio sul bordo del
tavolo significava sporcarsi la maglia... i piatti o posate toccati.
Gli abiti per lei erano sempre sporchi. Il pigiama doveva essere usato
solo nel letto e non doveva toccare nulla, se esempio andava
in
cucina o bagno. Tutta la sua angoscia, tormento, tutto era finito in
quel terrore di sporcarsi a causa degli altri. Le era venuto come un
orrore profondo al pensiero che alla fine potessero romperla,
da
farla diventare come tutte le idiote del mondo felici di essere solo
robottini per le famiglie e società. Era così,
troppo,
addolorata e aveva il terrore di dover sentire ancora quello stesso
dolore che le risuonava nel petto, che non voleva
più
sentire nulla. Voleva cambiare vita dalle medie. Aveva cercato
disperatamente persone che le volessero bene per cosa e chi
era,
ma senza successo. A nessuno piaceva la sua vera se stessa. Era
così distante da loro da anche bulluzzarla poi. Lia odiava
le
bugie, i voltafaccia, il trattare la gente con falsità da
costruirsi una maschera e quindi perosnalità alternativa.
Era
circondata da quella gente da voler vomitare per lo schifo. Voleva
scappare. voleva un mondo più vero, sincero, meno legato a
stereotipi, generi e mentalità retrograde. Ma si rese conto
che
non esisteva affatto. Per niente. OVunque si girasse, in
qualunque modo provò e ritentò, ma
perse ogni
speranza e sperò solo di andarsene e lasciare a tutti loro
il
loro bel mondo... ma aveva paura che qualcosa andasse storto,che se lo
fecesse molti... le riderebbero dietro con l'idea che fosse
un
coniglio da voler morire perchè incapace, lei... si vide
tutto
sciogliersi come neve. Perse tutte le possibilità. L'unica
cosa
che le dicevano era che poteva sempre sposarsi e fare figli,
e
comunque la sua vita era piena lo stesso, ogni giorno, mese, anno non
facevano altro che dirle che se era così stronza da rompere
le
scatole per chiedere, seppur poche cose rispetto a quanto dava, poteva
andarsene a casa sua. Casa sua sponsandosi. Se fosse riuscita da sola
sarebbe stata una buttana ingrata e schifosa, siccome non era riuscita
ma avevano vinto, perchè fino all'università
avevano
detto a tutti che lei no nsarebbe andata fuori, ma doveva restare con
loro, ... a volte mi sento così felice di non aver
avuto
genitori da no ncapire per niente, affatto, tutti quelli che vogliono
una famiglia così tanto da esser pronti a fare carte
false..."
"Io
col tempo ho dimenticato questo desiderio, volevo solo scappare..."
"Il
suo conflitto interiore, creato da loro, l'aveva portata ad aver paura
di ogni cosa. Ogni sua azione con la gente. Che se avesse fatto
qualcosa di sbagliato sarebbe stata una vergogna. Le avevano messo in
testa, non insegnato, ma proprio obbligata con le botte e pensanti
rimproveri che doveva tenere la bocca chiusa su tutto e comportarsi
come una mummia. Che doveva calare la testa e fare la persona educata,
che educazione significava anche zittirsi e non fare o dire niente
anche se ti mettevano sotto i piedi e ti usavano come zerbino.
Così erano loro. E che era una stronza ingrata, sempre
questo
ingrata, schifosa, anche sempre quest'altra parola, vergognosa egoista
che aveva sempre fatto cosa voleva, le urlavano, e sapeva solo
pretendere. E lei moriva un poco più ogni volta. E dalle
medie
scappava con la mente altrove, si proiettava in un altro posto dove con
la metne accadevano cose che lei non aveva neppure immaginato per se.
COn Milan scoprì che lei semplicemente si dissociava
in
un'altro livello di realtà e con una personalità
differente. A volte capitava che tornasse così di corsa se
qualcuno parlava con lei da agire come quella sua se stessa
alternativa, e succedevano i casini. E lei scappava, si nascondeva in
un mondo dove il dolore era tramutato in altro. E là non
sentiva
nulla del dolore che la rovinava ogni giorno che passava. Aveva
imparato anche a prendere dalla mente i ricordi e figurativamente come
bruciarli. Metteva quel ricordo come fosse una cartolina o foto nella
mente e avvicinava una mano con un fiammifero e bruciava, cancellava
come poteva quella sofferenza in ricordo. Non so se veramente quella
cosa funzionava o semplicemente riusciva con quel metodo a nasconderli
in fondo alla mente, perchè dai report afferma che poi quei
pezzi diventavano sfocati come... una macchia di caffè sul
tavolo alzando la tazzina. Ogni giorno credeva di no nfarcela
più, il suo corpo dava segni di rompersi a sua volta e darle
sintomi che la costringevano a stare sempre male. Il suo corpo, che
già prima odiava anche per la madre e i suoi epiteti,
sembrava
non più il suo... non riusciva ad aprire gli occhi e
accettare
quella realtà. Era ormai una reclusa per l'odio che provava
per
il mondo per cosa le aveva fatto, perchè la famiglia la
voleva
sempre sotto la loro gonna come si diceva e ogni cosa per loro era
sbaglaito. A volte seduta che a letto, non riusciva a muoversi o
voltare la testa per il dolore fisico e profondo che provava da
chiedere solo al suo cuore di fermarsi. Fermati, gli diceva. Poi lo
pregava. Voleva piangere sperando che aiutasse a qualcosa, ma
non
le riusciva e l'odio che le montava dentro anche per il suo corpo la
spronava a trovare pace, finalmente, e fanculo tutti ma poi la paura di
un errore e sarebbe andata peggio e scappava in quel mondo. Prima aveva
pregato tutti gli dei perchè almeno uno, se
esisteva, potesse aiutarla. Voleva, anzi chiedeva, che il suo
corpo venisse dato a un'anima che meritava di continuare a vivere se
morta o in procinto di esserlo, e la sua finisse semplicemente via.
Senza tornare o altro. Svanire. Ma questo non accadde mai.
Cèrano notti così orribili dove la disperazione
la
portava a darsi pugni sopra il cuore per causare una sorta di aritmia
cardiaca irregolare, che poteva avvenire per dei colpi sopra il muscolo
da farlo andare in tilt. Merito della lettura, afferma. Eppure
tentò, provò, ma era sicuro che fosse dovuto non
alla sua
incapacità perchè non ci andava gentilmente, ma
doveva
essere dato dal di fuori e con un'algolazione particolare. E non sapeva
che oggetto usare per causarlo. Anche perchè se avessero
capito
che lo avesse fatto da sola e non naturalmente, sarebbe stato
suidicidio. E lei voleva evitare di farlo capire, perchè
temeva
che come suo nonno la sua fine sarebbe stata un calvario. E le
avrebbero dato la colpa, come per tutti i disgraziati che erano
riusciti, accusando loro di essere stati ipocriti e meschini per chi
lasciavano. Ogni volta era così, si lementò nel
report,
tutte le testimonianze che avev aletto colpevolizzavano quei
disgraziati di aver procurato dolore, ma nessuno dei parenti
del
cavolo che diceva che si rammaricava di esser stato ottuso, imbecille,
che quello aveva sofferto così tanto da andarsene e che
andava
capito. Mai una volta ma colpevolizzato del LORO di dolore.... Non
capiva mai nessuno, aveva scritto. E così sarebbe stato per
lei.
Sarebbe stata come tutti gli altri, colpevolizzata, etichettata come
coniglio e richiamata alla mente sempre e sempre e non lo voleva.
Voleva sparire, come una bolla..."
"E
cosa ha fatto quindi?"
"era
chiaro che nonostante il suo sguardo fosse malinconico, sofferente,
perso in un incubo senza fine perchè non l'avrebbero mai
lasciata andare senza obbligarla a stare in contatto, voleva farla
finita. A volte dopo Milan si chiedeva se era veramente convinta di
voler perdere la mamoria e tutti i ricordi e... ma si rendeva conto che
in realtà, in lei, veramnete, non cèra niente.
Giorni
felici che poteva ricordare, non ne aveva. E non scherzava.
TUtto
ciò che qualcuno che la amasse davvero e aveva fatto per lei
no
nesistevano. Tutto il tempo in cui era stata con qualcuno non esisteva.
Tutti i ricordi importanti, non esistevano. Altri avrebbero detto
famiglia, compleanni... ma per lei non cèrano. Non sentiva i
compleanni come cose da festeggiare. Non cèra nulla da
festeggiare, non cèra da festeggiare la sua
nascita
pensava, dopo aver visto cosa portava quelle feste orribili familiari.
E quindi se no nesisteva nulla ma solo ricordi dolori, se tutti si
fermasse e tutto sparirebbe.... cosa ci avrebbe perso?"
"Niente"
disse lui conciso.
"Esatto.
Dice che altri, quella feccia che òa bullizzava e trattava
male,
come li chiama che ha conosciuto, vantavano memorie e ricordi di estati
felici agiocare con altri bambini per esempio. Parla di anedotti di
un'ora dove doveva fare il bagno per cinque minuti lotnano da
tutti, con i suoi che rompevano per farla uscire e
poi
tutto il resto del tempo ad asciugare il costume, perchè in
macchina non dovevano affatto averlo bagnato. Questo era il mare per
lei ogni estate, loro soli in pochi minuti di acqua e poi ad arrostire
al sole... finchè dai quindici anni non vi andò
più, i suoi cugini, che erano orribili, giocavano e stavano
con
amici e si divertivano. Racconta che sua zia invitava lei e fratelli al
suo casotto al mare, che pagava e non so bene come funziona ma si
invitavano tanta gente e passavano le giornate insieme al mare. I suoi
genitori però odiavano avere contatti con la gente, non la
fecero mai andare dicendo che avrebbero tutti quanti, perchè
pettegoli da impazzire, a dire peste e corna di loro, cosa facevano,
cosa avevano dietro, come erano vestiti. E così fu oslo
un'ora
qualche volta a settimana a bagnarsi solo e poi sotto il sole come unt
acchino, come scrisse. E odiò il mare ancora di
più
perchè quando doveva andare e avev ail ciclo, non
usava
scnora la coppetta, la madre la obbligava ad andare con loro facendole
mettere non solo degli assorbenti che semrbavano materassi e senza ali,
che se usciva qualcosa erano botte per lei però, ma con il
custume. Lei non voleva stare in costume senza andare in acqua e non le
piaceva stare come una cretina su una tovaglia senza fare niente,
così stava vestita e i suoi le urlavano contro con toni
orribili
perchè così si capisce, el dicevano,
così sei una
vergogna. E poi li mandò a cagare e no nandò mai,
mai
più al mare. Dai quindici anni non ci andò
più,
non visse nulla dell'estate e odiò tutto e tutti. Ricordava
anche una delle ultime volte in cui una stronza, compagna di classe, la
vide al mare e si comportò da far schifo con le sue
amiche, e i suoi genitori se ne fregavano. La vide per quel
tempo
che erano rimasti divertirsi, stare con altrte persone, essere qualcosa
da ricordare invece di lei con quel costume da quattro soldi che non le
piaceva neanche, presa in giro per tante cose mentre i suoi trattarono
male lei perchè provava odio. E annota che era una delle
cose
che aveva detto a Zay che odiava della gente, il vivere cose semplici,
normali ma che non vi furono per lei e si sentì dire che no
ndoveva pensarci, non doveva guardare le apparenze. E quell'annotazione
era piena di odio anche per lei, perchè non solo le stava
dicendo di cancellare ogni rimpianto mentre quella gente aveva vissuto,
ma di non badare agl ialtri che vivevano mentre lei di fatto era
niente. Non gliela perdonò. E cè tanto, tanto nei
reports
di dolore e disperazione che ricordo mi fecero male,
perchè descrivevano una persona i cu i genitori si
credevano migliori degli altri e volevano star lontano da tutti,
vivevano e facevano vivere un'esistenza di isolamento per davvero in
casa , tranne per uscire per le compere, sol oristretto in famiglia che
non era poi così meravigliosa, obbligandola a cose che no
nvoleva. E non avendo ricordi, memorie a cui aggrapparsi come dicono
tutti nei momenti bui, che affermano che quando sono giù
usano i
ricordi d iquei giorni, istanti, situazioni felici con persone che...
lei non aveva. Nei reports afferma semplicemente che lei era vuota come
un mobile, la sua vita si poteva riassumere in cosa le piacesse, in
cosa credesse ma per il resto era solo casa, solitudine, tutto
ciò che aveva sopportato, le avevano fatto e detto e...
niente
altro. Ogni giorno sperava di morire per cause naturali e fniirla
là, o avrebbe usato le siringhe o usato a mali estremi la
tecnica dell'impiccagione a laccio basso, sempre da lettura. Era
arrivata al massimo e non cèra giorno che fosse felice, non
cèra notte che sperasse di rimanerci e non cèra
mattina
in cui si svegliava che malediva il suo cuore, gli dei e tutto
ciò che non l'aveva uccisa. In pratica la sua vita
continuava
imperterrita anche contro i suoi voleri. non cèra nulla che
che
accadesse come voleva. La sua esistenzxa era diventata un vegetale,
rotta dentro e disperata fuori, che però nessuno
vedeva ma
trattavano male se no nsorrideva e faceva le faccette felici verso di
loro. Io non so come si possa vivere così, a sentirsi dire
che
si pretende che si sorrida e ci si atteggi come persona
felice,
per far contenti gli altri per le feste e non rovinargli l'atmosfera,
come le dicevano. E' veramente da meschini! NOn saprei neanche io come
definire quella gente, e le cose che ha scritto..:" scuotendo la testa
lentamente come se non vi credessse.
"Ma
se ne è andata, alla fine"
"Si,
solo perchè per chissà quale botta di didietro
incontrò Milan e gli altri. E Milan è stato
l'unico alla
fine ad aiutarla ad andare in pace e non soffrire ancora. Milan le
aveva permesso di avere le cose che aveva sempre desiderato, ma
capì di non essere era statoquella di anni prima e meno
corrotta
dentro. Ormai era in un punto in cui non riusciva ad essere felice,
stava sempre male e ogni cosa che un tempo l'avrebbe resa contenta se
non felice, le mettevano solo tristezza. Quel malesser einteriore era
ormai così enorme da averla corrotta, infatti non provava
niente
per nessuno, e per lei chiunque fosse morto... non le
importava.
E non lo diceva per dire. I suoi nonni erano morti, non tutti non ho
capito quanti, ma non versò una lacrima ne
sentìì
nulla. Questo già prima, ovviamente, e questo spiega per Jd
quanto fosse rotta. Il suo carattere o personalità come la
intendiamo noi, erano capaci di prendere a testate chiunque, ma nulla
le dava felicità. Bluegrass, il tipo di cavallo che le
piaceva
le procurava tristezza perchè diceva che nonostante le
lezioni e
il cavalcarlo, sentiva come qualcosa di brutto e come brividi di freddo
per il dolore. Jd dice che era disperazione e depressione, in una forma
avanzata da non poterla riportarla indietro. Io non l'ho
conosciuta, ma davvero una perosna può essere
portata a
quei livelli e non vederlo? Non capirlo? Ma andarle contro da
distruggerla ancora di più? Sta di fatto che rispetto
lei,
io non ho ricordi dolorosi o che si avvicinano a distruggermi, da
fermarmi. Io ho cose da ricordare che sono felici e sono da ancoraggio
per la visualizazione se ne ho bisogno. Quei report sono ciò
che
ricordano, lei e la sua memoria. TUtto ciò che era e che
è stato cancellato. Ed essendo parte dei tentativi di Milan
di
usare le basi del pogetto MOnarch per le persone che ne hanno bisogno,
anche io ho tutto memorizzato. Ma già sai della cosa, non di
me,
ma Milan te ne ha parlato. "
"Si,
mi ha detto che sarebbe ottimo provare se con me cè qualche
speranza, non con tutti funziona. Quello che io mi chiedo
è...
per questo lei è morta? Ha dimenticato tutto?"
"No,
lei non ha dimenticato tutto. Lei ha cancellato tutto. Senza il
fardello della nostra vecchia identità possiamo
ricominciare,
con i ricordi abbiamo perso anche i nostri limiti e al contrario della
prima vita, possiamo raggiungere quello che vogliamo. Non vuol
dire che no serve impegno ma ha deciso di rigirare il termine...
morire! E' stata lei a volere il processo di formattazione e il
riavvio. L'ha voluto lei..."
"Ma..."
"QUando
incontrò Milan, lei stessa non poteva credere che una
eventualità del genere,incontrare qualcuno che voleva fare
quello che aveva sperato e riuscisse a farla scappare, fosse avvenuta
così. Per caso. Non so se te ne hanno parlato ma comunque il
suo
incontro con Milan portò alla considerazione della
visualizzione
e la bluebox come la base di un Accordo, che avvenne. Uno dei punti
dell'accordo era, appunto, la formattazione e il riavvio, lasciando che
tutto venisse perso e dimenticato, e che ciò che di lei
vivesse
non morisse mai, ma fosse... una vita per una vita. OCme un seme per
una rinascita. Così, quando lei avrebbe chiuso gli occhi per
la
formattazione, l'avrebbe lasciata in una stanza per il riavvio, in modo
che non vi fossero elementi che... insomma nessuna influenza passata.
Che il reset fosse definitivo. Così che al primo risveglio
non
dovesse vedere nessuno del prima e attivare nulla. Avrebbe preso mano
con l'attivazione della forma base da sola. Nei report, quindi prima,
lei afferma che no nsi sarebbe sentita sola prechè la sua
vita
di prima era andata, cancellata anche da un documento ufficiale. Non
aveva persone preziose che le sarebbero mancate, ma se erano come si
erano mostrati, sarebbero stati le basi per far muovere il nuovo Os.
Avrebbe definito da sola ciò chela cincordava, avrebbe
cercato
persone che erano felici di averla accanto e con cui fosse stata felice
di averle vicino. Come non fu per lei. Come se fosse una nuova persona,
perchè tale era, la figlia di nessuno, e seppur non era in
grado
di fare nulla come i precedenti test di David, sarebbe stata una
persona. Una nuova persona, perchè lei era lei. Definirsi da
sola, avere ancora per la determinazione, la crescita... "
"Cioè
te..."
"..."
voltandosi a guardarlo "Tu sai che sei l'unico a parte pochissime
persone, a sapere questa cosa? Sappi però che un processo
del
genere non ha gli stessi risultati con tutti, ecco perchè io
sono la cavia apice di David e Milan e perchè non vogliono
che
io vada in giro e mi accada qualcosa. Perchè è
per me e
con me tra gli altri, che il nuovo progetto per salvare le
persone migliora. Se vuoi però proteggere te stesso, accetta
il
dono di David, sarà come fare una fotografia. Ti
dirò la
stessa cosa che David pronuncia a tutti i test pronti per la prova.
Prima che tu sparisca per qualsiasi motivo là fuori, donami
la
tua mente e il tuo cuore qui dentro. Io ti proteggerò.
proteggerò la tua mente, la tua personalità, il
tuo
cuore. Li congelerò come fossero senza tempo e senza spazio.
Esisterai finchè il tuo involucro reggerà e ti
riaccetterà, oppure continuerai oltre e su tua
autorizzazione,
sarai il passo successivo alla criogenetica, più sicuro.
Perciò, entra nell'involucro vicino a me..."
"E...
poi?"
"Chiedi
a David... mi piace quando lo espone lui. Ci mette tutta la sua verve,
tutto se stesso, tutto il so sapere e convolgimento e
manterrà
la promessa. Io sono qui!"
"Vedremo...
però non credo che tu mi abbia risposto veramente. Anche
dopo questo, tu sei felice?"
"Perchè
ti interessa? Comunque... mettiamola in un altro modo. Spesso parlando
di felicità si pensa che le cose o le persone ci rendano
felici.
La prima cosa che la gente risponde è famiglia, figli, il
buon
grado di vita raggiunta e quindi soldi e tranquillità
mensile.
Però alla fine è come se dicessero che sono
felici
perchè hanno quelle determinate cose e lo sono, senza no.
Perché crediamo che debba essere sempre qualcosa di
materiale a
renderci felici? Per me questo modo di vederla è
un
ostacolo, riguardo la felicità. Perché
continuiamo ad
associare la felicità a cose materiali come carriera, amore
e
denaro? Sì, possiamo definire la nostra carriera, i nostri
soldi, i nostri rapporti e i nostri obiettivi di salute, e rendiamo
queste cose misurabili. Mai fare affidamento su fattori
esterni
per la nostra felicità, è quello che ho imparato.
Quando
si ha questo dubbio, se si è felici, bisogna chiedersi-sto
facendo affidamento su qualcosa o qualcuno per essere
felice=""-.
Lia non faceva affidamento a qualcosa ma desiderava vivere varie cose e
definire poi quali fosse degni delle sue memorie. Per lei la
felicità era cosa provava, in che luogo e come si volgeva il
tutto. Non la casa fisica, il sangue, le rendite ect
ect...Felicità e vivere, due cose che la gente tende sempre
a
capire male. Amo il mio lavoro, dove vivo, cosa faccio, voglio bene ai
ragazzi del gruppo dei veterani, Milan... ma non mi fido di far
affidamento su ciò per essere felice come i soli
elementi,
perchè io provi qualcosa di positivo. Io da sola sono felice
allo stesso modo facendo ciò che mi fa sentire viva. Con
loro
vicino di più, ma non sono loro ciò che determina
la mia
felicità, sono una parte o la conseguenza. La gente
però
non capisce mai molto questa cosa. Per loro felicità
è se
cè, e solo se cè, una cosa. Lia scrive che la
vita
è troppo breve per passare attraverso la sofferenza
personale, e
solo quella. E lei ne era la prova. Non possiamo mettere la nostra
felicità nelle mani degli altri, anche se affermano che loro
sanno perchè ci amano, quale sia la nostra
felicità
o perchè secondo la lista della spesa, è
importante avere
qualcuno vicino per non restare soli. Così non si va da
nessuna
parte! La felicità è uno stato mentale in base a
cosa hai
intorno. E' la mente che determina la felicità non quanto
abbiamo di soldi, se si è sposati, se si ha figli , la
macchina
grossa, il villone... Se era una mbiente come quello in cui viveva
è normale non trovare lo stato mentale giusto per vederlo
positivo, sempre che no nsia diverso da me, scriveva. È
sotto il
tuo controllo, come puoi decidere di fare qualcosa di utile con il tuo
tempo e quindi trovare un istante che magari ti resta come felice nelle
momorie, puoi decidere di essere felice con ciò che hai o
migliroare le cose senza scadere nella scemenza come gli altri..
"Dici?
E' proprio scritto così? Sei sicura che che... voglio dire,
come
fai a capire che quello che dice è esattamnete cosa
cè
scritto. Cè gente che dice che molte cose sono come la
bibbia,
non è come è scritta e basta, ma va tradotta come
significato, va.."
"A
parte il fatto che la bibbia E' quello che cè scritto e chi
pretende di interpretarla è un imbecille! Vuoi dire che vuoi
sapere se era veramente così? Sei sicuro? Anche se nel caso
significherebbe che non si torna indietro?"
"Non
si torna indietro? Comunque si, se hai questi report voglio vedere se
vanno interpretati come la bibbia o meno, magari..."
"Uomo
di poca fede. Hai detto, eh? Ricordati però, non si torna
indietro. Promesso?"
"...
ammetto di non capire come mai siano così un segreto ma...
si,
prometto che nel caso terrò la bocca chiusa, non
dirò
nulla a nessuno e..:"
"bene,
l'hai detto! Verifica tu stesso se cè interpretazione o
meno. Se
lei era ambigua o diceva le cose chiare. Legeia, per favore, declama il
report 357 passo F"
Vicino
la cascatella apparte una figura. Gask quasi si spaventò ma
poi
la riconobbe, era la figura femminile che era comparsa quelle volte.
Sembrava sempre lei. Aveva un abito di stile antico, con un colore che
sembrava nero ma al movimento pareva invece blu notte quasi stellato.
La scollatura del corpetto era solo a coprire il seno con due livelli
di rouches che sembravano quasi petali di fiori. Era proprio questi due
livelli che coprivanouna parte del seno fino al sottoseno, con una
fascia sottile a chiudere, scendendo poi in vita in stile
impero,
con costine o pieghettature. La fine del corpetto finiva a un livello
asimmetrico. Davanti era più lungo dei laterali formando il
primo livello della gonna. Questa in stile vittoriano per l'ampiezza,
era composta anche qui da più livelli di rouches che erano
tagliati a creare delle forme che lui no nsapeva decifrare, per finire
poi con la gonna con quel bordo come frastagliato dei petali come tutti
i livelli. Le braccia avevano delle maniche particolari. Un bordo di
rouches stretto da una striscia come il sottoseno partiva come altezza
al livello della scollatura, quidi molto sotto la spalla, la manica poi
stringeva e si apriva in una manica con volant ampio a due livelli
anche questo sovrapposti che si fermavano sul gomito, toccando col
movimento metà avambraccio al massimo. Tuti i livelli di
rouches
o volant sembravano sempre imitare come un fiore con in petali.Al collo
sembrava portare un collarino dello stesso colore da cui scendeva a
cascata quello che a lui pareva un jabot, come quelli di Milan, ma era
l'unica cosa che ornava collo e petto sopra l'abito, quindi a parte.
Due decorazioni tra i capelli erano come grossi fiori fatti esattamente
come tutti i livelli di rouches che ornavano sopra le orecchie, con dei
nastrini cascanti che incorniciavano il viso. O melgio, la maschera. La
donna portava come una maschera sui toni del grigio argentato, da cui
si notavano occhi scuri e null'altro. i capelli erano lunghissimi fino
a metà gonna, ricci con boccoli larghi e si notava che
quelli
sulle tempie erano tirati indietro e fermati forse dai fiori, forse,
mentre tutto i lresto scendeva per il collo, alcune ciocche sulle
spalle e sul petto, fino alal vita, mentre il resto dietro e
di
lato. NOn sembrava portare gioelli di alcun tipo ma da alcuni movimenti
pareva che qualcosa comparisse Lo
fissò, poi guarò Kianta, e come da richiesta
parlò con voce strana.
"Come...
come fa ad essere apparsa anche qui?" domandò lui quasi
impaurito.
"Semplicemente
perchè anche le cascate hanno segreti. Questo boschetto e
lago
hanno apparecchiature nascoste e anche qui è presnete un
dispositivo della visualizzazione e proiezione nascosto e posso usare
per controllo dela zona o per... anche richiamare i Crell o altro.
Semplice, per favore Legeia, declama il report"
"Come
desideri, anche s etrovo assurdo che lui, un uomo per giunta che
conosce la mia esistenza, ne abbia paura"
"Possibile
che questa... figura sembri odiare gli uomini?" chiese Gask a Kianta un
pò offeso.
"Io
non odio gli uomini, eppure vi ho aiutati quella volta. Per la mia
programmazione e struttura ho deciso che era importante preservare la
vostra esistenza per lei, perchè io sono la guida e la
guardiana
e il mio compito è, rispetto i Crell, più
autonomo e dai
report e programmazione stessi, ho una mia idea sulle persone che lei
deve avere vicino. Ho accettato quei quattro, mentre i veterani ancora
mi sono indifferenti visto che so bene che non le farebbero nulla ma tu
ti stai avvicinando troppo e quindi sei pericoloso. Sei un uomo, sei
uno specialista, sei troppo invadente e ti comporti quasi come uno
stalker ma rispetto i suoi giudizi e non interverrò!"
"Intervenire
per far ecosa..." domandò lui guardando sia Kianta che
Legeia "che cosa dovrebbe fare?"
"Nulla"
rispose Legeia incrociando le mani creando un triangolo "ma ho
preferito... dare un piccolo avvertimento. Ho l'autorizzazione di usare
ogni mezzo se necessario per spingere qualcuno a desistere
dall'avvicinarsi se è malevolo. Come da richiesta,
esporrò il report...." Fece
come un paio di passi muovendosi, come abiti e capelli, come fossero
reali e parlò. "Dice
che-ma nulla nella mia vita mi rende
felice.vivo continuamente con che dicono il mondo è un posto
malvagio s le cose brutte accadono alle persone alcune sono cattiveda
far venire i brividi ma invece pu essere paradiso e si vivere basta
trovare onde giuste cambiare=""-.
Afferma che è meglio non lasciare che niente e nessuno possa
condizionarti, quando sopratutto ti dicono cosa è meglio che
tu
faccia per te, se hai provato e capisci che non ti va benee. Non tutto
è idoneo a tutti. Non hai bisogno di un motivo per essere
felice, dirlo è molto diverso dal farlo veramente. Non
misurare
l’unica cosa che fa valere tutte queste cose, la nostra
felicità. Ogni volta pare che ciascuno abbia sempre qualcosa
che
ancora gli manca per essere davvero felice, come se la
felicità
dovesse essere declinata al futuro e mai al presente.Ma la
felicità spesso arriva senza annunciarsi. Per essere felici,
bisogna imparare a pienamente, la,
felicità, quando, c'è, è,
già,
paradiso., non, inseguire, i, sogni, e, le,
aspettative, di, domani, come, se, fossero, l'unica,
cosa, basta,, ma, al, contrario, cercare, compiacersi,
della, quotidianità, per, continuare, a, camminare,
strada., sta, nel, saper, cogliere, vita, nei, suoi,
aspetti, più, ricchi, senso,, cercando, trovare,
lati, positivi, ogni, esperienza anche, facile,,
sentendosi, in, pace, posto., felicità,, avere,
tutto, ciò, che, si, desidera, subito, senza,
sforzo,, godersi, ha, man, mano, raggiungendoli., spesso,
inseguono, soldi,, il, benessere,, fama,, successo,,
potere, loro, raggiungimento, potesse, offrire, una,
definitiva, perchè, vediamo, gli, altri, sentivamo,
media, gente, , dice, quello, felicità., crea,
solo, ansia,, corsa, ci, rende, schiavi, del, sistema,
cui, viviamo,, quasi, l'accettiamo, , uno, schiavo,
libero, quindi, felice.ognuno, propria, idea, poi, perde,
ascolta, gente, con, sue, esperienza, , sa, noi.,
per molti, può, essere, qualsiasi, cosa.,
sorriso, qualcuno, , l’acquisto, qualcosa,
piace, , un, matrimonio,, o, conquista, posizione,
nello, sport, altro., distingue, effimera, duratura,,
dovrebbe, decidere, persona., sicurezza, pasto, giorno,
acqua, pulita,, studiare, hanno, intorno, li, fa,
sentire, bisogna, lavorare, su, autostima,, empatia,,
amicizia,, amore,, ottimismo, , creatività,,
spiritualità,, musica, senso, dell’umorismo.,
usando, tutte, queste, cose, percepisce, nostro, bisogno,
quanta, ha., problema, memorie, sono, basate, istanti,
accadute., devono, esistere., chi, decide, quale,
cè,, bei, momenti?, voci, società, futuro,
lontano, da , inseguirecon, carriera,, famiglia,,
abbandonandosi, alla, bella, mai, appagamento, duraturo,
crede, va, provato, massimo, incerto., dei, muri,
comuni, falsa, attesa, libro, guida, vita,, principessa,
cavaliere,, complimento,, premio,, rivelazione,, possano,
portarci, eterna, gioia, basta., mondo, cade, finisce,
l'incanto., possono, contribuire, formano, piccola, parte,
mosaico, felice., favola, felicità, ,
convinzione, porterò, felici, sempre, , porta,
inevitabilmente, delusione, felicitàà, vissuta,,
creata,, valorizzata,, mantenuta, molto, altro, gnete,
crede.prende, forma, dall'esperienza, dopo, varie, cose,,
momento, momenti, diversi,, giorno,, l’ordinario,,
danno, momenti,, parti, fformano, viviamo, felice,
otteniamo, piacere, significato,, passiamo, tempo, persone,
amiamo,, impariamo, nuovo,, ancora,, impegniamo, progetto,
sul, lavoro., nostri, giorni, pieni, esperienze,,
diventeremo., questo, serve., ho, preso, report, diversi,
concetto, ampio, sull'argomento., portano,
all'utilità, l'esistenza..."
"Ti ringrazio ma per ora
basta così, mi serviva per convincere questo miscredente del
tuo..."
"non è vero
è solo che non vorrei che magari ti sia lasciata
condizionare o..."
"posso assicurarti che i
report li ha
letti dopo il tempo necessario per formare un suo IO forte e duraturo.
Le sue scelte, dipendono da lei, non da persone morte solo per
ciò che vi è legato..." si intromise Legeia
fissando
Gask, mentre lui era un pò arrabbiato.
"Legeia per favore,
basta
così. Torna in standbye..." attendendo che questa facesse
una
riverenza prendendo la gonna e sparisse come se andasse verso la
roccia. Dopo qualche attimo Kianta continuò.
"L'utilità"
disse Kianta,
guardandolo, anche s elui stava come terrorizzato da Legeia "quando ti
rendi utile, ti senti felice. Molti non pensano mai alla definizione
della felicità intensa come fare qualcosa ma un esempio sono
proprio gli uomini prima che li mettesse a alvorare e dopo.... Oppure,
pensano semplicemente di conoscerla. Ma in una sola giornata, possono
essercene tanti, momenti di felicità. E' solo che la gente
non
capisce. E la felicità può essere anche quello...
l'aver
fatto qualcosa di utile che qualcosa di più grande, per
qualcuno, anche per la cena per esempio perchè venga una
favola.
Ecco perchè qui ogni persona ha impegni, cose da fare,
attività di vario tipo. Perchè facendo le cose,
si creano
molte situazioni che possono essere anche felicità. vedi
cosa
fanno gli uomini insieme, e tu l osai... "
"ok, per.. quello" disse
gask
indicando col capo Legeia "Ma quindi tu sei felice qui? Per me
è
così diverso d aprima che, che... non so ancora definirlo"
" Più volte
ho visto persone
povere ma felici, nel senso che non avevano bisogno della ricchezza
come la intende la società là fuori,
tranne quello
che avevano per campare e cosa per loor andava bene. Non aveano bisogno
perchè loro, poi tanto per sentirsi in pace col mondo e
trovare
un motivo per amare questo mondo. A loro bastavano piccole cose. A
volte li ho ammirati ma... a causa di Lia, anche se non per colpa sua,
io ho... paura alla vicinanza con la gente. ed è l'unica
cosa
che da un pò fastidio. COmuqnue... sono felice di
quello
che ho, di cosa faccio, delle persone con cui tratto e di quelli che
considero amici. A me questa vita va benissimo, anche dopo aver
sperimentato sulla mia pelle l'esistenza di altri in quel posto. QUi mi
sento me, sono me, ho cosa ho bisogno e mi fa felice, mi impegno e ho
degli scopi... Di ciò che è per ora la mia vita
ne vado
fiera e sono felice. E anche se alcune cose dovessero cambiare come
è normale nel flusso del tempo delle cose, mi
adatterò
perchè trovi il mio angolino, basta saper virare come i
girasoli
le proprie prospettive. Diveramente da Milan o altri io non cerco
soldi, potere, attenzione, cose costose ma le piccole cose che ho e
coltivo. Quando riesco a fare qualcosa per cui mi ero impegnata
tanto IO SONO FELICE, e di quello che sono. Di cosa faccio
qui,
che sia pulire qualcosa, aiutare alla fattoria, dare una mano alle
costruzioni o prendere a pedate qualcuno che fa lo stronzo sono solo
parte del compito che mi ha dato Milan ma oltre che un onore aiutare
anche per quello che consumo, è qualcosa che sento di voler
fare
io e l ofaccio con piacere. NOn è un'iposizione, rispetto
agli
uomini anche perchè io non ho stipendio come loro, quindi
possiamo dire che loro l'impegno ce lo devono mettere comunque..."
shignazzando "Inoltre aiuto anche a fare qualcosa per il mondo, per
cambiarlo e anche questo mi sprona a fare del mio meglio. Piccole cose
ma a me vanno bene..."
"Piccole cose... i
malcapitati, dice
Jd no nsono così entusiasti" rise Gask notando come Legeia
era
riapparsa e si era voltata verso di lui, e iniziò a sudare
freddo. Kianta continuava a parlare come se no navesse sentito.
"Sono felice ..quando
vedo sorridere
le persone che aiuto...quando vedo cosa provoca cosa faccio negli
altri, anche di ringraziamento per cosa ho fatto...quando io e le
persone che mi stanno attorno siamo in pace, pensando solo al momento
senza preoccuparci del resto...quando le persone mi chiedono aiuto e
riesco ad aiutarle e che meritano ovviamente...Quando vedo una persona
fidarsi di me...quando penso agli attimi passati con i miei
amici...quando penso ai progressi che ho fatto, in un lasso di tempo
comunque così breve... quando capisco che ho fatto qualcosa
nel
mondo di positivo...o sento un sincero "Grazie" o mi saluta
perchè sente di farlo. Mi piace il volto felice che ripaga
il
mio sforzo fatto per quella persona. É per questo motivo che
credo nel prossimo e trovo che la felicità del prossimo, per
mano mia, sia il mio vero sostentamento del lavoro che facciamo. oltre
che penso che il mondo se deve cambiare, deve capire che cè
altro oltre lo schifo che perdura ma come siamo noi viene cancellato
dalle merde umane. E voglio cambiare questo... Sono contena
se
capiscono, si fanno forza e si ergono più forti contro gli
stronzi per loro forza interiore dopo che ho teso la mano e ho dato una
prima spinta. Fare da soli e... aiutare come salvatori, principi
azzurri non porta a niente secondo me..."
"che vuoi dire" chiese
lui ma Legeia rispose di getto.
"In questo mondo
è il male a
prevalere sulle cose. Essere salvati da altri non cambia molto nelle
persone, perchè tendono a credere poi che cè
sempre un
attimo di salvezza per mano di altri, finendo sempre poi per ricadere
sugli allori e pensare che impegno, forza combattiva e e intenti non
vanno migliorati, perchè in una società dove
cè un
grosso squilibrio e l'idea che esiste un essere superiore che se
evocato, manda qualcosa per te e al tuo posto, crea solo idioti. Questo
diceva la Madre e questo è... La sua idea era che non
bisognava
frapporsi fra problemi o nemici come meglio credi la parte che lede e
chi subisce l'offesa, fosse sbagliato e controproducente. COme un
bambino piccolo che sta imparando le cose e i genitori non fanno altro
che superare ciò che lui potrebbe fare risolvendo ogni
problema,
cancellando ogni ostacolo, brandendo loro le armi che invece gli
servirebbero nella vita e al suo posto, perchè non abbia
traumi,
problemi, resti intatta la sua "parte bambina e innocente". E questo
era anche portato da come fu cresciuta. Invece di insegnarle educazione
e protezione insieme, rispetto al renderla una persona indipendente in
qualunque ambito accompagnandola contro i problemi e spiegandole come
ragionare e come usare le carte a sua disposizione, l'unica cosa che
sapevano fare urlare e punirla duramente senza insegnare nulla,
arrabbiandosi per cosa ha detto o fatto senza che mai prima nulla le
fosse stato instillato sul bene e male delle cose che poteva fare e
dirle, obbligarla a chinare la testa e silenziarsi davanti a persone
che le facevano di tutto, ma l'educazione per loro significava apparire
in un certo modo, non agire o dire e non usare la finezza delle cellule
grigie contro persone schifose. E così la paura di come la
vedevano e come appariva e i suoi problemi si ampliarono ma di fatto si
è definita e data delle regole morali e di esistenza lei e
subendo da sola tutto. Per questo apparire e sostituirsi alla persona,
impedendo ad essa di trovare la forza di opporsi alle cose in base alle
situaizoni, facendole credere che ci saranno sempre salvatori, rovina
le cose. Diceva che ne lei e ne tutti quelli qui sono poliziotti buoni
che semplicmente salvano la gente come spirito di eroe. La polizia
normale, tranne pochissime teste, non agiva per puro atto eroico e
aitava le persone, anzi erano i primi a catalogare e scremare senza
vedere le persone. Loro avevano uno stipendio eppure in molti documenti
che avev aletto, non aveva fatto nulla per persone che avevano bisogno
di aiuto. E così l'organizzazione faceva cose giuste, ma
insegnando anche a chi aiutava a rialzarsi e affrontare le cose.
Salvare solamente affermando-adesso
va tutto bene=""-è
quando di più sbaglaito possa esserci, se dopo non vi
è
un discorso e uan risoluzione che fa comprendere e sprona le persone a
none ssere deboli e schiave. Lei come fece mettere nei regolamenti,
crede è corretto lanciare un'arma alla vittima e permettere
ad
essa stessa di sconfiggere i suoi demoni, materiali e mentali. meglio
essere impuri per aver fatto qualcosa per fermare lo schifo, anche
macchiandosi le mani, che schiacciati e inutili, diceva. QUindi
è meglio lanciare l'arma e dare la possibilità di
scegliere il proprio destino, se aspettare e sperare o ergersi contro
lo schifo che schiaccia. Si ha solo due scelte subire e peggio morire o
agire anche a costo di sporcarsi le mani. In uno dei due si
è
sempre spacciati sia per se stessi e sia per la propria morale, ma a
volte meglio fare i conti con la seconda e guardare lo schifo
contorcersi come un verme. Senza offesa per i vermicelli, diceva. Il
momento della scelta, prendere l'arma e reagire o accettare la propria
sorte con rassegnazione sta tutto nel dopo, se la seconda inizia tutto
il nuovo per il soggetto. NOn siamo dei, non siamo esseri che fanno
miracoli, aiutiamo ma non risolviamo le cose dopo mani giunte e
pensieri di aiuto. Noi agiamo contro lo schifo e se riesce aiutiamo. Ma
devono essere i deboli poi a non vedere la possibilità che
diamo
con una spada discesa dal cielo come nelle storie bibliche
perchè una divinità ha ascoltato e fatto
qualcosa. Noi
non abbiamo bisogno di una religione per sapere bene e male e
moralità, e devono capirlo le persone. Se aiutiamo la gente
e
basta come novelli superman o batman si manda in vacca tutto,
perchè poi resteranno sempre deboli in balia della corrente.
E
di correnti orribili... ce ne sono anche troppe"
"Condivido. Io non sono
tipo da
rassegnarmi e accettare e trovo insensata l'idea che le persone debbano
aspettare per quell'ultimo secondo dove qualcosa appare folgorata di
luce per mostrare un'eroe che è lì solo per
salvare i
soggetti. Noi agiamo come ha detto Lei contro il male, cercando di
togleire le erbe infestanti. Non per i singoli, quelli pure ma se il
nostro scopo fosse solo per i singoli, spelacchieremo solo lo schifo
come quando si passa il guanto per il pelo dei cani. Esce solo una
parte del problema, i lresto rimane sul mantello!"
"Ok... e Milan che dice
di questo? so che tu le sei fedele per..."
"Attento a te, non osare
pronunciare
quelle parole" apparve più vcina ma sempre non oltre la zona
della cascata Legeia con un fare minaccioso "Ho udito le parole degli
uomini a cui ti sei affezionato e in cui ti sei ritrovato nel mezzo e
ti dico già da ora che se anche tu ragioni con il
fondoschiena
come loro, fai meglio ad andartene. E sai a cosa mi riferisco visto che
hai affermato di fedeltà"
"..." Gask rimase
stupito e poi
domandò "Molti affermando che Kianta nutre come Lei un
affetto
pari a quello delle donne affascinate da Milan. E non solo per i soldi,
loro..."
"Essi mentono. Ma vorrei
che fossi TU
a schiarire la cosa, visto che ha insinuato anche di Jd, ma hai sentito
e non hai ribatutto" disse la proiezione a Kianta, che sorrise.
"E' vero, ho sentito ma
ho preferito
continuare con la discussione. Io non amo, così come Lia,
Milan.
Sono poche le donne che, e non capisco perchè, restano
affascinate da lui per come sembra... che il mondo sia in mano sua, che
tutto per lui sia semplice e riesce a farsi amare da tutti, perfino
ammirare dagli uomini. Ma non so per il nostro passato, io e Lia non
abbiamo mai provato attrazione per lui in nessun modo se non rispetto a
considerazione per quello che vuole fare. Cancellare le differenze che
rovinano oltre il mondo, anche l'animo umano. Ma conosci il nostri
intenti. Il fatto è che rispetto le Muse, le Fanciulle e le
altre... io non provo amore ne carnale ne come fedele di un messia...
prorpio per niente. Alaric altri hanno... come una vera e
propria
fede perchè vedono un uomo che sarà cosa loro non
sono
stati, non saranno e che può cose al di là delle
loro
possibilità. E questo accade per la politica, religione,
gruppi
ristretti dove cè un leader carismatico che riesce a toccare
le
persone dove serve per attirarle a sè. Lui è
metà
questo, per fortuna non del tutto o me ne sarei andata proprio, non amo
roba tipo le sette, ma la gente comunque lo segue per quello che
è e per quello che dimostra. Lui dimostra cose che altri non
riescono o promettono e non fanno. Vedi questo posto. Lia stessa non ha
fatto nulla, le idee cèrano ha solo... dato un calcio nel
sedere
alla gente perchè si svegliasse e adesso siamo come una
città autonoma, tipo il Vaticano, ma di più!
Milan per
molti è una sorta di dio paterno che è saggio,
questo non
posso non dirlo, che sa le cose e agisce dimostrando cose. Ascolta e
parla come altri non fanno e la gente lo segue ma io... lo vedo come un
fratello quasi della stessa età che è come il
primo nato
e gestisce la famiglia sostituendo il capostipite. Se per molti tutto
ciò che vogliamo fare è come una missione quasi
biblica
per la mole di cose da cambiare e sistemare per loro e chi amano e
ameranno, per un mondo dove tutti noi, saremo come persone tra persone
che numeri di etichette e catalogazioni... io aiuto solamente
perchè sento che è questo che voglio fare. Io non
voglio
figli, non credo nel matrimonio e nelle relazioni in quel senso seppur
creda nelle persone speciali da volere al fianco. Ma non ambisco a
eredità genetica, seppur vi sia, non mi sento come persona
capace di avere progetti come fanno tutti gli altri qui, per relazioni
con altri fisici e duraturi per vedere questi cambiamenti a lungo
termine anche per il loro dopo generazionale. Insomma, io sono e vivo
diversamente, voglio diversamente e quello che faccio al fianco di
Milan è solo sostiturilo perchè non gliene sbatte
niente
di ammiinstrare le cose e fare quel che posso per chi è
stato
oppresso e schiacciato da una società che considera solo i
soldi. Se hai soldi sei parte della società, altrimenti
vieni
depennato e finsici nelle categorie problematiche. Se riesci per
qualche motivo a rifarti e avere i soldi la gente, solo allora ti
accoglie a braccia apertissime dimenticando quando aveva trattato da
schifo la stessa persona. Questo è quello che voglio fare,
non
per una o più persone in particolare che sia di sangue o
altro,
ma perchè io voglio un mondo in generale dove camminare e
non
sapere, da quelle esperienze, che gli stronzi e bigotti e peggio ci
sono e ti mettono sopra etichette addosso senza senso e motivo. Le
apparenze, queste dannate..."
"CApisco..."
"Per Jd, come per lei,
è un
caro amico. Lui non giudica ne altro, è diciamo lo psicologo
del
gruppo dei veterani ma per lo più osserva e ragiona. Ma come
per
Lia, e ripeto non sapendo se è una cosa che Milan definitsce
così profonda da toccare anche l'anima, io non provo nulla
per
nessuno in quel senso e non voglio nulla in nessun senso, sempre che
non sia io a volerlo e sentirlo. Il tuo pensare che, perchè
la
accompagnò, indicasse qualcosa ti sbagli, così
come per
Milan. Si può dire che per la società io e Lia
siamo...
fuori natura. Sbagliate. Alcuni affermano che io sia..." ma Legeia si
intromise.
"Un mondo che definisce
non naturale
una persona, a meno che non si tratti di cose aberranti atte a far del
male a discapito di altri, è esso stesso anormale. La
società là fuori afferma che le persone che non
provano
alcuna attrazione per le altre persone sono cose strane e che urge una.
La medicina li ha etichettati come persone,
che soffrono di qualche disturbo fisico o psichico, mentre altri che
è solo un modo di essere per problemi psichici. Si nasce
uomo,
con attrazione per le donne. Si nasce donne per attrazione per gli
uomini. Eppure esiste di più, non si può limitare
qualcosa come la natura umana al bianco e nero. Si nasce
così
anche uomo con attrazione per altri uomini come per donne per donne
oaltri soggetti. E acnhe come per la Madre e Kianta, si nasce e non si
prova attrazione per nessuno. Normalmente lo si scopre in
adolescenza, quando dopo l’età infantile si
cominciano a
sperimentare le prime pulsioni fisiche. Gli Asexuality invece non
provano nulla, non è privazione o isolamento,
solamente
non provano come tutti gli altri. E, se davvero la Madre e Kianta fanno
parte di questa categoria, essi rifiutano i rapporti intimi ma non
l’intimità, il loro affetto trascende a un livello
che
però non sarà mai come lo voglino gli altri,
seppur
è qualcosa di più duraturo, pur in assenza di un
atto
fisico"
"Ah, quindi..." non
riuscì a dire altro Gask
"Tu non sei contemplato
in questa
categoria, a meno che lei non lo sia pure, tu sei un demisessuale. Ma
il punto è che Kianta mi è stata affidata e non
ho
intenzione di restarmene ferma come faccio sempre ad
osservare,
con te che continui sempre ad apparire peggio di un eczema. Ella
èun persona fragile, non fisicamente ovviamente
perchè ti
può fare il culo a tarallo, che è stata capace
con
l'impegno suo e volontà a raggiungere gradi e situazioni
distanti ad altri, ma nell'animo è una donna non
triste
come la Madre, che desiderava qualcosa che nessuno poteva ricambiare,
ma comunque con le sue fragilità. E lo sto dicendo solo per
avertirti, omino michelin de noi altri... La Madre aveva i
suoi
problemi, aveva iniziato a cercare un'approvazione da terze parte e
temeva che il suo operato fosse sbagliato, e fu una delle
cose
che la fecero esplodere. E non so se molte cose sono davvero
così profonde da non potersi cancellare e riemergere, ma
anche
Kianta così forte esteriormente, così
debole
dentro. Lei ocme ha detto non ha motivo di fermarsi, perchè
non
ha nessun presupposto ocme la Madre per farlo e credo che lei non
farebbe mai come Lei desiderava, per se. Non era tipo da
resistere a una vita vuota e ferma come quella che l'aspettava in
quella società. Ma resta comunque una persona che
può
soffrire e in certi casi, debole dentro..." mentre Kianta
faceva
il broncio mezza offesa "per questo motivo se tu ti permetterai di
pensare ancora cose su quegli argomenti, e non apostrofi i
tuoi
uomini dal farlo tra loro, se persevererai a considerare le cose
vedendo le apparenze, come qui si cerca di non fare, aspettati il
peggio, perchè io verrò di notte per tormentarti
con
tutti gli apparecchi elettrici che riesco a usare, e non
è
che una parte delle cose che posso fare. Accetto che tu ti avvicini,
ormai, perchè lei non ti reputa pericoloso, negativo, un
soggetto da evitare. Ha deciso di trattarti come gli altri Capitani e
mi devo farmi da parte. Ma stai in campana Orso balosso, ti curo!" con
asprezza, risoluta.
Gask rimase spiazzato
nel sentire la
voce velata di minacce, che usciva da qualche parte intorno, del Crell
che ormai conosceva un pò e qualcosa gli faceva sudare
freddo.
Poi si voltò verso Kianta che sembrava come esasperata.
"ma... è da
lei che hai preso la frase della notte che fai visita alle persone per
fargli cose cattive?"
"No, lei lo ha preso da
Lia e io lo uso perchè lo reputo divertente..."
"E chi sarebbe
quell'orso col morso?"
"lo chiedi a me? Non lo
so..."
"E su lfatto che sei
debole..." ma
Legeia stava per apostrofarlo di nuovo finchè Kianta le
chiese
di fermarsi e tornare ad operare in background. Appena scomparve lei
riprese a parlare.
"Lo dice solo per quelle
cose che
chiama fissazioni o tic che mi sono rimasti, lei crede, da Lei. Vuole
solo proteggermi e non ha torto nel farmi ricordare i dubbi che avevo
su di te, ancora è rimasto qualcosa... lei pensa a me, per
il
fatto che non mi piace avere gente intorno che non conosca o che voglia
vicino e per il... mio non provare niente per nessuno che la porta a
ritenere che io non sia... non lo so! Ammetto che è strano
che
alla fine io ti abbia considerato positivamente, che non abbia fastidi
nell'averti così vicino e parli con te di molte cose ma...
con
gli altri non è così. Sono parecchio fredda e
distante e
asociale, così pensano alcuni, e Legeia ha il compito di
progettermi, quindi cambiamo discorso"
"Ok, come vuoi, torniamo
al prima.Cosa stavi dicendo della felicità?"
"...Per come la vedo io
una persona
non è realmente felice se non ha un ambiente e persone
positivi
e non decadenti. Forse sono più felice io rispetto alle
persone
che per le mie azioni hanno avuto un aiuto, è un paradosso
strano ma forse deriva da Lia. Solo richieste, obblighi, e mai
gentilezza. Ma sono fatta così e se anche non piaccio agli
altri, mi piaccio lo stsso e resto me. Da quando mi sno svegliata, mi
sono resa conto di una cosa. Quando vedo una o più persone
aiutarsi dopo che queste lo sono state in singolo, ho la prova che
è l'ambiente e come ti fanno crescere. Con Lia
cèra solo
individualismo e solo la famiglia e si è visto a cosa ha
portato
alla società e a lei. La collaborazione mi fa
ricordare la
reale bontà di cui è capace l'uomo e lo spirito
positivo
che c'è in ogni persona. Ma al solito il problema sta alla
radice, la famiglia. So che non puoi dire su questo argomento ma...
chiedi a molti delgi uomini e comprendi di cosa parlo...Ricordo ancora
uno dei suoi report, - ...in pieno contrasto con la
società
moderna in cui, per salire in cima, devi pestare piedi, teste,
camminare sulla gente per essere il migliore. Per la società
cè sempre il migliore che deve svettare sugli altri, non
esiste
un senso antico di collaborazione e prevaricazione..e il mondo che
conosciamo, fatto di classi sociali dove resti se non hai
l'opportunità e non puoi essere nulla -. Questo mi
ha fatto
molto pensare, a come deve essere stare in una situazione con pochi
soldi, poche possibilità anche per la famiglia a livello
mentale
e per la società che se non sei tarata come gli altri, ti
butta
via. Io invece... io mi sono fatta da sola, so bene che bisogna
rimboccarsi le maniche e cavarsela da soli in certe situazioni, ma
è una parte del crescere, non del vivere. ma leggendo i suoi
reporti io mi sono fatta da sola ma avevo alle spalle delle
opportunità che altri non hanno e non avranno e voglio
cambiarle. E attenzione, io aiuto la gente sia per quello in cui credo
e sia per dare quella mano, opportunità, speranza a persone
che
non ne hanno per colpa degli altri. Dare ad altri quelli che a Lia non
è stato concesso, dai suoi amici, quei due da cui
chiedeva
solo una mano e da altri..."
"Ma scusa una cosa, i
nostri uomini non hanno famiglia e amici fuori di qui?"
"Si, e li frequentano ma
ho notato
come sempre più spesso dopo che tornano comprendono molte
cose
dei regolamenti e le Lezioni. Non so cosa accade ma sempre
più
gente cambiò idea e ora appoggiano tutto..."
"Capisco,
però so che ancora
hanno molto legame con le famiglie là fuori...Io non ho
ricordi
invece. RIcordo solo tutto il resto che vorrei scordare" disse Gask
sovrappensiero.
"HO sempre trovato
triste e strano il
fatto che i momenti no si ricordano subito, mentre quelli felici li
devi richiamare tu...Un momento triste lo si ricorda per tutta la vita.
La felicità invece è meno incidente rispetto alla
tristezza. Forse è perchè la mente viene quasi
colpita
più da un momento no, che da un tale episodio felice, da
rimanere impresso nella nostra mente per sempre.Infondo credo che la
vita dell'uomo è fatta di momenti, ed il non aver una
felicitàche sia duratura o momentanea a...pazzia? Questo
movimento verso ricerca della felicità muove il mondo. E poi
ci
sono io che ci penso."
"Quindi...."
"QUindi..." sospirando,
non capendo
perchè questo interesse "Sono utile, faccio cose che mi
piacciono, che sono a me idonee e fattibile per le mie
capacità,
ci sono persone che nonostante tutto mi rispettano e mi vedono per
quello che sono, tranne i nuovi, e ho un mio equilibrio. Là
fuori invece sei sempre sotto giudizio, esame, se non sei in un certo
modo allora ti ghettizano e finisci solo e disperato. QUin invece,
questo è il luogo, posto, l'ambiente in cui mi trovo meglio.
E'
a metà tra una organizzazione militare con giuste regole e
comportamenti, ma anche una Comune dove non cè astio,
protagonismi, confronti tra persone e il concetto dei migliori. Sei
valutato solo per gli errori fatti, ma è logico. E inoltre
come
è stato per te, la considerazione maggiore viene data nelle
abilità e cosa si è fatto. le azioni. Ma viene
insegnato
che mai, mai, bisogna valutare i migliori o peggiori come deigli esami,
perchè ognuno qui ha le proprie qualità e
caratteristiche. Come per me quindi, questo luogo è IL
posto, la
casa, l'ambiente dove rinascere, evolversi, anche redenzione, si... per
molti è stato questo. Trovare la possibilità di
svolta e
redenzione. Riqualificazione di se stessi. Torvare il prorpio piano di
equilibrio. Se è felicità come viene definita e
ho detto
sopra non so, ma non lo cambierei mai con là fuori. Ho detto
una
volta a Milan che volevo provare a essere una ragazza come quelle
là fuori. Me lo ha permesso, sotto controllo ovvio, ma non
mi ha
negato nulla e mi ha permesso di scegliere, fare i miei sbagli sempre
però discutendone e vagliando tutti i pro e contro. Questo
è diverso da là fuori. Ti insegnano, per modo di
dire,
come vanon le cose e devono essere così, ma non spiegano,
discutono, chiariscono ogni aspetto della cosa. E' una cosa che ha
portato Lia. NOn si ferma mai nessuno là, il tempo
necessario
perchè tu sia preparato, per davvero a ogni cosa. SAi che ci
sono persone, sia grandi che piccole, che non sanno compilare un
documento, qualsiasi cosa? io avevo solo paura di mettere cose errate,
ossia sbaglaire il rigo e dover ricominciare. Invece la gente che ho
visto, ascoltato, non sapevano nemmeno come compilare un documento,
dove poggiar ela penna.... una cosa facilissima direbbe chiunque ma
quella gente, che vive già là, non era preparata
come me
a... nulla! Quante cose la gente non sapeva o non sapeva fare. Ho
lavorato in varie cose, per capire quel mondo e chi vi viveva. Mi sono
mantenuta qualche settimana da sola, senza che nessuno facesse nulal
per me o al mio posto, ho interagito con le persone e... ho trovato
solo giudizio, pregiudizio, opportunismo, poca considerazione,
divisione in classismi, sfruttamento e... non riuscivo a capire come la
gente potesse accettare quel mondo così freddo,
opprimente, che sembrava quasi la società giapponese per
test ed
esami, che si doveva fare anche ogni secondo della giornata, ma non per
pezzi di carta, intendo il giudizio di chiunque ti incontrava e
già ti categorizzava a prescindere da tante cose. Li
scoprivo a
usare maschere e comportarsi da,
solo per
apparire come meglio credevano. Ho visto animali e gente maltrattata
anche senza motivo, offese e azioni poco umane, nel senso che tale
aggressività e cattiveria non ce l'hanno nenache gli
animali. E
se non protezione. . Mi aggredivano per qualsiasi cosa, che fossi
cameriera, assistente, impiegata, addetta e via dicendo. Ho voluto
testare vari tipi di lavori e ambienti e ho visto con i miei occhi come
su di me e su altri, atteggiamenti ripugnanti. Donne che si
comportavano in maniera orribile e facevano fuoco amico su altre donne,
anche quando invece doveva esserci allenza femminile. E quindi..."
Si voltò
perchè qualche
animale camminava nel verde forse per bere, ma senza paura solo
guardingo. Gask invece stava sempre sul chi vive, si era raserenato da
quando era arrivato ma non in quel posto. E Kianta continuò
porgendogli l'ultima stecca di liquirizia rimasta delle sue.
"...Non ho trovato
affatto le
libertà e una società tanto vantati. La gente
letteralmente regala la propria privacy e sicurezza a qualsiasi cosa
fosse di moda in quel momento. Spiattella tutto, proprio tutto anche di
minori online e urla che i poteri forti cercano di usarli e trattarli
come numeri e intendono monitorarli. Senza che te ne accorgi qualcuno
fa foto e video senza permesso o altro. Ho notato nei
camerini
dei dispositivi video che registravano chissà dove e in mano
a
chi, così come bagni e luoghi pubblici. E non parlo di
telecamere di sicurezza. Hackerando i dispositivi tramite i nostri
siamo risaliti e che bella gente, che a quest'ora è finita
male
loro, per un nostro autoinvito da loro, capendo che significa
giocare con certe cose. Ma abbiamo agito per il bene di donne e
bambini. NOn era compito nostro, possiamo dire, ma non potevamo come
detto prima no nagire contro lo schifo. E in alcuni test su affiti ho
scoperto nella casa, così tante telecamere nascoste che la
testa
sott'acqua non è bastata a quei tizi per capire la
situazione..."
"hai usato la tecnica..."
"E mi pareva anche poco,
quello solo
con uno. Uno avrà sempre addosso, a meno che non si faccia
una
plastica, il segno del mio malumore per aver trovato dietro lo specchio
del bagno un aggeggino parecchio invasivo sulla privacy. I miei test
sono durati solo un paio di ore, poi sono andata a prendere quei tizi e
glieli ho fatti ingoiare, li ho obbligati a dirmi tutto e che
fine facessero quei video. Inoltre i loro dati e le prove di cosa
facevano sono finiti nei notiziari con le foto e tutto come...
l'interferenza di Max Headroom. Forse non lo conosci ma si
trattò di una di tante interferenze televisive di terzi
durante
la normale programmazione che nessuno riuscì a risolvere. E
così ho fatto altrettanto. Ammetto che è
divertente
giocare con... i giocattolini di Milan" sorrise "anche se a volte lo
considero un pò come cheattare. Ma non ho fatto altro che
bloccare la trasmissione televisiva più vista, mandare il
nostro
segnale con foto, nome, altre informazioni e tutto il materiale girato
con le loro malefatte. E questo è solo una cosa. Ho anche
fatto
questo giochino con persone che in diciamo in gruppi di app parecchio
negativi, scambiavano materiale preso di nascosto e... lascia stare
cosa ne facevano. La cosa divertente è che pensano di essere
anonimi. Poracci!! Lo hanno capito solo quando hanno visto la loro
faccia, lo schermo del loro telefono hackerato ad arte da noi e cosa
mostrava e conteneva, cosa diceva e il suo conto segreto dove andavano
i soldi di vendite e scambi. Diciamo che ho vendicato abbastanza le
vittime. E questo è solo una delle tante cose che ho fatto.
non
pulisce il mondo, ma non esiste privacy su cose fatte contro le persone
e con immagini e video loro. Questo per me è da considerarsi
come essere utile, oltre allo Chateau e alle Torri. Se fosse per me gli
farei patire il peggio possibile, senza ucciderli ovviamente. no nsia
mai... così come ho sistemato bulli e stronzi di
scuola, o
lavoro facendo controllare ai Crell ogni post e discussione online con
parole chiave, che fossero anche private, quindi non pubbliche. NOn hai
idea quanti paia di slippini hanno cambiato e gli è venuta
la
strizza da calmarsi. Quella gente là fuori... capisce solo
la
paura!" esclamò con rabbia.
"Tutto questo quando
è stato?"
"Prima e dopo il tuo
arrivo, e la
cosa continua. Tra la Raccolta e queste cose, posso dire di aver fatto
qualcosa davvero. Io non son brava come voi come militari. I miei
risultati sono davvero buoni ma non sono portata, dice Milan, a
un'aggregazione a gruppo come voi, perchè afferma che ho il
brutto vizio di distaccarmi dalla formazione e fare l'incasinatore"
"Non è
possibile, ho visto un paio di volte che lo hai fatto..."
"Mi sono infliltrata nel
gruppo per
osservare la scena invece delle cam, e so come ci si comporta e come si
agisce in gruppi scelti del genere. Ma odio particolamente vedere lo
schifo che sa fare l'essere umano e star ferma dal volerli maciullare.
Inoltre a parte quei tre, gli uomini non amano fare formazione con me
perchè si sono lamentati che sono troppo elemento di testa,
da
agire per i cavoli miei mentre loro dovevano guardarmi le spalle e
farmi copertura. Non sono abituati al mio modo di fare, hanno affermato
che non era sempre chiaro come mi sarei mossa e cosa avrei combinato
e... io so la verità, oltre cosa hanno detto! Il sottinteso
era
che sono un target troppo pericoloso da dover proteggere, anche per il
mio agire in solitaria che... ho sempre trovato assurdo come, seppur
complici e capaci di una formazione compatta, rapida e capace, siano
così cagasotto da aver paura di guardarmi le spalle,
perchè se la fanno addosso se mi capita qualcosa. E non
esiste
fino ad ora una compagine in cui possa far parte seriamente, che
accetti me nel gruppo, non come elemento di testa ovvio, ma che possa
dirigere le cose all'improvviso se decido così, col rischio
che
mi capiti qualcosa. Hanno paura di MIlan? Hanno paura che accada
qualcosa e basta? Temono che, per sentito dire io sia importante per
alcune cose, e non vogliono rovinar enulla... non lo so, ma sono sempre
poi impacciati, in preda all'agitazione e fanno sempre a farmi da scudo
come pazzi rincretiniti rovinando tutto!"
"Ma no nci sono Zidgy
e..."
"Si, ma loro sono le mie
Ombre. Fanno
parte di una compagine già avviata e ben oliata, ma anche da
loro richiesta sono... le mie guardie del corpo. non è la
stessa
cosa di un compagno di spalla o di schiena, dove sai che non hai
bisogno di voltarti, controllare e accertarti che ci sia, che non vada
fuori di testa o altro perchè teme che ci saranno
conseguenze
per una possibile negligenza. Non è che possono stare come
nella
formazione di un gruppo sia come Ombre che elementi. Non ha funzionato
perchè tendono solo a fare le guardie del corpo e stanno
sempre
a ventaglio dietro di me, impedendo così all'operazione di
svolgersi liscia come dovrebbe perchè sembriamo quattro
idioti
come fossimo un Re dei topi..."
"Un re... dei topi?"
"Si, sai quella
situazioe in cui
alcuni topi per vari motivi si intrecciano le code e non possono
più liberarsi e riescono a sopravvivere poco formando come
quest
apalla di ratti in cui uno cerca di andare da qualche parte e gli altri
devono andargli dietro, sedere con sedere, per non farsi male... la
cosa sembra quella! Ed è... imbarazzante oltre che
rischiosa.
Milan non vuole che io rischi facendo parte di un gruppo, seppure sa
pure lui che posso come tutti. Ma... me lo vieta e se impongo io gli
uomini s ela fanno addosso. Si è troppo esposti, si caattura
troppo l'attenzione ed è fastidioso per me non potermi
fidare di
qualcuno a tal punto, da saperlo come compagno d'arme mio pari e
compagno di spalla. Non si può lavorare così! Se
anche
Milan facesse come me, so che sarebbe anche peggio. Per loro Milan
è la persona che dal nulla si è costruita,
migliorata, ha
raggiunto vette alte ma agisce per cose giuste e corrette. Si, ama le
cose belle, agisce a volte in un modo un pò... ma
è
comunque un brava persona e lo sanno. Lo vedono come un Leader da
seguire per quell oche sentono e credono, ma è uno di quelli
che
scende in campo solo per determinate questioni e non è
più sul campo davvero da secoli. Ma s elo facesse, credo si
comporterebbero peggio che con me. Della serie io agisco per molte cose
e molti di loro devono a me ciò che sono e hanno, ma Milan
ha i
soldi ed è quello che ha permesso me che ha permesso tuttoo.
Siamo sempre là, alla fine. Rispettano e considerano molto
Milan
ma sarebbero i primi a dirgli di non esporsi e farebbero davvero da
protezione con loro stessi se potessero. E questo è molto
fastidioso alla fine, perchè no nsolo fa comprendere agli
altri
i ruoli, ma ttto diventa un casino..."
"Eppure quella volta hai
fatto molto male all'autista..."
"A chi?..."
"Quei tizi che erano
venuti per la
loro droga e alla fine hai pestato male" ridendo "quello che
però mi ha lasciato perplesso è...
perchè te la
sei presa così tanto con quell'autista? Con gli altri hai
fatto
meno, ma con lui.."
"Davvero non ti sei
accorto che
qeullo era il capo?" vedendolo trasalire "cosa guardavi? I due
dietro quello che sbraitava, guardavano l'autista. Seppur appoggiato al
cofano e solo spettatore e autista, in realtà era il capo. E
non
solo perchè lo avevo notato altre volte e avevo visto come
si
comportava, ma era chiaro che ogni votla che fingevano di apparire
schifati e guardarsi intorno per precauzione, guardavano i suoi gesti e
agivano. Così gli ho fatto capire cosa pensavo di loro. E
sono
fortunati che sono stati curati da noi, perchè fosse stato
per
me quei danni se li sarebbero tenuti per sempre come monito..."
"Alcuni non erano
proprio..."
"Monito!" rispose lei e
lui rise divertito
"Quindi ti senti felice,
realizzata, viva qui... è questo quello che hai detto!"
"...utile, accettata,
anche se..."
"Cosa"
"... non ho mai capito
se a tutti
loro io fossi... Non so! Se sono solo un capo mezzo scomodo,
perchè no nsono una militare come loro eppure ordino. Se
sono
una persona che accettano per come sono, oppure mi tollerano e basta.
So cosa ho detto, qui è un luogo veramente diverso da
là
fuori e lo sanno, infatti vogliono tornare sempre qui dopo gli
incarichi o le visite in famiglia ma...iosono
quella forse sbagliata. A causa di cosa distruggeva Lei, e che
è
rimasto in me, ho paura delle persone se vogliono avvicinarsi e ho
sempre la sensazione che non accettano e vogliono. Non mi piace la
vicinanza eccessiva della gente e a volte mi sembra che mi vedano solo
come capo diciamo temporaneo, qualcuno a cui Milan ha dato
possibilità di manovra ma presto ne arriverà un
altro. E
molte volte non so se fidano di me, oppure vedono solo la mia carica.
Se quelli della Raccolta mi devono oltre la mano tesa che ho dato
oppure..."
"Pensi che non ti vedano
per quello che sei?"
"Oh, no! Loro sanno chi
e cosa sono
ma... la questione è l'accettazione e aggregazione nella
Comune
oltre la carica. Qui è diverso, da là fuori, ma
qui si
parla di paura per qualcosa e non capisco. Loro mi vedono solo come
quella perosna a cui Milan ha lasciato tutto in mano perchè
non
gli va di fare niente? A volte è molto pigro pure se
è
qui, perchè afferma si è stancato di ammiinstrare
il
casino che sono i militari e nell'ultimo periodo è
più
portato per la politica e simili. Per carità, tutti i
contratti,
incontri e avvvicinamento con la gente che ci serve lo fa lui ma... qui
diciamo lavora ormai sempre meno, come gestione e controllo di tutto.
Lascia a me e ai veterani sempre più spesso ogni cosa anche
se
presente. Afferma che fare il Sovrano di questo piccolo angolo di vero
paradiso umano non gli va molto, non è quel tipo, se non in
piccole cose. Controlla, valuta, pone firma, lascia le sue decisioni su
molte questioni, gestisce lui stesso problemi, controversie o altre
questioni con gli uomini e ne sono felici, presenzia a feste e serate
che fanno, anche le giostre ma... resta sempre il fatto che mi pare
sempre e sempre, che per loro io sia solo quella a cui lui affida le
sue in sue assenza e che gestisce quei broccoli con cosa fanno ma mi
temono per altro. Ma... io sono considerata come persona
perchè
io sono io o cosa rappresento?"
"QUindi il tuo dubbio
è se ti
vedono tra loro e una di loro oppure no? Già Jd e gli altri
avevano detto che tu non eri una di loro..."
"Già, in
effetti sono parte
della Comune e per il mio ruolo altri si sentirebbero super integrati
ma... io non lo so. Sempre più spesso mi trattano solo come
amministratrice di questo posto, non vogliono farsi sentire o vedere da
me per evitare di essere rimrpoverati e non sembrano molto felici della
mia presenza..."
"Te l'ho detto quel
giorno. A loro
piaci invece. Nel senso che ti devono molto e ti vedono più
di
Milan come Capo. Ammettiamolo, Milan non si sporcherebbe le mani come
te nel fare le cose insieme a loro e come loro, lo dico pure io che con
lui ho avuto un bel rapporto dall'inizio! E non è il tipo
che si
livella con gli altri ma tende sempre a staccarsene e... mi
è
sembrato che da quando si è realizzato, non si abbassi a
quelli
come noi. Rispetto a te non prende in mano le cose come elemento di
testa e dirige le cose sul campo, ha lasciato l'amministrazione a te e
ai veterani, limita la suddivizione dei poteri e mantiene uno stile di
vita sopra quello degli altri. Beh, cavoli suoi con i suoi soldi, da
come lo conosco adesso se li è meritati, ma l'unica cosa che
ci
allontana un pò il suo modo da... posso dire snobbetto? Che
ha
ormai adottati e gli va bene. Lui è l'ispirazione e la
chiave
per tutti per giungere allo scopo per cui fanno parte di questo ma ho
l'impressione, che lui abbia una visione del mondo futuro leggermente
diverso dal nostro. La nostra quotidianità non è
la sua,
Cè uno che afferma di essere stato al servizio del principe
del
Galles mi sembra... e che gli parevano uguali come atteggiamenti e modi
di vivere la gionata. AM lui è contento, si sente bene in
quella
veste..."
"Finchè non
fa male a nessuno,
nel senso nessuno che lo meriti davvero allora è diverso,
non mi
intrometto molto. Se si sente felice così va bene, come lui
lo
pensò con Lia per il suo desiderio, che realizzò.
A meno
che non si tocca l'argomento-l
'altro piano=""-...
ma parliano di adesso. Il materiale. Lui vuole vivere quanto
può
tutto ciò che lo affascina e ci sta, se lo merita. Sa bene
che
per quello che è, per l'organizzazione, perchè
sono
militari, può capitare qualsiasi cosa anche se abbiamo
preparato
dei reticoli organizzativi con i piani dalla A alla Z per qualsiasi
pericolo, incidente o... cosa che può accadere. Ama i treni,
da
morire, ama gli abiti da uomo del secolo dei lumi come dice lui. Per
lui quelle mise dei secoli passati sono l'emblema dell'uomo come
dovrebbe essere. Un gentiluomo, un Signore e... ammetto che non mi
dispiacciono affatto. Certo meglio di come si vestono adesso! Ho visto
uomini, e parlo dei fisici attenzione non sono quel tipo di perosna che
generalizza per sesso ma, cavolo! Come si vestono adesso è
da
piangere! Jeans così stretti da vedere pure la forma delle
nocciole..."
"le nocciole..." rise lui
"Marron
glassè, nocciole,
gioielli di famiglia, chiamali come vuoi! Questi idioti non capiscono
che il corpo umano ha dei bisogni.. basilari. Come Una certa
temperatura per là sotto che con inquinamento, vite assurde
e
cosa prendono, poi hanno problemi a figliare o hanno picchi strani di
ormoni. E piagnucolano... Con quei pantaloni con le gambe che si
restringono così stretti alle cavlgie che non posso fare a
meno
di dirlo, stanno malissimo. Con i bomberini e questi pantaloni stretti
di cavallo e di gamba, vanno correndo con calzini assurdi e scarpe
ancora peggio. E cè gente che ride se scopre che
Milan si
prende cura della pelle e dei capelli, usa l'effetto cinematrografico
per apparire al meglio e... bah! Non posso farci niente, ammetto che ho
imparato a preferire l'abbigliamento dell'uomo classico e come chiamano
molti vintage, che quello schifo. Io non sono adatta ad abiti da donna,
ma gli uomini che appaiono in un certo modo si, li preferisco. Qui
siamo militari e quindi non significano nulla le canotte e pantaloni
larghi, gli servono! E stanno meglio di quegli imbecilli che sembrano
fenicotteri sulle zampette secche col culo tirato su da pantaloni
preformati!"
Gask rise, ma lei lo
guardò
prese il cellulare e gli mostrò alcune foto che aveva
scattato
quando andava fuori e lo vide fare una faccia strana.
"E questo è
poco! Una cosa
è la moda, un'altra sembrare appena usciti dalla Caritas di
abiti usati dove hai preso cosa potvi come accozzaglia, e ti devi
vestire con cosa hai recuperato. QUindi stili misti, ma per la
società là fuori è questo! Ma... il
mio stomaco
non è mai preparato quando vedo questa gente. peggio se
hanno
quei corpi che... mi fanno schifo non posso farci niente, ma hanno quei
busti lunghi quanto le gambe, quindi con un baricentro più
basso
e si vestono in questo modo osceno, stanno ancora peggio" guardando
altre foto e facendogliele vedere "non mi piace visivamente il corpo
dell'uomo con un busto così lungo. Milan ci scherza e mi
dice
che se un uomo non ha un busto alto quanto metà gambe,
vomito.
Quanto se la ride..." un p òaspra ma facendo capire se la
ride
ai loro scherzi "Ad ogni modo, si è andato amio
parere da
un e ccesso ad un altro. Se si era partiti con abiti così
punitivi da modificare totalmente il corpo di una donna con danni gravi
a... neinte addosso, perchè più sei sexy meglio
sei come
persona nella società. Quella sbagliata, intendo."
"nel senso...?"
"vedi, a parte i
puritani religiosi
si è insinuata una generazione che ha portato si
libertà
sessuale e della persona per la donna, ma spinto anche la gente a
pensare che più i tuoi attributi naturali sono mostrati,
esacerbati a volte, ostentati allora sei al top. Che la bellezza viene
confusa con sexy, ossia vestiti meno così da essere figa. Se
tu
non ti vesti in questi modi se vai in certi posti dove ti aspetti
classe e begli abiti, vedi tette, culi, cosce e altro mostrati e messi
su un piatto, perchè così fan tutte e con i
social la
cosa è peggiorata, non sei qualcuno. Io non sono puritana,
per
me le donne devono vestirsi come gli piace ma un conto è
vedere
un bell'abito e volerselo mettere corto perchè in una
società corretta puoi vestire corto e apapri comunque una
bellzza travolgente. NO. Tra reality, influenzer e persone che non
valgono niente, se non per foto fatte in modo strategico per apparire
meglio e doti naturali sfoggiate per avere ciò che si vuole,
la
gente va mezza nuda, ubriaca, drogata, aspettandosi di essere bella,
bella, bella da far paura, ma fa venire lo sgutter. Sono io, ma i corpi
nudi o mezzi non mi piacciono, anche con i costumi da bagno, poco ci
manca che le donne fanno nudismo! ma sono io, non mi piace l'aspetto
nudo dei corpi, preferisco qualcuno ben vestito che risalta il suo
fisico, allora si, che gente con tutto al naturale aspettandosi di
avere considerazione e apparire fighi e avere gente al seguito con la
lingua di fuori. Non sono all'antica ne altro, ma come non posso vedere
me nuda, non mi piace il corpo di chiunque nudo come apprezzamento, mi
è indiffernete. Guardo e mi chiedo perchè la
gente sbavi
così appresso a una donna che sfrutta e usa certi elementi
del
suo corpo per propri fini, e donne che cadono in ginocchio di uomini
basta che siano muscolosi e giovani. Mah!"
"Aspetta... quindi
quando in mezzo
alle rovine e con i ragazzi urlavi che erano ridicoli, e gli ridevi in
faccia era per questo? A te non fanno nesuna reazione ma sono ridicoli?
Non era perinfilarti apposta nei bagni?"
"COSA?!?" lo
fissò sbalordita
"Allora no... loro
pensavano che lo
facessi apposta per farli vergognare, fargli venire i complessi e
guardare uomini nudi con quella scusa... questa è bella!"
esclamò guardandola prima sorpreso e poi ridendoci su, per
poi
smettere di ridere vedendola parecchio infastidita.
"Dimmi chi è
che si inventa
queste cos...No! Lasciami indovinare! Un certo naso a becco di
pappagallo con i suoi scagnozzi! E' lui, sicura, mi ci gioco i miei
orologi!"
"I tuoi orologi?"
"La mia collezione di
orologi
meccanici scheletrati. Non valgono quanto quelli di milan... per
niente" disse tra sè con un'espressione strana "ma sono
pronta a
giocarmeli che è lui l'artefice di ogni pettegolezzo. Mi
spiace
dirlo, ma a meno che non abbiano idee complottiste, molti uomini non
possono esserla presa per quelle due volte che sono andata a
strigliarli negli spogliati. Che vuoi che sia, come se fossero gli
unici ad avere il gamberetto con le noci! Solo perchè per i
miei
dati biometrici sono nata del sesso opposto si pensa solo due cose, o
sono porca perchè li guardo con sufficienza se sono nudi o
voglio che si sottostimino per... solo gliimbecilli possono pensare
così, dopo che io ho fatto casino per le loro stronzate. Ho
solo
pensato che in un momento diciamo del genere, fosse il migliore
perchè nei loro cervelli bacati si insinuasse il concetto
che
volevo sbattergli sul muso! A volte sono più i momenti
chiave
che fanno aprire le orecchie che il resto. Poi arriva Alaric e
diventano tutti complottisti..." scuotendo la testa con aria schifata.
"E come mai tu invece
hai, come si
dice... aspetta. Ah, i complessi nel vederti nuda? Quella volta che
Alaric fece casino nella laguna hai cercato di coprirti. In
mezzo
alle macerie per toglierci lo schifo dellef ogne di dosso sei andata
fuori di testa...:"
"Non sono andata fuori
di testa. Ho
solo mostrato indignazione sul fatto che mi sei piombato alle spalle
senza fare rumore mentre mi pulivo. Cazzo se faceva freddo! E tu appari
come i fantasmi chiedendomi pure cosa stavo facendo! NOn...."
"Ero sorpreso, non
capivo cosa
facevi. Poi però l'altra sera per l'invito di quel tizio ho
capito! Ho visto l'anello, ho riconosciuto davvero quei movimenti e ho
collegato. Non mi aspettavo che quella persona fossi tu, a vederti non
sembri affatto una che ama ballare quella cosa tribal, AST o..."
"Ats! Mi piace. Per me
è
natuale e... ma perchè devo parlare con te di queste cose?
Bah!"
si lamentò alzandosi e sgranchendosi
"Siamo amici, non
è naturale?"
"Amici? Io e te?!?"
chiese lei con le braccia alzate, fermatasi dallo stretching per
guardarlo
"Non siamo amici?
Parliamo adesso
e... beh, risolviamo. Io sono Gask, piacere..." allunga una mano verso
di lei per salutarla, ricevendo in risposta uno sguardo come per
dire-mai
stai a dire sul serio=""-
"Ok, tentavo..."
continuò lui
alzando le mani come a giustificarsi "... capisco che per quel che
è successo quel giorno..."
"per quel che
è successo! Capisci cosa hai fatto perchè ti
sembrava...?!?"
"Ho chiesto scusa, ho
cercato di fare capire a te e a tutti che non volevo nulla di
ciò che è successo e..."
"Si, si lo ripeti
sempre. Ma come
faccio a sapere che davvero tu non sei come tutti quelli a cui abbia
fatto un culo quanto un secchio, perchè erano solo feccia!"
sputò lei fissandolo, facendo un gesto con pollice e indice
per
indicare un grosso cerchio.
"Avevo immaginato,
parlando da quel
momento a ora, che avessi valutato chi sono. E' questo che pensi e
insegni agli uomini, no? Dici sempre che-si
fa subito a giudicare soprattutto dalle apparenze e dagli atteggiamenti
ma non possiamo sapere cosa una persona veramente o si porta dentro
solo per maglia gonna corta un giubotto borchiato barba lunga uno sotto
depressione che vorrebbe morire ed è visto come debole tanti
stereotipi la religione le menti bacate hanno portato=""-. Non
è cosa dici?"
Kianta strinse la
mascella,
fissò l'acqua placida e qualche animale che andava
a bere
là senza paura ormai, erano abituati agli umani e d'inverno
li
sfamavano o mangiavano dalle loro mani.
"..."
"Spiegami almeno
perchè ci
siamo ritrovati a scornarci in mezzo alle rovine, di un casino creato
da due generali che si odiavano, per avere una conversazione come
quella dell'ultima settimana, dal giorno ad adesso. Non ho mai capito
perchè mi odiassi. Jd diceva che era solo per il mio lavoro
prima, e posso anche capire. Di cosa ho combinato, capisco benissimo
questo, però credevo di aver dimostrato come con tutti chi e
cosa sono in realtà. E invece mi evitavi e odiavi che..."
"Non volevo ammettere
certe cose. Tutto qui..."
"Ammettere cosa?"
"Perchè ti
interessa tanto parlare con me?"
"Perchè da
quel giorno che sei
venuta e... come hai detto poco fa? Hai voluto fare il didietro del mio
Capo come un secchio...."
"largo, come un
secchio..."
"Si, l'avevo capito. Eri
l'unica
donna che era apparsa, sola, per affrontarlo e che aveva la faccia
tosta e le palle più di tutti i suoi oppositori di..."
"Mi stava sulle balle
che tentasse di
fregare Milan, e visto cosa avevo sentito, volevo vederlo con i miei
occhi. Poveri i miei occhietti!" fece, portandosi le braccia sugli
occhi in gesto teatrale di orrore "Quella arancina a punta con le
zampe... un'arancia di cacca con un uovo al posto della parte sopra..."
"Non so cosa siano ma..."
"Quelle palle panate e
fritte con vari ripieni. Si che li hai mangiati!"
"Ah quelli, allora con
la punta parli di quelli... con la carne? O erano spinaci?"
"Qualunque ripieno hai
mangiato,
quell'uomo era un'arancina semovente di sterco, con la punta che si
fongiava a uovo che avrei voluto buttar giù con tutta la
sedia.
Nenache Milan ha una sedia, o meglio trono, così pacchiano
da
far male agli occhi!"
"E tu odi le cose dorate
e come quelle che ci sono in quel Trianon" ridendo
"E basta con quel nome!
Ha il suo. Se trovo chi è stato..."
"non vuoi saperlo,
fidati"
"Ah! La mutazione da
uccello a imbecille, vero? ora capisco. Ancora lui!"
"Cazzo, Jd mi uccide"
accigliandosi
ma la vide di profilo ridere e quindi continuò a parlare
"Comunque ricordo che fui chiamato perchè dovevo essere
presente
per quell'ospite inatteso che aveva abbattuto una porta a calci..."
"Bubbole! HO solo
sbattuto la porta
un pò troppo forte sul muro, mentre volevo scotennare lo
stronzo
che non mi faceva entrare, pretendendo che aspettasi fuori! E chi sono,
il postino? POrtavo messaggi ma non a mano..."
"Mhpfff!" vedendosi
guardato male da
lei, che avev asolo mosso gli occhi verso di lui "Comunque, quel giorno
stavo scednendo e poi ti vidi làsotto, parlavi a quei due
come
se volessi staccargli la faccia a morsi, e li guardavi come fossero
fango per terra su dove dovevi camminare. Era uno spasso. E poi..."
"Si, ma il punto
è che non sei
stronzo come mi ero impuntata prima, ma cosa mi dice che posso fidarmi
di questa... amicizia?"
"Credevo anche quello
che mi hai
detto di Lei facesse parte del cambio di opinione su di me. Milan si
fida di me, ce la intendiamo come fossimo amici da sempre. Non ti
basta?"
"per lui sei come un
fratello di
primo sangue, ma non con me! Cosa mi dice che tu non abbia secondi fini
e non ci ucciderai tutti nel letto? Non mi fido di quel rimasuglio di
rosticceria avariata, e stranamente tu sei qui per tua decisione,
affermi. Ma quello stronzo è lì dovè
pee la sua
testa. L'intellingeza lo ha portato lì così come
lo
schifo che ha dentro. Non si diventa capi di traffici del genere se non
si fa l oschifo dello schifo. E sei venuto da noi così, per
tua
decisione lasciandolo bellamente a quella gente, che sapeva solo
mettere i fucili come fossero i loro attributi? Che pessimo modo di
usare quei cosi, tr al'altro... ma il punto è che fin
dal'linizio ho sempre creduto che ci fosse qualcosa sotto. Quel tipo
è come la triade cinese. Devi perdere e lasciare qualcosa
come
dimostrazione dopo anni e anni di schiavitù, per potertene
andar
via. E se te lo concedono. Cè gente che perde parti de corpo
o
elimina gente particolare, e tu vai via così?"
"NOn mi credi?"
"Anche noi non
permettiamo agli
uomini di andarsene, all'inizio come clausula per lavorare con noi ma
abbiamo... degli incentivi, perchè restino con piacere. Ma
anche
Milan non lascia andare la gente. Uno dei cartelli peggiori
al
mondo e per di più il capo, ti dice Ok, vai pure, ci
sentiamo.
Perdonami ma è da quando sei apparso là che trovo
strana
questa cosa"
"... Vuoi una risposta?
Prima dimmi
una cosa. Per quale motivo una persona vuole morire al punto da
desidarlo per anni, ed è felice che qualcuno come Milan
l'abbia
aiutata, decidendo però di... far nascere te, come dite. Per
i
veterani tu sei un'altra persona, sei nata qui eppure come Lei non ti
considerano come loro. Una miltiare tra militari. Non capisco..."
"Tu stesso non vivi
giorno dopo giorno perchè senza scopo?"
"In verità...
in verità
ho iniziato a cambiare idea. Non voglio essere l'unico in questo posto
a lottare per restare in piedi, senza davvero un motivo. Col Capo... a
lui devo la mia salvezza, ma mi sono reso conto che da quando siamo
venuti la prima volta, e la seconda da solo, cè qui qualcosa
mi
ha fatto capire quanto vuoto fossi e... Sono stato contento quando
Milan la prima visita mi trattò in quel modo, era come se ci
conoscessimo e... parlavamo senza problemi. Non mi era mai capitato e
quando mi ha mostrato la sua collezione di armi, era come dueamici in
un museo. Il suo modo di fare con me, non come uomo che lavora per lui
o guardia del corpo di un tizio che potrebbe essere suo nemico, non
credevo fosse possibile. E ho visto come quello che cè tra
me e
il capo è più freddo di quello che credessi. Lui
non mi
ha mai trattato come Milan ha fatto due sole volte che ci conoscevamo.
Da quando sono venuto con lui, ho lavorato per lui ma solo dopo aver..."
"..." vedendolo
fermarsi, come perso in qualche pensiero
"... Il modo in cui
vivete, vi
regolate, quello che ho visto in mezzo a gente che sono più
che
compagni d'arme. Provavo qualcosa del genere all'inizio, con i ragazzi
con cui mi misero per quel primo gruppo. Ma fu tanto tempo fa e mi
sembrò all'inizio come essere uno spettatore di qualcosa di
simile. E poi mi accettarono quando da solo ho preso quel vice
presidente e l'ho portato via eliminando quel gruppo che voleva rapirlo
per un riscatto. Tutti mi hanno fatto capire che non credevano fossi in
grado di farcela, solo, e che Milan mi mettesse alla prova"
"ma Milan non ti ha mai
messo alla
prova. Ha sempre contato su quelle voci e cosa gli hai trasmesso da
quando sei qui. Il fatto che tu abbia concluso l'incarico in maniera
brillante, con un pò di casino mediatico, ma salvando
quell'uomo
abbattendo come birilli quegli idioti, ti ha fatto passare per
quell'Egeo capace, di cui si parlava. Ti hanno preso per un tizio
bonario, casinista, alla mano, come un ragazzo non ancora cresciuto e
ti hanno integrato. A vederti normalmente non si direbbe che tu sia la
stessa persona addestrato da quell'uomo, famoso per il sangue freddo e
la capacità spietata di far male e fare piazza pulita con
ogni
mezzo, per essere colui che ne esce. Vivo"
"Ho sempre creduto che
esistere
significasse, come per la mia vita, eliminare per vivere io. Eseguire
gli ordini per continuare a stare in piedi. Dimostrare che sono
più capace e forte degli altri per meritare di vivere.
Questo mi
era stato inculcato, che il mondo è una giungla feroce e
spietata, come chi vi vive, e che per sopravviere bisognava essere
forti, furbi, spietati e bruciare ogni cosa in noi per emergerne
vincitori, e vivi. Poi con il Capo ho deciso che avrei fatto
quanto potevo per chi mi salvò. Ma... con Milan ho
visto
invece che esiste un altro mondo, oltre la giugla. Il male di quel
mondo in cui mi avevano gettato esisteva, esiste, ancora. Ma
cè
possibilità di un tipo di vita diverso. Mi avevano detto che
la
mia vita valeva il tempo di un soffio, che poteva durare pochi attimi o
anni, ma dipendeva da me. Cèrano volte in cui sarei stato
felice
di essere ucciso, perchè quella vita non mi piaceva ma...
cèra sempre qualcosa ce mi faceva agire per sopravvivere,
per
tornare al campo e capire di star ancora respirando. Non capivo se era
solo la selvaggia forza di sopravvivere di tutti o io che volevo vivere
e lottavo contro quella giungla. Ma ora... ora ho visto persone che
bruciano per un ideale, per una volta giusto, per dei sogni, dei
progetti, desideri... QUalcosa che io non avevo e non pensavo. Vedevo
la gente morire perchè volevano togleire di mezzo il capo,
per
tradimenti, perchè facevano il doppio gioco e molto altro.
Eda
quando sono con lui ho sempre creduto che il desiderio della gente
fosse guadagnare, essere ricco, vivere nel meglio possibile e vendere
beni, desideri, piaceri senza che vi fossero problemi. Invece
cè
qui molta gente che vorrebbe fare questo, quello, guadagnare si soldi
ma per avere il permesso di Milan di attivare un progetto,
un'occupazione che voelvano sempre fare o essere mandati
làfuori
per un posto che volevano da sempre. Ho sentito Nasa, Cia, Fbi,
comitati scientifici, astronomi e altri che non so bene. Sono partiti
da militari per motivi anche fuori dalla loro portata o dalla Raccolta,
e hanno scoperto di avere ancora quella possibità tanto
agognata. Quella forza bruciante che li spronava a stringere i denti e
aspettare. Ho sentito le storie di molti e ho visto i loro occhi
adesso. Ricorndo ancora quelli dei miei compagni del primo gruppo e
quelli degli uomini con il Capo. Quello che cè qui, in occhi
di
questa gente, non è nulla di ciò che ho osservato
prima.
E mi son detto, anche vedendo Milan che vive come gli piace
indifferente al resto del mondo, che forse anche io potrei avere
qualcosa che mi invade come una forza per qualcosa a lungo termine.
Ancora però non ho ben chiaro cosa, credo..."
"..."
"Quello che non capisco
è cosa
ha portato una persona che ha aiutato Milan a migliorare questo posto
a... morire, desiderarlo così tanto da ringraziarlo. Jd dice
che
l'ha ringraziato prima di andarsene, dicendogli che per una volta
qualcuno le voleva bene così tanto da darle qualcosa che la
rendesse felice. Mlan mi ha detto, anche se non era felice di parlare
di lei, che neppure un cavallo che le piaceva come razza, la collezione
di orologi, di gemme e minerali, le escursioni sott'acqua e tanto
altro, le hanno permesso di sentire come me e altri il desiderio di
continuare nonostante tutto. Anzi a volte ad avere quelle cose le
veniva male al petto, come un qualcosa di dolceamaro che la buttava
giù e non capisco..."
"La sua
infelicità era una
sorta di accumulo di tante cose..." iniziò lei
accovacciandosi
con le braccia sulle ginocchia a osservare dei cervidi che erano giunti
ad abbeverarsi, e cercando qualcosa nelle ceste agganciate agli alberi
che d'inverno o appena iniziava il freddo erano pieni di cibo per loro
"...nonostante mostrasse e urlasse chiaramente il suo mal di vivere uno
stile di vita non adatto a lei, che la ingabbiava tra stereotipi e
menefreghismo, chi le stava intorno fino a quando no
nincontrò
Milan, non fece nulla per lei. Doveva andare via da quell'ambiente
prima, ma ogni cosa accadeva affinchè non vi riuscisse e
accumulò, riempì come una pozza tutto dentro di
se,
così tanto, e per troppo tempo da finire per frammentar ela
sua
personalità. Tutto ciò che cèra di
positivo,
felice, gentile, allegro sparì. Tanto che vedendo che no
nsorrideva più, non rideva più, non era
più
serena, le veniva detto, obbligato con rimproveri e punizione di
sorridere e apparire felice davanti alla famiglia. Mentire e mettere
una maschera. Finchè non ce la fece più. Essendo
diversa
come modi di pensare e gusti, la gente la allontanava. Lei aveva
già una mentalità di ruoli, posizioni e
comportamenti che
alla nuova società non piaceva. Nel senso che intorno a lei
vedeva persone trattare come non avessero considerazioe professori,
persone in divisa, presidi e amminitratori sia a scuola che in luoghi
dove ha lavorato o studiato. E molte volte senza vero motivo. lei
stessa aveva studiato, aveva titoli di studio due volte superiori a
quelle-persone per bene=""-e
veniva trattata come
spazzatura. Non veedva rispetto, educazione, considerazione dell'altro,
empatia, condivisione e aiuto. Tutto per se e per la famiglia, gli
altri sono feccia. Una votla ad alcuni colleghi si lamentò
che
verso superiori, professori o altre persone non vi era
rispetto e
trattamento come doveva esserci per il ruolo dell'altra persona. I
pratica..."
"NOn era rispettata e
trattata come meritava, quindi"
"Non era solo questo.
Per quella
società là fuori devi essere come si aspettano da
te. E
se hai soldi fai parte della società, altrimenti sei un
reietto
e un rifiuto pure umano. NOn importa cosa ti ha fatto cadere o quanto
soffri o stai male, se non sei come la gente si aspetta, sei niente. E
tutti i ruoli, le posizioni sociali e il rispetto di conseguenza che
avevno le perosne una volta, dopo aver sudato sette camicie e
avevano raggiunto qualcosa , ora sono sempliceemnte trattati alla
stregua di una sorella o un fratello senza dare del Lei, aggredendo o
rimproverando la persona senza badare a cosa è e le sue
competenze. Questo ovviamente inteso per figure professionali e
lavorative che negli ultimi decenni da una buona posizione sociale
è diventata quasi a livello dei netturbini. Tranne avvocati
e
imprenditori arrivisti che hanno soldi e potere, tutti gli altri non
valgono più nulla. Uno specialista, un ingegnere, un docente
di
qualsiasi livello, dottore, e via dicendo si vedono pure sputare in
faccia, mostrando come anni di sacrifici, studi, impegno e
forza
interiore non servano a niente perchè sei solo ormai solo
forza
lavoro sfruttata dall'alto e trattata da schifo da tutta l'altra gente.
E parlo di gente per bene che viene trattata così. E ormai
non
è più ammirata, persone di cultura e
che sono la
chiave del funzionamento della società snobbati
per gente
che si denuda, ha soldi, attori e cantanti per cu ifanno di tutto.
letteralmente. E così si vedeva passare avanti da gente
arrivista, che non era al suo livello, che divideva il lavoro con gli
altri e si prendevano ognuno l ostesso merito e punteggio del suo,
avendo lavorato da sola mentre gli altri la metà o meno. A
volte
anche prendevano di più. Aggiungi che non piaceva alla gente
perchè non amava e no nvoleva mentire e apparire cosa non
era,
che volevano cambiarla fin da piccola, che pretendevano anche con la
scusa della colpa, con i sensi di colpa per cosa gli altri dicevano di
fare per lei e... la sua famiglia viveva solo pe la famiglia. Non
ricevevano e ne incontravano nessun altro. Stavano sempre a casa, soli.
Odiò i suoi compleanni e poi non li considerò
più
prorpio a causa dei casini che nascevano per le festicciole. Tra
parenti cèra sempre tempesta e sia prima, durante che dopo
sempre urla e risentimenti per cose dette, fatte o regali sempre verso
di loro, orribili e di pessimo valore. Non amò mai un
compleanno
e quello dei diciotto anni fu un incubo, per cui decise che no nvi era
nessuna cosa da festeggiare..."
"..."
"non cè nulla
da festeggiare,
diceva. E' solo spreco di tempo e si energie per mascherarsi e
sorridere, falsamente. Dandole i regali le dicevano chefarglielo,
facendoglielo passare come un peso, per dirle poi in altre occasioni
che per lei avrebbero dato tutto. Ma volevano cambiarla, dirigerla,
farla andare come voelvano loro, che si aspettavano, e che restasse
sempre tra le loro gonne e sotto l'ala, come si dice. ogni riunione di
famiglia era una coltellata nell'anima, ogni volta che compravano una
torta di compleanno volevano che sorridesse e facesse foto, e
la
trattavano malissimo se non riusciva ma avrebbe voluto solo piangere.
Noonstante la malattia doveva lavarsi come dicevano loro, facendole
perdere non solo più tempo ma facendola soffrire di
più
per la malattia per tutti i movimenti eccessivi che doveva
fare,
solo perchè con la doccia si faceva troppa acqua a terra,
perchè due soldi per una tenda che stesse ferma nulla. E
così inventò la tecnica delle tre spugne, ma solo
lavarsi
fu un tempo assurdamente lungo, doloroso e inutile ma non si poteva
cambiare. Ogni cosa era al risparmio così tanto
che le
pentole erano inusabili, senza manici perchè rotti o ogni
rubinetto da pochi soldi perdeva dopo solo qualche mese e lei urlava
che sprecavano acqua, a causa di quella che fuoriusciva da
ogni
parte, e quindi perduta. Ed era il minimo. Tutto non funzionava,
nessuna logica e organizzazione nel frigo, dispensa, tenere le cose in
ordine e se si azzardava a proporre qualcosa per migliorare le
disposizioni e le facilità d'uso, veniva trattata malissimo.
Meglio usare secchio e mocio a spaccarsi la schiena che una
lavapavimenti a vapore più igienico dei prodotti chimici.
Avevano modi di fare discutibili e la obbligavano a fare come dicevano,
anche se come per la doccia, era solo una peggiorazione delle sue
condizioni... poi era sempre sola, distrutta, abbandonata alla sua
disperazione, ma tutti pronti a urlare e rimproverarla se nno
si
sposava, se non figliava, se non era nei modi che volevano. Sempre
ingrata, sempre vergogonosa, sempre immeritevole le dicevano. Finch
tutto in lei non si spense..."
"..."
"Voleva una nuova
rinascita ma
sarebbe stata giusta tempo prima, molto prima che si frammentasse.
Nenache cosa le aveva garantito Milan per l'Accordo la rendeva
felice, ma la portava in uno stato inqueto. Se si fossero
incontrati prima, lei non avrebbe continuato a stare così
male
da volersene andare e io non ci sarei. Una sua amica, amica nel senso
che fu una dei pochissimi dell'ultimo periodo della sua vita le disse di-non
guardare con invidia chi ha pi di te non le apparenze sei una che
giudica su questo lo fare=""-.
Ma sbagliò a dire ciò perchè lei non
invidiava,
provava solo odio per chi l'aveva trattata come niente, bullizzata e
sbeffeggiata, mentre li vedeva per strada. lei doveva andare
dai
dottori e loro seduti ai bar a ridere e schrzare e mangiare con altri.
O a comitive. O veniva a sapere di loro che erano stati visti in quella
cornetteria, pizzeria, ristorante. O li vedeva dalle foto sui social e
voleva solo bruciare quella feccia nell'inferno che avevano creato per
e in lei. Aveva sofferto tanto che non voleva andare a scuola solo per
quella gente o certi insegnanti, le veniva paura di
sbagliare,
creata dalla sua famiglia a furia di dirle che era solo incapace e
inutile, e gli altri erano migliori. E se la
fissavano,
rallentava e giù di giudizi. Lei che era corretta e
seria,
veniva calpestata da quelle che definiva puttane, non le prostitute ma
esseri con tette e vagina che si divertivano a sparare fuoco amico su
altre senza vergogna o considerazione. Scavalcata, vedeva gente
nullafacente e sfruttatrice dove prima cèra lei e l'odio
aumentò. Quella amica, Zay, la frammentò di
più
con quella frase. lei non invidiava, urlava di rabbia sul fatto che
avesse vissuto praticamente ninete.Questo cè scritto nei
resoconti e dalle parole di Legeia"
"..."
"Guarda chi ha meno,
sentiti fortunato" disse Kianta di colpo con tristezza
"Capisco" disse gask
gentilmente
"SOlo obblighi,
sacrifici, male amaro
inghiottito e mai digerito, mentre quella gente passava il
tempo
tra altre persone, accettate e ben volute. Vi fu una stronza, Anna, che
era alle medie una vergogonosa maleducata e orribile, eppure
insegnanti e molti compagni la trattavano bene e consideravano, mentre
Lei veniva sempre vista come scema, stupida e da emarginare. Non
capì mai perchè la gente vergognosa e schifosa
vivesse
e lei dovesse rompersi dentro giorno dopo giorno. Non vi era
luogo dove cosa era, e chi era, e gente che poi non
meritavano neanche un briciolo che ciòche avevano
stavano
tra gli altri. Mai quel giusto rimorso che nasce sbagliand avevano,
diceva. Non si erano mai pentiti ne altro. Ma anzi sparlavano opi di
lei come fosse chissà che persona. Quando invece quella
più normale si sentiva lei. Tutta quella ipocrisia, mancanza
di
fiducia verso chi consideravano diverso, le maschere, le
recriminazioni, bullismo, ineguaglianze... Ha passato la sua vita
praticamente sola, nella sua stanza a leggere, imparare, giocare e fare
tutto, odiando le persone per la scuola e il lavoro. Lei, che
trovav aingiusto cosa dicevano i suoi, ossia che tutti sono stronzi e
scemi e solo loro i giusti. Che gl altri andavano tenuti
lontano
ma valeva solo la famiglia. Lei non credeva che fosse così
ma, crescendo, imparò su di se quanto la
società
fosse solo marcia. E così odiò. Così
si recluse.
Divenne come quasi una Hikikomori, e a volte si paragonava a Giacomo
Leopardi e al suo passero solitario. Che fosse dalla finestra o quando
usciva, lei vedeva la gente vivere, mangiare, fare cose e stare tra gli
altri mentre lei osservava. Tutto sulle sue spalle però
sacrifici e ogni cosa della vita ma senza nulla di bello. la famiglia
la voleva stretta a se, mai lontano diceva. E così lei si
ruppe
e morì dentro piano piano, finchè non
divenne la
persona cinica, fredda, vogliosa solo di vedere il dolore nella gente
schifosa e che meritasse il peggio del mondo. Milan arrivò
troppo tardi. In lei vi era solo tutta la tristezza del mondo..."
"..."
..."Le veniva da
piangere nel vedere
in tv la notizia di quell'anziano pensionato che aveva così
poco
come pensione, che dovette sedersi per strada con i suoi
libri e
venderli, per avere i soldi per mangiare. Quell'uomo spendeva solo sei
euro al giorno alla mensa, con quella cifra lui mangiava per tutto il
giorno, non poteva comprare altro perchè era il calcolo al
mese
ed era dimagrito sedici chili. E peggiorava perchè non aveva
soldi, se non per le tasse o finiva pure per strada. O
quell'uomo
di un altro paese, così povero che doveva caricarsi cento
chili
di sacchi indosso, e consegnarli ai negozi per una manciata
di
soldi che bastavano per delle cipolle per sfamare la famiglia. CIPOLLE!
E quando Lia se ne lamentò con la sua famiglia,
perchè
secondo loro erano i poverelli di tutto il mondo, gli urlò
che
potevano almeno avere una casa e i soldi per mangiare, gli
parlò
del video e loro semplicemente le dissero che erano felici che lui
potesse sfamare la sua familglia. Quella risposta le fece
così
male che urlò un-ma
che cazzo dite ma lo avete visto quell'uomo pareva un vecchio portare
quella roba pi pensate di lui da fermarsi tante volte per riposare solo
e questo ogni giorno cipolle=""-E
come aveva già capito, molte cose comunque non sarebbero
cambiate nella società, se ancora così nella sua
fmaiglia
che altrove i poveri erano tutti ladri e furfanti , e tutte le donne
costrette a prostituirsi solo poco di buono, pronunciando la
parola prostituta come qualcosa di orrendo come lo sterco. E tutto
ciò di orribile che dicevano nel loro amato modo di sparlare
degli altri, di chi lasciava famiglia e tutto, li madnava a
fanculo e se ne andava per trovare la propria strada. Comunque sarebbe
andata, pensava lei, avevano provato e li rispettava. Ma per la sua
famiglia erano una vergogna ed erano feccia come i delinquenti e
prostitute. Mentre invece lei pensava con tristezza ai poveri che per
campare in un modno di apparenza e soldi , che sono più di
una
laurea e capcità per la gente, finivano per fare certe cose
e le donne, tutte, erano costrette in vari modi a svendersi
anche
tramite cam, pur di guadagnare. Ovviamente quelle che ne avevano
bisogno, non le altre. lei vedeva cosa cèra dietro e le
dispiaceva per tutti. E sentire quell'amica dire certe cose,
dopo
cosa le era stato fatto e lei era nello schifo mentre gli altrivivevano quel
poco, quel solo poco che voleva...
la portò ad odiare anche loro. E restò sola del
tutto.
Sola in quella casa. Sola e basta creandosi un mondo suo, nato dla
dolore dove scappare. Mentre sapeva che quello reale non sarebbe
cambiato..."
"..."
"Vorrei regalarti un
mondo diverso,
che ha fatto la pace con la sua crudeltà. So la
sua
massima sul mondo che deve rinascere dalle sue ceneri. E fu
così
che non vi fu mai nulla di così felice da tenerla forte
abbastanza per voler continuare... E Rò, conosciuto prima di
Zay
e mandato al diavolo poco prima di restare sola del tutto,
peggiorò le cose, tantissimo. E in lei cambiò
anche
quella parte..." pronunciò amaramente Kianta guardandosi i
piedi.
"Chi è
Rò?"
"la ragione per cui si
allontanò del tutto dalla gente e Zay e Ric, le uniche due
persone con cui parlò prima dell'isolamento, prima di
barricarsi
in un isolamneto voluto, questa volta. Voleva spegnersi da sola,
soffrendo meno che in mezzo alle perosne che sapevano solo recriminare,
accusare, colpevolizzare e buttarle addosso tutto ciòche
potevano, rompendola. Rò fu la persona che la
portò a
traumatizzarsi tanto da schifarsi del contatto con la gente e portarla
aquel'isolamento volontario, senza mai capire cosa fece. Non lo
comprese mai, come gli altri non la scoltò mai nonstnate
dicesse
e spiegasse, per lui era lei che non dimostrava il suo affetto. E non
comprese mai... Anzi, l'accussò di non trattarlo come
voleva, di
non volergli bene perchè no nsi prodigava a fare cosa
voleva, e
così lei odiò ancora di più e
restarono solo due
persone. Ma anche Zay e Ric la fecero sentire peggio, affermano senza
volerlo, ma era così distrutta e stufa di dover sempre fare
tutto per gli altri , per non farli indispettire e offendere,
che
rimase sola. E poi venne quel giorno con Milan"
"... ma per quanto
riguarda Lei,
Rò è morto!" finì Legeia, alzando un
velo da
dietro e tirandoselo sul viso, seppur portasse una maschera e si
voltò, dando le spalle al laghetto.
"Quel gesto non
è uno di quelli per i morti?"
"Si, per Lei le persone
così
orribili meritavano solo l'etichetta di morte e dimenticate,
e
così come i morti, non si dovevano vedere. E Così
si
voltava, non si velava la testa, come facciamo qui,
è da questo che è nato quel rito, in una
discussione o di
fronte quella persona, per intendere che essa non andava guardata
perchè come i morti, non esisteva più. E quindi
non
merita nulla, se non di sparire in tutti i sensi. Dovresti
ormai
sapere che qui è come un esilio o una dimostrazione di grave
offesa e onta pubblica che..."
"Si ho capito ma... cosa
ha fatto questo Rò per peggiorare la situazione?"
"Ha preteso. Ha cercato
di obbligare,
per davvero anche fisicamente e quei due episodi hanno portato alla
fine della sua fiducia anche verso gli uomini. L'ha portata alla
disperazione in sole due ore quell'ultima volta, e
non ha
capito, non ha visto e lei è caduta col didietro ancora di
più nella melma. Si è rotta di più e
per lei
qualsiasi vicinanza di un uomo, era solo una cosa. Fu
così
che si isolò, ma i lgiorno che conobbe Jd e Milan
pensò
di avere fortuna. Che finalmente potesse andarsene. Seppur con quella
paura dopo Rò, strinse i denti e si comportò come
se loro
fossero come e lei, come se non vedessero una donna... ma per come era
fatta iniziò poi a sputare negli occhi di chi faceva della
propria esistenza un... niente. Pretese una cosa dall'Accordo con
Milan, visto ci teneva tanto e... se ne andò con la
soddisfazone
che nonostante tutto quanto, nonostante le parole di Rò, lei
no
nfosse stata di nessuno, perchè no nera un oggetto
da
possedere, o avere solo per quello. Scaricò tutta
la sua
rabbia sui pedofili, stupratori, liceali e universitari o collegiali
che erano accusati di determinate cose e versò in
loro,
tutto ciò che provava per chi le aveva fattodel male.
perchè il suo dolore lo provassero anche altri, che
però
meritavano per cosa avevano fatto. E per Rò, la sua rabbia e
rifiuto di quello, divenne l'incubo di gentaglia che
meritava..."
"E io che credevo alle
discussioni
degli uomini, che stava con Jd" domandò di colpo
Gask
voltandosi a guardarla sorpreso
"COSA? Ma che dici!
ANcora!" rispose di rimando lei furiosa, con una faccia come se volesse
dire mai, mai ma.
"Nein, Nein, Nein"
apostrofò Legeia rivoltandosi e scuotendo la testa con i
ricci boccolosi.
"ma... io avevo avuto
l'impressione che... ma sono andati sul treno isnieme..."
"Ma te l'ho spiegato!
Che cavolo
dici, lei non ha mai provato nulla in quel senso per nessuno e se non
era una cosa che veniva da lei, non ha mai voluto nulla. Peggio dopo
Rò, proprio per questo, rifiutò qualsiasi cosa.
Anche se
si fidava di qualcuno qui, non volle mai anche solo provare tnato per,
trovava orribile il contatto fisico e peggio la paura che... neanche
con Jd, ne con Milan..."
"Visto come molti hanno
trovato i
compagni con la nuova sezione femminile, affermano che... OK,
capisco. Ma è così anche per te?"
Kianta
sussultò, stringendosi
con le braccia di più, incurvandosi ancora e ancora con un
volto
quasi rabbioso "NOn capisco perchè ti interessa tanto! Anche
se
fosse, non dire ne pensare mai, MAI, cose del genere su me e qualcuno
come per Lei. Lei aveva i suoi motivi, io i miei. Con Jd... ma per
carità!"
"Ma le cose che
dicono..." ma di
fermò vedendola portare gli occhi, sol oquelli su di lui
"Ok,
quindi anche questo è falso, capito! Io ho sentito solo
voci,
non puoi pensare negativamente di me..."
"Allora, spiegami
perchè
cerchi sempre di parlarmi e di avvicinarti" urlò lei
rabbiosa
fissandolo come se volesse alzarsi e menarlo.
"Bhe, adesso volevo solo
darti
questo" porgendole una cosa, che lesse e si accigliò "Milan
ha
detto che voleva dare le parole a una canzone che stavano scrivendo i
ragazzi per le cerimonie, ma non gli piacevano le parole. Dovrebbe
essere una delle canzoni del Saluto. Quindi di Addio. Mi sono ricordato
di varie canzone che sentivo dagli uomini e il loro significato e... ho
pensato che andassero bene. Sono un'accozzaglia di frasi che ricordo,
ma magari quelli che stanno componendo possono riusarle per un nostro
Addio." alzando le spalle con noncuranza. Kianta prese a leggere.
Quando la fine del
tempoi inizia a chiudersi, asciuga le tue lacrime fredde. Sentirai i cori degli
angeli,
la luce splenderà al tuo fianco, il tuo cuore
sarà una
danza nel vento, come una melodia immortale, estendendosi in perpetuo. E nel silenzio del
paradiso un
giardino troverai, dove finalmente riposerai attraversando un
mare
di profumi di fiori e ascolterai questi salmi. La luna riparata
dall'oscurità, sussurra ninne nanne paralizzando chi
arriva a sentirle e cade in un sonno eterno Arrivederci amore mio,
Non tornerai,
ora sei al di là del Terreno. La luce del mio cuore
riempirà il vuoto che ti causa arrivandoti prima che voli. Nel silenzio del
paradiso, vi è ora casa tua, dove si trova la luna. E alla fine sulla Via
Lattea una nuova vita ti aspetta. E la tua rinascita Il tuo cuore si sta
fermando portando via i ricordi, le dita tremano e riesci a sentire
questo cielo incolore. In lontananza puoi udire
dolci voci e spero arrivino ai tuoi occhi chiusi i miei gesti d'amore. La pioggia batte sul tuo
corpo ma un calore ti aspetta. Verso
l’infinitamente distante luna, con l’eco di questa
melodia per l’eternità. Toccato dalla punta
delle dita, sentirai l'ultimo mio gesto d'affetto. Sono piccole gocce di
luce in un mare nero. Alla fine di un sogno,
desidero solo rivedervi. Per favore, lascia che
duri in eterno da una lontana ma avvicinabile spirale di luce Quello che cerco
è semplicemente una risposta felice Alla fine di un sogno,
desidero solo quello
"Eh... ho dovuto
faticare a capire cosa cè scritto, cosa..."
"E' difficile capirla?"
"ma tu l'hai riletta?"
gli chiese, indicando come la scrittura era irregolare e mal fatta
"... lo so... non so
farlo diciamo. SAi quando mi hanno preso e..."
"Non riesco a... finora
cosa hai fatto alle Lezioni? A cosa hai partecipato?"
"Ho ripreso cosa non
facevo da anni.
Sono migliorato e ho scritto quella. Se dici che scrivo male mi
offendo" facendo un broncio comico
"... tra gli errori e
alcune parti che ho dovuto decifrare ricordi molte frasi, posso
portarla ai ragazzi e vedere..."
"Allora va bene? Sono
stato bravo?" con un sorriso da orecchio a orecchio compiaicuto che la
lasciò un pò turbata.
"Calmati con questa
euforia, bisogna
vedere se riescono a farle accomodare con i brani, non è un
lavoro facile ma chiederò... basta che ti calmi con quei
sorrisi!"
"Sono contento, ho fatto
qualcosa di
utile! Non hai detto che è una delle cose importanti nella
vita
di una persona?" alzandosi "adesso però voglio che parli con
me
e mi dici perchè non possiamo essere amici"
Kianta lo
fissò, lei ancora
accovacciata e lui alzato. Rimase come a boccheggiare
sorpresa,
poi si alzò anche lei e domandò
perchè. Nessuno lo
chiedeva mai e tutti non volevano avvicinarsi a lei. Per quale motivo,
quale motivazione, lo spingeva a tanto?
"Perchè qui
siete tutti
diversi e ho deciso di cambiare anche io. Anzi, Milan dice che io non
sono mai cambiato, sono rimasto sempre all'ombra e basta. Ma mi sento
come carico più di prima, piùdi sempre,
e poi ho
visto che stai sempre sola, in disparte, non interagisci con gli altri
se non per amministrare le cose al posto di MIlan, e voglio
essere tuo amico. E poi ammiro Milan e poi anche te. Agisci
diversamente dagli altri. Io mi facevo spostare dagli altri mentre
adesso ho scoperto di poter e saper decidere. Sei tu che determini te
stessa, ho guardato come affronti le cose , alcunecome me, senza
accettare la sconfitta e non hai un solo desiderio ma molti. Vivi con
forza per tante cose. E io voglio essere così. Come te e
Milan.
Poi ho visto i ragazzi che vogliono fare tante cose, sudando e stando
qui ho capito che il lavoro fatto di persona fa comprendere quanto
valore abbia, qualunque esso sia, e cosa significa.Per questo voglio diventare tuo amico"
"Il tuo discorso
è un pò... aspetta! Hai detto che sono sola?"
"E' quello che sei. A
parte i
veterani e i pochi che ti aiutano nelle cose di loro
volontà, non ci sei mai nelle feste, la sera, in
tante
cose. E quando ti vedo sei appollaiata da qualche parte a osservare e
controllare. Il tuo atteggiamento è solo come Cane da
guardia di
Milan, e ho visto e ho sentito dagli altri che hanno paura di
averti nei gruppi perchè temono di essere giudicati, visto
le
tue rezioni a certe cose..."
"Come s enon sapessi
cosa fanno e dicono" rise lei con offesa
"Dimostragli che non sei
così
paurosa. Perchè Milan deve essere visto come il Leader ma
anche
uno di loro, che sta in mezzo a loro quando gli va, ed
è
ben accetto e tu no? perchè..."
"Ma possono esser fatti
miei?"
"Se è
così,
perchè sei triste quando sei sola?" osservando il suo
stupore
"lo vedo, vedo che faccia fai quando sei da qualche parte a osservare,
lontana. Jd, Alaric, tutti gli altri stanno in mezzo al resto dei
membri come amici nei momenti liberi o la sera, ricordandosi
però come è giusto il grado, ma... vivono.
Perchè
tu fai come faceva lei, come se odiasse la vicinanza della gente?
Eppure con quei quattro che sono venuti tempo fa, eri così
amica
che i ragazzi si sono stupiti, ma per paura di cosa puoi dire
e
fare non ti dicono niente..."
"Basta, se hai finito
vai a fare... cosa devi fare" voltandogli le spalle e infilando il
foglio in tasca.
"Perchè sei
così arrabbiata? perchè ti ho detto una cosa
vera? Io..."
"Tu non sai nulla di me,
eppure
analisi psicologiche solo da come ti sembro da lontano. Come tu hai
avuto la tua vita e i tuoi problemi, io ho i miei"
"Io mi sono integrato,
mi sento...
felice, si sono felice di essere con loro e cosa ho scoperto di essere
per qualcuno , che prima vedevo come nemici. E ho scoperto che nemici
generico come pensavo prima... ora ho capito cosa è una
persona
dafermare, rispetto a prima..."
"bene, sono contenta per
te, ti sei
integrato. Ottimo, parte dei tuoi problemi sono sistemati ma rest ail
fatto che la tua storia mi puzza sempre e..."
"Cosa devo fare per
convincerti che non sono venuto qui per chissà cosa..."
"perchè non
mi guardi mai, mai
quando dici queste cose, di questo argomento. Guardami negli
occhi
e dimmi, giurami, fammi capire che sei andato via, non si sa come, da
uno come quel tizio e sei qui per cambiare vita e BASTA!"
"E io cosa ottengo se ti
convinco?"
"Fammi capire, tu hai
bisogno di un
incentivo per... vuoi fare di tutto per convincermi, senza
una
prova che noncè nulla sotto, e vuoi pure qualcosa
in
cambio?"
"Si, sono sincero. Se io
ti dimostro
che sono qui perchè lo voglio io, che posso dire di essere
felice qui con voi, di aver scoperto che posso anche io avere scopi che
mi fanno vivere... se ti guaderò negli occhi e ti
convincerai
che io ho detto la verità, che sono qui per quello che ho e
posso dare, posso vivere... diventiamo amici?" indicandosi con un
pollice con una faccia così seria e determinata che lei
alzò un sopracciglio, rimanendo zitta per un pò.
"A parte che mi sta
vendendo il male
di collo perchè sei troppo alto rispetto a me...Se
riuscirai, se
ci sarà un momento in cui mi guarderai negli occhi e
capirò che sei stato sincero e tutto ciò che
dici, tutto,
corrisponde a verità, ti darò la mano e partiremo
da zero"
Le fece segno di assenso
con la
testa, la salutò e si avviò di nuovo allo
Chateau,
lasciandola sola a pensare. Lo vide sparire litigando di nuovo con il
verde troppo cresciuto e non curato, ridendoci ma tornando
seria.
Sussultò per dei rumor, i ma erano solo degli animali, tra
cui
alcuni cervidi di specie diverse che cercavano nelle ceste appese
qualcosa da mangiare.
"Ancora un pò
ragazzi,
l'autunno sta mangiandosi tutto ma avete ancora cibo prima di restare
con poco, e vi daremo qualcosa per l'inverno. Ma non fate la
carità, siete orgogliosi cervi e daini, per
carità. Non
infilate sempre il naso nelle ceste in periodi come questo. Questo
comportamento lasciatelo a certi umani..."
Si allontanò
e si diresse
verso le stalle, entrando e chiedendo se fosse tutto a posto.
Aiutò a sostituire il cocco da alcuni box e a strigliare
altri
cavalli e notò Lubo che tornava col suo cavallo da una
ronda, per le ippovie. Anche se un capitano, gli
piaceva
controllare di persona con i suoi le strade ogni giorno,
dividendosene alcune con altri gruppi, perchè nessuno si
intrufolasse e facesse scattare gli allarmi. Non era la prima volta e
sempre gente curiosa o ragazzi che cercavano posti dove fare roba
finivano nelle fotocellule facevano allarmare tutti. Era un luogo ormai
segreto, per modo di dire quanto possibile, ma dopo alcuni che erano
apparsi pretendendo qualsiasi roba, perchè
collaboratori o
ospiti in precedenza per accordi, si era preferito non invitare
più nessuno senza valido motivo. E restare quasi nascosti.
Così erano turisti che giravano per conto loro, ragazzini e
ragazzi in vena d'avventura, qualche ladruncolo e varia gente che
affrontava tutti i lati per vedere cosa cèra ai piedi della
montagna, tra due ali di boschi. O erano ladruncoli in
generale
che sentivano parlare della vecchia casa ormai abitata e quindi sicuro
uno ricco o gente dei paesini che sperava di avere fortuna. E le
ippovie, essendo le autostrade che usavano loro, zone
all'apparenza isolate e chiare indicazioni per qualche luogo abitato
nelle vicinanze, finivano adocchiate e seguite. Dopo due ore di lavoro,
Lubo le disse che aveva avvistato qualcuno a ovest e che era scappato
appena si erano mostrati. Nulla di serio, ma a volte ci
riprovavano con i telefoni e telecamere. E avendo regole feree per gli
uomini su dispostivi di registrazione, era tassativo non far riprendere
neanche uno scorcio da estranei, altrimenti finivano in rete.
"Sembri soddisfatto, non
dirmi che li hai inseguiti a cavallo"
"Io? Assolutmanete no.
Xerxes aveva
voglia di correre, ma non...." si interruppe per della
confusione
fuori, voltandosi verso le porte aperte "monta su, andiamo a vedere
cosa succede" la spronò lui, dandole la mano
perchè
salisse dietro, in uno slancio veloce per controllare.
In sella anche lei,
essendo uno Shire
non aveva problemi con il peso, seguirono le urla, che
venivano
dalla zona delle gradinate e per il vento erano arrivate
là.,
richiamando la loro attenzione. In pochi minuti furono vicino un
gruppetto che urlava e scalpitava, parlando come impazziti.
Per
farli calmare Kianta dovette urlare e quando si voltarono e si
accorsero di lei, chiese cosa accadesse. NOn era insolito che facessero
comunelle, casino, se liberi in quella zona solo loro, ma non
come in quel momento.
"Capo, non cè"
"E' sparito"
"Frank dice che ha
passato i cancelli"
"Si è preso
un sacco di roba lasciando la porta aperta"
"Ha..." dissero insieme
e con foga.
"OOOHHH!! Basta!
Silenzio! Uno alla
volta, che cosa succede?" chiese Kianta, ancora in alto dietro Lubo sul
cavallo, urlando per far finire quella caciara, lei odiava le urla
normalmente.
"Capo" le disse Kovacs
spostandosi
tra la folla "Abbiamo ricevuto notizia che il Capitano Gask si
è
allontanato senza dire molto alle guardie dei cancelli. Aveva con se
una sacca e ha solo detto che usciva. Uno dei ragazzi ha chiesto allora
al citofono per l'interno se cèra qualche affare fuori, per
sapere cosa dire alla ronda successiva e si è scoperto che
nessuno sapeva nulla. Che no nvi erano incarichi e che hanno trovato la
porta della sua stanza aperta e molte cose non cèrano, come
la
sua sacca preferita. E quindi non sappiamo dove sia, perchè
e
quando torna..."
Kianta fissò
la direzione dei
cancelli, iniziò a cambiare espressione mostrando paura e
allarmismo e scese come una indiavolata dal cavallo, urlando
che
le portassero Warden, ma quello come sempre era libero per i fatti
propri, che scorazzava in lontananza e lo chiamò.
Anche
senza redini corse verso di lui, visto che era addestrato anche senza e
con il cerchio e vi salì in groppa, dicendogli di andare
spedito, e sfrecciò verso i cancelli. Ma ormai
temeva che
fosse troppo tardi, era uno di quelli che sapeva sparire e non farsi
vedere e sacome fare certe cose.
Kianta puliva, in piedi
sul letto
nella zona vicino al muro, attenta a non finire nel piccolo passaggio
che vi era, gli scafalli e bacheche a riquadri che ospitavano la
collezione di minerali e gemme. Ogni settimana si impegnava a
controllarli e pulirli, anche per evitare che i ragni, che
sembravano proliferare da nulla, decidessero che-mh
, questo spazio tra questa pietra e il quadrato che lo ospita
è ottimo per la mia tana="">,
finendo per ritrovarseli a camminare sul muro vicino al letto, o peggio
sul letto proprio. Era già accaduto e lo odiava.
Ma i
ragni erano normali in un luogo come quello così
immerso
nella natura.
Lei non li uccideva e
sapeva che
eliminavano insetti e cosi fastidiosi, pappandoseli, ma in mezzo alle
sue cose, delicate come orologi o pietre, proprio no. Ma non si poteva certo
intavolare una discussione con i ragni sui limiti entro cui poggiare le
zampe e peggio tessere. All'idea assurda dei
cartoni per
bambini, dove gli animali parlavano con le persone e si
capivano,
rise. Capiva il concetto dell'intrattenimento per i bambini e far
passare l'insegnamento che anche gl animali sono esseri viventi,
soffrono e meritano considerazione. Ma se fosse stato
così facile,
non avrebbe dovuto controllare sempre se qualcuno di loro si infilasse
da qualche parte. E strano ma vero, non cèra prodotto che li
scacciasse che funzionava. Zero, pensò. Tranne qualche
repellente naturale che odiavano ma durava poco, appunto qualche giorno.
Prese ogni cristallo o
minerale con
cura con una mano e passò il panno elettrostatico che
facevano
loro per bene, quindi non esterno, rimettendo nel suo angolino il
pezzo. Per quelli più grossi sugli scaffali chiusi da una
teca
alzabile attaccata al muro, li prese con attenzione, spostandoli
unattimo sul letto, su una piccola tovaglia messa apposta e
rimettendoli pulizia fatta. Di solito puliva la
sera, ascoltando
la musica e rilassandosi. Con lei le pulizie funzionavano come modo per
stancarsi prima, oltre la lettura, e dormire subito per bene. Non
volendo nessuno nelle sue stanze, faceva tutto da sola e quasi nessuno
vi era mai entrato. Spostava la cesta della roba da lavare da sola,
facendola scendere con il piccolo montacarichi antico nella stanza
della servità a fianco le scale, scendeva in lavanderia e
lavava
lei stessa tutto con le macchine, quelle della saletta per le camere
del corpo principale, diverse da quelle del resto degli uomini nei
palazzi nuovi. Quelle lavatrici erano
solo per i
residenti del corpo centrale, Milan, lei e i capitani e per Kianta era
meglio così. Faceva lenzuola, tendaggi, abiti e tutto
ciò
che era lavabile. Poi caricava in una
bacinella lavata
e pulita dopo ogni uso, e li faceva mandare col montacarichi
nella zona dell'attico dove stendevano solo la roba dei residenti.
Quelle di Milan e di eventuali ospiti erano trattati da personale
apposito, tranne che per lei. Per pulire la camera
usava
lavapavimenti e aspirapolvere, usando scarpe apposite solo per il
salottino, altre solo per la camera da letto e riponendo quelle di
fuori nell'armadio a fianco la porta di entrata, sul ripiano prima di
un cassetto in basso, e sopra vi appendeva giacche e altro. Cambiava i tappeti ogni
settimana
appena lavava tutta la stanza, e si occupava di mobili e
finestre
la sera, prima di lavarsi e mettersi a letto. Faceva da sola e lo
preferiva, non le
piaceva che altri entrassero in un luogo così
privato, se
non erano suoi amici stretti. Anche questa cosa rarissima. Odiava entrare anche
solo nel
salottino con le scarpe di fuori, così come si cambiava
subito
gl iabiti e ne usava altri solo per stare nelle sue stanze e
basta, lasciando nell'armadio quelli utilizzati di fuori. Era detta una
mania anche di Lia, ma tale non era perchè era una forma di
pulizia e tranquillità. Per Lia e poi inspiegabilmente per
Kianta, tutto ciò che cèra fuori non doveva
entrare nel
salotto, e ben che meno in camera da letto e aveva saputo
all'inizio che Lia, aveva preteso che facessero così anche
gli
uomini. Stivali e abiti sporchi
in una zona
apposita vicino la porta, le tute che ricevevano per stare nelle
camerate o camere singole in base al grado per starci. Scarpe da camera
e mai per fuori, e per la doccia scarpe personali per evitare i soliti
problemi che sapeva in bagni e docce di piscine e palestre della
societàlà fuori. Il kit personale era ripiegabile
e
diventava piccolo con le maniglie e se lo portavano in doccia e
spogliatoi, e ormai erano abituati. Questi accorgimenti
avevano permesso un maggior controllo di germi, pulizia, comportamento
e...
Kianta si
voltò stranita per
dei rumori da qualche parte, quando le sembrò di non
sentirli
più, tornò a calare la parte superiore di quella
teca
semplice, chiudendo di nuovo i minerali sotto il
coperchio, e ammirò il lavoro. Per tutti i minerali
nuovi che
comprava o scambiava o altro, sia per se che per il mercato che aveva
avviato con alcuni uomini, si metteva di buona lena con bacinelle di
acqua e vari prodotti naturali, spazzolino da denti usato solo per
quello, e puliva tutti i campioni che le erano piaciuti così
tanto da volerli, togliendo terriccio e sporcizia, facendo uscire i
miracoli, quelli si che lo erano pensava, di Madre Natura. Era rilassante, qualcosa
che le
piaceva fare e aveva scoperto addirittura nascosti dalla terra dei
quarzi neri! ovviamente li pagò agli uomini, molti cristalli
li
scavavano loro in zone apposite, e se li accaparrò, ma non
fu
l'unico esemplare che nascondeva più tipi di minerali o
cristalli insieme. E seppur non fosse che una piccola collezione,
puliva ogni settimana ogni pezzo perchè desse il meglio di
se a
qualunque tipo di luce. Odiava le gemme
tagliate, tanto
care alle persone che si definivano normali. Lei preferiva le gemme
così come erano, solo levigate, evitando di tagliare e
rovinare
un grosso pezzo come facevano con i diamanti, che erauno una
frazione del pezzo originale, solo per fargli le faccette del cavolo
rovinando il resto. Una bella forma molata e i gioielli erano magnifici
uguali. E invece no! Lo stesso cugino del diamante blu di Milan, il
famoso Hope, erano stato tagliato così tanto d aver perso
praticamente tutto i lsuo peso e la sua bellezza, solo per le facette
di..., diceva Legeia quando rispondeva piccata.
Si voltò di
scatto
perchè sentì prima il segnale e dopo poco la
finestra
aprirsi, da oscchiusa, e vari rumori. Fece una sorta di girotondo con
le pezzuole in mano, pronta a incazzarsi con qualunque cosa facesse
rumore, per poi rimanere basita e confusa. Il segnale cèra,
ma
non poteva crederci!
"E tu ci fai qui!"
esclamò a
chi si affacciò, così colta alla sprovvista da
rimanere
di sale, in piedi sul materasso di lattice, incerta se prendere le armi
che teneva smepre a portata di mano.
"Sono già
tornato, ho lasciato
Milan in camera sua e sono andato dai ragazzi alle gradinate, li ho
salutati dicendo che ero stanco morto... e sono venuto!"
esclamò
Gask facendo un gesto tecnico incredibile per giungere dall'albero nel
vialetto, sotto alla struttura della finestra espansa, che
però in quel momento era nella posizione ripiegata, con la
sezione apribile accostata perchè quasi estate.
"Ma... non sapevo
nenache che tornavate, che siete atterrati, nessuno mi dice niente! E
poi non ho messo..."
"Calma!
Pulirò tutto, adesso
per favore fammi cambiare e lavare e ti racconterò tutto!
Così come sono entrato con gli abiti da fuori senza la
copertura
che mi metti sempre che poi tolgo, pulisco i l davanzale e la cornice.
Promesso! Ma stavi pulendo adesso?" le chiese, prima levandosi gli
stivali poggiandoli in una sistemazione apposita vicino la sedia che
usava solo lui, che stava tra il muro della finestra e l'altro armadio,
bloccandosi nel togliersi gli abiti.
"Visto che sapevo
tornavate domani,
ho prefeirto controllare che non vi fossero ospiti inattesi in mezzo
alla mia collezione, e devo ancora controllare gli orologi. Meno male
che metto sempre gl iasciugamani al completo nel mobiletto sotto il
lavabo. Il resto è dove lo trovi sempre, se ti serve
qualcosa
avvisami"
Gask si levò
tutti gli abiti
superiori rimanendo in mutande e canotta, e calze, poggiando sulla
sedia a lui riservata, quasi incuneata tra mobile e muro, che
ormai tirava fuori di rado.
"Si, mi cambio e
torno..." disse lui
avviandosi in bagno, si sent' il rubinetto, silenzio e poi come
correre, uscì veloce in canotta, mutante e calzette
soltanto, e andò spedito all'armadio di fronte il
letto,
vicino a lei, la quale si voltò sorpresa e lo
squadrò
mentre apriva le ante e rovistava dentro.
"Che fai..." gli chiese,
sporgendosi col collo oltre l'anta aperta, voltandosi alla sua sinistra.
"Prendo solo la roba per
cambiarmi e mi lavo, faccio in fretta"
"Non so se essere
contenta che tu abbia capito di levarti subito la roba
esterna, o perplessa da come sei,
o che rovisti nel mio armadio... lavati per bene, non in
fretta
ma... mi spieghi da dove arrivano quei vestiti tuoi nel mio armadio?
nella zona dove di solito metto..."
"Sono di emergenza, come
adesso.
Avevo detto che fingevo di andare in camera, prendevo la roba e
tornavo, e invece mi sono distratto e mi sono ritrovato ad
arrampicarmi sull'albero senza niente. Per fortuna ho imparato da te ad
essere previdente..." rispose trnaquillo finchè chiudendo
l'anta
non vide la sua espressione e sembrò in un cane bastonato
"Avrei
dovuto dirtelo, lo so, ma so che lì in basso non ci metti
quasi
mai mano, ed era un ottimo angolo per la mia roba. E poi..."
"Sono alquanto turbata
dal fatto che
hai pensato di mettere biancheria tua qui, nella mia camera, come
emergenza, senza che ne sapessi nulla e ancora che per te sia
normale... cè qualche trasloco anomalo di cui devo venire a
conoscenza, o semplicemnte ti sei svegliato e hai trovato
nella
sacca qui quelli e li hai messi nel mio armadio?"
"Ehm..." vedendola
parecchio
scontrosa "posso dire che per il tuo aiuto a volte mi sono fermato qui
e... per dormire meglio e non sporcare ingiro come dicevi, mi sono
portato della roba in più che ho messo là e..."
"Quale parte del-siamo
amici speciali="">includeva
la tua istallazione qui? Perchè diciamolo, ormai sembra che
tu
non abbia una camera, ma sgattaioli sempre qui anche per
dormire
e sai come la penso..."
"Si, odi le persone
approfittatrici,
che pensano che tutto, perchè amici, sia
condiviso
senza chiedere. E non esiste il superare quella linea tra amici
speciali e altro, lo so e lo comprendo. E come vedi è solo
roba
per dormire di là se faccio tardi, e ti chiedo scusa per non
aver chiesto, ma lo faccio ora per il futuro. Posso lasciare
qui
della mia roba in casi di emergenza, come adesso, senza che occupi i
tuoi spazi vitali? Non posso certo mettermi la tua roba, a meno che non
abbia qualcosa di molto, e dico molto elasticizzato che
possa..."
"Basta! ho capito!" gli
rispose
sospirando chiudendo gli occhi e alzando una mano perchè si
zittisse "Perchè sei tu, anche se avevo mutande da uomo in
camera!..." un pò come disgustata "comunque se la cosa si
riduce
nell'aiuto che ti ho promesso e la disponibilità del
salottino
se fai tardi, puoi tenre roba per le emergenze qui. Quello spazio te lo
do, essendo l'armadio per la roba leggera. MA...! Se ci fosse qualcosa
di strano in quella testa, che ti frulla, che cè qualcosa
che mi
urta, ti poto l'anima... è chiaro?" cambiando tono
nell'ultima
parte, meno rigido, ma non cambiando il succo.
"Non so come riusciresti
a fare
ciò, ma ho chiaro il fatto che lo faresti... quindi si,
giuro e
prometto che usufruirò della tua disponibilità
per
aiutarmi e dell'accoglienza qui o nel salottino senza crearti altri
disagi..."
"Non mi riferivo ama
spero almeno che tu abbia capito il concetto! Non superare mai certi
limiti, amici si ma attieniti ai livelli interpersonali..."
"Me la ricordo la
Lezione, non
giungerò mai al livello relativo alla zona privata o intima,
giuro! Posso adesso andare a lavarmi?"
"Che ti devo dire, se
avevi
così agitazione da venire subito qui invece di... lascia
stare.
E non lasciare nulla di sporco in bagno. Ricordati le ceste per il
bucato, chiudi totalmente il water e se cè acqua a terra..."
"passo lo spazzolone, ho
imparato le
regole dello Chateau! procedo alla doccia e poi preparo il campo per la
battaglia, Capo!" urlò quasi con il saluto militare come
poteva
per la roba stretta a un braccio e camminò come un militare
rigido fino al bagno.
"Oh, mamma"
mormorò lei,
girandosi per controllare se aveva finito e poi scendendo a sedersi sul
letto. Non doveva pulire se non per un controllo quella zona, er ain
pigiama e mise da parte il tessuto e si pulì le mani con
alcool, asciugandosi in una delle mini salviette quadrate che
teneva nel cassetto del comodino. Prese da quello sottostante l'ebook e
si mise a leggere. Dopo venti minuti Gask
si
presentò già lavato, asciugato anche nei capelli
e
vestito con una canotta e pantaloni semplici del set fornito a
tutti, e preparò la zona centrale con l'occorrente
messo
da parte. Piazzò nello
spazio libero al
centro della stanza un ernome tappeto di velluto corallo antiscivolo,
quadrato di un metro e mezzo per lato. Design tatami giapponese, color
caffè, era uno spesso tappetto morbido in velluto
corallo
con imbottitura in spugna morbida che doveva aver chiesto nell'edificio
manufattiere o comprato al Favo. Era lavato di fresco quando se lo
caricò dall'albero ala sua finestra, senza capire come
cèra riuscito. Era tornata in camera e
lo aveva
trovato là, dopo che gli avev apromesso di
aiutarlo, ed
era entrato due volte prima. Aveva fatto tutto da solo, dopo avergli
promesso didargli una mano si era fatto trovare già
apparecchiato con quel coso in mezzo alla stanza, colore per fare
pandant con il mobilio disse, e si mise a fare le sue cose, spostandosi
nel salottino solo se lei si addormentava o altro. Kianta glielo aveva
permesso, ma non
era riuscita a dirgli di no dpo tutto il resto e lo fissò,
togliendo gli occhi dal libro, indaffarato a sistemare quel coso a
terra, prendere il tavolino da letto in plastica rigida con le gambe
allungabili e un leggio ribaltabile, e il necessario per
mettersi
a lavorare. Tra l'armadio di fronte il letto e il muro vi era un altro
spazio e così lui aveva arrotolato e sistemato tuto in quel
punto, visto che lei non scendeva mai dal letto dal lato
contro
il muro, e avev ainsinuato la sua roba negli angoli , vicino al
finestra e l'altro vicino il letto.
Alle proteste di lei per
quel'incursione nella sua camera, con una da Capitano che aveva, aveva
risposto che per la decisione di non far sapere che erano ormai
amici, era meglio se era lui ad andare da lei, visto che
nessuno
si avvicinava all'ala, mentre gli uomini che, familiarizzando
così tanto con Gask, lo andavano a trovare in camera. E non
voleva essere disturbato.
"Tu lo capisci che stai
facendo
davvero tutto tu" gli chiese quel giorno, dopo aver
trafficato col tappeto "Come... hai deciso che dovevamo essere amici,
dovevo aiutarti e che per prepararti era necessario venire da me.
nenache Jd è mai venuto e tu entri da quella finestra come
vuoi!"
"La lasci aperta
perchè fa
caldo, con la zanzariera messa, e mi hai detto che potevo venire.
Perchè non posso?" rispose di rimando, come
titubante solo
in quel momento delle sue azioni.
"... lascia stare" disse
lei
amareggiata, perchè non riusciva a dirgli di no "almeno
potresti
avvisarmi prima di entrare? Almeno questo..."
E da quel giorno, un
mese e passa
prima, aveva iniziato dopo aver passato la giornata e la serata con gli
uomini per gli impegni, i pasti e il cazzeggio, ad andare su
quell'albero ed entrare in camera sua, arrivando pure a usare il bagno,
lavarsi e vestirsi con abiti che si portava dietro. la cosa che faceva
turbare lei era che s efosse stato un altro lo avrebbe appeso per i
piedi e pestato di botte. Con lui non riusciva e non capiva
perchè. Non voleva capire
perchè.
Kianta
sospirò, tornò
al suo libro e continuò a leggere finchè con la
coda
dell'occhio lo vide alzarsi, nonostante avesse sistemato tutto,
avvicinarsi e accovacciarsi vicino a lei. Essendo lavato e con abiti
puliti poteva farlo, così si accostò al letto,
poggiando
i gomiti sul materasso e fissandola, porgendole una cosa.
"L'ho già
pulito tutto, da cima a fondo, con l'alcool in bagno poco fa."
sussurrò con un sorriso compiaicuto.
Kianta fece un sussulto
per l'oggetto
che avev ain mano che per altro, ormai era normale che lui si mettesse
in quel modo quando parlavano, era abituata a vederlo comportarsi in
quel modo. Teneva una scatola color schampagne così grossa
che
sembrava uno scrigno in una mano, visto che le sue erano molto grandi.
Lo fissò cercando cosa chiedergli finchè lui non
continuò a dirle di prenderlo, con uno srguando ancora
tranquillo e in attesa. Kianta lo prese incerta,
non sapeva
cosa aspettarsi e prese dal comodino il tappetino in silicone che usava
sempre, per poggiare le cose e non sporcare le lenzuola. Lo
guardò, cèra una scritta a pressione dorata sopra
e si
apriva a conchiglia. Era un astuccio di un orologio da polso
meccanico. Cèra scritto da uomo ma poteva essere anche
unisex.
"Acciaio inossidabile,
fibra di
carbonio.Dalla cassa ai meccanismi tutto color argento, non oro
perchè lo detesti. Cristallo Flame Fusion. Quadrante
nero Skeleton Center impreziosito da lancette luminose color
argento. Fondello trasparente. Chiusura con linguetta. E' quello che ho
trovato adatto per i tuoi gusti..." disse poggiando lebraccia sul
materasso "Non è figo?"
"ma da dove lo hai
preso? Avete di nuovo ripulito uno Soppresso?"
"ovvio che no, quello
è andato
bene. Milan aveva affari negli emirati arabi, e per quel suo
attivare un qualcosa per quel tizio con la tovaglia in testa ha
ricevuto in regalo un orologio infarcito d'oro e pietre, non solo di
oro. E così visto che dovevo aspettarlo, sono sceso nei
negozi
ai piani bassi dell'hotel e l'ho visto..."
"Frena!Emirati arabi?!?
Ma non dovevate..."
"Si, eravamo a Bruxelles
per quel
Vertice importante in cui ha fatto accordi scritti, promesse,
ricambiato cose, ... ma poi ha ricevuto una chiamata e così
siamo saliti sull'aereo e siamo andati, anzi proprio
atterrati,
su quell'edificio che credo fosse un hotel che tu definiresti tra
pacchiano e quel brutto moderno. Prima ci hanno accolto in una specie
di salotto dove le persone che doveva incontrare il tizio
già
parlavano, poi uno di questi ha dato a Milan l'orologio
dicendo
che lo ringraziava di qualcosa, per fare affari da qualche
parte
che gli ha sbrigato, e lo ha invitato nel suo studio, ma voleva solo
poche persone. Hanno fatto entrare solo lui con le sue Ombre e quindi
mi sono fatto un giro. Non sono mai stato in un centro commerciale ma
credo fosse qualcosa del genere, ma per i ricchi. Mi hanno
preso
per un militare forse di qualche loro cliente e passando ho visto
quest'orologio, mentre pensavo a quello che gli hanno
regalato.
Non so davvero chi e perchè qualcuno dovrebbe indossarne uno
così, comunque mi sono ricordato vedendo questo,
che ne
avevi solo uno ma lo avevi portato a riparare varie volte senza capire
che avesse. A Jd avevi detto che se ne trovavi uno che ti colpiva
davvero, lo avresti preso. Non compri cose che non ti piacciono
davvero, solo per averli..."
"Tu cèri
quando ne parlavo a jd?"
"Non so se ne avete
parlato varie
volte ma...una volta ti sei arrabbiata perchè, guardando il
tuo
orologio al polso, ti sei accorta che stava ancora indietro o aveva
problemi a camminare, e hai guardato uno degli orologi da
parete
stile Industriale bifacciale, che alcuni chiamano vintage o
retrò da stazione ferroviaria. Era quello col gallo con la
zampa
alzata e lui ti ha chiesto perchè non lo cambiassi con uno
nuovo, e hai risposto che erano smepre d'oro, color oro con
meccanismi dorati, ami solo ilcolor argento, come i
gioielli
e non volevi. Ha chiesto anche se fosse sempre e proprio quello e tu
hai risposto di si, che finchè funzionava e non avendone
trovato
uno che ti piacesse da volerlo, avevi preferito farlo sistemare. Ma a
quanto pare non serve perchè non lo metti da tempo..."
"Ho capito, è
l'orologio da
esterno che da sulle finestre della mensa vicino le gradinate...
aspetta, come ti ricordi tutte queste cose? E ti sei accorto che non lo
avevo più?"
"Si come il fatto che
cambi tipo di
collana e ciondolo ma mai gli anelli, quasi mai. Ne hai solo tre e li
scambi a volte. Solo non ho capito il fatto die
proprio proprio acui si riferiva Jd."
"perchè
quell'orologio" disse
lei guardando il muro quasi di fronte, verso la sua sinistra, sopra il
comò la bacheca con gli orologi "è uno dei due
che Milan
diede a Lei quel primo giorno qui, per sostituire i suoi
rimasti... nel suo vecchio mondo. Li aveva tolti e riposti nella borsa
che però dovette lasciare là,
all'inizio
perchè non poteva metterla o sarebbe apparso strano un
militre
con le vostre tute con una borsa color jeans da donna su una spalla.
lei usava quella borsa solo per metterci quel poco di cose che riusciva
a comprare di nascosto, non per altro ma quella volta vi aveva riposto
i gioielli e tutto ciò che teneva sempre nelle tasche dei
jeans... " Kianta rimase a fissare
gli orologi della collezione. " e poi fu
utilizzato come altro
elemento per la morte apparente. Non avendo più nulla
comunque a
lei caro del passato, Milan prse dal suo tesoretto le uniche cose color
argento che trovò di fretta e glieli regalò, come
benvenuto e modo per farle accettare meglio l'Accordo. Lei ne
comprò altri due per sua collezione, ma da taschino, mentre
rimase solo con uno da polso. Quando sono nata io e mi trovai davanti
queste stanze, mi sono appassionata anche io agli orologi
meccanici e ho continuato con quelli che vedi. E contribuendo i primi
guadagni degli uomini che lavoravano all'orologeria. Avevano acquistato
tramite Milan e i nostri agganci lotti di pezzi vintage a ninete, ormai
gli orologi te li regalano, sopratutto di seconda mano, e
così avevano due casse vuote e molti meccanismi che misero
insieme e vennero fuori quei due orologi Filigree Half Hunter"
indicando i due in alto della bacheca all'pparenza identici "con questo
disegno tipo damascato di due parti riflesse che sembrano sia come
farfalle di fumo o qualcosa di floreale, che si ripete
quattro
volte, a ogni quarto. Dipende da chi li guarda, ma quando li ho visti
ho detto solo una cosa, questi sono i miei orologi. Infatti sono i miei
preferiti! Uno è color argento l'altro è quasi un
gun
metal, ma più chiaro con quel vetro per vedere i
meccanismi. Poi ci sono due di lei e due che ho preso smepre io con
quelle forme strane. Ma in effetti non ho mai comprato orologi nuovi da
polso perchè... nessuno mi piaceva..."
"Quindi Milan le ha dato
all'inizio
qualcosa che comunque le piaceva. Cioè ha preso due orologi
come
piacevano a lei, per sostituire queli persi"
"Persi... si da un lato
si, possiamo
dire che sono solo rimasti.... indietro! E si, anche Milan utilizza
orologi vecchio stampo, non moderni digitali ma solo qui o alle torri.
Per far scena deve usare quelli moderni digitali davanti gli altri. A
lui la tecnologia piace ma con Lia aveva tr ale varie cose in comune,
quella dello scandire il tempo all'antica. Per Lia un orologio
meccanico o automatico usato da una persona era... come uno scambio
equivalmente. Mantieni attivo o in vita un meccanismo che quasi batte
come il proprio cuore, mentre questi ti mostra i momenti
della
giornata o vita, come vuoi metterli. Si era partito dall'osservazione
della posizione del sole, le meridiane o i calcoli con le
dita,
per quanto mancasse all'alba o tramonto, poi vennero gli orologi.
Questi sono come i pc, entrambi si equiparano al funzonamento umano,
ogni pezzo è un organo nostro, ma sia Lia che
Milan si
limitano ai meccanismi tipo orologi perchè vi si sentivano
più affini. A Lia piaceva avere accanto, davanti o indosso
un
meccanico e sentirlo scattare man mano che il tempo passava sulla
pelle, prendersene cura ogni giorno caricandoli a corda e... per lei
essi battevano esattamente come il suo cuore, e come Lei
doveva
esserci qualcosa, qualcuno, perchè continussero a restare,
che battessero e se per Lei non cèra molto perchè
il suo
cuore continuasse, il suo legame con gli orologi era qualcosa di
diverso, dovevano continuare a funzionare."
"..."
"Comunque" riportarlo
l'attenzione
sull'orologio che avev ain mano "quanto hai speso per questo? Se non
eri abituato a usare soldi prima, ad averne di tuoi, perchè
da
quando sei qui usi quelli che hai di stipendio per..."
"L'altro giorno hai detto-siamo
amici no="">?
Avevo bisogno di una cosa e me l'hai portata, mi aiuti e mi ospiti...
diciamo che è un ringrziamento per queste quattro cose..."
"Quattro?"
"Siamo amici,
dall'inizio mi hai
aiutato quando avevo bisogno, me ne sono accorto e ora che siamo amici
lo hai fatto ancora. Mi aiuti. Mi ospiti... quattro! Almeno
è
una spesa che tiha dato qualcosa che ti piace?"
"..." lo
fissò, guardò l'orologio e sospirò
"non so che dire, voglio dire... intendo dire..."
"Devi pur dire"
buttò là lui ridendo
"Mh... questo sarebbe un
regalo o un ringraziamento? Intendo quei doni che si fanno appunto per
togliersi il debito, o..."
"Qualè la
differenza?" accigliandosi, tenedndo il mento sulle mani
"nell'altra
società un regalo
è qualcosa che fai senza motivi, o
perchè
cè un motivo e davvero vuoi fare quella cosa a
qualcuno.
Senza costrizioni o obblighi morali o ricambio di qualcosa, che
è il dono detto di ringraziamento. Ma nell'altra
società
non viene quasi mai fatto davvero perchè si vuole
ringraziare ma
per obblighi di varia natura. Lei era sempre arrabbiata
perchè
quando le davano i regali, erano per gli obblighi familiari. Aveva
visto i suoi genitori o parenti fare doni per unf avore, qualcosa che
altri avevano fatto e dovevano togliersi l'obbligo, ma i
commenti
in famiglia poi non erano di un regalo o dono sentito. Insomma avevano
pagato e dato per obbligo. La cosa brutta della
società
familiare è cheun dono è bivalente. E' un obbligo
per le
feste e compleanni ed è fatto anche perchè sei
del
sangue. Ma lei era più che sicura che di sentito, di davvero
fatto perchè Lei era Lei, per fare o donare qualcosa davvero
col
cuore e non perchè era la discendenza... insoma, non erano
doni
veri e propri ma cose fatte per abitudine e perchè del
sangue. E
non ha mai capito se in vita sua ha ricevuto davvero un regalo col
cuore o perchè nascondeva dietro qualcosa..."
"Ho capito. Allora ho
sbagliato!"
parlandole serio, vedendola voltarsi confusa "questo è un
dono
perchè voglio fartelo. Un dono fatto per sdebitarsi e simili
dalle tue parole non appare affatto bello, perchè in effetti
mi
sentivo.. come in debito,e cco. E' come se io dovessi fare un regalo
grosso come quell'orologio del tizio con la tovaglia , per una cosa
fatta e debba sdebitarmi per questa vita nuova..."
"Ma tu hai consegnato
tutte quelle
cose. Direi che hai fatto un regalo sentito, non per
sdebitarti,
quindi no cèntra, secondo me. A Milan hai dimostrato
chiaramente..."
"Si, ma di fatto io
invece dovrei
sdebitarmi tantissimo, ancora, dalle tue parole. Io nei confronti di
Milan, tuoi e di tutti lgi uomini ho un grosso debito ma dalla tua
spiegazione sembra troppo... cosa ha fatto quel tizio nell'hotel o il
Capo quando faceva..."
"Quindi...?"
"Quindi non mi piacciono
di doni
fatti solo perchè qualcuno ha fatto qualcosa che ci andava a
genio, senza davvero volerli fare. Sono obblighi, questi?
Allora
ho sbagliato a dire che era per ricambiare quelle quattro cose. Sarebbe
la stessa cosa e io non sono così. Quindi no, ho comprato
questo
orologio perchè tu non ne avevi ancora uno, e
volevo farti
questo dono per davvero, non per ricambiare cose. Si, anche per
ringraziarti dell'amicizia e delle cos eche ho detto, ma non
sono
obligo... spero di aver spiegato" apparendo un pò confuso
"...per l'aiuto che mi dai posso ricambiare arrivando ai miei
traguardi. Ala tua accoglienza qui posso ricambiare portandoti io la
cena, così non devi chiamare nessuno se non vuoi
andare in
mensa o aiutarti a sistemare qua. Per gli altri due vediamo... ma un
dono o un regalo è diverso dal ricambiare un favore. QUindi
è un regalo, basta!" finì lui sbattendo i palmi
sul
amterasso e alzandosi, mostrando la differenza di altezza ancora una
volta, perchè lei lo seguì con lo
sguardo e dovette
guardare molto in alto col collo.
"Intendi dire..."
accigliandosi
"Che se l'orologio ti
piace tanto da
indossarlo sono contento, tanto, ma quello è un dono, non un
ricambio di qualcosa. Posso ricambiare facendoti anche da Ombra o altre
cose, ma un regalo è diverso da un ringraziamento
e... da
quello che ho capito e come vivete qui, non è una cosa
positiva
usare il materialismo per cose del genere. GLi scambi per debiti e
simili intendo. Quindi u ndono, prezioso e materiale va bene, und ebito
o uno scambio è qualcosa di diverso. QUindi ora mi metto a
lavoro e ricambierò il tuo aiuto raggiungendo il livello
degli
altri e magari qualcosa di più. Poi sistemo tutto
così
non devi fare niente..."
"Ma..." vednendolo
tornare sul tappeto ".. io... "
Gask però si
mise al suo
posto, prese i libri e la penna di vetro e iniziò a
imepgnarsi,
lasciandola seduta al centro del letto così imbarazzata e
sbigottita da non sapere cosa dire o fare. Osservò
l'orologio e si rese di non sapere dvvero cosa dire o fare,
domandandosi come prendere quel gesto, anche rispetto a tutto
ciò che le davano Milan e Jd. Che differenza
cèra, si
chiese, tra le cose? Sorrise, prese
l'orologio e lo
provò, lo guardò e la testa iniziò a
fare mille
questioni, mille domande. Come doveva prenderla? Si sentiva con uan
pressione assurda e aveva nausea, ma non capiva come
comportarsi
in un frangente del genere. QUando Milan o Jd le avevano dato delle
cose, erano abiti o altro che le servivano per questo o quello,
facevano cose gentili, ma aveva sempre ringraziato, accettato
e
preso senza avere tutti questi dubbi.
Gask sussultò
di colpò,
portando lo sguardo verso di lei per una domanda che lei fece a
bruciapelo. Fissò e cercò di giudicare il suo
sguardo che
trovava come indeciso, diviso tra cose da dire o forse fare, o appariva
tremolante o congelato. Non capiva.
"Perchè sei
qui? Perchè
ti comporti in maniera gentile con me? E altre cose? Perchè
nonostante le cose che ho detto e fatto, continui a cercare di
parlarmi, avvicinarmi, stazioni nelle mie stanze per..."
"Perchè..."
fece lui
meditabondo, guardando altrove come per riflettere "...tu resti sulle
tue e ti allontani, e io penso che non sia giusto per te e
tutti, e così ti spingo a sopportarmi, a parlarmi
e a
essere amici, perchè l'ho ritenuta una cosa
giusta. Da
cosa fai, dici e come ti comporti per cosa odi, ho pensato
che
forse molte cose erano dovute a paura e isolamento dagli altri. E poi
dall'inizio ho voluto esserti amico per tu sei tu, è per or
al'unica cosa che so spiegare. In verità credo che non ci
debba
essere un perchè con le parole, per descrivere
tutte le
variabili delle mie motivazioni, ma ritengo e sono persuaso che essere
tuo amico e stare in uno dei livelli più vicini a
te, sia
quello che voglio...."
"Cosa?"
"Sono diventato bravo
con le parole,
vero?" sfoggiando un sorriso a bocca aperta che pareva schietto ma
appariva anche mascalzone "se continuo così sono sicuro di
riuscire nel mio intento. A meno che tu non mi odi, agisca,
come
fai con gli stronzi contro di me, sbarrandomi
l'ospitalità
e mettendomi un'ordinanza di restrizione indicando i metri, non vedo
perchè non possiamo essere amici e parlare. Non mi sembra
che tu
mi odi ancora per cosa credevi e pensavi di me, e con la mia
dimostrazione di buona fede , sembra che tu mi accolga con
positività. Pertanto, ascoltami bene. Cavolo quanto sembro
figo
con le frasi da snob..." ridendo, poi tornando serio guardandola "io no
nsarei qui, non avrei il tuo aiuto e la tua amicizia se non mi vedessi
positivamente lre cose, così come quelle volte quando ancora
mi
odiavi, non mi avresti aiutato guardandomi le spalle quando
sei
intervenuta di persona in certi incarichi. Se mi odiavi davvero, se
desideravi che io sparissi come la gnete che odi, non avresti agito in
quella maniera. Ritengo quindi che, se tutti gli altri non sono persone
capaci di meritare la tua fiducia, io credo di esserlo. Volevo esser
etuo amico dall'inizio ma mi hai sempre rifiutato, eppure ora sono qui
e perchè tu sei tu, questo non sarebbe successo facilmente
con
altri, se in verità non mi odiassi davvero ma avessi solo...
quelli che nelle Lezioni chiamano preconcetti. Li hai avuti anche se
sei il tipo da non averne, e inizio a credere per paura, ma
ti
perdono e ti assolvo e il mio dono era vero e sincero..."
"Scusa?!?" disse lei
buttando le
gambe oltre il letto per sedersi, sfiorando le scarpe con le
dita
dei piedi "lasciando stare tutto quello che hai detto che non capisco
se stai mettendo a frutto il tuo lavoro lì, se sei uno
psichiatra mancato o altro. Mi perdoni e assolvi, davvero?"
"Eddai! Stavo imitando
te
normalmente, sono stato bravo, vero? Ammettilo, per questa parte ci hai
creduto... aha ha ha... per il resto invece ero serio. Ho sempre avuto
l'impressione che tu fossi triste e malinconica stando
lontano, e
da certe tue decisioni, tenendoti a distanza dalla gente. Per
questo dopo i miei tentativi falliti... ho deciso di prendere in mano
io la situazione!"
"Per questo sei sempre
buttato da due settimane qui la sera? Combini le cose?"
"Lo faccio, ma se
dovessi spiegare
bene le cose attualmente non lo so. Quando sono venuto ho sentito
storie di te che eri pazza, sclerata e fuori di capoccia. invece ho
notato che ogni cosa che fai ha sempre un motivo e in olti casi i tuoi
sfoghi dira avevano un senso.... Questo posto per me è per
la
prima volta una casa, una casa vera e che mi ha accettato, e
dove
mi sento davvero di stare. Con il capitolo chiuso del Capo, ho capito
che prima... " aggrontando la fronte e accigliandosi così
tanto
che le sopracciglia un pò spesse si muovevano come serpenti "... adesso il mondo non
è
così schifoso, che ci sono davvero persone per cui valgo e
stavolta veramnete. E voglio che quel dono sia per te questo, una
dimostrzione di valere. Tu e Milan e Jd, e Lubo, e
gli
altri siete amici, e da tutto ciò che ho sentito dagli
uomini
sembrava che avessi come amanti prima Milan, poi Jd e poi quel tizio
che è venuto con quei tre. Ma come per le relazioni con gli
uomini o la gente in generale, te ne sei stata lontana e non
cè
nulla se non fiducia e amicizia. Lo capisco poco ma come me, ci sono
persone che si allontanano dalle altre..."
"Con te qui non mi
sembra..." bofonchiò lei
"Se è per
paura o davvero non
cè nessuno che ti interessa a quel punto mi porta a pensare
che
il tuo voler vivere le cose veramente, siano più
profonde
della media. VOlgio dire, per la mia vita ho visto la gente che volevacome
diceva, tutto ciò che poteva finchè
l'aveva, e i
soldi, ma a volte o era troppo, troppo poco, e... non cèra
una
vera misura per me, per capire se la libertà di
provare e
sperimentare in toto le cose fosse giusto in un modo o nell'altro. Da
che ero partito con un posto ora sono qui in uno che sembra
qualcosa che non credevo esistesse. Poi cèra Milan che si
gode
tutto ciò che vuole e finchè, come dice lui,
è
giovane e se all'apparenza può sembrare come i lcapo, non lo
è... e poi tu, l'opposto, che non provi o sperimenti le cose
se
non senti, e non sai che lo vuoi. Insomma in che misura
capire
veramnete le cose?"
"Stai dicendo cose un
pò contorte..."
"Già, mai hai
capito che
voglio dire, vero? Sono... non so come definire quello che
provo
se contentezza, felicità o altro sull'essere essere vivo,
tutto
intero, e prossimo a qualcosa che prima non credevo. Prima sopravvivevo
all buona e credevo che il mondo che gli altri mi prospettassero fosse
l'unico. Sono vivo in un mondo di merda, che per essere ripulito e
migliorato cè bisogno di un culo quanto l'oceano e olio di
gomito di giganti ma... adesso sono qui, con gente che vede me e non
una risorsa e basta. Il mondo è quel che è,questo
sì, ma sono vivo... e non ho più
necessità di
adagiarmi e accontentarmi su quello che dicono e... -accontentarsi
perch questo è il mondo="">.
Il mondo ora so può essere un posto meraviglioso, basta
trovare
quel'angolo che altri chiamano paradiso. Se io sono qui ed esistete
tutti voi, allora vivo un paradiso rispetto a prima, e voglio
fare del mio meglio per approfittare di cosa mi è ora
permesso e
dare anche io ad altri, come fai tu. Con la differenza però
che
rispetto a te non vedo perchè ossrevare e basta..."
"..."
"Che cè, mi
guardi con quell'espressione come se mi volessi tirare il collo?"
"... non riesco a capire
se vuoi
imitare qualcuno, se sei così proprio o... comunque non sono
sola. Non io. E' solo che non mi piace stare in mezzo alla gente o
avvicinarmi troppo. Così come odio quando la gente dice-ah
, si la conosco....
per me quella parola, conoscere, vuol dire altro, che so il
nome
e il suo aspetto e capisco di chi parlo. Ma si usa sempre questo
vocabolo quando per me conoscere qualcuno è diverso..."
"Mi parli della novella
La ragion perduta o il navigatore?"
"EH...perchè
chiedi di botto questo?"
"Perchè per
Milan
esistono...sette mi sembra. Aspetta sono a quella dell'altra volta,
Eredità perduta, l aprima. POi cè questa,Progetti
contro
persona, Ricostruzione da frammenti, personalities, Solitude. Si,
dovrebbero essere questi. Lui dice che sono anedotti sulle
personalità, l'aiuto che vorrebbe dare con la mente e il
transumanesimo.
"Ho capito. Dunque La
ragion
perduta...basta che la finiamo di parlare di me" buttò
là
piccata "narra di una fuga in un altro mondo e le scelte.
Racconta di una persona, un giovane, era perduto nell'animo a causa
della sua vita reale, e che per sfuggire momentaneamnete a
cosa
lo angustiava prese parte ad alcuni giochi online , vi si buttava
letteralmente dentro. Erano principalmente role play o mmorpg, ossia
giochi di ruolo dove ti crei una tua identità virtuale e
interagisci in un mondo sintetico. Il nome del suo personaggio era Avel
che in greco significa, come quello
che si tira quando ci si rilassa, quando va tutto bene. Quel nome non
era scelto a caso. Creò il suo personaggio quindi con tutte
le
pistole e fucili e armi che gli piacevano, e si avventurava in quegli
ambienti come se fosse la sua fuga reale dal mondo marcio in cui
viveva. Per giocare utilizzava un Vr di ultima generazione, capace di
captare i messaggi elettrici del corpo dell'utilizzatore per manovrare
il personaggio, quindi per camminare bastava che lo pensasse e il pg
avanzava e via dicendo. ma alcuni hacker saboratorono alcuni server del
gioco e quel caschetto Vr ebbe una sorta di malfunzionamento,
che
lo portò a rilevare gli impulsi elettrici del cervello
caricando
tutto ciò che rivelavano nel server di gioco. Il risultato
fu
del tutto inaspettato da chi aveva creato l'apparecchio, infatti aveva
copiato uan sorta didel
ragazzo come
cervello, che finì completamnete caricata nel server,
rendendo
il personaggio come lui stesso. La sua mente era quindi come caricata
nel gioco stesso, non aveva un mondo reale a cui tornare e non
conosceva cosa era accaduto al suo se stesso originale. Sapeva solo e
capiva che quello era una sorta di secondo Lui, con corpo e
mondo
virtuali. Pensava, parlava, provava dolore e sentiva ogni
cosa,
come se avesse un corpo reale perchè stranamente tutti i
dati
caricati dal VR copiarono quasi la mente, che leggeva le
informazioni di gioco come reali e quindi si adattava di conseguenza..."
"Ma come faceva s entire
le cose come fossero reali?"
"Come ho detto quella
sua mente fatta
di dati er a la copia della vera , che era abituata a considerare i
recettori del dolore, del tatto e via dicendo e cercava di mantenersi
integra, adattandosi a quel mondo. i giochi virtuali se ci
pensi
sono fatti in modo che le persone le vedano quasi come reali. Ogni
paesaggio, edificio, gestione meterologica sono scritti in codice
così da apparire nella visuale grafica più
verosimili
possibili al mondo offerto, e che la gente vuole trovare. Con
i
VR e quindi con questi nuovi dispositivi che vibrano e interagisono
fisicamente con l'utilizzatore, vi è un'immersione maggiore,
inoltre con i guanti in dotazione al VR, era possibile
percepire
gli oggetti acqusitabili e usabili nel gioco come se fossero stretti in
mano. Alcuni usano delle bacchette o pistole di plastica, il concetto
è quello, e l'interazione sembra davvero reale.
Così il
cervello di dati caricato nel server continuava quella finzione e Avel
si trovò a voler decidere che fare. Qualunque fosse stata la
sua
situazione, non sapeva al suo IO originale stesse bene o che altro,
cosa fare in quel mondo. Non sapeva come uscire dal gioco, come
caricarsi come nuova partita o altro ma era là e
là
restava come fosse sempre online. E quindi inidiazono i pensieri...
Doveva fregarsene di tutto e giocare e godere di tutto ciò
che
poteva? Doveva preoccuparsi dell'altro Io? Doveva considerarsi un'altra
persona adesso? QUel mondo doveva essere il suo nuovo mondo e se si,
viverlo come non aveva vissuto nella realtà? Doveva sentirsi
imprigionato e falso, o in parte reale e vivere là
dentro?
E molte altre domande... questa novella si ricollega anche ad altre,
come Eredità perpetua. Quello che stanno studiando MIlan e
David
è qualcosa che dividerà il concetto di persona?
Oppure
darà davvero come vogliono, un aiuto riportando
indietro
quella persona? In questo caso, vale il detto di godere di quello che
si ha come u ndono inaspettato e viverlo?"
"... non so bene come
prendere questa
novella. NOn ho capito bene tutto il concetto della
Continuità e
del salvataggio di una persona riportandola indietro..."
"Te lo
spiegherò, anche per le
altre novelle. Servono appunto, con queste storie,
a
chiarire concetti particolari. Ma sono importanti
perchè
in larga parte prendono anche elementi cari alle religione, altre al
transumanesimo e la COntinuità. Dopo i test e le prove, se
tutto
va in porto, chi lo sa per cosa Milan userà il
Vector-cortex uploaded mindset unit, detto anche Vum. Se si
utilizzerà il potere del Vum si aiuteranno molte
persone,
ma come per ogni ogni cosa a questo mondo, ha i suoi lati negativi. E
questo dipendono dalle mani che lo useranno. Ma a parte
questo,
la qeustione di questa novella è l'individuo, la sua
esistenza e
gli ambietni dove si trova. Scelte. Il mondo è fatto di
scelte e
lo sai bene. Il chi si è come mente. COme per l'altra
pensaci
bene e immedesimati in Avel, cosa faresti, penseresti, che cosa
scegliersti al suo posto? Penseresti al te originale o saresti beato di
aver alsciato il mondo marcio alla gente marica, che vi
abita, per un nuovo ambiente?"
"... è
collegato per caso a
Lei, vero? Cè un fondo di verità in questo? E'
questo che
Milan voleva dire con queste novelle?"
"Sai come è
fatto MIlan. Adora
fare le cose in modo... maestoso, a volte usa le allegorie e avolte
altro per divulgare i suoi concetti, e le Novelle ne sono la
prova. Nascondono in se, come le favole, le originali non quelle dei
cartoni, elementi ed aspetti che servono a capire, ragionare e
approcciarsi alle cose"
"Dovrò
pensarci bene allora, visto che Milan dice che il mondo sta cambiando e
a lui non piace"
"Una delle cose che Lia
e Milan
condividevano era la visione della freddezza e
l'impersonalità del futuro che la gente stava portando.
Tutta la
bellezza, ciò che permeava le cose, l'umano che impregnava
ognisua creazione, finita via da un progresso che invece di
esaltare le basi, le ha snaturate e cancellate. E sto parlando del
concetto del tempo, delle culture antiche, della bellezza e
magnificienza delle mani umani sostituite in toto dalle macchine e
l'industrializzazione. Negli ultimi cento anni opere straordinarie come
chiese, ville, edifici storici buttati giù o lasciati
all'incuria perchè non moderni. Ammetto che anche io quando
mi
sono trovata in quelle scatole, perchè questo sono, di
appartamentini con quei mobili stitici moderni, e quei colori
tristi... non so come vivano quei posti definiti moderni, ma
che
che ti fanno ammattire come esser ein una stanza d'ospedale. Non so
quanto è rimasto in me di Lia, se qualcosa come dice Milan
è così profonda da toccare l'anima e anon
andarsene via
da influenzare anche me... ma amo il calore e cosa donano ambienti dai
colori del legno, anche neri ebano, ma sanno trasmettere
cose.
Unito alle capacità manuali degli artigiani, trovo piena di
parole e concetti una stanza come le nostre, che quelle cose
moderne che di personale non hanno nulla. MObili e stili presi da
riviste e case altrui, e fatti in serie che mostrano solo la
squadratura perfetta delle macchine ma non l'animo umano o la persona
che vi abita. Perchè la gente può dire cosa
vuole, ma gli
ambienti moderni così come grattacierli ed edfici degli
ultimi
anni non parlano di progresso, ma regresso. Il futuro come era per Lia,
mi appare così simile all'inizio del secolo scorso con
l'industrializzazione, il lavoro meccanico e sempre uguale e
l'uguaglianza e sterilizzazione del concetto di lavoratori e perosne
in..."
"E la casa del Capo come
ti pareva?"
"Ah, quello era un
richiamo greco
portato al pacchiano, eppure sai, per quanto mi facesse
sanguiare
gli occhi tutto ciò che vi era dentro, l'apoteosi del trash,
del
cattivo gusto e dell'amore per le cose alla Luigi, era più
caldo
e personale di case e mobilio nuovo. Non posso farci nulla,
così
come trovo brutti lgi ambienti sotterranei di studi e analisi che
abbiamo... qui sotto!. Sono il meglio del tecnologico ma per me
sarebbero una gabbia in ferro e vetro. Tutti uguali, tutti che urlano
soldi e soldi, ma per me sono buoni solo per film
apocalittici.
QUando vedo le nostre TOrri da fuori, come la Dimora rossa, ritornati
all osplendore e alla magnificienza in cui l'architetto, chi l'aveva
costrutira e i proprietario che avevano in mente, rimango sbalordita e
ammaliata. Amo le nostre stanze" alzando gli occhi sul soffitto bend
iverso dalle case normali "e passerei ore ogni giorno ad ammirare cosa
altre mani, finite ormai in polvere, hanno saputo
fare e
cosa dicono ancora. Lo sai che nelle ristrutturazioni hanno trovato
incisioni e messaggi nascosti delle persone che secoli fa hanno
contribuito a ciò che cè intorno a noi? Parlavano
di cosa
provavano, cosa sognavano o erano solo nome e anno, per indicare che
cèra anche lui o lei nella storia di questo posto. Ecco,
cosa
manca agl iedifici moderni, tutti ormai quasi uguali e generici per me,
è la storia. E non da quanto tempo sono costruiti ma la
storia
di ogni elemento che continua come a cantare nel Tempo, di
menti
e concetti, che siano di bellezza, di ristorazione delle arti e di chi
ha voluto quella cosa in quel posto. Anche i padiglioni o le
sale
con i nomi di persone, che è giusto
ricordare, hanno
il significato che meritano. La cosa triste è che i nuovi
architetti pensano di creare qualcosa di grandioso che continua nel
tempo, ma sono ammassi solo di ferro e vetro, e pessimo cemento
armato, o pareti squadrate da imbrattare con qualche colore
moderno che poi, veramente, ti lascia con l'ansia se ci stai troppo
tempo dentro. Vorrei tanto che vi fossero più edifici come
questo, come la Dimora rossa, o l'ultimo acquisito, la villa a
Piovene Rocchette, come nuova Torre inquel paese. E
quelle
scozzesi, inglesi, francesi, e via dicendo, per finire con
case
più moderne ma ma i come quegli schifi attuali pure in
africa e
stati arabi. IN Asia non ne parliamo. Il punto è che cosa
facciamo con questi edifici è quello che no nfa
più la
gente, preservare l'umanità. NOn la società
bigotta e
ignorante, ma quella parte che ha donato a questo pianeta gioielli
senza tempo. L'arte perduta, volutamente dimenticata in nome della
industrializzazione seriale..."
"E pensi che la gente
vorrà
riqualificare e rivedere tutto ciò che salvate, al
posto
di quello che cè per ora? La definiscono spazzatura, roba
vecchia, inutile..."
"Chi lo pensa, mi spiace
dirlo,
è solo un imbecille. Una cosa è considerare la
tecnologia
e il futuro la macchina al posto del carretto. Il treno e l'aereo al
posto dei piedi. Il balzo tecnologico deve migliorare la vita
quotidiana e aiutare l'uomo, non soppiantare tutto ciò che
l'essere umano è stato e potrebbe essere ancora. L'uomo
è
ciò che crea, ma la distruzione che si sta apportando alla
magnificienza dell'uomo passato... è l'unica cosa per me che
va
conservata, perchè le menti non è che fossero
così
a posot... La gente stravede per esempio per l'arte contemporanea
e poi vedi quadri che sembrano macchiati da qualche bambino
iperattivo, oggetti di uso quaotidiano indicati come opere d'arte
destrutturalizzati in chiave artistica, dipinti e sculture che, a meno
che no nsiano derivate da prodotti di scarto ed esser emeritevoli di
ammirazione, sono solo ammassi di roba con fome assurdo e stilizzate
che dovrebbero dire qualcosa, ma non lo fanno. Un Canova o uno
Stradivari non possono essere paragonati alla roba di adesso,
e
non per il valore monetario, è da stronzi pensare all'arte
in
quel senso ma là è così, ma a quello
che un essere
umano riesce a creare da tela e colori. O da qualsiasi materia prima in
prodotto finito. Ora è facile con tavolette artistiche
digitali, ma possono dire quello che vogliono, resta qualcosa
che
non può avvicinarsi neanche all'arte di Dorde. Sapessi fare
cosa
fa lui, seppur non sono contenta di lui di tante cose, mi sentirei come
baciata da qualunque Dio esista. Invece non ho qualità o
doni
del genere, in nessun campo, se non fare il grillo parlante per
Milan, ma io amo l'arte e ogni espressione umana capace di
creare
e la sostengo. Gli esseri umani di adesso sono così freddi!
Secoli fa si capiva perchè, ma adesso..."
"E noi possiamo
cambiarlo, perchè ti crucci tanto?"
"..." guardandolo con
titubanza
"perchè cambiare i cuori delle persone non è
facile.
Perchè cambino davvero e capiscano, ci vuole tempo e tutta
una
società che cambia intorno a loro,
perchè vedano le
cose oltre la solaloro testa. Lia aveva dei piani ma perfino Milan non
volle più considerarli dopo tutti i pro e contro,
perchè
se fosse accaduto..."
"Cosa voleva fare"
"... è un
argomento che loro
non vogliono riprendere e non voglio che Lia torni, seppur fanno smepre
a fare paragoni tra me e lei. NOn mi piace solo perchè a
volte
sembra che io non abbia ancora mostrato quello che sono,
mentre
lei era riuscita a spingere Milan a sfidare molte cose. Se non ci si
prova, non puoi sapere, diceva. E quando Milan dicsuteva con il gruppo
dei passi successivi da fare, lei gli diceva che cosa vogliamo fare non
era fattibile così, conoscendo la società
là
fuori. Ed era per questo che o si seguivano le azioni di Dio, quelle
tanto cosiderate come oro colato per avere un fine milgiore, oppure la
sua sola vita, quella di Milan, non sarebbe bastata per cambiare i
cuori e le menti di tutte le generazioni attualmente viventi. Capirono
che il suo cuore ed eradiventato così duro e tormentato
quando
quel giorno a quella retata, li mandò fuori e
dimostrò, anzi, come dice sempre Milan anche a me, dai corpo
a
tutti i tuoi incubi. E lei riversò tutti i suoi incubi quel
giorno..."
"Di che giorno parli?"
"Della baia dei
porci..."
rannicchiandosi con le braccia a stringere le gambe "quel giorno lei
volle essere presente e dopo cosa vide, cambiò
ancora..."
"Aspetta, io ho visto
cosa fai quando intervieni di persona contro la feccia là
fuori e..."
"Una delle cose che lei
diceva a
Milan e agli altri era che seppur militari e nonostante avessero visto
e vissuto molte cose, non riuscivano a digerire ciò che lei
riservava alla feccia. NOn era negativa, non uccideva, e come dice Jd,
come me, le sue azioni avevano sempre un perchè e mai per
distruggere la vita, ma la mente. Accade quella volta e altra
solo, con il programma di visualizzazione ma per dei
militari,
prima spara e poi fai domande, il suo modo era perfino sconvolgente.
Nei reports lei scrisse che tutto il male del mondo l'aveva corrotta a
tal punto da voler ridare, tramite le sue azioni,
voce e
forza alle vittime perchè vi fosse u nminimo di giustizia.
Perfino il libro Dei delitti e delle pene di Cesare Beccaria avrebbe
trovato un angolino per tutto ciò che lei portava
fuori,
su quella gentalgia. Erano individui come il tuo capo che avevano
vendut, ucciso, torturato, stuprato, fatto cose atroci o riprovevoli e
seppur le sue azioni, Lei li rimandava indietro nella
società
con una biglietto, anzi una lettera. Nelle condizioni in cui credeva
avessero patito abbastanza. Faceva in modo che i giornali e la gente
sapesse chi erano, cosa avevano fatto, che erano perfino ricercati da
interpool e fbi, o cia, e tutte le vittime i cui nomi erano conosciuti,
se no come numeri aggiuntivi. Declamando come le vittime seppur morte
ancora urlavano il loro dolore. NOn voleva essere una giustiziera, la
portavoce di nessuno, ma chi spariva non si ricorda
più
nessuno, perchè senza una tomba con epigrafe. Anche se non
condivideva l'idea del cimitero come quello che la gente
accetta,
voleva che quelle persone non fossero dimenticate. Anche senza un
cognome, ma con quello che ridava alla società dell'essere
che
aveva fatto il peggio, voleva che almeno qualcosa restasse...
"..."
" Di individui
a cui nessuno in
verità,e per questo finiti in quel modo, importava niente.
Ma a
lei si e per questo nacque il Vuoto. La sua condanna meno profonda che
tutti qui accettarono, e che io condivido e attuo. Ma come
per
gli animali e cosa gli veniva fatto, lei non si dava pace per quello
che cèra nel mondo e non capiva come non vi fosse una
società meritevole del suo riconoscimento e interesse per il
male, solo buttarlo in certe zone e stop. QUaluqnue paese ha una
società fallata, all'apparenza migliore e moderna, che vede
le
persone come le vediamo noi, ma in realtà non è
così. E poi vedeva come quella gente che si definiva giusta,
civile, sdegnasse le persone finite nel fango a causaproprio
di
tutti e come accettavano e seguono mentalità ritardate.
Vedeva
donne distrutte nel fisico e mente da cosa accadeva su di
loro, e
nessuno faceva niente, non aiutavano loro come altre persone finite
nelle zone peggiori della città o agli angoli. la gente si
vantava del lato splrendente della loro becera società ma
sputavano su altre persone finite dall'altra parte di quel riflesso
opulento. Se no nhai soldi, non vali. E chi li aveva era
puntualmente, dati statistici alla mano, parte della gente che eveva
fatto cose orribili schiacciando gli altri, ma considerata. Io stessa
dopo cosa ho voluto vedere, come lei e lo seppi dopo, ho deciso di fare
qualcosa e spendere parte edl mio tempo per cambiare quella
società dai bassifondi. Quello che ho fatto a certa
gentaglia e
ragazzini imbecilli, non mi porta a pentirmi ne reputarmi una
persona orribile. Perchè se la gente non fa nulla, e
parecchi
arrivano pure a dire che le cose vanno così
perchè lo
vuole Dio, proclamandosi brava gente religiosa e poi urlando
puttana o miserabile a chiunque, merita solo il peggio. Sono peggio di
me.L'umanità fa schifo e va smepre peggio e non l odico per
cattiveria, ma per quello che vedo. Ho occhi e orecchie ovunque,
e ogni giorno ricevo resoconti di tutto quello che accade nel mondo ed
è dastar male veramnete. Jd mi disse che dopo cose che Lia
vide,
con i suoi occhi, anche di presenza, il suo umore
peggiorò e la sua idea di un cambiamento radicale divenne...
più forte. Lei però non accettava molto l'idea
del
transumanesimo e quello in cui Milan sta lavorando con David, seppur
diede una mano, sprando che davvero fosse usato per il giusto. Io penso
che se l'umanità invece di migliorare va smepre
più
giù, cosa cè da salvare oltre il piano materiale?
Quanto
dei miei sforzi davvero ripaga? A volte mi sembra come l'ossigeno che
ci danno gli alberi e la loro ocntinua deforestazione, un confronto che
avrà un solo vincitore..."
"Capisco cosa stai
dicendo, ma cosa voleva fare Lia per preparare il mondo a un nuovo
passo umano?"
"Lascia stare, la cosa
ora che mi
importa è che tu comprenda anche questa novella e... come la
vediamo io e Milan. E cosa può comportare questi studi sul
cervello e l'umanità nel futuro"
"Hai paura di cosa?"
"Che dopo la brama e la
pazzia
dell'essere umano per la tecnologia, social, smartphone degli ultimi
anni si... ho paura di questo mondo moderno e sempre connesso,
ma sempre più distaccato dall'umanità. E' come se
fossero
tutti robot, feroci nel network e crudeli nella realtà.
Perfino
le maschere del passato stanno peggiorando. E io mi sento sempre
più sola in un mondo che non mi piace, e intendo se volessi
andar là fuori e mi domando come si sentisse Lia quando
definiva
le luci blu e verdi così fredde e piatte, da no
ntrovare
riparo nel cammino futuro..."
"Ti senti sola
normalmente o solo quando vedi la società là
fuori?"
"..." guardandolo
sbattendo le
palpebre "non so più cosa pensare. Perchè ora,
per colpa
tua, se non cè qualcuno vicino, mi sento come
sperduta in
enorme ambiente deserto e no nso più cosa pensare. O quali
siano
più le mie paure"
"Ti senti sola se non
cè nessuno?" domandò cercando di capire il senso
"Da quando ti sei
imposto come mio
amico, quella solitudine che accettavo e mi faceva sentire bene
è come stata spazzata via, e se non ho con me
quei tre o
Jd, o non sono qui come ora... mi sento vuota. Ed
è colpa
tua..."
"Vedrò di
capire se è
una cosa positiva o negativa, e vedremo insieme come
sistemare
la cosa... se vuoi davvero come hai fatto con tutte le tue paure
affrontarle" vedendola sorpresa "prendila come la paura delle altezze e
l'addestramneto che hai fatto per almeno riuscire a..."
"Quello... è
diverso. Non so
neanche io perchè mi agito appena sono sola, ma la colpa
è tua e mi dici di superarlo insieme?"
"Si... come hai aiutato
me, ma questa
volta lo faremo insieme. Siamo o no migliori della gente là
fuori?" vedendola basita "e ora voglio copiare questo testo, metti per
favore quella canzone che ascolti sempre, così
imparo
meglio a pronunciare quella lingua"
"Non sei arrabbiato o
offeso perchè ti ho detto che è colpa tua,
se mi sento così?"
"Secondo te,
perchè io vengo
sempre qui appena posso?" alzandosi e accendendo il dispositivo sul
comodino, che dalla microsd riproduceva i brani salvati
all'interno "perchè passo le sere qui invece di camera mia,
o
non faccio più tarda notte tanne pochi casi, con i ragazzi
alle
gradinate , ma torno un paio d'ore prima e sto qui?"
"Cosa?" ma lo vide
risersi sul
tappeto con le gambe incrociate a copiare qualcosa mettendoci impegno,
rstando ad abbracciarsi le gambe e incapace di acchiapapre qualcuna
delle domande che la assillavano nella testa, e trovarvi
risposta.
"...Capirei la mia vita,
Scoprendo
dentro di me....Allo stadio, in un bar, in un gesto affettuoso....Che
non ci capita mai...Vorrei regalarti un mondo diverso Che ha fatto la pace con
la sua
crudeltà...Per arrivare più su ,Di questa piccola
vita..." canticchiava lui cercando di usare bene la penna, scrivendo.
Kianta
sospirò, rimase in
quella posizione per un pò sentendolo cantare, e
cercare
di trovare il modo di pronunciare correttamente l'italiano del brano.
Invece di leggere, le era passata la voglia, restò
là a
fissarlo impegnato in ogni fibra a migliorare, domandandosi cosa
avrebbe fatto Lia o una qualuqnue persona normale in una situaizone del
genere, dove aveva davanti una persona che non odiava e sembrava agire
più per istinto che altro. E si imponeva nella sua vita. E
lei
non riusciva ad allontanare come aveva fatto con gli altri.--
Tutti gli uomini non di guardia, liberi o che erano rientrati quel
giorno erano tutti riuniti alle gradinate, a vedere cose e fare casino.
Se di giorno non si riunivano in gruppetti nel tempo libero, lo faevano
la era ma in grande.
Se la spassavano con le loro cose, guardando, discutendo, ridendo,
bevendo e alcuni mangiando, finchè troppo impegnati nello
schermo centrale non notarono una figura che avanzava silenziosa da un
lato della gradinata, vicino il muro dello Chateau, apparendo a fianco
di quello di fronte dopo. Si era fatta dal muro alla parte della
gradinata dove stavano Jd, Alaric e gli altri ma nessuno vide nulla.
Troppo impegnati a osservare e discutere dei pareri propri con gli
altri.
Fu uno di loro dalla zona di Jd, che stavano su quella con le spalle
verso la zona di bosco e i locali stalle più di un
chilometro
più in là, che si voltò per dire la
sua, la vide,
sbiancò e iniziò a volteggiare le mani
per fermare
tutti come fosse un elicottero impazzito.
Alcuni sbraitarono contro di lui, gliene dissero parecchie, credendo
che
volesse fare solo lo scemo o avesse bevuto troppo, finchè
non
fermarono gli occhi su lei. Che era fissa all'inizio della gradinata
con roba in mano, a guardare gli schermi di proiezione laser a quattro
facce. Teneva la testa inclinata al suo solito verso la spalla e pareva
seria.
Alaric strattonò Jd che ancora non aveva visto, mentre Lubo
stava fermo che se la rideva. Jd si alzò e le
andò
incontro mettendosi di fronte per parlarle ma Kianta allungò
il
malloppo di fogli sbattendoglieli sul torace, fermandolo prima che si
frapponesse.
"Che programmino interessante questa sera. E io che pensavo foste
più tipi da film d'azione..." con un ghigno mentre vedeva
chiaramente una sorta di film troppo osè, con due
donne e forse
un uomo,era ogni tanto inquadrato ma in quei momenti non
principalmente.
"Hanno voluto..." iniziò Jd ma Kianta lo fermò
con un dito, guardando i fogli.
Mh..." fece lei con faccia non schifata ma poco ci mancava e allora
Alaric ne approfittò per sfidarla. Restando seduto comodo
con
braccia conserte.
"Vuoi dirmi che sei una persona forte ma non da vedere un porno?"
Fece il tronfio finchè non mutò espressione
perchè
lei aveva lanciato un sorriso folgorante, ma maligno, tanto che Gask si
sorprese di vederla sorridere così da che era là.
Alaric
parve confuso ma fu Jd a chiarire.
"Pensi davvero che una come lei, che sia la Marionettista di cosa
facciamo, da dietro, non abbia visto certe cose?"
mentre lei lo guardava
con aria sorniona "Tu sai dei nostri accordi con Madame... ma tu sai
cosa fa lei per davvero? Le Velvet room? Come fece chi sai tu a fare
quei video falsi per intrappolare quei tipi? Secondo te, da
dove li ha
presi? Dalle camere in cui puoi guardare! Agli ambienti dei... gusti!
Inoltre madame l'ha istruita sul mestiere così da
riconoscere le
persone e come sfruttarle... " poi vedendo
l'occhiata del -ma che cavolo dici=""-
che lei gli lanciò si correse
"Così
come le Lezioni qui, lei ha seguito Madame tempo fa imparando molte
cose sul suo mestiere, quello delle sue pupille e come trattare con
certa gente senza ovviamente..."
"NOn ho capito!" si intromise Gask confusissimo "Come addestramento
l'ha seguita, facendo la battona?" vedendosi guardare male da parecchi,
Kianta in primis, che sembrava con l'espresisone che volesse
prenderlo a cinquine in faccia.
"Ti prego dimmi qualcosa, perchè non mi butti su
di lui per
strozzarlo male!" disse a denti stretti lei a Jd mentre questi le
ricordava di pensare a cose belle, cose positive, o di pensare a tutti
quelli che aveva terrorizzato a morte e avevano fatto schifo su donne,
bambini, gente in generale.
"No, CAPRA!CAPRA!" fece lei con voce greve e a Gask, e questi si
scansò in uno
slancio istintivo temendo che gli sputasse, per il modo in
cui lo
dissecon un colpo secco della testa in avanti, ma era solo
l'ira che aveva
in gola "Lei mi ha istruita sul suo lavoro per sapere come operare in
certi settori. IMBECILLE! Non permetto ne alle nostre donne e ne agli
uomini, che per gl iaccordi lei vuole per i suoi lavoretti, e
pensi che
io faccia 'sta roba? Sei fuori?"
"Ah" fece lui come buttando via l'aria con l'ansia "avevo paura che
come tipo di lavoro avevamo pure quelle cose sotto copertura, facendo
robe varie..."
"Ma chi ha fatto entrare 'sto lama? Vorrei sapere chi!"
sbottò lei sbattendo le mani sulle cosce
"L'amico tuo" rispose Jd facendo finta che fosse uscito a
caso, guardando altrove "resta il fatto Alaric, che è
stupido,
sopratutto da te, e solo per farti bello davanti agli altri,
mettere in
ridicolo chi ti ha slavato il culo più volte e sai, di cosa
parlo. E sai le cose che ha imparato e ha affrontato per essere non al
pari, ma sapere in cosa manda gli uomini..."
continuò Jd,
ma Kianta fece una faccia di superbia e arroganza indicandolo
con
la
mano aperta, continuò lei.
"Tu mi conosci bene, no?, per questo non ho affatto problemi. Anzi..."
si voltò perchè intanto il filmato era andato
avanti e i
tre attori stavano sodo, e si sentiva. Lei si
voltò, guardò e chiese "Allora, Alaric. Per
quanto tempo
devo fissare questi tre che si incaprettano? O ci sono scene per te
peggio, che secondo te io dovrei guardare? Dimmi, dimmi, avvisami tu
quando la smetto" ridendo alla scena sugli schermi, facendo fumare
l'altro.
"Anzi,..." fece lei prendendo dalla tasca il suo Phonvlet sempre
fissando, "non sia mai che usi scuse per evitare la sfida" fece
lei e smanettò portandosi l'apparecchio in alto
così da
vedere insieme film e questo. Lei si voltò appena in tempo
perchè apparissero delle scene e guardando Alaric disse
"Dimmi
Alaric, tu sei uno di quelli che schifa letteralmente certe cose. Tu
sei uno di quelli che non volevano donne qui, non sia mai che alterino
l'equilibrio ormonale e altre cavolate, dicevi. Divertente come le
donne
abbiano risultati interessanti, visto che tu già stroncavi
tutte
come fossero fesse casalinghe,q uelle che io odio. Che no nfanno
esercizio manco a letto col marito... E non hai fatto i salti mortali
quando è stato detto che erano ammesse relazioni ma che
almeno
Milan, io, e i capitani se volevano, sapessero. Per prenderli a pedate
nel culo se iniziavano le cavolate che si sentono di coppie
là
fuori! E quando è toccato alle coppie gay, miste gender e
via
dicendo, hai avuto l'ardire anche di sbraitare per i baci che
si
scambiavano per la tenuta..:"
Alaric sbiancò, divenne paonazzo e Kianta gl
irideva in
faccia, mordicchiando un angolo delle labbra con gli ncisivi prima di
continuare ma lui urlò di rimando come per pararsi il
didietro.
"Anche tu odi vedere la gente per mano, sbaciucchiarsi,
abbracciarsi se sono..."
"NON DIRE CAZZATE!!!" fece lei con lo stesso tono gutturale con GAsk,
fissandolo come se volesse infilargli degli spilli negli occhi "a me da
fastidio TUTTE queste cose fatti da TUTTI! E lo sai. Che siano etero,
gay, di qualunque tipo e categorie, per me sono cose private e vanno
fatte per i cavoli prorpi. Spettacoli niente! Tu ricordi le parole di
quella persona quando si lamentava dei matrimoni e fidanzamenti vari a
cui doveva assistere, al vergognoso BACI, BACI, BACI, che doveva
sentire come tanti cafoni, bisonti, buzzurri e... ma tu lo sai. Milan
ancora ne parla! Io le dò ragione. Ragionissima. Gente che
non
voleva farlo era costertta, con urla, colpi con coltelli sui bicchieri
e piatti, casino di seggiole sbattute a terra per mimare tamburi... noi
facciamo questo come indicazione di apprezzare un'orazione o nelle
feste, ma è una cosa diversa. Quello è essere
bestie.
Punto. Tutta questa poesiola sdolcinata della società
là
fuori, e poi appena si girano a parlare con altri ti tirano fuori certe
frasi che fanno paura. Veramente! Anche io le ho sentite, quando ho
fatto esprienza là fuori, ricordi? DA schifo! Davanti
facevano
le amiche o gli amici, baci e abbracci e poi a gruppetti appena stavano
soli, volavano i -quella donnaccia quello stronzo e altri epiteti che
non ripeto=""-. Fanno sempre a leggere di roba
romnatica ma
loro di romantico non hanno niente dentro, pensa farlo per gli altri.
Amano però lo spettacolo beceo e quindi... facciamo snetire
da
schifo due persone che vorrebbero passare una giornata
speciale, felici
e in compagnia di gente che gli vuole bene. Seeeh, quanto gliene
vuole!" facendo un giro compreto su se stessa per guardare tutti mentre
parlava "ma tornando al video, così come i baci di chiunque,
qualuqnue coppia al mondo èpuò essere felice, non
ha importanza formata da chi, per me non
ne ha, basta che lo faccia per i fatti suoi. Poi... anche i video porno
devono esser considerati allo stesso modo. E
quindi se trovate sexy le donne che si baciano e fanno roba,
perchè non anche di altri?"
"Ah certo, io amo le donne e dovrei vedere due gay che si baciano e
fanno roba? Sei matta?"
"E vedere le donne che fanno roba con cani e cavalli quello, no,
normalissimo" disse lei freddissima e irata "capisci anche tu che
qualcosa nella vostra testa non quadra, che ritenete una cosa
schifosa
uno e che ivnece è naturalecon animali.... no, quello
è giusto.
Complimenti..." battendogli le mani davanti "e dimmi tutti voi ritenete
che sia figo un video con due donne che fanno cose, vero? Hai visto che
non ho avuto problemi a guardarlo. ma dimmi tu, e con tu, intendo anche
gl ialtri, vediamo con un video sul bdsm come e quanto riuscite a
guardare..."
A quelle parole la gente fece versi e segni di accettare, che andava
bene. QUale era il problema? In parecchi quindi dissero che accettavano
e sarebbe stato facile... ma Alaric sembrava fissarla strano. Gask si
accorse che Jd sembrava trattenere il respiro fissando Kianta, e ALaric
stesso due posti dopo di lui alla sua sinistra, sembrava sempre di
più aprire gli occhi e la bocca in una maschera di terrore.
Infatti Alaric all'inizio a veva detto che nulla, voleva fare la
sborona ma si accorse che lei rideva troppo, lei rideva ma sorrideva di
rado di solito, a meno che non fosse con qualcuno che le andava a
genio. O che stava per combinare. ma non in
mezzo agli uomini e in situazioni del genre a meno che... nel caso...
Se non vi fosse qualcosa sotto. E qualcosa gl
iscattò in
testa, facendogli fare una maschera di orrore facendogli
urlare un
-no , ho capito fermati non farlo che=""-. Ma era tardi,
lei con
un sorriso alla Jocker aveva attivato il video di nuovo, che aveva
stoppato, proiettando scene che sapeva sarebbe apparse.Alaric sapeva
che lei quando le partiva, sapeva essere subdola e uno degli
indicatori era la faccia a sorriso come se si divertisse in una sfida.
Parecchio.
E così il video proseguì mentre Kianta lo fissava
sorridendo, per nulla turbata dalla visione, ma ridendo. Jd si
voltò subito prima di star male, e sapeva che lei rideva non
per cosa appariva nel
video ma per la reazione generale della gente sulle gradinate. Vociare,
versi e gemiti di orrore, terrore, schifo e ribrezzo, repulsione...
"Perchè vi comportate tutti così. SEDUTI!"
urlò
lei intimando un ordine e pretese che ubbidissero. Ancora le sequenze
procedevano e lei fissava le gradinate voltandosi a sinistra a
destra, intimando di guardare. Avevano iniziato una scommessa e doveva
esser
eportata a compimento!
"Vi guardate di tutto. TUTTO! Donne infarcite di ogni cosa e in ogni
dove, lì va tutto bene. Non importa se animali, donne,
uomini,
vi piace. Anche il bdsm vi piace ma questo, questo video, adesso vi
mette in crisi? Militari che nella vita hanno visto di tutto? Per un
video alla Two girls one cup? Esagerati perchè io non mi
schifo
per ninete, non come voi. Mi volete far credere che sono io l'unica che
ha cercato di superare schifo e paure per questo lavoro? Alaric, si il
vostro capitano Alaric che ha iniziato la cosa, era quello che diceva
che tutto ciò che avete qui adesso, vi rendeva molli. Volete
quindi dirmi e dimostrarvi che come per il parto, questa facezia sia
peggio di omicidi, squartamenti, morti seppellitti riesumati, e altro
peggio e peggio , che avete fatto e visto, prendendo a pedate
la gentaglia
nel culo? Siete uomini, militari o cosa? Se siete uomini significa che
capite quello che siete come razza e superate la soglia quell oschifo,
e il primo che dice o pensa al
colore della pelle invece si specie animale vivente sul pianeta lo
faccio attaccare in una stanza e..."
"Ti prego non li minaccia..." chiese Jd tra sè ma ad alta
voce, facendola voltare
""perchè hai paura che si traumatizzino se dico che
gli strappo gli alluci a morsi? No, forse i mignoli dei piedi, quelli
fanno male" guardandolo male.
"Tornando al discorso quindi, se siete esseri umani sapete allora
discrnete tra bene e male e siete corretti, siete in grado di agire
diversamente in base al tipo di persone che avete davanti. Ed evitare
certo schifo che schiavizza una persona a subire...! Siete
pietosi e caritatevoli ma spietati e in prima linea contro
chi
fa solo schifo. Se siete militari allora siete addestrati anche di
stomaco a tantissime cose. Se siete altro, fatti vostri ma se mi venite
a dire che io reggo e voi no, vi prendo a bastonate! Ora, riflettete
perchè voglio le risposte ma non adesso, abbiamo altro!"
terminò, tornando calma e fissando Jd con i fogli, mentre il
video procedevea e la gente chiedeva di farlo finire, mentre i
risultati di un clistere si vedevano nei quattro lati.
"Tutto qui? Hai finito? Tienic ancora quella roba?"
"Perchè, volevi che li prendessi a pesci in faccia? Anche
letteralmente? Pensi che io sia stata troppo buona? Avrei
ancora
cose da dire, molti adorano perfino il figging e video di donne,
ovviamente, che vuoi mettere, di clisteri ma no, questi, fino a questo
punto, fanno schifo.
Gli brontola lo stomaco.... Jd, veramente?" gli disse come a chiedergli
se era serio o no.
"Anzi, si ho una cosa da dire" fece lei alzando il dito indice fissando
tutti "la cosa che mi diverte di voi uomini che guardate i porno!
Voelte saperla? Ebbenne, rido come un caimano dopo pranzo, quando vedo
tutti infervorati per queste... robe" indicando con la testa lo schermo
dove aveva riportato i lvideo di prima, erano così delicati
pensò "... e poi non vi accorgete, non vedere l'unica cosa
che gli
attori porno fanno che un uomo dovrebbe sapere, e fare, ma che
è
scemo e non gli arriva al cervello. E intendo quello nella testa..."
trovando qualcosa sul davanti della camincetta e pulendoselo con rabbia
"E' assurdo ma vero! Non imparate neanche dai porno... che tristezza!
Così come la convinzione che vogliono la prostituta porca e
disinibita che faccia tutto ciò che vedono nei porno,
fintissimo, e intendo anche i muccheggi e che vengano, senza sapere che
una vera professionista non lo farebbe mai. Veramente... la metne degli
uomini è assurda... ma cosè questa roba addosso.
Jd che
hai gl iabiti sporchi e hai sporcato me?" diventando leggermente
alterata, odiando la roba sporca, peggio sui vestiti.
"Forse... o semplicemente dove sei andata prima di venire qui?" offeso.
"non so, portandogli dei fogli... forse potrei essere andata dal
maniscalco? Che sforna fogli battendoli sull'incudine? Che dici?"
"Frena, basta con ste cazzate. Come se tu non ti sporchi girando come
fai per controllare tutti! Manco al grande fratello... cosa significa
quella cosa che hai detto prima?"
"..." Kinta fissò Alaric contraendo le sopracciglia, poi
controllando bene le maniche disse "... ho solo detto un mio parere. E'
interessante sai, sentire gli sfoghi delle donne sui loro
uomini e le
loro incapacità. SUll'imbecillità, ne
dicono già a
bizzeffe. Inoltre ho letto molte cose e ho scoperto una cosa
interessante. L'uomo, come ho detto, non osserva bene l'unica cosa che
può apprendere da un attore porno "sorridendo con
sfottò
all'amico "e fa sempre, sempre lo stesso errore. Poracci, vero?"
guardando Alaric come se volesse punzecchiarlo.
"Proprio tu dici queste cose? Sembra una barzelletta! Vuoi fare la
morale gli uomini su cosa... tu sai di cosa parlo, capisci che detto da
te è assurdo" recitando la parte del tizio figo e incurante
delle frecciatine
"E tu sai di cosa parlo quando avverto eco di... mancanze da alcune
persone. DAl sesso femminile, che loro sanno, per esperienza diretta,
questa cosa e si chiedono come fanno gli uomini che frequentano,dopo
aver visto mille porno a non saper apprendere e fare quel'unica cosa
che quei filmetti insegnano..."
"Con quale faccia tosta..."
"Meglio della tua, che osi fare il saccente su cosa io so, non so,
posso capire..."
"cazzo, vieni qui a dire che la gente dovrebbe prendere
esmepio da un attore porno! Su cosa non si vede..."
"E te lo devo dire io? NOn sei tu il grande esperto?"
"Ma io ti avevo chiesto del fatto della prostitura professionista..."
"E io stavo riprendendo il discorso da prima. perchè ha
tutto un
motivo. O credi che tutti gli altri tranne te siano scemi?!?"
"E tu che prendi per scemi gli altri su cose che sai di dover tacere, e
su uomini che no nvedono in un porno
e su prostitute professioniste che se sono tali non vengono...."
"Visto che per ora avevate attivato il secondo cervello, per attirare
la vostra attenzione..." alzando le spalle con la mani aprte per dire
che poteva fare quello"
"Ragazzi, basta..." disse Jd, ma più perchè gli
uomini stavano parlando tra loro e iniziavano a volare certe domande
"Comunque, sono sicuro che i ragazzi, SE ci vanno e sanno, sono
consapevoli dei rischi e che, lavorando con noi, quelle sono persone
abusate e tutto. LORO SANNO" urlò per farsi sentire bene e
far
capire dall'espressione che era serio, era un consigli o ma anche un
ordine velato "e non agiranno da stupidi. Anche perchè,
quello
che cè qui per loro è una sostituzione giusta e
corretta
di quelle cose. Magari erano dati vecchi, comunque...
"Cosa pensi, che io non sappia cosa fate con le nostre connessioni?
Tutte? Abbiamo più tipologie e almeno la metà
è
usata per vedere altro, oltre le ragazze di Madame, anche per il nuovo
padiglione. Oh, siete liberi di usarli..." vedendo che qualcuno si
passava la mano sulla faccia "e molti di voi sanno perchè lo
permetto!"
"Capo, perchè così non andiamo a signorine per
davvero?" rise uno alzando la mano come a scuola.
"no, Canh" disse lei, voltandosi verso l'altra gradinata "ma...
perchè voi sapete, conoscete siti, posti, luoghi,
anche oltre la
superficie del web normale e dove andate voi, noi ci insinuaiamo. Posso
capire che ... mettiamo che si accettano le voglie di alcuni, un
pò spinte, ma ricordavo che Madame proponesse un nutrito
Libretto d'Opera, anche per gusti particolari e per i singoli"
ghignando guardando Jd "ma voi siete anche pro causa. La nostra...
sapete bene che se volete, cercate qualcosa, basta chiedere e se non
è omicidi, pedo e snuff, vi accontentiamo, purchè
non facciate casini! E dovreste sapere che dove andate per noi
è
un modo giusto e lecito per acchiappare lo shcifo che gira nella
società che sfrutta, utilizza, strizza come un panno lercio
le
persone per i loro guardagni...! Voi siete qui perchè
credete in
quello che facciamo, o per cavoli vostri?"
Calò un silenzio fragoroso che si avvertiva solo
il
venticell oe qualche respiro troppo forte. Kianta guardò
tutte
le facce seria, per poi ghignare di nuovo.
""Suvvia! Non fate quelle facce, quello che avete qui non è
nenache paragonabile alle Maison Close di lusso dei periodi d'oro di
ogni paese. Qui cè tutto quello che personcine a modo come
voi
possono volere, senza aver eproblemi! Certo, se tradite le
fidanzate e
mogli in vari modi, sono cavoli vostri... avete fatto un giuramento, un
anello per mostrare la parola data ma chi sono io per fare la
paternale!" rise divertita "Ma voglio solo dirvi questo, prima di
spiegare perchè sono qui a... fermare i momenti tra voi!" si
fermò, mano sulle anche, a guardare quei tre che ci davano
dentro "Per me potete anche andare in quei siti. Siete adulti e
vaccinati, per fortuna aggiungo io perchè con i genitori che
passano da una decina d'anni cè rischio davvero di
qualche
peste imbecilloide e finiamo tutti stecchiti perchè hanno
l'autista in testa, non nel vaccino! Siete uomini, nel senso di forti,
coraggiosi, preparati, con menti e si spera intenti dignitosi che..."
"Si, ma falla corta per favore. E' da mezz'ora che parli..:"
sbraitò Alaric toccandosi con l'indice l'orologio al polso,
muovendo il mento verso gl ischermi
"Stavo dicendo, dopo averlo mandato
a cagare anzi, poi io e te ne parliamo, dopo nel mio ufficio...
Ri.dicevo! Siete persone adulte, con menti e cuori giusti. Avete anche
certi bisogni e non vi è mai stato negato qualche visitina
in
certi posti. Anche se, scusate s elo dico ma veramente..." aprendo le
braccia voltandosi verso tutti "abbiamo una collaborazione con Madame,
persone che... adorano, letteralmente, questo lavoro da farlo come
missione! Vi si portano cose che trovate solo in luoghi dove vogliono i
sacchi! Di lusso, di tutto. Potete anche avere un servizio
personalizzato che sia virtuale o ... reale. E mi cercate in siti dove
sfruttano le donne che possono essere, senza che voi ne sappiate nulla,
chi conoscete! A causa della crisi negli ultimi anni in pochi di voi
forse sanno che molte laureande, liceali, madri e mogli, per la perdita
del lavoro e lo schifo nella società là fuori,
sono state
costrette a mettersi una cam e lavorare, col viso nascosto o meno, ma
hanno pensatoc he fosse l'unico modo per portare il pane a casa. Molti
di voi so che avranno figli! Anche femmine. Se non li hanno
già!
Forse non sapranno affatto di qualche loro lavoretto in questo settore.
Molte riescono a nasconderlo. Ma ogni ragazza, donna che si vede in
quei siti è una donna che non fa questo lavoro
perchè le
piace, perchè è la sua scelta...
Continuò a fare il solito giro ovale che stancava ALaric,
odiava anche i suoi pipponi di mezz'ora o più come una
discussione di quelle fatte al liceo tra altre scuole su temi
importanti.
"Perchè i soldi non
sono l'unico modo per tirare avanti. Madame è una delle
poche
che sceglie e prende persone che non sono costrette a umiliarsi e
abbassarsi a fare ciò, per dare ai figli del cibo,
l'elettricità, il riscaldamento d'inverno! Ci sono donne
sole,
perchè gli uomini sono bestie, che devono crescere figli da
sole
con i pochi soldi di lavori umili e giusti, ma così pagati
poco
che devono scegliere d'inverno se comprare carne e cibi per i figli o
pagare il riscaldamento o crepano di freddo! E voi che lavorate con
noi, non per noi, ma con noi, sapete in che stato sono molte di quelle
persone. Perchè molti di voi vengono da quell'ambiente. E
quando
so che vi collegate a siti non da noi approvati, perchè
macchine
del sesso e basta, ci dispiace. Per voi! Perchè non potete
sapere s edietro quelle donne con le mascherine o quelle ragazze
sorridenti con i visi visibili non vi sia qualche parente,
qualche
figlia di qualcuno che conoscete, qualcuna per cui magari voi fareste
di tutto per non saperle lì! Ogni donna, ragazza, bambina
per
giunta perchè questo accade, è figlia di
qualcuno. E'
qualcuno che vale esattamente come voi. E magari quelle donne in
generale non possono più credere agli uomini e alla
speranza, per
gente che si collega per vedere i loro corpi dimenticandosi la faccia,
non parlo della bellezza, che le indica come persone. Molti di voi, e
intendo tutti quell iche sono anche là fuori per incarichi,
mantengono le proprie famiglie. Ma cosa accade se per ipotesi scoprite
che qualcuno che amate si trova là perchè i soldi
non
bastano e non volevano darvi dispiacere. O... tornate a casa e per
parlare con qualche vostra parente, scoprite che fa questo
lavoro per
non essere scroccona e dare la sua parte, perchè ormai
cercano
lavoratori capre, non persone istruite e intelligenti. Si
perchè
da qualche decina d'anni il pezzo di carta come si diceva che ti
elevava, ti portava al livello di dottori e gente che aveva studiato e
sapeva, non serve più perchè vi indicano come,
subito,
troppo specializzati, troppo preparati, troppo per quei posti di lavoro
pagati due soldi e che se vi prendono, sono costretti ad aumentarvi il
salario. E quindi non tu ma si a quel tizio che non ha potuto studiare,
è un pò ignorante e che gli va bene la paga
misera,
romperà poco per i suoi diritti e si sforzerà i
ltriplo
di te per tenersi il posto. QUindi..."
Camminò in circolo per guardare entrambe le gradinate,
vedendoli
faccia a faccia tutti quelli che le capitavano sotto gli occhi.
"Se conoscete siti e altro, nessuno vi vieta di entrarci. Ma se
lavorate per noi, credete in cosa crediamo noi, sapete bene che quei
siti finiranno non down, di più! Molti di voi, proprio, sono
stati mandati in retate mascherate da Swat per prendere a sberle la
gente che tratta quelle persone, quelle donne di ogni età,
come
mera merce. Come guadagno semovente. Gli stessi che, sempre per
ipotesi, vedono in difficoltà qualche donna della vostra
famiglia, non si perde in ragionamenti ma subito la mette a lavorare.
La sfrutterà finchè avrà uomini
interessati, poi
via perchè devo prendere un'altra che -rispetto a te mi fa
fare soldi=""-
Le donne che io e Milan abbiamo approvato tramite
Madame, sono
state controllate e fanno quel mestiere per... passione. Chiamiamolo
così!"
"Dì ninfomani, amanti del sesso, del..."
"Si è capito!" sbottò lei ad Alaric "Sapete che
quelle
persone fanno qualcosa che vogliono fare, non hanno pudori o problemi
su nulla. Sono loro e loro soltanto. E sapete che le donne che si
presentano a Madame che lo fanno per soldi, perchè non
vogliono
fare lavori dove si è trattate peggio da uomini, ed
è
capitato, dove erano preda di battute sessiste, proposte schifose e
peggio, hanno altre mansioni. NOn sono mandate via, ma non sono loro
che... vi accolgono dove sapete. Io stessa controllo quelle persone e
non approvo ragazze che necessitano di soldi e quindi si vendono.
Certo, sta a loro decidere che mansione occupare nell'impresa di
Madame, ma quelle donne e ragazze, maggiorenni, non fanno nulla di
costretto, non sono oppresse ne schiavizzate. Anche perchè
Madame sa bene che farei fare KABOOM a lei e alla sua impresa come ho
fatto con molte altre! Ci metto duer secondi, e lei, voi e tutti l
osapete! Mentre quelle di quei
siti non sono proprio felici, perchè Madame va su nostra
indicazione, una volta trovate, da quelle di
questi siti che dimostrano che... amano davvero quel che fanno e non
per necessità, e le arruola. Ma quei siti sono da noi
oscurati e
le donne aiutate come possibile..."
"E chi aveva i siti?" domandò uno, ricevendo uno sguardo
vacuo
da Kianta che rispose un laconico -e secondo te a quell icome lui che
facciamo=""-
"Insomma dobbiamo stare in quello che ci dai tu!" disse Alaric offeso.
"Davvero tu e loro vi lamentate di cosa avete? Di cosa vi viene
offerto? Siete seri?" ma per fortuna, di tutti, gli altri non
condividevano l'uscita del Capitano e quindi Kianta parve
tranquillizzarsi.
"Vi chiedo solo di riflettere su cosa fare online, delle visite e dei
soldi che date ad altra gente, perchè in qualunque
situazione la
società attuale mette persone davanti a scelte che
danneggiano solo loro. non potete sapere se qualcuno
vicino a voi non sia costretto a finire in queste reti. E non parlo
oslo online. Gente che fa il protettore di tutte le donne che gli
capitano, perchè con problemi e simili, ce ne sono anche in
quartieri normali. E voi per lavoro lo dovreste sapere, delle retate
per acchiappare i pedofili, i finanziatori di video pornografici e
snuff, e altro... lo sapete! Sono delusa solo per fatto che dopo quelle
esperienze ancora credete e finanziate quei posti! Chiusa questa
parentesi, andiamo a cosa ho portato..." indicando Jd con il malloppo
di fogli, ma una mano si alzò.
Gask, che era rimasto fermo e zitto, aveva alzato un braccio come per
chiedere qualcosa come era nelle regole. Kianta fece con le labbra una
linea come se no nsapesse che fare, poi gli diede parola.
"Ma poi, con tutta questa gente che acchiappiamo, che cosa ne facciamo?
Dove avevo iniziato io la lapidavano o li legavano..:"
"Niente di così cruento!" sbraitò lei, poi
però
alznado un dito "fisicamente!!!... Trova alla fine il suo vero posto
nel mondo!"
Gask la guardò tetro, passò lo sguardo sugli
altri, che
parevano voler essere pure vicino la bocca di un vulcano che
lì.
Poi fece di nuovo la domanda sperando di capirci qualcosa. Kianta
sbuffò, ma Jd le mise una mano sulla spalla e
spiegò.
"Noi non uccidiamo. Tranne rari casi dove ci costringono noi non siamo
come loro. Noi non infliggiamo niente di fisico. A meno che non
vogliamo informazioni cruciali, ma anche lì qualcuno "
guardando Kianta " trova più comodo anche per eventuali
denunce fare tutto non visibile fisicamente. Come disse una
persona, rompi la mente, non i fisici. E così visto che non
era
una persona sanginaria, decise di rigirare le cose a vantaggio del
mondo. NOn so se lo sai, ma nel mondo tutta la tecnologia si basa su
alcuni componenti importantissimi. Cobalto e iridio mi pare, per
esempio. Questi elementi sono importanti per contatti elettrici per il
cobalto, e la sostituzione del rame con l'iridio per i chip r
microprocessori, per migliorare i contati e la trasmissione con gli
altri componenti. Questo è quello che ho capito. Ma come si
estraggono? Con schiavi e miniere e processi sempre più
pericolosi , e con povere anime sfruttate fino al massimo. Un esempio?
Nelle miniere del Congo migliaia di bambini pagano un prezzo altissimo
per estrarre il cobalto e nessuno, neanche noi, sa quanti bambini siano
morti estraendolo. Questi due metalli come altri, sono in
quantità abnorme nelle terre africane e sempre
più gente
danarosa letteralmente rastrella bambini, adolescenti e uomini molto
magri per entrare nelle gallerie in maniera più
agevole, e
non puoi immaginare i danni di tali lavoro. Attualmente i metalli
più importanti, pregiati e che usano questi disgraziati per
l'estrazione sono se ricordo tutta la lista... rodio, rutenio,
palladio, osmio, iridio e
platino, tellurio, renio, oro, bismuto. Ogni
elemento ha varie utilizzazioni, dalla farmacia, alal scientifica,
gioielleria, tecnologia e via dicendo. Il valore all'oncia di tali
metalli in certi momenti è alle stelle e usarli per
finanziare
per esempio noi... ci permette di non basarci su accordi di natura
monetaria, preferendo invece quella sociale..."
"NOn capisco. Hai detto che ci sono metalli che valgono tanto, che sono
estratti da bambini africani e che qui li usiamo per non dover andare
avanti con i soldi della gente, ma li portiamo dalla nsotra
parte in
altri modi... ho capito bene?"
"Esatto!" disse Jd con un sorriso "vedi che hai capito?" guardando
Kianta per indicare quanto è stato bravo, ricevendo
un'espressione non positiva.
"E allora che cèntra la gnete che catturiamo? E
che non
uccidiamo?" portando Kianta a riguardare Jd per dire he aveva ragione
lei, Gask non aveva capito.
"Noi non ucidiamo. Noi proteggiamo le persone sia nel presente ove
riusciamo, che nel futuro. Molti dell'altra società ci
guardarebbe con disprezzo, ci indicherebbero come incivili. Facile
parlare quando quasi mai cè giustizia con i loro processi a
volte a farsa, le uscite così anticipate per buona condotta
e
altre cose, che di fatto pagano per pochissimo e ritornano liberi. Che
gente che stupra o fa cose allucinanti, viene pure protetto e salvato
dall'opinione pubblica, addossando la colpa alla donna, o
perchè
uan persona famosa, con soldi, che sapeva apparire in un certo modo e
per tutti ha più valore la loro parola che dati
clinici, e la
parola di una donna abusata. E parlo del fatto che è un vero
atto criminoso. Ma quella gente di solito continua a lavorare, stare in
mezzo alla gente come se nulla fosse successo, mentre la vittima
finisce in un inferno. O ci sono così tanti altri episodi
che
vedono gente pericolosa sempre libera e quelli normali che finsicono
male, che cè da fare una collana specialistica di libri sul
tema. Ed è sicuro che giudicherebbero noi come..." ma venne
scavalcato da Kianta.
"I buonisti del cavolo! sanno solo urlare che tutti sono cattivi senza
pensare che a volte chi lo fa ha i suoi motivi. E quelli che finiscono
nelle nostre mani se lo meritano, anzi, sarebbe il peggio del peggio e
noi siamo pure più che buoni. Ma saremmo noi gli inciviliper
quella gente. la stessa gente civile che tratta malissimo gli altri
solo perchè ha qualcosa di diverso dalla gente lobomitazzata
che
la società vuole. Se sei un pò diverso, se sai
fare qualcosa di diverso dal tuo sesso, se ti vedono non in linea con
cosa la società vuole, ecco che sei il capro
espiatorio per tutto. Dici di no? Ti dico un fatto che ancora oggi deve
esser epreso come esempio per il fanatismo e bigottismo della gente. I
tre di West Memphis. Tre ragazzi, che cercavano di controbattere una
dura realtà in cui vivevano, vennero accusati di un delitto
orribile solo perchè... diversi dai canoni mentali della
gente.
La lroo vita distrutta letteralmente per quei dementi. Ed è
solo
uno. Ci sono persone che hanno subito ogni cosa possibile per la
società bacata là fuori, e sarebbero pronti ad
armarsi di
cartelli contro di noi per qualche cosa pro fango. Quel fango che
insozzava la loro società e abbiamo tolto. La cosa che odio
di
più è sapere che parecchi si battono per i
diritti e
certi trattamenti, che sono meritati, neiriguardi di gente
che ha fatto l oschifo e
ci sono le prove. ma trovano sempre fan, gente che gli crede, avvocati
imbecilli e si salvano il culo, i proclamatori di diritti per quelle
fogne umane. E intendo gente che davvero è copevole, non a
casaccio. Non uccidere Caino. No questo. No
quello. Per carità, ogni forza di polizia non ha santi e
tratta
ogni giorno la peggior feccia, cose che queli che sbraitano con i
cartelli non vedrà mai. E purtroppo sbagliano. Ma hanno
ragione
nel trattare come meritano certe fecce. E poi giudicano noi..."
"Ok, fin qui ci sono. Ma cosa facciamo con la gente arrestata?"
domandò Gask alla fine, guardando entrambi. I quali si
voltarono
tra loro, tornarono su di lui e Kianta fu sibillina.
"Liberiamo tutta la gente sfruttata, diamo scuola, acqua pulta e
risorse per lavoare l'ambiente in cui vivono. Tutto ciò che
gli
altri non fanno. Diamo semi da painatare in molti campi
perchè quel paese in questione, che sia Africa, brasile,
venzuela e tantissimo altri, possano partire da cosa non hanno mai
avuto. E..." alzando il dito incide "portiamo quella
gentaglia a fare l'unica cosa che possono dare al mondo. Olio di gomito
e lavoro utile. IN pratica liberiamo schiavi e usiamo quella feccia
immonda per scavare, setacciare, lavorare il materiale che ci
interessa. E tu dirai -capirai , scapperanno=""-!.
No!
Perchè
gli viene impiantanto un sistema di avviso se superano un certo limite,
SE per caso le guardie, i cani e i mezzi di controllo dovessero, sai,
esser presi per il naso. Ma vuoi sapere chi cè che guarda
quella
schifezza umana? Le famiglie e le persone che hanno perso, sofferto e
hanno subito proprio da quella gente. Li paghiamo e teniamo come
controllori affinchè non se li lascino sfuggire. Per me,
è giustizia! Tu ched ici..."chiese a JD accanto a lei, che
rise.
"Hai detto che li prendete, li portate in queste...cosa, miniere,... e
li fate lavorare al posto degli schiavi che avete liberato e
supportato?"
"Ok, ci senti allora..." disse lei un pò triste "Comunque
si, la
gente che sfruttavano che abbiamo salvato in tempo, ottengono aiuto e
supporto per migliorare lo sviluppo del loro territorio per cibo,
materie prime, industrie ovviamente green, economia. Questo non
significa che stiamo a guardare. Anche noi dobbiamo andare avanti e
avere per voi ridare. Ci siamo accordati con loro secondo
cui, tutto il ricavato dalla vendita di quei materiali che valgono e
sono necessari alla cara Silicon Valley, questo per dire comunque tutto
il panorama tecnologico e informatico, abbia necessità di
quella
roba. Insomma, ricaviamo il materiale facendoli lavorare, prendiamo i
soldi e ne diamo una bella parte, per davvero, a quella gente che dopo
decine d'anni hanno avuto acqua pulita, veri edifici, mateirali
scolastici e di studio, informazioni su pulizia e igiene..."
"E se non viene da qui la lista di regole e igiene...! Se non lo
insegnamo noi..." sbottò Alaric sbuffando
"ma stai zitto tu, che eri quello che usava pantaloni normali o del
pigiama in bagno che gli cascavano alle caviglia pulendo il pavimento e
poi rimettendoseli portando lo schifo da terra sul letto. Tutto il
cavallo, le gambe dei pantaloni, tutto insozzato a terra! Nelle regole
metto che dovete usare calziniper tenere ferme le gambe dei pantaloni e
non farli strusciare a terra ma tu NO! Di coccio! Lo capite che anche
con tutte le nostre pulizie cè sempre roba a terra? le
Lezioni con le luci UV non vi ha insegnato nulla? E allora taci!" lo
aggredì Kianta e Jd si mise tra lei e ALaric pregandola di
tornare al discorso. E lei dopo un pò si voltò
stizzita e riprese.
"... e tutto ciò che serve per avviarsi. Hanno potuto con il
ricavato del lavoro di questi aiuti aprire picocli laboratori, pagare
medicinali e sistemi per contrastare zanzare e mosche, malattie per noi
occidentali quasi dimenticate per loro ancora presenti. Essi ora vivono
sulla schiena di quella gente che ha solo ucciso, torturato, stuprato,
arrecato danno in modi assurdi... controllati dai familiari e
conoscenti delle loro vittime che hanno giurato sulla loro anima di
essere lì, a tenerli d'occhio anche se ci vuole tutta la
loro
vita, sostenendo noi e gli ex schiavi con i l guadagno delle
estrazioni, per vendicare anche un pò la gente africana
usata
prima e prima... se ti chiedi chi controlla i guardiani della feccia,
noi! Che vuoi che lascio quella gente, seppur con un giuramento del
genere, senza ulteriori controlli? Sarebbe un pò... brutto
alzarsi e scoprire che per qualche motivo hanno accoppato uno o due
tizi, o cè stato qualche accordo anche se non
penso, per una
fuga. Fidarsi è bene, avere piani B, c, e tutti
è meglio!"
"MA quella gente non uscira mai da lì?"
"Chi lo dice che non imbocchiamo un pò di
possibilità?"
rispose Kianta con un sosrriso maligno "Più si cade
dall'alto,
più la caduta è terribile. NOn cè
niente di meglio
di un pò di speranza, per provocare la più grande
disperazione. Sorella della disperazione è la speranza. Loro
davano solo disperazione, togliendola la speranza. Noi la concediamo.
Un pizzico di speranza dà il giusto gusto alla
disperazione.Ma
se si eccede, la cosa non è più buona. Noi non
eccediamo.
E' soddisfacente vederli arrabbattarsi per trovare questo o qull'altro
sistema per scappare, vedendoli industriarsi mentre alle loro vittime
non lasciavano neanche uno spiraglio di possibilità. Lei
aveva
ragione, non esiste un Dio che possa mettere correttezza nel mondo. Che
amministri per davvero le cose. A volte la giustizia va corteggiata..."
guardando Jd che fece facce strane.
"Tu non lo sapevi? Noi facciamo cose buone qui!" disse uno dietro Gask,
abbassandosi per chiedergli questo, facendogli capire che anche loro
sapevano e accettavano la cosa.
"No, ma quindi... noi sostituiamo i tribunali? La giustizia?"
"MAI!" tuonò Kianta, guardandolo duramente "Dove i trubunali
e
la giustizia tanto decantata non giungono, perchè anche le
mele
marce ci sono in quei posti, arriviamo noi. Uno dei servizi che diamo,
che siano paesi di secondo e terzo mondo, che in luoghi orribili del
primo, le tante glorificate città moderne e civili,
è
proprio quello di aiutare, proteggere e
letteralmente al posto di
chi dovrebbe.Facciamo al posto di altri. In
quanti ci vedrebbero negativamente? Il problema è, chi se
non
noi, agisce come dovrebbe? Che guarda la statua della gisutizia e sa
che davvero essa ha agito, anche contro soldi, potere, scambi, cose
illecite... e chi per il giusto?"
Gask non disse nulla, mentre notava come intorno a lui, dalle
gradinate che di fronte, tutti calavano la testa in segno di assenso.
"Torniamo a cose serie. Eccovi, diviso dal valente Capitano qui
presente, i programmi per la settimana in linea generale,
più
per ogni singolo soggetto. Chiamerà per nome e controllerete
i
dati. Vi chiedo di attenervi ad essi e, nel caso vi sia qualcosa da
discutere, potete chiedere di parlarne nel mio ufficio. E..."
Jd si voltò verso di lei metnre chiamava ogni persona
indicata
sui fogli per consegnarli, perchè si era fermata e guardava
un
punto particolare. Pareva attenta e all'erta, quando la
chiamò
lei parve sorpresa come se l'avesse distolta da qualcosa.
Kianta fece segno di non badarci e iniziò a spiegare alcuni
elementi dei fogli man mano che gli uomini li ricevevano. Erano fogli
fatti da loro, lavoravano anche la carta, ma per un motivo. La carta
comune che si trovava in ogni negozio, che fosse quaderno, album o
altro, era un tipo di scarso valore. Lo si vedeva da come si
deteriorava nel tempo, dalla scarsa capacità di trattenere
inchiostri più liquidi,dalla grana al tatto o
controluce, a come si rovinava facilmente e la
trasparenza alla luce.
La carta comune, pure da ufficio e quindi che prometteva
chissà
che qualità, era una fregatura. Negli ultimi dieci anni
anche
cartiere blasonate avevano cambiato, senza avvertire, metododi lavoro,
riducendo quindi tutto ciò che davano i loro prodotti. La
carta
quindi era molto collata e con cariche minerali per diminuire la
trasparenza, si ottenevano con pasta cellulosa di scarsa
qualità e niente altro, portando
a dei disagi per loro che scrivevano a mano e con inchiostri di tipo
antico.
Poco assorbente, trasparente mostrando una grammatura troppo
bassa o mateirali scarsi,abbastanza resistente allo strappo per una
gomma da cancellare ma si rovinava facilmente e non riceveva bene
l’inchiostro ferrogallico in primis. Che fosse di china,
quello
in barrette di puro nerofumo, ferrogallico, tempere di
qualità
etc la carta comune adatta epr scrivere era una fregatura. E
così avevano ovviato usando prodotti e manodopera loro.
Erano tutti prodotti da loro, con ricette e proporzioni date ad
Hoc per ogni utilizzo. NOn esisteva infatti un inchiostro unico per
tutti gli usi e per tutte le carte. ogni tipo di supporto, tipo di
documento e mano avevano bisogno dell'inchiostro giusto.
Una delle cose che Milan e Lia consideravano era che ormai, la gente
era così assuefatta dalla modernità, dalla
tecnologia da
aver dimenticato molte cose del passato, totalmente tolti come dati
labili, da no nsapere che cosa fossero certi oggetti antichi, anche
fino al millenovecentosessanta, utilizzo e cosa capirne. E peggio no
nsapevano scrivere, che fosse grammatica o fare una bella lettera a
mano. L'arte calligrafica diceva Lia, stava morendo come molte cose.
Avevano ripreso l'uso di molte pratiche antiche perchè la
gente ormai si aspettava determinate cose e solo quelle.
Così che fossero messaggeri umani o animali, erano il mezzo
usato per comunicare bypassando i normali contatti online.
Più sicuri e ormai dimenticati, rideva Lia, così
come le segnalazioni luminose notturne. Avevano volpette e furetti,
uccelli di vario tipo, cani, che erano addestrati e trattati come
fratelli e mandati a consegnare la posta.
Vi era la piccionaia e falconaia, avevano con moltissimi
esemplari addestrati e trattati come fratelli di vita, ospitavano
elementi che facevano da spola in posizioni apposite per mandarsi
messaggi. Scritti. Codificati. Corvi, piccioni, falchetti e altri
esemplari facevano chilometri per portare e riportare messaggi,
premiati con ottimo cibo, carezze e giochi. POchi lo sapevano ma come
per i cani ad esmepio, gli uccelli adoravano i giocattoli, anche i
peluche. E ogni uccello adocchiava un giocattolo nel mucchio che
mettevano in una zona aperta per farli volare liberi, ore al
giorno, e se li portavano nelle abnormi gabbie, davvero grandi, ed
erano i loro preferiti. Cèra Rikobert, un intellingentissimo
corvo che adorava il suo piccolo peluche di procione. I gufi poi erano,
oltre socievolissimi, amanti con i pappagalli dei giocattoli che
riproducevano miniature, come i carrelli della spesa formato mignon che
spingevano, ove vi mettevano dentro le cose, e li scarrozzavano
ovunque. Oltre che gironzolare, non volando, ma
sulle zampe ovunque adoravano girarsi la tenuta o seguire le persone
che gli piacevano, stare in braccio e giocare ogni minuto.
I
gufi erano quelli che restavano volentieri fuori, giravano per ogni
ambiente e venivano pure accolti con affetto e non se ne andavano,
così come le volpi o altri animali..
Quindi non erano controllati tantissimo come delle balie. Certo se
qualcuno voleva andare in natura erano preoccupati, erano animali
salvati da allevamenti, vendita illegale e accoppimenti da far paura
per soldi e quidni sempre in cattività, non preparati per la
vita libera, ma l'ampia zona della montagna li poteva ospitare e
potevano controllarli. Capitava molto di rado, ma con un richiamo
tornavano e a volte restavano. NOn obbligavano, e facevano ogni
adestramento come fosse un gioco. Insomma lavoravano giocando,
qualunque animale avessero.
E si dimostravano riconsocenti e facevano del loro meglio senza
obbligarli.
Portavano, addestrati, messaggi, accordi e altro tra le Torri e lo
Chateu o con persone e collaboratori, gli Alfieri, in ogni dove. Se la
tratta era troppo lunga, veniva indirizzata in una Torre specifica, e
se cèra un oceano o un tratto anche troppo lontano per gli
uccelli, si usava qualcosa di più antico, come il telegrafo.
Avevano ripreso l'uso del telegrafo, ricreando se non avevano comprato
abbastanza pezzi, dei riceventi/trasmettenti, per inviare codici e
messaggi in Morse. Tranne poche persone e sistemi, erano ormai
diventati sicuri e non di facile individuazione
perchè la gente non pensava più che fossero un
metodo e usato. E i sistemi di
codifica erano diversi. Alcuni erano cifrario di Cesare, spettrogrammi
sonori, codice esadecimale e binary o altri di programmazione, cifrario
Atbash, cifrario di Vigenère, ect.
I messaggi quindi erano tutti scritti, tranne sonori, in appositi
supporti cartacei e calligrafia speciale, con l'apposito inchiostro.
Alcuni tipi di carta erano di cellulosa e stracci, o cotone e misto,
vergata e filigranata con delle grammature che partivano da cento a
duecentoquaranta max.Il lavoro del cartiere richiedeva tempo, occhio e
disciplina e ormai sapevano tutti calcolare la qualità di
carta
dal controluce e tatto, imparando dalle Lezioni.
anche che la
grammatura, il peso della carta in grammi per unità di
superficie lavorata, aveva un suo codice di utilizzo e ormai quasi
tutti comprendno anche che tipo di testo vi andava
scritto sol otoccandola. Venivevano realizzate tutte a mano, in una
zona
apposita, con il metodo artigianale dei catini e setacci in
legno
e ferro, pressatura e strizzatura per togiere l'acqua in
eccesso
e dare spessore e segni voluti sulla superficie. Carta semiopaca,
spessa abbastanza e con elmeenti come gli stracci per trattenere
e non far strabordare la scrittura con gli inchiostri.
Riciclavano anche,
come quella che stavano distribuendo, così da non usare
troppo
scorte e materie vergini da alberi e cotone, con sbiancamento
meno
chimico possiible e facendo tutto in favore della natura.
Anche gli inchiostri come molti tipi di penne a immersione e
stilografiche a ricarica erano fatti da loro. Gli inchiostri partendo
da nerofumo di qualità fatto da loro e non importato, detto
di
china ma per indicare solo il tipo. Poi il ferrogallico, fatto a mano,
naturale, da testi e scritti antichi e migliorati. Avevano consultato e
scritto tutti i riferimenti di testi trovati nelle biblioteche private
e pubbliche, per annotarsi ogni elemento per capire come
procedere e
lavorarlo per i loro usi. Così avevano trovato delle ricette
loro, partendo da macerazionedi galle di quercia,cerro, rovere,
roverella, farnia raccolti da ogni angolo del mondo tramite le Torri e
distribuite per la lavorazione di ogni specifico inchiostro.
Producevano circa una decina di prodotti, di colorazone e
caratteristiche diverse, aggiunendo ai malli frutti di stagione,
tannini da estratti vegetali, addensanti naturale, solfato di ferro in
base alla miscela.
Avevano colore bruno o nero profondo, persistente, vivido. Tendente al
blu per colorazioni aggiunte. Rosso. Dorato, bronzo ect, miscelando ad
arte gli elementi. Gomme e lacche naturali, come resine, erano aggiunte
per dare un aspetto ceroso o più protetto all'inchsiotro
sulla
carta, se per conservazioni di maggior tempo, sopratutto se
documneti e
atti importanti, a cui aggiungevano piegature e sigillatura a ceralacca
con i marchi scelti.
Inoltre per documenti speciali e particolari si usavano supporti non di
carta ma di pelle di pecora, atti e accordi scritti con un inchiostro
particolare su questo supporto fatto smepre da loro, perchè
ogni parte non andasse sprecata, permetteva di avere documetni o copie
da dare agli alleati che non potessero essere contraffatte per la
caratteristica di quella pelle. Le pelli fatte da loro che contenevano
accordi e cotratti erano vincolanti per legge e a prova di presa in
giro, dovevano essere identiche in tutto a prova di falsificazione e
questo era dato dalle prove fatte prima di adottare questa soluzione.
verba volant, scripta manent, diceva Lia. Ma non vi erano solo due
copie. Uno speciale Caveau contenva copie, come terze e sempre
ufficiali, in sostituzionee tenute in una stanza sicura dello Chateau.
Quella era mostrata agli alleati e se capitava qualcosa, ecco la copia
sempre valutata originale e per concludere l'accordo andavano poste tre
firme e tre sigillature. Se a qualcuno veniva in testa di cercare di
prendere e distruggere quella nella stanza, la terza era al sicuro
altrove, sempre recuperabile e utilizzabile.
"E' facile pagare qualcuno bravo per modificare accordi digitali come
vanno adesso, usando anche la falsificazione cartacea, ma con triplice
copia con codice registrato e valido, si impiccano..:" diceva sempre
Lia, prevenendo le cose in anticipo, sapendo la malignità
dell'essere umano.
Anche i marchi e sigillature avevano valenza e senso. Dei segni
particolati, incisi sui sigilli, erano usati per comprendere a
occhio il contenuto o il tipo di documento. Ogni elemento o sezione
aveva un simbolo particolare. I Segni o sigilli avevano proprio un
disegno che riportava il simbolo scelto con dei caratteri in stile
romano o più antico, contornato dalla forma della cera
sigillata. L'idea era nata metnre Lia e Milan disegnavano i simboli
delle sezioni, anche s e lei in verità trovava la cosa un
pò troppo complicata seppur ottima, a lui piaceva.
Così testando i
sigilli fatti come prove, si erano accorti che visivamente la forma
della cera
schiacciata da sigillo, dava un aspetto particolare e provando e
riprovando, disegnarono così i vari stemmi. Avevano fatto
incidere alcuni sigilli, come il Favo, quel disegno che riportava le
celle delle api che richiamavano proprio ciò che era. Ossia
un
luogo con queste stanze a forma di cella d'alveare ove ogni
collaboratore o venditore esterno aveva un suo angolo, aperto in due
zone/porte della cella per passare in un'altra, ove vendere e fare
accordi
con gli uomini. Vi si trovava tutto ciò che non producevano
loro, da materie prime ad elementi di fuori, sempre che non fosse cosa
illegale. Droghe, armi di un certo tipo, erbe e funghi particolari,
prostituzione, materiale che non fosse certificato per
prevenire schiavitù, oggetti sporchi di sangue, erano
banditi.
Anche per quello che erano. Per le droghe ed erbe tutte le
attività che avevano creato servivano proprio per dare loro
sfogo, scopo, motivi di passare le giornate senza annoiarsi, avere
problemi e voglia di scappare usando quelle robe. Erano
attività
non obbligatorie ma di vari tipi, e che erano seguite e
desiderate a tal
punto che i vecchi usi ricreativi sballanti erano quasi a zero.
Cèra chi era così dipendente da aver bisogno di
aiuto e
sostegno per uscirne, molti avevano dipendenze da farmaci, polveri ed
erbe che per loro era una fuga dalla realtà
perchè non
accettava cosa vivevano. Ma era introdurne, renderli
impegnati, utili, vivi e capaci per cambiare le cose.
E il Favo permetteva di trovare roba di ogni tipo, dall'antico al
moderno, perfinomobili o ggetti d'anqtiquariato, che non fosse dannoso
come le richieste di Milan. Se lui
chiedeva qualcosa, tutti erano felici di farle. Lia sospirava sempre
quando vedeva queste cose ed era contenta, del fatto che non
fosse uno
tipo baffetto tedesco. Milan per quanto sfarfallone sia per cosa gli
piaceva che per tutti ori e svolazzi che vestiva, era serio e corretto,
faceva le cose perchè le riteneva giuste. Almeno quello,
pensava. Una cosa è quel che gli paice fare, seppur
straboccante di dorato e
bei vestiti, e belle donne, altre una testa malata.
Così il Favo era diventato un elemento dello Chateau, molti
che
tornavano dalle Torri fuori o da incarichi vi scambiavano, vedenvano,
compravano e facevano affari. Bastava che fosse tutto trasparente e
legale, nel senso che fosse chiaro cosa fosse, non vi fosse e ogni
informqazioni dietro gli oggetti, molti con
storie tragiche dove le pietre ad esempio, ech non vi fosse nulla di
pericoloso o illegale come dalle regole di Milan. Non vi erano tasse
sulle merci, bastava che fosse registrato tutto quanto in appositi
documenti, nero su bianco con ogni particolare, e seppur i venditori
che avevano una cella personale non pagavano nulla per essere
lì, erano comunque coloro che facevano affari con
Milan. Quindi per tenerli buoni, farli guadagnare e non fare le
carogne,
facendogli fare affari ottimi e con loro, lui stesso permetteva
ciò,
tenendo a sè cari tutti.
E il Favo aveva quindi questo singolo celebre delle celle di un alveare
all'interno di quello che era un sigillo con i bordi sciolti della
ceralacca dopo l'impressione.
Tutti i simboli erano così, non
importa cosa vi fosse all'interno, il disegno base era la ceralacca
sciolta in modi diversi per come apparvero nella prova finale con quei
bordi arrotondati e che uscivano dalla forma circolare, con dentro il
Simbolo che lo caratterizzava.
Cèrano animali, cèrano forme stilizzate che
richiamvano
le botteghe e le attività, perfino le unità
militari
avevano il loro simbolo e in molti casi per riconoscersi vi era un
tatuaggio proprio fatto a quel modo. La ceralacca sciolta con al centro
l'impressione el Sigillo del gruppo o mestiere di appartenenza, da
mostrare. Ve ne potevano essere altri se si faceva parte di
più
cose e bastava mostrarli agli altri per farsi capire.
Ci si riconosceva dai tatuaggi senza parlare.
Così come Milan aveva donato come premi sia nei
Cerchi o
delle giostre che come ulteriore bonus di lavoro, oggetti con il
sinbolo, se unico o il principale di
appartenenza se in tanti, a coloro che facevano qualcosa di grande. Che
fose un lavoro di bottega, un esperto militare di qualche sezione o
altro, non importava. Perfino chi lavorava alla fattoria aveva ricevuto
doni che potevano essere mostrati prima o con i tatuaggi , sia
per
riconoscimento e sia per feste o altro per avere maggiori rilievo o
cosa lui decideva.
Questa cosa non piaceva molto a Lia, perchè se si erano
aboliti
tutti gli elementi divisori, come le liste e punteggi dei migliori,e
altro perchè altrove vi fosse competizione, sfida e cercare
di
migliroarsi per apparire sopra tutti e non per altro, per Milan era
solo come le medaglie che i governi davano come premio per qualcosa che
si era fatto. Una sorta di ringraziamento da parte sua e colletivvo, di
tutti, in una delle feste, perchè si potesse lodare e
ringraziare la persona, così capace e tutto quanto. Era
diventato un onore riceverle, così come altri oggetti come
spade
o coltelli di pregio da parata, pistole in stile settecentesco sempre
da parata o dei mantelli o mantelle, più corte, che usavano
per
feste, giostre, tutte le volte che era concesso come segno distintivo.
Lia temeva che questo portasse a pavoneggiamenti e divisioni, eppure
non accadde finchè cèra.
Perfino gli edifici o i corridoi, iniziarono a portare targhe con il
Simbolo che Milan aveva deciso di fare, con l'animale o cosa aveva
attinenza e la scrittura intorno, che richiamavano quelle monete
giudaiche, pre anno mille, norvegesi, Northumbria che lui
aveva
osservato. Avevano la forma di una ceralacca con sigillo o una
piastra con una forma non perfetta, irregolare, che conteneva
il
simbolo e i caratteri in stile romano intorno. Molte volte tenuti da
dentini da un cerchio che non si chiude ma scende a torciglione in caso
di oggetti lunghi, ma usare. Davano quel non so che di antico e
serietà che lui voleva, quel senso di regalità e
perpetuità dei Mestieri, quelli antichi, umili e gloriosi,
che
glorificava. Se non fosse stato per essi diceva Milan, nulla avrebbero
avuto di
civile. E così oltre questi Stemmi e oggetti da
mostrare,oltre che sulle pareti degli
edifici, aveva fatto anche doni per i gruppi e non i singoli, come
premio per tutta la categoria, che fosse militare o artigiana. Da usare
nelle riunioni,
feste o altro. Perchè le feste non erano solo per seguire e
ringraziare il ciclo della Natura come gli antichi, ma
cèrano
giorni specifici per festeggiare i mestieri, i giorni speciali,
invitati illustri e via dicendo.
Seppur la loro religione non fosse obbligatoria, e quindi
cèrano
tantissime religioni seguite e praticate allo Chateau, per le Feste
erano tutti, tutti quanti accettati e benvolut, per ringraziare di cosa
avevanoi. Una cosa che Lia e
Milan condividevano come pensiero era che le religioni, essendo
credenze personali, non erano pericolose, se non in mani sbagliate.Come
si è visto dalla Storia. Allo Chateau anche per le Lezioni
si
era insegnato a tutti, qualunque divinità credessero, che
coesistere poteva essere facilissimo e permesso. Se volevano
ringraziare la naturacon tutti loro, tutti erano ben accetti e
partecipavano ai banchetti, cerimonie e danze.I ringraziamenti
partivano da piantare piante nuove ovnque nel mondo, salvare animali,
ripulire, aiutare animali e persone che non avevano nulla, festeggiare
le feste maggiori con danze, balli, spettacoli mostrando come vi fosse
coesione tra natura e umanità con cosa utilizzavano e
vestivano e molte altre cose.
Le danze erano a volte
importanti, perchè per certi pensieri di Milan considerati
magici e in
sintonia con la natura, creavano un'energia che poteva andare ovunque.
Diceva Milan, sempre con queste cose in tsta. E così si
danzava, di giorno o di notte, in base
all'occasione e la festa. Niente fuochi d'artificio, ninete paura e
morti da
infarto per nessun animale. Usavano invece da tempo i laser proiettori
che ricreavano lo stesso effetto giungendo con la luce edi fuochi e
laser, oltre il piano materiale.
Lia alcune cose si era trovava d'accordo, assecondava Milan
perchè era pur sempre una religione e un modo di vivere il
piano
paranormale come lo chiamava lei, piùsano e giusto.
Ma in ogni occasione e festa vi erano sempre i simboli e segni dei
gruppi, così come portati con orgoglio lo erano le cappe,
mantelle, mantelli e stendardi che Milan dava. Potevano lavorare sodo
per il mantenimento dello Chateau come era, per una produzione che non
danneggiasse ma foss eproduttiva, per non usare cibi e
materie prime che
altrove danneggiavano e basta. Non usando pesticidi e simili chimici,
ma coccinelle e insetti e animali che eliminavano quelli nocivi, non
volevano mantenere colture, produzioni di qualunque tipo, per
ocntinuare a danneggiare la natura. Le api morivano, gli animali
finivano male e non era per loro fattibile, quindi per ogni
Torre
usavano terreni e luoghi di loro proprietà per produzioni in
loco piùin sintonia con l'ambiente.
E così tanto il loro legame con gli animali e la natura che
ripuliscono e sistemano luoghi aperti, salvano animali, raggiungono
fattorie e simili privati in primis per sapere se vogliono aiuto e
sostegno per un impatto più giusto per le loro produzioni.
Invece di usare i semi monsanto o altre aziende sterili, che
indipendentemnete dalla crescita, si devono ricomprare
perchè le
piante se nascevano, non potevano dare frutti e altri semi vivi. Un
circolo
dannoso per le persone e l'ambiente. Ed era solo uno dei problemi.
Invece di pregare e fare tutte le cose che facevano gli altri
religiosi, tranne che no nvolesse il signolo nelle zone apposite come i
Muri o la Casa delle Lapidi o i Cerchi in luoghi appositi, loro
scrivevano e mandavano nell'oltre i loro pensieri e
parole. Scrivevano su carta fatta da loro solo per questo,e Milan
diceva che se la facevano loro avev apiù
potere, ogni cosa hanno dentro e lo
bruciano, anche la notte che per gli altri è
Halloween, parlando a chi
hanno conosciuto o a esseri positivi che invocavano. Per Lia
era quasi la
stessa cosa delle altre religioni, ma Milan diceva che era
più vero e certo un qualcosa di più giusto,
come spiriti ed entità che un Dio che sembra più
un
alieno che altro. Lui si sentiva più vero così,
pensando
che chi era morto e chi cèra che viveva sempre nell'altro
piano fossero più reali,
e aveva consigliato questa cosa, per varie feste, per dare a quelle
persone un altro modo di scaricare dolori e problemi.
Loro non chiedevano scambi che Lia odiava, ossia chiedere che Dio o
altri facciano qualcosa, facendo in cambio se avverato
un'altra cosa.
Lei odiava questa situazione, del -se tu fai io allora faccio
questo=""-,
perchè lo aveva visto troppo bene
da vicino. Se tu fai questo per me, io faccio questo.
Loro non scambiavano, agivano scrivendo sempre in quei fogli i loro
pensieri ma non si aspettavano dalle loro azioni qualcosa in cambio,
mai. E Lia di questo era felice, avevano capito e imparato qualcosa dei
suoi discorsi.
AIutavano i dimenticati e scacciati dell'altra
società, chi aveva problemi con il peggio della parte nera
della
società, proteggendo o agendo perchè la gente non
si
aspetti solo aiuto da eroi, ma che combattessero le loro battaglie
senza paura, perchè la feccia si faceva forza su quella.
Ormai
il pensiero loro era che i tanti sono la gente comune eppure i pochi
finivano sempre per pestarli. Avevano paura, acconsetivano a tutto,
perdevano tutto comprse le mutande per non essere eliminati, facevano
cose per sopravvivere, ed erano sempre tenuti per i marron
glassè dalla paura e l'accettazione che tutto andasse
così. Il cambiamento diceva Lia doveva partire anche dalla
mente e dal cuore delle persone, una visione diversa e più
forza interiore.
Quindi aiutavano poveri, orfani,
famiglie con problemi vari, i cancellati dalla società,
ripulivano e curavano ambienti danneggiati dalla cretinaggine della
gente e oltre, ma insegnavano anche a non inginocchiarsi e fare squadra
per essere più forti dentro. E magari un giorno essere loro
stessi a fermare tutto
Piccoli passi, a meno che non si usasse la ua visione delle cose, e su
questo Lia era categorica. O il mondo cambia piano piano ma deve
cambiare, o si fa come Dio.
Ma non si fermavano solo a questo,s enza chiedere a questa o
quell'alltra divinità, qualsiasi favori o altro. Loro
agivano come in vede della Madre o del Padre.
Loro non avevano giorni o obblighi di digiuno, carni o
pesci o altro da non mangiare ne simili. Quelli ovviamente che
seguivano la religione dello Chateau. Ma di loro volontà
mettevano da parte il cibo dei loro pasti, proprio i pasti, per darli
agli animali quello stesso giorno abbandonati o nei canili. Nessuno da
loro usavano crocchette o cibo pronto per cani, quindi i cani che
sfamavano si godevano lo stesso tipo di cibo di quelli che avevano
loro e gl iumani, che allevavano e addestravano, ninete
disparità.
Se non sostenevano con i loro soldi gl iaiuti, non consumavano parte o
tutto un pasto eogni volta che volevano farlo, dar da mangiare o
consegnare a chi lo faceva per aiutare
chi non aveva. Ovviamente vicino, come alcuni canili, gattili, centri
di salvataggio fauna selvatica raggiungibili
velocemente per portarli. o per gli umani i rifugi e centri fatti
apposta da loro. Altre volte che fosse per la Raccolta o meno,
aiutavano gli abbandonati di loro iniziativa dando il necessario ai
gruppi che lo facevano perchè recandosi nelle
città in quei luoghi tristi e pieni di disperazione, chi non
accettava la Mano potesse avere sempre qualcosa.
Ma comeper ogni cosa cèra la seconda faccia della medaglia.
Ciò che no nsi poteva cancellare dal cuore umano affiorava e
Kianta ne ebbe una dimostrazione in quei momenti, quando andava
là fuori e vedeva cosa cèra.
La seconda volta che si fermò a guardare, mentre Jd
chiamava, questa
volta la zona opposta, Jd capì che cèra
qualcosa che non andava,
sopratutto perchè iniziarono ad avvertirti rumori come
richiami
di animali. Kianta sorridevamentre illustrava i piani settimanali,
finchè dopo dieci minuti domandò se tutto fosse
apposto,
se vi fosse domande o altro.
Risuonò però qualcosa nel buio del boschetto,
seppur
tutta la zona camminabile fosse illuminata, poco la zona verde ma
questo non significava che fosse senza controllo.
Kianta fece una smorfia di disappunto e urlò qualcosa che Jd
non
capì, voltandosi anche, come tutti, verso la zona che stava
osservando. Quando Jd riportò lo sguardo su di lei, assunse
un'espressione sconvolta e iniziò a metter mano alle armi,
che
avevano tutti in dotazione, ma lei, dopo essersi voltataa guardarlo e
aver capito, alzò la mano.
Nessuno si era accorto della figura che si era avvicinata quatta quatta
alle sue spalle ed erano pronti a sparare, ma lei tenne alzata la mano
all'altezza della sua testa e si voltò appena per
rimproverare
la figura di fare gli scherzoni. Sotto lo sguardo allibito in primis di
Jd e poi gli altri, con Gask che era arrivato alle spalle dell'amico
per agire, lei gli si rivolse gentile, chiednedo ocme stava e la figura
rispose.
"Oh, nostra amata. Era da tanto che non ci vedevamo..." disse in un
accento strano che stava all'aparenza dietro di lei
poco
più basso, per poi alzarsi in piedi una volta scoperto,
mostrando invece gambe secche e lunghe e un'altezza. Indossava
quelli che sembravano una tuta nera economica, capello di lana ben
calzato e una bandana sulla bocca. TUtto in nero, con dei guanti pure
neri. Le stava dietro la schiena e chinandosi molto la
strinse a sè, strfinando la guancia sulla fronte di lei
"Quanto
tempo, quel cattivo del tuo capo non ci permette più di
vederci.
Ci mancavi..."
"Ma... siete voi!" esclamò Jd, riconoscendo la figura
"sapevo che
non potevate più..." ricevendo un'occhiata dall'uomo. O
meglio
giovane. Si capiva dagli occhi e la mancanza di rughe che fosse sotto i
quaranta o cinquanta, in base a come si portasse l'età.
"Tu credi a quello che lui ti dice? non ci ha voluti più,
peccato per lui..." rispose a Jd.
"Parli di Milan? Cosè,una minaccia?" disse Gask parecchio
irrequeto da quel soggetto così secco e strano, da sembrare
uno
degli insetti che alle Lezioni mostravano come stecchi degli alberi,
per riconoscerli nei boschi
intorno.
"Slank, come sei arrivato qui. Avete davvero fatto cosa vi avevo
chiesto?" chiese lei al soggetto.
"Certo, nostra amata..." le risposte il tipo "come da tua richiesta...
quello che tu chiedi noi facciamo..."
"Confermo" disse una voce dalla parte che prima guardavano e comparve
un soggetto così grosso, massiccio, quadrato per davvero che
sembrava come schiaciato da qualche pressain tutti i lati. A confronto
Lubo sembrava un lottatore di Sumo seppur non lo fosse, quello era come
disegnato con le righe. pareva di
vedere quei soggetti nelle palestre di pugilato pesi massimi che fanno
paura solo per la forma.
"Oh, Habyhorn... quanto tempo" disse Kianta sorridendogli calorosamente
e andandogli incontro, abbracciandolo. Almeno, era quello che voleva
fare, ma a Jd e Gask parve un pò comica perchè,
seppur
non alto come lo stecco di prima, superava il metro e ottanta almeno,
se non di più, dalla faccia proprio quadrata come il corpo,
con quella mascella n pò scesa e proprio
dritta. Lei
era bassa, gli arrivava se per Gask al petto, con questo questo tizio
che era un poco
più alto di lui, quando la abbracciò
smebrò come
se lei fosse una bambina con un adulto.
"Sembri star bene anche tu, spero che vi troverete bene qui..." gli
disse allargando le braccia a indacare tutto.
"grazie..." avvicinandosi entrambi al centro più illuminato,
mentre il primo si toglieva la bandana e il cappello.
Gask osservò i due. Sembravano tipi a cui era capitato
qualcosa
di brutto, uno con la faccia come devastata da una specie di acne
bulbosa, lo stecco, che butterava tutto, unito alla magrezza assurda
che aveva e l'altezza strana. Mentre quel grosso quadrato umano aveva
il viso come una scottatura di qualche tipo gli avesse spellato e
chiazzato tutto di verde e giallo, con visibili part di pelle chiara
sollevata.
Kianta pareva contenta di vederli, li salutava abbracciandoli o
toccandoli e Gask trovò la cosa strana perchè
qualcosa
come di paura a quella vista lo faceva se non arretrare, stare attento.
Ma lei non pareva curarsene e fissò Jd che
ricambiò lo
sguardo e gli disse solo di aspettare.
"Possiamo cenare con te?" chiese lo stecco a Kianta agitato, si muoveva
come una cavalletta in preda all'ansia, molleggiando gli arti come se
volesse fare un balzo.
"Con piacere, ho già fatto preparare tutto, vorrei
prima però sapere..."
"Ma brava, nenache ti degni di chiedere di me. Sei sempre
così... bah" disse irato un osggetto che apparì
da dietro
la gradinata dove stavano i Capitani, allarmando Gask che si
voltò con la mano sulle armi, ma i lsoggetto
continuò "E'
assurdo che dobbiamo fare noi il lavoro dei tuoi uomini. A cosa ti
lieti, delle loro bravure, sli paghi a fare, se dobbiamo poi sbatterci
noi? E quel tuo
amato capo, che preferisce quei inetti a noi. Vergogna, vergnoso..."
Kianta sorrise "Le porgo le mie sentite scuse, illuminantissimo,
straordinario, inimitabile Tenger. Me ne dispiace e mi prostro dinnanzi
a voi, perchè possiate perdonate questa umile stupida,
dall'aver
scomodato le vostre graziose abilità per i miei capricci..."
facendo una riverenza profonda all'uomo.
Gask rimase perplesso, perchè aveva capito che lei non si
chinava mai davanti a nessuno ne si faceva mettere i piedi in testa se
Milan non le chiedesse di farlo, ma sembrava davvero che li stimasse
gli sorrideva sempre, cosa che feceva di rado e solo a Jd e Lubo. Gask
rimase interdetto, con le mani sulle armisenza sapere che
fare, vide che il nuovo si trattava di un uomo
così basso e dagli arti
strani, storti quasi come quei pony che scoprì che Kianta
odiava, perchè le facevano pena perchè non
potevano
camminare e
provavano dolore, da essere assurdo. Camminava, anzi proseguiva passo
dopo passo come se facesse de saltellida un lato all'altro, seppur con
testa alta, petto in fuori e comportamento regale.
"Vedi fare poco la spiritosa e fammi portare qualcosa da bere,
è
stato un delirio giungere fin qui per quella selva oscura che tenete
come bosco! E alzati, smettila con questi piegamneti che neanche la
mattina per riscaldamento, quelli piacciono a quel dandy del tuo
amico... portatemi qualcosa da bere e una sedia! Possibile che qui
siate tutti così preistorici da stare su cose di legno o
dure?"
"Dovè
Aegeon?" chiese lei pronunciandolo come Egheon, facendo voltare Gask. E
jd rise.
"No, amico, non chiamava te. Si chiama scritto in un modo ma si
pronuncia quasi come Egeo come te, ma non siete lo stesso... all'inizio
lo avevamo scambiato per te. E invece..." rise, dopo aver alzato le
spalle per dire -che vuoi fare pareva simile=""-
"Ok, ma questi chi sono?" domandò alla fine, facendo voltare
tutti verso di se-
"Cè qualcosa che non va? Hai da dire qualcosa? Se devi fare
un
appunto su cosa ti passa per il cervello per quello che vedi..."
"Tenger, OOOHHH!" fece Kianta all'uomo minuto con un segno con la
mano aperta di calmarsi "respira, prendi fiato, non ti riaffannare per
una capra... Ci penso io!"
L'uomo si zittì e la guardò mentre lei parlava a
tutti.
"Dunque, come avete visto abbiamo questi ospiti qui, che non sono solo
ospiti ma anche nostri collaboratori. Sono collaboratori di vecchia
data,
che ora sono di nuovo con noi. Mi auguro che non vi siano problemi di
alcun tipo, che li..."
"Cioè fammi capire, tu chiedi per favore di integrarci tra
loro e non come un ordine?"
"Si, Tenger. Gli ordini non insegnano e aiutano in alcun modo. Io
chiedo che, anche con le Lezioni, usino il cervello e la metne aperta
per ovviare alle cavolate che instillano da piccoli. Per questo io
chiedo, non ordino, di essere persone, non bestie, andare oltre le
stronzate dell'altra società e vedere... voi. Semplicemente.
Molti di loro che sia da piccoli, adolescenti, adulti, per l'idiozia
degli altri,sanno cosa significa ma gli altri... sanno che qui esiste
qualcosa che là fuori non cè e non si tollera
però, tutto ciò che riguarda comportamenti lesivi
e offensivi.
Perchè sanno cosa significa se accade..." disse alzando la
voce
guardando tutti "Fatto questo, voglio vedere domani i risultati di
questa mia speranza, ossia di vedere le persone capaci di pensare e
cmprendere gli altri da sè, ora andiamo a cena. Vi ho fatto
preparare qualcosa, di sicuro, di vostro gradimento..."
"Ti prego, dimmi non quella schifezza francese che no nsa di niente!
Che orrore, per questo odio venire qui in questo paese... altrimenti
torno in Germania che mangio bene! E non mi date quei formaggi francesi
che sembrano buonissimi e poi ti fanno scoreggiare peggio di un
elefante con le noccioline avariate!"
"NOn ti crucciare, ho già provveduto..." disse Kianta
ridendo mentre intorno a loro altri rispondevano.
"Ma sono buoni. E poi così facciamo a gara coi cavalli... si
vede che tu non c i stai vicino..."
"Per così poco! Vedesse la stanza con gl ialtri tre, con i
letti a castello che sembra una fumeria d'oppio a momenti..."
"Così possiamo fare la base coi tanburi per le feste!"
Kianta si guardò intorno poco felice, non delle battute ma
perchè confermavano che al solito, rispetto nulla.
Una delle
regole del buon vivere comune riguardava proprio quelle cose, uscendo o
considerando gli altri prima di fare i botti di capodanno.
Evidentemnete continuano a considerarla una cosa che fa ridere,
pensò.
"Rivedete per favore le regole di buona condivisione ed educazione.
Ragazzi, ricordate che molte volte, e anche per il tipo di intestini,
può sfociare in fastidio, per gli altri. Voi mettereste mai
il
naso vicino al didietro di una capra, cane, mucca appena gli esce per
ridere di cosa ha fatto? Mi metto al vostro livello di discorso e
linguaggio, è divertente secondo voi, e salutare per molte
cose,
fare queste cagate, perchè questo sono, in camera con gli
altri
se siete in camerata o in ambienti tra altri? Lo vedreste Milan fare
una cosa del genereper familiarizzare con gli altri? No. E
perchè no? Perchè seppur naturale, è
comunque
qualcosa che può dare fastidio. E se parlate dei cavalli e i
loro scoppi, allora sapete cosa significa quando gli parte e voi siete
a terra, vicino. Rispetto, signori. E' un pò come per le
donne e
il loro -vabb il sanguinamento è naturale trovo normale che
vado in bagno o nelle docce e non bado cosa capita a terra=""-
Per fortuna di tutte
e anche di quelle qui presenti tra
voi,
essendo la sezione femminile in questa parte del discorso, ci sono le
nostre regole e vietano tassativamente di usare le docce senza
protezione. Ora, molti di voi uomini che hanno relazioni sia qui che
all'esterno, con donne in famiglia, sanno la questione ma voglio
chiarirla per farvi comprendere come le buone regole e l bona
educaizone permettono a tutti di vivere gli stessi spazi, lasciando
comunque una certa libertà. Come sapete le donne hanno
questa
croce, questo incubo e per questo nei secoli e secoli si è
cercato un modo per ovviare all oschifo di tessuti e stracci
prima, e
assorbenti vari dopo, da lavare o gettare. Oltre inquinando anche
dovendolo nascondere. Nel millenovecentotrenta circa nacque la prima
coppetta mestruale. Una rivoluzone, le donne finalmente anche grazie ai
nuovi prodotti chirurgici potevano essere libere anche quei giorni...
eh no! Perchè con l'arrivo delle industrie pesanti, e per
pesanti intendo quelle grandi anche internazionali dove fanno di tutto
per vendere e guadagnare a discapito di ogni cosa, vedete le famose
bevande zuccherate che hanno distrutto posti e prosciugato d'acqua
altri, hanno
deciso che la coppetta fosse un ostacolo enorme ai loro introiti. Ed
ecco che on hanno più avuto notizia, informazioni ne altro
tutte
le donne che potevano avere quella scelta. Se non lo sapete fino agli
anni duemila nessuna conosceva questa cosetta che invece è
davvero una manna dal cielo. Vennero infatti le prime picole imprese
che tramite silicone o plastiche medicali, hanno iniziato a
promuovere
questi prodotti. Fu una persona, tempo fa, a decidere che era ora che
gli dessero gisutizia e a volerla introdurre a tutte le donne qui e
fuori. A fare in modo che in ogni scuola possibile e raggiungibile, vi
fosse oltre l'educazione civica anche sessuale, anche la copetta.
Non vi sto a dire le lamentele dei genitori e questa perosna che
andò dai se a questi incontri ovunque fossero, mostrando
dati
statistiche e foto di gente vera che senza quegli insegnamenti
importanti che a quanto pare loro, nonostante sapessero figliare, non
erano in grado ne da piccola e da adolescenti..." parlò
facendo
una specie di torndo guardando tutti.
"Riuscì a convincere questi che
invece
meritavano solo mazzate a mai finire, che senza l'educazione civica
alcuni loro pargoli erano ancora vessati e bullizzati, con prove alla
mano mentre loro ebeti non sapevano nulla, e che senza educazione
sessuale, grazie a questi genitori così perbenisti e
religiosi
del cavolo, l'aumento di malattie trasmissibili, gravidanze e altro
erano in aumento... e non importava se loro erano sicuri di avere in
casa
una MAdre teresa di Calcutta o un padre Pio e poi non era vero. loro
vedevano i figli come santi, ma gli si doveva togleir i lprosicutto
dagli occhi. A quanto io e Milan
vediamo dai resoconti mensili, così come i maschi sono
animali
inferociti, le donne non sono sante. Da un lato meno male, o
torneremmo
a quando cìra la pressione morale. Ma... informare, far
vedere
cosa accade, mostrare veramente le conseguenze delle azioni senza
conoscenza precedente evitava molte cose. E siccome ai genitori e
famiglie in general einteressa più cosa pensano gli altri e
le
apparenze, alla fine hanno ceduto. Anche perchè chiaramente
come
guide di vita non era proprio capaci di insegnare nulla! vedi regole di
igiene! Io vorrei sapere come fa una donna che figlia a non capire e
non aver voluto studiare il suo corpo e capire che un pò
d'acqua da una doccia o il bidet ti frena il ciclo e ti capitano cose
assurde, portando le figlie a crdere queste cose! E dovrebbero essere
guide di vita! Ma pulizia zero..:" si lamentò adirata.
"E così
mise in quelle lezioni anche l'utilizzo oltre la lista di opzioni, di
possibilità per quei giorni, la coppetta. Ora, se
cè una cosa che diceva quella persona è la
seguente.
-cos ì epr come ero ho trovato questo elemento cos pi
igienico sicuro facile da far paura e sostenibile di quelle schifezze
se posso io pu chiunque=""-.
E ancora diceva chechi non conosce se stesso e il proprio corpo, al di
fuori degli altri, non sa chi è. E discuteva con le donne
che
consideravano l'assorbente ed era meglio stare senza per
lavarsi,
affermando che era schifosa la coppetta, quando veramente è
peggio quella cosa che comprano e devono cambiare sempre. Durano meno
della coppetta, puzzano come fogne e se ti lavi, sopratutto in posto
come la zona
docce, devi stare senza ed ecco uno dei motivi per cui, ricollegandoci
a questa cosa che vi fa divertire dei botti, è qualcosa che
lede
gli altri. Per quanto ti lavi, nella doccia restano sul piatto germi e
batteri del sangue, anche se è obbligatorio qui le ciabatte
personali in silicone che si lavano sempre, ci si mette comuqnue di
sopra e poi restano sulla suola. Noi sterilizziamo ogni tot di orecon
il vapore e i prodotti giusti, ma questo non vuol dire niente. E' poco
igienico, devi stare là
a cambiare tutto ogni tot ore quando con la coppetta fai dalle sei alle
dodici... sporchi meno in giro, hai due scarichi dove gettare il
liquido senza fare casino come prima, nessuno vede niente,
paghi una
volta sola questa cosina, non inquini con la plastica, non butti roba
nei cestini,... e danneggi
meno gli altri nei luoghi dei bagni, senza odori ne altro. E le donne
hanno capito, non cè una che usa più assorbienti
ne
tamponi classici anche perchè non rischiosi, niente SST che
hanno
portato alcune donne a riachiare la vita o hanno perso arti...
perchè è divertente affumicare gli altri, diciamo
così, dando fastidio mettendola come una cosa divertente o
in questo caso non usare la coppetta per menti bacate sporcando in
giro... ma
come per mucche, cani, qualsiasi animale è... gas o germi.
E'
così divertente? Tenger si lametnava che fosse fastidioso
anche
per se stessi, ok le battute ma... forse una Lezione per rinfrescare le
regole non sarebbe male" facendo alzare gemiti di paura, fastidio,
altro.
"Choose a good heart, not a good face" fece Babyhorn e Tenger
acconsentì, dicendo la sua,
" Vai oltre l'apparenza per nutrirti di sostanza" disse agitando
le braccine "Siete tutti un casino qui. Sarebbe questa la Comune che
tanto vanta
quella persona? Il posto unico al mondo dove tutti conoscono rispetto,
amicizia, senso comune, unione e bla bla bla? Se questi qui sono ottime
persone come te, allora sono anche miei amici" disse l'ometto indicando
prima Kianta con l'indice e poi se stesso col pollice "ma sappi che se
mi si giudica solo per cosa vedono, non mi starò zitto!"
"Stai tranquillo. Qui siamo persone, non bestie come là
fuori..."
"Sono contento. E' per questo che io no nci vivo là..."
"possiamo andare a giocare nel tuo salottino? Ho portato un sacco di
giochi..." disse il secco agitandosi, sentendo Kianta calmarlo dicendo
forse, se faceva il bravo. Poi ci pensò e lei si
voltò verso
Babyhorn.
"Ma lui dove si trova? perchè non è con voi?"
"tranquilla" le disse l'omone "ha solo avuto dei piccoli problemi con
dei lupi, gli hanno sgraffignato lo zaino. Dovevi vederlo mentre li
inseguiva..." rise ma quando la vide sgranare gli occhi, si
zittì.
"Fammi capire, ha avuto a che fare... con i lupi? Dove? Quali lupi?"
"NOn farti problemi, hai raccontato tanto degli animali che lui
è rimasto indietro per barattare del cibo per i lsuo
zaino..."
"Ma..."
"non farebbe male agli animali, sa che lo linceresti se non peggio..."
le disse ma venne interrotto.
"Proprio così! Mi hanno fatto penare parecchio. Per fortuna
hanno sbavato un pò fuori ma sta bene..." disse un uomo che
apparve dagl ialberi in fondo, tenendo a distanza uno zaino da
escursione carico di roba e pesante "si sono fregati un sacco del mio
cibo migliore, temevo anche che mi addestassero il culo, l'ho temuto,
ma per fortuna per voi erano pacifici... si sono però
bituati troppo all'umano e agli oggetti, ho mtemuto di doverti chiedere
di andar tu a prenderlo... Uno di loro mi guardava come se fossi un
pollo..." ridendo
"Dubito che lo avrebbero fatto e saresti piaciuto. Loro vogliono
sapore, tu sei... duro!" ghignò Kianta all'uomo, che
arrivava
vicino a loro, alto una testa buona più di lei, scuro di
pelle,
dal viso affusolato e naso sottile e capelli alla militare, una sorta
di giacca di
tessuto rigido come preformato con la zip, senza maniche e pantaloni
molto larghi chiusi da degli stivali bassi, con guanti da motociclista
"fai così tanti pesi che se ti azzannano gli rompi i denti,
povere bestioline, non le spaventare..." vedendolo ridere dopo aver
fatto una faccia stupita.
"Dovrebbero metterlo nella Georgia Guidestones, quella quasi stella di
sopravvivenza che avete riportato qui. Siate coccolosi coi lupi, sono
cucciolotti..." scherzò
"Let these be guidestones to an Age of Reason... Lascia che queste
pietre guida conducano a un’Era della Ragione" disse Gask,
indicando che ne era a conoscenza dalle Lezioni e da una copia presente
in una sezione tra il verde.
"Esatto, a causa vostra qui di balla davvero coi lupi... va scritto!
Comè che riportano? Che Lei voleva considerare?" chiese
Aegeon
parlando con Kianta alludendo a una persona che quei quattro
avevano
conosciuto, ma prima che lei potesse dire qualcosa Gask si intromise di
nuovo.
"Uno. Mantenete l’umanità sotto i cinquecento
milioni, in
equilibrio perpetuo con la natura.. Due. Controllate e guidate la
riproduzione in modo saggio, migliorando
l’efficienza, garantendo salute e la diversità
della
specie.Tre. Unite l’umanità con una nuova lingua
vivanon
dimenticando le vecchie, mai,unendo però i popoli ocn una
basica.Quattro. Dominate passione, fede, tradizione, e tutte le cose
con ragione sobria e temperata.Cinque. Proteggete tutte le persone e le
nazioni con leggi eque e corti giuste, imparziali.Sei. Lasciate il
governo interno alle nazioni, internamente ma controllato da uno
generale per tutti gi uomini del mondo, e le dispute internazionali da
quella corte mondiale per un giudizio equo e giusto.Sette. Evitate
leggi futili,poco importanti e funzionari inutili.Indicate
ogni
cavillo e ogni virgola che possa invalidarle o aggirarle Otto.
Mantenete, bilanciati i diritti personali in equilibrio con
doveri sociali, istruite e insegnate, sempre ad essere Umani. Nove.
Apprezzate la verità, la bellezza, l’amore,
cercando
armonia con l’infinito senza prevaricarlo o
sottometetrlo.Dieci.
Non siate un cancro sulla Terra, lasciate spazio alla natura, siate in
simbiosi con la natura. Che essa sia il vostro Dio... questa
costruzione o posizionata in luogo geomagnetico e con linee che non
capito indicata come il centro spritituale o cose simili. Alto quasi
sei metri ha lastre equidistanti disposte
verticalmente a forma di X, ai cui vertici si appoggia una lastra
rettangolare di copertura, sorretta da un pilastro centrale. IN quello
centrale come in altri ci sono delle cose strane, ad
altezza uomo di quella centrale vi è collocato un foro in
direzione della Stella
Polare, mentre più in basso si apre una fessura allineata
con i
solstizi e gli equinozi solari. Sulla pietra sommitale uno spiraglio
consente il passaggio di un raggio di luce, nel corso di tutto
l’anno, a indicare il giorno dell’anno di non so
cosa..."
"Esatto. Sei bravo...Ma non sono questi a rendere il monumento speciae.
Oltre le dieci regole o consigli
incise a scalpellino e riempite di oro credo in vaie lingue, vi sono
uno strumento astronomico, ma non solo. La struttura serve da bussola,
calendario e orologio. L'originale deve resistere agli eventi
più catastrofici e diventare una guida per gli eventuali
sopravvissuti della razza umana...avrebbero dovuto indicare la via per
costruire un mondo
nuovo, una civiltà che non finisse per autodistruggersi ma
fosse
a misura del vero Essere umano. E sepolto alle basi delle regole su
come trattare animali e regole della sopravvivenza vere e proprie per
qualunque cosa. Quella persona la volle qui
perchè fosse consultata ogni volta che si pensasse che gli
sforzi fatti per il Cambiamento avessero dellec repe, per riavere forza
e fiducia ripetendo quei comandamenti come sicurezza di salvare il
pianeta, l'umanità vera e un mondo nuovo. Non è
l'unico,
ogni statua che eisste qui ha delle effigi con elementi simili. Figure
drappeggiate o con abiti particolari e con pose predefinite che
riportano concetti ed elementi molto importanti. Il Cammino della
consapevolezza, così fu ideato da Milan e quella persona,
per
leggere, riflettere, osservare le opere e seguire un percorso di
apertura mentale e spirituale. Molti scambierebbero i giardini o le
zone verdi divisi da questi monumetni come costruzione paesaggistica,
ma basta osservare, leggere e proseguire per capire che è
come
un corso multisensoriale. Le piante e i loro odori, i rumori, e via
dicendo. Una Comunità di stampo militare che è
molto di
più. Vi invidio per avere questo posto, visto che Milan se
lo
tiene caro..."
"Si adesso lo tiene caro, prima..." fece Kianta interrompendo l'ospite
"Come mai ti interessa quel monumento?"
"L'abbiamo portata noi a vederlo, ricordi? Molti cimiteri e siti
storici,anche abbandonati i ha visitati con noi tra un insegnamento
el'altro. Voleva fare come i cinesi. Ricreare parti
de mondo a casina
loro, sia come parchi a tema con miniature delle
città o luoghi
famosi, sia come zone a grandezza naturale vivibili. Foto e studio sul
campo su un'idea sua visto le suespecializzazioni in arte e beni
culturali. Tanto che si sfotteva da sola affermando che si er spaccata
la schiena finalmente per qualcosa che poteva sfruttare. Il muro di
riscadamento mattuatino è cosa sua, come tutto il resto.
Anzi mi
sorprese come Milan accettasse di mettere tutte quelle cose, che per
altri erano accozzagie di vecchiume e cose stupide da vecchi, ma come
sempre non faceva mai cose a caso e studiava con architetti, ingegneri,
psichiatri ogni cosa, cos come gli architettu paesaggisti. Capisco
perchè Milan volesse fare i lgradasso mostrando tutto
quanto, ma
farlo vedere a cani e porci significava solo svilire il significato,
mostrare solo la bellezza togliendo tutto il resto. E' come un museo
senza guide o informazioni per capire cosa si staguardando, lasciando
le persone a se stesse, da sole."
"Questo per dire?"
"Che osserviamo da un pò, e abbiamo notato come qui non ci
sono
attriti, musi lunghi, conflitti..." disse Tenger, fissandola negli
occhi.
"ma... perchè, da quanto siete qui?"
"EH, sapessi! Avevi chiesto di analizzare e dimostrarti eventuali falle
e buchi senza tecnologia. Eccoci... abbiamo visto gente amicissima,
unita, bravi ma poco efficienti nelle ronde e controlli
perchè
impegnati a parlare e scherzare insieme..." fece l'uomo minuto bevendo.
Kianta fece una maschera di rabbia e fissò tutti i presenti
cercandoli in viso uno a uno per poi dire "Per fortuna ho chiesto a
quattro persone capaci di verificare le nostre difese senza tecnologia.
Che devo fare adesso, visto che si sono presentati belli tranquilli
, fino alla scalinata dove vi piace vedere roba zozza? Vi devo
strappare
a morsi le dita dei piedi a monito? Vi devo buttare in qualche buco
lasicandovi lì dentro una settimana? Eh?" alzando la voce
"Quanto devo incavolarmi perchè voi la smettiate di vedere
questo posto una Comune di persone normali, e non militari come siete?
Che cè, state tornando a prima dei cambiamenti, dove
facevate
cosa volevate basta che per gli incarichi andava bene? Che pareva
l'anarchiae poi tutti amici con Milan. Vogliamo tornare a prima? Volete
pasciarvi nel fancazzismo, sbattendovene dei vostri doveri, tanto per
il
Leader è una Comune dove tutti si vogliono bene, coniglietti
e
prati verdi?Voi siete militari, specialisti, da parte mia non esiste
l'abbandonarsi senza stare in guardia comunque, facendo queste figure
orrende con ospiti che si sono intrufolati tranquillamente sotto i
vostri nasi!"
"Il vostro caro Milan non doveva fare qualcosa tipo civiltà
greca, spartana, non ricordo...? per mia mezza fortuna non sono
capitato
membro del vostro gruppo, il fatto che ci odi un pò mi
tranquillizza, anche se ammetto che qui l'atmosfera è
davvero
buona."
"Ehi, tu stai parlando male del nostro Leader, cosa ti fa pensare che
sei ben accetto?" lo affrontò Alaric, scontroso.
"Alaric, non ci provare. Non metterti a fare lo stronzo con persone che
rispetto a te sanno lavorare, hanno un motivo per dire certe e sono
ospiti... mi auguro che tu non farai la spia a Milan per un parere
personale. Ne faccio io stessa, ma sai che odio le spie. Dobbiamo
litigare per forza io e te? Vuoi offendere gli ospiti?" disse lei
all'amico
"loro non sono ospiti, Milan aveva un motivo per cui non li voleva
qui..."
"Già e se non sbaglio io in una certa percentuale la
condivido... eppure sono qui. Loro hanno avuto il permesso di Milan per
effettuare questo controllo e avete fatto pena! E la colpa non la do
solo a loro" indicando gli uomini "anche ai Capitani perchè
ogni
settimana io urlo che voglioche non si adagino sugli allori, le
festicciole serali, compleanno, e quell'altro, risate e beveroni...
dovete per forza farmi apparire come stronza nello spremervi per farvi
ricordare che avete anche doveri e impegni per il vostro mestiere? Lo
capite che siamo comunque un'organizzazione militare e non una Comune
di hippie? Devo per forza fare casino e levarvi tutto? Volete deluderci
così tanto da riportare una corte marziale totale come negli
altri posti?"
Si voltà sempre verso le due gradinate a turno
"Se è questo che volete, fregarvene di quello che
è giusto che dovete fare pretendendo di tutto, lasciandovi
passare la gente sotto il naso ma lemnetandovi pure, dopo esser stati
militari là fuori, che rompo le balle perchè
pretendo che
siate efficienti e vi meritiate tutto ciò che avete oltre lo
stipendio, io me ne vado ad accogliere i miei ospiti e vi lascio nel
vostro brodo!... ma se volete
continuare con questa roba, benissimo. Io me ne vado, lascio tutto in
malora, elimino tutte le attività e gli scopi che sono stati
istituiti compresi bagni, barbieri, i contratti con Madame e la
finiamo.Poi vi vedrò fumare come disperati le vostre
sigarettine o le strisciette bianche per scacciare la rogna che vi era
sparita! Non ho alcuna intenzione di esser epresa in giro da nessuno di
voi, tutti, perchè volete mantenere cosa qui avete e fuori
no, e ciondolare annoiati o svogliati, ritornando a
prima. Se volete il pugno duro che vi tiene a posto a pedate nelle
balle , potete tornare dai Special Air Service Sas, Navy Seal,
Shayetet 13,Alpha Group, Gign, Col Moschin, Joint Task Force 2, Delta
Force, Einsatz Commando Cobra, Special Services Group, Sayeret Matkal,
Grupo operaciones especiales Maderal Oleaga, settecentosettesimo
Commando
dell’esercito sudcoreano, tigri bianche, Indian Black cats
commandos... e questi solo alcuni. Se addestrarvi e allenarvi
settimanalmente per il grosso e giornalmente, per mantenervi
meglio de
gisuto è troppo per voi, allora tornatevene da
dove siete venuti
senza ciò che umanamente vi offre la Comune di Milan. E vi
avviso..." mentre stava per andarsene ma si voltò si scatto
verso le gradinate "se scopro ancora che no nfate il vostro dovere, il
più del giusto, non dimostrare di essere meglio che al
top, anche
visto che non usiamo le qualificazione a punteggi come gl ialtri e
continuate a fare i fancazzisti prima che vi mandi a quel paese come
gruppo generale, sbatto fuori senza chiedere a Milan quelli
che si
fanno fregare proprio davanti e vi butto per strada. Perchè
se
Milan ha permesso a ognuno di voi di far parte di varie elite riunite
in
una sola organizzazione con degli scopi, ideali di uguaglianza e
nobiltà dei membri, per qualcosa di più
grande di
ciò che cè fuori... allora significa che voi
siete come
la feccia che sta rovinando l'umanità tutta e dovete
sballare. E
pii mando a fanculo, lo dico direttamente, tutti quanti che vi
autoregolate da soli come prima. Voglio vedere poi voi e il Leader come
fate. non siete bravi neanche in un'organizzazione decente, se no
nquella base delle bestie che seguono il più forte.... se vi
va
bene così spedisco nello schifo là fuori chi ha
solo il
"me stesso" come valore e vi ritrovate con tutto smantellato e disdetto
e a girarvi i pollici. Poi vi farete le cannette per scacciare la merd
che vi rinasce dentro e riderò... perchè mi sono
rotta
gli zebedei a vedere imbecilli che si comportano da imbecilli
nonostnate ciò che hanno, le opportunità e tutto,
mentre
lo schifò là fuori dilaga... quindi state in
campana che vi osservo, perchè da domani le cose cambiano e
loro, queste persone che
il
vostro caro Capitano Alaric ha offeso, saranno i nuovi istruttori e
Guardiani. E riderò quando piangerete per esservi fregati di
tante cose pretedentendo...Ragazzi, andiamo. Mi hanno già
rovinato abbastanza la serata. Come si fa...hanno avuto rispetto, tante
cose e l osapete... non veedre entare quattro
soggetti visibili a chilometri di distanza..."
"grazie bimba, ora so che sono come un camion della coca cola ella
pubblicità, la notte!" disse Tenger mettendosi in
piedi e
camminandole vicino
"non era un'offesa, ma se non vedon ovoi che siete... particolari,
immagina con gente normale. O siete voi troppo per loro o non mi
spiego!"
" Non siamo tutti uguali, avranno bisogno di lavorare molto..."
Kianta sbuffò, andandosene e fregandosene dei discorsi che
si
levavano alle sue spalle, anche chiamandola, lasciandoli nel loro
brodo, mentre i quattro la seguivano per la cena tutti insieme.
"Ma quelli chi sono?" domandò Gask a Jd
"Vieni, devo controllare chi cè di ronda adesso in tutti i
perimetri e capire come sono entrati, perchè domani
accadrà il disastro...e ti parlerò di loro,
perchè
se è vero, saranno con noi da ora in poi. E poi domani ci
sarà la festa e verranno i ballerini di varie discipline,
tra
cui l'Ats tribal fusion e tribal -ma che cavolo dic -lavorando -quella
donnaccia quello stronzo e altri epiteti che non ripeto -no
, ho capito fermati non farlo che rispetto a te mi fa fare soldi -e
secondo te a quell icome lui che facciamo capirai ,
scapperanno -fare se tu fai io allora faccio questo che
vuoi fare pareva simile -vabb
il sanguinamento è naturale trovo normale che vado in bagno
o nelle docce e non bado cosa capita a terra -genitori-cos ì
epr come ero ho trovato questo elemento cos pi igienico sicuro facile
da far paura e sostenibile di quelle schifezze se posso io pu chiunque
style
e... chi viene, quelle wildcards Ats e quelle del ghotic? E il
ballerino famoso Luy Romero del Campinho 2012, e ci saranno altri
ospiti proprio per lui... Comunque ci sarà ancora
più
casino perchè verrà di nuovo anche quella in blu
dell'altra volta ti ricordi?"
"Ah quella che danzava in quel modo facendo da testa ai gruppi... e
cosa cè di terribile?"
"Che ci sono anche quei quattro e Milan non cè...ci sono
persone
che lei conosce di quelle discipline per questi artisti e... e ci ismao
fatti fregare dai migliori che Milan odia... un casino!"
-a me non
è sembrato="">-se mi dai pi roba stasera ti offro la
cena e parliamo di una cosa importante= ">-vieni me po
'nel crepuscolo notte d'estate raccontami storia poi mai raccontata in
passato riportami dove nati miei desideri chiave aprire nelle tue mani
paradiso nel vento impetuoso con ninna nanna terra miseria segno porta
mistero dignit sto vagando verso basso cercando sole segreto fanatici
trovano cielo nella tempesta auguri distruzione ninnananna la rinascita
pu nascere dopo incendio senza una situazione particolare mondo
continua perseverare nell oschifo ora è tempo del troppo
presi da quadre calcio attori cantanti speculato preso delle cose
importanti mi sono schifata dei fan quanti spesi un imprenditore
d'informatica carit ne sapeva nuovi telefoni sempre alla fine pensato
ai gloria memoria a chi penicillina cure mediche scientifiche non sanno
di ada lovelace i padri della programmazione ce permesso cosa hanno li
ricorda ma ricordano uno spillato loro soldi fregandoli pure inutile
fai quella faccia preoccupata jd sia come consiglio io o vuole fare
milan cambiamento deve avvenire troppa gente ha sofferto soffre soffrir
se nessuno far nulla sar solo colpevolizzato , schiavo e tutto ci che
sapete per il vostro lavoro siete militari queste cos eper voi
dovrebbero essere facezie giusto= ">
"E' questo che combinate quando vi girate i pollici?" disse Lia col
broncio
"Sempre così! Ci rilassiamo, noi..."
"Non fate un ciufolo qui, bugiardo! A parte girare come topi
in
quel campetto per le esercitazioni, non fate nulla, vi ho visto oggi!"
"Sei arrivata ieri e già sai?"
"Vi ho visto! Se non vi guardate i muscoli, no dite cavolate e bevete
come spugne, non fate nulla di interessante. E a quanto ho visto,
quello che ho detto ieri è servito a poco!"
"Sei sicura..." rispose lui con un tono che sembrava dire
più-a me non è
sembrato >.
Si erano avventurati al lato est delloChateau, dove cèrano
le
cucine verso est per affrontare la foresta di quel lato. Jd aveva detto
che cèra un posto che non aveva ancora visitato. Erano alla
fine
del pomeriggio, dopo la visita a David.
"Non so cosa sia accaduto con David ma Milan è al settimo
cielo
e ti ha già confermato la stanza, e ci ha
letteralmente
obbligati
ad essere tuoi istruttori per insegnarti tutto! Vuole che registriamo
letteralmente ogni seduta e risultati, da mandare a David, non so
perchè, ma così ha detto. E inoltre..."
proseguì
mentre camminavano in un sentierino di acciottolato a segni geometrici
che aveva visto tempi migliori, per ebacce e terra che a volte che
quasi coprivano i ciottoli "Ha ordinati, letteralmente, che tu non
uscissi mai da qui..."
"bene..." disse lei ironicamente
"...intendisamoci, il motivo è lecito. Tu, di base sei...
morta!
Per cancellar molti collegamenti col tuo passato dovremmo innanzitutto
togliere quella cicratrice dalla fronte! Quella linea di due
centimentri pare che non si noti, ma è più bianca
di te!
Alaric ti chiama la mozzarella di bufala..."
"Che onore! E' bona la mozzarella di bufala! Fosse stato il
caffè mi sarei offesa!"
"Sai che se la dici davanti a persone di etnia più oscura si
possono offendere? Sopratutto se non sanno che tu odi il
caffè, anche come odore e ti vogliono far nera..." ridendo
di gusto alle
battute, parlando in italiano "Comunque, quella e le altre vanno
eliminate..."
"Anche quella alla gamba sinistra?"
"Se intendi il taglio poco sotto il ginocchio si... non si sa mai che
qualcuno lo sappia e poi , come hai fatto anche a farti quei segni
sulle
ginocchia?"
"Non credo che quelle piccole le conoscano, quella sotto il ginocchio
me la fece mio padre con una pedata all'indietro col tacco. NOn volevo
uscire mai con loro anche da piccola, erano solo fonte di vergogna per
me per cosa dicevano e facevano e ho sbottato, così lui
incazzato ha colpito a caso con la scarpa all'indietro, che
salivo dietro
di lui , e mi ha colpito là. Avevo ancora quei pantaloni
tipo
da
completo sai, quindi osttili invece dei jeans, e il tacco non
so come
mi fece quel taglio. Mentre le ginocchia per andare in bicicletta. Per
me er aun modo per stare lontano da casa ma non è che le
strade
fossero così ben messe. Così capitava che cadessi
sulle
ginocchia. Ricordo ancora il fatto dei cerotti per le ginocchia, quando
la dottoressa mi spiegò che erano come gli assorbenti,
appena
erano visibilmente pieni di sangue andavano cambiati. E io che odiavo
già quello schifo dell'essere donne odiai più e
più tutto quello. Com mia madre che urlava perchè
mi
riducevo come me non doleva, perchè le
altre
appaiono sempre magnificiche, diceva. E poi smisi di uscire con la bici
perchè avevo iniziato a odiare l'aver a che fare con la
gente,
altri del vicinato della mia età o di poco più
grandi e
piccoli che volevano provarla, fare, dire, altre persone... poi vidi
che passavano alcuni miei compagni da là quando uscivano e
basta... non sono uscita più. Già non
cèra nulla di
interessante, poi mi diedi al pc. Le cicatrici quindi sono per la
maggior parte fino a max tredici anni. Quelle alle mani per il tagliare
la creta artificiale Degas per i lavori quando potevo. Non credevo
però che andassero eliminate, voglio dire..."
"Almeno quella sulla fronte, ma il problema non è solo
quello!
E' che il tuo viso non è comune o passa inosservato. Ecco il
problema. Tu non hai fattezze basiche o che si amalgamano a quelle
delle
altre. Sai meglio di me chelà fuori sia per abbigliamento,
trucco e parrucco le donne a volte si somigliano molto, a
meno che come
te non usino un trucco non invasivo. Milan te lo ha detto che odia il
troppo trucco? Sopratutto le donne che appena si lavano la faccia
sembrano un'altra persona. Una volta se ne è uscito dicendo
che
gli sembrava di scegleire un Dottor Jekyll per trovarsi poi, se la
tiene anche la notte permetendole di usare uno degli appartamemti, un
inquetante Mister Hyde" provcandole uno scatto di risa "Ah, sai chi
siano, meglio così! A volte con alcune bisogna spiegare ogni
virgola, come dice sempre lui. Comunque tu non ti amalgami alle persone
e non per quello che
stai pensando,ma la faccia. Non parlavo di quello che ti diceva
prima la gente , ma dal fatto che non hai un viso appunto che si
mischia
agli altri. Ci sono casi di perosne che vengono scambiate per altre
perchè hanno molte caratteristiche comuni, anche per abiti e
capelli. Ma non tu. Sei facilmente
ricordabile..:"
"Capito"
"NOn so qui come ti troverai ma... se hai deciso così, di
accontentare Milan, spero che tu non abbia rimorsi per ambientarti in
un luogo militare..."
"Non è che prima stessi meglio... Non mi piaceva stare in
famiglia. Per lavarmi dovevo fare i salti
mortali. Ho inventaot la tecnica delle tre spugne per
essere ben pulita sopratutto d'inverno, che da gelo, ma ci mettevo
mezz'ora o più! Come sia fattibile secondo il
tuo cervello che una persona con i miei problemi e malattia farmi
lavare in quel modo, sopratutto per le idiozie in cui
credevano!...hanno speso soldi in medicinali che mi hanno solo rovinata
nel fisico,
lì andava bene perchè speravano che come con le
preghiere, bastava questo e tutto si risolveva in uno step. Vedere,
ancora di più ascoltarmi, e capire che il problema er
apiù grosso e cèra altro da fare no! Mi buttavano
addosso
pure acqua benedetta o santa che tenevano in casa e facevano ogni anno
perchè mi aiutasse! Questo andava bene, vedere che una
eprsona
soffriva, mettere elettrodomestici che aiutavano, lavarsi in modo
decente, esser epersone corrette no... quindi quali problemi ti fai?"
Si ritrovarono in una radura dove il gruppo dei veterani stava seduto
su un cerchio di pietre e cemento, con al centro un braciere. Era
scavato di unpò, il fuoco quindi era stato acceso in questa
buca
contro il venticello, consopra delle griglie con vari pentolami a
cuocere.
"Ma..."
"Ti piace? Questo posto viene usato di solito d'estate o come ora i
primi d'autunno. Ma essendo più vicino alla foresta e poi al
laghetto delle lucciole, peferiamo che non facciano casini fin qui
dentro se non per motivi di religione o festa."
Lubo, Alaric e gli altri stavano là a riscaldarsi e
discutere.
Quando il secondo la vide e sbuffò, lamentandosi dell sua
presenza, Lia ghingò e si atteggiò da regina
salutando tutti tranne lui.
"Che caruccio che sei, ti preoccupi molto degli ospiti che sono
spaesati e non a loro agio, in una strana Comune
che pretedende di
essere militare..."
"Tu, non a tuo agio? Ma se ieri ti sei coalizzata con tutti i
dinosauri
che stavano con noi come specialisti ed esperti solo per le
pianificazioni,
pretendendo che si riportino le cose alla maniera corretta!"
"Avevo fame, ho visto che questi tizi avevano roba fresca di giornata,
vi ho aggiunto lo schifo che ho notato che non è da
militari...Ho fatto una scelta.
ho pensato che fossero i primi, proprio loro, a un ritorno a una forma
rigida e seria militare, visto che i giovani che facevano stronzate..."
"Hai barattato le cose che ci andavano bene per del cibo..."
Lia fissò Alaric, mentre Jd le diceva di sedersi su tronchi
che erano stati scavati a panca con schiea a L. lei si
sistemò,
squadrò di nuovo Alaric e rispose.
"Io non ho barattato nulla, almeno non quello che dici. Io ho chiesto
in primis se volevano scambiare i loro prodotti freschi per una cena
decente come ospiti, che magari non mangiavano da secoli altro che
carne abbrustolita. Inoltre trovo assurda l'idea della Comune a meno
che non sia gestita in un cert o modo ed ecco perchè ho
approfittato di loro per girarmeli come volevo. Dovreste
ringraziarmi....Visto lo schifo in busta
che mangiate alcuni di voi..."
"Siamo militari, siamo abituati" disse Jd, posando lo zaino che aveva
portato per utto il tragitto, uscendo roba
"Ma questa non è una comune? Voglio dire, di solito di
queste
congreghe, per ora le chiamo così, ci sono settori di lavoro
in
cui la gente può entrare e fa il suo dovere, dividendo tutto
il
ricavato, compreso il risultato del cucinare. Di solito non si mangia
ognuno in casetta sua, ma in tavolate lunghe dopo che la gente ha
sgobbato per preparare per tutti. Perchè voi non lo fate?
Avete
quelle cucine in acciaio intonse che solo quella... usa per cucinare a
Milan. Chissà perchè poi..."
"Non so molto di lei, so solo che è una di quelle fedeli
segretarie che non esistono da tempo, e di cui puoi fidarti
ad occhi
chiusi. E cucina per lui da quando nessuno voleva cucinare per
centinaia di persone e chi si cimentava era... lascia stare. Trovare
uno bravo che cucini tra militari pensi sia facile? E così
si
è deciso per le razioni, che non sono male..." vedendno
però guardato male.
"Ma scusate, lui ha cercato la gente migliore là
fuori
prendendovi e portandovi qui, che ci vuole a trovare un cuoco bravo?"
"Vuoi sapere la verità?" fece Alaric di colpo "e te la dico
io.
Ci sono due punti per cui lui non ha voluto più una cucina
funzionante e noi dobbiamo mangiare quella roba o qualche cosa dal
barbeque dei ragazzi, quando lo fanno. Primo. A tutti quell
ia cui ha
chiesto, cuochi più o meno decenti, si è sentito
dire che
no, lavorare in un'organizzazione con le nostre regole significava non
vedere più nessuno, non sentirsi libero e stare in
soggezione per
qualunque cosa, perchè alcuni hanno detto proprio
che è
solo un rischio lavorare per dei militari per giunta segreti, di cui no
nsi sapeva nulla. Secondo. Doveva esserci una buona ragione per cui
mettere uno chef o cuoco capo e poi tanti al suo servizio, senza temere
qualche avvelenamento o che fossero di chissà che gruppo in
incognito. QUindi quale era la scelta migliore? Mangiare roba
già confezionata che si vede se è manomessa..."
"Tranne lui" fece lei, amaramente
"Devi anche capirlo, non molti da questi cento anni ad ora hanno
più molti valori come un tempo. Vuole gente di cui fidarsi
ma
non è ormai facile. Tutti felici di andare dove il denaro li
porta..."
"mh..." fece lei ascoltando Jd "allora ne troverò uno e poi
tutti i nanetti tipo biancaneve come i fedeli assistenti al
seguito, per
le pulizie... Milan ha detto che per la Raccolta è
d'accordo,
quindi..."
"Cosè che vuoi fare? Dove lo trovi un cuoco bravo e fidato
di questi tempi? Cosa sai che combina?"
"Vuoi davvero dirmi che dei militari hanno paura di un mischia
di ingredienti di uno, senza pensare di osservarlo tramite spie
travestite da
sguatteri e telecamere? Che tristezza e voi sareste dei
professionisti..."
"Siaom militari, non spie al ristorante, che credi..."
"Ragazzi, io ieri sono andata dal Vecchio come lo chiamate, gli ho
chiesto i frutti dei suoi animali e orticelloper qualcosa di
decente, visto che
erano freschi che neanche al supermercato e gli ho detto chiamaramente
se mi dai pi roba
stasera
ti offro la cena e
parliamo di una cosa
importante >... lui invece mi ha detto parlaimo ora di
questa cosa e dopo ti rispondo per l'invito. Così mi sono
seduta
e gli ho esposto cosa pensavo di questo campo rom che nenache le
baraccopoli dei poveri disgraziati in fuga... avete roba strausata e
non riparata, messa male, che ha visto giorni migliori nella guerra
quindici-diciotto. Quando ha sentito me che come lui e altri volevo
sfruttare l'Accordo con Milan per sistemare un pò 'sto
bordello,
hanno deciso di accettare"
"Tu sei malata. Eravamo tanto contenti che non stavamo più
in un
rigido protocollo militare dove eri un oggetto, un burattino..."
"pensi davvero che sia solo questo? Credi che Milan voglia accantonare
la sua idea di Comune a stampo militare, solo
perchè io vedo
gente rammollita che si bea al sole? Quello non cambierà, ma
tutticollaboratori anziani che avete qui sono dalla mia parte per
rivedere questo molto più organizzato, con la testa sulle
spalle, e cè di più! QUi voi non siete per un
ideale, un sogno, una desiderio, uno scopo che si unicsa davvero al
Cambiamento. Siete persi quanto me e non ve ne accorgete, strisciate
come me ogni giorno aspettando la pagae quei pochi passatempi che vi
date. non vi fate un pò pena da soli? Inveec in quei vecchi,
vecchi per modo di dire, avere più di trent'anni non vuol
dire essere vecchi. Cè quel tizio con la barbetta di
cinquatacinque che è più visto e acuto di me...
comunque tutti loro hanno più lucee forza,
volontà e desiderio negli occhi di tutti voi che avete usato
l'accettazione di ogni cosa pur di andare avanti. Andiamo ditemi uno,
solo una cosa o un desiderio che volete realizzare seguendo l'ambizione
di Milan. Fatemi vedere che anche i vostro occhi brillano nonostnate
tutto!"
"Tu sei fuori, te lo ridico.. Ma poi chi sei, chi ti vuole, cosa ci fai
qui?" sbottò Alaric dando una pedata alla terra che un
pò
volò sul fuoco facendolo crepitare
"Io sono... niente. Io sono nulla. Eppure a quanto pare per Milan e
David io sono un'ottimo elemento per quei test. E dico, e ripeto, se
NON fosse stato per quei test io stessa sarei stata nulla anche per
voi. Per qui. Ecco la verità! Eppure qualcosa mi ha detto
rigirati le cose atuo vantaggio...Dicono cheposso fare
qualcosa invece di andarmene subito e basta. Hanno messo di mezzo di
nuovo come nella Sala con voi quel tizio che è morto, come
se
fosse colpa mia e gli debba qualcosa. Al solito senso di colpa a go-go.
Ma non è stato quello a farmi decidere di restare..."
"E allora cosa. Ti ha promesso gioielli? A proposito cosa porti
addosso? Un altro diamante che vale pi di tutti questo?
Perchè
ti da diamanti?
"ma ti calmi?" urlò lei vedendo ALaric come stafatto, fuori
di
testa "E' solo un gioiello con una labradorite bianca! Non vale nulla
secondo quelli come te, che amano i brillocchi!...
le aveva Milan tra le sue cose, quelle che no valevano niente
perchè giustamente ti danno tremila cose come pagamento ma
tu
vedi dei magnifici moostone e dopo che te li hanno valutati, li butti
in uan cassetta di sicurezza perchè non meritano... Lo
strozzerei!"
"Non credo di aver capito..."
"Jd, ma tu non lo sai?"
"Si, so alcune cose, ma ovviamente non tutto.Quindi quello era in una
cassetta di sicurezza?" guardando quel grosso ciondolo che sembrava
antico con una pietra tonda quando l'unghia del suo pollice che mandva
bagliori azzurri su fondo color latte.
"Si, quelli che valgono poco a suo dire, o li fa smontare per ricavare
come in questo caso cose più piccole come doni, oppure li
tiene
conservati per chissà cosa... un vero peccato, a quanto pare
questo era il centrale di una collana pettorale stile egizio per farti
capire, e or è solo questo. Siccome ho dovuto lasciare
tutto,
tutto nella borsa, non avevo più nulla. Avevo pensato di
togliermi i giorielli così nel caso se qualche idiota
finalmetne
mi aiutava, non potesse derubarli, nascondendoli in un punto che poi la
polizia avrebbe trovato..."
"E dentro la borsa vi erano i documenti e tutto ciò che
avevi indosso..."
"Io non esco mai, quando lo faccio e solo per andare dai dottori,
usando la borsa. Se qualcuno mi conoscesse davvero saprebbe che io NON
sono una persona che gira con le borse ma, se capitava che per impegni
loro mi dovevano lasciare a casa velocemente dopo, sapendo che
mancavano
massimo un ora, vermanete sempre e solo un'ora, io riuscivo appena se
ne andavano e mi facevo due passi per gli unici negozi vicinissimo
girato l'angolo. Supermercato, un cinese e un negozio di casalinghi.
POco più in là una gioielleria. Io la borsa la
tenevo
sempre e solo per quei momenti veramnete sporadici. E ci mettevo dentro
quelle quatto cose che potevo prendere a 1 uero, se mettevo da aprte
dai soldi
dei nonni, perchè al solito non mi davano mai nulla e se
chiedevo soldi, anche alla mia età, dovevo specificare per
cosa
e sempre più spesso mio padre mi accompagnava dove dovevo
andare, scendeva e stava dietro di me finchè non finivo di
comprare. Siccome non mi conoscevano mai, a aprte gli antidolorifici e
una bottiglietta d'acqua, l'igienizzante e un cappello, non
cèra
dentro nulla. Sai, era brutto tenerla proprio vuota a far
venire loro
dei dubbi. Ma ieri ho deciso di togleirmi il mio orologio scheletrato,
i miei braccialetti, i miei anelli e orecchini e cosa tengo sempre
nelle tasche, per metterli al sicuro. Alla fine mica, con la tuta del
vosttro amico, potevo uscire con la borsa a tracolla. Mi avreste
sgamato..."
"Ehi, avevi detto che era successo tutto di fretta, che avevi agito
d'impulso..." fece Alaric sorpreso
"Vero, me ne sono accorta appena dovevo mettere il casco. Ho guardato
la borsa e ho capito che dovevo fare due scelte, continuare cosa
l'istinto mi aveva fatto fare e finire la cosa, oppure tornare al prima
e alla disperazione, tenendomi gli oggetti a cui tenevo che indossavo
sempre e trnando in quel posto che chiamavano casa. Alla fine mi sono
messa il casco..." disse lei gardando il fuoco e Jd disse.
"Milan ieri disse che non hai fatto altro che seguire cosa sei, che il
tuo vero io è venuto fuori facendo stramazzare a terra
quell'idiota imbracciando la sua arma per sterminare quella gente. E
poi dopo aver incontrato noi è stata tutta in salita. Seppur
non
avevi motivi, tu danzavi con la morte per raggiungerla, ma poi te ne
sei
allotnanata alimentata da qualcosa, quella cosa che ti ha detto no,
rialzati e agisci. Quel qualcosa che non ti ha permesso di farla finita
tante volte..."
"Non ho mai fatto le cose come gli altri, provando e provando, per il
semplice fatto che so bene per la mia sfiga che qualcosa sarebbe
successo, che avrebbero capito fermandomi in qualche modo...non per la
mia disperazione e
il mio vuoto cosmico per cosa non erano riusciti a fare come guide di
vita, ma perchè io fossi malata e quel gesto era come per
tanta
gente che per un momento no, fanno quella cosa. prima volevo
andarmene
senza soffrire, con davvero qualcuno che mi volesse bene al fianc, o
che
mi salutavae si assicurava che io morissi veramente. Che mi
accompagnava sulla Soglia, sapendo che era questo che volevo. Dopo quei
due ho deciso che no, ero sola e sola restavo, ne a nessuno importava
della mia felicità prchè ne prima e ne dopo,
cè
mai stato qualcuno che facesse qualcosa perchè sapeva che
sarei
stata felice con quel gesto, quella cosa... volevano sempre tutti che
iocontinuassi, sempre buonisti del cavolo, eppure in questi due giorni
ho visto solo che con tutto ciò che Milan ha fatto e mi ha
dato
a disposizione "toccandosi il ciondolo e pensando allas tanza, al
cavallo, alle cose bellissime che cèrano in quel posto "non
provassi nulla di... felice credo! Stupita, stupefatta da cosa non
vedevo di bello da tanto tempo e lo avevo invece d'innanzi, ma anche
avendoli in mano come quegli
orologi, o quel cavallo, o quelle stanze come piacevano a me di legni
itnagliati, rilievi sui soffitti e mobili di quel tipo, solo
per due
esempi... in verità dopo quel quacosa che provavo per veedre
tanta
bellezza... non restava nulla. Ancora e ancora non riuscivano e non
riescono a farmi desiderare di restare. Se cè davvero quel
qualcosa che dici tu che mi fa continuare ad andare avanti,
è
olo un briciolo di autoconservazione per non soffrire. Come i
tentativi. NOn mi fanno bruciare di vita. E inizio a credere che io sia
corrotta così tanto che l'unica soluzione è
andarmene. Perchè se non so che fortuna mi ha
portato qui, allo stesso modo com sa mi piace proprio in mio pugno,
sono l punto di prima. E.. allora cè poco da fare. Ho
desiderato tanto farla finita ma in modo che sembrasse un incidente o
qualcosa fatto dal di fuori. Per allontanrmi dalla paura di esere
fermata, scoperta... La paura di qualunue cosa potesse rovinare tutto e
io
costretta a stare in mano ai medici. A giudizi senza neanche conoscermi
e capire. Ancora adesso, dopo le promesse fatte prima a Milan e David
non sono sicura, ma secondo il vostro Leader io posso
aiutare prima di andarmene come voglio, in molte cose. Anche
far
soffrire come mai in vita loro la feccia che serpeggia in questo mondo.
Mi ha detto che quei macchinari possono dar corpo, come quella prova
inaspettata, ai miei incubi e che lui può renderli reali
contro
lo schifo. E inoltre..."
"Cosa ti ha detto" domandò Jd, osservando la carne che
ancora
friggeva quasi nella padella sul fuoco, mentre tutti la stavano solo ad
ascoltare
"Mi ha detto che seppur non voglio pensarci, ho un debito per il vostro
amico. Che la sua fine era stata un colpo improvviso abitudinario di
proteggere e fare il suo lavoro, che il suo tremare mentre mi guardava
ma on riusciva a sparare, ha fatto si che io arrivassi fin qui per fare
la differenza. Quella che lui non poteva fare. Che seppur non posso
essere una militare perchè ci vorrebbero anni
perchè sia pronta come voi, posso rendere qualcosa e non
vano il mio continuare per lui, quello che è mnorto per un
atto di eroimo, e per chi ha subito devastando chi la lo schifo.
Vendicandomi su questi tizi. Quei macchinari di
David, le stoddarde, la Draper potevano farmi raggiungere l'obiettivo
che gli Dei non hanno fatto..."
"che gli dei non hanno fatto?" ripetè Jd riflettendo.
"Milan nella discussione di oggi ha detto che io avevo chiesto a ogni
Dio conosciuto, così nel caso uno giusto e vero lo beccavo,
di
fare lo scambio, di dare il mio corpo e la mia vita a qualcuno che
meritasse di ritornare o che la potesse vivere come non aveva vissuto
la sua, prima. Che non fosse sprecata ma anzi valorizzata
perchè
non era per me. Semplicemente. Ma se nessun Dio ha fatto nulla, allora
perchè non sfruttare le macchine di David per questo? Una
vita
per una vita. E' questo che pensavo metnre lui parlava. IN
verità lui diceva altro, ma allafine mi sono
accorta che
l'idea la potevo rigirare come volevo io. E quindi, perchè
non
fare una sorta di partenogenesi come quegli squali negli acquari che
figliavano
senza compagni? Ma in un modo tutto... umano!"
"Non capisco che vuoi dire. Tu stessa hai detto che non sei tipo ne
intendi fare figli, giusto?"
"Non nella versione classica sessuata. Ma ricordi cosa ti dissi mentre
aspettavamo i tuoi amici in quella stanza? Che per me i figli non sono
quelli che generi tu dai gameti, ma quelli a cui dai un pezzo di te, il
tuo vero te, perchè continui in loro. Figliando nel modo
classico si usa i metodo sessuale, ma così non sei TU, ma
una
continuaizone genetica di gente che nessuno ricorda o conosce, a meno
che tu non abbia un albero genealogico e fonti per ricordarli. Tu sei
qui" toccando la testa "ma quando fai figli questo si perde
perchè come epr il mio caso, non tuti i figli
vengono com te e
come fossero Mini Me in tutti gli aspetti. Gente come me potrebbe
ritrovarsi figli di merda mentre gente di merda gfa figli che si
lasciano educare nei modi sbagliati. E' un terno al lotto... Un figlio
deve essere cresciuto in un certo modo o viene una merda umana. Sei
diverso, un'anima
diversa. Esattamente come i cloni. Condividi la genetica ma non
ciò che sei veramente. Ma con gl istudi di David..:"
"Camla, ti sto seguendo sempre meno. Ci sono con il fatto dei figli
facendo sesso, che però i figli poi non sono identici a te
come
testa perchè come sepsso accade sei diverso in molte cose
dai
membri della tua famiglia, e questo crea conflitti. E ok...
il fatto
della partenogenesi so cosè e come avviene, ma non capisco
cosa
collega il lavoro di David..."
"Tu sai dei test di David per ridare la mente alle persone che l'hanno
perduta, no? Ai vostri ex commilitorni in giro per il mondo e i loro
problemi..." disse a Jd seria, mentre gl ialtri ascoltavano solo
"Certo. I danni neurologici molte volte non sono perdita di materiale
cerebrale , ma comunque non vi sono più..."
"le sinapsi o collegamenti, quei filamenti che sono anche il ponte
per collegare le aree del cervell oe richiamare ricordi, memorie,
infomrazioni.. detta in maniera spicciola. Se David usa questa
tecnologia per resettare i cervelli e ripristinare una versiona di
poche decine di megabyte, che è il peso in dati di un
cervello
umano, perchè non usarla per scambiare una vita con una
vita?"
"EH?"
"Vuoi girare a tuo favore il volertene andare, non sprecare cosa ha
fatto il nostro amico per te, sacrificando te per una vita nuova. Uno
scambio senza perdite materiali..." disse Lubo come se avesse capito.
"SI!" urlò lei indicandolo con l'indice "Io voglio
andarmene. ma
non significa ho pensato oggi, vedendo il lavoro di David, farlo
fisicamente perchè significa dar retta agli imbecilli che
pensano che basta che respiri, non importa in che condizioni mentali e
fisiche sei, per loro la vita è sacra anche se sei un
vegetale,
un demente che non capisce nulla o altro. Puoi essere in una gabbia
medica per qualunque patologia e non poter parlare o se puoi, non
faranno nulla per te. Basta che respiri. Se io me ne vado come voglio,
questo corpo non respirerà più, ma se sfrutto
David
tramite l'Accordo come ho fatto ieri e confermato oggi, ho pensato
mentre guardavo il suo lavoro, che posso dare una nuova vita a qualcuno
che
verrà dopo di me, senza smettere di far respirare questo
corpo,
dando letteralmente possibilità a un'altra persona che
nascerà dopo di fatto, facendo quello che nessun Dio ha
fatto
perchè non esistono! Una nuova vita, una mente da zero,
senza dar retta ai buonisti. E' chiaro. lampante. Così
semplice e
sarei anche nel giuso!"
"Mi fa paura come quel matto coi ricci del film frankenstein
junior... cosa devo sentire" sbottò Alaric quasi schifato.
"Ma come, non sei contento? Io me ne andrò. Ma
farò una cosa buona...."
"E perchè restare per aiutare Milan nei test senza fare
tutto
'sto casino è troppo? O sei troppo sopra tutti per non..."
"Alaric" lo apostro Jd er poi parlare a Lia "E' davvero questo quello
che vuoi?"
Lia rimase a rifletter un pò, mentre i ragazzi spadellavano
il
cibo,che stavano cucinando, mettendo poi le caraffe di
caffè turco sopra la grata
"Si..." disse alla fine assorta "andarmene semplicemente
perchè
questi ricordi così dolorosi non mi lasciano pace, non ho
stimoli dal crearmi scopi o motivi per vivere, e questo per
me è
male. Chiunque nella propria vita si crea, cerca, raggiunge o
li
vede da lontano scopi, motivazioni, i perchè loro continuano
e
perseverano. Se fosse stato tempo fa, prima, se quel giorno di ieri
fosse accaduto prima, allora sarebbe stato diverso. Non provo
più nulla e ne sento nulla di positivo in nessuna maniera,
neanche ora che Milan per accontentarmi e farmi rispettare l'accordo,
perchè l'ho capito che è per questo, mi ha dato e
promesso ciò che mi paice e vorrei. Sono contenta di questi
orologi "guardando l'orologio scheletrato argentato al polso "e questi
oggetti in labradorite bianca spacciata per moonstone. Ma in
realtà è labradorite bianca e punto. Io che ho
studiato
pietre e minerali, li ho raccolti come potevo ma ne volevo
di pregio, so riconoscerli. CHi li vende o li tratta o è
ignorante come ho scoperto, oppure lo sa e vende a prezzo
maggiorato la
labradorite con riflessi blu come pietra di luna, senza preoccuparsi
dell'ignoranza della gente. perchè per far eun
esmepio, io quando
ho visto quest apietra come la ladradrite normale in quei
gioielli, l'ho riconosciuta subito. Ce ne vuole scambiare l'adularia
detta anche pietra di luna per la labradorite, ma la gente è
scema. Ecco cosa porta l'ignoranza. E vorrei che l'ignoranza non
esistesse più, che la conoscenza, lo studio non sia cosa
è diventato per le nuove generazioni....Sol oche Milan mi ha
dato questo e
altri gioielli con le mie pietre preferite come fluorite, labradorite
grigia, fire e bianca, occhio di tigre blu e altre anche
perchè qualcuno
non si sta zitto!" guardando male Jd.
"guarda che non è colpa mia, voelva un riassunto veloce sia
prima che uscissi, che quando stavi camminando per andartene
e siccome
è lui, non ci ho pensato! Capisco che anche per il
diamante..."
"Tu lo capisci che lui adesso, per la sua fissa della magia e simili,
vuole farmi provare le pietre e altre cose, per capire se davvero ci
riesco? Anche il passaggio di energia e la guarigione... stai un
pò zitto! Io ti avevo raccontato quelle cose
perchè
già mi vedevo poco dopo andata, muerta, adios ect ect. E
invece
adesso mi trovo a sentire Milan che è appassionato di cose
magiche e spritiuali, che vuole cambiare il mondo per
renderlo non solo
eguale ma equo. Che sono due cose diverse..."
"A me sembra la stessa cosa..." disse Alaric mettendosi in mano un
piatto con la cena
"uguaglianza significa dare alle persone le stesse cose, ma
questo non
tratta le differenze e condizioni di quelle eprsone, mentre
applicare l'equità permette a tutti di ricevere la
stessa cosa
pareggiando ma valutando le diffrerenze e appianandole. quello che io
ancora non capisco è ocme lui voglia fare un'unione dei
paesi in
unico solo, tenenrli ossia con gestione locale ma con un nucleo
centrale del Consiglio, cancellando tutte le leggi di prima mettendone
nuove perchè tutti abbiano stessi diritti, doveri,
possibilità...non calcolando tutte le variabili e la natural
umana..."
"Che vuoi dire..."
"Che cè molto dietro una costruzione di una
società che
forse non avete idea veramente e ne avevamo parlat alla Sala, ma forse
se domandi, ho la vaga imprssone che non hai capito che è
molto
diverso da ciò a cui siete abituati..."
"Parliamone un altro giorno, ti prego. Non vogli osapere Milan cosa
vorrà fare..."
"E perchè" domando a Jd che faceva questi discorsi "non ti
riguarda come sarà il mondo che vuoi cambiare?"
"Lo hai detto tu ieri nella Sala. le persone come chi mi ha spinto ad
esser eun militare e molte altre, come cambieranno, dentro? Cambiare i
cuori non è possibile, facile se si vuole fare come una
legge.
Perchè la gente deve capire, non seguire perchè
si dice
che non si fa. E' chiave portare il cuore della gente a vedere e capire
invece che pressarli perchè seguano. Così come
è
corretto che loro capiscano sulla loro pelle e su quelle di chi amano
cosa significa fare quello che credano giusto e invece è
sbagliato..."
"Si, detto ieri. Sono sicura che sia corretto così. Non
diveranno delle vittime come temevi. E' dalle esperienza di prima pelle
che si comprendono le cose. Quante
volte si è sentito quella persona o quell'altr dire che
capivano
davvero come si sentivano gli altri per cose che capitavano a loro o su
chi erano della famiglia, e iniziavano a creare associazioni di aiuto e
simili, SOLO perchè avevano provato su di se il significato.
mentre prima e a volte dopo, ricadono comunque sugli errori senza
crescere davvero, facevano tre voltre quello che capitava a loro. In
questo caso è tremendo, orribile, mentre per gli altri
è
giusto così..."
"parliamone con Milan domani alla Sala, ok? non mi va di discuterne
adesso. Invece vorrei sapere da tese cè qualcosa che
rimpiangi
di quel che hai lasciato alle spalle.."
Lia guardò Jd, riflettendo.
"Sinceramente solo i rimpianti di cosa mi sarebbe piaicuto mangiare,
visitare, vivere e non ho potuto. lasciare in quella casa le poche cose
a cui tenevo come gli orologi, pietre e minerali, la mia piccola
collezione di action figure e la sezione underwater... come per me, io
come essere vivente, non capirebbero il significato che avevano per me.
Ma che devo fare. O restavo là a sciogliermi piano piano
fino
alla pazzia oppure seguivo l'istinto. Il posto dove vivevo era
arretrato e bigotto molte volte da far paura. Quella gente mi ha
giudicata in un modo vergognoso senza consocermi, e mi ha
fatto
male sapere che una perosna che conosco, brava come i suoi genitori,
fosse diventato amico della feccia che andava al liceo con me. QUando
mio padre voleva parlare online con il padre per un saluto per le feste
ricordo che per caso vidi sul suo social le foto del figlio con quella
marmaglia e rimasi male per come erano abbracciati, felici, si
divertivano... e sono sicura
che è stato influenzato dalle merde con le loro facce di
bronzo.
Quella feccia era ben vista più di me, eppure non ero niente
di
ciò che valutavano. Sono diventata così come sono
ora
dopo e di sicuro passerei per feccia io ma quanto vorrei vederli
soffrire e presi dalla disperazione!"
"La cosa buona è che li hai allontanati, capisco che faa
male
vederli che vivono rispetto a te ma... come loro, come tutti gli altri,
il uto pensiero di far comprendere le cose nel modo in cui lo hai
esposto... è sicuro? Non avrà ripercussioni sulla
metne
delle persone?"
"Lubo, guardami e dmmi se era giusto, corretto che io subissi tutto
quanto oslo perchè non ero inquadrata nello stereotipo che
volevano. Non sarei qui se la mia vita fosse stata diversa. Ho cambiato
tante volte, ho cercato di suerare ogni ostacolo e fatto cosa volevano
e... perchè io mi sono dovuta rompere così e
quella
feccia come altra feccia può fare, deve continuare senza
subire
su di se e chi gli sta intorno lo stesso schifo? E' ora che le cose
siamo spalmate su tutti. QUindi no, per me è giusto
così,
finalmente. O tutti o nessuno. Inoltre si, sono rimasta sola ma alla
fine l'ho deciso io. ROu mi aveva fatto tanto male che non lo ha mai
capito, ha sempre preteso e ho ceduto due volte anche perchè
non
ce la facevo più a sentire la gente che e lui che non ero...
come le altre. NOn dico che non dovevo affrontare quelle volte, ma ora
so che rompere un braccio o due o direttamente strappargli una palla
è il modo migliore per vendicare certe cose, o nel caso di
cosa
abbiamo discusso ieri, di far provare a loro e a chi amano lo stesso
che applicano sugli altri. Tanto sono gli altri... questa diea della
famiglia che pensa a se stessa, dell'individualismo, del beneficio solo
per il mio gregge minchione di sangue deve finite! Forse è
vero
che la violenza non si ferma con la violenza ma è anche vero
che
le guerre, tutte, anche quelle recenti, sono state fermate con un bel
colpo di spugna facendogli il culo a tarallo a baffetto tedesco, ai re
stronzi e tutto il resto. Certo, in alcuni casi è andato a
schifo, ma quella è colpa della amsmada di capre e caproni
che
non sanno cosa significa regolarsi. Ma non sarà
così.
Subiranno e proveranno, riceveranno aiuto ma verranno portati faccia a
faccia con chi ha ricevuto lo stesso male e si insegnerà
cosa
significa fare sugli altri tanto non è su se stessi. E' ora
che
i privilegi vengano meno e vi sia l'umana empatia e vicinanza. E i
cuori si possono cambiare, se sono troppo aridi si usa il
lubrificante..."
"..."
"Sono felice di sser rimasta sola, alla fine comunque...Quello che Zay
e Ric non hanno capito, mai, neanche un attimo, è
che loro si sono fatti la loro vita, si sono costruiti cose, hanno
avanzato nella loro vita. io sono rimasta idem, tale equale a
come ero quando parlavo con loro. Ne un passo avanti, ma tre indietro.
Per causa mia? No, perchè non mi permettevano nulla. Fu
anzii
strano che accettassero di mandarmi in Irlanda, fu un evento strano. Ma
poi, dopo che io mandai a quel paese tutti e tutte nulla per me
cambiò. Ci ho provato. Solo io e chi, se esiste, mi ha
guardato
sanno quanto ho cercato di lavorare per andarmene, finalmente. Ma
nulla. La musica mi ha tolto salute e tutto. Tutti i corsi e
specializzazioni fatte non valgono più perchè
ormai con
lo smartphone il pc è superato. Mi ha detto proprio
così
una impiegata dell'ufficio di collocamento che, dopo averle detto della
mia malattia e che non potevo usare lo smartphone, così come
non
posso usare bene le posate per i dolori e lo hai visto appena finisce
l'effetto, mi ha guardata seria alla fine del colloquio e mi ha chiesto
il numero di telefono e voleva altri documetni. Mandameli su quella app
di scambio dati veloce. E io le dissi, ma guardi che le ho detto che
non posso usare quel cell, non ho quella app. Mi guardò,
rise e
mi chiese come se la prendessi in giro se davvero non avessi la app. So
io come mi sono sentita, come im trattò quella stronza, una
che
per lavoro doveva aituarmi e capire i miei problemi... sai, quando Ric
e Zay mi hanno detto che non era possibile che io fossi come l'ultima
volta, che loro avevano fatto cose e io non le sapevo, non hai pensato
che forse io no navevo seguito ne guardato nulla dei loro profili e
cose loro, che non sapessi nulla, ma solo la mia disperazione e schifo?
Quanto mi hanno fatto male e non lo hanno capito. Come tutte le cose
dette, che non hanno compreso ma hanno rimproverato e basta. E come i
miei non hanno capito dove hanno sbagliato mentre tutti pretendono che
io capisco i miei errori nei loro confronti... varrà anche
il
contrario dirai, no..."
"..."
"Mi hanno sempre giudicata "strana" o "diversa", ma la sai una cosa? Mi
è sempre piaciuto da morire: non sopporterei essere vista
come
il resto del mondo... ora è tempo che sia il mondo ad essere
visto e trattato come merita. Ad inziiare dalla feccia, e se con David
posso rendere reale e dar corpo ai miei incubi e quello che gli altri
hanno creato dentro me, lo aiuterò a sistemare le cose
finchè mi piacerà! Io non ho più nulla
da perdere,
saranno gli altri a perdere tutto. Diciamo che aiuteremo il Karma ad
agire..."
"Non è troppo?" domandò Jd preoccupato.
"Cèra una frase che nasceva in me nella mia rabbia e odio,
nella
visualizzazione. Anzi, un discorso, lo ricordo sempre vagamente ma solo
alcuni pezzi ritornano quando sono adirata. ...- ti
renderò
più e più di quello che hai fatto agli altri, io
sarò l'ultima cosa che vedrai e se sopravvierai, ricorderai
scopito nella tua anima. Perchè la tua anima dopo
sarà
dannata come è la mia, e non avrò pace
finchè tu e
tutti gl ialtri come te non mi odierete da bruciare dentro,
così
come io brucio di rabbia e disperazone..." non ricordo il resto ma...
questo è sempre quello che ritorna, ritorna. Zay diceva che
era
qualcosa legato a reincarnazioni e Milan a causa di qualcuno di nome
jd, ne è rimasto entusiasta. E quindi vuole capire. Resta il
fatto che se ho qui con voi la possibilità di materializzare
per
fare del bene tutto ciò di oscuro che provo, allora eccomi.
Cè un testo che dice -vieni me po
'nel crepuscolo notte d'estate
raccontami storia poi mai
raccontata in passato riportami
dove nati miei desideri
chiave aprire nelle tue
mani
paradiso nel vento impetuoso
con ninna nanna terra
miseria segno porta mistero
dignit sto vagando verso
basso cercando sole segreto
fanatici trovano cielo nella
tempesta auguri distruzione
ninnananna
la rinascita pu nascere
dopo
incendio senza una situazione
particolare mondo continua
perseverare
nell oschifo ora è
tempo
del troppo presi da
quadre
calcio attori cantanti
speculato
preso delle cose importanti
mi sono schifata dei
fan
quanti spesi un imprenditore
d'informatica carit ne sapeva
nuovi telefoni sempre alla
fine pensato ai gloria
memoria a chi penicillina
cure mediche scientifiche non
sanno di ada lovelace
i
padri della programmazione ce
permesso cosa hanno li
ricorda ma ricordano uno
spillato loro soldi fregandoli
pure inutile fai quella
faccia preoccupata jd sia
come consiglio io o
vuole
fare milan cambiamento deve
avvenire troppa gente ha
sofferto soffre soffrir se
nessuno far nulla sar
solo
colpevolizzato , schiavo e
tutto ci che sapete
per
il vostro lavoro siete
militari queste cos eper
voi
dovrebbero essere facezie giusto >
ricordo che sono stati scritti tempo fa, in forma di bozza di una
storia intera, che divido e posto appena riesco ma non sono modificati,
rivisti, riletti o altro.
"Ti
avevo detto di no n fare cose avventate, ora guardaci! Sono dovuto
venire con i miei dal settore sicuro, e ora ci siamo impantanati qui..."
"Scusa
Jd, ma ti avevo detto di non venire. Che risolvevo io!"
"E
come! Guardali!!!"
Jd
parlava tra i denti con le mani alzate, davanti ai soggetti che
dovevano snidare ma erano finiti invece in una trappola. Ma siccome
Gask aveva la voglia di agire a modo suo perchè si annoiava,
finendo per entrare con la sua squadra al momento sbagliato, senza
chiedere prima supporto o autorizzazioni, Jd aveva dovuto mettere una
pezza sopra bruciando le tappe pe dare supporto alla sua squadra.
Forzando la fase tre del piano dalla seconda entrata, facendo un
casino. Il problema maggiore era che si erano divisi mentre discutevano
per seguire uno della lista che dovevano prendere, appena si erano
incontrati, ed erano rimasti lontano dalle squadre, finendo in una
stanza, quella in cui stavano litigando.
"Dimmi
in che modo ci siamo messi in questo casino, perchè non mi
sono
accorto neanche del fatto che ci siamo divisi dagl ialtri e..."
"Silenzio.
Fate silenzio! Voglio sapere chi siete, ora o faccio saltare tutto!"
Jd
e Gask guardarono il tizio, in mezzo ad altri quattro, che teneva in
mano un dispositivo e aveva indosso delle cinture con dell'esplosivo.
"M
i spieghi perchè gli arabi hanno smepre questa mania di far
esplodere cose, se stessi, grandi scoppi?"
"E'
diventata parte della loro cultura, da decenni! E una missione per
Dio..."
"parlate,
o fermo tutti i vostri uomini attivando questo! Chi siete. Come avete
fatto a trovarci..."
Si
trovavano in una zona isolata, in una costruzione antica e precedente
abbandonata, occupata e convertita da quartier generale per una certa
fazione di dominio religioso, che cercava di invadere i confini. Invece
di far partire l'esercito turco, il Consiglio di tutti i paesi aveva
chiesto a Milan di intervenire,in quanto diventato il gruppo d'armi di
prima linea. Essendo un membro del Consiglio, nato di constrasto con
quelli che la gente chiamava "poteri forti", stavano cercando di
scavalcarli per una gestione corretta, per tutti gli esseri umani, la
Terra e gli animali/vegetazione. Se prima era tutto legato a fattori
privati/economici/religiosi dei singoli membri, uniti in un gruppo di
avvoltoi che beccavano il mondo. Almeno, era questo che credeva il
Consiglio, i cui membri non avevano retribuzione delle loro cariche
come l'oggi in altri paesi, anzi i costituenti non
percepivano
neanche una sorta di minima indennità di presenza.
E
così era per gli ideali, anche percepire un valore pari allo
stipendio di un operaio in regola era troppo, senza auto di
rappresentanza, senza nessun guadagno a meno che no nfossero i
rispettivi settori. Ma non era un guadagno per loro, ma un onore, un
grande onore servire il loro Paese. L'unico, Paese. Tutti uniti.
Loro servivano qualcosa di più grande, ed era già
un
orgoglio essere parte di un Consiglio... lealtà, dedizione e
onore! QUello che ripetevano sempre.
Era stato quindi un bisogno, quello di non creare conflitti tra i
confini e isterici religiosi, creando solo casino. Meglio una cosa
pulita e in silenzio.
"Se
siamo qui perchè, secondo te?" disse Gask spavaldo,
ridendogi in faccia
"Siamo
qui..." disse diplomatico Jd dando un'occhiataccia a Gask"... sapete
perchè siamo qui! State tentando di giungere oltre confine,
nascondendovi qui, state..."
"Chi
vi manda! L'america? Quale stato contro Dio state..."
"ma
quale Dio, se lo sentisse Kianta gli sparerebbe in fronte e basta
così..." rise Gask, abbassando le mani per fare una battuta
"Abbiamo
un intento conciliatorio, diligente e salomonico..." urlò Jd
per
fermare Gask "...evitare l'attivazione delle misure turche per..."
"Parla
chiaro! Non capisco che dici... O ti sbrighi o faccio saltare! Siamo
tutti pronti a immolarci per fermare voi..."
"Ok,
va bene..." dise Jd, iniziando a spiegare, fermandosi per rumori di
spari in lontananza "Ci hanno mandato per fermare la vostra cellula che
ha..."
"Allora
non ci vuole altra spiegazione! Siamo felici di dare la nostra vita
per..."
"Aspetta!
E' chiaro che..."
Jd
però non riuscì a proseguire perchè
l'attenzione
di quei cinque fu catturata alle sue spalle, mirando altrove. Si
voltò, solo per vedere entrare unaa figura che non
immaginava.
Non in quel posto. Sembrava scivolare più che camminare, una
ragazza con una maschera bianca con dei marchi scuri, capelli
lunghissimi e boccoloni, un abito in stile antico vaporoso, color
nero/blu notte con grandi decori come fiori, come dalie scure tra i
capelli. Scorreva elegantemente mentre tessuto e capelli si muovevano
nel movimento, ma Jd si accorse, abituato, che era una proiezione a
levitazione magnetica. Era una sospensione magnetica, un metodo con il
quale una barra di mezzo metro proiettava tutto intorno un soggetto,
secondo programmazione al alta
qualità/risoluzione,
sospesa su un altro oggetto la parte sottostante che si muove su
rotelle. Questo proiettore di ultima generazione era utilizzato anche
per comunicazioni tramite connessione audio/video, guardando l'immagine
renderizzata del soggetto. Questo sistema era stato adottato dal
Consiglio nel caso no nera possibile una riunione fisica, ed essendo un
prodotto dei labboratori di Milan, li utilizzava per molte cose, anche
per l'apparizione dei Crell se necessario, se non vi era l'impianto
nella zona in cui servivano. Camminava autonomamente e questa barra
scompriva all'interno della proiezione, mostrando un'immagine digitale
molto realistico, esattamente come i video proiettori della zona delle
gradinate. Quindi
era un loro prodotto, pensò Jd?
"Chi
diavolo sei, chi sei!" urlò quello con il detonatore in mano
mentre la figura si avvicinava.
La
figura tuttavia, si avvicinò agli uomini armati,
fronteggiandoli, si voltò di profilo e con la testa
guardò Jd e Gask. Si, pensò Jd, era il modello
con
telecamere e microfoni per interagire e per i Crell, non quelli per le
chiamate.
"Ehi,
chi diavolo sei. E come sei conciata? Chi ti ha fatto entrare? İsmail
chiama gli altri, fai..."
L'uomo
con il detonatore urlò a uno degli altri, ma qualcosa di
tondo e
azzurro polvere sfrecciò verso di loro dall'entrata e con
alcuni
balzi, come una pietra sull'acqua, saltò verso la mano
dell'uomo, provocando innumerevoli schizzi scarlatti. La mano dell'uomo
era stata tagliata a zig zag, eliminandogli di fatto il detonatore. La
figura di Legeia si voltò col viso verso di loro, restando
di
profilo, emanando bagliori bianchi come un'aura, finchè
allargando le braccia, buttando la testa indietro con i capelli che
danzavano e l'abito come al vento, tutto l'impianto elettrico
saltò, lasciando al buio, tranne la luce dalle finestre,
tutto.
L'elettricità era stata postata in quel luogo storico traite
fili attaccati alla meglio ai soffitti con lampadine a bulbo pendenti
e, pensò Jd, se non era stato fatto saltare un impianto in
remoto, forse in fisico, ma aumentando la tensione così
tanto
che le lampadine esplosero, i fili fecero scintille azzurre, fumo che
si levava da ogni punto bruciato.
Jd si era voltato attimi prima, spingendo Gask a farlo, sapendo che
sarebbe accaduto, perchè non era la prima volta che gli
capitava
e sapeva a chi piacevano questi scherzetti. Li adorva proprio, far
venire un coccolone a tutti!. Quindi
era un modello collegato via satellite ed avevano
settato i
sistemi di quel posto in loco? O qualcuno aveva manomesso l'impianto?
Con
la folgorazione del sistema di Legeia per creare un
abbagliamneto, rese cieci quegli uomini, e quei due ne
approfittarono per eliminarli e disattivare le bombe. Quello che
deteneva il detonatore gli serviva ma unattimo prima di prenderlo si
era sparato, vanificando tutto.
"Grandioso!
Cazzo... quello era uno della lista che aveva i codici, e si
è
ucciso. Già so che chi sappiamo ci
spellerà vivi!"
si agitò Jd disperato davanti il corpo del tizio, che prima
voleva sfuggire da una finestra e poi, vedendoli arrivare, aveva urlato
i suoi moti da pazzo sparandosi. Levò lo sguardo,
fissando
intorno mentre la figura di Legeia pareva sparire e apparire altrove e
la palla rotolava in giro "E che diavolo succede..."
"Io
penso a qui, tu controlla cosa hanno indosso come armi, che ce le
portiamo. E prendi le nostre che ci avevano requisito..."
"Si,
per colpa di qualcuno! Ho dovuto appoggiare le armi a un muro per non
farmi sparare, e solo perchè volevano sapere chi eravamo.
Speriamo non abbiano comunicato con qualcuno per avvisare altre
squadre. E quel tizioche ci serviva... Quanto lavoro per niente. Milan
ci vorrà buttare in una piscina con i pirana, Kianta ci
sputerà in un occhio dopo averci stterrato fino al collo
lasciando le nostre teste a chissà che animale... E quei
codici
ora sono in mano a gente più difficile da acchiappare!
Questo
qui, qui, adesso, lontano dagli altri che li sapevano, era perfetto!"
si lamentò, aspettando Gask che smontava le cinture.
Qualcosa rotolò viicno a lui, si girò e vide cosa
era in
realtà ed immaginava, che smettendo di rotolare si era mezzo
sulle zampette e lo fissava. "There
is something awfully spooky about those big staring eyes..:"
sussurò Jd ricordando gli schizzi, quando gli aveva mostrato
un
pezzo della sua solitudine, i siti che visitava ai corsi nei tempi
morti perchè per lei una noia, gli unici siti che non
fossero
bloccati e poteva raggiungere dai pc dei corsi. Quell'animaletto
tondeggiante e molto cricetoso che le piaceva, e disegnava nei tempi
morti tra le altre cose.
Levò la vista da quegli occhi, ogni volta gli mettevano
paura e
spronò Gask a sbrigarsi, che già era accaduto un
casino.
"Sono
contento che tu ne sappia qualcosa, perchè sono
già
stanco di questo caldo, di questi odori, dl fallimento, di tutto! E io
che dovevo fare da supporto secondario..." si lamentò Jd
irato,
mentre Gask staccava i pacchetti e i fili "più che altro..
dimmi
perchè..." ma si fermò, perchè la
figura con la
maschera camminò verso la porta, come uscendo. Jd la
guardò, Gask si sollevò e mettendosi i cavi in
tasca fece
qualche passo come per parlarle ma si zittì.
Jd rimase fermo a guardare ma poi, quando lei si voltò,
spostò Gask con una spallata e si arrabbiò.
"Tu
sei qualcosa che manda Kianta, vero? Che succede, come sei qui? Cosa..."
"Andiamo,
non è il momento.." disse gask, prendendolo per un
braccio, rincorrendola.
"Gask...Ehi!
Che significa..."
Lo
seguì fuori, che seguiva Legeia. Il sistema di
visualizzazione
scorreva per i corridoi e stanze comunicanti, con un sistema di ruote a
triangolo cingolate, nascoste dalla proiezioni, che gli consentiva,
seppur con un sistema a gravitazione rettangolare senza angoli, di
muoversi con agilità e di ocnseguenza Legeia sembrava
correre
agevolmente, con il programma che faceva muovere abiti e vestiti in
modo realistico. Gask
seguì la figura fra porte divelte, corpi a terra e casini
per
l'irruzione dei suoi uomini, vedendola voltarsi, ossiail volto della
figura, indietro per guardare che fossero dietro. E Jd che continuava a
chiamare Gask, ma sembrava non sentirlo. Fecero
tutta la struttura a ritroso, e Gask in un momento in cui aveva voltato
un angolo l'aveva vista vicina e chiese "Dimmi dove sono gli uomini, in
che zona sono?"
Legeia
si fermò, voltandosi facendo frusciare le gonne, e con la
mano,
vicino a un muro, fece come per pulire uno specchio appannato e
comparve una proiezione sull'intonacatura del gruppo, i due gruppi anzi
riuniti in uno, che sostavano vicino l'EirOl all'esterno.-sono
gi andati ripiegando pericolo -gli
rispose lei.
"Mi
spieghi che succede? Perchè ti sei fermato, io..."
urlò
Jd sbattendogli contro, finchè non vide la proiezione "Sono
già fuori? Che cosa..."
"Jd,
non ora. Andiamo!" seguendo Legeia, che era ripartita, facendo
ondeggiare i capelli.
Giunsero
nell'atrio aperto della struttura mezza diroccata, e sistematqa alla
buona, non vendedo più Legeia. Doveva aver cingolato veloce
da
qualche parte all'ultimo angolo, e si pararono davanti a un gruppo di
ultimi soggetti, che intimarono loro di fermarsi con le armi puntate,
mentre prima guardavano in un'altra direzione..
"Grazie
Legeia..." disse con rabbia Gask, come se fosse presente.
"Dove
sono andati gli altri dei vostri. Come ci avete trovato..."
"per
la vostra puzza!" disse una voce dall'alto, che sparò ad
alcuni
mentre una bomba abbagliante caduta tr aloro, li fermava
temporaneamnete.
Kianta
saltà giù, colpendo in un orecchio uno sotto,
infilando
la lama a becco d'acquila del suo set di coltelli da combattimento,
atterrandolo e passandolo al successivo. Ancora abbagliati, li
infilzò uno dopo l'altro, disarmandoli e atterrandoli.
"NOn
ha usato il Wing Chun, ma il Danzan Ryu Jujitsu?" mormorò Jd
sorpreso.
"oggi
si" disse annoiato Gask
"Sbaglio
o quella era unatuatecnica
di combattimento? ri-mormorò Jd esterrefatto ma anche
dubbioso
"ANdiamo!"
lo tirò via, cambiando discorso, rivedendo Legeia
verso l'uscita.
Gask
seguito da Jd, correva verso l'esterno oltre le costruzioni, mentre
Kianta finiva gli ultimi.
"La
lasciamo sola? Lei ono dovrebbe essere qui!"
"Lasciala
divertire, sono gli unici che può sforacchiare. Se...
è meglio che usciamo subito!"
"Gask,
che diavolo succede!"
"Dovrei
chiederlo io!" urlò Kianta irata raggiungendoli "Che diavolo
avete combinato? Come vi è saltato in mente di far saltare
la
sezione di testa del piano, per questo sfacelo!" urlando come
un'isteria "Voi due! Come avete fatto a lasciare chissà dove
le
vostre quadre per fare gli idioti! ..."
"Lo so, colpa mia, ma era in cima alle priorità che quello
stronzo fosse preso e sgusciava ovunque... Jd mi ha seguito per
spalleggiarmi, e lo so che ci siamo persi gli altri, ma ero sicuro di
prenderlo ma... è finito in quella stanza e ha finito di
imbombarsi il torso... quelli ci tenevano sotto tiro..."
"Ma davvero!" ringhiò lei
"Non urlare, non sappiamo se ci sono altri..." le chiese Jd
"...perchè le squadre sono tornate indietro, capeggiate dai
vostri secondi?... e voi eravate chissà dove, uscendo
proprio
alle spalle dell'ultimo gruppo che voleva inseguire i vostri uomini.
Dove avete la testa! Siamo di nuovo a questo punto, che chiamando la
Sala dai Vecchi, che vi seguivano in digitale, scopro un altro
casino!?! E siamo a cinque volte che arrivo io a snidare le cagate che
fate!"
"La
colpa non è mia! E' colpa sua che ha voluto anticipare i
tempi
sfondando il lato..." indicando Gask, che si grattò la testa
"E
'sti cazzi!" urlò ai due "Ho affiancato te a lui
perchè
sei lo psicologo dei veterani, dei Capitani, sei insimee a Lubo e
Bryden, uno degli equilibrati. E invece siamo di nuovo a questo punto!
Sono tanti, tante le volte che mi sono dovuta scomodare per essere qui
perchè qualcosa va a quel paese e invece di sistemare, vi
inguaiate ancora di più! Ero da un posto e son osalita
subito
sull'AirOl di corsa, portandomi del sostegno digitale per
venirvi
a salvare..."
"Si,
l'abbiamo vista. E trovo strano che tu abbia chiesto a lei di
intervenire..." disse Gask con un tono e un atteggiamento che sembrava
far interndere che parlava di u na cosa, che lei doveva capire e dare
spiegazioni, senza dilungarsi eccessivamente
"Di
che cosa parli io..." rispose lei adirata, in mezzo allo spiazzo. Poi
le squillò il celulare, lo prese con le labbra
contorte
dalla rabbia e quando vide il messaggio alzò lo sguardo,
vide
alla loro spalle Legeia, restando di sasso
"Ma
che..." balbettò, facendo voltare Gask e Jd, e il primo la
riguardò e tentò di dire qualcosa, ma un altro
messaggio
catturrò l'attenzione di Kianta che fece un verso di
disperazione. Si guardò alle spalle, fece un giro di nuovo
verso
di loro e li tirò verso fuori, urlando di corre, correre,
correre.
"Che
succede" "Ci
sono altri? Dove sono?"
"Fuggite,
sciocchi!" sbraitò lei, correndo come una disperata
finchè non si fermò, facendo un verso di rabbia e
voltandosi verso est, ricordando dove fosse l'aereo.
"Ma
sei venuta da quella distanza a piedi? Da sola? Ma che diavolo..."
Ma
Jd si sentì la frase morire in gola a causa dell'esplosione
che
spostò una potente onda d'urto, che li spinse a terra,
coprendoli con una valanga di polvere, sabbia e detriti. Si ritrovarono
bocconi, tossendo, cercando di vederci e rialzarsi, tra i frantumi di
quella che era una vecchia costruzione turca storica. Quando Kianta
riuscì a mettersi in piedi e guardare cosa restava alle sue
spalle, cercando di pulirsi il viso con una mano, mugnando cose tra una
crisi di pianto.
"Perchè non abbiamo usato le tute con i caschi integrali?"
si
lamentò Jd, con il cappello della divisa, meno tecnologia
che
avevano scelto per l'incarico, volato chissò dove e lui
pieno di
polvere.
"Che
cazzo è successo! CHE DIAVOLO ERA!
perchè è
saltato tutto in aria, avevo già previsto che quel
gioiellino,
parecchio malmesso ma recupebile, divenisse una TOrre. Era un gioiello
turco! Una meraviglia! Era già uno schifo che quella
gentaglia
l'avessero reso la loro latirina, ma non questo! PERCHE?!"
Kianta
sbraitava, seduta a terra con le gambe di lato, a ottave
sopra il
normale, maledicendo tutto quanto dopo aver visto cosa era esploso.
"Qualcuno di loro deve essersi fatto saltare in aria oppure
avevano un sistema di sicurezza per far saltare tutto così
che
nessuno toccasse niente..." disse Gask scuotendo la testa, rialzandosi
sulle mani "e io che pensavo li avesse solo quello stronzo"
"VOI!
Vi dovrei spennare come le galline morte, con l'attack e tirare via!
Esperimenti fai da te !. Vi dovrò spellare, guardate.
GUARDATE!"
indicando lo sfacelo rimasto dove cèra l'edificio antico "E'
un
cataslisma, un..:"
"Mi
ero dimenticato quanto abbia... dispiacere per una eprdita d'arte...
credo che nanche un archeologo, storico o membro dei beni culturali
starebbe così male..." se ne uscì Gask, a disagio
ma
ridendo per come lei era disperata dalla perdita.
"Zitto!"
intimò l'amico ocn un colpo sul braccio "O è
peggio..."
"...
Meno male che i nostri uomini sono già là, dietro
quei..." continuò lui
"Allora
raggiugiamoli perchè..."
"Cosa?!?
Per fare cosa, adesso? Quel tizio è morto! Tutto quello che
cèra là dentro ci serviva, andato!. Dovevamo
prenderlo! O
questi imbecilli religiosi del..." fuori dai gangheri, gesticolando
come una pazza
"Adesso
calmati, sei troppo agitata o finisce male! perchè sei
venuta se
hai mandato lei...?" domandò Gask, vedendola stordita
rialzandosi, tenendola per i gomiti, fronteggiandola, per calmarla
"Io
ho mandato cosa? Ti prego dimmi..." partendo incazzata, guaradndo poi
la faccia di Gask, guardando dietro di lei
"Mi
dite che cosa succede? Che state facendo?"
I
due si voltarono dall'altro lato a guardare Jd incavolato, con ancora
Gask che teneva per i gomiti Kianta, uno di fronte all'altro.
"E
spiegatemi cosa è quel programma che è apparso
sfarfallando e tutto quanto..."
"Mi
dispiace..." apparve Legeia dietro le rocce "Ma essendo due persone a
cui tieni, ho deciso di utilizzare questo connettore e agire. L'ho
ritenuto necessario, ho agito secondo le mie implementazioni... ho
ritenuto di primaria importanza il mantenimneto vitale di queste...
capre!" disse, guardando i tre, per poi definire i due che aveva
salvato.
"Eh..."
accorgendosi che Gask ancora la teneva e si staccò,
guardando
Jd, poi Legeia "Che cosa ci fai qui, come ti è venuto in
mente
di apparire"
"Come
ho già detto, questi due eraon in pericolo, dalla sala
avevano
già ordinato la ritirata perchè avevano attivato
un
blocco di c4 con un timer e il tmepo era poco, ma voi non
rispondevate... ho visionato le cam in tempo reale e nessuno sarebbe
arrivato in tempo, visto che gli uomini, dalla Sala, sono stati
ripiegati all'aereo, erano rimasti totalmente soli con dei deficienti
con uno stoppino mezzo acceso. Ho ritenuto di agire come chi sai tu mi
ha progettata..:"
"A
fare danni..." respirò Kianta puntando le dita sulla radice
del naso "chi ti ha vista?"
"Solo
questi due babbuini. E... quelli che sono morti in quella
stanza. Volevano farsi saltare per aria e..."
"E
quindi non è scoppiato quel giubbotto bombe?NOn era quello?"
"No,
il detonatore è lì" rispose Legeia, sempre
compita, allungando un braccio verso un punto.
Kianta
si voltò, per notare il robottino blu che aveva tirato
indietro
la testa, come la capette di una decapottabile, di novanta gradi,
mostrando una cavità con il detonatore e la mano, mentre una
fila di dentoni appuntiti come uno squalo luccicava, ciò che
aveva tranciato di netto la mano e per quello che era studiato.
"meepit
demolitore?" chiese Kianta sorpresa e arrabbiata "ma che succede?"
"Non
lo hai mandato tu? Che roba è?" domandò Gask
confuso
"no,
non l'ho mandto io. Altrimenti non sarei così incavolata!"
mentre Legeia spiegava
"E'
un robot che fu creato molto tempo fa su disegni di Lia, tra abiti e
idee abbozzate nei momenti di noia. Fu progettato un set di
robottini che aiutano oslo nei laboratori, con quella forma, o al
massimo come demolitore come spalla al posto dei cani. Questa specie
di... criceto grande quanto un procione, con le zampe paffute e tonde e
una testa che è particoare... come vedi" indicando ancora la
bocca aperta che di profilo sembrava un pacman con i denti "There is
something awfully spooky about those big staring eyes... come diceva
lei! Questo... criceto ha occhi particolari, si arrotola per correre in
giro, ha dei versi caratteristici e... "
questa è la prima volta che lo vedo in missione..." disse jd
più a se stesso che agl ialtri
"Questo
robot non doveva uscire dalle casse presenti sull'aereo. E' una risorsa
da usare in determinati casi, perchè..."
"Kianta,
l oso. Io no, Jd, nemmeno... è stato qualcun altro...
qualcuno
che ha deciso di intervenire..." guardando Legeia, portando tutti a
fissarla.
"COme
ho già spiegato, non potevo permettere che voi moriste per
un
attimo di gasamento... Giusto orso Yogi? H dovuto calcolare le
probabilità, in funzione del timer, inoltre Kianta era
già giunta e... ed era chiaro che non sarebbe stato
possibile
lasciare le cos ein mano vostra o della squadra che aveva ripiegato..."
"Cè una volta che sapete fare qualcosa di giusto?"
rimproverò Kianta i due amici guardandoli malissimo "Non
cominciate a dire che le situazioni come queste sono rare
perchè
è la quinta volta in un anno, con la mia presenza, senza
contare
il supporto in remoto..."
"Scusate
il... mi spiegate che programma è quello? E voi due, che
cosa
succede?"Kianta e Gask restarono qualche attimo interdetti, poi Kianta
si schiarì la voce.
"Eh...
eh, eh,...si, ninte di che... ma ora vediamo alla questione di..."
"Se
non hai mandato tu quel programma, come ha fatto ad essere qui ed agire
in nostro favore? E' stato un Crell?"
"Io
non sono un programma" disse Legeia con un tono di offesa "Io sono un
Crell. Io sono la custode del passato e la guardiana di Kianta. NOn
potevo permettere che tu morissi, essendo amico di Kianta e di Lia, e
ho dovuto prendere delle decisioni. Inoltre è divertente
vedere
la gente scioccata e impietrita senza fare niente, per poi..."
"...un...
crell?!?...Esistono altre AI?" rispose Jd smettendo di pulirsi
"Io
sono una AI latente, pochi conoscono la mia esistenza, inquanto creata
come Ombra..."
"Ma...
E... come mai lui ti conosceva?" indicando Gask.
"Non...
guardate, stanno arrivando alcuni dei nostri dalle montagne, ovunque
sia l'aereo atterrato... andiamo a casa per ora! Poi ne parliamo..."
smorzò Gask con una risata nervosa "SI... ne discutiamo alla
foresta delle lucciole! ora zitti e andiamo dagl altri...e non
dimenticate il Meepit!"
"La
foresta...?!? Ma tu come sai le cose e sembri amico di Kianta e quel
Crell?" mentre veniva spinto, insieme a Kianta, che mostrava di non
voler dire niente "mi spiegate che succede?"
"eHm...
ne parliamo, ok?"
"Kianta,
ne parliamo ? COmè che siete amici adesso, quando fino a
ieri
gliene dicevi tante. E spunta quel sistema manovrato da un Crell
ignoto, che voi dice conoscete, capace di disattivare a distanza dei
sistemi e attivarne altri, tra i quali un robot d'aiuto! Prima che
quella squadra ci raggiunge, mi potete dire..."
"Dopo..."
rispose Kianta tra i denti " per favore! Ascoltaci, poi ti diciamo..."
"Capisci
che tutto è strano? E' impossibile? Quella..." non potendo
continuare, perchè il sistema pareva essersi fermato alla
sua
forma originale, il sistema motorio più quello sospeso
bianco e
argento. Si riattivò istanti dopo, mentre la squadra
avanzava
con attenzione, mostrando l'avatar di Helias, che salutò e
si
dimostrò disponibile per qualsiasi cosa. Se era necessario
ancora l'appoggio per la missione, lasciava il posto al Crell della
guerra.
"Ne
parliamo poi... sta arrivando il tuo secondo... andiamo! Per
l'esplosione stanno tornando per supporto" disse Kianta con
un'espressione eloquente, camminando verso la squadra che era tornata a
cercarli.
"Quindi...
mi state dicendo che ci sono cose segrete che non so?"
continuò
Jd, facendo voltare Kianta e Gask, che le camminava un paio di passi
dietro "che non mi sono accorto di certe cose?"
"Il
mondo stesso è pieno di segreti, Jd. E sia Milan che Lia,
credi
che non ne avessero? Sei davvero sicuro di voler sapere certe cose?"
gli domandò, mentre venivano raggiunti dagli altri.
Un
anno e otto mesi prima
"Trovo
quella proposta davvero interessante. Inoltre i russi sono dalla mia
parte, avremo gli accordi che ci servono anche per quel settore..."
"E
tu come pensi di conciliare, anzi, unire sotto un Circolo unico
mondiale tutti i paesi, se molti hanno... fantasie di
supremazia
e potere, controllo...Tutta la questione della guerra fredda, spie,
sotterfugi tra paesi, non ti mette un campanello d'allarme
nella
testa, che sarà più difficile ruscirci
se on fai
come ti ho proposto, come Dio?"
Milan
si fermò dal guardarsi nella specchiera dell'anta dell'ampio
armadio bianco panna e oro. In stile barocco, che faceva venire le
convulsioni a Lia ogni volta che entrava in quella o altre
camere, con quello stile. Bianco, bianco panna, color latte,
oro,
ecru, beige ect ect pieno di rilievi, decori con uno spessore sulla
testata, color oro zecchino pieno, su fondo chiaro che le
faceva
chiedere come non si rompesse la testa ad alzarsi in malo modo. No,
quella testiera del letto con quei riilievi, troppo rilievi, dovevano
essere fastidiosi per un movimento di testa sbagliato, o era
impossibile mettersi con la schiena contro di essa. Che senso aveva,
pensava, mentre lui sciorinva al solite cose come fosse monologo? Lui
era in calze di alta qualità. COme se non vi fosse qualcosa
in
qualità di gente normale, pensava ridendo lei. Era in boxer
e
camicia, e stava provando allo specchio dell'anta,
affianco
al completo che voleva mettere per confrontare stoffe e
tonalità. L'amradio era un coso mastodontico di
qualche
tipo di bianco sporco o latte o altro, lunghissimo e alto, dalla froma
arrotondata e tutta curve, slanciata e puntuto agli angoli. Pieno di
intarsi e decori dorati che seguivano le forme, gli angoli, con pomelli
per aprire le ante di lucidi swarowski. Almeno Lia credeva. Tutti i
mobili in quella stanza erano orribili barocchi traboccanti di
sfarfallanti e sinuosi decori dorati, sempre, comprese le pareti, che
riprendevano i rettangoli in stile francese classici delle case
nobiliari, che per Lia erano solo... un pugno negli occhi. Fosse
stato solo quello, non era poi così grosso, il problema. Tappeti
pelosissimi che sembravano gatti persiani spalmati a zampe aperte sul
pavimento. E le moquette erano il suo odio profondo perchè
lerr
iteneva sporche. Vicino i lati del letto, ogni lato, sotto
l'armadio, ovunque. Panna, bianco latte o cose del genere. Quel bianco
sporco strano che odiava, che era metà latte avariato e
metà beige. Aggiungendoci tutto quell'oro e fioriture varie
era
come un coma glicemico, per lei. Si
aggiungevano anche i chilometri di stoffa per tende e copriletto, non
la coperta, ma una sorta bi baldacchino minimal, che presentava molto
sopra la testata una fascia in legno come tutto il resto bianco sporco
e oro, da cui partivano dei lati di stoffa per fare da cortina per
tutto il letto, che stavano ben sistemato su sue sostegni il legno
anche quello decoratissimo alla stessa larghezza del letto, aprendosi
come un sipario. Lei sperava fosse solo per le zanzare, ma non era
tessuto da zanzariera. Le
veniva sempre il mal di pancia in quel posto. E lui aveva tutta una
sezione con stanze comunicanti secondo i suoi gusti. Da
aggiungersi un tendaggio per le ampie finestre con balcone di quattro
strati. Quello più vicino la finestra di leggero tessuto
come o
pizzo, in base alla stagione, poi uno strato in stile tenda da teatro
che si teneva legato agli angoli come quello sul letto, mostrando la
tendina di sotto e oltre il vetro. I due più esterni erano
sistemati come tre semicerchi, uno più scenografico e uno
per
coprire l'aggancio con il bastone e gli agganci. Lia
lo trovava eccessivo al massimo, sembrava un teatro maggiore con un
sipario riccaminete decorato, da strati e strati di stoffa decorativi,
ma a lui piacevano. Mentre
il letto era in legno bianco color qualcosa con profondi fregi e
rilievi in oro e bordature d'oro, con parti vuote nel disegno, con una
fastidiosa trapunta con una bordatura che partiva dall'alto fino a
terra di pieghe e una trama damascata. Cuscinimoolto fapputi
rettangolari e quadrati su susseguivano per seguire qualche disegno che
lei non comprendeva, pieni di balze anche loro che sembrava la casa di
una bambola vittoriana.
"per
qualunque Dio esistente, proteggimi gli occhi. Tanta pacchianeria in
uan sola stanza... " si ripeteva quando entrava, facendo ridere Milan.
Lui
adorava le cose particolari, diceva. Amava la classe inglese ma la
ricchezza francese. Il problema era che unire le due cose significava
un gusto opinabile, chiassoso, sfarzoso che pure Maria Antonietta in
persona si sarebbe sentita a casa. E Milan la prendeva in giro
perchè aveva scelto un ambiente molto, molto più
piccolo.
Se lui aveva preso tutta la lunghezza di un'ala, lei solo quasi due
decimi. Amava più mobili in legno naturale, marrone o scuri
ma
non neri, ben lavorati, intagliati e con dei decori, ma non allucinanti
come quelli che invece l'amico amava.E niente oro. Massimo qualche
decoloro in argento. Era più da mobili dall'ottocento in
poi, ma
non moderni, che in stile Luigi, rococò, barocco che per un
neofita sembrano simili ma non era così. Come diceva Milan,
ogni
stile ha un periodo predeterminato, non come esempio il vittoriano che
si indica dall'ascesa di Vittoria alla sua morte, senza indicare
veramente i diversi momenti di quella fascia di tempo. Come invece
accadeva per gli abiti intesi come momenti da tot anni a tot anni.
Così come un mobilio Luigi quindicesimo era
diverso di un
quattordicesimo e via dicendo. POi cèrano barocc,
neoclassico,
impero. Lia lo sapeva ma sembravano abbaglianti negli occhi per lei da
essere simili.
NOn
sembrava seccato, tornò con lo sguardo allo specchio e si
guardò con ogni mezzo giro come gli stava, accostato al
completo
sulla gruccia messo per dritto e non inserito in mezzo agli altri, come
poggiato sopra gli altri, ma attaccato in un angolo fatto apposta. Ed
era la zona solo camicie. NOn era l'armadio che conteneva tutto quanto,
quello era in una stanza a parte, quegli abiti erano quelli,
ossia quei completi, camicie, scarpe e altro più moderni per
girare senza problemi e giudizi. E da visionare velocemente, essendo di
taglio semplice, come i colori, senza pretese particolari.
Diceva sempre che sarebbe stato stranino vederlo girare per le strade o
negozi che non lo conoscessero già, o vederlo scendere
dall'aereo nell'aereoporto privato che usavano come scalo, con indosso
abiti da dandy o completi più da cerimonia con accessori in
stile più vintage, e con colori particolari.
E continuava "Ok lo stile, ma da tempo il buon gusto è
finito
dove non posso dire per vestiti assurdi, non si considera
più
l'abito per le cerimonie, per il lavoro, per lo svago, per la scuola e
via dicendo. Ci si veste alla stessa maniera e in modi allucinanti. Io
amo lo stile e l'aspetto curato, ma mi ci vedi a recarmi da
collaboratori e altri nelle grandi città con i miei soliti
abiti, come se avessi fatto un viaggio nel tempo? Per mia fortuna,
ancora si usano giacca e cravatta, se non più il panciotto e
tutto i lresto. Non sanno portarli, sempre quei grigi orribili con
cravatte improbabili e col calzino bianco... un orrore! Un bell'abito
fa il monaco, e non parlo di apparenze, ma come si presenta una persona
e come riesce e sa essre in quei vestiti. Come te... tu non ti ci
troveresti negli abiti da donna, solo perchè non
ne hai
indossati di belli e adatti a te, e ti rivedi sempre con
quei...
cosi che tua madre ti obbligava a mettere. E capisco. La questione
è lì, come ti senti all'interno, come li porti e
cosa ti
fanno apparire. Io sto molto bene con i miei abiti, vero? Questi
moderni semplici e impersonali mi fanno sembrano più un
becchino
che un uomo in affari...Comunque tornando a quel discorso..." Si
fissò sull'accostamento di due camicie vicino il completo,
poi
fece una faccia come di impotenza e la guardò, chiese un
parere
e ricevuto, mise via quella che non adava bene. "So
di cosa parli, i segreti di stato. La madre patria. La protezione dei
confini e dei propri cittadini. Sicurezza nazionale. Se
vogliamo
che l'essre umano si regolarizzi, si unifichi, si allinei per quanto
riguarda diritti e considerazione umana, civiltà e rispetto,
che
tutti i paesi del mondo abbiano regole e leggi che insegnino come dici
tu il valore di ogni persona e non vi sia il classismo... cè
da
lavorare parecchio..."
"Si,
ma aspetta, come pensi, anzi... mettiamola così! Come
farebbe
una legge a risolvere un problema culturale? menti con idee e
concezioni così radicati da non vedere una persona ma un
qualcosa da estirpare, da aggredire, , da eliminare perchè...
quando quelli contro natura sono loro, perchè allora tutti i
leoni, pinguini e altri animali dove due dello stesso sesso sono molto
legati e si vede... sono contro natura? Così come i vegani.
anzi, nazi-vegani, che affermano che tutti i carnivori sono contro
natura, che uccidono erbivori per mangiarsi l'erba dei loro stomaci e
altre cose assurde, e che tutti i carnivori si possono cambiare in
vegani, iniziando dai gatti. Questo non è contro natura,
voler
cambiare qualcosa che è naturale? Ora, a causa della
religione e
menti bacate, le società hanno sempre sotterrato,
letteralmente
la gente. In tutti i sensi. Quello schifo è radicato qui"
occandosi la tempia "e, seppur esempio la Cina è riuscita in
parte, da cambiare elementi socio-culturali e di linguistica,
tanto che il francese non è più al top come
prima, ci
sono voluti decenni. E lo sai. Hanno fatto colonie in maniera lenta e
insinuandosi, agendo non come gli imperi passati come quelli
vittoriani. Lì hanno sterminato come niente, come
i
conqistadores e chi andava in America per arricchiarsi, che potevano
fare il bagno nel sangue di tutti quei disgraziati per decenni. Tutti
quanti. Ma se quelle colonie erano prese con la forza, con gli assedi
con le armi in pugno, quelli attuali sono in maniera dolce. Vuoi agire
cosi?"
Lia
stava seduta sul baule ai piedi del letto, in pandant col mobilio, con
la schiena poggiata alla pediera, una bottiglia di vino frizzante
italiano vicino, poggiato su un vassoio e un bicchiere in mano, a
discutere con lui mentre provava abiti e accostamenti, doppio petto e
cravatte. L'altro bicchiere era per il Cognac Excellence
Rémy
Martin con la sua bottiglia raggiata, uno dei tanti che lui beveva a
veva voluto in quel frangente.
"Abbiamo
la riunione tra due giorni per questo motivo, valutare i lavori attuali
e come organizzarci per cosa vogliamo fare..."
"Ma
tu... non hai intenzione di accorparti a quei gruppi, di cui
sai che la gente chiamaoe
cose del genere, perchè ti darebbero solo mazzate sulle
gambe.
Se non sei tu al vertice, non avrai fatto nulla! Ci sarà
solo il
loro interesse e capitale..."
"Di
cosa vuoi parlare, Lia. Ho capito che stai girando intorno a una
questione..."
"Bhe,
vedi.."
"Aspetta,
prima dimmi se questa camicia perlata sta meglio con questo! E devo
cambiare anche le calze perchè stando seduto non fanno
pandant
con la cravatta..."
Lia
rise, alzando le sopracciglia e un sorriso come per dire,
bevve un sorso e restò seduta, gambe incrociate, sul baule a
dargli consigli. Si stava davvero vestendo impiegando tempo e
attenzione per quel babbuino di ministro tedeschen, così
rigido
e minimalista? Meglio qualcosa di classico, stile affilato e
slanciante, sei alto ma vuoi apparire all'altezza della situazione?
"Che
simpatica, innanzitutto ha parlato la persona che in poche settimane ha
sostituito con ottimi risultati l'anello preferito al dito anulare
della sinisra con le scritte in welsh, quello con il torchone al dito
medio della destra, i bracciali con simboli piatti intervallati da
catenine o i cerchi materllati in successione. Oltre l'orologio che ti
ho dato. Anche adesso che mi parli e bevi, stai sempre a guardare quei
meccanismi in movimento. NOn so bene come mai sei così
affascinata dagli orologi meccanici, i meccanismi in movimento, cosa ti
piace da ogni macchina e il suo funzionamento, ma più un
orologio. Stai lì a guardare quegli anelli, di
più quello
in welsh, e qell'orologio. E' enorme per te, ma volevi un orologio con
un meccanismo argento bello grande e visibile. Cosa ti ammalia tanto,
in una dicusssione così seria, nell'osservare con
tanto
sentimento quel sistema meccanico che si muove? Sentirlo scattare?E
prendere in giro me?"
"Non
lo so, è qualcosa per me... importante. Mi piacciono,
tantissimo, come quel ciondolo antico con la labradorite centrale.
QUanto mi manca... il fatto è che per me è
naturale come
respirare averli e guardarli, sentire l'orologio che vibra sulla pelle,
il suono del suo cuore che batte con il mio, l'aiutarci a vicenda. Ed
è così rilassante per me osservare e sentire un
meccanismo d'orologio segnare il tempo. Un pò come per te...
essere te stesso con tutto in ordine, ben vestito, e tutto che... ti
diciamo... faccia apparire al meglio, che ti migliori. Che ti
esalti..." ridacchiando.
"Sull'ultima
parte si, confermo! NOn mi vesto a caso. Come adesso... quel tizio non
merita l'attenzione che ci sto mettendo, ma devo comunque passare
davanti a molti al palazzo di governo, mica posso..:"
"Si,
lo so. Sembra che tu ti stia vestendo con sobrietà, ma non
è così!"
"Corretto...
ma sai, io sono alto nella media, ho imparato a svettare in latri modi
ma non significa che debba mettermi qualsiasi cosa. Vuoi davvero che
sempri un palo allampanato?"
"So
bene come hai iniziato e hai scalato certe cose. Ma ho comunque paura
che tu ti faccia... sedurre, sai... adescare, circuire, no...
ammaliare. Ecco, ammaliare è meglio... da quei gruppi
che
sai bene, che ti promettono cose magggiche!" facendo gesti con la mano
per emulare qualcosa di magico.
"Andiamo,
io ne sono appassionato ma on significa nulla. Così come non
ho
mai preteso che gli uomini diventassero credenti dell'antica religione
in cui credo. Su questo ti do ragione,e non ci
sarà mai
qui motivo di obbligo su questo punto. Ma lasciamelo dire, secondo te,
è davvero così negativo rifiutare come fai tu,
del tutto,
quelle cose che non hanno spiegazione scientifica? Quella gente dice
che sono quel che sono anche per quello..."
"Sei
serio?!? Andiamo, MA-I-LAN! Mi riesci o stai ancora contemplandoti con
quei pantaloni dal taglio perfetto, distraednoti? Io no nsno convinta
che siano quei riti strani a farli ricchi, potenti, riusciti. Tu ci sei
riuscito, ma non per quei riti. E scommetto nenache loro. Tidevo
ricordare come sono chiamati alcuni? Mh, Lo squalo, la Tigre,
La
Volpe, Il Falco ect ect... hanno pestato gente, in tutti i modi
possibili e tu non valuti questo ma litanie e cose rituali..."
"E
se fosse tutto vero? Se davvero quello..."
"Andiamo,
tu sei capace di appassionarti a cose come quelle nel film The Haunting
in Connecticut del 2009, col bravo Kyle Gallner. Adoro quel film, uno
dei pochi secondo me ad aver preso una storia vera e aver aggiunto
qualcosa di paranormale, scene ed lementi, che alla fine mi
paiono convincenti e... interessanti! Non tutte le altre stronzate
dopo... Voglio dire lo sfruttar eil potere dei morti in quel modo, le
paplebre, l'usare i corpi come raffornzante per... Oh, perdonami. Tu lo
sai già..."
"Ripeto,
e se fosse vero?"
"Ma
credi davvero al Dio Gufo e quella gente ricca e ha fatto scalata sui
corpi degli altri ... senti. Vidi anni fa un video del deep web. Ok? Te
l'ho raccontato..."
"E
l'ho visto! Quel rito dove uccidono un uomo, in lingua spagnola. Quei
tre che osservano quell'uomo con la gola tagliata morirgli davanti,
tutto davanti la cinepresa. Poi lo imballano con le mani legate in
sudario, al centro di un cerchio con elementi rituali. E aspettavano
dopo aver pronunciato una formula. Aspettano. Mentr escorrono le
immagini in color seppia. Aspettano seduti, secondo il video, mentre
indicano le ore che passano tra il morto stecchito e il ritorno..."
"Esatto.
Quel videocon quei tizi in gilet o cravatta che stanno seduti in una
stanza con quel tizio SE morto, e dopo ventisette ore questi si buttano
addosso alla parete sconvonti, perchè il tizio si
è
rialzato fumando dalla bocca, muovendosi come un cieco con le
braccia verso di loro. Per poi ricadere in terra. Meno di un minuto
dalla resurezione e dire qualcosa, che è a terra.
Trenta
ore e il corpo è di nuovo immobile, con quei tre mezzi
felici e
mezzi sconvolti. Quaranta quattro ore e lo prendono da piedi e braccia
e lo avvolgono in un lungo lenzuolo, perchè non si
è
svegliato più! E se vanno dall'inquadratura lasciando tutto
là, a terra. Pensi sia vero? E' più
vero e lo
sappiamo AL grande Bosco del Club. Purtroppo è
più vero
di quel che si pensi, basta ricordarmi di quel Boschetto e alle
statute..."
"Sei
con noi da settimane e sei sconvolta per quel posto? Senti,
parliamo di altro. Sei la prima persona nata secondo dati biometrici
donna, che è nei miei alloggi e con cui parlo di cose che di
solito tratto con i Capitani senza problemi, senza curarmi di paure di
fughe, di problemi... sei l'unica persona fidata e sicura,
perchè tu sei tu, con cui discutere di queste cose e sapere
di
pareri oltre la mia testa. E non solo. Sei l'unica donna che
può
darmi consigli, parlare da gatti ad armi, vedendomi pure cambiarmi e
che non mi guarda in un certo modo, o che tenta di fare la
gatta
morta per avere qualcosa..."
"Sui
gatti proprio no, ma posso dire appunto che sono una di quelle che non
va dietro gli uomin, i e ci può stare in mezzo senza
problemi...
anche come in questo caso! Per tua fortuna non mi fa ne caldo ne
freddo. Bon per te..."
"Se
chiunque altro non sapesse il tuo passato fin da piccola, dfarebbe
congetture a iosa. Invece sei solo tu! Ammetto che non è da
tutti i giorni trovare una come te, se non fosse per le donne ammetto
che non mi vedresti così!" facendo un giro su se stesso con
indosso la camicia, cravatta e i pantalon, i solo drappeggiati sopra le
gambe "Ma togliamo gli scherzi. Il fatto che tu non sia come... le
altre mi rincuora molto. E parlare adesso, anche se sono in
déshabillé, e mi sto vestendo, posso pensare alle
cose e
non stare attento alle volpone e cosa fanno... Non so nei
tempi
passati, ma aver ormai legame con le donne significa solo una cosa. E
non perchè sono più audaci, ma perchè
il
significato di amicizia non esiste. Sono d'accordo con te sul fatto che
amicizia non significa quello che intendono gli altri. L'amicizia tra
uomo e donna per tutti non può esistere perché i
due
sessi percepiscono il loro rapporto in modi ben diversi. Per le donne
cose serie e gli uomini cose occasionali. Tu... Tu sei della categoria
che smentisce queste cose così come grazie la Drapper e
tutto il
resto, come la meditazione... trascendi le regole. L'affetto profondo
ha l'ampiezza dell'oceano si dice. Io e te siamo amici. Certo, lo so,
per carità, per te sono una sorta di pavone non troppo
pomposodéshabillé per cosa mi piace e
cosa voglio
fare, ma siamo qua. Mi fido di te così tanto che sei una dei
pochi che può venire qui, parlarmi bevendo quel tuo vino
frizzante che ti piace tanto, di qualità ovviamente non da
una
manciata di euro, e mi fai compagnia, parlando di tutto e un
pò
mentre mi vesto e mi svesto. Senza il bisogno di fingere d'interessarmi
a ogni cosa passa per le loro testoline. Un amico può dirti
cose
che tu non vuoi dire a te stesso, corretto?"
"hai
ragione. Milan, comè che diceva quel libro in biblioteca?
L’amicizia è la saggezza e la consapevolezza del
Saggio.
Vi è il coraggio, la resilienza e la forza di un guerriero e
il
suo pari... La gratitudine, l’unione,
l’identificazione e
l’amore più forti di quelli di un'amante. La
comprensione,
la comunione, la nutrizione e la ricchetta propri della Madre e..."
"Si,
l'ho letto anche io. Ma questo è come tutti gli scritti una
sorta di categorizzazione. Odi i cosidetti psicominchia, gli
strizzacervelli o psichiatri, perchè non fanno che
settorializzare l'essere umano. Per carità, da Fraud ne
è
passata acqua sotto i ponti che l'isteria, la dimensione dei crani,
l'aspetto fisico e del viso per determinare il soggetto. Per nostra
fortuna non è più così, ma u certe
cose la
società è tarata. E come hai detto,
finchè le
menti non cambiano, contineranno le cose. Ecco perchè siamo
qui..."
"Si,
sempre che tu riesca. Non credere che non abbia fiducia in te, ancora
mi sembra così strana questa situazione... quando mai capita
alle persone, come qualcosa di buono nella vita? Si, certo.
Mi
vieni a dire che quel tizio è riuscito, quell'altro anche...
ma
non a tutti capitano, non sempre e io rispetto a quelli non ho affatto
i loro stessi motivi per continuare. E' assurdo che si comparino storie
e persone come fossero la stessa cosa. Come per me, la mia storia, cosa
sono, non è così, non si possono confrontare con
qualcun
altro. E qui si ritorna al concetto di amicizia. Tutti a urlare che non
può esserci amicizia, affezione tra sessi diversi, e
perchè questo? Perchè la gente mi spiace dirlo
non
è capace di capire sentimenti e tipi di affezione.Si
pensa
solo che ci siano amicizie tra lo stesso sesso o amore con sesso.
Basta. Ma cè di più e sno sicura che Fraud se
fosse vivo
gli sputerebbe negli occhi uno ad uno..." facendolo ridere mentre
cambiava idea per la cravatta e ne provava un'altra "Un legame o
affezione verso un'altra persona può toccare molti tipi di
amore,ci osno così tanti tipi di amicizia, legami,
sentimenti
che etichettarli solo come questo, quello e quell'altro è
triste. Per tutti cè una persona speciale che
può
essere unica, insostituibile, impossibile da vedere lontano da se e che
da molto anche se magari non lo sa. E per finire può essere
un
fratello, genitore, nonno o parente, amico speciale sopra
tutti ,magari no nsi vorrebbe ma accade, una fidanzata o
fidanzato
ect.. Non lo decidiamo noi e a volte lo capiamo quando quella persona
se ne va per la sua vita per varie cose del destino. Non si
può
ridurre tutto al sesso come sempre e come si fa. Ma nella
realtà
accade che siamo legati in modi strani a persone senza saper dire come
e perchè, che hanno qualcosa per noi importanti e avolte che
noi
non riusciamo a spiegare. Ma senza sesso, perchè tutto deve
contenere sesso....Insomma, io direi che etichettare facilmente dei
legami sia sbagliato, senza chiarire e specificare come e
perchè. Ci sono legami che vanno oltre tutto, anche il
sesso, e
non sono a questo legati o determini cosa sono insieme e/o vicino. Una
persona speciale può essere diversa da un amico speciale, o
possono riguardare la stessa persona con un sentimento ancor
apiù profondo, ma non significa sesso, a prescindere. Ma la
gente è di coccio...!"
"Mh..."
"E poi... chi lo dice che l'amore o il concetto di famiglia siano solo
quelli che la società dice? Amore non deve per forza essere
inteso come quello che cè tra uomo e donna a cui seguono
matrimonio e figli. Amore è anche ben diverso o
oltre il
sesso. Non vuol dire che non si ama se non si vuole fare niente, se non
ci si vuole sposare, se non si voglio avere figli con l'altra perosna.
Così come trovo assurdo che una come me, se prova affetto
per
chiunque indipendentemnete da sesso e genere, non sia amore.
O la
famiglia. Chi dice che la fmaiglia è solo uomo, donna,
figli? E'
questo che mi ha rovinato la vita, vivere in un ambiente dove religione
e concezioni vecchio stampo... bah"
"Si,
lo so. Se la gente non vedesse solo sesso e soldi, sai quante rogne mi
sarei risparmiato. E sai quanto avre voluto trovare donne
come te
con cui fosse semplice, appassionante, interessante, di grande
compagnia un dialogo, come i nostri dove invece
cè solo
civetterie, interessi monetari e mostrarsi interessanti sotto altri
aspetti, ossia il sesso. Insomma, io scelgo persone che possano
accompagnarmi avendo certi criteri, io pago ma per il servizio
che mi rendono. Accompagnatrici di un certo livello. Il
problema
è che non tutte sono diciamo all'altezza, e non per la
bellezza.
Il portamento, la conoscenza del bon ton, etichetta a tavola e in mezzo
a soggetti di un certo livello... che conosca le persone, un minimo di
conoscenza per sapere come atteggiarsi e comportarsi. Molte che sono
considerate d'alto livello non sono adatte. E non posso certo perderne
una che sa come non sfigurare al mio fianco facendole capire che non mi
interessa per altro, senza regali... mi spiace dirlo ma una donna di
quella professione che ti odia è come avere uno spillo
rimasto
nei pantaloni sartoriali ed è lì che ti punge...
si fa
sentire per ricordarti qualcosa e poi devi controllare tutto
l'indumento per rintracciarla..."
"Che
sforzo intrattenerti con loro in luoghi di pregio per tenerle buone..."
lo sbeffeggiò "ti mancherebbe giusto un luogo adatto anche
qui... si tratta per caso di quel Casotto nel progetto di ampliamento a
sinistra del giardino dello Chateau? Quello con nucleo centrale e
livelli..."
"Si,
esatto. ma sai, ho deciso di fare anche quello che avevi proposto.
Questo è per te! Il tuo. Edificio decagono a dieci lati o
dodici
lati. Un'entrata, finestre per ogni lato, classiche e più
ampie
con il frame in stile classico. Con la cornice superiore e il tetto a
cupola. COn quei fregi esterni ed interni. Bel progettino, anche la
posizione dall'altro lato rispetto a quello che voglio fare."
"E
perchè questa gentilezza. Per... tenermi buona
perchè sia
la tua cavietta peruviana? Perchè hai in un mano qualcuno
più giostrabile di altri? Infondo, io non ho più
legami
là fuori..."
"Non
osare! Non sei come quelli, semplicemente perchè tu sei tu,
loro
sono loro. Quelli cercano, accettano, per una via di scampo da cosa li
tormenta, un pò come le preghiere dei tuoi a tutti i santi
possibili o la miriade di medicine che ti hanno obbligato a prendere.
Ma tu no, lo fai per altre cose, non per disperazione. E quando
sarà il momento io sarò al tuo fianco per il
grande
Saluto, ti aiuterò in cosa desideri... anche se, perdonami,
ma
Alaric avrebbe anche ragione su una cosa. Tu sei una persona di mente
aperta, libera. Cè bisogno di non approfittare di persone
che
alla fine non affatto male, da evitare qualunque amicia e... altro?
Comè che quel tizio aveva detto?- Ti arrabbi con me, non mi
dimostri il tuo affetto e poi un altro ti avrà?-... per
quale
motivo non approfitti, non avendo blocchi sociali qui, e non ti godi le
cose? NOn credo che non ci sia qualcuno che non valga qui. A meno che
non preferisca qualcosa..."
"Oh,
ti prego! SAi bene perchè preferirei fare lo scalpo agli
uomini
piuttosto di farli avvicinare. A meno che non sia io a desiderare
ciò! E se stai parlando di accompagnatori... ti racconto una
cosetta. Mentre ancora parlavo con Rò avevo conosciuto in un
corso professionale che frequentavo una collega, molto più
grande di me, che dopo aver frequentato quei mesi aveva deciso che la
sua vita con il marito stronzo era troppo orribile e così si
era
lasciata. Stava in una casa da sola e siccome era l'unica che non mi
trattava da schifo tornando a casa passavano a casa sua, essendo di
strada e all'inizio la aiutavo con il pc che si era comprata per
iniziare una nuova vita. Ebbene... diciamo che lei ha iniziato a fare
cosa le era stato tolto. Ha iniziato a chattare con tantissimi in varie
chat, ha consociuto uomini e faceva... delle chat. Ricordo ancora nella
testa le foto di certe sue parti quando aveva chiesto di sistemare un
problema... lascia perdere, non è che fosse un bon bon e non
così... insomma era in là con gli anta. Comunque,
io non
l'ho mai giudicata perchè per il suo caso aveva ragione. Io
stessa se non avevo gli avvoltoi e un pò di soldi, extra nel
senso che potevo spenderli, avrei tranquillamente pagato un tizio per
fare cose che avrei voluto fare. ossia quelle che quell'imbecille di
Rò non mi ha mai dato. Il suo tempo, che voleva passare con
me,
cose da fare con qualcuno, e... io sono il tipo che pensa che, visto
che la gente si ricordava di me solo quando gli interessava, cosa
voleva, ro buona solo per quello che voleva... a questo punto
perchè non dare qualcosa come del denaro per avere qualcosa
che
nella prima categoria, non avevo? Perchè accettare che la
gente
sia falsamente gentile con me, sapendo che si ricordano che esisto solo
se avevano bisogno gratis del mio di tempo. Perchè quindi
ncon
decidere io di dare qualcosa in cambio del tempo di qualcuno?
Perchè faccia un briciolo per me? Fingevano gli altri ma non
avevo nulla, quindi a questo punto preferisco questo. Ma senza sesso,
dopo Rò è solo schifo..."
"Sei
quindi decisa a non volere nessuno? Tu che sei di mente aperta, quella
persona che è capace di accettare che ci sia qualcuno che di
alla persona speciale quello che non puoi o non ti senti di dare,
perchè ritieni che è da bestie togliere all'altro
qualcosa, seppur non vuoi fare..."
"La
questione è solo che per Rò ho capito che i
compromessi
sono importanti se davvero voluti e accettati. All'inizio mi chiedevo
come dovessi comportarmi... era giusto nel caso accettare di fare cosa
voleva perchè sia lui che la società dice che
l'affetto
vuole i compromessi? Voleva, chiedeva, pretendeva, premeva e io non
riuscivo più. Si era lasciato diceva, che era mezzo libero
però. A me non interssava. Non volevo affato una
relazione
tipo fidanzamento e il peggio, no. Io volevo solo qualcuno che mi
volesse bene perchè io ero io, che voleva stare al mio
fianco
perchè sentiva dentro che lo voleva, che fosse contento di
cosa
sono, di chi sono, e tutto ciò che mi rende questo... ho
passato
la vita da sola, anche dopo che ho mandato al diavolo Rò e
quei
due, anche se non mi credono, ho continuato a restare sola fra quelle
mura. Giorno, dopo giorno, anche un altro giorno... Lui voleva da me
qualcosa che non mi veniva, che... non sentivo e volevo. E diceva,
ripeteva, urlava pure, che io non gli volevo bene. Non dimostravo il
mio affetto. Non rendevo palese cosa dovevo essere e fare secondo lui.
Potevo passare del tmepo con lui, uscendo solo mezz'ora e sai
perchè?"
"Si,
so perchè... perchè ti aspettava in macchina
pensando di
avere certe cose. Invece di uscire finalmente con qualcuno al tuo
fianco, ti portava in zone isolate e buie, quando cercava di fare il
polipo e tu non volevi, si incazzava, dicsutevate e ti riportava a
casa. Ritrovandoti con i tuoi che ti guardavano chiedendo
perchè
così presto, chi ti aveva accompagnato e con una serata di
contentezza almeno, andata a quel paese. E quei baci che tu descrivi
come un lupo con le fauci aperte che tenta di leccarti la faccia. Non
riesco a pensare..."
"Per
favore. Mi fa schifo e rabbia ripensare alle volte che mi oblbigava e
mi baciava con la forza. Non mi piaceva e come con i miei, lui non
sentiva. Non ascoltava. Sono più che sicura che ancora oggi,
dopo quel giorno che l'ho mandato la diavolo, creda che io fossi pazza,
scema, stronza o qualsiasi cosa. NOn faceva altro che dirmi che mi
desiderava, che mi voleva, che voleva stare con me ma solo di nascosto,
solo ogni tanto quando era sicuro, diceva, che nessuno lo vedesse, che
io fossi discreta e in silenzio. Niente telefonate, niente questo,
ninete quello. E io sola e senza trattata di merda. Bell'affetto! Che
amore. Che affezione! Quando aveva bisogno io cèro. Una
volta
gli ho dato pezzi non usati dei miei pc perchè doveva fare
delle
cose, si è imbestialito come una iena affermando che non
funzionavano, mi ha trattato di merda. Di merda davvero! E io iniziavo
a capire sempre di più. Una volta era venuto ai miei corsi,
e
quando gli stringevo il braccio mi urlava incazzato che non dovevo
abbracciarlo o altro perchè la gente vedeva. Un'altra volta
ha
tentato in un corso di farmi fare cose, si è pure sacicato i
pantaloni in un bagno non usato e quando una di un altro corso
è
uscita e lo ha visto svignarsela, mi ha beccata là dentro,
incazzata morta con lui ma sono sicura che mi hanno giudicata come
quella che non sono. Quella volta in casa sua è stata la
prima
delle due che mi hanno distrutta. E poi continuava a tenermi ferma per
costringermi a baciarlo, a dimostrare... dimostrare! Ecco
perchè
non ho mai giudicato chi preferiva pagare qualcuno per il suo tempo,
sapendo che non avrebbe preteso o voluto cose senza considerare te. Io
volevo qualcosa di diverso. Diverso dalle altre. Diverso da cosa voleva
lui. E trovo triste che tu le cambi come niente ma se per te va bene..."
"Si,
ne abbiamo già parlato. Cosa ha fatto è stato uno
schifo
e so bene che tu non sei bloccata o altro. Che tu sei uno di quelli che
se non provi non agisci. Per una cosa del genere, intendo. E' che sei
la prima persona che non vuole una relazione e che non ha
problemi ad avere una persona al fianco se maschio che ne abbia una e
non accetti di staccarsi da te come compromesso..."
"Io
non credo non esista l'amicizia tra uomo e donna. Io e te siamo la
prova. Io e Jd. Io e Lubo, io e quei tre che vuoi affibbiarmi... a
parte le volte che voglio tirargli il collo, siamo... amici. mettiamola
in questo modo. Ma sono sicura, non sento, non ho la
necessità
di avere qualcuno che sia come le tue amichette. Queste cose si
capiscono, no? Da quello che tutti dicono si, quindi io non lo sneto,
non mi interessa e tutti possono stare dove stanno. Oltre il fatto che
io un tempo, prima, se avessi trovato una persona speciale, sarei stata
ben felice anche se cèra sesso, anche se... mi sarebbe stato
bene che avesse avuto un'altra, se gli dava cosa a me non andava o non
volevo, purchè la conoscessi. Non avevo alcuna intenzione di
pretendere promesse o simili, come si fa da secoli. Perchè
all'inizio è facile fare promesse pensando cosa sta
all'incrocio
dei miei pali e le cagate da fidanzatini. ma io non sono
così,
se non lo sento io non ho alcuna intenzione di finire come le pancine
ferme a stella, chiudendo gli occhi forte forte aspettando che finisca
o accettandolo come u ndovere. DOVERE! Io non voglio doveri,
compromessi e simili. Ne io li voglio fare e ne li pretendo. E io no
nvoglio dare o fare volendo in cambio lo stesso. NOn sono il tipo che
vuole obblighi o costrizioni. per me portano solo a cosa sappiamo da
là fuori. Quindi non voglio nessuno, non voglio nessuno, non
credo che incontrerò una persona speciale per me e sono io a
capire e decidere se avere amichetti... "
"Capisco...
sono però contento che tu non abbia rimorsi o altro e tutto
ciò che ti è stato fatto, e hai sopportato, non
sia
considerato da te come un accumulo di pentimenti ed errori. Ma ti hanno
formata e ti hanno fatto capire..."
"Si.
Così come non posso pretendere che l'altra persona sia
costretta
a rinunce e perdite per me, visto che so bene come questo mondo faccia
schifo, ci manca anche che io crei limitazioni, come facciano con me.
Nessun errore, nessun pentimento, perchè mi ha fatto solo
capire
che in una certa misura i miei avevano ragione e questo mi fa
incazzare, ma mi fa schifo questo mondo che ha permesso che cosa
dicevano avessero fondamenta, ossia che non eistessero persone giuste e
come me... Se sei ciò che affermi, allora sei una goccia nel
mare e ne sono felice... certo che la gente che cè qui non
è proprio un bijou ma... spero che si possano migliorare le
cose! Da piccoli errori possono nascere grandi cose..."
Esatto!...
è da errori e casualità di gesti sbagliati che
sono nate
le cose migliori! Concordo. Secondo te è stato
d'insegnamento
cosa ti è capitato e lo comprendo, l'odio e il rancore che
ti
accompagnano li comprendo appieno, anche questi. Ma sarebbe triste, ora
che ti ho convinta a restare anche per il mio aiuto per il Saluto oltre
che l'Accordo, non approfittare di tante cose. Ecco perchè
io,
non Alaric, lui è scemo, ti spingo ad approfittarne e..."
"Oh,
ma certo. Aspetta, tu mi stai dicendo che sto aiutandoti nel casino che
hai lasciato lievitare qui e, avendo a che fare con quei bei soggetti
potrei anche pensare, perchè non mi interessa, di usarli
come
giocattoli? In quel senso? Quella gente? A parte gli orsi che sono,
sarei comunque una tua collaboratrice e ti sembra corretto per me e
loro?"
"E
allora... chiedi a Madame di presentarti il suo feuille de choix per...
dare le gratificazioni che voglio darti per i tuoi contributi in
persone che ti diano... il tempo e la compagnia per giocare ai
videogames, fare le cose, avere qualcuno vicino a cui tu vuoi dare
qualcosa. nche s esoldi, ma va bene. Io faccio così! E
questo
perchè non cè donna che mi interessi, sopratutto
ora che
sto ancora lavorando per arrivare almeno ai primi punti.
però
resta sempre la mia domanda... se non è un grosso sforzo per
te,
che non ti causi dolore come lo è l'intimità con
qualcuno, fai qualcosa. Entro quanto ti senti, ma vai..."
"Per
favore, basta!" agitando il bicchiere per poi bere un sorso "Mi sembra
di risentire Rò con le sue menate. E sei una donna. E ce
l'hai,
quindi usala. Sei femmina e non mi permetti di dimostrarti il mio
affetto... dalla. DAlla. DALLA!" urlò incazzata, sbattendo
il
bicchiere sul vassoio che per fortuna non si incrinò.
"Calmati,
non era questo. Certo, ti ho detto che potresti pensarci e... fare
quello che lui ti diceva. on era la stessa persona che sbraitava
perchè non volevi fare nulla e fargli nulla, quando
pretendeva
che almeno facessi cose a lui, che era orribile, diceva, pensare che tu
potessi avere qualcuno. Farlo anche solo la prima volta con un uomo che
non fosse lui. Mettiamo il caso che trovi uno della feuille che ti
aggrada parecchio, che ti senti tranquilla e te stessa come fu per lui,
l'unico. perchè non..."
"per
favore, non ne voglio sapere. Non credo proprio che sia
così! E
mi riferisco al fatto di fare cosa fai alle tue amichette! Mi
è
bastato cosa aveva cercato di fare, cosa la disperazione di tutti che
mi urlavano che non ero questo e quello mi ha portata! Sono contenta
solo del fatto che quella volta non è successo nulla, come
per
le altre volte me ne sarei fatta una ragione e avrei accettato anche
quello tra le cose che mi hanno fatta comprendere tutto. Mi viene
l'ansia, tremo al solo ricordare quelle situazioni o pensare a stare
con un uomo in quel senso. QUello... mi è bastato per tutta
la
mia esistenza, finchè e quanto sarà! Non..."
"Si,
lo so dei tuoi attacchi nervosi e di ansia, quando ne abbiamo parlato
ho compreso ma sei anche la stessa persona che lavorando
all'addedstramneto di base ha cercato di superare certe paure e ansie
dovute alla tua vita e gli altri. Certo, i tuoi blocchi erano mentali
per cosa ti è capitato e ti sei solo sbloccata e ora stai
meglio, ma non sono tutte e capisco. Però pensaci a quello
che
ti ho detto, consigliato, perchè è un vero
peccato.
Sopratutto per una come te! Libera, mente aperta, senza pregiudizi e
considerazioni come gli altri. Ecco perchè voglio che tu sia
il
Comandante e Padrona della Casa..."
"Aspetta!
Vuoi davvero continuare con questa idea? ok che ti aiuto, ma non sono
una di voi. Sto seguendo l'addestramneto ma... non sono una di voi e
non posso esserlo perchè per loro, quegli orsi, io non sono
dei
loro. Anche s etu mi dessi quella carica, che ricordavo andasse ad
Alaric, cosa ti fa credere che loro mi..."
"Primo!
Io sono il leader qui. Io decido. Io impartisc ordini. Io nomino e
amministro. Alaric... a lui no ndarei neanche il mio bucato! Sai come
mai si trova qui? Perchè seppur sembri pavido e stupido, ha
invece fegato. Ma non darei una carina del genere... preferisco una
come te. Hai dimostrato di saper gestire e sistemare molte cose e..."
"ma
ci sono Lubo, o Jd! O i vecchi come li chiamate?"
"I
vecchi... si è vero, ma sai perchè sono le teste
del
gruppo di consiglio della Sala delle Pianificazioni, no? E non tra i
capitani? Hanno una mente troppo chiusa. Tra un bivio non guardano o
studiano l'altro lato, ma solo quello che credono sia quello e basta.
Sono... rigidi, tirati..." facendo dei gesti con ip ugni chiusi per
chiarire il concetto, con mezza giacca penzoloni pechè non
messa
"e Jd e gli altri dei Capitani... hanno quel ruolo perchè mi
fido di loro, ma ho bisogno di qualcuno come te. Che non considera il
denaro, il potere, l'arrivismo, tutte le cose che gli altri volgiono.
Un ruolo, qualunque sia, dai capitani in su non è solo
prestigio
e potere. Ci vuole responsabilità, comprensione e... come
doveva
essere per la repubblica del tuo paese, era un onore e un sacro compito
quello di servire e gestire quel che stava nascendo e il popolo del
paese. Essere un servitore di tutti seppur con una carica alta, tanto
che all'epoca non avevano nenahce retribuzione. Ecco perchè
non
amo la distrubuzione del poteree non divido certi ruoli. Ho messo nelle
mie sole mani tre posizioni perchè no nvoglio che mi si
facciano
le cose alle spalle, contro quello che ho costruito e voglio fare, e
non mi di pugnali alla schiena. Non posso seguire i gradi dell'esercito
lasciando parecchio potere nelle mani di troppe persone. NOn ho dato ai
Vecchi, ossia i soldati che erano in pensione ma non volevano vivere
come civili o stare o avere una famiglia, nulla perchè mi
spiace
dirlo... saranno anche competenti e cervelli chiave per i piani e le
procedure, ma non mi sento in fiducia! Alaric mi è
fedele,
crede in me e ci crede in tutto ciò che vedi e sai,
è
dalla mia parte ma non è affatto adatto per una posizione
del
genere. La sola fiducia e fedeltà non bastano. Ho
più
fiducia in Jd che a loro ma... ho bisogno di qualcuno come te, che
reputa una posizione come un incarico..."
"Si,
lo avevi già detto! Non so, non mi piace molto. Non voglio
che
mi vedano un'arrivista, un'esterna che ha nelle sue mani le giornate di
tutti e... una cosa è incazzarsi per la scarsa igiene,
regole e
tutto ma... Non credo che io sia adatti, capace anzi. Ricordi cosa mi
dicevano? Ero sempre..."
"lasciali
perdere, quelli! Si è visto che mente brillante e deduzioni
superlative nell'averti giudicata. Ho controllato tutti quelli che ti
hanno fatto male, sai? No, no non fare quella faccia. Mi sono
divertito. E non è che fossero chissà che geni o
bambini
indaco da fare due pesi e due misure... loro sarebbero stati capaci di
fare cosa hai fatto?"
"Bah,
non mi interessa. Voglio cancellare ogni cosa. bruciarli come i miei
ricordi, buttare..."
"...quando
qualcuno decide di buttare i ricordi nell'immondizia è
perchè si è spezzato qualcosa, perchè
ha rotto
definitivamente con quello che amava. QUali cose vuoi eliminare del
tutto? Non mi dirai che vuoi bruciare anche Rò o..."
"Tutto!
Quel poco che amavo è andato via, rotto, spezzato, buttato!
Vuoi
che ti aiuti? Dammi carta bianca e la possibilità di fare
come
voglio..."
"Concesso!
Però ora mi dai una mano con i capelli? Non voglio sfruttare
le
tue qualifiche di parrucchiera, ma quella carta ha dato isuoi frutti.
Mi piace come sai prenderti cura della mia testa e mi sembra che no ti
schifi come accadeva con gli altri...E comunque sono felice che quel
letto ti piaccia, visto ti butti all'indietro su di esso. Lo fai solo
perchè sai che lì io non sonocon
le mie accompagnatrici, giusto? Ma brava..."
"Si,
lo faccio proprio per questo. Perdonami ma ammetto di essere felice che
qui, in questo letto, non ci hai portato nessuna" alzandosi e prendendo
un libro dalla parte inferiore del comodino, buttandosi sulla trapunta
"E' che... qui è solo un posto di sosta per te. Il giorno
però che deciderai di... passare del tempo con qualcuna qui,
nel
posto che tu consideri casa tua, anche s enon ci vieni con nessuna...
fammela conoscere! No, anzi, voglio fare colazione con lei
perchè se mai porterai qualcuna qua sarà per due
situaizoni. Una, eri così di corsa o hai fatto qualche festa
o
altro qui, senza poter andare via, oppure due, starai qui con lei
perchè merita! E allora si, che voglio conoscerla!" ridendo,
poggiandosi coi gomiti per guardarlo "Sono curiosa davvero di vedere
questa donna! Posso dire che non immagino per ninete te con una donna
in una relazione, diciamo fissa... Che cosa abbia questa donna
dall'aspetto alla personalità, la bravura, tutto..."
"E
tu? Che genere di uomo ti piace?"
"Lo
hai visto... così come ricorderai quelle battutine quando ho
ricomprato quelle cose in edicola. Quell'illustrazione anni fa
è
stato... non so descriverlo, ma la prima figura maschile che mi
piacesse come aspetto. Ed era al primo superiore, in quell'edicola dove
andavo come rifugio la mattina e quando uscivo presto. Ed era
là. Ma come descrivere cosa ho provato quando l'ho avuto fra
le
mani ed è rimasto fino ad oggi?..."
"Colpo
di fulmine?... questo o questo?" chiednedole quale fazzoletto da
taschino abbinare
"Spiritoso...
comunque quello lavanda!... resta il fatto che non so per quale motivo,
ma è stato quello che mi ha portata a prenderlo e guardarlo,
sempre. E poi cèra Raiden, non so nenahce perchè
di
questo ma..."
"Il
biondino, giusto? Ripetimi perchè..:"
"perchè...
l'ho visto la prima volta in una rivista per pc, una delle rare volte
che riuscivo a comrparne una e cèra... cèra metal
gear
solid 2 e poi girando pagina, bam! Cèra questa immagine di
Raiden messo di fornte con la pisola in alto, all'altezza della testa
ma non è la faccia che mi fece dire qualcosa del tipo
-aspetta
, ma -ma
la tuta. Non so spiegarlo ma era la tuta, il corpo,non so dirtelo ma
quel'immagine, quell'unica immagine mi ha portato a tenerla vicino a
quell'illustrazione. Non so perchè, non mi viene di
spiegarlo
meglio ma..."
"Questa
è la prima volta che ti sento parlare di un tuo... interesse
per
un soggetto maschile. Un buon passo avanti, nel senso che con me finora
hai incontrato parecchi uomini ma non ti ho mai vista con... quel
luccichio con quel soggetto. Ma chi lo sa, magari tra Madame, il nostro
lavoro, prima di andare potresti anche approfittarne! Io a che pago...
posso lasciar andare quel ben di dio che mi fa fare bella figura senza
prenderci anche io? Certo, migliorano il mio status ma... come te,
anche io sono di mente aperta e posso dire di no?"
"Ah
ma certo, non potresti!"
"Andiamo,
tu non sei come noi. Pure io non dico di no a belle donne. Come da
fanciullo, così adesso! Tu sei una di quelle che, a meno che
ci
sia qualcosa che ti colpisca o non provi qualcosa, non cè
nessuno per te. Per la tua testa e il tuo cuore. Non so se tu sia
demisessuale o asessuale, ma io penso che... bhe, lo sai!
Perchè
lasciar eil meglio agli altri?"
"Meglio?!
Mah, se lo dici tu... A me non è sembrato tanto ma,
divertiti.
Chi ti dice nulla? Ma ricordati che su certe cose, vale il gusto
personale?"
"Se
quell'imbecille ha peggiorato le cose, non vuol dire che lui
può
adesso, dopo che lo hai mandato a quel paese, vivere e farlo con altre
e tu no! Certo, capisco che tu non sei capace di fare lo stesso delle
altre, ma ti direi... inizia a vedere se cè qualche
accompagnatore interessante, poi si vedrà!"
"Milan,
io non sono gli uomini che tu tratti ea cui rifili queste cose per
attirarli a se! Piuttosto, non ti sembra esagerato avere rapporti di
collaborazione con Madame e cosa... fa? Tu dovresti constrastare queste
cose!"
"Alt!
Io constrato lo sfruttamento in ogni sua parte, ma Madame è
una
delle ultime, o poche, che non accetta gente che fa quel mestiere per
soldi, per tirare avanti. Se non è una loro decisione, non
è cosa piace a loro, non assume!"
"Che
vuoi dire! Quali categorie lei assume?"
"Ehm...
persone a cui piace parecchio farlo? Insomma..."
"Milan!
Ti prego, non dirmi...." rigandosi sulla schierna sul copriletto
chiaro, depressa
"Ninfomani,
soggetti in cura per sindromi sessuali... diciamo che lei asume persone
sia che hanno dei, come dire, no! Sono particolarmente portati per dare
servizi per loro gusto. Persone che sono mandate in cliniche per curare
patologie che le portano a... volerne sempre, ancora. Capisci, no?
Quelle persone che se vengono diciamo scoperte, sono etichettate e
allontanate solo per questo. Donne o uomiin, non importa. Come per te,
la prima cosa che la gente fa è volerli mandare in cura.
Madame
invece li assume perchè sfoghino e diano servizi..."
"F
quello che io ti avevo proposto quindi per la Raccolta.."
"Corretto!
Rendono di più e meglio. Lei non costringe, se decidono di
finire, finisce il contratto. Per questo collaboro con lei,
perchè è una donna seria ed è una
delle poche o
forse l'unica che non sfrutta. Perchè lei sa cosa significa
essere certe cose e sostiene gli altri, guadagnandoci. Non come la tua
proposta perchè a te non viene nulla, ma...Senti, fammi un
favore. Sistemami i capelli, non mi va di andare dal mio barbiere per
questa cosuccia. Voglio andare direttamente. Ho notato che quando mi
accontenti, fai un buon lavoro. Quel corso che ti hanno fatto fare non
è andato sprecato"
"Vero,
ammetto che sei la prima testa che acconcio con piacere... passare da
esperto e tecnico informatico di vari livelli e settori a parrucchiera
per non sentirli... dai sistemati sulla poltrona..."
"Agli
ordini. Non vedo l'ora di vedere questi due progetti ultimati, gli
uomini li vedo davvero motivati. Da quando abbiamo attivato tutti i
cambiamenti qui è diverso. Più vivo, accogliente,
la
gente non si droga, fuma roba particolare, si sbronza ma fa e partecipa
alle cose con interesse. E sono contento! Quanto torno, adesso, vedo
gente più felice, sempre sorridente, sempre che si chiama
per
andare a fare questo o quello e mi sorprende. Prima era come un
formicaio ma solo... Mh... comunque, ho già pensato a quale
mobilio mettere..."
"ti
prego giurami almeno che no nfarai del casotto la tua porcilaia...
fammi questo favore" mettendosi con lui davanti lo specchio grande,
facendolo mettere sulla poltroncina e prendendo dal mobiletto
l'occorrente "sono contenta che tu abbia i tuoi... passatempi, ma non
vorrei che usassi quel posto solo per..."
"Nah,
a parte che al centro di questo edificio ci sarà una zona
tondengiante con i posti come un teatro greco, ma al chiuso... al
centro ci saranno esibizioni e tutto quanto, non come il Teatro ma per
ricevimenti, feste e simili, va più che bene! Possiamo anche
accogliere gli alleati delle altre religioni..."
"Le
religioni..." rallentando dal fargli la piega "ti prego, dimmi che non
farai cose che..."
"Andiamo,
io sono un membro onorario della Cconfraternita del Prosecco e spumante
dop e altri titoli. Ricordi? I Cavalieri investiti che giurano con una
solenne cerimonia in stile antico.Nel 1945 è stata fondata
quella del prosecco, molto prima quella dello spumante del tuo paese
per proteggere, mentere le uve originali e non moderne, non cancellare
quel che è il prodotto dalle sue origini...una confraternita
per
proteggerlo e valorizzarlo. E siccome io acquisto prodotti di ottima
qualità e ovunque tu vai i liquori e spumanti o champagne
sono
sempre presenti, perchè non far parte di quel circolo? Anche
qui
in francia io faccio parte di gruppi del genere, come in russia per la
vodka e altri..:"
"E
dimmi, state con le tonachine nelle vostre riunioni a bollicine..."
"Non
ridere, sai bene perchè mi hai visto vestito, che abbiamo
abiti
e mantelle apposite. Ho solo una sezione dell'armadio grande..:"
"la
stanza... non un armadio, la stanza-armadio" rise lei mentre gli faceva
le sezioni per la coda
"La
stanza... comunque, ho una sezione solo per gli abiti delle
confraternite! Hai visto quelli russi? Resta il fatto che mi ci sento
bene! E giusto per dirti, ho intenzione di farti un regalo per la tua
prima festa tra noi della nostra religione..."
"Oh,
ti prego. Non mi sento negli abiti da donna, te l'ho detto! E anche il
fatto che avete abiti particolari..."
"no"
rispose lui fermandola, mentre la vedeva nello specchio
mentre gli sistemava la coda bassa "io parlavo deltuo,
abito" osservandola mentre si efermava per guardarlo nel riflesso "Si,
proprio quello e non fare quella faccia. Ho preso i tuoi schizzi, i
tuoi disegni quando ti annoiavi o eri contrariata alle riunoni con
tutti. Hai presente quello in tile sirena con quelle
particolarità e il corpicapo..."
"Ma
perchè! Io lì dentro sarò la
barzelletta. Non ho
mai messo un abito da anni e non so come muovermici dentro. Ma cosa ti
salta in mente, anche per il denaro... io..."
"Ascolta.
COme ti ho detto io non ho nessuno qui, e mi spiace dirlo, a ciui dare
la carica che comprenda anche la parte finanziaria. E non ti sto dando
tutto per amminstrarlo, ho persone che possono farlo ma vglio che quel
denaro, tutto in tutti i conti, siano in mano a una firma e una testa
che sappia come gestirlo. Ora, tu seic l'unica qui di cui mi fido e so
per certo che... non è interessata ai sodli. NOn sei il
tipo,
così come la scalata ect... Se tu fossi stata come gli
altri,
per comprarti quello che volevi e non hai mai avuto, avresti fatto ogni
cosa, come quelle ragazze e ragazzine che si vendono. ma tu sei tu,
saresti capace di eliminarti se finita per strada, che finire nel
peggio e in mano allo schifo. Se fossero tutti come te avrei
più
bracci destri...Perchè diciamocelo..." mentre lei gli
sistemava
dei ciuffi davanti "mi fai i cuffi, davvero?"
"Ammettilo,
ti donano. QUante non si terrano nei vestiti... farai furore dove stai
andando... così giochi meglio, no?"
""Smettila
di scherzare. Ti piace punzecchiarmi sulle mie amiche, che pago eh, ma
restiamo amici..:"
"Amici
di letto, mettiamoci i punti giusti..."
"Quello
che sia, ma la mia amicizia è anche con altre donne. E non
parlo
di amanti, non voglio grane con le mogli e fidanzate di altri, ma
questo no nsignifica che non debba trattarle con il rispetto dovuto.
Sono un Signore, un gentiluomo, buona educazione e... Dai, lo sai!
Rendere omaggio alle Signore e farle sentire delle regine non significa
che sia un Casanova. Come ho detto non ho intenzione di avere problemi
di quel tipo, ma sai meglio di me asnche io credo nell'amicizia tra
uomo e donna. Loro sono mie amiche. NOn amichette, ok, ma amiche.
Scambio di favori, considerazioni, il solito. Invitarle alle feste o
festeggiare i loro compleanni o altro a mie spese. Questo paga. E
tramite loro arrivano i mariti, fidanzati, padri, fratelli e tutti i
legami, ci sono sicure possibilità di arrivare ovunque
voglia
giungere. Lo hai già visto, è così che
sono
arrivato.Dove vedi. Piccoli passi, persone giuste, corrette azioni. Si,
qui ho fatto un casino abbandonando le cose a lroo stesse e me ne sono
accorto solo in quella settimana che ti abbiamo conosciuta, ma ora lo
vedi. Tutto si sistemerà. E riporteremo le cose giuste. la
bellezza dell'essere umano..."
"La
bellezza salverà il mondo, certo. Mi chiedo se questo mondo,
sia degno della bellezza."
"Il
mondo è un contenitore infinito di cose per cui incuriosirsi
e
meravigliarsi. Il mondo è un posto bellissimo. Certo per una
come te è difficile non avendo scopi o motivi, ma tu che ami
la
grandiosità umana negli orologi, la meccanica, la
capacità di comprendere la bellezza della natura... Non so
se
davvero la reincarnazione esiste o meno ma... io voglio vivere tutto.
Come dici tu, bruciare totalmente anche se significa attimi invece che
decenni, ma di non aver rimpianti di alcun genere, nel momento di
scomparire fisicamente da questa esistenza. Se esiste la reincazione...
allora spero di vivere intensamente ogni vita che mi è
possibile
avere rinascendo, ma tu, se hai sfizi, vai e brucia come una
supernova!"
"la
sua la storia di quel tipo che sente di non appartenere a nessuna delle
categorie sociali con cui si relaziona? Che sente la sua
estraneità totale dal genere umano.... la sua stessa
esistenza
si riduce ad una consapevole, tragica farsa. Un perdente che si
dichiara da subito portatore di una maschera, e crede di poter vivere
ai margini della normalità che non riesce ad accettare
né
a rifiutare. E in questo, dove la vedi la bellezza? O pensi anche tu
nel tuo bel discorso che sia come molti là fuori, che
sfuggono
alla normalità che distrugge e trafigge con sesso, droghe,
sballanti, tutto i ltrovabile per scappare da quella realtà.
O
come faccio io, con la visualizzazione... "
"Bimba...Non
posso salvarti io dal tuo mondo. Posso aiutarti, ma un po' di
volontà devi averla anche tu. E sai per cosa serve questa
volontà? A sistemare le cose, quei fantasmi, che ti logorano
e..."
"Si,
lo so. A volte passerà che sei spinto in una battaglia non
per
tua scelta. Una battaglia che non può essere vinta, non
importa
quanto duramente combatti. Alcuni scelgono di ritirarsi o arrendersi
sapendo che la vittoria non può essere raggiunta e sono i
deboli.Io no nsono di quelo stampo, io non mi arrendo, io ho deciso di
fare qualcosa che mi fa più felice che continuare a sbattere
le
corna su un muro per non uccidere qualcuno. Ho scelto un'altra strada,
combattere.Ma non in un modo normale. Combattere in due modi, e in
entrambi è la mia fine. Arrivarci... È
giunto il
momento di smettere di farmi seguire dai miei fantasmi, non posso
togliere tutto, ma ora im hai fatto capire che quasi quasi..."
′′
Le cose accadono per qualcosa. promettimi però che non sia
cosa
penso perchè... ok, lo so. Sei un soggetto
invecchiato
dalla tristezza, divorato dalla rabbia, devastato dalla pazzia,
sbriciolato dalla perdita, svuotato da certi soggetti, indurito da...
devastato da... rovinato da... violato, corrotto fin nel cuore...
Sei debole, inutile, senza scopo e ti vedi così!
"Quindi?"
"Accetta
chi sei. Accetta le cose che ti rendono diversa, i tuoi difetti, i tuoi
punti di forza, le tue preferenze, le tue esperienze, i tuoi punti di
vista, i tuoi sentimenti. Se tu attui un gioco per vendicarti anche un
briciolo su quella gente, cosa ti porterà?"
"tranquillo,
amico mio" gli disse, abbracciandolo da fdietro poggiando una guancia
contro quella di lui "sarà... solo due grammi di vendetta
perchè io no nabbia rimpianti il momento in cui mi aiuterai
e
sarai al io fianco. E ti ringrazierò, ma con un sorriso a
cinquantaquattro denti!" facendolo ridere
"Cosa
vuoi fare...Ricordati che le persone deboli si vendicano. Le persone
forti perdonano. Le persone intelligenti ignorano..."
"milan..."
dandogli un bacio sulla guancia "io no nvoglio vendicarmi facendogli
del male. Io voglio solo togiere loro qualcosa, come fecero a me. Fare
in modo che non ottengano più del necessario... ti fidi di
me?"
"Certo,
mi fido. Altrimenti non saresti qui, non ti darei il secondo posto e..."
"QUindi...
perchè a te interessa che io resti qui?"
“Perchè
lo ritengo necessario. per tutti e tutto. Come ti dissi nella Sala con
gli altri, quello che ha fatto quell'uomo per te, va
ricambiato...”
“Ma
no nsono stata io a dirglielo, ne a volerlo. Ha agito da stupido. Il
suo tremare e l'incertezza, invece di fare l'unica cosa che avevo
chiesto non mi porta ad aessergli debitore. Per questo mondo io devo
essere debitrice a tutti, tutti, eppure nessuno che lo è nei
miei riguardi, oltre che non vedo perchè devo ricambiare
cose
che non ho chiesto io. Perchè sono figlia o nipote, e hanno
fatto cose perchè io fossi la loro ocntinuazione, ma non mi
porta ad essere riconoscente a forza come credono debba essere. NOn lo
trovo giusto. Inoltre da quello che ho capito anche a te, come agli
altri, interessa la mia continuazione, per fatti tuoi. Per l'Accordo io
sono accettata qui per uno scambio, non vedo cosa ci sia di
riconoscenza verso lui, te o altri. E' come con Zay e Ric. Hanno
affermato che la mia storia, quel mondo in cui scappavo mutando i l
dolore in altro, fosse una bella storia. Bella, capisci? Solo bella,
come fosse un racconto che interessa tanto per, che non abbia un
significato! Non che è una storia di una miserabile in tanti
sensi, di disperazione e tormento, che è sfociata in una
fuga
là, in un mondo che esiste solo nella mia testa, che
inserisce
varie cose che mi sarebbe piaciuto riavere in questa vita. Invece
nulla...”
“Avranno
capito male..:”
"Di
tutto ciò che scrivo, capiscono male? Che definiscono la
fuga di
una pazzia, di tormento, in una bella storia? A volte mi chiedo se non
sono stata stupida a credere alle loro parole. Alle vite precedenti, a
una me che torna e ritorna, e tutto un ciclo a Oroborous che mi si
abbatte sempre addosso.Sempre pressioni e nulla di bello. E a qualcuno
che vorrei accanto, al mio fianco, al di là di amore e sesso
come lo vedono tutti, che trascende queste cose... e questa sorta di
mancanza che provo, che nessuno e neanhce loro, hanno lenito. E tu,
anche tu, che credi a queste cose...Io non comprendo me, e dovrei
comprendere voi, come testa e interessi?
“Io
mi sono fatto dal niente. E lo sai. E se ti spingo un pò,
non
è per obbligarti, tranne alcune cosucce... Ma è
perchè non fidandoti più di nulal e nessuno a
volte sei
rigida. Cosa potevi fare tu, senza tutte le paure e disperazione? Mille
vie e altrettante soluzioni, che magari inglobano anche quello che loro
hanno detto. Questo mondo è così profondo ocme un
pozzo,
per tutto ciò che contiene che forse... possiamo cercare
delle
risposte. non tutte, ma possiamo provarci. Ecco perchè credo
nelle religioni come libri da consultare. Tu non credi nelle religioni
ma al massimo alla natura esistente, e capisco che non vuoi
assolutamnete credere in un Dio e una Dea, che personificano il potere
della natura in questo pianeta. Ma cosa succede se... esiste davvero la
reincazione e ritorni in altra forma?”
“Altra
forma? IO non mi vedo in nessun'altra forma se non nella mia.E intendo
viso, mani, dalle ginocchia in giù, secondo me le mie parti
migliori. Io sono io, così come quel ritratto della casa del
topo. Non avrei mai cambiato, seppur con le tecniche chirurgiche, alcun
che. Mi vanno benissimo come sono il viso, le mani dal ginocchio ai
piedi. Io mi vedo così sempr e comunque, ma non
perchè
è cosa lo specchio mi rimanda, ma perchè io mi
identifico
con queste sembianze come se... fossero le mie fin nel profondo.
L'unica cosa che vorrei, veramente, è togliere cosa tutti i
medicinali mi hanno messo addosso di schifo. Vorrei tornare a quello
che ero veramente e non mi sentivo... così! Così
da
schifo, vorrei tornare a essere leggera e serena. ALmeno in quello. E
tu mi parli di reincarnazione in altre forme! Io aborro quest acosa!
Non voglio sentire di ritornare, peggio in zone del mondo schifose dove
mi posson vendere al primo che mi sposa, come messico o India o simili,
dove ti guardano nuda e ti giudicano per darti al primo che
è un
buon partito o pagano per te. E a cui appartieni. O Ai piesi arabi o
peggio africani, dove cè l'infibulazione. E ancora non
voglio
reincarnami, tornare ne altro. Voglio sparire perchè ogni
giorno
mi accordo che questo mondo non cambierà mai davvero e pe
quanti
secoli passeranno, la religione e lo schifo perdureranno.
Così
come glorificano i testi biblici o di baffetto tedesco, seppur la gente
e peggio le donne, stavano così male che preferivano
crepare che viverci, così torneranno sempre. Come
le zone
dell'iraq e iran. Che negli anni settanta erano come noi come livello,
alcuni dicono acnhe meglio,ma la religione spazzò via tutto.
Se
il mondo sarà così e una eprsona come me
passerà
l'inferno, e non cambierà nulla perchèl a gente
ti
giudica negativamente perchè ti chiama egoista, o segue
religioni di morte e non di luce, che se lo tengano questo mondo. Anzi
mi divertirei di più fare il fantasma e osservare e far
venire
il cagotto, io mi sento meglio ad osservare e vedere le cose come
vanno. IN questa vita mi hanno buttato addosso così tanta
merda
che le paura per tante cose mi schiacciano così tanto, che
non
me ne freg niente di lottare per le cose. Non più! E non ho
decido perchè debole o incapace, perchè le mie
lotte non
hanno portato a nulla cntrno religione, società e menti
bacate!
E per una come me, che non ha scopi ne altro, questo mondo non offre
neanche il minimo per continuare a respirare, come piace ai buonisti. E
vuoi ancora parlare di nuova vita in reincarnazione? Te la vedi tu, non
io...”
“Permettimi
almeno il tempo per L'accordo, quando vorrai andare, ti
aiuterò.
Anche se... magari cè un altro modo per avere cosa vuoi tu,
cambiando le cose con le tue forze...”
“Continui
a fare il buonista?”
“No,
continuo a fare colu che ti allunga la mano, per davvero, e ti propone
un altro modo per raggiungere i tuoi scopi. Parla con David di quella
tua idea, magari questa volta davvero cè qualcuno che ti
porterà quei cambiamenti che volevi. Per quella mancanza che
provi... quella non è possibile colmarla se non la senti tu
scomparsa o altro. E il fatto che tu non abbiaincontrato mai una
perosna speciale, che stesse al tuo fianco... io non posso fare niente,
amen. Se cè, buon per te, altrimenti porta la tua rabbia,
dai
corpo ai tuoi incubi accettando il mio aiuto, sulle persone che
meritano quella valanga! Diventa la mia spada, pistola, elemento di
cambiamento. Domani vedrai David e mi dirai. Ovviamente prima dobbiamo
fare richiami, controlli, vaccini, anche per capire se oltre quello che
ti abbiamo dato, cè altro in nostro possesso che possa
aiutarti”
“vaccini...
e chissà, magari saranno loro a fare il lavoro per me, se
faccio
quello un pò rischioso... quelle cose poche cose che
desideravo
e odiavo quella gentaglia perchè le faceva e io no... avrei
voluto tanto quelle poche cose e so che le rimpiangerò a
vita.
Il male che mi ha fatto vederli tra la gente, ridere e divertirsi, a
cena o pranzo tra gl ialtri con cui davvero si voleva desinare,
sentirsi in qualcosa, avere memorie e ricordi felici... e mometni da
usare come conforto... niente, e ho paura che pure la speranza sia
scemata... Se fossi andata via trovando voi prima, molto prima...
invece di vivere solo in un mondo creato da me, restando con il corpo
in un inferno mentre nessuno vedeva e capiva...”
"ora
hai tutte le armi che ti servono... combatti!" le disse guardandola dal
riflesso, mentre lei finiva i capelli, senza guardarlo ma voltandosi
solo a quell'ultima frase "Sii la guardiana e l'angelo custode di te
stessa. Il resto, cosa lascerai, lo siritroverà qui per
molto,
molto tempo. E forse, anche nel mondo là fuori. Il tuo vero
lascito, la tua reale eredità, che è ben lungi
dai
figli...."
"A
sentire te sembra facile!"
"Adesso,
lo è" sorridendole, per poi alzarsi annuncinado che era
pronto ad andare in America.
"E da
quando sei tu che decisi le regole, caro Alaric..."
"da
quando sono qui da più tempo di te, non so, da quando sono
della classe dei Capitani e mi merito considerazione!"
"Alaric,
tu sei lo stesso che è entrato qui perchè Milan
quel
giorno era andato ad ammaliare un altro tizio, Olarte tra l'altro, con
ottimi dati, e tu sei riuscito a seguirlo e spiare la conversazione. E
visto che quello aveva rinunciato, appena uscito hai marcato Milan
affermando che sapevi tutto, perchè avevi sentito, e volevi
far
parte della cosa. NOn so come tu sia riuscito a non farti ammazzare, ma
lui nonostante tutto ha elogiato la tua faccia tosta e non essendo
malaccio ti ha preso. Ma nonostnate tutto non vali quanto quelli che
hai sotto il tuo comando. Parla poco, perchè sei l'ultimo
che
può dirmi cose..."
"Come
ti permetti. Non mi faccio trattare così da una frigida
acida
come te che si è davvero imbucata con l'inganno in mezzo a
noi.
E Milan ti ha ascoltato per devastare questo posto. Stavamo
così
bene, vivevamo così pacificamente ma no! Doveva arrivare
questa
sanguisuga e sballare ogni cosa. Regole, divieti, obblighi, pulizia di
'sto cavolo! Io non voglio stare alle tue regole!"
"ALARIC!"
urlarono gl ialtri
"E'
così orribile rispettare delle giuste norme di igiene e
pulizia?
Era meglio che cèra lo schifo, veramente? Ti sentizi a tuo
agio
nell' immondizia?" disse Lia, calma.
"Fosse
solo per passare lo sterilizzatore al vapore, pulizia ogni tot di ore,
Ausiliari per la toilette e bagno, o come si chiamano in inglese,quei
tizi che stanno sempre nel bagno come imbecilli in attesa che a
qualcuno serva qualcosa, cambare rotoli, asciugamani, saponi vari... ma
dove siamo? Hai suddiviso cariche e compiti come fossimo..."
"in
una caserma. Sotto le armi. NOn so fai tu..."
"Tu..."
disse sbattendo le palme sul tavolo della Sala "fai la morale a me, che
ogni minuto hai tutti i tick e manie assurde, perchè la
gente ti
ha fatto lo schifo... e allora noi che dovremmo fare?"
"Non
so, Alaric. Forse Jd per scappare da un amore stronzo è
finito
sotto le armi, tu per la tua famiglia ossessionata con ogni generazione
sotto le armi, Lubo perchè avevano bisogno di soldi ed era
la
prima cosa che gli è parsa sicura dopo aver fatto di tutto.
Bryden per la leva da volontario di due anni così, per non
fare
niente... ogni persona qui, e lo so, è finito a fare il
militare
in varie categorie per un motivo. per carità lo capisco, ma
io
non sono come voi e al vostro livello, non è vero? Per voi
sono
solo un porcellino d'india..." con un tono acido e incazzatissimo.
"BASYA"
urlò Jd stufo, finendo per capire l'errore e correggersi
"Cavolo, non... volevo dire basta! Lo so ho detto la cosa che stavo
leggendo, ma..."
"Aspetta,
la guerra o l'olio?" disse Lia ridendo, mentre lui cercava si
risistemarsi sulla sedia per continuare a leggere dal pad cosa stava
studiando "Andiamo, da quando ho presentato quei progetti per i saponi
artigianali con certi ingredienti e sia i posti strategigi comprando
luoghi di interesse d'arte abbandonati, siete in fibrillazione
perchè siete stati sugli allori da secoli. Esagerati. Ma voi
non
dovreste essere addestrati per stare sotto stress? Oh, capisco. Forse
gli ultimi anni non è così perchè
siete rimasti
qui ad autogestirvi..."
"E
smettila. Lo vedi questo preventivo?" sbraitò Alaric
sbandierando dei fogli davanti a lei, seppur stavano divisi dal tavolo
"sono i costi di tutto ciò che devi far comrpare a quel
povero
di Milan... una macchina a taglio a getto d'acqua non industriale
capace di talgiare ogni cosa. Mobilio da ingresso per ogni stanza per
mettere scarpe e abiti, cambiandoli, e l'obbligo di non mischiare lo
sporco di fuori con le stanze... Siamo militari? ALlora spiegami
perchè devono avere indumenti per stare nelle camerate o
stanze
e altri per fuori! Se cè un'emergenza che fanno? Perdono
tempo a
vestirsi?"
"Innanzitutto
essendo professionisti, dovrebbero essere capaci o di cambiarsi abito
in pochi attimi o valutare come agire... o no nsarebbero il livello che
sappiamo... non credi? Inoltre... ricordo bene la prima votla qui in
mezzo a voi. Cosa avevano alcuni appena tornati da missioni o
incarichi, che avevano... animaletti tra i peli, e sappiamo quali! Non
avevo mai visto, nella mia vita là fuori, qualcuno con
quegli
sgorbi schifosi tra i capelli. E non voglio sapere in quali altri peli.
Per non parlare dei problemi ai pieid per la piscina di
allenamento o per le docce! Quello che cèra che si, era
curato,
ma volevano il tempo di sparire. E ora... guarda! Gente più
pulita. Ninete bestioline. Niente sporcizia. Niente funghi o altro
schifo. E da quando cè l'accordo con Madame, nessuno compeso
te,
va più da signorine ignote, che vi capitavano in giro o nei
locali, che portavano solo problemi. Te lo ricordi quel gruppetto che
in licenza se ne è andatoa divertirsi nella capitale e sono
tornati con la sifilide? Curabile, ma l'avevano presa! E usando docce,
luoghi con altri, cèra il rischio che molte cose
venissero...
sparse. Adesso facciamo noi i saponi, eco-compatibili. Sicuri senza
chimica. Con opportune modifiche adesso, gli scarichi delle docce
finiscono, grazie proprio a quei saponi, in delle cisterne che usiamo
per l'irrigazione. Con gli accordi di Milan abbiamo quasi accesso a una
centrale geotermica, dei pannelli solari e e meccanismi per acquisire
corrente elettrica dall'acqua senza danneggiare l'ambiente. Questo ci
permette di avere corrente elettrica privata, esclusiva, e se l'accordo
va a buon fine, la centrale sarà nostra, pagando le spese
per un
nuovo progetto di quell'azienda. NOn solo, una zona sul mare
è
nostra, privata, questo ci ha permesso di avere una spiaggia piccola
nostra e un luogo dove posizionare un dissalatore nostro, che ci
permette di avere acqua a disposizione per tutto, che in parte viene
reindirizzata, usata, per la Fattoria. Ovviamente agli animali non
diamo quella, ma arriva dal dissalatore. E sopratutto water con stampe
per fare centro... cè bisogno di mtterli?" allargando le
braccia
schifata e sdegnata "
Per impattare meno, i bagni sono stati mofidicati ocn un water con un
lavandino sopra lo stesso, con due funzioni. Uno, lavarsi le mani dopo
aver... fatto cosa biosognava fare, con attivazione a cellula,
così non si tocca nulla con le mani sporche. Si, ha il
rubinetto, quindi doppio uso, ma meglio usare le cellule per
l'erogazione automatica. E cosa resta del lavandino viene usato per lo
scarico. Perfetto. i sistemi delle docce hanno di nuovo doppio uso,
principale con il sistema elettrico con card e un tempo giusto di uso
dell'acqua, saponi fatti da noi, di serie o comprati da loro con le
fragranze ed elementi che gli interessano. Così
cè un
sistema di domanda e offerta con soldi che rientrano, costano
pochissimo, ma si aiutano gli uomini retribuendoli. E questo
è
solo l'inizio. Le stalle aiutano, come gli animali della fattoria, alla
fertilizzazione. Tutti gli erbivori mangiano una certa altezza
dell'erba, permettendoci di lasciarli liberi in zone da ripulire e
fertillizare con diversi... bisogni in base all'animale.
Così
ocme le galline. Ci aiutano a togliere insetti molesti e fertilizzano.
Per i capi, ove non possiamo produrre, acquistiamo in equo e solidale
noi stessi. Per la lana, come formaggi e carne, abbiamo la Fattoria.
Animali liberi, senza gabbie o obbligo di cstalla, in
zone
libere a rotazione e con servizi di...massaggio, cura. Inutile dirti
che molti si son oaffezionati agli animali da giocare con loro con le
palle, a rincorrersi... quegli animali sono felici. E vengono abbattuti
senza dolore, anche se mi dispiace, ma solo proteine vegetali non
bastano. E lo sappiamo. Addestriamo in modi corretti senza picchiare o
ridurre alla fame, far del male come fanno altri. Non lo permetterei. E
sto parlando di poca cosa, rispetto a cosa abbiamo fatto! Perfino la
nostra lana di lama, alpaca, pecora, capra, cane... quello di cane ha
pro rispetto la classica perchè ulito, tiene più
caldo, i
cani che abbiamo salvato a pelo lungo, anche troppo, ci permettono di
avere una base per gl iabiti e mi sembra che i primi maglioni siano
ottimi. Jd stesso li adora..." mentre questo faceva si con la testa.
"QUindi
Alaric, abbiamo queste cose più tutte le altre. Pulizia e
sistemaizone, è così difficile? E ancora, cambio
di ruolo
d'uso delle sezioni dello Chateau per altre destinazioni,
relegando camerate e camere personali nelle due esterne, quella
centrale per altre cose. E guarda qui le cose che servono..."
"Per
non parlare di come hai gestito alcune scaramucce interne...
impossibile non ricordare le due che si scornavano, o melgio una
bullizzava con le amiche una nuova, e tu che hau detto-se
vuoi posso darti una
delle
mie sberle cos pareggiamo
la
cosa -, uscendo velocemente il pugnale ad
artiglio-alcuni qui
non volevano il vostro
reparto femminle perch dicevano
che siete gatte isteriche
stronze micidiali tra loro
danneggiate l'ambiente volete
davvero
le concezioni patriarcali
fossero
vere sbaglio o voi
militari
e spie donne devono
usare
l'avvenenenza quindi devo
sistemare
la cosa ora,a desso
dimostrate stesse mia fiducia
quella di milan è
ben
riposta vi forse unite
a
noi dopo lezione su
queste
cosine dove cèra
rappresentazione
realistica in resina
dell'apparato
cerebrale nervo-spinale dimostra
quanto valga pi l'interno
l'esterno renderti al suo
livello -e
indicavi l'altra con problemi di acne "perchè non ci siano
più diversità e quidi voi teste bacate la
smettiate?
perchè non ci metto molto a renderti un PIcasso,
così non
cè chi è più bella e più
brutta. per me
siete tutte professioniste e persone, ma se volete che la bellezza
abbia la meglio, risolvo subito...- mostrando i pugnali. Alaric,
quello che sto dicendo con questo esempio è che qui le cose
stanno cambiando, non solo nell'organizzazione, ma anche tra noi.
Adesso mi sembra... diverso, l'atmosfera e l'unione pare davvero
diversa e sono contento di come Milan ha accettato alcune modifiche.
Per non parlare della mensa, il cibo biologico non trattato e usiamo
solo isnetti positivi che mangiano i negativi insieme a oche e galline,
o i pesci nel riso... non vedo perchè sei così
negativo.
A me piace. A te Lubo? A te Bryden? E voi che siete i secondi? E voi i
Vecchi?"
"io
sono un Vecchio, come ci chiamate. NOn sarei qui ora, in mezzo a voi,
se non mi andasse bene. Finalmente cè più
marzialità e..."
"Certo.
Voi siete per i militari freddi e rigidi, che si perdono tutto dalla
vita per le regole... siamo una comune o no? Milan voleva dei militari
che vivessero in un ambiente..."
"Una
comune non significa perdere le cose che ci distinguono, la
comunitò, l'amicizia, l'unione, un ambiente creato da noi...
come una famiglia. MOlti sono felici di stare qui. Ma come ho sempre
detto nei consigli in questa Sala, si stava perdendo quello che
seecondo me ì l'anima dell'essere militari. Ed ecco
perchè ho accettato di collaborare con quella ragazza. Ha
dimostrato di credere più in certe cose di tutti voi che ci
avete vissuto. Per lei le regole, il modo di ocmportarsi, essere, il
sapere come vivere e sapere che leggi e regole hanno un motivo di
esistere e migliora il gruppo... essere militari non è solo
stare zitti e obbedire. Milan stesso ammira il sistema militare
spartano, romano, greco... ma vuole partire a cambiare il mondo
cambiando fino a un certo punto noi e questo posto. Questo
è...
l'ombelico del Cambiamento. Se tra noi, che lavoravamo gomito a
gomito..."
"Se
non si inizia da noi, mostrando che seppur con regole e comportamenti
militari, è possibile una società umana e
corretta, non
cè storia. E' questo che dici?" chiese Lubo, guardando il
Vecchio che era diventato amico di Lia da quelle uova e aveva chiesto
di essere a capo della Fattoria.
"Esatto.
Noi come militari dovremmo avere valori... tutti noi siamo qui
perchè abbiamo virtù, meriti, bravure, doti,
talenti,
abilità, capacità, esperienze, competenze,
preparazioni,
pregio, funzioni! Inoltre ascoltando lei ho capito che cosa necessita
questo posto, ma intenso come unione di persone che vivono e lavorano
insieme è... onestà, moralità,
integrità,
incorruttibilità, morigeratezza, qualità, pregio,
dote,
merito, purezza, facoltà, potenza, potere,
volontà... im
sembra che in tutti i nostri discorsi sia la lista di cosa lei
intendesse dire. E lo diceva anche Milan. Semplicemente lui ha tentato
di iniziarlo ma non è riuscito per il suo lavoro sociale
là fuori, e nessuno di voi ha voluto prender eil testimone.
Un'estranea, certo per il suo carattere, ha dovuto prendere in mano le
cose e prendervi tutti a pedate nel culo, letteralmente,
perchè
comprenderste che... voi cercava la pace, monenti di calma, di vita
come la intendevate voi ad aspettare bevendo, fumando, drogandovi,
andando a donne, cercando quel qualcosa che vi mancava,
perchè
qui le cose erano troppo..."
"Ma
per favore. Sei vecchio, Vecchio!... le stai dando ragione, ma io trovo
che qui ci siano solo più regole, leggi, comportamenti.
Perchè no nci si alzava più ad un orario ha avuto
l'idea
di mettere alcuni con dei bastoni a farti venire un infarto la mattina,
quando ha visto che la trombetta del cazzo non funzionava... regole per
mangiare. Regole al mattino. Prima della colazione usare quel cazzodi
muro per riscarldare i muscoli e fare il primo movimento. preparare il
corpo alla giornata. E i bagni freddi e caldi. Le stronzate della
pulizia. Tutto..."
"Quindi
vorresti tornare al vuoto di prima?" Chiese il Vecchio, l'unico dei
militari anziani che parlava, che ascoltavano "Io stavo nel mio
angolino, la mia tenda, con il mio orticello, i miei animali... quelli
sono cosa ho ottenuto come pagamento e me li sono portati. Ma da quando
lei e Milan hanno acquistato quel posto per fare quella Fattoria... ho
deciso che foss eil mio posto. La vita che volevo fare, anche se sarei
tornato come ora per le riunioni per le mie conoscenze e
capacità di tattica. E mi piace come vivo. E qui
è come
una città in miniatura. Vi siete accorti che tutti i
progetti di
impegno che hanno fatto, danno quello che mancava agli uomini per non
sfuggire dalla realtà con quella robaccia? Hanno motivi, una
luce negli occhi diversa, sono vivi, sono appassionati a qualcosa e
hanno obiettivi. E prima? Quel prima che ti piace tanto, Alaric, cosa
ti dava, veramente?"
"Ascolta,
è chiaro che la vostra... autogestione" si intromise Lia
"non ha
portato a nulla e Milan se ne è accorto, anche a causa del
basso
numero del vostro... corpo militare! Adesso siete di più,
Non
cercate più per i migliori punteggi che altri corpi militari
stilano, ma cercate qualcosa di più. Quel qualcosa che rende
ogni professionista quel che è... Qui non cè il
migliore,
non ci sono statistiche ne altro. I risultati li vogliamo, nelle
missioni e o in ogni cosa che vi verrà assegnato, ma l'ansia
e
cosa danneggiava per essere al top come altrove, non cè. E
le
differenze omogeneano i gruppi. Sia di lavoro che di
comunità.
NOn..."
"Ma
stai zitta! Tu..."
"Ragazzi!..."
disse Milan entrando "sempre a discutere. Oggi non dobbiamo parlare di
queste cose, ma del Cambiamento e le società là
fuori! E'
ora di capire come agire..." aprendo la riunione per i passi da fare.
Lia
si trovava nella stanza con quella gentaglia, con Zay e Ric. Si erano
decisi ad accoglierli nel loro magnifico villaggio? Accettati un paio
de marron glassè, pensò, visto che erano sempre
trattati
con le pinze, e pure quella gente si era permessa di prendere Lia e
parlarle per sapere cosa voleva fare rispetto a quei due.
"Ritengo
che sia stato solo per quei due, e non certo per un vostro vivo
interesse, pertanto il mio essere qui non ha alcun senso, e penso che
lo capiate anche voi. A che pro? Io sono solo l'amica, l'arbitro per
trattare con lei quando avrei voluto mettervi una bolba sotto le sedie
e farvi volare come fanno gli idioti nei giardini contro gli scaraggi!
QUindi, con permesso, io me ne torno nella fogna da cui mi avete presa
perchè, tra i due mali, preferisco il vecchio" guardandoli
col
mento alzato e gli occhi abbassati su quelle facce, dietro quel lungo
tavolo. Quei
tacchini stavano vestiti da snob dietro quel tavolo, mentre lei era da
sola di fronte, e tanta gente enlla stanza a guardare, tutto intorno.
“Che
senso ha, vorrei sapere, il mio essere qui se poi continuate a fare i
migliori, quando siete schifo come là fuori. Se fosse stato
il
contrario, se lo schifo fosse stato là fuori e avreste
dimostrato davvero differenze sostanziali, allora sarei stata contente
per quei due. Ma se esistete davvero e siete questo..:" detto con molti
disgusto "allora per me potete crogiolarvi in questa latrina. Non
è molto diversa dall'altra...”
Avendo
un mentello nero come quello che le piaceva, che nascondeva il suo
volerli strangolare uno per uno e mozzicarli sul collo, tenne a freno
le mani, raccolte a formare un triangolo.
Mentre
quelli ribattevano, erano entrate delle persone e Lia fece un gesto con
la testa stizzito e si voltò per avviarsi alla sua destra,
poichè la porta era là, finchè non si
fermò. La gente che era entrata pareva dover dire o fare
qualcosa, ma lei restò di sasso vedendo uno di essi. CHiuse
gli
occhi in uno strano modo e dopo aver fatto un respirò li
riaprì. vedendo che anche Lui lo aveva fatto. Lo
fissò
così gelidamente che il silenzio era più rumoroso
di
mille parole. Poi
gli disse qualcosa, che solo lui capì, in una lingua e fece
dietrofront verso una porta-finestra che dava un giardino.Prima
che potesse dire qualcosa, lei agì di testa sua e senza dar
conto a nessuno, mentre Lui la seguiva per aver compreso il "vieni con
me".
La seguì, metnre la gente restava incerta a guardare.
Alcuni passi otlre, verso quel giaridnetto, lei restò a
dargli la schiena mentre Lui no nsapeva che dire.
DOpo
che lei restò ferma qualche minuto, si voltò
verso di Lui
con un atteggiamento di negatività. Due erano stati mandati
a
riprenderla, ma lei era ferma a discutere in qualche lingua con lui,
che rispondeva. Parevano conoscersi, seppur lui non era con quelli che
l'avevano presa. Quando uno dei due le chiese in inglese di tornare
dentro, perchè aveva mancato di rispetto agli ospiti, lei
disse
tr ai denti qualche altra cosa a Lui e prese l'arma al fianco di uno
dei due, puntandogliela contro.
Era una spada corta, pareva come quelle militari più per
cerimonia che altro, che loro tenevano per le loro consuetudini.
Lia continuò a parlare tenendola alzata verso di lui,
finchè non cercò di colpirlo con la stessa, come
se
sapesse usarla. Fece varie mosse, mentre Lui schivava solo e cercava di
parlare. Anche Lui aveva le armi ma non le sfoderava, ma urlava
qualcosa in qualche lingua strana. Di
colpo lei si fermò, come se avesse udito qualcosa che la
fece
imbestialire di più e prese l'arma, e dopo averlo guardato
con
disgusto vero, la buttò a terra in un certo modo, come se
avesse
un significato il come, e tornò dentro a passo come
militare,
con il mento in alto, lasciandolo dove era.
Appena tornò dentro e fece qualche passo oltre la soglia,
Lui tentò ancora di parlarle. Dopo
aver squadrato con altrettanto schifo la gente dietro il tavolo che
parlava offesa per averli lasciati come allocchi, fece un mezzo giro
verso di Lui, sputò a terra e dopo averlo guardato negli
occhi,
disse qualcosa con un odio viscerale e si incamminò
altezzosa,
col mento in alto, guardando davanti, avviandosi verso l'uscita. Alcuni
si misero davanti come a fermarla, lei fece un bel respiro alzando il
petto e disse come una minaccia "intralciami ancora i lcammino e ti
apro la pancia, ti strappo le budella e ti ci strozzo. E poi lo faccio
al tuo amico qui" parlando del'altro al suo fianco, fissando in un
certo modo il tizio che aveva affrontato. Lia
si svegliò di colpo agitata. La sveglia suonava e si era
accorta
che era di nuovo un altro sogno, un sogno slegato dagli altri. Se negli
altri cèrano Milan e gli altri ma mischiati a persone del
suo
passato, qui cèrano solo i due che conoscevano, quelli che
loro
volevano incontrare e sempre qualcuno che lei sembrava conoscere.
"Ancora. Ancora faccio sogni come a casa dove tutto ha sempre quella
fine! Devo ancora sognare persone che voglio cancellare!"
urlò
stringendo i pugni, per poi alzarsi per prepararsi.
Lia
si trovava nella stanza con quella gentaglia, con Zay e Ric. Si erano
decisi ad accoglierli nel loro magnifico villaggio? Accettati un paio
de marron glassè, pensò, visto che erano sempre trattati
con le pinze, e pure quella gente si era permessa di prendere Lia e
parlarle per sapere cosa voleva fare rispetto a quei due.
"Ritengo
che sia stato solo per quei due, e non certo per un vostro vivo
interesse, pertanto il mio essere qui non ha alcun senso, e penso che
lo capiate anche voi. A che pro? Io sono solo l'amica, l'arbitro per
trattare con lei quando avrei voluto mettervi una bolba sotto le sedie
e farvi volare come fanno gli idioti nei giardini contro gli scaraggi!
QUindi, con permesso, io me ne torno nella fogna da cui mi avete presa
perchè, tra i due mali, preferisco il vecchio" guardandoli col
mento alzato e gli occhi abbassati su quelle facce, dietro quel lungo
tavolo. Quei
tacchini stavano vestiti da snob dietro quel tavolo, mentre lei era da
sola di fronte, e tanta gente enlla stanza a guardare, tutto intorno.
“Che
senso ha, vorrei sapere, il mio essere qui se poi continuate a fare i
migliori, quando siete schifo come là fuori. Se fosse stato il
contrario, se lo schifo fosse stato là fuori e avreste
dimostrato davvero differenze sostanziali, allora sarei stata contente
per quei due. Ma se esistete davvero e siete questo..:" detto con molti
disgusto "allora per me potete crogiolarvi in questa latrina. Non
è molto diversa dall'altra...”
Avendo
un mentello nero come quello che le piaceva, che nascondeva il suo
volerli strangolare uno per uno e mozzicarli sul collo, tenne a freno
le mani, raccolte a formare un triangolo.
Mentre
quelli ribattevano, erano entrate delle persone e Lia fece un gesto con
la testa stizzito e si voltò per avviarsi alla sua destra,
poichè la porta era là, finchè non si
fermò. La gente che era entrata pareva dover dire o fare
qualcosa, ma lei restò di sasso vedendo uno di essi. CHiuse gli
occhi in uno strano modo e dopo aver fatto un respirò li
riaprì. vedendo che anche Lui lo aveva fatto. Lo fissò
così gelidamente che il silenzio era più rumoroso di
mille parole. Poi
gli disse qualcosa, che solo lui capì, in una lingua e fece
dietrofront verso una porta-finestra che dava un giardino.Prima
che potesse dire qualcosa, lei agì di testa sua e senza dar
conto a nessuno, mentre Lui la seguiva per aver compreso il "vieni con
me".
La seguì, metnre la gente restava incerta a guardare.
Alcuni passi otlre, verso quel giaridnetto, lei restò a dargli la schiena mentre Lui no nsapeva che dire.
DOpo
che lei restò ferma qualche minuto, si voltò verso di Lui
con un atteggiamento di negatività. Due erano stati mandati a
riprenderla, ma lei era ferma a discutere in qualche lingua con lui,
che rispondeva. Parevano conoscersi, seppur lui non era con quelli che
l'avevano presa. Quando uno dei due le chiese in inglese di tornare
dentro, perchè aveva mancato di rispetto agli ospiti, lei disse
tr ai denti qualche altra cosa a Lui e prese l'arma al fianco di uno
dei due, puntandogliela contro.
Era una spada corta, pareva come quelle militari più per cerimonia che altro, che loro tenevano per le loro consuetudini.
Lia continuò a parlare tenendola alzata verso di lui,
finchè non cercò di colpirlo con la stessa, come se
sapesse usarla. Fece varie mosse, mentre Lui schivava solo e cercava di
parlare. Anche Lui aveva le armi ma non le sfoderava, ma urlava
qualcosa in qualche lingua strana. Di
colpo lei si fermò, come se avesse udito qualcosa che la fece
imbestialire di più e prese l'arma, e dopo averlo guardato con
disgusto vero, la buttò a terra in un certo modo, come se avesse
un significato il come, e tornò dentro a passo come militare,
con il mento in alto, lasciandolo dove era.
Appena tornò dentro e fece qualche passo oltre la soglia, Lui tentò ancora di parlarle. Dopo
aver squadrato con altrettanto schifo la gente dietro il tavolo che
parlava offesa per averli lasciati come allocchi, fece un mezzo giro
verso di Lui, sputò a terra e dopo averlo guardato negli occhi,
disse qualcosa con un odio viscerale e si incamminò altezzosa,
col mento in alto, guardando davanti, avviandosi verso l'uscita. Alcuni
si misero davanti come a fermarla, lei fece un bel respiro alzando il
petto e disse come una minaccia "intralciami ancora i lcammino e ti
apro la pancia, ti strappo le budella e ti ci strozzo. E poi lo faccio
al tuo amico qui" parlando del'altro al suo fianco, fissando in un
certo modo il tizio che aveva affrontato. Lia
si svegliò di colpo agitata. La sveglia suonava e si era accorta
che era di nuovo un altro sogno, un sogno slegato dagli altri. Se negli
altri cèrano Milan e gli altri ma mischiati a persone del suo
passato, qui cèrano solo i due che conoscevano, quelli che loro
volevano incontrare e sempre qualcuno che lei sembrava conoscere.
"Ancora. Ancora faccio sogni come a casa dove tutto ha sempre quella
fine! Devo ancora sognare persone che voglio cancellare!" urlò
stringendo i pugni, per poi alzarsi per prepararsi.
Milan
raggiunse Lia, poggiata con un gomito su una pila di casse, con il
mento sostenuto dalla mano, che seguiva le fasi si sgombero delle zone
dei Vecchi, per quella che sarebbe diventata la Fattoria. La zona
anteriore dello Chateau era diventato a macchia di leopardo, una sorta
di zona camping con tanto di tende, recinti per animali, fosse che
ospitavano le ghiacciaie naturali e tutto ciò che gli
appateneva, prendendo un sacco di spazio. Seppur
un'aera enorme, con la distanza tra cancello d'ingresso e portone di
più di un chilometro, era come veramente, un campo rom nelle
periferie. I
Vecchi avevano accettato di buon grado la nuova sistemazione, invece
della tendopoli individuale qua e là, dove cèra
l'erba,erano felici di un posto dove vivere come si erano
abituati nei decenni nei paesi odve erano finiti, ma in un edificio
grande come una fattoria americana. Il nuovo edificio era
così
grande, con tutto lo spazio per coltivazioni e animali, che non fecero
questioni su stanze singole sotto lo stesso tetto. Molti
erano diventati parte dei villaggi o settori nei paesi dove avevano
lavorato, conoscendo varie persone, integrandosi, parlando quelle
lingue e facendo varie cose in cambio di altro. Era
così che aveva ottenuto animali e piante che fruttavano
derivati, che si erano portati quando Milan li aveva abbordati per
averli tra i usoi. Dopo
decenni, alcuni erano quasi arrivati al congedo per
anzianità di
servizio, richiamati a casa, lasciando quei luoghi. Il loro problema
era che, una volta non più operativi ma comuni civili, si
sarebbero dovuti sobbarcare i problemi di una vita a cui non erano
più abituati. Di un mondo moderno e frenetico, totalmente
l'opposto di quello dei paesi dove avevano lavorato, seppur con
guerre, richiedendo un prolungamento degli anni per loro
competenze e capacità. Questo però comportava una
situaizone a loro sfavorevole. NOn rientravano più in un
certo
senso nella questione dei gradi, avevano la loro posizione guadagnata
negli anni, ma i superiori di solito venivano decisi e cambiati
rispetto a loro, e a cui dovevano rispetto e tutto quanto. MOlto
più giovani di solito, di vedute differenti, che vietavano
loro
interazioni, commerci, lavoretti per la gente del posto di cui
ottenevano la fiducia. Come
ad esempio in Vietnam, era capitato che molti ufficiali come soldati
semplici, erano riusciti a fare una sorta di comunella con gli
indigeni, scambiando favori, lavori, situazioni.
Integrandosi.
Trovandosi poi in patria totalmente fuori posto. Molte
persone dei paesi di primo e secondo mondo, non sapevano come andavano
certe cose in quei posti dove guerra, conflitti, scontri diplomatici
creavano un dissesto sociale. E non riuscivano ad aiutarli ad
integrarsi, portandoli così a tornare o restare
là
direttamente. Purchè no nsi ritrovassero tra la malavita o
simili. Molti veterani non erano finiti affatto bene. Inoltre
si sentivano più necessari là dove avevano
vissuto anni,
dove la gente comune di varie classi sociali, aveva bisogno di aiuto
per recuperare oggetti dalla casa in zone bombardate, distrutte, in
pieno conflitto di fazioni. Ricercare persone. Protezione o altri
lavori. Molti avevano il compito di pacificatori o intermediari,
situazioni dove erano esperti a pagamento per varie questioni.
Diventando i contatti di quei luoghi, vivendoci per molto tempo, erano
i punti chiave delle squadre che stazionavano in punti specifici, e
avevano bisogno di loro per conoscere ogni cosa non fruiibile dalle
loro informazioni. E
molte volte operavano come le questioni per la popolazione, di
nascosto, creandosi agganci che molte volte non erano conosciuti dai
reparti di cui facevano parte. Erano
però stati scelti da Milan anche perchè
non erano
quelli che facevano della loro posizione un modo per arricchirsi,
agendo negativamente. Ottevano un compenso pulito, non come chi per
arricchirsi come altri trattavano droga o pietre preziose
prese
sulle spalle di altri o commerci in nero, ma come un giusto contributo
per il tempo messo a disposizione. Milan li aveva voluti, riuscendo a
ottenere il loro consenso a dare le dimissioni e andarsene con lui,
solo portandosi le loro cose. Le tende se no vivevano in altre
costruzioni, alcuni oggetti, le loro apparecchiature, costruite o
comprare/ottenute con queie
gli animali. Si,
perchè alcuni di loro ricevevano anche promesse come
prodotti
giornalieri di orti o animali che avevano o gli davano proprio degli
animali come pagamento. Diversamente dai paesi di primo mondo, in molte
zone asiatiche o africane/arabe erano importanti gli animali,
perchè avevano un valore, erano la sussistenza monetaria per
i
loro derivati o prorio di cibo. E
qeugli uomini dopo anni e anni erano così abituati a
prodotti
freschissimi e a certi cibi, che avevano preferito portarsi gli animali
e tutto ciò che avevano che accettare del cibo moderno che
perloro ormai non sapeva di nulla. Come il caffè. Tantissimo
uomini si facevano il caffè alla araba, alla turca, con
quelle
caffetterie come lattiere con manico, ma poggiare con la bevanda su
braci attendendo la temperatura giusta, o con le caffetterie arabe con
i colli a cigno e disegni straordinari. E
siccome Lia stessa aveva iniziato ad odiare certi cibi precotti
militari, perchè senza sapore e avendo mangiato sempre male
in
passato, aveva voluto proporre a Milan l'autoproduzione,di energia
elettrica e poi di cibo, rimettendo in funzone la cucina. Quegli uomini
erano abituati a vivere e trattare gli animali, molti avevano sia prima
che dopo l'arrivo allo Chateau, degli orticelli propri, perfino delle
celle frigorifere di permafrost. Avevano ottenuto abilità
dal
loro vivere tra quelle persone, per cui erano in grado di fare letti,
partendo da legno e rotoli di strisce di tessuto per serrande per fare
una rete.Crearsi da sole le cose, preparare tutto all'araba come
dicevano... Era così che loro facevano e dormivano.
Ed
essendo i Vecchi, quindi non più operativi per
l'età,
erano addestratori, strateghi, esperti che supportavano Milan dalla
sala.
"Sembra
che siano contenti del cambiamento..."
Alle
sue spalle apparve Milan, con un completo blu scuro con revers in raso
più chiaro. I capelli erano legati bassi, frangia indietro
pure,
con una treccia sottile sulla spalla. Lia lo degnò di uno
sguardo appena, tornando a guardare i lavori.
"Non
capirò ancora questo posto e come tu lo vorresti..."
"Voglio
una Comune. Persone con addestramento militare che non dimentichino mai
quanto hanno appreso, che restino sempre degli specialisti ma che
vivano in un ambiente meno... degradante moralmente. Una
comunità di militari, umani e non bestie come gli altri, che
vede l'umanità come qualcosa da preservare, non distruggere
indiscriminatamnete..."
"Tu
lo capisci che ancora adesso mi sembra parecchio difficile,
ciò... vero? Non riesco a immaginarmi gente del genere,
ossia
militari che hanno vissuto in un certo modo, far parte di una
comunità... umana! Militari! In una Comune! Ma... contento
tu!"
"Detto
da colei che è diversa dalle altre..:" ricevendo
un'occhiataccia, non alzando il mento dalla mano, ancora col gomito
poggiato "Non mi guardare così, non ti amalgami, sei fuori
dal
coro, in modo positivo e intendo per fortuna nostra, sei una persona
che si interroga sempre e ragiona laddove gli altri vanno avanti come
pecore. Ed è quello che voglio. Io non ho mai voluto
elementi
scemi che seguissero lgi ordini ciecamente, ma pensassero e sapessero
fare il proprio lavoro agendo con la testa in base alle situazioni, e
non come automi. Che mi dicessero apertamnte cosa non andava e le loro
idee, proposte... Quello che gli altri gruppi militari vogliono sono
elementi che stanno fermi ad attendere ordini e non fanno nulla, devono
essere gelidi ed efficienti..."
"Si,
come gli ideali militari dei romani, lo so già"
"Esatto...
e dici a me che è assurdo questo mio progetto? Che voglio
individui specializzati che contrastino i militari o pseudo tali che
devastano certi paesi, avversare con?"
"Dico
solo che per esperienza non è facile cambiare le persone.
Che
sia il loro cuore per i loro pregiudizi, cose insite in loro messe
dagli adulti mentre crescevano. Credi davvero che sia facile cambiare
quei militari che raccatti in giro in persone che contrastino Bestie?
Mi auguro per te che sia così!"
"Sei
qui da alcune settimane, giusto per restare in tema, e ho notato che
hai... iniziato a provvedere a far sentire su di loro quel che facevano
agli altri. Intendo assassini, stupratori, pedofili, gente che non fa
queste cose direttamente ma che prende, rapisce, commercia in persone
innocenti, facendogli accadere cose dandole a quei soggetti di prima...
per come voglio il mondo nuovo, trovo una sorta di occhio per occhio un
pò negativo... ma capisco il tuo punto di vista. Dopo aver
visto
e sofferto a causa degli stronzi prima, e cosa hai viso qui con noi,
hai ritenuto che fosse ora di non aspettare la Legge ma agevolarla...
ma era necessario fare cosa hai fatto con quei soggettini?"
"Ti
stai lamentando? Se dici che non devo più farlo, non lo
farò! Ma quella merda umana resterà a rovinare le
persone
e la società..."
"E'
che..:" fece lui, abbottonandosi la giacca, stando lontano da spigoli
che potessero rovinarla "chiedere prima a Madame Lalique nomi e e modi
di trovare certi elementi che potessi, diciamo, unire in un gruppo per
la Caccia..."
"l'idea
mi è venuta da quella sera al Grove per le cerimonie del Dio
Gufo... cosa rende ciò che faccio diverso da cosa fanno
loro? E
il tuo lavoro per loro?"
"Lo
capisco, ma come per tutto, loro sono solo un gradino per continuare a
raggiungere cosa desidero creare. Ma non è un pò
troppo... non riesco adesso a trovare la parola esatta, per descrivere
il gruppo di personcine che ridanno a chi fa cose contro innocenti,
quel che hanno fatto?"
"..."
"Per
quanto io sia un militare, come gli altri che sono qui, posso
lamentarmi del tuo modo di fare, per spingerli a superare i limiti?
Potresti evitare di mostrare loro video e Lezioni parecchio...
disturbanti anche per lo stomaco, solo per spingerli a ragionare e
capire i loro errori o il fatto che..."
"Milan,
di cosa ti stai lamentando! Sono militari che sono stati addestrati a
tutto. Alcuni di loro hanno fatto addestramento in zone specifiche
uccidendo e bevendo sangue di serpenti, imparando come nuotare senza
sforzo trattanendo il respiro nel modo migliore per sopravvivere...
Hanno fatto e visto di tutto, secondo le loro schede che ho spulciato e
trovo assurdo che trovino schifoso e inguardabile un parto o il mio
voler far soffrire chi ha fatto soffrire, vedendo come me come
negativa! Molti video che ho loro proposto era per verificare anche lo
stomaco che avevano in certe situazioni oltre che rimetterli al loro
posto, visto che non fanno altro che vedermi come più debole
e
vulnerabile di loro... Tu stesso anche per la visualizzazione e
l'impianto virtuale, hai detto di dar corpo ai miei incubi..."
"Lo
capisco! Ma non è un tantino eccessivo che gli stupratori,
qualsiasi, siano presi e letteralmente violati da gay enormi,
facendogli passare l'inferno che hanno creato alle loro vittime,
osservandogli, in un ambiente creato apposta nella Maison Close di
Madame Lalique, con degli spettatori? O i pedofili, tramite
video
e l'impianto che abbiamo, che assistono a un finto abuso delle persone
a cui tengono, ed è solo l'inizio perchè poi
sarò
il peggio per loro? Era davvero necessario per i venditori e rapitori
di persone che poi rivendono, fregandosene di cosa capita loro,
preparare un finto rapimento dei loro familiari e anche lì,
imitare su questi quello che capita a chi vendono e usare per fare
quadagno? Peggio, il terrore psicologico che hai usato... O spacciatori
della peggior risma, e non i pesci piccoli ma proprio di compra e
distribuisce, far provare dei finti overdose, facendogli credere che
stanno morendo e fingendo ancora che sono stati rianimati, e via
così varie volte... per non parlare di tante altre cose che
hai
fatto con quella gente che hai assunto come boia moderni. Anche quei
quattro che ho sempre chiamato..."
"Boia...
non muore nessuno, io non uccido! E... Tegel e gli altri, nonostante i
loro difetti, non erano convinti di agire in questa maniera ma quando
ho mostrato loro cosa avevano fatto, le prove nude e crude, si sono
convinti. Anche cosa hanno subito per i loro problemi genetici. Ho
detto loro che nonostante li avessero addititati come mostri e fossero
migliori e giusti delle merde in quella società schifosa,
era
arrivato il momento di gettare nella fogna lo schifo della
società e loor erano le mie mani supplementari. Che lo
facessero
per loro, per quelli come loro e tutti quelli che soffrivano....
Vendicare quei bambini, donne, innocenti, tutti quelli che erano finiti
nelle loro mani e non avrebbero mai avuto possibilità di
nulla.
Senza tomba, senza ricordo di loro... dove la Giustizia non arriva, ho
detto loro che ci siamo noi. Le nuove leggi sono tutti pro delinquenti,
diritti e considerazione per la feccia. Certo, questo era stato fatto
per evitare che un innocente subisse lo schifo, il problema
è
che ne beneficiano quelle merdacce e la passano liscia sempre e sempre.
Ora basta! Ho subito sempre e sempre calando la testa e quando dicendo,
stufa, quanto facessero schifo, passavo per tutti come la peggiore, io,
giudicata e cazziata mentre quella feccia erano i vessati. Ora basta,
quello che sono adesso, è cosa è nato, creato, da
tutti
loro. Io, quella che sono, è il risultato dello schifo che
loro
hanno permesso, nato dalle azioni e parole negative. E' ora che
paghino!"
"Anche
chi ti ha fatto del male, facendoti diventare questo?"
"..."
guardandolo di nuovo "non infilare il dito nella piaga,
perchè
se mi gira gliela farò pagare a mio piacimento! E per come
sono
adesso, lo faccio, come osservo cosa subiscono quella gentaglia"
"Quello
che mi domando è... perchè resti a guardare..."
"...
perchè così come ho io giudico e faccio punire,
come una
colpa, devo guardare perchè è giusto
così! Sono
già sporca, a questo punto che osservi cosa ho fatto e sia
da
conseguenza per me perchè mi ricordi il peso di certe cose.
E
anche perchè mi ricordi che quello che loro subiscono
è
un millesimo in realtà di cosa hanno patito i poveri
disgraziati
che hanno condannato, che fossero morti o il risultato, se vivi, di
cosa hanno vissuto e vivono ancora. Voglio vederli nella loro agonia e
sperare che fin nell'anima soffrano almeno un decimo di quanto
meritano. Se Tegel e gli altri tre, più Aeagaon e quelli che
ho
assunto, visto che me lo hai lasciato fare, sfogano le loro perversioni
su quella feccia... me ne prendo la responsabilità. Non
muore
nessuno, non come nel Grove, ma so cosa faccia e significa..."
"Come
dici sempre, non possono cambiare, vero?"
"Se
tu riuscirai a cambiare quegli orsi, ben venga..." indicando gli uomini
che lavoravano "Ma fin a prova contraria la feccia che acchiappo
tramite quelli che ho assunto, e cosa gli succede come punizione,
non li cambierà e sai perchè?
Perchè quelli
non cambiano. Sai, è interessante vederli assistere a finte
sevizie a finti loro parenti, urlare che non è corretto,
giusto,
che sono innocenti, che siamo animali a fare queste cose per punire
lui, mentre quelli che hanno distrutto psicologicamente o con la
vita... chi se ne frega. Sono altri! Non parenti. Chi se ne frega se
succede quacosa a estranei e ci si guadagna pure. Non valgono ninete!"
"...Abbiamo
imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, a fare
miracoli con la medicina, ma non abbiamo imparato la semplice arte di
vivere come fratelli, come fossimo di primo sangue..."
"Già"
gli rispose lei amaramente "comprendo il vostro concetto di primo
sangue, nel senso in linea familiare, o di secondo sangue, come
fratelli di umanità. Ma le persone ancora non sono cambiate
abbastanza con le generazioni da accettare subito come me questa cosa.
Io non ho mai visto differenze, che fossero rom, africani, arabi,
asiatici e via dicendo. Per me tutti sono persone. Ho sempre provato
schifo per tutti quelli intorno a me che dicevano puttana o battona a
qualunque donna, che fosse libera sessualmente o che facesse quel
lavoro davvero, fregandosene se erano costrette. Come fosse una loro
colpa quella di doversi dare per dei soldi, senza pensare al loro
vissuto e al perchè! Per me erano donne libere e povere
disgraziate sfruttate. Persone per me erano tutti senza distinzioni,
tranne chi commetteva cose orribili, quelli sono sempre state Bestie.
Ma si sa, le società da un certo momento con la religioni
che
ancora ci sono regrediscono... e cè un dislivello e
categorizzazione pazzeschi!"
"ne
so qualcosa, a partire dai capelli. Ancora ci sono alcune persone che
mi chiedono come mai così lunghi, perchè
è
concezione che il maschio li debba avere corti e basta. Massimo fin
sopra le orecchie. Ma come dico sempre, se anche nel maschio i capelli
allungano senza freni, perchè se stanno bene come a me, non
averli lunghi?"
"Si,
so bene anche che hai qualche concezione un pò particolare,
e
intendo fuori dal fatto dei capelli. Anche io lo credo, infatti non mi
sono fatti questioni o problemi per i tuoi e per quelli degli uomini
anche più lunghi dei miei. Solo che... cavolo, li avete
più belli dei miei!" ridendo insieme, ricondando quando
all'inizio a quelli che li avevano lunghi, lei si lamnetava apertamente
davanti a tutti che non capiva come loro potessero averli
così
fantastici.
Di
colpo si udirono dei fischi, che provenivano da fonti diverse.
Lia
ricordava quando vi fu una riunione per cambiare le cose allo Chateau,
e a un punto voluto da Milan sul togliere gli allarmi sonori. Disse che
gli allarmi comuni lo irratavano. Fastidiosi, snervanti, che mettevano
più agitazione che altro. per questo voleva, come per altre
cose, avvisi di stampo antico e che loro capissero. Fischietti
in osso scolpito, di lunghezza diversa e quindi in base ad essa, i fori
e come usarli, si otteneva un avviso specifico già definito.
Di
colore beige e marrone, erano ricavati proprio da ossa o corna degli
animali, che già avevano i Vecchi perchè
dell'animale non
si buttava via niente che dalle regole della fattoria di riusare tutto.
Lunghi un pollice più larghi e decorati o più di
un dito
di uomo e sottili, il suono era più pastoso, caldo e
profondo,
quelli grossi fatti dalle corna, per avvisi a lunghe distanze. Fischietti
militari napoleonici o da caccia, trovati come altri oggetti antichi e
restaurati, sembravano quasi dei ditali. Lunghi e larghi un pollice,
erano formati dall'anello per legarli a cui seguiva una cupoletta come
cassa per il suono, un torchone e la parte del corpo del fischietto che
ospitava lo sfiatatoio e il bocchino. Avevano decorazioni in rilievo
che richiavano spirali e foglie e come delle foglie che sembrano anche
fiammelle al centro dietro e davanti, mentre gli altri disegni
arricchievano l'oggetto. Il suono era più acuto, penetrante,
anche gazie all'antico metallo più puro e di
qualità
dell'epoca dei moderni, capace di formare segnali a morse
più
fattibili e facili.
Avevano
comprato ovunque oggetti d'arredo, mobilio, antica oggetistica varia da
restaurare ed usare e quelli erano parte del bottino. Sempre di
più la gente non capiva il valore di certi oggetti e nei
mercatini, siti di vendita in seconda mano o rispondendo ad annunci di
sgombero case in inghilterra e Francia, avevano rinvenuto tesori di
valore non per il denaro, ma per la qualità e condizioni.
Legni come quelli antichi ve ne erano sempre meno, i mobili
moderni degli ultimi sessant'anni, se fatti a macchina, erano da
frammenti di legno e colla, che non resistevano molto. Leggeri e di
poca durabilità, legni masselli antichi, uniti alle
lavorazioni
a mano di veri artigiani erano trovabili a poco prezzo. Gli
arredi moderni avevano tolto tutta la grandiosità dell'uomo
di
rendere un pezzo di legno vero, un gioiello immortale. ormai tutti i
mobili in mano a ignoranti erano finiti nelle discariche o
come
aveva scoperto, rotti e venduti come legna da ardere o divenuti
trucioli. Una grandite perdita sia per Milan che per Lia e gl ialtri
che li volevano. Con il cambio delle stanze e camerate, erano stati
tolti i supporti per le mini cucine che le facevano sembrare delle
celle che camerate, e visto l'edificio e l'ambiente caldo e invitante
che davano i mobili veri e ben fatti, molti si erano creati delle
stanzette niente male. Che fossero a solo, che in camerate di quattro o
sei persone. Era
accaduto che in base ai gusti, le camere singole avevano un aspetto che
rispecchiava chi le occupava, le camerate invece di sterili e fredde
come uno se le apsettava piene di mobili in ferro grigio,erano
accoglienti con mobiletti e comodini a gusto di ogni singolo uomo di
qualunque materiale e colore. Seppur diversi tra loro, ognuno si era
fatto il suo stile personale nel suo angolinoaccanto al letto,
eliminando i moderni industriali. Questo era dovuto alle Lezioni che
spiegavano come riconoscere i materiali, quasi erano i migliori in
termini di denaro e tempo, valore monetario ma anche di pregio. Ed
era anche legato all'introduzione delle botteghe per
riprendere i
vecchi mestieri, valorizzare la riparazione e restauro e non gettare
materiali veramente di qualità che ormai non si trovavano
più.Riuso, preservazione, considerazione della
qualità e
dellalbiente. Come il legno. I
legni dell'ultimo mezzo secolo erano impiegati nel campo industriale
del mobile erano tutti truciolati compositi in colle o legni masselli,
quindni pieni e veri, ma di alberi troppo giovani, da coltivazione
programmate e controllate a rapida crescita. Teneri e facilmente
lavorabili si prestano molto bene per arredi semplici ed economici, ma
proprio per la troppa tenerezza possono pregiudicare la
qualità
nel tempo. Come detto nelle Lezioni, la densità
e la
durezza erano la chiave per la resistenza del materiale, sia per cambi
climatici, umidità e lo scorrere degli anni come l'utilizzo.
E
lo si riscontrava mettendo a confronto un mobile in legno giovane degli
ultimi sessant'anni contro uno di un secolo prima, guardando la pasta e
i cerchi. Nel legno porosità, l'anellatura, ossia gli anelli
con
il loro spessore, la quantità ed eventuale caratteristica
della
polpa risultante al tocco o strumenti erano indice di
qualità o
meno per un lavoro, in base risultato e per quanto tempo dovesse
durare. Un legno massello insomma moderno non è per davvero
quello che veniva decantato, per ninete. Ecco
perchè ricercarono veri mobili in vero legno e in stili e
qualità per sistemare la nuovacome
la chiamavano, che volevano far tornare allo splendore, in chiave
più attuale. Per rendere vivibile un luogo, diceva Lia, non
era
necessario mettere quegli sterili mobili semplicistici squadrati, che
sembravano per ogni marca tutti uguali con materiali scadenti. Toccare
mobili antichi era qualcosa che no nsi poteva più snetire
con i
nuovi, dicevano molti estimatori . Ma
prendere il mobile giusto, lavorato nel modo modo giusto ma mani
esperte, assmebrando con altri un ambiente non opprimente ma
accogliente. i vecchi mobili se usati bene, accostati bene in uno
spazio adatto a loro, potevano rendere attuale e non vecchio o
pacchiano una casa abitabile in quell'anno come cinque anno dopo e
ancora e ancora. Inoltre
avevano recuperato che avessero ancora una bottega che si fossero
ritirati, i migliori artigiani ancora esistenti, quindi non solo
viventi ma fossero davvero bravi nel loro mestiere manuale e
tramandatoda generazioni e ormai perduto, perchè istruissero
dietro pagamento gli uomini che non volevano essere ancora militari,
che volessero esserlo ancora ma anche fare cosa gli piaceva
che
gli uomini della Raccolta, persone che vivevano per strada
letteralmente che dietro ricerche sul campo e delle informazioni che
trovavano erano persone che avevano una vita con dei mestieri prima e a
cui volevano dare una Mano, perchè avessero la chance che la
società non dava loro, ridargli digniità e lacome
la chiamaa Lia, ossia quando aiuti qualcuno ad alzarsi tirandolo dopo
avergli dato la mano, che gli serviva per rimettersi in piedi. Solo che
accadeva nell'organizzazione, dove restavano accettando i termini della
proposta. Diventavano parte della comunità, mettevano a
frutto
la loro vita precedente o ne creavano una nuova, con una occupazione
che li facesse risentire vivi, con sogni, desideri e speranze che
avevano perso là fuori. Rinascendo
e facendo rinascere cosa stava morendo.
I
veri artigiani e artisti davano al legno, metallo e ogni materiale il
pregio giusto per essere atuale sempre, ripeteva quando vedeva
però Milan adocchiare sempre la pacchianeria del barocco o
l'eccesso dello stile impero. Era per questo che quegli stili stavano
dove stavano, dove erano sue stanze preferite. E
quando stava troppo tempo in quelle stanze, si buttava disperata urlando-ho
la glicemia a mille aiuto.troppo troppo=""-facendo
ridere Milan perchè di contro trovava i mobili che piacevano
a
lei troppo semplici seppur molto cesellati e incisi, e il color legno
poco interessante. Cèrano cose come la gente che si
sbaciucchiava o mostrava troppo affetto ogli stili con troppo oro,
effetto barocco e cose puffose come le definiva lei, ossia l'effetto
tessuto ibottito tipico di alcuni mobili, veramente esagerato e troppoda
stufarla dopo poco. Solo il letto di Milan con le piume aveva il suo
interesse, e appena saputo che non cèra stato con nessuna,
aveva
chiesto se poteva stare sul copriletto per leggere, giocare o parlare
e se non dava fastidio. Odiava tantissimo i tappetti che a
lui
piacevano pelosissmi, puffosi e camdidi. Peggio se con decori in oro. Avevano
gusti agli antipodi ma adavano d'accordo, seppur lei si fidasse poco
delle manie di Milan di lasciarsi tirare dalla gente che prometteva
certe cose.
Le
botteghe nella sezione centrale delle nuove ale,avevano iniziato a
preparare e risistemare mobili rovinati proprio per riusarli in maniera
più ariosa e meno rigida, come erano stati pensati. Non
svilendo
il lavoro dell'artigiano demolendo il suo lavoro come facevano imoderni
che sverniciavano, toglievano e dipingevano con colori moderni orrendi
di bianco e azzurro cipria, piccoli capolavori devastati, ma smontando
per controllare lo stato di colle e viti o chiodi, staccando con
attenzione rilievi e decori e rimettendoli in modo da essere meno
severi ma esteticamente belli a qualunque tempo, senza distruggere ne
rovinare. Mantenendo colori naturali senza gli artificiali moderni. Ma
con colori appositi per legno se scurire o trattare se schiarli un
pò e laccare ove necessario. Invece
avevano scoperto che molti mobili antichi erano finiti in mano di
invasati che si erano improvvisati artisti del recupero, che avevano
letteralmente devastato mobili di pregio in oscenità dai
colori
orribili, spacciandoli per restauri moderni. Era
capitato che Milan si era fatto accompagnare da Lia in un luogo a
parigi, dove il precedente proprietario dei mobili che cercavano aveva
venduto, per recuperarli anche pagandoli di più. Aveva
dovuto
con Jd quasi fermare Lia dal voler strangolare la tizia, perche aveva
dipinto di pittura pesante rosa cipria dei mobili in stile impero,
raschiando fasce a rilievo e rivendendoli come arredo da riciclo
creativo. Cèra quasi il terrore che la tizia
chiamasse la
polizia per la sfuriata di Lia per aver visto, mostrati con orgoglio,
la devastazione vera e propria di qualcosa che nel mercato dell'antico
aveva un valore di un certo rilievo. Sopratutto
per persone come lei, Milan e altri che li ricercavano per tutti i
pregi che avevano era un peccato vedere lo scempio nel quale erano
ridotti in mano a certa gente. Vederli rosa polvere, con i segni delle
pennellate, con le fasce prima in oro scartavetrate togliendo il lavoro
di scalpello, le ex colonne con decori a foglia in oro lisciate anche
quelle, le bordature finemente incise con specifici disegni
piccolissimi da minuzioso lavoro... tutto eliminato per fare tutto
rosa, spacciato per moderno, sotto strati e strati di pittura
moderna orribile con alcuni disegnini fatti con stencil a spugna. Il
crimine che salì a Lia stava per ammazzare una idiota
precisa,
ignorante e rozza, visto che per al'accumulo di ricerche che facevano
scoprivano che tutti i mobili che erano messi in vendita erano stati
rotti, spaccati, divelti, venduti per bruciare in forni che
era
pure illegale, ridotti truciolati o in mani di vandale come quella
tizia. Lia
odiava chi buttava, rompeva, distruggeva le cose senza vero motivo, non
capendone i valori, non uno ma molti, di oggetti antichi.
Perchè
come diceva lei, essendo artista e creando con l'argilla artificiale,
ogni oggetto era stato creato da una persona con abilità che
avev atrasmesso all'oggetto, per persone che li vedevano come oggetti
di pregio e ci tenevano, perchè restassero per centinaia di
anni
almeno cose si usava nelle famiglie, lasciandoli in eredità.
E
perchè gli oggetti ben fatti erano quelli fatti a mano, da
persone che sapevano il loro e ci voleva un tornado per romperle. Un
pò come, diceva Jd ridendo, delle lamentele di sua madre e
sua
nonna che si lagnavano degli elettrodomestici nuovi
rimpiangendo
i vecchi, fino a una decina di nani prima, creati per durare e dare
performance per davvero. Non i nuovi con materiali scadenti, che si
rompevano in maniera programmata, erano delicatissimi come il frigo che
si ammaccava o graffiava con ninete, o con forni sempre con problemi,
lavastoviglie da incubo e via dicendo. Non era la stessa cosa, ma ogni
volta che le sentiva lamentarsi di un acquisto andavo a mare, tornando
in famiglia raramente, aveva iniziano a ridere tutto il tmepo che loro
si lamentavano. Lia
diceva che nella spazzatura da vent'anni aveva scoperto, vi erano veri
tesori di pregio per materiali e lavorazione letteralmente nelle
discariche, irrecuperabili. Per far posto a mobili di
qualità
scadente per davvero, fatti a macchina senza anima che duravano se
andava bene poche decine di anni, mentre mobili addirittura di secoli e
secoli erano ancora ottimi e utilizzabili, perfino messi benino, se
sistemati tornavano al meglio, mentre i nuovi appena le colle e
truciolati si gonfiavano, tutto da buttare. E peggio elettrodomestici. E
seppur lei si calmò, metabolizzando come faceva sempre la
stupidità umana come irrecuparibile in intelligenza, aveva
trovato nella riunione in cui discuterono degli allarmi, assurda la
questione di staccare quelli moderni. Infatti Lia prima
guardò
Milan mentre spiegava cosa voleva fare, poi spostò lo
sguardo
verso Jd, poi gli altri, per finire sui Vecchi che ridevano vedendo la
sua espressione. Gli
chiese infatti staccandoli, come voleva sostituirli, visto che tutti
avevano avvisi sonori con quei suoni che lui odiava. E lui aveva
risposto,
-come
facevano gli stiamo adottando anche su tua proposta soluzioni vecchio
la gente nenache ricorda e come dici tu scema le pecore cieche sorde
ora sono ignoranti del prima quante volte abbiamo scovato persone
mettevano foto di oggetti noi conosciuamo per nostra istruzione
personale ripescati in casa loro qualcuno della famiglia o mercatini
non sanno neanchedi cosa tratti mentre si deciso riadattarci a metodi
ocmunicazione lavoro stampo perch li conosce pi sicuri ormai troppo con
telefoni testa programmi che fanno tutto al posto rispolveriamo altro
tutti possono comprendere ilfatto se una sirena un allarme suona pu
significare maggior parte avviso qualche tipo ma istinto gi indicare
dei segnali sonori decisi da antichi avete presente quando indiani
avevano quei sembravano richiami animali usavano comunicare i coloni
sapevano significassero finiva casino sa poco passato gliene
importa=""-
-ho
capito qualche giorno prima di conoscervi ho seguito su youtube un
video uno storico chiamato barbero a quanto pare molto preparato ma che
non conoscevo parlava d'arco trovato interessante per studiare il fatto
lei mor veramente ora visto solo quello quest'anno s giovanna e ancora
altri suoi vuoi farmi capire parte gente come lui nessuno capirebbe dei
antichi?...e poi vorresti fare questi segnali=""-gli chiese.
-abbiamo
acquistato fischietti antichi di vario tipo da libri sulla falconeria
ci sono informazioni su come adoperarli al meglio facendoli nostri vari
materiali in base ai quali si possono istruire gli uomini a riconoscere
suono significato del segnale viene eseguito e nessuno sa cosa dice o
che avviso vi è anche i corni utili per le lunghe distanze
perch usare tutto moderno la gente tratta quando poche decine anni fa
arrovellavano cercare decifrare nuovi metodi comunicazione cifrati
segreti vincere una guerra coloni contro indiani loro assurda caccia
all'indigeno sua terra finendo dimenticarsene roba tutta uguale noi
vogliamo fare un mondo tutti ma cuore mente non significa arrivare fino
questo dimenticando strada l'uomo ha percorso =""-facendola
storcere un pò il naso per il casino che significava, e
perchè ui aveva sempre queste sparate che pure lei un
pochino
dubitava.
"Si,
si lo so..." rispose lei, a un dialogo con Milan senza sentirlo
veramnete, persa nei suoi pensieri.
"Cosa
sai... ti ho chiesto cosa ne pensi di Sabine, ramo cadetto della Casa
di Hohenzollern, ricordi, nipote di uno dei principi che si sono
sposati morganaticamente e hanno perciò perso il loro posto
nella linea di successione. Tuttavia ella è molto, molto
vicina
alla famiglia madre come grado ed è pure parente dell'ex
marito
della sorella del Principe di Monaco. E' parecchio al centro della
cremè nobiliare e alto-sociale, molti conoscenti e parenti
sono... membri onorari di certi circoli..."
"Oh,
ti prego! Non altri gruppi loggio-massonici, rosacroce e simili, che
giurano di essere antichissimi e potenti, di fare cose maggggiche, che
promettono dietro riti e feste particolari, di dare certe cose... tu
non ne hai bisogno, il tuo stesso lavoro ne è la prova
lampante.
Mi è bastato cosa mi hai detto al Grove, basta. Non voglio
sapere che tu ancora circoli tra quella gentaglia che è vera
come cartomanti e medium là fuori, che sono buoni solo a
offrirti un caffè o un tè. O come
risorse per noi
come ottimi mentalisti e di sicuro sarebbero più positivi
con
noi per la società, che altro..."
"Sei
sempre dura con me. Tu stessa come con la tua amica prima, cercavi
qualche sorta di risposta alle tue domande. Quelle che tu dici non vi
saranno mai, mai nel famoso Libro, che sia ebraico, musulmano o
cristiano/cattolico... è cosa risaputa per le loro origini
che
prendono dalla stessa radice e condivido ma... tu stessa hai il terrore
del dopo la morte. NOn vuoi tornare, se davvero esiste la reincazione.
Anzi, hai detto più volte che ti sfagiola l'idea
di
restare uno spirito Osservatore, guardando e indagando incurante del
tempo e spazio..."
"Farei
lo stesso di ciò che ha caratterizzato quasi tutta la mia
vita.
Ho guardato gli altri fare ed esistere mentre io no, ho guardato e
visto lgi altri ogni volta in cose che io non potevo, indipendemnete
dall'età e periodo. Non ci sarebbe differenza, ma almeno lo
farei per mio capriccio. Perchè andarsene sai, verso la
lucina
famosa che ti dicono tutti, quando vuoi vivere come fossi un vampiro
per secoli vagando in giro, osservando le cose. Sempre meglio
così, che avere un corpo di carne e sangue e non vivendo
nulla!"
"...
comunque, ci sono tante domande dai nostri discorsi! Perchè
no
nsfruttare la nostra scalata a certi scalini, e... vediamo se questi
soggetti legati allo spiritismo e soprannaturale sono veri nelle loro
parole o no. Ci sono video e loro membri che giurano e spergiurano
che..."
"Sia
come sia, l'unica cosa che accetto del nostro piano di mescolarci con
la feccia, per poi schiacciarla, è togliere anche quelli! Ti
ricordi della setta, perchè questo è, tanto amata
dai vip
e attori di hollywood, che è riuscita ad essere cosa
è,
per ciò che è riuscita a fare cancellandone le
tracce ma
agendo da far schifo.E ' arrivata dove la Chiesa stessa non
è
riuscita senza spargere sangue. E io no nvoglio che ciò
accada
con le nuove che nascono ogni cinque anni o le future. La religione, mi
spiace dirlo, nei secoli non ha fatto altro che danni. Spiegazioni per
gli accadimenti naturai e fisici? Religione e Dei, impedendo il
proseguire della Conoscenza. Ricordo la biblioteca di Alessandria e
Ipazia. Che orrore, cazzo! Accadimenti nella vita di una persona?
Scelte degli Dei. Se Dio vuole che muori o soffri, devi accettarlo
perchè lui ha diritto di vita e morte su di te. O Sofferenza
e
disperazione perchè sei andato contro le loro leggi. Se
però decidi per te, vai contro di lui. Quei caspita di libri
sono stati scritti secoli dopo questo fantomatico Jesus o se
è
davvero lui, Apollonio di Tiana, o derivano da Mithra o Krishna,
perchè sembrano tutte maledettamente simili e pare si
differenzino di pochi secoli. E' sicuro però che la storia
che
noi conosciamo è totalmente inventata rispetto i testi
apocrifi.
Gli stessi cavalieri templari, di ritorno da quelle terre,
scoprirono il vero credo di questo Je-suis se è esistito, e
segretamente seguivano i precetti della più antica dottrina,
rispetto a quella dettata dalla madre chiesa. E' risaputo che stando
nella terra d'origine della storia che la Chiesa dà per
vera,
abbiano scoperto la versione originale e vi credevano anche tornati.
Questo ci pone a una domanda chiave. Tutti i tizi che tu conosci che
seguono questo o quell'altro credo... che vuoi sapere se è
vero
quello che dicono, che loro davvero riescono a fare cose lontane dalla
scienza, quelle che nella bibbia sono vietate perchè contro
Dio,
mentr eloro stessi affermano di dare benedizioni e protezioni usando
prorprio il potere di Dio... "
"Si,
lo so. Controsenso per il fatto delle streghe e maghi. Loro che usano i
poteri di spiriti creati da DIo stesso sono negativi e da uccidere o
convertire... mentre loro affermano di fare cose in nome di Dio usando
il suo potere o quello dei santi. Satana, demoni, spiriti vari nel loro
concetto no nsono creati da Dio stesso? E quindi, se Dio li tiene
diciamo esistenti, non avranno un motivo? Chiedere aiuto a santi, beati
e la Madonna, creazioni loro, che differenza ha con le streghe tipo
wicca che sono benevole? Mistero, ammetto che anche io stesso me lo
sono chiesto, ma sappiamo bene da molti fatti come, grandi messe e
simili, non danno mai frutti. Mentre secoli prima si dice che i santi
riuscivano a salvare città intere da epidemie e catastrofi
naturali e... dall'ottocento ad oggi nulla? Anche il fatto stesso della
madonna e i suoi abiti, riportati esempio dai pastorelli o Bernadette,
così impossibili per quell'epoca se non dagli anni cinquanta
del
novecento. Ma pensi davvero che, se piena di falsità una,
un'altra non abbia qualcosa davvero legata all'Oltre?"
"A
me non interessa. Ho imparato a causa di quella società che
non
cè ninete di buono nelle cose imposte come verità
assoluta senza prove. Credo più ormai alla scienza e alla
natura, vera e magica a suo modo, che alle stronzate che vogliono
credere solo per avere quella vita meritevole dopo la morte, che
pensano gli sia riservata. Rompono tanto e obbigano la gente a messe e
catechismo, giudizio e ammonimneti altrimenti il peggio su di te, ma
mai una volta che sia avvenuta la prova come accadeva, dicono, prima.
Animali affamati che invece di mangiare si inginocchiavano davanti le
croci, apparizioni di madonne e santi, cose volanti e altro. Perfino la
storia della sparatoria al Papa non mim ha mai convinta, per quanto
riguarda le parole mariane ai pastorelli. Unuomo vestito di bianco
subirà una sparatoria. Ok, peccato che doveva intendere il
Papa.
termine e figura conoscitissima in ogni epoca perchè a capo
della cavolo di religione obbligatoria. Seppur poveri e pastorelli, mi
sembra impossibile che non abbiano mai sentito chi fosse il Papa, la
parola... Per quanto pastorelli e ignoranti, sulla religione
ne
sapevano, no? Allora possibile che quella figura definita la madonna e
vestita in modo impossibile per l'epoca, abbia detto di un uomo vestito
di bianco e non il Papa? Direttamente? O dobbiamo fare come Nostradamus
e Baba Yaga che ogni loro premonizione si può adattare a
tutto
quello che accade? La Madonna che sa tutto, che ha detto a
quanto
dicono a Bernadette che era l'immacolata concezione e lei non sapeva
che significava, benissimo... ma perchè non dire cche il
Papa
subiva un colpo di pistola invece di dire che un uomo vestito di bianco
subiva un attentato? Perchè se era la stessa persona, diceva
a
una termini difficili e a quei tre non il titolo del capo della chiesa?"
"Lia...
ho capito dove vuoi andare a parare. Mettiamoci anche la lettera del
diavolo scritto da quella suora... la situazione noncambia. Fin
dall'antichità, vedi la Dea Madre scolpita nella roccia con
gli
attributi di fertilitàenfatizzati fino ad arrivare
ad
oggi. Ora si pensa che noi deriviamo da esperimenti di laboratorio
degli alieni dalla scimmia, per avere schiavi per l'estrazione di
materiali che gli servivano... dove sta la verità? Esiste un
dopo che può essere definito piano spirituale? O
cè solo
quello che è materiale e vediamo, tornando polvere di stelle
per
l'universo là fuori? Ecco perchè voglio scoprire,
vedere,
assistere..."
"Fai
come vuoi. Per le tue amichette, idem. Mi spiace solo che molte, e
intendo quelle di natali nobili o mezzo nobili di uomini rcchi e
potenti, non siano propriamente adulte. Il fatto che siano a feste e
altre stronzate vestite come... lasciamo perdere, in mezzo a tante
cose, ma minorenni, non...."
"Cosa
credi, che sia quel genere? Andiamo, mi conosci. A me interessa la loro
amicizia per raggiungere scalini che altrimenti... per me sarebbe
distanti. Come ho fatto per giungere fin qui. Poi, se qualcuna
è davvero speciale e unica da meritare considerazione dentro
il
mio cuoricino, da condividere con le questo posto e la mia camera da
letto..."
"bah,
ma dai!"
"Tranquilla,
se dovesse accadere ti avviso subito, prima che ti annidi sopra il mio
letto per parlare, così non ti schifi"
"Ancora
con questa storia, il tuo letto con materasso di piume alla francese
con quei piumoni che usi hanno un effetto comodo...:"
"COme
un gatto spaparanzato..."
"...come
no! Io..."
"Si,
per la tua malattia seppur la medicina che ti avevo dato, prima delle
Stoddarde, ti avevo procurato un materasso in lattice e poi hai
scoperto come era strano il mio materasso di piume quando abbiamo
giocato a scacchi quella voltaper non metterci a terra. Visto che ti
lamentavi dello sporco che poteva esserci... OK, OK" vedendosi guardare
male "ma è diventato, oltre la cassapanca, il tuo posto
preferito dove spiaggiarti. Mph! A me invece il tuo letto non mi piace,
mi è bastata quella volta che ti ho aiutata a sistemare i
mobili
che hai scelto, invece di quelli già presenti ma non volevi
altri fra i piedi. Come fai a dormire su quei materassi di lattice non
lo so... io mi sono sdraiato sopra per riposarmi un poco e mi
è
bastato. Sembrava di scivolare da qualche parte giù,
giù... per non parlare di quel copriletto ruvido..."
"Quello
era già presente negli armadi! Quello che cèra di
default
era come i tuoi, con il gonnellino a pieghe che prendeva solo polvere e
sporcizia dagl iabiti se ci passavi per sbaglio. Adesso ne uno uno
semplice sui toni del blu e ne ho uno sui toni del viola, senza
fronzoli alla Milan..."
"Grazie,
sarebbe interessante avere uno stile con il proprio nome. Sai
vittoriano, elisabettiano, edoardiano, Luigi...e snon solo i
più
famosi. Chissà..." comunque, ci sarai, visto che non vuoi
parlare delle persone che voglio avvicinare...
"Donne
e minorenni o se maggiorenni solo per i loro natali..."
"...anche
se, alcuni mezzi valgono i fini, no? Ci sarai alla riunione per..."
"si,
l'ultima, non ho ancora letto i punti..."
"Piccola
anticipazione, allora....Voglio processare le idee e voglio una legge
per non imporre il pensiero limitante delle libertà nelle
scuole.A iniziare, per te, dal concetto di famiglia come unico e solo
tipo, l'aborto, il senso dei termini e il fattore umanità.
La
famiglia è da sempre composta tra due soggetti uomo e donna
e
questo è indiscutibile? E allora non sono famiglia nonni o
zii o
adottivi che si fanno carico di minori? O di altre persone?
Poi
ci sono le coppie omosessuali. Ci sono persone che dicono che-
io non condanno, non giudico in quanto hanno diritto di esprimere come
meglio credono la loro sessualità, però metto un
paletto
sull essere genitore perché ritengo che se fai una scelta e
vuoi
vivere la tua vita in modo congruo al tuo essere, non puoi e non devi
avere pretese di riconoscerti diritti genitoriali per ragioni che ben
conosciamo. Non è discriminazione è buon senso.
-
E non sono i gruppi pro vita e pro famiglia che sono
nazi-isterici!"
"Se
toccano la famiglia tradizionale si incavolano, urlano che si vogliono
togliere crocefissi, famiglia, sesso, tradizioni ecc come se fossimo
sotto l'imperatore romano anti cristiano. L'ho sempre detto che le
religioni sono solo schifo..."
"So
che tu odi tutta questa gente che urla che i loro diritti sono
calpestati mentre si da corda e pubblicità a quelle di
genere e
sessuali e..."
"MA
LORO HANNO LEGGI CHE LI PROTEGGONO! LE HANNO! Sono gli altri a no
naverne, i loro diritti religiosi del cazzo ci sono... E' giusto urlare
che non sono LORO ad essere rispettati? che NON
SONO e
POSSONO continuare ad essere MADRE e il marito PADRE perchè
i
derelitti fino a quel momento, pretendono adesso rispetto e diritti,
chiedendo solo che loro, che siano gay o altro, ottengano la
possibilità di essere riconosciuti come famiglia, genitori,
legalmente e giursdizionalmente partner dell'altro? Cosa gli viene
tolto se anche quell'altro tipo di legame è chiamato
famiglia?
Il rispetto va dato a tutti, ideali legittimi e sacrosanti che meritano
parimerito con quelli definiti naturali, ma si urla al
ridicolo
e intolleranza al contrario.Che sono solo che facendo
così
alimentano l 'intolleranza. "
"Lia..."
disse lui gentilmente, sapendo che si stava scaldando
"No.
In questo caso sono IO che mi sento non rispettata in nessun modo
perchè anche io pretendo, come fanno questi stronzi che
seguono
la religione di divisione, non di amore, il mio modo di vedere famiglia
e amore. QUindi la famiglia che io desiderano non di primo sangue non
va bene, perchè non è naturale. E' innaturale
anche la
tua Comune, perchè non ci sono famiglia classiche che
fottono
solo per figliare, permettini di essere volgare per esternare la mia,
di incazzatura.-la sola famiglia
reale è tra uomo e donna tutto il resto sono capricci umani
dettati dall'egoismo=""-.
Ecco come definiscono il nostro modo di vedere l'umanità,
l'amore vero e l'unione tra Persone, non stronzi come quelli. Nella
bibbia forse cè scritto tali stronzate, non in natura
perchè essa stessa mostra figli di altri che sono cresciuti
da
altri soggetti. Ah no, perchè una femmina prende un figlio
è sempre madre con figlio. pardon, allora tutti i nuclei di
branchi che crescono tutti insieme i piccoli non sono naturali. I
maschi di certe specie che covano i figli e li crescono mentre la
femmina è via, non sono naturali. Le comunità di
sole
donne del passato che crescevano figli tutti insieme, accoppiandosi
solo per avere le generaizoni successive non erano una grande famiglia
per niente, perchè mancava il maschio capobranco... ma
vaffanculo, va! Ti ricordo che sono sempre, sempre sono stata trattata
da sbagliata perchè non volevo relazioni, non volevo figli,
non
credevo nei matrimoni e nel concetto di eredità prima come
figli
e poi come qualcosa da lasciare ad essi. Perchè
cè
differenza con il mio concetto di eredità, quel quacosa da
lasciare a quelli che verranno dopo di te, che sia davvero importante e
d'aiuto, qualuqnue sia il campo... per l'umanità, tutta.
perchè io non penso alla famiglia in quel modo imbecille, ma
per
me famiglia sarebbe ben altro. E dovrei impedire diritti e altro a
quelli come me, che non sono i canonici uomini e donne etero e stronzi,
perchè lala gente religiosa del cazzo sta sul culo che ci
sia
altro, oltre le figurine che i preticelli proiettano sulle mura della
caverna facendogliela passare come l'unica verità..."
"Il
mito della caverna così modernizzato mi mancava ma..."
" famiglia
era e resterà composta da madre padre e figli, scimmiottano
queste scimmie! Dicendo che alle loro unioni gli dessero un altro nome
ma non saranno mai una famiglia come il Dio comanda. Che il Dio se ne
vada affanculo, e se esiste e gli rode, che scenda e si faccia sentire
una buona volta. Oppure non si scatena uccidendo e sterminando come
dicono i libri perchè non esiste? Lo schifo che
cè
scritto nella Bibbia di come la gente veniva uccisa o dat aper stupro
è riprovevole e loro lo leggono come qualcosa di importante.
I
pochi messaggi che ci sono buoni sono mischiati allo schifo e perdono
tutta la positività che avevano. E dovrei calmarmi quando mi
danno della difettosa perchè non ho la cazzata della
maternità? Che non sono come la scema classica, che poi si
legge
nelle storie della pancine da qualche tempo? Leggere loro è
come
fare un tuffo diretto nella concezione di secoli fa, ed è da
paura. E leggi commenti come-io
non ho niente contro di loro pero mi fanno schifo=""-e
ti viene la pelle d'oca. A me succede! Se tu vuoi un mondo giusto, dove
non vi siano imbecilli che figliano bulli per le loro stronzate basate
sulle differenze, allora inizia a cambiare questa cosa. Anche se
sarebbe meglio fare quello che ti ho detto, fai come Dio, visto che
è buono solo a questo e vai sul sicuro..."
"Si,
bè, Jd e gli altri non sono affatto convinti, diciamo che se
la
fanno sotto. Quindi mi hanno chiesto di soprassedere, ecco... per ora
mi limiterò a proseguire i piani come decisi. Per la cara
Sabine... come ti ho detto, molti che conosce possono essere ulteriori
trampolini per..."
"Il
culto interno di quei posti prevede e vige cdi dover raggiunger uno
stato di virtù rispetto all'uomo. Chi ne fa parte deve
raggiungeere un alto grado di virtù, trovabile in
determinate
cose. peccato che quei soggettoni lì sono poi per lo
più
feccia! Hanno fatto cose per avere ed essere, pari a quello che fanno
quelli che considerano sotto di loro. E non capisco come vi possa
essere differenza, ma sai ce significa raggiungere quelle scalate? Il
culto interno, rispetto a chi entra nella loggia pretende standard di
un certo tipo nelle figure che ha al suo interno, ma dalla nostra lista
di soggettini particolarini, abbiamo tutta una pagina di reati e
schifo, pendenti su quelle capocce da sgomitare letteralmente perfino
con quel Capo Jonboy, quel soggetto che tu dici abbia tr ai suoi quello
che ti interessa. Per favore, voltati prima a sistemare qui, poi si
vedrà..."
"Luiz
Leon Escanuela pare, ma non è sicuro, sia il vero nome di
quel
tizio, che gli apice farsi chiamare Capo Jonboy. Dorde mi ha detto che
all'inizio credeva parlassi, non avendo specificato il contesto ma solo
detto che avevo trovato Luiz Escanuela, e visto che lui segue artisti
nuovi e vecchi,di uno che stava a osservare giovanissimo davvero, che
sta partendo a farsi conoscere grazie all a tecnica dell'olio
iperrealista combinata con esperimenti teorici sulla rappresentazione
anatomica. Settore che lui ama, quando gli ho detto che parlavo di Capo
Jonboy mi ha guardato strano..."
"Fammi
indovinare, credeva che parlassi di quel Gonboy, quell'isterico
talebano come lo chiamano molti così perchè
è
mezzo svitato..."
"Sai
anche tu che Dorde quando lavora nel suo studio ed è
concentrato
sente le cose a spizzichi e bocconi..." vedendola irrigidirsi e
mostrarsi arrabbiata "... e si, credeva che parlassi dell'uomo a cui
hai quasi rotto la trachea in quella discussione animata sui ruoli..."
"Quell'imbecille
troglodita religioso del menga ha osato urlare che non prendeva ordini
da una donna, per giunta non coperta, con abiti da uomo e..."
"Ehi,
la sua religione..."
"Sticazzi!"
girandosi verso di lui scontrandosi di petto "mi stai dicendo che vuoi
cambiare questo mondo e poi prendi le parti di una scimmia evoluta
male? Che la tua parola, le tue decisioni, la fiducia in me non contano
perchè per la sua religione e il suo cervello bacato io devo
stare coperta, e lo sono già devo dire visto che non mostro
ninete, che devo velarmi il capo, silenziarmi, non avere neanche i
tacchetti, e mi è impedito per la tua pretesa di
sostituirti, di
dargli ordini perchè lui è uomo e da una donna
non
è possibile! Che ha riunito altri deminenti non religiosi ma
stronzi nel'anima, perchè il mio ruolo non è
accettato,
compreso e voluto!"
"Non
è per te o contro di te che parlavo, io ho paura perloro.
Da quando hai superato i test sulle Stoddarde, ti ricordo che su di te
hanno un lievissimo, lievemente, elemento di controindicazione per cui
vi è uno squilibrio del sistema nei circuiti neuroanatomici
o
come ha detto David... doveva esser così. A te quindi in
determinate situazioni diminuisce tutto compresa serotonina e aumentano
cortisolo,norepinefrina,epinefrina , noradrenalina, testosterone,
sbilanciando tutto verso questi facendo sballare l'amigdala... ecco,
diciamo come dice Jd che sbarelli un pizzico. per poco la tizia
modernista dei mobili ci rimetteva il filo della vita per la sua poco
brillante idea di sputare sul buon gusto e quello che vogliamo salvare,
ovvero le abilità umane di creare e dar testamento con
queste
qualità negli oggetti... il nostro Gonboy è quel
che
è, se perdi la pazienza facendo vincere le stoddarde siamo
nei
guai, perchè accadrà qualcosa di spiecevole. Il
Programma
si attiva quando i tuoi livelli di adrenalina...superano uan
certa soglia.Evitalo...Sai bene e lo ripeti altrettanto che cambiare i
lcuore della gente è difficile e faticoso. Quell'uomo ha
accettato la mia offerta perchè aveva casini là
ed
è qui per..."
"Oh,
andiamo. Povero derelitto rifugiato di guerra perchè ha
sterminato mezzo suo paese... e quando l'ho preso per il collo
guardandolo negli occhi ero perfettamnete in me, o devo pensare che non
hai davvero paura per loro e cè dell'altro?"
"Stiamo
davvero discutendo per un arabo misogeno e mentalmente ristretto?
Volevo solo dirti che le due reazioni, quella con la donna devastatrice
e quella con Gonboy erano simili e dettate da rabbia e odio. Non
sarebbe salutare ne producente per te, fare qualche danno agli uomini,
i nostri, ora che stiamo sistemando le cose, perchè provi
una
repulsione viscerale per le menti come... la sua. Capisco che tu
rifiuti solo la gente del genere, ma se stringevi un tantino di
più, visto che gli avevi rotto la bottiglia sulla testa che
in
quel momento era convenientemnete scoperta dal suo copricapo solito...
non era una discussione ma lo sfogo di tante cose su uno solo. E questo
lo sai. Ma le Stoddarde non mi ascoltano, tu si. Per la donna, so che
eri arrabbiatissima per la legna da ardere, poi i truciolati, poi la
scoperta che molte opere e dipinti finiti in mani di gente inesperta e
ignorante, erano stati rovinati irripetibilmente come quel Cristo, e
sei contro ciò e quei mobili osceni perfino per me erano il
top
dell'assurdo... ma così non vinci."
"..."
voltandosi dandogli la schiena ma lui sapeva che si stava calmando
"possiamo
tornare ai punti sui cambimenti sociali che vogliamo fare?"
"...
quando capitava per miracolo che io restassi a mangiare da sola per
tutto il giorno, non cèra un momento in cui mi mancano, in
cui
provisso qualcosa come avviene per tutti che sono portati a pensare che
sentono mancanza, che snetono di dire-ti
voglio bene- almenoc
un momento nella vita... io no, sono una persona di merda, stare sola
per molte ore o dormire da sola quando capitava non mi portava mai a
cambiare idea. le ore passate da sola per me era come quando
cèrano anche loro, anche quando sono stati riscontrati
brutti
casi di malattie a si sono dovuti operare, la prima cosa che
ho
pensato è che non volevo restare io con tutto sul groppone,
come
era su mio padre. Quando aveva dato notizia, la prima cosa che accadde
su di me fu sospirare di disperazione perchè se non morivo
prima, tutto ciò che faceva solo lui, anche per
l'inettitudune degli altri, finivano su di me. Non provavo altro che
questo, fastidio se moriva prima qualcuno di loro, rispetto a me.
Faccio schifo, lo so, questo è quello che sono e
sarò per
sempre. E sai cosa odio delle donne?"
"La
loro falsità su certe cose?" strappandole un mezzo sorriso
"Donne
ma che non meritano la D maiuscola, che erano niente prima e ora
possono parlare e fare, per quelle che si sono immolate in tutti i
sensi. Ci sono state donne che sono state incarcerate, alimentate a
forza con tubi e imbuti perchè facevano sciopero della fame
ed
erano morte per infezioni ai polmoni. Picchiate e abusate nelle carceri
perchè ritenute pazze, feccia per la loro speranza di
diritti
che a causa della società mischiata alla religione, non
avevano.
Cè ancora gente con la vagina che urla che la BIbbia
è
l'unico testo da leggere per poi non capire che all'interno
cè
scritto tutto lo schifo che altre prima di loro hanno sofferto, il
peggio del peggio. Donne date letteralmente ad abusatori per non far
del male a uomini, che magari s elo meritavano pure. Donne lapidate per
false accuse o credenze. QUanto schifo e ancora ci sono donne che lo
toccano e lo considerano, dimenticandosi le parti dove dice che la
donna deve velarsi, stare zitta, muta, non merita lavori o
possibilità di essere pari agli uomini, che essere picchiata
e
abusata dal maritoe suo oggetto ect ect... e ora si permettono di
trattare male e dire certe cose a categorie ancora nello schifo, che
chiedono solo di poter essere, amare, avere una famiglia come tutti.
Patetico! Altro che sostegno femminile o le donne comprendono! Non
capisco come facciano ad avere la faccia di bronzo di vivere come donne
anni cinquanta, nello schifo orbe e sceme, e mettersi in attivo per
impedire che altre persone, di fasce deboli e ancora nello schifo,
possano... essere felici"
"La
tua vita nella tua famiglia è esattamente come quella
scolastica. Da cancellare, rifuggire..."
"Che
asfissia che era la mia vita, lì. Mi alzavo, riuscivo a
scendere
dal letto e cambiarmi. Se dovevo mettermi un proteggi slip, per farti
capire una cosa intima e stavo in camera, il tempo di cambiarmi e
andare in camea per metterlo e niente, arrivava mio padre ad aprire la
porta ed aspettare alla port acon la scopa in mano per scopare a terra!
Capisci? Tutto il giorno sempre lì dentro, a guardare,
controllare, a usare la finestra per guardare la strada, a rompere le
palle, nno potevo vestirmi che si apriva la porta perchè
cè cose devono fare negli armadi, altro. Niente
intimità.
tutto il giorno così. Urla e casino perchè per
lavoro non
si poteva mangiare tutti a pranzo, io ne sarei stata felice, non mi
piaceva mangiare con loro ma invece si mangiava di corsa, a ingozzarsi
proprio perchè cèra pochissimo tempo che poi uno
doveva
andare. Urla e casino perchè a uno piaceva lavorare di
pomeriggio e ai miei no non è lavoro decente,
perchè
doveva stare a casa con lroo il pomeriggio per fare un cazzo. Il lavoro
era la mattina... io non ce la facevo più! Sola, sola nella
stanza, con loro smepre con le mani sulla maniglia della porta ad
esntrare, stare là, toccare, ficcare il naso, rompere le
palle,
neanche cambiarti o stare d'estate in slip e maglietta
perchè
dici-sei tu non c nessuno in camera-
ma
poi capici che invece casa tua è il colosseo, che entrano
tutti
perchè cè un armadio che entrava solo da te, dove
tengono
cose e quindi tuti là dentro o usare la cazzo di scopa che
sollevava solo polvere ed eera sempre deteriorata al centro, e quindi
che cazzo si portava dietro? Ancora sento nelle orecchie il colpo della
parte in plastica per terra o ovunque perchè la passavano
con
forza a terra, come sbattendola o sulle barre in ferro del balcone per
pulirla e bam, bam, bam... io che dovevo vesrtirmi in fretta
la
mattina come una disperata e odiavo quel cazzo di bagno, che dovevo
dividere con tutti i maschi di casa mentr equella stava da sola in
quello purepiù grande, che dovevo portarmi tutti i vestiti,
tutti, in bagno o sarei stata costretta a uscire in mutande in mezzo
alla casa, perchè progettata col didietro. Ho ancora gli
incubi
sapendo che la porta si può aprire senza che nessuno bussi,
che
abbia paura di stare in intimo, in camera mia, perchè poteva
entrare chiunque. Ho odiato il mio corpo, ho odiato il modo in cui mia
madre ha fatto tutta la questione del ciclo, come naturale e il suo
ossessivo controllo della cosa. Ho provato odio le volte che non volevo
dirle che l'avevo, perchè rompeva che tutto le si doveva
dire, e
arrivava a toccarmi là sotto ala sprovvista per snetire
seavevo
l'assorbente. ALl'epoca non avevo ancor a comprato la prima coppetta ed
ero costretta a mettere quei materassi, proprio materassi economici e
giganti, fastidiosi, impossibili da tenere e che rischiavi di macchiare
tutto perchè facevano proprio schifo. Risparmio.
Quanto
l'ho odiata quando mi diceva che era il tempo di pensare a trovarmi
uno, magari ben messo economicamente, perchè dovevo fare il
mio.
Si, dovevo fare il mio... Ossia parlava di matrimonio e figli e disse
proprio queste parole-io il mio l'ho
fatto ora devi farlo tu=""-.
Mi si è gelato il sangue, mi è venuto il primo
attacco di
ansia forte da sentirmi il petto stringere, e unito a tutto quelli che
dicevano e facevano per spingermi a farlo, ho odiato di più.
Non
voglio che altri provino lo stessso!
Milan
prese il suo Phonvlet consultandolo per parlare.
"I
temi attuali che ci sono sul tema famiglia sono-famiglia
è per chi ama tuttavia come hai inteso l'altra volta esempio
nella costituzione del tuo paesi si evince che nucleo sociale intende
rappresentato da due o pi individui vivono stessa abitazione di norma
sono legati tra loro col vincolo matrimonio rapporti parentela affinit
quindi in democrazia gli qualsiasi orientamento politico religioso e
sessuale dovrebbero essere garantiti allo stesso modo dallo stato
infatti sembra alcuni pensino=""--
assolutamente,, il, familiare, forma, già, al,
prima, dei, figli,, persone, sposate, una, famiglia.,
visto, così,, ci, può, sposare, dello,
sesso,, ecco, fatto, -. Sembra che parecchi la pensino come
noi
nella domanda del perchè si debba associare sempre il
concetto
di famiglia a uomo e donna con figli. Si può essere una
famiglia
anche senza figli e sposandosi con persone dello stesso sesso, il
concetto di famiglia comprende un nucleo di persone contornato
dall’amore nei confronti dell’altro.
Punto. Quante
coppie etero non fanno figli per motivi personali o privati? Sono
sempre famiglia, affermano. Il vero significato dinon
è quello dei quadretti religiosi"
"Alla
buon'ora. Peccato siano pochi..."
"grazie
all'introduzione di conferenze per ora ma poi saranno proprio lezioni
civiche... ora alcuni giovani hanno detto la loro. Sanno che Esiste una
definizione giuridica di famiglia da cui partire, quella che abbiamo
detto, e va unito al buon senso, morale, etc non di.religione,..:"
fermandosi vedendola fissarlo come se non avesse compreso il senso
"Nelle conferenze si spiega come l'idea religiosa debba restare tale,
che si tratta di una cosa privata, non di una comunità
sociale
dettata dal buon senso, moralità umana ect..."
"Loro
che dicono tanto - è la famiglia naturale
-... la natura
è anche cannibale e matricida, la Mantide religiosa uccide
il
maschio durante l'accoppiamento. Così altri insetti o in
molti
mammiferi il maschio è solo come una provetta per quel tempo
di
farlo e ottenere la gravidanza. QUindi di che parliamo? Se il concetto
di famiglia e matrimonio, essendo solo umana coi nostri canoni
è
una cosa condivisa da tutti ok, ma non mettiamo in mezzo una sacra
famiglia che è totalmente inventata. La madonna stessa
proviene
sia da Iside dalle statue e raffigurzioni col figlio sulle gambe che da
quella indiana... ma no, quella er auna vera famiglia, esistente in una
società dove lapidavano le donne se l'uomo non er sicuro di
essere il padre o finiva male comunque, e la storia di come erano
trattate era lasciaperdere, e quindi è naturale
così... Dobbiamo dedure che tutto ciò che avviene
in
natura è lecito anche per gli esseri umani? Possiamo buttare
nel
water tutti i codici allora perchè un solo testo scritto
quattrocento anni dopo questo fatidico tizio/momento, sono
più
veri del cuore umano? Una famiglia che non è sicuro sia
esistita
per come era composta... in quei secoli! Parlano di naturale quando la
natura ci regala famiglie da flm horror..." facendolo sorridere
"Sii
felice. COntinuo con altri pareri da queste conferenze...in una coppia
omosessuale ci deve per forza essere il maschio e la femmina? Cambiare
il pannolino al figlio è prerogativa da maschio o da
femmina?
Quando lo si accompagno a scuola,ovuqnue, gli si prepara il pranzo, si
da pure la lavatrice, stendere, stirare, lavare i piatti ecc.. si fa
l'uomo o la donna? o si è come gli Amish o progenitori dove
a
sporcarsi le mani in certe cose era la donna e l'uomo il re della casa,
se toccava esempio un piatto era la vergogna? A fare queste cose nella
propria casa e con i propri figli, si deve essere uomo o donna? E
l'orientamento sessuale chi lo avrebbe creato, Topolino? La famiglia
non ha nulla a che vedere con la genitorialità biologica,
così come l'idea che igenitori sono solo quelli che li
procreano
e partoriscono. La famiglia per sua definizione non è solo
quella dove ci sono figli, può essere anche composta da solo
due
persone. Due persone e un animale. Più persone di primo
sangue o
unite da affetto di secondo, valorizzando la natura vera
umana.
Non è obbligatoria la prole per essere definita famiglia,
può essere un nucleo.... Alltri affermando due soggetti che
hanno procreato non hanno creato nessuna famiglia, hanno solo
procreato. la famiglia è quella che vuole stare insieme
senza
soggetti che invece ne vorrebbero scappare via, dove ci sono legami
veri... continuo a leggere?"
Lia
sorrise ed emise un sospiro come di pace, continuando
aguardare i
Vecchi che sbraitavano agl i uomini che stavano disfacendo quella che
era casa loro, per spostarsi in una che avevano confermato come idea
per una nuova vita, per sentirsi vivi e utili, in un posto per loro e
loro.
"Sembra
di vedere i vecchietti con i cantieri quando sbraitano credendo di
saper fare meglio..." disse lei con tranquillità
"Certe
cose sono internazionali,sai?" rise lui alla cosa, mentre vedevano i
più anziani sbracciarsi e rimproverare aspramente i
più
giovani nello sgomberare le loro cose, per la grande costruzione che
avevano accordato come casa nuova, pur di togliere quella tendopoli che
Lia trovava un pugno in un occhio per l'aspetto del posto." Comunque ci
sono state delle... questioni con i genitori sul tema della famiglia, i
ruoli e... una mamma ha detto-se uno si sente parte di un nucleo
familiare pur essendo in due o non sposati buon per loro ma sono
contraria perch quando ero sposata senza mi sentivo famiglia come lo
intendo io ho raggiunto il concetto con i miei figli e trovo offensivo
paragonare la mia quella altri soggetti diversi=""-- -
"Dimmi che posso
bruciarle i piedi" disse Lia con odio ma lui continuò.
"Parlano anche con
rabbia del tema
sull'amore che è stato spiegato nelle conferenze. Ossia che
non
è vero che non esiste un tipo di amore, unico, ma diversi
quanti
sono i cuori delle persone. Esistono l'amore per i figli, l'samore per
il coniuge, l'amore per la famiglia. Mnetre noi abbiamo insegnato che
mai un amore verso una persona sarà identico ad un altro ma
sono
diversi e importanti comunque, in egual modo...l'amore è un
concetto estremamente vago e non misurabile. Le leggi non possono
considerare un elemento come l'amore. Le leggi si occupano di
comportamenti non di sentimenti ed una società umana
è
fatta prima di tutto da soggetti e non membri di una religione,
è corretto vedere le persone in altri termini che credenze.
A
questo sono piovute altre critiche... del tipo-adesso
vogliono addirittura limitare la libert di pensiero=""-,
perchè chiedevaom di essere più aperti e
più
disposti verso persone non canoniche secondo quanto si era educato
prima..."
"Sono gli stessi dei
capelli lunghi e
l'orecchino negli uomini, quando nella storia umana sempre si sono
portati lunghi, e molti uomini in molte culture portavano
orecchini. QUando si è tarati in testa...trovo avvilente il
ragionamento per cui delle richieste in cui si dice "è
offensivo
dire noi siamo una famiglia e voi no. Siamo persone, amiamo, anche noi
valiamo come famiglia" creino diversità. Per me la
diversità è creata dal-famiglia
è questo punto e basta voi non lo siete=""-,
cancellando di fatto ciò che è la natura umana,
l'essere
un essere umano e un retrocedere come i gamberi a prima
dell'evoluzione. perchè questo è..."
"Bhe, io comprendo il
tuo modo di
pensare perchè è come il mio. Anche io vedo la
fmaiglia
come un gruppo di persone che vogliono, sentono, scelgono di vivere
insieme, creando una Comune facendo anche del bene..."
"ma la tua comune
è assurda, è... Uff! Vuoi fare qualcosa che non
so come definire..."
"Per me, se si sceglie,
si è
felici, si crea insieme quacosa allora un gruppo in
comunione può anche essere una famiglia. Mi spiace
solo
che tu un giorno non ci sarai per quando saremo a buon punto..."
"Milan..." continuando a
guardare il
trasloco, con il mento sulla mano e il gomito sule casse che tenevano i
prodotti fragili che dovevano spostare
"Dimmi..."
"Grazie. per quello che
sei. Per quello che vuoi fare. Per cosa hai fatto per me... E cosa
farai!"
"Di nulla, è
quello che sentivo di fare..."
"Grazie per essere te.
Se nel mondo
vi fossero migliaia di persone come te, le cose sarebbero diverse. Ci
sarebbe fratellanza econdivisione e... Milan!"
"Si..."
"Dimenticati di me"
"E'questo quel che vuoi?"
"Non farmi preoccupare
per te e per
il Cambiamento. Giurami che continuerai, cambierai le cose, farai
davvero ciò che è importante per i futuri
soggetti e... i
successivi noi..."
"I futuri Milan e
Lia...e Jd, e..."
"Vuoi davvero che
l'organizzaizone
continui con i futuri soggetti che sceglierai, che prenderanno i nostri
nomi come una gestione perpetua e immortale?"
"Si. Perchè
ci sia sempre un
Milan, una Lia, un chiunque con questo nome, che racchiude tutto
ciò che siamo, che volevamo per gli altri e di riflesso per
noi,
e cosa si può fare..."
"Il nuovo MIlan..."
pensierosa
"E la nuova Lia, se ci
sarà!
Otterranno questi nomi, come Jd, Alaric e via dicendo, raccogliendo un
testimone pesante e a volte scomodo, ma s ei frutti saranno quell oche
speriamo, saranno nomi portati con orgoglio. Il successivo Milan
sarà il manutentore del mondo e preservatore di cose
create..."
"Mi sono sempre chiesta
se tu, acectti che la morte significhi salvezza in alcuni casi..."
"Se son o come per te o
chi non ha
più voce o possibilità totale di vivere qualcosa,
bloccato totalmente allora si..."
Lia guardò il
suo orologio da
polso, sorridendo. Milan le chiese se stesse amando ancora quel sistema
quasi vitale che scattava segnando un tempo, il loro,oppure osservasse
colui che avrebbe segnato la fine del suo, di tempo.
"Ha le sue pulsazioni
esattamente
come me. Questo modello che hai scelto è semplice, nero e
argento, da uomo, eppure alla fine mi rispecchia molto. Meccanismo a
vista molto grande, lancette argento e bianco, fascia dei numeri grande
quanto la ghiera con un motivo particolare alla luce, di neri e grigi
con delle viti a intervalli che le girano intorno... un cinturino largo
e nero di gomma, semplice. Da uomo eppure elegante e minimal allo
stesso tempo. Ormai siamo inseparabili. Ormai lui batte le mie, di
pulsazioni. E con quella decisione, questo resterà alla
nuova
persona che nascerà dal mio sacrificio. Sarà
lì a
mostrarle l'inizio del suo ciclo di vita e la sua durata. Sempre che lo
voglia tenere. Ma spero che almeno lo tenga conservato e funzionante
per il suo simbolismo con le ceneri dalle quali è nata..."
"però
così dimenticherai di noi, di te qui, di tutto..."
"I ricordi... A volte
è
necessario dimenticarli, ma nonscompaiono mai. Ecco perchè
nonostante tutto mi assillano notte e giorno, mi rendono ciò
che
sono ora. Voi siete voi. Restere qui anche dopo che me ne
sarò
andata e ci sarà una nuova persona, che crescerà,
imparerà, si svilupperà in maniera diversa, con
concetti
più ampi e aperti di là fuori. Si
determinerà da
sola oltre le materie di base. Ancora non ho capito se come per gli
altri, ci sarà un azzeramento anche per me, ma... lei
avrà tutto il tempo del mondo, grazie alle Stoddarde..."
"Come desideri. Mi
spiacerà
solo non avere più la persona appollaiata sul mio letto o
sulla
mia cassapanca, a parlare e con cui condvidere le cose. Resteranno
loro, tornando un pò al passato..:"
"Magari con lei sarete
buoni amici. E
poi ci sono i Crell... Vedi, diversamnete da me, tu non sei solo. Non
lo sarai mai, e la tua amicizia con me è così,
perchè siamo così simili da essere capaci di
discutere
come... avere un doppione di fianco portando il parlare a se stessi ad
un altro livello..."
"Cosa?"
domandò lui scuotendo la testa, facendola ridere
"Un giorno ci
sarà un'altra
Lia, lo hai detto tu. Così come non ci sono due persone che
si
può amare alla stessa maniera, così ci saranno
amici che
faranno parte del tuo cuore con un livello simile, seppur mai uno
potrà sostituire l'altro. E così sarà
la nuova Lia
che troverai, magari sarà più brava di me in
molte cose e
saprà starti al fianco senza farti il grillo sparlante..."
"non era grillo
parlante?"
"No, io sono
sparlante... quanto
abbiamo parlato tu ed io? nella favola, è lui che bla bla
bla..." facendo ridere lui di rimando "I nuovi Milan, Lia, le persone
che sentirai di tenere al tuo fianco...Loro come i Crell, devono
comportarsi come forze regolatrici della società, a
differenza
degli umani, l'ira e l'odio non influenzeranno mai le loro decisioni.
E' a questo che stiamo lavorando. E' un mondo finalmente migliore, che
dobbiamo creare e poi mantenere e per questo ci sono necessarie figure
particolari. Ricordati che come la storia umana ha insegnato, una buoa
figura di gestione e controllo può essere sostituina da una
cattina, vanificando tutto. Per questo è necessario
mantenere un
circuito sempre oliato, sano, corretto, senza catene deboli che possano
spezzare tutto e rimandare le cose a come erano nel passato, e come
ora. Esattamente cosa stiamo facendo qui, una piccola macchina perfetta
che tale deve restare, per una più grande... O tutto
finirebbe
come con baffetto tedesco e altri idioti.."
"Dovrebbero esserci i
futuri Milan, Lia, Jd e altri, là fuori. Per interagire e
seguire i Crell..."
"Sarà un
lascito inalienabile
per tutto il mondo" disse lei con un tono quasi materno "E so bene che
nOn cè sicurezza senza armi, ma è un
pò per questo
motivo che esiste il tuo gruppo. No? Una forza regolatrice piccola, ma
piena di forza e cuore che vuole contrastare quelle armi pericolose
vaganti..." facendolo sorridere.
"per chi hai lasciato
là, non vuoi fare altro?"
"per chi...? Loro che
sbraitavano che
avevano speso soldi per me, avevano fatti sacrifici ho già
ripagato con una finta vincita in denaro che coprisse parte delle
spese, così l'attaccamento ai soldi è sistemato.
Non
facevano altro che urlare quello, i soldi spesi, cosa avevano
speso che loro non si erano goduti.. che dovrei fare. Prendere uan
fetta del mio culo e incattarglielo insieme alla mia
dignità?"
"No, non intendevo
questo. Però..."
"...ho vissuto
desiderando la morte,
come se sapessi dentro di me che non cèra nulla per cui
continuare. E mi sono chiesta e richiesta, questa sicurezza di... una
sensanzione, come di un tutto perduto di cui non sapessi
perchè...ma cèra, lo sentivo, come
assenza di
qualcosa come quando sott'acqua si cerca l'aria. Mancanza o... che
parola potrei usare per spiegare?... cosa cèra che mi
mancava, o
che era sparito, o che altro, che mi faceva capire fin nel profondo di
me, che nonostnate tutto ciò che potevo fare, nulla avrebbe
colmato quel dolore,quel vuoto, quella sensazione di mancanza di
qualcosa... La gente ha sempre
pensato che non
ero grata, riconoscente ne ninete, ma anzi ingrata perchè il
mio
essere e la vita che volevo, non erano normali come quelli che si
aspettavano tutti e peggio ancora, non volevo sposarmi, e non volevo
figli. Non hanno mai fermato un passo e ascoltato quello che sono e
doveva essee secondo tutti, e così non hanno mai voluto
capire
perchè odiassi la vicinanza della gente, e perchè
mi
veniva il terrore al pensiero di rapporti imtimi con qualcuno. Con
Rò ho iniziato a capire che... le parole che mi diceva su
quanto
mi volesse bene, che mi desiderava ect, erano per una cosa sola e
quando, non capendo un cavolo neanche lui, non ottenne nulla,
cercò con ogni mezzo di spingermi a fare qualcosa che non
era
nei miei interessi. Non sentivo di voler fare, perchè io
ricercavo altro, che non mi ha mai dato... Se prima non volevo, ora
è ancora peggio. Io rifuggo molte cose perchè non
mi sono
piaicute quelle che ho provato. E' così sbagliato?" volando
il
capo verso di lui, fissandolo. Lui fece di no con la
testa e allora lei tornò a dire cosa pensava, sempre
guardandolo.
"E per questo, se prima
non volevo
figli, per la mia famiglia, Rò e gli altri, rifiuto ogni
cosa di
più. I buonisti del cavolo sanno solo dire che non ci si
deve
uccidere, che è meglio cercare di prevenire i suicidi, ma
dopo
che hanno obbligato qualcuno a continuare, facendogli pure un tso, non
hanno dai spiegato e dato ragioni valide per cui sarebbe meglio non
commetterlo, tranne le solite menate... vuoi che ti elenchi le sempre,
uguali, strausate frasi? "
"Mh,no, li conosco
bene..."
"... resta comunque se
per molti
decidono di propria sponde di scegliere... si, decidere sulla propria
vita, come nel mio caso, una delle cose che ho deciso io per me... ci
chiamano miserabili. NOn persone con orgoglio umano di morire con
dignità. E di solito lo dicono quelli che, seppur
discutibili,
hanno scopi, motivi, sentono qualcosa che vogliono raggiungere, avere,
hanno la scintilla del domani. E poi cominciano col dire che la gente
che ti stava intorno... soffrirebbero. Certo, alcune delle persone che
con le loro parole, gesti e modi di fare hanno portato anche loro alla
cosa...! Soffri come una bestia TU, costretto dai sensi di colpa che ti
danno, ma devi di pensare a tutti quelli che ti hanno fatto soffrire,
perchè loro poi stanno male. Chi è ipocrita, me o
loro?... o ti idcono non mancheresti alla famiglia, agli amici? Mh,
amici... quali amici? CHi...? E poi altra menata, l'amore. Se trovi
l'amore non vorrai più morire. I figli salvano! Come se
fosse un
tappabuchi o loro sappiano che con queste menate, che però
poi
devi darla e fare figli,questo buco, questa mancanza che non mi spiego,
si riempisse... tutti dicono sempre che la massima vetta da raggiungere
è fare figli, che chi sposi e i figli curano tutto. A quanto
pare queste persone non erano come, per permettersi di dire queste cose
come spiegazione universale per ogni dolore. Come se ci fosseunamedicina
per tutto, e devi starti zitto. Il mio modo, il mio decidere di usare
le capacità di David per morire si, ma in un modo...
accettato
da tutti, varrà a qualcosa?"
Gli uomini si erano
fermati per una
pausa e Lia li fisso, chiedendo a Milan cosa vedesse, ora, in quel
momento. Ma prima che lui potesse dire qualcosa, lo fece lei.
"La feliciità
non è
neanche questa definita. Può essere una felicità
normale
che si avvicina a quella che vogliono tutti con una vita normale,
matrimonio e figli... o ci sono felicità diverse che non
hanno
nulla del genere... la felicitàper uno può essere
una
inezia per un altro, ecco perchè dico che il concetto di
felicità è diverso quanti sono i cuori,
così come
i tipi di amore. Sono soggettivi. Ma le leggi sociali non contemplano i
singoli, ma una unificiazione delle menti e comportamenti. E
dentro, la gente urla di dolore... adesso che hanno
occupazioni e
stiamo insererndoli in vari progetti, che li prendono molto, sembra che
abbiano una luce delgi occhi diversa, sorridono di più e
sembra
che abbiano più energia, come se prima no... E là
fuori
non fanno altro che urlare, imrpoversarti, darti medicine e fare i
buonisti perchè tu faccia le stesse cose loro, naturali e
corrette, e allora così sei felice...E poi non fanno altro
che
dire che chi vuole andarsene deve essere autato, aiutare per loro
significa dargli una ragione per vivere, speranza, gioia. Il problema
è... anzi, i due problemi principali sono. A. Non puoi dare
tappe tutte uguali a tutti come fossero verità di
felicità assolute e standard. I loro metodi con me non
funzionano perchè con la mia malattia, senza il vostro
prodotto,
io non potrei fare nulla per i dolori. Poi io non voglio relazioni
affettive, sono pro a quelle sessuali ma chi mi circondava no. Poi
abbiamo i lfattore famiglia. Con loro non volevo starci ma per
andarmene davvero, levarmeli dai coglioni senza che finisse come
è finita, che con la malattia hanno approfittato e
sono
rimasta bloccata con loro, mi sarei dovuta sposare. O sola, malata, non
mi ci lasciavano. Sposandomi significava avere uno stronzo che dettava
legge su tante cose, perchè la gente di là pensa
così. E poi dovevo dargliela, e poi l'aspettativa di tutti
dei
figli... e B. Ci sono diversi tipi di perosne che vogliono
andarnese veramente e per veri motivi, e... la mia categoria non
è come le altre. MOlti lo fanno solo per un momento nero,
per
solitudine, per qualche cosa, ma momentanea e che potrebbe
essere
colmata. Si può cambiare la loro situazione
perchè
è solo per qualche motivazione superabile, e lì
lo
capisco se si vedono come è accaduto a me porte sbattute in
faccia e menefreghismo finchè non tocchi le cose degli
altri...,
ma fanno di tutta l'erba un fascio... e queli come me sono accomunati
agli altri, portandoci a sofrrire di più, costringendoci a
restare. "
"Si, ho visto molti dei
casi che tu controllavi e volevi aiutare..:"
"E resta il fatto che io
non accetto
che le basi naturali decidano su di me. Il ciclo, i cambienti nella
testa della gente appena figlia piccoli stronzi, ossianel cervello che
sono naturali per la prole, i sentimenti che dicono e ti cambiano con
l'innamoramento, il senso di sopravvivenza... Io voglio decidere da me
cosa fare con la mia vita, con il mio corpo, altro che Rò
che mi
diceva-ce l'hai usala=""-...
quanto ho sofferto
veramente e cosa mi ha lasciato ma non lo ha mai capito, nonostnate
come con tutti, parlassi, urlassi...Io voglio provare, sentire
decidendo io! Se io avessi fatto tutte le cose della lista della spesa
che per gli altri sono tappe sacre, io sarei finita pazza. ..Io no
nvoglio cambiare il mondo per migliorare la mia condizione e avere
agevolazioni. Se ti aiuto è solo perchè dopo mi
aiuterai
ad andarmene, e intendo che non avrò la paura di prima. Che
qualcuno mi possa fermar e in qualche modo, che qualcosa vada storto
per finire in mezzo a medici e nuove cose, questa volta per la mia
testa. La mia testa va benissimo,è il cuore e la
miavita
che sono rovinati, e sono gli altri che non capiscono che le cose non
sono per tutti. E poi qui ho visto gente che sembrava spenta quanto me,
andava avanti per inerzia, per vivere ancora quanto gli era possibile,
ma nello stesso tempo sapendo che gli mancava quella Mano tesa...
rispetto a me loro avevano speranza, davvero motivi e desideri per
trovare una felicità normale, ma il loro laovro o le vite
personali li avevano portati a... sopravvivere con il minimo sforzo.
Così però non vivevano. E vivere secondo
gli ideali
d iun'altra persona è...terribile. Perchè come
per i
figli di mostri, vivi la loro vita buttata su di te.E senza la ragione
per cui vivere, propria, non cè felicità. Per
questo io
faccio provare loro, ai tuoi uomini che sembravano solo fancazzisti,
varie cose, così che possano scoprire, capire, trovare cosa
riempie i loro vuoti e avere possibilità che prima non ne
avevano..."
"..."
"E poi ci fu un
episodio. Ero
adolescente e non facevano tutti altro che ripetermi che tizia si era
fidanzata, l'altra sposata... e sto parlando di persone conosciute,
familiari, più grandi o mie coetanee col fidanzato, e quando
non
potei più, sbottai che non aveva senso sposarsi. E quindi
loro
iniziarono il solito pippone per cui sposarsi era imperativo
perchè-stare da
soli era brutto se
hai
bisogno di qualcuno -.
Questa cosa mi faceva incazzare non poco. Comunque si commentava anche
il matrimonio di una parentee mi lamentai del casino di gente che
avevano invitato. Perchè invitare la gente, chiesi, a una
cosa
che non ha poi così tanto valore per me? Dovrebbero esserci
solo
chi è importante. E mio padre chiese-ma
allora solo io tua madre -e
io risposi sicura - Se,
se ci siete - e mi ricordo come fosse ieri che prese una cosa
e me la
tirò con odio, urlandomi che ero schifosa, che favevo
schifo,
senza chiedere che cosa intendessi, ossia che io non volevo sposarmi e
non lo avrei mai fatto e la mia era una battuta per questo. Ma
finì solo con tutto il giorno a inveire contro di me come
fossi
la più schifosa delle persone. E già che sedermi
a tavola
con loro era un fastidio, un sacrifio, non erano le persone che avrei
voluto alla mia tavola con cui ridere, visto che non facevo mai,
parlare, passare del bel tempo insieme... e così era per a
prospettiva di feste e altro. Era sempre là, in mezzo a
estranei
per me, persone che non tolleravo vicino o a tavola, ma invece di
capire i miei disagi, i miei problemi, quella mancanza o non soche
altro termine usare, che non mi faceva tollerare loro per come erano e
altri, ottenni solo schifo... "
"..."
"Questa sera ti va di
mangiare in
camera tua, e a che ci siamo proviamo quel gioco da tavolo cinese con i
dadi?" guarandolo, vedendolo sorridere
"Farò mettere
allora i lcorpiletto che ti piace tanto, stai più sopra il
mio letto che sulle sedie..."
"Quelle sedie imbottite
con le molle fanno schifo, saranno belle ma usarle.."
"Questione di didietro,
suppongo..." vedendola alzare le sopraccigilia, per poi ridacchiare
"Se ti avessi incontrato
prima, solo
un pò di tempo prima, anche quando ancora parlavo con loro e
non
ero rotta come adesso..:"
Rimasero a sentire altri
sbraitamenti
di come organizzare le cose, seguita da urla e lamenti degli uomini che
non ne potevano più e iniziavano a ribellarsi, sporchi e
stanchi. Milan si chiese se era il caso di intervenire. La sua COmune
aveva preso la brutta abitudine di vedere meno il regolamento di
rispetto e gerarchia per... una interazione più umana e meno
bacchettona. Questo portava però molti a vedere alcune
figure
come padri cattivi e loro come figli vessati. E Lia era stata chiara,
va bene una Comune, ma che non scada nel ridicolo buttando via regole e
ruoli, comportamenti ed educazioni che erano chiare per la
comunità di persone. Prima che potesse decidere se andare a
fermare la caciara, Lia continuò a parlare.
"...lasciami riposare in
pace"
"Allora farò
in modo di dimenticarti"
"Se davvero si diventa
spirito, non farmi voltare indietro per accertarmi delle promesse..."
"...così
portrai andartene senza rimpianti? In questo modo non avrai nulla di
cui rammaricarti?"
"Giurami che quanto ho
fatto e
farò qui, fino all'ultimo momento, non sia stato vano. E che
le
tue parole, da Signore e Uomo, valgano ora e per sempre. Per l'affetto
che nutri nei miei riguardi, se esiste..."
"La nostra amicizia
è quella
che la gente fa finta di non credere. Noi siamo la prova che esiste.
Che si può provare affezione e legame d'amicizia senza v
isia il
sesso, come invece urlano tutti. E inizio sempre di più a
capire
perchè tu odi il concetto del concepimento e i figli
naturali,
prediligendo più la crescita delle nuove generazioni, tra
tutti
i membri...I piccoli sono il tesoro delle vecchie generazioni, ma si
è finito col creare mono gruppi chiamati famiglie, chiuse,
strette, modellando la definizione-figlio
uguale mio possedimento -.
Capisco il tuo pensiero e come vedi le cose. Così come anche
io
odio i bugiardi e i traditori. La paroda data è sacra, le
parole
non sono vento, ma hanno un peso per me. Spezzarle significa essere
come le persone là fuori... Proseguirò per i
piani che
abbiamo progettato. Ma farò in modo di voltare le spalle al
passato perchè di te, restino le prove tangibili,
per gli
altri. Mi impegnerò ogni giorno a vivere pensando al mio
futuro
in un mondo nuovo, che mi hai aiutato a cambiare. E come amico, ti
sauterò quel giorno come se stessi facendo un bel viaggio,
non
come un addio ma con il sorriso. Se è questo il tuo
desiderio,
allora sarò con te fino a quel momento..."
"Se davvero per ipotesi
la
reincarnazione esiste, ed è inevitabile... allora, se non
cè latro modo, vorrei ritornare nel mondo che ho desiderato,
dando acqua alle sue radici di adesso. SI, noi siamo amici, amici di
sesso diverso, che si rispettano e si vogliono bene come
persone,
senza la cazzata del sesso che tutti dicono. E anche perchè
non
siamo... rappresentati del gusto personale dell'altro" gli disse
ridendo, vedendolo farlo, di rimando come per dire
è vero
"QUindi siamo la prova che le cose esistono. Le vere cose. NOn le
stronzate di miracoli e apparizioni. Noi esistiamo. L'amicizia con te,
con Jd e gli altri esiste. Noi siamo veri. Il mondo, per questo,
può cambiare..."
"Si. Se riusciremo, le
radici che hai creato saranno salde, profondi e generatrici abbastanza
per tanto tempo..."
"Sai... se avessi un
desiderio da
rendere realtà, vorrei.... Se dovessi rinascere ho un
desiderio
ed è,quello di poter giocare ancora insieme a te.."
"nella prossima vita, se
è
davvero così,mi procurerò tutti i giochi da
tavolo che
riuscirò, i migliori così che tu possa giocare
con me
tutto ciò che non hai fatto da piccola, mai, e quello che
non
potremo fare da quando te ne andrai..."
-andiamo
kianta sei troppo dura
ha
fatto quella enorme cazzata
quel giorno ma non
è
come gli che fanno
mestiere
mente dice le cose
stanno
senza pensare a far
del
male agli altri vicino
lgi
uomini conosciuto una
persona genuina si offre
di
aiutare chiunque ne abbia
bisogno dimostrato essere
paziente
perch ti sbollisse la
rabbia
e continuassi generalizzarlo
per
suo lo fai con
nessuno
giudichi plasmi fossero feccia
l fuori fidano attento
interessato cosa viene detto
anche se ammetto molte
volte
accorge accade intorno lui
meno siano gi successe
gente
parla ascolta poi impegna
nel spinge pi finire
il
lavoro importa quale lascia
mai incompiuto.inoltre fa
promesse
pu mantenere promette ci
prover risolver fedele alla
parola solo qualcosa sicuro
poter soddisfare sa dobbiamo
lottare i nostri scopi
nella
vita piccoli personali o
grandi cambiamento riuscire
raggiungere scopo significato
combattendo stesso coloro sono
in grado combattere da
stessi compreso giustizia
uguali
diritti tutti inoltre pensarci
aspettarsi nulla cambio sceglie
preferiti giudica han orribili
insomma dall'inizio dico
definisci
anzi sincero malizioso semplice
corretto schietto divertente
costruito
spontaneo--e '
affidabile ha la scorza dura se qualcuno critica qualcosa non lo prende
come un attacco personale
Kianta si
svegliò
lentamente, con il viso verso il muro, come in una strana sensazione.
Non capiva se qualcosa l'avesse svegliata o era uscita da un osgno
strano. Chiuse piano gli occhi di nuovo ma li sbarrò
perchè, adattandosi alla veglia, si era resa conto di
qualcosa
che prima le arrivava come ovattato.
Irrigidita
perchè stranita,
percepiva vicino come un'apnea, dei versi di fatica, qualcuno che
respirava a fatica. Si voltò lentamnete, il viso verso la
spalla
sinistra, per guardare dall'altro lato, alzò un
sopracciglio, e
si buttò sulla schiena, arrabbiata.
"Ma daiiii!!! Ma
veramente?!? E'
l'alba, tra poco vai ad allenarti prima di colazione e mi fai i
piegamneti qui!!!" si incavolò, guardando Gask faticare
negli
esercizi, sudato e in mezzo alla stanza. Si fermò, la
fissò come se nn avesse fatto nulla e fosse sorpreso della
sfuriata, sedendosi a loto.
"Scusa... non riuscivo a
dormire e così ho pensato di..:"
"E perchè non
te ne vai nella
tua, di camera?" sbraitò mettendosi seduta anche lei,
buttando
un occhio sul muro vicino, dovesembrava ci fosse un'altra ragnatela,
l'aveva percepita come uno sbrilluccichio, ma sperava fosse solo venuto
dalle pietre. Odiava le ragnatele, e in quel posto i ragni si
annidavano ovunque, smebrava che aspettassero la sera o la notte per
fare le loro cose ragnose. Zampettare sul suo letto, scorazzare sul
muro o sulle mensoline. Gask vide la sua faccia e, passandosi un
asciugamano, le disse qualcosa che lei non colse subito,
così
lui la ripetè.
"Perchè non
montiamo subito le
mensole che ti ho portato? Come piacciono a te, e cambi
quelle
così semplici ma anche che contengono poche cose?"
Kianta fece il broncio,
fissandolo
con gli occhi socchiusi, guardando sopra l'armadio di fronte il letto,
dove lui aveva posato la scatola che le aveva portato. Era derivata dai
suoi schizzi per decidere come sistemare le sue collezioni. I quarzi
del madagascar avevano punte troppo lunghe per entrare nella piccola
bacheca della mensola semplice, che occupava orizzontalmente
il
muro, e aveva intenzione di trovare un rimedio più
attraente,
anche. Così aveva
schizzato, mentre
lui era impegnato a ricopiare testi, due tipi di idee. Una serie tre o
cinque quadrati messi vicini , formando una composizione in base alle
loro altezze rispetto gli altri, oppure il tema che le piaceva molto.
Mensole esagonali in successione ad altezze diverse, a formare come un
sistema a nido d'ape. Così da mettere oggetti, creando anche
una
bella composizione sulla parete. Una di queste composizioni prendeva trein
verticale, seguite da una, collegata a due, poi una in alto, spazio
vuoto, una in basso, e altre due che saligano in diagonale. E alcune
celle con una sezione in mezzo a tagliare la cella, come doppio angolo
di supporto per gli oggetti. Era indecisa se in legno o in metallo. E
ancora di più, quando farle fare se aveva deciso,
perchè
non voleva che gli uomini si affrettassero come sempre, a portare loro
le cose per non farla faticare e pretendessero di montarli, entrando in
camera. Non voleva nessuno nella sua stanza. Ma ecco l'ennesima
sorpresa. Dopo il
tappeto e tutte le cose che si era caricato, non aveva ancora capito da
dove, se finestra o porta, Gask aveva portato uno scatolone pieno di
esagoni da montare a piacimento, per sostituire gli scaffali lineari
già presenti. Legeia le aveva detto
che doveva
mettere dei paletti con lui, perchè era diventato troppo
audace,
troppo pronto a fare le cose entando e uscendo dalla stanza come
voleva. Aveva imparato come aprire la finestra dall'esterno, cosa che
lei non aveva indovinato, visto che era un lavoro fatto bene, moderno,
sicuro. E quando lei teneva aperto per far entrare aria, se lo
ritrovava come un uccello che si insinua dentro cuorioso, chiedendo di
essere aiutato, ma restando poi pure per dormire. Sul divano del
salottino, più piccolo di seduta delle sue spalle, ma non si
schiodava. Aveva tentato di
mandarlo via, ma
essendo una persona sincera, leale, che agiva come gli diceva
la
testa non vedendo o comprendendo cosa combinava come fastidio, essendo
diventati amici e di cui si fidava sicuro, lo sentiva, non riusciva a
fare quel che sarebbe accaduto ad altri. Prenderlo a legnate e
lanciarlo fuori dalla finestra. Jd non sapeva che erano
amici, ma le
ripeteva semrpre, credendo lo odiasse ancora, che era semplicemcente
genuino e le spiegava perchè non doveva trattarlo male.
-andiamo kianta sei
troppo dura ha fatto quella enorme cazzata quel giorno ma non
è come gli che fanno mestiere mente dice le cose stanno
senza pensare a far del male agli altri vicino lgi uomini conosciuto
una persona genuina si offre di aiutare chiunque ne abbia
bisogno dimostrato essere paziente perch ti sbollisse la rabbia e
continuassi generalizzarlo per suo lo fai con nessuno giudichi plasmi
fossero feccia l fuori fidano attento interessato cosa viene detto
anche se ammetto molte volte accorge accade intorno lui meno siano gi
successe gente parla ascolta poi impegna nel spinge pi finire il lavoro
importa quale lascia mai incompiuto.inoltre fa promesse pu mantenere
promette ci prover risolver fedele alla parola solo qualcosa sicuro
poter soddisfare sa dobbiamo lottare i nostri scopi nella vita piccoli
personali o grandi cambiamento riuscire raggiungere scopo significato
combattendo stesso coloro sono in grado combattere da stessi compreso
giustizia uguali diritti tutti inoltre pensarci aspettarsi nulla cambio
sceglie preferiti giudica han orribili insomma dall'inizio dico
definisci anzi sincero malizioso semplice corretto schietto divertente
costruito spontaneo--;-
-ma stai descrivendo o
meglio supportando quella persona per qualche motivo sembra quasi una
campagna elettoral -
"No, intendevo...
capisco che non ti
piace la vicinanza della gente, ma con lui ti stai comportando come non
faresti. per questo, lasciamo disrti le cose che tu apprezzi ma non
vuoi vedere di lui. Persona autentica, non cerca di piacere
agli
altri per forza..."
"non mi sembra..."
"Si, in effetti con te
cerca di farsi
perdonare... Sa chi è. Sa che piacerà ad alcuni
ma non ad
altri, a lui sta bene così.Ma con te nota attacchi
d'indifferenza mischiati a odio, e lo vedo che è triste.Non
giudica. Ha una mente aperta ma... ammetto che non si accorge delle
cose che succedono, se qualcuno non gliel odice. Questo dipende anche
dal suo passato e suo carattere, ovvio... Conosce il proprio percorso
personale e no ngli interessano gioie e soddisfazioni dall'opinione
degli altri in generale, ma ho notato come è spensierato e
se
stesso con Milan quando sono insieme, quanto è felice di
ocme
è stato trattato dal suo arrivo e non se lo apsettava,
mentre
è triste del tuo... pensiero nei suoi confronti.E anche io
non
capisco... è una persona generosa, si interessa davvero di
tutti, tratta con rispetto, è diventato seguendo le nostre
regole educato e rispettoso. Cosa importante... Non è
motivato
dalla cose materiali. Si può dire che è l'opposto
di
Milan...- ridacchiando, ma vedendo lei con lo sguardo riottoso
guardare fuori dalla finestra, continuò-e '
affidabile. ha la scorza dura se qualcuno critica qualcosa non lo
prende come un attacco personale - Quando è
impegnato in un
dialogo vi concentra tutta la sua energia, ne è assorbito.
Non
usando molto il cell, pensa che vantaggio! Non è guidato
dall'ego. Ci sono due cosette, ammetto che pensono la bilancia un
pò verso l'altro lato.. Non sarebbe ipocrita, lui mette in
pratica quello che predica..."
-bisogna vedere cosa
predica-
-calma , e non si vanta
è tipo che sbandiera i suoi risultati per mostrarsi-
-ne sei sicuro
è capitato che tornasse e iniziassero feste festini urla
casino perch ;
-kianta , non vuoi
vedere fors el'unica persona migliore di tanti noi certo per i lsuo
passato ma anche cosa è perch lo giudichi identico alla
feccia e quel giorno ha fatto una gran cazzata dimostrato col suo
carattere tutte le scuse possibili ch ;
-tutto quello che hai
detto pu benissimo essere spostato su te milan-
-non siamo la stessa
cosa e te lo dice uno che è considerato positivivamnete qui-
"SAi, ho letto alcuni
libri sui
vampiri, in questi giorni. Quello originale, poi quelli che ti
piacciono di...Anna Rice?!?... e altri. Lo sai, ho iniziato a pensare
e... la nostra amicizia è come quella dei vampiri. Noi siamo
come i vampiri"
Kianta lo
guardò socchiudendo gli occhi, come meditabonda, ma non in
senso positivo.
"prima di chiederti dei
libri, perchè noi saremmo come i vampiri?"
"perchè..."
stendendosi
all'indietro cn la schiena, poggiandosi sui palmi delle mani portate
indietro "...da quello che ho capito i vampiri mantengono sentimenti
umani, ma invece di pensare come noi al tempo che scorre, ai matrimoni,
figli, interessi di denaro o altro, fanno più attenzione al
resto. Sono attenti con le persone, perchè si avvicinano,
perchè restano al loro fianco, i tipi di affetti, il senso
di
affezione... Il senso dell'affetto, qualunque sia, mi è
sembrato
che fosse pi profondo ed eterno, insomma senza gelosie per tradimenti e
senza i problemi dei figli e delle prestazioni sessuali, sono meno
stressati..."
"Cosa?"
"Si, voglio dire. Ho
notato che nei
libri che ho letto le vicende riguardavano come questi vampiri
gestissero oltre cosa fossero, le persone intorno a loro. Come i
legami, di qualunque tipo fossero trattati diversamente e... mi
è sembrato di vedere noi..."
"OK, io non..."alquanto
a disagio
"non hai detto inoltre
che secondo
Lia e te, la vita eterna per voi, significava la possibilità
di
vedere, leggere, seguire, comprendere maggiormente tutto ciò
che
in una vita normale non è possibile? Che Lia deiderava
essere
come uno spirito, un fantasma per andare ovunque, vedere le cose,
osservare e imparare, invece che vegetare come vivente?"
"Si, ma la questione
è diversa dal fatto dei vampiri..."
"io non ne vedo. Noi
siamo amici
speciali. Non abbiamo problemi di nessun tipo su niente, a parte quella
volta tra le rovine, quando dovevamo toglierci lo schifo addosso delle
fogne ed era necessario lavarci..."
"Per favore,
smettila..." lo
rimproverò, schifata " comunque come hai fatto a leggere
così tanti libri in poco tempo tra gli impegni..."
"Ecco... veramnete erano
audiolibri, li sentivo tra un allenamento el'altro, e..."
"Ma non è la
stessa cosa! Tu devi leggere!"
"Lo so scusa,
però dopo quelo che hai detto alle rovine.."
"Ancora con queste
rovine e quella parte della doccia..:"
"Andiamo, erano fogne,
noi ci eravamo
caduti, ci siamo dati una ripulita come potevamo, e so per te che hai i
problemi del contatto della gente, il pulirti continuamente... quello
che non capisco ancora adesso è perchè sei
neutrale con i
nudi, qualsiasi, ma impazzisci se perfino per il sarti per i vestiti,
la gente ti vede anches solo in intimo" vedendola con un broncio
triste, girandosi, dandogli la schiena
"Come ti aiuterai
facendo
così? Anche con gli altri, non stai mai in mezzo a noi la
sera,
nelle feste, in nessuna cosa. Di giorno per le attività
normali,
ma nulla oltre il solito e per le feste dove puoi ballare quel ats e il
tribal fusion bellydance, con la maschera tra le altre. Ti ho
riconosciuta all'niizio per il neo a forma di fagiolo, grande, proprio
al centro della schiena e gli anelli che dimentichi smepre. Ah, la
cavigliera... e poi per come leultime due volte, hai quasi litigato con
Alaric.... quando ti vesti da elemento di testa del gruppo delle ats,
con la maschera con altre due, non parli ne cerchi di far capire chi
sei. anche quando Jd suona la chitarra e ti fa da base musicale, tu
giochi con lui ma senza far sapere chi sei. Perchè?
Perchè non stai con tutti noi ma solo quando puoi con una
maschera?"
"..."
"So che Jd ha ripreso a
suonare la
chitarra elettrica, scrivendo quel ritornello davvero allegro e porprio
da lui... ho notato come ami quando suona ma so anche che aveva ripreso
quando Lia aveva aperto nel Teatro delle sezioni per migliorare il
cervello degli uomini con la musica. Seppur è indicata da
bambini, ha deciso di tentare di spingerli a far qualcosa con le
abilità artistiche musicali. E per molti è stato
interessante, anche per quegli strumenti nuovi... e Jd ha ripreso dopo
anni a impugnare una chitarra elettrica con i risultati che ho sentito.
.:"
"NOn hai da andare a
fare colazione?"
"siamo come i vampiri,
la
nostra amicizia dovrebbe superare i problemi personali. Tu stessa mi
hai detto quelle cose sul Capo..." vedendola osservare il muro con i
ripiani di fronte a lei "
" la sua dichiarazione
di guerra
contro ciò è sbagliato. Ricordi? Credo che anche
stare
lontano dalle persone per varie paure, sia sbagliato..."
"Una volta Lia si
è chiesta...-io cosa
sarei se fossi stata sempre l- gli
chiese, invece di avere una fortuna sfacciata di incontrare Jd e Milan.
La risposta potrei darla anche io. Sarebbe appassita, avvizzita, si
sarebbe perduta fibra dopo fibra in un posto che non era usa, che la
teneva ingabbiata per la scusa dell'amore, che cercava di cambiarla per
essere totalmente diversa.... il problema è che nonostante
le
abilità di David, Milan dice che una come Lia non svanisce
così, a caso. Perchè se succede che perde la
memoria
volendolo lei stessa con però così tanto dolore,
sofferenza e disperazione... l'anima stessa ne porterà quei
segni per sempre. Non importa le amnesie naturali o la riscrittura di
David. Io sono una di quelle persone per cui tutto ciò che
fa
parte dell'anima, non può essere cancellata e quindi i tic,
le
manie, i terrori e le paure no nse ne andranno mai... Lia parla di
un'amica, Zay, che le diceva se la reincarnazione esisteva e molte cose
che lei aveva di suo, senza influenza, fin da piccola è il
risultato di cosa l'anima si è portata dalle vite
precedenti. E
Milan, interessatissimo a queste cose, concorda. Per lui tutto
ciò che è simile a lei, che richiama quello che
era e
provava, è la spiegazione che cè più
di carne e
sangue, perchè non si spiegherebbe come mai tutti gli altri,
che
fossero amnesie naturali o da incidente o dei test di David, non
avessero nessuna mania, preferenza o altro riemersa dell'altro Io,
sviluppandosi come soggetto nuovo..."
"Questo l'ho capito,
però seppur io sia l'unico che possa toccarti, continui ad
avere..."
"E' tardi, devo
sbrigarmi o la Levata
la faranno senza di me, e al solito saranno mezzi rincoglioniti,
vestiti a caso o facendogli gli scemi..:" rispose lei, passandogli
vicino, chiudendosi in bagno.
"Dimmi
che va tutto bene..." domandò preoccupato Gask dal basso,
osservando i piani sopra, dove lei era sparita.
Rimase
in attesa, camminando come un disperato, sentendo a volte
qualche
rumore ma nulla che potesse annunciargli che andasse tutto bene. Poi di
colpo alcuni rumori, come metallici, finchè voltandosi di
nuovo
per fare il suo giro nervoso, non sentì cascare qualcosa di
pensante, quasi sfiorandolo. Come
pioggia, vari oggetti iniziarono a planare a velocità
intorno a
lui foschiando, finchè non la vide letteralmente sbolognare
al
vuoto cassetti interi, senza badare al contenuto e su chi finisse.
"Ehi,
io sono qui sotto!"
"E
spostati! Che sei, aspetti che il pero ti casca in bocca?"
"Cosa?"
chiese lui sconfuso
"Senti"
disse lei un pò urlando due piani sopra "sto cercando di
trovare
roba che possa servirci, ed è chiaro che abbiamo poco tempo.
Tutta colpa di quell'imbecille del generale. Ti piace ravanare ne
cumuli di roba? Inizia a darti da fare, prima abbiamo qualcosa che
possa servirci, prima ce ne andiamo. non possiamo certo uscire
disarmati e senza nulla là fuori, con quella
gente..."
"Tu
però vuoi ammazzarmi, è chiaro se svuoti la roba
così di sotto senza avvisare..:"
"Stai
forse dicendo che sono stronza come le casalinghe che lavano o
scotolano, senza controllare di sotto? Sono una persona di
merda
del genere?"
"..."
"non
ti ho sentito" fece lei, acquattandosi sul bordo franoso del piano
rimasto, contro il vuoto "vuoi davvero provare ad uscire
là fuori senza un minimo che ci possa aiutare, senza sapere
chi
sta girando per il casino che è venuto fuori da due teste di
pisello?"
"...
posso dire solo una cosa? Fà come vuoi..." urlò
lui
voltandosi, sedendosi su un pezzo di muro con i gomiti sulle gambe, ad
aspettare.
Rimase
fermo come a riflettere, finchè non si accorse che piovevano
pentole e posate intorno a lui. Alzando lo sguardo la vide con il
broncio, intenta a prendere la mira verso di lui, che era spostato dal
cumulo fatto fino a quel momento.
"Che
fai!"
"Che
devo fare, ti mando roba utile. Altrimenti devi spulciarla dalla
cunetta e perdi tempo. Non sarà come avere armi vere che
sono
sparite, ma il metallo buono aiuta sempre. Non sono zombie, ma meglio
che ninete..."
"Mi
stai tirando di nuovo forchette e coltelli!" mentre un coltello da chef
si impuntava vicino a lui, facendogli inghiottire aria "EHi, ma che ti
prende, scendi!"
Ma
scomparve di nuovo, restò in attesa seduto, mentre guardava
il
semicerchio di roba poco davanti a se, chiedendosi se voleva accopparlo
veramente o che altro. IN lontananza, gungendo dal cielo sopra di lui,
si sentivano urla e spari, come esplosioni, e si chiese che
cosa
accadeva e chi gestiva la questione senza Kianta o lui, per il suo
gruppo. Poi di colpo si sentì chiamare con un "Ehi" e
alzò la testa.
"Acchiappalo,
ci serve..." mostrando un valigetta, per lasciarla andare appena lui si
era alzato.
Gask
sussultò, fece per andare a prenderla al volo ma
si
fermò come se qualcosa gli avesse detto no, la vide cadere
di
angolo e aprirsi con un rumore sordo, vedendo volare a raggiera
coltelli, una scacciacani o pistola vera e accette per carne.
Qualcosa si attivò e partì un colpo
sonoro, che si
conficcò da qualche parte. Gask istintivamente si
buttò
con busto di lato coprendosi torace e viso con le braccia, mentre
Kianta si acquattò a terra. Non era un vero proiettile ma
qualche fece, perchè il rumore non era a salve. Il
cumulo di armi e valigetta restarono fermi e zitti, mentre Gask fece
qualche passo circospetto, per poi incavolarsi.
"Ma
che fai, poteva beccarmi, o prendere te lì... ma che ti
prende!"
"Ti
avevo detto di prenderla, invece ti sei inchiodato. Era ben chiusa,
evidentemente era difettosa o di scarsa qualità! Comunque
tutto
ok, prendo la cassa con il paracadute e scendo..."
"Che
cosa fai?" iniziando a camminare nervosamente sotto i resti del
pavimento dove lei si muoveva, vedendo cassa e paracadute ciondolare, e
raggiunbili solo con un salto "fermati, ci accontentiamo con quello che
abbiamo...sei al secondo piano da qui, ossia al primo da fuori, ci
basterà per uscire in strada..."
"Eh,
no! e sai perchè?! perchè cadendo non ha preso
solo la
parte centrale o pozzo luce, ma se noti già da
lì, tutta
la parte anteriore è andata, come un castello di carte, e
per
uscire da porte e finestre sulla strada, indovina...? Tempo e casino.
Dobbiamo raggiungere il secondo piano, dove pende quella cassa e
sperare che ci siano i nostri qui intorno..."
"Ma..."
ma la vide tentare di salire ancora e la seguì con lo
sguardo, in ansia.
Kianta
usò qualcosa che lui non comprese subito, sembrava una sorta
di
griglia metallica con denti in fuori, attaccata a una corda larga,
piatta e grigia. Pareva con intreccio fitto e fili robusti e grossi.
Usò questo collage di oggetti per fare una sorta di rampino,
agganciandolo da qualche parte che non vedeva bene, testarlo per vedere
se reggeva, pensando che lo volesse usare per issarsi su.Invece lei si
tirò abbastanza indietro tenendo la corda per fare poi una
rincorsa, arrivare con la cordaa toccare con i piedi il muro che non
poteva giungere, perchè mancava parte del
pavimento e con
slancio, balzò ad afferrare la parte raggiungibile sopra,
usando
i piedi sul muro vicino per sistemarsi e rialzarsi. La
cassa pendeva sorretta dal paracdute, tenuto da una barra dei pilastri
in ferro divelta, dondolando poco oltre il pavimento sopravvissuto.
"Di solito qui sono tutti in mattoni rossi, proprio la casa o quel che
è con cemento e barre di ferro dovevamo beccare..." disse
tra
sè gask con ansia
Poi lei entrò dalla porta raggiungibile per uscirne pochi
attimi
dopo con una scopa, a cui era attaccato come un elastico o una corda.
Fece dei tentativi allungando la scopa e cercando di infilare quel filo
o altro a cerchio largo, legato alla parte in plastica con le setole.
Appena riuscì a farla scivolare dal lato più
stretto,
seguendo quello lungo fino a metà, girò la scopa
varie
volte come un cappio ben stretto, tirando verso di lei. NOn fu
un'impresa facile e ci mise circa un quanto d'ora, ma era stata in
grado di prenderla verso di se, lasciando il paracadute come unico
problema. Dopo aver litigato con il tessuto che non voleva scivolare
via, questi cadde, e Kianta iniziò la ridiscesa. Saltata
al piano di sotto, una parte del pavimento ancora in piedi cedette,
inclinandosi mentre lei si caricava la cassa, che aveva precedentemnete
calato, rischiando di fare gli ultimi due piani di schianto. Per
tenersi lei lasciò la cassa, ma non trovò nessun
appiglio, si vide andar già seguendo sulla pancia la parte
di
pavimento obliqua, dopo aver ceduto, ritrovandosi ad
allungare le
mani in cerca di qualcosa invano, finendoil pavimento sotto di se.
sfiorò vicinissima il piano di sotto, ma non
ruscì ad
afferrare le parti sporgenti e voltandosi col busto, mentre cadeva,
vide sotto di se Gask con le braccia aperte, cercando di acchiapparla. Seppur
i tentativi e la ricerca mentale di soluzione, tutto accadde in pochi
minuti, lei non sapeva quanti. IN quegli attimi si chiese cosa altro
era possibile fare in secondi. Cadde
addosso a Gask, che si portò di lato per sbattere la
schiena,
atterrando più verso la spalla destra. Si portò
istantivamente il braccio e spalla opposti a coprire se e lei, sentendo
un grosso botto intorno a loro e detriti. Poi qualcosa lo
coprì
gentilmente, come una carezza di tessuto. Si
voltò, vedendo solo tessuto davanti ai suoi occhi, mentre
Kianta già si agitava per torglierselo di dosso. Gask
restò disteso sulla schiena a respirareprofondamente, seppur
vi
foss epolvere intorno, chiedendo a voce alta, non a lei ma come in
generale,se fossero morti e fossero da qualche parte.
"Vedi
lucine, tunnel di luce, gente ombra, puttini, angeli con ali giganti o
cose strane?" gli chiese agitandosi come un'anguilla per spostare il
tessuro
"...Mh..
no!"
"E
allora, siamo ancora qui! Ora so una cosa che nelle esercitazioni non
cè, se il pavimento sotto di te cade sbattendo su quello
sotto e
hai pochi secondi, senza nulla a cui aggrapparti,
cè poco
da fare. Scivoli e basta. Volevo impuntarmi con le gambe e allontanarmi
ma sarei comunque caduta, sotto non ci erano parti,se
saltavo dove finivo se non qui sotto? Almeno dopo quella discesa
cèra solo un piano fino a qui...Potresti aiutarmi con questo
stupido tessuto?"
"Tu
non hai momenti di spavento da scacciare? Io ho avuto paura di non
prenderti e vederti come un uovo rotto per terra..."
"Ehh!!!
Esagerato! Fosse stato più in alto, potrei capire. Io che ci
sono stata in mezzo, guarda... mi scoccia solo che sono tutta sporca
adesso..."
Gask
si voltò a fissarla in queella zona che avevano creato con
le
braccia, litigava con l'ampio paracadute della cassa, cercando di
uscirne, solo arrabbiata e urtata per la polvere e sporco che aveva
addosso.
"Non
varrai lavarti di nuovo...:"
Kianta
si voltò, sguardo arrabbiatissimo, abbassando le mani per
girarsi meglio e guardarlo, ma il tessuto cadde mollemente
ri-adagiandosi su di lei, facendola imprecare.
"Mi
sono lavata perchè ero uscita da uno scarico
fognario. NOn
voglio pensare, NON VOGLIO, immaginare lo schifo che ho indosso e cosa
dovrò fare per evitare malattie e altro. Era una cavol odi
fogna! FOGNA! E tu cosa cosa cè nelle fogne?"
"Escrementi,
ratti, liquami..."
"Appunto!
Quello! Io non riesco a stare con lo sporco, seppur ho cercato con la
sola acqua di togliere il possibile, mi sento uno schifo lo stesso, e
ora sono sporca di polvere di vario tipo. E questo dannato tessuto!!!"
sbraitò, bracciando, decidendo di andare
carponi da
un lato per uscire definitivamente. Si acquatò sulle
ginocchia
osservando fuori dalla cupola molle del paracadute la situazione,
mentre Gask si era alzato i piedi, aveva afferrato la stoffa, iniziando
ad appallottolandosela fra le braccia. Kianta osservava fuori con il
tessuto sulla testa come fosse sotto le coperte e lo guardò
male
quando lui tirò anche quello che la copriva, lasciandola
senza.
"Siamo
ancora in piedi senza grossi problemi, abbiamo la pellaccia dura. Il
problema sarà uscire abbastanz aarmati se quel gruppo
è
riuscito ad avanzare, visto che non sappiamo dove siamo..."
"QUello
stronzo che correva... li ha lui le nostre cose. Devo trovarlo..."
"Quel
tizio, ha modo di attivare i nostri cellulari per avere informazioni?"
"Di
base no. Voglio dire, sono uno sviluppo alternativo solo dei laboratori
di Milan dei cellulari comuni, ecco il loro nome, ma no nsono come
quelli. In quanto a sicurezza i nostri sono ovviamente livello
militare. Corpo e componenti interni sono studiati e testati
per
resistere a urti, cadute, danni anche da armi se possibile. Ovviamente
non di grosso calibro o particolarmente..."
"Io
parlavo per attivarli e vedere cosa cè dentro..."
"...
e io ti stavo per rispondere. L'OS è il Pandora. Basato
sulla
storia mitologica, è una sorta di Crell muto, che
può
contenere come il famoso vaso dati e informazioni con crittografia e
compressioni particolari, sperimentate solo da noi. Ergo se non
cè una mente brillante all'interno della gente che li ha
fregati, capace come fu nella seconda guerra di tradurre i codici
crittografici e compressione, possiamo stare sicuri. Le chiavi non sono
conosciute ma di nostra ideazione, così come i sistemi di
sblocco secondari che vertono su iride, la blue box che abbiamo e
scansione, dove quelli comuni hanno quello delle impronte, di
particolari solo nostri che riconosce e sblocca. Ma appunto sono
sistemi..."
"Davvero?
Cè questa possibilità?" chiese lui stupito,
piegando il
tessuto "cè un Crell dentro i nostri telefoni? Fa scansioni
di
cosa, nostri..?"
"Ma
tu dove eri quando te lo spiegavano?"
"Veramnete
lo hanno consegnato e basta. Nessuno mi ha detto nulla..:"
"Come
sarebbe! Gli addetti alle consegne dai magazzini e..."
"Come
ti ho detto. E comuqnue non sono stati loro. A me ha consegnato alcune
cose... Milan"
Lei
fece come al solito quando cercava di controllarsi dall'esplodere, gran
respiro, movimento di mandibola come se stesse masticando, osservazione
di cose a caso. QUando lui pensava di ricevere una sgridata, la vide
invece alzarsi e andare alla cassa, che aveva resistito all'urto.
"Mi
auguro che tutto il casino per prenderla, non abbia dato invece... roba
inutile!" sbottò lui, anche se speranzoso
"Se
hai un Dio, prega che ci siano armi! Perchè ho voglia di
impallinare come novelli gruviera due coglioni che si fanno
chiamare generali e poi sono ragazzini pronti all'offesa..."
"Su
questo non posso darti torto... la cosa che mi preme è
uscire.
Vedere da qui la luce e non decidere da che lato praticabile uscire..:"
"Usciremo
dall'ultimo piano, cercheremo di raggiungere edifici vicini per
ritornare fuori. Ho controllato la zona anteriore e non è
messa
nbene, perchè un edificio di fronte è finito su
questo e
rischiamo che cidava la facciata di questo o dell'altro adagiato contro
questo, addosso... E' chiaro che non possiamo raggiungere la strada e
basta. Dall'alto avremo una migliore visuale per studiare la cosa...
quell'altro imbecille venuto da est potrebbe avere scagnozzi qua sotto
e rischieremmo di essere presi..."
"Le
torture di quei gruppi militanti-religiosi non sono affatto un
passeggiata. Ma lo dico per te, perchè..."
"Cosa...!
Anche io sono stata addestrata a sopravvivere alle torture e..."
"Questo
lo so. Jd ha anche detto per due volte, anche se
non
capisco, ma non intendevo a quelle normali. Io parlavo della loro idea
di prendere le donne, costringerle a convertirsi alla loro religione se
non lo sono già e di venderle, proprio venderle, ai propri
uomini o darle come premio ai migliori. E siccome Jd ha detto..."
"CHE
COSA HA DETTO JD!" urlò lei, non guardandolo ma come
gelandosi
mentre sbloccava i ganci della cassa, fermandosi del tutto, come
aspettando le risposte.
"...Ecco,
volevo... dire..."
"CHE
CAZZO HA DETTO JD!" sempre più adirata e piccata, con quel
suo
tono e modo di parlare tra i denti come s evolesse mordere.
"Ha...
insomma, si parlava di Madame, dei vostri accordi con lei, di cosa
cè là e... chiedevo come mai questo. Di solito
queste
cose gli uomini dove io sono stato li cercavano... beh, Alaric ha detto
che era una trovata di Lia e Jd si era incazzato. Diceva che Lei non
doveva essere ricordata, mai, così come parlarne, e quando
ho
chiesto del perchè...."
"..."
"Mi
hanno detto che la conoscevi, avevi mantenuto molte
cose
che aveva messo. Che anche tu come lei credi che rendere l'animo delle
persone lieto e felice fosse un modo per gestirli meglio. Farli sfogare
era cosa buona..."
"Stai
dicendo una cagata dietro l'altra! Io non la conoscevo. Quelle cose
sono rimaste perchè MIlan aveva visto chiaramente che
effettivamente tutti i programmi messi, comprensi le ragazze di Madame
Lalique, sortivano effetti positivi sulla psiche delle persone che
lavoravano per lui. Anche i gruppi o squadre erano più
coesi, e
sono rimasti. Che cosa cavolo significavo io nel discorso..."
"...Mh...
" portandosi le mani dietro la testa, intrecciandole, guadando in alto
"... Alaric ha detto che solo una matta come te e quella persona
potevate mettere certe cose in un gruppo militare, e siccome
cè
anche la..., si, la controparte maschile per la sezione femminile, ho
chiesto se anche quel settore andava. Hanno detto di si, che era idea
sempre di quella persona perchè i diritti sono per tutti. E
così ho... chiesto se ne usufruissi anche tu..e..."
La
vide voltarsi con lentezza, come a scatti come quei personaggi dei
giochi e carillon che creavano in alcune botteghe, animati, dove
riuscivano a fare anche i busti riproducenti i richiedenti,
che
si alzavano dal basso scoperchiando, e con la musica giravano in
cerchio. Li facevano come doni prsonalizzati e anche per memento mori
per riprodurre le fattezze, fatte bene e con capacità di
riproduzione di volti e aspetti fisici, come ricordo delle persone
care. Ed era uno dei settori in cui si erano cimentati per guadagni
extra e andava molto, seppur la gente pensava che il futuro come
ricordo fossero pagine e siti in memroria delle persone. O i doni con
un sistema per riprodurre la voce della persona, come era per
orsacchiotti e simili, quelli erano doni speciali. Avevano progettato
anche statue di varie grandezze con il totale, busti o composizioni cn
cosa piaceva al defunto con o senza le loro riproduzioni, con effetti
visivi o sonori. E quel modo di muoversi di Kianta, lento ,
per
portare la testa e lo sguardo sulla persona che la faceva
incazzare, a volte lo metteva a disagio. Mancava solo un
sonoro
di porta cigolante o di meccanismo da film horror e lo spavento era
completo. Perchè se faceva così, era
così
incazzata da volerti menare.
"Non
ho capito..."
"EH...
voglio dire... Milan so che paga le ragazze di maggior pregio di
Madame, o che conosce ragazze specifiche con requisiti adatti
alle sue apparizioni,e.... insomma, alcune sono anche sue compagne di
piacere per qualche periodo e... volevo solo sapere se anche tu
usfruissi di... insomma, le nostre colleghe di varie età
parlano
tranquillamente di... aspetta, Reth, Dante, Remy, Enver,Eitan... sono
quelli più richiesti. Dicono alcune che sono meglio loro di
tutti gli uomini che hanno avuto... Ogni volta alle gradinate che gli
uomini mettono un film spinto le donne si offendono che ci sono solo
troppe donne e un uomo o due massimo, e..."
"Meno
male che sono le donne pettegole! Gli uomini no! tu, Jd,
Alaric,
tutti gli altri con cui fai comunella non parlate, sparlate
della
gente peggio delle donne peggiori che fanno versi che sembrano cigni
che vanno a morire..."
"Ma
io volevo solo..."
"COSA,
cosa volevi! Cosa te ne frega di me? E' dall'inizio, da quando parevi
l'uomo ragno sulla balconata di là sopra che rompi le
scatole!..."
"Veramnete
ero curioso di vedere come andava a finrie tra te e quei due che
piantonavano la porta dell'ufficio del Capo. E poi..."
"GIà,
poi quando sei venuto con lui e hai conosciuto MIlan e lui
così... OOOHHH, questo tizio ha un feeling con me come
fossimo
fratelli, OOHHH" mimando quasi l'ulrlo di MUnch però stupito
"E
poi quando sei apparso a rovinarci la vita. Dove cè casino
ormai
ci sei sempre tu! Prima cèra Alaric, ora vi siete dati il
cambio. Cè festa alle gradinate fino a tardi? Ci sei tu. Gli
uomini fanno qualche cazzata? Pure che non sei presente, la prima cosa
che dicono è che avevano fatto qualche scommessa, gioco,
proposta con te e via... facciamo le boiate perchè tu hai
detto,
fatto..."
"NOn
credo che facciano..."
"Cosa...
hanno attaccato un gatto delle nevi con delle carriole in fila per
portare voi pazzi, dentro le carriole come sardine, fino alla fattoria
per la festa dei formaggi a fare il gioco "rotola il
formaggio",
come quella festa... ti sembra normale? Con te come guidatore del
gatto! A farvi ammazzare tutti! O siete andati in quel laghetto lontano
chilometri a ovest, quindi fuori dai nostri possedimenti, a fare
pattinaggio senza controllare e senza avvisare nessuno, con te in
testa, e avete fatto la fine dei baccalà congelati. Siete
tornati che parevate giunti a piedi dal polo nord, con pure le mutande
rigide che sono state tagliete via, tanto non piegavano e scendenvano.
Devo continuare? perchè cè anche di peggio..."
"Ci
divertivamo..." ceercando di frenare le risate
"Oh,
certo!"
"Io
non mi sono mai divertito tanto... non ricordo neanche quand'era
cheavevo fatto..."
"Questo
non significa che potete fare casino, siete liberi di passare il tempo
come volete, fuori dagli incarichi e allenamento o
addestramento.
Ma quell oche fate nei campi, nella palestra, nella fattoria con gli
animali e tante cazzate! Ci sono tanti programmi per..." meno dura ma
sempre adirata
"Ma
li facciamo... però a volte i ragazzi dicono che facevano
questo o quello da bambino,e
vorrei provare almeno una volta io..:"
Kianta
era chiaramente meno adirata, e Gask comprese che era stato per il
discorso del suo passato. Si era accorto che diventava malleabile su
argomenti del passato, cosa si è fatto e cosa no, cosa si
era
perso e il desiderio di fare qualcosa almeno una volta nella vita.
Aveva ancora il broncio e le sopracciglia contratte, ma pareva meno
incline a mozzicare qualcuno.
"Per
i ldiscorso di te e gli uomini, prima si diceva tu e Milan,
poi
con Jd perchè a volte lo abbracci e..." e si accorse di aver
sbagliato, perchè di nuovo voltò il capo in quel
modo
verso di lui con occhi da omicida "... ecco, so che non sono affari
miei, ma vedo Milan che fa cose, e poi te che stai allo Chateau tranne
alcune volte, sei sempre da qualche parte a fare questo o quello ma
nessun..."
"Cosa,
nessun..." ribloccandosi, con lo sguardo su qualcosa e rigida di nuovo
"Sei
l'unica donna di tutta l'organizzazione che no nsta con noi
nelle gradinate, ne alle feste, in sala mensa, nelle
attività...
tranne le feste dove sei la ragazza in blu e con la maschera che balla
ma... nessuno sa di te. Se non fosse stato per gli anelli, il neo sulla
schiena, la cavigliera e me nesono accorto solo io... e la
tua
complicità con Jd quando suona le varie chitarre o quello
strumento in legno con i fori, ballando a ritmo, come se foste ormai
abituati... bè Alaric mi ha fatto capire una cosa dai suoi
discorsi contro di te. Che tu e gli uomini come l'argomento del..."
"Ma
a te cosa importa? Vengo da te a chiederti con quale ragazza dell Casa
delle Sete sei stato?"
"Ah,
uno di quei nomi. Avete uno strano modo di chiamare gli edifici, qui.
Sempre nomi particolari, definizioni da... Boh"
"Ringrazia
Milan, per questo!"
"Lo
so, anche quel cane lupo cecoslovacco che hai a volte con te... lo
chiami Bri, ma so che invece il suo nome completo è un
altro. E
io non saprei pronunciarlo..."
"Deriva
dalla mitologia greca, se leggessi non saresti così ottuso!"
"Io
non ho mai letto perchè nessuno mi dava modo di farlo, e..."
"Si,
si. So la tua storia, la racconti sempre, ma credi che molti altri non
abbiamo storie quasi simili? QUi da noi, voglio dire... allo Chateau,
hai tutte le armi che ti servono per diventare una persona nuova e
migliore. Hai le Lezioni, la biblioteca con i bilbiotecari e bramini a
tua disposizione, cè Beppo che impara e molti seguono la
scuola
con lui..."
"Ci
sono stato ma molte cose non le sapevo e capivo e..:"
"Mi
stai prendendo in giro?"
"no...
dico semplicemente che da quello che ho capito, Beppo è
passi
avanti a me su tante cose. Io dovrei iniziare da altri punti e non ho
voluto disturbare solo per me..."
"CAZZATE!
Ci sono persone analfabete tranne le elementari, che sono riusciti a
ottenere diplomi, ovviamente validi in europa, ci mancherebbe, e ora
fanno i professori o bibliotecari. Quindi ituoi problemi sono solo
cazzate..."
"...
mi vergono a dire che da un certo punto non ho più studiato
e..."
"Per
favore, basta così! Le tue scuse, in questo anni, secolo,
nel
posto dove sei sono vergognose. Perchè pure MIlan esorta la
gente a studiare e imparare. Vuoi restare un militare ottuso o quel che
pensi di essere tutta la vita? Voglio dire, ci saranno settori che ti
richiamano per fare, studiare, sapere..." infilando la testa nella
cazza, tenendo alzato il coperchio un pò
"..."
"Mamma
mia!" disse come se fosse disperata aprendo la cassa per poi ridire
"MammaMIALAMANNAGGIA!"
"Cosa
cè... perchè parli in italiano?" Kianta era
visibilmente
contrariata, fissando il dentro della cassa con rabbia "Comunque per
quel fatto dei gigolò..."
"Ancora!
Per me non sono... AAHHH, sono persone che lavorano nel campo
dell'intrattenimento ravvicinato... basta!"
"E
che vuol dire..." chiese lui avvicinandosi per guardare dentro la cassa
"... si prostituiscono, che intrattenimento sarebbe? Fanno gl
iaccompagnatori, se li chiedono non è mica come comici o..."
"..."
fissandolo come fosse un idiota, dal basso "intrattenimento
ravvicinato! Non che fanno spettacoli comici o artistici. Nel senso..."
"Ma
si prostituiscono! Ho capito, non sono scemo, cosa vuoi dire, ma diamo
a Cesare quel che è di sto tizio... che li chiami
accompagnatori
o gigolò o artisti del sesso, sono sempre la stessa cosa. E'
come il senso di cortigiana che significa sempre quello!"
"..."
lo fissò come con una punta di interesse "per una volta fai
discorsi sensati, ma il nocciolo è che..."
"Che
tu odi il sesso e non vuoi definire la gente come fanno quelli della
società là fuori, ho capito, ma la
verità nuda e
cruda è questa. E lo sa pure Milan, con le sue amiche..."
"Quindi
fammi capire. Perchè le ragazze con cui tu vai ti si
concedono,
non meritano una definizione migliore, perchè sempre
quel
lavoro è... secondo me meritano rispetto, mentre tu usi
quella
base di stronzaggine che danno tutti?"
"...eh...
io non vado con nessuna ragazza. Ne all'inizio ne adesso...
perchè continui a dirlo?" come offeso, ma con sguardo quasi
triste
"Forse
perchè sei uomo e ti ho visto al Teatro con gli spettacoli
e..."
"Si,
ci vado con i ragazzi, ma sai anche tu che al Teatro non ci sono le
ragazze per prostituirsi, ma spettacoli di vario tipo, che sia teatro,
musical, burlesque... si chiama così? e vari tipi. NOn
è
mica la Casa delle Sete..."
"..."
accigliata e imbronciata come prima
"...
ammetto che per me non cè bisogno di chiamarle in modi
più decorosi, perchè loro stessi ammettono e
trattano il
loro lavoro come... quello che è. Sei tu che vuoi per forza
rendere giusti, corretti, puliti certi lavori... ma siamo militari,
facciamo a volte le stesse cose della feccia seppure lo so, per il bene
delle persone.... siamo più schietti della gente normale,
che
vuole vedere coniglietti, uccelletti canterini e l'eden che la
realtà. E capisco anche che odi vedere la gente giudicare
altra
gente, solo perchè più libera di fare
certe cose
e..."
"..."
"Senti,
se hai problemi con gli uomini e il sesso, non significa che devi
pretendere si che vedano le cose come le vedi tu..."
"COSA?"
"Volevo
dire che..."
"Non
ho capito la prima parte, innanzitutto..."
"Ho
detto che se hai problemi con gli uomini e col sesso..."
"MA...
ma si può sapere chi ti mette in testa queste cagate?"
"Ma
i ragazzi hanno detto..."
"CHI,
per qualunque DIo, CHIIIII!" alzandosi, dando una botta col piede alla
cassa, allontanandosi da lui.
"Non
ti piace che si dicano queste cose, ma Jd ha detto..."
"ANcora,
e ancora! Ma che cazzo dite tu e Jd?"
"Anche
ALaric, e Lubo, come Milan..."
"Ah,
sono tutti! Ma cosè, fate i pigiama party confidandovi le
cazzate sulla gente?"
"I
cosa? No, alcune volte si è parlato di..."
"Alcune
volte? Pure...!"
"..."
"Ascolta,
te lo voglio dire adesso e mai più" fermandosi in
un punto
e fancendo un uno con un indice "io non odio il sesso, per me la gente
piò fare cosa vuole col suo corpo e le sue esperienze. Odio
solo
una cosa, che si usino le carte della seduzione e il sesso per i prorpi
comodi, fare del male, ottenere delle cose!" indicando con le dita gli
altri punti"Seconda cosa, io non odio gli uomini. Smettetela di far
girare le cazzate, perchè sono sicura che ne Milan e ne Jd
dicevano questo. Seppur amici e tutto, e mi conoscono, non credo che
dicano queste cose. QUindi, a meno che non sia stato Alaric o qualcuno
della tua combriccola a spararle grosse senza sapere, io rispetto
tutti, a meno che non sia un bastardo su vari livelli. Allora si odio
tali uomini, oltre gli scemi e... AHH, ma anchele donne con le stesse
cose. Quindi il tuo discorso non ha senso..."
"Ma
Lubo ha detto..."
"Lubo...
io lui siamo amici ma come con JD e ancora di più MILAN, non
credo proprio che dica cose che no nsa! Capisce le cose subito,
è ottimo per parlare e mi fido, tanto da mettergli in mano
la
mia vita, ma non posso credere che possa arrivare a dire cose l'opposto
di cosa sa.... "
"Ma
allora..."
"Allora
cosa, io non odio il sesso. A te che cazzo te ne importa,
perchè mi parli e di cose personali?"
"Tutti dicono che tu odi l'amore, gli uomini, il sesso, le relazioni..."
"Io voglio conoscere la gente con cui parli... Penso che una relazione
debba essere sincera e se vi sono giuramenti, vanno rispettati. Odio si
gli uomini, ma gli stornzi, che vogliono solo sesso e non lo
dico
e prendon in giro, che fanno giuramenti a Dio, davanti a tanti e poi
hanno amanti, se ne vanno in questo o quel posto per fare roba,
mentono, agiscono alle spalle, prendono in giro le compagne o mogli.
Forse era questo i ldiscorso... per me un giuramento o promessa
valgono, se li rompi senza dire nulla, ma anzi ti ci diverti pure, se
un pezzo di merda. Su certe cose io non metto bocca però,
perchè ci sono tanti dei nostri che hanno fidanzate, mogli
ect e
si divertono con le ragazze. POsso andarmi ad immischiare in queste
cose? Certo, se l'altro o l'altra, nel caso di donna, sono
dell'associazione allora è diverso. Loro lo sanno che spezzo
le
gambe per stronzate del genere, ma io parlo di chi ha famiglia fuori e
fa porcate qui. Allora si, odio questa gente. Ma non gli uomini in
generale. Anzi, io sono quel tipo che pensa che se io tizia x non posso
dare qualcosa all'altro che però vorrebbe, quindi per mia
cosa
io gli vieto o gli impediscoqualcosa, ma per rispetto non spinge
troppo, perchè legarlo a cose solo per le mie
cagate?...
perchè non accettare che abbia una sorta di svago con una
persona che però conosco e accetto, che non faccia
stronzate, ma
sia chiaro, diretto e non perchè si diverte a fare le corna?"
"In
che senso..." dubbioso e incerto
"Compromessi!
Ecco di cosa parlo. Tutti a dire che le unioni o matrimoni sono pieni
di compromessi. Bene. Esempio gusti, che so di film, televisioni,
cinema o hobby, ci sta benissimo la cosa. Anche se per te non
è
interessante, si prendono i ltempo della persona che hai al fianco che
magari vorresti vivere con qualcosa da fare insieme... accetti
perchè gli piace, non è corretto vietare nulla
perchè come dicono molti, la vita è una sola, se
si
toglie cosa rende vivo l'altro, per tuo egoismo, sei stronza o stornzo.
Perchè togliergli qualcosa perchè ormai
convivendo,
sposandosi e simili, non deve più esserci qualcosa
negandogli
delle cose? Come quelle che appena mettono piede in casa buttano tutto
ciò che lui ama o gli piace. Non cè una stanza
fatta a
gusto suo, devono buttare roba che contiene donne declamandola come
segno d'amore... che persone povere dentro..." scuotendo la testa "se
non ti piacciono delle cose dell'altra persona, non starci! E
io
parlo sia per parte maschile che femminile perchè
è solo
o sofferenza finchè non fai divorzio o scappi, o corna o
bugie a
vita...Cè gente che vieta questo o altro anche se sanno che
il
partner ama i videogiochi, passare il tempo con gli amici,
esempio a giocare al calcio, cose semplici, che divertono, aiutano a
stare bene.... Ma veramente molti si vedono togliere queste cose
perchè ormai sposati, padri o anche l'opposto, e deve essere
normale? Se tu ti sposi e figli hai finito di essere cosa sei e cosa ti
piace..."
"..." cercando di seguire il discorso
"Una volta che ti sposi o peggi fai figli, tutto ti è tolto.
O
promettono di dare tutto per amore dell'altro e poi urlano che hanno le
corna o peggio, e la cosa di cui mi lamento è che si prtende
con
le promesse cose che in verità l'altro non vuole fare. Ma le
pronuncia per amore? No, perchè la società dice
che deve
essere in un modo e così deve essere, anche se poi fanno
stronzate perchè si vedono tolte tante cose... Io per
esmepio
non posso credere che se all'altro piace fare determinate
cose,
non è possibile , sai perchè? SOLO
perchè sono
contro Dio, contro la morale, contro tutte le loro cazzate e no nsi
è persone per bene, farle. Che invece sarebbero alla fine
innocenti, però cè l'altra sponda di diagiate che
poi
dice che-eh , se tu non fai i doveri
ti metti ferma a fargli fare cosa vuole lamentare delle
corna=""-,
e vedi due stronzi con stronzate diverse che si sposano e poi
PPPOOOOOMMMM, le cose che fanno di nascosto! E non mi riferisco ad
ammazzare qualcuno, schiavizzare per esempio. Ma parlo di fare cose, da
persone adulte, consenzienti, in una relazione o rapporto sano.lasciare
essere e fare a quella persona cosa gli piace e tenere in casa ANCHE
cose che a lui o lei piacciono, chiedergli prima di sposarsi se accetta
di non fare certe cose e assicurarsi che l'altra persona non
si
ritroverà con perdite e con rimorsi."
"Io..." scuotendo la testa confuso
"Dire no che schifo, a meno che davvero non ti faccia schifo, vietare,
dire che se lo tolga dalla testa per motivi beceri, render equindi la
persona con rimorsi, desideri e voglie perchè con il cazzo
di
status di fidanzato, sposato, compagno o padre o anche la versione
della donna, non esiste più nulla. Io non voglio nessuno, ma
no
navrei permesso che per un concetto becero, l'altro si ritrovi con cose
vietate, anche nel sesso. Se ci sono cose che uno dei due non vuole,
non gli piace, non accetta fare, trovo vergognoso che si ci pari dietro
le promesse fatte, negandogli di vivere. IN quel caso niente relazione
e ninete matrimonio. Se non vuoi fare certe cose o fate in accordo e
lui o lei non fanno gli stronzi dopo di nascosto o si accetta che
l'altro, sapendo chi è l'altra persona e solo per cose che
tu
non vuoi,li abbia altrove, senza danneggiare il legame. Le
promesse fatte scritte su un libro, quindi non veramente le proprie, ma
come rito che dicono "questo è, questo devi dire". Se uno fa
promesse, devono essere sincere, vere, volute e di sua
volontà,
scelte da ll'altro, così come trovo vergognoso che una volta
che
ottieni uno status sociale, tu sei privo di vivere tante cose. Quella
cosa no perchè è da ragazzini. Quell'altro no,
perchè la moglie o quel che è non vuole. Uscire
con gli
amici, scherzi? Altrimenti che ti sei sposato a fare, se non passare
ogni secondo con l'altro e basta? Regalare il proprio tempo alla
persona per cui si prova qualcosa è importante, ma certe
cose
che ho visto... orrore! Vuoi tenerti le cose che ti piacciono e usarle
edivertirti? NO, non puoi! Vuoi provare qualcosa di diverso e intimo
con l'altro? No perchè se ti sposi devi fare l'asessuato. Se
hai
figli, è una vergogna fare determinate cose da adulti e con
una
relazione... quante cagate! E io dovrei vietare all'altro qualcosa fino
alla fine dei suoi giorni, portandolo magari a farlo alle spalle,
quando posso accettare che ci sia del tempo che possa usare per se
stesso, o con qualcuno che gli dia cosa non posso o voglio, ma che
conosco e so chi è e solo questo, così da farlo o
farla
comunque felice? Fiducia ovviamente, ma se le cose sono come nei
matrimooni che ho visto, letto e sentito... meglio la morte" girando
smepre in tondo come faceva di solito "Per me questi legami co le
parole già decise da altri, con obblighi e compromessi pur
di
aver l ostatus sociale, pur di non essere visto e trattato da
merdaccia, perdendo tante cose, non esiste! Ecco la questione..."
"Credo
di aver comprenso ma... avevo capito che odiavi il sesso eppure eri
positiva per la Casa della Seta, le ragazze, Madame..."
"Ma
lo capisci l'inglese? Ti parlo in italiano? IN russo? Visto che li
parli... primo, sono fatti miei. E non ti riguarda, visto che no vado a
chiedere a te o ad altri certe cose, a meno che non facciano cazzate.
Questo è il caso in cui io vengo e ti chiedo che cosa stai
facendo, non credo che tu sia felice se ti faccio il terzo grado su
cavoli tuoi se no nfai male a nessuno... secondo, non odio il sesso, o
hai capito male tu o hai parlato con un imbecille. Il fatto che io non
abbia qualcuno, perchè interessa tanto alla gente? Anzi,
dici
che non hai nessuna, in nessun senso, sono fatti tuoi. Forse glialtri
lo fanno, io non mi intrometto nelle cose, ma ripeto si se noto che
vanno in certi siti, hanno relazioni con altri dell'organizzazione e
fanno cazzate che poi pregiudicano le situazioni... sono
troppo
focosi con le ragazze... ma perchè sto parlando con te, pure
giustificandomi...."
"Prima
si diceva che tu e Milan o con Jd..."
"Ma
siete di coccio! Io non ho relazioni, e non ne ho avute, con nessuno! E
continuate... ma che cosa vi interessa..." voltandosi offesa, a
guardare i piani sopra
"Eppure
ho visto i dipinti di Dorde che ti ritraevano e mi pareva che
sorridessero al pittore e..."
"Aspetta,
cosa?" voltandosi di scatto scioccatissima "quali dipinti?"
"Quei
quadri in quella stanza enorme in stile chiesa, con tutte le
pareti piene di dipinti, che Milan ha detto essere di Dorde. Al centro
dipingeva e li appendeva, e..."
"Un
attimo..." avvicinandosi "tu hai visto lo studio di Dorde?"
"Si...
perchè, tu no?"
"Affatto,
l'ho cercato tanto! Ho provato a vedere ovunque... dove si trova!"
"EHm...
non so se dovrei dirtelo..."
"Ma
io di fatto, sulla carta, sono un tuo superiore!" stizzita
"I
ragazzi dicono appunto sulla carta... per carità, sai quel
che
fai e sai gestire le cose, ma dicono che tu non sei una di noi, e MIlan
mi ha portato là per amicizia e..." mentre la vedeva
sbattere il
coperchio per chuderlo con rabbia, e passargli davanti con su
espressioni varie emozini. Offesa, rabbia, voglia di uccidere, poi
stupore man mano che sentiva. Era rimasto in piedi qualche metro da lei
e voleva in forza qualcosa da fare per sviare la sua rabbia e fingere
di non essere al centro della cosa
"Ripetilo.
Dai, ti do cinque minuti massimo, per ripetermi cosa mi hai detto,
accettando le conseguenze!"
"...
che... tu non sei... come noi?"
"Se
potessi menare te e far risultare su di loro la stessa cosa!"
"Comunque
se te lo dico, mi prometti di non dirlo a Milan? Mi sembra strano che
non te lo abbia mai mostrato..." vedendola inviperita contro di lui
"Ok, ma calma... quello che tu chiami studio, si trova sotto la casa
delle lapidi..."
"..."
sbattendo le ciglia dallo stupore, facendo la solita U con le labbra in
certe occasioni "sotto la casa delle lapidi...? Ecco perchè
non
lo trovavo..."
"E'
come una antica chiesa decorata con rientranze varie, una forma
particolare e tanti dipinti, e poi cè la statua..."
"Cosa?"
"Si,
cè una statua al centro, con una targa che parlava di
qualcosa
al di fuori delle regole, e ti ritraeva seduta con le gambe in un modo
e Milan disse che erano, come altre statue ma fuori, una sorta di
promemoria, più che omaggio. Il ricordarsi che cè
sempre
qualcosa che sfugge dalle maglie delle regole. Che siano scritte o non
scritte. Ha detto anche qualcosa a proposito del fatto che eri stata
l'unica a prenderli a pedate nel culo per farli smuovere
dall'apatia, il fatto... delle foto? Che in fotografia sei
totalmente diversa?"
"..."
"Quei
dipinti erano tuoi, ho riconosciuto alcuni abiti che hai indossato..."
"quali..."
"Quelli
tutti ampi, come si chiamano, vaporosi non so, con i capelli portati su
una sola spalla... sembrava un'istantanea di un momento, con altre
persone..."
"Dalle
forografie...?" domandò a se stessa, dubbiosa, ma Gask
comprese che non fosse rivolto lui.
"...forse,
cèrano Milan e uno o altre persone e avevi abiti diversi. Ma
non
c'eri solo tu, vi erano dipinti di persone che non conscevo, Milan, non
li ho contati ma credo che esempio su venti tu ne avessi tra i cinque e
i dieci. E poi cèra la statua...e..." ma la vide portarsi
sotto
i livelli da cui era scivolata verso il basso.
Kianta
restò a riflettere con gli occhi puntati in un punto, a
caso, ma
con l'espressione di una che sembrasse osservare oltre, assorta in
qualcosa, e incazzata. Poi, tornò con gli occhi su di lui e
disse semplicemente una cosa. Con un tono e una calma strani.
"No.
Quella non ero io"
"Non
è possibile! L'ho vista, ti somigliava molto, anche Milan ha
detto che eri tu e che Dorde aveva immortalato un momento in cui le
regole non avevano validità, secondo lui. Era..."
"No"
ripetè lei, voltandosi così veloce che la veste
frusciò sui pantaloni e i lembi del gilet sbatterono al
ritorno
peril movimento "Quella non ero io"
Gask
rimase stranito dalla cosa, fissandola, ma lei si voltò e
tornò a volgere lo sguardo verso i piani, studiando quella
sorta
di pozzo divelto che dovevano scalare.
"Ma
la cassa..." vedendola studiare di nuovo il modo di risalire
"Non
hai visto cosa cèra?"
Gask
tornò alla cassa, la aprì e vide che conteneva
cibo,
acqua, medicamenti. "Grandioso, possiamo prendere riso al
curry e
roastbeef in faccia i nemici... che dici?"
"Tu
hai la tua tecnica fantastichissima, figosissima che Milan voleva e
tutte cose, con tutti gli oggetti che vuoi... io sono per il classico."
"Impallinargli
il culo? Strattonarli fuori dalle macchine? Picchiarli con le sedie?"
rise ma lei no ndava risposta alcuna e tornò serio "ma anche
tu
sei addestrata per usare ogni tipo di oggetto comune come arma. QUi
abbiamo imbecilli incazzati per faide socio-religiose,e territoriali,
con armi automatiche e fucili. Se cèra un bisturi era
già
divertente ma.. ci sono solo forbici!"
"IN
ogni caso se sono le grandi appuntite prendile pure, sono facili da
tirare. Avevo trovato vari coltelli affilati, meglio che niente..."
"Ma
si sa chi erano quei cretini che hai visto rubare le armi nelle fogne?"
"Questa
cittadina era un quartier generale di questo settore, vi lavoravano dei
servi, perchè qui le cose funzionano così,
parecchie
persone, giovani o meno. Sembravano due agili, alti forse quanto me,
scattanti... potevano essere lavoratori come guardie o..."
"Se
fossero stati anche solo parte dell'armata del generale, avrebbero
controllato le tue condizioni vitali. Invece hanno dato un colpo ai
corpi per vedere le reazioni e si on fregate le cose. Sono propenso a
credere che fossero teppistelli non superiori ai venti o
trenta
anni, per come li hai descitti nel muoversi, e non avvezzi a certe
cose. Hanno solo preso roba che sapevano gli interessava, mettendoli in
sacchi o qualcosa del genere. Presumo pertanto non sapessero usarle, un
altro soggetto come noi li avrebbe messi su di se in punti particolari,
come ben sai, per averli a disposizione..."
"Che
lingua ricca e mente arguta... " voltandosi a guardarlo "Oh, perdonami.
Dimentico sempre quanto tu abbia imparato con noi..."
"In
effetti si, ho imparato molto. Queste parole ricercate sono un
esempio..." ridacchiando come sfottimento, almeno così parve
a
lei che lo fissò accigliata e gli angoli della bocca
all'ingiù. Così lui le domandò.
"Ora
che siamo mezzi armati, abbiamo cibo e acqua, e medicamenti, che dici
di preparci per salire? Star meglio, non stai affatto..." ricevendo
un'altra occhiata "sei bianca di faccia da far paura. Per poco non ti
prendo per un cadavere ambulante. Stai sudando, e non per il tempo
visto che non siamo in questa regione, in una stagione calda. Se questa
notte eravamo sotto i dieci gradi, di giorno non supereremo i sedici.
Era così che avevi detto no?"
"Io
sono sempre bianca e sudo dolore dallo schifo che mi tocca vedere e
vivere..."
"no,
tu sudi dolore, e basta..." guardandola in un certo modo "puoi anche
cercare di fingere ma tu come dice ALaric, mangi come un lupo, scoli
quella roba che bevi con gusto e stai sempre a ruminare qualcosa.
Sempre e ovunque. E dice che hai sempre le mani in cucina nelle ore in
cui sarebbe vietato, con la testa nel frigo o nel microonde. Che un
certo capo cuoco tiene appunto per te per le volte che hai da
sgranocchiare... E cè del cibo facilmente cucinabile e di
sicuro
di tuo gusto e non mangi, non ti appropri della cassa che non mangi da
ieri praticamente, ma fremi per scappare..."
"Quella
roba non è cibo. Lia stessa la rifiutò
all'inizio,
perchè mangiavano quella o andavano nei villaggi o in
città, Parigi, per qualcosa di decente che non fossero carne
e
derivati animali che avevano a disposizione. Se ti piace mangiala, ma
io voglio cibo vero, non roba liofilizzata e simili"
"bugiarda,
da quello che dicono gli altri, tu mangeresti o proveresti a mangiare
qualasiasi cosa. Basta che non abbia seppie, polipi, o siano jellosi.
Stai male come prima e vorresti vomitare. Vuoi che faccio di nuovo come
ieri..." avvicinandosi e alzando una mano
"NO!
NO, puoi starti lì, mangia pure, io sto bene qui" come
terrorizzata
"Ma
stavi meglio con..."
"Toccami
di nuovo e ti storco le dita! Ti faccio un hotdog di tue
espremità, ti avviso!"
"Ok,
ma sei tu che stai male... altrimenti potresti provare a fare come gli
orsi, magari aiuta..."
Lia
si voltò lentamente di nuovo a quel modo, alzando
un
sopracciglio e lui spiegò a gesti. Si portò verso
un
muretto, vi si strofinò la schiena cme un orso, aprendo le
braccia come a dire-visto ? in
questo modo=""-.
"non
so come definirti in questo momento, veramente..." sconvolta con la
bocca aperta
"Lo
facevo per te, magari funzionava allo stesso modo. Alla fine non eri
così incazzata e non ti allontanavi, ero contento
perchè
credevo che la storia del non farti toccare..." come offeso dal suo
diverso comportamento.
"Muoviti"
urlò lei tagliando corto "prendi cosa ti interessa
che saliamo" piccata, voltandogli le spalle
"E
come. Ho avuto timore di fare casino col mio peso e lasciarti sola qui,
già con la cassa haiinclinato un pezzo di piano e..."
"Sei
uno dei migliori, eppure cosa ho fatto poco fa non ti fa squillare un
campanello nella testa, per farti salire?" gl irispose con sguardo
freddo, stando di profilo col corpo ma guardandolo con la testa nella
sua direzione "cosa credi, che ho preso la cassa solo per il concenuto?"
Gask
mosse le sopracciglia per il lavorio dle cervello, guardò la
cassa, poi lei, che buttava gli occhi in aria dalla frustrazione,
finchè non notò il paracadute e la
fissò con
espressione seria, sicura, pronta.
"Ma
sei sicura di star bene abbastanza per andare? NOn..."
"Taci
e muoviti, non cè tempo. Devo andare a spelare il culo di
quello
stronzo e dell'altro, che è venuto a braitare
diritti che
glieli faccio sentire io, addosso!"
"Spelare
in che senso..." quasi timoroso di sapere la risposta
"Mi
servirebbero dello scotch americano telato nero super adesivo, poi..."
"No...
ok, basta" la pregò, prendendo il paracadute e allargandolo,
per
recuperare il cordame resistente tagliando a picchi il telo con uno dei
coltelli recuperati. Poi dopo un pò, mentre lei girovagava
senza
capire che combinava, non le chiese una cosa di colpo "Tu pensi che
siamo... nel giusto, non so, voglio dire... in che linea siamo noi tra
il bene e male?"
"Che
vuoi dire..." rispose lei, ma alle sue spalle e lui si girò
con
la testa sorpreso. Giurava di averla vista alla sua sinistra, lo
fissava dall'alto, essendo lui accovacciato a lavorare, con
un'espressione sdegnata ma anche interessata. Portava ancora quegli
abiti della zona e pareva un monello di strada pericoloso.
"...voglio
dire, io... non uccidiamo, facciamo cose in nome in una giustizia...
non siamo giudici, giurie e carnefici come la pensano gli altri. Senza
uccisione non è così, giusto?"..."
"Qualè
il tuo cruccio esattamente? Cosa fa girare il tuo cervellino mentre
lavori al cordame che ti tirerà su, perchè anche
sei un
ottimo atleta, grandi riflessi, e tutto q uello che vuoi, il tuo peso
è chiaro che ti farebbe finire giù, fino al
Kraken.. o
magari scopri il petrolio per me..." con un sorriso carogno che
conosceva.
"Il...
non voglio sapere cosè" si lamentò lui, sapeva
troppo
bene di alcuni uomini amanti del mistero, crime e leggende strane su
esseri allucinanti, che raccontavano storie con-donne
con la bocca col sorriso di glasgow scuole piene esseri tormentati
piazze e strade fantasmi che camminano dietro le persone seguono fin
dentro i taxi creature nate da odio rancore punivano chi commettevano
robe=""-,
poi creature alla Lovecraft e altri autori che lo inquietavano non
poco.. E sapeva che lei li conosceva pure perchè, seppe,
molte
storie le aveva raccontate, non tutte ma alcune, ai veterani, e una
certa bocca larga per darsi un tono e cultura, le aveva spifferate ai
suoi leccapiedi infiorettandole per farle più macabre. Altri
che
si interessavano a folklore e storie di paura e fantasmi, demoni e
altri si unirono e cèrano le serate di queste storie, dove
lui
non voleva partecipare ma lo tenevano inchiodato alla gradinata
perchè ne conosceva poco, e gli dicevano che sapere era
meglio
di essere colto alla sprovvista. Era una sera o massimo due a serata,
alla fine si divertiva ma cèrano mometni e parti di storie
che
lo facevano turbare. Come quelle storie di Chernobyl, vere, di persone
che erano andate di notte là per fare urbex e avevano
registrato
strani esseri che si muovevano, che dalle finestre delle cose li
cercavano, o balconi o muri con tracce di qualcosa di rosso che non
pareva vecchio di anni.
E mentre lavorava ripensava a certe cose.
-
"Il
capo dice sempre così, la conoscenza è uguale a
un passo
avanti rispetto agli altri...e sapere di esseri spaventosi,
città o paesi con avvenimenti strani o chi puoi incontrare,
aiuta..." gli diceva uno di dietro
"La
conoscenza un tempo significava essere sopra gli altri, ti qualificava
come un signore e meritevole di essere parte della società.
Anche qui, le Lezioni sono per migliorarci..." diceva un altro
"anche
la musica che qui è insegnata e praticata serve per
migliorare
cervello, coordinazione di dita e mani e ottimo passatempo..."
"A
me divertono quegli strumenti strani. Quel kalimba, Sheng,guqin,
violoncelli, varie ocarine, pan a mano o hang, vari drums,
domra,
gusli, arpe varie anche a mano, flauri ti vari tipi per forma a tipo di
suono, e anche per materiale, celloridoo, tef o def tambourine,
kemençe,kanun o qanun, Kaval o altri strumenti asiatici,
turchi,
arabi e via dicendo. Li ho provati tutti ma sono una capra come dice
sempre lei. Sono negato con la musica" ne disse un altro facendo ridere
tutti, per poi voltarsi verso Gask "come con te, capitano, l'altro
giorno che ti fecero provare un violino..."
"Io
ricordo quando ho provato un flauo in corno, a suonare il titanic, era
da piangere. Avevo cercato davvero di imparare e migliorare ma come
respirazione non riuscivo a tenere le note decenti, che
stonava
tutto. Sembravo un depresso con l'asma per cosa ne è uscito
fuori, e lei che si metteva la mani in faccia per la sofferenza di
sentire il lamento del mio corno..." sghignazzando malamante uno
"Detta
così suona molto male" rise Gask
"Ma
mai come te con il violino" rispose di nuovo quello "lei
entrò
nel Teatro, guardò tutti quelli con strumenti in mano, poi
si
fissò su di te e urò-ah
, basta sembra di sentir entrare una lavagna strisciata da unghie nelle
orecchie per ritrovarsi le gengive che vibrano come se ci passassero
sorpa lumache toglietegli quel coso non è buono mi ha fatto
venire l'ansia pure ossa=""-,
era incazzata perchè era in una delle stanze attigue a
controllare gli strumenti che possediamo egiuro dic non averla mai
vista così sconvolta. Incompatibili con la musica ne
abbiamo,
disse, ma mi ha fatto ridere che tu eri il peggiore..."-
"Giuro che appena torno per strada lo cercherò, lo
acchiapperò e lo suonerò così tanto
che i tamburi
che usiamo per lefeste e altro sembreranno esser mai usati..." la sent'
di copo sbraitare, mentre preparava non sapeva cose con dei pezzi
grossi di muri "userò la tecnica degli aghi nelle gengive,
sarà un generale con due fori nel didietro e nessuna
protuberanza maschile davanti. Se ama così tanto
sparacchiare
granate e siluri anticarro, prenderò un bazooka, lo
farò
tenereo ben tiraro e glielo..."
Gask fece un respiro, cercò di fermare le risa ma era troppo
divertente vederla pensare a ogni tipo di punizione per la gente che si
inventava e poi in realtò non era capace. Erano poche le
volte,
aveva sentito, che faceva da lei quacosa contro quella gente e far del
male era solo nella sua testa, e se agiva allora la persona era
veramente schifosa.
E ripensò a una cosa che non comprendeva mai.
Perchè a
Milan piaceva mettere in scena streghe per indurre i creduloni su
queste cose a fare ciò che voleva...
Quella
sera, scura e senza luna, il gruppo di teppisti che erano affiliati con
la mafia italo-americana che stavano puntando, erano baldanzosi nel
loro quartiere a fare casino, mentre i loro capi erano innell'edificio
che quelli piantonavano. Lui
e gli altri dell'ave maria si appostarono in luoghi specifici, visti ma
senza far nulla. Furono visti all'inizio ma erano fermi alle punte dei
marciapiedi come ad aspettare un taxi e furono lasciati stare. Ma il
tempo passava. E alla fine quelli si innervosirono capendo che qualcosa
bolliva in pentola e urlarono. Chiesero. Minacciarono.
Gask vide loro agitarsi e poi buio. Luce. Buio. Sfarfallarono
le luci della strada ed essendo notte gli parve una delle
storie
horror che i ragazzi si raccontavano, e Gask voltò il capo
alla
sua sinistra e comparve. Era curioso di sapere che cosa sarebbe
accaduto.
Si voltarono anche loro vedendo i quattro che puntavano una parte che
non era la loro, Gask e gl ialtri si avvicinarono, ma il gruppetto
osservò la figura. Una
sagoma nera che si stagliava tra laluce e l'oscurità dello
sfarfallio, come se le lampade ammiccassero metnre avanzava. Un
impermeabile nero topo fino alle caviglie, col bavero largo e
mollemente adagiato e non alzato, cravatta e camicia, giacca
e
doppiopetto visibili dall'apertura ampia dell'idumento superiore.
Scarpe lucenti e lucide come fossero nuove. Mani nelle tasche. Cappello
Stetson Vagabunden traveller da uomo con aggiunta una fascia in tessuto
lucido. la
nuova persona si fermò, dopo aver camminato con pesantezza,
quasi dondolando di lato in lato, portando tutto il peso su ogni piede
oscillando molto verso destra o sinistra, lentamente. Mise una mano in
qualche tasc a interna dell'impermabile e i tizi si agitarono, mettendo
mano allearmi, ma Gask urlò loro di ascoltare. Guardate
disse, e
l'attenzione non si spostò di molto, per controllarlo, ma
poi
andò da lui e gli altri tre alla figura che avev
auscito
qualcosa dall'indumento. Una
lunga pipa fece capolino, pareva quasi piegata e con un gesto come con
un ventaglio, si allungò sollendosi una parte, fissandosi a
quella più larga, diventando dai trenta ai quaranta
centimetri,
con una forma che sembrava il simbolo della Nike con la zona
più
larga senza la punta.
Il bocchino quindi seguiva la canna fino a questa zona terminale che
richiamav a quel simbolo senza punta, una pipa strana, con un taglio
netto, non forma rotonda o bombata di quella classiche. Piccola e
sottile, lunga, la pipa Gask sapeva che era fatta non di radica, ma di
un legno ancora più pregiato e speciale, come faceva sempre
con
le sue cose, seppur era Milan a usare materiali pregiati e rari, ma per
quell'oggetto fece un'eccezione, mentre Milan le aveva particolari e
costose. Le
cose si pagano una sola volta, diceva. E metteva a frutto questo
pensiero in tutto. Perchè pagare poco una cosa che
durerà
niente e avrà basse performance, quando paghi un oggetto che
vale e vivrà per molto tempo, dando soddisfazione? Lo diceva
sempre, per ogni cosa.
Guardò la figura con quella pipa tenuta tra due
dita, tra
metà del dito indice e pollice, mentre le altre tre erano
naturalmente lasciate morbide.
Seppur il suo compito era fare da Ombra, controllo dei soggetti e palo,
non poteva che fissare e fissare solo la figura.
Quella pipa appariva scura per un motivo e pareva esser stata
aperta come un manganello di polizia moderno perchè era
smontabile e a scatto. Aveva un perno, staccabile quindi rendendola a
due pezzi con la ciotola in legno nero la parte pi grossa e lo stelo in
legno di radica laccato che mandava bagliori color ambra in contrasto
l'altro. Si rischiudeva portando lo stelo a toccare la parte bassa e si
riapriva con uno scatto, come un ventaglio, prendendo la ciotola tra le
dita e facendo scattare il perno e l ostelo, che si allungava e con un
clic per il gesto secco, si fissava all'altra parte. Era un loro lavoro
e permetteva di portare quel tipo di pipe senza smontarle e tenerele in
un box. La ciotola per fumare era detto-gemma
di legno fossile-,
ricavato da un tipo di legno fossile divenuto pietra cristallizzando in
silicato e quarzi vari, dava l'aspetto a volte della
labradorite,
mantenendo struttura del legno ma con resistenza e durevolezza maggiori
per la resistenza alla bruciatura. E
amava la labradorite. Uno
dei tre dell'ave maria fece un fischio particolare e Gask
tornò
al suo lavoro, che gli aveva dato Milan per quella volta, ossia
controllare quei soggetti, ma non poteva fare a meno di vedere la
figura con impermeabile scuro, cappello scuro, con un abito sotto di
ottima fattura e il tenere quella lunga e piccola pipa con gesto
nobile, delicato, tenendola di lato per poi portarla alle labbra come
se dovesse baciare.
La figura tolse qualcosa da sopra il cannello e da una tasca con
l'altra mano accese uno zippo speciale, di loro fabbricazione,
accendendo la pipa alla fine. I prodotti erano già nel
cannello
e il particolare cappuccio preservava la fuoriscita così da
esser acceso subito. Rimesso il non necessario in tasca, la figura si
portò la pipa trale labbra e la brace ardente
illuninò,
alnzando la testa nel mentre, dei lampi per il riflesso negli occhi.
Che guardavano loro. Poi portò la mano sinistra sotto il
gomito
destro, la cui mano teneva la pipa e con aria snob e superiore, rise
alzando solo un angolo della bocca, ma non era un sorriso gentile.
Kovacs
parlò nel silenzio elettrico dell'ostilità, con
forza
"Questa persona vuole parlare con Donnie Papito, il capo dei vostri
capi. Portatela da loro o fate venire lui stesso, perchè
cè un accordo da fare" in italiano, non perfetto, con un
accento
sbagliato ma comprensibile
"Chi
cazzo è questo finocchio? Non vogliamo gente
straniera qui, qui sei nella piccola italia..."
"Stai
attento con chi parli, questa persona vale più del tuo capo,
non farmi incazzare" disse gravemente Kovacs
"
ma sentiti stronzo, non sei neanche italiano e osi venire qui a
ordinare? Vuoi che te lo spieghi io come si parla italiano? O
si ,
italiano..." ridendo facendo l'idiota ma la figura parlò e
questi si zittirono, fermando anche il pavoneggiamento. vestivano da
gangister vecchio stampo e credevano di essere pure fighi, mentre i
quattro che seguivano la figura erano più sportivi.
"Ordino
che il tuo capo venga qui, adesso, perchè altrimenti se ne
pentirà, e te con lui..:" pronunciò per
la prima
volta la figura eZidgi, Kovacs, Django si fecero indietro con un mezzo
inchino e quel gruppetto rimase a fissarla. Con la mano libera si tolse
il cappello portando verso la sua destra, le dita su
quell'angolo
di tesa e tirandoselo verso sinistra, facendo cadere una cascata di
sottili e serici capelli biondo scuro con riflessi blu alla luce dei
lampioni, e delle esterne delle case. I
capelli le scendenvano liscissimi fino alla vita, gli occhi verdi come
mezza bocca ridevano di cattiveria, mentre la pipa bruciacchiava
mostrando meglio l'angolo destro del suo viso, con le labbra che
avvolgevano il bocchino per poi lascirlo andare per fumare"
"ma
cosè, carneveale?" ride uno di quel gruppo come intento a
smorzare la situazione e riprendere potere, ma si vide puntare contro
la pipa da lei.
"Chiamalo,
ora. E digli che se non compare entro dieci minuti, Veròna,
colei che conosce la Salamandra e la Fiamma Cerulea, andrà
direttamente a casa sua, e sarà per traghettarlo
là, oltre il vecchio Ponte. Io Manifesto la vita e
la
morte, e riverisco la luce ardente accompagnando la Musa
della
fiamma della Via, per i morti che devono
oltrepassare. Sono
conosciuta come l'Incantatrice e raccoglitrice della anime antiche, ma
per voi sarò solo forse la Madona Horiente" disse la donna
in
abiti da uomo e la pipa, che li guardava come avesse un fuoco negli
occhi e sentendo l'ultimo norme, si spaventarono. Smebravao confusi sul
resto, ma sentendo l'ultimo appellativo parevano aver timore.
"Andate
da lui riportando quanto detto, non attenderò oltre o per
voi
Credenti ci sarà la punizione di una Benedetta da Dio. ora!"
disse con rabbia, restando in quella posizione finchè non
vide
che invece di scappare, indietreggiavano terrorizzati "Cosa
cè,
ancora!"
"Mia
nonna parlava distreghe che servivano una divinità
con
quel nome" fece uno "e mi diceva di stare alla larga perchè
contro Dio. Non sapevo che invece era proprio una persona, una strega
che..."
"Fino
al milleduecento in effetti, il titolo era dato a Diana, l'antica
divinità romana, la mia figura vi si collega ma
è
come un titolo sacerdotale." disse sprezzante "Poi i
preticelli
decisero che vi fosse intesa anche la donna peccatrice e colpevole, e
via dicendo. La mia figura è simile ma diversa. Io non sono
collegata alla Dea, ma io sono una sorta di incantatrice detta
Signora del Gioco e della Fiamma, perchè io
avvicino
persone che voglio, e propongo un gioco a chi ha l'onore di
incontrarmi, come la Morte con la scacchiera, e segue la via della
Luce, indicata dalla FIamma. Ma voi poveri scemi con le croci in collo
che ne sapete... solo il vostro capo, insieme agli altri,
sanno
meglio di me. Perchè hanno incontrato una delle Fiamme, la
cinerea, e per egli io giungo...."
"E
cosa, ecco, cosa devo riferire esattamente oltre il vostro nome,
titolo, controtitolo, e non so che altro" ricevendo un'occhiata, uno
spostamento d'occhi duro e fulminante, illuminato dalla luce della pipa.
"Ascolta
moscerino, io con te non ho nulla con cui giocare, perchè
vali
meno di zero, ma sarò magnanima e invece di
eliminarti e
passare al prossimo più sveglio, ti ordino di riferigli la
formula che nel Seggio, apriamo il Convitto per le feccia! Il giudizio
finale sta per essere emesso, ,nessuno al mondo può
emendarsi
dal peccato che scorre nelle vene. Ti accorgi delle Voci senza voce che
avete seppellito e cancellato? Ti accorgi dei tuoi peccati, che io
posso leggere come impresse sulla tua aura? Tu sei senza peccato? Se
no, quanto sarà pesante il mio castigo? Come Anubi che
pesava il
cuore degli uomini per emanare il suo giudizio, io toccherò
il
sangue che hanno versato, perchè è
indelebile, come se una farfalla si fosse posata si di esso,
impregnandosi le ali con l'oscurità che hanno creato,
così da decidere quanto peccato hanno commesso. Io parlo e
io
ordino, che vengano a me i Testa della vosta mafia, perchè
non
vi sarà un prossimo giorno, per loro..." urlò con
rabbia,
disgusto, tenendo la pipa lunga davanti a se.
Gask
udiva quelle parole per la seconda volta. Dopo la prima aveva chiesto
ai veterani, i quali risero, si trovavano al focolare nel bosco, e Jd
spiegò la situazione.
"Guarda
che Milan ti ha mandato con gli altri a farle da Ombra
perchè
gli serviva mettere paura a quella gente.Credono a cose ancora sentite
in Italia e lui le sfrutta... Quelli sono della mafia e poi
cè
una'alta organizzazione simile di altre regioni italiane, che sono
tutti religiosissimi e credono pure alcuni a carte, cartomanti e gente
falsa del genre..."
"Ma
anche le tizie, le Muse, allora sono truffatrici?"
"Mh,
no. Almeno, a quanto pare davvero hanno quel qualcosa che Milan
definisce come legame con l'Oltre. Vedono fantasmi, o li sentono, gli
parlano o tutti insieme... percepiscono cose. Hanno quel uqalcosa che
gli consente di leggere le vibrazioni delle persone, dell'ambiente e
delle pietre. O Carte o altre cose, non so, non vado mai da
loro,
ma a quanto pare sanno fare cose, non sono come i cartomanti e
sensitivi che sono più bravi a leggere le persone e quel che
viene detto, e lo usano a loro vantaggio. Aquanto pare
davvero
hanno dei doni, o non sarebbero lì. Milan sta molto attento
a
queste cose."
"Capisco,
ma allora Kianta perchè..."
"Come
ho detto, volere di MIlan. Come gli abiti o le gonne che lei indossa
solo perchè lui preme perchè lo faccia. La
personalità che lei intrepreta, Veròna
principamente, ma anche Dianora o in certi casi Diondra, è
solo
stata ideata da Milan per l'Italia e non solo, cambiando il nome del
titolo in latino e a volte neanche quello, è possibile agire
su
superstiziosi per i propri interessi. Aggiungici che a volte le accorpa
esperti maghi/illusionisti/prestigiatori che possono accompagnarla
mentre lei usa le proiezioni virtuali, perchè sia
più
credibile. La parte doveva andare a una che ora è Musa, ma
non
perchè la preferiva là ma perchè non
era capace di
assumere quell'atteggiamento, quell'espressione... quello sguardo
carogno accompagnato da atteggiamenti e pose regali e sfacciate, che
invece Kianta sa assumere, anche se non le va. Come guarda amle la
gente..." ridendo" Cèra una persona prima che
impersonava
questa figura, perchè la divertiva..."
"Ah,
lei di carogno aveva tutto, certo che era
brava" biascicò Alaric
"...Voleva
vedere la paura, il terrore, voleva che provassero lo stesso che
procuravano agli altri ed è da lì che
è venuta
fuori la presentazione dove è la Signora del Gioco. Lei
intavolava un gioco con quella gente dove decideva che fine devono fare
in base alle risposte..."
"Insomma se le stava sul cazzo, ZAC" fece Alaric mimando un taglio di
gola, prendendosi le occhiatacce di tutti
"Cèra
una persona prima di Kianta che lo faceva?" accorgendosi che Lubo
rideva a crepapelle da un pezzo, non capiva da quando ma pareva
divertito, Alaric era nervoso, Jd si grattò la gola con
colpetti
di tosse varie volte
"Si...
cèra, ha ideato lei le frasi, dopo che Milan
decise di usarla e come sai, paura della strega!"
"Io
non credo esistano, ma ho notato che la gente si... ma
perchè la salamandra?" domandò allora Gask curioso
"La
salamandra è legata al fuoco, ho capito che è un
elementale e se evocato lì, non so... quando Milan spiega
non ne
so molto di queste cose, permette al soggetto di usare il potere del
fuoco, boh qualcosa del genere, è un elemento anche
dell'alchimia... Siccome lui usa il motivo della Fiamma come suo
stemma, crede nei fuochi fatui e queste cose, la salamandra era
l'essere perfetto..."
"Dicevo
io, Kianta non ha mai indossato quella lucertola ma altri soggetti"
fece Gask, dimostrando a Jd che come aveva capito lui osservava molto
"Si,
infatti. I tre principali che adora come ciondoli o gioielli compositi
sono altri,... osservi troppo però, non vorrei che lei si
incavolasse,... occhio a non dire niente davanti a lei. Quei tre
animali sono quelli che adora indossare, mentre Milan dice che il Totem
è il lupo... non so..."
"lupi
no, ma ho visto che ha ciondoli di libellule, cavallucci marini e
api... e usa molto il simbolo dell'alveare, ha due ciondoli con sezioni
di celle in successione di api, uno con lo smalto in alcune celle e
alla fine, una sorta di miele che scende..."
"Si,
sono i simboli che preferisce. Quello con lo smalto color miele con
quelle gocce che scendono è il suo preferito. Api e parti di
favo sono quelli più messi, ha sia ciondoli che piccoli
orecchini"
"Si,
li mette come extra sul tubercolo dell'elice, mi pare che alle Lezioni
lo avessero descritto così"
"Si,
anatomia per imparare zone letali e quelle no, sopratutto per eventuale
fuoco amico di copertura per mascherare gli intenti, capita...
così si sa dove colpire, che tipo di colpo va a segno e
l'entità della ferita. Però siccome siamo qui,
anatomia
completa del corpo, che come diceva quella persona fa sempre bene.."
Concordò Jd ."Si, indossa tipo piercing o un'apetta dalle
forme
arrotondate e bombate con le zampettine in avanti , o un trio di celle
d'apipiene, con due martellate sui bordi, oltre gli orecchini al lobo.
Anche se ricordo voleva farlo nel padigione interno, sotto questo arco
esterno ma le avevano consigliato di no, aveva insistito per farselo e
credo dopo aver visto quelle apine... e che molti degli uomini hanno
piercing in varie zone dell'orecchio. Credo che si farà fare
anche la libellula piccolissima, mentre so che le avevano offerto in
regalo, quelli della Raccolta che hanno iniziando a lavorare nerlle
botteghe, mini piercing con le foglie, due incrociate mi pare smaltate
e ombreggiate, e un bruchino color avorio con tante zampette, sono
belli, devo dirlo.. e senza contare la serie Scripta con frasi o parole
incise che adora, bombati cerchi o anelli con queste grasi a giro per
tutto l'oggetto...."
"E
uno a forma di grappolo d'uva con due foglie aprte, i riccioli intorno
al tralcio e sotto i chicchi fatti di pietre a micro perline..."
aggiunge Lubo
"Vero"
fece Jd "li mette, ma di solito le api e le cellette, di
più... a lei piacciono questi orecchini micro
dettagliatissimi,
ma li vuole pagare, non ricevere in regalo..."
"Perchè?"
"Innanzitutto
per lei il lavoro, o meglio il tempo impiegato, conta e va pagato. La
raccolta non è stata fatta perchè lavorassero
gratis
anche per lei e Milan. E' giusto che il loro tempo riceva quanto
merita, qui a meno che nonsia regalo tra persone, si retribuisce il
tempo impiegato e speso, che non torna più. QUindi gli
oggetti
hanno un valore in base al tempo. E poi cè una cosa che
Kianta
pensa. Non ama i regali... ma la storia è lunga, lascia
stare,
comunque questi mini orecchini sono... quattro millimetri? di
più tipo l'uva... e sempre in argento novecentoventicinque,
non
usa oro o altri."
"Tranne
il rame, braccialetti contro il dolore"
"Il
dolore?" domandò Gask a Lubo che aveva spiegato questa cosa
"SI"
gli rispose "il rame è indicato per queste cose, se vai
nelle
botteghe trovi molti bracciali e oggetti, anche orecchini e piercing in
rame, a quanto pare aiuta ... a molti piace come sta, anche sen vanno
puliti più regolarmente... comunque basta che chiedi anche
ai
dottori e ti sapranno dire. loro ormai sanno anche queste cos eper
indicarti ovviamente se per te, specifico, può andare questo
gioiello o meno..."
"Capisco,
non lo sapevo. Ma lei ne è felice di questa finzione?"
"Mah,
non le piace andare là fuori per come è la
società
là, ma se si tratta della Grande Caccia allora è
diverso.
Più si puliscono le strade, dice, meglio è per
tutti.L'abbigliamento, accessori, li ha accettati perchè non
sono femminili. Seconco lei, vestirsi da donna, è un'offesa
stessa aquegli abiti, accessori, perchè meritano di essere
portati, valorizzati, e... lei non ci si vede. Si veste con abiti
femminili solo quando Milan preme perchè appaia come la
Padrona
della casa. L'unica eccezione è per i ritratti, allora
asseconda
l'artista, ma è rarissimo che indossi gonne, abitini se non
è lei a volerlo. Come le vacanze, chiamiamole
così, che
passa nel suo Casotto là in fondo con solo la gente che
vuole
lei.Allora un paio di volte è capitato che la vedessi stare
in
quell'ambiente a sezione ottogonale con vesti lunghe. Di solito
d'estate e sono sempre con aggancio al collo tipo a X che scendono sul
petto e in stile impero, decorato e fermato sottoseno e poi
ampissima gonna oppure stile romano, tutti però con mantella
che
scende dietro da collo o spalle... o ancora con corpetto a bustier con
maniche che arrivano al gomito e girano dietro, creando una sorta di
mantella... comunque sempre questo tipo utilizza, con gonne ampissime e
leggere e zone sopra anche tipo greco, che non mostrano... "
"Si,
come quelli che ho visto nelle feste di Milan, strano tipo di abiti..."
"Lei
indossa, Kianta intendo, sempre questo tipo di abiti perchè
non
le piace essere vista con cose troppo aderenti e considerate sexy.
Trova assurdo per esempio, che delle spose fanno capricci e casino per
abiti che in pratica sono un inno al-guardate
la mia mercanzia seppur mi sto sposando e pronunciando voti promesse ma
devo apparire con i punti critici totalmente di fuori-. E lei lo dice
per mancanza di considerazione per lo sposo, e mi fa ridere
perchè sbotta-eh , allroa
vacci nuda è lo stesso se uno va a un matrimonio vede vedere
le sue bozze e culo o con spacchi che solo madame conosce=""-...
è troppo divertente quando si incavola" rise Jd, mentre Lubo
sghignazza ancora di più assertendo ocn la testa "Questo non
significa che è bacchettona, l'esempio del matrimonio
è
perchè in una cerimonia del genere la sposa deve apparire
come
una battona di lusso con abiti da seimila euro, e non è
carino
per lo sposo. La nudità non lef a schifo e intendo
nudità
proprio, ma trova i corpi in generale meno attraenti così
che
vestiti..."
"Quella
è sempre stata al contrario, persone nude no, fa schifo!
vestite
si..." borbottò Alaric "la gente vuole vedere i nudi, non..."
"Lei
preferisce che il corpo sia presentato vestito, qualè il
problema? Ti ricordi quel personaggio di quel videogioco che lei
impazziva per la tuta?"
"E
come no..." fece Alaric come se stesse sparlando di chissò
cosa "cèrano scene del personaggio nudo, mi
ricordo
perchè poi Beppo ci ha giocato e non ho mai capito cosa le
piaceva di quel personaggio con quella tuta, ma non nudo. Le scene nudo
bleah, quando aveva quella tuta grigia stava là a fissare...
però ha sempre da criticare con le mie ragazze "fece con
cattiveria "I biondi no, i biondi fanno schifo ma quel personaggio lo
adorava. E cosa rispondeva, piccata?-eh
, primo non è per la faccia o il colore di capelli ma a lui
sta ha un corpo che vale pena e gli bene quella tuta prendi josy
vorresti dirmi quel suo fisico clessidra orribile bulboso bello?le
spalle zona delle scapole fanno schifo quello uomo muscoloso abominio
trovarlo uno possa portarla uguale=""-"
scimmiottandola "Ma vai a stare in mezzo ai maschi e non rompere il
cazzo!" sbottò indicando con una mano aperta la zona dello
Chateau dove sicuro si trovava
Lubo se la rideva alla grande, facendo cadere roba dal suo
piatto" non ho mai capito se il suo incazzamento sia perchè
gli
ha detto chiaramente che quel personaggio finto è meglio di
tutti quanti o perchè lui ha compreso che di corpo fa
schifo"
partendo con una risata che pareva quasi una scatarrata tanto era
profonda, facendo ridere tutti tranne Alaric Cosìì
Jd ripresosi fece da paciere per evitare sbraitamenti di Alaric "Kianta
non ama quel genere di fisico, alla bodybuilder. Ok ad incudine ma non
in quella maniera esasperata come fanno da noi e altri per sport, anche
se sport..." rispose come sovrapensiero Jd, buttando alcuni pezzi di
grasso sul fuoco, cosa che Gask gli vedeva fare spesso "ha i suoi gusti
come tutti noi. E così anche per se stessa, non ama esser
vista
che una delle sue paure è il contatto con uomini, amen. Gli
abiti stessi dimostrano questa cosa. Se Lia vestiva con abiti a sirena
strutturati in un certo modo che parevano presi di antichi arazzi,
illustrazioni perchè regali e di un certo tipo, Kianta
preferisce in stile impero così che non si veda nulla, e
coperta
in caso da collane e simili nelle zone scoperte. Così le
mantelle che usa sempre, celando come le gonne enormi..."
"Cazzate,
dovrebbe essere il contrario e tu lo sai. Doveva essere la pazza pima,
a vestire con abiti che non mostrassero molto, eppure quel suo abito
preferito con tanto di corpicapo con livelli di veli... sembrava non so
ancora oggi se un'imperatrice o una sposa, e non iniziare " vedendo che
Jd stava per intromettersi "me ne frego se inizi a dire che quegli
abiti avevano comunque una sorta di vedo e non vedo che rendevano il
tutto più ricco e maestoso ma mezzo coperto. Doveva essere i
lcontrario, non è possibile che sia Kianta quella a coprirsi
che
neanche negli stati arabi , perchè non la si veda. Quelle
camicie sopra i pantaloni, che porta alla vita molle così
non
seguono le forme, le mentelle e tutto il resto. SPiegami questa cosa,
perchè se tu dici che gli abiti hanno un significato, allora
non
ha senso. L'abito stesso della Fiamma Cerulea, simile al suo preferito,
Lia lo portava senza pudore, magari con roba per celare un
pò,
ma non come fa Kianta. Allora cosa è accaduto da una pazza
ad
un'altra se la seconda non doveva avere queste scemenze isteriche
più della prima?"
"io...io
credo che sia questione di forza interiore, che però
superato un
certo punto cede, e quindi si ha l'effetto che conosciamo che continua,
nulla si è cancellato da quel punto, e cè anche
il
fattore gusti... Una ama un tipo di abiti, l'altra quelli che indossa
sempre... certo è difficile la cosa..." iniziò Jd
come in
dubbio sulla risposta da dare ma Gask chiese come altre volte chi fosse
Lia e loro si zittirono, di nuovo avevano iniziato a discutere di una
persona che Gask non conosceva e la confrontavano con Kianta. E poi
continuò JD.
"Una cosa che tu, visto che già ti odia, non devi mai fare,
sopratutto se rischi che ti veda, è di non usare mai, mai
colore
rosa, qualunque sfumatura sia, anche oggetti che pensi di volerle
dare..."
"Ti ricordo cosa fece quasi a quella donna che rovinò quei
mobili con colore chimico e indelebile, rosa, rosa, rosa... se nota che
qualcuno le da, usa per qualcosa di collettivo e altro il rosa,
qualunque sfumatura le donne conoscano di questo colore, scappa! Ros da
solo intendo, ono tra altri, ma se da solo si incazza. Scappa.
Fortissimo! Non ha importanza per quanti chilometri, me se
cè
una cosa rosa che non ha motivo di esserci, e se è suo, che
hai
rovinato con questo colore... sparisci"! rise Alaric facendo snervare
Jd, che tornò a parlare.
"...e ancora di più, se vedi qualcuno che picchia,
maltratta, fa
del male in qualunque modo che siano donne, bambini, animali, o li
fermi tu, o chiama noi. Perchè chiamando lei, finisce
malissimo!"
"Come ho visto con i cavalli e i bambini?" domandò Gask
curioso,
riferendosi alle volte che aveva seguito il gruppo sia
perla Raccolta per certi lavori fuori.
"Alla gente, solo per aver fatto cose orribili ai cavalli...
non
oso immaginare come sia la loro vita adesso... Anche io ero sconcertato
di come trovammo quei cavalli. Quelli legati per le zampe su un fianco
a terra, e picchiati perchè non obbedivano. Trascinati
legati
alle macchine col rischio di farsi male perchè non volevano
collaborare. Frustati centinaia e centinaia di volte tnato da poterle
contare sulla cute, chiuse, oltre le fresche, perchè si
ammansiscono così... e quante te ne posso raccontare, come
quei
cani legati a due zampe davanti e due dietro e buttati in un
fiumiciattolo in mezzo al fango per giorni... quando ha preso questi
soggetti, o come i cani ha scoperto chi erano, gli ha fatto passare un
quarto d'ora, disolito è così, in un modo che
l'inferno
è solo come i quadri di Bosh e desideri quello..."
"CIoè" domandò Gask, guardando tutti e tre e per
tre militari, l'espressione era davvero di paura
"...A quello che frustava come un innemoniato i cavalli..." disse Lubo
"... lo fece prendere dai tre dell'ave maria, raccolse tutta la
famiglia e chi lavorava con loro, e fece prima una piccola predica. Ah,
per esser emaggiormente precisi sull'altra volta, Li chiamiamo quelli
dell'Ave Maria per due motivi. Ti abbiamo detto uno, adesso ti
svelerò l'altro. Si hciamano così
perchè solo a
leoo che la gnte prega se è lei a fare le cose, prega tutti
e
tre come tre madonne della pietà perchè la
fermino...
questa seconda la usiamo solo noi, ma sappi che, se vedi la gente
improrarli pietà, aiuto o altro, allora stai sicuro che
è
con lei che avea a che fare. E' raro, ma sono la sua Ombra per salvare
la gente da lei, non proteggere lei dalla gente..:"
"Ah!" fece Gask ridendo ma quando comprese che la gravità
della
cosa era altra, e che non scherzava ripetè la cosa con una
gravità diversa
"POi fece portare i cavalli. Io cèro, quei cavalli avevano
terrore anche solo a veder avvicinare un umano, tentavano di scappare
terrorizzati, facevano davvero pena, e il mantello oltre che mal
combinato, era pieno di segni... una cosa orribile. POi usavano
imboccature davvero punitive, tante che avevano nelle convessure
labiali e lingua alcuni tagliate... da far paura. E lei prese tutte le
testine di cazzo, come le chiama lei, tutti quelli che aveva osservato
nei video di controllo che picchiavano e facevano del male, uno
addirittura durante la ferratura aveva dato una martellata sulla coscia
del cavallo che la camera, ad una certa distanza, aveva registrato come
fosse stata pochi centimentri. Bam, una botta proprio, non so ocme quel
cavallo non avesse subito gravi danni. Comunque li prese e li mise a
cerchio, uno spazio al centro e poi questi che si guardavano, e lei la
chiama la tavola rotonda. E poi disse, mostrando i video, quanto schifo
facessero. CHe indicarli come esseri umani e meritevoli di qualcosa...
era impossibile. E... non importava che vi fossero
bambini, donne,
ragazzini, ad osservare anzi. Parlò proprio a loro.
Cèrano bambini e ragazzini che avevano i loro poni e cani
preferiti e disse loro -ditemi , bambini e piccoli uomini donne voi
sareste felici nel vedere o uno di questi signori con me prendere i
vostri animali picchiarli cos male da non potersi alzare soffrire tanto
dolore per giorni=""-
"..."
"Alla negazione di questi lei mise davanti tramite tablet i video
orribili che mostavan cosa facevano gli adulti con cui vivevano, diceva-perch
i vostri animali non devono essere picchiati ma questi qui che vendete
addestrate o meglio distruggete per aver soldi comprarvi le cose li
riducete ad avere terrore anche solo di una carezza siete come genitori
parenti è inconcepebile tale maltrattamento specisti voi
ogni specie c un trattamento e valgono nulla=""-.
Poi tornò al centro e chiese che strappassero loro camicie e
magliette e fece accomodare vicino a lei un cavallo che a vederlo
faceva pietà. Il pettorale era così messo
stretto, con i
bordi taglienti, così come le zampe e il sotto... lascia
stare,
spero di non vederne più così, ma lo
mostrò,
dicendo-vedete questi io mi domando come merde possiate anche solo
sopportare tutto ci che queste povere bestie patiscono e ha paura
avvicinando la mano al guanciale della testiera di solito i sentono il
contatto con stanno tranquilli invece scatta trema un disperato avete
picchiato questa povera bestia le altre frusta pure l'elettricit mentre
montavate una batteria pungolo sotto sella nella pulsante sapete dite
conoscere cavalli quanto è spessa mh cinque millimetri
quella umana otto ditemi quindi tra merda indifeso questo chi dei due
patir pi subir danni informazione ecco alcuni video vostri dove in tre
quarti d'ora picchiate a sangue quattrocentosessasette stronza
maledetta dall'america era scappata olanda atti schifosi morta
zoccolata piena perch cavallo alla trecentesima si incazzato scappare
sgroppando poteva legato tenuto fermo testa l'aveva beccata ho goduto
beh avrei voluto esserci giusto vederla dispiacendomi per non abbia
sofferto molto ora voi diverr vostra pelle senza peli mantello parte
mimetizzano ragazzi favore potreste far provare sulla cosa hanno subito
poveri animali ostesso numero volte vedere risultati tempo loro
patiranno segni dolore signori l guardate permesso fermarli ne altro
abusi contarli me=""-
"Un pò eccessivo, ma torto non ne aveva, no?"
domandò Gask curioso
"Da un lato si, da un lato per me è no. Attenzione, lei lo
fa su
pesone che nonostnate le leggi a protezione degli animali, come quella
del Soring o Licking, l'andatura che
è il risultato del dolore dello schifo che fanno sugli
zoccoli
dei cavalli, tanto cche questi devono stare tutto giorno buttati a
terra perchè sulle zampe non possono più stare. E
se
cerchi di salvarli togliendo i pesi che gli mettono, ci vogliono anni
perchè quelle povere bestie riprendano un posizionamento
corretto. TUtto i lcorpo è distrutto da questa pratica e
nonostante le leggi contro, la gente continua a farlo. E
così
che con loro lei fa ancora peggio. Li ha presi, ha raccattato le
misture corrosive che guarda, non voglio nenache sapere che cosa ci
mettono dentro ma sono così corrosive che quando lei ha detto-vediamo
un p su di te che danni provoca- e
lo ha punito facendogli la stessa cosa, quello è stato
parecchio
tempo in ospedale. Qualcuno la chiamerebbe criminale..."
"a volte lo è..." si intromise Alaric
"... ma posso assicurarti che le condizioni di certi poveri animali
fanno vomitare davvero per cosa ti provocano nello stomaco. Quando ho
visto la radiografia di quegli zoccoli per il Big lick e tutti quei
chiodi che arrivavano all'osso, la pelle distrutta dalle sostanze...
Lei non agisce con un occhio per occhio, anzi, ma quando vede certe
cose perde la testa e gli stronzi devono sentire su di se cosa hanno
fatto! E ogni volta lei gli dice-molti
voi stronzi vi lamentate di come trattano a lavoro che venite pagati
poco per cosa fare pretendente e poi fate schifo ditemi vedendo questo
diritti dorrei dare-.
Ha torto? Lei punisce duramente con cosa hanno fatto solo la gente
schifosa, e qualcuno dice che lei agisce in stile robin hood, come modo
di agire per il bene di alcuni contro altri. Se lo facesse sempre,
allora farei di tutto per fermarla, ma è solo su alcuni che
dimostrano non solo di non capire, ma accampano stronzate per cosa
hanno fatto o urlano che gli animali sono di loro proprietà.
DA
noi gli animali sono fratelli e li trattiamo, curiamo, li vediamo in
modo diverso, tanto che nessun nostro cavallo subisce nulla di quello
che vediamo e così nella fattoria. Sono tutti liberi tranne
la
notte e l'inverno, che scorazzano, giocano, fanno casino. nessun
piccolo è tolto alle madri, usiamo più proteine
vegetali
così da usare meno carne, molti adorano tutti gli animali
che ci
sono là, sopratutto i lama e alpaca..."
"Si, ho notato" fece Gask ridendo
"Quindi lei non è vendicativa e stronza come sembra, solo
che...
come posso dire, la voglia di fargli male è così
tanta
che molti meritano la fine che fanno. Non muoiono ne altro, ricevono
dal governo un avviso di non toccare più animali, gli
vengono
proprio tolti e sono controllati se ne hanno e in che condizioin sono.
Così come un ragazzo che è diventato famoso
perchè
prendeva i cavalli, soprauttto di pochi mesi, e li metteva in strada
cavalcandoli e addirittura mettendogli pesi e attrezzi per il big lick.
Una crudeltà assurda, sopratutto perchè i cavalli
non
vanno mai montati prima dei tre anni, o si rovina la loro crescita
sceltrica naturale. Inutile dirti che quel tizio, recidivo con tanti
animali, si è trovato con la stessa roba addosso acome
si sente la povera bestia di turno. E così lei se vede
davvero
troppo e quella gente ninete, per loro è normale... io non
la
fermo. Perchè dovrei? Li rovina un poco, ma se vedi stanno
benissimo e tentano sempre di fare stronzate. .. Lei dice che in un
mondo dove la prepotenza, la forza bruta, la sottomissione, non
cè possibilità di cambiare le persone,
perchè
rovinati fin da piccoli e per loro ciò che vedono
è
normale, l'unica cosa da fare con quelli con il male che proprio gli
scorre nelle vene è fare come fanno loro agli altri e agli
animali. Tu addestri gli animali con i collari elettrici? Lei ti
elettrizza fino ai gemelli di famiglia, e non scherzo. E, non le
importa come viene vista, come sull'uomo che legò le zempe
dei
cani in quel modo, come tutti quelli che aveva catturato che avevano
fatto orribili cose... punisce, dice. Omertà e silenzio sono
il
danno della società e lasciar correre è il modo
di
permetteono la continuazione di queste cose stando zitti. RIpete che il
cambiamento non può avvenire senza bruciare le cose
negative. Si può regalare un mondo
diverso che ha
fatto la pace con la sua crudeltà, che deve portare il
giusto e
le Lezioni ai piccoli perchè per ogni cosa vi sia il giusto
rimorso e consapevolezza da non farlo, che nasce sbagliando, accettando
la punizione e comprendendo il bene e male, che conferma la
forza
di ogni seme di umanità dentro la gente. Ma che le
società hanno imbruttito..." dise Jd
"E quindi..." confuso dall'ultima parte, proteso in avanti con un
gomito su una coscia e una mano su un fianco
"QUindi.." continuò Lubo "lei ha fatto punire a malo modo,
dando
a chi aveva commesso cose, la stessa situazione... insomma, ha dato
cosa avevano dato. A chi taglia code e orecchie a cani, e code ai
cavalli? Tagliamo qualche cosa anche noi..."
"... le... orecchie?"
"Quello normalmente. Ai veterinari e gente che si improvvisava macellai
facendolo, orecchie, punte del naso... perchè comprendessero
cosa provassero quelle potevere bestie solo per le mode di merda,
così risponde. Un veterinario è stato ricevuto
dalla
polizia senza la punta del naso e per contorno i poliziotti si sono
ritrovati questo con una lettera letteramente graffettata sulla fronte
con cosa aveva fatto, con in tasca le foto. Lo so, ma come dice lei, o
le cose le fai bene o niente. ma una volta... " si fermò,
come
quasi disperato al ricordo
"... cosa..." niziò Gask ma Alaric che era vicino a lui si
voltò e disse agitato
"quella pazza scatenata si è imbestialita così
tanto con
un gruppo di organizzatori di lotte tra cani, che li maltrattavano, li
amputavano per apparire minacciosi o capitava, scoprimmo che
ad
alcuni toglievano parti di zampe così, zac, per vedere come
lottavano... a loro fece fare la stessa fine di quei ragazzini che
erano feccia veramente... e... ha ragione, ma mai,mai mai lasciare che
sia lei a fare le cose. Ecco perchè chiede a quei tre di
fare al
suo posto, e loro lo fanno subito perchè sarebbe molto
peggio se
lei si incazza davvero..."
"perde già la testa così con uomini che picchiano
e fanno
stalking alle donne, che le uccidono, o per religione fanno cose
orribili a quelle che non lo accettano..." sussurrò Jd "Non
so
se occhio per occhio sia lacosa giusta ma per la prima volta, dopo aver
visto alcune cose, non ho potuto biasimarla Come militari nelle guerre,
ancora oggi, resto più sconvolto da cosa sanno fare i civili
a
esseri che no nsanno difendersi, che molti che abbiamo combattuto e
cosa visto. Ci sono stati ragazzini che hanno tentato suicidio per
certa gente col bullismo, che come una persona ne erano usciti male,
anche se lei non era arrivata al fisico, ma gliene combinavano con gli
oggetti... lei stessa non vuole far del male, per questo nelle scuole
insegna cose importanti che in questo secolo non ci sono, chiede
maggior controllo sulle famiglie, da dove inziiano le cose... e ok,
capisco la sua rabbia, la voglia di far sentire sulla loro pelle il
male fatto. TUtti quei cani sotterrati che avevano di sopra segni
orribili. Donne seviziate, abusate e tutto ciò che sai che
trattiamo, per fermarli, ma molte volte quando la seguo per
controllarla, o rivedo le cam che usiamo, non posso fare a meno di
volerla fermare, a volte..." disse Jd quasi tra sè
"cosa stai cercando di dire?"
"Che ci sono state volte in cui lei stessa ha preso mano per rabbia
folle e... ad alcuni ha fatto incidere, e toglier la
pelle,
delle lettere di frasi che indicavano cosa avevano fatto. A volte
prorprio come lavoro di fino di coltello così che curati le
croste avrebbero mostrato la scritta, altre volte marchiati a fuoco e
poi lasciati di notte legati alla bella mostra, con tanto di lettere a
giornali anche grandi, così che si parli della cosa. Ad
addestratori di cavalli è venuta la strizza veramente, tanto
che
ora non osano più far nulla perchè hanno scoperto
da
lettere e micro chip con video di cosa facevano da varie angolazioni,
che erano controllati. E hanno smesso, così speriamo. A quei
tizi dei combattimenti tra cani che amputavano orecchie, coda, zampe
ect... , per ocme abbiamo trovato i cani ormai morti, era
così
furibonda che li presi e ha tagliato il pene per metà della
lunghezza, sonoserio, era incazzatissima, dopo essersi messa guanti da
cucina di silicone, cosa importasnte, e usando un coltello
non
proprio affilato. Lei fa così, e usa questi, pe4r non
to0care la
feccia.."
"lei e i suoi germi" buttò lì Alaric
"Ed era la prima volta che metteva mano a organi maschili, tra
l'altro..." sudando tantissimo con una risata che fece scopiare di
nuovo Lubo
"Nel senso... non capisco l'ultima parte..."
"niente..." fece Jd a Gask come se niente fosse "però,
quando
tornò qui e si calmò, Milan le parlò.
E lei disse
che non aveva tolto assolutmanete nulla a quella feccia. Rispose che
all'ninzio era sua idea tagliare tutte e tre le cose, e hai capito, poi
però l'avrebbero tacciata tutti di cose brutte,
perchè
tutto ma non la possibilità di figliare. Per la gente
quiello
è troppo e si è dovuta limitare, ma fu solo per
qujella
gente, perchè la scena che scoprimmo era veramente... non
puoi
capire, e quanto pagarono quelli c he scommettevano e vedevano le cowse
e pure si divertivano! Se lo ricorderanno tanto... Voelva che
si
sentissero come i cani e cavalli che eviravano molte volte senza
davvero un intervento chirurgico decente e dovevano sentire cosa si
provava... un pò con le industrie della carne dove tagliano
le
pance dei maialini e tolgono i testicoli così, secondo loro
non
provoca nulla, io la prima volta... lascia stare..." arrossì
Jd
ma Alaric fu pronto
"Si è toccato perchè diceva che sentiva pure lui
il
dolore mentre qwuelle bestioline urlavano, e su questo nulla da dire
alla pazza, perfino per me è troppo toglierli..."
"sono vivi, ovviamente, e questo mi ha fatto stare male. Lei invece
è partita in quarta e immobilizzandoli gli ha conficcato a
onguno di loro che l oavevano fatto, grossi spilli su tutta la zona del
pube e pure perineo. Credo che ora sappiano almeno in parte cosa
provavano i maialini con alcuni organi estirpati... . Con un nostro
mezzo anonimo con targa falsa fatta da noi, li abbiamo lasciati proprio
davanti le porte dell'ospedale con una borsa termica con i... loro
mezzi membri in ghiaccio o con gli kspilli grossi da carpentiere che
uscivano. Con un biglietto scritto da lei a mano, quindi perdendo tempo
mentre questi avevano i lacci emostatici o urlavsano... a quelli senza
mezzo coso, ha preteso di..., mh, cauterizzare la ferita con
crosta di sale..."
"Cosa?" rimase lui sconvolto
"Era così incazzata... non come quella volta, lo so la volta
che
hai assistito a quella cosa che temiamo, dovendo usare il Tomioriol...
ma non era quella! Comunque non era lunga, ma una pagina a penna e
inchiostro nostri, dove si spiegava cosa avvano fatto, con allegata
micro sd con foto e info per i ritrovamenti, e pregava che le pene
fossero servere, perchè cosa avevano subito non era una pena
corretta. Dovevano finire come i poveri animali in gabbia, sia per
pellicce che per l'orribiole pratica di accoppiamenti indiscrimati per
vendere cuccioli..."
"A quella persona veniva sempre il magone al pensiero degli animali da
pelliccia. Diceva che molte volte da piccola aveva visto imamgini in tv
di questi allevamenti dove prendevano le gabbie aperte e mettevano le
povere bestiole sotto la pioggia o in mezzo la neve senza
proteggerle, al gelo dell'inverno e li aveva visti lì
tremare
come disperati, appallottolati soffrendo, oh se soffrivano
diceva, su quel musino che cercava di riscaldarsi in una
palla,
in quella pila di gabbie di ferro aperte, e quella visione le era
rimasta fino all'ultimo giorno. Tutte le ansie e i terrori venivano
dalla consapevolezza del mare che cèranel mondo, da quella e
altre immagini, e diceva che doveva vedere le cose, non nascondersele
per capire che il mondo fa veramente schifo..." dise come tra
sè
Lubo, scuotendo il capo con una smorfia
"Di chi parli?"
"Di una persona di tanto tempo fa, che iniziò molte cose e
Kianta le continua per sua volontà, ma non importa quando
cazzi
può tagliare, quante volte faccia provare su quella feccia
cosa
avevano fatto a persone o animali, non hai idea delle cose che abbiamo
fatto come-ritorno del karma e se
lui non provvede l'aiutiamo noi=""-.
NOn uccidiamo se non nei casi estremi, convertiamo la feccia in aiuto
per l'umanità delle Fosse di scavo, portiamo a galla alla
stampa
cosa la gente fa di schifoso, come quelli che mettono cam nascoste
sotto o dietro le cose per riprendere donne e bambini nudi o in altre
situazioni. Una volta uno aveva messo online certe cose e quella
persona per l'incazzamento aveva preso questo stronzo, aveva fatto
circolare sue foto nudo sia per la piccolezza di... certe sue parti,
sia mentre faceva determinate cose, lui che viveva in un ambiente molto
religioso... inutile dire che erano false, non cèrano vere,
costruite ad arte mentre era mezzo drogato mentre... faceva o gli
facevano cose, e sembravano reali, come se le facesse lui con il
sorriso. E che sorriso ebete" ridendo di gusto "O quando sempre quella
persona, prima di Kianta, aveva assunto determinate persone, affette da
ipopituitarismo, grave malattia dell'ipofisi, che impedisce loro la
cresciuta restando... bambini. Così visto che nella
società come persone esempio affetti da nanismo non sempre
hanno
strada facile, li ha reclutati e ha dato loro denaro per vivere e avere
cosa gli occorresse, per svolgere vite normali, che
là
fuori non avevano. Quanto sono felici ora e si sentono utili, preziosi,
e sentono di fare del bene potendosi finalmente godersi le
cose.
Ma chiedeva loro sono due compiti da svolgere, niente di orribile.
Spacciarsi per bambini, adescare online in vari modi i
pedofili
oppure apparire in certe foto, tipo quelli che ti ho detto prima
drogati, che appaio felici ma sono foto e brevi video finti,
con... questidi
mezzo. Se non è
Maometto ad andare alla montagna, che sia essa ad andare da lui,
ripeteva. Ma mai con persone innocenti, sia chiaro. Anche
Kianta
non farebbe mai cose del genere, non siamo come certi individui con
distintivi che perchè qualcuno per l'istinto è
colpevole
, o ne hanno bisogno per chiudere un caso scottante, falsificano cose.
Noi inchiodiamo la feccia, se non è possibile per quello
specifico caso, eccone altri, ma sempre se colpevoli e si sa
bambini provare big big
lick le
prove n un tribunale non lo inchioderebbero, con le nostre si. Ormai le
cose sono così, scagionati nonostante le prove... e
così,
oltre alla gogna mediatica, manette e toglierli dalla
società!"
"Ok Lubo, ma non è smepre qualcosa di cattivo che facciamo?"
"... se non facciamo qualcosa, questi continuano. Cosa è
meglio,
ripagarli con la stessa moneta e portarli là dove non
possono
più far del male, senza mai uccidere, oppure tenerli
liberi e vedere schifo ovunque.. io non lo, nessuno di noi
sa, ma
è sicuro per molti esperti che così facendo molte
persone
son ostatre salvate.... resta il fatto che mai devi fare qualcosa con
lei intorno con il rosa, e non permettere che faccia lei di
persona... può essere più terribile della morte
stessa ed
è stat a proprio la società là fuori,
a crearla..."
"Che vuoi alla fine" la
sentì
intorno a lui, girare e osservarlo, e tornò a lavorare
invece di
pensare alle cos eche gli venivano in mente.
"Senti..." vedendola
fermarsi dal
girare con una tigre in gabbia, si era portata al solito l'indice
vicino un angolo della bocca, con sguardo altezzoso e interessato
"quelli... gli stornzi che prendiamo, o fermiamo in base a, sai... e
giudichiamo,sono degni di essere puniti? Sono o si meritano quello che
facciamo loro? Possiamo ritenerci nel giusto facendo questo?"
"mh... tu, per quell oche eri prima, che vieni a chiedere a me se siamo
nel giusto ad essere giudici, giuria e mezzi carnefici?"
"Già, io... stando con voi ho imparato molte cose e come ha
detto Jd, ho capito anche molto... però mi chiedo se facendo
soffrire loro come fossero in un quadro di Hieronymus Bosch, sia o...
vada bene anche alle vittime, visto che le vendichiamo e..."
"Una persona..." iniziò lei "amava un libro, il primo libro
che
avesse letto oltre i classici, un thriller... ebbene il protragonista
che aveva lo stesso nome del pittore, e quella persona trovava
interessanti quei quadri da prima, parlava con una ragazzina
prigioniera in un walkie tolkie e il modo in cui la
trattò
fece colpo su una collega di lui, che subito gli disse quanto fosse
gentile e di stampo paterno, nei suoi modi di fare. Ma lui pronto
rispose che no, non era istinto o tratto paterno, ma perchè
sapeva da sue esperienze interiori e del passato, che cosa significava
essere e sentire l'oscurità... dentro e intorno... era al
pari
della ragazzina e sapeva cosa si provava... Il buio oltre la notte...
quel libro, con il gufo e i significati, fu il primo e quello che la
colpì tantissimo. La notte può non fare paura, ma
è l'oscurità oltre essa e dentro di noi, che si
nasconde
il peggio. Ecco perchè le Lezioni, il Teatro, le
attività
che fanno mostrare il vero IO della persona perchè nessuno
può fingere, recitare per sempre e in ogni istante... ed
è vero che le persone non sempre cambiano, se è
possibile
bene, ma ci sono quelle che noi cacciamo che ci portano ad emette un
giudizio finale, nessuno può emendarsi dal peccato che
scorre
fin nelle nelle vene. Non sempre aiuto, riabilitazione e supporto
tolgono quel male. Nel passsato si pensava che il male potesse essere
ereditario, scivolare nel dna come il sangue giù e su per
vene e
arterie, quindi questa oscurità non è solo
nell'anima, ma
così prepotente che macchia anche la carne... e
più si
fanno cose aberranti, più il sangue si lorda... "
"Quindi..."
"Noi lavoriamo per evitare che vi siano altri come il protagonista che
si è ritrovano ad affrontare l'oscurità non solo
personale, ma quella che la feccia creava per altri, come per quella
ragazzina. Perchè non vi siano altri che arrivano a dire che
sanno cosa significa stare e vivere nell'oscurità..."
"E noi... nel senso... so che cè stato un cambiamento
radicale
allo Chateau, dove tutti hanno... dovuto fare un cambiamento anche
interiore, diventando un pò come dei motociclisti che
però salvano gl ianimali maltrattati..."
"Ma chi li fa 'sti paragoni?" suotendo la testa e alprando le braccia,
fermandosi dalol'iperattività
"..." la fissò come colpevole "una persona... comunque,
alcuni
dicono che Milan voleva che diventassero quello che non erano..."
"Ohhhh, si! l'idea dell'uomo macho, con muscoli inguardabili, che fa
azioni da duro, capace di sterminare e sforacchiare sempre e ovunque
uscendone vincitore, che ama guardare video porno di donne con
donne, ma che vomita per un parto o due gay maschi, per i
lrisultato naturale di alcuni loro fetish o altra cosa naturale come
l'amore tra sessi uguali... che uomini! A mostrare i gommoni
artificiali son buoni tutti, ma provare empatia, vicinanza e desiderare
proteggere invece didistruggere no, quello no..."
"Ma perchè devi far vedere loro cose schifose..."
"Guardami! Io sono uscita da una cazzo si fogna con...no so cosa
cè dentro, ma sono qua, pronta a prendere quella piccola
testina
di cazzo del genereale, mettergli un robo per tenergli la bocca aperta
per un tot di gradi e usarlo come sgrana pannocchie" con rabbia,
facendo gesti che a lui parvero comici, tanto che rise, ma che sapeva
che erano invece atti di punizione di massa, il cinquanta per cento
all'idiota, il resto ai suoi e nostri uomini.
"Comunque, tutti e due ci siamo fatti una sorta di doccia, quindi
impropriamente stai..." trovandosela vicino che si zittì
"perhè i miei atti di sbattere sotto il naso agli scemi
l'altra
faccia di certe cose, e quanto cè di molto, molto
dure
sopratutto per le donne è troppo o sconvolge??... facile,
l'ho
dimostrato anche io che che è facile farsi i muscoli con
allenamenti e addestramenti specifici e poi prendere a pugni un idiota
di turno, che ha le mani che prudono e vuole passarsi
mezz'ora di
prenderle... un'altra è avere lo stomaco di vedere e
sopportare
certe cose, di farsi carico di tutte le facce delle cose che ci sono a
questo mondo, e sapere che non dobbiamo mai abituarci e
reggerle,
ma se vediamo qualcosa di orribile, schifoso, vergognoso
perchè
siamo umani, alzarci e fare quanto possibile per fermare
ciò..."
"Ok... e i video perchè sono educativi, esattamente?"
ricevendo
un'occhiataccia, osservandolo inclinando la testa verso la spalla
"A quanto pare non ti è chiara la cosa, e siccome sei uno
dei
nuovi, anche se non proprio di una settimana ma sorvolerò,
ti
dirò le cose in modo che un demente possa capirle... quante
volte gli uomini sono felici che hanno uno o due figli, pretendendo poi
cose dalle donne con cui stanno ma schifandosi perchè... la
natura slabbra le cose, a volte!" facendo gesti con le braccia
e
assottigliando le labbra come se pensasse qualcosa "e cercano poi altre
donne che non hanno sfornato nulla e quindi, oltre le feticiste di
certe cose che magari hanno provato molto diametri, possono riportarli
secondo la loro testa a cose più soddisfacenti..."
"EH?"
"Si lamentano che il figlio ha creato la caverna di Platone, testone!
Che non cè più un buco, cè
un afiteatro! Hai
mai visto a scuola organi riproduttivi anche in figura e poi hai...
diciamo guardato le donne con cui vai?"
"Io no nvado con nessuna..."
"Prima, molto prima, non ha importanza, qualunque donna con cui sei
stato, era in quel modo e poi immaginati.... ecco, immaginati
un
preservativo della tua dimensione, preciso, calza a pennello e poi
prendi quello che vogliono gli sboroni che fanno i fighi con gli xxl,
facendo credere chissà che, e poi sembra di vedere quelle
bimbe
che camminano a cavolo con le scarpe della madre... capisci che la cosa
non è più accattivamente, no? Però
prima vogliono
i figli, poi si pentono oltre perchè sono rompiballe e altre
cose, non possono più divertirsi perchè la moglie
per
tante e tante accade, ha bisogno di andare da un
plastico di
queste zone lì, che fa un restringimento..."
"un restringimento... di quella cosa? Non ho capito"
"Si, quella... ci sono chirurghi plastici che possono, taglia e cuci,
fare qualcosa per la piscina che queste donne si ritrovano, e molte lo
fanno appunto perchè l'uomo poi si lamenta che si trova nel
largo... a loro vedere l'effetto del loro divertimento si schifano, ci
passa un bestio che hanno fatto metà loro... e
veramente
alcuni vomitano a vedere queste cose, l'effetto che fa cosa fanno! E
poi sarei io che li traumatizzo? O quando fanno ricerche per
i
loro pensierini e cercano come parola chiave enema, vedendo solo certi
video. Alcuni commentano anche, sai? Robe del tipo-te
ne farei uno io vorrei essere l come ti sta bene quel tubo che
bla-insomma
hai capito. Loro veramnete credono che io non sappia che combinano?
Mah... però se io mostro loro gli effetti di quelle cose
durante
la Lezione, parte C, sull'educazione sessuale perchè molti
sono
proprio zero, se non che A entra in B e si diverte solo lui,
allora sono cattiva io a far vedere cosa può capitare a fare
certe cose dal vero. Seriamente cè gente che ha tutti questi
sogni sessuali e poi resta rotta dentro scoprendo le conseguenze di
cosa pià capitare! Perchè, visto che
fai le
domandine, te lo hanno mai detto alcuni di loro che hanno combinato con
alcune ragazze che prima dell'accordo di Madame..."
"intendi che hanno voluto mettere in pratica la cosa?"
"Si! Ora, sono stronza io, o sto facendo la cosa giusta
perchè
aprano gli occhi? Perchè gli dico, anche se gli
piace
vedere due donne che si baciano, per finzione in quei video porno o per
altro, devono accettare anche altra roba, non si discute. Il prossimo
come fossimo noi. Ecco il cambiamento che abbiamo cercato di portare
già dallo Chateau.."
"..cioè accettare il sesso tra i gay?" chiese
perdendo il filo
"NO! intendenvo accettare le diversità!.... però
arrivi
tu, fanno i cucciolini traumatizzati dalla strega cattiva che li frusta
perchè è sadica... non per cose che hanno
combinato. Come
quella volta che hanno buttato i preservativi negli scarichi dei bagni
maschili, e non intendo solo il water, e non so se immagini cosa ne
è venuto fuori... Sono cattiva io?"
"Beh... messa così no, però tu butti proprio le
cose così, tipo cerotto strappato di botto e..."
"Ma sono uomini o bambini? Perchè questi piagnistei me li
apsetterei da ragazzini che ancora non hanno visto neanche il corpo
femminile nudo..." poi si fermò "o almeno una decina d'anni
fa,
almeno. Adesso a undici e dodici anni fanno roba che sono rimasta
schifata, per davvero! E no sapevano neanche cosa stavano facendo,
chiaro..."
"Cioè" chiese lui, ma lei si accorse che il suo
comportamento era cambiato
"Cioè ho visto video che... la sezione..." sembrava quasi
contrariata "la seizone di controllo e ricerca nel web di certi tipi di
materiali, avevano trovato video fatti da ragazzini di undici e massimo
quattordici anni che facevano roba tra loro, e intendo femmine con
maschi, che ti aspetteresti non so dagli ultimi due anni del
liceo, almeno..."
"cioè parti le ricerche di prima che..."
"ma quali ricerche... i maschi facevano fare cose alle femmine sulla
loro parte genitale, imitavano dei video che i maschi facevano vedere
dai telefoni in mano, e la cosa triste era che per quanto potevano
provarci le ragazzine, non accadeva nulla... zero, dormivano..."
"Ma chi, i ragazzini?"
"Ma tu hai capito di cosa sto parlando?" guardandolo come se fosse scemo
"Se parli per enigmi..." intrecciando tutti i fili in uno solo
"...AAHHH... allora, questi bambini, perchè sotto i
quattordici anni sei bambino..."
"Fai meno di tredici, ormai già a undici anni li
chiamano ragazzini..."
"ragazzini..." con rabbia "facevano vedere delle cose dai loro
telefoni, questi telefoni dati a ragazzini, e loro dovevano fare la
stessa cosa al coso dei loro amichetti... hai capito?"
"Ah, ora si..."
"OOOHHH. Il problema è che quei... cosi, non
volevano saperne di... svegliarsi, ecco..."
"scusami, perchè stai parlando così come avessi
ragazzini
davanti, siamo tu e io e di certo qui non c nessuno che ti sente
parlare di sesso..."
"..."
"..."
rimasero un pò a fissarsi, lei verso lui in cagnesco, e lui
che continuava a intrecciare.
"Sia come sia..." tornando a camminare a cerchio o facendo con il
percorso il simbolo dll'infinito, cosa che lui aveva notato altre volte
"tutti quelli che erano nella sala di quella sezione e io eravamo...
mh... "
"schifati? arrabbiati?"
"...depressi per la scena, quanta tristezza. Compativamo non tanto lui,
non tanto lei, quando il coso che non voleva sapere e direi pure io, a
dodici anni per quanto hai ormoni a mille, cosa... AAHHH, la cosa
allucinante è che questi ragazzini senza controllo, postano
cose
che..."
"ma comè che siamo finiti a parlare di ragazzini che cercano
di
fare sesso, ma non gli alza neanche a piangere in tutte le
lingue
del mondo?"
"..." assumendo un'espressione in viso schifata "... se mi lasci
parlare, fors earrivo il punto invece di bloccarmi sempre..." vedendolo
chiedere scusa e calare il capo "allora, dicevo... aspetta il punto
principale era... ah si. Prima dicevo che mi aspettavo questi
comportamenti infantili da questi ragazzini che si, sanno
comè
ormai il corpo femminile granzie a tv e genitori idioti, ma che possono
ancora ridere nervosamente e scandalizzarsi se si tocca l'argomento. ma
noi abbiamo a che fare con uomini, e ripeto uomini sopra i diciotto
anni, che fanno cose solo perchè il pornazzo di turno gli fa
vedere che certe cose sono fighe, eccitanti e via dicendo senza
mostrare davvero il dopo o le conseguenze senza accortezze...
per
poi trovarsi la camera dell'alberghetto dove erano, invasa
dai
risultati di quei esperimenti... e vuoi sapere chi hanno chiamato in
preda alla disperazione? Non lo so, fai un tentativo..."
"... non lo so, sono addestrati che in caso di qualunque..."
"falla breve..." accoccolandosi su una pietra, fissandolo
"Ok, prima gli amici, poi i Capitani, infine te e Milan..."
"Eh... e se fanno esperimenti mentre noi veterani siamo nel nosto
angolino, nel boschetto a cenare, e ti squilla un gruppo disperato
perchè le tipe con cui erano hanno dipinto, letteralmente,
pitturato una parte e mezzo letto, secondo te, cosa devo fare io che
sono, per le mie cariche che il tuo caro amico mi ha dato... se no
correre a prenderli a sberle, almeno ulteriori Lezioni per
dir
loro, NO! Prima di fare certe cose, richiederle, si deve essere
preparati a cosa... cosa vien fuori!"
"Aspetta" ridendo da piegarsi in due "mi stai dicendo che la sparata di
quella sera quando sono venuti quei quattro, con quel video delle tizie
che creavano... nutella da una certa zona, era perchè fanno
cazzate?"
"Non ne hai idea! Alaric dice che una volta lo avevano chiamato
perchè a uno era, mh, risultato un Twinkies al cioccolato e
il
primo era stato lui che era il suo Capitano del gruppo e che diceva
essere disponibile per tutto...." con la faccia come per dire-io
non so se sono cretini o che altro-"e
fosse l'unico. Alcuni sono andati da delle mistress che alla terza
volta hanno avuto certi trattamenti, al ritorno con il van dello
Chateau, abibamo dovuto smontare tutto, per snidare cosa avevano fatto
esplodere..."
"intendi..." restando con la bocca aperta
"si, a loro però! Ecco perchè dico che sono
cattiva io,
ma loro capiscono solo se li picchi forte, finchè
il
concetto non gli entra in testa! Jd dice perchè sono adulti,
io
ne dubito. Perchè se chiedi a una tizia o il tuo compagno di
turno o meno, di fare certe cose, peggio in stanze che paghi, e poi
chiami disperato perchè non sai cosa fare, o sei scemo o sei
ancora un bambino! Direi cche con internet ormai pagine serie che ti
speigano ci sono, ma poi abbiamo psicologi, esperti di madame,
chiunque... chiedi prima! e quella povera anima di Jd una volta ha
dovuto dare un rimborso per sistemare... la camera... per no ndire poi
cosa lasciano in generale. E siccome vanno nei villaggi o cittadine
vicine e ci conoscono, devo sempre andare là, chiedere scusa
io
inchinandomi per il dispiacere di avere certistronzi che dovrebbero
dare l'esempio..."
"non voglio sapere cosa lasciavano, mi è bastato questo. No,
non
mi hanno mai raccontato queste cose. Dicevano invece qaunto i Capitani
fossero sempre disponibili e pronti ad aiutarli, e..."
"E ci credo! A molti ancora togliamo una parte di stipendio per i danni
che abbiamo dovuto pagare, e non solo per questi.. incidenti, ma per
pub, bar, discoteche... e questo perchè? Perchè
io devo
evitare che si spargano certe voci, e così mi presento dove
so
che sono andati, facendo una sorta di presentazione e chiedendo che, in
caso di casini, mi chiamino per sistemare insieme la cosa! Quindi ho un
numero sicuro solo per queste cose, che viene dirottato in caso a Jd o
gli altri, per andare là di persona, vedere i video e
zittire la
cosa. Ora capisci perchè si è dovuto fare Accordi
con
Madame? E questo oslo da quando sono con loro... immagina prima...
almeno però con le nuove regole e diviti, qualcosa si
è
sistemato...non tutti da dover mostrare quei video, ma almeno ora sanno
molto di più..."
"Quindi sono cambiati. A volte dici che lepersone non cambiano..."
"il cambiamento che
cè
stato...è avvenuto perchè loro lo hanno
accettato,
è come lo spirito della vita o il cambio di rotta o strada,
l'accettazione è la chiave, altriemnti si resta come
Alaric.Fermni piantati nella vita che si odia, non piace e via dicendo,
non volendo accettare i cambiamenti. Almeno, quelli che non li
accettano. E' un pò come i governi tirannici o
totalitari.
Fai le cose per paura e covi sempre qualcosa, mentre da noi la gente
dopo le mie dimostrazioni ha capito e ha accettato, ha scoperto che si
vive meglio ridendo e facendo sfide in amicizia,
più che
prendersi a botte incazzati o fare gli orsi..."
"Io non cèro, non so come...."
"Tu vedi più gente come quelli che avevi intorno, con il tuo
capo?"
"... in effetti no, io... è vero. E' come stare non so, in
quei
posti da film dove gli scontri e le incomprensioni sono risolti in modo
diverso, ci si saluta e si hanno ottimi rapporti..."
"Si, si, tutti cuoricini, gattini e prati verdi. Strano, vero che
esistea un modo per vivere in modo sano, umano, e appunto
incomprensioni, odi e altro siano affrontati in modo diverso,
e
senza cosa succede là fuori? Ripeto, questo
perchè vi
è accettazione e consapevolezza delle cose per come lo
facciamo,
così che differenze e oncflitti non vi siano come avviene
là. Il problema è che poi diventano uttti
amiconi, e se
fanno cazzate si sono abituati a fare i cagnolini colpevoli che
hanno..."
"si sostengono, si considerano molte volte come fratelli di primo
sangue, salutare e aiutare, comunitò e condivisione e tante
cose" la fermò, sapeva che stava per dire altro "L'ho visto,
ecco perchè ancora adesso mi sembra così strano
questo
posto, ma vero. Tutti dicono grazie a Milan che ha aprto loro gli occhi
parlando e mostrando le cose..."
"Si...!" si lagnò lei con amarezza "su idea di chi,
però?"
"Sempre di Lia?"
"..." facendo il brocio, posando il peso su un braccio solo, mentr ele
gambe erano di lato
"sarà
pur un mio diritto sapere perchè la gente fa strane facce
quando si parla di lei"
"... tu sei troppo cuorioso, comunque... Esatto. Lui aveva lasciato
l'amministrazione in mano ai CApitani, sembrava di essere in qualche
campo di disperati alle porte di una città bombardata
araba...
così scriveva. Annotava che pure i boy scout quando stanno
immersi nella natura o gli escursionisti, con tutto sullo
zaino
che scoprono zone isolate, disabitate e in mano alla natura, sono
più sistemati... "
"ma perchè lei ha aiutato allora Milan e tutti
loro, se odiava la gente?"
"... all'inizio, fino alla scuola media lei non odiava la gente"
rispose apatica " anzi, sperava di avere amici, cercava di interagire
con gli altri ma sia per il modo in cui viveva in casa, isolata dalla
gente tranne scuola e musica, e sia perchè era diversa dagli
altri, finì per essere odiata. Lo sai no, si odia cosa non
si
capisce. Era sincera, diceva quel che pensava e faceva sempre domande
per capire. Le piacevano cose diverse dalle altre bambine. per esempio
adorava giocare con cose tipo lego, trenini di legnoe altro dei
fratelli, voleva un microscopio, quei set per bambini con cui fare
esperimenti scientifici... invece bambole, vestiti, mostrarsi edicata
come una principessa, anche quando la trattavano da schifo. E
così lei cambiò, il suo carattere la
portò poi a
odiare e allontanare. Si fece sempre più dura, vedeva
comportamenti allucinanti che non capiva perchè non erano da
lei. La cosa che le fece più male era vedere gli adulti in
primis che la etichettavano in modi negativi, che la credevano capace
di chissà cosa, che lei non faceva, che invece erano di
norma in
quelli che elogiavano. Le dicevano sempre-guarda
tizio o tizia come è educato questo quello-.
E appena gli adulti non cèrano questi facevano proprio le
cose
che buttavano indosso a lei , perchè non come doveva esser,e
ma
che lei non faceva. le era rimasto come un dolore enorme quella volta
che chiese all'insegnante peggiore delle medie di andare in bagno.
Aspettò il suo turno perchè cèrano due
porte ed
erano occupate, appena tornata fu aggredita da quell'insegnante che le
gridò contro, davanti alla classe, sbraitando che aveva
passato
tanto tempo in bagno, quando erano sicuro dieci minuti, e che
sicuro era andata al piano di sopra a farsi i fatti suoi.
Cosa
che nona veva mai fatto. Siccome per come era lei le cose
assurde
la facevano ridere, rispose con un sorriso amaro del tipo-ma
che vai dicendo- affermando
che no, aveva aspettato che se ne liberasse uno. Invece quella donna
inveì contro di lei, sbattè il libro che stava
usando per
la lezione e le disse che se non le diceva dove era andata veramnete le
avrebbe fatto la nota. Lei scrisse che rimase così basita e
sconvolta, vicino a quel banchetto a solo, dove stava sempre
in
fondo, isolata, che pensava fosse uno scherzo. ma quella era inviperita
e vedendo che lei confermava il no, perchè avrebbe dovuto
farlo,
la vide sedersi, urlarle di rimettersi a posto e non farlo mai
più. Quella, tante altre cose, le segnarono parecchio e i
compagni, che erano feccia ma sapevano rispetto a lei mostrarsi come
angeli, gliene facevano di ogne. Questo per dire che si ritrovava
sempre sola a casa perchè i suoi odiavano le persone, mai
nessuno invitato tranne la cavolo di famiglia, e litigi e veleni pure
là, e fuori sempre trattata come inutile, ignorante quando
non
lo era, scema e capace di chissà cosa. SOlo
perchè si
entusiasmava per le cose, parlava e chiedeva tante cose, era sincera e
non si metteva la maschera che usavano tutti. Quanto schifo intorno a
lei ma sempre lei sola, trattata male in vari modi. Quanto ha
sopportato ma per lei la fine non arrivava mai. Deisderava, pregava
pure perchè le dicevano tutti che solo le preghiere facevano
qualcosa. Ma nulla mai accadde, e mai nessuno volle aiutarla a trovare
pace..."
"mi sembra che qui non sia molto diverso, ne lei e ne tu siete
considerate militari, loro pari, sei qualcosa solo per la carica e le
responsabilità che Milan ti ha dato..."
"NOn solo per quello, mA a me sinceramnete poco importa. Mi fa strano
solo il come esattamente sono vista, sono gentili pare, mi riservano
rispetto e considerazione, se per davvero o meno, resto nelle cose che
mi piacciono, le persone che mi dimostrano che sono loro
amica e
basta. non ho voglia come fu per lei, di soffrire e star male da
desiderare di fermarsi...."
"Intendi quei quattro?"
"Si. Forse perchè ce la intendiamo per i vari trascorsi...
poi
cèJd, Lubo, anche Milan , anche se avolte trovo fastidioso
il
loro continuo confronto con lei. E non è perchè
lei fosse
speciale o chissà che altro. Semplicemente fu la persona che
li
guardò, diede loro una pedata nel didietro e diversamente
dagli
idioti là fuori, aprirono gli occhi ed ecco cosa tu hai
trovato.
lei vide persone perse e vuote come lei, e cercò di salvare
almeno loro. Chi poteva davvero essere salvato fu spronato a fare un
passo avanti,invece
della ferma staticità di cosa facevano, non vivevano... ed
ora
quel posto sembra una città, cè rspetto,
considerazione,
umiltà, convivialità, fratellanza, ci sono valori
che
erano perduti. Educazione che non significa fingere o mostrasi per cosa
non si è, e come gli altri vogliono vedere, ma
l'educazione di salutare, i vari saluti, la consapevolezza che altre
persone vicino sono qualcosa di bello, che i malumori possono essere
superati, può nascere amicizia dove prima cèra
odio...
porgere una mano è buono, star zitti se accade qualcosa di
brutto è sbagliato per tutti. Guardare a ciò che
cè là fuori e migliorarlo... ecco
perchè stanno
sempre lì a parlare di lei, perchè rispetto a me
lei
stava sempre in mezzo, a controllare e dire la sua, discutere
finchè non si chiariva una questione, non si trovava una
rispota, non si faceva qualcosa per qualunque problema... a lei non
stava bene la staticità, la cavolata che fanno tanti di fare
come le tartarughe con la testa e nascondere i problemi chiudendo gli
occhi. Il torto scriveva, che si fa è anche verso tutti. E
le
ultime cose che scrive va, erano che sembrava bello vederli tutti
camminare insieme, ridere e scherzare quando prima quasi si azzannavano
e si piacchiavano, pensare alle feste, vestirti e prepararsi e
condividere vino e cibo insieme, gli stessi che prima si sarebbero
sparati. Le feste che si fanno per la natura e quelle grandi, sono
sempre attese con ansia e felicità. Chi quasi arrivava a
pugnalare gli altri per odio, finiva per ballare o suonare con gli
stessi e cancellare ogni cosa. Non ho capito bene questa cosa, io
quando sono... arrivata, ho trovato già le cose fatte. Ho
visto
però i nuovi che facevano tipo i pavoni e fighi e tutti gli
uomini insieme, come mai fratellli veri di primo sangue, a portare pure
questi nella grande famiglia. Certo i battibecchi ci sono, ma accade
dice Milan, adesso come fu nei salotti parigini prima della
rivoluzione, dove si esponevano tante idee e linee
filossofiche, si riunivano senza astio e discutevano,
bevevano
insieme, passavano il tempo e lasciavano che fossero le parole a
scontrarsi. Era un pò come i politici adesso, amicisissimi
privatamente ma battaglieri nel pubblico. E così sono
diventati
là, anche se piegarlo così è tanto
difficile, lo
capisco ma io stessa sono arrivata quasi cinque mesi prima di te...
però rispetto a là fuori, quando ho voluto
capire, ho
trovato città dove oguno per se, distanti, divisi, solo la
famiglia e a volte divisioni anche lì
dentro, ma la
facciata del-sangue che ci
unisce-smorzava
le cose. Che posto freddo e
deprimente. Trovavo solo calore, unione, aggregazione sai dove?"
"Credo di aver capito, l'ho visto quando Milan mi ha spedito a seguirti
per la Raccolta..."
"Già... dove ci sono persone che la gente chiama,
che magari hanno un tetto, ma molti neanche quello, dove stare ma
devono campare con i soldi che guadagnano appunto per strada e via
dicendo. Si aiutano, coalizzano dividendosi i magri guardagni se ci
sono, se vedono qualcuno di nuovo fanno quel che possono... certo, ci
sono gli stronzi di turno pure là oltre quelli che se ne
approfittano, ma ho visto come sono più di cuore e
gentili, disponibili, caldi come si comportano e sono grati per l'aiuto
che si rtrovano e non si aspettavano... che cosa strana. Una
città intera o due terzi che vive nel-pi
ù io che te-,
pure gli amici se sei nei guai ciaone... ecco perchè
nonostante
tutto i nostri sono signori in confronto. QUando Benny si
ritrovò con quel parente con il cancro, quanti dello Chateau
hanno fatto il possibile sia per aiutarlo con le cure,
standogli
vicino in molti modi perchè no nsoffrisse solo. E invece
là fuori? Tutti che voltano lo sguardo, se hai problemi
cavoli
tuoi e quanta freddezza, e finendo i soldi finisci pure per strada.
Scontri e disasrti nelle strade per il calcio, uno sport che dovrebbe
unire e invece quello che cè..."
"quindi lei ha aiutato Milan facendo queste cose?"
"Lei non ha aiutato MIlan perchè voleva aiutare Milan..."
rispose lei guardando in alto, con tristezza "lei voleva aiutare chi
come lei sarebbe potuto finire in un limbo dal quale non sapeva uscire
se non fermandosi. Il dolore che provava era così grande che
ormai era rotta dentro, corrotta dalla solitudine, prima data
dagli altri e poi autodeterminata, come la trattavano anche se aveva i
pezzi di carta, ossia si attestava che era più che
qualificata
ma... siccome non si sa per quale motivo,
guardandola, alla
gente non piaceva, proprio la giusdicavanosubito solo esteriormente,
aveva finito per perdere gli ultimi barlumi di interesse per la vita. E
senza avere motivi, sogni, speranze....non è vita,
è solo
sopravvivere o-basta che
respira=""-, come accade
alla gente con tante di quelle disabilità e malattie gravi
da
essere vegetali, mezzi vegetali e incapaci di essere autonomi... li
lasciano esistere così, senza chiedere loro nulla, stare nel
niente in cui vivono perchè finchè respira si
vive. Ma
per lei non era così, anzi. Non voleva che ad altri
accadesse
l'odiare così tanto vivere, che spronò
quelli che
non facevano un cazzo a smuoversi, a interessarsi di cose.
Lei
stessa aveva tanti interessi mas e da un lato la solitudine e fare le
cose da soli è una benedizione, alla lunga è sol
odeleterio per il tuo Io. Ecco perchè il Favo, il Teatro, le
attività che ci sono, le botteghe, le Torri... ognuno da noi
trova almeno un qualcosa da fare, che può fare, che riesce
a fare, magari che vi è portato, ci sono tanti
passatempi
e impieghi seguendo le inclinazioni o provando qualche mese che non ci
si annoia, e si ritrova se stessi. Cosa che lei non riuscì a
fare. ALl'inizio quando era con loro, e intendo la famiglia, non poteva
mangiare cosa le piaceva. Cucinavano malissimo e senza sapore. Niente
gelati, niente dolci o cose che le piacevano come il torrone classico,
lo zucchero filato come esempi. O scriveva che d'estate voleva
tantissimo, ogni momento della giornata angurie, ma ne prendevano
così poche in quei pochissimi mesi che se ne mangiava tre in
totale era u regalo.NOn aveva nulla e le si toglierva un piccolo
piacere. E per tre intenednva uno diviso per tutta la famiglia. I
polpettoni. Le patate fritte, la pizza. Cose che normalmente la gente
mangiava perchè classici, e invece lei guardava sempre le
pubblicità e doveva ingozzarsi delle cose che le
davano,
che aveva iniziato ad odiare perchè sempre le stesse ogni
mese,
ogni periodo dell'anno. Per le feste si mangiava la stessa cosa, tranne
gli spiedini messicani che la zia comprava perchè odiava
cosa
cèra a tavola, perchè era sempre la madre e i
lpadre di
Lia a invitare. Si deve fare, ma la solita cucina insapore, sciapa,
sempre uguale. E meno costoso possibile. non si godevano nulla,
urlavano per le tasse che pagavano e poi se per esempio avevano bisogno
di andare dal dentista, piccolo esempio, per potersi godere almeno il
mangiare, già che compravano schifo, non se li facevano
curare o
sostituire e lei non capiva come si vivesse così. Spendere
meno,
poco, sempre meno. Uno direbbe ok, come da noi cè chi sa
cucinare così bene che non cè bisogno che esci e
vai a
comprare questo o quello, ma loro neanche quello. Se lei per miracolo
era sola a pranzo non poteva cucinarsi una carbonara, una torta o altro
perchè tutto era contato o proprio gli ingredienti non
cèrano. E molte volte a leggere quelle cose mi viene
tristezza,
perchè alla fine io rispetto a lei vivo una vita... bella. A
me
va bene, sono soddisfatta e tranne il sapere come mi vedono realmente e
capire che sono contenti della mia presenza o meno, io... VIVO. Ho
tanti interessi che mi rendono viva. Vado a fare cose che mi rendono
viva. mangio cose che mi rendono viva..."
"Alaric dice sempre che sei con il cibo in bocca sempre, non
cè
momenti in cui ti si scopre che mozzichi roba. E in effetti anche io ti
ho visto..."
"Cosa vorresti dire!" freddisima
"Ninete, è solo che a volte mi sembra che tu mangi tanto
rispetto al normale..."
"Si me lo dicono i ragazzi, Jd dice sempre che magari è solo
perchè è una sorta si compensazione col prima.
Che me
loson portata dietro, chi lo sa. Ma io quando sono scoperta a mangiare
non è che mangio fuori pasto, quelli sono i miei pasti..."
"Vero, ogni tanto il capo della cucina si lamenta che non mangi mai ai
pasti regolari..."
"Non ho tempo, o meglio potrei anche lasciare le cose e andare a pranzo
o cena come tutti, ma mi piace mangiare quando ho voglia nei momenti
liberi. Che colpa ne ho se la gente mi becca sempre quando mi gusto
qualcosa... "
"Ma tu cosa pensi di lei, alla fine? Dici che non l'hai conosciuta, i
ragazzi tra loro ne parlano ma poi quando capiscono che lo fanno senza
accorgersene sembrano sempre di malumore. Da come parlano pensavo fosse
non so, tipa da meritare come Milan quel gigantesco quadro o ritratto
come si chiama, all'entrata dello Chateau.Sopra le scale. Insomma, se
ha contribuito così tanto..."
"Come ti ho detto lei ha contribuito per fare qualcosa che altri non
hanno fatto con lei. DAre la Mano, aiutare, così come si
riceve
per delle cose, darle per altri, ad altre persone che non ne
hanno, non possono goderne ectettere. Ma poi le sue speranze e
aspettative si sono diradate man mano che veniva trattata sempre
peggio. Lei non era una persona negativa, assolutamente, diceva la
verità, era schietta e sincera, credeva in cosa faceva,
ragionava sulle cose e credeva nelle regole. Una cosa buona va fatta,
una che non va bene no. Non le piaceva quando la gente infrangeva le
regole, lo trovava poco rispettoso per se, per altri, in generale. Ecco
perchè tutte le regole, qui tanto presenti,
spiegate sia
alle Lezioni che in altri frangenti. Sono un beneficio per tutti, e
hanno un significato, non sono certo create a cavolo, senza
dire
nulla. Scriveva sempre che nella vita non aveva avuto guide di vita,
nel senso che avrebbe voluto degli adulti che prima le spiegassero
tante cose, cosa si fa, non si fa ect, anche se non era accaduto nulla.
nel senso che se accadeva che lei faceva o diceva qualcosa che secondo
loro non andava bene e invece di dire-ascolta
, quello che è successo hai detto fatto non andava bene
perch ti spiego le cose cos sai come comportarti= -NO.
La rimproveravano, la picchiavano, la mettevano in punizione urlando e
sbraitando, che era stronza, imbecille, la loro dannazione,
era
nata per farli disperare e tanto altro e lei restava come una scena,
sempre nella solitudine, a chiedersi perchè.
Perchè,
come, quando, chi, date a questa scema i connotati per creare la
persona del domani, scriveva. Essere tristi era un male, chi si consuma
nel proprio dolore, muore prima di morire, e lei si sentiva un vegetale
che respiravano, punto. Non era cresciuta con speranze e sogni, tutte
le sue lotte erano finite in male... Invece di ottenere qualcosa dal
suo lottare, era cresciuta nella totale paura di ricevere
urla,
diceva che l'incazzatura in casa durava una settimana e tornava per
ogni cosa, aggredeondola per farla sentire ancora più uno
schifo, senza ancora capire le cose. Imparò da sola a
riconoscere bene e male, e odiare chi faceva cose negative trovandone
benefici, mentre lei che era corretta ma non tollerava di essere
trattata male e magari si ribellava, era la figlia quasi del demonio,
lei che non faceva neanche un terzo di cosafacevano gli altri. E
sceriveva,-ogni volta la dice che
scuola e le si fanno fin da bambini preparano al alle altre persone
all'interazione con gente peccato come nel suo caso molti altri aveva
conosciuto,figliavano senza sapere neanche isnegnare figliavano
facevano i saccenti signori di mondo non sapevano insegnare cosa era
fatto o prima essere fatta cos sapeva fare s finiva in mano a figli
idioti poterne uscire incapaci reagire intelligenza superiorit=""-Lei
si sentiva gettata, anche per come viveva in casa, all'avventura tra
stronzi, non preparavano la gente di merda che poi bullizzava
a
stare con persone normali, non insegnavano come trattare con
civiltà ed educazione la gente perchè si
è tutti
fratelli. No, si insegna alle differenze, alle distrinzioni ect... qui
in compenso, siamo come nell'Eden, posso dire..."
"Si ma, nessuno parla di lei o la conosce a parte i veterani , e ho
capito quei quattro che sono tuoi amici, e Madame..." vedendo osservato
male solo con gli occhi "non esiste foto del prima, tra quelle che
Milan mi ha mostrato, che la ritraggano, ne dipinti, come si
usa
fare da noi. Milan ha tanti ritratti di bravi pittori, poi
cè
quel quadro gigante sopra le scale, che lo qualifica come Padrone di
casa, ma lei non si vede ne si sente mai. Non riesco a capire che
persona fosse, perchè da come la descrivete a volte sembra
una
cessa con problemi fisici tipo le donne che venivano dal Capo per le
loro organizzazioni di beneficienza, che sono vestite e combinate
malissimo. E non riesco a farmi un'idea di lei solo descritta
così, perchè ha messo parruchciere, estetisti,
barbieri
che sono capaci di fare certe cose tipo da centro benessere,
massaggiatori, trattamenti con l'acqua... e mi chiedo che aspetto
avesse..."
"non capisco cosa possa interessarti se fosse bella o brutta, magra o
grassa, libertina o monachella...se ti ho detto che la gente la
definiva in due secondi e basta, nonostnat epoi cosa sapeva fare, dire
o altro, buttandola da parte come se no nvalesse, che senso ha il mio
discorso se ora vuoi sapere come era fatta?...e poi tu l'hai
già
vista..." alzandosi, puldendosi gli abiti
"..EH?... in che senso l'ho già vista?"
"Allora, hai finito?" domandò fissando la corda che aveva
quasi ultimato mentre parlavano
"Un minuto ed è fatta. Ma mi spieghi perchè hai
detto che
l'ho già vista? NOn è morta? Era in qualche foto?
Aspetta...." finendo la fine della nuova corda unica, alznandosi e
guardandola "Ho capito. Era una di quelle donne che come fisico
massiccio e aspetto del viso sembrano uomini, senza nulla togliere a
quelle come lei, e nelle foto non l'ho riconosciuta! Qua portano
capelli anche lunghi fino al sedere, quindi se avesse avuto i capelli
lunghi e un apsetto all'apparenza da uomo forse ho capito..."
"TU non hai capito niente! Lei non appare nelle foto, non cè
mai
stata nelle foto, almeno quelle che Milan conserva. Se ci sono foto,
non le ha lui"
"L'avete cancellata fino a questo punto?"
"No, è lei che voleva essere cancellata! Lei si odiava
perchè era un niente. No volevas essere ricordata
perchè
diceva che quella c he era non era la vera lei, era solo il risultato
di dolore e lo schifo della società, ricordarla non avrebbe
fatto emergere lei... Ogni giorno in quella casa dove stava,
da
sola, ad odiare urla e baccano che sapevano fare, tanto da desiderare
un mondo di sussurri, si sentiva vuota e con meno valore nella vita di
un insetto molesto. Che sembra che non serva a niente a questo mondo,
ma lei si sentiva ancora meno di questo esserino a caso che sembrava
esistere solo perchè l'uovo fu deposto, non einteressante o
di
utilità come una coccinella, che usiamo contro quelli
fastidiosi
per frutta e verdura. lei si sentiva niente, desiderava finirla
là, ma la morte non veniva mai. Non voleva che scoprissero
se si
era tolta di mezzo e aveva terrore che qualcosa andasse
storto e
restasse, buttata in mano a strizzacervelli. NOn l'avevano
aiutata prima e l'avrebbero distrutta ancora di più dopo.
L'aiuto che sperava non lo ebbe mai, perchè non ebbe mai
amici e
che potessero aiutarla se le volevano davvero bene. Rò
sembrava
volerle bene, una persona che smebrava esser contento della sua
compagnia, ma quando lei per le sue paure e terrori del sesso e di
tutta quella merda, non riusciva a dare cosa lui voleva, divenne
così insistente e pericoloso che dovette allontanarlo e non
contattarlo più. Lei odiava il fatto che lui non aveva
capito
per tutto il tempo che la conosceva, non si era accorto delle sue
paure, di come l'aveva trattata e peggiorato tutto. Lei odiava che lui
la odiasse o trovasse stronza solo perchè lo aveva
allontanato.
Non ha mai avuto niente, ma non era affatto come pensi tu, no sembrava
un uomo o altre stronzate che ti vengono. Non ci sono foto,
perchè le uniche esistenti sono nel caveau come i suoi
dipinti.
perchè nelle foto veniva sempre uno schifo e odiava le foto.
La
mostravano per come era, sguardo disperato, triste, non amalgamata agli
altri,l mentre altri sorridevano e lei non riusciva. Lei veniva sempre
una merda, come dice Alaric e le foto, mai..."
Gask rimase un attimo interdetto dalla cosa, mentre ascoltava e
sembrava riflettere. La vide prendere l'estremità a terra
della
corda, legarsela alla vita e iniziare di nuovo la scalata, lasciandolo
là a pensare a qualche frase che aveva già
sentito e il
discorso.
la lezione dell'anno
scolastico stava
finendo. Diverse dalle Lezioni classiche che prevedevano materie
specifiche per i lavori. Si svolgevano anche per Beppo ma non
solo, il sistema di scolarizzazione di sei anni,
più,
più tre. I primi sei anni si equiparvano alle elementari,
tre di
scuola media e tre di medie. Tuttavia loro non dividevano in quel modo
ma in base all'anno. Se si era all'ottavo di studio, per la gente
normale di studiava un programma che corrispondeva al secondo
anno delle medie. Beppo stava
intraprendendo lo studio
in maniera avanzata perchè molto intelligente giungendo al
settimo anno, avendo bruciato senza fatica gli argomenti degli anni
passati che non aveva finito nel suo paese. Essendo Lezioni aperte a
tutti,
bastava presentarsi al Tutor facendosi scrivere e mettendo la presenza
con la firma, e chiunque poteva partecipare e se lo richiedeva , poteva
seguire la scolarizzazione ottenendo un diploma valido in ogni paese,
con cu ierano convenzionati loro, per metterli al pari con altre
persone fuori. Tutto il giorno, ogni giorno, vi erano lezioni di varie
materie e così invece di una settimana soltanto di mattina
normali, una persona poteva seguire le materie necessarie tutto un
giorno e superati gli esami poteva superare gli anni come aveva fatto
Beppo. Invece di scuole serali
oltre la
mattina, le aule erano aperte sempre, ogni lezione poteva durare da una
a tre ore e se militare, poteva chiedere una dispensa particolare
purchè fosse presnete alle Lezioni, così da
bruciare le
tappe e apprendere tutto al pari di ragazzi più piccola di
auella fascia scolastica. I settori di studio
avanzati erano
dopo, ed erano presieduti dai Bibliotecari o Bramini, figure
distinte tra loro con funzioni diverse nelle biblioteche che avevano,
che presenziavano al pari di docenti universitari per chi voleva
studiare in maniera approfondita o prendere l'equivalente della laurea,
ma sempre per svolgere funzioni all'interno dello Chateau.
Tutti se ne erano andati
e il Tutor
avvisò loro che avrebbe cambiato aula per la nuova
lezione, che richiedeva materili presenti nell'altra, avendo
alcuni più settori di insegnamento. Di solito erano due i
tutor
a lavoro che facevano lezione insieme, o unjo in una e
l'altro in
una aula più grande, divisi se il livello I o II
doveva
essere impartito a due gruppi diversi.
Rimasto solo in aula per
attendere il
nuovo tutor e la lezione successiva, Gask era intendo a guardare il
libro di chimica, che proprio non digeriva.
"Litighi ancora con la
chimica?"
Gask
sussultò, voltandosi alla
sua sinistra, essendo nel banco stile antico che usavano, trovati da
vecchi edifici, vicino il muro. Il muro aveva parlato? No,
aveva
riconosciuto la voce, così si voltò veso la
stanza e la
porta, ma erano ancora vuoti, sentiva voci fuori ma ancora nessuno. Poi
di colpo la porta si chiuse, grazie al meccanismo in alto che
veniva impostato per richidere la porta se nessuno la teneva o
chiuderla in un determinato momento a piacimento. E di solito quei
comandi li aveva qualcuno...
"Dove sei..." le chiese
Si aprì un
passaggio nascosto
nei pannelli di legno, una porticina rientrò nel muro. Tutte
le
stanze dello Chateau, in basso,nel corpo principale, erano arredate con
pannelli rettangolari e vari decori in legno, sete o altrei tessuti
alle pareti, o pittura murale parete in stile broccato e
simili
in rilievo, o varie carte da parati che davano a ogni stanza un ostile
diverso. E in molte vi erano
nascosti dei passaggi segreti.
"Un altro passaggio
segreto..." disse
lui con un sospiro, vedendola sbucare con il viso dall'apertura,
ridendo come una bambina che stava preparando qualche scherzo.
"Sei arrivato al settimo
anno. COmplimenti, in così poco tempo! Ma con la chimica
nulla, vero?"
"Già, sono
come te. Comprendo misture, soluzioni, tipi di reazioni ma il calcolo e
le formule, nulla..."
"CApisco. ANimo, adesso
ci
sarà storia dell'arte. Magari comprenderai quanto l'arte
pittorica e scultoria sia amata tanto da me e Milan, e
perchè.
Devo farti conoscere quel pittore che mi piace tanto in russia. QUanto
un'opera umana possa parlare più delle parole, a volte..."
"Ma con le parole
è possibile intessere così tanto..."
"Mh.." sorrise in
maniera sbarazzina
Kianta, fissandolo "Milan come sempre ha occhio fino, diceva smepre che
potevi fare molto e ci stai riuscendo. Magari, cosa vorresti potresti
ottenerlo, ma dovresti giungere al dodicesimo anno e diplomarti..."
"Penso di riscirci... se
non cè troppa matematica in giro" sorrise lui
"Ah, ma tu di matematica
sei
più bravo di me..." rispose lei quasi offesa girando per la
stanza "potresti anche colmare le mie, di lacune..." se ne
uscì,
voltandosi a guardarlo con un mezzo sorriso monello, fancedo la sua
solita camminata quando si divertiva, come se saltellasse un
pò
verso l'alto perchè faceva sempre la rollata, cosa che molti
con
le scarpe moderne non facevano mai.
"Senti io starei
aspettando..."
"Oh, sono un
attimo impegnati
là fuori, ero solo venuta per vedere come te la cavavi e...
darti questo..." disse facendo una corsetta di nuovo verso la porta del
passaggio segreto e prendendo da una nicchia vicina una cosa.
In una cassettina in
legno di
quindici centimetri per lato, vi erano tanti fiori rossi ammonticchiati
di due tipi, che porse a Gask.
"Per sistemare i
giardini e le zone
paesaggistiche si è deciso di fare un pò di
pulizia delle
zone delle piante troppe vecchie o secche, essendo state solo travasate
e non piantante da seme. Così ho visto che cèrano
questi
Lycoris e secondo me sono il fiore adatto a te, così come ti
piace fare con i libri,che li metti dentro un libro che ti
piace
ed è tuo, mi raccomando non della biblioteca, e li fai
essiccare
lì dentro.E poi ci sono alcuni fiori di Grevillea
Robusta.
Hai detto che l'odore e come vengono ti piace tanto e questi sono molto
scenografici...il rosso è il tuo colore, questo effetto che
danno questi fiori Lycoris è davvero bello, ma le sezioni
che
hanno tagliate non erano al meglio, così hanno preferito
toglierl. E invece di mandarle a Milan come ogni giorno per
la
sua tavola quando mangia..." minando qualcosa che Gask non
capì
ma era troppo comico, parlando come se stesse recitando una presa in
giro " e ho preferito che l'avessi tu. Secondo me è il tuo
fiore, adatto, e poi potresti regalarlo a quella ragazza che
ti
piace, la figlia dell'avvocato, come si chiama..." cercando di ricordare
Gask guardò
quei fiori con petali rossi arricciati e queli lunghi pistlli che
sembravano un fuoco d'artificio e sorrise.
"Come mai questa idea?"
"Te l'ho detto, quando
li ho visti ho
pensato a te, che è il tuo colore, sembra scoppiettante e
appariscente e tutto il resto..."
"Appariscente... come
Milan?" doamndsò perplesso
"Oh no" rispose lei non
offesa ma
quasi "intendevo che sei appariscente in modo diverso, lui per
l'eccesso..." come se volesse dire altro ma si era fermata "l'ho visto,
e intendo questa ciotola piena, e ho pensato che ti rappresentasse. Jd
disse qualcosa le prime volte che lavoravi ocn noi che non so, mi ha
fatto pensare a questa cosa, comunque non so secchi come verranno, ma
puoi sempre provare. Sono molti scenografici e magari puoi usarli come
dono per la tua amica, perchè possiamo mettere il
fiore
sotto vetro o sotto resina."
"ma verranno bene sotto
vetro?"
"mH... Si disidrata
lasciando la sua
ampiezza intatta, quando è pronto si ingloba in una
decorazione
di vetro a cui è stata tolta l'aria, quindin hai questa
sezione
vuota con il fiore a cui hanno tolto l'aria e diventa un bell'oggetto e
quasiper sempre. O sotto
resina... decidi tu, seocndo me a lei piace..."
"Grazie, farò
una prova" sorridendo
"Perchè
sorridi?"
"Nulla, pensavo che se
qualcuno ti vedesse darmi dei fiori, chissà che
penserebbe..."
"Perchè che
dovrebbe pensare?" dubbiosa e inclinando la testa verso la
spalla
"Beh, di solito i fiori
si regalano alle donne..."
"Che concezione idiota.
I fiori sono
belli per tutti. La bellezza dei fioriè planetaria,
mondiale,
è per ogni persona che può vedere e gioire della
loro
bellezza. Se non fosse stato per sistemare la pianta, non le avremmo
staccate, ma te lo ho donate perchè ti piace pressare i
fiori e
veder come vengono dopo, perchè ti piace il rosso e ti sta
bene, e perchè magari facevi colpo su di lei.
Inoltre
è triste pensare che i fiori si regalino solo alle donne. E
che
gli uomini li ricevino solo in una occasione ufficiale in tutta la loro
vita, per il loro funerale. Secondo la gente i fiori li danno solo agli
uomini morti, massimo all'ospedale se hanno problemi. Che tristezza di
vita devono avere, se un dono O un presente deve essere solo roba da
DONNE e non cose belle che già esistono per tutti. Che vita
grigia devono avere! Anche tu la pensi così?"
"Beh, io osno quello che
ti ha
portato un orologio da uomo, delle pietre, dei giochi da tavolo di
vario tipo... anche quello da pesca per i laghetto! Per te i fiori
devono stare attaccati alle piante se non servono per mangiare, come i
frutti, o per sistemare la pianta per il suo bene. Non sei tipo da
fiori, e poi questi hanno un buon odore, visto che mangi la loro radice
come niente" ridendo ma lei lo guardò come se la prendesse
in
giro
"Hai capito che questo
con i pistilli
lunghi è un Lycoris radiata, e non una pianta di
Liquirizia, vero? non sono la stessa cosa..."
"Ah... dal nome pareva
quello. Comunque ti porto anche la radice di liquirizia, quindi niente
cose con etichetta.
Prima dal Capo usavamo i deodoranti a spray, ma tra te e Milan ho
iniziato ad apprezzare più fiori freschi in camera e
profumatori
che si fanno qui naturali, che quelli chimici. QUindi anche se mi
regali fiori a me va bene. Sono belli da pressare, alcuni di quelli che
faccio li porto alle botteghe per alcuni loro lavori, fanno un bel
profumo e secondo gli Addetti alle Pulizie, in base a mansioni, compiti
e responsabilità, è meglio avere fiori e profumi
naturali
cambiando aria almeno due ore al giorno, come si addice a una casa per
bene. E mi riempiono la camera di queste cose..."
"Credo lo facciano
perchè in
alcune camere e camera sembra di essere in una riserva di formaggi"
borbottò lei stizzita
"Alaaric dice che
servono meno dei
chimici, troppo volubili, no... solubili è un'altra cosa...
insomma perdono subito l'odore per l'aria..."
"Se..."
"comunque, i ragazzi o
le ragazze
della pulizia mi hanno detto di avvisare se li voglio cambiati o fiori
o profumatori particolari, così la stanza
sembrerà per
bene..."
"Che vuol dire per bene,
cominciamo
con queste cavolate religiose? Rispetto a me Milan usa tanti fiori
freschi al giorno nelle sue stanze e sulla sua tavola, quindi sicuro te
li mettono apposta. E il fatto che tu ami la pulizia è una
cosa
buona, nelle camerate è come entrare in una camera a gas, le
casette delle capre e le stalle a confronto sono più sicure,
entrandoci..." mostrando parecchio disgusto a casi avvenuti dove
scappare era l'unica opzione per gente che rispetto i Capitani,
pulivano e gestivano le stanze in comune da se.
"Sulla pulizia ne so
quanto loro. Io avevo una stanza piccola, piuù di quella di
adesso, che sistemavano gli altri..."
"Si" disse lei piccata "
me ne sono
accorta da quando ti sei parcheggiato nella mia, di stanza. E hai
iniziato a prenderti il pavimento, il bagno, zone tra i mobili e poi
dentro i mobili, il mio divano e vuoi pure farmi la compagnia quando
leggo sul letto" fissandolo come un rimprovero
"... da quando sono qui
mi sento oslo
in quella stanza, mi piace stare con tante persone con cui mi trovo
bene. Per la prima volta mi sento... felice credo.MA quella stanza
nella sezione dei Capitani è vuota, distante da tutti,
così mi annoio. E visto che ora mi parli e mi aiuti, vorrei
farti compagnia, considerando che rifuggi la vicinanza degli altri. Non
capisco perchè non ti unisci a noi per..."
"Non mi va. Ora devo
andare, mi
auguro vivamente che seriamente quei fiori che ancora non
avevi,
ti aiutino nei tuoi esperimenti di pressare fiori con le presse, i
libri, le cose... anche questa cosa che ti è venuta
nell'ammirare gli alambicchi e e i pressatoi per oli ederivati di
piante e fiori, non dirmi che vuoi fare profumiere o esperto in..."
"Non ci penso neanche.
Come te che
adori guardare i meccanismi a nudo, il funzionamento, gli orologi
muoversi, io adoro vedere da fiori e piante, cosa nasce per i prodotti
che si fanno qui. Saponi, candele, prodotti per corpo e igiene, profumi
di qualità, altre robe che non so, o i cosmetici come quella
linea che Milan vuole fare per le donne..:"
"Ah, ti prego. Adesso
gli è
venuto in mente di accalappiare le donne in altri modi oltre la
galanteria, la sua avvenenza, il suo essere, il suo prima confonderle
con la sua luccicanza di soldi e presenza, e poi a letto... e ora sta
facendo prodotti naturali perchè lo seguino anche in altri
modi
con quelle boccette che sembrano la sua stanza in miniatura...... mah!
Diventa sempre più eccentico con questo fatto dell'antico
rinnovato e il naturale. Fa bene, non dico questo, ma mi sembra che si
diverta troppo a vedersi desiderato e inv entarsene pur di non dover
sedurre pure le donnone.."
"Ah, le donnone inteso
come donne
potenti, ricche o altro che non rientrano nella facia entro i
trenta...Vuole ancora ibridare fiori per creare una nuova specie che
porti il suo nome?"
"Se accade, come le rose
blu che mi
ha gentilmente donate, e quelle che sembrano il gelato spagnola,
buono..." disse lei sospirando "che ha dedicato a te per la vostra
fratellanza, sarai il primo ad avere quei fuori per i tuoi lavoretti
botanici. Bramino Ernesto è felice delle piante che gli hai
portato per studiarle e farne un Codex con molte più piante
e
loro studio, con disegni, manoscritti e tutto, per ampliare quelli
antichi. Ti diverti noto, ora che magari hai questo fiore che secondo
me ti rappresenta, potresti non so..." andando verso la porta,
aprendola e piazzandosi sotto "fare con quella ragazza e con le altre
colpo, non so... doni loro quei fiori, anche pressati, anche in
gioielli con quelli dentro, le stranisci con presenti particolari e poi
fai come Milan, ti atteggi tipo divo anni trenta o quaranta..."
poggiando le mani in lato sui telai laterali imitando divi da film,
atteggiandosi credendosela molto "e poi magari, fai come gl istronzi,
ti atteggi, le dici cose che fanno rincoglionire le donne e poi, fuuum,
svanisci come eterea figura da film muto..." uscendo
indietro,
svanendo di lato i modo aggraziato
"Il cosa?" fece lui
ridendo come un
matto, rivedendola comparire solo di testa e una parte del fianco,
sicuro poggiata con la schiena
"Come Milan che se la
sente Rodolfo
Valentino e fa il giochino di sparire per farsi desiderare... anche se
ti direi, quella ragazza sembra troppo brava per stronzate del genere
ma se... trovi un fiore che le piace o che per te le somiglia, regalale
i gioielli in stile moderno che i ragazzi fanno, poi ti inventi un
lavoro importantiiiissssimo, ed esci via così, come un film
antico lasciando suspance... fa molto maschio, dicono. Non so ocme con
Milan va sempre bene, sarà che sono tutte sceme. Ora
svanisco,
ho cose da fare, non farmi prendere colpi stasera se ti passa la testa
di fare ocme un furetto. la tua stanza cè, usala no?" e
ridendo
si portò il braccio all'altezza degli occhi con la mano
aperta
come in una posa di danza e scivolò via di lato, come
portata
via in un soffio.
Lui rise,
guardò l'orologio e
si accorse, perdendo gl iangoli in su della bocca, che stranamente
erano ancora tutti fuori dall'aula. Si affacciò, e li vide a
una
finestra in fondo accanto il portone, o proprio davanti il portone
aguardae. Si avvicinò auna di quelle che aveva
davanti a
lui del corridoio, e notò che stavano caricando delle
camionette
sui mezzi di trasporto a pianale aperto. Perchè davanti lo
chateau? Chiamò così Jd che rispose subito.
"AH, sei tu... dove sei,
io sto
controllando le fasi di spostamento di alcuni mezzi sui portacarro...
come? Ah, sono qui davanti perchè Kianta ha preferito far
uscire
dal cancello principale, perchè è in
direzione
della zona più nascosta della strada statale. Se usavamo
quello
normale, percorrono la strada civile, mentre lei vuole che raggiungano
una zona meno trafficata per imbarcarli tramite la spiaggia privata, la
nostra, che abbiamo un mezzo per portarli via mare in... Eh, si l'ho
vista adesso, usciva dal portone. Sembrava di buon umore, penso che sia
perchè i nostri hanno trattato e tenuto questi mezzi in
ottime
condizioni nonostante gli ncarichi movimentati , e quindi i costi sono
risultati veramente bassi. Basterà solo caricarli sui
pianali,
bloccarli e portarli sul mezzo, nella pancia. Senza costi
ulteriori ulteriori ha detto che non cèra bisogno di
ulteriori
spese e comprarne altri, e poteva mettere la somma predisposta per
altre cose, tu tutto ok? Ancora a lezione? Bene, bene, si... oh,
rieccola. Cosa... Si sto parlando con Gask che dice che è a
una
finestra... Ehi, Kianta vuole sapere perchè sei
così
curioso di normale mobilitazione dei mezzi..:"
"Sarà che mi
odia sempre"
disse Gask ridendo, per reggere il gioco dell'amica "tutti sono davanti
le finestre o al portone a guardare la situazione. E' raro che siano
smobilitati qui davanti..."
"Lo so, ma sono
camionette blindate
mascherate da quattroperquattro, non carriarmati. Carichiamo per la
dimensione del pianale due camionette per volta e quattro camion del
trasporto avranno portato quelli in più qui , dove serve...
ah,
lei ti ha adocchiato, è infastidita per la tua troppa
curiosità, se la vedi guardarti torvo, non farci caso" rise
Jd
al telefono mentre Kianta girava intorno a controllare la gente che
osservava se erano in pausa o dovevano andare a lavorare, invece di
restare imbambolati.. " Beppo mi ha detto che ci sono le olimpiadi
delle materie, tu parteciperai? Ti senti prparato abbastanza per
parteciparvi? Lui rientra per età per fare quelle nazionali
mascherato da alunno normale di una scuola, ma tu non credo. Ma per
quelle che facciamo qui, che farai..."
"Veramnete non so, Beppo
è
troppo in gamba, vale tre di me. Alcuni dei ragazzi mi hanno detto che
si sentirebbero al mio posto un pò imbranati e un
pò
pieni di vergogna, in caso di fallimento..."
"Rasserenati, molti di
quelli che
sono qui non è che andavano a scuola, loro che potevano, e
son
bravi solo a sparlare. Alcuni studisano pure ma con meno impegno.
Seguono le Lezioni ma non quelle che frequenti tu scolastiche. Per
fortuna non sei Alaric, anzi faresti un figurone e lui si mangerebbe il
fegato. E poi io stesso trovo divertenti queste sfide intellettuali e
di abilità, come scacchi e altri sport di cervello, e non
conto
quelli di forza o le giostre. Lì sei già troppo
bravo,
buttati su qualcosa di nuovo per te..."
"Ci proverò.
E poi... cosa?"
"Kianta è
arrabbiata
perchè ha ordinato ad alcune guardie che non facevano
nulla, ma fissavano ebeti i lavori, di
fare un
cordone e controllo per allontanare quelli che dovrebbero fare qualcosa
e invece stazionano a osservare. Cosa...! AH, dice che non siamo ai
cantieri coi vecchietti, dovremmo... CAZZZO!" avvertendo un botto
pauroso
Gask, che guardava la
zona dove lui e
Kianta si trovavano, si voltò per lo sgomento dell'amico
verso
la direzione che guardava, e notò una camionetta
che dopo
aver salito il pianale dei veicoli portacarro, che usavano anche per
trasportare altra roba, a metà aveva mancato la direzione e
si
era cappottato di lato, e molti urlavano-ah
, pareva una capra spaventata-,-hai
visto sembra billy quando ha paura e si rovescia rigido di
lato -indicando
come il mezzo era finito sul lato laterale , sbilanciatosi verso destra
come una capra rigida di paura. Vi fu confusione mentre le altre in
fila per salire smarmittavano e suonavano i clacson.
"Smettetela, andate a
prendere le
cinghie, muovetevi..." urlava Jd, e Gask osservò dove si
trovava, con Kianta che sbraitava a tre guardie in tuta da turno e
armi, che per eseguire si voltarono di colpo, rinciamparono e finirono
faccia a terra tutti e tre con le armi o sotto, o in alto sopra la
testa ancora stretta o l'altro che volava lontano. E Jd che urlava con
ancora il cell collegato "Ferma, sistemiamo tutto, non ammazzare
nessuno. Cose che capitano, dai..."
Ma mentre
alcuni con le
cinghie cercavano di agganciare la camionetta accappottata di lato,
un'altra camionetta si apprestava a salire la pedana e sembrava esserci
riuscita con urletti di tutti di trionfom, ma un colpo di gas verso la
fine della piccola pedana inclinata, per terminare la manovra, fu
troppo e questa slittò in avanti andando a sfacciarsi sulla
cabina del portacarro, sfrantumando tutta la parte davanti.
Gask si portò
una mano sulla
faccia. NOn era la prima e l'ultima volta che facevano cazzate, sia
prima del suo arrivo, che durante. Gente che era una capra con le armi,
ma più idonei ad altri settori, che in addestramento erano
terrificanti. Inciampavano sempre, sbattevano ovunque come fossero
ciechi, spari a caso che scappavano nelle esercitazioni di parata tutti
in fila e volavan cappelli, alla levata, dimostrazioni di coordinazione
con armi o senza. Lancio di bombe e flash,
stordenti e
ogni volta facevano casini. Kianta urlava sempre e si frenava dallo
strozzarli perchè lei comne una iena, prendeva una bomba, la
lanciava bene e sbraitava-capre ! io non ho la vostra preparazione ma
so dov lanciare una bomba un coltello pure madre come cazzo fate a
perderle che vi cascano scivolano le lanciate all'indietro saltano in
alto avete tentacoli invece di mani=""- Chi dava taglie diverse
dalla
propria, quindi più piccole, e poi si aprivano i pantaloni
sul
chapet mentre si muovevano o arrampicavano, gente che aveva la giacca
larga per sbaglio loro di taglia, e si metteva le armi là
dentro
come i canguri. O come Kross che dentro
vi teneva
bottigilie o cibo e si esercitavano come se avesse un pancione da
birram, per poi urscirli per un goccetto o offrire. Quelli che no nsapevano
aprire le
porte con un calcio, chi faceva volare le porte con un salto a gambe
unite contro cadendo poi come u nsalame, una volta per ariete o
martello usarono uno di loro con il casco da motociclista. E ancora
scivolate continue in allenamento. Dimostrazioni di abilità
marziali finite in comicità o facevano scherzi tra loro
durante
gli allenamenti.Gente che montava mitragliatrici e armi, che faceva
cazzate e le cose cascavano mentre si usavano. E tanto altro. Pure lui combinava le
cose e Kianta
voleva sempre fare sterminio, perchè perdeva facilmente la
pazienza. Una volta era entrata in una camerata perchè la
gente
faceva casino e tutti stavano a fare scommesse su chi riusciva in piedi
dal letto più alto di uno dei letti a castello, a fare un
flip
all'indietro perfetto atterrando sui piedi. Tutti disastrati per le
cadute, e Kianta che voleva far loro male per davvero. Erano bravissimi
nel loro lavoro, ma erano tutti presi dal ridere, scherzare, fare
comunella ed essere poco seri che lecazzate fioccavano. Erano così e
luji ci si era
trovato bene perchè nei momenti seri poteva invece fidarsi,
ma
Kianta invece voleva serietà, perchè diceva che
anche
nelle sessioni varie poteva scapparci il ferimento o peggio. E questo
era vero, ma era troppo divertente, pensò Gask. Quelli che mostravano
compiìaciuti le armi nuove ricevute, e si pinzava parti di
mani
nei carrelli slitte di caricamento. Ancora per guidare sembrava di
essere a Monza con la formula uno, facendo lacon
un lato posteriore di un altro mezzo svoltando, e uno è pure
riuscito a fare doppio giro con la macchina blindata e ritornare sulle
ruote, senza farsi ninete, la macchina si, lui si buttò
fuori
urlando e alzando le mani al cielo. O preparavano le scene
di
addestramneto e gli imbecilli con lo scenario facevano cazzate,, o come
sagome avevano preparato roba che prendeva in giro molti di loro. Non
prestavano attenzione agli agganci delle funi e finivano per imitare
TOm Cruise del uso famoso film, perchè bloccati a
certe
altezze e dovevano tirarli guù, o pimbavano di testa, meno
mano
il casco cèra, con le gambe in su, attaccati in
verticale.
o ancora gli addestramenti di coordinamento delle squadre e sembravano
ubriachi, cadevano, partivano copi a caso o si mettevano a urlare roba
assurda cantando. Quelli che avevano preso
il trenino
della fattoria che portava la roba sui carrellini, trainati
dalla
mini locomitiva davanti e avevano simulato, rubandolo durando lo
scarico, le montagne russe, rischiando di danneggiarlo. Chi faceva scii
sull'erba trainati dai cavalli o i lama, chi per le feste addobbava gli
animali con vestitini fatti apposta e ghirlande del periodo, op se
ubriachi se li portavano fin in camera a dormire. O facevano troppo nelle
guide sicure
e si chiantavano, cappottavano, slittavano da qualche parte
e
saltavano fuori dal mezzo, mentre quello procedeva peggio se in
discesa, e alzavano le braccia ridendo, perchè non era la
prima
volta e lo trovavano divertente e mostravano la loro braavura di
salvarsi il didietro. Erano riusciti pure col carro armato. E in tutto
questo anche le donne si davano da fare. E dimenticavano
smepre il fattore denaro che qualcuno doveva sborsare. E il suo
incazzamento. IN palestra poi era
inutile, scherzi
a mai finire.Salti sbagliati, finti aiuti a reggere pesi che sembrano
cose porno, per non parlare dei più giovani che dovevano
fare
flessioni e senza chiedere aiuto o altro, sembravano
stupratori che si allenavano il bacino e tanto altro. Per lui era magnifico,
si divertiva un mondo. O alcune trovate di
arrampicata su
alberi e sfide di altezze e poi sederate a terra, quando andava bene, e
Kianta odiava quando lo facevano, rischiando di danneggiare gli alberi,
oltre farsi del male. O alcune volte aveva
assistito a
scherzi dove la gente si spaventava ma invece di urlare e scappare,
facevano tutti tipo Bruce Lee. Gask ci rideva da matti,
si divertiva
e poi aiutava a sistemare op controllare i feriti finendo a ridere e
scherzare alle greadinate come se fosse stato un giorno normale. NOn si
facevano mai male, non troppo, e si sentiva davvero bene
là.Ed erano troppo divertenti come quella scena,
di due
scemi che avevano mezzo distrutto due mezzi e un trainacarro, e per
tutti cèra sol oda ridere, dire-e
vabb succede- e
fare come se niente fosse lavorando a prendere le macerie. Ma non tutti
erano d'accordo. Ancora dal cell si snetiva Jd urlare, ma non parlava
con lui.
"Fate uscire quello
scemo, non mi
interessa se è bloccato dall'airbag, fatelo uscire e poi
scendete di nuovo la camionetta. NO, NOOO! Ferma, non spari a nessuno
tu, sono scemi, stanno sempre a giocare ma non trucidarli male..."
Gask rise ma
cercò di
contenersi e corse fuori, perchè sarebbe finita male per
alcuni,
con punizioni dove dovevano fare cose allucinanti per capire la lezione.
"Madame...
Madame Lalique. Quella di cui si parla molto per i padiglioni del
piacere"
"Ah!"
fece Gask allontanando loi sguardo da Jd, mentre procedevano con i
Capitani al completo, compreso Bryden e l'altro, verso il Padiglione
ottogonale.
"E...
quindi dove andiamo?"
"Ad
avvisare Kianta. Non ho voluto usare il telefono perchè
avrebbe
rotto con gli acuti di rabbia tutti gli apparecchi nel raggio di un
cento metri..." disse Lubo ridendo
"Ah,
di sicuro. Non ama le sorprese del genere. L'educazione, dice, prevede
almeno una telefonata prima..." canzonò Jd ridente"Ma
lei ha chiamato, ho solo preso io la linea e ho pregato Helias di non
dire nulla. Preferisco dirglielo di persona"
"Non
credo proprio che sia felice della cosa, sei sicuro non fosse meglio.."
"No,
Lubo. Non iniziare di nuovo. Lei va presa di petto, non per sotterfugi
perchè si incazza tre volte tanto"
"Come
vuoi" rispose allora l'omone all'amico "non so se sarà
felice
però di vederci di nuovo, tutto il gruppo, dove si prende
una
pausa. Ricordi al Bagno?"
Jd
ricordava benissimo.Alaric
aveva avuto un altro dei suoi momenti isterici e per confrontarsi con
lei, era andato nella sezione privata dei bagni. Oltre i bagni turchi,
le vasche di trattamento, vi erano due stanze che contenevano
una
vasca l'uno. Una parecchio grande, mentre l'altra stanza più
piccola, conenteneva a una massimo per due persone dalla forma quasi
ovale. Quella grande per più persone era pensata
all'orientale,
con allestimenti che potevano essere ispirati alle terme asiatiche o
cambiando scenari a spa o altri luoghi. Ed era riservata ai Capitani e
chi invitavano. Kianta la chiamava la stanza dei bagni turchi sciccosa,
nel senso che potevano entrarci solo Capitani, lei o Milan e ospiti che
avessero l'invito. Non era riservata ad altri. Ma Kianta di suo, e a
volte Milan per starsene un pò solo, usava sempre
quella
piccola, non perchè era sua, esclusiva, ma perchè
nell'altra potevano entrarci più persone insieme, e lei non
amava esser vista. Alle spalle della vasca vi era una grande vetrata
che dava sul giardino, non quello interno dello Chateau, essendo
situata in uno dei locali nuovi, ma quello in estensione verso la
montagna e da dentro era possibile vedere tutto ciò che
cèra al di là del vetro, mentre era schermato dal
vedere
l'interno. Mentre dalla parte opposta vi era la porta. La
vasca era posizionata non rialzata da gradini, ma proprio al livello
del pavimento, con una sezione nera per camminarci e idrorepellente,
contro il parque del resto della stanza. Un rettangolo che prendeva da
una parte fino all'altra, con al centro questa vasca, ovale con una
sorta di circolo esterno, come una cornice che vi girava intorno con
delle sezioni quasi circolari che seguivano la forma,
perchè avevano un motivo. Delle maniglie di una mini
scaletta
erano rivolte quasi verso la porta, per aiuto per scendere o salire e
delle manopole e sensori per regolare ogni elementi della vasca e
dell'acqua. Accanto
a lei vi aveva fatto mettere un mobiletto basso come un tavolino da
soggiorno in legno con dei livelli per mettere oggetti, che usava per
poggiare sulla parte superiore cosa le serviva. Quel
giorno lei era in vasca e Alaric, imbufalito, la raggiunse fin
là, con tutti i capitani al seguito, sbraitando come un
ossesso.
Si ritrovò davanti la porta presidiata da due dei tre
dell'ave
maria, Kovacs e Zidgi, i quali fecero storie perchè non
sapevano
che fare, se rispettare la loro posizione e non far entrare nessuno o
acconsentire perchè erano i Capitani. Ma da dietro la porta
si
udì une
questi si spostarono. Alaric,
sempre fino nelle sue manifestazioni, diede una spallata a Kovacs che
era più riluttante dei due e spalancò la porta,
aggredendola verbalmente. Kiantra
era in acqua, che era fino al livello massino di capienza, con solo le
braccia e i pomi delle spalle mudi e fuori, mentre con una mano
prendeva dal mobiletto qualcosa di sferico e con l'altra, dopo aver
guardato, la gettava nell'acqua. Dietro di lei vi era uno dei
poggiatesta creati proprio per la vasca, che si inseriva in quelle
fessure, ma in alcune specifiche, altre avevano altri scopi.
"Te,
cercavo, cosa sono quelle nuove regole, i tizi che spiano in bagno e..."
"Innanzitutto"
iniziò lei con freddezza e tono da insegnante "Buongiorno.
L'educazione prima di tutto. Secondo, ti sei reso conto che io sono nel
bagno, privato, e hai preso a spallate uno dei due che ... Voi
due, che state pure voi come pesci lessi a fissare. Girati!"
urlò piccata ai due che dovevano stare alla porta, ma
avevano
seguito il gruppetto.
"ma
lasciali stare, ti stanno incollati al culo solo perchè la
cavietta di Milan e David deve stare al sicuro, e sai dove te lo puoi
infilare il tuo buongiorno?"
"Io
no, tu si però! Ti prego, raccontami cosa si prova nel
bordello
di Lady Chia la pratica del figging, o se non quello.... qualcosa di
simile. Così posso comprendere anche io cosa si prova con
questo
deltto del-ficcato nel
culo=""-..." guardandolo con un sorriso carogno, mentre
giocava con un'altra sfera sul pelo dell'acqua. Le
sfere, capì Jd, erano le bombe da bagno naturali e diverse
per
effetto in base agl ingredienti, che avevano colorato l'acqua
così che perdesse l'effetto trasparente. Ed era sorpreso del
fatto che lei fosse così tanto serena e tranquilla, mentre
tutti
i Capitani e due delle sue Ombre fossero in pratica davanti a lei.
"Brutta...
come fai a sapere sempre certe cose. Tu ci spii, hai telecamere, hai..."
"Dio
non me ne voglia dal vedere i vostri sederi pelosi e brufolosi, se non
orrendamente deturpati dai muscoli creati dall oschifo iniettato e
ingollato... No, caro. Noi facciamo cose più basiche dello
spiarvi nei bagni. Anche se... sai,dopo l'amara scoperta di
preservativi buttati negli scarichi dei bagni, intasando
tutto...
spero che l'uso dei bagni antinchi come gli amish gli sia stata da
lezione... per poi scoprire da fonti e non videocamere, come se mi
importi qualcosa guardarvi i gamberetti, ma anche no!... che con i
nuovi sistemi di asciugatura invece di asciugamami, alcuni adesso
giocano con i distributori di aria peri il corpo per fare l'elicottero
o, voltandosi, far asciugare anche pieghe posteriori... è un
quaqlcosa che sono ben felice di evitare..."
"E
allora come fai a sapere queste cose?"
"Alaric,
Milan e chi sai tu non hanno fatto installare dei sistemi, i pannelli,
rettangolari a parete per emettere aria al fine di asciugare i corpi
velocemente e senza sporcare troppi tessuti, per far giocare gli
odioti. Abbiamo una centrale geotermica, ma non significa che allora
tutta l'energia è gratis e possiamo sprecarla.Come
l'acqua.Il
dissalatore non significa usare acqua a piacimento. E mi auguro inoltre
che con i pannelli appunto asciugatori non siano usati come fate nei
mezzi, sparacchiando neanche aveste mangiato fagioli caricati a
salve..."
"Cazzate,
io sono qui perchè trovo assurdo le cose che hai fatto
mettere nelle camerate..."
"E
ci risiamo. A te non va bene niente, eppure poi usufruisci peggio degli
altri. E sei venuto qui quasi rompendo la porta per queste
ameneità?"
"ma
perchè quel giorno del cazzo non si è svolto in
un orario diverso?"
Gask
che era dietro Alaric, guardava gli altri. Jd era al fianco di Alaric,
davanti a lui, e non pareva per niente contento, mentre Lubo, che si
girò a guardare perchè era als uo fianco, se la
rideva.
Bryden era rimasto dietro con l'altro e i due dell'ave Maria,
chiaramente a disagio.
"Ma
quelli sono a disagio a vederla fare il bagno?" sussurrò a
Lubo, mentre Alaric sbraitava roba
"No,
perchè hanno paura che se lei perde la pazienza, gli fa fare
una
brutta fine per aver guardato. Anzi mi pare calma, anche troppo, e non
è un buon segno farle cambiare quella pace interiore come fa
Alaric, ma si scornano semepre... cè poco da fare..:"
"E
se perde... la pazienza, che succede?"
"Ah"
fece Lubo con un sorriso, mostrando quasi tutti i denti contro quel suo
faccione quadrato "una volta ha detto che se scopriva qualcuno a
spiarla, guardarla in zone come questa o a toccare la sua roba, peggio
gli abiti, gli avrebbe infilato un topo nel pisello. E siccome lei
è riflessiva e sa mantenersi, ma non è detto in
molti
casi, preferisco evitare questa esperierienza e assistervi.
Si
dice che invece avesse detto una piccola biscia, e dicono che
lei
ne sarebbe capace e... la gente ha paura che, come gli elefanti disse
poi lei, gli si infili là dentro qualcosa di secco, lungo,
pericoloso..."
"Veramente
può succedere?"
"Non
mi interessa perchè so che a me non capiterebbe mai, ma
molti
hanno iniziato ad avere paura dei serprenti per questo, sopratutto se
cè lei in giro. E' diventata una loro fobia. E sai
perchè
questa cosa li terrorizza?"
"E'
una fesseria che si osno inventati, vero?"
"Questo
si, ma ci fu uno di quelli che lei... come dire, lei fa la parte
dell'avvoltoio, nel senso che minaccia, obbliga accordi e terrorizza
certa gente perchè sia meno feccia e ti sta a sorvolarti di
sopra finchè non lo fai. E lei controlla, si fa vedere,
dimostra
di sapere smepre dove si trovano e uno di questi dopo che ebbe subito
un... piacevole incontro all'ora del tè, come lei lo chiama,
ne uscì male perchè faceva
strozzinaggio a
percentuali allucinanti danneggiando parecchia gente. Questi sparse la
voce che lei per punirlo anche di usare ragazze, mogli o altri membri
femminili di chi minacciava, avesse preso un cavo particolare. Ossia
un serpente sottilissimo a spirale Led, una lampada portatile
che
aveva i led per tutta allungezza, a cui aveva aggiunto un potente
magnete su una parte e... questo mi fa ridere come la gente si inventi
le cose per dire che è stata torturata male, cosa ha
passato...
ha detto in giro che tramite la calamite glielo ha fatto strisciare
dentro il pene con una calamita esterna e muovendola, la calamita sulla
punta della lampada gliel'abbia fatta entrare tutto fino alla parte
finale che aveva un grosso coso rotondo per le batterie...Ci credesti?
Ho però la vaga imperssione che lo abbia solo minacciato
perchè è esattamente qualcosa che lei direbbe e
chi non
la conosce non lo sa..."
"Ma
davvero lo ha fatto e si può fare?"
"Ma
dai... è ovvio che è una cavolata, solo detta ma
penso
sia impraticabile. Ma lei sfrutta la fobia dell'uomo di... perdere cosa
lo rende uomo... Quella volta discutendo con Milan lei disse, offesa,
chiese come potesse averlo fatto visto che la lampada che dice lui, lei
l'ha usata ma per sparargliela in faccia, proprio sugli occhi
così da stordirlo..."
"nel
senso?"
"che
è lunga,ma flessibile con le lucine su tutta la lunghezza.
Quindi se lei te la lega intorno agli occhi accesa, non solo devi
tenere gli occhi chiusi, a hai sempre questa luce come fosse
un'apparizione divina che ti infastidisce e sei disorientato, quello lo
ha fatto... ma è una lampada diciamo piatta, non tubolare,
seppur sottile. E quella volta a Milan gli disse qualcosa del tipo che
aveva scoperto molti peccatucci della gente da Madame, che era
possibile inserire cannulle di diverse grandezze, ma solo in casi
estremissimi avrebbe fatto una cosa del genere. Seviziare i gamberetti,
non le interessava" ridendo di gusto.
Gask
rimase interdetto a riflettere finchè non percepì
parti
della discussione con Kianta, sentendo l'ultima parte di una frase di
Alaric "...se fastidiosa come le omorroidi, cazzo"
"Beh,
facendo certi esperimenti posteriori, capsico perchè ti
vengono"
rispose lei ghignando, facendolo incazzare di più
"Pure
l'appendicite è più simpatica di te"
"Ti
stai lamentando di cose necessarie e giuste. COme si dice...? Non
arrabbiarti con il pozzo secco che non ti dà acqua.
Piuttosto
chiediti perchè cerchi l'acqua là dove sai che no
ce
nè e ti aspetti ci sia..."
"E'
inamissibile, incocepibile, tutte le belle parole che amate usare! Per
Milan, è normale questo?!?ha
autorizzato questo? Ma cosa siamo in un carcere?" urlò ,
Lubo come Gask era tornato alla dicsussione e attento
"Che
succede?" domando l'omone vedendo l'aria tesa più di
prima.ì, fancedo voltare Alaric
"
la pazza, ecco il problema, perchè ha tenuto chiusa la
sezione
doccia per alcuni giorni, si sono dovuti spostare nell'altra creando
disagi... E le nuove regole? Nnoi Capitani che siamo messi a fare i
controllori dopo che ha meso quei tizi sempre dentro i bagni a
spiare..."
"Loro
non spiano, sono Ausiliari per la toilette e bagno" rispose Kianta
tranquilla "Loro compito è controllare che si rispettino i
turni, rendere disponibili elementi che son ostati utilizzati,
mancanti, necessari... quindi shampoo, saponi, carta, controllare lo
stato dei rubinetti attivabili da pedale o cellule di rilevamenti delle
mani, dei soffiatori per le mani e i dispancer se ci sono, dei sistemi
di asciugatura del corpo... se avete bisogno di qualcosa provvedono,
sono a disposizione e so che molti li usano come psicologi momentanei
sui tratti intestinali... sono molto utili, ammettilo..."
riferì
lei tranquilla metre fissava una bomba che effervesciava, dicendo
"effervescia molto bene, credo che terrò questo vocabolo per
quelli che effervesciano di rabbia o troppa felicità!"
"ma
di che cazzo parli... senti, vuoi sapere del perchè sono
incazzato? Vuoi saperlo? Te lo leggo! Te lo leggo... " disse di corsa
Alaric riprendendo il volantino dalla tasca dove lo aveva cacciato
spiegazandolo "vademecum delle regole ighieniche da oggi a SEMPRE!
Punto uno! Le regole igieniche devono essere seguite
scrupolosamente, pena maniere forti. O sballate. Una delle due... Nuove
docce con sistemi di ultima generazione. Ad attivazione tramite card al
lettore fissato a parete , munito di sistemi di protezione certificati.
L’erogazione per un tempo massimo stabilito e per un numero
illimitato di utilizzi per persone. Il lettore è pronto per
una
doccia di tre minuti con acqua fredda più tre minuti Pausa
dell’erogazione avvicinandola CARD-FREE al lettore ma senz
amodificare il tempo totale di erogazioneprogrammato.
L’erogazione intermittente segnalache il tempo sta per
finireLed
verde lettore pronto all’uso.Quando l'apparecchio
è in
funzioneil led è rosso, se lampeggia indica la pausa
dell'erogazione..."
"Alaric,
se ci sono quegli avvisi, so bene cosa vi è
scritto. E li ho adottati per..."
"Adottati,
metti e levi, obblighi e spinte, fai e disfi... tu sei solo il cane da
guardia di Milan. Il tuo vero compito dovrebbe essere quello di
controlllare, gestire e assicurarti che qui tutto va bene, non fare la
regina di noialtri.."
"...
sbaglio o fin dall'inizio, capisci quale, i compiti che Milan aveva
dato alla figura di secondo era quello di avere tutte le carte che
servivano per far si che voi caproni fetenti e ignoranti, foste sin
grado di anticipare e dimostrare che il Cambiamento fosse possibile.
Senza queste piccolezze che per te sono un disastro come il Hindenburg,
così disastrosi che neanc he il dirigibile Zeppelin! E
dimmi,
quali sono queste cose così inconcepibili da urlare come
Giovanni nel deserto quanto la gente è stronza? Cosa ho
fatto,
ho ordinato che avessero un cricetino o cincillà l'uno? Di
provare a fare i papà con quelle bambole finte che si usano
in
campo pedagogico per gli adolescenti così sanno cosa sono
davvero i piccoli goblin di merda che devono figliare? No, magari
quello no, sarebbe interessante ma sarei io a uscirne pazza e poi a
qualcuno nel cervello viene il tic del paparino e... NO, qualunque dio
ce ne scansi..." disse disperata dall'ultima prospettiva
"goblin
di merda?" chiese piano Gask confuso a Lubo
"Si,"
rispose questi "lei odia i bambini stronzi, isterici, che non hanno
educazione impartita bene e non a picchiarli e rimprioverarli senza
spiegare morale e motivazioni. Ne ha visto quando è stata
fuori
per conoscere com'era e li odia tan tissimo. Così come odia
la
vista o il parlare di gravidanza, gestazione, parto e tutte le cose che
ne conseguono. Le fa schifo proprio, trova degradante per la persona e
penoso che ci si debba ridurre in quello schifo, dice, deformati e con
mille cose per figliare, quando per lei esser genitore non è
questo. Odia i bambini per due motivi. Uno perchè sono
ignoranti
e vuoti di conoscenza, si lamenta che non vi siano almeno le
basi
nelle teste dei bambini ma siano tabula rasa e che debbano essere
adulti idioti a crescerli e non una comunità , che siano
solo
due coglioni e i parenti di sangue a plasmare una mente labile. E poi
la seconda che sono piccoli mostri del cazzo, così li
chiama,
perchè se non istruiti, educati ma trattati nel modo
sbagliato
possono essere distruttivi quanto un branco di labrador lasciato a se
stesso. O erano altri animali?"si domandò dubbioso "comunque
lei
non soporta i bambini a meno che non abbiano un certo tipo di
capacità di comportamento e allora va tutto ok. Come con
Beppo.
Odia il pensiero che per obbligo la donna debba sopportare certe cose e
per figliare sia necessario tutta la trafila dal sesso al parto,
perchè per lei un essere umano deve avere la
possibilità
di scelta sul proprio corpo e cosa vuole. L'obbligo di fare figli, per
una come lei che odia lo schifo che è, dice, tutti gli atti
per
far anscere quei mostri urlanti e vuoti di testa, è
moralmente
inaccettabile. Perchè fertili tutto l'anno e soffrire
veramente
tanto solo per seguire regole che madre natura ha importo agli animali?
E così lei non intende fare figli, avere a che fare con
uomini
ed è per questo che ordina che se la gente ha picchi di
voglie,
che se ne vadano nelle Case adibite a ciò per gli Accordi
con
Madame. E' diventata una iena con una spina di cactus sul deretano
quando cè stato i l kblocco degli scarichi nei bagni per
quei
preservativi buttati là, quelli degli uomini, e li ha fatti
andare in bagno in buche sul terreno circondate da una casetta di legno
per due settimane, dicendo che così capita alla gente gente
scema, e faranno come prima come gli Amish, che significa. Scoprire
cosa significa non usare il cervello, finendo col culo al
gelo di
notte..."
"Odia
così tanto i bambini da definirli così?"
"Si,
i neonati o fino a... due anni mi pare, sono sgorbi. Quando sono mezzi
autonomi nel parlare e scorazzare, piccoli goblin di merda
perchè se non ben educati diventano mostri isterici che
vorrebbe
usarli come spaventapasseri... questo per quelli là fuori
che
non hanno avuto una buona base. Altrimenti lei è compiaciuta
di
averli intorno e parlarci..."
"Ma
quindi non odia tutti i bambini..."
"Lei
odia il concetto dei bambini in generale perchè vuoti di
testa,
che viene plasmata dagli adulti e molte conseguenze le conosciamo, o
peggio come dice da altri minori che nsono teste di cazzo e portano a
male affare i soggetti meno deviati... insomma, curiosità e
coraggio vanno bene, ma se rompi, sporchi, tocchi cose no tue, non
conosci le parole magiche dell'educazione per fare, dire, entrare ect
in qualche posto, sei al livello dei gatti. Piccoli fastiodiosi
stronzi. E ammetto che anche io ne ho visto. Tirano cose, non salutano,
sono maleducati, piedi su sedie e tavoli, o prioprio camminarci sopra,
prendono senza permesso e sporcano, mangiano, fanno casini, distruggono
cose... non portare mai bambini in sua presenza, a meno che non
sappiano comportarsi, non siano stati educati in maniera corretta senza
creare loro traumi e terrore dell osbaglio ect ect... e ha gusti
difficili, come dice Alaric, sugli uomini. E per lei è
un'offesa
quando un uomo pretende di fare sesso come prova d'amore e vuole figli,
il primo per lei è un tarlo negli uomini e cè
poco da
fare, ma il secondo lo ritiene un'offesa alla sua persona
perchè
non crede che un amore si ampli, si saldi con i figli o ancora che i
frutti di un amore siano sempre e solo i figli. perchè per
lei
fare figli significa scendere a livello naturale degli animali per
qualcosa in cui non crede, rovinarsi i lcorpo per esseri che magari poi
non provano per te qualcosa e rispetto ma questo è un tema
difficile, visto che i genitori fanno schifo ha avuto informazioni di
figli coglioni, mentre genitori decenti che hanno insegnato e
meritavano rispetto si son ritrovati con coglioni fino all'osso,
è tutta una cosa difficile ... lascia stare... dice che dopo
il
parto e poco prima hai cambiamenti nel cervello che ti inducono a fare
tutto per i mostricini, altro suo termine, e perdi parti di esistenza
per cose che non vuoi. Ecco perchè odia le rgole della
società là fuori.."
"Aspetta
fammi capire, non vuole scendere a livello degli animali..."
"NO,
non capire male. Con quel suo modo di pensare lei divide gli animali
nelle creature che seguono le leggi della natura fino in fondo, e poi
gli umani che dovrebbero essere sopra istinti e processi chimici nel
cervello... insomma per lei è un''offesa da madre natura il
dover essere fertile anche non volendo, tutto l'anno, dover fare certe
cose con un uomo per provare i lsuo affetto, come se dice non esistono
millemila modi per esprimere cosa si sente... e poi ci si ritrova a
rovinarsi il corpo per figliare sti mostrini e l'altro poi si shcifa
come per ci si riduce in certe zone e non piace più...
insomma
per lei avere qualcuno vicino che pretende cose e poi pure si stufa
è una perdita di tempo, e sentirsi dire che deve fare figli
è un'offesa tremenda, per là fuori una donna
è una
persona e completa se è sposata e sforna come un coniglio,
è ben vista dalla gente mentre lei no. Che deve
abbassarsi
a far contento l'altro dando sempre cose senza esser sicuri che l'altro
non prenda in giro..."
"Mh..."
fece lui di rimando come riflettendo, ma poi tornarono alla discussione
in corso.
"Tu
sei pazza, malata, fuori di testa... non ti è bastato quello
che
devono fare gli uomini nel Teatro, anche..." sbraitò Alaric
ma
fu fermato.
"Io
sarei favorevole, in tanti dicono di volere figli. Sarebbe divertente
vederli stare dietro marmocchi artificiali che urlano come aquile..."
rise Lubo divertito facendo ridere Kianta con uno di quei versi
gutturali che faceva, quando qualcosa le era davvero divertente ma
cercava solo di ghignare, per poi pregarlo di smetterla
perchè
la cosa era allettante. Ma poi la sua testa con gli acuti sintetici
sarebbe partita male.
"La
volete finire? State prendendo in giro una cosa sacra! Un genitore
è sacro!" sbraitò Alaric offeso ricevendo da Jd
uno
scuotimento di testa disperato, una risata trattenuta da Lubo e
un'espressione che sembrava dire-ma
che cazzo stai dicendo=""-da
Kianta la quale rispose.
"Alaric,
caro amico di mille scornate... se li ho messi cè motivo.
Sempre, cè un motivo sulle cose che faccio..." gli disse,
allargando le braccia sul bordo della vasca come se parlasse in
qualunque altro momento con lui, e non in una stanza da bagno, mentre
l'acqua colorata la copriva totalmente tranne le spalle.
Ma...
e questo?" indicandone un altro con una lista di regole.
-
-lavare smepre le mani ti evita mostriciattoli in bocca. -spazzolare
i denti come se fossero la cosa a te più cara. -tirare
l'acqua è la doccia del water, sempre -se
alzi la tavoletta sempre riabbassala -lasciare
in ordine come se fosse la tua camera -chiudere
il rubinetto aiuta le tasche di Milan -se
sporchi, pulisci così come fanno gli altri per te -se
puzza apri la finestra -attaccare
l'asciugamano nell'apposito portasalviette, se sporco mettilo nel cesto
come carineria per gli altri -chiudere
la porta, non siamo al colosseo -usare
il sapone, insapona, risciacqua, ripeti, l'acqua è la tua
prima medicina -non
sporcare il dispenser di dentifricio o gli altri -tenere
pulito e ordinario, gli addetti de bagno non sono tuoi servi -non
abbandonare spazzatura, asciugamani o altro in angoli o a caso, usa i
conteniutori appositi -aspetta
edutcatamente il tuo turno se il bagno è affollato, rispetta
le fine come gli addestramenti del bon comunitario -informati
presso gli Ausiliari per la toilette in caso di dubbi -chi
è in atteggiamento sospetto finisce all'asilo nido
"Partecipare alle sessioni di addestramneto. Come fare la cacca. Dove
fare la pipì. Come pulirsi le zampette. Come chiedere le
cose...
insomma, addestrarli ad essere adulti che sanno... se
sporcano
bagni o altri luoghi che sono di tutti... allora dei andare con i tuoi
fratello. I Cani piccoli che no nsanno...-Se fai cavolate, prenditi le
tue responsabilità da Uomo
-se svuoti, riempi
-se sporchi, puisci
-se apri, chiudi
-se bagni, asciuga
-se lo usi, rimetti a posto
-se sbagli, chiedi scusa
-se lo vuoi, chiedilo
-se chiedi, chiedi per favore
-se parti o torni, saluta
-se qualcuno ha bisogno, aiutalo prima dei controllori
-niente sprechi, rispettiamo il nostro mondo
-se ti pulisci bene, con le regole dell'uso dei saponi, crei un
ambiente migliore
-attenersi agli orari per non scontrarsi come le capre
-garantire l'accesso ordinato senza creare scompiglio
-garantire agli inservienti la pulizia e disinfezione non agendo a caso
-non girare per i corridoi in pigiama, tienilo solo per il letto e
massimo bagno
-non far cadere andando in bagno il cavallo o le gambe dei pantaloni,
pigiama o no, per terra perchè ti porterai tutto
ciò che
cè
- Ci
manca pure l'asino nido!" finì lui per portare gli occhi dai
fogli a lei, la quale era calma e pure divertita dalla sfuriata
"Ma
tu non sei qui solo per questo, nevvero?"
"SI!
IO SONO QUI IN PRIMIS PERCHE' SEI UNA STRONZA! Da quale poro
malato ti è uscita l'idea di fare una turnazione dei lavori
di
tutto lo Chateau? Che vuol dire che una settimana devono svolgere il
lavoro di altri, poi l'altra dopo di altri ancora..."
"Ti
calmi per favore?" fece lei sospirando ma Jd fermò entrambi
"Ragazzi,
ora basta non mi sembra il momento per..."
"No,
JD..." fece lei calma, alzando una mano "è chiaro che chi ha
la
testa piena di stronzate, con una cosa sensata faccia cortocircuito"
provocando in Alaric un moto di rabbia che venne placato da Jd "Te lo
spiego, Alaric. Sia all'esterno che qui è capitato sovente
che
la gente inizi a dire, come i vecchietti che rompono intorno ai
cantieri, che le cose andavano fatte meglio in un altro modo. Che quel
mestiere non vale nulla. Che un lavoro è più
facile di un
altro. Ho letto e sentito di persone che avevano figliato ma poi non
sono in grado di essere guide di vita, che dicevano ai figli-se
non studi finirai in quel modo=""-,
mentre indicavano mestieri umili ma di grande importanza, come
netturbini, operai vari, impiegati di basso livello, lavavetri, addetti
a cucina e occupazioni per molti di scarso valore e pure di cui
vergognarsi...questi e tanti mestieri bistrattati come contadini e
raccoglitori di stagione. Basta. NOn l'ho sentito solo là
fuori
per quelle settimane, e la cosa deve cambiare. Così ogni
settimana tutti gli uomini svolgeranno lavori normalmente eseguiti da
altri, proveranno con mano e su di loro il peso, le
difficoltà,
ogni cosa che ogni tipo di lavoro comporta, così da
comprendere
cosa significano certe cose, quanto è davvero il lavoro,
quanto
costa, quanto tempo, quanto.... tutte cose. NOn esistono lavori di
serie A e serie B, compresa serie C per molti, non siamo là
fuori, non esistono uomini che valgono meno per i compiti che
svolgono...quindi che si pieghino la schiena a conoscere davvero,
realmente, ogni sfumatura di cosa sfottono... se a loro non piace
allora si può considerare rescisso tranquillamente il
contratto,
ma saprò io dove andranno, perchè non torneranno
in
quella feccia là fuori a parlare di noi. Non
permetterò
che idioti che ancora continuano ad essere schifosi contro altre
persone e soggetti di vari tipi, si mescolino con altra
feccia.
Per loro il rispetto non cè. Dopo cosa è accaduto
c on
baffetto tedesco e altra feccia che sta riportando quello schifo, la
tolleranza su pgni tipo di pensiero, se è un
pericolo per
altri, no nva tollerata. Se a te non piace questa cosa AMEN, Alaric.
Siamo tutti ben lieti di non avere te come secondo di Milan che fa e
disfa cosa vuoole per i suoi capricci. Se ritieni i miei capricci da
donna stronza, fatti tuoi, ma io devo anche controllare e salvaguardare
le persone che certi stronzi considerano diversi e sbagliati, perfino
per il lavoro che fanno e quiindi immeritevoli di cose... hai finito o
devi rompere ancora?"
"Tutto
questo è una grande cazzata. La danza, i barbieri e centri
di
benessere, il Favo, e altre stronzate sono state accettate dagli uomini
ma tu vuoi mettere un bavaglio al libero pensiero, alla religione..:"
"Ancora"
urlò lei "me ne fotto della religione e libero pensiero se
questo è un probabile problema per gli altri. La religione
è cosa personale, non la si deve imporre sulla gente come
hanno
fatto, pensa alla morte di poveri disgraziati e peggio dopo
torture. Se il libero pensiero religioso si restringe in offese e
trattamenti inumani contro gli altri, solo perchè nei
libri del cazzo scritti da coglioni che hanno riportato il
credo
dei pastori patriarcali e ignoranti, non mi riguarda. Ma non
permetterò mai che la religione prenda piene nelle regole
sociali che va a discapito di altri. Tra i due mali, io preferisco
mandar via la religione, punto. E' già tanto che al cazzo di
prete dei miei stivali sia stata costruita uan chiesa a immagine e
somiglianza di una antica ad Ari, in Turchia, ed è davvero
pregevole e stupenda per darla in mano a quei bigotti del cazzo. Peggio
come quel bietolone che ha avuto da ridire perchè non
abbastanza
cristiana troppo di altra religione, e perchè l'ho mandato a
fanculo ha fatto proseliti contro di me... vedi appena mi capita
davanti di nuovo! Le moschee e tutte le chiese di tutti
i
credi che la gente si è portato dietro, le ho fatto per
rispetto
alla religione ma deve essere interiore!... devono prima
vedersela con me se osano trattare, diffamare, etichettare, schifare e
altro soggetti che vivono con noi, se i loro scritti e libri del cazzo
portano a odio, discriminazione e peggio. Beppo ne è la
prova,
tutti i caduti per mano delle religioni... giornate per commemorare
quei disgraziati finiti in mano di malati mentali, mai, in nessuna
parte del mondo. QUindi Alaric, me ne sbatto il beneamato cazzo che non
ho delle religioni degli altri se sono merde in cosa credono, o se mi
fanno incazzare prendo quei libri di merda e li metto in tutti bagni
come carta igienica, sono stata chiara? Devo fare casino a modo mio per
far capire che non cè diritto di pensiero di religione se
calpesta gli altri? Che non cè libero pensiero se toglie
qualcosa ad altri? La gnete cè morta per avere quei
diritti, anche per altri e sono pronta a tutto pur di
proteggere
e mantenere i diritti di tutti. TUTTI! " sbattendo le mani sull'acqua
per la foga e la rabbia
"Ha
ragione, ora andiamo, non è il caso" quasi
piagnucolò Jd che non sapeva chi fermare prima dal
litigio, ma Kianta lo stoppò di nuovo
"Non
cè bisogno, farò subito io..." prendendo dal
mobiletto
vicino un ampio asciugamano piegato, pigiando un bottone e oserrvando
mentre apriva il telo sul bordo della vasca. Dalle fessure laterali,
quella interne, erano comparse, sollevandosi, due barre con lentezza,
abbastanza lente perchè lei stendesse il teso praticamente
per i
lati sopra. Le barre non erano dritte,ma orizzontale, a
semicerchio e avevano dei ganci per attaccarvi i lati corti
dell'asciugamano così che si portasse quasi verticale. Dopo
aver
agganciato il telo aperto sulle due barre, queste lo portarono a
coprire la visuale mentre lei alzava e girandosi di schiena, prendeva i
lembi e si copriva. In pratica lo aveva fatto progettare lei
così che l'asciugamano bello teso sulle due barre,
sollevandosi
queste, venisse sospeso in obliquo sulla vasca per evitare di bagnarlo
o che la persona si alzasse nuda. Dopo
che ebbe sistemato l'asciugamano, prese le parti che con
facilità si staccavano dai gancetti e se lo
sistemò dando
loro le spalle e Gask notò che nonostante apparisse pudica e
schiva, lo aveva incrociato all'altezza del seno e non delle spalle,
lasciandole quindi nude, mostrando un grosso neo a forma di fagiolo al
centro preciso della schiena, e dove l'orlo non copriva, una cavigliera
fatta da due cerchi incrociati che tramite un anellino
seguivano
con una catenella. Non ne aveva mai visto ocn due anelli uniti in
quella maniera e basta. La
vide andare alla sua sinistra, verso il muro vicino la porta e prendere
la cornetta di un telefono vecchio stile anni cinquanta, inglese e
americano. Era un robo, non sapeva definirlo in altro amodo, nero, con
una parte centrale rettangolare, con una zona stretta in cima e sotto
una parte quadrata più larga che doveva contenere le monete
per
gli sportellini, tre che aveva. La zona centrale, sotto quella striscia
argentata che non sapeva che fosse, era composta in alto dalla ruota
con i numeri, il qadrante bianco con i numero e poi la rotella con i
fori e al centro una targa che diceva-pucblic
telephone millenovecentocinquasette=""-.
Sotto fino quasi alla fine di quel rettangol o una zona con vetro
bordato color argento a due quadrati, che riportava non come
l'originale le informazioni di chiamate, quindi come fare a telefonare
e il prezzo, ma i codici di chiamate per tutto lo Chateau. Sotto vi
era quel quadrato più greande con uno sportello
grande con
una serratura, uno sportello alzabile e un altro di cui non sapeva
nulla. la cornetta stava a fianco della zona centrale rettangolare, in
verticale sostenuta da una forcella bella grande per tenere tutto solo
dalla parte superiore e sotto la zona dove si parlava il filo che si
collegava al rettangolo. Sapeva
che vi erano molti di quel telefoni antichi n ello Chateau, ma no nsolo
a muro, ma anche mbianchi o color legno che aevano la base tonda o a
cupola decorata in vari modi, che sostenevano la forcella e
poi
la cornetta che aveva ricevutore e zona in cui si parflava di forma
diversa, dagli anni venti in su, ricordava e derano tenuti bene,
lucidati perchè in ottone e poi bianchi con decori floreali
o in
legno vero e si chiedeva come ci si sentisse a usarli, si eraq limitato
a vederli i mano a tanti perchè non voleva fare casini. Si
era
limitato a catalogare le forme diverse, quadrate, rettangolari, tonde,
e quanti vecchi fossero, e tutti originali, e come erano riusciuti ad
adattarli in base all'ambiante e a inserirli in caso di problemi, a
metodo di comunicazione ma avviso e attivazione di cose, con la linea
tradizionale, bypassando i metodi moderni, ma questo eventuali intrusi
non olo sapevano.
"Pronto,
sono io. Mi potresti cortesemente collegare al sistema vocale... si, si
devo fare un annuncio.... ok, dammi il via... A tutti i membri dello
Chateau" e tutti sentirono dagli artoparlanti posizionati in vari
luoghi della dimora intorno "Avviso a tutti quanti. Mi sono stati
riportati casi di abuso del libero pensiero, religioso o
politico-cretino, per cui se si ha diritto di dire la prorpia per
religione e convinzioni, allora è lecito togliere diritti ad
altri, etichettarli, o creare fastidi e danni. Assolutamente
no.
Se io sento, vedo, scopro, mi accorgo che qualcuno di voi, per le
stronzate religiose di beoti di millenni fa o perchè credete
che
altri soggetti diversi da voi in generale non meritino cose, sia
corretto sbeffeggiarli e trattarli male, fare qualsiasi cosa contro di
loro o alle loro spalle, vi prenderò, vi farò
patire il
peggio che possiate immaginare e poi vi butterò in qualche
posto
dove vedremo chi di noi ha ragione. Vieto tassativamente ma non
perchè son o tiranna o stronza, ma pretendo che vi sia
rispetto.
RI-SPET-TO. R.I.S.P.E.T.T.O. Capite la parola? per tutti.
Perchè
voi volete capire solo cosa vi aggrada e pretendete voi rispetto per le
vostre idee, a discapito di altri, e questa cosa deve
finire.Qui
cè una società diversa. Siamo tutti fratelli, se
osate
ancora prendere scritti merdosi del passato per inveire e fare contro
gli altri, prendo la vostra testolina di cazzo bacata e la uso per
pulire i cessi che..."
"NO,
ok basta. Hai spiegato" fece Jd correndo da lei e prendendole la
cornetta, per poi parlare lui "Il messaggio che si vuole portare alla
vostra attenzione riguarda la comunità tutta. La religione
che
si professa non deve dividere nessuno, che sia diverso per
quanto
scritto, ritenuto e altro. la religione è una cosa privata,
non
deve ledere i diritti degli altri e qui da noi il pensiero libero non
è criticato, ma rispettato e permesso, ma che non tolga a
nessuno la cosa più sacra e inviolabile. L'essere umano
e
il suo rispetto. Quindi cortesemente chi aveva iniziato con
negatività, la finisca perchè pensiero libero si,
obblighi castranti sugli altri no...buona giornata" mettendo di nuovo
la cornetta a posto, voltandosi verso di lei "Scherzavi vero?"
domandò come impaurito
"Ti
sembra che scherzo? E' arrivata l'ora di fare qualcosa per davvero.
Sono stati quei preti, rabbini e..."
"Anche
se fosse, rischi di far iniziare una guerra che..."
"Me
ne fotto!" gli disse a pochi centrimetri dalla faccia, guardandolo con
gli occhi grandi aperti "se è questo che vogliono per le
loro
credenze misogene, xenofobe e..."
"In
questo modo chi crede in quelle religioni, non inizierà a
fare questioni?"
"E'
ora di fare una visita in chiese e moschee che abbiamo edificato NOI
qui per questi imbecilli, a esporre il pensiero di gente più
aperta e se osano dire qualcosa, gli dirò-se
i lvostro dio che è vero unico l'unico il misericordioso e
grandioso ma stermina fa sterminare innocenti in sua vece mi fulmini se
vero,diverr flamb dimostrer veramnete chi ha ragione=""--
se qui non ti piace, cè posto per te da ladro altrove,
perchè questo fate. Rubate e vi appropriate quando il vostro
regno è oltre il materiale -.NOn
solo educhiamo all'adattamento, educhiamo o doremmo educare, al
cambiando e alla trasformazione"
"Per
favore..."
chiese lui ma lei si incazzò, ordinò di uscire
che doveva
cambiarsi e se ne andò di fronte il telefono, dove
vi era
un separè di legno intagliato e dipinto atto proprio ai
cambi,
lasciando Jd disperato.
Giunsero al Padiglione
ottogonale,
una piccola struttura a base a otto lati, con una grande porta e grandi
finestre in sitle francese di Luigi quattrordici e quindici. Vari
decori, rientranze e fregi quadrati sopra alcune finestre,
mentre nella stessa zona delle altre, a intervalli, vi era
una
cornice invece con un fregio iscritto in una sezione superiore
triangolare. La zona del tetto era una cupola con una sorta di muretto
come una balconata traforata, percorribile.
L'edificio era iscritto
in una
bassissimo muretto a forma ottogonale, decorativo con sopra la parte a
muretto delle statue, intervallato da quattro scalin ie
delimitava la zona vietata. L'ampio spazio verde intorno nella parte
anteriore, cioè della porta, che poi giungeva al boschetto e
i
viottoli per altre sezioni, era solitario e pacifico, dietro era
lambito da alberi di glicine alberi di giuda con le loro
cascate
decorative che toccavano lievi l'edificio. Si trovava oltre la Casa
delle
Lapidi, molto in fondo, quasi sotto la montagna mentre tutto il resto
era sìa livello dello Chateu.
Mentre avanzavano
intravidero
l'edificio con l'ampia porta a due battenti in vetro in stile francese
aperte, e sotto gli scalini per giungervi, un trittico di
figure.
Al centro vi era una
figura distesa
su una agrippina, anche detta chaise longue, quasi su un fianco, il
sinistro, mentre teneva con la mano destra tra il medio e l'indice ,
con l'ausilio del pollice, una pipa sottile e piccola in
legno
scuro fissilizzato, e a vedersi delicata. DOpo aver tenuto le
labbra sul cannello, lasciò andare, arricciando le labbra
con
grazia per mandar via il fumo. Gask sapeva che non era tabacco ma la
roba naturale fatta di vitamine, estratti e a volte resine, che
dicevano, faceva bene ai polmoni, e Jd arricchì la cosa
affermando che a lei i vari odori di tanti tipi di incensi, ossia
resine, mischiate e erbe varie, piaceva molto. Che respinrando le
resine nel turibolo facevano una cosa secolare, perchè
alcune
erano salutari.
COn l'altra mano, la
sinistra,
sembrava stesse accarezando l'erba sotto, ma non era così.
Si
muoveva a tempo di musica con delle pose che a Gask pareva quelle c he
la ragazza in blu metteva in atto quando danzava alle feste, e che Jd
suonava. Erano moviemnti sinuosi e quasi studiati, a
metà
tra le mani polinesiane o tailandesi e quelle giapponesi delle geishe,
dove si insegnava che ogni movimento della mano poteva essere arte.
Jd guardando la scena
mentre si avvicinava, ricordò qualcosa di simile prima.
Mesi
prima aveva
raggiunto quello stesso luogo. Appena terminato, aveva la porta e tutte
el grandi finestre aperte. L'esterno presentava oltre gli alberi
lacrimosi, come li chiamava Lia, anche nelle balaustre che giravano
intorno alla cupola, edlle reampicanti di rose blu che salivano da due
lati e sembravano incoronare il piccolo edificio, con bellissimi fiori
azzurro chiaro screziate di blu. Lia
era
all'interno, sola, sulla chaise longue con i piedi rivolti verso
l'entrata, occhi chiusi e tranquilla, che ascoltava cosa portava il
vento. Le prove per la cena della sera stessa. Vicino a lei un tavolino
basso che conteneva svariate cose. Lei teneva una mano sul ventre,
mentre l'altra si muoveva a suon di musica mollemente penzolante, a
fiorare a volte con le dita il pavimento di marmo. Aveva fatto usare
come marmi per vari usi labradoriti e dei tipi detti perlati,
perchè con la luce che rifrangeva su di essi, si aveva un
effetto di labradorescenza molto particolare. Rosato, bianco macchiato,
grigio, nero, con sfumature ascobaleno, color avorio...ogni luogo con
del marmo aveva questi tipi QUando varcò la soglia, ma anche
prima riconobbe la fragranza, notò le danzanti
nuvole di
incenso, che frizzava nell'incensiera grande a fianco al tavolinetto.
Doveva essere quella fragranza drago qualcosa pensò, non se
ne
intendeva di incensi ma lei si, da quando era arrivata stava sempre con
incensi sia resine naturali che mix di erbe e piante particolari. Cosa
che non poteva fare nella vit aprecedente, perchè in casa
tutti
odiavano ogni cosa e lei non poteva neanche accendersi un incenso o
altro. Ne capiva poco, ma alcuni piacevano anche a lui e no
gli
dava fastidio. Lia
senza parire gli occhi chiese cosa volesse e Jd sorrise chiedendole
come faceva a sapere che fosse lui.
"Ogni
persona ha
un metodo di camminata diverso dagli altri. Lubo pesante e ha stivali
che fanno un rumore come di qualcosa bloccato sulla suola, metallico
credo. Alaric scorazza come un pazzo isterico e quei suoi ta-tata-tap
tipo corsetta incazzosa si riconosce. Bryden e gli altri camminano con
passo svelto e sicuro, solo tu da quello che ho capito sui marmi hai un
tipo di felpato scalpiccio... e poi ammettiamolo. Da Quando abbiamo
rimesso l'idea di stivali e scarponcini con tacchi o sezioni
metallici..."
"Si,
molti si divertono a fare più casino possibile con
quelli..." rispose lui infastidito
"Si,
un tempo si
usavano per chi aveva gradi alti perchè il loro passaggio
avesse
quell'aria marziale, più si sentissero più il
metallo
rimbombava nelle stanze e corridoi, più la persone era alta
in
grado. Ma qui è per un altro discorso. Sentire chi cammina,
chi
si avvicina è importante ed è anche per tenere le
orecchie aperte su cosa combinano. abbiamo detto loro che è
per
rispolverare elementi militari del passato, invece è un modo
di
controllo e studio di cosa fanno"
"Se
lo dici tu..."
sospirò "io comunque sono un pò... non so. Fanno
un
chiasso su marmi e legni e ho paura che questi si rovinino e poi se
vogliono fare cose di nascosto, immagino che si tolgano le scarpe..."
"Appunto.
Non lo
sanno, ma le telecamere visibili sono un terzo di quello
realmente presente e sia operatori fidati e che non, hanno
con
loro interazioni, controllano i monitor. Cè anche Helias,
seppur
è ancora un prototipo ma è alla fine dei
controlli e
ultimi..."
"Saranno
sicuri questi Crell?"
"Per
i marmi e
legni nessun problema, loro stessi se ne dovranno prendere cura
lucidandoli, controllandoli e nel caso levigandoli e via dicendo. Sono
loro mansioni... per la seconda cosa...Sono IA, Jd. I Crell sono
studiati per essere forze regolatrici della società, che
controllano, studiano, agiscono in alcuni casi. A differenza degli
umani questi seguono le leggi e regole che noi non religiosi mettiamo
sia di protezione di ogni tipo di persona a questo mondo, che elementi
morali che sentiamo noi, non che devon oesserci dette da libri... essi
utilizzeranno la ragione o degli elemeti umani motali, e l'ira e l'odio
o tutto ciò che è negativo che porta molti
soggetti a
fare stronzate, non inluenzeranno mai le loro decisioni. A loro Milan
chiede consiglio, probabilità e via dicendo. Ci sono dei
protolli perchè non possano accadere cavolate come in film e
videogiochi, tranquillo. E poi non sono una novità,
già
prima Milan voleva una Chapel con una IA regolatrice. Ci sono
già da tempo e le sezioni militari così come i
governi li
vogliono usare per molti scopi. i nostri sono ovviamente diversi e di
nostra esclusiva tipizzazione. Helias si è dimostrato
all'altezza di comprendere le situazioni e i comportamenti umani.
Inolgre David lo userà come riferimento diciamo... esterno
alla
razza umana, per avere un paio di... lenti in più, per
controllare cosa quei pazzi scellerati combinano e comprendere il
motivo, come, quando, perchè... Se gli operatori o Helias
vedranno gente che scorazza o si acquatta senza scarpe, è
chiaro
no?"
"Li
vuoi scovare con questi trucchi? Un pò maligna come cosa..."
"Maligna...
anche
tu come gli altri? Mi si dipingeva sempre così, da scartare,
da
allontanare, da tenere là, statti in un banco in fondo o di
lato
sola come i cani, senza chiedere perchè, come, quando,
dimmi,
parlami, racconta... Nonostante io cercassi di interagire col
mondo, non fossi una persona negativa, anzi odiavo le cose che erano
sbgliate... anche io ne ho fatto, ma per vendetta, rabbia ma ci sono
andata sempre sotto io. ma la gente si fermava ai miei gesti e
comportamenti, il mio viso o modo di fare e giudicavano. Non ho mai
capito anche guardandomi all ospecchio, da dove uscisse quest'idea che
io fossi malvagia, bugiarda, pericolosa... la gente spacciata per
migliore di me, da cui avrei dovuto prendere ispirazione, parole loro,
facevano tre volte di me cose negative e non venivano mai sgamate. E
non capivo. Cercavo di farmi ascoltare, urlavo pure,
perchè si fermassero due secondi e vedessero la
realtà,
ma niente. Ero palesemtne vittima di bullismo. ma nessuno sapeva,
vedeva, sentiva. E non capivo come. Sempre sola, sempre dispiaciuta.
Non avevo niente di sbagliato, brutta,s tupida, avevo problemi, ma non
stavo bene con gli altri e la gente subito a puntare il dito. E alla
fine questo mio malessere e isolamento si vedeva. Non sorridevo
più, ero sempre in un certo modo e sempre a rimproverarmi,
urolarmi contro, additarmi perchè non facevo un sorrisino
dicevano, mancavo di rispetto alla famiglia non sorridendo e
smettendola di sembrare come ero, che rovinavo i giorni di festa agl
ialtri. E io dovrfei preoccuparmi di lasciare soli sti soggetti invece
di trovare la mia pace...? E volevo morire ancora e ancora di
più. E all ospecchio vedevo occhi che parlavano, ma nessuno
sapeva leggere. Io cercavo palesemente di emulare gli altri, di
compattarmi con loro, di fare quell oche fanno gli altri ma no nero a
mio agio, non era il mio mondo. Cercavo di imitare ghi altri ma non ero
come gi altri. I miei volevano che io fossi come le altre. Quelle
galline sgallettate schifose... E così mi ero rifugiata in
un
mondo mio, lì vivevo e cancellavo ogni dolore, non avendo
altro
che potessi fare e dovendo restare a casa, con loro, perchè
questo volevano. Ma la realtà dove dovevo tornare era sempre
peggio."
"Lo
so"
"Ho
cercato di
esser ecome le altre chiedendo ai miei di comprare le stesse loro cose,
solo un paio di volte ci sono riuscita, e i miei
perchè
costavano di più me ne hanno fatte... che per esempio un
diario
scolastico che non fosse preso e mostrato come stupido, schifoso o
latro o cosa mi facevano, mi rendesse uguale. Cercavo come potevo di
non apparire e subire sempre. Ma ogni giorno, ogni fottuto giorno, e
nessun adulto faceva nulla e se mi stufavo e reagivo per come sono,
prendevano smepre me come malvagia. Ricordo bene che ci fu un momento
in cui qualcosa mi parve chiara come... che fosse scattato
qualcsa e mi avesse detto una verità. Io non avevo momenti
felici, e sto parlando di una persona molto giovane. Non avevo
situazioni che facessero star bene a cui aggrapparmi come normalmente
fanno chi ha traumi. Mi sentivo come se avessi perso, non so,
qualcosa. Come se avessi perso qualcosa di impotante e non avessi
scopi, motivi, qael qualcosa che ti fa andare avanti anche solo
sopravvivere. Io non avevo ninete, non volevo niente dalla vita
perchè nella mia famiglia o fai cosa voglono o te la fanno
pagare settimane, anche anni. Come quel diario. Restando con loro io
morivo dentro. Non volevano perosne in casa, non avevano interazioni
con nessuno, pareva una famiglia dei secoli passati in quelle case
isolate mentre vivevamo in città, che evitavano tutti e
odiavano
tutti, tutti lontani, solo loro i migliori. E poi invece facevano ed
erano come gli altri. E io soffrivo. io volevo vivere, volevo qualcuno
vicino, qualcuno che restasse al mio fianco perchè era
questo
che desiderava, perchè io ero io. Che mi vedesse per come
ero e
non una finzione che tutti si creavano. Se io alzavo la voce, reagivo
per come sono subito era negativa, pericolosa, allontaniamola. Gente
schifosa che lo era apertamente, faceva roba allucinante e vergognosa,
amata, abbracciata, sempre cercata. E io vivevo ogni giorno,
giorni sempre uguali, sempre a scappare dove non potevano raggiungermi
mentre dovevo eistere ancora."
"Mi
dispiace per
tutto quanto. E mi dispiace ancora di più che qui tu non
abbia
trovato il tuo posto e la serenità per continuare..."
"Non
è che
non li ho trovati. E' solo che per quanto sono danneggiata dagli anni
di dolore, sofferenza, quanto mi hanno gettato addosso, solitudine, non
sono in grado di rialzarmi più. Ci ho provato dopo il liceo
e in
primis dalla famiglia, per essere autonoma, capace, forte, mi ha
gettato invece addosso tutto i lsuo odio e rancore perchè
non
agivo come volevano. Ero sempre da sola e ora non riesco ad avere
vicinanza con nessuno. Voi siete diversi, ma non voglio avere contatti
con altri. perchè sono giunta al limite e se mi fanno
incazzare,
mi sfogo su di loro, visto che per Milan strozzare quella merda non va
bene, essendo civili. Quella feccia non sa cosa significano determinate
cose. QUanto è prezioso essere in qualche modo apprezzati.
Vedere sulla faccia delle gente la contentezza, quel... non ho fatto
altro che sentirmi dire dalla mia famiglia che non davo soddisfazioni,
non potevano vantarsi come facevano gli altri seppur ho spaccato
più volte la mia schiena per quei risultati... sono
così
stanca di rivedere tutto e risentire. non riesco a scacciare via
niente. Zay e Ric non facevano altro che dire che stare al pc con loro
qualche ora se andava bene con loro era già tanto. Quanto si
sbagliavano... e con gruppo con Fib, Zela ect, quando parlavano di
incontrarsi e passare giornate insieme, cucinare insieme tutti i cibi
preferiti di ognuno e provarli o passare del tempo e a tavola con chi
volevamo... un tempo lo desideravo tanto. Poi ho capito che invece
tutto è finzione... Come Fib, lo zio idiota, il padre
miracolato... Tutto torna nella mia mente e mi fa capire quanto ho
sbagliato a continuare a esistere, ricordi che lacerano. Tornano e mi
fanno del male. Quanto desideravo il sapere che chi avevo vicino fosse
fiero di me nonosntante tutto, perchè ero una eprsona
giusta,
normale per davvero, e... Ho provato di tutto, veramnete,
perchè
la gente la smettesse di sputarmi addosso, volevo integrarmi e ho
provato così tanto. Cè sicuramente parecchia
gente che
è pronta col ditino a dire che io sono debole, non sono
capace
di lottare, di... ma dove erano quando mi sono rialzata tremila volte e
ho dovuto afferontare di faccia tutto? Cose che la mia famiglia non sa.
Merda addosso che no nho raccontato, trattata da schifo e sempre a
tirare avanti, sola... COn tutte le conseguenze solo su di
me?
Gli schiaffi sia fisici che in altri modi che ho subito ed ero sempre
lì. E poi basta. Dopo che quell'insegnante di piano mi aveva
spinta inconsapevolmente a guardare di nuovo al positivo arrivarono i
miei, con le loro accuse, il mio menefreghismo urlavano,
l'ingratitudine ect e io sono ripiombata nello schifo. POi ho
conosciuto Rò, poi Zay ed è stata solo discesa,
fino a
quel giorno. ma ero ormai da troppo tempo col sedere per terra
,
incatenata allo schifo che mi riversavano addosso o non ho fatto che
loro volevano. Che mi stringono ancora adesso..."
"lo
so, per questo sono preoccupato per dopodomani..."
"Ci
ho provato
tanto..." disse con amarezza "senza riuscire a fare come altri, a non
essere quella presa di mira. E più ci provavo e
più
venivo bullizzata. nessuno ha mai capito il dolore e quanto di oscuro
in me come un blub, si è creato per quanto mi hanno
fatto e
tolto. per tutti, ancora oggi lo diranno, ero io quella sbagliata.
Più vuoi essere accettato, avere compagnia, più
cercavo
di essere accettato anche per far smettere le merde di professori che
nulla vedevano e sentivano, ma credevano a quella marmaglia,
più questa se ne accorgeva e si divertiva a far peggio.
Avevo
una sfiducia totale e nessuno capiva. Alla fine sono giunta ad ora, non
sento più desiderio di avere quealcuno vicino, compagnia,
abbracci, bisogno di affetto, solitudine... ormai sono così
abituata a queste cose che non avevo, e ad diare, che non li cerco ne
li voglio. Desidero solo pace. Voglio fargli molto male, ma desidero
solo andarmene. Momenti come questo dove vivo l'incenso come volevo, il
cibo, la musica, il vedere idoni naturali di fare cose che io mai e che
son oBellezza... sono già tanto"
"Mi
dispiace di non essere, nessuno di noi, stati in grado di aiutarti"
"E
perchè
dovevate aiutarmi? Io non sento quasi più nulla. Il dolore
si,
ma non ho più desideri di nulla. Mi scivola tutto addosso,
così come prima non avevo quell oche gli altri dicevano
naturale
per cercare i maschi, così tutto il resto. Guardo gli uomini
ridere, scherzare, stare in compagnia, non odiarsi ma legarsi sempre di
più e penso solo.
perchè mi sono accorta che alla fine, anche dopo cosa hanno
visto, fatto e subito nella vita e nella carriera militare, loro
riescono ancora ad essere empatici, umani... io vorrei solo veder
soffrire la feccia e sapere che ho tolto di mezzo, facendoli soffrire
fino all'ultimo loro respiro quando giungerà la loro ora,
parecchio schifo da questo mondo anche per quelli come me, vecchi e
nuovi. Quello che ho fatto a molti bulli e stronzi che s elo
ricorderanno a vita... spero che soffrano, così tanto, che
se la
rinascita esiste, tutto gli piombi ancora addosso come una maledizione
e subiscano ancora finchè per il Karma non hanno pagato
abbastanza. Per me là fuori, e intendo in quella
città e
in mezzo a quella gente non cèra niente. Se solo dopo
l'Irlanda
non fossi andata via... ma i miei facevano casino che urlavano-quando
torni quanto manca devi -Poi
la madre di Zay. Lei può dire quel che vuole ma da quando ci
siamo incontrate , mi guardava in modo strano mentre teneva
il
cane al guinzaglio e sorridevo tendendo la mano per essere
amichevole, ho notato che no sembrava contenta. E' stato
guardandola anche dopo. E mi sembrava di essere sempre punto a capo.
Anche quella cosa del volo che ho dovuto rifare e i lcasotto dei miei
per quello. Avevo paura delle urla, il casino che potevano
fare,
mi hanno instillato dentro solo terrore e paura di subire urla e
rimproveri per settimane, le botte, tutto il modo di ocmportarsi con me
facendomi pesante addosso tutto. E poi la madre di Zay che pareva, non
so, incavolata. Come se non le piacessi. Tante volte. E di
nuovo
da quel momento in poi desideravo solo andarmene. Ma non cè
stato qualcuno che mi volesse bene, che mi fosse amico o qualcosa di
simile per aiutarmi o almeno solo verificare che io me
ne andassi
senza il rischio di tornare. Ero sola, di nuovo, con la mia
disperazione..."
"..."
"Ero
una persona
disperata, si vedeva, eppure ero sempre attaccata di non far star bene
gli altri con il mio dolore, il non sorridere più, il non
più ninete. Quindi smettila di pensare a dopodomani..."
voltandosi e prendendo un barattolino a pressione di vetro e
aggiungendo grani di incenso nel turibolo color argento posata a terra.
Era in argento massicciolo, con una base tipo alzatina e il coperchio
era composto da due parti unite. Una mezza sfera che copriva la base,
quella che pareva una alzatina da tavola tipo calice largo, coperto da
questa mezzasfera trafotrata a triangoli e disegni cesellati, che
continuiava nella parte superiore a foma disfera più
piccoola,
traforata completamente da rombi, cui giungeva il gancio a forma di
qualcosa, che sembrava come le croci che stavano sempre in quel posto
nelle chiese. Tre grossi anelli stavano equidistanti tra loro, a cui
era agganciata una rispettiva catenella, che terminava in unba specie
di cupoletta che andava attaccata a un lungo sostegno che la teneva a
pochi centimetri di altezza. Ma in quel caso non era tulizzato. L'interno
presentava, nella sezione inferiore quella che pareva alzatina o calice
largo, una ciotola con carboni ardenti, con una gratina rotonda a
maglie fitte su cui si adagiavano i grani o dentro foglie, gli incensi
composti da erbe macinate, chiudendo tutto così che i fumi
uscissero dai triangoli e rombi.
"Sono
preoccupato
perchè sappiamo entrambi che gli esperimenti di David non
hanno
portato a molti successi. Molti hanno rischiato o rimesso la pelle. E'
una roulette russa e lo sai. Se procedi con lui con quell'operazione,
potresti..."
"Jd,
sapevi
dall'inizio che sarebbe giunto questo giorno. Il primo
lunedì
del quinto mese. Ricordi? inoltre so benissimo i tassi di successo e
fallimento di quegli esperimenti, ma David afferma che sia un'inezia se
il mio corpo è uno di quelli che si è adeguato,
è
divenuto compatibile con stoddarde e blue box. Quindi presume che
qualcosa del genere non dovrebbe comportare nulla di pericoloso. Sia
come sia, a me va bene qualunque delle soluzioni che si presentano, sia
che riesce, che non riesce" voltando una mano col palmo in su e poi
l'altro indicando le riuscite " ponendo così fine a tutto e
dando l'inculata ai buonisti che mi attaccavano come debole,
stupida e quant'altro, solo perchè erano comunque spinti da
qualcosa nella lista della spesa e non possono capire. Già,
facile attaccare e fare ogni cagata che riescono come gli obiettori di
coscienza, seppur dottori, che fanno solo schifezze contro la donna che
vuol decidere del suo corpo o di quelli tenuti per decenni intubati.
Che bella vita..." disse amaramente.
"Quindi
oggi e domani cosa farai? Sno gli ultimi tuoi due giorni.."
"Mh...
questa sera
Milan mi ha chiesto di esser presente, per forza, vestita con un abito
e acconciata e ingioiellata per esser la Padrona e Maestra della Casa.
Lui come Padrone di Casa desidera che io presieda tutto ciò
che
serve perchè la serata con quei sogegtti riesca. A me non
dispiace, voglio dire, seppur so che sono negata per vestire
da
donna d essere ospitare e persona ospite, Milan dice che ho fatto buona
impressione e rivuole che io svolga ancora quella figura. E poi la cena
mi aggrada... Mentre domani sono.... impegnata. ho cose da fare.
Cè un tizio che voglio incontrare..."
"Incontrare?
Dove? Deve venire qualcuno?" agitato
"no...
sarò io ad andare da lui. Gli permetterò di
susufruire della mia presenza..." con un sorriso carogno
"no,
aspetta... vuoi uscire? Milan lo sa?"
"Tu
intendi dirglielo?"
"No,
se non vuoi no. Mi auguro solo che tu non faccia nulla che... non farmi
rimpiangere di sapere e non aver detto..."
"Ti
fidi di me? Se si, taci e aspetta. Sarà l'ultima cosa che
farò in vita. Non vuoi concedermelo?"
"Così
mi metti in difficoltà, però..." disse ansioso,
avvicinandosi a una finestra
"Esagerato.
Nulla
sapevi e nulla potevi fare. Mi basta fino a a mezzanotte. David per un
lavoro aveva detto che poteva slittare a martedì, poco male.
ma
domani devo andare.." gli disse, guardandolo negli occhi come se fosse
più un ordine che una richiesta fatta per un favore
"Che
devo dire? ma
alla fine, quindi, dopo nche quello che farai domani, cosa lascerai?
Davvero vuoi ciò che hai detto a MIlan?"
"Si,
voglio che
voi mi dimentichiate. Ho chiesto a Milan, nel caso,
di
nascondere o tenere in un certo luogo le foto e i ritratti che mi
vedono protagonista o dove appaio. Per le foto poco male. odio le foto,
odio farmi le foto, detesto come vengo in esse. NOn smebro neanche io.
Per i ritratti mi spiace un pò E' stato divertente indossare
il
mio abito o alcuni, e farmi immortalare ad olio su tela da
quell'artista russo così bravo. Mi piace alla fine e abbiamo
un
ottimo rapporto, e si è dimostrato sinceramente
triste per
il fatto che sarei sparita per un pò per... impegni. Anche a
lui
alla fine piace dipingere mentre io ascoltavo i miei brani preferiti,
soprautto Happy Birthday, quel brano di quel gruppo, che mi ha segnata
sopratutto nel periodo coi Zay di quel gruppo famoso. Non so
perchè ma quel brano mi aumenta la visualizzazione e anche
il
pittore diceva che mi faceva stare più insintonia con il
lavoro.
Milan con questo brano mi prende in giro, soprautto perchè
per
le parole si parla di un compleanno e io non ho mai avuto un
compleanano felice, tra persone che volessero davevro festeggiare me,
ma l'idea di me. All'inizio mi aveva chiesto il mio giorno di
compleanno, seppur lo sapeva dai miei fascicoli, solo per sapere se ero
dell'idea di festeggiarlo per la prima volta come volevo. Ma gli ho
risposto che mai da quel giorno in cui capì che era solo una
perdita di tempo, lo avevo più fatto. Di norma un compleanno
dovrebbe essere il festeggiamento della nascita. Seppur per la Chiesa
cattolica sia come un rituale, ma quella è un'altra cosa,
non lo
accetta molto. Ma resta il fatto che per me non cè stato mai
nulla da festeggiare. Finchè sono riuscita, ho finto, ho
sorriso. Poi non ci sono più riuscita. E dopo che
mia
madre si era rotta di beghe e fastidi per i compleanni dei suoi figli,
non si festeggiò più coi nonni presenti. Per me
fu un
aiuto, non riuscivo più a sopportare già le
feste, pensa
il compleanno. Odiavo pranzare e cenare con loro, provavo proprio
fastidio anche fisico, odiavo come mangiavano, il consumare cibi senza
sapore per risparmio, rispamio. Mi sembrava di vivere una finzione, ma
era la realtà. E quindi ho odiato i compleanni, hanno
continuato
a comprare torte ma sentivo solo urla e casino e
musi
lunghi perchè non riuscivo a fingere. Era un sollievo quando
finiva il cavolo di pranzo e mi chiudevo in camera. Era la liberazione
da uno dei giorni all'anno che odiavo. E Milan ci ride per il fatto che
io ami il brano Happy Birthday, e io gli rispondo sempre che all'inizio
no nsapevo le parole ma non so, esattamente come la sentii la prima
volta, immediatamente mi faceva andare in visualizzazione e
dissociarmi. Non so perchè, ma è quella
che
più me lo fa fare appena la sento. E mentre stavo in posa e
il
pittore parlava, io lo fissavo sorridendo perchè nel mentr
e io ero per metà altrove. Inoltre con lui, mentre
dipingeva, cèra un bellissimo dialogo dove si parlaa di
tante
cose, lui è intelligente e brillante, quindi lo ritengo un
ottimo soggetto. Siamo in ottimi rapporti infatti elui dice
che
mi diverto a posare così tanto, che le espressioni che io
faccio
guardandolo, mentre mi diceva di star ferma per il viso, gli
sembra che io quasi stessi ammaliando lui per risultare
così nel dipinto. Dice sempre che oltre la sua bravuta, ii
suoi
quadri che mi raffigurano riescono così bene da sembrare
quasi
vivi e che seguono la persona per questo. Milan riesce a dare tutto
ciò che è, dice, tanto da mostrarsi tutto, tutte
le
sfaccegtuature, di Milan. ma io mostro qualcosa di diverso nei dipinti
che fa per me e ridendo gli dico sempre di non creare un secondo Dorian
Grey. E lui mi risponde che al massimo ciò che voelva dare
quel
libro era invece da intendersi verso Milan... un perpetum di me era
cosa trasmettevo rispetto alla compostezza e fermezza che sembrava
all'inizio..."
"...
addirittura..." sorridendole
"Lui
è
fatto così. E' abituato a dipinti per i pezzi grossi russi e
quindi è abituato come con Milan, aquello che trasmettono le
persone come potenza, ricchezza, personalità dominanti... io
sono l'opposto e quindi come si diverte a parlare o scherzare mentre
dipinge, dice che un soggetto che sa guardare il pittore in tono
positivo, il risultato è molto diverso. Non so molto di
pittura
come artista, ma dice che un quadro vale anche per queste cose. Ma
lasciamo stare ciò, smettila di pensarci, io
voglio che mi
dimentichiate per un motivo. Quella che sono ora non è... la
mia
vera me. la falsa me che si è creata a causa della mia
famiglia
non mi rappresenta, non sono io. Io avrei agito, avrei fatto cose..."
voltando la testa con dispiacere.
"Come con quei video di animali? Dove sei stata distrutta per una
giornata chiusa in te stessa?"
Lia non parlò, ma sapeva a cosa lui si riferisse. Madame per
l'accordo per lavorare insieme, aveva fornito informazioni e video di
lavori di usoi clienti, essendovi diventata confidente con le sue
qualità analitiche e di dialogo, presentando video e audio
sconvolgenti di cosa facevano. E alcuni di essi erano video di sevizie
ad animali vari per studi scientifici. Erano anni, dalò
duemilatre che giravano video di quesi esperimenti su animali di vari
tipi. Quello che più la sconvolse fu rivolto a piccoli
animali
tipo mustelidi e uccelli di medie e grandi dimensioni. Come per scimmie
e cani, lo studio verteva sulle risposte del cervello a vari stimoli
uditivi, a malattie che procuravano loro e incecchiamenti gentici...
vibrazioni, scosse elettriche direttamente infilati nel cervello degli
animali, stimoli di varia naturali servivano, dicevano questi esperti,
a scoprire come il cervello in varie fasi di malattie o età
riusciva a rispondere e nel caso curarsi. Voelvano emulkare il fegato,
che si autorigenera. . Sentire squittire animaletti e urlare quegli
uccelli dai pappagalli a gufi ad aquile, era allucinante che perfino i
ragazzi, i veterani, trovavano difficile vederli legatissimi,
che
aprivano la bocca o il becco per urlare dolore e disperazione. Si
agitavano, scuotevano ma erano lì ad urlare per ore e ore
finchè a volte non svenivano per riprendere ancora e ancora.
E
questo per verificare le risposte nervose e del dolore, dopo che
avevano studiato quello dei pesci. Si, anche i pesci subivano come le
gabbie in fondo all'oceano per tenerli in cattività e
crescerli
per venderla.
Lia aveva raggiunto il limite sentnedo gli acuti strazianti
degli
uccelli uscendo e sparendo chissà dove. L'avevano trovata in
uno
dei settori liberi per i cavalli in compagnia di Bluegrass che brucava
vicino a lei, seduta a terra, tenendo tra le braccia le ginocchia.
Quando le si erano avvicinati aveva lo sguardo perso e sembrava in
preda ai momenti neri, quando i ricordi e il dolore del
passato
la assalivano. Ma non fino a scappare e andarsene in un
posto,
fissa come una bambola.
lei non piangeva mai, mostrava un ventaglio di emozioni, sfaccettature
di tristezza, rabbia, rancore, solitudine, abbandono,
incapacità
e molto altro con espressioni più vivide e differenti degli
altri. Ma non piangeva, era raro che piangesse. E quando mostrava
simili espressioni, significava che qualcosa si era rotto in lei. Se
invece di compostezza e freddezza sembrava come ghiacciata i un istante
senza reazioni, era stato troppo.
Dopo averla chiamata, con gli cchi spenti come sempre, lei
disse
che sentiva benissimo e voleva essere lasciata sola. Milan le chiese se
avesse bisogno di qualcosa e lei domando, più che rispose,
che
bisogno cèra di portare quegli animaletti, piccoli o grandi
che
fossero, a quel tormento per giorni se non morivano dallo shock, solo
per testare il cervello e le sue risposte. Tempo prima era stato
elefanti, poi orsi e mammiferi marini per cure cinesi, che lei voleva
bandire.
Non bastava, chiese ancora, i test normali che si fanno con
le
api e topi nei labirinti? Quelli li approvava più di quei
piccoletti strettissimi e disperati mentre subivano quelle cose. Aveva
già sentito esperimenti su pappagalli e parrocchetti,
uccelli
amazzonici, merli e altri che sapevano riprodurre parole e pensieri
quasi umani e volevano studiarne il cervello per capire come si erano
evoluti. Famoso era il pappagallo che capiva centinaia di parole e
più e chiese di che colore fosse.
Lia sapeva e aveva visto come fossero tutti bucati e sezionati, aveva
visto e sentito come stavano parecchi tipi di animali negli anni per le
pubblicità di grandi organizzazioni animaliste. ma sentire
urlare a quella maniera animali vari ma anche aquile, gufetti, uccelli
vari l'aveva portata quasi alla follia. Di muovo Milan le chiese se
avesse bisogno di qualcosa e lei rispose che voleva fermare quelle
cose. So bene, continuò, che molti animali oggi sono
possibili a
cure e salvezza per studi su altri animali. Che lo studio dei prob lemi
al cervello potrebbero salvare umani e altri animali ma...Ma dopo come
vengono portati al macello gli animali, come sono trattati, esperimenti
troppo invasivi e... come diavolo riuscivano qauegli scienziati a stare
per ore a sentire quegli strilli allucinanti, se a lei aveva
fatto quell'effetto?
Continuò dopo qualche secondo affermando che aveva
già
provato qualcosa del genere, non a quegli effetti e anche ancora dopo
parecchie ore aveva come un fantasma a tormentarla, quei rumori di
scuotimento che facevano e gli acuti... ogni volta che sentiva gabbiani
o gatti che urlavano vicino a casa sua, perchè erano
ovunque,
sembravano urli di donne o comunque acuti urla di dolore. Si
azzuffavano, facevano cose e li emettevano e le veniva istintivo, come
se conoscesse qualcosa del genere, sentirsi male da voler solo stare
sola e superare a modo suo la cosa.
Non riusciva a trogliersi dalla testa quelle urla uccellesche e quei
rumori dei trespoli a cui erano legati mentgre cercavano di
divincolarsi ma non potevano. Aveva bvisogno di tempo, voleva del tempo
per metabolizzare questo ennesimo schifo umano. Ripetè che
sapeva che molte volte era per salvare altri animali, ma quel tipo di
esperimenti invasivi, dove portavano per le cure? Era necessario farli
stare così per ore o giorni senz aprovare rimorso o
dispiacere
in quanto urlavano? Elettrodi di vario tipo bucando ossa, organi...
Milan le rispose che loro stessi facevano esperimenti, ma non
lo fece finire.,
gridò lei,-una posso dire
è non fate su consenzienti ne tu david continu a urlare
senza guardarlo mai prendete la gente di peso o rapite dalla strada
tanto interessano nessuno li usate comecavie voi almeno siete pi umani
giurami oltre fare qualcosa per gli animali vari le strade trovati
feriti farai queste come possibilmente definirle sosteniamo
organizzazioni animaliste aiutiamoli nelle loro battaglie riesco
credere che al fuori dei clicli naturali feroci madre natura ci possa
essere questo url portandosi mani sulla testa ho provato simile
sopratutto due volte una quando da piccolissima dovessi stare con mia
zia nonna andarono cavolo cimitero sapevo all'epoca se ricordo male
andavo alle elementari esistessero bambini morti credev solo i vecchi
incidenti tv e ma poi mentre facevano cose mi fermai davanti parete
immensa piena foto date ero piccola avevo capito quanto fossero piccoli
et e...non riuscivo crederci so perch venne oggi chiudermi in me
iniziai star poco bene rispondevo quelle cretine io rimasi turbata cosa
era morte quella diceva anche si moriva trattarono rimproverono ore
vedere capire stavo malissimo dentro=""-
Qualche tempo dopo vidi alla tv un cartone animato dove
cèrano
due bambini uno un poco più grande dell'altro, che erano
soli a
casa. Chiamavano, urlavano, chiedevano dove fossero i grandi ma non
cèra nessuno. E si vedeva loro che cercavano di trovare del
cibo
o qualcosa di cui avevano bisogno in casa, e io allo stesso
modo
di sentii male così tanto, ma senza volerlo, che finivo
così, e mi misi sul letto. Mia madre urlò come
sempre sa
fare, perchè sporcavo il copriletto, ma io mi
sentivo
male. La sera quando mio padre tornò micontrollò
la
febbre e avevo la febbre e invece delle domande giuste cfome quelle due
cretine al cimitero, risposi io a una che chiedeva solo come andava che
avevo in mente quel cartone. Che cèra qualcosa che mi aveva
distrutta dentro, ma no nsapevo cosa. Basta, loro non vedevano e
sentivano niente. Dissero solo che i genitori ci sono sempre, ma per me
erano persone con cui condeividevo la casa, ma quella mancanza che si
trasmetteva da quei bambini per mefu così grandi che era
come se
avessi terrore che qualcuno in particolare potesse non esserci con e
per me.
E poi quegli animali... mi sentii come oggi come stordimento quando
mostrarono fattorie di pellicce e quelle bestioline così
strette
a ciambella che sembrava innaturale, che tremavano come
disperati
sotto l'acqua o la neve, mugolavano di sofferenza e io ancora oggi mi
domando perchè tutto questo, e perchè
la gente non
riesca a dire no, basta. Questa cosa no, è possibile....-in
un mondo in cui non pensavo a niente perch avevo scopi ne altro nessun
futuro nessuna prospettiva desideravo almeno qualcosa per gl ialtri se
si guarda epr le altre persone ci sono innumerevoli opzioni ma
è tardi mi accorda che dicevo sempre stessa di ricordare una
la rabbia l'odio sanno bruciare brillare pi dell'amore queste cazzate
il passato pu desiderare cambiarlo errore deve solo scegliere scelta
chiave del tirarsi su maniche sporcandosi mani cambiare l'avanti...una
aprire porta trovare prima volevo dare quel poco chi possedeva terzo
proprio angustiavo vivevo mentre altri meritavano perivano da ho visto
sentito ora metabolizzato cosa desidero scelgo l'opzione avvampare nel
mio odio rancore desiderio giustizia porter con me anche costo dannare
anima loro come lo sar mia tutti coloro danneggerrano questo vi abita
merita e far vibrare quelle stesse voci agonizzanti nella testa li ha
create=""-alzandosi....
"Lia" domandò alla fine dopo il ricordo "Posso capire il tuo
ragionamento ma..."
"Quante volte si sente dire che qualcuno non vuole vedere il corpo di
un parente per non ricordarlo come in quell'ultima volta, ma come si
conosceva? Bene, io no nvoglio esser ricordata per ciò che
non
sono. Io sono i lfrutto di ciò che la gente ha plasmato in
me.
La vera me è morta tanto tempo fa. Fa in modo che come
ricordo,
se proprio vuoi, sia la continuazione di cosa ho iniziato..."
"Intendi far paura agl iscienziati che sperimentavano su quegli animali
che teniamo chius, i possiamo dire per sempre , come punizione e che tu
tormenti, facendogli venire u n coccolone al giorno, comparendo dietro
i vetri con sguardo cattivissimo e carognissimo? O le tue minacce
di comparirgli in qualunque momento e fare come la strega
degli
incubi, che provoca la paralissi del sonno e resta a fissarli
negli occhi seduta sul letto? o in un angolo..." fece lui sorridendo
per poi spegnerlo vedendola sempre triste.
"Fai come vuoi ma non fermare mai nulla che possa salvare animali dai
maltrattamenti, esperimenti terrificanti come quelli, la tratta di
animali e umani per guardagno... ogni cosa che ho avviato. Non voglio
più snetire quelle urla terribili con queli occhioni
sconvolti
apertissimi e le convulsioni... no, per favore. Fallo finire. Quella
gente è finita nei sotterranei a sperimentare per noi come
salvezza dallo schifo che gli sarebbe piombato sopra, e l
osanno.
A quei due con cui abbiamo iniziato è finita che ovunque
scappano, la gente li riconosce e li vuol menare... con quale freddezza
si può prendere un animale debole e indifeso nelle tue mani
e
fargli quelle cose? O non vedere la gente finita per strada
come
fosse un niente o fargli del male, perchè ritenuti
spazzatura per la società? O la gente come me non maschio o
femmina, che non vuole sposarsi o avere figli o essere
semplicemente gay... il non riconoscere animali e persone. La scienza e
il progresso io li condivido finchè non si torni agli
esperimenti inconcepibili che sembrano da inquisizione. Si dice che da
quelle torture molti dottori abbiamo imparato molte cose sul corpo
umano, chissà come mai... ma resta il fatto che è
da
tempo che si dice che si possono sviluppare organi in vitro e... so che
non è la stessa cosa di un organismo completo ma basta!
Siamo
qualche anno dopo il duemiladieci e abbiamo creato molte cose che
possono aiutarci a studiare virtualmente e digitalmente le cose. Niente
più sofferenza ne animale e ne umana, ma anzi
dignità e
riconsocimento che ogni persona anche se appare diversa, è
una
persona. Basta bullismo, trattamenti inumani... "
"Quindi..."
"Quindi dimenticati di me. Conserva solo le mie azioni verso gl ialtri,
quella Mano che io non ho avuto tesa. la gente dirà che
nonostante tutto io sono indegna e ingrata per il poco che avevo... non
è così. Se avessi vissuto tra persone con cui me
la
intendevo, che sentivo vicine dentro di me in primis e non come
estranei fin dalle elementari, per cui no nprovavo nulla, che
mji
trattassero in modo diverso, ti giuro che non sarei stata
quello
che sono oggi. Mi si arrivava a dire che ricevevo da loro cosa
meritavo... meritavo! Cosa meritavo? Che persona sono allora?"
"Smettila con questi discorsi, perchè..."
"perchè sarebbe lecito chiedermelo. Ma ormai basta, se
chiudo
gli occhi la mia mente parte con la dissociazione con tute le cose
negative che mi sono venute in mente parlando con te. Questa musica,
straordinaria, il potere di un gruppo di perosne con degli strumenti,
di far provare queste cose è... straordinario.
L'umanità
sarebbe stata davevro meravigliosa senza religione di odio e
morte, e la brama del denaro e potere. Per colpa di bullismo
e
società quanto non ho vissuto e quanto mi pento dei rimorsi
che
mi venivano, se volevo comprarmi qualcosa da mangiare dopo
tanto
tempo per togliermi lo sfizio, ma poi avevo il terrore che mi
facessero i cazziatorni soliti e... mi sentivo uno schifo pensando che
io desideravo qualcosa di buono come una pizza, un gelato e poi
cèra gente che non aveva soldi per mantenere in casa almeno
la
corrente elettrica. perchè ad oggi ci sono ancora... e mi
domando io chi sono, per provare queste cose e cosa sono, una
eprsona buona o catrìtiva. Egoista o pretenziosa o... non lo
so.
Ma so per certo che il mio non riuscire a trovare un pò di
pace
e felicità qui, con cosa posso avere... non merito di essere
ricordata perchè sono stata si debole, ma per paura. paura
di
non essere all'alteszza, di essere un peso, una vergogna e ora guarda
cosa sono. E poi si lamentano dei teppisti e coglioni..."
"Lia..." fece lui dolcemente ma lei lo fermò
"Se tanto vuoi ricordare, allora ricorda Jd, ricorda cosa serve. Il
cuore delle persone. Anche quando me ne sarò andata, tu
ricordarai di aver fatto tante cose con me, sia per cambiare
te e
gl ialtri, sia il mondo. La Lia con la quale hai trascorso del tempo
non ha vissuto, alla fine invano. Ma solo perchè vi ho
incontrati. Quel giorno, con quella tuta e quel tatuaggio in mano, io
ho scelto la chiave per cambiare, ho trovato i lcoraggio di fare cosa
non riuscivo a causa dell'abitudine di una vita per me ingrata.Per la
paura di scappare e sapere che guardando indietro mi
odiavano.
Ricorda il tempo, Jd. Quello che scorre e si perde, e non si
può
più riprendere. Si, anche le scornate con Alaric, o cosa
hofatto
a quella gente. Il tempo è cosa distingue la nostra
esistenza,
su questo mondo, da tutto il resto. per l'universo noi siamo solo
istanti, baleni di un concetto di tempo per lui eterno e immutabile.
Lampi che poi scompaiono e niente, ne compariranno altri ma non saremo
noi. COntinuo. perpetuo. QUante migliaia di esseri sono apparsi su
questa terra definiti umani, eppure solo alcuni hanno lasciato traccia
di sè, per davvero, per non finire in quel vortice di
continuo
ciclo che è la vita, settorializzata da noi in mesi, anni,
decenni, secoli... La gnete pensa che continuerà a vivere
per
sempre nei discendenti, peccato che nel dna si è parecchio
stretti direi, con tutti quelli che hanno fatto zump zump solo per
assicurarsi una discendenza. Quando il mondo più della
discendenza, ricorda la persona in sè? Donne e
uomini che
hanno cambiato il mondo con i loro sforzi e personalità, che
hanno vissuto ed esistono sulla bocca di tutti più di quanti
figli hanno fatto. E una valanga che sono spariti senza traccia
perchè credevano all'idea di immortalità nella
discendenza ma poi puff, spariti dai ricordi e pure dai
cimiteri,
per far posto alla marmaglia che hanno contribuito a far nascere.Con le
loro bare se non depredate prima, con le ossa rimaste rotte e buttate
in urne. Ecco cosa sono stati, polvere invece di fare cose grandi per
il mondo e l'umanità. E di loro nulla... ora sono
io a
voler sparire, perchè non sono io completamente e per
davvero.
Ma se vuoi ricordare, lascia nella tua memoria i gesti, le azioni, il
tempo che ha lasciato materialmente le mie tracce in cosa ho fatto e
prosegue. Questo è ricordare... e se vuoi tenere quei
dipinti e
foto, fallo, magari metti in sottofondo Happy Birthday di quel gruppo
synth rock che mi fa andare, come Blue, là dove io
sarei
stata qualcosa. Tra qualche anno magari la gente che ho aiutato no mi
ricorderà come viso o nome, ma mi auguro che gli effetti
delle
mie azioni perdurino. Per me questo è più di
figli e
nipoti... mentre tu sei più per affetti e famiglia. Scelte,
ma
ricordati che il dna non è tuo al cento per cento, mentre
cosa
sei nell'anima, se ci credi, si... resta nelle cose e cambiamenti..."
"No, ROger, secondo me
per una statua
moderna il solo attrezzi elettrici è triste. Certo
è
facile, magari per rifinitura, ma Donatello,Michelangelo Buonarroti,
Benvenuto Cellini,Gian Lorenzo Bernini e Antonio Canova hanno lavorato
a mano le opere più grandiose e straordinarie ancora
esistneti.
Sono una bellezza e perfezione artistica senza pari, a mano con
strumenti manuali e non facilmente con segherole... andiamo. Capisco
che oggi è normale lavorare più con elettrico che
con
strumenti a mano, ma qui abbiamo orefici e scalpellini che da
quei bulini e altri strumenti, lavorano ancora a mano gioielli
inarribili a macchina. Vuoi davvero seguire la velocità ma
esser
meno di loro, se hai tanto talento?..."
la parte a destra del
trittico
prevedeva un gruppo di musicisti con vari strumenti, come violino e
violoncello, flauti traversi di varie dimensioni,a volte usati dagli
stessi nei cambi di spartito, e uno strano strumento che sembrava un
pianoforte ma era più piccolo e decorato come un quadro di
nature morte. L'altro lato, a
sinsitra,
cèrano dei soggetti seduti come gli altri ma senza
struimenti,
avevano fogli in mano, uno un tavolino secco e alto dove pareva
scriveva e altre persone. E alcuni di questi parevano cantare e
recitare qualcosa, mentre altri scarabocchiare e o disegnare e prendere
appunti.l.
I membri laterali del
trittico si
erano accorti dei nuovi venuti, compreso il violoncello che in quel
momento era l'unico a suonare qualcosa che a Gask pareva non lamentoso
perchè era solo i ltimbro dello strumneto, ma vivo e
allegro.
Con quel modo che aveva quello strumento di dare ai brani un sapore
quasi pesante. Per lui era così, se il violino sembrava
acuto e
spumeggiante, su di lui il violoncello era malinconico e il tono basso
anche in pezzi allgri e giocosi sapeva di... come spiegarlo? Fu
interrotto da Jd che parlava, che fece voltare Kianta dal suo strano
divanetto, con disappunto, che era troppo intenta a godersi la musica.
mentre lei fumava Gask si chiedeva come avevano fatto i ragazzi e
rendere quella pipa divisibile facilmente unita con un colpo secco e
Lubo rispose che era grazie a sezioni a incastro e a una mollache
ritornava in asse, avevano studiato la cosa tanto e ci erano riusciti,
non usciva nulla e bastava un controllo ogni tanto che fosse sempre in
funzione.
"Scusa se interrompo i
pochi momenti
di vacanza che ti prendi e solo quando ospiti questi artisti ma...
cè una persona per te"
"Ma io non aspetto
nessuno, ho
chiesto loro di accettare di esser qui a proporre i loro brani inediti,
o pere, quelli che preferisco o le le loro performance proprio
perchè non ho impegni. Alcuni di loro stanno anche
componendo e
altro adesso, ispirati dalla cosa, chi è che si
prende la
briga di piombare qui senza avvisare?"
"Veramente ha avvisato,
ma ho preso io la chiamata e..."
"Gli appuntamenti si
chiamano
così perchè prevedono un accordo antecedente di
almeno
qualche giorno, o un giorno prima, indicando luogo e orario. E adesso
che devo fare, lasciare soli i miei ospiti? Che Ospite sarei nei loro
riguardi?"
"Lo so, scusa, ma la
persona che deve
arrivare non...non puoi liquidarla così" attrando la sua
attenzione, che strinse gli occhi.
per parlarle Jd si era
portato
accanto al divanetto, ma un pò distante e Gask si chiese se
avesse paura che lo picchiasse con la pipa. per la lungheza di
questa, poteva. Vedendo quanto fosse urtata dall'apparizione
di
tutti loro, compreso il tizio che odiava ossia Gask, Jd
cercò di
prenderla per il verso giusto proponendosi di mostrare ad alcuni di
loro le sue abilità, ma in primis far vedere loro che anche
allo
Chateu potevano esserci soggetti meritevoli. Fu così che
prese
dal mobiletto che veniva tirato fuori con molti strumenti per gli
ospiti, se no navevano il loro, una chitarra classica e e prese a
intonare gli accordi che aveva strimpellato all'inizio quando si
annoiava. Sentiti da Kianta, li aveva migliorati fino a renderla una
base dvevro bella. Almeno a lei piaceva. NOn vi era un titolo, ma la
considerava con il nome di GemBee, inquanto a lei piacevano le api e si
diceva che ai fiori piacesse la musica e li stimolava. Così
per
ridere tra i capitani nel loro angoliuno nel bosco, fu sempre intesa
come gl iaccordi di Jd, la GemBee, nome che venne a caso mischiando
più cose. Veniva definita un
pò pop rock
e funk rock e lui lo faceva sempre con chitarra o basso, e si
stava spostando sul soul , smooth jazz per curiosità visto
che
nsuionava di rado. Ma a Kianta quel brano piaceva parecchio e come per
altre cose nelle feste, la suonava tanto.
"Mi auguro che la
persona che ha
osato interrompere un pò del mio svago e aiuto a perosne che
davvero meritano considerazione" disse lei mentre Jd stava finendo,
e uno dei musicisti si congratulava ..."valga e sia di
prim'ordine, perchè altrimenti sarò molto
irritata. Non
accetto che mi si scomodi per un omuncolo come quelli che si mostrano
untuosi con il Leader..."
"Credimi, quella persona
ha
necessità di incontrarti ed è una
di qauelle che
merita un benvenuto formale. Viene direttamente dalla sua Casa della
Seta di parigi e.." posando lo strumento
"AH! Quella persona..."
fece lei
comprendendo chiaramente che parlava della Casa di Madame, ma
usando il nome di quella che avevan o da loro, per non rivelare quella
privata e sotto silenzio della donna. Lei commerciava in piacere e
desideri, aveva un suo nome particolare ma stavano attenti davanti a
vari ospiti, sempre che non la conoscessero, a rivelare il nome reale
perchè potevano cercarlo online per curiosità,
"Capisco
allora che è doveroso che io le mostri il nostro miglior
benvenuto. E che mi cambi... Comprendo, granzie dell'avviso in questo
caso" mostrando però come titubanza e dubbio sulla presenza
della donna così all'improvviso.Kianta sbuffò con
eleganza, si alzò sempre in un certo modo, ma dopo aver
battuto
in una ciottola apposita sotto, in un angolo del divanetto e
fronteggiò Jd quasi alla stessa altezza, essendo questi poco
più alto di lei naturalmente, ma lei portava dei
tacchetti
di qualche centimentro. Guardò gli ospiti presenti "in
quanto a
voi, sarei lieta di ocntinuare dopo,ma comprendo che dovrete tornare a
casa vostra, sempre che non vogliate fermarvi di più, anche
se
sapete che potete usare internet e telefono solo da nostri
apparecchi..."
"Per noi va bene
fermarci, se va
bene. E per qualche giorno non è un problema, se possiamo
almeno
chiamare a casa per dire che è tutto ok" fece uno, seguito
dafgli altri c on assensi di testa e a voce
"Allora sarò
lieta di avervi
come ospiti, dimorerete in una sezione della tenuta per gli ospiti,
è appartata e tranquilla. Jd, dopo accompagna o dai
l'incarico a
qualcuno per condurli alla baia dei cigni per cortesia. E Hyacinthe..."
disse a un giovane uomo della parte sinistra del trittico "mi
piacerebbe vedere i tuoi bozzetti dopo e condurti all'esposizione dove
tieniamo le opere moderne e non. E per moderne intendo come
età
o anno di realizzazione, non stile. Ho apprezzato il tuo, di
stile, molto vicino a Francisco de Goya, e mi piacerebbe
finanziarti perchè tu continui e migliori maggiormente.
Inoltre
abbiamo a nostra conoscenza molte persone che sarebbero interessate a
dei ritratti, magari potrei anche intercedere perchè tu
continui
lavorando per altri. Intanto sono grata per i tuoi schizzi e il tuo
interessamento per alcune opere...."
"La ringrazio,
è molto gentile..."
"In verità i
o non sono
gentile. Io promuovo la bravura, le capacità, quelli che
molti
chiamano Doni di nascita... senza l'arte, la musica, i libri di vario
tipo no nsaremmo qui... io dono aiuto e sostegno a persone che possono
dare molto con ciò che hanno. Voi cantanti, musicisti,
compositori, scrittori, artisti, siete solo alcuni, cè un
altro
artista che per capacità sembra seguire la scuola di Jacob
Ferdinand Voet, poi scrittori di lettere, poesia, e..."
"Mi perdoni, i nostri
lavori... insomma, cosa ne sarà di cosa produrremo?"
"Semplice" rispose lei
alla donna con
fogli in mano "Le vostre opere avranno sempre il vostro nome e i vostri
diritti, ma sarete conosciuti tra persone che apprezzano cose che ormai
sono definiti.
Anche voi, Letizia,
siete drammaturga e scrittrice e scrivete per opere teatrali... create
un capovolaro e noi vi finanzieremo perchè sia messo in
scena
all'inizio tra persone amanti dell'opera e spettacoli... per
tuti
gli altri, la medesima cosa. Ora, se volete scusarmi, ma ho
un
altro ospite che necessita della mia presenza, voi continuate pure.
Kovacs, Zidgi..." ma non la fecero continuare, perchè tutti
e
tre uscirono dsal padiglione e restarono con gli ospiti per poi
condurli, se jd no poteva, quando lo avrebbero desiderato, alla baia
dei cigni. QUindi si avviò con la pipa tra le dita,
facendola
roteare, lamentandosi con Jd.
"Io trovo disdicevole
presentarsi con
così poco preavviso in casa d'altri, sapendo quanto lavoro
cè da fare...e tutti hanno necessità di qualche
ora
libera. Era da tempo che non ricevevo più artisti in
generale.
Cè mai possibilità di pace?"
"Ma smettila, fai la
bella vita e
pure ti lamenti... quella donna lavora più di te"
sbraitò
Alaric nel mezzo del gruppo e Kianta non si voltò,
ma come
faceva sempre teneva solo la testa di profilo, con gli occhi verso la
persona, con segno di disprezzo sul viso, ma non disse nulla,
finchè non furono dietro lo Chateau. Ppartendo dal
Padiglione si
seguiva i lcamminamento lastricato arrivando al giardino interno chiuso
da muro e cancello, e chiese loro di fare il primo benvenuto, mentre
lei si preparava.
Jd sospirò e
partì' per
il lato anteriore dell'edificio, un pò un'impresa vista la
grandezza dello stesso. Quando giunsero nella parte anteriore,
iniziarono a correre perchè si intravedeva già
per la
strada una macchina. Arrivarono verso il portone della facciata mentre
questa faceva una manovra per portarsi di lato, con le portiere verso
di loro. Si trattava di una Bmw M4 di fascia alta
versione
di punta della Serie 4, uscita qualche mese prima e che
Madame
aveva comprato con i proventi nuovi degli Accordi. Si trattava non del
lavoro base che già lei amminstrava, ma tutta la parte
proposta
da Lia per introdurre quel più , che permetteva loro di
presentare servizi particolari e solo per determinate categorie di
persone, così da entrare facilmente in certi
luoghi,
tramite il millenario potere della.
L'idea le era venuta in un video dove si vedevano spettacoli
molto ma molto osè, in una stanza enorme con un
palco, tre
sedie enormi che parevano troni e una platea. Una donna faceva
spettacoli sul palco davanti ai tre sui troni e alla platea e veniva
presentato come un momento rubato a incontri massonici e cosa vi
avveniva. Cosa fare quindi per avvicinarsi a gruppi e associazioni del
genere? Proporre non solo quello ma altro che loro cercano. Gli stessi
bibliotecari e bramini, i migliori che avevano inglobato
nell'associazione, erano specilisti in libri antichi, rari, perduti,
lingue antiche e morte che per problemi finanziari non lavoravano
più o con minimo reddito, con degli obblighi e clausule che
per
le informazioni che avevano, era vitale che stessero tranquilli. Ma la
vita allo Chateau a loro piaceva, venivano a contatto con testi ed
edizioni che anche solo sognavano, amavano tradurre, leggere, scoprire
e non avevano intenzione di tornare indietro. Ed ecco che come disse
Lia, bastava dare alle persone cosa volevano, rendere la looro vita
come la sognavano, e oltre la gratitudine non vorranno andarsene.
Certo, dare sempre un occhio o megli o due era meglio, ma con loro e i
testi pregiati e le consocenze, era possibile incontrare soggetti che
volevano avvicinare ma per altri era impossibile. Di collezionisti ed
estimaqtori cèra pieno il mondo,basta trovare il in che cosa
lo
fossero...
E
con Madame, altra
possibilità. Facendo prove con le due Case che avevano
allestito, ci si era spinti più in là,
presentando
spettacoli di stampo antico della tradizione sessuale francese come il
francesissimo Mouline Rouge e il meglio degli anni d'oro del
novecento, e l'altra faccia della stessa medaglia ma diverso,
il
Burlesque, che giunto in francia dopo l'america, era
diventato
sinonimo di spettacolo erotico più decoroso. Se il primo
francese era inteso in maniera più volgare, più
propenso
a ringalluzzire ogni persona che trovasse divertente ed eccitante quel
tipo di intrattenimento, il secondo arrivato di terza mano in francia e
divenuto quel che si conosceva per questo, era più ritenuto
sensuale e profondo. Il Burlesque
più che l'altro,
aveva inizato ad apparire in feste private e particolari
prorpio
perchè dava, senza eccedere nell'eccessivo, un
vedo e non
vedo meno buttato in faccia rispetto al famoso mulino rosso che era
sempre stato sinonimi di mecca del peccaminoso, con danze
iconiche di sessualità e divertimento spinto. Infatti gl
ispettacoli erano diversi e di natura differente per le due categorie e
avevano permesso a Madame e Milan di aiutare donne e uomini,
perchè cèrano spettacoli per donne, gay e altre
categorie, a trovare un lavoro senza vendersi come i servizi di Madame,
salvandoli dalla miseria, strada, e il peggio che accadeva. Vi cerano
ovviamente contratti appositi come gli altri, enon solo ballerini ma
tecnici e specialisti per le performance visive, con clausule
e
obblighi. Ma quei progetti avevano aiutato persone, avevano permesso
alla Raccolta, oltre le varie persone salvate e indirizzate verso vari
settori dell'organizzazione, di creare professionisti che potessero
brillare nei salotti, feste e incontri particolari organizzati segreti,
da essere a consocenza di più persone e interessare.
Così
da essere inseriti dove serviva. Per ridere Lia diceva
sempre a Madame quando all'inizio c he cèra ancora, alcune
persone erano state prese all'amo, che-le
lucciole hanno brullato cos intrensamente da attirare il re=""-.
Nel senso che i membri di quelle categorie avevano sbaragliato contro
altri gruppi che venivano chiamati per quegli incontri, da aver
richiamato con la loro luce l'attenzione delle persone giuste. E per
non farsi mancare nulla erano specializzati anche in spettacoli e danze
ispirati a popoli antichi. Milan stesso
organizzava feste
a tema, con abiti in stile antico in base al periodo o tema, come un
carnevale da sogno fuori stagione, molto apprezzate e frequentate, dove
inseriva quei corpi di ballo, cantanti e artisti che impressionassero
le persone gisute da consigliarle ad altre.
"Una
donna
che sa dare, può entrare oltre il possibile per altri"
soleva
dire, per poi però specificare in tono amaro "Seppur,
ammettiamolo anche s eper loro non è così,
è pur
sempre forma di schiavismo in un certo senso. Anche se pagati e
trattati con rispetto che mai prima, le vostre ragazze come questi
nuovi artisti che lavorano per noi, non sono altri che mezzi per
giungere a un fine. Non è forse schiavimo? . Rabbrividisco
ancora ora per questo concetto ma è la verità, e
anche s
eio mai lo avrei fatto, meglio la morte, a volte mi fa male vederli
andare in mezzo a gente che sembra e si comporta in un certo modo da
meritare quasi rispetto e ammirazione, e poi cosa fanno e a cosa
presenziano di nascosto... odio questa gente e noi che gli mandiamo
persone migliori...mi fa male, ma Milan dice che chi lavora per noi
come tutti gli altri, preparano le basi per il cambiamento e che, anche
se con contratto, vivono come Signori in confronto alla
società
lò fuori. Ma basta, ciò?"
"Non
ti
angustiare, mia cara" rispondeva tranquilla Madame "Le mie ragazze, e
ora ragazzi, sono tutti professionisti che fanno quel mestiere
perchè amano cosa fanno. Non per necessità, per
obblighi
o bisogno di denaro. Anzi, dopo che hai loro parlato, si son decise a
prendere parte dei loro guadagni, davvero buoni, per aiutare ragazze e
donne in difficoltà. Tramite i vostri centri informatici
sono
stati scoperti molti soggetti che in chat sexy, siti porno o altro,
lavoravano per bisogno. Di nascosto anche, per arrivare a qualcosa a
fine mese senza dare dispiacere.... Così avendoli contattati
e
aprlando con loro privatamente, si è potuto catalogare chi
aveva
encessità di denaro e avrebbe voluto smettere , ma non
poteva, e chi... adorava quel che faceva. Così le
ragazze
ogni mese fanno una colletta per aiutare le altre che soffrivano nel
fare quel mestiere perchè possano studiare, mantenere un
caro
malato, pagarsi cose necessarie e avviarsi a un lavoro più
decente e giusto. Sono rimasta impressionata dalla cosa, ma se quelle
ragazze aiutate riescono, puoi ritenerti soddisfatta e andartene senza
rimorsi, almeno alcuni di quelli che avevi..."
"Solo
una minima
parte, l'altra... verrà via con me. Mi auguro che
questi
aiuti per chi ne ha bisogno e soffre nel... fare quel mestiere siano
continuati dopo la mia morte. E che anche voi, Madame, che facciate
qualcosa per chi è stato meno fortunato" facendo ondeggiare
il
vino frizzante rosso e lucente nel suo bicchiere, guardandola negli
occhi
"Ovviamente.
COme
tu hai chiesto, ho devoluto parte dei nuovi guadagni in borse studio di
vari tipi per ragazzi che ne avessero bisogno... tramite le
persone che si occupano di questo che avete mandato in giro, ho
scoperto molti ragazzi e ragazze che mai potevano studiare per
povertà, disagi familiari varie e... continuerò.
Permetterò a chi non può, per evitargli una vita
di
vendita del corpo, e dar loro dignità, come come la vedo in
me,
nonostante il mio mestiere e quello delle mie ragazze non è
molto ben visto. Almeno, i perbenisti. Molti altri invece, seppur
fingono di essere brave persone, rette, religiose poi... invece hanno
più fantasie, desideri, voglia di provare degli altri. Come
si
dice? Più costringi una persona in una gabbia per
l'apparenza e
la religione, più quella cercherà di scappare e
diverrà, come dicono molti clienti, un troione da
combattimento,
anche se lotta con se stessa per nasconderlo. Ma chi vive oppresso
senza modo di sfogare cosa è, finisce per
scapppare e fare
tutto ciò che gli era proibito senza freni. Ecco
perchè
capisco il tuo malumore per le famiglie. E poi la superstizione... come
è andata con le prime maledizioni, Veròna..."
sorridendo.
"Ah quello... è divertente. Ieri ho dato a uno stronzo
strozzino
un ultimatum, o cambiava metodo o avrei reso lui parte del Gioco. E il
gioco è non schioppà... a parte gli scherzi, gli
ho detto
che se vuole continuare a vivere deve fare una cosa dopo domani, da
solo, senza i suoi uomini o era squalificato per dimostrarmi che
è una persona del fare anche con le sue mani, non fare lo
stronzo con i muscoli degli altri... devo dirle quanto si son bagnati i
pantaloni o sorvoliamo? Ah, e grazie per quella casetta isolata un
pò abbandonata. Ottima per essere la dimora della strega,
già sulla bocca di tutti, che abbiamo modificato parecchio
con
varie trappole, camere, proiettori ect ect dove io giocherà
per
gli stornzi che vogliono farmi paura, un Gioco che prevederà
o
la loro vita o un numero proporzionale di dita mancanti... devo
decidere..." sorrise carognamente, mentre Madame la scrutava.
Sedeva
secondo
galateo, le gambe perfettamente allineate,avvicinando ginocchia e
caviglie, inclinando leggermente da un lato, a prescindere
dall’abbigliamento che si portava.Come Madame
indossava
sempre tailleur e completi di gran gusto, non poteva non sorridere nel
vedere lei vestita quasi allo stesso modo e cosa appariva. .
Quando era a,
indossava sempre gonna un
centimentro sopra il ginocchio, uno stile classico ma di
taglio
moderno, con colori che la risaltravano e si adattavano a lei. E come
Milan erano sempre abiti fatti su misura da ottimi sarti sia francesi e
italiani. Il motivo per cui andavano d'accordo, riguardava il
modo di porsi. Per i lsuo lavoro Madame era una psicanalista e
psichiatra. Per davvero. Grazie ai proventi del suo lavoro prima e poi
come Madame, era stata in grado di studiare e laurearsi, mettendo in
pratica le sue doti naturali co lo studio, così da osservare
e
cogliere elementi utili per servire al meglio i suoi clienti. Che non
erano solo uomini, ma anche donne, gay, lesbiche e chiunque volesse dei
servizi di accompagnamento ecome
la
chiamava lei, che soddisfassero ogni tipo di persona con il personale
giusto in un ventalgio di soluzioni interessanti. Sapeva trattare le
persone senza giudizi o commenti piccati e offensivi, anzi portava la
verità in modo elegante ben studiato, era verace
all'inglese,
come soleva dire. Appariva professionale, educata, come la Regina
Elisabetta come rideva sempre Milan, sapeva come porsi alle persone per
tenerle come clienti e sorte di amici. L'amicizia,
se
così di poteva chiamare, tra Lia e Madame era il risultato
del
carattere della prima che preferiva le persone come la donna con cui
conversare, studiare piani, scoprire cose. Non si somigliavano come
carattere, Lia come un lupo pronto a scattare, in una calma prima della
tempesta, con umore regolabile dal fastidio che altri o le situazioni
portavano, calma e riflessiva ma pronta a scoppiare con uno sguardo
come se vedesse una cacca che aveva insozzato il pavimento. Madame eraq
tutto l'opposto, non era donna d'azione o simili, e si divertiva a
spiegare, raccontare e mostrare a Lia molte verità
sull'intimo
delle persone, molte volte nascosto con profodonda sofferenza a causa
delle società, e tutto ciò che lei non conosceva
per
quanto riguardava la pratica.
Passavano molto tempo nel salottino con tè e pasticcini, o
uscite insieme portandosi il pranzo o lo spuntino in scatole di
cartone, per uscite nelle campagne inglesi o francesi a incontrare
persone chiave. Madame mostava a Lia come si svogleva il suo lavoro e
cosa e come lei si comportava in ogni evenienza. A volte
però il
carattere prepotente di Lia usciva, nel senso che le veinva spontaneo
senza realmente volerlo ergersi ad elemento di testa di una situazione,
e seppur con Milan la cosa funzionava, con persone che trattano Madame
per sesso e piacere, il cercare di comprender equelle persone con
domande e discorsi per studiarli, non sortiva lo stesso effetto. Si
poteva dire che il cercare di Lia di comprendere motivazioni, sfoghi,
interessi e desideri della gente discutendone con loro non piaceva a
questi, visto che inizia una discussione in cui lei metteva il suo
punto di vista e gli altri il proprio.
Poi, Madame l'aveva indirizzata su osservazione e studio direttamente
nei luoghi di lavoro. L'aveva
condotta nelle Velvet room, le Silk room, le purgatory room, stanze
adibite a tipi didiverse,
sopratutto l'ultima serie ispirata al purgatorio, destinata
al
bdsm e gusti particolari. Tutte quelle stanze erano nel sotterrano
della Casa di Madame, già una costruzione bella grande e
isolata
intorno da un piccolo giardino che girava intorno, che garantiva
privacy ma anche un sotterrano bello ampio, più della casa,
dove vi era l'ambiente vero e proprio del suo mestiere. La
casa aveva pian terreno e piano superiore. Era stata modificata in modo
che al pian terreno vi fosserodi
Madame, ogni stanza era destinata a ricevere persone nuove o clienti
soliti, con specifici interessi e prestazioni. Così IN base
alle
categorie delle stanze vfi era un piiccolo, elegante e comodo
salottino, dove se impqagnhata, si attenedva qualche minuto, in base
alla stanza lei sapeva il tipo di cliente che doveva incontrare e
grazie a fidsate cameriere, serviva liquori o altro e dolci fatti in
casa qanche all'inglesem, all'italiana e altri luoghi per farli snetire
a casa. Al piano superiore le stanze erano predisposte come spogliatoio
dove i clienti lasciavano i propri, così da tenerli puliti e
lindi ed evitare sporcizia o ritrovarli con qualcosa indosso, la
discrezione prima di tutto, e potessero fare odccia o un riposino prima
di andarsene. Due ascensori, ricavati da due stanzini ai lati opposti
della casa permettevano lo spostamento tra il primo piano e la sezsione
nascosta al posto delle cantine. Un ascensore per scendere e l'altro
per rientrare, con delle persone al piano primo o sotterraneo che
gstissero e controllasero il flusso di persone e facessero da Virgilio
per quei luoghi. Maq non era tutta farina del sacco di Madame. QUella
casa era stata comprata e arredata con molta velocità da Lia
per
lei perchè potesse espandere il suo.
Madame aveva già il suo edificio in un'ottima zona parigina,
mentre quella casa era nella periferia metropolitana,mentre un tempo
era considerata casa di campagna per ricchi. La casa era
metà di
Milan e metà di Madame e vi accompagnavano le persone che
servivano a Milan perchè come diceva sempre Lia, qualsiasi
mondo
si vuol creare, ci saranno sempre persone che vorrano guadagnarci per
sè, e a volte trattarle come con i cani con i bocconcini per
vederli felici e scondinzanti era tutto. Madame
si divideva
la giornata quindi tra i due edifici, e per persone imnportanti per
Milan o le visite di Lia, le riceveva personalmente. E visite
direttamente in casa dei clienti per un ambiente più a
vantaggio
di questi, dove proporre, studiare e comprendere altri modi per far
interessare i clienti, sia suoi che di Milan.
"Il
mio tempo sta
per terminare Madame, ma voi lo sapete già. I cinque mesi
sono
quasi agli sgoccioli, grazie ai veterani ho imparato le cose che un
tempo avrei tanto voluto studiare, ma per mio padre era
importante la musica, seppur mi sentissi disperata, sola e in un
incubo, tra persone che vedevano che io ero inutile con essa e non
portata... ho ancora gli incubi per quei momenti, sensazioni, quel mio
sentirmi in un posto non a me adatto, alle persone che mi trattavano
malissimo davanti gli altri perchè per far felice la
famiglia ho
sputato sangue quasi... e quando mi sono ammalata, la cosa che poi ha
detto è stata -perch
è per sicurezza personale non fai qarti marziali=""-.
Poi la gente si domanda come mai vengono attacchi omicidi dentro le
persone sfociando nel disastro... quando non potevo ormai muovermi, se
ne è uscito così, dicendo che mai mi aveva
vietato
prima... e ora che ho potuto studiare, imparare quello che mi
necessitava anche per i test per David, ma mi ritrovo con un
vuoto, quel qualcosa di intangibile dentro e profondo e nero come
l'universo, e capisco che sono davvero troppo rotta per
essere
salvata, curata o altro. Quello che mi preme è
sapere ed
essere sicura che le vostre parole non siano aria, che non si perdano
nel vento senza restare un atto. Un gesto o atto è
più
grande e capace di smuovere e cambiare delle sole e mere parole. So
bene che i soldi rendono stupidi quasi tutti, io per fortuna no, seppur
usi i soldi che Milan di mette a disposizione per fare delle cose. Come
questo luogo, la Raccolta, i cambiamenti. Ma è anche vero
che
senza il gatto, le cose tornano a prima che vi fosse lui, come i centri
d'accoglienza per senzatetto e persone bisognose, che da luoghi di
aiuto e sostegno dallo schifo che è la società
cieca e
stupida, cambiarono in luogo di business dove sono più in
pericolo là dentro che fuori... ecco perchè molti
hanno
terrore ad andare in quei centri e preferiscono rischiare in strada.
Molti si comportano come fuori di testa quando sentono che sono
mandati in quei posti, come se avessero subito o visto cose
orribili. Ma dopo di me, chi continuerà la cosa?"
"Sono
sorpresa
anzi, di sapere che Milan non vuole tenerti ferma dopo cosa hai fatto a
quella gente. Voglio dire, scoprire dai resoconti di polizia di un
gruppo di disagiati che rapinano, facevano del male in autobus o per
strada. E così ti sei finta un povera ragazza che camminava
sola, anche se quei tre ti tenevano d'occhio e quando hanno tentato di
fare qualcosa, li hai pestati così tanto e hai postato le
loro
foto e video online che secondo me se son scappati dalla
città
è tanto..:"
"meritavano
di
più ma MIlan mi aveva detto di fare le cos econ moderazione.
Ho
solo fatto sentire su di loro la paura e terrore che provavano le loro
vittime, anche mostrandomi intorno a casa loro, e ho denunciato con
tanto di foto segnaletica e info quei tizi così la polizia
si
decide a intervenire e la gente sa a vista chi sono"
"Però
ancora oggi si portano dietro il rimasuglio del tuo intervento. Per non
parlare di quei cattivoni di papponi, come sono rimasti e la
liberazione di tutte le loro ragazze. Ma sei sicura che sia bene far
sentire anche a loro il risultato del loro... come posso definirlo?"
"Far
prostituire
qualcuno a forza, drogando o picchiando o peggio, non ti evita il
provare cosa significa essere di fatto violentati, perchè
quelle
ragazze lo sono, costrette a darsi ai clienti. E visto che molti
stronzi pretendevano il lato B, che questi imprenditori sulla pelle
degli altri provino lo stesso. E tutti i clienti sia nei telefoni che
quelli che si appostavano prima e dopo, chiedendo loro di fingersi
ancora signorine di strada per prendere la feccia... se lo ricorderanno
a vita, visto che le famiglie, tutta, ha ricevuto foto e info con la
scritta molto chiara del-facile rispettare o cercare di farlo le quando
ci sono parenti altri che si possono violare se lui e voi continuerete
a fare quello è visto sfruttare donne disperate abusate loro
insilenzio senza denunciarlo cambiando modo ragionare in molti vedranno
informazioni avete mano adesso ogni paese del mondo la prostituzione
legale pagano tasse per pensione meritano rispetto chi continua
mantenere i business quella feccia papponi solo perch danno qualche
decina euro meno ve lo faccio il culo come un secchio disse
lia ridendo vedendo madame sospirava=""--
-
"Sono
lieta che
che adesso il mio mestiere sia legale e riconosciuto, anche per le
ragazze. Tuttavia, seppur il mio lavoro, ritengo che sia un
pò
eccessivo che quella gente subisca su di se cosa hanno fatto... non
è un pò eccessivo?"
"No!
Un abuso
fisico passa, come accade per le donne che hanno sfruttato. E se provo
io terrore e paura per una simile cosa, cosa significa provarlo? Per
questo voglio che loro comprendano sulla loro pelle cosa significa quel
che fanno..."
"Come
quando ti
sei finta cameriera in alcuni hotel e simili, per verificare se le voci
di abuso fossero vere, quindi vi fossero vittime?E che si, anche tu sei
stata approcciata, per non dire peggio, ma hai finto
paura..."
guardandola, mentre Lia aveva gli occhi calati dentro la tazza
" e
quei soggetti si sono ritrovati in ospedale in base a quanto hanno
reagito a te, i tuoi atti e al tuo sguardo... spalle slogate, braccia o
gambe o costole rotte, fino a pene con forti traumi per quelli che
erano così folli da cercare di farti del male. Per quanto
grossi
e pericolosi, nulla è possibile se tu sei addestrata in quel
modo. Peggio se tu indossavi quelle divise da maid da hotel e hai un
reggiseno apposta con cui picchiarli o strangolarli. Ancora non consoco
il funzionamento ma toglierlo velocemente in un secondo e usarlo contro
di loro... ammetto che è divertente! Ritengo che sia molto
pericolo, per gli altri, che tu abbia questo accessorio ma... il mio
dubbio, mia cara amica, è comprendere quanto ti è
costato
superare il tuo terrore di essere toccata, oltre che avvicinata e
dargli cinque minuti di vantaggio facendogli credere che tu fossi un
povera ragazza debole. Hai avuto forza, ti ammiro"
"In
verità"
rispose lei, fissando sempre dentro la tazza "non è stato
per n
ulla facile, in alcuni momenti mi sentivo come quelle volte con
Rò e una scarica di terrore mi percorreva le vene. Ma
guardando
quella gente schifosa in faccia l'odio, lo schifo, l'idea che per
questi soggetti tu come donna non vali niente... è giunto
prepotente, prorompente e il guardarli negli occhi mentre subivano,
come le loro vittime, mi aveva fatto uscir fuori dal terrore. Non
è passato, ma il solo fatto che agivo per fargli
molto
male, ha aiutato. Ma non significa che abbia superato la cosa. Non
accadrà mai più, il credere a qualcuno e poi
trovarmi a
dovermelo stacacre di dosso perchè pretende quello. Posson
star
freschi per me, mi è bastato cosa ancora mi porto dietro!"
"Tuttavia,
se mi
permetti di ricordarlo, quando tu sarai andata, nascerà
un'altra
persona. Non hai timore che questa possa..."
"Io
lascerò
il posto, anzi il corpo, ad un'altra me che deciderà e
sperimentarà a sua discrezione. Io mi fermo
perchè sono
incapace di risalire la china, da troppo male e quei terrori mi hanno
distrutta più di quanto le persone comprendano. Non sono me,
non
hanno sofferto quello che ho sofferto io nelle mie condizioni. Mi sono
sempre sentita rifiutare, trattare male per poi ricordarsi di me quando
gli altri avevano bisogno di quel che sapevo e potevo fare. Allora
riconoscevano qualcosa, ma successivamente di nuovo schifo. Io sempre
da sola, io che non trovavo interesse come le altre nei fidanzati e
queste stronzate da gente ritardata... mi spiace dirlo ma alla fine me
ne frego e lo dico, solo la gente ritardata può costruirsi
una
vita basata su uomo o donna da sposarsi, mqatrimonio importantissimo,
figli o non sei una persona completa o non hai come fanno sempre a
dire, un frutto d'amore... bla, bla blaaaaa! Tutto ruota intorno a
famiglia, famiglia, figli, invecchiare e desiderarre nipoti obbligando
gli altri a farli. E poi la persona che ti ordina, come successe quasi
a me, di fare sesso altrimenti era chiaro che non volevo bene, che no
davo dimostrazione di ninete e si sentiva abbandonato... ci sono stati
momenti in cui ho desiderato tante cose ma poi mi son detta che se la
sbrigavano loro con le loro stronzate. Io per avere qaualcuno vicino
devo dismotrare cose, come se non glielo avessi mostrato molte volte.E'
vergognoso, come le dimostrzioni di affetto o amore fossero tangibili
come le scopate e basta. Io non so cosa provavo per
Rò,
perchè era l'unica persona la cui vicinanza fisica non mi
dava
fastidio. Per la prima volta sembrava bello avere come amico una
perosna che volevo abbracciare o avere vicino. E poi nacque l'odio.
Dopo tutto ciò che avevo fatto per lui, ceramente per
aiutarlo
nei momenti neri invece lui mi rimproverava per tutto e mmi faceva
sentire come la mia famiglia... dovevo ancora dimostrare fargli fare
quello schifo, come si dicenel mio paese 'sto cazzo!"
"Gli
uomini sono così, si aspettano come dimostrazione quello.
Non puoi giudicarlo male..."
"SI
sbaglia" fece
Lia anteponendosi all'intervento della donna "Dopo tutta la mia vita
scolastica orribile, motivo per i lquale odio quando la gente
piagnucola che vorrebbe tornare bambina e stronzate simili, io provo
solo repulsione nel tornare a quegl ianni. Il vuoto della mia stanza,
la notte seduta davanti la finestra o sul letto a immaginare una vita
diversa. Una me meno terrorizzata dalle reazioni sempre violente dei
suoi, a volte per stronzate che potevano benissimo essere insegnate in
altri modi che botte, urla per settimane, punizioni senza un vero senso
istruttivo. Tu porti solo sconvolgimento perchè non
comprendi,
odio,r ancore, voglia di vedere cose su di loro perchè
capiscano
e poi ti senti pure stronza per pensare certe cose. Io non capisco come
fa la gente a figliare se non è capace di comprenedre se
stessa
e la loro vita e insegnare a un essere vuoto. Tornare bambini, ma anche
mai! E Rò, l'unico di sesso maschile per cui ero contenta di
averlo consociuto all'inizio, quando parlava con me in chat o a voce al
telefono mi sentivo come se la mia vita fosse cambiata. E poi
iniziarono le cose....
"..."
"Le lamentele, recriminazioni, accuse di non volergli più
benbe
solo perchè non mi sentivo, non volevo proprio, avevo
terrore di
quella cosa e lui che mi forzava anche di sua mano a togliermi i
vestiti, a fare questo o quello. E poi la rabbia e
i rimproveri
perchè non gli davo affetto e conferma di cosa provavo. E
così compresi perchè molte relazioni e matrimoni
fallivano... Non l osapevo neanche io cosa provavo e come mi faceva
sentire male la prospettiva dei doveri che tutte trattano come da fare
e basta. E le sole dimostrazioni sono dargli te come un giocattolo
anche se non ti senti, avverti che non è cosa che vuoi e...
quel
regalo che gli feci col Mazinkaiser che gli piaceva ed erano soldi che
avevo messo da parte dei nonni, dopo che ero riuscita a tenermeli io,
invece dei miei che se li fregavano sempre. Quello non vale, vero? I
pezzi di computer che non usavo più perchè gli
serviva
aiuto, dopo che ebbe problemi a lavoro quei soliti tagli al
personale e mi trattò così male perchè
i ltizio a
cui li aveva venduti andava dicendo che un pezzo non funzionava! Inveec
di grazie per l'aiuto, altro che la sua ragazza che parentesi ancora
aveva e che non faceva...! Insomma, a me non iteressava
perchè
non volevo prenderlo, averlo, o fregarlo a nessuno. io volevo
wqualcubno che restasse al mio fianco senza che vi fossero obblighi per
tenerlo con me o dimostrazioni... le dimostrazioni! " con schifo e
rabbia "Già mi ero incazzata non poco per la questione che
lei
cèra ancora, preovavano ancora nonostnate lei fosse una
stronza
spocchiosa. Quella lì era come le mie compagne melmose, che
riescono sempre per l'apparenza a trovare lavoro senza
università, ottimo, ben pagato e tutto, perchè
sapeva
apparire in un certo modo mentre alle spalle sapeva attaccare la gente
senza lavoro dicendo che stando in sua compagnia tra amici, che
lavoravano, era vergognoso. E altre cose. Dopo quel regalo, la tariffa
che mi ero fatta coi miei soldi per pagare poco telefonandogli, quei
pezzi per avere il fondo per il suo progetto alla faccia del lavoro
subordinato... dopo l'incazzatura che fece contro di me per quel pezzo
, a dire dell'acquirente non funzionante, fu un crescendo di cose che
inizarono a starmi sui marron glassè. E alla fine quelle due
volte dove cercò di obbligarmi a-dimostrargli
che gl ivolevo bene=""-basta,
vai al diavolo. NOnostante per tutto il tempo gli avessi detto
chiaramente che, anche ammesso avessi deciso di accontentarlo
come volev aper una cosa a lui, mi vevnia la pelle d'oca, avevo
problemi a respirare, mi veniva un'agitazione che spiegarla
è
difficile al epnsiero di fare cose... non riuscivo e non riesco a
provare niente di quello che la gnete descrive, come se fosse una colpa
ero attaccata anche per questo... o quando cercava di farmelo
fare, e io volendo solo scappare, dicevo no e venivo trattata male. NOn
gliene importa a nessuno di me, di come mi sento, non ha fatto niente
nessuno come io invece facevo per aiutare e... io non sono empatica, ma
per tutti io dovevo consdierare e fare cose se avevano bisogno. I miei
bisogni, nessuno!"
Si
alzò,
posando con eleganza e certi movimenti con le braccia che avev
aimparato, andando verso la finestra dando le spalle alla donna, la
quale rimase con la tazza del tè in mano a guardarla.
"E'
così
difficile esser ascoltati? Credevo che lui fosse l'unico che lo facesse
in tutta la mia vita. Quando invece non era così.
La casa
dove sono stata costertta a vivere, anche se volevo andar
via,
era la prima cosche pensavo in quei momenti, e per me non era Casa.
Quindi che vuol dire?... QUindi dovrebbe essere facile capire quanto
disagio e terrore provassi... volevo solo andarmene e tornamene dove
stavo sempre, chiudermi in camera e star lontano da tutti, in primis da
lui e dagli uomini... appena mi metteva le mani addosso per
farmi
fare cose che mi facevano star male e io mi allontanavo, anche lui a
urlare e lasciarmi sola nella stanza. Stavo male, proprio mi ritrovavo
a tremare e l'unica cosa che lui faceva era urlare contro di me, come
cieco, come tutti. NOn sorrido alle cavolo di feste in famiglia? Sono
maleducata e vergognosa, non che cè un problema. Esterno
anche
urlando i miei malesseri, i miei problemi, cosa hanno fatto e non per
farmi star male? Nessuno sente niente, mi si diceva che non avevano mai
sentito nulla e no nsapevano. Ti dico dall'inizio che l'idea del sesso
non mi piace, parlarne ok se proprio vuoi, ma ho seri problemi quando
mi si avvicinano o mi toccano... no, sbraitiamo contro icendo
che
no nsono come le altre, cosa detta da mia madre e altre
eprsone ,
che le altre facevano, dimostravano e io no. Ho smesso di sorridere
definitivamente per causa della famiglia, di Rò,
della
gente che mi ha tolto tante cose, ma sempre tutti a
rimrpoverare.
Sei maleducata con la famiglia. Fai un sorrisino oggi che è
festa. Le foto rovinate a causa tua che non sorridi. Ci rovini i giorni
di festa col tuo muso lungo. Sei deprimente. Sei...Sei... le persone
che sembravano meno stronze come quella ragazza appena iniziata
l'univesità, e io non sapevo come comportarmi
perchè pareva davvero gentile. Invee sono sicura che creedva
fossi strana o altro, che non volessi stare in sua compagnia quando
invece avevo terrore di mio padre e mia madre che dopo le sette di sera
non si esce più, a meno che non sia le cavolo di feste o
stronzate religiose, seppur una o due volte l'anno. Poi urla
e
casino perchè non avevano intenszione di accompagnarmi,
uscire
ancora a causa mia, e niente macchina. E' pericoloso di notte da sola.
E così rifiutavo di andare a quegli inviti e poi queste
sparivano. Come con le insegnanti non si discute o si parla come invece
faccio con la persona, per capire. NO, sei secondo me una mela marcia
anche se non è così, statti nel banchetto singolo
a solo
proprio, in fondo alla classe. Isoliamo, nonostante fossi io
quella trattata male. Ascoltiamo quelli che mi facevano cose e non
me, disperata. Non trattiamo più quella persona
solo
perchè sembra strana... che vita schifosa e per direche col
cavolo io rimpiango il mio passato e infanzia, i dottori mi guardavano
come se fossi pazza, ma no nsia mai che si chiede veramente e si
comprende. E poi Rò, volevo solo un pò del suo
tempo, se mi voleva bene e gli paiceva stare in mia
compagnia, e invece è solo stato schifo e terrore
ulteriore. Mai piu ho deciso e l'ho allontanato. E poi loro, Ric e
Zay...."
"Eppure
quel che vivi adesso, non ha aiutato?"
"Sembra
strano
dirlo ma devo moltissimo a Milan, più chea a tutte
le
persone conosciute nella mia vita. Me ne frego se sono la sua cavietta,
mi ha lasciato libera di fare delle cose e mi ha sempre trattata con
rispetto, considerazione, dandomi valore anche quando non ne ho
veramente. Quanto ha fatto e fa lui... dopo di lui mi viene solo
quell'insegnante di pianoforte che ebbi per u n anno solo, e
poi
tornai a esser trattata come stupida e incompetente dagl iinsengnanti
di musica. Anche lì, non si chiede o si approfondisce la
cosa
per i tuoi dubbi, tratta da schifo una persona che si spacca la schiena
per far contenta la famiglia, anche se tu arrivi per questo
ad
ammalarti... non chiedere, rimprovera, tratta male, fai sentire
inferiore come fosse una zucca vuota invece di una persona che non
è portata, ma è lì per
volere della
famiglia... nonostante questo posto, cosa fa Milan, cosa mi ha dato che
non avevo mai avuto possibilità di avere e il suo rispetto,
da
uno sconociuto per giunta... anche questo, sto male dentro, mi sento di
troppo, incoerente con questo mondo. E non parlo per incomprensione e
altro, come poteva accadere a grandi figure del passato che hanno
sfidato tutto... Come Amelia Earhart per citarne una o altre grandi
donne che hanno rischiato anche galera e la vita , per dimostrare che
le donne non sono solo incubatrici e zucche vuote... no, o avrei
lottato, affrontato come ho fatto. Ma cosa mi si faceva nell'infanzia,
come si comportavano e le loro parole, quelle parole e frasi
che
mi rompevano da portarmi a credere di valere niente... io non riesco
più ad andare avanti nonostnate tutto e quidi significa solo
una
cosa, io non sono riparabile. E quindi perchè continuare?
Quante
persone muioiono in mille modi e nonostante abbia seguito le credenze
becere io abbia pregato, per dare questo corpo a un'anima che la
meritasse, così da non soffrire più
così come
anche adesso, nulla. E mi sono convinta che ne le religioni, ne Zay
avessero ragione, Non cè nulla oltre il materiale. E sono
così stanca... e poi vedo i vostri clienti, Madame, che
cercano
come disperati qualcosa che sono, vogliono, che gli serve per sentire
che sono ancora vivi, umani, per sosddisfare bisogni che devono celare,
e mi sento ancora più triste. E poi penso a RIc e Zay e
quanto
di becero hanno detto e quanto odio anche per loro ho iniziato a
provare..."
"hai
detto tu stessa che fossero in buona fede, no?"
"Eh..
maa nche
così, loro come gli altri, per dire certe cose, non mi hanno
ascoltata davvero. Si sono pure offesi perchè ho criticato
oltre
che esposto il mio odio, per la lista della spesa come la chiamo
io, della vita che cercano di inculcarti. E loro si sono
sposati,
hanno fatto figli, hanno fatto cose della spesa con l'idea che
relazione, matrimonio, figli siano cose grandiose, non accettando la
mia repulsione per queste cose. Perchè una votla che ti
sposi,
sei vincolato da un pezzo di carta che per tutti gli altri è
legge. Ci sono donne che con la madre vanno dai mariti a chiedere scusa
per non averli considerati abbastanza, perchè
andavano a
infilare il loro coso in altre donne. E la mancanza era della moglie!
Cosa siamo nel milleduecento dove la donna doveva inginocchiarsi e
chiedere perdono di non essere abbastanza giocattol oda monta? Mentre
lui rompe tranquillamente i voti e va bene, perchè
la
società dice che all'uomo è concesso? POi quando
la gente
si sposa cambia, diventa un'altra, peggio quando figlia. E la lotta
continua nel dimostrare che sei come la gente vuole che tu sia. Cosa
non puoi più fare, essere... vedono la lista della spesa
come un
raggiungimento obbligatorio e qualcosa di fenomenale, mi
dicevano
da piccola che il giorno più bello della mia vita sarebbe
stato
il matrimonio, e io lì a chiedermi cosa
cèra di
bello se prima e dopo cèra la relazione ed era solo un pezzo
di
carta che attestava proporio che uno era dell'altro. Fare figli, tranne
alcuni casi naturali, tutte figliavano pure quando non volevano o
dovevano. Che cosa miracolosa! Così come quando viene il
ciclo e
deve essere detto a tutti come una cosa meravigliosa, quando
è di ogni donna! Quante stronzate. Siamo esseri
umani e
siamo peggio degli animali su certe cose. E persone che dicevano di
conoscermi mi hanno scritto cose assurde, come quei fur, come tutti gli
altri poi ritrattavano ma in quel caso testo scritto canta, che come si
erano rivolti offesi e tutto era per cosa pensavo...
"..."
"E invece di capire la mia deluisione e apprensione che con i figli
dovessero abbandonare molte cose, cambiare, perdere altro, come mi
hanno trattata! Ma no, sono sempre io! Cosa ne sa una come me delle
cose? Facciamola sentire una merda nonostante abbia ragione e pure la
gente che pensava migliore come quei due, finisce per seguire le cose
degli altri, pure offendendosi. Sono stanca di esser sempre
aggredita e tacciata di ignorante, icnapace di comprendere, addirittura
cuore di pietra mi dissero, fredda o peggio. Seppur avevo scritto a
quei due con amicizia, con cosa hanno scritto dopo e poi non compreso
anche se glielo facevo notare, basta. Che vadano al diavolo anche loro.
Perchè le cose sono queste. Tu puoi subire tutto
perchè
dici e vedi le cose in maniera diversa, se però li mandi a
cagare e li lasci nella loro mediocrità e giudizio, sei una
merda. E non mi importa dei francesismi, ma è
così. Con
la mia famiglai ero sempre quella che rovinava loro le giornate, la
loro dannazione, il non potersi vantare o pavoneggiare come
facevano gli altri, perchè i figli li avevano
capaci di
mentire e fingere bene. Io non dav o mai soddisfazioni. Con
Rò
accuse e trattamenti schifosi dopo quanto avevo fatto togliendo a me, e
mandandolo via e non parlandogli più, ma a
scrivermi che
era deluso e amareggiato. LUI!" voltandosi verso di lei "Da quei due,
prima li ho mandati al diavolo sparendo per come si comportavano e
dicevano. COme secondo loro dovevano spronarmi, sbagliando... e meno
male mi conoscevano, non capendo anche dalle mie parole che mi facevano
solo incazzare. Loro ocme tutti gli altri non vedevano il mio dolore ed
erano empatici con me. IO SEMPRE CON TUTTI, NESSUNO CON ME! E poi la
seconda volta che gli ho parlato per dirgli adios, scrivo solo per
mettere le cose in chiaro e leggo quelle cose , e mi viene voglia di
far del male malissimo. MA NO, LA STRONZA SOLO IO! SOlo io! E poi ci si
chiede come mai molte persone fanno stragi ocme nelle scuole in america
, al pieno della sopportazione o si fanno certi gesti, su altri e su di
se. E poi a piangere come merde accusnado, pure da morti, di aver fatto
loro del male, dando sofferenza ai vivi quando erano i vivi
ad
averli rotti dentri e fuori... quanto sto male adesso, cosa sento, cosa
provo per tutto e tutti ogni volta che mi tornano in mente e
l'impossiiblità di provare qualcosa di diverso, anche adesso
grazie a MIlan... se solo, se solamente lo avessi incontrato prima. Se
avessi incontrato una persona come lui che nonstante sembri un dandy
pavoneggiante e tutto, è stato più comprensivo,
capace di
approcciarsi nel modo giusto, dire le cose giuste, mai urlare e
rimproverare dcome hanno sempre fatto tutti... quel che no nerano tutta
quella gente, anche quei due, in una persona sola. Ma era
così
tardi..."
"E
gli uomini allo Chateau?"
"Quelli..."
fece
lei con amarezza "All'inizio mi odiavano e putnavano a vista.
Un'estranea che seppur considerata dal loro capo, era sempre non dei
loro e che metteva regole, cambiamenti e nuove cose che non gli
piacevano. Poi si son ricreduti vedendo a cosa portavano e cosa
fossero, ma non è cambiata molto. NOn so per quale motivo ,
ma
io alla gente non piaccio, mi viene sempre detto che è dal
mio
modo di fare, come appaio... e allora che vadano al diavolo anche loro.
Io cerco di considerare gli altri, dove mi trovo, vengo incontro...
quanto ho fatto nella mia vita prima e dopo ma cè sempre
qualcosa che non piace di me. Lo vedevo nella faccia di tutti, compresa
la madre di Zay e il suo ex, le loro facce era come se dicessero
diverso, dalla gentilezza apparente. E credono che la gente
non
se ne accorge? E così che mi sento a disagio e sola, sempre
questa cosa. E questo mi fa domandare se mai l'idea di rendere un luogo
di fratelli e non di paesi chiusi, distnati, con differenze che portano
a odio... potrà mai, Milan, riuscire in
qualcosa che
in millenni è ancora è utopia se io
già sono
odiata nonostante non sia una persona negativa? "
"E'
una
questione che forse non potrà mai avere risposta. Quel che
si
sente a pelle, a volte spingono le persone a giudicare senza valutare
altre cose. QUel che mi rattrista è che tu non abbia trovato
neanche lì un tuo luogo, un tuo paradiso da chiamare Casa.
Comprendo il tuo malessero e se andartene è la decisione
giusta,
è l'unica cosa che sai, per come se e ragioni molto, non
posso
far altro che dirti.
Hai fatto il tuo
tempo, rispetto le persone che per malattia, vecchiaia o altro sono
costrette a esistere più di quanto vorrebbero soffrendo,
finchè morte naturale non giunge... se dopo anni di
ragionamento, anche dopo aver avuto un pò di comprensione e
umanità che no ncèra là fuori,
è l'unica
cosa che allevia il tuo dolore, allora vai. Trova la tua
pace.
Aiuterò chi nascerà dopo di te, perchè
sia una
persna completa e consapevole di tutto..."
"Voi
siete molto
considerata da MIlan. Si fida di voi e ascoolta i vostri pareri, anche
per via dell'amicizia che vi lega da quel lavoro che svolgevate
insieme. Siete di mente aperta, ferma in molte cose e... vi ringrazio
per aver compreso e cosa avete fatto mostrandomi spaccati di vita che
di solito si tengono celati per paura, o semplicemente quiel lato di
qualcosa che per la religione è tacciata come
tabù, ma
che i preticelli del cavolo fanno lo stesso, così da capire
più cose. Fa ridere pensare che gli stessi che sbraitano dai
pulpiti e altari certe cose che non si devono fare, poi le metteono in
azione loro, che giurano e promettono a quel loro Dio..."
"...dimostrano
come, se lo fanno loro stessi, allora non cè molto di vero.
Lo
so. Tu sei l'unica che conosco che non ha mai avuto esperienze
e
non ne vuole, e che nello stesso tempo mi hai aiutata ad
ampliare
la mia attività. A gestire situazioni riguardanti
sesso e
relazioni, seppur sei poco propensa all'amore e le manifestazioni
pubbliche..." sorridendo
"Cosa
è
ilare, Madame? Mi da fastidio vedere la gnete fare i gatti in calore
spacciandolo per amore... le case private, i luoghi privati, esistono
per un motivo. CHe nervoso per strada le poche volte che uscivo per
andare dai cavolo di dottori e dovevo trovare i marciapiedi bloccati
per gente che doveva sbaciucchiarsi, abbracciarsi, dimostrare cose
fermando le persone e poi coi figli... le carrozzine, i piccoli troll
urlanti... sono un fastidio, creano disagi ma no, sono io il Grinch, lo
Shrek di turno perchè mi fanno incazzare e non rispettano
me, che le stronzate in pubblico non mi piacciono e
così
sparati davanti a tutti. Fatelo a casa vostra. Se io mi lamento o
chiedo per la terza volta il permesso di ocntinuare quei pochi passi
vicino casa che riesco, mi guardano male, rispondono male o vengo
sicuro tacciata di essere come le Bestie che urlano che i neonati non
si devono allattare in pubblico, ma va bene vedere i balconi,
pure le mutande e i sederi ben mostrati dai vestiti delle donne. Questa
cosa che le donne devono essere tutte sezy a tutti i costi, nude
più che si può senza considerare luogo, ambiente,
situazione se scuola o lavoro o altro, e devi essere sexy e
prorompente o superfiga, bah. Gli uomini poi non ne parliamo, con quel
modo di vestire terrificante e poi puntano il dito contro una cosa
naturale, si questa posso dirla e non mi da fastidio, ma
tutti a
sbavare o invidiare l'apparenza delle altre che sono perfettissime e
tutto. Insomma ipocrisia ovunque e poi la cattiva sono io! NOn vieto le
cose basiche ma il termine privato esiste per un motivo..."
"Ovviamente"
disse
Madame acconsentendo con la testa ma con lo stesso sorriso, cosa che
fece non felice Lia che la fissò malamente
"E
oltre questo,
le ricordo che il uso lavoro consiste comunque nel... vendere i lcorpo
di altre donne. Capisco i vecchi lavori, vostri e di Milan, ma trovo...
no anzi, non vedo alcuna differenza con cosa cerchiamo di fermare e
quel che facciamo. Ma si sa, finchè sono quelle persone a
trovare nella loro malattia di... propensione eccessiva al sesso, e
abbiano trovato una loro dimensione..!. Prima, là fuori,
appena
qualcuno lo scopriva, sbandieriamolo senza pensare che sia
una
malattia e si è in cura, distruggiamo pure la vita della
gente e
facciamole perdere il lavoro. Adesso non solo hanno deciso di non
curarsi ma di lasciar sfogare, e intnato metter da parte per
il
futuro, almeno hanno capito la cosa invece di scialacquare, e
poi
saranno aiutati da noi e vivono già da ora una vita
migliore.
Sono accettati senza giudizi, se hanno bisogno tutti sono a
disposizione e ancora di più... Eì' epico
però
cosa ho combinato a quegli stronzi che pensavano di far del male alla
gente ridendoci... con oggetti dipregio e firmati che sappiamo dove
trovare a meno, con una macchina prestata, sotto controllo
ovviamente, li ho fatti presentare a chi aveva fatto loro del
male
ed è stato epico, straordinario, da incorniciare come sono
rimasti basiti nel vedersi loro, poveri comuni che non valevano niente
mentre loro, prima snobbati, poi ricomparsi felici, raggianti, con il
meglio indosso pronti per i social e pure con fidanzati, finti,
ricchi..."
"Eh,
si" fece
madame sorridendo "Nonostante non sia da te farlo per te, sei
bravissima a preparare le persone perchè
siano meglio di
quello che si possa immaginare, perscherzi o... prank, si chiamano
così?... con i soggetti che avevano portato dolore e
soffferenza
negli altri. Far sentire il loro niente, la loro inadeguatezza e
mostrando che le persone sono migliorate tre volte di quei bulli nel
mod pulito, giusto, per le loro qualità. Hai dato dei
compiti
alle mie ragazze, e ragazzi, per cui davvero si guadagnano da vivere
onestamente e con quelle capacità che prima erano derisi. Le
ragazze di più, hanno mostrato le reazioni sgomente di
quelle
persone e devo amemttere seriamente, un pò, mi
sono
sentite inorgoglita che il loro bigottismo venisse... schiacciato. Lo
ammetto e sono pronta a farlo nuovamente. I loro problemi sono
diventati solo parte della loro vita che curano, sono inseriti anche
tra persone di grosso calibro che Milan conosce , e nella
societèà valgono più di quei soggetti.
Molto di
più. E questo lo devono a te. Anzi, è stato
divertente
vedere festività e feste legate alla natura, rpeparate dove
vivevano loro, quindi loro città e cittadine dove
erano
ospiti d'onore con tutti veramente gli onori. Quelle feste
hanno
portato cibo gratis, sezione per le adozioni per gli animali
abbandonati, giochi per grandi e piccoli, anche se ti è
costato
parecchio accordi con il prete e vescovo per presenziare, cercando di
evitare di usarli come acquiloni, tue esatte parole, tanto la
stoffa cèra, per quanto fastidiosi fossero, seppur erano
così a botte che parevano più zavorre..." facendo
sorridere in maniera cattiva l'altra "...e sono rimasta davvero
colpita. Le persone si son divertite, alcuni animali hanno trovato casa
e sono controllati, le mie ragazze e ragazzi sono stati madrine e
padrini dell'evento portando anche i temi legati all'ambiente su
pesticidi e morte delle api, i pericoli di prodotti troppo identici e
con pochi valori nutrizionali che emergono dai semi venduti da alcune
aziende, sterili e modificati..."
"Attenzione,
io
non ho mai detto che tutte le modifiche fatte al dna delle piante sia
sbagliata. Ma veramente si è curato più il
fattore
bellezza, con prodotti tutti iguali quasi id peso, aspetto,
caratteristiche. Semi sterili, a discapito degl iagricoltori che
già ricevono centisimi a tonnellata, a discapito
delle
somme utilizzate per la cur delle piante o alberi. E dai nostri studi i
prodotti che si vendono adesso, tranne quell iche di norma la gnete
rifugge perchè non perfetti, non belli, non lucidi, con
evidenti
imperfezioni invece sono più sani, più
corretti
come codice genetico e differenze. Lei lo sa, Madame, che molti tipi di
frutta e verdura sono andati perduti, solo di mele pprima si contavano
entro i cinquecento tipi di mele diverse al mondo... per non parlare di
carote, patate, melanzane e la lista è molto lunga. Tutti
ormai
acquistano i semi di certe aziende perchè il risultato
visivo
permette la vendita, o iniettano fattori di crescita acquistati da
veterinari e farmacie , che danneggiano solo il consumatore. E tutto
per rendere i prodotti identici, deisderabili, più facili da
gestire e vendere. Noi stessi nella Fattoria e i quelle legate alle
varie torri, piantiamo semi di frutti e verdure che abbiamo cercato
appositamente da piccoli contivatori, contadini, le famiglie con
anziani che ricordano e tengono degli orti, con soggetti originali..."
"Si,
e ho desinato
molte volte da voi, so bene il gusto dei vostri piatti diversamente da
quelli dei ristoranti dove pranzo o cene. Affermano di usare prodotti
di prima qualità, ma anche se chef stellati o parecchio
conosciuti, non si avvicinano affatto alle vostre materie prime, il
vostro latte che non è liquido quasi acqua
ormai, e
dal colore ben diverso del bianco candido così come tutti i
derivati. Le caverne naturali dove stagionate fromaggi e salumi. I
vostri animali come vivono e come coltivate. Avete anche
iniziato
a coltivare perle..."
" I
molluschi
della sottocageoria dei Conchiferi, che sono gli unici tra tute le
varietà di molluschi a produrre perle, ma voi conoscete bene
i
fattori di Gastropodi e Cefalopodi. La questione importante
è il
fattore alimentare per noi. NOn possiamo certo cibarsi solo di prodotti
grenne e carni e derivati. Il problema è che ormai la
maggior
parte di specie marine sono tutte corrotte dall'inquinamento, seppur
non se ne parla. i livelli di metalli pesanti, mercurio e sostanze
cancerogene e dannose pre l'uomo se li consuma sono alti e abbiamo
dovuto scegliere. O allevarli noi, oppure testare ogni banco di
prodotti che acquistiamo. Così, oltre le alghe, che
utilizziamo
sia per cibo al natureale che per la loro caratteristica jellificante
sostuendo le cartilagini, che utilizziamo invece come colle di varie
tipologie, abbiamo dei settori ittici di nostra produzione. Niente
ammassi senza senso di animali da far spavento, un numeor calcolato
ogni metro cubo, mangime corretto e non chimico o errato per farli
ingrassare e curiamo le strutture marine abbandonate..."
"Trasformare
piattaforme petrolifere, fortezze delle guerre ed ex hotel e strutture
abusivi, abbandonati, in itticolture non intensive, controllo della
pesca e cambio di uso di molte vecchie navi da crociera e petroliere
ripuilite e controllate, in sistemi galleggianti e in movimento, quindi
segundo i percorsi normali, allevare in modo più corretto.
So
bene tutti i progetti in cui Milan si è inserito. Non solo
questo. Ma anche le vendite che effettuate di prodotti sicuri e
certificati. I diamanti creati artificialmente, le perle che
coltivate... soche ti piace osservare come le producono"
"in
effetti
è vero, mi domando spesso se siamo abbastanza delicati, ma
per
utilizzare in quei molluschi mangerecci la madreperla o
nacre, il tessuto che riveste la conchiglia crei la
perla
intorno al nucleo ci permette sovvenzioni speciali che ci servono
proprio per controllare pesca abusiva, caccia a balene e squali, anche
la vendita illegale di delfini e squali spacciati per pesce spada... e
la vendita di pesci e animali marini per collezionisti.. e molto altro.
Non siamo cattivi, anzi. Ma chiediamo all'animale un piccolo sforzo
dopo le nostre cure così che oltre che darci sostentamento,
ci
permetta di proteggere la sua casa. Noi alleviamo molto oltre le coste,
in strutture nostre con dovute certificazioni e regolarità.
Anche se di fatto le ostriche non sono allevate per le perle, noi lo
facciamo. Le ostriche commestibili possano produrre una
perla, ma
gli allevamenti commerciali evitano che qualcosa possa entrare tra le
valve che no sia acqua per evitare formazioni estranee nelle carni e
rischiare qualche problema al consumatore. Insomma, rischiare di
ingoiare una perla è raro ma è capitato, noi
facciamo in
modo invece che le producano, anche se non ho mai voluto assaggiare
un'ostrica e non so davvero come facciano a mangiarle..."
"Si,
Milan le
adora, invece tu odi tutti i gusti mollicci e jellosi. Ma per la
qualità le vendete anche, divenendo fornitori di fiducia
delle
persone giuste, modo ulteriore per avvicinarli..."
"Esatto,
Milan ha
capito che insinuarsi in modi loschi e subdoli, facendo subdorare
qualche magagna non è il massimo, ma divenire anched
fornitore
di quello che i ricchi e potenti vogliono... anche se, ostriche
mollicce e uova di pesce! Bah"
"Io
non mangio mai
pesce di allevamento perchè so bene come sono tenuti in
quelle
vasche piccole, senza ricambio d'acqua e poi gli alimenti... ma almeno
voi avete rispetto per loro.Anche i molluschi da perle e da cibo, dai
bivalvi, i vedi creatori delle perle e anche ostriche. Anzi non so come
ringraziarti della perla a forma di pera da tre centimentri che mi hai
donato, davvero un bellissimo gioiello incrostato da decori in filo
d'oro che rende il tutto davvero elegante. Maq ho avuto
l'impressione, anche sopratuto la tua richiesta di indossarlo per le
feste organizzate da Milan, che questo dono non fosse disinteressato o
di ringraziamento ma più... come un considerarmi una sorta
di
espostore mobile, o vivente, per i vostri prodotti, considerando che
tutte le donne o uomini che erano interessati per regali, potevano
conoscere questo ulteriore vostro settore..." vedendola sorridere in
maniera carogna, come per dire che l'aveva cioccata ma era divertita
dalla sua trovata"
"Effettivamente
era questa la mia idea. Ho chiesto a Milan una perla scelta da lui per
Voi, ma amemtto di non aver capito se avesse colpito l'intento che mi
accingevo a fare oppure... comunque conosce anche lei Milan, anzi ancor
più bene di me, quindi sa bene che i nostri doni, intenso
come
organizzazione, tranne rari casi, hanno una punta di lore particolare.
E io volevo veramente ringraziarla di quel che è, Madame,
perchè se VOi foste stata un soggetto diverso avrei evitato
la
vostra presenza. MOlta, parecchie volte. E, tutte le consocenze che mi
hanno permesso di capire molto più delle persone e l'intimo,
oltre del lavoro così particolare. Se non vi fosse una
persona
corretta, giusta, molto più delle marce che ho conosciuto
che si
reputavano timorate e pure di dio, e nonostante questo esperta in un
settore definito vecchio come il mondo... fossero più come
Voi,
come persona oltre il mestiere, questo mondo sarebbe migliore. O come
Milan. Ma non è così. E quindi eccoci qui, voi
con un
dono che vale davvero parecchio per la purezza, peso e
qualità
visto che come nucleo utilizziamo direttamente granelli fatti da noi di
conchiglie rotte o con problemi e quindi da cui è
impossibile
prendere madreperla utilizzabile, per non usare plastica e rendere di
fatto mediocre il prodotto. Oltre quella un giorno se ne
uscirà
una degna, vi donerò una perla Abalone, è una
madreperla
che adoro e sostengo, blu-verde e a volte anche viola,
con
iridescenza nei pezzi migliori sull' arcobaleno. A causa delle loro
forme irregolari e iridescenza liquida, le perle abalone hanno una
nacre che dà una bellezza singolare ad ogni perla. Ad ogni
modo
i bivalve come abalone e altri sono commestibili e poi ci sono le
ostriche"
"che cosa affascinante l'allevamento fatto bene e come conoscere certe
cose..."
"Quando raggiungono il tempo ottimo perchè per vecchiaia le
carni non diventino brutte o vecchie coe alcuni dicono, e hanno
prodotto parecchie perle, sono impiegate per il cibo. NOstro o a
richiesta essendo di qualità con acqua controllata e
testata,
vendute. E sono disponibili anche per il prezzo corretto per la
qualità, per feste, banchetti, matrimoni, ogni volta ne
hanno
bisogno ovviamente non in quantità assurde, ma come portata
di
pregio, sapete bene come certi alimenti sono presentati e previsti come
il cloue per gli ospiti. E viene inteso che per la qualità i
pezzi a persona sono due al massimo tre. Questo perchè
abbiamo
più settori di lavoro e ci permette di soddisfare certe
persone
che dobbiamo... abbordare, con la gola" sorridendo "mentre da noi si
fanno in zuppe all'asiatica ad esempio ma voi lo sapete bene. Il mondo
può cambiare da essere sostenibile e corretto verso altri
umani
e animali. Seppur so che la natura sa essere befarda, dura, orribile
come i carnivori che mangiano prede ancora vive o rapaci che spennano
le prede fermandole col proprio peso, mentre queste urlano per il
dolore per raggiungere la carne ancora viva... è la natura.
Il
peggio certo per me sono insetti e simili, dove cè di tutto.
Altro che film horror, la sola parte delle formiche o lumache possedute
da funghi o larve per... lasciamo stare. Ma trovo osceno,
inclassificabile mano umana che strappa con una rabbia e forza le penne
da oche e papere per i piumi con queste vive e urlanti, che scappano
piene di dolore che non so nenache comprendere per come sono le loro
penne in corpo e il terrore di subire ancora. E glielo fanno due, tre,
quattro volte in base a quanto le tengono vive. io no nso immaginare
queste persone come possono far qualcosa del genere, come per le
pellicce... Oh, qualsiasi Dio! Quei video di quelle creaturine che
stavano così attorolate, tremanti come disperate, sotto
acqua e
neve, e... come si può fermare tutto questo? Con appelli,
interventi in ogni paese di organizzazioni animaliste non è
possibile o facile. Così la mia idea, dopo anni che sento di
lotte, petizioni e sabotraggi in quelle induetrie dell'orrore, con la
morte non data perchè per risparmiare si dà loro
uhna
botta sul naso per creare un'emorragia ma come per i piccoli di foca
non accade, e tra le mani in quei video mandati alla tv c'rano quelle
creaturine scuoiate vive, che sentivano tutto... ecco, mi sono rotta le
balle, visto che l'era delle pellicce è passata da tempo e
ormai
con quelle sintetiche e molto simili alle vere non hanno più
ragione di esistere, cambio sistema..,"
"Mi
auguro che non farai del male a padri e madri di famiglia che facevano
quello solo per vivere..."
"madame,
sul serio
voi siete una donna più empatica e gentile dei me? So bene
che
per mangiare e sorpavveire si fa questo e altro. Ma una cosa
è
uccidere subito l'animale perchè no nsofffra e poi,
un'altra è tenere tra le mani una bestiola viva e fare
quello
che ho visto. o passare davanti a gabbiette impilate, fatto da loro, e
non provare dolore e sofferenza nel vedere quei visi terrorizzati e
pieni di sofferenza per freddo intenso senza una copertuna, il caldo,
la paura, la follia che veniva in molti finendo per girare in tondo.
Per non parlare di circhi e zoo... il cambiamento deve portare al non
accettare questo su animali e altro che gli viene fatto, e lo schifo su
persone. Perchè molti crescono e non comprendono che gl
ialtri
sono persone, non scemi o sbagliati che puoi giudicare o rovinare a tuo
piacimento, o come in certi paesi come schiavi sia ancora
accettati e Voi sapete di cosa parlo, che legalizzati per il lavoro
oslo perchè stranieri. Basta... ridiamo speranza,
dignità
e sicurezza a quelle persone che no nsi credono più come
tali,
ma niente! Perchè non vi siano più me e altre
categorie
che alla morte malediranno la loro vita..."
"Tu
ne sei fuori"
"Già,
ma
solo perchè ho deciso di non provare più lo
stesso
dolore. Di non essere più perduta nelle prese i giro, nei
trucchetti, voltafaccia, negli obbglighi e doveri che io dovrei agli
altri solo perchè è il prezzo o compromesso per
avere
qualcuno accanto. Mai più. Ho capito con Rò, con
tutti
che se vogliono qualcosa, vadano da altri. Io non darò
più niente. Le cose le faccio, ormai, perchè
sento di
fare qualcosa di mio per chi ha subito un torto. Se non me, almeno
qualcun altro. ALmeno avrò fatto qualcosa di giusto e visto
orrore, terrore, disperazione negli occhi fin nell'anima della merda
che sono molti. Devono soffrire, pagare, domandare la morte piuttosto
che continuare... devono provare dieci volte cosa ho provato io per
colpa degli altri e cosa hanno fatto alle loro vittime. So di non
essere una brava persona. Per gli altri là fuori, io dovrei
provare sentimenti di amore, gratitudine e tutto per la famiglia ma...
io sono una persona orribile, fredda, ingrata, stronza, quante cose
sono e lo so! Ma a nessuno interessava della mia sofferenza o non sarei
finita in quel modo, non mi avrebbero trattata in quella condizione,
mentendo affermando che mkai avessero fatto... o detto! Quanto ne ho
subito perchè diversa, per altri sbagliata, con problemi,
perchè non avevo fidanzatino ma se come altre avessi fatto
roba,
sarei stata feccia, indicata col dito come ho visto ad altre. Diventano
magicamente ninete, come esseri da tenere lontano. Come fossero alla
stregua di assissini. E la cosa che ho odiato è stata
questa,
per me la persona non è come appare ma quello che fa, se
commette cose contro altri, se giudica, se è maligna...
quelle
ragazze hanno soltamento fatto cosa le veniva detto"
"l o so"
"Prima schernite perchè non si ha fidanzatino, dieci anni o
più, poi se ce l'hai ti fai spingere da questo a fare roba
con
mille espedienti. E se ci riescono che accade? E' la ragazzina la
stronza, vegognosa, indecente, facile ebla bla... mentre il maschio no,
non diciamo mai niente al maschio che se non ottiene abusa, non
insegniamogli a prendersi le sue responsabilità riconoscendo
e
aiutando per il bambino, buttiamo tutto sulle spalle della femmina
tacciandola di essere solo di basso livello. Senza istruzione, senza
lezioni sessuali, senza spiegare che cosa accade se si fanno certe
cose, cosa una donna deve fare e cosa pretendere in certi casi.
Insegnare che far contenti gli altri per aspettarsi affetto e
considerazione, quel cavolo di miraggio di amore, principe azzurro,
famiglia felice delle favole con figli che per le storie dei-miei
gioielli sono questi i miei figli non c cosa migliore e pi
preziosa=""-...
Basta! Questa storia deve finire. Donne che subiscono infibulazione,
che sono osservate nude e valutate come vacche al mercato se sono degne
dei loro merdosi figli, costrette a sposarsi a otto anni o poco
più a uomini più che adulti. In altri paesi
letteralmente
vendute dietro compenso dalla famiglia del marito. Sembra un racconto
del passato, ma accade ancora oggi. Donne tradite, uccise, maltrattate
fino alla disperazione, considerate inferiori solo perchè
donne. Trattate, viste, etichettate nei modi peggiori e mi
sentivo
sempre male per questo perchè tutto mi veniva detto, ma
ancora
non quello, di esser una svergognata, perchè non ho mai
fatto
nulla con nessuno. E chi cèra che mi volesse bene, tanto
da...Bah! perfino Rò, l'unico che non i dava fastidio per le
mie
paure, alla fine lo dovetti allontanareoffesa dai suoi comportamenti ,
e asfissiata da richieste che erano quasi obblighi. Sono io che ho
deciso di dire basta a queste cose, me ne frego se la gente
giudica strupido o altro il mio evitare gli uomini e il sesso, ma
cè da cambiare molto, perchè le donne
del futuro
non abbiamo paura, timore, terrore come me dell'avvicinamento di un
uomo, del loro pressare, i ricatti del ti amo, starò con te,
posso esprimerti il mio amore solo così se tu ti dai...
l'amore
non è questo e non solo questo per chi li vuole. E'assurdo
che
ancora in questi anni dopo il duemiladieci, ci sia l'idea che se una
donna vuole le sue esperienze è donnaccia per non dire gli
epiteti, è una poco di buono e peggio, mentre gli uomini
possono. CHe mettno incinte e poi abbandonando madre e figlio senza
acecttare responsabilità come fossero spazzatur,
come
fanno con gli animali. Che la colpa eventuale è sua, solo
della
ragazza e pure dai genitori dello stronzo sia lei la
colpevole e
il lor pargoletto un angelo asessuato sceso dal paradiso... che me lo
diano cinque minuti e ce lo ricaccio io nel paradiso a pedate nel
culo..."
"Suvvia, non ti adirare adesso..."
"Madame, io non ho vissuto nulla e quasi niente a causa della mia
famiglia e la gnete sempre a spiare e giudicare. Avevo paura
di urla, botte, rimproveri, accuse... ho avuto così
paura
che non ho mai fatto o provato nulla, finendo solo per essere quel che
sono. E no dovrei adirarmi? Fare le mie esperienze, essere, provare le
cose e invece non farlo e stare in casa a causa della gente?"
"lo so, ma... Sfoga la tua rabbia, odio, rancore nelle azioni come dici
sempre, ma sulla gente che lo merita senza tenere dentro
tutto,
facendoti del male. Rendi e dai corpo nella realtà ai tuoi
incubi come dice Milan. Ti ringrazio anche per quello che hai fatto
all'uomo che anni fa mi... insomma, ti ringrazio in un certo modo per
avermi vendicata, visto che era considerato irreprensibile e... ammetto
che scoprendo online e sulle televisioni sue foto parecchio discutibili
alla Lia, come le chiamo io, accusandolo pubblicamente e facendogl
icadere tutti i valori di merdato..."
"Attenzione..." le disse, votlandosi adirata "io l'ho fatto
perchè per quella persona non era accaduto nulla di
sbagliato.
Ora sa, gli ho detto di ricordarsi di me e che lo avrei atteso se
desiderava vendetta, ma che doveva piangere ogni giorno da ogni
pertugio per aver trattato persone come oggetit, spacciandosi per una
persona per bene e potente, ricca... adesso molte sue azioni sono di
Milan, i suoi guadagni e il rispetto sono scemati, anche per... le
donne, vere quest aqvolta, non fittizie, che si son prestate anche
dietro nostro compenso nel caso, così da aver una rendita
per il
dopo qualsiasi cosa accada, a denunciarlo... i nostri avvocati non
saranno pagati da loro e quindi hanno anche accettato per questo
motivo, ma abbiamo degli sponsor che trasmettereanno ogni cosa detta,
scoperta a modo loro per caso o di nascdosto suilla faccenda. Loro
fanno share, audience, pagando gli avvocati parcelle ovviamente non
faraoniche, ma quanto una foto quotata come esclusiva...
insomma,
in molti ci guadagno e voi, Madame, sarete sollevata nel sapere che il
male deve pagare. E non solo, io sono per le
libertà di
fare cosa piace e si desidera purchè non danneggi nessuno,
senza
che questo sia utilizzato per andare contro le persone. Oggigiorno foto
e video del privato un pò piccante della gente viene usato
per
ricatti, forzare certe cose, oliarne altre, perchè la
persona
desidera evitare che la gente sappia che gli piace un fetish, un tipo
di attività sessuale, che per la famiglia si è
dovuto
sposare ma non è ciò che volevano e li hanno
obbligati ad
essere..."
"Capisco. Tu vuoi fare in modo che i fatti personali relativi ad
effetti e piaceri non siano più motivo cdi scandalo, di
raggiri,
di ricatti..."
"Dopo che questo non sarà più visto come modo di
settorializzare le persone solo perchè vivono, invece di
scandali sessuali passerò a maltrattenti su donne,
animaletti, caccia ad animali protetti e molto altro. Cè
smepre
qualcosa che fa indighnare la gente, ma no faccio questo per meri
sgarri di qualcuno, ma per abusi, omicidi, ricatti, illeciti contro e
sopra la gente... si deve pagare, non che con soldi e giochetti con
altra feccia la legge non diventa uguale per tutti. Mai
più!...
Ma anche per aiutare quelli come me e peggio di me... dopo le paure e i
terrori di essere niente lontano da loro, di non essere e valere da
poter fare le cose mi piacevano e potevano essere per me, visto che con
i loro obblighi non adatti ame avevo fallito... erano castranti, il
becco ovunque, le mani nei miei cassetti e oggetti anche nonostante la
mia età, impossibilitata a scegliere e decidere per me
perchè cèrano loro che sapevano per me. Famiglia
al primo
posto, tutto diviso, tranne per i fratelli. Loro potevano avere cose
personali e cibo solo per loro, il resto che piaceva a me ma loro no,
si divideva, se lo compravano, e mangiarne anche loro. Meno male che
faceva schifo! La cosa più che odiavo è
l'ambiente pieno,
in ogni stanza, si santi e madonne, cose religiose, l'obbligo per me
nonostnate altri potevano fare cosa volevano sentivo dire, di stare in
famiglia seduta come un'idiota fissa sulla sedia tutto il giorno
sentendo parlare, sparlare, interessarsi di fatti degli altri dopo che
li avevano spiati e lamentarsi delle persone, per essere come loro.
Questo odio. La religione, cosa dicono gli altri, le apparenze e tutte
le cose che mi hanno opbbligato a fare ed essere proprio
perchè
le persone parlavano, saresti una poco di buono, saresti maleducata,
devi fare così e in quel modo e... poi loro facevano il
contrario. Basta! Questa cosa della maschera sociale per apparire in un
dato modo e se n on sei così sei sbagliato è
assurdo in
questo anni e secolo. E la cosa ancora peggiore è
che per
la società ottusa e becera e la religione quante persone
hanno
sofferto cose orribili, ma chi le ricorda? Gli esili dalle
città
o villaggi, i giudizi che portavano a torture e morte, inquisizione,
voci sussurrate e tu diventavi alla stregua delle prostitute mentre
volevi essere meno rigida di ocme erano gli altri mentre dieto facevano
di tutto... Madame, è ora che lavoriamo con le conoscenze di
Milan e Vostre, affinchè si possa avvicinare le persone
giuste,
quelle che tengono solo loro il potere e capitali, per portare le
modifiche per salvare l'umanità. Le regole, comportamento ed
educazione sono pilastri delle società, msia animali che
umane,
ma è ora di dire basta con giudizi e categorizzazioni che
disastrano gli altri..."
"e smascherare i volti finti e celati... con piacere"
"Mio buon Jd"
cinguettò una
voce dolce e suadente di donna , appena uno degli uomini di piantone
all'ingresso ebbe aperto lo sportello "Che piacere, rivedere te, tu che
sei così caro. Anche se..." guardando lui e gli altri dalla
testa ai piedi "speravo in un abbigliamento più... meno...
militaresco, campagnolo...ma niente formalismi, questo luogo
è un paradiso in terra e le libertà di etichetta
e rigore
vanno abolite" fece lei osservando l'edificio.
"Veramente
Madame, sapete bene
che questa è la divisa di giorno, che siamo militari di base
e i
movimenti rapidi e sicuri sono oro per noi, che siamo pronti ad ogni
evenienza..."
"No, ti prego. Si, so
bene cosa stai
cercando di dire e ovviamente ti prendevo in giro... sei
così
carino quando arrossisci che non faccio altro che tentare tutti i modi
possibili per metterti a disagio, come fossi la Regina Elisabetta.
Quella gagliarda vecchiarda..."
"AH.." fece lui ridendo
a trendadue
denti "una frase che avete ripreso da una persona... e so bene che voi
siete parecchio propensa allo stuzzicare e tastare il polso
con
chi vi va a genio." fancedo un inchino perfetto e profondo "Tuttavia vi
prego di non introdurre negli eventuali discorsi, quelli
più...
brucianti quanto uno jalapeño andato di traverso..."
"Eh eh... qui avete la
tendenza a
descrizione figurative, ma questo livello, per quella persona? Oggi
è scesa con il piede sbagliato? Le è passato un
gatto
davanti o lo ha trovato nelle stanze che frequenta? le hanno rubato il
cibo che nasconde ovunque...?" con un largo sorriso
"In verità,
mi creda, come la
precedente, ella non è avvezza a sotterfugi del
genere.
Solo le signorine veraci poco amanti del protocollo si comportano in
modo da mostrare il loro..."
"Cosè che
stanno dicendo?"
Jd rallentò
per la frase
, perchè Madame alzava gli occhi sulla persona che
aveva
fatto quell'uscita infelice in un momento di benvenuto che la loro
ospite adorava. Disquisire in linguaggio medio e aulico la divertiva,
anche se il clou sarebbe giunto con Milan e forse Kianta, e le
novità la attiravano come il didietro non ancora punto ad
una
zanzara. Gask, pensò Jd, sei troppo sincero e troppo
curioso.
Vide l'ospite ringalluzzirsi osservando per bene gli uomini dietro di
lui, e sospirò. la fissò. Indossava un completo da
donna grigio
scuro composto da parte superiore e gonna. La parte superiore era una
sorta di giacchetta in pizzo trasparente, di cui sotto si vedeva una
sorta di body nero, così parve a Gask, che chiudeva con
scollatura tonda e con un oblò a rombo sul taglio del seno,
maniche tre quarti, che finiva fino alla vita. Il pizzo raffinato era
terminato da una sorta di cintura e un volants asimettrico che girava
intorno alla vita, corto davanti e loungo dietro fino a metà
sedere. La gonna era semplice con apertura dietro, lo spacco
ricordò e fino al ginocchio con scarpe col tacco assurdo e
rifiniture di pizzo. Non conosceva le scarpe e non sapeva definirle ma
erano affusolate, eleganti. Aveva gioielli ma erano discreti, semplici
e fini, con delle pietre bianche che luccicavano. Diamanti, si chiese?
Comunque i gioielli erano indossati nella zona di pelle non coperta,
quiindi girocollo, bracciali, orecchini a bottone tutti a filo dorati.
"Oh, un nuovo stallone
in scuderia.
Interessante che sia anche tra voi. Di solito i novellini, e peggio se
chi sappiamo si è già stancata dell'esuberanza e
veracità maschile giovanile,sono intenti a sgobbare,
cacciare le
fastidiose femmine di insetto molesto da sotto le sue finestre, il suo
Padiglione o lo Spicchio di comando... sembra al top di gamma. Quasi
una fuoriserie, direi..."
"Madame, la prego. So
che si diverte,
ma potremmo iniziare ad avviarci nel salotto degli ospiti? Inizia la
stagione calda e potreste provare troppo calore, visto anche il vostro
abito così scuro..."
"Il nero attira
tantissimo il calore,
suderà tutta. Non cè uno di quegli ombrelli
merlettati
che usano Milan e gli ospiti per il sole?"
"Gask..." fece alla fine
Jd non
resistendo più parlando con i denti stretti "ti ricordi le
regole che ci sono qui? Ripassale. E ricordati che gli ospiti sono
sacri e vanno trattati come il Padrone della Casa..."
"Intendi Milan o
Kianta?" rispose di
contro Gask non capendo che accadeva e con gli occhi socchiusi, facendo
ridere di gusto Madame e Lubo, mentre Alaric faceva un
facepalm,
e Bryden e gli altri più giovani si guardavano e parlavano
con
le mani, con il linguaggio dei segni che usavano spesso.
"Gask non ora..."
iniziò Jd
per fermare quel nuovo arrivato che era abituato in un certo modo e
doveva ancora ambientarsi, ma Madame con la mano, colpendolo con il
dorso, spostò Jd e si parò davanti il nuovo, Gask.
"Sei davvero molto alto,
non come
Lubo, ma davvero più di molti che lavorano per me. La
più
bassa è la Padrona di Casa, che è diverso dal
Padrone
della Casa, per ovvi motivi e ruoli. Anche se si dice che di giorno
ella è la Padrona della dimora, e di notte lo è
Milan.
Egli la luna quanto ella è il sole. Anche se non lo
vorrebbe, ma
la cosa divertente è che trova fastidiosi quelli troppo
alti.
Dimmi ti ha dimostrato fastidio?"
"Parla... di Kianta?" le
chiese con timore
"Oh, la chiami per nome.
Che succede"
feec rivolta a Jd "Sono cambiate delle cose? Oltre voi tre, Milan e
quei quattro giovanotti, uno dei quali interessante come questo,
è successo qualche miracolo, benchè ella non vi
creda?
Esiste qualcun altro che può essere così amico da
chiamarla per nome? Diversamente dalla precedente? Cosa è
avvenuto, raccontami" voltandosi verso Jd, spalle a Gask, con paziente
attesa ma sguardo di complicità e pettegolezzo.
"No, nulla... lui
è nuovo,
arrivato da poche settimane e le abitudini vecchie ancora non sono
entrate nel suo cervello" fece con un pizzico di rabbia verso Gask, con
cipiglio "e..."
"Si ostina a trattar
tutti come pari,
amici, nel modo sbaglaito" fece Alaric ridendo malignamente "Madame, i
miei ossequi vivissimi e mi permetta di mostrarle tutta l'ammirazione
che riservo per Voi, e solo Voi. Siete magnifica, come sempre, una
Signora come qui non se ne vedono..."
"Oh, Alaric" fece questa
sorridendo
all'inchino untuoso dell'uomo "Sei sempre così spumeggiante.
E
ti ringrazio. Mi auguro di essere degna per esser ricevuta da Milan"
"Oh, Milan il nostro
leader, non
è in sede in questo frangente, ma se desiderate attenderlo,
saremo più che lieti di servirla e riverirla come vostra
posizione e signoria necessita..."
"Non è
comanda?" domandò Gask cercando di seguire la cosa
"No, scemo. Ti metti in
testa che
esistono protocolli? Sei un militare o no?" iniziò a
sbraitare
ALaric fermandosi dal baciamano salivoso. Pensava Jd che quella persona
lo chiamasse così, che faceva sempre quella serpe
dell'amico.
Quando cèrano donne, belle, lui faceva di tutto per
mostrarsi e
apparire come Milan.
"Suvvia, Alaric. E'
sincero. Ma
fammelo guardare bene..." fece lei facenedo spostare Alaric, deluso,
con un gesto e poi aprendo le mani vicine dal petto in fuori, per
indicare implicitamente di far spazio intorno a GAsk, che era confuso.
"perchè, che
deve fare?" le domandò mentre la vedeva soppesarlo
"Sarebbe un ottimo
elemento per la
mia Carta, ha un fisico più naturale di molti dei vostri,
fin
troppo artificiali. Kanta stessa odia chi prende steoridi e sintetici e
dannosi, mostrando poi un corpo che lei definisce a nuvolette.
Simpatica analogia, vero? Lui invece no. Si nota che lavora sodo per
migliroarsi ma non si droga, non prende cose artificiali... molti non
capiscono, ma si nota quando un fisico è costruito
naturalmente
e quando invece in maniera veloce e con aiutini. Inoltre ha un fisico
ad incudine, e la zona della spalle e del collo non è
bulbosa al
limite del grottesco per quanto si pompano, ma spiovente con collo
forte e spalle lavorate, senza quel fastidioso effetti che hanno molti
uomini di rigonfiamenti eccessivi che rovinano la bellezza di un corpo
ben lavorato. Peggio se indossano come i miei ragazzi begli abiti,
apparenedo quasi dei pagliacci. Si, credo proprio che questa volta ci
siamo. E' un ottimo soggetto. Ha un ottimo aspetto generale, anche le
saopracciglia al naturale senza ritocchi sono ottime, seppur
larghe rispetto a come va a desso, ma alle donne piace più
un
naturale che troppo artificioso. Questi occhi con il taglio a positive
Canthal tilt verso l'alto e lo sguardo ferino anche se dubbioso.
Si, sarebbe davvero il migliore della mia scuderia. Quando
posso
averlo?"
Jd sorrise lievemente
mentre Lubo
emetteva il suo solito schiamazzo divertito, sembrava quasi
che
fosse con uno con snack in mano e cibo in bocca, messo lì a
diveertirsi e vedere come andava a finire. Alaric pareva invece
infuriato.
"Madame, mia magnifrica
Signora di
questo luogo, l'unica..." le fece come rosso d'ira "vi ho chiesto molte
volte di ritenermi idoneo per servirvi, per essere della vostra Carta
dei servizi, ma mi rifiutate sempre. Questo... soggetto, è
nuovo, non ha ancora inteso le regole di questo luogo e si atteggia a
padrone e menefreghista edi comportamenti. Sono sicuro che non sarebbe
degno si accompagnare le vostre clienti e risulterebbero offese o..."
"Alaric, sai bene quanto
io sia
lusingata della tua offerta, ma purtroppo sai bene i gusti delle
clienti. i tuoi connotati sono troppo semplici, comuni e non idonei a
presenziare al loro fianco come novelli Cicisbei, di
interesse
mondano e presentazione..."
"Ma mia Signora, l'unica
vera grande Signora di questo luogo, io..."
"Chi sarebbe l'unica,
vera, Signora
di questo luogo che merita il segno S grande all'inizio con
quell'inflessione?" proruppe una voce dura e tagliante dal portone
principale, che fece zittire Alaric e voltare tutti. Madame si
voltò e Jd la sentì sussurrare "Lia...", quasi un
mormorio di un'ispettata apparizione, per poi notare Gask che aveva
sentito e guardava tra lei e la nuova persona con la bocca aperta,
mentre Madame continuava
"Oh, Kianta. Che letizia rivederti e meritare tale benvenuto. Sia per
questi bei giovanotti qui tra i Capitani, questo nuovo soggetto molto
interessante e quegli uomini, così decorosi e
rispettosi
che sono qui intorno in posizione di saluto" fermi
là da
quando lei era sceda a quel momento. Era uomini che per impegni, lavori
o solo di passagigo aveva l'obbligo di onorare i superiori e gli
eventuali ospiti in formazioni con il saluto militare.
"Madame..."
fece Kianta
mostrandosi ferma, eseguendo una perfetta rivederenza verso la donna
nel loro stile, ossia scendendo con le gambe come una classica, con
però le braccia lunghe morbide lungo i fianchi con
i palmi
rivolti verso la persona, con il capo chino di trenta gradi, di
più per persone di più alto vlaore.
Kianta era al suo solito
ferma con il
peso su un'anca, indossando anche lei un completo da donna e Gask ne
rimase stupito. Era la prima votla oltre i vestiti da festa che la
vedeva in abiti femminili. Era composto da un sopra e una gonna. Il
sopra era una sorta di giacchetta che scendeva fino ai fianchi, sotto
pareva avere una camicetta che si intravedeva dalle maniche corte, dal
taglio aperti all'interno del gomito e finivano opco sotto il gomito,
strette e dalla parte anteriore chiusa da uhn solo bottone. Quella
giacchetta pareva strana ma elegante per lui, e vi vedeva sempre quele
giro di volants questa volta corto ai lati e lunfhi davanti e dietro
fino a coprire quasi metà fianco. La camicetta pareva di un
tessuto molto fino e traslucente ma non bianco ma un grigio pallido,
più corta della giacchetta e tenuta in vita da un nastro
nera
con un bel fiocco che pendeva sul lato sinistro come un abbellimento.Le
maniche erano a campana, gli pareva si chiamassero, larghe dal gomito
al polso, poi bloccato da un nastro e una sorta di pizzo a putna ampioa
campana. Per la zona del collo della camicetta, non capiva se aveva una
scollatura larga che una volta Jd chiamò a barca oppure se
era
chiusa sul collo perchè una sorta di sciarpetta
scendeva
sul davanti fino al seno, che nascondeva la camicia dalla giacchetta
aperta, e gli sembrava che quella sorta di sciarpa fosse come quelle
che Milan metteva, che giravano intorno al collo e stavano davanti
bombate. Boh, non ne capiva nulla. E poi aveva la gonna,
non semplice
come l'ospite ma la fasciava come l'altra ma con una sorta di
rouches a sinistra, non ricordava se si chiamava davvero
così, che scendeva dal fianco, da sotto la giacchetta, fino
all'orlo della gonna al ginocchio, con una puntina più lunga
che
si muoveva al muoversi dei fianchi. Dall'altra parte di questa
rouches, quindi a destra, aveva uno spacco bello lungo che
non
mostrava pelle ma la stessa stoffa della camicetta. Sia gonna, camicetta che
giacchetta
erano color grigio agata, uno dei tanti colori, no sfumature
pensò, dei colori che lei usava. Ed era la prima volta
che vedeva,
oltre la parte del bagno, più pelle di quella che lei
mostrava
di solito. Se nel bagno aveva visto una parte di spalle e braccia e le
gambe dove l'asciugamano non copriva, qui aveva dal ginocchio in
giù per finire con scarpe, grigio agata decollete a punta
tonda,
belle alte, con un cinturino largo non cucito ma a continuazione della
scarpa sotto, dietro la caviglia con un decoro sul bordo
pendente, che poi si divideva in tre laccetti da chiudere di
lato. I capelli erano
acconciati non con le
parrucche di solito ma i suoi corti a pixie naturali. L'aveva vista con
trecce varie che le adornavano in diagonale o orizzontale loa testa,
con dei cerchietti di vario tipo tirandoli indietro. Per i cerchietti
lui no nsapeva prima che fossero ma lei in base a cosa indossava e non
usando parrucche, usavano proddotti fatti allo Chateau che potevaqno
essere a forma di rametti, proprio fili spessi di qualche materiale
color argento che ricreava dei rami da indossare come cerchietto con
dei decori di perle o pietre. Cerchietti larghi tre dita sue, con
decori in uncinetto o no nsapeva che erano che richiavano anche
lì delle foglie o rami che facevano quesdti decori in stile
uncinetto o pizzo non sapeva, con tema rami e foglie, da unire a voolte
a uhna treccia della freangia che virava verso l'orecchio. O trecce che
dalla frangia scendevano senza altro fin dietro l'orecchio, coperte
dasapienti ciocche fissate. O COme accadeva spesso in stiloe anni venti
e trenta con capelli dal alto più lungo, essendo corti non
poteva farli in mille modi, a onde oliate che facevano questo esffetto
con l'altro lato con i capelli più corti invece
delle
decorazioni di mollette, fiori, cose incrostate di pietre e perle. O
sempre in stile anmni trenta con una sorta di fascia che girava dalla
fronte a girare intorno alla testa con un decoro sulla tempia o
dall'orecchio in su, verso l'alto.Usava tantissimo se senza parrucca
questi decori per capelli in qualche metallo con pietre o addirittura
piume dalle varie forme da fermare tra i capelli sulle tempie o la zona
fontale, all'attaccatura dei capelli, uno in particolare gli era
rimasto a forma di grossa S che corpiva dalla fronte, non al centro,
fino all'orecchio sinistro, tenendo i capelli liscissimi
portati
dietro le orecchie, con dei cristalli al centro e poi a formare la S
una sequiela di piumette del colore dell'abito. Ma i capelli lisciati
licidi o a onde vecchi anni con decori erano i gettonati. Quella volta usava una
acconciatura
che imbastiva spesso per i momenti di cambio veloce, i capelli al
naturale erano sistemati ondulati e bombati nella parte anteriore e
fissati tutti indietro, fino alla nuca, con forcine piumate, che
scendevano con i capelli, facendo cconstrasto essendo dei colore chiaro
come gli abiti. Quindi si aveva l'effetto di profilo di morbide onde
disciplinate da forcine che tenevano tutto indietro e più
aderente del davanti, conpiumette sottili che scendevano fino alla nuda
in una sorta di simulazione di ... una crocchia? No, forse chignon.
Così si chiamava? Insomma non erano male.
"Siate la Benvenuta.
Nella mia casa
sarete come la Padrona, e alla mia tavola, troverete un desco degno di
voi. Prego, venga con me per il salottino..." attendendo che ella si
avvicinasse agli scalini per raggiungerla.
"Ehhhhhhhhh!?!....EHH?!?":..
fece
Lubo a Gask con una gomitata, vedendolo completamente sconvolto di
avere davanti una persona totalmente diversa da quella che conosceva
"L'hai vista agghindata da festa, ma come una donna normale no, non
è così? Come quando è tirata a lucido
per quelle
feste, non è niente male, vero? Ehhh?!?" gli fece, mentre il
nuovo amico stava a fissare Kianta co nla bocca aperta, l'espressione
di incredulità come se avesse visto un alieno, mentre questa
ridceveva sulla soglia Madame, ponendosi dischiena a un battente del
portone e lascindola passare all'interno "Eh, si. E' l'effetto che fa
alla gente quando la vede vestita da donna. Non si ritiene bellissima
ma passabile, e odia vestirsi da donna, essre guardata, ma per persone
come Madame o per aiutare Milan si mette in tiro, per non
essere
una ospite sgarbata. E alla fine seppur bassina non è male,
no?
Alaric la prima volta non l'aveva riconosciuto e aveva tentato di
approcciarla per darle una ripassata" sghignazzando
"Smettila, non
è vero. Solo
perchè truccata e vestita sembra un'altra, quella non la
avvicinerei mai! nenache fosse l'unica patata qui intorno.
Cè di
meglio"... fece Alaric incazzato, per poi voltarsi e vedere Samantha
che gli faceva l'occhiolino e un ciao ciao con la manina,
prima
di andar via, salutandola come un ebete
"lascialo perdere, lo ha
fatto
perchè come hai visto all'inizio non sembra lei, e quando si
è trovato rimproverato malamente che stava facendo il
marpione, l'ho visto correre come se avesse un orso a un
centrimentro dal culo... poverino, gli è venuta una fifa e
un
orrore. Si odiano malamente e non avrebbe a che fare con lei per niente
al mondo, ma quella volta andava registrata..." disse in maniera
cospiratoria a Gask, che fissò Lubo come se stesse
raccontando
una storia inventata.
"Ragazzi, muovetevi,
dobbiamo presenziare..." borbottà Jd, ormai con le due
sparite dalla soglia.
"Quella pazza
è come il famoso
Dannis la Minaccia, sembra carina e gentile ma ti tira fuori cose che,
mannaggia ai santi..." borbottò Alaric seguendo Jd con gli
altri
due capitani, mentre Gask stava vicino a Lubo senza capire.
"ho detto qualcosa di
sbagliato?" chiese il primo candidamentre all'omone più di
lui vicino, che come al solito rideva.
"No, è solo
che tendi sempre a
fare domande e voler sapere. Cerca di evitare di farlo, anche se prima
erai libero di comportanti in un certo modo, non qui. Non
perchè
siamo stronzi ma perchè se ascolti e segui le persone,
comprendi
più di quello che ti ivene detto per le tue domande. E
peggio,
se cè Kianta in giro. Lei approva le domande, la
cuoristà
, purchè non diventi pettegolezzo e simili, o non porti
afare
cose sbagliate. Il problema è che tu ... niente lascia stare
"ridendo di gusto"
"Cosa... dimmelo"
"Seistato abituato
troppo, per troppi
anni, a certi comportamenti, qui è diverso e devi seguirli.
Sia
perchè è una comune che una organizzazione
militare. COn
delle regole di condotta per vivere nel modo migliore insieme. o si
rishcia di fare la vita come da te, o nella società
là
fuori, dove le continue famiglie sbagliate e disfunzionali
hanno
insegnato maleducazione, egoismo, menfreghismo..."
"Va bene, ma cosa
sbaglio? Ho oslo chiesto..."
"E' il tuo tono. Il tuo
modo... stai
sereno, tranquillo, sembra che tu sia sempre su lchi vive... lo vedi
come siamo noi?" aprendo le braccia verso la tenuta, tutta la zona
anteriore piena di verde, settori divisi dal verde a cui conducono
stradine e tutte le zone più estese non visibili "sei
troppo...
ecco, chiedi sempre perchè stai sulle balle a Kianta. E' per
questo. Dal modo di muoverti e atteggiarti rispecchi il mondo dove
stavi prima, ma qui no, è sbagliato. Ti si prende nel modo
errato, sei troppo legato ai comportamenti di membri di organizzazioni
e cartelli..."
"E come faccio a
cambiare? Sono abituato così..."
"osservando noi,
restando a guardare e ascoltare, e prendere la calma e le
inflessioni che utilizziamo. Muovendoti..."
"ma io mi appoggio al
muro e..."
"no, non mi riferisco a
quello. Ma
cammini spavaldissimo come se fossi un cazzo di protagonista trash di
un film di bassa lega. So che vivendo con quella gente ti sei abituato
che fosse normale, involontariamente ma... anzi, sai cosa? Una persona
aveva messo proprio delle Lezioni per togliere modi di parlare
strascicati o comunque accenti, parlando come noi senza... regole di
comportamento, postura e ci sono le sezioni nel Teatro per sciogliere
certe muscolature per arrivare ad essere un pò come Milan..."
"Ma Milan non
è figo in maniera naturale?"
"Si, ma non conosci la
storia della
gente arricchita, cosa buona eh, se ha lavorato sodo e senza
danneggiare altri, ma che con i soldi arriva lo status e quindi fanno
lezioni di etichetta, buone maniere, bon ton, per sapersi muovere nel
nuovo ambiente che gli intressa...Credi che tutet le persone ricche ed
eleganti, raffinate, quasi di una leggiadria straordinaria sia...
naturale? Affatto. Studio e alvoro. Milan ha avuto fortuna ma ha
lavorato allo specchio e con persone come Madame, per esser
quel
che è ora. Si potrebbe definrie un nobile di nascita, mentre
oggi ci sono persone che pagano per imparare a fingere come dovette
fare Madame de Pompadour per entrare nella folle cerchia dei pazzi ma
nobili francesi..."
"Chi?"
"Queste cose le so
appunto ascoltando
Milan, Kianta, in generale... Era una donna di centinaia di anni fa che
ancora oggi è ammirata e considerata per le sue
qualità
intellettive, umane e sociali, nonchè come dice Milan, per
essere stata ricordata come la Dama di Francia che ebbe la chiave del
cuore di un Re..." facendo i versi e muovendosi come un damerino che
aveva visto nei film o nelle feste in costume dove la gente s ela
snetiva tanto "Come dice Milan, parole sue... Fu una donna che dalla
borghesia e problemi familiari, dovette industriarsi per
restare
e stare al fianco di un uomo primo nel paese, il Re, che seppe
consigliare, considerare, trattare, amare, ma anche essere la sua
più profonda e fidata amica fino al giorno che ella
morì.
Ma per essere una persona così tanto ricordata e
ammirata,
per la bellezza che esce fuori dai suoi dipinti, cè una
donna
che dovette imparare per anni a comportarsi e gestire, oltre che
recitare, la nobiltà francese, quella più in alto
in
assoluto. Fu odiata ed ebbe parecchi problemi per questo, ma tanto fece
e tanto fu se stessa che rimane ancora oggi una delle icone di donne
forti, battagliere e indomabili che la storia conosca. CCerto, molti
parleranno di quelle più recenti degli ultimi cento anni, ma
anche lei non fu da meno con la capacrbietà che
dimostrò
nell'avere amici poco amati dai nobili,popolari o di ogni ceto, ogni
tipo di pensiero che lei afforntava con sagaci conversazioni,
studiare e interessarsi ad arti e scienza che erano contro la morale e
la società religiosa dell'epoca... queste cos ele so a furia
di
sentire Milan, spreo di aver preso bene il suo tono e i lsuo modo di
esporre... alla lunga ti impari a memoria tutto..."
"Ok, questo per..."
"Primo, per
dirti che puoi
cambiare questi comportamenti così scattanti, troppo
frettolosi
e nervosi che ti fanno apparire nel modo sbagliato e ti fanno vivere
male. Voglio dire, non si ha torto nel seguire le regole , che ti senti
meglio e tranquillo con una calma interiore che ti evita stress ed
altro..."
"mi sembra che abbia
poco senso..."
"Lo dici ora. Credimi,
fai come ti
dico e vedrai i risultati. A Kianta non piacciono le persone che si
comportano e si muovono come facevate voi o quella gente di strada o le
gang che le fa solo nascere il nazismo..:"
"il cosa?"
"la voglia di buttarli
dentro un buco
e fargli male. La gente spocchiosa, rozza, saccente dall'essere
fastidiosa, supponente... che altro, insomma gli spacconi come erano da
te o che trattiamo ogni giorno che cercano di apparire come i gatti,
grossi, che urlano, appaiono minacciosi e fanno solo incazzare..."
"Insomma i tipi... non
ho capito!"
"Senti, ti ci accompagno
io dalle
persone giuste che ti spiegano come sistemarti. Sappi solo che molti
che facevano come te percome erano abituati sono finiti male, nel loro
caso perchè erano stronzi dentro e quindi agivano come quei
film
di serie b , doveinvece di far paura la gentaglia fa venir voglia di
prenderli a carezze ma a 200 chilometri l'ora..."
"carezze..." totalmente
turbato e nel pallone
"AH ah ah... si lo so,
scusa. Ti sto
buttando addosso roba veloce, ma devi sapere che qui la gente
deve esser lesta di cervello. Capire subito e agire. Quindi preparati
ache a questo. Voglio dire che Kianta ha l'abitudine di apparire
gentile e carina con le persone oltre noi, ma è capace di
prendere volentieri a carezze ma accelerate, quelli che odia
e
che per lei sono stronzi. Altra cosa, finchè è
nel
carattere della persona, e intendo i modi muoversi e atteggiarsi, lei
non ci fa mlto caso. Ma se inizia ad essre un comportamento che si
è preso per apparire superiori, fighi, alla gang di pessima
categoria o gli spacconi con cui avevi a che fare tu, le cose cambiano.
E visto che tu non sei ne l'uno e nel'altro, ma anzi mi piaci un casino
come persona, ecco perchè ti sto dicendo di farti aiutare ad
eliminare questi comportamenti ferini, quanto gli sguardi imbruttiti
perchè offeso o arrabiato che fai... Già per
quello che
hai fatto quel giorno è importantissimo che ti fai
perdonare..."
"farmi perdonare..."
"Esatto, e meglio
iniziare dal non farti ancora vedere nel modo che lei odia..."
"Ok, ma..."
ma Jd tornò
al portone a
chiamarli, irato, e lo raggiunsero, scoprendo che Madame e Kianta
stavano osservando il nuovo megafotonico dipinto, come diceva sempre
Kianta alle cose mega che Milan faceva, del Leader, che capeggiava sul
muro di fronte il portone, sopra il pianerottolo da cui proseguiva la
scala. Il dipinto mega gigante era posizione sospeso sulla zona ampia
della scala, un bel quadrato, che faceva anche da tetto per la zona
sotto la scala, chiusa da una porta, ed era posizionato in modo che la
ringhiera dalla porta o sotto di essa, non ostacolasse la visione dello
stesso. Gask aveva calcolato prima che vi fosse un bel metro forse di
altezza ed era posizionato di tre quarti, i migliori abiti in stile
Milan come li chiamava, e i lsuo ego, così ben realizzato
come
il resto dell'opera iper realista, sembrava vedere tutto e tutti in
qualuqnue posizione.
"Che Mirabile opera...
spettacolare,
sembra una gigante fotografia, e invece quell'artista russo che adorate
ha saputo rendere tutte le sfaccettature di Milann secondo me. La
pacatezza ma la lucida e vivida intellingenza che sprizza dagli occhi,
la posa seria ma molto signorile e..."
"Eh si. Un
Dorian Gray di
noialtri..." disse Kianta buttandoci lì un colpetto di tosse
strategico che Madame però parve non cogliere. Gask, con Jd
e
Lubo però avvicinati, colse un bel sorriso complice "adoro
questo artista. Ne abbiamo uno straordinario che si chiama Hyacinthe ed
è in grado di pingere in modo magistrale avvicinandosi
così tanto da sembrare suo allievo dell'epoca, alla sublime
maestria di Vittorio Reggianini nell'arte del panneggio e degli abiti.
Sembrano veri, reali, palpabili, come fossero lì sotto la
luce
naturale in un giorno soleggiato. Ma per i ritratti che desideriamo
tenere, ci affidiamo a questo artista russo che io ammiro e apprezzo
molto e viene da noi proprio per queste opere. E devo ammettere che i
suoi capolavori sono migliori, superlativi, così naturali e
reali dell'arte di Dorde da risultare meno fredda e meno istantanea a
caso senza anima delle foto..."
A quelle parole Gask
notò che
qualcuno aveva trattenuto il respiro e si voltò in entrambi
i
lati, notando che Lubo rideva al suo solito mentre quello che
ansimava e sembrava quasi voler tendere le mani ma le ritirava fosse
Jd, come fosse arrabbiato e con le mani ad artiglio poi le metteva ai
lati e volesse fermarsi dallo strozzare qualcuno.
"Dorde ci mette anima
nei suoi dipinti, non ti piace la sua arte?"
"No" rispose
candidamente Kianta alla
donna "per me sono fredde e impersonali come le foto che si fanno
sempre. Non sono all'altezza di quelle di guerra e di momenti chiave
che sanno parlare da sole, mi riferisco a quelle comuni... lui
è
straordinario, capace quanto questo artista ma perfino Hyacinthe per me
è migliore, che ha preso il nome da un antico pittore con
quel
nome, ma non è grado di trasmettere niente oltre la
qualità iper realista meglio delle foto analogiche. le foto
digitali le possono considerare migliori e tutto, con tutti i bei
parametri di pixel e stronzipixel, ma non saranno mai come pellicola e
macchina di qualità ultra analogica. Che s ela prendano a
mano i
fotografi con le loro macchinette pixelizzanti lì..." mentre
ale
sue spalle Lubo faceva un fragorosa risata "ma Dorde, quanto iper tutto
può mettere, non è iun grado di infondere su una
tela con
colori ad olio quasi l'anima stessa in uno sguardo e una posa, un gesto
che il soggetto ha scelto di far mettere, perchè i suoi
lavori
sono freddi. Questo pittore russo potrebbe dipingere anche solo con il
sangue, e in base agl istrati di questo sovrapposti e quindi
la
tonalità più chiara e scura che ne deriva contro
la tela
bianca, riuscirà sempre a dare emozioni, colpire, ammaliare,
dare qualcosa della persona ritratta che mai una foto o Dorde stesso
possono, non importa il lavoro dietro. Un'arte calda per me,
è
quella che ti fa ammirare un viso e ti fa sembrare di avere la persona
dinnanzi con lasua anima, sia che sorrida o sia seria, sia che abbozzi
e ti chiedi perchè quel sorriso se pare tirato, dolce,
sereno,
falso e via dicendo. Un dipinto che ti coglie e ti calamita su di lui
è più preszioso di qualunque album fotografico...
ma ne
parliamo dopo, adesso rechiamoci nel salottino, lì Milian,
neanche a dirlo, ne ha posizionati altri..:" mentre Jd faceva un debole
verso di sofferenza.
"Vede Madame, Milan
è
piuttosto... sicuro di se da non voler perdere questi momenti di
giovinezza e vita. Quando si invecchia se non hai geni capaci di
migliorarti rispetto all'età massima classica,
definita
della grandiosità, si finisce per sembrare più
generici
della gente che passa inosservata. Sapete, quelle persone che per come
sono fisicamente e di sensazioni, colpiscono e sanno splendere da
sembrare irreale? Invece accade, molte persone la sfangano proprio
perchè o i loro tratti non si imprimono nella mente delle
persone, sembrano così banali che non hanno nulla da tenere
a
mente. Lui no, ma il dubbio cè. Lui riuscirà
tolti i
suoisegreti di bellezza, ad essere alla George Clooney,
più affascinante dalla mezza età in poi, che da
giovane?
E molti altri... Lui è definibile un uomo giovane e
straordinanariamente bello..." fece lei dentro il salottino, portandola
sul muro dove capeggiavano alcuni ritrtatti di Milan, da solo o con
altre persone di alto livello. Quel salotto era per gli sopiti, tutti,
che giungevano a incontrarlo, il primo stadio per poi spostarrsi in
quello adibito allo scopo, due appositi, e teneva lì certe
foto
e ritratti per uno scopo. Impressionare e parlare prima che a voce
"Sapete, mi sono sempre più convinta che che oggigiorno la
gente
venga vista e considerata più per l'apparenza che il vero
che
cè ed ha quella persona. Non si valuta più
inoltre la
bellezza come un tempo. Botticelli, Da Vinci, Canova e molti altri
vedevano la bellezza e la tenevano sacra per sempre , nei dipinti e
schizzi. Una bellezza naturale e quasi magica che solo la genetica e
fortuna sanno dare, oggi sembrano tutti identici grazie al bisuturi...
La bellezza... quella di cui parlava Oscar Wilde in Dorian Grey, capace
di far voltare sguardi e teste, che fosse così straordinaria
e
sublime per uno scherzo di spruzzate di geni chiave... non si valuta
più un giovane, uomo, in base alla bellezza ma quanto
è
sexy, pazzamente attraente poer ciò che la finzione sa dare,
che
come dicono molte vostre clienti, pure quelle che se la tirano
perchè...
fanno sangue. I
giovani di Caravaggio, altro esempio. Ad oggi quelli
dichiarati belli sono solo frutto di estetica e ritocchi,
abbronzatura e muscoli, mentre un tempo erano i fattori che rendevano
interessante un viso di uomo ma non solo. Un uomo non è solo
bellezza o i famosi giovani nei dipinti non sarebbero stati
lì
per come erano, i movimenti, cosa sapevano dare all'altro e
nell'altro.... Voi stessa proponete soggetti che sono accattivamente e
sexy ma belli... sono tutti tirati a lucido, con un ottima
presentazione ma... "
"Ragazza, detto da te,
non so se
prenderlo come una critica costruttiva o una mente che è
settoriale su un certo argomento,e
ha gusti ancora più settoriali sugli uomini. Sappiamo
entrambe
che i tuoi gusti non valgono..." venendo guardata freddamente da Kianta
"Comunque... siamo
serie. A quale
degli uomini migliori, farebbe fare un dipinto affinchè la
sua
bellezza resti immutata per smepre? Che meriti ciò oltre che
per
la bellezza, non sexytude, e la sua personalità che traspare
anche dai segni di un pennello?"
"Milan sicuro..."
iniziò la
donna "per altri che meritino... " iniziò a rallentare per
poi
fermarsi a guardare Kianta. Sedeva sulla poltrona
che dava la
schiena alle finestre. La stanza era di forma rettangolare e le
poltrone davano la schiena alle pareti lunghe e in direzione delle
altre, quindi fronteggiandosi. Kianta sedeva in un modo che la
freddò, Era portata verso il bracciolo destro, seduta di
traverso con i l fianco destro a contatto con il bracciolo destro, le
gambe verso quello sinistro, con la gamba destrra sopra l'altra, cfon
il piede nella zona posteriore della caviglia, che si incuneava fino al
tallone dell'altra. Era un modo strano di portare le gambe e lei lo
aveva visto fare solo ad un'altra persona. Era un modo suo di stare
sennza posizione da Signora, questa gamba che qusi bloccava l'altra con
la zona della caviglia che teneva quella sotto più vicina
alla
poltrona quasi abbracciando l'altra cavilgia. Il piede sinistro stava
tutto a terra, mentre quello destro che girava intorno all'altra gamba,
toccava terra solo di punta. Col il busto tutto verso il bracciolo di
destra, aveva il gomito destro posato comodamente su di questo e il
braccio sinistro che passava sopra la sua vita stringendo con la mano
il polso sinistro. La testa, seguendo il busto verso destra, era
leggermente inclinata verso sinistra, con uno sguardo sicuro,
capacrbio, come se attendesse un segreto, come se nulla la toccasse ma
fosse cuoriosa.
"Capisco il tuo pensiero
sulle
apparenze e il vero giudizio di bellezza su una persona. Se lo
è, va detto. Oggigiorno più stregiudicato e..."
"Gli stronzi, quelli che
sono alla
moda, che appaiono al passo coi tempi e la stronzaggine... si,
è
vero. Piuù sono così, più piacicono.
MOlti li
definiscono belli e dannati, io solo coglioni. E se togli loro un
ciuffo, un pantalone, qualcosa, sembrano imbecilli qualsiasi.Perdono
tutto per quel dettaglio alla moda che magari gli stava bene ma che,
senza quello sono scialbi... La bellezza resta su di te
qualsiasi
cosa cambi o togli, aoltrimenti non valgono più nulla.
Quelli
come MIlan passano in secondo piano con la bellezza fittizia.
All'inizio si voleva dare bellezza a tutti perchè
no nvi
fossero differenze. Ma se esiste il temrine bellezza e bruttezza
è perchè denotano due cose diverse. Non avrebbe
senso
altrimenti questa differenza. E così si è passato
dal
voler aiutar ele persone a rendere ancora più
nella
società. Se sei brutto, con problemi, non ti omologhi e ct
ect
ect... non vali nulla. Se non ti ritocchi per fare la copia carbone
ormai di tanti altri prima di te, sei sfigato e ti viene meno lavoro in
cui eccelli, ma cè un/una persona x che
perchè
più attraente, che fa far figura, ti supera e resti indietro
nonostante non sia così brillante. E quanti, così
tanti
esempi di vergogna solo perchè non è da foto sui
social,
non si è regina o re della spiaggia, non ci si veste sexy...
inevce di andare avanti il mondo è andato molto indietro.
Per
questo bisogna raddrizzarlo. E siccome ho visto che alla gente piace
poco l'equità, uguaglianza, il giusto in base alla persona e
non
alla comunista, ecco che escno fuori i forconi. Mentre se metti paura e
regoole da tirannia tutti seguono e fanno c osì. Vedi
Germania e
paesi occupati con quel cavol o di baffetto tedesco e cosa è
accaduto dal millenovecentosettanove, quando la religione dei
marron glassè ha soppiantato il regno dello Scià
per
rivoluzione iraniana. Quell'uomo, lo Scià di Persia era per
una
volta un ottimo monarca, quanto aveva fatto e stava facendo per la sua
gente e che traguardi moderni, insieme alla sua regina Soraya. Ma alla
gente non andava bene, libertà, uguaglianza, diritti di
scuola e
medicina... chi se ne frega, meglio un totalitalismo
religioso-bigotto-patriarcale del... che orrore quelle foto del prima e
dopo. E si è lasciato fare... ecco perchè ho
deciso che
alla gente piace più esser bastonata che sostenuta con una
mano
e l'aiuto da fratello. E allora che bastonata sia. Quanti quadri,
dipinti,ritratti di persone e artisti sono finiti nella spazzatura,
perduti, abbandonati, perchè secondo loro senza valore, a
meno c
he no nfosse monetario, che invece parlavano della vita di
una
persona e di colui o colei che vi mise il suo dono. Ormai il valore di
un oggetto è dato dal denato di quanto ti fa risultare
grandioso
per averlo. Molte opere d'arte si sono salvate solo per questo, ma
siamo sinceri. Quanto valgono le foto e selfie di oggi rispetto a un
oggetto di ottima fattura e ha richiesto ore e tempo del fabbricante,
dei materiali e bellezza? Come per la bellezza maschile, la bellezza ha
smesso di esistere per i gattini e cazzate postate per like..."
"Sono d'accordo... e ora
Milan dove si trova?"
"In Asia. Comunque..."
ma smise
perchè all'esterno si sentivano urla e schiamazzi.
Sbuffò, si alzo e andò alla finestra scontrosa.
La
finestra dava direttamente sulla parte anteriore della tenuta, mentre
il corridoio centrale sia a destra che a sinistra dell'estranta, era al
cento di sua ali di stanze, una guardava con le finestre verso la parte
anteriore, quella opposta verso quello che sembrava un chiostro ampio a
rettangolo con archi ogivali disposti su ogni lato, sostenuti da
elegantissime colonnine di marmo. Un giardino diviso in sezioni,
curatissimo, pieno di sole rose di tutti i colori e screziature, con
una fontana particolare al centro da cui partono le divisioni
artistiche tra roseti, statue e composizioni varie. Una porta conduceva
alle sezioni dopo la tenuta antica, che giungeva fin sotto la montagna
direttamente, con box dei mezzi, zona addestramneto, ect. Il corridoio tra le due
ali di stanze
prendeva luce da lampede in stile antico mutate in elettriche e altre
lasciate a candele, ma anche dalle porte. Potevano essere di tipo
scorrevole o classico, antiche e in massello , tutte con sopraluce ad
arco o rettangolare, con vetri non dipinti come i moderni, ma a vetrate
artistiche con sezioni di vetro colorato come nelle chiese, ma molto
più fini e di ottima qualità. Alcuni originali da
precedetni proprietari, altri fatti per armonizzare i corridoi. In base
al piano le porte erano di forma rettangolare comnpreso il sopraluce o
ad arco, ed alcune porte avevano ve4ri e propri lunotti in base a stile
e forma della porta in vetro però opaco, come la zona
superiore,
così che non si potesse vedere all'intenro.
Kianta fece un gran
respiro, come
quando si incavolaca sollevando il petto e montrando non una linea dura
sulla labbra ma gli angoli all'ingiù,
aprì la
fonestra, urlando a pieni polmoni.
"Warden!...Warden che
cosa fai tu
qui. Dovresti essere ai pascoli, non ti lascio tant alibertà
per
scorazzare qui. Sei un fastidio e un pericolo. Warden!" mentre il
cavallo la guardava ma pareva far finta di non sentirla "Lo so che mi
senti, alla stalla. Adesso!" ma questi niente, correndo e scorazzando
per la zona anteriore della tenuta "Warden. Te lo dico ora e non te lo
dico più. O torni ai pascoli o alla stalla, o ti
picchio
col giornale bagnato, sai... vai!" vedendolo scattare come correndo
nella sezione corretta.
Si voltò
furente, mentre Madame chiedeva "Non lo farai sul serio, spero..."
"Io non picchio gli
animali, ma se lo
colpisco un pò sul seder col giornale bagnato, a lui non
piace
restare con parti sederose all'aria umide e ci sente... è
come
questi uomini, bambini che devi educare con gli espedienti.." ma si
fermò, mentre tentava di richiudere le imposte, facendo un
verso
ocme un ringhio e tornando ad affacciarsi "WARDEEEN! Cosa ti avevo
detto? Ora prendo il giornale bagnato e ti faccio il mosaici bagnati e
Voi, perchè mangiate mentre camminate! Warden..." mentre il
cavallo si sedeva di sedere sull'erba come un cane, cosa che facevano
in molti "Warden, se continui prendo la tua coda, la spelo tutta
all'osso così vediamo se puoi pavoneggiarti ancora con
quella e
scacciare le mosche...non sei il brad Pitt equino!... ah ora ci senti,
mi guardi. prenderò la tua coda e la vendo ai liutai. Eh? E
non
ti metto la coperta zebrata, così le zanzare ti si impizzano
sul
sederone e vediamo coi se ti piace... alle stalle. ORA!" battendo sul
marmo sul davanzale della finestra. Il cavallo alla fine ci
sentì, fece uno scatto, si voltò per fissarla
incerto,
poi quando lei fece il gesto con l'indice verso le stalle lui
partì in quarta, cavalcando con eleganza nonostnate fosse un
Dypsy Vanner e la gente pensava fossero lenti e pesanti.
"Noto con piacere che no
nti sei
arresa e scocciata di riprendere e rimettere in riga i ragazzi
cattivi..." mentre Kiianta chiudeva la finestra con un muso lungo e il
cipiglio, braccia conserte "e noto che ancora non hai fatto
l'operazione di mastoplastica riduttiva , ne immagino quello all'altra
zona per togliere tutto. SOno sorpresa, sembravi sicura di te sul
volerlo fare, visto che anche un'altra persona voleva..."
"..." mandandole uno
sguardo di fuoco
"Ringrazi qualcuno in particolare per impedirmi di fare cosa voglio..."
con molta rabbia guardando malissimo Jd, il quale sospirò e
levò li sguardo, colpevole "Tutti che dicono no, esattamente
come là fuori quando a chi si riferisce, Le veniva
detto
che no, soldi e che perdita togliere certe cose. Togliere tutto
è impensabile, un qualcosa contro natura, che i batuffolini
di
gioia sono doni di Dio. Madò le sberle!" sbraità,
dicendo
lultima frease in italiano, andando a sedersi, non allo stesso modo di
prima ma dritta e con la schiena contro lo schienale, gambe laterali
secondo etichetta, anche per la gonna che odiava che qualcuno spiasse,
e le braccia dritte a seguire i braccioli. "Trovo vergognoso il fatto
che anche qui, e anche a me, si debbano utilizzare certi discorsi ed
espedienti..."
"In effetti concordo,
per quale
motivo non volete? Non si dichiara libertà qui? Eppure le
dite
no a cose che vuole, come foste voi i tutori legali..."
domandò
Madame, voltandosi verso i veterani, che pareva cercassero di sviare la
cosa non guardando nessuna delle due. Jd dopo un colpo di tosse si
avvicinò a lei e le chiese se desiderasse
qualcosa, in
modo molto servile e da perfetto maggiordomo ma per sviare la questione
"Grazie, Jd. Un tè e dei pasticcini andranno benissimo.
Anche a te mia cara? Blooming tea o bouquet tea?"
"Quel che Voi
desiderate. Non ho preferenze"
"Molto bene. Jd facci
avere un Blooming e quei deliziosi pasticcini che mi avete offerto
l'altra volta..."
"Abbiamo già
provveduto, ma
questa volta sarete deliziata dal mix che abbiamo scelto per Voi..."
fece lui con un sorriso, ma prima che si sollevasse dall'inchino,
Madame lo afferrò per braccio.
"Prima che tu richieda
il servizio, potrei avere la risposta alla mia domanda?"
"Ecco...." fece questi,
con sguardo da cagnolino bastonato "posso assicurare..."
"Jd... "
incalzò la donna e qusti si arrese.
"Non è per
questioni religiose
o di pensieri sui figli che sono doni o altro. Semplicemente David con
gli specialisti sulla... materia... hanno stabilito che con le
stoddarde era meglio lasciare tutto com'era per una migliore resa dei
risultati. Per me non cè negazione, ma Milan e David hanno
cercato di convincerla che era un peccato rovinare tutto il lavoro di
studio e controllo, se tutti i valori fisiologici le si
sballavano per quest aoperazione..."
"Mh..." fece Madame
lasciandolo e
riflettendolo "Se davvero la questione è la seguente, posso
comludere che la motivaizone è lecita..."
Kianta palesamente li
fissav acon
un'aria omicida, dritta come un fuso su quella poltrona in stile Luigi.
Gask confuso domandò a Lubo la questione delle operazioni e
parlando piano mentre i tre discutevano, gli spiegò la cosa.
Portando Gask a restare perplesso.
"Kianta vorrebbe ridursi
il seno,
dalla sua sesta abbondante a meno, perchè fastidioso, troppo
ingombrante secondo lei e... troppo visibile. Odia L'idea di avere
fastidio nel muoversi, tipo le amazzoni con l'arco, e ancora di
più detesta l'idea che deve sottostare alla natura con gli
organi sessuali sempre attivi, che danno solo noie. Per questo voleva
togliere tutto e sentirsi come si sente lei, senza un genere definito,
solo lei stessa..."
"Intendi togliere i suoi
organi sessuali? E si può fare?"
"Certo. Non avrebbe
più
fastidi di ciclo, ormoni e simili e nientre figli. Si sentirebbe in
pace con se stessa e senza obblighi da tutti"
"Ma... voglio dire per
il seno le
donne che giravano intorno al Capo se lo facevano ingrandire apposta
per averlo come il suo, e lei se lo toglie.."
"Non si è
tutte uguali. Loro
per sfruttare al meglio le doti naturali, che pensano di
avere
per svoltare e trovare il loro posto. Il seno grande è
considerato apprezzatissimo, ma chi si sente donna e vuole averlo... ma
non Kianta. Comunque..."
"Serimante, Madame"
proruppe Kianta arrabbiata "A cosa devo la vostra visita?"
"Sia piacere che
lavoro... ho portato
dei dati che vi potrebbero interessare. Farete come alsolito trovando
altri modi per giustificare l'aver avvicinato e individuato queste
persone, così che io possa... restare la Madame
sostenitrice di tutti. Io ho fatto ilo mio lavoro, adesso tocca a voi.
Per la questione del piacere, sarei felice se... non fossi di fastidio
fino al tè delle cinque. Sempre che tu non abbia impegni,
sia
chiaro"
"Ovviamente no, madame.
Caso vuole
che oggi fosse il mio giorno libero, ma sono lieta di
presentarvi
delle persone che penso...apprezzerete. Artisti e piacere sono andati
sempre a braccetto, non ne convenite?" sorridendo beffarda
"Sei sempre tu... Con
quegli abiti mi
eri sembrata un'altra persona, sembrava quasi di tornare a tempo
addietro, ma non hai quegli occhi e lei non avev a quel sorriso.
Quindi, se per te non è dispiacere visto le vostre cantine,
ho
portato un gioiello di vino dio Champagne che è oro,
rispetto al
solito"
"..." guardandola
attentamente "Io
sono io, Madame. Dovreste saperlo bene. Per il vostro dono da
assaggiare, sono curiosa. Siete in grado di trovare perle che a volte
Milan raggiunge pagando o facendo favori, e chissà... Magari
per
quella scommessa che abbiamo fatto, sarete voi la vincitrice..."
sorrise in modo carogno
"Sono sicura di vincere.
Noto inoltre
che qui il servizio è carente..." ridendo mentre osservava i
veterani che la guardavano stupiti "Di solito, senza chiamare
camierieri e addetti al servizio, siete voi che mi fate sentire una
regina. oggi sembrate mogi... Tu, ragazzo nuovo. poco fa non ho potuto
parlarne, ma ti va di lavorare per me?" sorridendogli ammiccante,
mentre Gask faceva scontrare la sopracigli confuso
"ha bisogno di un
professionista per caso?"
"Oh, ciò che
cerco è... un collaboratore particolarmentecapacesu
cui contare. Ci sono donne, mie clienti, che desiderebbero avere
qualcuno di nuovo e diverso, come te, per le loro uscite..."
"Si sentono
così poco al sicuro? Non so se rientro nella categoria delle
guardie del corpo..." ma lei fermò
"Oh, no. Forse non hai
capito. Tu sai
chi sono?" mentre Kianta poggiava una guancia col malumore su due dita
ella mano destra, tenendosi al gomito di questa
"Si, siete quella che da
dove vengo
si definiva pappona o protettrice e..." trovandosi attorniato da gemiti
di disperazione e vergogna dagl ialtri veterani, e una risatina
sarcastica di Kianta come per dire-quest
ami è piaicuta=""-che lo tenne con lo
sguardo incollato a lei, confuso
"No ragazzo" fece Madame
"Io sono
un'imprenditrice. Io conosco le persone giuste o soggetti che
cercano... determinate cose. Io commercio in piacere, desideri, sogni,
sfizi... ho nella mia Carte dei servizi svariati settori e prestazioni,
svolti da soggetti che all'inizio erano definite cortigiane per uomini
potenti, escort... professioniste in certi settori più
latenti
nella società. Ma le persone che lavorano per me sono
principalmente colpite da quelle malattie definite dipendenze sessuali.
Persone ritenute vergognose e da allontanare, che se scoperte perdono
anche il lavoro per questa idea che..."
"Ma quindi lavorano per
voi o no? Non è la stessa cosa?" domandò lui ai
veterani come a trovare supporto
"Quasi" fece con
asprezza Madame "Io
sono come un sito su cio si appoggiano i venditori normali e
professionisti. Io metto a disposizione spazi e modi per la vendita ad
ampio raggio, per questo servizio chiedo una percentuale sulle vendite.
Anche se oggigiorno le ragazze potrebbero trovare da sole clienti eche
possano essere molto generosi, da sole sono sempre in pericolo. Ecco
perchè io ho i mezzi perchè loro possano sfogare
la loro
malattia, se no nvogliono curarsi, ottenendo denaro che possa servir
loro per vivere e come futura pensione. Grazie al mio lavoro, in alcuni
paesi che è legale, lroo sono iscritte come prostitute di
professione, pagando il dovuto e ottenendo il diritto di maturare
interessi pensionistici più avanti, seppur non sono di quel
preciso paese. Da sole non sarebbero riuscite. Questo mi è
permesso da Milan, con il quale ho accordi. Molti spettacoli, servizi e
altro sono stati introdotti su consiglio di una persona, che sedeva
lì allo stesso modo con lo stesso sguardo, tra l'altro"
disse
con un sorriso vedendo Kianta di nuovo nella posizione tutta a destra
sul bracciolo "che mi ha spinta ad.. ampliare gli orizzonti
così
da giungere a più tipi di persone e gusti. La mia Casa
permette
anche dietro piccole offerte, di visionare con i propri occhi aspetti
umani, per molti specialisti, psicologi, spichiatri e altri, che
normalmente non potrebbero. Molte.. pratiche, che usufruiscono da me,
mi permettono di avere clienti così entusiasti da fidarsi di
me
per altre cose. Ma anche per quella persona, io ho portato i miei
settori su donne, gay, altri soggetti. Ecco perchè ti chiedo
se
vuoi essere uno di quelli, di questa organizzazione, che lavora anche
per me... Molti sono così grossi o troppo artificiali come
eccesso muscolare, da essere grotteschi o poco adatti per essere degli
accompagnatori. ma tu no. Sei di costituzione già robusto e
il
tuono di muscolare è grande ma non eccessivo, naturale, e da
questo si vede la tua tembra e la tenacia che ci metti. QUindi non
cerchi strade veloci e facili come altri. Potrei proporti..."
"No!" fece Kianta,
uscendo dla
taschino della giacca un orologio da tasca rotondo, argento, con decori
di tipo floreali a raggiera su uno sportello half da cui si vedeva i
lquadrante. Con un gancio a clip che non si notava ma sembrava un
decoro verticale del bordo del taschino "Questa persona non
può
averla..." fece serissima con quell'espressione che poteva
sembrare di superiorità e mascalzonata.Jd cercò
di
stemperare la strana situazione che poteva giungere, prenedndo dei
flute e versando un vino che tenevano per gli ospiti.
"Oh..." fece la donna
guardando
stupita Gask " scusami, non sapevo che alla fine quel giorno sarebbe
venuto. Mi spiace molto che non possa approfittarne, e metterlo tra i
miei ranghi. Ma sono contenta. Sono davvero lieta..." prendendo un
flute e ringraziando Jd, che però la guardò in un
modo
che sembrava mostrare punti intrrogativi da ogni dove.
"Di cosa parlate, non
capisco" fece Kianta, mentre le porgeva il suo, cosa che faceva sempre
Jd
"Ma della cosa. Sono un
pò
ratttristata di questa piccola perdita tra i miei stalloni, ma sono
ancor più lieta di questo avvenimento..." sorridendo gaia,
sorseggiando il vino, mentre Jd e Kianta si guardavano come se non
capissero "cosa cè. Tu non vuoi che io lo prenda, quindi
signiifca che tieni a lui. E se tieni a qualcuno allora sarà
o
tuo amico come questi ragazzoni che mi fanno sempre disperare, o quel
qualcosa che dico sempre che avverrà, prima o poi..."
Madame sorrideva, ma
piano piano
apparve turbata, osservando gli altri nella stanza. Alla fine
domandò perchè quel gelo e quel silenzio e Jd con
disagio
le disse che non era per quel motivo che Kianta aveva sentenziato
iìl suo no."E' che..."
"Cosa. Non cè
bisogno di vergognarsi. Ti avevo detto che è la natura che
tu..."
"E ancora!" proruppe lei
acidamente
"non è per le vostre fantasie romantiche del chiurlo, lui
è il fratello di primo sangue di Milan, quello nuovo. Ecco
perchè le dicevo no. Lui... ma neanche per tutte le
stronzate
del mondo" fece lei aspramente mostrando il suo disappunto guardado
Gask malissimo "Si, non faccia quella faccia, Madame. E' lui la persona
di cui le abbiamo parlato, ecco perchè è no! Cosa
lui
faccia non mi interessa, ma siccome Milan dice di trovarsi con lui come
un fratello, come quando si è bambini e si trova
l'amichetto del cuore, ecco il motivo per cuii è
tassativamenteno.
Se ne vuole uno nuovo da mostrare come stalloni pronti per la monta,
vada là fuori e faccia selezione. ma che lo vogliano anche
loro..." facendo gesti c on la mano aperta verso le finestre.
"Sempre acida quando si
parla di
amore o affezioni. E io che speravo di aver vinto" con una smorfietta
triste "un vero peccato che quando vi arriva carne fresca, siano
deludenti. l'unico decente è l'amico di Milan, non
cè
giustizia..."
"Madame" girando il vino
nel flute
guardando questo e non lei "basta con queste cazzate romantiche. Non
siamo adolescenti, donne frustrate che hanno bisogno dei sogni per
uscire dal mondo marcio in cui si trovano, che hanno bisogno di evadere
con cose piccanti... quello lo lascio alle vostre clienti e di sicuro
io non bisogno affatto di uomini. Come disse una certa persona a Milan
"alzando gli occhi verso di lei, penetranti "se avessi voluto
giocattoli, ormai ne avrei quanti ne bastavano a trecento di me. E voi
lo sapete..." mentre Madame si faceva seria "ma siamo onesti. Se prima
gli uomini erano stronzi, misogini e buoni solo per apparire
chissà cosa, adesso sono tutti ragazzi eterni dentro e finti
fuori. Andiamo, trovare qualcuno di serio come fattori mentali,
sincero, corretto, un essere umano come vorremmo tutti noi che attuiamo
il Cambiamento vorremmo! le cose assurde che vedo qui, Madame,
OHHHH!... davvero non le immagina. Alcuni sono così idioti e
non
parlo di persona divertente, sono solo coglioni, è
diverso...
ecco , questi io gli farei scavare una bella buca ma non da bara, un
cilindro verticale, quando sono belli sotto, con una terra franosa,
prendere più chili di ortica bella fastidiosa e cominciare a
tirargliela con rabbia finchè no nfinisce e testare quanto
tempo
sopportano la cosa. perchè quando si è idioti in
quella
maniera, ti passa la voglia di averci a che fare..."
"Andiamo , ragazza!
Molti non sono
male. Sono simpatici, giovani...o interessanti senza essere falsi anche
fisicamente come il nuo fratello di milan"
"Per Voi... mi creda,
per Voi e per
poco tempo. Viva con loro che scorazzano con roba che neanche agli
scherzi che si fanno ora su youtube con un nome in inglese,
si
possono pensare. per questo le dico come i fidanzamenti, che
è
facile che la relazione vada bene finchè i due stanno in
posti
diversi e si vedono solo per cazzeggiare. E poi ci si chiede
comè che i matrimoni finiscano anche pochi mesi dopo... eh,
certo. Non si conosce davvero la persona, non si sa vivere in
comunità..." allargando le braccia come per dire che era
chiaro
mentre Alaric la sbeffeggiata dicendo-senti chi parla=""-
"Infatti, Alaric. Perchè io non credo in cretinate
e
storie da sogno come le altre persone? perchè sono realista,
so
che non ho intenzione di dividere i miei spazi con qualcuno che non
intende rispettarli, e non sono portata per le cose che per
Madame è amore e legame. Senza offesa..."
"Niente offesa mia cara,
capisco. Come ho detto è un peccato, sembrava quasi una
risposta perentoria del!.
Sono io comunque che ho perso un probabile diamante, ma
sarò fortunata più avanti! CHe posso dire..."
"no, Madame, si
è salvata , mi
creda. Quel soggetto lì per come è, le avrebbe
fatto
scappare tutte le clienti.No, ha salvato i suoi affari..."
"Lui?
Ma... Milan me ne ha sempre parlato in un certo modo. SO
bene..."
"No, come le ho
detto..." ma qualcuno
aveva bussato alla porta, e uno di quelli che in generale si poteva
definire un camiere entrò per metà oltre lo
spiraglio
della porta annunziando l'arrivo di Milan, cosa che fece sbuffare Kianta
"Nooo. Ci mancava solo lui!! Madame, venga, corra, se Milan ci
interecetta restiamo qui fino a sera, ma anche no!" facendo ridere la
donna mentre la faceva alzare dopo averlla raggiunta di corsa e tirata
via.
Kianta guardava il suo
ebook reader
ma sospirava di impazienza. Vicino a lei, di fronte il comodino Gask
stava litigando con la torre multimediale per agganciarci un
dispositivo e usare le cass eintegrate. ma non riusciva a capire come
funzionava.
"Perchè non
funziona?"
"Controlla i jack e
assicurati che le casse siano attivate"
"Quanto sono
difficili...sembra il casino di quando si deve fare un identikit..."
Kianta sorrise a mezza
bocca, ricordando la Lezione di riconoscimento e identificazione dei
soggetti tramite elementi chiave. Si
teneva
ogni volta che un gruppo di rookies veniva inserito e introdotto, e
quel giorno verteva su una cosa che Kianta odiava.
L'incapacità
della gente di specificazione, riconoscere o indicare elementi preziosi
per descrivere le persone. I famosi identikit dati per informazione
orale, scritta, disegnata se impossibile in fotografia o video.
Capitava che seguendo o studiando un soggetto ne spuntassero di nuiovi
appetitosi da punire, e seppur utilizzassero occhiali, penne,
fermcravatte o altri oggetti indossabili che potevano riprendere e
sentire, parecchie volte non era possibile veramente puntare la cam su
qualcuno ed era necessaria la descrizione tramite auricolari invisibili
e via microfono. Si
insegnava a
fare un'analisi del viso. Ossia indicare velocemente, quindi riuscire a
fare un'analisi dei caratteri somatici, per meglio descrivere le
persone. Si
studiava come
riconoscere e descrivere lunghezza e larghezza viso così da
capire se fosse ovale, allungato, rotondo, quadrato o squadrato, a
cuore o diamante.Poi si passava alla fronte, poi zigomi e poi mento, in
base a distanza da bocca e che forma ha frontale e laterale. Se
è sfuggente, corto e stretto, sporgente, rotondo, allungato.
Poi
il naso, se nubian, greco, aquilino, arcuato, a punta verso l'alto,
concavo,e altri, con gobbetta e indicare pergino l'ala della
narice che altezza, distianza ect.Tipi di bocca. Se ha la
barba e
quale delle quindici tipologie al mondo , dal pizzetto alla balrba
incolta, passando dalle mode passate e attuali. Anbche per i baffi vi
era una quindicina di stili o più per identificare qualcuno
in
base a come li portava. Infine si finiva con gli occhi. Ormai da tempo
si dividevano i tipi di occhi in tre tipologie principali, la direzione
di una linea immaginaria che passata sugli occhi da parte a parte,
quindi da punto A a punto B, orizzontale, così da indicare
le
caratteristi partendo dalla forma, se hanno palpebre e doppie palpebre
o epicanto, e quindi non è bianco, se a mandorla,
tondeggianti,
grandi o piccoli. Elemento chiave era la posizione o algolazione degli
occhi, distinti in tre parti. Canthal Tilt, così molti lo
chiamavano e lo avevano adottato loro come metro di
identificazione, descriveva se gli occhi erano verso
giù,
allineati, o verso l'alto. Se la
linea andava
dritta seguendo la forma degli occhi da parte a parte,e si aveva
Canthal Tilt neutro.Se si divideva seguendo gli occhi, con il pu nto A
e Bverso il basso al centro della linea, si indicava Cantal
Tilt
positivo,con gli occhi che andavano verso l'alto con l'angolo laterale,
ossia la fine dell'occhio, un Canthal Tilt negativo si aveva invece se
da A e B la lina si divideva a metà seguiendo gli occhi,
andando
verso l'alto, quindi la zona dell'angolo laterale scendeva verso il
basso. Questi tre elementi permettevano un più accurato modo
di
descrivere un viso e questo aveva attirato l'attenzione degli uomini,
sia nuovi che vecchi, che seguevano regolametne se v i erano
aggiornamenti, le Lezioni. Così
l'insengnante di quel giorno aveva chiesto ai capitani di presenziare
alla lezione per fare da modelli per le prove di riconoscimento. Jd
era risultato
con viso a cuore, senza barba o baffi, mento rotondo, zigomi un
pò pronunciati, naso dritto, occhi Canthal Tilt
neutro a
mandorla, fronte piccola. Alaric con viso a diamante, mento allungato,
naso ad arco o per altro con gobbetta e stretto, fronte larga, occhi
Canthal Tilt negativo, zigomi normali. Lubo
viso rotondo,
guance piene, mento rotondo, naso largo e schiacciato, fronte media,
occhi neutro. Kianta, che era sempre presente più per
osservare
gli uomini e farsi un'idea, senza dirlo, che per fare presenza per
indicare che era una Lezione importante venne messe in mezzo
dall'insegnante, che la spinse a restare ferma e farla analizzare,
mentre lei sbuffava. Viso ovale, mento rotondo eper alcuni pievemnte
allungato, naso a punta verso l'alto, fronte larga, zigomi non molto
pronunciati, occhi Canthal Tilt neutro a mandorla. Quando
toccò a Gask, prima di Bryden e l'altro, che nessuno
calcolava mai, iniziarono i dibattiti.
"Scusate
ma perchè non si possono utilizzare più i
riferimenti con attori o gente famosa?"
"perchè siete incapaci di ossevare, fate casini e utilizzare
la faccia della gente per dire-sapete
per me somiglia a tom cruise=""-, non è affatto
professionale" rispose
acida Kianta
"ma... mi viene meglio, come descrivere il leader o il capitano Jd...
Io dall'inizio ho visto nel capitano Gask quell'attore del
film
che abbiamo visto, come si chiamava...Grave Encounters due, vero?
Così non è più semplice?"
fece quello del
primo commento girando con il busto verso gli altri alla sua destra,
evidenti ormai amici.
"ma
che dici, quello è diverso"
"ma
parti di Richard Harmon? Io no"
"ma
no ragazzi, da lontano ci somiglia dai..."
"ma
dove lo vedi?"
"Forse
intende gli occhi? Gli occhi si, come forma e Cantal Tilt positivo, si.
ma il resto no"
"Invece
da lontano
si somigliano.Ti dico di si, di lontano ma stessa aria... Ero
mezzo sbronzo e mi sembrava di stare nel film, ho avuto pure paura.."
disse il primo che aveva parlato ridendo, per poi vedere
Kianta
che lo fissava irata, con la testa inclinata verso la spalla, come se
volesse bruciarlo sul posto "Sscuuuusii. Non ero ubriaco, ero libero e
avevo pasato del tempo con gli altri... ci scusi..." chiese perdono
alzandosi e facendo un inchino tipo asiatico, mentre Kianta guardava Jd
come per dire
"Signori..."
fece l'insegnante, cercando di riportare l'attenzione all'identikit
"Continuiamo, chi prosegue con l'analisi?"
"Sempre
io!!"
disse il primo e l'insegnante lo fece parlare "Allora, da lontano
somiglia a Richard Harmon, parere mio, da vicino no ma da lontano..."
facendo snervare tutti "allora... ha occhi come ha detto Karlo Cantal
Tilt positivo, molto verso l'alto, color nocciola credo, allungati.
Viso... allungato, con la mascella netta.."
"mascella
netta?" chiese l'insegnante
"Si,
mascella delineata, ecco. Poi fronte media. naso dritto, non greco.
Zigomi... normali, in linea con la mascella. E..."
Di colpo
sentì l'altoparlante
che eruttò musica elettronica, facendola saltare per aria,
mentre Gask cercava di regolare il volume. Cercò di
calmarsi,
respirando a fondo, riconsocendo Narcissistic, il brano che per lei,
con la dissociazione e visualizzazione, ripercorreva il primo giorno di
Lia, quando incontrò in quell'edificio il gruppo.
Si
voltò a fissarlo, vedendolo con l'espressione di un bambino
che
era stato scoperto a fare cazzate.
"Scusa... ma l osai, col
capo
cèra tutta roba antica, la adorava, ecco perchè
aveva
buoni rapporti con Milan, mentre sta robva moderna no... io usavo il
lettore portatile di cd audio, quello rotondo..."
"Ok, ok... per favore
però,
passami quel lettore mp3, così regolo il volume
anche da
lì... non si sa mai."
QUando le fu consegnato,
si accorse
che cèrano file suoi, o meglio di Lia che lei teneva ancora,
e
che invece lui li aveva rinominati come Gask00, Gask01 e
andando
avanti, mentre invece ascoltandole erano i suoi brani. Lo
guardò
come per dire-ma stai dicendo sul
serio=""-ma lui chiese scusa
e le disse che gli servivano per consocerla meglio.
"Me?" fece lei confusa
"ma tu hai
capito di chi sono questi brani?" mentre lui rispondeva di no, sorpreso
"questi appartengono a Lia, non a me. Io li uso come ancoraggi per la
dissociazione perchè conosco la chiave per decifrarli, o
meglio
a quale particolare sequenza della sua esistenza appartengono..."
"ancoraggi? sequenza?"
"Si, ogni brano di
questa lista
è un ancoraggio a un fatto specifico che il brano, che sia
per
le parole o per come si ascolta in generale, dà... o meglio
le
dava. happy birthday ne da uno. Sis un altro, narcisistic e
via
dicendo. Ogni brano qui dentro rappresenta un momento in cui lei ha
messo un ancoraggio. per l'altro mondo, l'altra se stessa o ad alcuni
momenti della realtà. Se tu usi questi per conoscerme me,
hai
confuso tutto. Ogni brano non è solo un interessamento,
almeno
non tutti. A volte capitava che udisse un brano per la prima
volta e senza volerlo partisse la dissociazione, così lei lo
salvava e lo riuilizzava come ancoraggio per richiamare quel frammento
dell'altrol mondo... io li uso ancora, ma per altre cose... se vuoi
conoscere me non cè bisogno che fai questi giochetti. Chiedi
prima di fare. A volte Legeia ha ragione, sei troppo curioso e agisci
senza pensare a me. Sei sempre nella mia stanza, fai roba qui dentro
dall'esercitarti allo studiare, vedere film..."
"Mi annoio in camera.
Prima stavo
lontano dagli altri perchè stronzi o perchè
avevano paura
di me ed ero abituato a stare per i fatti miei, lo preferivo. QUi,
adesso con gli altri, mi sono accorto che la mia stanza è
vuota
e silenziosa e non mi piace. Poi ho visto che sei così anche
tu
ed ecco. Gli altri stanno in camerate di tot persone e si divertono
fino a tardi..."
"Già e poi la
mattina sono incapaci pure di alzare un piede..." fede lei arrabbiata
"Però...
invece da
quando sono qui e ho imparato a stare in mezzo agli altri, mi
sento solo in quella stanza. Non la sento mia. QUi invece..." ma la
vide alzare all'atezza delle spalle le mani aperte con l'espressione
come per dire
"Senti, te lo avevo
già detto.
Se ti senti solo in quella stanza da capitano, fatti spostare in una
multipla,in una camerata con tutti quelli che ti piacciono,
così non ti senti solo. Non è che
perchè l'altro
giorno, svegliandomi per cose mie, vedendoti mezzo sul divano e mezzo
buttato in fuori, col braccio a terra perchè non entri nel
mio
divanetto, e ti ho fatto per bontà divina dormire in un
angolo
qui, puoi tornare sempre. Siamo amici, ma poi basta. Capisci che non
è normale?"
"Normale? Quante cose
qui sono
capitate che non sembrano normali? Milan e il suo riuscire ad avere
ottimi rpporti con certa gente. Questo posto. Tu. Le stoddarde, la blue
blox. Certe cose. Come nella città turca e le fogne. O
quella
volta che sei tornata dalla romania in bara. Ricordi? Anche questo
è strano..."
"Non immischiare le
cose..." fece lei scuotendo la testa e voltandosi sul fianco per
leggere.
Gask rise, ricordando
quel giorno, solo qualche giorno prima del fatto in turchia e le
esplorazioni nelle fogne. Prima
che lei
partisse avevano litigato nuovamente, perchè lui
cercava
di parlarle e lei niente. L'aveva seguita fin davanti la macchina che
l'attendeva, già vestita con gli abiti tradizionali rumeni,
intenta a controllare che le poche valigie fossero presenti. Jd,
l'unico altro presente oltre gl iaddetti ai viaggi, osservava quei due
litigare come al solito.
"Dimmi
dove stai
andando. Dopo te e Milan non sono io quello che ha in carica la
gestione di questo posto? Non dici mai dove vai, che cosa fai, chi
vedrai... Milan non vuole che tu esca, eppure tu continui a
vestirti in modi strani e sparire per ore o qualche giorno. Senza
sapere nulla non va bene. Dovrei seguirti, Milan vuole che almeno io o
due dei veterani ti facciano da Ombre..."
"Ho
già le
mie Ombre. Quei tre ci stanno per un motivo..." disse lei con poca
attenzione a lui, ma osservando per bene il lavoro dei tre
addetti.
"ma
Kianta, almeno dammi delle informazioni o modi per contattarti"
Kianta,
che stava
sempre di spalle fino a quel momento, si voltò a fissarlo.
Gask
la vide bene, visto che l'aveva prima seguita sempre qualche passo
dietro. Indossava quelli che all'inizio, mentre la seguivano, Jd aveva
indicato come abiti tradizionali. Erano, disse, un dono di una persona
importante rumena che aveva buoni rapporti cvon quella terra e che
un'altra persona vi si era recata per studiare quei luoghi per le
Torri, accompagnando Milan, e aveva intessuto buoni legami con alcune
famiglie che contavano. Avevano ricevuti molti abiti tipici che
potevano indossare quando vi si recavano, tra abiti bianchi riccamente
decori con mantelle nere e foulard rossi in testa, a semplici dei
popolani, a quelli come l'esemplare che lei portava in quel momento. Composto
da
camiciola bianca leggera e quasi trasparente con maniche e zona spalle
pronunciate e gonna bianca. Vi erano sia opache che lucide come satin,
lei aveva ricevuti lo stile satin. Sopra la camiciola e parte della
gonna, sopra i fianchi, una giacchetta chiusa in vita da una cnintura
in metallo argento con due forme circolari, con mezze maniche
color blu con vistosi decori color argento e disegni sulle maniche sui
fianchi. Al collo sopra il colletto rigido unfilo di perle e
più
sotto verso il vordo a V dell'abito una collana tipica a triasngoloo
che scendeva fatta di monete mertellate e incise a pendere, dalle
più grandi alle più piccole. Orecchini in cerchio
simili
a quelle della collana erano uno degli ornamenti, oltre gli anelli che
però erano i soliti, quello a fede larga con le incisioni e
nell'altra mano quello con i torchon sui lati. Sulla testa aveva un
copricapo che per Gask pareva quasi richiamare in parte connotati
turchi o russi, per lui cèra smepre difficioltà a
riconsocerli. Indossava quello strano copricapo, che in romania forse
aveva un nome ma lui non lo sapeva, che era una cappellino piatto e
ovale che si indossava sotto un velo. Er tutto ricamato come la
giacchietta, in bliu e ricami in argento e il velo dello stello colore
partica da una zona a metà del cappellino e scendendo fino
alla
schiena, copendo così la parte posteriore mostrando
però
in parte come era acconciata la sua parrucca. Aveva la parte anteriore
dei capelli divisi a meta in una sorta di due due ciocche grandi che le
scenedevano per lato fino alle spalle in un torchon che pareva
naturale, per poi legare sulla nuica una coda bassa e finto morbida
dove si vedeva l'arriciattura dei capelli. Era truccata e con il
rossetto, non in modo vistoso, cosa che la faceva sembrare diversa.
ogni volta che si truccava, pareva quasi un'altra per le pochissime
volte che lo faceva. Jd
gli aveva
spiegato che aveva nelle valigie abiti ricevuti smepre in dono in
Romania tipici. Leggeri o pesanti, con camiciole varie e gilet lunghi
senza maniche a giacche, e con gonne ampie di vari colori, ad
abbigliamento invernale come le tipiche giacche bordate di pelliccia,
purtroppo vera, non facevano sconti nenahce a una come lei che era
contro le pellicce vere a meno che l'animale non fosse morto
naturalmente, con le tipiche maniche alla russa con il talgio che
partiva da sotto l'ascella a scendere, creando quei triangoli che
mostravano l'abito sotto. A completare il famoso cappello tondo peloso
con piume sul davanti, una ritta e una più morbida ad arco,
e il
manicotto. Ogni volta si portava dietro quegli abiti per rispetto. "Certi
paesi, come
sai, pretendono molto rispetto per le tradizioni. Come in turchia che,
seppur puoi vestire con completo occidentale, apprezzano molto abiti
del luogo"
Fissando
Gask
malamente, Kianta prima restò muta, poi guardò
Jd, poi
tornò verso Gask. E stranamente per Jd, lei
sorrise e
parve assumere un fare civettuolo.
"Oh,
Gask.Sei
molto capace, coraggioso, per molti straordinario, il degno ultimo
Figlio della vecchia Sarılar di Mezitli... se ti facevano pure
intelligente sembrava troppo!"
"Kianta..."
fece Jd come a rimproverarla
"Come
vuoi..." gli
rispose e si portò con lo sguardo verso Gask "Tu sei
pericoloso
vero. Tranne che durante la formazione tra i Figli e poi lavorando per
quel tizio crasso e unto" facendo una smorfia di schifo "hai imparato
solo a essere egoista, menefreghista, incapace di vedere le cose
intorno a te, la gente fa e non senti. parti come un elefante che non
guarda niente sulla sua strada. Ti divertono le sfide e i giochi. Fai
casino tutto il giorno con gli uomini. Non rispetti orari e le regole
della giornata e..."
"Kianta
andiamo. Viene da un altro posto, ha il suo pasato, non è
abiutato..."
"Ma
che cazzo
dici, Jd?!? fece lei di colpo alzando la voce, tanto che gli addetti si
spaventarono e si portarono di lato quasi a nascondersi sussurrando tra
lroo che si era incazzata, meglio pensare di sparire e star e
invisibili "Questo qui è con noi da qualche mese, no ore,
non
giorni... MESI! E ancora si comporta come un bambino scemo, che sembra
sceso dagl ialberi come Mogli e sta imparando la civiltà...
è questo che mi stai dicendo?"
"no,
calmati. E'
solo che è preso dall'euforia di un posto e un modo di
trattarlo
diverso...dagli ancora un pò di tempo..." videdive Kianta
riportare su di se l osguardo. Duro, freddo, come quello di una bambola
"Vuoi
che ti dia
una chance? Visto che a qualcuno preme... " riducendo a fessure gli
occhi contro Jd "Se è così, così
farò.
Milan dice che tu più di tutti sei più
cristallino e
genuino di tanti dell'organizzazione. Ecco perchè siete
entrati
in sintonia... oppure diciamo chiaramnete che hanno scoperto
reciprocamente che sono bambini edntro e nel cervello, che è
più chiaro e si son trovati...." sussurrando a Jd con astio,
vedendo rimproverata di nuovo "Ma se Milan e JD dicono che tu meriti
possibilità, ebbene, così farò...."
Mise
mano a
qualcosa che si nascondeva sotto quella collana a monete e la fesce
scorrere oltre la testa, sistemandosi di nuovo capelli e velo "Questa
chiave permette di attivare il sistema amministrativo dell'IA dei
Crell. L'avevo già predisposta perchè chi
registra il suo
vocale e altre chiavi successivamente, sia in grado di operare come
Master nello Chateau..."
"Quindi
mi stai
dando l'accesso non a settori ma completo, del sistema
digitale
dell'organizzazione?" domandò Gask, lasciando Kianta
stupefatta,
aveva compreso subito la cosa e la situazione la inidispose
parecchio, ma fece un gesto con la testa stizzito e tornò a
prima.
"Corretto.
Finchè terrai con te questa chiave, ti basterà
chiamare
il Crell in questione o tutti e otterrai l'accesso ai settori che
gestiscono come fossimo io e Milan. Helias..." chiamando il Crell che
comparve subito componendosi in micropixel che si univano. Gask si
guardò intorno come tante altre volte, eprchè non
capiva
dove fossero sistemati i laser visivi, finendo per perdersi una parte
di cosa lei dicesse "...per questo Helias, registra orme e voce di...
qeusto soggetto. ovviamente se dovesse ordinare e fare qualcosa, prima
richiedi la presenza di Jd e Lubo, dopo che questi hanno acconsentito,
esegui..."
"Subito,
Madre.
Signor Gask, per favore,faccia scorrere il carrellino trasparente che
è presente sul corpo della chiave e prema un dito, pollice o
indice, sopra la banda scura... così! Poi scelga una parola
chiave per la conferma di attivazione vocale..."
"una
parola?... vediamo..." ci pensò su Gask.
"Capo,
abbiamo sistemato la macchina, le vostre Ombre vi attenderanno a Parigi
nell'aereoporto privato..."
"bene
grazie" fece
lei con un gesto della testa, con un sorriso, che fece sospirare di
pace i tre, per poi riportarel'attenzione su Gask che ancora decideva.
Poi la sua espressione cambiò totalmente sentendolo.
"...ho
deciso. la parola chiave sarà Bluegrass...!" fece lui serio.
L'espressione
che
lei mostrò sembrava omicida e Jd si frappose tra di loro per
evitare ulteriori questioni "Abbiamo deciso la parola, ora è
meglio che vai o sarai in ritardo... Fai attenzione, questo meeting non
mi piace assolutamente e..."
"tranquillo,
tornerò... passami quell'oggetto" rabbiosamente come a
volerlo
mordere, fece a Gask per riavere la chiave, uscire la micro tastiera
dalla parte centrale a scorrimento e inserire il codice di conferma del
passaggio di chiavi "tornerò di sicuro, solo per picchiare
male
qualcuno che osa prendersi gioco di me con queste parole chiave..."
"Io
non volevo prenderti in giro, è per la mia buona
fede che ho scelto..:"
"Ok,
basta, è ora di andare" fece Jd tenendola per un braccio dal
prendere a morsi qualcuno.
"Ti
terrò
aggiornato..." dise dopo un pò lei, tranquillizzandosi "per
qualsiasi cosa sarò repebile con i soliti canali, anche via
radio..." prendendo la collana agganciata alla chiave e facendo il
gesto di metetrlo al collo di Gask.
"Certo...
ti
contatterò..." fece lui, ma mentre si abbassava per ricevere
la
chiave, Kianta con mossa veloce infilò al collo di Jd la
stessa,
sorridendogli mentre lui la guardava esasperato "Io sarò a
Bucovina, per incontrare quelle persone che... conoscono l'altra me e
mandarli così al Meeting. Se tutto va bene, li
accompagnerò direttamente all'aereoporto, mentre
Milan
è già ni loco, sperando che quella gentaglia
pazzoreliogioso se ne stia nei suoi territori arabi...Mi raccomando,
occhi aperti e non fate cavolate..."
"Stai
tranquilla"
fece Gask, ancora un pò deluso dalla fregatura che gli fece,
per
poi vederla girare un braccio in torno alle spalle di Jd e dirgli
qualcosa all'orecchio, con fare amichevole e cospiratorio.
Poi
lei si avviò verso la macchina e scomparve verso il cancello.
Dagli
aggiornamenti si seppe che ella incontrò la Matriarca della
famiglia più potente, insieme alle altre delle rispettive
famiglie, che creavano il Circolo di tutta la Romania. Tutte le
famiglie più potenti e influenti trattavano aspetti
differenti
dai mariti. Di giorno le donne incontravano le donne ospiti, di notte i
capofamiglia si riunivano per celebrare gli ospiti di qualunque sesso.
Quello che Jd non aveva detto a Gask era che tempo addietro era stata
Lia a fare quel primo incontro con quelle persone, e
conoscevano
lei.La differenza tra Lia e Kianta, la più
evidente, era
che la prima non era con frasi e parole pronta a pungere come una
vipera, battagliera, incline ad arrendersi finchè non si
trovava
un accordo o tranquillità che andasse bene ad entrambe le
parti. Kianta impersonava Lia, e dietro incarico di Milan,
gestiva i rapporti con i capofamiglia maschi, anche per gli
onori
che lei faceva alle loro tradizioni, la conoscenza delle usanze e i
doni che portava assai graditi e ritenuti di antica amicizia. Jd
aveva detto a
Gask solo il fatto dei regali, e quando questi chiese che tipo di
regali quei tizi potessero amare tanto da accogliere Kianta/Lia in
maniera calorosa, da ospite di riguardo, Jd non fu specifico..
"Secondo
te
perchè paesi di stampo antico come questo, Russia, paesi
arabi e
anche asiatici trattano bene noi? perchè sappiamo gestire
persone fortemente legate al passato , che considerano usi e
consuetudini come leggi non scritte ma sacre. Noi stiamo con un piede
nel passato per certe cose e uno nel futuro per altre, studiamo tutte
le culture per integrarci ma anche sapere come muoverci e come
rivoltare certe cose. Seconte te, come abbiamo fatto a far
calare
infibulazione, circoncisione in tenera età se non dietro
consenso all'età giusta, regolamentare leggi e nuovi
comportamenti pro differenze e persone? E sono solo alcuni. Impariamo
il loro modo di pensare ed essere per trovare le backdoor per rivoltare
le cose sbagliate e cambiarle..."
"AH,
capito.
Quinid lei si atteggia come una di loro in molte cose, così
da
guadagnarsi la fiducia e la stima per poi agire..."
"Si,
ovviamente le
cose e i modi cambiano in base al paese, ma la sostanza
è
questa. Detta così sembra però un pensiero fatto
e
basico, ma è molto, molto più difficile... Al
pari di
paesi arabi e asiatici, anche quelli di russia e dintorni non sono poi
così distaccati da usi e costumi. Cè
una donna
là, molto apprezzata e seguita, Baba Kirakina, dove Baba
è indicata come strega o donna con capacità. E
indubbiamente ella pare esserlo, un pò come le nostre Muse.
Ella
disse a Milan e Lia di avere molta smekalka, la mente prodigiosa e
capace che si augura a ogni militare per tornare a casa,
indispensabile, ma usata da onguno di essi in modi diversi. Quando Baba
Kirakina incontrò per la prima volta Lia e la accolse nel
salotto del Circolo rumeno, ella pare abbia predetto qualcosa sul Dukh,
parlò a proposito di-materija
i dukh=""-,
ossia materia e spirito, ma secondo alcuni rumeni da noi, il
termine può indicare sia qualcosa di legato all'oltre, vedi
quel
materia e spirito, sia legato alla condizione interiore
dell’essere umano:, forza d’animo. NOnostante le
differenze
di culture e tutto, Lia era riuscita raccontando e
confrontarndosi, a paicere a questa Baba, molto apprezzata
dalle
matriarche, ricevendo maggior feeling per i capofamiglia....e inoltre
Milan le ha detto di impersonare di nuovo la strega Veròna
nel
frattempo, già che cèra..."
"Perchè
impersona questa strega? Che bisogno ha Milan...?"
"Innanzitutto
perchè si divertono. Veròna è nata
come Master di
gioco per chi deve essere giudicato, se riesce e dimostra che per la
paura può fare altro che rovinare la gente, si salva.
Controllato, ma si salva,altrimenti finisce nelle varie minire... . In
pratica conosci il film il settimo sigillo? No...? Nel film il
protagonista si vede giungere la Morte che gli propone una partita a
scacchi per decidere se vincendo si salvi, o perdendo morire... Noi non
uccidiamo, ritrasformiamo quei soggetti in beni di aiuto
all'umanità. Ossia li usiamo per sostituuire gli schiavi del
nuovo secolo, purtroppo. Anche MIlan è un Master di gioco,
adiciamo come Milan e basta. Ma Veròna entra in gioco
diciamo su
strada per la gentaglia, non i pezzi grossi, famosi, nobili o
ricchi..., andando dalle persone e proponendo una sfida. Tramite
auricolari invisibililei ottiene informazioni ed elmenti di gioco sulla
persona. Sull'abito ha delle cam camuffate che da varie angolazioni
mostrano l'ambiente e in base a cosa alcuni specialisti che la seguono
notano, lei sfrutta le info per il Gioco. In pratica è come
se
avesse ulteriori occhi oltre i suoi, se lei ha già notato
delle
cose le uisa subito, così che intanto quel tempo viene
impiegato
da osservatori, mentalisti, psicoanalitici la sostengono..."
"E il
gioco è...?!?"
"Il
gioco è
non schiattàr..." rise Jd "almeno, è quello detto
a loro.
Ovviamente il gioco parte quando la situazione è sicura,
senza
elementi di sorpresa. Viene indetto un gioco di logica,mentale o altro
in cui anche per ore lei e quella persona, ovviamente con le Ombre o
persone al fianco del soggetto interessato... lei camuffa la
visualizzazione e le proiezioni da magia, sai che abbiamo dei sistemi
di proiezioni virtuali portatili. Ebbene lei si porta dietro una specie
di sfera molto grande, grande quanto un pallone da calcio, di cristallo
di rocca o consociuto anche come quarzo ialino, come fitna sfera
magica. Sotto nel piedistallo non cè nulla ovviamente,
alcuni
hanno pensato che vi fosse lì il trucco, ma il trucco
è
da un'altra parte che proietta sulla sfera cosa è
necessario.
Oppure materializza un calice per bere e con giochi di spostamento di
viasuale e movimenti istantanei, l oscambio viene effettuato c on uno
vero, che Veròna usa per confermare che cosa la gente vede,
è fisico e reale, ma non è sol oquello ma anche
altri
oggetti. Ma tu lo hai già visto, quindi usando anche il fumo
della pipa, lei fumando manda sulla sfera il fumo ed ecco che appaiono
le cose..."
"Si,
il fumo confonde i raggi..."
"Esatto,
ossia da
dove vengono, e lei tramite cosa viene proiettato nella sfera inizia il
gioco. In pratica è come una sorta di videogame in stile
antico
" ridendo "e la gente alla fine ci si appassiona con la promessa di
vincere e sfangarla. Peccato che non sia semprecosì, inoltre
insieme a lei cè sempre un prestigiatore o illusionista che
rende reali le proriezioni che lei fa... esempio deve bene e un altro
proiettore tra il fulo fa apparire tra le sue dita, come reaqlistico,
un flute. Ebbene tra fumo e dialoghi vari, l'illusionista passa tra le
mani di Kianta un vero bicchiere, fregando chi pensa sia finzione e
tenta di dimostrare che non esiste, finendo per trovandoselo in mano o
facendolo cadere. Lo hai visto. Le tre Ombtre di Kianta cambiano
fomazione, due lavorano dal di fuori, pronti a intervenire in qualunque
caso, mentre due sono appunti illusionisti o un illusionista e un
mentalista, che si spaccia per aarbitro di gioco e tramite
l'illusionista rendono veri i poteri della strega... ma detto
così sembra fantascienza, invece è
così semplice e
reale da far sorridere ogni volta..."
"Quindi
i poteri di Kianta, anzi Veròna, sono totalmente finti"
"AH...
poteri
magici, intendi.. si. O Meglio Kianta... Milan dice sempre che qualcosa
sa fare, realmente, ma lei non lo accetta e non le interessa.
Milan dice sempre che lei potrebbe essere come e quanto le Muse se lui
ha visto giusto, invece l'ha inserita tra le Muse e Fanciulle come
spia..."
"Spia?"
domandò Gask sorpreso
"Si,
in pratica
ella deve controllare le riunioni, visto che non possono allontanarla
ne farne senza la presenza di una sorella, e come Musa e Fanciulla
può ascoltare, controllare e vedere cosa combinano, loro
credono
anche da parole di Milan e Dorde, che lei abbia capacità ma
sia
troppo dura per acecttarle, ma che meriti comun que quel ruolo... e
visto che la parola di ogni sorella e Fanciulla va ascoltata dalle
altre, si infastidiscono se lei propone le sue idee, pareri e
considerazioni su cosa dicono e fanno, come un attacco alle loro
posizioni... non sanno che lei è solo una spia e per tenerle
ferme, perchè deve esserci il parere, la presenza e il voto
di
tutte..."
"In
pratica Milan e Dorde le tengono a posto con la presenza di Kianta come
una di loro..."
"Esatto.
Ma si son
fregate da sole. Hanno deciso di intervenire senza riunioni e senza
render atto delle loro intenzioni, hanno agito all'esterno per
spingere, obbligare, consigliare persone esterne in qualcosa che
secondo loro era a vantaggio dell'organizzazione. E loro non dovrebbero
uscire e far cosa vogliono, così Milan e Dorde hanno tirato
le
redini ricordando cloro cosa e chi sono... hanno nominato quindi in
maniera temporanea Kianta come Depositaria dei Titoli delle Sorelle, ha
inoltre il compito di vigilare sulla legittimità e
regolarità dell'operato delle Sorella sempre, in gruppo o da
sole, e se fanno qualche altra cosa rischiano l'espulsione e una
posizione base in qualunque luogo decidano Milane Dorde.
Insomma
come punizione i loro Doni passano in secondo piano e possono risultare
inserite in qualuqnue lavoro disponibile in quel momento, manuale o
meno. Con l'obbligo, se vogliono essere reingrate, e quindi far valere
l'importanza dei DOni che hanno ricevuto, delle prove e o test per
riqualificarle. Questo per evitare che diventino come i preti normali,
ossia che vanno in giro e fanno roba. Il loro ocmpito è
assistere le persone come tramite con l'Oltre o altro piano, usando i
loro poteri per aiutare, sostenere, dare delle roste di risposte in
base ai loro Doni. Nelle feste come come Oracoli o sacerdotesse, mentre
le Fanciulle sono le rappresentazioni del periodo dell'anno in quel
momento, ossia coloro che incarnano la festività o giorno
particolare..."
"Ma
sono anche guardie del corpo..."
"Si"
ride Jd,
tanto "all'inizio dovevano essere questo, così che
l'attenzione
dalle Ombre fosse sviato e lui e suo fratello avessero comunque
qualcuno che li proteggesse, mischiato diciamo e senza attirare
atetnzione. Ma visto che alla gente l'idea di una personificazione che
spronasse, invitasse, prendesse parte di fatto ai preparativi e fosse
abbigliata per l'occasione... le lasciò. Questa è
stata
alla fine un'idea di gradimento, ma piace. Fu Lia a spingere Milan a
tenere tutte queste cose, controllando sempre i loro movimenti e
azioni, già con vari esperimenti degli anni ottanni e
settanta
si vide come un ruolo, un incarico, una posizionhe cambino le
persone...prende sempre a citazione l'esperimento di
Stanford, la
notte del giudizio quel nuovo film uscito mesi fa, baffetto tedesco,
deindividuazione di Gustave Le Bon..."
"Di
nuovo questa
Lia... come fa Kianta a spacciarsi per lei? non si accorgono che sono
diverse? Che sono persone diverse? Se io vedessi te e uno che anche per
ipotesi ti assomiglia, capisco chi è chi..." fece Gask come
pensando tra sè
"Vedi...
come ti
ho detto, e ricordati, nessuno ti ha parlato di Lia... loro due si
assomigliano. Inoltre la creazione delle Personalità che
David
studia, permette di avere tutto ciò che è un
soggetto, da
movenze a modi di fare, a modo di pensare che è possibile
dare a
una persona... finora David ha avuto pochi risultati seppur sembra che
attecchisca ma... Kianta... Mh, diciamo che Kianta è
l'uinica
che si avvicina a Lia.... acectta questo. E credo che quella donna. la
strega, ci veda lungo e abbia inteso il materia e spirito proprio per
questo. Un corpo ospita un'anima, no?" fece JD studiando Gask per
vedere la reazione
"Ma
come si
può copiare l'anima di una persona in un'altra persona?
Voglio
dire, se quello che tu dici è vero, come fa quella vecchia a
dire queste cose? Esiste come dice Milan, qualcosa al di là
di
ciò che vediamo e si possono vedere cose come le Muse?"
"Per
ora pensa a trovare molto Dukh, così Kianta non ti
rimprovererà più..."
"Mi
odia. So che
quella volta ho sbagliato, no volevo, ho capito che
cè anche altro ma non so come fare per farle capire che si
sbaglia a definirmi in un certo modo."
"Capirà
vedrai. magari tornerà di buon umore potrai
parlarle con calma davanti a del tè..."
"Come
fa a bere
quella roba? L'altra volta le ho portato il caffè per far
pace e
parlarle e invece ho scoperto che lo odia, non l osapevo ma pensavo che
tutti amassero il caffè!"
"Invece
lei no.
Sai cosa puoi portarle, magari riesci a rabbonirla? Del torrone, del
gelato..." sorridendo e dandogli una pacca sulla chiena.
Invece
lei tornò dentro una bara.
"Hanno detto niente?" Jd giunse da Milan, nel suo ufficio, per sapere
se avevano riportato aggiornamenti durante il viaggio. Nella stanza vi
erano Milan e Gask, che lo guardarono appena entrato. Milan si
sistemava ne grande specchio intagliato la camicia, i gemelli
e
lo stato, per rimettersi la giacca.
"Quei tre sono proprio stupidi" fece il leader irato "Avevo detto che
dovevano spedire aggiornamenti ogni mezz'ora, invece ancora nulla. ho
dovuto chiamare l'aereoporto privato che usiamo per voli di linea e ho
scoperto che sono atterrati da tempo, quindi staranno venendo qui..."
"ma quindi, si sa cosa è accaduto? lei sta bene?" chiese
Gask, mentre porgeva a Milan il fazzoletto da taschino
"So solo che cè una faida tra alcune famiglie minori e due
maggiori, e Kianta si trovava sulla strada per l'aereoporto quanto
è accaduto qualcosa, e le auto sono state trovate
in
fiamme, e alcune bare che galleggiavano in piccole barche sul fiume,
largo, chiamato Suceava, come i ldistretto in cui scorre. Le hanno
avvistate nella zona di Satu mare... le vedevano passare e hanno
allertato le autorità..."
"ma le Ombre?" chiese Jd senza capire
"Sembra che Kianta sia stata invitata a recarsi all'aereoporto nella
macchina con i figli dei capofamiglia, per fortuna non tutti, e uno dei
figli di Ioan si è salvato, Grigore, che era ben amico di
Kianta. Il convoglio prevedeva cinque macchine , al centro i
capofamiglia, alcuni figli che avevano scelto come accompagnatori,
Kianta e le Ombre, in tutto due macchine e mezza. Quelle esterne erano
guardie del corpo. Sembra che qualcosa si andato storto, le macchine
sono state attaccate, obbligate a fermarsi, alcune con bloccamachcine a
chiodo per terra e..."
"ma erano tutti armati, no?"
"Si, Gask, ovvio" fece Milan con impazienza "Sia Kianta che le Ombre
erano ottimamente addestrati per farcela, ma metti tutti i membri
rumeni delle famiglie, i comportamenti di Kianta sul non scappare se si
valuta che è possibile farcela, e metti insieme le cose.
Anche
tu fai così, solo che lei sa se e quando è meglio
lasciare i lcampo di battaglia... almeno, se non le viene il tic di far
bruciare male le persone... il fatto è che le Ombre sono
sopravvissute, ovviamente, con solo due di tutte le guardie ammassate
nelle auto di quei membri rumeni, intenti a salvare le due macchine
ma... dall'ultimo avviso sembra che alcuni dei capofamiglia tranne due
sono sopravvissuti, e un figlio tranne tre di tutti quelli che erano di
accompagnamento... quelli morti come monito, sembra, sono stati
ritrovati nelle bare con sopra scritte di vittoria contro le famiglie
oppressive... vi erano due capofamiglia, i tre figli di altrettanti
capofamiglia e kianta. Una barchetta teneva senza bara i corpi di
alcune guardie che hanno preso... non è usuale questo metodo
ma
sembra che abbia una connotazione allegorica..."
"QUindi... Kianta è morta?" domando esterrefatto Gask,
votandosi
anche verso Jd "non è possibile, è partita solo
tre
giorni fa..."
"Aspettiamo la delegazione rumena che dovrebbe arrivare tra poco. Se
però è morta..." disse Milan, quasi sudando di
terrore e
Gask notò la cosa, dicendogli che ancora non credeva fosse
così, e che non si angustiasse "Gask non è solo
la sua
morte una cosa assurda. Lei come te era una dei pochi che era
compatibile con stoddarde e blue box, ma cè di peggio se non
è solo ferita, ma se in quella bara, allora morta.
Che
siano fregati..."
"Che significa.."
"Significa..." fece Milan guardando il cellulare che aveva fatto un
avviso "Che ogni cosa qui oltre i miei e di Dorde, ha registrati i
parametri biometrici, come chiave... ogni sistema che sia Crell, di
controllo, di protezione, i laboratori, custodiscono come attivatori di
emergenza e non, iride, impronte, tipologia di battito del cuore.."
"battito del cuore?"
"Si, nessuno lo sa ma ogni cuore ha un tipo di frequenza e di battito
diverso. Noi usiamo il controllo audio e a scansione dei cuori anche
come chiave. Voce, parole chiave, prova del sangue... tantissimi
parametri di attivazione o blocco sono registrati con i suoi dati
bioetrici, essendo lei sempre presente rispetto me o Dorde. In pratica
sopra me e Dorde vi era lei come MasterKey, come ulteriori
amministratori e detenetori delle chiavi, io e mio fratello.
Se
è così, se lei è morta, dovremo essere
entrambi
presenti perchè serve questo fattore per disattivare i
protocolli che prevedono i suoi dati biometrici come key principali, e
settare oltre i nostri anche quello di qualcun altro... se lei
è
morta, non posso far altro che far inserire i tuoi. L'unico Crell che
ha i protocolli per bypassare le key di Kianta è Helias, il
Capo
IA, ma è solo superando dei parametri di sicurezza e...
ammetto
che dopo tanto tempo, ho paura di fallire"
"Ma... aspetta" fece Jd "Tu e Dorde avete tutte le credenziali
Master..."
"Si, è vero. Ma adesso ho la paura che per disattivare e
rendere
nulli quelli di Kianta, ci sia una procedura che non ricordo
bene... Cazzo, anc he per questo non volevo che se andasse in
giro. Tutto è settato su di lei per una ragione! Se lei
è
davvero morta... quanto lavoro, quanti test... e significa che ho
mancato la parola data a quella persona..."
"Quella persona, Milan, se fosse qui ti direbbec he sei pessimo con gli
impegni..." fece Jd sorridendo amaramente, portando l'altro a
sospirare, dargli ragione e fare un sorriso, lasciando solo
Gask
nella confusione totale.
Helias apparve in quell'istante.
"Leader, la delegazione rumena sta arrivando. ora che siete tornato di
corsa dal meeting bloccato per l'accaduto, permettetemi di indirizzarvi
su un consiglio" inchinandosi come regole che tutti facevano in modo
formale.
"Accordato, cosa vuoi dire..."
"Vede, Leader... Tempo fa la Prima, aveva messo qui alcuni oggetti, nel
caso servissero..." fece Helias, indicando con un braccio una zona
dell'ampio mobile in una parete, che aveva scomparti segreti "tra
questi magari... cè quello che vi serve!"
"Mi ero dimenticato di quelle cose..." fece lui e attivando il vano con
un pulsante nascosto negli intagli, una ribaltina si
spalancò
mostrando su un cuscino di velluto alcuni oggetti, lettronici. Helias
gli indicò quello che sembrava un misuratore di EMF, quello
che
a volte Lia tempo addietro gli faceva vedere e gli chiedeva se credeva
a spiriti e fantasmi da queste cose, indicando cacciatori di fantasmi
con apparecchi oblunghi con delle lucine in cima.
Milan lo prese, dubbioso, e Helias gli spiegò che si
trattava di
un Ilmaisin dei laboratori, un rilevatore di onde corte, toni in
multifrequenza e dei segnali del Draper o blue box. Milan,
controllò di nuovoil telefono, chiuse la ribaltina e si
avviò alla porta, annunciando che erano giunti.
Si trovarono sulle cale del portone di ingresso in tempo per
vedere in avvicinamento le auto che avevano inviato, oscurate
così che non si potesse vedere il tragitto, con i membri
della
delegagazione delle famiglie rumene. Una delle auto era un
carro
funebre. Tre auto si fermarono a semicerchio nel grande piazzale
circolare, mentre grand parte degli uomini si fermava, raggiunvea quel
luogo, si univa alla folla che osservava da diverse distanze la scena.
"Jd chiama subito il dottore e digli di preparare la Lady Chapel..."
mentre Jd procedeva, setnendosi dire che doveva informarlo anche di
preparare una siringa con qualcosa di innocuo da iniettare. Dubbioso Jd
conluse la chiamata, mentre le tre Ombre scendevano, seguite dai membri
di alcune delle famiglie coinvolte e guardie del corpo.
le tre Ombre, serie e quasi spaventate, fecero il saluto e poi con un
inchino profondo chiesero perdono per il fallimento dell'incarico.
Celando il fastidio dal prenderli a ceffoni tutti e tre,
Milan li
congedò e cheise di restare con loro, affermando che ne
avrebbero parlato dopo. Ricevette i delegati e chiese al gruppo che si
occupava della bara di seguirli in un luogo più consono. Si
avviarono quindi oltre l'ampia e straordinaria chiesa cristiana che
stava un pò lontano, ispirata in toto ad una chiesa ad una
chiesa, la principale di Marmashen in Armenia del
milleottocentosettantotto, che Lia aveva visto in una fotografia,
quando dovettero decidere che tipo di chiesa oltre moschea, e vide
quella foto di Ohannes Kurkdjian , grande sezione
rettangolare abbandonata composta da archi, nei due lati
maggiori, tetti spioventi e una torre alta con un tetto a sezioni molto
particolare, cirondata da colonne. Era stata presa identica e
ricostruita, comprese le colonne sottili e artistiche interne.
Cèra stato un litigio con il prete che era stato assegnato,
che
quasi fniva male perchè pretendeva di abbatterlo e
costruirlo
secondo i canoni cattolici e non armeni. Lia gli disse di o
accontentarsi e rendere Grazie a quell'opera straordinaria o di
indarsene a pedate nel culo. Con lei la religione era o accetti
quello che cè, visto i costi di costruzione, o
ciaone al
prossimo. NOn esisteva che un prete o qualunque figura religiosa le
mettesse piedi in testa. L'opera era grandiosa, maestosa, splendida
all'interno con una parte a mosaico, una dipinta, una con statue e via
dicendo, il tutto fatto da operai specializzati che gestivano i lavori
e uomini che avevano preso dalla Raccolta o che conoscevano il mestiere
già dei loro.
Mentre la Cappella della Signora, o Lady Chappel, era ispirata alla
chiesa di St. Gregory di Abughamir, con quella forma particolare a
torretta. La pianta dell'esterno era di dodici lati. Ogni lato
alternava nicchie profonde e piccole finestre Sono inseriti
in
strutture rettangolari a portale che sporgono dalla facciata. Le parti
inferiori contenevano iscrizioni.
Una unica grande porta presenta un interno suddiviso in sezioni e micro
stanze vdivisi da pannelli apribili intagliati.
Sulle parti superiori della chiesa, le finestre nel tamburo cilindrico
erano incorniciate da modanature che formavano doppie serie di arcate
cieche. Il tetto conico sopra il tamburo è anche per suonare
la
campana porta in quella sezione, attivabile andandoci ocn una scala
estensibile o corda fino a terra.
Dopo una decina di minuti erano all'interno della cappella, che
presentava al centro preciso una sorta di basso altare ruotabile, per
metterlo o in direzione della porta, in verticale, o in
orizzontale. Rispetto la costruzione questo era in marmo con una
struttura smontabile e metallica, girevole. Sopra vi fu adagiata la
bara e dopo che i ganci vennero sbloccati, il coperchio venne tolto.
Era una bara insolita, prettamente tondeggiante, aveva una base si
sostegno rettangolare di una certa misura, la zona del corpo era tonda,
con la zona ad arco più lunga della basetta, con un
coperchio
ancora più lungo del corpo, tondeggiante anche questo ma non
posizonato orizzontalmente ma inclinato, in modo che togliuendo i fermi
che erano posti sotto questa lunga lastra bombata, si facesse scorrere
verso il basso e non alzando.
Dopo che fu fatto scorrere verso il basso ed estratto, notarono come vi
erano dei binati nel corpo bombato perchè il coperchio vi
scorresse, Kianta era vestita con un abito blu e bianco, un
tradizionale abito da sposa rumeno. Milan si trattenne dal non ridere.
Di tutti gli abiti che, a sentire il membro della famiglia che faceva
le veci dei capogamiglia, era di onore e perchè le stava
bene...
prorpio da sposa, quell oche lei chiamava i lsacramento delle catene.
Ma porc... fece lui, stringendo i denti per non ridere.
Era una sorta di tunica lunga proprio fino alla punta dei piedi, con
scollo quasi rotondo, a prima vista qualcunho lo avrebbe definito
medievole, tutto intero con chiusura dietro a lacci e bellissimi ricami
su lato esterno delle maniche, zona corpetto e come una fascia dritta
fino ai piedi dalla cita, con una bella cintura in tessuto ricamato a
decoro. Le maniche erano lunche e pò scampanate, con un
doppio
livello di tulle. Una sorta di nappa pendente fino a sotto la
cintura di norma pendeva ma lì era fissata sotto le mani,
strette tra di loro tra fiori in mani. I Capelli erano tutti boccoli a
cincorniciarle la testa e il viso, con qualche fiore come gioiello tra
le ciocche.
Neanche i gigli, fece Milan. Quanta panzienza, pensò,
sapendo
che Kianta come Lia aveva la maniacale ossessione delle cose perfette e
con un motivo. Avevano almeno azzeccato colori degli abiti,
pensò. Se le emttevano rosso o rosa, che affronto!
Almeno le hanno messo quello semplice, non quello assurdo con
così tanti strati di parti dell'abito tradizionale che
sembra di
vedere degli omini Michelin multicolore di carnevale... NO,
Milan, non pensare come faceva Lia. pensa ad altro... faceva nella sua
testa, perchè gli veniva da ridere e non voleva.
"Non temete. Abbiamo già svolto una parte della cerimonia
funebre perchè la sua anima andasse dove doveva andare,
adesso
tocca a voi onorare le sue spoglie.." fece il capo del gruppo.
Indossava gli abiti tipici della sua terra. Casacca decorata a mano da
ricami come geometrici rossi, pantaloni sempre chiari come la casacca
coperti sui fianchi da questa e inseriti negli stivali non al ginocchio
nri e lucidi. Alla vita una spessissima fascia tipica. Un mantello nero
e cordi rossi completava la mise sua e degli altri, che arrivava fino
al bordo degli stivali, con doppio bordo, primo in rosso, poi a
proseguire uina sezione che andava allargandosi nella partre bassa, che
presentava tutta una decorazione a richiamare la famiglia. Non
portavano i capelli tipici. Sembravano addolorati e mentre questo
parlava Milan pensava.
-chi l'ha vestita sono state le matriarche altre donne lei che odia
essere toccata e l'hano pure vestita...no la parrucca ora sanno usa
sudava milan sapendo a volte cose potevano fraintese certi
popoli si offendevano assai=""-
"Scusate..." fece infine "le avete fatto una cerimonia... in che
religione...!"
"La nostra, ovviamente. Grande onore, era molto amata. E' un grande
dispiacere, seriamente. Le matriarche hanno fatto lutto con digiuno,
volevano esser loro con le serve a vestirla ed acconciarla, ma tuoi
uomini hanno detto No, da noi la vestizione è qualcosa di
importante. Lasciate fare a noi questo..." fece il giovane aprendo le
braccia come per dire che era questo e si scusava.
"E' stata vestita da..."
"Tuoi uomini. Quelli" disse il ragazzo indicando le tre Ombre che
sudavano freddo e tenevano gli occhi puntati verso tetta "Hanno detto
che ci sono usanze, vostre, per la sistemazione nella bara. Loro hanno
vestito e preparato Donna Lia, e messa nella bara. Noi abbiamo dato
onore alla sua anima e pregato. Per Lei..."
"Si, vero... abbiamo delle cerimonie particolari, spero che capiate..."
rispose Milan fissando i tre
"Certo, certo. Per noi molto strano che uomini vestano e preparino
donne, ma loro hanno detto che sono preparati anche a questo..."
"ovviamente. Ora perdonateci qualche minuto vorrei...salutare la nostra
Sorella in solitudine..." ma entrò il dottore e Milan allora
lo
pregò di controllare.
"Dottore non crede che sia morta?" fece il giovane mentre gli altri
dietro di lui parlottavano
"Vedi, grande Vladuț, noi siamo persona addestrate. In modo diverso. Ma
ti prego mentre il dottore svolge il suo lavoro, mi puoi rivelare cosa
è accaduto?" mentre ildottore controllava lostato di Kianta
con
stetoscopio e pulsazioni, per poi prendere la siringa e
fingere
come avevano ordinato. In quell'istante erano entrati gli altri membri
dei Capitani e alcuni dei Vecchi che rstarono sconvolti a vedere la
bara e osservarono la persona che sembrava addormentata all'interno.
"Mio padre e altri capofamiglia dovevano giungere al Meeting.
Così sono andati in cinque macchine con figli e l'ospite. Ma
in
una zona tranquilla siamo stati attaccati, alcune auto dirottate per
uscire di strada in altri posti, sono stati tutti divisi. Io con altri
primi figli siamo rimasti nelle residenze, come padroni di casa mentre
i nostri genitori erano in viaggio. I nostri fratelli, i secondi,
dovevano essere accompagnatori. Ma sono finiti in una imboscata, mio
cugino sopravvissuto ha detto che l'auto dove era con Donna Lia
è stata divisa da quelli dei nostri genitori. I nostri
genitori
sono stati raggiunti da tuoi uomini e li hanno protetti, cercando anche
Donna Lia. Ma Lei era con i miei cugini, quelli che non erano stati
colpiti. Ci sono state due zone diverse con scrontri a fuoco. Dobbiamo
molto a Donna Lia proprio perchè lei ha prottto i miei
cugini
oggi in vita. I nostri padri sono riusciti a scappare con tuoi uomini e
le guardie del corpo per cercarli, la macchina era rivoltata sul fianco
con due cugini a terra. Pallottole. Mentre gli altri vivi erano stati
mandati in un edificio vicino. Era in periferia, capannoni e
costruzioni commerciali. Le nostre macchine hanno nel bagagliaio armi e
fumogeni, lei li ha presi e utilizzati per proteggere i miei cugini. Ha
affrontato il gruppo, quando i nostri padri sono arrivati lei era poco
distante dai corpi degli assalitori, cinque morti e il suo corpo era
poco più avanti. Ferita, sembrava. Invece non respirava. La
Matriarche sono molto grate a Lei per aver salvato i loro figli, quelli
non colpiti subito appena scesi dalla macchina. Ci dispiace molto, a
loro lei piaceva. La Baba che seguono ha detto cose strane, ma lei
è morta..."
"Vi ringrazio molto. Vi prego di..."
"Leader. Posso terminare il controllo con l'ultimo test digitale?"
domandò il dottore, guardando Milan con un'espressione
particolare.
"Certamente... scusate un attimo" disse agli ospiti, avvicinandosi alla
bara mentre Gask stava là sopra a fissare il corpo,
finchè no nchiese sconvolto se fosse veramente morta.
Milan gli chiese di stare tranquillo, prese l'oggeto che Helias gli
aveva indicato e lo accese, poi ricordandosi le spiegazioni di David,
lo avvincinò sotto il collo di Kianta, mentre le
lucine in
alto lampeggiavano dal verde per passare qualche istante dopo al rosso
per tre volte, poi silenzio e tuto fermo. La testa di Kianta senza
esser toccata sembrò scivolare mrbidamente di poco verso
sinistra, allarmando tutti. ma niente.
"QUindi è morta? E' morta sul serio?" fece Gask
sconvolto,
posando le mani sul bordo e avvinandosi a guardare meglio "E' finita?
E' morta? Così?"
"La Padrona della Casa è morta!" buttò
lì
esterrefatto Alaric, per poi sorridere "La comandante è
caduta.
la Signora della Dimora è caduta! Servirà il
nuovo
Secondo al comando. Difficile, ma un compito che penso di
poter
fare... Anche la Casa Rossa o Dimora Rossa in Italia, quella che lei
amava, quella costruzione di colore rosso in Lombardia che lei
preferiva su tutti... avrà bisogno di un pò di
colore
nelle sue stanze, la frizzantezza di amore e piaceri, altro che
sviolinate patetiche... sarà il gioiello che..." ma nessuno
lo
sentiva. Erano tutti fermi e addolorati a sentire gli ospiti, che
ancora spiegavano.
"Li ha uccisi tutti, senza il colpo che non ha schivato poteva
farcela..."
Kianta sussultò nella bara sbarrando gli occhi e facendo un
profondo respiro. Poi un altro, Un altro ancora, con gli occhi che
saettavano in ogni direzionementre , Gask urlava che era viva.
Portò le mani sul bordo della bara e si issò con
forza a
sedere, ansimando come confusa.
"E' viva!" esclarono i delegati rumeni, sconvolti, mentre il dottore le
si avvicinava. Lei si guardò intorno, gli ospiti volevano
parlarle, le si avvicinarono ma Milan chiese loro cortesemnte di
lasciare il dottore al suo lavoro e che più tardi, visto che
era
viva, lo avrebbero aggiornato. In pochi minuti furono messi alla porta
in modo gentile e cordiale, li fece scortare nel salotto dedicato agli
ospiti dello Chateau e si voltò verso la bara, mentre Kianta
era
ancora inebetitaq seduta al centro della stessa.
"Più tardi voglio sapere che cavolo avete combinato! Voglio
tutto!" urlò ai tre "Quell'apparecchio ha funzionato?"
domandò al dottore che controllava i segni vitali
"Si, leader. Battito regolare, polso in norma. E' disorientata ma anche
la respirazione è tornata ai ritmi normali. Può
darsi che
sia dato dalle stoddarde, ma quell'apparecchio... ha sbloccato la blue
box?" gli domandò confubulanto tra loro, mentre Gask era
fermo a
fuissarla ancora senza capire e Alaric continua il suo monologo.
"Porc... è viva. Le chiavi restano in mano sua... tutto
resta
come è... e io già mi vedevo con Luce, la
strafiga
italiana definita la nuova Moana, quanto ci saremmo divertiti nella
Dimora Rossa... e invece la fastidiosa aquila starnazzante è
ancora qui, è sopravvissuta!..." quasi con dispiacere "la
posizone è ancora sua..." piagnucolando, mentre gli altri lo
guardavano con disgusto.
Finchè Kianta non alzò las testa,
cambiò
espressione in una risentita e con un gesto veloce e fluido,
lo
prese da dietro con la mossa chokehold, la presa per il collo a
mezzaluna, utilizzata dalla polizia come mossa di
immobilizzazione e sottomissione e lei usava al completo, tirando la
mano del braccio che stringeva verso la sua spalla opposta.
"Tu stavi già ballando sulla mia tomba... vero?!!!?...
grandissimo....!" mentre questi si liberava con la contromossa
chiedendo aiuto, ma veniva riacchiappato con le due mani sul collo "Ora
ti balloiosopra la
tomba, ma con te vivo!!!" buttandosi fino al bacino oltre il bordo
edlla bara, per tenerlo fermo e picchiarlo
"Fermatela...! Lasciami, scherzavo.... giuro che scherzavo..."
"Non li fermiamo?" domandò Gask a Jd "Voglio dire,
è sicuro che è viva, no? E lui..."
"Se litigano significa che lei sta bene e lui è un idiota.
Chiamo David perchè le faccia un check completo...." disse
Milan
quasi arrabbiato di cosa stavano facendo quei due e il casino,
prendendo il telefono, mentre Jd sospirava e Lubo sghignazzava.
"Ma che è successo? Non era morta? Perchè..."
"Te lo spiego io..." fece Jd mentre Milan si allontanava alterato per
la situazione surreale "Tu ricordi cosa è successo quella
volta... quella in cui abbiamo dovuto usare quel farmaco..." gli disse
pianissimo
"Si,quando..."
"Quello"... fece Jd chiudendo il discorso con un gesto mentre
osservavano Kianta, che discuteva con un dei Vecchi che
cercava
di evitare che Alaric venisse strozzato "Esattamente come la tua, la
blue box ha molteplici funzioni, ma non tutti riescono ad esserne
compatibili e sopportarla a lungo. Ti ricordi cosa disse David? la blue
box, chiamata così in onore a quella famosa degli anni
ottanta,
fa qualcosa di simile con i segnali elettrici del
cervello....
registra i dati biometrici che possono essere utilizzati per facilitare
i trattamenti in caso di malattia o infortunio, registra anche
l'attività delle onde cerebrali, ma è anche
programmata
per agire e inviare segnali particolari al cervello in casi estremi di
forte stress, adrenalina, dolori che superano una certa
soglia...
E' in grado anche di mandare segnali al cervello per dire che serve un
ormone specifico per aumentare o diminiure uno stato d'animo, ma anche
attivare un sistema di sicurezza nel corpo! in questo caso
visto
la situazione e il colpo che ha ricevuto, hanno portato la black box ad
attivarsi e innescare nel cervello lo stato di blocco, ossia ha spinto
il cervello ad andare in una sorta di finta morte per sospendere le
funzioni vitali ed evitare il peggio. Le stoddarde invece hanno fatto
il loro lavoro e anche se il proiettile è ancora dentro o
meno,
hanno mantenuto il corpo in funzione, bloccando l'emorragia, avviando i
processi di recupero, cura e cambio delle cellule in tempo non triplo
rispetto al solito, ma molto, molto rallentato..."
"Confermo. Il proiettile non l'abbiamo estratto, abbiamo solo bloccato
come avevamo studiato nelle Lezioni la lesione e l'abbiamo..."
"perchè l'avete vestita voi?" sussurrò Jd per non
farsi
sentire "sapete che odia essere toccata e se lo scopre finite male..."
pasandosi un dito intorno al collo, dandole le spalle
"Cosa volevi, capo. Che la dessimo a quele pazze antiquate e la
spogliassero, le trovassero la parrucca e..."
"Ok, andate da Milan e diteglielo, spiegategli tutto. Di corsa..." fece
Jd, così che mentre lei fosse distratta dal voler ammazzare
male
Alaric, non lo scoprisse
"Quindi è stata la blue box a fare questo? E anche con me?"
"Il problema di questi dispositivi creati da David è che...
in
ogni soggetto hanno azioni diverse. Hai visto cosa è
accaduto
quella volta quando i suoi livelli di serotonina, dopamina e ossitocina
erano caduti in picchiata o non presenti, e l'adrenalina era
schizzata... con lei fa questo effetto mentre tu anche nella rabbia e
stati di odio e rancore, li domini e li usi a tuo vantaggio,
ma
lei no... E' rarissimo ma come vedi gli effetti sono diversi. Quest
aè la prima volta che va in una sorta di morte apparente,
l'alta
volta ricordi che sembrava in letargo e non si svegliava? ma dormiva...
Con te fa lo stesso effeto? Finora non è accaduto nulla...
ogni
soggetto è diverso. Siete gli unici che ancora oggi dal
primo
giorno sono compatibili, senza rischi ne altro... quella volta in cui
sembrava non sevgliarsi, per David diepndeva da un motivo, le
blue box sono suscettibili alle interferenze elettromagnetiche,
possono causare un notevole disagio a chi le indossa ma sempre in base
al soggetto. Tu hai provato un pò di fastidio come le
connessioni ai satelliti, ma lei è finita
giù... le
emozioni e i livelli troppo alti che il cervello registra sono presi
dalla blue box e nel caso per la sua programmazione, attiva o
disattiva. ma è imprevedibile. Credo che David
sarà
comunque contento di questo sviluppo, è la prima volta che
accade a Kianta e d è bastato quell'apparecchio che ferma,
fa
arrestare e riattivare la blue box per aver ridato impulso al cervello
di risvegliarsi..."
"Vuoi scomemttere che David se ne esce come altre volte con frasi del
tipo-con questa scoperta o con situazione ora sono vicino a portare in
stato di stasi un corpo sar una svolta per i voli spaziali
disse lubo abbassandosi verso l'orecchio jd=""-
"bah" fece Jd con una smorfia "bisogna prima pensare a questo pianeta
morente, prima dello spazio. Mi auguro solo che non vi sia stato nell
danno al cervello..."
"non pare..." rise Lubo
"Quindi è salva, non ha problemi... non è morta o
rischia..." domandò ancor Gask preoccupato
"Stai tranquillo, finchè vuole ammazzare Alaric, allora sta
benone... come dice Alaric lei ha più vite di un gatto e se
hai
paura che non ti possa perdonare e far pace, ne avrai di tempo..." gli
disse Lubo, prima di spingerglo fuori verso Milan.
La
fissava, distesa su
un lato sul letto, ridendo delle tante cose accadute, eppure
sembrava che nulla fosse cambiato. Almeno non con lui. Jd, Lubo, Alaric
e gli altri. Erano passati mesi eppure tutto sembrava uguale a
prima.Gli pareva di essere là da anni e di colpo si
rabbuiò pensando al Capo.
"Posso
leggere io?"
Kianta si
voltò, osservandolo
oltre la spalla col broncio. Stava acnora in piedi vicino al suo letto.
Aveva come semrpe lasciato le sue cose nell'angolo vicino la finestra,
si era lavato e cambiato nel suo bagno , e aveva preso possesso col
tappeto del centro della stanza. Quando si era stancato e aveva preteso
di farle compagnia.
"Non voglio approfittare
di nulla. E' stato molto comodo stare su un letto e non su tre quarti
di divano..."
"non sono tre quarti di
divano. Sono
le tue spalle più larghe di questo, e non ti
contiene. Non
dare la colpa a quel poveretto..." fissandosi seri, poi scoppiarono a
ridere.
"Adniamo... da
più di una
settimana non fai più storie perchè dormo
qui, e mi
hai permesso di dormire su un lato del letto. E ora mi cacci? Credevo
di esser stato bravo nel rispettare i tuoi spazi e..."
"mi hai giurato che non
ti vengono idee strane e le mani stanno apposto..."
"e ... hai detto che ti
piace come leggo. Fammi leggere" sorridendo a trentadue denti
"Uff..." fece lei
mettendosi a sedere
e guardandolo negli occhi "Solo perchè non sei una persona
negativa, e non mi da fastidio la tua presenza, non significa
che
ti puoi predere altre libertà. Se fai cose che mi fanno
incazzare, ti butto fuori..."
"lo so che lo faresti"
sorridendo
"E dimmi che non hai
bevuto prima di venire..."
"Uhm... una birra. No,
facciamo due.
Ma è tutto. E comunque la birra rientra nelle cose che
portano
alle droghe della felicità" mentre lei fissava come per dire "Davvero!
nelle lezioni cè la regola delle sei droghe della
felicità e come procurarsele. Fare qualcosa che ti piace con
le
persone che ti piacciono. Fatto. Sono contento. Sentirsi meno solo,
fatto sono qui. Fare qualcosa di tranquillizante, quasi fatto, leggo
per te e mi sei amica..."
"..." fissandolo
malamente "non so se sei così intelligente da farti questi
pensieri mentali o cè altro dietro"
"Sono serio, mi adeguo a
cosa dicono nelle Lezioni...."
"bugiardo!"
"preferisci la compagnia
di Milan e Jd?" fece lui con un tono strano
"Perchè quei
due? E' raro che vengano qui..."
"Intendi nel salottino o
qui?" indicando la camera da letto.
Kianta lo
fissò stranita, poi
con sospetto e alla fine gli chiese "ma tu... cosa te ne importa chi
viene qui e in quale stanza?"
"Ok... lasciamo stare.
Ricominciamo... mi auto defenestro come un arakiri per
punizione
o posso leggere? " vedendoloa sbuffare ma poi ridere per poi
passargli l'ebook.
Gask stava per
sistemarsi sul lato
più vicino al comodino, quando suonò il suo
telefono. Lo
prese, si sedette per leggere dandole le spalle e sbuffò lui
a
quel giro. Lei si allungò sulle sue spalle, con le braccia
penzoloni davanti e il mento sulla spala sinistra, chiedendogli cosa
non andasse.
"Che succede. Gli uomini
hanno sempre
qualcosa da inventarsi? Di nuovo scii con parti dei cingoli dei carri
armati sulla neve? La festa degli uccelli dove vince chi fa ballare
più pappagalli e uccelli della voliera , nel campo di
volo, con qualche canzone assurda? Ti hanno invitato alla
gara
del panino migliore? Cosa si son inventati questa volta?" ridacchiando,
ma si accorse che le sue spalle erano rigide e si voltò per
guardarlo in viso, inclinando la testa verso il davanti per farlo.
"No, Milan mi ha dato un
incarico..."
"E a te non piace?"
"no, non è
questo. E' solo
che... anche se avrò supporto dai miei ragazzi, sarebbe
principalmente in solitaria. E... ma mi stai smozzicando di nuovo la
spalla!!" si voltò a fissarla mentre guardando
l'avviso
sul telefono che teneva in mano, lei dava morsetti sui muscoli della
spalla "lo stai facendo di nuovo e non te ne accordi... se mi lasci i
segni dei denti e qualcuno lo vede, pensa che faccio parte di
qualche orgia cannibale..." se la rise dandole sulla fronte
due
piccoli colpi con la mano quasi a pugno. lei fece una faccia colpevole
quando si rese conto che di nuovo aveva morsicchiato una sua spalla e
passò una mano per pulire, facendo la vaga.
"Esagerato... mi viene
di farlo, nenache ti facessi male..." scendendo dalle sue spalle e
buttandosi sulla schiena sul materasso
"Alcuni uomini dicono
che con le ragazze di Madame fanno questa cosaperchè..."
"NO! Non me ne frega
niente di cosa fanno quei pazzoidi..."
"ok..." ridendo
"comunque da quando
mi hai passato quel burro la pelle la sento... forse meglio. Quindi non
mi resteranno segni. Funziona così, no?" voltandosi col
busto
per guardarla, restando seduto a darle le spalle con il telefono in
mano. Lei parve pensare, si
mise a sedere e osservò le spalle e le braccia.
"Veramnete a
me la pelle sembra
come sempre. Questa mania di stare a torso nudo sotto il sole nelle
stagioni calde è assurdo. Vi rovinate, sopratutto se non
usate
solari o protezioni. A cosa serve il lavoro di Milan nel promuovere
nostri prodotti agli americani, che stanno sotto il sole e..."
"Lo so, lo so... ma
dobbiamo allenarci e fare esercitazioni, no?"
"Non dico questo..."
fece lei
allungandosi verso il comodino per prendere un barattolo, per poi
iniziare e spalmargli sulle spalle e braccia, dove la canotta non
copriva "ti avevo chiesto di fare qualcosa. I rischi per la pelle..."
"Lo so. però
ormai sei tu che mi passi il burro di sopra, quindi..."
"E' burro di
karitè, non
burro. Se per caso dovessi parlarne con qualcuno, ti prenderebbe per
uno che sto imburrando per metterlo al forno" facendolo ride tantissimo
"Ma io l'ho
già detto. ho
riferito che lo faccio io per cosa ho sentito alle Lezioni, e allo
spaccio gliel'ho fatto vedere, quale confezione è.
Quello
che importiamo a prezzo minore delle azione sfruttatrici ma
per
un motivo. COmmercio equo e solidale... lo so. Adesso lo usano anche
loro perchè si sono accorti che io appaio meglio di loro..."
"Il potere di questo
prodotto. Puro,
pieno di sostanze buone, definito l'elisir della giovinezza dalla
popolazione che lo produce e vende. La notte ti aiuta a sistemare la
pelle rovinata o con problemi dal sole, lavaggi e via dicendo e la
rende migliore"
"Già, mi sono
accorto che è meno secca e non tira..."
"Forse perchè
stare sotto il sole a pelle nuda, e intendo senza protezioni, non fa
bene?"
"sai una cosa?... senza
incazzarti..."
"Ecco, se è
così mi
incazzo a priori..." fece lei massaggiandogli il burro di
karità
sulla schiena dopo il braccio sinisto "spara, so già che me
ne
pentirò a sentire roba..."
"i ragazzi mi hanno
detto che, chi
l'ha provato, si è sentito la pelle morbida e liscia come le
cosce di una ragazza. E visto che a loro piace, dicevano, passare le
mani sulla pelle più morbida di una donna, useranno iol
burro
per proteggersi come ora faccio io e per..."
"NO! non voglio
sapere... tienitelo
per te. Me ne frego di cosa fanno e pensano se è sempre
legato a
donne e sesso. Ancora sono incazzata per le cose che
combinano, e
chi paga per riparare?"
"Dai, non fare
così! Dicevano solo che dopo tempo che si sono spalmati la
sera, ripassando la mano pensano di..."
"Ehi, basta! O te lo fai
da solo!
Anzi, quella ragazza del villaggio vicino che ti fa i lfilo,
perchè non le fai un regalo con i nostri prodotti, quelli
naturali come il burro di karitè o la versione deluxe che
Milan
usa per vendite e avvicinare certe donne...e magari te lo fai fare da
lei? la Heritage House, se lascia questo nome ha prodotti
ottimi
per un regalo..."
"La linea on bocce di
vetro opalino o plastica? "
"Si, cè la
versione Etude e
quella Princess. La Etude è in plastica, mentre l'altra in
vetro
opaco o opalino. Ti ricordi quelli ha fatto vedere? In versione rosa
principessa o bianco perlescente.Ispirati alla stravaganza
barocca
di Maria Antonietta, sono la rivisitazione moderna di veri set da
toilette, te lo sto dicendo nel caso lo trovi un bel regalo, visto
anche il prezzo. Anche se non so per quella ragazza mi sembra troppo
delicata per... .L'opulenza e l'eleganza in bianco con dettagli in
argento e un'altra, in rosa con dettagli in oro rosa. Non lo so mi
è sembrata semplice rispetto a questi affatti che lui ha
voluito
fare per le donne che non dicono mai ai sogni..." ripetà
dall'opuscolo che lui aveva preparato come prova"
"Mi ricordo vagamente,
perchè non mi interessavano. Sicura che siano un bel regalo?"
"perchè no...
ci sono
rossetti, ciprie, blush, terre, profumo, specchi...a me non sono
dispiaciuti, Hanno forme moderne ma con richiami come i rilievi e i
piedini in barocco. I pomelli e l ostemma a sigillo in ceralacca in
argento o oro rosa. A me piace solo la scatolina della cipria o blush,
che sono simili, cambia solo la dimensione. Solo che odio il rosa e
quello in bianco e argento mi piace in vetro ma ho paura che si
rompa... anche la finitura vellutata è bellissima al tocco e
anche quella in plastica, riciclata e trattata ovviamente, è
belllissima da toccare. Anche i prodotti all'interno sono fatti da noi
e di primissima qualità, ecco anche il prezzo. Ma ho chiesto
a
Milan di pensare a una linea magari più economica..."
"E che cosa dovrei
prenderle?"
"Rossetti no, i colori
vanno per
compatibilità con pelle, come tonalità
e sottotono,
a volte molte donne li usano di un colore per adattarsi alla mise...
non conviene. Ti direi cipria o blush per il contenutore carino, un
mezzo ovale con piedini a tre..."
"Ma non ci sono colori
anche lì? E il profumo? O specchio?"
"A te quanto piace..."
gli fece
avvicinandosi al suo orecchio mentre era arrivata al braccio destro
"dipende da quanto ti piace e che colpo vuoi fare. Non intendo a
livello di soldi, anche se... se prendi quello in vetro,
costicchia...Ma la confezione del profumo è con la
base
fino a metà in sfaccettato e un grosso pouf in tessuto da
preme
per far uscire nuvole di prodotto. Raffinato, frangranza a scelta...
ricordati che qui puoi chiedere di farti mettere all'interno quello che
vuoi. peonia, rosa, lavanda... qualsiasi cosa a te e Milan non ti
è negata. Puoi vedere che fiori o tipo di odori le piacciono
e
fartene fare uno personalizzato. Oppure puoi attendere la versione
ispirata a Roma o l'età romana. La sta preprando e
sarà
tutta avorio, oro, qualcosa di rosa... sto cavolo di rosa... e profili
di donne stile cameo come logo. Poi i rilievi con simboli o pallini
come in quelli originali antichi... Anche questi ispirati a oggetti in
quello stile reali però modernizzati in due tipi, vetro e
plastica...Quello in vetro di stampo romano mi piace molto. Invece di
mezzo ovale con un coperchio leggermente spiovente con una sfera come
alza coperchio, è una sfera precisa con una base tipo coppa
con
rilievi, il bordo che vidide la sfera è contornata di oro o
oro
rosa e un cameo scuro o bianco con bordino a pallini. E come apri
coperchio..."
"Non lo so, adesso sono
confuso su cosa regalarle..."
"Te lo ripeto, dipende
da quanto ti
piace. Andate d'accordo quando vai a consegnare prodotti o prendere
quelli in scambio, è sempre ben vestita e profumata ad
accoglierti a casa del padre, così avvocato mi pare non so,
per
firmare le carte... a te sembra piacere..." ridendo "quindi
perchè non vedere che cosa dimostra se ci provi... almeno
non
è una pazza... se invece vuoi andarci piano, ne prendi uno
già pronto, altrimenti se ti piace davvero tanto, vai di
personalizzato..."
"Ma io non ci capisco
nulla di queste
cose. i fiori magari si, è divertente lavorare fiori
pressati e
vedere come vengono rispetto i freschi, o portarli alle botteghe per
composizioni, prodotto in resine o in vetro. o usarli nel prodotto
fresco per decorare le pareti per i rilievi... O anche la bottega
profumiera. Con quei grossi decanter e contenitori in vetro dove
fermentano i fiori o estraggono oli... vederli è una cosa,
saperne abbastanza è un'altra. Ormai anche con i saponi mi
sono
abituato ai tuoi. E' divertente usarli in base a come ti gira
come fai tu. il tuo proferito è verbena, non quella chimica
che
sa più di limone di quelli industriali, ma proprio la
pianta...
oggi lavanda, domani cannella, di sera preferisci verbena, quando fa
troppo caldo arancia... ho notato che non cambi mai queste
profumazioni..."
"Mi piacciono questi. Li
cambio
quando mi va, ma preferisco verbena fra tutti. Ho notato con disappunto
se posso dire che hai cominciato a sfruttarli tanto i miei saponi,
tanto che ho trovato a qualte qualche pelo...per fortuna nella
saponetta delle gambe"
"Scusa... cerco di fare
attenzione ma
qualche pelo delle gambe ci scappa. ma è solo di qauello,
eh!
Per mia fortuna rispetto altri ragazzi che sono coperti, io su braccia,
petto e schiena non ne ho. E veramente pochi in altre parti. Solo
qualcuno sulle gambe, ma così pochi che non mi va
ti
toglierli sempre... scusa, farò più attenzione.
Però, non per essere come Alaric, ma hai saponetta per zona
dai
fianchi in su e saponetta per sole gambe... come le tovaglie. ogni
volta resto un pò confuso perchè tu usi una per
il corpo
e viso fino ai fianchi, per gambe e piedi un'altra e un'altra ancora
per l'intimo. Un tantino troppo...?!?"
"Ti ricordi che questa
è la
mia stanza? Mia stanza, mie regole. E poi non è vero troppo,
nelle regole di pulizia e igiene cè scritto che sarebbe
saggio
non usare la stessa tovaglietta con cui ci si lavano e asciugano i
piedi per usarla per altre cose, anzi, altre zone del corpo,
perchè batteri e altro che ci sono naturalmente nei piedi
non
vanno d'accordo con altre parti... O meglio, sono dannosi per altre
zone del corpo. Così ocme ci sono donne che non sanno
lavarsi le
parti intime e lo fanno nel modo sbagliato, portando dal dietro al
davanti e hanno tutti i problemi... Come so cosa so? Perchè
Lia
aveva lasciato un resoconto su igiene e cura di se, parlando di come
lavarsi nel modo giusto, la spugna, gli asciugamani per cose diverse
così da non portare ciò che sta su gambe e piedi
in altre
zone, i prodotti come il burro di karite e tanto altro. E' quel testo
che nessuno legge tra l'altro... e dirai, ma come sa queste cose? le
avrà insegnato la madre. No, lei sa quello che sa per
esperienze
personali, cosa le ha insegnato sua madre? A odiare la gente, stare
tipo isolati nella loro casetta di merda dove tutti, tutti
là
fuori sono cattivi, a dire puttana e cosce aperte a ogni donna e
ragazza e altro e altro. Per questo odiava la famiglia e le madri e
padri che non sapendo nenache loro come vivere, le basi, si mettono a
fare guide di vita... "
"Io ho letto quel
libriccino ma
ammetto di aver imparato più con te, che mi
spiegavi e mi
dicevi cosa fare e non fare, che..."
"Ecco il problema. Il
pacifico mondo
cirocscritto che la gente si crea. Cè un testo che ti spiega
le
cose, cosa fare e cosa no nfare per mandare a quel paese germi e
batteri e quant'altro, ma no, meglio fare di testa propria.
Cè
pure scritto come rasarsi se no nsi vuole usare ceretta o filo arabo
certe zone, evitando rossori o peggio... invece si passano le
lamette dove ci vuole delicatezza usando pure il sapone normale per
mani e corpo... quando la testa non funziona..." fece lei sbattendosi
la punta delle dita sulla fronte irata
"Si, motli finiscono per
sembrare
polli appena spennati o hanno crescite sottopelle dei peli, o
peggio , ogni poro ha 'infezione..."
"E che non lo so...
là
cè scritto tutto. Ne fece mettere pure una copia idrofuga
così che è sempre leggibile, appena con una
catenella per
tutti... e poi si combinano come se per sadicità qualcuno
abbia
preso i loro cespugli ascellari o peggio, perchè sono pure
narcisi da spelarsi ovunque, trovandosi però a dover mettere
creme su creme per arginare le cazzate... cosa si vuole a fare cosa
cè scritto? Osemplicemetne accorciare, e il dottore consegna
resoconti di cure e trattamenti allucinanti. prima, mesi prima, erano
sessuali e di igiene, per fortuna sono drasticfamente calati grazie
alle Lezioni e alla crudezza con cui gli si mostrano immagini e video
così gli si imprime bene la conseguenza delle cose..."
"Io non ho molti peli,
ma non è dannoso toglierli ovunque?"
"Nah, basta una volta al
mese e
sapere come comportarsi prima e dopo la rasatura. Se non ci si vuol
rasare, si accorcia. Ci sono strumenti apposta per quelle zone, non ci
vuole niente, un centimetro maxe non lunghi un chilometro..."
"E' per questo che fai
così?
Che ti depili tutto tranne lì che li accorci solo?"
domandò lui, restando con busto girato a guardarla, mentre
lei
spostò gli occhi velocemente con sguardo arrabbiato
"Ecco perchè
odio quando tu ti comporti in modo tranquillo in pratica, in casa
mia..."
"Camera... e comunque
non è
stato in queste settimane proprio, ma la prima volta sul
confine
con la Turchia. Ricordi cosa stavi ocmbinando mentre ti levavi lo
schifo delle fogne?" ridendo
"Smettila, non
è divertente.
L'acqua era gelida, avevo sicuro di tutto indosso, mi viene il nervoso
se mi vedo sporca sui vestiti o addosso... non è carino
prenderti gioco di me!"
"non ti sto prendendo in
giro.
Però dai, non è da tutti giorni vedere una
persona che fa
quei segmenti di danza mentre fa la doccia..."
"Errore! Sotto la doccia
voi uomini vi vedete mai? Cosa fate, cantate e via dicendo..."
"mh" fece lui
aggrottando le sopracciglia "Alaric dice sempre che è sicuro
che tu spii..."
"Ma va..." fece lei
mostrando
disgusto "Anche tu? Non sono una guardona. Lui è un voyeur,
non
io. Non sai cosa combina nella Casa della seta, lo so cosa combina.
Vuole cercare di spiare la gente così ha carte al suo arco
per
tenersi legati i tizi che possono leccargli il culo e avere un
gruppetto più numeroso. Quanto volte l'ho beccato! Ci sono
telecamere, ma ho i miei informatori... cosa combinano in quei bagni,
altro che quell oche facevo io quella volta. Pe una volta,
una,
che facevo quello per dissociarmi e non sentire il freddo..."
"Insomma quello che si
insegna per resistere alle torture...?"
"Vedi che quando vuoi ci
arrivi?"
fece lei con un cenno del capo "o meglio, è qualcosa di
simile.
Quello che faceva Lia e faccio io, è un
pò diverso
ma il senso è quello. E rifaccio la stessa cosa quando sono
sul
campo..."
"Che Milan non vuole...
ogni volta sembra perdere un pezzo di vita quando scopre che sei in
qualche parte o che ci sei stata"
"A me non piace stare
nelle retrovie
come fa lui o i Vecchi. Resta il fatto che la dissociazione
di
quel giorno sotto l'acqua mi serviva, ho un ceerto fastidio con le
temperature troppo basse o troppo alte. E trovo ancora oggi vergognoso
che tu stessi lì a fissarmi..."
"OK, scusa per la
millesima volta.
però lì ho ho avuto la conferma che quella donna
in
bianco o blu o insieme, eri tu. prima vedevo la cavigliera, gli anelli,
certi atteggiamenti e i movimenti della braccia, e poi mentre ti lavavi
ho notato il neo al centro della schiena e ho capito, visto anche che
accennavi quelle stesse movenze di danza. L'unico che sembra ancora non
capire è Alaric..."
"Come per tante cose..."
"Ti piace
così tanto ballare quella roba?"
"Si, non so
perchè... nel
senso mi viene naturale, mi piace... ma non cambiare discorso. La tua
mania di fare qui come vuoi non mi piace e te lo dico sempre..."
"Ma se fossi tu a venire
nella mia,
saresti come a casa tua... qualè il problema? Inooltre tu
stessa
sei pro nudismo perchè pensi che i tabù religiosi
hanno
portato al peggio e che secondo statistiche non vi sono abusi da
persone che lo sono..."
"Ok, per gl ialtri. NOn
per me. Se
è una cosa libera e che no ndanneggia altri, va bene. Non mi
scorcerto affatto per i lnudismo seppur trovo i maschi ridicoli nudi e
le donne attualmnete con il topless solo per farsi vedere e non
sentirsi al naturale col proprio corpo. Chi fa topless ma non va in
spiagge nudiste è idiota, punto. E mi fa ridere quando le
stesse
urlano sconvolte o al contrario trattano malissimo i maschi le
guardano... cazzo, sei in una spiaggia pubblica, ti esci tutto di fuori
perchè devi fare abbronzatura integrale in una
società
stronza e tacci di maniaco chiunque ti guardi... hai una bella faccia
di cazzo, posso dirlo? Odio ste donne così che prima si
vestono
perchè vogliono attirare ogni sguardo però poi
smerdano
l'uomo solo perchè guarda. Finchè guarda mi sta
bene,
sono uomini che ci dobbiamo fare, ma non lamentarti poi se tentato di
approcciarti. Cambia la società in un altro modo, fai
l'attivista, sensibilizza la gente sul fatto che i corpi umani no nsono
trofei, oggetti sessuali e non rendere quei piccoli goblin di merda che
sono i tuo ifigli maschi degli stronzi che non considerano il valore di
una persona in tante sfacettature ma crescilo come piccol ostronzo, e
tua figlia una merda che bullizza peggio dei maschi le altre... allora
in quel caso ti do ragione se vuoi vestirti come vuoi. Ma se segui la
moda del-se sei sexy e mostri al top
figa se no sfigata-.
Prima fanno le pudiche e bigotte contro le altre in generale e poi
urlano di stupro e stalking perun approccio, da un uomo cresciuto da un
padre coglione in generale che non ha isnegnato al figlio il rispetto e
il non seguire altri stronzi come gruppo in mentalità di
merda,
e da una madre stronza in generale perchè anche lei invece
di
insegnare che ogni donna, visto che lei lo è pure, va
rispettata
ma giudica e isnegna col suo atteggiamento che tutte le donne tranne la
mammina sono troie. Mi spiace ma questo è quello che ho
visto e
noto sempre. In casi di stupro nei licei o università
è
acclarato che le madre degli stronzi maschi danno della troia alla
figlia di altri e questo mi fa schifo. Così come mi fa
schifo
che dicano che vogliono divertirsi sfondandosi di alcool, maschi e
femnine, parità sempre, e poi però cono
così fatti
che no nricordano niente, cosa hanno fatto e che abusi gli hanno fatto
e poi hanno traumi... ma andate a fanculo! Un moemnto di divertimento e
allegria va ricordato, non che ti sfondi letteralmente di bottiglie di
alcool come fossero aranciata e poi folli sbronzi a fare
stronzate o subire cose! E sarebbbe divertomento, bella festa, momento
da ricordare... e poi la gente si stupisce che le nuove generazioni
sono peggio. Se prima si educava da cani ora proprio non cè
un
adulto sano mentalmente che possa essere di esempio. E sai cosa? Senza
una doverosa educazione sessuale nelle scuole sono ritornati all'apica
hiv, sifilide..."
"Si lo so. Me lo hanno
detto quando
mi hanno fatto visitare ogni angolo di qui e mi parlavano che esiste la
Casa della Seta, per evitare che i ragazzi giocassero alleesplorazioniprendendosi
intanto malattie. Mi hanno anche raccontato che una certa persona che
ti somigliava, aveva fatto un casino agli uomini che andavano a escort
a Parigi e che trovava uno schifo il non usare protezioni, ma
peggio fare certe cose a quelle ragazze con la bocca rischiando di
tutto. Il casino che fece schiaffeggiandoli e inveendo contro di loro
per i risultati di cosa si erano presi, peggio alla bocca..."
"Se lo meritano. Adesso
quei cretini
stanno bene grazie alle cure, non per tutto, ma il peggio è
passato.... ma sono un rischio per altri perchè possono
contagiare. Anche nei resoconti è riportato l'episodio, e
non
unico, in cui la sua rabbia per la leggerezza di cosa combinavano fu
così grande da letteralmente prednerli a ceffoni una volta,
e
picchiarli con le briglie del cavallo tornando dalla stalla, per aver
saputo che cèrano nuovi infetti. Incazzata nera
chiamò
subito Madame e Milan e creò l'accordo. Tutte le ragazze e
ragazzi che lavorano per l'accordo, quindi dando prestazioni, devono
avere ogni settimana la carta verde che attesta che non hanno nulla,
neanche come positivi ma senza sintomi, rischiando di contagiare. Le
regole dicono che si dovrebbe usare protezione ed evitare certe
pratiche a meno che non si faccia richiesta diciamo, quindi si sa cosa
fanno, per controllar emeglio ed arginare problemi. Cè anche
scritto tutto il wsuo terrore di pidocchi e piattole. Racconta
all'inizio che alcuni uomini si facevano i cavoli loro da avere perfino
i pidocchi, usando i mezzi in comune con altri rishciando di
lasciarli sui sedili... la sua esperienza con quelle scene di
quegli animaletti che se la spassava sulle teste degli imbecilli , la
urtò parecchio. A causa del suo passato aveva paure e fobie,
che
prima non aveva, e non avendo mai avuto a che fare con i pidocchi, le
venne il terrore che per qualsiasi motivo gliele passessero.
COsì mise tutti a patti con le nuove regole di pulziia e
controllo dell'igiene, ok a capelli lunghi di qualuqnue lunghezza ma
senza schifi in mezzo. Taglio e sterilizzazione di quelli che li
avevano, aveva urlato di prendere provvedimenti seri contro chi li
aveva e pure le piattole per le donne con cui andavano, tanto che
pure Jd a volte ricorda il momento in cui chiese a Lubo un
lanciafiamme o con quello in mano minacciò tutti di pulire
lei
il problema, fregandosene delle ustioni ma che o decidevano per il bene
di tutti e loro o avrebbe fatto a testa sua. E aveva anche ragione,
direi"
"Si, per quello si.
Anche quando ero
ragazzo cèra questa cose e ci rasavano per preveinre i
lporoblema" fece lui vedendola fissarlo in modo strano "è
stato
anni fa, poi con il Capo vivevo in un ambiente migliore..."
"Si, in quel posto che
sembrava la
versione tarocca della grecia... era migliore perfino la casa in stile
greco che Sissi volle..."
"Un pò
esagerato ma non era
male. Ma con lui la pulizia cèra, diciamo un pò
come per
te e Lei. Perfino la lucidatrice..."
"Una delle poche cose
buone! Quel
tizio ad arancina è uno stronzo totale. Chissà
che fine
gli ha fatto fare quella persona... quella persona ignota, che ha
ucciso quello stronzo proprio nei giorni in cui tu sei scappato
via, dopo quella conversazione e ti hanno visto andartene con
una
sacca... e poi sei tornato, dando a Milan quelle cose,
dicendo
che sei arrivato proprio stranamente quando era stato accoppato..."
disse in certi toni fissandolko freddamente negli occhi
"perchè sei
ancora così
dura con questa storia? E' finita bene, abbiamo ottenuto ciò
che
ci interessava e posso ritenermi soddisfatto perchè... non
ho
più un passato negativo che può tenermi legato.
Ora sto
qui, con voi, cambieremo le cose..." le disse abbassandosi dopo essersi
voltato ancora strofinando la fronte con quella di lei
"Quel giorno che te ne
sei andato,
pensavo seriamente che avessi fatto qualche stronzata per la colpa...
perchè ti avevo fatto capire che sospettavo ed eri scappato
prima che lo confermassi..."
"Anhe se fosse vero,
è finita. SOno tornato e con me ho portato la cancellazione
di un problema. Non era cosa volevi?"
"Tu affermi che
è stato un
caso che fossi tornato, trovandolo morto... proprio quando ti avevo
esternato di nuovo le mie accuse, seppur amici ti avevo detto che
sospettavo ancora..."
"Perchè
ripensarci, sono qui, sono tornato, ho annunciato la cosa... fermarlo
era quello che volevi..."
"..." kianta lo fisso
come addolorata
della cosa, poi fece una domanda, guardandolo con occhi tristi e quasi
carucci "Lo hai fatto perchè io lo volevo? E' questo che
stai
dicendo? Che è accaduto per me e hai fatto ciò
per me?"
"Io non ho mai detto di
aver fatto
qualcosa" le disse gentilmente stando sempre abbassato vicino
a
lei "comunque se tu volessi qualcosa, la farei. Se ti rendesse
contenta, si, lo farei..."
Kianta rimase come a
riflettere, osservando altrove, poi lo riguardò
con lo
stesso sguardo, quasi bisbigliando in modo dolce e con occhioni tristi
"quindi mi stai dicendo che se io desiderassi qualcosa, che se te la
chiedessi o meno, tu lo faresti? Senza remore?"
"..." guardandola poi
sorridendo "siamo amici, no? Se cè qualcosa che ti rende
triste o felice, lo farei..."
"Se ti domandassi una
certa cosa,
adesso, tu la feresti, per me? Qualsiasi cosa?" domandò
dolcemente con un certo sguardo, e Gask la guardò
avvicinandosi
di più, spostando per un attimo gli occhi verso la sua bocca. Kianta fece una faccia
come di
delusione, sbuffò e si alzò allontandosi da lui,
che
rimase su un gomito e la guardava come sorpreso. lei si stirnse con le
braccia conserte e si avvicinò alla finestra , mostrando un
broncio deluso. Poi si voltò verso di lui, quasi arrabbiata
"E' così?
Indipendentemnete da
tante cose, tu faresti chissà cosa perchè
cè un
tizio o una situazione che non mi piacciono, e tu agiresti?
Se io
volessi rimettere in riga Alaric o qualche stronzo come il
Capo,
tu lo faresti? E' questo che stai dicendo?"
"Non capisco il
problema, che ti
succede? Quando accade qualocosa di brutto agli altri, quando vedi un
abuso o un delitto, ti fai taciturna e ti isoli. NOn ombrosa
e
parecchio riservata come Lia a quanto pare, ma ti vengono queste
situazioni. Ti chiudi in te e basta. O quando qualcosa ti rende
contenta o felice sei addirittura accondiscendente per stare con gli
altri, cenare alle gradinate, andare in giro.... se ci sono cose che ti
rendono triste o felice, perchè non dovrei sistemarle? Se tu
mi
chiedessi qualcosa, certo lo farei..."
"Così non
va... non va per niente bene..."
"Cosa non va..."
anzandosi in piedi e fissandola
"per
due sbattimenti di ciglia e le azioni di bimba scema, ti fai fregare e
affermi che fai tutto ciò che ti si dice, magari beccato
dagli
ormoni? E' questo che dici? Ma non è solo questo. Come puoi
dire
che faresti qualsiasi cosa per me? Tu non dovresti dirlo, non importa
che tipo di affetti ti lega a me, ci sono dei limiti sull'agire per
qualcun altro. Uccidere, usare gli altri, rubare, fare cose
negative..." fece lei muovendosi al suo solito in una sorta di cerchio,
adirata "non trovo sia giusto pensare di fare qualcosa per
me,
agendo in un certo modo. Io non voglio. Se fosse come fu per Lia,
finalmente una persona da amarla così tanto da fare la cosa
che
più voleva, che la rendesse libera e felice, consocendola e
sapendo che non cèra altro da fare... avrei detto ok, fin
qui ci
sono. Una prova d'amore e d'affetto enorme è lasciare andare
l'altra persona, e nel caso aiutarla solo per confermare che
tutto è andato come doveva, studiando la cosa
così da
risultare pulito.... Ma non accetto che si facciano cose per me solo
perchè a te è venuta l'esuberanza da agire di
testa tua.
Te ne sei andato per i fatti tuoi e non va bene. Senza dire ninete,
senza avvisare, ti sei preso le tue cose, e io avevo paura
che
avessi capito di essere alle strette e stessi scappando. Anche
perchè sappiamo tutti e d ue che se ciò che
credevo e
pensavo fosse vero, Milan ne sarebbe stato addolorato..."
guardandolo negli occhi "e poi senza farti sentire, sparire dai radar,
tornare con quelli in mano e dire che era tutto ok, povero Capo ma
evviva sono senza legami... e ora mi dici che lo hai fatto per me?
Serio? Mi stai dicendo che per cosa tu pensi di provare per me, sia
lecito fare cose? Anche che io no naccetto? E poi non guardarmi
così, perchè ti ho detto e ripetuto dall'inizio
che in me
puoi trovare una spalla e compagna che ti guarda la schiena, sempre...
siamo amici speciali ma ci sono cose che io non posso darti e che devi
stare con mani e pensieri a posto. Se davvero provi qualcosa per me, se
cè davveero del sentimento per me, se mi rispetti e... ti ho
visto che volevi fare qualche stronzata!... O fai pace e patta con
questo o... O sei fuori. non puoi comportarti come hai fatto
poco
fa, solo perchè ti parlavo vellutamente e
usavo la
tecnica che le donne sfruttano per essere desiderabili e avere cosa
vogliono.... io speravo che tu non ci cascassi, che quest'altra
sensazione che ti stavi legando troppo... No, non puoi dire che mi vuoi
bene così tanto da arrivare a certe cose. Non lo fece
neanche
Lia, che aveva tutte le ragioni per portare avanti quella frase che
diceva sempre, rendendo dannati gli altri come fu per lei, ma
dopo atroci sofferenze. Lei non uccise nessuno,
perchè no
nera da lei e perchè era una persona corretta. Perfino con
Rò non riuscì a reggere l'obbligo di
darsi,
perchè così lui fosse felice ma lei ne soffriva,
anzi ne
uscì così distrutta da quelle due esperienze che
odiò il sesso e la vicinanza degli uomini. E io non sento di
provare niente... non mi viene, non voglio, non ti azzardare a rifare
quell oche volevi fare perchè ti sbatto fuori!"
urlò
incavolata nera
"Aspetta. Io non..."
"No, non mentire. L'ho
visto. Sai
bene che io non riesco a tollerare certi atteggiamenti e mani lunghe.
Mi fa stare male, non voglio avere niente a fare con quello che tu hai
in mente, perchè inutile mentire. Se vuoi restarmi
amico,
non esagerare. Accetto la vicinanza e qualche segno d'affetto ma non
quello..."
"Ma capisci che
ciò che ti
stai trascinando della personalità originale non
è un
bene... ?... capisco che lei aveva traumi, è comprensibile
che
alla fine dopo pressioni da tutti e da lui, abbiamo deciso di vedere
quant fosse bello e cè rimasta bruciata. Ma tu sei una
perosnalità nuova e pure Alaric con Jd e gli altri, dice che
è assurdo che tic, manie e paure ci siano ancora..."
"E se anche fosse, se
non provo niente e ho voglia di ... anche solo di provare, è
una colpa?"
"No, non è
una colpa tua, solo che fai sentire in colpa me..."
"Ma andiamo! Da quando
ho accettato
di cancellare il prima, anche dopo cosa hai fatto quel primo giorno,
non dimentichiamolo, sei entrato qui quel giorno per quella ferita, non
ti sei più schiodato. perchè eri tu...
per
ciò che hai dimostrato, ho rafforzato l'amicizia, ti ho
aiutato
quando ne avevi biosgno, ti ho ospitato perchè dicevi che ti
sentivi solo dopo il cambio di vita... ma non puoi dirmi che non
è normale quello che provo di paura e repulsione, non tu tra
l'altro! Tu sei il primo che dovrebbe capire!"
"E infatti capisco, però io..."
"Se tu provi qualcosa verso di me che a me non va, non
comportarti così, perchè fai esattamente cosa
fece
Rò. Lei lo scacciò, non gli parlò
più
perchè invece di capire, di vedere quanto stesse male che
invece
di tutte le belle parole di sistenersi a vicenda e vivere
momenti
insieme, pretendeva, rompeva le scatole, accusava lei di non mostrare
affetto dopo tutto ciò che proprio Lia aveva fatto! Con la
scusa
della sua ex, se lo era, e dei fratelli di lei che mettevano zizzania
con chi conoscesse quando fu la stronza della ex a lasciarlo
perchè senza lavoro e faceva brutto per la sua fottuta
reputazione, non era possibile mai vedersi. Per strada no o li
vedevano, fare qualcosa insieme ma mai o li vedono, giocare insieme ai
videogame finalmente che era sempre sola no perchè lui no
naveva
soldi per i giochi o se con le console che lei non aveva, no a casa di
lui perchè i genitori stravedevano per la ex e volevano che
si
riconciliasse dopo che lo smerdava sempre. Però guarda caso
era
sempre disponibile e pronto la sera ad appartarsi in posti loschi e bui
dicendo che non ci faceva niente, facevano roba ed era tutto ok. Glielo
diceva ogni giorno, ogni volta ma lei non voleva. Una volta che voleva
che la accompagnasse in uhna città vicina per una cosa della
palestra e quindi passando del tempo con lei prima aveva promesso, poi
però appena lei era pronta e aver aspettato inutilmente, a
telefono l'ha smerdata perchè lui aveva cose da fare, la
rimproverò al telefono facendola sentire una merda,
finchè dopo quelle due volte in cui pure si offese
perchè
lei era terrorizzata dai suoi modi, tra le altre cose, non mise insieme
tutto e lo mandò a quel paese. Lei non ha accettato che
dovesse
abbassarsi a darsi perchè qualcuno stesse con lei, che
perchè non desse allora fosse giusto trattarla da schifo, si
è portata nell'ipotetica tomba l oschifo nel sentire sua
madre
ogni volta dire che il suo di sposarsi e fare figli lo aveva fatto e
toccava a lei. Insoma una vita a dirle che se faceva qualcosa, che
facesse roba e che la gente parlasse e peggio se come altre restava
incinta senza matrimonio, era una buttana, sempre a dirle che cosa era
se e così, ma erano tranquilli nel dirle che se non si
sposava e
la dava per far figli er auna cosa tremenda. E io non sono interessata
a sapere se me lo porto da lei, io non voglio essere toccata in quei
modi, non mi interessa avere un'amante, non voglio gente intorno che
pensa che se fa l'idiota ci può scappare qualcosa. Io non mi
abbasso come lei, pur di avere qualcuno vicino, a fare cose che non
voglio o mi fanno paura. Non voglio figli. Dopo cosa ho visto con il
nostro lavoro, e cosa hanno detto quelle donne, io non voglio e basta!"
urlò girandosi a guardare la finestra, sbuffando, per poi
finire
quasi a piangere lamentandosi "Io volevo solo qualcuno che mi stesse
vicino perchè io ero io, che fosse felice di me e che ci
fossi,
non per cosa dessi o non dessi. Invece sia là fuori che qui
è sempre lo stesso. Si riduce tutto la sesso, sia come
reputazione che affezione..."
"Non è
così e lo sai. Sai che anche io..."
"Eppure lo vedo quando
cerchi di
avvicinarti troppo! Ora mi abbracci, strofini guance e fronte su di me,
e poi cosa?... Fin lì ok, passi, non è affatto
brutto, ma
smettila di..."
"E' perchè ti
voglio bene..."
"Sempre con questa
storia che tutti
dite. Non ti prendo a pugni solo perchè sei tu e per i tuoi
di
problemi, ma al solito solo perchè secondo i dati biometrici
sono nata femmina, se voglio affetto, devo per forza... andate a
fanculo tutti! Io voglio affetto, senza stronzate se non mi va, e
sembra sempre un miraggio... nessuno che viva la vita con gioia e
felicità con altri vicino, perchè è
quella
persona, senza lo schifoso sesso in mezzo i piedi. Prima si fanno
promesse anche davanti al cavolo di Dio, e poi chi se enfrega lei non
mi piace più, non provo più niente, o peggio a
furia di
darla o fare figli non è come piace
più, quindi si
cercano altre, come
se l'amore e affezione siano concatenate solo a quello. Solo io e
Milan, un pò Jd, siamo diversi dagli altri?"
"Ehi... andiamo. Si che
non è
così per me..." fece lui avvicinandosi e tirandola a
sè,
con una mano sulla nuca per stringerla a lui, appoggiata al suo
petto"Non è per quello che..."
"stai zitto"
stringendosi a lui, con
le braccia intorno al busto "Sei quello che mi ha spinta ad avvicinarmi
di più agli uomini perchè dicevi che meritavano
una
schance di fiducia, , a passare del tempo in mezzo a loro , ma io non
sono come te. la gnete, compresi i nostri, tendono sempre a giudicare e
vedere le persone come la loro testa dice. E se ti avvicini, poi hanno
pretese, giudicano.... loro non mi vedono che come pensano loro... io
non piaccio a nessuno, esattamente come fu per lei
perchè
non so come, la gente decifra i nostri ocmportamenti sempre in modo
diverso..."
"Non mi sembra. Milan, i
veterani, Madame, quei quattro, gli artisti..."
"Si, ma tu lo hai visto
lgi altri?
Sono guardinghi, tirati, pensano che sia come uan biscia pronta a
mordere. Per loro sono una figura autoritaria me da tenere sotto
controllo neanche fossi la signorina Sottermaier di Heidi... un
generale stronzo... Se io faccio le cose, è per un motivo,
non
perchè sono stronza... So che al mondo non si può
piacere
a nessuno, ma non voglio dove fingere e interpretare qualcun
altro, solo perchè mi avvicini a quelli come te e
Jd, che
piacete sempre e... un pò come fu Zay per Lia. Zay diceva
sempre
che tutti la odiavano, aveva nemici quando invece vedevo che alla fine
tranne pochissimi, tutti le volessero bene, sembravano felici che ci
fosse, in irlanda attirava subito le simpatie della gente. Tu e Jd
siete Capitani, eppure vi trattano con rispetto, ammirazione perfino ma
questo in modo formale quando serve o quando dite loro qualcosa. Per il
resto sono vostri amici, vi vogliono bene, vi vogliono in mezzo a
loro... io non sono niente di tutto ciò, ma anzi devo
dimostrare
sempre e sempre... e no nvoglio!"
"Non puoi ancorarti alle
paure che
hai dentro. Anche se Milan avesse ragione e tutto ciò che
hai
anche tu esiste perc hè sono radicati fin
nell'anima, e la
disattivazione della prima personalità è avvenuta
in modo
corretto... prova as dare agli altri delle chance. Le hai date a me..."
"Si li ho dati a te, ma anche tu stai virando nella direzione per cui
mostri cosa pensi. E ho paura che finirà come con
Rò, di
nuovo solitudine, delusione, compromessi dove se no do cosa gli altri
vogliono, io non avrò nessuno vicino. Come faccio ad esser
certa
che tu non sia come tutti gli altri?"
"per il mio passato so bene..."
Il telefono di Kianta
squillò
di colpo e lei si staccò subito e con forza, andando a
vedere.
Sospirò e chiamò, parlò in francese
con qualcuno
dando un apputnamento, poi dopo aver poggiato il telefono sul comodino,
voltò il viso verso di lui, con un broncio.
"Chi cera? Milan?" le
domandò, un pò preoccuoato
"No, Léandre.
Domani verrà come ogni mese a sistemarmi i capelli per il
taglio, colore e stiratura..."
"Taglio, colore e
stiratura?... perchè?"
"Come
perchè... perchè
la ricresciuta avanza, le nuove sezioni cresciute tornano alla forma
originale..." alzando le spalle come oer dire ovvio
"In che senso" fece lui
confuso, meritandosi un'occhiata perplessa di lei
"Che il colore originale
si fa strada dopo un mese e che se non mi stira i capelli divento una
pecora..."
"Ti colori i capelli?"
domandò fissandola "ti diventano a pecora?"
"ma tu dove vivi? Non ti
sei accorto dai ritratti e l'aspetto dello sprite di Legeia, che
cè qualcosa di diverso?"
"Legeia... si so
che tranne il
volto è una rappresentazione del lato latentedi Lia... e te,
come aspetto... ma... quindi quello non è il tuo colore e
non
hai i capelli lisci? Quindi non erano pettinati in quel modo apposta?"
"No, ovvio. il mio
colore naturale
è due toni più scuro e i miei capelli sono ricci
a
boccoli. Come hai visto nei ritratti di Lia, in Legeia"
"Mh, come quel ritratto
nascosto dietro Milan nell'ingresso? Ancora non ci dormo la notte!"
"Esagerato. La prima
versione del
ritratto di Milan mostrava il dualismo dei Padroni della Casa. Di
giorno Lia, di notte Milan. Era per questo che con colori particolari e
uv, di notte o con le lampade in quella modalità, il
ritratto di
Signora di Zamok o Novymir. Visibile solo in determinate circostanze,
alcuni dicono di aver visto un ritratto diverso da quello di Milan le
notti di forti temporali e per Milan è per la luce dei
fulmini.
Poi fece fare una modifica segreta al muro dove cè il
gigante
quadro di Milan, facendolo girare su due perni come la mia
porta,premendo un pulsante in una angolo preciso dei decori in rilievo,
rivelando non solo una safe house temporanea con nicchie di generi di
prima necessità ma, voltando di altri centoottanta gradi,
compare il quadro grande di Lia nel suo abito, quello che hai visto..."
"E quello con i colori
Uv dove lei compare sotto Milan?"
"Nei sotterranei" fece
lei "comunque
visto che hai sempre la tendenza ad entrare in bagno anche se io sono
lì che mi lavo o mi asciugo, pensavo che ti saresti accorto
del
colore..."
"io non
guardò certo
perchè lo voglio..." biascindando e guardando altrove " e
comunque li tieni cortissimi lì, non rasati ma cortissimi,
non
è che in mezzo secondo possa capire che sei tinta..."
ricevendo
un'occhiataccia offesa con un commento bofonchiato-si , tu non
guardi=""-
"E comunque a questo
punto non ti sei
accorto nemmeno dei miei occhi? QUanto Lia li voleva come i tuoi..."
fece lei scuotendo il capo come per dire che non cèra
giustizia
"I tuoi occhi.. che
hanno? Sono verdi, meglio dei miei no?"
"Ecco, lo sapevo...
i tuoi sono nocciola chiaro, ma sono naturali.. "
"E...Cosa..."
"i miei occhi non sono
naturali!"
buttò li esasperata "Io non ho occhi verdi! Nei
tunnel
della metropolitana dove abbiamo fatto quella missione di
ricognizione..."
"E ti sei beccata un
grosso morso.."
"Si... comuqnue, secondo
te come ci vedevo al buio?"
"Jd aveva detto visione
notturna, digitale infrarossi...."
"Si, ma non avevo gli
occhiali come voi"
"Quindi..."
"QUindi, ho delle lenti
di ultima
generazione che correggono la vista e riescono ad avere due funzioni.
Una strizzando lgi occhi i vari livelli di lenti si muovono
permettondomi di avere una specie di zoom, mentre la seconda
è
che hanno uno strato infrarosso che al buio mi fa vedere
perchè
l'incidenza della poca luce colpisce..."
"Ah... quindi non hai gli occhi verdi, mentre gli occhi di Lia sono gli
originali? OK, Quindi...?"
"come vedi per i ldiscorso di prima, non puoi nemmeno amarmi come pensi
perchè non sono neanche originale. Non come quelle mummie
orribili che si fanno gonfiare da far schifo, da paura da cambiare i
connotati, che più che ritocchi di bellezza sembra di
mostrescenza!... ma comunque tu quelli che dici che ha la tua
affezione.. non vera al cento per cento. E da quando mi sono svegliata
che ho notato che questa fantomatica affezione viene per l'aspetto
fisico, come si è, quanto, come dice Alaric, arrapa
finchè non scema tutto perchè gli ormoni si
freddano per
quel corpo, e si cerca un nuovo stimolo. Tutto è
un
fattore di ormoni, ferormoni e aspetto del corpo. Infatti poi si
diventa nemici, ci si odia perchè finito il sesso no nresta
altro per dividere i giorni e il tempo. la gente, ho capito, non
è più capace di comprendere, afforntrare, cucire
e
ricucire i rapporti, bam perchè si è presi
sessualmente e
si vuole l'altro, ma se finisce questo... sempre che tu no nsia una
scema o scemo che pensa che l'altro sia il migliore tra le scelte per
un matrimonio di apparenza e i figli, ma finchè dura... poi
non
si è in grado di determinare un'affezione vera che superi il
fattore sesso ed ecco gli ex, odi, rancore diventando bambini scemi
invece di adulti consapevoli, che si possono mantenere relazioni
amichevoli anc he se non cè più nulla di
sessuale...,
nulla è eterno come amore sessuale e di amore come lo si
vede,
quando invece cè un altro tipo di amore. Più
vero,
duraturo, a volte eterno fino alla vecchia, l'amicizia. Le coppie sono
ormai di deficienti, non osno amici, confidenti, complici, alleati...
Amici. Quando cade cosa attirava, cade anche l'umanità. E io
che
non provo nulla, mai, su quello, non ci credo, mi ritrovo a diffidare
di chiunque..."
"Anche di me?"
Kianta si
ributtò con la
schiena sul letto, dubbiosa. Gask si mise pure lui, girando e cambiando
lato, di schiena a guardare il soffitto, in silenzio, finchè
lei
non si voltò e non mise il mento sul suo addome, con le
braccia
vicino e poggiata al materasso sul fianco sinistro, a guardarlo negli
occhi.
"Noi saremo amici? per
sempre? Nulla
ci dividerà, sopratutto quello che non voglio? Se pronto a
volermi bene fino a questo punto?"
"Se non fosse
così, se fossi come gli altri, non sarei ancora qui...
quindi!" carezzandole i capelli
"QUindi tra noi nulla
è cambianto?"
"Siamo più
amici dei giorni
dopo le fogne in turchia... anzi, odiamo entrambi adesso le fogne "
ridendo entrambi "siamo più che amici da quando ti
hanno
ferita e hai passato giorni a letto, passiamo tanto tempo insieme...
si, siamo sempre amici e più amici di prima.
Chissà che
direbbero Milan e Jd, visto che loro sono tra i pochi che credono
nell'amicizia tra uomo e donna ma sanno che ci odiamo" ridendo
"comunque se fossimo come altri, non saremmo qui a parlarne o restando
fianco a fianco. Non siamo e saremo più soli. Non saremo
più come prima... due cuore mai da soli"
"Davvero?"
"Si... e anzi" si
allungò a
prendere con il braccio l'ebook e trovò il segno che lei
aveva
fatto "voglio leggere insieme questo libro, anzi io leggo e tu segui.
Sono diventato bravo, quindi..."
"...quindi..."
"Together... Toghether
always...
comunque non capisco come ti piaccia questo Poirot. Ti lamentavi del
Capo che era una polpetta con le zampe, ma questo tizio sembra quella
storia dell'uovo con le gambe..."
"E le braccia... quella
storia
comunque mi rattrista sempre. Papà Poirot è un
tipo
divertente. E' una sorta di misto tra un mentalista e un poliziotto da
romanzo moderno. Mi fa sempre ridere. Inoltre Lia lo ammirava per
l'ultimo libro, Sipario. Che uomo, scrisse, che personaggio, che mente
capace di orchestrare tutto e fare un omicidio a fin di bene,
uscendosene da Signore... e pure andandosene come voleva lui, senza
soffrire troppo. Le sarebbe piaciuto conosce un uomo del genere e
averlo al suo fianco. Anche perchè era un Signore e non era
come
tutti i personaggi dei romanzi moderni, sempre ombrosi e con tpsd a
mille, anche sa storia così ha senso... lei ne parlava bene
e
così mi sono incuriosita e ho voluto leggere e mi piace
questo
Poirot. Arguto, intelligente, divertente anche in cosa combina... e in
parte è come me, non come ogni protagonista femmina o
maschio
che scopavano ogni minuto..."
"Ma tu non adoravi quel
libro di Dorian Gray?"
"Si... ma è
un'altra cosa.
Anche se con Oscar Wild come persona e come vestiario, potevano andare
a braccetto. Un pò come Milan, lo ammiro per come risulta
straordinario quando appare, con abiti che oggi mettono solo per
matrimoni, ma lui è così... così...
come
un'apparizione del passato degno di un posto tra i nobili moderni... mi
piace l'uomo ben vestito ma che sappia portare cosa indossa..."
"E se io mi vestissi
così?"
"Non lo so... non sono
molto
interessata agli abiti su un uomo in quel senso perchè mi fa
colpo, ma perchè vestendosi bene secondo me, ci si sente
benissimo e si è sicuri, a proprio agio... E lo so, io, come
ci
sente quando Milan mi fa mettere quei bellissimi e costosi abiti da
donna ma allo specchio non mi vedo come una Donna che possa portarli, e
come sto ocn quelli che mi fanno sentire bene... Poi certo, come dice
Milan, anche il vestito colpisce l'occhio..."
"insomma non mi hai
risposto!" risero
"Davvero ti piace
leggere, leggere a
me e passare il tuo tempo così, con me? perchè
dici di
essermi molto amico e stai qui con me? perchè?" gli chiese
dopo
poco di silenzio, come se aspettasse una risposta importantissima
"perchè...
deve esserci un
perchè? Bisogna per forza avere un motivo per fare le cose?
Deve
sempre esserci..." fece lui guardando verso il soffitto come se
ragionasse e non le rispondesse "Sono qui perchè lo voglio e
non
mi annoio o altro, quindi con te... Mi trovo bene con te intorno, mi
ascolti sempre, mi dici la tua, commenti, dai pareri, e giocando ai
videogiochi e ai giochi da tavolo ad esempio, non mi annoio mai,
è stimolante, anche imparare gli scacchi è
divertente.
L'atmosfera è tranquilla, piacevole e alla fine ho notato
che
sorrisi adesso, e lo fai quando arrivo dalla finestra, come se fossi
aspettato o mi si dia un benvenuto. Deve esserci spiegazione, motivo,
un perchè definitivo per il fatto che io sia qui, che prenda
il
mio tempo e lo spenda qui?...Non sarei qui altrimenti, dpo la giornata
o la serata con i ragazzi, e tu?"
"Io..." quasi
pensandoci, poggiando
le braccia incrociate sul suo addome, con il mento poggiato sulle
mani "Non voglio dirti che potresti aver ragione sulla
soliutudine e... no, poi mi diresti sempre-visto
che avevo ragione=""-e quando lo fai ti
prenderei a pizzicotti"
"o mi morderesti qualche spalla" rise "quindi...non mi hai risposto di
nuovo! Ok, questa sera sorvolerò... prima di
leggere di
questo signore minuto parecchio ovoidale, e baffuto, cosa pensi tu del
perchè alla fine siamo amici e siamo contenti di stare
vicino?"
"Io...
Mh...
difficile" vedendolo un pò turbato " Non volevo ammettere
che
dall'inizio non eri come ti dicevo che sembravi e... Ok, non guardarmi
così, lo so che io ero arrabbiata per il tuo passata, cosa
hai
fatto quel giorno che sei venuto e il tuo comportametno, ma... non
è facile per me accettare qualcosa che non conosco e non so
definire, ma so che mi veiva rabbia quando eri intorno a me
perchè non mi diapiceva... comunque, come hai detto non
cè un perchè..." vedendolo fare"ti
dico solo cosa penso in questo momento. Io... io, sempre assiame a te"
sorrise lei, ad
ascoltarlo, sgambettando e commentando con lui il proseguire della
storia dopo che lo vide ridere e ributtare gli occhi sull'ebook.
Kianta
voltò il capo verso la porta della sala da colazione,
staccando
gli occhi dallo spettacol o del bovindo che si gettava nel giardino.
Aveva attaccato una fetta del dolce al cetnro della tavola, su una
alzatina in cristallo. Tre quarti di Schoko kasekuchen gugelhupf
troneggiavano tra tazzine di tè, burro di varie tipologie,
fette
di pane, biscottate biscotti, caraffe di succhi vari e preparazioni di
tè diversi. Non capiva come Milan mangiasse come un panda ma
non
mettesse su un chilo. Si allenava, ma tra viaggi e incontri non come
avrebbe fatto chiunque dell'organizzazione e sebbene fosse grandioso
come militare, si era chiesta ogni volta che lo vedeva se viaggiare
procurasse fame da lupi e magrezza. Si
era svegliata da più di una settimana, eppure aveva
assaggiato
così tanti tipi di colazioni, pranzi e cene, come faceva
anche
Milan quando era lì, da non credere. Cambiavano sempre a
ritazione e le avevano detto che vi era un preciso schema dietetico,
toccando vari tipi di piatti nel mondo. Quel dolce, il gugelhupf di
quel tipo, era diverso da quello di qualche mattina prima, semplice con
uvetta. Quello che stava ssaggiando aveva l'impasto di cioccolato,
cuore di crema bianca che non capiva cosa fosse e copertura di
cioccolato. Troppo dolce, si disse. Se almeno la copertura fosse stata
di fondente sarebbe stato meglio. per questo le piaceva il
tiramisù, per il cacao amaro contro il dolce della crema, e
i
dolci con frutta o cioccolato o creme in contrasto con il resto. A lei
andava bene, era meraviglioso, stupendo, una scoperta infinita tutti i
tipi di cibi da provare e i lcuoco le diceva sempre che ogni piatto,
parlava del paese di provenienza. E che era entusiasta che ci fosse
qualcuno così eccitato nel provare i piatti e dare il suo
parere. COme
lui, sembravano tutti gentili, ma quando lei esternava troppo i lsuo
sè, sembrava che la trovassero esagerata. In rilegatoria
erano
nervosi nel vedere lei eccitata nell'osservare le dorature dei dorsi,
la lavorazione della pelle per le incisioni e lettering con gl
istrumenti, delle pagine o proprio la rilegatura. E sebbene avesse
mostrato di conoscere bene i procedimenti, si erano un pò
ritratti nel farla provare di più, come se temessero che
fosse
una casinista. In cioccolateria lei voleva vedere tutto, tutte le
forme, i colori, i lavori. E gli odori. Ogni luogo aveva odori
caratteristici oltre che colori e l'atmosfera, e per lei era tutto
elettrizzante, ma era fastidioso quando dovevano dirle di calmarsi e
star ferma. Dicevano
che si infilava troppo vicino per osservare e non andava bene.
Così le avevano fatto una mini lezione sul crystal mining,
ossia
scavare e ricercare pietre e minerali, ma l'avevano rimproverata
perchè andava troppo di fretta e senza accortezze, gasata
per
vedere qualche pezzo già spuntare, sebbene vi fosse da
scavare
rocce e terra con mini strumenti. Le avevano regalato degli oggetti a
forma di lingotto o scrigno o altro, in sabbia pressata con dentro
minerali e altre cose, prima di mostrarle in situ uno scavo e le era
piaciuto un sacco. Aveva scopino, spazzolino, martellino con
scalpellino e tutti strumenti in ino piccoli piccoli, come usavano per
scavi su ossa . Le semrbrava simile a quel giocattolo, invece dicevano
fosse troppo impetuosa. Troppo eccitata. Troppo focosa. Troppo tutto.
Ma lei era lei, pensava, davvero agiva in modo sbagliato? I camerieri o
addetti alla sala non le parlavano e a lei non piaceva. Quei tre che le
avevano affidato sembravano trattarla da pari ma con un pò
di
paura, e in quel momento di riflessione per la giornata e cosa voleva
fare tantissimo, avrebbe preferito loro a quei manichini. Pareva la
conoscessero in molte cose e aveva trovato strano che si abbassassero
sulle ginocchia per parlarle, non era una bambina pensava, eppure dopo
la terza volta aveva capito che era per trattarla come un pari senza
usare l'altezza come divisorio. Questo finch non avevano preso
confidenza, non abbassandosi più a guardarla negli occhi a
pari
livello ma come ottimi conoscenti. Si comportavano con controllo,
attenzione, le dicevano no per questo, meglio questo, sarebbe meglio,
faccia così e via dicendo, ed era importante per lei capire
come
comportarsi e cosa andasse bene o meno, eppure pensava di esser capace
di comprenderlo da sola. Finchè non vi su legeia che le
disse
sempliceemnte che agivano come se volessero farle seguire la
carreggiata della Prima. Erano abituati con Lei, quindi avevano gestito
la cosa perchè lei fosse omologata. E un giorno li aveva
ripresi, cambiando le cose. Erano diventati più tolleranti e
solo consiglieri, come guardie ma senza l'assillo e parlavano.
Parlavano sempre e di tutto. Come con Jd e Milan non cèrano
cose
di cui non parlassero, visto che lei aveva bisogno di capire tante
cose. Gli addetti alle varie mansioni... Li
rispettava ma non gli cavava una parola neanche sotto tortura e
preferiva parlare e confrontarsi. Era come un bisogno. Ma se quei tre
le avevano detto di calmarsi ed essere più ponderata e
attenta a
gesti, atteggiamenti, come manifestare gioia e contentezza, con tutti.
E con quelli era... noia. Si
voltò di nuovo per il vociare.
Qualcuno
camminava veloce verso di loro, riconobbe Milan ma non l'altra voce. DI
donna?
Vide
gli addetti, tre come sempre, che spostavano, portavano, servivano,
pulivano e poimettersi sistemati contro il muro. Trovava strana la
cosa, ma le fu detto che erano persone aiutate dalla Raccolta, che un
tempo erano camerirei e maggiordomi con tanto di corso specializzato,
finiti nel lastrico e per strada, e che la precedente Padrona di casa
aveva fatto tornare tra le persone-
viventi -.
All'inizio non capiva, aveva pensato agli zombie, così tanto
da
chiedere a un di loro di vedere una lastra ai raggi x di come erano
dentro, ma fu gentilmente ripresa dai tre che la seguivano dicendo che
per lorosignificava
che erano tornati ad
essere persone dopo che la società là fuori li
aveva
relagati a spazzatura e niente tra loro.
Altre frasi, di sicuso una era una donna. Sapeva che cèrano
donne nella sezione femminile, ma a parte la specie di segretaria di
Milan, e non pareva lei, sembrava sempre una mummia muta e con sguardo
sempre da rimprovero, mentre quella donna pareva in confindenza con
Milan, e poche potevano entrare perfino in quelle stanze,
così.
"Scusate, abbiamo ospiti oggi?"
"Si, signorina. Madame è giunta qui in isita per affari con
il
Leader" rispose uno dei tre disposti contro il muro. Kianta
sospirò, che aria tirata, che freddezza nella voce, che
atmosfera horror.
Madame, conosceva il nome e sapeva da Legeia che era amica della Prima,
di Lei. Se non fosse stato per Legeia, non avrebbe saputo molte cose,
sebbene non sembrava lieta di dire molto, ma Kianta voleva solo poche
info. Era una amnesia naturale o no? Era stata davvero Lei a volerlo?
Si trovava in un ambiente sicuro e senza rischi? E via dicendo.
Non sapeva chi fosse Lei, quella persona, quasi tutti parlavano di lei,
ma non ne sapeva molto. Anche Legeia, quando prese possesso della sua
stanza, le aveva detto che nessuno le avrebbe detto nulla,
perchè non fosse influenzata e doveva fare scelte per se
stessa,
non il passato. E che la persona che aveva lasciato quel messaggio e
creato Legeia voleva solo che fosse al sicuro, per delle cose che, da
parole di Legeia, solo lei, quella donna, e altre quattro persone
potevano fare. Ma nessuna informazione o contatto su quella donna, che
tramite messaggio audio le aveva detto che in qualche modo l'avrebbe
accompagnata nel suo cammino, sarebbe trapelata se Kianta stessa non lo
volesse. E a lei andava bene così, voleva solo l'essenziale,
non
le importava e nè voleva sapere se non per rischi e
problemi, e
ricordava ancora il momento in cui Milan soprattutto, aveva esternato
unespressione strana, domandando come mai rispetto agli altri non
volesse sapere nulla del prima del vuoto. Ma a Kianta non serviva,
sapeva solo che non sapeva nulla e che come il nome, che aveva preso
dal nome del progetto perchè uno valeva l'altro, doveva
ancora
scorpire, imparare e vivere tante cose per definirsi. Questo lo sapeva.
Sapere del passato, a che pro in quel momento di ancora vuoto?
Le due ante della porta bianca si aprirono con Milan e con le mani
alte, parlava alla donna dietro di lui per poi guardare proprio Kianta.
"Vieni Kianta, ho bisogno di te, alzati e preparati. Ho bisogno che tu
faccia delle cose..."
Milan corse al suo lato del tavolo, mentre Kianta lo fissava sempre con
quell'espressione come di cane attento e pronto ad osservare gli altri.
Così Milan diceva, che seguiva, osservava invece di parlare,
dire e fare cose cercando di capire e recepire prima. E sembrava che
anche quella persona prima di lei lo facesse. Lo fissò con
le
sopracciglia aggrottate con un misto di preoccupazione e attesa, mentre
lo vedeva bere il suo tè, che era stato appena versato nella
tazza da uno dei tre corso a provvedere, e sicuramente tiepido e non
caldo, visto che era in ritardo.
Kianta portò lo sguardo sulla donna rimasta sulla soglia.
Indossav aun completo giacca e gonna non moderno e semplice,con tagli e
dettagli in stile vintage ma davvero bello da vedere, non pacchiano o
altro. Pacchiano, si disse lei. Non sapeva come le era uscita quella
parola, ma come altre cose le venivano in mente, parole e concetti che
no ndoveva consocere e invece cèrano, vagavano nella sua
mente e
sapeva di conoscere il significato. Quella donna era elegante e
raffinata, dimostrava capacità e preparazione, sia per gli
abiti, che non erano comuni come venduti in serie nei negozi e come
stile. Ma richiamavano anche l'efficienza di vecchi film che aveva
visto dove cèrano donne in carriera che trasudavano potere e
competenze anche con l'abbigliamento. Si, si disse. Dava un
pò
quel qualcosa di segretaria con esperienza e capace, e donna in
carriera di quache decina di anni, ma con glamour, pensò.
Inclinò il capo sorridendo, curiosa, perchè la
donna non
dava l'aria di essere pericolosa.
Si vide fissata con intensità da quella donna, come in
attesa di
qualcosa. Quando Kianta alzò un sopracciglio, quella sorrise
e
con una lieve riverenza si presentò.
"Tu devi essere Kianta. Molto piacere. Sembra che non ci conosciamo. Io
sono Madame, sono una collaboratrice e amica di Milan da tempo, e sono
qui per assisterti nei tuoi studi e insegnamneti...Mi hanno detto che
sei una ragazza parecchio peperina e spumeggiante. Parecchio, sebbene
adesso capisco che sei titubante perchè non mi conosci...
spero
di fare la tua conoscenza e imparare il tuo carattere, diverso dalla
perosna che prima conoscevo..."
"Oh, piacere..." sorrise, vedendola avvicinarsi al tavolo, quindi
alzandosi "Lieta di conoscerla, è la prima volta che la vedo
qui..." fece Kianta allungandole una mano come si faceva tra donne. La
mano col dorso quasi parallelo al pavimento con la mano non totalmente
aperta ma morbida, mentre l'altroa posava la sua stringendola, con il
dorso verso l'altro. Tra pari e conoscenti poi si voltava dall'altro
lato con il proprio palmo verso l'alto
"in effetti da quando ti sei svegliata, è la prima volta."
"lei conosceva la Prima? Mi auguro di non essere una delusione per voi.
Per tutti sono troppo infantile nei miei modi di fare, ma io non
capisco. Io mi sento così!..."
"Esatto, ti sei svegliata da poco, quindi non aver timore. Crescerai
bella e meravigliosa imparando tante cose. Sarai una persona splendida,
più di chi afferma cose negative. Non abiterò
qui, se te
lo stai chiedendo. Risiedo in varie parti della Francia, questo per
seguire il mio business... E..."
"Non è il tempo, e lo sai... " si intromise Milan dall'altra
parte del tavolo, finito il tè, guardando l'orologio "Non
cè tempo e non posso permettermi persone che copiano..."
" ma Milan, non credo affatto che sia una buona idea, avevi promesso!
Fare...." tentennò la donna
"E che dovrei fare? Dimmi chi è così fidato e
sicuro, e
poi non abbiamo nessuno che sia... come Lei" fece guardando Madame
negli occhi, con un gesto della mano tesa aperta a indicare Kianta,
tutta. La quale sembrava un cagnolone incerto guardando uno e poi
l'altra, poi nuovo lui e poi lei, per cogliere quanto poteva spiegarle
"Dimmi che succede" fece con impeto Kianta, fermandosi con un colpo
secco delle scarpe e cipigio, come per dire-non mi muovo di
qua=""-
"Lo Sapevo..." sorrise Milan divertito "Che tu non eri un cucciolo di
cane, ma di lupo. Tutti gli altri dell'esperimento primario, al
risveglio sembravano candidi e vulnerabili. Sembravano sempre cuccioli
smarriti e dolci, impauriti e cercando fiducia, e con ansia nel sapere
chi fossero e cosa avessero perso. Ma non tu. Dal primo momento sei
sgattaiolata via con pigiama e lenzuolo, girovagando e guardandoti
intorno, come un cucciolo curioso di lupo o gatto senza paura, senza
porti problemi del non ricordare e neanche ti importava. Se non fosse
necessario non te lo chiederei, ecco perchè sono qui...
potevo
usare una di quelle della sezione controllo, impersonificazione e
spionaggio, ma non so davvero in poco tempo CHI possa emularla o essere
come lei. Non di viso, ma di comportamento e... Vieni, andiamo nello
spogliatoio e Madame ti aiuterà a vestirti e poi ti porto in
quella che sarà la galleria dei dipinti, per ora era uno
scherzo..." benevolo, per poi vederla confusa "Io e lei ci facevamo
scherzi, e a volte piccoli scioperi o battibecchi. Avevamo un carattere
per cui se qualcosa non andava bene o vi erano incomprensioni,
prendevamo tempo e nel mentre mandavamo messaggi. A modo nostro. Questo
è uno di quelli... Lei è morta, e voleva che
tutto di lei
sparisse. Lei voleva sparire, come tutti quelli perduti nelle pieghe
del tempo, ma io le dissi che non doveva. Lei no n si arrendeva e
lottava secondo le sue regole, e aveva già pensato di fare
uno
scherzone a chi le aveva fatto del male... io dissi ok. Usalo per
restare nel mondo e camminarvi ,come volevi fare per scherzo e farli
morire di paura, per un tot di tempo. Ma cambia le tue direttive di
sparire... Rendilo eterno con le tue regole, vivi in tutti i modi che
ti vengono in mente più e sopra di loro, questa è
una
sorta di regolazione dei conti. Loro perderanno il loro essere,
figliando come diceva lei, sfumando nel ricordo fino massimo i nipoti,
tu vivi per sempre... Voleva comunque che... mh... si guardasse al
futuro e non si perdesse tempo con il passato, e con il suo ricordo di
quanto fosse un fallimento e persa. Ed essendo andata via, per ora ho
messo tutto ni quella sala, anche per farle un piccolo scherzo, creando
ciò che odiava. Non le piaceva l'idea di cimiteri e simili,
perchè diceva che il corpo tenuto in un luogo e visitato
sempre,
teneva come un'ancora l'anima. Doveva andar via libera come cenere al
vento, così che nulla tenesse bloccato l'indivduo anche
morto.
Si parla molto di video ed esperienze di perosne con fantasmi e simili
nei cimiteri, e non voleva ne svegliarsi per qualche motivo nella bara
e ne ritrovarsi, se davvero così, a vagare nei cimiteri
perchè il suo corpo era bloccato là, mantenuta da
chi non
voleva che se ne andasse..."
"E quindi...?"
"Quindi mi sono divertito a fare una sorta di funzione religiosa a modo
mio, con non un altare ma tutte le sue cose in una sola zona, prima di
decidere dove metterle... a lei non piaceva molto l'idea che qualcuno
la lodasse e simili, perchè non si reputava meritevole, e io
le
ho fatto una sorta di stanza commemorativa... chissà quanto
avrebbe rosicato, parola che usava sempre, nel sapere che facevo
ciò" ghignando, mentre Kianta sembrava non capire "Comunque
segui Madame, vai..." mandandola via con un cenno della mano, mentre
Madame la prendeva per le spalle per uscire
"Ehi, non mi toccare" fece verso la donna "Milan, cosa devo fare
esattamente?"
"Tu vestiti, ora arrivo..."
Madame e Kianta andarono nella sezione che conteneva le gallerie e gli
abiti. Era in fondo alle due ali a ferro di cavallo, ed erano stanze
ampie divise da settori in legno scolpito, che contenevano quadri, o
abiti, o accessori e altro che usavnao sia per mostra vera e propria
per visitatorie non, che per indossarli. Per feste e simili Milan aveva
utilizzato abiti, accessori di vario tipo, scarpe e altro prelevati da
lì, e nonostante fossero copie esatte degli original iche
teneva
nelle casseforti, erano di pregio ma sempre copie e facilissimi da
indossare anche da soli rispetto gli originali. Magia della
modernità, diceva lui, così non ho bisogno di un
assistente. Così come monili, orologi, accessori di vario
tipo.
E una stanzetta con porta era predisposta per i cambi e prove.
"Ecco qui, scegli quale abito ti piace e te lo preparo..." fece Madame
davanti a due manichini che indossavano due abiti. Tutta l'ampia stanza
aveva sia manichini che speciali armadi con grucce contenenti abiti,
meglio delle migliori sartorie per teatro e storiche. E i manichini di
solito tenevano a turno abiti in mostra per come andavano indossati,
cambiati ogni settimana perchè fossero ammirati dall'ampio
guardaroba. Ma in casi come quello, mostravano gli abiti tra cui
scegliere quello da indossare. Kianta osservò inclinado la
testa
i due. Rosa e rosso!
"Ma perchè rosa? Io odio il rosa..." fece con una smorfia
della bocca schifata
Madame alzò la testa mentre lavorava alle gonne, e
sembrò
come se qualcosa l'avesse colpita e la conoscesse. Come se no nsi
aspettasse qualcosa. Sorrise ma sembrava stirato, e guardò i
piani di abiti.
"bene, allora per quei modelli se ricordo ce ne sono altri due.
Vediamoli, ok?" azionando il meccanismo che li prendeva e scendeva.
Sembrava come bracci dei laboratori che prendevano al posto di mano
umana oggetti e materiali in maniera sicura e controllata, con tre
punghe dita, e un braccio con vari snodi. Uscito dalla sede doppo che
Madame ebbe impostato dei codici a un pannello, si mosse varie volte
per poi afferrare la speciale gruccia che reggeva tutto l'abito
completo, ma senza sottoveste, sottogonne, crinoline e varie. Quelle
erano standard in una zona a parte e quelli per lei erano
già
pronti.
Appesi penzoloni dove il braccio li aveva bloccati a mezz'aria, vennero
osservati dalle due.
Parevano simili come tipo, erano composti da due pezzi. Una giacchetta
e sotto una gonna fino a terra. La parte superiore sembrava una
camiciola abbottonata al collo, con maniche lunghe e finiva alle
gonocchia. QUello bianco panna aveva mini arricciature a collo e
maniche e rouches sulla parte finale, delle rouches che giravano.
L'abbottonatura finiva alla vita, coperta da una cintura dello stesso
colore e tessuto e partivano i bordi da sotto la cintura ai lati,
lasciando la zona della pancia e gambe scoperta con una V, scendendo
fino alle ginocchi poco prima dei fianchi e poi girando. Aveva decori e
ricami a foglie e altre cose e la gonna scendeva semplice fino a grandi
rouches che davano volume alla fine della gonna. l'altro abito era
color champagne, uguale parte superiore che scendeva fino alle
ginocchia ma con un taglio diverso. Lo scollo era a V rasente il collo
e si chiudeva prima del seno con un fiocco di raso champagne, si
abbottonava fino alla pancia e poi le due parti di dividevano, con una
cintura alla vita. A differenza dell'altra, la parte superiore finiva a
punta come le camicie e girava verso i lfianco, una sezione sui fianchi
si arricciava verso sopra, creando un drappeggio che scendeva di nuovo
nella sezione posteriore a livello della zona anteriore. Grosse sezioni
di pizzo che semrbavano conciglie in successione e altre cose ornavano
tutti i bordi, con maniche lunghe e alla francese, e non strette come
l'altro abito, tonde e dritte nella parte anteriore sopra il polso e
poi aperto nella parte esterna quasi il gomito con un fiocco a
chiusura.La gonna aveva dal ginocchio in giù tre livelli del
pizzo di sopra. Entrambi avevano una sorta di sellino e drappeggi e
gicchi sul fondoschiena prima della rotondità ma si notavano
perchè senza la controparte sottostante parevano strani..
"ma... cosa sono?"
"Abiti che Milan vorrebbe che indossassi. Li indossava quella persona
dopo che Milan decise di sfruttare cosa Lei aveva imparato qui. Sono da
giorno, e li indossava per accogliere ospiti in questo luogo onelle
Torri, per essere sia adatti allo Chateau che gli ospiti, che amano
travestimenti e feste in stile antichi. Sebbene siano persone moderne
fuori, non puoi immaginare quanti di loro adorano indossare abiti di
varie epoche e partecipare a piccole feste, party o ore del
tè
con quelli. Milan nei suoi pacchetti offre anche questo. Abbiamo
sezioni pure per bambini e ragazzi per giocare e passare il tempo in
modi diversi e divertenti, per capire il passato. FAcciamo uno
historical tour, di vari tipi e in molti paesi sia per adulti e
bambini, e in base alle età proponiamo anche abiti da
indossare,
per immergersi nel periodo e facciamo vivere la storia e le persone
diciamo dal vivo. Gli adulti invece amano le recite e simili, anche in
incontri del tè e... Ti basti sapere che le Torri sono
utilizzate anche per queste cose, un modo ulteriore per trovare denaro
e seguaci. Sono molte le attività che finanziamo ma anche
prepariamo noi, in molte salse come diceva quella persona, per chiamare
tutti i tipi di persone e sovvenzionare il Cambiamento. Ed era
importante che si accogliessero gli ospiti con gli abiti giusti. Questi
sono alcuni..."
"E a lei piacevano?"
"Non questi... questi abiti sono del millenovecentosettanta massimo, lo
si vede dalle gonne un pò più larghe delle spalle
e lo
stile. A lei piacevnao quelli successivi, dell'ultimo trentennio di
quel secolo. Più era aderente con la lunghezza verso dietro
una
gonna e più erano il suo stile...."
"E non cè...Mh... altro che sia di interesse e adatto,
rispetto
a questi? Sembrano abiti premaman per la sezione coloniale americana e
campagnola..."
"Sai quanto valgono? Sono tutti fatti a mano! Tutti questi sono fatti a
mano per essere fedeli al cento per cento all'apparenza, anche se con
le tecniche moderne che se non li guardi da dentro non si nota, si
possono indossare da soli. Per questa occasione è questo
l'abito
che devi indossare...posso solo farti scegliere il colore"
Kianta sbuffò, accordando la cosa e cambiandosi. Appena
finito,
Milan giunse trafilato parlando al suo telefono. Trovò
Kianta
seduta su un pouff-sgabello davanti l'enorme specchio pieno di fronzoli
floreali come Lia lo chiamava sempre. E Milan ci rideva sempre. I suoi
gusti non erano compatibili con quelli di Lia, e diceva sempre che le
veniva un coccolone un giorno a vedere quello stile francese e
pacchiano. Madame stava sistemando le ciocche della parrucca con una
spazzola con setole morbide, che la ragazza indossava, mentre Kianta si
osservava allo specchio. E non sembrava affato tranquilla e a suo agio.
Le raggiunse e chiese come andasse la cosa, sentendo una lamentela di
Kianta.
"Insomma... non mi ci vedo con questo abito. Voglio dire... la parrucca
con i capelli ricci a boccoli larghi..."
"Sono i capelli originali di quella persona..." fece Milan, guardando
se stesso e lei allo specchio
"Cosa?"
"Si..." vedendola nel riflesso voltarsi a guardarlo "Aveva i capelli
lunghi più di metà schiena e quando
cambiò
acconciatura, perchè voleva sentirsi bene in questo luogo,
si
fece tagliare i capelli come li hai tu, e lavorare in ciocche per
creare questa parrucca. Non erano tinti ed erano senza danni, per
questo è venuta così bene ed è
l'unica, e te la
faccio indossare solo perchè secondo le leggi magiche, un
oggetto pieno dell'essere oriiginale può... creare un ponte!"
"Non credo a queste cose..." scuotendo la testa
"Tu no. Ma secondo quanto ho letto e studiato, ogni elemento del nostro
corpo ha in sè un frammento del potere e dell'essenza del
soggetto, non a caso si usano per certi riti ciocche di capelli,
unghie, pelle e altro. Nenache lei ha indossato questa parrucca alla
fine, preferiva quelle biondo scuro dorato, mi sembra uno o due toni
più chiari, ma essendo lei bianchissima le stavano comunque
bene, come ben sai. Questa è la prima volta che è
indossata da qualcuno, le sue sono conservate in quella sala. Lo
ammetto, avevo sperato un pochino che il test fallisse e restasse,
scoprendo la sua roba nella sala e arrabbiandosi come faceva sempre...
era così comica e buffa!" ridendo tenendosi la pancia,
mentre
Kianta non sembrava affatto contenta
"Grazie, mi hai fatto capire che la tua burla e la sua reazione,
valevano più di me..."
"No, affatto. Tu sei il risultato positivo dell'esperimento. Ovvio che
sei cruciale e importante, però adoravo quando ci facevamo
scherzi!"
"Quindi, fammi capire. Io sarei... vestita da quella persona?
Perchè?"
"Perchè ci sono persone che la conoscevano e hanno espresso
il
desiderio di parlarle. Incontrava persone legate a organizzazioni e
centri di aiuto, attivisti, o membri di famiglie per me importanti, per
avere una delle possibilità di raggiungere chi mi
interessava.
Era riuscita addirittura a far interessare qualcuno a lle sue passioni,
a collezionare nostri manufatti, dai libri scritti e rilegati compresa
la copertina da noi, a gioielli, articoli da toeletta e di vetro e
molto altro. Anche affermando ed era vera con tanto di prove, che
devolveva parte del ricavato per i bisognosi. Sebbene non amasse la
politica, perchè se fosse stato per lei, avrebbe ricreato il
giardino delle delizie cosè come i trittici e le opere
infermali
di Bosch a modo... suo! Con quella gente intendo! Diciamo
così.
Per far provare loro le pene e la soffeernza di quelli che buttavano
giù o trattavano come schiavi e peggio. E una volta lo fece.
Prese due grandi industriali che si erano fatti sulla pelle di altri,
con paghe misere e orari assurdi, feste e incontri con ... passatempi
particolari, anche con minorenni e sostanzine particolarine... e si
salvavano sempre chissà come mai, da ogni tipo di accuse e
tribunale. Come pensi che riuscissero? Così lei li ha presi
e
portati là dove per quella gente... non erano nessuno. E
disse a
quei tipi-visto affermato pi volte
essere in grado di vincere farcela sempre dimostratemelo uscitene
vincitori esattamente come mostrate da dove vi ho presi e riceverete un
premio con otto cifre altrimenti tutto ci che avete sar
nostro=""-e
secondo te, come è andata?"
"Beh... immagino che fossero un pò come te, capaci dei
manipolare le persone e sfruttare le situazioni a loro vantaggio per..."
"Non per tutti. Vedi, tu ancora sai e conosci poco, ma una persona con
queste capacità deve riuscire a farla a chiunque. Anche chi
conosce la dura vita degli strati o livelli bassi della
società,
lottando ogni giorno contro ogni cosa e chiunque. E la vita ti tempra,
ti indurisce, fa diventare carogna per non essere schiacciato. La
differenza tra la gente ricca o arricchita con motodi negativi e quella
dei livelli peggiori è... contro chi devono giocare. Se sei
bravo riesci a intortarti anche le persone del livello basso della
società, hai così carisma e capacità
di
persuasione da farcela. Molti capi di gruppi e organizzazioni piccoli e
grandi che impestano le città, sono bravi a quel modo. Si
fanno
dare un titolo e sono il capo, sanno manipolare e avere collante su
tutti. Se invece sei abituato ad altri livelli sociali, più
alti
dai medi in su, non è detto che sia facile e possibile. Ed
ecco
perchè quei tizi hanno fallito tutti. Alcuni avevano preso
dalla
loro alcune persone ma, ops, è arrivata una persona
mischiata
tra loro che è riuscita a ribaltare la situazione elencando
chi
fossero quei tizi, cosa avessero fatto e... non sempre alla gente
povera e a stento a galla ogni giorno, piace sapere che ci sono i furbi
che gli ballano di sopra. E così lei e altri erano pure
riusciti
a spingere la folla ad acchiapparli e con rabbia, farli fuori..."
"Li hanno uccisi? Uccidere e fare del male è brutto..." fece
Kianta contrariata
"No, no... non lo avrebbe permesso. Nel mondo in cui li aveva gettati,
uno lo volevano seccare di botte, un altro impiccato, altri come
sentivano di fare per vendetta, e lei intervenne. Era tutto studiato.
Non era una manipolatrice, una carismatica, una mentalista di natura,
ma aveva studiato questi elementi per giocare con le sue regole. E
così propose una cosa. Li calmò quel tanto che
bastava
perchè la ascoltassero, affermando che cèra un
modo
migliore per vendicarsi. con la loro morte, non avrebbero avuto ninete,
solo sfogati... e poi? Così disse che era di un centro di
aiuto
e alcuni di loro la conoscevano, e disse loro che aveva modo di
risarcirli. Fece mettere quei tipi in fila, spalla con spalla, il suo
classico, e disse loro con quei metodi mentali, che potevano salvarsi
se mostravano di dire la verità con le loro scuse, e la
conferma
che avevano agito negativamente, e se facevano una bella donazione
perchè quelle persone avessero il necessario per pagare le
tasse
e i buchi che consideravano casa, per non perdere un tetto sulla testa,
tornavano a casa.-per te nulla
briciole rispetto al megavillone e propriet che possedevano macchine o
moto di lusso=""-diceva, e mostrava alzando in alto un
tablet mentre scorrevano le foto. E quindi urlò verso tutti
intorno-cosa preferite muoiano basta
avendoli sulla coscienza equiparandovi ad essi malefatte oppure
considerate pi un risarcimento per condizioni cui voi vivete contro le
loro che si sono fatti truffando schiavizzando giocando in affari
sporchi e altro=""-.
E la risposta fu, ovviamente, la seconda. Lia era riuscita anche grazie
ai mentalisti che aveva al suo fianco, a girare le cose a suo favore.
Esattamente come i preti, diceva. E così è stato
fatto,
nonostante le minacce che le fecero quei soggetti, si zittirono e
obbedirono quando lei parlò loro a pochi centrimentri dalla
faccia, mentre chi stava con lei urlava e parlava di sistemare le cose
in modo da aiutare tutti, coprendola. I leader carismatici sanno cosa
dire e su che leve agire, e lei invece di fregare la gente, li aiutava.
Disse loro che se sapevano chi erano e dove andavano i loro cari, e se
era riuscita in quel modo, non cèra nulla che potessero
fare.
Non sapevano che siamo come organizzazione, splittati in più
aziende e agenzie di varia natura, comprese bodyguard, guardiani,
mercenari, vari specilalisti in sicurezza, ricerca ect. Quindi non
sarebbero mai stati fuori dal nostro controllo, ma sapevano solo che
eravamo un'agenzia militare ... E capirono che la cosa era grossa
perchè con soli semplici loro dati, fu possibile spostare
tutti
ciò che cèra dai loro conti ai nostri,
impossibili da
tracciare e seguire, perchè i fondi vennero spostati in soli
dieci minuti, più di trenta volte in server in vari parti
dle
mondo, nostri server, e risultò impossibile riaverli. Adesso
sono nostri semi seguaci, perchè hanno capito che nonostante
le
loro conoscenze era impossibile fermarci, e hanno imparato la lezione.
Ovviamente dopo che hanno cercato di premere perchè Fbi,
ogni..."
"Quindi erano americani?"
"Non tutti, ma facendo affari con molti settori in america, diciamo che
potevano richiedere controlli... è finita che sono stati
tacciati di falso allarme per terrorismo, uno degli elementi che
avevano usato perchè facessero luce sulla questione... sai,
molta gente pensa che basta essere famoso e ricco per poter fare tutto.
Funziona, ma con alcuni livelli sociali, non suoi pari e superiori o
con noi. Lei rideva sempre della cosa e li chiama PORACCI!" ridendo "e
alla fine lei è tornata da loro, con arroganza e
sfrontatezza, e
ha posto un accordo. Che vige ancora adesso. E ha fatto molto nei mesi
che è rimasta con noi. Il suo Gioco. Lei usava l'arroganza
di
chi sa ed è sicura di essere l'arbitro di gioco che detta le
leggi, sfrontata quando mostra le carte che ha in mano per tenerli
tranquilli..."
"... quindi io cosa dovrei fare? Non ho ancora capito"
"Devi devi essere lei..."
"Lo avevo già capito, ma voglio la conferma da te...intendi
quella persona? Proprio quella? La persona di cui parli e proprietaria
di quei capelli, è la stessa che viveva nel mio corpo
prima?"
sebbene lei lo sapesse ma volesse farglielo dire
"... esatto. non te ne ho parlato prima perchè le avevo
promesso
che tu non avresti dovuto avere influenze di alcun tipo..." disse lui
con un sospiro, non immanginado che lei avesse comunque una
infarinatura, per capire la situazione, di giorni prima da Legeia, solo
perchè tenesse gl iocchi aperti.
"Quindi quello che vedo adesso dentro questo specchio... " alzandosi
per andare contro il suo riflesso, per poi dopo un'occhiata a ogni
dettaglio, poggiare i palmi sulla fredda superficie e guardare il suo
viso per bene "...è ciò che rifletteva Lei? COn i
capelli
così, questi abiti..."
"Ascolta, quello che rimanda lo specchio è la tua forma
materiale, adesso con quei capelli e l'abito identica a come era Lei.
Ma... Anche se ho paura di venir meno alla parola data dicendoti certe
cose, sei l'unica che può impersonare Lei e
Veròna.
nessuna è attrice abbastanza per emulare il modo di
sorridere
sornione, carogno, da matrona, da consapevole di cosa è, e
che
cosa deve fare... nessuna persona può essere sostituita con
un'altra, anche se la seconda sputa sangue per cercare di riuscirci. E'
impossibile.Puoi fare caricature da comico o tentare di copiare video e
atteggiamenti, ma solo per brevi periodi e non per molto tempo.
L'atmosfera di una persona è diversa da un'altra e chi
conosce,
lo capisce. A meno che no sli si veda dopo anni, ma non è
questo
il caso. Ma stai tranquilla, non ho alcuna intenzione di importi il
chiamarmi come faceva lei o copiare il suo modo di essere. Non ti ho
costretta a riconoscere il nome di qualcun altro solo perchè
condividete lo stesso corpo. Tu sei tu, Kianta, ma nello stesso tempo
sei anche Lei per certi versi. L'ho visto quando ti sei svegliata, come
guardavi tutto e tutti, il tuo... Ah" avvicinandosi allo specchio,
mentre lei ancora si osservava "cosa potrei non aspettarmi dalla
persona che ho conosciuto dopo che aveva spostato un corpo morto di
peso in un bagno, spellato per essere irriconoscibile e aver indossato
i suoi abiti per mischiarsi a noi..:" ottenendo da Kianta l'attenzione,
stupefatta "E ancora oggi ricordo la sua faccia risoluta e senza paura
nell'affrontarmi, anche se non sapeva chi fossi e come aveva
strombolato la testa di Alaric... era così la parola che
aveva
usato? A volte certe parole italiane non le capisco, ma posso dire che
non è da tutti affrontare la morte di faccia e ancora di
più farle l'ombrello, come diceva lei con un certo gesto,
solo
perchè lei era lei, per deridere la morte... Si, ancora oggi
non
cè modo di spiegare perchè fece ciò
che fece con
quella persona morta, camminando senza paura in una tuta da
combattimento fino al nostro aereo, e pure pretendere che io le dessi
due oggetti per... AhhhA, è sempre stata un fattore
imprevedibile e assurdo, era buffa e comica quando si arrabbiava ma non
da mordere qualcuno, per quello cè di più, e non
potevo
aspettarmi di meglio dalla sua nuova parte, come scappare per capire
dove si trovasse, guardare con sufficienza la gente come se la
infastidissero e..."
"Sentivo di farlo..."
"Esattamente la risposta che avrebbe dato lei per la questione di
quell'uomo e come usò sue... mh... parti per seguire
l'istinto.
Come per la chiave a Ballymena e tutte le cose, agire e guardare se le
si chiedesse perchè, come se fosse un'offesa. Era questo..."
"ma se io impersono lei..."
"Anche se dovessero tornarti dei ricordi, e per David non è
così, come direbbe lei adesso quando si
innervosiva...'sticazzi!
Dovrebbe essere detto correttamente "con una risata "Ma il succo
è che tu resti comunque tu, anche con qualche ricordo. Non
puoi
cancellare cosa sei adesso solo perchè qualcosa riaffaccia
nella
tua mente.Dovrebbe tornarti tutto di botto e risentirti LEI,
perchè tu venga cancellata. Come due menti in un solo
cervello,
non è possibile, a parte i pazzi con certe patologie, ma
quela
è un'altra cosa... Quello che ti chiedo io, non è
ricordare e tornare ad essere lei in toto, ma provare a sentire come
avrebbe agito e... convincere quella gente che lei è ancora
qui.
Purtroppo lei era anche un pò discola su certe cose, si
divertiva a giocare e fare cose con la gente, anche penso per sopperire
ilsuo passato, e così finiva per imprimere nella gente
l'idea
che dovevano continuare a incontrare lei e trattare con lei, per le
questioni. Col risultato che i nostri emissari non sono accettati.
Sapeva dare un senso di conoscenza, capacità, e..." con un
gesto
della mano che Kianta non capì "... e instaurare una sorta
di
legame come tra venditore e cliente, sebben lei dicesse fosse per le
Lezioni, per cui la gente tendeva ad andare dalla stessa persona per
come si è trovata prima... il senso era quello. E poi
è
andata via... Ma tranquilla, non voglio che lei torni, è un
suo
desiderio e lo accontenterò ma... ho bisogno di qualcuno che
sappia fingere bene di essere lei per incontrare le persone che
pretendono di rivederla. Ti fidi di me?"
"Se hai davvero bisogno... ma come posso emularla se non la conosco?
Come so come si atteggiava, parlava, rideva e... non mi
sentirò
divisa in due e persa?"
"Affatto, e comunque come dissi a lei varie volte, quando la esortavo a
divertirsi contro chi le avev afatto del male, non è detto
che
si debba sparire per forza. Intendo che lei poi prese le mie parole e
le rovesciò, affermando che cosa avrebbe fatto fino agl i
anni a
venire come un domino, non era vendetta, ma riequilibrare i piatti
della bilancia. Sarebbe stata cieca e velata, usando chiunque vicino a
quelle persone perchè provassero dolore e almeno una
particella
di ciò che là frantumò. Bastava un
poco, ma un
poco diluito nel tempo... non so se ancora continua, l'ultima volta che
la vidi mi disse che aveva preso e rigirato le mie parole, per essere
come una stella..."
"un... una stella?"
"Infondo, disse, se dobbiamo dirlo, le stelle per loro natura sono
qualcosa di speciale luminoso e magico, le stelle rispetto a noi non
sono granelli di sabbia nella grande clessidra che è
l'universo
e i lsuo tempo, le stelle vivono molto, molto più di noi,
così tanto che per secoli possiamo ancora vedere la loro
essenza
e vita quarciare le tenebre oscure, eppure son morte... Mostrano con
tutta la loro forza fino alla fine che sono esistite e ancora
continueranno nel diverso tempo dell'universo a dare parte di loro, a
bruciare cuori ed esistendo sempre e comunque, finchè
l'ultimo
attimo di tempo che trattiene la loro luce non cede. Ma ciò
avviene in tempi più lunghi di un umano. E così
lei
voleva fare. Ora su, alzati, seria e composta. Devi provare a
spacciarti per lei!"
"ma come, io... non so, non sono sicura che possa riuscire a fingere di
essere chi non conosco..." fece lei alzandosi e drizzandosi nell'abito
che non le piaceva molto.
"Devi apparire arrogante, supponente, superiore, come le maschere
veneziane... le conosci? lei diceva sempre così! Quando
doveva
atteggiarsi, prendeva sempre spunto dai video di maschere e figuranti
venezianti, che grazie non solo ai vestiti ma a come risultavano in
essi, quindi i bravi, del carnevale di Venezia, sapevano apparire e
provava e riprovava. In realtà non ve ne era bisogno per
certe
cose, ma come camminare e risultare imperiosa e regale era necessario
per mostrare da subito la propria personalità. Ancor di
più se doveva sostituirmi. E si divertiva. Diceva che le
ricordava quando si spacciava per varie personalità ai tempi
di
Zay, Ric, Phib e gli altri, muovendo personaggi fittizi per studiarli e
capire cosa volessero, come avev a scritto, e preparato elementi
perchè credessero a ciò che voleva lei. In fin
dei conti,
diceva con amarezza, nessuno voleva sprecare due minuti per conoscere
LEI, quindi giocava al gioco della società, la finzione.
Quindi
come diceva sempre, devi sentirtela calla, come dicevano i romani.
Erano romani?..." fece lui dubbioso, scacciando il pensiero con la
testa " devi credere, crederci, sentirti come se tu fossi la Madonna in
terra. Devi essere sprezzante e regale. Sii come una dama veneziana.
Infondo lei poteva definirsi benissimo come una vera fanciulla
veneziana dei tempi d'oro del periodo, come concetto" ridacchiando "
Una vergine non toccata dal peccato e si abbigliava con i nostri abiti,
fingendosi regale e sinuosa nei modi, di una matrona antica..."
"Mh..." fece lei con un'espressione del tipo-come dovrei prenderla
questa cosa=""-
"Richiama Lia " le fece afferrandole le spalle, serio e come in panico,
come se avesse cambiato personalità "Nelle tue vene scorre
il
suo sangue e il suo essere fin nel midollo. Raggiunti la sua anima e
falla tornare quel che basta. Come una reincarnazione,
perchè ti
aiuti nel continuare l'opera. Come una congiunzione astrale che
affievolisce la divisione tra i piani. Carne e sangue. Anima ed essere.
Crea un filo di legame con lei e riportala. Se avessi collaboratrici
che valessero la metà di lei, avrei una schiera di fedeli
aiutanti, invece di gente che non è capace di prenderla con
la
filosofia giusta. Per loro è solo lavoro e agire per
completare
la missione. Per me e lei era diverso. Era divertimento, sfida,
manipolazione e giocare alla roulette russa con una pistola d'oro e
proiettili di diamanti..."
"E io? Valgo se fingo di essere lei?"
"Je suis avec toi, Kianta. Stai tranquilla, non mi rimangerò
la
parola con lei e non tornerà, ne voglio che tu perda te
stessa
per questo, ma mi farebbe piacere se volessi giocare con me allo stesso
gioco, con le nostre pedine sulla scacchiera. Sarà anche per
te
un modo per imparare le persone e le menti, la filosofia e psichiatria.
COme diceva Lei, conoscere queste cose, porta a consocere anche se
stessi. E non si rischia di perdersi, se si è capaci... e se
dovessi avere per qualunque motivo dei ricordi che ti destabilizzano,
io e gli altri saremo sempre con te perchè ciò
non
avvenga e tu possa, come diceva sempre, digerire la cosa e andare
avanti. Lei faceva così, raccoglieva, metteva nel sacco, e
continuava la strada, non stava lì a guardare nel sacco
piagnucolando. Decise che sentiva di doversi fermare e dire basta. E'
rimasta se stessa nonstante tutto e tutti, credimi, non è
cambiata e non lo farai neanche tu... se però vuoi avere
almeno
un'idea di ciò che era, vieni. Niente influenze, solo per
capire
cosa si aspettano gli altri. Ti mostro la sala che avevo preparato per
farle lo scherzone..." andando verso il corridoio senza badare se lo
seguisse, continuando a parlare.
Kianta voltò la testa verso Madame, che era rimasta in
silenzio,
come a chiedere qualcosa con sguardo indeciso e perplesso, ma si
sentì rispondere dalla donna che poteva andare, li avrebbe
aspettati nel salottino da tè. Così
candò in cerca
della scia di Milan, ossia quel suo profumo costoso e che le sembrava
orrendo, ma pareva fosse di pregio. Boh, pensava lei, quello che
usavano gli uomini sia acqua di colonia, che dopobarba o altro al
muschio e altri odori strani erano insopportabili per lei, ma quello di
Milan sembrava un odore che sentirlo troppo tempo dava fastidio, tipo
mangiare una cosa troppo zuccherata da sdegnarti, eppure alle donne
piaceva. Così seguendo l'odore svoltò e gli si
accodò, essendo partito in quarta verso la sezione finale
del
corridoio. Giunsero alla penultima porta, che si distanziava parecchio
dall'ultima. Milan la prì con una chiave ed entrarono
La stanza era grande da prendere due porte, ma l'interno era stato
sistemato in modo da fare una sorta di anticamera stretta appena
entrati con un registro aperto, una scaffalatura di legno piena di
oggetti e piccol iquadri vari di ritratti di varie persone. Una porta a
due ante apriva all'interno dell'altra stanza vera e propria, che
continuava fino alla finestra, la quale però era oscurata
Si vedeva chiaramente che mancavano i quadri, sia per tutta la miriade
di chiodi presenti, sia per le forme visibili.Chiaramente vi erano
stati quadri per molto tempo appesi là dentro. Vi erano
finestre, ma erano coperte da tendaggi pesanti e pannelli davanti, per
mettere altri quadri.
Nella parte finale della sala vi era un insieme di oggetti vari. Abiti
su manichini, dipinti, oggetti diversi sotto varie teche.
"Queste sono le cose che ho riunito per farle lo scherzo... invece il
processo ha funzionato e ora sei qui. Non ho ancora tolto tutto
perchè... ancora ora rido nel pensare alle sue espressioni e
atteggiamenti nel sentirsi offesa nello scherzo. Non le piaceva che le
sue cose fossero toccate, o che le si desse un qualche riconoscimento
in particolare, o per cose che faceva. Al massimo il rispetto, quello
si. Ma solo vedere questo l'avrebbe fatta incavolare tanto. una volta
le ho fatto lo scherzo, anche per vedere come reagiva, di fare un
altarino sul camino, con una sua foto, dei gigli e rose blu e dei
lumini, un commemoriale... lei ha guardato, mi ha fissato sospirando
gonfiando le guance e mi ha solo detto-carina
punzhecchiata avrei preferito una un ritratto perfino dagherrotipi
stiamo studiando pi fedeli meno denigranti vengo in divertita posare
osservare pittori all'opera mi sono rifatta delle orribili foto
irrealistiche almeno dipende dal punto vista quelli resteranno oltre me
servivano il grande prank voglio fare peccato non ci sar volte questi
tuoi giochini sembri proprio zay ric facevano i buonisti spingendomi
continuare a esistere se realmente stavo aggrappata le unghie
disperazione ma loro come per era vivere respirare fino all'ultimo
giorno di vecchiaia perch la vita è sacra facile decidere
sul culo degli altri poco importa della melma che ti corrode vuoi farlo
anche tu con tutti ituoi discorsi e questo=""-...
E insomma, è finita con lei piccata perchè
credeva
seriamanete che stessi provando a farle venir paura della morte. Invece
non era così, lei proprio ci andava di faccia verso la
morte,
non aveva paura e non si ritraeva, quante cose ha combinato per danzare
con la Vecchia Signora, incappando chissà come, diceva lei,
nelle missioni, a raccattare la gente che faceva casini. Diceva sempre-non
mai possibilit di lasciare gente e sapere mander a fanculo cose non c
uno che conclude qualcosa le sue sole forze devi sempre comparirgli al
fianco come un angelo guerriero con la spada sguainata=""-. Ah
che ridordi, di quanto
combinava per testare le persone..."
"Quindi..."
"Quindi, cè prima una cosa che voglio tu comprenda. Anche
se...
non doveva accadere che sapessi di Lei, avendo bisogno di te, devo
metterti a parte di alcune cose..."
"Quindi ammetti chiaramente che stai andando contro i suoi voleri..."
sorridendogli con fare complice e monello
"Simpatica... ma sono serio, adesso. Ascolta bene, perchè
ciò determina anche te..." portandola a guardarlo uno di
fronte
l'altra davanti la zona con gli oggetti della Prima "Se esisti tu, Lia
non può. E direi anche ovviamente, condividendo lo stesso
corpo
e cervello... ma la questione è la seguente. Lei provava
così tanto dolore e perdita di sè e di una sorta
di non
legame col mondo, che invece abbiamo tutti... ognuno ha quel qualcosa
che lo tiene legato alla vita, qualsiasi sia, e inevitabilmente se uno
svanisce, l'essere umano è capace di crearne un altro.Questa
è la nostra natura. Lei no. Quelli come Lei... non so come
definirli perchè non cè uno studio scientifico
per questi
fattori a questo mondo. Una come lei, che aveva così tante
passioni, hobby, interessi...perfino quellìAts o Tribal
Style
bellydance o la fusion che amava e sentiva che era come aprte di lei...
eppure ognuno di essi e lo ha fatto, anche eseguiti, uno dietro l'altro
in un sol giorno, non le davano modo per il successivo di ocntinuare.
Cè chi vuole vivere per vedere il giardino che ha coltivato
con
amore e fatica nel pieno del suo splendore più estati
possibili.
E questo è solo un esempio. Cè chi vive per i
suoi fiori,
per la sua azienda o impresa, per assicurarsi che i figli diventino
grandi e figlino a loro volta, chi per rivedere una persona del suo
passato, come fu per molti a causa della seconda guerra, e tanto altro.
ogni persona ha desideri e àncore diverse per essere vivi,
nel
mondo materiale. Lei era una di quelle persone piena di passioni ma con
nulla che la tenesse legata, diceva sempre che era come se non avesse
quel filo che la teneva affrancata al mondo materiale. Quello ti teneva
vivo e con il senso della sopravvivenza... e ancora, ad un certo punto
devi spegnere tutto quello che ti spegne ogni giorno. E così
ebbe la fortuna di incontrarci... e ha sfruttato molto
ciò...
è stato divertente osservare qualc uno che sfugge al
classico
profilo umano. Chiunque altro avrebbe considerato me come il folletto
irlandese con la mpentola d'oro, si sarebbe fatto i fatti suoi, trovato
modi di arricchirsi, svoltare, sempre lavorando in qualche modo per
ripagare la cosa, ma avrebbbe seguito i punti classici. Soldi, potere,
interessi vari personali, pure fare come loggie e sette dove tutto e di
più per trovare il proprio centro in quello che qui
abbiamo...
tutti lo avrebbero fatto. Lei invece a parte toglirsi qualche sfizio,
ha gito sempre per aiutare me e gli altri. Io sono negato con
l'amministrazione, lei mi sostituiva e teneva tutti a bacchetta. Per
davvero, andava fuori dai gangheri se si usciva fuori dalle regole di
condotta e condivisione... ma ormai le conosci..."
"Si, nei bagni, pulizia personale, degl iambienti, oggetti, cucina,
tutte el regole su come fare ogni cosa..."
"Non pensare che fossero state messe perchè era non so,
onniscente o si sentisse meglio degli altri. Tra tutte quelle
possibili, ogni cosa che viene spiegato dai cartelloni nei punti
giusti, sia per i nuovi che per rinfrescare i ricordi, è
testata
e migliori di altre. Così come i metodi di pulizia antichi
contro i nuovi. Può sembrare strano, ma qui operiamo
metà
e metà, nel senso che utilizziamo sia metodi dei primi del
novecento per certe cose, che moderni. Dipende da cosa, da come... e
nel dubbio, i capisquadre decidevano, prendendosi le
responsabilità, ma non si butta via niente, neanche vecchi
trucchi o metodi che molti definirebberoin
senso dispregiativo. Prendiamo le cose buone delle vecchie generazioni
e le rapportiamo col nostro tempo, in base a cosa si deve fare, ci si
adegua... Anche se mi ha odiato, tanto, quando ho messo la regole che
per determinate occasioni facessi indossare, così come per
me,
stivali stile napoleonico con i tacchi in ferro. I pavimenti antichi,
seppur più cazzuti, come diceva lei, dei moderni,
risentivano
del batamp, batamp dei tacchi in ferro. Sono scenografici, anche nelle
feste sono acclamati con le divise e i rigidi protocolli di
presentazione e comportamento... ma stava sempre a preoccuparsi dei
pavimenti. Diceva sempre-a meno tu
voglia raccogliere stesso tipo pietra marmo portarlo qui farlo lavorare
gi facciamo immagina mosaici simili lo chateau sar cantiere senza
poterci piede ti accoleresti restauro staccando rovinato originale
mettere nuovo è pi laborioso quelli soli cento anni costoso
tanto materia prima possiamo benissimo acquistare blocchi tonnellate
materiale poi tagliarli romperli manodopera tempo rifare tutto
pavimento identico artistico ed elaborato riportarlo splendore . mi
toccherebbe stare mesi nella dimora rossa o nelle altre in attesa
tornare limita solo feste inviti l'uso quei trespoli ferrosi ridendo
ripensandoci ho continuato farli usare me ne assumo la responsabilit di
smontare parti rovinate ricreare disegno quadrelli nuovi scena fa del
nostro lavoro per dirti quanto considerasse regole necessarie
inprenscindibili devono far parte della societ umana ma essere giuste
corrette con un senso infatti regola da noi ha una spiegazione
significato lezioni tra varie svolgono ogni giorno servono anche a
questo perch persone usino il cervello che si insegni come pensare e
capire le cose non style="text-decoration: none; color: rgb(51, 102,
153);"-cosa come
elemento vero e fisso. Si potevano a volte scavalcare le regole? Ni,
per lei. Era necessario tener conto del caso in questione e se
meritasse o necessitasse di un cambio di registro, se in via
eccezionale o meno, altrimenti senza regole e superandole facilmente,
tutti farebbero quel che..."
"Ok, questo lo capisco. Sembra che sia in grado di ragionare. Ma cosa
c'entava la questione di me e leI?"
"Te lo stavo spiegando! Se esisti tu, Lia non può. La tua
esistenza... cancella Lia. Non è possibile che una esiste se
esiste anche l'altra. Lei ha deciso, dopo aver parlato molto con me, di
far nascere una nuova Personalità, così che anche
lei
potesse avere, nel caso non fosse una cosa profonda fin nell'anima, un
ancoraggio e un viaggio diverso dal suo. Possiamo dire che tu sia il
test nel test... Abbiamo scommesso lanciando la moneta, benvenuta nel
mondo, nuova persona. La meta, e quando, dipende da te. Sai che
esistono diversi mondi, si dice, paralleli dove le situazioni possono
cambiare anche di poco, ma sono differenti? e tutti i diversi ME
possono essere distanti in molte cose tanto identici solo d'aspetto?"
"EH... i mondi paralleli? Intendi le nostre copie?"
"No, quello è un pensiero per cui esistono sei o sette
diversi
individui nel mondo come noi, con lo stesso aspetto e molte volte con
gusti e altro simili. io parlo di mondi paralleli, ossia immagina
l'universo che invece di avere una sola realtà, ne ha sette
così come infinite, tanto quanto le possiiblità.
Ora
immagina che in ogni mondo cè un nostro IO che agisce,
pensa,
decide, sceglie, dice e fa cose diverse, opposte o non le fa prorpio,
creando nuove linee temporali. In quei mondi Lia potrebbe essere sempre
e solo Lia, restare sola e disperata come accadde qui o no, e solo in
uno esisteresti TU. Tu conosci Veròna, vero?"
"Intendi il Personaggio fittizio o Personalità che utilizzi
per
mettere sul campo di gioco un soggetto estraneo e imprevedibile?"
"Esatto! Quel personaggio più di te, potrebbe esistere
sempre e
comunque. Lia poteva benissimo muoversi nel campo militare, nei
carabinieri ocme voleva fare, o altri ambitii lavorativi, e impersonare
un soggetto che non fosse se stessa perchè si conoscesse
ciò che vedevano. Vedere e parlare a una persona non vuol
dire
conoscerla veramente, e se Lia avesse deciso di impersonare una seconda
se stessa per lavoro o altro, quella sarebbe stata una forma simile e
diversa in egual misura di Veròna. Per qualunque motivo, Lia
avrebbe comunque sfruttato una facciata della sua intera
personalità per modellare un soggetto da gettare sul campo
per
nascondere il suo vero Io. In questo mondo non è accaduto
perchè lei si è rifiutata di fingere e recitare,
come
facevano tutti, in un mondo che non le paiceva per le
falsità.
Eppure Veròna è uscita fuori per sfruttar e un
elemento
inatteso e fuori contesto. Un Strega che si frappone tra vari soggetti
della popolazione bassa, povera, o vulnerabile e quelli che cacciamo.
Ma poteva essere una Personalità o faccia con nome e modi di
agire diversi, creata da Lei sola o in altri contensti senza me, ma
stai sicura che sarebbe stata sempre e comunque una faccia del totale
della Personalità di Lia. Sfacciata, pungente, sbruffona,
amante
del rischio..."
"Cosa intendi per faccia o faccetta?"
"hai presente un diamante? Un diamante così comè,
tagliato? la bellezza della pietra che affascina ogni donna e ogni uomo
al mondo è dato dal tipo di taglio, dalla luce che colpisce
le
facce. Ebbene ognuno di noi ha una personalità che
è
composta da vari elementi, che uniti formano la persona come
è.
La mia personalità è data da questi fattori, le
tue da
altri, e via dicendo. Si dice che ogni faccia del diamante crei la
bellezza e grandiosità di questa pietra per andare su un
gioiello. Senza le faccette, un diamante è solo una gemma
grezza
opaca..."
"Quindi è questione di luci e ombre?"
"Eh... ogni persona ha una personalità composta da tante
facce
che la compongono. Ecco perchè per quanto bravi, nessun
imitatore o attore o altro può dare ciò che
è la
personanel suo totale. Può cercare di imitare cosa conosce e
ha
visto, ma non il tot della persona. Può provare ad imitare i
movimenti o frasi standard, ma una Persona è più
dell'apparenza. E Veròna è come una faccetta del
tutto di
Lia, perchè è una parte di lei che viene esaltata
al
massimo perchè diventi reale... ma Veròna non
è la
stessa cosa di te. Tu sei un fattore che magari in nessuno degli altri
mondi è venuto fuori. La tua esistenza cancella Lia. Uccide
ciò che era come Personalità creata dalla vita
vissuta, i
momenti si e quelli no, le gioie e dolori, passioni e interessi,
gentilezza e imprevendibilità, e molto altro. Come accadde
nel
passato dell'umanità e nelle storie cliniche, chi perde la
memoria per incidenti, situazioni che creano danni al cervello o altro,
non accade mai, da ciò che ho visto, che una persona si
svegli
senza ricordi e sia esattamente come prima. Accade sempre che i gusti
non so dei colori che si preferisce, del cibo, abiti o qualsiasi cosa,
sia diversa. Cè chi inizia a fumare se prima non lo faceva,
mostrava gusti musicali differenti, se non ritrovavano la memoria,
continuavano ad essere come individui nuovi. E questo per molti
significa che senza memoria, iniziando come nuove
personalità,
si uccide la precedente, perchè non ci si riconosce in
niente in
quella persona..."
"Io in pratica... avrei ucciso Lia?.. Non l'ho mai incontrata... non la
conosco e non so nemmeno di cosa si tratta ciò che sto
vedendo
qui dentro. Come posso essere la colpevole della morte di qualcuno?"
"Non è così. Ciò che è
accaduto con te
è stato uno scambio. Uno scambio equivalente. Mediante un
esperimento, una vita se ne è andata perchè ne
nascesse
una nuova. Il rovescio della medaglia...se tu non esisti... Lia esiste.
"E Veròna? Voglio dire... questa Personalità non
è morta con lei?"
"perchè dovrebbe. Veròna può esistere
dal momento
in cui qualcuno l'ha creata, l'ha resa esistente e reale, facendoloa
riconoscere come tale da più persone e indipendentemente
dalla
persona primaria, essa può esistere sempre e comunque, basta
che
vi sia un individuo che ne vesta i panni. QUi no nstiamo parlando di un
ruolo attoriale qualunque. Veròna è entrata in
pieno
titolo nel mondo dei vivi perchè è riconosciuta
come
tale, essa cammina veramente tra i vivi ed agisce su questo piano.
Veròna è una faccia del tutto di Lia che ha preso
vita
prorpia ed è come una continuazione di quella sua parte.
Veròna aiuta, supporta, sprona, si presenta, affronta,
punisce,
giudica e ..."
"Stiamo parlando del rovescio della medaglia? io sono la Testa e Lia
è la Croce?"
"Stai insinuando che tu e Lia siate due facce della stessa medaglia?
No, affatto! Forse mi sono spiegato male. Veròna era, resta
e
sarà sempre la tua, o
meglio vostra,ipotetica
faccia della medaglia. Lei resterà sempre il vostro
riflesso. Tu
e Lia non siete le due facce, l'una dell'altra. Lo è
Veròna, e anche tutte le altre personalità che
abbiamo
creato insieme, sebbene Veròna sia sempre l'unica reale di
tutte. Qui la cosa è complicata, ma in pratica non
stò
dicendo che...."
"Aspetta. Ricapitoliamo, Lia ha deciso di seguire in parte i tuoi
consigli, così decide di... cosa, creare una sorta di
testamento, o qualcosa del genere che è intessuto nella
trama
del Personaggio chiamato Veròna? lei decide di morire, ma
capisce dalle tue parole che così non si sarebbe vendicata
affatto, così prende più elementi e li unisce,
poi nasce
Veròna. Questa strega è stata riconosciuta come
reale e
vivente, perchè Lei le ha prestato un corpo con cui muoversi
in
questo mondo, essa è diventata reale quanto noi stessi...:"
"Corretto"
"Tuttavia qualcosa le diceva di andarsene comunque, così fa
una
sorta di lancio della moneta con quell'esperimento di David. Cinquanta
per cento muore, cinqua per cento funziona e nasco io..."
"In realtà eravamo indecisi. Negli esperimenti precedenti
cèra stati... dei problemi. Capitava che non si cancellasse
la
memoria, il soggetto morisse... anche se erano comunque in fin di vita
ma volevano..."
"Questo ne parliamo dopo, sono quindi tre le possibilità?"
"Che abbiamo diviso in due, come le possibilità della
moneta.
Uno... muore o non funziona con lei, l'altra possibilità, la
due, era che dimenticasse e vivesse. Quindi due possibilità
negative contro due positive, ecco. E cè sempre quel
concetto...
non esiste Lia, se tu esisti. Siete due personalità che non
possono coesistere. E questo perchè? Perchè con
la sua
scelta e decisioni, ha fatto nascere un individuo nuovo che collide con
tutti gli altri mondi dove di base dovrebbe esserci Lia, creando
discrepanze. Nel nostro mondo, una persona conosciuta e riconosciuta
come Kianta è assente, mancante negli altri. Un fattore
esclude
l'altro o ne genera un altro... E' tutta questione di scelte e
probabilità. In un mondo Lia avrebbe scelto di farsi
agguantare
così tanto da ira e odio da creare una Veròna
bramosa di
vendetta e punizione. La Veròna che io conosco non
è
oscura, meschina se non per giusti motivi, non per fattori personali.
Veròna non agisce per elementi e fattori personali, ma
un'altra
si. Lia avrebbe potuto decidere di agguantarsi alla
possibilità
di perdere il suo Io originale perchè Veròna ne
prendesse
possesso. Sono ipotesi, ovviamente, non credo che potesse accadere ma
negli altri mondi potevano esserci chissà che fattori ancor
più negativi. Lei è la stessa, e lo so, che se le
fosse
successo qualcosa di brutto come uno stupro o altro, avrebbe cercato di
rompere in pezzi chi lo aveva fatto. Anche a costo della vita, ma
avrebbe risposto con denti e unghie e di più, volendo veedre
il
terrore negli occhi di chi l'aveva resa ciò che si sentiva.
In
questo mondo, ha scelto di non usare la vendetta e l'odio, stava per
spegnersi dentro ma ci siamo imbattuti in lei. E invece di morire
solamente, sparire, mentre chi le aveva fatto del male e non si era
pentito, lo credeva gisuto e normale in quella società, ha
creato elementi dalle sue parti di personalità
perchè
queste continuassero al suo posto. Tu sei ciò... io tivedo
più come una figlia, una vita per una vita come nelle
nascite
dove la madre muore. A lei non piaceva questa cosa, ma è per
dirti che sia come sia, tu esisti nell'unico o magari nel paio uniche
di possibilità in cui Lei muore, per far nascere te. E
impersonando Veròna le permetti di calcare di nuovo il mondo
materiale..."
"Vuoi che io interpreti Veròna?"
"Vedi... anche se non sei la stessa persona di quella che conoscevo,
cè qualcosa in te comunque, che è necessario a
Veròna per sorridere di nuovo calpestando la terra
materiale.
Sia prima che dopo che Lia decise di dar lei entità vera a
Veròna, abbiamo testato dei soggetti che sembravano
promettenti.
Ma non è la stessa cosa. La sfaccettatura che abbiamo reso
indipendente, non brilla come dovrebbe lontana dalla parte originale.
E' proprio vero il detto che ogni personaggio venuto bene, deve
ciò a quanto ci mette l'attore..."
"QUindi in un mondo dove io esisto, forse l'unico, l'altra persona o
parte di questo posto è cancellata?"
"Cancellata come ricordi... come vedi Lei esiste comunque, anche se non
desiderava ciò, all'inizio... Fino alla fine ha detto di non
ricordarla e l'unica cosa che voleva era non far morire
Veròna,
non cancellarla perchè di ciò che voleva fosse
magari
ricordato, era quel che aveva fatto rispetto alla feccia. Fino alla
fine ha desiderato sparire ma nel contempo si ricordava i nostri
discorsi e cosa avevamo fatto per cambiare le cose piano piano, e come
sarebbe finita se tutto si fosse fermato. Tutto si sarebbe arrestato,
disse, e non voleva ciò... il problema è che
Veròna essendo un suo riflesso ha bisogno di vettore uguale
o
pari per continuare ad esistere nella sua natura originale..."
"E dovrei farlo io? Io che esistendo, annullo la sua creatice?"
"Non sentirti in colpa per qualcosa di cui non sei affatto legata in
alcun modo... l'esperimento era in programma, doveva essere fatto.
Secondo la teoria della moneta due facce davano quattro
possibilità, e tu ne sei stata il risultato. Tu hai un
carattere
opposto al suo, e in base alle esperienze che farai, lo modellerai
tu... ma non sei la causa di nulla, anzi vedila come
un'opportunità! Dice un detto-arriver
à stravolger ogni cosa e far rinascere la versione migliore
dite come un girasole che rinasce tra erbacce=""-
"Stai usando uno dei miei fiori preferiti per dirmi qualcosa?"
"Si, che tu sei la rinascita di una persona che potrà magari
essere la versione migliore della Primaria..."
"E mi stai dicendo questo perchè impersoni
Veròna...?"
"Oggi no... ma ho bisogno di un tuo atto di presenza, devi emulare la
presenza di Lia. Dritta, un sorriso appena accennato ma con la
presuzione di essere superiore, la testa alta e il suo giocare a
comportarsi come una regina, per vedere il comportamento dell'altro.
Quanto si divertiva in mezzo al gruppo di Zay diceva, e facendo questo,
potrai conoscere come volevi tutte le sfaccettature dell'animo umano.
Lo dici sempre, non riesci a capire tutte le diverse persone che ci
sono qui, se scherzano o meno, perchè non hai ancora gli
strumenti a tua disposizione. E io ho bisogno di nuovo di una partner
con cui giostrare le cose..."
"Sono quindi una tua pedina?" inclinando la testa verso la spalla
aggrottando le sopracciglia
"ANdiamo... ti fa rabbia, questo?"
"..." voltandosi verso la zona che doveva essere uno scherzo.
La zona finale di quel rettangolo che doveva essere una galleria che
stavano risistemando ospitava in quel momento dei manichini con degli
abiti, ritratti di varie grandezze e tipologie ma con la stessa
persona, teche con orologi, minerali e gemme, gioielli, oggetti di uso
comune e cose strane. Riproduzioni di cibi mignon e medi, statue di
cavalli e uccelli, oggetti di cui non conosceva l'uso o il significato
e bambole. Ma non bambole comuni, erano alte tra i trenta e i sessanta
centimentri, e Kianta le fissò.
"Magnifiche, vero? Sono realizzate qui usando stampi e
manualità
nostri. SOno bambole che fuori si possono clasificare classe Bjd come
qualità di materiali e giunti, oltre che perfezione dei
pezzi.
Tranne il viso, i corpi sono standard, ma se noti il viso è
stato fatto per ritrarre proprio qualcuno di nostra conoscenza. Doveva
essere un servizio che facevamo..."
"Un servizio?"
"Esatto, ancora non lo sai ma ne nostre botteghe realizzano manufatti
svariati e di qualità. Bottiglie di vetro più
particolari, così come servizi per thè o liquori
dei
più pregiati. Intagli e decori nostri con nostri stampi
fatti da
noi. E tra un'idea e l'altra, abbiamo deciso di realzizare un'idea
regalo altamente personalizzata. Bambole fedeli a una persona cara
scomparsa, che sta crescendo o per ricordare un momento speciale. Di
varie altezza, non solo queste, le bambole hanno proprio i visi della
persona che dovrà riceverla o che ricorda. Non sai quante
persone hanno chiesto dai bambini reborn, anche se ne facciamo pochi,
devolvendo parte del ricavato, ed è un motivo per i lquale
ci
preferiscono. perchè mostriamo le prove di una donazione ad
associazioni di bambini abbandonati o malati... Molte donne comprano
bambole identiche ai figli morti per varie cause e epr loro
è
come un palliativo... adesso oltre che neonati, possono avere
riproduzioni fedeli di figli anche grandi di varie età. il
dolore... no ndovrebbe esser strumentalizzato per il guadagno ma oltre
che aiutare noi e chi supportiamo, lei non voleva prendere in giro ma
aiutare e dare qualcosa di più mateirale delle foto a chi
provava cose che lei non... provava. Comunque, le plastiche che
utilizziamo sono sia di riciclaggio e con uno strato siliconico real
touch con un particolare processo, che richiedono meno materiale
costoso e quindi economiche di quelli totalmente in silicone identico
alla pelle umana, che produciamo ma a prezzi maggiori. Lia decise di
mettere l'idea anche per linee differnti di esigenze. Bambole di una
sposa o degli sposi come dono, come commemorativo, per ricreare le
fattezze dei figli in una certa età sia morti che ancora
viventi, come ricordo, da collezione per chi desidera da una o
più foto un ricordo visibile e toccabile di un proprio caro.
A
prezzi bassi. Queste ovviamente costano, sono una sorta di mio dono per
lei... amava le bambole della dimensione delle barbie, circa trenta
centimentri o più grandi, con gli occhi di vetro di
qualità realistica.Non stampati, ma con occhi aggiunti.
Quelli
proprio che si aggiungono durante il processo di assemblaggio e danno
un tocco tre e quattro D al viso, come per quelle in porcellana. Se
noti gli occhi sembrano reali.Il viso è ripreso proprio da
Voi.
Da foto e nostra scansione della pupilla, non poi così
difficile. Certo non è facile da foto vecchie, che ci hanno
inviato, per far un caro morto decine di
anni prima, ma in quel caso abbiamo un lavoro certosino dei cristalli e
lamelle per ricreare un'iride realistica con i dati dei colori che solo
grandi aziende di alto livello ci invidia. I nostri occhi sono dipinti
con perizia o creati con lamelle e sezioni di vetro, per uno sguardo
profondo e realistico. Come questi...."
"Ma... se queste bambole hanno un'esatta copia dei nostri occhi..."
"Non preoccuparti. La scansione oculare non sembra funzionare con
questi, i nostri sistemi non sono così fallati. Magari altri
più economici o incapaci di distinguere... con altri
può
capitare che come i volti per gl ismartphone diano cilecca sicura
aprendo e attivando, ma non con noi. Lia aveva provato per il gusto di
farmi scherzi camminando con quella più grande, e provando
in
utti i blocchi digitali. La nostra IA non è così
scema,
fortunatamente. E' stato spassoso vederla dalla cam di sorveglianza,
mentre faceva le prove con quella seduta su un braccio, mentre
borbottava stizzita il non poter ridere in modo carogno del
tipo -avevo ragione hai fatto una cavolata - e,
se te lo stai chiedendo, solo chi ha realizzato quegli occhi, io, lei e
tu sappiamo questa cosa. Molti di questi oggetti al massimo li conosce
solo Jd, forse Lubo. Quindi come vedi, se anche qualcuno vedesse queste
bambole, non penso verrebbe colto da strane idee del genere..."
"Le piacevano queste bambole?"
"Oh,si. Ma non perchè amava le bambole in generale. Lei
cercava
quelle particolari. Le nostre costano dai venti dollari con corpo,
testa e occhi già complete con colori di base. Extra sono
per
capelli in base a lunghezza e colore, se sintetiche ma di alta
qualità per questo settore o umani. Si, abbiamo anche umani.
Modestamente ho contribuito con alcuni centimetri per le parrucche
corte e molto corte, e sono serviti per creare doni proprio con
bambole.. " mentre lei lo fissava dall'attaccatura alla punta dei
capelli "Lia sapeva come trattare i capelli per dei corsi che aveva
fatto, cercava di imparare di tutto, e tra una spazzolata da lei e un
taglio dal parrucchiere, ho contribuito con capelli di
qualità
per bambole di qualità. Se non richieste per bambole
economiche,
realizziamo parrucche solo per quelle medio e alto prezzo. Anche alle
persone che catturiamo e portiamo a contribuire alla società
invece di romperla, rasiamo i capelli che siano donne o uomini, per
punizione ma anche prima raccolta di quel materiale. Così
contribuiscono in ogni loro essere, diceva sempre, perchè
ripugnata dai loro atti. Altrimenti abbiamo anche pelo di lama e alpaca
che sono ottimi sostituti fino ai sintetici. Ne abbiamo per fascia di
prezzo, così come corpi e teste, occhi, anche mani. Ci osno
persone che vogliono anche mani simili e i nostri corpi hanno decine di
giunti sferici, più o meno in base al prezzo, a cui
attaccare
mani e piedi realizzati su ordinazione. o le misure del corpo, ma
quelli costano... Perfino i seni, spalle... non ci manca niente..."
"COme Madame de Pompadour con la leggenda delle coppe di champagne?"
"Esatto. Per quello abbiamo un catalogo di bicchieri e flute speciali
che prendono il nome e la forma da seni di donne famose e ammirate.
Abbiamo Marilyn Monroe, Sofia Loren, Brigitte Bardot..."
"E come hai preso la forma dei loro seni?" stupitissima con la bocca
aperta
"Un artista da varie foto è in grado di ricreare un seno
così simile al reale da sembrar preso a stampo. Ancor di
più che si channo scatti di topless... " facendole
l'occhiolino
"E molti uomini hanno nella loro collezione proprio i set dove bere..."
"A me sembra squallido..." fece lei storcendo le labbra disgustata
"Per la leggenda della coppa si champagne, anche noi beviamo in un
bicchiere realizzato sul seno di Madame... " disse lui piano
all'orecchio ridacchiando "Ad ogni modo, le bambole sono un dono, un
elemento commemorativo e ogni cosa un cliente vuole. Ammetto che ci
sono state richieste di uomini... mh, particolari... con foto e misure
e ogni elemento di donne di cui erano pazzi, ma non potevano avere. E
hanno richiesto copie medie o dimensione reali realistiche da sembrare
vere. Non se se hai presente quelle abmbole in silicone simil umane da
sembrare vere. Ecco, abbiamo realizzato anche quello, con la filosofia
del -meglio un p di cringe una bambola sintentica
identica all'originale anche con accessori molto intimi che far del
male alla persona vera=""-,
ed è una cosa che diciamo proprio a queste persone sia di
persona, proponendo i prodotti che quando li incontriamo. Ricordiamo
loro che atti su persone vere porta a rischi enormi, ma una bambola...
può fare tutto ciò che si vuole..."
"Davvero tu tratti questa roba?"
"Sempre meglio che alle vere... come puoi notare già da
queste
più piccole della dimensione umana, sono la vostra copia
identica. Gli abiti sono una riproduzione di quelli che lei preferiva.
Quello blu notte perlescente, con livelli di tessuto a forma di petali
che a me ricordano l'oriental poppy, o papavero orientale. O anche il
ciclamino con i petali ondulati. Intendo come forma dei petali situtti
in livelli su corpetto, gonna e sopra le orecchie due decori a forma di
fiore. Poi abbiamo quello bianco a sirena con sezioni nude e
decorazioni in argento cesellato, con strascico completo di copricapo
intarsiato con medaglie e veli. Sembra un abito da sposa ma non lo
è. E si, pesa parecchio per tutte le applicazioni in argento
e
il copricapo, ma lo amava, diceffa fose il suo come l'altro quasi
simile a fianco, che sembra simile come modello ma ha invece dei pezzi
cesellati in argento, decori in stoffe a cascata e ricami. E per ultimo
quello che utilizzava per Veròna, l'abito che chiamavamo da
cerimonia o apparizioni qui. Sai per i nostri scherzi..." indicando un
abito color avorio stile ottocentesco" faceva parte della collezione
che avevo acquistato di abiti originali antichi e ricreati, lo faccio
spesso, e questo ha attirato la sua attenzione. E ha deciso che
Veròna vestisse in questo stile, è un imponente e
davvero
magnifico abito da sposa francese in faille di seta avorio, in tre
pezzi risalente al terzo quarto del XIX secolo. Una meraviglia di
raffinata costruzione francese di abiti e cuciture a mano. Questo
modello è originale francese come stile e taglio. Corpetto
aderente con fodera e stecche in seta pregiata, bottoni sul davanti,
passamaneria soutash in cordoncino di seta su corpetto e sopragonna,
volant in pizzo a mano lungo le spalle, petto imbottito, grandi maniche
a pagoda big pagoda sleeves, o anche ad angelo. A cui è
possibile aggiungere una cascata di pizzo già pronto per
allungare o altro, ma non lo usava mai. Gonna over con lacci interni in
polonaise, drappeggi laterali complicati con rifiniture in soutash e
nappe, gancio e occhiello tutti presenti. Sottogonna con area
arricciata nella parte posteriore per accogliere sellino o le versioni
minori,possibilità di formare la gonna a forma di otto o
tonda
come in questo caso, giocando sulla sezione posteriore per portare un
abito come è adesso del milleottocento settanta circa a le
decadi che le piacevano, riducendo il diamentro davanti per creare la
forma allungata dietro... la gonna è sfoderata con un
profondo
orlo interno in seta che è irrigidito, stravagante quanto il
lungo strascico.E si, questo pesa più di tutti gli altri, ma
sai
cosa diceva? Che l'abito le faceva ricordare la sua esistrenza
indoss,o, e che cosa significava indossarlo. Ossia dar vita a
Veròna e quale fosse la sua funzione. Veròna non
era
altro che una sorta di continuazione di un frammento della sua
personalità, un lascito e lavoro. Lei poteva non esistere
più, ma Veròna poteva continuare anche decenni o
un
centinario di anni, divenendo leggenda e sfumando nel mito. Il corpo
decade, un'essenza no. E il peso di questo abito le ricordava il
fardello di quello che stava facendo, e cosa significava Il frammento
di personalità che avevano chiamato Veròna. Lei
non
sapeva recitare come fanno esempio le classiche spie, per farti capire.
Ma il comportamento e modi di fare erano smepre quelli idonei a lei. Tu
ti sei svegliata e sembravi, seppur più sveglia di molti,
innocente e ignara del mondo. E questo si rispecchia nel tuo carattere.
Gentile, sorridente, caruccetta, diversa dalla personalità
Primaria proprio perchè... senza esperienze prima..."
"Davvero sono diversa?"
"Si... ma non ti credere, lei aveva una parte che non mostrava mai,
magari tu sei la versione diciamo pulita, senza la sporcizia che il
mondo le ha gettato addosso. Ma comunque come comparazione, siete
diverse. Magari tu sei un frammento della personalità
originaria
dell'anima, che per le esperienze e vicissitudini, è mutata
in
Lia come carattere finale. lei aveva troppo dolore addosso e non era
riuscita a rialzarsi l'ultima volta, con la volontà di
andare
avanti. Aveva deciso di fermarsi e basta. Ma dietro mio consiglio aveva
deciso che non sarebbe mai mortacome presenza ingombrante. Era fatta
così, se la trovavi fastidiosa, trovava il mdo di imporsi
come
presenza. Vuoi sapere come?" con un gran sorrisone, vedendola fare
cenno con la testa "Ha fatto portare nella sua città di
nascita
centinaia di suoi ritratti, dipinti da atisti diversi per la
velocità seppur con bravura simile, ritratti veri e propri e
non
stampe, e fatti appendere come sostenitore d'onore di biblioteca,
comune, club di vario tipo, scuole e aziende. Perfino nelle chiese. Ha
offetto delle donazioni con varie scuse e richiesto solo di esporre uno
dei dipinti, con grandezza a scelta, in sale o corridoi. Con la
richiesta obbligata, se volevano altri contributi, di tenerlo
lì
ad memoriam. E rideva mentre affermava-so ti avessi
incontrato nulla sarebbe stato possibile soffisfazione sapere umana
ovunque vada lì,che gli sorride beffardamente mostrando
arroganza fa schiattare ridere vogliono ancora questo l'unico elemento
devono fare sempre ricevono costa niente sappiamo soldi mettere stile
antico nei begli edifici moderni finch questi saranno pagati continuer
farmi vedere maggir divertente fatto modo vi fossero feste avvenimento
scritto bello grosso dipinto gentile concessione lia ed l'inizio scuole
giornate specifiche temi sesso legalit dal senso civico quello umano
via dicendo tanto tenere messo extra procede ben visibile mentre
finalmente nuove generazioni hanno nozioni chiave col trasmettono
idioti passer tempo gente chieder persona diranno è
benefattore maggiore grana gira nelle tasche senza me tutte quelle
potevano secondo te chi roder mani lavorato denaro invio ricavati delle
idee parti proventi dei nostri progetti cosa requisiamo catturiamo bel
vaffanculo famiglie pensavano avere ricchezze nostra azienda prestiti
settori finanziari documenti legalissimi prendiamo il patromonio creato
affari loschi sporchi vergognosi dopo aver dato sicure vittime tante
azioni negative risarcimento forma anonima nome investiti cosine
faranno sghignazzare fin nella tomba era dicevi milan nel dire la
vendetta porta a cose buone deve agire diversamente bene mi sono
vendicata davvero su di loro parenti oltre quei piccoli tocchi miei
ricorderanno voglio anche morendo esista vista da colei ha risollevato
quella citt cavolo antiquata bigotta rispetto alla feccia continui
esserci posto strariper della mia effige ad olio stupida attenta alle
gentaglia ecco apparenze solo ho gi provveduto che in molti luoghi del
governo italiano sia un mio ritratto perch pagando si pu tutto
tappezzer quel paese tutti quadri possibili e se i pittori basteranno
per ci far stampe non importa ma giocher io adesso con le mie regole
cos come veròna=""-
"E... io che dovrei fare quindi? Cosa vuoi che faccia vestita
così? tra l'altro questi che hai scelto sono orribili
rispetto a
quelli qui dentro..."
"ovviamente quello che indossi è uno dei tanti del
magazzino.
Questi sono i suoi favoriti, solo suoi. Così come la
collezione
di orologi che vedi, da polso e da tasca, anche mini pendole. La
collezione di cristalli e minerali, non tutta, solo le pietre che
amava, I ritatti, i quadri non che la raffiguravano che preferiva, le
bambole che la raffiguravano proprio con gli abiti che vedi esposti,
sono delle mini Lei... i lavori manuali che amava e tutto il resto. Ti
ho portata qui per un motivo. Perchè voglio che tu provi a
far
muovere Lia come fosse una Personalità secondaria come
Veròna. Lia aveva scelto di creare Veròna e fare
ttuti
dei giochetti come quelli che ti ho raccontato, perchè alla
fine
per vincere aveva deciso di essere di più a questo mondo.
Diceva
che se si ha fortuna,come lei incontrandoci, si riesce a creare
qualcosa di durevole e importante. Che la cosa brutta non era morire,
ma rinunciare a vivere. Eppure ciò che ha fatto in una
manciata
di mesi non lo avrebbe fatto nessun altro, considerando che non si
è mai arricchita, ne ha agito per le mere bramosie umane. Ha
giocato un pò con sue regole e poi ha deciso comunque di
andar
via. Ma ha aiutato molte persone veramnete, sul campo, non come molti
dando ad associazioni che poi non certificano dove finsicono i fondi e
chi aiutano..."
"E come..."
"Innanzitutto con la Raccolta, con il simbolo della Mano lei dava quel
che serviva alle persone sole, abbandonate, rifiutate e umiliate dalla
società per rialzarsi e rifarsi. Con molti bastava quel poco
per
risentirsi utili e persone con dignità, con altri essere
ascoltati, altri ancora uno scopo e una luce in mezzo al buio. Senza
soldi, abbandonati e non visti, proprio non considerati da nessuno
pechè etichettati come non utili e dentro la
società era
lasciato allo sbando per strada o in gruppetti malavitosi. Quasi tutti
adesso sono qui, nelle varie Torri e con contratto a vita per essere
Persone e non mera spazzatura, un futuro, scopo, dignità e
riconoscimento di cosa sono, oltre a un lavoro e una
stabilità
che ha aiutato e sostenuto... Ha acquistato edifici storici e luoghi
meravigliosi abbandonati rifacendoli tutti come nuovi e mantenendoli
per feste, incontri, riunioni e altro per noi e nostri clienti,
guadadnando con l'affitto e tutto. Ha creato centri veri di aiuto e
sostegno per chi non voleva scappare dalla strada per paura di una
sorte peggiore, succede, e invece di essere di nascosto a fondo di
lucro, noi non lo siamo e ne facciamo mafiette varie che terrorizzano
quelle persone dal rifiutare di chiedere aiuto in quei luoghi. Recupero
cani e altri animali da abbandono, incuria e luoghi lager per portarli
qui, addestrarli e fargli tornare la fiducia nell'uomo e impiegarli per
vari scopi, e quegli animali ora sembrano rinati.
"Oh..."
"per non parlare degli scherzoni che faceva a certi soggetti. Lia
chiamava chi faceva prostituire ragazzine e donne, solo per fare un
esmepio spacciandosi per la madre o la sorella, e faceva discussioni su
quanto si sarebbe pentito se non avesse smesso. E come pensi che sia
finita? Che lei nel migliore dei casi dopo aver giocato gli diceva
proprio così, -ah , chicco bello chi
credi avere fare sei tizio x in via y fatto oggo mentr enell'ultima
settimana quest'altro conto corrente questa cifra tuoi bitcoin sono
tanto parlato persone incontrato altre nel tuo hai queste robine qui
facciamo le leviamo o vengo spaccarti faccia una volta cos capisci
alcuni la facevano addosso altri invece ridevano poi smettevano appena
lei appariva con tre dell'ave maria tu gi conosci dargliene tante
davanti a ragazze e romprere i contratti andare ad achciappare sia
clienti soci che ancora oggi se lo ricordano ma fosse solo questo per
telefono gli diceva=""-<
Torroncino...!?! Tu a mamma tua e a sorellina o fratllino tuo ci tieni?
E se facessi diventare a forza la mamma, la sorella, la fidanzata le
mie braldracche che facciamo, te la prendi? In questo momento tua
sorella è qui davanti a me, vuoi chiamarla per
assicurartene? - Ed era così, cerot la ragazza era
magari
qualche metro distante, ma dopo aver chiuso, la raggiungeva, diceva il
nome che aveva dato alui e appena lui chiamava ecco la fregatura. E una
volta ha preso veramente una ragazza, e la famiglia ha scoperto,
così come la cittadina, di cosa lui faceva a ragazzine e
appena
maggiorenni, facendolo sapere a tutti con tanto di video
compromettenti. NOn si fermava e si giocava ogni carta con
creatività. Poi aveva imparato per quanto riguarda la sua
lingua
a imitare accenti non suoi, che usava anche in altre lingue, per
mischiare le cose. O ancora, portava un suo gruppo di donne a pestare
malamente gli elemetni peggiori, violenti, distruttivi delle
manifestazioni e gli appostatori per strada, che sfruttavano pacifiche
marce e d eventi per fare casino contro la loro stessa
città. Se
donne o uomnini non importava. Sei violento e manesco dove si cerca di
rivendicare diritti? Tranne quelli religiosi e che toglievano i diritti
agli altri, là non ti dico cosa combinava a quella gente...
cè da scrivere un libro su di lei... Lascia stare!" ridendo
"comunque, un gruppo delle più grosse, capaci e preparate
della
sezione femminile e faceva pestare a sangue tutti quelli che avevano o
stavanovandalizzando la cosa. COn riprese anche con cam nascoste e poi
scoprendo la faccia prima di pestarli, mandando ai telegionarli
nazionali tutto con un cartello, nascondendosi -avete
visto tizio dal video allegato ha fatto un cittadino che devasta la sua
citt propriet privata per rivendicare diritti ma percfh solo stronzo
questo è feccia della societ non i senzatetto e caduta in
disgrazia ragionate gente=""-.
Io sono morto dal ridere, giuro, a rivedere tutto. E lei stava
là, se non le giravano per qualcuno in particolare, a
osservare
come lo riduceva e nel magigore dei casi, se di qualche gruppo o
partito negativo, vai di tatuaggio vero con scritto cosa fosse il tizio
davanti e dietro ,pancia e schiena. A una certa non si è
fermata
davanti a niente. E se non perdevano il vizio, peggio. A unjo che
continava a far prostituire ragazzine con trappole e altro, non che
loro lo volessero, anche dopo che era intervenuta di persona, ha
letteralmente spappolato a martellate la mano che usava per prendere i
soldi da ragazze e clienti in modo che non si potesse più
usare
per niente. E ha fatto in modo c he lui non risultasse invalido
percependo qualche tipo di pensione, perchè era solo una
mano. E
finchè è rimasta con noi si faceva vedere, anche
solo
tramite proiezione da quello che so, davanti a casa sua
perchè
la vedesse aperte le finestre. E lui non poteva denunciarla. non sapeva
chi era e se riusciva a farlo, cancellava per insufficienza di
elementi. Ha fatto pagare a tutti quelli ciò che serbava
dentro...Ma non solo, anche le colture sono state elmento importante.."
"Colture?" sorpresa
"La piaga delle coltivazioni a tonnellata con semi che hanno meno di
quelli naturali. Lei aveva donato sementi fertili al posto di quelle
sterili delle compagnie che le vendono normalmente per aiutare i
ocntadini con un ritorno di sementi dai frutti o verdura senza
rimetterci. Con le sementi che si acquistano normalmente al raccolto,
non cè possibilità di seminare di nuovo d
ciò che
si trova nei frutti o nelle verdure, perchè sono modificati
geneticamente e si deve comprare sempre dall'azienda per sperare in
nuovi raccolti e viverci. Lei ha donato abbastanza per alcuni anni e
altri anni se mantengono un buon tipo di raccolto. Nel mucchio ci sono
originali e ogm, divisi in modo che possano decidere cosa seminare, ma
sempre fertili. IN questo modo si constrasta da un lato la truffa
contro contadini e aziende agricole, dall'altro sono sementi
miste,antiche come si dice ora con frutti e verdure che non provengono
dalle aziende e quelle ogm modificate solo per resistere a determinate
cose come insetti, siccità e malattie. Per molti
è
abominevole ma non sanno cosa mangiano da sementi di quelle aziende. Al
confronto i semi che vengono dalla Fattoria e quelle delle Torri osno
più naturali e salutari. I nostri prodotti parlano per noi,
o
sbaglio?"
"Si, i cibi sono molto buoni..."
"Non usiamo pesticidi, solo sementi naturali o massimo modificati oslo
per essere resistenti agli insetti nocivi o malattie. Ma non facciamo
altro nei nostri laboratori come l'aspetto, belli e tutti uguali quando
in natura non è possibile in quel modo, standard nel gusto e
consistenza. Non hai idea di che coltivazioni parliamo. Lei si
lamentava sempre che per esempio che la pasta nel suo paese da anni non
sapeva più di ninete, non era come prima, non era
più
appetente anche solo con pepe e cacio, come le piaceva se semplice.
Tutto non sapeva di ninete, dalle merendine che sognava sempre di
mangiare ma le dicevano costavano troppo per poi assaggiarne una
mettendo da parte i soldi e scoprire che non erano come si ricordava,
così come i biscotti. ma non perchè i gusti erano
cambiati, tutto era peggiorato con colture e pruzione intensivi e gli
aromi per mascherare le consdizioni degli ingredienti non aituavano.
Questo è dovuto appunto alle coltivazioni, frutta che non
è come appare mangiandola comprata normalmente..."
"Quindi supportate coltivazioni naturali?"
"Ni, voglio dire... perfino le nostre hanno il tocco umano
perchè le piante non muoiano o siano infestate ma
è tutto
lì, non incidiamo su altro come fanno certe aziende. NOn
usiamo
prodotti chimici ma animali predatori naturali. Sosteniamo le api anche
con alveari più moderni dei tradizionali dove si distilla il
miele senza stordirle e far loro del male. Normalmente con la tecnica
tradizionale sai quando miele esce fuori con le api che sono morte
annegate o ferite? Noi no. D' inverno portiamo cibo e sfamiamo gli
animali selvatici come quelli in canili, centri di recupero da ferite
per selvatici e altri. Proteggiamo le zone di caccia da chi vuole solo
uccidere per divertimento, così come i safari della morte.
Abbiamo tante iniziative, ma la maggior parte sono idee sue..."
guardando i ritratti " Alcuni la soprannominavano la Bill Gates
umanitaria, ma diceva sempre che accettava la presa in giro solo
perchè quell'uomo, Gates, aveva fatto tanto per la gente
povera
nei paesi poveri. Ma oltre quello, non lavorava per guadagnare per se e
per la bella vita, per superare il livello della classe sociale a cui
si appartiene e fare i salti di qualità che desiderano
tutti.
Si, ha sfruttato qualcosa per sè dal nostro incontro in
alcuni
modi, ma mai per profitto personale, ricordatelo se decidi di
aiutarmi... Ho bisogno di qualcuno di valido e di fiducia. Che sia allo
stesso tempo il mio cane da guardia, per gestire questo posto che come
pedina per proseguire i progetti già avviati. Il problema
è che oltre a non avere un'altra figura a cui lasciare tutto
in
mano senza preoccuparmi, non riesco a trovare anche un solo soggetto
che possa dare corpo a Veròna, sia far rivivere Lia, solo
per
far tacere chi vuole sicurezza con la sua presenza"
"In che senso sicurezza?"
"Fiducia. Sicurezza. Se stringi accordi con qualcuno di qualsiasi tipo,
hai bisogno di fiducia e sicurezza che tutto vada bene, che l'altra
persona non solo sia di parola ma certa nel portare a termine la
rispettiva parte. Ma oltre questo, io e Lia agiamo come primo fattore
di rappresentanza dell'organizzazione. Figure chiave, ricordalo. La
fiducia verso chi vedono come fattore chiave dell'altra parte
è
fondamentale. Instauriamo con quelle persone un rapporto sia di lavoro
che di... "
"Amicizia? Stima? Confidenza?"
"Cordialità! Imperativo è mantenere ottimi
rapporti con
quelle persone e in caso loro familiari e soci, invitarli e presentarli
in feste e raduni che organizziamo, dare chicche se richiedono dei
servizi, perchè si sentano considerati e si fidino.
Mostrando
sempre professionalità, principi saldi e ferrei come la
volontà di aiutare, ma senza fare favoritismi eccessivi.
Come
diceva Lei era un dare e avere, come un matrimonio. E aveva l'abitudine
di ascoltare, ascoltava sempre, ecco perchè piaceva anche
alla
gente, ed era accondiscendente e spronava le persone a presentarle e
mostrarle i suoi passatempi, hobby, interessi, a voltre sostenendoli se
vedeva che meritavano. Molti figli o figlie, perfino mogli o mariti dei
nostri agganci si sentivano considerati e ascoltati da lei, e come
chicca presentava come extra persone, che facessero da ciceroni per
questo hobby o compagno di passatempo per altre. Insomma, dava valore
alla persona e cosa serbana nel cuore. Era anche un modo per conoscere
debolezze e fattori che tenevano nascosti, non per usarli veramente ma
conoscere è potere. E oltre questo, quella gente si sentiva
legata, perchè sapevano che lei sarebbe stata presente e
disponibile per cosa necessitavano. Ed essendo stata come loro, chi
meglio di una simile, per porgere la Mano perchè non si
sentissero smarriti e persi, ma trovassero un appiglio per sorridere di
nuovo al mattimo? Così diceva... e voglio che per questa
sera,
se accetti, tu la faccia rivivere. Sei l'unica che può..."
"Perchè condividiamo il corpo?"
"Non solo questo. Siete un'unica anima, un'unico essere, la faccia
contro quella del lato opposto. Tu sei il carattere che magari era il
suo originario, o forse no, ma nel profondo sei comunque lei. Se fosse
ancora qui..." guardando il ritratto più grande dove lei
appariva con un sorriso sfrontato che poteva sembrare arrogante, in
maniera negativa, ma era solo come sfida alla vita, lui lo sapeva, con
occhi taglienti che sembravano seguire chiunque e dire < io so,
aspetta e vedrai... -. Sorrise "se fosse ancora qui, farebbe
come
sempre. Sorriderebbe anche con gli occhi, come faceva nell'ultimo
periodo con lo sguardo carogno e direbbe -fermati
riflettiamo chiamiamo le teste del consiglio lavoriamo una soluzione c
sempre possibilit di uscirsene in qualche modo raggelarsi da paura
rabbia piangere non serve a niente sorridere e voltare pagina=""-.
Diceva sempre così, con quell'espressione monella come se
stesse
preparando qualcosa di brutto ma con sicurezza, e la cosa assurda era
che riusciva a dire quelle cose agli altri, ferma e altera come una
colonna millenaria, contro la piccolezza dell'uomo nella sua
fragilità, e per sè invece era fragile e incerta.
Chi
era? Se lo chiedeva sempre, perchè non riusciva in alcun
modo a
comporre ciò che la società voleva che fosse. Era
come un
qualcosa che non rusciva a raggiungere. Non riusciva a essere proprio
la finzione che facevano tutti e ne soffriva. Non capiva se le cose che
sentiva di essere e amare e credere, fossero sue o come una sfida, o...
NOn so. Il suo triste enigma la portava a guardare questi dipinti con
rammarico e tristezza, aveva sempre uno sguardo smarrito e indifeso, e
chiedeva a questi stessi quadri -io chi sono io
cosa mi rende me stessa e con il senso della vita=""-.
Diceva sempre che ogni giorno si svegliava nella sua stanza con la
sveglia a proiettore, che lanciava sulle pareti l'effetto delle onde
del mare, sai quei proiettori che simulano oltre il cielo anche le
onde, ma dovresti saperlo, visto che ora sei in quella stanza, e si
chiedeva quale parte fosse la sua vera IO anche dopo essere con noi. Si
sentiva smarrita e non in grado di adare compattezza al suo essere
frammentato. La Lia della sua vita precedente? Quella che desiderava
vivere ma ha perso? Quella piena di odio e rabbia? Quella che era qui
per tutti? O che vedevo io come partner? O che altro? E se si fosse
tolta l'utero come voleva e ridotto il seno, cosa sarebbe stata?
Davvero senza quelle parti del corpo, che per lei erano un
troppo, sarebbe stata
un niente come le dicevano fin da piccola? Una donna che per il cancro
perde seno e o utero, non è più una donna. Non
può
più amare. Non può più dare cosa
potrebbe. E'
ancora una persona? O un essere indefinito, perchè esistono
solo
uomo e donna nella concezione religiosa perdurante? Lei, che si
sentivauna neutra, senza interessi o impulsi sessuali, era qualcuno?
Ciò che vedeva lei, valeva come individuo considerato umano,
visto che da sempre era cresciuta con l'idea che chi nasce con utero e
seno deve crescere, sposarsi, figliare e allevare, e se non ti
funzionava qualcosa eri difettosa? Non valevi?... e tanto altro. Non
riusciva a trovare la risposta per capire se e come definirsi
veramente, tanto da non chiedersi piùqueste cose. E ora tu
non
ti definisci donna perchè seti che non è qualcosa
per
te... se per lei era uno smarrimento data da chi la circondava che
cercava di plasmarla, per te cosa è? Qualcosa andato oltre
fin
nell'anima? Un qualcosa che siete voi nel profondo? Hai perfino detto
che il più della scuderia di Madame sembrava un lama... "
ridendo "Ma se per te è certo e ti senti bene
così,m
fregandotene del resto, per lei era un dubbio enorme sul definirsi... E
guardava questi quadri e diceva-osservo la donna del
appare lontana pi grande capace vedere antenato ha cose grandi contro
te sotto il suo foto chiedendoti livello puoi arrivare per almeno
essere un p come quella persona vedo qualcuno che io non riesco o
raggiugnere ed è triste eprch i pittori hanno fatto ritratto
ma queste in tali pose e sezioni di camere specifiche abiti gl isguardi
quando riuscir a riconoscere me=""-
"Quindi tu cosa vuoi?"
"Io... ho bisogno della persona che nonostante tutto, rideva in faccia
al pericolo e pestava sotto il calcagno i serpenti pericolosi, che non
si fermava anche dall'usare familiari o altri, senza metterli a
rischio, ma usarli per giungere alla preda. Alla persona che tirava in
testa alla gente ciò che capitava quando facevano cavolate o
no
nrispettavano le regole perchè lontani, o dava sberle con
grazie
e imperiosità perchè portassero rispetto e
comportamenti
corretti... Che pretendeva rispetto e considerazione per tutti, non
importava il grado, il minmo doveva esserci, sempre e comunque. Che mi
riprendeva perchè continuo a volere una COmune, mentre lei
diceva che era assurdo pensare a una comune di militari... e passavamo
il tempo insieme a discutere su tutte le sfaccettature della questione
con del vino, sfidandoci a vari giochi di abilità e
intelletto.
Oh, e mi prendeva in giro per usare le ragazze che mi servono come
apparenza per chi la considera importante, dicendo che non era giusto
comunque... diciamo intrattenermi con loro, seppur ben pagate,
perchè era ingrato per lei... Noi lottiamo perchp le donne
siano
libere di decidere e scegliere per se e il prorpio corpo, e che nessuno
posssa etichettarle come oggetti o vagine prta denaro, o incubatrici
per la società. E io ero insensibile verso quelle che
definiva
collabrici, ma le ho sempre detto che non spingo nessuno a decidere, a
loro va bene, a me pure... Le rimproveravo sempre di essere
accondiscendente e studiare risposte per gli altri, qaundo lo faceva,
ma non per me. Poi sorrideva e sembrava che nascondesse tuto il resto
che voleva dire, ma non si teneva nulla se sentiva di dire la sua. La
sua comicità quando si arrabbiava o si sentiva offesa,
agitandosi come fanno gli italiani, ma a modo suo. Alla passione che
metteva nelle cose e non si dava per vinta. E sai..." voltandosi verso
Kianta "che tu abbia questo carattere gentile e cordiale, esplosivo in
positivo, sempre eccitata per tante cose, non cambia il fatto che
quando ti arrabbi, sei indecisa, offesa, confusa, mostri atteggiamenti
simili ai suoi. Quelle frazioni di secondo dove pensi che non ti vedano
o leggano, mostri espressioni e atteggiamenti che sembrano i suoi,
rimproveri, occhi che parlano più delle parole che non dici,
come guardi le persone come se volessi tagliarle o bruciarle col laser
dagli occhi, o quando sfotti o sorridi mentalmente... non è
solo
questione di stessa faccia. Tu sei una persona nuova, senza esperienze,
senza ricordi, senza nulla che ti leghi a lei. Rimase solo la parte del
cervello non toccata, perchè era nel test, dove sono
immagazzinate le informazioni di apprendimento..."
"Ma io no nsono lei e agisco diversamente, no?"
"In effetti come dice Lubo ridendo, sei più spumeggiante,
più sorridente, tanto, più serena e tranquilla.
Ma man
mano che conoscerai il nostro lavoro per davvero... Magari muterai un
pò, o prenderai una strada psicologica diversa, ma le basi,
quelle restano. E' per questo dell'esperimento. Il modo di inclinare la
testa, di portare il mento verso la spalla con arroganza o sfiga, il
guardare le persone sfrontata, alzando il mento e abbassando lo
sguardo. Come cammini solo quando sei arrabbiata o hai sfumature di
atteggiamenti, i gesti e le espressioni... è come se nel
profondo vi siano ancora, come se fossero tuoi più della
memoria. Non è una cancellazione totale, inteso in tutto il
cervello, non hai dovuto imparare da zero come usare le posate,
parlare, scrivere, riconoscere le cose. Alcuni che hanno amnesie non
ricordano come fare le cose, altri semplicemente come nel tuo caso,
danneggiandosi solo la parte relativa alla memoria, i cosiddetti
casseti mnemonici, invece di anche la seizone relativa alle conoscenze
e apprendimento... tu sei una di quelli che con questo esperimento,
solo con macchinari diversi, sei uscita senza memoria contenuta in quei
cassetti ma con tutte le conoscenze, da non doverle imparare di nuovo.
Pulizia settoriale. Con i nuovi macchinari, con te ha funzionato
benissimo, rispetto agli altri soggetti. E..."
"Si, questo lo so. Ma al sodo, cosa vuoi alla fine? Oltre che io impari
roba su di lei? RImangiandoti la parola, tra l'altro..." ridendo come
se fosse divertente
"Io ho bisogno di una partner, l'ho già detto. Qualcuno che
continui l'eredità di Lia meglio di chiuinque altro. Ho
bisogno
di Veròna, visto che il lavoro che deve fare è
tanto.
Necessito di qualcuno che veda i nostri obiettivi e non interessi
personali, perchè altrimenti saremmo messi male. Vorrei che
tu
riprenda le funzioni che furono della Prima...."
"..." mostrandosi dubbiosa e spaziando con lo sguardo sugli oggetti e i
dipinti
"Dopo che avrai finito farò fare degli aquiloni con le tue
forme
preferite, con cui giocare nelle giornate ventose, con tante code..."
vedndola voltarsi ocn gli occhi splendenti, la bocca in una sorpresa di
gioia e l'aura di una al settimo cielo. Sembrava l'espressione base di
ogni cosa che trovava bella, sorprendente, nuova, magica, da scoprire
assolutamente, come una gioia di vita immensa. Se in Lia era stupore e
gioia moderati, come se non ci credesse, tranne per il cibo quando lo
portavano dalla Fattoria e oggetti per la sua collezione, con Kianta
era tutto come una bambina piena di entusiamo. Per poi cambiare
espressione di colpo accigliata.
"Ma... mi stai comprando? Tu mi stai comprando!!" agitando i pugni
all'altezza della sua testa con rabbia "Non è giusto!"
"Non ti sto comprando... calma, volevo solo ricompensarti..."
"E non è la stessa cosa?"
"Una ricompensa non è un pagamento..." ridacchiando nervoso
"è come un dono, come la canna da pesca con i pesci
artificiali
con cui giochi nel laghetto del boschetto delle lucciole. Un pagamento
è invece la tua retribuzione per il lavoro svolto... "
"Ma io non ci vedo differenza... è sempre un dare qualcosa a
fine lavoro. E' così anche per i dolci o il cibo che mi dai
dopo
i test o le cose che faccio? Mi compri?!?"
"No, no... sono ricompense... OK? Era così anche con Lia,
andiamo, non essere suscettibile. Lei la prima volta che aveva chiesto
se la pagavo, aveva riflettuo sulla mia risposta alzato le spalle e
detto che se non le andavano, le donava o usava per ottenere altro per
i progetti. Ma mai doveva essere un pagamento il mio. Ciò di
cui
aveva bisogno lo chiedeva. Per me non è comprare, ma donare.
E
lo faccio perchè sei tu e perchè ho bisogno
davvero di
qualcuno che prenda nel modo giusto ciò che gli affido. Il
denaro lo retribusco agli uomini, ed extra, se sono stati davvero
bravi, ma tu sei diversa. Sei gasata solo per gli aquiloni..."ridendo
"ora smettila col broncio e dimmi cosa ne pensi"
"..." guardando lui e poi di nuovo intorno "quindi tu hai bisogno di
qualcuno che faccia ciò che non possono gli altri? Senza
essere
pagato? Ne hai davvero necessità?"
"Quello che Lia non voleva capire, per se, era quanto alla fine invece
fosse necessaria e importante per tante cose. Ancora di più,
con
ciò che io chiamo eredità e figlianza. Per figli
di Lia
intendo i progetti e le Personalità che ha lasciato, anche
se
è andata..."
"..."
"Pensaci, e..." ma fu interrotto dal telefono "devo rispondere per
forza, un attimo..." fece con una mano a fermarla, perchè
gli
stava dicendo qualcosa, lasciandola col brancio, e si
avvicinò a
una finestra, proprio guardando fuori, un pò lontana
discutendo.
Quando finì e si voltò, era stanco "Che fastidio
alcune
persone... dunque dicevo..." ma si fermò con la mano a
mezz'aria
dal mettere il telefono di nuovo in tasca.
Kianta si era tolta i vestiti che indossava, ma non la parrucca, e si
stava sistemando l'abito avorio da Veròna da sola, indosso,
lasciando il resto per terra o sul manichino. Per l'abito che indossava
prima vi erano camiciola sopra una canottierina e mutandoni stile
ottocento, che a loro volta coprivano slip. di base che andavano bene
per tutti i modelli. Kianta era quindi in quello stato mentre si
sistemava la crinolina e sottogonna.
"Cosa stai facendo..." come se vedesse un alieno, ma lei
alzò un indice per zittirlo, mentre si vestiva.
Sistemò il secondo strato di leggerissima sottogonna per
finire
la gonna vera e propria, ricamata con sovragonna a semicerchio, e si
apprestò a indossare la giacchetta separata. Quando fu
pronta,
si sistemò i capelli e si voltò, fronteggiandolo.
"Se tu hai bisogno di aiuto, va bene. Mi urta che mi compri con cosa mi
piace, ma lo vedrò come aiutarti e basta.Se sei davvero
così in pensiero e disperato da chiedere a me, una persona
che
sa poco del mondo, di far rivivere qualcuno che esiste materialmente
solo con un tramite carnale o una persona morta, va bene. Se
è
per qualcosa di buono, io sono d'accordo. Le cose negative che fanno
del male, non le accetto e non le farò se non sono per una
cosa
buona. Ma se davvero hai bisogno di un tramite per chi vorresti che
tornasse, allora lo farò. Voglio però se proprio
sei
abituato a comprare le persone merighe, taaaante meringhe colorate,
tranne quelle alla fragola, e il torrne di sesamo...." seria col
broncio e acciglia
"Ma..." fece lui ma fu zittito
"Quindi Master, quali sono i vostri comandi? Questo abito lo preferisco
di più di quelli, pertanto, indosserò questo..."
alznado
il mento come una sfida "Confermami gli incarichi così che
possa
procedere con i prepartivi. Io conosco dell'organizzazione e il vostro
lavoro, solo tutto ciò che è a livello
concettuale e da
osservazione, ma posso imparare adesso sul campo. Così posso
anche capire cosa mi piace e non fare per decidere la mia strada. Ma
ordina cosa devo fare, che non sia dannoso, e io lo farò. Ma
sei
pronto a rischiare eventuali miei errori e..."
"NOn cè problema. Se l'idea che tutto era così in
profondità fin nell'anima da essere da te toccato
ugualmente,
è vero, sarai l'eredità vivente di Lia e mia per
continuare. Lei riposa in pace, adesso, nel racconto che ha scritto,
dove può esistere nella sua felicità e vita, come
voleva.
Tutto sarà bello adesso, l'ho aiutata affinchè la
sua
luce non conoscesse ombra, più... " guardando i ritratti,
come
se parlasse a quella persona "Riposa, adesso. Riposa in pace. Nel
racconto che hai creato, e quello che abbiamo scritto per te, solo per
te. Dove non smetteremo di pronunciare il tuo nome, per continuare a
dare vita ai tuoi desideri. Che niente e nessuno ti trascini nelle
tenebre dell'oblio... Nel racconto che tu hai scritto lasciato tra noi,
cè disseminato in vari pezzi il tuo Io, così che
la parte
che ride degli altri rimanga come un'eco. Ma ciò che hai
lasciato non morirà mai, così come la storia solo
tua che
abbiamo creato per te, dove non esiste vuoto o dolore. Dove sei felice
in una vita per te. Mentre noi, che restiamo qui..." guardando Kianta
"impegniamoci in quell'eredità, desideri che ha realizzato e
che
continueranno. Se tu accetti, dovrai farti carico di molte cose, ma
sarai sempre e solo tu. Per molti conoscere le origini è
importante e di vitale importanza, e quela cosa lei non la capiva. Si
chiedeva perchè se prima di sapere di avere sangue diverso,
fossero felici e poi dopo la scoperta, hanno un bisogno viscerale di
sapere chi erano il suo sangue e fanno come i pazzi... se si
è
felici, se la vita va bene così comè,
perchè
sporcarla con certe cose? Magari accertarsi che non fosse una cosa
grave, ma da rovinare tutto come ho letto per ciò... E tu
non
hai battuto ciglio di niente, non hai chiesto o voluto informarti..."
"..." era vero, non le era importato di chi fosse prima o avere
notizie, neanche con legeia, perchè non sentiva affatto di
dover
conoscere il passato se ancora non conosceva il suo presente, le andava
bene così senza essere influenzata da inente.
"... La visualizzazione e le proiezioni, le abbiamo solo provate nei
laboratori ma... Ti senti pronta ad agire come burattinaio e burattino
al suo posto? Perchè sarà così..."
"Se... se è riuscita lei, allora Master, comanda..." seria,
dopo
aver guardato i ritratti "E magari con questo potrò capire
me e
questa vita che mi è stata data e decidere del domani..."
"Molto bene, procediamo, anche se è l'abito di
Veròna e
dovrai impersonare Lia? per oggi, giochiamo alle tue regole..."
sorridendo, prendendola per mano andando verso le porte.
"Comunque" fece lei con un sorriso cattivello "Stai andando contro la
promessa, ma farò finta di nulla perchè sono
curiosa di
vedere come lavorate e comè il mondo fuori... e di giocare
con i
tuoi doni e gustarmi le mie meringhe, col tè... è
il
minimo per le mie fatiche!"
Un anno prima
"Voi... siete la strega!" esclamò la donna, dopo averto lo
spiragli o della porta con timore ed essersi trovata una donna
conosciuta, che la squadrava con cipiglio e altezzosità, con
le
mani giunte con eleganza e morbidezza, senza tensioni o simili.
Sembrava risoluta e in visita.
La donna aprì un pò più la porta, poi
guardò a destra e sinistra della strada dove abitava. Notava
persone a fissarli, e le venne un groppo in gola.
"Sono giunta qui in visita come promesso, non accade che mai non
mantenga la mia promessa...Sono colei che dirige il GIoco e la Signora
delle possibilità, compaio a chi ha bisogno e prega davvero
entità esistenti e con la conclusione del Contratto io
eseguo
gli ordini che mi competono, basta proncunciare il mio nome e
comparirò, concedendo la richiesta secondo i termini, come
ben
sai... e sebbene possa dover accorrere da altri contraenti e persone
con bisogni, cè sempre qualche mio servo che
agirà in mio
nome. Eppure ti vedo stupita nel vedermi... Ma se permetti, vorrei
parlarne con te meglio all'interno..."
"Oh, mi perdoni.. io... che vergogna, una persona come Voi ad attendere
come un postino sull'uscio..."
"Non ti credere" fece Veròna a passo di marcia superandola
"io
nonostnate quel che sono, non valgo più o meno di un umile e
giusto postino. Mi auguro che, nonostante quel che sono, non consideri
e tratti le altre persone, per i loro mestieri, con livelli... bassi!
tu che sei del popolo e sono qui per rispondere alle tue preghiere..."
"NO, no... ovvio..." fece la donna vedendola andare con eleganza al
centro del salottino. LA sua casa era piccola e non proprio un
bell'appartamneto e subito dopo l'uscio di casa si entrava direttamente
nel salotto. Mentre teneva la porta aperta notò quattro
persone
a ventaglio a massimo un metro dalla sua porta. Due entrarono facendole
un segno dle capo con rispetto e due rimasero a guardia, accanto ad una
macchina che fece sputare alla donna un gemito.
"Sei sorpresa della mia macchina? NOn esserlo, sono una strega moderna
ma non significa che non debba ancora oggi vivere come nel mio
periodo... non è una macchina moderna fuori, ma dentro
si!... O
non sarei quel che sono, io rispetto i potenti con le loro promesse
vivo ringraziando La Dea e il Dio per la creazione della natura e il
suo equilibrio... è una Pierce Arrow Model B del
millenovecentotrenta e trentuno, color raso blu perlato con dettagli
color argento. Posso anche dover ammodernare i miei abiti per
emscolarmi meglio, seppur mi sia da noia, ma non posso andare in giro
con quelle scatolette di adesso che sono peggio degli anni ottanta e
novanta.... " con un moto di stizza e un gesto delle labbra di
disgusto, mentre allungava una mano. La donna dopo aver chiuso la
porta, vide che i due che erano entrati avevano impermeabili scuri e
valigette, e uno di loro aveva aperto la prorpia poggiata a terra, per
estrarre uan custodia in pelle. La mostrò avvicinandosi a
Veròna, la quale prese una pipa che sembrava piegata a
metà e con un gesto come se aprisse un ventaglio, la fece
scattare perchè le giunzioni entrassero nella parte con cui
dovevano incastrarsi, mettendo insieme una pipa fina e che sembrava la
virgola della nota marca Nike, senza l'ultima puntina, avendola
portatile ma funzionante perchè studiata in modo da essere
stagna. Vi erano anche quelle magnetiche, ma lei aveva quel tipo con
mini piastre di giunzione che non lasciavano passare i lfumo se non nel
condotto.
L'uomo le accese il braciere con un fiammifero. La donna rimase in
attesa di parlare e nel mentre la squadrava. Oltre i capelli uguali a
come li aveva visti le sere che era apparsa, ossia con base biondo
scuro alla radine e poi degradando verso azzurro e ghiaccio nelle
punte, con le ciocche sulle tempie tirate indietro e fermate da ogni
lato da un qualche tipo di fermaglio a forma di sezione di rami di
albero e foglie color argento, aveva un abito da donna che le sembrava
più opportuno per una festa di quelle che chiamava per
ricchi,
essendo lei una povera madre single con il lavoro perso, e che vedeva
cose del genere nelle riviste che riceveva dalle vicine. L'abito era
formato all'apprenza da un unico pezzo ma la parte superiore era cucita
alla gonna all'altezza della vita.
Il collo era di tipo hight neck, con una fascia che guarniva il collo
in stile increspato, con una zona di qualche centrimento libera ove si
si mostrava del tessuto sotto, come piccoli oblò a raggiera
che
si univano alla zona del busto ma strisce di tessuto. Dalla giunzione
di queste strisce vi era tutto i lbusto che sembrava rigido, che finiva
sopra i fianchi da cui partiva la gonna. Al centro del petto da sotto
una delle sezioni di tessuto che collegavano collarino e il resto, vi
era un triangolo che finiva all'attaccatura della gonna e per altri
sarebbe stata sexy, ma sia quella parte che del collo, invece di
mostrare pelle nuda, avevano delle sorte di pieghe che uscivano che
erano da decoro e davano un tozzo retrò. Le maniche
scendevano
aderenti su cspalle e braccia come una maglia, ma all'atezza del gomito
la parte interna di divideva a triangolo lasciando il resto del braccio
libero, mentre tutta la manica continuava fino a terra come il resto
dell'abito, allargandosi come se fossero uno strascio o una mantella ma
per braccia. Così le paragonò nella testa. Il
resto era
una gonna che pareva a sirena ma era semplice davanti fino a terra,
mentre dietro aveva tutti livelli drappeggiati dal davanti a dietro
fino a dietro le ginocchia come... come un abito di fine ottocento.
QUando avevano quelle gonne che parevano fasciare il corpo e poi
avevano la parte più pronunciata dietro, dal fondoschiena
alla
zona dello strascico. Sebbene mancasse un centimentro o forse
più tra il tessuto che quasi toccava terra e il pavimetno,
sembrava che comunque vi si poggiassero.
A vederla di davanti, la donna la paragonò alla moglie di
Dracula come stile dell'abito, con le balze di tessuto perlato in stile
francese dagli oblò, menter dietro un altro tipo di abito.
Si
accorse che aveva un bell'oblò che mostrava scapole e un
arco
prima delle reni, con effetto vedo e non vedodalla composizione di
balze bianche che facevano tipo ventaglio dalle scapole al cetnro della
schiena, come due ventagli che si sovrapponevano, pensò, e
nonostante questo il tessuto non era pensante ma come seta che mostava
la pelle sotto e poi tutto il dettaglio dall'oblò fino al
dietro
delle ginocchia di questi drappeggi che si univano in quello che pareva
il dietro di un abito da sposa, come nelle riviste, che risaltavano
schiena il gioco di imbottitura. Indossava come gioielli anelli,
collanine finissime che scendevano una dopo l'altra di varia grandezza
a cascata, non come ninnoli e pendenti vari, ma ogni collana era
formata da sezioni a seguire di forme e catenine, forme e catenine, ma
erano così fini e piccoli che non capì che
fossero. E due
orecchini che erano mezzi cerchi larchi meno di un centimentro con
delle scritte, così come gl ianelli. Si, orecchiin e anelli
avevano scritto incise in nero contro l'argento del gioiello. E come
tutte le volte che si erano incontrate, indossava guanti che parevano
eleganti ma anche spessi.
La vide sedersi su una zona del divano, ma come sempre le altre volte,
dopo che sempre quell'uomo aveva tirato fuori una sorta di copridivano
su cui lei potesse poggiarsi. Per non sporcarsi aveva pensato
all'inizio. Invece lei aveva osservato il suo viso la prima volta e
aveva sentenziato che non doveva offendersi. La sua natura umana aveva
il brutto vizio di odiare l'idea di sporcarsi ovunque. Ecco
perchè non incontrava nessuno in locali, zone di qualsiasi
tipo
pubbliche a meno che non restasse in piedi, se non aveva modo di trovar
posto che per lei fosse senza germi o batteri. La sua natura umana
aveva questo difetto, le disse con un sorriso, e giurò sul
suo
nome e su ciò che vuoleva, che ciò accadeva in
qualunque
abitazione o luogo, non importa il ceto sociale, le disse. E la donna
vedeva verità nei suoi occhi, quindi le volte successive non
aveva mostrare disappunto. Viveva in un posto squallido come edificio
in affitto, ma sapeva tenere la cosa pulita e in ordine e in tutta
risposta, come se le leggesse di nuovo in testa, Veròna le
aveva
detto chiaramente che s enon un ambiente non la soddisfaceva neanche si
degnava di sedersi, quindi poteva sentirsi a posto.
"Dunque... raccontami come questa strega ha risolto i tuoi
problemi...mi piacciono di dettagli..." con un srisso marpione,
così sembrava alla donna
"Innanzitutto la ringrazio, Strega Veròna, per essere
apparsa quando..."
"Cerco di aiutare le eprsone che posso e meritano, oltre che chiamarmi
involontariamente. NOnostante la religione seguita da molti affermi il
contrario, le streghe in tale concezione esistono per aiutare e dare
modo di continuare il percorso per la felicità. ovviamente,
la
felicità come ogni singolo individuo la concepisce. E'
diversa
quanti sono i cuori di ogni persona, e come la bellezza è un
fattore personale, diverso, differente da altri che si possono
consdierare simili. Tu eri una persona normale che desiderava iniziare
una vita autonoma, e invece è finita in questo... Hai tenuto
un
bambino contro il parere di tutti, hai cercato di cavartela e
all'inizio pensavi riuscirci, ma hai perso il lavoro, ti sei sobbarcata
con i risparmi il tempo che potevi per trovare altro. Ma sei finita
male. Sei stata indirizzata dal noto Trumph per un aiuto, ma invece di
un sostegno sei finita nelle mani di uno strozzino e ora, appena ti sei
resa conto che dopo uno o due mesi non potevi ridargli tutti i soldi
più interessi, ti ha proposto il classico. Datti, ripagami e
sarai libera. Ma ormai saprai anche tu che non funziona
così,
una volta che inizi con il primo, non sarai libera, mai. Te ne rendi
conto, si... io sono intervenuta perchè so molte cose, e
cerco
di evitare che donne e ragazzine diventino definitivamente oggetti e
con un collare con targhetta, su cui cè scritto l'uomo a cui
ormai appartengono. Io mi sono occupata di quel soggetto, e ormai lo
sai, visto che le altre donne che lavoravano sullo stesso marciapiede
devobo avertelo detto, sebbene abbiano altri protettori, sono le prime
che sanno! Quelle donne posso aiutarle, il problema è che
non
vogliono. E io no nsono una di quelle che crede che fare di tutto,
anche contro la volontà dell'individuo stesso, pur di
pensare
alla mia bella coscienza che ho aiutato... interviene" scuotendo la
testa "Io aiuto chi desidera ciò e tiene nel cuore la
speranza o
un sogno che pensa sia irrealizzabile. Coloro che non vogliono essere
aiutati, non posso aiutarli perchè va contro il loro
pensiero e
desiderio. Funziona così, la mia magia potrebbe ancora
operare,
ma se i loro cuori non vogliono, posso provare quanto voglio....
Ovviamente, se ci osno in ballo droghe e alcool la cosa è
diversa, questi fattori modificano la volontà del soggetto.
le
tue speranze erano cadute giù, ma cèrano, vivevi
per
mantenere tuo figlio e mostrare alla tua famiglia, mezza bigotta, che
il fatto di aver fatto scelte e aver voluto vivere e sperimentare,
prima di fidanzamenti ufficiali e matrimonio, che non cèra
niente di sbagliato. Vivere e provare di essere vivi non è
una
colpa, sempre che non si usino contro altri per atti negativi. Compreso
questo, ora voglio sapere da te la tua intenzione! La mia magia
funziona solo per determinati fattori... te lo spiegai. COme l'Hoodoo!
La sua forza si basa sul crederci, come per le altre religioni e
sebbene io non segua questi filoni, agisco e utilizzo questa magia che
possiedo, per gli altri. Come dovrebbe essere. Il soggetto, e
così coloro che lavoravano per lui, che ha approfittato di
te
adesso è una dolce pecorella che è utile alla
società. Ma questa magia è potuta accadere
perchè
tu hai accettato il mio contratto. Adesso che io ho fatto il mio, mi
aspetto, e intendo proprio mi aspetto, che tu mantenga il tuo. Di
solito la prima parte ad agire per i termini del contratto dipende
dalla situazione, in questo caso anche tu hai fatto un briciolo di
prima parte. Informazioni e date e ho schioccato le dita..." facendolo
sul serio, facendola trasalire "... ma la parte principale del patto
che abbiamo stipulato viene adesso. E sei tu l'attrice principale. Se
io non riscontro i fattori che hai elencato, che avresti portato a
termine per te e tuo figlio, dopo che ho mantenuto la mia parte, sai
cosa accadrà..."
"E lo farò, promesso..." fece quella con foga
"E me lo auguro. Intendiamoci, non sono come coloro che ho cambiato con
la magia, e non ho intenzione di essere ritenuta malevola e negativa se
riscuoto il mio pagamento in caso di inadempiento. Ma là
dove
non vi sia stata guida di vita degna, intervengo io e agisco per il
bene delle persone, anche spronandole se necessario, anche urlando come
un demone se devo. E, altra cosa che devi imparare, è che
questo
mondo è spinto per la maggior parte da due fattori, forza e
amore. Ma non credere, non amore banale e pieno di interessi personali
dei genitori...quando un essere umano dà alla luce un
bambino,
gli danno una forma fisica o detta anche materiale, affinchè
l'anima abbia corpo. Il problema è che questa forma non
è
stata composta dalla consapevolezza che si tratta di un nuovo
individuo, punto. Diventa di proprietà e degli
adulti, che sono pronti a fare di tutto perchè sia come
vogliono
loro, e il loro ipotetico futuro anche se moriranno. Quali fardelli per
un inviduo che viene fatto nascere solo per egoismo.... Quando gli
danno un nome, lo riconoscono e questi per tutti sarà
secondo la
forma che gli adulti gli danno. Quando lo allevano perchè
sia
come la loro mini copia, modellano l'esistenza per come vogliono... e
questo è egoismo. Punto. Voglio lasciarti il beneficio del
dubbio e sperare che ti sei data per soldi per il suo bene, inteso ocme
bisogni primari e non perchè per te sarebbe l'unico motivo
di
esistere e i ltuo futuro... perchè come ti ho detto, si vive
per
se stessi in primis. Non ha senso lagnarsi pompandosi, come se avessero
fatto chissà che, affermando che si sono sacrificati e non
hanno
goduto di questo o quello solo perchè avevano i figli,
portando
questi a credere di essere colpevoli, perchè accade, delle
privazioni e del non aver vissuto degli adulti. Pochi lo pensano, ma
è un peso che non si può togliere. E l'idea
stessa di
pensare ai figli come bene primario, perchè qualcosa di se
stessi continui come sangue, e peggio, perchè siano mini
copie
dell'adulto, è riprovevole. Per questo non mi faccio
problemi a
prendere i bambini e istruirli perchè siano come devono
essere,
lontani da influenze che li portano a fare poi scelte negative per
tutti, pur di avere il minimo e..."
"Io ho fatto del mio meglio per mio figlio, ma giuro perchè
lo
amo e voglio che cresca forte e sano, senza... ma voi che mi avete
aiutata, voi che siete una Strega e pensavo non esistessero...e venisse
qui...e non le ho offerto neinte e..."
"In fondo, le streghe" di cosa sono fatte?" andandpo indietro col busto
sullo schienale del divano mettendosi comoda un pò di lato
"DA
quarantacinque percento di umanità, quarantacinque di magia,
cinque di zucchero e cinque di paprika" con un sorriso giocoso "Se
così non fosse non potremmo comprendere l'animo umano e non
sapremmo cosa fare per aiutarlo... e la mia percentuale di
umanità mi impone di cibarmi e bere, ma resto pur sempre
dell'altra percentuale e quel potere va usato per il bene. Ma come ti
dissi le altre volte, non accetto mai qualcosa dai miei ospiti per il
tempo, stretto, e dovrò pur aiutare tutti e non sono una
divinità, in tutti i posti e con tutti allo stesso momento.
Ma
mi nutro e bevo quando sono in pausa e in tranquillità.
Anzi,
spero che i miei doni speciali ti siano piaciuti..."
"Oh, si... era da tanto che non mangiavo cibo vero, invece di roba da
microonde da un dollaro. E non sapevo neanche come si chiamassero e non
ne avevo mai visto prima... quel cesto con quel biglietto è
stato un dono questa settimana, che mai speravo di ricevere. E mio
figlio ha sorriso e mangiato tutto! Grazie! Io..."
"E sai cosa diciamo noi streghe?" mettendosi avanti col busto,
sorridendo, con la pipa che sollevava fumo dolce
"Eh... si, me lo ricordo. Le streghe come Voi sono presenti, ci sono e
il vostro aiuto e azioni sono reali. SAnti, divinità sono
lenitivi, ma solo concetti di fede e aspettative che mai si
completeranno! La magia, quella che voi usate, è reale. E
cambia
e aiuta davvero le persone..."
"Molto bene...!" con tono gioioso e lento
"E mi avete spiegato cosa fare dopo il vostro aiuto e..."
"Hai bisogno di tre tipi di potere per controllare il mondo c he ti
circonda, ma anche la tua vita. Uno è l'influenza che riesci
a
possedere o creare perchè la forma che tu hai, intesa come
indivuo con sua personalità e capacità, sia vista
e
mantenuta, valorizzata e non dimenticata. Perchè poi si
finisce
come te. Un altro è la ricchezza Per molti significa denaro
a
profusione, io lo splitto in due parti, la ricchezza interiore e quella
monetaria, equilibrate e mai che una penda troppo rispetto all'altra.
Il terzo è la forza. Non puoi andare in nessun posto senza
la
forza interiore e quella di migliroarsi e andare avanti a testa alta,
non importa cosa accade. E questo è solo il sunto, ma per
farti
capire che se non ti dai una svegliata, tornerai o dalla tua famiglia o
ricadrai in mano a qualcuno. Una persona diceva che questo mondo
è composto da tanti pezzi, ma due in particolare abbondano.
Amore e pazzia. Cè sempre molto di uno o dell'altro, il
problema
è che tipo di amore e pazzia si tratta. perchè
rispetto
ai buonisti, esistono vari tipi e forme di amore e altrettanti di
pazzia. E in base a quali, accadono cose neutre, positive, negative.
Vedi di comprendere bene che forme ci sono in te di questi due elementi
e degli altri, bilanciali e agisci. E non dimetnicare di vivere anche
per te stessa, vivere davvero e non perdere tutto solo per l'idea
dell'eredità di sangue. Solo queli che ragionano
così
rovinano il mondo... adesso, se permetti, ho altre persone da
incontrare" alzandosi, seguita dall'abito per le parti lunghe
"Mi permetta però... di ringraziarla, veramente..."
avvicinandosi e pre ndendole una mano, sorprendendo Kianta che
impersonava Veròna "davvero, farò ciò
che devo
trovando vie pulite e sicure, per mio figlio, perchè si
determini come deve... come avete detto!" guardondola con riconoscenza
e reale gratitudine e per un attimo Gask, che era rimasto in disparte
la vide visibilmente stupita e senza parole, ma non fu solo quello.
Quella scena sembrava uguale a qualcosa che aveva già visto.
E
il viso di Kianta vi faceva parte, ma non ricordava bene
perchè.
"Tu... tu fai in modo di mantenere le parti del contratto che ti
spettano. Per il resto io continuerò a fare il mio
controllandoti e aiutando, qualora dovessero esserci problemi che tu
non puoi realmente gestire. E parlo di cosa hai fatto finora per
ripagare quella gente. Ciò che hai fatto per contrastare il
bigottismo e stupidità sociale, anche nella tua famiglia,
non
deve cadere come frutto marcio a terra. Se quel frutto che hai lavorato
così duramente coltivandolo e portandolo a maturazione,
venisse
staccato prima di te e per rovinarti? Ti pentirai di non aver scelto di
fare la cosa giusta, portandoti a lamentarti e basta, facendoti
prendere dal senso sopravvivenza che ti ha portata da quella gente.
Quel rimpianto fa davvero male, ma ancora di più non aver
dato
se stessi in ogni modo possibile per starsene alla larga. Molte volte
non cè altra spiaggia, ma non significa che vi sia comunque
un
sentierino nascosto da cui fuggire. Non farlo i farà
strisciare
attraverso l'inferno. E non ci sono sempre Streghe pronte a proporre
contratti o a lusingare zuccheratamente il modo di uscire per
aiutare... ricordalo. Anche perchè quel cosetto che hai
partorito è e resterà sempre quello che si
ocnsidera di
sangue. Quindi anche quei falliti dei tuoi genitori e parenti
dovrebbero usare la testa per le assurdità che pensano,
senza
poi applicarle. Almeno per lui, dovrebbero aiutarti così da
essere coerenti con le cavolate che pensano sul vivere sulle spalle dei
disdcendenti perchè hanno il sangue... che gentaglia! E
magari
un giorno da vecchi pretenderanno proprio al cosetto di fare qualcosa
perchè sono nonni e zii e simili. Svegliati, tu puoi aver
fatto
una scelta scontrandoti con l'ottusità sociale, ma
è
anche vero che puoi farlo per te in primis. Come hai visto, se tu cadi,
cade anche lui. E' per questo che il mondo cade a sua volta...
comunque, provvedi a mantenere la parola e la vita ti
sorriderà... e poi" qualcosa baluginò intorno
finchè non si mostrò essere una grossa libellula
che
mandava con le ali bagliori argentati, di azzurro e blu di varie
sfumature come se scintillasse di luce propria, guardata con occhi
sorpresi dalla donna.
Gask sapeva che con il visualizzatore ai suoi piedi era facile creare
l'illusione che sembrava reale e poi, con un gesto imparato dagli
illusionisti, far apparire qualcosa nella mano facendovi posare proprio
l'essere irreale. Infatti Kianta alzò lo sguardo sulla finta
libellula imitata dalla donna e con un oggetto preparato prima tenuto
in mano, aveva finto che l'esserino vi si posasse, sul palmo
scomparendo e lasciando l'oggetto vero e proprio. Gioco di illusionismo
normale ma che a volte, con la gente semplice e troppo presa da mille
pensieri... semplicemente faceva i lsuo effetto e creav a maggior
legame con la Strega.
"Questo è un dono perpetuo per te, perchè ti
resti vicino
e ti aiuti al bisogno. E' composto da più parti, ma non
dovrai
mai toccare quelle parti o spostarle se non necessità reale.
La
magia che vi è dentro si attiva in un solo modo, devi
portare le
ali tirate indietro con forza sovrapponendosi fra solo
finchè
non sono parallele al corpo... in quel modo chiedendo il mio aiuto, io
o chi per me se sono occupata con altro contraente,
verrà...."
mostrandole sul palmo della mano un portachiavi con una libellula, che
sia comprese ali che la coda era quanto preciso il suo palmo, senza
uscirne di un millimetro. In realtà Gask aveva scoperto che
era
un caso che fosse così, infatti quando furono commissionati
ai
laboratori delle botteghe, si era precisato che non arrivassero a otto
in larghezza delle ali e nove da gancino poi da appendere all'anello
per chiavi alla coda. E poi prendendolo in mano era risultato circa
quanto preciso il palmo di Kianta.
Era una riproduzione più precisa possibile, il che
significava
che sebbene in materiali basici come legno, ottone o acciaio, in base
al momento si sceglier quale tipo, cèra del lavoro dietro
per
ogni oggetto. NOn importava se vi era un prototipo base per copiare la
dimensioni e le forme e poi solo rifinire, il valore di un oggetto per
loro era il tempo impiegato e quindi valutare il suo costo. Sebbene
materiali riciclati da cartucce danneggiate, oggetti di acciaio o
ottone o legno, alla fine l'oggetto finale aveva un costo particolare e
loro li regalavano! Tuttavia aveva risposto Milan a quel dubbio, avendo
Gask alle spalle l'esperienza dal Capo, quegli oggetti non perdevano
mai il valore neppure se donati. Se nessuno li manometteva rimaneva il
chip sia gps che di segnalazione, che avevano comprato a niente dalla
cina e controllati per verificare che funzionassero anche in
determinate situazioni. Superati i test, erano stati inseriti in
piccoli oggetti da dare alle persone che avevano salvato, se con
Veròna come portachiavi di libellula, così che
azionando
le ali di proposito e portandole in un certo modo, quindi un'operazione
fatta di proposito e ben precisa, non per errore o colpi casuali, si
attivava un avviso che sfruttava le linee telefoniche degli smartphone
perchè le Torri vicine, ma anche lo Chateau ricevessero
l'avviso
e si attivassero.ma non solo in quel modo, i segnali erano diversi,
anche via satellite, ma dipendevano dalla persona L'accordo era che
tenevano per sempre quell'oggetto, non importava se non avesser
più bisogno della strega, perchè nel caso sarebbe
riapparsa. Ma non era solo per chiamarla, ma anche controllare
agevolmente i soggetti e nel caso, appunto ripagando il valore
dell'oggetto, chiedendo loro non importava dopo quanto, qualche favore
o informazione o altro, che ripagasse ciò che avevano
ottenuto,
anche se dopo avevano fatto maturare loro aiuto e frutti dell'impegno.
Era un dare ma anche un ricevere senza scadenza di tempo e Kianta
stizzita, diceva sempre sulla questione che era il matrimonio.-un
dare reciproco reso valido un contratto vincolante cosparso compromessi
oltre in cui usare facce funzioni fuori finga di stretto nella realt
sono parole al vento perch poi perdono vengono rotte ma l'apparenza fa
parte del gioco soleva dire ci sposa restare soli e avere qualcuno
torchiare per cosa serviva il matrimonio non questo...chiss come mai
quandi si è fidanzati o convinventi va pi bene che da
sposati chiss=""-
La donna fissò l'oggetto. La testolina, il corpo, le quattro
ali. Era parecchio realistico e ben fatto, comprese le nervature delle
ali e i colori erano un barbagliare di color perla, azzurri e blu e
argento sulle ali, mentre la testa, il corpo e la coda fatta a sezoni
bombate erano colore naturale. La prese e la guardò per bene.
"Voglio che tu lo tenga per sempre, e per sempre intendo
così.
E' un simbolo palpabile del contratto e se lo dovessi perdere, io te ne
porterò un altro, non importa dove sarai. Con questo oggetto
siamo in qualche modo legati e s ehai bisogno devi pregare il mio
ritorno usando questa libellula. Basta che lo attivi come ti ho
spiegato e la connessione con me mi apaprirà nella mente e
giungerò, in qualunque modo. Ma ricordati, se le cose
andranno
come stiputato, non ne avrai bisogno, altrimetni ripeterai tutto e
sarà come scivolare giù nell'inferno... e se hai
notizie
di chi sappiamo, che sia collegato o meno, chiamai con questo. Io
manterrò la promessa di vegliare e tornare, in caso di
bisogno
per te e i tuoi discendenti. ma dovrai tenerlo sempre con te. Giura
sull'anello che indosso e mantiene le promesse. Sai quali sono le
conseguenze e non importa cosa pensi di fare per fermarmi o
scomparire..."
"Tu sei una strega e puoi tutto. Lo so. ma mi è bastato cosa
hai
fatto, anche se in un contratto, per fidarmi e accettare..."
"Bene..:" con un'alzata arrogante del mento verso l'alto e un sorriso
di trionfo "Che tu e il tuo sangue, che merita, possiate avere una vita
degna e con poche sofferenze. Come ti spiegai la prima volta, problemi
e qualche dolore fortificano l'animo, ma entro una certa soglia. Io ho
alleviato da tua preghiera quella troppo penosa, ma provvedi a fare il
resto..." mentre quella faceva su e giù con la testa, nel
suo
completo da ufficio che aveva tornato ad indossare come augurio per
rifarcela." Per ottenere ciò che si vuole, dovreste fare dei
sacrifici, diventare il più bramosi, il più avidi
possibile…!! La dea della fortuna arride agli avidi ma
ciò finisce per far del male agli altri. E ciò
non
è bene. Ci vuole equilibrio. In questo mondo, non ci sono
altri che
il nostro dio interiore o sogno o ambizione, e le porte che conducono a
scorciatoie facili non esistono senza danneggiare altri. Non devono
esistere, non lasceremo che esistano. È pestare coi piedi
per lo
stesso sogno, senza che questi lo vogliano, tutti gli altri. Ci sono
persone che per seguire il proprio di sogno accettano le conseguenze
dell'intromissione di un altro sogno. Se per loro va bene non danneggia
il senso della moralità che si ha dentro. I mezzi a volte
non
sono meritevoli di essere usati, anche per il fine, se portano a
pestare le persone. Tu sei stata pestata, un sogno o desiderio non deve
esser mai così grande, sopratutot se prevede soldi, potere,
ambizione negativa, da considerare gli altri formiche da schiacciare o
si pensa che in natura, i deboli sono giustamnete lasciati indietro.
Chi la pensa così ha sputato nell'occhio dell'evoluzione
umana e
l'idea stessa dell'umanità. L'umanità
è tale
perchè in determinate cose si allontana dalle leggi .
Come il lasciare indietro infanti, deboli, soggetti che necessitano
aiuto e protezione. Così facendo non saremmo altro che
Bestie,
nanhce i normali animali che seguono le leggi naturali. Voglio che ti
sia chiaro, non solo per la te ma anche che lo insegni a tuo figlio, o
altri se ne avrai, e insegnerai anche il rispetto per le donne, tutte,
a meno che no siano stronze da danneggiare qualcuno. In quel caso
chiudo un occhio..." sventolando la mano aperta come a scacciare
qualcosa "ma devi dare tutta te stessa perchè per lui o i
bambini con cui avrai a che fare, ogni persona è tale, non
esiste differenza o stranezza da meritare il male. E le donne, tutte
non sono sacchi di carne del piacere. Sono stata chiara o devo tornare
per una visita, non di piacere, perchè lo comprenda?"
"No...no, chiara..."
"la fiducia è molto importante. Non solo per il contratto,
visto
che un atto vincolante. Lavorare basandosi sulla fiducia ha i suoi pro
e contro. E io odio chi rimangia la parola... Ci vuole duro lavoro per
costruire la fiducia, ma solo un istante per perderla. Non
c'è
investimento meno redditizio, eppure perchè l'umano
è
tale, la fiducia deve valere e si deve lavorare perchè
continui
ad esistere, mai dimenticarlo.. E, un'ultima cosa! Tutte le persone
sono destinate a morire alla fine, questo è vero. Significa
però che le loro vite sono senza significato? Certo che no,
nessuna vita è insignificante, non importa dove nasca o se
abbia
sogni o meno grandi come piace alla gente. Ciò che significa
la
vita di una persona, ciò che vale, ciò che
è… queste sono cose che una persona decide da
sé e
le mantiene fino alla fine… Non importa quale tipo di
destino
sia forzato su di loro, quale lavoro faccia, dove nasca come fascia o
altro. Tutti sono preziosi per la società e come vita. Non
accettarlo equivale a morire. Creati il tuo mondo… per te
stessa…e tuo figlio!..."
Detto questo, senza attendere risposta si avviò alla porta,
mentre Gask la apriva dopo aver rimesso nella borsa tipo palestra,
l'apparecchio e Kovacs in quella suia stile medico di pelle, tutto il
resto. La fissò mentre lo superava, con quel vestito
così
strano per una mattina normale in città e in quei quartieri,
e
una macchina antica fuori, ma moderna e green sotto. E la giornata di
Veròna non era finita.
Gask la accompagnò alla macchina, i suoi ruoli,
perchè lo
odiava, erano starle alle calcagna, portare nel caso le apparecchiature
e la sua scorta di c ose da mangiare. Dovevano andare nel borsone, poi
però lei vedendolo uscire tutto, si schifò e si
agitò al suo solito, in preda all'ansia del cibo che potesse
aver preso germi e simili, e si diede della stupida da sola per non
aver controllato dove li mettesse.
"Abbi pazienza, è una cosa che si porta da sempre"
risponedvano
Milan e Jd sorridendo alle sue sfuriate di raccapriccio, se notava
qualcosa che non andava. Se mettevano una posata senza i guanti e lei
poi doveva toccarle, le cose senza vassoio, piattino o ciotola ma
poggiate sulla tovaglia. Una volta per l'incazzatura, vedendo un
addetto alla tavola senza guanti aver poggiato il pane integrale
così, sulla tovaglia normale della tavola e non su
tovagliolo o
cestino, gli tirò tutto ciò che aveva trovato. E
si
trovavano in una delle Torri, altrimenti tra altri avrebbe cercato di
contenersi mostrando irritazione, incacapcità di star ferma
e
muovere Veròna, come quasi masticare e muovere la mandibola
chiaramente senza però aver toccato cibo. Se faceva
così
tutti sapevano che qualcosa la infastidiva. Peggio per il cibo. Si
lavava le mani mille molte, usava alcool novanta gradi come fossero
salviette detergenti e odiava che le posate che usava fossero messe
sulla nuda tovaglia della tavola, così pane o altro cibo.
Aveva
il fastidio di avere sporcizia degli altri addosso, e a sentire Jd, che
quando gli chiedeva spiegazioni delle cose che faceva si esasperava e
pareva che stesse succhiando un limone. Era un fattore profondo del
tenersi lontana agli altri. Gli altri sono sporchi, chissà
dove
si sono buttati o poggiati, ovunque ci sono germi, la sporcizia della
gente su di me, no! Eppure come anche la sbeffeggiava Alaric, non
pareva normalmente che avesse quelle manie. Si pretendeva pulizia e le
mani sempre lavate, ma cavalcava, controllava di persona ogni angolo e
sezione perchè tutto fosse apposto e prendeva a ceffoni
sulla
schiena chiunque, non importava che altezza o larghezza avessero
rispetto a lei che pareva un topo in mezzo ai gatti. Lei usciva fuori
dai gangheri se ogni giorno non si puliva e si sistemavano le cose. E
aveva picchiato vari uomini di mano sua o con oggetti quando vedeva da
telecamere o di sua presenza uomini che non avevano un briciolo di
igiene, peggio esempio se camminavano in pigiama senza vestaglia o
altro di notte. Se in bagno non si alzavano le gambe dei pantaloni
quando e toccavano terra con la parte interna, urlava che si portavano
dietro la sporcizia fin nel letto e peggio di sopra. Se facevano casini
in bagno lasciando la roba dove non doveva andare. Se nelel botteghe
cèrano animali infestanti che correvano, ragnicon ragnatele
troppo grandi. I ragni potevano starci, erano utili come i gechi e
camaleonti contro insetti molesti e potevano gironzolare,
così
come i varani o draghi di comodo che cacciavano gl iscarafaggi. Vestiva
con abiti che dovevano essere lavati e puliti ogni giorno, le lenzuola
tranne primavera, estate e primo aututnno, ogni settimana, altrimenti
ogni giorno, così come pigiami e cosa indossava. Per
l'intimo
solo sapone tutto vegetale e senza cose strane perchè
diceva,
era scappato a Jd, che mettendosi gli slip comunque portavsa roba
proprio là. Usava tovagliette diverse per cose diverse, come
mani, viso e busto un tipo di tovalgia. Un'altra per i lavaggi intimi,
e una terza per gambe e piedi, perchè tutto ciò
che stava
in queste parti on doveva avvicinarsi alle zone intimie, quindi
divideva tutto. Per stare fuori indossava tipi di vestiti e intimo di
un tipo, per la sua stazna un altro, così come le scarpe
diverse
per cosa doveva fare. Se cucinava da sè, cosa scoperta da
Jd,
seppur raramente, per ogni pentola o tipo di piatto usava una forchetta
o coltello per cucinare e altri per mangiare, piatti su cui aveva
lavorato le materie prime da sole o insieme, era diverso da quello su
cui poggiava la pietanza finita. Per non parlare degli addestramenti ed
esercizi, nei rari casi in cui lo faceva tra gli altri, aveva i suoi
tappettini personali e gli avversari se a piedi nudi, dovevano
sciacquarsi prima i piedi e le mani, n el caso le braccia, davanti a
lei. Ogni cosa era studiata per non farla a pelle nuda su cose per lei
sporche, sebbene Alaric continuava a dire fossero attacchi a casaccio,
perchè tante volte l'aveva vista fare cose senza accorgersi
di
sporcarsi o fare storie. E altre cose che la facevano sembrare una
malata di pulito, ma non era questo, diceva Jd.
"Kovacs per favore, ricordami bene perchè mi appresto a
usare
Veròna anche in questi casi. Veròna dal mio punto
di
vista dovrebbe agire per stanare la gentaglia, non fare la filosofa con
la gente... speravo che questo personaggio venisse mosso alla fine
daltri... odio la gente quando mi ringrazia senza conoscermi...
borbottà l'ultima frase tra i denti non per Kovacs ma per se
stessa"
"Vuole la parte lunga o corta?"
La Pierce Arrow Model B iniziò il percorso per inserirsi nel
traffico per il prossimo contraente e Kianta chiuse gli occhi e si
portò la mano alla tempia sospirando, facendo alzare il
petto.
Alla guida davanti vi erano Zidgi e Django, dietro lei al centro del
sedile, stretta tra Kovacs e Gask. All'inizio lei aveva fatto storie
per l'ultimo membro del gruppo al suo fianco, ma Jd e Milan l'avevano
persuasa che fosse un'ottima spalla e portavalore. Sebbene lei avesse
sogghignato alla cosa, del fatto che diventava il portavalore, ossia
custode gli oggetti più preziosi, abbassando il suo grado a
semplice lacchè, insegnandogli qualcosa sulle posizioni e
facendolo stare da solo in un angolo. Detestava chi la toccasse, acnhe
condividendo il posto in auto, ma quello era lo spazio e sebbene lui
mostrasse contrizione al suo incarico, stava zitto.
COn quei tre era abituata da considerarli parte di lei, adnavano
d'accordo, si rispettavano e per ogni cosa sapeva che non doveva
voltarsi per sapere che fossero dietro. Gask aveva sentito Jd, una
delle solite volte che parlava senza accorgersene, dire che sebbene
avesse problemi di identificazioni dell'IO e del Sè, e non
si
sentisse al suo centro da loro, non aveva bisogno di voltarsi indietro
per sapere se qualcuno la seguiva. E lei diceva -non
certo per stima considerazione affetto o altro quello sicuro=""-Una
sorta di rammarica consapevolezza per essere elemento di studio per i
test e sostituta di Milan per mandare avanti la baracca. Con schiaffi
sul coppino e scherzi educativi metteva i paletti su tutto, disse con
un sorriso Jd, ma l'unica cosa che sapeva era che loro non l'avrebbero
lasciata troppi passi dietro, sia per paura di cosa potesse combinare,
che per la risorsa che era. L'identificazione dell'IO andò a
quel paese, continuò prima di capire cosa stesse dicendo
metnre
fumava, quando si rese conto che più per lei, per la persona
in
sè, aveva una identità e posizione per quello che
poteva
dare come pedina. A Kianta non piaceva la situazione di stallo in cui
si trovava. Non riusciva a capire se fosse in un luogo per lei, oppure
no. Se l'identità che aveva era se stessa per davvero, o
dettata
dl modo in cui la vedevano e trattavano gli altri.
Alaric diceva solo che era casinista e o di buon umore o pessimo,
comuqnue era un tornado imprenscindibile, una piaga biblica, una
disgrazia in vesti di femmina minuta che valeva per dieci suocere, e o
la controlli o accadrà tutto ciò che le passa per
la
testa. Jd aveva però affermato che l'idea di Alaric di
definirla
così non indicava una persona immatura e pazza, sebbene
l'altro
avesse da dissentire, semplicemente un tipo di personalità
alquanto... spumeggiante. Si, disse. -consideriamo
questo termine per ora spiegare cosa davvero è difficile
perch devi impararlo osservandola=""-,
si sentì dire Gask. E ancora l'amico disse, -se
stessa valgono apparenze perch molte creano una corazza atteggiamenti
diversi dalla realt come rifugge gli vale e si deve considerare anzi
continu lei è cos distaccata dagli altri sia non capire il s
in questo gruppo sociale ma anche per un altro motivo le cose che ha
scoperto dell'essere umano stando con noi mh=""-, fece come se volesse dire
altro ma stesse elaborando bene la cosa...-diciamo
stata colpita cos tanto
realt umana nella sua
forma pi cruda accettare
molte cose ovviamente non
problemi a trattare con
persone farsi amici ma
è la s ela
tocchi sbaglio le sale
ci ha visto per
nostro lavoro anche avrei
preferito no da provare
terrore di quella fine
bambini orfani o abbandonati
in strutture famiglie che
avevano subito l'inimmaginabile
schifo tutto il della
societ sotto i suoi
occhi e peggio se una
persona era donna=""-
"E' assurdo come tutti si reputino brave persone ed umani, e poi
voltano la testa se altri hanno biosgno o solo un piccolo aiuto, e per
riacchiappare quelli finiti come pescioliuni in una trappola, dobbiamo
intervenire noi in vesti di streghe... di questo passo Milan, il
cambiemnto non lo farà mai e quella gente pur di non
ammettere
di non essere forte e non mantenere la propria parte del contratto,
torneranno da quella fogna. Lo so. Quasi nove miliardi di persone,
nove, troppi per questo pianeta da aver creato il mercato dei nuovi
schiavi da altri paesi, affossando tutti , creando altri nuovi schiavi
e perduti considerati fuori dalla società... che schifo..."
girando la testa a destra e sinistra con senso di schifo sul volto "La
Romania in primis dopo gli anni ottanta e novanta doveva risollevarsi,
invece per la cattiva condotta di quelli che pensano di avere in mano
il paese, tutti sono al di sotto del livello medio degli altri e
considerano ancora adesso fuori, il paradiso da cercare. Lo spostamento
di persone in massa mese dopo mese, anno dopo anno, produce uno
slittamento dell'occupazione nazionale, creando nuovi rifiuti della
società non per scelta o droga, mentre i nuovi arrivati in
regola o meno, sono schiavi come in Cina o paesi del sud, Albania,
Africa e altri. E la lista di non conteggiati è lunga e
vivono
tutti ammassati in miliardi nelle città maggiori, sperando
una
svolta che per molti, se non certa gente che cacciamo, non
avverrà mai. E Veròna sebbene faccia del bene,
è
come con i pulcini sui nidi. Se uno dei genitori muore, uno solo non
può riuscire a sfamarli tutti fino ad essere adulti per
bene,
facendo venire adulti in forze con altri deboli o già morti.
E'
come una scremazione, e la cosa penosa è che nonostante
dicano
di avere più forza e speranza per lottare di nuovo, non
è
proprio così. Vanno a rilento, alla deriva, trainati solo
dall'inerzia perchè non possono diventare ricchi,
famosi,qualcuno o raggiungere il grande sogno chiaamto americano,
australiano, e via dicendo. Non appena riescono ad avere una base
decente su cui lavorare risalendo, ecco che si lagnano
perchè
vogliono più soldi, più questo... ricadendo in
giù. E' una storia senza fine e Milan e quella persona sono
solo
idealisti. E gli idealisti a quella maniera pensando che in poco tempo
possano..."
"Non è un pò dura, Capo?" domandò
contrito Kovacs
"No, affatto. Sei dietro a lei e me da tempo e dovresti aver visto pure
più di quanto io so... e ancora mi dici così.
Tutti
tranquilli mentre guardano fuori... sembriamo alieni in mezzo alle
scimmie. Quanta disparità di livello, solo impersnando una
strega che aiuta gli altri e schiaccia sotto il calcagno come la
Madonna le serpi... Perchè lei ha accettato di creare la
strega,
se è possibile seguire uno sparuto numero e nemmeno quanti
volevano..."
"La Strega, Capo, sa bene che è nata per due motivi.
Immettere
nel sistema sociale un soggetto fuori dalla normalità,
perchè agisca come pezzo del gioco non previsto da tutti.
Anche
se ora sono in tanti che sanno di una strega che agisce, con la
visualizzazione, le illusioni e prestig... prestigio.... no... insomma
ha capito, l'organizzazione mette un avversario che la gente non sa
come prevedere, contraccare, contrastare. Per tutti ci sono di norma
membri della polizia, sezioni speciali, che hanno comunque delle leggi
al di sopra che li limitano e modi di lavorare standard. Ma noi non le
abbiamo e Veròna ancora di più. Sfruttiamo
satelliti,
risorse tenologiche nostre e acquistate perchè non siano in
giro, il personale delle Torri e ogni mezzo possibile per dare l'idea
di un qualcuno sfuggevole e non prevedibile. Abbiamo informatori e
soggetti che non hanno accettato la Mano per vari motivi, che
però sono stati disposti a lavorare per noi dietro compenso,
purchè mettessero quei soldi per un pò di aiuto
per la
loro salute, senza droghe e simili. Veròna è
ciò
che è non ipotizzabile, supponibile, possibile,
immaginabile,
intuibile, presumibile, presagibile, e tutti gli ibile che ho sentito
dal Leader, da quando ha deciso che dovesse esistere, perchè
ispirato dalle azioni di quella persona... Ricorda la prima volta che
lo fece o non lo sa?"
Kianta sapeva bene o male di quella volta, la prima, in cui Lia si
mosse sui campi da gioco, come li chiamava, ossia missioni e incarichi.
Milan voleva mettere alla prova la tecnologia con la sua
visualizzazione e così accompagnata dai veterani,
visitò
uno dei luoghi di smistamento. Così li chiamavano, le
sezioni in
cemento decadente dove stipavano tutti i bambini, donne, anziani,
uomini non in salute che usavano come schiavi per cosa gli serviva.
Anche organi. E detto così non era così
spiegabile come
vederlo di persona. QUando Lia, dopo che la situazione fu sicura e
controllata dalle squadre in campo, mise piede oltre la pesante porta
in ferro arrugginita e messa male, ma che quelle persone denutrite,
sporche e sofferenti non potevano abbattere neanche tutti insieme, vide
la parte reale e non raccontata, a video, delle cose. E vide miseria e
disperazione, terrore e rassegnazione, all'inizio. E poi il gruppetto
di tre che li teneva d'occhio e li spostava, ormai legati. Kianta fece
un passo ma Jd si mise di mezzo, dicendole di non andare oltre
perchè molte cose che avevano già visto loro,
erano come
pugni nello stomaco. Ma lei gli strinse con tutta la sua forza il
polso, e strinse, guardandolo negli occhi sfidandolo, dicendogli
chiaramente se la fermasse pure, se poteva, ma lei doveva sapere. Non
cè di peggio dell'ignoranza, disse, e per capire doveva
vedere e
accettare. Jd sembrava tentennare ma alla fine si fece da parte. E Lei
avanzò. Osservò. Constatò. E Alal fine
puntò gli occhi apertissimi e con aria cupa verso quei tizi.
L'aria era già satura di pesantezza, cattivi odori,
palpabile
angoscia e dolore. Poi, quando si mise davanti a loro, divenne pesante
e soffocante. Sucessivamente, la seconda volta in un campo di gioco,
lei aveva preteso che la porta venisse chiusa con lei, gli arrestati e
le vittime. NOn seppe mai cosa accadde dopo, ma Jd non
scordò
mai le urla e i colpi alla porta, i rumori pesanti e come uscirono
strisciando quei tizi, se potevano, quando riaprirono. Parti di carne
in terra, sangue, ferite, Lia di spalle in mezzo alle donne come a
cerchio intorno a lei, e la sensazione che stesse pulendosi la bocca,
il puzzo di ferro misto a odori corporei e aria viziata. Jd
trovò uno dei suoi che tentava di togleirsi di dosso uno di
quelli con mezza faccia, completamente senza carne, un altro senza
parti di orecchie e naso, altri su altre zone, paura e urla isteriche.
Ma quella prima volta, per Jd, era sicuramente quella che aveva
ispirato MIlan per Veròna, la Strega del Gioco e delle
Possibilità. Quella volta Lei era vicino a quei tre, muta,
che
dava un senso di pesantezza solo a guardarla. Quando uno dei tre fu
sprezzante, lei gli diede un calcio su un lato del mento
così
forte da farlo cappottare di lato, nonostante fosse più
grosso e
pesante di lei e poi sbattendolo a terra, gli si mise cavalcioni sulla
schiena e gl igirò il collo. Per abitudine sia Jd che tutti
gli
altri pensarono a una regolazione di conti. No, lei non aveva rotto il
collo, gli aveva solo spostato i muscoli, come una torsione non letale,
facendolo però sbraitare dal dolore. E fu allora che vide
uscir
fuori da lei quello che lo spaventava, quando lei faceva uscire
ciò che Milan le diceva sempre, di dar corpo ai suoi incubi.
E
che portarono quel lato di Lia e la sua sfrontatezza, l'arroganza,
giocosità falsamente immatura... tutte facce del tutto
sfaccettato di Lia che servivano per un personaggio fittizio che
camminava nel mondo reale.
"Dimmi,
DImmi che ti ascolto. Come ci
si sente ad essere un niente in mano di qualcuno con più
potere?
QUalche millimetro, un singolo movimento di pochi millimetri e tu sei
finito. Puoi andare a picchiare i demoni, per quanto mi riguarda, se
non ti faranno loro il culo. Conosco persone che bazzicano su queste
cose, magari posso offrite te queste merde in mano loro, per i loro
riti strani... ma ho di meglio. Ora sono io che Gioco. Ma con Voi. Vi
darò il modo di fuggire, salvarvi il culo e non è
retorica, di... riavere la libertà. Perchè vi
toglierò tutto, perchè non sono la giustizia
comune,
nè polizia, io posso avere anche la vostra pelle malata
strappata alla cinese, per farmici cosa voglio, come quella schifosa
tedesca nazi famosa per queste cose o quell'assassino e creatore di
oggetti in pelle. Li conosci? Io si, perchè ho voluto
conoscere
l'oscurità umana. E so che tu sei sporco, ma oscuro..?? Lo
scopriamo insieme?"
Gli
parlava vicino all'orecchio, ma
con tono molto alto, dandogli fastidio, schiacciato da lei con le
ginocchia uno a terra e uno al centro della schiena, con la testa
vicina a quella dell'uomo, a terras dalle sue mani ancora nel gesto di
rompergli il collo. E sorrideva. Uno sguardo malvagio, cattivo,
luccicante negli occhi come creatura ferina e malefica. E jd
capì che stava facendo fuorisciure tutto ciò che
covava
per la gente negativa, cattiva, malvagia che aveva conosciuto, che
l'aveva rotta e gettata nella melma, e per molti altri.
"Sai...
io non sono nessuno. Io sono
una morta che cammina. Io sono il fantasma che ha potere dall'odio e
rancore, che prende forza e potenza dai snetimenti profondi e nascosti
ma pronti a uscir fuori come lava dal cuore, per farvi ricadere tutto
di sopra. E come tale ho deciso di giocare con voi. Vi siete divertiti,
ho sentito, a giocare come vi piaceva con donne di qualsiasi
età, bambini e ragazzi, anche anziani... modi malati,
viscidi,
schifosi... ma è facile così! Il mio modo di
giocare
è così diverso che in confronto inferno e
purgatorio di
Hyeronimus Bosh sono paradisi tranquilli e divertenti.
Perchè
lui rifletteva cosa cèra nella sua società nei
suoi
quadri, cosa vedeva e cosa richiamava con i peccati e le punizioni. Ma
non è niente, neanche dei Delitti e delle Pene. Ma
cè di
più... io voglio rednere qualcosa di non umano, definirlo,
mostrarlo come umano. Si definisce personificazione, attributi umani
dati a qualcosa di non umano. E voglio rendere umane tutte le cose che
non vi hanno raggiunto... e sai cosa? Puoi odiarmi, guardami e
ricordami se puoi, ma io sono ciò che tutti voi feccia umana
avete creato e vi rimando con gli interessi... ma su un mio campo da
gioco, con mie regole e tutto. Come avete fatto su altri...Ti
prenderò e ne farò un farò un
fantoccio senza
personificazione ne definizione, verserò su di tè
come
olio bollente tutto ciò che non solo tu, ma anche tutti
quanti
con te e sopra di te, avete fatto negli anni. Ti romperò e
ti
ricomporrò. Ti farò a brandelli e poi ti
curerò
cambiando posto come se spostassi un segnalino di tiro. Ti
entrerò nella testa, nel cuore, nei polmoni, fegato e ogni
parte
distinta di te. Ti porterò alla dannazione e disperazione
che
non hai conosciuto, e ricontinuerò in modo diverso,
così
che tu non ti possa assuefare, finchè non mi maledirai prima
di
romperti, e allora io riderò. Si, riderò,
così..."
alzando la testa e ridendo con tutta se stessa. NOn era sguaiata, non
era orribile da sentire, era cristallina con una vena di cattiveria e
una sfumatura di superbia, tornado ocn la testa vicina all'uomo "E lo
farò ogni volta che perderai al mio gioco e subirai il
dolore
del mondo intero. Ma non morirari, nessuno morirà senza il
mio
permesso, perchè qualora accadesse, lo sarà anche
per me
e allora la tua rabbia, odio, maledizione sporcheranno la tua anima.
COme è dannata già la mia e continuerò
anche
dall'aldilà e ciò non avrà mai fine,
perchè
ora che sono un pò libera dal gioco della famiglia e
società, io vomiterò tutto ciò che ho
tenuto su di
me... e non hai idea cosa ho trattenuto per anni! Ma Prima, il nostro
Gioco! Ora su, alzati" tirandolo per i capelli perchè si
rialzasse "Sollevati e preparati, perchè giocherai con me,
farò sistemare il nostro campo da gioco, sceglieremo le
pedine e
saranno le tue risposte, le tue decisioni, tutto ciò che
cercherai di mettere in campo contro di me epr vincere... se vincerai,
sarai libero. Andrai via da quella porta sulle tue gambe, nessuno ti
seguirà o altro, e il Gioco ripartirà con questi
altri
due. Ho tutto il tempo del mondo, questa gente non ha un posto dove
andare o qualcosa da fare, quindi assisteranno alla vostra sconfitta o
perdita. Urlerete il mio nome, che sia per maledirlo o deridermi, va
bene! Ho visto così tanti video e bodycam da sapere che
giochi
giocate, ma ne ho anche io di divertenti. Se avete dei santi, Dei,
qualsiasi essere a cui vi rivolgete e in cui credete, imploratelo,
perchè io sono un'entità indefinibile,
inqualificabile,
che cammina sul bordo dei piani pronta a ghermirvi o farvi miei servi.
Io sono al di sopra di leggi e regole comuni. Io sono la vostra
dichiarazione futura di vita, morte, continuazione e come, io sono la
via destra e la via sinistra. Io sono colei che guarderete fino alla
fine, se perderete che servirete, se vincerete colei che vedrete
ovunque e sempre, perchè così sarà.
Su, dimostrate
le vostre bravure e decisioni. Come giostrerete gli elementi presenti?
Quanto scapperete? QUale partita vi porterà benefici per
l'ultima? Vi saranno cinque sfide, di diversa tipologia. Di voi non
resterà che sudore, bava, sangue e tormento. Ve lo posso
assicurare, perchè subirete ciò che meriterebbero
chi mi
ha fatto del male, e sarete i primi. Io, Lia, vi sfido a definire chi
di noi vince o perde, si salverà o servirà... chi
sarà nel caso un prossimo demone all'inferno per i suoi
peccati..." ridendeo di gusto metnre camminava davanti alle persone
rannichiate tutte insieme a terra, sulle brandine di fortuna, semplci
coperte puzzolenti e logori o piccoli bagagli. "Definitemi come volete,
resterò comunque un'entità nefasta, e come prova,
voglio
che sentitate per primo tutto il mio schifo per voi..." andando dall
ostesso uomo in piedi e fermo per le armi puntate di sopra,
trovandosela davanti, metnre gli prendeva il viso tra le mani e mille
stelle iniziarono a vorticargli davanti gli occhi. Iniziò a
tremare, consulvamente e quando lei non potè reggerlo,
continuò a traballare scendendo fino a terra con gli occhi
ormai
bianchi, la bava che colava e un gorgoglio dalla gola. Si
afflosciò verso terra, e Kianta tenne le mani sul suo visto
ancora, finchè non si stancò.
Jd
osservò l'uso dei guanti
speciali con una smorfia, finchè lei non rise ancora di
gusto
"AH AH AH... questa è la mia divina tragedia, io
sarò non
una guida, ma l'entità fastidiosa come un folletto monello
delle
leggende, l'anti protagonista che gli mostrerà i livelli di
inferno, purgatorio e paradiso, ma non come spettatore ma come attore
principale, perchè scopra ogni settore e cosa nasconde sulla
pelle... La maledizione di questa entità, le parole non
dette,
la mia risata, tutto si imbratta di cremisi...Fino a quando l'ultimo
sogno scomparirà, dopo le ferite, il viaggio continua
perchè giocheremo con la vita e la morte. Nessun peccato
è perdonato, conoscete già la punizione, ma non
come. La
voce di qualcuno che avete rotto e ucciso vi divorerà. Siete
così lordi che la vostra anima macchia di nero il puro, le
bugie
e l'inganno verranno schiacciate, nemmeno un miracolo o Dio possono
sconfiggermi, dal riversare ciò che ho dentro. Il vostro
futuro
è ora spalmato di sangue, e nessun colore di speranza
può
sgombrare il cielo nebbioso e oscuro sopra di voi. La Divina Commedia
vedrà un nuovo tomo, condito con la tragedia... Portatemi
qualsiasi cosa per sedermi, perchè quest'oggi andremo via
solo
quando l'ultimo di loro avrà scoperto il risultato..." fece
a Jd
e gl ialtri con durezza, mostrando solo mezzo volto, tagliente e
brillante.
Kovacs continuò, mentre Kianta rifletteva annoiata
"... E su chi ha preparato la Personalità? Su quella
persona,
acnhe se doveva essere una spagnola ad interpretarla, ma ecco che non
era possibile essere una persona specifica, imitarla non basta, e
così il Leader ha convinto quella eprsona che doveva essere
Lei
o chi era esattamente come Lei. Veròna non è
altro che
una percentuale della complessa Personalità di quella
persona.
Veròna E' cosa
sarebbe stata quella persona se fosse stata Veròna e
così
voi... Il capo e il Leader si sono divertiti tantissimo, seriamente,
con quadri luminosi, apparizioni in abiti antichi e scherzi al limite
dell'infarto, creando un background per Veròna. Rispetto ad
ora
con Gask, con lei era come i monelli del quartiere che facevano gli
scherzoni altri altri per divertirsi e ottenere cosa volevano. Per il
Leader, quella persona era il partner per le imprese da spacciare
magiche, misteriose e utili. Se con Gask lui è se stesso e
più maturo, con quella persona era come il gioco delle case
dell'horror o camere chiuse che piacciono da anni. Lui adora l'occulto,
lei lo accontentava perchè alla fine si divertiva, basta che
non
si metteva davvero la magia che il leader cercava. Ma appunto, lui la
vedeva come la sostituta ideale e sicura, e la persona perfetta per un
ruolo del genre, a che cèra per sfogarsi con una parte di
sè creata ah hoc che facesse la differenza...
Veròna.
Copiata da lei, una che amava stronzeggiare, parole sue, per punire
là dove l'inutile giustizia umana non poteva.
Veròna
è come parte della leggenda ormai dello chateau, anche
l'aria
stessa di quella persona tra i dipinti, le favolette sui fantasmi e lei
che vive ancora seppur morta... Capo, mi sembrate parecchio scoraggiata
in questi ultimi tempi, perchè mi sembra che assumere il
ruolo
di Veròna non sia più stimolante. Quella persona
e voi
siete perfette per darle vita perchè essa è...
voi...
come spiegare. Devo ricordare come vi siete comportata quella volta che
il Leader le aveva detto che aveva fatto stare male il Capitano Gask, e
cosa avete combinato per l'eccitazione?" sogghignando mentre Gask
girava la testa sorpreso di essere nell'equazione
I due davanti risero, ma non Kianta.Quella
volta Milan le aveva annunciato che il suo comportametno duro con Gask
lo aveva reso triste, pieno di dubbi e chiuso in se stesso da essere
rimasto nella sua stanza. Affermando che aveva compreso finalmente i
suoi sbagli e cercava una risposta. Una cosa che appariva matura e
mostrava come la pazienza paga. Kianta era a colazione con Milan, nella
stanza col bovindo, che si affacciava sul gianrdino interno che
conteneva le rose di tutti i tipi e colori, compres quelle color
champagne che Milan adorava e sebbene non fosse come il suo Akal teke,
pareva dorata. Quelle tutte blu e blu e bianche screziate che adorava
Lia, sebbene in primis amasse i gigli e fiori color blu. Quelle rosse
con petali ondulati e color liquirizia che dopo varie ibridazioni aveva
ottenuto, e aveva dedicato al suo nuovo fratello. E tutte el
colorazioni possibili, da nere, verdi, viola, gialle e via dicendo,
tutte divise per sezioni formando una disegno visibile dall'alto, dalle
finestre degl ialtri piani. Aveva ricevuto la notizia mentre parlavano
e facevano colazione come accadeva le volte che lui era presente, e tra
una cosa e l'altra l'aveva ammonita di essere più cordiale e
calorosa come sapeva fare verso Gask, perchè era rimasto
toccato
negativamente da cosa gli aveva detto la sera prima.
"Come Lia, dovresti sfruttare meglio le sfaccettature della tua
personalità. Invece se vi arrabbiate, tendete a farne un
netto
stacco, bianco o nero. I vostri cambi di atteggiamento mostrano come
due persone diverde, Una parte ride e arrogante, impavida e stronza...
lasciamelo dire, l'altra invece calma, gentile, cortese, come una
bambina appena nata. Nel mezzo, come ti comporti di solito
cè la
mia seconda, come una seconda pelle che esce fuori quando devi trattare
sia con gli uomini che on gli altri..."
"Ma così sono tre..." fece lei con un sorrisetto monello
"Mi hai sentito? Gask..." e lui ripetè le cose.
Al sentire la notizia pareva chiaramente colpita, mentre gli addetti al
servizio portavano e toglievano elementi alla tavola togliendone altri.
Quella mattina sarebbero arrivati ospiti che erano appassionati del
periodo vittoriano, ottimi investitori per le piccole imprese e settori
in cui avevano diviso l'organizzaizone agli occhi altrui. E quindi
avevano abiti appositi già dal mattino, in attesa del loro
arrivo neanche un paio di ore dopo, essendoci molto da fare,
organizzare e controllare era impensabile un cambio di abito, quel
tipo, all'ultimo momento.
Kianta indossava uno degli abiti di Lia quando accontentava Milan, e si
trattava di un abito con sellino del trentennio dell'ottocento, blu
lucente per una cascata di strati d'abito in velluto per il periodo.
Aveva la giacca che terminava a punta sul ventre e tondo e poco
pià lungo dietro, con collo quadrato con vari livelli di
rouches
e abbottonatura severa con rouches in fondo e una sezione di velluto
diversa nella porzione cetnrale con i bottoni. Maniche bordini in altro
velluto e maniche con tagli a sezioni che mostravano come la giacca la
camicia sotto. La gonna era un tripudio di sezioni di velluti a diverse
altezze, con sul bordo davanti un disegno di rouches finali e da meno
ai lati fino dietro. La parte posteriore della gonna avva una bordatura
come passamaneria sfrangiata. Di sopra di era un sopragonna che
prevedeva due cascate tondeggianti davanti e corti dietro sul sedere
con vari livelli di arricciatura e rouches, mentre la aprte finale
aggiungendola alla fine predevano sezioni a goccia uno sopra l'altro
finendo come stascico sopra la sezione di coda della gonna. con un
decoro risvoltato da agganciare alla parte sul fondoschiena della
giacchetta, senza contare il sellino che dava la forma indietro. A Lia
piacevano quei modelli, sia più stretti del decennio dopo,
sia
come in quel caso più ampi di gonna per avere più
movimento, ma sempre entro il trentennio finale. Ovviamente erano
definiti morning dress, sebbene avessero dettagli ed elementi maggiori
tipici del dinner, e Milan indossava abito complementere di colore e
tipologia del periodo. Lei indossava stivalii creati dai loro artigiani
proprio come era anticamente, lavorando scarpe e stivali da zero come
si faceva una volta, con colle ricavate dagli animali che macellavano
per le materie prime, mentre lui scarpe da uomo lucide e ricche di
rilievi in altra pelle di colore opposto.
Dopo un paio di sorsi di tè, lei lo osservò con
sguardo
che pareva languido, in realtà sembrava un cucciolo
colpevole e
mogio, col broncetto e le guancie rosse e Milan la fissò
stranito. Era uno dei lati che mostrava meno, e solo per due ragioni.
Perchè dentro esplodeva di felicità o
perchè era
addolorata veramente per qualcosa che la faceva stare male o
perchè il suo comportamento aveva offeso senza volerlo o lo
credesse lei, qualcuno.
Quindi sincero. Ma dopo un istante con la tazza a mezz'aria
notò
una cosa. Le brillavano gli occhi, ma non di lacrime, non piangeva mai
e per farlo doveva essere grossa la questione. E capì,
così mise giù la tazza di fine porcellana cinese,
non
europea, con decori floreali e la fissò. Poi fece un sorriso
e
lei sbarrò gli occhioni grandi grandi come colpevole e
timorosa,
e le disse qualcosa mentre gli addetti sparecchiavano ciò
che
non avrebbero più toccato.
Gask era rimasto scosso per davvero l'ultima volta per i lsuo
comportamento duro e insensibile, che si era ritirato nella sua stanza,
stando da solo, senza parlare con nessuno, neanche a lui. Affermando
che si sentiva colpevole e immaturo. La sentì trattenere il
fiato con sguardo caruccetto e colpevole, la bocca socchiusa, e lui per
non ridere cercò di atteggiarsi ad amareggiato. Nel mentre
pensava tra sè che era raro vederla così, sebbene
sapesse
che era nel suo carattere, ma come Lia aveva creato una corazza e usava
quei trucchetti con chi sapeva potesse cascarci. Lui ormai aveva capito
e stava al gioco, come in quel momento.,
le disse,-gli hai rotto il cuore
perch perdoni quel giorno sta veramente male dentro magari non sorrider
pi ora qui lo faceva so bene che per te è troppo estroverso
spaccone ma solo con gli uomini e come carattere potrei anche azzardare
l'opposto del tuo=""-,
fece guardando fuori, mentre lei muoveva le sopracciglia e dischiudeva
la bocca come se provasse tormento e vergogna. E continuò
affermando che magari non si sarebbe ripreso perchè anche
gli
altri gli dicevano sempre che seppur uno sbaglio, aveva fatto qualcosa
di male e volevano che capisse e si attenesse alle regole. E questo
colpisce dentro, disse dandosi un pugno leggero sul cuore. Lei
fissò quel pugno, abbassò lo sguardo e poi fece
una corsa
con la gonna alzata nel modo adeguato, verso la porta. Milan rise e
facendo segno di pulire, la seguì. Sebbene addestrata e
preparata come un militare, quegli abiti pesavano massimo una decina
chili e con gl istivaletti col tacco vecchio stampo non poteva correre
normalmente. Quindi poteva starle dietro, perchè sentiva di
aver
finalmente sistemato le cose. Ma si fermò mentre lei varcava
la
soglia della porta verso il corridoio e sussultò. Erano
partiti
gli artoparlanti in tutto lo Chateau da lasciarlo confuso.
Sentì
il tic tac dei tacchi arrestarsi e andò lesto al corridoio.
Intanto suonava a buon volume La Storm estesa di Vivaldi, terzo
movimento presto, e si accorse che il battito di tacchi era finito.
Corso nel corridoio la vide a uno dei telefoni in stile antico appeso
al muro mentre parlava, concitata e riappeso, correva alla finestra.
Riprese la corsa, senza accorgersi di lui e la seguì
vedendola
intenta a guardare dalle porte aperte delle stanze occupate. Poi fece
dei cenni e fu seguita da alcuni. I corridoi avevano ogni sistema
possibile, compreso quello della proiezione, quindi i proiettori del
corridoio si attivarono e Milan osservò fino in fondo
tantissiim
effetti di fiori in sboccio che creavano un corrodio di fiori a iosa di
tutti i tipi.
Lei che ticchettava seguita dal quel gruppetto ristretto, che con le
scarpe da interno con i tacchi in ferro stile napoleonico facevano
ancora più chiasso. Continuò così
più
veloce seguendoli, mentre lei ogni tanto si fermava per affacciarsi
alle finestre e fare gesti a qualcuno, per poi fare un piccolo
girotondo elegante e tattico per riprendere la corsa. Sospirò,
Milan, perchè
non sembrava affatto in colpa e disperata. La vide fermarsi di nuovo e
guadagnò terreno, si recò alla sala artistica e
vide sia
lei che quelli all'interno prendere delle cornici vuote. No, non andava
come pensava, si disse. Intnato
che Vivaldi infuocava col
violino la cosa in una ricca melodia festosa, notò che dalle
entrate laterali giungevano alcuni con strumenti musicale a unirsi a
lei. Doppio sospiro. Si
stavano chiaramente dirigendo
nell'atrio, fece quindi una chiamata veloce e Jd e questi, gli disse
che era con Gask nella saletta da tè, e che sapeva che
Kianta lo
stava raggiungendo. Fece veloce pure lui e la vide che continuava con i
livelli di abito ondeggianti in testa a due sezioni di persone, a
destra quelli con le cornici e a sinsitra quelli con gli strumenti. Lei
si fermò davanti la porta
in legno del salottino, si chiarì la voce, diede istruzioni
veloci concitate girandosi a destra e sinistra con un indice puntato e
poi attese che le aprissero la porta, ocn una cornice quadrata
intarsiata in legno color avorio in mano, bella grand,e e i musicisti
che seguivano Vivaldi dal vivo. La vide entrare e si
affrettò,
mentre quelli coi quadri seguivano la scia di velluto, sventolando
cornici di vari colori ad altezza testa. i musicisti iniziarono un
nuovo pezzo seguendo la musica degli altoparlanti con il Concerto in E
minore rv278 di Vivaldi.
Fece
di corsa alla porta e la vide
urlare con grande gioia e felicità che finalmente era
riuscita a
metterlo a posto, lo aveva rinsavito e che la cornice immortalava il
momento. "Mostrami il miracolo" cinguettava, facendo saltelli con la
cornice mentre gli altri eseguivano a cerchio con le cornice tra le
mani verso Gask e Jd. Milan
alla porta, lasciando i
musicisti intorno all'uscio, vide i due amici sul salottino al centro
della stanza con il tavolinetto e le poltrone, e attorno a questi un
girotondo di gente che urlava contenta. COn lei che urlava-vediamo
, voglio vederlo=""-.Di
colpo vide Kianta fermarsi e slittare sulla suola di pelle,fissare i
due al centro della stanza che parevano gelati senza capire. Lei
abbassò la cornice dopo che vi aveva guardato all'interno ed
essere apparsa delusa, fissò quei due da un viso all'altro
mentre ancora quell icon le cornici, seppur fermi, le agitavano in giro
come epilettici. Milan si accasciò sullo stipite con un
braccio
in alto, reggendosi sul gomito, vedendo l'espressione di lei quando
faceva una cavolata.
Era epica, si disse e per un istante pensò che se lo
meritasse.
Lei fece un verso di rammarico, guardò Gask e si
lamentò
che non sembrava un derelitto e afflitto armadio con la testa vuota,
che aveva compreso i suoi errori e come essere con gli altri seguendo
le regole. Jd le fece un segno italiano del-ma
che stai a f=""-che
lei conosceva bene, mentre i musicisti che non potevano vedere dentro,
continavano insieme agli altoparlanti as eseguire il vittorioso Storm
con energia e vitalità.
Milan rise, mentre Kianta capiva la cosa si lamentava ad alta voce di
essere stata presa in giro, che il suo giubilio di vittoria era finito
sottoterra.
Jd era vestito come loro in attesa degli ospiti, stava in piedi a
guardare qualcosa dal telefono di Gask, che stava in abiti normali e
stravaccato sul divanetto in stile antico, in tessuto e legno, con i
piedi sulla seduta e piatti e stoviglie in foglie di banano, che
usavano al posto della plastica fatti da loro, alla rinfusa con
bottiglie di bevande dispersi sul tavololino, e alcune macchie sul
legno. Abominio, urlò Kianta e iniziò a inveire
contro di
lui come uccisore e rovinatore di mobili di pregio, chiedeva
perchè fosse là dentro, essendo solo per gli
ospiti, che
quei mobili velevano più della vita sua. Venne avvicinata da
Jd
preoccupato, chiedendole di calmarsi. Agitandosi, le gonne si muovevano
rendendo la cosa buffa, perchè sebbene infuriata non
appariva
come una pescivendola come diceva i lsuo suo sarto su altra moderna,
sapeva come comportarsi ma in quel caso, comunque, al suo solito erao
comica.
Era fatta così lei, e Milan rideva quando la vedeva
infuriata e
col broncio, peggio in abiti vecchio stile, perchè sembrava
un
film o cartone animato e la stessa cosa dicevaRòa
Lia. Milan diceva che secondo lui era solo il modo di fare italiano,
Alaric che le donne italiane non erano così, affermava che
sapevano fossero dolci e bellissime e focose. Gli avevano detto che
facevano bruciare di passione e felicità, ma Alaric
affermava
che Lia in primis, non aveva nulla dell'italianità fatta
donna,
anzi, invece di essere bella e fascinosa e calda, al massimo il caldo
te lo faceva sentire buttandoti dentro un vulcano, o come kebab sul
fuoco vivo sotto metnre giri e giravi. O ti usava come ariete per
abbattere le porte, come ancora per le navi, perfino come sedia se non
trovava nulla su cui stravaccarsi. Di raffinato, sensuale, interessante
aveva poco... Così ripeteva, che quella per lui non era una
donna come doveva essere modernamente parlando, ma una pazza sclerata
col l'eleganza di un lottatore di sumo, e la dolcezza di uno struzzo
quando gli girava. Quando si incavolava o le partiva quel momento,
sembrava qualcosa di comico che doveva essere serio, e invece si
dimostrava buffo e divertente, dai suoi gesti alle espressioni, al modo
di sbracciars, e come prima nel corridoio, esternava cosa provava in
modo bizzarro e spumeggiante, e quindi contenta. Iniziava a fare paura
se non parlava, abbassava la testa e il suo sguardo voleva incenerirti,
e fortunatamnete era solo comicamente offesa e irritata. E accigliata.
Milan rimase a fissare Gask che
si alzava, portando via tutto e scusandosi, e Jd che strappava di mano
la cornice da Kianta che per la rabbia la stava addentrando dalla
punta, lamentandosi di lui. Sulla felicità che sentiva
sfumata e
la voglia di scaricarsi. Le
telecamere inutile dirlo avevano
ripreso tutto, da prima mentre lei si agitava a suon di musica sulle
punte seguita dall'abito felicissima, che correva come la giuliva
fargalletta con un sorriso enorme, mentre si portava la gente dietro e
poi nella stanza, quando guardando dentro la cornice annunciava la sua
felicità di aver finalmente portato come una persona normale
un
casinista. Restare di sasso , restando come se qualcosa di shocckante e
senza preavviso l'avesse raggelata, l'aveva punta sul vivo, altra tacca
alla voglia di ucciderlo. E mentre il cerchio di uomini con le cornici
danzanti davanti a loro, per isnerire dentro la scena che lei si
aspettava di vedere per sempre, sed ne andavano alla chetichella, Milan
entrò. Gask stava benissimo, solo stranito, senza capire che
Kianta era incavolata perchè stava facendo i suoi comodi
nella
saletta tenendo compagnia a Jd, e chiedeva sempre scusa.
Col broncio a gonfiarle le guance rosse, questa volta per la figura
barbina, fissò con astio e voglia di smozzicarli, nonostante
le
proteste proprio di Gask e Jd che non capivano, finchè non
voltò il capo alla porta. Il suo cipiglio e il muso lungo
finirono su Milan che si avvicinava, celando un sorrisino he
tentò di spiegarle perchè fosse lì. Ma
lei gli si
avvicinò impettita e rigida, mento in su, allungò
la mano
e gli prese il fazzoletto ripiegato nel taschino, e con un mozzico
iniziò a tirarlo dal centro e inveire contro di Gask e Jd
per l
oscherzo, affermando che fosse stato meschino e fosse i lsuo, di cuore,
ad essere rotto.-cattiiivi ! tutti
cattiiivii deridere il mio povero cuore=""-bofonchiava,
sfogandosi sul fazzoletto tirando a destra e sinistra con i denti per
la rabbia. Milan cercò di prenderglielo ma Kianta si
voltò e ,smangiucchiato e umido, lo tirò in
faccia a Gask
prendendolo in pieno e urlando che era impesanbile che lei fosse la
cattiva, e sempre quella negativa e selvatica, come le dicerie, e lui
fosse adorato e consdierato nonostante le stronzate. "TUTTI CATTIVI! Mi
hanno presa in giro, mi hanno fatto credere che un fastidio era
passato...", indicandoli tutti con l'indice e andandosene via con i
velluti danzanti e il sellino che seguiva il suo passo pesante come u n
militare.
Scossone.
"Taci...e passami la pipa..."
"ma capo, adesso?"
"Di certo non posso bere un tè qui dentro, tra una scimmia e
un
lama che mi schiacciano... e le sospesioni... che vitaccia devo fare, e
pure mi fanno questioni su cosa vorrei usare per calmarmi..."
"Ok capo, se vuole un tè..."
" Mi piacerebbe, ma tra gli scossoni e le vostre gomitate e colpi di
fianchi... " ma la macchina sobbalzò facendole sfuggire un
verso
"Nonostante questa macchina nel cuore modernissima e green e tutto, si
balla come sopra una lavatrice, e ha le migliori sospesioni... strade
del cavolo e nessuno fa niente..."
"Capo, si sente come su una lavatrice?... sa cosa si prova?" mentre lei
stava zitta socchiudendo gli occhi, guardando avanti, e un sopracciglio
alzato "voglio dire, io la uso con la mia ragazza ma è che
è lei...AAAHHH" urlando di colpo perchè aveva
ricevuto
una botta secca con il legno della pipa, colpendolo con la testa di
qeusta su un occhio. Gask sorpreso voleva girarsi per aiutarlo, ma si
accorse che lei era rimasta sorpresa per un attimo con la bocca aperta,
come si se si fosse accorta di averlo preso per sbaglio
nell'occhio.Guardando poi davanti di nuovo rigida e le labbra a una
linea unica, mentre accendeva la pipa, Kianta fece faccia da poker e
lui lasciò stare. Non potendo muoversi, essendo lei al
centro
tra loro, Gask potè solo chiedere all'amico come stesse,
mentre
questo si teneva con la mano una parte della testa e i due davanti
ridevano.
"TACI! NOn ti ho preso dritto nell'occhio, ringrazia che la mia grande
bontà ti abbia riservato solo questo, per il tuo commento
impertinente..." lo rimproverò secca
"taccio! Taccio..." fece questo in italiano, il poco che consoceva
della lingua "mai più parlare di sesso... taccio, mi
perdoni..."
Gask sospirò e per evitare di allungare un braccio dietro
Kianta, per raggiungere l'amico. Si fece più vicino allo
sportello, sperando che l'ira non tornasse anche per lui. Eppure Jd
aveva detto che non era come appariva, e gli scatti d'ira comparivano
solo quando si era superata la linea, era esasperata, irrata ma per
ragioni serie. Che fosse solo per i nervi quotidiani, e che a volte era
proprio lui il problema. Era il primo di tutti a fare cosa gli passasse
per la testa, non rispettare le regole, sparire a fare cosa gli
interessava con alcuni degli uomini ed entrando in posti, solo o no, in
cui non doveva se non avvisando. Ed era il poco che aveva elencato. Ma
lei pareva come punta da un'ape sempre, quando le cose non andavano
come voleva... ed era per motivi reali che era piccata? QUali fossero a
quel punto, non sapeva.
30.5sistemati alcuni codici,
è assurdo come si osno salvati i capitoli ma sono con codice
a fatti suoi. spero ora si capiscano, controllerò meglio ma
tutti i dialoghi, pensieri e ricordi dovrebbero ricomparire, anche se
noto ancora problemi, scusate ma si sono salvati non so come malissimo
"Gaurda chi cè... ti piace proprio quel posto!" fece Milan
entrando nella sua camera da letto, slacciandosi il foulard o
fazzoletto doppia pala in stile parigina o ascot, infilato sotto la
camicia e non sopra come le cravatte. E lui badava allo stile.
Lia era seduta sulla cassapanca ai piedi del letto con la schena alla
pediera, con vicino un tavolino per il vino e altri oggetti.
"La colpa è tua. Sebbene questa stanza mi faccia salire il
glucosio a livelli indescrivibili, e non l'ho da quando sono qui...
capisci, è solo per l'imbottitura e come si sta qui sopra,
per
il tuo gusto dello stile Chesterfield. Questi mobili, tutti, color
bianco strano con le imbottiture con i bottoni che formano la
quadrettatura... ammetto che sono comodi, ma resta lì. E
comunque ero qui perchè stavo aspettandoti..."
"Capisco..." senza farla continuare "adesso che sono qui il tuo
glucosio è sceso? E' da quanto hai accettato di prestarti
per i
test sulle stoddarde che non hai più la glicemia alta da
diabete, a causa degli squilibri dei farmaci che ti davano.
Cèra
da aver paura con quei livelli..." posando delle cose sul comodino
prima del letto "Non dovresti avere problemi per un pò di
zucchero nella tua vita..." svestendosi e togliendosi la camicia
"Carina la battuta, ma sai che non sono persona da zucchero o
dolcificante, come le altre..."
"E noto che hai usato un temrine diverso invece di donna... "
"Si... ciò che mi portavo resta. Io... chi sono?... Cosa,
sono?
Come determinare me stessa? Alla fine siamo sempre lì. Si
è se stessi in base al riflesso che la gente ci da. Che lo
vogliamo o meno. Qui non piaccio a nessuno, come là,
perchè sono donna, e ancora non sono arrivate le noobies
donne,
e sarà il delirio... dovrò bastonarne parecchi
perchè la loro lingua buiforcuta non inizi a scuotersi... ma
comunque, anche qui sono valutata per determinate cose, in cui non mi
rappresento. E posso essere o fare ciò che voglio con la mia
forza interiore, non cambia... cosa sono e chi sono riflettono il mondo
che mi circonda e le persone..." guardando il libro che aveva aperto
sulle cosce "E io sono a punto e a capo. Là fuori sei
determinato dai voti a scuola, come ti mostri, come ti vedono e tu
rifletti ciò. Tutte le mie passioni non valgono niente, cosa
mi
piace, cosa mi sento o meno, non se ne parla. I miei dati biometrici
dicono donna e donna devo essere, con cosa significa per il loro
cervello bacato. Io sono cio che le mie tette e il mio utero dicono. E
devo essere cosa natura comanda. Peccato che siamo esseri umani..."
"Eppure concordo con te sul fatto che ci si può, qui,
costruire quel che si è si sente..."
"Si, ma non facile così come viene detto. Abbiamo visto come
la
gente per esempio prova perchè non capisce e sa chi e cosa
è, relazioni con lo stesso sesso per capire...
perchè
confusi più di me. E' un delirio..."
"Non riesci a scrollarti di dosso l'influenza dei tuoi, vero?" disse
Milan mentre controllava un paio di camicie da cui scegliere.
"NOn posso far nulla sul fatto che la paura del disprezzo e sdegno che
vedevo... no, non se ne vanno. Delusione e paragone con altri. Non
riesco a togliere la mia me falsa, creata per provare a emularli, mi
porta a conflitti. Secondo Janelle, la tizia psichiatra che avete, per
calmare la situazione che mi porto dietro cè necessariamente
bisogno di anni almeno, per sistemare la cosa. L'ansia di sentire le
loro grida, i loro giudizi e il casino non se ne vanno. E sono
lì la notte..."
"E hai ancora fatti quei sogni?" domandò lui cambiandosi i
pantaloni "intendo, quelli dove sei con qualcuno che non conosci e non
ne vedi, o non ricordi poi il volto, ma che dentro sai chi è
e i
gesti nei suoi riguardi, che nella realtà non capitano mai?"
Lei rimase zitta, distesa ancora sulla cassapanca, con il libro in
grembo e il bicchiere col vino frizzante che aveva iniziato a portare
alla bocca.
"Ancora, eh? Ma no nsai se parla di realtà o meno. SAi che
nei
sogni conosci quella persona, ma poi non sai nome, aspetto, niente. Ma
sai che è una persona così vicina che mai nessuno
in
questa vita. E se quella amica, ZAy, avesse ragione?" facendola voltare
"Innanzitutto non mi macchiare il mobilio, secondo, mi auguro che quel
libro che tieni lì, non lo abbia pulito con alcool di
centinaia
di gradi danneggiandolo, perchè lo vedo che è
della
biblioteca..." facendola ridere, sebbene avesse visto mentre lo
maneggiava che gli aveva messo uan copertina in plastica robusta, che
usava per non danneggiarli, ma anche tenerli in mano o sulle gambe
senza sporcarsi. Sempre quel senso di sporcizia che si sentiva addoso
ovunque fosse " E comunque per le cose che ho studiato e sentito da
persone autorevoli..:"
"Seee!....!" fece lei
"...in base a cosa si sa, poteva aver ragione nel fatto che come tutti,
ci sono persone destinate a trovare sul proprio cammino o ritrovarle se
la concezione della reincarnazione è vera... ne parlammo per
la
scelta della Muse. Quelle donne hanno capacità reali, o non
sarebbero qui con noi, ma non vuoi saperne di avvicinarle. E se quella
tua ex amica avesse ragione, e chi sogni e il vuoto che provi sia per
qualcuno che desideri nel profondo rivedere, ma non lo hai reincontrato
per aver scelto di far contenta la famiglia? Lei diceva che poteva
essere tra quella gente..."
"Quegli scarafaggi radioattivi..." fece lei tra i denti
"Ma potrebbe essere come dico io... quella persona, che riesci a
identificare come maschile e alto, non è che è
morto e
inconsciamente lo sai e quel vuoto e perdita che provi da anni sia per
questo? Quelle cose strane che hai visto e non ti spieghi, e che hai
provato, non siano questo? E ancora, desiderio pressante di andartene
dal piano materiale perchè cèra qualcosa che
doveva
esserci, ma con la sua morte non cè?"
Le domande rimasero a vagare tra loro un pò, mentre lei
fissava
le pagine aperte, tenendo il bicchiere sul tavolino alto fino alle sue
spalle, ma stretto tra le dita della mano sinistra.
"...cosa stai leggendo?" facendola sussultare
"...sto leggendo dei trattati sul nastro di Mobius e la bottiglia di
Klein..."
" Ma non avevi detto che queste cose non ti interessevano?"
"EH... io parlo di fisica, non metafisica e magia..."
"... ma anche negli studi che faccio, queste teorie, come altre, sono
considerate per avvicinarsi agl ialtri piani a noi invisibili e
apparentemente lontani. Stai vedendo dopo la nostra discussione sulle
Muse e i loro poteri, se tu con la visualizzazione e dissociazione sei
in grado di raggiungerli? O che puoi trovare lì le risposte
del
fatto che sentivi presenze e vedevi cose, e le strane cose che provavi?
Come quella volta con la chiave a Ballymena con Zay, dove cosa strana
la notte ti eri svegliata per qualche motivo, e alzandoti a sedere sul
letto cèra qualcuno dietro la vostra porta. La mattina vi
siete
accorte che la chiave non era dietro la porta quando l'avete chiusa e
avete cercato in camera senza capire. Poi di colpo, da tue parole,
qualcosa non sai bene come, ti ha mostrato come un flash visivo la
chiave nella toppa e senza pensarci due volte come se qualcosa ti
indicasse di seguirla, sei andata alla porta, mentre Zay ti guardava
senza capire, e hai preso la chiave messa fuori e l'hai messa dentro.
Quella cosa come tante altre erano strane ma non ci hai fatto caso,
come quelle capitate a casa e tre mesi prima, quel qualcosa che ti
stringeva la gola inchiodandoti al muro. E mi dici che non credi a
nulla e consulti libri su teorie di fisica? E vuoi intendere che non
vedi le Muse perchè non ti interessa... o è per
paura di
sapere che quel qualcosa che senti non sia qui tra i vivi, sia reale?
Intendo il mio pensiero che lui o chi fosse, sia già morto e
sepolto?"
"..."
"Devi fare i conti con queste cose. Sei i ltipo che vuole la
verità, non importa quanto faccia male, ma devi saperla per
digerirla e proseguire meglio. E' così che sei ed
è una
cosa ottima. Ma quando si parla di certe cose e della
possibilità che quel niente che senti dentro, quel senso di
perdita o di mancanza , è dovuto a ciò a cui
magari
tenevi che è morto..."
"Che senso ha parlarne? Se è morto, per ipotesi come dici,
che
cambia? Non riesco a scacciare cosa mi ha oppressa fino ad ora e non
riuscirò a scacciare l'angoscia di sapere che pensavano male
e
negativamente di me, sempre e comunque, mascherando consolo
perchè figlia o nipote. Se anche vi fosse un lui, se anche
fosse
morto o a metà, che so in coma o altro, e io lo sapessi da
tempo
per qualche ragione, ad ora non fa differenza. I timori, le paure,
l'incapacità di sentirmi forte come prima, ciò
che prima
so che potevo fare e ora no, perchè sono rotta... non cambia
le
cose. Io non servo a niente, sono incapace in tutto, sono... un
fallimento. E per quanto tu dica che invece posso fare la differenza ed
essere qualcosa con ciò che mi permetti... non so ancora
cosa
daranno al mio vuoto. Tu affermi che io sia tua amica e lavorando posso
darmi un IO, un CHI e COSA sono, ricstruendomi come dovrei essere... ma
cè una cosa che non hai inserito nell'equazione... e se te
lo
dico io che in matematica e fisica sono un capra..."
"Allora spiegami..."
"Tu dici che io so più delle persone normali che hanno
vissuto e
avuto più di me, quindi cè uno squilibrio. Loro
erano
mediocri secondo le informazioni che hai preso, io qualcuno che vale la
pena di ocnsiderare, eppure in quel mondo là fuori io valgo
zero, quelli duecento. Secondo una specialista strizzacervelli che hai
messo in campo, io dovrei lavorare sodo per mesi, un anno per avere di
nuovo la forza e determinazione di un tempo, per scacciare quel senso
di mancanza che provo... ha messo in mezzo un secolo di spiegazioni
psicologiche e ok, suo parere. Ma cè una cosa che nessuno di
voi
può darmi. E devi metterlo in conto, perchè io
estranea X
mi seneto ancora così qui con voi...allora se le cose non
sno
qui già diverse e cambiate, puoi far poco là
fuori per
cambiare il mondo."
"Spiegati" sistemandosi un nuovo foulard su una camicia diversa alla
marseille.
"Credi che anche qui con voi io possa determinare ME e COSA sono
facilmente? Ti sei guardato intorno? Una parte degli uomini
è
scema come un panda e non sa neanche dove cavolo si trova o che sta
facendo. Fusi di cervello come..."
"Sono sempliciotti quell idi cui parli. Concordo che a parte le loro
qualità, non brillano di acutezza perpicaciosa... si diceva
così, vero?" Fece lui divertito, rovistando nell'armadio per
trovare altro.
"Sia come sia, una parte sono dei fumati incapci di ricordarsi che
fanno, dove sono.... altri osno razzisti e xenofobi, altri omofobi,
altri ancora misogini, altri hanno caratteri veramente come si dice nel
mio paese, altri ... ah, per tanti
di loro
essere militari equivale ad essere parte di un gruppo. Altri sono
peggio di me, isolati come eremiti. La situazione per te è
buona
per una Comune? E ancor di più, una come me che si vede
presa in
giro e trattata come estranea e fastidiosa, sebbene tu mi abbia dato
l'autorizzazione a fare come volevo..."
"Infatti..."
"Beh, visto che stai a guardare cosa ti sta meglio con quello o
l'altro, immagino non abbia capito il senso. Qui è come
là fuori, non cè vera coesione, non cè
un collante
comune che li tenga insieme nel vivere com,e tu vorresti, e sentire un
vero senso di appartenenza. NOn sono individui ma singoli soggetti di
varie squadre. Seguono ordini come gli pare, ma la cosa peggiore
è che qui con voi, che là fuori è la
stessa cosa
per me. Perchè per chiunque il defiinre chi si è
e cosa
si è dipedne anche dal riflesso che si vede sal gruppo di
appartenenza e gli altri. Vuoi o non vuoi, questo è. Posso
dire
quanto voglio di non essere donna o che non sono portata per
comportarmi come tale, o essere ciò che i miei organi
riproduttivi dicono per me... perchè saranno sempre gl
ialtri a
determinare alla fine col comportamento, modo di interagire con me e gl
ialtri ect, me e come sono nell'intero contesto..."
"Quindi stai dicendo che non ti senti capace di sviluppare te stessa,
perchè anche qui le cose non sono..."
"QUi ci sono mentalità simili a quelle là fuori e
ancora
adesso dopo settimane, quei broccoli duri come marmo continuano a fare
resistenza invece di sistemare questo posto. E' come se un branco di
hippy avesse assaltato un antico maniero ergendolo a casa. Non
cè tanta differenza..."
"AH ah ah... bella questa. Ok, sono pessimo in queste cose, avevo
però lasciato qualcuno a farlo..."
"bravi anche loro... per l'idea della Comune e un posto più
aggregativo, avete solo creato una mandria dove tutti si sentono
stalloni senza puledre. E quindi si scornano e via dicendo. E io li
vedo, li sento voltarsi quando passo. bisbigliare, sentenziare,
giudicare..."
"Anche le patate ancora crude che hai tirato ad alcuni
perchè la
cucina era ancora orrenda? Ad altri li hai minacciati con il phon della
doccia con tutto i l tubo di usarli sulle loro teste perchè
continuavano a non lavarsi nel modo giusto. A chi non aveva le camerate
ben tenute hai minacciato di far trovare loro cimici e una collezione
di migliaia di zanzare da riversare nelle loro stanze, chiudendo anche
le finestre. Ad altri è andata peggio, le bisce finte che
hai
veramente messo nei letti. Agli altri hai chiuso i bagni e minacciato
con i taser finchè no nripulivano c osa avevano sporcato...
E
ok, capisco che incavolata nera e quandi ti fanno superare il limite
mordi, ma non è un tantino eccessivo?... vediamo, a chi si
fregava di nascosto alcuni beni e senza pagarli, hai aperto la loro
zona di camerata e hai invitato gli altri a prendere cosa piaceva del
tizio gratis, perchè visto il rubare facile, anche le lroo
cose
erano aperte a tutti. per non parlare della mummia vivente, Alfons, che
è diventato tale tutta la notte per averti prima minacciata
di
cose brutte e poi se ne è andato invece di presentarsi per
la
ronda, una sera, e un'altra per i turni di laovro per le sistermazioni,
e gli hai detto che visto che gli piaceva battere la fiacca e oziare,
poteva farlo per l'eterno scorrere del tempo, riposando come un gatto
dentro la scatola, bendato, perchè muovere un muscolo
è
fatico... questa è stata leggermente inquentate.... E gli
hai
detto che così facendo, giocavi a scoprire i segreti del
paradosso del gatto di Schrödinger. Altri li hai presi in giro
disegnando e imitando riti satanici, perchè li immolassi per
chiamare spiritelli che pulissero... Oddio, sono così tanti
che
ricordarli tutti è assurdo. Ah, dimenticavo, quello che mi
ha
fatto ridere più di tutti è quando hai portato
tre
cavalli nella camerata , senza i letti a castello, e hai lasciato
lì' dentro quelle bestiole, sporcando di cosa sappiamo
tutto,
affermando che visto lo schifo in cui vivevano, niente di nuovo..."
"Avevano barattoli di urina, chiusi, perchè la notte non
volevano alzarsi. Dammi della stronza...!" alterandosi
"Su quello hai ragione, ma..."
"E allora..."
"E le vecchie che hai raccattato chissà dove, portandole
senza
che vedessero il posto nel tragitto, mascherato da lavoro aiutandole
con la misera pensione con qualche guadagno facile, e le hai fatte
girare per le camerate metnre gli occupanti sentivano i loro pareri?
Cavolo, di nonne ne hanno già subito abbastanza... Andiamo,
le
vecchie sono insopportabili..."
"Se lo meritavano..."
"Eh..."
"Resta i lfatto che io ancora sono vista come tiranna sfascia case
altrui e stronzeggiano con me... e anche ora non posso definire me in
qualche modo e qui è impossibile, ancora, farlo... Mi hanno
conidizionata nel credere di essere niente mentre tu dici che posso
tutto. Gli uomini là fuori ti smentiscono, sembra... La
specialista che dice che ci vuole un anno da sua esperienza, per
cancellare ciò, e io che vivo in un posto dove sono vista
come
là... a che pro?"
"Lia...Come credi di poter fuggire da ciò che è
dentro la tua testa?"
"Se avessi voluto sentirmi libera di conoscere, essere me, sarei stata
per tutti una poco di buono, vergognosa, sgualdrina... io che rispetto
tutti e non ho giudizi, se non gli atti che fai negativi. Io che sono
per la libertà di tutti di vivere e sperimentare, sesso e
intimità addirittura, sempre che non ledano quella degli
altri,
devo sapere che ancora oggi sarei una poco di buono per scegliere di
vivere qualcosa di naturale. NOn provo niente e nulla per nessuno, ma
anche avessi voluto essere libera sessualmente, sarei finita sulla
bocca di tutti come quella stronza che è una... lasciamo
perdere, menter quella stronza che cambiava uomini come niente, aveva
comprato il diploma, non aveva fatto niente nella sua vita e non aveva
hobby, interessi o altro come me... ma è stata ed
è
sempre sopra di me.E qui mi etichetta proprio con epiteti di cose che
io non ho mai fatto... Bello, Milan, bella Comune..." applaudendogli
"..." lui alzò la testa verso il soffitto, stanco
"...Io sarei finita per ricevere sputi letteralmente solo per vivere
me, e cosa volevo. Lei che ha fatto di tutto per trovare il pollo,
cè riuscita che fosse scemo da non far domande e si
è
fatta mettere incinta, per essere sposata, perchè non era
persona da essere sposata. E fare figli. Eppure è
lì e
per matrimonio, due anzi uno civile e uno religioso dopo un anno, e i
figli per ogni cerimonia, ha ricevuto dai cinquecento a mille e
cinquecento euro così... regali da far impallidire le
porcherie
che ricevevo... e a me sempre le pietre da terra. Lei sempre
considerata, che affetto e tutto aveva e io sempre a guardare. Eppure
nonstante tutto mi brucia sapere che io non ho vissuto niente, pertutto
ciò che gli stronzi mi hanno gettato addosso, per le paure e
il
non essere una persona .. vaffanculo, e qui idem! mi hanno giudicata ed
etichettata negativamente mentre stronze come quella no! E nonstante
tutto mi brucia vedere i favoritismi del,
il fatto che se sei una donna e libera, sei zoccola a prescindere,
sempre che non hai la faccia come il culo di piacere come molte che
erano spanne sopra a me nel livello esempio del gruppo, sei etichettata
così. Assurdo, ma è questa la situazione con cui
ho
vissuto.. E quelli come me, i miei blocchi... Io non ho vissuto un
cavolo e devo vedere questa feccia vivere, esistere, fare cose che io
desideravo..."
"Sia l'amore che la felicità sono la stessa cosa dell'aria.
Anche se riempie il mondo, se non lo capisci, è come se non
esistesse..."
"Ecco che ricomincia con l'amore" fece Lia con un gesto della mano per
scacciar ela cosa
"Più i giorni passano, peggiore diventa la tristezza per la
perdita di qualcuno. Cosa pensi di loro rimasti là?..."
"..." con una scollata di spalle "... per una volta sono stata
egoista..."
"ne abbiamo già parlato, ma perchè non provi a
seguire cosa fanno?"
Cos...?!? Io devo emularli in cose basiche che non ho vissuto? "
"Nel tempo limitato che abbiamo tra la nostra nascita e la nostra
morte, viviamo la vita con tutto ciò che abbiamo. E' una
massima
importante che...” allargando le braccia per mandare il suo
messaggio
"Beh, chi ami dipende dalla persona. Cè qualcuno con cui
è divertente stare? Stare con qualcuno non richiede
finzione,
compromesso e altro, finché le due persone si accettano a
vicenda. Se ti preoccupi per i genitori o famiglia, allora perdi.
Questo ho imparato! Non dimenticarlo. Non si può uscire o
stare
con qualcuno con sentimenti incompleti... pensando così si
finisce per essere come la gente stupida perchè ha paura
della
solitudine, io no..."
" Le persone sono in grado di creare un'altra parte di se stesse dentro
di sé, in qualsiasi momento. Una parte che possono davvero
apprezzare. Come hai fatto tu. Solo che nonostante ti sia portata oltre
e al limite, non è servito. Non ti sei arresa, ma non hai
ottenuto nulla. E..."
"pensare di arrenderti solo perché è inutile
rende scemi,
ma anche troppo... lascia stare. Il momento in cui ci si arrende
è quando la vita finisce"
"Lo dici come un peccato?" fece lui coe stupito
"Il peso di un peccato dipende dalla persona che lo misura." scuotendo
la testa "Così' come facciamo noi con la feccia... qua
comunque
stavamo parlando della mia esistenza ancora qui..."
"Se la tua esistenza è riconosciuta fermamente da te stessa,
è abbastanza per definirti. Se puoi vivere con fiducia e in
te
stessa, puoi accettare qualsiasi tipo di stile di vita, e quindi luogo
ed esistenza, Certo, se senti che appaghi ciò che ti provoca
dolore...". disse Milan con un sorriso
"Le persone tendono a trasferire il dolore di cui sono gravate sugli
altri. Vogliamo continuare con massime e simili?"
“Ognuno ha il diritto di perseguire una vita felice. La parte
difficile è averne il diritto" fece lui a trentadue denti
per
giocare "La verità può cambiare forma a seconda
dell'osservatore."
"Si, si..." facendo il broncio come sempre facendo le guance tonde "
Belle frasi ma non fanno altro che diree
questo fa male. Ora inizierai a parlare di sogni? Non negare i tuoi
sogni, ? Non ha senso fare un primo passo, se hai gli occhi chiusi e
non guardi al futuro. E' così che dici sempre, ma sai che
per me
non vale..."
"Tu sei un essere umano, ne più e ne meno, con tutte le
speranze
e le sue paure, le passioni e le idiosincrosie proprie.... e ti senti
anche qui fuori posto. Questo mi dispiace ma sai anche tu, lo dici tu
stessa, che il cuore umano è difficile da cambiare e come ti
si
vede non è cambiabile facilmente... magari un altro
pò e
potresti scoprire che sono buoni amici..." indicando con una mano la
finestra che si affacciava verso fuori, mentre gli uomini brulicavano
indaffarati per i propri compiti
"Mi sta venendo il mal di testa con frasette e citazioni... tu e il tuo
buonismo!! Così dici sempre, ma è anche un modo
per dirti
di considerare anche gli uomini là fuori...Il segreto
è
circondarsi di persone che ti facciano sorridere il cuore. Solo allora,
troverai il Paese delle meraviglie..."
"Carroll"
"Ma quanto ha ragione?" scimmiottandolo "Ormai dopo Zay e Ric ho
finito, e lo sai. Ho finito di fidarmi, dopo di loro non mi fido
più di nessuno... è troppo dispendioso fingere
per essere
parte di qualcosa che ti allontana comunque. Mi avevi detto che potevo
crederti sul fatto che lontano dalla mia famiglia, e quel posto bigotto
del cavolo, con ciò che mi piaceva a disposizione... io
potevo
farcela, e trovare un senso e un motivo per vivere. Guardami! Poi te ne
sei uscito con l'idea che cèra una persona che dovevo
incontrare
dopo la reincarnazione, e che essendo magari morta, non avessi motivo
di restare qui. Peccato che io non creda nel fatto che vi sia una sola
persona a darti motivo di vivere. Senza quella muori, perchè
hai
finito per aggrapparti a questa annullando te stesso... Quelle cose
sono alla Zay, punto. Al massimo come facevo con lei e quei cretini dei
Vangelis, come dicevano si chiamassero, diree
vedere che accade. Studiavo la cosa... Certo, sono accadute cose
strane, ancora di più quella volta che non ho mai raccontato
a
Zay e Ric, dove mi ero alzata dopo aver parlato con lei e qualcosa mi
ha letteralmente perso per la gola e tenuta ferma al muro. Mi sono
liberata dopo tanto, è stato qualcosa di assurdo, ma alla
fine
dopo che ho mandato al diavolo loro, non è più
accaduto
nulla che fosse anche lontanamente simile a quegli strani fatti. Bum,
finito! QUindi era tutta finzione, solo convincimento che mi portavano
in testa, solo... E poarliamone, Phib era quello che diceva che io ero
chissà chi nelle mie vite passate, disse che lo aveva
rivelato a
Zay e che non si poteva sapere però chi fossi
perchè non
devevo. Punto. Ma diceva di sapere ed era meglio tacere. Chi ero se
esistono le vite passate? Ripeto, finzione..."
"QUindi mi stai dicendo che i sussurri e le voci proprio che sentivi
come respiro nell'orecchio mentre eri a letto era... la loro influenza?
La chiave a Bellymena? Quel senso di strozzamento che ti aveva
inchiodato al muro ed era passato tanto perchè sentivi la
vita
in casa nomrlamente mentre tu eri bloccata vicino la porta a lottare
per liberarti... era solo l'influenza dei loro racconti e parole? E se
invece fosse quella persona che voleva dirti qualcosa..."
"Con loro niente! Anzi, peggio." come se non lo sentisse "Ho capito che
ero un fallimento già con loro, confrontando la mia vita con
la
loro, oltre della feccia che mi ha portata ad essere niente. Come si
dice? - Si è una persona completa, donna o uomo che sia, con
o senza partner, con o senza un bambino. Una lezione che una persona,
di più donna, deve imparare è che fin dal primo
giorno si
ha già in sè tutto ciò che occorre, ma
è il
mondo a convincere del contrario e dire No-... E sai cosa mi faceva
incazzare? E' che quando dicevo a Zay e Ric che il mondo non mi ha
mostrato cheioavessi
ragione contro i miei, che dicevano che tutti tranne il sangue meritava
rispetto e avere contatti, considerazione, loro hanno risposto che non
è come dico io... motivo per anche solo non parlarci. Soli
come
la merda... mentre io credevo nel mondo. Ma il mondo mi ha delusa e
basta... E ripeto, non è rimasto niente di ciò
che
cèra in me da piccola e poi dopo. Anche oggi , che posso
fare
cosa mi piace, non cancellano o sovreappongono nulla al mio dolore, non
leniscono ne creano qualcosa per farmi snetire viva.. Osservare le mani
delle persone che lavorano e riparano o creano. Fare rilegature,
equitazione,calligrafia, crystal miming, avere a fare con alcuni
animali in addestramento, le botteghe, sopratutto orologi e meccanica,
pittura e modellazione, musica, vetro e ceramica e via, via dicendo non
mi sento appagata, non ho perso quello smarrimento, non..." scuotendo
la testa "tu hai detto che potevo trovare qualcuno per me, il problema
è seguendo questo tuo pensiero sarebbe proprio alla Zay, o
tutta
la gente là fuori. Convincersi che una persona diventi il
tuo
mondo, intorno a cui ruotare e senza quella si è persi. Io
ho
mille interessi, passioni, sono stata nell'ala calligrafica ed
emanuense, ho scritto a pennini e osservato il lavoro certosino a mano
di..."
"Va bene, ma il tuo vuoto o quello che è, rimane. Non ti
piace
nessuno in nessun modo. Sia come aspetto, a parte quei soggetti ma sono
illustrazioni..."
"Mi prendi in giro?" fece lei offesa
"No, sto solo dicendo che sei rimasta colpita da due illustarzioni ben
fatte ma tali sono. Ed è l'unica volta che ti ho sentito
parlare
con occhi luccicosi di qualcosa che avesse sembianze maschili. Non hai
attrazione fisica per nessuno, e intendo per nessun uomo sia qui, che
tra i membri maschili che hai fatto prendere a Madame per aumentare il
cerchio di clienti e nostre possibili..."
"E' dal'linizio che affermi che, sebbene non sia raro, ti è
capitato pochissime volte di inconrtrare qualcuno come me. Secondo come
sono, dovrei essere demisessuale, sai, per gli esperti cè
sempre
un'etichetta da mettere... ma anche così io non provo cosa
provano gli altri, quindi di che parliamo? Come se tu potessi capirmi,
visto che paghi ragazze definite stratosferiche, perchè
siano un
gioiello al tuo fianco, per apparire, e a che ci sei le sbombacchi un
pò, anche se non comprendo come si possa accettare....
lascia
stare..."
"Ancora con quel termine... questo o questo? le chiese per scegliere
cosa indossare
"Quello... per me no vale vivere per una persona o per i figli, finisci
per buttare verso queste figure tutto ciò che sei e
accantonare
il resto. Non si vive per questo... comunque ti ho detto che anche qui
non è che sia diverso da là fuori, e tu non hai
fatto una
piega..:" con sguardo triste e deluso
"Ehi, ho detto che mi dispiace ed ero serio. Questo posto forse... l'ho
lasciato un pò andare, ma ora a rimettere in riga ci sei tu
e mi
fido. Hai ragione quando dici che là fuori nulla
può
cambiare, se le cose qui non sono nel modo giusto. Sarebbe da ipocriti
pensare al contrario, quindi ti ascolto... Ormai conosciamo a memoria i
punti del CAmbiamento e alle persone è concesso pensare a
qualsiasi cosa vogliano dentro i loro cuori. Questa cosa deve avvenire
come concetto anche qui, in primis, ed è quello che voglio
accada. Sono più presente ove possibile, interagisco con gli
uomini in molti modi come hai detto, li sprono a capire quel che
facciamo e per chi è... non basta come inizio?" Sistemando
la
spilla da foulard al collo che Kianta gli aveva indicato nella scelta
"E sia come sia, se io ho dimostrato di aver avuto la forza e il potere
di arrivare fin qui, ed avere tutto questo, quasi tutto è
possibile. Questo perchè tu dici fermamente che sogni e
desideri, speranze e possibilità non sempre e non per tutti
accadono o riescono, per quanto ci si possa sforzare. E questo
è
vero, non lo nego, ma serve anche la forza. E nonostante tu l'abbia,
non hai ciò che spinge le altre persone a..."
"Sopravviere... non vivere."
"Sopravvivere, certo. Io non so cosa si prova a non aver quella
scintilla che ti fa sentire vivo e felice di esistere. QUindi posso
solo consigliarti, prima del primo lunedì del sesto mese..."
"Pensavo quinto... ho già seguito l'addestramento, le
lezioni di
lingue e comportamento da pensare di essere a scuola di spie..."
sorridendo "per questo mi chiedevo se non potessi mettere a frutto
queste cose aiutandoti, spacciandomi per una tua partner di lavoro e
mettere a frutto tutto. Voglio dire... anche per i test, mi avete
insegnato tutte quelle cose e sto finendo il resto. Mi sento veramente
come a scuola di spie inglesi anni sessanta, con un tocco di moderno, e
so che da solo non puoi fare tutto. Accordami una preparazione adeguata
per quelli che magari ti stanno sul marron glassè e lo farei
io.
Mi hai appioppato quei tre come mie Ombre, sfruttale bene. Qui sono
inutili, non trovi? E poi se siamo in due a lavorare, hai maggior
possibilità di rendere credibile l'idea della grande
organizzazione. Madame mi sta insegnando molte cose, anche se ammetto
che senza recitare, per la gente sono ciò che sono sempre
stata,
ma posso imparare ad essere una Personalità nuova. Mentre..."
"Ci penserò. Quello che mi spaventa è che hai
l'attitudine a punzecchiare e giocare con la gente con spavalderia e
sfida. Arroganza, direbbero alcuni. Ma potrei pensarci, magari una
figura femminile raggiungerebbe certi uomini e certe donne inclini a
donne..."
"basta che me lo fai sapere, così Gertude e Madame possono
completare il lavoro e darmi in mano gli strumenti che mi servono. Sono
curiosa di sapere fino a quanto la gente è manovrabile, con
ciò che ho imparato... per la Strega, invece..."
"La Strega mi è venuta guardandoti, perchè sei
buffa
quando ti viene la vena omicida e vuoi far male a chi ha fatto del
male, sei buffa!..." ridacchiando menter lei faceva le solite facce
offese sospirando a mezzo broncio, gonfiando le guance facendo uscire
un sospiuro "Ho una mezza idea di renderla come te, che sia la tua
parte desiderosa di punire e vendicare i deboli, dando il dolcino di
aiuto a chi ha bisogno. Sarà ciò che rimane di te
che
continuerà a camminare nel mondo come un testamento...
Principalmente l'ho pensato per la tua idea di creare un dipinto doppia
faccia in base al tipo di luce... lo ammetto, è uno scherzo
esilarante! E tu che compari dalla penombra creata dal gioco di luci,
per far credere che questo posto sia stregato. Invitare la feccia qui,
a cena o pranzo, mostrare loro ricchezza, opulenza e raffinatezza
incommensurabili, mentre un'anima non in pace vag a per la sua ex
dimora e spaventare i commensali. Gli stessi che verranno sostituiti da
sosia accopagnati da alcuni di noi, con i suoi mezzi, così
che
sia registrato ovunque per poi sparire. Mentre loro finiranno nel
purgatorio finchè resteranno in vita che abbiamo preparato
nelle
cave e miniere..."
Lia rise chiudendo il libro. E Milan continuò.
"Ma in fin dei conti il motivo principale è l'idea della
Continuità... non parlo di quella legata al transumanesimo
che
stiamo sperimentando, ma di quella dell'editarietà del
proseguire come storia o leggenda, come molti personaggi storici, non
venendo veramente dimenticati. Su una cosa posso dire che hai ragione,
far figli e portarli a maggior età perchè figlino
a loro
volta, può sembrare naturale ma non mantiene te come
Persona.Sono diversi, non prendono i tuoi isnegnamenti se sei una
persona per bene, svoltano in ciò che sono dentro o seguono
stronzi che li portano in cattiva strada. Un legame di sangue
è
più complicato... Nel migliore dei casi ti si
ricorderà
per due genezioni, ma poi... e tra l'altro, perfino i miei figli tra
qualche anno potrebbero dimenticarmi alla lunga, senza sapere
ciò che ho fatto per tanti motivi..."
"Ghhh!" fece Lia all'ultima frase, alzando gli occhi "non ricordarmi
questa cosa, mi vengono i brividi..."
"E comunque concordo sulla tua idea che non si vive nei figli,
qualsiasi cosa la gente possa pensare. Lo ammetto, io mi sento io e ho
fatto una strada dviersa dai miei genitori, che volevano altro. E
così molti altri. Quindi hai ragione, l'eredità e
la
continuazione dovrebbero prendere altre strade. Ecco perchè
la
Strega..."
"NON... non capisco...hai deciso di creare un personaggio che
vivrà, accettato e quindi esistente, dopo che me ne
sarò
andata perchè prenda il mio posto, agisca come parte di me
in
molti sensi..." facendo una sorta di broncio di riflessione
"Vedi" le disse girandosi dagli armadi alla sua direzione con dei
calzini in mano "Per prendere ad esempio una frase da uno dei tuoi
filoni preferiti, La Ruota del Tempo gira e le Epoche si succedono,
lasciando ricordi che divengono leggenda. La leggenda sfuma nel mito...
Invece noi sappiamo che le leggende e i miti perdurano, sono abbelliti,
ma le dame in bianco o in verde, i cavalieri e fantasmi di personaggi
ormai polvere da secoli, vagano e cadono di bocca in bocca, restando
vivi. Di quello di Gesù ne è uscita fuori una
religione,
ma le altre bene o male sono conosciute. Artù, dalla prima
strega di ogni paese alle maledizioni famose, come quella dei templari
o egizie, le figure morte che dicono ancora vaghino nei luoghi di vita.
Possiamo dire che un modo per te di pensare al restarenella
mente di ogni generazione, è divenire leggenda e poi mito.
Ma
restare. Come madame Marie Laveau, che ancora oggi si dice esista in
questo mondo a fare robe... Si, giochiamo insieme. Creiamo un'altra te,
che agisca e viva anche dopo che tu non ci sia più, con una
parte della tua personalità, con il tuo aspetto, con gli
ideali
che abbiamo...Basta che uno o due all'inizio la riconoscano come reale,
capace, ed essa esisterà e pronunceranno il suo nome.
Potremmo
fare di questo posto il vecchio luogo della strega, un nome altisonante
e un dipinto che appare in particolari momenti, con l'apparizione della
strega stessa capace di fare cose fantastiche. Con la proiezione e la
visualizzazione, abbiamo i mezzi. Abbiamo noi che amiamo gli abiti
antichi e questo posto. L'idea di agire in modo che le persone non si
aspettino una Regina tra i pedoni, non conosciuta... insomma, qualcosa
che possa coniugare un fattore sorpresa con il lavoro contrapposto
della Giutizia e aiuto. Per il nome della Strega... potremmo fare..."
"..." vedendolo riflettere "..."
"Eloisa? Terenzia? Lucrezia? Lucrezia ha un suo perchè...
vorrei trovare un nome potente anche solo sentirlo..."
"Perchè italiani?"
"perchè tu sei italiana. Perchè l'Italia oltre
alcune
zone inglesi o americane dal seicento in poi, che lo si voglia o meno,
ha tanta di storia anche su figure strane, leggendarie, molte
città italiane son oconsiderate luoghi magici e misteriosi,
a
partire dall'atmosfera ancora oggi, come le architetture e..."
"Ok, ok... allora prendi il nome della prima strega considerata tale in
Italia..."
"Ok.. quale nome?"
"In realtà cè un dibattuto su chi veramente fosse
la
prima vera strega, ma le due certificate sono Petronilla e
Matteuccia... lo so perchè ho cercato di capire bene la
storia
della religione che mi dovevano appioppare dalla nascita, e il concetto
di magia popolare più vecchia..."
"No, con questi nomi non ci siamo... pensa, che nome straordinario
possiamo usare anche per incarnare il tuo paese?"
"Eliana? Significa devota al dio SOle, chissà, magari lo
possiamo accomunare ala vostra religione"
"MH..." fece lui ripetendo il nome come per studiarlo "No, neanche
questo... deve essere qualcosa che parla di te e del perchè
esiste la strega..."
"Non so, mi vengono in mente per ora solo i miei vecchi pg di gioco dei
gdr, non riesco a trovare un nome adatto adesso... da qualche libro,
o..."
"I nomi dei tuoi pg, ossia i personaggi che creavi che ti
rassomigliassero per giocare con altri?"
"Esatto... perchè?"
"Elencameli... "
"Eh... Rico, Reda, Lia, Veròna, Diandra..."
"Eccolo" fece indicandola,f acendola sussultare
"Cosa, Diandra?"
"Ma no!.., la penultima, quella che richiama anche l'Italia..."
facendole gesti con le mani perchè il nome uscisse
"ER...Veròna?"
"Si! Veròna, Veròna, sentilo... già
pronunciandolo
dà quel non so che... complimenti tra l'altro, ma a parte
questo, come possiamo unire questo nome che richiama molte cose, a una
donna che era padrona di questo posto?"
"Perchè dovresti fare una cosa simile?"
"Perchè una leggenda e un personaggio... sia riconosciuto
come
reale ed esistente, ha bisogno di un luogo, dei dettagli... inoltre non
è difficile da pronunciare per me che non sono di lingua
europea, eppure parlo altre lingue. QUindi chiunque udisse questo nome
in qualunque luogo... È un nome facile da pronunciare anche
per
chi non fosse un madrelingua italiano.E' rotondo, imperioso... no, come
posso dire..."
"Ti seguo di meno..."
"E' comunque fa ridere che tra tanti nomi, tu abbia richiamato quello
della storia di Romeo e Giulietta, tu che odi le cose romantiche.." a
trentadue denti, mentre lei socchiudeva gli occhi come offesa " E ha
molti elementi famosi, da poeti antichi a luoghi specifici e... Lo
teniamo! Ora devo solo trovare un modo di renderlo ancora
più
antico e magico... Mh... Non so... La butto così per ora,
giusto
per veder come suona, le prime cose che mi vengono in mente... Lia
Veròna Thessenghel de Straosburg..."
"..." con sguardo dubbioso
"Facciamo un esempio. Io ti invito qui, vedi un ritratto come quello
che ti sei fatta, come quello sulle scale, e dico che sei una ex
padrona di casa e pure presunta strega. Gli dai quel brividino e poi
ecco che appare la strega in carne ed ossa perchè
è una
sera particolare e in qualche modo..."
"Amettilo,stai materializando un tuo sogno... ami troppo queste cose
esoteriche..."
"Ok, ma è uno scherzo che prenedndo piede renderà
Veròna reale, vera...COn il quadro appeso, per come
è
venuto e ne faremo fare un altro da avere un impatto tremendo,
perchè sia un inizio. Ogni occhiata passerà di
fronte al
ritratto e ogni tuo sguardo dipinto materializzerà in loro
il
riconoscimento della tua esistenza. Anche se creata ad arte, tu sei
vera e vedendo il ritratto e la storia che creeremo, sarai doppiamente
reale. Una fantasia riconosciuta da tutti diventa realtà,
sopratutto se noi diremo che è vera e poi ti vedranno.
Veròna sarà la tua parte della
personalità
desiderosa di agire in questo mondo, e diverrà totalmente
umana
eprchè sarà riconosciuta così! Non
sarà
solo un dipinto o una leggenda vociferata, otterrà il
diritto di
esistere e così tu continuerai anche in lei...La sua
esistenza
dapprima sarà solo una voce che penetrerà nelle
menti
della gente, pensando che i poveracci che aiutiamo abbiamo visioni o
vedano streghe che agiscono come santi, senza che si sia ancora
mostrata a chi cacceremo. Sarà diffusa inizialmente come un
personaggio di una fiaba, poi prenderà corpo, in te, e
sarà il tuo strumentro di punizione e vendetta.. riverserai
sulle prede ciò che hai trattenuto dentro di te, come un
fiume
in piena rendendola vera.... in poche parole tutto questo che sto
dicendo è il risultato dei nostri discorsi e piani che
diventano
qualcuno..."
"mettiamo che ho capito..."
"La nuova te che sarà tuo strumento, sarà una
seconda Lia
con una funzione. Resterete tu, lei e poi la nuova
personalità
dopo la tua morte, che oltre a continuare te come se fosse una tua
ipotetica figlia..."
"questo lo pensi tu..."
"riceverà il testimone di mantenere in vita
Veròna
fisicamente, perchè esiste già, da quadro a
persona
reale. Comprendi?"
"E se lei non volesse? non sappiamo nenache se finirò come
gl
ialtri soggetti o andrà a buon fine... Insomma, dovrebbe
prendersi sul groppone un incarico che magari non le andrà
bene... il Project Kianta, come lo abbiamo definito, non prevedeva per
ora una personificazione doppia..."
"Se sarà una persona diversa da te, affiderò il
compito
di incarnare Veròna a qualcuno che sia degno davvero,
sebbene so
che non è possibile ricreare qualcuno... sarebbe solo
impersonare al proprio meglio ma sempre una recita imitando, non la
stessa cosa. Non sarebbete,
questo è chiaro?" vedendola fare cenno con la testa "Ora,
dobbiamo considera Veròna come una seconda te, che deve
maturare
per essere appieno la Strega del Gioco... perchè questo?
perchè tu da ciò che abbiamo fatto finora, hai
giocato
con chi se lo meritava per studiare come fosse fin nel profondo e
vedere se meritava un'altra chance o finire nei campi di polvere. Lei
farà lo stesso..."
"Ho fatto ciò nella speranza che vi fosse ancora un barlume
di
umanità, non bestialità, dentro le persone,
dettate dal
loro passato e perchè sono diventati così, se non
l
oerano già. Studiando il passato, cosa avevano sofferto e
subito, azioni e discorsi, non ho fatto altro che valutare, come
persona comune, se quei soggetti fossero irrecuperabili o magari utili
a noi, al guinzaglio. Molti erano irrecuperabili e non possono muoversi
tra la gente..:"
"E questo farà Veròna. Insegnerai impersonandola,
a
questa strega, come essere in toto per il compito che le spetta.
Creeremo luoghi e situazioni in cui ci saranno prove e sfide da
superare , con esperti mentalisti, psicologi e psichiatri, creando
campi di gioco e situazioni in cui cosa faranno, non faranno, le scelte
e le parole, risulterrano la sua salvezza perchè lo merita o
meno... dai sono parole tue vecchie..."
"Si, si e... ok... ho capito cosa vuoi e..."
"Ti sfagiola dai, lo vedo dal sorriso che tenti di nascondere"
vedendoglielo poi comparire sul serio
"OK, Milan, in effetti è intrigante, ma se io creo come le
mie
azioni e dandole forma corporea una verità, che lei esiste,
significherebbe assecondarti su temi che tu vuoi e segui e... non mi
interessa, se dici che io sono in grado di fare cose magiche,
Veròna non sarebbe magica. Quindi sarebbe un personaggio
mosso
con una storia e competenze e capacità illunistiche per
aiutare
o fermare..."
"Su questo sono d'accordo..."
"E se prima cerchiamo qualcuno che invece possa incarnarla? Insomma...
non sono stata in grado di fingere totalmente, di essere cosa la
società voleva in me, e dovrei interpretare una strega?"
"ALT! Tu non sei riuscita in quacosa che non erate.
Non eri tu, quella che volevano e per come sei, non sentivi nel
profondo di reggere per troppo tempo un fantoccio che mascherasse TE.
Ma Veròna sarebbe parte di te, presa da una parte della tua
personalità e mutata in entità reale."
"Mh..." poco convinta
"Sfruttando elementi di vario tipo, ocme si faceva una volta nelle
truffe, con un chilo di sale in un bicchiere d'acqua, no? per intortare
chi credeva solo ai propri occhi e non alla scienza e la conoscenza
dello studio... Veròna appare dopo le voci e gli aiuti dati
anche agli altri, facendo riconsocere la sua esistenza in toto... Deve
esserci però qualcuno che la faccia vivere Veròna
oltre
la leggenda e il quadro. Cè bisogno di altre persone
perchè il mondo che creiamo resti vero, e facendo crescere
Veròna in ogni sfaccettura, questa non morirà o
sparità. Come le leggende, queste sono rimaste, le persone
vere
no... Se non si accetta la sua esistenza, Veròna non
può
esistere, quindi resterebbe solo come favoletta di gente povera,
aiutata contro la feccia. La Lia, tu, l'italiana, che fa muovere le
cose, Veròna, la te stessa che nascerà dalla tua
morte
mentale... sarete tutte esistenti e rimarrete, non sparirete. Tutte le
Lia che sisteranno da oggi in avanti sono tutte parte di te e nessuna
sparirà. Saranno considerate come singole, vere e reali,
compresa Veròna, ma tutte legate. Il tuo no nsarà
un
funerale, ma una rinascita, o reincarnazione o figliazione, un
pò fuori le righe"
"Ecco, ha ricominciato..."
"Dai, queste cose hanno elementi comuni... tu pensaci, comunque. Hai
ideato un piano per andartene fregando i buonisti. Il tuo corpo come
loro vogliono non morirà e così hai aggirato il
problema... Ci sei riuscita!"
Lia si alzò e posato il libro, andò a prendere la
spazzola in osso e setole di cinchiale color avorio, che lui usav aper
pettinarsi, per sistemarsi i capelli. Prima che usava una basica,
costosa, ma Lia gli disse che i materiali migliori per i capelli erano
setole naturali e osso, o corno, legno e niente di altro. Tutti gl
ialtri materiali elettrizzavano i capelli e li danneggiavano,
così lui si era procurato vari tipi di pettini sia per
larghezza
che di materiale, osso o corno, legno e setole. Quelle in setole aveva
la funzione di massaggiare anche il cuoio capelluto e stimolarlo, oltre
che rilassare la persona.
"Volevo parlare delle Muse, ma poi non ti piace se le accomuno ai
preticelli... Trovo assurdo che i religiosi del cavolo debbano dire a
me cosa fare se no ncredo nella loro religione. Eppure ancora questo
accade oggi, e visto che voglio mandarli a quel paese, ma morire alle
mie condizioni, bene. Aggirato l'ostacolo! ma perchè sono
qui
con voi, altrimenti sarebbe diverso. E comunque... Tutte le persone
sono destinate a morire alla fine. Se nella maggior parte dei casi le
loro vite sono senza significato... che tristezza. Io non penso
ciò, la vita di una persona, ciò che vale,
ciò che
è… queste sono cose che una persona decide da
sé e
come è… Non importa quale tipo di destino sia
forzato o
creato o realizzarto o altro. Non accettaerò mai
un'imposizione.
Crearsi il proprio mondo… per se stesso…e magari
trovare
qualcuno che sorregga con te quel mondo, per riconoscere la propria,
il proprio senso, il tutto. Trovare qualcuno che riconosce te, cosa sei
e come sei, il mondo che vedi, sempre che no nsia da malati, e come
senti di vivere e creare un significato della propria esistenza... per
me, anche se non dovesse esistere, ormai è finita.
Realmente,
non esiste nessuno in grado di sorreggere con me quel mondo,
perchè vuole stare al mio fianco. Io aiuto con il mondo in
generale te, per il mio invece resterò sola a contarne i
pezzi ,
mentre attendo il giorno di andarmene. Avrei voluto solo... se tu e Zay
avete ragione, ci fosse anche quella persona perchè mi
salutasse, accettando tutto... Io morirò sapendo che la mia
famiglia mi vedeva e vede, in un certo modo , che no naccetto e non
sono io. E così sarà sempre. Se io fossi morta da
mie
mani in modo violento, mi avrebbero addossato ogni colpa e dato della
vergognosa per il loro dolore, mentre il mio... a chi ci pensa? Ma
sarebbe accaduto questo, sarei stata ricordata solo per come mi
vedevano e cosa ho fatto io a loro. E invece ho incontrato te e me ne
andrò ma persona, umana, in modo dignitoso... "
"..."
"E' orribile, ma le cose stanno così. A pensarci, il mio
trovarmi qui, in un posto che rispecchia cosa mi andava bene, con
soggetti che, anche se militari hanno una morale e un senso umano da...
beh, non aver trovato il classico gruppo di militari di merda. Ho
ragione? Sembra impossibile, fuori dalla realtà ma sono qui,
tu
hai accettato l'Accordo e lo hai mantenuto, e finora non ho avuto
fastidi da nessun maschio. a chi accadrebbe? Sembra così
irreale
e comunque sebbene siate amici, non riesco sentire nulla che per tutti
doveva essere normale. Per nessuno e in nessun modo. E' finita
così. FInchè resterò, ti
aiuterò. Con
questa idea di Veròna e tutto il resto. Ma almeno tu, se mi
sei
amico, se mi sei debitore di qualcosa, acocmpagnami dove voglio andare
senza questioni o blocchi o... almeno tu, lasciami andare... accetta
che io mi fermi dal lottare e voglia solo pace. E' come se avessi
combattuto mille anni ma per gli altri, per me come se abbia potuto
solo debolmente e senza scopo, in un tempo stiracchiato e fermo. Ci
sono persone che si incontrano e per qualche parola incoraggiante,
decidono che vivono per quella persona, che il tutto esiste con quella
persona. Io non sono così, sebbene avessi veramente e
intensamente voluto qualcuno che mi donasse il suo tempo, che volesse
farlo perchè io ero io, semplicemente non cè. E
non ci
sarà, perchè amore significa anche lasciare
andare. E se
ci fosse stata, quella persona nonostante tutto avrebbe accettato
questo fatto, salutandomi con affetto, ringraziando anche per
ciò che avevo dato perchè io lo sentivo...? Ma
nulla,
anche quel poco con una persona al mio fianco non cè stata,
e
questo pesa di più. L'unico cosa che accetto, rispetto al
pensare che l'altro sia tutto, è che insieme si indeboliva
il
vuoto e il dolore, ma non sarebbe scomparso. Tu sei un altro tipo di
persona e hai una mente aperta, su certe cose aggiungo, non su tutte,
ma va bene così. Mi auguro che accompagnandomi al mio
riposo,
della me stessa attuale, tu lo faccia perchè senti di farlo
come
amico. Chi ama, lascia andare. QUindi inutile che mi fai vedere
persone, provando a tentoni se cè qualcuno per me.
Perchè
no nsarebbe come le altre persone, quella persona... da me non avrebbe
cosa chiunque si aspetterebbe..." parlando come se se lo facesse a se
stessa e come un monologo che a lui veramente, guardando negli specchi
e riflessi
"Ehi, lo faccio perchè magari la persona per te, non il
principe
azzurro, l'uomo della vita, il fidanzato o marito come tutte e tu non
sei tutte... ma chi vede te e il tempo trascorso con te importante...
ci sia. ma almeno qualcuno che ..."
"E tu?" guadandolo negli occhi, nonostante la differenza di altezza
"SAi come me che anche se siamo amici, ti piace parlarmi
perchè
i discorsi non sono scadenti come con gli altri, che noi due conosciamo
cose per amore del sapere e del migliorarci, ma oltre qui, eccetto
bibliotecari e bramini, a volte Jd, non è che tu abbia altri
con
cui fare ore di dialogo, come facciamo noi. Non è
così?
Alla fine ti rammarica il fatto che clienti e le persone qui, sono
quasi tutte... indietro. Al massimo se fossi stata il tipo, avrei
potuto essere la moglie fantoccio per recitare e ancora, quel tipo di
mogli con cui si condividono momenti come i nostri, ma con cui non
cè altro, svolgendo funzioni con una vita segreta da cui
andare
per scappare. E va bene per molti, perchè poi ci sono gli
amanti
per le altre cose. NOn trovo nulla di sbagliato in ciò, una
relazione è forte in tanti modi, ma per farti capire, io
alla
fine non sono adatta ad essere moglie, non sono altro che una tua
partner per non trovarti tra gente che poco ti capisce, e fare
ciò che tu no nvuoi fare. E cosa ti piace, e hai letto, e
conosci...con chi parli oltre me, se non sentirti le solite fesserie da
arroganti arrivati, che sono cambiati oslo per l'apparenza? Ma chi
vuole passare del tempo con te perchè tu sei tu, tranne i
veterani, io, Madame e altri che consideri decenti? Rispetto a me sei
mondano, viaggi, stai in mezzo alla gente, frequenti vari tipi
disoggetti, quindi no nti pesa... ma a me si. Perchè tu sei
mio
amico, ma non la persona diversa. A volte capita che ci siano persone
come me che vogliano solo mandare al diavolo tutto e... andare, morire.
NOn cè niente che dia loro pace, abbastanza per sentire di
continuare un pò, per il tempo e la vicinanza di qualcun
altro
con cui condividere le cose che prima apparivano alla fine, da soli,
noiose. Altri invece che hanno l'entusiamo per la loro morte, ma
conoscono qualcun altro con cui dimenticare il richiamo della morte,
così come per l'altro, e gli passa. Ma non è
così,
per tutti. E via dicendo, i modi per sospirare e affermare che
nonostante tutto possono un pò andare avanti... sono diversi
come i cuori umani, ma non per tutti. Io sono delusa, perchè
ho
avuto da anni la sensazione di frantumarmi e sentire di star facendo
una cavolata a continuare a respirare. Volevo sprofondare come una nave
fino nel buio profondo. Sono delusa perchè non sono riuscita
a
morire in tutte le prove che ho fatto, sperando che non si notasse che
fosse fatto da me, non è andata. E' per questo che so che,
semmai tu non fossi arrivato quel giorno con gli altri, io sarei finita
a soffrire fino all'ultimo respiro come suicida, in modo plateale. E' a
quel punto, quando ho realizzato che stavo solo strisciando a questo
mondo... che ho desiderato ogni genere di cose. Incidente, incidente
stradale, ladro, qualsiasi cosa... io ancora ora non ho paura, come
quel giorno in quell'edificio con loro là. SO che vivere non
significa solo continuare a respirare, cè di più,
il
percepire col corpo tutto ciò che è materiale e
tramutare
le cose belle in ricordi. Ma io non li ho, tranne qualcosa qui con voi
ma... sai anche tu che non sono sufficienti per rivederli e amarli
nell'ultimo attimo.Nessuno che sembrasse in molte cose felice di me,
del tempo che condividevamo e vivevano, di tante che cose che non ho
vissuto ma per quella gentaglia era cosa normale e banale. E sai anche
che non è per cattiveria o altro..."
"Lo so, tu non comprendi e provi molte cose degli altri, nessuno te ne
fa una colpa..."
"e cose che più amo fare mi fossero proibite... se mi
trovassi
in una realtà in cui tutto è deciso da altri e io
non
avessi alcuna possibilità di scelta"
"..."
"SArebbe mai esistito un tempo in cui avrei pensato a giorni in cui mi
sarei sentita viva? Che con una persona sarei stata in grado di
ritrovare me stessa? IN cui nascevo veramente? Avrei sentito una senso
di morte lontana con quei giorni e cosa ho vissuto? Che avrei visto
negli occhi di qualcuno a me vicino non solo ilmioriflesso,
la me ricomposta, ma un affetto che trascende sesso e ciò
che
non posso dare? Non lo saprò mai, e alla fine mi va bene
così. Così come sono felice delle cose come sono
andate
con Rò, perchè posso tranquillamente dire che per
come si
è comportato con me, non mi ha mai avuta come voleva. Che si
arrangi, alla fine mi sono io ritrovata più sola, pensando
che
un amico mi ascoltasse, e invece urlavo al vento. Il tempo che diceva
di darmi era solo e sempre per fare quello, non per ME.Quindi non
è mai avvenuto, sono sempre rimasta sola e accusata pure di
non
amare, nonostante cose avessi fatto per lui, perchè non ha
mai
capito che io non sentivo cosa per lui eran normale in tutte.... Io non
sono quello, io non sono lì, gli dicevo. Ciò che
desidero
è altro. E invece sempre e sempre quelle domande e quel
sentirsi
offeso e non amato. Basta, da quel momento ho deciso che non avrei dato
nulla a nessuno e ancora ora non ritirerò ciò,
nonostnat
etu e Madame continuiate a mettermi sotto il naso tutti i tizi che
sembrano secondo voi adatti ai miei gusti..." ridacchiando, ricevendo
da lui una risata " se io non provo nulla, non ha senza forzare
qualcosa che non viene da dentro di me. ma non riesco e va bene
così, a parte voi che sembrate quasi amici fittizzi
perchè impossibili, nessun altro ha ritenuto che fosse bello
passar eil suo tempo con me. Dividere con me mometni o altro. E a volte
me la rido, perchè penso che hanno perso loro, non io. Io
sono
rimasta uguale, alla fine. Nessuno ha visto in me qualcuno meritevole
per riempire i giorni e i momenti. Che vuoi, questa è la
vita.
Ci sono persone là fuori che sono come me ma in parte,
perchè desiderano cose che a me non interessano e si sentono
vive volendole. Stronzi che mi hanno procurato dolore e vivono quelle
cose per loro banali e ordinarie che per me sarebbero state momenti da
ricordare. Ma io no.Come chi per vari motivi ha perso i genitai o la
loro funzione e si dannano, perchè non hanno così
identità e io vorrei non averli, per sentirmi più
me, e
nello stesso modo siamo persone con un corpo che non può
amare,
ma in modo opposto. A volte mi domando chi tra me e loro, è
la
persona più... "
"Non ci pensare. Goditi quello che qui non potevi prima.E..." mentre si
passava una man ofra i capelli pettinati decidendo come farseli.
"Non cè niente di più triste e sofferente di una
vita che
non vivi tu stesso." guardando il suo riflesso negli specchi "Vuoto,
perdita, il tempo che fa sentire il pesante e lungo fardello che ti
toglie i lresto. Tutto è passato in un batter d'occhio e io
sono
finita nel suo mare. Il mare del tempo che ti risucchia se qualcosa ti
fa cadere, e io non mi sono rialzata perchè non trovato nei
riflessi di quel mare qualcosa a cui aggrapparmi. DA Rò e
dalla
mia famiglia ero forzata in un amore che nemmeno io riuscivo a capire,
e non sentivo mio o che dovevo prednere. Cuore e amore erano distorti
perchè o non li provavo o non sentivo nulla. Io stessa non
sentivo lo stesso a quel modo. Dicono che un amore può
essere
immortale e sopravvivere, attraverso quell'amore e la forza in esso...
Battevano queste ideologie insistenetnemente contro il mio cuore
chiuso, pretendendo cose che io non provavo.... E' inutile ostinare e
forzare qualcuno che ha irrimediabilmente chiuso i lsuo cuore, ma per
lor non era così, e per Rò era un fatto quasi
dovuto e
alla fine... e ho detto addio... per me è stato come
immortale
il tempo trascorso nel vuoto assoluto. COn nessuno che fosse felice di
me, che mi sorridesse perchè io ero io, che mi allungasse la
mano per continuare a vivere, e condividere ogni cosa insieme come
amici speciali, niente di più di questo, ma con
ciò che
io sentivo e desideravo dare. O non potevo, ma all'altra persona non
importava comunque. Svegliarmi in domani che non sono mai esistiti, in
un corpo che per tutti segnava cosa ero, mentre per me era una zavorra
e una condanna. Decidere me, chi ero e no, è stato
impossibile
con tutte le voci urlanti che sapevano, dicevano, chi ero, cosa dovevo
essere e cosa fosse meglio per me... e invece hanno creato questo..."
guandandosi le mani mogia "NIente, niente invece. E' triste che un
amore venga definito tale in grossa maggioranza
dell'umanità,
come splittato in due soli elementi. Amore da relazione sessuale
bloccata da un documetno e quello per i figli. Io che non ho un corpo
in grado di amare, che non può amare, deve ritrovarsi a
subire
tutte le angherie possibili perchè sono sbagliata. E senza
dare
ciò che la gente vuole, per la gente io, come persona e me
stessa, non esisto, sono fallita, un fallimento. E quindi, accetto che
non esista anche una persona per me e un periodo felice..." sorridendo
amaramente
"Spero che il tuo cuore venga fermato… dalla mano della
persona
che desideri, se in qeusto tempo comparirà. Altrimenti, non
ho
problemi a condurti con mano oltre il dolore e la sofferenza,
risparmiandoti tutto ciò che comporta un suicidio normale...
partner"
Lia sorrise, mentre gli sistemava le spalle con il tessuto tirato e gli
specchi interni delle ante riflettevano loro due.
"Le persone positive possono cambiare il mondo, quelle negative lo
mantengono comè... giusto?"
"Giusto, per questo ci impegniamo partner..."
"Ultima cosa... da amica... E' abbastanza scortese definite pedina il
tuo partner, perchè lo so che, anche se siamo amici, per te
comunque io sono un attrezzo, una pedina, un elemento del tuo sogno e
desiderio... ma va bene così, solo... ricordalo. E'
abbastanza
triste sapere mentre la persona non si accorge che ciò
trapela..." sorridendogli e tirandogli una guancia come faceva sempre,
pizzicandolo come punizione
"Non dovevano riportarmi qui, ma dovevate venire voi e appena sveglia
sarei andata a prendere a calci in culo quegli stronzi, da
creare una
pattern a scacchi come quello che hanno in mente i cretini
dei complottisti e le loro scie chimiche... che se esistessero
veramente
queste scie chimiche che modificano il dna, loro sarebbero
più intelligenti, sicuro..."
Kianta faceva avanti e indietro in una sorta di ovale , girando in una
zona dell'ufficio di Milan, appena lavata e cambiata, con un
asciugamano che usava con foga per asciugarsi i capelli. Milan
era dritto come un palo sulla sua sedia, braccia sulla scrivania che
unite stringevano una penna stilografica, osserv andola come se un
narcolettico che segue una messa cristiana. Sembrava stanco e spossato.
"E invece sono qui... voglio sapere che cavolo è successo.
perchè la blue box si è attivata? Non l'aveva mai
fatto
prima. Dovè David?"
"David è alla Torre di Londra nord. Tornerà tra
poche
ore. Per la questione di attivazione, sei stata colpita al fianco
sinistro tra le costole, senza ledere organi e per proteggere il figlio
di..."
"Lo so, Milan. Sento ancora pizzicare dove hanno messo i cerotti da
sutura stringenti. E' salvo, benissimo. Mi fa incazzare che la blue box
per la prima volta si sia attivata, l'epilessia major..."
"Ti sbagli, non è questo i lcaso. David ha risposto che non
si
tratta di ciò, perchè seppur provochi
un'improvvisa
perdita di coscienza, di norma è seguita da lipotimia e
irrigidimento di tutti i muscoli; si ha una fase cronica,
caratterizzata da violentissime contrazioni degli arti e dei muscoli
masticatori, fase comatosa o del sonno profondo, in cui si ha completa
perdita di coscienza. Può somigliarci ma per lui non
è
così, ma deve farti degli esami. Potrebbe invece essere
più come il thanatos, la tanatosi, la capacità di
fingersi morti, anche se nel tuo caso non era per tua
volontà ma
per lo shock dello sparo e... non so cosa. COnoscendoti sei
perfettamnete ingrado di subiro uno sparo e andare a menare lo stronzo
che lo ha fatto..." ridacchiando "Per David non è che un
segnale al cervello di freezing come per un dolore eccessivo ed intenso
per cui in noi, tranne esempio i pesci, se il dolore fisico ed emotivo
è eccessivo si ha..."
"Si, perdita di coscienza per tot stabilito. Ma qui ho avuto fase
comatosa simile alla morte, perchè hanno reputato me morta
per
fare uno dei loro spettacoli per mandare un messaggio. Anche se vorrei
vederla la scena delle bare che scorrono nel fiume..." pensierosa
"Kianta..." rimproverò Milan severo "qui dobbiamo parlare di
una
questione importante. Le stoddarde ti hanno salvata sebbene non fosse
uan ferita mortale. E' già tanto che per miracolo non ti
abbiano fatto niente o sotterrata. Sarebbe stata una catastrofe!"
"Si Milan! Comè successo che per la prima volta io sia
finita a
terra stecchita, perchè la Draper ha deciso che dovevo
fermarmi"
"La blue box è entrata in azione valutando le tue risposte
chimiche. E' settata per questo. Rivela ogni reazione indotta dal
sistema
neurovegetativo in caso di caldo eccessivo, stress prolungati, emozioni
violente, squilibri ormonali dati da ferite gravi e shock..
Può indurre uno stato di freeezing o tipo coma profondo,
divenendo areattivi, senza funzionalità tronco encefalica e
sottoposti a ventilazione artificiale in alcuni casi. Quello che un
tempo si considerava morte
apparente per cause naturali. IN questo caso, provvede lei.E' come un
pc, è andato in protezione con gli impulsi della scatola.
Una grande
varietà
di stimoli, meccanici, chimici, elettrici, termici, purché
questi raggiungano una certa intensità, ossia la soglia per
ogni
utente che può portare la blue box ad attivarsi. Niente di
strano. Il
tuo stato emozionale scommetto c he era al livello del e dopo che ti
hanno sparato la
blue box ha
riscontato i
valori simili a quelli che ha registrato come pericolosi e ha agito.
Nulla di strano"
" Conosco i parametri del o Ccemb-5, traducendo in inglese la sigla.
grazie, ma
si visto che pensi non me lo ricorda... Il famoso un
dispositivo di studio di David, Imogen e Jameson, impiantato nel corpo
dei soggetti di sperimentazione. Gli impianti fungono da supporto al
personale medico, registra i dati biometrici che possono
essere
utilizzati per facilitare i trattamenti in caso di malattia o
infortunio oltre che registrare i dati biometrici e molecolari. Conosco
la storiella, Milan..."
"Si inseriscono con un sistema di autoiniezione e hanno
integrato
un chip gps e di rilevamento della posizione con un impulso a tempo
programmato con una precisione e un segnale settato a più
linee
d'onda, perchè ogni membro che abbia una radio, palmare
satellitare, ricevitore gps ect possa rintracciarlo. Registra anche
l'attività delle onde cerebrali, per estrarre dati dalle
scatola
in caso di necessitèà con sistema criptato a
dieci
livelli, rileva i collegamento satelllitari per mandare al bisogno di
dati e ospita un Os con doppio settaggio, a onde bineurali o
radio, per riabilitare un corpo con mente danneggiata a rialzarsi e
tornare a casa. Una personalità base o scelta per ogni
singolo
utent,
e così che si inviino al cervello con danni di memoria o
svenuto un impulso con i dati per rialzarlo. La versione economica di
quelli che stiamo sperimentando nelle fasi di soggetto vivente o meno.
Suscettibili alle interferenze elettromagnetiche, le scatole possono
causare notevoli disagi a chi le indossa e, in casi
estremi, sovraccaricando le scatola creando reazioni per noi
impossibili da conoscere, poichè non abbiamo mai portato i
soggetti a questo livello di test, sai per evitare danni più
o
meno gravi o peggio la morte. E siccome tu sei la quinta test o cavia
che ha supportato la scatola, il tuo chip è unico e con dati
e
programmazione differente dagl ialtri, ergo con te si adatta a te e
agisce in base ai tuoi parametri. Cosa ti turba della situazione?
Grazie a lei stai bene, perchè con la ferita e i livelli
ormonali che rilevava ha processato il cervello perchè si...
spegnesse per portare il corpo a uno stato di stasi ,
perchè si
riprendesse, mentre le stoddarde lavoravano... ah, le care e piccole
nanomacchine create dal caro e vecchio dottor Stoddard, che la Madre lo
abbia accolto tra le sue braccia. Se non fosse morto, avremmo
più dati e informazioni oltre o a testarle con i pochi
cambiamenti che loro là sotto possono fare, ma sembra che
abbiano entrambi svolto il loro compito. La bluebox ha modulato e
demodulato il segnale elettrico e chimico del cervello
perchè si
fermasse in una soglia minima vitale, per preservare il
soggetto mentre recuperava le forze e le nanomacchine nostre, almeno
quelle modificate che comunicano con la scatola cerebrale e poi
coordinano quelle di Stoddard, si occupassero della ferita. Fatto. Ti
hanno scambiata per morta, credendo di vincere, e sei rimasta come
Briar Rose in attesa dello sblocco della blue box..."
"E quindin che dovrei fare, dire ?.
Grazie nanomacchine?.
Per il vostro lavoretto che mi ha portata però qui in
Francia e
non a Bucovina a bruciar loro i piedi... voglio tornare là!"
fece portandosi verso la scrivania, affrontando occhi negli occhi Milan.
"Kianta..." fece lui buttando con le dita la penna sui fogli bianchi e
lasciandosi andare con la schiena alla poltrona esausto "non sono in
vena di fare spedizioni punitive, abbiamo i nostri collaboratori che
potrrebbero diventare i miei Alfieri in quel paese. Sono di nobile
stirpe, ricchi, hanno in mano gran parte del paese al pari degl
istgessi che hanno ideato l'agguato. NOn ritengo che, ora che sei qui,
sia corretto farti tornare là. Potevi avere qualche danno
cerebrale, potresti peggiorare con la ferita per quanto ti agiti, e..."
"Tornerò da David per usare il neurografo, così
che
almeno l'IO di adesso sarò conservata e poi voglio tornare
là..."
"Kianta..." fece stancamente Milan ma una voce li interruppe.
Il gruppo di veterani stava in una parte dell'ufficio in
silenzio
come sempre, mentre quei due discutevano. Alaric buttato su un
divanetto
quasi come Paolina Bonaparte nella scultura, annoiato. Gli altri in
piedi vicino a lui. Gask aprì la bocca per fare una domanda
di
getto, ottenendo paia di occhi sopra di lui.
"Bè... non capisco cosa sia un neuro-coso, e chiedo solo per
capire la situazione..." ottentendo da Jd la risposta.
"Un neurografo , chiamato informalmente scansione cerebrale, comporta
la scansione di un cervello e la copia della coscienza, della
personalità, dei ricordi di quel cervello in un formato di
dati.Di primi anni del duemila, per portare avanti l'idea del
transumanesimo, si fecero vari test grazie a esperti di neuroscienza,
praticamente creando un intero cervello in digitale. Venne replicato
digitalmente, consentendo simulazioni senza rischi di potenziali
trattamenti. E' come una tac ,
con immagini digitali di come è
strutturato il cervello ma non solo come aspett,
o come per lo studio di
presenze di anomalie e malattie. Si studiano separatamente creando vere
e prorpie mappe di ogni soggetto, mettendo in realtà le idee
all'epoca di Arthur C. Clarke e Isaac Asimov, per prendere
una
coscienza, ossia una Personalità compelta di un soggetto e
conservandola, per usarla su un corpo. Non l'originale ma altri. La
mappatura di un cervello prevede oltre la digitalizzazione totale,
anche uno studio, quest avolta un pò invasivo, di ogni
singola
sezione del cervello, la prima volta, per vedere dove sono le reti
neurali o collagemnti, quella specie di tubicini che contengono le
informazioni, e capire dove sono, quante e che struttura hanno per
copiarle, o nel caso romperle per crearne di nuove con nuove
informazioni. E' come per ora posso spiegartelo, non sono un esperto.
Ma le mappe complete del cervello umano non sono tutte
uguali,
ecco perchè la prima mappa è per comprendere quel
tipo di
cervello. ora le mappe cerebrali son oanche dette
"connettomi" e
sono modelli perfetti per studio e altro, di ogni connessione tra ogni
neurone in un cervello. Le nostre personalità, i nostri
ricordi
così come le funzioni sono differenze tra i
singoli
connettomi, e tra un cervello e l'altro.Ogni mappa in pratica presenta
un connettoma, come un'impronta digitale mentale unica, come le
impronte
delle nostre dita. Ogni connettoma o impronta è unica e
speciale
e ogni cervello agisce in modi differenti, sebbene in generale sembrino
identici. Un dispositivo di imaging chiamato Neurograph,
permette
di fare tre tipi di scanzioni, tre scansioni sono tre livelli
differenti del cervello, per avere un quadro perfetto e completo del
soggetto a livello cerebrale. Produce copie digitali della mente dopo
aver scattato una del cervello di una
persona, ogni
fotografia è l'equivalente di un connettoma che include
informazioni sulle proprietà metaboliche ed elettriche dei
singoli neuroni, le loro densità sinaptiche, i siti in cui i
neuroni rilasciano trasmettitori, e un'intera pletora di
altre
informazioni non necessariamente implicite in uno schema circuitale di
percorsi neurali. Almeno, mi sembra che il libro di David dicesse
esattamente questo.
"Ah..."
"...nell'imaging cerebrale ci sono due fattori,onde precise
elettrochimiche e l'altro..."
"nanorobotica neurale" si intromise Milan, mentre Kianta sbuffava "
neuronanorobotica facilitano diagnosi accurate, connettività
controllata tra l'attività neurale e archiviazione
ed
elaborazione di dati esterni, ove i nostri stessi ricordi possono
essere tagliati fuori da noi come si fa con un bisturi in alcuni
interventi al ceervello. Jd ha detto il giusto, il processo
è
una combinazione di determinate onde e stimoli eletrtonici uniti a
optogenetica,
un metodo che utilizza la luce per fare cose, come indurre il sonno,
recuperare ricordi apparentemente persi e mappare i circuiti neurali.
Il metodo si basa sulla consegna virale di modificatori genetici a
popolazioni di neuroni modificati. L'optogenetica e innumerevoli altre
tecniche di imaging ad alta
fedeltà,
hanno
tonnellate di potenziali impieghi, e stiamo ancora intenti a sviluppare
le tecnologie per visualizzare in
modo completo un intero cervello senza studio a settori, o usare
costosissime macchine che noi abbiamo"
"Ok ma... quindi si può copiare u ncervello?"
"Gask, ci hai sentito? Abbiamo spiegato che il cervello è
fatto
di varie cose, tra cui impulsi nervosi specifici e differenti che
vengono letti e codificati, come si fa con il linguaggio umano verso il
linguaggio macchina e viceversa, che porta la macchina a comunicare le
sue operazioni binarie treamite una visuale grafica. Così
sono
gli OS dagli albori esempio di Microsoft, ma ancor prima i Mac.
Interfaccia grafica per dare istruzioni ed avere i risultati in modi
comprensibli a noi, mentre la macchina opera con sistema binario,
quindi due via come On e Off, che combinati in sequenze specifiche sono
un'informazione. Questo per stringere. E la stessa cosa per i dati
ricavati da un cervello. Per fartela breve l'apparecchio capta e
riconosce gli impulsi, ripeto lo dico stringato, e li converte in dati
digitali che sono poi riversati in speciali memorie tipo flash
portatili, di pochi centimentri, contro una quantità di dati
variabile. Conta che la versione base di un cervello convertita in
dati,
equivale a circa tra i trecento megabyte e i seicento, in base al
cervello ovviamente e le informazioni contenute, oltre se sono presenti
o meno anche i livelli di analisi del cervello..."
"QUindi..."
Per ottenere
un'immagine accurata del cervello hai bisogno di dati,
gli elementi
di attivazione dei singoli neuroni, sui loro contenuti molecolari,
sulle loro connessioni, il più vicino possibile a tutto il
settore che si sta analizzando. Eventuali discrepanze potrebbero essere
abbastanza significative da
produrre effetti valanga, che ostacolano drasticamente la
fedeltà
di un modello mentale.Un pò come una foto scaricata male da
internet che ha quelle righe o
parti bianche con glitch, ad indicare che tutto il pacchetto non
è stato
scaricato. A peggiorare le cose, ottenere molte di queste
informazioni è molto invasivo, la prima volta. Prima si
inserivazno
elettrodi e micropipette in tutti gli 86 miliardi di neuroni del
cervello umano,per non parlare degli altri 85 miliardi di cellule
cerebrali non neuronali, che la maggior parte dei neuroscienziati
considera preziose per creare rappresentazioni fedeli della funzione
del cervello. Adesso, tramite una sorta di casco con onde di vario tipo
e uso di luci speciali, sempre stringato, è possibile
analizzare
il cervello come una tac ma in profondità, usando gli
elettrodi
solo la prima volta. E cosa fondamentale, non è possibile
per
esempio prendere te, metterti sul sedile, e scansionarti. Kianta
può farlo perchè possiede la blue box..."
"ma... anche io ce l'ho..."
"Gask, ascolta e capisci." fece Milan stanco "So che tu adesso ce
l'hai, ma sto parlando
per ipotesi. Tu non hai la scatola, ergo non hai un modulatore e
demodulatore di onde ed impulsi cerebreali, quindi sei un cervello
normale. La nostra tecnologia senza dei punzoni interni al cervello,
non può effettuare quello stesso procedimento profondo di
analisi, scansione e copiatura. Prendi me, sebbene sia il Leader, non
ho la scatola, ergo se faccio eseguire su di me la scansione senza
elettrodi e scatola, avrei una tac superiore alla normale ma non da
permettere a David, non come vorrebbe, di provedere ad
analisi
approfondita per disattivare e rimodellare quei bastoncini carichi di
informazioni che..."
"ma quindi io posso e tu no?"
"...eh... questa esigenza di iper-accuratezza è
potenzialmente permeata dalla black boxing del cervello. Il che ci
porta a...nient'altro che input e output. dati elettrici e
chimici che puff, vengono riconosciuti e convertiti in dati
informatici, sotto forma di codici che un conputer può
leggere. L'emulazione del cervello è l'endpoint logico
delle
neuroscienze computazionali. I tentativi di modellare con precisione
neuroni e sistemi cerebrali ne è una branca.Gli elementi
strutturali cellulari o subcellulari del cervello umano sono
considerati unità di elaborazione delle informazioni
funzionali di input/output in sistemi di memorizzazione e/o
elaborazione di dati cerebrali basati su metodi elettrochimici...Non si
tratta esempio di una lastra o una stampa c he ti danno se fai raggi o
tac. E' una versione digitale lavorabile, non mera immagine. La ricetta
per l'intero corpo umano è memorizzata in 3
miliardi di paia di basi di dna, che si adattano perfettamente a circa
due cd se rappresentati come combinazioni a due bit,
perchè un computer possa interpretare
quell'informazione. In informatica, la compressione è di due
tipi, lossless e lossy. Il tipo di scansione come dice David
è
paragonato esempio a un file audio, nulla
può
competere come qualità e perfezione con tipi di file audio
ingombranti e senza perdita di dati
come flac e ogg contro mp3, per farti capire come funziona. E' come se
una tac normale fosse un midi o ancora, un file che si apre normalmente
contro un raw, il prodotto originale e perfetto che pesa di
più
ma è perfetto. Per lo
stesso motivo, una volta compreso come funziona un cervello umano, si
è provato a copiarlo e ridurre il suo connettoma prima
che le differenze diventino evidenti, da non poter operarvi sopra.
Interfacce cervello-computer, ecco cosè. E lo studio parte
dal
controllo mentale Mkultra, poi divenuto monarch.
Tra gli anni cinquanta e sessanta il progetto mkultra nacque per
controllare i loro agenti ma anche soggetti catturati con strumenti un
tempo usati per la cura di malattia mentale... ma non solo, studi
precedenti tedeschi e poi russi. Se il primo si basava
molto su condizionamento impresso da traumi e
ancoraggi su traumi e rottura della psiche per varie pratiche
terribili, poi si è passato all'uso di onde sonore e radio,
a
impusi elettrici e audio visivi. I cosidetti messaggi subliminali
derivano da ciò. Usare immagini, suoni, onde al cervello e
stimoli elettrici in varie zone della testa per agire, con una funzione
maggiore del progetto originario. Perchè noi lo studiamo?
Perchè ci serve per ridare la mente alle persone che l'hanno
persa. Soggetti con disturbi mentali, amnesie, stati di shock, traumi
che regrediscono la persona o militari o ocmunque soggetti che sono
affetti da ptsd,ossia post-traumatic stress disorder, ma
anche
altre patologie più o meno gravi. Noi studiamo il ceervello
e la sua copia, e impressione nel
cervello per ridargli la mente. Correggere anche problemi fisici e
ormonali del cervello stesso. .."
"Ok, ma quindi la scatola..."
"L'ingrediente chiave è
un'interfaccia cervello-computer, o bci. Questi trasferiscono le
informazioni tra i media neurali e meccanici, consentendo il controllo
degli arti o del corpo, e la compensazione per i sensi
danneggiati, ad esempio.
impianti cocleari e occhi bionici. In pratica un cervello scansionato e
copiato in un corpo meccanico avrà scompensi,
così
comè, perchè settato da anni e
capacità imparate,
perchè non riconoscerà il cervello, che da
organico
è diventato meccanico, quindi il sistema non più
umano e non
riuscirà ad adattarsi. Questo accade se il soggetto non
è
consapevole di dove si trova, ossia corpo non originale, e non accett
ala cosa, mandando il cervello in stato di rifiuto. Se ti chiedi come l
oso, è perchè abbiamo provato. Solo un cervello
con mente aperta e
consapevole della cosa, e che conosce l'idea del
transumanesimo, può provare ad adattarsi" guardando Kianta
"ma per ora ci
buttiamo sulle menti reali, umane, organiche. Per ora facciamo a meno
di robot con menti scansionati, perchè abbiamo
già
dispositivi pilotati da specialisti tramite sedili di
pilotaggio, che
hanno lo stesso fattore della sedia di David, solo meno tecnologica e
senza i mezzi e Os adatto. ma prendono i dati della mente del pilota e
lo tasmettono al mezzo, consentendo un pilotaggio da remoto in tempo
reale..."
"Mentre
è in un posto di pilotaggio, un controllore umano
può
azionare a distanza macchinari usando solo i suoi pensieri. I sedili
pilota sono molto BCI. QUesto dice David..." fece Jd, mentre Milan
continuava.
"Abbiamo dei sedili di pilotaggio. Usando un
cappuccio, la versine leggera e portatile, sebbene voglio che
sia ben
sperimentata o i caschi speciali, elettrodi e un po' di
allenamento,e le persone possono controllare i morfocotteri comodamente
da una
poltrona. O
Kianta che usa il sistema di proiezioni con lo stesso funzionamento. I
piloti o controllori non hanno scatola, lei si, e quindi
tramite la scatola
il sistema tramite un collegamento implementato , tipo un wireless,
può
pensare a qualcosa e il sistema lo rende reale tramite laser
speciali, che sono visibili non comunemente come raggi che partono da
un punto
come i moderni parchi di divertimenti,
ma i nostri sono studiati per essere micropunti che sono visibili solo
nella figura finita. E si può ricreare di tutto, basta che
la
mente sia adatta, sia stata preaprata tramite dissociazione o..."
"Quindi quello che fa lei è qualcosa di simile?"
"Di bas eil procedimento è simile. Ricorda, interfaccia
cervello-computer, e viceversa. Pensano
semplicemente a spostare il robot volante, i segnali sono
raccolti dal
cappuccio tramite elettrodo e vengono trasmessi alla macchina,
modificando
di conseguenza i suoi schemi di volo. Certo, con il cappuccio i segnali
su uno scalpo
sono smorzati, quindi il sistema non è perfetto, ma
è
impressionante per una tecnica che richiede solo di indossarlo. E il
sistema non è dissimile dagli.impianti cocleari .. e una
scansione viene impressa nel cervello con quella tecnologia al
contrario, rappresentano informazioni che
viaggiano dal computer al cervello, modificando quei filamenti che se
ti sto a spiegare cosa sono, il nome e altro, tu perdi il
filo. Un
robot che usa questo metodo, è come un relè per
una
coppia di BCI. I neuroni vengono letti e
interfacciandosi così con i componenti di
motilità del
robot, lo si manovra solo pensando. Ricevono anche input da
sensori di
luce e li trasmettono a un
computer, che può trasmettere comandi di movimento in
risposta.per ora si è studiato, non qui, mille neuroni di
ratto
che
agiscono essenzialmente come microprocessori su un robot,posizionati su
un chip di silicio, e la
configurazione impartisce
comandi , più lo strumento come casco, è
migliore, i
recettori da entrambe le parti sono meccanicamente aumentati"
"Quindi basta sedersi su una sedia..."
"L' interfaccia neurale del sedile pilota Fdx-500, è un
apparato di
interfaccia neurale prodotto con specifi apparecchi di rivelazione e
lettura neuronale e impulsi elettro-cerebrali, che
consentono il controllo remoto degli apparecchi, e nei laboratori
abbiamo la versone evoluta per consentire la creazione
di neurografi . Il suo utilizzo si basa sulla neuroetica e
può
essere configurato per leggere e scansionare un chip corticale, o
cortical chip, che è su cui si basa poi tutto ciò
che
è la blue box.A sua volta ispirata a un apparecchio di
bypassaggio e demodulazione dei segnali telefonici creata negli anni
ottanta. Inoltre Kianta può, perchè la
personalità
primaria aveva già parecchia esperienza di visualizzazione e
dissociazione per motivi suoi, quindi il il cervello era allenato e a
Kianta è bastato poco per adattarsi a ciò... "
"ma quel coso sulla tsta non fa male, vero?"
"...il metodo è meno invasivo rispetto elettrodi nel
cervello, lo stesso tipo, grossi e assurdi, che dal duemilatre si usano
su cavie animali, da scimmie, a piccoli mammiferi fino uccelli
medio-grandi proprio per studiare il cervello, composizione nelle varie
specie, ricezione della vista... lo dico così
perchè
comprendi di cosa parlo e via dicendo. Le scatole...sono come le
scatole nere dei veivoli, hanno una funzione
ausiliaria di
consentire migliori capacità di mappare il cervello e
pilotare le
macchine perchè proprio sono inseriti, essendo grandi..."
"Scusa, noi abbiamo già delle black box sempre dietro, no?"
"Aspetta, ti confondi. Black Box Biometrics è un
ndisposivo esterno, e raccoglie dati e fornisce un feedback
istantaneo dopo un evento. Più che altro sono studiati per
monitorare a cosa i soldati sono stati in contatti e come agire,
per i medici. Il dispositivo è piccolo e può
essere
montato sul retro del casco così come sul petto e sulla
spalla, consentendo una raccolta più accurata delle onde di
sovrapressione e dei loro effetti su diverse aree del corpo. ma sono
esterni. Questo è più grande, mentre quella
interno che
avete
è un congegno poco più piccolo di una carta di
credito e
di un unico pezzo rettangolare, una blue box è
settorializzata
in tre parti, una nella zona poco sopra l'orecchio, una nella zona
della nuca e la terza con una percisa posizione della colonna
vertebrale. Prima come per Kianta si inseriva con intervento chirurgico
con anestesia locale, mentre ancora prima con anestesia totale su un
lettino da chirurgia. Kianta l'ha ricevuto sul sedile ergonomico, con
una sponda per poggiare braccia e il mento e subire le operazioni
seduti, con la schiena a disposizione del medico fornendo sembre
feedback verbali mentre si opera. Adesso è provvisto
più
piccolo, con una siringa speciale ma si deve fare sempre
l'incisione e
con i cerotti stringenti e colla chirurgica, non si vedono ne segni e
ne
cicatrici, perchè il processo di chiusura
tissutale
è
monitorata e seguita perchè non rimanga molta traccia..."
aprendo le braccia come per dire questo è quanto
"E io quindi cosa ho?"
"Tu hai la versione più piccola di quella di Kianta... i
chip
Cortex di base sono gli stessi, sebbene in formato minore, e utilizzano
un'architettura simile alle scatole nere, in grado di
eseguire una mappatura per la scansione, misura un'ampia gamma di
indicatori, dalla temperatura corporea all'attività
cerebrale e
informazioni vengono continuamente trasmesse al Core principale
dell'organizzazione, e solo alcuni Crell possono accedervi per
verificasre le condizioni del soggetto. Hanno un'ampia gamma di
rilevatori sia per la condizione fisica che per la trasmissione dei
dati, visto che si basano su diversi segnali per trovare quello
funzionante per agganciarsi. Rivela anche il momento in cui i satelliti
sono sopra il soggetto per esempio. E i phonevlet hanno delle funzioni
nascoste, attivabili solo da noi, per collegarsi al satellite nella
zona e comunicare...il phonvlet comunica con la scatola e manda al
satellite le info. Ma... è un'operazione che
evitiamo tantissimo..."
"Ok, forse, non so, credi aver capito ma... si può davvero
copiare quei dati in un cervello? Voglio dire, se..."
"Aspetta! scannerizzare è molto diverso dal copiare! Una
cosa
è usare un'apparecchiatura che riconosce impulsi
elettro-neurali
e un'altra inserire dati in un cervello. L'area da trattare
è
definita, non tutto il cervello. Non so se hai già seguito
le
Lezioni sul corpo umano, ma il cervello in base alla funzione ha
settori specifici dove sono immagazzinate le informazioni. Attualmente
non è possibile cancellare tutto un cervello come si fa un
hard disc come fosse niente, fare percentuale
zero di dati neurologici e poi copiare. Perfino le amnesie portano il
soggetto a saper parlare, camminare, agire e fare cose basiche... ma
sono informazioni in settori diverso dalla memoria principale. E'
come... come un computer. Cè la memoria di massa e quella
volatile. Immagina che i dati della memoria volatile si perdano ma ci
osno quelli base nella memoria di massa. Due parti diverse eppure
è sempre memoria. E la stessa cosa è il cervello.
Se si
danneggia per incindente, shock o altro il settore della memoria che
definisce quella persona per i ricordi e le esperienze, non
verrà intaccato, non del tutto, l'altro settore che riguarda
le
funzioni di comunicazione, apprendimento, movimento... Le ricerche e i
nostri test ci hanno dimostrato che ancora lo studio del cervello
è a una percentualepiù vicina al
cinquanta, che al per
esempio ottanta per cento. Le persone che hanno accettato
volontariamente di sottoporsi ai nostri test hanno... mh... avuto dei
problemi. E ripeto, cancellazione totale di tutte le aree del cervello.
E'stato difficile copiare una mente di un altro soggetto, quindi non lo
stesso, in toto perchè i dati si adattavano a quel corpo,
l'originale, e abbiamo visto che una copia vergine, ossia la prima non
manipolata, ha difficoltà ad adattarsi ad uno schema
celebrale
differente. Ripeto, come per ogni cosa, anche il cervello è
diverso come struttura da un altro. DImensioni, percorsi neuronali,
strutture adibite a memoria, collegamneti... "
"E come è finita a quelle persone?"
"La maggior parte non erano in grado di parlare, o balbettavano, o non
sapevano ritrovare equilibrio... il cervello naturale cercava di
compensare le differenze, le informazioni che noi avevamo
impresso e le
sue caratteristiche, i connotati... le abilità che aveva
l'altro
non venivano ben assimilate, o il cervello creava un rigetto e la
struttura si frammentava....inoltre non tutti hanno un cervello che
David chiama elastico che può adattarsi. Rifiuto di
accettare un
corpo diverso, l'inacapacità di mente aperta da analizzare
prima
la situazione e capacità di analisi... diciamo che non tutte
le
strutture, come chiamiamo le scans del cervello, possono adattarsi.
Ripeto, non manipolate. Il cervello umano non è come un
computer. Seppur in un computer ad esempio se prendi un disco rigido,
quindi estrarlo da un computer perfettamente funzionante con OS
perfetto completo di tutti i driver per ogn i componente, e lo
inserisci, avviandoil nuovo computer ospitante... è
innegabile
che
l'Os inizierà ad avere problemi, perchè sebbene
cerchi di
compensare la base fisica diversa funzionando ma non trovando cosa gli
serve per la stabilità.... Crash, blocchi, rallentamenti,
e questo perchè i pacchetti che collegano i registri dell'Os
con
i dati dei componenti originali non sono compatibili con il nuovo
pacchetto. Se le due macchine dovessero essere identiche in ogni pezzo,
per cui l'Os comunque si adatta bene, non creando problemi
perchè i codici identificativi di ogni peszzo sono diversi
ma
componenti identici, è diverso. Si adatta. Ma se la base
è diversa come lo sono due persone, l'impianto della scan
vergine potrebbe non attecchire. E il risultato è come...
hai
presente come una foto, divisa in pacchetti di dati per esser inviata
meglio, arriva con danni perchè tutte le informazioni non
sono
giunte, e compare con glitch, parti bianche, frammentate, che
capisci
uina parte della stessa ma non è completa? Identica cosa.
Solo
acuni pezzi saranno presi dal cervello, ma se è tutto
cancellato
e molte parti dei settori importanti non prendono, è una
personalità monca. COme è accaduto no nsa
parlare, non
conosce le parole, non sa come correre o camminare, non sa tenere in
mano una forchetta o penna, ha incapacità cognitive e mostra
elementi di qualche categorie della sezione delle sindromi dewl genere
autistico. Ma non lo erano, era solo il cervello che inciampava male
nel funzionare con ciò che aveva ricevuto. Ecco
perchè
attualmetne a meno che
non sia una scan originale nel corpo originale, non attuiamo per ora su
persone che ciservono, impressioni di struttura totale, ma parziale. In
pratica modifichiamo tramite impulsi di onde elettriche e onde di varie
freqauenze, interfacce luminose con luci speciali e frequenze tonali
specifiche. Questa unione di suoni, luci, impulsi elettrici e toni
specifii, come toni bineurali che la gente usa per varie cose, si
inviano i dati nei..."
"Quinid non tutto. Ma solo la parte dei ricordi? E' questo che dite?
Che modificate solo alcune aree del cervello?" chiese dubbioso Gask
"Come ti ho detto, facciamo test su volontari per studiare la cosa.
Attualmente modificato, si, un settore del cervello solo per
adesso che attuiamo. Usiamo persone con problemi o reduci militari e
altri, volontari, che ci chiedono di aiutarli. Sindrome da shock post
traumatico, vittime varie, militari, tanti soggetti che per blocchi
della mente, dolore, sofferenza, non possono superare certe cose. E noi
proviamo a farlo. Il nostro progetto primario è quello di
ridare
una mente sana alle persone che l'hanno persa e non possono ricomporla
normalmente, col tempo e terapie convenzionali. Ma per fare
ciò
dobbiamo fare test, che effetuiamo su perosne volontarie e che
verifichiamo possano essere compatibili come primi ..."
"Voi usate solo volontari, ma trovate gente idonea per questi test?
Voglio dire... questa tecnologia è possibile per tutti?"
"Lo stavo per dire. Come per le nanomacchine, non è
compatibile
per ora proprio con tutti. Ecco perchè i nostri test. Molti
soggetti sviluppano rigetto, sindromi autoimmuni, alterazioni
metaboliche... creare qualcosa che viva all'interno del corpo per molto
tempo, che lo controlli e gestisca al meglio non è affatto
semplice, anche per tecnologia innovativa salvavita e per tutti i tipi
di soggetti. NOrmnalmente ci sono quelli che non reggono queste
macchine, altri che le espellono con sintomi diversi, chi inizia ad
avere problemi psicosomatici dove addiittura crede che scivolino
sottopelle o comunque nei tessuti come parassiti, vedendolo proprio il
bozzo che è impossibile, ma credono di sentire formicolare,
camminare... chi sviluppa anche terrori da impazzire. La mente,
può fare molte cose, anche rovinare dei test importanti.
Accettiamo persone volontarie di tutti i tipi,chi con
disabilità di varia natura, malattie genetiche rare o
incurabili, danni e problemi psichici, persone perdute sia come
aspettastiva di vita che mentalmente, e la lista continua. NOn
è
così semplice trovare parecchi elementi di test che sono
compatibili con i nostri esperimenti. E se lo stai chiedendo, sono
consapevoli dei rischi ed eventuali problemi, firmando una liberatoria
inattaccabile sotto ogni punto di vista legale... i morti ci
sono
stati, ma perchè erano già messi male,
hanno tentato il
lancio della moneta ed è andata come doveva. Abbiamo pagato
noi
le funzioni, di qualsiasi tipo, per le sepolture o un tot di tempo in
nuovi istituti di cura se erano incompatibili... fortunatamente le
famiglie sono persone con la testa sulle spalle che comprendono rischi
e situazioni e ringraziano per i tentativi. Alcuni li abbiamo aiutati
entro quanto potevamo e grazie alle nanomacchine, le nostre, non quelle
di Stoddard, facendoli migliorare. Attualmente alcuni sono sotto
osservazione sperando che queste piccoline possano curare
invalidità di varia natura, e sperare di ridare
funzioni che
avevano perduto. Noi diamo speranza..." buttandosi di nuovo verso lo
schienale con un sorriso di fiducia e sicurezza.
"QUella speranza che nessuna preghiera e fede possono dare nei fatti"
disse Kianta "qualunque preghiera la gente faccia, non importa con che
profondità d'animo e speranza, la fede non dà
risultati e
certezze, quindi pregare non serve. Noi lo mettiamo chiaro e tondo. NOn
si deve rignraziare Dio o suo figlio in base alla religione, per
eventuali risoluzioni positive, piccole o gerandi, ma lo diciamo
sempre. Così come per Veròna, lei giunge e agisce
là dove i santi e dei non fanno... dati alla mano, non tanto
per
dire! Rendete grazie ai medici e scienziati che impegnano cosa hanno
e sanno, per qualcosa che sia più reale della mera
fede.
Si,
credere, e per credere intendo Credere, è una sorta di
balsamo
placebo ma che non da risultati veri. MOlti dicono che hanno avuto
qualche grazia miracolosa e che i medici sono icnreduli, peccato che
prima abbiano provato le medicine e cure. Odio chi crede ed
è
sicuro che il loro dio può tutto, e poi piange dai
medici
per
qualsiasi cura, prova di tutto in fatto di scienza, per poi dire grazie
al loro dio come se gli sforzi delle persone con un cervello dato dalla
natura non valga. Il loro dio secondo le scritture era un essere
cattivo, vendicativo, facile all'ira e all'offesa che ne ha sterminato
di gente... mentre l'essere che odiano tutti indicato come Satana, ma
non
Lucifero, sbagliano sempre perchp nelle scritture sono indicati come
differenti, che ne ha ucciso uno solo per scommessa, è
l'essere
negativo. Dio è amore, dio è questo, dio
è quello
ma comè che ha creato virus, animali feroci e pericolosi
anche
per malattie a iosa, il mondo degli insetti che è come un
horror
prima degli horror creati dagli umani... e comè che con la
fotografia e i video ci sia quasi niente di lui, mentre prima
vedevano
miracoli, madonnne e santi in ogni angolo e adesso niente? Strano, eh?!
Che è
per la scienza che gli umani sono più longevi, le conoscenze
su
germi e batteri che ora sono contestati da genitori idioti che non
vaccinano e non tengono pulite le cose , come si dovrebbero
perchè i
figli altrimenti non divcentano forti. Per poi prendersi roba schifosa
per negligenza. Eh, loro lo hanno battezzato, ho letto questo, e quindi
Dio è sempre lì a proteggerli, cos'ì
come la
madonna... noi diamo certezze, visibili e comprivabili, ci sono
fallimenti, ma dipende dalle risposte del corpo. Tranne quelli arrivati
già in
pessimo stato. Ma i risultati ci sono, e sto parlando solo di quelli
per i nostri farmaci e tecnologie nano. E poi cè la
categoria
neuroscienza, dove ridiamo alle persone perdute, per varie cose, i
pezzi ricomposti e niente più danni perchè
possano
vivere. Come dico sempre, noi possiamo..." fece lei, andando verso il
divanetto opposto ai ragazzi, per buttarcisi sopra, prendere la sua
pipa in legno speciale, ricomporla con un colpo di polso, un
tac, e
metterci dentro polveri speciali che prese dal mobiletto a fianco, in
un cassetto.
"Usi ancora quel cassetto per metterci le tue cose?" fece un
pò
spazientito Milan "E ti sei presa lo zippo con i gigli intagliati! Sai
che non sopporto quando scegli un cassetto ovunque e lo utilizzi come
supporto di emergenza..." sbattendo i palmi sulla scrivania con cipiglio
"Secondo me è utile avere piccoli angoli di emergenza. Non
devo
farmi tutte le scale, tutti i corridoi della magione per prendere solo
un pò di polverina..."
"NOn ho ancora capito cosè che fumate se non nicotina. Qui
quasi
nessuno fuma nicotina e i ragazzi dicono miscele speciali dei
laboratori..." domandò Gask al solito a voce alta dubbioso
"Vedi... " fece Milan, unendo le mani davanti al viso, con i gomiti
sulla scrivania "qualcuno potrebbe chiamarli...miscela di erbe
studiata, secondo sistemi Ayurvedici, coadiuvanti nel processo di
allontanamento dal tabacco. La nicotina, componente caratterizzante del
tabacco, è la causa dell'assuefazione al fumo e della
difficoltà a smettere... non a caso oltre a causa
gravi
danni a
polmoni e altri organi fino a cancro, è stato
accertato il
meccanismo e la capacità di dare assuefazione della
nicotina.
Secondo gli studi legati a recettori specifici nel cervello,
rapidamente si abituano alla stimolazione data dall'alcaloide, e che in
assenza della nicotina provocano i sintomi dell'astinenza. Mancando la
nicotina, viene a mancare l'elemento assuefazione, e per
molti calmanti, che darebbe secondo le loro teste ma non è
così.
Noi
utilizziamo una vasta
gamma di miscele naturali e in parte chimiche, che sono sia di
rilassamento che curative. Le prime furono sigarette indiane, si
cercava di sviluppare un prodotto utile a disintossicarsi dal tabacco e
dalla nicotina. Seguendo gli antichi testi ayurvedici riguardo il fumo
curativo Gulash, il nostro esperto insieme ad altri colleghi di
differenti branche, studia modi per creare sigarette e prodotti per
sigarette elettroniche, a riscaldamento o pipe, che siano prive di
danno, ma anzi curative.I componenti più importanti per il
sapore e l'odore sono aromatici degli oli
essenziali, erbe,
resine, elementi concentrati, vitamine o integratori, anche medicinali
in sigarette rollate, che si liberano per la distillazione in
corrente di vapore, generato nella combustione e trascina con
sé
le sostanze aromatiche e parzialmente per distillazione
secca. O
per effetto del calore della combustione,con tempertature molto alte,
senza che si danneggino i principi.. Si aiuta sistema immunitario, ha
effetti positivi su tutti gli apparati dell'organismo, anche
gastrointestinale e respiratorio. Sempre ovviamente in base alle
miscele... Contribuisce a risolvere problemi di digestione, gonfiori e
varie patologie e aiuta ad alleviare i sintomi quali sinusiti con o
solo mal di testa,raffreddori cronici, problemi di voce, bronchiti
asmatiche, vari disturbi respiratori. Bruciano il muco in eccesso
favorendo un'eliminazione di tossine causate dall'eccessiva assunzione
di tabacco e nicotina o per problemi normali in base al paziente. COme
qualcuno... " guardando male Kianta che fumava come se fosse a un
momento relax "che da sempre ha problemi di polmoni e deve
fare
sempre quel
verso fastidioso per liberare i bronchi e che la fa sgamare sempre
anche se vuole fare le cose in stile ninja..."
"Scemo..." fece Kianta offesa col broncio
"La miscela utilizzata come nel suo caso presenta foglie di eucalipto e
altre di
altri paesi con benefici simili, donando un respiro più
regolare, senza ostruzioni o stringimenti di turbinati o ..."
"Ha problemi di respirazione? Ma se urla e borbotta sempre..." fece
Gask accigliato guardandola, ricevendo uno sguardo incazzoso da lei,
come se volesse tiragli qualcosa
"Merito delle miscele... ha sempre problemi respiratori e polmonari,
non da impedirle di fare le cose, anzi, ma a causa del suo passato e le
medicine, tutto l'apparto respiratorio non è messo bene, in
base
a nche a umidità e tempratura... e così ecco che
fuma la sua
amata pipa, studiata apposta." osservandola tirare una boccata con
mezzo sorriso "la miscela in combustione rilascia oli
essenziali
che svolgono un'azione sfiammante del cavo orale, rilassante delle
mucose, espettoranti e anzi svolgono l'azione dell'eucalipto molto
bene. L'assenza di composti aldeidici e
polinucleati, benzopirene,composti chimici dannosi, essendo le nostre
sigarette, pr
chi le sceglie, rivestite da speciali lavorazioni in foglie specifiche,
impediscono quindi al corpo di accumulare tali sostanze oltre le
nicotine. Sono sicure per tutti e no ndanno assuefazione, sebbene la
gente fuma anche perchè l'azione di tenere la sigaretta,
aspirare, .rilasciare il fumo, donino un aiuto contro il nervosismo e
qui lo usano con prodotti migliori.Non la nicotina, ripeto, la i
gesti. Kianta stessa utilizza sia miscele
per la respirazione che rilassanti, coe quelle usati da molti prima di
andare a letto, che le mediche. Vitamine, minerali che non si
danneggiano con il calore, medicine di vario tipo... sono tutti
elementi dosati in miscele finali che fanno ilo loro lavoro e proteggno
chi fuma, chi gli è vicino, l'ambiente. Era questo che
volevi
sapere?"
"Si, però..." guardando Kianta che fumava e lo
fissava
come se aspettasse una cazzata "trovo solo strano che lei fumi la pipa
invece delle sigarette. Anche se lo ha fatto, questi elementri
brucianti non sono comuqnue dannosi?"
"La stronzetta è una cavia, la cavietta promettente dicono,
quindi non ti preoccupare. Se le succede un accidente, basta vedere il
perchè e almeno ha fatto la cosa buona di salvarci la
nostra, di
pelle.." rise Alaric, sbeffeggiando la ragazza mentre questa fumava.
Seduta con la schiena sul bracciolo, una gamba, distesa e
l'altra, la sinistra che sorreggeva il gomito della mano sinistra che
teneva la pipa. COn le destra, con gomito sul bracciolo, faceva un dito
medio. "inutile che ti offendi, tu e gli altri testate i prodotti dopo
che hanno superato i primi livelli di test, ma comunaue sei una
cavia..."
"Alaric, sai perchè non indosso camicie nere? Non
ho motivo di indossare qualcosa che sia nera come la mia anima...
lascio a chi ha questi elementi, vestirsi di nero..:" fece
lei con un sorriso carogno
"Certo, fai allusioni, ma la questione è che sei pazza, vuoi
andare a pestare sotto il calcagno quella gente che ti ha infilata in
una bara credendoti morta e invece sei viva perchè sei
peggio
dei gatti, che odi, e sei la cavia che ha bisogno di una copia
dell'identità primaria perchè almeno Milan non
perda
quella testolina stronza..."
"Identità primaria? E' da prima che lo sento"
domandò
Gask ad Alaric che era avanzato di qualche passo vicino a lui.
"L'identità primaria"... fece Jd dando una gomitata ad
Alaric "è come chiamiamo la
personalità originale. La tua per esempio è la
personalità primaria. Le personalità da
impressione di base invece
sono le scans delle persone in generale, che è possibile
imprimere nella testa. In pratica identità
primaria è la persona originale, che noi chiamiamo anche
l'Originale. La personalità secondaria quando testiamo la
mente
dei soggetti per cercare di imprimere tutta una scansione nel cervello
per ripristinarlo senza danni. L'Os di emergenza invece è
presente nella scatole, o blue box, o Draper, chiamala come vuoi, che
contiene in uno dei settori proprio una sorta di intelligenza
artificiale di base che, in caso di danni alla memoria o altro, che la
scatola rivela essendo connessa con un settore proprio nel cervello,
attiva delle funzioni che copiano i dati nel cervello come impulsi. Non
è testato a dire la verità, è di base
già
nel progetto iniziale, e sebbene per Kianta sia stato modificato per
essere specifico solo per lei, così' che le funzioni base
siano
inviate al cervello perchè possa tornare o trovare una Torre
più vicina, normalmente ne è presente uno nel
caso che...mh... Finora abbiamo lavorato più alle scans che
agli Os..:"
"Os... cosa sono..."
"Sei qui da più di una settimana, speravo di avertene
parlato o
che lo sapessi da David, visto che ne hai una... si tratta di una sorta
di... sistema operativo o mente digitale con dati specifici
perchè non vi sia amnesia... ma non cè biosgno
che te ne
preoccupi. Sei un soggetto forte di mente, non ci pensare. Se hai
domande chiedi a David, meglio lui che me. Io ne so quanto basta per
sapere di cosa parla. ne sa meglio Milan..."
"per favore non mi confondete, cè una
questione da risolvere!"
"Infatti! Devo tornare là e portarli alle cave"
fece lei per rispondere a Milan
"Vuoi prendere una famiglia ricca e molto conosciuta di quel paese e
farla sparire? Un conto è uno o due soggetti, ma tutta una
famiglia..." guardandola come se fosse arrabbiato
"Milan, cosa hanno fatto è vergognoso. E mi ha fatto
incazzare
la questione della blue box che si è attivata e ha..."
"ne abbiamo già parlato. Ha modulato e demodulato impulsi e
frequenze per salvarti la vita. Anche se hanno fatto un affronto a
quella famiglia e..."
"E te! Sai bene che sono incazzati perchè credevano di
essere i
primi e unici ad essere contattati per essere Alfieri del nuovo governo
mondiale perquel paese, contestando poi lo scoprire che stavamo
vagliando tutte le famiglie loro pari, quindi ricche, antiche e
potenti, per scegliere quella più affine a noi.
Volevano
togliere di mezzo tutti e invece sono riusciti a ucciderne qualcuno e
prenderli per quel siparietto spettacolare. E noi siamo qui anche per
schiacciare tali soggetti pericolosi. Non è
così?"
guardandolo con gli occhi puntati su di lui, fumando con eleganza la
pipa, senza cambiare posizione.
"So bene cosa vuoi fare. Non credo sia..."
"Milan, non ha tutti i torti." disse di colpo Jd "Non voglio dirti
nulla, non sno come Kianta ma... Quella famiglia è stata
negativa su molti aspetti, troppi. ALl'inizio ero contrario all'idea di
una certa persona" venendo guardato di scatto da Kianta con la sua
solita espressione che mostrava che comprendeva, tagliente "ma
effettivamente quello che facciamo è lo stesso della
giustizia
classica. Insomma, fermiamo la gente negativa e pericolosa e la
mettiamo in condizione di non fare più del male, divenendo
anche
utili alla società"
"Se per essere utili alla società intendi prenderli,
pestarli un
pò come fa qualcuna di nostra conoscenza "sbraitò
Alaric
fissando però Kianta, la quale con un sorrisetto
voltò il
capo altrove, fumando "per poi buttarli in cave e giacimenti
perchè lavorino al posto di schiavi e civili per niente,
cosa ci
fa migliori dei gulag e..."
"Alaric, non è questo il discorso. E lo sai" disse Milan
riunendo la mani sulla scrivania con forza "ne abbiamo discusso
parecchio da tempo, ed essere civili rispetto chi cerchiamo
di fermare
è proprio il non uccidere o recare danno. Loro diventano chi
distruggevano. Fanno lavori che prima eseguivano persone che invece per
tutti erano niente. Risolleviamo con il guadagno chi è stato
buttato giù dalla società stessa, assistiamo
veramnete e
decentemente orfani e bambini in strutture dove non sono numeri ma
bambini e ragazzi. Ok?
Numeri, sono questo fino al nostro arrivo. Ci sono bambini che si
sentono niente perchè i letti o
armadietti sono numerati invece che nominativi. Comprendono
comè
la relatà e la lezione, quando cercano di farsi
riconoscere come
persona con un nome ma non accade, sono numeri. Bilanci per i soldi che
si riceve per mantenerli e basta.Gente per strada, che per altri o la
società ha perso tutto, geni incompresi che invece possono
dare
e fare, persone deboli e con problemi, animali... quanto facciamo con i
proventi di quel lavoro, che sembri non accettare? Se lo meritano, anzi
di peggio, ma siamo umani e non animali come loro, quindi convertiamo
cosa sono in qualcosa di utile per tutti, per davvero. Per pulire
città, luoghi e altro, non usiamo detenuti ne colpevoli per
i
servizi sociali ma persone che ricevono in cambio uno stipendio decente
e aiuto, per ritrovare dignità. Per te è
sbagliato?"
"NO, non dico questo. Volevo solo dire che se seguiamo le idee della
prima pazza allucinata" mentre Kianta fumava e creava onde con fumo che
usciva dalla pipa, come se non lo sentisse "e facciamo i buoni, avremo
oslo problemi. Ne parlano chiaro le carceri, sono problematici,
pericolosi, rischiosi perfino. E li teniamo seppur legati con catene
non classiche ma speciali, quasi liberi nelle aree di scavo e ricerca.
OK che ci sono i familiari delle loro vittime a controllo e pronti a
frizzarli per bene, con una bella scarica elettrica ma... "
"Quei luoghi sono sicuri. Il Crell della guerra, ma non solo lui,
controlla ogni telecamera e camera nascosta. Ci sono i Meepit che
quella persona ha fatto creare, pronti a mozzar loro un arto
se
diventano pericolosi e loro lo sanno..."
"Quel messicano trafficante che riempiva come bambole le persone con
ovuli di
sostanze... ricordi..." fece Kianta con sorriso complice e
monello "adesso si ritrova, per essere stato focoso
e
pericoloso, con una chiappa tonda
e una piatta... il caro meepit viola gli ha fatto capire che
è
bene non scherzare. Si, ha tentato di mettere fuori gioco una delle
guardie che abbiamo preparato per odiarli meglio, ma sebbene non abbia
avuto possibilità di fargli una bella frittura di palle,
peccato, ci pensa la sorveglianza. Abbiamo uomini ben addestrati di
supporto nei settori esterni, abbiamo un sistema di sicurezza a livelli
circolari, tutto è sistemato.E' come un cono a gironi
dell'inferno per loro, un dono da aprte di quella persona. E' una cosa
negativa? Se hai paura di rappresaglie per
fuggire o coalizioni per..."
"Se permetti, sonotutti soggetti pericolosi che sono capaci di
sopraffare il primo circolo di controllo, i familiari. E non credo che
i tuoi robottini a forma di criceto del cazzo possano fermare tutti, e
che..." ma venne zittito da Kianta
"Andiamo calmati. Ho provveduto. Il nostro caro siero, io lo chiamo
così ma si chiama D9-45, è la sostanza
chimica che
contiene neurotossine per sopprimere le loro
personalità
e le emozioni irrazionali , per motivi di
stabilità.
Sono impegnati e indaffarati ma pacifici, perchè la
tossina è un concentrato zuccherino in bottiglie magicamente
chiuse come nuove, simile all'acqua che funziona come un
farmaco
per diminuire il piacere e farli sentire insensibili. Ecco
perchè non ci sono state nuove rivolte. Perchè li
avevo
avvertiti, avevo minacciato che avrei portato le loro menti a rompersi.
Mezza chiappa e segni di morsi indelebili non bastavano,
così ho
provveduto a dare loro un farmaco neuro-intensivo come le droghe , che
ti
fanno vedere unicorni e draghi e ho giocato con loro, portandoli a
credere di morire, di avere ferite gradi. Si, ho giocato con quella
feccia
perchè credessero, nella loro mente, di essere scarnificati,
di
aver inserito sanguisughe sottopelle e altro. POi li ho ributtati nelle
loro cellette come i preticelli e Milan non si è trovato in
accordo con il mio volerli rompere, fino a ridurli a docili
agnellini,
perchè portassero sulle loro spalle il peso del dolore del
mondo.E se ti sembro una merda, ricordati cosa sappiamo che hanno
fatto... Ricorda, Alaric... "
"NO, Kianta, non è umano. Siamo migliori di loro, anche se
lo meriterebbero. E così ecco la tossina magica che li fa
rendere carucci come labrador..."
"lo dice chi li odia, i cani..." fece lei sprezzante
"Ma ti senti? Leviamo a quella feccia il libero arbitrio e la
capacità di comprendere. Come capisono cosa hanno fatto?
L'unica
cosa mezza buona della prima pazza, era che le punizioni e i
lavori
affidati avessero un fine educativo e di riflessione..."
"Oh, mi stai dicendo che tu alla fine le volevi bene?" disse come presa
in giro Kianta, guardandolo inclinando la testa con l'orecchio vereso
la spalla
"Ma che cazzo dici" voltandosi verso Milan "solo che almeno quelle
fesserie un fine lo avevano. Adesso se hai dato quella roba come..."
"L'effetto dura tot ore, abbastanza perchè siano buoni,
produttivi, agnellini per risvegliarsi nella cella con la mente lucida.
Ma ecco che per la colazione portano cibo e bottigliette, e
l'acqua a
disposizione sui siti... et voillà! Sono
lucidi la notte ma di giorno puoi tenerli al guinzaglio
perchè
non ti faranno del male, e se te l ostai chiedendo, non sono zombie. Se
tu li guardi e ci parli, loro sembrano normali ma la tossina agisce su
aree del cervello specifiche perchè gli impulsi determinati
non
si attivino, o siano sotto controllo. Facile. Anche se avrei
preferito... Bah, lasciamo perdere. Loro devono essere trattati con i
guanti mentre la gente che subisce niente, un pò come le
vittime
di stupro che perchè hanno bevuto due drink, erano scosciate
o
tettute, allora il fatto non sussiste perchè hanno
richiamato l'attenzione su di se. Ho già provveduto a fare
una
capatina da giudici e giurie, oltre che avvocati e
procuratori, che
permettono certe cose, e credo che non importi con chi sono legati e
che posizione sociale, ma il loro bagno sarà stato
così
occupato che se lo ricorderanno! Purtroppo ho sempre più
consapevolezza che a questo mondo, è la paura che
mette in riga
la gente. E per questo ho cambiato strategia. Lei... era troppo
idealista e a volte gli idealisti non aiutano. Anche io voglio un mondo
migliore, come lo desidero, invece dello schifo che vedo quando sono
là, in quella società, ma con certi soggetti
tutta la
comprensione e tolleranza e aiuto, non fanno nulla. Si
è visto in
germania e paesi suoi alleati, che è accaduto
tollerando
l'intolleranza. Che l'intolleranza ha vinto, uccidendo o
rinhiudendo i
tolleranti e portato l'orrore..."
"Scusate di chi parlate che ha fatto cose prima?" chiese Gask che fece
voltare tutte le teste
"Ehi, ricordi cosa abbiamo detto?" sussurrò Jd al suo fianco
a
mezza bocca, facendogli capire che aveva promesso di non chiedere
maicose scomode
"Ah....eh, niente... niente..." fece con una risata nervosa ma Milan lo
sorprese
"Se ti riferisci al discorso di chi ha lavorato prima a certe cose, si
trattava di una persona che..."
Milan rimase sorpreso vedendo Kianta alzarsi dal divano in modo
elegante, con la pipa che mandava fumo setoso e profumato, e
dopo aver
seguito la direzione della porta, fece una boccata, una piroetta
salutando con la mano per poi andarsene. A Gask quel modo di muoversi
ricordò qualcuno alle festività, ma non disse
nulla.
"Che ha avuto adesso?" sbuffò Alaric, facendole un gestaccio
con il dito medio alle spalle dopo aver chiuso la porta
Jd restò a fissare la scena finchè non fu sparita
chiudendo la porta, e rimurginò sul
perchè. Lui
sapeva il
perchè e credeva che oltre Lubo anche Alaric lo
sapesse, ma non
volesse ammetterlo. Il fastidio di parlare di Lei. Il suo nervoso
quando si toccava quell'argomento e il suo sbottare quando superava il
limite dicendo con rabbia . Odiava
quando qualcuno parlava di quella persona, perchè
significava
confrontare la Prima con la Nuova. Una personalità che era
morta
e mezza defunta, contro la nuova che si era svegliata e aveva
camminato
e poi corso imparando, con le sue forze. Così come Lei
odiava
quando fin da bambina che la confrontassero, specchiavano lei con gli
altri come
se dovesse essere copia conforme alle bambine e bambini che i suoi
genitori ammiravano, per come sapeva fossero fingendo, e
Kianta
non
sopportava quandi si parlasse di quella persona anche contro le sue
azioni e decisioni. Milan liquidava la cosa come il complesso del
conflitto con la madre.
"Credo che Jd abbia ragione. Sarebbe meglio fare un pò di
pulizia anche in quel paese dopo quanto accaduto. E sopratutto
perchè attaccando i miei uomini e Kianta, hanno mandato un
chiaro messaggio. E uin affronto verso di me. Nessuno deve fare una
cosa del genere contro chi cerca di migliorare questo mondo. Ecco
perchè ho deciso. Veròna, la Strega del Gioco, li
incontrerà e a sua discrezione li tratterà nel
modo che
le sembra più congeniale, perchè con carte
ufficiali siano
portati dove devono stare. La lista delle loro azioni è
lunga,
quindi è ora di agire..."
Jd sorrise, perchè non aveva detto che Kianta avesse ragione
e
che avevano recato offesa a lui per prima con cosa avevano fatto. Ma
visto che Kianta e Milan, un pò come fu per Lei, hanno un
modo
di vedere le cose e come agire differente, si fanno piccoli
dispettucci finendo però alla fine col convenire con
l'altro. E
come per i soggetti che avevano messo a lavoro, Kianta sapeva benissimo
che Milan su ocme trattare quella gente era in ragione, ma poco
sopportava la spavalderia della feccia di voler a tutti i costi
vincere, anche quando meritatavano di peggio. E siccome la guardia era
rimasta
ferita, s enon i maniera grave, salvata dal tipo particolare di catene
che lo tenevano fermo in caso di necessità per una serie di
meccanismi di loro creazione, Kianta non era rimasta contenta di quanto
male meritassero per le loro azioni. Doevano pagare, soffrire, piangere
e disperarsi così come la Prima aveva fatto fin nell'anima,
così in profondità che nessuna cosa nel mondo
materiale
poteva darle pace. Un conflitto strano, pensò, tra Kianta e
la
Prima chela precedette. Oltre il cambiamento di Kianta
stessa,
passata da innocente come una bambina al trovarsi davanti sul campo o
meno a cose che l'avevano ferita profondamente da scegliere
di
indossare una corazza fatta di forza e determinazione, pugno di ferro e
intolleranza verso l'intolleraqnza. Chiunque non avrebbe creduto che
fossero la stessa persona, la Kianta delle prime due settimane e quella
più matura, ma così era. E di nuovo Milan vi
metteva lo
zampino, dicendo che la bambina era diventata donna come acacdeva nei
secoli passati finendo faccia a faccia col mondo degli adulti che era
più un pugno sui denti che una transizione fatta bene.
Si voltò perchè Milan stava parlando con lui e
rimase a
bocca aperta nel sentire il Leader che gli diceva di avvisare lui
Kianta di prepararsi per Bucovina di nuovo, così che il
piano
andasse in porto.
pensò
Jd, ridendo e alzando le spalle come per dire che
avrebbe
fatto , ma sospinrando di accettazione. QUando capì che
tutto era
concluso diede a Gask un pizzicotto sul fianco, quanto poteva visto il
suo fisico, e gli disse piano all'orecchio facendolo abbassare "non
parlare mai più di Lei con MIlan, a meno che non sia lui a
uscire fuori la cosa, e davanti Kianta... Mai!"
"Gask... aspetta un attimo" fece Milan mentre Jd e Gask confabulavano
"Vorrei che tu fossi la quarta Ombra di Kianta per questo viaggio. Per
i pericoli che possono esserci, preferisco sempre andar sul
sicuro, ma
è imperativo che le faccia da guardaspalle ogni minuto. Sono
sicuro che andrà anche a fare Raccolta per le strade, quindi
tu
surclasserai gli altri tre per oggi, e sarai elemento di simbiosi per
ogni cosa che possa fare, devi starle attaccato come colla.
Perchè una volta che tornerà nel paese, la prima
cosa che
deve fare è tornare dai nostri Alfieri e farsi vedere viva,
vegeta, più caparbia di prima e loro
lo sapranno subito. Dopo credo che andrà a fare la Raccolta
e
ancora dopo,
entrerà di sera in scena Veròna. Tu apparirai al
suo
fianco come Supporter di gioco. Non deve più accadere una
cosa
genere. E sopratutto non voglio essere presente quando
scoprirà,
perchè temo che avverrà, che quei tre per non
lasciarla
in mano ad estranei l'hanno vestita e preparata. Sarà un
brutto
giorno per loro... Quando tornerete voglio che entrambi,
avendo
stoddarde e
draper, o come in generale chiamiamo le scatole blu e le
nenomacchine...
voglio vedere se passo a passo insieme vi influenzate o meno, e
in un
percorso identico nel bosco con differenti zone operative naturali,
fate scattare i dispositivi per danni, sforzi e altro..."
"Eh?" fece Gask, voltandosi solo di fianco per guardarlo mentre Jd
fissava il leader accigliato
"David vuole valutare come e quando i dispositivi si attivano, dopo
quanto accaduto a Kianta con la blue box e il feezing, che
hacausato
inaspettatamente. Anche se so che è già accaduto,
ma non in
quel modo. NOn ne parlate mai di quei due episodi con lei. Lei sa solo
questo, è svenuta... così ho pensato di usare il
bosco delle lucciole per
testarvi... è tutto. Vai a preparati, riceverai i v estiti
tipici del paese e l'abbigliamento come servitore di Veròna.
Andate..."
"ma mi spieghi perchè Veròna e i suoi
servi devono vestire in quel modo?"
"Mh..." fece Milan poggiando la testa sulla mano aperta con fare
meditabondo "... è venuto per caso. L'abbigliamento tipi di
Veròna agli esordi era un abito in stile vittoriano con
giacca,
camicia, pantaloni ma più gonna dalla vita a un centimetnro
da
terraripiegata e drappeggiatga un fianco sotto la giacchetta con
stivali quasi al ginocchio. Un esempio di cavallerizza ottocentesca,
questo per dare adito che fosse una strega antica. E l'insieme andava
anche bene, con quel cappelli da donna in stile qausi napoleonico con
una piuma sinuosa. Se no ndvoeva andare per strada, allora era un
completo da uomo come quelli usa Kianta, seppur più in suo
stile. Anche gli abiti di Veròna secondo il primo Vessel,
come
chiamavamo, era parecchio in stile ultimo trentennio
ottocentesco. L'abito avorio stesso che Veròna indossa in
cerimonie ed eventi speciali deriva da lì, quello
è
il suo ormaio di fabbrica, come l'abbigliamento unisex maschile di
ispirzione. Ancora di più con quel cappotto da maniaco,
prima ve
ne era uno più bello, ma Kianta preferisce uno che
non
vale niente pper quanto deve girare per le strade peggiori a caccia
delle prede. Lo stile di Veròna per abiti più
femmiili
rispetto la controparte precedente riguarda il primo decennio del
novecento. Un controsenso, lo so..." fece, sentendo i lamenti di Alaric
"Lo dico anche, va bene? La prima interprete amava gli abiti meno
pomposi e larghi, per quelli dell'ultimo trentennio dell'ottocento per
sè, mentre per Veròna abiti degli anni sessanta
dell'ottocento, più ampi di gonne come l'abito avorio.
Kianta
per se preferisce abiti larghi e che non mostrino veramente le sue
forme, in stile impero ad esempio... mentre per Veròna non
so
perchè, predilige forme più aderenti e non
sensuali, ma
da donna dei primi dnel venocento... non so, le cose stanno
così. Ma Veròna come per l'auto, i ventagli,
l'abbigliametno suo e di chi le sta intorno, devono richiamare l'idea
dell'antico. Di qualcosa che perdura in mondo che corre al futuro, ma
in modo orrendo. Freddo, sterile, sitaccato come le luci neon tipiche
delle atmosfere del futuro. E' un soggetto fuori dal tempo con regole
sue. Ci sono tantissime persone che amavano e vorrebbero che si
rivestisse in abiti antichi perchè è tutta
un'altra cosa,
un bell'abito come nell'antichità. Sono il primo elemento
proprio per riconoscere non solo che livello era il soggetto ma il
periodo. Danno fascino, classe, eleganza e via dicendo e so che da
qualche decennio varie persone vestono normalemnte con abiti priorio di
taglio e stile antico. Noi abbiamo preso questa cosa per farne un
elemento di Veròna. E anche perchè noi amiamo il
fattori
abiti, quindi... abbiamo unito uttto. Avete dei completi magnifici,
più dei nostri addetti ai vari servizi, quindi di cosa vi
lamentate?"
"Ok... io però non mi sento molto in quei vestiti e...."
"E' un incarico. Sei un professionista... quindi?" fece Milan come se
non volesse comprendere il punto e quindi Gask se la diede a gambe per
non sentire altri monologhi sull'abbilgliamento. Per Milan
l'abbilgiamento era sacro.
Gask e Jd lasciando la stanza osservarono dalla porta Milan che aveva
già iniziato a
contorllare delle carte sulla scrivania. Jd disse
di andare a prepararsi mentre avvisava Kianta.
Tre ore dopo erano all'aereoporto privato che utilizzavano per i
viaggi, in quel frangente per Bucovina.
Gask aveva atteso Kianta che si stava cambiando, ancora incazzata come
una vipera idrofobica perchè
Milan non solo aveva constatato che aveva ragione, ma aveva
sbolognato a
JD la notizia e la faceva infuriare. Così lei era
già
salita appena calato il portellone e la scaletta si
avvicinava. E
attendeva seduta e nera di rabbia.
Gask attendeva a terra e dopo un pò, lei uscì
furente per
l'attesa, con un abito tipico della zona come faceva sempre. A
volte sia lei che Milan indossavano abiti tipici o ispirati come
omaggio per gli Ospiti.
Un abito sotto leggero e
decorato nei bordi da fasce e bande con dei fiori e molto colorati, con
pizzi su maniche e colletto. La veste che indossava aveva taglio
rettangolare con fascia in pizzo chiusa in vita, in bianco immacolato e
ogni segno di cucitura era coperto da un decoro ricamato. Sopra portava
il gilet senza maniche e lungo oltre i fianco tipico tutto bordato di
fasce nere e decori neri con rose blu. Scarpette basse tipiche
nere e bianche e un copricapo per lui assurdo. Un ovale che stava sulla
testapieno di fiori e fronzoli strani che non capiva e fasce di tessuto
azzurro che pendevano dietro. NOn capiva come quel coso potesse stare
ferma sulla sua testa, visto che era rigido, ovale e sporgeva oltre la
fronte e il dietro della testa. I capelli erano ovviamente nascosti
dalla parrucca con boccoli naturali e del colore più scuro
del
suo, lunghi oltre le scapole e quasi al sedere, non capiva come
determinare le lunghezze dei capelli, e sistemati in modo che fossero
come li portava di solito. Le zone sopra le orecchie tirate indietro
che facevano da decoro sotto il cappellino e poi il resto dei capelli
che scendeva sulla spalla destra con cura. Orecchini che non capiva di
fiori, trucco leggero ma cèra e pochi gioielli se non la
collanina girocollo fino con una perla dalla forma strana e i due
anelli, all'anulare sinistro e al medio della destra con le scritte
incise a girare su ogni anello, come le piacevano.
"Andiamo, non abibamo tempo. Ho un incontro con della feccia da pulire
che mi prudono le mani. Vorrei smozzicarli a sangue!"
Jd e gli altri che li avevano accompagnati sospirarono. Jd, poco
distante da Gask, chiamò i tre che le facevano da Ombre al
telefono e chiese
loro di sbrigarsi e tenere
gli occhi aperti. Il loro compito era principalmente quello di evitare
che la sua ira, per non dire altro, facesse qualche vittima. Non lo
avrebbe fatto, ma se qualcuno pegiorava la situazione lei era
capace di
osservarlo proprio occhi negli occhi, a pochi centimentri per
vedere
quanto realmente fosse dispiacuto o mentiva per salvarsi. E qualcuno
diceva che aveva lo sguardo terrificante di un cazzo di gabbiano
incazzoso.
A Gask mentre lei si apprestava a varcare il
portellone per ri-accomodarsi, chiese di esserle spalla non e solo il
guardaschiena, come veniva inteso il partner di una coppia di
specialisti che operano in tandem. Non
importava cosa lei pensasse, in arabia e turchia la odiavano in egual
misura , ovviamente i soggetti che si erano visti rompere il potere e
impero per finire a scavare, così come requisire patrimoni,
merci preziose e persone
a loro care. Era guerra per loro, non sapevano nulla della loro
organizzazione ne i membri, ma odiavano Kianta perchè lei
ordinava la loro futura situazione e di sicuro desideravano accopparla
male.
Ma la cosa non era solo per Kianta, ma risaliva a Lia, si
facesse vedere e affermava in altre situazioni .
Se Lia lo faceva per avvisare la gente del tipo per vedere se
meritavano una
seconda
possibilità,
con Kianta delusa e sconvolta da come il mondo fosse dalla gabbia
dorata e sicura in cui era cresciuta in una paio di settimane, era
prendere la Giustizia e invocarla contro i mali del mondo.
Così
come per Lia era una cosa, l'opposto per l'altra. Ma la situazione era
così difficile da comprendere che pensava sempre necessitava
un
libro di tremila pagine.
E così in molti la cercavano, avevano anche messo taglie tra
cacciatori di taglie e gruppi organizzati della marea nera
dell'umanità. NOn avevano foto o video ma identikit. E Lia
prima
rideva di gusto, perchè affermava che era altresì
felice
di venire ritratta al meglio, non da foto che non le rendevano
giustizia, perchè le foto la facevano sembrare una scappata
di
casa drogata. E non le piaceva. Per questo amava i ritratti, posare e
osservare il lavoro delle mani e delle esperessioni, la concentrazione
dell'artista e poi ammirare il risultato.I ritratti erano per lei
l'equivalmente delle foto, in meglio, perchè non sembrava
pallida come la morte, a causa della sua pelle chiara e che si bruciava
sempre al sole, con le occhiaie, una drepssione quando non
cèra
e non aspetto che non capiva mai perchè sembrasse da pazza
di
strada. E poi Kianta che trovava più calda e significativa
una tela di una merda foto che gelava il tempo e basta.
Anche Jd si era chiesto molte volte il perchè di quella
cosa, ma
anche tra gli uomini cèra chi veniva malissimo in foto e
sembrava un membro di qualche gang di motociclette, come diceva Lia
quelle che fanno
paura per l'aspetto truce, duro, chi con abiti in pelle e moto enorme,
chi con tatuaggi e barbone, o muscoli e altezza o stazza, in base se
altezza o larghezza. ma poi tranne gli irriducibili pazzi e avvezzi
all' HH, erano grossi teneroni che aiutavano la gente. E ne avevano
trovati tantissimi che lei aveva reso collaboratori. Sebbene Lia in
passato avesse guidato, dacivile, e poi anche per i test di guida
sicura , auto e moto, aveva un'insano terrore che Jd non comprendeva di
qwualcosa come uno schianto, un colpo come lo chiamava lei, finendo
addosso a qualcosa. Raccontava sempre che odiava quando gli altri
guidavano perchè li veedva sfrecciare non importava la
velocità a fianco di guardeail e spartitraffico con sezione
rialzata anche per camminare, e aveva sempre quell'insana paura da
trattenere il respiro che venisse colpito e ... non sapeva bene
neaanche lei perchè, ma le saliva l'ansia. Se guidava lei
no, o
meglio pensava abituata all'isterica famiglia che aveva, di danneggiare
il veicolo, ma nulla di più. Ma quando era un passeggero
temeva
quel qualcosa definito il colpo che la faceva agitare e così
i
tre che la seguivano, che chiamava le gggguardie per perdenrle in giro,
enfatizzando sulle G, la mettevano smepre dietro al centro, con loro al
lato dei finestrini. Faceva battute del tiupo che le auto che avevano
erano tutet benne grandi anche dentro per gli occupanti soliti, mentre
lei meno di un metro e sessanta era al centro in uno spazio centrale
dell'auto largo quanto lei, così se succedeva qualcosa
poteva,
ripeteva ridendo, provare l'ebrezza di imitare superman per una volta.
Kianta non aveva quel problema, era più temeraria pure per
salire con le ruote ovunque in caso di necessità, ma la
facevano
guidare pochissimo perchè altra cosa strana, come Lia amava
sentire il cambio del motore gestito da lei. Nessuna auto che
utilizzavano per lei e con lei usava cambio automatico, tranno quella
della IA incorporata in caso di problemi, ma lei voleva proprio gestire
e sentire quel motore che saliva e batteva, così diceva, e
cambiando marcia da sè dava vita a quello. Un'auto guidata
senza
marce, a meno che non avessero problemi di qualche tipo, era come non
gustarsi qualcosa di genuino. Si perdeva tutto il sapore.
E le foto. Sembrava sempre o messa male come persona che si fosse
sparata trenta siringhe in un giorno cno così tanti segni da
sembrare sciatta e abbandonata a se stessa oppure un sogggetto diverso.
Lia non vi si vedeva mai, era come se vedesse un'altra persona, anche
nei video, Kianta invece ne provava diverse facendosi truccare e dopo
la noia lasciava perdere. Le foto per le schede di riconoscimento del
database le aveva ritoccate, era sempre lei ma meno da scappata di
casa. E Alaric la sfotteva sempre per quello, eprchè lui
nelle
foto veniva sempre bene.
Lia all'inizio si era fatta delle domande ma niente di più,
aveva avuto tutti i suoi anni di vita per dire "ok, fanculo le foto".
Ma Kianta no e non capiva. QUihndi la macchina
fotografica catturava... cosa? Non doveva catturare la
realtà?
Ma se loro la vedev ano in un modo, perchè la macchina la
restituiva come fosse un'altra persona?
"Sei sicuro che posso farlo? Non mi appenderà per i piedi a
qualche balcone, invitando i piccioni a pestarmi con qualche
suo
trucchetto?"
Jd lo fisso stranito. Gask aveva parlato ma lui pensava ai fatti suoi.
Poi comprese, mentre Lubo rideva al suo solito, ALaric sbuffava e gli
altri due stavano al solito qualche passo dietro non partecipando
molto.
"Tu fallo, se si lamenta o le vedi la voglia di fare qualcosa dille
"TANA!" e urla che lavori per MIlan e io ho detto questo. Vedrai, non
ti toccherà più!"
"Ah, geniale!" fece Lubo con sorriso diabolico stamapto in faccia, che
portò Gask a guardarli e rispondere di conseguenza.
"E che significa?"
"E' quello che una certa persona faceva per dire che si trovava su
suolo di Milan, e nel fare le sue cose aveva il suo vero e
che
non poteva essere toccata... non so quando ma Kianta lo ha scoperto e
lo usa di nuovo. Solo perchè sei tu, usa la stessa carta
così la lasci in contropiede..."
"Quella stronza che l'avessi strangolata se non fosse schiattata" fece
ALaric intromettendosi, spostando Jd con un colpo
al petto con la mano "fa scherzi, le sue stronzate educative e poi
quando io o altri si oppongono e la affrontano, lei urla
TANA!, per dire
che è su suolo di Milan, esegue i suoi ordini e nessuno
può toccarla. Capisci? La stronzetta di ora fa lo
stesso, se la tira perchè
per Milan è corretto e far seguire regole e comprotamenti
e..."
"Alaric!..." fece Jd dandogli una spallata gentile ma con sguardo
incazzato "Si, lei fa questi giochetti per rincoglionire la persona,
confonderla col delirio e cose inaspettate. E' una delle carte! Come
Veròna! Che sarebbe invece che è
Veròna a copiare
da lei... " pensandoci su guardando in alto a destra "Ma la
strega è nata come unico mezzo inatteso per quelle persone.
Sentono dalle loro vittime, che chiamano clienti, della strega, che li
ha aiutati, che grazie a lei non possono toccarli facendo credere che
si tratti tipo di cartomanti e queste cose, è successo,
mentre
poi appare lei. E il resto lo conosci. Ma diciamo che..."
""possiamo dire che la stronza sfrutta quel gioco di Milan per trarre
in inganno la gente che cacciamo per farsi i cazzi suoi!"
sbraitò Alaric, di nuovo sgomitando per dire la sua in
faccia a
Gask.
"Che acacde qui? Perchè ancora nessuno è salito?"
urlò Kianta, seppur composta, con le mani una sull'altra
contro
il ventre, con atteggiamento quasi regale. Come se si
affacciasse da un
balcone, con quell'abito poi, con sguardo e freddezza gelidi.
"Guardala, la regina di stò cazzo!" bisbigliò con
acidità Alaric, per poi buttarsi nelle sue prese per il culo
teatrali "Oh, ambasciatrice delle cause perse, con nostro sommo
rammarico chiediamo venia, ma ci siamo affaccendati a farci i cazzi
nostri per pochi attimi. Imploro pietà in caso di vostra
cattiva
stronzaggine, e ci pieghiamo in pietosi 'sticazzi, per
chiedere altre
possibilità di mostrare le nostre abilità. Oh,
grandissimia pusillanime madre dei cretini, oh genitrice delle
ameneità cerebrali, oh..." e continuando con la solita lista
di
epiteti, mentre Kianta lo fissava con composta ira, finchè
non
alzò gli occhi al cielo e dall'alto dell'aereo sulla pedana
speciale per i loro veivoli per passeeggeri, non urlò una
cosa.
"Oh, amato Mepeet, regala un bel tatuaggio in 3d a questo idiota in
tutte le sue tre chiappe!" guardando poco dietro Alaric, a
terra, per poi
voltarsi stizzita come faceva col viso, un colpo verso destra per poi
voltarsi e rientrare.
Alaric urlò, si voltò, guardò in terra
come un
forsennato, perchè sapeva cosa era in grado di fare quel
robot
assurdo, ma non cèra niente. Tutti risero e Bryden lo
canzonò dicendogli che se lo meritava.
Jd fece le ultime raccomandazioni a Gask, finchè Kianta non
riapparve impettita e con la stessa posa delle mani, accigliata come un
orso svegliato dal letargo di soprassalto grugnendo .
"Dove sono le mie Ombre? Dovevano prepararmi il tè! Dove
sono spariti?"
Gask si fermò perchè gli squillò il
cell.Lo prese
e girandosi dando la schiena a Kianta rispose, sorridendo. All'altro
capo una voce amichevole.
"Capitano!!! Ho finito il mio turno di guardia e volevo salutarti prima
dei partire. Potevi però dire che il Capo non partiva...
oggi
sembra caruccia, ma il fatto che parti senza lei è brutto!
Sembravi contento di farle da guardaspalle e..."
"Aspetta, di che parli. Siamo in aereoporto..."
"Si, me lo hanno detto, sono il tuo secondo ma non significa che non mi
tenga aggiornato. Alcuni dei ragazzi hanno parlato con i tre dell'ave
maria e trovo assurdo, seriamente, che voi partiate prima, mentre il
Capo si fa i fatti propri qui. Non capisco le dinamiche di questo
incarico ma..."
"Ehi, ti sbagli, ok? Siamo tutti qui e siamo quasi pronti" mentre Jd si
voltava a guardarlo dubbioso
"Ma senza il pezzo forte! Sappiamo tutti che il Capo impersona la
strega che ci fa morire sempre, quando quei tre raccontano
alcuni
aneddoti e il fatto che sia ancora qui, mi fa pensare che stiate
volando a Bucovina per niente.... la butto lì..."
"Ti sto dicendo che ti sbagli. Siamo tutti qui, quasi tutti. Kovacs e
gli altri stanno arrivando e spero presto, ma siamo vicino l'aereo..."
"Ho capito e ripeto, mi spiace che te ne vai in questi giorni, visto
che cè il compleanno a cui avevi promessi di presenziare, e
abbiamo deciso di spostarlo, ma se tu parti per alcuni giorni mentre il
Capo si fa i fatti suoi qui... mi spiace che ti prendano in giro..."
"Ma di cosa parli! Io..."
"A Gordon è venuto un colpo quando stava lavorando ai
giardini e
si è ritrovato il Capo al fianco per ritirare alcuni fiori,
gigli e rose blu. Lo ricorda perchè per dare una forma alle
zone con fiori troppo in fuori da cosa vuole fare,
e non cespugli incolti, recide alzune sezioni e diventano fiori per
stanze e sale. E sa che quelli sono due dei fiori preferiti del Capo e
quando l'ha vista vicino, con un abito che non le vedeva quasi mai
molto indosso, è rimasto basito. Eravamo in pausa alle
gradinate e sembrava aver visto un fantasma, perchè diceva
che
l'aveva notata un'ora fa che stava per andarsene, e invece ha ritirato
un cestino ed è andata nella sezione del bosco,
tranquillamente..."
"OK, prima di partire ha preso dei fiori, calmatevi. NOn..."
"No, capitano. Il Capo ha ritirato i fiori quindici minuti fa... ecco
perchè sono incavolato che ti prendano in giro..."
"In che senso, noi siamo qui da..."
"E state partendo soli, perchè per giungere in auto e non in
aereo, dopo che hanno spostato la torre di atterraggio dall'altro lato
ricostruendola in toto, e volendola avere tu... e
l'aereoporto
privato che usiamo ora
è lontano, mentre decidono come e dove creare il
nuovo e
nostro eliporto.
Non è a due passi che in dieci minuti ci arrivi senza
correre
come un disperato. E di solito prima partono alcune guardie, poi chi
deve partire, seguiti
dai bagagli. E si deve essere presenti prima per sicurezza. QUindi il
Capo non è partita, semplicemente è qui che..."
"No..." sussurrò lui mentre si girava per vedere Kianta che
baccagliava per sbrigarsi e"non è possibile, te lo ripeto,
avete
visto male..."
Jd fissava Gask perchè aveva intuito che qualcosa non
andasse,
mentre vedeva Kianta lamentarsi dei ritardi. La pazienza, si disse.
L'altra era paziente e gestiva le cose, ritardi e casini, di solito a
meno che non si alterasse veramente, con calma e aspettando la reazione
dell'altro. Sguardi e comportamento, di solito faceva così.
Kianta che non aveva l'esperienza di anni e
tempo,
bruciava subito, come dicevas Milan. Aspettare e farle ricordare
l'importanza dell'aplomb e quello che il leader stesso definiva
regalità. Il gestire e controllare le cose per dirigerle
come si
voleva senza scaratterare male. Kianta era ancora giovane su quel punto
di vista e se era incazzosa come in quel caso, piena di voglie di dare
una manata sulla schiena con vigore e velocità agli stronzi,
bruciava le tappe della regolazione dell'Io. Tutte cose che Milan
considerava e trovava in quelle sue sette e robe esoteriche. Lia gli
aveva detto chiaramente che ammirava il rigore e queste caratteristiche
da quelle persone. Nulla pareva turbarle e smuoverle dalla loro placida
calma e li invidiava. Il lavoro era grosso ma sentiva che era qualcosa
per lei. Certo, come per Kianta se la rabbia era tanta, faceva piangere
e di brutto, ma di solito la Prima era più placida.
""nessuno per ora ha ricevuto ordini o l'ha vista nei controlli, ma non
è la prima volta che ti diciamo che la si vede in giro,
nonostante si sa che sia altrove. E..."
"No, può essere solo una proiezione delle IA, sei uno dei
pochi che conosce questo trucco per..."
"E un laser riesce e prendere il cesto di vimini che il nostro amico
usava per posarci i fiori, ... e portarselo? Il cesto è
andato via
con lei..."
"..." Gask la guardò, disse qualcosa biascicando al telefono
e
salutò. Jd e gl ialtri avevano capito che qualcosa non
andava e
lo fissarono mentre a passo velocelo vedevano che si avventava verso la
scaletta dell'aereo, diversa da quelli normali piccoli privati.
Fissò Kianta mentre se lo vedeva arrivare.
"Dimmi..." iniziò gli disse come se parlasse a un bambino
discolo, con lo sguardo e col tono
"Stiamo per partire, giusto?" fece lui gradino dopo gradino, fermandosi
uno sotto di lei sulla soglia del portellone, sebbene fossero cinque
per entrare dalla sezione più alta e stretta di quella
posteriore
"Che sia bene! Sono vestita in questo modo e voglio iniziare il piano
di stasera. Che..."
Gask di colpo, mentre lei alzava lo sguardo per rimproverare
gli altri
più in basso, le afferrò un braccio, poco sopra
il
gomito, che la sorprese da rilasciare l'aria che aveva preso per
parlare incavolata. Lui fece una faccia così stupita e
sorpresa
da parere comica, Kianta invece fissava sgomenta la mano che le
stringeva il braccio come qualcosa inaspettato e la incuriosiva,
sopracciglia aggrottate e labbra a formare una U silenziosa
"Ma... cosa... " fece stupefatto e rimasto come uno scemo, sentendo che
era vera sotto la sua mano stringendo le dita alcune volte
"Morto! Finito! Chiamate un'ambulanza!!! Raccattate la sua scatola!!!"
fece isterico e in falsetto
Alaric, sbracciandosi girandosi ovunque, con Jd che li
fissava curioso ma spaventato... e
Lubo rideva
Kianta fissò ancora un attimo quella mano, con le labbra
dischiuse, poi alzò gli occhi verso Gask, con sguardo
omicida e
occhi grandi grandi. E lesta gli scagliò una testata in
pieno
petto come fosse una capra incazzosa che fece sbilanciare l'ancora
confuso collega quasi giù le scale, riuscendo a tenersi al
corrimano per un pelo ma rovinando con gambe e un fianco verso il
basso, sebbene l'altezza delle poche scale fosse minima. Il cappellino
si era ammaccato e Kianta sbraitò per poi digringnare i
denti
che se trovava quei tre, li usava come tavola da stiro.
"Toccami di nuovo e ti smino!" disse tra i denti, voltandosi con con un
colpo secco di mento stizzita e rientrò, mentre il ragazzo
addetto all'aereo bambettava "... ah, il... il cappellino... i
capelli... cosa..."
"Fà silenzio e trovami quei tre. Voglio il mio
tè..."
fissandolo dritta come un palo, facendo capire che no naccettava brutte
risposte
"Capo, posso..mh... ." fece il ragazzo che equivaleva a un assistente
di volo, ma solo per controllare al posto dei piloti, che tutto fosse
ok
e verificare che carico e cinghie fossero ben sistemati e tutti ai loro
posti. Ed era spaventato "Posso... fare...io?!"
Kianta voltò la testa sempre faceva lei descrivendo una
sorta di
arco immaginario. Gask si era accorto di questo, sia normalmente che
quando si atteggiava, compieva forse involontariamente dei movimenti
con la testa di lato o verso la spalla, disegnando una sorta
archi o
semicerchi, redendno ogni movimento, anche con le braccia, elegante e
armonico. Si era chiesto spesso se dipendesse da lei o da addestramenti.
Si era rimesso in piedi, mentre Jd era andato ad aiutarlo, sorridendo
perchè non si era fatto niente.
La vide portare la testa di lato avvicinando il mento verso la spalla,
sempre composta e dritta come un fuso, con gli occhi verso l'assistente
e faceva un passo avanti e due indietro a ogni suo
movimento,
premurandosi di
provvedere lui.
"Sei per caso un servo? E' un tuo compito preparare qualcosa per i
viaggi, a parte per i piloti se lo necessitano? Ho forse schiavi
abbisognosi di compiacermi?"
"Eh, no.. io ... volevo..."
"Allora ti ringrazio ma non approfitto di nessuno" alzando la mano
all'altezza della testa, aperta e dritta, Gask
pensò un pò
come nei film e telefilm sui tribunali che Bobbit vedeva sempre nella
sala
comune. Ne era appassionato e cèrano questi testimoni o chi
altro che alzavano questa mano dritta e perpendicolare al pavimento,
affermando che giuravano su Dio o la giustizia. Non capiva
perchè in un tribunale si dovesse ancora giurare su Dio e
sapeva
che Kianta la pensava uguale, anzi lei maggiormente, visto
che non
seguiva nessuna religione, neanche quella dell'organizzazione e
reputava la giustizia dell'uomo lontana da quella di DIo, quinid
perchè giurare sul suo nome con giurati e giudice umani? Era
una
delle poche cose che vedeva simili a lei e all'inizio aveva visto quel
suo gesto tante volte, ma dopo che era rimasto a bere qualche birra in
sala comune, mentre Bobbit stava là davanti la tv grande
comune
a vedere quella gente che alzava il braccio e mentiva facile come
trovare uova la mattina dalle galline, si era chiesto se fosse la
stessa cosa. Jd disse di no, era sua abitudine e basta, alzare la mano
a quel modo, esattamente come un gesto di giuramento che facevano anche
loro nei riti militari, ma per zittire e fermare un discorso
o qualcuno.
E lei lo fece di nuovo per fermare il balbettante discorso del ragazzo,
restando a guardarlo con la testa un pò voltata e gli occhi
verso la sua direzione. QUando era di malumore o infastidita, non
si
voltava del tutto o ti guardava negli occhi, voleva mettere e disagio e
creare una s orta di tempo rallentato perchè la persona
ragionasse. A jd era scappato che era solito farlo chi lavorava prima
di lei. Almeno così aveva capito, ma era appunto
sempre
una
cosa sua.
"Basta così! Ti rignrazio, ma tu hai dei compiti specifici e
a
meno che non te lo chieda, ripeto chieda con le paroline magiche che da
noi devono essere preziosi e importanti, resta con i tuoi
compiti. Ho le mie ombre che di fatto
non fanno un ciufolo, se non seguirmi come caprette
controllando c he io
non sciupi troppo la gentaglia. Fai lavorare loro, considerato che non
svolgono più molto il loro incarico di capogruppo delle
squadre
speciali. Sebbene siano al di sotto solo dei capitani, ultimamente non
hanno più svolto tali compiti e devono pur guadagnarsi lo
stipendio e il cibo speciale che mangiano da noi. Provvedi invece a
controllare che i piloti stiano bene e non abbiano bisogno loro di
qualcosa...."
Il ragazzo non riuscì a replicare perchè
suonò una
sorta di clacson, cosa che fece voltare Kianta con un grugno incazzoso,
saettando con gli occhi come un gabbiano in cerca di cibo
dalle
mani degli umani.
Una delle speciali automobiline per le zone auto, carri, veivoli anche
nell'aereoporto privato che usavano, consisteva in una sorta
di
golf
cart ma dalla forma un pò diversa e più
veloce, e
di
metallo pesante militare. Kianta la trovava stupida per la forma e la
chiamava con disprezzo papamobile, perchè non capiva il
motivo
per cui colui che afferma di essere il portavoce di dio, per
tutti i
cretini che seguivano quel credo, e affermasse che si
attendeva
la morte
per andare nel loro bel paradiso celeste, dovesse proteggersi proiprio
dalla morte.
E quelle simil golf cart erano dei rettangoli con piccole
ruote ma motore potete , con vetro montato su telaio di ferro pieno con
un tetto per tutta la lunghezza del mezzo, tre file di sedili con due
persone per ogni fila e una sorta di bagagliaio provvisto di stringhe
militari, quindi non un porta mazze posteriore, ma proprio
come
un
bagagliaio senza sportello, con cui portare passeggeri e bagagli anche
grandi in poco tempo. Ma li trovava ridicoli e odiava quando quei tre
scorazzavano su quei cosi con divertimento. Sebbene le ruote fossero un
pò più grandi delle normali golf cart, si sentiva
là sopra senza vetri o sportelli di protezione come un gatto
su
una macchinina radiocomandata. Lei ovviamente, visto che il mezzo era a
dimensioni di un militare medio sopra il metro e settanta. A parte lei
e Jd, in pochi che usavano i mezzi dell'organizzazione erano tanto
bassi.
Si sentiva come i gatti che stanno dentro le automobiline giocattolo
radiocomandate che i padroni fanno scorazzare per divertisi, loro.
Kianta odiava quando lo facevano perchè non capiva come il
gatto
potesse veramente divertirsi come dicevano loro mentre loro usavano il
joystick per mandarla a tutta birra in giro, con la solita faccia del
cavolo del gatto che guardava intorno indifferente. E peggio quando lo
facevano nel corpo centrale dello Chauteu, l'originale e antico,
perchè sebbene le gomme non ganneggiassero molto i pavimenti
di
vario tipo e antichi e pregiati, quei sacchi di pulci che la
infastivano perchè disastri ambulanti, poi scendevano dalla
macchina scappando in giro, trovandoseli pure nei piani superiori dove
vi erano uffici e l'ultimo piano le camere.
E si sentiva come un gatto
o una bambola tipo barbie quando le mettevano in quelle macchine
assurde
o sul sedile centrale, scorazzando. Ancor peggio, essendo
bassa, piccola
di corporatura rispetto a quei tre orsi-armadio, sembravano delle
guardie del corpo che scortavano una bambina. E in quelle macchine era
peggio.
Li vide, tutti e tre con i bagagli dietro, due davanti, uno dietro e
gli altri tre posti liberi, che sfrecciavano seppur non a
velocità elevata, come se stessero facendo una
controllata al
perimetro e basta.
Kianta alzò un sopracciglio, mentre questi si fermavano
vicino ai veterani, scendevano e la guardavano.
"Capo, siamo arrivati di corsa. Abbiamo tutti bagagli sia nostri, suoi
che gli abiti da indossare per il piano. E..." fece Kovac con una mano
indicando Zidgi che prendeva dai due posti ultimi liberi dei pacchi,
che mostrò seppur fossero distanti.
"Siamo passati anche, con una deviazione ecco il ritardo, alla vostra e
di Madame Pâtisserie preferita, di Arnaud e Grolet per
prendere i
biscotti da pasticceria per tutto il tempo che saremo lì,
insomma
quantità industriali, con una parte da porgere in dono in
confezone regalo ultra chic!" con tinuò, mentre
l'amico si
avviava con quattro scatole in pila tra le braccia per salirli
sull'aereo "Sono frollini al burro di vario tipo. Quelli che trova
perfetti per una merenda con tè e cioccolata calda per le
cinque, o quando ha voglia di qualcosa di buono. I.biscotti sono tutti
rigorosamente di frolla montata e si mantengono a lungo ben
chiusi, ecco perchè ne abbiamo presi in quantità,
così non è senza in questo tempo. Anche la
cerimonia se
vuole sgranocchiare..." fece lui mandandole uno sguardo eloquente che
comprese.
"..." Kianta guardò Jd come un gufo che ti punta "Mi stanno
a
piglià per l'culo?" diceva in italiano senza che se ne
accorgesse.
" ma no..." fece Jd,m sdrammatizzando al solito mentre Kovacs si
giustificava
"ma capo... non faremmo mai una cosa genere... invece delle merighe che
pensava di farsi fare, ho preferito qualcosa di più gradito
e
che da donare. Tutto qua..."
"In questa organizzazione cè qualcuno che non tenta di
comprarmi
e tenermi buona con cose che mi piacciono o devo farmi il segno della
croce e dire "
Zidgi restò a metà scaletta, fermo a guardarla
o forse aspettare un qualcosa, che avvenne, perchè parve
rilasciare un sospiro come trattenuto e le spallel si abbassarono.
Quei tre ormai conoscevano bene i suoi segnali, determinati per capire
subito di cosa abbisognasse per le missioni e
alcuni li avevano appresi osservandola. Come in quel caso un cenno di
assenso lievissimo ma riconoscibile li elogiò, seppur disse
loro
di stare in campana, invece del solito, se arrabbiata, portare al petto
il mento per guardare gli
altri
con gli
occhi in un certo modo. Se lei faceva un assenso percettibile s
ela cosa era ok, avevano fatto bene o era positiva, in base
alla questione tutto a posto. Altriemnti si sarebbero beccati uno dei
usoi sguardo di disgusto con gli occhi, il peggiore
perchè
significava che
poteva esplodere rispetto a quando parlava o portava la testa verso una
spalla. Se non parlava ma sgranava gli occhi grandi grandi e l'aria di
faceva pesante, erano cavoli amari.
Lei dopo il cenno di complimento, che capirono sebbene sudassero freddo
perchè lei odiava essere comprata, si fece più
dritta, alzò il mento con un gesto veloce verso
l'alto, o
a volte
verso destra, e si avviò impettita dentro,
anticipando
tutti.
Quel gesto, quel colpo secco col mento voleva dire due cose, che era
offesa e non accettava di perdere o di darla vinta, o come in
quel caso
era indolente per qualcosa. Kovacs pensò al ritardo e al
fatto
che fosse entrata da sola nell'aereo in attesa di tutti, e
Gask
stava in
comunella con gli altri qualche metro lontano.
"Andiamo" fece a Gask, richiamando anche Django, mentre Zidgi stava
già giungendo al portellone con le scatole, mentre il
ragazzo di
assistenza lo avvertiva di fare attenzione a punti particolari. Il loro
punto di atterraggio non era interno agli hungar come gli altri, ma ne
avevano uno fatto da loro in accordo con l'aereoporto, che
aveva
tutti i
codici di volo ufficiali e quindi non dovevano dare i loro privati.
L'aereoporto privato era autorizzato e ufficiale dal governo, e
loro
utilizzavano i loro codici di volo e nominativo veivoli, ovviamente
inseriti apposta, per non far comprendere alle torri di volo di essere
voli speciali e militari.Esattamente come compagnie dette fantasma con
voli e biglietti di cui non si sapeva nulla e che natura fossero, ma
erano presenti in ogni aereoporto senza codici identificativi,
informazioni di alcun membro dello staff o passeggeri e la
destinazione. Erano i voli fantasma degli aereopoti e non si conosceva
neanche il modo di prenotare un biglietto da loro.
I loro veivoli non volavano a pale come gli
altri, e sebbene fossero anormali per altri vederli, erano denominati
come voli di rappresentanza o commercio, con un marchio di
facciata che
utilizzavano, una azienda fittizia che era una parte
dell'organizzazione vera e propria , per girare indisturbata nascosta
da
nomi e marchi registrati e conosciuti. Così, se qualcuno
chiedesse perchè i loro veivoli si sollevavano in verticale
e
non
in salita, prendendo quota come i classici, avrebbero
mostrato il
marchio di una nota azienda di progettazione e realizzaizone di veivoli
di nuova sperimentazione, sempre loro, produttori europei di
componenti aeronautici
e aerospaziali non di linea con sede, reale, in francia, ma fittizia
nella realtà, mostrando anche ad altre aziende concorrenti
che
fosse possibile creare aerei del genere ma vietando a chiunque di
avvicinarsi.
"Prima di andare... nessuno davvero capisce che questi aerei non sono
normali?" fece Gask a Jd, guardando l'apparecchio che era
già
avviato, e si vedeva dalla massa azzurra che spostava aria da sotto le
ali. La prpulsione avveniva da lì, ma non da motori
ocnvenzionali, si sentì rispondere.
"Ti posso dire solo quello che so... questo modello è un
lavoro
militare di fino. COme i guanti, sono studi e progetti di
alcuni
scienziati che sono... diciamo scappati, in verità qualcuno
di
nostra conoscenza li ha ammaliati così tanto che si sono
fatti
prendere e sparire, dalla base militare in nevada denominata
Nevada Test Site - 51, ma conosciuta come A51. Si, quella degli ufo.
Sinceramente non so veramente se gli alieni esistono e loro che
studiavano la tecnologia, ma sono sicuro perchè vi ho
parlato
varie volte... quei tizi sanno il fatto loro e si vede. Ovviamente
molti
apparecchi sia piccoli che grandi che usiamo non erano progettati per
quell'area e quindi a stertto riserbo militare, ma in
realtà...
dovevano essere presentati. Invece dopo qualche anno felice di lavorare
per qualcosa di grosso, e avere i fondi necessari dove
mostrare
le loro
grandi capacità, si sono accorti che cèra
così
tanto marcio nelle persone che li avevano assunti, per il male e non il
bene, un pò come fu per la bomba atomica, che tentarono di
scappare in vari modi. Kianta tramite avvisi radio aveva scoperto che
alcuni gruppi ufologi che stazionavano ogni giorno intorno all'area
libera e percorribile, che precedeva la base, discutevano su
persone che
chiedevano aiuto per andar via. Temevano per la loro vita o la
libertà dai messaggi che erano riusciti a mandare,
a
quanto
pare da una radio artigianale che avevano fatto, per richieste di
liberazione. All'inizio la persona che cèra prima di Kianta
non
vi credeva, sembrava troppo una trama da complittisti, invece era la
verità. Quelal gente fiera di lavorare in qualcosa di grosso
si
erano pentiti. NOn so bene la storia, non sapevo nenache che non venivi
intercettato con una normale radio,e forse pensavano fossero sempre gli
ufologi per stimolarti ad uscire, e mi pare strano, ma a
quanto
ho
capito gli ufologi hanno una sorta di vocabolario loro per non farsi
capire e siccome uno di questi scienziati e fisici era un appassionato
di ufo, era in grado di utilizzarlo. Insomma, non so bene la storia ma
lei e Milan riuscirono ad effettuare con collaborati e complici
un'estrazione e a portarli da noi. Nascosti da noi , possono passare
del
tempo scomparsi adi loro radar e presentarci i loro progetti, ecco
perchè li abbiamo noi. Anche se devo dire che per come fosse
quella persona li ha semplicemente accolti ocn un sorriso e poi buttati
nei laboratori... era così!... " parlando come se si
vergognasse
"Accoppiati ad altri specialisti, abbiamo
i nostri aerei speciali. So qualcosa ma non bene e tutto, ovviamente.
Hanno caratteristiche VTOL/STOL ossia riguardanti decollo, volo
atterraggio verticali. Mentre in francese l'acronimo è
ADAV.I lavori di questi scappati di casa, come li chiama Kianta
sono..." riflettendo "Analisi ed ottimizzazione del gruppo
propulsivo, resistenza di forma... Resistenza d'attrito... .un basso
valore del carico alare.Volano con un Cl molto basso, la resistenza
è solo leggermente più bassa... Al
gruppo
motore-compressore viene accoppiato un fanper... nella fase di decollo
verticale il motore è in grado di generare la spinta
necessaria
a Mach 2 con un l'uso della postcombustione. Massa al decollo e
Rapporto Spinta/Peso sono stati necessari visto il problema del..."
"Non ci ho capito niente..."
"L'ho detto. non so molto, mi ricordo queste cose dalle
riunioni, ho captato oslo queste cose, e so solo c he i
motori speciali con speciali fun sotto e dentro le ali hanno una
propulsione a due fattori, una classica e una no. Il corpo del veicoli
ha ai fianchi speciali rotori che, in caso di danneggiamento di una ala
o entrambi, escono ed entrano in azione per riassettare il volo o
caduta così che i piloti hanno una percentuale di sostegno
ancora per una fase di atterraggio d'emergenza con qualunque
situazione. Sotto ha una sorta di gommone con un anello enorme, sgonfio
e nascosto da settori chiusi, che si attiva e gonfia sia per una
discensa d'emergenza per attutire il colpo della cabina con le persone
e sia in caso ammaraggio in acqua... non so bene ma ha tante cvose che
un aereo normale non ha o ha ma internamente e vanno attivati da
hostess e stuart. Mentre qui sono integrati all'esterno... so solo che
atterra e decolla non in orizzonta con salita ma in vertical,
eliminando tutti i problemi di altitudine e aria rarefatta. Quindi
tranquillo, ci sono i dispositivi di protezione se hai paura..."
"no, non è questo. E' solo che ho sempre visto aerei ed
elicotteri e..."
"Lo so. Ma siamo un'organizzazione militare che progredisce. Se
restassimo fermi, che vantaggio avremmo? Anche Kianta stessa, non
è a mani vuote in qualunque situiazioen come esempio un
poliziotto normale di qualunque grado, che in base
all'incarico ha
possibilità di usare le armi solo in caso protezione e con
precise regole, finendoci però sempre male. Malmenati,
picchiati, pugnalati perchè sparano o agiscono per fermare
quei
sogegtti in modi ritenuti barbari, rischiano tantissimo. Se lo fanno
vivono, ma rischiano reputazione e carriera, ed è
già poco
così, se invece si attengono alle regole di condotta
rischiano
ferite gravi o anche la vita. E questo a causa di certi colleghi del
passato che facevano gli sboroni, parole di una certa
persona, perchè avevano un distintivo,
legando le mani dei colleghi successivi che rischiano il
triplo, sia
come salute e vita. E sia per cosa li attende dai superiori
perchè poverini i delinquenti si rompono un'unghia, mentre
meritebbero di peggio. E così è lei. Non
è mai
sola o sprovvista di piani a, b, c, d e fino alla cazzo di z e questo
mi rincuora. Ormai sei con noi da mesi e Milan ti ha detto delle cose,
quindi conosci la situazione di Kianta che no dovrebbe andare in
giro... a
meno che non sia Milan, come nei casi di Veròna o se
impersona
una... una persona di tempo fa per affari dell'organizzaizone.
Altrimenti non potrebbe uscire, lei è importante anche per
testare molte cose. Ma ora và o sarà incavolata
per tutto
i lviaggio..."
Un'ora dopo, Gask fu dietro di lei nello scendere le scalette speciali
per il loro veivolo, con i tre che erano già corsi a
sistemarsi
a triangolo come sempre, mentre un capannello di persone attendeva
qualche metro dopo. Con il suo solito modo di fare armonico, e con
qualunque movimento che seguiva come una traiettoria ad arco, giunse
alla fine della scaletta e con le mani una sopra l'altra sul suo
ventre, le braccia lunghe morbide e un sorriso senza mostrare denti,
con sguardo gentile e affabile, guardava chi stava attendendo.
Si avviò con quel suo passo
strano, che prendeva dalla Lezginka o caucasuan dance, ma molti diceva
Jd quando glielo spiegò, la conoscevano come floating dance.
In
pratica, si era sentito dire, denotava eleganza e grazie alla gonna
lung
a che nascondeva i piedi, sembrava che quasi la figura fluttuasse sul
pavimento come se avesse le rotelle o fosse spostata semplicemente
avanti e di lato, non si percepiva il movimetno delle anche per i passi
ma semplicemente questa scivolata leggera. Jd disse che era chiamata
anche la scivolata del cigno ed era qualcosa di simile che si dice
facessero le nobili dame a Versailles, per apparire leggere e
non
camminare come la plebaglia. Sfruttando i lunghi corridoi per palazzo
ma
anche la sala degli specchi, era una cosa che si diceva Maria
Leszczyńska sapesse fare, ecco perchè era sempre ammirata,
oltre
il suo comportamento da Regina classica, anche dopo la sua morte.
Perfino Milan, gli disse, usava questi trucchi di danza e comportamento
per muoversi e apparire in modo da attirare le attenzioni, quelle
giuste. Un uomo ammirato, osservato, che mostrava un'eleganza nobile,
elastica e padrona di sè, mostrava il tipo di
uomo. Lui ci
credeva e vi lavorava molto. Il portamento, tipo di movimenti,
camminata e saluti, così come i vari sorrisi e saluti in
base
all apersona. Inchini, movimenti di capo, tipologia di sorriso, di
strette di mano o senza e via dicendo.
Ogni volta che Milan o Jd gli
parlavano di queste cose gli girava la testa, chiedendosi
quanto ci
volesse per imparare tutte quelle cose. Assurdo, pensava sempre gask.
Anche
quando parlavano nella camera del suo amico e lo vedeva specchiarsi per
scegliere cosa indossare, quale accessorio scegliere o che pettinatura
farsi. Lisci e fini, i capelli da più di trenta
centimentri, li aveva lasciati
crescere perchè per lui stava meglio con i capelli lunghi
che
corti. E rideva che la barba, pochissima che riusciva a crescergli, lo
rendeva duro e meno attraente e si lamentava che la barba modificasse i
lineamenti del volto così tanto, da sembrare
soggetti diversi. E
non si vedeva in altor modo che quello che anche Gask stesso conosceva.
E stava del tempo a sistemarsi, a volte chiamando Kianta per un parere
e per farsi fare i capelli. La prima volta non capiva perchè
la
chiamasse con quei telefoni antichi, quest avolta su un tavolinetto da
salotti in un angolo, con cornetta ernome elaborata e rotella da girare
per comporre il numero che gli serviva, interno se sapeva che era in
camera sua o un numero specifico corto per raggiungerla subito. O d
aparete d'epoca. E poi
lei arrivava con passo suo solito elastico e nervoso, come se avesse
fretta anche senza averla veramente.
Poi si voltava, mentre ancora camminava verso Milan , verso
Gask, seduto
da qualche parte, a fissarlo con un'espressione che pareva
dire e si
fermava a guardare l'amico comune. Che
ogni
volta era indeciso su due cose. Una delle cose che facevano ridere Gask
era quella, sicuro e dritto per la sua strada su cosa voleva, ma
indeciso su cosa indossare e abbinare per apparire al meglio. E si era
accorto che lei gli diceva sempre di utilizzare un colore di abito, tra
i tanti che aveva, abbinandogli sempre il viola. In sfumature diverse,
scuro o chiaro con nomi che ogni tanto non ricordava ma lei gli diceva
sempre viola, con il nome corrispondente. POche volte crema o
un
colroe
simile con nominativo strano. ma sempre il viola. Lui invece optava per
blu o rossi o mix che si abbonassero, lei era più per colori
meno squillanti e pacati.
Erano uno l'opposto dell'altra.
Gask sorrise ricordando la questione del . Una
volta
Milan aveva scelto un completo chiaro color... tortora, panna o che
altro, per lui erano uguali, e lei arrivò e gli disse di
abbinarci un bel lavandino, mentre Milan si guardava allo specchio e
pareva approvare con due cenni del capo. E Gask non si era trattenuto
chiedendo di colpo Era stupito, sapeva da riviste di moda che
il Capo o le sue donne sfogliavnao, e che Milan
seguiva e teneva sui tavolinetti, cose assurde che uomini e
donne sulle passerelle
mettevano addosso per denotare la del momento. E a
lui
sembravano identici a pacchi di abiti che i poveri disperati e
senzatetto mettevano di sopra per non perderli, vederseli rubare o
portare dietro con più facilità. Non importava il
clima,
stavano sempre con più livelli di abiti indosso, una delle
poche
cose che possedevano e per lui l'effetto era uguale. Si augurava sempre
che Milan non li copiasse, benchè si stupisse sempre
di vedere l'amico abbigliato come un tizio uscito un secolo
prima, e
ritrovatosi nella modernità.
Sapeva che la gente ancora usava il
completo classico da uomo in modi diversi e denotava stile e posizione
sociale, ma l ostile di Milan era più vecchio, non sapeva
dirlo,
ma seppur sarti esperti gli preparassero gli aibti su misura, avevano
stili, tessuto e forme antiche mischiate a dettagli moderni, gask
sentiva sempre quel ... quel qualcosa che non gli dava
modernità
e semplicità come gli altri. Giacche
alla coreana, con un solo bottone, con chiusura che lasciava scoperto
petto e pancia e altri tipi. Sembrava un nobile uscito da qualche foto,
eppure aveva visto più classe, nobiltà e
quell'aura
di uomo sopra gli altri tre volte degli altri. E Milan diceva che
quella era la
chiave. per lui quegli abiti erano... lui. Ai matrimoni, diceva
Milan storcendo il naso, vedi questi tizi che mettevano completi e
abiti
senza saperli portare, camminado e atteggiandosi esattamente come se
indossassero le loro magliette e jeans strappati o bomber, e
pantaloni
di tuta. Sembravano come... un tempo, contadini con
indosso abiti regali a disagio. Erano un pugno in un occhio e lo aveva
visto Gask
stesso dalle foto che lui metteva dove il primo colpo
d'occhio, era
Milan stesso per come appariva per l'abito e l'atteggiamento, a
richiamare l'attenzione, non importava la sua posizione. Mentre
gli altri sembravnao, come diceva Milan, bimbi con
abiti della domenica che seppur dopo anni, non sapevano come starci
dentro.
Kianta e Milan lo fissarono in modo diverso. Lei voltando il mento
verso la spalla, senza voltarsi del tutto, portando lgi occhi tutti su
di lui con accigliamento sorpreso e bocca dischiusa. Milan lo
fissava dallo specchio, vedendo il suo riflesso che rideva da orecchio
a orecchi finchè no ncosppiò a ridere.
"Ah, no. Kianta dice sempre lavandino per intendere il lavanda chiaro.
A volte usa parole solo sue... intendeva questo completo
chiaro ma
più scuro di quelli" indicando quelli ancora appesi,
visibili
dall'anta aperta "a cui abbianre accessori più chiari da
contrasto. Userò i gemelli in ametista chiara e il resto in
lavanda chiaro. Per favore, mi puoi aiutare con i capelli? Non so se
legarli alti o bassi..."
Gask fissò Kianta rstando accigliata a fissarlo, sentendo
che
chiedeva a lei aiuto per i capelli. Si era chiesto spesso
perchè
con i barbieri ed estetisti, parrucchieri, non andasse da loro. Lui
diceva no, avev apersone di fiducia e arrivava sempre prima dove doveva
andare, per trovare l'acconciatore di fiducia per essere
impeccabile. ma normalmente preferiva l'aiuto di qualcuno fidato.
"Facendo da me non sarei perfetto, questo lo so. Kianta sa cosa fare e
ha sempre un gusto critico e ha la mania della perfezione su certe
cose, quindi so che farà del suo meglio per rendere i
capelli a
prova di vento o... insomma, sa lavorare bene i capelli. Non ho il suo
tipo, per fortuna, ma se non cè lei o sono di fretta, mentre
mi
dirigo a destinazione, l'acconciatoer di riferimento di là
sa
già da tempo che deve aspettarmi in una saletta apposita
così arrivo, mi sistema e mi dirigo dove devo andare...
è
come, sai, per certi tipi di balli professionali. Le giurie
depenalizzano se hai anche un capello che esce dalle acconciature, ti
si scompigliano o altro, non importa se donna o uomo. Ma è
considerato, così si rovinano i capelli con prodotti ultra
fissanti che quando devono slegarseli sembrano fatti di pietra. E
così è la società là fuori,
ogni
accessorio, capello, atteggiamento è sotto analisi. Non
credere
che sia tutto facilecome lo è da noi. Le regole esistono per
un
motivo, e così lo è per la
società là
fuori. Ma se da noi ci sono le regoole e ele leggi, da loro esiste Dio
denaro e Signora apparenza... Più sei artificioso, studiato
in
ogni aspetto, più
reciti come un attore consumato guadangnando punti, più
vali. E'
quella società, cè poco fare. Io però
appaio molto
meglio perchè io sono così..." fece con un
sorriso.
Gask tre passi dietro Kianta, secondo le regole, si avvicinò
alle persone che l'attendevano. Sembravano contenti e alcuni di loro,
una donna e un uomo più grandi dei due giovani che li
seguivano,
lasciando gli altri fermi, corsero verso di lei. Lei si
fermò e
fece una riverenza, mentre questi la salutavano e sembravano
sinceramente contenti di vederla, cosa che colpì Gask.
"Lia... sei viva, quindi è vero. Come sono felice che
qualcuno
si è salvato!" fece la donna più grande del
gruppetto.
"non credevo alla notizia, quindi si sono sbagliati? Almeno qualcuno
è sopravvissuto..." fece l'uomo.
"Carissimi amici, mi rallegra tanlmente la vostra felciità
nel
vedermi che mi sento felice come non mai. SOno stata ferita ma avevo
perso i sensi, che ai loro occhi deve esser sembrato di avermi uccisa,
e lo hanno creduto anche dopo. O non sarei qui...." fece Kianta con una
voce e un sorriso che lui stentava a riconoscere. Accadeva sempre
così, con jd, Milan e gli altri si comportava in un modo
simile
a questo ma se là era meno dolcezza e garbatezza,
cèrano
ma non così enfatizzati, con gli ospiti o le perosne che
doveva
incontrare, sembrava di vedere una persona dolce e calorosa mai vista.
"ma certo che siamo felici di vederti! Cosa dici! Ogni volta che vieni
ci racconti e mostri cose straordinarie. Per mio padre, ogni tua visita
è come l'arrivo di un precettore di fiducia. Anche se siamo
ormai grandi, ma anche noi siamo sempre contenti quando torni! Mio
padre ti aspetta nella tenuta, ma non poteva non accoglierti... e poi
lui non lo ammetterà mai, ma i consigli per le modifiche
alla
nostra casa di famiglia lo hanno reso contento. E' orgolgioso di come
è venuto tutto e dice che è straordinario come
oggigiorno
ci sia qualcuno di giovane, che sa e capisce il valore delle
cose come
devono andare. E poi deve mostrarti il cimitero e mausoleo di famiglia,
visto che ami le architetture di qualuqnue epoca e documentarle. Non
solo, ha da parte dei libri per te acquistati da una collezione che
vuole mostrarti..." fece il ragazzo con foga, bloccato dall'altra
giovane figura, una ragazza.
"Io credo che voglia regalarteli, come facesti tu ocn quella bibbia
Gutemberghiana. E' il suo libro preferito della collezione anche solo
da ammirare sotto vetro per la copertina in pelle ultra rifinita, una
delle ultime stampate
proprio dal grande tipografo con copertina in pelle lavorata e pittura
a mano. L'ha messa sotto teca da solo, sai?" fece dando una gomitata al
giovane
"E la guardava e si lamentava che quel giorno erano morti dei soggetti
meritevoli, e sembrava non darsi pace. Ora che sei tornata, viva,
sarà meno in dispiacere. Gli avevi promesso di mostrargli la
tenuta che avete acquistato qui e sistemato. Vuole vedere come hai reso
quell'edificio, visto che lo conosceva da piccolo ma poi fu lasciato
vuoto. Vuole vedere come lo hai reso tu..."
"Ragazzi basta! Donna Lia... Oh, so che questo titolo di solito viene
dato alle donne sposate, ma qui è anche sinonimo di persona
speciale. Siamo ancora adesso orgogliosi della fiducia che tu e la
Fiamma Cinerea avete concesso alla nostra famiglia, come
vostri Alfieri
in questo paese. NOn siamo i più potenti nel totale, ma mi
auguro che abbiate scelto bene. E in quanto messaggera del tuo Signore,
Milan, ti spetta un titolo onorifico, ma hai accettatosolo Donna Lia,
seppur ancora tu non abbia un compagno. Mio fratello è in
attesa
di riceverti come ha detto mio nipote, nella casa di
famiglia. E ha
detto è pronto a discorrere con te in rumeno
perchè tu
migliori la nostra lingua, seppur conosci anche il tedesco. Quello che
è accaduto è... non ho parole per
descrivere il nostro
lutto, ma abbiamo festeggiato nello scorprire della tua salvezza e del
tuo ritorno. Grazie per essere tornata subito, seppur ferita, per le
esequie dei nostri cari e servitori deceduti, ma stai tranquilla.
Pagheranno per..."
Kianta alzò la mano, come faceva sempre per
zittire le persone e
seppur in quel paese, Gask notò che seppur inferiore di
posizione sociale rispetto all'uomo in quel paese, questi sorpreso non
finì il
discorso e la fissò, finchè lei non disse
qualcosa.
"Vi prego di lasciare a me la questione. Mi sarebbe gradito provvedere
secondo... i nostri metodi e consuetudini. Comprendo che la voglia di
vendicarvi sia forte, ma immagino che come nostri alfieri, la fiducia
sia al primo posto. Mi concederete l'avviso di... annunciarvi che la
questione sarà risolta in breve e che riceverete vendetta in
modi differenti dai vostri. Ma averrà. Da voi vige la regola
che
sangue chiama sangue... lasciate tuttavia che sia Io e il mio
Signore a vendicare tutti portandovi prova e l'anello degli Alflieri,
lasciandoci l'onore di provvedere alla questione. Nel momento stesso in
cui vi
inviterò nella nostra dimora per una visita ma anche una
festa,
saprete che è tutto sistemato e i morti riposeranno in
pace..."
dicendo tutto in modo dolce e gentile.
i presenti rimasero interdetti qualche attimo, guardandosi. Poi i
giovani annuirono ai due più grandi e questi sorrisero.
L'uomo
con un braccio le indicò la macchina poco distante, mentre i
tre
che erano le sue Ombre andarono subito verso la stessa per
controllarla. Kovacs affermò con rispetto che andavano solo
ad
assicurarsi, dopo l'altra volta, che non vi fosse
nulla di troppo o
qualche sorpresa e con una borsa, con apparecchi specifici, si
prepararono a scansionarla in pochi minuti. La macchina non era una
comune, era una sorta di mini limousine con due file di sedili
posteriori che si guardavano, così le persone dirante il
viaggio
conversavano di fronte l'altra, con tutte le comodità per
bere e
mangiare.
mentre andavano lo stesso Kovacs fece un cenno con la testa a Gask che
comprese e tenne gli occhi aperti, perchè era rimasto
l'unico a
guardarle le spalle, mentre lei ascoltava l'uomo che aveva iniziato a
dire qualcosa.
"Coloro che hai salvato con il tuo gesto sono in attesa con
mio
fratello, per i dovuti ringraziamenti. Per favore, intanto
andiamo, sono
tutti in attesa..."
"Ti ringrazio, intanto permettimi di offrirvi nella macchina che
utilizzate, avendo i sedili posteriori di fronte l'altro ocn un
tavolino che si alza, il meglio della pasticceria fine francese da
tè. Ho portato anche dell'ottimo Qi Men Hong Cha, uno dei
migliori tè neri cinesi che a mio avviso si sposano molto
bene
con la dolcezza dei pasticcini, ma se volete qualcosa di più
delicato ho sempre con me, per le mie visite, una
scorta con ogni
tipologia..."
"Con molto piacere. E' sempre interessante provare i doni culinari che
presenti" fece la donna "Anche la Baba è interessata,
aspetta
sempre con ansia il tuo arrivo per ascoltare i tuoi racconti e provare
cibi e bevande dal mondo, sia che conduci con te, che dai
cuochi che ti
seguono. Mio figlio ha amato molto i dolci turchi che hai portato,
preparati da voi stessi. Lui vuole viaggiare, ma essendo il
primogenito
ha un ruolo, quindi sono felice quando gli porti quei
luoghi..."
"Lieta di portare doni così apprezzati. Seguo il detto per
cui
se Maometto non va alla montagna, che sia la montagna a farlo..."
facendo un inchino come
alla giapponese ma con le mani sempre sopra l'altra sul ventre "Adesso
se permettete, vorrei tranquillizzare i vostri parenti e rendere
omaggio a chi ha temrinato troppo presto la vita, per quelle
persone. E
se anche il vostro capofamiglia mi concederà la benedizione
di
procedere, tutti saremo vendicati e l'onore ristabilito"
"Andiamo allora, mia cognata ha fatto preparare il Negresa che adori
con il tè e il dolce di mele per cena..."
"Inutile dire che Baba è da ore a casa e ne ha pulito uno
intero
da sola..." fece il ragazzo sottovoce ridendo poi di gusto, avviandosi
con gli altri alle macchine.
Poche ore dopo, notte
Gask entrò nella stanza adibita a spogliatoio, dove Kianta
si
fermava da sola per cambiarsi. La porta era socchiusa, segno che si
poteva bussare ed entrare senza il rischio che lei si cambiasse. Kovacs
gli diceva sempre che lei aveva chiari segnali e loro ormai
li conoscevano. Come agitava le dita della mano significava che voleva
qualcosa consegnata, gesti e movimenti di occhi e testa per altri
insignificanti, per loro messaggi, sorrisi e come li mostrava
per
intendere che voleva agire lei e non loro, porte aperte o chiuse in
determinati modi per chiarire cosa era possibile e cosa no e via
dicendo. La porta socchiusa rispetto ad altri angoli di apertura
intendeva che si poteva disturbare per motivi seri, che era in
meditazione o qualcosa del genere. E siccome alle Lezioni aveva
imparato che i gradi si potevano ricordare più o meno
precisi dalla mano aperta e che grandezza cèra tra pollice
e le
altre dita con mignolo verso l'alto, aveva inteso che si poteva entrare.
Ridendo Kovacs disse che lei non meditava neanche per il ciufolo
perchè non riusciva a rilassarsi e star ferma a comando.
Quindi
se la porta era aperta in un determinato grado, non stava meditando,
domanda che Gask stesso aveva fatto visto che lo faceva Milan, ma era
in dossiciazione o visualizzazione. Ossia in un mondo alterativo solo
suo dove scappava per rilassarsi o ssfogars senza picchiare nessuno. A
gask questa cosa sembrava strana, ma poi pian piano gliel'avevano
spiegata, ma trovava strano che qualcuno tramite musica fosse con la
mente... altrove, non solo per la noia e pensi ad altro. E in quel caso
non sentiva musica, non usando lei le cuffiette.
"Ecco perchè per definirli si dice che Kianta è
il sole
così come Milan è la luna..." faceva Kovacs
dicendolo come dato di
fatto ma non era chiaro per Gask il senso vero.
E così, bussò, sentendo un "MH...." di risposta e
si
affacciò. Kianta era davanti la consolle da trucco con
specchiera enorme, in piedi , che si controllava la camicia, stando di
tre quarti di schiena verso di lui e lo specchio rimandava la sua
immagine. Indossava pantaloi da Frac a cui sicuro avev auna giacca
abbinata, vestiva da uomo sempre con mezzo tight o frac, ovviamente
delle sue misure e con pieghe apposite per adattarsi al suo torso di
colori scuri, ma non sempre nero o blu. In quel caso era un blu notte
di una stoffa tipo sbrilluccicante che fasciavano bacino e
gambe.
Controllava la camicia. Colletto
alla button down corto senza bottoni nelle punte e rigido da stare
molto sollecato, pieghe tattie ai lati esterni del seno e poi davanti
notò che vi era una sorta di coda di topo, così
la
chiamavano quella riga nera o altri colori di cotone che creava un
rettangolo da dietro il collo fino a quasi il suo ombelico,
così
gli sembrava. E all'interno di questa forma pieghettature per tutta la
lunghezza e larchezza del quadrato abbellivano la camicia che sarebbe
stata banale, così come le maniche. Erano normali fino a
sopra
il gomito, una coda di topo nera faceva partire la zona più
ampia a sbuffo che sapeva ormai che sichiamano bishop, che finiva sul
polso con forma classica e il polsino era molto lungo. Era infilata
dentro i pantaloni e al collo portava una cravatta a fiocco western in
Raso Nero con rebbi molto lunghi, chiamata anche nribbon tie.
Si fissava cercando di trovare punti che andavano sistemati, poi senza
verifcare chi fosse entrato, aveva preso delle forcine e aveva
iniziato a tirare indietro i capelli più lunghi che erano
anteriori e lisciarli perchè restassero aderenti, un
pò
come le volte che li aveva bagnati e tendeva a passare una
mano
per
tenerli indietro. Quando ebbe finito prese la retina da parrucca e se
la sistemò,scura, e ultimò c on la
parrucca che era
sulla testina accanto all'angolo dello specchio.
Era una parrucca
diversa dalle altre, ne usava tre, dai colori diversi e tutti tendevano
ad essere perlescenti, così gli pareva, con riflessi azzurri
o
blu. Avevano quel modo camngiante alla luce. Quel modello non era
liscio ma ondulato, con base grigio topo, così gli parse
dalle
radici a metà lunghezza delle ciocche e partivano colori tra
il
glu, viola, grigio o non capiva. Erano di questo colore grigio di due
toni diversi con meches o non sapeva cosa fossero che a caso da poco
dopo le radici partivano concentrandosi più da
metà alle
punte, creando un effetto che dava il nome alla parrucca. Azzurro
ghiaccio. Di ghiaccio ci vedeva solo le parti chiare, le altre erano un
mix ben sfumato degli altri colori. Secondo lui non le
stava,m
per via della sua pelle troppo chiara, pensava.
Le parrucche erano tre. Una che chiamava da fata turchina che
acconciava sia lisci che mossi. Era una gradazione da blu ceruleo alle
radici che fino al fondoschiena cirava senza stacchi ma ben sfumato al
color turchino fino alle punte azzurro cipria. La seconda pareva quella
che indossava ma era castava alle radici, un castano chiaro
però
che Kovacs chiamava biondo scuro o qualcosa di simile e poi verso la
fine a metà schiena faceva cambio netto con verde smeraldo
per
poi sulle punte blu non elettrico ma qualcosa di simile. Era quella che
trovava peggiore e kovacs chiamava ridendo la parrucca pavone. E poi
quella che indossava, queste due ultime quasi sempre mosse per come
erano sull testine.
Kianta si accorse di lui quando, controllando lalo specchio i
lati della
parruca se erano ben messi, avendo base in silicone per aderire alla
pelle, non lo intecettò dal riflesso. Restò un
secondo a
guardare la porta, poi si voltò a fissarlo, chiaramente
chiedendosi perchè fosse venuto lui a bussare.
"Volevo avvisarti che siamo pronti, e..."
"E perchè sei venuto tu? Dove sono quei tre?"
"Sono andati in perlustrazione e iniziare il controllo dei punti
elettrici e telecamere con gli strumenti. E..."
"Sono andati dove?!?" fece e ogni volta che lei era irata da
qualcosa , tendeva a dire le ultime parole un pò acute,
quasi
squittendo, facendo ondulare le ciocche della parrucca
ghiaccio,
ma che di ghiaccio cèra solo un vago richiamo pensava Gask
"Quando
hanno deciso senza avvisare di fare qualcosa?"
"Ormai è fatto, e..."
"..." la vide fissarlo con occhi apertissimi e e l osguardo come per
dire che Alaric diceva
somigliassero a quelli terrorizzanti di un gufo o peggio gabbiani.
Alaric e i gabbiani era peggio di lui contro Kianta, come s
evolesse
sbranarlo a dire la cosa sbagliata
"Hanno fatto un buon lavoro, ora sappiamo posizione, numero dei
presenti, luoghi e posizioni delle telecamere e staccare la corrente
lontano dall'abitazione. Zidgi è pronto a tranciare il cavo
a
mezzo chilometro che alimenta la casa. Non dovremo così
aspettare molto di presenza..."
Lei restò qualche secondo a guardarlo, col broncio
pronunciato
finchè con la testa fece quel gesto stizzito, ma
meno
pronunciato, verso destra con un secco colpo col mento e si
controllò ancora allo specchio. La vide girare il torso per
controllare che la camicia stesse bene con ogni movimento, terminare il
trucco leggerissimo ma visibile alla luce effetto ghiaccio sugli occhi
, e una passat a di qualcosa sulle labbra.
Andò all'armadio alla sua destra e prese la giacca del
completo,
che aveva supposto lui, e controllò che nella pipa
vi fosse
materiale a sufficienza per l'accensione, chiudendo col coperchio
speciale ermetico. Per ultimo agguantò il cappottone e si
avviò, passandogli accanto.
La seguì fino all'entrata del garage dell'avamposto che
usavano,
non una Torre, e videro sfrecciare verso di loro il van camuffato che
utilizzavano. Poco dietro di lei ocme sempre la osservò
controllare tutto, gambe dei pantaloni, scarpe lucide da uomo con
decori
pressati in pelle e vide luccicare nei movimenti gli anelli. I soliti
da cui non si staccava mai. Quando il
mezzo si fermò Kovacs coe sempre scese un attimo
prima di
fermarsi il van, atterrando di piedi ocn la portiera aperta e con un
lieve inchino.
"parleremo nel mentre del vostro lavoro, senza avvertire." incidendo
sull'ultima parte come se stesse picchiando ogni parola "Avete portato
l'occorrente?"
"Certo, capo" fece Kovacs con un sorriso "l'abito, parrucca, scarpe e
sottoveste sono nella borsa ben protetti. Anche gli accessori. E sul
posto in una zona nascosta cè anche lui, possiamo partire
anche
subito. Il tramonto sta arrivando... è tempo che la Strega
si risvegli..."
Antoniu Radulescu, aveva saputo che quella donna era ancora viva. Come
era possibile? La sua famiglia aveva avuto il disonore di non essere
scelta per poi dominare il paese come desiderato. Essere una delle
famiglie più potenti e ricche non era abbastanza, e aveva
saputo
che quelle perosne potevano dare incarichi e cariche anche potenti se
lo volevano, e cercavano quelli che chiamavano Alfieri, ossia alleati e
seguaci in ogni paese che governassero per loro... era questo che si
diceva. Aveva incontrato poco la donna ma l'uomo, colui che definiscono
il capo assoluto si. Ed era sicuro che fosse scelto per l'incarico
così prestigioso, abbattendo quindi le altre Case nemiche e
avversarie. Invece entrambi erano andati da quel dannato di Vali per
dire che erano loro i destinatari di tanto onore. Sapeva negli altri
paesi come democrazia e meritevolezza fossero più
considerati,
ma era sicuro che quiei tizi ocn pensieri così radicali e
antichi, fossero quelli giusti per la sua ascesa. E invece...
Si fermò dai suoi pensieri percependo qualcosa di strano. Il
silenzio. Quella casa brulicava sempre di rumori, passi, voci
sussurrate e non, di tutti gli occupanti, sia della sua
famiglia che i
domestici. Invece i lsilenzio era tombale. POi dei passi pesanti e
cadenzati e la porta si aprì. Entrarono due uomini che non
conosceva e per un momento rimase spiazzato. No, qualcosa gli
richiamava la memoria. Li riconobbe fugacemnete,
li aveva già visti e qualcosa, un morbido tonfo, lo colse
alla
sua sinistra, dal balcone.
Le tende iniziarono ad agitarsi al vento mentre si aprivano le due
sezioni a vetro. E dalla luce della luna si
stagliò, ingigantendosi, perchè si avvicinava una
figura
qualcosa incorniciato dalle due parti della tenda. Le tende che
danzavano, ora che tutto il balcone era aperto, mostravano a tratti una
persona che conosceva. E rimandava un sorriso carogno.
"Tu... allora sei veramente viva!"
L'uomo, seppur aveva ricevuto l'informazione, stentava a credere che
quella donna non fosse finita male. Aveva capelli diversi ma il suo non
era un viso che, dopo averlo visto una volta, poteva confondersi con
altri. non era una persona banale e mischiabile con tante altre, quel
viso non aveva segni di anonimato. Gli uomini che pagava non erano
pivelli e seppur il messaggio teatrale con le bare, aveva avuto un
numero di morti che lo aveva soddisfatto. non si aspettava che
arrivasseo perfino al piano superiore senza una sparatoria. Ancora di
più
perchè la donna che quella volta lo aveva guardato con
sufficienza e disgusto, con disprezzo, spingendo il suo capo a
scegliere l'altra famiglia, era finita male come meritava. E invece era
viva.
"Io non sono quell'altra persona. Ringrazia e porgimi i tuoi
ringraziamenti. Io porto la giustizia, ma se tu avessi fatto
ciò
con quella persona... Se io sono portavoce della giustizia, Lei
edll'inferno. Lei agiva per rabbia e ridare indietro tutto... io per
punire e pulire questo mondo..."
Avanzando si fece passo passo il balcone e poi l'interno, con il
cappottone che si muoveva.
"Guardati" fece Kianta avanzando, incorniciata mentre entrava dalle
tende agitate e i capelli al vento, nonostnat eil cappello "Sei un
patetico stronzo che aveva esultato per la morte di persone, e credeva
di aver ridato onore al suo nome. Con cosa hai dato onore? Pagando dei
tizi per fare un agguato e ammazzare qualcuno? E non farlo
con le
tue mani? Per te questo è aver ripreso onore? Oh, no!... sei
solo uno stronzo patetico e dalle mani pulite, ma l'anime
lorda di
sangue e melma nera"
"Non puoi dimostrare che sono io..."
"Ah no?" facendo un gesto con la testa che per altri era un'enfasi
della risposta, ma il gesto secco verso l'alto, poco
visibile, fu
recepito dai due che presero un tablet e mostrarono la diretta degli
uomini artefici dell'aguato, in situazioni raccapriccianti e
con pesanti
segni di tortura.
"Il caro Cinq sa quel che fa, non a caso il suo nome, cinque in
francese, indica i livelli fino al quale si spinge, e i tuoi sono
arrivati fino al terzo. Rispetto per loro, per questo per quelli
lì, ho dei piani. Ma non come per te su di te..."
con un sorriso
carogno degno di Joker.
L'uomo si buttò verso un mobile, sicuramente per cercare
qualcosa, che prese. Una pistola. Kianta lo fissò con un
sorrisino e la testa inclinata di lato, anche quando se la vide puntare
contro, ma non cambiò e nè mostrò
alcuna pausa o
altro. Il rumeno era chiaro che volesse sparare, per un attimo fu
sorpreso dal vedere un uomo più alto alle spalle di
Kianta, che
avanzava. Kianta con una risata alzò la mano sinistra aperta
verso di lui e con microgesti qualcosa diede fastidio al rumeno, che
fissò la pistola. Era come se questa venisse strattonata
dalla
sua mano, e dopo qualche scossone, prima che potesse metterci l'altra,
l'arma si staccò dalla mano, facendogli male all'indice che
stava sul grilletto e volò dritto nel palmo di lei, che
girava
la testa sempre come ad arco, con un sorriso monello in volto. L'uomo
si ritrovò disarmato, con quelle quattro persone che lo
fissavano, ferme.
Tentò un'ultima fuga ma con velocità Kianta gli
si
parò alla sua destra e con qualche mossa particolare lo
stese a
terra con un calcio in faccia, di fronte un mobile con uno specchio,
portandosi poi a cavalcioni sulla sua schiena. L'uomo non si era
accorto che i due stavano posizionando dei quadrati a terra che si
portavano sulla schiena, com e zainetto tramite dei lacci.
Kianta
gli prese i capelli e gli tirò indietro la testa.
"Raccomantami come ti senti. Si, voglio sapere come ti senti... di
solito le persone non chiedono mai questa cosa. Come ti senti? Cosa
senti? Cosa provi? Invece della banale "come va, o come stai" che
è solo di educazione fasulla, si dovrebbe chiedere come si
sente
la persona. Interessarsi veramente. Così diceva lei...E
siccome nel caso delle vittime di
quegli stronzi che stanno giocando con Cinq, non si possono
più
chiedere queste cose... Sono morte o peggio, una vita d'inferno. E
quindi
eccomi, Io, Veròna, la strega del Gioco...
giocherò con
te perchè tu mi dimostri cosa sei, chi sei e la tua
meritevolezza. Non è un gioco con gli scacchi. Non
è il
settimo sigillo. E' molto peggio..." gli sussurrò, facendolo
specchiare, mostrando lei che stava calvalsioni sopra di lui. E nello
specchio lui vide lei con il sguardo che lo fece sudare e qualcosa che
si muoveva intorno a loro. Qualcosa che non aveva mai avuto modo di
osservare. Degli strani esseri fumosi o gelatinosi che vorticavano
intorno a loro, fluttiavano e poi si buttavano in picchiata. Altri non
avevano gambe ma come una scia come di colore di un pennello e la testa
a
forma di bolla con tratti urlanti e braccia, che si agitavano dietro di
lui. E rumori da far venire la pelle d'oca
"la paura che la gente ha provato a causa tua, fino alla morte in certi
casi, si tradurrà per te in qualcosa che io
raccoglierò e
userò con così tanta gioia... disperazione!
Sarà
come una spezia su di te, la pietanza che cucinerò a fuoco
così basso che implererai ogni esser e che credi esista, per
salvarti. Ma, guarda un pò, come la realtà
insegna, non
cè' niente tranne me, che per magia o miracolo
può far
qualcosa..."
Kianta si alzò, nello specchio il rumeno la vide parlare e
interagire con quelle robe dal riflesso, finchè non
parlò
con gli uomini. "Portatelo giù, con gli altri"
"Gli altri chi!!" domandò in un soffio rauco l'uomo "GLI
ALTRI
CHIII!" agitandosi e tentando carponi di fuggire, beccando lo specchio
andandoci contro e rompendolo. I frantumi gli andarono contro e Kianta
alzò gli occhi al cielo mormorando "Mamma mia che soggetto
patetico, adesso" per poi dire ai due alla porta, mentre l'uomo urlava
di chi parlasse "INIBITELOOO!" con aria scocciata e strascindando la
frase
L'uomo fu portato n el grande salotto al piano inferiore, mentre uno
dei tre era rimasto con armi in mano a controllarli, legati saldamente
da manette a strozzo in plastica a seguire la forma della stanza, come
fossero seduti a terra in circolo per un rituale. Erano con le spalle
alla parete, distanziati tra loro.
Il rumeno trovò la sua famiglia in mezzo alle persone, con
gli
uomini che teneva come domestici e le guardie. Si chiese come avessero
fatto in silenzio a fare tutto il lavoro. Sul grande camino della
stanza vide, appena fu buttato a terra di peso, un gufo che non
ricordava di avere mai avuto, finchè non lo vide battere le
palpebre e ruotare la testa. Era vero, era posizionato al centro della
balaustra che usavano per poggiare le cose in alto, e guardava
dall'alto la stanza come un giudice.
"Hai notato il nostro Acheronte! Lui è qui, e
lì sopra, per
un motivo. I gufi che osservano determinate cose hanno un
significato, sai?Ma non è su di lui che devi concentrarti...
innanzitutto chi sono di questi i domestici? Ovviamente lo noto dai
vestiti ma vorrei una risposta..." disse Kianta fissando le persone
legate.
i domestici alzarono al testa come a richiamare attenzione, alcuni in
lacrime, altri ocn sguardo terrorizzato.
"Calma, calma. Voi non rientrate nella questione. Almeno, non vi ho
liberati per un motivo. Voglio scoprire se voi siete in qualche modo
invischiati con certi fatti, o sapevate e avete
taciuto, o concordavate
con certe cose. Io non accetto e tollero le persone che nonosntante
vedano e non approvano , lascino fare. Perchè vi
rende sporchi quanto loro..." indicando con un dito la famiglia " E
quindi, non parteciperete al rito di stasera, ma sarete condotti in un
luogo dove vi chiederò tutte le informazioni e, non essendo
in
un'aula di tribunale dove la gente mente e dice stronzate nonostnate il
giuramento, se non riceverò verità, la mia ira
calerà su di voi... chiaro?" ricevendo cenni di assenso con
la
testa, essendo inbavagliati.
"Portateli via e assicuratevi che stiano buoni..." Zidgi e Django si
affrettarono a farli alzare, liberando le gambe e portandoli
fuori. I
restanti no nsapevano che sarebbero stati tenuti tutti in una zona
sicura poco distante e che sarebbero stati sedati. Senza capirlo,
sarebbero entrati in un edificio prefabbricato piccolo e rettangolare,
vuoto, che avevano portato a sezioni e montato, con luce, telecamere e
una sezione di ventilazione, una per l'aria e l'altra per farli
addormentare senza che capissero, senza bisogno di punture o altro. Era
una sorta di scatola che non si apriva facilmente, perchè
con
apertura come i giochi di logica e se non conoscevi il modo, non vi era
possibilità. Ovviamente i membri della Torre ormai
risistemata in quel paese, conoscevano ubicazione e metodo di apertura,
quinid non vi erano
affatto problemi. Ogni tot di tempo ricevevano avvisi di conferma che
andava tutto bene, in caso contrario senza quegli avvisi sarebbero
corsi nei due punti armati e pronti all'estrazione o recupero, di
qualunque tipo, in primis Kianta.
"Dunque..." Kianta iniziò a guardare le persone intorno a
lei.
La famiglia che all'inizio volevano elevare ad Alfieri nel paese e poi
avevano capito troppo presto e scoperto , che tipo di gente fosse.
E non se ne salvava nessuno, adulti come ragazzini. Perfino i ragazzini
erano orribili e pericolosi. "... togli i bavagli, voglio proprio
vedere..." fece a Kovacs, che era rimasto con Gask.
Una donna liberata la bocca, iniziò ad inveire
contro di lei, con
rabbia, con sputi involontari mentre urlava, il trucco
rovinato da
lacrime e agitazione che lo avevano sbaffato "Stronza. Io ti avevo
accolta in casa mia. Ti avevo trattata con tutti gli onori. Maledetta,
ti maledico, Lia!"
"..." Kianta la fissò inclinando la testa "No, quella non
sono
io" spiazzando la donna "Io sono Veròna, stasera sono la
Strega
del Gioco, come ho detto a tuo marito, il capofamiglia..."
"Ma se sei Lia!" disse la donna come se fosse presa per stupida
"No" fece Kianta avvicinandosi e guardandola negli occhi "Lei
è
morta tanto tempo fa..." portando la testa verso la spalla destra "la
cosa bella di.. ME... è che la parte migliore di me
è che ci sono molte me, me , me, me, me, me! IH IH IH IH IH"
ridendo alla Veròna mentre la stanza di riempiva di copie di
lei stessa come era, che da un sorrise iniziavano a ridere come
l'originale e Gask rise perchè sapeva da dove veniva l'idea
delle risate terrorizzanti. Dalla'allevamento di tacchini e faceva un
casino allucinante quandeo gli uomini giocavano con loro, emettendo
gloglottii che parevano risate demoniache. E così una volta
lei aveva detto a Jd che non sapeva spiegarsi la cosa, che aveva
aggiunto il giochino del copia e incolla all'idea della marea di
tacchini identici che facevano questa sorta di stadio casinista.
Gask era nella stanza con Kovacs, che sistemava l'attrezzatura e mentre
ascoltava. Di nuovo quel nome, si chiese, e non aveva capito mai nulla
della questione. Sistemò i box quadrati in alcuni angoli, e
constatò che era rimasta solo la famiglia al completo, ora
sistemati in fila spalla con spalla. Si chiese come preferiva agire
questa volta. Non cèrano schemi di base, si agiva in base al
soggetto e quanto sporco fosse.
"Ehi, sbrigati, fra poco inizia lo show" gl idisse Kovacs mentre
finiva. Gask si voltò e si accigliò
"Tu cosa fai?"
I due sussurravano in russo, la lingua che usavnao più
spesso.
Lo vide sistemare non al centro della stanza ma all'opposto, dei
soggetti legati, una poltrona in legno riccamente scolpita con
schienale e seduta in morbido velluto, visibilmente con quelle sezioni
rivettate perchè si vedevano i cerchi. A fianco un tavolino
alto
e sinuoso, La parte superiore tonda con zona appoggio più
larga
con bordo, poi zona cassetti, tre gamve secche che erano un
pò
più bombate nella sezione che divideva i cassetti a giro con
decorazioniche erano in rilievo fino a max il bordo del disco superiore
che fungeva da appoggio. A circa dieci centimentri o più da
terra di era un altro disco di appoggio che veniva tenuto dalle tre
gambe, le quali poggiavano su zoccoletti in forse bronzo lavorato.
Tutti i disci e i cassetti erano lavorati con la tecnica del mosaico
per i legno, con la zona scavata e poi vi si inserivano forme di colore
di legno diiverso e poi si laccava tutto.
Un pouff poggiapiedi di stile diverso stava davanti la poltrona. Aveva
il corpo in legno e basso, molto, con un cerchio di legno e quattro
piedi dalle forme rttangolari che si restringevano al centro con decori
che si estendevano in fuori fino alla stella alrghezza del resto della
gamba. Di color bianco con tipo spatolature come stile povero e un alto
cuscino tondo ma di lato molto alto con bordi che formavano come la
cornice delle torte di carne o di mele che il cuoco faceva. GLi
sembrava una strana torta su un poggio come da esposizione. Kovacs
fissò Gask che rideva di quel coso strano, visto che allo
Chateau li avevano rettangolari o tondi ma di stile diverso.
A sinistra della poltrona vi era in contrapposizione del
tavolino, a
destra, uno di quei carrelli di servizio per servire vivande
o bevande
con corpo in metallo dorato, ruote, ripiani in vetro e la zona apposita
per spingerlo.
"A che cosa servono queste cose?"
"Oggi si cambia. Non sarà solo Veròna a fare il
gioco..."
ma una vibrazione lo portò a guardare il suo cellulare e poi
dire semplicemente "E' tutto pronto, stai attento, vai dietro
quell'angolo, che sta sul corridio e mettiti cosa trovi sul mobile al
muro. Appena sei pronto entra e mettiti impettito come un cameriere
accanto la poltrona, la posizione scegliela tu..."
"Ma..." fece Gask dubbioso, ma l'altro corse via mentre Kianta ancora
blaterava qualcosa, e si pensò al blaterare
perchè
sembrava che stesse cianciando di cose a raffica, tanto che osservando
la scena, si accorse che la gente legata sembrava come le parole di
Alaric. .
Così mentre la sentiva, si avviò in una zona di
quell'ampio salotto che aveva una sezione aperta, divisa da colonne,
con un corridoio da un lato, mentre loro erano entrati dalla porta
nella zona opposta, situata nella sezione più lunga a
metà. Si accorse che le persone erano di schiena alla parete
più corta con il camino, mentre la poltrona e il resto di
fronte, quandi vicina al muro minore opposto. Affanciandosi dietro una
delle colonne
vide il mobile che pogiava a questa e degli abiti piegati. Una giacca
tipo frac di nero velluto, con una fila di bottoni per chiudere la
giacca su di un lato, mentre l'altra fila di cinque bottoni in
verticale era decorativa. Il taglio davanti creava due triangoli per
fianco,e lui non aveva ancora capito il tipo di giacche e come
chiamarle. Aveva un bavero di velluto grigio velluto largo nella zona
del collo con doppio livello, con una catena da albert ma con palline
distanziate, ricordava si chiamasse così' che partiva da una
spulla sul cuore, pendeva come doppio arco fino alla stessa zona nella
parte sinistra d un fioro molto petaloso e una libellula con ali e
parti in vetro come le vetrate che consoceva allo Chateau, e il resto
penzolava dritto. Le maniche non erano normali, i polsini erano larghi
e di velluto marrone con bordini color argento come la catena e poi una
campana di rouches larghi, che gl icorpiva la mano fino alle nocche
richiamav ala camicia, con una piccola porizone di rouche che usciva
dalla gianna e faceva come da decorazione. Il colletto della camicia
era di tipo diplomatico e veniva chiuso da un papillon di rado nero da
fare a mano. INiziò a maledirsi, poi si accorse che aveva
una
clip e bastava solo metterlo intorno al collo e
fare e
spospirò. Meno male, si disse, chi aveva scelto il modello
aveva
ricordato il suo impedimento su certe cose, perchè non le
conosceva. I pantaloni erano semplici ma con bordi agli orli e strane
sezioni della gamba con quei bordini color argento che girava intorno
alla gamba. Le scarpe erano lucide e di ottima fattura.
Trovò uno specchio nella colonna successiva e si
specchiò. Sembrava uno di quelli che stavano sempre con
Milan
con quei vestiti vecchio stampo.Dei camerieri più in
ghingheri,
diceva sempre. Non sapeva come considerarli visto che
non ne aveva mai messo uno prima di arrivare allo chateau e nemmeno con
il Capo, tranne rari casi di matrimoni... e non ne indossava neanche in
quei casi, lo aveva lasciato libero di stare come sempre, seppur in
nero, e poco distante, ma sempre a tenere gli occhi aperti. Era davvero
raro vedere qualcuno vestito così elegantemente.
E quella prima volta in cui ne aveva indossato uno per far piacere a
Milan, Kianta era entrata con l'abito che ormai era
diiventato
l'icona di
Veròna durante i riti, color panna o avorio, non capiva mai
niente, in stile vittoriano con ricami e inserti argento,
con maniche a pagoda e un sopragonna a semicerchio che copriva
metà della gonna vera che arrivava alle scarpe. Lo aveva
fissato
da capo a piedi, con l'espressone che pareva dire e incedendo
nell'abito come un
dipinto che prendeva vita,
così lui vedeva la gente vestita d'altri tempi, domandava
come
mai fosse così ben vestito. Lui rispose che aveva accettato
per
amicizia, anche se non ci si trovava in quegli abiti per poi sentirsi
rispondere con tono piccato.
"Eh... anche io non ti credere. Se fosse per me prenderei queste scarpe
col tacco e le userei su quegli ospiti a modo mio, ma l'abito fa anche
il monaco... " rispose camminando come per noia e un lieve broncio,
rispondendo a lui ma guardando fuori le finestre e a Gask quella volta
era semrbato un modo amichevole e confidenziale che quasi mai accedeva
e ne approfittò "... non è la regola ma almeno
adesso
posso dire di avere
al seguito una persona che fa figura. Non lo sai portare, ma
è
un inizio. Se il mondo fosse più come Milan, che viene il
piacere a
guardare un uomo senza che sembri mongoplasta o che se
lè fatta addosso, tentando di apparire figo e che
se la
sente..." scuotendo il capo
"sarebbe un mondo bello da vedere. Uomini sicuri ma per motivi giusti,
che vestono con bellezza, senza scadere nell'assurdo come fa a volte
MIlan, ma quello... lui è lui..." fece con sdegno,
sistemandosi
su un divanetto del salotto dell'ufficio di Milan che era davanti le
finestre rispetto agli altri e con le spalle a Gask "a volte
è
così pacchiano che sembra uscito da Lady oscar... ah, quello
strano cartone!... o la corte di dei
tre Luigi, gli ultimi..." ma Gask non sapeva di che cosa parlasse "...
e invece devo assistenre a uomini che mettono roba orripilante definita
, che orrore. Molti mi affogherebbero, ma
più
vedo uomini ora che si dicono etero e attenti alla moda, e
più mi sembra di vedere invece gay o drag queen
pronte
per uscire normalmente. l'effetto è esattamente quello ma
sono
ciechi e deficienti. Pantaloni strettissimi e stretti alla
caviglia,
risvolti, scarpe mocassini senza calse o da ginnastica che stanno
malissimo con quei jeasn, giacchetti e
bomber e piumini che sono di misure o tagli sbagliati per
lor, che
sembrano veramente pronti per mostrarsi. IN altri termini. E poi Milan
mi prende in giro perchè non cè nessuno che mi
paice...
orrore e raccapriccio. Non so come fanno le donne a sbavare per certi
tipi, quando ivnece fanno seccare le vagine dal disgusto. Camminano in
quei modi assurdi, spostando le spalle in avanti baldanzosi,
tirandosela come un rimorchiatore nuovo di pacca tra le barche al molo.
Ho incontrato e av
uto a che fare con tante drag queen e gay, mai nessuno mi ha fatto
venire l oschifo come quella gente che si pompa il petto dicendo che
è etero, e veste bene. Alla faccia..." portandosi
la mano
sinistra dietro la nuca per tirarsi i capelli meglio sulla spalla, come
li teneva sempre usando più il medio in un gesto fino e
delicato, come un lento gesto di danza pareva sempre a Gask. Ma oltre
quello, come teneva le
mani sembrava appunto un gesto da ballerina come facevano in certe
esibizioni, ma anche gli ricordavano il modo di fare degli arpisti
quando suonavano dal vivo. Se faceva qualcosa o si spostava i capelli,
sopratutto la parrucca, tenendo i capelli inferiori sempre cadenti su
una spalla, sembrava come le dita e movimento di arpisti, e
tendeva a usare principalmente il medio a riportarli dal lato
giusto, mentre le altre dita stavano
morbidamente mezzo piegate.
"Quindi a te piace la gente ben vestita?" le domandò
curioso,
sistemandosi la giacca perchè si sentiva a disagio dentro
"Mh...." vedendo solo la sua schiena e le braccia sul bordo dello
schienale, non il viso perchè verso le finestre "A chi non
piace
una persona che indossa abiti adatti a questa? Che li
sa portare, poi! DA venti anni e più ormai cè la
moda del .
E poi
vedi
donne o
ragazze che letteralmente poggiano le cosce su qualsiasi
superficie, perchè i microvestiti sono così corti
che
è gia
tanto che là sotto è protetto dagli slip. Ho
visto alcune
mangiare cercando di essere fini e poi ritrovarsi nella scollatura di
tutto. NOn importa se estate o inverno, più nudo mostri
più sei figa e accettata. E peggio gli uomini, quel modo di
vestire osceno, con quelle magliette scelte solo per i disegni e non
per coem gli stanno come taglia e tipo... i pantaloni strettissimi con
quelle gambe strette alle caviglie, che semrba abbiano
pantacollant.
Bleah! " fece come le veniva sempre quando mostrava apertamente un
disgusto e, sebbene non lo facesse identico, a Gask quel verso
ricvordava il gioco degli uomini con i loro gatti quando gli mettevano
sotto il naso varie cose e questi parevano vomitare perchè
gli faceva schifo. Lei non faceva il gesto proprio con la lingua ma
quel verso glierlo ricordava perchè era una cosa buffa,
quella
dei gatti vomitosi, e quando la sentiva fare così gli veniva
da
ridere "... e poi... Senza calzsette con quelle scarpe dai colori e
forme improbabili in
base al tipo di corpo... bah!"
La fissò, stava seduta sul divano, dandogli le spalle e
sembrava
irata per qualcosa e si sfogava con cosa odiava. Dalle finestre aperte
entrò una libellula, un animale che a quanto pareva
abbondava da
loro perchè lei le aveva salvate da morte in altri posti ,
dove
abbattevano e bruciavano tutto ciò che non serviva se non
come
pascoli o nuove costruzioni di cemento. Ed era l'animale simbolo di
Veròna non a caso, perchè jd al suo solito aveva
parlato
tanto e aveva riv elato che la libellula come il cavalluccio marino era
il preferito di quella che Kianta aveva sostituto. Oltre al simbolismo
della libellula secondo le cose magiche e totem di Milan, quella donna
prima di Kianta amava le libellule per la loro bellezza particolare e
le ali che parevano emanare bagliori come le vetrate che si trovavano
allo Chateau ma anche nelle chiese e perchè le riveriva. A
quanto pareva a quella prima di Kianta nel compito di seconda, la
libellula era una definita come fece Jd con
un
cenno
della testa come a richiamare come faceva quella persona quando ne
parlava, perchè tra le tante cose fregava i maschi
fingendosi
morta per poi svolacchiare felice e contenta della burla e non doversi
accoppiare. E Jd disse quasi con un sorriso amaro che quella persona le
rispettava anche per quello, perchè rispetto altri animali
non
si abbassava ad accoppiarsi come madre natura voleva ma
quando andava a loro. Gask non ne sapeva molto ma
l'aveva
presa per buona, quindi aveva capito che la libellula era simbolo di
Veròna perchè bella, particolare, quasi
oltremondo per
l'aspetto e perchè non si piegeva... e a quanto pare come
lei.
Gask aveva evitato di chiedere troppo perchè sembrava sempre
che
alla gente di parlare di certe cose, non piacesse molto. Ancora di
più di quella persona che usciva sempre nei discorsi ma poi
faceva tagliare col coltello l'atmosfera per la tensione.
Kianta a quanto pareva le trovava strane e interessanti e essendo
pareva simbolo, se erano presenti, di buona salute del luogo, le
proteggeva come le lucciole.
Quanto si era lamentata di
questo. Morte e sterminio per ogni forma di vita per cubi e blocchi di
cemento orribili da vedere, urlava, mentre un ediifcio antico era
più compatibile con la natura e per giunta dava un qquel non
so
che di magico e misterioso. Le dispiaceva per l'edificio s enon si
poteva recuperare, ma affermava sempre che edifici moderni e obbrori in
cemento erano horrorifici come i film. Gli edifici antichi meno
distruttivi come materiali e più affascianti, perfino da
diroccati. Gli uomini avevano paura di qauelle strane bestie volanti,
tanto che dicevano che si chiamavano dragonfly per un motivo.
La vide allungarsi verso il tavolino di fronte e aprire un cassetto,
armeggiandovi, per poi ributtarsi sullo schienale.
Teneva un braccio sulla spalliera del divanetto, che le arrivava alle
spalle, e con l'altra aveva iniziato a fumare. Milan era incavolato
perchè trovava in ogni cassetto di ogni stanza, non
importava il
piano, cose che lei metteva per le emergenze. Tra queste una sua pipa.
la sua preferita era sempre a sua portata di mano o vicina in mano ai
tre, ma non in quei casi. Milan usciva dai gangheri se lei fumava senza
una precauzione come un tavolo per non rovinare il vestito che
indossava. Così ne teneva di più piccole ancora e
fini
che semrbavano o i bocchini da sigaretta anni trenta o le pipe cinesi
per donne, seppur non così decorate. Le piaceva fumare
quella pipa piccola e finissima, neanche la
metà di una pipa normale. E ogni volta che Milan doveva
prender
equalcosa, trovava una scatola con le cose di Kianta di emergenza per
non dover andare a prenderla o mandare qualcuno. In quel caso sedie e
tavolini, cosa che lui non pensava potesse accadere, erano provvisti di
cassetti nascosti, una tempo gli avevano detto contenevano roba da
cucito o da uomo in base al proprietario. Ed erano proprio nascosti,
seppur all'epoca si usavano molto per la gente moderna. Così
sedie da salotto o salottino, cucina, camera da letto avevano vani
nella seduta che si aprivano e contenevano nel corpo della sedia un
cassettino con la bora.. E quindi lei faceva scattarte il
cassetto e prendere cosa voleva se non cèrano tavolini o
consolle da muro. Con l'ira di Milan se lei indossava abiti da teatro,
come si chiamavano comunemente.
"Tu non odi i corpi nudi?" le domandò, deciso a sfruttare il
momento in cui gli parlava senza rabbia o se ne andava e spingere con
domande che di solito non faceva
"Io odio i corpi nudi? Non è che odio i corpi nudi..."
rispose
sprezzante, con un colpo secco della testa "... trovo più
interessanti quelli vestiti, come se avessero davvero qualcosa in
più. E trovo assurdo che la gente sbavi ancora oggi per un
corpo
nudo, seppur ogni secondo che ti guardi intorno tutte ledonne
sono mezze
nude o gli uomini vestiti in modo orrendo. Ammiro i nudisti
perchè per loro un corpo nudo non
è nulla di eccezzionale, ma una cosa
naturale, e
cè altro
che fa scattare quel qualcosa.L'amore è diverso dalla
sessualità, molto diverso. Amore e sessualità
sempre
più spesso sono associati in un'unica cosa, ma è
sbaglaito. Amore è ben diverso dall'ampre con sesso, Amore
è diverso dal sesso, così come Amore non vuol
dire amore
per il proprio sangue. Se cè la A maiuscola è
qualcosa di
diverso e più profondo, ma la gente mischia, capisce cosa
vuole... non comprende delle piccolezze invece chiave..." facendo una
tirata "Per questo non ci sono nudisti maniaci o
violentatori, ma di solito gli stronzi si mescolano per trovare prede e
sfruttano anche queste persone, più serie di
quelle che la
gente
definisce o .
I nudisti non
fanno merdate di quel tipo, le spiagge di nudisti sono più
sicure, dati alla mano. Mi fanno
schifo quelli che si vestono a cavolo di cane come si dice in
un certo
paese, perchè va di moda, apparendo poi in maniera
orripilante.Passando però da brava persona.
Peggio ancora che hanno i corpi come li odio. Sono proprio penosi..."
"Intendi muscolosi?"
"Quella è un'altra cosa!" fece con la mano con la pipa in un
gesto come " Io parlo di
quelli,maschi, che
hanno il
busto troppo lungo, gambe e torso hanno quasi la stessa
altezza o
lunghezza come vuoi metterla, e stanno malissimo con certi
vestiti
moderni. Come per le voci, i corpi con busti lunghi, non mi piacciono.
Non mi piacciono i loro corpi perchè vestono e muovono
in modo sgraziato. Mentre i tarchiati pensano di essere elegamenti e
signori, vestiti di tutto punto ma sbagliano colori e stili ,
e
smebrano
tendoni da circo ambulanti. Peggio se nella zona torso..."
"Quindi i corpi maschili con il torso troppo lungo e non
armonico non ti piacciono?"
"...se sapessero bilanciare abiti e atteggiamenti , potrei mezzo
farmeli
andar bene. Ma la cosa resta... ma sempre megli odelle donne che non
importa età o tipo di fisico, devono per forza
indossare abiti
che non gli vanno... e no parlo delle taglie, intendo che se di moda va
un tipo di colore o modello, e non è adatto a loro come
fisico,
si vestono lo stesso così per la loro autostima , ma poi
sono un
pugno in un occhio... la cosa marcia della società
è che
tutti dovrebbero vestire uguale ed essere di moda in quel momento, ma
in pochi entra in testa che i modelli sono fatti da stilisti imbecilli
che vedono solo la donna grissino e quindi si adattano a tagli,
modelli, colori, stili e forme con le modelle che hanno, e
non con le
persone vere. Con risultati imbarazzanti! E poi ci si chiede
eprchè i chirurghi estetici fanno faville per liposuzioni e
distruggimenti di corpi... basterebbe valorizzare la persona per la
differenza che è, e poi ridono e prendono in giro grembiuli,
abiti da lavoro e..."
"Sono contento che parliamo. Di solito mi tratti sempre male..."
iniziò lui gentilmente, ma la vide voltarsi con il mento
verso
la spalla e gli occhi quasi nella sua direzione, nel modo che faceva
come una bambola posseduta che osserva la preda. Era rimasta con la
mano a mezz'aria mentre il fumo della pipa danzava fino a scomparire e
in silenzio. la schiena era in parte visibile per la scollatura
posteriore. NOn era raro che i suoi abiti avessero un oblò o
parti scoperte , ma di solito preferiva abiti più coprenti e
con
mantelline fino a terra che partiva dalle spalle. IN quei casi lui si
era accorto di un neo proprio al centro della schiena grande come un
fagiolo e in base a quanto usava gioielli pendenti che
tanburellavano contro la schiena luccicando o riempiendo zone troppo
nude, ammiccava tra il gioiello in movimento.
"Non credere... NOn credo affatto che tu possa cambiare, o
almeno, quelli come te. Io sono sicura da mia esperienza che la gente
non cambi
e se ha fatto un lavoro come te, non cambierà...Ho imparato
fin
troppo bene da quando mi sono svegliata
che la gente non cambia, non si ravvede a meno che non avesse avuto un
motivo per essere quel che era. Tu sei definito un professionista
dall'infanzia, Affermi di esser andato via cambiando bandiera dopo che
con Milan sei diventato amico, lasciando la persona che affermavi
essere come un padre per te..." dopo aver fatto una boccata e aver
arricciato le labbra truccate. Sospirando.
A volte Jd parlava troppo e aveva saputo
che lei usava colori mai appariscenti, mai rossi o scuri. Anche
perchè bianca com'era naturalmente di pelle che ogni rossore
o
altro era evidentissimo, e si bruciava al sole, altro motivo per cui
Alaric la chiamava vampira con vaneggiamenti su aglio e sole, non
poteva caricare troppo colori scuri sulle labbra. Di solito
propendeva per il tipo di tonalità verso rosa malva o
mattone dorato perlato , rosa mattone o rosa intenso, rosa dark, sempre
e solo dal finish matte. Almeno così dice di aver letto nei
rossetti che teneva nella stanza dei cambi, che
condivideva
con Milan. Entrambi per gli abiti da cerimonia, festa, ospitaggio, il
modo in cui lei chiamava con disprezzo quando doveva preparare le feste
per Milan, utilizzavano una vasta stanza suddivisa da separè
per
non andare al loro piano e litigare con le scale, perchè
certi
abiti erano un pò un impiccio con scale e problemi nel
vedere
dove mettere i piedi.
"Io..." fece lei, ma una voce perentoria la fece sobbalzare
da
farle volare la pipa di mano, e tentando di prenderla, la
afferrò al contrario e il contenuto del fornello
precipitò a terra. Gask la vide afferrare strettamente
l'oggetto
con le mani come artigli, quasi sopra la testa mentre ansimava,
distanti, con un gemit. Riprendersi dal colpo e guardare a terra con la
bocca spalancata e sconvolta, come le capitava se combinava
casini o accadeva qualcosa non sotto il suo controllo. Era esilaranete
vedere quei moenti in cui non era padrona delle sue espressioni e
sembrava una bambina, diceva Milan.
"KIANTA!!!" fece Milan dalla porta da dove era giunta, e lei
fece
un verso e strinse i denti, con una smorfia della bocca per dire ,
incassando
la testa
sulla spalle.
Prima che Gask dicesse qualcosa, la vide alzarsi in piedi con
attenzione nel non toccare i resti fumanti a terra con i bordi della
gonna e andare nel cassetto del mobiletto.
"Ma non lì!!!" sbraitò Milan, facendola
sobbalzare e
incassare la testa di nuovo, voltandosi con le mani dietro la schiena
nel tentativo di chiudere il cassetto "Kianta, quante volte ti devo
dire di non fumare con quegl i abiti indosso? E per di più
sopra
i divani senza accortezza? E ora parquet ci sono ancora quelli che
combustionano!... La pipa è ancora calda e la chiudi nel
cassetto? Andiamo, bimba, animo e riprenditi dalla tua
scontrosità per questa festa!"
Kianta, come una bimba colta sul fatto e rimproverata aspramente, tenne
la testa incassata tra le spalle e lo sguardo pentito, a terra, mentre
faceva bronci e smorfie di vario tipo.
"Mi hai sentito?"
"Si, Milan...!" fece lei come cantilenando sospirando ocn gli
occhi al cielo
"Non mi fare queste risposte, signorina! Non è normale che
ti
preoccupi dello stato delle cose quando usate e poi fai cose del
genere! Coerenza! Dovresti essere a svolgere i tuoi compiti..."
"Scusa..." fece lei con sguardo triste e colpevole e una vocetta mogia
"volevo solo dieci minuti di pausa dalle riverenze e saluti in stile
inglese e francese... sai che odio le scarpe con i tacchi..."
Gask la vide come una bambina che chiedeva scusa puntando sulla
dolcezza e carineria, agitandosi muovendo solo il busto. Ormai sapeva
che, seppur veramente con sensi di colpa, a Milan piaceva essere un
pò preso con la gentilezza e buone maniere, e lei lo sapeva.
Quindi sorrise, consapevole che lei stava giocando con i sentimenti
dell'amico con sguardo caruccetto e dolce, cosa rara.
"Senti, posso andare a... non so..." con contentezza e un'espressione
felice che mostrava poco cambiando di copo tutto
"NOn ora, ci sono cose più importanti da fare. Siamo
all'atto
terzo... hai preparato tutto per l'atto quarto?" le domandò
Milan più gentile e rilassato ma con un tocco di rimprovero.
L'espressione di Kianta mutò rapido come il tempo nelle
religioni tropicali. Orrore e raccapriccio, colpevolezza e sorpresa
passarono uno dopo l'altro sul suo viso, consapevole di aver fatto una
cavolata. o dimenticanza, O entrambe. Balbettò,
agitò la
testa da una porta all'altra oppostaparquet e affannata e in preda
all'agitazione, tra versi vari, bofonchiò che aveva
dimenticato
i personaggi dell'altro atto da qualche parte e i loro strumenti.
Alzò con le dita la gonna il tanto che bastava per non
inciampare e iniziò una corsa verso la porta più
vicina
opposta a Milan, mentre questi si lamentava.
Gask puntò lo sguardo sull'esasperato Milan per poi sentire
un
urlo, una voce rauca e un grosso tonfo seguito da rumori metallici e di
latte vuote.
"AHH! Maledetti tacchi!" lei strillò da fuori
Gask e Milan corsero verso la soglia, vedendo proprio a pochi passi
Kianta in piedi ma che si teneva sulle mani con difficoltà
abbassata col busto, sopra il petto di uno degli assistenti in vesti di
cameriere della festaparquet che era disteso bocconi a terra tra
oggetti sparsi dal vassoio che portava. Kianta si rimise in
piedi
con difficoltà mentre il sellino dell'abito la faceva
apparire
comica, e agitando le mani in segni circolari sopra il pover'uomo,
lamentando un .
"Non agitare quelle mani come se dovessi fare qualche magia, ci
pensiamo noi a Ronny, tu vai a controllare che il nuovo atto sia
pronto..." fece Milan con un rimprovero non aspro ma per
spronarla, osservando l'uomo che aveva gli occhi aperti ma
non
rispondeva.
A quelle parole Kianta si agito più confusa di
prima, le ciocche libere dell'acconciatura seguivano i movimenti,
zampettò sulle scarpe coi tacchi e partì a tutta
birra
per il corridoio strindendo in falsetto qualcosa, comprendendo solo in
qualche lingua che a Gask pareva italiano, che stava imparando, ma
non era sicuro. Rise divertito, guardò l'amoco invece mogio
e
depresso e gli fece animo, dicendo di aiutarlo a sistemare le cose.
"benedetta ragazza..." fece Milan guardando lei un puntino nel
corridoio però ridendo "quando non è concentrata!
Guarda
il casino, e tutto perchè non voleva questa festa oggi...
ora ho
anche un povero collaboratore mezzo morto a terra che mi fa
preoccupare..."
"Ma..." fece Gask acquattandosi vicino all'uomo che pareva riprendersi
"... è normale che faccia così in quell'abito?"
"Secondo te? Lo suderà tutto come un ippopotamo appena
uscito
dallo stagno..." fece Milan posando una mano sulla fronte disperato.
Le feste a tema erano più rognose per Kianta del resto. Si
sentiva più a suo agio tra stronzi e criminali da prendere a
randellate sul culo che tra gente sofisticata, ricca, snob e altro che
non amava. Trovava variabili assurde più in quella gente per
la
società importante che i delinquenti. E organizzarle era una
cosa per lei, ma starvi in mezzo e controllare, intrattenere gli ospiti
e altro non era nelle sue corde. E Milan si lamentava sempre che la
beccava con un cambio di abiti a ballare tra gli ospiti quando isuoi
compiti terminavano, ossia la presentazione dei vari atti per come era
scandita la festa e gli eleemtni di intrattenimento vari, per cuio era
una sorta di presentatrice, questo dopo e prima i saluti iniziali e
finali per accomiatarsi fuori. A lei non piaceva qauel geneere di
mondo, che amava invece Milan. si lamentava e Milan chiedeva aiuto alla
madre e
il
padre
per regere alle discussioni per ogni festa.
Lunico momento per Milan in cui Kianta era più una zavorra
che
un aiuto e sostegno come avrebbe voluto erano le feste, ma quelle che
organizzava per terzi. Erano ricche, stratosferiche, piene di momenti
prestabiliti e cose nuove e stupefacenti, a volte con l'uso delle
proiezioni per cui necessitava Kianta, e l'organizzazione a monte era
niente rispetto alla situazione in situ, come Milan ripeteva e
bisognava tenere gli occhi aperti. E diceva che come suo cane da
guardia, come molti la chiamavano, Kianta era ottima. Per lei invece
era un peso per via del tipo di persone e la finzione negli abiti che,
se normalmente avrebbe indossato comunque con piacere, relativamente,
in quel caso era un peso in più perchè doveva
sfrozarsi
il massimo per recitare bene.
I temi
andavano da antica roma, grecia, Venezia nel suo splendore, guerre e
periodi storici, eventi e mlto altro, che agli ospiti danarosi e
mondani andava tanto
frequentare, e che erano la perla del lavoro di Milan. le
feste
di Milan erano qualcosa che si ricordava e si attendava,
dicevano
molti.
Cèrano momenti teatrali per illustrare la storia, abiti,
acconciature, gioielli e altri elementi storici. E Kiantqa rideva
dicendo che quella gente studiava queste cose solo nelle feste in tutta
la loro vita. Ma a Milan serviva ciò per dei motivi.
Cèrano
quelle aperte alle coppie o famiglie, con angoli per bambini e ragazzi
in disparte con esperti per tenerli buoni e occupati, o per sole
persone con interessi particolari, entrando in gioco Madame. Maschere e
abiti secondo tema, dovevano servire a nascondere i
partecipanti e cosa
facevano, ma Kianta non presenziava in toto. Odiava aveva detto Jd
quelle due volte che aveva parlato con Madame, l'atmosfera troppo
spinta che vi si regnava. I partecipanti avevano l'obbligo di fare a
spese loro le analisi del caso, visto che sempre finivano per provare
sostanze o amplessi di una notte. A lei non piacevano queste cose, ma
Milan le diceva smepre chese non dava loro luogo e
possibilità di
sfogarsi in cosa piaceva, sarebbero finiti altrove, in situazioni che
andavano organizzate da chissà chi. i luoghi e
Torri che loro sfrtuttavano per l'ambietne in stile bordello di alta
classe francese e inglese ottocenteschi , piacevano sempre e li
facevano
sentire come negli anni d'oro della prostituzione di classe. Le diceva
sempre che non poteva capire, per ovvie ragioni, cosa provava un uomo
in certi ambienti , dove si lasciava andare e si faceva prender edal
luogo e le offerte. Bastava semplicemente che lei presentasse la festa,
si facesse vedere ogni tanto nelle ore e controllasse la situazione,
salutando le persone parecchio importanti, annunciasse nei tempi
stabiliti spettacoli ed elementi di intrattenimento epr animare le
cose, e poi fosse presente per i saluti di commiato. Una volta Gask
li
aveva sentiti discutere sulla cosa e considerando che erano amici e
parlavano di tutto senza alcun problema, Milan le faceva frecciatine,
con sorriso bonario e per giocare, ma lefaceva. E lui era rimasto fuori
la porta dell'ufficio di Milan, che era accostata, a
osservare
perchè raramente gli dicevano molte cose, se non
perchè
come Jd o ALaric non si fidassero di lui.
Milan passeggiava dalla finestra al centro della stanza, accostando
alla sua destra scrivania e a sinistra il divanetto dove
cèra
Kianta sempre, e poi il percorso inverso.
"Tu non apprezzi e non accetti certe cose per tue questioni, e mi sta
bene, Ogni persona per me è libera di decidere cosa le piace
e
come considerare il prorpio corpo o i corpi. Così come il
sesso
in generale... ma quelle persone se non le tengo legate a me per cosa
offro, andranno la altri soggetti , per loro giri loschi e io devo
eliminarli, non fargli gonfiare le fila... è importante che
siano considerati, risultando clienti affezionati
se hanno anonimato, silenzio e privacy, e tutto ciò che li
attira
e possono godere.E io glielo do. Sicuro, privato, con una vasta gamma
di scelte e sono sicuro che così è più
legale e
corretto da quello fatto da altri... Non ti piace la droga,
tranne l'erba non dannosa, e
mi sta bene... ma quella gente la consuma e se non siamo noi i
fornitori
primari, andranno da chi è pericoloso e diventa forte e
ricco da gestire un impero del male. Quelli che scacciamo. Quella
persona..." disse guardandola come se lei capisse senza spiegare troppe
cose "... chi sappiamo noi e non ne parliamo mai, diceva sempre che
rendere le cose legali e trovabili non era negativo al cento per cento.
Ovviamente quando la gente si stufa, perchè piace
il
brivido e il
proibito, si metterà a cercare cose ancora più
spinte,
più..."
"Si, si..."
"Inutile che fai così, bimba! Fermare quella gente
è imperativo,
ma se non mettiamo noi una sorta di commercio, quei tizi
saranno sempre
potenti e avanti a noi. Togliendo almeno la gente ricca e
famosa,
per ora questo settore della popolazione dalla nostra parte
fornendoglieli noi, dimezzeremo il circolo di quella roba. Poi vedremo
gli altri livelli, i più duri da stradicare
perchè la
malavita è più presente con..."
"Ok quella roba. Basta che i nostri uom ini non si friggano il cervello
usandola, mi sta anche bene. Passiamo al resto..."
"Oh, ok. per la faccenda che odi tanto delle... mh...
attività
sociali dei nostri ospiti tra loro nelle feste... Capisco il tuo
nervosismo, ma li controlliamo con i nostri sistemi, non hanno problemi
di quel tipo e..."
"Non è questo il problema. Quei tipi se la fanno con
chiunque
sulle sedie dei corridoi, avendo le donne gonne o abiti ampi e...
corrono e fanno roba in ogni angolo, come se fossero liceali.
Io non
sono stata tale, ma mi da fastidio quando prendono le nostre feste come
proseguo delle Casa di Madame. NOn mi piace..."
"Kianta... ascolta. So bene che da quando ti sei svegliata hai visto
cose che nessuno doveva...Ah! OK. Posso capire che sei rimasta turbata
dai risultati delle azioni umane. E lo capisco. Hai conosciuto la
faccia negativa delle interazioni e umane e non hai fiducia nelle
persone su quell'aspetto. E suppongo che sia rimasto qualcosa
così profondo come graffi nell'anima, da non poter
essere
cancellato dalla personalità primaria. Sono dalla tua parte
sul
suo raccapriccio per sesso e intimità , visto il lavoro che
facciamo e cosa hai visto. Ammiro sia in lei che in te
adesso, la
volontà di vedere e capire, di digerire le cose senza
nasconderle perchè ritenete che sia giusto così.
La
cecità non è mai piaciuta alla
personalità
primaria e restare all'oscuro, sapere che le si veniva nascosto
qualcosa era come un tradimento. E aveva i suoi motivi definiti
esperienze, per rifiutare e odiare la vicinanza di un uomo e
l'interazione con qualcuno che volesse qualcosa da lei, che accettasse
di essere suo amico SE e nel caso lei avesse . Unendo il fatto che non
trovava
interesse in
nessuno, e che
fosse raro che qualsiasi uomo fosse interessante ai suoi occhi,
comprendo. Aveva scelto di non spingersi oltre quello che sentiva e
provava, cioè niente ed è comprensibile. Anche
epr quanto
riguarda te, sei finita a lavorare e vedere cose che nessuno dovrebbe
conoscere, ancora di più poche settimane appena sveglia, ma
questo è il nostro lavoro e dovrebbe esserti stato
d'aiuto il numero di persone salvate, tra donne e bambini. Eppure tu
rifiuti di..."
"Poco fa hai detto che comprendevi che alla personalità
primaria
non vi fossero tracce di interesse per quello o gli uomini.
Perchè con me è diverso?"
"perchè..." fece lui stando in piedi poggiando le mani sulla
scrivania "... ho promesso e io mantengo le promesse e i giuramenti..."
"BUGIARDO!" fece lei con un sorrisetto cattivo, ma lui
continuò
chiudendo gli occhi una frazione di secondo come tollerando per poi
proseguire
"...che ti avrei fatta sviluppare secondo i tuoi tempi e inclinazioni.
Che
avresti avuto spiegazioni e conoscenze come dovrebbe essere anche per i
bambini. Conoscere le cose e capire il mondo che non è
giochi e
privilegi come i bambini oggi credono. Tutto zucchero e arcobaleno,
così' diceva lei, non aiutano il bambino o bambina quando
è ora di stare là fuori con la gente
diversa, e
l'opposto
di ocme crede sia il mondo. Le persone sono di tutti i tipi, ma la cosa
peggiore diceva è che molti sono, se non
sociopatici di
loro natura interna, deviati e modellati da adulti imbecilli e incacapi
di essere guide di vita. perchè bambini e innocenti, non li
preparano a cosa cè fuori, anche se rimangono due secondi
senza
supervisione e sono prede facili, per qualsiasi tipo di persone. Non
vengono preparati a sviluppi psicologici in caso di bulli, peggio se
gli adulti hanno i paraocchi, e non hanno gli sturmenti mentali adatti
per capire le situazioni e non fidarsi di chiunque. La
personalità primaria era cresciuta con inculcate le nozioni
che
una eprsona educata e migliroe è quella che sorride sempre,
non
si altera e non risponde a nulla, inghiottisce e anche subisce, ma
sorride sempre e si può far
mettere i piedi in testa, perchè se reagiva non in linea con
l'educazione, era una persona di bassa lega. Baciare, salutare, farsi
abbracciare e toccare, anche se sembra un gesto
innocente
da ogni
parente o persona fidata dalla famiglia è segno di
educazione, ma non è detto che piaccia al bambino... lei
dcieva
sempre che così poi gli abusi erano in
fioritura. Una guida di vita deve avere gli strumenti per spiegare e
inseganre a ogni età , alla nuova vita, così da
esser
pronto. I bambini non sono scemi, innocenti, coniglietti che non vedono
e capiscono. Ecco perchè poi molti finiscono male, anche
troppi.
Per lei era imperativo dalla scuola elementare avviare ore vitali che
prevedessero educazione del corpo, trattando temi di pulizia e cura del
corpo e sessuale, insegnando che non cè differenza tra
maschi e
femmine come tipo di persone. Quindi non dividere a priori i bambini in
camere stagne mentali dove se si è lievemente
diverso, allora va
preso in giro e bullizzato perchè nella loro testa deviata
dagli
adulti, se giochi con un gioco definito da altri , o se ti vesti o ti
piacciono cose
che sono
standardizzate per genere, allora sei sbagliato e meriti di esser
epunito e trattato male. Che le stronzate, così diceva,
popolari
sul ciclo e sesso, sia come organi che tutto il resto, dovessero essere
insegnati così come i rischi. Trovava rivoltante il
tabù
degli organi sessuali trattati come zone sbagliate a causa della
religione, come vergogna o da celere come accadeva secoli
prima,
quando una donna non conosceva nulla e si teneva in una sfera di vetro
per poi buttarla al primo partito buono, facendole scoprire
una
cosa che
odierà, nel peggiore dei casi. La cosa è lunga ma
la sai
già, ma voglio che tu capisca che se anche ti urta il fatto
che
la gente esterni le cose che gli piacciono in ambito
sessuale, palesemtne in mezzo alla gente e non in intimità
in luoghi
chiusi,devi vederla come fattore positivo se circostritto nelle nostre
mura... il nostro lavoro è vitale per tenere
quella gente
controllata e lontano da quelli che cacciamo. So che il tuo comportarti
un pò come avevano insegato a lei non ti piace e lo ritieni
anche tu sbagliato, ma stringi i denti e basta. Per il tuo odio, non so
cosa farci. Ripeto, capisco che tutto ciòl che hai
scoperto e visto ti ha scioccata e non hai... diciamo quel qualcosa che
spinge le altre persone a cercare amore e quello dagli altri, ma on
puoi portarlo all'estremo, odiando gli uomini e pensando che
siano
negativi e basta, solo per cosa fanno e..."
"Cosa cèntra questo?" allargando le braccia metnre stava
distesa sul divanetto
"Ne sto parlando perchè i ragazzi mi hanno detto dei tuoi
commenti lapidari sulla gente , considerandoli tutti come negativi e
sporchi, punto. Così come fai con Gask. Lo so che non ti
fidi di
lui perchè sei con noi e per il nostro lavoro, tendi a
conoscere
solo gentaglia e oscurità umana. Siamo militari, gli uomini
negli ultimi mesi si sono meno incapriti, come diceva sempre lei..."
sorridendo come se ricordasse qualcosa di divertente "diceva sempre che
erano caproni selvatici che avevano pure dimenticato disciplina e
rigore militare. E questo lo so, il tipo di militare di
questo
secolo
è cambiato da prima, ma ora sono diversi. Con
metodo,
esempi e
uno stile di vita dimostrato superiore e migliore, sono persone
diverse. So bene che da cosa hai visto dalle missioni e incarichi,
cè tanto marcio e cose orribili nel mondo, da
cancellare
da ogni
mente giusta e innocente la speranza, ma fidati delle mie parole. Gask
non è negativo come la gente che cacciamo, o non sarebbe con
noi. NOn sarebbe per me come un fratello, se non avessi
sentito
come
un'affinità... come spiegarlo? Come Lei non puoi capire... e
NO,
non iniziare..." fece lui mentre lei si voltava irata al pensiero. Sia
Lia che Kianta trovavano maleducato e offensivo dirle come un'accusa
che non potevano capire e quindi dire la loro "Qualcuno troverebbe
parole
migliori, per adesso sono troppo esasperato dal tuo pessimismo sociale
da farti capire cosa significa entrare in contatto con qualcuno e
sentire di avere un qualcosa che ti lega, che fa dire a pelle che
cè di più..."
"Come con quella ragazza, la prima e unica che hai portato nella tua
stanza di sopra?" fece lei giocando con le pelle del divano
"Ehi... come l'hai trattata non è stato affatto da Signora.
Potevi trovare metodi... da donne... per farla stare al suo posto e
rimetterla in riga. Ripeto, non puoi capire cosa mi lega a lei.
Non è come con la nipote del Conte, lei è gentile
e una
brava ragazza, ma non provo cosa sento per..."
"Quindi tu per i tuoi ormoni mentali, mi stai dicendo che ti senti
offeso per averla fatta rotolare come un formaggio dalle
scale, nonostante mi avesse derisa e offesa in tutti i modi, nella tua
stanza,
mentre parlavamo di cose importanti e non per lei, che..."
Gask sapeva cosa si riferissero. Lui ancora non era arrivato ad aunirsi
a noi ma sapeva della situazione. Una delle ragazze che Milan chiamava
per essere sua accompagnatrice si era rivelata più
interessante
delle altre e ormai chiamava solo lei. La mora Eleonore, che l o
accompagna da mesi, sempre e solo lei e l'unica ad essere stata sia al
suo padiglione che in camera sua al piano di sopra. Dopo una
discussione, Kianta aveva appeso la ragazza per mezza faccia al muro e
poi fatta volare per le scale, fin fuori nell'atrio. A suo dire per non
vederla più, dopo le offese. E i ragazzi gl iavevano
raccontato
che Milan era rimasto a guardare, seppur seguendole e chiamando Kianta,
senza fare niente. L'aveva solo guardata male dopo e aveva
ripreso la ragazza e portata al padiglione, facendola curare e vestire.
Aveva riportato una grossa macchia scura sul viso che la fecero stare
giorni senza farsi vedere anche dopo le cure dell'ospedale
dell'organizzione, esoriazioni ed ematomi, oltre a odio per Kianta. Le
due non si potevano vedere e infatti non stavano mai faccia a faccia.
Milan aveva cercato di creare momenti come colazioni e ora del
tè insieme per chiarirsi e andare d'accordo, ma anche se
Kianta
per metà volesse scusarsi (con Milan) della questione,
perchè era stufa di essere etichettata per le apparenze e il
suo
aspetto, anche l'altra dava battaglia perchè voleva essere
riconosciuta come del Leader e quindi volere lei
e solo
lei le scuse. E di questo sia iveterani che gli uomini in
generale che erano presenti e sapevano della questione, si domandavano
solo una cosa. Da uomoni e che molti amavano l'altra metà
che
avevano scelto. Perchè non ha mai fermato Kianta, solo
urlandole
dietro, non ha fatto niente, non ha agito per fermarla e non ha preso
provvedimenti ocntro di lei dopo quella incresciosa situazione? Se lo
chiedevano tutti. Per Jd e Lubo era il periodo ancora transitorio di
Kianta, da sveglia e che comprendeva le cose a persona piena di
comprensione di se e più matura. Lui era giunto alla fine di
quella fase, e nel primo periodo dicevano che Kianta aveva subito una
serie di eventi dentro di sè. Risveglio, voglia di aiutare
colui
che in parte si definiva padre e amico. Jd aveva ripetuto quest'ultima
frase dicendo . Era tutto confuso, ma lui ripeteva
sempre questo, per
fargli capire il perchè di certi comportamenti di MIlan. E
poi
continuò dicendo che dalla fase di aiuto giunse lo
sconvolgimetno per le cose viste e apprese del mondo. La negazione. Il
rifiuto e infine la ricostruzione di una sè più
forte
dopo aver digerito le brutture del mondo e volerle togliere. Kianta
desiderava un mondo nuovo e migliore e aveva appoggiato Milan per
l'aiuto, seppur diversamente dalla precedente in modo diverso. Ma
desiderava un suo paradiso e come crearlo. O trovarlo.
E per cosa era lei e come, Milan la rimproverava e discuteva con lei,
agendo come si cerano prefissati per giovani e bambini lui e l'altra
persona, perchè punizioni e botte come fu per Lei, erano
inutili. Se poi su una persona non colpevole e senza insegnamenti come
era accaduto. Dialogo, confronti, soluzioni diverse e lui lo faceva,
così come per gli uomini. Ma perchè non agiva con
polso
con lei. A quella domanda Jd alzava sempre le spalle con le braccia
aperte.
"Su questo sono d'accordo con te." continuava Milan "Ma se
per la prima volta una persona
era degna di stare con me nella mia stanza, qui, deve farti capire
molte cose. O già le conosci, solo che non accetti che
avesse la
lingua lunga? E' stata offensiva, non ho saputo prendere in mano la
situazione perchè ero intento a seguirvi, ma come
per
Gask, non è la
persona che credi e per la cronaca, anche tu sei parecchio pungente
e.... come dice Alaric, stronza, quando ti ci metti. Hai etichettato e
relegato quella ragazza come fai con Gask, perchè non
accetti
che la gente si comporti in modo meschino con gli altri. E se vuoi che
te lo dica, non lascio perdere con lei , solo perchè si
è
rivolta così con te, mi dispiace per quello, e anche io l'ho
sgridata dopo che l'ho recuperata mentre la portavano via, e
l'ho
portata nel mio Casotto. Con lei è diverso, vorrei solo che
accettassi come con Gask la questione che... " unen do le mani come in
preghiera ma era solo per la discussione "... lo so, so già
come
ti senti e che pensi che per quello che sei e non sei rispetto noi, non
sei accettata. Ma ci sono persone che davvero non ti vedono come
estranea e diversa da loro, che non ti vedono solo come mio sostituto
nel comando.E cosa che odi, in confronto con Lei. Non è come
pensi... Tu sei mio secondo perchè sei l'unica di
cui mi
fido che so agisci nel giusto e bene, per quelle persone e
l'organizzazione. per il mondo che vorresti anche tu. Che vedi gli
uomini fare di tutto nella Casa della Seta, cosa accade nel mondo, cosa
hanno sopportato e vissuto le persone che salviamo con la Raccolta o
aiutiamo in altri paesi... ma non tutto è negativo. NOn
tutte le
persone possono fare cose orrende, e non con te. se non vuoi avere
relazioni o quello con uomini, va bene. Non so se esisterà
qualcuno capace di amarti a tal punto da accettare di stare al tuo
fianco, senza avere ciò che non vuoi e non ti
senti di
dare. Ma
tenendo lontani gli altri e giudicandoli duramente, senza
dare
possibilità, farai lo stesso gioco di chi cacciamo o
consideriamo sciocco. So che l ofai per difesa, che odi le persone che
si comportano come la ragazza che sento essere sopra le altre, e che
ora non vuole vederti, che pensi che Gask sia falso e per il suo lavoro
prima... " andando alla finestra "sia come quelli che abbiamo fermato.
Lo so dai tuoi
comportamento verso di lui che non è così, sono
sicura
che non lo odi e no vorresti affogarlo come dici incazzata, non
è come appare perchè ti conosco, o non
faresti
certe cose opposte a come lo tratti, se..."
"Cè altro?"
"..." guardandola, dopo che la sentì chiedere se
cèrano
altri punti della discussione irritata "Si... ascolta di più
il
tuo istinto, tratta Gask, quella ragazza e altri come fai con le
persone che aiuti con la Raccolta, o dove agisci come
Veròna. La
Strega è nata come elemento di disturbo imprevedibile. Un
soggetto che non si aspettano che li affronti ove le persone normali
non possono e che, come diceva lei, gli mette il pepe là
dietro.
Devono sudare e tremare, diceva, tre volte tanto quanto hanno fatto. E
Veròna è nata anche per un altro motivo. Io e lei
ci
divertivamo per fare scendere in campo la Strega, ideando azioni e
piani nei quali lei operava.E a volte Veròna è
stato uno
sfogo per Lei, perchè comunque uan sua faccia da tutto i
lsuo
complesso, quindi cosa è Veròna, in parte era
Lei. E' divertente ricordare la nascita e le
prime gesta di Veròna, altra arma al nostro arco meno
prevedibile e riconoscibile di gruppi e soggetti chiaramente definiti
sbirri, o pericolosi , da quelli. E ancora oggi,
Veròna
è un
pò come una nostra creatura, adesso mia e tua, che viva e
agisce
sfogando come in un gioco le nostre idee. Veròna
è la
personificazione in chiave magico fittizio delle nostre fantasie di
pulizia delle città dalla lordura. E' la speranza della
gente,
che chiama il suo nome e la diffonde. Ti sembrerà strano ma
i
nostri uomini e informatori esterni, parlano molto di
sussurri
sulla
Strega che realmente appare e aiuta. Come voloeva lei,
Veròna
è la risposta fisica e reale che prima si gettavano sui
santi.
Veròna è la Strega che invece di essere tacciata
di
negavità e rifiutata, è rispettata e amata al
pari di un
santo, perchè cè, è presente, agisce
veramente e
fa al differenza nelle loro vite. E questo per lei era un elemento del
suo testamento ed eredità per questo mondo. Cambiarlo con le
sue
pedine in gioco. ma ricordati che Veròna è una
simbolo,
tu, Gask, quella ragazza, io e chi tieni lontano perchè vuoi
credere che sia come si è dimostrato all'inizio, siamo
reali e
pieni di sfumature e sfaccettature che molte volte, non sono come
appaiono. Io l'ho visto e l'ho letto in te, nelle tue azioni nascoste
che non odi Gask come dici di fare, davanti a lui. Gli aiuti,
gli
oggetti, i piccoli privilegi che hai fatto e dato, l oso che
sono
un
modo perchè la tua coscienza non urli ,
che non
gli vuoi veramnete male e che alla fine non lo vedi davvero
come
dici. Ma agendo di testa sua, dimenticando le regole e cosa regola la
vita qui, facenhdo casini, pensi di confermare le supposizioni
iniziali. Non è difficile diventare amici, e non so davvero
come
puoi fidarti ciecamente di Aegaeon e compagnia disabile, da non aver
paura come con noi di certe cose, mentre Gask e altri che io reputo
positivi..."
"Lascia a me la decisione di chi fidarmi e chi no."
"Kianta... Puoi anche avere paura che possa accadere qualcosa come con
Rò per lei, come le donne che aiutiamo e salviamo, i bambini
e
tutto il male che hai conosciuto... ma tenendo lontane le persone non
migliorerai ciò che lei sperava accadesse, per chi
veveniva dopo
il suo sacrificio. Una vita per una vita. Una vita finita per una nuova
e meritevole. Sai cosa diceva sempre? Che si sentiva come... come con
una mancanza. COme se mancasse qualcosa, che nel profondo sentiva, e la
portava a disperare perchè non poteva raggiungerla. Come
qualcosa di persona che si era cercato tanto. Una volta mi
raccontò che la sua ultima amica, Zay, le aveva parlato per
mesi
di vita passata, una persona speciale che cercava, figli di vite
passate... diceva che prima di conoscerla si era chiesta se l'idea di
certe religioni sulla reincarnazione fossero vere o meno. Se
cèra un oltre, come un piano di esistenza dove si stava
prima di
reincarnarsi. E non ti dico il suo terrore nel pensare di reincarnarsi
ed esistere nei paesi peggiori al mondo, con la possiiblità
di
nascere donna uguale senza possibilità a essere data per
matrimonio e fare figli, e appareire come una DONNA come gli altri
pensano... il suo terrore sulla rinascita era questo. Rinascere in un
luogo peggiore dal sonno lento, religioso e becero dove aveva vissuto
per uno ancora più terribile dove l'unica
possibilità di
un pò di considerazione è essere e dare cosa lei
non
voleva... Per questo desiderava che la sua anima venisse cancellata.
Perchè diceva che dopo secoli,l ancora la vita era uno
schifo se
donna e on lo accettava. Ma aveva terrore anche di uccidesi in modo
duro e fisico, doloros da soffrire tre volte tanto qianto in vita...
"..."
"E quella amica, l'ultima persona con cui parlò prima di
relegarsi nella sua tristezza, per la delusione... aveva deciso di
allontarsi da tutti quanti le portassero dolore e delusione, lei fu
l'ultima persona con cui interagì... e prima parlavano di
molte
cose, Lei per capire e sentire altre campane sulla questione magia
piano non materiale e quella perchè diceva di sapere molte
cose... E parlavano di vita precedente.. E se cèra qualcuno
di
speciale che aspettava di
rivedere. Per me se cèra qualcuno è morto molto
prima e
magari avevano delle cose da fare, tanto che Lei sentendo per quelli
che secondo me erano poteri, lui era morto, aveva compreso
inconsciamente di non avere scopi ulteriori... la sua vita esisteva per
un motivo che ormai non poteva andare avanti da sola, chissà
per
cosa, e non essendo come gli altri, accettando le cos enella lsita
della spesa, si disperava... Aveva dato a quella amica il beneficio del
dubbio cercando
di saperne di più e capire se qualcosa fosse vera o meno. Se
i
lfatto di Rò fosse uno sbaglio o meno. Diceva che non sapeva
se
fosse normale, che fosse stato l'unico a cui sentiva di
avvicinarsi, ma
non per quello, che il suo non sentire di fare e dare fosse per qualche
ragione del tipo oppure . E si dannava
perchè non
comprendeva se stessa, si chiedeva ... Aveva sperato che al mondo
esistesse
qualcuno che facesse parte di quella mancanza o vuoto che sentiva
dentro, che proveniva da qualcosa di distante, lontano.... mi chiedeva
sempre cosa pensasse e sentisse chi come me non ha problemi ad avere
relazioni anche fugaci, veloci, solo perchè piace o si sente
di
vivere le cose subito, e con chi si preferisce. Diceva che
non
capiva
perchè per tutti lei fosse sbagliata perchè non
sentiva quello che dicevano essere normale. Non sentiva i bisogni che
loro dicevano che dall'adolescenza in poi erano normali e presenti.
Perchè dovesse sentirsi sbagliata come la facevano
sentire, perchè non ci fosse nessuna persona maschile che la
portasse
ad
avvicinarla e averla vicino. E parlo a livello di relazioni
sentimentali e sesso. Il peso che le avevano messo di sopra,
perchè non aveva fidanzatino da ragazzina, fidanzato mentre
cresceva, non avev ainteressi e voglie di fare fidanzamenti come tutti,
o dopo sposarsi e fare figli, come dovevano fare tutte. Era
naturale le
dicevano. Era il raggiungimento del tutto di ogni donna, si sentiva
dire, ancora di più fare figli, ma ovviamente dentro un
matrimonio. E lei non capiva perchè per le persone fosse
così impossibile, come Rò le rimproverava, non
provare
desideri e voglia di sfogo con un uomo. Ma desiderare Amore. QUello che
definiva con la A maiuscola, senza vincoli e organi di mezzo. E poi
avvennero le situazioni
che la portarono a odiare quello, e la vicinanza delle
persone.
si
fidava di noi, come uomini, perchè comprese che non eravamo
come
gli altri, che non avremmo mai fatto nulla di male e con l'Accordo,
stava al sicuro perchè io sono un Signore vero, la parola
data e
le promesse sono sacre... vedendola però fare versi di
derisione
e ironia
"Mph.... mph..."
"...Vincolanti.,,! con disappunto " ma non trovò mai
risposte, ne
qualcun altro che potesse spingerla anche solo a studiare la cosa,
qualcuno che come con Rò, la facesse avvicinare e sperare
che le
volesse bene a tal modo da accettare la sua vicinanza, senza
ciò
che potesse e sentisse di dare e fare. E quindi decretò che
sicuramente non poteva esistere qualcuno del genere.Sentiva tutto come
colpe e paccati, che si era ammalata per la sua decisione di essere
incapace di proseguire per cosa voleva veramente e invece era rimasta
ada ccontetare chi le urlava contro. I suoi peccati e seppur per molti
andarsene, quindi morire, significava fuggire, per lei no. Significava
non provare più dolore che la colpiva come viva, si, ma
anche
chiudere le sue colpe portandosi i peccati dietro... Chi, diceva,
è pronto a privarsi di qualcosa come quello, una relazione,
figli, il ocncetto del sistemarsi restando felice di averti, al
suo
fianco? Chi? Il concetto di Amico per lei rimase valido con noi, ma si
impose dei paletti perchè la fiducia esistesse con il suo
interagire con gli altri, ma non permettesse mai a nessuno di spingersi
oltre e tentare di avere cosa volesse... anche perchè,
addestrata e preparata, non è stato raro qualche danno a
livello
genitale per certi soggetti, che sono rimasti.. Mh... con il membro
come la lingua di un serpente. ma questo tu lo sai, fu una lezione che
volle impartire a quei soggetti che avevano fatto tanto male, che
dovevano vedersi e ricordarsi della cosa"
"Si, lo so"
"Amava gli esperimenti, osservare, capire vedendo e... ma su quello non
ne voleva sapere. Seppur diceva che non trovava niente di sbaglaito o
sporco nella compagnia di un accompagnatore. Questo perchè
fu
lei a spingere Madame a integrare la controparte maschile nei suoi
Servizi. Anzi, ridendo mi riportò un ricordo.
Aveva una
collega
di corso molto più grande , che alla fine si era lasciata
col
marito, era andata nella casa della madre rimasta vuota,
lasciando
lui perchè non aveva diciamo fatto vivere a questa donna un
matrimonio sereno. E questa donna era spumeggiante, vivace, pronta a
rifarsi dopo decenni di matrimonio, non bello ma aveva
stretto i
denti
per i figli. Come carattere era ciò che non era Lia, per
intenderci, quindi aveva trovato uno scopo, una motivaizone per dire ed
essere una persona nuova. Una volta grandi e
fuori
per lavoro o studio lei decise
ciò, e i raccontava come questa a casa della madre
avesse
voluto che le sistemasse il computer, quindi lei si era vista per
amicizia accettare di fare da tecnico informatico gratis, scoprendo nel
mentre foto di questa nuda, che mandava a uomini che
conosceva
nelle
chat online. RIcordo ancora come diceva con la faccia che non
faceva
neanche se vedeva un uomo totalmente nudo... e io ridevo sempre. E come
questa sua
collega fosse grintosa al punto da parlare, mandare foto e volersi
incontrare con gigolò, e come fosse sorpresa del
fatto che
chi
sappiamo non avesse nessun giudizio sulla questione. Questo
colpì la collega, perchè altri avrebbero
giudicato, ma
anzi le raccontava molte cose. E ricordo che parlava di due cose. Una
dove le faceva compagnia un tot di tempo e quest ale
mostrasse i siti degli uomini che si prestavano come accompagnatori.
Ricorda come molti sembravano pescivendoli della domenica vestiti male
e inguardabili, perchè diceva . Mentre altri erano ben
vestiti,
addirittura
stavano
davvero bene, e quella collega le disse qualcosa
tipo .
Lei confermò che poteva andare
anche così, se non fosse che alcune clausule del sito le
fecero
storcere il naso. Dicevano che nel caso di sesso, si riservavano
l'opzione di non accettare, per questo uno degli elementi da mandar
loro era anche una foto, così da decidere se, come disse
scherzando ma non troppo lei, la cliente era bombabile o meno. E questo
le fece capire che forse in nessuno potesse esserci un buon amico senza
pregiudizi o altro. Ma sperava che la personalità
secondaria..."
"Potrà decidere per sè, no?"
"oh, si, ma vorrei solo spiegarti queste cose, per farti
capire
che
anche con quelle clausule, anche con comportamenti sbadati e non
veramente voluti come Gask, per un atteggiamento dato dalla vita a cu
isi è abituati come quella ragazza, non sempre si
è
così e basta. Tu stessa non sei come appari agli altri, ma
una
parte te stessa, una come vuoi apparire come mio secondo e
Veròna, e l'ultima per tenere gli altri lontani.
Se
permetti a
quegli squarci mortali nell'anima di avere la meglio, se sono quelli, o
cosa hai visto e capito col nostro lavoro, perderai persone che
meritano quello che sei... Lei diceva sempre E ricordi quale fosse il
suo Sogno?... Creare
il
posto
per lei con le sue mani e lasciare un testamento che fosse veramente
tale, rispetto i figli. Essere, esistere e andare a letto col sorriso
sapendo che cè un risveglio che merita
un altro sorriso, impegnarsi, anche affrontando tutti i problemi ma
senza tutto il ninete, il vuoto,il dolore che ha vissuto. Dopo la
gente, dopo Zay e le sue parole, quella gente che diceva era quello che
diceva, decise di mandare tutto al diavolo e... diceva che aveva
vissuto anche troppo, che tutti l'avevano plasmata rovinandola, che si
sentiva una morta che camminava e attendeva solo il suo momento.
L'avevano resa alla fine una non persona che odiava tutto, non
accettava cosa avevano fatto rovinandola e da semplice constatazione,
e mentendo dicendo che ia avevano detto o fatto...semplicemente stava
spettando la morte. lei no naveva come la gente
che si definiva normale, i traguardi definiti .
No
figli, non si sentiva ne vedeva come madre, e non aveva
intenzione di
rovinare qualcuno come avevano fatto quelli, che nella
realtà
dovevano essere . Diceva
smepre chen on
aveva
avuto
mai qualcuno che fosse tale, solo persone che volevano cambiarla con
l'immagine che avevano, sbaglaita, di una persona normale. Dovette
arrabbattarsi con difficoltà e forza d'animo contro cose e
perosne, per cui non aveva aiuto perchè tutti
ciechi, e anzi le
davano colpe non sue per le situazioni, e situazioni per cui non era
preparata e istruita. Non voleva relazioni a tappe come fidanzamento,
matrimonio, figli... per lei erano le catene della società
perchè
diceva che se finivi in quel circolo non potevi uscirne più.
Bastava vedere la gente che conosceva e aveva compreso cosa
significasse essere donna, non sposata ed etichettata, o
sposata
con
pesi e oblbighi cancellando se stessi per altri. Il suo rammarico per
cosa vedese, sopportava addosso o su altri come lei, era
così
grande, vista la sua vita contro quella di chi le aveva rotto pezzo
dopo pezzo fiducia, speranza e tutto... Zay le diceva che non doveva
vedere gli altri, eppure si lamentava che constatando quel poco che
voleva, gli altri lo ricevevano, persone marce dento che
erano
accolte
con calore, abbracciate e trattate come figie, e lo vedeva
che in
quel
caso i sentimenti erano veri... mentre lei sentiva solo freddo e vuoto
da tanti fronti. E aveva scelto di finirla lì, di fermarsi
perchè aveva capito che poteva lottare quanto voleva,
perchè le avevano messo paure di esser giudicata, di fare
errori
e sbagli come se proprio questi non ti formano, di essere una perfetta
bambina dei sogni di ogni madre... ma non
avrebbe mai avuto neanche quel poco che vedeva vivere agli altri...""
"..."
"... odiava il concetto della famiglia per cosa conosceva della sua e
sapeva di altre. NOn considerava mai da piccola a cresciuta i genitori
come tali, solo persone con cui conviveva in quella casa.
Così i nonni. Quando ne morirono due, lei non pianse ne si
sentì piena di dolore, niente. L'unica cosa, fu che con uno
aveva visto cosa significava essere malati e che la famiglia badva a
te. Tenerti legato con flebo e medicine senza lasciarti andare,
facendoti vivere ogni giorno di agonia e dolore per cosa hai. Aveva
visto i giorni di quel nonno nel letto, obbligato a star zitto e
subire, cercando di tenerlo vivo per il loro egoismo, nonostante
urlasse che soffriva e voleva l'aiuto per andarsene. Non voleva
esistere altri giorni in quel modo, soffriva ed era un supplizzio.
L'altro morì in pochi secondi e per quella volta fu anzi
sollevata di non vedere la stessa cosa. Sua madre era fredda
e anaffettiva, che non la seguiva esempio come vedeva nei film, non la
metteva a letto da bambina e non le parlava. Ci andava da sola, massimo
il padre, lei non fece mai niente di ciò. La picchiava
malissimo per qualsiasi cosa, se non capiva esempio qualcosa in
generale o a scuola e magari necessitava di qualche spiegazione per lei
migliore, era picchiata e definita tarda e una piaga. I rimproveri e le
urla, lascia stare. Aveva però come delle immagini di
qualcuno davanti una specchiera che le dava una spazzola, e un'altra
volta come se lei fosse piccola e si sedesse più in basso
della persona, anche questa seduta, e con la testa sulle ginocchia
sentisse delle cose dell'adulto. Non si è mai spiegata cosa
fossero quelle e altre immagini che le giravano nella testa, ma sapeva
solo definire quella persona come madre. E un senso di pace,
tranquillità, sicurezza che con quella con cui viveva non
cèra. I genitori che aveva erano sordi e ciechi quando lei
aveva bisogno, chiedeva, mostrava di cercare attenzioni ma se qualcuno,
chiunque diceva che aveva fatto questo o quello e a loro non era
piaciuto, vero o falso che fosse, la picchiavano, rimproveravano,
trattavano duramente che è cresciuta con complessi, paure,
terrori, insicurezze e altre cose da credere che i figli degli altri
fossero migliori e superiori a lei e lei... non era capace di fare
niente. E non aveva rimpianti quando ci seguì restando,
anche se temeva che anche da morta potessero dirgliene contro, diceva
di peste e corna, per cosa aveva portato di doloroso secondo loro nelle
loro vite. Sapeva, diceva, che avrebbero detto sempre e solo, morta di
mano sua o meno, che li aveva lacsiati col dolore, ma il suo... nessuno
vedeva niente. E così non voleva che esistessero
più le famiglie. Posso dire però che con quel
vecchio alla Fattoria... beh, sembrava quasi considerarlo come un
padre. Forse perchè lui si comportava in maniera che per lei
significava essere padre? Resta il fatto che una persona che desidera
solo morire, cancellare se stessa, eliminare come facev ala sua
infanzia e il concetto di famiglia... significa, eh?"
Lia
si trovava nella stanza con quella gentaglia, con Zay e Ric. Si erano
decisi ad accoglierli nel loro magnifico villaggio? Accettati un paio
de marron glassè, pensò, visto che erano sempre
trattati
con le pinze, e pure quella gente si era permessa di prendere Lia e
parlarle per sapere cosa voleva fare rispetto a quei due.
"Ritengo
che sia stato solo per quei due, e non certo per un vostro vivo
interesse, pertanto il mio essere qui non ha alcun senso, e penso che
lo capiate anche voi. A che pro? Io sono solo l'amica, l'arbitro per
trattare con lei quando avrei voluto mettervi una bolba sotto le sedie
e farvi volare come fanno gli idioti nei giardini contro gli scaraggi!
QUindi, con permesso, io me ne torno nella fogna da cui mi avete presa
perchè, tra i due mali, preferisco il vecchio" guardandoli
col
mento alzato e gli occhi abbassati su quelle facce, dietro quel lungo
tavolo. Quei
tacchini stavano vestiti da snob dietro quel tavolo, mentre lei era da
sola di fronte, e tanta gente enlla stanza a guardare, tutto intorno.
“Che
senso ha, vorrei sapere, il mio essere qui se poi continuate a fare i
migliori, quando siete schifo come là fuori. Se fosse stato
il
contrario, se lo schifo fosse stato là fuori e avreste
dimostrato davvero differenze sostanziali, allora sarei stata contente
per quei due. Ma se esistete davvero e siete questo..:" detto con molti
disgusto "allora per me potete crogiolarvi in questa latrina. Non
è molto diversa dall'altra...”
Avendo
un mentello nero come quello che le piaceva, che nascondeva il suo
volerli strangolare uno per uno e mozzicarli sul collo, tenne a freno
le mani, raccolte a formare un triangolo.
Mentre
quelli ribattevano, erano entrate delle persone e Lia fece un gesto con
la testa stizzito e si voltò per avviarsi alla sua destra,
poichè la porta era là, finchè non si
fermò. La gente che era entrata pareva dover dire o fare
qualcosa, ma lei restò di sasso vedendo uno di essi. CHiuse
gli
occhi in uno strano modo e dopo aver fatto un respirò li
riaprì. vedendo che anche Lui lo aveva fatto. Lo
fissò
così gelidamente che il silenzio era più rumoroso
di
mille parole. Poi
gli disse qualcosa, che solo lui capì, in una lingua e fece
dietrofront verso una porta-finestra che dava un giardino.Prima
che potesse dire qualcosa, lei agì di testa sua e senza dar
conto a nessuno, mentre Lui la seguiva per aver compreso il "vieni con
me".
La seguì, metnre la gente restava incerta a guardare.
Alcuni passi otlre, verso quel giaridnetto, lei restò a
dargli la schiena mentre Lui no nsapeva che dire.
Un
attimo
un senso di dejavu
SI, si disse, è vero. Un altro sogno dove pareva svegliarsi
e
riconoscersi in essi. A volte accadeva del tempo prima di svegliarsi,
in altri se ne rendeva conto eppure continuava modificando
come
nelle visualizzazioni le cose ove poteva
E di nuovo una cosa simile
Si voltò a fissarlo, dura. Lo sentì continuare a
dire delle cose ma lei stizzizita disse solo una cosa.
"Bugiardo!!"
"Che vuoi dire?"
"Quel che ho detto. BUGIARDO! Non ho intenzione di crederti, di credere
ancora in una tua promessa, non di nuovo"
"NOn...cosa dici? Che tipo di promessa ti avrei fatto? Come ti ho
ingannato?"
"Mi sembra di cadere all'inferno quando sento le tue parole
ricominciando ciò che ho lasciato là fuori e ora
qui...
basta!"
"Cosa... perchè ridi adesso?"
"Rido..." fece lei facendolo però amaramente
"perchè per
me non cè mai pace, tutti mentono o mi deludono e non
cè
nessuno che possa amarmi, ma non amarmi nel termine normale ma Amarmi
per come sono, chi sono, e cosa posso e non posso fare e dare. Per
tutti io sono una delusione o fuori dal mondo... e poi le tue bugie...
e immagino che no avresti neanche il fegato di amarmi al tal punto da
uccidermi e darmi l'unica cosa che voglio? Oh, no certo.
Finchè
non toccano il vostro orticello e il vostro pensare del cazzo egoistga
e stronzo, sugli altri per giunta... l'unica cosa che potresti fare di
nuovo è... uccidimi e basta. Adesso che sono lontano da
loro,
potrei farlo io ma..." avanzando e guardandolo negli occhi "significa
meno se lo fai tu!"
"..."
"a questo punto... la nostra tortura infinita finirà!Cadiamo
all'inferno insieme e roviniamo anche quel posto, divertiamoci con i
diavoli e gettiamo tra i dolori atreci le fecce che vi sono... o temi
che, seppur al mio fianco non vale la pena di cadere dall'inferno e,
ammucchiare quella spazzatura una sull'altra non creiamo un cumulo
così alto da uscirne e riderci sopra? Siamo niente fino a
questo
punto?"
"se no nfossi tu penserei quanto sia folle tutto questo"
"Quindi..." fece lei scostandosi di qualche passo indietro come una
delusione totale "Non lasciarmi viva. Spariamo insieme... che
sarà il tuo ultimo tributo a me. O non valgo per niente?
almeno
fai avverare questo desiderio! Non voglio niente oltre a
questo.."
":.."
"patetico! Avrei anche potuto dirti sinceramente con affetto... Grazie
per essere stato con me fino ad oggi. E' valso tanto per me. Ma tu,
come Zay, come Phib, come tutti siete ipocriti, egoisti e buonisti. Chi
no nvoleva scoltarmi, chi mi diceva cosa dovessi fare perchè
era
giusto, chi pensava ai cuoricini e e stronzate sull'amore... ecco
perchè sono rimasta sola e ho abbandonato tutti.
Perchè
fosse per me vi avrei preso a calcagnate in testa da ora all'inferno e
ritorno, perchè se dico questo sono cattiva io... non
meritate
tutti un cazzo e chi resta sempre e solo col culo a terra sono io! Ora
che sono lontana da quella gabbia, anche questo... Ma andate a fanculo
va!" sbraitò contro di lui e guardando tutti ancora nella
sala,
entrò e proseguendo verso la porta non
scansò chi
non si toglieva dal suo cammino dando spallate a chi non si spostava.
Lia
si svegliò. La sveglia suonava e si era accorta che era di
nuovo
un altro sogno, un sogno slegato dagli altri. Constatgando che fosse un
sogno che tornava identico ma aveva cambiato, e non cèrano
Milan
e gli altri ma mischiati a persone del suo passato, qui
cèrano
solo i due che conoscevano, quelli che loro volevano incontrare e
sempre qualcuno che lei sembrava conoscere.
"Ancora... devo sopportare non solo quelli che si definivano famiglia
sempre nei miei incubi ogni notte, ma anche questo..." stringendo con
le mani le lenzuola
"Finalmente ti trovo..." fece Milan entrando nell'ufficio che le aveva
assegnato nel piano che ospitava il suo, quello che aveva dato a lei e
poi
dei Veterani, uno grande con tante scrivanie a quadrato, seguendo la
stanza e un'altra simile per i Vecchi, quando si decidevano a tornare
dalla Fattoria. Non era personalizzato ma aveva scelto dei mobili
parecchio lavorati, senza fiori e simili, in legno pieno e colore
naturale. Libreria, armadio, alzatina, tavolini, un paio di sedie in
legno e pelle e piante. E quadri. Una parete con foto e ritratti di
donne nella storia che erano state loro stesse fin nel midollo da
lottare e alvorare come fossero pari di un uomo, cambiando storia e
anticipando i tempi, che però erano più lenti di
una
lumaca rispetto alle menti meno cretine, come Lia diceva sempre.
Una scrivania antica in legno di mogano troneggiava parallela alla
parete con le ampie finestre che davano sul giadino posteriore. mentre
Lia stava seduta ad una poltrona sedia dirigenziale stile Luigi XVI
rivisitato vittoriano, in legno e pelle artigianale, di rovere massello
tinta noce scuro con seduta bombata e schienale in pelle
imbottiti, con schienale con ribattitura manuale dei singoli chiodi
mentre ogni bordatura, cornice, braccioli e piedi, quattro, erano
intagliati con motivi vari. Non avevano trovato nulla che si abbinasse
alla scrivania più austera e senza foglie o fiori fronzolosi
che
a lei non piacevano ma quello cèra, e si era dovuta
accontentare, non avendo avviato da molto le botteghe per crearne di
nuovi, con mobili antichi preesistenti. nessuno collimava con l'altro,
erano tutti stipati in stanze che non usavano a rpendere polvere, e di
acquisti precedenti per evitare che finissero al macero o come legna da
ardere per panifici e pizzerie. Una piaga che in pchi conoscevano ma
per pagare meno la legna trovavano quei sotterfugi, acquistare legname
rotto apposta da mobilio definito -vecchio- gettando tutto, che
chi puliva le case sgomberandole prendeva con sè e rivedenva
a
chi cercava a niente materiale ligneo. E non certo per restauro e
creazione.
"Milan... qual buon vento ti porta qui? Pensavo che fossi... uh!... con
Patricia? Pamela? COme si chiamava la fosca tinta che ti sgambetta
vicino per la festa in America?"
"Perchè dici fosca a tutte quelle che per te sono tarde?"
"Forse perchè lo sono, e l'unico pezzo di discorso non
sconclusionato intervallato da silenzio o "-beh... mh... si...
beh...- che sanno fare alcune, perchè di tutto
ciò che
si può parlare a questo mondo dalla scienza, alla storia,
alla
letteratura, alla musica, tutti i generi ovvio, al..."
"OK, ho capito. Sono accompagnatrici, non puoi sperare che siano...
preparate come te, su varie cose da non cadere in un silenzio
imbarazzato in qualuqnue argomento si tratti. Tranne il calcio..."
"Il calcio è diventato uno schifo che non fa testo..." fece
lei
con un'espressione schifata mentre era intenta a scrivere a pennino di
vetro e inchiostro su un fogli odi carta, di pregio e non comune,
qualcosa. Lei, nonostnate attestati, capacità informatiche e
non
approfondite negli ultimi anni per i suoi malesseri, non stampava
più quasi mai, ma scriveva. le stampanti erano in un ufficio
dedicato alla segretaria di Milan e solo lei e i veterani
aveva
comparti tecnologici a vista. Milan e Lia li avevano ma laptot e
nascosti in cassetti segreti nell'ufficio.
Lei scriveva sempre, qualsiasi cosa. A mano. Tutto. Era uno degli
emanuensi che si prendevano la briga di riportare ogni elemento, cifra,
fattura, dcumento, contratto, registro, diario e via dicendo in pesanti
volumi che stavano tra i venti e trenta gradi inclinati su appositi
leggii in legno, per riportare i dati da dispositivo digitale o foglio
stampato. Questo per avere per qualunque necessità, un
corrispettivo cartaceo e custodito in un luogo controllato anche nelle
temperature qualora per qualsiasi motivo un giorno i sistemi o la
corrente impedissero l'accesso ai dati. Lia diceva smepre gettare via
la cara carta e penna allegata era un sacrilegio, perchè
l'arte
della scrittura, dello scrivere proprio qualsiasi cosa, da un pensiero
a un atto o altro, era importante sia per chi lo eseguiva, per la
memoria, che per le capacità di scrittura appunto. Oltre che
manifestare l'umano. Gli animali impiastricciavano con fango e colori
se glieli mettevi vicino, raramente come i gorilla o
scimpanzè
sagaci mettevano su supporto qualcosa come faceva l'umano.
La gente con
pc e smartphone aveva quasi abbandonato l'arte calligrafica, l'amore
per lo scrivere anche una lettera o una cartolina o qualcosa per
qualcuno a cui tenesse, di tenere la mente allennata preparando
registri e ogni cosa per poi riporli. A volte la memoria giocava a modo
suo, tornava anche solo rivedendo una pagina scritta dalla mano, un
record rimadava a quella situazione riportata o rivedere e rileggere un
testo scritto per altro o verso di se era qualcosa che nessuna cosa
digitale potesse mai superare. Ma non era così per tutti. Ed
era
cruciale avere una sezione sotterranea delle casseforti con ogni dato
ben scritto e conservato.
"Dimmi, bimba, hai questa mise per un motivo oppure anche tu, come il
sottoscritto, diventi sempre più incline alla vera moda e
raffinatezza giornalieri...?" con un sorrisone.
Lia alzò gli occhi, solo quelli, nel modo che faceva quando
studiava qualcosa o qualcuno, o volesse catalizzare tutta la sua
attenzione prorprio su qualcosa , o giocava a recitare la parte della
persona misteriosa che sa tutto e conosce ogni cosa. Che è
come
una Custode di segreti e ascolta qualcosa di divertente mentre ride
sotto i baffi, con arroganza e spavalderia di una regina. Comunicando
con il solo battere impercettibilmente le palpeblre per alzare gliu
occhi verso il focus che le interessa, portando le ciglie contro
l'arcata sopraccigliare.
Lei alzo un mezzo sorriso che pareva non di scherno ma che si stesse
trattenendo nel non farlo completo.
"Dimmi, Milan... quest'oggi il sole che tipo di giornata ha salutato?"
"Ah, la metti con poesia?"
"No, la metto come una domanda educata, per non dirti che sei parecchio
sovrappensiero, noto..."
"Riguardo cosa..." fece lui avvicinandosi di fronte a lei alla
scrivania. Lui in impeccabile doppiopetto con elementi vittoriani e
bastone. I capelli legati alla francese, con coda bassa e il resto
sciolto contro la schiena, qualche ciuffo
a incorniciare il viso. Come al solito sembrava uscito da un quadro
antico.
Lia mise da parte i fogli, inserì il pennino di vetro nel
calamaio, nel serbatorio con acqua pulita per la pulizia e non in quell
oaccanto con l'inchiostro, che aveva un tappo argentato per preservare
il liquido. Sistemò ai lati tutto e poi poggiò le
mani
sulla scrivania, con una sorta di sorrisetto comprensibile solo a chi
la conosceva e quello sguardo aperto e attento. Facendosi leva sulle
mani si alzò con grazia e andò alla finestra.
La battuta sulla mise di Milan era dovuta al suo abbigliamento.
Indossava uno degli abiti che preferiva, dell'ultimo triennio
dell'ottocento. Giacca stretta con collo molto aderente in raso contro
il cotone del totaqle che fasciava a V la zona del collo fino alla
scollatura, chiusa da un fiocco della stessa sezione. Busto a V
terminando a punta alla vita e più corto ai fianchi con i
bottoni nascosti dal fiocco. Ai bordi finali della giacca seguendo la V
a punta una serie di rouches di pìzzo. Le maniche erano come
le
piacevano, se non strette fino al gomito, poi ad allargarsi a pagoda,
erano invece strette fino al polso come una sigaretta con poi un tagli
oalla francese, una L che dal polso andava aprirsi una zona che non
arrivava al gomito da cui partivano rouches di pizzo e arricciature
alla francese. La gonna era composta da una gonna di base con rousches
come la fine della giacchetta, una sovragonna intermedia che a
semicerchio scendeva dalla vita fino a poco sotto le ginocchia con
piegature laterali che formavano una cascata di raso contro la gonna di
base in cotone, fermata nella arricciature da una fascia in cotone
arricciata alla francese. La sovragonna finale era aperta a V, partiva
qualche centimetro dopo la V finale della giacca per lato e andava ad
allungarsi dietro in uno strascivocon pieghettature per dare volume e
decoro, lasciando tutta la zona centrale fino ai fianchi aperta per
mostrare le gonne sottostanti. Dietro era più semplice di
molti
modelli. Invece di avere varie sezioni da sellino a semicerchio o
arricciate o altro, aveva la zona della giacchetta che si allungava
fino a fine del sedere, benchè non si potesse vederee faceva
un
semicerchio con rouches nei bordi e un grosso fiocco sulle reni. La
zona sotto delle maniche mostravas una sorta di coda di topo decorativa
e poi la sezione alla francese a L delle maniche con i pizzi. La
sovragonna superiore aveva un ulteriore livello come uno strascico
sopra che partiva da sotto la giaccheta dietro fino a terra.
Tutto
l'abito era color avorio, come il primo che indossò come
Veròna, più largo di
gonne però cme una decina di anni prima come stile, che
aveva
iniziato ad indossare quando giocava la notte con gli ospiti al ritorno
della Strega della Dimora.
Veròna, sebbene esistesse
da poche settimane, necessitava in particolari circostanze di abiti in
foggia antica, non doppiopetto o abiti di stile maschile con
impemeabile da stalker anni cinquanta e cappello. Quello era un suo
stile, così come gl iabiti non degli anni sessanta
dell'ottocento come l'abito avorio di veròna ma le decine
successive, più filiformi come linee.
. Gli abiti di Veròna come strega antica e
padrona della casa avevano come stile abiti ciò che la gente
pensava fosse la moda dell'ottocento. Abiti ampissimi e pieni di
fiocchi, ma non era così. L'ottocento aveva visto sulle
cinque
diverse tipologie di stile di abbigliamento solo per la donna e
Veròna indossava il penultimo, Lia l'ultima, che si divideva
in
tre fasce solo per la forma della gonna da più a meno larga
finjo a diventare tubolare sul davanti.
le persone sbagliavano sempre e dicevano come abiti dell'ottocento
-quelli con le gonne grandi come tebdoni da circo.
Veròna e Lia come stili confutavano
ciò,
niente abiti pomposi e impossibili alla Sissi, eppure erano maestosi e
preziosi nella lavorazione e ricchezza di ivelli di stoffe sovrappone
che davano all'abito movimento e decori senza restare bloccati contro
gli stipiti delle porte per il cerchio.
Milan stesso vestiva più entro i primi dell'ottocento come
richiamo che non dopo.
E per apparizioni, feste e impersonare Veròna, Lia appariva
gran dama
vittoriana con accenni francesi, visto il luogo dove vivevano o per la
storia che avevano creato, con l'uso non del cronoline, non del
crinolette più tardo, ma l'ultimo utilizzato prima che la
moda
del nuovo secolo portasse via tutto ciò, dimezzando la
portata
del busto e accessori per i fianchi e posteriore. Il bustle, o sellino,
che seguiva più il suo stile e non gli abiti nella mente di
tutti che erano più come alla Sissi, ampissimi e
ingrombranti.
Lei amava abiti dell'ultimo periodo prima del novecento, che rendevano
la figura non grossa come un pallone aereostatico ma più
statuario, longilineo, e come diceva Milan, più astero.
Più ampi erano gli abiti, più non le piacevano
molto.
Quando Milan glielo chiedeva, utilizzava la versione moderna come per
il sellino del crinolette, che portava l'ampiezza della gonna solo
verso l'esterno, quindi un semicerchio e rendeva gli abiti nella zona
anteriore più paralleli al pavimento, livelli di gonne o
sovragonne che non dessero volume. Ma non esagerava mai troppo. Senza
l'uso di questi -oggetti necessari- come soleva dire il sarto di
teatro francese che glieli cuciva prima delle botteghe, apparirebbero
ridicoli come gli abiti comuni ed economici di carnevale senza forma o
orrendi alla vista. E per Milan, come diceva, -come per i politic,
l'apparenza è la chiave principale perchè molte
porte e
molte orecchie si aprano. Sono necessari-.
Perfino per le feste a tema lei optava per abiti meno gonfi. Anche per
la festa in stile carnevale veneziano, che piaceva molto e Milan aveva
deciso di estenderlo ogni mese, dove si indossavano abiti classici
settecenteschi, come a Venezia. Le mani erano come piacevano a Lia,
almeno quello diceva, semi pagoda o Ovale con livelli decorativi che
scendevano. Pe ril resto i panier per i fianchi creavano gonne
veramente fastdiose, che lei non amava.
Prediligeva abiti che seguivano la forma e non come sacchi di patate
addosso, come diceva sempre, per tutti i tipi di abiti che non fossero
come per Sissi appunto, con una vita strettissima e poi un pallone
sotto. Abiti in stile impero o lineari o greci o che fossero troppo
larghi non le andavano a genio, voleva muoversi si, ma non amava che
gli abiti andassero per i fatti loro per come si muoveva, come si
sedeva, vento o altro. Preferiva che restassero per come erano stati
disegnati, quindi nelle prove per decidere lo stile per le sue mansioni
e Veròna era stato chiaro che non si sarebbe discostata dal
periodo vittoriano, ultime decadi.
Anche quando vestiva in abiti francesi settecenteschi, seguivano
più la moda reale classica francese che non quella
veneziana. Ve
ne era uno che preferiva. Scollo quadrato, corpetto in disegno damasco
argento su tessuto azzurro scuro, con decori in rilievo argento
ricamati sopra, tutta lazona anteriore da spalle alla gonna
una
sola fascia arricciata alla francese di danascato azzurro e argento a
decorare la sezione del soprabito, mostrando al centro il corpetto in
damasco dello stesso tipo ma con brodature in rilievo a filo argento
alto cinque dita sul seno, foma a V alla vita e poi una gonna con vari
livelli di arricciature orizzontali fino a terra color avorio, con
decori in rilievo come il bustino sopra ogni sezione dei livelli che
arricciavano e scendevano. Le maniche erano dritte,partivano
dall'arricciatura del collo al gomito, un'altra fascia arricciata
divideva la manica dalla cascata di pizzo avorio francese che arrivava
al polso ed era largo e corposo alla francese. Le gonne seguivano un
panier speciale che non dava forme ai fianchi come due arance che non
le piacevano, ma semplicemente allargavano solo ai lati la gonna come
un abito ottocentesco, dalla vita con una cirva morbida che proiettava
la forma verso l'esterno senza bombature assurde. Il manichino che
utilizzavano per tenerlo sempre a disposizione, protetto con un
cellophanne apposito, presentava ai polsi nastri dello stesso azzurro
ma senza damascatura da legare con un fiocco al posto dei gioielli e
una collana con doppio filo di perle stile chocker nell'incavo del
collo con una perla pendente. In testa una specie di coccarda con una
piuma come piaceva a lei, utilizzava sempre delle piume, da una a tre,
piccole o grandi, nei copricapi o decorazioni nei capelli con stessi
tessuti e colori dell'abito. E i ventagli sempre con bastone e piume a
formare o forma del seme di picchi e a freccia, invece di quelli
classici in osso o altri mateirali intagliati e tessuto che si aprivano
con un gesto. Li usava più, ma quelli più per
Veròna.
Gli aibti classici del carnevale di Venezia erano più
appariscenti, con dettagli quasi caricaturali di quelli che lei
o lui indossavano. Sia quelli che vendevano agl iospiti, ricavando
qiundi dei
proventi, che quelli indossati dagli ospiti che portavano loro, erano
in stile venezianodel carnevale e
con colori vari, metallici o squillanti. Gli unici che vestivano come
francesi settecenteschi, come diceva sempre Milan, a
mò di
Re Luivi XI e madame de Pompadour come stile abiti erano lui, Lia, chi
lavorava per loro e chi acquistava i loro abiti. Lia gli diceva che
lui in verità sembrava più il Re Sole
per come si
atteggiava e appariva in abiti così ricchi di dettagli ma
anche
di qualità, e lui ribatteva che come stile sembrava proprio
l'amante del Re che la frivolezza dell'adolescenza di Maria Antonietta,
quindi come accoppiata erano perfetti.
"leva amante e metti partner di lavoro" diceva lei con un sorriso e lui
se la rideva, dicendo che era esattamente quello. Come si abbigliava e
le riforme, la definiva la Madame de Pompadour del dopo, quando smise
di essere amante del re ma consigliera, confidente, partner di tante
cose, spalla e sostegno. Amica. Le diceva sempre che la Pompadour era
diversa dalle altre amante di tutti i Luigi e altri re del passato
perchè lei amava la Francia, lavoreava per le riforme e il
nuovo
domani. Era amica di personaggi chiave nello scenario della tecnica,
scienza, tecnologia, filosofia, illuminismo e ammodernamento della
placida francia reale. Se avesse vissuto di più e avesse
avuto
meno drammi per la salute e le morti in famiglia, avrebbe fatto di
più, diceva sempre Milan, per poi dire con disgusto che la
storia fece più famosa per certi versi la volgare e frivola
nemica di maria Antonietta per altre cose, oscurando ciò che
il
Re stesso voleva fare con la cara Pompadour proprio per il suo regno,
ma che cessò tutto con la morte di lei.
"Non puoi dire che non è vero. Molti abiti che ho comprato
da
famosi atelier storici perchè ti andassero bene, sono
ispirati più allo stile della
marchesa che di... maria Antonietta, pure. Se tu dovessi
vestirti
come vestiva la regina nel periodo pazzo, direi che qalcosa non va...
ritieniti orgogliosa di essere invece paragonata alla marchesa che
veramente voleva fare tanto per il suo paese e che poi invece si
vide... sostituita, non nel cuore, ma sempre sostituira dalla volgare e
fastidiosa Madame du Barry, celebre per le quasi strangolature con la
regina Antonietta..."
"Ascolta..." fece Lia andando verso il mobile alla destra "noto che ti
sei dimenticato gli impegni odierni... vuoi che te li rinfreschi...
oppure devo andare io stessa nel tuo guardaroba a decidere cosa
indossare... non so un white tie, black tie, la versione optional, il
creative, il lounge, sempre però... in stile
Milan..."facendogli il verso, prendendo
un paio di bicchieri dalle ante sotto "e... oh!... dalla tua faccia
sembra proprio che per te ci sia vuoto... alle
quattro hai
l'incontro con il membro della Bundestag nella sezione Cdu..."
"oh, accidenti!... è vero... scusa, sono tornato da Toronto
e non ci ho pensato proprio a vedere le..."
"Ok, andiamoci insieme... ma prima!Due cose... Innanzitutto ho deciso
di appoggiarti per cercare le tre O a cui ambiasci..."
"Davvero? QUindi mi credi che esistano?"
"Mh, dipende... il problema è che tempi addietro e non come
adesso, qualcosa che un tizio X trovava se lo teneva e lo vendeva
lontano da casa, per non dare nell'occhio... o almeno chi era furbo...
Le tre O... l'oro di Dongo, l'Oro nazi che in alcuni docuemtni che hai
recuperato si trova spaziato in vari treni di settori ferroviari
segreti e che si dice alcuni gerarchi conoscessero... si dice che il
gruppo di Heinrich Muller, il senio official che riuscì con
altri a non farsi mai trovare, sapessero dove si trovavano e tu temi
che possa aver rivelare ai discsndenti o suoi collaboratori il luogo...
e per finire l'Oro del Vietnam, una fortuna che alcuni membri non
riuscirono a portare con sè con gli aerei quel giorno della
fuga
e che sono ancora là... non so se credere che ancora oggi
nessuno, neanche uno, li abbia trovati e li tenga ben bene per
sè o siano venduti o ancora... attendano qualcuno come te!
Ma
sappi che se davvero si tratta di opere d'arte, monete, oggetti
preziosi di perduta arte artistica e umana oltre che lingotti di
fabbricazione di guerra... cosa vuo ifare, venderli? Mi auguro non
fonderli..."
"Sei pazza? Non l ofarei mai, così come te... gli oggetti
artistici di vario tipo non devono subire danni o distruzione. Se li
troviamo, e sento che lo faremo, decideremo cosa tenere nelle
casseforti e cosa vendere per finanziare le casse per il Cambiamento,
la Mano e la Raccolta che condivido nel creare, il resto vedremo... da
dipende da cosa troviamo. I treni... tu sai il valore di quei treni e
non solo, dei settori ferroviari se li troviamo immacolati? Solo i
treni varrebbero una fortuna..."
"E li comprerebbero di Neri, presumo..."
"Se non sono come i focosi gruppi giovani che rubano dai
musei
cimeli originali... ma imamgina solo il tesoro del Vietnam che era in
prevalenza gemme, sporche di sangue per il loro viaggio o storia dalla
miniera alle ultime mani, ma sono gemme che non si trovano
più... il valore sarebbe alto, e ci permetterebbero di
ampliare
settori e operazioni che intenzioniamo fare..."
"Mi auguro solo che la tua ricerca non finisca in toto come baffetto
tedesco che sviò verso l'occultismo... già lo
fai, ma ti
prego, non cercare e perdere tempo e soldi, e speranze, per oggetti che
secondo me come la religione da cui attingono, non sono altro che
storie come le babilonesi per dare una morale e concetto... le favole
come quelle di Esopo esistono già e la gente ha fatto lo
schifo
per un LIIBBROO che dice cavolate su cavolate, e orrori
aggiugo,
che afferma che sia esistito qualcuno che non è mai tornato
e
oltre questo, miracoli e cose che oggi dagli anni ottanta non si spiega
per davvero se non -che mistero, non cè spiegazione- e poi
scopriamo che è esattamente come il resto che si pensava
gesto
divino... tutto spiegabile con la scienza..."
"...senti..."
Un consiglio ulteriore... per situazione come quella di adesso dove
cadi dalle nubi" riempiendo un
bicchiere con rum color ambra, e uno con vino rosso frizzante "sarebbe
ora che prendessi una donna che... ti sia come una moglie. Sai cosa
intendo per moglie?"
"Conoscendoti si..." fece lui ridendo
"E' che... sai, sarebbe qualcosa di molto prezioso per te,
perchè lasciamelo dire, e te lo avevo già detto,
è
meglio cercare qualcuna che non... attragga solo per le misure
e...l'incrocio dei suoi pali..." gli disse guardandolo negl occhi,
dandogli il bicchiere "Seriamente, hai bisogno di qualcuno che ti sia
come una moglie! Ma quella -moglie- come figura che ti sia
di supporto, aiuto, agenda, assistente alla preparazione, personal
dresser, consigliere..."
"Amica, fedele consigliera, supporto morale, psicologa, supporter,
analista, consulente d'immagine, partner di moltre altre figure...
averne una così! SOlo Madame potrebbe farlo, ma lei dice
sempre
che il suo settore è quello, come dici tu, di -commerciare
in
piacere-... e non riesce e non vuole cimentarsi in altro. Solo tu
sei stata brava da essere tutto questo..."
"Non iniziare, sai benissimo che io sono negata in tante cose. Non ho
una mente brillante, sono negata in varie cose... come la matematica,
sebbene con una calcolatrice una si adatta... le cose che faccio qui
per te, al tuo posto, sostituendoti perchè sei negato
più
di me, sono solo un aiuto perchè ti cavi dal casino che ti
sie
portato... da solo!" lo attaccò seria con il bicchiere in
mano, mentre quel pò di vino danzava all'interno
senza
uscire, mentre
lei si muoveva nel modo di fare tipico del suo paese, che Milan non
faceva "e lascia che ti dica una cosa! Io mi sono ritrovata con gente
con una testa vera, con capacità sopra le mie che erano
più adatti a svolgere alcune delle mansioni... ma tu no, la
suddivisione dei poteri non si può fare, o ci sono solo uno,
massimo due che sono a capo, o niente, ed è assurdo. non so
proprio come tu possa aver gestito questa gabbia di matti svolacchiando
in giro..."
"Non sono una lucciola..." rise, mentre i capelli del ciuffo e ai lati
seguivano i suoi movimenti, liberi e non legati
"ma voli sui bagarozzi bulbosi che usate qui con volo ascensionale, lo
fai lo stesso.... che tu non abbia alucce tipo poiana o Cupido o altro,
svolacchi lo stesso, dove ti porta il tuo naso intriso di
affari.
Sarebbe meglio, seriamente, se qualcuno di competente vi mettesse mano,
invece sono in crisi, dove anche Jd e i ragazzi dei veterani,
visto che i
vecchi sono alla nuova Fattoria a qualche chilomentro da qui e chi li
vede più, non arrivano! E io devo chiamare quella gente che
di
cervello ne ha per tre di me e chiedere, come di svolgere
certe cose!
peggio con conti e matematica, ma io con formule e regolette
matematiche... non adiamo d'accordo e mia madre mi picchiava sempre da
schifo per questo. Diceva che ero una piaga e una buona a nulla! Lo
dicevano tutti e guarda, infatti..."
"Ehi, se la metti così sembrerà qualcosa che non
è, e lo sai. Sappiamo entrambi, anche ricevendo tutti i
documenti su di te che le cose non erano queste, ma ti hanno messo in
testa pensieri errati. Da poco la IA sperimentale ha ricevuto la figura
olografica, lo sprite come lo chiami tu, e ha un supercervello che
potrai tranquillamente interrogare al bisogno. Voglio solo che le
perosne fisiche, quelle deboli che cadono rispetto a te in tante cose
pericolose, stiano con il cervello e le manine lontane da
certe cose...
e poi tu stai facendo un lavoro enorme anche come sperimentatrice... lo
so, mi dispiace, ma veramente non cè nessuna di quelle che
uso
per le facciate, che possa veramente essere anche solo tre
cos einsieme
dell'eleenco che hai fatto... tranne te e Madame..."
"E' assurdo, mi stai dicendo che è vero il detto che se una
è una bambolona è anche un'imbecillona?" fece lei
irata
dandosi una spinta sulle mani contro la scrivania e spostandosi di lato
superandolo, andando alla libreria "guarda questo settore" indicando
due ripiani "non sono affatto libri che... potrei leggere, che ho
letto, che raccolgono ad memoriam preziosa materia celebrale di qualche
grande personaggio del passato... sono tutti i casini che tu hai
fatto,
che sto risistemando in un ordine decente e facilmente
consultabile, e
questo è il malloppone in fila di registri... andiamo di
fronte.
Gli accordi e i contratti! Li abbiamo rifatti. Poi abbiamo..."
"Ok, ok... calmati. Sei piena di impegni? Affida qualcosa a Jd..."
vedendola scocciata "ricordati che sei qui perchè..."
"perchè mi hai convinta in ogni modo a continuare a
respirare per l'Accordo, perchè ti faccia da cavia..."
"tu sperimenti la blue box o scatola, le stoddarde o nanomacchine, gli
apparati di scansione e copia cerebrale per i lbene degli altri... hai
accettato per questo! Certo... ti ho anche detto che ero nei
casini,
perchè in pratica sto sempre da qualche parte per ragioni
sociali e politiche, e
perchè sei tu, e non ti piace un posto incasinato ma con
regole
e
cose precise, ti sei rimbaccata le maniche e...
"E la colpa sarebbe mia se sembrava di essere in un campo
nomadi?
Tende e bestie al pastolo nella sezione anteriore di una dimora antica?
Ttta la zoa verde si deve rifare, per ora i paesaggisti stanno
studiando tutto e cosa hanno lasciato i Vecchi e chi si era accampati
con le loro bestie... Serve solo che tu ti fermi qualche giorno, come
una pausa, e decidi con gli architetti pesaggisti dove vuoi
inserire le
sezioni di guardia con..."
"E le statue che stiamo facendo fare apposta, le composizioni, si,
si... ma speravo lo facessi tu..."
"Ah, no! Non iniziare, sei tu il Padrone di Casa, io sono la Padrona
della Casa solo per controllare, gestire e mettere regole. Ma questo
posto deve rispecchiare te, il tuo sogno e desiderio , che deve
riflettere poi cosa deve esserci nel mondo, non intendo mettere cose
troppo a mio giusto. Anche perchè in fatto di gusti siamo un
pò agli antipodi di certe cose... tu sei pacchiano, io per
fortuna no!"
"AH! Ok... Allora ricordami per favore l'appuntamento per cui tu
avresti preparato i miei abiti..."
"Seriamente? E la tua segretaria? Non cè un appunto o altro
nel tuo telefono di nuove generazione?"
"Dimentico sempre di scriverli..."
"Cercati una femmina che ti faccia le veci di una moglie, senti a me..."
"Ne ho già una che a detta di Alaric sembra dieci suocere in
una..." ridendo "a cosa mi serve dare informazioni e altro a
ragazze,
che poi sono brave solo con il buon gusto e... "
"Non cè un tripadvisor o qualcosa del genere per queste
tipe?"
"...basta" ternìminando la frase come se si contenesse dal
ridere
"Basta... oltre che pagarle e poi sfruttare ogni centesimo negli
alberghi di lusso, Torri e luoghi... parecchio danarosi che ti
piacciono... per carità, se son pagate anche per fare
quello,
fatti tuoi! Io sono una persona che concepisce libertà su
certe
cose, ma sai quanto spendi per alloggiare se sei con clienti
e affaristi
e non ti fermi nelle torri? Troppo! Poi quelle ragazze... ok, io sono
mediocre e non posso capire il vlaore che loro hanno per gli uomini,
ma secondo me è esagerato quanto prendono... ma facciamo che
tanto
diamo loro e tanto loro fanno rientreare nelle nostre tasche con il tuo
lavoro... ma mi dispiace solo di una cosa... che non cè
nessuna
donna che abbia meritato il suo posto al tuo fianco come -moglie-
secondo i canoni che considero io, tnato da guadagnarsi le porte aperte
qui e il tuo letto... perchè intendiamoci bene. Se mai una
dovesse entrare nelle tue stanze qui, allora hai trovato un gioiello al
tuo fianco, buon per te, ma io non resterò per
molto e dovrai
sostituirmi. E dovrai avere qualcuno che ti aiuti e supporti per le
cose chiedi a me di fare... un sè pò
fà...."
"Quindi vuoi davvero andare?" guardandola serio mentre prima rideva
"Che intendi... io sono rimasta solo perchè avevi
bisogno, e
perchè mi avevi detto che se divenivo una cavia volontaria,
avrei
aiutato il futuro... ho la scatola proprio per studiare l'uso non solo
delle proiezioni e la lettura degli impulsi cerebrali, ma anche per
portare il campo della gestione di apparecchiature prostatiche come
arti meccanici o singole parti perdute a un livello meno invasivo degli
elettrodi nelo cervello, come l'apparecchio per l'ascolto...
le
nanomacchine per vedere in varie situazioni quando aiuto e supporto
possono dare, sia le Stoddarde vere e proprie che le vostre. Stoddard
è morto e voi avete vari campio dei suoi progetti nano, con
me
sono compatibili e insieme alle vostre la velocità di
riparazione, cura, trattamento sono due volte più veloci, in
alcuni casi tre. Questo permette un alto tasso di protezione per i
soggetti a cui sono stati inoculti. Sopravvivenza e capacità
di
resistenza. Benissimo. Avete scoperto anche da noi pochi compatibili
con questi dispositivi che possono gestire cellule danneggiate o con
progressivo invecchiamento e processare la nascita di nuove cellule
sane secondo il codice genetico che hanno registrato. Ergo secondo i
vostri calcoli non dovrebbero esserci cellule nel corpo umano che non
sia sotto il loro controllo e cura. Cancro, danni cellulari,
invecchiamento... non so ancora se crederci davvero o meno ma i miei
problemi per quella malattia che mi è venuta per la
disperazione
sono praticamente annullati, non uso più quel vostro siero
antidolorifico che dovevo spararmi sulla coscia due o tre volte al
giorno... se mi faccio male, passa tutto prestissimo. E se davvero
rallentano invecchiamento e danni cellulari sconfiggendo il cancro...
posso capire la portata della cosa. Un pò come le nostre
battute
dell'altro giorno nei laboratori di chimica dove mi facevano provare e
sperimentare le cose, come nelle scuole americane, ma non da noi. E
quando mi hai chiesto che cosa facessi, ti ho risposto -Magari
riesco a processare la pietra filosofale- e tu -Eh, ma se tu lo
facessi non avresi niente da chiedere non essere colta da vizi normali,
se cade in mani sbagliate siano nei casini, a cosa ti serve farla?-
e abbiamo continuato a discutere di queste cose... -Come sopra,
così sotto... secondo il tuo ragionamento esistono cose
collegate e riflesse. COme i mondi paralleli e... tutto questo
èassurdo, impossibile quasi. Ma se si fosse trattato come
con
Zay e Ric, parlando di magia, e di Phib e famiglia, allora avrei detto
veramnete che era impossibile. Una cosa era stare al gioco e vedere che
accadeva, osservare le cose e cercare di notare se ciò che
affermavano fosse vero e alternativo alle credenze religiose odierne.
Si dice che tutte le credenze del passato soppiantate dal sangue e
fuoco delle religioni moderne avessero veramente e più... di
quello che si sa oggi. Ma i preticelli hanno cercato di cancellare o
nel caso, prendere determinate cose e girarle a loro favore, come molte
feste che derivano da vecchie pagane. Ma lì superiamo il
confine
tra realtà e qualcosa di oltre. QUi invece... come la pietra
filosofale dei nostri scherzi, se queste cose hanno davvero fondamento
e io ti sto aiutando a studiarle e sono fattabili al cento per cento,
se dovessero scapparti di mano o per qualche motivo finire in mano ad
altri... non esisterà più un -Come sopra,
così
sotto...- perchè la feccia spaccherebbe l'equilibrio che
ancora oggi persiste..."
"oh, capito... la tua frecciatina è per i miei passatempi..."
"Ti sto solo dicendo che dovresti trovare qualcuno, oltre Madame e me,
che tra non molto non ci sarò più,
perchè ti sia
ciò che ti serve per mantenere lo stato equilibrato che hai
raggiunto per ora... io non sono intelligente, non ho
capacità
che ti servono oltre ciò che riesco a fare, ma magari quelle
stangone o bambolone come le chiami, hanno cervelli come...
Hedy Lamarr,
o Ada Lovelace, che hanno lasciato un'eredità e
prova di
ciò che erano che perdurano ancora oggi. Non ti dico di
trovare
una vera fidanzata o moglie, ma cerca senza affanno un'altra persona
come me che non veda gli elementi classici umani di egosimo e
stronzaggine per se stessi , e propri interessi, sopra
ciò che vuoi
fare. Non credo affatto di essere un caso raro, gira il mondo e vedrai
che ce ne saranno decine come me, ma almeno con
capacità reali..."
"E quello che hai fatto finora?" guardando dalla finestra bevendo
"Lo avrebbe fatto chiunque che non fosse demoralizzato come la gente
lì sotto. Erano quasi come me, ma rispetto a me avevano
bisogno
di un filo di ragnatela chiamato speranza, per rialzarsi e
usarlo come
guida nel buio. Diversamente da me avevano bisogno di una Mano, ed ecco
che sono cambiati. Non del tutto, ma è un inizio. Hanno
capito
che le nuove regole hanno un motivo di esserci e perchè ci
sono,
cè più cura e considerazione degli spazi comuni,
degli
altri e del senso di aggregazione e gruppo. Le feste e avvenimenti che
abbiamo isituito sono un modo per loro di aspettare e vivere momenti
liberi dove possono sfogarsi e divertirsi, come fiammelle in un tunnel
grigio sempre uguale di lavoro e vita militare, dove buttare
via
sconforto, pesantezza di certe cose nel cuore e il resto e
semplicemente e..."
"Si, ho notato che con le feste, avvenimento, il Cerchio, le fiere e il
resto sembrano diversi. Avevi ragione. Essere militari per la mia
comune è... si, avevi ragione. Se voglio tenere una Comune
come
la desidero, si deve seguire una linea diversa. E alla fnie
avevo
bisogno di qualcuno che non fosse dei nostri..."
"Già..." fece lei con amarezza
"Non iniziare. Non è vero che qui tu sei un'estranea..."
guardandola "sei la nuova, la..."
"La stronza che ha messo regole su regole e precisi metodi di
comportamento e lavoro. Che non è una militare. Sebbene io
abbia
affrontato un addestramento base, nessuno di loro, sentito con le mie
orecchie, mi reputa parte anche di un solo angolo di questo enorme
gruppo. Anche se divisi e sparsi, si vedevano comunque come
tutti
colleghi, tutti militari, tutti legati da questa cosa. E ancora dopo
qualche mese, io sono qui, tu mi hai affidato degli incarichi
ufficialmente ma loro... mi vedono come un'intrusa. E mettono in giro
voci, tra l'altro dicono male delle lingue delle donne, ma
gli uomini
non sono da meno, piccola parentesi... resta il fatto che io sono
definita -quella là- o seguendo Alaric -la pazza
sovranista-. Ma nessuno ammette che ora tutto gira come un orologio
ben oliato e funzionante. Ciò che era rotto è
stato
riparato. QUel che era fratturato, sanato. Chi non aveva
ragione
d'essere se non aspettando incarichi militari, ora ha una ragione per
alzarsi la mattina e dire -si ricomincia- col sorriso e partendo
bene, a colazione nella sala comune affiancata alla cucina,
rifunzionante, e trovando impegni e impieghi che occupassero
la giornata
nel modo giusto. COn carica e voglia di fare, creare, dare... non
ciondolare in giro a bere e fare casino. Adesso ognuno ha il posto che
è per lui, per abilità o capacità e a
meno che non
sia cieca, mi sembra che siano tutti più contenti,
laboriosi,
impegnati, si drogano pure meno.... o sbaglio?"
"Hai ragione. Ecco perchè preferirei che continuasse la
gestione attuale..."
"E l o sarà, ma finchè io sarò viva.
Poi non ci
sarò più, e tu dovrai trovare qualcuno che prenda
il mio
posto..."
"mh..."
"Già... chi troverai a questo mondo oltre me che possa...
aiutarti senza avere smanie di denaro luccicante, o in
frusciante carta
o in conto bancario, o gioielli, preziosi e averi di ogni tipo... che
adori, che ambisca, che grondi desiderio come un cane con una
bistecca
per potere e scalare le classi sociali... a me non interessa tutto
questo. L'unica cosa che mi si fa odiare è che voglio si
rispettino le regole e le leggi di questo posto. Che ci sia rispetto
per me, non mi interessa se mi vedono come te, come chissà
chi... vorrei solo rispetto per il mio impegno per aiutarti, per
l'aiuto per testare cose che un giorno quegli idioti potrebbero
necessitare... che comprendano che no nsono stronza,perchè
lo
sono così dento..."
"... tranne quando si incazzi e ti parte quell'espressione che, come
dice Alaric -porca troia ha quell'espressione, oggi ci sarà
un funerale...-..." scoppiando a ridere
"... Alaric può dire quello che vuole, ma ha
l'intelligenza
oltre la stronzaggine di capire che ciò che tu desideri deve
mutare. Il cuore delle persone deve cambiare e lo si fa partendo dalle
piccole cose, per poi renderle comuni. Come era un tempo per
i vaccini,
tranne per i religiosi del cazzo, i treni, le automobili, i lampioni e
via dicendo... prima di queste cose si diceva -non
durerà mai. I cavalli saranno smepre e per sempre la ruota
motrice del mondo umano. I treni non dureranno perchè a
furia di
incidenti la toglieranno. I lampioni non potranno andare avanti per
costi di manutenzione e perchè Dio ha creato la notte per un
motivo... e poi ogni cosa è divenuta normale... come anche
certi
oggetti del bagno. Maria Antinietta e la corte sua come molte altre
europee e non, non accettarono water e bidet... e ora sappiamo come
è finita. Che in fatto di pulizia e igiene i paesi come il
mio
che li hanno resi ormai immancabili, sono più puliti... ti
basti
pensare che ho sentito in questi mesi parole di molti miei connazionali
in altri paesi dove non cè il bidet, e affermano che per far
pulire la gente con cui hanno qualche relazione, usano ogni stratagemma
perchè lo facciamo dopo il sesso o esserci solo andati...
mentre
prima, orrore e raccapriccio, si pulivano solo con carta igienica o
solo doccia generale e via...:"
"E torniamo alla questione dei cambiamenti che hai fatto ai vari bagni.
Mi è costato, ma ammetto che così come hai
sistemato le
cose fila meglio di prima..."
"Prima sembrava di essere in bunker antiareo inglese nella
metropolitana. Li ho visti... uguali. Uguali! Comunque sono contenta
che alla fine abbiano compreso e accettato le regole e molti siano
più puliti! Che sollievo. Con il sistema che poi metteremo
di
asciugatura con l'aria, si eviterà l'uso di troppi
asciugamani e
quindi lavaggi, sebbene abbiamo iniziato la produzione dei saponi,
vegetali per vari utilizzi... ma se scopro che quegli idioti tagliano
ancora i saponi come in turchia, li prendo a pizze in faccia
con gli
anelli che hai fatto fare con le fiamme e con un guanto di ortica..."
fumandodi rabbia
"Si... invece di comprare come avevi detto i taglia saponi a filo di
ferro, facendo scorrere una barra creando le fette, hanno acquistato la
rpessa da piedi..."
"Ti rendi conto? si sono messi a fare il sapone gettando a
terra
il composto, pianandolo dentro un quadrato prestabilito in legno e poi
con questo arnese che sembra un pogo stick, creavano i quadrati per la
forma e pressione con le scarpe! Le scarpe sul sapone gettato e
fatto asciugare sul pavimento! Così...! Madò, li
ho
picchiati a sangue! E poi quei saponi vanno passati sull a pelle...
avevo detto chiaramente che dovevano creare dei box per versarvi il
sapone su appositi tavolacci in legno solo per quello. Che andavano
martellati a mano con lo strumento lavorato apposta con le informazioni
del sapone, dopo esser stati taglianti con la taglierina a
filo... e
cosa hanno fatto? Fanno tutto alla turca! -E' così che si fa
il sapone ad Aleppo, io lo so, ci ho lavorato- oppure -ma
signorina- perchè mi chiamano così! -non sai come
si fanno i saponi? Con quest apressa manuale a piedi, il lavoro
è
più agevole e veloce... Ma si, pestiamo tutto il sapone in
quel
grosso box a terra camminandoci sopra come facevano e saltandoci pure!
COsì invece di pulirci sotto la doccia ci prendiamo tutto lo
schifo sotto le scarpe per..."
"Calmati, non ti angustiare! Adesso lavorano nel modo giusto e per
essere sicuro, sono apparso a caso per verificare cosa facessero..."
"Si... se tu appari davanti la porta del padiglione del settore
centrale, lo sanno tutti in 2 secondi netti! QAue pettogoli
che neanche
le donne... pensi davvero che tu possa fare un controllo a sorpresa?
Devo dirti che a volte temo che qualcuno per diletto mi sputi in una
bevanda o cibo per vendetta? Lo temo a volte, e so che mi vedono come
un'estranea che rompe le palle... ecco perchè dicevo che il
tuo
buonismo non cambierà il cuore degli uomini in tempo prima
della
nsotra dipartita... e qui, pensa un pò nel mondo intero!"
"sei troppo prevenuta..."
"Milan... ancora! L'animo umano per come si è formato
dall'infanzia all'adolescenza non... non può cambiare come
speri
tu in poco tempo. Guarda il tempo in cui viviamo. Siamo in un n uovo
secolo una decina e passa di anni dopo il suo inizio, doveva essere e
fu annuncianto come il secolo del rinnovamento umano e del
migliroramento... tu invece cosa vedi?"
"So che..."
"No, non vuoi capire. E te lo mostro sempre. Quelli là sotto
nonostnat ele regole e le cose che dico, vedi la parte nel Cerchio
quando con un nastro sulla schiena ho indicato che ogni fisico
è
diverso e ha diveri puntri di forza e di achille, quindi adatti per
differenti scopi... a che è servito? Ancora adesso chiamano
in
modi offensivi gli allampanati, molto alti ma magri e non adatti a
sforzi fisici... affermano che altri combattono come mammolette..."
"Si, so degli schiaffoni che hai dato a Sebastian quando ha detto a
Kaser che lottava come una femmiuccia, e tu lo hai preso a
cinquine da
ogni lato della faccia chiedendogli se secondo lui tu eri una
femminuccia come lo riempivi di botte... e incazzato voleva menarti, ma
hai usato i suoi talloni d'achille per farlo cadere in ginocchio e
dirgli davanti a chi assisteva al loro combattimento nel Cerchio , che
se
diceva che un suo compagno di Comune e di lavoro era una mammoletta,
anche tu in quel momento dovevi essere definita tale. Ma che lui doveva
avere sul suo registro o scheda personale l'avviso che le mammolette e
femminucce erano il suo punto debole. Gli ho parlato, perchè
ho
notato poi l'odio che montava contro di te e gli ho fatto capire che se
osava farti qualcosa, era come farlo a me..."
"Come sei galante ma non cèra bisogno. Quei tre che mi hai
appicciato come vongole sulle scoglio... buone le vongole..." con aria
sognante per la pasta con le vongole che le piaceva "non lo
permetterebbero e, per i test ma anche per farmi ocntenta, mi hai fatta
addestrare. Certo, poche settimane su varie cose, ma penso di poter
fregare un bisonte come quello... basta non farsi toccare e sapere che
fare. E comunque ho i miei guanti speciali, lo sai... non temere..."
Lia si sistemò sulla sedia dietro la scrivania, con un
gomito ,
il sinsitro, sulbracciolo con le dita piegate che sostenevano una
guancia e l'altro braccio lungo disteso sull'altro bracciolo. Il
sorriso non carogno ma che trasudava sicurezza e sfacciataggine, come
nei dipinti che si faceva fare. Milan rise e parlò lui per
primo.
"Se fosse stato così anche per te prima... saresti
così
come adesso, sicura, sfrontata, arrogante ma nel modo giusto,
sfacciata, con un'espressione che emana forza, carattere, saggezza e
capacità. Se solo questo mondo ti avesse permesso di non
romperti..." fece lui scuotendo la testa con aria triste. Lei
mutò espressione in un misto di dolore e offesa e poi,
guardando
la finestra alla sua sinistra, di malinconia e senso di essere sperduta.
"Su cosa verte adesso la discussone?"
"Pensavo solo che questo mondo potrebbe... perderti con la tua morte...
cerebrale... ma potrebbe esser el'unica, perchè mi hai
incontrato, a non averti più come Coscienza di te..."
"Già, tu e la tua teoria dei mondi sovrapposti..."
"Io ci credo..."
"Si, tutte le tue cose esoteriche e simli. Mi smebra di tornare a
aprlare con Zay, Phib, Zela e... io ho vooluto capire e trovare una
prova che potesse portarmi a una conclusione che avessero ragione.
Cè altro,non come la religione che mi costringevano a
seguire,
ma cèra altro e..." scuotendo la testa "ma mi hanno solo
mostrato che è tutta questione di influenza, che segue altre
cose... non sono stati in grado neanche di fare una sola cosa sebbene
dicessero che mi volessero bene... noi possiamo fare questo e quello...
io ho detto -perchè no, seguiamo il loro filone, crediamoci,
mettiamo che sia vero e andiamo fino in fondo. Le carte, le preghiere,
le connessioni spirituali... bubbole, dico io. Ecco anche
perchè
me ne sono andata. Perchè lontani, perchè sempre
a
parlare di buonismo senza avere l'accortezza di capire che
più
loro lo facevano e più mi affossavano, perchè mi
indicavano cose che io non avrei mai vissuto e in effetti è
accaduto finchè non vi ho conosciuto. I miei genitori
pensano di
essere mgliori e moderni... invece sono come gli altri s enon peggio,
vecchio stampo e asfissianti. E alla fine io non ho vissuto niente. Le
poche cose che potevo mangiare che no nfossero lo schifo a casa erano
in ristoranti dove portavano la famiglia quando pagavano loro elascia
perdere che schifo di servizio... vedi i miei diciotto anni. Prenotato
per un compleanno, pagavano con i buoni del loavoro di mio padre e
siccome il ristoratore lo sapeva non ci ha fatto trovare niente, a
metà settimana, da magniare che dovevamo ordinare solo cosa
dicevano di avere. Che schifo, che figura di cacca... già
dovevo
stare con la mia famiglia, ma pure non cèra niente... e poi
la
torta. Comprata da un pasticcere dove ovviamente si paga meno, era di
una nascita di un bambino... ci credi? E io ero lì alle
dieci di
sera in un ristorante che nona veva niente, avevamo mangiato solo
quelle quattro cose che cèrano e per saziarci dovemmo
mangiare
come portata normale i soli contorni pronti e freddi. Poi quella torta
blu, una volta tanto,ma con le scritte per un neonato e la ragazza che
serviva il nostro tavolo se ne uscì dopo le altre rpese per
il
culo perchè mangiavano i contorni freddi -prendilo come un
augurio per il futuro, sicuramente ti nascerà un maschio...-
Avrei voluto urlare, piangere e mandarli a fanculo tutto ribaltando il
tavolo e scappando. Del tutto. La sera prima mio padre aveva premuto
fino allo sfinimento per una festicicola in una rosticceria con i buoni
pasto con i miei compagni di classe. Quelle feccia e per non sentirlo
dissi ok, ma fu uno schifo assoluto e quando me ne scappai a casa mi
sentìì così male e sole che nessuno al
oslito vide
e capì niente. Ecco perchè odio il mio passato,
l'essere
bambini e poi le fasi di crescita e minorenni... tutti piangono
pertornare ad essere innocenti e senza responsabilità e
problemi... io sono il contrario. Non importa i problemi, gli sfrozi,
tutto... io non accetterò mai di tornare bambina. Di
ricordare... non ho niente di bello da ricordare. Anche quando
cèrano le cavolo di feste e si mangiava, hosolo il ricordo
di
mia madre sempre perennemente vicino a me che mi dava gomitate,
pizzicotti, mi rimproverava a denti stretti che per uan volta mangiavo
qualcosa che i miei nonni avevano comprato di nuovo come gl ispiedini
quelli messicani o panati, lasagne po cannelloni o altro che non vedevo
mai di oslito, e ne volevo di nuovo. Insomma, non potere neanche
godermi niente... il mio passato, per me, ripeto per me, è
un
peso che mi zavorra nell'infelicità e se avessi avuto una
sola
guida di vita che mi spronsasse e mi desse la forza necessaria per non
sentire i sensi di colpa, i pesi, il dolore, il senso di niente che
tutti quanto mi hanno inculcato che non riesco a togleire... forse
sarei qualcosa che potevo essere... e anche qui, però,
nonostante tutto sento che non sono in un niente. Finalmente che
cè un posto che ha cosa mi piace, dove posso essere e
fare...
non riesco perchè la notte li sogno, ancora e ancora, incubi
continui..."
"Fai ancora quei sogni? Sia con loro e sia come... se vedessi e vivessi
negli occhi di qualcun altro?"
"Si, ogni notte. NOn so come ma oltre la maledizione di averli sempre
lì appena mi addormento, anche queisogni o incubi dove
prendo
come.. i lcorpo o gli occhi di qualcuno che so non essere io e...
accadono cose. Succedono cosecome fossero reali e poi, se per qualche
motivo muoio o mi sveglio, se mi riaddormento riparte tutto ma negli
occhi di qualcun altro ma tutto come prima, come se continuasse dopo la
fine del primo soggetto. E so che non sono io. Mi accorgo quando
cè qualcuno che parla a me, ci sono statisogni dove qualcuno
che
so di conoscere ma non vedo il volto mi parla, parla a me... ma gli
altri è come se vedessi negli occhi di qualcun altro, come
se ne
prendessi il posto ma non sono io..."
"Capisco..."
"ma son osogni... la questione qui è che nonostante tutto,
seppur io sono in un luogo che avrei chiamato casa, il mio posto, la
vita che avrei voluto... per una volta e per davvero nella mia vita...
se fosse accaduto tempo prima, non fino allo stato in cui sono,
forse... no, sicuro, avrei trovato la mia felicità! Ma non
riesco. E' come essere là fuori, in mezzo a... lascia stare!"
"In questo mondo tu non hai avuto gli strumenti per essere te. Ci hai
provato. Hai lottato ma alla fine hai capito che era solo sforzo
inutile. Non ti avrebbero lasciato andare facilmente, come fece tuo
padre appena diplomata dicendo a chiunque sia con te vicino che non,
che non saresti mai andata via e che dovevi stare al loro fianco. Senza
considerare te, senza vedere che non eri come loro, senza capire che
quello non era il tuo posto ma dovevi cercarti il tuo... in questo
mondo è finita così! Chissà come sono
i tuoi mondi
paralleli..."
"Ancora con questa storia. Tu e il tuo concetti della bottiglia e del
nastro per trovare il punto o il momento in gli altri piani convergono
e potrebbero toccarsi... "
"io lo sento..."
"Tu o tuo fratello?... perchè mi sembra che sia lui
più che te, il vero promotore di queste cose..."
"Insieme. Se solo potessimo studiare megio queste... ci piace
l'occulto, il..." portandosi l'indice verso la radice del naso per poi
scostarsi una ciocca di quelle ai lati del viso veloce come una saetta,
mentre Lia faceva un sorriso.
"Si, si... io non sono d'accordo. Come le Muse e tutto i lresto...
saranno anche davevero capaci e con doni speciali come dici, ma si
stanno atteggiando come i preticelli, e di quelli ce ne sono anche
troppi... non tollero che qualcuno che ha un ruolo -religioso- si metta
a decidere
e indicare agli altri come e cosa vivere della propria vita
perchè quel dio, quello spirito, quel morto pensano
diversamente... ti avviso che tra me e loro sarà guerra se
accadrà ciò... tornando al discorso dei vostri
studi...
ti prego, giurami che non finirai mai, mai a dipendere ed essere usato
da quei gruppi esoterici, massonici, stronzonici che frequenti... non
mettere MAI il cambiamento di pari passo con le loro ideologie..."
"Ma con loro sto studiando i piani paralleli e di realtà..."
"Si, lo so. Nastro di MObiues e bottiglia di Klein e sono
solo
l'inizio. I viaggiatori dell'anima nei piani dell'Oltre solo
meditando... ascolta, anche ammesso che esistano questi piani
e ci sono
diversi noi in diverse centinaia di situazioni e svolgimenti, non vuol
diure..."
"E le testimonianze di persone che affermano di essersi svegliate in
una realtà che non era la loro? Che molte cose erano
diverse.
Situazioni, legami, scelte, e..."
"Milan.... " sospirò lei come non farcela più
"Ascolta.
Io posso accettare che vi sia qualcosa di più, di oltre
ciò che è il mondo materiale.... ok? Ma da qui a
pensare
che l'universo nasconda piani diversi paralleli come uno sull'altro
come... le sfoglie della pasta sfoglia ... o lasange..." fece lei come
sognandole "... insomma, hai capito, e che potremmo anche
collegarci e
toccarle, giungervi, cambiare le cose... cosa siamo, a Ritorno al
futuro?"
"ma quei film si basano su teore scientifiche vere, conclamate, da
Einstein a..."
"Milan... tu capisci che cè qualcosa che cozza... insomma.
In
questo mondo governato da leggi di fisica, quelle che stavi per
elencare con i loro scopritori... prendiamo i fantasmi. In questo mondo
materiale fatto di materia per poter interagire e spostare la materia
cè bisogno di un corpo materiale o elementi come il vento o
la
gravità... un fantasma non ha cervello e tu sai che non sono
gli
occhi che vedono, ma i olcervello attraverso quelle che sono le
lenti,
ossia gli occhi. Per dire qualcosa cè bisogno del sistema
vocale. Per spostare qualcosa è necessario..."
"Si però anche tu che ci sono ancora cose non spiegate
scientificamente..."
"Lo ben so... ma ti ricordo allo stesso tempo che tutte le cose prima,
per la religione, considerate incomprensibili... dalle malattie agli
eventi naturali e via dicendo... sono ora spiegabili tramite scienza.
Accade qualcosa in un luogo di culto come un incendio e gli oggetti in
oro non si sciolgono? Dio ha posato la mano lì, dando un
segno?
No, questione di temperatura... capisci che io non posso permettere che
un Cambiamento che verte su ragione e scienza, venga lordato da
suggestioni... ancora ti dicono che esistono piani paralleli da
giungere con robe strane? Ancora ti dicono che possono riportare in
vita i morti come quei video? Quale prova necessiti per crederci e
cadere in ginocchio alle loro capacità? E ancora, la
continuità... quello che tu, ma prima ancora tuo fratello
bramate..."
"La continuità è qualcosa di importante, LIa! Noi
stiamo
studiando qualcosa che scorre parallela alla religione, che tu hai
deciso di portare avanti e approfondire... considerare il cervello
umano, scansionato a un livello quasi umano, reale come se stessi.
Tanto da considerare le scan come una parte reale della mente e
dell'uomo, affermando che si vive realmente anche se
dopo
l'originale muore.Questo è un elemento del transumanesimo,
sebbene non posso essere ovunque e sapere s equalcuno sta svolgendo nel
nostro livello lo studio...
"Una religione senza Dio..." fece lei con un sorrisino
"Si. Per molti pensatori attuali, quando si parla di uomo collegato a
tecnologie... ecco transumanesimo. Per molti è una specie di
religione, una setta di cui Kurzweil sarebbe il guru...
è
una credenza di natura religiosa. L'unica differenza è che
mettiamo da parte Dio. Il nostro Dio è l'uomo 2.0. E noi
studiamo molti settori del transumanesimo o transumanismo...
aumentare le capacità fisiche e cognitive e migliorare
quegli
aspetti della condizione umana che sono considerati indesiderabili,
come la malattia e l'invecchiamento, in vista anche di una possibile
trasformazione post umana.... come una classe di filosofie
che
cercano di guidarci verso una condizione postumana grezza come quella
attuale ad una più umana per alcuni, per altri come noi
limitare
i settori per non svilire cosa è l'umano... fermarsi fino ad
un
certo punto.. "fece lui pieno di ansia
"Il Transumanesimo condivide molti elementi con l'umanesimo, inclusi il
rispetto per la ragione e le scienze, l'impegno per il progresso ed il
dare valore all'esistenza umana o transumana in
questa
vita. Il Transumanesimo differisce dall'umanesimo nel
riconoscere
ed anticipare i radicali cambiamenti e alterazioni sia nella natura che
nelle possibilità delle nostre vite, che saranno il
risultato
del progresso nelle varie scienze e tecnologie...SI, Milan, noi
lavoriamo agli esperimenti e studi per migliorare l'umano, non
renderlo...come Robocop! ... il miglioramento della
condizione
umana nella sua limitatezza materiale. Lo studio dei benefici, dei
pericoli e degli aspetti etici e politici dell'implementazione di
queste tecnologie hanno messo in allarme molti per le implicazioni
etiche e molto altro, ma noi stiamo sempre sulla punta del rasoio senza
mai scavalcare la cosa. Non andremo oltre un certo limite... la
scatola, le nanomacchine, le scansioni e impressioni cerebrali sono
studiati per aiutare chi per guerra o per incidenti o altro perde
qualcosa e ha bisogno di sostituire per continuare un'esistenza
dignitosa.Noi non lavoriamoalla matrice dell'intelligenza
artificiale, di cervelli connessi, della possibilità di
editare
il genoma umano, di avvicinarci all'immortalità... Le
conseguenze e i pericoli di tutto ciò sono numerose e
sconvolgenti, discutere sul fatto che il transumanesimo sia o meno una
setta non è prioritario. perchè se da un lato
usiamo le
IA come aiuto e supporto, non per altre cose. NOn editiamo il genoma
umano, non creiamo cervelli interconnessi come nei film fantascientici
e sci-fi ma una semplice lettura degli impulsi del cervello e non per
fare del male. Questo è cruciale, Milan... ma è
qualcosa
di più positivo di quello che voi due fratelli state facendo
con
sette e credi..."
"...una sorta di Continuità anticipata.Idee della
continuità, continuazione di una coscienza umana in modi
digitali, e cosa ne consegue... io so, SO, che ciò che tu
stai
facendo cn David e i membri dei laboratori è proprio questo.
Avere lo stesso risultato di quei video che abbiamo visto. Quelle..."
"Milan...Quelle persone affermano di poter riportare l'anima di una
persona
comprensiva dei suoi ricordi, e non come una nascita, SE
è vero
che ci si reincarna, con riti e cose strane... ma non hai prove di
ciò. Sono video. Sono prepati. Sono falsi! perchè
se
fosse così significherebbe che il Conte di Saint Germain ha
davvero trovato modo di calpestare da secoli questo mondo in una forma
immutabile ed eterna, vivente come un vampiro dei libri mentre il tempo
gli scorre intorno senza toccarlo.. Alessandro Balsamo , conte di
Cagliostro, massone, mago, alchimista e guaritore, un Rosacroce,
taumaturgo, fissato con i gruppi strani e del
suo Rito
Egizio, sostenitore del suo e altri massonico-religiosi, che
lavorò per dei propositi e si dice che non morì
veramente
perchè non era un imbroglione... Che vogliamo fare Milan!
Senza
prove come loro, vuoi davvero gettare tutto per il vostro
sogno secondario di non morire mai, ma di farvi ritornare in un nuovo
corpo non corrotto da malanni e malattia, per lavorare per
sempre al
CAmbiamento e mantenimento dello stesso nei secoli perpetui?"
"Se tutto va come diciamo , Lia..." poggiando le mani sulla scrivania
"tu e David potreste.... potreste copaire la coscienza umana e
riportarla viva, attiva in questo caso, in un corpo nuovo..."
"peccato oslo che mente umana e cpu e cirtuiti non vanno d'accordo, non
puoi e abbiamo provato con la mia testa, ad accoppiare una scan di
prima copia con un corpo robotico... non riesce ad attecchire. Non
impazzisce come gli altri... ma comunque non è stabile. Per
questo ci vuole una copia di qualità superlativa per
tentarla in
un corpo artificiale... mentre una mente umana, seppur copiata, ha
bisogno di un corpo materiale che il cervello copiato riconosce... ma
lasciamo dire che è più fattibile
questo, dei vostri
sproloqui sul richiamo di un'anima per tornare. Avevamo detto, tu avevi
detto, che le nostre cariche sarebbero passate a nuove persone scelte
apposta per essere ciò che siamo... Il futuro Milan, la
futura
Lia, e via dicendo. Passare il testimone. Concordavi con me che questa
era la discendenza, lasciare nelle mani di persone che consideravamo il
futuro, al posto nostro, ciò che eravamo
noi e il nostro lavoro.
La nostra eredità..."
"E così sarà! Veramente... ma per ipotesi, se non
avverrà in poco tempo e la scansioni e impressioni non
reggono
come è avvenuto, ipotizziamo che la tua non ce la faccia...
acnhe avendo la scatola e quindi il pacchetto è
migliore... cosa accade se invece io trovo davvero qualcuno che conosce
i segreti antichi dimetnicati e perduti come dicono, e l'anima
ritorna... significa che io non moriro! Mio fratello non
morirà.
NOi non moriremo mai e cvontinueremo solo cambiando i corpi a reggere
come Colonne il mondo che stiamo cercando di cambiare,
finchè
non avverrà tale cambiamento..."
"..." Lia fece un sospirò che sembrava un verso di disagio
cno gli occhi chiusi ma
muto e andò alla finestra "...è questo che vuoi?.
O
è Dorde che lo vuole e tu per il senso di conservazione
segui...
vuoi davvero credere che si possa mettere un'anima in un corpo nuovo?
Qualcosa che secondo le religione può solo Dio? Che tu vuoi
vivere in eterno, ritornando sempre e sempre, governando di fatto con
il Consiglio che magari quello si cambierà,
perchè
abbiamo deciso che tutto ciò che studieremo e creeremo qui
non
uscirà se non in forma più light...? Veramente mi
stai
dicendo che il sogno di tutti là fuori di vivere per sempre
è... è..." poggiando la fronte al vetro con aria
disperata
"Tu stessa hai detto che una vita intera non basta a leggere tutti i
libri e fare tante cose..."
"ma lo dicevo oslo per indicare che il tempo umano è deciso
dal'universo... si, Milan "girandosi verso di lui "grazie alla pulizia,
la scienza, medicina, all'uso del cervello e non di altro,
l'aspettativa di vita invece di trent'anni è giunta ai
cento,
alcuni oltre ma... guardami. GUARDAMI! Per come la società
là fuori mi ha rotta, fatta a pezzi, portata a questo... se
io
dovessi essere scansionata in modo perfetto da essere riattivata... non
la prenderei bene. Per niente! Reggerei alla cosa solo per un motivo...
deve esserci qualcosa che necessita la mia ri-presenza, anche
così sarebbe pesante! Al massimo mi farei prendere solo
dlala
mia curiosità di osservare,s tudiare, capire nel tempo... ma
non
sono fatta per esistere in eterno. Non così! NOn per come
sono... e tu vuoi che qualcuno riacchiappi la tua anima e la butti in
un corpo... guarda, facciamo così! Per tua sicurezza... fai
un
testamento dove chiedi un corpo nuovo con determinate caratteristiche..
perchè, chi lo sa, che non ti capiti di finire, se la
cerimonia
va male, in un suino destinato all'espianto degli organi..." con un
sorrisone carogno
"S-Sii seria..."
"Io sono seria Milan. Se davvero esistono queste cose, non ci
si
gioca... ok? CHi te lo dice che se anche fosse possibile, finiresti nel
corpo messo là a terra o chissà dove dentro un
cerchio di
scritte o altro, e non in un... piccione, ratto o altro per sbaglio?
Come funziona la cosa? E sopratutto, chi dovrebbe morire che tu conosci
bene, da sapere che se questa -cerimonia- funziona, puoi
interrogare con cose che sapete solo voi, per accertarti che hai
trovato cosa cercavate? Capisco che vostra nonna vi abbia incantato con
riti e roba pagana che faceva per malocchio, buona sorte e simili... le
solite cose della gente definita arretrata... ma Milan, visto che con
Dorde non posso parlare, ascoltami almeno tu. Se io e David dovessimo
riuscirci anche tramite quegli scritti russi sugli esperimenti
meta-psichici e i macchinari... potremmo salvare la metne e magarai..."
"Non sarebbe la stessa cosa, Lia..." fece lui irato e camminado con
indice e pollice che inzava la radice del naso "non è lo
stesso,
parliamo di cose diverse... Paradosso di Teseo, ricordi? la
continuità dell'essere... la questione metafisica
dell'effettiva persistenza dell'identità originaria,
un'entità le cui parti cambiano nel
tempo... in
altre parole, se un tutto unico rimane davvero se stesso oppure no dopo
che, col passare del tempo, tutti i suoi pezzi componenti sono
cambiati, con altri uguali o simili. Come appunto la nave di Teseo , il
mitico
eroe greco, che nel corso degli anni, sostituendone le parti
che
via via si deterioravano, con altre rigorosamente uguali, si
giunse al momento in cui tutte le parti usate in origine per
costruirla, erano state sostituite, benché la nave stessa
conservasse esattamente la sua forma originaria. Thomas Hobbe
si
spinge oltre e ci chiede di immaginare una situazione in cui qualcuno
abbia conservato le vecchie tavole di legno della nave originaria e le
abbia successivamente riassemblate nello stesso ordine con cui, in
precedenza, erano state asportate. Assumendo che ciascuna delle tavole
che costituiva A non si sia deteriorata al punto da non poter
più essere riutilizzata, sembra del tutto plausibile credere
che
la nave riassemblata, C, sia di fatto la nave con cui Teseo
rientrò trionfalmente ad Atene.
Dopotutto è C ad essere costituita dalle stesse
identiche
parti di A, poste peraltro nelle stesse identiche relazioni, mentre B
non ha nessuna parte materiale in comune con la nave originaria. Quindi
abbiamo l'originale A con cui Teseo approda. La nave B, composta con
sezione nuove di riparazione, e la C, realizzata con tutti i pezzi
conservati e riassemblati per ricreare quella che l'erore
capitanò. QUindi che sia la COntinuità
che tu
concordi con David o quella meta-fisica chiamiamola
così, di chi
mi assicura di ripetere il rito dei video... quale è
l'originale NOI? Se
pensiamo che sia C ad essere identica ad A, non
ritenere il
principio di continuità spazio-temporale una condizione
sufficiente ai fini dell'identificazione di un oggetto nel tempo
e....bisogna accettare la tesi secondo cui ciò che rende un
oggetto identico ad un altro , consiste nell'assoluta
identità
materiale dell'oggetto in questione? Quindi se per ipotesi noi siamo A,
la vostra teoria e studio sia la B e la nostra la C..."
"milan... indipendentemente da quello che credi, solo perchè
l'anima viene richiamata, in un nuovo corpo per altro, non significa
che tu sia il TU diadesso al cento per cento..."
"E lo stesso vale per te... siamo a uno stallo, LIa. Sperimentiamo e
studiamo lo stesso concetto della Continuità ma in modi
differnti. Io a qualcosa che secondo me esiste, tu per un aspetto
più scientifico..."
"Ma è la scienza e la fisica che hanno portato questo mondo
a
ciò che è oggi e ... guarda, se era per la
religione e le
ideologie che tu e tuo fratello seguite, saremmo rimasti senza luce,
perchè la notte è stata creata da Dio
così e non
deve esserci dicevano i preticelli, gli stessi per cui il treno no
perchè ocn la sua aria maligna portava peste e malattie che
poi
sono state debellate con vaccini e antibiotici, non da preghiere e
credenze... Le macchine hanno sostituito i cavalli, lavarsi le mani
invece di dire e pensare che Dio disinfettava le mani dei medici a
prescindere hanno evitato morti. MORTI! Le conoscenze che si sono
allontanate da ciò che non è del mondo fisico
hanno
migliroato l'umanità. Quelle cose in cui voi credete,
l'hanno
sempre affossata. Vedi le regole contro sesso, morale e stronzate varie
che invece prima della religione distruttrice erano normali e
considerate come fanno oggi esempio i nudisti. Il periodo buio
dellinquisizione, dell'obbligare la gente a fare cose perchè
la
religione diceva così. Nei paesi arabi e mediorente,
asiatici,
america del sud, tutte queste cose accadono ancora e sei tu il primo a
volerle estirpare, eppure cosa fai? Ti metti a seguire questo
o
quel pazzo svitato che dice di avere libri e segretissimi antichi e
potenti da poter far cose che la scienza non può
perchè
questa è brutta e cattiva e rovina l'equilibrio... detto da
gente che fa come i preticelli, quelli che affermano che nel LIIIBRROOO
sacro si dice che gli animali sono stati creati da Dio per esser schivi
degli umani a loro piacimetno, che le donne che siano della casa o
ospiti devono essere date a folli molestatori perchè questi
non
si inchiappettino gli uomini... sia mai che qualche uomo,,
perchè col pene, subisca qualcosa... quindi buttategli tra
le
mani ledonne e fatele finire male... cè scritto Milan ma la
gnte
non legge un cazzo ma crede alle fandonie di pastori coglioni e
ignoranti... e tu vuoi seguire riti e cerimonie con un miscuglio di
egiziano, babilonese, coglionese solo per confutare l'idea che
ciò che la scienza potrebbe fare, la fa meglio la cerimonia
mistico-magica? Ma sei suonato? una cosa era me che tentavo di capire e
testare le cose che dicevano Zay e Phib e guarda caso non è
successo un cazzo! Mi è finita solo peggio! E che vuoi fare?
Rischi tgutto, soldi, mente e il resto per finanziare e patrocinare
cerimonie dubbie con dubbi risultati sulla Continuità
dell'anima... e mi vieni a dire che è meglio la tua
cerimonia
dei nostri test... i nostri, i tuoi! POrco cazzo Milan..." sbraitando
come faceva pochissime e rare volte "hai laboratori che sono fiori
all'occhiello in tutto il mondo in quanto a menti e macchinari, materie
e possibilità, e te ne vai dal mago Thelma di sto cazzo a
vedere
se un giorno possono farti ritornare in vita, per continuare
il tuo
lavoro perchè ti si scombussolano le viscere al pensiero
della
morte... Devo davvero, IO, sentire ste stronzate? Io che desideravo
solo come abbiamo detto tante volte, che qualcuno mi amasse
così
tanto,a tal punto, da accettare senza darmi colpe e accuse di
aiutarmi a vedermi morire e magari accertarsi che sia così,
per porre fine alle mie sofferenze? Mi prendi in
giro!?"
"No... no, aspetta, sai che non è così..."
"E allora svegliati, cazzo! Tuo fratello è più
duro di te
su questo e so bene che è lui che ti ha portato a ri-seguire
le
credenze di vostra nonna, e a farti venire l'idea che invece
di
ciò che ha davvero cambiato e spiegato il mondo... no,
è
meglio qualcosa di insondabile perchè non pone prove e
dimostrazioni vere... come Dio e i Santi..."
":.."
"Ti pongo una domanda...." fece lei sedendosi di nuovo, come sempre con
il fianco dentro sopra l'angolo col bracciolo destro "Vorrei discutere
con te di un dilemma diciamo così, un dilemma che tocca
varie
cose... " portandosi le dita di una mano sulla fronte per massaggiarla,
cme faceva quando era nervosa "se i test vanno bene e le scans sono
perfettamente funzionanti... cosa pensi di fare? Intendo, io testo le
tue apparecchiature perchè chi verrà dopo che
è
reduce da shock, traumi, lavori così distruttivi da avere la
mente a pezzi possa riaverla, o almeno, riaverne una integra. E fin qui
ci siamo... il problema è che quelle persone che non
potranno
avere una mente, la propria, originale indietro si troveranno come
rinascere come sarà la nuova Personalità dopo di
me...
cosa hai intenzione di fare con loro? Voglio dire... li metterai in un
posto dicendo che vivranno lì senza dirgli la
verità...
dirai la verità e vedrai che accade... mentirai per
proteggerli...."
"Dove vuoi andare esattamente con questo dilemma?"
"la razza umana ha sempre avuto la brutta molte volte, propensione, per
ribellarsi e rompere le scatole quando non cèra b isogno.
Ribellioni e rifiuti anche laddove non vi era nulla da fare. E non
parlo di rivoluzione e lotte per le proprie libertà e
simili,
quelle sono sacrosante. ma che accade con nuovi soggetti definitri
vergini che si ritrovano a svegliarsi con una mente nuova, sia con
parziali memorie che non... sai benissimo che per come è
l'essere umano, tende sempre a perdere la ragione e la
lucidità
appena qualcosa gli sembra non vada bene. Anche se è in
verità un bene, fatto per la sicurezza e protezione...
quando
l'essere umano si ritrova in situazioni in cui non accetta di
adattarsi, e non parlo di quelli come me, noi siamo un'altra cosa,
ma... facciamo un'ipotesi. Creiamo un luogo tra la fattoria e qui con
delle casette e vi portiamo le persone che riusciamo a risanare con o
senza memoria... questi non sapranno dove si trovano, chi sono se non
hanno memoria, cosa è accaduto, quale è la
situazione ed
eventuali prospettive... anzi iniziamo da una cosa. Ti dirò
una
frase... Vorrei regalarti un mondo diverso, che ha fatto la pace con la
sua crudeltà... questa frase..."
"Di una delle tue canzone in italiano preferite..."
"Si, oltre quello... questa frase ha due interpretazione,
così come la frase -Io... chi sono?-"
"Per la frese -Io... chi sono?- si intende io chi sono che mi
sento e mi percepisco? Chi sono come NOme, identità,
personalità da dire che esisto e non sono smarrito? L'altro
sunto è che ci si chiede Io chi sono tra le variabili che..."
"Come le mie Personalità che ho creato. Tra Lia,
Veròna,
Diandra, La fiamma cerulea e via dicendo.... tra queste che ho creato
io e rifletto parte di me, chi sono io tra queste veramente?"
"..." sospirando "Per la frase sul dilemma, si può intendere
come A... che ha creato una pace sulle ceneri della sua precedente
crudeltà..."
"come si doveva fare dopo le due grandi guerre... e invece..."
"mentre la seconda, la B..." continuò lui "Che ha fatto la
pace
con la sua crudeltà intesa come regolare come su due piatti
della bilancia, le antiche ovviamente, momenti di crudeltà e
momenti di correttezza... "
"Quello che dici è giusto ma per molti sarebbe strano o un
controsenso ma è nella storia umana che in determinate
società, la crudeltà era divenuta parte della
società stgessa, accettata e praticata. Arene, punizioni ed
esecuzioni pubblici e via dicendo. Una società con dei
diritti e
doveri ove anticamente era possibile con la crudeltà allo
stesso
momento di leggi e situazioni da fare con forza e prepotenza senza
attaccarla, anzi... questo è accaduto fino ad oggi.
L'umanità ha fatto la pace con la sua crudeltà
nel caso
B, e lo si vede ogni giorno. Ripicche, aggressioni, omicidi, vendette,
regolamenti di conti e sebbene la gente ami puntare il dito contro il
soggetto che ha commesso la cosa, accade sempre quel qualcosa che ci
ricorda come la società umana non è mai veramnete
progredita al punto A. Così sembrava dopo le guerre ma non
è accaduto. Una violenza? Ah, ma la vittima vestiva
così
o aveva bevuto o era libertina. Cosa pretende, ora? Due omosessuali,
altro esempio, mostravano anche senza fare chissà cosa il
loro
amore? Eh, lo facessero a casa loro di nascosto, cosa si lamentano poi?
Extracomunitari? Eh, chissà che cosa hanno fatto per finire
in
questa situazione...Un uomo uccide una donna per senso di possesso e
femminismo? Ah chissà lei... liti tra vicini? Quello ha
fatto
questo, questo e quest'altro, è normale che finisse
così... un minorenne ha fatto qualcosa di male che con la
sua
età e mentalità poteva capire ed evitarlo? Eh,
è
minorenne, non capisce, è piccolo, ragazzate,
però
l'altro... dei ragazzi delle scuole medio o del liceo si rompono le
palle un guiorno perchè non ce la fanno più ed
decidono
di fare casino a scuola come ultimo atto di un non farcela
più?
Delinquenti, malati mentali, erano pazzi, erano questo... senza
chiedersi come si è portati a questo, chi è
stato, cosa
è scattato in loro dopo aver accumulato tanto, chi non li ha
ascoltati quando potevano. E poi gioiescono e augurano l'inferno a
quegli stessi ragazzi quando si suicidano o sono accoppati dalla
polizia... la crudeltà che prende il posto della pace,
accettata
e..."
"Lo so..."
"Quello che voglio dire è che l'umanità
avrà
sempre da dire e ridire su tutto, anche se fatta bene. Anche se per
loro. per proteggerli. SAlvarli. ... cosa accadrà se come
vuoi
fare tu, creare una sorta di villaggino cintato da mura, per queste
persone trattate perchè si riprendano e si rimettano in modo
ocme umani con la mente sana, ma che non possono uscire? Accetteranno?
Si adegueranno? Si ambienteranno? O tenteranno di scappare? Di lottare?
Di rifiutarsi? Accetteranno le bugie che vuoi dire loro, oppure dirai
la verità e vedrai come ognuno di loro accetta la cosa? Ci
osno
soggetti che rifiutano e tentano la fuga anche a costo della morte. Chi
sfiderà. Chi si ribellerà visibilmente o chi di
nascosto.
Chi farà sotterfugi per rovesciare le cose o eliminare chi
secondo loro è un problema... chi si suiciderà
perchè non accetterà la vita in un luogo per loro
stretto, claustrofobico, la verità che prima di andare nel
mondo
che per loro è ignoto se non ricodano in toto, dovranno
restare
lì... la mente umana Milan è più
sfaccettata e
difficile dei libri di psichiatria e psicologia che si usano come base
per etichettare una persona. Una persona come per esempio, per come
è rotta, ache avendo come qui ciò che un tempo
desiderava
ma ora ogni volta che lo veed si sente male da voler piangere
perchè sente comunque di aver perso cosa la rendeva viva...
una
come me per un tot di tempo avrebbe detto -ok, vediamo un pò
come questo posto. Vediamo per ora come va e ne parliamo- e avrei
studiato la cosa. Se mi si dicesse che fuori da quelle mura ci fosse...
che ne so un disastro ambientale, una meteora caduta che ha devastato
tutto, un qualcosa come guerra nucleare dove esistiamo solo noi in quel
piccolo luogo cintato... io non avrei perso le speranze, per come sono
io, ma se non fossi stata rotta a tal punto, avrei detto ok, intanto
costruiamo qualcosa a misura mia, dalla casetta alle piccole cose.
Cè sempre tempo e possibilità per tante
cose, anche
in un piccolo buco... ma se cè modo di fare, non come da
dove
vengo io che se vuoi fare qualcosa di nuovo, di felice, d bello per te
ma anche per gli altri sei additato e iniziano a sciorinare Dio, santi
e cazzate varie... -ai miei tempi-... o -cose da pazzi, tu
cosa ne vuoi sapere- e via dicendo... le persone non amano le
regole. Io considero chiave e cruciali le regole in un ambiente di
persone che condividono luoghi e vita ect... tranne se ti si obbliga a
sposarti e figliare, ad avere il meno peggio accanto per forza
altrimenti non sei niente... lì divento un cane rabbioso. Ma
per
utto il resto... anche il fatto che sarebbe meglio, per farti un
esempio, non buttarti per gli ormoni al sesso o accettare di fare cose
perchè tu sia, appunto accettato... Da un lato ancheda
piccola
capivo la parte positiva di queste raccomandazioni. Per se stessi
più che altro, mentre i miei genitori, tutti gli altri lo
vedevano come sai la persona pura, corretta, diligente, seria, che non
si fa mettere le mani addosso altrimenti è... lascia stare
le
parole che etichettavano quelle che volevano solo vivere qualcosa. Io
sono stata felice di sentire me, di non aver accettato ninete da
Rò e non me ne pento... A Zay e Ric dissi una delle frasi
che la
gente vuole sentirsi dire da qualcuno... sai quando tutti dicono -avrei
almeno voluto provare quello una volta sola prima
morire-.... ecco, glielo scrissi come altre frasi del genere
perchè la lettera non fosse tutta pesante di tutta me... no,
così suona male..."
"Ho capito che vuoi dire..."
"Ecco... in verità ho mentito..." facendo un sorriso
trentadue
denti "l'ho scritta perchè mi venne in mente di mettere
anche
qualcosa che li portasse a leggere qualcosa di ocnosciuto e mitigare il
resto... in realtà, anche se per qualunque motivo dovessi
incontrare prima della mia dipartita come Coscienza, qualcuno che...
beh, non avverrebbe nulla di ciò. Perchè lo so.
Perchè lo sento. Per me non sarebbe stato un elemento di
legame
e affezione. Per molti è questo, parte del legame. Senza
sesso
non cè il colante per l'amore come viene sempre definito tra
due
persone e senza sesso cade tutto il presupposto che unisce due
persone... Se non
cè, come si parla tra amiche o amici o con strizzacervelli o
altri, se dici che non cè intesa sessuale ti guardano come
un
alieno... beh, nonostnate quella frase io lo stessa non lo avrei fatto,
anche se avessi incontrato quella persona... " come dicendolo per se
più per il discorso con Milan "... ma per dire che alcune
leggi
anche non scritte sono importanti per la persona per non perdere
ciò che la rende umana poer la propria parte animale... io
avrei
donato i miei organi superflui, e tu sai quali, a qualunque donna o
persona che si sentisse donna e volesse cambiare il proprio genere con
organi impiantati.... perchè per me sono un più
che non
mi interessano. Io non sono i miei seni, i miei genitali e odio il
ciclo con tutta me stessa. La stessa coppetta anni fa, se non fossi
stata io e non l'avessi acquistata di nascosto con soldi messi da
parte... è stata una delle cose migliori che abbia mai
fatto.
Seriamente. Con la coppetta ho passato quei giorni con meno dolore e
fastidio dentro, non epr i sintomi che... nessuno può
capire.
Per me è stato sempre un qualcosa non naturale e da
accettare,
ma rifiutare perchè per me non era qualcosa che mi rendeva
cosa
ero, non volevo figli ne fare niente con nessuno. Ho vissuto sempre
sola, sola totale, sola io e me stessa e il mondo che avevo creato...
le cose che desideravo come la compagnia di qualcuno, giocare ai giochi
da tavolo e videogiochi come sognavo sempre, avere qualcuno hce mi
porgesse la mano per andare da qualche parte, per mangiare con qualcuno
con cui volevo condividere il pasto e il m,ometno dello stare a tavola,
visitare le cose, andare al mare e vivere quei momenti invece di
pensare solo a far asciugare il costume e questa er al'ora al mare...
No, tante cose che avrei voluto vivere che gli altri facevano e invece
sempre e solo in quelle mura di quella dannata casa di famiglia e solo
per essere tirata da solo per supermercati e negozi. Dove decidevano
loro tutto.... non è mi sono mai serviti qeusti organi e le
uniche cose che desideravo e sognavo non avevano niente a che fare con
quello... quindi le regole di non fare questo o quello prima del
matrimonio, o con liberta e via dicendo... a me non toccavano... per
dire che dipende dalle persone... ma se vorrai aiutare e curare le
persone con la metne distrutta... sarò bene che decidi bene
cosa
vorrai fare, perchè se sentiranno di essere in trappola,
controllati, con leggi e regole che non gli vnano giù, che
fuori
cè pericolo per loro e non ci sarà tempo vicino
per
andarsene e sentirsi loro liberi... le conseguenze potrebbero essere
diverse, sia medie, che negative, che per alcuni positive... ma
ricordati che non sono tutti uguali e le leggi e regole coem qui devono
avere un significato e per determinate questioni che non leghino come
catene altri... calcoalre e valutare ogni cosa... perchè le
menti umane e peggio il senso di conservazione e la voglia di evadere e
scappare, lottare a ogni costo anche se ciò che
fanno è autodistrutto sarà...
ineviltabile"
"lo so..."
"Per quanto cerchi, non ci sono divinità che possano
salvarci
con dei miracoli. Al massimo, amico mio, possiamo solo chinare il capo
alla cadenza dell'umanità e imitare Dio, aprendo le porte al
mondo nuovo..."
"Pensi che non ci sia possibilità per come vogliamo
continuare?"
"Oh, si... ma sappi che ci vorrà almeno un centinaio di anni
se
indottrini i bambini ad essere umani e toglierli alle familglie e loro
influenza... perchè nulla cambierà fintanto che
le
vecchie generazioni sbagliate e difettose modellano i giovani... non
sarebbero come noi, e il mondo continuerebbe a peggiorare. Guarda solo
internet. Come è regredita la razza umana con cosa
combina
online, cosa scrive, come attacca e inchioda come Gesù sulla
croce anche per sole libertà che non danneggiano nessuno,
rispetto quegli infoiati che si, danneggiano... Ho una malattia che mi
divora dall'interno e sono stanca, stanca di chi non riesce a dare
libertà e uguaglianza, non apprezza il valore dell'essere
umano
nelle sue sfaccettature, di chi non rispetta le sofferenze di altri. E
sono stanca... di chi non valuta come fa con l'oro dele vite umane e
del loro IO e... di essere, o meglio, non essere in grado di apprezzare
i ldono della vita perchè sono rotta, perduta, e non ho uno
scopo che mi faccia sentire viva. Che mi porti ad essere felice di
esser viva. Senza uno scopo è come essere vegetali e lo so
bene.
E mi sonosempre sentita uno schifo ma... poi vedo come la gente
calpesta tutto senza ritegno facendo casino però se gl
itoccano
le cose loro... sono stanca di tutto! E se mi girano, se le cose che tu
vuoi fare con la lentezza dei Cambiamenti prendendo il loro tempo...
non potrò far altro che avere le prove che
l'umanità non
si può salvare. E' impensabile che ancora oggi, diritti
dell'uomo, creazioni umani e non naturali visto che la gente urla che
molte cose sono contro natura e loro ne sono pure protetti, esistano a
parole solo in pochi posti come a macchia di leopardo, mentre ti
sputano per strada non importa dove...i diritti dell'uomo, anche se
considerati sin dall'inizio naturali, non
sono stati dati una volta per sempre... cè smepre da
lottare!
Ora
Basta... mille anni e passa di società umane e basta
internet
per farci capire che la cosa è grave...Non è
necessario
credere in una fonte sovrannaturale del male, perchè gli
uomini
da soli sono perfettamente capaci di qualsiasi malvagità,
senza
motivi o perchè, lo fanno perchè da piccoli li
hanno
portati ad attingere in ciò... e quindi non mi importa di
che
colpe mi macchierò, ma se avrai fra le mani le prove che
nulla
potrà cambiare non solo veramente anche dopo cento anni ma
per
niente in nessun senso... l'unica cosa che ci resterà da
fare
sarà scrematura e ripartire. Creare le generazioni del nuovo
uomo... "
"..."
"Sembra che a questo mondo nessuno comkprende, è empatico,
è connesso ad altri. Nessuno sa come ci si sente ad essere
la
persona cattiva, ad essere colei che è triste per le azioni
e
parole degli altri. E nessuno sa come ci si sente ad essere odiate,
accusate di dire solo bugie. Nessuno sa come ci si sente a provare
questi sentimenti. E vedersi sotterare in un livello sociale sempre
più basso oslo perchè per la gente tu non vali.
Nessuno
sa come ci si sente ad essere maltrattata e anche sconfitta... e alla
lunga chi li subisce finisce per adeguarsi al mondo intorno scagliando
la pietra contro di te, non contro chi fa lo stesso schifo contro la
feccia... la feccia non sa che noi, i derelitti morali, siamo di
più proprio per i loro sputi in faccia... se ci unissimo
tutti
strapperemmo chiappe agli stronzi ma non accade, perchè
diversamente da me la gente tende a sopravvivere, ad arrancare per
inerzia in mezzo alla merda restando il poco che riescono per respirare
mentre gli altri li affondano..."
"Ti avrei detto di... non rivangare nel passato, specialmente con il
futuro che abbiamo davanti... ma ciò che hai avuto qua, per
la
prima volta che ti avrebbe resa felice... non ha senso dirtelo, ma
volevo solo dirti che ci ho creduto alla possibilità... e
invece
hai sempre quelle espressioni e niente e nessuno può
cambiarle..." le disse mettendosi le mani in tasca
"i Ricordi consumano... come l'apertura di una ferita" rispose a Milan,
guardando come lui oltre la finestra
"Già, la tua collezione di cicatrici... non ti fanno
dimenticare
chi ti ha inferto ciò e come. Le cicatrici riescono a
ricordare
che il passato è reale e che consumi la persona o la porti a
correre più veloce per una meta, sono comunque un peso...
e la loro azione dipende dalla persona..."
"Da piccola desideravo un animale. Un furetto, un cane... quelli con
orecchie grandi grandi e a punta sulla testa... desideravo compagnia,
qualcuno che come leggevo sempre, leggeva te dentro e ti conosceva
davvero,rispetto le persone... non importava che essere vivente avessi
al mio fianco, desideravo qualcosa da amare e che restasse al mio
fianco a sua volta. Che vedesse me e fosse lì, a guardarmi
contento che io ci fossi ed esistessi... e poi, passò il
liceo,
il diploma e tra tutta quella feccia e con Rò... io non
desiderai più nessuno da amare. Non esisterà mai
nessuno
che mi amerà come desidero e che mi
amerà
veramente, e a tal punto, da lasciarmi andare perchè amore
significa anche questo e pensare veramente alla felicità
dell'altro. E' un pò come quando la gente, nonostnate tu
dica
che una certa cosa o senza ti rende felice ed è
ciò che
vuoi, e continuano in cosa loro pensano perchè per loro tu
sei
loro, appartieni a loro e loro sanno, per amore dicono, cosa
è
meglio per te. Ogni giorno, dopo quei sogni, mi sveglio e... siamo
giunti alla conclusione, mi dico? Come quel discorso a Zay e Ric sul
fare quella cosa almeno una volta con una persona per cui davvero
sentivo ciò... una bugia, perchè non sarebbe
accaduto
mai, ma per dire che qui con voi ho provato e vissuto perla prima volta
cosa avevo sempre sognato di fare. Avere un cavallo e imparare ad
equitare. vestire e fare cose che mi piacevano, Osservare l'arte della
falconeria e lavorare con i grandi uccelli ma anche i cani. Fare cose,
anche pulire la qualsiasi o aiutare lala fattoria a zappare e piantare
prima dell'arrivo degli attrezzi adatti... mi andava bene e non mi
pesavano. Ma appena vado a letto e poi al risveglio... sempre quella
sensazione di vuoto e perdita che non se ne va... Io non so
se la
Me dopo che sarò andata via vedrà Casa qui o
altrove
ma... questo luogo è la mia conclusione. Non nella mia
città, fra quella gente... NON VOGLIO!" urlò
"perchè è andata a finire così? Quando
ha iniziato
a girare per il verso sbagliato? Per i NO che non dicevo e che dovevo?
Dovè che ho smesso di avere fiducia? Di capire che non
provavo
affetti o amore come mi urlavano contro che dovessi avere come tutti?
Che non fossi come tutti e ho seguito questo filone?
Perchè....?
QUando cè stato il cambio di strada? Avrei avuto giorni
belli e
divertenti? Felici? Avrei incontrato persone come voi che mi avrebbero
dato queol pò che mi serviva? Avrei avuto un senso di Casa,
del
non scappare,di sentire un luogo come persone e ambiente insieme da cui
non sarei andata mai via...? Ci sarebbero stati giorni vivi e
divertenti...? Perchè quei gironi così... non
sono mai
arrivati? Li ho distrutti da sola?"
"Ehi... a volte ci sono quelli che... a volte le persone tornano solo
perchè non sanno dove andare... non è il tuo
caso. Tu
volevi trovare il tuo posto, il tuo paradiso, il luogo che per te fosse
Casa e non come luogo fisico per le mura o... può darsi
che..."
"Tutti si concedono il lusso di ignorare quando il tempo sta per
scadere e per tal motivo non vivono davvero per tale timore, paura,
bruciando ogni tappa come se fosse l'ultima... è come se in
una
giornata d'estate trangugiassero un bicchiere d'acqua di colpo senza
assaporarla fino in fondo... e così la loro vita.."
"..."
"Mi sono divertita in queste settimane a portare me, ovunque... con i
fondi che ho raccolto dai profitti che erano extra da quelli che ti
tornavano, ho commissionato dei ritratti o copie perfette stampate di
miei ritratti e sono adesso in ogni luogo della mia città e
dove
vivono alcuni della feccia che mi ha rovinata. E visto che mi hai
sempre ripetuto che la vendetta era qualcosa che non andava fatta
seguendo il proprio Totem animale, lasciandolo riversarsi in me come
avrei voluto... ho fatto uno scherzone..." girandosi a guardarlo "dopo
aver sovvenzionato club di vario tipo e ogni ufficio comunale regionale
chiedendo oslo che esponessero un mio ritratto... ho mandato a ognuno
di quegli stronzi un bigliettodi mio pugno con solo poche righe...-
Non maleditemi più, ne usate la vostra stronzaggine, non
serve a
niente. tabto all'inferno ci sono già. Ma col sorriso!
perchè adesso siete voi che avete figli...-... e non
immagini
dalle telecamere cittadine e intorno a loro che ho spiato come se la
sono fatta sotto... e se qualcuno è andato alla polizia o
carabinieri... Ops! Guarda caso ci sono fascicoli aperti su quelle
persone che... non le rendono tanto attendibili, con l'avviso che
possono essere molesti con tanto di date e firme autentiche, da grandi
calligrafi, ma impeccabili e documenti cartacei in vecchia data in vera
vecchia carta che ho esposto ad ogni esperto possibile... e risultano
vere! per un bel pò e a mio piacimento manderò
personale
scolastico a fare... cosa i professori facevano a me e bambini
fastidiosi per l'istitituto con cui ho parlato perchè...
facciano lo stesso ai figli di quegli stronzi! E dopo molto, anche s
esarò morta, è già predisposto.
Riceveranno una
lettera dove spiegherò che la vita che loro hanno vissuto
era la
medesima che i loro genitori avevano creato ad altri e che fosse per
loro da lezione che ogni persona ha sentimenti e modi di provare
sofferenza. Che se volevano esser emigliori dei genitori e cancellare
cosa hanno provato sulla loro pelle, devono essere Persone, non feccia
come loro. Che fa male fin nell'anima ciò che io e loro
abbiamo
subito e che si cresce e si diventa persone vere e forti se si conosce
il male e si tenta di cancellarlo..."
"non... Mh... sei andata troppo oltre...?"
"NO! Invece di farlo a loro, e non avrebbero comuqnue capito, che siano
i loro figli a provare cosa subiscono altri per gli stronzi, cosa si
prova, come si diventa in base a ciò che siamo e ad odiare
queste cose. Alcuni dei nostri che lavorano già alla
Raccolta ai
diciotto anni andranno da loro e spiegheranno tutto, studiandoli e
vedendo se vogliono fare la differenza... sai anche tu che non
cè modo di cambiare le cose se non smuovere le acque e
rendere
il fondo visibile per sapere che tutto andrà come il lavoro
richiede... e così deve essere per il mio modo di pensare il
Cambiamento. Studiare le persone in vari modi e vedere il loro vero Io
e decidere se saranno elementi importanti per il novo Homine..."
"Ma..."
"In questo secolo ancora, Milan, chi è libero e giusto e
come
noi, mostra la via per essere Umani. Chi è schiavo e
difettoso,
impone la sua schiavitù e il mondo sbaglaito. E' per questo
motivo che ancora i gruppi neri, nazi e fasci come vuoi chiamarli, e
altri soggettoni lordano questo mondo e portano disgrazie... oltre i
religiosi di quasi tutte le religioni. E' ora, visto che non lo fa
nessuno, di sporcarsi fin nell'anima e dire Basta! Tu vuoi farlo con
tempo e carote, come i cinesi in africa. Io dico basta! Bastone e
Carota ma a modo mio!"
"Jd pensa..."
"jd è troppo buono e giusto per fare il militare. Se non
fosse
stato per quella stronzetta, probabilmente sarebbe stato uno dei
migliroi nella società là fuori... NOn
è adatto
secondo me a fare il militare. Alaric è solo preso dal come
si
mostra e seguire un pò le orme di famiglia. Lubo
perchè
fu costretto e via dicendo per tutti lgi altri. Loro osno militare e
qui per vari motivi ma sempre perchè ci sono finiti per vie
traverse e per altri. Ma oltre questo... negli ultimi anni è
diventata impossibile la tolleranza... Ricorda cosa ti ho sempre detto!
La tolleranza non deve tollerare gli intolleranti! Così
accadde
per le due grandi guerre e le conseguenze le conosciamo tutte... s enon
fosse accaduto che l'America ha rosicato, noi saremmo sotto i Neri.
Urlando come fanno ancora ora che ci sono solo alcuni superiori e
migliori di altri. Con i razzisti, nazi, fasci e altri di estrema
intolleranza e pericolo, non si convinve e non si tratta. Vanno solo
ghettizzati ma per davvero tra quattro mura come fecero loro da cui non
possono mai uscire, e che dimostrino lì quel che dicono di
essere... Si amministrino, dirigano, continuino in autosufficienza e
regole loro per loro, perchè mostrino a tutti queste
capacità di uomini superiori, forza mentale e militare
vantata... che però usavano contro i deboli e chi ritenevano
diverso. E' per questo che ti ho spinto a creare le Ronde cittadine
ovunque. Perchè controllino e quando vedono piccoli pezzetti
di
stronzi, li prendano, peccato non letalmente anche se meglio vivi, e li
riducano come meritano per rendere loro i niente della
società!
Le Ronde che le costituzioni non mettevano mai ora ci sono, per noi,
nei nostri libretti paga. E iniziano a menar le mani perchè
dopo
tolleranza e progetti di riqualificazione finiti male perchè
loro devastano di notte ciò che si creava di giorno...
Vogliono
le regole e le leggi dei loro regimi totalitari? E io glieli
darò. Sarò però peggio di baffetto
tedesco e
panzone! Vogliono giocare? E io come con i ritratti e i miei volti
ovunque nel mio paese perchè io resti dfavanti a loro
guardandoli dall'alto in basso, così sia per loro! Che
entrino
nel mio campo da gioco! Sarà divertente... dar corpo ai miei
incubi! Non è così, Milan?"
"...si..."
"Io sono ciò che loro stessi hanno creato.,.. che piangano
ora!"
"Lo so, sfogherai tutto ciò che hai dentro su chi
è solo
il male delle società... ma portarlo a giochi letteralmente
in
cui.."
"... cosa Milan? La oscietà stessa non ti mette in un gioco
in
cui sei attore e devi recitare anche se vuoi e in cosa non sei e vuoi
essere?"
"...si..."
":..se la gente sapesse amare come sa fingere... vivremmo in un mondo
stupendo! Mi sono sforzata di non deridere le azioni umane se sciocche
e stupide, di non deplorarle o odiarle se come i bambini, le persone le
facevano perchè no navevano avuto gli strumenti per
comprendere
bene o male o usare il cervello... ho cercato di capirle e non fare
tutta l'erba un fascio con la feccia... ma ogni cosa ha un suo
limite...Coloro che negano la liberà agli altri, non la
meritano
per se stessi! O si mettono i paletti, Milan, o con i famosi diritti
religiosi e di pensiero senza che siano stati preparati fin da piccoli
a vedere l'umano non come copia e incolla ma Persone diverse, non si va
da nessuna parte... le epoche a cui guardare nella storia umana sono
quelle di apertura e fratellanza tra i popoli... ma la feccia pensa
smepre di prendere tutto con la forza e le armi... e quindi ora entra
in gioco Veròna e le sue, di regole..."
"Posso dirti alcune cose fra le varie...questione di cui hai parlato?"
"Cosa..."
"Il verbo apparire ha messo in crisi il verbo essere ma... tu sei
riuscita a restare salda in ciò che sei e ti senti..."
"Non è vero! E lo sai! Quando mi guardo allo specchio... io
vedo
una persona, la stessa dei ritratti, io no ncambierei mai niente del
mio aspetto, io non importa quando e come, sarei sempre il viso e
l'aspetto che vedo. La mia forma anche nella visualizzazione
è
questa e così sarà nella mia anima ma... nel
momento
stesso in cui io guardo, vedo anche ciòche non ho saputo
definire. Non ho istinti e interessi in nessuno e i miei stessi organi
mi sono di troppo... quindi io cosa sarei? Per la società
là fuori, così mi hanno sempre detto, io
così non
sono una donna. Senza seno, non della mia misura almeno ma molto
meno, senza genitali, senza marito, senza figli... io non
sarei
donna e non sarei che il termine che ho conosciuto dai dieci anni...
zitella e difettosa. Ma tralasciando quella gentaglia, io stessa non so
cosa sono. Sono Asessuale? Sonoo demisessuale? Sono... cosa?
Perchè lasciamelo dire... tu stesso, nonostante le belle
parole,
continui comunque e etichettare settorializzare le persone con
determinate etichette. Ed è vero, non fare quella faccia...
in
un mondo dove tutto è con un cartellino per metterlo in un
settore... io stessa non so cosa sono. Io... chi sono? Sono la Lia
prima delle medie? Sono la Lia che si è creata per il dolore
e
cosa ha sopportato che loro hanno creato? Sono la Lia di adesso? Sono
Veròna, in realtà? Rò mi diceva che
era
impossibile che non provassi niente, non ero un robot e mi fece sentire
sbagliata e come tutti non ciò che a quanto pare dovevo
essere... ma io, cosa dovrei essere. Chi sarei? Quale
Personalità definisce veramente Me? Io tra tutte le facce
che ho
creato nella mia vita... e ancora, dentro di me e cosa sono e sento...
Io... chi sono?"
"So che non riesci a definire la felicità, però
sei una
di quelle persone, per fortuna per tanti lati, che considera la
felicità da ciò che cè nella testa e
nel cuore,
non nelle tasche e cosa contengono o possono comprare... quindi sei
già a buon punto. Ma..."
"Ci sarà sempre una penna per raccontare, descrivere, creare
il
futuro, come faccio con le storie e mondi che creo nella mia mente e
potrei mettere su carta ma... non si potrà mai avere fra le
mani
una gomma capace di cancellare il passato. IN sua sostituzione
cè lo studio di David per cancellare la memoria... Ho
già
chiesto a te quel giorno di non cancellare l'esistenza della Lia
là fuori, non morta... ma prendere qualcuno che ha perso
tutto e
vorrebbe una vita normale, classica, che tutti ambiscono e lei non
poteva avere e proporle di sostituirmni con alcune plastiche facciali,
veloci ma ben fatte, perchè divenisse me. Cambiare tutti i
valori dei miei documetni originali, così che in caso di
esami
futuri nessuno potesse accorgersi che no, dentatura, sezioni del corpo,
sangue e via dicendo non fossero miei... che nessuno si accorgesse
della sostituzione. Ho incontrato quella ragazza alla fine, quando ha
finto di avere un'amnesia e i danni che aveva riportato l'avevano
scombussolata..."
"Ho avuto paura per quell'azzardo! Incontrarla in un tavolino, seppur
nella sezione coperta di un bar, per dirle qualcosa... non ero
contento, ma ho accettato di lasciartelo fare..."
"Lo so, e ti ringrazio di questo! Quando aveva ricevuto la chiamata non
pareva contenta. A casa mia sono sempre lì come i ratti, se
non
mi vedevano seduta al solito posto nella stanzetta, si impanicavano.
Dovè, urlavano. Dove si trova... come se io potessi andare
da
qualche parte. Sempre a guardare, aprire cose, fatti i fatti degli
altri e dire che non era vero... Le dissi che io ero la Lei del
passato, la Prima e comprese subito. le dissi di fingere che fosse una
vendita telefonica e le diedi un appuntamento in un bar poco distante
da casa. Conosco quel posto come le mie tasche e sapevo che loro mai
sarebbero passati nei bar, pensa andare a guardare dentro i box coperti
dei bar, anche con la macchina, era rimasto come allora, quindi
dell'interno di vedeva poco. E ammetto... di aver scelto un periodo
caldo, ma non troppo..."
"Lo so, odi il troppo caldo e il troppo freddo"
"Ed eravamo... due quasi simili faccia a faccia, di fronte al tavolino.
Qualcuno poteva scambiarci per gemelle, o parenti strette, non... la
verità! E... quando mi vide non parve contenta ed ebbi
l'impressione che temesse qualcosa. le dissi... -Tranquilla, se temi
che io possa riprendermi la vita che ti ho donato, lasciato, sbagli...
voglio solo vedere come te la passi e prepararti bene per ogni
evenienza-. Si tranquillizzò! Era una dei milioni di poveri
italiani che bene o male di forma del viso e aspetto fisico mi
somigliava, sempre per strada, con famiglia disastrata, in
povertà e non vista da nessuno. Seppur un pò in
su, mi
disse che la mia vita era come essere in un sogno. E ne fui contenta.
SApere di dare a chi aveva bisogno e considerasse quell oche avevo un
tesoro immenso... in quei momenti che gli occhi le brillavano e
sembrava felice, insomma... mi sono sentita, mh... posso dire una
merda? per davvero? Per molti come lei io avevo sputato a una vita
tranquilla, basica con quello che cèra per vivere
dignitosamente
arrivando a fine mese senza piangere qualche conto in rosso. Non era
molto, ma per lei sembrava la vita dei sogni. Eppure io sentii,
vedendola... lei, con il mio viso, con quelle espressioni che mai
ricordo di aver fatto di contentezza e felicità... Insomma,
mi
sentivo come una persona vergognosa, ingrata... poi mi ricordai che
anche con questo, io ero stata infelice e ancora ora ne porto i segni
profondi e... nulla. Le dissi che se aveva qualcuno della vecchia
famiglia a cui teneva, potevo farle un'ulteriore dono. Mi
guardò
strana, e alla fine chiese cosa volessi in cambio. Le dissi... solo che
volevo che vivesse e godesse di ogni cosa che aveva desiderato da
piccola o crescendo e non aveva potuio avere, provare, ovviamente entro
quando scucivano i miei.... sono gli stessi che mangiano gelato due
volte sole l'anno, quelle vasche da due chili del supermercato in super
sconto, due in media per tutta l'estate... sebbene a volte ho trovato
scontrini di gelaterie, e la scusa era che se io non uscivo con loro e
trovavano qualche gelateria con un'offerta era colpa mia... ma per il
resto non si godevano niente che sentivo invece ai miei compagni di
classe... a quella ragazza a quanto pareva andava bene. Si era pure
trovata un lavoro e io ne fui contenta. Mi disse che con la sua Se di
prima, non trovava niente perchè guardandola la scartavano
subito. per gli abiti, l'aspetto e via dicendo. Mi disse che seppur non
si truccava e abbigliava come le altre ma con ciò che poteva
comprare, si sentiva una eprsona migliore e superiore di prima,
perchè le persone non vedevano più la morta di
fame di
prima. Anche se allo specchio non vedeva la persona che sapeva di
essere, aveva deciso di fare volontariato in chiesa, lei è
credente, ci credi...?" sorridendo " E di approfittare di quella
occasione per fare qualcosa di buono, come feci io... Avrei voluto, non
lo so... altri direbbero piangere, io darmi mea culpa perchè
quella ragazza aveva visutto il peggio della società e
avendola
lì mi diceva che viveva come una vita da sogno. Poteva
permettersi cose che prima non poteva, non era etichettata o..."
"Eppure non sei felice lo stesso"
"I sensi di colpa, il senso di ingratitudine, di... continuano a
rodermi perchè non mi sentivo a mio agio, non era il mio
posto,
non..."
"Allora tutti dovremmo essere così! I miei volevano che
restassi
con loro e continuassi ciò che era da generazione..."
"Lo so, però... mi ha fatto male lo stesso. Le dissi
comunque
che se avesse voluto qualcosa, ero a disposizione ma mi rispose che
riusciva ad avere qualcosa al mese per il lavoro e quei quattro soldi
che riceveva per i regali, sai le feste. E che si sentiva realizzata
già così! Che voleva trovare qualcuno e farsi una
famiglia sua e vivere una vita che prima avrebbe solo sognato. Mi disse
che era sicura che non sarebbe uscita dalla situazione bassa in cui si
trovava perchè non era brava a scuola, era molto povera e i
vri
problemi famigliari, insomma... era ormai rassegnata a un livello basso
con una vita come i suoi genitori. Sempre senza soldi, tante cose da
pagare e problemi a non finire. Che i soldi che i miei tenevano da
parte da quando ero piccola per il futuro, come dicevano, le sarebbero
serviti per cosa desiderava fare con la sua famiglia. E che aveva alla
fine tutto ciò di cui aveva bisogno. Si sentiva come se
avesse
fatto un salto di qualità. Fu però... sicnera con
me. Mi
chiese se fosse sbagliato cancellare la se stessa di prima per
immergersi nella finzione di essere me, e le dissi che no. A aprte
l'aspetto fisico, mutato ovviamente per gli interventi, poteva essere
se stessa. Poteva, dopo quanto accaduto con la scusa dei danni e
l'esplosione, anche restare dentro se stessa, e che se il suo nome per
lei non la definivano... poteva benissimo scegliere uno dei miei tre
nomi e farlo suo, dare alla vecchia Lia della società
l'impronta
che voleva, basta che... insomma, non si mettesse a fare come quella
eprsona che odio che si faceva tutti per cercare il più
fesso
che la sposasse, e poi cèra riuscta, nel mente la gente
mormorava che la dava via come niente. Non che a me interessasse ma...
quel buco di vipere era uno schifo, quindi le dissi che se voleva
vivere anche certi aspetti, che fosse in silenzio e senza dirlo a
nessuno. Neanche ai miei. Ogni cosa la riportavano ai nonni e zii...
della serie non cèra privacy. Di fare attenzione a chi
sceglieva
e di controllare sempre eventuali telefoni o cam, ormai tu stesso sai
che combattiamo anche le riprese nascoste di camerini, bagni pubblici e
non... quanto li ho pestati li stronzi che ho rintracciato..."
"Ah, si. lo ricorderanno a vita..." fece lui ridendo
"Comunque... Lei...mi ha rassicurata che avrebbero preso la vita che le
avevo donato e l'avrebbe vissuta al meglio senza perdersi niente. Che
non sarebbe andata sprecata, come io volevo e avevo pregato ogni Dio
esistente... le chiesi di nuovo se cèra qualcuno della sua
vecchia vita che volesse aiutare, qualcuno che meritava un aiuto, visto
che di solito er ainvisibile o trattata male... e mi disse di no. Che
Avrebbe pensato lei senza rivelarsi ma che... avrebbe aiutato se vedeva
che meritavano i suoi fratelli o sorelle, e che aveva già
ricevuto tanto. Rimasi sola al tavolino. Avevo ordinato un
tè e
un Profiteroles alla panna..."
"Avrei giurato che avresti presto della panna se non era qualcosa da
forno..." rise di gusto Milan, facendo sorridere anche lei
"Però..." rabbuendosi "osservai quel dolce mezzo mangiato...
quel tè che dentrgo la tazza mi rifletteva e... mi chiesi
che
tipo di persona fossi? E' ciò che determina quel...-Io...
chi
sono?-. E' una cosa negativa... cosa ho desiderato che qualche Dio
facesse e nulla e poi con te sono riuscita... invece di uccidere la Lia
civile, ho donato quella vita ad un'altra vita come facciamo per la
Mano e la Raccolta e..."
"Vuoi angustiarti ancora? hai fatto una cosa buona. Invece di trovare
un cadavedere mutilato che potessi spacciare per te e chiudere
l'identità civile che avevi, due ore dopo mi hai chiesto di
fare
questo scambio. bbiamo finto che tu fossi finita inun grosso ospedale
per un'esplosione in cui eri coinvolta, in cui era morto un altro
civile e proporre a ragazzi in difficoltà che
entravano e
uscivano da case famiglia o erano nelle liste dei servizi sociali...
una nuova vita, cancellando la propria. lei era oltre che la prima a
dire si, una delle migliori come aspetto base per cambiare poi il
volto. Se è felice, di cosa ti rammarichi?"
"Che lei prima... era una di quelle persone che desiderava avere
ciò che avevo io. Non era molto. Non avevamo riscaldamento,
niente lavssdtoviglie, lavatrice, casa sempre umida con macchie per
tutto il tetto e le pareti che per quanto passavi pittura non se ne
andavano e costava far rifare tutto... vestiti da 5 euro al pezzo ai
mega sconti. Scarpe a volte di mio fratello quando non gli piacevano
più... era capitato. ED siccome erano da ginnastica con base
piana, non potevo portare i tacchi, mi dicevano -mettiti queste
così non le buttiamo, visto che a tuo fratello vengono ormai
corte almeno le sfrutti-, avendo io i piedi più piccoli.
Cibo
sempre in scatola e sempre quello, a volte che stufava, non riuscivo a
mandare giù...quello non potevo comprarlo, l'altro nemmeno,
quall'altro non potevo mangiarlo perchè per loro costava
troppo... lei invece si è trovata i lsuo mondo e semrbava
che
alla fine si fosse affezionati a loro... e mi chiedevo dopo che se ne
era andata... che non fossi io quella merdosa da..."
"Vuoi davvero che ancora oggi ti buttino sulle spalle tutto quello che
pensavano da farti sentire ingrata, vergognosa, tutto quello che
vedevano in te perchè no neri come volevano?"
"no... io... non lo so!"
"sai... cè chi ti imprigiona per anni in un pensiero... poi
volti la testa e qualcuno ti libera con un sorriso" vedendola sorpresa,
con gli occhioni aperti come faceva sempre quando era sorpresa e ogni
espressione di prima spariva, come se fosse una bambina che vedeva o
sentiva qualcosa di inaspettato e nuovo "Tu sai di errori,
difetti, sbagli, vergogne, lacrime, dolore, sofferenza e tuto l'amaro
che hai vissuto come se non raggiungessi gl istandard di tutti. Eppure
sei rimasta te e hai continauto a spledenre con le tue sole forze. E
ora sei qui... certo, secondo ciò che penso... magari
è
l'unico mondo in uci questo è potuto accadere ma...
Riiniziare.
E lo farai secondo il tuo gioco. Con l'aiuto di David. La persona che
verrà dopo di te... Se a tutto cè una fine, che
ella sia
il tuo inizio. E quindi se hai deciso di fermarti solo
perchè
ancora ora pensi di non valere niente, che non accetti le cose che sono
oro per altri... allora riinizia come meglio pensi...La
pèiù grande cosa che una donna dovrebbe imparare
oltre
che tenere a mente è che fin dal primo giorno ha in
sè
tutto ciòche le occorre e al pari di chiunque. E' il mondo a
convincerle del contrario, ma le donne dovrebbero non dimetnicarlo mai.
E così sarà per lei. Certo, all'inizio per
qualche tempo
ci si sente disorientati nel nuovo mondo in cui si finisce. non per te.
Di solito si è disorientati quando si viene cavati fuori
dall'angolino rassicurante in cui si stava... per te non è
stato
così e sono sicuro che lo sarà anche per lei. Con
il tuo
sacrificio darai ad una sorta di altra persona una vita
andrà
vissuta. QUindi smettila con i crucci morali..."
"Mh..." rimettendosi a sedere mentre Milan si avvicinava alla finestra
dove lei era prima
"Non è forse vero che le persone positive cambiano il
mondo...
mentre quelle negative lo mantengono com'è? Allora... se tu
stai
facendo ciò che è cambiare il mondo, a piccoli
pezzi e
persona dopo persona... perchè ti ritieni negativa? Tu sei
abituata che ogni giorno è uguale, ogni cosa è
solo da
accettare e assecondare, di rassegnarsi e seguire l'onda... ma ogni
cosa, Lia, non dura che un istante e anche così è
stato
in questo mondo. la tua vita è stata un istante dal momento
in
cui seguendo il tuo istinto semplicemente hai scelto di portare quel
corpo nel bagno e fare cosa hai fatto... E se non ti senti capace di
andare oltre, di fare un passo avanti perchè senti che non
vivresti veramente e ti senti in colpa per tutto, tutto quello che ti
resta fra le mani sarà sempre polvere e niente. mentre se
agirai
come hai deciso, otterrai molto di più e per più
persone...E... la vita è un continuo lasciare andare quando
cè bisogno. Così tu hai fatto. hai lascianto
andare via,
allotnando dalle tue spalle ciò che doveva essere lascianto
andare. Adesso sei qui. Adesso sei più di quello che credi
non
essere... il tuo -Io... chi sono?- è determinato dalle
scelte, azioni, decisioni, voleri... ciò che vedo nei
dipinti
che hai fatto fare è qualcosa che è
più di quello
che tu pensi di essere sentire o no nsentire... tutto... lasciare
cadere via tutto ciò che ingombra le tue mani per il nuovo,
solo
con queste libere afferrerai un domani che sarà come tu
vorrai.
Tu o non tu, aiutare una o dieci persone, portare ai giacimenti o
lasciarli distruggere di tormento per ciò che fai patire
solo in
risposta a cosa hanno fatto... afferra le cose nuove del domani con le
mani libere, non lasciare che quelle persone aride e vuote te le
tengano ingombre con i pesi che ti hanno messo..."
"In sostanza chiedevo un letargo, un sonno perpetuo, un anestetico, la
figa nei miei mondi, la certezza di essere nascosta così da
non
dover vedere le brutture del mondo e non poterle vedere cadere in
pezzi... NOn chiedevo la pace nel mondo, perchè verrebbe
solo
con la crudeltà su chi non la vuole, ma... chiedevo la mia!
Mi
ero detta... mi vendicherò nel modo più crudele
che possa
fare senza agire come l'istinto mi dice... Dimenticherò ogni
cosa... è solo che essendo una cancellazione settoriale, la
prsona dopo di me... avrà pesi e..."
"Sarà lei a decidere nel caso. Come è giusto che
sia.
Come tutto. Per ora ci sei tu... stava arrivando e arriverà,
quel momento, quel determinato punto della tua vita in cui dovrai
spegnere tutto quello che ti stava e ti sta spegnendo. E
così tu
sarai libera e nessuno potrà ancora tirare le catene che ti
legano a chilometri da qui...a loro perchè loro lo
vogliono...
La tua casa è dove tu vuoi che tu sia... Casa è
dove
cessano tutti i tuoi tentativi di fuga. E da qui, non ti è
mai
passato per la testa scappare ma non perchè qualcuno possa
pensare che avevi cosa volevi, trovavi questo o altro disponibile,
pronto. non ti sei mai fermata un giorno dal fare qualsiasi cosa. Hai
lavorato sodo in molti modi, ti sei sporcata le mani senza chenessuno
ti dicesse niente perchè sei così... e questo
posto, per
la prima volta, ti ha fatta sentire in Casa? Io ne sono felice se
è così, ma è sicuro che non ti ho mai
vista
smaniare dallo scappare come facevi quando vivevi là. E' un
traguardo, no?"
"NOn lasciarti ingannare dalla nostalgia del -quel che poteva
essere-... non poteva essere niente e inente altro perchè
altrimenti lo sarebbe stato... l'ho letto in un libro una volta e io
sono qui, adesso,in una situazione che sono sicura non sarebbe mai
potuta... non sarebbe successo... QUindi, io cosa sto vivendo? Io...
chi sono? E in dove?"
"Vedi... certe crisi sono solo il segno di qualcosa nel dentro di noi
che sta urlando per uscire...l'ansia è un rimore che non
cambia
il domani ma rovina l'oggi a furia di sentirlo. E il giorno in cui
ciò avverrà, stgravolgerà ogni cosa e
farà
rinascere la versione migliore di te. E io sarò per
camminarvi a
fianco... Se tio ti facessi una domanda, ossia perchè pesni
sempre a te, secondo te quale sarebbe la risposta?"
"..."
"Secondo me qualcosa del tipo -perchè se non lo faccio io,
nessuno lo farà-. Nel vecchio mondo, ma in questo dove sei
giunta... ?"
"Una persona sceglie di essere buona o cattiva o un mix
perchè
nella maggior parte dei casi si adegua a come viene trattata... quindi,
per rispondere a te, io qui con voi, che dovrei fare?" guardandolo
muovendo solo gli occhi coe quando studiava la persona o il discorso
"Si risorge soli. E soli ci si rialza e si cammina ancora. E ancora.
Nel cammino e nel tempo chi è per noi, sarò
lì ad
aspettare... questo sarebbe la mia risposta. E..."
"Non parlavamo di me...?"
"Senti.." fece lui voltandosi verso Lia ma gli orologi a pendolo per la
tenuta, ove si potevano sentire, batterono l'ora e Lia aprì
il
cassetto e controllò il suo orologio da polso che si era
tolta
per mettere l'abito, essendo moderno, da uomo con la ghiera e vetro
grande e con meccanismo a vista. Avev amesso lì' vicino
quello
da tasca con catena per abbinarsi all'abito con il copertchio half
hunter con i decori tipo viticci e meccanismo a vista e
guardò
Milan.
"Abbiamo poco tempo... dovrai prima metterti l'abito per l'incontro con
i finanziatori delle feste che intendi portare, così da
avere un
introito dividendo le spese per organizzarle metnre questi si fanno
pubblicità... e poi abbiamo l'incontro con i Neri..."
"Lo avevo dimenticato... ecco perchè sei qui, vedi?" fece
lui
con un sorriso ma lo cancellò subito perchè lei
lo
fissava seria "Ok... per quanto riguarda i Neri, vuoi davvero portare
in scena lo spettacolo che hai scritto?" e per la prima volta da quando
era entrato nello studio, Milan vide su di lei aprirsi un sorriso ben
definito. Ma era un sorriso tra il carogno e quello dei dipinti.
"Altra cosa... sai, da quando ho accettato di farmi
impiantare le
lenti intraoculari multistrato a settore... ci vedo benissimo e senza
affaticarmi... David dice che finora sono le migliori per una
correzione permanente dei disturbi visivi. All'inizio a vederle solo
nel contenutre... pensavo che questi impianti fossero lenti a
contattoe... fossero fastidiose come dicevano molti. E invece... sono
posizionate tra la cornea e l’iride e non
si sentono.
Sono compatibili col corpo, apputno non le sento e non ho avvertito
niente, quando devo vederci meglio, basta socchiudo o strizzo un
pò gli occhi e le sezioni minori delle lenti, dei sette
strati,
si spostano per sovrapporsi e migliorare il focus... non ci credevo,
seriamente, che funzionasse solo con la volontà strizzando
le
palpebre con più o meno forza... quindi..." aprendo un
cassetto
e uscendo gli occhiali che usava per leggere e scrivere meglio senza
affaticarsi..." E... tu sai bene, lo sai, che io non mi espongo e ne
agisco in maniera avventata a scoprirmi, ma... immagino che
questi ormai non mi servano più, per cui posso anche
regalarli,
a qualcuno..."
Li aprì e tenendoli per le astine le mise sul viso a Milan,
che
essendo una cosa imprevista rimase sorpresissimo e scioccato, a
fissarla come se fosse qualcosa di inaspettato. Si lasciò le
mettere gli occhiali ma più perchè era gelato sul
posto e
la vide sorridere, con l'indice metterglierli bene spingerndo il
ponticelli verso la sua radice del naso come si fa quando la persona
stessa se li sistema e lei rimase serafica e con un un'espressione
quasi d'affetto.
Lo superò come un giocatore di rugby di lato veloce e si
affrettò verso la porta, e prima di uscire si
voltò a
fissarla con uno sguardo che a molti sarebbe parso quasi seducente, con
un sorriso che faceva raramente per poi proseguire e tirarsi la porta.
Milan dopo l'ennesimo atto di stupore fermo dove si trovava, voltando
solo il viso per segurla con la bocca aperta, si sfilò gli
occhiali buttandoli sulla scrivania con una faccia misto rabbia e
preoccupazione.
Ore dopo
"Signori, benvenuti. Sono lieto di incontrare finalmente i promotori
dell'ideologia a cui desideri unirmi... prego, accomodatevi..."
Milan era in abito classico nazi con tanto di cappello mentre invitava
gli ospiti ad accompdarsi nell'ufficio degl ospiti che avevano
allestito. A Lia era venuto unconato di vomito nel vedere come era
stata allestita la stanza con ogni foto, cimelio e oggetto richiamante
l'ideologia, ma come nei piani, era obbligo fare così.
Perfino
uno dei ritratti di Milan in una divisa nera che poteva passare per la
loro era in bella vista sulle scale appena entrati.
Gli ospiti, nove, indossavano le iconiche divise nazi e fasci con i
pantaloni tanto cari a quei soggetti e con insegne e spille che
indicavano grado e sezione, olre che il colore stesso della divisa.
nera, verde o blu, cammello di ogni sezioni che contrassegnavano il
grado di capo unità o senior. Lia non
aveva voluto
approfondire niente, sapeva solo riconoscere i colori. Le basta aveva a
che fare con quei tipi. Vederli dalle telecamere come quei pantaloni
iconici di Hugo boss da quello che sapeva e le fasce rosse, gli stivali
lucidati a specchio. Avrebbe voluto prenderli a pedate nel culo, ma
doveva trattenersi.
Il tempo per la Feten alla Lia sarebbe giusta presto.
Andò, merntre quei massimi capi di ogni paese dei gruppi
associati più grandi attivi fedelissimi all'ideologia si
accomodavano, nella saletta poco distante mentre le ragazze si
preparavano. Etta Prisca, Juria e un'altra erano vestite.con abiti
tipici dell'oktoberfest. Camicetta del Dirndl a barca, bianca con
rouches e maniche a palloncino, alcune con maniche più
lunghe
che scendevano oltre il gomito e si muovevano con le braccia. Al collo
i caratteristici nastri fermati a metà collo con fiori,
medaglione o altro a loro piacimento. Il
corpetto tipico da stringere in vita con dei lacci e decori pendenti
come maglie e catenelle abbinate. Ed era sotto la gonna o
sopravarie rouches di vari colori in coordinato con la gonnella a vari
strati dal ginochio o poco sotto, mai troppo alta. Dal bordo delle
gonne se si sollevava per i movimenti o si allacciava una punta per
fare un effetto sexy, si intravedevano i pizzi e merletti delle
sottogonne. Tutti gli abiti erano ovviamente della miglior fattura dei
loro laboratori sartoriali. le scarpe in vernice e laccetto alla
caviglia, erano in stile bambola con le punte tonde, come piacevano a
Lia e le aveva selezionate all'epoca del piano.
I tre dell'ave maria erano vestiti, con sommo rammarico loro e disagio,
da tedeschi della festa, con cappello alpino in feltro, camicia bianca,
il classico pantalone bavarese in pelle di capra o vitello con le
famose bretelle decorate in pelle.calze con colori coordinati nei bordi
e le damose scarpe tradizionali.
"sbtrgatevi, sono già arrivati e dobbiamo ancora ultimare le
ultime cose per la scenografia finale. Ricordate che la stanza l'ho
scelta proprio per le due porte-finestre che danno verso i giardini e
che con il meccanismo che ho fatto mettere, si apriranno e con il vento
propizio che cè stasera, le tende saranno in mezzo... quindi
ricordate la scenografia..."
"Si, capo. Noi ragazze siamo pronte... la scenografia con noi cinque
compresa lei la ricordiamo perfettamnete. Abbiamo già
sistemato
qui i due vassoi, così non rischiamo di versarli, che
contengono
i boccali scelti per l'occasione... a cui abbiamo fatto applicare che
possiamo poi tigliere il simbolo dell'aquila..." mostrando due vasoi in
legno e acciaio temprato con i manici con effetto legno con nella
metà per una presa migliore un'attorcigliatura. Coordinati
ocn i
boccali. Di ottima fattura e fatti loro, erano in vero legno
pregiato di colore naturale, due fasce a imitare i barili, materllate,
e a forma quasi di punto interrogativo con un arco che risultav
apiù alto del boccale stesso, con una lavorazione che
imitava
l'effetto legno, con nella fascia di presa un torchon come i vassoi, il
tutto fermato da rivetti così come i vassoi. Il bordo del
boccale era in pregiato cristallo incassato al legno.
Applicato per la recita, uno stemma con aquila in rilievo sul davanti
di ogni boccale e sui vassoi.
A lato sullo stesso tavoli dei piccoli barilotti di birra, tre, che le
ragazze e i tre avrebbero tenuto e messo a disposizione per riempire i
boccali, di legno chiaro, fasce in metallo e il tappo per versare con
rubinetto.
"Avete preparato il cesto di benvenuto?"
"Beh, benveuto non direi visto cosa contiene..." fece Kovacs prendndo
il manico del bellissimo cesto in vimini fatto da loro come tutto il
resto decorato con nastri di raso intorno il manico e l'inteccio del
bordo con un bel fiocco. Nel movimento un verso di levò che
mise
terrore ai tre, e Kovacs riposò l'oggetto "sembra un gatto
che
si lamenta..."
"Lui sarà il punto focale dell'inizio della Feten... se
siete pronti... si inizia!
lei indossava gli abiti non classici conosciuti ma quelli di pregio
della festa tedesca. Una cmiciola con scollo quadrato e manichette a
sbuffo, con tutti i bordi con pizzo o merletto sovrapposti e
pieghettature e ricami strategici. Il corpetto erano più
accollato di quello delle ragazze. Sebbene Lia avesse un seno
più grosso del suo gruppo femminile, non le piaceva
ostentare e
quindi aveva optato uno scollo più serio e meno a barca come
loro e un corpetto che dal bordino visibile della camiciola arrivava
sotto lapancia a V, di ottima fattura con sezioni come i corsetti e
pieghe e rouches mini, da allacciare dietro, e si era fatta aiutare non
dalle ragazze ma da Jd, a cui chiedeva sempre questo favore. Davanti un
decoro che imitava la chiusura con lacci ma fittizia, perchè
vi
erano invece catenelle legate a ganci lavorati che pendevano con dei
monili che danzavano aogni movimento. A completare la sezione
superiore il classico foulard che si piegava come una fascia e si
metteva la parte più centrale intorno al collo e i due lembi
sul
petto e inseriti nella scollatura, tipico elemento in più
dei
vestiti più tradizionali da costare centinaia di euro. Al
collo
un gioiello rettangolare con pietre e incisioni tenuto in stile collare
al centro del collo e non sull'incavo, più in basso come
piaceva
a lei. La gonna era in raso di un bel blu ceruleoarriciata alla vitacon
un fiocco su un'anca e fino al ginocchio e così larga che un
lenbo lo mise legato alla vita, come faceva con le gonne per l'Ats.
Gonfiata da varie sottogone di vari tessuti e orlature decorative. Dal
fiocco legato in modo nascvosta una micro pochette di pochi centimentri
incisa, lavcorata a forma di borsellino vecchio stile tenuto da una
catena. Si fermò davanti lo specchio. Si fissò c
on una
smorfia e levò la micro borsetta come le avev adetto il
sarto e
invece lego con il cordone argento allegato un sacchetto molto
più grande di velluto con bordi e fasce rifnite in argento.
Calze e scarpe da bambola compeltavano il tutto. I capelli invece erano
i suoi e invece seppur per la lunghezza erano perfetti per le famose
trecce, che fece fare alle altre, lei se li acconciò al
solito.
Si era fatta fare dei fermagli con la forma di boccale di birra con
smalto apposito per simulare colore e schiuma e legò solo la
sezione delle tempie dietro con questi, in due punti, lasciandone
alcuni davanti che scendevano e il resto liberi.
Il trucco era scelto apposta per richiamare gli abiti.
"Se siete pronti andiamo..." avviandosi alla porta vedendoli vestiti,
pronti, con vassoi o barilotti sotto il braccio. Fecero alcuni metri e
si piazzarono, seguiti dal ticchettio delle loro scarpe,
fatto
apposta, verso le due ante della porta di quella sala aperte.
Si fece vedere in posa maliziosa al centro della soglia con le braccia
aperte a mò di saluto.
"Willkommen. Schön dich zu sehen ..." proruppe con un modo
frizzante e felice verso gli ospitie a un suo cenno il seguito si
materializzò ditro di lei. Appena lei fece alcuni passi, il
gruppetro dietro proseguì dopo essere stati istruiti su come
fare e la sequenza da seguire e andarono ai lati, per fermarsi alcuni
dalla parte degli ospiti e alcuni da quelli di Milan con tre dei
Vecchi, tra cui l'uomo con cui aveva parlato il primo giorno e si era
fatta dare le uova. Con lui aveva instaurato un ottimo rapporto, tanto
che Milan storceva il naso affermando che sembrava quasi padre-figlia,
andandolo a trovare spesso da sola alla Fattoria e parlando molto ocn
lui. E in questioni come lo spettacolo di quella sera, l'aveva voluto
presente.
"Signori, sono così lieta di vedervi, ma prego, prego,
restate
rilassati e permettetevi di omaggiarvi con una birra
tradizionale
tedesca... ma fatta qui! Con i nostri ingrendienti e
manualità
di veri tedeschi di razza! Non riuscirete a farne a meno..." rise lei,
andando verso gli ospiti e dal primo dall'entrata si diresse
prima dall'altro capo, dal più alto in grado, e seguita da
quelli che si erano fermati in quella parte della stanza,
distribuì i boccali riempiti davanti a loro, uno per uno,
dai
mini barili.
"Sono così felice che abbiate scelto di onorarci ocn la
vostra
presenza... io e il mio partner abbiamo lavorato tanto per l'ideologia
e diffonderla in menti pronte a riconoscere le Vere Parole..."
"Siamo lieti noi, Aurelia, di trovare una Fedele del tuo
calibroche è entrata velocemente nei nostri gruppi armati e
aver
proposto dei punti focali in ogni quartiere... ci sei stata
raccomandata da tre gruppi, e da italiana pura e della Patria alleata
dell'ideologia, sapere che lavoravi per qualcuno del calibro del tuo
partner... ci ha spinti a questa visita. Cruciale, direi io..." rise
l'uomo in nero sotto la divisa perfetta "Ci ha illustrato la
vastità di settori in cui lavorate, la portata della vostra
presenza... per noi sarebbe ancora più facile diffondere le
Leggi e l'ideologia, avere armi e tecnologia senza destare sospetti...
mi ha illustrato anche con quale facilità vi muovere e cosa
potete fare per avvicinare tutti i gruppi che noi rappresentiamo in
ogni Paese... da qualche anno siamo tutti in collegamento e quando un
gruppo agisce, agisce anche l'altro così che la Feten di
quella
notte sia memorabile e fruttuosa..."
"Oh, si quella dell'altra notte è stata... straordinaria!
Che
inneggiamenti ai nostri due leader perduti, le loro parole scritte che
ancora proseguono con noi... quel diario è un tesoro
immenso...
e le persone non lo capiscono... si mischiano, accolgono,
accettano...mi dispaice profondamente che nel mio paese avvenga
ciò. Che per colpa degli Yankee le cose siano finite con
quel
gruppo che..."
"Lo so, ma da noi in germania e da loro negli altri paesi, ci stiamo
rialzando e dispiegando le ali nuovamente. Seppur segretamente, ogni
membri delle Nuove Forze e Neo Forze più moderne si uniscono
e
creano una rete con noi... dobbiamo ancora nasconderci ai troppi occhi
che questo mondo piene di camere e telecamere... ma resistiamo, e
riusciremo con alcuni di noi già nei seggi a ristabilire il
giusto ordine... è anche per questo che sono qui..."
Lia sorrise e dopo aver versato la birra a tutti gli ospiti,
andò verso Milan e fece lo stesso con lui e i membri dei
Vecchi
seduti nelle poltrone dall oschienale alto come per gli ospiti. COn
richiami all'aquila. L'occhiata che si scambiarono era eloquente. I
veterani, anche loro camuffati, stgavano invece dietro le sedie di
Milan e i Vecchi, così come alcuni uomini che seguivano i
senior
dei vari gruppi, alle loro spalle.
"Non potete immaginare la mia felicità nell'incontrarvi alla
fine... avevo sempre sperato di incontrare qualcuno dei Senior,
discendenti dei puri e ancora virtuosi che seguono ancora oggi senza
sosta l'Ideologia. IN questo paese, la Francia, possiamo dire che ci
si... nasconde di meno. E' risaputo che i francesi siano per loro
natura sottomessi... io non sno francese ma sono cresciuto in un paese
divenuto legato alla Germania e ancora oggi a casa, i miei genitori
hanno da parte molti oggetti dei loro tempi qaundo, appena
che
bimbi, sentivano i miei nonni raccontare come erano orgogliosi di
appartener ea qalcosa di così grande..."
Lia versava la penultima birra e mentre lui parlava lo guardava. Milan
si era accorto delle occhiate, e mentre esponeva e guardava in giro, si
accorse che lei sembrasse dirgli -non esagerare, le storie che
abbiamo creato su Aurelia e il tuo perosnaggio non sono a prova di
bomba...-
"ma a me interessa l'adesso... virò subito "Aurelia
è
colei che ha unito due gruppi dei Neo e adesso è
colei che
sceglie e dirige i gruppi armati e tattici perchè inizi a
sentirsi la nostra voce... la Voce... di Lui. Noi non dimentichiamo e
così accadrà per tutti loro che si assopiscono in
qualcosa di così debole che governa adesso..."
"SI, l'hoi già detto! Siamo sempre più inseriti,
sempre
più in alto e sempre di più! Riunioni e incontri
sempre
più ravvicinati, non siamo più intimoriti
dall'essere
scoperti e... sebbene alcuni dei Neo abbiamo fatto la sciocchezza di
depredare dei musei che esponevano capi autentici di oggetti e divise
perchè ritornino in mani giuste e sicure... e lo abbiano
fatto,
intendiamoci, per una giusta causa, quella che indosso adesso
è
una di quelle..." indicandosi con la mano libera dal boccale quella
nera che indossava ... non approvo tali cose. Rubare è una
delle
cose vietate, a meno che no nsia in guerra e si scelga di portare opere
che i nostri occhi, migliori badate bene, possano veramente apprezzare!
Ma siamo vicini, siamo vicini... e questa ragazza, amico mio,
Aurelia... che nome italiano perfetto per una nostra sorella!...
è la migliore della sezione italiana che io conosca. E'
stata
lei a indicarci soggetti perfetti per le prime propagande e ne sono
fiero! Le feten sono state grandiose, i video a testimonianza di questa
grande celebrazione con lettura finali dei Suoi scritti... Sarei stato
fieri di esserci! Ma verrai da noi, vero ragazza?"
"Oh, con sommo piacere! Sarò la prima a brandire il falcetto
in onore del mio paese per salutare la nuova Era..."
-così con quello ti spelo il culo, come le patate-
pensò lei manscherando la soddisfazione di fargli rimangiare
tutto a suon di urla con un sorriso carogno come i suoi, peccato che
nessuno degli ospiti immaginava perchè lo era.
"E' stato magistrale il Feten che ho osservato in diretta e salvate nel
dark web nei nostri siti. Per questo avendo saputo con che partner
lavoravi e quanto fedeli foste... non potevo non chiamare tutti i
Senior per darvi il benveuto e invitarvi in una cerimonia speciale, per
Voi..."
-Imbecille... se sapessi chi ho indicato e inserito nelle schede dei
bersagli ti roderesti il fegato... Ho solo preso alcuni pezzettini di
stronzi della feccia peggiore di ogni città e indicati,
anche
per la loro etnia ma italianissimi sia come sfruttavano il paese dove
si erano stabiliti che di nascita... e facevano lo schifo. Meritavano
il linciaggio e lo sfogo di quei pazzi e anche tre volte peggio, e le
scritte sul corpo dell'ideologia era la mossa per rivendicare il
ritorno della stronzaggine della loro mente bacata. E non hai visto il
video e la scena clou-
Lia sorrise amabilmente ringraziando per l'impegno messo. Milan non
voleva assolutamente che lei finisse invischiata in un lavoro che di
oslito era di poliziotti in borghese o di squadre speciali o
direttamente loro per la Pulizia... ma aveva detto che essendo
italiana, essendo il frutto di tanta gente e perchè se
voleva
che Veròna fosse aiutentica e vivente, era imperativo
conoscere
e venire in contatto con esperienze da cui avrebbe traboccato la sua
vendetta. E così fu. Approfittò dei discorsi per
portare
sul palco l'oggeto clou.
"Miei signori, per tale scopo vorrei porgervi i miei rignraziamenti ocn
un dono... mi auguro che vi piaccia! Innanzitutto con Jürgen
Adler
Roth II, di pura razza germanica da genitori nati e cresciuti in
madrepatria e giunti qui come dono. Questa è la loro
progenie,
forte, coraggiosa, fiera, con tutta la voglia di lavorare al fianco del
suo Handler contro ciò che deve essere scacciato..."
presentando, entrato con un uomo dalla porta uin pastore tedesco di
magnifico aspetto e conformazione. Sguardo attento, intelligente, muso
lungo e dalla colorazione uniforme, zampe forti e dalle movenze
chiaramente di un soggetto ben allenato. "E' di prima
qualità e
razza sia come genealogia che di addestramento. Il padrone è
il
suo tutto, il suo focus, l'attenzione ogni secondo della giornata e ha
una preparazione che nessuno dei vostri, non per offesa agli
addestratori in patria, sanno più dare... si usano metodi
moderni, noi... quelli delle radici..." sorridendo mentre il cane si
mostrava impettito e serio guardando in viso ogni uomo degli ospiti.
"ma non è solo questo, miei ospiti..." disse Milan
alzandosi,
sollevando il suo boccale "abbiamo un dono per voi. Che non avrete mai,
e dico mai visto... credetemi... " mentre Kovacs era uscito per portare
quel grosso cesto con manico che pareva qualcosa di natalizio o
pasquale "E' un soggetto unico nel suo genere. Abbiamo... seguito i
nostri precedessori per la ricerca della perfezione anche negli animali
che devono accompagnare noi e... questo è il risultato!
Riceverete in dono un animale che si credeva inesistente e che noi
abbiamo riesumato. E... no, non si tratta esempio di Dodo o tigre della
Tasmania, ma ci stiamo lavorando! Se riusciremo dai resti pervenuti a
replicare il Dna avremo dalla nostra qualcosa di straordinario,
così come riportano le pagine della storia..."
"Seriamente...? Potete?... ma è stupefacente! Siete qualcosa
che
ci mancava... dovete essere dei nostri!" fece un uomo vestito di blu.
"Certo e... Herr Holger!!..." con rigidità marziale..." la
nostra Aurelia vi mostrerà, come dono per VOi, l'animale
perfetto per un uomo quale è lei e... dovremmo essere noi
tutti,
se solo le Leggi tornassero... un soggetto addestrato, perfetto, che
incute negli altri il dovuto rispetto e si fonde con il suo Handler o
proprietario per la figura degna che onguno di noi avrà
nelle
gisute vesti... se potessimo vestirci tutti così!"
"oh, ottimo.... è meglio di un pastore tedesco?"
"Molto meglio, mi creda... qualcosa di superiore..." fece Lia con voce
vellutata e sguardo ammaliatore "la dimensione potrà farvi
inganno, ma come i partori tedeschi da cuccioli, anche questi soggetti
tra alcuni mesi adutli potranno... rendervi fieri! Si ergeranno come
Aquile in tutta la loro possenza, possiamo tutti rivederla... ma prima,
eccovi ciò che per noi è degno di stare al fianco
di un
Senio official..."
lei gli si posizionò di fronte, con il cesto in mano,
allungandosi con un'inclinazione di trenta gradi perchè
potesse
vedere. Con sommo interesse l'uomo abbassò lo sguardo
-abbassa gli occhi dalla mia scollatura, imbecille- pensò
lei sorridendo falsamente per poi dirgli nel mentre "E' migliore di un
cane, come temperamento e capacità come un cane o
un gatto
o un furetto, come intelligenza come i corvi... ed è solo
per
voi..."
"...Oh, strano. Così questa cosa che si muove? Una coda di
coniglio?" vedendo dentro il cesto una massa pelosa e poi un batuffolo
bianco che si muoveva.
Di colpo la forma ovale nascosta dentro il cesto si mosse e si volse
verso l'uomo in divisa nera, sollevandosi sulle due zampette
arrotondate e con un cipiglio incazzoso accompagnato da un "Mph!"
scazzato, preso in prestito dai video e giochi del vero meepit. L'uomo
rimase basito nel vedere quella specie di roditore grosso come un
procione con due occhi grossi tondi con le palpebre socchiuse nel
guardarlo incazzatissimo, il nasino movente coe i conigli, i dentoni
che sporgevano, le orecchiette che si agitavano, la coda a batuffolo
agitata e dei versi di fastidio che emetteva.
Gli alti della fila si protesero in avanti per vedere che accadeva
finchè Lia non disse "E meglio di un gatto di sicuro, il
gatto
non protegge il padrone..." e il meepit color grigio aprì la
bocca portando la testa indietro, fromando fauci aprte di novanta gradi
con i denti che si proettarono in fuori e dal cesto fece un salto verso
la faccia dell'uomo, che accappottò all'indietro per la
sorpresa
e l'avventatezza del robottino che finì schiena a terra
egambe
all'aria.
Lia rise e disse "Che venga e sorga questa mia notte del giudizio...
su, bambini. Abbattete l'aquila e le portafinestre di aprirono di
schianto, metnre l'uomo a terra cercava di staccarsi il robottino che
lo mozzicava ma senza uccidere e tutti gli altri si alzarono.
Un coro di varie tonalità di "Mph!" echeggiarono dalle
aperture
del giardino al dentro, portate anche dal vento che entava con forza e
faceva volare le tende trasparenti con le aquile stampate e alla frase
"Su, bambini, danzate... danzate..." gli altri robot di vari colori si
avventarono sugl ialtri Senior che avevano tentato di scappare o uscire
le armi. I robot azzannarono le armi, le inoiarono nello spazio vuoto
apposta come portaoggetti e si accinsero a -baciare- gli ospiti
come Lia urlava a rideva, girando su stessa come se danzasse.
"Lia... a che atto siamo...?"
"EH?" fece lei fermandosi, mentre la gonna che si era allargata
perchè il lembo che le faceva la gonna in stile ottocento
che le
piaceva non ritornava giù "Oh, Milan. Hai accettato che io
mettessi in piedi queste Pièce teatrale... fammi giungere
all'ultimo atto!"
"E sia, ti ho promesso che questo giro lo avresti condotto tu... il
problema è che non so bene come..."
"Si segga mio leader e lasci fare... alla sua partner..." facendo una
rivederza mentre alle sue spalle il delirio di arti che cercavano di
togleirsi di dosso gli esseri oscappare ei meepit che saltavano, davano
culate per farli ricadere, colpivan o con la testa o le zampette,
davano manate a destra e sinistra alle facce o mozzicavano.
"E' il momento... dell'inizio della cerimonia..." fece lei e le ragazze
al suoseguito, militari ed esperte ma parte di una tragi-commedia
quella sera, non le andarono incontro con un boccale per mano e uno per
lei. Lo presero e iniziarono come facevano nelle esibizioni le
danzatrici di Ats a inscenare una sorta di coreografia con i bicchieri
e le lor braccia, girando in tondo con le gonne al vento e lanciando
risate e parole.
"benvenuti a questa notturna Feten di follia. Cominciamo il gioco del
grande abbattimento..." cantavano
I boccali contenevano birra, per cui la coreografia era data anche dagl
iarchi della bevanda che volava mentre volteggiavano creando immagini
se visti dall'alto... finchè la birra non terminò
e Lia
fece cadere a terra il suo bicchiere. La parte in cristallo si
sbeccò con un suono alto e si incamminò verso gli
uomini,
prese da ogni uomo ancora a lottare del sangue che strisciò
sulla mano sinistra come una linea e continuò con tutti
finchè la mano non fu piena di strisciate di sangue e ando a
una
portafinestra.
"Col il sangue si saveranno i peccati. Le urla dei senza voce saranno
ascoltate e la loro rabbia e vendetta placate. Così come la
sete
di giustizia. Saranno decorati con disperazione e preparati per il
supplizio infinito, che si alzerà come coro di angeli fin
alle
anime che hanno portato in cielo...I loro lamenti sono come dolce
meolodia d'orchestra per questa pièce... Oh vittime
dell'ultimo
secolo per mani di chi loro seguono e venerane, giungete fin qui e
seguite con noi questa cerimonia... Inebriatevi ascoltando le loro urla
e parole di tormento e siate testimoni del nostro operato di Pulizia e
Giustizia. Non uno morirà ma vivranno finchè ogni
goccia
del sangue e ogni lamento di tormento e ogni stilla di vita in loro non
sarà stata mutata in pagamento per il vostro viaggio
nell'Oltre,
per non restare bloccati tra i due piani... Col vino color sangue io
segno questo luogo affinchè ne siate richiamati... loro si
sono
macchiati di molti crimini e voi sarete i testimoni della gisuta
punizione... Benedicete il nostro impegno per riportare l'equilibrio in
questo mondo col piatto della bilancia verso il peggio... " segnando la
porta con la mano per ogni zona degli stipiti e poi sulla soglia.
Infine si girò verso Milan e disse "così
compiaccio il
caro leader nel suo amore per l'esoterismo? Sono stata
concisa
invece delle parole vergate su cartapecora che avevamo prapato...
quello la prossima volta..."
"Così' sia... procedi con l'atto finale... è il
finale...?"
"QUasi..." fece lei toranndo dove si trovava, al centro della stanza
tra Milan e il suo gruppo e quello degli ospiti. Sia i Senior che chi
li seguiva era letteralmetne pestato da cinque o sei meepit ognuno. Le
ragazze della sezione femminile vestite a festa si misero ai suoi lati
creando una fila. Una le porse un bicchiere di squisitro vetro lavorato
semitrasparente e con del liquido rosso all'interno... che fu portato
verso davanti, allungando il braccio il più possibile verso
gli
ospiti che urlavano di terrore. il bicchiere scivolò
lentametne
verso il basso come Lia voleva che andasse e cadde a terra
frantumandosi e spargendo una macchia a terra tra loro e gli ospiti. Le
ragazze che avevano dei bicchieri anchì'esse, passategli dai
tre
che nel mentre glieli avevano portati, li fecero cadere alla loro
destra e dopo aver infilato la mano sotto le gonne, uscirono un bastone
telescopico che fecero schioccare con un colpo secco.
"Milan... che cosa le stai facendo fare?" domandò quasi
impaurito Jd, ma venne fermato dal Vecchio, capo della Fattoria
"Ragazzo... assisterai a ciò che dice sempre i ltuo capo...
dai
corpo ai tuoi incubi. Tramuta rabbia e odio e tormento in
cambiamento... questo ne è l'inizio, almeno per quanto
riguarda
quei Senior e i loro gruppi. Confondere col delirio e poi attaccare,
non fa sempre così, lei? E veròna non
è nata per
questo motivo? Una pedina imprevedibile e fuori dagli schemi... ecco
chi sarà Veròna e cosa farà per
riportare
l'equilibro che istituzioni e goveerni non riescono nel modo giusto...
per fermare una piaga! Tu non temi per lei, non temi per noi... temi
per loro! lasciale sfogare cosa ha dentro su chi merita! E' il minimo
che meritano loro stessi e sebbene questa è una cerimonia
coreografica che ha scritto e ideato con impegno, per loro
sarà
l'apertura della porta per l'inferno... se tu ragazzo pensi che
fermarla sia meglio e abbandonare il lavoro che state facendo
perchè questo ti turba... allora è come gettare
alle
ortiche tutto! Che il cambiamento avvenga con le sue regole" facendo un
gesto col mento verso Lia, che stava ricevendo da Kovacs un bastone fa
passeggio però con un'enorme aquila identica a quella degli
stemmi in oro e molto robusto "perchè finora loro hanno
giocato
alle loro... se fermi Lei, fermi ciò che voi desiderate
fare...
la tolleranza non deve tollerare l'intolleranza. Senza armi e forza e
pugni di ferro, non si potrà proteggere ciò che
va
salvato perchè ragazzo, quello che lei dice è
vero. Se
prima era l'ingerno per i giusti.. .con internet e i mezzi di
collegamento sia di viaggio che di comunicazione, le cose peggiorano e
il peggio che la gente ha dentro perchè non cresciuta e
preparata nel modo migliore... genera mostri.
"Ho solo paura che faccia come in quel club prestigioso, a prendere a
calci in culo un tizio che cercavamo che era uno dei grossi e ricco ma
orribile dentro e... entrò durante una festa, apparendo come
il
ritratto, anzi il ritratto era appeso a sinistra dell'entrata che poi
sfociava a destra nella sala e lei restò a fissare il
dipinto,
sotto di questo, affermando ai tre con lei, quei tre, che sicuro valeva
più nel dipinto con quell'espressione, e cito -da stronza
che
ti segue con gli occhi per la stanza e mostra qualcosa di indefiibile
nello sguardo, come una sovrana colta e superiore, che tutto sa e tutto
può, arrogandosi il diritto di guardarti con un sorriso sia
di
compicimetno verso ciò che sa e sa fare che per il suo
ruolo,
aggiungendoci anche quel pizzico di pazienza e disgusto per
ciò
che è al di sotto. Che ne dite, ragazza, anche io appaio
come
una centenaria Signora capace di fare di tutto e dire tutto?-... per
poi voltarsi e, come sapete, dopo aver mostrato, avanzando ma sempre
conalle sue spalle il ritratto, presentarsi senza l'aiuto di assistenti
o il presidente e ha annunciato che non è solo una socia di
riguardo, che non ha solo sovvenzionato molto bene quel club e quindi
stavano festeggiando con quei proventi, i suoi... ma era la loro
Protettrice e tra loro vi era un soggetto che li avrebbe schiacciati
tutti... devo continuare con cosa è accaduto o ricordate?"
"E la cosa ti preoccupa? Lavora al posto di altri..." fece l'uomo a Jd
con un'occhiata accusatrice "E alla fine, prima che lei se ne vada,
saranno più gli srtonzi come li chiama a finire lontano
dalla
società per salvarla che in cosa tutti noi abbiamo fatto in
questa manciata di anni... e ti preoccupi se si diverte a strapazzarli
un pò?... lei
sarà il loro terrore, quando si ritroveranno la sua figura
davanti e con lei, come loro vece, tutte le vittime nei secoli di
questi matti... è questo che vuoi? Che lei si fermi e il
loro
gruppo sappia e si organizzi o si fa come dice lei, continuando il
Cambiamento con le nuove regole più incisive, e meno
pacifiche?
Attenzione, sto dicendo che il grigio combatte il male per preservare
il bianco... ergo, se per qualcuno lei è la zona d'ombra tra
bene e male, lei lo sarà per il male, il nero... senza la
forza
bruta nella storia dell'uomo, le repubbliche e costituzioni traboccanti
di diritti non esisterebbero... è la verità di
questa
terra. La spada o pistola o qualunque arma e cosa si cova dentro mutato
in forza, preservano le cose... quindi decidi, o le togli il bastone o
la alsci fare e continuare il programma..."
"ma..." Jd titubò, mentre Lia era voltata verso di loro, che
l
iaveva sentiti parlare "... smozzicali tutti... piccoli e
grandi
"le disse con un sorriso poco convinto e lei con sguardo carogno con
tanto di sorriso passò a Milan che le fece cenno e lei con
il
bastone in alto, gridò che la cerimonia andasse al culmine
per
l'atto finale.
"Bimbi..." urlò con sollennità e i robottini
nuovi pacca
erano diventati un disatro osceno "... devo ricordarmi di trovare un
nuovo di modo di chiamrli, m fa senso chiamarli bambini..." fece verso
Kocavc che si trovava in un angolo "Date a noi il palco..." e i
robottini emettendo versi e zampettando uscirono tutti dalle
portefinestre verso il giardino.
"...Molto bene... ri-ciao!" fece andando nel capo della stanza dove
l'uomo in nero era bocconi "E' tempo che l'aquila cada..." rise e dopo
aver alzato il bastone e con lei le ragazze con i loro strumenti, si
avviarono verso gli uomini a terra ridendo e cantando "Spezzata
è l'ala... l'aquila è caduta dal cielo... le
penne si
spargono... per mari e per monti... e io ne sono la causa...AH AH AH AH
AHA..."
"Infurino le voci e animi dei Piangenti... l'ala caduta deve essere...
così ne mai più possa volare... il cielo
è
imprevedibile... che io lo sono di più...Io ne sono la
causa...
l'aquila è caduta... e a terra giacerà..."
"pagliacci, impazzite nei sogni che vi creo... su questo palco bagnato
di colpe... l'orologio segna l'ultimo attimo dell'aquila... stanotte si
alza il sipario della tragedia... tenetevi per mano per danzar euna
infinita tragica commedia... L'aquila riceverà il
giudizio...
fino alla fine di una notte che non avrà alba...
perchè
io non gliela farò vedere..."
"Veròna... la strega di arroganza e cattiveria senza pari...
ti
strapperà dal tuo volo, oh aquila... non vi libererete mai
dal
suo incantesimo eterno... e se questa pena vi sembra che duri ancora...
almeno una volta pregate perchè abbia pietà...
pieno di
pianto è il limbo cupo e deserto... dove si attaversa i l
dedalo
della disperaizone... ma noi apriremo la porta serrata che loro nessuno
spalancherà... in questa nostra notte del giudizio e
giustizia..."
"Notte del giudizio... la mia divina tragedia... in cui ogni vostra
cosa verrà ridotta in cenere... "
Mentre facevano dei giri intorno agli ospiti a terra, questi si
ripresero per rialzarsi e affrontarle e i tre e ujd si preoccuparono,
ma Milan tese un braccio e disse loro di fare silenzio e stare fermi.
"Credete che lei abbia bisogno di aiuto o di essere protetta? Dovete
voi proteggere loro... da lei!" rise Milan
Sebbene gli ospiti sembravano afferrarle per agire con rabbia, diedero
tutte una pedata sul naso, dritto e preciso, facendoli sobbalzare per
il colpo e Lia rise. Alzò il bastone in aria verso la
portafinestre e invitò le anime senza pace ed erranti
perchè trovassero modo con loro di ritrovare la strada per
andare oltre e poi agli ospiti disse "Su, allungate le mani verso di
no, affondate le unghie. ANche fino a farle cadere... Su, maledicete e
inveite, fino a perdere la voce... Su, agitatevi e rivoltatevi, fino a
perdere il respiro... cercate di rialzarvi come l'aquila senza
intenzione di cedere... fatelo, vi attendo..."
E rifacendo un girotondo intorno a loro tornarono a cantare
"Spezzata è l'ala... l'aquila è caduta dal
cielo... le
penne si
spargono... per mari e per monti... e io ne sono la causa...AH AH AH AH
AHA..." e andarono tutte giù con il bastone o il
bastone
da polizia. "Spezzata è l'ala... " e già un colpo
agli
arti, solo quelli "l'aquila è caduta dal cielo..." mentre
Lia
che cantilenava prendeva l'uomo in nero e lo sbatteva al muro e
già un colpo su un ginocchio con l'acquila ad ali spalancate
su
un ginocchio "...le penne si
spargono..." su un braccio "...per mari e per monti..." e
facendo
un girotondo ocntinuarono a picchiare gli arti passando da uomo ad uomo
" e io ne sono la causa..." picchiando e piacchiand "che seguiate e
provate cosa subiscono le vostre vittime dell'odio e dello sfogo del
vostro schifo... mentre vi spenniamo.... "AH AH AH AH
AHA..."
Lia iniziaò a danzare intorno alla mattanza senza morte come
se
si divertisse " E non abbiate timore... nessuno di voi
morirà
per un pò di ossa rotte... noi facciamo miracoli,
più che
i santi... lo certifico! Il nostro rituale è terminato ma la
sequenza di terremoti che produrrà tutto questo si
avvertirà per ogni didietro che è con voi... e la
vostra
aquila cadrà, ogni vecchio del cazzo, ogni giovane imbecille
che
è stato plagiato lo riporterò alla ragione a modo
mio,
ogni stronzo come voi sarà inchiodato alla terra e mai
più spiccherà il volo libero... questa
sarà la
vendetta dei giusti e il giudizio degli innocenti... " girandosi verso
la scena rosso sangue che terminò con le ragazze che
arretravano
ai lati, fermando tutto "che gli spettatori invisibili testimonino la
mia promessa..." fece con le braccia aperte alla portafinestra con di
segni di sangue "se non io entro il giorno che morirò,
seguirà l'altra faccia d Veròna, e ancora una, e
ancora
un'altra e ogni aquila marcia cadrà sotto il vessillo della
Fiamma... terra bruciata troverete voi e chi è con voi
finchè non vi prenderò, ogni vostro libro o copia
del
diario bruciata, ogni effige e foto fatta a pezzi... vorrete essere
ricordati e commiserati come martiri?!?... Pregate perchè
non
sia così! Perchè voi non siete portatori
di
parola... ma di morte! E io sconfiggerò la morte! E io
riderò e danzerò sui vostri corpi mentre ancora
sarete
lì a pagare nel purgatorio che abbiamo creato per tutti voi,
feccia che immonda il mondo... per questo o spiriti di innocenti,
spiriti erranti e pieni di sofferenze per cose subite o con colpe non
vostre, spiriti di luce e voi guardiani del mondo spiriturale...
guidate le Fiamme affinchè purifichino come neanche
nell'inquisizione... perchè questa sarà la
missione delle
Fiamme... estirpare il vero marcio... a cominciare dai preticelli, tra
l'altro... domani fatevi trovare pronti..." fece agli uomin ancora a
terra "ferchè aprirò le porte del mondo da cui
non
potrete più uscire e mi servirete ancora e se deciderete di
non
collaborare ne fare cosa voglio per estirpare il vostro veleno
infetto... " vicino a lei apparvero immagini di persone che quei tizi
conoscevano benissimo e iniziarono ad essere terrorizzati alla vista di
quella gente in una sorta di quasi sfera come uno squarcio nella
realtà, che mostrava un'alta aprte del mondo "che begli
esserini... femmine di aquila e aquilotti che hanno bisogno di una
zavorra perchè possa spiumarle... Oh, guarda... aquile
raggrinzite che dovevano morire decine di anni fa e invece hanno
plasmato voi... loro urleranno di più e con più
foga..."
Un gruppo di uomini, una ventina armati di taser li prese a zappate per
stordirli e portarli via e quando furono andati tutti, Lia si
voltò verso il gruppo con Milan, i veterani e i Veccchi e al
leader fece una risata carogna "Mi auguro di aver allietato il caro
leader con uno spettacolo al livello dei suoi gusti... ho aggiunto
anche quel pizzico di esoterimo e mmmaggggiaaa che le piace tanto..."
attegiandosi con sfottò.
"Noto una certa ironia... comunque complimenti, è stata
una...tragedia greca dal mio punto di vista, con quel tocco di pazzia
romana che non guasta per certi gusti... avrei preferito meno cruento,
ma presumo che dopo che ti sei dovuta unire a loro alcuni giorni
proponendo le nostre prede perchè fossero letteralmente
menate a
sangue da quella feccia... è stato divertente... mi auguro
però che non ripeterai queste cose, non qui..:"
"Provederò a pulire io stessa, tranquillo... mi
armerò di
potenti vaporizzatori e con una bella sgrassata a valore non troverai
niente... grazie per aver acconsentito di far creare i piccolini, sono
utili, non trovi? Ovviamente a quasi tutto verranno tolti i denti
estensivi, bastano gli incisivi... ma è stato divertente
tutto
quanto. Per una volta posso dire che la forza vendicativa è
stata necessaria... " cambiando da frizzante a seria con aria oscura
"mi ha fatto ribrezzo vederli esultare per il pestaggio a sangue di
quegli individui, seppur erano il peggio della società,
pensando
fossero poveri disgraziati a caso presi per orari e luoghi poco
centrali per diffondere il loro odio... vederli a pochi metri mentre
sfogavano il loro schifo mi ha resa... sporca, ma ora posso dire di
essere pulita di nuovo... si! Questo mio essere è di nuovo
come
prima, e ora capisco come si sentono quelli sotto copertura... o
impazzisci, o diventi ocme loro, o scappi. Io ho deciso di rivoltarmi
invece... e ora, come vuoi proseguire? perchè usare il brute
force per avere ogni loro contatto, account e mezzo di comunicazione e
le info degli altri è facile, ma non sarà di
tutti...
vuoi proseguire tu, oppure..."
"Vorrei io..."
"Già... tu e Jd... troppo buoni per questo lavoro, a meno
che
non sia necessario e d'obbligo, oltre che personale, premere il
grilletto per u nsolo colpo in fronte... Si, tu sei come Al Capone...
un Signore..."
"Ehi" fece lui ccome urtato sistemandosi la giacca
riabbottonandola, per poi per l'irritazione mentre stava dritto e serio
cme un fuso non si portò lìindice verso il naso,
per poi
fare come niente fosse un gesto di scansarsi delle ciocche dalla fronte
"io lavoro a modo mio, tu secondo il tuo..."
"E gli altri secondo il loro... ma sei il Leader e ogni cosa, ricorda,
è sotto la tua responsabilità... anche io, colei
che
dà corpo a Veròna, la strega che
lavorarerà per
te..." facendo un inchino come un uomo "che sarà il tuo cane
da
guardia... non dimenticarlo..."
Kianta entrò in camera dopo le venti di sera.
Varcata la soglia si ritrovò nel salottino la tv accesa, una
pizza con tranci mancanti, bottiglie di birra e Gask seduto a terra con
le spalle e le braccia contro la seduta.
Si voltò a guardarla, Kianta sospirò.
"Sei ancora qui... ma non eri con i tuoi uomini a fare casino e bere?"
"Fino a mezz'ora o tre quarti d'ora fa... "
"E... adesso che stai facendo?" gli chiese cambiandosi le scarpe dopo
però aver risvoltato le gambe dei pantaloni come faceva
sempre
prima di toglierli e metterli nell'armadio degli abiti
indossati, che
non andavano nel cestone e andavano lavati a parte. Diede uno sguardo
allo schermo e cambiò espressione.
"Sto guardando questa serie strana per imparare la lingua spagnola. I
ragazzi le usano per avere qualcosa di facile per capire meglio lo
spagnolo e lingue latine.."
"Lo so, fu Lia a mettere questa cosa senza sottotitoli..."
"Ah... Alcuni dicono di aver seguito i programmi per
bambini perchè il tedesco ad esempio gli impedisce di
pronunciare bene l'italiano, lo spagnolo e lingue simili. E quali altre
lingue dure dicevano?" alzando gli occhi per pensarci
"E... la segui con loro?" mettendosi a guardare le scene che si
susseguivano
"Ah! Questa no. Vogli odire, l'ho iniziata in queste sere che ti ho
aspettata. Ci metti un sacco a tornare..:"
"Cosa... sei il mio maggiordomo che tieni in conto le ore di entrata e
uscita? E immagino che tu abbia usato il mio, di bagno!"
"Eh... si, sono tornato con il metodo solito e ho preso la roba dalla
zona mia dell'armadio. Domani mattina come sempre prendo la roba sporca
e me la porto... ma stai tranquilla. Chiudo totalmente il water con il
coperchio sempre, uso le saponette e tovaglie gisute, uso le scarpe da
interno... come sempre, come vuoi tu!" mentre lei alzava le mani al
cielo chiedendo -Perchè?!?- "Ehi, siamo amici. Mi
hai detto che quando volevo potevo venire e dopo..."
"potevi venire... a fare una visita, come Jd, Milan, o i
ragazzi che..."
"Visita? Che siamo, amici di penna in città
diverse? Tu non vieni
mai da me, ma non significa che... Aspetta, Jd? Perchè Jd
viene
qua?"
"Cosa ti stupisci a fare?!? Siamo amici, viene le sere che vuole
passare del tempo con me e..."
"A far che..." fece lui protendendosi sulla seduta morbida come se
fosse nuova per lui
"Non lo so... a fare la pizza, botanica, gara di velocità di
Escargo prenotare due prostitute... ma secondo te che potrebbe venire a
fare?" guardandolo con le braccia
incrociate e la faccia da funerale
"COSA?"
"Non lo so... secondo te che ci viene a fare qui un amico?"
"..."
"... cosa..."
"non ho capito l'ultima parte..."
"Di cosa..."
"di cosa fate tu e lui quando viene qua... che significa gara di
velocità di lumache, perchè le escargo sono le
lumache...
e prenotate prostitute? Ok che sei per il sesso libero, ma..."
"MA PUO' ESSERE SECONDO TE?"
"OK..." fece lui, rimettendosi di fronte lo schermo "devo aver capito
male..."
"Perchè, tu cosa avresti capito?"
"QUando Jd viene qui? perchè siamo amici da un
pò, ma vengo..."
"tutte le sante sere, lo so... non me lo dire, tu non sai
cosè
la privacy, eh? Sopratutto quando neanche ti accorgi se ci sono e apri
la porta del bagno senza bussare o controllare..."
"Se tieni quasi sempre la luce con i funghi accessa...""
"E' colpa mia... non tua che ti sei fiondato qua e ci stai stagnante!"
"Che cè... da solo in camera mi annoio, gli altri si
ritirano nelle camerate... vengo qui!"
"Ma potresti andare da Jd appunto, Lubo, chiunque come fa Jd quando
viene!"
"E Milan? Viene..."
"QUasi mai, ovviamente, ci manca solo lui con la sua
criticità
snobbista pacchiana, che per lui è come essere da una
poveraccia, qui!
"Dai, non è poi così esagerato... non molto..."
"Lo conosci poco..."
"Cosa viene a fare qui?"
"Creiamo forchette...! A parlare, passare il tmepo insieme anche se
è venuto solo un paio di volte, ma quasi wsempre davo io da
lui..."
"mH..."
"Ha tutta l'ala... ne ha di spazxio per stare comodi..."
"..." fissando lo schermo
"perchè no nvai da lui proprio per questo?"
"...ok... allora, ti cambi e vieni?"
"te la stai seguendo appassionatamnete vedo..."
"Mah, mi hanno detto che è la migliore. Divertente, poco
banale, semplice da capire..."
"La cosa che mi fa ridere è che uomini, militari oltretutto,
grandi e grossi e cattivi, poi seguono con ardore non serie
qualunque
per imparare la lingua, ma telenovelas e soap opera... e poi si
lamentano delle donne...!Lia aveva proprio ragione..."
"Cosa... mi hanno detto che è la prima scelta per capire lo
spagnoloe le sue varianti... e che era meno sdoldinata delle altre..."
"non ci contare... Betty la Fea? una serie colombiana? Davvero? Ti
è stata consigliata
come la preferita...? Non oso immaginare la peggiore, allora..."
"Tu l'hai vista?"
"Si, si..." fece lei, andandosene verso la camera da letto. Ma con u
ntono strano. Gask rimase solo a mangiare ficnhè lei non
tornò con gli abiti da interno, come faceva sempre e col
broncio
che se lo misurava batteva ogni record.
"Che cè... che hai? Vuoi vedere altro?"
"No... non è per quello..." fece lei andando verso la
libreria prima della tv e rimettendo un libro sul suo spazio.
"Allora dimmi... perchè quella faccia come se ti fosse morto
un
furetto?" ricevendo la da lei un'occhiataccia "Senti, a proposito...
perchè davvero non ti prendi un furetto o un corgie che ti
piacciono tanto? Tre giorni fa in inghiterra non volevi schiodarti
dalla vetrina di un negozio di animali, mentre facevamo la
Raccolta,
borbottando triste che i furetti in vetrina erano tristi di faccia..
prenditene uno che ti faccia compagnia..."
"Io non prendo animali solo perchè io ho bisogno di
compagnia.
E' egoistico, anche perchè io sto sempre fuori e la povera
bestiola dovrebbe stare o qui tutto il giorno ad aspettarmi,
o non so
dove metterla... perchè se esce e la tengo da qualche parte
per
tenerla qui da me dovrei fargli il bagno ogni santo giorno al ritorno e
pulirgli bene le zampe! Il furetto non posso portarmelo dietro, non
è come un cane. Sebbene si possa addestrare, non
è un
cane. Dove me lo tengo, nelle tasche come i cagno-topini?"
"I cagno.... topini?" la fissò con la bocca aperta
"Si, quei sorci tremolanti che chiamano cani di piccola taglia. I
furetti sono meglio, ma dovrei tenermelo sempre infilato da qualche
parte e non è carino nei suoi confronti..."
"Mah, dipende dove..."
"Eh...?"
"Niente... e allora prenditi un corgie, visto che ti piacciono o quei
cani dell'etna, uno tuo..."
"Tu ce lo vedi un corgie ad arrancare...seguirmi sulle zampine, proprio
ine, per tutti
i miei affari? Arriverà di sera sgonfio come una zampogna..."
"Mph!" Gask evitò per un pelo di bere la birra mentre
rideva,
ripoggiandola "Ok, allora che devo dirti... se non prendi animali ci
sono io... o un pappagallo. Un gufo reale... "
"uccelloni qui dentro?"
"Parliamo di gufi... vero?"
"Certo che parliamo di gufi o volatili grossi! Qui dentro ce li vedi?
Per sgranchirsi le ali devasterebbero tutto. non è
così
grande! Queste mie stanze erano una degli ospiti più un'alra
più piccola che è ora il salottino. Ma come vedi
è
piccolo rispetto all'altra ala... quei bagarozzi di uccelloni si
sentirebbero come in gabbia...Nah, non ingabbio animali, non lo sono
neanche dove li teniamo..."
"Allora non pensarci e vieni, cè pure la pizza se non hai
mangiato..."
"mh..." guardando di soppiatto la televisione ma comportandosi come una
tigre in gabbia
"Che cè... perchè non ti siedi, che hai?"
"Niente... a che punto è Betty, lì, la brutta?"
"Ah, sono arrivato che lei è assistente del presidente e si
è amozionata, sia per questo che per la gentilezza
del suo capo
nel difenderla dalle prese in giro..."
"Mh..."
"Cosa..."
"Cosa...?"
"Che hai... o ti siedi o te ne vai là dentro. Che stai
lì
a gironzolare vicino il divano come se avessi paura. Non ti piace?
Cambio, eh?"
"...come ti pare, per ora, lì?"
"La storia? ... mah, sembra un pò qui da noi, nel senso che
persone di grandi capacità ma buttate giù dalla
società si riscattano con un'occasione..."
"Insomma..."
"Che vuoi dire? La protagonista è la più
preparata in
questo posto dove lavora. ma perchè è brutta per
tutti,
non vale niente. Allora per una volta dopo tempo trova qualcuno che le
da la possibilità di mettere a frutto le sue doti e la
ricompensa con la meritocrazia..."
"Ma tu hai capito la storia vera dietro questa serie?"
"Cioè?"
"Che è la versione femminile e più edulcorata del
concetto del gobbo di notre dame?"
"Che?"
Kianta rimase pochi passi prima del divano a guardare male le scene che
si susseguivano, mentre Gask la guardava senza capire che intendesse.
"Spiega, perchè io ho capito solo che lei finalmente mette a
frutto le sue doti con un capo che non guarda la...
bruttezza, e lei che
deve scalare la classe sociale contando su..."
"Ni... non è proprio così. E' una telenovela o
soap opera
come vuoi metterla. Qui riguarda oltre le capacità
professionali
il concetto dell'amore, della realizzione dei sogni d'amori e simili.
Quelle cose lì..." con un gesto della mano come per indicare
che
andassero gettati via
"Ho visto che lei stravede per il suo capo ma..."
"E' questo il concetto di questa serie. Portare Betty a trovare l'amore
che sente per il suo capo... Insomma il classico felici e contenti
delle favole!...la cosa schifosa è quello che avviene prima,
però. Quello che fanno quei due caproni merdosi... Se io
dicessi -figli di puttana-, qualcuno potrebbe dire che la madre di
Armando, ora mi pare che si chiami così lui, sia una donna
educata, sofisticata, a modo, che con Beatrice si rivolge... con
rispetto. E non è carino dire cose del genre contro di lei.
Peccato che dimenticano che quella stessa donna con... marcella si
chiama? insomma, la fidanzata di lui, il bombolone pompato del capo,
parla e sparla di beatrice come fosse una di scarso valore e livello
e... solo per la bruttezza! Quindi anche lei on è esente dal
giudizio! La cosa penosa è però cosa le fanno..."
"E mi sembra che non ti piaccia! NOn ci sono arrivato... qua parliamo
di spoiler..."
"Cosa le fanno è orribile..." fece lei con la vocina
depressa e
facendo con il piede dei semicerchi, con gli occhi sul pavimento "ne ho
viste di cose da quando sono sveglia, ma quando all'inizio pure io per
prender econfidenza con le lingue ho visto questa serie, non
ho dormito quasi per due giorni. perchè in quei giorni oltre
questa serie per la prima volta ho visto la vera faccia del mondo.
Avevo da poco accettato di aiutare Milan, ma mi aveva fatto fare solo
comparsa di presenza e interazione come... come qui! Insomma, non
sapevo dell'altra faccia degli esseri umani. mentre vedevo questa
serie, con cosa quei due delinquenti le facevano come fosse
un
oggetto o un cagnolino a cui fare giochini...sono entrata nella sala
della sezione Web e..."
"..e...?"
"... niente, lascia stare.... comunque, della banda delle racchie, che
ne dici?"
"Il gruppetto di amiche di Beatrice? Simpatiche..."
"Come simpatiche? Quelle arpie? Quelle profittatrici che dicono cornuta
alla bionda finta? Volgari, grezze, pazze, maleducate,
sgarbate, rozze, impiccione, senza ritegno per la privacy...
non
capiscono i modi di fare, non importa la classe sociale, loro sono una
vergogna eppure sono amate... io non capisco. E marcella e la madre di
Armando, che gentaglia. Si sentono superiori e giudicano solo l'aspetto
e se ti trovano -strano- come se fossi qualcosa che vale meno. La
madre di Beatrice e il padre di Armando sono le uniche persone corrette
e giuste di tutti quanti, tutti, che sono Signori in confronto..."
"A me le racchie piacciono, sono divertenti..."
"... invece la Signora Caterina è l'unica mente genuina dopo
il
padre di lui e la madre di lei che vale rispetto, la terza persona che
vale. ...non valuta l'aspetto, osserva la gente, prima di giudicare
analizza e ascolta, non fa come tutti anche nella realtà di
etichettare dal primo incontro da una singola cosa..." parlando con
tristezza "...se fosse esistita qualcuna o qualcuno maschio
come
lei nella vita di Lia... si sarebbe risollevata con un briciolo di
sicurezza, che qualcuno alal fine le ha donato... e non
sarebbe accaduto
niente..."
"Se fosse così, tu però non esisteresti..." fece
lui
guardandola come per rimproverarla, ricevendo un'occhiata dura
"..." tornando a fissare lo schermo, stringendo però i denti
"Io non l'ho uccisa..."
"Che vuoi dire..." fece lui voltandosi dallo schermo sorpreso
"...per Milan la mia esistenza uccide Lia. Se io sono sveglia ed
esisto,
e sono per molte cose diversa da Lei, io cancello l'esistenza stessa di
Lia. Per lui una medaglia non ha una faccia con me e l'altra con Lei,
ma la medaglia ha una faccia con Veròna e altre
personalità minori che sono ispirate da Lei, e l'altra siamo
o
io o Lei. Se ci sono io, Lia non può esistere e quindi se io
esisto come Kianta, sia come nome che mi definisce che io come
Coscienza, Lei finisce perduta come una stella. Rimane la luce nelle
cose rimaste ma lei non cè più... mentre Dorde
afferma
che una persona è lei e basta per via dell'anima, quidni io
sono
Lia volente o nolente, Milan è più distante... da
questo
concetto. Pure lui pensa che io sia diversa da Lia ma afferma che con
la sua morte ha scambiato una vita con una vita, e quindi
esisto
io. E che questo mondo potrebbe essere l'unico degli esistenti
sovrapposti in cui Io come Kianta esisto mentre l'altra è
stata
morta e sepolta dalle pagine della storia...
finchè io avrò la mia Personalità e
sarò
ciò, lei non potrà esistere a sua volta come
Personalità..."
"E tu pensi che te en faccia una colpa?"
"No, ho sempre l'impressione come con Jd che sperino che mi ricordi...
perchè lei torni... ma mi spiace per loro, ci sono io..."
"Sono contento che dall'altra volta che abbiamo discusso all'anfiteatro
per isnegnarti qualcosa di quello che so, ti sia decisa a mantenere la
tua definizione di Personalità, invece di non
sapere se
accontentare chi ti sta più vicino nell'agire come
vorrebbero..."
"Come faceva lei..." fece lei piccata
"... invece che te stessa... ecco, infatti. Quindi..."
"E cosa ne pensi di cosa fanno Armando e il suo amichetto a
Beatrice...?" fece lei talgiando corto il dialogo
"Ancora non lo so... so solo che la prendono in giro dietro ma il capo
alla fine la tratta con rispetto...perchè non vuoi parlare
della
cosa?"
"..."
"Ok, non ti va... cosa hanno fatto a Beatrice... tu sei una eprsona che
non vede differenze tra la gente. bella o brutta, bassa o alta, chiara
o scura o altre differenze... non ne vedi che differenziano da
categorizzare, quindi per te Beatrice e le racchie non sono racchie,
sono persone come le altre, anche se vestite male..."
"Quello che dicono queste storie è stupido... ti fanno
sempre
capire che tutti i brutti in queste cose sono solo vestiti male e senza
curarsi... ma ecco che se arriva qualcuno come la signora Caterina,
magia e miracolo, diventano gnocche, come in questo
caso, superiore alla
bionda finta e Marcella... loro a confronto sono brutte eh!?... ma la
realtà non è così! Ci sono persone che
possono
andare da un bravo parrucchiere, negozio di abiti ocn una commessa che
ti sa aiutare, cure varie... ma non sempre si può fare
miracoli
come in quel modo.... mentre quello che fanno quelle due merde a lei,
è come prendere una persona e pestarla sotto i piedi con le
scarpe piene di cacca di cane... uguale. Non vali. Non sei niente. Sei
uguale alla penna che usavano per scrivere... stessa cosa. Da usare...
senza calcolare che è una persona, che stai calpestando
tutto
ciò che è, che la offendi e tratti da schifo
anche se ti
è superiore come persone e intellettualmente...
perchè
alla fine questo è, lei li supera tutti in testa che se
valesse
più la meritocrazia, lei sarebbe stata due classi
sopra loro. E'
questo... e cosa le fanno..." fece scuotendo la testa con l'ultima
frase.
"... lei però non pensava niente di male, era sicura di
essere
amata. Ha sbagliato, però per lei era un sogno, e..." ma la
seguì con la coda dell'occhio per vederla andare nel
mobiletto
dopo "...che... stai fancendo?"
La vide con un broncio depresso, con una bottiglia con un bicchiere in
mano, recandosi poi in camera.
"Dove vai?" le chiese ma lei chiuse la porta girevole dividendo le sue
parti come a tenerlo fuori.
Si affacciò nella camera da letto voltando un pò
la porta
e la vide con la finestra espansa, al centro, come faceva sempre quando
non dormiva.
"Che hai?"
"..."
"Ehi..."
"..." la vide bere un bicchiere di qualcosa
"Che ti succede, perchè..."
"Non ti stavi guardando la serie?" fece lei, con un tono lamentoso
"Si, ma se ti comporti così..."
"...cosa vuoi..." quasi piagnucolando
"sapere perchè hai preso quella bottiglia e ti sei chiusa
qui"
".. cosa vuoi...? Il mondo è uno schifo e io voglio starmene
per i fatti miei... non hai altro da fare?"
"Quando sei così, fai così?"... rivedendola bere
"intendo
startene lì a trangugiare non so bene cosa, in solitudine,
al
buio se non per quella lampada con i funghi..."
"NON HO VOGLIA DI NIENTE, VOGLIO STARMENE TRA ME E ME A PENSARE...
QUALCOSA NON VA?" sbottò voltando solo il mento verso la
spalla
"Quale parte dei nostri discorsi ti ha messa di malumore...?" guardando
lo scenario fuori
"..."
"Giochiamo a indovina cosa?"
"..."
"non hai alzato la temperatura? fa un pochino freddo rispetto a quando
siamo usciti per l'anfiteatro..."
"Sto bene così..." versando il liquido dalla bottiglia al
bicchiere.
Gask prese una coperta dalla parte alta all'interno dell'armadio di
fronte il letto, che lei non usava a letto ma proprio sul divano o a
terra e glielo mise sulle spalle.
"Cosa cè che non va?"
"...MMMHHH" si lamentò lei, prendendo un lenbo della coperta
e giradonsela intorno strettamente con un lamento gutturale.
"Ti... ti stai arrotolando come un sushi..." fece lui ridacchiando ma
la tensione nell'aria non era cambiata "mi vuoi dire che ti succede?"
"Il mondo fa schifo. Le persone fanno schifo..."
"Parli della serie?" restando con gli occhi al panorama
"usare le persone per i propri fini.... usare il sesso come mezzo per
le proprio schifezze... prendere in giro una persona con i loro
sentimenti, io non posso capire, ma mi fa rabbia sapere che quello che
quelle due merde fanno a Beatrice accade ogni giorno... come l'avevano
etichettata solo per l'aspetto e quindi declassata a niente... vederla
solo come vagina con le gambe che serviva loro per i loro traffici... e
queste cose accadono realmente..."
"lo sappiamo, lavoriamo per fermare queste cose... dicosa ti turbi? Lo
vedi ogni giorno..."
"..." allungando un braccio dal rollino che aveva creato con la coperta
e dalla cui somminità usciva solo una perte di testa
"Ma cosè che bevi?"
"... la nostra sprite..."
"Ah, quella trasparente con le bollicine che imita la bevanda di
fabbrica... aspetta con cosa è dolcificata? Lo zucchero? Il
miele. ... La stevia. ...
Lo sciroppo di malto. ... Lo sciroppo d'acero. ... Lo sciroppo d'agave.
... Il fruttosio puro. ...I dolcificanti artificiali ipocalorici? ogni
volta con tutta questa roba che usiamo per scopi diversi lo dimentico"
"Sciroppo d'acero, ma questa la fanno solo per me con la stevia..."
"Ah, quindi anche senza calorie... almeno è buona? bevi solo
questo?"
"Decente... è allungata con birra..."
"Hai fatto un mix di sprite nostra con la nosta birra? Ma che roba
è?"
"Lia beveva solo vino frizzante e solo nelle feste o con Milan per
brindare champagne o spumante, niente altro... io questo. Problemi?"
"No, è che..." guardando fuori, ma si fermò
perchè la sentiva lamentarsi, per poi capire che forse
piangeva
"Cosa cè, perchè piangi?"
"Non sto piangendo..." ma piagnucolando con sbalzi di tono "il mondo
è uno schifo..."
"Sei tornata così, vero? La serie che vedevo ti ha solo
messa Ko... confermi?"
"... UUUHHHHH"
"Cosa è accaduto?"
"..." respinrando strano solo perchè cercava di non p
iangere
"usavano ragazzine per i loro traffici sessuali, ragazzine normali
sfruttate e trattate come facevano quei due con Beatrice... usate come
oggetti... e pi allo stesso tempo Gazzar ha gestito un gruppo che ha
sgominato un traffico di ragazze da america latina, da cina e arabia, i
profughi che scappano anche sui barconi, per usarle per lo stesso fine.
Solo che queste ultime sono oggetti in tutto e per tutto, le altre
ragazze di un paese di primo o quasi primo mondo che sono prese in giro
e poi raggirate o minacciate perchè facciano come
vogliono...
solo per lo schifo di sesso per i clienti e i soldi di quella feccia...
"
"lo so, è dura lavorare a questo..."
"io ci sono finita dentro per Milan... ho capito come era la questione
il giorno che sono entrata in sala web e ho visto i monitor mentre
Alaric e i lsuo gruppo terminava l'incarico. E mi ha detto -tu da
dove vieni? Ah si, sei una bambina come testa, che crede che
tutto sia
fatto di zucchero filato e invece è carne putrescente. E se
ti
fa schifo cosa vedi, se ti appari e ti comporti, e pensi come una pura
e innocente bambina, non credere che quella prima di te fosse candida
come la neve. Perchè era una cazzo di pazza sadica se doveva
vedere rotta la feccia fin nell'anima... tu vuoi Aiutare Milan
perchè pensi che fai una cosa giusta e buona aiutarlo? Tu
non
sai qualè la vera faccia di questo mondo... esci dalla
gabbia
dorata dalla quale Milan non ti farà mai uscire,
ma metti
la
testa fuori le sbarre giusto per capire perchè sei
lì
dentro, anche per proteggerti, ma non significa che sia tutto come da
noi... guarda bene le nostre cam, stronzetta, perchè come
diceva
la pazza prima di te, anche i bambini devono sapere comè il
mondo, presentato e descritto nei modi giusti, ma devono sapere. E
visto che sei nella sala, guarda il vero mondo che esiste intorno a
noi-... ed è stato così che ho capito cosa
cèra
davvero nella realtà. Ho aiutato Milan sostituendo Lei una
settimana dopo essermi svegliata, perchè aveva bisogno e
volevo
fare qualcosa di
buono come diceva lui e quattro giorni dopo, entro in quella sala e
vedo le scene classiche che ormai conosciamo per il loro lavoro. E ogni
giorno da quel momento, vedo le persone che sembrano come il bestiame
che le associazioni animaliste condividono di oscenità e
orrori
anti umanità. La stessa cosa. Orrore. Persone usate e
spremute
finchè possibile, corpi di persone messi a disposizione per
chi
paga, come se si scambiassero o vendessero non so...
sigarette,
carte
pokemon o altro... quando ho imparato lo spagnolo ho visto quella
serie, poco dopo cosa Alaric mi ha detto, e ho visto cosa
accadeva a
Beatrice... e ho odiato quella cosa ancora più di prima. Poi
lessi i resoconti di Lia dove raccontava di missioni e icnarichi che
aveva seguito, cosa aveva visto con i suoi occhi e e Rò..
"..."
"e ogni cosa da quando mi impuntai per fare anche io la Raccolta,
vedere il mondo di fuori.... ho visto tanta gente come
lei, da brutta a considerata niente nonostante la testa e la bravura ma
povera, che non è finita come lei. Beatrice vive il sogno
classico che tutti dicono che riesci, se sogni riesci... non
è
vero. La bellezza non arriva così come con Beatrice. Non
esiste
sempre qualcuno come CAterina con Beatrice. Non esiste che niente
diventi il sogno d'amore di un coglione... lei doveva mandarlo a quel
paese, anche non sposarsi, ma farlo distruggere fino alla sua
morte col fatto
che non sarebbe più stata sua... invece no, amore vero,
amore
puro di sto cazzo, sempre col sesso, e figli di
mezzo e il suo sogno si
è materializzato. non esiste per tutti e con tutti, diceva
sempre Lia. Scrive sempre che di mille persone solo una trentina
riusciva, se andva bene, e non se lo inventava, ma dati alla
mano, che
riceviamo giornalmente sulle persone. Ormai con internet e i social e
tutto quando è facile vedere e seguire le persone di
qualuqnue
ceto sociale e vedere la stima di come sono le vite vere... Armando
doveva morire da solo come un cane pressato dallo schifo che era, altro
che guadagnarsi il perdono e la donna che diceva di amare... facile
così! Altro che sogno realizzato, lei doveva dire -non
esiste
che tu ci guadagni dal tuo schifo, tu non mi meriti ma neanche doop tre
reincarnazioni. Io valgo tre volte te dopo cosa mi hai fatto,
e mi
etichettavi come pipistrello, mostro, che schifo baciarla e fare altro,
pure vorresti essere amato?Ma muori con le palle rinsecchite come
prugne...-..."
Gask rise ma capì che lei non faceva lo stesso per la
battuta.
"... ho visto le facce e le foto, i video, le cose che facevano fare a
quelle donne, sia quelle solo minacciate che quelle prese dal loro
paese, comprate e vendute a chiunque... in che condizioni
fisiche, in
ogni parte, erano e quanto dovessero lavorare lo stesso,
mezze
nude con
la neve... e non riesco a stare tranquilla chiedendomi come si vive in
quel modo... come si possa continuare a sopravvivere in quel modo e
come Lia si dannasse per una vita non sua, e sarebbe stata
felice
nel
lasciare a quelle stesse persone considerate oggetti,
ciò
che
aveva, perchè vivessero e fossero Persone in una vita
decente.
Non era molto ciò che aveva, ma rispetto a come erano tutte
quelle da quando lei arrivò qui a ora..., sarebbero state
come
principesse a confronto... e non riesco a capacitarmi di come si possa
usare una persona a quel modo... "
"pensa positivo, adesso sei amareggiata per cosa è accaduto
oggi, ma sei una persona che vede il bicchiere mezzo pieno, pensa a
come le abbiamo aiutate e salvate e domani, e dopodomani e poi cosa
faremo per gli altri... Oggi Fester in una missione è
tornato in
un centro dei nostri di aiuto per senzatetto e drogati e ha trovato gli
stessi che aveva portato là, molto... molto meglio. Ed era
così contento! E cèrano persone che portavano
aiuti per
varie cose per..."
Gask non finì di descrivere le notizie che la
sentì
ululare da sotto la coperta, arrotolata come un tronchetto di natale al
cioccolato. Le veedva solo la cima della testa e il movimento mentre si
dimenava all'interno.
"Se ululi ancora più forte i lupi della montagna che ci
vengono
a trovare ti sentono e corrono, eh?" fece lui per smorzare la cosa, ma
non servì a niente. Quando cèra un atto gentile
diqualcuno per qualcun altro, le partiva il pianto.
Così. Era
già capitato varie volte che qualcuno facesse un gesto di
umanità,
gentilezza, amicizia, fratellanza umanadi fronte a lei...e che vlei se
ne stesse da parte
cercando di non piangere o da quando erano amici, la trovava a
piagnucolare con tanto di lacrime. Non sapeva perchè, ma le
accadeva solo per quelle situazioni. Neanche in scene orribili prima o
dopo missioni, se moriva qualcuno che era una vittima e non potevano
farci nulla. Le dispiaceva, ne stava male ma non piangeva. Se
cèra un gesto gentile di qualcuno senza e non mostrando di
volere niente in cambio, partiva con l'ululo solitario.
E si dimenava in quel rotolo che pareva un tappetto arrotolato e messo
in piedi che si piegava in due verso un lato afflosciato, per poi
drizzarsi e rifare l ostesso in posizioni diverse.
Ah, no, pensò. Cèra anche la questione
stranissima che
quando lei andava in bagno, piangeva. La prima settimana non sapeva i
suoi orari e finiva sempre per entrar ein bagno trafelato per cambiarsi
mentre lei si asciugava
o era in procinto di fare la doccia ed era nuda, e l'aveva odiato, ma
lui semplicemente faceva veloceper cambiarsi e mettersi gli abiti da
interno come faceva lei.
QUalche volta gl iera capitato di aprire la
porta, constatando che molte volte si osservava allo specchio o si
vestiva e l ofaceva in silenzio senza nessun rumore di sorta, e
trovarla con le guance rigate di lacrime. Una, due, tre volte e alla
fine dopo aver rischiato l'ennesimo oggetto tirato addosso e un
cazziatone di -almeno bussare-, cosa che lui inizio a fare come
d'abitudine, le chiese perchè piangesse sempre in bagno. E
lei
dopo averlo fissato stranita, gli disse solo che era andata in bagno.
Tutto qua. Alla fine si era fatto spiegare che così come per
Lia che per lei, se andava in bagno non importava a fare cosa, le
scendevano giù le lacrime senza motivo, accadeva. Le
lacrimavano
gli occhi,due o tre rigature e niente, diceva solo -per alcuni
è normale. In certe situazioni escono a molti, a me in quel
senso, escono e basta niente di strano. io non ci faccio neanche caso,
se non me lo
dicessi tu prima di alzare la testa verso lo specchio, non me
ne
accorgerei perchè accade ogni volta ed è
fisiologico,
tanti sono come me...-. E lui la prendeva in giro bonariamente,
perchè lo trovava stranissimo ma a quanto pare era vero.
Alcuni
avevano i lacromini in quelle circostanze e neanche se ne accorgevano.
ma
in quel caso le lacrime era da un suo sentimento, solo che no ncapiva
come definire il piagnucolare con versi gutturali o ululanti come una
bimba timida, per qualcosa di gentile e umano fatto per altri.
"Dai, smettila di piangere e di fare il sushi..." le fec e, prendendo
uno dei libri dal leggere dal comodino, sedendosi
in modo che lei fosse con la schiena contro i lsuo petto e le gambe di
lato, stringendola con le braccia
"Cosa fai!!?! Cosa Tocchi? Non voglio essere toccata! AHH!"
"E stai calma! Vuoi che legga il nuovo libro di...brendon sanderson?"
fece dopo ave r letto il nome sulla copertina "vuoi che passi del tempo
con te leggendoti il nuovo libro? Mi va bene anche rileggere Mistborn
che ti piace tanto, ma non fare la terrorizzata se mi metto
così. O me ne vado.."
"UUUUHHH"
"Me ne vado, eh? Ti avevo detto che era tempo che tu restassi te stessa
invece di accontentare chi ti chiede di essere più...
pacata!
Agire da te. Essere te. Fare come TE. Queste cose ti fanno stare male?
Cosè che faceva quella prima di te in questi casi?"
".... parli della schiavitù sia lavorativa che sessuale?"
"anche.... tutto ciò che sentiva come peso da non poter
sopportare..."
"Faceva le pièce teatrali..."
"Quindi mutava tutto ciò che provava in qualcosa che la
facesse
sfogare, che riversava il male che provava come umana su chi aveva
rovinato quel'umanità dagli altri in uno spettacolo da
ricordare..."
"Una Feten.. si. La faceva all'inizio con i Neri... ma poi lo
riservò a stupratori, pedofili, gente che abusava delle
donne in
varie maniere rendendo però a loro cosa avevano fatto e alla
fine alcuni dsi loro si ritrovavano con gli stessi problemi dei
prigionieri statunitensi che le agenzie governative segregavano per
averli in custodia e interrogarli. E se si rifiutavano di mangiare,
loro eseguivano la tecnica dell'alimentazione forzata inversa..."
"Si, non mi ci fare pensare... non credevo che esistesse questa tecnica
di tubi e altri posti al posto della bocca... poerò lei non
lo
ha mai fatto..."
"no, nelle Feten ha sempre ridato ciò che loro avevano fatto
agl
ialtri e... Milan dice che era anche un modo per scacciare la sua paura
per quello e l'ansia che le veniva a ogni ricordo di Rò e
l'incertezza che qualcuno potesse toccarla. E così era come
esorcizzare quella paura dando il giudizio e assistendo alla pena...
così facciamo adesso. Osservare la decisione e il giudizio
dati,
pure che fa schifo... è una sorta di punizione per noi.
Perchè..."
"A te non piace il sangue e la sua puzza...per sempre fai sempre aerare
le stanze se e quando potrebbe scorrerne un pò e non accetti
nel
Cerchio e le giostre colpi seri o pericolosi..."
"non ho paura del sangue o di vederlo o di causarne l'uscita, se
cè un motivo io non ho paura di far provare dolore. Ma non
che
duri come nelle cerimonie e si senta nell'aria... e non mi piace che
loro, che sono fratelli e membri della Comune, si pestino
come
adorino così tanta da finire Ko per ferite gravie,
commozioni
cerebrali e danni al volto. Lo sai... e comunque, Tranne le volte che
lei si divertiva a impersonare Veròna qui o nelle
Torri,
dove compariva anche Milan, e quiindi si divertivano insieme fino a
ridere come due scemi, di solito Milan nei suoi scritti è
smepre
più calmo, padrone della situzione, quasi rigido e severo.
Non
ama molto queste sue pièce teatrali e anzi le trova
troppo...
troppo esagerate anche... quasi come s enon fossero per lui o il loro
prendere in giro la gente con la Strega non fosse troppo per lui... e
invece rare volte sono come il Milan che conosco... Da un lato
cè un Milan che le dice di dare corpo ai suoi incubi, come
se...
fosse un consiglio, un incitamento ad usare la mente più che
le
azioni dirette. Altre volte è come il Milan per i prank con
i
quadri e le apparizioni della Strega. Giocoso, più pronto ad
agguati e prendere per i fondelli come faceva Lia le prede... Da quando
mi sono svegliata ho sempre visto il Milan quasi giocherellone e
infantile che quelo più composto e fermo. POche volte mi ha
detto le solite frasi come -dai corpo ai tuoi incubi. Tramuta rabbia
e odio e tormento in cambiamento... - . Quante volte me lo ha detto
in questi mesi? Una manciata e di solito quando lo fa... sembra quasi
come se qualcoa gli abbia cambiato l'umore e fosse l'opposto di quello
che conoscono. Come il mIlan che è pure tuo fratello, con
cui
siete usciti e avete fatto giri nel tempo libero..."
"SI, Milan sa essere entusiasta a un livello molto giovanile a volte,
quando non è nei panni del Leader... ma io non l'ho mai
visto
nella veste di come lo descrivi, serio, o come lo descrive
Lia..."
"E' così, me ne sono accorta. E se Milan di solito
nell'ufficio
o nei salotti fuma quel suo sigaro, quando è serio non
ha
mai quella rimanenza dell'odore addosso... immagino che fare il Leader
sia, mh, faticoso... da cambiare tanto... comunque fu Milan nei suoi
momenti di durezza ad accettare che lei esorcizzasse le sue paure in
quelle bravate o pièce o Feten in base a cosa si inventava.
Lia
diceva smepre che da quella volta in casa di Rò ne era
uscita
così terrorizzata che nel ricordare, nelvedere cose come
accade
a Beatrice nella serie, nei film, o nella dura realtà che
vedeva
con le loro missioni e incarichi... se ne usciva col sentirsi raggelata
sul posto, come se gelo le scorresse sulla pelle, le mancasse l'aria e
nei casi gravi in cui le immagini le restavano nella mente, sentiva il
bisogno di piangere per l'orrore e la paura che quello che portava...
Non ne voleva sentire parlare o pensare che quello che vedeva su
ragazze o donne potesse capitare a lei. Odiava la vicinanza di
qualunque uomo, dormiva con armi sotto il cuscino o in alcune parti di
letto e comodino, sebbene alla fine si era ni parte tranquillizzata.
Milan le aveva giurato che per l'Accordo nulla sarebbe successo in
nessun caso su di lei, ma questo non la calmava. Dice sempre nei
resoconti, come testimonianza tipo cosa psicologica o simili, che
Rò non solo non ha mai capito i suoi malesseri ma il suo
aggredirla, dirle certe cose e come la trattò l'ultimo
giorno
che si videro... Come lei rimase male, dentro, quando tentava di
abbracciarla e farla spogliare e lei si ritrovò a urlargli
fermo!, in un angolo della stanza con una o due ottave sopra. Non si
era resa conto di quei pochi attimi, era come se si fosse quasi...
risvegliata standogli lontana e come lui si fosse arrabbiato tanto da
dirle che era cambiata. Cambiata! Quante volte lei ripete quella parola
ma con astio. Lei non era cambiata, era solo uscita male da una mezza
esperienza che le aveva peggiorato tutto, le aveva fatto odiare tutto e
venir la paura di subire qualcosa di cui aveva paura. E lui l'aveva
rimproverata! Da quel giorno iniziò ad avere terrore di
essere
toccata, di fare di nuovo qualcosa che non voleva, di finire come tante
che scrivevano online che per i doveri dovevano farsi fare roba... lei
non riusciva e l'ansia nei peggiori dei casi le causava crisi di
pianto. E quando la prima volta sfogò tutto quanto contro
dei
ragazzi che facevano lo schifo sulle ragazze, sia ubriache che non...
iniziò il momento di rivoltare il calzino, disse, e quindi
se
non possono subire cosa subiscono le donne, rivoltiamo anche noi la
situazione ma facendo provare loro ciò che fanno... E
raccattò militare con la mente problematica, persone che
volevano guarire dai loro problemi ma non riuscivano e tanta gente che
la società tendeva non ad aiutare ma a buttare nella
spazzatura
e diede loro dei compiti. Avrebbero lavorato sfogandosi nei loro
problemi solo quando lo diceva lei e che per loro quei momenti
sarebbero state la Feten che li avrebbe ricaricati con cosa gli
serviva... Torque, Cinq, tutti quelli che sono pronti a picchiare,
abusare per sfogare i loro istinti a causa della loro vita, lo fanno ma
entro cinque fasi e non oltre, su chi merita di peggio ma va bene
l'esperienza che rimane come marchiata a fuoco dentro di loro.
Abusatori vengono abusati. UOmoni o ragazzi che vedono altri o donne
come solo carne da usare e buttare via, che subiscano lo stesso. Non ci
sarà pertugio che non conoscerà il terrore,
diceva, come
hanno fatto con quelle persone. Grazie alle IA e le proiezioni,
mostrare cose false ovvio, ma che sembravano reali dei loro familiari
chiedendo -Allora, cosa sta accadendo a loro che tu o voi avete
fatto a estranei, per voi, cosa vi porta dentro? Vi sembra bello da
sapere o vedere? Se è il vostro sangue, non va bene, non
è così? E visto che io sono buona, sono buona e
giusta...che donna buona e giusta che sono...magnanima, caritatevole
con chi non se lo merita!!!-. Era una delle frasi per darsi un tono,
sai, però quanto li ha fatto piangere poi... prima loro
ridevano
delle loro vittime e le loro reazioni... poi, non risero
più...
e anche io non riesco a reggere a cosa devo vedere del vero
volto
del mondo. Quei siti dove mettono foto di ex, di donne in generale, di
ogni età, che... lo schifo che ho visto nella sezione web e
poi...Quanto si lamentava prendendo quella serie, Beatrice la cozza, di
aver voluto una guida di vita come la madre di beatrice o il padre di
Armando, un pò come genitori ma con cui si poteva parlare,
ascoltavano e... e poi..."
"Non ci pensare. Niente Beatrice la cozza. Vediamo un pò
questo
libro nuovo.. si chiama Firefight... è appena uscito, sei
sicura
di volerlo leggere in origiinale e non in altre lingue per
rispolverarle? E questo autore comè?"
"A Lia piaceva Jordan e la sua ruota del tempo, raccontava di una volta
che aveva postato quela pietra rossa delle Aes Sedai e Phib che diceva
-dove l'hai presa, è la pietra che cerchiamo- e lei pre
prenedrlo in giro -ma se è di un fantasy, che pietre magiche
devi trovare, imbecile... tu e la tua magia del menga-... non so che
significhi menga, ma da sempre adora quei libri e Sanderson
è
stato non suo -allievo- per così dire, ma
è da lui che ha preso ispirazione e
l'amore per il fantasy e ha avuto pure l'onore di finire
l'opera del suo Maestro quando è morto per malattia... che
peccato, la ruota del tempo mi è piaciuta molto. E
così
mistborn anche se come in altre sue opere, cè sempre di
mezzo
l'amore, il sesso, i legami fisici... che palle!"
"SI, si... ma ora non pensare a niente... e liberati un pò,
sei
stretta in quella coperta che
non ti escono neanche le braccia per i giri... i sushi sono
più
rilassati" ridendo,continuò allungando le braccia intorno a
lei
per mettere il libro davanti a loro ma lei fece storie
perchè
non voleva essere abbracciata, così si limitò a
tenerla
infagottata tra le sue gambe ma senza stringerla con le braccia,
iniziando a leggere poggiando il libro sul tappeto,
finchè
non la sentì mugugnare metnre
la coperta arrotolata si muoveva di lato, destra e sinistra "Come...
ah, non sei un sushi ma un
cannolo? Allora fai la ricotta ed esci fuori..." ridendo mentre lei si
lamentava di più da sotto la coperta
Un anno e quasi sei mesi
prima
"E' per questo che siamo qui. per una decisione che ho preso..."
"Qualcosa come il tuo odio viscerale per gli allarmi comuni?" fece Lia
con mezzo soriso e sguardo monello verso Milan, che sorrise a sua
volta sempre consapevole che questa cosa l'avrebbe seguito. lei gli
ricordava sempre certe cose perchè fosse sicuro delle sue
decizioni, ma lo faceva con amicizia e gentilezza, dialogo e confronto.
Ricòrdò anche le volte in cui lei diceva -Non si
discute per avere ragione, ma per capire-, riferito alla sua
famiglia in primis, oltre tutta la gente che l'aveva
rovinata, ove per
loro aprire un discorso, appunto discutere, confrontarsi per litigio e
scornamento era solo per aver ragione. Per loro era questo,
non importava quanto
gli si dicesse ascoltami e capisci, era vangelo cosa avevano
creduto di capire, sbagliando, e se lei voleva discutere come fare o
gestire certe cose in un modo diverso e vedere quale fosse adeguato a
loro, loro trovavano offensivo, rivoltando la discussione in uno
sproloquio in cui la accusavano di tutto, la schrifavano asprramente
facendola sentire uno schifo, maleducata e altre cose. Ma non era
così, le discussione qualche volte potevano essere animate
ma
per l'argomento che era interessante, grosso...
"Queste cose me le rinfaccerai sempre?"
"Mh"... fece lei "No, non sempre. Solo che ancora adesso dopo qualche
tempo, rido alla tua faccia seria e infastidita dove decidi
che no,
ninete allarmi comuni spacca-timpani. Si a suoni migliori e che
comprendiamo solo noi. Sviare, ingannare, trarre in depistaggio gli
esterni..." fece lei con le braccia conserte sorridendo come fosse
divertente
"Esatto" fece lui indicandola con un indice, facendola aggrottare le
sopracciglia e guardarlo al oslito inclinando la testa su una spalla
"Ecco cosa faremo. Cosa si aspetta sempre uno spacciatore, allibratore,
strozzino, delinquente in generale ma non di strada, il pesce piccolo,
ma quello grande che mangia gli altri?"
"...il mal di pancia visto i soggetti?" fece lei con un gran sorrisone,
venendo guardata da Milan come per dire -Andiamo, su. Sono serio-
"ok, calmo, scherzavo... solitamente poliziotti in borghese, sotto
copertuna, pattuglie in strada, controlli a telefoni e altro mezzo
digitale e connesso a internet, gente alle calcagna..."
"Brava! Stanno con guardie del corpo con orecchie e occhi vigili, si
mostrano se sanno che la zona è sicura o cercando di non
mostrare i loro traffici, controllano per bene le perosne con cui
trattano e se sono un pericolo e minacciano perchè
obbediscano.
Si sentono superiori ma devono fare attenzione... a polizia, agenti di
varie agenzie..."
"Ok, cosa vuoi dirci..." fece Jd che con gli altri Veterani e Vecchi,
stava intorno al tavolo di discussione a guardarlo.
"Semplice. Qualè uno dei nostri motti sui nostri operati che
non farci intercettare, scoprire e via dicendo?"
"Lo so io..." fece Lubo ridendo "riprendiamo azioni e tipologie di
comunicazioni e azioni del passato ormai ritenute in disuso,
perchè ormai la gente è incapace di sapere e
riconoscere
le cose. Anche i computer stanno per essere dimenticati, vedi Lia. Il
giorno prima di incontrarla all'ufficio del lavoro,
l'impiegata le ha
riso letteralmente in faccia perchè non poteva usare gli
smartphone come gli altri per il dolore a mani e dita , e non usava una
app di messaggistica molto famosa e che le chiese -Ma veramente?
Dopo il duemilaquindici cè ancora gente che...- facendola
mortificare anche se la qauestione era di salute..."
"Quella laida..." fece Lia per poi zittirsi vedendo Milan guardarla
male, per non dire cose offensive che seppur meritasse,
nonostante il
suo lavoro di aiuto e vicinanza alle persone, non gli piacevano
"Smettila di guardarmi così. Una soggetta, perchè
a quel
punto non sei una persona, che stai facendo un documento a una persona
che ti dice che per malattia ha grossi problemi... e per chiedere di
mandarle dopo roba su quell'app per completare una cosa, ride e mi
guarda come fossi una idiota.... andiamo, seriamente? Mi era successa
la stessa cosa l'anno scorso e lo trovo vergognoso,
perchè questa
feccia non ha empatia e a quanto pare non sa cosa significa soffrire. E
ora guarda un pò, per cosa sanno usare i nuovi cellulari?
Non
per cose serie, studiare con l'era di internet che condivide tante
cose... no, aggiornarsi come nel mio paese se davvero quel cantante rap
davvero ha conosciuto per quel collare del cane quell'imprenditrice,
blogger e designer italiana e se escono. Che utilizzo futuristico della
tecnologia per sfottere me, che avevo dolore da bloccarmi i
movimenti!"
con odio
"...comunque..." fece Lubo "con i nuovi telefoni la gente ha smesso di
imparare ad usare i computer, si è buttata letteralmente su
questi per girare su internet e tante cose, si sno applicati da
linguaggi di programmazione per pc a quelli degli smartphone. Quindi
molti lavori, contatti con il pubblico e ogni interazione
sociale
dal duemilaquattro ad oggi si è letteralmente spostata
online.
Molti mestieri di fatto sono spariti, continuati solo dai cosidetti
-ultimi- a conocerli ed eseguirli. Perchè con
l'industrializzazione non nel paese stesso ma in paesi con contratti
più bassi, anche più della
metà verso i lavoratori
abiti, scarpe, articoli di varia natura, non solo erano trovabili in
grosse quantità ma anche a prezzi molto più
bassi..."
"Ma di scarsa qualità. E' questo che io non comprendo, la
gente
come i miei preferivano pagare esempio un euro contro dieci, anche dopo
miei avvisi che era meglio spendere prima qualcosa in più
che
dover avere problemi e ricomprare sempre la stessa cosa. E avevo
ragione. NOn puoi pagare l'ipotetico prezzo x pensando di aver fatto
l'affare,
se è chiaro che è fatto con materiali scarsi e
ti durerà niente, contro uno pagato un pò di
più
ma non necessiterà di manodopera, controllo, danni per
più tempo... io sono sempre stata per l'avviso che
è meglio pagare Y invece di X, ma paghi una volta
per tot
tempo
esempio due anni, che prendere quello più economico
possibile e
già dopo qualche mese trovarsi con lo schifo e dover
ricomprare.
Lì non risparmi per niente. Peggio se per aggiustare quella
stessa cosa e non ricomprarla devi sempre trovare ricambi, scotch
perchè poi facevano loro... oh, lo so bene questo pensiero
malato e cretino del risparmio su tutto, come per la
rubinetteria
di
casa, dove comprati a X e dopo un paio di mesi perdeva acqua a rivoli
da tutte le parti, con ingente danno alla fine. Acqua perduta
significa
tanto. ma no, offesa e cazziata perchè mi
permettevo di
aprir
bocca quando basta comprare un oggetto a Y o dieci euro come volete, e
sapere che sarà migliore da durare almeno qualche anno e non
lo
dico io, lo dicono le prove materiali che ho visto di mia esperienza.
Come il rifiuto di comprare lavatrice e lavastoviglie
perchè secondo i loro malati calcoli queste
sprecano
tanta acqua che intacca il loro portafoglio... ma lavare
biancheria di varie
grandezza e tipo a mano, estate e in inverno, strizzarli consuma invece
più acqua. Ma non capiscono. Lavastoviglie no, è
più comodo lavare a mano con tanto spreco di acqua che mi
faceva
pensare di essere io malata di testa o fuori posto, e per giunta le
cazzo dei spugne tenuto da far schifo che usavano ogni
giorno, e
per
dire qualcosa otlre le urla e le offese, pure le botte a momenti
perchè si incazzavano come iene come se li rimproiverassi,
loro
che erano adulti. QUindi il mondo non va avanti, ma molto indietro..."
"come mentalità di stupidità, non di scelta e
consapevolezza..."
"Dipende "rispose
lei a Lubo "ma hai ragione. Dopo il computer,
usato ancora negli uffici, eventuali negozi e per giochi, ormai la
gente fa tutto con lo smartphone. E male. Molti lavori considerati
antichi sono in disuso e qualche bottega esiste ancora con appunto gli
ultimi di questi esperti, che invece sono derisi e
abbandonati.
Visto
io... Quindi capisco bene perchè hai deciso " rivolta questo
volta a Milan "di riesumare tecniche ed elementi che ormai la gente non
conosce più. Così che impreparata, non sa cosa
sta
accadendo e cosa potremmo fare noi. Fin qui nulla da dire. QUi siamo
passati dalla seconda guerra mondiale e la guerra fredda dove il nuovo,
la tecnologia e l'avanguardia e novità andvano scoperti per
proteggersi e sventare di tutto, a riprendere fattori antichi
perchè tanto la gente non sa più neanche che
fossero. E
la cosa divertente è che la gente non fa altro che come una
disperata, figliare perchè secondo loro continuino
ad
esistere
nei discendenti, ma questi neanche sanno chi cazzo sono e se per caso
erano qualcosa o qualcuno nel loro mestiere, che fossero calzolai o
liutai solo per esempio, nessuno sa niente e ne capisce niente.
Clavicembalisti e liutai per fare un esempio sono sempre
meno, e
quasi
nessuno è interessato a imparare quel mestiere
straordinario. Ma
anche non so orafo o gioielliere che conosce e riconosce pietre di
vario tipo. O, non so, carpentiere, falegname, anche elettricista a
momenti, impagliatori e modellatori di sedie, divani di vario
tipo e articoli vari, anche i coltellai per dirne una stanno
chiudendo...pasticcere della vecchia scuola... non quello schifo di
torte e dolci moderni che fanno schifo... nessuno che è
interessato a mestieri totalmente asfaltati da induestrie all'estero
che per praticamente niente, pochi dollari, pagano gente poverissima
per creare in serie roba che poi schifo, dura poco anche in base al
luogo dive ti trovi per umidità, tempo e altro, e devi
ricomprare. Le cose non durano più come prima per una
ragione,
fanno schifo. Una come me per dire che preferisce un oggetto fatto
bene, di ottima qualità da c hi sa fare quel mestiere e si
vede
poi, si trovaa bocca asciutta. Vecchi oggetto a parte la patina del
tempo o tenuto da far schifo,
parlano chiaro anche dopo centinaia di anni. Quegli stili moderni nelle
case mi spiace dirlo fanno schifo, pagati un occhio secondo me per
truciolato chissà da dove tenuto, da colla scarsa
con
pellicole a fungere da superfici lignei. Prodotti a tonnellate
con
materiali scadenti
che invadono i mercati mentre quelli decenti non venduti e poi le
aziende chidono, e poi si piange perchè si deve
cambiare
di nuovo
la roba. Ma chissà perchè..."
"Avete ragione, e so di cosa parli, Lia. Anche dei mobili che
hai in
stanza che hai preso da gente che li voleva buttare e poi erano
squisiti pezzi ottocenteschi di legno pieno e intagliati ad arte. E
stavano finendo in discarica mentre volevano comprarsi stili moderni di
rettangoli bianchi uniti tra loro... non me lo ricordare..." fece Milan
ridendo, mentre rivedeva lei che era scioccata dagli annunci su certi
giornali dove si regalava la roba da buttare prima di mandarli in
discarica e poi erano pezzi magnifici, che non meritavano di essere
buttati. Un delitto pure per lui, mentre oggetti di
scarsissimo valore
riempiono le case della gente. Avevano recuperato in due settimana
molti letti antichi in legno, tre in particolare erano così
intagliati e lavorati da non sapere quante ore o tempo
cèrano
volute per realizzarli. per loro il valore di un oggetto era dato dal
tempo impiegato dell'artigiano per realizzare quella cosa. Durevole, di
qualità di materiali e lavoro, con lavorazione professionale
e
ben fatta. Nulla di industriale, le uniche macchine che usavano sia
nello Chateau che nelle torri erano i mezzi di trasporto, quelle della
lavanderia e cucina, quelle come attrezzatura di muratura, taglio,
impasto e simili, lavapavimenti e lucidatrici in caso di ospiti.
Altrimenti facevano tutti a mano. Questo perchè lavorando di
propria mano ci si allenava già, la cosa che Lia trovava
assurda
era che per usare delle macchine in palestra e stare in forma, fare
muscoli,l dimagrire si dovesse raggiungere quel posto proprio in una
macchina e tornare. Un controsenso per lei che per andare quell'unico
anno in palestra dopo che il medico aveva insistito, prima di sapere
che la sua era una malattia vera e non un'invenzione, faceva a piedi e
tornava dopo ore di allenamenti. Quelli che poteva fare. E
così
Milan decide su suo consiglio di provare a riprendere i mestieri
manuali, ma se era necessario per varie cose si usavano alcune
macchine, per implementare addestramenti ed allenamenti e insegnare
agli uomini molte cose su sacrifici, impegno, metodi per mentenersi in
forma e il valore del lavoro, del tempo impiegato e di un oggetto
creato e molto altro.
Quei letti, oltre i mobili, ma più i letti, erano pronti per
la
discarica. Molte volte da gente che ripuliva case e magazzini
portandosi tutto e non riuscendoli a vendere, buttavano. Antiquari e
simili magari con pochissii clienti che buttavano roba invenduta da
anni. E Lia si mangiava le mani per quanto la mente idiota della gente
che si sentiva moderna distruggesse proprio ciò che quelli
prima
di loro creavano ed erano la vera eredità. Questo
significava
eredità di sangue, che poi cancellavano tutto e addio. Fare
figli significava sparire per sempre, sopratutto se era l'artefice di
qualcosa di meritevole che finiva però nel cestino proprio
da
quelli che era considerati il domani ancora in vita.
Che applausi che avrebbe voluto fare ai coglioni che figliavano e poi
vedevano tutto ciò.
Tra tre letti in legno pieno e finemente lavorati ve ne erano due che
parevano simili e uno rettangolare. QUello rettangolare era
matrimoniale rispetto agli altri che erano una piazza quasi e mezza ed
era composto da spalliera e pediera in forma rettangolare in
stile a cassettone. ossia da quadrati con lavorazione con
quadri
uno dentro l'altro con disegni a spirali e a fogliame. Spalliera e
pediera erano composti da due wquadrati identici uniti con una colonna
finale, due colonne affiancate al centro e un'altra all'altra dine.
Ogni colonna delimitava un quadrato che aveva all'interno due quadrati
centrali con disegni come cornice e un intaglio a spirali e
foglie con cornice superiore con delle ogive particolari.
L'unica
differenza era la spallirea che aveva colonne e un decoro in
cima
danneggiati o perduti che loro avevano riparato o ricreato da vecchie
foto. Molto regale si poteva dire, di qualcuno che aveva av uto i soldi
per farselo fare.
Mentre gli altri due parevano simili come stile ma erano diversi per
varie cose. Quello che ad alcuni pareva più lavorato era
invece
il più semplice. Era composto da due colonne isolate ai lati
della testata molto alte con spigoli e rientranze diverse detti a fuso
di varie larghezze, al centro preciso senza congiunzione visibile se no
nsotto il bordo del materasso se messo vi era la spalliera che era
composta da una fascia bombata sormontata da due grosse spirali
arriciate con decori di foglie e una sorta di stemma centrale, tutto
con sezioni traforate, quiinid scavate totalmente e non solo lavorate a
bulino con fondo. Si vedeva proprio la parete oltre il figliame e di
decori. Il rsto del letto, pedieta, barre laterali e piccolissime
colonnine erano con qualche bordo scavato ma nulla di più.
l'altro invece era diverso.
Aveva sempre due grosse spirali arriciate cfhe stavolta si
toccavano e una sorta di scudo tipo gli stemmi al centro sopra di esse
con fogliame di vario tipo non a caso come nell'altro ma seguendo le
due spirali in modo più artistico, senza intaglio profondo,
ma
appunto queste sezioni di foglie come festoni e decori, il tutto che
sormontava un quadrato e due colonne non alte come le altre ma sempre
ben lavorate , questo era visibile da sopra il materasso. Il bordino
che divideva il quadrato dal decoro superiore era tutto come effetto
martellato. Rispetto all'altro questo letto aveva pediera e barre
laterali totalmente incise e intagliate. Entrambi avevano quasi lo
stesso stile identico basso, con una sorta di cerchio centrale che non
si capiva come fosse lavorato, non un cerchio perfetto, con una linea a
metà che usciva e intorno dei decori come fogliame arcuato.
POi
per tutta la lunghezza successiva dei disegni che ricordavano vagamente
delle calle, questa forma rotonda sopra dal bordino superiore che
scendevano curcando verso il basso con al centro quello che sembrava un
pistolli. La pediera aveva solo sopra un bordo che sembrava un ricamo
di pizzo e poi una fascia arcuata a onde di fogliame e spirali. Le
colonne avevano sezioni molto più bombate a disco piatto e
parti
più sottili degli altri.
Oltre questi avevano trovato anche letti antichi in ferro battuto fatti
a fili che si arricciavano di due tipi diversi.
Dopo aver cercato molto trovarono altri tipi di letti antichi ma Lia
scelse alla fine quello con anche le barre e la pediera lavorata a
fiori, forse calle, e riccioli fogliati, sperando di ctrovare un giorno
uno che le piacesse di più.
Lo aveva fatto sistemare dove cèrta qualche imperfezione da
uso
o abbandono in qualche stanza e adottò quello insieme a
mobili
di diverso stile ma che non fossero un pugno in un occhio, molto silimi
come colore e qualche intaglio.
ma si era sempre ritrovata a pensarci bene a ogni proposta di Milan per
lei troppo oltre con l'idea di riprendere e valorizzare il passato,
come per l'abbandono degli alalrmi per sistemi di comunizione diversa,
che lei ricordava smepre.
"Allora, volete sapere cosa ho deciso?" attirando l'attenzione di tutt,
i
che mentre lui pensava stavano discutendo dei lavori "per contrastare
l'attenzione che questi soggetti hanno per poliziotti, agenti di varie
sezioni ect... creeremo una Strega. Ho anche il nome, un nome che Lia
usava come personaggio di un gdr anni fa... Veròna!"
Lia aprì gli occhi grandi per lo stupore, gli altri
restarono o a bocca aperta o sgomenti.
"Andiamo smettetela di fare gli stupiti. Noi lavoriamo diversamente
dagl ialtri, non dovrebbe stupurvi. ho pensato tanto. Tutte le
variabili di come trovarli, avvicinarli o che si avvicinino a noi. Di
tutti isoggetti che loro potrebbero pensare,
perchè non
mostrare loro un soggetto, l'unico, che non si aspetterebbero? Una
Strega. Una strega che esaudisce un desiderio dietro contratto..."
"Cioè la versione medievale del genio della lampada? Ne
avevamo parlato Milan e avevi dtto che era solo un'idea" fece Lia
con una faccia come per dire -cè qualcosa che non va-
"Ovvio che no"
fece Milan "intendo che la strega andrà dalla
gente povera, che è attaccata da strozzini, allibratori,
spacciatori, papponi... tutti quei soggetti che affermano di fare un
servizio ai cittadini al posto dello stato, che è con loro
che
la gente vive e mangia, rispetto che con lo stato. La Strega
sarà il soggetto che esaudirà un desiderio
presentandosi,
dicendo che aveva avvertito che qualcuno aveva desiderato che
apparisse... vedremo come metterla " mentre tutti si guardavano un
pò straniti "e che daremo i soldi necessari per togliersi
quella
gente di dosso dopo firma di un contratto che li lega alla
strega, e che
se lei ne ha bisogno, loro lavoreranno per lei per ripagare il
desiderio o denaro. una sorta di donazione da parte nostra come aiuto a
chi ne ha bisogno, mettendola come un contratto vincolante e valido,
anche a livello magico, dove se la strega avrà bisogno di
qualcosa, loro di presteranno senza reticenze per quanto
avuto e
l'opportunità che nessuno gli dava. E aanche per mettere in
pratica i tuoi porogetti della Mano e della Raccolta £fece a
Lia
"QUindi ecco che abbiamo
informatori, gente normale che può fare cose senza dare
nell'occhio, una sorta di base veloce e temporanea in casa loro al
bisogno, se non si possono raggiungere le Torri o qualsiasi
cosa
ci
serva. E se vi state chiedendo perc hè questa trovata,
chiedete
a Lia..." facendo voltare tutti verso di lei che rimase a bocca a perta
e sconvolta, a girare la testa verso tutti senza capire.
"Cosa ..."
"L'idea mi è venuta da te e il litigio con il prete..."
"Quel sottaniere..."
"Ancora con queste sottane... " fece non rimproverandola ma quasi,
perchè lei odiava tutti i soggetti che dicevano di fare e
dire
per dio "l'idea mi è venuta quando hai detto che lui come
molti
altri preti e anche suore, hanno il vizio di dire che aiuteranno dando
soldi, cibo, abiti e altro alla povera gente e poi chiedere come fosse
un favore quando invece è implicito come scambio, l'aiutarli
per
certe cose, manipolando la persona che non capisce che non sta facendo
che un ricambio, invece di un gesto umano e gentile ma..."
"Ah, ho capito dove vuoi
arrivare. Ma quindi due personaggi in uno?"
"Brava! Inutile creare due Personalità quando possiamo
usarne
una sola. La gente vuole speranza, un varco di sole, una mano amica, la
certezza che cè qualcuno che possa tirtarli fuori
dall'incubo...
e quale modo migliore di una strega capace di molte cose?"
"Ma... tu sai che con la forza e oppressione la Chiesa e altre
religioni si sono fatte largo rincoglionendo la gente? E poi le
famiglie hanno fatto il resto? Cosa ti fa pensare che la gente accetti
l'aiuto di una strega, dove nel mondo solo novecentocento
miliori sono
protestanti e anglicani, non parliamo poi di cristiani, musulmani... e
arriva una che si definisce strega e fa cose, e accettano
l'aiuto?"
"Come dici sempre tu, mia cara, le capacità di sopravvivenza
umana porta gli individui anche a fare cose che il giorno prima non
avrebbero fatto, accettato, voluto. Non sono tutti così, ci
sono
quelli come te e poi i pazzi psicopatici , come preti e
gente, chi
massacrò con torture e falò migliaia di persone
nel
mondo, ma se devono salvarsi la pelle loro e dei figli, credimi.
Accettano..."
"Se lo dici tu..."
"Il punto chiave di questo progetto è che nessuno si
aspetterebbe l'arrivo e le azioni di una strega, chiunque penserebbe
che ci scappa il poliziotto che arriva per caso o chiamato, quello in
borghese, quello sotto copertura, gente spiona che spiffera... ma una
strega?!?"
"E questa persona che deve interpretarla, sarà in grado di
mostrarsi spocchiosa, stronza, fredda, dispotica..." fece Alaric
interessato "perchè voglio davvero nel caso farne parte.
Sarei
un ottimo servitore, secondo me"
"per usarti come pulitore orale di scarpe si, in quel caso saresti
davvero bravo, come con lady Sugar, la mistress" guardandolo come
aspettando la sua replica, questi invece rise
"pensi sempre di essere migliore degli altri, invece cè una
ragazza che ha poteri veri, che impersonaerà una strega per
mettere in scacco i nostri conigli. E tu stai qui a badare ai nostri
caproni. Fai solo ridere..." proruppe Alaric sfidandola ma non giunse
al vero nocciolo della sua risposta.
"Alaric! Lei sta lavorando in c osa tu e gli altri non siete riusciti
perchè svogliati e scansafatiche. Devo ricordarlo?" fece
Milan
senza guardarlo, girando fogli ma facendolo zittire, mentre
Lia faceva
all'amico/nemico un sorriso carogno "inoltre, lei va verificata.
Infatti è qui e le ho chiesto di presentarsi in questa
riunione
per avere voto unanime sul darle questa parte importante!!"
"QUindi sarà qui? QUando?" fece ancora Alaric e Milan si
spazientì.
"Sta arrivando! Contento? Dovrebbe...ah, eccola!"
Una giovane entròdalla porta in fondo nella sala con le
sedute
per le riunioni con gli uomini, mentre dalla porta a vetri della loro
sala, la vedevano entrare e raggiungerli, sporgendosi con la testa
oltgre lo spiraglio, chiedendo se era l'ora. Dopo di lei
erano entrate i
tre dell'ave maria, che restarono con lei. Ricevuto il permesso di
presentò ferma vicino la porta.
Era la classica bellezza iberica, una spagnola con il viso allungato,
la pelle più sul dorato rispetto a loro, naso allungato e
tondeggiate, occhi scuri e come incavati rispetto altri elemneti come
bocca, naso e zona sopraccigliare più evident ma che
brillavano.
Sembrava strano ma molte donne spagnole sembravano molto simili con
questi elementi. E A Lia, parlandone in italiano con Jd, sembrava
simile ad alcune donne famose in spagna tra cui la protagonista del
film
horror rec.
"Si somigliano molto queste spagnole, non trovi? Come fanno ad avere
visi simili?"
"Sono così simili?"
"Guarda" mentre Milan parlava alla ragazza, gli mostrava dal ecllulare
foto di varie personalità spagnole che in effetti disse lui,
molte caratteristiche erano simili, sembravano parenti in qualche modo.
Poi lei parlò.
"Salve, io sono Raquel. Sono qui da tre mesi. Sono alta un metro e
settanta, misure seconda serie, parlo bene spagnolo, inglese. SOno..."
"Scusate" fece Lia che prima parlava sottovoce con Jd e ora a tono
normale "Questa Veròna, in quale paese dovrà
lavorare?
Voglio dire, non ci hai detto se saranno più persone a
impersonarla o solo una che girerà. E in quel caso,
dovrà
conoscere più di una lingua..."
"Ottima osservazione" fece Milan "In effetti tenere e far lavorare
più persone attualmente non andrebbe bene se non dopo
attenta pianificazione. Dovremmo prima
testare il personaggio e poi farlo a larga scala. Ecco
perchè per adesso vaglieremo solo
lei e la metteremo in campo. Potremmo fare spagna, paesi dove si parla
inglese e forse italia... per vedere come viene accolta..."
Tutti acconsentirono e la ragazza con una sorta di copione in mano
iniziò a recitarlo. I tre si erano divisi i compiti e due
facevano i soggetti che chiamavano conigli da stanare e acchiappare,
mentre lei e Zidgi dovevano esser Veròna e il suo
servitore.
Silenzio totale mentre recitavano.
Milan la fermò varie volte per spiegarle come dovesse
interpretare il personaggio. Come erano le parole di Alaric, chiese?
spocchiosa, stronza, fredda, dispotica...? E la ragazza
ricominciò.
"scusami" fece Lia alla giovane "i ragazzi ovviamente recitano da cani
ma non sono attori. Tu invece hai un compito e devi convincere le
persone, ma no solo. Tu devi pensare che stai agendo come
Veròna,
che tu sia Veròna, non una militare che la impersona. Devi
far
capire che non scherzi, che non solo sei seria... ma sai essere
pericolosa da fargli paura, sia con poteri reali che con le persone che
sono tuoi servi..."
la giovane fece cenno di si e riprese.
Lia passò sotto il naso a Jd il suo cell con una scritta.
Cagna.
CAgna fin nelle ossa. nenache un imbecille allocco penserebbe
che sia una strega.
A quel punto lei si alzò, disse che si allontanava pochi
minuti
e sarebbe tornata presto, mentre i quattro dovevano continuare,
chiudendosi nell'ufficio di Milan della Sala da dove erano
usciti la
prima volta..
Si presentò dall'ufficio con una mise differente, un frac
nero.
Versione lucida di un completo da mattina a giacca davanti
corta
sopra i fianchi con tre bottoni, completo di gilet bianco punteggiato
di paillettes che si chiuideva sottoseno, mostrando parti della camicia
con colletto all'italiana ma anche la cravatta color argento che
seguiva le forme fin sotto il gilet, e poi peep toe argento
con
dettagli in piumine nere che dalla punta aperta toccavano il collo del
piede a ogni passo con tacco di cinque o sette centimentri. I
capelli erano sicuramente una parrucca per la lunghezza, in stile russo
imperiale o germanico. con una riga laterale da fronte a
dietro fin al mento lasciati morbidi, per poi
essere legati
a trecce fino alla vita a destra e sinistra del seno, con una struttura
morbida delle trecce. La particolarità dell'acconciatura in
stile nordico stava appunto nell'altezza dell'intreccio delle trecce
che partica dal mento in giù, con la zona superiore bombata.
Borsalino nero con dettagli argento stava sulle ventitre e un bastone
in una mano, in legno nero con testa in argento pieno che sembrava una
spirale, invece era una libellula con iul corpo a forma di
arco
con le ali cesellate e anerite per ombreggiare i dettaglie la parte
della cosa ad attorcigliarsi come a unr amo che si collegava al resto
del bastone.
"I miei ossequi, signori" fece, facendo un inchino maschile dei loro
con il braccio piegato a novanta gradi che toccava lo stomaco
e
il
palmo verso l'alto, mentre con l'altra mano teneva il bastone
con
il pomo verso il basso e la zona da battere in alto "Il motivo della
mia presenza può sfuggirvi, lo comprendo, ma io sono apparsa
portata dalle libellule, perchè un contratto mi ha
richiamata.
Un contratto vincolante con il soggetto tra voi, che mi obbliga a
comparire in caso di problemi" muovendo come faceva sempre lei con
movimenti che sembravano semicerchi e in un film o recita on gesti ben
studiati
Recitò la prima frase che doveva fare la ragazza con
facilità, battendo il bastone a terra sulle parole contratto
o
obbligo, con movenze eleganti e sempre a semicerchio, da un lato ad un
altro, con mento alto e busto dritto. I movimenti si rifacevano a
sezioni di danza indiana e taelandese e lo studio dei movimenti da
geisha, che usavano per addestrare le ragazze per determinati settori.
Questo la faceva apparire quasi, per Jd, come una ballerina classica
che da maggior forza e movimento quando restano ferme a questi
movimenti a semicerchio elastici e regali.
"Vi pregherei di rinegoziare con me la questione. Io sono la Strega
Veròna, se ancora non mi conosciate, e ho stipulato con quel
soggetto e altri che mi hanno invocata, un contratto per cui io
esaudivo un desiderio dietro a scambi reciproci di pari
valori.
Questo significa che secondo il contratto, il soggetto ha ricevuto la
somma necessaria per togliere il debito ocntratto con Voi, cancellando
di fatto ogni eventuale relazione esistente. Se tutta la somma
è
stata a voi versata, il soggetto non ha più
obblighi e
ogni
cosa viene sciolta. Questo lo porta a rispondere delle clausule
così' come la sottoscritta, come in questo momento. Io sono
qui
in questo istante perchè è mio obbligo
controllare e
proteggere i soggetti del contratto, o non sarei una strega di questo
nome. Noi esistiamo per esaudire i desideri urlati dal cuore,
e
utilizzare i nostri poteri per il bene umano. Tuttavia voi state
nuovamente, e con mio rammarico, infastidendo il mio contraente,
mettendolo in pericolo. E io, signori, non posso assolutamente
permetterlo. Vi prego quindi di spostare la discussione da quella
persona alla mia, perchè sono io che ne rispondo, adesso. Or
quindi, riferitemi, che accade..." sorridendo con sorriso carogno, con
il mento alzato con arroganza e spavalderia, come se fosse sicura di
tutto,.
I tre noostante si guardassero negli occhi e poi Milan, continuarono la
recita con lei, leggendo e impersonadno i soggetti del test,
seguendo il copione giusto per testare le probabili Veròna.
"Non mi importan se è una questione interna vostra, se sono
vostri clienti o amici. QUesti soggetti sono legati a me da un
contratto e che strega di parola sarei, se non mi occupassi di essi?
QUindi, gentilmente, ritiratevi! oppure..."
"Oppure? Questo è il mio quartiere di lavoro"
"Comprendo, nessuna intesa? COsì sia, allora. Il mio
avvertimento non vi interessava... In
tal caso dovrò intervenire e vi mostrerò l'oscuro
che si
cela dietro una strega...Su,
piangete, fino a perdere la voce. Su, fuggite, fino a perdere il
respiro. s'alza stanotte il sipario d'una nuova commedia di sangue, ove
il Miscuglio d'amore e odio fino alla fine di una note che non
avrà alba!" ingigantendo il sorriso fino a uno diabolico,
alznando le braccia in gesti precisi e incisivi con il
dialogo,
mentre
una nebbia dai torni cremisi si spandeva da terra fino al busto, mentre
atttraverso essa ogni tanto si notavano figure indistinte.
"Ha attivato la visualizzaizione traite la proiezione?" chiese tra
sè Milan sorpreso, anche che udibile dagl ialtri
intorno al
tavolo.
"Questa per voi sarà una notte del giudizio che vi
vedrà
come agnelli,
l'afflizione delle offerte sacrificali sarà avvolta nelle
fiamme
del purgatorio in cui ogni cosa è ridotta in cenere! Su
questa
terra arsa dalla malvagità, lordata da voi, così
come gli
esseri umani lasciano impresse delle cose utilizzando le parole,
così farò su di voi, così tanto che
per l'orrore
SU! Su, affondate le unghie, fino a farle cadere ovunque tentiate di
scappare! perchè saranno
solo l'incipit della vostra purificazione!" volgendo in una
risata,
mentre occhi di vari colori come le sfumature delle pietre occhio di
tigre, dondolavano tra la nebbia. "Quando io perdo la pazienza niente
regole, niente comandamenti, nè ragione. I miei servi
sussurano
una sola parola, imprevedibile. Cose spiacevoli accadono a chi mi va
contro o crede ch'io sia una stolta. E io ne sono la causa. Danzate e
gioite miei piccoli servi, perchè questo Notturno
è
dedicato a Voi, un banchetto verso cui si innalza il sipario della
tragedia!" urlando sempre più forte mentre cose strane
saettavano veloci intorno a loro. Servitori...!" chiamò
colui
che fingeva di essere dalla sua parte, osservandolo sopra la spalla.
"S-S-Si, comandi"
"Codesti esseri non hanno compreso i miei avvertimenti, per questo
motivo prima di regalarli ai miei servi spirituali, precedi il mio
incantesimo da cui non potranno liberarsi, e spiega il signoficato del
termine implicito "udire e servire la strega". Perchè Voi"
voltandosi verso quelli che fingevano di essere gl istrozzini "possiate
pregarmi in tutte le maniere che un essere umano può, di
avere
misericordia di voi e se così non fosse, se le mie pene su
di
voi dovesse durare, che io almeno una volta abbia pietà!"
"Comandi cosa devo fare" facendola voltare gelida come una bambola. POi
gli si avvicinò di un paio di passi
"Chi sei tu?"
"I-O son-no il vostro servo, ovvio"
"Servitore, è una cosa diversa. E ripeto, chi sei tu?"
"Il vostro servitore"
"Con quali manzioni?"
"Io sono un Candeggiante"
"Esatto, tu devi ripulire le anime lorde. E se tu sei al mio servizio
cosa significa?" sempre più dura e parlando tra i denti con
rabbia, con occhi vitrei e aperti da sembrare una bambola, senza
sbattere le palpebre
"Che io sono uno specialista perchè so quelè il
mio lavoro"
"E quindi, se io ti ordino di procedere, tu che fai?" avanzando ancora
verso di lui
"Io eseguo cosa credo sia corretto, secondo esperienze e
insegnamento vostri..." restando sempre a testa china, senza guardarla
"E allora che non accada più, se io ordino di procedere, TU
PROCEDI! Inoltre poco fa sembrava che volesse dire tu qualcosa. Chi
sono io?"
"Voi siete la SOmma Strega del Gioco, Veròna! La Strega
delle
Cento ore perchè tante sono, in cui Voi giudicate o
punite...
Colei che esiste
per presentare le strade delle scelte ai soggetti che meritano il
giudizio..."
"E cosa accade a chi cerca di dire la sua, senza permesso o
di dirottare il mio discorso?"
"Bruciare fin nell'anima nell'atrocità dell'infinito
tormento..."
"E poi?"
"Venir giudicato dalla libellula e..."
"basta così. Che sia chiaro. Non acconsento a vostri colpi
di
testa o intromissioni, perchè qualche mio dscorso
o
decisione non sia di vostro gradimento. O le loro pene saranno le tue.
Chiara?"
finì guardandolo fisso fisso con quello sguardo fermo,
inclinando di poco la testa sulla spalla sinistra.
"COme sempre ai vostri ordini, Somma Veròna" inginocchiandosi
"E quindi, tu adesso cosa farai?"
"Mi appropinquo verso il blocco dei soggetti per prepararli alla
punizione..."
"Proseguita, scatta, adesso!" disse lei con forza, battendo il bastone
a terra per ogni parola, dura, vedendolo fare uno scatto come
i
gatti impazziti che scappano
"Oh, non temete, cari ospiti della mia serata di caccia. Fuggire vi
è impossibile e che lo vogliate o meno, giocherete al mio
Gioco,
ove dimostrerete se diete degni o meno di una seconda chance. E mi
riferisco al non far più del male al prossimo,
nè usarlo
per i vostri scopi. Sarete agnellini docili e buoni, come si conviene
in una società umana. perchè se così
non fosse,
oh, quanto ho atteso questo giorno! E quanto voi avete temuto questo
giorno! Il destino, chi distruggerà o festeggerà
dal
risultato del Gioco? Saprete vincere a tal punto da non vedermi mai
più, nè constatare il mio successivo giudizio?
Perchè una volta è già capitato, e le
regole e
comandanti che ho tolto per la mia ira, lo hanno rigettato in
un inferno
alla Hyeronimus Bosh che neanche immaginate! Perchè
più
la mia ira cresce e più i miei incubi finiranno sulla pelle
e
ossa della melma sui osggetti come voi, finchè la
sua anima non diventi dannata come la mia. E non importa quanti
millenni passeranno di vita d'orrore sotto le mie scarpe e colpiti dal
mio disgusto, non vedrete nè ciò che amate,
nè
cosa sognavate. Sarete miei schiavi, neanche servitori.
Perchè
questi, vi farano provare tutto ciò che i vostri
-clienti-
hanno patito. Voi due per esempio, definiti gli spaccaossa.
Il mio
servitore Torque è in grado di rompere ogin vostro osso
tranne
il cranio, senza farvi morire. Ed è solo
l'inizio..." mentre la
nebbia si diradava, mostrando esseri strani con scaglie al posto della
pelle a punta, o pelle viscida come gelatina, o il corpo ricoperto da
fori o altre stranezze raccapriccianti.
"Tu no sai chi sono io. Tu non sai chi tra noi ha in mano questo posto.
Se voglio, posso chiamare tutti quelli che lavorano per me..." finendo
sbattuto al muro con una mano sulla mandibola, mentre l'altra con un
pugnale in mano a toccare i genitali. Ed era Kovacs che recitava mentre
Lia agiva come Veròna.
"Mi rupugni così tanto, la tua pavidità da
chiamare altri
scagnozzi senza che tu abbia le palle di affrontarmi da uomo. Ecco cosa
siete voi, come i bulli. Fate gli spacconi, con pistole in mano vi
sentite fighi e invincibili ma guardami. GUARDAMI! Io sono una
strega che evoca esseri soprannaturali per donarvi a loro, ti predio il
tuo futuro, sia che perda o vinca il gioco o se mi fai
perdere la
pazienza. E tu scegli l'ultima, con la carta del chiamare i tuoi
leccapiedi. Mi fai venire voglia di farti provare tutto
quanto,
che sono
protna a scavarti io la fossa per l'iniziazione al tuo tormento eterno,
ficcandoti però la terra in bocca finchè il tuo
corpo non
cede. O potrei farti iniettare delle soliuzioni specifiche sottopelle e
vedere come diventi, ben sapendo che sia niente in confronto alle
botte, le ossa rotte, il rischio di coma che hai provocato ai tuoi
clienti e..." passando il pugnale di mano, portandoglielo sotto la
gola, metnre con l'altra gli puntava ai genitali una pistola "...
potrei fare come voi, con le armi in mano, ovviamente che vi basta
premere il griletto e fa tutto lei, è così
facile. Queste
armi in mano a sterco come voi sono pure un insulto. Ogni parassita
stronzo in ogni angolo del mondo prende una pistola e crede
di
essere
Dio. Un proiettile, un giudizio, o una vendetta, o qualunque cosa le
menti sporche come le vostre decidano... basta un click, e per voi
è tutto finito. Non sei neanche uno di quelli che se deve
fare
il lavoro sporco, mon lo fa da sè, no... ci sono quelli che
alla
fine ho elogiato nonostante avessero perso, perchè
almeno
si
sporcavano le mani letteralmente nel dimostarre sopra i malcapitati i
loro disappunti! mentgre le guardie del corpo facevano quello, non gli
spaccaossa. E visto che sei così viscido e penoso che ti
nascondi dietro un proiettile o i muscoli degli altri, darò
un
giudizio così d'orrore che sarai ricordato. Tu sei niente,
non
sarai mai che niente senza pistola e stronzi muscolosi... ti
farò
diventare io uno che di spacca le mani da sè..."
"Vaffanculo, mentre tu parlavi ho chiamato..."
"Oh, lo so" con voce vellutata e gentile "pensi davvero che non si
senta comunque, anche senza i click sonori, uno che armeggia su un
telefono. Infatti li aspetterò, così
avrò nuovi
pulcini per la mia arena. Tu lo sai cosa fanno ai pulcini maschi
nell'industria delle uova? Crack, crick, crack... sotto presse o lame
girevoli. Una crudeltà inaudita e senza senso. Solamente
perchè maschi. mentre la feccia umana usa la donne come
merce di
scambio o modo per avere soldi, mentre i maschi li pestano
perchè portino altri soldi o siano schiavi..."
mentre lei parlava, Kovacs tentò di sorprenderla levandole
le
armi di mano, ma lei fece leva sulle mani che lui le aveva messo sui
polsi per fare un salto a gambe unite e riallungandole, lo prese alle
parti basse, per poi in un attimo usare come appoggio il piede destro e
con la gamba sinistra saltare sul collo del giovane, mentre questi era
chino per il colpo reale ricevuto, finenso a cavalluccio sulle sue
spalle con le gambe a lato dellla testa. Con una manotenne la testa in
basso, mentre con un colpo sedendosi sulle sue spalle lo spinse in
giù, facendolo inginocchiarte con la testa quasi a toccare
il
pavimento, tenendogli il pugnale sotto la gola e la pistola sulla nuca.
"Sai qualè la differenza tra me e i poveracci che torturi?
Che
io..." avvicinandosi al suo orecchio " sono preparata a prendervi a
pugn i sulle gengive e sulle palle, già che ci
sono. Che io sono
disposta a far molto male alla feccia come voi, di mia sponte, senza
bisogno dei cani da guardia. IO sono un cane da guardia. Ho nella mia
carriera di guardiana della società umana, reso pan per
focaccia
agli stolti e bulli, ma di peggio a quelli come te. QUalunque tua mossa
per fermarmi o farmi del male, io te la ribalto cento volte. Tutto
è fatto di scelte, e tu scegliendo la conigliata ocme la
chiamo
io, mi hai fatto incazzare di più" mettendo tra i denti il
pugnale e con la presa ai capelli e un ginocchio al centro delle
spalle, to buttà a terra di faccia "e se agisco io, sono
cazzi
amari. Perchè potete solo pregare i tre che mi stanno dietro
di
salvarvi. E se lo fate, io rido di più!" uscendosene con una
risata acuta e a testa gettata in aria che pure le sagome e le figure
velati da una finissima nebbia cremisi risero.
"Per favore mandatemi via ma lontano da questa "fece Alaric con gli
occhi lacrimosi, guardando Milan
"Oh, un altro pavido. Vedi ragazza" disse Lia alla spagnola
"Veròna non deve essere quella che tu interpreti.
Veròna
è una strega di un centinaio di anni che
era nobile
e si base superiore a tutti... che corregge le situazioni,
concede desideri, uno, con contratto di scambi equi. propone il Gioco a
chi lorda la società, perchè abbiano una seconda
possibilità se veramente possono cambiare. E questo l
odecidi
tu, non il gioco. E' questo il bello. per noi. Possiamo
verificare chi merita e chi no. Punire e giudicare perchè la
giustizia attuale fatta di lecite prove e diritti di ogni tipo a quella
feccia, tarda o non riesce ad attuarsi. E ovviamente, i
poliziotti poco
puliti hanno sporcato di più l'ingranaggio, o non si sarebbe
arrivati a questo punto. Devi essere pronta a bleffare, sfottere,
incitare, cercare di sfondare le loro sicurezze e muri senza avere
timore o altro. Questa era una prova, ma se tu non hai le palle e la
stronzaggine di sfidare gente che si sente superiore, capace,
meritevole di prendere tutto perchè tutto gli appartiene
mentre
gli altri sono solo sacchi di carne scemi... non vai bene. Studia
meglio, e potrai essere la Cacciatrice di anime, come le chiamiamo. E
ovviamente..." standole vicino, di profilo, co un sorriso carogno "di
anime sporche. non sia mai che tu comprenda male!"
"Su questo hai ragione ma non è troppo?" domandò
Milan
turbato "io pensavo che la Strega servisse da elemento di disturbo che
nessuno si aspetta..."
"Dvvero... quindi mi stai dicendo che per te andava bene solo fare
qualche apparizione per farli impaurire... e poi?"
"Poi mandare squadre apposite per il passo successivo..."
"Ma che stai dicendo, Milan." metendosi su una gamba in una posa
elegante con bastone vicino e sistemandosi la giacca "Mi vuoi
far
credere che la strega appare
solamente, fa qualche cosa per fargli venire marroni le mutande
epoi basta, qualcuno dei nostri che mena le mani?"
avvicinandosi
al tavolo tra Alaric, che la guardava come un topo con il gatto, e Jd
preoccupato "Forse non ti rendi conto che abbiamo per le mani un
personaggio importante. Una Cacciatrice che impersona una strega, che
può davvero terrorizzare e fermare quei soggetti. Prima
mandi la
strega per confonderli e poi via al delirio con soggetti che
già
si aspettavano? O finisci cosa hai iniziato, o non serve a
niente.
Veròna deve esistere e continuare fino in fondo. Ecco la mia
proposta. Innanzitutto quei tre che mi hai messo tra i piedi resteranno
al fianco di Veròna, ma avrò con me anche due
nuovi
soggetti, che svilupperemo come quella IA che testano nei laboratori.
Quella che secondo me sarebbe un ottimo Observer e anche
Censore,
organo
indipendente del Consiglio. Cervelli senza le macchie di psicopatia
umana per denaro, potere, ambizioni... ma ci saranno anche loro due per
la messinscena..." indicando due apparizioni vicino un muro, duie
giovani di età differenti, uno biondo e uno moro.
"Non capisco..."
"Andiamo Milan... se devi creare una strega, fallo per bene! Quei tre
non possono scomparire o fare roba che parrebbe magia. QUindi la
signorina qui presente deve imparare ad usare il sistema di proiezioni.
Deve inizare dall'addestramento basso, ossia ricreare mentalmente
frutta e verdura finchè questi non appaiono perfetti da
essere
realistici. Fatto questo, dovrà imparare nel
mentre a mostrare
attivamente i due nuovi servitori...Hm... vediamo, potrebbero
chiamarsi... Lèon e Amshel! Servitori qualificati per la
strega.
Avrà bisogno al seguito anche di mentalisti, illusionisti,
prestigiatori per supportare meglio la struttura del personaggio. E..."
ma Lia venne fermata dalla giovane
"Scusate, non so bene cosa intendiate ma io osno un militare e sono
stata
scelta dal Leader , non so bene per quali capacità, ma non
credo
di essere idonea a..."
"Milan, quali requisiti hai messo a considerazione per scegliere la
strega?" domandò Lia osservando Milan seria
"Il suo aspetto. Volevo un viso che potesse sembrare antico da
giustificare una strega centenaria" fece questi candido
"E... poi?!?"
"Se vuoi una lista, non l'ho fatta... perchè come tutti i
soggetti
che cerchiamo, prendiamo quelli particolari e capaci in modi non
convenzionali. E lo sai anche tu. Lei è un soggetto forte,
con
ottima caapcità di comando ed essere l'elemento di testa di
un
gruppo, ha il suo aspetto, inoltre se ben ricordi era una di quelle che
hai preso a ceffoni nei bagni, per come trattava quella ragazza..."
Lia ricordò l'episodio. Una giovane, Maureen, aveva problemi
ormonali e aveva costantemente acnee sul viso, prevalentemente sulla
zona della mascella, arrossangliela. DA quando era stato inserito il
reparto femminile, la situazione era giunta a un punto in cui Lia
dovette sfogare la sua rabbia e odio contro alcuni soggetti, senza
pentirsene. Maureen non era la sola avere qualche difetto fisico.
Cicatrici, la foma del corpo con un busto molto lungo rispetto gli
altri, quindi con baricentro molto basso, troppa magrezza o molto
burrose, elementi fisici non armoniosi. Se Lia e gli altri dei Capitani
e Milan non vedevano nulla di tutto ciò, ma la persona, lo
stesso non si poteva dire per i nuovi membri. Il peggio, come sempre
diceva Lia, erano le donne. Gli uomini si scornavano, si
prendevano a pugni, si sfidavano nel circolo della lotta, facevano
sfide e scommesse assurde su forza e determinazioni più sul
fisico che altro, ma sedendosi con loro con una birra o sfidandoli,
puntando sul chi vince ha ragione, Lia era riuscita a spingerli a
tollerarsi, sfogarsi nel circolo della lotta, a impiegare odio e quanto
provavano in allenamenti, sfide, lavori di squadra pensati
perchè si conoscessero meglio. E quando lei varcava la
soglia
della sopportazione, se non li prendeva a legnate, urtata
come una iena
con una spina nel deterano come diceva Alaric, li mandva alla Fattoria.
Quella fattoria acquistata e sistemata per i Vecchi che volevano un
posto sereno dove vievre o membri che non volevano essere militari un
giorno di più o i membri della Raccolta, che
trovavano il loro
scopo e una vita lì', così come nelle Torri. La
fattoria
comprendeva acri e acri di zone pascolo, casermette epr gli animali
come riparo per la notte o l'inverno, il grande edificio dove vivevano,
fienili e la zona frutteto e orto. Animali di ogni tipo erano presenti
in quella zona, lama e alpaca, galline di vario tipo, papere e oche,
tacchini, maiali e cinchiali, mucche e tori di varie tipologie comprese
bufale, capre e struzzi e molti altri, che mentre vivevnao una vita
migliore di altri negli allevamenti, vivevano molti più
anni,
erano trattati come rispetto, prendevano solo quanto poteva dare
l'animale senza ormoni o medicinali vari se non per eventuali cure, non
divivedevano madri e figli, a menmo che non fossero uova, non
stressavano gli animali da latte perchè facessero
più
litri, nessun animale soffriva di mastite, stava con fango ed
escrementi fino al garrese, erano pulite, spazzolate e perfine
massaggiatge con spazzole speciali quando loro volevano o in certi
mometni della giornata, per rilassarle e migliorare l'approccio con
loro.
Molti uomini che lavoravano alla fattoria sempre, quindi
non quelli mandati là per punizione o che si offrivano per
dare
una mano spontaneamnete, si trovavano così bene con il loro
lavoro da dar per ogni animale un nome loro, quindi sceglierlo, giocano
e passavano tempo con loro,, finendo per abituare gli animali a cercare
l'uomo e affezione. Come con i tacchini. Tutti amavano passare il tempo
coi tacchini o alpaca. Alpaca e lama non era freddi come potevano
sembrare
ma cercavano compagnia umana, le capre sia le piccole che le grandi
saltellavano ovunque e accettavano la tosatura senza problemi. Mucche,
capre, perfino galline adoravano essere abbracciate o giocare con palle
grandi o oggetti per animali che gli portavano, scorazzando felici per
gl iampi spazi.
le punizioni servivano in quel luogo perchè il lavoro di
fatica
nel verde e animali, così giocherelloni e
carucci,
aiutavano a verificare come si ocmportavano certi soggetti. Come diceva
Lia, per
verificare comè un soggetto, molte volte basta
vedere come
trattava
le donne della sua famiglia o gli animali, sia che vede pe la
prima che
lavorandoci intorno. E alcuni erano riusciti a insegnare solo per gioco
alle mucche a saltare tipo cavalli con gli ostacoli, correndo con loro
indicando dove dovevano saltare o portando queste, per raggiungerli se
divisi da steccati, a saltare per correre da loro. Altri ocn le capre.
E molti animali quando vedevano il loro umano preferito correvano
letteralmente incontro appena giungeva all fattoria.
I Vecchi, i più anziani e quelli che non avevano una casa in
cui
tornare ed erano consiglieri per i piani di lavoro, vivevano
là
anche come ricordo delle zone di guerra in cui avevano vissuto,
incapaci di tornare alla civiltà intesa come
città. Era
una specie di ritrovo per questi soggetti, presi anche dalla Raccolta
così che non ingrossassero le fila dei criminali o soggetti
problematici ma rimettendoli in un luogo dove fossero ancora utili a se
stessi e altri, e arricchendo le menti dei professionisti di cui Milan
si attorniava. Ma solo nelle Sale della pianificazione. E la vita che
avevano, che fosse fattoria o in una bottega, era la medicina migliore
di qualunque casa mentale di cura dove spesso li sbattevano. Alcuni
seguivano ancora i nuovi arrivati come istruttori, tra le altre cose,
ma più spesso lavoravano la terra, gli alberi, i cespugli da
frutto, gli animali o alcuni tipi con cui stavano meglio.
Cèra
chi si dilettava a sedersi in mezzi ai tacchini e creare concerti con
il loro gloglottare. Uno faceva a gara di sputi con i lama, e nessuno
capiva come questi si comprendessero da sputare come una sfida senza
che l'animale lo facesse n el suo occhio. Chi aveva un legame con tutti
i galli e galline che volevano essere abbracciati letteralmente,
uscendo se in bei periodi dal nido nel muro che avevano fatto, contro
il pollaio per l'inverno. Un lungo muro con una fila di fori abbastanza
grandi e comodi perchè anche due galline stessero vicine
dentro
questi pertugi nel muro.
Chi con le capre da allattarle loro con i biberon se accadeva qualcosa
per cui la madre non poteva. CHi creava giocattoli non dannosi per loro
con corde, legno, o altro. E in base a cosa facevano per gli animali,
come si comportavano con i Vecchi, gl ialtri che vi lavoravano, si
verificava se il discorso fatto per l'accaduto era stato ascoltato, se
il soggetto fosse recuperabile per la comune,
Mentre Altri finivano a fare lavori dove il tempo per ragionare
cèra eccome, così cche accompagnare Kianta o chi
era
destinato alla Raccolta, o sostegno ad associazioni e gruppi animalisti
e ambientalisti per fare lavori fisici al bisogno e verificare con i
propri occhi la situazione come nessuino la vedeva mai. Queste cose
secondo Lia portavano i soggetti almeno a ragionare, se non
ripercforrere i propri passi comprendendo.
Quelli proprio di coccio finivano per subire i capricci e i malumori
della stessa, come suoi servitori così da verificare il loro
ocmprtamento mentre credono che non li notasse o in certe occasioni.
Così erano impiegati come camerieri, servitori della
colazione o
dei pasti, se almeno educati e con certa grazia per Milan e i veterani
al completo quando si riunivano, altrimenti nelle mense o seguendola in
ogni angolo dove Lia si recava e obbligandoli a controllare che le
zanzare non la pungessero, che non vi fossero fastidi, tenerle le cose,
scaricare su di loro il nervosismo.
All'inizio Jd pensava che fosse stronzaggine, invece quel suo dare loro
compiti dviersi o specifici li metteva alla prova, verificava la loro
forza interiore, la resistenza a disagi vari, il loro comportamento
anche alle cose assurde, come una volta li aveva bacchettati
perchè pulissero per lei i usoi gioielli in argento con una
crema specifica e del panno tipo daino. Fra le cose che la calmavano
cèra anche quello, lucidare e far tornare le cose al loro
splendore, da gioielli a oggetti vari con impegno e panni morbidi. E la
cosa serviva per constatare se ogni incarico fosse visto come
importante e da svolgere senza sentirsi non qualificati o non del
proprio livello, se perdevano la pazienza e gettavano la spugna subito
o dopo poco, e come la affrontavano prima e dopo l'incarico
dato.
Lia diceva sempre a Milan che era necessario verificare come ogni
persona affrontasse e si approcciasse con determinsate cose, anche
viste da loro come insignificanti o umilianti, come pulire una cosa o
controllare se adempivano a missioni importanti come cacciare le
zanzare perchè , se non erano in grado di reggere come
nervi,
pazienza, voglia di impegnarsi e raggiungere il traguardo, il loro
impiego non sarebbe stato certo quello dio guardie del corpo, Ombre,
specialisti dove un equilibrio interiore era fondamentale.
Ma altro elemento era come vedevano gli altri e come si comportavano
tra loro. E ciò c he odiava di più Lia era vedere
un
altro soggetto che se la tirava e dava ad altro etichette come
spazzatura, inutile, nessuno, feccia e via dicendo.
Quel giorno lei aveva già la luna storta perchè
da una
finestra del salottino era entrato uno scarafaggio grosso e scuro e lo
aveva rincorso incavolata finchè non lo aveva tappato sotto
un
oggetto che faceva da coperchio. Lei non riusciva a pensare
di
picchiare male perfino gli scarafaggi, non riusciva e prima, e allo
Chateau predeva l'aspirapolvere con il tubo lungo e li ciucciava, come
ripeteva, denrto lo stesso tappandolo, perchè coprirli e
lasciarli lì era meglio dello schiaffarli sul pavimento come
facevano tutti. E siccome odiava che chiunque, anche per pulizie
entrassero nella sua stanza, dovette lasciarlo lì e poi
portarsi
un aspirapolvere per cacciarlo in un posto da cui non uscisse, pulendo
il pavimento e il muro su cui aveva zampettato.
E oltr ele zanzare e i ragni, gl iscarafaggi li odiava.
Così quando andò a verificare certe voci, si
trovò
vicino la porta ad assistere a un siparietto che la fece esplodere come
un vulcano attivo.
Alcune donne nei bagni della sezione femminile stavano bullizzando una
delle altre solo per la sua acne per problemi ormonali, affermando che
fosse disgustosa, vergognosa epr tutte loro avendola intorno, un
fastidio perchè ricordava loro che esistevano anche -quelle
come lei- con difetti, difettosa, una che non vale niente se non la
si può neanche guardare.
Insomma una niente.
Il tempo che questa con le sue stronze amichette riferisse queste cose
alla ragazza a terra per le vessazioni , anche fisiche e gli
sberleffi,mentre tutte le altre guardavano o facevano finta di nulla,
Lia schiaffò come uno scarafaggio la sstronza al muro,
infilando
uno dei suoi coltelli sulla crocchia che questa teneva bloccandola coi
capelli mentre alcuni cadevano tagliati.
Con un gomito le bloccò la trachea e con la mano libera
dell'altro le piantò una pistola, la cz75 che amava e teneva
con
sè, in mezzo alle gambe.
"ma guardate un pò chi cè qui. Una maledetta
stronza che
denigra un'altra donna solo per problemi NATURALI del corpo,
che
dobbiamo usare su questo piano materiale. Sbaglio o ti sentivi una
regina tra le oche mentre trattavi da feccia una persona che non
meritava ciò?"
"Che cazzo vuoi...." iniziò questa ma si ritrovò
a
fissare Lia sbiancando, sia perchè di fatto era il suo
capo,
avendo leiforzato per avere la sezione femminile, e sia
perchè
spesso usava proprio più le donne degli uomini, a parte i
tre
dell'ave maria, che avevano quel soprannome e come ordine di Milan, la
dovevano risdpettare.Se portava alcune di loro, lo facerva sopratutto
con soggetti che vedevano le donne oggetti e questo era denigratori per
gli uomini. E Lia rideva per gli sfottò
perchè gi stronzi che Lia braccava poi chiedevano
pietà a
loro per fermarla "Ah... è lei...
cè-cè un
errore..."
"Un errore stò grandissimo cazzo! NOn sei l'unica e non
è
la prima volta che accadono queste cose tra commilitoni, e no
intendo
stare ferma o a guardare spacciando la vostra merdosità per
focosità e confronti tra donne, perchè lo fanno
anche gli
uomini e quindi vi abbassate alla loro animalità ma con la
psicologia... ma anche
perchè voi stupide oche coglione, state facendo
fuoco amico
bullizzando, anzi torturando, una collega e donna.
Perchè
diciamocelo, bullizzare è più un termine che si
usa
quando bambini o ragazzini stronzi, che non sono ancora giunti alla
maturità mentale, non fisica, fanno questo merdaio su altri
godendosela, e vantandosene, come se avessero vinto
un nobel o fatto
qualcosa di meritevole. Ma di meritevole in voi a questo punto non
cè proprio nulla. Siete adulte, siete soggetti che lavorano
nel
campo militare e dovreste sapere cosa significa usare tutti i coglioni
che una donna non ha, per avere pari diritti e
possibilità degli
uomini, e invece usate tempo ed energie a distruggere da dentro altre.
Fate ancora del male da rompere le persone da dentro, e io vi
uso come
campioni per vedere se sparandovi da sotto, dove arrivano le
pallottole e pubblicarle come risultati scientifici... sono stata
chiara o devo equipararvi alle bestie che sono gli uomini,
sia quelli
che cacciamo che gli idioti che devo sempre tenere in riga?"
"Ma no... deve aver capito male..." disse una di quelle che stava con
la stronza, alle spalle di Lia, la quale diede una capocciata alla
tizia che restava bloccata ai capelli dal pugnale e si voltò
verso le altre, con la solita sua espressione di occhi aperti al
massimo e fissi, come una bambola.
"Ma davvero! Voi piccole stronze, piccole perchè non avete
neanche i coglioni di pensare con la vostra testa ma di fare cosa vi
viene detto dal membro di testa della squadra di stronze, osate parlare
e sparare cazzate? Vi ho viste e sentite. Vi permettete anche di
prendermi in giro? Osate affermare a me, che ho preteso io la vostra
presenza come corpo femminile e vi ho dato rispetto e considerazione
per la vostra forza a capacità, che sono diventata scema da
avere le traveggole? Di inventarmi tutto? Se avete coraggio affrontate
anche me invece di lei e le altre, che so chi sono
perchè vi
osservo da molto, così come Kathtine e le sue leccaculo o
Vanessa. Avevo fatto già un discorso del generecon tutto il
settore femminile al completo, augurandomi che foste più
meritevoli di fiducia e considerazione, oltre che rispetto, di quelle
capre dei maschi. Perchè sono capre,
perchè testardi e
agitati come capre sotto botta di allucinogeni per quelle pietre che
sgranocchiano sempre. E invece guardatevi, mi fate schifo, provo per
voi solo ribrezzo e disdegno per soggetti del vostro basso calibro.
Siete feccia, voi, feccia e inutilità,
perchè se è
così che trattate i membri del reparto e per giunta della
squadra è chiaro che dovrò mostrarvi la mia
incazzatura
perchè non permetto a nessuno di rovinare
qualcuno, per qualsiasi
motivo, che non siano cattive azioni, constatando che le mie
parole e le
azioni on fanno effetto"
"Noi non abbiamo fatto niente, ci stavamo preparando..."
"Stronzate. Ho anche registrato se ti interessa, o pensi che siate solo
voi quelle migoliori e intellingenti?" vedendo che le tre spostavano
gli sguardi troppo spesso e lontane da lei, sorrise stupendole
"Perché non mi interessa allargare la mia gestione di
animali
domestici, e trovo l'uomo un animale meno docile di un cane, meno
affettuoso di un gatto, anche meno divertente di una scimmia"
Si voltò veloce a sinistra e con il pugno sinistro diede un
colpo deciso perchè oc una delle nocche prendesse i lnervo
mediano nel polso, poi guardando la stronza che si era staccata dal
coltello così male da volerla sbranare viva, fece una finta
come
se volesse darle un puigno nello stomaco ma prima che queste potesse
fermarlo, diede un'oscillazione verso l'alto da colpirla al bertocolo
mentale con il pugno ben chiuso, il pollice verso l'alto da
spingerle
mento e denti vero l'alto."Rifate merdate come questa e vi
farò
vivere un mese di inferno che riservo alla feccia che noi cacciamo...
Ultimo avvertimento!"
"QUindi mi stai dicendo "fece Milan "che Veròna non
è solo facciata?"
"Milan..." camminando facendo una copia anni trenta anche per l'abito
di un uomo di quel periodo "All'inizio mi avevi detto che non sarei
stata io a impersonare la Strega perchè ti rendevi conto che
ero
cruciare per le ricerche e i test... e quindi io non potevo uscire,
adesso mi dici che sarò io a farlo..."
"Non si può raggiungere un originale e già come
hai
scelto l'aspetto di Veròna non cè
possibilità che
questa ragazza o altri possano farlo... non posso tenerti chiusa qui se
se tu, a discapito di cosa dicevano quelli là fuori, hai
delle
cose per davvero che altri non hanno..."
"Milan... Oh! Uff... Veròna deve esser come l'assistente
di un Mago. Saranno chi lavora intorno a lei a fare il grosso del
lavoro, lei deve solamente mostrare ciò che già
io faccio
nelle mie vesti di tua partner ma il doppio e usare le proiezioni...
abbiamo chi scrive i testi, analizziamo e prepariamo gli incarichi nei
dettagli con ogni possibile piano ulteriore... Veròna
è
lo spechietto delle allodole ma non significa che è sola
apparenza. E' una delle equazioni per rendere Veròna
ciò
che è... ecco perchè questa ragazza
dovrà lavorare
parecchio..."
"NO!" fece Milan sorprendendo tutti, compresa lei, che si era fermava a
gambe un pò larghe con le mani sul bastone davanti a lei
"Una
copia non potrà mai sostiture un originale... Se un giorno
prepararemo nuove Veròna, si troverà il modo di
istriure
le prescelte ma... Vedendoti in questo abbigliaemtno scelto da te, il
tuo modo di impersonarla, come sei nei gesti e movimenti...
è
impesabile creare un riflesso sbiadito di te... ma dovrai essere TU a
rendere Veròna reale... lei sarà l'altra faccia
della tua
medaglia, perchè l'abbiamo costruita basandoci su di te e
solo
tu puoi fare quelle espressioni di disprezzo, superiorità,
arroganza, impudenza, audacia,temerarietà e tutto
ciò che
abbiamo già visto nei dipinti che abbiamo fatto che si
vedono
agli ultravioletti... in quei dipinti Veròna, la precedente
padrona di casa, mostra giovinezza e spavalderia, sicurezza saggezza
dietro l'istruzione, e ancora, la certezza della sua posizione nel
mondo. Come fu esempio per Erzsebet Bathory solo per citarne una che
fosse e si sentisse venti scalini sopra gli altri. Lei è una
strega. Per i suoi studi magici, Veròna è
un'entità immortale, giovane all'apparenza ma saggia e
pregna di
conoscenza, audace e incurante di chiunque vi si di fronte e di ogni
pericolo. Lei ride in faccia al pericolo e la sua espressione e modo di
fare dimostra che con le sue mani sarebbe capaci di spremere un cuore
senza pentimento... questo deve cogliere chi la ritrova dinnanzi a se.
E una tua copia... non regge il confronto con l'originale. Ecco
perchè finchè non faremo selezione e
preparazione, sarai
tu a interpretare Veròna..."
"Milan... ma quest astrega dovrebbe uscire, no? Hai detto che la
stronza non può uscire da qui perchè come
elemetno di
test, o cavia, sarebbe emglio non rischiasse..." urlò Alaric
preoccupato
"Come ho già detto... Ho deciso di cambìare
questa cosa. Lia uscirà quando
servirà, potrà andare là fuori sia per
la Raccolta,
che la Mano ma anche Veròna..."
"E se scappa?"
"Alaric... sai anche tu che lei non avrebbe motivo di scappare. Non
perchè non potrebbe, o altro. ha avuto per le mani dei conti
con
cui chiunque altri avrebbe fatto giochetti o sarebbe scappato con la
somma solo in quel conto. E ne può gestire due, ora tre...
avrebbe potuto fare come altri che si vestivano come gente di alta
classe, con robe costose, prendendo o megli ospremendo tutto
ciò
che poteva... si veste con abiti semplici fatti da noi, con camicie e
pantaloni, accessori vari, ma gli unici abiti di pregio che indossa
sono gl iabiti sartoriali per i prank... potrebbe mettere da aprte un
tesoretto... non accade e non accadrà perchè non
è
così. Potrebbe fare qui il cattivo e il bel tempo sia che
non ci
sono che se sono qui, ma si inalbera solo le leggi e regole sono
calpestate, se si commettono cavolate, se la gente fa la scema... Non
se ne andrà... Semplicemente ha una sorta di
scopo con noi per i progetti che ho elencato che farà sia di
persona che sotto il suocontrollo. Là fuori non
cè niente
che le interessi da far perdere le sue tracce. Anche quel giorno, il
giorno che è giunta qui. Dopo che io e lei abbiamo parlato,
quando ha preso accordi con i Vecchi mentre decideva se accettare la
mia proposta... lei di disse -Ascolta, ho cambiato idea. NOn fingere
che io sia morta. Annulla il processo di mascheramento della mia
dipartita come lo hai chiamato, non far credere che io sia morta.
Afferma invece che sono una vittima di qualche bomba, che sono in un
ospedale senza che possa ricevere visite e prendi una persona senza
memoria o che accetti perchè povera e simili, di
impersonarmi.
Con caratteristiche come le mie. E visto che mji hai detto che avete le
migliori tecnologie mediche, fa in modo che questa abbia un volto
identico al mio e dalle la mia vita. Così quella che era la
mia
famiglia non possa piangere la figlia che pensano di amare e ne abbiano
una che accetti di essere ciò che volevano veramnete. Invece
di
un Dio che ha ascoltato le mie preghiere, sii tu colui che
donerà una vita nuova a chi se lo merita. Che accetti di
fingersi me per sempre. Hai detto che con la digitalizzazione di ogni
documento ogni fascicolo, scheda, cartella medica e non possono essere
cambiati... se io accetto di restare, sostituiscimi così
sono
tutti felici. Io non ho niente da perdere e niente da guadagnare, ma
è anche vero che là fuori non cè
niente che mi
aiuti. Ho ricevuto da te una siringa con dell'anestetico e una vuota.
Prima una e dopo l'altra, vuota, per porre fine a tutto. Ma se tu mi
giuri che dopo averti aiutato nei tuoi test per aiutare altri in futuro
io possa andarmene soffrendo meno... sostituiscimi come colpita da una
bomba che necessitava di interventi e senza memoria e fai il resto, e
io ti aiuterò. Ma solo per lasciare qualcosa di buono a
questo
mondo. I figli li lascio a chi vuole farli...-... anche
così,
avrebbe potuto andarsene come voleva, ma ha sempre rispettato la parola
data. E ora mi fido ciecamente di lei da concederle i progetti di aiuto
e impolpamento dell'organizzazione sostenendo e aiutando, risollevando
chi è come lei e perchè faccia vivere
Veròna... E'
ora di fare sul serio...-
"Mio quasi omonimo,
finamente ci rivediamo in tempi diversi e
sopratutto in circostanze che ci permettono di parlare... quando Milan
è in giro è impossibile!" fece Aegaoen a Gask,
conosciuto
come Egeo, nome che si pronunciav aquasi simile.
"Oh, ma tu sei uno di quei quattro amici di Kianta. Sembri diverso
dopo qualche mese" fece Gask con simpatia "sei con loro, adesso?"
Aegaeon si
guardò indietro,
osservando i tre amici di sempre,
con i loro problemi fisici eppure erano grandiosi nel loro mestiere.
"Quando il gatto Milan non cè, il topo Kianta balla. E
chiama
anche noialtri topolini... E poi lei ci aveva parlato dopo la Dimora
Rossa anche della Villa del Cinghiale, acquistata da loro e rimessa a
nuovo come Torre. QUando ha detto che era stata scelta per un film di
Dario Argento sono rimasto sorpreso, insomma, resti sotto shock. Sei
dentro le mura di un edificio che ... ha dato da sfondo a un film!
Kianta
ci dice sempre di guardare quel film horror, quell'altro di
fantascienza che secondo lei merita di essere visto almeno una volta
e... ma ci pensi c he questo posto era di nobili antichi italiani, poi
è stata la location di un film famoso, e adesso
è
nostra?
Insomma, guardala" fece, voltandosi verso la zona anteriore
dell'edificio poco lontano a ore due, mentre vedevano lavori di carico
e scarico degli uomini e loro erano vicino le macchine "sembra di
essere in qualche strano sogno, non so... gente come noi in un luogo
del genere dove invece ci vedi più quelli come Milan, capi
di
stato, famosi imprenditoi, non so... E invece è
dell'organizzazione ed ha una nuova vita. Kianta ha detto che
già molte case e ville abbandonate a se stesse da decenni
sono
in mano loro e Milan usa... per le sue feste particolari. Quello che
Kiant aodia, tra l'altro.."
"Intendi le feste di varia natura come quelle definite festini per
ricchi e potenti, che la gente comune vuole fermare
perchè
pericolose, visto strani suicidi di molte persone, anche banchieri?"
"Sei aggiornato,mi
piace..." rise
Aegaeon "Si, amico. Kianta trova
assurdo che un punto del lavoro è fermare il classismo e
i privilegi di quelli che sono diventati potenti e ricchissimi da fare
cose contro chi sta sotto di loro, usarli... un'altra persona non amava
molto ol'uso di ragazze e ragazzi per certe cose che a Milan servono
per fermarli... insomma, diceva che anche ciò che fanno con
Madame è sempre schiavismo e che è allucinante
che
facciamo la stessa cosa di quella gente mantenendo le cose per ora come
loro vogliano che sia... Quella persona li avrebbe gettati incontro ai
pirana"
"Parli di Lia'" fece stupito Gask sottovoce "quindi la conoscevi?"
Aegaeon lo guarò un attimo, poi scoppò a ridere e
amichevolmente gli posò una mano sulla spalla, uno era poco
più altro dell'altro, parlando come lui sottovoce.
"Perchè...
credevi che chi ha
conosciuto la Prima non capisca e
non veda? Se troppo genuino per essere tra noi" ridendo di gusto "No,
ascolta, torno serio. Certo che ho conosciuto Lia, all'inizio tra Jd,
Lubo e Alaric vi eravamo noi come suoi istruttori. Solo per lei, ma per
un motivo. Il suo addestramento era necessario per studiare le
Stoddarde e la blue box. Gli effetti in varie condizioni fisiche, i
limiti, la velocità di guarigione, la
compatibilità del
fisico a questi... io li chiamo apparecchi. Molti li hanno rigettati,
sono peggiorati, non li tolleravano. Prima lei e poi tu, siete i pochi
che sono risultati compatibili con esse... da vivere tranquillamente.
All'inizio tutto faceva parte dell'accordo. Milan la istruiva con la
scherma antica e sportiva, si studiavano i riflessi e le modifiche di
movimenti e flessioni... poi l'uso di armi, sebbene lei già
le
consocesse, aveva già un porto d'armi seppur per uso
sportivo...le tecnoche di
compattimento corpo a corpo. L'uso dei coltelli, armi generiche da
oggetti
trovabili ovunque come armi, le tecniche di strangolamento e
soffocamento senza uccidere, così come i controlli di
adrenalina
e..."
"Li fa acnhe adesso Kianta"
"Si, ma all'inizio lei
era... veniva
definita la cavietta. Poi divenne.... controllava e gestiva i
risultati, quando avviarono l'uso delle
proieszioni e visualizzazione per verificare come e quando la blue box
si attivasse... Lei aveva confermato una cosa che Milan pensava. Una
cavia volontaria e consenziente ai test è la migliore
possibile.
Come so queste cose? perchè Lia ce li disse. Non doveva
farlo,
ma siamo diventati amici, secondo lei e per come eravamo, sopratutto
quei
tre che no vide mai con pietà e altre amenità
morali, come
gli altri, ma coin egualità e vicinanza... ci
reputò
meritevoli di sapere certe cose. L'allenavamo e addestravamo e
allinizio non capivamo perchè solo lei. Venivano inseriti
nuovi
membri, tizi che venivano scelti con determinati criteri e magari
avevano prima intrapreso solo la qualifica di soldato semplice ma
dimostravanp di avere quel qualcosa in più... e ci
chiedevamo,
ma
con tutti quelli che già cèrano e ne
arrivavano,
perchè solo lei? E poi con sempre quell'espressione seria
quasi... fiera, a molti appare come se si mostrasse superiore agli
altri, migliore, superba... poteva fare quell'impressione ma in
verità ci guardò e ci disse -ok, vi siete fatti
la
domanda e questo mi piace, ma cosa pensate che sia la risposta?-.
nessuno di noi prese la verità e lei sorridendo,
bevendo
da una
bottigleitta in vetro ci spiegò. Tramite l'Accordo che
fece con Milan lei aveva quelli che definiva benefici, ma che
in
realtà erano una sorta di tutela, protezione... mentre lei
si
prestava a concedere il suo corpo alla scienza.
Stoddarde, blue box o draper come la chiamano a volte, e la
visualizzione convertita in proiezioni realistiche... "
"protezione?"
"lei lo chiamava tutela o protezione. Un giuramneto che Milan aveva
fatto come conclusione di quell'accordo. Vedi, per Milan e
David
non si cerca la gente a caso, e si sperimenta su di lei. Sembra assurdo
ma molti centri studi visibili e non, prendono le cavie in determinati
modi poco leciti e puliti e li usano contro la loro volontà
facendoli soffrire, terrorizzare... per loro due invece, era da fermare
e così è. Tramite la Raccolta, oltre questa,
avevano
messo anche tramite la Strega Veròna, una sorta di contratto
per
cui loro ricevevano protezione, aiuto in cambio di
informazioni. Tra le
quali se sparivano persone senza motivo, se accadevano cose, che
veniva detto e loro lo sentivano... molti senzatetto e vagabondi
spariscono, ragazzini spariscono... se non finsicono in reti orribili
che voi cercate di fermare, visto che non sempre quelli pubblici
riescono, cè anche questo. L'uso per sperimentazioni. E se
non
si trovano presi dal niente, ci si rivolge a paesi da terzo mondo o che
invece di svilupparsi sono andati smepre più giù.
Non a
caso sono mete per il turismo sessuale, fatto da persone che alla carta
sono viste posivamente, perchè hanno moglie e figli e un
laovro
che li fa stare bene, basta quello per ritenerli a posto. E poi scopri
che soli o con altri -amici- vanno in giro in quei paesi,
affermando vacanze o addirittura lavoro e poi abusano di
bambini e bambine in quei paradisi sessuali che Lia voleva radere al
suolo. perchè quello è. E la pratica di
portarli poi dai dottori per ricreare quello che si defnisce
verginità ma che poi non è"
"Ah, si. Kianta ha per la rabbia quasi buttato da una finetra,
tenendolo per un piede, un tizio che portava le bambine a farsi
rimettere quella cosa, finta, perchè le si pagasse di
più. Quanto li ha fatti soffrire, prima di
sbatterli a lavorare
nelle miniere di preziosi metalli..."
"Lo ritengo più utile che metterli solo in celle e basta o
la
pena di morte. Pagheranno così cosa hanno fattoal posto di
ragazini e giovani prima dei venti anni, che ci rimettavano
anche la vita. Per
quanto controllati e sicuri, loro lavorano sodo ogni giorno e sono i
familiari delle vittime a far si che tutto vada bene e
lì
ci ho visto una vendetta alla Lia che... rido ancora oggi, e di sicuro
non muoiono o rischiano la vita come quei nuovi tipi di schiavi. Gli
schiavi nelle miniere. Sia io che quei tre che sono i miei amici per la
pelle, abbiamo vissuti in condizioni orribili per paesi di secondo
mondo, ma non so immaginare cosa significa avere dieci anni o
meno, e
alvorare come un mulo per fare mattoni, giocattoli,
tappeti,da talpa per
queste miniere e molto altro. E seppur non lo sanno, molti
che
potevano finirci si sono salv ati proprio grazie a voi e a questo. Voi
come organizzazione avete dato soldi e risorse perchè vi
fossero
le basi per svilupparsi. Come è alla Lia, sei tu che devi
agire,
lei ti da le chiavi per sollevarti le maniche e lavorare sodo. Niente
principi azzurri che salvano o angeli gloriosi che fanno tutto per te.
La svolta la devi fare tu con la Mano tesa e con cosa cè sul
palmo. Ed è così che molti luoghi si sono
sistemati,
hanno acqua, scuole, cibo coltivato e allevato lontano da strade
polverose e fango. barrio o distretti poverissimi in casupole ammassati
avolte senza elettricità. Voi avete portato cosa necessitava
e
cosa usarli, il resto lo hanno fatto loro e per Lia questo era vitale.
Perchè dimostrava, senza fare niente per gli altri come
nelle
favole, chi e quanto era pronto a cambiare e darsi da fare. E' semplice
andare in un posto e dare e realizzare, fare, cose per aiutare gli
altri, ma poi, diceva sempre? Quanto
durerà se non si insegna che
le cose vanno costruite e realizzate perchè si vuole, si
desidera il cambiamento e il migliroamento? Facile che arrivi il
principe azzurro e faccia tutto per salvare la principessa e poi se la
porta. La storia umana parla di principesse anche ben lontane dalla
favola della dolce fanciulla innocente, e che ha bisogno di
tutto. E'
bene dare la Mano e le chiavi, ma insegnare che il
cambiamento deve
partire da dentro. Da mente e cuore..."
"e così si fa adesso..."
"Infatti. E mi fa ridere vedere quell'edificio, quei giardini e sapere
che è un'organizzazione miliatare ad averla acquistata e
salvata
che persone o enti per il bene culturale. Anche per come sono scelte..."
"Si, lei è appassionata di Urbex e oltre che praticarlo,
cerca
altra gente che lo fa per vedere dove vanno e che edifici ci sono che
meritano una seconda possibilità. Ormai non so
più quanti
beni l'organizzazione ha e che usiamo come Torri, e sono utilizzate
per vari scopi. COme aiuto per chi è senza casa, donne che
lottano contro patriarcato e mariti violenti, vero luogo di accoglienza
per orfani visto che le macchine a loro tutela fanno veramente schifo,
centro di ripartenza per chi ne ha bisogno, per poi andare a quelli che
Milan usa per le feste e ricevere persone"
"Si, più volte Lia aveva espresso l'odio verso l'abitudine
di
Milan di mostrare con orgoglio niente meno che la sede vera e propria,
lo Chateau. E poi Kianta mi disse che fece così tanto casino
dopo che per due volte tizi poco raccomandabili, vi tornarono
per
minacciare e che lui dovette scegliere altre sedi. L'unica
che qui in
Italia lei non vuole usata per queste cos eè la Dimora rossa
o
Casa rossa. Per le altre, è solo rammaricata dalle feste di
lusso, anche se per scopi specifici e importanti e il
doversene
occupare..."
"E adesso? Come mai siete qui?"
"Che domande, per
Veròna!
Creata da Milan come elemento di
disturbo, doveva andare o meglio essere impersonata da una vera medium
o qualcosa di simile. Insomma, tipo le Muse con i loro veri poteri
naturali. Ma... fu impossibile dare la parte a nessuna
perchè,
seppur poi come Muse sono riuscite ad avere qual'aria sacra e quasi
mistica attuale, con quegli abiti e atteggiamenti, diciamo che fare le
facce da poker o alla Willem Dafoe... questo diciamo raffronto lo diede
Alaric all'inizio, dopo le prime volte che Lia impersonò
Veròna ma solo per istruire quelle che sembravano adatte. Ma
dopo che lei lo fece, tutto cambiò, perchè
nessuna era
più brava dell'originale dal quale veniva presa la figura
dellsa
Strega. Milan le diede delle impostazioni su come comportarsi ma
quel che è ora Veròna è il lavoro di
Lia. Lui fece
quello che fa sempre, di
darle i settaggi dei comportamenti in cui doveva -dar corpo ai suoi
incubi perchè il personaggio riflettesse un soggetto capace
di
mostrare luce e ombra come solo una strega può fare-. Ossia
utilizzare la visualizzazione per mostrare roba, cosa che sapeva
fare... insomma, quando a Milan serviva quella persona che potesse
rappresentare bene ciò che è l'essere umano nel
suo
profondo nel bene e male, chiamava Lia. NOrmalmente le persone, anche
noi definiti in generale militari o professionisti, mostriasmo con le
azioni fisiche cosa possiamo fare. Lei invece con quelle sue
espressioni ti faceva sentire un niente, trasudava disprezzo e schifo
per te se eri quella che definiva feccia o merda umana. E quando Milan
diceva -dai corpo ai tuoi incubi, Lia-, significava che tutto
l'odio, il rancore, il dolore, la ssofferenza, la tristezza, l'amarezza
doveva riversarlo sulla feccia. E così era. E raccontava che
Alaric diceva che gli faceva impressione vederla sorridere in modo
diabolico come appunto, Willem Dafoe..."
"Alaric è un pavido. E' bravo con gestire e trattare gli
uomini ma..."
"Lo so. Comunque da un
lato questa
cosa che Milan fece, la portò
a sfogarsi, metteva letteralmente tutto ciò che covava
dentro
che diceva, faceva lo stesso effetto... ono so spiegarli ma diceva che
quando stava molto male e che i medicinali non funzionassero molto
rispetto a quelli vostri, se non si impegnava in attività,
chiudeva gli occhi e cercava con la mente il punto dove, diceva di
vedere ma non ne capisco, una massa blubbosa, la chiamava
così,
nera... che faceva le bolle e letteralmente la prendeva, sempre con la
mente, e la mandava dove cèra del verde vicino a casa .
sempre
con la mente. o se provava dolore, con gli occhi chiusi lei indirizzava
quel dolore verso qualcuno, di solito i bulli che le avevano fatto del
male e desiderava che fossero loro a prendersi tutta la sua
disperazione. Gli stessi che andavano su yatch in costume da bagno, che
stavano in foto sorridendo allegramente con altri in una pizzeria o
ristorante o facevano cose , o se li inbcontravano facendosi i fatti
loro, e questi belli tranquilli come se nella vita non avessero fatto
nulla di
sbagliato. Io non so come funziona questa cosa, ho capito solo che
è diverso dalla dissociazione, dove con la mente
sia
crea un mondo
alternativo dove è qualcun altro, nel senso non il ninete
della
realtà tu sei ciò che vuoi essere, e
vivi
là... o in alcuni casi la si usava per essere una
Personalità creata e quella dovevi essere come se il tuo Io
originale fosse messo da parte... per Milan era una cosa
diversa
perchè in una usava la mente per curarsi, togleirsi il
dolore, agiva in un modo che lui definiva con parole latine o
simili,
che riguardavano le branche che ama. Una cosa che Lia non sopportava
...E Kianta..."
"..."
"Si, Kianta non sopporta quando Milan fa e parla di cose soprannaturali
o mistiche, insomma dell'Oltre come lo chiama. Non lo sopporta e non
crede affatto di essere
qualcosa. Come Lia. Lia pensava soplo che tutto
fosse grazie al cervello. Ma Milan e suo fratello sono troppopresi dai
misteri occulti, da cose che gli hanno rivelato, da desiderare di
arrivarci..."
"Nel senso?" chiese Gask sorpreso "Milan mi ha parlato di molte cose ma
non di cosa gloi hanno rivelato che può raggiungere"
"Forse perchè
neanche Kianta
lo sa. Ma Lia si. So solo quello
che disse lei le ultime volte che la vidimo... affermò che
non
si fidava nella bramosia di Milan e e suo fratello, seppur non lo vide
mai, di queste cose misteriose e delle sette con cui lui aveva
collegamenti, e della cosa che lui sperava di raggiungere.
Affermò che tutto fu causato dal video simile a un'altro che
lei
vide con dialoghi e cartelli spagnoli. Non so altro, ma lo ricordo
bene. perchè mi disse così -Eg, se mai un giorno
le
Torri dovessero cadere sotto i lcontrollo delle dita lunghe di quella
gente che lo lega ai misteri secondo me farlocchi, se è
rimasto
qualcosa di me prendilo e portalo via. Non importa come, ma non
permettere che le Chiavi per lo Chateau e i Crell restino in mano a
Milan e fratello. Finora ho degli amici, i veterani,voi, e anche Milan
lo è ma quando è lontano da quella gente. Ho
sempre detto
che le religioni distruggono l'umanità e così sta
diventando. ne è diventato troppo bramoso, troppo
interessato,
lui e Dorde vogliono quella cosa e la credono preziosa e cruciale....
Secondo lui qualcosa è possibile ottenerla o
arrivarvi, ma
devfe trovare quelli giusti... ma
sono questioni da lasciare al Tempo. L'uomo hagià ottenuto
dei
benefici con cibo più variegato, vitamine, medicina, cure
adeguate... ma ciò che lui vuole raggiungere rovina la
persona
che è. Se si spinge troppo in là, qualcuno ti
avviserà e tu dovrai recuperare ciò che resta,
qualunque
sia il risultato del primo lunedì del quinto mese-"
"A cosa si riferiva?" chiese ad Aegaeon, non mensionando Legeia ma
sapendo che forse all'avviso, avrebbe provveduto lei, essendo la
Custode dei Sigilli dei Crell e la Guardiana nel caso Kianta fosse
nata.
"Non lo so. Ma mi fece questo avviso. Ora che so che tu e lei siete
amici, e ha riconosciuto il suo errore e il suo non voler accettare che
persone con il nostro lavoro possano essere giuste..."
"Si, perchè ero l'ultimo figlio e guardia del corpo del
Capo,
secondo le voci che giravano, e non accettava che soggetti non
rieducati
potessero entrare così, come fece Milan con me,
tra loro. Molti
di quelli accettati e inseriti non sempre e non tutti vanno allo
Chateau subito. Come fa sempre lei, li spia per una settimana sia con
le interazioni con gli altri che le azioni davanti, e alle
spalle dei
Gestori. E' fatta così, deve osservare ogni comportamento e
azione di nascosto perchè dice che solo così si
capisce
dvvero comè la persona. Perchè non importa cosa
gli dirai
e cosa dirà davanti, sia che tu gli abbia fatto un
cazziatone per
un'azione, che altro. Se lo rifà mentre nessuno
vede, allora va
ricorretto. Altrimneti, se non lo fa, se comprende, se dimostra di non
essere stronzo fin nel sangue, merita dii trovarsi le porte aperte"
"Una cosa simile a Lia.
Anzi,una cosa
che non si dice è che... ci siamo accorti che Kianta seppur
veramente non abbia ricordi o altro della vita precedente... ha
aspirazioni, hobby, interessi, cose che le piacciono e alcuni
comportamenti che sono parecchio simili a Lia. NOn tutto, come esempio
i vestiti che deve indossare per Veròna e le feste, sono
molti
diversi... tranne quello avorio ma... ma molte rassomiglianze con Lia e
Milan stesso è sicuro che sia un elemento per i test..:"
"nel senso?" fece Gask facendosi attento con le mani sui fianchi
"... Ecco..." sembrava non felice di dirlo ma allo stesso tempo voleva
farlo "Milan pensa che questa cosa sia chiave e da inseire nei
risultati perchè rispetto altri prima di lei, ha moltissimo
della sua Personalità precedente sebbene di fatto siano
diverse
su altri punti. Gusti, interesse, cose che le fanno sbrilluccicare gli
occhi, che fa e dice... sono molto da Lia, mentre i soggetti precedenti
avevano azioni, modi di fare e pensare, gusti e abitudini diverse o che
poi, a mente vuota, se ne discostavano o non piacevano... Lei
è
una dei pochi che ha mantenuto molte cose e Milan pensa che sia
qualcosa più legato all'anima, al sè
più profondo
del mero contenuto del cervello..."
"Capisco..."
"Così come i sogni che faceva... diceva che molto spesso
cèrano sogni in cui compariva qualcuno, lo definiva sempre
un
lui, e che conosceva, e che era felice fosse là, che provava
qualcosa che di norma non snetiva nella veglia se diceva o faceva
qualcosa in quei sogni e lei desiderava che continuasse e continuasse
quel sogno... diceva sempre si accorgeva quando sognava, molte volte, e
quando sentiva che stava eprs svegliarsi era rammaricata dalla cosa...
e affermava che nelle sezioni di sogno dove cèra lui, il
mondo
non era questo... era ove sentiva, anche se accadevano cose brutte, di
stare là e agire... e cosa strana, non so perchè,
ma
quella persona, quel lui, era come se ogni volta si nascondesse da
altre persone nel sogno che interagivano con lei, ma lui non doveva
comparire davanti a loro. Ricordava sempre che lui si nascondeva o
spariva se cèrano altri, se accadevano cose per riaverlo
vicino
quando era sola e lei ne era così contenta da volergli
prendere
una mano... non l'ho mai capita questa cosa, ma è sicuro che
nei
sogni non importava cosa accadeva di bello o brutto, mai lei desiderava
svegliari ma andare avanti qualsiasi cosa accadesse... e diceva che
voleva che il nostro mondo fosse così, un mondo da cui non
voler
scappare..."
"Ah..."
"Lei diceva che la socieetà fondata su
menzogne, maschere, comportamento creati ad hoc non può
esistere. Dove la sincerità, la generosità, la
correttezza, il vero sentimento e pensiero sono bollati come sbagliati
e maleducati, mentre dietro, n el sottobosco della vita di una persona,
cè lo schifo. Meglio sapere cosa pensa e crede una persona
nella
realtà e discuterne, capire insieme che avere a che fare con
attori ogni giorno della propria vita e finendo, se non lo sei e non
vuoi esserlo, come lei o altri. Ricordo che parlò di un
ragazzo
che lei avrebbe voluto conoscere quindi non solo di nominativo e che
ammirava tantissimo. E ne parlava come una persona inarrivabile. Questo
tizio era finito male a causa di una che lei chiamava cagna maledetta.
Il ragazzo era una di quelle persone che lei non solo avrebbe voluto
avere intorno ma che desiderava fossero tutti come lui come tipo di
persona. Intanto appariva sempre con un sorriso da un orecchio ad un
altro, rideva sempre e trovava tutto divertente e spiritoso. Era alla
mano, non estroverso da essere il centro non so di un gruppo ma quando
prendev ala mano con le persone, diventava un amicone, sontro allo
scherzo, giocoso, non eccessivamente come fate voi allo Chateau"
strappando un sorriso a gask "ma con lui si rideva, scherzava
su
tutto, aveva modi di fare che si faceva amare da chiunque. Non
cèra persona che non fosse ben pensante verso di lui. E poi
lei
diceva sempre che oltre questo lo trovava simile a lei
perchè
era preciso, corretto, giusto, si incazzava poco ma se gli altri
facevano qualcosa di grosso davvero o lo si prendevqa in giro, come se
perdesse fiducia. ma erano le poche cose che lo mostravano incazzato,
rare, così tanto da essere sempre col sorriso e un
comportamento
gentile e caloroso che ripeteva, se tantissimo nel mondo fossero come
lui, saremmo a un nuovo passo dell'umanità. Corretto, sapeva
lavorare e impegnarsi tanto nelle cose che risultava brillante m a non
come uno pensa come i secchioni tipo della classe o uno scienziato, no.
"
"..."
"Lo definiva così perchè come lei le cos ein cui
credeva
e ci si metteva, dava se stesso. Rispetto a lei lui era riuscito
tantissimo, così tanto ad amare il lavoro e sentirsi immerso
in
esso che non gli pesava nulla, faceva di sua sponde ore in
più
se riteneva che il lavoro poteva esser fatto meglio, e come lei no
aveva paura di fare qualunque cosa, anche no gli competesse o come
dicono altri, di livello inferiore. NOn importava cosa si doveva fare,
lui chiedeva se cèra bisogno e partiva se gliene davano e
lavorava, senza sentirsi meno o altro ocme fanno sempre tutti che se la
menano. Si era rimboccato le braccia da zero e correva
perchè
era bravo e tenace. E lwei apprezzava la gente così, che
è e sa fare. Dice sempre che ammirava quelli come lui
perchè sapevano essere precisi, puntuali, vedevano il lavoro
come un punto essenziare dell'essere umano, sai affermava che il lavoro
nobilita l'uomo e lei ci credeva. Ancora di più se con Milan
si
mise pestare come scarafaggi la gentaglia che rovinava le
società. Anche lì fece come Milan le diceva,
riversava su
di loro in cosa gli faceva e combinava, perchè ne combinava
di
ogni per davvero e mi viene da ridere a ncora oggi, per stanarli e
farli piangere. E quindi prendeva questo ragazzo come modelloper dire
che amava il lavoro che alla fine aveva scelto non come modo per fare
soldi, non solo nel senso che giustamente devi pur mangiare, ma anche
come modi di vivere le cose anche lavorando. ma anche come persona, non
era chiacchierone come esempio Alaric che per stare sempre al centro
dell'atenzione parlano, parlano... lui sapeva stare in mezzo agli altri
, vedevi prima il suo sorriso, il uso scherzare in modo amichevole e
lei avrebe voluto persone così nella sua vita, ivnece di
stare
sempre sola. Scherzi, risate, cose combinate e poi risate... quanto lo
desiderava. E poi diceva che come lei questo ragazzo aveva sempre
progetti, interessi, cose che vuole fare, provare... Lo diceva sempre,
lo ammirava tantissimo perchè lui su certe cose le
somigliava.
Ti viene di fare una cosa? Vivila, falla, vai. Andare di qua, correre
di là ma perchè questo ti da la carica, la forza,
il
motivo e il perchè ti senti vivo. Pensare a questa cosa che
vuoi
fare, quella che hai deciso di fare, che devi portare a termine,
importante portare a termine. Essere immersi in sogni e progetti,
essere vivi anche in questo. Lei invece, anche perchè
l'avevano
convinta, si sentiva un niente e che non sapesse fare niente. E
così cose che voleva fare, provare, vivere non
potè
sperimentarle anche per i suoi che tutto era no, non ho voglia di
accompagnarti, di sera non si esce o entro un'ora a casa e basta... ho
capito che nonostante si ritenerssero migliori di altri, erano
castranti e incatenanti e non si accorgevano che lo fossero. E lei in
pratica non ha vissuto nientre di suo desiderio, di sua scelta. La
portavano in posti ogni tanto ma con loro era davvero un'esperienza
castrante non potevacomprarsi niente, mangiare niente di quel posto o
peggio al mare. Il suo rammarico che ripeteva sempre quando le
raccontavamo di dove eravamo andati in estate negli anni noi quattro
con altre persone con cui lavoriamo era fare il bagno, stare con altre
persone, divertirsi. Lei racconta come non si definisse mai
felice nemmeno in un giorno. Sentiva sempre che tutti rimpiangevano il
loro passato di bambini, le estati, i divertimenti... lei era
letteralmente trascinata al mare dai genitori, solo loro e i figli, con
nessun altro o aggregandosi con altri o parenti perchè poi
la
gente parlava, sparlava, diceva cosa avevi fatto, come, cosa detto... e
lei diceva sempre che odiava ricordarsi le estate quando la
trascinavano al mare a forza per fare dieci minuti massimo, a volte
cinque, in acqua e poi tutto il resto dell'unica ora a stare
là
sotto i lsole fermi perchè il costume doveva asciugarsi pena
incazzamenti e sbraitamenti perchè costumi bagnati in
macchina
no. Se erano troppo panati di sabbia, come diceva sempre, un sacco di
tempo tolto al mare e al divertimento per grattarsi la pelle con le
tovaglie senza mai ammorbidente perchè non volevano sabbia
in
macchina. Tanto casino per un'ora di mare dove pure le veniva il
terrore perchè pieno di alghe, non so bene ma diceva che
cèrano sempre grosse pozze scure che in realtà
erano
alghe che stavano in acqua e lei aveva terroe di avvicinarsi
perchè non sapeva cosa ci fosse in mezzo. Quindi la nuotata
di
cinque minute, miracolo dieci, era anche stare lontana dalle alghe. E
non dimentico mai una cosache raccontava e faceva male. Anzi, due. La
prima era che da quando le venne il ciclo non poteva fare altro che
essere trascinata con quello addosso e giustamente non voleva ne
andarci ne altro perchè più volte le compagne di
classe
le avevano fatto bullismo anche in lontananza, con loro amiche e lei
sola lo schifo, sapendo che pure non poteva nuotare. E la madre, e
questo lo diceva in un modo che non l'ho dimenticato, le picchiava
anche perchè non voleva mettersi il costume da bagno, che
lei
odiava perchè facevano schifo tutti a fiori e rosa, e doveva
stare distesa con il costumee l'assorbente a vedere gli altri
divertisrsi e vivere come sempre. COn sua madre stronza a urlare, suo
padre che sapeva sempre tutto e che le diceva che, non mettendosi il
costume, che almeno non restaszse con l'abito con cui era arrivata
perchè -faceva capire che le aveva- e lei covava odio.
Nerssuno a capiure che per lei quella era tortura e non un qualcosa
fatto per lei. E poi il materassino..."
"materassino?"
"il materassino, la cosa che non ho mai dimenticato perchè
pure
io trovo assurda...inpratica i suoi erano taccagni e spilorci e diceva
sempre che non si compravano o godevano qualcosa, per sentirsi vivi
sai, mangi una cosa o compri qualcosa che ti fa stare bene, no? Loro
no, si privavano di tuto, mangiavano da schifo e cose comuni come
pizza, gelato, cibi normali che mahngiuano tutto ogni mese come lasagne
non so, patatine fritte, polpettone... niente. Sempre pasta con sughi
pronti dal barattolo messi sopra così come erano, ma il
caffè sempre. Il caffè che lei odiava come odiore
e
sapere doveva esserci e questa cosa la odiava perchè si
lamentava che non poteva usdare incensi di nessun tipo, ma non poteva
lamentarsi dell'odoraccio del caffè. Identica cosa della
messa,
lei non poteva lamentarsi ma loro potevano vedere a tavola con tutti la
messa anche se a lei dsva fastidio. Una famiglia amorevole...e una
volta tanto avevano trovato un materassino in iper sconto, sai quelli
lunfhi a onde? bene l'avevano gonfiato con la pompa da bici e lo
avevano messo in accqua e Lia giustamente voleva salirci, non
cèra però abituata. Così tentava ma
non sapevndo
come fare scivolava in acqua, e per una volta alla fine si stava
divertendo, insomma era sempre meglio che stare ammollo come una scema
sapendo che aveva solo cinque minuti... ma prova una volta, prova due,
prova tre la madre che era vicino si è girata er l'ha preso
per
un braccio al suo solito mnodo con forza a rabbia da farle male e... e
lei urlava perchè le faceva fare brutta figura! ora, chi non
ha
visto in acuqa da qualunque parte bambini e ragazzi che giocano,
scivolano da questi materassini, se ti trascinano, fanno roba varia...
tutti. Alla fine lei per una votla sorrideva perchè lo
trovava
divertente, il divertimento finì con quel gesto e urlando
quasi,
tanto che davvero la gnete si voltava a guardare lei che teneva la
figlia con rabbia, la accusòà di farle fare
brutta figura
di fare la scema invece di salire e basta. Il suo amore per il mare
scemò del tutto, divenne sempre più apatica ogni
volta
che era traszcinata là, a fare la lotta non solo con loro
che
non la scoltavano mai per niente, proprio, ma anche con il ciclo che
seppur non ne sappia altro che il normal eper un uomo, ricordo il suo
malessere quando descriveva gli assorbentyi che era costretta ad
usarepercxhè alla madre costavano meno e li descriveva come
materassi di un paio di dita così grossi e ingombranti come
se
avessi qualcosa tra le gambe e non potersi muovere e senza le ali, era
sempre uno schifo per quello che succedeva. E lei doveva stare con
quello con il costume messo, tanto che mi disse che dopo la prima votla
che si vide allo specchio con il costume e quella lunghezzsa che si
notava, troppo tra le gambe ed era più+ vicibile per quel
materasso odioso, che odiò tutta la sua esistenza e la
gioventù tanto che ad unodttore, disse che non voleva per
neinte
al mondo otrnare indietro nel tempo e tornare ad essere bambina che la
guardò come se avesse detto no nso, di aver fatto sesso con
un
alieno. Ma non conoscendola è normale, non è come
io, te
e quei tre mascolazoni, guardali che fanno, che non abbiamo avuto
un0infanzia normale e la gente capisce.... lei lo diceva a un dottore o
a quella psichiatra o non so cosa fosse, e quella invece di fare le
domande giuste, si mise ad etichettarla con le stronzate. lei diceva
sempre questo, che enssuno faceva domande, voelva cpire, o faceva le
domande giuste e finivi smepre per essere uno schifo tu ai loro occhi,
non loro ad essere schifo per non vlere la verità
e
capire. E che non importava cosa dicesse e a chi, ma cèra
smepre
chi la etichettava senza preoccuparsi di altro. E desiderava tanto
eprsone come quel ragazzo... non chiedeva mai ninete neanche ai
genitori perchè si veregognava, si impegnava e faceva le
cose
con quello che guadagnava, se accadeva qualcosa che aveva combinato per
sbaglio, capita a tuitti, la gente per come era non si incazzava o
altro, ma lo vedeva terrorizzato, spaventato di aver fatto un errore e
si risolveva insieme con il sorriso pure. Molto vigile, molto attento,
molto legato al lavoro, che provava e viveva e seguiva testa e cuore
senza pensare che fossero sbagli, come invece le dicevano i suoi. E
quindi ammirazione. Anzi, disse che una volta che l'aveva pure sognato.
Ma resta il fatto che ha ammirato oltre questo ragazzo in generale chi
ma amore e passione per la vita, il lavoro, le cose da provare e
tentare. Diceva smepre che quel ragazzo rispetto a lei era come se
avesse l'amore e la forza della vita che gli sprizzavano da tutti i
pori, mentre lei era solo un relitto, che altri avevano creato.
Perchè quella non era LEI. Era il risultato di bullismo e
comportamenti negativi di ragazi e ragazze e professori, adulti in
generale, famiglia. Il sentirsi e veersi meno degli altri
perchè
così le avevano insegnato. Il sentirsi dare la colpa di aver
copiato dopo che in compiti in classe sentiva le risposte sussurrate
tra compagni e diceva, -fanculo, se li sento voglio usufruirne- e
invece non capiva perchè, chi si faceva dare le risposte
elogi e
complimenti, bei voti, e lei rimproverata e tacciata di copiare. Lei
che non lo trovava giusto. Alle elementari addirttura una maestra le
diede dei solpi sul sedere mentre le era vicina urlandole che aveva
copiato e doveva vergognarsi mentre le risposte erano volate intorno a
lei e quella stronza, mi spiace dirlo ma dai suoi racconti io non so
come sopportava, diceva che lei era così inutile che non
poteva
essere suo lavoro. E guarda che non era assolutamnete come dicevano, e
di persone ne ho conosciute... ecco perchèsi è
ritrovava
poi, dopo gente che la faceva cadere con le loro azioni nella melma,
cose scorrette, veleno e bugie intentati, lei cadeva e cadeva
finchè ha detto -Ma perchè impegnarmi ancora, se
tutti
dicono che io non valgo niente anche se so cose che neanche i prof e la
gente che si crede superiore, ho dimostgratro cose ma hanno sempre
detto che non è farina del mio sacco-. Ed è
finita
cosa è finita. Sono contento che Kianta, nata dalle ceneri
di
una persona così caduta e buttata già per varie
cose, sia
diversa e più leggera come personalità, con
progfetti,
cose che vuole fare, sogna, desidera, più espansiva e
amichevole... ma fino ad un cerfto punto perchè un terrore
di
Lia a quanto pare è stato così forte da
restare..."
"Quale..."
"il terrore dei contatti troopo vicini con le persone e il sesso" rise
ma non per sfottere "dall'Accordo al rifiuto qualcosa che non voleva. E
sto parlando di Lia. E non parlarne mai con Tegel, lui
èsuscettibile ma aveva un pò di... accese
discussioni sul
tema perchè insomma, i ragazzi sono nati con
deformità
che nessuno accetta, e il come ci siamo incontrati è lunga,
ma
da quel momento incontro uno, diventiamo spalla dell'altro, incontriamo
gli altri e diventiamo quattro. Visto che secondo loro io sono normale
e son una calamita per le donne, ne approfitto per portarli con me
ovunque, siamo diventati come fratelli ma non vogliono i giudizi. E
così loro sono quelli tra i molti che non avranno mai
qualcuno
da amare. Perchè quel qualcuno non è affatto
semplice o
possibile trovare e non sono tipi da accettare di pagare per qualcosa
che alla fine, anche se con donne professioniste, non è
molto
accettato. Un motivo per cui ero amico di Lia e poi Kianta è
che
io non vedo differenze con noi e loro,messi a paragone. Sono persone
per me, fratelli, abbiamo attraversato tanto e loro sono cresciuti chi
tra rom, chi tra ladri e hanno imparato quei mestieri perchè
obbligati, erano oggetti che gli serviva e basta. Ma cosa hanno
imparato è finito per farci incontrare e gli ho detto -scusa
tu sei con loro, è chiaro che ti trattano da schifo,
perchè non cambi vita, invece di subire?" Tranne Tegel, gli
altri erano chiaramnete succubi ma da anni sono diventati cosa hai
visto. E Lia, quando doveva incontrarci perchè Milan voleva
che
apprendesse le nostre conoscenze per vedere i risultati dei livelli..."
"Questa cosa io non l'ho mai capita. Perchè insegnarle tante
cose diverse solo per studiare le risposte ormonali del suo corpo? ALla
fine non erano sempre esercizi e..."
"Ma non erano solo per esercizi e fatica. Metterla alla prova sul
campo, all'inizio era questo che lui voleva fare. Essendo una dei
pochissimi che non le rigettava, Milan decise che era necessario
studiare i comportamenti delle stoddarde e del suo corpo con carichi
eccessivi di..."
"Ma non le aveva affidato il sistemare al suo posto l'ammistrazione
dello Chateau?"
"Si, tra le cose. Ma poi si accorse di una cosa. Ed è un
bene, o
un male? non lo so, ma anche se lo sapeva già, decise
confermandola come sua seconda e quindi togleiundola dall'azione,
perchè rispetto a chiunque non era corruttibile, comprabile,
cambiabile... chiunque a questo mondo tranne casi non rari ma non
dietro ogni angolo, è comprabile. Basta trovare cosa lo
compra o
quanto. Corrruttibili perchè per la discendenza genetica si
fa
di rtutto e quindi si accetta di tutto purchè non muoia. Ma
Lia... Lia non aveva niente di valore, neanche la sua vita. Lei ai
rischi rideva e ci andava di faccia, una volta che eravamo ocn lei come
Gestori per monitorarla in una cattura, si incavolò con uno
che
faceva lo spaccone e le diceva che l'avrebbe aperta, eviscerata, le
avrebbe tolto le budella, ridendo come per farle paura sventolando un
coltello da caccia. E cosa fece lei? Ancora me lo ricordo" passandosi
una mano sulla faccia " Gli si avvincinò veloce, rapida,
prese la sua mano, che impugnava il coltello, e le conficcò
sullo stomaco"
"Cosa?" fece Gask stupito
"AH, non fare quella
faccia. Quella
volpe ne conosceva smepre una
più del diavolo. A quell'epoca non esisteva ancora
Veròna
come oggi, la impersonava poco ma quando lo faceva, indossava sempre
abiti come adesso Kianta, d'inverno completi a tre pezzi o altri itpi
con sopra un cappotto lungo e un cappello da uomo, e d'estate con un
completo diverso da come faceva, ossia parecchio aderente, di tessuto
elasticizzato ma aderente, sia pantaloni che camicia, che giacca, con
questl'ultima in modo che si vedesse, per taglio e bottone aperto, la
camicia nella zona centrale poco sotto il seno, con la cravatta
agganciata dai fermacravatta alla camicia da seguire la forma del seno,
quindi sottoseno e poi la cravatta continuava. Era lunga. Ebbene,
siccome era anche stronza, sembrò quasi che gli si
buttò contro e mentre spingeva lo guardava negli occhi,
ridendo,ma con quell'espressione come quell'attore e gli
diceva
cose e continuava spingersi contro la lama. E quel tizio si
spaventò da lei, la sua espressione, cosa diceva e anche la
visualizzazione, con cui creava tramite proiezione delle cose che
fecero andare in shock il tizio da rimanere inebetito per giorni e
farsela addosso ogni giorno che restò scombussolato. Un
tizio
che faceva roba che... lascia stare! E lei rideva e diceva mentre
questo restava a fissare il vuoto -siete tutti uguali, siete
spavanldi, forti, uomini come vi definite ma se trovate uno
più
pazzo e pronto a tutto di voi, che vi fa venire la strizza,
rincoglionite e diventate come le vostre prede. E vi
schiaccerò...-... Quando andammo da lei per controllare cosa
si era fatta, ci guardò con il coltello ancora conficcato,
non
del tutto ma stava fermo, finchè non mise le mani e lo
tirò via. Giuro che mi venne le pelle d'oca
perchè fece
solo un gemito e poi restava a guardarci come se non capisse la
preoccupazione. Quando Teleg le si avvicinò e le chiese se
per
l'adrenalina e la situazione non sentisse dolore, lei sorrse
per
schernirlo e scoprimmo l'inghippo. Quegli abiti non erano aderentissimi
al suo corpo, che in effetti pareva formosa, ma aveva delle protesi in
silicone rigido e robusto, rigido nel senso non molle come quelle delle
protsi mammarie ma silicone tipo medicale, che proteggeva
zona
schiena e
torso davanti sotto la camicia, e sotto i pantaloni ai fianchi e pancia
un'altro che pareva... quando li tolse, come quando le attrici hanno
quelle pance in silicone finte e se le levano dopo le scene. Gli abiit
erano una taglia in più se ricordo bene e aveva questa
specie di
busto con un oblò per il seno, lo indossava come un giubetto
antiproiettile ed era fatto di strati diversi di silicone di vario
tipo, uno strato dellostesso materiale delle vostre tute
ipertecnologiche nere, con il materiale che assorge gli urti
così tanto che vi rimbalzavano, sai quela tecnologia nuova
che
noi non abbiamo però... una sorta di lattice o gomma che
protegge più dei giubotti classici....e con vari trati di
materiale aiutava. QUando lei aprì la giacca,
appena lo
portarono
via, e mostrò la zona colpita vedemmo che lo slancio l'aveva
indirizzato su una zona non fatale o pericolosa per gli organi, della
serie le Lezioni insegnano e non solo per dire,..."
"..."
"e la lama si era
conficcata negli
strati di silicone e in quello nero militare anti urto o
ferita
ma era una sorta di striscia... e in
verità si era colpita veramente, perc hè un paio
di
ccentimentri erano entrati ma solo perchè lei si spingeva
verso
il coltello e un colpo troppo forte e secco aveva perforato il
silicone, ma non si era fermata al dolore. Lei avev aprovato dolore per
anni, anni di dolore continuo ogni giorno per ogni secondo vissuto in
uttto il corpo. Unisci le stoddarde che hanno fatto il loro lavoro e la
sua capacità di controllare e controllarsi nel profondo, con
la
voglia di vederlo rompersi dentro, e quel taglio sull'addome fu niente.
Infatti le stoddarde lavorarono subito e smise di sanguinare
immeditamente e la cicatrizzazione fu veloce, ma lo sai anche tu, tre
volte più veloce. Il tempo di portarla alla Torre, farla
controllare da un medico e un plastico sempre presenti, e la
cicatrice
quasi non si vide. Ma non fu la prima volta che l'ultima che
dimostrò che il dolore non le importava , non eccessivo, jma
da
rischiare qualche ferita di poco conto... pur di proseguire
in
cosa era andata afare. Seppur lei temesse di ritrovarsi
addosso
quel dolore che aveva subito per anni. Ma era meglio quello che essere
toccata, E così nelle discussioni con Tegel ihn cui lui
diceva -Eh, ma perchè ci proponi di incontrare donne,
guardaci. E tu
che ne sai, di cosa si prova a essere brutti e non considerati-. E
lei rispondeva -So cosa significa non essere considerati
perchè considerati sbagliati e da allontanare, certo non per
l'aspetto, io sono mediocre e mi mostrò interesse solo
Rò perchè era l'lunico che no mi dava fastidio
vicino, ma
almeno tu hai un corpo che è in grado di
amare-...
"Eh...?"
"Gran parte delle lotte di questa persona derivano da
due cose contrastanti: il desiderio di amore come lo ritiene lei e la
convinzione che tale amore sia impossibile per lei. Sono presenti anche
molti altri fattori, come riparare a quelli che chiamava
errori,
ossia aver fatto cose contro la sua volontà per
gli
altri, per
riotrovarsi considerata e apprezzata. Finendo in cosa sappiamo... e
affermava sempre di avere -un corpo che non è in grado di
amare. Quanto deve essere spaventoso sentirsi dire che il tuo partner
-vuole figli-, quando hai un corpo che non può fare l'amore
perchè la persona non è destinata a
ciò.
Cè chi non può farlo perchè ha danni
fisici e chi
come me che non ritiene di averne, neanche uno e di nessun tipo-. E
così si defniva. Era una persona che non temeva la morte,
anzi
la bramava e faceva paura per questo a chi non la consoceva,
e la
vedeva
rischiare pur di raggiungerli e fargli moooolto male. E poi
cèra
questa cosa. Prima l'Accordo, poi i suoi modi per tenere lontana la
gente e infine le dichiarazioni nette e precise che finiva la persona
che si avvicinava più del dovuto, o provava
quaosiasi cosa
che
lei non gradisse. E a testimonianza di questo, cè un tizio
nelle
cave di rame che ha una mano con una cicatrice lunga sette centimentri,
quanto il coltello da caccia che cèra sul tavolo quando lo
incontrò come Veròna, che si
beccò quello
contro... proprio
perchè aveva allungato una mano per toccarla e lei prese il
coltello e lo piantò con forza sopra il dorso della mano
andando
in fondo con la lama, per fissare la punta sul sedile della sua sedia.
perchè si era allontanata col bacino e la mano invece di
otccare la suia coscia, era rimasta crocifissa, come diceva lei, su
una sedia di legno e guardandolo negli occhi fredda come il
ghiaccio.... ma
invece come un vulcano dentro te lo giuro... gli disse che se avesse
fatto an cora
qualcosa del genere, una cicatrice sarebbe stata la
conseguenza
meno
grave. E Kianta ha, nonostante tutto, ancora orrore e timore della
vicinanza di qualcuno. Ecco perchè mi è sembrato
strano
quando
mi disse che tu sei un suo amico speciale, seppur so bene che
dovrà accadere qualcosa perchè esistea per lei,
un
giorno, quello che definiamo un amante. Ma come Lia, lei odia quel
termine, non so perchè, ma per lei amante
significa
qualcosa di
brutto. Lei voleva semplicemente chi davvero le volesse bene per quello
che era e non era, che le si volesse bene anche senza dare tutto"
"E' quello che Kianta
dice di una ragazza che mi aspetta sempre al villaggio"
"Mi sembra strano che
Kianta si
comporti allo stesso modo di Lia. Voglio dire è
più
aperta, spigliata, allegra, si mantiene seria solo perchè
vuole
tenere Jd e Milan la pressano.... per
come è, per le volte che le viene in ntesta una cosa e va,
la
fa, senza pensarci due volte..."
"Si, Jd e Milan si
incavolano spesso se lei fa di testa sua senza avvertire , e la trovano
anche fuori lo Chateau" rise
"Appunto, anche se ci
sono cose che
restano così pesanti edntro qulacuno da restare anche dopo
quello che David ha fatto...mi pare strano un suo
rifiuto su quello. Quando ha detto che aveva un amico
speciale, devo
dire che anche io avevo pensato che si era fidata e affezionata tanto
da aver trovato un compagno, ma a questo punto dalle tue facce presumo
che no. Anche per lei, compagno non significa fino a quel punto. Ti ha
anche detto di cercazre altrove cosa vorresti... è davvero
impossibile!" ridendo
"E tu, sempre con alcune
colleghe ma nessuna fissa?"
"Ah... mi sembra di tornare ai periodi in cui era con noi e scherzavamo
tutti e cinque su questa cosa... E di come lei prendesse in giro
Milan..."
"Parli di Lia?"
"Si, il periodo che Milan ci chiamò come istruttori speciali
e prima ci odiasse..."
"Perchè vi odia, dall'altra volta ho sempre sentito Kianta
dire
che non vi vuole più chiamare e avere allo Chateau..."
"Vero, e tutto è dovuto a poco prima che lei se ne
andassse... intendo il test che l'ha, come dice lui, uccisa per
cancellarle la memoria. Lia era il tipo che non badava alle differenze,
per lei erano tutti umani. brutti, belli, grassi, acciughe come li
chiamava i secchi, dinoccolati o tarchiati, nani o giganti... come hai
visto dai miei amici loro sono... uno scherzo genetico e hanno
caratteristiche fuori norma ma per fortuna loro, nietne di pericoloso,
doloroso, ne di impedimento... Perfino Tegel seppur un nano
è
capace di borseggiarti come niente... tutti noi siamo cresciuti in
amienti degnradati e pericolosi. Orfani e presi dai primi che ci
accolsero, all'epoca non eravamo con i servizi sociali, e sempre
famiglie o gruppi di persone considerati ai margini della
società. Nenache tra loro quei tre erano molto amati per il
loro
aspetto, ma seppero impegnarsi e imparare al meglio a ssfruttare le
loro condizioni e cosa imparavano intorno a loro... li ho conosciuti
quando ancora io ero membro della triade e..."
"la cinese?"
"Si, in molti paesi e città non prendono solo cinesi, io
sono
cresciuto come orfano prima in una sorta di chinatown, gli unici
ricordi di me piccolissimo era vagabondare con mia madre per strada e
poi... mi sono ritrovato solo tra i quartieri cinesi, e lì
osno
rimasto. Ho avuto consocenti, amici e nemici e alla fine per il mio
aspetto, o meglio corporatura, la capacità di adattamento...
sono stato preso. Ho fatto cose, come tutti là che molto
spesso
non accettavo e poi per un incontro con un gruppo americano di acquisto
da noi, io trovai l'opportunità di parlare con un tizio,
Jean
Piestes, a cui chiesi se potessi passare dalla sua parte
perchè
io, l'unico europeo tra asiatici... gli dissi che preferivo la vendita
e acquisto di armi che tutto ciò che faceva... lo sai... e
fu
solo il giorno dopo che parlò con me, e speravo di nascosto
da
miei e mi chiese cosa sapessi fare. Gli dissi che avevo lavorati vari
anni dotto vari membri medi e che ne sapevo abbastanza di armi da
rendermi utile. Mi chiese così di accettare un test per
verificare le mie capacità..."
"test... cosa, uccidere qualcuno?"
"no... mi chiese di seguirlo a un incontro, avrebbe trovato un accordo
con i miei capi perchè potessi seguirlo e portandomi con
sè, mi fece mettere in alcuni punti prestabiliti del luogo
d'incontro con un fucile da cecchino con zoom speciale. Mi
ordinò di controllare ogni persona che vedessi nel mirino e
verificare che tipo di armi, identificarle, e se cèra altro
non
a vista che gli potesse interessare. NOi già vendevamo e
comemrciavamo in armi di vario genere e le consocevo tutte, quindi
passai il test, individuando perfino chi aveva qualcosa sulla schiena,
fianco, sotto le ascelle e gambe dei pantaloni dalle pieghe di abiti
giacche. Scoprìì solo dopo che mi
ordinò di
tornare alla macchina e aspettare, che da sue parole ero già
stato venduto con una trattativa e che no nera stata facile.
Difficilmente puoi uscire da quel giro, a meno che non esegui anni di
lavoro impeccabile, togli qualcosa che ti sta a cuore come prova di
meritare l'uscita o... doni o sacrifichi qualcosa che per loro vale il
prezzo... molti per non perdere ciò che gli stava a cuore
persero perfino parti del proprio corpo donati come prezzo per
diventare liberi... a quanto pare mi aveva pagato caro ma dalle parole
degli anziani, per comprarmi, aveva saputo che io conoscevo ogni
specialità e abilità dei migliori dei loro uomini
seppur
un bianco e che il mio comportamento impeccabile era rispettato... sono
finito a lavorare per Jean molto tempo finchè non
capitò
nelle rete dell'allora gruppo speciale di cui faceva parte Milan. Lui
all'epoca era ancora un militare ma non sul campo, Milan sul campo...
non oso immaginare come fosse all'epoca" rise mentre fissava lo sciame
di uomini a lavoro intorno all'entrata "Non ho mai visto Milan agire,
Lia si, sempre... si è sempre sporcata le mani lei e non ne
aveva timore, ma se impersonava Veròna o su ordine di Milan
non
dovesse fare neinte, per proteggere quelli sai... ma lui, No! NOn l'ho
neanche mai visto impugnare una pistola. Lia si, ne raccontò
diverse volte e un paio dove fu lui a sparare come avvertimento, ma non
per uccidere. Lia diceva sempre -crederesti mai a un gruppo militare
con specializzazioni in vari settori che non uccide, a meno che non vi
sia fuoco di medio e alto livello da dover decidere? Potrebbe mai
esistere qualcuno come dei militari che si sono predisposti come vetta
quella di Cambiare il mondo rigirando le loro conoscenze per un bene
comune? E desiderano andare in quei paesi dove cè un ergime
totalitario di vario tipo per rovesciare le cose e liberare quelle
persone che nessuno vuole aiutare? Si, so delle armi atomiche e i
rischi di un conflitto... ma per Milan con i giusti piani è
possibile acchiappare gli stronzi e buttarli in una stanza buia...Io ho
proposto di meglio. E' un peccato tenere quelle manine e forze fisiche
in disuso sfruttando solo risorse... E noi abbiamo ora con gli scavi al
posto degli schiavi, preziosi elementi per i nostri e altri congegni di
vario tipo, facendoceli pagare ovviamente, e risorse per ampliarci...Ma
quella domanda vaga che ti frulla in testa, resta... quante
probabilità ci sono, anche prendendo in esame i vari mondi
paralleli, per cui io ho incontrato proprio persone che erano e avevano
ciò che potevo condividere...?-. E ancora, diceva che Milan
non lo capiva proprio, e ci rimurginava, lo studiava..."
"In che senso?" domandò Gask raccogliendo da terra uno
strano oggettino in metallo e guardandolo
"Diceva smepre che ogni volta che compariva, sembrava di umore
totalmente diverso dall'ultima volta. Sai che Milan è sempre
in
giro per incontrare persone e fissare accordi e contratti, relazioni
sociali, consocenze nuove e vecchie... apparire anche... Ma ci ha
sempre detto... anzi, un'altra cosa che ci disse era che... Qualsiasi
cosa potesse accadere, come la richiesta di prima, dovevamo correre a
salvare il suo corpo.NOn importava se cèra ancora lei, se
era in
stato vegetativo, se cèra sveglia la nuova
personalità...
Ci disse l'ultimo mese prima di andarsene che si giocava il tutto per
tutto. Aveva dubbi a cui dare risposta. E se quelli negativi prendevano
forma, non importava la testa, ma il corpo doveva essere preso e
portato altrove..."
"Che razza di discorso sarebbe?"
"... io credo di aver capito, ma... per ora preferisco pensare che
volesse solo preservare l'ultimo pezzo di lei vivo rimasto... ma le
varie volte che le ho chiesto informazioni mi chiese cosa ne pensassi
di Milan. E io le dicevo la mia. Che era un pò sopra le
righe,
un pò fuori... realtà per varie cose. Lo
rispetto,
è una grande persona, intelligente, capace... o non sarebbe
riuscito con quei suoi tre amici a creare l'organizzazione... anche se
non so dove siano adesso. Ma Lia... Lia dall'inizio, ecco... anche
Tegel si era accorto che lei era strana nei riguardi di Milan quando
ancora eravamo intorno a loro e poi dopo. Chiedeva di tutto da noi per
descriverlo. Sembrava sempre riflessiva e come in preda a una delle sue
manie del sapere la verità. La verità..." sorrise
"non
importava se la verità fosse bella, brutta, orribile,
devastante, o di qualsiasi genere. Preferiva la realtà,
nuda,
cruda, vera che come ivnece per molti adagiarsi su speranze e
falsità solo per alleviare le loro pene. NOn era i ltipo che
accettava una risposta e tutto finiva lì, oppure cercava in
modi
un pò non scientifici e simili quello che voleva sentire...
Odiava il fatto di aver creato le Muse. NOn voleva che loro come i
preti, li definiva preticelli, potessero influenzare la mente ela vita
della gente per decisioni, scelte, modi di vivere che prima avrebbero
fatto... diversamente. Ha visto donne e uomini che avevano perso dei
cari andare dalle Muse, sempre su consiglio di Milan, portare oggetti e
foto dei cari estinti per rivederli, risentirli, avere informazioni e
qualsiasi cosa volessero... lei più di una finzione che
fungeva
da balsamo e aiuto psicologico credeva solo in ogni tipo di
verità e digerirla, farla propria e accettarla e gestirla
per
andare avanti... se non avesse avuto i suoi problemi legati al non
avere uno scopo, un motivo di vita, chi l osa... L'ultima volta che
vidi Milan, ricordo un suo commento verso Jd. Disse -se avessi dei
doni come le Muse... ma sono sicuro che lei è tra noi per un
motivo, che è andato morendo col tempo. E a volte mi domando
se
non fosse non per cercare qualcuno, ritrovarlo o continuare per
qualcosa nell'altro piano che si erano promessi... no, a volte ho la
sensazione che sia qui per cacciare... per cacciare qualcuno che le ha
fatto del male... ma per avere qualche conferma dovrei chiedere alle
Muse, e Lia odia la loro presenza e i loro poteri e che si parli di se
stessa...-"
"Cosa significa questo?"
"Milan... ha il suo chiodo fisso sull'esoterismo, l'altro piano, il
risvegliare i cosidetti doni che tutti abbiamo e che con la
reincarnazione e crescita di perdono, mentre in altri perdurano... tu
non sembri esser etipo che...beh, crede a queste cose, ma conosci Milan
su ciò..." mentre gask accennava un si con la testa "Sia
durante
il suo servizio militare, che dopo fino ad oggi, ha sempre ricercato
quel qualcosa che Lia non accettava. Non più, diceva. Aveva
giù detto basta con alcuni suoi amici, diceva che aveva
sperato
per un istante durato di tempo di conoscerli e poi mandarli a quel
paese, di... avere almeno la risposta che desiderava. Se ciò
che
sentiva era vero, ossia di andare in un qualche luogo e non restare in
quello in cui non era parte... se il suo non sentire e avere uno scopo
e motivazione, aveva un perchè... se quel vuoto, mancanza,
necesità quasi che sentiva come un buco nero nel petto
avessero
una motivazione e se, quale e che strade avesse davanti, per scegliere
che fare... ma dopo quelli, Zay e Ric mi sembra, decise di gettare
tutto via e restare sola. Completamente sola. E qui poi invece che
supportare Milan con ciò che sapeva da letture ed esperienze
con
quegli amici, si buttò con David nella scienza in cui
credeva,
adnando oppositamente contro Milan... -cosa mi sapete dire
lui? Ricordati aneddoti, momenti, cose particolari?- ci chiedeva
sempre e sembrava come se... serbasse un qualcosa tipo puzzle da
rimettere insieme ma mancavano dei pezzi... Oggi era di questo umore e
si comportava in tal modo, ci diceva una volta. L'altra affermava, oggi
sono arrabbiata con Milan perchè è sempre freddo,
schivo,
quasi spazientito e trova troppo esagerate le mie pièce e
Feten
teatrali, quando con Veròna, le notti con gl iospiti, gli
scherzoni è come un bambino diveertito che recita in
qualcosa
che lo eccita. E oggi come altre volte che ritorna, è
come...
come me. Serio, come se avesse dei pesi sulle spalle, concentrato, d'un
pezzo, maturo e incline a parlare e discutere ma... ci sono volte in
cui i nostri discorsi sono tra fratelli, non come con i miei per
carità, ma sai quei fratelli che si dicono tutto e tra una
risata, una punzecchiata e giocosità anche se gli argomenti
sono
seri... è come sentirsi a proprio agio con
qualcuno che ti
rende meno penoso qualasi problema, basta parlarne... ma nel senso di
fraterno e giocoso e tranquillo... mentre altre volte è come
con... non lo so, come parlare con qualcuno più al mio
livello,
approfondito e acculturato, saggio e... hai presente un pò
come... come si chiama il tizio di colore che Neo in Matrix incontra a
cui propone le due pillole e gli fa quasi da Virgilio nel viaggio da
eletto? Con le sue frasi filosofiche, mature... a volte è un
piacere discorrere con lui perchè è come se
capisse
tutto, se rispondesse come una mente allo stesso livello della mia, si
sorride e si discute, ci si punzecchia ma... è come
più... se le altre volte è come con un fratello a
cui sei
legata e con cui condividi le cose in modo rilassato, le altre volte
è come...- e io dicevo per scherzare -come un padre?
Ancora pensi al desiderio di aver vuto delle guide di vita come un
padre e una madre come li volevi- e lei diceva quasi sorpresa ma non
ai genitori ma a Milan -Oh, no! Non è questo... non
è
così che mi sento! E' come... se quando è serio,
preciso,
impettito e maturo, e... fosse più un partner che verte
più su... un marito. Lo sapete che lo sfotto sempre
perchè ha bisogno non di una segretaria, quella è
un'arpia in gonnella, fredda più di quanto dicano a me
frigida... ma... gl idico sempre che invece delle galline che gli piace
portare con sè, che trovi qualcuna che faccia figura anche
intellettualmente invece di ridere come ebeti e fare le gatte morte
spalmate su tutte le braccia e petti, che sappia intrattenere, essere
arguta, ammaliare gli ospiti con te e intorno a te con qualcosa di
più palpabile di una tetta finta o non finta o scollature...
e
gl irido sempre dicendogli -cercati qualcuna che ti sia moglie,per
tutte le qualità che ti elenco sempre, ne hai bisogno-,
ma.....
ci sono quelle volte in cui è in quel modo che... il tempo
che
passiamo insieme, le discussioni, gli scherzi, le feste
perchè
anche nelle feste la maggior parte è in quella sua veste
seria,
tutto... è come un marito come tipo di relazione... non so
davvero come descrivere comè qwuando è in quella
fase...
e anche quando mi chiede, mi prega di credere e seguirlo in
ciò
in cui crede, perchè afferma che sarà lui a
dimostrare
dei due la COntinuità e la felciità che intende
mantenere
inalterata e per sempre...-. E nonostante questo..."
"Scusa la domanda... ma voi parlavate di tutto? Tutto-tutto?"
"Ah ah, dalla tua faccia sembra che fossi sicuro essere l'unico, ma
no... non tutto-tutto, ovvio. E' che, vedi... sia Lia che poi Kianta...
non sono persone comuni, come le ragazze della sezione femminile che
tutti dimenticano che ci sono... noi abbiamo parlato sempre di tante
cose, eprsonali e non che sentivamo di dire mentre eravamo insieme a
mangaire tutto davanti il ciubo, di solito cucinavamo fuori al fuoco o
col metodo asiatico di mettere le grigilie e pentole al centro con la
corrente e cucinare nel mentre... se tu sei suo amico
speciale,
imamgino la conoscerai su cose che non si è sbottonata con
noi... lei come Lia si è sempre trovata meglio con
gli uomini, tra uomini che tra donne, entrambe!hanno sempre detto...
che non avevano nessuna affinità in niente con il settore
femmiinle e non si sentivano membri del loro -gruppo-. Ed
è sempre stato così. Le poche ragazze del gruppo
da lei
scelto che teneva intorno al posto di quei tre, non... non hanno mai
avuto interazione con lei in nessun modo come faceva Lia e ora Kianta
con quei tre. Si cnoscono bene, comprendono ogni gesto volotnario o
involontario che l'altro fa... sono in sintonia da non aver bisogno di
parole per la maggior parte del tempo e delle volte perchè
uno
faccia qualcosa, uno abbia bisogno di qualcosa o altro. Diceva sempre
che Zay fu l'unica donna con cui ebbe un rapporto di amicizia e con cui
si apriva ogni tanto. Si trovava meglio a parlare con le controparti
maschili che non con le donne. E così fu con noi. E abbiamo
passato molto tempo a bere birra con Kianta o lei vino e noi birra con
Lia, da sentirci come se non vi fosse una ndonna tra noi, ma lei stava
seduta in mezzo a noi come in mezzo ad altri in varie situazioni e...
stava lì, diventava come parte del gruppo. Niente imbarazzo
per
nessuna cosa, nessuno ed era capitato che sfottessero anche noi
perchè..." arrossendo "ci sono delle donne nella marina
militare
che.... insomma... e lei ci diceva sempre che era meglio allungare la
mano che tenerla sempre dietro la schiena. Ripeteva -se vi piacciono
andate da loro o per telefono o come volete e dite le cose apertamente.
Se non sono interessate a conoscevi o non hanno intenzioni con voi...
almeno sapete la risposta e vi mettete l'anima in pace. non ha senso
tacere e fare sogni e creazioni mentali augurandosi che loro...
prendano posizione per prime. Se non ci sono loro, là fuori
ci
sono miliardi di donne che non vedranno differenze ne altro. Andate di
faccia e anche se fale, durerà meno dell'attesa senza far
niente-. Comunque come avrai capito, non cèra discorso o
discussione che la mettesse a disagio parlando e stando tra uomini. Se
andava a controllare le donne, tornava nevrasterica per i discorsi che
definiva -idioti, becero, infantili, da psicopatiche- e via
dicendo. Non sai quanti termini usciva fuori per il nervoso che le
donne le mettevano addosso per cosa paralssero e sparlassero. Non si
trovava con e tra loro e per come discutevano e trattavano ogni
argomento. Quindi si, abbiamo sempre parlato tutti liberamente con lei,
tanto che, da quello che so, perfino Milan non ha paura ne timore a
riceverla la sera in camera sua per parlare o che si cambia davanti a
lei mentre discutono. NOn so il contrario... è sicuro che
gli
unici argomento che la mettevano in crisi, intendo entrambe in questo
caso perchè sembra che abbiamo gli stessi punti deboli, era
loro
e il loro corpo, il giudizio e il farsi toccare. Ma per il resto..."
"E quella con cui sei legato per ora, come... come vede i ltuo lavoro
di mercenario professionista e il tuo legame indossolubile con quei
tre? se ho capito bene... li hai conosciuti dopo ave rincontrato Milan
e in una missione che facesti per lui, anche se era ancora un
militare..."
"Si, li ho incontrati dopo Milan ed erano tra i soggetti che dovevamo
accerchiare e controllare, oltre perquisire, e ricordo che erano in
disparte in una sorta di baracca, insieme, non vivevano neanche tra
quella gente e... non dimenticherò mai come tutti quei
soggetti,
per citare Lia, indicassero loro e solo loro come colpevoli di ogni
cosa che trovavamo però nelle loro case e baracche, ma
più vivibili della loro. E di come parevano tutti e tre
rassegnati ad altro che subivano. così col mio gruppo
abbiamo
deciso di interrogarli senza essere duri e abbiamo trovato un feeling,
un'amicizia, che dura ancora oggi e sono gli unici che reputo, nel mio
caso,amici speciali da non abbandonare mai. Come diceva Lia, le
apparenze le vedono solo gli stolti e perfino lei li ha salutati, dando
la mano la prima volta, e sorridendo come se non vedesse delle persone
con problemi genetici. SOno davvero brave persone, straordinarie anche
se Tegel èun pò una lingua a vipera,
come gli
diceva Lia bonariamente. Ma sarei contento se anche tu volessi
conoscerli... Ma per prima risponderti..
SArà la stessa
cosa per lei... ma non posso anche non valutare una cosa. Non tutte
quelle con cui esco a volte, sembrano contente dei miei migliori amici.
Per come sono. E così quando noto questo, dico solamente
-ciaone
e tante care cose.- E di nuovo, una delle frasi in italiano di Lia
che mi facevano sempre ridere, l'italiano ha dei suoi che per me sono
divertenti...Loro... per i loro problemi fisici solo di aspetto,
ripeto, non hanno fortunatamente disagi da dover fare terapie o altro,
ma restano sempre soli e allontanati e non voglio che accada solo per
avere qualcuno vicino"
"sono d'accordo"
". Ecco perchè spero di trovare qualcuno che
li consideri anche lei come fratelli. Ma srà possibile?
Vedremo... Intanto, sono stato chiamato perchè Kianta ha
sempre
qualcosa da fare e vuole togliere di sua mano la gentaglia
dalla soc ietà. A
noi va bene, lo faremmo gratis per lei, ma ci dice sempre che da
giovani si deve lavorare per mettere da parte soldi per spassarsela
più avanti, e i ragazzi sonocontenti. Ti immagini se
mettiamo da
parti dei bei soldi per andare in qualche posto caldo, tutto l'anno,a
fare una pensione anticipata senza dover sgobbare più?
Inoltre
se il cambiamento parte più veloce, avremo dei benefici con
aiuti e sostegni statali in casi di necessita, come dovrebbe essere.
Inoltre devono cambiare cose alla scuola, famiglia,
società... a volte ho paura che si inneschino azioni e
manifestazioni di protesta. Lia diceva che era inevitabile
perchè non cè peggio della gente religiosa
bigotta e le
famiglie tradizionali idiote. E visto che nelle società
ancora
oggi è imperativo sposarsi e fare figli per essere
considerati,
Lia voleva far smettere questa cosa. Per lei un figlio non era quello
sfornato dal proprio corpo. Diceva che poteva essere un figlio anche
una persona con cui hai un legame per il temnpo passato insieme, cosa
hai insegnato e spiegato... tante cose e tanti momenti. per lei era un
affronto
sentirsi dire che le si voleva bene
se
si dava e dava figli, come ho
detto prima. Per lei era... una persona che non poteva dare amore e mi
ha
stupito molto quella volta che mi parlò di una cosa, ma
sembrava... quasi che parlasse a se stessa, non so. Fu una delle ultime
volte che la vidi. Disse...-Ho come l'impressione che lui voglia
vedere che accade se due soggetti con le Stoddarde hanno un figlio,
cosa accade nei corpi con queste...- ma non so se pensasse,
scherzasse o altro. Di sicuro lei per L'Accordo è protetta,
quindsi non si preoccupava. Ma l'ultima volta mi disse quella cosa di
eventualmehnte portar via il suo corpo in
eventualità...aggiunse
un'altra cosa, io le chiesi perchè le Torri
dovrebbero cadere e dovrei fare quanto ha chiesto? Qualcosa non andava?
E lei rispose che era solo preoccupata per le manie esoteriche di
Milan, che si stava prevenendo in quel senso, che le persone che aveva
conosciuto le avrebbero fatto da Vergilie o
Pleiadi. Nella
mitologia greca, le Pleiadi erano sette sorelle, a cui avevano affidato
il compitotra gli altri, di guide e protettrici dei marinai. Questo per
riassumere, e molte figure nella società là fuori
sono
definite così perchè indirizzano i membri che ne
hanno
bisogno con persone o punti chiave..."
"Ah, si! Li abbiamo incontrati mentre seguivo Kianta per la Raccolta.
Sono quelle persone che hanno negozi, tutte lo stesso tipo di negozio,
stesso nome e tutto, perchè sia trovato e riconosciuto da
ogni
membro perchè abbia supporto in caso di
necessità, se
raggiungere la Torre del luogo è impossibile. NOn sono
membri
della Raccolta che hanno accettato il patto per svolgere questo lavoro
in cambio di un lavoro e una vita dignitosa?"
"Si, bravo. Noi ci siamo affidato sempre a loro in caso avessimo
necessità di determinate cose o comunicare con Kianta in
modo
sicuro e irrintracciabile. Se andassimo alle Torri, Milan lo saprebbe e
no nci vede molto bene da quando ci siamo intromessi per la questione
di Lia per i test e che se ne volesse andare. Dopo varie discussioni in
cui eravamo tutti discordanti, ci chiese di non collaborare
più
che non amava chi giungeva a imporre il proprio modo di fare. Lia non
sapeva degli incontri, sapeva solo cheavevamo avuto discussioni per
telefono... e cos siamo costretti a servizi delle Vergilie
come
punti di riferimento e rotta al bisogno."
"E Lia disse che aveva delle persone che potevano essere queste...
queste...
"Vergilie o Pleiadi, si. Queste figure ovviamente come idea sono di
Lia, il nome da Milan... come tutto. NOn so chi e in hce modo
ma...disse che aveva predisposto alcune cose al bisogno oltre noi, che
avrebbe lasciato due
eredità, e solo perchè aveva incontrato Milan e
aveva
possibilità che altri non avevano. E disse -Non
devi
aver paura, il Cambiamento andrà avanti lo stesso
perchè
le quattro Chiavi sono al sicuro, David ne è il Supervisore
ma
non solo lui... nulla andrà al contrario da cadere
sulle
teste, non posso permetterlo. Ho aderito al transumanesimo
non
per caso... o molte cose che abbiamo non sarebbero qui. Ma se ti fidi
di me, ascoltami e prometti. Potevo chiederlo a Jd ma... essendo molto
legato a Milan ede è troppo, troppo buono e corretto per
essere
un militare e come amico non riesce a decidere dache parte stare... ho
bisogno di qualcuno che ha dei paletti in discussione
su di lui, è... voi siete corretti e giusti. Un tempo non
credevo di trovare militari così, ma è
così. Jd,
Lubo, voi, qualcuno degli uomini... ma ho bisogno di qualcuno che metta
in discussione con dei paletti i dubbi su Milan e agisca nel
giusto. E'
molto importante che il mio corpo, che ci sia una nuova
personalità o meno, nata dopo che me ne sono andata, sia
portato
via. non deve restare in mano di Milan e Dorde, ricordalo-..."
"Ma....a cosa si
riferiva?" mentre gli veniva i nmente qualcosa sulle parole Chiavi ma
non capiva
"So solo che dopo che Milan le diede la possibilità di
uscire
per la Raccolta, Veròna e simili anche da sola, io... so
solo
che incontrava varie persone, ma non so dirti altro. Mi disse che era
solo per sicurezza sua, dei piani e nostra. Disse anche che si augurava
che varie persone, tra cui Lèon Ligueau, avessero trovato
benefici nell'averla conosciuta."
"CHI?"
"Non so, se chiedi chi sia... disse che aveva conosciuto alcune persone
e che queste, alcune erano dei Vergilia dormienti, e che per i
servitori fittizi che servivano veròna, quelli creati da lei
con
la Ia, hai presente..."
"Si quei due, uno biondo e uno moro che usa perchè Kovacs e
gli
altri non hanno possibilità di sparire e riappare e fare
cose...
magiche..." rise Gask
"Infatti, ma loro possono essendo solo programmi. E so solo che quello
biondo è ispirato a quel Leòn, poi null'altro.
Parlava di
molte persone che incontrava, ma per altro devi chiedere quei tre. Loro
sanno!"
"Sanno!... a loro ho chiesto informazioni sullo strano caso di Kianta
che compare ovunque quando in teoria non dvorebbe esserci. Si
è
partita anche quando Milan mi ha chiesto di starle dietro e... la
vedevano nei giardini, nelle sale, da qualche parte, che prendeva e
faceva cose... "
"..." ridacchiando
"Tu sai?"
"Ecco..." fece Aegaeon ridendo " chiedi a lei o a quei tre...
seriamente, io non posso parlare. E' una cosa... forse una delle
pochissimedi cui è meglio che siano loro a parlare..."
"Noto una certa... conferma che qualcosa non va!"
"Ripeto, chiedi a loro... seriamente!"
"E le chiavi? Non è la prima volta che lo sento..."
"..le quattro chiavi?
non lo so... . Lia era criptica su certe cose ma non
con
tutti, lascia sempre qualcosa, ma per chi sa legegrli..." disse alzando
le spalle, poi alzò lo sguardo
Gask seguì, osservando
l'entrata dove compariva Kianta con le sue ombre e alcuni uomini che
lavoravano. Poi notò una cosa e si illuminò,
quasi.
"Le chiavi..." disse
osservando come
al suo fianco, da qualche proiettore, era comparso Helias e un altro
Crell "le chiavi... dello..."
"Cosa..."
domandò Eg, come lo chiamava Lia "qualcosa non va?"
"oh, ho. Prima di
andare, che
sicuramente avrà come sempre, molte tappe, mi puoi
raccontare
come nacque Veròna? Voglio capire tutto quello che
è
avvenuto nell'organizzazione e sembra che a Milan, la figura di
Veròna, piaccia"
"E gli è
utile... io non ero
presente a tutto, ma posso dirti cosa avvenne dai racconti di Lia. E
si, Verona è più importante di quell oche si
pensi...
perchè invece di mandare uomini che si fanno subito sgamare,
come diceva lei, per l'aspetto, il comportamento... ormai devi sapere
che la gente riconosce subito quello che definisce sbirro... ma lei no.
Lei cammina, anche sola mentre i tre sono nei paraggi comunque, e la
vedono per quello che appare. Una ragazza, un pò saccente
e..."
"Certe volte non sembra che reciti la parte..."
"Si, perchè è una parte della sua
personalità,
presa e resa un individuo reale e concreto... era nato prima come
scherzo, di Lia però, aveva racontato come le sarebbe
piaciuto
far venire una notte di terrore alla gente che Milan trattava, ci
rideva sopra dicendo che era epica lidea di fare un prank con un suo
dipinto che cambia colore o simile davanti a loro e apparire come
fantasma del passato... poi aveva raccontato varie volte a lui delle
persone che aveva conosciuto online che dicevano di sapere omlte cose
sulla magia e le streghe... insomma da quello, come altre cose, come i
robottini di aiuto, è venuto fuori cosa sai..."
"Veramnete?"
"QUanto è passato, sembra, di prank che Lia creava
e che
poi vennero portati realmente da Milan e Kianta... che
scherzi!
Come che scherzava lei, prendendo in giro un dialetto italiano
secondo cui facevano -venire il marrun nei calzun- o qualcosa nel
genere. Da infarto, con quei quadri padronali, sono passati solo mesi e
non anni, ma sembra molto di più. Ah, quello scherzo,
l'ultimo e
a cui assistevo..."
"i quadri padronali... intendi quelli nell'atrio sulle scale che con un
meccanismo nascosto dalle cornici dorate delle pareti in stile
francese, ruotano per cambiare dipinto e la cavità funge
anche
da nascondiglio?"
"Proprio quelli. Ricordo bene quella sera. Come scherzone dei suoi, Lia
aveva fatto realizzare tre quadri..."
"Tre? Io ricordo di averne visti due. Uno dove è seduta con
quell'abito stretto ai fianchi e poi largo sotto bianco con piume e
placche decorate argento, con quello sguardo..."
"Intendi come un sorriso beffardo, scherzoso, come da presa in giro
seppur sembra un dipinto serio? Oh, si quello fu il fulcro del terrore
di quella notte..."
"E quello con lei in piedi ocn questi abiti che sembrano simili ma
hanno carattesristiche decorative diverse. In entrambi ha i capelli con
grossi boccoli, tenuti legati solo nella zona delle tempie tirari
indietro..., con lo sguardo di tre quarti verso destra... parliamo
degli stessi? E sono tre?"
"Si, sono quelli e cè nè un terzo.ma chiedi a
Kianta dove
sia, descriverlo è... ma tu li hai visti, quindi sono state
usate le luci UV?"
"No, io ho visto due quadri che sono simili a quello nascosto sopra
quello di Milan, che si vede con le luci uv. Li ha Kianta"
"Capisco. Lia aveva la convinzione di essere brutta e creare vergogna
agli altri con la sua presenza. Glielo dicevano tutti e così
lo
credeva, ma adorava i dipinti più delle foto, e Milan la
convinse
a posare e vedere i risultati...con i prank, così come lei
li aveva creati nella sua mente...."
"le foto, a Kianta non piacciono"
"Già, ecco perchè Lia preferiva i quadri e i
ritratti...
meno sconvolgenti delle foto, visto che era una di una quelle non
fotogeniche e videogeniche da smebrare diversa. Lo so. Kianta mi ha
mostrato alcune cose, anche quei dipinti che si vedono solo con l'uv"
"L'idea quindi era di Lia?"
"Oh, si. Milan ha un dipinto reale identico a quello padronale sulle
scale, che lo tiene non so bene se in ufficio o camera,
perchè
è enorme e prende tutta una parete da pavimento a soffitto.
Quello invece presente sulle scale è una stampa fedelissima
tanto che si vedono pennellate e la tela nella zona bassa, ,
è
molto realistico. Ma si vedono e sembra reale. Ma attivando le luci,
messe ad hoc, uv, appare il livello superiore non visibile normalmente,
se ho capito è una plastificazione speciale con livelli
sottitilissimi invisibili con le stampe a fosforo, di varie
tonalità per realizzare l'opera di Lia per far
venire un
infarto.Per chi non conosce l'effetto, il trucco e via dicendo...
Quella notte cèra un ospite che volevano mettere alle
strette e
così senza ancora che Lia fosse come Kianta la Signora e
Maestra
della Casa , si fece in modo di invitarlo in una notte tempestosa e...
via le luci, affermare che si attivano le luci di emerganza e invece
sono le uv, che mostrano quindi la stampa all’ultravioletto.
Era
una tecnica che lei aveva letto per suoi studi. Infatti disse che i
raggi uv a noi invisibili vengono assorbiti e riemessi come raggi
visibili. Le differenti luminosità o fluorescenza
osservabili su un dipinto illuminato da una lampada uv
indicano
la composizione chimica delle varie sostanze che costituiscono la
vernice protettiva e gli strati pittorici, e variano anche in base al
tempo .Ecco perché con questo esame è spesso
facile
differenziare le ridipinture dalla pittura originale, si notato
come per la Lia nascosta nella stampa padronale, cosa cè
sotto o
sopra nascosti da correzioni e cambi e scelte del pittore. In quel caso
è stato usato come incentivo per la Pilar, ossia il
Pilastro,
una sorta di strega passata, che era la Padrona di Casa per matrimonio
e
restò con le sue arti occulte in una sorta di spazio tra i
lpiano materiale e quello spiriturale, permettendole di appare e fare
cose. Vuoi sapere cosa accadde?"
"sono curioso, adesso"
"Questi due uomini erano miliardari che si erano fatti risparmiando su
ogni cosa, ogni spesa, e trattavano i dipendenti
così male
e con disprezzo da
negare loro i diritti base. Eppure loro erano miliardari. E
così
Lia disse -Stasera vedrete la voce del popolo che urla e infuria
contro il morir della luce. Stanotte di alza il sipario edlla tragedia,
facendoli tener per mano per danzare in infinita disperazione, fino
alla fine di una notte che non avrà alba finchè
io non lo
deciderò. Questa è solo un assaggio, il topping
sulla
torta del Purge, la notte del Giudizio, che
scatterà se
quei miei
dubbi saranno realtà. ma Eg, questa è solo una
recita,
eppure ha un suo fine. Riverserò sul suolo tutta la mia
inesauribile tristezza che prenderà forma come mani adunche
verso di loro finchè non cambieranno. E usando i mezzi di
Milan,
fingerò di saper togliergli tutto con la mia magia,
mangiucchiandogli i patrimoni man mano che mi fanno incazzare.
Così, in diretta, mentre loro guardano su computer e simili,
mentre prenderemo un tè.- Poi cè oltre la porta
sotto
le scale e il dipinto padronale una sorta di stanza del giardino con
una vetrata come una serra. In pochi sanno che avevano fatto togliere
una sezione che diventava girevole e mentre un fulmine e qualche
effetto mascherava, lei passava nel giardino e... magia! E altre
cose... e diceva -Con le manovre in nostro possesso non
saranno possibili riscontrare i movimenti... ah, che bello avere queste
risorse per uan come me, che non brilla su certe cose ma prende a
giornalate sulla capoccia gli scaraggi!-, mentre pren devano il
tè alle cinque e quidi prima di quella cena.Prima della Cena
gli
ospiti giunsero un attimo prima di piovere molto forte e i fulmini
facevano da anticipazione al tutto. nell'atrio Milan al solito si
apprestava a presentare e mostrare i pregi dello Chateau, e la faceva
fare, perchè diceva sempre che era uno spasso. Come quella
volta, ma dimmi, che abiti sno quelli attualmente appesi?"
"Mh... sono aderenti, come si chiamano.... tipo sirena, bianchi e
argento con decori pendenti, non so, ma sicuro sono bianchi e aderenti"
"Allora sono altri. Quelli sono i reali ritratti di Lia,
successivamente al risveglio di Kianta lei dimostrò di avere
dei
gusti diversi sull'abbigliamento femminile per se, se fossero stati
tipo impero ma molto ampi e vaporosi erano di Kianta... Milan ha un
amore verso i ritratti, appreso in
Russia. A quanto pare i russi amano così tanto farsi
dipingere
in abiti antichi che è una moda tra i ricchi e potenti. E
siccome lui è un tantino adone e... ama troppo se stesso!
Quindi
devono averne fatti altri, perchè dopo aver comprato le
Torri
gli è venuta l'idea di metterne uno per ogni edificio, non
importa in che paese e avendo elicotteri personali... è uno
scherzo spostare roba! per quelli e quelle sere... Ricordo ancora come
mi apparvero le due volte che li vidi, che tramite il meccanismo li
scambiano.
Il dipinto di quella notte raffigurava una donna giovane con
pelle molto chiara, capelli scuri a boccoli lunghi, cui solo quelli
sulle tempie tirati indietro con una sorta di decorazione o altro da
donna con piuma che svettava all'indietro. l'abito di velluto blu e
crema sembrava un esemplare dell'ultimo ventennio del diciannovesimo
secolo. Era composto da una giacchetta che davanti arrivava e
abbottonato sopra il seno, da poco sotto le ascelle a davanti vi era
questo taglio a triangolo mentre dietro scendeva fino a dfondoschiena
anche lì termnando a triangolo a punta. Davanti la
giacchetta
era composta dal taglio principale triangolare e poi altri due livelli
che scendenvano uno sotto l'altro con questo effetto di balze
inferiori. Tutte le bordature erano incrostate da pietruzze sfaccettate
con un decoro a triangoli e pietre sopra e sotto le punte, mentre la
zona delle spalle aveva perline in successione cucite a creare
ghirigori. Le spalle di questa giacchetta erano a punta verso
l'esterno, rigide con le puinte qualche centrimetro più in
fuori
delle spalle. Se vi era un colletto era nascosto dalla sciarpa da collo
o Jabot femminile composto da una sezione intorno al collo di
tessuto più chiaro increspato verso il basso e ua hascia di
pizzo e poi il resto con bordi di pizzo che scendeva sul petto. Tutto
il jabot era color crema di due tonalità diverse ocn un
pizzo
molto elaborato. le maniche scendevano tubolari fino a prima del gomito
ma con un oblò sotto le spalline e chiudendola all'interno
del
baccio, mostrando la camicia sottostante. QUesta non era visibile se
non nella zona del busto e le maniche esposte. Nella zona del
busto sotto la giacchetta che terminava sopra il seno, era lavorata in
modo che sembrasse avvitata intorno alla vita, quindi come se girasse
in senso orario da un lato all'altro, creando un essetto movimento e
pieghe, mentre le maniche si vedevano dall'oblò sotto le
spalline a punta e da quando le maniche terminavano poco sopra il
gomito. Erano molto a sbuffo, ossia molto larghe e dal gomito al polso
vi erao tre laccetti del tessuto dell'abito che stringevano e creavano
tre sbuffi vaporosi, terminando in un pizzo sopra la mano. Un richiamo
a rinascimento. La gonna era di sicuro attrezzata con un tournure,
ossia un sellino pieghebole che conferiva volume alla gonna verso il
dietro, creando una figura allungata e non larga come si usava un
secolo prima ed era un elemento chiave per l'ultimo ventennio della
moda vittoriana. Una sopraveste era drappeggiata a piege e dando una
discesa a mezzo cerchio fino alle ginocchia con decori simili alla
giacchetta, mentre la gonna lunga e sotto, era con qualche piega e
proseguiva verso dietro con strascico."
fece una pausa mentre si sentiva Lia baccagliare affacciando da una
finestra del primo piano agitando un pugno verso il basso, quelli che
stavano al di sotto e Gask rideva.
"L'altro, quello dell'altro abito, più semplice, prevedeva
una
giacchetta con apertura a V senza colletto, di velluto blu
con
sopra un livello di pizzo che davanti scendeva a rose una dietro
l'altra a fare righe di verticali, terminando in maniera tondeggiante
sul ventre. Le maniche a sbuffo e molto ampie di pizzo creavano volume
sopra quelle aderenti in velluto, smepre visibile, e terminavano
strette sul gomito e poi a campana di pizzo a metà braccio.
Una
grande rosa di velluto stava sul fianco destro e sotto la giacchetta
con scollo a V, un'ampia gonna di velluto sempre blu, scendenva ampia
con una coda dietro, con un sellino sotto. Una sorta di mantella
partiva dalla spalla sinistra, appuntata in un angolo da una spilla e
proseguiva drappeggiata sulla spalla e poi dietro dove si collegava
alla giacchetta. Quello di prima era seduta mentre in questo secondo in
piedi... ma andiamo a quella sera"
"sono curioso, perchè non accadono da quando ci sono io"
"Verrà il momento o avviene nelle Torri e non lo sai.
Dunque,
eravamo nell'altrio, no? E i tuoni erano paurosi, pioveva come se
volesse diluviare il mare intero. Serata scelta apposta, Milan
proponeva la visita di alcune sale o di altre, hanno la sala da ballo,
ampia, ma staccata dall'edificio e si trova dopo il giardino, quindi
fecero nella saletta del giardino quella volta...
avvisò uno di qauelli che fanno i maggiordomi di
andare a
prendere un dono per i presenti, necessario per quella serata. Il tempo
di elogiare il dono, le luci ci spensero, piombando tutto
nell'oscurità. Ricordo benissimo che dalle finestre
apparvero i
chiarori dei lampi e la figura di Milan si stagliava fiera e con tuto
il suo... sentirserla, da quel dipinto. Poi si accesero delle luci tra
il blu e il violetto e Milan affermò di star sicuri, che era
entrato in funzione il sistema di sicurezza e come per hotel e luoghi
pubblici, le luci accese erano quelle di primo soccorso.
Così
disse. Io so che di solito sono luci rosse, ma gli ospiti parevano
sollevati e Milan continuò a dire che dopo qualche attimo i
maggiordomi avrebbero attivato i lsistema di emergenza completo,
riavendo le luci anche la linea era saltata. E poi uno degli ospiti
urlò. Si era voltato e quelle
lampade uv mostravano non pi il dipinto originale, ma quello visibile
solo a certe lunghezze d'onda con molti colori ma
dall'aspetto
ammetto terrificante. Spettrale. Sembrava qualcosa da film horror.
"Quelle stesse pitture so hce Lia li aveva usati nella stanza
personale ma non so
come, che di giorno no nsi notano, ma di notte con una lampada...Coi
funghi, si lo so. Lo so bene!" rise Gask
"Ah, quindi tu ci sei stato. Non fa entrare nerssuno nella camera da
letto, neanche qualcuno per pulire... Bè nella Villa della
Strega ci sono
suoi dipinti che con gli uv mostrano teschi sopra il suo viso,
esseri... si divertiva! La cosa che fa paura di quei dipinti
è
che che siano ritratti o ambienti, l'effetto della fosforescenza con
questo azzurrino e loro che emanano fievole luce,
dà una
senszione di... non so, spirito evanescente o qualcosa del genere. Io
sapevo dello scherzetto, ma non nei dettagli e semrbava davvero per
quella luce uv e la fosforescenza che fosse stregato. Era fatto davvero
bene e poi immaginati!. I lampi che inondando l'altrio dalle finestre
ad
altezza normale e quelle in alto sopra il dipinto e altrove, e questo
che torna Milan e poi quando svanisce la luce, torna quella uv e
riappare lei. Io stesso se non sapevo dell'inghippo me la sarei fatta
sotto. E se uno non sa e non conosce l'effetto della fosforescenza e
raggi ultravioletti su materiali specifici, si comporta come quegli
ospiti. Terrorizzati. Ancora di più quando Milan si mise ad
esclamare che fosse la Padrona antica della dimora, una donna che si
dicesse facesse uso di magia nera, la studiasse e che si ipotizza non
fosse morta ma finita in uno squarcio, una fenditura, tra il mondo
materiale dove siamo noi e quello spiriturale, dimorando là
e
tornando solo le notti di luna piena quando il potere che divide i due
piani si affievolisce... cavolate e cose assurde che noi reputiamo
finte, stupide, solo per chi ci crede. ma veramnete, quelle parole
facevano effetto su menti ignoranti. E siamo sempre là. Lia
mi
disse che quel terrore come se stesse uscendo il diavolo in persona non
sarebbe comparso s equelle perosne fossero state acculturate. Non da
esserne esperti, ma le basi, per notare il colore non rosso delle luci
e
l'effetto dei quadri. No, capre dalla testa ai piedi. E quanto si
divertiva. E mentre loro urlavano e volevano scappare, Milan disse loro
che no, non dovevano farlo perchè era sicuro. La vecchia
padrona
della dimora, Eloisa Canossa di Mantova, cambiando nome da spostata
a un nobile francese divenendo Lia Veròna e tutto
il
resto... Anzi su questo ci fu una diatriba da tra Milan e Lia. Lia
diceva smpere che appunto Milans embrava ambivalente ogni volta che
appariva, uno diceva il nome Eloisa e il resto, un altro giorno o
momento Lia Veròna e l'altro nome, finchè non
fecero
questo cambio da sposata.... "
"Quindi si presentò...."
"Non è mica finita..." ridendo "di colpo strane cose
iniziarono
a strisciare ovunque. Strisciare... non so se è il termine
giusto perchè si vedevano movimenti in giro e il suono del
legno
e passi come se qualcosa o qualcuno camminasse, gli angoli del tetto
decorato e con le parti in rilievo decorativo si riempirono di strane
cose. E poi una risata. La conosci. Immagina si sentire la risata e
dalla base del dipinto stagliarsi una figura umna che pare scivolare
verso la balaustra delle scale. In realtà poi seppi mentre
lei
lo rifaceva per farmelo vedere, lei era bassa alla base del dipinto,
facendo Ats però sapeva come rialzarsi in modo lento e come
se
fuoriuscisse dal basso. Era di spalle, si sollevò come
faceva in
quel itpo di danza e avanzò col metodo floating dance verso
la
balaustra. Quindi sollevandosi e in verità per le luci e le
ombre pareva che venisse fuori come fluttuando... Si voltò,
aveva quel vntalgio di piume a forma di picche o freccia per
sventolarsi e far scena. Sorrise girando verso di noi di sotto e
appoggiò le mani sul bordo in legno della balaustra
guardando in
giù, con un sorriso carogno. POi scivolò con le
mani sul
legno aprendo le braccia per portare il petto verso il legno, come un
saluto chinandosi e si risollevò, portando le mani aperte
contro
i fianchi e risalendo sul busto fino al petto, mentre intorno a lei e
sulle scale comparivano esseri che non avevo mai visto. Ti ripeto, se
non ero a conoscenza della realtà, me la sarei fatta
addosso.
Odori e rumori e versi giravano intorno, e Milan che si metteva su un
ginocchio per salutarla. lei con una risata alla Veròna si
avviò verso le scale e in diagonale, con una mano sul
corrimano
e uno per sventolarsi col ventaglio, salutò scalino dopo
scalino
per scendere in quel modo, diangonale ed elegante, mentre se la rideva
che quella notte avev apotere a sufficienza per diventare corporea. Si
fermò sull'ultimo scalino e porse a Milan la mano, che la
portò alla fronte i n segno di saluto.
Lia puntò gli occhi, fissa e ferma come una bambola sugli
ospiti
e dopo alcune cose di saluto e che era un piacere conoscere altri
membri delle nuove generazioni e del nuovo secolo, mentre roba varia
girava, rideva, faceva versi intorno. Alla fine lei sospirò,
sembrava davvero seccatas, fece con un gesto dell'indice come un taglio
da sopra in basso e l'immagine di uno squarcio illuminò la
zona
poco prima del corridoio. Disse alcune cose e lo squarcio divenne un
ovale con i bordi a brandelli, mostrando uno spaccato di qualche luogo
e tutte le robe ed esseri che si muovevano, fissavano, si lamentavano
vennero risucchiati all'interno in un modo che... lei disse che aveva
preso in prestito le idee da un gioco che le paiceva da ragazzina,
Heart of Darkness del millenovecentonovantotto, e cèrano
tutti
questi esseri neri e di vari oclori, forme assurde e orribili che
venivano risucchiati. E ancora il livello di perfezione delle
proiezioni non erano come adesso... comunque dopo aver fatto questo,
per stringere, lei disse agli ospiti che avrebbe desiderato conversare
con loro eper aggiornarsi sul mondo nuovo e facendo un gesto le due
parti dlela grande porta sotto la scala si aprirono di colpo inonando
di luce l'atrio che ancora era con gli uv e guardando da sopra la
spalla, con le braccia ancora in alto...con un sorriso come per dire
-eh!? non è figo?-. Insomma è andata che siamo
entrati nella stanza tutta a vetri, anzi il tetto no, per
metà
perchè l'altra metà ospita il vuoto dietro il
dipinto,
metnre il resto è tutto a vetri come una serra con
intelliatura
di ferro battuto e decorativo e vetro. Un tavolo con sedie attendenvano
con tutto pronto. Tè, pasticcini vari, tazzine e piattini e
via
dicendo. Lei si accomodò come faceva poi Veròna
dpoo e
chiese notizie del mondo di fuori, spiegando che non potendo uscire se
non evocata in altri luoghi, ma solo in quel caso, passava il suo tempo
nella fenditura in una sorta di realtà che rifletteva quella
del
suo tempo, e nelle notti come quelle, quando il suo potere aumentava
poteva materializzarsi finchè il primo raggio del sole non
fendesse il cielo. Lamentandosi che non vedeva il sole, non lo sentiva
su di se, da tanto, tanto tempo. Si fece servire il tè e i
camerieri, che recitavano, fingevano di avere così paura e
terrore da tremare e far cadere del tè sul piattino sotto la
tazzina e la tovalgia. Lia disse che li perdonava, che reputava la loro
paura come testimonianza del suo status e presenza e che le portassero
le meringhe, la sua passione. Disquisirono del più e del
meno,
Milan giocava con cellulari, cose che le mostrava che sembrava tutto
nuovo per lei e Lia era stata così convincente da sembrare
davvero qualcuno che non ne avesse mai visti, che avev apaura di
toccare lo schermo di pad e smartphone, che temeva i serpenti nei video
ocme fossero veri, che non voleva specchi e simili e per quando era
morta, trovava assurdo un macchinario come quelli che conosceva
dell'industriad ell'ottocento che però portassero in giro le
persone la posto di cavallo e carrozza. E altri discorsi tra due epoche
diverse. POi finse che qualcosa la chiamasse, la attraesse, e
affermò che qualcuno da qualche parte stavas cercando di
eseguire un'evocazione, ma il loro potere era così scarso o
la
cerimonia così blanda che inevce evocare esseri superiori,
potevano raggiungere le entità come lei. E quindi si
avvicinò ai vetri e disse che sarebbe tornata ma doveva
divertirsi con dei soggetti così stupidi da pensare di
obbligare
qualcuno a palesarsi. Lei poteva anche non farlo, ma era
così
divertente vedere le loro facce pensando di aver fatto
chissà e
cosa e facendo contratti che ci guadagnava solo lei. Bastava saper
rigirare le parole per prenderli per i fondelli. E quando aveva dei
servitori, tra l'altro chiamava sempre Milan Servo, che poteva rigirare
e usarli come passatempo, non era da perdere... e così
aspettando, ciarlando, un ben fulmine e usando le proiezioni fingendo
che incenso e fumo fossero del richiamo, passò oltre il
vetro
girevole senza che si vedesse, menter Milan parlava per occupare gli
occhi deigli ospiti e lei si incamminò fuori con noncuranza.
Il resto ha meno importanza, ma per farti capire il
livello..."
"mentre i tuoni avvampavano nel cielo mostrando Milan e poi di nuovo
Lia, Milan stesso si mise ad elogiare la vecchia padrona di casa,
vaneggiando...? Ma erano credibili?"
"Oh, cazzo si! QUando si metteva a spacciarsi per una svampita e
sciocca, o come per Veròna, una donna che non ha mai visto
la
modernità... le crederesti. Sa essere impacciata e incapace
ed
è capitato che fingesse di essere una mera ragazza che aveva
raccolto una pistola e con paura, terore, tremava e no nsapeva sparare
e ti sembra veramente indifesa e debole. Ma poi partiva come una molla
e dopo che ti faceva molto male vedevi quelo sguardo, i lsuo contro il
tuo, con quegli occhi greandi a fissarti fisso fisso e duramente che ti
chiedevi che cazzo succedesse. Cambiava di colpo da poverella che
scappava da te ad accoltellatrice pazza seriale. Ma non ti credere. NOn
era così, sapeva dopo prove ed esperienza in quei mesi tra i
gruppi a simulare e cambiare personalità in modo che fosse
come
tu volevi che fosse. Anzi, diceva sempre questa frase a volte. A chi le
chiedeva -tu chi sei- lei dopo averti fissato fisso ti diceva -Io sono
la strega oppure io sono l'Equilibratrice. E
all'occorrenza, tutti ciò che tu vuoi che io sia-"
"C ome dice Alaric prima li confonde col delirio e poi li frega"
"Ah, quel tizio. Stronzo, adone anche se non dovrebbe, spaccone ma ha
cervello. Solo che da quando se lè legata al dito per tutte
le
cose che Lia gli faceva, la evita come la peste se non può
sottrarsi e così Kianta. Ma ha ragione. Veròna
stessa
è nata come estrapolazione di questo concetto. Buttare sul
campo
da gioco un personaggio fittizio ma reso reale da gli altri che lo
individuo tale dal nome e l'esistenza che gioca con sue regole e con
sue cartucce in modi inaspettati. Gli stessi robot a forma di criceti
sotto steroidi come li chiama Tegel o quelli a forma di Razza ne sono
un esempio. Esattamente come un animale come dovrebbe essere ma con
quegli assi nella manica che ti portano alla rovina se non tieni gli
occhi aperti. Hai visto le Razze all'opera..."
"Si, si... e devo dire però che sono divertenti..."
"Non per loro... comuqnue quelle frasi dell'essere come gli
altrivogliano che lei sia... la disse anche a un poliziotto quella
volta che per divertimento decise di non scappare ma andare di faccia
alla polizia che era giunta mentre lei -si prendeva cura- di un
tizio..."
"E' stata arrestata?"
"Arrestata in tutta la sua procedura no. Ma Lia disse dopo che voleva
assolutamente vedere cosa sarebbe accaduto se Veròna finisse
in
mezzo alla polizia e come si sarebbero comportati. Ovvio, non mise in
scena atti -magici- ma si comportò come a volte i ragazzi,
i veterani, temono. Ma ti racconterò quella storia, che
ancora
oggi ci fa morire dalle risate, dopo o appena possibile,
perchè
per portarla dall'inizio alla fine e va fatto tutto in una volta,
cè bisogno di tempo. O come quando per la Raccolta decideva
di
fare casini in modo che..."
"No, ti prego. raccontameli stasera. A quanto pare restiamo
perchè abbiamo del lavoro da fare domani anche per la
Raccolta e
Veròna ha tre persona a cui dare la Mano. Ma seriamente
è
stata arrestata?"
"Manette, messa dietro nella macchina di servizio e verbale fatto... e
vedevi tutti seri, concentrati, quei sergenti e poliziotti che
trattavano quel tizio meglio di lei e lei che faceva quel sorriso
carogno e anche di divertimento come fosse un gioco. Ed era il suo
gioco. Perchè come si svolse poi è qualcosa che
andrebbe
scritto su di un libro. Ma no nfu solo quella volta, ovviamente fu
arrestata solo quella, ma vi furono altre in cui lei così, a
cavolo suo, così come Kianta quando le gira,
arrivò,
mostrò uno dei nostri documenti veri ma con
personalità
fittizie, di solito lei è Diandra, e va, parla, agisce. Se
le
chiedono conferma delle sue generalità oltre avere dei
nostri
abbiamo anche numeri identici a quelli ufficiali di molti corpi di
polizia ma con un numero in mezzo mischiato, a meno che non
cè
un tizio scaltro che nota che il numero è diverso e gli
puzza,
non cè niente da dire. Il suo documento seppur per verifica,
è reale e verificato, quindi non cè storia. Ma
questo
perchè, ti chiedi? Semplice, ha visto cold case di vari
paesi e
situazioni al limite del ridicolo per indagini fatte con i piedi e il
culo per cui lei diventa una iena. Si incazzava se ricevea copia di
tutto e vedeva che gli inquirenti continuavano su strade che per lei
sembravano impossibili, assurde, false, prove e altro non verificate e
testate, messe da parte, gente indicata come pulita e poi qualcosa non
funzionava... e lei diceva smepre di non avere una testa adatta a
nessun lavoro in particolare, ma che se trovava le magagne proprio lei
... qualcosa non andava davvero... insomma le combiinava. Me lei era
più testa, agiva di sua mano solo quando lwe rodeva il culo
o le
facevi saltare un diavolo per capello, era più scena ecco
perchè le Muse per esempio la chiamavano la Matrona carogna.
Le
piaceva usre il cervello e indirizzare gli altri. Mentre Kianta
è totalmente del fare, fa lei tutto ecco perchè
ancora di
più con lei quei tre le stanno addosso. Se Lia agiva di sua
mano
e faceva molto male sia fisicamente che nel cervello come punizione,
Kianta ti dà una cinquina in faccia usando meno cervello.
Della
serie -hai fatto lo stronzo? Ecco quello che meriti-. Non a caso
Milan dice sempre che Lia era Punizione, Kianta giustizia"
"In che senso"
"per come agivano... Lia se agiva di sua mano e si metteva in prima
persona... come dire, significava che voleva riversare ogni cosa dentro
di lei e cosa meritavano altri su chi aveva fatto peggio. QUindi invece
di pescetti piccoli, voleva le capocce. I capi, li chiamava
così, le capocce. E se ti beccava, Cinq e Torque...? Mph...
quelli in confronto sono diligenti impiegatucci che seguono un loro
copione, basta. Non posso dimenticare quel tizio, quello che stava
dietro alla vendita di film che neanche gli horror, in cui aveva fatto
di tutto e tutto lo schifo che gli veniva in mente a bambini, bambini,
ragazzine, ragazze... e partecipava anche alle red room, dalla cina o
polinesia mi pare... o altri luoghi? Comunque quando raggiunse la sua
posizione dopo aver -giocato- con chi lo conosceva gli fece fare
la stessa fine della gente che aveva tortutato e in alcuni casi portato
alla morte, anche non per mano sua ma ne era l'artefice o dietro la
camera. Lo prese e dopo avergli fatto provare le torture giapponesi, lo
posizionò in una stanza preparata apposta e in diretta sul
suo
stesso sito di streaming e a pagamento. ALcuni degli spettatori lo
conoscevano, altri no. Quando furono un migliaio, no nso se di
più, e tutti quasi rintracciati tramite i nostri sistemi,
perchè credono che possono nascondersi nella rete... Beh,
per
prima cosa lo mostrò legato. E lei non aveva maschera ne
niente,
si presentò come Veròna, e disse che era
lì per
pareggiare un conto. Quello di chi era finito sotto le sue mani e che
avrebbe pagato anche le colpe di altri. Così,
così
perchè quel giorno le andava. Detto proprio così!
Così presentò il tizio, senti perchè
ricordo che
ho riso per due ore, elencò con un cartellone tutto
ciò
che aveva fatto e i suoi -film- famosi e più venduti e si
co mportò come una presentatrice tv. ALl'epoca
cèra
Torque, Cinq ancora no.Così presentò il primo
gioco...
essendo Veròna, la strega del gioco, lei avviò il
primo
gioco in cui la risposta sbagliata o un comportamento sbagliato... e si
vide Torque con una maschera che prendeva un trapano e le sue punte
dai 14 ai 25 millimetri con sezioni cave importanti che, da
sue
parole, avrebbero estratto sezioni a torchon di carne come burro.
Scelta la misura disse che per ogni risposta sbaglaita o comportamento
sleale dalle regole del gioco, avrebbe fato un foro sopra ogni
ginocchio, avanbraccio e spalle, e che la sedia in cui sedeva ed era
legato coi lacci di cuoio spesso aveva dei fori già
predisposti.
Essendo un professionista, il boia avrebbe forato il punto esatto senza
guardare sotto la posizione del foro e sarebbe partito dalle gambe,
ogni sbaglio dopo i fori, una lunga vite con dado sarebbe stato
introdotto nel foro carneo e ogni ultioriore errore cinquie giri di
dado finchè non cè più gioco per
serrarlo alla
sedia. Dopo fori alle braccia e viti con dado. Per ultimo le spalle. E
proseguì guardando lui negli occhi, avrebbe fatto un gioco
scientifico. Quelle viti come mostrate alla cam non erano nuove
scintillanti ma usate in altre sedi e svitate. Quindi, ogni due ore
avrebbe chiesto a un suo medico di fare test e campioni per vedere in
quanto tempo infezioni o batteri peggiori impiegassero per prendere
l'ospite. E che lei era la Strega delle cento ore, perchè
finito
quel lasso di tempo, risposte e scelte avrebbero ocndizionato la
sentenza. meritevole di vivere o di finire all'inferno? E mai ha detto
morte e simili, ma la gente in chat morte, morte... così
appena
nel monitor comparirono le sentenze, lei sorrise in modo carogno alla
camera e guardò come se fissasse ognuno di loro. Non so il
tempo
esatto, non cèro ma lo raccontò e tutte quelle
migliaia
di persone, collegate in vari modi che seguivano sia se venivano dal
sito dell'uomo sia altri in cui lui collaborava si ritrovarono ad
essere fissati come se fossero loro l'auditore principale e unico. E
disse -carissimi... voi che esigente ciò cche desiderate nel
vostro orrido e oscuro cuore, non siete esenti dal Mio giudizio...
perchè sappiate che tutti voi, tutti, adesso siete sulla mia
lista e che già siamo sotto casa vostra...io esisto per
emendare
la melma oscura della società e qui con me, a guardare
questo
show ci sono i peggiori camuffati da agnelli. Quindi, vediamo chi
abbiamo... - e da una lista che le avevano stampato iniziò a
dire dei nomi con indirizzi e informazioni vari e rideva mentre
confermava che a ogni nome o poco prima tutti si scollegavano ma erano
rimasti così tanto e con i lsito, la chat e i programmi
trojan
che involontariamente si erano ripresi, oltre che tracciare a ritroso
la connessione nonostante i nodi di cammuffamento.. li avevano presi
quasi tutti. Ed essendo un'organizzazione ovunque, non fu difficile
mandare squadre proprio negli indirizzi e portarli via, con avviso alla
polizia postale e altri enti dell'acchiappone che avevano fatto, loro,
ma non è sol oquesto. Dopo fece esattamente anche
a loro
il giochetto, ma su come per tutti quanti e in tutti i posti... devi
chiedere a lei... a Kianta intendo... e furono ritrovati di notte dalla
polizia allarmata da loro stessi incaprettati intorno a una sorta di
palo, con un cartellone con i dati del tizio, cosa aveva fatto, dove
era andato, screen del suo nick e delle sue sentenze nelle chat e
l'avviso che ogni figlio, marito, fratello, cugino, nipote ma anche al
femminile potevano essere amrci dentro da godere e desiderare osservare
la gente torturata o abusata in ogni modo, peggio se minori, e ancora
comprarli, quei video. E... solo dopo che fece pregustare a tutti loro
le sevizie a cui avevano asssitito con ogni volta la stessa domanda.
-Quanto godi a subire lo stesso ora che ci sei tu dentro?-. E
alla fine come nella camera in quella stanza disse l'ultima frase. -Se
qualcuno di voi pensa che io sia marcia... oh, non potete
immaginare quanto NO! Io sono solo il risultato della
società
attuale, di rabbia e rancore repressi e dallo schifo nel vedere il
peggio di questo mondo che nessuno elimina, ma aiuta e seppellisce come
famiglie e avvocati imbecilli. E altri. Io non sono sadica, mi fa
schifo la violenza ma la storia umana ci ha insegnato che
l'intolleranza non va tollerata e non va permessa la forza negativa e
ciò che ne consegue e se serve, meglio che ci siano quelli
come
me che prende a sprangate sui denti la feccia, che pregare cose false e
sperare che siano altri a fare tutto per noi. Lasciar fare al male
senza lottare è come stare a letto col nemico e piacergli
tutto
così... buona caccia a me e a voi, coniglietti-. le risate
che mi sono fatto nel vedere le foto del momento della presa e arresto!
Le facce perchè no ncredevano fosse reale, che li avessero
beccati! Ed erano ragazzini, ragazzi, uomini anche di ottima famiglia o
lavoro, non si poteva immaginare che loro potessero essere quel tipo...
e Lia disse solo -ogni volta mi sento sporca non solo dentro ma
anche addosso per cosa vedo e quello che faccio alla feccia e che tutto
ciò che la realtà... nonostnate io sia la
Punizione su
quelli, tutto lo sporco di cosa ho dovuto vedere e sapere e cosa gli ho
fatto non se ne va. Ed è questa la punizione che
mi
spetta. Per quello che faccio. osservare, sapere che ogni cosa fatta di
negativo sporca me fino in fondo... ma ormai è necessario.
Se mi
fermo, se fermo la macchina è come ripiombare nel marcio di
prima. Anzi peggio. Se la gente pensa di esser libera, farà
tre
volte tanto e io non posso fermare nulla perchè significa
che
loro hanno vinto, io non ho retto e non cè nessuna vittima
in
generale che troverà un pò di giustizia. Ecco
perchè è necessario che io e Milan e tutti quelli
in
mezzo alla cosa, assistano e subiscano dall'inizio alla fine. Per non
dimetnicare che seppur per il bene, anche noi non siamo così
puliti..."
"Capisco... "
"E diceva ancora -che mi si veda come maligna, cattiva, qualsiasi
cosa. La gente mi etichettava così senza ragione
perchè
io non ero così, o almeno mi considerava tale senza
conoscermi, solo guardandomi o dopo pochi minuti come
negativa,
capace di chissà cosa, come le insegnanti delle medie. Non
mi
interessa ormai dopo cosa ho passato e sofferto sola, e che rigetto su
quella feccia. Questa sono la me nata data ciò, ed
è
certo che io rispetto quei perbenisti che giudicavano me e mi difevano
e facevano il peggio... sto facendo realmetnme qualcosa di decente e da
umani. E si roderanno le mani e il fegato perchè ovunque
andranno e in ogni momento si fermeranno a guardarmi appesa al muro o
nelle cose che leggeranno e vedranno come targe e feste, cambiamenti e
tutto... io sarò lì e sempre mentre loro saranno
tizi x
tra miliardi di persone. ANche se mi fa male ammettere che Milan ha
ragione. Questo è stato possibile solo perchè in
questo
mondo io l'ho incontrato ma è sicuro come il sole che si
leva
ogni giorno, che chi merita ricordo e considerazione non si
vedrà affossato dagli altri....-.
"Si riferiva al gioco delle feste, cose organizzate e tanto altro con i
suoi ritratti e la sua menzione..."
"Si, esatto. Il suo modo gentile, come lo chiamava, per fargli
-tiè, pensavate di essere migliori e superiori, ma sono io
che sono su ogni parere non solo nella città ma in tutto il
mio
paese natale e che il mio nome resta come perpetuo e sempre.
Voi
siete niente, al massimo sarete nel vostro angolino tra feccia, ma io
sono in ogni città che visiterete, ogni museo, ogni luogo
pubblico o privato che ha beneficiato di ciò che ho dato con
l'unica condizione di tenere ritratto e targa con nome a memoriam.
Mentre loro al massimo avranno qualche anno di ricordo e poi
addio....-. Non era ciò che desiderava come vendetta, ma
accontentò Milan... ah eccola, questa sera non sbaglio ci
sarà quell'incarico con Veròna"
"Si" rispose Gask voltandosi a vedere Kianta fissare malignamente
alcuni uomini mentre camminava nel sentiero anteriore "un imprenditore
poco, poco pulito con mani in certe organizzazioni... e un tizio
trovato sepolto sotto le fondamenta di un eidficio in costruzione..."
"roba solita. Sai quanti ce ne sono dagli anni settanta? Ma questo
è fresco, quindi a modo suo, Veròna lo
farà
cantare che neanche la Callas" ridendo "comunque mi fa paicere l'aver
saputo che ti sei ambientato davvero tanto allo Chateau, che hai i tuoi
interessi, amici, tutto quanto. Lia diceva smepre che s eno nfosse
stata rotta, quella poteva essere l'ultima tappa..."
"cioè?"
"ultima tappa... ossia dove una persona comprendeva e definiva -casa-.
per lei casa non era un edificio come tutti e basta. Ma
un insieme di cose e persone e se si restava senza l'impeto dell'andar
via, allora era cosa giusta. L'ambiente, oltre luogo, in cui si
desiderava tornare, di cui si aveva nostalgia... cosa che non accadeva
con la sua vita passata e questo non le faceva male, semplicemente...
si sentiva fuori posto, ecco! Ma ripetè fino all'ultimo
momento
che sarebbe potuta essere casa, nonostnate tutto... e Kianta sembra che
al consideri proprio casa sua, dicendo che non vede l'ora di tornare e
che solo là e in parte alla Dimora rossa si sente come -a
casa-. Solo che qualcosa si è un pò scombussolato
con
il tuo arrivo..."
"..." gask rimase in silenzio a fissare la scena che vedeva Kianta con
i ter che le dicevano qualcosa emntre lei battibeccava con un nugolo di
persone col capo chino "... ne abbiamo discusso e so ora
perchè
e come ma... non mi va di parlarne adesso. Anche se, fa un certo
effetto scoprire che tu, la tua presenza e le cose intorno a te come si
muovono possono smuovere a loro volta le convinzioni e considerazioni
di qualcuno, senza che tu ne sappia niente..."
"Già, ma ormai è sistemato... sei anche
apprezzato per la
collezione di fiori pressati che prendi anche in giro dai viaggi..."
"La pressatura dei fiori. Venuto da Kianta che odiavaa i fiori
talgiati perchè tornano polvere, da Milan che li vuole ogni
giorno su tavola e altro, e dalle mummie annerite e pressate dalla
torba e quindi il manteniemnto della bellezza e cosa resta essiccando
oltre che pressando..."
"Serio?"
"Diciamo che sono rimasto sopreso nel vedere come diventa un fiore dopo
tempo tra libri e spessori specifici, come li lavorano dentro la resina
in oggetti di vario tipo, gioielli o altre cose. Milan mi aveva fatto
vedere delle mummie che stavamo portando oggetti preziosi e altro sotto
protezione, facciamo anche questo, conservate benissimo come se
avessero poco tempo. Poi Kianta e Milan che avevano discussioni sui
fiori freschi ogni due giorni o poco più e quanto per lei
fosse
penoso vederli tagliati e Milan che teneva nei libri come segnalibro
proprio dei fiori e come risultavano... è un modo di
conservazione di piante e fiori nel tempo e viusto che Milan
è
interessato alle mummie nel mondo mantenute con certi trattamenti, come
i lavori del famoso sul fenomeno della mummificazione, del mantenimento
di un corpo in modo adeguato, incontra vari tassidermisti e
imbalsamatori e sta facendo provare una formula di un italiano che
spera possa dare gli stessi risultati di alcuni suoi lavori di cento
anni prima"
"Si, lui e la sua convinzione della Continuità e di
preservazione di un corpo dal divenire polvere... "
"Esatto, lui afferma che con la formula italiana in miscela di
formalina, glicerina, sali di zinco, alcool e acido salicilico si
pososno preservare perfino gli organi. Trattamento del volto con
paraffina disciolta in etere, mantengono forma e aspetto
pieno e
vivo del viso.ninete più tecniche per immersione adoperate
per
procedere al processo di mummificazione con formaldeide per
l’imbalsamazione umana. Io invece ho trovato interessante
come
tenere sotto determinati materiali una pianta, esempio le felci,
possano risultare interessanti lo stesso. Molte composizioni con fiori
secchi sono con quelli che provo io e altri inetressati a questo hobby.
Molti libri di Kianta nella sua libreria sono piene di fiori vari o
petali che poi si riassemblano. All'inizio era inviperita per la paura
di macchie nelle pagine, poi le è piaciuto come risultava il
tutto e mi lascia fare. Ma il mio è solo un interesse dato
da
cosa ho visto e ci osno piante dalle forme strane con foglie
particolari che risultano belle anche da secche, quindi ocntinuo..."
"fai bene, so che ti interessi ad altro ma molti parlano dei
tuoi
modi che danneggiano meno il risultato finale, quindi ci sei portato?
Ma continualo, prova altro, Lia diceva smepre che provare indirizza per
la strada da fare... Ah, sta venendo qua e non sembra contenta!
lavorone, preparati. Stasera saremo di nuovo qui se vuoi trovarci,
tanto Milan non cè..." salutandolo e avviandosi al loro
mezzo
dove aspettavano gli altri tre. Gask invece aspettava Kianta e i tre
per avviarsi con tutto l'occorrente per la loro serata di -divina
tragedia- come da titoli.
Lia nella veste di sorella tra le Muse, si alzò impettita e
così seria da sembrare vogliosa di uccidere qualcuno.
"Tu che sei qui presente" disse lei all'ombra che si proiettava sul
muro dietro un paravento e che loro vedevano "tu, che con tuo fratello
hai deciso di creare un gruppo o congrega di persone speciali collegate
con l'Oltre tramite il Dono.... trovo vrgognoso il comportamente di
tutte loro. Hai dato loro una veste quasi sacrale, ma io non approvo il
loro comportamento dettato dal potere che hanno ottenuto secondo
loro..."
"Noi siamo persone speciali, scelte per il dono ottenuto dalla nascita,
noi guidiamo la gente..."
"Mi oppondo!" urlò Lia fissando prima la Sorella che aveva
parlato e poi tutte le altre, seduta tranne lei stessa in piedi,
intorno ad un tavolo ovale "voi esistete per dei motivi che vanno oltre
quelli che avete pensato di..."
"Noi siamo Muse. Noi indichiamo, noi..."
"Non travisare le cose, Sorella!" la inteppurre Lia, voltando il capo
verso la donna, una delle prime ad essere scelte "I vostri titoli
indicano il potere che avete ricevuto in dono. Lo confermo, o almeno,
così ho accettato per amicizia verso i due fratelli! Ma non
il
comportamento che vi rende più simili a suore e preticelli
che
altro. E non parlo delle belle parole di buona condotta che ci si
aspetta dalle suore. Sappiamo tutte e molte altre che sono cresciute in
istituti gestiti da quelle pazze, che sono peggio delle loro
controparti maschili. Dolore fisico e psicologico sono quasi una
normalità per l'ottanta percento di loro. E molte dsi voi lo
sanno. E io che epnsano che proprio voi che avete conosciuto il peggio
di queste persone finto-migliori perchè con veste
monacale...
voi non siete suore. Voi non siete come i preticelli. Voi non siete
come sacerdotesse. la religione che il Leader ha eretto in questi
luoghi vede la natura come Madre e come tale, venerata e
temuta.
Ma mai come un Dio delle religioni che schiacciano il mondo che ancora
continuano. Voi non avete il diritto di dire alla gente cosa deve fare,
penitenze, digiuni, punizioni, prove di pentimento... ma dove siamo, al
periodo dei crociati? nedl medioevo? Siete impazzite? Se voi vi ergete
a migliori degli altri per i vostri doni, sono fatti vostri. Non
permetterò mai che si devii la mente della gente con
fantasticherie religiose portandoli a credere all'idea dell'anima
salva, inferno, restare bloccati e non vedere il tunnel di luce... Che
cosa avete nel cervello, criceti zombie? Voi avete dei doni non per
dire alla gente cosa deve fare pena questo o quello, non avete il
diritto di spingere la gente con promesse sull'Oltre dicui secondo me
sapete solo il poco che vedete, sentite e simili... potete avere i doni
che volete, ma mai, MAI, permetterò finchè
vivrò,
altri comportamenti che si addicono più a preti e suore che
a
voi. Le muse parlano di ciò che compete il loro Dono, PUNTO!
Nessuna influenza, nessuna spinta a vite virtuose e cazzate che portano
solo la gente alla follia mistica. Ho spalleggiato Milan per la sua
religione perchè continuasse l'idea che le cose..."
"A che serve essere dotate di Dono, avere una posizione come le Muse
per la religione e la vita qui di tutti senza indirizzare la gente che
ha bisogno, verso la risposta!"
Lia spostò solo gli occhi verso la sorella che aveva
parlato,
riscontrando nel suo tono offesa e fastidio. Così si
giò,
sempre con compostezza e classe, e si avviò verso di lei,
che
stava nella parte stretta, come a capotavola. Quando le disse, vicina,
-sorella...- e questa le chiese -cosa?-, Lia mollò
uno dei suoi soliti ceffoni in pieno zigomo ma con il dorso
della
mano, colpendo con le nocche, facendo schiantare la donna
più
grande di età di lei, quasi sul tavolo.
Le altre sorelle si alzarono, ma senza fare niente.
"Non osare affermare cose di cui potresti pentirti, se accade qualcosa
di male a chi vi ha consultati... le credenze religiose possono fare
molto male, cara sorella, e questo lo ben sai, visto che vi ho sempre
chiesto di cancellare quel che vi hanno incultato da piccoli. La
religione cristiana o cattolica così come le altre nel
mondo,
tranne quelle tibetane, sono un foruncolo fastidioso che fa male ma no
nse ne va. E porta solo schifo nelle menti umane. Storie unite a cavolo
come un patchwork che prendono racconti babilonesi e mesopotamici, con
storielle che hanno ricreato e mischiato dai duecento a quattrocento
anni dopo l'anno zero, l'opposto dei testi apocrifi che io reputo per
ovvie cose, più reali e veritieri. Il LIIBBRROO che si
ritiene
pozzo di verità e ricchezze sacre e sprituali non sono altro
che
finzione. Sarà esistito un santone come Gesù,
sapete
quanti ce en sono ed esistono ancora che affermano di essere santi,e
la gente li segue e hanno il loro piccolo regno sulla terra?
Ma
è anche vero che quel libro porta cose terribili e
terrificanti,
concetti e comportamenti da bestie e atte a portare il peggio dietro il
nome di un dio. Tutte le belle cose che dicono ci siano in quei testi,
sono falsi perchè sono l'opposto dei rotoli ritrovati, ma no
nsolo. Se quel santone che è diventato nucleo di una
religione
era un positivo e tutto ciò che posso intendere anche io
positivamente, così non è la religione che, se
è
vero, vi è nata anche se la storia di questo messia
è
identica a due dei, uno indiano e uno egiziano, un tizio realmente
vissuto e di cui si hanno prove e altre leggende secoli prima l'anno
zero. Ma anche quando è esistito proprio quello ed era solo
un
uomo che voelva portare un pò di umanità nello
schifo
della bestialità di allora, il libro che tanto di innalza
è immondizia. Porta solo male e sebbene non andrebbe letto
che
alla lettera e non interpretato, puntualmente gli idioti portano lo
schifo facendo questo. E collocando le loro cazzate apocalittiche e
sporche intorno a loro, portando male. E ancora, noi con la religione
che il leader ha creato, cerchiamo di insegnare qualcosa di superiore!"
"Sappiamo bene come la pensi tu..." fece acida una delle sorelle
" Ne sei sicura? Non mi sembra dal vostro operato. Il vostro compito in
quanto Muse è non quello di dire agl ialtri cosa devono fare
ma
impiegare per il bene i vostri doni e indicare cosa sentite, avvertite
e tutte le cose sono i vostri doni. Io non ho nulla del genere e il
vostro amato Leader mi ha chiesto di presenziare per altri motivi
suoi... ma voi non siete bacchettanti preticelli, ma come...
traduttori, mettimola così. E poco tollero chi pensa di
saperne
di più spingendo la gente a cambiare le cose senza reale
motivo..."
"ipocrita, sorella"... fece un'altra "tu stessa da quando sei giunta
ben prima di noi qui, ha cambiato la realtà delle cose
perchè fosse come tu volevi che fosse..."
"cagna!" sputò Lia "osi affermare ciò
giudicandomi? Tu
non eri qui quando sembravano cavernicoli con tute e divise militari.
Le cose che combinavano da far paura e tremare solo per le infezioni e
le malattie. Tu non hai visto il brulicare di insetti molesti su di
essi, le condizioni di molti ambienti comuni, come mangiavano e
vivevano. Si erano adagiati a una vita spartana, ma non militare. I
militari normali di norma sono visti come avvezzi a regole e gradi,
consdizioni prestabilite da rispettare al secondo, meglio di un
orologio svizzero e impeccabili. Invece erano secondo i fatti loro in
un accampamento all'aperto avendo un edificio principale e gl ialtri in
allestimento. Igiene e pulizia secondo come avevano vissuto di stanza
nei posti dove erano stati. Dormivano si può dire
abbracciati
più a bottiglie e mozziconi, lenzuola sfatte e sporche e
animali
che giravano intorno, che un ambiente che rispecchiasse chi voi
idolatrate. Si, mie sorelle, voi che mi occhieggiate in tal maniera,
non sapete come era prima qui, perchè le donne sono giunte
grazie a me. Non sareste qui, ma chiamate al bisogno solo per le feste
se andava bene. Io da civile prima ho visto mancanza di igiene e
di rispetto. Quegli uomini prima preparati come militari e
poi
gettati in ambienti di guerra per anni, sono diventati capre zozze e
rozze, molti non avevano neanhce finito la scuola, erano solo mutati in
mezzo a paesi in guerra e indietro ormai rispetto alla
civiltà
che conosciamo, al livello dei campagnoli, in tende usate da centinaia
sia in gruppo che a rotazione, servizi igienici alla cavolo,
comportamenti da cavernicoli. E mi sto trattenendo da ciò
che ho
visto. E non conoscete il vero lavoro di questa organizzione..."
"Sono militari, molti provengono da luoghi in cui Dio è non
dimenticato, ma di sicuro invocato invano..."
"Ancora con questo DIo..." fece Lia sbattendo i palmi sul tavolo,
protendendosi verso il tavolo per indirizzarsi sull'altra sorella che
era intervenuta "Tu puoi essere stata orfana, aver vissuto con le suore
di sto cavolo e aver avuto come tutti il condizionamento sociale... ma
non permetterti più qui, come Musa, tra tue sorelle, in un
ambiente dove DIO è la NATURA... di portare altre credenze
che
hanno solo rovinato l'uomo. Tutte voi fate le saccenti, so che volete
camminarmi in testa, perchè ritenete che io senza doni ne
capacità non debba essere tra voi. ma è
vergognoso come
io tra voi, l'unica non dei vostri, debba richiamarvi alla ragione
mentre ve ne andate in giro a fare le sacerdotesse e gli oracoli del
cazzo. MI state facendo incazzare e avevo chiesto che fosse un dialogo
decente tra sorelle. Ma voi vi siete impuntate per la vostra carica a
essere più degli altri. Ecco perchè sono contro
le
posizioni di potere e importanza senza preparazione come dico io! Il
potere obnubila la mente... vi dirò una cosa, per un
commento
che avete fatto istanti fa. Ho accettato per i loro sogni, desideri, ho
acconsentito di sostituire quei due nelle mansioni che dovevano essere
loro e di hci era capace e me ne sono presa le
responsabilità.
non cè potere, non cè posizione, non
cè grado
senza la responsabilità che ne consegue, peggio se si ha
sulle
spalle tante persone e un'organizzazone dove chiave è il
funzionamento come un orologio di ogni settore. Quello che conscete
sarebbe la sezione anteriore a campo profughi, animali, puzza, casino,
gente che si faceva i cavoli loro con livello di civilizzazione tornati
indietro di cento anni. Quello che Alaric e tutti quelli che mi sono
andati contro, comprese voi, non capite, è che il progresso
è impossibile senza il cambiamento. Il Cambiamento che i
vostri
amati leader vogliono fare deve avvenire ma partendo dalle basi, se non
vi è tra voi il cambiamento, non può operare
anche fuori.
E la storia umana ne è testimone. E andandomi contro, siete
tutti avversi ai desideri di quei due. Io sono solo un'amica che ha
deciso di prendere a calci gli scemi e iniziare a cambiare da qui a
qui, partendo dagli ambienti" disse con astio puntandosi con l'indice
il cuore, poi la tempia per intendere la metne e poi verso l'ambiente
esterno "CHi non è in grado di cambiare idea non
è
altresì in grado di cambiare nulla. E voi che vi atteggiate
come
preticelli e suorine con quegli atti che vi hanno insegnato, riportate
tutto indietro. E per non parlare dei sogni e desideri. Dai piccoli ai
grandi, come il Cambiamento che quei due vogliono. NOi e loro, possiamo
tutti creare e costruire il luogo e il mondo più
meraviglioso
che sia possibile ergere nella mente umana usando il cuore dell'uomo,
ma servono sempre le persone perchè tale sogno o
desiderio
diventi realtà. E per farlo è necessario che vi
siano le
persone giuste, perchè a far cadere il sogno come u
ncastello di
carte, bastano quattro sceme, le stronzate religiose e la gente
boccalona e tutto va nel water. QUindi non venitemi a dire che sono io
la prima a sfasare le cose con cosa voglio o come vvedo io
perchè ho portato consocenza e studio, igiene e pulizia, ho
rimesso in piedi regole e leggi di condotta e comportamento in vari
ambiti. Senza queste saremmo animali, ma cosa ve en frega, basta che
sparpagliate ai deboli che vi ascoltare le cavolate religiose su come
essere virtuosi in questa vita così che le loro anime
troveranno
l'imbuto di luce per essere sparato non si sa in quale chilometro
d'atmosfera per incontrare il tizio barbuto che ci muove come
giocattorli o in the sims. Guardatevi, stringete le labbra offese e
ancora non vi entra in testa il mio discorso, anche parlando in
linguaggio volgare. Mi fate solo pena!"
"Noi non facciamo altro..."
"Cosa... Cosa, sorella, raccontami. QUale cagate delle tante che avete
detto che è indottrinata fin da piccoli da quella religione
ha
realmente aiutato quella gente? E che ha mostrato il lato delle cose
che io e il leader vorremmo portare? Esiste per ora, attualmente mentre
parliamo, una cazzo di vita che fa schifo dall'inizio alla fine proprio
per colpa della religione che continate a propinare che ha portato
l'umanità indietro per le stronzate morali che convenivano a
loro. Oh, però, i preti poi lo schifo che fanno che
è
esattamnete cosa negano agli altri. Loro che hanno giurato d'innanzi al
loro dio! E questo non fa pensare nessuno? non porta nessuno a
chiedersi -ma se i preti osno i primi a fare cose come sesso, droga,
alcool, arricchimento sia in denaro che in immobili e beni materiali,
loro che non dovrebbero averne... se lo fanno loro, allora tanta
verità in cosa propinano non deve esserci...-. E il DIo a
cui
hanno giurato ogni cosa, dovè per saettarli con rabbia sul
culo
al primo sbaglio? COme mai i grandi delinquenti di organizzazioni
fastidiose e pericolose, e che sono però religiosissimi, non
vengono puniti dalla rabbia divina come detto nel LIIIBBRROOO! gaurda
caso cosa dice il libro non avviene in nessun modo da quando io come me
attuale, esiste. Quindi smettetela per cortesia con le cazzate. Siete,
qui, Muse. Avete compiti e incarichi da svolgere per utilizzare per gli
altri i doni che avete ricevuto DALLA NATURA. Anche ammesso come dite
voi che esistono cose al di là del mondo materiale, e sti
cazzi!
Si vive qui, adesso, il dopo va considerato per il dopo. In questa vita
concetti e questioni morali non devono essere dati e valorizzati dalla
religione. Un individuo umano che no ncapisce questo e non sa
riconoscere bene e male o il modo per vivere tra umani, non
è
umano. E' una bestia. Punto. E tra l'altro, per me, cosa ho fatto
nell'organizzaizone, lo considero una cosa bella. Chi sa vedere le cose
belle è perchè ha la bellezza dentro di
sè. Finito
questo e mettendo il punto sul fatto che cosa io ho obbligato,
perchè alla fine ho dovuto obbligare e non me ne pento,
è
il giusto e il minimo del vivere tra altri. Altrimenti se volete fare
le stronze e con voi chi vi ascolta e stare tra gli altri facendovi i
fatti vostri... andatevene a fare gli eremiti da soli e non cagate il
cazzo in un ambiente con altre persone. Il rispetto deve essere per se
stessi ma anche per gl ialtri, se non interessa là
cè la
porta e andate e farvi fottere nel vostro mondo da stronzi del cazzo.
Chi non vede il buono delle cose che si fa per tutti, quelle giuste e
per migliroarsi, è solo un imbecille. E mi sto limitando..."
"Quindi tu rifiuti Dio..."
"Sei un Musa, porcocazzo, sono cinquanta volte che solo in questo
circolo di adesso lo dico e ancora continuate con questa parola. Se un
milione di persone crede ad una cosa idiota perchè lo fanno
crescere ritedendogli che qualcosa osserva e giudica e
punisce
male e decide lei per noi su tutto, beh, la cosa non cessa di essere
idiota e portatrice solo di male. Secondo il libro del cazzo che ti
costringono a credere, tutte voi siete come streghe che usano poteri
demoniaci per fare e vedere cose che solo Dio o suo figlio
può
NOn è forse vero che avete sofferto per questo fino ad oggi?
NOn
credute, viste negativamente e trattate come figlie di satana e
sbagliate... e ancora cadete nelle trappole di quella
società!
Mi fate solo pena! Dovete dimenticare se volete continuare ad essere
Muse, ciò che hanno cercato di inculcarvi perchè
sporca
solo il vostro dono. NOn è detto che le risposte che vi
hanno
dato siano quelle giuste e corrette, così come le tradizioni
non
è detto che siano giuste perchè -tradizione-. E
per
tornare alla morale io come il Leader, crediamo nell' -onore- e
-dovere- o onore e obbligo per un giusto e corretto
ambiente umano. Si può considerare il termine virtuoso che
tanto
amate solo e quando si parla di considerare la libertà come
importante finchè non tocca quella degli altri, che si
consideri
sopra solo se stessi anche il nucleo in mezzo a cui si vive e si
comprenda l'empatia e la vicinanza tra umani. I peccati di cui tanto
parlate e di cui presentate lista di cazzate alla preticelli, da noi
non è così. Errori e sbagli se non voluto possono
capitare e in alcuni casi fanno parte della crescita della persona,
sempre che non siano grossi. E se si accumulano si deve comprendere il
valore e l'esistenza stessa della vergogna per i misfatti commessi, e
deve essere totalmente volontario il senso di comprendere l'errore,
accettare di aver sbagliato e voler pagare per ciò che
è
stato fatto. Compredere di avere responsabilità non
significa
come nella bella società da cui veniamo scappare e
nascondere il
misfatto così da non pagare e aver macchiato il proprio
nome.
Per espiare la vergogna di un errore si devono seguire dei punti,
indicati nelle regole. Accettare di aver commesso l'errore o qualsiasi
cosa commessa, il voler riparare alla cosa e presentarsi agl ialtri per
sapere cosa ne pensano e sistemare la questione tutto il gruppo.
Può sembrare complesso questo sistema d'onore ma non lo
è, è semplice più delle cazzate da
religione.
Dietro errori e la comprensione di averli fatti vengono
obblighi
verso gli altri o se stessi. Solo chi commette l'atto può
conoscere il grado di vergogna di quanto commesso e l' obbligo sia per
se che per gli altri di cancellarlo e risistemare la cosa.
Può essere soddisfatto accettando volontartiamente
e senza
paura o tentativi di nascondere le cose il giudizio, qualsiasi sia ed
eventuali punizioni, dall'eseguire lavori vergognosi o banali ad altro,
deciso da tutti. Più il peccato o errore è grave,
più dura o vergognosa la punizione deve essere ma sempre con
l'idea che affrontarla dimostra agli altri che si è compreso
e
si accetta di pagare. pagando e dimostrando agli altri di essere
persone e umani migliori delle bestie che nasconodo i misfatti e
considerano solo le apparenze, si ritorna alla condizione di prima e
tutti dimenticano la questione, sempre che non si ripresenti
continuamente, e non esiste macchia o errore, a meno che non sia
volontario o con condizioni in cui la perosna ha voluto farlo per
cavolate, che danneggi il gruppo. Reponsabilità, senso di
onore,
accettazione, considerazione degli altri e degli errori, forza d'animo
e niente paura nel guardare negli occhi gli altri e affermare -io ho
commesso un errore, ditemi cosa pensate e decidere e lo
accetterò, per tornare di nuovo in mezzo a voi come prima e
meglio di prima- e via dicendo... e voi invece continuate con le
cazzate sulal paura che l'anima non trovi la lucetta da notte prima che
si perda... andiamo, cazzo!"
"Voi cosa ne dite, Leader?" domandò una sorella all'ombra
che
era rimasta in silenzio come sempre. Dorde non si mostrava mai ma era
presente come ombra e voce, seppur a molti sembrava modificata.
"Il senso di onore e dovere è stato illustrato come anche io
lo
considero. Molte cose che vostra sorella ha detto sono corrette. Noi
rifuggiamo dalle religioni che hanno preso piede con la forza e la
sofferenza per incatenare la gente dietro la paura per il dopo.
Consideriamo il concetto di religione diversamente, così
come
pene e punizioni collegate all'attuale vita. Noi non viviamo per
pensare a come e dove saremo da morti, ma perchè questa vita
valga ogni singolo istante e che la morale, ad esempio, esista e valga
al di fuori della religione. Che l'essere umano si elevi, non cada
continuamente nel peggio dell'umanità. E per fare
ciò,
dobbiamo cambiare. Partendo da noi. Anche la Strega Veròna
è nata come pedina per spingere le persone a ragionare e
cambiare, da dove ella può cominciare. Ma quanto
è buona
e caritatevole, tanto è terrificante e senza
pietà.
Alcuni testi che usiamo negli incarichi lo recitano. Stolti, radunatevi
sotto i suoi simboli possenti di potere. Venite, con le trombe del
lamento che echeggian fino al cielo. Date fuoco alle corone d'ortiche e
offritele sull'altare del destino per purificare il vaso dei peccati.
Dal profondo luogo oscuro compare la Strega blu. Stringendo i simboli
del potere ella guida e amministra. Bastone per guidare il suo popolo,
e flagello per sfamarlo. Onore e dovere insegna per elevare l'umano. E
vi darà i suoi favori capricciosi in dono o punizione. Fra
poco
verrà il giorno del giudizio Invocate il suo nome,
con
omaggio, odio e ammirazione. Ella guida e accompagna dove le preghiere
tardano... la nostra religione è legata alla natura, terra e
cielo, gli elementi e le leggi naturali che li governano. Noi non
prendiamo elementi da altre religioni, quelle attuali nascono
così, staccandosi da quella ebrea antica per divenire quello
che
conosciamo. Noi v eneriamo qualcosa che ci circonda e merita rispetto
come protezione. Deve farci paura nella misura giusta, non per il dopo.
" mentre Lia mormorava infastidita qualcosa che non sembrava giunta
nelle orecchie delle sorelle ma era -che faccia di bronzo-
"Se voi diffondete gli stessi concetti delle altre religioni,
non
avete senso voi come Muse per come vi abbiamo vestito come soggetti con
doni che fungono da ponti, consiglieri senza obbligo di seguire le
parole, veggenti..."
"Tutte cose che voi dite di essere, mentre i vostri doni non sono altro
che ciò che in quelle religioni si chiama diavolo. O
sbaglio?"
fece Lia interrompendolo "Continuate così' e vi caccio a
pedate
nel bel mondo là fuori che vi sputava in faccia. Ve lo
faccio
dimenticare il senso di ebrezza data dalla posizione che pensate di
avere facendo come i preticelli e le suorine. Finchè io ci
sarò, mai permetterò che la gente sia influenzata
nella
vita in tal modo. Il mio compito è stabilire regole e
comportamento per l'organizzazione su pulilzia e salute,
organizzazione, gestione , controllo che tutto funzioni e tutti
svolgano i loro compiti... al massimo ho preso a cinquine per il
bullismo, nonnismo, stronzismo e comportamenti sleali, vergognosi
contro gli altri... è nei miei ruoli, mie care sorelle, ma
non
vado a fare oppressione moral-religiosa mettendoci in mezzo i diauli,
paradiso e inferno, tutte le cazzatine religiose che non insegnano
niente, perchè quello che ti mettono in testa è
questo.
Dio ti fissa e giudica, e ti sbatte inferno o paradiso a suo
piacimento. Che se preghi potresti avere miracoli che però
guarda caso di solito sono fatti dalla medicina! Che i santi fanno le
veci minori magiche di dio e che se si segue le scritture e si va a
messa, si è brave persone. -Oh, guarda tizio, che bravo
amicone. Saluta sempre e va sempre a messa, un bravo cristiano!-. E
poi sono feccia e sappiamo come. Voi stesse nelle feste sia della
religione per cui siete le Muse che in quelle che concediamo, siete
state testimoni di ciò che la gente ha dentro e non
cè
religione che tenga che possa educare e formare al meglio senza la
paura! Io farò il mio lavoro, e me ne fotto se pensate che
io
faccio cosa voglio e voi siete poverelle incatenate ai compiti che NON
dovreste sforare... voi fate il vostro che veramnete vi
compete,
con la cortesia, sorelle, di comprendere uil lavoro fatto da me e quei
due per portare il vero senso della morale e umanità senza
cazzatine religiose che voi dovreste dimenticare. Siete ponti con dei
doni con L'Oltre, non serve di Dio. Ve lo ricordate?"
"Si sorella" fecero quasi in coro fredde, gelide con rabbia perfino
"tuttavia resta la mia perplessità, come è stato
detto,
tu amministri anche la parte morale e di gruppo dell'organizzazione, e
svolgi dei compiti simili ai nostri..."
"No, sorella cara, io non faccio impicci con parole, richiami,
collegamenti religiosi perchè la gente si comporti bene e
sia
umana. Io faccio spiegazioni, porto confronti che pure i bambini
comprendono, io descrivo e commento le cose perchè abbiano
un
senso. Non metto in mezzo gente trasparente che spia e giudica e
dà regali a modo loro o ti trascinano come anima in braccio
a
Satana o Lucifero... la gente ancora li confonde...! Ad ogni modo che
io do due sberle se qualcuno fa cazzate contro le regole o facendo del
male agli altri, peggio se voluto per stronzaggine, è mio
dovere
in quanto sostituta di Milan... non vadoa dire a loro -tu
credi, sei religioso e fai queste cose?-. No, no sorelline... io
vado da lui o lei, perchè è per me se voi
portatrici di
utero siete qui, e lo corco di mazzate se scopro che ha agito da
imbecille e con cattiveria a discapito di altri. Gli faccio un sedere
così invece, e a modo mio, perchè comprenda con i
suuoi
occhi e comprendendo davvero, cosa ha fatto e perchè
è
stupido e vergognoso... non metto paura su anime che piangono vaganti e
spiritelli cornuti che fanno cattiverie e punzecchiano i culi coi
forconi... chiara? O devo essere più esplicita
perchè
come oggi, si finisca questa questione? Non è la prima e
temo
non sia l'ultima e inizio a stancarmi. Abbiamo accettato che si
tenessero le loro religioni ergendo chiese e moschee per loro con veri
preticelli e ...gente che dice di fare le cose epr Dio... e tr al'altro
come le streghe che richiama il suo potere... patetico! ma oltre questo
abbiamo salvato antichi edifici mezzi distrutti dalla mano distruttrice
degli idioti e spostati qui, ergendo cosa ora è la casa de
loro
dio... io sono contro le religioni perchè la gente si presta
dietro una tonaca o libro, a dire di comprendere quei testi che non
vanno rielaborati a piacere, e parlare e agire per quel Dio. Dicendo
agli altri che cazzo fare delle loro vite, negando e togliendo DIRITTI!
E ora basta, sarebbe lunga la questione ma non ho voglia alcuna di
vedervi ancora tramare per fare le stronzate che non sono per voi, non
sono nella vostra figura... e la vostra idea di convertire alla nostra
religione le genti perchè siano a noi legate di
più
così che Milan abbia monopolio... fatevi una sporta di cazzi
vostri!!!" disse scandendo con forza in italiano nell'ultima frase. Se
prima aveva aggiunto presa dal discorso qualche parola in italiano tra
l'inglese, l'ultima frase era carica di odio. "so benissimo che tra voi
non mi volete, ma voi siete delle figure che si comportano al contrario
di ciò che dovrebbero essere e questo non va bene.
perchè
altrimenti vi sbatto fuori e ve ne andate in un convento o in qualche
setta del cavolo. Sono stata chiara o devo incazzarmi di
più?"
"Tuttavia, sorella, le persone ci chiedono cosa fare, vogliono una
guida, un..."
"Potete consigliare, indicando che devono essere loro a decidere se
seguire o meno, senza mettere in mezzo la religione in termini di
cristianesimo o le altre. Semplice. Voi che avete questi doni e dite di
comprendere certe cose, di saperle, sentirle, vederle e tutto
ciò che vi è possibile... se voi parlate,
consiglaite e
spingete la gente a seguire i classici consigli religiosi, non abbiamo
fatto neinte..."
"..." il silenzio tra le sorelle divenne pesante, accompagnato dalle
loro occhiate l'un l'altra
"Ho capito..." fece Lia alzando il mento e incamminandosi verso la
porta "è chiaro che in questo sporco mondo non ci
sarà
mai nè un posto per me, nè persone che
comprendono le
cose senza sbattere la testa nel loro becero quadrato mondo fatto di
confini. In nessun luogo e in nessun gruppo vi sarà posto
per
me, così come alcuno ha avuto come faccio io la gentilezza
di
ascoltare me, le mie parole e cosa pensavo e nemmeno di scendere di
superiorità e mettersi al mio livello... e queste persone"
disse
rivolta a Dorde "che hai voluto mettere con tuo fratello come aiuto,
supporto e guida per ciò in cui credete, non sono altro che
come
i preticelli e gl iscemi che tento dicambiare. Ma non capiscono. per
loro le cose sono quelle, loro devono fare come hanno fatto quelli
prima di loro, decidere, governare, dire cosa devono fare per
ciò che sanno. A che cosa serve una congrega di sorelle e
queste
riunioni se la pensano tutte uguali tranne me? Vogliono fare le
sacerdotesse del cazzo? bene amico mio, ecco le tue nuove Fiamme
cerulee. Io mi spoglio di ogni incarico, vestirò solo i
panni
che mi sono noti di Veròna e solo ciò
resterò.
Continuerò ma da lontano e con pugno duro a lavorare al
vostro
posto, visto che volete fare le cose ma i lavori sporchi li lasciate
agli latri, mentre voi fate quelli di chi preferite, e tenetevi questo
mondo sporco che continuerà ad esserlo. Se non cambiano la
metne
e il cuore delle persone, comprendendo gli sbagli, io che cosa ci sto a
fare? niente... viaggerò e Veròna
camminerà
tramite me e sarà il solo incarico dove io farò
cosa
voglio. Tu e Milan fate il cavolo che volete. Tenetevi le Fanciulle,
che hanno un senso alla fine, ma non loro. Da reiette e negative per
tutta la loro vita dalla società sporcata dalla religione
che le
addita, a copie viventi di quella feccia... lascio le cose a te, tanti
cari saluti Dorde..."
"Lia aspetta.... pensano che..."
"pensare? Per loro la gente andrebbe portata alla vostra nuova
religione, che io comprendo e accetto, ma senza forza, senza influenza!
Spingono la gente a pentirsi e sentirsi in colpa anche per aver vissuto
qualcosa in questa vita di disperazione, e io so di cosa parlo ed
è per questo che sono gentile con chi vuole vivere certe
cose ma
loro stanno portando lo schifo di là fuori qui dentro. Che
facciano cosa vogliono, ma chi le segue ed è come i seguaci
dei
preticelli me li mangio a colazione e me ne fotto se sarò
cattiva o altre cose... quest avolta sarò la stronza ma con
le
mie regole. Quindi che giochino loro alle sacerdotesse iper potenti e
sapienti e la gente a farsi schiavizzare. Ma dovranno passare contro di
me se capita qualcosa... e ora mi preparo. Partirò
così
non starò in mezzo ad altra gente feccia che mi vede solo
come
stronza e rompicoglioni mentre sguazzano nella melma distruttice come i
maiali..."
"Lia..."
"Io non abbozzo! Io non accetto! Io non mi piego! NOn
accetterò
mai questo mondo dove tutto non cambia, dove lo schifo non muore e gli
stronzi ballano sulla testa della gente. Dici che io sono meglio di
loro perchè anche senza Doni lavoro come cavia per il bene
della
gente? Che si tengano il loro bel potere di religiose del cazzo! Io non
permetto loro di vincere, così come a nessun altro. Saranno
loro
a ballare con le mie regole e da ora che sarò
fuori dalla
vicinanza di chiunque tornando sola come fu dopo aver mandato a fanculo
Rò, Zay e Ric... vi farò vedere io chi
sarà il
vero e nuovo Dio di questo mondo..." fece contornata dalla luce che
giungeva dalla porta come una minaccia
"Mi fai parlare?" fece Dorde come se rimproverasse qualcuno con cui
aveva un dialogo e non un superiore
"Vi lascio campo libero, fate che cavolo volete. Io starò
tra me
e me medesima, come nella vita precedente, sola per i cazzi miei come
tutti vogliono, visto che non ho posto o altro tra gli altri e non
esiste l'inclusione con i diversi come faccio io e dopo tanto sbatti
che ho fatto! tante care cose con i tuoi casini e salutami tanto David.
Buon lavoro con tutto senza di me e ci sentiamo solo per il test. E'
stato un periodo breve e intenso e ora mi butto solo sui fattacci miei.
Ciaone!"
"Lia, loro possono..." vedendola voltarsi irata e pronta a uscire
"Benedetta ragazza!" mormorò furioso
"andateaffanculotuttiquantichemannaggia..". avviandosi oltre la soglia
con rabbia, andandosene a passo svelto mentre le sorelle non si
alzavano ma si fissavano e Dorde se ne usciva per la porta dietro il
paravento che usava per non farsi vedere.
Un'ora dopo
Alle gradinate vi si stava per svolgere una festa. Molti uomini erano
seduti o in piedi sulle gradinate, mentre altri trafficavano nella zona
centrale, intorno a tre tavoli pieni di cibi e bevande. A presenziare
vi era Alaric, che venne raggiunto da Jd e gli altri.
"Alaric, siete pronti? Non ti sembra di esagerare?"
"Esagerare? E di cosa, ci hanno acconsentito di fare festicciole,
dobbiamo festeggiare varie..."
"ma erano consentite se avvisavi con i moduli..."
"E sti cazzi come dice quella pazza. E' una festicciola tra noi. Non
siamo militari come nelle basi normali, siamo una Comune, corretto?"
"Ma ci sono i capoccia per un motivo..." fece Bryden per poi ritirarsi
dall'occhiata di Alaric
"Ragazzino, stai al tuo posto. E' solo una festa. Ci divertiamo,
puliamo tutto e nessuno avrà da ridire..."
"E lei lo sai?"
"Jd, quella pazza peggio di noi e ce ne vuole, non può
rompere
le palle solo per una festa tra noi. E che cazzo, Milan dice che siamo
una Comune, tutti amici e fratelli e militari per lavoro... ecco qui!"
disse aprendo le braccia per abbracciare la zona con i tavoli e le
cibarie.
"ma che bel momento di festa..."
Tutti si voltarono vedendo Lia che fissava in giro, era ferma, braccia
conserte, una gamba più avanti dell'altra, espressione
serie,
quasi scocciata. Tutti gli uomini si spostarono sulle
gradinate.lasciando i veterani e qualcuno al centro. Lia
fissò
negli occhi Alaric per poi guardarsi intorno e avanzare, per guardare i
tavoli. Uno più in fondo di fronte lei e due più
vicini e
laterali. Alaric iniziò a lagnarsi affermando che era
un'intrusione ma Lia non disse niente finchè non
andò al
tavolo messo di fronte.
"Cosa cè, dopo le cose che freghi in dispensa, vuoi rubarti
anche cosa abbiamo preparato per noi? Vuoi servirti per ripicca?"
Lia, sempre con le braccia conserte, le lasciò andare contro
i
fianchi, fissandolo come se stesse pensando -stai parlando con me
prendendomi per il culo?- restando laterale, di profilo, ma con il
viso verso di lui.
"Caro Alaric, tu stai dicendo che cosa tu e tutti quanti usufruite
grazie al favore che ho fatto al vostro amato leader e che non
volevate, sia dovuto? Che io senza ricevere richiesta di fare una festa
con tutti quelli non di guardia e occupati in mansioni, qui, non venga
almeno ad auguare una buona festicciola? Sono uscita due ore fa dalla
congrega delle Muse e ho già rassegnato le mie dimissioni da
Musa e tutte le figure che Milan voleva che occupassi, lasciandone solo
una. Oltre che decidere di continuare ad aiutarlo perchè se
non
l ofaccio io, chi?... da lontano. Perchè siete una massa di
misantropi coglioni e teste di cazzo, omofobi, maschisti e stronzi fino
al midollo. Adesso vi sentite una Comune? Strano, prima del mio arrivo
eravate un'accozzaglia di fessi che continuavano a vivere come
accampati a vita come facevate nelle zone di guerra, ognuno per se, e
che dio pensi a tutti... e ora mi dici che siete tutti legati, tutti
fratelli da condividere i pasti senza i vecchi gruppetti isolati, o
soli come orsi, festeggiando insieme come se tutto fosse
così da
sempre? nessuno mai come nella vita precedente che mi abbia
ringraziata, mi abbia detto due parole per tutto
ciò che
ho fatto... e lo so che da militari imbecilli che erano in disaccordo
con colleghe donne solo perchè le femmine sono meno degli
uomini... non cambieranno facilmente! Ma ho già mandato a
fanculo le stronze che si sentono sacerdotesse tutto loro di sto cazzo,
che facciano cosa vogliono, non è quello che volete anche
voi?
Chi sene frega delle regole, sono per bimbi scemi. CHi se ne fotte di
leggi e comportamenti UMANI da seguire perchè non si finisca
come le bestie nella società là fuori...! E io
che
speravo sinceramente, veramente, che almeno molti di voi che hanno
vissuto tutto lo schifo e l'orrore umano in ogni sua forma... non so,
potesse cambiare, mutare visione delle cose comprendendo il
perchè dei regolamenti e comportamenti che ho messo,
accettati
in toto da Milan poi... e invece eccovi, a prendere beni per i vostri
scopi mentre prima mangiavate l oschifo, prima di questo che
cè
su questi tavoli, vi cibavate di schifo inscatolato da scaldare o carne
o derivati che facevate in modo schifoso ma va bene, un pò
di
merda là, mani sporchè qui... cè
più gusto!
Ricordo ancora i primi giorni in cui ho buttato in una stanza quelli
che avevano gli schifi che si muovevano addosso... tutto bene, tutta
natura! ognuno si faceva i cazzo propri o del loro piccolo gruppetto,
fanculo gli altri. Barbiere e tutto risistemato? Perchè, i
cessi
fatti di secchio e tavoletta sopra era ottimo! E invece eccovi, puliti
e profumati da barbiere, massaggi, docce e bagni funzionanti, amichette
che avete per gli accordi con Madame e ancora questo ben di dio che
prima ve lo sognavate, lasciando abbandonata la cucina! E io non dovrei
dire neinte? A chi avete chiesto l'autorizzazione per fare la festa?
Per chiedere di cucinare ai cuochi? A portare qui tutto?"
"Fanculo, stronzetta. Ti senti migliore per cosa, aver reso questo
posto come piaceva a te? Hai detto tu stessa che accettare e
comprendere i cambiamenti era giusto, e se lo facciamo... cosa mi
guardi così? Io non ho niente da chiederti, sono un
Capitano.
Non ho nulla da richiedere, idem come sopra. AL massimo io posso andare
da Milan, tu sei solo la cavietta che rompe le palle con regole e
cazzate. Adesso sembriamo come in un istituto dove cè la
fila
per le cose, si lava e pulisce ogni minuto, tutto va registrato e
segnalato... ma cosa pensi che siamo? Siamo militari per ciò
che
abbiamo accettato di fare per sostenere il piano di Milan, ma come dice
sempre lui siamo una comune. E viviamo come persone..."
"Non so se questo tuo discorso è una presa per il culo o
vuoi
fare come le Muse discorsi per accaparrarti i consensi di chi ti
segue..." gli disse senza muoversi
"Tu non sei una di noi, non sei neanche una militare. Ti abbiamo
insegnato le basi ma con quei polmoni che non vuoi curare non andrai
lontano, ed essendo cavia Milan non ti permetterà di essere
membro di un gruppo... non che vorremmo comunque. Saresti capace di
fare la capa sempre e comunque rompendo le scatole o facendo di testa
tua. Tu fai ciò che Milan non vuole fare, basta! Sei utile
quanto basta perchè Cark sia rimproverato per un errore o
qualcosa che non ha fatto nelle sue mansioni o... Fred finisca con
cinque dita in faccia e con una lavata di capo per aver detto a uno dei
nuovi che era una fichettina! Andiamo, sei utile quanto la segretaria
di Milan..." rispose Alaric con un sorriso mentre Jd gli strattonava la
spalla dicendogli -non continuare, basta-.
"Mh!..." fece solo lei, finchè non se ne uscì con
un
sorriso così cattivo da stronza che Alaric la
fissò
stranito e Jd e Lubo si fermarono dal tirare via l'amico.
Lia alzò il mento, con il braccio destro che era
perpendicolare
al tavolo prese il bordo e con forza sollevò il piano
facendo
ribaltare il tavolo all'indietro, facendo scivolare e poi cadere ogni
cosa sopra finendo sul terreno.
"Che cazzo faI!!" urlò Alaric ma Lia fece qualche passo
verso di
lui mentre questi sudava, per poi andare al tavolo che aveva prima alla
sua sinistra.
Lia vi si parò davanti e con la mano dritta, con il dorso di
questa spostò a terra da sinistra a destra tutto
ciò che
cèra nel tavoloi, senza apparire rozza o volgare, ma con
grazie,
fissando però Alaric negli occhi.
"Mi avete rotto, a me, i coglioni che non ho! Siete come gli stronzi
là fuori, quelli che dovremmo salvare da certe cose negative
e
che vorremmo cambiare. Voi non cambierete, basta solo vedere come vi
comportate con me. Io fra poco me ne andrò. Manca una
settimana
e qualcosa e pensi di essere contento di questo, di fare lo spavaldo
credendoti un combattente del niente! Tu non combatti contro un nemico,
tu combatti contro chi ha fatto cose di cui ora si pente! Dovevate
grufolare come maialai nella vostra feccia e al pensiero che voi siate
i mezzi di Mila per cambiare il mondo... povero mondo!" scuotendo la
testa "continuate a non accettare me come persona e per cosa ho
proposto per migliorare l'essere umano. E non lo faccio
perchè
mi ritengo migliore, ma perchè prima facevate schifo come
quelli
che ho lasciato indietro. Vi comportate allo stesso modo di tutto, non
cè differenza. Menefreghismo, egoismo, mancanza di
compresione e
considerazione e posso continuare... e nonostante tutto ciò
che
è stato fatto in questi mesi, continuate ad avere il
paraocchi e
catalogare ed etichettare la gente... potrei benissimo vietarvi la
festa, ma non lo farò. Anzi, ho invitato degli amici, se
permettete..." fece allargando le braccia verso la zona alle spalle del
gruppetto dei capitani, che si voltarono. Un carretto con dietro aperto
e affollato si fermò poco distante e un ragazzo
sganciò
il pianale che finì a toccare terra e scesero una mandria di
maiali di varie grandezze che si fiondarono intorno a lei per mangiare
il cibo rovesciato.
"Su bambini, mangiate e divertitevi... unitevi agli umani e rendete
epica questa festa, perchè i frateli devono stare tutti
insieme..." fece con un ghigno "la festa la potete continuare, quel
tavolo lo lascio a voi, loro anche per il sacrificio futuro, meritano
anche loro una festa, no? E visto che mi guardi così
"indirizzato ad Alaric che pareva fuorioso "tu pensi che io sia stronza
e maligna? Cattiva? Perchè non lo chiedi a loro, invece..."
Con il sistema di proiezioni comparirono delle scene, dei rettangoli
come fossero trasmessi da un monitor ma a varie altezze. Varie persone
sedute intorno a tavolo, e ogni quadrato mostrava qualcuno presente
negli altri e altri osggetti non presenti più. Lia
portò
lke mani al'infuori mostrando davanti a sè degli oggetti in
fila. Una pistola, carte, dadi, fiammiferi o bastoncini, roulette,
moneta, mani del gioco sasso carta e forbici e alrti in fila.
"Come ho detto a Milan e le Muse, io mi estraneo totalmente dal mondo
da questo momento, ma non permetterò che io sparisca come
tutti
vogliono. Il mondo dovrà giocare con le mie, di regole. Mi
avete
fatta incazzare? Adesso ballate! Dici che sono bastarda nelle mie
azioni? Ognuno di questi oggetti è un cinquanta e cinquanta
e
meno in base alle modalità. Probabilità,
casualità, karma, tutto ciò che viene fuori
dall'uso di
queste cose. Vediamo... moneta? Ecco..." disse e quando la moneta di
sollevò ruotando luccicante, un monitor si portò
sopra di
essa mostrando quella che divenne una caciara.s Tutti i membri di
quella strana riunione con persone dietro di loro si alzarono di botto
in modi diversi, avviando una sequela di episodi da carneficina.
"Pistola..." e la pistola, un revolver Smith & Wesson
19, si
sollevò e sparò un colpo mostrando sopra il
monitor che
vi si era posizionato con una scena quasi identica, sol oche molti
correvano dopo essrsi arrampicati sul tavolo combattendo in vari stili,
mentre altri che chiaramente non sapevano combattere senza armi
scappavano per nascondersi.
"Che cazzo..." fece Alaric stupefatto, mentre gli altri oggetti si
sollevavano con un rettangolo sopra a mostrare altre scene da film
horror
"Come ho detto non permetto che siano gl ialtri, mai più, a
decidere. Triade, clan russo, membri delle varie mafie nel mondo ma non
solo, grossi spacciatori e molti pesci medio grossi... li ho fatti
incontrare fingendo un trattato con noi in una sola stanza, chiedendo
loro, una volta visti gli altri, di discutere di un documento unico per
accordi per guadagnarci tutti. NOn è stato facile, affatto,
ma
come vedi sono lì. Ogni scena è un giorno. Ogni
giorno
un'arena. Ho circoscritto un pò di male in stanze apposite
da
cui non potevano uscire, bloccando con speciali saracinesce ogni
finestra e porta. Dando o togliendo armi di vario tipo. E questo
è quello che è accaduto. Loro hanno giocato
secondo le
mie regole. Avevo avvisato tramite Veròna o nella richiesta
di
incontro di cambiare modi di operare per essere in linea con le nostre
richieste. E so per averli spiati che tramavano tutti delle stronzate,
e così li ho puniti. Ma non mi sono sporcata io le mani, ho
fatto fare a loro e loro scagnozzi. Questa è stronzaggine,
cattiveria. Ma non solo, in alcuni vedi che ci sono le stesse persone.
Dopo essere rimasti in quanti mi interessava mentre si urlavano e
dicevano cose, con maggiori informazioni, li ho fatti mettere Ko e
portati al sicuro mentre si preparava la nuova stanza, la stessa ma
ripulita, e li facevo ritrovare, appena svegli, in stanza con gli
stessi. Non lo vedi ma all'inizio loro seguono un video di
Veròna che parla di varie cose, tra cui cambiare i loro
metodi
per avere un accordo vantaggioso e fidarsi degl ialtri. Sono partite
ingiurie e minacce tra loro, accusandoli, di cose vere tra l'altro che
sapevano, di essere meno che di fiducia. E non ho mosso un dito, tranne
ogni tanto intervenendo ocme voce o proiezione eppure loro hanno avuto
la geniale idea di attaccarsi e spararsi o colpirsi tra loro, in preda
a furia bestiale. Quelli che sono sopravvissuti hanno avuto l'onore di
far aprte degli estrattori di materiali denominati -oro-. I corpi
di quelli rimasti li abbiamo fatti trovare in un parcheggia di polizia
qui, dell'Fbi lì, ovviamente provvedendo a bloccare e
intercettare ogni ripresa e video possibile. Hanno tutto loro adesso e
stronzi di meno, anche se so già qualcuno è stato
sostituito. Ma se colpisci un pezzo medio-grosso, scombussoli un
pò le cose. E ogni gruppo di quegli uomini ha ricevuto una
rivendicazione da parte di Veròna dell'accaduto. Con la
minaccia
che se non avessero smesso e si fossero consegnati per inginocchiarsi
d'innanzi la Strega e lavorare per lei e mai più fare
cazzate...
ma secondo te, come l'hanno presa? Che ognuno raccolga ciò
che
semina! Se fossero stati intelligenti e capaci di dialogo e pazienza,
avremmo potuto anche stringere davvero quell'accordo, usandoli anche se
pensavano di usare noi, per i nostri scopi. Invece ecco cosa
è
l'uomo che io schifo e perchè vedendo voi comportarvi allo
stesso modo, ho deciso di allontanarmi e fare come Dio. Osservare e
controllare, giudicare e punire o lodare. alla gente piace tanto l'idea
di un dio che li governa o un sovrano. Bene, visto che Milan non si
vede in tale figura ma preferisce il Consiglio, io sarò
lontana
da voi gentaglia, tutta, e mi allontanerò dove
più mi
aggrada, ma questo non significa affatto che non sarò
presente.
Le pedate nel culo le avrete lo stesso e idem la gente che
Veròna caccerà di sua mano. Avete voluto questo?
Questo
avrete, ma a modo mio! Voi contyinuate a fare cosa volete, io
attuerò i regolamenti come una base militare necessita, e
potrete odiarmi e maledirmi quanto volete, se amate tanto di capi e
superiori stronzi invece che me, avrete cosa più vi aggrada.
Addio stronzi, ora sono più che sicura che andarmene
è il
modo migliore per me di non incazzarmi eccessivamente e attuare il MIO
piano di Cambiamento. E ne sarei lieta, stai sicuro. Nè
fiducia,
nè possibilità per nessuno. Mai più!
Gozzovigliate
con cosa gli altri hanno fatto, godetevi tutto ciò che ho
portato, vestitevi e mantenetevi bene... ma che non vi passi per la
testa che io ceda, abbozzi, accetti. Non lo farà mai, e mai
io
verrò cancellata da questo mondo come volevo. Adesso, dopo
tutto
quanto ancora, accetto i lconsiglio di Milan e il mondo non
riuscirà a togliersi me in ogni forma di dosso, vedrai...
intanto becca questi stronzi che si scannano, vostri amici da
ciò che fanno! Fanculo, merde!"
I tre che stavano sempre con lei e l'avevano raggiunta, si voltarono
tra loro preoccupati per poi andarle dietro. Prima di proseguire, Jd
fermò Kovacs, quello che secondo lui aveva più
amicizia
per così dire con lei "che succede, perchè ha
detto che
se ne va lontano da tutti?"
"Le Muse hanno ripetutamente scavalcato il confine che lei aveva
chiesto a Milan di mettere, agendo come i preti e suore che lei odia,
mandando in vacca il significato delle Muse stesse. E anche se Dorde
che era presente e le aveva dato ragione, dall'inizio lui ha moderato
le cose senza affrontare veramente la questione. E molti uomini che
sono andati da loro come si va al confessionale del prete, sono a
digiuno, credono che abbiano ciò che abbiano per i peccati
commessi e devono purificarsi per ripulire l'anima, devono pregare con
fervore, assistere alle messe e tutte le robe che dicono di solito i
preti e lei si è incazzata. Già è in
conflitto con
quell'arcivescovo che presidia la chiesta che LEI ha fatto costruire
come posizione positiva per la religione ma lui si comporta come
sappiamo che fanno... Le Muse hanno per lei tramandato lo sporco della
religione con cui sono cresciute e dimenticato il male che le
è
stato fatto per essa, portando molti degli uomini a credere di aver
lordato la loro anima e ogni cosa sia uan punizione sulle loro teste e
devono accettarle, pregare e fare robe religiose e agire per ripulirsi.
Questo l'ha mandata in bestia e nella riunione Dorde non era stato
incline a rimettere le cose a posto e la gente al suo posto.
Così dopo aver detto che pensava e sai che quando si incazza
dice ogni cosa pensa in linguaggio volgare, la minacciato Dorde e si
è spogliata di ogni carica, diventando una civile che
però mantiene la figura di Veròna e solo per sua
scelta
nelle azioni e spostamenti e controllore. Manderà avvisi,
punizioni, richiami, ogni cosa nel regolamento militare facendogl ifare
cosa vogliono, visto che afferma non capiscono niente di quanto ha
detto e fatto. E la sua ira ha portato ha raddoppiare l'idea di essere
una piaga per il mondo ocn la sua presenza, anche quando se ne
sarà andata. E non credo che tornerà indietro..."
"Dove sta adnando, voglio parlarle. E chiama Dorde se puoi o Milan,
fino al giorno del test non devono accadere cose che la mantengano
arrabbiata in tal modo. Se cambia o fa qualsiasi cosa che poi non
possiamo sistemare senza di lei, sono cavoli amari. E poi è
nostra amica, l'ascia di guerra che ha innalzato è causa
degli
irriducibili, Alaric e le Muse che vedono il suo modo di pensare e
vedere le cose come quando era là fuori. Ogni parte dice che
è meglio il prorpio modo di vedere le cose e l'ingratitudine
di
tutti sta portando solo a un casino enorme. Sarebbe capace di buttare
tutti fuori con pedate ai loro bagagli e dire che finchè non
cè il test, per lei sono stronzi che devono stare fuori
dalle
mura dello Chateau, perchè immeritevoli di ciò
che
cè ora qui. Parlarle e fai in modo che si calmi il giusto
perchè io e Milan chiariamo."
Rimasero a discutere un pò mentre Lia si allotnanava seguita
dagl ialtri due.
"Inoltre lei interpreta per Milan la Fiamma cerulea per la Stanza dei
Pilastri, che getta le prime basi per la decisione del Consiglio. Se
lei viene meno a quella figura, Milan si troverà solo..."
"Perfino io posso dire che non ha tutti i torti. Tutti quelli che le
sono andati ocntro orqa si godono cosa ha portato. Non rispettano i
protolli e regolamenti. Usano l'idea della Comune a loro interesse,
fanno guerra alla sezione femminile. Hanno scritto cartelloni appesi
sulle scale che portano al piano dei dormitori femminili -piscia a
terra- e -i militari sono uomini per ovvi motivi-. E' stata
clemente a non scuoiare i coglioni che lo hanno fatto,
perchè sa
chi sono stati, ma ha trattato la questione con tutti senza puntare il
dito e a modo suo, perchè fosse spiegata la questione e
compresa. E tu hai visto i risultati? Questa stessa festa sarebbe stata
ben accettata se con richiesta. bastava la richiesta e lei avrebbe
anche mandato cose. Lo sai anche tu. E' stata più
comprensiva e
giusta che stronza. E..."
"dfjioafdjioasfisdgsd"
"che dice?" fece Jd quando entrambi si voltarono verso qualcuno che in
lontananza si sbracciava per chiamarli per poi fare una corsa da loro.
"Dicevo che è andata"
"CHi... dove è andata?" fece confuso Kovacs
"Sei rimasto indietro. E' andata allo Chateau, è uscita nel
giardino tramite la porta nascosta della stanza-serra e si è
avventrutata da quella parte" indicandola " e ha ordinato a me e Zidgi
di non seguirla o ci avrebbe stappato la testa come il vino di
Champagne. Un attimo che si guardavamo per decidere ed è
andata
via. Ha usato qualche passaggio segreto, l'abbiamo persa.
COsì... " si fermò perchè gli
squillava il
cellulare "Si... dove... l'abbiamo persa dieci minuti fa...ok, l'avviso"
"Cosa..."
"Che succede?"
Jd e Kovacs lo aggredirono quasi mentre Alaric e gli uomini cercavano
di acchiappare i maiali che scorazzavano grufolando e veloci come
anguille.
"L'hanno trovata già alla stalla. pare che stia preparando
Bluegrass e che se ne andrà a breve. Dove non so. Zidgi dice
che
sta correndo là, era dall'altro capo del pianterreno a
cercarla
pensando che si fosse messa a leggere..."
"Se nonandrà in un villaggio o cittadina vicina dove se ne
va
ultimamente da sola, posso azzardare che vada da quel vecchio alla
Fattoria. Sarà a fumare nell'attico dell'edificio che
è
da tempo la sua stanza. Lo raggiungerà per salutarlo, o come
ho
capito, per chiedergli consiglio e avere altra mente esterna a qui. Mi
auguro solo che non la consigli male, incazzata comè" fece
Jd
volandosi verso Lubo, che però non gli dava attenzione
perchè teneva per una coscia, a destra e a sinistra, un
maiale
aiutando Bryden.
"Ce l'ha fatta con i maiali! ha creato un diversivo così che
oltre enfatizzare il concetto per loro, fossimo occupati. Milan
sarà adirato con noi. Odia quando lasciamo che gli uomini
tornino alle loro abitudini invece di migliorarsi..."
"Milan vorrebbe tutto perfetto e che siano come lui. Ma lui
è un
uomo raffinato ed elegante di natura. Non so immaginarlo da recluta e
militare, ma crede che tutto possa cambiare. E si augurava che Lia
avesse ragione, con i giusti cambiamenti ambientali e con
ciò
che ha messo tra Lezioni e altro, la spinta fosse giusta. Ma ora
afferma che il cuore umano quando è quel che è,
è
così liscio da far scivolare le cose senza assorbirle..."
"Si, aveva preso l'esempio dei denti che sono porosi e non lisci, non
lo so..." fece Jd confuso mentre la confusione aumentava
perchè
alcuni maiali avevano fatto cadere l'ultimo tavolo gettandosi di peso
sul cibo rimasto. "e così ha reso la festa secondo le sue
regole... e chissà che combinerà se
resteràò incazzata a lungo! Dubito che lo
sarà
fino al test..."
"E' solo in preda alla sofferenza..." fece Kovacs serio, venendo
fissato da Jd, che ricambiò "sappiamo entrambi come pensa e
agisce anche se sa sorpredere sempre. E' arrabbiata, offesa, ma anche
piena di dolore perchè come aveva avvisato Milan, non sempre
cè un posto, un luogo e delle persone al fianco di tutti.
per
lei non cè niente di tutto ciò. Milan stesso
è
preso dai suoi incarichi e non cè mai e quindi si ritrova a
fare
i conti con gli uomini che dalla libertà totale tranne
quando
cèra da lavorare sul campo, si sono trovati in un ambiente
con
delimitazioni fisse emodi di agire e comportarsi precisi
perchè tutto vada in un certo modo. Dicono che si sentono
incatenati e pressati. Si sono visti la sezione femminile aperta con i
nuovi membri che non accettavano. E ogni volta che passa sa e vede,
otlre che sente, sussurri e sguardi edi vario tipo. Ma nessuno come
invece sentiva raccontare parlando dei superiori che molti avevano
avuto. E si è lamentata sovente del fatto che coglioni
isterici
li trattavano da stracci a terra, grandissimi sergenti, tenenti da
ricordare commossi. Lei trattata da esterna anche adesso, non facente
parte di niente e come nemica. Come là fuori. E quindi ha
deciso
che non si abbasserà più al loro livello come
faceva
prima e ne vedrà più nessuno. Fino al giorno del
test,
starà nei piani superiori dello Chateau se non impersona
Veròna e che massimo vedrà voi. Stop. Ma
avrò il
pugno duro senza pietà, ne qui ne lòà
fuori contro
gli stronzi che ammorbano il mondo. NOn starò
così per
molto, se ne andrà a giocare ai videogiochi, quella serie
Dark
fall mi pare si chiami, o leggerà, o andrà nella
stazna
dove ha collocato varie cose e lavorerà da sola senza
più
mettere piede ne nelle botteghe e laboratori ne altrove. E oltre oggi,
non tornerà alla stalla, alsciando Bluegrass libero nel
paddock
quanto vorrà, fin dopo il test in base al risulato. L'ultima
cosa che ha detto prima di venire qui è che è
felice di
andarsene e lasciare i poveri coglioni a sgomitare in questo mondo di
merda credendosi guerrieri perchè sopravvivevano, mentre era
il
contrario. Che seppur visti con egoismo, quelli che si suicidano alla
lunga doop quanto ha visto nella sua vita, fanno bene a pensare a se
stessi e basta..."
I due si fissarono.
"Io sono la Strega Veròna, esisto da tempo e da tempo
provvedo a
regolare gli equilibri del mondo. Ci sono persone che già mi
conoscono. Ci sono molti di voi che hanno avuto la mia visita, che
hanno ricevuto un aiuto là dove dio e santi non giungono. Ho
regolato il karma di persone che erano solo sterco nella
società. Io sono il cambiamento nelle genti e luoghi.
Essendo la
prima dei nostri a scegliere la strada dell'etere come fecero i
religiosi, mi espongo per comunicare a tutti. Ognuno di voi ha un
bisogno. Un bisogno però reale. Una necessità di
aiuto da
qualcosa di sporco che subiscono. Dove cè il male, quello
vero
degli uomini e non favolette spirituali, io mi presento.
Chissà
quanti di voi avranno preso un oggetto ritenuto sacro e stringendolo
hanno pregato ferventemente e con speranza, senza ricevere aiuto. Io ho
risposto alle chiamate di chi soffriva. Io ho agito. Io ci sono stata.
E ci sarò. A quanti hanno bisogno di una luce
nell'oscurità, smettete di credere in un qualcosa di
insondabile
che vi gestisce come pedine mentre suo figlio ha creato una religione.
Se fosse così dovremmo venerare Ercole o altri figli di
divinità che sono racchiusi nella mitologia e tali
resteranno,
mentre la favola di ciò in cui credete non porta niente a
nessuno, per quanto si preghi e creda in una vita sola. Ed io, una
strega, so di cosa parlo. Esistono veri misteri alti e insondabili di
cui non posso parlare ma a cui mi inchino. Ma è divertente
come
la madre Chiesa nei secoli abbia cercato di boicottare il progresso e
la civilizzazione urlando che erano opera contro Dio per poi usare i
treni, aerei, la luce elettrica, radio, computer, televisione e ogni
mezzo per sfruttarli e diffondere la parola di chi in realtà
è stato solo creato. Questo messia miracoloso non
è altro
che un insieme di ispirazioni ebree, indiane, mesopotamiche ed
egiziane. Parole portate da bocche che hanno udito che hanno riportato
creando una Fede che in realtà sulle basi è
falsa. Ma non
sono qui per chiedervi di cancellare le religioni, sebbene hanno
portato nei secoli solo dolore, incatenamento, giudizio, sofferenza e
tutto il peggio. SOno qui per dirvi che dovunque abbiate bisogno, io,
la Strega Veròna, sarò dove nessun santo agisce o
compare. Io sono reale quanto il dolore. Io sono vera quanto la
speranza. E io, realmente porto cambiamenti. Il mio simbolo
apice
è la libellula, oltre l'ape e il cavalluccio marino. Nella
forma
di libellula io richiamo trasformazione, speranza, realizzazione di se
stessi. dpo aver visto la luce. Superare le illusioni della vita ,
verità nascosta e il legmae con le anime dei morti
intendendo l'
Oltre. Io porto la magia con cui dono la luce al mondo. Se vi sentite
ottenebrati dallo sporco e oscurità del mondo e della
società, non guardate il cielo, ma cercate la libellula. NOn
seguite i programmi religiosi che vi spillano solo soldi e false
speranze, ma cambiate canale per cercare la libellula. Non seguite
niente online dai preti che vi guidano come burattini per qualcosa che
in realtà non porta a niente. Lasciandovi soli e
abbandonati. E
se credete di avere dio o suo figlio vicino, mi dispiace, quella si
chiama influenza, condizionamento... al vostro non ci saranno nessuno
dei due. Ma posso esserci. Io cancello lo sporco di questo mondo. Io
sono tra voi e ho deciso di rivelarmi perchè siate voi a
prendere in mano la vostra vita e chiedere l'aiuto di cui avete
bisogno, che non osatge pronunciare a nessuno se non nelle vostre
preghiere... non permettete che la società malata e sporca
vi
rubi la dignità e il vostro essere persone. Che subite abusi
di
ogni tipo o vessazioni o sopprusi, essendo ovviamente voi le vittime in
toto, invocatemi pronunciando il mio nome. Cercate la libellula.
Accettate la mia Mano protesa se vedrò che meritate davvero
il
mio aiuto. Io punisco le persone che avvelenano e sporcano questo
mondo. Ribalto i torti. Riporto l'equilibrio. Correggo le situazioni. E
dono perdono a chi ha commesso piccole cose per disperazione o
necessità, ma no nsono sporchi dentro.
Se avete bisogno, là dove la società voltafaccia
e i
vostri dei e santi non hanno risposto, cercate il mio nome. O il mio
simbolo. E io verrò!
Sono la Consigliera spirituale delle Fiamme, i Guardiani del mondo che
vegliano su di voi senza che ne sappiate nulla. Nè regole,
nè ragione guidano questo mondo, ma loro si. E io sono la
loro
parola. Veròna, la strega della libellula per tutti i suoi
significati servirà chi nel vento urlerà il suo
nome e se
ne è degno. Chiama il mio nome ogni volta che vuoi, per
consiglio, aiuto o giudizio, e io apparirò e ti
concederò un miracolo come nessun dio o santo potranno fare!
E per ultimo, io concedo per parola delle Fiamme la Mano, il gesto
simbolo di ogni mio incarico. A te, chiunque sia che mi ascolti o vedi,
ti chiedo di non lasciare quella mano. se la lasci... tu
sparirai
come persona, come dignità, come esistenza dalla
società
poichè così come possono elevarti, altrettanto
possono
gettarti nel fango. E diventare un niente. Per questo se io constato
che sei meritevole e meriti aiuto o la Mano, non lasciarla andare. Ma
seguila e fidati!"
Per radio, televisione, negli stadi, centri sportivi collegati alla tv,
locali veniva trasmesso senza orario prefissato un video bypassando
reti famose e non, facnedo saltare i programmi in corpo. Non era una
cosa prevista, ma il video finiva per bloccare la programmazione di
radio, televisione e private ripetendo lo stesso messaggio.
Una giovane donna vestiva in abito ottocentesco avorio, con maniche a
pagoda, gonna tonda e accessori come pipa fermacapelli che tenevano le
ciocche sulle tempie indietro, lasciando gli altri ricci sciolti. Aveva
lo sguardo furbo e malizioso e parlava scandendo bene le parole, usando
molto labiale anche per chi non potesse udire ma leggesse le labbra.
Ogni tanto fumava, e dal fumo grigio chiaro comparivano evanescenti
delle libellule blu cerulee. Da alcune settimane queste intromissioni
nelle trasmissioni di ogni paese, in varie lingue, facevano comparsa
senza orari stabiliti e ripetevano le stesse cose, sebbene a volte
fossero chiaramente diversi. Chi non sapeva chi fosse, ipotizzava
online sulla sua presenza. Se ne parlava. Chi la conoscenza ne cantava
le lodi per l'aiuto e cosa aveva fatto. Molti online avevano caricato
video a testimonianza di ciò che quella figura era stata
capace,
là dove nessuno poteva o voleva.
ogni tanto nel cielo, ndelle strade comaprivano a caso libellule che
svolazzavano, giravano, e poi svanivano, così come risate di
donna. Apparizioni casuali di una donna simile a quella dei video con
abiti diversi.
"Sembra che la situazione sia sfuggita di mano. Il gran maestro ha
richiesto la vostra visita, immediatamente. E con vostro fratello."
fece Mephis, sempre serio, compito, rigido. Lo fissava con astio, come
colpevolizzandolo.
"Non è nei miei errori, tutto questo. Sono passati un anno e
mezzo, non sono più Leader della mia stessa organizzazione,
adesso sono solo gran priore qui da voi e in altri gruppi. Il vostro
gran maestro stesso quando lo ha scoperto ha preteso che io fossi
fedele solo a voi e gli riportassi ogni cosa accaduta nelle altre sette
e logge. Tutto questo... non dipende da me..." fece Milan offeso,
mentre osservava il video che in quel momento continuava nella sua
televisione del suo salottino nel palazzo della Loggia dove ormai
risiedeva.
"La colpa è vostra se quelle femmine hanno rovinato ogni
cosa"
"innanzitutto non osare chiamarle femmine. QUi sono pretesi solo
uomini, ma stai sicuro che anche solo una di loro, accettata tra noi,
ti avrebbe mostrato ciò che tu non sarai mai. Siamo tutti
uguali, tutti fratelli, in questo credo ancora! So che io fratello
Gask, ora Leader della mia organizzazione, la pensa allo stesso
modo!... e..."
"Oh, si. Vi ha richiesto conciliazioni a iosa. Ma voi non sapete cosa
dire, perchè rivolete la vostra carica. I vostri stessi
uomini
quel giorno della Caduta, hanno nominato, tutti, quell'uomo come nuova
Guida per l'organizzazione. Deplorevole! Vi siete lasciato togliere da
delle femmine la vostra carica e ogni cosa..." con disgusto
"Non osare! Sono sempre al di sopra di te! I tuoi rimproveri possono
per te essere giusti, ma sei sempre al mio servizio, come con tutti gli
altri al di sopra di te! Io non ho perso nulla! Lia ha agito
così come credeva giusto, ci aveva avvertito! E noi non
l'abbiamo ascoltata! E ora ci sta dimostrando come rispetto a cosa
crediamo noi, lei è un Dio! Per qualche motivo è
tornata
a calpestare questo mondo materiale e non se Kianta è con
lei o
meno. Quella non sembra lei come originale. Il viso, il corpo, anche se
atteggiamenti simili non si muove allo stesso modo... immagino che ora
sia un Host in un corpo materiale come da intenzioni quando era viva."
"E' deplorevole, ciò!"
"Eppure... come lei aveva detto, con la scienza dalla sua, ha
dimostrato qualcosa che ancora voi non siete stati in grado di darmi!
Mio fratello è irato per questo, lei finchè era
stata
viva ci aveva tenuto lontano da voi, chiedendoci di non proseguire!
Perchè la verità era d'innanzi ai nostri occhi.
Quel
corpo che vedo in televisione non è l'originale,
è un
corpo di chissà quale persona in coma o con danni da non
avere
memoria, persone abbandonate in gravi condizioni che ha ricondizionato
dopo aver copiato cosa cèra dentro, per imprimervi se stessa
e
prendersene cura nel mentre si cercava, con la scienza, di ridar loro
dopo un pò una mente per lo meno sana quanto bastava
perchè si risvegliassero come nuovi. E voi non mi avete
mostrato
nulla che non fosse spiegabile con la scienza. Avevate dei video e
delle testimonianze che ora non mi convincono. E lei è
lì, quella non è Kianta ne di corpo e ne di
mente. Quella
che sta parlando è..." Milan si fermò dall'urlare
all'uomo quando sentì una canzone.
Si voltò e vide che ancora la donna nel video parlava ma era
partita una canzone che consceva, sebbene fosse Dorde a conoscerla
meglio, e lui sapeva perchè.
"... ti avevo chiesto di non lasciare quella mano. Se la lasci... la
tua anima sparirà con lei. Lei è la mia anima, se
sparisce lei, anche io sparisco. Se lasci quella mano, lasci anche me
nel tormento dell'oblio. Se perdi quella mano, tutto si
riavvolgerà all'indietro, perdendo tutto. E' ciò
che ti
dissi. Ricorda, tu che sai il mio nome. Mi chiamo ****... trovami!
Guardami negli occhi. Ogni volta che sentirai questa
canzone...
per favore, ricordati dei nostri momenti preziosi. Del nostro lavoro.
Delle nostre promesse e intenti. Di ciò che abbiamo creato e
modellato. Questa canzone ti farà ricordare, i momenti in
cui,
mi hai tradita. Presa in giro. Che non hai mantenuto le promesse.
bE ti soffocherà per sempre. Nonostante io non ci
sia
più, tu non mi dimenticherai mai. Io ho le risposte che Loro
non
ti hanno dato. Costruiamo insieme quel mondo con le verità
che
io ti sto mostrando adesso! Noi possiamo essere **** e svolgere il
ruolo di Guardiani come doveva essere. Ma come doveva,
essere. Abbandona le Credenze, lascia al loro destino le
falsità. Ascolta i sussurri che lascio nel vento,
perchè
ti fermi dai proposti che hanno portato la Caduta. le scelte, ricorda,
pesano nel cammino! Ti ho appena dimostrato che io sono **** adesso, e
tutto può ricominciare da dove era rimasto in sospeso. Ma
muta
il tuo cuore e le tue credenze. Torna ciò che sei senza
quella
lordura di preticelli e torna da noi. Ecco la tua prova e ora cercami!
Ti ricordi cosa ti dissi nel caso vi cadessi ancora? Un giorno, quando
io non ci sarò più al tuo fianco, non riuscirai
neanche
a muovere un passo…senza sentirmi o vedermi. E ora, osi
questo
ultimatum nella mia benevolenza amicale.Mi chiamo ****,
trovami!
Comprese immediatamente che le parole censurate erano il vero
messaggio. Dio e Lia. Erano le parole che non si potevano udire che lui
e sapeva suo fratello Dorde comprendevano nel messaggio. Si chiese come
potesse Lia essere nuovamente in questo mondo, poi ricordò
una
cosa. David era rimasto fedele all'organizzione e all'amicizia con la
figlia di Lia. QUindi se Kianta era viva dopo l'incidente con l'aereo,
era chiaro che se non allo Chateau fosse da qualche parte e Lia fosse
stata richiamata a questo mondo dalle scansioni per affiacnare Gask nel
ruolo di Leader. Di tutti, compresi i vecchi e i veterani, Lia sola era
l'unica veramente capace di prendere in mano le cose e sussurrare alle
orecchie dell'amico speciale della figlia cosa fare. Gask non sapeva
nulla di amministrazione, gestione, capacità di un leader e
meno
che mai il suo lavoro, non di Dorde, di facciata dell'organizzazione.
Aveva sempre creduto, supportato da Lia stessa, che lui era come i
Luigi di Francia. La Francia è Luigi, così come
Luigi
è la Francia. Eppure quel giorno, il giorno della Caduta
dove
perse ogni possibilità di continuare la sua funzione di
Leader
per i suoi peccati, perchè Lia decise di punirli, aveva
appurato
come tale costrutto non fosse vero. Era caduto come fece Luigi
sedicesimo. Ma non Maria Antonietta. Lui e Dorde avevano la mania di
comparare presente con il passato, e il giorno che infuriò
la
furia di Kianta tramite qualcosa che Lia aveva fatto, divenendo
coraggiosa quanto Luisa di Prussia.
"Quella femmina è stata una spina nel fianco dall'inizio. Il
gran maestro e gli altri vi avevano chiesto di non darle le chiavi
dell'organizzione. Adesso avete perduto tutto, e..."
"io non ho perduto niente..." fece Milan sorpreso e immerso nella
riflessione "No, non è ciò che ha detto. Vuole
che
torniamo in seno all'organizzazione. Non è una condanna, ma
un'invocazione. Tipico di Lia, al pari di Luisa di Prussia fa il primo
passo per una conciliazione o alleanza di salvezza. Ella non
è come il cicciotto italiano che si alleò con la
Germania, pensando di stare dalla parte dei vincenti. Non ha mai
ragionato così. Devo parlarne a mio fratello..." fece
continuando a seguire il video mentre la canzone di cui parlava
continuava in sottofondo. Radical Face, ecco come si chiamavano. Gli
era tornato il nome. E il brano era uno dei preferiti di
Lia, Welcome Home. L'aveva usata Dorde le ultime
sere di
feste, questo lo ricordava. Così come l'altra che gli saliva
alla memoria che le paiceva sempre di quell'artista, Always Gold. Ma
era la prima, Welcome Home, quella a cui era legata molto. Era un
messaggio, non un giudizio. Significava che semplicemente aveva
escogitato un piano per metterli alla porta senza buttarli
fuori,
perchè vedessero cosa secondo lei sbagliavano.
Ripeteva sempre -se vuoi, io posso dimostrarti se posso con la fede
nella scienza ciò che tu credi nell'esoteria. Io
sarò
come Dio, se mi chiederai di dartene prova. E dimostrerò la
Continuità, la potenza e la rabbia di un Dio se non ti
allontani
dalla mia mano. Perchè se la lasci, penderai la mia anima e
anche te, Dorde. E così tuo fratello! E io no nvoglio che vi
perdiate, perchè non siete meritevoli di punizione. Ma
pensate e
usate la testa, non gli occhi!-
"Il gran maestro attende..." incalzò l'uomo alle sue spalle,
arrabbiato, mentre Milan fissava il televisore.
-Da quanto tempo sei di nuovo su questo mondo, Lia? Molte cose che
sono accadute a certa gente, sono opera tua? Sei tornata ad essre
Punizione dove Kianta era Giustizia?Sei stata chiamata da qualcuno di
nuovo per aiuto, o in qualche modo è accaduto che ti
risvegliassi? E con chi sei arrabbiata, con Dorde, con cui eri
più legata, o con me, a cui sono più legato con
Kianta? O
entrambi? Quanto ti abbiamo spezzata noi, nel tuo cuore, da arrivare a
punirci per il nostro credere nell'Oltre sopra il materiale? E
perchè adesso ti mostri in tutta la potenza di
Veròna, se
prima ti nascondevi? E se... Gask avesse mandato quelle richieste anche
su tua iniziativa? Quando Lia ha ripreso ad esistere? E se ci sta
mostrando che è diventata come Dio come da nostri discorsi,
cosa
avrà intenzione di fare? E' la Consigliera di Gask e siede
sul
bracciolo della sedia da Leader, al suo fianco, indicandogli cosa fare?
O è tornata in altro modo? E se..." riflettè
Milan per un
pò, finchè non superò l'uomo che
ancora lo
incitava a presenziare al gran maestro per la questione che si era
creata.
"Il gran maestro può aspettare! E' stata anche colpa vostra
quello che è accaduto e per qualche ora non
cambierà
niente. Rimango fedele alla loggia ma lasciatemi fare per tornare ad
essere ciò che ero. Io ero il mio ruolo, e vi
tornerò. Se
quelle due volte non foste intervenuti, come te al confine con la
Turchia prima del casino con le rovine e quel giorno della caduta,
confutando i dubbi di quelle che chiami femmine, ora non saremmo
esiliati dalla nostra casa e bloccati! Quidni taci, ho cose da fare e
tu sei solo d'impiccio!" gli urlò uscendo dalla stanza che
aveva
nell'edificio per cercare Dorde e confutare le sue
perplessità a
due menti.
Dai resoconti di Lia
Dopo alcuni giorni qui,
trovo questo
posto allicinante per un motivo. Sembrano tutti rimbecilliti con stili
di vita anteguerra. Per davvero!. Nonostate avessero un edificio
storico grande quanto a immaginazione del palazzo reale d'Inghilterra,
loro preferivano stare in camerate tenute da porcilaio con bagni
interni ma anche esterni che solo da fuori ho preferito non
controllare. E Milan vorrebbe che io lo sostituissi nel risistemare
tutto mentre lui va a cocktail, feste, incontri da ricconi. Insomma,
sono passata da una famiglia che viveva bene tra spifferi da far paura,
muffa nera e barbosa per tutti imuri, il gelo d'inverno pure per
lavarsi da prendere una polmonite, caldo torrido d'estate e se
chiedevi un ventilatore nuovo invece del gorgogliante robo vecchio era
spendacciona! E tante alttre cose che non si osno mai goduti, ne me li
hanno fatto godere. Abiti da cinque ero al pezzo ultra scontati sempre
a gusto di mia madre. Non posso mai dimenticare le volte che avrei
voluto determinati abiti poco, non chissà che prezzo ma poco
più costosi e a mio gusto e le botte che mi dava! O quella
volta
a diciotto anni che ancora non avevo il seno di adesso e potevo ancora,
quanto lo rimpiango, girare senza reggiseno e lei mi prese a
pizzicotti, ingiurie e menate nello spogliatoio perchè per
provare una maglia a barca si vedeva che no navevo le bretelle e si
è indiviavolata come una iena. NOn me lo posso scordare mai.
O
come i diari di scuola. Quanto me ne facevano per quelli da pochissimo,
e per una volta ne volevo uno io sui toni del blu che costava otto euro
invece di due. Per tutto l'anno scoltastico a rinfacciarmi quanto
facessi schifo ad essere egoista e sprecona. Poi noto come vivono i
militari
abituati alla vita da missione in paesi di guerra e come invece la
spassa Milan e non so se sono io normale o cosa. Anche vedendo tutte le
sue stanze,
tutta un'ala del piano più alto e io che ho scelto una di
mezza
semplice, per me va più che bene. E' una stanza mia, senza
muffa
ovunque, senza il gelo tremendo e spifferi essendo la francia
più secca e posso decidere quando cambiare e lavare le
lenzuola
o gli abiti. Ho anche una scrivania
qui per usare
pc e altro, anche Milan dice che dovrei usare un ufficio, essendo
creati per questo scopo ma attualmente vorrei solo prendere confidenza
con un tipo di mondo per me sporco, vagabondo, primitivo. Avevo studiato nelle
apgine della
storia umana di grandi condottieri e personaggi storici con le loro
armate e come fossero ben tenute, regolate dia ritmi e cicli precisi,
dove se avevi una spilla o altro fuori posto rischiavi di tutto. E
sapevo che le regole militari moderne erano meno rigiide ma... non
così! Sembra di essere ancora nei loro accampamenti o
alloggi
negli ambienti di guerra. MOlti sono stati in diversi paesi o solo uno
o un paio, eppure tutti da cosa ho visto come sono accampati fuori o
dalle camerate solo passando davanti la porta, mi fa schifo solo
avvicinarmi alla soglia, parrebbe... venissero tutti dallo stesso
mondo! Non credevo possibile ma hanno stessi modi e stili di vivere il
tempo libero e questo non mi tranquillizza. Milan mi ha ribadito
più volte
che la vita da civile non comprende la vita da militare, che ogni cosa
è una relatà diversa. E io che vengo da una
situazione,
non posso comprendere perchè perloro il suddividere il tempo
in
riposo e lavoro in un ambiente che consocono e in cui sono a loro agio
è a volte un lusso o la conferma che sono riusciti a vivere
ancora. Che loro esistono ancora contro i loro compagni e avere quel
lusso che è cosa avevo visto era... vivere. Probabilmente non posso
comprendere
certe cose, questo non lo nego, ma ritengo che vivere come in un
porcilaio dove ti viene l'orrido nel solo passare davanti le porte, la
puzza, cosa vedi... e questi soggetti dovrebbero portare un cambiamento
nel mondo? Ieehhiii! Milan mi ha ribadito
dalla nostra
disucssione di quel giorno, dopo che ho parlato con quel vecchio, che
essendo estranea a quel mondo, che credo nelle regole e leggi per un
motivo e perchè esistono, e mche ci intendiamo di certe
cose,
non in toto o simili, ma vediamo in generale quasi in parallelo... E'
sicuro che potrei aiutarlo. Mi ha anche fatto
un'offerta. Un
accordo. Se io lo aiuto il tempo che continuo ad esistere, non solo
convertirò questo luogo in una organizzazione funzionante
basata
su principi e regole che mantenga quello che lui chiama -legame con
la natura-. Entrambi pensiamo che il mondo futurista fatto di
palazzo di ferro, metalli vari, vetro e altissimi siano un
distaccamento dal mondo naturale e che invece i vecchi palazzo lo siano
ancora. In tantissime città non esiste più molto
verde,
non si è in sintonia con la natura e gli animali. Posso
capire
il concetto, ma lui vorrebbe che questo posto riparta con un ambiente
pulito, ligio alle regole perchè si resti umani, ma in
connubio
con natura e radici del passato. Sarà un bel lavoro, visto
che
stanno progettando nei laboratori sotterranei, un Sistema
conmputerizzato e centralizzato con IA che controlleranno e
gestiranno tutto il tecnologico in quel luogo di pietra e antico. Per
lui tecnologia non vuol dire circondarsi dal freddo metallo e rigido
vetro svettando in alto con tutto tra quattro mura considerato moderno
ma privo di stile e personalizzazione. Anche io non amo in particolar
modo i mobili nuovi. Squadrati, già studiati e pronti in
serie,senza mano e anima dell'uomo. Ma realmente si
potrà vivere
qui con un piede nella tecnologia e l'altro sulle nostre radici
naturali? Io non so fare niente. non sono niente. Eppure lui pensa che
due occhi, una mente, due mani esterni che sanno cosa significa
desiderare il minimo umano sia la scelta giusta. Oltre questo l'Accordo
prevede la mia
accettazione per dei test. Mi ha detto da quel dialogo quel primo
giorno dopo aver parlato col Vecchio, che se ero pro donazione organi e
donazione in toto del corpo per la scienza... se volevo andarmene, che
accettassi di provare dei derivati dei loro studi per gli altri. Mi
fece vedere persone che teneva con se senza gambe o braccia che con
protesi create da loro cercavano di vivere. Sembravano veramnete aver
accettato e considerato loro quegli elementi in più da non
farci
più caso, parole loro, ma Milan vorrebbe non sol odare a
loro
degli arti o elementi che seguono il loro pensiero per prendere o fare
cose, ma perchè non fossero meri oggetti per rimpiazzare
mentalmente qualcosa di perso. Voleva quindi che
testassi come cavia
consenziente, come tutte quelle che hanno provato nei loro esperimenti
e hanno ricevuto un indennizzo nonostante ogni risultato
così da
avere un gruzzolo per il loro futuro, sia un dispositivo di
monitoraggio che chiama Scatola, per rivelare gli impulsi del cervello
e connettersi a ogni cosa con i codici rpestabiliti
perchè
funzionano senza cavi, che delle nanomacchine create da un tizio morto
che loro cercano di replicare. Ma per replicarle devono testare in ogni
condizione quelle originale. DA quello che lui e David hanno detto,
quel tizio era un fottuto genio che non scriveva mai niente, finendo
cper morire con tutto nella sua testa, e che aveva creato dei micro
gioiellini che però desideravano testare sui soggetti
predisposti che non mentissero o altro. Non so come un giorno li
recupereranno se mai il test finale di modellazione del cervello
andasse male... ma vorrebbero osservare le risposte di quei piccolini e
il loro lavoro e vedere di replicare la capacità di quel
tizio
di creare qualcosa che non possa essere rigettato dal corpo alla lunga
e che sia solo di aiuto e supporto in ogni possibile caso. E questo
significa ferirsi o impiegarsi in test vari. Ho riso dicendo -allora
che faccio, mi butto contro un tizio X per farmi ferire dal
coltello e vedere come e quanto funzionano dei cosi dopo che me li
avete messi?- Mi hanno guardata in un certo modo, all'inizio pensavo
come s efossero quasi offesi dalla battutina, ma in verità
dopo
guardando bene gli occhi, capìì.
Perchè no, non
sarei morta comunque, avrei reso aiuto alle persone in futuro dal
morire facilmente e avere primo supporto medico... Insomma, Milan mi ha
detto che se con la visualizzazione va tutto bene, nel senso che sono
in grado di dissociarmi in un mondo mio per sfuggire alla
realtà
quando ne ho b isogno, la Scatola funzionerà di sicuro. E
potrei
gestire armi meccanici a connessione a onde muovendole col pensiero.
Potrei vedere se su di uno di loro senza arti, potrei farlo camminare
in maniera liscia e normale solo facendo muovere gamba,
perchè
con loro funzionava poco e male. Potevo testare le nanomacchine
perchè ne morissero di meno, avessero una srota di mini
primo
medico a disposizione che velocizzava le perdite ematiche,
cicatrizzava, aumentava o diminuiva certi ormoni e neurotrasmettitori
vari al bisogno o alla situazione aiutando l'utente nel bisogno. Alla
mia domanda se la scatola fosse intracranica, David rise e disse che
era giunto a un livello di perfezione del suo progetto da doverlo solo
iniettare, con cartellone medico alla parete e un laser per farmelo
capire, tra cranio o come scritto pericranium e la zona
tissutale
che veniva indicata come loose connective tissue. Più era a
contatto con la scatola cranica, meglio era. Certo, era
nettamente superiore un intracranico, ma sarebbe stato troppo
fastidioso per l'operazione, il sistemarlo correttamente, verificare se
funzionasse o meno e se no, comprender ei motivi e rischiare
un'ulteriore apertura. Con i test precedenti in intracranica, non era
stato così liscio e pulito come la versione che volevano
testare
su di me. Perchè su di me? perchè io ero uno di
quei
soggetti che le medicine e le terapie che nella maggior parte non
fungenvano, ero una di quelle basse percentuali per cui essere nella
parte grassa della percentuale della massa compatibile era impossibile.
insomma, se io ero tra i soggetti che non rispondevano alle cure
classiche come per la mia malattia, era interessante vedere quei
dispositivi come si adattassero o meno. E se si, che
compatibilità vi fosse. Dopo aver letto da mia
richiesta
scehde e cartelle dei precedenti, dei casi di militari finiti malissimo
sia come testa e danni di varia natura da impedirgli una vita normale o
amputazioni e cose varie, mi sono chiesta se valesse la pena andarmene
fisicamente senza aver fatto qualcosa di buono, sfruttare come avevo
deciso in quei giorni la tecnologia di David sull'impressione o
cancellazione dei settori e legamenti del cervello e basta, o fare la
seconda con i test e aiutare gli altri. temevo nelle mie elucubrazioni
dell'ultimo periodo di aiutare e testare apparecchi che potessero
servire a gente che considero feccia... insomma, che la tecnologia come
tutto il resto che loro mi presentavano, andasse in mano a gente che
era meglio se si feriva e moriva, se si levava dalle scatole senza
rovinare la vita a chissà quanti. Di continuare il loro
schifo.
Un pò come paragone pensavo a baffetto tedesco e la storia
per
cui da bambina venne salvato da un prete dal fiume e poi divenne lo
sterminatore dell'umanità. E se io permettessi in
futuro se avrei
continuato se accettavo la seconda, a permettere allo sterco del mondo
di salvarsi e continuare ad esistere in vari modi peggiorando la cosa? Me la sentirei di
immaginarmi come
fautrice di qualcosa di orrendo per come son oandate le cose nella
storia umana? Bomba atomica, internet, attrezzi elettrici pericolosi
per vari tipi, .... quanti oggetti creati e ideati per qualcosa di
buono vennero invece rigirati per lo schifo che ne derivò
dalla
storia? E io ne sarei stata
colpevole? Ma nessuno di quegli
inventori e
ideatori pensava in negativo, così come un oggetto o
qualsiasi
cosa abbia cambiato avevano mai immaginato che la loro creazione
divenisse portratrice di dolore e sofferenza, oltre che distruzione.
Non lo immaginavano per neinte, erano per il bene. E dopo aver pensato
tanto, dopo aver
rivisitato le stanze o meglio, tuguri, di quegli uomini che vivevano
qui con dei problemi, mi osno decisa. Ho accettato l'accordo,
ma con una
clausula. Avrei accettato di testare i loro dispositivi, avrei dato una
mano a quello scemo di Milan, perchè su certe cose non posso
certo dire altro, ma se e solo se non avrei avuto fastidi e problemi da
nessun uomo. E mi avessero permesso di andarmene come e quando
desideravo. Almeno una volta
concordato ogni
elemento e clausula come conveniva ad entrambi, Milan mi ha permesso di
avere la sua parola che sarei andata via come una Persona. Con
Dignità. Senza sofferenza o dolore come fatto di mia mano. Da domani mi tocca
visitare ogni
stanza di nuovo, confermare i cambiamenti e le riassegnazioni e come
dovrebbe tutto ripartire al di fuori del campo che hanno allestito nel
verde o nelle sezioni nuove a forma di C totalmente gestite da quei
trgloditi. E io che mi lamentavo del
modo di pensare penoso e antiquato nel modo brutto dei miei!
Ho anche pensato a cosa
avrei scritto
in un resoconto redatto molto prima, tipo diario, manon per descrivere
ogni giorno o momento di cosa farò qui anche per avere una
lista
e prospetto di ogni azione o altro. Per rileggere e vedere cosa fatto,
non fatto, andrebbe sistemato oaltro. Preferisco
così, e
attualmente solo due persone possono riprenderlo dal cloud di
sicurezza. E le IA che stanno finendo di testare sono molto
interessanti. Ho chiesto a Imogen se potesse farne una solo mia con
base la mia prima scansione cerebrale. Che fosse un COntrollore e
custode dei sigilli del Sistema ma nascosto ai più. Sembra
interessata con David alla cosa e presto potrebbero decidere di
concedermela, visot che ho delle Ombre, ho c hiesto qualcuno meno umano
e più equilibrato. Quei tre sono palle al piede in fatto di
pesantezza e come tutti non mi vedono come uan di loro. E reputo
impossibile che ciò possa cambiare, perchè cosa
sto
facendo a mio gusto, a loro sta come la peperonata a colazione. E visto
solo l'aura dei bagni, sarei il pezzo negativo finale. Vedremo come va. Intanto, cosa avrei
potuto mai scrivere all'epoca, là da dove vengo?
Dopo anni di chiedere e
chiedere,
decenni, da alcuni anni in questa fogna non è
più
presente neanche a pagarlo oro torrore classico duro o meringhe. Sono
riuscita a svincolarmi dai miei per girare qualche negozio vicino casa,
niente. panifici, supermecati e simili non HANNO NIENTE, NON HANNO
NULLA. E cosa è solo testimonianza di ciò che ho
sempre
detto e ancora oggi mi trattano da schifo se ripeto la stessa frase:
"La morte sarà solo rimpianto e non accettazione. Amarezza e
cose perdute non vissute". Non vi vive niente, nonci si gode niente. E'
solo questo. NIENTE, la vita. Il fatto è che se dico GRAZIE
a
tutti quelli intorno a me dello schifo che hanno fatto, di
ciò
che loro godono e vivono e io no, arrivano i coglioni di sto cazzo che
dicono che dovevo essere io a fare questo o quello senza minimamente
pensar eche ho provato. ma quando si è senza soldi, malati
per
la sofferenza che si ha dentro e ancora oggi, se si urla
quanto
fanno schifo perchè negli anni chiedevo solo 2 cose:
meringhe e
torrone classico duro non quella merda molle o gommosa, sono sempret
trattata IO da schifo, sono di tutto IO, non loro che mi hanno negato
qualcosa che mi porterò nella tomba con rimpianto, duro
rimpianto per queste cose non mangiate, per il ben d i dio di cibo che
cè in questo posto eppure IO non posso mai mangiarne.
Suergelato
e conserva, niente di più. QUindi GRAZIE a tutti i coglioni
che
hanno solo detto hce la colpa è mia. Ho fatto i miei errori
di
accontentare la coglionaggine di gente che diceva che ero egoista e
verognosa per la famiglia di sto cazzo che non ho ho, ma mi
cresceranno, visto tutto il resto! GRAZIE a tutti quelli che sanno solo
dire minchiate senza essere me e aver vissuto al mio posto. Di come ci
si sente ad essere niente senza avere niente senza godersi quel ninete
che per te era tanto, per altri ninete. Ancora oggi di questa cazzo di
vita che devo vivere senza avere un cazzo di colpo fulminante, mi si
deve rimproverare di rompere i coglioni perchè desidero
così poco! Se solo il mondo alternativo creato che
è
diventato reale quanto il dolore fosse tanto reale anche fuori dalla
mia testa dove sputare tutti in un occhio! Ma poi mi ricordo che siamo
nella realtà, e la gente sa fare la buonista e sparare
cazzate
con quel poco che desideravo che è normale e la regola. E va
così! Io devo andarmene con queste mani in modo orribile e
non
da essere umano, sola come un cazzo di cane in mezzo a gente che sa
solo scassare il cazzo con "famiglia" e "per tutti, per tutti" non
cè una cosa comprate PER TE! ma guarda caso hanno
però
LORO cose solo loro. Tenuti nascosti. Bella la famiglia, ecco
perchè preferisco pugnanarli alle ovaie che permettere che
la
gente abbia cosa vuole, cazzo di nipoti. So solo che
soffrirò
quegli ultimi istanti, e devo dire GRAZIE a tutti anche per questo.
Soffrirò e soffrirò, e sarò
consiuderata e pensata
con odio e schifo. Come tutta la mia vita. QUindi GRAZIE a tutti, per
il NIENTE che ho avuto se non odio, rabbia, disperazione e schifo per
tutti quanti. Nessuno escluso.
Esattamente come Lion del
mondo non
accettato dove tutta la merda degli altri è finita sulla sue
spalle fino alla fine e nonostante quello era sicuro che posto per lui
non ci sarebbe mai stato, per cosa era e come voleva essere. E
così è la realtà, ecco
perchè Umineko
è così straordinario. perchè ti
schiaffa la
realtà merdosa del mondo sopra il personaggio che
più ti
somiglia in assoluto e ti fa capire che più+ passa il tempo,
più finirà solo come con lui. Ange no, buon per
lei il
finale ma non accarà mai niente del genere, non per tutti. E
dopo il sueprmercato chiuso dove cèrano le mie patatine
preferite che non ho mai più potuto comprare, i gelati mai
gustati, cibi e dolci che vedevo solo quando andavo dal dottore dalle
vetrine o la gente li mangiava per strada, i cabbuci che oltre quei due
non esistono quasi più neanche.Meringhe, torrone, castagne
fatte
non bollite o del prete, cibi di carne, patatine di tutti i
tipi... pizza che qui è grandiosa, tanto altro.
Niente.
Tutto andato, tutto perduto. nessuno capisce che io sono ormai morta da
tanto tempo e così sarà fino a quel momento in
cui
dovrò perdere la mia umanità e la mia
dignità per
soffrire fino all'ultimo istante. GRAZIE a tutti quanti. E il buonismo
ve lo potete tutti infilare su per il culo, perchè non
sempre
cè qualcosa per tutti e quando sei rotto e co lculo a terra,
non
cè nenahce nessuno, NESSUNO, che ti ami a tal punto da
vedere,
capire nonstnate è a due centimentri visibile e le mie urla
per
farmi sentire, e che vuole accompagnarmi senza dolore e sofferenza
verso l'unico istante di pace.
GRAZIE A TUTTI; MERDE
Ci sono persone che non
vogliono
esssere salvate e posso capire chi desidera salvare tutti, nessuno
escluso dalla merda, ma so e accetto che non si può deciedre
e
andare contro la volontà della persona, pure se soffre ma
gli va
bene... la sua vita come le moglie o figli o gente in
generale
brutalizzata da chi gli è vicino. Io stessa non sono persona
che
accetta di essere vittima e si mette a piangere in un angolo e vuole
essere salvata. Ho provato e riprovato a trovare una strada e ho
sbagliato, MEA CULPA, a far contenti tutti quelli intorno a me che
dicevano che IO ero sbagliatqa, stronza, ingrata e via dicendo. Ho
sbagliato a non pernsare a me in primis sentendomi in colpa per cose
che non è colpa mia se non sento. E ho patato,
caro,
ammalandomi e tutto il resto. Per me cè solo
un modo per
salvarmi, ma questo non vuole darmelo nessuno! E non posso permettere
che i buonisti e religiosi del cazzo o le famiglie che non vogliono
salvare e aiutare GLI ALTRI ma se stessi e cosa considerano loro... tu,
quando nasci, sei loro. Non importa cosa dicano o ti fanno credere, sei
per loro il futuro di loro stessi anche se morti, mentre tu, come TE,
vieni meno. O dopo. E se ti salvano o vogliono -aiutarti-
è per cosa loro vogliono e desiderano, non per te al cento
per
cento. E finchè potrò con gli strumenti che ha
Milan, cii
saranno Dottor Morte o gli Eutanasian, coloro che donano la
dolce
morte. Ma sto vedendo di creare anche delle Accabadora, donne che
procuravano la morte a chi stentava a lasciare la vita terrena in pace,
come persone, senza soffrire l'inferno prima di avere pace. E avevano
la stessa funzione persone scelte dagli anziani se le accabadora non
erano di loro sponte presenti nei dintorni. Erano coloro scelti perche
si assumessero il compito di dare una morte rapida e possibilmente
indolore, con un compenso di varia natura in base al nucleo che avesse
bisogno del loro aiuto, su richiesta stessaq del malato. Secondo dei
libri di Milan in varie lingue, queste figure esistevano e assolvevano
un Aiuto per chi ne aveva bisogno in epoca nera per
l'umanità,
mentre in questo millennio i rompiballe provita, pro cazzi e mazzi
rompono arrogandosi il diritto di decidere sugli altri per loro
ideologia. Che il diritto di un feto, feto non bambino, venga prima
della donna. Sticazzi la donna, un -non ancora vita formata- vale
più di te! E se soffri per problemi visibili o non visibili,
tutti si arrogano il diritto di dire che per loro DEVI continuare a
soffrire, ma non rompere troppo. Come successe a me, dicendoti di
soridere e fingere invece di mostrare il tuo malessere anche per colpa
loro, perchè a loro non gli si rovini la giornata di festa! Voglio con queste figure
dell'associazione stessa aiutare le persone se ne hanno bisogno, se
desiderano ed è sicuro che come me non hanno senso di
continuare, che le boiate di matrimonio, figli e cazzate simili non
aiutano affatto, anzi. E chi ha probelmi di salute tremendi da essere
stesi su letto o in carrozzina ma in modi orribili e non hanno cose che
li mantengano vivi... che gi si prospetti la possibilità con
un
colloquio privato o con un medico secondario nostro convenzionato, di
decidere LORO se, quando e come... perchè le PERSONE si
sentano
tali fino alla fine, con loro diritti e possibilità di
scelta e
decisioni. Invece di fastidiosi psicominchia che fanno di tutto per
-modellarti- secondo gli stardard di pensiero normale e poi nei
forum, siti vari o commenti si legge la storia di persone che affermano
che non è servito a niente tutto, hanno avuto una vita mhe,
senza nulla per dire che continuare a respirare abbia avuto un senso,
perchè loro scrivono che no, sono arrivati avanti con gli
anni
passivi e scilvolando in ciò che gli altri gli mettevano
davanti. Se le persone avessero
ascoltato e
avessi avuto una persona speciale o amici o qualcuno che mi volesse
bene da aiutarmi ad andarmene da persona e non da animale tipo
macelleria, sarei stata un fantasma felice. Invece , se Milan dcie il
vero, esistono vari piani della realtà con altrettante vite
di
ognuno di noi, e malari loro sono morte malissimo finendo come
-suicidio orribile- o qualcosa del genere o continuare a fare
come volevano tutti, assistendo a un inferno come un marito meno peggio
degli altri bastava che avesse soldi come dicevano sempre e i cazzi di
figli che volevano che fassi come una scrofa o coniglia
perchè
gli altri lo volevano. Che condizioni, che vita avrebbero con questo?
Io sarei stata davvero sul punto di farfe un gesto da csi per scappare
dall'inferno nel quale so, mi sento di non poter stare e vivere. Non
sono per me, non voglio occuparmi e dare la mia vita e tutto per altri
abbandondo me stessa come so e leggo di tante donne che buttano tutto
di se stesse per i figli. E questo sia per come sono state cresciute,
influenzate, indottrinate, e portate da ormoni ed elementi nel cervello
per cui appena fai un figlio l'istinto ti dice di metterlo al primo
posto. Come vivranno quelle
donne, le ME
negli altri piani se esiste questa possibilità, finite ad
essere
succubi e fattrici senza volerlo? E le Me che sono riuscite a salvarsi
da quello, dal dover essere e fare cosa gliu altri vogliono, ma sono
giunte alla conclussione che è meglio agire e andarsene
anche
come se un macellaio si è visto scappare di mano un coltello
o
altri metodi classici? SArei una dei tanti che hanno dovuto agire
contro se stessi per un pò di pace. questo mondo ti porta
all'inferno fino
all'ultimo ansito e lacrima. Senza nessuno che davvero esista al tuo
fianco non importa chi sei, come sei, chi sei e... che se decidi per
te, per te alla fine e per cosa desideri, sei addititata e maledetta
anche da morta, per cosa fai a loro. Non ciò che ti portavi
dentro e speri anche non dopo.
Non pensavo di riscrivere
qualcosa
come se fossi all'epoca. Ma mi viene normale. La visualizzazione ha
mostrato che le proiezioni vengono rivelate apposta dalla scatola e
rese in maniera discreta. Cè del lavoro da fare, ma
funziona. E'
come per le tecniche di magia. Creare una visione più
realistica
possibile di u noggetto nella metne per sviluppare lo stato mentale per
la magia. Così da poter creare cerchi e riti nella metne da
riportare a terra con simboli e altro. Cè chi pensa che un
rito
parta dallo scarabocchiare, ma da quello che Milan segue non
è
così. Io ne sto lontana, ma certe cose che dice dai usoi
amici
non sono male, perchè li faccio già di mio.
QUindi sono
stata agevolata rispetto altri soggetti. Ho avuto modo grazie ai
servizi di Milan di prendere le schede accurate di quella feccia che mi
fece solo del male. E' dviertente pensare che
io, una
niente, alla fine sono finita ad avere documenti completi di tutto di
ognuno di loro, e decidere cosa fare e cosa ingegnarmi per tirargli bei
scherzetti come vendetta. O ideare qualcosa alla
Signora in
giallo o libri della Christie o altri autori moderni che ho letto. Di
fargli un prankone memorabile per tutte le loro vite. Inoltre mi sono accorta
che come per
il viaggio in Irlanda, non provo nostalgia, mancanza o altro di quel
luogo. Ho ottenuto nuovi mobili per la mia stanza che fossero meno
pretenziosi e pacchiani. La mia stanza è lì solo
per
quando dormo e l'ho fatta dividere in due sezioni da una sorta di
separè in legno per creare dalla stanza che attualmente
è
grande come lo era il soggiorno più la mia cameretta di
prima
là fuori, una sezione divisa in due, con zona giorno e una
solo
notte. I bagni ho notato sono stati aggiunti per ogni camera di recente
e sono tutti di fronte la porta d'entrata dal lato delle finestre, come
box rettangolari ricavati e con un design interno che non mi ispira,
perchè sembra che spezzi molto ocn la stanza. Ma
tantè. E come in quel viaggio,
la gente che
mi fissa sembra avere la stessa espressione della madre di Zay o il suo
fidanzato dell'epoca, che mi guardavano ed erano fredddi e quasi starmi
a distanza per qualche motivo. Impressione mia? Qui invece hanno la
stessa espressione
ma sembrano voler menare le mani se gli tocchi il loro angolino come i
gatti gangsta di strada che si credono i padroni di sto cazzo. E come
quei gatti mafiosi dei marciapiedi, questi scassano parecchio. E mi domando solo una
cosa. Cosa
voleva dire Phib quando diceva che nel loro pensare come Milan che
siamo un ciclo perpetuo di reicnarnazioni e che io non avrei dovuto
sapere chi fossi? Come se dirlo fosse... cosa? Perchè la
madre
di Zay e il suo fidanzato si comportavano in quella maniera che io
avevo notato fissandomi come fossero in allerta? E come sono ingiustamente
indicata solo per le apparenze e trattata da schifo? Se le cose non cambiano,
è chiaro e lampante che neanche qui cè e ci
sarà mai posto per me. Sarebbe un peccato,
enorme. MI piace questo posto. Intendo come ambiente tra
edificio e
tutti i boschi e boschetti, la montagna e il resto. anche il clima.
Secco invece di paurosamente umido e gelido da dove vengo io, che era
una disgrazia e tra spifferi, muri neri di umidità come un
manto
sopra la testa e intorno e la on voglia di consdierare la salute con
una stufetta in ogni stanza, almeno quella, ma sopratutto in bagno...
qui sembra quasi un sogno. Mi ci sono abituata come con il viaggio di
Zay. Pensavo prima di prendere
quell'aereo
per andare da lei, che non avrei avuto modo di adeguarmi a quei pochi
giorni e no nsarei stata all'altezza di niente. Io, che per i miei non
sono mai andata da nessuna parte per nessun motivo, sempre e solo a
casa o dai nonni. Invece ancora oggi mi
chiedo quale Lia
fosse quella durante quel viaggio, tanto da tornare e in macchina quasi
non riconscere il posto che conosco come le mie tasche e sembrava fossi
stata via da anni. Non ho fastidio in quei
bifolchi che
fanno casino sia per allenamenti e addestrametno in giro, proprio alla
cazzo senza uno schema o un piano di luoghi prestabiliti per tali cose.
No, facciamo corsa mattutina in giro a muzzo. La zona di addestramento
sembra un angolo del bronx per l'incuria. Attrezzi e mezzi che
vorrebbero una sstemata. E tanta pazienza nel dare a tutto una parvenza
di luogo civile e curato, seppur utilizzato. Niente. E scorazzano,
fanno di tutto
in ogni angolo libero nel momento in cui gli va. E questo non va bene.
ogni luogo vede avere un suo utilizzo. La tenuta ha una
dimensione abnorme
per me, considerando che abitavo in uan casa molto piccola e
cè
così tanto spazio anche includendo boschi intorno, la
montagna,
i settori di pascolo o verde in generale che potremmo avere ogni
settore per ogni attività e ne avanza anche. Ma qui sembra che tutti
siano fumati, e non parlo solo di chi fuma erbette, ma fuori di testa. Sia come sia, mi ritrovo
a vedere le
stalle, i gruppi di controllo della proprietà in tutta la
sua
ampiezza a cavallo, le sessioni di sparo e di arco e frecce, l'uso del
carroarmato che qui è come portare un elefante in turchia e
tutte le armi e le specialità possibili sia di fuoco che di
bianca e mi chiedo perchè non mi trovi a disagio. Ho osservato tante volte
mentre
seguivo i rilevamenti con metri e cartelline per confrontare con la
pianta originale e il marchingegno che si usa per monitorare cosa
cè sotto la terra, quella che si usa con geologi sia per
studiare il terreno e i livelli di sedimenti per valutare il tempo e
quando si sono sedimentati che la ricerca di ossa e cadaveri. Un
aggeggio su di un carrellino che pensavo fosse tipo per i bagagli
all'aereoporto, pareva simile, ivnece era solo un modello di una marca
che era stato progettato in quel modo. E ha rilevato tante cose.
Domani si
scava. Ho iniziato ore fa questo resoconto e mentre camminavano
osservando l oschermo dell'aggeggio, guardavo intorno, gli altri, cosa,
facevano, l'atmosfera e poi l'edificio sul davanti. Se il giardino interno
è calmo
e come una bolla di pace e distanza, l'anteriore brulica di vita in
varie forme eppure non provo paura ne niente. HO dormito alcune notti
qui e ogni giorno mi accorgo che mi è sempre più
familiare e come un posto sicuro. Non per qualcuno, ma
perchè è come se mi sentissi così. Milan mi ha proposto
smepre più
spesso di restare, ma in quei momenti mi sono accorta in cui... sembra
diverso, come se fosse nervoso, duro e serio, e mi dice che andarmene
equivarrebbe ad abbandonare le cose belle. E quella poteva essere casa
mia.
Inoltre fare qualcosa,
essere di aiuto, necessaria o altro va bene. Casa mia. Per casa io non
intendo un luogo, un edificio. Ma un insieme di cose e sensazioni. Avrei potuto sentirmi a
casa qui, se non fossi così rotta? Avrei reputato tutto
l'insieme Casa,
da non desiderare scappare o andarmene, o fuggire o tutto
ciò
che sentivo da dove provengo? Avrei potuto sentirmi ME
qui, se avessi incontrato Milan molto prima? Sarei stata felice con
cose che qui ho trovato per me? Fra poco mi hanno detto
che potrebbe
iniziare il periodo dopo l'autunno e che rispetto alla mia
città, ci sarà freddo e neve. Più
secco rispetto
alla mia città natale,ma la neve! LA NEVE! Io non ho mai visto la
neve. Da me non
cadeva mai. Accadeva qualche tocco ddi grandine i giorni più
gelidi e umidi da far paura, ma ho semprfe visto la neve dai tg e
notiziari. Sempre e solo acqua e qualche minuto di grandine solo in
determinati giorni, tra natale e capodanno, questo compreso. Poi
più niente. E quindi qui in questi
mesi appena
cadrà, conoscerò questo posto in un'altra veste e
come si
vive in una situazione a me ignota. Avrei mai pensato che vi fosse
intorno a me la neve? No, e cosa tutto in una volta. Milan ha già
detto che è
preoccupato per i filari di vite che sono di sua proprietà
qualche chilometro distanti che verranno ricoperti e non sa se
sarà un anno di gelata negativa o mite. E che danni possono
provocare. E che ne sarà
appena nevicherà dell'umore e della situazione degli uomini. Ho detto loro che non
siamo al -il
mio gatto è indemoniato- dove se cambi un pò
mobilio
il gatto svalvoal e diventa figlio di satana. Sono umani. Militari,
atti ad adattarsi. Che non stavamo scavando trincee e prigioni di
regime o altro. Cambiavamo la faccia di quel posto in meglio. Lui ha riso, affermando
che non conoscevo bene i militari e che dovevo imparare molto. E di nuovo, avevo
studiato le grande
armate del passato nei libri, composizione sia di ranghi che
sistemazione del campo. Regole e disciplina e lui mi diceva che avrei
trovato ogni mattina pazzi gattari indemoniati per aver trovato le cose
spostate. E io che mi lamentavo che
il mondo
fosse una latrina per terrapiattisti, pancine, religiosi e anti scie
chimiche. E anti vaccinari, come li chiamo i genitori coglioni che non
vaccinano. Poi anche i credenti
nelle ideologie della morte. E ora questo. Cè un ambiente
in cui le
persone non sono pazze? E io che voelvo essere militare, lavorare in
marina sulla Vespucci o nei sottomarini come mi piaceva appena
diplomata tanto da portare il motore elettrico ubot in fisica nella
tesina o carabiniere. Alla fine di questo
periodo, come
ultimo appunto a questo resoconto... non scriverò mica
-credevo di vivere demmerda e invece qui è più
folle
che quei foll idella mia famiglia. Aiuto!-. Spero di no,
perchè inizia a
piacermi e sarebbe una delusione vedere che invece a piacere non sia io
o che sono di troppo, come da dove vengo.
Questo luogo, ultima cosa
per chiudere
questa giornata... come indicarlo? Mi è sembrato che
fossero...
come me! Molti perduti dentro, sperduti nel mondo che si aggrappano a
qualcosa che li tiene in sè, rotti, corrotti dalle
preparazioni
degli inizi, un pò fuori di testa per il tipo di lavoro e
dove
hanno lavorato. Gettano tempo e possibilità in vari tipi di
fumo
e alcool. O fermi ad aspettare la chiamata dell'essere in -carico- come
dicono. Ossia il momento di entrare in scena. Come
se fosse quello il momento in cui vivono. Altri considerano la vita
militare tutto il loro mondo, fatto però di frasi,
comportamenti
e rigidità, dove la formalità è
ciò che li
assembla in quello che vediamo. Sono quelli che mantengono un assetto
più marziale e si alzano, salutano, fanno i gesti dei loro
vecchi reparti, parlano urlando come se avessero cinquanta corde vocali
facendoti saltare in aria e componendo frasi e una segretaria d'alto
livello anni ottanta e novanta avrebbe agognato. Sono quelli stanno in
alcune tende che anche da fuori sembrano più pulite, ben
sistemate anche dentro, tutto pulito e in ordine, perfino come se fosse
una cosa maniacale. Ma Jd dice che è oslo parte
dell'addestramento, così come il loro occuparsi degli
stivali
dei superiori lustrandoli come una pelata per una serata con la morosa.
Parole di Alaric. Noto parecchi spacchi tra tutti loro. Cè
chi
è più in là con gli anni, dai trenta
in sopra,
gravato dal peso della vita vissuta, dove e come. Che sembrano
trascinarsi, quasi. Ma con occhi vispi più di un bambino. Poi quelli ancora
più in
là, gli Anziani, che aiutano Milan al bisogno. E ancora i
più giovani dai trenta in giù, freschi di
preparazione o
prime missioni ma hanno terminato il periodo di leva volontaria e poi
mandati a casa, perchè non erano proprio il soldatino
perfetto.
ma avevano cervello, capacità analitiche e di decisione che
molte volte non aggrada. I più rustici da una parte erano i
casinisti che casinavano anche con i più grandi di loro di
età, creando un tipo di scontro diverso. Stranamente i giovani da
quando sono
arrivati sono come i galli, arruffano le pelle, mostrano petti e
altezza ma non sembrano avvezzi a fare a botte o regolare i conti con
la forza o il vecchio modo di regolare le cose dei militari. Dai trenta
anni in su invece è diverso. meno parole, meno ostentazione
ma
più voglia di regolare le cose con la lotta o le armi in
pugno.
Insomma, come mercenari con le loro abilità e
caratteristiche
contro un altro e chi vince ha ragione.
Ok....! E poi ci sono i
perfettini di cui
parlavo che ogni gesto, posizione, urlo e frase sono da manuale
militare. Il problema è che alla lunga ti fanno venire il
nervoso perchè se è così che sono
tutti i
militari, che sembrano aver preso tre supposte di fila dovendole
reggere per ore e muovendosi come manichini mongoplasti... eppure dissi
a Jd che molti video di militari avevano si rigore e compostezza uniti
a tutto ciò che rende i militari marziali e tutto i lresto.
Esibizioni, parate... ma come queszti qui proprio mai visti. Finti e
rigidi che urlano come al mercato del pesce del medioevo che vorrei
strozzarli. SI, mi stanno sulle balle
perchè ti seguono camminando come fossero in parata, ogni
cosa
che devono dire è sbraitata e seppur è
interessante
parlare con loro per il linguaggio meno -rustico-, per non dire
cosa penso, sono di un fastidio e un aumento di nervi che vorrei
prenderli a randellate ogni istante. Non si può
reggere questa gente
in quel modo senza sentirsi come un isterico co manie di allarme punto
da una vespa. Sei sempre con i nervi attivi e non so come si regga
questo modo di fare. Ho detto loro che la parte formale è
una
cosa e i momenti meno formali un'altra, dove non cè bisogno
di
sembrare la bruttissima cgi di terminator in versione metalicca fatta
malissimo e a vederli viene da chiedersi che probelmi hanno. Perchè nei
video militari con parate e altre cose sembrano snodati, capaci di
esibizioni straordinarie e loro no? Chi è il
bestia che ha pensato
che impiantare quanto mostrano per farlo SEMPRE fosse prima cosa per un
militare? PORTATEMELO!
La maggior parte
però sono
apputno con una psiche non molto a posto, ed è per questo
che
vedendoli sembra quasi di vedere me. Non posso sapere cosa hanno visto,
sopportato, fatto per seguire degli ordini ma le facce e modi di fare o
no nfare o con chi o non con chi stare, parla. Tanto. Per questo ho detto a
Milan che se
vuole fare una Comune, ed esperimento per poi portare fuoriu il
cambiamento, è bene che faccia da ora e da qui tutto il
necessario per risollevare quei tizi. E' troppo orribile, questo
è il primo pensiero quando li vedo... troppo orribile come
sembrano disperarsi dentro sfogando nel lavoro e la vita che
considerano l'unica per loro, tutto. Quando sono in missione
è come
se fosse quel momento il tutto di cui necessitano. Come molte pancine
col sistemarsi e figliare. E questo paragone che a molti sembra
stupido, mi fa accappponare la pelle, perchè se si fa un
focus
sulle due cose e cosa serve a certe persone (vuote le seconde, ecco
perchè hanno bisogno di riempire con piccoli satana e mariti
stronzi, tanti lo sono) per sentirsi vivi, cancellando il SE. E'
come... per gli animali. OCme i gatti, esempio classico. Il corpo, gli
ormoni, dice loro di esser piccoli figli di satana per tracciare un
territorio, rompere le palle ad altri gatti, figlaire peggio dei
conigli, essere incazzosi se non si fa come dicono. Così
come
per il gatto l'attributo per obbligo di natura dice loro di fare queste
cose altrimenti stanno male, così sono i tizi vuoti e con
problemi a causa di varia cose. E lo vedo in loro. lavorare per loro
è come tornare a respirare di nuovo. E come con i gatti,
è
necessario un percorso perchè per indirizzarli nel modo
giusto
ad interessarsi di altro e nel modo corretto perchè la mente
non
segua i testicoli o uteri ma il piacere di essere un animale vivente.
perchè seguendo la natura, fanno solo bordelli. I gatti
sò stronzi, mi stanno sulle balle, ma posso dire che
studiare
loro e altri tipi di animali e come educarli e condurli a comportamenti
e azioni nel mood corertto e umano... dò sosddisfazione
oltre
che sembra dia loro il motivo o i motivi chiave per vivere bene ancora
e ancora. Senza pressing di accoppiamenti, zuffe, segnare territorio
come matti... E così quella
gente. Cè
possiiblità di poter creare un qualcosa del genere per
questi
soggetti danneggiati e rotti dalla guerra e le brutture di questo
lavoro? Non sono un'esperta ma
essendo anche
io rotta e senza motivi per vivere per cose mie, vorrei solo che loro
provino e vedano cosa cè oltre il loro attendere in modo
spasmodico l'entrata in azione. Ambirlo come uno in astinenza mentre la
maggior parte del tempo è come perso nella testa o buttato
su
qualche cosa che lo occupa solo (fumare, bere, fare a botte in un
ambiente che chiamano ilCerchio dove si azzuffano tutto i lgiorno, fare
nonnismo e altro). Ci osno nel mondo tremila possibili hobby,
interessi, tipi di lavoro e altro. Vorrei vedere se loro possono uscire
dal tunnel del solo binario in cui sono per non veedre più
il
mometno di imbracciare le armi come un tossico con la droga che son
oriusciti a procurarsi. Che abbiano vari tipi di droghe, interessi,
passioni, o impieghi per sporcarsi le mani o comunque impiegarle invece
di farle fremere dal nervoso per essere di nuovo al -acciacca il
nemico-.
Giorno 39 e ormai e passa
Non sono riuscita ad addormentarmi ancora e qui ci si alza presto
eppure non riesco da due ore a prendere sonno. Questo posto la notte
diventa come un cimitero. Le guardie notturne sono puntini luminosi
fuori la finestra, qualche scalpiccio delle ronde ma niente di
più. L'unico momento, pare, di quiete marziale è
la
notte. Niente urla, risate sguaiate, casinisti all'opera, giochi
assurdi che fanno per passare il tempo. E mentre rifletto ho capito che
sono così perchè veramnete non cè
niente qui per
impiegare mente e corpo in qualcosa di meritevole da estraniarli da
vizi pericolosi e stronzate. perchè usare un fiumiciattolo
per
fare sciii nautico rovinando ciò che gli sta intorno.
Falò senza sicurezza e considerazione di flora e fauna.
Sonnellini nel carroarmato o jeep o camionette militari che utilizzano
per le esercitazioni. Ho trovato la zona addestramento e allenamento
veramnete assurda. Non hanno palestra, qui. E per chiedere mi hanno
guardata come una scema. Nessun attrrezzo in una classica stanza grande
o a settori per allenarsi ma tutto in quel grosso fazzoletto di terra
all'aperto in mezzo a carro armato e altri mezzi che sembra una pista
da corsa con i settori e i numeri e attrezzi da palestra sparsi per la
zona. L'altra sezione di addestramento è più
lontana e
seria, ma lì sembra il cortile di una prigione,
così mi
era sembrato dal primo momento o quei parchetti nei quartieri peggiori
americani che si vedono nei film. E sudano, wsi scambiano le panche,
gli attrezzi senza niente per pulire o fare da copertura, all'aperto
non importa il tempo e con sporcizia ovunque. Ci erano alcuni cestini
legati a degli alberi come si veed in alcuni parchi pubblici cittadini,
ma oltre che pieni, bottiglie di ogni tipo di roba alcolica a ciambella
intorno, come se nessuno pulisse. Un altro cestino era pieno di pasti
pronti militari accartocciati e gettati come nel lancio al cestino.
Insomma, a parte alcuni gruppetti o pagando, ricevono da mangiare la
roba pronta militare che scaldano con il -fornello- chimico
incluso là stesso. Ho notato che tantissimi in base ai turni
sostano lì durante il giorno ed è un settore
ambito per
passare il tempo. Il carro armato inutile
dirlo, mi sono
arrampicata sopra per guardare
dentro, e due imbecilli lo usavano, essendo quasi una scatola ermetica,
come bong. Si, come bong gigante intorno a loro. Milan pare non si
interessi più di verificare e controllare ninete e lo trovo
vergognoso per un Capo come si ritiene. Dovrebbe girare se non minimo
due, almeno una al giorno per verificare le cose. L'odore che usciva da
quel mezzo solo sporgendomi dal portello in alto era orrendo e ho
notato schifezze forse da cibo (da premettere che il cibo militare
imbustato fa schifo, ti può andare bene qualche volta ma
ogni
giorno per tutti i pasti NO, e ancora di più come cucinano
all'aperto e come maneggiano il cibo seppur freschissimo da loro
animali... NO, no, no, schifo, cazzo) o altro non saprei, ma
dall'occhiata e
cosa ho scorto... è chiaro che non cè nessuno
interessato
nel periodo libero di questa gente perchè non ciondoli a
cavolo.
Oltre il fatto che quel carro armato è chiaramente
un
residuato bellico sovietico, dalle frasi in cirilllico all'esterno, non
deve essere tenuto bene neanche all'interno, perchè fuori
è scrostato, sporco, infangato, pieno di rigature e
scroticazioni da urti. Insomma, da quale periodo venga non lo so,
può essere da guerra fredda, prima, dopo, ma è
tenuto da
schifo, così come ho notato tutti i mezzi militari che
stazionano all'aperto, nonostante sappia dei garage sotterranei a
più livelli. E per dire ai cari signori -prendete questi
mezzi, sistemateli e la sera rimetteteli al riparo-, cosa dire... mi
fissano come una cosa fastidiosa che rompe le palle. E so anche per
ammissione di Alaric che non mi vedono come un nuovo acquisto del
grande gruppo che è l'organizzazione, un membro in
qualche
modo, ninete. Sono infastiditi dalla mia presenza perchè
donna e
una civile. Alla terza risposta sguaiata e rozza, e offensiva, ho
smollato un ceffone con tutti i miei sensi in faccia a Cygan. L'ho
preso per il collo di quei vestiti trasandati che usano e gliho detto
chiaro occhi negli occhi che non accetterò ancora
comportamenti
da stronzi. Rischio, lo so, ma Cygan è uno di quelli che
traina
gl ialtri, o almeno, il gruppetto che lo asseconda e lo vede come capo.
Se non smuovo lui, dovrei farlo uno per uno e sarebbe un lavoraccio. E
ovviamente questo accade quando Milan non cè.
Ieri Milan mi aveva detto che sarebbe andato a Teatro, a Mosca, per un
incontro, mentre oggi per telefono mi ha detto che si trovava in Cina.
Lui non collabora, va in giro accompagnato da amichette e quando
cè, tutti sono amiconi con lui, come uno dei loro, sorridono
e
tutto quanto, gli si stringono intorno come... già, come
cosa?
QUando non cè, parte l'anarchia.
Sentono i capitani, ma Jd e gli altri sembrano scazzati quanto gli
uomini. Chiedo a loro di esser epiù di polso, di non
arrangiare
le cose basta che funzionino. Niente! Jd è troppo buono e
corretto, quando si arrabbia, le poche volte, si erge più
duro e
tutto quanto ma come con Milan, tutto finisce a tarallucci e vino.
Lubo, lasciamo stare, è quello che chiamo -santone- o -dalai
lama-. Stesso modo di fare, quell'aria positiva e calma
intorno e nonostante la stazza abnorme e il vocione, chiede con
cortesia di fare le cose. Lo ascoltano, ma appena si gira, tutto al
solito. Alaric è un coglione, agiscee fa a cavolo
suo e fa
nonnismo perchè gli altri facciano le cose per lui e al
posto
suo. E non posso accettarlo. Ho già in mente di
fare una
cosa, mi auguro che colpisca dovef deve andare.
Ho già parlato con i vecchi e Lui mi ha detto che sarebbe
contento che le mie idee prendendo forma riportasse questo posto alla
decenza. Sono della vecchia scuola, vista anche l'età, e
hanno
approvato una sorta di luogo vero di ritrovo per gli uomini invece di
quel campetto da allenamento che sembra come un tempio maya sperduto
nel verde. Stesso effetto di inquietudine. Ho pensato a una
sortqa di grosso ovale da mettere nel grandissimo spazio tra
il
lato dello Chateau, dove ci sono tra le altre cose la mia stanza e due
piani sotto la cucina con il refettorio che ho fatto rimettere in sesto
per il riuso e la sezione degli animali con stalla cavalli, paddock e
il resto. Molti animali sono stati spostati alla Fattoria che i Vecchi
hanno accettato con entusiasmo. Pare che amino molto lo stile di vita
che si sono scelti e lavorare la terra e gli animali. Sembrano
più assennato di tutti gli altri e trovano l'ovale
interessante.
La forma sarà data dalle gradinate cui intorno
girerà
questa sorta di recinzione ovale appunto. Le due sezioni di gradinate
saranno come un anfiteatro, solo che avranno due sbocchi di entrata, ai
vertici, per ora dodici altezze di scalini e al centro un sistema video
e audio che utilizzano qui di nuova generazione in un impianto
collegato anche coin lo Chateau. Lo spazio al centro deve essere
grande, apputno ispirandomi all'anfiteatro piccolo o medio di alcuni
scavi, per feste, spettacoli o ogni cosa vogliano fare con il resto
degli uomini liberi seduti e tranquilli. Che sia film, video o qualcosa
dal vivo, sarà un luogo oltre il refettorio, di occupazione
e
intrattenimento.
I vecchi mi hanno chiesto anche perchè ho parlato di
spettacoli
e altro e io solo per mostrargli un esempio da applicare all'idea, ho
fatto vedere, così come a Jd e gli altri capitani, dei video
dimostrativi di attività che potrebbero fare. Laboratori,
botteghe, di creazione, riparazione o altro per settori più
svariati e che servono per non dover poggiare sempre sul mondo
all'esterno. Attualmente solo meccanici e maniscalchi sono proprio di
qui e operano, altro personale viene chiamato dall'esterno e questo non
è un bene. A quanto pare se per riparazioni, sostituzioni o
altro lavoro da fare sia ad armi che per gli edifici o altro non
riescono gli uomini di qui, che non è il loro mestiere ma si
professano tuttofare, viene chiamato qualcuno definito di fiducia. Un
esterno.
E qui mi chiedo, ma se Milan ha messo in piedi un'organizzazione con
particolari compiti e specifiche, può portare qui gente
esterna
perchè brava e capace dove qui non possono, mostradno cose
che
dovrebbero restare celate? Qui urge soluzione, nel senso di ctrovare
qualcuno che resti qui, sia di qui e sia anche capace da non dover
pagare gente di aziende e simili per cose che a mio parere, sarebbe
meglio tenere nascoste.
Perfino i sistemi di sorveglianza e contatto sono di aziende esterne.
Ma si può!?
Milan mi ha risposto che perfino alcuni governi con cui ha contatti,
hanno contratti con aziende specializzate e non loro
personale
interno preparato. Che non trovava niente di strano nella cosa e che se
ci sono i professionisti, vanno retribuiti dopo averli chiamati,
perchè sono tali.
E grazie al cazzo, direi io. Ma qui non siamo una cittadina, un
villaggetto, un ufficio o altro. Sarebbe ora che capisse che la fiducia
non deve essere data a tutti. per questo ho proposto oggi ai Vecchi
oltre l'ovale con le gradinate un'idea.
La Mano e la Raccolta. O distinti o insieme. SOno qui da settimane, mi
stanno addestrando in forma base per avere una preparazione adeguata
per capire il lavoro sia degli uomini che degli incarichi da osservare
nella sala web, che per sicurezza mia personale.
Mi son oscontrata varie volte con gli uomini e sebbene abbia quei tre
sempre due passi dietro fissi come torrette che quasi neanche in bagno
posso stare sola, Milan teme per la mia incolumità
perchè
strano a dirsi, una persona come me che ordina di fare i seri,
è
odiata. Ma che strano però che dalle loro schede hanno avuto
a
che fare con addestratori e superiori così stronzi e
merdosi,
visti da video di addestramenti che ci sono pervenuti su ocme operano,
che non comprendo. Seriamente. Per una trappola ho chiesto ad alcuni di
questi stronzi che fanno i superiori, ripeto perchè donna ed
ex
civile, che tipo fossero i loro addestratori. E mi viene la bile nel
constatare che quasi tutti urlano con finto rispetto, perchè
cèra Jd con me, che hanno avuto superiori esemplari,
straordinari, meritevoli e tanti, tanti epiteti positivi. Eppure nei
video avevo visto gente nuda sotto la pioggia addestrarsi, esser
epicchiata eprchè non mostrava risultati voluti,
condizionamenti
mentali con urla, minacce, epiteti peggio delle bettole dei bassifondi
e tanto altro. Quei video mostravano un mondo che la gente normale, se
non ha fatto leva obbligatorio prima che fosse tolta o addestramenti
per squadre speciali, non potrebbe mai capire. Quegli uomini in quei
reperti, per me sono tali, erano oggetti che stavano modellando con
tecniche di bastone e carota portati agli eccessi. Ho avuto modo di
visionare parecchio materiale, e quello che sopportano e affrontano
molti uomini che poi diventano parte di squadre e settori altamente
specializzati militari, non so se immaginarlo o che altro. Molti
raccontano delle tecniche di addestramento spartane per dire che
qualcosa è inimmaginabile, ma davvero non sanno di cosa
parlano.
Ho visto anche video su torture a prigionieri di guerra
dell'ultimo ventennio. Da uscire pazzi cosa facevano e fanno ancora
ora, ma in confronto, l'addestramento è qualcosa di
peggiore.
Certo, qualcuno potrebbe dire che sono stupida ad affermarlo, ma
bisogna vedere e confrontarli monitor con monitor vicini. Se cosa fanno
in zone di guerra e conflitti è orribile, è
altrettanto
terrificante se non peggio il tipo di addestramento che operano sugli
uomini per renderli insensibili a fatica, paura, e tra altre cose, la
vita umana. Preparano questi soggetti a non scegliere, a seguire gli
ordini e considerare cruciale fare qualcosa di orribile non importa a
chi, ma sono gli ordini e non si deve pensare ma agire. Altrimenti si
è un cattivo soldato.
Forse sono questi stress mentali a renderli come sono qui? Non so che
dire. Sinceramnete non mi
sembrano soggetti
così come rappresentano le carte, nel senso di fuori di
melone
da essere problemi veri. Sembrano mantenere un controllo, per davvero,
e non scadere nella pazzia dei soggetti indicati dai rapporti, ma non
capisco come Milan possa desiderare una COmune per dei militari e farli
vivere come allegri cittadinotti di una cittadina qualsiasi per fare un
esempio. Sono o sembrano per lo più... sperduti. Tenuti
insieme
dall'attesa del -lavoro- appena sono chiamati per prepararsi e
andare. Come un bisogno impellente. Non come i problematici nella
lista, soggetti pericolosi che sono stati modellati mentalmente
all'idea che sfogare le pulsioni primordiali sui -nemici- sia
come... come diceva sempre Rò sul sesso. Diceva sempre che
il
corpo aveva bisogno di quello, quasi vitale e che privandondosi di cosa
si prova ci si sente come in astinenza. Peccato che come ttuti
non abbia
capito niente di me e che io non sono una persona normale, non
cè bisogno di nessuno e ne di Alaric per ammettere da me che
per
come mi hanno cresciuta quegli orsi eremiti dei miei, senza mai nessuno
se non sbattendoti a scuola o in ambienti dopo lo stare a casa sempre
soli con loro e basta, non sia una persona che altri definirebbero
-normale-. Lo ben sò, così come so
però che
io non sento e provo nulla di quello ecosa mi ha spinta a tentare mi ha
solo aumentato l'odio e la non necessità di essere toccata. Ma per quelli come lui,
si può
equiparare la cosa anche a questi soggetti? Il bisogno impellente?
necessario? O come affermano alcuni molestatori di bambini, che gli era
impossibile resistere e -dovevano- farlo? Se le cose stanno
così, se
quelle persone non sono state aiutate dalle terapie normali, l'unica
cosa che posso pensare è, anzi, due cose posso pensare. O si
reclutano per certi tipi di lavori, e in quel caso dando in mano loro
la possibilità come un dono di sfogare tali cose in un
ambiente
controllato, oppure procedere con le ricerche di David basate sul
controllo e manipolazione mentale che vorrebbero utilizzare proprio per
salvare, aiutare i soggetti come questi, oltre chi
è in
coma, è uscito tragicamente a livello mentale da incidenti o
shock o dolore immensi da romperli da... ridiscendere a livello mentale
di un bambino. Le carte degli studi dei
Neri del
periodo, affermano che è possibile creare o modellare
soggetti
in e con determinate condizioni, e il ocntrollo mentale sfociato in due
progetti famosi, hanno dimostrato che risulta si possibile ma a nche in
parte soddisfacente. L'unica cosa chiave però, che concorda
anche Milan e fortunatamnete lui è più umano di
molti su
queste cose, se il soggetto si arrende, arresta la forza di risposta e
accetta, condizionamento e impianto o impressione di una
Personalità nuova e voluta o, se non tutta, modellare
soggetto
perchè agisca in determinati modi, voluti, senza intaccare
il
resto... Ho visitato in in
ghilterra, italia,
francia, spagna, per ora solo zone vicine, ospedali e cliniche per
osservare dei soggetti da anni immobilizzati a letto per incidenti,
danni subiti da altri, coma, stati comatosi o da regressione mentale
per traumi e shock così forti da danneggiare la
Personalità primaria o originale. Questi soggetti
potrebbero essere
ottimi per testare le nuove macchine di David e sperimentare
così la copiatura e reimmissione di una mente ripulita. NOn
si
è ancora a livello di prender el'originale e manipolarlo e
usare
come un programma in C++ che possa essere scritto e composto... non
funziona così, ovviamente. Ma è possibile invece
secondo
gli studi del laboratorio, studiare la scansione del cervello,
individuare le aree necessarie e provare a mandare impulsi elettrici,
tonali e luminosi nelel zone dove è necessario tagliare i
ponticelli e osservare il soggetto che ne verrebbe fuori. Peccato solo che alcuni
di questi
malati non sono coscienti per dare il loro Ok come potrebbero fare i
soldati mentalmente danneggiati che in qualunque secondo dimenticano
ogni cosa della loro vita o di attimi degli ultimi tempi come
resettati. A quelli presi da Milan la situazione parrebbe migliorata,
sebbene adesso possono avvalersi di tecniche e studi migliori. E
quindi, che fare? Sono combattuta
nell'usare questi
soggetti con scuse o o altro per portarle qui e tentare di ridare loro
una mente migliore di quella che hanno. Per David se tutto va bene,
sarebbe possibile innescare un processo di avviamento dei settori del
cervello, come premento un poulsante e il computer avvia i processi di
boot, così che la mente abbia quegli impulsi che si
riscontrano
in quelli che si sono svegliati. Questo è il
resoconto che
potrei scrivere all'acqua di rose. Ovviamente la procedura spiegata
meglio sarebbe da livello universitario, per chi sa di medicina, e
sebbene io conosca il nome e cosa sono, molti nomi specifici di parti o
organi mi sono sconosciuti e l'ho seguito solo perchè mentre
parlava mi mostrava diagrammi illustrati. Ma ho compreso cosa volesse
dire. Mi ha spiegato che la
blue box che io
ho già e non sento e non avverto in alcun modo come temevo
(e la
gente piange e dice che schifo o mai o fate schifo con questo schifo ad
aziende che vendono e propongono le coppette mestruali, senza averle
provate e capito cosa sono veramente per le persone. Ho trovato
ripugnanti le donne che trovavano normale e giusto l'assorbente normale
anche se dei migliori e più questo e più quello,
affermnado che mai e che schifo la coppetta. E poi sono le stesse che
no nsanno neanche come sono là sotto come confromazione e
tutto
quanto. E si lagnano pechè trovano schifosa la coppetta
perchè interna, ma i tamponi interni che cvausa danni veri
si,
assorbenti esterni che fanno veramnete schifo rispetto la coppetta
si... si, lo so che questa parentesi è di più ma
oggi mi
è scappata l'ennesima occhiata a commenti sulla coppetta e
sono
inviperita. Per una come me, che si sente come costretta ad avere due
organi in più non necessari e fastidiosi, seno troppo grosso
e
ovaie, è terribile leggere quelle cose schifando un oggetto
che
mi ha dato davvero, veramnete, seriamente, dignità e forza
per
sopportare qualcosa ogni mese che non volevo e desideravo. Il mio ciclo
è uno schifo, con sintomi dei peggiori da star male tutto il
giorno se non prendo ninete e l'idea di un assorbente nel senso di un
qualcosa che assorbe e sta addosso a te con quel liquido... per me
è una sofferenza e una costriuzione avere quei due organi e
dover subire qualcosa che non mi serve veramnete. A che pro tenere il
ciclo ogni mese per una come me? Adesso non ho più bisogno
di
coppetta, perchè sono riuscita a mettere nelle clausule un
dispositivo nel braccio elettronico con una dose per un paio di anni
che regola la somministrazione in base alle indicazioni del mio corpo.
Una versione nuova di quello a fiammifero classico a quanto pare, che
adatta il rilascio al soggetto e non è un medicinale
sommistrato
in egual dose a tutte tipo pillola o con concentrazione specifica per
tutte. E questo per aiutare ogni tipo di corpo, diverso dall'altro. per
non intaccare i risultati della black box e stoddarde mi hanno chiesto
di non fare operazioni, quindi ho avuto finalmente, cosa che
là
non potevo avere sia per soldi che per mentalità dovendo
subire
ciò che non volevo. Perchè io, umana, devo
sottostare a
qualcosa di tale portata, umiliante e che ti crea danno fisico e
mentale, se no nvuoi figli? E tutte a lamentarsi che fa schifo la
coppetta, eh? Piuù pulita e sicura delle schifezze che usano
ancora e le reputano migliori. Complimenti donne, sapete davvero essere
mentalmente a posto! Applausi, non so che altro dire, per esser
inviperite su un oggetti che dagli 1930 avrebbe aiutato tante e quelle
come me dal sopportare senza sentire niente e in maniera più
pulita e senza odori quello schifo. Non posso non voler applaudire al
cervello regredito umano!) e che quest ascatola serve proprio come
elemento in più per il tentativo di salvare le menti. So bene che questo
significherebbe
anche fare bordello, vero, se cadesse in mani maligne. Non che i
progetti da cui deriva questo di David non fossero già in
mani
pericolose, ma la tecnica di copiare, studiare e imprimere le menti...
le hanno già? Milan dice che hanno
quacosa di simile
ma ancora un modo di imprimerle romperndo prima la priche
dell'originale o Primo e poi ricompattandola con la nuova
personalità. Sia come sia,, dopo aveer visto quei soldati
che
dovevano scrivere ogni cosa per poi dimenticare cosa avevamo detto poco
prima o cosa avevano fatto il giorno precedente, che non capivano cosa
accadeva loro intorno e tanti altri sintomi. Uno dei medici della
clinica che li tiene per loro sicurezza in terapie singole o di gruppo,
ha detto che non ci sono terapie vere e possibili per riportali alla
normalità, anche senza memoria. Che sono destinati a restare
con
loro o altri centri ed essere seguiti come bambini o anziani con
l'alzheimer, per fare un esmepio. E mi sono chiesta cosa
daremmo a
quelle persone che hanno servito, così dicevano con
convinzione,
il loro paese e le libertà degli altri per salvarli, se
poi... e
davvero io potrei essere di aiuto veramente, se collaboro fino alla
fine? Posso fare qualcosa di
buono, per chi
ne ha bisogno? posso essere concretamente una delle persone che hanno
davvero fatto qualcosa per ilmondo, per migliroare, quanto possibile? Ripeto, ho paura,
seriamente, che
tutto ciò che stanno studiando metri e metri sotto di me,
possano finire male e per fare danni. David vorrebbe che, con la
scatola ormai posizionata e chiaramente in funzione, mi prestassi alla
prima scansione. Con la scatola, la scansione sarebbe nettamente
superiore a quelle senza, e ho detto di si. Voglio sapere cosa accade,
vogli ovedere il risultato. Se la blue box permette oltre a monitorare
il mio corpo, anche a studi importanti fattiper il bene e, oltre
questo, avere collegamento con apparecchi e altri, voglio provare. Non ho altro da perdere.
Cosa mi
costa? Dopo aver visto gli altri che hanno accettato la
sperimentazione, pagati è vero ma sempre che hanno accettato
di
loro sponte e ancora ora dicon oche lo rifarebbero di nuovo per la
speranza di aver fortuna... non voglio essere come prima. Prima perla mia malattia
e per cosa
sono non diventata per decidere cosa volevano gli altri, sebbene
abbiano ributtato la colpa dei miei fallimenti su di me, tutto, come se
fossi io e solo io in tutto, non voglio più sentirmi un
parassita o qualcuno che vegeta sulle spalle di altri senza fare niente. Non vogolio sentirmi
così
perchè io no nsono così, non riesco a non fare
neinte e
non voglio provare ancora la sensazione di qualcuno che campa sulle
spalle degli altri. Quindi ho iniziato a darmi da fare per ricambiare
cosa ho qui e farò la scansione. E se tutto
andrà bene con le
gradiante e gli edifici che voglio far mettere, per cosa sono
destinati, tutti quelli che sembrano sperduti e senza scopo se non il
loro lavoro, avranno ben altro da vivere e da sperimentare, perchp
abbiano nuovi e altri scopi e motivaizoni per alzarsi dal letto ed
esistere. Nuove mete, nuovi sogni, nuovi desideri, nuovi hobby e
interessi da provare almeno un paio di volte prima di capire se o meno
sono per loro. perchè l'uomo
è fatto
per lavorare e restare impegnato, e infondo, non si dice che il lavoro
nobilita l'uomo? Ma non intendo solo e solamente quello di soldato. Se Milan vuole fare una
Comune dove il
concetto di soldato è nuovo, allora che faccia io qualcosa
per
lasciare davvero unas orta di eredità e di me a questo mondo
che
magari perduri oltre me, alla faccia dei figli del cazzo. Tutte le
grandi persone del passato sono rimaste impresse sulle pagine della
storia umana perchè erano loro, cosa hanno ivnentato,
portato,
fatto e non perchè e chi hanno figliato. E questo non lo
può rivoltare nessuno, possono solo confutarlo
perchè la
storia stessa lo dimostra. L'eredità vera e perdurante non
sono
i figli biologici, ma azioni e decisioni, cosa si lascia e si porta nel
mondo e in mano a chi, nel caso. Ancora oggi esistono cose di millenni
fa che parlano di quella persona, non di quanto e se ha figliato e
tanto mi basta. Io non sono come gli
altri, e gli
altri non vogliono capirlo. Con Rò mi sono sentita una
merda, in
tutti i sensi, perchè come i miei e gli altri in generale mi
confrontava e mi diceva che dovevo esser così come lui
voleva
che fossi e anche se non è come col sesso, ma fanculo, godo
che
che non abiba deciso di dargli cosa voleva in toto e così a
nessun altro. Io sono io e apaprtengo solo a me stessa e deve accadere
chissà che miracolo perchè possa dire a qaulcuno
-Ti
porterò per sempre con me. Io ti amerò con tutto
questo
amore mio. Io ti darò me stessa e questo cuore mio-. Si, ho
messo tutto insieme ma il concetto è quello, come per la
coppetta sopra, tutto esce veloce quanto le dita sulla tastiera e
sebbene questi resoconti resteranno solo in digitale, io so che non ho
mai e non proverò mai neinte per nessuno, perchè
io non
sono come gli altri. Ma questo signifrica che nessuno mi
amerà
così come vorrei essere amata e da qui, il restare
sola. E
mi va bene. Io non mi fido più di nessuno, non mi sono
più difata di Zay o Ric o altri e sono rimasta sola, prima
di
incontare quel gruppo quel giorno. Milan continua a dirmi di
pensare che
questo sia un fatto unico e raro e che per ciò che crede, i
mondi paralleli si sovrappongono e a volte quasi convergono in parti
più sottili tanto da toccarsi, finendo per aprire un varco
dove
molte persone si sono ritrovate in un altro piano della
realtà,
finendo per testimoniare vite e situazioni totalmente contrarie alla
loro realtà. E che quindi io in questo esatto momento,
seocndo
la sua teoria, dovrei essere o morta in malo modo con le mie mani, o
disperata ancora in vita perchè come ho fatto io in questo
temevo di fallire e di essere scoperta e dover finire di nuovo tra i
medici ma questa volta tra gli psiminchia o chissà che altra
soluzione. E questo mi sconforta. perchè in qualsiasi mondo
ho
la vaga sensazione che io sarei finita in questo modo: 1. qui, adesso, questo
mondo, sebbene sembri impossibile e fuori da ogni logica 2. morta in qualche modo
in maniera manuale e cruenta 3. morta in qualche modo
in maniera manuale e cruenta 4. morta in qualche modo
in maniera manuale e di botto, senza dolore 5. sono morta per qualche
ladro o incidente, magari!!!! 6. ho continuato a
soffrire
perchè le prove che ho fatto non hanno funzionato (vedi i
tizi
che sono sopravvissuti a botte di medicinali ma niente) 7. trovata per qualche
motivo e finita dai medici, impossibilitata ad avere pace 8. che altro? 9. obbligata a sposarmi e
darla per
dare i fottuti figli che piagnucolano ogni giorno (vogliamo i nipoti!!!
ma vaffanculo, neanche vedono la mia disperazione e vogliono che im
faccia fare per fare loro nipoti, fanculo!) 10. Ancora altro non bello
Insomma, niente di roseo.
Niente.
Perchè sposarmi significava il meno peggio. Rò o
qualcun
altro simile e magari era pure stronzo fgaceno cose alle spalle mentre
io mi disperavo e dovevo subire cambiamenti nel cervello
perchè
gli stronzetti che dovevo sparare fuori finissero in
priorità
rispetto me stessa. E no noso immaginare che altro.
E poi... in questi giorni
che ho visto
quella gente, ho pensato anche ad altro. Sia che muoia là
come
Lia nel mondo comune e sia qui, sebbene Milan e Jd dicano di essermi
amici... quanti di loro ricorderebbero ME? Cosa sono? COme sono?
Perchè lo sono? Come sono? E via dicendo? Se dessi loro un libro
vuoto da riempire, che parole inchiostrerebbero su quelle pagine
avorio? Che frasi costruirebbero? Che persona, di me,
lascerebbero ad asciugare dopo averl levato la penna? Sarei io? Sarebbe quella che
volevano vedere come nel mondo comune? Rimpiangerebbero come
quelli la me che non sono stata perchè non ero io? Rimembrerebbero quale
persona? Quella che si
è creata a causa
della gente che mi porta voler vedere la sofferenza sulla faccia della
feccia sebbene meriterebbero di peggio? E chi scriverebbe di me
con amore? E chi con amicizia,
almeno quello? E chi con rimpianto per
altro? Chi come la mia famiglia
sicura se
fossi morta per mia mano e con dolore, perchè nessuno mi
avrebbe
amata da lasciarmi andare con pace e un sorriso senza soffrire, mi
avrebbe mandato li mortacci mia perchè è loro che
ho
fatto soffrire e non ho dato loro nessun modo di orgoglio e simile,
come mi urlavano contro? Riceverei solo una pagina
di
maledizioni e considerazioni ed epiteti poco carini perchè
-ho lasciato indietro la gente a soffrire?- Ci sarebbe stato qualcuno
che avrebbe
mai scritto -tu, che haui urlato in un silenzio tombale e nessuno ha
alzato lo sguardo al tuo muto piangere-. CHI? Chi si sarebbe ricordato
di cosa ho
sofferto, come sono diventata, come dice Jd ammantata di odio e
rancore, che desidera essere la Punizione sulla testa della feccia,
perchè così io sono diventata? E chi avrà
visto mai la vera me, se nascosta, almeno un pochino, o se no
è sparita e non l'ha vista? Chi...? CHI?
Oh anima effimera che non
sono altro.
Che mi celo nel profondo del vuoto dal quale non sono più
potuta
uscire. Il giorno in cui potrei aver pace sarei leggera e priva di
paura. Come un animale amato e al sicuro. Che quel giorno ha chiuso gli
occhi in silenzio. La sofferenza è svanita lontano e la
vocina
disperata non piange più. Riposa, riposa in pace, mi direi.
Ciò che hai fatto varrebbe un racconto. E si.Nel
racconto
che ho scritto, della mia storia, potevo esistere in
libertà e senza pesi. Senza zavorre chiamatge famiglia o
parenti. Senza il sangue. Costruendo me con quello che cèra.
COn
la mia forza, capacità vere, senso e scopo. Per non morire
più di dolore e amarezza. Senza rimpianti e pentimenti. Quindi riposa e chiudi
gli occhi in
pace, mia amata Me.Ecco il mio ultimo sforzo, racchiuso tra le pagine
che nessuno al mondo riempirà per e di te. Perchè
nessuno
potrebbe farlo.nessuno ha mai avuto la chiave del tuo cuore, del tuo
te!Chi ti ha amata ha con se la penna capace di modellare il tuo te e
la tua storia, qualunque sia dal suo cuore, perchè resti per
te.Una storia o un racconto solo tuo e per te. Oh, mia effimera me. Se
nel libro vi fosse il cuore di chi ti amata, vivresti veramente
più della vita vera.Storie, racconti, memento e altro, dove
tu
vivresti cosa hai perduto in questa vita ma vi fosse in quella che gli
altri creerebbero per te.TE! la TE, vera.Affinchè vi fosse
vita,
esistenza, felicità, te e quella persona.Affinché
la tua
luce non conosca ombra come ti è caduta addosso proiettata
dagli
altri nel tempo del tuo respiro umano.Che lo splendido,splendido, mondo
che hai creato e in cui hai vissuto più della
realtà ti
faccia vivere per sempre, anche dopo aver chiuso gli occhi. La tua storia, la tua
esistenza, la
tua te!Affinchè quel tuo mondo non venga infangatod alla
tristezza e dolore.Riposa, riposa in pace per davvero appena potrai.
Nell' illusione che hai creato, chiamata mondo così reale
quasi
quanto il dolore. Dove hai conosciuto ciò che bramavi. Oh, disperata me. Che tu
abbia pace,
perchè sei giunta in un luogo che poteva anche esser uno
scrigno
di felicità, ma vi sei giunta troppo tardi. E il tuo cuore rotto non
potrà essere riunito. Non smetterò
di pronunciare il
tuo nome nella storia che ti dedico, per continuare a dare vita ai tuoi
desideri mai realizzati e perduti. Che niente e nessuno ti
trascini nelle tenebre dell'oblio, come accadde e nelle quali ti
lasciarono. Sei come un'aquila. Avevi
le
capacità tutte per tua natura, ma sei stata abbattuta.
L'aquila
è caduta dal cielo e come pezzi di te, le piume si son
sparse
per mare e per monti e nessuno esiste per trovarle e ridarti le ali. Dai pace al tuo povero
animo, amata
te.Ti donerò una storia che parla di te, te e ancora te e di
cosa cela il tuo cuore, e... la tua esistenza.
Gask era rientrato da alcune commissioni nell'isolato. O meglio, nel
negozio dove vi era quella tizia che faceva da mappa indicatrice con un
nome mitologico. Ve ne erano alcune in quella città, data la
sua
ampiezza, e vicino il luogo dove stavano ve ne era una. Carina,
ricciolina con boccoli naturali fitti e fini che sommati uno sull'altro
creavano una capigliatura gonfia e piena di movimento. Pensava che
capelli del genere fosse definiti afro oppure finti per quegli
apparecchi da donne per acconciare col calore, invece si era ricreduto
allo Chateau quando vi arrivò e vi
trovò sia
colleghi che colleghe con capelli tenuti liberi nel tempo libero ricci,
boccolosi, fitti, quasi finti per lui. invece scoprì che
erano
veri.
Quel giorno che aveva visto quel dipinto che sembrava Kianta nella
galleria era rimasto sorpreso. Milan lo aveva accompagnato per
mostrargli i suoi tesori, parlava di capolavori di vari pittori, aveva
parlato di uno che aveva nominato -le sorelle di Sargent -
con tre donne in bianco ben dipinto, tizi famosi in opere altrettanto
belle da ammirare e copie originali o croste ma di pittori di
qualità che conosceva che aveva acqusitato da privato.
"So a chi rivolgermi per
i dipinti
originali e che sa darmi una risposta definitiva sulla
veridicità e qualità dell'opera, che sia
pittorica,
scultorea e altri. Ma non è solo questo. Diciamo che noi...
siamo maestri nell'usare le lampade ad ultravioletti. Non immagini cosa
ti sei perso negli ultimi mesi con le lampade attivate nell'androne
dello Chateau... quante risate! Giuro, un giorno ti faccio fare questa
esperienza! prendi un dipinto mio, prendi un altro che sappia
trasmettere ciò che ha il soggetto ritratto che vuoi far
vedere
in modo magico e misterioso, prendi speciali pellicole che sembrano
come chiara d'uovo nelle opere originali e dopo averci stampato il
soggetto che deve risultare magico, applichi sul mio dipinto quella
pellicola così che non si noti niente neacnhe dal basso dove
si
vede chiaramente la parte inferiore. Applichi particolari lampade con
frequente specifiche e... la pittura speciale della pellicole
mostrerà ciò che tu vuoi! Aggiungi ancora un
pizzico di
sovrannaturale con lo stesso soggetto in carne ed ossa e che appare e
scompare grazie alle proiezioni così come oggetti o altro,
ma
sia prima, che mentre che dopo, questi hanno toccato con la mano la
veridicità della presenza fisica del soggetto magico...
mettici
la storia della vecchia padrona di casa e arti oscure e avrai una
serata spettacolare..."
"Mi sono un pò
confuso,
comunque è uno scherzo, no?" fece Gask perchè
l'amico
aveva parlato veloce spiegando cose che non conosceva
"Poi te lo
farò vedere, sia i
preparativi che il resto... ti piacerà vedrai. Intanto
ammira la
mia collezione, modesta ma quelli di pregio maggiore sono ovviamente in
un ambiente protetto sia da mani furbine che da temperatura e tutto. le
opere originali possono deteriorarsi e abbiamo dei caveau in caverne
naturali qui sotto o sotto la montagna che li mantengono al meglio...
qui invece espongo anche originali ma più recenti o copie
così ben fatte che potrebbero scambiarle per vere, senza la
tecnologia. Guarda questi uomini, queste donne, che drappeggi, che
mangnificienza nel rendere i volti con sole pennellate di colore come
se fossero quasi una fotografia. Quasi! Le pennellate comunque si
vedono e non sono quadri iper realistici come quelli di mio fratello,
ma posso assicurarti che valgono quanto non ti aspetto. Per me, oltre
il valore dei soldi, valgono anche per come delle persone abbiano usato
un dono per rendere su tela con colori persone reali e mantenerle e
rispecchiarle adesso a noi. Guardati intorno e dimmi cosa ti
trasmettono.
Gask chiuse la porta dietro di sè e trovò la sala
grande
con alcuni degli uomini che stazionavano lì fino a nuovo
ordine
mantenendo il posto e controllando i segnali dei gps, la situazione nei
quartieri, i soggetti sotto contratto e le situazioni giornaliere della
città da trasmettere a chi era sopra di loro in grado.
Sebbene
non fosse una torre, ma un punto d'ancoraggio per rifornimenti, soste e
simili, era comunque provvista di molte cose e altamente protetta. E in
ogni punto d'ancoraggio vi era una stanza detta spogliatoio dove Kianta
vestiva e rivestiva, cambiava o prendeva accessori in più.
Se
non lei, chi aveva bisogno di abiti e oggetti di ricambio per uscire
vestito in modo differente o per avviarsi be sistemato alla prossima
tappa dell'incarico.
le torri invece erano basi complete vere e proprie e in edifici storici
o di pregio, mentre i punti d'ancoraggio in quartieri definiti
importanti.
Ognuno era occupato alla sua mansione. Chi a lavorare ai computer, o ai
sistemi vari di sorveglianza e comunicazione, a controllare
casse
e rifornimenti ricevuti da mettere nella stanza di stoccaggio. Chi
controllava e provvedeva alla manutenzione di armi, equipaggiamento,
allestimenti delle varie stanze o la camerata, dove dormivano in letti
a castello, provvedendo a pulizia e tutto. nessuno per quell'entrata lo
degnò di attenzione se non un saluto. Erano troppo indaffati
essendovi Kianta, ad aggiornare le varie torri o sedi per i bollettini
giornalieri o i suoi movimenti per un controllo di sicurezza della sua
posizione.
A lei non piaceva, la sentiva lamentarsene sempre, ma Kovacs gli disse
di non farci caso, chiudersi le orecchie e far finta di niente. Era una
cavia dell'organizzazione ed essendo amica di Milan e dei veterani e
persona con capacità primarie, sia per scatola che stoddarde
che
la sua capacità di dissociazione e uso delle varie
personalità uniti alle proiezioni, era importante che non le
accadesse niente. Era libera di andare dove desiderava ma per
ciò che aveva nel suo corpo e il suo valore per
l'orgenizzazione
era meglio che non cadesse in mano a nessuno. Se qualcuno sapeva di lei
in quanto cavia per cosa testava o lo scoprisse se finiva in mani loro,
era un guaio. E cèra da ricordare la questione della
Romania,
dove aveva fatto un incontro per mantenere accordi e amicizia per i
loro fini, e accedere alle conoscenze di certi gruppi religiosi di cui
quelle famiglie facessero parte e quelle Baba, come le chiamavano loro
sebbene fosse un nome più russo, ma loro preferivano quello
per
capirsi. le antiche conoscenze religiose e magiche erano importanti per
Milan e cosa intendeva fare e il rischio che lei finisse morta
seriamente, o sepolta o che perdesse la memoria o altro aveva messo in
allarme tutti.
Gask osservò immagini sugli schermi mentre varie telecamere
inquadravano settori specifici della città e
tornò dopo i
saluti, a pensare ai fatti suoi. Sopratutto perchè essendo
un
punto d'ancoraggio vecchio, ossia uno dei primi, alcuni dei membri che
vi stazionavano fissi e non a rotazione avevano un ritratto, un vero
ritratto e non foto, che raffigurava Kianta in abiti di tipo antichi.
Quel quadro aveva sorpreso Gask la prima volta che vi era andato
perchè era messo in una sorta di angolo che i fissi usavano
e
solo loro. Si trattava di una nicchia come da tè o
caffè
dove passavano il tempo insieme, un angolo con un tavolo quadrato
addossato quasi al muro con sedie intorno, con delle piante a
delimitare la dimensione. QUando erano tutti i fissi a voler giocare a
carte, vedere quanche film o altro insieme, tiravano un
pò
la tavola e uno con la schiena alla parete prendeva posto. Sopra la sua
testa vi era questo ritratto. L'impressione che Gask avvertì
fu
di gelo alla schiena. L'aveva visto dopo quello nella galleria ed erano
diversissimi. Quello che compariva nel suo campo visivo in quel momento
ritraeva una giovane donna castana, occhi castani, capelli lunghi e
ricci, con boccoli grossi e corposi, tenuti sciolti ad eccezione di
quelli sulle tempie torati indietroe legati da qaulcosa che non si
vedeva ma si comprendeva dalla piuma abbinata come colore all'abito che
faceva capolino. L'abito era bianco e si notava qualche dettaglio ma
era per lo più seduta su un'antica poltrona in legno
decoratissimi e lavorato pieno di riccioli e simboli. Era posizionata
verso la sinistra della sedia, verso la zona tra bracciolo e schienale,
e con il braccio sinistro si reggeva sul bracciolo mentre la mano
destra era posata sul polso dell'altro braccio, in una posa comoda e
serena. Aveva qualcosa nella mano sinistra ma dalla prima volta non
sapeva che fosse. L'abito era bianco quasi perlaceo pieno di decori e
ricami argento ma non sapeva dire molto. Al collo non aveva una collana
ma un qualcosa legato al centro della gola che pareva nel tessuto
dell'abito come un completamento, senza però giungere al
petto,
il quale aveva una scollatura che lui non sapeva descrivere come tipo
ma mostrava petto e le forme del seno senza essere volgare. Quello che
colpiva piùà del ritratto era l'espressione di
quella
ragazza. Sembrava un sorriso seducente e calcolato, e quando chiese a
Kovacs disse di non pensare che appariva come se sorridesse a chi
osservava. Anche se apreva che con lo sguardo seguisse in ogni angolo
lo spettatore, era un sorriso più al pittore che a qualcun
altro. Era un ritratto eseguito da un pittore russo e con cui lei aveva
ottimi rapporti, tanto da amare posare per lui e che ogni incontro di
posa era quasi un divertimento. -sai, tutti i russi sanno essere
pazzi e lui era simpatico- rispose. -Sembra inoltre che stia
sorridendo in maniera affascinante, o provocante, in base a
cosa
sembra... in realtà non è così. olei
assumeva
quell'espressione sempre quando non celava o mascherava le cose e
voleva dire che sapeva. Tipo io so o non prenderti gioco di me, o
questo genere di cose. Non seduceva per niente lei, anzi, quel sorriso
di intelligenza e scaltrezza testimonia solo un suo lato, come tutti
i ritratti, in base al periodo di posa come fosse, si
sentisse, o
chi fosse il pittore. Oltre il russo ne aveva altri di simpatici e non
ombrosi, ma quello russo è rimasto il preferito ed
è
stato lui l'autore di quasi tutto i fratelli di questo. Quindi non
pensare a niente, lei sta solo sorridendo per ricordare che non tutto
si può celare e che lei era pericolosa quando le girava-
continuò ridacchiando, ma come se parlasse di qualcosa che
lo
mettesse a disagio. E Gask no naveva mai capito.
La prima volta che osservò da vicino il ritratto
constatò
che non pareva per niente quello della galleria. Dopo aver guardato
diversi quadri e commentato con Milan come li vedesse e considerasse,
si era girato e aveva visto un viso conosciuto dietro una delle due
porte. Aprendole e tenendole aperte si celavano e andò senza
dire niente verso di questi dubbioso. Chiedendosi perchè vi
fosse un dipinto di Kianta nascosto dietro una porta. ma avvicinandosi
non notò solo uno. Sei quadri di varie grandezze, due che
erano
celati per metà dalle porte per la dimensione,
incorniciavano la
porta e rappresentavano la stessa persona con abiti e atteggiamenti
diversi.
In uno a sinistra guardando la porta lei era inclinata in avanti,
reggendo i gomiti sulle ginocchia e le mani in posizioni diverse e uno
sguardo così triste e sofferente, sconsolato, che quasi
pareva
parlare veramente di cosa potesse provare. Era quasi triste vedere quel
dipinto con quell'espressione.
Gli altri invece erano seri o con un sorriso che si poteva definire
sensuale ma osservando bene era bene un sorriso che prendesse
più in giro che provocante. Ogni quadro la ritraeva sempre
di
tre quarti sia di corpo che di viso, a sinistra o a destra. Varie parti
di stanza contornavano il tutto.
Ma uno in basso a destra pareva così strano e quello che lo
aveva fatto avvicinare da notare la differenza con gli altri. In tutti
i vestiti erano bianchi come aderenti il corpo con vari decori e due
invece con abiti di stampo chiaramente antico come fossero tipi diversi
di periodo. E i capelli erano in quasi tutti nello stesso stile,
sciolti tranne quelli laterali portati dietro, solo una ciocca semplice
o più corpose in base ad abito e accessori per i capelli con
piuma lunga e qualche ciocca in tutti sulla fronte ben sistemata ce
arrivavano quasi alle sopracciglia. Uno solo notò rigirando
lo
sguardo, la ritraeva con i capelli acconciati in modo elaborato, ma no
ncapiva se erano tutti legati indietro e poi con boccoli che scendevano
o ocme gli altri con solo quelli superiori legati, e un altro dove
erano chiaramente come una coda di cavallo ben curata fino alle punte
arricciate, ma con ciocche anteriori dall'orecchio in avanti, lasciate
libere e boccolose. Un dipinto la ritraeva con abito dritto con una
strana coda gonfia dietro, l'altro pareva in stile Maria Antonietta
come nel suo periodo. Erano due dei tre con abiti antichi.
Quello in basso pareva simile ma spiccava per la diversità.
Ritraeva una Kianta con capelli lunghi e allo stesso modo degli altri,
cioè sciolti con ciocche laterali tirate dietro, ma pareva
più un disegno che un dipinto. Era più pallida e
seria ed
era l'unico ritratto dove le si vedeva il viso di fronte. Milan vicino
a lui non disse niente, finchè Gask stesso non chiese
perchè vi fosse Kianta nascosta dietro la porta.
"Quella non è
Kianta..." fece lui quasi greve
"Ma... ma si, che
è lei"
"No, amico mio. Non
è lei.
Ritrae un'altra persona che per varie ragioni ho voluto spostare dal
mio salottino secondario a qui. Diciamo mantenere una promessa. Anche
se... se fosse qui mi strangolerebbe" fece lui con una risata non amara
ma quasi di rimpianto
"Non capisco... vuoi dire
che cèrano due Kianta?"
"Vacci piano... Kianta
era ed è sempre unica. Ma cèra un'altra persona
che questi ritratti mostrano. Tutto qui..."
"non capisco... "
"Questa persona era la
mia partner di lavoro qui all'organizzazione. Kianta l'ha sostituita
dopo che è giunta qui..."
"Vuoi dire che prima
cèra
questa ragazza nei ritratti e poi è arrivata Kianta che le
somiglia come fossero sorelle?"
"Io direi più
figlia... eh
eh... non guardarmi così, sto scherzando, ovviamente. Anche
se
è vero che considero Kianta quasi come sua figlia..."
"non ci credo ancora
che... sono identiche!"
"Già, buffa la
vita vero?"
"E cosa dice Kianta
vedendosi identica a questa nei ritratti?"
"Non si sono... mai
conosciute. Dopo che questa persona è morta, Kianta
è giunta e semplicemente l'ha sostituita"
"E' morta....!?"
"Lei si..." fece Milan
indicando col
mento i ritratti "Avrai notato che in alcuni non è
propriamente
con un'espressione..."
"sembra addolorata"
"non immagini quanto.
COmunque lei
è morta, non voleva essere ricordata e così
diciamo per
scherzo avevo messo questi ritratti nel secondo salottino che fa anche
da camera da letto, la conosci... poi però per mantenere la
promessa ho deciso di metterli qui, nascosti eppure presenti. Tutto
ciò che ha fatto prima di morire, beh.... l'ha fatto per gli
altri e in quello in cui credeva. Meritava un ricordo e una storia
seppur minima rispetto a ciò che avrebbe avuto nella
società là fuori... mi chiedeva sempre che tipo
di vita e
storia avrei visto su di lei se molte cose non fossero state come...
sono andate!... ma io non sono bravo a scrivere, mio fratello lo
stesso, così quella storia è rimasta in noi
semplicemente
e lei è diventata quasi un'icona russa.... lei rideva e
diceva
una cosa sui sovrani russi, gli ultimi..." fece parlando più
a
se stesso osservando i ritratti
"cioè?"
"... parlava della
famiglia dello Tzar
Nicola II e cosa accadde loro... e dopo cosa accadde in Russia, i loro
ritratti, prima bruciati e sporcati con gli sputi di rabbia e odio
divennero... come icone russe da riverire. Ancora oggi da quel periodo
rosso, lo tzar e la sua famiglia sono riveriti e considerati come santi
e la cosa diceva era assurda. L'odio per loro, per la loro
incapacità di governare e vedere veramente il proprio popolo
e i
problemi, li aveva portati a quella fine tragica e l'inizio dialtre
pagine di storie brutte per la Russia... e nnostante questo l'animo
umano aveva ripreso quelle figure mutandole in quasi martiri... sai che
martiri significa portatori di parola?... bhè, per lei
sembrava
questo... ma portatori di cosa dopo averli giustiziati, non riusciva a
capire, ma ancora oggi loro sono in molti case o in altarini... e lei
per alcuni nostri scherzi mi prendeva in giro su questo. Dimenticati di
me, dimenticami... se un giorno dovessi dire trovami, allora qualcosa
è grave, ma finchè ti dirò
dimenticami, sono
sicura che tutto andrà bene e non desidero restare in
nessuna
cosa a questo mondo. Presto anche i ritratti della mia piccola vendetta
per mie regole verranno tolti dal muro, prima o poi, e anche io
finirò nell'oblio della storia umana. E non voglio che vi
sia
dolore per la ima scomparsa perchè io sono andata via per
trovare pace. ninete dolore, niente mancanza, niente di ciò
che
la gente fa per tenere incatenati i morti a questo piano materiale...
amare significa anche lasciare andare. Se si ama, non si incatena
così come ho visto e letto di chi tenta di far tornare i
morti o
tenta di tenere stretto un marito o moglie o amante in ogni modo anche
se queti non vuole. Amare a volte vuol dire anche fare male...
così coe io no nvoglio far male a nessuno, non fatene a me,
lasciatemi andare dimenticandomi..."
"Perchè
pensava questo?"
"Ah..." fece Milan
amaramente "troppo
lunga da spiegare. ma lei.... lei è la fautrice di molte
cose
qui. Dove io non potevo o non mi andava, vi si è messa
d'impegno
e ora hai visto che tutto va come un orologio..."
"SI... in effetti
è davvero
efficiente in ogni cosa questo posto... ma spiegami una cosa...
perchè voleva andare via? E perchè questo sembra
diverso?
E'... strano..." fece Gask intento a guardare il ritratto in basso a
destra
"Mh... quel ritratto..."
iniziò, glissando la prima domanda "come vedi è
molto,
molto strano. Fu Alaric a trovarlo veramente. Dove, lascia stare,
storia lunga. E' però diciamo in un film, ecco, e la cosa
che ti
sembra strana è dettata da come è realizzato.
Quella
stessa persona diceva che nelle foto no nsi rivedeva, non era
fotogenica, e oltre questo quando Alaric mostrò questo lei
sembrò... turbata! Vi si rivedeva chiaramente. Come mai
prima
d'ora in foto o video. E la cosa che la colpì fu cosa
sembrasse.
Qui ne mancano di parti, questo è solo un ritaglio
dall'originale dove vi era un uomo e un bambino, come vedi compaiono
parti perchè è tagliata. Ebbene, basta
che osservi
lei e le parti che si vedono dell'uomo che qui non ci sono e ti accorgi
delle stranezze. Cè anche metà viso del neonato.
Dopo
averlo guardato un pò, non ricordo neanche ora che ci penso
perchè Alaric lo mostrò... ma lui ha sempre di
queste
uscite per colpire male le perosne e apparire il migliore. Brutto lato,
questo, in lui. Resta il fatto che lei dopo averlo osservato bene disse
-sembra un memento mori-..."
"un cosa?"
"AH si, vedi... i memento
mori sono
ritratti, fotografie o vecchi dagherrotipi in base alla
disponibilità dlele persone per questi servizi al tempo
costosissimi che ritraevano defunti. In pratica era un modo per
commemorarli e tenerli vicino. prima della fotografia i morti si
tenevano vicino al cuore tramite ciondolo che contenevano unghie o
capelli del defunto. O conservando loro oggetti personali. Non
cèra modo di avere unha foto come oggi di tutto e ancora di
più di una persona morta. Con l'arrivo della fotografia si
decise di rendere la morte più vicina alla realtà
delle
cose, accettando che ogni defunto ricco o povero, avesse almeno una
foto da morto. Così i mememto mori sono istanti bloccati
dagli
scatti in cui un morto viene fotografato da solo o con un parente,
amante, compagno oaltro morti vicini o con i cari ancora in
vita.
Quindi sistemavano i vivi e in mezzo a loro i morti, così
che
almeno una volta avessero un ricordo di chi non potevano più
avere con loro. Non hai idea di quante di queste fotografie sono andate
perdute perchè la gente da dopo la seconda guerra
è
così schiizzinosa che invece di mostrare rispetto per
ciò
che si ritrovava per le mani, comprando l'edificio, ricendole in
eredità o altro... quanta testimonianza di vite passate
finite
nei cestini invece che in un museo sulla fotografia. Oggigiorno non si
dà più valore a niente e se vi fosse una machcina
del
tempo, quei soggetti nelle foto, quelli che restavano vivi,
avrebbero... pianto di dolore e disperazione sapendo che quelle
fotografie così care ma anche così danarose che a
volte
si vendevano oggetti personali per avere i soldi per quelle foto...
beh, sapere che finivano nella pattumiera e poi chissà in
quale
discarica... una delle cose che questa persona lamentava era questo.
L'inumanizzazione delle persone del nuovo secolo. Da una parte hanno il
gusto morboso dell'orrido facendo foto e andando in luoghi di tragici
eventi per selfie ricordo o dire -io ci sono stato-... e poi si
schifano per fotografie come i memento mori dove si vedeva la morte non
come oggi. Tra bullismo e comportamenti ignobili, è
così
facile sentire persone di ogni età dire che chi è
preso
in giro deve ammazzarsi, deve uccidersi, deve toglirsi di mezzo, non
è capace nenache di fare il minimo per non essere ancora un
fastidio... come se lamorte fosse qualcosa su cui scherzare o usare per
spingere la gente a vedersi come indesiderata. E lei l'ha fatta pagare
a quelli che trovava che lo scrivevano, lo dicevano, in video e altro.
Oh, se li ha trovati e li ha fatti piangere... anche lei era stata
bullizzata in molti modi per tutta la vita e non ho mai detto o fatto
niente per fermarla o farla rallentare. Ognuno raccoglie cosa semina,
dico io... e quel dipinto con quell'espressione addolorata mostra
ciò che covava dentro, va osservato per cogliere cosa
trasmette.
Ad ogni modo quello che ti sembra strano è paragonato a un
memento mori per ciò che mostra. Se osservi cil che
cè
del neonato e il mezzo viso dell'uomo, noterai che sembra disegnati
prendendo a riferimento qualcosa di reale. Il bambino dovrebbe essere
vivo nel film, ma il colore non rispecchia la realtà anbche
se
in bianco e nero e sembra che abbia gli occhi dipinti sulla pellicola
come facevano all'epoca, avendo gli occhi chiusi i morti li facevano
sembrare vivi dipingendo sopra occhi aperti. E poi ha notato i capelli
e l'aspetto dell'uomo. I capelli della donna sembrano ripresi dal vero,
non disegnati come nel film. Se noti qui "indicando la zona dei capelli
della donna nel ritratto "si vede che sono disegnati per ricopiare
qualcosa dal vero. E' esattamente cosa accadrebbe se io tenessi i
capelli legati a coda di cavallo e chiedessi a qualcuno di farmi un
ritratto a matita veloce richiamando come sono i capelli da
ciò
che vede. Anche a me sembra un disegno preso da soggetti su foto,
è troppo strano quel modo di disegnare i capelli sopra
l'orecchio, come sono resi i visi e quel bambino... da dove abbiano
preso una foto del genere non lo so, eppure somiglia tantissimo a lei
ed è rimasto tra i suoi ritratti..."
"E a Kianta..."
"Cosa...?"
"Dico, somiglia a Kianta,
anche..."
"Ah, si... guarda caso, a
volte il
caso non è mai casuale, sono proprio identiche... ma adesso
andiamo nell'altra sala, ci sono due dipinti di un pittore che imamgino
almeno lui, tu conosca, che voglio farti vedere. Sono copie, ma gli
originali li ho sotto e non immagini quanto li ho pagati e il loro
valore..."
"Si ma..."
"Qui abbiamo visto tutto"
fece Milan
spingendolo verso la piccola anticamera e chidendosi le porte uscendo
"il meglio di famoso questa volta è là e poi ti
farò vedere l'altra mia collezione di armi" chiudendo ogni
discorso sui ritratti.
E ogni volta in quelle tre volte che erano stati lì un
giorno
intero per far muovere Veròna dove servisse, vedeva quel
ritratto. E ogni volta che passavsa sembrava quasi che lo fissasse,
mentre lavoravano mettendo al gabbio come diceva lei cinquanta persone,
traumatizzandone trenta e prendendo a ceffoni il resto mentre
redarguiva i pescetti piccoli che quelli usavano per fare lavori
sporchi. -la prossima volta verrò per voi e solo per voi e
con voi me la prenderò. Ora che ho riportato equilibrio in
questi luoghi, cambiate le vostre vite e guardate oltre
perchè
mentre sarete girati, io farò dei doni a questo quartiere-
asseriva, per poi andarsene. Molti quartieri erano stati puliti e
sistemati, dandovi una parvenza di bontà in termini di
livello
criminoso. Se i quartieri erano squallidi, sporchi, invivibili, con
case fatiscenti e poca cura ovunque, senza beni primari come parchi,
zone di verde o parchetti per tutti per finire in piccoli negozi
più vicini per servire quelle zone, tutto finiva male. E in
mano
alla feccia. Così lei facendo questa cosa e sfruttandone
un'altra, traeva la somma necessaria perchè piccoli doni
come
parchi funzionanti per bambini, guardie di quartiere, pulitura muri,
angoli di intrattenimento per adulti e anche per bambini insegnando
piccole cose come a scuola ma divertendo fossero a disposizione.
Alzando il livello delle zone perchè anche la popolazione si
risollevasse come umore e possibilità rosee da vedere. nelle
storie delle città, vi era un ciclo per ogni quartiere. Da
bene
diventava degradato e pericoloso, poi le cose giravano al contrario se
dei cambiamenti portavano anche la gente a cambiare. Prendendo a calci
la feccia, prendendo tutto ciò che avevano accumulato
pestando
gli altri e rigirandoli mentre questi zappavano nelle miniere in opere
per la comunità, provava a spingere tutti a svegliarsi e
agire.
Non stare rincattuntucciati nel proprio angolino con gli occhi chiusi
aspettando che qualche santo preferito porgesse il proprio occhio.
"Io giungo dove i santi falliscono, se credete in me, scendete in
strada e raccogliete i frutti di ciò che semino. Dovete
essere
anche voi a fare i passi necessari, o la vostra vita sarà
piatta
e ferma fino a che anche il vostro cuore non darà linea
piatta.
E ogni persona merita il meglio, io giungo dove serve ma per i
miracoli, dovete capire che siete voi umani a farli, non noi che
lavoriamo in toto..." ripeteva Kianta come Veròna a tutti.
"Ehi amico, sei tornato. Fatto tutto?" domandò Django con un
sorriso davanti la porta del camerino dove Kianta si cambiava. Gask nel
parlargli aveva notato Zidgi e Kovacs chini sulle ginocchia a fissare
da una lama di luce della prota del camerino, sganasciandosi dalle
risate.
"Che succede?" domandò allora all'amico, avendo da quando
era diventato uno di loro ottimi rapporti con loro
"Ah... il capo è in modalità sonnellino corgie...
" fece con un sorriso volpone
"Un che...?"
"Ma dai... il capitano Jd no nti ha mai raccontato del sonnelino
corgie?" fece questi sorpreso
"si mi ha parlato dei corgie.... ah, aspetta. una volta sull'aereo, mi
aveva detto che Kianta era nella piccola cabina con lettino reclinabile
e di sicuro come ogni volta che era stanchissima si metteva come un
corgie, si, ora credo di ricordare..."
"E tu l'hai mai vista dormire come un corgie?"
"...io? NO... ma perchè, come dorme un corgie? Ha qualche
modo strano?"
"Quei barilotti per la loro forma di solito dormono a pancia in
giù o in su. con le zampe larghe spalmati sul pavimento. Di
oslito prediligono a pancia in su con le zampe aperta a stella. Quando
il capo è così stanco da addormentarsi senza
accorgersene
tipo sul divanetto qui negli spogliatoi, la trovi lunga lunga a stella
e un cuscino di quelli tubolari e fini sotto il collo. Ecco
perchè la chiamiamo dormire alla corgie..."
"Ah, ora ho capito. quindi sta dormendo così, adesso?"
"Ah ah, si! Credo che abbia risentito della ferita bruttissima di quel
tizio nella fuga che si è aperto un braccio per lungo che
potevi
farcirlo, anche se non sembra se la cosa è veramente brutta
da
essere gore le viene un colpo... tipo i tirocinanti che svengono il
primo giorno di lavoro pratico..."
"Vuoi dire che è svenuta!?"
"Ma no...! intendo che vede tutto bianco, diventa bianca per il colpo e
il corpo le si fa lento... così dico sempre! E' solo che si
prende un colpo come capita a tutti. Non le piace il gore se le ferite
sono davvero brutte ma finire all'ospedale. Regge nelle foto, ma nella
realtà se finisce troppo vicina ogni tanto la vedi
vacillare. Ma
questo non dirlo a nessuno o la sua facciata da dura cade "fece con
l'ultima frase come un cospiratore "ad ogni modo sembra che stiamo
tutti bene, nessun ferito tranne quell'idiota che per scappare
è
finito su un muretto con cocci di vetro a protezione e si è
quasi eviscerato. Ora però è in
modalità corgie
sul divanettto ancora vestita da Veròna, l'abito lungo che
indossava e non era prevista la corsa per acciuffarlo. Cazzo, era
comico vedere lei correre dall'altra parte per fermarlo con un abito
come se uscisse da un cazzo di film storico "ridendo di gusto "hai
visto le facce della gente che ci vedeva? Andava tutto bene
finchè non si è messo a correre proprio dove non
pensavamo potessero andare quei conigli mattacchioni. Meno male che
l'abito non si è sporcato, l'avresti sentire tirare
giù
le madonne e tutti i santi in italiano, senti a me.." fece lui
indicando ridendo gli altri due che se la ridevano fissando oltre lo
spiraglio
"Cioè?"
"Di solito quando è incavolata, sovrappensiero o non se ne
accorge parla in italiano. Neanche lo capisce, le succede e basta...
dai, vuoi vedere il capo che dorme come un corgie? Quando è
così stanca da crollare in quel modo pssono suonare pure le
campane della morte, lei col cavolo che si desta, dai, dai..."
spingendolo verso gli altri due "fatelo entrare, è troppo
divertente quando dorme come un corgie..."
"Aspetta..." fece Gask ma senza finrie la frase perchè fu
indirizzato dai tre dentro la stanza e la porta socchiusa.
Lui li fissò male aprendo le braccia come per dire -e
allora?- ma loro ridacchiando gli dissero sottovoce di guardare e
tornare da loro. Dopo un sospito si girò, osservando il fumo
che
saliva da un piatto con del cibo che con posate, bicchiere e bottiglie
stava abbandonato sul tavolino basso davanti il divano.
Questo di color grigio perla morbido, non sapeva se di velluto o altro
tipo, era addossato alla parete e conteneva Kianta nel suo abito
più scuro, non avorio, di Veròna come strega
antica.
L'operazione era da svolgersi in una casa, non all''aperto o luoghi
ampi e quindi si era vestita senza gli abiti che preferiva. Ma la
situaizone era precipitata quando la squadra che doveva dare supporto a
nord del quartiere si era trovato fermato dalla polizia e per il
controllo avevano dovuto operare immediatamnete e da soli. La fuga
aveva portato zidji e Django a fare da guardie a quelli incaprettati,
mentre Kianta incavolata nera aveva seguito, nonostante l'abito, di
corsa maledicendolo l'ultimo che si era svincolato nella parte
posteriore che apriva verso la strada opposta. Essendovi la polizia a
sinistra che controllava la squadra di supporto che ancora mostrava
documenti e tesserini identificativi, il coniglio avev deviato a destra
verso la casa accanto per non andare in strada, ma non aveva ricordato
un fattore chiave che non notò nella fuga. per non andare in
strada si era fatto la zona posteriore della casa accanto e doveva
superare l'ultima per quartiere per l'altra strada laterale. Ma nella
corsa non aveva notato o ricordato che quel lato il proprietario aveva
fatto mettere sulla cima del muretto cocci di vetro. Così
Kianta
non potendo seguirlo, aveva iniziato a chiamare nel sistema di
comunicazione nascosto che avevano, inserito nell'orecchio, il gruppo
fermo con la polizia, finchè un urlo disumano non aveva
atterrito tutti. Kianta si era nascosta per non essere vista con abito
mentre il gruppo di supporto, i due della polizia che li avevano
fermati, Kovacs e Gask giravano intorno per trovarlo infilzato sui
cocci facendosi tagli profondi e orribili, da paura. Come non avesse
visto i cocci dal basso, non era chiaro.
Così, la vide distesa con tutto l'abito e ancora gli
stivaletti
ai piedi da donna in stile vittoriano che spountavano da sotto l'orlo
della gonna. Aveva un piede e una mano che sembravano levitare oltre il
bordo del divano, semplicemente si era messa comoda ed erano rimasti in
fuori. Il braccio destro era ripiegato con la mano sopra la spalla
destra. Aveva un cuscino a salsicciotto lungo e sottile sotto la nuca e
la testa quindi era parallela al tetto. Respirava piano e qualcosa
sembrava dargli fastidio ma in quel momento non capiva cosa.
Si stava più che altro chiedendo come potesse ridursi per la
stanchezza a quel modo da buttarsi sul divano per impersonare una
strega che cacciava la feccia da non sentire odore di cibo e scattare
come un soldatino di latta a cui avevi dato la carica. Quando si
parlava di cibo, ne sentiva l'odore, o incrociava i carri che portavano
le provviste dalla Fattoria, lei diventava raggiante, le luccicavano
gli occhi e correva. Sia per salutare chi veniva dalla fattoria e sia
per accalappiarsi qualcosa. Alaric ogni mese per ripicca, portava a
Milan, direttamente nel suo ufficio nelle piccole riunioni che faceva
ogni tanto, una lista con cosa mancava dai frigoriferi interrati
naturali che avevano o le celle frigorifere della cucina.
Kianta, quanto pareva come quella che l'aveva preceduta,
ambiva
più il salato che il dolce, nonostante molte volte le veniva
l'assalto micidiale della voglia di roba zuccherata. Dolci con panna,
meringhe, torrone duro, torta di frutta di ogni tipo ma senza crema
pasticcera, profiterols, tiramisù e altri. Ma solo in certi
momenti, per i lresto adorava i cibi salati. Quindi Alaric arrivava,
fissava serio tutti e poi elencava cosa mancava. In prevalenza
rimanenze di polpettone o prodotti lavorati di carne come spiedini
messicani, spiedini di mini involtini, involtini, pizza, salsiccia
grossa, patate in ogni tipo di pietanza. Di verdure hummus come se
piovesse e arraffava piatti di verdure solo le andava. ne mangiava,
dalle minestre ai minestroni, piatti vari di sole verdure o piatti
vegetariani. Ma quando mangiava in orario nel suo ufficio, non andava
mai nel refettorio perchè si lamentava che no nsi sentiva
mai
accettava in nessuno modo e in nessun posto.
Quando non mangiava in ufficio ed era in giro, arraffava roba anche da
sola dalle celle frigorifere sotterranee naturali, ossia zone scavate
strategiche come si faceva con i formaggi e salumi dop di
vari
paesi o piccole grotte ai piedi della montagna che chiudevano con un
vari tipi di chiusure che solo pochi potevano aprire, lei compresa. Le
celle naturali avevano un'inclinazione dall'apertura alla zona quadrata
scavata di decine di metri secondo calcoli precisi e ospitavano negli
scaffali scavati fino al tetto vari tipi di cibo in conserva, a
maturare come formaggi e salumi e carni di vari tipi, alle verdure e
pesce affumicati e ben conservati. Le celle frigorifere delle cucine
tenevano solo per una settimana max i cibi da usare, per poi rifornire
al termine con roba fresca dalla fattoria direttamente o dalle celle
sotterranee.
Kianta vi entrava, vi erano guardie ma la lasciavano passare e quando
non andava nelle cucine si fregava la roba che le andava da mangiare
quando le veniva fame. E Alaric compiva tutto per bene per poi fare lo
splendido come se denunciasse un malvivente. Scorze o buccia esterna in
base a come le si chiamava dai formaggi aperte tutte tagliate e prese.
Lei le adorava, le puniva e spazzolava bene ed era la parte dei
formaggi che prediligeva. Trecce come le chiamavano di salumi, di
solito una corda naturale che teneva tre salsiccette di salame, di
altri tipi di salumi o carne affumicata. Scatole e scatolette di vario
cibo pronto che poteva consumare senza cuocere o riscaldare. Prodotti
caseari di vario tipo anche morbidi come il gorgonzola, tipi di pani e
prodotti da forno che potevano durare del tempo compresi biscotti e
altro che stavano però nella cella adibita a quel tipo di
alimenti. Dalle cucine arraffava cosa le veniva, olive condite,
prodotti pronti, vaschette che riempiva lei stessa e poi scappava via.
O cucinava lei stessa.
Alaric lamentava anche l'uso della cucina al di fuori dell'orario dei
pasti come fosse un peccato mortale, quando rispetto a lui Kianta non
mangiava negli orari previsti. Lui si faceva i pasti comodo nel
refettorio, lei che svolgeva più cose di lui, non aveva il
tempo
o non le andava di tornare in ufficio a mangiare e quidni si portava la
roba o se la cucinava per poi mandare tutto su con il portavivande
elettrico fino al piano della sua stanza.
Mangiava di tutto, ogni volta esplodeva di felciità per ogni
cibo come se fosse una festa mangiarlo eppure nel piatto di era una
cotoletta panata di carne, sottile e croccante come piaceva a lei con
verdure a parte e patatine fritte, ma niente. Fumavano ancora ma lei
era distesa, abbandonata sopra il divano come se dovesse dormire eoni.
Di colpo Gask si rese conto della cosa strana. L'abito scuro lo
mimetizzava, ma si accorse per il lucchiio alla luce che la cosa
stonata era una chiazza lucida che scendeva fino a terra.
Rosso
sangue. Pareva che dal ventro partisse una pozza di sangue che scendeva
fino al pavimento e dalla lucentezza pareva fresco.
Gask si impanicò, lei respirava, ma quel sangue era uscito
fino
a terra. Si buttò su di lei, premendo con forza per fermare
l'emorragia, chiamando i tre ma gli giungevano schiamazzi e risate
isterici. Sentiva sotto i palmi qualcosa di gelloso e freddo, fissando
la porta per chiamarli, finchpè non si accorse che non
sentiva
le mani umidicce e appiccicose. Si appiccicavano sulla chiazza sul
vestitol ma se lasciava non avvertiva il sangue, turbato
fissò
le mani pulite e poi il sangue sul vestito. Che scivolò via
come
un tovagliolo che finiva a terra per la gravità.
Esterrefatto e a bocca aperta toccò ancora il vestito,
constatando che non cèrano strappi, buchi o sangue.
Kianta si svegliò di soprassalto e vedendo Gask
inginocchiato
sopra di lei si spaventò da balzare via finendo sul
tavolino,
che si ribaltò facendo volare in aria e a terra
ciò che
conteneva. Kianta stordita per il risvegli obrusco e lo spavento si
tastò dove aveva sentito la forte pressione,
guardò Gask
che era sconvolto e incredulo, passando lo sguardo dalle mani pulite
all'abito intonso prima e in quel momento si era sporcato nel balzo di
paura.
"TUUU!!! MALEDEEETTTTO!!" si inviperì irata "Sei smepre
tuuu!!!! Cosa stavi fancedo???!!??? Cosa toccavi??? TUUU!!!"
"Aspetta... loro mi..." vedendola così arrabbiata e fuori di
sè da urlargli contro "avevi del sangue e..." prendendo la
roba
rossa che gli era sembrata sangue. Era una roba gelloso leggermente
appiccicosa e lucida che pareva davvero sangue " che roba è?"
"TUUU! FUORI DI QUI" gli urlò contro afferrando il coltello
che
prima era vicino il piatto, in quel momento invece per terra come tutto
il resto e glielo tirò contro mentre Gask si alzava e con le
mani cercava di calmarla, finchè non fece dietrofront alla
vista
dell'oggetto verso la porta. Il coltello si conficcò sul
muro
dieci centrimentri a sinsitra della porta, poco dopo che lui fu fuori,
socchiudendo la porta. Affannanato, provò a infilare la
testa
dentro per dire la sua, indicando il sangue finto, ma si vide Kianta
isterica come una iena senza il pasto preferito che gli rispondeva con
la forchetta, che finì contro la porta richiusa prontamente.
"Ma che..." fece lui, mentre dentro lei sfuriava male, sbattendo le
cose contro la porta "Ehi, finitela di ridere! Che cazzo è
successo!"
"Scusa, veramente, ma è sempre diveertente fare scherzi del
genere! E' un sangue finto che usiamo per le nsotre messinscene, pare
veramnete sangue colato se non lo tocchi o ti avvicini troppo, anche
appiccicoso come il sangue senza sporcare... mi spiace, amico" fece
Kovacs con le lacrime agli occhi ridendo come un pazzo "ma questi due
hann oscommesso che ci saresti cascato mentre io no, e ho perso...
è stato grandioso!"
"Dormiva e le è venuto un colpo! E ora mi odia..." si
lamentò Gask metnre teneva la porta "che faccio, continuo a
tenerla bloccata? Se esce mi ammazza?" domandò disperato
metnre
Kianta cercava di aprire la porta e batteva urlando. Gli altri del
punto d'appoggio che lavoravano là erano accorsi. Ed erano
divis
in tre sezioni. Un gruppo pareva indispettito per lo scherzo, ma Gask
mentre teneva la porta non capiva per cosa lo fossero. Un gruppo era
disperato e pagava l'altro sogghignante che riceveva i soldi della
scommessa. Chiaramente non era il primo scherzo.
"Era da tempo che dovevamo fartelo per benvenuto nel gruppo di lavoro
con Veròna, adesso sei ufficialmente battezzato come Ombra
di
Kianta nelle sue trasferte. Tutti loro che sono qui sia fissi sia in
rotazione, sono Ombre secondarie, ossia danno supporto a noi. E ci
siamo fatti scherzi dal primo giorno di tutti. Quindi benvenuto anche
se dopo settimane al duro lavoro di Ombra..."
"Vi ringrazierò in un altro momento, giuro, adesso ho paura
seriamente di lasciare la porta" fece Gask offeso mentre continuava a
impedirle di uscire per trucidarlo.
"Stai calmo, le passerà. Capo..." fece Kovacs
finchè non
si accorsero che da qualche attimo la porta era in modalità
tranquillità, ossia non succedeva niente. E dopo due secondi
un
vetro infranto si levò dall'altro lato della grande stanza.
"Oh,
cazzo, la finestrella che dà sulla sala..." fece lui
indicando
l'angolo della stanza ampia, a destra vi era una finestrella piccola in
alto a vasistas.
Kovacs e gli altri due andarono a vedere e trovarono svoltato l'angolo
la finestra aperta all'interno della stanzetta ma il vetro in frantumi
davanti a loro, con un manico di scopa che pestava a caso in fuori con
rabbia.
"Vi ho sentito! Vi torco il collo, vi butto in mezzo agli struzzi che
ci pensano loro a voi! Giuro! Vi lancio contro i cinghiali! Prima di
appendo a un albero, poi di cospargo di miele e panna e vi lascio in
mano agli animali nel bosco profondo! Vi faccio vedere io lo scherzo! E
quell'altro idiota, appena mi tocca di nuovo gli faccio lo scalpo! E
uso quello per lavarmi la macchina!! Vi picchio! Vi storco
l'anima...!!!!" sbraitò lei da dentro, muovendo il bastone
per
picchiare qualcuno
"Capo, non sapevamo che avrebbe creduto seriamnete... pensava che..."
"Che faccio lascio la porta?" chiese Gask con paura ancora a barricare
la porta
"Avvicinati alla fienstra e parlarle " fece Zidji a Kovacs indicandoli
la finestrella in alto da cui spuntava la mano col bastone "ti do... ti
do... cosa cè qui! Arance, no... frutta, no! Succhi, no...
cosa
cè che possiamo darle per calmarla?" fece cercando come un
matto
qualcosa
"Ti hoi sentito" fece lei con occhi cattivissimi apparendo col viso
dalla finestrella, segno che si era arrampicata su qualcosa "te lo do
io il qualcosa per calmarla, vieni qui! VIENI! E' un ordine! Vieni che
ti faccio ingoiare questo sangue finto e te lo mangerai pezzo per
pezzo!!"
"Chiamate il leader... la guardia costiera! Quella forestale!
Accidenti, qualcuno!! Lo so che mi attaccherà in alto al Big
Ben
come monito per tutti!! Oh no, alla torre dei corvi!! Finirò
come
i corpi dei condannati che stavano mesi sui palazzi per ricordare di no
nfare cazzate! Che faccio... OOHHHH, mi guarda!!!" fece Zidgi disperato
mentre Kianta stava alla finestrella con occhi sbarrati incazzata e lo
fissava, fissava, fissava. Con sguardo omicida.
"Chiama l'esorcista, va. Qua il demonio non arriva, vede la sua
incazzatura e scappa direttamente! Pure se andasse all'inferno farebbe
venire l'ansia ai demoni... ma l'esorcista se ha quella faccia
è
l'arma migliore" fece uno che era tornato verso Gask, a bassa voce,
ridendo. "Ehi amico, preparati perchè se stasera tornavate
allo
Chateau, mi sa che sarà solo lei a farlo, sola. Voi non so
dove
finirete!"
gask sospirò e prese il telefono, tenendo ancora con una
mano la
porta per chiedere cosa fare a Jd e Milan, o almeno uno dei due.
Così arrabbiata l'aveva vista solo contro la feccia, quando
si
sfogava e faceva male a loro. Ogni volta che lei era incazzata sia con
lui che per altre cose, Jd sorrideva e rispondeva serafico -Ma dai,
è solo un momento, passerà! Dopo poco si calma,
magari
beve un tè o una birra o mangia qualcosa di buono e se le
porti
un problema su cui buttarcisi, tutto passa. Sii paziente!-.
DAlla porta vide un bastone per scope volare verso la zona che poteva
vedere, seguito da altri oggetti e minacce di morte.
Ci voleva ben più di un tè o un dolce.
un mese prima della Cancellazione
"Dunque, hai deciso? Qualè la tua risposta? Inutile
ricordarti
che sno qui solo in via eccezionale, perchè vorrei che fossi
dei
miei, perchè tu vali là dove la
società cadente in
varie cose ti ha bollato come inutile... Sono qui non solo per darti
l'opportunità che nessuno in questa società di
lacrime ti
darebbe neanche se finissi sui giornali, ma per la Mano che voglio
darti perchè tu puoi... anche per gli altri. Tu puoi fare la
differenza anche per altri e cancellare freddo, dolore, solitudine,
paura, disperazione, invisibilità, tormenti di fame e di
affetto
e tutto quanto... vuoi ancora considerarti esente dalla mia proposta?"
Lia si trovava in Inghilterra con i tre che le facevano da Ombre e
parlava in una zona pericolosa e così miserevole e
abbandonato
dalla civiltà ma stradipante di danni, rifiuti, resti di
vagabondaggi, macchine e oggetti rubati lasciati come scheletri
terrificanti, palazzi in via di disfacimento e incuria. Ma pieni di
persone in cerca di un tetto, sebbene porte,, finestre, intonaco,
mobili, servizi ormai diventi o rotti, ogni cosa era sparita, lasciando
solo uno spettro di cosa era stato. E così gli altri di quel
quartiere. Tutti ammassati contro fuochi di fortuna, chi per miracolo
con stufette collegate al generatore che succhiava benzina come se ne
valesse della sua vita, per paura che non ve ne fosse più
per
restare viva. Questo sembrava, come quelle anime perse che vagavano in
quei luoghi.Perfino un generatore vecchio e malconcio ma arrancava di
vita era assimilabile agli umani a cui dava luce e calore nel buio
delle loro vite.
"Te l'ho già detto, non voglio... hai fatto cose buone qui.
Siamo un pò più sicuri senza quella gente che hai
cacciato come un affamato contro una preda per la cena, ma non so chi
tu sia... una strega...!" fece sia con voce che con una smorfia come se
fosse assurdo "Come se fosse possiible che qualcosa di grande possa
cadere dal cielo e cambiare le cose... vivo per strada da anni, prima
per la crisi, poi per come vanno le cose in questo paese..."
"non è solo in questo paese, amico mio, ma io vago ovunque
ci
sia bisogno. Spagna, Francia, Italia, qui, e tutti i paesi dell'europa.
Almeno per ora. Suddivido il mio tempo in vari paesi e alle persone che
posso aiutare per prime. Non tutte possono essere aiutare per prima...
e se non credi alle streghe, che dire.... la gente crede a Dio, angeli,
un uomo che è nato da una vergine e faceva cose magiche ma
la
Chiesa nata per onorarlo ha bruciato chi pensava potesse fare lo
stesso... eppure loro invocano un potere divino per fare robe... un
controsenso secondo me, ma la gente ci crede e i religiosi sono una
piaga su questo mondo. E non si crede in una strega? Diveertente..."
fece lei guardandolo con un sorriso monello
"Padre Jhon dice..."
"Padre e preti posono dire cosa vogliono, ma molte brutture del mondo
sono solo causa loro o delle religioni in generali. Quelle che credono
in un Dio, almeno. Io eisto creedndo in qualcosa di più
vicina a
noi, e sono qui a chiederti se vuoi ritrovare dignità e
umanità, così come a molti altri. Ma tu
rifiuti... ti
ammiro, per questo. Se tutti avessero la tua fibra, ci sarebbero meno
disperati per le strade, invisibili ai cosidetti -perbene- che
per disperazione per freddo, fame, vicinanza umana e altro finiscono
male. Tu invece esisti e vivi in dignità e forza anche
così, e tanto di cappello per questo..." gli rispose,
togliendosi con grazia e facendo un inchino accennato e signorile verso
l'uomo che sedeva per terra in mezzo a cartoni.
Lia indossava, per impersonare Veròna, uno dei completi con
doppiopetto e pantaloni, monocolore e con accessori e decori di un
azzurro quasi metallizzato, particolare. Il mantello che Kovacs e gli
altri due definivano d'ordinanza per la mise che aveva scelto dopo aver
accettato, dopo pressioni di Milan, di rendere reale un personaggio
fittizio che altre non riuscivano a fau uscire da schizzi e idee. A
completare il cappello che ormai indossava sempre, un cappello in
feltro puro modello Trillby del colore del completo con con
cinghia in cuoio e chiusura argentata intorno alla corona per dividere
la tesa dalla cupola come un decoro.
"Puoi dire quello che vuoi, ma vivo così da tanto tempo che
non
ricordo comè la vita che potrei dire di prima. Se tu sei una
strega, non vivrai nemmeno come la gente normale là fuori...
quindi...?"
"per questo mi piaci" fece lei con un sorriso a tutto denti "e mi
rattrista che tu no nvoglia seriamente prendere in mano la tua vita ora
che io, strega o meno se non mi credi, te la concedo... Sai, una
persona che conosco afferma che noi che definiamo questa una
realtà, in verità ne viviamo una fra tante. Altri
mondi
paralleli a questi ci vedono in situazioni e vite differenti.E ogni
vita è come una storia di noi ma in base alle diverse scelte
e
decisioni. E questa è una storia su di me in mondi diversi,
la
storia di un mondo in cui vivo non come un' umana ma come una strega...
"anch'io posso immaginare diverse possibilità per la mia
vita ...questa storia che mi descrivi va oltre qualsiasi cosa
io
possa immaginare... " fece lui scuotendo la testa
"Eppure... è una vita che quest'altra versione di te ha
vissuto.
Ma immagina che io possa prendere due versioni di te che non
incontreresti mai... e te le porgessi d'innanzi per capire come possono
svoltare le cose, basta solo una, una scelta, una decisione, una
qualsiasi stupidaggine per te ma che non è veramente... Io
non
sono il fulcro di questa storia. Tu lo sei. Come lo fu per me, l'attore
principale è colui che dovrà nascere con nuovo
nome e
un'identità reale e viva. Il te nuovo c he io voglio far
nascere... ma se hai terrori e incubi su cosa potrebbe essere la tua
vita oltre questo... Non penso che alcuno potrebbe pienamente capire e
certamente non credere e pensare che qualcuno la capirebbe che non
fosse te. Così era per la me prima di essere ciò
che vedi
con i tuoi occhi. Non devi capire e basta. Prendi e fai tuo, decidi e
fai una scelta. Non so se tornerò presto, come ho detto sono
qui
per..." fermandosi alzando gli occhi e vedendouna testa, per lei
conosciuta, scrutare oltre il davanzale e poi ritrarsi all'interno. Lia
sorrise. "Come ti dissi, non sono qui per te questa volta nello
specifico, ma per ciò che sei, veramente sei e non cosa
vogliono
veedre gli altri, io posso accoglierti ed essere il cambiamento per
altri. Pensaci, prima che vada via, io ho qualcun altro da
incontrare..."
"se parli di Celeste... se non hai buone intenzioni, lasciala stare.
Almeno lei... lei..." fece l'uomo quasi preoccupato come implorandola
"Tu... tu sei riuscire a scendere a patti con questo lato del mondo e
della vita, ma lei no... ma non per è pietà che
aiuto. Io
giungo per chi so, vedo e sento che vale la pena essere salvato. Chi
non vuole, chi non accetta, chi non riesce ad abbandonare la via
vecchia per la nuova... non posso fare niente. Posso solo sperare che
coloro che io ho aiutato possano dove io, per tempo,
capacità
magiche e desiderio, non posso. Altrimenti, che rinascita darei se non
permettessi a coloro che accolgo tra le mie fila di servitori di
aiutare gl ialtri rimasti indietro? Sarei come la feccia in alto
là, su quei palazzi che stiamo vedendo in lontananza che
luccicano sotto il riverbero del sole, ma dentro trasudano marcio. Io
non sono negativa, e non uso le persone. Stringo contratti o faccio
rinascere di nuovo, sostengo quando vedo che la persona lo merita
nonostante tutto, come te, ma non porto le persone al peggio. Io tolgo
il peggio dalle persone... E quella ragazza, chi lo sa, se decidi di
non accettare di nuovo la mia Mano, potresti rivederla rinata, qui...
per te" gli disse guardandolo negli occhi dopo essersi fermata vicino a
lui. Si fissarono e lei proseguì, mentre l'uomo restava in
silenzio come a pensare.
Lia proseguì in mezzo alla gente che definiva sperduta
all'interno della società. Finchè si trovavano
entro le
mura ipotetiche della città ed erano nativi di
città e
regione, erano solo speduti. Un tempo sempre in inghilterra, le
sventurate dei secoli passati che finivano per le famiglie, problemi
vari e personali per strada, e si prostituivano, erano mal viste ma
anche definite -poverette-, sebbene non fosse un vero segno di
pietà. Erano sventurate perchè qualcosa in loro
non era
andato da finire a vendere il loro corpo, perdendo così
l'attributo di Signora, Lady, Donna, perbene e simili. Sventurate,
così le chiamavano e nessuno piangeva per loro se da morte
così come da vive. E così uomini e bambini che no
navevano avuto fortuna prima o dopo nel trovarsi in quelli che erano
gli slums moderni.
Tutti ormai la conoscevano, cè la guardava con paura
perchè non le aveva parlato mai, chi con interesse ma
chissà di che tipo, altri come se volessero correre da lei e
dire o fare qualcosa. o altri atteggiamenti che potevano essere
qualcosa ma anche altro.
Non poteva salvare tutti, non poteva aiutare tutti, non poteva fare
molto se non individuare soggetti idonei che potessero diventare dei
loro e fare la differenza, anche per chi restava indietro come quelli
là intorno. Alcuni di quelli anche in altri paesi che aveva
raccolto operavano al posto suo portando qualcosa di primaria
necessità a chi conoscevano da prima o semplicemente in
nuovi
luoghi. Erano comunque tutti simili, non cèra bisogno di
ambientarsi molto.
Quelli che erano con lei oltre le Ombre portarono dei sacchi tipo da
spazzatura in un angolo ormai come circoscritto per loro, e atteso
occupato da chi era intorno a loro mentre raggiungevano l'edificio alle
spalle dell'uomo che ancora si ostinava a non volerla seguire.
Poi si fermò. Fece un mezzo girò lento e
guardando negli
occhi i presente e disse loro che aveva portato il necessario per loro
per risollevarsi un pò come umani.
Sapeva bene che per la disperazione ogni voltwa si accalcavano intorno
ai suoi aiutanti. All'inizio come pazzi volendo le buste loro in mano
per prendere da sè gli oggetti, stracciandole.
Così aveva
optato per tenere ancora buste grandissime tipo da spazzatura e vedere
il loro comportamento e se e quanto si rompevano, bucavano o venivano
tirate quelle buste, per valutare le persone che accorrevano e quanta
disperazione avessero per comportarsi a stadi inferiore all'umano. Non
era rimasta contenta le prime volte della Raccolta e la Mano, quando
aveva visto occhi insani per la vita vissuta e il bisogno di avere cosa
necessitavano. Poi, non in tutti i luoghi, ma comunque qualche volta
bizze e lamentele sulle file e su chi voleva cosa accadevano di rado,
ma mai come prima perchè dopo aver usato le proiezioni o un
colpo di pistola, aveva inteso con quella gente dei comportamenti da
persone. Aveva ricordato loro che erano persone e lei non era come la
gentaglia che si definiva perbene che li ignorava.
Che le dessero il rispetto dovuto per cosa faceva per loro.
Ogni bene che necessitavano in base alla stagione era donato una volta
alla settimana e se si trattava di cibo, un camion apposito
parcheggiava e dava cibo caldo o fresco con annesse bibite in base ai
periodi. Frutta e carne per tenerli su almeno una volta al giorno e non
rivedere di nuovo istanti di pazzia come le era capitato. Non si era
mai spaventata, aveva solo provato dispiacere per come l'essere umano
si riduceva in ambienti e situazioni degradanti dentro e fuori e
ritrovarsi invisili, dei nessuno e inutili, ma ritenuti fuori la
società comuqnue. E aveva chiesto loro che erano
interessati,
avrebbe portato persone indonee a insegnare loro mestieri e
occupazioni, perchè avessero modo di avere qualche carta
vincente nel caso trovassero lavoro o possibilità di
risalire la
china con fatica, ma era possibile.
Non per tutti, non con tutti, ma alcuni facevano piccole cose per i
negozi della zona vicina, quando lei stessa era in zona accettavano di
farle da corrieri per piccole cose da portare alla gente ricevendo un
compenso. Come osservatori e informatori. Molti come quell'uomo di
mezza età non accettava di essere aiutati o seguirla,
così lei proponeva di ricompensare ciò che erano.
E
quindi li pagava per piccole cose, anche solo come piccoli corrieri di
lettere o oggetti per persone che avessero bisogno e non aveva i ltempo
di visitare.
Ovviamente solo quando era là, altrimenti si affidavano al
loro
piccolo centro mobile di aiuto, gestito proprio da persone come loro
che non adatti a fare molte cose per l'organizzazione per varie cose, o
non capacità, vivevano in edifici con una piccola stanzetta
o
condivisa con altri, con vitto e alloggio e pasti finchè non
avessero trovato di meglio imparando un mestiere o lavorando in altri
settori, aiutando però nel tempo che avevano tutto completo
le
persone che avevano nella Torre o edifici di proprietà
dell'organizzazione. Custodi, imbianchini, guardiani, tuttofare, come
mestieri base. Qualcosa di grande per chi era rimasto senza neinte e
per strada in tutti i sensi.
Per quelle persone che la osservavano, senza questa volta fissare con
bramosia i sacchi, cèra solo un aiuto settimanale per il
grosso
e giornaliero per almeno un pasto, autando poi i singoli se avessero
bisogno in vari modi entro sera. Era persone veramnete vuote, perdute,
che arrancavano ogni giorno in zona in cerca dello stesso
posto
caldo d'inverno, un pasto gratis quando riuscivanoe raccattado robaccia
nel tentativo di trovare qualcosa di utile per avere qualche soldo per
sigarette e liquori. Ma la situazione non era così come si
potrebbe descrivere. Era molto peggio. Lia aiutava anche le famiglie
povere che una casa bene o male l'avevano ma erano a un passo
dall'essere come quella gente che la fissava. Erano così
tanti
quelli che erano col sedere quasi a terra se non del tutto e non vedeva
che questo, scrostando la facciata scintillante della città
piena di persone che guardavano solo il loro.
Quelli potevano essere loro parenti, possibili amici, persone che
avevano perso il sorriso e tutto quanto cèra di umano per
inselvatichirsi dentro alla ricerca di sopravvivenza giornaliera. E
molte volte di notte, a causa del freddo o per stronzi che se la
rpendevano con chi era impotente.
Quelle stesse persone intorno a lei l'avevano vista giungere come un
rombo di tuono, tra suoni e immagini dei sistemi di proiezioni, e
pestare a sangue quelle stesse persone che recavano danni e
disperazione in chi lo era già. Aveva prove video e audio di
cam
nascoste e grazie agl iagganci, aveva portato quei piccoli pezzettini
di stronzo al gabbio come meritavano, chiedendo con le pressioni
dovute, di far tenere quei capi d'accusa per sempre, senza
cancellazione in caso di accordi e simili.
O se erano di buona famiglia più dei altri e più
stronzi
come capitava sempre, chiamava degli ex teppistelli che aveva aiutato a
uscire dal livello sociale in cui si viveva, a strati in base a soldi,
luogo in cui si vive e posizione, e dando loro un futuro. E quegli
stessi erano stati Signori in confronto ad altri da aver ringraziato in
tutti i sensi Lia lavorando e studiando sodo, dando quanto potevano a
chi era rimasto dove vivevano prima e in casi possibili, portando loro
stessi i beni necessari la settimana o, su sua richiesta come da
contratto, presentandosi al suo richiamo perchè prendessero
a
sberle gl istronzi che sporcavano le strade.
A disarmare gli stronzi ci pensavano i suoi, ovviamente,
infatti
diceva sempre a quei tre -voi militari che ci state a fare? Se non
noi, allora chi?-. E quando erano disarmati li faceva portare se le
andava di punire per bene al centro o in zone come quelle dove si
mettevano i suoi per distribuire il ncessario e chiedeva a tutti i
presenti senzatetto di dire la loro a quella gente, dopo ovviamente che
in disparte li aveva fatti gonfiare come zampogne, perchè
senza
scagliare pietre ed essere allo stesso livello, quella gente dicesse
ciò che pensava di loro.
Aveva perfino giocato con alcuni di loro, facendo togliere tutto,
letteralmente tutto a famiglia e loro stessi da finire per strada.
Milan non sembrava contento quando era serio e compito, ma lei voleva
che provassero almeno una settimana cosa si provava essere buttati
fuori di casa e senza niente, tra quella gente. Estremo, ma quando
andò da loro e li vide peggio di chi non volevano vedere o
sbeffeggiavano, fece un discorsetto e fece firmare loro un documetno
ufficiale per cui se si proclamavano colpevoli, avrebbero riavuto
indietro tutto, ma con la penale di aiutare ogni settimana le persone
bisognose. E con la clausula che se avessero provato a fare i furbi con
denunce e avvocati, non avrebbe avuto pietà.
Perchè come
disse a loro -facile fare i gradassi con posizione sociale e soldi.
O con armi. Ma qui, signori, quisiete il niente che consideravate gli
altri e tali vi faccio tornare. Con me non si scherza! E se non
credete, ci sono persone vicine a voi che conoscete che hanno subito le
giuste punizioni per essere stati stolti da credere di essere migliori.
nessuno è migliore di nessuno, si è tutti pari e
tutti
meritao rispetto e considerazione. Se non avrete imparato la lezione
dopo tale punizione, la mia ira cadrà su di voi di nuovo e
quest
avolta senza pietà. perchè odio gli stolti e
ancora di
più gli imbecilli che questa società genera. Voi
avete
avuto possibilità, loro no. E' ora che comprendiate che
siamo
tutti fratelli e nessuno deve sfruttare o denigrare nessuno. O
sfogherò tutto ciò che provo su di voi e
così come
per loro non cè nietne e nessuno per aiutarli, non ci
sarà per voi-.
"Avevo nei miei programmi della giornata delle cacce al coniglio nero,
ma ho deciso di farli correre un altro pò per agguantarli
dopo e
impedirgli di lordare ancora di più le strade. Ho deciso di
venire qui per protare un giorno extra di aiuto, vi rinnovo la proposta
di far giungere qualcuno che possa insegnarvi qualsiasi mestiere o
impiego se volete tentare di rirpendere in mano la vostra vita.
Decisione vostra. SApete chi sono, e come strega in quanto tale, posso
usare le mie capacità solo in determinati modi e per
specifici
fini, aiutare e accompagnare gli umani verso la strada che necessitano
o punire chi viola l'equilibrio del mondo. Con ciò che
provvedo
nel tempo perso provo ad aiutarvi entro i miei limiti,
poichè
sono molte le persone nel mondo che hanno necessità. Io e
altre
non possiamo intercedere al posto delle persone, possiamo solo
sostenere e concedere cose in determinate condizioni. Ma non ci
dimentichiamo di voi, io sono solo più decisa ad essere in
mezzo
a voi. Se accettate l'aiuto che posso dare, potreste riuscire a
risalire la china, ma è una decisione vostra, invece di
vegetare
stagnando in questo posto negli stessi giorni tutti uguali. Perfino io
ho delle restrizioni e regole sul cambiare la realtà delle
cose.
Ma siete voi gl iattori principali della vostra vita."
Si voltò e si avviò al piano superiore, superando
celando
il disgusto, l'ambiente terribile che le si prospettava intorno tra
pattume vario, come una discarica ovunque perfino pericoloso come
attrezzi per la droga, gente seduta in vari modi sugli scalini, alcuni
abbandonati dopo una dose, altri demoralizzati dalla vita che si
stringevano solo nei vestiti aspettando come i gatti i momenti dei
pasti per uscire e accaparrarsi cosa potevano, come avessero un
orologio biologico settato.
Al primo piano vi erano le ragazze meno fatte e incapaci di vendersi se
nel pieno della ragione, che volevano stare lontano dalla strada.
La ragazza che lei voleva prendere era spalmata contro la parete non
appena Lia entrò, come in preda al terrore di nascondersi ma
non
cèra modo.
Alcune ragazze tra materassi e lenzuola cos lerci da non sembrare
più cosa erano vite prima, iniziarono ad alzarsi ma lei
chiese
loro con la mano di restare ferme. Vennero raggiunte dai tre che in
iziarono a distribuire oggetti vari, tra creme varie per la
pellee generi di pulizia della persona a cibo in scatola.
"Celeste... per quale motivo ti ritrai per la mia venuta? Ti sei fatta
per caso?"
"no, no... no.no" fece lei con la testolina di capelli sporchi, per
quanto era magra, che cercava di fare no con la testa ma si muoveva in
modo orribile
"Lascerò correre i sintomi che vedo, non sono la polizia ne
qualcuno che vuole toglierti cosa tu e le altre pensate sia il megli
oper voi. Ma per cosa sei tu, in quella testolina, il tuo quoziente e
le tue capacità prima delle droga... quelli fanno parte
della te
normale che dovrebbero tornare. Ed essere utili. A te? No, non
solo...:" fece Lia accovacciandosi davanti alla ragazza dopo aver
stretto l'impermeabile in stile detective che usava quando pioveva
perchè no ntoccasse troppo terra "potresti aiutare loro, le
tue
amiche di disgrazie, ma anche quelli là fuori. E non solo
chi
conosci che condivide con te questo quartiere ma tanti altri...
Datemene uno" fece ai ragazzi, indicando una scatola che
stavano
dando alle ragazze e Kovacs glielo consegnò avvicinandosi,
facendo stringere la ragazza le braccia contro gambe a protezione
"ascolta" fece questa volta alla giovane che aveva occhi spiritati ma
chiaramnete era lucida e aveva solo qualche effetto di cosa aveva preso
ore prima "mangia questo per adesso e rimettiti un pò di
carne
sopra. Certo, non è un cibo miracoloso, ma a me mette il
buonumore..."
La giovane prese con paura la scatola. non era di plastica ma una
confezione particolare in foglie larghe e verdi ben legata con una
posata in bambù. Non era la prima volta che ricevevano quel
cibo, da mangiare subito e quindi non in confezioni in scatoola a lunga
conservazone come quelli distribuiti prima. Aprì l'involto
ben
stretto con della cordina sottile chiara e si avventò con la
posata su quella che si dimostrò una bella e generosa
porzione
di hummus. Con della roba dentro.
"Si tratta di hummus con verdure e carne. Per facilitarci il trasporto
abbiamo creato un piatto unico, che vi terrà su per alcune
ore
mentre vi levate quella roba dalla mente. Sempre che non vi sia
rimasta... Celeste, ascolta..." le disse mentre quella
mangiava
"calma, vai con calma, nessuno te lo porta via "vedndola inboccarsi
grossi parti di hummus in bocca con foga "sai... vuoi sapere quando ho
assaggiato l'hummus la prima volta?"
La domanda attirò l'attenzione della giovane che
mangiò con calma, presa dallinteresse del discorso.
"Vuoi saperlo? bene... ho assaggiato l'hummus la prima volta in aereo.
Ero con una persona. E stavo andando con lei in Irlanda. Ricordo ancora
la mia vita da umana e quando provai su quell'aereo economico un
qaulcosa che non conoscevo..."
"Quando eri ancora umana...?"
"Tu sai chi sono"
"Si, tu vieni chiamata strega e prendi quelli che spacciano, le gang,
quelli pericolosi..."
"si, non così vago e non così da niente....
comunque io
lo faccio perchè sono rinata come Strega, lo sono diventata
perchè determinate cosa hanno voluto che così
accadessero. Adesso siete relativamente al sicuro, tranne dallo
spacciatore a quanto pare "fissando lei e le altre con cipiglio e
rimprovero "ma potete stare più tranquille. nessuno come
prima
vi toccherà e se giungerà qualcun odi nuovo,
sapete come
chiamarmi. oltre questo,io ti ho scelta tra tutti perchè
sento,
avverto, che potresti essere quacluno di capace per te stessa e tutti
gli altri. Essere una mia sostituta nell'impegno che il mio ruolo
ordina, di aiuto e guida per chi non ne ha... ma per fare questo, devi
rinascere come una nuova te. Divenire qualcosa e qualcuno non sol ocome
prima come salute e mente, ma anche migliore. E camminare in
questa società come più di tanti altri. Ma solo
se lo
vuoi e se accetti il cambiamento che ti vedrebbe come una nuova te... "
"E perchè non le altre?"
"Innanzitutto...Non sono io a decidere. per ciò che sono...
ci
sono determinate
persone che possono essere ciò che vorrei diventassero e tra
queste ci sono incognite. Se posso per tutti questi che sono come fari
nella notte. hanno quel qualcosa li rende capaci di essere
ciò
che non si aspettano e a seguire voi, tutti gli altri. Rispetto loro,
io sono qui per te per un motivo. La volontà. La decisione.
La
scelta. Loro, non accetteranno mai perchè non vedono altra
via
che la droga e il fuggire. E con queste condizioni, io non posso
operare. Vedi... se non cè l'intenzione di risollevarsi,
essere
salvati, mutare quei sogni che tanto raccontano... vero ragazze?" fece
verso di loro solo portando il mento verso la spalla e vltando gli
occhi senza però vederle "quante volte avete raccontato i
vosti
sogni, cosa desideravate... ma senza poi avere la volontà e
forza di abbandonare cosa conoscete e di cui non avete paura per
l'ignoto? Prefendo vendervi piuttosto che mostrare cosa siete...? E
quindi..." ritornando a Celeste "Tu puoi, invece. La volontà
cè e hai uno scopo. Un motivo. hai in te la forza e il
cervello
per essere migliore di tutti e di chi odi... Anche per loro
ci sarebbe possibilità, ma una volta varcata la soglia del
cambiametno, non si torna indietro, questo è chiaro
dall'inizio
e lo ribadisco. Nè ragione, nè pentimento, si va
di
faccia verso la nuova scelta, ma non tutti sono pronti o intenzionati.
Così come fu per me, anche
voi umani potrete..."
"Ma io... non... sai perchè sono finita qui?" fece lei
tremando e singhiozzando
"Si, ma se ti è di aiuto per sfogarti e far uscire cosa
tieni
dentro che è peggiorato dalla droga, per fortuna non
è
delle peggiori, ti ascolto..."
"io... le mie amiche mi avevano dato quella roba... dicevano che mi
aiutava a dimenticare... ma poterlo dimenticare.... no, no, no era lui
che era per me, lo so, lo sentiva, era l'uomo per me. Era perfetto!!!"
con voce stridula "ma lui prima scelse di andare in un'altra
università e poi... poi tornò con quella... e
così
ci ho provato, gli ho detto... io sono qui, sono sempre stata qui,
perchè quella estranea?" dimendosi come una pazza, agitata
e gesticolando molto "ma lui mi ha detto che non gli piacevo,
che... dovevo vedere altrove. Che quella che si era portato indietro
per le feste era speciale, era straordinaria... IO! IO DOVEVO ESSERE!!!"
"E quindi?" fece Lia con voce calma e misurata "hai preso quella roba?"
"Non studiavo, non... avevo la testa sempre a pensare. A lavoro era
pure peggio. Era lì, questo chiodo fisso e sentivo la
pressione
di qualcosa che non risucivo a fare. E lui che compariva con lei al
fianco. E così per scacciare tutto hoaccettato di prenderla.
Ma
prendi ora, prendi ancora, ho finito per averne bisogno sempre, senza
ero... ero... e poi... poi era tutto uno schifo, lo vedevo sempre e se
non cèra perchè all'università con
lei, gl iamici
parlavano di lui..."
"E poi sei finita per scappare di casa?"
"Si... tempo dopo, io... non trovavo il mio posto a lavoro, a casa, e
studiare era un peso perchè non avevo lo mente sgombra. Non
dormivo e questo pensavo mi aiutasse ma... alla fine ho deciso di
venire qui, in questo posto dove studiava per parlargli di nuovo ma...
ho perso i soldi in droga, nell'arbergo dove stavo e i mezzi pubblici
che prendevo per andare da lui. E sempre mi cacciava. Poi ho litigato
con lei... e non volevo tornare. Non avevo niente da fare a casa,
capisci? Dovevo tornare per cosa!? Dovevo restare qui con lui. L'ho
aspettato fuori da campus, dove potevo stare e alla fine mi ha fatto
mettere quella cosa restrittiva o come si chiama, non potevo
avvicinarmi... ho speso tutto e sono finita senza unca camera e soldi
e... avevo bisogno di un aiutino, sai... e lui era stato il mio primo e
mi scacciava a quel modo.... perchè!?" facendo come una
pazza
allucinata
"quindi voi due eravate stati insieme ma poi era andato via per
studiare..." le chiese, vedendo interrota da Kovacs che le avev
aprotato delle particolari sedie in legno pieghevoli in poco spazio,
che lei accettò
"Si, si... ero così contenta. Era stato la fine del liceo,
sai?
Da quanto mi piaceva... e a una festa sono stata con lui... lo amo, si,
so che lo amo più che di me stessa e io aspetto, sto
aspettando
che finisca di studiare per raggiungerlo prima che parta...."
sorridendo in modo ambiguo
"da quanto tempo lo aspetti?"
"...uh... un pò! Ma è per amore. Lo amo. Dobbiamo
stare
insieme è così che deve essere, lui è
quello solo
per me. Altrimenti non sarei stata con lui. Ma è arrivata
quella...quella!! ma io e lui staremo insieme e proverò di
nuovo
cosa ho provato quella volta e per sempre... si, tornerà da
me e
io sarò felice. Riproverò l'amore... vedrai..."
"Ma se lo aspetti qui, così, con quali
possibilità pensi
di riuscirci....?" le domandò, inclinando verso la spalla la
testa ma prima che quella potesse pensarci troppo da rispondere, Lia
decise di continuare a tenerla occupata con la testa su cqualcosa che
la trascinasse via dal bisogno di droga e restasse lucida "vorrei....
che ti mi spiegassi cosè che un umano prova... questo amore
che
dici, spiegami cosè e comè in tutto
ciò che ne
concerne..."
"Cosa... perchè... hai detto che tu eri umana.... e poi sei
diventata una strega..."
"corretto... ma vedi, io ero già da prima diversa e in un
certo
senso, destinata ad essere ciò che sono adesso. A me da
principio è stato precluso molto dell'essere umani. non so
cosa
e come si prova quello che tu definisci amore. Quello che hai condiviso
con lui quella volta. Cosa significa per una donna, essendo il tuo lato
della situazione, l'amore e cosa si prova... per questo..."
accavallando le gambe e poggiando il mento sulla mano chiusa che si
sosteneva col gomito sul ginocchio "ti prego, descrivimi ogni cosa e
illustrami cosè l'essere umano e cosa signidica qualcosa che
a
me è sconosciuto.... Fammi entrare nel tuo mondo per
capirlo...Racconhtami cosa si prova ad essere innamorati e cosa
significa amore in questi casi e quando si sta con qualcuno... rivela
tutto il tuo cuore..."
"Secondo te, perchè si è messa a chiedere queste
cose?
NOn le sono mai interessate e non vedo perchè ora..."
domandò Zidgi a Kovacs sottovoce dopo aver distribuito cosa
avevano portato e si erano sistemati a triangolo, spalla con spalla,
per
controllare corridoio, porta e stanza.
"Non so" rispose l'altro "Non credo sia per qualcosa in particolare,
sempre che non stia escogitando qualcosa. E mi auguro di no, lo sa solo
dio cosa combina quando riesce a scappare da sola senza di noi o cosa
si inventa. Non vorrei ripetere
l'esperienza di lei arrestata e portata al gabbio..."
"Ma non cè nenanche entrata, dietro le sbarre. Ha giocato
con
quei sergenti e detective nella stanzetta e poi se ne è
andata
come una regina, pure accompagnata con gli onori... e adesso quel tizio
e altri che ha
contattato lavorano con noi, seppur senza sapere molto. Sono soui
collabotoratori e informatori e in cambio lei smuove un pò
le
acque se le portano le prove per lei concrete che hanno ragione e
vogliono supporto. Pensano che
siamo un qualche gruppo segreto militare del governo... posso capire
perchè si diverte a giocare con la gente, anche se ho sempre
il
freddo per quanto rischia. Se finisse con una pallottola in testa no
nci sono stronzetti in lei che possano salvarla, non da
quello!
Ma comprendo che sia per un bene a cui tiene.... Ma questo! Una come
lei che ti prende a calci sui coglioni letteralmente, o come quello che
glielo ha pinzato con la cucitrice... cosa le viene a fare queste
domande intime a una tizia sballata, guardala, sembra una pazza
furiosa.... per me le sta dando corda nel peggiore dei modi. Farli
eccitare con le loro paranoie e follie e..."
"Se lo fa, avrà un motivo. Quella ragazza pare abbia un Qi
davvero interessante e sai che per primi cercano soggetti interessanti.
Dopo, altri dietro prove. Sul perchè chieda su
quell'argomento,
non saprei. A lei non interessa per niente e non ci tiene a sapere cosa
si prova ad essere una donna. per lei è qualcosa fuori dal
suo
Io, per lei essere umana è superare la soglia dell'istinto e
degli ormoni e andare a qualcosa di più puro, o lameno
così mi pare abbia detto. Anche a me sembra strano, ma sai
anche
tu che su sesso e
informazioni biologiche ne sa più di noi, che conosciamo
solo la
pratica. NOn mi stupirei se fosse solo per raccogliere informazioni per
la sua conoscenza e basta"
"Ah... quando ci ha fatto il terzo grado per chi vedevamo nel tempo
libero e ci ha chiesto a cosa servisse il monte di venere e
perchè fosse così. Cosa cazzo ne so io, pensavo,
ma
mentre si preparava e ci faceva il terzo grado, sicuro per conoscerci,
e ci ha spiegato il perchè fosse in quel modo e cosa
preservasse
con la sua forma, mi sono sentito un idiota. NOn avrei
mai pensato che fosse così per quel motivo..."
"Perchè secondo te esistono le Lezioni? Non per far perdere
tempo alla gente..."
"Si, ma appunto una cosa è scoprire perchè
è
così quella parte anatomica, ma chiedere cose del genere, a
che
le serve? E' un argomento che non intende mai trattare a meno che non
fa domande mirate e simili. Ora sta seduta là tranquilla e
comoda a sentire una tizia fuori di testa drogata, intelligente quanto
volete, ma folle come un caimano incazzoso... guarda gli occhi da
pazza!!! mi fa paura... mi auguro di non aver mai a
che fare con donne così! E dio ce ne scampi se lei si
interessa
a fare domande a ogni donna e uomo che le capiti a tiro!... su qualcosa
che lei odia, non è
parte di lei e non conosce se non nella teoria"
"Dimentichi le risate che ci siamo fatti quando a tutti i ragazzi che
si prostituivano per soldi per andare avanti per strada, ha chiesto
cosa
si prova ad avere il gamberetto e come influivano su di loro gli
ormoni? Ha chiesto loro di spiegare tutto quello che succedeva, io sono
dovuto uscire perchè le risate mi stavano ammazzando!
Chiedeva
cose personali come con questa ragazza, e per capire
quanto di se stessi cèra contro gli ormoni. E peggio, se
vendendosi a chiunque mostava i soldi, provassero o meno qualcosa, se
no
come si sentivano, se si... cosa significava secondo loro chiudere gli
occhi e far fare.... se vi era solo
risposta del corpo infingardo come lo chiama, come con gli strupri che
va a cavolo suo, oppure erano come lei. Penso che sia solo compresione.
Tutto qua. Quello che mi preme ora è l'appuntamento di
più tardi. Quel gruppo di spacciatori portoricani. Ho paura
che
voli il piombo!"
"Cè un accordo con quelli, per poi bam!, li acchiappiamo
come
tutti gli altri a sporcarsi di polvere e pietre per raspare nelle
miniere al posto dei poveri disgraziati e scontare le loro pene. Per
non parlare di cosa ha fatto ai piccoli e medi papponi di ragazze sia
comprate dall'estero che della loro città che portarono ad
essere oggetti mentre lui guadagnava. Peggio se minorenni.
Sinceramente, non ho provato pena o ansia nel vedere o sapere cosa gli
aveva fatto fare perchè capissero cosa significava essere
oggetti e sentire su di se la violazione di qualcuno... quelli un
pò più per bene di facciata li ha lasciati a
terra nudi e
come diceva lei -spanati- che avrebbero avuto bisogno di
chirurgia per riavere un ano funzionante. E con tutte le prove sia
lacsiate là che mandate ai giornali di quello che facevano.
Aiutando le vittime..."
"e le ha aiutate anche quando le prese tutte per quel tizio e disse
loro -adesso lui è come voi, siate le pappone al suo posto e
fatelo diventare un oggetto- dando loro oggetti che non vedevo
neanche negli incarichi per la buoncostume" disse Django ridendo
"quando feci qualche anno là dopo il militare pensavo che la
mia
vita cambiasse in maniera normale, invece avevo sempre pressioni
perchè ragionavo da militare e n elle retate... gli oggetti
che
mise a disposizione, dietro concessione gentile di Madame... cazzo che
terrore solo a vederli! E rimase là a guardare il capo, chi
tra
loro voleva che lui provasse tutto, nella posiizone del gatto che si
stiracchia, così la chiama, e calcolare chi tra loro aveva
le
palle di affrontare tutto e andare avanti o chi restava nell'angolino a
tromare e rovinarsi la vita. Nella mia breve carriera alla buoncostume
ho visto scene brutte dove registravano video con donne non molto
consenzienti, ma quello che lei ha fatto... qualcuno può
dire
che è stata inumana contro chi abusava degli animali e non
faceva niente nessuno. L'uso di dispositivi elettrici per dare la
scossa e convincere con le cattive il cavallo ad agire, la pratica di
inchiodare pesi algli zoccoli dei cavalli per la leccata, come si
chiama quella pratica che l'ha fatta uscire dai gangheri e ha rovinato
quella gente che la praticava... Li ha picchiati, trattati alla stessa
maniera. A uno ha pure inchiodato un'asse di ferro sotto i piedi
letteralmente perchè dicesse come si sentiva, con i chiodi
che
erano nella carne, così come facevano ocn i cavalli
perchè alzassero le zampe per fare quella pratica. A uno che
annegava un cavallo, gli ha fatto provare tre ore di finto annegamento
per fargli capire cosa significava ciò che faceva. Ha
slabrato
quei tizi nel dietro per aver abusato e venduto persone? Io chiederei
ai buonisti chi è il male minore, fermare lei dallo sfogare
la
sua ira definiendosi la Punizione, o lasciare fare lo schifo alla
gente. Se non avessi avuto l'incontro con Milan, non avrei continuato
quel lavoro perchè la burocrazia impediva ogni mezzo di
indagine, se sei poliziotto o sergente o detective, i diritti del cazzo
salvano più la feccia che aiutano gli innocenti. Qui invece
vedo
lei che dà corpo ai suoi incubi come le dice il leader... e
mi
sta bene, non provo affatto pena o altro per loro, meritrerebbero tutto
il peggio che lei potrebbe dare, ma sappiamo tutti che si limita. Quei
tizi che dsitruggevano nel corpo e mente gli animali perchè
non
facevano cosa volevano o per estetica o altro? Gli doveva tagliare le
mani per quanto mi riguarda. Sarà la sua influenza, ma il
capo
agisce dove tutti aprono solo la bocca..."
" Avrà ragione, ma lei butta all'aria cose che nella
società qui fuori sono gestite da leggi.Per rabbia, odio,
rancore verso lo schifo, bypassa la legge..."
"legge che non funziona, ricordi?" gli risposero
"... Punisce negli stessi
modi con cui loro agiscono su altri e animali. In un modo da giudizio
non universale, ma infernale. So benissimo che la giustizia di questa
società è gestita e utilizzata da schifo e la
feccia
vince quasi sempre, ma come lei ha preso alle dipendenze dello Chateau
soggetti con disturbi per toglierli dalla società ed
è un
bene ma usarli come boia... cazzo, ragazzi! Se me lo meritavano,
ma vedere, assistere, alla distruzione posteriore di quei
papponi
e venditori del sesso in modo brutale da un alktro tizio in molti modi
... ci vuole stomaco. E lei non ne ha... Lei stessa ha ammesso che dopo
aveer cucuto la ferita del capitan Jd quel giorno, aver tolto i
tatuaggi da chi sappiamo, aver visto ferite, lacertazioni varie aveva i
sintomi di chi non regge la vista del gore! Vertigini, debolezza
muscolare, puntini e lampi bianchi... eppure dice che per punizione dei
suoi stessi peccati lei deve vedere cosa ha deciso su quelli. Sono
d'accordo con il punire in modo esemplare. Ma
lei... non mi fa paura per come per la rabbia e odio rivolge le cose
contro chi se le merita, ma come e per quanto riversa ciò
che
prova sui colpevoli in modo che ne abbiano memoria fino alla fine dei
loro giorni. perchè di questo si tratta. Noi come soldati
abbiamo fatto per
meri ordini, anche se da quando ha cambiato le cose nell'organizzazione
mi pare tutto più con un senso, ma questo.... Più
la
seguo e la
osservo, più mi rendo conto che dietro l'apparenza della
svitatezza folle di cui parla il capitano Alaric cè altro,
esagerato forse perchè vi mette tutto ciò che ha
dentro,
ma
è solo a modo suo ed è come..."
"una corazza? Si, me ne sono accorto. I suoi test giocando ocn la gente
pazza ferendosi o facendosi ferire per testare sul campo, non nei
laboratori, la risposta di scatola e stoddarde ha i suoi
perchè!
Se lei dimostra che sono operativi in ogni situazione e con massimo
margine di velocità e funzioni, tanti dei nostri in futuro
pootrebbero salvarsi e non morire. lei userebbe quelle fisse, come si
chiamano che le resteranno sempre nel corpo, mentre quelle che sta
preparando e studiando il dottor David con i suoi colleghi sono a breve
scadenza, una volta esaurito il tempo cessano si funzionre e sono
espulsi dal corpo come scarti. E questo significa che anche noi come
altri, grazie a lei, potremmo avere cure veloci, mirate, sicure. la
scatola e i test che fa sono per impiegare arti e modelli robotici o
programmi e funzioni artificiali per chi non ha arti o problemi motori.
Così da muoversi o fare le cose col pensiero. Chi altro
avrebbe
accettato qualcosa del genere? Io no, lo ammetto. NOn lo farei mai,
quindi che posso dire? Da quando le siamo alle costole abbiamo visto un
ammodernamento dello Chateau, il ricontrollo delle zone aperte dello
Chateau stesso portando tutti negli edifici nuovi che prima erano
ancora cantieri. I progetti con Madame per dare a tutti svaghi e
interessi da sfogare. Botteghe e laboratori dove imparare un mestiere e
scoprire scopi e motivazioni per intraprendere nuovi percorsi di vita e
lavoro. Ha allestito un angolo solo nostro con le gradinate al posto
del campo di allenamento libero. Le lezioni, addestramenti e corsi di
vario tipo che puoi seguire o meno, una gestione di camerate e stanze,
così così come i bagni e turni e cucina... no,
tutti
possono lamentarsi ma una pazza come una campana non fa cose del genere
e mettere regoloe e indicazioni di comportamento spiegando come e
eprchè ci sono e perchè vanno seguiti da far
filare le
cose al secondo come un orologio. La mensa... ci pensi? E cosa ora
mangiamo? E cosa lei fa sia come se stessa parlando con le persone, che
come Veròna... chi tra noi lo avrebbe fatto?"
I tre si guardarono occhi negli occhi girando la testa verso gli altri
e non dissero altro.
"Ragazza!!!" esordì con un completo sobrio
monocolore e
molto elegante comunque, che lo faceva sembrano non uno sposo ma un
nobile d'altri tempi "eccoti, finalmente!"
Lia alzò la testa dal libro fissandolo accigliata e un
pò scocciata.
"Che bello rivederti allo Chateau senza rinhiuderti in isolamento a
causa degli altri. Mi ha piacere che ti sei calmata dopo che abbiamo
parlato. E..."
"E cosa, qualè il succo del discorso dopo che hai chiesto di
non
farlo, ma di calmarmi e dare a tutti un'altra chance...?"
"Beh... Ti ho cercava quasi ovunque, poi mi sono ricordato che ami
leggere
distesa quasi contro un bovindo che dà sul giardino e ho
girato
questa zona, perchè abbiamo solo qui i bovindi, tra l'altro!
Se
non eri nella stanza della colazione, non potevi che essere qui!"
sviando
"hai cercato... sei entrato di nuovo in camera mia?" fece lei chiudendo
il libro con un segnalibro sottilissimo mentre si girava un
pò
dal davanzale del bovindo su cui stava sempre "sai che mi da sui nervi
se qualcuno entra in camera mia e pure con scarpe e abiti da fuori!" lo
apostrofò secca
"E io ti ho giurato, ragazza, che non ho mai più superato la
soglia di camera tua nè altro da quella volta. Quella volta,
era solo per
parlarti senza persone intorno. Anche il dialogo che abbiamo avuto
davanti i paddock, aveva comunque testimoni. Visivi ma testimoni
uguali. Dovevo solo verificare delle impressioni, ma non farei mai una
cosa del genere ulteriormente. Ormai dovresti saperlo..."
"Si, si... e poi il mio gusto immobiliare come lo chiami tu non ti
soddisfa, quindi non torneresti affatto da me..."
"Anche per quello. A te piacciono gli ambienti piccoli, dai toni caldi
e funzionali. Ad ogni modo, non sono qui per discutere di questo, anche
perchè sei tu che ormai vieni sempre nelle mie stanze per
perlare o passare il tempo. Da te sarebbe cmoe girare dentro una
gabbia..." portandosi il medio verso la radice del naso ma poi sviando
"Che simpatico! Grazie per dire che io sto bene in piccoli e angusti
spazi ammobiliati in stile povero, questo stai dicendo, no?"
"Ho vissuto fino alla maggiore età in una casa non povera ma
sufficiente col necessario per non vivere come nel medioevo. E'
così brutto voler finalmente dopo tante fatiche, gustarsi il
giusto della modernità e comodità?" sorridendo
con le
mani nei pantaloni
"Non ti sto addossando nessuna colpa o altro. E lo sai. Trovo i tuoi
gusti, come quelli di tuo fratello parecchio... eccessivi. E' un
pò come mi sentivo quandpo ci invitavano a un matrimonio,
sai,
di quelli dove se non hai oro addosso e non ti vesti in un certo modo
sei un poveraccio! QUanto odiavo questa cosa e ambita era una sala
ricevimenti sotto la montagna, in alto rispetto la città.
Mia
madre mi vestiva,e intendo fino a che non vi ho incontrato,
con
cosa voleva lei. E quindi qualsiasi cosa avessi addosso non mi stava
veramnete e mi faceva sembrare una scappata di casa, anche
perchè non erano di qualità per niente.
Risparmio.
E ogni volta in mezzo a parenti che invece sapedvano vestirsi e come
farsi truccare e pettinare... guardando quella sala così
sfarzosa, gli addobbi e la gente ben vestita, mi sentivo ancora di
più fuori dal mondo. Poi come le mummie, dei cugini che per
la
madre orribile dovevano stare impalati sulla sedia, alzandosi solo per
andare in bagno e poi zitti, muti, a guardare più la
tovaglia
del tavolo che altro e io dovevo fare lo stesso, perchè i
parenti che passavano dicevano -ma che figli perfetti, che
ubbidienti ed educati, tranquilli che hai...-. Mia madre ambiva a
sentirselo dire, così come facevano com le mummie e io che
ero
ocme loro mi sentivo così depressa in quell'ambiente che
doveva
essere di festa... ma allo stesso tempo non mi trovavo con tutto quel
tripudio di specchi, oro, addobbi che sarebbero stati belli
meno
sfarzosi, gioielli e oro e altro a mai finire e io che avevo le cose
che avevo ricevuto alla nascita o comunione che erano di scarsa
qualità... sai, ero dal lato della famiglia snobbato... e mi
chiedevo quanti di loro si sforzassero di fingere come me, o fossero a
loro agio là. I luoghi in stile francese del periodo d'oro
come
piacciono a voi... tu sei più modesto di tuo fratello, ma...
la
sensazione che provo nelle tue stanze o quelle che hai sistemato a tuo
piacimento.... è come un eccesso in cui io non mi rivedo."
portandosi col busto in avanti, il libro stretto in mano abbandonato
vicino le gambe, che ancora erano sollevate sui cuscini
"E' come per gli abiti che indosso, per voi due. Sono magnifici, di
grandissima fattura e qualità, sono qualcosa che su di me
perdono ogni qualità e non dirmi che non è vero.
Io so di
non saperli portare, di non essere adatta a vestirli perchè
sono
oltre ciò che io sono. O almeno, intendo indossarli sempre e
comunque come fate voi. Su di voi quegli abiti hanno qualcosa in
più ed è gisutificato che li teniate sempre e sia
il
vostro stile. Ma io quando mi guardo allo specchio per le feste o
quando mi chiedete di indossarli, sebbene siano di mio
gusto... io
non mi rivedo affatto nella persona che voi vorreste che fossi. Si,
è qualcosa di particolare avere indosso quelle vere opere
d'arte, perchè questo osno, rispetto agli straccetti
moderni, ma
se ho provato a sentirmi io dentro, sopratutto quelli bianchi che
considero -il mio abito-, allo stesso modo, mi accorgo di come
sono... impacciata nel capire se la persona che vi è dentro
sia
Io o quella che dovrei essere per aiutarvi. Non so..."
"Pensavo che ormai avessi sentito te stessa in ogni abito. E ora stai
indossando abiti con cui ti senti a tuo agio. Quindi qualè
il
problema?"
"Questi, fatti dagli uomini nella bottega, sono abiti con cui mi sento
libera e... si, tranquilla e me stessa, non lo nego... ma io parlo
della controparte femminile. Vedi, io sono cresciuta con tutti intorno
che mi modellavano perchè fossi la donna, ripeto, la donna
che
avrei dovuto essere per tutti. Una principessa che per educazione si fa
pure mettere i piedi in testa,c osì fu per le mie nonne e
pure
mia madre, idiote e imbecilli, perchè la donna deve essere
in
tal modo. E ancora, come donna avrei dovuto essere bella con qualsiasi
cosa fosse accettato da loro e nel rispetto del decoro, femminile ma
non volgare da attirare attenzione. peccato solo che quello che mi
propinavano non era adatto a me, dai colori all ostile e via dicendo. E
ho perso la bussola. Le compagne in ogni sezione scolastica mi
prendeano in giro e mi dicevano che li facevo sfigurare, mi trattavano
oltre tutto il resto così da schifo che non capivo io chi
fossi
allo specchio. E ogni volta mia madre che mi diceva con schifo
-guardati, non sai sistemarti, quei capelli fanno schifo, non sei
elegante, non sei questo...- per poi lei per gli ultimi anni ha
fatto i cazzi suoi vestendosi di merda e no nandando mai dal
parrucchiere, ma tagliandoseli lei. E io, come mi sono sentita? Come
una sperduta. Non avevo nessuno, nessuno con cui parlare, a cui
chiedere qualcosa. Le zie erano coglione all'inverosimile, i miei
cugini pezzetti di merda, amiche neanche a parlarne perchè
tutte
mi vedevano strana per la mia passione di calligrafia, minerali e
gemme, le armi... e poi voi mi chiedete di essere fautrice
dell'andamento storico dei vostri progetti per accalappiare persone
importanti e... mi domando, io chi sono? Chi... sono io? SOno Lia? Sono
una nuova me? Veròna quanto prende da me? E io, cosa sono? E
l'impacciamento che provo quando indosso abiti femminili.... io, che
sono cresciuta sentendomi dire che la donna era quella che cresceva
come uan principessa ammirata da tutti per tante cose, che si sposava
come momento migliore della vita e subito dopo sfornava figli. Che una
donna era questo, fare la fattrice. Che si lavorava per avere soldi per
mantenere quei piccoli goblin di merda che dovevi sfornare. E ancora di
più, perchè donna, tu dovevi essere una santa
prima del
matrimonio e poi fare da bamboloa gonfiabile per tuo marito sia per
aver figli che per i doveri. E quando indosso quegli abiti da donna...
vedo me, che togliere tutto perchè per me sono solo un
più inbombrante e ripendo alle donne che hanno vestito abiti
simili in passato e valevano solo perchè sfronavano figli e
venivano date come cavalle per avere benefici in famiglia. Il resto,
non contava. Quando il tuo sarto mi dice -questo abito le sta
divinamente, sarà la donna più ammirata per
questo
gioiellino della festa- e... ma io non sono una donna. Io non
riconosco il mio seno grande, non mi avete permesso neanche di ridurlo
perchè è fastidioso, ne i miei organi femminili e
non li
voglio. Ho ottenuto solo quel dispositivo per bloccare tutto, ma anche
così... e poi mi abbiglio per i vostri giochetti, con
promesse e
sballo in stile antico che fa gola a molti per scappare dalla
realtà, e vedo quelle donne che partecipano e me negli
specchi
e... come voi due dite, l'abito fa molto della persona. Denota cosa e
chi è. E su quello si basano gli altri. E allora in
principio
per me, cosa vale cosa sono indossandoli? Se io no nsono una donna,
cosa rende me vestendomi da donna? Che nome dovrei portare? Se io sono
una neutra, cosa comporta ME in mezzo a voi che siete tutti
composti nel vostro definirvi? Tu sei tu ed etero, Milan
idem,
tutti gli altri o sono gay, o etero o comunque sono soggetti che si
definiscono come persone anche a livello sessuale. Insomma, il gruppo
lgbt chiede a gran voce diritti per tutti quelli che non sono binari,
ma la situazione è che hanno creato etichette per definire
ogni
tipologia di persone, come si vede e sente, definita anche per la sfera
sessuale. Chi si veste da uomo o donna, contrario al sesso di nascita,
perchè si sente così... non lo so, io che non
sono ne
carne ne pesce e non rientro nelle etichette che mi denotano a livello
sessuale, come dovrei sentirmi in abiti da donna?"
"Fra non molto te ne andrai, come diciamo tutti morirai, e sei ancora a
questo crocevia? Mi era sembrato che per i ritratti, le feste, ogni
evento che facciamo per mostrare ciò che ci serve per
agganciare
chi ci interessa... che ti piacesse, ti sentissi a tuo agio. Dai
ritratti non mi sembra che tu sia a disagio con gli abiti..."
"Lo vedi? Non hai capito... non è che indossandoli dovrei
avere
crisi! E' guardandomi negli specchi quando passo, guardando le altre
donne, sostenendo le associaizoni dei diritti lgbt, è... tu
stesso sai cosa si prova ad indossare un abito straordinario
e...
il problema è che tu, in questo caso perchè parlo
con te,
ti senti perfettamente in te e in esso perchè ti ci rivedi
in
ogni cosa! Sei uomo, maschio, è nel tuo stile e in cose sei
sentirti perfettamente dentro ciò che indossi. Ti
rispecchia.
Sei te al cento per cento. Fin da piccola mi è stato
inculcato
il fatto che indossare determinate cose rispecchia la persona. Cose per
donne, Cose per uomini e via dicendo. Da dove vengo io è
impensabile che una donna viva e si vesta da uomo senza far cadere la
montagna con critiche e sdegno. quindi quella percezione che mi hanno
impresso, come la paura degli errori, il terrore di fare la cosa
sbagliata da avere ansia... che mi ha fatto cadere col sedere a terra
quando io no nero così... mi domando se quegli abiti
meritino di
essre indossati da me o meno. Se è giusto che una come me
vesta
in quel modo straordinario, mentre donne migliori di me nella storia li
hanno avuti indosso cercando di cambiare le cose e il mondo ma essendo
donne, dall'aspetto agli organi. Io che non provo ninete, che non sono
niente, che non mi vedo ne pesce ne carne, come dovrei sentirmi in quei
vestiti e apparire ed essere davanti ai vostri ospiti di riguardo che
sbavano per qualcosa di unico e straordinario che non vedono nelle loro
grigie e monotone vite? Cosa vedono e mostro? E quanto rispetto a loro
merito qualcosa di tale pregio e valore? Non lo so, so solamente che
seppur è bellissimo avere l'onore di indossare quei lavoro
straordinari, mi vedo allo specchio e non so chi e cosa vedo. Che
persona sono? Chi sono? Cosa sono? Cosa dicono quegli abiti di qualcuno
che non è ciò che dovrebbe essere?"
"Non vuoi più partecipare alla festa di domani? Eppure
è
quella veneziana che la gente ama e indosserai una replica della
Pompadour... quello azzurro tra parentesi..."
"..." lanciandogli un'occhiata che pareva di delusione ma anche
indecisione "che volevi comunque..."
"Come al solito tergiversi e poi cambi discorso. Bene. preparti,
perchè andiamo verso il mare..."
"... verso... il mare?" domandò stranita, alzandosi in piedi
"cosa intendi, perchè dovrei cambiarmi...."
"Nah, direi che sei perfetta anche così, anzsi, va benissimo
per
ciò che voglio mostrarti... mettiti solo sopra una giacca o
un
giaccone di Veròna e vieni..."
lei restò ccon la bocca aperta confusa, aveva indosso una
camicia bianca pià larga della sua figura, con colletto
ampio in
stile pullover che si allacciava al collo con due cordini di cotone o
cravatte in tessuto. Lo scollo a V aveva una balza tipo rouches che
terminava vicino alla vita. Realizzata in tessuto di garza di cotone,
era leggera e usata per l'interno, essendovi i riscaldamneti per la
centrale geotermica che alimentava tramite cavi che avevano sotterrato
fino a Torri e Chateau, mantenendo unatemperatura costante. Le maniche
lunghe non avevano volume ma si arricciavano leggermente alla cucitura,
erano larghe e ampie e raccolte nel polsino che si allacciava con
cordini doppi di cotone. Le maniche avevano una balza attaccata al
polsino che cadeva parzialmente sulla mano.Un gilet nero molto rustico
con bottoni in velluto copriva la camicia, dalle forme nette e un
colletto rigido. Però lo teneva aperto fino a sotto il seno,
quindi la camicia era visibile sotto e terminava poco sopra la vita dei
pantaloni.
Questi avevano una cintura dello stesso tessuto e
cincorporata in
vita alta con bottoni e patta frontale.Andavano a stringere la larga
camicia e non erano aderenti al corpo, sebbene fossero su misura,
erano abbastanza larghi da essere comodi senza fasciare e
far
vedere troppo. Due tasche laterali erano posizionate sul prontale, non
sul fianco, con decoro di bottoni come la fascia ampia che fungeva da
cintura in vita.Le gambe dei pantaloni erano bloccati da stivaletti
corti bicolor che richiamavano lo stile da donna ottocentesco con
tacchetto e lacci.
"ma... sono vestita da casa" fece lei veedndolo uscire
"Vai benissimo, su sbrigati che andiamo..." le fece lui tornando di
qualche passo dentro e con un braccio indicandole la porta.
A porte a la Reine sulla Manica.
Avevano parcheggiato con il lato di Kianta verso l'interno, quindi
quando era scesa dalla macchina dove cèrano i tre e due
delle
Fanciulle di Dorde che gli facevano da guardie del corpo, spacciandole
come ragazze capaci di particolari poteri.
"Cosa facciamo qui? Dobbiamo controllare i dissilatori? ne hai fatto
mettere uno nuovo?"
Si voltò in direzione del Palais
Bénédictine, che
non poteva realmente vedere ma aveva compreso dove si trovassero. Tra
Fécamp e Senneville-sur-Fécamp dove vi era un
WWII Bunker
e lo utilizzavano anche come zona di addestramento chiudendo l'accesso
a turisti ed escursionisti, facendo un percorso con attrezzature per
chilometri tra acqua e zone impervie. Di difficfile percorrenza, peggio
se per le maree, era una zona panoramica dall'alto e con accordo
siglato con i proprietari del terreno sovrastante, che tra l'altro
ospitava un settore di immagazzinaggio elettrico tramite tale eoliche.
I proprietari a causa della ripidità della scogliera oltre
che
del luogo, l'avevano fatta riconoscere come, ma con sovvenzione anche
per mantenere i guardiani che controllavano la zona e i lavori di
controllo in casi di crolli o danni invernali, avevano fatto si che
d'inverno lontano dai turisti curiosi fosse un ottimo luogo isolato di
addestramento. In segreto e controllando punti salienti della D79 e
stradine secondarie. Bloccando la stradina che si avvicina a
chapelle Notre Dame du Salut e dall'altra parte Le Val Saint
Nicolas, si creava un ampio perimetro di controllo,
mascherandosi
come geologo o scienziati o altre cariche di salvaguardia della zona
naturale dall'alto, mentre nel basso proseguivano le operazioni per
reclute di addestramento o allenamento per tutti gli altri. Discesa,
scalata, percorso, nuoto e altre sequenze di lavoro, permettevano di
usufruire di un ambiente multilivello e con diversi fattori per
massimizzare gli sforzi. Ma non solo quello. Insieme ad altri porti, il
Port de Fécamp era utilizzato da loro con mezzi non
contrassegnati o con una edlle aziende dietro cui si nascondevano
pubbliche, per i loro impieghi e viaggi. E utilizzavano la zona
panoramica del bunker per le comunicazioni con i loro mezzi che
seguivano la costa, qualora avessero bisogno di lasciar andare carichi
e persone da non mostrare in porto ma lasciare vicino la Porte a la
Reine e recuperarli facendoli risalire dalle scale o altri mezzi
smontabili dal piano delle pale eoliche e bunker. Dall'alto dove si
trovavano quindi potevano vedere un panorama ampio e se vi era un loro
mezzo, comunicare tramite frequenze private senza recarsi al porto, e
avendo una vicinanza con zone marina per tornare allo Chateau.
"Siamo qui per mostrarti l'ultimo acquisto dello Chateau..." fece lui,
indicando le sue spalle col mento e poi seguewndola con lo sguardo,
mentre Lia si avvicinava alla zona verso lo strapiombo ma solo per
guardare cosa cèra fermo metri dopo, in mezzo alle onde.
Ferma immobile vi era una nave enorme che pareva uscita da qualche
racconto ottocentesco o novecentesco.
"hai parlato dell'Amerigo Vespucci, la Palinuro,questqa invece
dell'altra più famosa una goletta. Del tuo rammarico di non
aver
potuto trovar modo di andartene per marina, nei carabinieri o militari
in generale. Sia per l'altezza che per pochi punti quando hai
presentati sia domanda che fatto i test di ammissione. Ti ho
già
dato modo di entrare in alcuni sottomarini operativi, a cosa mi
servirebbero altrimenti gli agganci...?, mentre erano in controllo e
riparazione. E sebbene tu preferisca quelli, tanto da averli portati
nelle tesine di maturità e aver letto libri e romanzi a
proposito, ho trovato questo gioiellino da un armatore e commerciante
russo e ne ho approfittato. In pratica è un cugino delle due
che
ho già citato e dela nave scuola della Marina militare
tedesca,
il Gorch Fock II, USCGC Eagle, la Mircea, della Marina militare romena
dove sei salita dopo aver incontrato alcune persone di spicco di quel
paese, poi la Nippon Maru II, , la Sedov... tutte sono tra gli ottanta
e piùdi cento metri. Questa è circa novanta,
vanta le
stesse qualità di ingegneria e composizione interna
delle
cugine, anch'essa è antica ma tenuta in maniera maniacale da
un
cliente di quel mio amico che..."
"fammi indovinare, quel tizio che spaccia armi e apparecchi con
elementi radioattivi pericolosi come fossero noccioline... e l'aveva
lui?"
"Si, lui ma ha fatto solo da garante tra me e il venditore. Come vedi
è in splendide condizioni, come se avesse solo qualche anno
dal
varo inaugurale, a bordo ci sono già i membri
dell'equipaggio che ho scelto già dei nostri e non
è solo
per scopi militari. Ma a meno che non ne trovi o ne ordini una nuova
dalle più antiche..."
"Vuoi comprarne un'altra?"
"...Si" fece lui sorridendo "Vedi, questa l'ho presa per capriccio.
Cosa saremmo noi se non avessimo ogni risorsa militare possiible?
Abbiamo già quei mini sottomarini da due o quattro posti che
sono in alcuni posizioni strategiche che entrano ed escono da sotto da
alcune Torri. Tua idea. Non abbiamo sottomarini degni di questo nome,
ma grazie agli agganci posso pagare chi sappiamo noi in alcuni paesi
perchè quegli stessi mezzi lavorino per noi per
ciò che
ci serve... dietro denaro e possibilità, ogni governo ti
porge
ciò che vuoi.... e poi, hai detto che il vanto della Marina
del
tuo paese è prorpio la nave scuola più
conosciuta. E ho
intenzione di far fare migliorie a questo gioiellino per superare quel
mezzo del tuo paese... ma non per spavalderia... bada bene"
"perchè dalla tua espressione ho quasi paura di sapere che
come le altre cose, hai preso ispirazione da me?"
"a che ci sta a fare la statua che ti raffigura e ha un significato,
altrimenti? ovvio... Vedi, voglio usare questa meraviglia della
creazione umana che molti ormai snobbano per mezzi moderni per
incrementare le entrate e le conoscenze offrendo qualcosa di unico
lì sopra..."
"Oh, ti prego... chi lo ha pensato, tu o tuo fratello?"
"Senza fine... Tu trascini la nostra vita ...Senza un attimo di respiro
...Per sognare ...Per potere ricordare ...Quel che abbiamo
già
vissuto ...Senza fine
...Tu sei un attimo senza fine ...Non hai ieri ...Non hai domani
...Tutto è ormai ...Nelle tue mani, Non m'importa della luna
...Non m'importa delle stelle" cantando la canzone che a volte Lia
stessa cantava come altre
"Che vuoi dire..." gli chiese dubbiosa
"Andiamo, oltre che cantarla è anche presente in un film che
ti
piace di anni fa. Dove cè un'attrice mi pare australiana che
ami. Ed è cantata proprio da una italiana..."
"veramente no, quel brano è originale di Monica Mancini, non
della Rettondini..." sorridendogli monella "lo si capisce da
come
canta l'italiano, comunque... comprendo a quale alludi, ma..."
rallentando mentre sembrava connettere gli elementi "stai prendendo ad
esempio quella storia per ricreare altri scenari per i tuoi amici e
ospiti su quella nave che hai preso?"
"perchè no? prendiamo ad ispirazone quel film, Agatha
Christie,
il classico dei thriller e gialli su navi come intrattenimento unico a
feste e organizzazioni per cose private... quel film poteva essere
fatto meglio, meritava di meglio, ma... quello che voglio dire
è
che questa nave avrò un ulteriore e nuovo varo, è
ormeggiata lì solo per non entrare nel porto là
infondo,
sto decidendo quale cantiere navale meritevole può
mettervi mano... e poi sarà un gioiellino galleggiante,
capace
di presetnare ogni cosa vogliamo alle persone e..."
"Si, ho capito.... in pratica un ampianto delle offerte, ma
sull'acqua..."
"Proprio così! E la vareremo noi due, facendo un giro su
questa meraviglia galleggiante..."
"noi?"
"L'ho presa anche perchè tu tra non molto te ne andrai via,
non
sei salita su una nave tranne quel traghetto perchè ai tuoi
genitori veniva sempre la vena religiosa e dovevano fare un cammino
spirituale verso il santo più famoso con le mani piagate
scarrozzando voi e... questa volta salirai su qualcosa che è
esclusivo nostro. Per ora. Appena la farò sistemare con
nuovi
componenti interni ed esterni, la presenterò come..."
"Dorde... perchè siete così gentili con me?
Ciò
che avrei voluto, che desideravo mi è concesso, eppure io
non
sono una dei vostri, non sono veramente dei vostri..."
"non sei una militare, ma non significa che non sei dei nostri. vedi,
come i marinai, anche i militari osno molto aggregativi. Riconoscono i
loro e li accettano, gli altri sono esterni. Si vive in branco,
così si è preparati alla vita militare. il
proprio branco
di appartenenza, ossia quello in cui si è assegnati. Ma io
voglio dei militari diversi, una Comune che possa vederli tutti
fratelli. Fratelli, militari si, ma fratelli prima di tutti, dal primo
all'ultimo. Che possa esistere in simbiosi senza conflitti o
differenze. Uniti da una credenza comune che possa essere da esempio ai
comuni. Alle persone là fuori, raggruppati in
città,
migliaia ma distanti comunque. Senza conoscersi. Senza sapere neanche
dell'esistenza dell'altro, nonostante vi viva entro pochi chilometri.
Forse io provendo da un ambiente dove si era accomuniti agli altri del
villaggio. Ci sono persone che ammirano gli Amish solo per un motivo,
che sono un gruppo unito quando cè bisogno. A meno che non
si
tratti di abusi e cose che vergognano tutti e si tacciano, chi ha
bisogno comunque viene aiutati. Sono arretrati come diritti, ma tutti,
da chi ha più potere nel gruppo al più in basso,
sono
pronti a fare cosa possono per te. Le comunità del genere
sono
così. E vorrei fare questo. passare, per me, da una
realtà comuqnue di vicinanza a una di distanza, prima come
mlitare e poi vivendo nelle città da solo e recandomi alla
base... quanta distanza e indifferenza l'un con l'altro. La freddezza
come intorno vi fossero solo mosche. L'incapacità empatica e
di
vicinanza... non voglio sproloquiare ma per farti capire
perchè
ci tengo a una Comune..."
"Già, e Milan ancor adi più perchè ama
stare in mezzo alla gente, più di te..."
"Quello è vero..." le disse sorridendo, facendo altri passi
verso il bordo, raggiungendola, lasciando indietro gli altri, quindi
parlando quasi da soli "... ma se gli uomini sono cambiati, se hanno
accettato e visto finalmente in positivo i cambiamenti, cambieranno
anche nei tuoi confronti. So bene che l'esperimento è deciso
da
tempo e dopo quasi otto mesi, giungerà il tuo momento di
andar
via. Ma se avessi motivi di continuare..."
"oh, ti prego smettila...."
"Quando ti annoi ad osservare e fare lavori alla scrivania, anche
all'esterno, scrivi, scrivi sempre. Come qui..." prendendo dalla tasca
un foglietto, mentre Lia aggrottava le sopracciglia, iniziando a
leggere suddividendo le frasi con una lieve pausa e un respiro " L'odio
nel cuore, l'amore nella mente ... Profondi quanto la parola sempre
inudita... Questo fortissimo senso di niente... Distruggi per creare,
continua a farmi male... Al mio funerale voi vestitevi normale...Con un
grido dentro che nessuno può sentire..."
"quello non è..." iniziò a dire lei, ma lui la
stoppò con una mano.
"Qualsiasi cosa tu possa pensare, non puoi non ammettere che un posto
veramente, rispetto là fuori cè... per te. Che
improtanza
ha se allo specchio ti vedi con quegli abiti da donna e non sai se
meriti indossarli, se non dovresti metterli per non senti di esserlo o
che altro. E' la mente a creare le prime catene, e non sto dicendo che
sei tu che ti fai problemi, ma che se i dipinti, per fare gli
scherzoni, per qualcosa che ti anima li hai indossati senza farti
scrupoli... allora, che lo specchio s ene vada a quel paese. Non ti
riconosci nelle foto? bruciale. non ti rivedi nei video? distruggili.
Se vedi dall'altra parte edllo specchio una te che non sia te, allora
ricercala o costruiscila tu. Rendi non te meritevoli di indossarli, ma
gli abiti meritevoli di essere indossati da te,
perchè
basta rivoltare le cose a volte, come ci hai sempre mostrato, e
mostrare l'altro lato che nessuno vedeva. E... vedi ciò che
lo
specchio ti mostra. per trovare delle risposte. Per vedere come dici
sempre con la metne e non con gli occhi e... PER SMETTERE DI CREDERE DI
-NON ESSERE ABBASTANZA-"
Lia rimase a fissare la nave ferma sulle onde, mentre si incupiva.
"Dorde... tu che sei più maturo su molte cose di Milan...
comprenderai che non tutte le cose si possono riparare. Non possiamo
usare la filosofia giapponese dell'oro per riparare qualcosa di rotto
perchè diventi qualcosa di nuovo e più ricco.
Molte volte
si può fare, ma non per tutto. A volte i cocci sono
così
piccoli o troppi o impossibili da sistemare che è meglio
gettare
via tutto. Diverse possibilità come diversi sono i cuori e
altrettante le persone... no ntutti possono essere salvati e aiutati.
Non sempre... e io ne sono la prova. Non piaccio a nessuno, nono
importa dove vado. E non è solo perch mi hai chiesto di
sistemare il porcilaio che Milan e i veterani avevano combinato. Anche
tua è la colpa... lavori e stai sempre via tranne le volte
che
sei allo Chateau ma agisci come sappiamo entrambi o ti chiudi nel tuo
studio. E non fai altro che controllare le cose come vanno. Mi auguro
che rispetto i miei, vediate gli errori e impariate da ciò
che
una comune, una venuta da fuori, vi ha messo davanti. Se volete
cambiare il mondo, dovete inziiare a farlo a casa vostra e nei vostri
cuori. Non basta cambiare i vestiti e pensare che così
qualcosa
vada avanti. E comunque... ho i miei peccati da espiare, e ho
intenzione di farlo andandomene..."
Se hai peccato, è anche il mio peccato per averteli fatti
fare.
Quindi portiamo insieme la tua croce. Finché
vivrò...
porterò la tua croce. Anche se tu te ne andrai. Anche se
preferirei di no... ma ho promesso che avrei mantenuto tutto
così comè, masimo ampliarlo, che fosse l'azione
di
Veròna o l'organizzazione... Io però preferirei
che
vivessi... ne abbiamo parlato quelle volte..."
"Già, quelle volte..." gli sorrise "Anche tu pensi
per buonismo...? Riuscirò... a vivere...?
"non avrai altro che ciò sentirai di meritare, ci
sono
molte comodità là fuori nel mondo o ancora con
noi. Ci
sono tante cose che non puoi trovare lì e il mondo
è
comunque un posto bellissimo, seppur in mezzo alla sporcizia
incrostata, che vale la pena di vedere..."
"Tu hai scopi, desideri, ambizioni dall'essere chi o meglio
colui
che cambierà il mondo per vederlo decente come vorresti che
fosse..."
"Anche io ho i miei peccati. Milan ha i suoi peccati, c'era un modo per
risolverlo senza andartene ma bisognava usare tempo e cuore, tempo per
cancellare tutto ciò che hanno riversato in te da romperti e
il
cuore che ti hanno detto di non avere..."
il tuo mondo è troppo distante per me, e non
intendo come
è adesso lo Chateauk, sarei felice di vivervi, sarebbe il
luogo
per me, adesso però" puntualizzò "ma comunque
nonostante
le cose da fare che mi piacciono, un cavallo che mi hai dato, modo di
fare cose che avrei voluto... mi sento uguale a quando stavo chiusa tra
quelle pareti. Cè qualcosa che... non so dirlo, ma non si
innesca quella cosa che ha colpito molti per dire -mi piace, va
bene, sto bene adesso- trovando lo Chateau un posto ottimo in cui
stare, vivere, esistere per tutto ciò che ha per tutti. Ora
le
persone possono curare loro stessi con ogni cosa è proposta
e
altre che verranno. Nessuno inebetito dal vuoto della propria vita,
trovano qualcosa tra il tutto che ho messo affinchè ci sia
cosa
li fa sentire vivi e umani, amanti del lavoro che è per loro
e
li appassiona. Niente vuoti negli sguardi, non sono più
neanche
suscettibili e nervosi.... ma io non riesco a stare lo stesso e puoi
raccontarmi di case di marzapane, ciotole di meringhe, stecche classico
e altre cose buone. Non riesco...E poi ogni punizione, ogni volta che
assisto a ciò, è come se commettessi peccati
anche se
meriterebbero il peggio..."
"se pensi di dover espiare centinaia di peccati, allora continua a
vivere e vivere. Vivendo più che puoi... con tutto
ciò
che hai hai la possibilità di far sfumare come nebbia tutto
ciò che ti blocca e ti fa star male..
"davvero sarebbe per te l'unico modo per espiare i miei peccati? Venire
a patti con un cuore diverso dal normale, un corpo che non
può
amare e un vuoto che sembra un gelido pavimento che gela pure un cuore?
Me lo aspetterei da Jd questo discorso..."
"sarai sicuramente in grado di farlo un giorno. Piccoli passi come hai
fatto il resto...."
"Cosa, quale... Dorde, io sono inutile, un fallimento, non sono in
grado di fare niente. Tu affermi che non è così,
che io
da sola ho fatto cose che gli zombie che lavoravano per te si
sognavano, vedi come vivevano loro stessi senza cambiare in modo
corretto. Non sono intelligente, non sono acuta, sono negata per certe
cose, sono impacciata, litigo con matematica e simili, ho fallito non
solo negli studi ma anche come elemento della società..."
"E di nuovo questo discorso! La musica, dal suonarla, non era per te!
Lo sai tu, lo sapevano i professori non perchè stronzi ma
perchè era lampante, hai sopportato pressioni enormi anhce
dalle
parole che sentivi dagl istessi adulti che dovevano essere le tue guide
di vita, e invece hai dovuto sforzarti fino all'inverosimile per gli
altri. Per te stessa niente, non hai vissuto neinte perchè
dovevano tenerti solo la loro ala nel modo che dicevano loro ma hai
fallito tutto perchè non era per te e non eri come gli altri
che
fingevano per avere ciò che agognavano. Tu da loro hai
ottenuto
solo rimproveri, richieste e accuse fino alla fine. Non hai potuto
laurearti in cosa volevano loro, non gli hai dato soddisfazione di dire
che -avevano una figlia questo, una figlia quello- come ti
ripetevano e volevano fare perchè ciò che volevi
e in cui
eccellevi non era interessante o importante per il posto dove vivevi.
Anzi ti rendevano strana. MA tu finchè hai potutohai tirato
avanti imemrsa nel fango che gli altri ti gettavano addosso, e non
è poco. Quello che hai fatto che non era adatto a te..."
"Per favore basta!Non serve a niente rivangare il passato. Dobbiamo
parlare del presente... e nel presente tutto ciò che mi
hanno
instillato mi ha portata a essere inutile, incapace, fallita anche
adesso. Quello che è cambiato allo Chateau e alle persone...
era
una cosa che poteva fare chiunque vedesse cosa ho visto io. ma come
l'ho visto? perchè lo vedo allo specchio ogni giorno. Non ho
fatto miracoli, l'unica cosa buona che sto facendo è testare
i
dispositivi perchè chi avrà necessità
di arti e
simili che aiutino nella vita reale e nei problemi di ogni giorno possa
avere qualcosa che si muova e risponda, non mere protesi
fisse e
impossibili da usare come arti normali. per una risposta ed efficiente
per le cure mediche... e acchiappare la feccia del mondo! Ma questo...
alla fine non cancella tutto. Quel vuoto non se ne è andato.
Quel senso di inutilià e incapacità, idem. Non
piaccio a
nessuno checché
se ne dica... O almeno tu, Milan, Jd, Lubo... alla fine mi
sono
accorta che anche voi tendete ad aspettarvi tutto ciò che
credete sia in me o mi denoti per come mi vedete, e non siate
soddisfatti di me quando esco fuori perchè in
verità io
sono così, dai vostri confini... se agisco come io sento e
voglio, voi avete da dire la vostra.... e non piacendo a nessuno e non
riscontrando ciò che desidererei... a che serve continuare?"
"hai comunque delle cose da fare..."
"Io sono ciò che è anche Veròna? Se
come dici lei
è modellata da me, è un essere crudere,
duro... E
così, non posso espiare i miei peccati, perchè
facendo
cosa tu e Milan mi dite, di dare corpo ai miei incubi per riversarli
sulla feccia, io agisco comunque in un determinato modo che sarebbe
attaccabile. Per quanto io sia lorda per tutto ciò che nero
che
cè in me per rabbia, odio, rancore e risentimento,
continuando
ho scelto di dannare la mia anima tanto quanto lo è la loro
e
viceversa. Meriterei cosa? Continuare ad acchiapparli rischiando anche
la vita degli uomini perchè subiscano una percentuale di
cosa
meritano? E poi? E poi, io?
Non l'avevo detto agli uomini che mi odiano perchè io
sconbullato tutto e ancora non si sono abituati o mi vedono come una
dannata stronza che fa regole e dice loro come essere e cosa fare? Ogni
cosa cala su di me come una spada di damocle per portarmi all'inferno,
anche s enon ho timore. Come dissi ai miei, non ho motivo di credere e
spremermi per essere religiosa solo per paura che possa finire in
qualche luogo alla Bosch, preferisco essere me stessa sempre e
comunque, non agire in modo falso e andare di faccia da questo Dio se
esiste e dirgli -io sono stata sincera dentro di me nei riguardi di
tutti, anche tuoi. Non ho vissuto niente ma non sono stata falsa per
paura dell'Oltre.- Accetterei qualsiasi giudizio su di me da
qualsiasi divinità esista e se dovessi finire nell'inferno,
se
esiste davvero, vi andrei senzsa pentimenti o rimpianti. Sono stata me
almeno su quello fino alla fine, non ho pregato per avidità,
amore, soldi, potere, niente di stronzo se non avere pace e dare a chi
meritava il mio corpo e la mia vita. E dovrei sentirtmi in colpa se non
credo doppiamente dopo anni di speranze in questo fallite, se dico no
grazie al finto attaccamento religioso alla Credenza perchè
temo
un'entità che ci usa come in The Sims... Sono una persona
atroce, me lo hanno detto perchè dicevano che non ho
umanità da consdierare la famiglia e chi faccio soffrire, ma
guarda un pò, e avevo il cuore di pietra perchè
tutte le
stronze colleghe di scuola, università o altro parlavano
solo di
amore e sesso e cazzate di bellezza e quando dicevo la mia era quella
frigida e gelida. E trattaa a pesci in faccia. E quando mi
sono
ammalata quelle che mi stavano intorno per cosa gli serviva per lo
studio mi hanno trattato di merda e mi sono sentita ancora
più
sola. E poi la gente pretende di giudciarmi... quindi non
posso
espiare i miei peccati. Accetto cosa faccio alla feccia e osservare
è la mia punizione prima delle altre successive Non posso
vivere. Perchè vivere per me significa ben altro che
respirare e
sorpavvivere ogni giorno aspettando la morte naturale... cè
chi
sognerebbe di esser al mio posto nella vecchia vita o in quella
attuale. Ma nessuno di voi può capire cosa provo e sento o
non
sento perchè non è me e non è un
giudizio equo
quello esterno, come si fa quando ti buttano a pedate dagli
spicominchia perchè -non ragioni normale- mentre tutto
intorno a te è lo schifo che ti rovina... quando ho deciso
quel
giorno di cambiare il favore, non nelle clausule dell'Accordo, di non
cancellare la mia identità originale chiudendola come
defunta,
ma prendere una ragazza senza troppi legami, che potesse somigliarmi
come fisico e comprotamento, voce... perchè con la plastica
e
qualche informazione da me, prendesse il mio posto come sotto shock e
con amnesia... volevo essere io il Dio che rendeva reale il mio
desiderio. Cosa i famosi dei che tutti urlano esistono e fanno
schifezze in loro nome... dove erano quando soffrivo da pregare ogni
notte che vi fosse l oscambio? Che io svanissi come anima da non
reincarnarmi più e dare una vita degna finchè
possibile a
chi lo meritasse? Ora con le possibilità che mi hai dato,
sarò io il Dio di un nuovo cambiamento. Ma con le mie
regole.
Volevano che sgambettassi con le loro? Saranno gli altri a ballare con
le mie, e non sarà una vendetta, ma il giusto giro del
karma.
Che vi piaccia o meno, come agisco sono fatti miei e del mio karma.
Sono stanca di essere etichettata, odiata, considerata nel modo
sbagliato e per come io non sono. Quidi butto via tutto e agisco a modo
mio..."
"lo butti via? Butti ogni possibilità...?
"non .i lascerai andare? Mi stai dicendo questo? vuoi anche tu
incatenarmi come un uccellino in gabbia per buonismi? Siamo amici, ma
chi ama, non importa il tipo di amore, deve amare in toto, anche
lasciando andare. Ci sono mille persone e più migliori di
me. E
lo sai anche tu. Il vostro è solo abitudine, come fu per me
con
la mia famiglia finchè non ressi più... il vostro
desiderio di spingermi a continuare è solo egoismo. Mi fa
ridere
che gli uomini vedano in me una stronza ed egoista perchè
affermano che non li ascolto... mentre ho reso qualcosa nelle loro vite
perchè non finiscano come me... "
"Ok... manterrò la promessa..." poco convinto
"mi fa piacere sentirtelo dire... tuttavia, io sono un essere di
illusioni, sia per quelle che mi sono fatte e mi accompagnano e per voi
che non riuscite ad afferrare la me vera e propria... e tu
sei
una persona che si sente e vive in questo mondo normale nonostante
tutto e che voglia cambiarlo. Abbiamo mondi diversi a cui far
riferimento. Tornerò alle illusioni. Quando me ne
andrò
resterò nel mondo che io ho creato, perchè nel
momento in
cui David attiverà il processo dell'esperimento, io me ne
andrò nel mio mondo, divenuto reale quanto il dolore e dove
io
controllo tutto. E là resterò mentre, se tutto va
bene,
la mia Personalità primaria diverrà vuoto. E tu
dovresti
restare nel tuo mondo e continuare il lavoro che avete iniziato e a cui
io ho partecipato. Ma il vostro sogno, desiderio, speranza, come vuoi
chiamarlo... dovete proseguirlo e renderlo reale. E ancora di
più... promettimi, no, giurami chenon permetterai mai che il
vostro interesse per l'occulto e per le sette e simili vi influenzi. La
religione non deve far parte del nuovo mondo come fanno le attuali.
Più ricche dei governi stessi, che tengono nelle loro mani i
membri dei governi e persone potenti per le palle! tranne quelle del
Groove... quelle sono altre persone ma cosa fanno, è sempre
religione che loro applicano nel mondo e sugl ialtri. Giurami che una
volta che me ne sono andata, che io non vi controllo e vi consiglio e
tengo a freno, non cadrete nella rete di quella gente..."
"Lia... io credo nella Continuità. E' vitale per noi restare
esattamente noi per proseguire come dici il lavoro. Se noi moriamo
lasciando in eredità, l'eredità in cui crediamo e
non del
sangue, tutto in mano a persone di cui ci fidiamo e scegliamo... ma
sono ugualmente persone che rispetto a te, possono cadere
sottoproposte, vizi, senso della famiglia e cedere qualsiasi cosa per
cosa considero ambizioso o vitale o importante. Per questo, oltre la
nostra amicizia, desideravo che continuassi... adesso il mondo di cui
parli, il mio mondo, è quello che conosco
nell'organizzaione,
ancora di più allo Chateau.
Tutti i tuoi interessi, hobby, cose che ti piacciono e che ami fare e
poi... è come se ti sgonfiassi, perdessi tutto e... "
"Dorde... anche se con voi ho fatto ciò che mi piaceva, ho
avuto
esperienze positive nel fare e provare ciò che desideravo da
una
vita... non è ancora giunto il giorno in cui quel qualcosa,
quel
vuoto o qualsiasi cosa sia... venga soppiantato da un'altra cosa che
manca o che necessita per continuare... e non è ancora
vvenuto e
non credo affatto che verrà tale giorno. Tu vuoi che io
strisci,
seriamente, come la gente come me che arranca giorno dopo mese e dopo
anno, con dolore costante e vuoto o mancanza che non mi recano nulla se
non impellenza di andare? Io non sono il tipo da strisciare a questo
mondo alla ricerca di qualcosa che mi tenga in modalità
sopravvievenza costante come un mezzo affogato che anela aria. Non ho
voglia di giungere al giorno di morte naturale, se in un letto di morte
o nel peggiore dei casi in modo orribile da qualche parte, piena di
coscienza di una cosa.... che invece di sentire quel qualcosa che mi
spinge ad andarmene come se fosse una necessità preziosa.
Tu,
come altri, non puoi capire! Cosa ci si sente! Cosa provo! Cosa sento
dentro, qualsiasi cosa sia! Continuare come i buonisti là
fuori
che ti dicono, dicono a te, cosa devi fare con quella che è
la
tua vita, sia per coglionaggine perchè non sanno cosa
significa
essere ME per stronzate religiose! Io non accetto che ci sia
un
dio che decida per me, così come non accetto che qualsiasi
coglione dica a me se e quando morire, se e quando continuare e
continuare a respirare nonostante il mio dolore! Ancora oggi quel
qualcosa che tu, Zay e ric, tuytti i coglioni di questo mondo
continuare a ciarlare che sarebbe venuto... non cè! E non
verrà! Ed è come un bisogno seriamente e
impellente vivo
in me da non poter coprire con nessuna cosa che ho già
provato! "
"Lo so, però tutto il tuo impegno, tutto ciò che
hai fatto varrebbero se continuassi, inoltre..."
"Inoltre, amico mio, mi stai chiedendo di restare nella mia carica, o
in tutte le mie cariche, perchè non hai nessun altro di
fidato a
cui dare non solo la tua vita, quella che hai creato che come tuo
fratello è connessa in toto all'ìorganizzazione,
ma anche
perchè non cè altri che possano essere corertti e
giusti
da affidare tutto..."
"Esistono altri come te, non comprabili, incorruttibili, ma bisogna
trovarli.. e con questa persona se mai la trovammo... saremmo amici
allo stesso modo?"
"Una delle cose che tu e tuo fratello avete compreso con me,
è
che forse cè motivo di avvicinarsi e avere amici... sempre
presi
dal controllare che tutto sia ancora sotto controllo, che nessuno vi
tradisca come fu per quei tre, tutto... tutto il lavoro fatto e la
paura gelante del perdere pezzi o tutto per qualcuno che si fa
comprare, corrompere, giostrare da altri... un controsenso
però,
detto da chi se lo fa fare da sette e simili..."
"Lia... noi crediamo nell'Oltre e in cose insondabili, ancora... siamo
persuasi che esista qualcosa negli altri piani..."
"questo però non vuol dire lasciarsi abbindolare da credere
che
un libro possa permettere il vostro concetto di
Continuità..."
"Io credo diversamente da David, così come te. Tu che
trabocchi
di cose positive e che sono per altri fonte di vita eppure... qualcosa
ti trascina verso la Soglia per superarla e perdere questo corpo
mortale. E poi dopo l'Accordo e aver parlato con David, hai deciso di
essere tu Dio e primo precursore della Continutà come la
considera il transumanesimo. David è sicuro che ci siamo.
Considera a il cervello umano, scansionato, a un livello quasi umano,
reale come se stesso, o te o me che siamo di carbonio ma con un'anima.
Temo che più avanti si possa considerare le scan come una
parte
reale della mente e dell'uomo, affermando che si vive
realmente
anche se l'originale muore. Infatti tua scelta è quella di
cancellare la tua Personalità azzerando la mente, dando
spazio
ad un'altra persona, diversa eppure comunque te, che possa rialzarsi e
vivere. Se vivere per ella sarà come la pensiamo noi o te...
dipenderà dall'esito e dalla mia convinzione che molte cose
siano più legate all'anima che al mero cervello..."
"Pensiero tuo. Io ti osno stata vicina e ho accettato di far parte in
minimo coinvolgimento in molte feste e rituali della vostra religione
che nulla hanno di negativo o simile. E fin qui ok. L'energia e
l'ambiente, ho accettato e ti ho aiutato. NOn mi pensto di quelle feste
così come quelle per tutti legate alle altre religioni ma..
da
fin troppo tempo un individuo definito realmente esistito e che deve
tornare ha portato morte, dolore, catene, sofferenza e molto peggio...
anche Ercole o altri della -mitologia- come la definiscono erano
semidei e figli di dei ocn poteri e tutto, ma la pressione e la forza
messa hanno convinto la gente col paraocchi che un altro tizio avesse
un libro e una religione tutta sua. Può anche esserci stato
qualcuno che portasse parole d'amore e di fratellanza come facciamo
noi, questo non lo nego, o che si dice avesse abilità come
Sai
Baba... ma non posso permettere che le famiglie e gruppi sociali
opprimano e modellino la mente dai piccoli a chi vive in mezzo a loro
mettendo catene e facendo vivere un inferno. Quel giorno, quando
cèra Milan con il consiglio avevo riso alle sue parole di
non
rendere i capi della religione come i sacerdoti e papi, così
come non dare potere alle Muse. Avranno poteri, quello che volete, ma i
preticelli affermano di richiamare il potere del loro Dio per fare roba
sulle persone con canti, incensi, acqua benedetta, formule...
a
me sembra un rito come qualsiasi strega e simile, senza le leggende di
ingredienti strani. hanno fatto di peggio le credenze popolari di
pastori e allocchi con l'idea che puoi fare non malie, ma legamenti
d'amore col sangue mestruale nel caffè o cibo o bevande...
questo che hanno fatto le donne sugli uomini è uno schifo,
ma
questo da cosa è dovuto? Dalla credenza che esiste qualcosa
al
di là che ha poteri e noi umani possiamo servircene. NO.
Così come molti osno morti per riti anti demonio in modo
atroce,
così la magia detta popolare ha fatto schifo uguale... su
alcune
cose, attenzione. Ti ricordo le cazzate, perchè tali sono,
delle
pietre e perle pestate in polvere e bevute che erano velenose ma se Dio
aveva creato le pietre e cristalli per l'uso dell'uomo... eh, come gli
animali. il liiibbrrrrooo sacro dice che gli animali sono stati creati
per uso dell'uomo e devono essere assoggettati a forza in modi orribili
se non si prostrano a noi... dimmi, Milan, chi fa più male
al
mondo?"
"E pensi che noi dalla promessa della nostra Continuità
futura con quel libro e le loro conoscenze, non possiamo..."
"Io no ncredo che sia realmente e materialmente possibile prendere la
tua anima o quella di Milan un giorno e portarla in un nuovo luogo.
Quei video che hai visto che in cinquanta ore di riti e attese un corpo
si è ridestato dalla morte sicura e abbia parlato, si sia
non
solo mosso ma rialzato... no, non ci credo. Dopo il Groove e cose che
mi hai mostrato di altre sette... no. Ma anche i miei viaggi in Romania
e la mia amicizia con quelle famiglie... divenire parte e membro dell'
antico culto rumeno che secondo voi è più antico
e
sicuro. Con anche la convinzione che i Cavalieri templari avessero
trovato e scoperto in terra santa la vera radice della loro religione e
ad essa vi si attenevano con riti esterni alla madre chiesa e la
diceria che avessero cerimonie e oggetti non cattolici fosse vera.
È chiaro che i culti dei cavalieri esistevano fin dai tempi
dell'antica Roma e se esistono ancora, chiaramentre sono radicati nel
luogo ove hanno deciso di insidiarsi. D quello che ho visto, dalla Baba
come la chiamiamo noi e... ma anche il tuo avvicinarti ai membri di
quella società segreta fraterna rumena, che praticano
l'antica
loro religione pagana e una danza acrobatica rituale nota come calus.
Sono convinta che tu e Milan, per quanto possiate rintracciare tutti i
gruppi segreti, anche massonici, e pagani e sette del mondo... non
potrere avere lo stesso risultato che potrebbe avere Milan, anche con
me. Il che significa che tra poco, appena svolgeremo il test, sapremo,
o meglio, saprete se ha funzionato e se io sarò divenuta un
mero
pacchetto di pochi megabyte di dati si, ma... sarebbe comunque una
continuazione della mia mente. Da quando ho dato un calcio anche alla
fiducia a Zay e Ric e cosa dicevano della loro credenza, non penso
più neanche all'anima. Dentro di me ho sempre timore della
reincarnazione. Che se è un fondo di verità, non
vi sia
modo per me di cessare come anima ma potrei ifnire in qualunque paese
di secondo o terzo mondo o arabo nel peggiore dei modi, dove le donne
sono quello che ancora sono anche nella civilissima società
di
primo mondo, e ripetere il ciclo, rivedendo tutto ciò che ho
vissuto ma anche in peggio. Come le spose tristi di messico, venezuela
e altri sud americani dove le ragazze sono letteralmente vendute alla
famiglia dello sposo. In India cè la tratta delle vacche,
dove
devi essere vista nuda da tutte le donne della famiglia dello sposo e
accettata come fossi una vacca al mercato. Devi essere schiava di tuo
marito e fare ogni cosa ti dice, sfornare figli e fare cosa tutti ti
dicono... e di essere... Mi dispiace solo lasciare questo corpo alla
nuova personalità che sarà come un bambino
piccolo, ma se
tu e tuo fratello siete uomini d'onore come affermate di essere, che i
giuramenti e promesse sono tanto preziosi quanto appunto l'onore
dell'uomo che li pronuncia e valgono perfino la sua stessa vita. Avete
mantenuto le clausule e mi aspetto che lo facciate anche quando non ci
sono più... ma ho comunque paura che il decorso di vita che
io
ho avuto possa non valere il tempo che ci impiegherà a
concretizarsi come individuo e fare le sue scelte..."
"Secondo le clausule non permetteremo che nessuno si avvicini, ti
tocchi o ti faccia nietne... varrà anche dopo. Anche
perchè per quanto lei sarà un nuovo individuo,
sarà comunque te. Sarà lei, ma sarà
comunque te, e
sebbene con nuovo nome che sceglierà, l'anima
sarà
comunque quella. Non importa se per sbaglio la chiameremo Lia. Per me
sarà sia tua figlia che... diciamo, la versione pura e
innocente
di te che riprenderà da dove tutto si è rotto"
"Tu e questa convinzione che ella sarà mia figlia... io
direi
più sorella minore... resta il fatto che non posso chiedere
a
voi di farle da guide di vita... non so, sareste solo voi e tutti
uomini per giunta a farle da guide i primi tempi... ma voglio fidarmi
dell'onore che ormai nel nuovo millennio non esiste più La
parola data, l'onore, la reputazione non per finzione ma per azioni e
parole... ve ne erano prima, ma ora..."
"Noi lo siamo... ormai dovresti credere in noi..."
"Lo faccio... ma sono anche in tensione..." fece lei fissando ancora
come prima quel nuovo acqusito su onde e gli uomini come formichine
laboriose che giravano e facevano cose sul ponte mentre il vento
colpiva lei e Dorde ma non eccessivo da essere fastidioso "sappiamo
entrambi che io ho accettato di essere Messaggera e membro speciale
dell'organizzione in Romania ma anche altri luoghi come tua spalla ma
anche la fiamma Cinerea... per trovare informazioni e modi di
impossessarci dell'antica conoscenza per la tua idea di
Continuità e verità dell'Oltre. le fiamme... le
abbiamo
create per darci un tono per la nsotra religione che ormai è
riconosciuta anche nelle società là fuori,
così
come quella amata dai big del cinema e altre, quelle si che sono
allucinanti ma... è anche vero, e dimmi che è
così, che da quando io sono arrivata tra voi ho fatto da
controllore e revisore dei vostri movimetni e comportamenti. Da quando
ci sono io, tu e tuo fratello ci siete andati più piano con
sette e studi alchemici ed esoterici. Vi ho fatto da cane da guardia e
temo che con la mia dipartita, possiate riprendere come prima a
partecipare pure a riti... dimmi che non è vero?" gl ichiese
fissando la nave ma spostando lgi occhi su di lui
"Noi..."
"No!" lo interruppe "adesso voglio solo vedere questa nona meraviglia
del mondo secondo Dorde, e Milan, e vedere che soggettini vi hai messo
sopra. parleremo dopo, davanti un tè, per cena, quando
vorrai. O
ci sarai, visto che torni solo quando ti fa comodo o sparisci nel tuo
studio di pittura, là sotto. Ma vorrei solo... che tu
vedessi
con la mente e non con gli occhi. Che comprendessi perchè ti
chiedo di allontanare e tagliare i ponti con quella gente delle logge e
sette. Le religioni, del genere come quella cattolica e araba, sono
solo portatori di dolore e sofferenza, per gl ialtri però!
Chi
ci crede ciecamente è capace solo di incatenare gl ialtri.
Senza
uamnità, senza considerazione delle libertà e
pensiero di
chi sta loro intorno. Le religioni fanno soffrire e uccidono! E loro vi
porteranno alla rovina..."
"Lia... io ho la possibilità di vedere dei libri antichi e
potenti che possono aprirci le porte per la Continuità
così che noi, con chi vogliamo ancora accanto, possiamo
restare
e tornare sempre e per sempre, continuare il filo del lavoro e cambiare
il mondo come volevamo..."
"Non credo che sia possibile, ne abbiamo già parlato. Ti
fanno
credere di avere misteri insondabili e nascosti, che conoscono
solamente loro e che possono farsi beffe del ciclo delle cose, come con
la morte, affermando che possono riportare indietro la tua anima in un
corpo nuovo. Comprendo che siate cresciuti in un ambito legato a
tradizioni pagane piene di superstizioni, ma Dorde... ciò
che tu
desideri non potrà avverarsi. Primo, io non voglio restare,
non
riesco ...."
"Non dirlo! Tu sei tra quelle persone che possono realizzarsi, contro
quelle non realizzate. Leggi tutti i giorni e di tutto, ti rallegri per
il prossimo, per le cose andate bene col nostro aiuto o se sono stati
loro, ancora di più, a riuscirci con la forza che hanno
ripreso
per la Mano o l'aiuto dato da Veròna. Accogli i cambiamenti
con
entusiasmo e ne sei promotrice Discuti di idee e soluzioni e
possibilità. Impari in continuazione. Ti assumi le tue
responsabilità e fallimenti e ancora di più pensi
di aver
commesso peccati mentre fai le cose per il bene. Provi gratitudine e
sproni, lodi, valorzzi chi è capace, fa le cose, si impegna
e...
ti poni mete e sviluppi piani di qualsiasi tipo, anche se ormai mancano
pochi giorni alla tua fine. Non sei come i fallimenti, quelli si lo
sono, non tu, che guardano spazzatura e solo perchè non
hanno
nulla da fare, criticano sopratutto il prossimo, temono i cambienti e
cercano di impedirli, nutrono risentimenti su e per gl iatlri e sono
pronti a puntare il dito senza vedere i propri peccati. Discutono solo
su gli altri e cosa hanno fatto e non maturano ne crescono. Restano
sempre uguali e sporchi dentro. Incolpano tutti gli altri per cosa non
va nelle loro vite, e mentre tu incolpi i tuoi errori di aver chinato
la testqa e accontentato chi ti stava intorno per avere un
pò di
ocnsiderazione, questi sputano veleno su cosa non sanno fare e
combinare nella vita. Pensano solo ai propri diritti o orticello e non
pongono mai a se stessi mete da farsi e raggiungere nella vita. Hai
fatto più in questi otto mesi con noi e molti che ti
giudicano o
non ti accolgono. So che sbagliano, ma sono cambiati un
pò....
se decidi veramente di confermare quel giorno il test, sparirai. Mentre
tutti loro resteranno a questo mondo. E io e Milan abbiamo bisogno di
qualcuno come te non corruttibile e sincero, pieno di buoni propositi
che vada avanti con noi. I ragazzi, i veterani, ancora adesso non hanno
intensione di impegnarsi più di tanto, sembrano stagnare
adesso
in cosa hai cambiato e vi si trovano bene. Non sono adatti a impegni
come quelli che ti abbiamo chiesto di prendere. E se te ne vai, non
sapremo chi mettere..."
"E avete pensato, tu e tuo fratello, di mettere mano a tali incombenze
di vostra mano, se temete di affidarle a qualcuno di non
degno.
Io non accetterò che per le vostre fissazioni esoteriche
buttiate all'aria tutto il lavoro. Io non so fare niente, non sono
capace di molto ma per amicizia vi ho aiutato, per fare la cosa giusta,
ho accettato di impegnarmi... avevate da sempre delle regole chiare,
invece dei militari si sono messi a fare gli allegri campeggiatori.
Vogliamo svegliarsi visto che volete cambiare il mondo ma sembrate come
pinocchio nel mondo magico dove tutto sembra possibile ma cè
l'inghippo, o si è seri?"
"..." sospirò "Io sono serio sulla cosa e lo sai. Milan
è
più ragazzino su questo punto, e non a caso è lui
che ha
creato la Strega Veròna e ti ha chiesto di
aiutarlo a
mettere in pratica una cosa che lo diverte, in primis. Tu sei stata al
gioco perchè hai il piccolo vizio di vedere una cosa e
pensare -interessante, osserviamo come va a finire-. Un pò
come
Zay e Ric, che testavi le cose e osserrvavi. E' anche il motivo per cui
ti sei avvicinata alla magia bianca e i discorsi con Zay. Vuoi
risposte, sei curiosa, ami i test e l'osservazione. Questa volta
però sei scesa in campo in prima persona dando vita a un
essere
che ha agito più lei che vari corpi di polizia e noi in un
anno.
NOn guardi in faccia niente quando parti, dritta all'obiettivo, anche
deviando e prendendo vie traverse per arrivarci, ma abbiamo
così
tanta gente a scavare che ti è venuta la brillante idea di
metterli come raspanti per i filoni d'oro nei fiumiciattoli dei vecchi
punti caldi del far west e non solo. Se studiamo bene la cosa
perchè non vi siano giochi di fuga, pe me va bene. Saranno
utili
alla società per uan volta in vita loro e quei soldi
ricavati da
ciò che trovano, continueremo i nostri piani. Grazie ai
ricavati
Veròna ha donato molte cose a senzatetto, il nostro centro,
persone bisognose e via dicendo. E nelle stradine si parla
della
strega che invoca esseri strani e animali. Erano sicuri che quella
volpe che abbiamo portato con noi da quel centro di animali selvatici
salvati e che non era in grado di vivere da sola, foss eun tuo
incantesimo. Comunque, la questione e..."
"Ci sono persone che senza un mezzo
attendono solo la spinta per riemergere dall oschifo di quella
società. persone che sole non possono avvalersi di diritti o
sostegno, persone ancora oggi schiave sia nella società di
primo
mondo che negli altri. Schiavi del lavoro e impegni con cui vivono, o
schiavi letteralmente da cui on possono sfuggire. E tanti altri esempi.
Se dentro la tua stessa orgaqnizazione cè casino e schifo,
non
ti lamentare se il mondo ci metterà secoli andando avanti
così ad avere generazioni con il cervello di capire e
seguirti.
Io ho accettato di ascoltare te e tuo fratello dopo lo schifo delle
Muse e la condotta vergognosa degli uomini per ovvi motivi, siamo
amici, almeno così andate dicendo. Vi ho ascoltato, mi avete
promesso di essere più presenti e occuparvi di
più dei
vostri compiti. Di ridimensionare ruoli e compiti delle persone, visto
che è voi che ascoltano..." fece con rabbia "e ancora adesso
so,
e lo so, che avete la testa a cose spiritiche, ma la
Continuità
e la Credenza hanno fatto meno della scienza. Vuoi scomettere? Ti
mostrerò come la fede su cose reali porterò un
vero
dio..."
"te l'ho detto. Lo faccio per noi. Per mantenere qualcosa in cui mi
sono trovato più in passato. Voglio che l'organizzaizone
continui, che queste persone continuino non solo lo scopo
dell'esistenza di tutto ciò che abbiamo creato e per cosa.
Noi..."
"Ti avviso. Ho cambiato idea solo perchè qualcuno, non voi
due,
mi ha detto di mantenere i nervi saldi e non cedere dietro la rabbia o
i compromessi. Che se si vuole vivere in un ambiente con regole precise
nero su bianco e hai accettato, devi mantenerle. Perchè
diciamolo, se tu godi delle parti positive di ciò
che
cè, lamentarti di quelle che tu ritieni stringenti e
fastidiose... sei un pò uno stronzo! Neanche avessimo messo
la
legge irrevocabile del dare una fetta di culo ogni settimana... e che
cavolo, mi fate incazzare! Cosa cè di così
strano?
Ricordarsi le cortesie ed educazione, seguire led scalette di pulizia e
condivisione degli spazi, chiedere e avvisare prima di ciò
che
si vuole fare..."
"cambieranno. Hai visto i cambiamenti, anche per i tuoi interventi di..
dimostrazione molto, molto chiari ed esplicativi "rise " anche questo
ha fatto qualcosa. Il tuo non guardare età,
sensibilità e
chi cè presente e mettere le cose nero su bianco con
dimostrazioni o video esplicativi sulla cosa in ogni sua parte,
così da chiarire e non esservi punti d'ombra.
Perchè tu
sei così, ogni cosa deve essere vista,s tudiata, capita e
rigirata da conoscerla bene. E ritieni che tutto debba essere
così. E per tutti. Perchè imparino a osservare le
cose da
ogni angolatura e pensino. Usino il cervello. Ma le abitudini dono dure
a morire, ci vuole tempo perchè comprendano e vedano, si
adattino e poi le facciano loro..."
"Lo dici solo perchè non ci sei molto. Sono io che giro,
controllo, osservo per farti un favore, e a tuo fratello... mi auguro
che dopo che non ci sarò più, e cose saranno
cambiate e
un giorno nache quelli come, per tutti i miei aspetti, siano accolti e
considerati almeno con un sorriso e un posto tra loro. Ma io non ne
avrò mai uno, sarebbe stato un buon posto dove fermarsi, ma
ciò che è accaduto in queste settimane, tutto
ciò
che ho visto per il vostro lavoro e abbiamo solo sgrattato la punta
dell'iceberg... e la testa dura di quella gente che persevera, perdura
nei punti neri della società là fuori..."
scuotendo la
testa " la gente potrà odiarmi, vedermi come cattiva,s
tronza,
tutto ciò che gli passa per la testa, me ne frego. Tutte le
mie
paure di non essere abbastanza, di non essere niente, di non essere
come dovrei essere come mi dicevano, di sbagliare ad essere me stessa,
di fallire ogni cosa che facevo e ritrovarmi i commenti di tutti...
potranno anche aver influenzato la mia me di ora, ma ora basta. Non
voglio continuare a camminare in questo mondo, voglio svanire via...
voglio dare un'opportunità a questo corpo e questa anima di
tentare una volta sola, ma senza di me. Ciò che porto dietro
è il fallimento di quella società. Chi era feccia
dentro
ma sapeva apparire come un angelo ha fatto strada, ha ottenuto cose che
non meritavano mentre io, io sempre sola, sempre dispiaciuta per tutto
ciò che mi finiva addosso e non riuscivo a uscirne fuori.
Anche
qui non ho trovato un posto per me. Non cè nessuno che vuole
restare al mio fianco perchè io sono io. Tutti voi che dite
di
essere miei amici... andiamo! Tu e Milan mi vedete per
l'utilità
anche per i test. Si, sto aiutando tanti in futuro testando queste
cose, ma l'ho fatto solo per questo. Jd è come fuori posto
qui,
bravo tiratore e osservatore delle persone, ecco perchè sa
essere accettato ovunque ma... tutti voi non vedete ME. Tu stesso hai
sempre questa frase. -Benedetta ragazza-. Tuo fratello quando si
innervosisce o non è contento dei miei no bofonchia -bimba,
andiamo-. Tutti bofonchiate quando io non sono, agisco,
rispondo o qualsiasi cosa non è come lo aspettate. E quindi
di
che parliamo? Io non sono altro che ciò che gli altri
vogliono
che io sia... questo significa che nonostante i miei sforzi di adattrmi
agli altri dopo tempo di isolamento, che vi ho ascoltato e dato fiducia
a tutti, aspettandomi che dopo tante cos ecapissero e non avessero le
restrizioni mentali... è inutile. Ecco perchè
ritengo che
come per la cina, anche tu finirai per ottenere risultati odpo anni e
anni di infiltrazioni e allungare cosa gl iinteressava nella vita della
gente, perchè la facessero loro. Come fu per la religione. E
poi
la vostra mania di portare gente estranea a casa..." fece con una
smorfia
"sono persone importanti per..."
"Se voi permettete a quella gente di entrare nell'ingranaggio
dell'organizzazione, buttate via tutto quanto. E peggio mostrare il
nucleo stesso dell'organizzazione. Ma la vita da militari con tutta la
gente che tu conosci che agisce nell'ombra e manovra dvvero al posto
delle marionette pubbliche... ma non vi hanno insegnato niente? A che
ci siete date loro la Chiave e via..."
"Da ieri ho accettato di rendere te la Chiave del nucleo. Come atto di
buona fede per farti comprendere che sono serio..."
"E io ho chiesto di decidere quale male era minore sull'attribuzione
della Chiave per lo stesso motivo e per tutti voi. Se tu e tuo fratello
in base a chi era la chiave o entrambi come volevate fare, finivate in
mano di qualcuno... se scopriva la cosa, a che serve il sistema
difensivo? Come per tutto ho agito per gli altri , non per me. Adesso
sono la Guardiana del Nucleoe manterrò il mio compito.
nessuno
si aspetterebbe che sia io e non voi... eppure tremo. Tremo Dorde..."
gli disse con foga "non sono sicura che siate abbastanza forti dea non
cadere sempre e sempre nell'inghippo dell'occulto e cose mistiche. E'
il vostro tallone d'achille. Siete pazzi all'idea di trovare chi
può impedire che voi come anima e ricordi muoriate.
Perchè possiate continuare a lavorare e mantenere il vostro
Sogno di un mondo umano e vero, realmente progredito. E non la
marmaglia che brulica nelle città paventando idee religiose,
di
odio di vario tipo, di giudizio, di... che schifo..."
"Tu vedi il mondo in una maniera che i più non comprendono.
perchè..."
"perchè sono scemi, perchè non sanno ragionare
con la
looro testa, perchè ottenebrati dall'idea e paura di finire
lontano dalla società come fu per me. Perchè a
molti
hanno fatto il lavaggio del cervello perchè fossero come gli
adulti volevano. Perchè nelle loro vite hanno avuto come un
cazzotto in faccia esperienze che li ha portati a pensare a quel
modo... tante cose ma non tutti sono così nel profondo, come
si
dice il male interno o nel dna. Tante idee su questa cosa ma la
cattiveria non sempre è insita nella persona ma viene creata
dagl ialtri. E così in una città, nessuno conosce
altri,
peggio i vicini e sempre per odio. Tutti guardano il proprio orticelli
per la smania di possedere e avere libertà che poi rovinano
gli
altri. Il mondo che vorremmo vedere, Dorde, non giungerà
entro
le nostre vite carnali. E lo sai anche tu. Ecco perchè siete
in
fissa, anche per le credenze di quando eravate bambini, con l'idea che
la parte non materiale, degli altri piani, possa aiutarvi a restare al
timone. Avete paura che con la vostra morte qualcuno butti via tutto.
Che i nuovi Milan e Dorde possano fare casini, gettando nel water la
vostra vita spesa per qualcosa in cui credevate. Anche quelle persone
che incontri e per cui lavori che agiscono alle spalle di tutti e
nessuno mai conoscerà il loro nome, aspetto, la loro vita e
cosa
hanno fatto perchè tutto fose come lo conosciamo... un
giorno
verrano sostituiti e questo non gli va a genio. Loro agiscono in un
modo freddo, calcolato, preciso che ne tu e io potremmo mai... eppure
hanno più potere di te perfino, e si aggrappano ad ogni modo
con
unghie e denti anche alla loro età per restare là
dove
sono. Ma tu e tuo fratello, ricercate qualcosa che si usava negli anni
ottanta e novanta, anche prima ma il boom fu in quel periodo, e io non
lo accetto"
"Sai bene che quelle persone sono così per come sono, la
loro
vita e cosa pensano di fare con le decisioni e le azioni, seppur per
mano di altri. Il bene del mondo, di certe persone, del loro paese...
tu stessa se avessi due scelte, una acchiappare per esempio
un
tizio pericoloso e nel metnre decidere se lasciarlo andare per salvare
al vita ad una persona a terra. so benissimo che diversamente da molti,
tu vedresti il futuro. Una vita salvata contro altre in pericolo o
morte perchè quel tizio non è stato preso. La
caccia per
ritrovarlo. Anche tu hai la tendenza a considerare il più
che il
singolo. un pò come quel discorso che facesti con Zay sul
figlio
di Cora e Phib. Erano questi i nomi? Considerati il problema e il male
che quel bambino poteva essere sia da se, se era come la feccia con cui
stava, sia per cosa potevano usarlo e non cèra
possibilità di sapere se avesse cervello dal ragionare da se
o
essere un fesso come ttuti quelli che muoiono per la famiglia e la
credenza che ubbidire ed essere coesi con gli altri sia il bene. Solo
l'orticello loro e sono migliori. Io stessa non ho problemi a pensare
che io valgo meno dei più perchè così
come io non
valgo niente e di fatto non ho portato niente a questo mondo, nei
più ci saranno quelli che sono e possono... e allo stesso
modo
uno dei vostri è migliore di me per cosa sa fare, io sono
sostituibile, loro no. E lo sai anche tu. Togliendo Veròna e
quel poco che ho fatto, e solo perchè avevo i mezzi che
avete
voi, di fatto tutto il mio lavoro per accontentarvi dal vostro -che
palle anche la parte noiosa della mia carica- non è servita
a
neinte perchè vogliono tornare a come erano accampati...
quindi
fate cosa volete. Sono stanca come e più di prima. A cosa mi
è servito scappare dalla mia vecchia vita se ho trovato lo
stesso qui...? Ma ti dirò una cosa. Non accetto che buttiate
via
molto, sia voi stessi che denaro e altro, per i fessi delle logge e
sette in cui siete immischiati..."
"..."
" voi permettetevi di dare loro più di quello che meritano,
fateli vostri alleati e promettete loro cose... E allora
urlerò
la mia rabbia, sappilo. Io e la religione siamo nemici, e per religione
intendo la credenza che vi sia qualcosa di superiore che ci giostra
come in the Sims, come vuole. E peggio decidere per e su altri cosa
devono fare e dire agli altri come e cosa fare con le loro vite, quando
la religione è deve essere una cosa persona. Tua, basta! Non
esiste che i bambini siano indottrinati ocn le baggianate quando no
ncapiscono. Così ogni religione dice quando
accadono le cose e possono solo dirti -Dio sa cosa è meglio
fare, affidati alla sua decisione-. Mai più voglio sentire
questa cosa. La natura è la nostra Dea, e
l'umanità
è tale perchè si eleva allo stato bestiale e
regole da
cavernicoli. ...per me non esiste altro.
QUindi se intendi cambiare il mondo come hai sempre voluto con tuo
fratello, che sia tra pari e fratelli dove nessuno è mai
schiavo
e non manchino acqua e riparo, smettila di guardare con gli occhi.
Credo in voi, ma inizio a penaare che stiate credendo più a
loro
che a chi vi è amico. E ora..." disse guardandosi intorno
seria
"da quale lato scendiamo? Le scale? O il sentiero ripido?" lasciandolo
solo mentre si avventurava verso destra.
secondo la gente i figli servono con la famosa frase -e poi quando
sei vecchia chi bada a te?- mentre per sposarsi -non ti sistemi e
hai un uomo che fa le cose in casa?-
ch 34
"Fammi capire.." fece Lia osservando i barattoli di vetro con dentro
vari tipi di marmellata che aveva ottenuto con l'inizio di scambi tra
loro e aziende, coltivatori, allevatori e piccoli imprenditori vicini
alcuni chilometri. Accordi instaurati ,e con loro prodotti di
vario tipo, fin nelle cittadine e paesini
intorno, così come fattorie e aziende agricole e di
allevamento.
Si era fatta dare oltre alcuni mei migliori capi di bestiame, prodotti
di vario tipo senza intermediari e alcuni di prova, con la promessa di
acquisto in caso fossero piaciuti a tutti, pagando il giusto ai
proprietari invece di pochi spicci alla tonnellata in caso di prodotti
coltivati o lavorati sempre da loro, con cui venivano ricompensati
normalmente. Questo aveva garantito un'entrata decente per i
proprietari, somme
più alte per impiegarle in mezzi, manodopera e maggior
impegno
in futuri raccolti. E ancora ad invogliarli a mentenere una
qualità decente al posto di prodotti chimici sia ancora
sulla
terra che dentro i frutti per farli maturare o gonfiare chimicamente.
non molto legale e dannoso per la salute. Lo aveva sperimentato il
tizio che le aveva portato davanti, in un suo incontro sul posto, cesti
di prodotti che sembravano troppo perfetti e belli che l'avevano fatta
titubare. Andandosene smepre in giro con ogni cosa possibile, non si
sapeva mai diceva sempre, aveva dietro, o meglio nel furgone nero, un
macchinario di analisi chimico-molecolare che sputava fuori con una
mini stampante il risultato di ciò che cèra
nell'intruglio nella provetta. Il risultato lo aveva letto lei, lo
aveva messo in modo che i tre che le facevano da Ombre leggessero e poi
tranquilla andò
dall'uomo, che tronfio aveva già accordato il prezzo che lei
concedeva per prodotti che voleva prendere.
Aveva già pensato
con i Vecchi di creare una fattoria loro ocn prodotti base e affidarsi
agli altri nei dintorni, e quindi da andare a controllare di
persona,
per ciò che non producevano, e avere molti pro e pochi
contro.
Se tu dai alle persone il giusto, queste nella maggioranza dei casi
saranno di fiducia e fedeli, a meno che no nsiano stronzi come quel
tizio lì, che credeva di fare affari iniettando roba nei
prodotti per on perdere parti di raccolto e guadagnare facile. i
prodotti chimici costavano poco e permettevano, imbrogliando, di dare
false apparenze ai prodotti. La cosa non le andò
giù,
quando comprese di aver fatto centro. Quando dei prodotti di
coltivazione sono e appaiono troppo belli, perfetti, lucidi, duri e
sodi da sembrare da pubblicità, cè l'inghippo.
Lei stessa
sapeva che molti coltivatori avevano, se con vicino la propria
casa, la sezione personale e che coltivavano per se i
prodotti ma
che dall'aspetto sembravano orribili. Erano quelli che Lia
chiamava -originali-, ossia piante che non erano nate dai semi
che si compravano normalmente di certe aziende che davano frutti
sterili o modificati, da apparire bellissimi se irrorati
anche con prodotti
pesticidi per evitare perdite. Quei frutti, piantine e altro che invece
quella gente coltivava per se erano piante originali e
tramandate, che potevano dare
frutti con difetti, forme strane o altro ma avevano il vero sapore
-della terra- e di cibo. E le fregature e la gente che si crede
migliore fregandoti, non le andava a genio.
Così aveva prezo un frutto o ortaggio per mano e aveva
chiesto
ai tre di tenerlo fermo, obbligandolo a mangiare così come
erano,
infilati in bocca, i mostri che aveva creato e voleva dare da mangiare
agli altri. Dopo avergli fatto fare pranzo e cena insieme degni di un
crudista igienista, e un discorso..
"Buoni? SAni? salutari? Non ti senti un pò gonfio a forza
come
le oche per patè? Ragazzi dove ho visto una scena simile?"
chiese ai tre che protnamente risposero in coro
"Tre giorni fa. Quando ho infilato lo stesso imbuto nella bocca degli
allevatori di oche che introducevano tonnellate di cibo a forza a quegl
ianimali finchè il loro fegato non diventava malato per
essere
adatto per il patè. Sono finiti in ospedale,capo, e hanno il
terrore di un mostro e hanno cambiato lavoro. E le oche le ha comprate
obbligando i proprietari a non aprire più lager del genere
dell'orrore e portandole allo Chateau. Quei tizi adesso hanno chiesto
un divieto di avvicinametno per Lei, ma non sapendo chi è,
senza
testimoni attendibili o altro... è verso ignoti. E pare che
alcuni a causa di... un incidente, con un'oca morta che gli
è
stata sbattuta addosso con forza da Lei, tra l'altro... prendendola per
il collo e usandola come randello su quei tizi, perchè morta
proprio per il trattamento... abbiano ora la fobia delle oche!"
parlando seri ma con un velo di ironia.
"Good!" fece lei, guardando l'uomo sempre più atterrito con
pezzi di cibo che gli cadevano dalla bocca "Sai qualè il mio
motto? Agisco? Si! Con ogni mezzo per quello in cui credo? SI!
Perchè se non noi, allora CHI!?! Chi farà
qualcosa? E
quindi amico mio, revisioniamo un pò il contratto!"
lo avvisò che voleva ancora trattare con le
aziende vicine come lui, ma che se gli veniva in mente di infarcire le
piante e i loro frutti con lo schifo, gli avrebbe fatto passare male
dei mesi da ricordarselo a vita. Sia per la fregatura che voleva dare,
sia per i danni alla salute.
E lui aveva rispsoto che non ne mangiava
ma aveva scoperto il trucco online da coltivatori di paesi asiatici e
si era fatto trovare prodotti simili da iniettare nel fusto delle
piante, ma lui aveva preferitola seconda opzione, dentro il raccolto
appena ritirato dai
campi. Lia fu così persuasiva nel rimetterlo in riga per
suoi
futuri accordi, che l'uomo tenne sempre le orecchie leste nella paura
che lei, come faceva, appariva a caso a cavallo da sola, o con quei tre
o con un mezzo, a controllare a caso la situazione e rovistare ovunque
per trovare segni di truffa.
"chiedi pure" fece Milan bevendo il caffè, che non
soffiò
per raffreddarlo, perchè lei odiava anche l'odore della
-brodaglia- come chiamava il caffè. e sopportava a
colazione che lui lo prendesse per cortesia, ma senza per lui soffiare
il fumo
verso di lei, di fronte al tavolo rotondo.
"Hai deciso parlando con me da quando sono qui di creare un personaggio
fittizio per all'inizio fare scherzi e render equesto posto
accattivante e invitante per i tuoi ospiti ed elementi di interesse e
ci siamo divertiti ma ora pensi... di renderla reale grazie alle
persone riconsocendola tale, che fosse
incontrollabile, imprevedibile, incomprensibile e bla bla, da chi
cacciamo... e lo vuoi rendere strega, capace di cose straordinarie
grazie alle proiezioni e che... sia io a impersonarla? Non
cèra
la spagnola, la cagna di attrice, ok, ma dicevi che come aspetto ci
stava, che doveva farlo?" prendendo la marmellata di pere e cannella
dopo aver fatto un lungo controllo a colore, aspetto appena aperto il
barattolo, odore.
"va bene che l'hai fatta analizzare e hai fatto fare già che
cèri la pastorizzazione del barattolo solo per pulire
eventuali
germi... la asseggerei anche, ma no nti sembra troppo aver accettato in
prova delle partite e averle messe sulle tavole di tutti per avere loro
pareri? La provi già tu!"
"E se non sbaglio dici di fidarti, ma non assaggi queste che sono fatte
a pochi chilometri di distanza con prodotti decenti e veri, con un
rapporto di zucchero tra l'altro molto minore del normale,
mantenedno
con le tecniche moderne, la qualità a lungo senza
danneggiare il
prodotto... una di queste ha il miele invece dello zucchero... prova
questa" portando avanti come un pedone di scacchiera un barattolo con
un contenuto dal colore castano.
"..." guardandolo qualche istante come indeciso mangiando fette di un
prodotto di pasticceria che Lia non conosceva, sapeva solo che era
bavarese "ti ringrazio, ma per ora sono a posto. Avrei preferito che...
invece di accordi di acquisto in giro, anche se vicini da controllare,
avessi preso in considerazione la tua idea con lui, di comprare
un'azienda e farla diventare la nostra, di fattoria. nostri prodotti,
nostro lavoro, nostre materie iniziali e finali..."
"Ho capito, s enon hanno un'etichetta di aziende famose, e costose, non
ti aggradano? Sei così... per davvero?" fece lei offesa "e
io
che avevo inteso che ti fidassi... così sembri
dare
ragione a loro "indicando con il capo gli altri fuori la stanza
"qauando dicono che non si fidano di una donna, peggio se civile, pazza
e con idee fuori di testa..:"
"se fosse stato così non saresti qui..."
"rettifico la tua risposta. Io sono qui perchè A... sono una
cavia, volontaria, ma cavia per le nuove tecnologie. B... avevi bisogno
di qualcuno che facesse il laovro che spetterebbe a te o a tuo
fratello, quello che non si è mai visto, o al gruppetto che
ha
lasciato fare a tutti il cavolo che volevano. Seriamente, ho visto
video e reportage di campi militari eretti da mesi e anni in generale
nel
mondo, e sono un casino se non cè qualcuno con pugno duro...
ma
qui era l'apoteosi della..."
"Rilassati. Adesso va ttuto bene, per come sei le cose vengono
rispettate e girano ora in modo giusto. sta iniziando a funzionare come
un orolgoio svizzero..." fece lui dicendole con le mani di calmarsi e
sorridendo
"Milan... non tu, ma loro compresi Jd e gli altri che sono di fatto
sotto di te ma sopra gli altri, come dire... sembravano come me. E tu
non ti sei accorto? ambizioni fallate, incerto futuro ma restare su
ciò che si conosce, incapacità di
positività,
seguire la corrente, andare avanti per inserzia, credere che solo il
lavoro ossia l'azione e il campo di battaglia potessero dare quei
momenti di vita......"
"Lia, lo so. Ma come sai, io torno la sera se riesco o sto fuori alcuni
giorni. I miei impegni riguardano tutto ciò che è
legato
al sociale e relazioni pubbliche. Non osno fatto per gestire e
amministrare, e mio fratello lavora per il generale. QUindi
non
cè mai. Jd e gl ialtri... lo so, avevo affidato a loro le
cose,
ma come hai detto avevano i loro problemi e hanno deciso di lasciare in
pace gli uomini..."
"come scusa?!? lasciare in pace che significa? possono avere tutti i
problemi di questo mondo, incapacità di capire che futuro o
cosa
davvero vogliono, sono più predisposti per avere qualcuno
che
gli dica cosa fare ma questo non giustifica il casino che
cèra
qui. Sembrava di essere in un accampamento di rifugiati! LE TENDE... da
quanto non le cambiavano che erano rattoppate con toppe a colla? cumuli
di confezioni di cibo militare, gli spazi..."
"adesso è risolto e grazie a te..." mentre lei faceva una
smorfia di sdegno
"io non ho fatto niente di che, poteva farlo anche unr agazzino delle
medie e lo sai. non sto parlando di avere un metodo o modo per..."
"si, so cosa stai per dire. Anche tu sei casinista e tieni le cose a
caso quando no nti va, ma hai sempre un metodo di sistemare le cose,
dove metterle... a loro bastava avere una direzione e delle
regole scritte. Ora le hanno, devono solo comprendere tutti appieno il
perchè e in che senso sono importanti le leggi e le regole
come
dici sempre, e... non farti incazzare. Io ho trovato divertente la
punizione che hai dato ma Dorde no, ha affermato che fosse troppo...
estrema..." vedendola fare un verso di disapprovazione "io e te ci
divertiamo parecchio nell'elaborare schemi e piani per i miei impegni
sociali. Abbiamo anche progettato di far credere ad alcuni determinate
cose, e sono state piacevoli le serate in cui mi hai
acconsentito ad
averti nella festa come Padrona della casa in abiti..."
"Anche questa cosa. per carità, gli abiti sono davvero belli
e
ben fatti, ma io no ncredo di essere quella più indicata per
portarli. Non riesco a dare una definizione a me stessa, vedo l'altra
attraverso lo specchio ma non che forma ha, definitiva e cosa
è... mi sento come, mh, fuori persona con quelli indosso. Ho
accettato perchè volevi qualcuno di cui ti fidavi, che
consocesse abbastanza la storie e basi per i periodi, e
l'amore
per gl
iabiti antichi, uniti alle tue feste a tema, per migliorare
l'impatto
con quella gente. Perchè tu offrissi ciò che
è
l'altra faccia di questa oeganizzazione... Ma qualsiasi epoca sia, non
credo affatto di esserne
capace. Mi hai fatta vestire da matrona romana, alludendo che fossi la
moglie di Giulio Cesare..." come colpevolizzandolo
"AH AH Ah, andiamo! con i capelli al naturale, montare solo
l'acconcitura è stato facile. Gli abiti erano delle migliori
stoffe e lavorazioni sartoriali. Ti sei comportata davvero bene e gli
elementi che hai introdotto come svago definiti -parti- in cinque
fasi, è stato grandioso. Non ti vedi come matrona? o forse
ti
sei risentita perchè la matrona di norma era una donna
sposata,
che avesse dato figli a Roma oltre che al pater familias, e
avesse una
posizione sociale da essere indicata con quel titolo? Cosa non ti
è piaciuto? Che una come te fosse definita matrona senza
aver
mai avuto di quello? o perchè ti ho chiesto di controllare e
gestire l'andamento della festa? O perchè sei offesa dal
fatto
che la moglie di Cesare è definita la famosa
cornuta
romana per un'egiziana che, grande quanto è stata
su molte cose Cleo,
è rimasta nell'olimpo della storia al posto suo, mentre era
derisa per Cesarione? So che ti incavoli con l'idea dei tradimenti, ma
non perchè ti fanno arrabbiare questi... ma
perchè chi
tradisce aveva fatto una promessa di findanzamento prima davanti a
familiari e amici,e poi sposandosi, a testimoni, prete o sindaco,
parenti e consocenti e Dio, nel caso. Chi fa promesse dovrebbe
mantenerle. E per questo ti rispetto, credere come me nel valore di
onore e parola data non è da tutti i giorni e ti arrabbi
quando
ci osno persone che dicono -Si, ti giuro che ti amerò, sarai
l'unica pesca in cui attingerò e ti resterò al
fianco
come amico, confidente, partner, spalla con spalla, alleato, complice e
altre cose... Si, giurano e promettono, ma non mantengono ne il
giuramento e ne la promessa. sono gente poco seria e da
prendere
a schiaffi? Vero. Ma come dici tu questo è colpa anche della
società. perchè tu sia accettato e trattato
meglio, devi
seguire delle tappe che tu chiami lista della spesa. Un tempo vi era
più onore ma non per queste cose. Sappiamo entrambi che il
matrimonio era solo formalità contrattuale per scopi di
interesse e nulla più. E ora è solo per mantenere
le
apparenze, portando ai racconti e storie di quelle donne che leggi con
disgusto, anche se lo fai per aver chiara la situazone nella
società. per gli abiti... ho notato come per i ritratti o
eventi
più raccolti sei meno seccata, mentre se sono le mie feste
non
ti senti a tuo agio in un abito da donna. COn i ritratti non accade ma
perchè è qualcosa che volevi e stai realizzando,
l'abito
che ti piace e che definisci tuo ti fa sentire te stessa e a tuo agio,
anche quello nero con quei fiori abbinati sopra le orecchie... e si, ho
capito che è per posare e divertirti, ma non puoi sentirti
in
negativo indossando abiti per le mie feste, muovendoti tra la gente,
come se non fossi meritevole. perchè dovresti essere
meritevole
di indossare quegli abiti? Ti ho chiesto molto indossando la divisa da
donna militare, le volte che ti ho chiesto di presenziare nelle
riunioni con i..."
"Si, tante belle cose, ma non è colpa mia se mi sento a
disagio,
peggio in mezzo ad altri atteggiandomi da sicura di me e superiore...
puoi dire tutto ciò che vuoi, ma... mentre li indosso, mi
guardo
allo specchio... non posso fare a meno di chiedermi chi è
lei,
se quell'abito è qualcosa con cui si può... mi
sono accorta che non
sono brava a fingere e recitare..."
"aspetta, chiariamo la cosa. tu non sei brava a recitare...
ciò
che non è te!Non fa parte di te! la prova che hai fatto ieri
davanti la spagnola,
per mostrarle con il tipo di abiti e il modo di fare, come doveva
-sentire- di essere Veròna... "
Lasciò il resto non detto, mentre veniva servito con il
resto
della colazione che a lui piaceva. Ogni giorno un tipo diverso da ogni
parte del mondo o cosa gli andava di mangiare la mattina successiva.
Avevano un bravo pasticcere che era più meritevole per Lia.
Quel
cuoco non le andava a genio. Cèra qualcosa in ciò
che
prepava che la disturbava e Milan non mangiando con gli
uomini o
ciò che gli uomini trovavano pronto, non poteva capire. Ma
lei
li aveva assaggiati e le sembrava a volte ciò che mangiava
prima. Ma perchè le sembrava la stessa cosa? E
così
menter Milan mangiava come in quelle colazioni cibo solo per lui, che
sembrava sapere di prodotto buono e ben fatto, nel refettorio gli
uomini mangiavano cosa era in menù. Lia si disse di
controllare
delle cose. Cercando anche di sviare la conversazione, senza riuscirci,
perchè Milan in attesa di una replica la vide con la testa
altrove e rimbrottò.
"COmè quella canzone che ti piace? I giorni sfocano in uno
solo.
e i miei occhi canticchiano cose che non ho mai fatto. come era
poi...non è stato mai abbastanza, ma ho fatto del mio
meglio. delle navi
vagano dentro di me, mi sembra fosse il testo,e alcune hanno
dei nomi ma la maggior
parte no, se ne trovi una per favore fammi sapere quale pezzo ho perso.
guarisci le cicatrici che ho sulla schiena, non ho più
bisogno
di loro. puoi gettarle via o mantenerle nei tuoi vasetti, i famosi
vasetti che in psicologia..."
"si, qualè il punto?"
"...-e ancora continua, tutti i miei incubi sono scappati dalla mia
testa,
sbarra la porta, per favore non farli rientrare. non avrei mai voluto
lasciarti, adesso la mia testa sta scucendo le cuciture e non so se
posso...- O altri brani che dicono, se ricordo, -la realtà
è una prigione. la tua mente può liberarti. Con i
piedi
in
aria e la testa sul pavimento provi questo giochetto e giri, la tua
testa collasserà. ma non cè niente in essa e
chiederai a
te stesso, dovè la mia mente?- O... -Una piccola ti fa
diventare
più grande, e una più piccolo, e quelle che ti da
tua
madre non fanno nulla. quando gli uomini sulla scacchiera si alzeranno
e ti diranno dove andare. E tu hai appena preso un qualche tipo di
fungo e la tua mente si muove lentamente. quando la logica e la
proposizione sono cadute sciatte morte, e il cavaliere bianco parla al
contrario. ricorda, nutri il tuo cervello!- O ancora, -non
sarò mai ciò che vuoi che io sia! tu cosa pensi
che
capiresti? non puoi prendermi e gettarmi via e voglio un sentimento che
sia reale! E come può il mondo
volere che io cambi? loro sono quelli che rimangono sempre uguali! NOn
possono dirmi chi essere. perchè non sono ciò che
vedono.
si, il mondo è addormentato mentre continuo a sognare di me.
e
le loro parole sono solo sussurri e bugie alle quali non
crederò mai! non possono spezzarmi fintanto che so chi sono!
tu
vedi le cose che loro non vedono, tutto ciò che volevi,
potrei
esserlo. ora mi conosci e non ho paura. ed io voglio dirti chi
sono...-
queste sono quelle che ho sentito mentre o le cantavi o sentivi mentre
lavoravi a qualcosa. Sono solo sprazzi di brani e pezzi che ho capito
ma mi hanno colpito. E quindi mi domando, come puoi sapere chi
sei, se
temi di andare avanti in questa ricerca? tu ancora, qui, hai le
insicurezze e paure che loro ti hanno messo, sei un guazzabuglio di
pezzi che hai messo insieme alla buona, nel vano tentativo di
accettazione che invece non hai trovato. la tua stessa famiglia ogni
giorno per ogni cosa ti diceva e faceva capire che non eri come
volevano che fossi. e altri fuori dalla famiglia, a cui avevi dato
speranza mentre i genitori ti dicevano che la gente faceva schifo anche
se loro erano esagerati da non crederci, e tu invece credevi nel mondo.
E il mondo ti ha trattata a pesci in faccia uguale. E lo dico
perchè ancora adesso sei arrabbiata con Zay e Ric per il
discorso sul mondo, a cui avevi dato delle
possibilità
credendo
che solo eremiti e orsi i tuoi , e che vi fosse del buono fuori...
avevi
sognato di diventare maggiorenne per non essere incatenata a casa con
solo loro, perchè la gente fa schifo e la sera non
si
esce,
cè un orario a cui loro non vanno fuori tranne che per le
feste
o religione. E tu che avevi ambito quel che cèra fuori la
tua
finestra,... ma non era altro che la stessa cosa.E quei due che ti
hanno rimproverata di aver pensato ciò mentre a detta loro
bastava stare nel proprio orticello mentre tu non accettavi.... Tu che
desideravi che il mondo divensse come volevi che fosse, mche brillasse
di luce e non di ombra, ove le persone erano tali e di
un'umanità che rischiarava le tenebre del passato de
dell'animalità...dove le cose giuste e buone fossero
importanti
senza problemi, dove l'amore, il tuo concetto di Amore, perduto fosse
ritrovato e accolto. Dove avresti respirato l'aria perfetta del mondo
novo e avresti sceso la buca della tua tomba con il sorriso e persone a
cui eri nel cuore, così come loro in te, e avresti dormito
in un
mondo pacifico per sempre, sia materiale che spirituale..."
"Mhph... io ormai non credo più in ninete e ancora ora non
ho..
un'ancora, qualcosa a cui tenermi a questo mondo. Ci osno persone che
l'hanno, come... come per simbolismo un oggetto prezioso di chi hanno
nel cuore che ricorda loro cosa e perchè sono legati a
questo
mondo. Ma non io, e anche adesso attendo quel giorno di andarmene, ma
so bene lascerò comunque addormentandomi, il modno schifoso
come
era e sarà... la tua speranza di vedere il Cambiamento in
questa
vita... non servo io per dirti che non avverrà. E se tu e
tuo
fratello volete giugnere alla risposta per la Continuità che
non
sia la scienza, sicuri che appena morti dopo un rito e cerimonia che vi
propinano in quelle riunioni... Ah!, se penso che ci credete mi viene
il nervoso! NOn ritornerete ne nel vostro corpo e ne in
altri,
fatevi una ragione. Non come la promessa che vi è stata
fatta.
Soldi, favori e altre stronzate che fate e date per promesse
fallimentari... non esisterà una continuità che
vi
riporterà quasi subito indietro dalla morte per continaure
questo lavoro e vivere per sempre! Ve lo rivelano ed eseguono per voi?
E' dall'alba dei tempi, ancor di più dai famosi egiziani con
i
loro libri sacri, che si cerca di farlo, inutilmente pare... voi dite
di no! Vorrei che la smetteste ma... capisco che non potete. Che devo
fare? Non posso fare e dire niente, per ora, se non augurarmi che
cambiate ideavoi. Avete voi tra le mani un pezzo prezioso che non
volete vedere. Devo per forza incazzarmi e mostrarvi che potrei essere
io stessa Dio con cil che abbiamo noi qui, per farvi capire? Io non ho
più fiducia in nessuno, non mi aspetto ne ambisco a
ciò
che chiamano miracoli... non provo affetti o simili come tutti quanti
normalmente, non ho ambizioni e desideri come gl ialtri per le
stronzate che hannoper cui farebbero ogni cosa... ma sono stanca di
stare zitta. Ho voluto vedere che accadeva cambiando le carte in tavola
e sembra che ora con Lei al mio posto siano tutti più
felici...
mentre io non riesco a stare e desidero come sempre, come una
necessità... andarmene e perdere ciò che ho di
materiale..." con una smorfia...
" Ma questo non significa che
qui tu sia come là, ciò che hai abbandonato. CHe
hai
donato a qualcuno che no naveva niente e ti somigliava vagamente di
fisico, a cui hai fatto fare la plastica e insegnato cose era
necessario per sostituirti. Si, hai temuto che potesse capire che la
voce non fosse la
stessa anche con la scusa dell'esplosione, modi di fare... ma ti sei
sentita meglio nel pensare che avevi
fatto il tuo. A lei, a cui hai dato ciò che avevi e non era
per
te e a loro, che così non ti odiano per -averli lasciati
indietro non pensando a loro-. Hanno il sostituto, visto che, come
parole tue, che no neri come volevano, tanta differenza non
cèra... sei rotta, a pezzi, frantumata come un ospecchio, lo
capisco, ma se continui a vederti come non meritevole delle cose e che
perfino gli abiti che ti permetto di indossare, non
meritevano
te... ma
quando ti sei vestita con quell'abito da uomo ma rifinito su di te, che
usavi per te, aggiungedo oggetti e impersonando un essere che dalla tua
immaginazione aveva preso vita, la base di Veròna,
potendo
diventare reale se considerato
tale dalla gente... so che non era recitare, quella eri tu. Infondo, io
stesso ho detto che ho modellato Veròna su di te,
perchè
era divertente vederti in modo diverso e meno ciò che ti
hanno
resa. Quanto ce la siamo spassata con la Padrona della casa antica che
ritorna in determinate notti, quante ne abbiamo fatte..:" rise
ricordando le farse fatte con la gente a cui davano compiti che tirava
roba o azionava determinati meccanismi rendendo magica la situazione
"Ma quella che ho visto ieri, scostando la spagnola e agendo con
forza, tranquillità, spavalderia, arroganza e
superiorità. come padronanza... comè che dici?
Sembra che
tizio
abbia il mondo in mano? Ecco, questo è ciò che ho
visto.
E mi ha portato a decidere fermamente che l'altra tua faccia
è
veròna..."
Lia rimase a fissarlo aggrottando le sopracciglia, senza dire niente e
ne mangiare.
"... ormai io sono sicuro che non ho solo preso in prestito una parte
di te perchè divenisse un personaggio utilizzabile.
Veròna è parte di te, l'altra faccia della tua
medaglia,
è una parte che poteva anche essere... te! COn la morte
della
Lia precedente, o meglio dando la tua identità ad un'altra
persona, hai gettato le basi per divenire un'altra. Ma anche se sei qui
da poco, ancora sei frammentata nelle tue fratture della
personalità, non riuscendo a comporti in una finale,d
efinitiva,
che dica a te stessa dall'altra parte dello specchio -sono io-.
Finora ti ho sentita dire -quella sono io- solamente a quel
ritratto di quel film di animazione come madre del trovatello tra
gorilla, ti sei riconosciuta in quella e quella soltanto... e ammetto
che la somiglianza è veramente impressionante
come se avesse disegnato te... ma non indossato un abito, non nelle
foto delle serate a cui ti ho chiesto di partecipare per aiutami. Forse
i ritratti, ma ti ho sentita dire che quei sorrisi, quelle espressioni,
quella...strafottenza, mi sembra che hai usato, nel definire la persona
fra le tue mani resa in olio su tela da un artista... fossero un
messaggio per chi ti guardava sulla tela. E non riesci ancora
a riconsocerti, anche con un abito che dal primo momento hai detto
-mio-. Ma agisci, ti muovi, minacci, ti imponi con tutta la tua
personalità ovuqnue e con chiunque, ma quando si tratta di
parlare e vedere te dal di fuori, panico totale. Quegli abiti non
meritano altri che qaulcuno che meriti di portarli. Che non sia solo un
corpo per tenerli su ed esaltarli. Ci vuole più di questo
come
invece si crede là fuori..."
"e per te..." fece lei con spudorata presa in giro con un sorrisetto
"anche tu, devi contarti, paghi certe donne perchè siano
l'esaltazione... di te, davanti gli altri... loro sono un riempimento
decorativo di certi abiti, moderni, ma sono questo..."
"Ah non prendermi in giro! io le pago per l'apparenza che piace alla
gente, ma sai anche che io stesso voglio certe cose in un determinato
modo. Loro osno un investimento, mi permettono di avere punti in
più agli occhi degl ialtri portando qualcosa che li
abbagli..."
"Ah! così si dice, ora... ti piacciono le pesche da
esposizione come in giappone?"
"ok, basta parlare di pesche..." scoppiando con lei a ridere per il
modo scherzoso con cui chiamavano le gnocche da sbombolare "non volevo
dire parole poco adatte alla colazione, ma credo tu abbia capito il
perche, del mio scegliere loro per colpire la gente solo con l'aspetto,
metnre ho chiesto a te dandoti in mano determinate cose,
perchè
mi aiuti. Sono totalemtne diverse e discordanti. Gli abiti che indossi
della collezione non li farei indossare a loro perchè
sarebbero
ancora di più, su di loro, indice di..."
"quello che sono! sono quel genere di donna che non importa cosa fai
mettere loro, sono in grado di straripare di una cosa. E le guardi, non
importa dove e come, cosa hanno indosso e dici solo -Guarda, guarda
come si muove! Senza classe o abilità nel vestire
ciò, ma
senza sforzo, come acqua limpida. Lei è il sesso! ogni cosa
che
è, che fa, tutto... lei è sesso!- So che questa
cosa
è inclusa nel pacchetto delle tue ragazze, ma è
innegabile che loro siano più capaci di me di indossare
anche
quegli stessi abiti antichi e risultare bene come le attrici nei film.
Dimmi un' attrice che facesse pena come personaggio storico in
generale... "
"E quindi...?"
"non vuoi arrivarci, non che non ci arrivi... mi sono sempre chiesta da
bambina se come dicevano gli adulti l'abito faceva la donna. Nel senso
che mi rimproveravano ogni attimo affermando che una bambina era fina,
educata ma al livello di film dei secoli scorsi per dirci, come le
damine, sempre sorridente, dolce nella voce come zucchero, silenziosa e
brava in tutto ciò che era femminile. E seppure bambina fino
ai
dodici anni, dovevo saper portare gl iabiti che avevo indosso ed essere
ciò che avevo indosso. Che non dimostravo
femminilità e
simili... ecco perchè ho dubbi sul fatto che io possa e
meriti
quel tipo di abiti. Puoi dire quel che vuoi, non lo hai vissuto sulla
tua pelle. Avrai sopportato commenti nella controparte maschile, ma non
puoi capire la parte che ho subito io, e cosa significava per
me mettere
un abitino o una gonna se tutti, tutti, mi dicevano di fare questo,
dovresti esser così, colì, mi riprendevano tutti
perchè ero me stessa e bambina, e non come le
mummie splendide e da ammirare, come le
chiamavo che semrbavano imbalsamate e finte da vomitare. perfino le
persone peggiori dentro, sporche, riuscivano ad apparire candide come
spose. Anche se, se sono le spose degli ultimi decenni di bianco,
candido, intonso non cè niente..." fece lei con un sorriso
di
sfida.
"Quindi anche qui ti penti di aver indossato qualcosa,
pensando che mai
potresi saperlo portare? E che le ragazze che uso come accompagnatrici
sarebbero meglio perchè, non so, come un profumo, emanano
femmiinlità, quella stessa che gli abiti stessi chiedono?
"
"Ah un'altra cosa" sviando il discorso di botto lasciandolo spiazzato
"mi spieghi perchè continui a dire riguardo
gli schezi che facciamo, Veròna e il resto... essendo
italiana,
sono quella adatta. Come mai?"
"Semplice ragazza, non puoi saperlo ma negli altri paesi cè
una
sorta di... come dire... leggenda sull'italia e i suoi abitanti. Da
piccolo così come più avanti nelle
biblioteche, e
seguendo
programmi specifici, ho sentito e letto di ogni sul tuo paese e voi
italiani... non hai idea di come viene indicato il tuo paese.
Libri su personaggi storici, arte e letteratura, eventi. e poi storie
d'amore che vengono scritte e raccontate, i fantasmi... non puoi sapere
cosa ho letto e seguito sia nel mio paese prima che man mano..."
"mh..."
"... Mistero, aura magica, descritti con un sapore che
fa venire voglia di correre tra voi. Per non parlare poi del cibo
italiano e le
tradizioni, il calore e i comportamenti differenti da altri paesi per
l'accoglienza... il modo di vivere da Roma in giù... come un
romanzo
nel quale ti senti di cadere. Ho visitato i ltuo paese in
tempi
normali, e ho molti libri nella tua lingua che parlavano di..."
"fammi indovinare, levando l'arte e la storia, oltre personaggi
specifici, hai montagne di libri di fantasmi, misteri, leggende,
streghe e questioni magiche che ancora oggi esistono... corretto?"
"Andiamo, ragazza... voglio dire..."
"si, si, ho capito... però sto pensando anche che... devi
essere
deluso. parecchio. Per aver trovato invece me e non qualcuno, maschio o
femmina, che portasse con se la magia e il mistero dell'italia...
magari che richiamasse poesia e grandiosità dell'arte famosa
nel
monod...."
"dovrei essere io a dare la risposta, ricordo solo quanto si parlava
dell'italia e imamgini delle città più famose e
definite
magiche. Scorci di un mondo lontano da quello che conoscevo, le
leggende sui fantasmi più famosi e meno, in giro
per il tuo
paese, le leggende ma anche le storie vere, storiche, di persone
avvenimenti di ogni parte del..."
"e quindi che ti aspettavi mettendo piede in italia e incontrando
italiani?" bevendo il suo tè
"Semplicemente respirare quelle sensazioni che provavo dalla tv e
libri. SAi, come quando la gente stravede per storie ispirate o immerse
in periodi storici e sogna di vivere momenti come quelli solo per la
bellezza e ottimo lavoro impresso in quei lavori. i periodi italiani
più famosi che la gente adora usare e parlare... mi ricordo
tantissimo quei mometni davanti la televisione o a leggere quei libri
dove vivevano nella mia metne seguendo, streghe, donne, elementi di
quell'epoca che per chi non li ha vissuti... o le persone dei ritratti,
con quegli abiti e accontiature ormai strane che però
avevano
una storia che descrivevano....come dire,
interessanti e immersivi. Sfavillanti e ricchi di mistero. Poi ho
partecipato a feste e incontri di vario genere per i miei,
sai,
impegni... e mi sono accorto che sebbene fosser ben preparati e con
ottimi abiti, ci voleva più che l'apparenza per godersi
momenti
appieno dove..."
"Ah, i tuoi famosi -impegni-, e immagino che lo stesso ambientino
che ho notato alle tue feste fosse molto, molto più pregno
di -quello-..." fece lei posando la tazza con entrambe le mani con
aria disgustata.
"Coa cè... ancora arrabbiata perchè dove abbiamo
ambientato le mie feste, veneziane, anni trenta, vittoriane, guerra
indipendenza, romani e greci e via dicendo... a proposito dobbiamo
decidere quali edifici
comprare per avere il pieno controllo di tutto, vi erano stanze gestite
da Madame e la attività. Sei stata chiara. Se mi aiutavi,
niente
gente che saltellava in quel senso nei corridoi o in qualche
angolo,
fingendo che con abiti da festa non si capisse niente. sono
già
felice che non hai preso a pedale quelle... come le hai definite?..."
"chiappe mollicce color mozzarella e piene di brufoli..." fece lei
mostrando lo sdegno
"Ok..." cercando di non ridere "posso capire che trovarti a passare per
controllare gli ambienti, vedere un tizio che faceva roba con un'altra
ospite, mostrando il didietro per ovvie ragione, ti abbia fatta
arrabbiare. E sono felice che tu abbia mostrato sicurezza,
dignità, professionalità
e un'alta forma di capacità vista la situazione... insomma,
non
lo hai preso a pedate su quel... didietro e sfuriando come avrebbe
fatto qualsiasi altro nuovo soggetto al tuo posto."
"Aspetta mi stai dicendo... cosa?"
"diciamo che in passato mi ero affidato a professionisti,
così
si definivano, del settore organizzativo per feste, ricevimenti e
simili... quelli che definiresti migliori, per intenderci, da cui ti
aspetti quel che hai fatto tu... invece una donna incaricata ha urlato
istericamente per le nudità. Un uomo successivamente in
un'alta festa ha buttato
fuori le persone incriminate, e uno dei camerieri è stato
sorpreso a filmare la scena da un altro orgenizzatore, che ha
prontamente chiamato la polizia per denunciare una
atto di violazioe della privacy con caricamento online facendo giungere
in piena festa la cavalleria.... che fatica
trovare gente seria..." sbuffò indignato
"che semplicemente resta composta e provvede in modi tranquilli e lesti
a trovar euna soluzione, che non produca attenzione e
fastidio per la
festa e ospiti, e non mostri di più l'incidente...? che
dovevo
fare! non guardavo le mozzarelle avariate maculate di scuro e rosso e
ho
dovuto far prendere una bottiglia di champagne, con annessi bicchieri e
una cameriera"
"che con tuo intervento per far credere di togliere loro
da fastidi, non che lo fossero loro, li ha condotti in uan
delle
stanze gestite da Madame...? recitando come se foste tutti d'accordo
con cosa facevano e quasi premiarli?" si sovrappose ridendo
"... posso agire da me in altre
situazioni, noncon quella gente se è tua ospite! Ho dovuto
forzare un sorriso di complicità e complimenti... che roba!"
fece Lia nervosa mettendosi a girare tra loro i barattoli di marmellata
come se cercasse di metterli in un ordine, visibilmente fuori di se ma
cercando di calmarsi.
"E ...ok..." fece lui dovendo prendere un tovagliolo per nascondere le
risa dicendo che era ancora rimasto alle mozzarelle avariate "stavo
dicendo... ho riso invece per il comportamento più posato e
paziente, che non imamginavo potessi reggere così tanto, a
quelli che ti fermavano in continuazione chiedendoti di essere la loro
accompagnatrice. Alcuni erano persoanggi interessanti, posso giurartelo
e seri, almeno per il tipo di persone che potresti ascoltare, e...Alla
gente che ti conosce emolti nostri clienti sono fedeli e contenti di
avere qualcuno che liascolta come fai tu, come se valessero senza
giudicarli, ma anche tu..."
"stai ancora tentando di dirmi qualcosa di quel tipo?" fece lei
chiedendo ai camerieri di portarle della cannella come faceva sempre
"dove la devi mettere?" le chiese dubbioso "comunque non è
un
argomento che per te è tabù, parliamo delle mie,
perchè non dirti chi tra quelli che gentilmente e
garbatamente
rifiuti, potresti..."
"Milan..:! Annamo!..." fece lei spazientita dopo aver messo da ogni
barattolo un cucchiaio di marmellata sul piattino davanti e averci
spruzzato sopra una dose di cannella in polvere.
"Ah, stai provando il gusto come quelle già pronte con la
cannella... resto in dubbio però sui stuoi esperimenti....
non
capisco molte parole in... slang, della tua lingua, ma ho capito che
non ti va la discussione. ma lascia che ti dica. Tu sei la stessa che
hai detto -voglio raggiungere cose che non sento! voglio fermarmi e
sentire di appartenere a qualcosa! -, e di testa dura come dice
Alaric, hai provato cosa si prova a fare ciò che normalemtne
non
si farebbe. Hai provato perfino a capire che significa pugnalare e
colpire con un'arma qualcuno di vivo a parte i manichini militari da
addestramento, per verificare se il concetto del -dal primo,
dopo
è semplicissimo e uccidere non è così
impossibile- fosse vero. Si, lo hai fatto verso membri di
organizzazioni di contrabbando con una lista di capi di imputazione
dalla loro nascita al momento in cui li hai presi, e presentandoti in
tempo mentre i nostri facevano cazzate, ma trovo strano che
chi non prova niente come dici su varie cose, e vuole capire
cosa
ci si
sente, abbia deciso da Rò, non da un certo momento, da lui
in
poi, di seguire cosa senti dentro e bloccarti a un soggetto
neutro..."
"..." Lia di voltò verso i camerieri che stavano indaffarati
alle spalle di entrambe sui loro carrelli portavivande e
tavolini, dove
avevano preparato cosa potesse servire, e con un cenno del
mento verso
la porta, fece intendere di uscire.
"... anche questo è strano... da quando in qua, anche con
loro
in giro, preferisci che restiamo soli a discutere..." iniziò
lui
dubbioso ma lei con una mano lo fermò
"loro sono gli unici di cui non ho elementi o prove sul fatto che
ascoltando, eh, hanno le orecchie... parlano di quel che dici o diciamo
in generale in qualsiasi modo e..."
"loro sono diplomati alle migliori scuole inglesi e americane di..."
"si, sono maggiordomi e professionisti con certificati e preparazione.
Ma sono persone, Milan... non è che non mi fidi, ma da
quando ho
sentito con le mie orecchie molti degli uomini discutere su di me ed
etichettarmi, non voglio più parlare davanti altri...
preferisco
tornare a farlo nelle tue stanze o qui si, ma senza nessuno... "
"qualcosa non va?"
"Non so, volevano farmi dispetti raggiungendo in qualche modo la zona
del tetto sopra le nostre stanze, dove stendo i miei panni,
quindi una
zona privata, visto che le cameriere per te stendono sopra la tua ala,
io faccio da me sulla mia, per rubarmi slip e altro per scherzo o come
disse uno negli spogliatori, per vedere se ero maschio o femmina..."
inclindando di poco la testa e serrando i denti come quando era
arrabbiata
"mph! ...Scusa, è solo che..."
"l'idea come è nata? non so, chiediamolo a quella faccia da
becco d'uccello di Alaric, che racconta frottole e gli scemi
beati a
bersi tutto! Con in fatto che sa che io..."
"Anche se lui sa cose tue private, e perdonami se l odico, penso lo
faccia perchè hai proibito a lui ed altri di far entrare le
loro...amiche, chiamiamole così, di fiducia... e gli hai
detto che
se no nsono controllate in ogni dove, anche negli esami
clinici non
accettavi nessuno qui... gli hai tolto la festa, posso definirla in
questo modo. E si è risentito. Ah, e hai sbeffeggiato
i
suoi gusti..."
"quali gusti! Lui va con tutti ciò che ha tette e....
pesca...
naturali o meno! basta che lo accettano! Ho visto io provarci con un
gruppetto
che facevano entrare, lui e la sua cricca e tu muto, senza dire niente,
tanto che vuo iche sia qui, solo il nucleo dell'organizzione,
e
provare a far abboccare in modi penosi tutte quante finchè
una
non cè stata... e li chiami gusti? Se avesse gusti, tanto di
cappello! Ma qualsiasi basta che...ah, lascia stare! Mi ha fatto sol
oschifo ciò che sai delle..:"
"Si, trovi disgustoso il concetto delle prostitute che passano da un
uomo all'altro senza sapere se sono debitamente preparate a ogni
protezione e considerazione del rischio. Posso capirlo, ma quelle..."
"ALT! le tue amichette so bene che sono d'alto livello e sia tramite
Madame che conoscendole tu, sono sempre controllate e a prova di
dubbio. Anche se comuqnue passano da un uomo all'altro uguale...E non
ti ho mai detto niente. Ma quelle che io chiamo di
disponibilità ampia, quindi non oltre un certo range di
prezzo,
che loro trattano, sono ben lungi dall'essere..:"
"Calmati. Ogni uomo ogni mese è controllato e testato. Se vi
fossero problemi di vario tipo, anche derivanti da situazioni sessuali,
lo sapremmo subito e prenderemmo provvedimenti. Ma finora i ragazzi,
tranne rari casi dove hanno preso roba curabile, non è..:"
"vedi perchè qui era un porcilaio?!? Ti va bene che prendano
certe robe, tanto sono curabili, e bon così?"
"Cosa devo dirti? tolgo agli uomini un passatempo o sfogo come lo
chiami tu? Cosa devo...?"
"Cambiamo le regole"
fece seria finchè non le prese un colpo di
tosse, con un'espressione di dolore e iniziò a fare dei
colpi di
bronchi come per liberarsi, per poi respirare profondamente
"Prima di ocntinuare il discorso, trovo assurdo che tu non ti curi di
niente, più..." le disse lui alzandosi e andando in un
mobile
dove venivano riposti il necessario per le colazioni dopo esser stati
puliti in cucina. Tovaglie, tovaglioli, posate extra, accessori vari e
un cassetto in alto da dove lui prese due oggetti. "non mi interessa
ciò che pensi. Le nanomacchine di quell'uomo che
è morto
ci servono per studiarle, visto che non è rimasto nulla di
sua
mano scritto o files per capire le loro potenzialità. E come
fare per replicarle se non vederle attive... anche se sono di tipologia
diversa in un'unica inizione, e quindi capaci nei loro diversi settori
di operazioni diverse... ti hanno, insomma, tolto il dolore. Hanno
migliorato molte cose, ma sembra non ci siano loro interessi
su
questo
problema. Quindi o non sono programmate per tutto o riconsocere
determinate cose o non ci sono quelle specifichePerchè non
ti
curi?"
"Lo hai già detto!" fece lei con altri due colpi di bronchi
e la
faccia di una come se le stessero scavando il petto "a parte che come
la mia malattia ci osno abituata. Inverno,estate, primavera, autunno...
cè smepre questo dolore e questo fatidio al petto,
e non se ne va e fa molto male ma se curo questa roba,
non sapremo se davvero loro non lo hanno individuato, il problema
intendo, o se non ci sono settori di micro robot per questa operazione.
Aumentano o diminuiscono valori, ormoni, stimolazione cellulare per la
cicatrizzazione o le emorragie, aggrediscono come avete visto in atrli
pazienti perfino le cellule malate o virus o... non è
possibile
dire il test completo e veritiero se io mi curo normalmente. Per ora va
bene così, non osno militare come dite tutti, non devo fare
maratone tranne l'allenamento per essere almeno preparata per
proteggermi da sola, non sono un elemento sul campo che deve avere ogni
organo a posto... qualè il problema? Aspettiamo un altro
pò e vediamo..." allungando la mano per prendere uno dei due
oggetti, una sorta di pochette che aperta, fece saltar fuori un
pacchetto in legno in sigarette e un bocchino a due pezzi che
unì. Dopo aver preparato il bocchino da donna anni trenta e
aver
inflilato la sigaretta, Milan aprì con uno scatto il
particolare
zippo che raffigurava un drago, non cinese ma europeo. Il
coperchio dello zippo era la testa ma contenente solo la parte
superiore mentre la mascella era rimasta nelle incisioni del corpo
mostrando così ocn la fiamma accesso come l'essere avesse la
bocca aperta con il fuoco vivo che vi usciva. Come epr tante
collezioni, lui aveva anche la passione per gli zippo particolari o di
pregio.
"..." accendendo la sigaretta "oggi usi il bocchino? Di solito
preferisci tenerla fra le dita. Sono contento che questa cosa ti abbia
preso e ti sia interessata per curarti in maniera debole... non credo
che queste sigarette curative che usiamo ti aiutino molto, visto che
non è cambiato niente, ma secondo il dottore quando usi le
varie tipologie, qualche aiuto lo ottieni e che puoi continuare. Vorrei
solo che non..."
"POssiamo andare avanti col discorso? So già cosa vuoi dirmi
e
sicneramente per roa mi va bene così. Mi aiuta anche a
concentrarmi meglio, sai? Osservarla metnre brucia e si
consuma e usarla
come ancoraggio per dissociarmi e andare a prendere a botte la feccia
chi si è fatta la vita tranquilla, hanno ottenuto cose... e
io
ero nella merda. E vi sprofondavo. E a nessuno veniva un rimorso,
nessuna coscienza, un pentimento... e loro tranquilli ad avere
successi, fare le cose base che avrei voluto fare io, figliare
perfino,
crescendo futuri stronzi e peggio facendo i maestrini con il termine
amore... ah, il loro concetto di amore! Se solo volessi potrei strappar
loro via i figli e far venire grane a questi stronzi che mentre io
agonizzavo per colpa degli altri, anche se mea culpa per aver deciso di
assecondare questo mondo di merda, e loro... felici, sorridenti, che se
la tiravano con gli altri perchè avevano raggiunto delle
mete e
per la società erano meglio di me. Che vivevano le poche
cose
che desideravo e io niente! Sempre a mangiare le solite brodaglie,
vedndo i miei fratelli o la famiglai di quella stronza che per tutta la
vita ha fatto cosa voleva, se ne fotteva di tutti e tutti a non dirle
niente mentre colpevolizzavano me di tutto dicendomi -perchè
non sei come lei? prendi esempio...-"
"Ho capito di chi parli..." tornando a sedersi mentre lei smetteva di
parlare, fumava e tratteneva il tempo che usava sempre
perchè i
principi in quella sigaretta speciale restassero nel profondo "ma se
usi le sigarette come ancoraggio..."
"quella stronza come quella feccia facevano cosa volevano.
Letteralmente. A me i miei urlavano contro con astio schifandomi per
dei No, accusandomi di fare io ciò che volevo. Io, sempre in
casa perchè avevano le cazzate, sempre sola, sempre
dispiaciuta
e tenuta legata dall'amore del cazzo. E loro a vivere la loro vita
passando però dei buoni. Ma lei, lei è come era
una
stronza che ha sempre fatto le peggio porcate, dal prendere il motorino
e scappare a chilometri in altre città perfare cosa... non
si
può sapere, ad avere così stanti maschi come
fidanzati
che dire che se li è passati tutti è troppo ma
non
molto... e poi quando non trovava un fesso, ne ha visto un oscemo
più degli altri e tac! incinta! Quella feccia lì!
Quella
che una volta da bambine mi aveva detto che mi regalava un giocattolo,
che a me regalavano sempre roba da cinesate o giusto per il pensiero, e
poi la stronza merdosa che è, perchè non
è
cambiata, è andata dalla mia familia, nonni e genitori, a
dire
che avevo rubato.... stesse cose che tutti nelle scuole hanno fatto, e
senza sentire me, senza volere prove o niente, bam! sei stronza, ladra,
feccia, colpevole. E ha figli, non uno, figli... e così come
quegli stronzi. AH, sarebbe bellissimo prendere a tutti loro i figli
del cazzo, che la gente considera i loro mini Me, e darli ad
altri
così che siano cresciuti senza mai, mai, sapere chi erano i
loro
merdosi parenti. E io davanti a loro a ridere e dirgli -urlate,
urlate e fate casino quanto volete, chi chiamerete, il
gabibbo?
apparirete in tv urlando che la povera disgraziata a cui avete rovinato
la vita vi ha tolto -i pezzi de core- e il vostro diritto,
stronzata, di genitorialità è stata lesa da me?
Moi ! E
loro ad urlare che si, ero stata io perchè in quel mondo che
ho
creato io ho potere, per una volta posso guardarli in faccia e
ridere... ridere,ridere,ridere come un figlio di n'a mignotta! che a me
favevano i gradassi e poi... non lo hanno fatto più, qualche
giorno fa"... facendo cadere con un colpetto dell'indice la cenere "e
ridere ancora e da stronza, dicendo loro che sono io ora ad avere forza
e potere per no farmi più pestare la testa. Che io, ero io,
che
ballavo sopra di loro, e fino alla loro tomba, là sopra,
sulla
terra a pestare i fiori e dire -AH-AH!!! vi piace!? Coem ci si sente
ora ad essere come vermi mentre chi è forte e con potere vi
schiaccia? I vostri figli vanno avanti come ho deciso io,
senza di voi e
senza ricordi, crepate fino all'inferno...!- Avere il potere di alzarmi
ed essere io forte e con potere... Io a buttare a terra la gente e
farla sentire niente... "
"ma questo in uno dei mondi che hai creato... non nella
realtà!
perchè sai che s elo facessi solo per sfizio, non essendo da
te... saresti come loro. Eppure qualcosa vuoi combinarglielo..."
"Chi lo sa....! Quando non sarò ispirata dal volerli veder
soffrire come dannati all'inferno..." rilasciando dopo un tot di
secondi il fumo "EH! MI viene in mente quando nel gruppo di Zay o nel
suo profilo scrivevo delle cose per farmi due risate. Come la storia
del cane. Come molte cose prendevo cosa lei diceva come le pinze e poi
le riusavo per giocare con Phib e con chi diceva di avere intorno. E'
stato uno spasso l'aver parlato del cane... Gremiolion.... mi
è
sempre sembrato familiare questo nome ma non so dove o come, ma volevo
vedere la faccia chi di leggeva quei testi e capire cosa pensassero del
loro giochetto! Una volta Zela e Phib mi dissero che cèra
altro
dietro, e il secondo mi disse che era tutto orchestrato dagli
stronzi
del forum e io per infarcire la cosa ci ho perso del tempom e creare
scenari di ogni tipo da farli impallidire! Ah che
divertimento vedere le loro beghe rigirate! O come la storia della
pietra rossa. Avevo parlato delle Aes sedai a Zay e nella chat di
gruppo avevo postato la foto della pietra metnre eravamo tutti e ogni
tanto cèra un dialogo a due e appena Phib urlò
-è lei! è lei! La mistica pietra magica dal
megapotere
che bla bla- e io ricordo che rimasi a chiedermi -ma questo
è scemo!-. Non gli ho mai creduto con la storia della
pietra,
non era possibile che postassi una cosa e sempre lui aveva collegamenti
e altre cose. Ma la storia di me, il cane, e le smerdate... ah ah ah!"
rise ma malamente si mise a tossire con un suono profondo e raspante,
cerecando di riprendere mentre il suono sembrava di qualcuno con
problemi grossi. Il suono sembrava di qualcosa di brutto nel suo petto
e ogni colpo di tosse finiva come un mantiche bucato che sfiatava in un
brutto suono, perfino quando cercava di riprendere fiato a tutti
polmoni.
"vacci piano con le risate di petto, ogni volta per un sacco di tempo
ti ritrovi con i polmoni in fiamme o se te lo accoltellassero e un
rumore soffiante. Per quelle
storia chi lo sa, io stesso amo i misteri e certi argomenti, magari..."
"Cambiamo discorso... cosa dicevi prima?" continuando a fumare e
preparando una sigaretta nuova mentre tratteneva ad ogni tirata tutto
dentro il tot di secondi che aveva deciso.
"prima prima...? OK... INizio ad aver paura come la prenderanno. per i
cambiamenti, intendo. Loro non sono te. Tu non hai
nessuna pulsione o spinta di niente e con nessuno, ma non loro. Se
vieti..."
"Calmati tu, ora!" gli disse alzando la voce, incronciando le
braccia
con espressione arrabbiata "non è ho mica detto c he questo
posto deve diventare un convento benedettino. Sono già
sparati
di testa, se gli tolgo gli sfogi o non ne metto di nuovi
così
poi sono calmi e rilassati, qui diventa un casino. Ho solo detto di
cambiare le regole... tu sei grande amico di Madame. Dai tempi
d'oro..." disse l'ultima parte velando una risata.
"Per agganciarmi con questo discorso a prima... che hai volutamnete
sorvolato al solito, perchè non mantienti i tuoi prositi..
ricordi -voglio raggiungere cose che non sento!-... siamo amici,
vero? E gli amici parlano di tutto e danno anche consigli. Ci sono cose
che hai detto da Zay e Ric a noi, e cosa hai detto solo
perchè
hai capito che alla gente piace sentirle dire... una di queste era il
concetto che dicono in molti del -almeno una volta, prima di morire,
volevo provarlo-. Ma tu hai mentito a quei due e quando hai preso in
giro alcuni a cui hai inteso il messaggio. Tu non provi niente, non
puoi provare niente di quello e ne avere anche solo un'esperienza. OK,
lo dico chiaramente. Hai allontanato soggetti secondo me, che
conoscno..."
"couff , coff..." fingendo un colpo di tosse ma er aun modo suo di dire
che non era così
"... li conosco a livello lavorativo e da incontri... va bene? AD ogni
modo, da quello che so, sono persone interessanti e colte che potresti
almeno provare a..."
".... eh..." facendo un verso
"... so che probabilmente non ti vedrò mai come tutte le
donne
in generale che sospirano, guardano languidamente, come scolarette con
il professore belloccio e figo dietro cui si sdilinquiscono e via
dicendo. Non sei così, non hai impulsi, desideri e odi..."
"uff... perchè è così difficile per
tutti quanti
capire che sono così, basta!E anche se provassi ma mai
accaduto,
non mi interessa...perfino le tue amichette, una donna
che fa quel mestiere, perdona il mio dire, che ha un compito, oltre
essere un oggetto da presenza, ossia dare ciò che l'uomo
vuole... seriamente, donne che fanno questo mestiere a livello
professionale d'alto livello che -vengono- appresso al cliente,
non per
essere stornza, ma trovo poco professionale ciò. Un
professionista di quel settore dovrebbe dare ciò che il
cliente
paga dividendo piaceri personali da quelli lavorativi. Tranne i
soggetti che sono malati da aver bisogno sempre di sesso, quelli li
capisco e non posso edire niente...E'... una delle
poche professioni dove per me chi fa come loro che sembrano gatte in
calore e con gli ormoni alle stelle... valgono davvero? Ok, il loro
valore è dato dal mostrare e far percepire in ogni modo e
cosa
fatto -sesso- da un punto a cento chilometri, catalizzare gli sguardi e
gl ialzabandiera. Ci stà! E' il loro lavoro, sono fighe,
hanno
corpo e quella che chiamo -essenza sessuale- della donna da monta
che vale quanto le si paga. Alzo le mani su questo... ma è
appunto cosa emanano per ora fammela mettere così che porta
chi
ne è atttratto dal... completare ciò che
volevnao. Ma se
come hai detto fanno cagnara come
donne qualunque, anche con il oslo scopa-amico... non sono
professioniste. Le piaci? Può darsi. Sono contente di ...
stare
con uno come te... togliendo i soldi e cosa ci guadagnano... coff!"
fingendo un altro colpo di tosse metnre lui la guardava come per dirle
di non prenderlo in giro qanche se sentiva ancora nel suo respiro e i
colpi di polpomi per liberarli dei suoni non rassicuranti"... ma trovo
disdicevole per una
professionista mixare personale e professionale a tal punto da ululare
con te... seriamente, non ridere per come lo sto dicendo, e guardami...
posso capire questo comportamento da chi ha quella amlattia per cui se
no nfa sesso sta male, te ne ho parlato anche per dar loro un lavoro e
dignità, al nostro servizio, sfogando i
loro
problemi di salute
diciamo... e lì con loro, maschi o femmina posso capire!
Sono
malati di sesso e devono farlo e venire. Ci stà, chi sono io
per
giudicare! ma quelle che ti porti dietro sono come un ago metnre cuci a
mano che ti è caduto sulla seduta della sedia, non te ne
accorgi
e ti finisce in verticale denrto proprio la chiappa..." vedendol
oscoppiare a ridere. Quando Milan rideva sembrava un bambino
"sei ancora sconvolta per quell'uomo di mezz'età e le sue
due
sfere degne di un programma sui problemi della pelle... ok, a
parte gli scherzi, non guardarmi male... qualè il problema?
Si
divertono anche loro e..."
"E qui ti sbagli! Se si divertono, perchè pagarle? Non sono
malate. Sono contente che tu no nsia un vecchio come ceerti personaggi
della politica o ricchi o potenti con cui vanno, che
attizzano solo le
malate di soldi e gioielli che... lascia stare! E' stato orribile
vedere la verità nelle stanze di Madame da capire come ci si
svende per lavoro per uomini che non avrebbero neanche mezza amante per
varie cose. Niente contro di loro, ma sembravano pervertiti e ancora
oggi mi chiedo come ci si riduca così per fare sesso! Trovo
da
pazzi come diventi la gente per -amore- e desiderio sessuale. E
non iniziare! Se io non sento e non voglio, non ho intenzione di
avvicinarmi a chiunque, anche amico, solo per la cazzata del -provare
almeno una volta-. Mai più, l'ho giurato a me
stessa, mai più cosa ho provato di orribile con
Rò. Se
fosse stato per provare o superare i miei terrori, credimi, avrei
tranquillamente per come la penso, cercato un professionista
che fosse
per me interessante per l'aspetto, come hai detto tu, e pagato.
Preferisco pagare in questa lontana ipotesi..."
"con sommo dispiacere di chi vorrebbe essere uno scopa-amico" ridendo
di gusto mentre gli vibrava il cellulare sul tavolino dietro
"aspetta... no, lascia stare. Devo andare in inghilterra e non ci
vedremo che domani, forse, se no n mi libero prima, ma ti prego,
raccontami di
nuovo la questione dell'accompagnatore..." ridendo
"che gentile... ti stai burlando di me!" fumando dal bocchinotenendolo
tra pollice e indice
"Sai che non l o farei, è solo che sei comica, giuro mi
viene da
ridere, perchè hai modi di fare e parlare che rendono comica
anche una cosa seria... ok, sono tornato serio... seriamente, trovo un
pò assurdo che tu dica agli altri -vuoi uno scopa-amico? ok,
tua intimità ma non rompere con gelosie e affezione le
scatole
agli altri...- oppure come hai detto se devi proprio, meglio pagare
un professionista..."
"Tu non dovresti ridere delle cose... non da te..."
"non iniziare con ciò che ti dissi il primo giorno come
benvenuto, quando mi dicesti che accettavi come cavia se ti
conducevo
per mano all'andare via, per come tu lo intendi..." le disse con
sguardo eloquente
"Ok... partiamo dalla questione delle tue amichette. Come ti ho detto
epr me non sono professioniste se si comportano come adolescenti in
preda agli ormoni. Sei pagata bene e accetti di fare anche quel
servizio come professionista a cui dai un servizio. Ma se sei
ciò che dici di essere e perchè sei
pagata, da dove viene la cosa che loro devono.."
"... si, ho capito. Il tuo ragionamento fila, è vero che un
professionista in certi mestieri dovrebbe restare nel suo -personaggio-
e dare ciò per cui è pagato..."
"ma non dici niente, o meglio, cerchi di sviare la cosa
perchè a
te, come a tutti gli uomini, piace che la femmina sia soddisfatta, da
voi lo indico" facendo gesti con l'indice mentre parlava
"perchè vi fa sentire -capaci- e ..."
"stai tirando fuori di nuovo certe cose. Se ti seguo, finisco che
faccio notte, oggi..." le rise ma si vedeva che era punto sul vivo
"guardati..." rise lei "non riesci a nascondere la questione e ora che
sono io a condurre il discorso, ti stai arenando perchè sai
che
ho ragione. anche tu come ttuti VUOI che la donna non sia professionale
a tal punto da fare il suo lavoro senza coinvolgimento. Altrimenti la
definiresti solo -una botta e pago-. E ti rode, perchè per
un uomo vedere e sapere che ha fatto qualcosa definita da uomo e che
abbia -fatto- ciò che...."
"..cosa dovrei dirti?" fece lui serio, sporgendosi con la testa verso
di lei con gli avambracci sul tavolo
"non voglio niente detto da te. ti sto spiegando ceerte cose... dico
solo che vorrei che tu... vedessi le cose meno... coinvolte? non posso
capire, ma comprendo come tu ti senta soddisfatto e...
uomo?... se sai
che la donna ha... con ciò che hai fatto. Va bene. Il
problema
è che se la -professionista-è troppo coinvolta e
cè questo, come andrà a finire più
avanti se le
viene in testa di pensare che è qualcosa di più
di una
lavoratrice di qualità per te e non altro? Voglio dire..."
"Hai paura che possano andare oltre, innamorarsi, sentirsi appagate e
... va bene, ti ho sentita e capita.Hai paura che possano spingermi a
portarle qui o nelle mie stanze, che sentano e vedano cose... ho
afferrato. Nonsono così debole per una donna, sai?"
"si per le cose mistiche-coff coff" fece lei portandosi veloce il
bocchino alle labbra celando però il sorriso di scherno che
balenava, menter lui contuinuava accigliato
" E comunque
comprendo che
ci tieni a tenere le cose lontane dalla gente in generale
per sicurezza... tutto ciò che hai sempre detto è
corretto e per il bene dell'organizzazione ma sono umano anche
io... nel caso trovi una ragazza che mi interessa e che
voglio
tenermi vicino, chiederò a te se va bene..." sorridendo
"E per far che?!? NOn sono mica tua madre!!" turbandola "vorrei solo
che il giorno in cui trovi qualcuna di decente, per ovvie
ragioni, prima
che ti si appiccichi come una vongola su uno scoglio per i -sacchi- e
la
tua posizione..." indicando con l'indice e pollice della mano sinistra
il gesto dei soldi italiano "visto anche dove le porti e da chi, non
pensino di
aver fatto fortuna o peggio, perchè non cè niente
di
peggio di qualcuno innamorato... non si innamorino di te da fare le
pazze
scatenate. per favore... solo questo..."
"giuro! solo qualcuno di valore e meritevole al mio fianco e che
può metter piede nel nostro piano o altre parti. Anche se,
con
chi credi aver a che fare?" le disse ridendo bonariamente
"con qualcuno che ama troppo roba pacchiana, la sua posizione, il
potere e..."
"me lo dici sempre, ho capito! E la seconda cosa che dovevi dire?"
"Basta chiedermi di seguire tutto ciò che cè
nella frase -voglio raggiungere cose che non sento!- ,
perchè lo trovo
offensivo! NOn puoi fare, almeno tu, pressioni perchè pensi
che
io debba fare qualcosa che no nsento e non voglio. Te l'avevo
già chiesto! SArebbe la stessa cosa che facevano i miei o
Rò, è mortificante perfino da te.
Perchè sarebbe
come un mezzo rimprovero di qualcosa che per tutti, una
persona dovrebbe
fare perchè è così o sarebbe scemo..."
"ho capito..."
"no, perchè continui a rifarlo. Sarebbero cavoli miei e va
bene
che lo dici una, meh due volte... ma basta! Se volevo come ti ho detto,
preferivo pagare un tuo collega, perchè se devo
darla a qualcuno
che vuole solo farlo come Rò , perchè poi se la
tiri che
gliel'ho data, facendomi sentire uno schifo come fece lui... e non
voglio
più ne sentirmi e ne provare cosa mi ha provocato..."
"adesso sei tu che mi stai prendendo in giro... per il resto posso
capire...."
"NO!! " fece lei alzandosi di colpo con le mani sulla tovaglia "non
puoi capire, solo chi è come me o ha vissuto lo stesso
possono
farlo! Rò mi derideva facendomi sentire uno schifo
perchè
ripeteva che dovevo usare la -pesca-, altrimenti che senso aveva
averla,
ripeteva? E mi diceva -che vuol dire che non ti viene, non lo
senti o non ti ci vedi a farlo e quindi niente? Io a quattordici anni
l'ho fatto con una ragazza più grande e ho cambiato
idea...-... vuoi farmi sentire uno schifo anche tu?" protendendosi
sul tavolo per guardarlo negli occhi "solo io cosa ho provato, come mi
sono sentita ad avere gente che cercava di toccarmi o come lui, a
strusciarsi tu che sei maschio sai come, addosso perchè
pensava
che fosse per me eccitante. O mi metteva le mani sotto i vestiti. O
come quella volta nella sua casa di campagna, che stanca della mia
famiglia, di tutti, di lui pensai -ok, basta. tutti a dirmi quanto
figo fosse, e vediamo...- per poi ritrovarmi in uno schifo che mi
perseguita ancora oggi! Come una di quelle idiote che scrive ad altre
idiote -sto ferma, lo lascio fare e aspetto che finisca!-. Non
sentire o provare niente dopo che mi disse come fossi un cane -togliti
tutto e mettiti
lì-... come mi lasciò come un'imbecille a
rivestirmi
perchè anche se non abbiamo fatto niente, io non
sentivo o
provavo niente con le sue mani di sopra, come mi sono snetita un
oggetto e una delusione per l'ennesima persona perchè non
ero e
non davo cosa voleva!! E quindi basta, Milan! è denigrante
sentirmi dire quasi come per intedere -sei stupida se non provi-
come detto da tutti, le stesse boiate e peggio come se fosse qualcosa
di male! Tu hai le tue amichette? Buon per te! Io non voglio soffrire
alla stessa maniera o peggio, non accetto di essere più
l'interesse solo sessuale di qualcuno e basta! Me ne fotto di chi mi
sta intorno che spera in qualcosa che non sento e non provo,
e mi fa
sentire sbagliata."
"Non è per questo che lo dicevo..."
"NOn ha importanza! Tu non sai gli attacchi di panico che mi vengono se
qualcuno è troppo vicino o ho la paura che voglia solo
quello.
Non puoi saperlo e comprenderlo. NOn riusciresti a provare empatia per
me perchè non sei vicino a me nei momenti di
terrore, che
vorrei
piangere per fuggire all'idea di ritrovarmi sotto le mani di qualcuno o
costretta a far fare a qualcuno cosa vuole sopra di me! Tu puoi dirmi
che capisci? NO! Me ne frego che quella cretina di Sorella che hai
messo tra le Muse dice le solite cagate edl tipo -sono shock del
passato che ritornano- intendendo di vite passate. E tu che ci
credi. Basta, Milan!" smettendo di essere dura e abbassando la voce a
un tono amichevole ma triste, risedendosi "Siamo amici, non
abbiamo problemi a
parlare di qualsiasi cosa, mi racconti perfino ogni cosa di intimo e
sono titubante se essere degna di un'amicizia del genere. Ma come
già sai, se io volevo avrei preferito pagare qualcuno
perchè fosse almeno dignitoso per me... perchè
non mi
vengano gli
attacchi di panico che chiunque, da amico o conoscente o chi altro con
cui ho conoscenza da considerarlo di fiducia. Niente legami
sentimentali, e intendo l'altra parte, da rompere le scatola per cose
in più o pressare per il mero sesso. o dirmi che devo darla
perchè altrimenti non possono amarmi, o che devono amarmi
tutta
per dimostrarmi il loro affetto. Io, che volevo solo essere nel cuore
di qualcuno..." scuotendo amaremente la testa "Io da Rò
desideravo
consdierazione, vicinanza, il suo tempo, del tempo passato con me,
qualcuno di cui mi fidassi da non finire come con lui, io... desideravo
solo qualcuno che restasse al mio fianco da donarmi il suo tempo e la
condivisione di cose per le quali non ho fatto altro che viverle da
sola... sono stata sempre e solo sola, e chi all'inizio
pareva
amichevole, appena mi conosceva, ecco che ero non in linea
con
gli
altri, quindi è strana. Per cosa, poi? Interesse, hobby,
modi di
pensare... ecco come l'umanità distrugge tutto per le
cazzate.
Peggio si può amare qualcuno solo scopando... e fnisce pure
il
legame. Se tu tieni nel cuore una persona ma questa vorrebbe bruciare
tutto, compreso l'affetto e il legame per lo sbavare per la pesca dove
tu non sei....Uff... Desideravo solo qualcosa che nessuno mi ha dato.
Un legame da pari.
L'avere accanto qualcuno che non finisse come tutti per dirmi cosa
fare, cosa essere, come essere, cosa fare, da non trattare come pezza
da piedi... non darò mai niente di me in quel senso a
nessuno
che mi è vicino, e se avessi voluto ursarla come
disse
Rò, meglio pagare qualcuno che
ti dia ciò ti faccia capire oltre la teoria ma con
dignità, dietro pagamento ma che non pretenda o
si comporti come già so, che gente che alla fine delude e
distrugge. Se cè sesso ormai so da tutte le storie nel
mondo, le
eprsone scompaiono pure dal cuore. QUindi basta!"
"Lo farò..."
"Ho compreso solo che l'amore come lo intendono tutti fa solo male, che
quando ti si dice che ti si ama tutta, significa che si vuole
solo
sesso, poi quando passa la voglia, l'amore smette. Se sei una
persona
libera sei facile e da denigrare. Se vorresti come me finalmente
qualcuno che ti consideri perchè sei tu e da cui sogni del
tempo
e momenti da considerare preziosi, si finisce solo con il battere la
testa sulla stessa cosa. Il sesso. Tu con le tue cose, Alaric e gl
ialtri con le loro, la gente che ci prova e faccio finta di niente...
chi mi vede? E come? Cosa vogliono da me, veramente? Come con
Rò,
ho capito che il tempo di vedersi e passare del tempo insieme
cè, anche se ti si era detto che avevano troppe
cose da
fare da vederti sei volte in un anno... ma col sesso se la dai, ecco
che sono subito disponibili!. Ti viene detto sempre che l'amore
è condividere
l'intimità. Quindi farlo. Ma ho capito solo che
intimità
alla fine non è più cme una volta l'amore
sessuale, da
non unire all'Amore, ma il conoscere la persona e sapere che qualcosa
condiviso e fatto insieme non andrà a finre sulla bocca di
tutti
o messo online o comunque di pubblico dominio. Se non la dai sei
frigida e con problemi, se vuoi vivere provando sei solo feccia. Se non
la dai, non dimostri il tuo affetto o considerazione. Metnre se sei tu
a chiedere del tempo e la vicinanza, il calore di qualcuno... niente
sesso? Allora niente, ciao... ecco cosa so e ho capito. QUindi basta
parlare di me in senso... E poi..."
"...giuro! cosa..."
"sei offeso perchè ho parlato del tuo collega ipotetico?"
sorridendo beffarda, nel modo in cui appariva quasi sensuale ma era
solo l'impressione, indicava solo che sapeva o aveva capito o giocava
le sue carite, o ancora era sicura della cosa.
"sono solo turbato dall'idea o meglio, la risposta tra un uomo
conosciuto e un professionista..." ridendo divertito
" semplice... poche parole! con una persona conosciuta cè il
rischio che sia... come dire... uno che voleva già che
gliela
dessi e quindi prende la cosa in maniera molto personale da finire a
fastidio se pensa che potrebbe esserci a ltro, che sia fisico che
no.Non importa se tu tieni nel cuore qualcuno, tu sparirai appena dirai
no, non la darai. Non ti concederai tutta? Allora non amavi veramente o
abbastanza, così ti si dice, facendoti male dentro. E
perdere
questi soggetti è la miglior cosa...
mentre... un professionista..."
"non ha intenzioni, motivazioni, interesse... a parte il compenso, ma
ho capito ora il tuo modo di pensare. Qualcuno che conosci e che per
molti sarebbe la scelta migliore per un'esperienza più
intima e
privata è fuori discussione, perchè tu sei tu, ma
non gli
altri. Sarebbe fastidioso come sappiamo dai fatti nel mondo, se
dovessero svilupparsi imprevisti con queste persone da farti venir
voglia di strangolarli " facendola ridere " e ancor adi più
sarebbe per come sei, qualcosa che ti farebbe imbestialire,
scoprire che se avessi dato o una o due volte, anche se per
te
non cè
niente, comuqnue chiunque fosse stato asrebbe stato tronfio, visto come
era andata con Rò che creedva di aver vinto e poi
è
rimasto a bocca asciutta, di averti avuta. MI è chiaro,
certo,
come per te sarebbe meglio non scendere a compromessi con nessuno per
il sesso, alzo le mani su questo, dal tuo punto di vista è
chiaro. Se a tenon interessava niente altro, che solo provare
o
solo
roba sporadica, non avrebbe reso la cosa ugualitaria dall'altra parte.
Va bene, ti concedo questo scacco matto sul fatto che a quel punto,
anche dopo quell'esperienza finita in tragedia, meglio pagare qualcuno
che è solo un professionista che sa, e ho capito anche la
frecciata, tenere privato e lavoro divisi. Grazie per le tue perle di
saggezza. Farò attenzione alle leste di cervello e
anche io
sarò professionale. E nel caso accada il miracolo di trovare
quella eprsona che vorrei al fianco, se prima del tuo viaggio per
l'Oltre, sarai la prima ad averla d'innanzi..." ridendo per la
punzecchiata.
"Sai, avrei voluto che qualcuno mi conoscesse abbastanza da non dover
specificare ancora come adesso le questioni. E che... avesse fiducia e
comprensione tale da non voler toccare il mio cuore per giungere ad
altri lidi..."
"di nuovo indovinelli...?" sorrise lui, ma la vide seria
"Esisterà mai una storia, e non parlo affatto dei piani o
mondi
paralleli di cui tu credi, in cui possa esistere tale e quale a
ciò che sono.... sia nel cuore che nella mente di qualcuno
al
punto da accettare per amore di lasciarmi andare, e cavalcare
i ricordi
con i momenti miei e suoi in una storia, o più storie, dove
io
avrei avuto il cuore? Il cuore. La motivazione di tante cose.
Un'essenza, non l'anima in questo caso, per cui bastando conoscere il
cuore e... non vi è possibilità di errori ne
incomprensioni. Per tanti io non ho un cuore, o almeno, non ho un cuore
nel termine normale che possa comprendere l'amore come lo si intende di
solito, da non dire la mia secondo il mio punto di vista. Ma
questi sono
quelli là fuori. Se vi fosse la possibilità di
donare il
proprio cuore, proprio prenderlo e darlo anche morendo, chi se ne
frega, a chi si ama perchè lo custodisca meritandolo,
perchè possa averlo come... mh, come un contenitore della
persona da avere per semrpe vicino, ma no nsolo questo, che tenendolo
non so in mano, si comprenda e capisca la persona a cui apparteneva..."
"sto seguendo ma mi sto anche perdendo..." disse con un sorriso lui
"...tu zitto e ascolta perchè è un concetto che
ti
è uscito, si, proprio a te, giorni fa preso dai bicchierozzi
di
alcool con i tuoi clienti e poi resti nei salottini da solo e straparli
e io devo ascoltarti...Se
io dico che bisogna capire il cuore di una perosna per comprendere
scelte, motivazioni e tutto ciò che ha fatto, detto,
deciso...
la gente ovviamente penserebbe alla profonda parte di ognuno di noi che
a volte teniamo nascosta. E che nessuno ha intenzione di conoscere.
Meglio che vada a genio come gusti e caratteri e sia interessante
all'incrocio dei suoi pali... ma se fosse possibile prendere il cuore
come qualcosa di fisico o anche no, da estrarlo da se stessi e
lasciarlo a chi può e merita di tenerlo, aprirlo, ascoltarlo
o... che so, vedere l'interno, che racchiude le cos epiù
profonde di una persona... Sarebbe bello sapere... eh, adesso mi viene
in mente una cosa che dissero quelli del gruppo di Zay una volta.
Dissero -un giorno ci incontriamo e passeremo una o più
giornate insieme, cucineremo insieme e bla bla-, insomma hai capito.
Ricordo quanto fossi contenta perchè sembrava che nonostnate
tutto accettassero la me, senza finzioni ne altro, che si presentava
tra loro. E per me, che pranzare con e averle i miei intorno
per
prepararmi un
pasto con cosa cèra in casa mi portava ad esaurimento e
voglia
di mangiare in fretta e scappare... Non riuscivo a condividere la
tavola,
il pasto, un momento di oslito prezioso e chiave per legarsi e
condividere le giornate, el cose... e pensavo che magari finalmente...
cpèra qualcuno con cui non avrei provato il rifiuto che mi
montava ogni giorno a ogni pasto. Con quelli che ho lasciato
là
fuori... possiamo dire che fosse una storia mia e loro che potevo
scrivere come girono felice su di un diario..."
"..." giocando con un cucchiaio contro un Guglhupf che stazionava nel
piatto con gli altri, vuoti, perchè solo chi ne prendeva uno
caricava la crema tra quelle rpoposte a tavola nell'incavo.
"Mi incazzo, cambiamo discorso?" fissandolo male "So solo che nessuno a
casa vedeva e
sentiva. Come te adesso!...Mi sentivo sola come un cane, vegetavo in un
tipo di vita non
per me, un proseguire giorno dopo giorno e con la lista della spesa che
per me non era vita. per me era un supplizio! E dovevo vedere la feccia
che mi fece del male fare due passi alla volta per la loro merdosa vita
guadagnando cose mentre io stagnavo non di un passo, ma di uno fermo o
in retromarcia... e dovevo sentirmi dire ogni giorno da loro -vai
via e
te ne vai in una casa tua!-, senza capire che questo ocme tutto mi
portava dolore e sofferenza. SE ME NE FOSSI ANDATA!...." disse con
nervoso, fumando con il bocchino che portò tra indice e
medio
come rabbia, tirando tantissimo il fumo "il dolore di ogni frase era
come se mi accoltellassero e peggiorassero la sofferenza, ma nessuno mi
ascoltava e ogni volta che parlavo, mi lamentavo,m i sfogavo, che
volevo
mi sentissero... ero sempre rimproverata con urla, mani sbattute sul
tavolo, cose buttat eper aria e incazzatura epr ore contro di
me,
portandomi solo a una cosa... scappare e chiudermi in camera,
dove ho
vegetato e basta. Agnognando la morte. Volevo solo quella. La morte. La
pace, L'andare via se non fisicamente in toto... ma nessuno mi ha mai
ascoltata, portandomi a decidere a modi poco cruenti per farlo...
smepre sola, sempre fottutamente sola e andandomene da sola, sapendo
che poi sarei stata odiata perchè -non ho pensato a chi
restava- come dicon o tutte le merde, accusando la gente
giù
disperata di essere pure merde... senza pensare alla sofferenza... non
l'avevano vista, vuoi che pensino a te anche dopo che hai deciso di
morire perchè, tranne quelli solo in un periodo nero, era
l'unico modo per una scelta tua e solo tua per te stesso per una volta?
OH, NO!!!.... tuti mi lasciavano sola, anche s efacevano i buonisti
dicendo che ero io....E...nessuno che possa scrivere di me per davvero
e qualcosa che fosse ME e la vita che fosse felcie per me, almeno il
poco che volevo, che raccontasse di me in esistenze che mai
vedrò... non un cuore dove io sarei rimasta, per
davvero, se non per interessi loro. L'amore è una emrda, una
farsa, uno schifo e fa solo male..."
"..."
"ma nulla avvenne, perchè tutti iniziarono a... lasciamo
stare. Mi stanno tornando in mente il mio diciottesimo, e..."
"quale parli, della sera prima con i tuoi compagni di classe,
che
tuo
padre ti costrinse ad invitare per un'oretta in una rosticceria con i
tavoli, lui seduto dietro ad osservarvi e i tuoi compagni che si
facevano i cavoli loro, tra loro appunto, mentre tu eri
sempre al
solito, sola tra gli altri?" le chiese, mentre lei con gli angoli della
bocca in giù voltava il viso verso il giardino dopo il
bovindo
"o della sera con la famiglia, altra cosa che hai dovuto fare, con i
tuoi che pagavano con i buoni pasto del lavoro, facendo fare una
scorrettezza del proprietario che vi ha fatto trovare niente di
ingredienti del menù, avete mangiato quello solo che era
già pronto e ciliegina sulla torta, la torta appunto..."
poggiando una guancia contro la mano sostenutaq sul tavolo col gomito
"... di
compleanno che tuo padre ti ha ordinato a parte nelle pasticcerie
economiche... ah, quella torta messa nei frigo del ristorante con
fastidio del proprietario, è finita per essere appena
scartata,
una torta per la nascita di un bambino... una torta azzurra, per uan
volta azzurra o blu come ti piaceva, ma per nascita di neonato,
maschio... e la cameriera che ti ha sbeffeggiata mentre metteva i
piatti, dicendoti mentre utti i parenti commentavano la cosa
-vabbè, fai finta che sia un augurio del futuro- ... e con
te che ti era salito il crimine, a tal modo da voler far
volare
tavoli e
piatti e romperle la faccia. Si, me lo ricordo... Accidenti, voglio
altro caffè e ora mi tocca versarmelo, dovè la
caffettiera in argento?" chiese voltandosi in giro visto che i
camierieri erano altrove
"ecco perchè parlavo del cuore. Della motivazione. Del
perchè. Di ciò che la gente non sa, non vede, non
capirà mai... e dicome sarebbe stato bello, non avendo
vissuto
un briciolo di ciò che hanno fatto le fecce che... quali
storie
ed esperienze avrei vissuto? O ancora, chi mi conosceva e mi lasciava
andare con amore, cosa avrebbe scritto in un ipotetico libro su di me?
Su di me. Sulle mie possibili vite o storie. Accadimenti. Di me e lui,
o loro o... Sono sempre più convinta che anche qui con voi,
non
troverò un briciolo non di ciò che cerco,
perchè
è da molto tempo che non cerco ne aspetto più
niente. mCosì come non trovo...
Niente miracoli. Niente speranze. Ninete cio che volevo vedere sulla...
Non è rimasto altro che un profondo abisso in me non
riempibile.
E dopo ciò che mi hai detto ieri sera su Veròna,
su cosa
sarebbe veramente e che solo io te lo avremmo saputo..." scuotendo la
testa mesta fino alla fine
"ieri sera?" chiese lui distratto mentre si versava il caffè
e
cercava un posto dove metterlo vicino, senza rovinare la
tovaglia
"Non sarà freddo come questo mio tè...? Oh, che
ci
importa, vero? La vita stessa è un piatto così
freddo..."
fece lei prendendo di nuovo la tazza che non fumana più "E
si,
ieri sera per la seconda volta sei entrato nella mia stanza
dicendo che
dovevi parlarmi di Veròna e che l'unica vera e
sola
Strega esistente ero io e solo io..." vedendolo quasi sporcarsi con il
caffè per la testa che sollevò di colpo
ascoltandola , e
la
faccia tra il confuso e il preoccupato "e continuando a dire che
Veròna non era solo la pedina, il personaggio introdotto in
un
ambiente di cui non fa aprte per stravolgeere le cose...
Veròna
è la mia personificazione che agisce e si comporta come me,
per
ciò che sarei veramente, e che le sue azioni e giudizi sono
un
mezzo nel grande gioco che lei governa con le sue regole, nascondendo
la sua vera... verità!" fissandolo negli occhi mentre lui
puliva
con un tovalgiolo prima bianco, e come sudando freddo e
dicendole -aha!...aha!" portando sempre gli occhi verso di lei come
terrorizzato "Veròna
è l'altra faccia della mia medaglia ...dicevi... -Immagina
che
questo mondo veda la strega come padrona. E in questo
mondo vi è una bolla che contiene un sogno, in cui sei
ciò che dovevi essere in un mondo in cui dovevi essere, in
un
mondo in cui rincorri le cose e un mondo che questa volta ti vuole...
Ma quello era il tuo sogno, e solo il tuo. E quella bolla è
protetta dentro la Strega. Che protegge. Nessun rimpianto, niente
rassegnazione, niente consapevolezza di non essere e aver perduto
niente. E poi... quella bolla un giorno sarebbe mutata e
Veròna
sarebbe andata a dormire un sonno di pace, dopo aver lavorato
come
doveva, permettendo a te di nascere plasmata da quel sogno... Hai
scelto di delegare o affidare il tuo destino al lancio della moneta.
Hai scelto di delegare te stessa come rinascita o meno, nella
speranza di un miracolo..."
"Mh..." lui continuò
"In pratica hai detto...Così ampliando il sogno, e
immaginado che se avessi risolto una parte del Cambiamento,ed
eseguito il suo rituale per la rinascita della Me che sarebbe vissuta,
avrei avuto un miracolo.Io... no, noi.. me di adesso e quella
che
poteva
essere... non eravamo in grado di decidere il nostro destino per noi
stesse. e così l'ho messo nelle mani del destino. Dando a
Veròna il colpito... qualcuno che potrebbe trovare la
salvezza
per noi usando la sua rabbia e misericordia mutandoli in un miracolo.
Un mondo migliore e il seme di una nuova me che rifiorisce dopo che
Veròna ha espletato le sue funzioni.... forse saremmo tutti
uniti, ed essere liberati di questo. o qualcuno potrebbe
essere
stato misericordioso e porre fine a questa follia.... la discussione di
ieri sera ha solo poste nuove domande e dubbi..." bevendo ma con una
smorfia, odiando le cose fredde tranne d'estate.
"Ehm... perchè non ne parliamo? Ho..., sai, passato una
brutta
notte e vorrei chiarire con te cosa ci siamo detti, se lo ripeti,
così chiudiamo la cosa lasciandoti con chiarimenti... " le
disse con un sorrisetto che pareva falso tendente al disperato
"Mi avevi promesso quella prima notte di non tornare mai
più,
perchè volevi solo un posto lontano da orecchie per parlare,
e
che solo per emergenza lo avresti fatto... e invece siamo a
due, che ti
trovo in camera mia e non mi fa affatto piacere..." disse lei fredda e
pungente, guardandolo però da sopra il bordo della tazza
come se
lo osservasse e valutasse... ad ogni modo se non ricordi per una
nottataccia... proseguo. Dissociazione, fuga, lasciarmi andare, usare
ancoraggi con la musica per -vivere- là dove io sarei
stata rispetto la realtà. Ma è solo finzione,
come visto
fino ad ora. Quel mondo, quei mondi, quelle vite mai vissute in carne e
ossa... non esisteranno mai. A meno che...ma non era un'abdicazione del
mio destino, perchè non lo accettavo come non
accettavo
tutto il resto.non era rinuncia perché mi impegnai in quel
lancio di moneta. con estrema chiarezza e determinazione. E poi l'idea
della strega che ti venne. E la proposta di ieri notte..."
"mh... sembra che, ehm, ti abbia convinta, parlamene..." fece lui non
guardandola negli occhi e versandosi altro caffè
"Cosa mi hai detto... " disse lei "Una svolta rivolgersi o affidarsi al
destino, perchè prima lo contrastavo e lo rifiutavo.
Dovrebbe
bastare per capire il movente delle mie azioni. se ancora non capisci
che... non ha senso parlare ulteriormente. dopo tutto nessuno veramente
capisce il mio cuore Ho vagato in questo vicolo cieco del destino. E
poi tu mi dicesti metnre ti abbottonavi e sbottonavi smepre
quell'abito..." mentre lui ascoltava come se raccotnasse qaulcosa di
nuovo e di importante
"... -Capisci la speranza
che lei
rappresenta per te, nella tua situazione? Togliendo la nuova
te
stessa che se il test andrà bene, avrai la nascita di
qualcuno
che riceverà un dono che merita...La sua esistenza
rappresenta
una possibilità diversa per te. Non solo per rompere le
maglie
del destino, spingendo te stessa oltre il suo corso e facendo
ciò
che nessuno volle neanche pensare... ma per lei.-. facendo avanti e
indiertro tra la televisione e il tavolino basso da salotto, che
stazionava davanti i ldivano, dove lei era seduta a braccia incrociate
"Milan...La mia anima non
vacillerà più. Riposa nel sonno eterno, nella
bara di
sogni o mia cara me, dirò-... sogni e speranze, pregna nei
mondi
che ho creato mentre i tanti carissimi buonisti affrontano il mondo che
non volevano cambiare..."
". E una nuova persona
giocherà
come vorrà con il mondo che ti rifiutò, vivendo
per
tutte. Veròna e le le sue azioni saranno
dall'inizio fino
a che avrà terminato il suo compito, un messaggio.
Veròna è te e tu sei lei. L'altra faccia della
tua
medaglia è Veròna. attraverso un certo numero di
giochi,
ossia azioni e situazioni che getterà sul campo mortale , un
singolo messaggio verrà trasmesso. il perchè e il
motivo,
ossia il tuo cuore ,saranno da lei protetti e indiziati. nella sua
esistenza,celerà la consapevolezza che esistevi ma
desideravi e sognavi un' altra vita più felice,
un
incredibile sollievo e salvezza che non avevi. una persona
liberata dai confini o reclusa e desiderosa di morire, in un
mondo o in
altri. con il terribile prezzo di non essere mai salvata o ricompensata
per questo.hai avuto un sogno. Il sogno di Lia.Ma che fosse come
qualcuna che dovevi essere, in un mondo senza dover essere la disperata
Lia.Il desiderio di dire a te stessa, I sogni di questo mondo
miracoloso ti hanno fatta andare avanti diventando te! La tua esistenza
proprio come Lia sognava in un vero miracolo.E poi, alla fine del
funerale che ti fosse stato fatto in commemorazione, volevi mostrare
anche quel miracolo. ma tu sai che non puoi sfuggire al tuo
massacro di dolore e soffernza, questo vuoi dire.Fai in modo che tu sia
il vostro miracolo come un santo tanto pregato, nella forma di
Veròna."
"Intanto calmati, parli
così
veloce che stento a starti dietro... Come,? Se cado qui,
spegnerò la speranza di tutte le altre versioni di me.
questo
mi dico. Ma fammi capire.... Veròna sarebbe il vaso
protettore
delle me chedesideravano un mondo felice? impegnata contro il male e
alla ricerca di un senso di vita e appagamento per noi?O.. cosa! Il
momento in cui il mondo sia più pulito da addormentarsi e
far
nascedere come un uomo la nuova me? E solo io posso
raggiungere quel mondo? Sono la speranza finale... di me stessa?"
"Si, ma il fatto è..."
"Ti fermi e mi spieghi?"
"Ok...! M...Io, ho creato la strega Veròna ispirandomi a te,
ma di
fatto ho pensato nelle nostre discussioni a una cosa. Se lei
è
una creatura nata da te come Eva da Adamo, allora deve avere un
significato più profondo e un motivo di esistenza
più
complesso..."
"Sei tu!... che hai creato Veròna... dimmelo tu!"
"Creare una mera persona solo per far confusione, a che pro?" fece lui
invece tornando a camminare con nervosismo mentre le sbuffava e lo
fissava
"E' una tua parte... Veròna sarebbe la sola che
ha
conosciuto te, il tuo cuore, i tuoi sogni e desideri, la disperazione
di un esito tragico... Raccogliendo questi elementi come testimoni,
proteggendoli, continuando ad esistere al fianco della nuova
te,può avere un lieto fine, dopo tutto.Lei, divenendo
marionettista ed elemento oltre la realtà, capace
di
giocare con
i conigli, sarebbe come un uovo. Pensaci! Perchè relegare
qualcosa creato ispirandosi a te a mera storiella di paura come fa
M.... facciamo noi? Veròna mossa da te a questo
mondo,è
una personalità, possibiamo dire che hai creato a
pennello
per te
stessa e in cui ti rivedi, per muoverti e agire come faresti
normalmente. Un modo per estraniarti, dissociarti e fingere di essere
nei mondi che hai creato, per te reali quanto il dolore, ma muovendoti
nella nostra di realtà. Veròna diventa testimone
e
combattente accompagnandoci nel Cambiamento, anche dopo che sarai
andata o come andrà il test, sarà la figura
potente e
quasi leggendaria sulla bocca della gente. Un essere ... no! la Lia che
ho visto che vuoole andare via... la donna che conoscevo, sfogava
rabbia, tristezza, e un
certo numero di emozioni che non possono essere messe in parole, mentre
entrava in gioco spinta dal momento contro la feccia, o le
situazioni
sul campo di battaglia..."
"Sarei qui..." fece lei lazando un braccio ma lui parlava con lei solo
come intento ma esternava come un matto un suo concetto a voce alta " e
comunque intenjdi per campo di battagia quando vado... a stringere
calorosamente la mano alla feccia?" con un sorriso diabolico
"... Quella persona che svincola sempre il divieto
di uscire e agisce come vorrei che facesse Veròna nel reale.
Partorire una versione creata con e per te, mettendo non
un'anima
ma uno scopo,
mettendo in lei tutta la tua angoscia ma anche il seme della speranza.
Cercando di salvare tutta la
felicità di te stessa. Da questo momento, per me, sarai
Veròna, la strega del Gioco e dell'equilibrio. D'ora in poi
distruggerete tutti, rianimerete tutti e benedirete tutti." disse
fermandosi di fronte anche se distanti a guardarla negli occhi "Prego
con
tutto il cuore che in quel momento, quando Veròna
avrà
esaurito il suo compito e scopo, che tu e le altre te, voi, sarete
felici. Mia
cara, forte Veròna, nata dai frammenti di Lia. La
Lia che
conosco usa trucchi incredibili, per creare situazioni sconcertanti
oltre l'abilità di chiunque di far uscire tutto
ciò che
ha dentro e riversarlo sugli altri. Loro però osno la feccia
e
fanno del male. Tu hai passato ciò che hai dal tuo cuore
rotto a
Veròna, agendo in tua vece e per te. Nessun compromesso,
nessuna
interruzione, nessuna squalifica! niente più pietosi trucchi
o
inganni o strane interazioni di buonismo... dici
così, no?"
"Di che stai parlando?"
"... Pietosi trucchi perchè pensi che dietro cè
smepre un
motivo, non tutti hanno un'anima sporca e pensi che con la
pietà
puoi capire e poi decidere. Pugno di ferro e
indistruttibilità
della volontà. Fai come sempre, sguardo carico di disprezzo
e
arroganza, a volte spacconeria, quando sei pregna di goduria nel far
sentire alla feccia ciò che hanno fatto. Donalo e
Veròna
e fanne un'arma. Rendila la tua parte spirituale che urla fino al
tremare del mondo... fai credere che giochi con loro per cattiveria e
divertimento della sofferenza altrui e dona a loro la punizione che
meritano. QUando la giustizia del mondo umano è lordata da
chi
dovrebbe amministrarla e utilizzarla, che sia
Veròna a
dispensare sentenze, pulendo il mondo e poi piantando il seme che
raccchiude la tua speranza. Una te che abbia possibilità..."
"QUindi tu vuoi che siamo nemici. Io e loro..."
"Cè altra cosa da fare? Non lo senti? Lo chiedono gli
innocenti a voce o disperandosi da morti. Tu..."
"No... di nuovo le cose spiritiche" fece lei alzando gli occhi al cielo
"sei tornato da qualche stronzata coi preticelli? E comunque, cosa
fare, dunque?.... lottare rompendo questo guscio di pezzi di me
per mostrare tutta la ma rabbia e odio a questo mondo, ma
anche
ciò che vi manca... per resistere e forzare un
destino
eterno?.Sai che l'andarmene non era rinuncia ma decisione... In ogni
caso, devo lottare sapendo che
sarò sconfitta, ma che sia a modo mio! Questo si. .Abbandono
il
mio
orgoglio e imploro perdono? MAI! Mendicare sulle mani e sulle
ginocchia? Non posso nemmeno farlo, per le catene che mi legano alla
mia dignità e comunque non ho intenzione di farlo neanche se
vi
fosse quacluno che mi promette morte immediata..."
"Questo si!"
".. mi stai dicendo di diventare....tiranna del mondo. anche
in
questa battaglia di sconfitta perchè seppur vincitrice,
cadrò anche io, ho un buon elemento da
sostenere...
nessuno veramente...capisce il mio cuore. Ho intenzione di chiudere
determinate cose con una certa intenzione, tenendo conto di tutto
ciò che potrebbe accadere in quel tempo e spazio limitati e
affidando il mio destino al risultato..."
"Cosa stavi cercando di dire? Dove sei andata? Sei di nuovo in uno dei
tuoi mondi e analizzi e muove le cose studiando le situazioni?"
"ma se sei tu che parli da solo! Ok......liberami da questa
sofferenza." vedendolo accigliato
"sei
tornata lucida da una dissociazione? sorridevi beffarda e piena
di forza e gloria conoscendo la sua capacità di non cadere e
di
buttar giù mezzo mondo "
"ma che hai oggi?...Vuoi che faccia determinate cose,
bene... Vuoi che passi tutto ciò che provo dentro
a un
soggetto creato da me, che sia ME come veste di Lia sopra
l'umano, e
oltre ciò che potevo essere. Che sia angelo e demone,
guerriera
dell'inferno o .."
"possiamo dire di si"
"Finalmente un dialogo a
due... E questa nuova figura sia colei che
cammina al mio posto, come una me che fosse stata completa ma
al di
là del limite umano, dispensatrice da una mano di condanna e
giudizio, e nell'altra espiazione e speranza...
così che
dopo, come ultimo compito del suo scopo, sia di piantare il mio seme
della speranza per una nuova ME, come l'ho desiderata e che possa dire
-Sono l'incarnazione dell'unica speranza custodita
dalle Lia di piani e mondi... Quindi, anche in momenti come
questo, devo essere la speranza di tutti. Non mi arrendo ancora al fato
e a ciò che per gli altri è arresa-... "
"Hai letto ogni
libro, cercato
di scoprire tutto, portato la tua rabbia e furia e odio sopra chi
impestava questo mondo, quando te ne sei uscita anche se ti
chiedevo di
no nfarlo.... or aio ti chiedo di aiutarci a costruire una TE che
ingloba in se ciò che hai dentro e le utilizzi, li
catalizzi, che siano il nucleo della vostra magia nello
svolgere
la funzione... di Veròna. Basta risate e scherzoni metnre
vesti
abiti di cui dici non esserne degna, eppure ora sono l'emblema di una
figura che fa tremare e portare rispetto. Una cerchia così
bassa, abbassa anche il potere di quella figura."
" E' chiaro che questa sera un dialogo normale neanche a cantare in
cinese" commentò disperata Lia
"... Che questo mondo si
un regno di cambiamento, e anche la nascita dell'era del vero padrone
di questo regno.Da oggi, non sei più un
fantasma dello Chateau che fa scherzi e si fa consocere come un
soggetto capace di varcare al soglia di vivi e morti, portando altri al
nostro mulino..Sarai il padrone di questo mondo, in
attesa del giorno in cui il sogno è nato...." le disse
serio,
sorreggendosi sul bastone che aveva tenuto fra le mani mentre parlava
"E che tu sia il vascello della speranza, portando Lia ad addormentarsi
in un osgno pacifico in mani sicure, finchè non
cederà il
testimone morendo come desidera, a chi ne è degno e possa
incarnare Veròna, finchè anche lei non
giungerà a
una celebrazione di morte cessando il suo compito, mentre una Te
neonata non faccia i primi passi nel nuovo mondo..."
"Sono persa... Mi
sento...... "
"Calca questo mondo materiale come una nuova te..."
" beh, finora... è come se avessi vagato
in un posto... in cui non dovrei essere. io no nero mai
abbastanza per nessuno e per niente. E ora mi stai dicendo che
dovrò fare ancora qualcosa per qualcuno..."
"ma sarebbe per te... non
sappiamo
cosa accadrà con il test. Se dovremo improntare un funerale
in
tuo onore, una cerimonia di saluto e augurio di pace... delle esequie
mai addolorate. Una sepoltura fuori dal comune, come un matrimonio in
abiti funebri..."
"Ho vagato in questo
vicolo cieco del
destino. E tu mi stai dicendo che potrei aiutarvi a creare un quacosa
imprevisto per tutti quelli che potrebbe cacciare e giudicare.... e che
essa, Veròna, sarebbe il veicolo di azioni che nessuno fa,
ma
acnhe il contenitore che racchiude tutto ciò che ptorei
passarle
per renderla vera e anche... il seme di qualcosa di cui non ho
più speranze..." disse mentre Milan parlava sovrapponendosi
e
seguendo solo la fine del discorso
"... in modo che un
miracolo sempre accadrà se si crede in esso."
"Ah! miracoli. Speranze.
ANcora adesso
non ne ho più e grazie, che se la sentano pure, alle persone
che
hanno contributo al mio sfacelo interiore. E ancora mi dici di creare
quella persona e fare in modo che diventi reale, anche per
l'accettazione e la consocenza di terzi , perchè cammini nel
mondo
reale come vera... e che sia mente e e braccio in ciò che
vorremmo fare ma anche l'incubatrice di una nuova me, e finendo questi
compiti lei cederà e morirà, la uccideremo,
perchè
da ciò che ha fatto nasca una nuova me, la speranza che
avevo.
L'essere che è nato per cambiare e proteggere cessa il suo
compito e anch'esso si addormenta cn la nascita della nuova Me... Anche
immaginando questo in una scena della mia mente, cosa cosa potrei
dire...-e ti dico... Capisci la speranza che
rappresenta e rappresenti nella mia situazione?-. lei
capirebbe? Lo pensi? La sua
esistenza rappresenta una possibilità diversa per me? Lei
eri un
possibile futuro? Solo questo fatto è la mia salvezza ora,m
quindi?... -è quel fatto che mi ha reso felice..-. questo
vuoi
sentirmi dire?. Vivrà abbastanza per entrambe? O quante
siamo? E
avviando la sepoltura di Veròna, con il compimento dei suoi
compiti... semplicemente allora il mondo sarà epurato e
fertile
per le nuove persone che vi vivranno? E per una me che racchiuda mie
vecchie speranze e sogni?... ma quanto sogni, tu... Milan? Io ancora
peggio così, cosa sarei? Chi sono io? Io... chi sono?"
allargando le braccia
"Mi stai dicendo che
invece di farti
certe domande, dovrei chiederti.... chi sei tu? Io posso dirti chi e
cosa sei dal mio punto di vista. E esplicandolo, ora sai i piani che
vorrei mettere in cantiere con te... Si, so che ti ho spinta a
continuare a vivere chiedendoti di proporti come test volontario e
aiuto, il tempo di riportare a regime le cose e capire se e
quanto sono
possibili... tu stessa hai deciso dopo aver parlato con David
e
del test per la scansioni che tiravi una moneta, o sceglievi una carta
dal mazzo, o puntavi una pistola da roulette russa e... hai capito,
destino, fato, disegno... qualsiasi situazioni venga fuori dalla
scansione del test, ci sarà un risultato. E tu stessa hai
detto
che se era un modo per dare il tuo corpo a qaulcun altro, cosa che
nessun Dio ha fatto per te, andandotene e cancellando ricordi e
tormenti... allora poteva venir fuori un'altra persona, nuova e senza
la
quantità di sofferenza che hai attraversato, senza tutto il
conflitto, l'angoscia...... senza pensare -non eravamo in grado di
decidere il nostro destino per noi stesse, e così la sorte
l'ho
messa nelle mani del destino. il destino è sempre stato
crudele
con me-. O qualcosa del genere. perchè non accada. E..."
"E anche, sarebbe un
ottimo
esperimento per te per sapere se le tue teorie massoniche sono vere..."
disse come una cosa sicura lei ocn uno sguardo particolare
"... non prenderla a
male. ma come
sai, voglio infrangere il muro che è eretto per noi comuni
mortali. Se riuscissi, nessuno morirebbe, sarebbe una
continuità
pulita e contro un fato che potrebbe distruggere ciò per cui
abbiamo tanto lottato... ma lo faccio anche per te. Di tutte le persone
che ho incontrato, forse sei una dei pochi che va contro il mondo
così tanto, da essere capace di prenderlo a pedate
nella sua
ciclica bigotteria portatrice di società alla fine sempre
simili
e incatenanti. se fosse stato per te, per quella che credo di aver
inquadrato, avresti gettato il mondo sottosopra noncurante delle cose,
perchè dalle sue ceneri e dalla sua crudeltà, si
ricominciasse da zero. Come DIo. ALla gente cosa ha fatto Dio nelle
sacre e vecchie scritture va bene. Si proclamano guerrieri e membri
delle fila armate di Dio, sono pronti a ogni cosa sopra gli altri
definiti diversi o contro la Sua parola... attendono con ansia e
speranza un giudizio universale che porterebbe solo il peggio della
peggiore guerra. Non importa se sei innocente ma non sei battezzato, se
sei divorziato, hai rubato per fame o piccole cose perchè
sei
umano... secondo i testi, prima potevi pure essere ucciso per
un tozzo
di pane, lapidato perchè costretto in un matrimonio e volevi
solo -vivere- da persona quale sei... e il resto, lo conosci. per
loro l'oepra di Dio, anche distruttiva da decimare e distruggere
perchè non gli ubbidivano, sia la
natura che gli innocenti... lo ha deciso lui, non si può
dire
niente. E tu vorresti fare lo stesso. Analizzare le persone in ogni
test e modo possibile e calibrare la lista di quelli che meritano calci
sul sedere e il giudizio finale, e chi invece potrebbero
essere le nuove
colonne del nuovo mondo, ribaltato e rifatto. La tua perdita di
speranza ti ha mostrato come il mondo non possa cambiare e anche le
lotte non valgono a molto, se ancora le famiglie persistono,
e i bambini
sono cresciuti dai piccoli nuclei familiari con i loro sbaglaiti modi
di vedere ed educare. Vedila così... crea un'arma che possa
agire come fossi tu, che sia come ti ho detto, che raduni le persone
giuste, aiuti le altre e cacci senza pietà e
possibilità
chi dovrebbe meritare il peggio. Rendila vera e reale dall'accattazione
della gente, e fa sì che lei sia la distruttrice
ma anche la
generatrice. perchè con la sua sepoltura un giorno, la nuova
Te
possa trovare ciò che i ldestino ha tolto e di
più! Se
davveor negli altri piani di realtà tu hai avuto fine simili
e
piene di dolore, senza possibilità di ribellarti o lottare
trovando barlumi di speranza, rompi gli schemi e il destino! Se ti ho
inquadrata bene, allora..."
"La cosa più
importante per me
una volta era... essere ascoltata. Ma nessuno l ofaceva, o mi parlavano
di sopra e se mi lamentavo che era una cosa stronza da fare, ero
stronza io!Che davo fastidio! E la cosa triste è che uno
come te, con tutti i tuoi
difetti e cose che non trovo positive per chi vuole cambiare il
mondo... mi hai ascoltata, così come ho fatto io con te. E..
che
tu non abbia una connessione personale con me. Mi hai capita, eppure. E
anche
se hai deciso per me cose come tutti, anche con questa idea tu... stai
rivoltando verso di me ciò che ho detto e rivelato. Per
qualcosa
anche per me... cosa dovrei dirti... si? Veròna
esisterà
dalle mie ceneri e con quelle ceneri germoglierà il dopo?
Vuoi
provare...? A questo punto.." alznando le spalle
"quindi... hai accettato..." fece lui con una mano sulla fronte,
abbarbicato con le braccia e petto al tavolo con un'espressione di pena
in viso
"te l'ho detto ieri sera..." fece lei fissandolo come un avvoltoio in
attesa della morte della preda "te lo sei dimenticato?" con un tono
vellutato nella voce che pareva inquetante ma lui non lo comprese
"Oggi sono un pò sfasato, te l'ho detto... ma si! cosa mi...
ho
detto è vero! e NON ENTRERO' PIU'... giuro che no
nverrò
più in camera tua a sorpresa. Perfino qui esiste la privacy
e
sono stato... indelicato. Ma come mi hai ricordato dai nostri discorsi,
era una cosa seria... quindi ricapitoliamo. Non devo essere
più
ossessivo con te su certe cose, anche se vorrei che vivessi tutto, o
sarei come i tuoi... on verrò più in camera tua
usando i
miei codici, LO RICORDERO'....dovrò mettermelo bene in mente
"fece lui con rabbia
come se fosse uan cosa da discutere allo specchio "e..."
"sbaglio o stai sudando e sei in preda ad agitazione? Ti fa
male,
e solo per ciò che ci siamo detti...? O perchè te
l'ho
ricordato mentre tu chiaramente, magari per aver bevuto troppo dopo o
per la nottata... non ti veniva in mente o ricordavi..." gli disse con
un mezzo sorriso che pareva sensuale "comuqnue, se continui a stare
così, rovinerai gli abiti e dovrai cambiarti. Anche se
quella
cravatta è oscena... e si è smollata tutta..."
sorreggendo a mezz'aria la tazza col tè
"Ah... copla mia, mentre ti ascoltavo avevo... come dei flash di
ricordi e mi sono anche calato nella discussione... ora me la
rifaccio... ad ogni modo..."
"Megli oche ti sbrighi, farai tardi dai tuoi amici dei tuoi impegni
sociali..." gli disse ribevendo il tè freddo, indice che
qualcosa non andava mentre lo fissava da sopra il bordo serie e compita
"E...ti prego dimmi che non continuerai a cacciare animali selvatici
per compiacerli... so che non puoi fingere con loro, visto che fa parte
del tuo personaggio, l'incapacità di sparare. Se un buon
tiratore..."
"non come Jd, purtroppo..."
"... masei così capace rispetto a loro che lo
fanno solo
per hobby, che mi dispiace per gli animali! L'unica cosa buona
è
che sei riuscito, per quelli che non li mangiano, a donarti dopo le
foto di rito, che gli picchierei la testa con...." mostrando voglia
omicida imitando una botta con la mano".... le prede, così
che
possiamo almeno darle agli animali carnivori o nei rifugi. I nostri
lupo con questo inverno festeggiano... ma che non ti venga in mente di
spingerli tu a fare queste cose! Sai quanto lo odio!"
"Lo so, anche io... ma hai avuto prova di come, se non ti dimostri
interessato alle aloor attività da ricconi, famosi, pezzi
grossi
come li chiami, ti snobbano. E ho bisogno di avvicinarmi a loro. E
Quindi... ma ti ho giurato..."
"come in camera mia...?!" fece lei veloce e come pre prenderlo in
contropiede
"ti ho detto che dirò... dirò solo la
verità,
ragazza. Mai più! Mai più in camera tua" fece lui
partendo
con il tono in un modo e poi quasi correndo con le parole "Ora vado. E
se è vero che hai accettato, non hai idea di cosa significhi
un
lavoro differente dalle masse con Veròna. Faremo scrivere
dei
testi dai bramini o bibliotecari, come dei canovacci teatrali
e
daremo
una connotazione da Colossal o film storico.... per rivotlare le cose,
per il mondo.Guarda una bozza che chi impersona Veròna e chi
sarà intorno a lei, reciterà... questa
è solo una
bozza per un servitore che parla a unconiglio" uscendo dalla tasca un
foglio piegato e facendoglielo vedere.
"Sei perso? Il quarto muro è rotto! La logica non offre
alcuna
soluzione per questo ene via di fuga. Se ella compare, tu sei
giudicato. Se ella proferisce parola, il suo giudizio è
eterno.
Le illusioni che stai vedendo? Sono magia, apparsa così
all'improvviso da mostrare la scena rosso sangue del tuo peccato,
così che la Strega possa sminuirti completamente prima di
afferrarti e schiacciarti col calcagno. Si estende davanti a te con un
potere misterioso. Manipolatore invisibile scavalca le tue idee,
portandoti ad opporti, ma non potresti. La prova di un diavolo
d'innanzi a te, che ha perso considerazione e valore in questo secolo
ma in verità è un ritratto irreale, una splendida
crudeltà ammantanta di potere. Anche la scatola chiusa di un
gioco nel miglior orchestrato, ad un certo punto si aprirà,
solo
per te. Il mistero, il sogno che hai visto così vagamente,
è una spirale arrugginita che si avvolge e si riavvolge
sopra la
tua testa. Un dominio in cui vive la magia, non aderendo alle leggi
della fisica, forze opposte ma sovrapposte. I sensi vacillanti giungono
allo sfumarsi allo specchio. Cosa rifletterà? Questo momento
disteso e slacciato nel tempo, affonderà
nell'oscurità tirando te nel processo. Follia mistica, il
culto
di questa cecità ebbra di illusioni, una sinossi che porta
alla
sublime cerimonia di una specifica morte. Un abile trucco, un potere
perfetto, o un gioco senza fine... che cosa sarà che
manipolerà la tua vita, ora? La Strega o il fato? Oh,
crocevia
intarsiati di morte, che se li raggiungi sei
costretto a
seguirli... ma voi, cosa sarete? Oggetti, pedine, anime dannate e
punite? Un mistero che nemmeno l'esistenza stessa può
permettere
di lasciare libera, e per questo la Strega compare! Quando la logica
svanisce nella fantasticheria, ella compare. Dove va il sogno? La
strega lo deciderò... la Strega Veròna, Signora
del Gioco
e dell'equilibrio che si muove tra i due mondi per il bilanciamento
cosmico... Ella è il contrappeso che riporta il vostro
piatto
della bilancia a picco sul male verso l'equità dele forze...
Ella giunge e muove le dita per il giudizio e dovete accettarlo, pena
una sofferenza mai immaginata..." lesse Lia dubbiosa
"E' la bozza del discorso di presentazione di Veròna che uno
di
quei tre che stanno con te, per tua sicurezza, devono recitare per la
tua comparsa..."
"Cioè anche loro recitano...?!? Ma scusa, sono militari!"
"Anche i militari come le spie e gente del governo recita,
improvvisa, gioca e mescola le carte per apparire come vorrebbe che
fosse... Impareranno e sarete un gruppo che si muove all'unisono per
cambiare il mondo da un punto di vista del campo da gioco diverso da
quello degli altri... E'
per te. E per la
speranza della nuova te..."
"Io ci credo poco, ma se per voi è necessario oltre i test e
l'aiuto qui, anche questo... vorrà dire che
elaborerò
Veròna con dissociazione, passando tutto a lei, come faccio
quando ho dolore..."
"Eh, questa me la devi spiegare. Come fai a fare quella cosa del
mandare dolore su altri o una zona verde o prendere... ma non ora,
spero questa sera di tornare, altrimenti domattina. E se hai tempo,
lavora alla Strega al di fuori dei nostri scherzi! AH....!" fece lui
sistemandosi la giacca e cravatta e sorridendo "che belle serate di
tempesta abbiamo passato con i nostri ospiti e i trucchetti! Quanto
avrei voluto ridere, ma non potevo quando gli arrivavano roba
addosso e
invece di capire da dove, erano sicuri fosti stata tu o le creature che
proiettavi alle pareti... mentre avevamo i lanciatori! E quante cose ci
siamo inventati... però aveva-avevo ragione! Basta restare
nei
limiti dello Chateau. E' ora che Veròna indossi abiti che
ritiene adeguati, per me queli della prova con la spagnola erano
ottimi, e muovere i passi fisici a questo mondo. POtremmo fare
ancoraggi fisici con le torri e altri luoghi in nostro possesso e..."
"VAi, stai facendo tardi! Lieta a questo punto di esservi d'aiuto...
eh, altra cosa..almeno osno orgogliosa del fatto che sono
più
utile di Alaric" con un gesto del viso, sollevando il mento come
orgoglio ma anche superiorità, con un sorriso come nei
ritratti
"Ah! Alaric è molto fedele e crede in me. Se non avessi
visto queste e
altre qualità in lui, non sarebbe stato qui o avrei fatto in
modo che gli passasse la voglia di fare lo stupido. Ma è un
mediocre soldato... ma anche un ottimo comandante della sua squadra e
si
fa ascoltare e seguire dagli uomini..."
"già, quello che no vogliono fare con me..."
"e ancora, so che resterà con me e il mio sogno, che si fida
da eseguire senza fare storie o farsi domande... "
"Già" fece lei con amarezza
"tu... rispondimi a questa domanda. Tu... quanto saresti
durata
come militare?" sorprendola da fissarlo visivamente stupita "siamo
sinceri io e te. Se cè da prendere decisioni e valutare le
cose,
chiamo te. Sei come una confidente e consigliera....Ma se cè
da
fare un lavoro sporco tipico dei militari
con dei risultati che tu non accettersti...
parlerò
francamente, quando tu ti arrabbi, perdi la calma, sei invasa dalla tua
parte rabbiosa e odiosa, vendicativa, sei capace di prendere tu le cose
in mano e agire come il peggiore dei punitori. Senza uccidere... Sei
quella a cui chiedo pareri prima del consiglio della Sala. Sei
più una che dà ordini e gestisce anche se dici
che fai
pena... Ma se tu
fossi stata accettata dai carabinieri, marina, se fossi diventata
militare in generale, se in una delle opzioni tu fossi stata presa...
che soldato in generale saresti stato? perchè per come sei,
accetti poco ordini e imposizioni se vanno contro i tuoi principi,
agisci di testa tua anche se
analizzi e studi le cose, ma non ti ci vedo, per niente, come
soldato...
parlando sempre in maniera generale, a cui si danno ordini che devono
essere rispettati e portati a termine. Se ti avessero chiesto di ...
non so, far cadere a picco una nave sabotandola con tutti quelli a
bordo, lo avresti fatto? uccidere qualcuno come volevano i superiori?
Anche in campo di guerra nel medioriente... avresti accettato ed
eseguito? Così da prendere punti e validazione per l'ascesa
a
cariche maggiori per ciò che meritavi per aver eseguito come
un
robot? Ho l'impressione di no,
perchè saresti stata come quelli che cerco. Persone che se
gli
si dice -fai questo piano A-, loro avrebbero svincolato gli
ordini con piani B, C, portando a termine la cosa a modo loro e senza
fare tutto quanto detto. E agli occhi di molti di alto grado, questo
non solo è insubordinazione, ma si richia corte marziale,
de-..."
"ho capito dove vuoi arrivare, non posso risponderti. Non mi sono mai
trovata in quella situazione. Uccidere per me è fuori
discussione a meno non sia un folle come molti al governo di paesi che
urlano aiuto come dannati senza possiblità,
perchè tali
tiranni possiedono le atomiche... per gente come quella per me non una
pallottola, ma la scarnificazione sarebbe solo uno spillo di punizone
come grado, ma anche un bel colpo in fronte e passa la paura... se mi
avessero ordinato se militare... di uccidere qualcuno?" fissando la
tazza poggiata sul piattino e cosa cpra intorno "La questione
sarebbe chi, perchè, cosa ne risulterebbe facendolo? E per
chi?
QUindi sarebbe Ni, non posso rispondere perchè molte cose si
comprendono vivendole ed essendovi dentro e... se fosse uno stronzo in
una dittutatura, arrivargli occhi negli occhi e vedere il tuo terrore
metnre tutti i suoi crimini gli fiinsicono addosso... infondo, io sono
ciò che tutti hanno creato. Se loro non hanno avuto remore,
rimorsi, era normale e gisuto fare ciò che hanno fatto su di
me,
perchè io dovrei avere rimorsi, rimpianti, pentimenti per la
punizione su di uno stronzo? Ma per tutte le domande e le quesitoni che
hai messo in luce, non posso dire niente. NOn sono una militare,
ricordi? Ne per voi, ne in generale e sarei stata per mia sfortuna una
di quelle che nonostante ogni pezzo dato di se per impegnarmi... sarei
finita sempre col culo a terra, rispetto la feccia che non
è
capace veramente di vivere... lascio volare nel vento le risposte se ci
sono. Non sarò mai niente e quindi perchè
preoccuparsi?
Alaric è un ottimo soldato, nella media, non brilla ne
altro, ma
rispetto a me sarebbe ottimo. Questo dovrebbe bastarti..." fissandolo
negli occhi
"So bene che siate seccati del fatto che... vi ho fatto richiamare
mentre tornavate ai vostri impegni, ma..."
"Vada al sodo, dottore" fece Milan spazientito, dopo esser stato
richiamato. Si sistemò sulla poltrona presente nella stanza
e
fece il gesto di portarsi l'indice tra le sopracciglia, per poi
scostarsi una ciocca di capelli. Erano nella saletta delle riunioni
della sezione ospedaliera dello Chateau. Erano usciti dalla stanza dove
si era svegliata la Lia aveva superato il test, dove si era msotrata
non apatica ma silenziosa e sulle sue, e dopo esser tornati alle loro
faccende erano stati richiamati.
"La situazione è questa. Vi avevo detto che la ragazza si
è svegliata oggi, terzo giorno di coma, ma non è
così..." disse conciso e un pò come spaventato
"Che significa?" fece Jd, che con i capitani e Milan erano quelli che
le avevano parlato prima e poi richiamati, e in quel momento
erano tutti di fronte il dottore, l'infermiera della sezione dove la ex
Lia era ospitata, le stanze dei Capitani e leader, e un altro medico.
Erano specialisti di alto livello con specifiche qualificazioni , ma in
quel momento sembravano scolaretti che dovevano confessare qualcosa
alla maestra.
"L'infermiera Bernadette..." mentre la donna al suo fianco faceva un
cenno con la testa "all'inizio non voleva dire niente, poi ha
confessato e ho deciso io di tacere la cosa. MA..."
"Cosa ha taciuto" fece asciutto Milan, con le labbra tirate come ad
aspettarsi qualsiasi cosa non gradevole mentre stava con le gambe
accavallate con stile e duro di comportamento.
"una delle infermiere..." guardando di nuovo la donna "ha riportato
all'infermiera Bernadette..."
"Abigail..." disse la donna per chiarire
"Si, ha chiamato Bernadette per avvertirla di strane cose che stavano
accadendo. Così è andata ad indagare, scoperta la
cosa,
dopo aveerci pensato un pò mi ha raccontato tutto e
pensavo..."
"Infermiera, per favore, ci spieghi cosa è accaduto..." le
fece
Milan esasperato, sprofondato nella poltroncina come se fosse stanco
"Si, dunque... ieri sera avendo solo la signorina come paziente, ho
controllato come stesse, ho preparato cosa era necessario per il giorno
dopo e l'ho lasciata ancora in coma con le macchina attivate e.. sono
andata ad aggiornare nel server la sua scheda. Come facciamo sempre la
sera, per ogni paziente. bene, alcune ore dopo, essendo qui
per
il turno di notte, ho visto la collega, Abigail, che correva da me
lamentando di voci..."
"voci? intende che cosa di preciso?" chiese Alaric che con uno
stuzzicadenti giocava con quello in bocca a muoverlo
"Oh, forse non mi avete fatta terminare. Per voci non intendo sa, voci
strane da film horror, no. Abigail ha con un'altra collega il turno di
notte con le stanze dei pazienti normali che sono ricoverati. Ebbene,
controllando le stanze, sapete molti uomini o donne non dormono molto e
restano svegli, ha sentito le discussioni di alcuni di loro tra letto e
letto o... rivolte a lei... le chiedevano perchè
controllasse se
già, riporto la frase esatta. Oppure affermando che dovevano stare
male perchè vedevanopure qui..."
La donna si fermò perchè tutti tranne lei e i
medici, si
erano voltati a guardar male Alaric. Non sapeva, la
donna,
che accadesse ma sembrava che vi fosse un rimnprovero muto verso
quell'uomo che si schiarì la voce e fece finta di niente.
"Ho capito il senso delle frasi, poi mi si dice che era lei la
paranoica e le sue idee di accettazione... mi dica, signorina, cosa
è accaduto dopo?" proseguì Milan per sveltire la
cosa.
"Certo... Abigail non venne subito. pensava fossero.... sa, a volte i
pazienti anche per le medicine, shock da sparatoria o cosa accade nel
loro lavoro... insomma parlano e sparlano... non ha creduto. pensava
appunto fosse qualcosa del genere. lavorando in due per stanza, abbiamo
il regolamento che ogni infermiera deve essere con la collega di turno
a badare a ogni stanza nello stesso momento... ma l'altra infermiera
doveva prendere le medicine da somministrare sia per... Ho capito, non
mi dilungo. Insomma, Abigail controllava le sacche, i valori e i
pazienti mentre attendenva la collega. Per far prima ha deciso di
controllarne una, passare all'altra e poi finire con le
somministrazioni che servivano tornando alla prima. Ma... in
una
stanza è accaduto questo. La seconda, parlavano della stessa
cosa... la terza, con meno pazienti... e si è allarmata!
Così è corsa da me, non avendo lei permesso per
entrare
nella sezione riservata.... Mi sembrava strano, qualche ora prima era
ancora incosciente nel letto... ma quando sono arrivata, il letto era
vuoto..."
"Che vuol dire?" chiese Jd
"Era vuoto?" domandò Milan mentre gli altri mostravano
stupore
"Si, non cèra nessuno. I macchinari... erano...
stati danneggiati..." fece una smorfia la donna.
Milan rise di gusto come se fosse stata una cosa divertentissima,
dicendo sempree oltre a veder equella donna che Lia aveva
sempre chiamato,
non riuscì a tenersi quello sfogo. Gli era venuto
così,
naturalmente. Non era come un bambino come faceva di solito, ma di un
uomo adulto che rideva di qualcosa di grande e stupefacente.
"Mi scusi, cosa cè da ridere?" chiese la donna a
Milan, ma lui soffcando il moto di risa le disse di ocntinuare
"Non abbiamo detto nulla sui danni ai macchinari vista la
situazione, ma da regolamento dobbiamo fare un resoconto
dettagliato delle riparazioni e..."
"Si, si, vada avanti..." ritornò Milan risistemandosi serio
"Le macchine avevano tutti i fili staccati, tutti i bottoni erano stati
premuti non si sa in che modo. Forse insieme, uno dopo l'altro... ad
ogni modo non capiamo come le macchine avevano un blocco funzionale,
emettevano suoni, lampeggiavano e semrbavano attive ma tirando via i
fili, non era più collegato nulla alla sala
dell'infermiera di turno , e tutti i blocchi tenevano gli schermi degli
apparecchi.... bloccati, stazionari, a specifici momenti in cui si
presume che abbia tentato di zittirle. AD ogni modo vanno controllare,
e se non sostituite..."
"Cioè le ha scassate!" disse a voce alta Alaric rimasto di
sasso, interrompendo la donna che si fece più rigida e
accennò un si col capo, metnre Milan tornava a ridere.
"Così, dopo aver appurato che nel bagno, nell'armadio,
ovunque
nella stanza non vi fosse, e le macchine segnavano, bloccate,
dei
valori a prima che si togliesse tutto, abbiamo cercato ma... "
"senza successo, all'inizio..."
"esatto" fece offesa la donna "così siamo tornate di corsa
con
l'altra infermiera ed eravamo tre, nelle camere degli altri pazienti.
Tutti affermavano che era passata due volte, erano sicuri fosse lei e
che aveva indosso la camicia da notte di flanella pesante che aveva,
del set di abiti che il leader ci ha fornito..."
"se quella persona sapesse che le avevate messo una camicia da notte...
ripeto, camicia da notte!!... urlerebbe bestemmie per ore! Sarebbe
bellissimo vederla incazzata nera per questo affronto... lei le odiava
perchè si sentiva..."
"Alaric ba-... mph.... basta!OH!" fece Milan come arrabbiato
indicandogli anche con le mani di tacere ma o ricominciavano le risa o
si sfogava con l'uomo per non far capire che stava morendo dalle
risate. Pareva come a volte capitava un uomo di classe e di alto
livello che on riuscisse a fermare qualcosa di divertente che rompesse
il suo stato normale
"Stai ridendo pure tu della cosa..." fece Alaric senza considerare il
rimprovero "lo hai fatto apposta, ammettilo, nel caso si risvegliava
Lei..." con un ghigno
"Comunque..." continuò la donna infastidita "dopo aver
cercato
in tutte le camere occupate senza successo, cercando perfino sotto i
letti, o in quelle libere, scrutando ogni angolo, ci siamo accorte che
mancava qualcosa dai muri dei corridoi o le stanze..."
"Mancava...?" fece Milan senza capire
"Si, signore. Mancavano dei quadri di dottori o luminari, di ambo i
sessi, che erano..."
"quei tizi inquetanti dalle pareti? Avrà voluto evitare
infarti futuri..." fece Alaric con un sorriso
"Non sia maleducato. E' offensivo questo atteggiamento verso le persone
che hanno studiato una vita, per portare la medicina a come
è adesso..." lo rimproverò la donna ma sia i
dottori che
Milan cercarono di calmarla
"Sono sicuro che non sia così! Tranquilla! Quelle foto sono
state messe ad memoriam... non a caso.. continui..."
"Bene! Dopo le camere, nel corridoio principale che va verso la sala
delle infermiere, di fronte quella dei medici, abbiamo trovato per
terra dei resti.."
"Come dei resti!" scattarono tutti preoccupati, chi dalla sedia, chi
poltrona, chi divanetto
"Non resti... non mi avete fatto finire. Intendevo, abbiamo rinvenuto
dei resti di cibo sbriciolato, carte o resti degli involucri che
seguivano una direzione. Così abbiamo controllato fino a
dove
cèrano, e portavano alle sale di visita e analisi... e
abbiamo
notato in alcune come qualcosa era stato toccato, tolto o rovesciato.
Nel mentre alcuni pazienti avevano chiamato per questioni loro
personali e momentaneamente, dopo aver controllato quasi tutte le sale
tranne una, siamo corse per scoprire che la ragazza era tornata da
loro..."
"tornata in che senso? come lo aveva fatto?" domandò
dubbioso
Milan. Anche se la zona ospedaliera era un rettangolo, non era come lo
Chateau come una sorta di ferro di cavallo, quindi se era tornata
indietro, doveva aver ripreso gli stessi corridoi delle infermiere.
"Ce lo chiedevamo e... mentre parlavamo con i pazienti ci siamo accorte
di due cose. Aveva distribuito quello che scoprimmo il contenuto del
frigorifero della sala infermiere... era stato preso quasi tutto,
abbiamo trovato cibo sbocconcellato sui ripiani o perso per terra, o
donato ad alcuni di loro dicendo che sembravano molto tristi e che
avevano bisogno di cose buone per sorridere. NOn è proprio
come
ha detto,ma il senso era quello..." mentre Milan rideva di nuovo " ...
mentre parlavamo ci siamo fermate, sorprese per dei rumori
strani
sopra di noi..."
"Sopra...? ma non cè niente sopra, cè..."
"Il tetto aperto. Non è stata ancora completato il piano di
costruzione dela sezione superiore. Insomma, il piano nuovo che va a
completare la struttura, e così è uno spazio
aperto. da
cui si può arrivare dalle scale con la porta che attualmente
è... solo una porta che non permette di giugnere alla zona
aperta di sopra o dall'esterno, dalle scale a muro." disse il dottore
"Così siamo andate a vedere, una delle infermiere si
è
perfino azzardata a salire le scale interne e aprire la porta per
sopra, abbiamo la chiave, ma non cèra nessuno ed essendovi
solo
i pilastri terminati ma non muri, non poteva esserci nessuno nascosto.
Così è tornata giù... a proposito, mi
perdoni, ma
quando inizieranno i lavori per la nuova ala superiore? Adesso sono
parecchio nervosa per questa faccenda, perchè quella ragazza
è riuscita..."
"Stia tranquilla, partiranno in questi giorni, vada avanti..." le disse
Milan tagliando corto
"Bene! mentre tornavamo tutte e tre insieme così da
controllare
bene a gruppo, abbiamo sentito dei rumori strani provenire dalle stanze
infermiere e dei medici e siamo accorse. Qualcuno era stato
là.
E ci siamo accorte che le finestre delle tre stanze che erano
raggruppate e stavamo controllando, avevano le finestre accostate, sia
le interne dove cèrano che le esterne. Così ci
siamo
insospettite e abbiamo ricontrollato le sale delle visite,
notanto ciò che non avevamo considerato. Le finestre erano
accostate e non essendovi vento, erano rimaste ferme e avevamo cercato
solo una persona o cose fuori posto. Facendo noi controlli e pulizie in
quelle stanze sapevamo cosa era fuori posto immediamente...
finchè mentre passavamo alle stanze dopo, non
abbiamo
sentito dei rumori dall'unica che non avevamo controllato prima. Quella
in fondo..."
"Avete presente, con la lavagna luminosa per le radiografie..." disse
l'altro medico con un sorriso
"Si!" fece la donna con un grugnito "Aprendo la porta abbiamo trovato
molti degli oggetti sopra la scrivania davanti la lavagna. La lavagna
luminosa era la sola fonte di luce, quindi era accesa, e appesa a
questa vi erano sia varie radiografie che.. le foto che erano
sparite!!" disse con astio "erano state tolte dai quadri e appese anche
con scotch alla lavagna. Ad osservarle con interesse vi era la ragazza,
che appena ci ha viste, ci ha squadrate e ci ha detto prendendo una foto,
indicando una foto antica con lo staff comprese infermiere, affermando
che noi con divise simili a quelle, facevamo paura uguale..." si
lamentò la donna, mentre i due dottori si tiravano le labbra
per
non ridere ma Milan non riuscì a reggere.
"Ah ah ah... quindi...?"
"Quindi ... ma prima partiamo da un altro fatto. L'abbiamo trovata
nella stanza con la finestra aperta, e lei aveva la camicia da notte,
cibo rimasto vicino a lei e il viso sporco e ai piedi...mh" fece un
verso infastidito "un paio di Icefighter Black and Grey,
della
Viking, di proprietà di uno degli infermieri di
giorno che
erano nuovi, mai messi, che doveva utilizzarli per l'esterno se serviva
e..."
"immagino non vi fosse puzza di gorgonzola e li ha usati" rise
sguaiatamente Alaric, facendo riscattare in Milan le risa
"... e che teneva da parte nella sala radiografie, essendo
specializzato in..."
"e mi faccia capire... lei aveva scarponi del genere sotto la camicia
da notte e vi camminava dentro? ha un piede piccolo, perfino Jd che
è alto poco più di lei ed è uno dei
più
bassi ha piedi più grandi..." diise Alaric
"... SI!!!" fece lei irata "camminava come un pinguino
ubriaco,
ma diceva che non le piaceva stare a piedi nudi in quel posto con
l'odore strano, saremmo in un ospedale, ma comunque... e affermava che
li aveva visti prima e per seguire un animale che non ha saputo
spiegare, che camminava sul vetro della finestra fin su,
immagino
quale rettile o simile, è salita fin su e li messi, dicendo
che
era divertente..." mentre tutti ridevano
"ed era impiastricciata di cibo? ma che avevate nel frigo?"
domandò Jd curioso
"Sembrava una bambina piccola che mangiando con foga si sporcava tutta.
Le ragazze o i ragazzi dei turni vari hanno con le loro etichette del
cibo che tengono per le ore di lavoro. Vi erano varie cose, dal cibo al
cioccolato di vario tipo alle bevande. Ha lasciato in frigo solo alcune
cose. Insalate..."
"mi faccia indovinare... broccoli o melanzane o zucchine che facevano
parte del pasto? burro di arachidi..."
"SI! cose del genere, e altro che sembrava non esserle
piaciuto.
altre cose le ha messe sui letti dei pazienti dicendo loro che erano
brutti in viso e le dispiaceva che stessero fermi nel letto.
E
che quelle cose buone facevano sorridere. A lei non era
piacìiuto stare ferma nel letto..."
"che abbia avuto uno di quei attacchi dove non respira o quando le
sembra di soffocare perchè troppo stretta sotto le
lenzuola pesanti?" domandò Jd a Milan che fece segno con la
testa che non sapeva
"L'abbiamo presa, portata in un bagno e pulita. Ci chiedeva sempre se
eravamo cattive e perchè avevamo le facce scure. E
perchè
tenevamo le persone in modo brutto nel letto. Parole sue. Quando
l'avete incontrato circa un'ora fa, aveva il broncio e faceva la
trattenuta perchè le avevamo chiesto di stare buona e
ferma..."
"quindi non si era appena svegliata..:" fecero tutti dubbiosi
"A quanto pare non si è svegliata oggi, terzo giorno, ma
ieri di
fatto, secondo giorno, comunque nella notte..." rispose il medico
primario
"E quindi...?" fece Milan chiedendo di terminare il racconto.
"per curiosità" fece l'infermiera che sembrava una tedesca
rigida e inflessibile "sono andata nella stanza delle riprese, nessuna
si è accorta di niente dalle telecamere della stanza
dell'infermiera o infermiere di guardia a vetri... e ho constatato che
lei si vedeva, non sempre e se si faceva attenzione a certe cose. in
pratica come un coniglietto spaurito, controllava gli angoli
nascondendosi e quando vedeva o forse non sentiva nessuno vicino,
sgattaiolava in giro. La si vede che prende i quadri, tra parentesi
afferma di averli presi perchè la colpivano e voleva vederli
meglio... sulla lavagna luminosa..." fece lei come se fosse un peccato
capitale "e le volte che non compare o si trova in altre stanze...
abbiamo appuraato con i medici che usciva dalle finestre..."
"AH AH AH " rise Milan tenendosi una mano sulla faccia "Quella
benedetta ragazza!... fatemi capire, lei si nascondeva e se ne andava
in giro controllando che non ci fosse nessuno come una spia dei film, e
per aggirarvi usciva dalle finestre, finendo pure sul tetto...
perchè aveva paura delle infermiere cattive! e ha portato
cibo e
questo le volte dopo, agli uomini sui loro letti e ha girato quasi
tutte le stanze... con voi che la cercavate senza vederla, notarla,
trovarla e il medico di turno chiuso nel suo ufficio con l'ordine di
non disturbarlo perchè doveva controllare delle radiografie
nell'altrea lavagna, con cura... e poi vi lamentavate che Lei si
infuriava per lavori e controlli fatti male... aveva forse torto?!?"
domandando quest'ultiuma cosa ai Capitani, e ognuno fece un
comportamento diverso, chi sembrava offeso, chi rideva, chi era
preoccupato.
"E ha rubato del cibo della sala delle infermiere, distribuito ai
pazienti, sporcando..."
"Abbiamo capito..." fece Milan come se questa cosa non fosse importante
"Ti pareva... quella con la fame solita che si ritrova avrebbe mangiato
pure un tacchino intero!" scherzò Alaric
"QUindi... adesso comè la situazione?"
"Vorrebbe tornare in camera sua, le avete detto prima che ne ha una e
non vuole stare a letto e..."
"ma le sue condizioni?"
"NOn sembra avere ripercussioni di alcun tipo, ma lo avevo spiegato
prima. Ogni livello è normale, ogni.."
"Si, ma di testa come stà..." fece ALaric spiccio
"Come avete visto. Normale. Normalissime reazioni. NOn pare avere
memoria di nulla, tranne se osserva un oggetto o le si indica
ad
esempio un luogo, sa di cosa stiamo parlando. Non vi ha riconosciuti.
Non ricorda ne me e ne la capoinfermiera Bernadette. L'unica cosa che
non so come trattare è il fatto che ha un carattere molto...
infantile, diciamo..."
"Dottore! Parliamo chiaro. Lei sa del test visto che vi ha assistito,
parliamo di una persona che ha perso la memoria, che non ha
più ciò che caratterizzava il soggetto originario
e
quindi l'esperienza e la personalità maturati in anni...
secondo
lei, come dovrebbe essere?" fece Milan come seccato
"Guardi che da storia medica sulle amnesie, i soggetti che nehanno
sperimentata una, non hanno ricordato la loro vita in toto o
in
fasce di tempo, ma non hanno mai avuto fattori di regressione del
comportamento..."
"Ma è scemo?!" sbottò Alaric "dottore io non ne
capisco
un cazzo ma so che dai nostri esperimenti è uscito di tutto
e di
più, dalla pazzia, all'utolesionismo, alla convinzione di
essere
non so come una data persona pubblica e ne erano convinti!, all'amnesia
di vario genere, e so che sono capitate tante cose... perchè
è così strano che lei si comporti... come ha
detto?
Diversamente?"
"Voi avete visto esattamente la ragazza?" domandò allora
guardandoli uno ad uno, finchè col loro silenzio non si
avviò a un disposiutivo a muro e non parlò contro
di esso
pigiando un bottone dicendo delle cose sottovoce.
Dopo qualche minuto apparve un'infermiera, con al seguito una persona.
Aveva un abito composto da giacchettino con chiusura dietro, pieno di
ricami e poilette corto sopra la vita e a maniche corte, a coprire il
sopra del vestitino in raso con fascia in vita a piegoline. Da cui poi
sopra i fianchi partiva la gonna a ruota piena di pieghe comporta da
più livelli di altezze differnti, sotto il ginocchio max
davanti
e fino quasi a terra dietro, color panna. Milan lo riconobbe subito e
da composto che era tornato, si mise di nuovo a ridere.
La figura che appariva era una ragazza con una bitino chiaro
appariscente come una rponta al ballo delle debuttanti e sorridente.
"Da dove l'ha preso quel vestito?" chiese Jd alquanto sorpreso
"E' uno di quelli che aveva-avevo, avevo fatto mettere nella stanza nel
caso Lia si svegliasse..." rise Milan come se balbettasse vedendo la
figura
Alaric la fissò come se vedesse qualcosa di impossibile. Le
squadrò e le si avvicinò. Era entrata una
ragazza, dopo
l'infermiera, con un viso disteso e pacifico, sorridente e calmo a tal
punto da sembrare di vedere qualcuno che sprizzasse gioia
di ogni
poro. Era così sorridente e con una sorta di aura di pace e
gaiezza pacata, che perfino gli occhi lo facevano. Avea i
capelli
ancor acorti dopo che Lia se li era tagliati per vedere come fosse
cambiare in toto, usando poi i restanti come da consiglio di Milan per
una parrucca. Così aveva i capelli sempre con quel taglio
alla
pixie, con un lato davantipiù lungo prima del metno e
l'altro
lato più corto, abbellito con una fascia en pendant col
vestito,
che era sistemato in modo elegante con parti delle ciocche di dietro a
corprirlo lasciandone vedere solo una zona, quella con i capelli
laterali più corti, rendendo il tutto elegante. Aveva degli
orecchini ma non trucco.
"Qualè il tuo nome?" le chiese alla fine Milan tornando
composto
"Il mio nome?" fece questa guardandolo ancor asorridente ma sorpresa
"io... non lo so! Non ricordo..."
"Hai delle domande?"
"Domande?" fece allora lei perdendo per una frazione dis econdo quel
sorriso caloroso e dolce come a pensarci "NO!"
Tutti si guardarono sorpresi. Aveva detto la stessa cosa per la stessa
domanda quando convocati, l'avevano trovata seduta nel letto e rispetto
a quel momento parlava poco.
"Quindi non sei curiosa, non vuoi sapere nulla, non hai domande...?"
tornò alla carica Milan
"No... non sento di voler sapere. vorrei solo poter vedere le cose che
vedo dalla finestra." disse avvicinandosi ad una di esse pogiando le
mani sul davanzale er guardare fuori "Ci osno tante persone e tanti
animali e cose in lontananza che vedo e..." disse lei con un sorriso
carino e non terminò la frase perchè Alaric era
tornato
ad avvicinarsi, questa volta vicinissimo, fissandola bene.
"Chi sei? Lia non fa mai quella faccia. Mai, tranne forse quando fa
emergere il suo lato criminale e pazzoiode da sociopatica.... Assomigli
a Lia? No. NOn sei vestita come vestirebbe lei. Non si metterebbe mai
un abito così scampanato e femminile senza una ragione, ne
sono
prova i ritratti e le feste o comparsate su richiesta di Milan... e non
vuoi sapere perchè sei qui e come? Chi eri? ...
non ti
aspetti che crediamo che questo sia un caso di amnesia e non ci stai
prendendo in giro! Cosè, ti sei arrabbiata per uno dei
soliti
scherzi di Milan lasciandoti questi abiti, e vuoi farci
rincoglionire come fai sempre con la gente prima di incularla? Eh?!? Ti
conosco carina... questa espressione..." le disse adirato per poi
voltarsi verso gli altri "non sappiamo davvero perché abbia
scelto di usare quest'espressione. Ma non mi convince... Avrebbe potuto
farlo per un filtro narrativo, sapete delle sue solite
recite,
per gettare nell'umido il rispetto verso Milan, o perché
stava
leggendo l'atmosfera e voleva fare un plot twist o solo come
espressione generale per la parte.... credete davvero che questa sia
naturale, dopo ciò che conosciamo?" disse verso
tutti gli
altri mentre la ragazza lo fissava curiosa allungando il collo in
avanti per osservarlo, visto che le dava la schiena.
"è totalmente diverso da Lia. E non obbedisce ciecamente ai
desideri di nessuno, sia come faceva la Prima e sia riuspetto
altri che si affidavano a noi camici bianchi, qaundo no navevano
reazioni negative..." disse una voce dalla porta, mostrandoi David che
entrava.
"Zio David!" cinguettò la ragazza che andò verso
di lui per stringerglisi a un braccio
"Ti ho portato questo, spero ti piaccia" le disse
gentilmetne,
mostrando un peluche molto realistico di un furetto a dimensioni reali
che lei prese subito, lo alzò sopra la testa come a
guardarlo
sotto la luce delle lampade con un'aria di felicità
enorme, per poi stringerselo come un bambino con
l'orsacchiotto.
"Sta recitando... non credetele..." continuò Alaric ma David
lo zittì
"Il dottore le disse di rimanere nella sua stanza, ma lei
andò e
si presentò in giro per l'ospedale.... le ho detto
di
chiamarmi semplicementee
tuttavia lei insiste
nel chiami Zio. Il test finale sulle nostre apparecchiature per
lettura, copiatura, scrittura e ttuto il resto, sapete, della mente
è andata a buon fine. Lia è morta. Ne
è nata una
versione pulita e incorrotta." guardandola mentre correva sotto la
finestra e si sedeva elegantemente a terra per giocare con il furetto
finto "Pura e sincera. NOn avendo eseguito la cancellazione totale
però, ha lil settore dell'apprendimento e conoscenze
intonso.
Per questo sa, riconosce, identifica e comprende le cose, le persone,
tutto... ma non sembra anche da sue parole che abbia attinto
a
frammenti di memoria dell'originale che richiamassero... situazioni o
parti del passato. Almeno, non per adesso. Per questo non è
come
un neonato. Ha la consocenza dell'Originale senza però le
memorie di vita della stessa. E tuttavia rispetto un bambino piccolo
che no nsa nulla e deve fidarsi degli adulti... Lei ha il
libero
arbitrio riguardo ai desideri di chi le sta intorno. Può
decidere se rispettarli o meno. NOn può essere
pedina,
può disobedire o eseguirli a sua scelta. Come ho potuto
provare,
sembra avere in se delle leggi e regole morali e di comportamento
inalienabili o incancellabili o inviolabili. Voleva un peluche, le
portai allora per prova un furetto, vivo, e mi disse che era contenta
di averne uno tra le mani ma non sapeva come prendersene cura, parole
sue, aveva paura di fargli male e ha detto. Ossia, un
peluche..."
"Come lo chiamo?" chiese la ragazza avvicinandosi a David alzando di
nuovo in aria il peluche, facendo volare commenti di Alaric che
borbottava.
"Dagli il nome che vuoi... "
"Un nome? Io?" fece lei sorpresa, portando il peluche vicino la sua
faccia per guardarlo bene, aveva pure i baffetti fatti con il filo da
pesca che uscivano dal nasino "...Atticus?"
"..." silenzio da tutti fissandola
"SI, si!" disse con foga rialzando in alto il peluche con contentezza
"mi piace Atticus, sarà questo..."
"Scusa, perchè Atticus?" domandò Milan curioso
"EH..." fece lei fissando l'animale di pelo "mh... non lo so, mi
è venuto in mente mentre parlavate..:"
"E tu.. non stavi seguendo?"
"Se io mi intrometto, voi vi arrabbiate?" domandò
paurosa,
portandosi il peluche stretto tra le mani davanti la bocca "le signore
in bianco cattive dicono che non devo interrompere o dire cose stupide
o immettermi nei discorsi degli altri..." fece lei tentennando
"Signorina! Smettila di pensare che siamo cattive! Noi..."
"Si calmi, ha solo espresso un suo parere" la interruppe Milan,
guardando l'infermiera capo con severità, facendola zittire
"su,
dimmi.... Oh, scusa. Ti ricordi di me?" parlando poi con la ragazza
"Tu sei il capo. Quello che chiamano Leader. Sei come l'ape regina..."
"L'ape regina?" fece lui stupito
"l'ape regina è l'elemento di un alveare che è il
cuore,
il nucleo e tutto gira intorno a lei, anche se le persone non lo
capiscono... E ho visto che anche tu sei così'"
"Ragazza perpiscace..." le disse con un sorriso
"Ma và! E' una bugiarda! NOn è cambiata e non
è
successo niente. E' lei!!" fece in falsetto Alaric inazzato "guardala!
Potresti mai pensare che questa faccia d'angelo sia una cosa normale?
Avanti, prendimi a ceffoni come hai sempre fatto con tutti!DAIII!!" la
intimò faccia contro faccia Alaric, in preda a
follia
"Ma... lo devo fare?" chiese dubbiosa a DAvid e di contro, Milan le
disse con divertimento di prenderlo pure a ceffoni
con
tutta la forza che aveva. Ma la ragazza disse "predere a ceffoni fa
male. E se qualcosa fa male non va bene. Poi lui no nsarebbe triste? E
quindi.. perchè dovrei farlo? Ma può dartelo
Atticus, se
vuoi..." rispose lei prima in pensiero e poi mortando il peluche con
unghiette di plastica, muovendo con le dita le zampotte.
"Mi piglia per il culo" fece Alaric a tutti ma Milan si alzò
e le si parò davanti.
"Hai dato il nome al tuo peluche, ma tu... non ne hai ancora nessuno. I
nomi sono importanti. Definsicono una persona a volte. La descrivono
per la forza e la potenza della loro pronuncia. O il loro significato.
O rappresentano la persona stessa per come è e fa... Ma quel
che
è chiave, è che qualcuno che ha un nome, ha
un'identità per gli altri..."
"ha un'identità?" gli cheise dubbiosa inclinando la testa
"Oh, si. Per adesso tu... per noi sei una soggetto femminile e...
basta. Senza il nome non possiamo darti un'identità, e senza
un'identità per noi sei una sconosciuta"
"Sono una non persona?" domandò di botto preoccupata
"Oh, no. Una persona è una persona. Ma... io sono Milan.
Sono
riconosciuto subito già dal pronunciare il mio nome. Lui
è Jd. Stessa cosa e così per tutti, qui. Ma senza
nome,
noi non possiamo darti una definizione e riconoscerti... " guardando
David, che aveva compreso che era un test per vedere reazioni e
capacità intellettive
"Io... non ho ben capito, insomma... io sono una persona. Come voi.
Anche senza nome, io non sono una persona? Sono come questo peluche?"
mostrrandolo "AH, no. Lui ora ha un nome..."
"Esatto. Adesso, per farti capire, questo peluche ha una sua
identità. Bimba, questo peluche se messo insieme ai suoi
fratelli creati nelal bottega, sarebbe... uno tra tanti, senza sapere
chi è e come riconoscerlo. Ma se metti un collarino con il
nome,
quello che hai scelto e lo metti là in mezzo... quel nome lo
definsice rispetto a tutti gli altri simili o uguali di aspetto. Questo
differenza in primis qualcuno. Il nome. L'identità che ha
una
persona e che le viene data, riconsocendola con quel nome.."
"Allora... guardandosi intorno "io non sono che... una persona non
definita?"
"qualcosa del genere"
"E che nome ho, io...?"
"Devi essere tu a deciderlo..." le disse gentilmente "non possiamo
darti un nome noi, perchè significherebbe... essere noi chi
definisce te... ho promesso a tua madre che tui saresti cresciuta con
le tue gambe e la tua testa, e ti saresti definita con le tue forze e
volontà..."
"EH..:? Mia madre...?" stupita, con gli occchioni grandi sgranati,
guardando poi David
"Tua madre..." continuò Milan "Vedi... tu sei il risultato
diqualcosa. Hai iniziato la tua esistenza come ciò che sei
dal
momento della sua morte. NOn cè niente da considerare
peccato o
errori, tu sei nata da una frazione della sua anima, e anche se da
sola, desiderava che una parte di lei fosse felice. E
così
eccoti qui...Può essere confusionario, ma sebbene
Veròna
abbia preso vita come pezzo di lavoro di tua madre, alla fine tua madre
stessa è divenuta, ha preso l'identità di
Veròna,
per avviare un processo. Che sia da veròna o tua madre, poco
cambia. Sia tu che Veròna siete tua madre sotto mentite
spoglie.
Come travestita, perchè indossava un personaggio,
strasformandosi in Veròna. E quindi seppur Veròna
sia al
sua controparte, tu sei figlia di tua madre e della tua madrina,
possiamo chiamarla così..."
"Stai confondendo anche me..." disse Jd alle sue spalle
"Quello che voglio dire è che tua madre è la
persona che
eri prima. Ha lanciato la moneta,o si è data alla sorte
attendendo il risultato, e tu... tu, sei quel risutlato. Non sei lei,
non sei chi noi o chiunque altro vorremmo che fossi... e ne
è
prova il discorso di David sul fatto che non sei tabula rasa come
soggetto da essere una pedina co manovrabile. Ad alcuni potevo dirgli
di fare qualsiasi cosa e... loro eseguivano. Non eseguivano se io no
ndicevo loro cosa fare... erano solo pedine o soggetti vuoti che io
riempivo e a mi davano assoluto ascolto. Si muovevano ed erano tutto
ciò e ogni cosa io desideravo. Ma non voglio questo. Il
problema
è che... loro erano così non solo per il test, ma
perchè erano... posso dire, più vuoti?
Ma tu non lo
sei. O non saresti andata in giro, scappando dalle infermiere per te
persone orribili e ancora lo pensi, come se per te fosse vero per
qualcosa... e non avessi tue decisioni e pensieri...Tu nello stesso
tempo, non sei lei. Sei una persona separata. Il modo in cui tu le
assomigli è quello che no riesco proprio a superare, non lo
sopporto... perchè avrei preferito che non morisse, invece
di
lasciare una figlia identica a lei eppure che non è lei. Ma
sono
contento che tu non sia un pezzo, un soggetto e basta, che sia solo
esecutore di ogni cosa gli si ordini. Tu non sei lei. Per lei, quando
ne parlavamo... tu eri come una sorellina perduta da tempo o qualcosa
del genere, nel caso la moneta avesse girato nella tua risoluzione, ma
per me... per tante cose, tu sei sua figlia. In qualche modo odio il
pezzo che sei come risultato, Alaric sbaglia. Tu sei così e
basta, non sei lei che finge, anche perchè lei non sarebbe
riuscita come fu nella sua vita, a reggere per molto sorrisi e
carinerie come fai tu... diceva smper che ci voelva il cuore e la forza
per fingere, così a lungo e bene un sorriso, anche
solo di
bocca. E così come so che, anche se passassero anni, non
riusciresti a divenire mai e poi mai come la lei originale. E
così come, anche se ti ordinassi di comportarti come lei,
saresti solo un'imitazione e mal riuscita, ma solo per un motivo. Non
sembra che anche tu... tu no nsei portata per fignere e
recitare,
sempre che non sia qaulcosa di tuo. E quindi ciò
che
vediamo non è altro che te, la nuova
personalità..."
"Mia madre?" domandò lei non molto contenta
"Non ci pensare. Adesso dimmi, che nome senti di voler usare,
perchè sia te?"
"Io... non lo so. Ho capito solo che il test..."
"Si, il test è il project Kianta. E tu sei la prima che ha
testato l'apparecchiatura e la procedura al cento per cento,
sviluppata e completa. E senza i lati engativi dei soggetti prima di
te, mentre era in sviluppo e studio, anche se è per loro che
adesso sembra perfetta. Ma tu sei qui, lei è morta, e non
essendo lei, è necessario un nome che ti riconosca..."
"Il project Kianta?"
"Si, era già in lavorazione quando lei diciamo che venne
incontro a noi e poi lo abbiamo rinominato..." ridendo
"No, quella pazza farebbe le scarpe a ogni sogno femminile del mondo.
Invece di pensare al principe azzurro o l'uomo dei sogni, o di essere
salvata o di chiedere di essere portata via... ma chi l'avrebbe rapita
a quella psicopatica, vorrei sapere... di chiedere di andare
via
con chiunque volesse prenderla da dove era, o piangere come
una
frignetta per la sua sorte, si è letteralemtne fiondata in
mezzo
a noi come se nulla fosse pighiandoci pure per il culo..."
"Alaric..!" rise Milan, non era per neinte arrabbiato ma anzi sorrideva
"semmbra quasi che tu ne parli positivo, non negativo come vorresti far
credere..."
"Cosa? Ti sbagli! Neanche Hannibal the cannibal l'avrebbe inquadrata
come preda pure per mangiarla, era indigesta pure per quello, sarebbe
scappato pure lui. E se fosse vissuta all'epoca, pure Jack lo
squartatore incontrandola per strada avrebbe urlato come una femmiuccia
dove esser preso a sberle e con la sua parlantina rompicazzo,
e
se la sarebbe data per farsi arrestare.Avrebbe preferito la prigione
che nelle sue mani. Lo so!" disse l'uomo piccato
"Ma lui è sempre così?" domandò la
ragazza curiosa, facendo ridere tutti
"Lascialo stare, quello che voleva dire è che quando si
nomina
tua madre, anche solo il nome, vien fuori tutto ciò che
conosciamo ed è stata. Ecco perchè..."
"Allora... se avete bisogno di un nome per indicarmi e riconoscermi...
non lo so, Kianta!?! A me va bene anche questo, hai detto che io sono
una buona cosa di quel test..."
"Vuoi proprio usare il nome Kianta? Sei sicura? E solol il nome del
progetto. Vuoi vederti in uno specchio per capire se ti sta bene...?"
"Mh..." riflettendoci "No, i nomi sono importanti, necessari e... se
è così e per essere io come sono, allora va bene
questo.
E' già utilizzato?"
"No, non è di nessuno. Tua madre..."
"Allora va bene Kianta. E.. non lo so, ma... non mi piace definirla mia
madre e non voglio sapere niente di lei. hai detto che io sono io,
diversa da lei e non sarei mai lei in qualunque caso. E mi va bene. Se
per essere me io devo usare il nome Kianta, vogli oquesto...."
"Quindi è così?" ma fu interrotto da David
"Milan, quando ho utilizzato parole e nomi per i test appena l'ho
raggiunta, dopo quanto ha fatto per tutto l'ospedale... non ha mostrato
alcuna reazione. ... Dopotutto, non le si aveva ordinato di
reagire o comportarsi in alcun modo da altri. Quindi non era stata
influenzata. È stato facile far rivivere quella
Lia con la
sua scan, ricordi? E anche allora, non si comportò come un
soggetto privo di ogni cosa, anche della personalità.Non era
un
pezzo agli ordini di qualcuno, un osggetto malleabile.
Altrimenti, si muoverebbe solo secondo i desideri di te, Milan. E
così quest ragazza...Anche dopo anni interi... Non sarebbe
ancora diventata la Lia originale, per quanto aspetti. Anche se le
fosse stato ordinato di comportarsi come l' originale, ... sarebbe
stata solo un'imitazione per emulazione di quanto appreso o visto da
video e altro, così come Lia faceva con la musica. Non
leggeva e
comprendeva la musica scritta eseguendola, era mera emulazione e
riproposizione di ciò che gli altri eseguivano e che aveva
sentito. Questa è una persona molto simile ma separata, e
sicuramente non la stessa Lia. ...Quindi, ...non è davvero
scomparsa per l'eternità per un verso, ma
dall'altro si...
Anche dopo essere diventata la Padrona della Casa e la Signora delle
Chiavi ...non c'era modo di farla rivivere..."
"Però hai detto..."
"NO! Quel modo, che ti ha lasciato insoddisfatto perchè lei
stessa, o meglio la sua scansione, è andata fuori di testa
perchè risvegliata e lo stress ha reso instabile la scheda
di
dati... tu non credi in ciò come faceva lei. Quindi non
dovresti
pensarla o volerla usare. Tu sei per metodi... esoterici. Se vuoi
riaverla indietro, ora come ora essendoci la sua... sorellina minore,
ad occupare il corpo ed essere la legittima erede della sua anima, non
puoi che aspettare la sua morte per tentare di risvegliare Lia"
"Non dire sciocchezze..."
"E quindi...basta pensarci! benvenuta tra noi, Kianta!" disse con
gentilezza a Kianta con le mani sulle spalle "adesso hai preso il posto
della persona che eri prima, intendo per gli oggetti che erano suoi, la
sua stanza, molte altre cose... hai cose da imparare che magari adesso
non affiorano, ma se hai problemi io sono a disposizone..."
"Si, zio David..."
"ma perchè lo chiami zio?" domandò Milan
accigliato
"Non lo so, è stato gentile e non... tetro come quelli..."
indicò con un indice come una bambina l'infermiera e i
dottori
"e non mi guardava in modo strano senza dire niente o mi diceva di
stare buona a letto. E' noioso a letto. Lui invece ha parlato tanto con
me e mi ha insegnato dei giochi interessanti..."
"Erano i test..." rise David
"Capisco. Dottore, la sua valutazione non è esatta, mio
parere.
Anche se ha chiari comportamenti un pòl infantili, la sua
testa
non dimostra che un'età superiore... da quello che vedo, i
suoi
comportamenti che lei definisce infantili sono solo un modo, secondo
me, per compensare cosa per ora le manca e si comporta come ogni
persona in un luogo non conosciuto e tra persone ignote. Si aggrappa a
qualcuno che sembra diverso dagli altri, aggira ciò che
considera pericoli, fa ragionamenti sensati ed elaborati e anche se
apapre per lei infantile, ho l'impressione che non sia regressione
mentale o dell'età..." fissandola "ma qualcosa che sia suo
senza
ciò che rompeva l'originale... ma David, tu che dici, non
dovremmo vedere nel tempo come si comporta ed evolve, invece di gettare
etichette a caso? lei diceva così..."
"Si, concordo. Le piccole cose che sembrano infantili potrebbero esser
solo ancoraggi, non so... magari prendendo confidenza o maturando la
sua personalità nei giorni a venire, potrebbe..."
"Se per te va bene, David, se lei non ha proprio niente... questo primo
giorno di risveglio, anche se è stato ieri, il
secondo...
ancora non ci credo che con lei cè stato un periodo di
coma..."
fissandola serio
"Il coma non era proprio vero coma... come ti dissi, la procedura per
ora può avere risvolti diversi in base ai soggetti e ai
cervelli. Molti sono rimasti svegli e vigili tutto il tmepo. Altri
hanno perso conoscenza per pochi istanti o una o due ore. Altri hanno
trovato la procedura così orribile da avere reazioni nefaste
e
quindi risultato inconcludente... e chi come lei, doveva ricevere prima
la cancellazione e poi l'allocazione dei processi rimasti dopo che i
ponticelli sono stati rotti. Quindi doveva riassestarsi per riavviarsi
con il risveglio. In pratica dovea avere il tmepo di adeguarsi alla
procedura ed esser pronto come vuoto ma riassestato, per
riprendere i sensi..."
"Si l'ho capito, è solo che... beh, l'importante
è che
sta bene. Ascolta" passando a Kianta "cè qualcuno che vorrei
tu
consocessi"
"Stai parlando di quei quattro scemi che erano suoi amici? Quei tre
tizi da circo" prese in giro Alaric
"Oh, no." disse non guardando lui ma Kianta "Come fu per tua madre,
cè qualcuno che incontrerai il primo giorno che ha quattro
zampe, due orecchie, porta gli zoccoli..."
"OHHH! E chi è?" domandò sorpresa ed eccitata
Kianta stringendo il furetto
"Qualcuno che se lo accomuni ad esempio a lui..." indicando con una
mano Alaric che lo fissò stranito "magari potresti far
fatica a
riconoscere. Sai, messi vicini potresti non sapere chi dei due
è
chi... avrebbero se estate entrambi gli zoccoli, infodno usa gli
zoccoli di legno con facsaia in pelle.... hanno le facce lunghe da
cavallo, parecchi capelli e peli e sbuffano come matti "facendola
ridere "... ma sai come riconsocere Alaric e chi voglio farti
incontrare, che si chiama Bluegrass?"
"Oh... come li riconosco....? Non lo so, dal naso?" chiese lei
innocenetemnete
"Cosa?" sbraitò Alaric "Che ha il mio naso?"
"Hai il nasone..."
"..." ridendo "No, Bluegrass che non ha un naso così
e...visto
che sarà tuo, Lubo ti insegnerà, anche
per vedere
cosa ricordi e cosa no, a cavalcare... è quello senza i
jeans..." fece mettendole una mano al centro della schiena portandosela
fuori, mentre Alaric restava a bocca aperta e gli atri ridevano "adesso
andrai nella tua stanza con gli abiti che vi troverai, non questi
abiti, e mi quando te la sentirai uno dei Capitani ti
acompagnerà alle stalle, o potresti andare in camera tua...
indossa comunque ciò che ti fa sentire a tuo agio e procedi
quando te la senti. Io ho cose da fare, ma dopo potrei venire a
vederti. ma non fare esagerazioni oggi, quindi preparati ed esci quando
te la senti... me lo prometti?"
"Si"
"se riesco alle cinque di pomeriggio prenderemo il tè
insieme e
ti farò preparare cosa ti piace, anche le meringhe..."
"..." lei rimase un attimo come a pensare finchè qualcosa
non le
balenò nella testa "MERINGHE! SIIII!" agitando le braccia
per la
contentenzza come fosse la cosa più bella del mondo
"Molto bene, allora prenditi il tuo tempo. Io devo andare. Ho degli
impegni nel mio studio, ma non fare di testa tua più nulla.
Va
bene? Ragazza, fammi stare sicuro...."
La lasciò da sola nel corridoio dopo le raccomandanzioni, e
mentre lo vedeva andare via, sorrideva e pareva tranquilla dicendo al
furetto che ora non sapeva cosa fare prima, finchè una voce
non
la chiamò. Era Jd, serio.
"Devo parlarti, andiamo nella tua stanza di là
così vedo se hai davvero abiti veri per te e non questi..."
"Sono brutti?"
"A te piacciono?" le domandò dubbioso
"A me piaceva di più quello rosso corallo, l'abito con
scollo
rettangolare, corpetto arricciato in verticale, gonna dopo il ginocchio
con orlo arricciato con manica a lanterna..." con tristezza metnre si
guardava quello che indossava
"Mai fai a descriverlo così? Te lo hanno presentato?"
"Oh, no... l'infermiera pi gentile delle altre mi ha solo scelto questo
e acconciato i capelli. però so che quell'abito è
fatto
come ho detto, non so..." fece lei come disturbata da qualcosa
" Fa niente ma devo parlarti. Gli altri stanno andando via ma
è
bene che prima che tu esca di qui, ti dica delle cose e mi stai a
sentire, va bene?"
"... Io vorrei andare in questa camera che avete detto è
mia. Zio David dice che ho degli oggetti e..."
"Ne parliamo in camer a mentre ti cambi. Andiamo..." le disse tirandola
verso la stanza a lei riservata
Lia fumava apatica osservandosi intorno in modo critico.
Finchè
un rumore, una grande porta che veniva aperta, non la fece voltare solo
di poco con la testa.
"Lo stai incensando per inaugurazione?" le disse la voce
mentre lei
dava le spalle con aria amichevole e una punta di divertimento
"Ti piacerebbe che io facessi quelle cose..." andandogli
accanto,tenendo
la sigaretta tra indice e medio "scemo, non dovevi essere..."
"Si, ma sono qui" tagliò corto lui
"AHH!! Sei un quel periodo del giorno in cui appari serio, pragmatico,
composto ebla bla... sembri un navigato banchiere quando fai
così..." gli disse con uno strano pizzico nella frase che
parve
coglierlo
"le giornate sono lunghe e l'umore vira come una nave in balia della
tempesta" tagliò corto, spostandosi la frangetta nervoso
"Quando fai così sei anche poetico, che carino...! ma...
secondo
me sei troppo tirato. Mi hai rimproverata per il benvenuto dell'aquila,
in modo brusco, che... mh!"
"Lia... per acchiappare i Neri e fargli passare da quindici minuti
all'eternità di terrore e inferno come lo chiami, li hai
raggirati vestendoti da tirolese una volta e un'altra da perfetta
tedesca in abiti tradizionali, hai preso uno di quei robot che sembrano
criceti sotto steroidi, che non so per quale motivo dicano siano
carini..."
"Imogen afferma che è stato un piacere per lei e il suo
reparto
realizzarli... e tutto da miei schizzi mentre mi annoiavo di come
volevo
fosse un animaletto moderno da compagnia..."
"Compagnia" rise lui sempre in quella maniera composta facendo un gesto
con un indice verso la fronte, per for passare il dorso della mano
veloc sul ciuffo ribelle "quel robot non è carino,
è
inquetante... e oltre questo è stato dotato di denti che
solo un
kaimano può eguagliare, un vano interno in cui riporre
oggetti,
ed è capace di prendere a sberle e sederate le persone con
le
sue rotondità..."
"e capocciate... e rotola. Lo so, è un amore! E utile,
oltretutto.Sapessi come..."
"Preferisco i cani..."
"Tu... i cani! Intendo... quando... ti ho mostrato il prototipo, il
meepit blu, tu sembravi entusiasta..." fece lei con quel sorriso che
pareva sornione e seducente, ma era solo come se pizzicasse con
qualcosa
che però lui coglieva
"Non quando l'ho visto all'opera. Insomma... sei entrata con il gruppo
femminile di punta e hai mimato la scena seducente del benvenuto... e
che dire, noi commerciamo anche in piacere oltre a protezione e..."
"Milan, Milan, Milan...." gli disse ridendo "siamo niente e ogni cosa.
Siamo un piedino nella società, e tutto il corpo nel resto
che
no nconoscono neanche... e tu ti turbi per un robot che è
fedele
e utile, solo perchè ti sembra, adesso, inquetante...? Dai
rilassati, liberati dalla pesantezza che ti opprime e cancella il tuo
essere... mh... grave, profondo, autorevole, responsabile,posato,
riflessivo, sostenuto,contegnoso, ponderato, severo..."
"mi stai descrivendo?" ti va di fare due passi nel luogo che abbiamo
creato?" le disse sorridendo dandole il braccio, che lei
accettò
dopo avergli dato un colpetto con la tempia sulla spalla "so che hai
nella testa una frase o qualche descrizione non bella che no nvuoi
dire..."
"Davvero? E quale..:" fece lei stando allo scherzo ridendo
"sono sicuro sia in italiano e non è molto... lascia stare.
aspetta..." fece lui fermandosi un attimo con lei al braccio, al
fianco, che lo fissava senza capire.
Si accorse solo in quel momento di una cosa.
"E' Timeline, o come si chiama, The End of Timeline, il brano di di
quell'artista che fa musica elettronica,
rock progressivo utilizzando anche oltre chitarre Arpa laser e le
boline di tesla? Anche se non ho ancora capito come funziona l'arpa
laser..."
Milan ascoltava l'ambiente che credeva vuoto della Casa della Seta,
appena terminata.
presentava tre livelli, era situata all'interno della fascia a
mezzaluna che compneva i possedimenti dello Chateau, girando attorno la
montagna e si trovava poco distante dal Favo. Il livello interrato era
destinato ad "attività" più particolari e
private. Il
piano terra da salottini, stanzette e salette destinate per certe
attività metnre il piano superiore come vero e proprio
ambiente
da "maison close" ed era gestito partime da Madame. In quel modo con
tutto ciò e otlre che gli uomini e donne potesse desiderare
e
più, era sicuro che non andassero in giro nelle vicinanze o
chilometri a far casino per trovare "qualcuno con cui passare il
tempo". Evitando malattie e problemi e nel contempo, studiarli.
Non solo ogni piano ma ogni stanza aveva come molte cose ispirazioni
varie, dal bordello dell'ottocento ad ambienti dedicati a periodi
storici o d'epocae in esse vi si sviluppavano i servizi presentati o
richiesti. Per le cose estreme o piùsegrete vi era il piano
interrato, preso conforme da quello di Madame nella sua casa o meglio
villetta.
L'interrato della maitresse francese prevedeva delle sezioni
per diverse attivita, tra le quali quelle che schifarono Lia dal
profondo. Madame era una donna energica ma elegante, intelligente e
capace nell'imprenditoria, sopratutto privata, che l'aveva invitata per
procedere con gl iaccordi, di portare un pò di... del suo
lavoro
anche allo Chateau, così da evitare gli spiacevoli
inconveniente
che gli uomini combinavano nelle ore o giornate libere in cerca, come
detto da loro, di pollastrelle.
E così Lia avea visitato tutto
l'edificio scoprendo sopratutto, oltre le camere in stile bohemien,
liberty e classic con velluti rossi, blu, neri e ori, la parte segreta.
Le camere erano
ovviametne controllate con telecamere nascoste e altro sia per
sicurezza per le ragazza e la padrona ma anche.. no nsi sapeva mai.
Sebbene Madame fosse scelta per essere discreta e sicura, le armi in
mano in quel mestiere per certi versi pericoloso erano necessarie.
E quando la condusse nel seminterrato Lia capì
perchè.
Tutte le persone che avevano desideri e bisogni estremi e non solo,
frequentavano quel luogo. Erano tuttavia stanze che Madame poteva
riservare a persone... così influenti che era meglio che
nessun
cliente li vedesse in alcun modo e un'entrata segreta esterna
permetteva a questi clienti di sfuggire ai radar, per vita pubblcia e
non solo, e frequentare le sue ragazze in un ambiernte in cui nessuno
tranne Madame o i suoi clienti speciali dietro però
accompagnatori ben armati o ospiti come Lia potessero raggiungere.
La sezione sotterranea comparve agli occhi di Lia come una sorta di
doppio contenitore. La sezione da dove entrava privatamente, ancor
più dei clienti, Madame era una sorta di corridoio intorno
alle
stanze, un pò come i passaggi segreti allo Chateau di cui
Milan
aveva dato una mappa precisa, o almeno disse, di ciò che lui
sapeva. E mentre camminavano in quel corridoio con un lato la parete
dell'edificio stesso, dall'altro invece un quadrato o rettangolo in
base alla stanza trasparente ma solo apparentemente. Quelle stanze
erano moderne e molte come Cyberpunk interiors, con appunto
pareti che sembravano dall'interno tali o specchi, a molti piacevano
molti specchi nelle stanze del genere, ma da fuori si poteva assistere.
"Utilizzo queste stanze anche per altri scopi. Quando chiedo o lo fanno
loro stessi, di mettersi delle maschere di vario tipo che
rendiamo disponibili io posso,s apendo che mai le toglieranno
finchè no nsaranno nel bagno privato di là, fuori
dalla
vista, diciamo sfruttare altri settori che questo lavoro mi
permette. Scienziati, studenti di varie classi mediche, psicologi e
psicoterapeuti che devono scrivere libri e articoli su... determinate
questioni..."
"Si, ho capito" dille lei
veloce come a cancellare la questione
"Chi assiste qui,
è...
interessato alla materia da vari punti di vista" fece la donna,
indossando i suoi Tailleur o completi gonna elegantissimi, perfetti per
lei, con spille o accessori di gusto ma antichi
"E accetta anche
guardoni?"
"NOn come li intendi tu.
I... voyeurs,
che possono entrare qui sono persone fidate e sicure che.. come dire,
hanno altri bisogni oltre il fisico..."
"ho capito, sono quelli
che si
eccitano guardando... certo che ne fai di soldi tra i ricconi che
vogliono fare roba in segreto lì dentro e la gente che li
fissa
e non lo sanno, da qui fuori..."
"Questo, mia cara,
è come tu
hai detto l'altra volta che ci siamo incontrate. Sesso e morte sono le
attività lucrative che mai vedranno un tramonto. E avevi
ragione. Più l'essere umano continua a provare
ciò che il
sesso può dare, e più ne vuole. Così
come ci sono
uomini o donne, da alcuni anni anche loro vanno alla carica come
clienti,che invece desiderano riprovare qualcosa perduto nei meandri
del tempo e abitudine, matrimonio e vita sociale... le prime volte."
"Come i turisti del
sesso... bah!
Comunque, come mai mi hai portata qui? Vuoi portare questa roba allo
Chateau? NOn abbiamo gente IN che paga cifre assurde per giumente di
alta classe, in luoghi futuristici nel pieno anonimato... si fa per
dire, ma... ho convinto Milan a creare la Casa della Seta
perchè
così la gente possa sfogarsi..."
"Come con il Teatro e le
attività varie? Così come le classi di -danza-
che hai messo" rise la donna
"Ride? Lei sfrutta un
aspetto che fa
sfogare la gente dai suoi pruriti. Non è la sola cosa che ho
pensato
di introdurre e lo sai quindi..."
"Sono rimasta sorpresa
però da
come alcuni hanno trovato interessante la cosa. Georgian, greek,
Cossack, Hungarian, Caucaus, russian, bulvar o comunque Turkish dances... ossia i vari
tipi di
danze di quei paesi, sia a solo che a gruppo, che permettono di
migliorare la muscolatura, combattere introducendo dove non
cè
il comb attimento in scena, ampliando quello previsto e
facendoli
sfogare mentre si divertono. Così mi ha inviato scritto
Milan. Armi vere, premiazione per quelli che
riescono a migliorare esecuzione e prestazioni, scene di combattimento
dove lo spettacolo e l'apparenza e bravura sono premiati ma non le
ferite... feste a tema serali o notturne..."
"Vedendo Milan con i suoi
contatti nei vari paesi o seguendolo quando mi invitava per vedere il
mondo, come
dice smepre, ho assistito a quegli spettacoli la seconda settimana che
sono arrivata. E ho pensato -non hanno interessi ne voglia di nietne se
non ciò che provano sul campo di combattimento...
perchè
non portare quel campo, ma penalizzando ferite e danni reali, unendoli
al
meglio della danza antica ancora esistente che davvero ti fa avere
muscoli ed elasticità che la solita palestra...? andiamo, li
ha
visti la maggior parte pompati da sembrare gonfiati con l'aria
compressa? Ho chiesto loro di togleire lo schifo che si iniettavano e
dato di danza ma anche spettacoli vari di combattimento,sia durante le
esibiozioni che al Cerchio che in generale settimanalmetne ispirato a
combattimenti del passato, quindi insegnandolgli anche un pò
di
storia, che loro creati. Non è facile come hanno scoperto
danzare, così hanno imparato altre cose. E se molti
vegetavano,
hanno trovato valvole di sfogo e interessi. Chi nella musica, chi
letteratura e scienze, chi nell'artigianato con mestieri che erano
quasi scomparsi e molto altro... così sono di meno quelli
come
me..."
"E ora che sei qui nel
cuore della mia Maison, ti sei pentita nella valvola di sfogo su questo
ambito?"
"No, perchè
finchè so
che è controllato, seppur pensano di fare e sfogare tutto
ciò che vorrebbero provare, sicuro e non pericoloso per gli
altri... mi va bene anche questo. Sarà Lei a gestire quel
luogo,
Madame, l'importante è che resti nelle linee guida che ho
chiesto. Sicurezza, igiene e zero rischi in primis..."
"Se non fosse
così non sarei
una professionista... ma chiamami Lalique, per favore. Altra cosa,
Milan mi ha detto che ti ha chiesto di far visita in sua vece e mettere
in campo cosa hai imparato, ad alcune persone che vorrebbe unirsi
all'organizzazione. E' la prima volta che sento di qualcuno a cui
affida qualcosa."
"Questo perchè
non si fida, come
suo fratello di nessuno, non crede nella divisione del potere e io,
come ha detto, sono uan delle poche persone che non permette a niente
di corromperla o comprarla. Di fatto mi ha dato le chiavi, non quelle
ma comuqnue le chiavi dell'organizzione per fare ciò che lui
non
vuole... gestire ed organizzare. Ma se continua a detenere il potere
solo, senza fiduciari, non andrà lontano ma non vuole
capirlo. E
tuttavia non può certo dividersi tra utti i luoghi e le
persone
che deve incontrare. QUindi ha deciso di sfruttarmi anche per questo..."
"Se solo non fosse
così
immaturo e infantile a volte..." fece la donna con un sospiro "Si
è come acceso, come una lampada a incandescenza ormai
obsolete,
quando ha pensato di giocare con te a quella storia della strega dello
Chateau... e dice che vuole ingrandire le cose"
"Ammetto che è
divertente
vedere le facce degli ospiti quando provo il sistema delle proiezoni e
quegl iabiti ottocenteschi"
"ma secondo i tuoi, di
gusti... quindi lui non ha il pieno controllo"
"Se per questo neanche di
quella che
chiama performance..." ridendo "lui assiste come a teatro per uno
spettaccolo già visto ma come per tutto, nuovo allo stesso
tmepo
ogni volta. Come il tè giapponese, ogni spettacolo
è
sempre diverso e mai uguale all'altro perchè gli umani
seppur
proponendo un'opera conosciuta, san mettere in ogni esibizione del
proprio e cosa sentono al momento e
del diverso che si coglie e apprezza. Altrimenti non sarebbero
magnifici, no? E nel suo lavoro, Madame?"
"Mia cara, ci sono cose
che conosco
ormai più della mia stessa vita, eppure come dici ogni...
spettacolo, è diverso e mai uguale dal precedente. Per
questo ho
accettato, per vedere e capire se avevi ragione anche con gli uomini
dell'organizzazione. Per loro sarà una cosa nuova e
interessante
a lung adata, o si annoieranno rischiando di uscire fuori dalla scatola
che tu hai creato per loro? Non so cosa pensare a questo Pandora's box
che utilizzi contro i vostri... conigli, per circoscrivere il male
dentro certi confini... ma funzionerà anche con loro senza
annoiarli ne desiderare di evadere?"
"Provare che costa? E'
con i tentativi
che l'umanità ha progredito in barba alle religioni che
vorrebbero tutto uguale a cosa credono. QUindi madame, attesa... questo
serve. Guardare, aspettare, osservare e valutare. Ma tra le vostre
ragazze e le nuove che avete nella lista, le persone
con ipersessualità o dipendenza sessuale a cui dare
non
solo diamo aiuto economico e supporto, ma anche uno sfogo come per gli
uomini... così nessuno sfruttamento, ma tutte persone che
vogliono, credono, amano farlo e che... sfruttano però i
loro
problemi e disturbi al meglio, senza pena e senza nascondere. Se il
mondo girasse così... possiamo solo tentare e sperare che ci
siano meno persone perse, vuote e via dicendo..."
"E cosa mi dici sull'effettiva validità della Casa della
Seta?
Non si rischia come i siti porno di renderla un'ossessione,
perchè il cervello vedendo certe cose e certe diciamo
qualità, è portato ad avere abitudini uguali o
superiori a cosa ti dà
piacere dai video e foto che visioni? Questo significa.."
"che le donne normali, con imperfezioni o i caratteri ben distanti dai
personaggi delle attrici saranno scartate e ignorate, prefendo un certo
tipo di soggetto femminile. Lo ben so... tuttavia, Madame, la CAsa
della seta non è solo uno dei modi per legittimare qualcosa
che
per molti è un tabù o qualcosa da usare come
giudizio ma
anche per dar loto tutto e di più che là fuori, s
elo
trovano... è un potenziale rischio per tanti fattori, ma Lei
lo sa
già. E' anche uno studio su costumi e gusti sociali,
comportamenti, attitudini o preferenze... così come la
comprensione dei gusti fisici delle persone per avere un rapporto con
esse. Altezza, aspetto... alle donne interessano gli uomini che in due
fattori sono vincenti. Aspetto fisico e capacità di
eccelelre ed
essere un maschio se non alfa, almeno beta, e di provvedere ai figli.
La genetica e la sicurezza di figli vincenti già
dall'aspetto
sono un elemento animale che perdura, ma è interessante
vedere
come uomini e donne si comportano alla ricerca dei partner. Come fa
Lei, Madame, anche alla Casa delle Seta ci saranno soggetti fidati che
studieranno le situaizoni per la scienza."
"E per tu capire qualcosa che non conosci"
"Anche, ma se veramente voglio la realtà, io nel suo
ipotetico
esmepio dei siti porno, non cerco i filmetti recitati e studiati prima,
ma gli amateaur originali.. non avrebbe senso, altrimenti. Per questo
è meglio chiedere alla gente comune che risponde seriamente
e
per davvero e non uomini che sbavano dietro a sederi a forma di Otto
come le migliori secondo i canoni attuali... ma che nel
cervello hanno
sterpaglie. Se fossero come Hedi Lamarr ne sarei felice, le terrei non
come amiche ma almeno persone di interesse. Con cui poter parlare e
interagire senza pensare sempre a maschi, trucchi, profumi, evestiti e
scarpe e cazzatine varie..." disse in itaiano l'ultima parte della
frase arrabbiata."Comunque, come le ho chiesto, mettere ragazze
più normali che le top class che tratta Lei,
aiuterà il
cervello a non restare legato agli stimoli artificiali, mixare le donne
o uomini permette di sviare questo cervello..."
"Lo farò, non è di ogni giorno avere un'occasione
del genere,
proposta da una donna. Anche gli spettacoli di vario tipo dal moulin
rouge e burlesque style al resto...sono
curiosa, vediamo cosa accade, allora. Mi auguro che continueremo a
incontrarci per chiacchierare..."
"Certamente. Lei, Madame, è una donna che merita rispetto e
considerazione. Non è come molte che prendevo ad esempio,
altrimenti no nsarei qui. Certo, è un
pò.... meh...
vedere e discutere del suo lavoro, ma abbiamo parlato delle risorse
energetiche e le funzioni di centrali geotermiche cotnro quelle
nucleari... con chi tra le sue ragazze sarebbe possibile? ovviamente
togliendo le ragazze che con questo lavoro si pagano
l'università, ma loro sono occupate, e anche le rispetto.
Invece lei
è interessante, e andiamo d'accordo, non sarà mai
lontana
dalle mie conoscenze, stia tranquilla. Anzi, mi piacerebbe passare
altro tempo a discernere sul mercato e le possibilità di
questo
lavoro. Le va un tè più tardi? Anche per...
digerire
questo..." fece, vedendo clienti e ragazze che si strusciavano tra loro
"è uno strumento musicale in grado di riprodurre canzoni
schermando manualmente la luce laser di un dispositivo cooperato con un
PC. La canzone o brano viene suddivisa in base ai laser e l'effetto
attivato al comando manuale, quindi viene
suonata in base al movimento della mano e l'esecuzione della musica,
consentita interrompendo il laser con un buon tempismo..."
"Tu e i tuoi tentativi, introducendo anche la sezione musicale" rise
Milan
"Mi hai chiesto tu di rendere questo luogo diverso e meno monotono,
fermo a qualcosa di freddo..."
"Vero, ragazza, Touché! Comunque il proporre agli uomini di
imparare strumenti facili, classici, difficili o addirittura antichi
come quelli cinesi e celtici... come si chiamano alcuni?"
"Irish bouzouki, liuto, yckelharpa, Aerated, Autoharp, Dobro, vari
strumenti africani originali, vari tipi di tamburi e casse, mbira,
Theramin,Thelharmonium,L'armonica a bicchieri, Singing Arc, Crwth,
Sharpsichord, Wheelharp, Gamelan, Array Mbira, Idrolofono,
Sursringar, Handpan, Ravens drone flute..."
,
"beata tu che li ricordi tutti" disse lui osservando l'ambiente
finchè non si girò "Ma... ma li stai leggendo! Ma
dai, ma
che scherzo è...!!?!" vedendola leggere dal suo cell, serio
e veramente sorpreso e offeso
"AH aha ah "ridendo di gusto "tu mi fai gli scherzi, io ricambio.. come
ti sembra l'ambiente?"
"Mah! Non so, mi da un senso di... tra l'ottocendo e bollywood... e
intendo vedendo le porte delle stanze aperte"
"opulenza e ricchezza, ma solo in certi ambienti... da tua gentile
concessione... mi indispettisce solo il fatto che le ragazze di madame
e quelle che ho trovato con quella patologia sessuale
possano...-lavorare-..."
La raggiunse davanti una camera che prendeva ispirazione da un
rivoltante, per lei, aspetto da principessa disney sui toni pastellosi
e zuccherosi, rouches e altro che avrebbe fatto sognare ogni amante del
genere. Se cèra.
"Tu e Madame vi siete accordate per dare in questo ampio luogo, un
gusto per ogni persona che lo desidera. E il sotterraneo?"
"Come da Madame... è solo che..:" fece lei scuotendo la
testa
mentre passava per il corridoio con le porte aperte mostrando l'inteno,
sempr diverso e mai uguale
"Cosa ti angustia, amica mia"
"Non capisco davvero cosa si prova a lavorare facendo questo. Ti prego,
senza presa in giro, comè fare questo mestiere? Cosa si
prova n
el farlo in questo ambito"
"Ah" fece lui stringendole la mano sul suo braccio con l'altra sua, per
fare una camminata nel corridoio guardando ogni stanza passandovi
davanti fino alla fine
"ti offende che riprenda questo discorso?"
"Oh, no. E' solo che dopo mio fratello, che non mi comprese quando lo
seppe... Quel primo giorno qui da noi, mi è venuto naturale
raccotnarti molte cose, compreso come ho fatto a rancimollare le prime
somme per creare tutto questo... itnendo l'organizzazione... andando
più indietro ricordo bene da cosa nacque... Dorde era stato
preso dal generale, all'epoca ancora non tale, e io per trovare il mio
posto mi arruolai appena maggiorenne dopo di lui... ma se lui era stato
preso sotto l'ala di quell'uomo, non io. Eravamo in luoghi diversi,
sotto superiori diversi, in ambiti diversi... le brutte esperienze le
ho vissute io, dei due. Ho visto il brutto del mondo, sia per i miei
camerati nei vari anni che proprio per il lavoro che feci dopo e... mi
ritrovai al centro di qualcosa che da ragazzino nella mia cittadina
natia non immaginavo. Quando si parlava di soldati, l'ambiente
militare... non cèra negatività tranne quando si
parlava
del loro operato in guerra, sai cosa fanno... E Dorde iniziava ad
odiare l'essere il braccio
destro ed esecutore per molti ordini del generale. Per
carità,
lo stima, è un grand'uomo ma... molte, molte cose non gl
iandavano. Quando quell'uomo salì di grado, anche lui lo
seguì. e
così i suoi sottoposti divennero ciò che era lui.
Noi
come militari abbiamo fatto cose di cui ci pentiamo ma non
è così per chi ci ha ordinato di eseguirli. Per
loro
erano tutti atti dovuti e impossibili da cambiare. Le volte che
incontravo mio fratello, scoprivo dai suoi racconti... non potevamo
farlo in teoria, ragazza, ma nessuno lo dirà mai... comunque
ci accorgevamo sempre di più che stavamo diventando i
fautori
del
peggio dell'essere militari. Dorde letteralmente come diresti tu
sbolognava il peggio che non voleva più fare a quelli sotto
di
lui, e loro ocn sua sorpresa non facevano una piega. E io finivo in
incarichi rognosi e vergognosi, dal mio punto di vista...
così
guardandoci negli occhi ci accorgemmo che le cose erano andate fuori
dal nostro controllo e nostri intenti. E da l', da quel tavolo
circolare del mio appartamento... è partito il piano. E come
ti
dissi quel primo giorno, dovetti decidere che fare per guadagnare soldi
per investirli in cosa era necessario. E voi vidi il giornale..."
"Milan, quello che conosco, che legge un banale giornale e trova
qualcosa che cattura la sua attenzione..." ridendo di gusto
"In effetti la cosa è questa... all'epoca potevo solo ambire
ad
essere cosa sono ora, sai che io... sono più... meno
classico di
mio fratello, non intendo gli abiti, ma di sicuro lui non leggeva
giornali comuni..."
"Dorde non legge giornali comuni?"
"preferisce quelli specializzati, di un certo valore, senza giornalisti
e tendenze a cavalcare le stupidaggii..."
"uomo tutto d'un pezzo! Se tu sei così nei momenti... come
dire,
fastidiosi della giornata, tuo fratello è peggio..."
siringò lei guardandolo, ma Milan teneva lo sguardo avanti
"Si è più serio e più maturo
interiormente. E'
più ligio, serio, è colui che rispetta le regole
i
principi, ha le sue opinioni e rispetta le altrui opinioni , pur ..."
"Capisco... mi avevi promesso che lo avresti convinto a venire almeno
una volta a controllare questo luogo, portando ocn sè alcune
sue
opere..." cambiò discorso fissandolo in viso "ne hai parlato
tanto della sua arte, il suo hobby, le sue capacità che
utilizza
nel tempo libero ma non è ancora mai venuto a salutare,
controllare... "
"Quando potrà, verrà..."
"Eh.... uff, va bene. Ma che mi dici del suo parere su questo posto?"
"Non è molto convinto, non lo era per la mia decisione..."
"Già, hai detto che ti rimproverò tantissimo
dopo... il
giornale" sorrise, mentre lui pareva quasi scazzato, così lo
percepiva
"Lui ha... ho agito secondo quanto credevo ma Dorde non l'ha presa
bene. Quel giorno vidi, mentre discutevamo, un giornale sul tavolo e
sfogliandolo in cerca di qualche aiuto, vidi un annuncio. Un quadrato,
come poi vide Dorde, che proponeva ottimi compensi per donare..." come
se la cosa gli desse fastidio nel raccontalra
"Come mai a Dorde non andò giù?"
"Lia, proponeva un compenso per i soggetti di sesso maschile che
donassero il proprio sperma ad una banca del seme, per le
inseminazioni artificiali di donne da single a sposare ma infertili, o
tramite surrogazione di madre. Accettavano solo soggetti con
determinate caratteristiche e..."
"ok, ma tu oltre ad essere perfetto sei davvero stato preso, quindi
perchè ti scaldi tanto su una cosa che hai fatto?"
"Eh... già, perchè mi scaldo? pensavo..:"
passando da
stupito ad offeso "pensavo a come mi trattò mio fratello... "
"Si, ma tu alla fine hai deciso nonostante il parere contrario di tuo
fratello, Dorde, di essere un... contribuente. E sei stato pagato
parecchio. Anche se le foto avevano la censura molte donne hanno
richiesto te come padre dei loro figli, finendo per essere... uno dei
più richiesti e quindi ricevevi belle somme. Dal mio punto
di
vista non ci vedo niente di orrendo, sporco o altro. Hai dato a chi lo
voleva, qualcosa che desideravano pagando... anche se accidenti,
desiderare figli così tanto da pagare... bah, chi considera
i
figli così tanto buon per loro che dire, con le stesse somme
per
farsi ingravidare artificialmente aprivano una casa famiglia o un
istituto di supporto e aiuto per minori... ma a parte questo,
cosa cè cnhe per tuo fratello non andava? Questioni
religiose?"
"No, semplicemente..." come trattenendosi "pensava che dare
così
il prorpio dna e senza protezione per il nostro codice genetico... non
ne era entusiasta per tante cose. E poi, tutti i figli che ha-ho avuto
sono una sorta, per me, di lavoro fatto per il mondo senza rischiare il
matrimonio..."
"Ah ah aha" facendo una risata divertita con un pizzico di
Veròna "questo si che è parlare, dare
ciò che il
mondo vuole sbolognando il proprio cappio al collo..."
"da quello che ti disse tua madre, che hai odiato..."
"Ah, quel momento... descriverlo per me è... impossibile?
Difficile? Quando senti una madre che ti dice con rimprovero -quando
ti sporsi e fai dei figli?Io ho giù fatto il mio, ora devi
farlo
tu-... ho già fatto il mio, dovere intendeva... e poi la
gente si chiede
perchè odio le famiglie... ma tu!... Ah, sei padre di
chissà quanti bambiin, tu li segui anche se non ti fai
vedere e
simili, e per te è... lavoro eseguito. nel mondo
cè
già abbastanza me da non aver bisogno di sposarmi a meno che
non
l odesideri davvero un giorno. Ed è da te che ho preso lo
spunto
dei miei ritrati, per questo " gli rise in fare complice "e ancora
comunque per te sono figli tuoi quanto quelli che nel caso potresti
avere, perchè lo so che tu come tutti hai bisogno
inconsciamente
di riprodurti in... maniera normale..:"
"tranne te..."
"vero... non so le madri dei tuoi figli in provetta, cosa ne pensano
del tuo -essere loro padre- ma... per me anzi non cè
niente di orrido. Anche se tu avessi che so pagato la festa del tuo
matrimonio, per fare un esempio, con i soldi ricevuti da un...
prelievo, così da esser felice tu e la tua
metà... e nel
contempo far felici altri con il tuo dono... non ci vedo nulla di
brutto. Certo, per la questione dna posso capire tuo fratello, ma
finchè nessuno saprà mai nulla e ancora di
più
dopo che hai acqusitato fette di quell'azienda e quindi col tuo potere
hai fatto sparire i documenti, o meglio, modificato un pò
tali
dati, lasciando i tuoi vecchi lasciti ancora disponibili... io non mi
preoccuperei. Preoccupati se saranno identici a te..." ridendo
"in effetti..." fece lui rigido
"Dai, tanquillizzati. Non è un problema, anche se un giorno
dovessi decidere di incontrarli per qualunque ragione, non saprebbero
altro che ciò che vorrai dirgli e non mi sembra attualmente
un
problema grave da temere... quello che mi turba però
è il
lavoro successivo..."
"Si, la brillante idea di fare l'accompagnatore" fece lui con astio
come una cosa vergognosa e Lia sorrise compiaciuta senza dire niente
"Madame fu una sua..."
"collega, lo so" sorrise a lui direttamente con monelleria " vi siete
incontrati per il giro che frequentavate. Come ti ho chiesto prima...
non riesco a immaginare e pensare a come sia e cosa sia essere... una
sorta di impiegato di qualcosa che abbiamo costruito qui "alzando la
testa verso la zona del tetto del corridoio, in legno lavorato a
cassettoni e bordature e pennellate d'oro per quella sezione. ogni
sezione era divisa da una porta e una decorazione sopra la porta come
un segnale in legno lavorato o legno e vetri colorati a formare disegni.
"E' stato un lavoro nascosto. E rischioso. Se i superiori scoprivano la
cosa, erano... Non so proprio che punizione avrebbe ricevuto. Le regole
militari, peggio di alcuni settori e agenzie sono restrittive....Molte
donne che richiedono
questi... accompagnatori non sono casalinghe o comunque media fascia...
avere un accompagnatore, o come li chiami tu, gigolò,
è
un rischio se scoperte... almeno, quelle che temono le dicerie e lo
fanno di nascosto. Pagano bene, donano con il cuore chi come... me non
pensava al guadagno facile e truffare... molte ancora le incontro e ho
una bella amicizia, oltre che mutare quel lavoro in altro... m altre
solo a guardarle veniva la pelle d'oca ma dovevo chiudere gli occhi...
è
stato un capitolo che... mi è piaciuto e non lo nego. Non lo
nego
mai ma anzi affermo che è servito a crescere. Come uomo, in
vari
sensi, e come lettore delle persone, come approcciarsi e gestire le
persone, è da lì che ho avviato le basi per..."
"comprendere e manipolare la gente senza passare per tale, lo so. E'
solo che... davvero, oltre a stimare quelle donne che non gliene
importava della gente che parlava e diceva -io voglio vivere al
massimo ogni cosa, anche con un toy boy, ma voglio vivere tutto
finchè portrò-..."
"che termine orribile..." fece lui con una smorfia
"Ok, non lo userò più... e poi cè la
frattura...
dare rispetto allo stesso modo anche a voi che avete fatto quel lavoro
per motivi x e chi li continua a fare e farà per altri
motivi
ma... lo fanno. NOn posso che dare rispetto, sia chi sopravvive nelle
strade o sfruttate nei modi peggiori per sopravvivenza e sia quelli
come voi... ma non capirò cosa possa portare qualcuno a...
non
so, io non ne sarei capace al punto di non avere rimorsi dal, non so,
gettarmi dalla finestra anche da un grattacielo. Meglio spiaccicata che
usata come utero per piacere..."
"M-ma capisco la tua questione, è solo che il mio scopo era
trovare guadagno maggiore e altrettanto pulito con ciò che
potevo dare, e per pulito intendo non come i miei camerati e
commilitorni che vendevano roba di vario tipo in maniera illegale in
modi truffaldini... e nel contempo sfruttare i legami sociali che ne
venivano dal frequentare quelle donne, le loro cerchie e più
in
là. Ammetto che quanto fatto ha dato i usoi frutti, se non
ti
butti e non ti insinui in certi luoghi nei modiche comprendi servano...
E' però, questo mio passato, qualcosa da tenere celato,
nessuno
qui sa di questo, tranne madame ma lei è adesso mia
collaboratrice presnete anche qui... ti ho raccontato come ho scalato
la scala che mi conduceva lassù, verso il mio sogno per
farti
capire quanto ho dato e fatto nella mia vita per cambiare delle cose
che altri... non desiderano mutare. Conviene lasciare tutto come viene.
Fermare determinate cose, celarle... perchè secondo te i
livelli
sociali sono rimasti anche in questo mondo moderno e cè un
divario enorme tra la sezionepovera, benestante e ricca ancora oggi
visibile? Il concetto della giungla che ancora oggi persiste per cui
devi lottare con ogni mezzo, anche sporco basta che no nti scoprano...
ma già lo sai e odi. Utilizzare quello che si è
fatto nel
passato per esser e dvientare al livello di quelle persone che prima
pagavano per quelle prestazioni per rivotlarle con tutto ciò
che
proteggono..."
"Questo lo capisco, è solo... adesso da domani ci
sarà
questo luogo attivo e funzionante. Ci saranno donne, e anche uomini,
che saranno impegnati in un mestiere così antico che non si
ha
notizia veramente di quando... è nato come lavoro. Ma che
significa e cosa si prova o meno nel... davvero, non riesco a
comprendere come sia facile per tanti, e come fu per te, dare
letteralmetne te stesso in due modi diversi, per avere ciò
che
serviva per quello che desideravate. E queste ragazze e ragazzi, che
verranno qui e... lavoreranno come se.. non so, facessero i commessi...
quanto è facile quindi dare ciò che si
è
fisicamente? Questo non comprendo. OK, so cheper me è come
per
il concetto di figli... al oslo pensiero mi viene non... non
è
una negazione, è qualcosa di profondo, come un NO urlante e
disperato, come qualcosa che non deve accadere perchè
terribile.
Questo sneto nel profondo e so che così, anche descritto
così, non... non descrive cosa provo dentro al pensiero di
quello e i figli. E poi so di te, so di Madame che come te da
quell'inizio ha fatta tanta strada e si è avviata in un
ottimo
lavoro... su quello non ci piove, no nci sarà mai moria di
clienti e domanda... mai, ovvio... però, so di voi e tutti
quelli che fanno questo mestiere, comprese le cam girl per fare un
altro esempio e... anche il discorso di ogni ballerina,
spogliarellista, artista e cam girl o altri ruoli nell'ambito del
sesso, per cui tutte loro sono convinte e ci credono, che sono loro ad
avere il potere sugli uomini e che loro non sono vittime, non son
schiave, ma sono loro che tengono il coltello dal manico e hanno
potere... peccato che son otutte lavoratrici che dopo i dindi devono
continuare a lavorare e dare e fare pe altri dindi da altri... questo
potere dove lo vedono? Chi ha potere davvero ha davvero la
capacità e possibilità di manipolare gli altri...
mentre
loro si agitano, sculettano, fanno le gattine sexy, danno cosa il
cliente vuole per ricevere la somma minima e via al prossimo. Che
potere hanno, davvero? Certo, tu, Milan, sei risucito ad andare oltre,
ma sono pochi casi. A volte riescono tantissimo appunto i manipolatori
e chi per l'aspetto e le capacità davvero è in
grado di
ottenere molte cose semplicemente accavallando le gambe... ma il potere
resta comunque a chi lo detiene da prima e per altre cose. Tra una
spogliarellista e un cliente di un certo livello, non si ha potere in
quelle quattro mura ma sempliceemten lei è quel che lui
vuole,
simulare e... non è potere perchè alla fine sono
loro che
fottono te, non tu che lo fai, perchè non prendi altri che
il
prezzo base, massimo qualche gingillo costoso ma resti sempre
l'oggetto. E poi ci sono quelle che dicono -io ho un uomo che amo,
baci solo a lui, ai clienti il resto...-. Solo?" fece lei com
stupore, facendolo ridere
"Sermpre punti di vista, Lia. Per loro è semplice e non
perdono nulla. e' uno scambio"
"Si, e poi ci sono le cose che non capisco. Le donne... tutte tranne
quelle che magari sono così d'alta classe che pretendono
certi
ivelli altrimenti niente, sono più gli uomini in questo
lavoro
che
fanno gli schizzinosi "facendolo ridere di nuovo "ricordo con quella
collega, che lei li contattava, quanto volessero e premessero per foto
per decidere che... tipo di lavoro fare. insomma, se non gli andava a
genio per varie cose la tipa, non si prestavano a tutto, ma solo come
accompagnatori... perchè questa
disparità? Ho visto
io stessa uomini che non avrebbero attirato normalmente nessuna ma per
soldi e loro cariche tutte pronte... e uomini che fanno gli schizzinosi
dicendo no, questa no! Questa forse..."
"NOn so che dirti, posso azzardare solo il fatto che magari le donne
hanno meno pretese perchè lo considerano un lavoro in toto,
anche
accettando uomini che non va loro a genio ma stringono i denti,
pensando
a mettere da parte i soldi per voi ridere di quel periodo, mentre...
gli uomini per loro natura solitamente non vogliono avere rapporti con
donne che..come dire, non creano attrazione... "
"Mh... quindi l'uomo fa sempre quello che vuole, se la tira e giudica
le donnne che nel caso per avere qualcosa devono pure pagare... insomma
cornute e mazziate due volte per l'aspetto, l'età,
perchè
non fanno provare niente, e quindi niente... bel ragionamento..."
"Lia, le cose sono così da sempre. So che hai fatto piangere
malamente sopratutto in america quegli uomini e ragazzi accusati di
stupro, con le prove, perchè la giustizia non solo non aveva
fatto nulla o si era inceppata nei suoi controsensi, ma aveva
rivoltato la colpa dandola alle vittime... e sai che io non approvo
comportamenti troppo..."
"Si, troppo invasivi e tragico-teatrali... ma lasciami ricordare, non
fosti tu a ridere a crepapelle applaudendomi perfino, al ritorno
raccontando l'accaduto? E non fosti tu a invitarmi quel giorno al
Groove per portare il risultato della Caccia?" disse in un certo modo,
come se volesse intendere qualcosa o fare una frecciata.
"..." Milan non rispose, ma sembrava quasi arrabbiato ed lei
ripensò a quella notte
"Quindi? Cosa facciamo qui facendo un volo così lungo in
questo paese di controsensi e democrazia NON esportata?"
"Ehi, bimba. Non fare quella faccia. So che per te gli stati uniti sono
un luogo di controsenso pauroso per molte cose e ti fa rabbrividire per
tante cose che la storia racconta, ma oltre ad averti chiesto di
aiutarmi per gli Accordi con certe persone, vedendo come te la cavi, ho
pensato di renderti partecipe di un altro progetto con cui... collaboro
da tempo. SI può dire che qui, io trovi accordi, alleati,
denaro, favori perfino e possibilità... tutto in un sol
luogoin
giorni specifici dell'anno o del mese"
"Ok, ma posso dirti che questo Bohemian è... inquenta
già dall'esterno?" osservando l'entrata composta da muro,
siepi
e un cancello in vecchio stile con arco con nominazione del luogo.
Sembrava una sequenza da brividi di un film
"Hai paura per caso?"
"Tu sai quali sono le mie paure..." guardandolo neglio cchi
Si trovavano d'innanzi all'ingresso di un luogo che Milan frequentava
in determinati periodi, da una sola notte a vari giorni in base al
periodo, seppur non pernottando all'interno, ma er aun socio ed ospite
d'onore.
"Certo, così come tu i miei. Ma prima... non ti sei accorta
di
niente?" muovendosi come pavoneggiandosi davanti lo specchio
"mh" sospirò lei fissandolo.
Indossava un completo da uomo di finissima fattura, ma non
con tessuti
soliti ma particolari, dalla cravatta Plastron solitamente da cerimonia
come altri tipi ma che lui usava normalemnte alternando il tipo con i
modelli, al completo, camicia, tutto.
"Cosa dovrei vedere? Sei
un figurino
come sempre. Sembri pronto per
incatenarti all'altare, per lo meno non hai quei pantaloni da vomito,
ma davvero, come si fa a uscire e pretendere di essere ben vestiti
senza calzini , gambe dei pantaloni che stringono fino alla caviglia e
strettisttimi che fanno schifo. Dal mio punto di vista un uomo che si
veste così, stertto ma che si veed il davanti e hai
capito,
più di tutto il resto , per far vedere queli che crede
muscoli e
culo...." sorrise malignamente finchè no nle venne un colpo
di
tosse e si sentì come se i suoi polmoni emettessero brutti
suoni
"Calmati e respira,
innanzitutto o
starai peggio...Poi, Carina... sai
bimba, le tue frecciatine non mi fanno arrabbiare perchè
come le
dici, a me, fanno sorridere. E non metterei mai pantlaoni del genere.
il decoro nel vestirsi ed è diventato un optional e le
persone
non riconoscono più il dress code e quando adottarlo...E il
buon
gusto è finito come dici sempre, nel water. E per il
come lo fai, forse...ma prima non ti sei accorta che indosso una
cravatta in fine seta di loto e un completo in lana di Vigogna o
Vicuña?"
"Milan... ah, io non conosco tutto sulla moda come fai tu. Ma so cosa
son oe non voglio sapere, seriamente, quanto hai pagato. Cè
bisogno di spendere un capitale in abiti? Sono tessuti costosi e
rari..."
"Vero, ma qui ci stiamo per gettare nella bocca del leone. Se non hai
virgole e puntini del melgio del meglio, ti sdegnano, nel migliore dei
casi. Cosa devo fare, entrare come sei abituata tu? So bene che tu
vesti abiti particolari spòp perchè te lo chiedo
e ti prego di farlo.
Anche per la camminata in stile floating dance che ti ho chiesto di
imparare è.."
"Ah, quella! Tu e le tue
manie
dell'apparenza!Come si fa con gonne lunghe o con abiti normali ma di
classe, a camminare come se stessi sviolando sull'acqua
perchè
ti denota classe ed eleganza, regalità così come
per la
controparte maschile... Apparenza!" accendendosi una
sigaretta curativa o fitoterapica, ma senza bocchino anni trenta
regalatole da Milan, realmente antico "Io sono più per la
sostanza, ma alla gente piacciono le illusioni... mi sembra la
favoletta del pene grosso o -normale- che uomini e donne si
cantano tra loro. Una dice che la sostanza è più
importante, l'altro ribatte che è chiave come si usa...
anche se
da neutra a uomo, lasciami dire che non capisco che vuol dire saperlo
usare... quello... quando la natura ha detto nel dna che cè
un
modo di farlo e basta..."
"Ah aha ah" rise di gusto Milan alzando la testa "quindi che fai, tu
fai la voce della donna sulla sostanza e mi butti con gli altri sul
saper usare?"
"No... ma voglio dirti che paragonando a quella cantilena sull'usare
che non ha senso, quando si scopa, lasciami parlare in volgare,
è... scopare. Per accontentare te e Madame ho seguito lei
nel
suo lavoro per un giorno intero e cosa ho visto lo sanno solo gli Dei
se esistono... cosa ho visto!" mostrando qualcosa che a Milan parve
disgusto "e lasciami dire, ce ne fosse stato uno otlre i vetri che
facesse diversamente. i movimenti sono sempre quelli, al massimo ti
prendi un pastiglietta o un ritardante e si parla del tempo impiegato,
anche se di oslito non si soddisfa mai la donna ma si è
fatta la
danza dei dementi, quindi..."
"la cosa?" ridendo come un bambino, mentre ossrevava la macchina che li
aveva
accompagnati andar via, lasciando solo i tre che seguivano Lia e le
Fanciulle che erano le sue guardie del corpo. Solitamente la macchina
si fermava nel luogo stabilito per l'accoglienza, ma per parlarle e
spiegarle determinate cose, avev apreferito restato un pò
prima
del cancello d'entrata, parlando in russo, anche se lei mischiava
italiano con il russo per certe parole
"Con il tuo ex lavoro avrai capito... ok, non ti prendo in giro, ma
posso dire che dai filmati di reati e con Madame ho visto abbastanza
maschi e come si comportano da dire che... i movimetni sono sempre
quelli. Questo -saper usare e come-... ah! paraculata!" fece
inspirando dalla sigaretta e trattenendo, tenendo la sigaretta con il
pollice e l'indice della sinistra, poi passandola alla mano destra tra
indice e medio
"posso dire la natura? E' così per ogni creatura
vivente..."
"Bleah"
"E comunque, sai bene che così facendo, muovendosi
così, anche la femmina dovrebbe provare piacere. Si, so che
ridendo stai obiettando la cosa, visto il lavoro di Madame ti
avrà raccontato di tutto, ma..."
"Ascolta. Io posso solo
dire cosa so,
è vero, ma parliamoci
chiaro... si tratta di elementi creati dal cervello per quell'atto.
Cose fisiche. E cosa dicono alcune persone dai racconti di Madame? Che
farlo può alleviare solo poco, perchè
tutto poi
torna
peggio di prima e per avere un buon efetto dovrebbe durare molto tempo
o essere stratosferico. E Rò che mi diceva che si faceva
sesso
per
dimenticare il brutto, condividere l'intimità... come se
l'intimità fosse quello! Tutti scopano e tutti fanno sesso,
non
l'amore, è diverso... E' solo un palliativo che la gente
rincorre per gli ormoni che vengono rilasciati, ma lo schifo
resta
ancora intorno a loro. Non aiuta, non fa altro solo che scaricare un
pò i nervi e dare appagamento cerebrale temporaneo...
infatti
cercano donne come non ci fosse un domani... quindi puoi dirmi tutto
ciò che vuoi, ma piano piano l'interesse e l'eccitazione
diminuisce, si cerca qualcosa che attizzi di nuovo o di più,
ci
si stufa della stessa persona, si cerca di provare quella cosa che
dura... , tanto" schioccando le dita "ma tu e io sappiamo che
il solo sesso o muoversi come una tarantola sotto acidi non
dà
veramente ciò che serve, è solo un placebo
temporaneo.
Non cè felicità in molte cose nella vita, che
tutti
vogliono.La gente può fare tutto il sesso che vuole anche
tutto
il giorno, se riesce, ma quello come diceva Rò non
è
niente di magico. Fa solo disperare e ti rimanda appena gli ormoni sono
finiti, tutto idnietro a ceffoni sui denti... quindi parliamo
di
tempo e
attività sprecata per qualcosa che è solo parte
del
bisogno del corpo, per quegli ormoni. Si,se ne ha bisogno per
il
benessere psicofisico ma... dammi un'indicazione, quali sono
i
dati degli uomini dopo che ho messo tutte le attività
varie?"
camminando osservando il muro e le piante fuori il perimentro
"Si..." fece lui con stanchezza "in effetti si nota come si sfoghino,
diano moltissimo nelle attività che sembrano interessargli,
a cui
si sono appassionati, registrando valori di utilizzo della Casa della
Seta minori. Dagli stessi intendo, nel tempo. Cosa danno nelle
attività ludiche come le chiami tu, ma in realtà
è
un modo celato per farli sgobbare e sfogare, senza troppo
sesso come
valvola di sfogo..:"
"QUindi funziona?" fece lei con un sorrisone
"Entriamo!" fece lui come offeso
"Stai perdendo e mi spingi all'interno? Che amico cattivo" rise
suadente lei mentre lui le passava un braccio intorno alle spalle e la
spingeva verso l'entrata
"Andiamo, bimba. Che vuoi
che ammetta"
superato il cancello per evitare
che avessero modo di sentirli "e comunque la Casa della Seta
è
utilizzata comunque..." poi si fermò e si voltò
verso il
gruppo che l iseguiva "Voi tre, andate ad avvisare, anche se ne sono a
consocenza ma meglio fare gli stupidi, della mia presenza il direttore.
E voi ragazze, per ora vorrei che... portiate il verbo tra gli ospiti
qui da ora in poi. Fingete come sempre di cercarmi e parlate di noi...
mentre nella realtà osserv ate, valutate, registrate,
controllate come sapete dal vostro lavoro, su, su" fece ai
tre
dell'ave maria e alle Fanciulle che lo proteggevano. Quel luogo era
sicuro e protetto, relativamente sicuro pensava, e quindi meglio che
qualcuno con l'occhio del professionista occhiasse tutti e tutto prima
di lui.
"ma non come prima, come una ricerca spasmodica di ritrovare equilibrio
con..." continuò lei appena soli
"Ok, è vero! Hai ragione e le attività ricreative
o come
le vogliamo chiamare che attraggono e fanno sgobbare gli uomini, nel
contempo sia divertendoli che allenandoli... funziona!
Vuoi
che lo ammetta? Fatto! Mio fratello è contento, dice che
trova
assurdo che tu possa dissociarti senza meditazione,
dando comuqnue
frutti e dice che sei un esempio di come le cose sfuggano a volte alle
leggi... è ammirato da come hai rivoltato una cosa che..."
"Oh ti prego! Innzitutto
sono un capra
in molte cose, ho solo fatto la cosa più ovvia, che potevate
fare meglio voi, e lo sai.. non ho chissà che
capacità.
Sono negata in tante cose e nei giochi di escape room faccio cadere
tutti isanti dal paradiso.... Poi... COn così
tanti
rignraziamenti e complimenti mi
sciolgo! Guarda, la pelle d'oca, i brividi... è
così
tanto cosa stò ricevendo di rigraziamento..."
mentre lo
perculava facendo la gatta morta attaccata al suo braccio, facendolo
ridere
"..." fermandosi nel viale di ingresso per guardarla negli occhi appena
tornato serio"Tu
non immagini le cose che ti dimostrano il mio e nostro ringraziamento.
Ma ricordati che siamo militari in primis, noi..."
"parli degli uomini che si congratulano tra loro a pedate nel culo e
pacche sulla schiena in stile Cannavacciuolo.... con scherzi, frasi
allucinanti, schiamazzi, bevute etilomiche da infarto e feste la sera
che la mattina sono zombie... e posso continuare!" mentre lui alzava
gli occhi al cielo "Si! Siete militari seri, duri, cazzuti, inclini
alla disciplina mentale e fisica e tanto altro..." gli disse smelenza
occhi negli occhi "quello però hce non comprendi
è cosa
voglio dirti, anche se lo prendi per presa in giro. Le leggi, serie e
dure, possono anche cercare di raddrizzare le persone, ma cacci
più mosche con una goccia di miele che con un
barile di
aceto... pensi che cosa ho attivato come attività fosse solo
per... farli sfogare e non fare più sesso?"
"no, ho capito il senso. Hai dato a loro dei motivi per alzarsi ogni
giorno. Come dici sempre il mondo non è di chi si alza
all'alba
e vince sugli altri, ma di chi è felice di alzarsi e vivere
quel
giorno. Oppure...Bocciare non è crudele, ma da
schifo
promuovere senza merito. E ancora, la gente vede solo le tre cose che
emergono da una persona. Il successo, i soldi, la posizione, le
capacità e meriti che gli si danno. ma dietro vi sono
nascosti e
non visti e considerati il rischio, il coraggio, il duro lavoro, la
persistenza, i cambiamenti, i dubbi, la lotta, i fallimenti, buone
abitudini... poi cosa cèra... l'azione, l'opera, il
procello,
delusioni, sacrifici, le notti tarde, la disciplina... queste cose come
dici vanno provate insieme a quelle buone ma no nci si alza per dei
motivi, se non si ha voglia di alzarsi, di esistere quel giorno...
è come morire. COme con te. E hai esposto a quegli uomini
qualcosa che non cèra prima. Da scoprire, vivere, magari
consdierare importanti e... portandoli a vivere e senrtirsi di voler
essere svegli il giorno dopo, e poi il successivo e via dicendo. Hai
dato delle opportunità e modi di bruciare il tempo e le
giornate
che no navevano, e ti ringrazio per loro. So bene che chi comprende, sa
dare davvero aiuto e risposte e come avevi detto, ci sono persone che
hanno bisogno di aiuto e una guida e quelli come te, siete meno ma ci
siete e con voi non cè aiuto che tenga. Ma se pensi che non
siamo riconoscenti..."
"Penso solo vedendo come mi trattano certi uomini e come tu e tuo
fratello... come dire... ve ne freghiate di seguire,
lasciando agl
ialtri tutto..." muovendo le mani cos efossero una bilanzia con due
piatti "voi siete sognatori e io credo in ciò che fate e
desiderate portare, oltre che giungere ma... cè tanto lavoro
che
no navete compreso. Previsto. E ancora, ci sono persone che
già
da voi e con voi , devono essere cambiare nel cuore e mente,
e nel modo di
approcciare la vita che... se non è un seme che parte da
voi,
tra voi... che senso ha cambiare il mondo? Sono secoli che va sempre in
quella situaizone, preferendo lo stallo e le cose tutte uguali
perchè sicure rispetto ai cambiametni... ma il mondo non
può cambiare così! E gli uomini
sembravano me, solo
con un unico pensiero. Correre agli incarichi perchè si
sentono
vivi nel mentre, per poi cadere in torpore e lentezza nel tempo
normale. Adesso... adesso sembra che si siano svegliati, siano anche
più legati e sfoghino le cose nei modi che ho presentato
cambiando, un pò alla volta ma se cè speranza con
loro...
allora anche per voi e il vostro sogno. Ma se no ncambiate tu e tuo
fratello insieme ai vostri uomini, se non siete vicini in questo, che
senso ha tutto?"
"Le abitudini sono dure a morire... bimba!"
"ma i veri sognatori non dormono mai, no? Ma anche i sognatori per
farlo, devono col tempo abituarsi ai cambiamenti intorno a loro e col
loro corpo e altro e adattarsi a questi... senza cambiare il succo.
Cambia il modo, il come, il perchè, il quando, il se e via
dicendo, ma... se cè qualcosa di così grande nel
cuore e
anima, nessun percorso nel suo succo può deviare tanto da
cancellarsi o altro. Le persone quando parlo... non comprendono cosa
dico e come, ma tu come Fiamma e Leader, dovresti essere la
loro guida
in molte cose. Anche nel mostrare come esempio..."
"Ho capito..." fece per chiudere il discorso
"Cè una cosa che vorrei chiederti... Sei sicura che non
resterai, oltre i vari rimpianti anche... con cose che non conosci non
provate? SO bene che non vuoi discutere su questa cosa, ma
cè
qualcosa che devo dirti..."
Lia che camminava al suo fianco aveva proseguito sola,
perchè
lui si era fermato e appena ascoltatoil suo discorso si era fermata
senza voltarsi.
"Serio, bimba... ho capito benissimo che rifuggi le affezioni a tal
punto da non voler neanche pensare di condivere dei momenti
anche
solo di... come si chiamano adesso, il termini che usi in italiano per
definire questa pratica..." schioccando le dita per ricordare mentre
lei si voltava seria e dura ma solo di profilo
"Cosa avevamo detto?"
"Lo so, ma voglio chiarire una cosa prima di andare a quel discorso
importante, sono serio..."
"Eh... che ne so, parli degli scopamici?" disse lei in inglese e la
aprola in italiano
"Eccolo, che suono itneressante. L'italiano l ostudiai solo per fare
bella figura, ma è così poco cosa so e solo per
salutare
e qualche frase di circostanza..., eppure ha suoni e modi di dire le
parole e le frasi che hanno un loro perchè... parole in
italiano
che hanno quasi corpo e cadenza rispetto l'inglese..."
"STRINGI!" fece lei chiudendo e riaprendo la mano più volte.
Gli
avea insegnato molto della sua lingua, quindi quel suo pergiversare su
cosa ormai del passato mentre in quel momento poteva parlare con lei in
italiano discreto ma comprensibile, era strano
"SApevo che ti saresti alterata... volevo dire, trovo un pò
strano da parte mia sentire qualcuno che evita come la peste l'idea di
sfruttare persone che conosce, considera amici e fidati..."
"cosa?" voltandosi totalmente verso di lui
"Si, bene che rispetto a te io ho il problema che non cè
nessuna
interessante da un legame stabile. E questo mi rende leggero dai legami
troppo invasivi ma nello stesso tempo mi fa venire come una solitudine
perchè... le relazioni che ho, sono solo fisiche, passionali
solo perchè sono belle, ma tranne qualcuna che è
un
pò più illuminata, non cè niente di
cerebrale. Se
fosse così avrei un'amica come t e e na persona vicina su
cui
posso fare affidamento, lontano dal solo lavoro. Mi sentirei
più... pieno d'affetto ma non è
così...Mi dispiace
che te ne andrai.."
"perchè anche voi, tu e tuo fratello siete soli come te e
ora ti punge... la solitudine, eh? brutta bestia..."
"Mh" si incupì lui "Ad ogni modo, dopo che te ne andrai, non
avrò nessuno, con l'amicizia come la nostra su cui
contare
a occhi chiusi, e la contentezza di tornare a casa e trovare
te
ad aspettare per passare il tempo in modo interessante, e
davvero
importante. Si, resterò solo, lo ammetto. E quelle ragazze
non
valgono tanto da bruciare il mio tempo... ah, questo rimanda al tuo
discorso del tempo che si dona a chi si vuole bene! Ora lo capisco.
Tuttavia io stesso, trovandole belle e pagandole, ne approfitto. NOn
sono mie amiche, l'amicizia mia e tua non è tale da pensare
al... scopamici si dice? comuqnue, sei ocme una sorella per me. Ma tu e
io siamo diversi. Io approfitto delle ragazze che prestano i loro
servizi per denaro, tu nonostnate la gente che conosci adesso
e
hai intorno, non hai nessuno da considerare neanche una volta per una
cosa che io stesso sfrutto ed è naturale? madame..."
"Madame!" fece lei incazzata
"NOO!! NOn è come pensi... Madame mi ha solo chiesto come
andavano le cose con gli uomini, se ancora ti protestavano davanti,
mettevano su scioperi contro di te... So come si comportano, ma certe
mentalità non si possono cambiare e lo sai. Non
facilmente...
però mi ha detto di essere stupita dal fatto che sei l'unica
persona che conosce in tutta la sua vita, questa, che non è
mai
stata con qualcuno, non ha mai provato l'innamoramento o deciso come
tutti di conoscere ciò che non sa, perchè tu non
conosci
e sai niente della pratica, che..."
"Milan... tu ricordi le clausule del nostro accordo?" incrociando le
braccia "E poi, stiamo parlando di questo qui, te ne sei accorto..."
"Voglio solo chiudere il discorso fino a ciò che devo dirti.
E devo, sento, di farlo qui e ora."
"Cosa ha Madame da interessarsi a me, e cosa faccio del
miocorpo?"
"Madame ti è amica, la consideri anche tu tale..."
"Certo, la ammiro, rispetto, è una donna che non sarei io
nenache tra vent'anni..."
"cazzate"
"... ma vi trovo fastidiosi, tu e lei, sempre a toccare un punto che
per me è chiuso"
"hai chiuso il tuo cuore e ogni briciolo di vivere questo mondo
materiale... a quattro mandate? Ti proibisci anche una volta,
qualcosa che come disse quello scemo che hai allontanato,
Rò...
abbiamo corpi fisici, sfruttiamoli. Conosci tanto di me
perchè
te ne ho parlato, una dei pochissimi che, parole tue.
potresti
scriverci un libro targandolo come comico" vedendola ridere sotto i
baffi ripensando a tutte le cose che le aveva raccontato. Dai
fallimenti, casini, errori e momenti imbarazzanti della sua sfera
privata e intima. E lui era l'uno di quattro persone a conoscere il
privato di lei, che l'aveva portata a sviare e chiduere certe cose.
Oltre lei e Milan solo due persone conoscevano quelle cose e nessun
altro.
" quindi?"
"QUindi" avvicinandosi a lei "capisco e comprendo il tuo modo di
vedere. Per evitare di creare involontariamente legami eccessivi che tu
non vuoi e senti, perchè non si rovini qualcosa che hai e
non
vuoi mandare in frantumi, ragioni secondo il pensiero per cui -meglio
un professionista che non deve fare altro che il suo
lavoro-, qualcuno che non deve tenere legami ocn tee... comè
che hai detto l'altra volta? Tanto devo stare ferma e farlo fare e
sarebbe giò noioso, come quella votla con Rò...
OK, non
conosci la pratica ma la teoria si, e so che ti viene l'ansia e il
tremore, letteralmente, al ricordo di quelle volte e al pensiero di una
vicinaza troppo stretta con qualcuno, che viri verso
quello... ma
non ti sembra fredda questa cosa?"
"Eh?" fece lei confusa aggrottando le sopracciglia
"Te lo dico da amico, e da... conoscente di queste cose da entrambe le
sponde... cosa ti disse Rò, che trovasti triste? Che la sua
prima esperienza fu in una vacanza a quattordici anni con una ragazza
più grande. Ma non ti disse mai se erano amici, se provava
qualcosa per lei... e tu non hai chiesto. Perchè non volevi
sapere, corretto?" vedendola col broncio "non volevi neanche sentir
parlare di cosa lui poteva aver fatto perchè lo reputavi
cosa
sua e se non ti diceva niente, non chiedi. Lo hai fatto ocn me, tranne
qualche domanda per capire il discorso, hai ascoltato. Senza
chiedere o premere per sapere, non sei i ltipo. Lasci che sia la
persona a dire le cose. Non so lui, ma la mia prima volta fu a
casa, da dove vengo, con una ragazza che mi piaceva, non da
stare
con lei, prima di partire. Non vi furono promesse o simili d'amore, di
ritorno, di cose simili. Per come eravamo nel nostro angolino un
pò arretrato, se una ragazza faceva cose prima del
matrimonio,
cosa terribile, sempre che il fidanzato non l ostesse per sposare ed
era molto vicina la notte di nozze. In verità
cèra
già stata...!" rise lui mentre Lia spalancava la bocca
stupita e
mostrava uno stupore che lo faceva ridere
"Fammi capire, tu sei andato con una non fidanzata come volevi farmi
credere, ma sposata? Ma serio?!"
"Lei era una di quelle donne che le restrizioni le stanno strette! Sai,
come te pensava che le donne dovessero essere libere senza giudizi su
ocsa scegleivano di fare, e sperimentare... Stavo per partire, mi
abbordò e..."
"No, basta, non voglio sapere!"
"Ti sta venendo lo... sgutter, come chiami come ti senti, come quando
scopristi che lui era ancora fidanzato ed era pronto a fare festa con
te?" vedendola rivoltarsi con un broncio lungo accompagnato
da
esperessione irata
"Bella roba credere di avere un amico, che ti dice che non
cè più niente e tu pensi ok, poi scopri che si
fanno sol
otira e molla e ti sale il crimine quando chiedi -del tempo con
te-, e ti risponde di no, non è possibile farsi vedere
insimee perchè il fratello di lei è uno
stronzo, e
se ci vedeva, se qualcuno lo vedeva nel mentre cèra il
periodo
di tempo con un'altra e altre stronzate... ma subito mi chiedeva di
farlo, per condividere qualcosa diceva, mezz'ora... mezz'ora mi diceva
al cell, e sarebbe passato da casa mia per, parole sue per -cavalcare
in macchina-... tempo per me non cèra mai, sei
volte l'ho visto di presenza in un anno, eccome però lesto a
correre se cèra da farlo..."
"Lo so. Almeno ti ho sviato da cosa ti ho detto prima..."
passò
subito a riflettere tra sè rilassato "ad ogni modo, anche se
hai
i tuoi problemi... e per il mio lavoro prima... non trovo positivo per
te pensare seriamente, anche se non accadrà lo so, che credi
sia
meglio vedere comè -tanto devo stare ferma e zitta come fu
con Rò e farlo fare- con un professionista..."
"Certo, perchè tu pensi che sia meglio per chiunque, non
parlo
di me, pensare di provare la prima volta per forza e solo con chi -si
ama?-. Ceeerto! Si è visto dal nostro lavoro cosa
finisce questa politica buonista. Video caricati online con
affossamento dell adonna, di lui no, mai. Ed era una cosa privata di
entrambi... Relazioni che dovrebbero essere solo e va bene
così, da scopamici che finisce a schifo!
perchè uno
dei due capisce, ma guarda caso, che prova delle robe e vuole di
più... libertà sessuale mi dicevano, e poi se vai
a letto
ocn uno o una basta, finito, deve essere relazione perchè
gli
ormoni arrivano il cervello e tu sbarelli! Come quando fai figli! Io
non rimangio cosa ho detto e indicavo situazioni come le mie o di
persone che non trovano nessuno che voglia passare qualche ora, anche
se a volte minuti..." ridendo "perchè definiti o definite
non
bombabili... ti prego Milan,s cendi dal tuo sogno in cielo e torna a
terra. Tu hai i tuoi passatempi mentre aspetti di beccare quella che ti
dia quel senso di innamoramento che sognate tutti. Ti ho mai detto
niente? Ti ho solo chiesto di evitare che queste ti prendano oltre la
mano anche tutto il resto..:"
"Ma lo fanno già" ridendo di gusto mentr elei alzava gli
occhi
al cielo "Ok, scusa. Mi è uscito... lo so. Non devo
permettere
loro di ottenere altro che i soldi e la visibilità tra le
persone che conosco. Niente dell'organizzazione. Le mando via quando
devo discutere di cose importanti, so cosa fare. Tranquilla, nessuna
donna mi fregherà..."
"Disse quell oche qualche attimo fa sognava la donna cerebralmente
perfetta per lui da tenersi vicino.."
"Non fare la cinica. Torniamo a te, sono seriamente
preoccupato del fatto che credi in questo pensiero"
"Davvero tu sei ancora fermo che la prima volta deve essere da fiaba?
Sei rimasto come altri all'idea che l'imene sia sinonimo di purezza
quando ha una funziona biologica tutt'altro che sessuale?"
"Lo so, anche grazie alle Lezioni che hai messo, l'imene è
una
membrana che dalla nascita alla sua rottura protegge, o meglio, si crea
nel feto per proteggere vagina e utero dal liquido amniotico,
terminando la sua funzione alla nascita, tranne i bagnetti!" ridendo"
ma nei secoli passati non consocevano molte cose, una tra queste, e
pensavano fosse una dimostrazione pratica del comportamento delle
donne..."
"E quindi, spiegami, se tu e Rò, per fare due esempi,
affermate
che il sesso sia un divertimento, un bisogno fisiologico per cosa
rilascia alla fine... per chi ci arriva... che è un elemento
indispensabile e necessario di una coppia... ma per favore, si vede
quando scema la passione che accade alle coppie... insomma, siete anche
convinti che la prima votla debba necessariamente essere fatta per
legame d'amore, per l'intimità di coppia, un qualcosa che
debba
essere da sogno, fiaba, indimenticabile... Infatti Rò mi
disse
che la prima volta l'avrei dovuta fare lui seduta al posto di guida e
io sopra di lui... romantico!" fece lei scuotendo la testa "Io non ho
fatto niente quel giorno e quando lui ci ritentò cercando di
spogliarmi, compresi la verità delle cose...ma lasciami dire
anche per le donne che hanno dovuto per la società farsi
fare
per necessità di matrimonio e prova di consumazione, che
è una grande boiata. Io non l'ho mai fatto, ma pure io so,
togliendo i tuoi racconti e le cose che leggevo online, che le prime
volte sono un bordello, peggio se entrambi non hanno esperienza, o non
ci si conosce da..."
"Si, va bene. Lo so che il primo incontro può accadere di
tutto e finire in un casino..."
"QUindi di che stiamo parlando? Io non voglio mai più le
mani di
qualcuno addosso e mi auguro solo che in base al risultato del test,
non accada qualcosa di brutto alla nuova me, da essere
l'inferno
e non un ricordo positivo. Dipenderò dalle sue scelte ma
guarda,
sudo freddo! Ho paura del dopo che me ne sarò andata per
lei, ma
non vedrò mai quello che piace a te e milioni di persone
positivamente, se non qualcosa da fare per accontentare
l'altro,
aver bisogno degli ormoni rilasciati dopo, dell'idea secondo
voi
che un legame resti e sia più forte col sesso... ma
scherziamo?
Mi è già bastato abbassarmi a dire si quel giorno
e per
poco non finiva male la volta successiva... mai più, Milan.
Non
permetterò a nessuno di avere ciò che vuole
perchè
questo è...vogliono una cosa, quando passa il tempo o si
stufano
o non gli va bene cosa sei TU.... tu, Rò, chiunque
può
raccontarmi tutte le storielle che vuole, qualasiasi cosa positiva o
preziosa che volete far intendere, ma per me non è
e non
sarà così. Ho detto a me stessa, ho scelto di on
accettare. Io rifiuto di scendere a compromessi per l'affetto di
qualcuno. E se avere qualcuno vicino significa dover stare come quella
volta ferma a guardare il soffitto facendo fare cosa vogliono, ma
nenache se fosse quella persona che tu credi esista per me!"
voltandosi e avviandosi
"E quindi morirai privandoti di conoscere qualcosa che non conosci?"
facendola rivoltare
"Milan... forse non ti è chiaro il senso delle mie parole.
Se
volevo una cosa meccanica, solo per sfogare il mio corpo, che
già mi odia e mi rifiuta, come ho detto andavo da un
professionista che sembrava decente per i miei canoni. Ma non l
ofaccio. perchè? Perchè non sarebbe -provare-!
Cosa, devo provare? Come accade purtroppo negli strupri,
visto
che trattiamo anche questo schifo per cacciare quella feccia che lo fa,
il corpo se stimolato sfugge al controllo della persona. E ci sono
donne in terapia e devastate perchè subendo quello, vedendo
toccate e stimolate, il corpo ha reagito per fatti propri facendole
sentire uno schifo per cosa stavano provando, in una abuso!
Rò
diceva smepre che il corpo lo vuole, ne ha bisogno, serve fare sesso...
ma io mi sento un essere umano a tal punto da non scendere ai meri
istinti animali da scoparmi mezzo mondo, come invece pensate di tutet
le donne. Non voglio provare qualcosa solo perchè ne ho
bisogno!
Perchè è necessario per la salute psicofisica...
e
sticazzi! La persona sono IO o il mio corpo? Si, come dici il corpo
materiale lo abbiamo e sarebbe un peccato non sfruttarlo. Insomma, dai
ragione a Rò affermando che ce l'ho, devo, devo
usarla!"
"Non volevo dire..."
"oh, si invece! E lo sai. Me lo dici come amico. Mi hai presentato
tanta gente perchè trovassi qualcuno di interessante per
almeno
godermela prima di andarmene... ma l'ho detto e non lo ripeto
più. Se volevo solo una cosa meccanica, me ne andavo da un
tuo
collega, porcocazzo!" sbraitando e Milan capì che era
davvero
fuori controllo "e non esiste che tu e Madame mi facciate da amici se
continuate così. Madame è contenta dell'uomo
cheper caso
ha incontrato per un nostro incontro di lavoro in comune... buon per
lei, che si diverta! Ma non voglio qualcosa di meccanico e da fare
perchè serve, perchè significherebbe esser eocme
una
pancina, stare a pancia in su ferma e farlo fare, aspettando che
finisca e se nel caso il corpo prova qualcosa, bene! Ma cosa dovrei
provare? Una cosa meccanica per stimolazione solo per arrivare p
qualcosa che valga? Dimmelo, perchè non ti spieghi...Per me
non
è così! Se non provo, se non sento io,
se no n
desidero io, se non... Tu come nessuno, a meno che non ci sia qualcuno
come me, può comprendere cosè stata per me la mia
vita e
tutto quanto. Come mi sono sentiva sempre nella mia vita, come mi ci
facevano sentire perchè volevano, cosa è stato
dire -ok, tutti mi dicono che devo essere una persona matura anche in
quello, quindi se per essere accettata devo stare con un uomo.... che
devo fare, sono stanca e dico di si-, ma è stata solo
l'apoteosi della disgrazia. Tu per il tuo ex lavoro con tutte le donne
di ogni età, hai detto che alla fine è stato un
sacrificio che non ti pesa, purchè avevi i fondi per il suo
sogno. Esser l'artefice del cambiamento del mondo. Ma uno come te
così come tantissimi altri, non potete capire
cosè stato
per me dover chiudere gli occhi e fare avvicinare Rò per
cosa
voleva, quel giorno è stato un tripudio di denigrazione,
schifo,
orrore e consapevolezza non cè niente di bello, per me in
questo
maledetto mondo! E non sono io a provare vergogna. Come si è
comportato, come mi ha trattata, come mi ha lasciata come una scema
nuda andandosene irritato perchè io non essendo come le
altre...
ma im ha devastata la volta dopo, quando osò lamentarsi che
non
volessi essere toccata e spogliata come voleva fare, urlando che ero
cambiata. Ecco... cosa puoi capire TU, di come ci si sente e
così non molte donne, visto che per tutta la mia vita ho
sentito
solo la cantilena -le altre, cerca di essere come le altre, guarda
le altre e fai come loro-... Sempre io, sempre e solo io a guardare,
capire gli altri, attenermi a cosa gli altri vogliono e si aspettano.
MA A ME CHI CI PENSA?!? Chi mai nella mia vita ha fatto qualcosa
davvero di cuore e per me da non aspettarsi niente, ma solo... continuo
a cercare di farti capire qualcosa che forse non ti entrerà
in
testa. NOn niente per me in questo mondo! Nella mia vita non ho avuto
NULLA, NIENTE, e le poche cose che desideravano mi erano negate o tutti
facevano orecchie da mercante. SOno così difficili e
impossibili
che cose che sognavo rispetto soldi, potere, posizione, essere
ammirati, passare per brava gente con la scusa di mogli e figli e tutte
le cazzate capitaliste e sociali della buona e falsa reputazione. Cosa
ne sai tu del mio dolore quando chiedevo del tempo ma mi si rispondeva
NO, per poi dirmi -ti va di passare una mezz'oretta in macchina?
Vengo subito-... nella stessa telefonata, come se niente fosse, solo
per quello... e quando e se avessi dato quello, io cosa avrei avuto in
cambio? Il solito -non è possibile, sono stanco, non mi va o
altre boiate- così' come all'università. pensavo
che
quel capitolo della mia vita fosse terminato, e invece come mi
trattarono mentre mi ammalavo e cadevo dell'abisso.Sola con la merda
creatasi per gli altri. E poi la rabbia da uccidere quando Zay e Ric si
misero a dire che non credevano, non era possibile, non cèra
da
credere che fossi rimasta sola dopo aver mandato al diavolo anche loro
per cose che dicevano e aver deciso di stare sola come alla fine ho
fatto la mia vita... tutti a dire che mi conoscevano e poi semrpe
trattata come bugiarda, senza credere... Rò che mi diceva
che si
offendeva del mio dire... che non provavo niente e non sentivo niente
come lui e come tutte che nomnava di passare, come tutti dicono -dei
momenti in cui ci si avvicina al cuore e al'anima di un altro con un
atto d'amore-....A AH AH AH" rise come Veròna al cielo "per
questo il mondo è costellato di schifo, proprio per
questo... io
conosco solo cosa gli altri mi hanno mostrato e dato. E quando a quei
due che dicevano di essere amici ho chiesto un solo gesto di amicizia,
uno solo, la cosa che desideravo di più come adesso, come se
ne
avessi bisogno più dell'ossigeno o di voi del sesso... alla
fine
mi sono detta -a che serve avere gente con cui parlare se si parla
solo di cose belle per gli altri e mi si ripete di svegliarmi, di
capire che cè altro...- e mi coinoscevano, eh?...Meglio soli
nella disperazione che vedere come è successo quella feccia
schifosa che avrei voluto portare con me all'inferno o torgliergli le
cose a cui tenevano di più vedendoli disperarsi fino alla
morte,
che vivevano piccole cose che desideravano, venivano elogiati, visti
con orgoglio, che avevano cose che... chi tra noi meritava? Per questo
mondo loro... e sono sempre rimasta dopo tutto quanto ho fatto, non
fatto, deciso e non deciso, per qualcosa che non ho mai avuto
comunque... non cè posto per me a questo mondo. E con voi,
non
cè denaro o altra cosa che possa... niente di ciò
che si
può comprare o ottenere come tutti quanti ambiscono... mi
renderà veramente felice. E così come io non
provo e
sento niente da finire come la geste si aspetta, come è
successo
da sempre per me. Per Rò, per quei due, tutti... io non sono
voi. Io sono io e sono anche noim, le personalità che ho
creato
per aiutarvi ma... io non sono voi e non cè niente per me e
ne
accetto di calarmi al vostro pensiero solo perchè
così
fan tutti..."
"Ok, va bene, calmati... ho qualcosa da dirti... di importante..."
"Mi sono già stufata di essere qui e ancora non ho visto il
posto allucinante..."
"Ma non ti ho detto una cosa importante riguardo al ringraziamento...
ricordi quandi ti dissi che
alla tua morte terrena ti avrei dato una sepoltura degna
del miglior onore?"
"NOn posso dire di aver avuto gli incubi ma... l'ho trovato parecchio
inquietante... guarda, mi tremano le gambe" camminando al suo fianco
verso una zona che non sembrava
l'edificio principale, ma più lontana da cui
provenivano voci e luci.
"Quella zona è... adibita ai riti. Una volta entrati,
vedremo delle persone che svolgono..."
"Ho ben inteso, purtroppo!" fece lei irritata
Giunsero davanti un altro
ingresso,
immerso nel verde con visibile
già dall'enorme porta senza battenti contornata dalla luce
di
due fiaccole, dentro compariva una zona con panche e in
fondo una sezione come un altrare della chiesa e una statua enorme di
un gufo, così grande da sembrare irreale. Tutto era
illuminato
da fiaccole appese al muro. Entrati, sisistemarono vicino in muro che
cintava quella zona, nella penombra, visibili solo dagli addetti che li
avevano visti entrare o andavano in giro a svolgere i loro compiti, ne
l'officiante che sbraitava roba e ne chi seguiva la funzione, li
avevano visti o li vedevano.
"Il nostro compito è la caccia" le disse. Varcata la soglia
controllata da addetti del luogo, osservaron che da una zona
laterale entravano delle persone prive di sensi. E Lia ne riconobbe
alcuni dagli abiti.
"Sono... quelli che abbiamo cacciato?"
"Si. L'unica cosa buona di questo luogo è che se devono
svolgere
determinate funzioni, almeno utilizzano persone che meritano cosa gli
accade. Da quello che so sono nemici, persone con cui sono in
conflitto, persone che in qualche modo hanno fatto torti o sono un
fastidio..."
"quindi non a caso"
"No. Qui ci sono giudici
e procuratori
oltre pezzi grossi, ministri, varie figure ricchissime e potenti, non
qualsiasi ovviamente, ma
pezzi grossi che potevano avere fastidi da questi soggetti per vari
motivi e... quale modo migliore per toglierli di mezzo, se non offlirli
a un Dio in cambio di ciò che desiderano? o almeno, non mi
sono
mai interessato di cosa ne fanno..."
"strano per chi come te ama queste cose..."
"In fondo, loro
affermano nel discorso che quel tizio stò proclamando
-L'afflizione delle offerte sacrificali sarà avvolta al
grido
di onore e richiesta...-." indicando con la testa l'uomo che
parlava come un vescovo a messa. E quel luogo stesso sembrava proprio
come in una messa religiosa sotto gli occhi di quella mastodontica
divinità. "Ma tornando al nostro discorso, visto che non
interessa a noi partecipare a questo... banchetto demoniaco... hai
chiesto dei miei amici..."
"ho la vaga idea di cosa gli possa essere accaduto, tranquillo"
"Ti sbagli" fece lui lapidario, che non sembrava quando pareva un
pò diverso, serio, compito, quasi regale e diverso dal
solito
Milan allegrotto, ma con un talgio quasi di offesa. Lia rimase a
bocca dischiusa a fissare l'ambiente intorno constatando l'odore
orribile che vi era, non i suoi incensi, ma come acre di erbe, forse,
penso? "Mi hanno tradito, mi hanno pugnalato alle spalle... ma ci sono
cose che rompono il cuore..."
"ti prego, sii chiaro"
"Allora lo dirò senza mezzi termini..." avvicinandosi al suo
orecchio mentre lei restava immutabile in viso e comportamento "Quei
tre erano miei cari amici, ma hanno avuto la spiacevole idea di non
credere nel Cambiamento ein un lavoro non solo fisico ma
anche
spirituale, ossia credere nel bene e la luce. E fu così che
presero accordi con esterni per prendere i loro capitali e gettarli nel
business della guerra. Sai di che parlo" sottovoce
"Armi, traffici vari, finanziamenti in luoghi di guerra per
accaparrarsi oggetti preziosi, potere ma anche oggetti da rivedere e
molto altro" fece lei laconica con la bocca dischiusa e seria,
osservando ogni cosa intorno
"Per loro non cèra futuro per qualcosa in cui io e mio
fratello
crediamo, e così quel giorno credettero di
tradirmi e buttarmi
via. E senza che io riprendessi ciò che era mio... e
così
mi sono dovuto difendere. Conoscendoti avresti attuato uno dei tuoi
piani come... far saltare in aria quel posto, fumando nel
compiacerti di
avergli fatto male e gettati all'inferno dove meritavano, poi magari
facendo ricadere la colpa, come hai fatto poi, a quella cellula
terroristica di cui conoscevi l'ubicazione ma la polizia...no! E
così hai fatto saltare senza che vi fossero morti parti del
palazzo, tanto come hai detto era moderno e tu li odi, lasciandoli
feriti dentro, e hai mandato un video falso rivendicando la
paternità del gesto come fossi loro, ed ecco che
la trappola
è andata a buon fine... io ho semplicemente raggruppato
delle
mie Ombre in posti strategici e con me, e al momento buono mi
sono
bastate due mini pistole da un colpo, nascoste perchè
davvero
minuscole, e... ho dovuto dire addio alla mia amicizia a dei cadaveri.
ma o erano loro o io e il mio sogno. Ho portato loro comunque
rispetto..."
"Ah si?" fece lei. Non aveva mostrato troppa sorpresa o altro. Ma si
capiva per chi la conosceva come Milan che fosse non nervosa ma quasi
punta sul vivo su qualcosa che non le piaceva. uccidere. Ma anche per
la pugnalata alle spalle, peggio se da amici
"So cosa pensi, te lo leggo, ma lasciarli vivi significava all'epoca,
come dire... avere delle palle al piede da portare via e tenere da
qualche parte sotto controllo. Adesso abbiamo luoghi specifici che
neanche Sing sing o i gulag... ma la mia rabbia e delusione la fecero
da padrone.
Non me ne pento se te lo stessi chiedendo. O sarei morto io, e con me
tutta l'organizione, oppure loro avrebbero fatto parte delle fila che
ingrassavano il peggio delle guerre. E se ti chiedi anche questo, ho
provveduto a sostituirli con persone molto simili con qualche plastica
in più che ne prendessero il posto, ovviamente cambiando
stile
di vita lontano da tutti, ma tenendo nelle mie mani di fatto, non in
quelle di quei sosia, ciò che era loro. Ho provveduto con un
ottimo calligrafo a procedere alla vendita a me di molte loro
proprietà e attualmente loro restano come soci minoritari di
questo e quello, fanno una sorta di vita normale ma tagliando i ponti
con tutti... se la persona è viva, sembra lui palese anche
da
impronte e tutto abilmente scambiate, e per la legge un
adulto
può anche allontanarsi senza che vi siano problemi... E io
ho in
mano adesso tutto ma non amo..."
"ho capito, per questo
non ami la
suddivisione dei poteri e la partizione del potere stesso.
Capisco..." fece lei con un cenno
del capo, come comprenedndo davvero molte cose
"E come ho detto, ho dato onore a loro, nonostante tutto. Sono i
protettori e custodi dell'organizzazione, dopotutto gli dovevo questo
ma che fosse anche un incarico post mortem come una
punizione"
fece lui sorridente
"Fammi capire, hai prima tolto di mezzo i tuoi ex amici che ti stavano
tradendo e sicuro peggio, li hai impachettati e portati via, nel mentre
macchinavi perchè ogni cosa loro diventass etua e
dell'organizzaizone, e poi... li hai puniti come ... che vuoi
dire?" aggrottando le sopracciglia mentre il tizio che berciava roba
assurda su cose sovrannaturali che il loro Dio poteva fare aizzava la
folla a cantilenare con lui
"Come i dittatori e altre persone, ho solo adottato la via del sosia.
Come la leggenda di Paul dei beatles, alcuni dittatori attuali...
storia simile. E come ho detto per la loro punizione... ci sono
trattati e settori della magia per cui è possibile creare un
circolo di magia e protezione con i morti. Il potere di un corpo e
anima umana abilmente giostrati sono grandi e potenti.
simboli
negromanti incisi sul corpo risvegliano e aplificano il soggetto per
dirigere a cosa serve tale potere. Da secoli il potere negromante ha
gettato negli edifici dei protettori e custodi per quel nuovo
luogo il potere dei prescelti per tale pratica. Come afferma un testo
-Dopo la sua morte vegliò per
anni sull'edificio e suoi occupanti, per perdonarsi il suo
comportamento da vivo o punizione.vegliare sul luogo e di agire come
suo tutore è ciò che ho gli ordinato di fare per
espiare
i loro peccati-. Ed è ciò che ho fatto, chiedendo
ad un
architetto-alchimista di renderli un catalizzatore,una forza,
una
presenza invisibile e intangibile, una protezione e custodia. Per
questo nei lavori di rifacimento, gli ho ordianto di rifare i piloni
interrati e presenti nel sotterraneo originale e di renderli...
visivamente di pregio architettonico e decorativo, ma
nascondendovi il
potere di conrtollare e ordinare ai soggetti murati in ogni pilastro di
attenersi agli ordini incisi nel loro loculo di contenimento e su di
se, sulla pelle. ..."
"..:" Lia lo fissò in uno strano sguardo ma non vi era
paura, ma
quasi come se dicesse -dai, è una cazzata- "quindi mi stai
dicendo che nel sotterrano, ghiacciaia, i..."
"Si. ho preso delle persone di grandi capacità e
carisma, che
però tentarono di togliermi di mezzo o altro, e li
ho resi miei
servitori da morti. Come ti ho detto noi militari dobbiamo fare una
scelta, è l'unica che trovai per salvarmi fu attaccare. Feci
sparire loro e loro possedimenti e da morti li ricreai catalizzatori di
potere e protezione, facendoli murare nei nuovi pilastri,
sempre con
tecniche antiche, niente cemento, ergendoli da zero per un
miglior
lavoro nel tempo al posto dei precedenti, perchè..."
"Cè gente murata o chiusa, come vuoi mettere, nei...
pilastri
dell'edificio? Sotto i nostri piedi? Hai usato le cazzate
religioso-magiche per... aHHH!!" fece lei irritata facendo una smorfia
con le labbra per poi tenerle con i lati in giù
"Possiamo dire che come tu rigiri la feccia, io ho fatto altrettanto...
che facevo, buttare un tesoretto del genere in qualche fossa e tanti
saluti? Per me, dal mio putno di vista, è un onore avere un
luogo di sepoltura..."
"Ma le senti le cazzate
che dici?" gli
chiese in italiano acida, e lui la comprese benissimo dall'abitudine da
un pò di allenarsi in quella lingua insieme
"Non mi credi?"
"E' proprio per questo che mi incazzo! perchè so che lo hai
fatto! Baffetto tedesco, i pazzi nel mondo, tu... tutti a cercare robe
magiche e mistiche perchè vi accompagnino in cosa... ma
cè ben altro e più potente di queste
cose..."
"tipo l'amore?" fece lui come un bambino che risponde con una battuta
"L'amore è una cazzata e itnendo quello creduto da tutti
allo
stesso modo. Seriamente, quei tre sono infilati là?" fece
lei
seria, in italiano, voltandosi non verso l'ambiente ma verso di lui per
guardarlo negli occhi
"Sono seriamente lì. Sono stati preparati da negromanti
esperti
e sigillati in un cerchio di muratura, con per tutto il fusto
formule e
riti e poi intorno più spesso del precedente, il pilastro
vero e
proprio..."
"Ma quindi all'itnerno questi pilastri osno vuoti?" domandò
lei preoccupata
"Assolutamnete no. Vi è solo una sorta di capsula di circa
due metri per..."
"Ah, quindi avete fatto una parte vuota per metterci lo stronzo di
turno con tutte le formulette e poi tutto il resto pieno? Fatto bene?"
"Ti sembro uno che risparmia o fa fare le cos edi fretta? Ti assicuro
che per qualche centinaio di anni, se tutto ben controllato e
custodito, reggeranno anche con terremoti. Nulla di cui aver paura. Ma
scusa, una volta a Zay non le dicesti che desideravi una vita fatta di
..:"
"Aspetta! Temo che come lei non abbiate compreso. Non intendevo una
vita come preticelli o sette, sono abominevoli loro. Io parlavo della
connesisone con la natura, parlando con lei dei concetti wicca e
utilizzo delle cose per il bene, del legame tra persone di fratellanza
e amicizia, di giorni e momenti passati con le persone lontano dallo
schifo della società attuale... il concetto è
molto
diverso. Si, ho desiderato una vita tra un nucleo di persone che si
vedevano fratelli, legati, senza drammi e cazzate degli stronzi
là fuori, con legami e contatti con la natura giusti e
rispettosi, anche con alcuni concetti dell'avvicinarsi e considerare la
parte spirituale... ma senza lo schifo che fa la gente. Mi viene il
vomito con le pratiche attuali delle donne sulle stronzate di placenta,
cordoni, riti di fertilità e nascita, e peggio tenersi un
uomo.
Quello schifo del mese nel caffè... ti prego! Questo mai! E
se
tu mi dici questo, temo che anche lei abbia frainteso, ma torniamo al
grosso del problema. Mi confermi, sicuro, che ti
possa cadere il
gamberetto se menti, che sotto i nostri piedi ci sono tre stronzi..."
"Loro sono nella parte centrale dell'edificio, ci osno pilastri
centrali e poi i laterali. Loro osno nella cinquina centrale. Ci sono
quattro pilatri itnorno ad uno al loro centro preciso, e loro sono a
riposare in tre di questi quattro. Quello centrale ho deciso di
decicarlo a te..."
"..." fissandolo come se le avesse detto che aveva flirtato con un
alieno
"Si... ho deciso che tu sarai, con il massimo degli onori se e quando
morirai con il corpo, il pilastro o colonna centrale in tutti i sensi.
Questo per il mio affetto e rispetto verso di te..."
"Alla faccia dell'affetto, sti cazzi, se sti stavo sui maroni che
facevi, mi mettevi crocifissa in una chiesa sconsacrata per le
cerimonie sataniche?"
"Carina, bimba" fece lui ridendo come un bambino "No, seriamente. Lo
ritengo un onore tenermi vicino le persone a cui tengo e ancor adi
più se secondo me, meritano di essere la
Colonna..."
"Milan, tu comprendi che stai dicendo?"
"Certo. Dorde e io abbiamo deciso da tempo di finire allo stesso modo.
Se uno muore prima, sarà un pilastro o colonna..."
"uuhh, uhh,uhh" fece lei disperata voltandosi come piangendo ma senza
lacrime, come le veniva quando la cosa era grossa e le veniva di
piangere dalla disperazione dell'assurdità
"Ti prego no nfare così. Per me meriti un posto
nel mio
cuore, come è per Dorde, e come ringraziamento e onore e
prestigio, è un luogo chiave..."
"Create pilastri di gente morta!" fece lei senza alzare la voce ma
comunque con tono lamentoso "e mi dici che sarà un onore da
parte vostra, per il vostro affetto, infilarmi in un loculo... a
supposta, dentro un pilastro con scrittine che mi ordinano di
fare la
vostra schiava? ma che avete nel cervello, procioni con la rabbia che
corrono sulle rotelle arrugginite?" aggerdendolo con i modi soliti di
andargli
petto contro contro petto e gesticolando quando era furiosa,
sebebne non urlasse ma stessero nelle zone oscure "che avete
nel cervello! Avete tolto un
vecchio mausoleo sotterraneo e avete chiesto a me che farci, e vi ho
detto -tramutatelo in un luogo di riflessione e meditzioni con le
lapidi-
che... AAHH! ti prendere i a sberle! Ci sono dei tizi sotto i nostri
piedi murati e mi dici hce se ne vanno secondo la tua logica in giro a
farsi i cazzi degli altri?"
"Non credo che ti spiino in bagno, se credi questo, loro proteggono..."
ma non finì la frase perchè l'occhiataccia che
ricevette
fu da terrore
"E quindi mi dici che ti hanno pugnalato alle spalle e volevano farti
fuori, ma per amicizia li hai infilati là dentro,
fatto intorno
dei pilastri facendo mettere a degli scribacchini della morte dei testi
perchè li rendessero schiavi da proteggere...
perchè!!?!
Camminiamo in un cimitero e tu sei tronfio e orgolgioso dei tuoi
cosa... golem del cazzo? Cosa sarebbero, angeli guardiani di... cosa?
Da cosa dovrebbero proteggerti? bada, Milan... se non fossimo qui ti
prenderei a calci da ora a domattina..."
"Calmati, come ti ho detto è la verità e invece
di
lasciarti in una buca gelida e che ti avvolgerà fino alle
ossa,
renderò te e il tuo corpo un elemento potente e prezioso per
noi... Secondo la negromanzia ma altre..."
"ancora con 'ste cazzate"
"... ok, ma ascolta. Ogni oggetto tenuto, ancora di più se
con
cuore e importanza, da una persona raccoglie e ingloba aprte del potere
di una persona, e si dice anche un pezzo della sua anima..."
"ma l'anima non era tutta unica?"
".. tnato da esservi leggende su oggetti personali di persone che
ovunque andassero e appartenessero a qualcuno, mostravano come... di
contenere la persona stessa in essi. Infondere potere e
capacità
ad un oggetto è un eleemnto antico quanto l'uomo,
e si dice che
un edificio che possiede nei pilastri e colonne un guardiano o comunque
un soggetto in esso tenuto e..."
"che la terra mi colga
adesso!"
implorò lei alzando gli occhi al cielo mentre l'officiante
faceva lo stesso ma contro l'immen sa stuatua
"Un edificio eretto da soggetto di grande potere e capacità
è in grado di essere forte, protetto, potente... ascoltami,
un
edificio pregno..."
"NO, ascoltami tu! farò finta che non esistano e non
lascerò che la mia voglia di spaccarti la faccia finisca per
riversare ciò con un martello su quei pilastri stess,i,
finchè la rabbia non è scemata..." non
guardandolo ma
chiaramente incazzata, era partita di rabbia come prima "sono stati s
tronzi da vivi, ma farli tuoi
schiavi da morti, ti rende una persona ancora più di merda!
ma
anche ammesso che davvero questo tizio negromante avesse... fatto un
buon lavoro... tu capisci che ci sono tre stronzi, e a quanto pare
altri ai lati
dell'edificio-ma-se-è-vero-mai_porc-che...MMMHH" si
trattenne
dopo aver detto le cose veloci in preda alla furia "non voglio sapere
affatto dove sono gli altri infilati o..."
"non sono tutti dentro lo
Chateau,
alcuni anche fuori..."sospirò lui, non sempre si arrabbiava
così tanto e così tanto da dire parolacce e
sfuriare come
in quel momento, se si icnazza molto partiva come una trigre silenziosa
e letale, una matrona della vendetta, ma in quel momento sembrava voler
urlare come una pazza. E la portò a farla voltare
di nuovo
quest avolta con occhioni apertissimi e irati che
sembrava un gufo
"Quanto vorrei che non foste così scemi da credere e fare
queste
cose... ma è allucinante che tu per affetto e onore mi...
dentro
una supposta scarabocchiata in un pilastro, ma cazzo, che avete nel
cervello.... voi cresciuti con la religione! IO amo gli incensi,
l'ambietne
con candele, le atmosfere di luoghi di culto ma solo quello,
ciò
che sono e danno le cerimonie e feste di rignraziametno a qualcosa di
grande senza definire un dio ma... questa cosa è da prendere
te
come martello e schiaffarti di rabbia contro quei pilastri... E io che
vi lascio fare per evitare di bombardare tutto e mandarvi a fanculo..."
"ora mi sento meglio ad avertelo detto, so che sei così
adirata
da farti venire in mente di bombardatre con noi qui, adesso, questo
luogo, ma credimi, non cè niente da prendere con rabbia...
inoltre, lascia che te lo dica, quando ti arrabbi talmente da aver
superato la pazienza massima, diventi una furia da sbraitare parole..."
me venne interrotto
"Scusate Lord Milan, questa è la lista per la caccia
successiva.
Abbiamo apprezzato il vostro lavoro in generale ma quest'ultimo, in
particolare. La situazione non ha generat problemi e comprende cosa
intendo..." guardando Lia che sembrava serissima ma si stava solo
trattenendo
"La ringrazio, altrimenti non sarei un professionista, così
come
i miei uomini. Sempre a vostra disposizione... Ah, lei è la
mia
partner, è stata lei ad f effettuare la Caccia questa volta"
"I miei complimenti, signorina... o Lady, se è la partner di
Lord Milan. Ci auguriamo i servizi di ogni volta e... Lord Milan, Il
Signor Grainshow chiedeva di Lei per dei contratti da effettuare con
voi... finita la cerimonia lo raggiunga per cortesia, sembra che abbia
dei problemi..."
"Stia tranquillo, Lord Milan provvederà. Noi commerciamo in
piacere e in risoluzioni e siamo sempre precisi e
qualificati.
Vada tranquillo, saremo qualificati e professionali che tutto
sarà sistemato in uno schiocco di dita. E se ha bisogno, noi
saremo tutto ciò che vuole che... ma il nostro motto lo
conosce già" disse Lia con un
sorriso come quello dei ritratti, prendendo dalle dita di
Milan il
foglio che aveva ricevuto dall'uomo. Sembrava untuoso, viscido e
lecchino, seppur impomatato e ben vestito da apparire un Signore.
"Molto bene. La cerimonia terminerà tra poco e i leprotti
glorificheranno questa notte e il rito. Che il Dio sia con voi,
Signori" sorridendo e allontanandosi
"Lord... Milan...!?!" fece lei come disgustata
"I titoli sono importanti, mia cara...e io ci tengo. Se le persone mi
riconoscono in tal modo, è un buon segno. E sembra che tu
abbia
fatto colpo" ridendo, prendendole dalle mani la lista mentr elei li
scorreva
"Se, va bene... ma dimmi! Li uccideranno? Cosa ne fanno di quei...
scemi che abbiamo cacciato?"
"NOn so, ma se hai letto le loro schede... chi se ne importa. Erano
squali e carogne, non crucciarti di questo..."
"Ma che dici! Noi abbiamo un modo per pulire la feccia del mondo senza
uccidere. Li circoscriviamo e controlliamo, perchè non
possano
fuoriscire nel mondo! Per tenerli fermi e chiusi, come il vaso di
Pandora. Ma qui stiamo cacciando delle prede che... che cosa ne fanno?
E mi dici che non ti interessa? Non sarò colpa nostra se
stirano
le zampe?"
"Gli uccelletti invasivi sono un cancro per questo mondo, dal mio canto
no... cosa fanno altri di quelle persone non mi interessa.
Perchè anche queste persone qui, un giorno finiranno come
loro.
Tempo, solo un pò di tempo, e scaveranno e romperanno la
schiena
nella polvere, roccia, fango e sabbia per espirare i loro peccati.
Perchè ti crucci? Non sarai tu avere le mani sporche di
sangue e
l'anima oscurata dalla melma come la chiami... calmati! Noi ripuliamo
il mondo da nostre mani, togliendoli e portandoli altrove.
Che si
danninio loro..."
"Dunque è così? Saremo servili con loro ocn cosa
gli
interessa, in sporchi affari da vergogna per... E Dorde? Anche lui
accetta questo?"
"..."
"Parla!"
"Invece io ti chiedo un'altra cosa. Hai deciso da alcune settimane che
sei qui di cambiare idea e procedere a farti ritrarre senza sosta o
ordinando copie di quei ritratti, tutti a mano o stampati,
per
diffondere la tua presenza e tutto quanto ovunque.Dal tuo desiderio di
sparire e non esserci più, al decidere da nostre
conversazioni
di... divenire una presenza così presente, forte,
consociuta... "
"Ho cambiato, idea. E' un delitto? Come hai detto tu, la vendetta
può essere anche divertente... e quindi, divertiamoci. Anche
se
adesso da cosa hai detto mi verrano gli incubi.. divenire la Colonna
dello Chateau per onore... E non ho fatto niente. Allora se fossi stata
una grande mente del passato?"
"Chi non ha affrontato le avversità no nconosce la propria
forza. In quel caso come te però, chi la riconosce
dall'esterno.."
"no, non iniziare... voglio solo andarmene da questo posto! NOn mi
piace! Non tornerò"
"Mi sarebbe piaciuto..."
"Indosso gli abiti che mi prepari, ti accontento in varie cose,
presenzio alle tue feste e riunioni... e tutto il resto. per amicizia.
Ma non questo..."
"Vieni ti mostro questo" gli disse tirandoselo per un braccio verso una
stanza tra le ultime. Cercò di non pensare a molte
situazioni in
passato e irruppe dove lo voleva portare, mostando una stanza insolita
rispetto le altre. Appena varcata la soglia lui fissò tutto
stranito.
"perchè è totalmente dipinta da capo a piedi?
Intendo...
bella la parete con scenario fantasy, vuoi farci entrare amanti del
genere o del signore degli anelli?" cmposto e padrone di se stesso ma
dubbioso sul luogo
"Vieni" gli disse tirandoselo dietro, sedendosi su un bordo del letto e
dicendo a lui con una mano a battere sul copriletto, di fare altrettanto
"Nel senso?" un pò tirato dalla richiesta
"Non ti mangio mica" fece lei con un sorrisone "dai, non fare sempre
l'imbronciato e serio..." canzonandolo e lui controvoglia lo fece
QUando si fu seduto ma ai piedi del lett,o non nel lato dove era lei
osservando la stanza da quel punto, lei lo tirò dal colletto
della giacca infilando le dita e lo fece cadere di schiena con la sua
confuzione, per poi buttarsi anche lei toccandolo con la testa,
formando come un triangolo e alla fine prima che lui dicesse qualcosa,
battè le mani.
Al doppio battito di mani, la luce si spense e un nuovo scenario dai
toni di blu, verde, azzurro, viola, fucsia e verdi e gialli fluo
comparve nell'oscurità, come accendendosi.
Cèra abbastanza luce percettibile da vedere le sagome di
loro due, girandosi verso l'altro e Lia rise divertita.
"Allora... come ti sembra questo scenario se quello ti sembrava troppo
fiabesco?" gli sussurrò testa a toccare testa
"Cosa hai combinato?" le domandò come con un bambino che ha
fatto una marachella, osservando non più un
fantasy ma un luogo moderno con cattedrali antiche, in uno scenario
come
post apocalittico
"Doppio uso. Infondo, quello che si farà qui dentro
sarà
al buio o con le luci... le luci artificiali sono abbastanza da coprire
questo... ma se ci sono interessati a fetish stile mad max o altri
filoni simili... basta una luce speciale che le ragazze terranno
accese, comunque d'atmosfera e... tutti contenti!"
"Non ci credo" fece lui che sembrava serio per poi partire a ridere
"seriamente?"
"Ti sembra troppo?" disse monella "allora andiamo" alznandosi e
tirandoselo per la cravatta mentre lui un pò protestava
Entrarono nella stanza di fronte, erano le ultime quattro con effetti
speciali e lì appariva un murales di Pin Up smaliziate in
perfetto
stile anni cinquanta, sexy e invitanti. E con lo stesso giochetto si
farlo finire a schiena sul letto, mostrò battendo le mani
uno
scenario più... fiabesco. Le principesse disney unite a
principesse e donne famose dei videgiochi, per tutte le pareti in pose
sexy e con abiti un pò scesi nella scollatura e sguardo da
gatte, o le gonne alzate a mostrare le
gambe, salutaano chi vi entrava al buio.
"E questo chi farebbe.. insomma..."
"tu non hai idea, i signorini là fuori che ricerche fanno
online..."
"Ah! Ho capito... tu hai monitorato le loro ricerche online, e immagino
anche i dati dei loro telefoni privati, perchè abibamo un
servizio
privato di telefonia, per stilare una lista di gradimento per far
sistemare questo posto..."
"Yesss!" stando invece che dischiena, sulla pancia a fissarlo tenendo
la testa sui palmi delle mani puntellandosi coi gomiti "videogiochi,
film, anime, serie tv... quante donnine senza veli... per non parlare
del lato porn di disney che sembra interessare... i fetish e
illustrazioni che si guardano... e così mi sono detta,
invece di
cercare ragazze che propongono queste cose online, alimentando la parte
negativa di questo... mestiere... ho pensato di creare un parco giochi
qui... e di sopra ci sono ambientini anche per i tuoi gusti..." gli
sussurrò divertita mentre lui la guardava
accigliato
"Divertente..." come offeso, come non gli piacesse affatto
"Andiamo... non ti piacerebbe benedire e inaugurare questo posto oggi
come... che so, un rito di buona fortuna?" rise lei con le gambe che
sforbiacavano
"COSA?!?" domandò lui voltandosi quasi di lato a fissarla
"Invece del tuo casotto, potresti portare le signorine qui e
inaugurarlo. Invece di lanciare la bottiglia come si fa con le navi,
puoi schiumare champagne per tutto il posto ocn loro... oH!" fece lei
di colpo diventando serissima e sconvolta "NO! Sembra un'altra cosa...
cambio, cambio. Mi sono espressa male!"
Milan rise di gusto mentre gli affreschi sorridevano maliziosi dalle
pareti
"Ok, basta, andiamo..." si alzò mentre lei era rimasta
distesa
"ci sono altre sorprese?" le domandò mentre lo fissava
dubbiosa,
di più la mano che le allungava e si faceva aiutare a
scendere "Niente letto di piume?"
"No, il tuo è piume, questo carbone... senti che duro! E io
che
sento tutto per la mia malattia..." massaggiandosi le gambe appena
alzata
"E dimmi, hai dimenticato qualcosa?"
"Cosa... non hai ancor visto gli ambienti di lusso di sopra" sorrise
sorniona lei, ma lo vide come domandare anche con l'espressione e
inclinò la testa senza capire
"Intendo... musica, atmosfera..."
"Ovvio! Non avevi sentito un brano? Stavo provando i volumi e livelli
delle stanze, l'insonorizzazione e..."
"E quindi... come si mette la musica preferita?"
"Cellulare, amico mio. Cè un server che ha in memoria molti
brani e può agganciare la richiesta del cliente per altri
esterni.. colelgandosi online. Ogni stanza ha il suo piccolo impianto e
cè quello esterno che ascoltavi"
"Ah, Timeline... oh eccola di nuovo" disse uscendo dalla stanza "viene
dalla hall. capisco..." stropicciandosi un occhio
"Cos'hai?" gli domandò vicino con le manii intrecciate
dietro la schiena e un modo da presa in giro
"Niente... devo avere gli occhi un pò stanchi per i murales
notturni. Comunque sembra tutto sistemato... e pronto. Accessori ed
elementi igienici e di toeletta?"
"pronto, sistemato negli armadio e nella stanza degli addetti. Non
manca
niente. A ogni cambio di.. cliente, gli addetti procedono a
sterilizzare le superfici ocn luce ultravioletta e cambiare le lenzuola
come a un pitstop... rispettando l'igiene, si intende. I servizi
iginici sono a ogni stanza in una angolino eprivati. Tutto
viene
portato alla lavanderia dell'edificio..."
"Molto bene"
"Ancor a problemi con gli occhi? Posso portarti un paio di occhiali, se
ti servono..." fece lei vedendo la reazione sorpresa di lui e poi dura,
mentre la sua mascella si serrava
"Va tutto bene. E' stato passare dalla luce a colori fluorescenti..."
"Ah.ha!" lo canzonò " E cosa pensi.. che dirà tuo
fratello. Ne sarà soddisfatto, invitando perfino i clienti?"
"Eh?" colto all'improvviso tornando come sbigottito "P-parli di Dorde?
Cosa deve dire..."
"Già, perchè tu sei più vispo,
infantile, focoso e
stai stradipando gioia come durante la costruzione... guardati, non
stai più nei vestiti per la gioia" fece lei con quel modo di
fare da presa in giro che utilizzava anche con Veròna, e
quel
sorriso furbetto
"Lia!" fece lui come un rimprovero "Questo luogo non è un
gioco...In parte bordello, in parte bagno turco e in parte teatro e
burlesque... ha i suoi scopi ma lo sai bene, visto che lo hai proposto
tu. E' un ottimo progetto e ben strutturato. Ma farci una festa come
hai proposto tu..." come offeso
"Ah-ah ah" fece lei come divertita guardando i soffitti con
abbellimenti "quindi cosa mi hai detto stamattina prima di partire... e
poi tornare veloce... non si farà più?"
"... cosa" fece lui come se non sapesse niente, come gelato sul posto
"Sei troppo impegnato, Milan! Vuoi provare per rilassarti la vasca
speciale di sopra?!?" smielata
"Non scherzare, cosa..."
"ihih" fece e gli si avvicinò per portarsi a pochissimi
centmentri dal suo viso "se inizi ad avere perdite di memoria, che
peccato!" spingendolo poi con i palmi contro il suo petto per farlo
arretrare e scappare in una stanza, mostrando poi dalla porta un
oggetto che aveva in mano e gli aveva preso
"Cosa hai preso... Lia! Andiamo ragazza, ti diverti a sfruttare i
trucchetti che hai imparato da quei ladri che hai portato qui... Lia!"
le disse per poi seguirla nella stanza. Appena entrato si
guardò
attorno ma la vide con la coda dell'occhio dietro la porta.
"Un grande militare che si fa fregare da una civile" gli disse
chiudendo di botto la porta con una mano e un sorriso monello, per poi
avvicinarsi e con una mano verso la nuca portaregli testa verso di
lei, smollandogli un bacio. prima poggiato sulle labbra e poi profondo.
Bocca contro bocca, secondi dopo minuti, con lui che ricambiava e la
stava cingendo, finchè non lo lasciò,
sistemandogli la
coda bassa sulla spalla guardandolo come un'ammaliatrice. Lui era
rigido e sconcertato, non parlava ma solo respirava veloce.
"Vedi... so che i segreti sono segreti per un motivo. Ed esistono in
quanto tali. Ma a volte sarebbe meglio pensare bene a chi dovrebbe e
merita di sapere le verità... celate dietro quei segreti...
sarebbe
un bene per le persone giuste, essere parte di tale segreto..." gli
disse sussurrando, occhi negli occhi, dolcemernte
"Eh!.. C..I..."
"NOn sei tu
che prendi le decisioni?" gli chiese in un soffio con uno
sguardo dolce e innocente "ho fatto tanto lavoro, mi sono impegnata
così tanto, ma tu mi nascondi delle cose... tu, che so che
mi
conosci meglio... dell'altro" gli disse dando enfasi all'ultima parte
per poi dargli un bacio in un angolo delle labbra mentre lui si
protendeva per farlo anche lui, ma lo scansò
elentemente e
fu spinto contro il letto, finendo di nuovo schiena contro corpiletto
"Lia..." fece lui colto di sorpresa confuso muovendosi ocme una
bagarozzo, come lei chiamava gli scarafaggi, a zampe all'aria
guardandosi intorno confuso.
Ma lei lo rispinse giù e gli si sistemò ginocchia
contro
i fianchi e portando la testa verso di lui, parlò occhi
negli
occhi "Guardami... guardami bene..." gli disse mentre lui le stringeva
i polsi come a staccarla ma sembrava non volesse farle male.
Lei fissò quegli occhi per bene, inclinandogli la testa di
lato
e dall'altro, metnre lui senza agire con convinzione le teneva i polsi
ma non la staccava. Lui era solo rigido e quasi in lotta con se stesso
su cosa fare, le stringeva i polsi ma anche se poteva farlo per
maggiorazna di forza, non la scostò solo, cercava di parlare
ma
non riusciva a dire niente.Sentiva i capelli di lei che scendndo gli
carezzavano il viso e le mani, voleva alzarsi e rogliersela di dosso ma
si sentiva incapace, mentre lei lo studiava.
Dop aver fatto un sorriso vittorioso e cattivo eruttando in
un
"Lo sapevo!" lo colpì
con la fronte non troppo forte con la sua, facendogl idire un
"Ahi!" per poi alzarsi e agire come quando voleva fare la
maliarda nelle vesti di Veròna. Lui era
così
sorpreso che rimase
disteso, ma sollevando la testa e le mani avanti come a parare
qualcosa, la vide invece arretrare con grazia all'indietro e
poggiarsi contro
la porta. COn quel sorriso come nei ritratti e la testa inclinata. Con
quel sorriso che diceva -io So-.
Tiratosi su piano piano, rosso in viso e con l osguardo come di un
cervo contro i fari, balbettò qualcosa appena questa
scappò oltre la porta, e la richiuse dietro di
sè. A
chiave.Lui senza ricomporsi ma di volata, si fiondò alla
porta e
cercò di aprirla, urlando il suo nome, finchè non
la
sentì attraverso il legno.
"Tu dimmi la verità, e io non mi arrabbierò!
Amico mio...
è così che ti chiamo, ma lo siamo davvero...?
oppure giochi
anche tu, anche con me? Bada -amico mio-, non sono stupida ne
scema, le capisco le cose... ma faccio finta di nulla e ok, ho usato
untuo
punto debole per cosa volevo raggiungere, ma non avevo altra scelta...
ora che so, cosa farai? Mi ucciderai?"
"Smettila, Lia. E apri... accidenti... apri o chiamo qualcuno..." fece
lui allotnandosi dalla porta e cercando il suo telefono tastandosi
ancora confuso, o se ve ne era
uno nellas tanza. NOtò come qualcosa di simile a un muro,
forse
era in interphon, e quando si allontanò di pochi passi, la
porta si
aprì e cadde dentro qualcosa di ferroso, dal rumore, che lo
riportò a voltarsi. ma la porta si era chiusa di nuovo.
"Mi hai rubato la pistola? Era quella?" fece lui stupefatto e irritato
vedendola a terra
"Un militare di classe al servizio di un tizio grosso, e non ti accorgi
che ti manca la pistola... andiamo bene!" fece lei di contro da oltre
la porta
"Non farmi arrabbiare! Apri! Non giocare col fuoco!"
"Su... decidi che destino devo avere! Finirò come quei tre?
O
quelli con la bambina nelle tue stanze? O sue? NOn ho paura della morte
lo
sai, anzi la ambisco come uno sposo con la prima notte... Beh, forse
ormai quello non più..." commentò lei tra
sè che
fece però ridere l'uomo dentro la stanza di botto, si sent'
lui scppiare a ridere anche se incavolato "non ridere, sono
seria! Tu sai che io so... e tu sei la mente principale... quindi
decidi, io sono qui. uccidimi...? dimmi cosa ne farai di me. Ma sappi
che
sono molto contrariata dalla tua presa in giro...la TUA!"
continuò seria, ma da dentro la stanza silenzio.
Lui era seduto sul letto con i gomiti sulle ginocchia ad a scoltarla
con
la pistola fra le dita, ma solo per tenerla, non per puntarla. E
sembrava riflettere oltre che stanco. Poi un tlack e la porta non si
aprì ma era
stata sbloccata, e lui si alzò lesto e andò ad
afferrare
la maniglia. Dopo pochi istanti diascoltare con orecchie tese, si
accorse di passi e
uscì veloce, per vederla raggiunger ela grande porta a due
battenti dell'entrata, voltarsi a guardarlo come in attesa di qualcosa.
Ma quando vide che lui non faceva niente ma la fissava, se la
svignò spingendo un battente e sparendo nella luce della
mattina.
Azienda di Uliano Egorkov e il suo amico e partener Martynov a
Kazan
"Ho riletto tutto, io e il mio amico vogliamo usufruire edi vostri
servizi e unirci al vostro gruppo. Circolano ottime voci su di voi, e
per questo mia moglie mi ha spinto ad incontrarla..."
Lei e sua moglie avete conosciuto non solo la mia partner, ma anche un
uomo a cui sono collegato... Il generale Savant"
"Si, grande membro di spicco del..." ma furono interrotti da qualcuno
che bussava alla porta
Nell'ampio e moderno ufficio, Milan, il signor Egorkov e la moglie,
insieme al segretario personale del secondo, procedevano alla firma di
un contratto. La segretaria entrò e annunciò la
persona
che chiedeva di essere ricevuta, cosa che fece squittire di contentezza
la signora Egorkov, sorprendere suo marito ma lasciare di stucco Milan.
Una donna entrò in un forte completo rosso in lana. la
giacca
aveva il colletto come una camicia, la chiusura obliqua sul cuorec con
tre enormi bottoni in tinta, hiudendo a punta su un seno, e poi
scendendo e tornando poco a sinistra dell ostomaco, com la parte finale
più larga e leggermetne arricciata. Le maniche erano sempre
più larghe dalla spalla a due sezioni che arricciavano fino
alla
parte finale ampia. La gonna era in stile anni cinquanta al ginocchio.
preso da ispirazione di un modelo di Christian Dior, era uno dei
modelli che lei usava con i capelli legati totalmente.
Lia comparve con un bel sorriso e fece una leggera riverenza salutando
i presenti, tenendo in mano una borsetta rettangolare a mano,
più grande di una pochette, mentre le scarpe erano ispirate
dal
tipo le piaceva, punta tonda, tacchetto, tipo bambola, ovviamente fatte
fare per accordarsi con l'abito e l'insieme non data l'aspetto di
vecchiume, ma tutto reinventato e adattato a lei perchè
fosse
formale ma meno gessato.
Milan la fissò in una modo che la fece sorridere di
più e
risutlare più calorosa con la donna, che ondeggiava sui
tacchi
compiaciuta.
"Lia... che contentezza vederti! Mi chiedevo appunto quando saresti
tornata, ed eccoti... potevi farti annunciare!"
"Mi dispiace gospozà Egorkov, ma ho chiesto io stessa di non
avvisare perchè fossi una sorpresa. E inoltre, sono stata io
a
presentarvi i nostri servizi e ad avere con voi il primo approccio. Era
importante da parte mia essere presente per la suggellazione dei nostri
rapporti di amicizia e lavoro. E inoltre..." continuò dopo
aver
stretto le mani della donna e aver raggiunto Milan "il mio posto
è al suo fianco. HO devoluto la mia vita al servizio di
quest'uomo, e con ciò il mio credo e il mio agire. Il mio
posto
è qui, come adesso, e con lui vi porgo il benvenuto nel
nsotro
gruppo. Ho dedicato la mia esistenza a ciò che sapete e per
questo morirò. La mia presenza qui non è un
obbligo, ma
un piacere e un dovere nei vostri confronti. Il mio partner non ha
bisogno della mia presenza per rappresentare ciò che siamo,
ma
come sua spalla e vostro contatto, devo essere tra voi per confermarvi
ogni cosa detta e accordata. Sono consigliera gestionale e di
relazioni, partner e fidata consulente del nostro capo, qui presente. E
inoltre, la cara gospozà Egorkov mi è cara, e mi
auguro
che lo stesso sia nei miei confronti. MI farebbe paicere rivederla per
il tè nel nostro solito luogo per goderci la compagnia
vicendevolemente..." votlandosi verso la donna.
Si era posizionata un passo dietro la posizione di Milan. Lui era
seduto rivolto verso l'altro uomo e come nei loro piani, lei doveva
stare un passo dietro di lui come un cerimoniale concordato, anche se
fosse stato in piedi, e come faceva sempre lei, aveva messo prima
indciando nel discorso la mano sul braccio di lui, poi sulla spalliera
della poltroncina.
"Oh, mia cara. Sarò così felice di incontrarci
nuovamente, certamente! Attendevo una tua telefonata, ma ora che sei
qui, spero resterai abbastanza da accompagnarmi in impegni a cui devo
presenziare..."
"Con immenso piacere." disse lei con un inchino alla
giapponese.
"procediamo per la firma?" chiese Milan.
Lia lo fissò mentre la donna tornava dal marito e si
preparavano
per la firma. Sia loro due che Martynov sareb bero divenuto membri del
gruppo creato da Milan. Questi ricambiò e da cosa lei vide,
sembrava per niente felice di trovarsela accanto. lei non
ricambiò nulla ma distolse lo sguardo ma fece un sorrisetto
preciso perchè lui lo vedesse.
"Se tutto quello che abbiamo discusso è qui presente..."
fece
l'uomo scrutando ancor auna volta il documento "e in caso di problemi,
se avessi bisogno..."
"Stia tranquillo. Io, partner e consigliera gestionale dell'uomo qui
presente, confermo che saremo vostri collaboratori, presneti e..."
"Ma non siete certo onnipotenti o onnipresenti! Può capitare
qualsiasi cosa e magari non poter ottemperare agli impegni presi.
Voglio solo comprendere..."
"Le confermo che quanto accordato, sarà..." fece Milan
tranquillo " perchè queste sue remore? perchè
adesso?"
"Conosco i gruppi segreti come i vostri. Ma non è facile
inquadrarla..." come una sorta di accusa verso Milan
"Comprendo... e quali sarebbero i dubbi"
"Chi è Lei? da dove viene? Come è giunto a
ciò che
è adesso? E altre domande che mi turbinano,
perchè se
comprende, temo..."
"Chi ha il potere, dimostra che è stato capace di
raggiungerlo.
O nessuno di noi, sarebbe qui" disse Milan pacato, mentre Lia restava
con una mano, la sinistra, sullo schienale in alto e la destra sul
braccio di Milan "noi operiamo in modo diverso dagli altri, ma se
preferisce soggetti che è risaputo... con una certa fama e
passato... ma più sicuri perchè li conosce... io
e la mia
partner operiamo nella fiducia per qualcosa di diverso da
ciò
che regola questo mondo. lei stessa "guardando Lia "non sarebbe qui al
mio fianco se non credesse in me... e mi creda, lei rispetta e
considera solo le persone che comprende nel modo che le aggrada. E
fidandosi di me, mi supporta e sostiene... "
"E che accade se inizio a dire la mia che è fuori dal coro?"
fece l'uomo sollevando una pistola, presa da uno dei cassetti sopra le
ginocchia
Lia e Milan non fecero nessun gesto, nessun commento o espressero
nulla. Fissarono l'arma all'inizio un pò contrariati. Lia
sorrise poi e guardò Milan come a comunicare con gli occhi,
poi
alzando la mano destra riuscì a far sfilare quella pistola
dalla
mano dell'uomo e prenderla nella sua. L'uomo mentre la pistola cercava
di scappar via, si spaventò e questa scappò via
facilemnte, anche se sarebbe finita via ugualmente, ma con meno potenza
e forza.
L'uomo avvertì come se qualcuno gli prendesse l'arma e se la
tirasse, ferendolo all'indice che stava sul grilletto. la moglie di lui
in qeui frangenti eruttava gridolini in preda all'ansia. Lia
soppesò l'arma e calcolò come da addestramento
che fosse
piena, quindi carica, e dalla calibrazione sulla mano aperta, con colpo
in canna, per come pendeva.
"Come è... " balbettò l'uomo
"Come le ho detto sono Consigliera gestionale e di relazioni, sua
partner e fidata amica..." sedendosi sul bracciolo destro della
poltrona di Milan puntellandosi sulle punte edi piedi, ma apparendo
elegante e a suo agio in quella posizione. La mano destra poggiata
sulla spalla destra di Milan, nella mano destra la pistola che in quel
momento volteggiava come sospesa sul palmo. Milan sorrideva sotto i
baddi, un braccio, il sinistro, su un ginocchio di lei,
l'altra
mano a sostenere la testa, con gomito sul bracciolo sinistro.
Sembravano come un quadro di un sovrano e la sua fidata al fianco ma
anche sul trono stesso, sebbene sul bracciolo.
"Come le ho detto, noi operiamo in modi che solo i nostri collaboratori
e seguiaci, conoscono... abbiamo scelto voi per le persone che siete e
desideriamo il vostro appooggio qui, così come noi vi daremo
il
nsotro ovunque e qualunque cosa... Questi siamo noi, potete fidarvi o
annullare e ce ene andremo, come se nulla fosse accaduto. NOn siamo
come le persone che conosce, le ripeto, noi oc nsideriamo lei
persone... di potere ne abbiamo quando ne vogliamo, è altro
ciò che ci interessa..."
"Io mi fido..." disse la moglie dell'uomo, come spingendolo
Concluso l'accordo e la firma, si congedarono. Lia promise alla donna
di incontrarsi come da accordo, con sorrisi e calore, mentre Milan le
faceva un inchino e un baciamano, salutandola come cara amica e
invitandola alla prossima festa dei consociati.
Non dissero nulla dall'uscita dall'ufficio fino alla macchina.
Camminarono come da accordo, lei un passo dietro ma durante il tragitto
lui la fissava di sott'ecchi e lei mostrava un sorriso monello come nei
ritratti, aumentandogli la rabbia, come si notava dai sospiri.
Ma nessuno dei due riferì parola, finchè non
entrarono
nell'auto. Avevano una Mercedes-Benz classico colore nero, modello
limousine Pullman. Con otto posti, mini bar, interni in pelle,
illuminazione, sei porte. lei si era sistemata nei sedili posteriori
mentre lui la fissava arrabbiato mentre la faceva entrare, per poi
posizionarsi su quello centrale di fronte a lei. Chiese all'autista di
partire, poi rimase a fissarla serio e arrabbiato, mentre lei sorrideva
sorniona.
"Raccontami, come sei arrivata?"
"Con un volo, quei tre mi hanno accompagnata... mi aspettano alla Torre
adesso" alzando le spalle come se non le importava
"Lia... perchè hai deciso di intervenire?"
"Non lo so, dimmelo tu..." disse aprendo la borsetta e tirando fuori
una sigaretta con zippo
"Non usi il bocchino?"
"Per ora no. So che me lo hai reglato tu,
ma attualmente non mi viene di tenerlo in mano... comuqnue..." ma si
fermò quando lui le prese dalle mani lo zippo e le accese la
fiamma per avviare la sigaretta "Ammettilo, amico mio, stavi ridendo
mentre la donna sprizzava felicità per la mia presenza..."
"E come non potevo... se il marito sapesse come mai è
così frizzantina pensando a... quando passerà il
tempo
con te..."
"Eh... felici per cosa offro ma non per me, veramente..."
"..."
"Eh già... noi commerciamo in piacere e risoluzioni.
Ascoltiamo, accompagniamo..."
"Diamo alle persone ciò che desiderano ma non possono,
ambiscono
anche solo una volta, desiderano la forza e la vicinanza di qualcuno in
ciò che non possono vivere o essere... se il marito sapesse
che le farai prendere..." facendola sorridere "ma questo non
cambia
che sono arrabbiato!" disse irato stropicciandosi l'occhio
"Si, lo so. Lo avevo messo in conto... ma quel che ho detto
è
vero, reale, e..." cambiando espressione inclinando la testa " che
succede?"
Lui si stava guardando intorno con ansia e agitazione e lei rimase a
fissarlo come se non capisse, finchè non parev illuminarsi
ma
lui rispose.
"Ho perso una lentina... non riesco a vederla qua dentro"
"E la c erchi per fare cosa...?"
"Non per metterla, ovviamente. Ma questa macchina costa e anche se
puliranno come sempre a ogni uso, non mi va di lasciare un indizio..."
fissandola con un'espressione che diceva -sai di cosa parlo-
"Oh, Dorde! Se no nci fossi io..." fece smaliziata, tirando fuori dalla
borsetta un paio di occhiali fini e sottili. Erano con montatura
ultrasottie e superleggera, elegante. Lui la fissò tra il
sorpreso e il contrariato
"Ragazza, sei impossibile, ma ora come ora intuisco che forse avevi
ragione..." togliendosi quela rimasta nell'altro occhio e prendendo i
suoi occhiali che lei aveva portato. Se li infilò e poi con
l'indice sul ponte se li spinse bene "Bada,
però..."
"il tuo piccolo segreto, che cerchi di renderlo tabù e
impossibile da avvertire... Dorde, se me ne sono accorta io, anche se
devo dire perchè avete passato con me più tempo
che con
altri... ma bastava guardarvi bene. Tu sei un pò
più
alto, alcuni centimentri, ma se per caso entrambi state fermi in
determinati punti, sebbene le scarpe, come dire, si nota che qualcosa
non va. Anche perchè, và, cercate di spacciarvi
per la
stessa persona ma non siete gemelli..."
"Abbiamo preso ispirazione dalla storia delle sorelle Bucci di
Auschwitz e dell'angelo della morte. Non fraintendere, la gente la
prima cosa che sicuro...." guardando dal finestrino "a scuola.. la
nostra scuola era così base e semplice, eppure ci sono
isnegnanti che viaggiano per il paese per lezioni extra sulla storia,
scienze... e ricordo che venne uno storico della seconda guerra
mondiale a parlare per ore. E presentò i racconti di molti
sopravvissuti, affermando che il modo migliore per non far avverare di
nuovo tutto quello era la consapevolezza e il ricordo. Senza ricordare
la storai, l'umanità non andrà avanti,a ffermanva
e
continuava dicendo che era per questo che atrocità del
genere
non accadevano più nei paesi di primo mondo..."
"AH AH AH " fece lei sollevando la testa a ridere mentre fumava,
accavallando le gambe proiettate verso sinistra "o fors ediciamo che
con le atomiche, sticazzi che scoppia qualcosa come una guerra tale...
è solo dalle parti degli stronzi arretrati che conosciamo
che le
cose accadono! perchè rischiare una guerra atomica,
perchè ad alcuni prudono le dita per far scattare l'ordine
pigiando i pulsanti... con le atomiche no esisterà
più
una guerra mondiale. Ecco perchè paesi del secondo mondo
nelle
americhe del sud e la corea più in alto... afffermano tutti
che
no ncè modo di salvare quei disgraziati in mani a dittatori
atroci quanto baffetto tedesco! Mettila come vuoi, senza le atomiche
saremmo ancor ain un campo di battaglia e non so che pensare... cosa
è meglio, non aver avuto le atomiche sperando in colpi di
stato
sperando nel meglio o averle ma con questo pretesto non poter salvare
chi urla aiuto ma resta nel silenzio? COme fanno mi chiedo tutti quanti
a non udire l'ulrlo delle voci senza voce? Il concetto è
interessante ma quel tizio dimentica molte cose, anche se parlava ai
ragazzini quindi lo capisco..."
"Vero. Però, ricordo di molti nomi di gerarchi e le loro
foto,
all'epoca usavano ancor ai proiettori su carrello in una stanza buia. E
poi foto originali di quei campi e poi i sopravvissuti. Per me
è
stato un pò come fu per te oltre queste cose che mi
segnarono,
quando provasti tristezza per la storia della piccola fiammiferaia, i
miserabili, o quel cartone da bambina dove due bambini piccoli erano
rimasti soli chiamando i genitori che non comparivano ma sembravano
spariti e cercavano di arrngiarsi e tu finisti per avere la febbre.
Ricordo che non dormii per giorni ricordando quelle foto e poi la
storia delle sorelle scambiate per gemelle e salvatosi
così...
mi fece star male anche la storia degli esperimenti di quell'uomo per
rendere gli occhi blu e come e non riuscivo a immagire come si
sentissero le cavie ... ecco perchè crediamo che le cavie
debbano essere volontarie e consapevoli, accettando "mentre lei
sorrideva "e io mio fratello che unite le classi seguimmo tutto e
ascoltammo la storia di quelle sorelle... non siamo gemelli, io sono
più grande, ma siamo così simili che tutti
scambiavano me
epr lui e viceversa. Per gioco ci vestivamo uguali o ci scambiavamo gli
abiti, sebbene chi vedeva bene capiva che a volte a me venivano troppo
corti ma ridevamo e ci divertivamo a sentirci chiamare con il nome
dell'altro. Eravamo così uguali che a volte per lui ero io
che
entravo in classe e prendenvo i voti... Almeno finchè non
iniziai ad avere il cambio di voce e la diversità era
più
netta. ma la gente non ci faceva caso, prendeva per buono che chi
vedeva fossi io o Milan nel caso. E questa cosa ci restò
crescendo. Milan... è uno stupido e infantile, troppe volte,
e
un lavoro come il militare non è proprio per lui, intendo
agire
come un militare senza che qualcosa in te si incrini. Ammetto che molte
volte sono dovuto intervenire io al suo posto e ho fatto ilsuo lavoro.
E' mio fratello minore, per certi incarichi in cui aveva
rimorsi
ancor prima di fare..." guardandosi le scarpe "è un
pò
come te. Io sono un pò più dritto e sicuro in
cosa va
fatto, anche se mi pento di molte cose a cui ho fato -mano-
perchèavvenissero, ma se sei un militare non puoi avere
rimorsi
o ripensamenti. Questo ti insegnano. Lui è un animo
più
libero e facilmente colpevolizzante. Ha fatto il suo obbedendo agli
ordini ma... quando ti dicon di prendere delle persone, peggio se donne
e bambini, e accompagnarli con l'aereo fino nel loro paese in pieno
conflitto sapendo per chi erano che sarebbero finiti malissimo e
peggio, con l'ordine di sparare senza pensarci in caso di rifiuto o
tentato..." scuotendo la testa "ecco perchè forse hai
compreso
la differen za... perchè lui è meno ferreo nella
comprensione delle nostre cariche"
"Oltre l'altezza, mi sono accorta che qualcosa era strana per i vostri
caratteri. Cercate di creare una persona unica ma alla fine
ciò
che siete viene fuori ugualmente. I gusti nel vestire nelle piccole
cose, le manie per sistemarsi gli occhiali..." fece lei con sorriso
sornione
"Si... io al contrario di Milan devo mettere gli occhial iper leggere o
lavorare... di solito uso le lentine solo quando devo spacciarmi per
Milan o non voglio proprio portalri... è solo che le lentine
le
odio, mi danno fastidio e la procedura laser... attualmente non mi
ispira, anche se da noi sarebbe tre volte più sicuro che
altrove...."
"Poi il modo di arrabbiarvi, di comportarvi se in crisi o adirati o in
un impeto di discussione. i dialoghi... tante volte che parlavo con te,
Milan cadeva dal pero e iniziava ad a gitarsi, o tu al contrario ti
irrigidivi e ti arrabbiavi risultando ancor apiù serioso e
freddo. E altro, altro... piccole cose, e sono sicura che anche Jd e
Lubo che sono quelli che osservano di più... no
ndico che
hanno capito ma hanno visto qualcosa che li ha fatti riflettere. Almeno
con me, però, potevate essere sinceri e..."
"Aspetta, non sono ancora riuscito a trovarla..."
"E basta! Appena arriviamo mi metto io stessa a passare laspirapolvere
per auto mentendo... ho perso un orecchino... nessuno dirà
niente, sono abituata a fare io tutto... calm! Relax" fece eli
acavallando le gambe come una attrice anni trenta "E comuqnue se sei
punto sul vivo da maschio per lo scherzo alla Casa della seta, non
potevi credere che io... OH!" fece lei da spavalda a sorpresa.
Milan le aveva sfilato via la scarpa del piede che dondolava,
buttandola sul sedile accato al suo con sguardo serio, sistemandosi
cravatta e giacca, cosa che la fece sorridere
"Guarda che sporchi la pelle dei sedili"
"E' messa di lato, non si suola. Adesso possiamo parlare un
pò
più pari.... sai, non credo che per le tue... hai capito,
non
credo che toccheresti suolo, qualsiasi senza scarpe! Calmati tu..."
fece lui urtato guardando a sinsitra dal finestrino mentre lei
sorrideva malignamente "Non ho gradito cosa..."
Sussultò quando lei facendosi leva con l'unica scarpa
rimasta si
sollevò e si piombò sulla sua coscia sinistra,
sedendosi.
"Non giocare con me e i miei fastidi per la sporcizia"
"E tu non non tremare come una foglia, ridiga come un palo, mentre
cerchi di farmi arrabbiare ma nonhai superato si tuoi tormenti, vuoi
che provo pena per te?" le disse cercando di mantenere la calma mentre
si fissavano n egli occhi
"MhhhUUHH" mugulò lei offesa, imbronciandosi con le gote
gonfie
"ti riprendi in fretta noto, sorprenderti di nuovo è stato
un
buco nell'acqua" disse con delusione, scivolando all'indietro verso la
scarpa dopo averla recuperata con la sinistra e sistemandosi con la
gamba destra contro quella di lui, come accavallata
"Lia!... " vedendola stravaccata con la schiena quasi verso il
finestrino, ridendo di gusto
"Vuole aiutarmi o lascia questa povera fanciulla scalza il compito di
rivestirsi?" dolcemente e ghigno mentre gli mostrava tra le dita della
mano sinistra la scarpa
".." prendola ma guardandola male "io no ncredo affatto che tu non
sapessi vivere nel mondo che dici di... non ridere" mentre lei se la
rideva di gusto vedendolo arrabbattarsi per rimetegliela, sempre con la
gamba sopra la sua coscia "Sono più che sicuro che tu sappia
farcela con le tue carte nel mondo là fuori da sola. Se sai
prendermi in giro così, non stento a credere a farcela..."
"Lo pensi tu... e comunque io posso... perchè sei tu!"
"E se ti fossi sbagliata e di Milan come figura ve ne era... uno solo?"
"Guardami!" fece lei seria, come cambiando carattere di colpo,
finchè non la fissò negli occhi mentre le
controllava che
la scarpa fosse ben messa "ti sembro una che fa ciò che ho
fatto
a te, l'unico modo per farti calare le difese..."
"Appunto! In generale, con Milan lo avresti fatto?"
"No!" fece lei come se fosse elementare "se no nfossi stata sicura non
sarebbe accaduto. Milan... Bah! A quanto pare mi conosci poco per
credere questo!"
"Sai che non è così! E' solo che non
capisco..."
"Non capisci... " con uno sguardo eloquante, mentre si acedenva una
sigaretta senza muoversi, come una Maya desnuda di traverso al sedile
con quel contatto con lui "vuoi ancora raggirarmi o cosa?"
"E tu, quando la finirai di prendere in giro te stessa e rifiutando la
realtà?"
"mh... quindi la metti così" disse lei cambiando posizione e
mettendosi spalla contro spalla con lui, di fianco ma come se la
sorregesse "quindi ritieni i miei ocmportamenti come quelli di Milan e
non una prova di fiducia?"
"Milan è quel che è... so che hai agito per
confermare
cosa avevi capito, ma trovo irrispettoso verso di me questo
atteggiamento..." mentre lei fumava e sorrideva, con una tempia sulla
sua spalla
"Divertente... invece di pensare che so -che segno di fiducia,
che gesto che ha fatto nonostnate tutto-... "
"Tu che fai così con qualcuno, lo so, non cosa da tutti i
giorni. Anzi, sono sorpreso della tua vicinanza con Jd da abbracciarlo
o qeusto con me, ma non andare troppo oltre..."
"Mh" fece lei fissandolo negli occhi "già, alla fine sono
sempre
io quella che ci perde, in questo. Sono io che... mi ritrovo
a
fare marcia indietro pena ciò che è insito negli
altri..."
"Non volevo..."
"Come no..." fece lei sollevandosi e guardando fuori dal finestrino
"non ti sei accorto di un'altra cosa? La mia me vera, quella profonda,
quando verrà fuori di questo passo? Se ttuti quanti appena
io mi
avvicino troppo partite in quarta? Mi ritrovo sempre a perdere,
guardandovi negli occhi, le persone che conosco e che forse consideravo
vicine, perchè l'umanità primordiale è
più
forte! Abbraccio Jd ma solo quello, e... anche con te! Mi è
proibito essere me stessa, anche solo come scherzo perchè
poi...
E così tutta la mia vita!" sbuffando "Se sono IO, alla gente
non
piace e inizia a fare..."
"qua la questione..."
"So qualè la questione! Credi che tra voi sia meglio che
là fuori? NO, altrimenti non mi sentirei così',
non
proverei ancora e sempre lo stesso di prima, non arriverei in camera
mia dopo le cose chef accio nella giornata, anche per gli altri per...
sentirmi comuinque allo stesso modo! E poi voi mi nascondete le cose...
tenete segreti! Con me! Non perchè io sono migliore ma
sistemo i
vostri casini, anche se non sono capace ci provo, e come con gli altri
non vi fidate ma tenete segreti..:"
"Comè che dice un detto...? due persone possono mantenere un
segreto solo se uno di loro è morto. O se come me e Milan,
giochi e manovri in modo tale che..."
"Ehm, voi non vi parlavate sempre. Ho notato come tu non raccontavi il
tempo passato insieme, cosa ci eravamo detti o cosa era accaduto, e lui
era come... se sentisse gli spoiler di qualche film o serie tv e non
sapesse come comportarsi..."
"Colpa mia, lo so... è solo che tu sei una delle poche
persone
co cui ho avuto più vicinanza, così come lui.
Come te,
noi siamo soli alla fine. Dopo quanto accaduto con i suoi tre amici
e le persone che conosciamo e sappiamo che... sono pronte a
tutto
per ciò che vogliono... ma tu sei tu. Sei la persona
più
vicina che abbiamo posso dire, che ci conosce meglio. Anche se non mi
va, per niente, che tu te ne vada..."
"Non ho altre parole che le seguenti. E' un viaggio dettato dalla mia
scelta, volontà, decisione, di sola andata e so
che non
cè possibilità di tornare, e forse è
meglio
così. Per chi lo vedrà, giusto o sbagliato, sto
solo
facendo quello che credo sia meglio per me. Facciamo tutti i giorni
scelte che condizionano la nostra vita nel bene o nel male,
praticamente decidiamo sempre noi la strada che vogliamo prendere con
le nostre scelte, così come io ho rovinato la mia scegliendo
di
accontentare chi mi stava intorno, per un'accettazione che non ho mai
avuto...poi in parte esiste pure la fortuna ma raramente ci aiuta
davvero... e anche in voi noto del buonismo che mi vorrebbe incatenata
qui..."
"Non darci la colpa..."
"Infatti, perché gli umani sono portati a dare la colpa al
qualcuno? Io no ndo totalmente la colpa agli altri, anche io ho le mie
colpe appunto... E un modo per scaricare le colpa al destino...quanto
noi siamo liberi di decidere cosa è sbagliato o giusto,
senza
esserne prigionieri del destino... In qualsiasi circostanza della vita,
la cosa più pericolosa da fare è stare immobili,
lo so
per esperienza... e ancora, ognuno è artefice del proprio
destino.... quindi io non vedo perchè sia così
difficile
per tutti voi non accettare che io ho deciso, scelto, di andarmene. So
bene che tanti mi etichetterebbero come stupida, debole, incapace di
vivere... "
"incapace di vivere non proprio. Se fosse per te, ed è da te
anche per creare il tuo mondo ideale, rivolteresti questo
mondo
come un calzino e lo prnederesti a sberle per continaure cosa hai
già iniziato. Vivresti se avessi uno scopo brillando
così
forte e dalla fiamma bianca da bruciare tutti gli altri" fece lui
ridendo, sistemandosi gli occhiali
"Eh... resta il fatto che non comprenderanno, e voi, mai... quanto sia
necessario per me, andarmene. E' come... come se mi chiamasse qualcosa
che mi dicesse -cosa fai ancora lì, vieni. E' oltre che devi
andare. QUi non cè niente. Nulla per te-. O almeno
è
come lo intendo... è come se mi cchiamasse e mi fosse
necessario... andarmene. Solo chi prova l ostesso può
capire,
non è un bisogno di trovare pace imemdiata come altri, che
sono
in una situazione di merda e sono sotto disperazione da fare un gesto
del genere quando invece cè possibilità,
speranza, un
giorno nuovo per loro... loro avrebbero bisogno ma non cè
nessuno per loro..."
"tranne cosa hai fatto. Hai fermato dei suicidi e dato loro delle
possibilità... le tue azioni sono state un tantino eccessive
per
me per come le hai rivoltate, ma hai fatto ciò che chi gli
stava
intorno non faceva. Hai fatto per chi come te..."
"Con me... è diverso. Quel vuoto orribile, quel senso di
inesistenza e... aggiunta alla solitudine... voi fate parte di un mondo
che non è il mio. "Il mondo" e tutte le sue meraviglie
...Questo
mondo lì fuori, è il vostro mondo. Un mondo
umano, un
mondo materiale atroce ma bellissimo... Ma resta pur sempre
il
vosto, di mondo. Questo è il mio mondo,vedi..." disse
prendendo
dalla borsetta un oggetto rettangolare. Grande circa quanto la borsetta
a mano, che non era piccola, si rivelò essere un diario con
copertina in pelle spessa tre o quattro millimentro da un lato lucente
e con impresso un motivo elaborato e dentro, vellutato contro le pagine
non rilegate a filo, ma tenute da elastici appositi, che bloccavano
gruppetti di fogli di formato di più grande ripiegati e
permettevano di isnerirne ancora. " in questo diario ho iniziato a
scrivere di una vita che avrei voluto... esistesse. Di una me che
avrebbe potuto essere. E poi un'altra, con variabili che si snodano in
determinati punti o da altri. Esistenze piene, degne, di
esistere. Una sorta di omaggio o memoriale di qualcosa che non
vivrà mai , di ciò che potevo essere, invece di
diventqare questo guscio vuoto che urla e si dispera. In un
corpo
che non mi sopporta più. Si è ammalto, mi
rifiuta, non mi
segue, mi si rivolta in mille sintomi diverse e capisco che anche lui
è stufo di me..." portandosi il diario alla fronte per poi
poggiarlo sulle ginocchia, guardandolo "questo corpo
è
come tutti gli altri. Mi rifugge e mi urla contro la sua ira. E' stanco
di me e el mio dolore che corrode anche lui..."
"E anche per quel segreto... quello che tenti di far credere ma alla
fine prendi in giro anche te stessa, cercando di cadere nella bugia..."
le disse a mò di rimprovero guardandola
"Che importanza ha? per colpa tua, tre giorni fa, hai scoperto la
cosa... e quindi? Non cambia lo stato delle cose! E' un supplizio per
me esistere... la vita di prima era una gabbia da cui potevo scappare
solo in tre modi... come ho fatto con voi, fuggendo e scomparendo
arrancando tra i poveri e cercando qualcosa che forse non
troverò mai... o da morta. Morendo male, però.
Perchè non cè nessuno che mi ami a tal punto da
essere
nel suo cuore ma allo stesso tempo capire e accettare veramnete il mio
bisogno di andare... e restare al mio fianco fino all'ultimo attimo. Un
addio senza dolore, senza tormenti, placido, sereno, sentendo al mio
fianco il calore di chi davvero mi amava. Invece in altri mondi
paralleli se avete ragione, morirò in modi orribili, o se va
bene per una siringa, soffrendo fino all'ultimo respiro e da sola. Un
momento in cui sarò sola per più tempo e... ma
sola, su
un freddo pavimento, in un luogo che non era mio o per me... e con la
consapevolezza che anche da morta sarò investita da rabbia e
odio perchè non ho pensato agli altri, così' mi
penseranno... Quanto avrei voluto che qualcuno mi tenesse nel suo cuore
da trovare prezioso il tempo con me... che dicesse non so -Non sono
troppo stanco o distrutto per passare del tempo con te. Anzi, vorrei
proprio stare un po' con te, finalmente, ho passato l'intera giornata
senza vederti e ora voglio stare con te-. E che mi raccontasse di me
in cose che avrei potuto fare, come queste storie, in cui avrei avuto
quel tipo di felicità che desideravo, in esistenze che si,
non
sarebbero divenute reali ma... che prima di morire avrei sentito il
loro cuore da quei racconti o storie, o il tempo passato insieme e nei
loro occhi la felicità e l'orgoglio del mio esistere...
senza
sentire sempre gente che diceva -ma devi fare così, essere
così, meglio se, faresti meglio a, devi cambiare, devi
essere
così- e via dicendo. Perfino Zay e Ric lo dicevano anche se
pensano di non averlo fatto, e alla fine ho scelto
l'isolamento e
la solitudine forzata, perchè ero stanca di sentire anche
non
detto esplicitamente, che .... che la gente desiderava che io
cambiassi, per essere come pensavano che dovessi essere... e dovevo
sempre io cambiare. Sempre e comunque, lì a dare consigli su
cambiemtni SOLO miei. E io l' a sentire e vedere tutti uguali e allo
stesso modo... Cambiare, essere diversa e secondo le aspettative. Ho
sentito fin da piccola di morti seppelliti con oggetti donati da chi
amano come ultimo segno materiale d'amore, per accompagnarli nel
passaggio da carne a polvere... e ho sempre sognato di immaginarmi
prima della cremazione con tra le braccia un qualcosa come questo
"riprenendo il diario "con dentro il cuore e l'amore di qualcuno che mi
conosceva e vi metteva su quelle pagine me, e magari lui o loro, ma vi
fossi io per come mi conosceva ed ero, come ero in ogni situaizione e
tipo di vita, senza finzione. E pensare mentre bruciavo per divenire
cenere, a quelle pagine impregnate di parole che mi seguivano
nell'aldilà, perchè non mi sentissi sola ma le
avessi
sempre vicine per ascoltarle o leggerle, e sentire un pò di
quel
calore che non conosco. Per riposare come dicon osempre, tranquilla e
senza dolore, con il loro cuore davvero vicino e quei sogni e quelle
vite anche se non vissute, ma lì ad accompagnarmi e restarmi
vicino. Cancellando ciò che dimora in me...Ma so che come
per
tutto, alla fine, non è altro... no
naccadròà
mai... che un pezzo delle mie storie in cui qualcuna che no nsono io,
vive e ottiene non tutto, ma briciole di felciità che
valgono
più dei sogni inutili di tanti altri. Ed è per
questo che
vorrei che altri comprendessero e bruciassero come supernove in questa
vita..."
"-Fate tutto ciò che potete, con tutti i mezzi che potete,
in
tutti i modi che potete, in tutti i luoghi che potete, tutte le volte
che potete,a tutti quelli che potete, sempre, finché
potrete. E
fate del bene...- una delle frasi che alleghi ai dipinti che fai
metetre ovun que dove dai dei contributi, o lo affermi alle persone a
cui hai fatto e dato, anche come Veròna..."
"Pazzo è vivere come una nullità anche quando hai
l'oscurità che ti scorre nelle vene, pazzo è
farsi
umiliare e farsi calpestare, trascinarsi in una miserabile esistenza
quando hai un lupo hiuso nel tuo corpo e la chiave per liberarlo ma
tutto stà nella tua scelta..." sorrise amaramente lei " sono
sempre stata quella in più sbagliata, o come con Zay, la
gente
mi parlava solo perchè ero amica sua o diceva -ah,
tu
sei l'amica. Coe la ruota di scorta. E mi faceva sentire allo stesso
modo della situazone reale. Lei diceva che era come me, eppure
togliendo gli imjbecilli che facevano solo gli stronzi, alla fine
vedevo comunque gente che la amava e la considerava. NOn dico che fosse
l'amore che desideravo io, ma non mi sembrava affatto sola e distante
dalla gente. Anzi. Come per tutto anche nel gruppo con Phib e Zela alla
fine mi sentivo ugualmente quella in più, tra tutti loro. Ma
oltre quello, vedevo qualcosa di distante da me, non era sola e non lo
sarebbe stata. Era comuinque amata, non come volevo io, ma vedevo la
differenza. E dentro urlavo! un urlo nel silenzio, che si
spegneva
ma l' eco restava perpetuo fino al successivo, fino a quando non si
può fare a meno di ricordarlo, e così l'urlo
diviene
eterno rimbombando con gli altri. E ogni eco mi diceva che, anche dopo
essere andata da lei e quel viaggio, non cèra niente per me
e
che tutto era fuori da me. Sono ancora quella ... NON HO PIù
FESTEGGIATO UN COMPLEANNO, NON
cèra
nulla da festeggiare e lo penso ancora oggi. Mi sento in fastidio
avendo la gente intorno, peggio quando cerca di avere mie informazioni
perchè so che appena mi conosce, tutto... finisce come
prima.
Anche voi... se io no nfossi stata rispetto altri incorruttibile da
meritare la vostra fiducia, sarebbe stato tutto uguale...e oltre che
trattarmi coi guanti perchè sono la cavia che vi sta
portando
più soddisfazioni e lavora al vostro posto mentre vi
dilettate,
fate cose, vi fate la vostra vita..."
"Lo credi tu..."
"Dorde" fece con gentilezza ma anche con rimprovero "abbiamo un buon
rapporto, siamo amici, insomma come fu per Zay e Ric ma... oltre che
voi siete sempre in giro e anche se passiamo molto tempo insieme, alla
fine è..." guardando il diario "sai anche tu che sebbene vi
sia
grata per l'accettazione, ancora, di nuovo, non ho niente che mi tenga
legata a questo mondo. non cè un qualcosa che mentre avanzo
mi
ferma e a guardarlo mi fa ricordare che invece qualcosa esiste... non
cè nulla di ciò. Anche se hai scoperto quella
cosa, io
resto sempre vuota e incapace di regegre una vita che per gli altri
sarebbe perfetta. Giusta. Decente. Come per ogni lavoro, Non basta
saper fare, bisogna saperci fare. Mi sento sola, vuota, incoerente con
tutto quanto, incapace di accettare comè questo mondo per le
teste di cazzo che riescono con lo schifo a giungere... e poi ci sono
gli uomini dello Chateau. Dopo che me ne sarò andata,
toccherà a te e tuo fratello, per davvero proseguire e
migliorare, perchè ricorda...cambiare e migliorare sono due
cose
diverse,gli esseri umani possono cambiare le loro vite ma solo
cambiando le abitudini mentali."
"Lo so, ma perchè..."
"Se io dovessi morire, e intendo seriamente, quel giorno dei test...
finalmente una morte priva di dolore come accade a ogni suicida per
mano propria, per favore... mantieni la tua promessa. Rendimi cenere,
con questo in mano. perchè divenitino come me seguendomi.
Alla
fine è l'unica cosa in cui credo. IN cui voglio
credere. Da
Rò, Zay con tutte le sue cose e Ric... ah!" fece con un
sorriso
amaro "quante ne ho combinate con la scusa di prendere per vero cosa
diceva. lei sapeva bene che ogni volta avevo dubbi e rimostranze su
cosa diceva e accadeva. Facevo domande, le peortavo all'attenzione
tutte le cose che mi sembravano sbaglliate, o impossibili o... ma poi
non ho più creduto in nulla. Così come la
concezione
dell'amore e dell'affetto. Sono sicura che loro due come ttuti se mi
ricordano, è solo per le parti in cui ero come mi volevano.
Non
ricorderanno la me e faranno sempre a dire che ero io che sbagliavo,
che questo era così per questo motivo, se era
così per
l'altro... e l'intenzione era sempre quella. Io, dovevo essere non come
ero, cambiare, non... avrei desiderato una cerimonia di saluto, come in
quel mio sogno, ma non accadrà mai perchè me ne
andrò nella sofferenza di quell'atto materiale e crudo e
senza... così come neinte come questo diario, come ultimo
dono
per me, la vera me, fatto da chi mi amava. Ho rimpianti, tanti, ma sono
consapevole che come la mia malattia, è la mia punizione...
a
questo mondo non meriti neanche una morte onorevole e dignitosa."
"ma io te la darò"
"Ah, intendi infilarmi in una Colonna portante?"
"sai che significa..."
"Si, so cosa significa. Vuoi davvero che io resti
lì? Non sarà per egoismo, il tuo?"
"..."
"Lo so che sei ancora bruciato da cosa ho fatto per avere conferma del
mio sospetto. Ho colpito male il tuo senso di uomo e... pensala come
vuoi. Ma so cosa nascondi, non Milan, di lui lo so che mai... ma se hai
in mente qualcosa, rendimene partecipe, peggio se riguarda me. Sarebbe
ciò, come quel che i miei hanno fatto. All'inizio si era
data la
morte per certa della mia identità e hanno fatto un
fumerale.
Funerale... capisci?!? Io che non ne volevo. Vlevo restare... nascosta
e ignota... e invece quella bara! E poi hanno scoperto, per tua idea di
posticipare la sostituzione, di fare la sorpresona che -IO- ero
ancora viva e loro ottimo, hanno preso per buono tutto, anche dai dati,
e vai così... il viso rovinato riplastificato... la voce
danneggiata per l'esplosione... riconoscimento accertato... ma non sai
che male mi hanno fatto con quel funerale andando contro i miei
voleri... e so che tu farai lo stesso per egoismo per... ciò
che... vorrei solo che non mi dicessi che sei mio amico e per questo
-amore- agirai.... almeno tu, donami rispetto!"
" ma io lo faccio. Anche se tu giochi sporco..." fece lui come
rimprovero "Ad esempio, rimprovero smepre Alaric quando sono allo
Chateau dicendogli -sembrerà avere la testa tra le nuvole,
ma
se la capisci, sai che sa esattamente quello che sta facendo-"
"Che significa?"
".. lascia stare... invece, pensavo... dimetnichiamo la Torre. Io fino
a stasera sono libero. Dove ti piacerebbe andare?"
"Andare?!?"
"vorrei visitare qualche posto che no conosco con te..."
"Dorde... stai prendendo una cosa che ho detto per essere gentile e
cancellare i nostri..."
"Nulla di ciò. Siamo amici. Mi hai dato il tuo tempo
ascoltandomi, consigliandomi... anche a mio fratello, ovvio... ma sei
stata presente quando avevamo bsogno e ci conosciamo bene, siamo
più affiini noi che tu e Milan... almeno sulle cose serie,
tralasciando gli scherzi e i casini che combinate..." facendola ridere
"ti abbiamo ocnsiderata partner, braccio destro e consigliera
gestionale perchè noi non siamo capaci... e anche se ti
ringraziamo varie volte, e sapendo... quanto pesa la solitudine senza
persone adatte a noi... vorrei davvero giungere a quel giorno che te ne
andrai passando dle tempo con te. Te lo devo..."
"Adesso siete diventati tutti..."
"NO! Lascia stare... allora, so che prima di incontrare quella donna
saresti andata da qualche parte..."
"Si, volevo visitare dei musei"
"Musei... Adrik" comunicando con l'autista dal dispositivo apposito,
ricevendo la risposta dall'uomo alla guida "Potresti dirmi che musei ci
sono in questa città?" in russo, ma lei capiva benissimo
"Certo, Signore... Posso consigliarle Il Cremlino di Kazan, il Museo
Nazionale della Repubblica del Tatarstan,il Museo del
millesimo
anniversario di Kazan, il Museo della vita socialista, il Museo
dell'infanzia felice, il Museo di Storia Naturale del Tatarstan, il
Museo delle armi degli spiriti guerrieri, il Museo d'Arte, il Tatar
Avyly o Tatar Village, la Casa-Museo di Vasily Aksenov, la
Casa-Museo di Lenin, il Museo di Chak-chak, il Museo Kayum
Nasyri..."
"Cosa cè di interessante in quelli che hai elencato?
"Dunque... al Museo Nazionale della Repubblica del Tatarstanil vi
sono reperti minerari; mostre uniche nella regione. Al Museo
di
Storia Naturale del Tatarstan, vi trova la storia della
Repubblica del Tatarstan, è un'istituzione scientifica ed
educativa e un centro di informazione con la storia
geologica, la
fauna, il mondo fossile, la vegetazione e le risorse minerali. Il museo
utilizza tecnologie interattive e moderne dove può
anch
scoprire il suo peso nello spazio su diversi pianeti utilizzando scale
speciali, vedere vari corpi celesti usando un telescopio interattivo,
osservare una raccolta di minerali e informazioni sulla loro
estrazione. Ogni padiglione non solo di reperti, ma anche di pannelli
al plasma, chioschi speciali con touch screen e monitor. Questo museo
fa parte dei pacchetti di viaggio. Il Museo delle armi degli spiriti
guerrieri
presenta unaa collezione delle armi dei soldati tartari, i
loro
antenati storici e culturali.Sono materiali provenienti dagli scavi
archeologicidalla tarda età del bronzo all'Orda d'oro.
Attributi
usati dagli antichi guerrieri, oggetti di armi militari,
equipaggiamento per cavalli con ricche decorazioni e ogni oggetto che
racconta come vivevano i tartari, gli sciti, gli unni, i sarmati in
tempo di pace e in guerra. Anche qui la tecnologia moderna rende
interattiva la visione. Poi cè Tatar Avyly, il museo a cielo
aperto. Un etno-villaggio medievale dei Tartari, la
loro
storia e cultura. La Casa-Museo di Vasily Aksenov rispetto gli altri
due è centro di turismo. L'antica casa-museo di uno degli
scrittori più famosi. L'atmosfera dell'era sovietica e il
luogo
di lavoro di Vasily Aksyonov sono completamente ricreati qui. E il
Museo di Chak-chak dedicato al piatto tartaro. In una casa
mercantile di valore storico si illustra, mostra la preparazsione e
altro su questo piatto e altri, come il baursak, come il
tosh,
con il tè profumato di un samovar. Ancora, ilMuseo
Kayum
Nasyri, uno dei più grandi scienziati. Fu lui a porre le
basi
della moderna lingua letteraria dei tartari. Questo grande uomo
è conosciuto come etnografo, storico, linguista, scrittore
ed
educatore. presenta materiali etnografici unici..."
"Ti ringrazio. Allora..." riflettendo "oggi faremo tappa in alcuni
luoghi, non socialisti però" menter Lia rideva "quindi
procedi
con il primo" ricevendo l'ok dall'autista
"Dorde..." iniziò lei ma lui scosse la testa
"Se Milan fosse qui non andrebbe in un museo ma sono sicuro che ti
seguirebbe lo stesso..."
"Pur di non lavorare"
"anche quello" ridendo insieme "ma da persone simili, è
giusto
condividere del tempo se si ha..." guardando l'orologio "devo tornare
dalGenerale questa sera, quindi il tempo cè, anche per
accompagnarti a quell'incontro e aspettarti per le altre tappe prima di
prendere l'aereo. Diciamo che vorrei sfruttare questa giornata per
chiarire molte cose ed evitare di avere punti di scontro in futuro..."
"come vuoi... Io che personalità devo utilizzare oltre
quell'appuntamento con lei, per essere al tuo fianco?"
"Nè partner, se consigliera, ne altro... solo tu.
Così come solo io..."
"mi auguro solo che non lo faccia per ciò che ho detto o
perchè ti senti in colpa e voi scusarti..."
"Guarda..." come colpito sul vivo "... signorina, sei tu che
dovresti chiedermi scusa per cosa hai fatto tre giorni fa! Mi hai preso
in giro e..."
"Ah-ah!" fece lei con sguardo monello riponendo il diario nella
borsetta "brucia, eh?!? Sevo essere solo io a emendare i miei peccati?
Vuoi metterla così? OK..." rise mentre si comportava in modo
frizzantino sistemandosi sul sedile opposto a lui e fissandolo,
incrociando le braccia, metnre lui sospirava come a stringere i denti.
"ma dimmi..." fece lei spezzando il silenzio dopo un pò,
dondolando una gamba sull'altra "di cosa parlate tu e tuo fratello?
Adesso sarà possibile avervi insieme epr discutere le cose,
o
dovete fare cambio e scambio come sempre? Tu che ti anscondi dietro i
paraventi fingendo che non vuoi farti vedere mentre invece vai
impettito ovunque osannato...Leader! leader!" cantilenò
ridendo
cattiva mentre lui sembrava irrequieto "non è colpa mia se
le
persone sono facili da ingannare. Almeno lo è per una cosa
buona, proteggerci a vicenda scambiandoci..."
"Mh... ok... ma non hai risposto"
"Si... non volevo parlarne a Milan, che sapesse che tu sai... ma mi hai
fatto capire, quando ho scoperto il tuo segreto "facendole cambiare
l'espressione "che sarebbe meglio essere tutti insieme e non divisi.
dobbiamo dirglielo, che sai e che ora pretendi che in tre sia meglio
del nostro trucco... e poi, parliamo di tutto, non abbiamo segreti...!"
"MPh!" fece lei cercando di trattenersi. il tuo segreto! Lia lo
fissò in malo modo, tra il preoccupato e il non volerne
sentire
parlare e dentro di sè erutteva la paura. Spostò
lo
sguardo al finestrino contariata.
ha parlato?
David ha cantato?
Adesso sa tutto?
Il mio piano è andato in fumo?
Cosa ne sarà delle Chiavi?
"E per continuare breevemente sul tuo segreto.. prendendoci in giro"
fece lui serio e Lia lo fissò. NO, pensò, non era
quello il
segreto di cui parlava e che aveva celato con David ad entrambi. Le
Chiavi erano al sicuro. Doveva solo farsi che lei diventasse
la Chiave maestra dell'organizzazione, doveva questo almeno al suo
impegno fino a quel momento.Eppure quella frase e rabbia, offesa che
lesse su di lui la fecero innorvosire.
"Dimentichiamo quello che è successo tre giorni fa..."
"Intendi alla Casa della Seta o quando ti ho affrontata nella Casa
delle Lapidi?" fece con un gesto di gola come a spronarla "non so se
essere arrabbiato per come mi hai raggirato per scoprire le mie lentine
e capire che non ero Milan, o cosa nascondi di più a te
stessa e
non accetti. Non sarebbe un mistero, un segreto, ma mi dispiace per te
stessa che ti racconti le bugie..."
"Ho detto dimentichiamo. pensi che mi vendicherà per cosa
hai
cercato di fare e lo hai scoperto? Incidente, così lo
considererò, chiuso. Guarda, non lo ricordo nemmeno. Certo
che
è assurdo, e no ntornerò e ne tu, nell'argomento
mai
più... che cosa hai fatto sia corretto pensando che fosse
giusto, mentre io non posso essere me stessa, con nessuno,
perchè vi saltano gli ormoni! Nenahce in questo cavolo di
posto
sarò mai ME, e così per sempre. Non cè
ne uno che
mi abbia fatta sentire tranquilla da tornare semplicemente ME e invece
eccomi ancora a cammianre come la persona che mi hanno resa... non vi
lamentate poi se odio e voglio vedere bruciare nella disperazione tutti
così che comprendano ME per una volta..."
"..."
"Come detto, dimentichiamo, guarda, non è accaduto niente,
la
prossima volta se accade però sparerò nei marron
glassè e ci siamo capiti, e sai che lo faccio, mentre io
sono
condannata a non poter esprimermi come voglio per voi avere... Basta!
QUindi, a Milan...?"
"Non ho detto tutto a Milan" inziiando il discorso scontroso "di molti
dei nostri discorsi perchè
pensavo alla nostra privacy, ma anche per questa cosa, che lui no
nsapeva di nostre discussioni, hai capito..."
"Ok...quindi ti racconta tutto...?!" fece come domanda ma lui la
guardò fisso perchè aveva avutoun modo di porla
strano
"bene o male si..."
"ha raccontaot anche a te cosa combina in ambito sociale e privato...?"
ridendo di gusto
"Si, so molte cose... a volte si ocmporta in modi che... lascia
stare..."
"Mh... quindi ti ha raccontato anche quello..."
"...?" fissandola con le braccia incrociate
"Lo sapevo... " fece lei contrariata ma sembrava più che
stesse
giocando che altro "se te lo ha raccontato capisco perchè
dici
che non dovrei stargli troppo vicina o finisco per... esserne
influenzata"
"Di cosa parli?"
"ti lamenti, rispetto a lui che invece mi fa i compliemtni, di molte
cose... il benveuto all'aquila, gli spettacoli di Veròna,
cosa
metto in gioco..."
"cosa combini per dar corpo ai tuoi incubi, lo so"
"Lo sai... immagino che tu sia serio anche per questo"
"..."
"Andiamo! Non è colpa mia se le persone hanno bisogno di un
messaggio per comprendere le cose..."
"cosa hai fatto" chiese lui stanco, comprenedndo dove stesse andando la
situazione
"... ma lo sai...te lo ha detto"
"mi ha detto tante cose, su..."
"Ok..." fece lei in modo confabulatorio e pettegolo "non è
colpa
mia, come ho detto se ha affermato che con il nostro contratto ci si
sarebbe pulito le mezzelune e..."
"chi...? Ah... aspetta... perchè quest acosa l'ho
già sentita..."
"Quelli come lui sono un cancro, ecco perchè deve capire..."
"ti prego spiegami, ho paura..."
"la prima votla che ha detto quella frase gli ho fatto recapitare un
camion pieno di... anime di carta igienica..."
"anime?" confuso
"si, l'anima della carta igienica... ah ah ah... ho fatto cumulare le
anime della carta igienica da tutto lo Chateau e le Torri francesi e ho
mandato come pacco dono in una grande scatola come se contenesse roba
pregiata... insomma, quella grande scatola di legno con su scritto
-fragile, sono fragile, non toccarmi- ha vomitato tutte le anime
delle carta igienica..."
"A chi lo hai mandato..,?" fece lui mezzo a ridere e mezzo dispiaciuto
per lo scherzo "Aspetta... stai parlando dell'incidente..."
"Mph! Ho registrata la sua faccia! Dovevi vederla..."
"Ecco perchè dico che tu e Milan quando si tratta di scherzi
e
punizioni non dovreste... lasciamo stare. E la seconda? Tu sai che
accade che gente del governo come lui..."
"Che faccia... il primo messaggio non ha dato frutti, o meglio, da
ciò che so ha ordinato di trovare il colpevole ma pensa
davvero
che noi ci facciao sgamare...? Caruccetto!! E poi ho mandato prima i
piccioni addestrati a... dare un saluto..."
"Saluto... nooo!" fece lui orripilato
"Quei vermi prelibati erano troppo teneri... avresti dovuto vedere la
sua reazione nel trovare macchina e casa in quelle condizioni....!"
ridendo come veròna "E poi ho mandato i corvi"
"corvi..."fece lui terrorizzzato dal seguito
"ho insegnato loro a suonare un certo motivetto con un sassolino nel
becco. Sapessi che bravi! E ho detto loro con un laser come da
addestramento... dove battere il ritmo! Che ne sapevano loro, piccoli
pennuti, che i vetri e le facciate sono fragili..."
Dorde si riportò su gli occhiali sospirando e chiundendo gli
occhi mentre lei chiedeva "sei ancora sicuro che valga tenermi in vita?"
"Le prime volte che ti dissi -dai corpo ai tuoi incubi- era per
le proiezioni per testarle e vedere i risultati con le cavie sul campo.
Non per fare la terrorista... che reazione ha avuto?" finendo per ridere
"la vuoi vedere? Posso mettermi vicino a te?" fece lei mostrando il
cell sorniona
"quante cose combinerai ancor afinchè non cadranno
disperati?"
"finchè non ci chiameranno per nostro intervento...
giocherò molto volentieri con loro... e ricordati, io
nonsono
una militare..."
"Già... hai rivoltato questa discriminazione di tutti contro
di
te per fare tutto questo... e passarla liscia. Non sei militare, puoi
agire contro leggi e regole"
"E a te dispiace?"
"..." vedendola sorridere divertita avviando un video ma non portandosi
vicino alui, restando di fronte "non saresti tu, altrimenti..."
L'uomo
emise un lamento e poi si destò, aprì gli occhi
di colpo e si gettò a sedere ma gli venne la nausea. Mise
a fuoco che si trovava in un vicolo, puzza di bruciato, qualcosa di
orrendo nel naso di pungente e di vicolo lo aggredirono.
Ansimò e scosse la testa confuso, finchè non
riconobbe da dove poteva vedere il palazzo per cui un tempo
lavorava. Imploso in varie zone, con sezioni e stanze che si vedevono
da dove prima cèra la facciata.
"Norvil...
ti chiami così?"
"L'uomo
fece un balzo sul posto, era seduto su qualcosa che non comprese, e
seguì la direzione della voce.
L'abito
era uno per una festa leziosa come quella in corso nel palazzo. Nero,
zona superiore con una scollatura quadrata con davanti un
voillà centrale che partiva dall'interno,
decorativo e per coprire troppe spaccature. Un fiocco nero
con una rosas al centro sovrastava l'arricciatura soprabordo
alla francese che girava per la sezione quadrata.Il pezzo del busto era
chiaramente cucito ocn il sovragonna, che aveva un'apertura centrale,
la ruota della gonna era stata fermata davanti in una fascia e i
laterali scendevano piegandosi creando come un effetto tendina per lato
a mostrare la gonna sottostante, con un bordino decorativo che seguiva
le piegoline. La gonna sotto era di tessuto diverso e intervallata da
rouches alla francese con una bordutura alta alla fine,
arricciata da dare ampiezza nonostante non fosse
così tanto larga. Le maniche chiaramente non erano attaccate
al vestito superiore, sembravano quasi un bolerino, corto e
tondeggiante davanti con delle maniche lunghe e strette
finchè non si aprivano tantissimo dal gomito in
giù, tutto in pizzo chiaro da far vedere il colore della
pelle e l man tra quelle maniche semrbavano piccole.
"Cosa
è successo?" domandò lui osservando quella tizia.
Aveva i capelli sciolti con qualcosa nella zona della testa che
luccicava ai movimetni, come delle catenine o qualcosa creando un
disegno.
"Sei
stato fortunato. Per caso, ti abbiamo trovato alla deriva del
centro dell'eplosione. Eri in uno stato terribile, sporco e ferito. Ci
è voluto molto tempo per farti ricordare la tua vera forma
con i nostri metodi...."
"Che
cosa è successo! Là io.."
"Si,
da qui si vede il Palazzo Foliege. O quel che ne resta. Poco male, era
un pugno in occhio moderno, solo un ammasso di cemento fastidioso...."
fece lei senza mostrare niente se non piattezza nella voce e
constatando la cosa
"Che
vuoi dire... e Jerome! E..."
"Chi
rimarrà, sarà all'ospedale."
Ancora
vide menefreghismo in lei.
"Tu
chi sei? DA come sei abbigliata devi essere partecipante alla festa...."
"Io
in una festa baccanale del genere... Phru! Io ero qui per un altro
motivo..."
"E
sarebbe?"
"Da
quello che so tu non eri uno scagnozzo dell'idiota. NOn eri un braccio
destro, ossia coloro che facevano materialmente le cose..."
"Io..."
"Cosa
cè... sei preoccupato perchè... continui a
guardare l'edificio"
"In
quell'edificio lavoravo, avevo conoscenze..."
"ed
erano buone conoscenze?"
"colleghi...
lavoravo lì da molto... mi serviva... sono morti?!?"
"Cosa
ti cruccia? Non mi sembra per loro..."
"E'
tutto finito... tutto andato... sono perso..."
"E
perchè mai... hai perso un lavoro, non la vita..." fece lei
con un tono strano
"Cosa
vuoi saperne tu! Non puoi capire!" mettendosi le mani ai capelli
"Ah,
se gli altri lo dicono a me sono stronza e cattiva, senza cuore e non
posso davvero capire... eppure quando si tratta di dirlo io, tutti che
alzano le mani come se ciò che corrode me non fosse
importante. Già, che posso saperne... io... di cosa
significa non avere scopi, motivi, legame alla vita, quel senso di
forza da voler vivere de merda ma comunque continuare a respirare... la
vuotezza e il niente che ho dentro e intorno ame, persone che non ho
vicino perchè non vedono me come normale, buona compagnia,
meritevole o semplicemente fanno sempre a dirmi di cambiare ed essere
fare cose come se fosse l'unica soluzione... hai ragione, che ne so io
delle sofferenze..." camminando un pò intorno a guardare le
cose
"...
ma tu chi sei?"
"Prima
dimmi che ti cruccia e te lo dirò"
"...
perdendo questo lavoro sarò nella merda! Mi pagavano bene e
potevo farcela... adesso non potrò avere
possibilità, sono spacciato!"
"Ti
servono soldi... per cosa? Debiti, mantenimento..."
"Non
che cosa sia successo, ma senza quel lavoro... lavoravo da anni
lì e la paga era buona per tenere il silenzio. Con quelli
potevo pagarmi le cure..."
"E
di cosa? NOn puoi tornare dalla tua famiglia o qualcuno...?"
"SOno
gay, i miei mi hanno cacciato... e sono solo. Ero stato pronto ad
accettare questo per rivelarmi con la famiglia ma mi hanno detto che
ero un abominio e poi lui, la persona per cui avevo perso tutto mi
ha... lasciato. E poi ho scoperto di avere un cancro. Ho iniziato cure
lievi per vedere se non essendo di livello medio potevo liberarmene
presto e senza..."
"Capisco...
anche tu sei finito tra la feccia e gli invisibili per i giudizi degli
altri... le mie informazioni erano giuste, quindi... e ora sei
spacciato senza i soldi di quel politico marcio..."
"Sono
finito! Senza soldi morirò non appena diventerà
di livello alto... e finirò per strada... come è
potuto accadere. COME!! COSA E' SUCCESSO??"
"È
tutta colpa mia. La bottiglia che ho buttato via per scherzo
ha causato una devastazione. Ne ho la responsabilità."
"Come?"
la fissò allucinato
"Sto
cercando di aiutare un amico e... creare un universo dove, se il mio
timore è reale esiste la reincarnazone, io no ndebba
soffrire di nuovo e così altri! Starai davvero bene...?"
cambiando tono ed espressione guardandolo
"Che...
significa che sei stata tu?"
"Quel
che ho detto! Durante la festa ho fatto avere dei messaggi ad alcuni
elementi della politica, mafia, mercato nero e..."
"aspetta!
quella riunione..."
"Esatto,
durante una festa dei pezzi grossi si riuniscono in una stanza... E'
così che agisco a volte. Circoscrivo il male in un luogo
chiuso, come un vaso Pandora, e metto i soggetti in condizione di
scegleire tra varie opzioni. Una bottiglia fintamente di vino ma che
contiene dentro un innesco, colelgate ad altre in stanze vuote... e
sono loro a decidere che fare. A quanto pare è accaduto
qualcosa per cui la botrtiglia si è rotta o hanno trovato
l'innesco in qualche modo e... BUM!"
"..."
fissandola a bocca aperta "E... BOOM?!?" alzandosi in piedi traballante
"Ma saranno morte dell epersone!"
"MORTE?
AH AH AH AH " fece lei ridendo col viso al cielo e una risata come
genuina da cattivo da film " Io non uccido, al massimo sono la
scintilla che innesca la risoluzione di un evento. Come in questo caso.
Non hanno accettato le opzioni di cambiamento e accordi con noi....
peccato per loro. Anche se non morti, sono di sicuro feriti da
ricordarselo. E se no, a quest'ora tra il tuo risveglio e il nostro
discorso...i miei staranno lasciando regali perpetui su di loro! Ed
è solo l'inizio... partendo da questo chi di dovere
troverà tantissimo materiale da ingabbiarli e far scoppiare
scandali... ah, che goduria! E mi sono limitata... verrà
fuori anche la loro combutta con la guerra in..."
"Hai
fatto tu quello? Quelli che conosco che come me lavoravano per bisogno
saranno feriti..."
"probabile"
"e
io... mi hai ucciso! Tu mi hai ucciso!" urlandò come un
disperato
"Si...
se non avessi impostato quel piano, allora questa atrocità
non si sarebbe verificata. Penso cheavrei potuto salvarli...MA ANCHE
NO!" fece lei con un diabolico trentadue denti da sembrare pazza "Se
avessi davvero pianto il mondo, avrei potuto scegliere di morire da
sola. Ma sarei stata ipocrita come tutti quanti che dicono < ce
ne stiamo alla larga e ci va bene il nostro orticello >. Peccato
poi che quelli dopo di noi e peggio se davvero ci si reicnarna, avremmo
e avrebbero trovato altra merda senza che il mondo e
l'umanità cambiasse veramente. Non si può epurare
totalmente il male, ma tenerlo sotto controllo e gestito si... un
pò come in natura. Senza predatori o prede, l'equilibrio se
ne va..."
"Ma
quelle persone..."
"Levando
i tuoi amici, tu sai chi erano veramente e cosa facevano? NO!? Allora
non gettarmi ulteriori colpe oltre quelle che già ho..."
fissandolo, mentre ogni mano stringeva un gomito "Credi che io non
conosca le sofferenze del mondo? Cosa sia la solitudine? Il senso di
impotenza? Di inutilità? Di niente? Del giudizio e
comportamento degli altri che mi hanno rovinata? Del mio male interiore
che mi spezza e rompe piano piano? Oh, si certo che lo so. E mi
dispiace per il tuo problema ma voglio dirti prima una cosa..."
avvicinandosi a lui. E
qualcosa catturò la sua attenzione di lato, mentre lei si
avvicinanva. L'uomo
vide che effettivamente come gli era sembrato, cèra qualcuno
nascosto in varie zone. Era un quartiere da bene ma le lampade dei
lampioni dovevano essere esplosi forse per l'onda d'urto e loro due
erano visibili tra loro per l'illuminazione esterna del palazzo
accanto, di quello imlploso ancora accesa e diuna candela poggiata su
una nicchia.
"Se
muoio, qualcuno piangerà per me?qualcuno sicuramente non
piangerà, e poi alla fine andrà a vivere con
qualcun altro come... come se niente di tutto ciò contasse.
Ciò che ero, mi sen tivo, provavo o meno, pensavo e tutto
quanto... con la mia morte non avrebbe fatto differenza. I pochi che mi
parlavano come quei due non facevano altro che dirmi o meglio darmi
consigli che però con e per me non andavano bene, e non
capivano... Non voglio questo. non voglio che vada da nessun altro con
un giduizio su di me errato e che non... ero io!.se mi importasse di
tutti, potrei scegliere di prendere quella roba pericolosa, il seme di
tutti i conflitti e distruggerla o lanciarla sul fondo dell'oceano o in
un vulcano, o un luogo così sconosciuto che... se era
possibile, potevo farlo. E come il Master e la Fiamma
era mio diritto farlo. Ma i soldi e ciò
che l'umano considera prezioso perfino in tempi di guerra, e reggono le
colonne dell'umanità, purtroppo, per me non sono niente. NOn
cè nulla che soldi e preziosi possono fare per
darmi felicità e quel poco che desdieravo. Solo
questo avrebbe impedito a chiunque altro di morire. Il non seguire il
Dio Denaro... ma non l'ho fatto. E loro di rimando!
All'epoca, non mi ero nemmeno accorta che fosse tra le opzioni
che avevo. Perchè con molti, non ci sono opzioni e non
possono cambiare. E quando le persone NON possono cambiare, la
soluzione si splitta in due. O le elimini o le rendi incapaci...
Salvarle e continuare con le trattative? Non ho provato a vederlo o a
pensarci. Avevo preso tutte le mie scelte, il mio futuro, e le avevo
messe da parte. Così come feci nella mia vita precedente. Ho
distrutto quella possibilità con le mie stesse mani.
Egoisticamente, ho portato il futuro di tutti con me, in quel vicolo
cieco perchè così ho deciso di fare.Non chiedo il
tuo perdono, odiami se vuoi. hai il diritto di disprezzarmi, per il
resto della tua vita. E... oh, scusa! E' che sono arrabbiata con una
persona che non mi reputa più amica e questa sera aveva
voglia di spettacoli pirotecnici! Mi dispiace... ragazzo. ."
"Tu
hai deciso per tutti?" risedendosi e stringendosi la testa con le mani
quasi piangendo
"Se
pensi... che io sia una cagna da fare del male, senza poi curarmi dei
calcinacci ti sbagli... Non ti permetterò di mettere tutto
il peso sulle tue spalle da solo. tutti questi peccati hanno le loro
radici nei miei errori e fallimenti, o forse decisioni. Le scelte e
decisioni, amico mio, sono le porte che ci conducono avanti nella
nostra strada. .Sono stata io a mettere te su questa strada. questo
risultato è il prodotto dei miei maneggi...io sono colei che
ha creato quell'atrocità come altre. Avrei ucciso tutti, che
fosse così o no, portandoli via con me. E invece ho solo
mosso leggermente la mano, le ripercussioni saranno grosse ma senza che
vengano con me... e se pensi che dopo che ti ho visto cadere da quella
finestra, e la tua storia, io resti a fissare come da Dio o i santi
senza agire... Oh, no! Di solito non lo faccio, io lascio la scelta se
accettare la Mano o alcmeno un aiuto o no.... ma con te..." fece lei
avvicinandosi al ragazzo e abbassandosi di gentto da far svolazzare
stoffe e voilà, prendendogli il viso tra lemani "che tu lo
voglia o no, vedo in te qualcosa di interessante e non sei oscuro, ma
mi interessi. I tuoi genitori ti hanno cacciato per le stronzate? Fa
niente, la famiglia non è SOLO quella di sangue, ma puoi
trovarne una per te. La famiglia non è quella stronzata che
per la gente sorregge la società. la famiglia è
qualcosa di cruciare come il concetto di casa... e farò in
modo che tu possa trovare entrambi. Seguimi e credi nel mio impegno e
perfino il cancro con le nostre risorse si può eliminare. E
magari puoi far vedere a chi ti ha portato dolore la tua nuova vita e
felicità. Ti farò presentare a loro con un dono e
un sorriso da < l'uomo più felice del mondo >
e quello li farà rosicare..."
"Un
dono...?"
"Ma
certo! Per esempio..." fece lei sorridendo, muovendo la testa per
guardare oltre la sua spalla e qualcuno apparve, era Kovacs con
qualcosa in mano. "tu sai quando in Csi si analizzano le bottiglie e
trovano cose? Sulla scena del crimine? Ecco, questo
è quel vino! Dritto dritto e non rotto da quel posto
lì, dietro di te, presa e preparata per donarla a chi ti ha
rotto il cuore..."
"Non
capisco..."
"Questo
vino è esattamente il vino che rotolava accanto agli... come
dire, carissimi signori che facevano cose brutte! Era tra loro, si
è salvata... vedi? Un'atentica bottiglia da un disastro e
magari morto, ma non è così... resta il fatto che
è perfetta per cosa ha vissuto, da relagare a chi ha solo
cattiveria nel cuore. SI! E' quel vino da una scena del crimine che
trovo di gran gusto da donare a chi merita il peggio! Certo, questa
è una decisione tua ma... voglio che mi segui! Voglio che
abbandoni questa valle di lacrime con me, che superi la selva oscura
per un nuovo tuo inizio! E che tu, per chi è come te, sia un
faro al mio posto...." alzandosi e allungando la mano.
"Che
cosa vuoi?"
"Ti
ho gettato in questo e da questo ti riporto alla vita. So esattamente
cosa sta succedendo, so che vuoi davvero davvero scappare da questo
dolore, e ti chiedo di continuare a vivere. Vivi una
vita buona e appagante. E te lo dico con forza e convinzione, con forza
da chi sa e conosce quello sguardo. Lo intendo davvero e so chiaramente
cosa intendo fare. Sarai un mio servo e ti curerai, e ancora lavorarai
per noi e per gli altri spenderai parte della tua vita
perchè trovino supporto e aiuto, e la comprensione di una
possibilità in questo mondo di falsi. SU, vieni con me, ho
delle cose da fare. E ti assegnerò un buon posto in cui
lavorare..."
"Tu...
tu sei la strega!!" fece di colpo con una voce da fumatore e rauco un
uomo dall'altro vicolo. Lia si voltò pronta a ogni
eventualità così come i tre, che il giovane vide
sbucare da alcuni posti in ombra. Ma era solo un senzatetto che
continuò come se vedesse un'apparizione di qualche tipo.
Arrancò messo male sulle gambe finchè non
finì sulle ginocchia, in lacrime.
"Sapevo
che eri tu! Quel viso lo ricordo da quando hai preso quei due con te e
poi il rifugio è stato assalito..."
"Quando!
Quando il rifugio è stato assalito!" fece lei seria
andandogli incontro ma Kovacs si frappose e la fermò.
"Mi
dispiace!" fece l'uomo in lacrime "ma hanno due miei amici in mano"
fece uscendo fuori un coltello "e mi hanno detto che se non ti
uccidevo, uccidevano loro..." ansimando forte e agitando l'arma davanti
a sè buttandosi verso Lia per colpirla.
Lia
restò a guardarlo come se vedesse un insetto molesto e
sfrontato. Rise e poi con un braccio scostò Kovacs e gli
andò di nuovo incontro. Mentre lei si avvciinava lui agitava
davanti l'arma chiedendo scusa finchè non chiuse gli occhi
terrorizzato, e si ritrovò il braccio ritorto ma
senza voltato, rstando davanti a lei, e l'arma a terra.
"Caro
amico mio, sono lieta che sei giunto da me accettando la proposta..."
vedendolo sorpreso da strabuzzare gli occhi "Io sono la Strega del
Gioco e dell'Equilibrio!" mentre l'uomo vedeva strane cose crearsi
nell'aria, senza sapere che erano gli apparecchi che quei tre avevano
posizionato ma per altri scopi "Adesso tu ed io ci facciamo delle
confidenze..." mostrando nella mano libera un'arma che l'uomo non
conosceva che sembrava reale e che lei spinse verso di lui, facendolo
urlare dal dolore ma che non cèra "Ora scoltami bene" gli
fece sussurrando "li ho visti che ti spiavano e io ho adesso colpito il
tuo addome, ti ho ferito ocn la mia arma e se continui a urlare e
fingere la tua morte, penseranno di aver fallito e torneranno
dai tuoi amici. E io andrò a sguarciare le loro interiora e
spellare i loro visi... ci stai?"
"AAAHHHH"
fece di nuovo l'uomo più spinto da qualcosa, dalla
paura, che comprendendo.
Lia
fece finta di estrarre l'arma, guardando l'uomo che fingeva
accasciandosi a terra, come morto, rantolando. Quando lei
alzò gli occhi questa volta sfrontatamente e li
puntò sulle figure che erano in una strada distante ma
potevano vederla, sorrise.
"Capo,
questa sera mi sembra parecchio infuocata, è saggio
allestire una Caccia in pochi attimi...."
"hai
già provveduto ad allestire il cerchio con il supporto?"
"Si..."
"Bene...
prendi quest'uomo fingendo che sia un cadavere e fatti dire ogni cosa,
dove, quanti e il resto. Oggi non mi importa di sporcarmi questo abito,
che si rovini... così Dorde saprà come prendo i
tradimenti!" incamminandosi e dicendo quel nome più a se
stessa che ad altri sussurrato solo quello, metnre voltava il capo e
fissava negli occhi il ragazzo, augurandogli un benvenuto diverso e
fuoriprogramma di quello che aveva deciso. I
tre si guardarono tra loro e Zidgi disse "perdonami, ma che
è successo due giorni fa quando è uscita dalle
stanze del leader, per essere peggio del solito? Sembra come all'inizio
mentre era diventata pure una dei nostri... E quel ritratto che si
è fatta fare, che sembra una depressa, rassegnata e vuota? A
me fa venire l'ansia... Cosa è accaduto per arrivare a lei
più incazzosa di prima? E ci stà dando sotto
parecchio a sfogarsi, vero?"
Kovacs
sospirò mentre la vedeva andarsene pronta a dare il suo
peggio per la rabbia che covava, per la caccia di quegli stronzi,
mentre si chiedeva perchè aveva fatto fare quel dipinto, in
cui lei era inclinata in avanti, reggendosi sulle ginocchia e l'altro
sul bracciolo del divanetto, e le mani in posizioni diverse e uno
sguardo così triste e sofferente, sconsolato, che quasi
pareva parlare veramente di cosa potesse provare. Era quasi triste
vedere quel dipinto con quell'espressione.
"Quindi
mi stai dicendo che sei finito qui per questo?" fece Gask molti mesi
dopo, tornando in quel punto di appoggio della volta prima, quando per
scherzo quei tre gli avevano fatto rischiare la pelle con quel sangue
finto. E Kianta aveva divelto mezza finestrella, uscendo da
quella stanza solo perchè Jd era giunto di corsa e
li aveva fatti sgommare via. Aveva fatto andar via solo i tre e Gask,
restando con lei solo lui e cercando di smorzare la sua furia. Erano
tornati il giorno dopo, senza dire niente sul tempo lontano dallo
Chateau, e lei era rimasta nella Sala delle pianificazioni al fianco di
Milan ma metetndo una sedia accanto alui, così che
avesse tutti e quattro i soggetti davanti, fissandosi occhi negli occhi
restando impassibile come una bambola, tanto che chiedevano varie volte
di assentarsi perchè improvvisamente malati. Non seppe,
Gask, cosa le disse Jd o cosa fece per farla calmare, nè
perchè persero così tanto tempo lontano dal
ritorno, ma fino al fatto della metropolitana, lei non aveva proferito
parola con nessuno tanto che quei tre non li degnava di uno sguardo, ma
correva per i fatti suoi e loro accodati.
"Esatto,
quel ragazzo ero io!" fece ridendo l'uomo al suo fianco. Era uno del
gruppo fisso di quel punto d'ancoraggio quando serviva una
sosta, senza ricorrere alla Torre. Ed era uno di quelli che avevano
appeso quel ritratto. "all'inizio speravo di avere quel dipinto. Quello
dove traspariva tristezza e amarezza. Fu finito i giorni che
letteralmente mi fece entrare nell'organizzazione e lo mise nella sala
da tè che utilizzava di più. COn me aveva parlato
parecchie volte in due giorni, prima di mandarmi in gruppi di
preparazione per ciò che sono ora. Era affabile, gentile, a
volte spiritosa e pungente, ricordo che eravamo seduti
intorno al tavolino basso e vedevo dietro si lei, alla sua destra, quel
ritratto. E a volte mi alzavo mentre lei rispondeva al telefono, quello
antico di madreperla e lo fissavo da vicino. Era uno scorcio di stanza
con un divano in uno stile particolare, bordo non so di che tipo color
argento e frontale del bracciolo ampio e... ricordo che era solo
imbottito senza i bottoni, ma era di velluto credo blu che constrava
con l'abito. Dietro cèra una tenda pesante e con decori che
non so dire e poi uno scorcio di un dipinto, forse.
Cèra anche un cuscino tondo visibile in parte dietro di lei,
uguale al divano... che altro.... E lei era là,i capelli
sempre in quel modo legati sopra e lasciati liberi sotto, con
dei fermagli strani e quell'abito. Ampio di sotto con tutti i decori
arricciati alla fine. Quello di Veròna avorio se
ricordo il colore, con le maniche ampissime. Fu il primo di
Veròna che indossò e fu ocnsiderato tale. Ricordo
che mi disse che mi volle al suo fianco come accoglitore,
usò questo temirne in italiano, non so perchè, ma
diceva che per lei era un pregio essere un Accoglitorem ossia noi che
teniamo questi Avamposti e accogliamo i membri per una sosta verloce...
dando enfasi alla prima lettera e... e ogni volta che veniva, come ora
viene lei, sebbene fosse un'altro Punto, la vedevo sempre e mi sembrava
di osservare quel dipinto. Anche
la postura. Quel ritratto...Era seduta sulla parte finale di quel
divano, il braccio destro sul bracciolo con la mano ten uta morbida, a
msotrare gli anello. L'altra mano era sulle ginocchia e lei era come
portata in avanti sistenendo sulle braccia, sembrava...
credevo sempre che fosse come se si reggesse solo sulla forza
di quelle braccia, abbandonandosi con il busto verso avanti.
Pensavo seriamente che sembrasse come accasciata in modo pesante e
stanco. E poi l'espressione. Un miscuglio di amarezza, tristezza,
rassegnazione, sconforto, disperazione, angoscia, disillusione,
avvilimento, afflizione. Ogni volta che lo vedevo pensavo a una parola
di queste e alla fine sono diventate tutta una sola descrizione. Quando
fu terminato, io ero per il giorno giorno allo Chateau. E iniziavo il
mio ciclo di terapia. Subito, cosa mi aveva promesso fece. E quando
finivo mi invitava nel salottino da tè con un sacco di cose
buone e bevendo cosa mi piaceva, non importava cosa. E mi
raccontò cosa erano coloro che aveva come bersaglio quella
notte e perchè lo fece. Ricordo che mi aveva assegnato una
delle camere non occupate della sezione dei Capitani e quando terminai
il mio ciclo vincendo la malattia, mi portò con
sè per vedere cosa facevano alcuni gruppi come questo. E mi
disse ceh voleva istituire gruppi speciali per le persone che la
società considerava diverse o sbagliate perchè
avessero sostegno, un punto di contatto con vere persone e tante
iniziative per portare la normalità nella pazzia della
società bigotto-religiosa. Io sono in questa
città il primo referente per le persone come me, ho
aiutato e accompagnato molti lasciati soli, ho permesso loro
di continuare ad essere e sentirsi persone. E anche lui, è
qui...." disse voltando un pò il capo verso un uomo di mezza
età che portava roba dall'esterno.
"Aspetta...
è il tizio che voleva accoltellarla?"
"Oh,
si! E' una brava persona e insieme abbiamo seguito tutti i corsi e...
adesso siamo qui! Ricordo che una volta gli disse, quando era venuta
qui e aveva portato cibo per tutti, invece di cucinare noi qui o
portato dalle Torri, fanno anche questo, qualcosa che mi fece
pensare. Ma non per il senso, era chiaro e lo diceva sempre
ma... disse < eravamo un popolo distrutto, sconfitto, estinto.
ma con la magia che si ha dentro e la forza interiore, è
possibile riemergere e bruciare come una stella nel massimo della sua
fase. Brillare e accecare. far espandere la sua massa e luce
così tanto da restare aggrappata senza voler andar via,
anche se il soggetto non cè più! E' questo che
noi, di gruppi diversi dobbiamo fare. Ma solo alcuni diveranno
supernove..."
"E...
cosè la supernova?" chiese lui mentre il vecchio rideva
"Una
Supernova è una stella che esplode. L'esplosione di
Supernova rappresenta l'ultimo atto, distruttivo e spettacolare.
Durante l'esplosione viene liberata un'energia enorme e la stella
diventa così luminosa da splendere più di una
intera galassia... e quello è il mio stato. presto non ci
sarò più, ma state sicuri che quel giorno appena
avverrà, vedrete qualcosa" alzando gli occhi al cielo come
se osservasse la volta celeste e non un tetto "il vostro ciclo
è medio per lui e in espansione per te..." rivolto al
giovane "e per voi cè ancora tanto, tanto tempo per pensare
all'ultimo ciclo. Ma per me, è quasi giunto il momento. Ma
non resterete privi di qualcosa, manterrete il lavoro, la posizione,
ciò che potrete essere divendovi fedele al nostro ideale. Io
non voglio seguire la politica e non intendo intromettervisi,
perchè rispetto quei due, io cambierei così tante
cose che partirebbero rivoluzioni, con la conseguenza però
che chi le hs disolito non ha ragione come quelle del passato, ma in
questo nuovo... sono solo gli imbecilli che corrono a protestare, chi
per togliere diritti ad altri, chi pensa di subire cose che non
esistono, chi vede il cielo a scacchi ma penso che sia solo
il loro cervello che fuma pietà per non essere utilizzato
"facendoli ridere "resta il fatto c he vorrei solo... che crediate in
cosa comunque resterà dopo di me. Con l'unificazione di
tutti i paesi in un governo unico e centralizzato, seppur di cui si sa
poco, non ci saranno guerre, questioni di espansione, di conflitti su
chi ha la pietra di confine centimentri in là, il senso di
patria considerando gli altri come diversi solo per dove sono nati, non
pensando da nemici e divisim
a in coesione di sangue umano come tutti fratelli,...
con cosa loro stanno facendo, niente guerre, mai più, mai
più conflitti per conquistare o altri ameneità di
un passato che deve restare tale. E con le Colonne e i Pilastri a
guardia delle cose dall'alto, niente dittatori, neinte profittatori, ma
ci sarà smpere qualcuno che controllerà chi ha
posizione e responsabilià, e doveri..."
"E
chi controllerà questi soggetti?"
"..."
Lia sorrise, una volta tanto ne faceva uno, e guardò oltre
la sua spalla mentre compariva Helias "ci sarà chi
controllerà loro e se necessario agirà. Loro no
nsono influenzati da elementi umani negativi ma così come
questo, non cè rischio che loro comprendano malamente il
senso di vita e umanità, cosa è giusto e cosa
sbaglaito. Sono progettati e cresciuti perchè abbiano una
mente super partes e gisuta. Ma a voi non interessa cosa cè
su, a voi interessa vivere, tornare umani, credere e sapere che il
mondo può essere bello e che può dare qualcosa...
perchè non accada come con me. Molto prima io credevo che il
mondo fosse bellissimo, e pieno di posti per me, si cèra
anche il male ma.... io sentivo che il mondo potesse dare qualcosa,
alla fine. E potessi trovare cosa sognavo.Di solito la gente ama stare
al centro del mondo, ma io sognavo solo un angolo che fosse tutto il
mio mondo... ma per me, non poteva esserci! Poi compresi
amaramente che per la società come era, ciò non
poteva acacdere. E non avrei trovato nessuno che mi accettava per come
ero... come si è visto!" mostrando l'espressione di quel
ritratto, facendo una pausa
"E
che quei due in parte mentivano. < Cè per tutti!
Continua a sperare! Cosa cerchi lo troverai! Chiedi a loro, so e sono
sicura che loro sanno che cosa cerchi e possono darti risposte!
> E altre stronzate! Ho lottato, ho cercato, ma per
chi è come me, cè poco a questo mondo. E come fu
per quella opera per me in cima, l'opera magna, come lei disse a lui,
il mondo che tu vedi e in cui apaprtieni è troppo
meraviglioso e magnifico, per crederci per me e per viverci... ma non
ho mai smesso di pensare a chi finiva come me. Ecco perchè
ho accettato da quei due il compito di essere il contenitore di
Veròna. perchè ella agisca e spiani la strada per
il mondo del domani, per qualcuno che possa essere la mia speranza. E
anche per tutti voi, per tutte le vostre, di categorie. Uno della
categoria dei diversi, come me, ma considerati peggio perchè
stronzi in sottana dicevano che qualcosa lassù non li
voleva. Ma li aveva creati lui, così! "
"Grazie
per cosa hai fatto per noi, e quelli prima di noi che abbiamo
incontrato. Senza di te non saprei davvero cosa avremmo fatto e...
grazie per chi aiutiamo noi, grazie a te. Le persone che sono commosse
per l'aiuto per arrivare a pagare le bollette e avere il minmo di
civile, per i bambini che altrimenti non avrebbero scuola e modo di
studire, i parchi e luoghi per loro anche al chiuso perchè
siano sicuri e protetti e..."
"Non
devi ringraziarmi. Ho sempre pensato che tanto ho, tanto dò.
Credo nell'idea che è possibile imamginare, sognare,
costruire e creare i luogi più straordinari e giusti della
terra, ma per farlo occorrono sempre le persone perchè
ciò diventi realtà, e le stesse che vi credono
per mantenerli. E non fermatevi come tutti all'apparenza, ma scendete
dal treno dopo, alla sostanza. Ese un giorno avrete figli, ricordate
una cosa. Dovrebbero sentirsi onorati e genitori e guide di vita chi
insegna che quelli che li producono nel corpo, perchè i
secondi sanno solo dare la vita, ma chi li cresce e condivide
conoscenza e cultura, morale e il giusto, loro, sono quelli che danno
l'arte di vivere ed essere. E siateci. Esserci è il regalo
che non ha forma, ma che vale più dell'oro o molte altre
cose... a meno che non vi dicano che è meglio qualcosa cambi
"con amarezza "....E se vi dicono che non valete niente, ricordate a
quelle persone che loro, umani, osno gli unici che pagano per
vivere sulla terra..." con un ghigno "E, tornando a un discorso, Victor
Hugo afferma tre cose. Un futuro ha diversi nomi. Per i deboli si
chiama l'irrangiugibile, Pe ri paurosi si chiama ignoto. per i
coraggiosi si chiama opportunità. Fra pochi giorni io no nci
sarò più, ma vorrei solo che voi comprendiate che
il mio ciclo di esistenza si esaurisce non perchè sono
debole, ma perchè sono rassegnata e stanca. ma non
permettete che altri, a meno che non siano me, lo siano. Siate chi non
cè mai per gli altri. Date ascolto a chi ne ha bisogno. Voce
a chi non l'ha. Mano a chi vorrebbe rialzarsi ma non riesce per varie
cose. la vicinanza a chi è solo e via dicendo.
perchè tutti possano.... Non dimenticate mai il vostro
passato e chi siete ora, ma non per me, ma per voi stessi. Avete
creduto, vi siete fidati e avete lottato tanto per essere qui oggi. E
domani altro. Anche se da noi ti sei salvato veloceemtne, e ringrazia
la scienza e i nostri medici, ragazzo, hai combattuto contro pregiudizi
e i momenti di paura e ansia. Complimenti per chi sei adesso, sicuro,
capace, che non arretra anche nei momneti difficili..." facendo un
applauso " e a te, baldanzoso amico più grande, tu che
ricordo bene accasciato in un angolo a chiedere l'elemosina mentre eri
invisibile e ingnorato, che ti vedevi scacciato e deriso, sei stato
pronto però a pensare ad altri come te in
difficltà e hai creduto che per salvarli era necessaria uan
scelta. E per fortuna che ero io, direi..." ridendo "adesso sei un
uomo. non sei più il perduto e vuoto essere con la
testa sul prospetto degli angoli, dove speravi in una buona
giornata almeno per mangiare e... ti sei impegnato e ora sei qualcuno
che è pure amato e considerato dai membri dei gruppi di
questa città, sia nostri che di quelli che sono
come eri tu, ed aiuti. Tu e gli altri che eravate ciò che
sono chi soccorrete, adesso siete di nuovo persone e tanto avete avuto,
ovviamente con il vostro impegno, e tanto date. Anche poco meno, quanto
vi sentite ma fatelo. O il mondo sarà solo una giungla e un
campo di battaglia.Quello che fa male è proprio questo! Il
concetto di giugnla e campo di battaglia! A questo mondo ci sono
persone capaci che devono sgomitare e lottare contro chi non ha
problemi a schiacciarti per il proprio tornaconto, schiacciando te che
sei capace di quello per balzare in cima. Ti usano, ti sfruttano e
tutto quanto ma sono loro ad andare ancvanti perchè
utilizzano ogni metodo stronzo per scavalcarti anche se sei tu che
meriti... non esiste vera meritocrazia e valorizzazione delel
qualità vere! Tutto è in mano di squali e
profittatori!"
"
E... quindi? Cosa hai intenzione di fare?"
"Vuoi
la verità? Io non farò più niente! Ho
deciso di non voler fare più niente tranne rari
casi, come te e chi ho scelto dopo, lasciando alle persone il
vero peso di tutto! Ho già fatto così tanto, io
da sola, che perfino Bill Gates a confronto si è sforzato
poco. E non scherzo"
"Si,
lo so. Hai bonificato zone degradate, aiutato genitori che non
riuscivano a dar da mangiare ai figli e spingendoli per migliorarsi con
i tuoi aiuti. Hai istituito gruppi di sorveglianza solo con uomini di
questa organizzazione per la salvaguardia di ogni settore delle
città, anche a causa di incidenti e situazioni assurde..."
"trovare
ragazze morte al centro della ,schiacciate perchè gettate
fuori la macchia, con evidenti segni di tentativi di abusi per te
è normale? le rapine? I tentativi di abusi? Gli
accoltellamenti e..." sospirando
"E
le persone ti ringraziano. Hai aiutate scuole in difficoltà
in ogni angolo del mondo che potevi, centri per bambini e ragazzi che
un tempo si chiamavano orfanotrofi. Di sonne abusate e sole. Cliniche e
centri di cura per poveri ed emarginati che non potevano curarsi e
rischiavano la morte. Hai spremuto gli attributi ai gruppi di
assicurazioni perchè parecchie volte avevano frenato la
burocrazia aspettando che la gente morisse di malattia per non pagare e
hai inscenato una truffa, non truffa in vero senso, ma per portarli in
giudizio con prove con mail e telefonate. Hai preso ogni dato che
potevi perchè questa organizzazione lo permette, di centri
di ricerca e farcaceutici che sfruttavano i deboli e poveri per i loro
test senza indicare danni e problemi di uso dei prodotti. E posso
continuare. Hai ridato agli avvocati una strigliata sul rubare
letteralmente soldi per reati minori intesi come furto di cibo per
necessità, ferimenti e uccisioni per legittima difesa contro
anni di abuso senza che nessuno facesse neinte..."
"Ho
solo trovato assurdo che persone che non potevano permettersi niente si
ritrovavano con avvocati d'ufficio troppo oberati e menefreghisti e per
avere l'aiuto che magari meritavano prima, dovevano pagare migliaia di
euro di risarcimento per le prestazioni dell'avvocato per rubare del
cibo per mangiare almeno una volta!. Ma ora sono stanca, davvero, di
impegnarmi per sistemare cose che alla maggior parte della gente non
interessa sistemare. Se una ringrazia, cento quasi osno stizzite che
hai fatto qualcosa. Che non comprende cosa ho detto e fatto e prosegue
nello stesso modo di omertà e proprio tornaconto. Cosa ho
fatto, gli altri sfasciano perchè... Milan e Dorde hanno
intenzione di proseguire cambiando le persone col tempo, piano piano,
tempo al tempo, ma come la natura umana insegna, con gente che figlia e
insegna l oschifo e poi cno il gruppetto si influenzano tra loro
crescendo come mentecatti... che facciano cosa vogliono! Ora che so che
non troverò in nessun luogo, il posto per me, dove io posso
essere io, e che a nessuno veramente piaci tu come sei, e se
cambia qualcosa, casca il mondo e devi essere tu a cambiare
perchè a loro vada bene... che se vadano a quel paese. Non
giungeranno mai così a un mondo giusto e migliore. Che si
sforzino pure, fino alla fine, che si divertano! Vorrà dire
che resterò io da sola..."
"però...
è da quando ti conosco che hai quell'espressione e quel
ritratto accentua tutto. Sei sicura di voler..."
"Ho
promesso di mantenere solo cordialità di lavoro, va tutto
bene. Ma io sono un esempio del fatto che non tutti posson trovare il
loro paradiso e almeno un angolo di felicità. Con persone
preziose. perchè se chi ti sta intorno inizia ad avere
qualche picchio strano e per sistemar ela cosa dicono a te di cambiare
e non loro, sempre e solo tu... allora non è luogo per te!
Ma io non sono voi, vi siete ingrati e va tutto bene. Finchè
resterete nell'organizzazione, almeno lì voi avrete il
rispetto e considerazione che meritate. E quando non ci sarò
più, ci sarà qalcuno altro che mi
sostituirà...."
"E
poi quel giorno nel salottino da tè in cui stava sempre. Io
ero là perchè mi aveva invitato a seguirla dopo
un incarico di Veròna, quindi ero per alcuni giorni allo
Chateau. E da come avevo capito, non parlava più e ne si
intratteneva con quelli che prima erano i suoi amici. Si comportava in
modo cordiale e relativamente gentile, ma vi stava alla larga da altro.
La vidi un pò più in confidenza con Jd ma di
poco. Ogni volta che compariva Milan, lei non lo guardava neanche in
volto, ho saputo però che gli ultimi giorni fu
più cordiale da quei tre. Per qualcosa che si erano detti e
poi... se ne andò. DA quello che mi disse Kovacs, gli ultimi
giorni aveva deciso di smetterla con i conflitti, almeno quei pochi
giorni rimanenti. Ma disse anche che glieli fece pesare, quelli prima"
sorridendo "ogni volta che guardo questo ritratto ricordo l'altro, con
quell'espressione di rassegnazione e... semplicemente mi dispiace per
lei..:"
"E
come mai hai questo ritratto?"
"non
sono l'unico. Molti di noi che aiutò o salvò e
fece entrare nell'organizzazione... come dire, protestammo per la sua
morte. non sapevamo come, ma disse solo che parte di lei sarebbe morta
e avrebbe trovato la pace, come doveva essere da tempo. E ci disse che
se avessimo visto per caso qualcosa di strano, che sembrava lei, non
dovevamo credere agli occhi. Gli occhi, diceva sempre, possono trarre
in inganno. A meno che non sia io a tornare da voi, io me ne
andrò. Il resto, non sono io! E così le chiedemmo
di darci almeno un ricordo e quando lo facemmo, ricordo ancora che quei
tre stavano scaricando i ritratti che lei utilizzava per fare la
pernacchia al mondo. Così diceva "ridendo "il mondo non mi
voleva e desiderava cancellarmi? Questo mi dicevano, non valevo niente
e tanto meno esistere. E così prima di morire, voglio che
ovunque si girino, mi vedano e fissino quel sorriso carogno. VOGLIO CHE
SI SENTANO MINACCIATI DAL MIO SORRISO CAROGNO! E nulla potranno fare
per togliermi dai muri! ovunque io sarò esposta, prendono
soldi per tenere quello attaccato, quindi cè multa se osano
toccare o eliminare un bene privato ovunque siano. Così
pagheranno due volte. Questo disse quell'ultimo giorno che la vidimo.
Aevva già salutato molti ma noi che aveva tirato fuori dalla
melma come diceva, eravamo un grosso gruppo che aveva riunito per una
Lezione unica per tutti, eravamo tantissimi, e salutarci. Quando
osservammo quella fila e un'altra fila fila, e ancor auna di ritratti
pronti per essere distribuiti, le chiedemmo di lasciarne qualcuno per
noi. Come ricordo. Lei non sembrava convinta, ma... guardandoci
stranita, disse < ok, anche se non so a che vi serva un ritratto
di qualcuno che per tanti è stata solo un peso. Scegleite il
tipo di ritratto, sono tre diversi e... se li volete! > come se
lo trovasse strano. E alcuni di noi ne hanno preso uno e lo tengono
come noi nel Nodo o in altri modi , come chiamate quesi luoghi di sosta
per non andare nelle torri e operare in molti punti delle
città. E' una sorta di ringraziamento da parte nostra anche
se lei non ci credeva. Anche per cosa combinò con i miei..."
"nel
senso?"
"Vuoi
snetire? ora te lo leggo" fece, prendendo il suo phonvlet e aprendo
un'immagine "ha mandato ai miei delle bottiglie con stampe di mani
rosse e grosse rosso cremisi... capisci?" guardandolo negli occhi per
dire < hai collegato? > " e un biglietto. questo due
volte che io sappia, per aggiornarli di come stavo e qanto
fossi diventato ricco e soddisfatto... E ho riso leggendo la scritta
nella foto, ha consegnato lei stessa vestita da fattorino con tanto di
cappellino, e quando loro hanno aperto e preso il cesto con le
bottiglie che spuntavano , e una bottiglia tipo marmellata con lumache
vive dentro che strisciavano con dei fori sul tappo bianco, si
è fatta fare da Kovacs delle foto in successione
dall'apertura della porta a lei che faceva il gesto medio davanti ai
miei, a favor di telecamera, confusi per poi andarsene.
Cè proprio il fotoshooting, e no nsai quanto ho riso e ho
qui una con il biglietto, mentre nella dopo loro lo leggono e
dice...< Io sono felice, ho provato la felicità che
ogni persona umana dovrebbe sentire dentro. E che è una
delle cose vere da raggiungere. Mi auguro che la vostra vita sia mesta,
rognosa, tedia e peggiore di ciò che io non voglio
augurarvi, solo per dimostrarvi che i pregiuzi non pagano. ora ho il
mio equilibrio, e voi per fortuna non ne fate parte, perchè
consumerete in rancore e bigotteria il mio ossigeno. Che le vostre
convinzioni malate vi diano il peggio con millemila rimorsi e
rimpianti. E SOLI COME CAROGNE. Fin nell'anima. Un Kiss dal
figlio che vi amava ma voi non meritate niente. > Ho riso per
giorni, giuro! "
"Sembra
molto da Kianta questa cosa"
"Anche
tu hai notato certi comportamenti che sembrano suoi? Ma veramente lei
non ricorda, perchè a volte ho provato a dire delle cose che
l'altra avrebbe riconosciuto e ricordato, non celava se non quando
fingeva per la feccia, quindi se mi avesse guardato in un certo modo,
avrei capito. Ma lei davvero non ricorda, è solo che pe
qualcosa della metne a detta di Kovacs, alcune cose, piccole,
sono rimaste... Però come ho detto a volte è...
guardando questo, quel viso, rivedo sempre quell'altro ritratto che non
so che fine fece e il suo essere demoralizzata tanto da contare i
giorni e sperare di giungere a quel giorno. Quando non la vidimo
più, capimmo che era morta. Poi in varie zone,
perchè noi che lavoriamo in questi Nodi o Avamposti, ci
incontriamo, abbiamo periodi di pausa e torniamo allo Chateau e...
scoprimmo che cèra qualcuno che le somigliava che se ne
andava in giro. All'inizio non ci parlava ne altro e non capivamo, poi
scoprimmo la verità da quei tre. Non era la stessa persona.
E infatti capitò che nel refettorio la fermassimo e...
sembrava così innocente e diversa da quella che conoscevamo.
Gentile, cordiale si ma come fosse una persona senza... cosa le dava
tutto addosso... Kovacs diceva.
E così fu. Abbiamo mantenuto buoni rapporti e lei sa, non
poteva non vedere il ritratto, che molti di noi conoscevamo Lei, ma non
le importa di sapere niente. L'ho sempre trovato strano e una volta
diede una mezza rispsota. < Io sono io, non ha senso crucciarmi
per chi è morto che non sono io. Non sento il bisogno di
sapere chi ero perchè non mi sento altri che me stessa, non
qualcun altra. > E così per tutti Lei
restò morta e Kianta un'altra persona. Credo, non sono
sicuro che sia anche dovuto a quel giorno."
"Quale?"
"qualche giorno prima di andarsene, ho saputo poi che il giorno
successivo a questo di cui parlo, aveva fatto una mezza pace con Milan,
andando a vedere la nave scuola dell'organizzazione. L'hai mai vista?
Io no, ma ho saputo che dopo aver discusso lei accettò di
esser epiù elastica ma non so che dissero..."
"Parli sempre di quel g iorno a cui ti riferivi"
"Si, quel giorno. Ero con lei in una delle sale ed era vestita anni
trenta, le piaceva a volte ricevere persone in stile come una mini
festa per invogliarli a interessarsi meglio dell'incontro e... era
prima di un clietne. Aveva questi abiti e scarpe in stile anni trenta,
aveva già i capelli corti e quindi aveva la fascia con
decori e piuma di quegli anni, orecchini e beveva qualcosa parlando con
me. Dopo quell'incontro dovevamo tornare a questo nodo o avamposto. E
poi aprì la porta lui, il leader. Dopo un'occhiata lei
distolse lo sguardo e non lo guardò più, io ero
sul divanetto davanti quel ritratto, quello che io chiamo sempre
Rassegnazione e... vedendo l'aria che tirava tra lui serio e quasi
arrabbiato e lei senza degnarlo di uno sguardo... me ne andai. Ricordo
però che chiusa la porta sentì il leader
arrabbiato e discussero. Non so cosa si dissero ma ore dopo io e lei
eravamo qui e poi tornò allo Chateau, e il giorno dopo in
una mezza pace tra loro, lui le mostrò la nave scuola..."
"E cosa ne pensavi di lei?"
"..." il giovane sorrise a Gask " ti dico una delle cose che affermava
molte volte. Imparare ad accettare non vuol dire rassegnarsi,
è diverso ma molti non lo capiscono ecco perchè
non sanno distinguere tra quelli come me e altri, ma semplicemente non
perdere energia e forza dietro a situazioni che non è
possibile cambiare, anche in quel mometno, se alla fine ti va bene a
metà cosa hai. Se non è qualcosa per cui sei
contro totalmente, puoi anche imparare ad accettare. E poi ci sono
quelli come me. Che non vogliono imparare ad accettare
perchè se cè possibilità di cambiare e
migliorare, che senso ha fermarsi e proseguire dove ti mandano? Siamo
in un gioco a binario? No, nella realtà... è
tutto cambiabile, affrontabile per soccombere alla rassegnazione. Devo
dirti altro?"
"ma io..." ma entrò Kianta borbottante con i tre che
seguivano ridendo
"Poi ne parliamo, intanto leggiti questo, era un testo della recita per
Veròna che qualcuno doveva pronunciare" e gask lesse.
< Stolti, radunatevi sotto la pulsante Fiamma. Ella balugina
nell'oscurità ghermendo e mostrandosi. Ella sovrasta
l'oscurità, sempre. Venite, con le trombe del lamento che
echeggian fino al cielo, le stelle, nell'Eden e nel mare. Riecheggiando
e mugghiano in bufera il suo intervento per valli e colline. Date fuoco
alle corone degli Dei e offritele sull'altare del destino,
affinchè Ella le imbrigli. E il suo agire diventi corpo.
perchè tra noi giuga nel pieno della sua perfidia di
bellezza. Dal profondo degli abissi, scivolando nel vento, urlando dal
cuore della terra e schioppettando ridendo nelle fiamme. DA
lì vien la Grande Maga che rovescia il mondo e lo rivolta.
Muta la ragion e il cuore. Divide le genti e ne unifica
altre. E giudicando giunge e gestisce. Modella e glorifica la
vita. Fra poco verrà il giorno del
giudizio. Invocate il suo nome, con omaggio, odio e
ammirazione. E vi darà i suoi favori capricciosi.
>
Bucovina, Ucraina - casa di un soggetto ormai pronto per essere portato
nei Campi. Un'ora dopo il loro intervento
"UFFH"
Gask vicino Kovacs mentre Cinque giocava al chirurgo. E Kianta era
spalmata sul divanetto.
"Scusami, ma che ha?"
"Ah, il solito te l'ho detto! Siamo con questa famiglia che le ha fatto
quello scherzo con la bara e ora stringe i denti per ripicca."
"Ma..."
"Gardala, le sta dando fastidio come al solito! E... Oh! si
è alzata" disse a gask, mentre una sorta di nebbia
divideva la zona con la famiglia e Cinq e loro.
"KOVAACCSS!" fece lei come un bambina capricciosa "prendimi le altre
scarpe, stò morendooo!" fece lei alzando le gonne per
mostrargli quelle che indossava.
"Di nuovo probloemi con i bordi? le hanno sfregato troppo?"
"Io non posso mettere queste scarpe da donna e lui non lo capisce. Ho
sempre tutta la zona dove i bordi sfregano rovinata! Fa male!"
"Aspetti..." prendendo dalla borsa un paio di scarpe di ricambio
più comode e accollate, in stile bambola rispetto le altre
"queste dovrebbero andare" abbassandosi e cambiandole il paio con le
altre
"Manca ancora molto prima che finiamo?" brontolò lei
scocciata
"non molto, il farmaco che abbiamo loro sommistrato facendoli bere
durerà ancora e sebbene Cinq non faccia poi molto come
torture, per loro sarà prenedrsi una botta del crack
peggiore e vedere il peggio che potrebbero mai immaginare. per ora
staranno vedendo diavoli che li infilzano o altro." ridendo
"Ben gli stà... è solo che sebbene Cinq stia
facendo poco e cè poco sangue, io lo sento! E mi
dà fastidio con il sistrema chimico... quando finisce?"
"Davvero inizia a starle stretto il compito di Veròna?" le
chiese sistemando l'altra scarpa
"..." Gask la vide fare un broncio come una bambina "inizio a stufarmi
di far sentire...
... una crudeltà stupenda. Una sublime furia. con un potere
misterioso.Quel vaso di Pandora che lei deve continuare a riempire e
colmare per proteggere il nuovo mondo..."
"Si lo so" rispose a Kovacs che usava le parole di Milan
"però diventa pesante vedere qualcunoche porta
sofferenza a qualcuno...." come desolata
"perchè non lo fa lei?" rise l'uomo, prendendola in giro
"è solo che... continuo a pensarla per certi versi ocme
all'inizio..." e Kovacs capì che volesse dire, quando si era
svegliata "ma poi mi prende la voglia di far ,loro piangere tutto, e
poi mi torna la frustrazione perchè no nsarebbe giuro, e poi
di nuovo..." muovendo le mani come se volle strangolar euna gallina,
cosa che loro non facevano con i loro animali
"o è come si sente quando vede far male a qualcuno e inizia
a sentirsi male?"
"NNHH" fece lei e Kovacs balzò via, facndola spaventare
"Se deve vomitare, me lo dica!!" fece disperato l'uomo, mentre Kianta
teneva la bocca aperta per lo stupore e Gask rideva
"ma...! ma...!" balbettò lei offesa
"Scusi, è solo che quando inizia a stare male ho sempre
paura che le venga da... beh, ora come si sente?
"come sempre! guardami! come ti sembro mentre vedo uno stronzo
punzecchiato prima di mandarlo là? Ora come ora non so se
davvero credere e consideare Veròna come vuole Milan e come
Lei accettò... "
"la funzione di veròna esiste per un motivo..."
"SI! Lo so..." fece lei subito cotnrariata voltando la
schiena, poi debolmetne come triste, partendo verso la poltrona
impettita "E comunque! Quello che avete detto poco fa... vi curo!" fece
lei voltandosi funesta a squadrarli e poi tornando alla poltrona
"Che cosa..."
"E' in uno di quei moemtni confusi in cui non sa cosa fare! oggi deve
esserci qualcosa che la disturba in questa cerimonia da sentirsi in
colpa, accade..." fece l'altro ocme se fosse un fatto normale
"E le capita spesso? Voglio dire, oltre quando sono con voi. Ho notato
che a volte si comporta..."
"per come si è svegliata, ha maturato una dolcezza
capricciosa su tante cose, ma è ferrea che far del male
fisico è sbagliato. Ma sono momenti"
"Non capisco..."
"Che le apparenze ingannano. Noi la conosciamo bene da tempo, e per lei
Veròna è una sorta di peso. Capisce e crede nella
sua funzione, ma in tutto fuorchè questo. Queste cerimonie,
sebbene prima di partire sembrasse smaniosa di avviarla... la
prosciugano. A volte quando inizia a sentirsi male per la pressione di
cosa i ragazzi del gruppo di Cinq fanno o... le torture non le
piacciono. Se per ira o il momento si ferisce qualcuno esempio con un
coltello, non le succede niente, come quel tizio che si è
ferito a un braccio con il vetro da vedere fin nell'osso... ma se
cè da assistere alla soffernza..." scuotendo il capo" un
pò come l'altra, ma lei si faceva forza dicendo che era la
sua punizione assistere alle sue stesse decisioni. E meno male che non
vomita... comunque poi deve stare a riposare del tempo per riprendersi!
ma tu lo sai! Ricordi il nostro scherzo col sangue finto?" ridendo e
dandogli una gomitata, mentre Gask fumava dentro
Dorde era infuriato, Milan aveva fatto un casino. Per fermare un
conflitto aveva aveva promesso un accordo monetario e di vendita armi
che lui però, obiettava. Odiava scendere a compromessi con
quella gente e invece di fare come lui e suo fratello erano abituati,
avevano ascoltato Lia, secondo la quale dare una corda immaginaria che
si traduceva in un boccone ghiotto per la controparte, anche sperando
di fregarli, era non solo divertete per come poi avrebbero rigirato la
cosa, ma era molto vantaggioso per loro. Offuscandoli con oggetti e
denaro perchè fossero loro alleati, spingendoli a una resa
temporanea mentre li seducevano per poi deburli come le prostitute di
bassa lega era un giochetto che no nsmetteva di divertire.
Aveva funzionato, non poteva dire di no, avere alleati che pensavano di
aver trovato la gallina dorata finchè mentre agivano niziava
il piano vero e proprio contro di loro che si ritrovavano in mutande,
letteramente così li aveva ridotti lei l'ultima volta
privandoli perfino degli abiti, era andato a segno.
Non andavano però là dove portavano chi
giudicavano, ma in luoghi specifici dove li trattavano in determinati
modi, facevano loro discorsi e studiavano anche con camere nascoste
cosa faceva e dicevano, per inquadrarli e decide cosa farne. Molti li
liberavano, altri li arruolavano, altri ancora promettevano di fare
qualcosa per chi stava loro a cuore se diventavano consapevoli che il
mondo che conoscevano, e come impugnnare le armi non fosse
solo distruggere e uccidere, potesse cambiare. E loro con tgutto
ciò. Altri Lia li sfidava cogliendoli nel loro orgoglio
maschile, a volte di persona, altre volte con vere e proprie sfide di
forza o astuzia in campi specifici con armi, a salve, ma chi vinceva
decideva per il perdente. E Lia lasciava sempre al fato, dopo mille
congetture e studi sulla qeustione, la risoluzione. Era in questo modo
che aveva trovato gente interessante per certi gruppi
dell'organizzazione detti i Tori. Gli sfondamenti, come li chiamavano,
l'avanguardia. E la cosa assurda era che trovavano la sfida inziale, la
perdita o la vittoria e comunque un posto tra loro divertente dicendole
che lei sapeva come ci si divertiva. Solo che lei non era
pazza, agiva perchè lo sembrasse e si divertiva da morire ad
apparire cattiva, terrorizzante, distruttiva e pericolosamente
capricciosa, loro lo erano perchè stronzi dentro.
E loro restavano a seguire i suoi ordini, prendendo una paga e dei doni
quando a lei giravano, liberando i loro istinti ocme premio per la
Caccia. NOn quella per il Groove, ma la sua. Aveva notato,
Lia, che i militari tendenvano a sentirsi vivi sul cmapo di battaglia,
nell'azione, nelle situazioni, quando si giocava per pois come
spegnersi se non troppo legati alle regole militari... e
così si divertiva a lanciare il paradosso di San
Pietroburgo. un paradosso legato al calcolo delle
probabilità che descriveva un gioco d’azzardo che
aveva, controintuitivamente, una vincita media di valore infinito.
Questo paradosso venne proposto per contestare il concetto di speranza
matematica ,ovvero che il valore atteso o speranza matematica
veniva considerata la somma giusta da pagare per partecipare a una
scommessa. Il valore era intrinseco o reale, li sfidava o sfidava se
stessa per le variabili di riuscita. Scommetteva direttamente con loro,
non importava per lei la vincita o la perdita, ma voleva dimostrare
come anche il fato a suo parere potesse essere rigirato con piccole
variabili se per qualcosa, in quel frangente la scommessa, si era
concentrati 3 volte di più in cosa si faceva. A volte per
variare prometteva anche qualcosa che non le andava a genio, giorni
liberi, feste, compagne di serate offerte da Madame, premi o elementi
per le loro armi personali e via dicendo.
Ma non faceva caso per ingozzare i maiali ocme diceva, ma
metteva sempre dei discorsi metnre sentivano con i loro cervelli
occupati per i premi e la foga di vincere, le varie informazioni,
così che penetravano man mano giorno dopo giorno. Voleva
vedere se la coscienza poteva essere toccata a piccoli tocchi ogni
giorno finchè non vi erano risultati o altro. E
così faceva con la gente che prendevano dai gruppi militari
sciolti, li teneva con sè insieme ai tre quando serviva
perchè guardassero cosa lei faceva di contro il loro modo di
fare.
E a loro piaceva quando come Strega, si avventurava nei posti
pericolosi per dare la Mano a chi era invinsibile o fuori la
società o per portare aiuto al bisogno, senza niente in
cambio, e nel frattempo diceva loro "investire nel futuro o il futuro
vi investirà" e ancora "siete pronti? siete caldi? avete i
muscoli ben scattanti? In questo momento stanno arrivando le rogne a
cui desiderio sia data una lezione di vita. Questo mondo è
fatto perchè sia una giungla dove cane mangia cane, squalo
mangia pescetti e via dicendo. Ossia che chi è in alto
schiaccia gli altri. Per loro è così, solo che
invece di prendersela con i veri squali della sociatà che
rovinano gli altri, picchiano e fanno del male a chi è
già niente per questo mondo. Vi ho voluto con me
perchè avevo bisogno di voi e le vostre abilità.
Ma non per distruggerlo questo mondo, ma farlo rinascere. Tutti voi,
come noi, abbiamo avuto una vita di merda che ci ha portati ad essere
quel che siamo, tranne i fango dentro. Quelli sono irrecuperabili...
ma..! Vi sto donando la possibilità di giocare con dei
leprotti che pensano loro... di essere come voi! Correte alla Caccia, e
vi ricordo senza morte, o vi frizzo le palle...!" fece eli categorica
facendoli ridere, sebbene sapessero che era vero "avete tutti questi
spazi e limitrofi, potete prendere tutto l'equipaggiamento che
volete... stupitemi! Datemi uno spettacol odegno degli applausi e
ammirazione! Voi da me avete ottenuto rispetto, considerazione, ascolto
e trattamenti nei vostri riguardi che mai in vita vostra. MI auguro che
no bnvogliate tornare al prima... vero?"
Il grosso problema per DOrde, mentre si sistemava l'asciugamano in
vita, era lavorare come sempre fatto. Preparare il piano, mandare gl
ispecialisti e procedere poi a studiare i cocci di cosa restava. Lei
invece no e Milan per come era, si divertiva allo stesso modo,
osservare come erano riusciti ad avvicinarsi nei modi più
disparati prendendo tutti per i fondelli. Quei due sapevano farsi
consiglaire da esperti per i raggiri e come apparire sicuri di
ciò che si stava dicendo e a Dorde non piaceva. Lia gli
diceva che era solo colpa del suo lavoro e alla mentalità delsenza pensare a chi è
dalla parte opposta, cosa fa, cosa pensa e via dicendo. A volte il
cavallo di troia, gli diceva con un sorrisone, è sempre
efficace così il millenario potere della < pesca
>. Vecchi luoghi comuni? No, no, affermava lei scuotendo la
testa. Verità imprenscindibile e sacrosanta. E Dorde alzava
gli occhi al cielo.
NOn sapeva se aveva fatto male a dirle, sussurrlarle,perchè si decidesse a diventare
così. "Ma io sono così perchè
così gli altri mi hanno plasmata, amico mio!" con aria
innocente e sbattendo le ciglia "io sono colei che era etichettata in
mille modi solo perchè diversa. io ero colei che subiva di
tutto e se si ribellava, finiva tra le altre cose a scuola, nel banco a
solo. COme la feccia. E il mio peccato? NOn accettare di portare una
maschera, di essere schiacciata dovendo accettare che educazione
significa essere la pirla di turno, sentirsi dire cose orribili o
vedere come erano dentro quelli di uci mi dicevano < vedi? cerca
di essere come lei > e poi erano sol ofalse e capaci di celare
il male con un'areola e basta. Ogni volta che entravo a scuola e mi
sedevo in quel banco a solo, solo perchè non accettavo di
essere niente sotto degli altri... e poi mi dicono perchè
comprendo e capisco quelli che si alzano la mattina disperati e
vorrebbero far saltare la scuola con insegnanti e stronzi dentro... so
io cosa ho passato e come ancora sono. E quindi, se tu mi dici che
posso far uscire tutto ciò che si è creato a
causa degli altri, a discapito della vera me stessa, eprchè
ho capito che neanche qui ocn voi posso esserlo... sei tu, amico mio,
il fautore di colei che ti sta di fronte".
E Dorde sospirava. Si lamentava solo di come lei rigirasse tutto, e si
comportasse come se ogni cosa fosse uno spettacolo teatrale per sfogare
cosa aveva dentro, seppur in parte fosse colpa sua. Ma diversamente da
Milan, la vedeva come qualcosa che eruttava come un vulcano.
E di nuovo per lei era lui il solo ad essere troppo abbottonato.
"Dorde, so come la pensi ma... comprendi anche che in questo lavoro hai
contro delle persone, cervelli, non animali di cui sei sicuro il
comportamento. Cogliere di sorpresa l'altro è il modo per
farcela, non cè verso. COn le armi moderne o sei
sforacchiato subito o aggiri e sforacchi tu qualche ginocchio, fine ndo
la cosa con meno danni. Ma se vai di faccia armi in pugno mostrando le
tue intenzioni... "
E la cosa che lo faceva sospirare stanco, mentrte Milan si divertiva
come un pazzo elogiandola e dicendole che era stato uno squisito
spettacolo come quelli russi, o dei balletti geogiani molto focosi,
studiati e con combattimneti. E lei diventava con loa dissociazione
l'incubo di molti, lei era l'antagonista centrale. In
apparenza, sembra una persona particolarmente crudele, che si
dilettava della morte violenta delle persone che meritava un giudizio e
un castigo e si divertiva a giocare a giochi mentali per il proprio
divertimento. Anche se a volte assumeva il personaggio di una
nobildonna dignitosa e matura, era altrettanto pronta a scavare in
mille modi elemernti e situazioni oscene e terrificante,
liberarsi in risate maniacali, e in entrambi i casi con un
calibro piuttosto teatrale con tanto di attori secondari intorno a lei
e trucchetti ritenuti dozzinali e apparecchiature sofisticate ma
facevano il loro laovro.
Tuttavia, man mano che la storia procedeva del loro piano, e smetteva i
panni di Veròna alla fine, metteva a riposo quella
Personalità, interagendo ocn gli altri in modo differente.
NOn era come un politico con una parte che era presa da lui e
continuava con ciò anche nel privato. Se sembrava che fosse
allo stesso modo, la gente si sbagliava. Col tempo abbassava
sempre di più quella facciata, mostrando un lato
più gioioso e leggero di lei creata in anni, finendo per
essere ancora legermente fredda ma bonacciona e gioviale come una
ragazzina, essendo paragonata da Dorde qualche volta, a qualcuno che
lontano da casa come fugge dalle maglie della società e si
rilassa, vivendo la giovinezza come doveva la sua età. Ma
lei non aveva vissuto veramente certe parti della sua vita. E
Veròna lui la vedeva nel lato disumano come una
bambina ingenua che ama giocare con i giocattoli senza la paura di
romperli e anche con un potere così grande che a malapena si
rende conto di poterlo gestire. Un essere così
terrificante che anche nel mondo spirituale è temuta dal
cielo all'inferno, come una delle più crudeli streghe mai
esistite su chi merita il peggio, proteggendo e supportando i giusti.
veròna, come la plasmò lei dandole corpo! A volte
è molto composta e maestosa, un pò come Lia
stessa quando faceva la dura e più grande di mente, e altre
volte molto ignobile e satanica con risate inquietanti e un sorriso
demoniaco. il suo carattere e i suoi sbalzi d'umore erano molto
evidenti. Vi erano dei momenti in cui era infinitamente dolce e
affettuosa con chi aiutava e supportava e questo er amolto da Lia negli
stati calmi, ed altri invece dove si trasformava nella strega
che faceva piovere sangue dal cielo e rivoltava la terra. E se perdeva
la pazienza, era dimostrato come potevatrasformarsi in un vero demonio
su chi era così marcio che perfino Lucifero, diceva lei, si
cagava addosso per lo schifo di certi soggetti. < Cavolo,
sembrava impazzita tutta di botto > il commento di alcuni ma
Dorde stesso sapeva che era colpa sua. < Dai corpo ai tuoi
incubi > diceva, e la rabbia e gli scatti la portavano a
chiamare < servi > tutti quanti. Il problema di Lia prima
e metteva un pò in Veròna, era quello
di essere accettata, tanto è che alla fine obbliga alcuni ad
accettare la sua esistenza come la Punitrice e colei che tiene in mano
i fili della loro vita, così come Lia stessa cercava e
desiderava per quella che era da altri. < Chi sono io
> Chiedeva sempre sia Lia con tutti che come
Veròna, alla fine. La risposta in quel caso per la
prima < la bomba che sta per esplodere >, per
la seconda.
"Benedetta ragazza!" fece l'uomo preoccupato di cosa combinava sempre. Come il giorno prima. Lui
aveva deciso di sostituire il fratello metnre agiva in altri modi con
dei clienti cileni, per più giorni e aveva ricevuto una
visita dal governo brasiliano. Una donna, un maggiore, era
giunta allo chateau come messaggera per dei contratti di scambio e
vendita. Nel mentre avevano il visto libero per fare cosa gli
interessava nel paese. Specchietto per le allodole come lei pensava. E
Lia aveva fatto cosa lui aveva chiesto, si era abbigliata da militare,
donna, con gonna e tacchi. Non lo faceva mai da donna, tranne quando
glielo chiedeva o sapeva che chi aveva di fronte preferiva le
convenzioni. la cosa che l'aveva fatta
incavolare era...che tutti gli uomini dell oChateau si dimostrarono
rispettosi e ubbidienti a questa persona. Si erano preparatiper
apparire come regolamento per gli ospiti. File, righe e formazioni
specifiche per mostare cosa loro volevano. E gli altri si aspettavano.
Perfino le squadre di controllo a cavallo con divise ed elmi ispirati
ai carabinieri. "A loro piace l'apparenza e il nostor è
lasciare a bocca aperta? EH? Guarda! Dei figurini!" diceva Lia mentgre
le divise con tanto di cappe o mantelli giravano a piedi o cavallo o
mezzi moderni solo loro. Dorde attendeva nel suo studio, già
nervoso di suo perchè diceva loro la gente del freddo
è pazza per il freddo, la gente del troppo caldo
pazza per il troppo caldo. Lui la vedeva così,
cosa che faceva ridere di gusto Lia. Anche se lo ammoniva di andare
oltre il merobianco o nero "ricordi la statua che hai sfacciatamente
messo nel tuo studio di pittura? Ecco, quello hai detto che doveva
essere un'altra con lo stesso tema, un memorandum che le cose non
possono essere come si crede". Avevano discuss molte volte su questo
tema. Quel girno lei andò ad icontrare la donna e si
fermò, nera di rabbia. Tutti si comportavano come dovevano,
sempre, anche con lei! E invece con quella donna tutti perfetti,
puliti, stirati, seri e con gesti e saluti perfetti al millimentro.
Smosse le labbra inspirando forte mentre i tre dietro di lei ridevano. Lia giunse in divisa
senza gradi, pure quello diceva? e la donna prima la trattò
come una recluta ma poi comprendendo chifosse, le porse i rispetti
dovuti. Si chiarirono e sembravnao intendersi, alla fine. Lia chiarì che
non portava gradi perchè si aspettava che gli alti
irconoscessero il suo potere e posizonesezna doverli sbandierare.
perchè era facile guardare che grado aveva un'altro e
pensare "devo portargli rispetto perchè è sopra
di me e finisce male" ma così non era il rispetto e l'onore
meritati. Lei andava oltre certe cose e disse alla donna che per lei
era un ospite che valeva quanto il generale o il presidente stesso,
senza vedere che posizione occupasse. Così
invitò l'opiste da Milan aka Dorde, dopo aver occhiato
malissimo tutti. poi quando la donna sparì dentro
si avvicinò al peggiore e questi le disse che sembrava solo
una bambola cresciuta troppo. Venne schiaffeggiato e invece di una
ramanzina lei sorrise. SI fece dare da Kovacs un tablet e disse loro di
vedere cosa aveva aprto, vedendoli in circolo su cosa stava avviandosi,
un video. Nel mentre Zidgi le
portò cosa aveva cheisto, passandole una bottiglia con
cannetta o salvagoccia come per l'olio o aceto ma più larga
e metnre questi erano impegnati, fece tre volte intorno a loro a
cerchio svuotando la bottiglia con movimenti a onde. Qualcuno si
accorse dell'odore di benzina che utilizzavano, ma le teste si
voltarono quando lei prese un cerino, strisciò la capocchia
del fiammifero attraverso lo sfregamento con il fosforo e zolfo
controla la superficie ruvida sul lato della
scatola. La fiamma si innescò e quando tutti la fissarono
negli occhi, lei fece fare una piccola parabola per creare fiamme che
li circondarono.
"Allora... carisssimi!"
fece lei girando intorno prendendo da uno dei tre un ogegtto. Un
saccoccio di tessuto comee i vecchi portamonete medievali con
chiusura a laccio. Lo aprì e camminando, fissandoli, prese
pizzichi e infiammò la benzina che ancora avvampava intorno
al gruppetto.
"non posso
certo obbligarvi a rispettare me, e i miei ordini, la mia
posizione data dall'altissimo vostro Leader... anche se vorrei capire
come potete voi scimmie pensanti vedere qualcuno come l'altissimo da
rincogliorvi quando appare... ma togliamo questo... lo scherzetto di
oggi con l'ospite... me lo ricorderò. Un conto è
non potervi far inchinare perchè non è da
me! ma farvela piangere si!!! Perchè se
il leader dà una posizione, si presume che la gente capisca
come e perchè e capisca me e cosa faccio... se volete esser
stronzi, giochiamo...!!!"
"LIA!!!"
Lia sobbalzò,
alzando la testa. Dorde, anche se tutti lo credevano Milan, urlava
dalla finestra del suo studio, o meglio suo e del fratello. Ormai lei
li sapeva riconoscere da piccole cose, ma se Milan era infuriato e la
rimproverava, era Dorde. Quello era sicuro.
"Jd mi diceva che
stavi..."
"Sei stato tu a dirmi che
dovevo sistemar ela questione e discutere con loro. Non mi ascoltano...
visto che non hanno intenzione di calcolarmi, allora è
meglio che facciano come i martiri. Si considerano portatori di parola
del loro ammutinamento? Giovanna D'Arco is the way!!!"
"Che dici!!" le rispose
mentre i capelli gli scendevano ai lati del viso e la coda bassa
pendeva "Adesso tu sali, incontriamo insieme l'ospite e... meno male
che il salottino dove è servita non affacciava qui. Lia, per
la madre! Ti ho sempre chiesto di non fare i tuoi teatrini personali
per far penetrare i tuoi messaggi, sai che IO li trovo eccessivi. Torna
a come sei, non agisci sempre con diplomaziona?...evita di fare
Veròna anche in situazioni come queste... quindi, adesso,
sali!!!" dandole come ordine
"Eh, ma allora neanche
voi sapete che volete!" lamentandosi e muovendosi ocn le braccia con la
polvre del sacchetto a sacco che cadeva sulle fiamme rianimandole
"prima mi dite una cosa, se agisco come voglio non vi va bene,
Veròna la create e non va bene, se faccio le cose da me no,
come le faccio diverse no....! anche voi volete..."
"SALI!!! BENEDETTA
RAGAZZA quando sei puntigliosa!"
"Mai una volta che possa stare tranquillo!" fece Dorde andando
direttamente all'armadio di fronte il suo letto, aprendolo.
"Esagerato! Gli altri lavorano al tuo posto e hai sempre da
recriminare..."
Dorde sussultò e si voltò, tenendosi
l'asciugamano stretto in vita, dicendo senza accorgersene "Cosa ci fai
qui!"
Lia era stesa simil Paolina Bonaparte del Canova sul letto di Piume di
Dorde, non di Milan. Gli appartamentei che tutti presumevano essere di
una persona sola, in realtà erano per due. Quindi Appena
entrati dalla seconda porta del piano, la zona privata di Milan, si
aveva a sinistra la stanza armadio con tutto ciò che aveva,
da scarpe ad accessori ad abiti e completi più di pregio di
quelli negli armadi di fronte i letti. DOpo il salottino vi erano la
stanza di Milan, poi si passava in quella di Dorde ma nessuno lo
sapeva, e poi il bagno era l'ultima stanza in fondo. E per raggiungerlo
bisognava passare davanti il letto di Dorde, anche se era Milan e il
fratello non cèra. Seppur le porte, nessuno di loro passava
per il corridoio ma dalla porta comunicante a due ante.
Lia aveva sempre detto la sua su questa cosa, ma a loro andava bene
così, era raro che fossero insieme, i due fratelli, e quando
cèrano Dorde si nascondeva camminando non per i corridoi, a
meno che non fossero ben preparati da agire nello stesso momento
evitando di far capire qualcosa, quindi uno faceva una cosa e l'altro
si presentava come Milan, o il maggiore sfruttava i passaggi segreti
per muoversi nel grande edificio senza essere visto.
"Che razza di domanda! Ero venuta per un saluto! Bel modo di
accogliermi! E poi..." fece lei scendendo e andandogli incontro di
botto, e gli strinse le braccia al collo al settimo cielo "Questa
mattina ho trovato delle cose che il pasticcere ha chiamato Semla e
Vínarterta. Ha detto che la colazione di oggi era un test
per dolci da servire agli ospiti alla festa e..."
"Si..." cercando di slacciarla dal suo collo ma difficilmente "e come
ti sono sembrate..." ma lei al solito saltellava contenta quando era su
di giri per qualcosa, facendolo con Jd, Milan, Lui, perfino Lubo,
facendogli venire lo scossone a ogni saltello, sempre stretta
"a vederli sembravano tipo zeppole ma più piccole e
più colorate, e la panna, o altri gusti e decori e quelli
che sembrano goielli!!!... e poi quella strana torta bicolor a trati!!
Li hai provati? Davvero sono svedesi??!??"
"OOH" si inalberò lui facendo stranire lei che
slacciò l'abbraccio e lo fissò senza capire
"camlmati per favore e stai buona, ed esci per ora!" voltandole le
spalle
"E perchè!?! Che succede, stai male? ero venuta per..."
"Ti sembra il momento?" fece lui come se indicasse una cosa ovvia
allargando le braccia indicandosi
"E quindi?" fece lei inclinando la testa curiosa fissandolo con
l'asciugamano e i capelli sciolti "sono passata a salutare ieri Milan
di prima mattina e non..."
"Beh, ora vorrei che tu aspettassi fuori! Milan è Milan, e
tu sei tu e... aspettami!"
"Ma avevo portato delle cose nella borsa di là che..."
"Lia!"
"Mi spieghi che problema cè? Qualsiasi situazione fosse non
mi avete mai detto niente, anzi abbiamo parlato e discusso..."
"Mi fai cambiare? Vai..." insistente e senza più pazienza
"EHHH! tutti pudici e poi dicono di me, però... come se
l'uomo avesse chissà cosa da celare rispetto la donna, che
devo sentire! Come le altre volte non avrei mica guardato, come se non
avessi con te e Milan, guardato negli occhi perchè non mi
interessa niente del maschio" sbottò lei guardandolo come
offesa per poi voltarsi e gettarsi di schiena sul letto con i piedi
verso la porta "Va bene, guarda! Mi metto così e per fare la
corretta, mi copro anche gli occhi, guarda...!?!" fece come a
prenderlo in giro, sistemandosi di schiena come un gatto che cercava la
posizione e poi coprendosi gli occhi, sorridendo.
"..." lui sospirò e si apprestò a cercare
qualcosa da mettere "questa tua mania di spiaggiarti come una foca sui
nostri letti...! Seriamente..."
"Siete voi che avete problemi. Questi letti a piume, e sono felice che
siano da animali morti, mi sarei incazzata molto se erano da spiumaggio
di soggetti vivi... mi è bastato vedere quei video di orrore
di cosa fanno a quelle bestie più volte, da vomito... e
sapendo che..."
"sapendo...!" fece lui non credendoci "stai parlando di letti di
uomini. Cosa ti fa credere che ci dormiamo solo" scherzando come sempre
ma questa volta serio
AH AH AH" rise lei divertita "rispetto gli uomini intorno a noi, almeno
adesso vanno alla casa della Seta, voi non state certo qui con
qualcuna... e meno male!"
"Altrimenti non entreresti, lo so"
"EH!... e comunque anche se Milan è più attivo
dei nosti uomini stessi, non viene qui e di certo non tu. IN questo
momento sono un letto rifatto poco fa, mentre ti aspettavamo dal volo
notturno, con lenzuola e fino al copriletto nuovi di
lavanderia..."
"E lo sai perchè hai controllato il procedimento di pulizia
o non saresti lì sopra... ho capito" fece lui indossando
fino alla camicia mentre lei dondolava con i fianchi coprendosi ancora
gli occhi
"non sono mica scema! E comunque io ho un concetto diverso dei letti
rispetto a voi"
"Che in pochissimi, penso, farebbero... pensare il letto come luogo di
riposo non solo per dormire ma rilassarsi ma ambiente intimo ma nel tuo
senso... "
"la gente ha un senso del rilassarsi completamente diverso.
Cè chi considera il sesso rilassarsi... e convididere
l'intimità, quella che loro considerano tale. Io no! Per me
condividere un letto è tutto fuorochè quello.
Solo con chi ho più confidenza condividerei il letto, e non
intendo stare qui sopra" fece lei rotolandosi fino a mettersi sulla
pancia, pogiando il mento sui palmi, stando sollevata col busto a
ridergli tranquillamente.
"Tu sai che questo modo di vedere le cose..."
"Cosa... è infantile?"
"Affatto. Così come il tuo desiderio di avere il tempo di
quacuno e quindi condividere quella che per te è la vera
intimità di una persona con qualcuno, non è
infantile. Solo il bisogno di ricercare e sperare in qualcosa che ti
è mancato totalmente e che brami..."
"bramavo! Molte cose ormai non hanno piùsenso, ormai
è tardi.."
"Comunque non è infantile voler condividere dei luoghi con
chi consideri importante o come lo consideri, ma non puoi pensare che
anche gli altri la vedano così! Sei sempre stata sola, prima
per gli altri e poi su tua decisione, non intendevo infantile, ma di
norma tu lì non potresti stare, visto che il letto
è mio..."
"AH-ha! cosa mi stai dicendo di grazia, Dorde, perchè mi
sembra che la tua sia una frecciatina..."
"..." fissandola metnre sceglieva calzini e abbottonata la camicia,
frugava per decidere che mettere poi "voglio dire..."
"Oggi metti uno spezzato! Sembra sempre che tu debba sposarti, sei meno
sgargiante di Milan, per fortuna, lui indossa abiti dai colori
sparafleshanti o damascati che secondo me lo attozzano!"
"mph!" fece Dorde non contenendosi, ogni volta no sapeva
perchè ma a ogni sua esternazione gli veniva da ridere
"Sono seria!" fece lei nel suo modo quasi infantile di rispondere
quando prendeva in giro "non lo slanciano ma lo rendono... tarchiato?
Rettangolare?"
"Rettangolare... "
"Almeno tu hai completi che secondo me sono molto più....
meno... i usoi sono eleganti e di ottima qualità, gli
starebbero bene se non fossero colori così... meh"
"E immagino che tu glielo abbia detto"
"Sempre..." salzando gli occhi al cielo, dondolando le gambe in maniera
giocosa "ma non sente! sembra pronto per i balli in maschera per quanto
mi riguarda, quando si mette quei tessuti, per un ballo in maschera a
Venezia...comunque se ti da fastidio che io stia qui sopra, scendo..."
"..." la fissò togliendo gli occhi dalla selezione di abiti
appesi, con un 'epressione che fece sospirare lei, scendendo dal letto
come urtata ma facendolo come un'attrice di Burlesque sorridendogli
cattiva.
"Lia... so che abbiamo chiuso quel discorso in macchina e vorrei..." ma
si fermò guardando oltre l'anta aperta perchè
qualcosa di fastidioso come un trascinamento rimnbombava per la stanza.
La vide tirarsi dalla stanza di Milan una poltroncina dalla cornice in
legno e imbottitura a bottoni ben gonfia fino all'angolo tra la porta e
l'armadio. La trascinava entrando lei dalla camera del fratello dal
didietro e strattonandola da un bracciolo rigido.
Quando ebbe finto e posizionata dove voleva, vi si sistemò
con il sedere sulla seduta, le gambe sul bracciolo vicino la porta e la
testa all'indietro sull'altro, a guardarlo all'incontrario.
"Potresti evitare..." fece lui come scocciato "lascia stare!"
"Cosa cè? Sei diventato assurdo. Sul letto no, sulla
poltroncina no, e se vengo a salutare avete tutti i problemi... ma
prima non accadeva!"
"Dopo la doccia? Cambiandomi?" stringendo le ante dell'armadio
"E' sempre stato così!" fece lei senza capire
"E' solo che ti comporti in un modo..."
"E sarebbe? Cosa ti turba? O ti disturba?" enfatizzando certe parole,
continuando a guardarlo all'incontrario ben sistemata e dondolando le
gambe, le braccia una sopra la spalliera e l'altra nel vuoto
"A volte non so se ti preferisco arrabbiata e come una matrona cattiva
e... o chiudere gli occhi e lasciarti fare quando ti vengono questi
momenti..."
"Momenti... che sarebbe adesso? Dorde, mi offendi! Mi stai dicendo che
per come sono, se mi metto così... cosa! Cosa ti turba?
perchè quella faccia?"
"Non mi abbracciare più! E... Chiuditi la camicia per
cominciare!" fece lui rimproverandola
"EH?" fece lei come un verso sollevando la testa per guardarsi "EEEHHH!
Ho un paio di bottoni aperti del colletto, che si vede!! Sei serio?"
domandò sfrontata, chiudendo solo uno dei bottoni, lasciando
il colletto aperto
"Ti vedevo da qui alla pancia, contegno ragazza!!" avvicinandosi per
aprire l'altra sezione a doppia anta dell'armadio vicino a lei alla
ricerca di qualcosa, nascondendola alla vista
"grazie! per poco non mi battevi l'anta sulla testa. NERVOSETTTOOO!"
facendo la gatta morta con la vocina dolce "non credo proprio che
potessi vedere qualcosa perchè sai che non indosso solo
camicia di questo periodo, quindi taci. Bugiardo!!"
"..."
"tu e tuo fratello siete uguali, non sapete decidervi per cosa mettere,
che santa pazienza!" fece lei saltellando in piedi e raggiungendolo,
infilando la testa sotto il suo braccio, ancora sulle ante a tenerle,
sbuffando contro gli abiti "guarda qui che hai dentro e sei peggio di
una donna. Io faccio in pochi minuti, voi due invece..."
"Tu metti abiti comunque simili e semplici, per un uomo vestirsi ed
essere presentabile è..."
"AH AH AH" rise lei di gusto volteggiando a braccia aperte dietro di
lui "cosa devo sentire! Ti sei mai messo un bustino da donna? I tacchi
alti? Le parigine o calze con chiusura sulla coscia che seppur moedrne
e con bordo in silicone, sono un fastidio? La coppetta? I reggiseni?
I..."
"Ho capito! Ma non hai idea tra donne e uomini, un uomo quanto..."
"SEH SEH, ma taci! Cè una cosa che mi fa ridere invece... il
fatto che scambiandovi restate un minimo voi stessi e...chi ha occhi
però, è divertente quando le donne con te cadono
in brodo di giuggiole per come appari, mentre quando poi ti sostituisce
Milan, lui che è più frizzante "ridendo di gusto
"coem quel primo giorno qui, che incontrai TE al municipio e poi nello
studio, quando mi desti quelle siringhe, ma al mio ritorno era Milan a
tirare d'arco e parlarmi come un ragazzino, raccontandomi la sua
vita... e si notava la differenza. .."
"Era nascosto ne passaggio segreto perchè l'avevo avvisavo
che tornavo di corsa e ci siamo scambiati d'abito velocemente prima che
tornassi..."
"Buffoni!" gli fece come un sussurro all'orrecchio "Anche dal fatto che
tu tieni una voce come... mh... un doppiatore, nel senso che siete
simili anche in questa ma tendi a farla calma, bassa, decisa e alle
donne dicono piace, mentre lui è più...
frizzantino! E vorrei tanto vedere le facce delle donne quando si
trovano lui al tuo posto la volta dopo, e lo vedono come è
anche se, cè da dirlo, le accappotta tutte comunque... ma
è troppo divertente quando sono prese da unoche pensano sia,
e si riaspettano, questo Marcantonio affascinante... mh forse con voi
no, sembrate diversi da apparire più come...meno... "
facendolo restare imbambolato con la testa a fissarla metnre lo
decretava come opposto al significato del termine perchè
seppur con muscoli aveva l'aspetto di un nobile elegante"comunque, si
apettano te e poi... ecco il vulcanico Milan, riconosciuto in lungo e
in largo come eccentrico per certe cose! Perchè non posso
usare una mosca per vedere!!!" fece lei divertita
"..." brontolando senza lei capire cosa dicesse
"E mi sono immaginata, sai, quando loro parlavano con te, voi... e
dicevano...< Potrei sapere adesso chi sei? Con chi ho l'onore di
essere in due?
Io sono il poeta Milàn. L'aria lieta in questa
vità!" iniziò lei a imitare quel musical facendo
voltar e Dorde a fissarla, mezzo scocciato ma mezzo divertito, menter
si esibeva, conoscendo e fissando le prove al teatro, quella
rappresentazione, finchè non gli si
avvicinò cantando a lui facend doppio personaggio " Ah, si?
Tu che vivi di poesia. Tu che leggi e scrivi saprai Milàn
che nome è... Ma che nome afoso, che ha.…Chi lo
porta? chi mai sarà?" girando intorno a lui come un'attrice
poggiandogli smepre le manisu spalla e schiena " E' colui che amo e
amerò. E' latino sai, detto tra noi ,
MIlàn è la luna e adesso lo sai..." cantando quel
brano del Musical di notre Dame, che le piaceva solo come base, e Dorde
abituato a sentirlo anche da Jd che lo suonava, mentalmente senza
volerlo, seguiva con in testa il motivetto "Chi mai sarò
l'uomo che mi attrae, se prima credevo fosse diverso..." prendnolo in
giro ma lui niente, fissava rigido i capi davanti di nuovo, le mani
sulle ante, da un pezzo
"Dorde!!?!! ci sei???" fece lei vedendolo ancora e sempre fisso davanti
l'armadio con le mani sulle ante per tenerle aperte, non
guardandola"IIOOOOHHH IUUUHHH Io sarei qui!!!" muovendo la mano vicino
a lui
"Che cè? Che hai?" chiese lui voltandosi col viso arrabbiato
verso di lei
"Tu non mi consideri, per poco sono sicura non mi cacci via di nuovo...
e io che pensavo di andare a fare qualche scherzo ad Alaric ma adesso
non mi va...."
"Quale questa volta?" allontanandosi per andare oltre la sua stanza
verso l'armadio-cabina all'inizio della sua sezione, quella bella
stanza solo per contenere i loro abiti, scarpe e ogni accessorio
imamginabile che non entrava negli armadi. Lia restò ferma
dove era, ridendo malignamente mentre lui proseguiova dandole sempre la
schiena e sparendo stanze dopo passando per ogni stanza dalle porte
comunicanti.
COme per Milan, fissò le due sezioni aperte e prese
ciò che pensava gli andasse bene e lo sistemò su
un lato del letto, quello verso il bagno, mentre Milan entrava dalla
porta opposta e di fronte.
"Che fai... " fece lui col broncio
"Mi sembravi... che è quella roba?"
Dorde posizionò il gancio della gruccia sopra gli abiti in
una sezione dell'armario, inserendo il gancio sulla barra. Si
voltò e guardò lei che addentrava un'unghia
ridendo divertita.
"Non metto quello, oggi devo..:"
"per chi è quel completo? EhHHH???" muovendo le sopracciglia
nel discorso con fare complice e divertito
"IN che senso?"
"ma come... questo completo è uno di quelli migliori che
tieni di là. Un bel blu elettrico con tutti i rilievi e
ricami sbrillucicosi a swirl e..."
"è solo un completo elegante..."
"..." ridendo "troppo di classe, e fine, e raffnato con i
ricami per tutta la giacca e panciotto. Davvero bello e particolare, ma
non per ogni giorno... a chi devi apparire, tirato a lucido?"
avvicinandosi a lui coe per sentire un segreto
"nessuno! Oggi voglio mettermi questo"
"Ahhhhhh! Mh...Cè una cosa che mi osno sempre chiesta..."
"cosa..." stancamente mentre preparava la camicia con il coleltto
adatto alla giacca con collo coreano, pronto a cambiarsi
"Vedi, mi domandavo anche da quella discussione in macchina...."
"..." lui alzò gli occhi ma non la fissò di nuovo
in nessun momento
"se Milan ha il casotto da caccia personalizzato... pacchiano!"
bofonchiò in segno di fastidio, cosa che fece ridere lui
"... ed è il luogo dei suoi
tête-à-tête, il tuo qualè?"
fece lei buttandosi di schiena sul letto con i piedi verso l'armadio,
ridendo nel vederlo agitato per gli abiti distesi vicino a lei che
sobbalzarono
"LIA!! "
"Cosa...! per i vestiti o per la domanda? Me lo son chiesta, visto che
ti nascondi e... hai qualche stanza segreta? Usi il tuo studio di
pittura? Sei come famosi pittori, tra cui Picasso, che si faceva
carrellate di donne una appresso all'altra metnre... sopra la tua testa
le persone ignare riflettono e pregano nella Casa delle Lapidi senza
invocare un dio?" muvendo le mani come se stesse castando un
incantesimo come nei film
"Lia..." scocciato e agitando le braccia come per calmarsi "vuoi
alzarti? devo cambiarmi, forza, fuori!!"
"Uh!" fece lei offesa soffiando via aria gonfiando le guance
come stanca"cosè ora questa cosa del pudore... e poi dite a
me! Non si può...!"
"Vai!" perentorio dandole le spalle "non cèrano i test di
David di... OUH"
Come una valanga, mentrte parlava, si era ritrovato lei ad aggirarlo
per andargli di fronte, così da investirlo come una sorta di
abbraccio con braccia al collo, facendolo rovinare sui
vestiti. lei però non era andata giù con lui ma
rideva e fissandolo gli diceva "Uhm, a vedere avevo ragione io! No, il
blu non ti sta, oggi verde!"
"Che cosa... Ah!" fece lui prima adirato da volerla rimproverare e poi
vedendosi gettare sulla testa una giacca verde oliva con decori meno
raffinati, e più sul colletto e bavero sul classico.
"Mh... direi spezzato, quindi questi sono... EEHH!" espirò
lei di colpo
Dorde arrabbiato nero, la prese con un braccio intorno alla
vita e la sollevò, mettendola gentilmnete ma con
velocità davanti la porta comunicante tra la sua camera e
quella del fratello e la rimproverò.
"Basta!!" veedndola voltarsi calma e composta con un sorrisetto
da truffatrice e gli occhi su di lui ma il viso un
pò abbassato, come faceva quando combinava qualcosa o si
divertiva "so bene cosa stai facendo.Con noi tutti qui sei
così ma basta con me! Ti stai vendicando..."
"NO!" fece lei come fosse ovvio e dopo averla squadrata socchiudendo
gli occhi si arrabbiò ancora
"Allora lo fai per provocarmi e studiarmi. Non farlo con me! Ti avevo
chiesto di.... la smetti!?!" fissandola malamente mentre questa con le
mani dietro la schiena si ruotava un pò col busto come
facendosi i fatti suoi "non importa cosa fai, non farlo. Sei
più aperta e tranquilla, e questo va bene, meno tirata e
scontrosa, ma non...Fallo per rispetto, non scherzare con me. Se lo
facessi a MIlan lui..."
"se la ride! Siamo amici! Scherza con me per tutto...non pensa certo
che ci provi ocn lui" ridendo come se fosse una cosa assurda "con lui
non serve, non funziona perchè lui come i nostri cavalli
addestrati, sa quando è il momento... è mio amico
ma non mi sento di spiengermi a tnato, come il trucco per capire se
avevi le lentine, quello non lo avrei mai fatto con lui..." mentre lui
cambiava faccia "e comunque penserebbe che al solito sto provando
qualcosa per Veròna e si divertirebbe a darmi i suoi
pareri... E' stato lui a dirmi che..."
"NOn voglio sapere!" andando sulla sua soglia e prendendo le due ante
della porta pronto per chiudere
"non mi hai fatta finire..."
"Dorde è infantile, allegrotto e..."
"OOOOHHH! Stai usando un mio elemento ma nel modo sbagliato! AH AH AH
!" ridendo divertita, per poi afferrare i bordi delle ante e fissarlo
negli occhi "allegrotto non è inteso di solito qualcuno come
Milan, che ama diveretirsi e tutto ciò che figoso, quando
non ha ragazza vicino. Allegrotto vuol dire altro..."
"Quel che è! Lasciami solo!"
"Mh! detto da chi entra nella mia camera..."
"SOno entrato solo due volte" parlando dallo spiraglio delle ante come
per dire che non valeva
"... tre!"
"Eh..." confondendolo finchè non si mise a riflette e ammise
"Tre.... ma solo la prima volta a sorpresa, ho sempre bussato, IO..."
le disse in tono paternale di rimprovero per dirle cosa doveva fare
"QUindi gli amici come noi non entrano senza bussare? Io pensavo di si,
e fissandoli mentre..."
"E' successo quella volta per studiarti quando non cèra
nessuno in giro e fu solo quella notte, e ancora me lo..."
"Non so, a te piacerebbe se io entrassi nella tua stanza la notte e mi
sedessi davanti a te a fissarti?" con un tono e volto complottari
"Vuoi farmela pagare per le..."
"Sarebbe uno scherzo, ma qui vengo e resto con voi per amicizia e
perchè mi va! Vengo volentieri. O non verrei, ma lo sai.
Così come ti ho colto di sopresa con quello scherzo per
vedere le lentine perche sapevo che tu non eri Milan, perchè
con te no ho avuto problema ma era solo appunto per..."
"E NON FARLO PIU'" facendola sussultare per poi fare sguardo arrabbiato
come quando si spazientiva
"Voi uomini siete davvero impossibili!vedete robe dove non ci
sono....vi sembra sempre che le femmine lancino segnali, percepite
cose... vedete cose! Voi uomini pensate di avere il pisello
d'oro e che valga tutto l'importante che voi due siate soddisfati..."
"Di cosa parli" nervoso, setnendo il telefono che squillava ma
lasciandolo fare a vuioto
"Milan e con lui Madame, hanno questa fissa di trovare amici a tutti, e
intendo in quel senso. Facendo come farebbe un maschio con una donna
gay dicendole < senti, io so che se provi con me, cambi idea
subito >. Ma io sono io, io ho i miei motivi per non volere
nessuno..."
"E hai il tuo modo di pensar ele cose, lo so, ora mi lasci..."
" ma sono stupidi entrambi! Si, almeno tu riconosci che io sono io e
cè un perchè dietro le cose, e una di queste non
mi fa provare neinte....se io avessi sentito qualcosa o deciso che
desideravo il pisello d'oro di qualcuno, non avrei certo aspettato gli
approvcci dell'altro, questo lo sai. Non me ne sarei fatta problemi
così come entrare e diree facendo io. E
poi che ci voleva a dire dei segnali, come < vuoi essere il mio
pancake e io il tuo sciroppo d'acero> oppure ancora,
ti va di pensarti lo scoglio e io la sirenetta? Milan per
scommessa li ha usati e... non so come cavolo abbia fatto a
vincere comunque! Milan ci ride sempre su questo e..." fece lei
sconvolta dalla cosa grattandosi la testa, finchè no fece un
salto
"..." fissandola in un certo modo, chiudendo la porta così
forte da farla spaventare"... adesso vengo, vai..." dall'altra parte
"Ma non cè niente che mi sproni in questo con nessuno,
quindi se prima nessuno di voi faceva problemi, perchè
adesso? NON VI SIETE MAI FATTI PROBLEMI ANZI, mi chiedevate per
discutere le cose tra un viaggio e l'altro di stare con voi e ce ne
fregavamo di tutto!!!! Siete venuti da me, io da voi, siamo stati
insieme tantissimo tempo senza problemi ne pudori, a passare il tempo
insieme in mille cose e... e ora mi cacci via?!? Mi devo arrabbiare!?"
alla porta chiusa
Dorde si passò una mano sulla faccia e si
affrettò a vestirsi. La sua parte originale, la lei
interiore, non aveva i concetti di tutti gli altri su
vicinanza, intimità e tutto ciò che lui cercava
di tenere saldi. Anche se prima così come suo fratello e Jd,
non aveva avuto questioni a cambiarsi davanti a lei, o con lei ad
aspetttarli mentre si facevano la doccia nelle stanze, anzi, con lei
era sempre stato tutto c osì naturale come con una sorella
co cui si ha un'affinità da sempre su tutto da essere la
complice e amica numero uno. . Era diventata una cosa normale per loro
come se fosse una di loro. ma... Se erano amici più che con
Dorde e Jd da parte di lei, lavoravando più loro
insieme tranne quando tornava dal generale, era impossibile starle
dietro perchè on riusciva a gestirla. E la questione era la
facilità e tranquillità con cui si comportava, la
semplicità che era rispetto quando era di malumore,
arrabbiata e simili, con loro come pari e simili, che era diventata
difficile da un pò, per non verrla sponetanea e forse
spumeggiante. cosa che lui no nsapeva gestire. Non sapeva descrivere
quel suo lato, ma era troppo allegro e... come definirlo? Che la
preferiva fredda, calma, pacata, rilassata ma pericolosa.
Da quando aveva mostrato le sue carte e capito l'inghippo suo e di suo
fratello, avevano fatto un accordo. Sarebbero stati loro stessi se da
soli e niente più trucchi o segreti. E lei lo stava facendo,
ma il suo sè interiore nascosto che usciva fuori con lui,
era troppo diverso da quello che lui accettava nelle persone. Si era
accorto che stava solo sfogando anni e anni di solitudine e repressione
tutta in una volta, ma non era abituato e sapeva, come gesitre qualcuno
come lei totalmente al contrario di una perosna,e ragazza,
normale. E i suoi comportamenti seppur sinceri e naturali, avevano
elementi diversi dal normale, per lui, che gli rendevano difficile
trattarla e starle vicino perchè tutto era cambiato troppo
velocemente, e lei era sempre entusiasta e pronta agli scherzi,
spumeggiante. Senza la corazza che aveva messo e la rendevano la Lia
seria e dura, cèra qualcuno sotto che era troppo per uno
come lui da gestire. Una cosa era quando lo era con Jd, Lubo, Alaric e
altri come quei quattro. Era sponetanea e naturale si, ma come un
vulcano in eruzione su mille cos eche non ci si aspettava che lui si
sentiva incompetente nel vederla in quel modo e...
Dopo essere arrivato alla camicia, si fermò con i brividi.
Strani rumori nella camera di suo fratello.
Dubbioso corse alle sezioni della porta e le aprì, scoprendo
Lia che faceva qualcosa tra la testiera del letto e la parete del
fratello.
"COSA FAI!!" la rimproverò scioccato "se Milan scopre che
gli hai..."
"Come se io potessi rovinare qualcosa!"
"... ti uccide!"
"Oh!" facendo la scioccata e ingenua "io pensato che volessi farlo tu!"
"COSA?!" NO! Avevamo detto in macchina che non..."
"Prego, dimmi...." fece lei monella metnre verso la pediera spingeva il
letto verso il muro di nuovo
"Cosa stai facendo, che hai fatto?"
"NON ANDARE!" fece lei preoccupata e Dorde senza i pantaloni la
aggirò e andò a controllare nel putno dove era
lei prima, fissando lo spazio tra testiera e muro possibile mentre
erano addossati
"Cosè quella roba che hai messo?" alungando le mani per
tirare di nuovo la testiera ma toccando i cuscini, e
spostandoli per avere maggior gioco con le braccia, da sotto di questi
saettarono in aria delle cos ecolorate. Dopo un salto che lui , e le
risate di lei, vide quei papercraft cinesi che dopo averli incollati e
completati si piegavano e appena si toglieva il peso di sopra,
saettavano cmoe molle per tornare in 3d.
La vide ridere di gusto e la fissò adirato.
"Cosa..." fece lei buttandosi sul copriletto di Milan con le mani sul
mento reggendosi sui gomiti e le gambe che ballavano "avanti, dimmi
tutto, sono qui attentissima!"
"LLIIIAA!" andando verso di lei arrabbiato per prenderla ma lei
rotolò via e si portò dal lato dove lui era
prima, facendolo diventare furente
"Ti avevo chiesto di regolarti un pò!. Ti tenevo buona
bonariamente e chiedendoti di contenerti...!"
"contenermi per cosa? Neanche ti sto saltando addosso" con un sorriso
carogno
"NOn farlo! Avevamo promesso...!"
"Mh!" fece lei sedendosi su un angolo del letto e accavallando le gambe
"se non sbaglio, e rinfrescami la memoria, tu stesso oltre tuo fratello
avete detto che io sono sfaccettata come carattere. E la me originale
cè... nel profondo. E tu sai che la parte che si mostra tua
partner fedele e matronale, come mi definisci, è una parte
del mio carattere, venuto fuori per odio e rabbia... "
"NOn è vero, in parte anche quella sei tu! Anche quella sei
tu! Ma da quando abbiamo deciso di essere noi stessi senza maschere,
sei impossibile! E stai andando oltre..."
"E mi dici anche che non accetti l'altra parte di me, l'originale...?
Quando prima ti ho fatto compagnia a discutere di OGNI Cosa senza
problemi pure enlla zona delle vasche giù? hai bevuto? Ti
sei drogato?"
"Non è questo. E' solo che ho l'impressione che tu stia
sfogando anni di repressione perchè sola in modo troppo
ricercato e volutamente esagerato, non affettato come quando..."
"..." facendo il gesto italiano con le mani a goccia e le labbra in una
smorfia come per dire < ma che stai dicendo > "E
cosè che ti turba? Parlami, siamo amici...usa il linguaggio
umano perchè a questo serve!"
"Ecco! Siamo amici, calmati un pò!"
" ma calmarmi da cosa! Non ho fatto neitne! Stavamo scherzando fino a
poco fa!" lei sbattè le palpebre alcune volte come non si
aspettasse ciò, aggrottò le sopracciglia e fece
un broncio offeso. "Mi stai dicendo che la mia parte vera, originale,
ti urta perchè... cosa, infantile, sfacciata, fa qualcosa
che a te non garba? Cosa...!"
"Vorrei che evitassi certi atteggiamenti, basta! Non andare oltre..."
"Prima vorrei chiederti una cosa... hai forse dimenticato le
volte che ci siamo fatti compagnia, e parlo con te, non di Milan...che
abbiamo passato in quella stanza di là, quella... ricordi"
indicando la camera di letto di lui "quando mi dicevi spacciandoti
Milan o lo faveva lui, che non usandola la tenevi da parte SE saresti
mai venuto, e mi facevi usare quello stesso letto per stare
comoda mentre disctevamo con i tablet e i computer, studiavamo le cose,
vedevamo filmati e..."
"non..."
"secondo parole tue, perchè è per il tempo
passato insieme che ho capito la magagna di voi due, ti piaceva la mia
compagnia e non ti dava fastidio che usassi quel letto per stare
comoda, perchè le piume sulla trapunta... ricordi che mi
dicevi che era intonso e per il caro fratello ma lui non veniva mai,
dallo strano nome di Dorde, e che abbiamo giocato a scacchi, altri
giochi di logica e strategici, preparato piani, discusso di ogni cosa
senza problema..." snocciolando indicando con le dita davanti a lui
"Si, lo so, lo so..." fece lui voltando le spalle
"EHI, non andare. Milan lo sa che quando fingevi dormivi nel suo letto
e chissà!!! magari dopo che me ne andavo, quel letto, ti ci
infilavi? EH?" come ad accusarlo, ma per vedere che diceva
"MA NON....!!! Non urlare!!" fece lui tornando come un pazzo
verso di lei cercando con le mani di zittirla, correndo poi sempre
senza pantaloni alla porta verso il corridoio e chiudendola "sai bene
che gli uomini sono pettegoli peggio delle donne, sono
peggio, e se sentono qualcosa, ci ricamano sopra... "
"Uh, adesso ti brucia, eh?!?" lo perse in giro
"Ascolta bene..."
"No, ascolta TU! Lo trovo offensivo il tuo comportamento
perchè mi stai dicendo che come sono normalmente, la me
vera, non ti piace! Serio serio? Tu che mi dicevi di far uscire...
ME!?!" battendosi le mani sul petto senza far rumore "Quello che non
capisco è che cavolo ti succede! Perchè non posso
essere più me stessa con te? Lo sono anche con Milan..."
"NOn è la stessa cosa"
"..." fissandolo malamente "parla, usala la bocca, parliamo sia in
inglese che italiano, anche russo, ma non dici mai le cose chiare!! E'
da un pò che ti da fastidio se io..."
"fammi vestire e poi... poi ne parliamo..."
"Ok, va bene... vestiti e ne discutiamo, anche se è sempre
come abbiamo fatto e..." seguendo e parlando animosamente con le mani
come f aceva sempre
"NO!" voltandosi appena superata la soglia della sua camera "tu resta
lì, im cambio e vengo..."
"..."
Lei rimase con la bocca aperta sconvolta, mentre lui cercava di
rirpendere le ante della porta aperte per chiudere, lasciandola fuori,
nella camera del fratello
"Sei serio!? per me non ci sono problemi, che vuoi che sia ma...
dicendomelo così? Che sono Attila che ti devasto la stanza?
NOn siamo in twilight dove i vampiri fanno sesso devastando le
camere..."
"fammi vestire e vengo"
"e da quando mi cacciate fuori solo perchè vi vestite! Io
vado, ma mi stai cacciando come se avessi fatto chissà
che... Da quando siete pudici... cosè ti sei fatto di
steroidi e hai la mastite? Hai seno di fuori come una donna e devi
essere tutto vestito? Hai cambiato sesso e..."
"shh" fece lui allungnado le mani sul suo viso per zittirla "dimmi che
non stai giocando di nuovo come fai, anche se è una cosa che
per te è d'amicizia e intima, con qualcuno con cui ti
fidi... ma no! Quando mi cambio, resti lì, ok?"
"Con quale piede ti sei svegliato stamattina?"
"FAMMI VESTIRE!" le fece urlando lasciandola fuori sbattendo le porte
Silenzio dall'altra parte e lui corse al resto degli abiti.
"Oh nando, esci fuoriii!!! Mi stò rompendo daiiii! Se non
vuoi uscire te, eddai esci, te ne stai dentro ormaaaaiii!!!"
fece lei alla porta, cantando, in italiano e lui rimase con
la cravatta solo messa intorno al collo a sentirla punzecchiare,
giocosa come faceva solo con le persone per lei vicine, facendogli gli
scherzi. Sospirò e alzò gli occhi al cielo.
"Resta lì!"
"OK CIAAAOOO!" con un colpo alla porta sempre cantando.
"Se ne è andata nel salottino..." pensòl a voce
alta lui, sospirando rilassato
Passarono minuti, passi ovattati
"Per favore, so che lei lì' dentro! La gente si
stà chiedendo dove sei!!" mentre lui fissava la porta
sorpreso ma ridendo, non risuciva molte volte a non ridere su cosa lei
combinava, fosse stata un'altra era infantile e scioccherella, anche
fastidiosa ma lei mischiava serietà a gioco ed era solo
comica ma lui non poteva reggere "Mi dicono che è solo una
fase, è il malumore del giorno, non badarci... sono proprio
qua fuori per te! E tu mi chiudi questo legno quando prima non era
così..." cantando una canzone diversa
"..."
"Nando, sono distruttaaaaa. Dove cacchio sei finito?!?!? Io
sto cercando di essere forte per due, e te..te ne freghi, fammi
entrarrrhhh....."
"mph" ridendo metnre ancora si vesitva, per non ridere andava
così lento che pareva stare a sistemarsi da ore
"lo so che anche tu sei solooooo! E insieme andava tutto beeeen! Allora
smuoviti perchè, se non vuoi tornare a come eri, io sono qua
fuori ancorrrrhhh!" cantando
"sempre teatrini! Non ti avevo chiesto di aspettarmi fuori? Non eri
andata nel salottino?" le disse fingendo di essere arrabbiato
"MA IO SONO FUORI!!!" fece lei offesa "Per me va bene aspettare nel
salottino ma cè modo e modo! se è così
allora..."
Lui corse a sistemarsi davanti lo specchio, così
da farla smettere di scherzare e prenderlo in giro. Ma appena
fissò bene la cravatta prima di mettere gli accessori nel
taschino della giacca, sentì la maniglia
abbassarsi. Voltandosi uno spiraglio era aperto, perchè non
aveva chiuso a chiave e la vide solo fino agli occhi e faceva capolino.
Lui fermandosi, iniziò fissandola come rimproverandola.
"Dico solo che se le cose stanno così, non vengo
più e non parliamo più, e non ti aiuto
più, anche nel vestirti che ti sei messo proprio quello che
oggi non ti stava!! Se mi dicevi in altri modi e termini <
guarda, vediamoci al solottino, lo preferisco perchè per
ora... preferisco così. > o ancora
< mi piacciono i letti sistemati e non abusati,
incontriamoci di là > e io non avrei mai
più maltrattato il tuo letto! Come nei film con gli avvisi
sui cosi non maltgrattati, te lo lasciavo intonso e mi godevo un
tè e dolci di là... O altri modi per dirmi che ti
sentivo meglio e a tuo agio in ambienti meno intimi... e io,
capito! E poi non ti faccio più entrare da nessuna
parte dove sono io, come camera mia, e non ti chiedo
più e mai più di chiudermi i vestiti e i lacci..."
"Siamo a questo?" fece lui mezzo ridendo
"SI! E ti lascio queste cose che ti avevo portato ma tenevo da parte,
te la vedi tu!" lasciando oltre lo spiraglio a terra degli oggetti che
andava ammonticchiando "E visto che a nessuno piace la me vera, o non
importa, qualsiasi io sia originale ocome sono diventata, vado a fare
altro! E' chiaro che veramente non cè modo di trovare
qualcuno che trova me, in ogni mia parte, meritevole di amicizia e
vicinanza. Che non mi accetta e mi chiede di non essere me! Sei
cambiato e vuoi la privacy, lecito, ma cè modo di dirlo e
agire! E ti avrei accontentato...E nessuno di voi capisce quanto mi fa
male, e ancora di più quando la gente cambia, gente
con il gamberetto, e non posso essere me stessa come abbiamo discusso
in macchina, perchè hanno quelle rogne che io odio!!! E chi
ci resta sotto, perdendo tutto? IO! Con Rò fu
così, l'unico con cui mi sentivo di parlare e comportarmi
come con te, ma niente doveva esserci di più altrimenti non
potevamo sentirci. E io abbozzo sempre! E ci rimetto smepre io! Quel
che si dice fa male!! La solitudine fa male. Il rifiuto fa male.
Perdere qualcosa fa male. Essere trattati in una certa maniera come hai
fatto tu..."
"..." sospirando
"Vi vengono le fisime e quella che si sente dire smepre di non essere
se stessa, di non giocare o agire come le viene..." facendo aumentare
la montagnola di roba che comprendeva cibo, oggetti color argento, di
plastica, scatole e cose rettangolari, fogli e altro mentre
lui rideva coprendosi la bocca con la mano, sebbene si sentisse in
colpa per cosa lei diceva "E se con te non posso essere me,
è chiaro che chiudo qui. Anche con te. Già con
Rò, Zay e Ric fu così perchè
iniziavano a dirmi di non essere e comportarmi da me, che dovevo essere
o fare così e poi cosa mi scrissero nelle mail...
continuerò ad esser me stessa con Milan e basta. Con lui non
ci sono problemi, non ha il picchio del secondo cervello e posso dire e
fare cosa voglio perchè almeno lui..."
"Lia, smettila di dire..."
"NO! Jd è quel che è, ora anche te con le
stronzate, Milan e Madame che rompono con la storia dei rimpianti e che
dovrei provare e vivere tutto o avrò solo rimpianti... oltre
gli altri. Sono io che mi porto i vecchi, non ho bisogno di fare cose
che non voglio o mi sento perchè tutti mi dicono che vivere
da materiali, significa sfruttare cosa abbiamo di materiale, e capire
le cose in prima persona. Mi basta la teoria e cosa ho visto, e con voi
che fate così e mi tenete alla larga quando prima eravamo
amici e nel mio senso..."
"Quello che vogliono dirti è... non ti senti, non vuoi
provare cosa provano gli altri e che non comprendi? Non vuoi sentirti
una persona nell'essere baciata, accarezzata, abbracciata nel modo in
cui desiderano gli altri? Questo ti chiedono. Il provare anche quel
tipo di intimità, per cui ..."
"Inizi anche tu!?! O lo dici per altro motivo? Cosa siamo due ragazzine
adolescenti che si chieodno comè essere accarezzate su tutto
il corpo o in altri luoghi, consdividere certe parti del corpo con
l'altro, scoprire che significa contorcersi appena sotto il peso di un
uomo? O l'essere il master di ruolo nella cosa? Capire che significa un
abbraccio e mani sulla schiena o scapole da qualcuno? o condurre il
gioco e sbottonare la camicia dell'altro e far scorrere le mani sotto
il tessuto? E poi cosa, dai snocciolami altre cose che me li appunto
per portarli dai ragazzi che adorano scrivere adesso per nuovi libri
con rating rosso!"
"Quello che voglio dirti è che non puoi restare come sei,
non ti fa bene. Vogliamo ricordare le volte che per vedere gli abusi su
certe donne dal vivo o video ti sei sentita male da tremare e avere
reazioni di panico senza respirare? Lo sanno in pochi visto che
comuqnue riuscivi a uscire da sola ma dovevi fermarti in un angolo da
sola e calmarti. Credi che sia una cosa buona ogni attacco di
tremarella e terrore? Gli uncubi che ti vengono nella testa in quei
momenti? Ringrazia che ci fossimo io, Milan, Jd o i capitani e basta,
perchè sappiamo da dove ti vengono e come agire, ma non ti
fanno bene. Che siano reminescenze di tue vite passate, come te ne sei
uscita da quei episodi con Rò... che importanza ha? Ogni
volta che qualcuno ti si avvicina in un certo modo tu esplodi nel
panico se supera una certa soglia, tremi da impazzire e hai bisogno di
calmarti o sei in panico da stare peggio per come cerchi di respirare.
Se non superi questa cosa, non andrai da nessuna parte. Ma tu lo sai,
ti vedi nello specchio quando hai quei sintomi, come ti vedi le mani
quando tremano come folli, loro come tutta te stessa come se morissi di
freddo, e i flash nella testa che non sai da dove vengono. Non so bene
Madame e Milan ma... non ti serve a nientefignere che non esista il
problema e cancellare ogni cosa che ti tuo corpo ti urla. Dimentichiamo
anche il tuo segreto!?! E le volte, rare, ma accadono quando qualcosa
ti fa star male così tanto da esplodere in un pianto
infinito silenzioso e non ne esci se non ore dopo? Il tuo corpo ti
odia? NOn riesce a contenerti, lo so, ma forse tanto pensiero negtivo
non hanno mio fratello e la sua amica. Forse pensano che è
una cosa naturale, della natura proprio stessa, che ti chiede
di sperimentare alcune cose che..."
"Fanculo!"
"Se viene soppressa così tanto ci deve essere un
controllo maniacale sulla persona, essere represse da giovani
in confronto alle tue idee liberali e positive sul concetto per altri e
cosa affermi che non avresti problemni ne altro SE tu..."
"Stai sviando da un pezzo da un problema molto più serio!
CHI MI ACCETTA? CHI MI VEDE PER COME SONO? CHI NON VUOLE CHE IO CAMBI
SOLO PERCHE' PENSANO CHE NON DOVREI ESSERE IN UN CERTO MODO COSE SE
FOSSI CHE SO UN AMANTE DI BAMBINI, UN KILLER, UNA..."
"Non intendevo..."
"Chi sono IO? Chi sono io, tra le varie persone? Io, chi sono
veramente? Quale è il mio nome? Chi vedo, allo specchio?
Come chi, dovrei muovermi nel mondo? ect... IO devo accettare VOI per
come siete e cosa pensate che io debba e fare di ME! Ma VOI non
accettate niente di me, non mi riconoscete e nè...
"Stavo dicendo..."
"SO CHE COSA DICEVI!" fece lei con un colpo alla porta "che io non
dovrei dire che non mi sneto, non voglio, che non dovrei avere paura,
non dovrei tremare su cose che dovrebbero essere naturali. Ma come fai
TU a dire a me, come tutti quanti voi in generale con cui ho scambiato
certe cose mentre voi facevate lo stesso con le vostre, di fare,
tentare, pensare, non aver paura... siamo sempre là!
Dovresti essere al mio posto come anima o Personalità per
sapere il terrore e l'orrore al sol pensiero e l'ansia, il respiro che
mi manca quando pensavo, non ora più, a certe cose per
capire come mi dicevano tutti! Io non voglio sapere, se non sono io a
volere quella cosa, non me ne fotte niente neanche più
provarla solo per... E tuti continuate con la scusa della voce amica!
Di come quello che dite di provare è da cani! E parlo di
quello che conosco. E cosa è significato aver detto si a
qualcuno che sentivo e vedevo come con te, Milan, Jd e...capire anche
solo quando mi abbracciava che non capivo ccosa dovessi provare mentre
tutti mi dicevano quello che provavano loro, e io restavo come un
carciofo con la domanda < e cquindi, ora? Dovè questo
che dovrei provare?!? >... tu no eri me metnre mi veniva da
piangere con una disperazione dentro che non si potrebbe neanche
spiegare. Per me non è possibile! Di forza non posso! Non mi
viene! Non è per me! Se non sono io a volerlo, desiderarlo,
non ho intenzione di ripercorre quel delirio di terrore e
attacchi di panico! Quindi smettila anche tu!"
"Ma... di altro. Cosa significa sentire il calore di una
persona vicina, o come per sempre quella canzone del musical, quando
sbagli sempre la parte di Fiordaliso e invece di dire < e non ha
moralità, è un soldato e scappaerei ma
più mi stringe e più mi attrae, e mi
avrà e per la vita mi amerà > e invece per
uno scherzo a Milan ti esce ormai sempre e solo < e non ha
moralità, è un soldato e scappaerei ma
più mi srtringe e più mi attrae, e mi
avrà e con le mani mi amerà > e lui ci
ride sempre perchè ogni volta quando viene riproposto al
Teatro infondo alla sala tu canticchi vicino a lui e sbagli smepre quel
pezzo. E non capite comè una pres ain giro su di lui ti
abbia fatto ricordare la strofa sbagliata. Ecco, ti prendo ad esempio
quel pezzo. Tu sai che significa essere amati con gesti d'affetto o
semplici carezze, non importa dove? Come ci si sente a sentire i
snetimenti dell'altro a partire da questo? O dare un bacio leggero
sulle labbra e sperare che l'altra le dischiuda per approfondire il
bacio e condivdere un momento che..."
"E tu l osai, a quanto pare! Bene, buon per te! Ma non farmi la morale,
cazzo, perchè anche se non so che significa non ti azzardare
a dirmi cose per stornzate tue! Non ci provare dopo che è da
mezz'ora oggi e giorni che continui a buttarmi fuori da ogni
stanza facendomi snetire un'idiota!" fece eli acida e arrabbiata "Non
mi abbracciva mai nessuno, e quando lo faceva Rò mi chiedevo
cosè che dovessi provare. E quindi? Ora che per voi sono
troppo io, non ha senso più parlare di questo!
Resterò solo partner di lavoro e basta. Non
accadrà che io cada nella disperazione e senso di schifo e
nullità come fu con lui. Nè con te, nè
con Milan e ne altri. Non mi interessa più sapere come un
uomo tocca una donna che sia una mano sulla spalla, o un abbraccio o
altro, smettetela di rompere e guardate la vostra di vita! E pure mi
cacciate via in modi assurdi, senza considerare come posso sentirmi,
con un tono vergono, qquando prima vi andava bene... Da oggi potete
scordarvi ogni forma di amicizia!"
"Aspetta, mi metto le scarpe..."
"LE SCARPE!!! Io parlo e tu pensi alle scarpe!! Oltre che camminare con
i piedi nudi e i calzini per terra perchè voi non usate
cambiarvi le scarpe per il dentro...! Ho capito, basta, vaffanculo
tieniti questa roba che doveva servirci per queste due sere che eri qui
e statti per i cavoli tuoi. Sempre la stessa storia. Non posso avere
nessuno accanto, non posso vivere l'affezione come mi sento e desidero,
non posso avere come dono il tempo di q1ualcuno, non posso
avere le persone vicine perchè io essendo io non
dò cosa gli altri vogliono o non sono cosa si aspettano e
vogliono, perchè incapaci di gestire persone diverse da
quelle che si preferisce. Considerate solo il fisico, ma l'amore non
è solo quello. E' un fattore di cuore, testa e anima, ce la
metto pure...! perchè sef ossimo tutti senza genitali, si
scoprirebbe che l'amore è qualcosa che esiste al di fuori di
questi, e del sangue! Come fu per quella persona di quella opera che
per me è magna! Ma no! Facciamoci venire i complessi
perchè per uno scherzo per controllare la mia teoria, tutto
è cambiato! e A RESTARE SOLA RESTO SEMPRE IO!!!! Ma nessuno
capisce, nessuno comprende, nessuno ha empatia e considerazione da
capire il mio, di lato. Siete tutti lì, col vostro, dal
vostro, e non dal mio e alla fine non ho altra scelta se non mandarvi
al diavolo e restare sola! Come ho già fatto
d'altronde, quindi per me non cambia niente, ripiombo solo nella
solitudine nera, ma guarda, ci sono abituata così tanto che
neanche mi procura più dolore..."
"Aspetta!"
"E ancora quei due che dicono a me offesi che loro vivono cose e non
sono presi dalla lista della spesa, lo so che pensano che io sbaglio,
che io faccio cose errate e via dicendo. Tutti quanti alla fine mi
avete affossata e non capite, ed è per questo che non
accetto di lavorare con voi anche nella politica.Siete tutti e sarete
sempre e solo una delusione così come dicevano tutti di me!
Sepre trattata come una che sa dare solo una delusione, non raggiugnere
e mantenere le aspettative, tuti vogliono che cambi perchè
sia come vogliono, ma solo io devo farlo! Gli altri tranquilli sempre
uguali, sempre io ad essere la fessa di turno a cambiare ed essere...E
anche quell'opera che amo, la prima in assoluto dove cè
quella deficiente nazi che tra l'altro festeggia il compleanno lo
stesso mio giorno, e quanto mi sono incazzata quando l'ho scoperto, e
che la persona che le prende il nome è come me! E lui nel
finale. Non intendeva ferirla ed era davvero in una situazione
terribile, ma la verità è che l'ha ferita e l'ha
quasi spinta al suicidio. E quella storia dove cè lei, come
me, come Babydoll, ci ricorda molte volte di stare attenti
con le nostre azioni, di essere consapevoli delle persone intorno a
noi, e questo è solo uno dei tanti casi in cui lo fa. Non
è necessario essere malvagi per ferire una persona oltre
ogni immaginazione. A volte non hai nemmeno bisogno di voler davvero
ferire quella persona, basta che apri la bocca!!!. A volte, per
distruggere la vita di un'altra persona è sufficiente non
pensare alle conseguenze che le tue azioni potrebbero avere su quella
persona. Sia nella versione in carta che in particolare nella versione
VN di questa scena, Lui sa esattamente cosa sta succedendo, sa che lei
vuole davvero davvero morire, sa che non vuole nemmeno vivere e lui le
chiede di continuare a vivere. Dice anche diverse varianti di pentirs
per i peccati vivendo una vita buona e appagante. Per uno di questi
tentativi, dice di averlo detto con forza perchè credeva che
lei lo seguisse. Lo intende davvero e sa chiaramente cosa intende fare.
Ed è lui poi che si sobbarca tutto perchè non
accetta fino alla fine anche se lei non poteva essere salvata... quando
dice di non ricordarsi di lei, dopo averla omaggiata, commemorata, dato
un Saluto in tutte quelle parti per poi il finale, quanto ha fatto
male!... Penso che sia un bel messaggio con il primo ma la
realtà non è logica! E siete tutti stronzi! E per
quanto mi riguarda col cazzo che ti aiuto a salvare stronzi e merde che
meriterebbero di stare dove stanno! Noi ci facciamo il culo e la gente,
vaffanculo si fa i cazzi suoi nel suo orticello e il resto chi ce ne
frega, sono solo gli altri stronzi a stare nella merda e quelli
giustamente diventano egoisti e pensano a lorocon il poco che
possono... e andando avanti così col cazzo che si cambia
questo mondo, quindi tenetevelo e lavorate voi! Io me ne sbatto
fuori!!! Non voglio avere a che fare fuori da cosa ho accettato, non mi
interessa come è il mondo là fuori ormai, se sta
bene, se con i cambiamenti anche se utilizziamo ancora i nomi dei paesi
vecchi..."
"ti avevo chiesto di aiutarci per la questione politica..."
"IO NON AIUTO" fece arrabbiata infilando la mano di nuovo dalla porta
aperta, prendendo dalla montagnetta roba e tirandogliela, ma senza
mettere la testa dentro per sfregio, e si accorse che
sembrava piangere, cosa rara e solo quando non reggeva più
qualcosa di troppo doloroso "fate sempre a pensare solo al vostro modo
di vedere le cose, dicendo che sono IO che lo faccio come se fosse un
peccato, o qualcosa di sbagliato, o se le cose vanno come vanno su e
contro di me, SONO SOLO IO!!!!" piangendo amaramente "ma fate i
buonisti rigidi con me!E poi vi aspettate cose e se non potete averle
dite che sono io che sono cambiata come un'accusa! ora sono di nuovo
sola e spero che siate tutti felici del continuare a fare ed essere
come quelli che diciamo di voler cambiare, ma tenete tutto uguale! DI
farmi soffrirte anche voi ma no, sbaglio io! E vorreste cambiare il
mondo? Basta! E' chiaro che per te tutto è cambiato da non
poter più passare del tempo con me, come noi prima, ho
deciso, statti per i fatti tuoi se è questo che vuoi, che io
da oggi stò sola, fanculo anche con Milan e altri! a! Almeno
lui mi trattava come ME!" sbattendo prima la porta per chiuderla e poi
continuare a lamentarsi ma piangendo.
Dorde con il pettine in mano andò alla porta, ma la
trovò chiusa. Aveva chiuso a chiave da fuori.
"Andiamo! Apri, sono pronto" ma la sentiva in preda a quel pianto che
le capitava rare volte e che sfogava in una volta sola per molto tempo,
silenziosa ma si capiva da come respirava "Mi hai..." ma un colpo alla
porta lo fece sobbalzare
"..." non emetteva mai i versi del pianto ma sapeva che stava
piangendo, ma si accorse che non era all'altezza della sua testa, ma
con l'orecchio capì che doveva essere o seduta a terra o
accovacciata a disperarsi senza emettere suono.
Gaurdò la pila di oggetti accanto a lui e poi il telefono
gli squillò, che teneva sul comò oltre il letto.
Andò là, vide di chi era la chiamata e quasi gli
cadde di mano quando un altro colpo forte contro la porta gli fece
prendere un colpo. POi il suono della chiave, forse prima non si era
sentito per il modo irato con cui avev asbattuto le due ante insieme.
COn il pettine in mano e il cell in un'altra si accostò alla
porta guardingo, perchè si apriva verso di lui, ma la
sentì tirare su col naso, respirare forte e poi
solo sentendola camminare.
Dorde buttò sul letto il pettine e corse alla porta, ma lei
era giù nel corridoio che andava verso i tre che le facevano
da ombre. Kovacs e Zidgi erano più sopra, l'altro
più sotto.
Erano sugli scalini in attesa come sempre e quando la videro le fecero
spazio per scendere e commentarono.
"Capo che è successo? Che ha?"
"niente! Tutto va come sempre deve andare, per gl ialtri... andiamo
dall'eschimese!"
"Da chi andiamo?" Django chiese da più sotto
"L'eschimese" fece Kovacs
"OH!SI! quel protettore ma che chiamiamo amichevolemente pappone
strafatto, che ama ancora mettersi le pellicce giganti e le
catene d'oro che sembrano quelle dei cessi... Capo, per favore, me lo
fascia fare, mi faccia strappare da dosso allo stronzo per cosa fa
la..."
"puoi fare tutto quello che vuoi, la me cattiva è
dispostissima" gli fece passandogli davanti, seria e rigida e dura,
lasciandolo interdetto mentre gli altri alzavano le spalle.
Dorde si arrabbiò e sbattè la porta che dava sul
corridio così forte da sembrare che si staccasse, per
guardare la sua porta e vedere, sull'anta chiusa, un
messaggio appiccicato con scritto < fanculo i vostri
ormoni del cazzo, impiccatevi >.
ricordo
che l'altra "fic" presente nel mio profilo è la versione
leggermente aggiustata di questa a livello di codice, non so
perchè ma sul vecchio supporto il codice era andato per i
fatti suoi cancellando pensieri e altre cose, continuo questa anche ma
quella sarà quela definitiva e più completa.
Ho postato le varie parti nei capitoli precedente ma ci sono sempre
problemi di codice con parti edlla fic saltate, intanto ho cercato di
mettere il testo completo come dovrebbe essere, capitolo dopo capitoli.
Inoltre ringrazio _Briareos_per
cosa mi ha scritto e consiglio le sue fic.
L'uomo
soffocò un conato di vomito e la fissò. Appariva
come un qualcosa di innaturale, impossibile da esistere. Aveva oltre
l'aspetto un cè da apparizione da fantasma che inquetava. Voltava
di poco di lato il volto per fissarlo con un ghigno e poi un sorriso
allucinante, come godendo di ciò che osservava e della sua
sofferenza, con gli occhi grandi aperti e freddi. Con il volto un
pò verso sinistra, con il mento alto e gli occhi calati su
di lui, fumava da un cannello da donna anni trenta una sigaretta
dall'odore strano. Abbigliata maestosamente in un abito di stile antico
a metà tra il periodo settecentesco con qualcosa del secolo
dopo, con maniche ampie e varie rouches, livelli di gonne arricciate e
a cascata, gonna tonda di forma e una sorta di strascico che partiva
dalle reni a strusciar e per terra, come pensava lui, le parti finali
di un fiocco troppo lungo ma senzan fiocco. I capelli
raccolti tranne una bella ciocca che compariva sempre su una spalla a
boccolone e vari decori che balugiavano tra i capelli. Pareva
sempre avvolta da qualche nebbiolina fine e argentata e come si muoveva
col corpo e viso sembrava non una persona normale. A
una frase simile detta per sbeffeggiarla si era ritrovato con qualcosa
in faccia di appiccicoso senza averne avuto sentore, cone lei che era
partita offesa, ma davvero arrabbiata dicendo ai tre con lei tipo
"è mai possibile che a questo fottuto mondo non
cè ne uno che dice che io sono normale? Che poi, cosa
è la normalità? Abbiamo rottinculo madornali,
snobbisti teste di cazzo, bulli di buona famiglia spacciati per gente
per bene e poi merde o gente devastata dalla vita che non riesce a fare
altro che sfogare sugli altri il prorpio male, arraffoni merdosi,
politici che sono quel che sono, gente che riesce ad apparire normale e
poi sotto sono psicopatici, sociopatici, sclerati, abusatori e la lista
è lunga... ah, se noi lo sappiamo!! E poi... arriva la gente
che dice A ME che sono strana o non normale... posso
indignarmi?? E poi dicono che io mi sfogo in modo stronzo sugli
altri.... e in quanto a te" tornando all'uomo che legato scuoteva la
testa per scrollarsi di dosso la roba appiccicaticci che gli sembrava,
quella caduta sugli abiti, rosella "sono anormale? Sono fuori dalla
logica? Bene, visto che il mondo mi vuole così e io non ho
intenzione più di lottare e combattere ma mi areno... che lo
sia, allora...." e quella volta si ritrovò un animale color
miele o cannella, era comparzo dietro di quei quattro e si era fiondato
elegante e grosso più di un pastore tedesco su di lei ocn le
zampe anteriori, mentre con la lingua pungente e rasposa gli leccava la
faccia e lui stava impazzendo.
"Sono
stronza e fguori di testa? Vediamo questa torturella...
perchè è .. Ella!!" scoppiando a ridere fumando
L'aura
che emanava sempre e in quel momento che l'aveva davanti di
nuovo, era cattiveria pura e follia, le risate non sguaiate
ma di cuore e di scherno, maliziose e e malignità. Gli
atteggiamenti che si accavallavano. Dall'abbigliamento a certi
movimenti nonostante la stranezza, parevano pregni di eleganza e
fierezza, compostezza e qualcosa di più della sua
età. ma parecchie volte quando le partiva il momento di
follia sadica, di scherno da bulla, pareva perdere in eleganza e a
tratti pareva mancare compostezza apparendo quasi... sguaiata ma non da
gente di basso livello ma da una che si divertiva ad esserlo.
Schizzando in alto al fierezza e arroganza, supponenza, il senso di
potere che aveva su di loro e azzerando tutto il resto come ci si
sarebbe aspettato da qualcuno con quegli abiti e le storie raccontate
su di se.. Le
cos eche pensava ogni volta che lei appariva e si comportava in modo
strano erano "una cafona con arroganza", " esponente degli
arroganti", leggenda di coattagine e stronzaggine",
"è una criminale a piede libero ed è
così criminale che denunce e confronti con gentaglia che lui
aveva affrontato era riduttivo, con comportamenti da gente fuori di
testa dei peggiori cartelli e gestione delle sostanze
peggiori" e poi la "camminata cafona" che non era cafona come
una persona che se la sente e tira con abiti di pregio ma non ha
classe, eleganza, capacità di muoversi con leggerezza o
stile e via dicendo. Come accadeva con cantanti o gente che diventava
famosa e poi quando appariva davanti ai fotografi ti chiedevi chi
cavolo fosse. Lei si comportava, gli sembrava, con cafonaggine di un
bambino che fa e prova cose per la prima volta e appare goffo e
impacciato apparendo come gente che entra in un luogo di altre classi e
si nota SUBITO. Ma era artificioso e voluto, si chiedeva sempre?
Quella
donna, che pareva giovane ma a tratti più matura in molte
cose, aveva portato quasi a follia tutti loro. Dopo averli cacciati e
catturati comparendo di persona e inseguendoli camminando con calma e
tranquillità mentre quelli con lei sembravano militari
esperti. E lui che era stato in carceri duri o in situazioni estreme,
non risuciva a reggere quello che lei emanava e lo inquetava. L'aveva
vista, con quegli stessi abiti, osservarli divertita per come erano
ridotti dopo ore di interrogatorio e sevizie. Ma non classiche, ma che
lui no naveva mai neanche conosciuto. E per l'ennesima volta lei
apparve, sena fargli capire quanto tempo era passato, cosa pensava o
volesse. Facevano mille domande e interrogatori ma sempre slegati, di
cose opposte alle altre e via dicendo, non comprendendo lui stesso cosa
volessero davvero. La spiazzata che gli diede, a lui e agli altri, fu
tempo prima quando se ne uscì appena entrata, con domande
personali su di loro. Tanto che tra loro legati e messi in fila ma
molto distanziati, in un modo assurdo per lui, con le sedie legate da
catene che pendevano fino al soffitto alto e che tirandole non sapeva
da dove le sedie si sollevavano e si ribaltavano, dondolavano,
roteavano con loro ben stretti come fossero su un ottovolante e ancora
no ncapiva il perchè, si fissavano incerti quando non
storditi e si chiedevano tra loro "ma che significa?"
Chiedeva
del loro trascorso da bambini, un altro momento ragazzini, poi appena
uomini. Amicizie, amori, legami, cosa provavano e cosa sentivano loro
su queste cose, come le conoscevano e riconoscevano. E poi chiese delle
loro relazioni, del sesso e di nuovo, cosa provavano e cosa sentivano
loro su queste cose, come le conoscevano e riconoscevano. Ma
quella volta che ricomparve, gli sembrava parecchio più
dura, che una tipa strana che si meteva, bevendo e fumando, a chiedere
di cose personali ai suoi prigionieri. Sfrontata,
come se fluttuasse sul pavimento, tanto da sembrare irreale e pronta a
scomparire, si udivano i ticchettiii dei tacchi ma non si vedevano le
scarpe perchè l'orlo carezzava il pavimento. Con un ghigno
inquietante e rabbia e follia che plendenva negli occhi verdi. Era
sicuro che ore prima fossero castani.
"..."
lei fumava, abbracciando con le labbra il bocchino che pareva in
metallo argento o simile, creando attorno a lei una nebbiolina e
impalpabile velo argentati che aumentavano l'aria che aveva di suo. Di
nuovo l'ambiente sembrav quasi irreale e non umano, come dislocato
altrove. E
quando espirava lo faceva sempre come fosse un gioco, semplice e
d'abitudine, e come se soffiasse con dolcezza su delle candeline
immaginarie. Il suo trucco non era esagrato, volgare, troppo presente
come per tutte normalmente ma si vedeva che aveva del trucco sul viso.
Già dall'inizio le aveva detto per scherno che se si
colorava di rosa gli zigomi come tutte le donne normali, sarebbe stata
anche più carina, meno una morta, dalle parti più
accennate color bronzo chiaro sfumato dove si voleva dare volume o
snellire sul viso certe parti, gli occhi e labbra truccate ma mai
esagerate come certe donne che avevano chili di prodotti addosso. E
quelle zone truccate per risaltare o altro lui non ne capiva di truppo
certe parti erano più scure del suo colore naturale, sebbene
non fossero esagerate ma si vedeva dal contrasto che era trucco.Troppo
chiara, lei, tranne i giochi di luce del trucco, ma senza
quella roba che mettevano le donne rosata per dare colore al viso
chiazzando le gote. Lui la sfotteva quando poteva anche per contrastare
cose gli facevano, dicendole che sarebbe stata uno schianto ccon quella
roba rosa sulle guance, di mettere un rossetto rosa invece di quel tipo
mattone non sapeva, di enfatizzare gli occhi meglio perchè
potevano essere ancora più da gatta. Lei fumava portando
indice e medio che tenevano la sigaretta al centro delle labbra,
parallele, inchiodando gli occhi in quelli di lui o degli altri che
parlavano, e sorrideva come se si divertisse. Ma a parte gli abiti,
sembrva che si truccasse sempre allo stesso modo. così come
le unghie. Mai laccate o decorate come le altre. Sembre come se fossero
con uno smalto trasparente, questo si capiva dalla luce, che avesse uno
smalto, e le unghie erano poco lunghe, sembrava mezzo centimentro
massimo dalla distanza in cui restava in piedi o sedeva da loro, e
tondeggianti. NOn studiate o da manicure come tutte le donne facevano
con unghie finte. Non vedeva la bombatura tipica delle unghie finte
aggiunte che a lui semrbava ocme se le avessero prese a martellate e
queste si erano gonfiate.
Alla
fine per ztuzzicarla le sorrise beffardamente, sfottendola
che non sembrasse graziosa senza un pò di colore rosa al
solito e che si chiedeva che aspetto avesse sotto quell'abito
ingombrante "anche ci sono, visto che per non so quanto tempo ci hai
chiesto del sesso che abbiamo fatto". Risse lui mentre gli altri lo
seguirono stretti alle sedie, ma queste ancorate a terra nonostante la
catena dritta dietro di loro. E
lei sorrideva beffarda e come pronta, nel suo cervello, a ribattere ma
in modo orribile. Pareva ammantata di malignità fin nelle
ossa. e le sue mani, aveva sempre notato, si muovevano come tutto il
resto come calcolato e facendo degli archi immaginari ma le dita, le
vedeva sempre sempre muoversi e restare posizionate in pose strane.
Avrebbe detto come le muovesse per qualche danza o simili. E anche
quando teneva quel bocchino, le dita erano in modo a metà
tra il naturale per lei e lo studiato, armonico.
E
poi rispetto la volta precedente che era apparsa... Aveva tenuto un
braccio dietro la schiena, il capo e un pò il busto verso
destra, non molto ma si capiva, e lo fissava come le
prostitute che stavano davanti a lui sorridendo, pronte ad agire per il
loro lavoro. Fu quella la sensazione di dejavù che ebbe
vedendola in quel modo, in quel momento. Il suo atteggiametno sembrava
come un sorriso malizioso e monello, come pronta come quelle donne a
dar il via ai giochi piccanti partendo da uno spogliarello. Ma lui
terminò come uno specchio rotto quel senso di giù
visto, quando lei sorrise in un modo terrificante, metnre gli uomini
che parevano militari intorno a lei restavano in disparte, che lo
osservavano, altri torturavano, altri ancora stavano sempre dietro di
lei e pronti a cosa le servisse, non proferivano mai parola se non
chiedere a lei qualcosa in una lingua che non conosceva o solo
osservando lei e poi agendo, come se parlassero nella mente.
E aveva mostrato nella mano sinista un oggetto che l'aveva lasciato
interdetto.
"Io
ADORO le miniature, le riproduzioni in scala, questo vostro mondo
moderno è perfino meglio del mio!! Sai, ai miei tempi era
difficile e costoso far creare riproduzioni da collezione di tante
cose... e ancora di più, se funzionavano. Riuscivano a
creare bellissimi carillon o meccanismi minuziosi nelle parti piccole
ma... questo vostro mondo è straordinario per come avete
rimpicciolito molte cose... ma anche il cervello, purtroppo! E' triste
vedere come una come me si aspettasse... un'evoluzione al meglio della
razza umana dai selvaggi. sporchi e maschilisti e invece... siete
peggio, a causa anche della stessa nuova tecnologia che rende facile
per tutti fare lo schifo! E ora io sono qui per potare i rami
danneggiati! Io sono la Giardiniera del Sogno, intendo colei che per un
ideale coltiva o estirpa, si prende cura o elimina in base alle
necessità che rovinano le persone e il mondo. E ora, grazie
al potere della tecnologia del vostro mondo..." elevando con una mano
l'oggetto e con l'altra come presentandolo, con occhi come se
osservasse qualcosa di straordinario..." procedo di mia mano,
perchè mi sono stancata delle gentilezze dei miei servi e...
desidero che tu mi dia delle risposte. Non voglio sprecare il mio
potere magico ocn voi, è così semplice utilizzare
di mia sponte questi gioiellini che ai tempi sarebbero stati definiti
diabolici per provare da mè, per una volta, cosa significa
ottenere ciò che desidero... ma prima, voglio capire
l'utilizzo, vediamo..."
Portando
l'oggetto nella mano destra, portò la sinsitra in
una delle pose delle dita come studiava dal basso verso l'alto creando
dal niente una sorta di blocco di fogli. E lo studiò e poi
iniziò a commentare, votlandosi con busto un pò e
viso verso quelle pagine che levitavano per aria.
"...Mh...Mini
motosega da potatura a catena con batteri4, con 2 catene
intercambiabili da 4e 6 pollici e due batterie da 24 V e caricatore
rapido, per tagliare il legno e lavori di giardinaggio. Pesa solo 1 kg,
risparmiando tempo e fatica. La lunghezza è di soli 35
cm.una batteria che può durare fino a 20-40 minuti. Questo
è sufficiente per 50 tagli efficienti di maxdiametro di
taglio massimo 14 cm. Con la comodità di questa motosega
elettrica portatile, non vedi l'ora di tagliare i rami del tuo
giardino! FANTASTICO! .Il motore in rame puro ottiene una trasmissione
diretta forte e durevole che ti consente di tagliare in modo fluido ed
efficiente. Con 20.000 giri/min,non cè cosa che non puoi
fare! La cosa più importante è che se
il motore si surriscalda inaspettatamente, smetterà
automaticamente di funzionare, il che può proteggere
efficacemente la vita del motore stesso, e dissipare il calore in modo
efficiente e offrirti un'esperienza più sicura. Prestare
attenzione al primo utilizzo ad impostare la tensione della catena...
ma questo lo hanno già fatto loro..." fece muovendo le dita
come se scacciasse un moscerino ma le pagine si voltavano da sole "Per
sicurezza, tua e del lavoro, indossa i nostri occhiali e guanti
antitaglio prima di prepararti a tagliare per... non cè
bisogno! Cosa vuoi che succeda a una Strega centenaria che varca i
piani come se saltasse alla corda...?!?...Mh... non pare ci sia altro
di interessante! bene allora... procediamo...!!" fece questa. Mostrando
una motosega piccolina che pure nelle sue mani piccole e fini sembrava
anche troppo grande.Sembrava di impugnatura troppo larga per
la sua mano , nera e come di ottima qualità, non le
cinesate da poco, mentre la mostrava compiaciuta a tutti loro
vontandosi col busto come se alzandola in alto la luce la evidenziasse
meglio, con una contentenzza che faceva a cazzotti con quanto appariva
poco prima.
"perdoni,
mia Signora, ma per mia esperienza con quelle che abbiamo usato
prima... La catena si allenta facilmente e mangia troppo
cioò che si deve tagliare. La causa è dovuta alla
qualità di arrotatura della catena e un ' dentino davanti ai
denti taglianti troppo basso.La motosega saltella e diventa
pericolosa non avendo nessun sistema di sicurezza se non una barretta a
copertura della parte superiore della catena, che,a mio avviso,
inibisce il taglio da sotto. Quest'ultimo è
fondamentale nella potatura perché evita che il soggetto da
tagliare si strappi e divelti in modo orribile. Lo dico da ex
potatore professionista. Il commutatore di verso posto sopra il
grilletto di avvio è troppo lontano per le vostre dita. Per
questo mi offro come..."
"Rifiuto!"
sebbene fosse tutto parte della messinscena, il modo in cui
lei lo disse come altre cose apparve a tutti come offeso,
vergognoso, come se le rivoltasse contro "Continua con il tuo compito,
oggi ho deciso come onore per quest'uomo che ha retto molto bene,
provvedere io... a un ballo, insieme!" fece lei tornando come prima.
Gli si avvicinò, leggera e quasi saltellando, ghigno e occhi
lumionosi, per poi essere così vicina da prendergli entrambi
i lembi della camicia aperta e sporchissima e chiuderli nel suo pugno,
tirandolo un pò verso di sè, inclinandosi un
pò "Tu e io danzeremo insieme in questo demoniaco duetto di
disperazione. La tua tenacia mi inebria, mi regala qualcosa che non
provo da tempo e quindi, come gesto di rispetto, sarò io a
provvedere al nostro tète a tète!!!" Guardandolo
negli occhi a pochi centimentri l'uno dall'altro, lui senza capire "E
tutti voi ne uscirete disperati e dannati, nel corpo, mente e anima,
così come lo è la mia...! E sebbene io abbia
smesso la mia amicizia con quelle persone rispetto a prima, visto che
non mi accettano per come sono e si aspettano per i loro pruriti io
debba cambiare... allora non mi resta che continuare con solo gli
accordi e il mio impegno! E fare ciò per cui mi sono
prodigata di aiutarli. Se io devo essere stronza agli occhi degli
altri, allora che lo sia davvero!! E sarete tutti voi feccia
e pagare per il dolore che mi procurano loro... perchè
sarò egosita adesso e non posso di certo bastonarli! Mi
servono! Devo giungere al momento di andare con la mia pace, e ho
bisogno di loro! Se quella persona mi ha pregato, senza però
chiedermi scusa, di pensare a suo fratello, Jd e gli altri
perchè non avevano colpe... quanto sbaglia!... Allora che
sia così! Farò finta che non sia accaduto
qualcosa con loro, e resterò in parte amichevole, ma tutto
ciò che per la feccia di prima e loro per dirmi sempre di
cambiare e di esser cosa dicono... erutterò la mia rabbia e
dolore in un mare di terrore perchè questo mondo possa
avvertire pure nell'aria i miei malesseri! Che questa notte speciale
sia di avvio per il mio SFOGO! Finchè non sarò
andata, non posso punirli, devo tacere, la poi sentiranno, OH SE
SENTIRANNO!!... la mia rabbia fin nella testa!" torcendo il colletto
dell'uomo che mostrò senso di fastidio nel respirare "E se
in nessuna parte del mondo cè un posto per me per come sono
e sento di essere dentro, che il mondo urli di paura per la mia
risposta! Io non resterò docile al morir della
luce!" Urlo e mi rivolto in ogni bel giorno e oscura notte! Se
io non posso essere amata e voluta per come sono, che il mio
essere Giardiniera del Mondo e del Sogno sia portato al completo anche
per mia mano!" lasciandolo e prendendo con entambi le mani l'attrezzo
che iniziò a rotare e fare casino, segno che era di ottima
fattura. Lei rise e ghignò, le luci parvero perdere
luminosità di un pò e attorno a lei apparvero
cose mostruose e assurde, che si muovevano e le si accostavano mentre
lei rideva di cattiveria. La testa dell'uomo iniziò a
girare, inizil a sentgirsi male ma non per le sevizie, ma qualcosa gli
giungeva al cervello e parve non vedere più gli uomini, la
testa gli cadeva sul torace e quando la riportava in alto, no nsapeva
gli altri, lei era smepre lì ma non cèra
più nessuno degli uomini. E quelle cose! Sembravano la
rappresentazione come un'allegoria macabra e horrorifica di peggiori
incubi o come disse lei, sono la rappresentazione e allegorica del
epggio dell'uomo. Poi la vide ridere con un sorriso enorme e muovere
l'attrezzo come in un film americano tipo- non aprire quella porta- con
movenza cafona e arodre bifolco, e calare la catena contro di lui, ma
fra le sue gambe e un terrore indescrivibile lo avvolse.
Cinque
minuti dopo
Lia
mise giù la motosega che si era fermata da qualche attimo.
Lo fissò come se fosse qualcosa di sporco e fastidioso. Con
il broncio. per le droghe nell'aria, lui e gli altri erano prima
impazziti con visioni e momenti di orrore creati dalle loro menti,
unite ai usoi gesti che mimavano atti atroci su di loro, e poi erano
svenuti. Il sistema di protezione del cervello aveva preso il
sopravvento, facendo loro perdere coscienza nel momento di eccesso di
risposte.. E di nuovo erano svenuti per il troppo dolore fittizio, non
reale, e la situazione eccessiva per loro. Non erano stati veramente
torturati e il sangue che si vedevano nei momenti di veglia, erano solo
tagli superficiali con i rasoi da barbiere. E lei aveva solo calato
l'attrezzo acceso fra le sue gambe a colpire la parte imbottita della
sedia, che era infarcita con una sacca di sangue che con le lame
rotanti si era squarciata e si era visto il sangue uscire a fiotti, ma
a lui no naveva tagliato niente.
Kovacs
sospirava tranquillo a questo. Era accaduto solo una manciata di volte
di rendere l'attrezzo di abusatori e stronzi fin nell'anima biforcuti
ma per davvero, perchè imparassero a vita che gli atti fatti
su donne trattandole come vagine semoventi sarebbe finito pagato.
Letteralmente si era spacciata con Etta e le altre una ragazza normale
pronta per essere abusata prendendo ispirazione da cosa loro avevano
fatto,c on tanto di video delle loro bravate online ma solo loro non
riconoscibili, e aveva creato una se stessa invitante per quell
oschifo. E aveva retto anche quando loro l'avevano presa, essendo sola
e avevano con le altre creato un piano per cui erano estranee, e
tentato di abusare. Kovacs e gli altri due sudavano freddo, sapevano
benissimo i suoi terrori e paure, eppure constatarono che la rabbia e
la voglia di fare MALE l'avevano resa lucida e pronta a...far male. E
Kovacs si era chiesto quelle paure e terrori non erano solo nella sua
testa dopo le esperienze e cosa si portava dietro. E aveva assistito
non potendo agire prima, a lei attorniata e poi avevano preso Etta e le
altre e in una zona di un parcheggio pronti a fare il loro schifo, ma
tutte le loro vittime precedenti non erano Lia. Infatti lei morse con
rabbia la faccia del tipo che non si capiva se avess eperso un pezzo di
carne o era penzolante e prese a legnate, suonandoli come tamburi, i
presenti con le altre del gruppo militare speciale, che facevano il
loro. Zidgi si entusiasmava smepre quando lei menava malissimo la
gente, co ntanto di incoraggiamento e tifo e commento. Ma
il peggio venne dopo. Dopo che li affettò un pò e
questi spifferarono chi abusava, chi teneva solo, se erano tutti o
mancavano all'appalllo alcuni... dopo che questi cantarono nel pianto,
moccio, sangue e disperazione di qualcosa da bravi figli di un paese di
primo mondo dove per loro non cèra da pagare, fece cosa fece
stare male tutti e tre. Avevano perso il fiaco già quando
lei pestò male i genitali di tutti sotto la scarpa, e gli si
seccò la bocca, dicendo che avevano sentito anche loro iul
tutto. Fu il dopo. NOn
erano solo lei, il gruppo femminile e loro tre. Ma alcuni di quelli che
aveva raccattato con problemi e che sfogavano i loro pruriti facendo i
boia. Tenendoli lontano dalla società e aiutandoli come
poteva, sebbene fosse un esperimento. E questi su suo ordine, presero i
tizi, li bloccarono e fecero a metà il loro attrezzo, con
cui si divertivano a rovinare la gente e trattarla da proprio sollazzo
e non come persone, dicendo loro tenendoli svegli e cosnapevoli a suo
di ceffoni, mentre gli altri guardavano e tentavano di urlare ma
imbavagliati e il rombo della discoteca celava, che erano serpenti
schifosi negli atti, e sarebbero stati serpenti fino in fondo, nel loro
fondo, divertendosi a vedere come avrebbero abusato ancora da
lì in poi. Fu una scena che lei resse e desise, ma quei tre
ce l'avevano ancora scolpita. QUando si incavolava, quando vedeva che
lo schifo era tale da farla andare fuori di testa, la punizione era
così dura che la società l'avrebbe reputata
negativa. Ma loro sapevano che quando faceva quelle cose, era da
contare su una mano e mandava poi filmati e foto espliciti ad altre
prede perchè si sentano come topi in trappola e lo faceva
solo su chi meritava quello e oltre. Poi dei militari, che potevano
dirle di fatto? La vedevano solo sfogarsi, male, su gente che doveva
soffrire per quanto fatto... la lasciavano fare. Ma ogni volta che lei
faceva qualcosa del genere, andandoci col pugno di ferro
perchè diceva che ormai i soggetti dal dopoguerra erano
tutti cresciuti di merda e non avevano avuto insegnato il rispetto di
certe cose e la considerazione di queste, era suo compito come
Veròna rimettere dei paletti perchè la cosa
restasse ben impressa in loro. E a Kovacs e agli altri due era rimasto
imperituro cosa lei disse alla fine.
"Rallegratevi,
è solo un trattamente estetico, io avrei fatto di peggio ma
secondo i buonisti del cazzo io non ho diritto di togliervi il DIRITTO,
col cazzo che a certuni darei questo diritto ma lasciamo perdere, di
poter fare sesso con tutti gli ormoni e figliare. Non potevo calpestare
le noci fino a impedirvi di riprovare cosa vi fa essere BESTIE e merde,
non potendo calpestare inoltre quei diritti che per me voi non
meritereste, allora agisco in altro modo. In questo modo il vostro
stronzetto non entra più, e dovrete sudare mille camicie
per.... ahhh, che me ne frega di spiegarvi. Per rendere la cosa ancora
più incisiva, prima di fasciarveli, i miei ragazzi hanno
spalmato sulle parti tagliate a metà un prodotto nostro
che... aumenta il periodo di cicatrizzazione, quindi per quando andrete
in ospedale non sanguinerete più ma... per trovare una
soluzione dovranno tagliare la parte giù rimarginata, quindi
la circonferenza diminuisce oltre che non riavrete più il
robo come prima ma dovrete piangere sangue e dolore se
vorrete di nuovo scopare e figliare. Spero che vi godiate
questa punizione stra meritata, merde! E' assurdo che io, che non ho
avuto niente dalla vita, neanche una persona per cui io provassi
qualcosa che però mi desse rispetto tanto da dire
-vabbè, tu vali qualcosa, voglio starci!- e invece solo
sputi in faccia e devo pure rendere rispetto allo scopare degli
altri... vaffanculo!" andandose indignata, lasciando quel gruppetto
mezzo nudo e col davanti imballato come se avessero un pannallone
strano, con l'ambulanza chiamata e l'ira fuesta in corpo da sbollire. Kovacs
poggiato al muro dietro la porta chiusa si riscosse mentre lei non
rideva. NOn faceva niente. Si accorse del silenzio e
inattività troppo prolungati. Lia
rimase attimi, lunghi, a fissar el'uomo svenuto, come in preda a
depressione e dopo che i valori dell'aria erano tornati respirabili per
loro, tutti erano tornati. Con le Stoddarde, Lia poteva avvertire solo
come una puntura leggera nella mente, qualche impercettibile segno
dell'effetto delle droghe volatili nel sistema dell'aria. Dopo attimi
di lieve stordimetno, diceva come quando beveva un bicchiere di vino
frizzante che le piaceva, tornava se stessa. Le nanomacchine aveva
fatto il loro lavoro e lei non risentiva di nessun tipodi prodotto per
drogarsi e drogare. peccato come diceva Milan che le Stoddrde erano
così poche salvate dopo la morte del loro creatore che lei
era la prima con una consistente quantuità in corpo e le
reggeva e loro funzionavano, ma non bastavano per altri test,
così dovevano crearne di nuove e loro e lei doveva fare da
cavia per capire i risultati e come progrmmarle. E
questo significava che rispetto tutti gli altri lei non risentiva di
certe cose. E
quando i tre furono dietro di lei, le chiesero, vedendola non muoversi,
se andasse tutto bene.
"Eh..."
si riscosse lei, voltando il capo verso la spalla ma senza guardarli
"Certo! Come sempre!" ma
in verità voleva urlare. Dissociarsi ancora, non lo faceva
in toto perchè cèrano Torque e gli altri, ed
eruttare ciò che provava contro nemici e stronzi immaginari
facendo il peggio che potesse mai immaginare. A volte anche contro
Dorde, Jd, pochino Milan e tutto quelli della sua vita precedetne.
Le
avevano sempre messo dei paletti, quello non piaceva, l'altro non
andava, non era buono quell'altro, diceva in maniera troppo genuina,
appariva troppo stupidina per molti, sembrava così, era
meglio se stava calma, tranquilla, non esternasse troppo, non... non...
non... sempre porte in faccia e commenti, discussioni e "consigli" dati
però come un rimprovero che alla fine pesavano quanto quelli
dati da chi aveva lasciato indietro. E questo non lo sopportava. E cosa
era uscito fuori dalla sua famiglia! Tutto troppo!!
"preparatevi,
questo potrà proseguire senza di noi, ci penserà
Torque. Voglio andare alla Dimora rossa" lanciando in aria la mini
motosega che Zidgi cercò di acchiappare come un disperato,
visto il costo essendo di loro creazione, dai loro laboratori, e
rischiando di farsi male. Lei però non ci badò e
con un'aria depressa si avviò verso la porta.
"Capo...
che succede?"intervenne Kovacs seguendola, mentre Zidgi e Django
litigavano per come l'avevano acchiappata "cosa succede? E' da quando
ha litigato con il Leader che fa così!" constatando alle sue
spalle, standole un paio di passi dietro, un modo di fare quasi
scazzato e scocciato, peggiorando in certi momenti dove lei sembrava
uno zombie perso con la testa da qualche parte " mi sente? Vuole
davvero andare in Italia alla Casa Rossa?"
"Ti
ho sentito, ci sono, non sono fuori di capoccia o come pensano tutti,
che da come mi comporto sembro una stupida e sciocca!! E qualsiasi sia
la motivaizone, che importa? Voglio stare per ora per i fatti miei!"
continuando a camminare veloce per il corridoio, mentre rodeva dentro
per la mattina.
Lia
parlava con Norvil che si stava curando dal cancro e quando non era di
sotto, ovviamente senza vedere nulla nel percorso, era con lei,
discutendo nei salottini. Aveva studiato finanza senza terminare e ora
che poteva continuare, gli aveva chiesto di gestire per lei un
capitale, senza dirgli che era la parte nascosta che lei aveva messo da
parte, il quinto dei Ori e ritrovamenti vari ed entrate e per certi
progetti con Madame e altri. Era un conto... nascosto. Con il nome
fittizio che utilizzava. E gli aveva chiesto di non dire niente a
nessuno, neanche davanti Milan, semplicemente perchè entambi
volevano che fosse un conto nascosto e di cui era meglio non fare
mensione, mai, tranne se erano loro due a parlarle e che con quei soldi
aiutava le persone. Quello era vero, da quel fondo suddivideva somme
per varie agenzie loro, da aiuto per i poveri, a cambiamenti dei
quartieri, pagare dei gettoni di aiuto a chi lavorava per loro, ma
gestito da lei, da Legeia come IA con autorizzazioni speciali bancarie
e al bisogno con sue deleghe. Questo perchè quei tre o come
comuni come Lèon Ligueau. Di cui si fidava da dare un tetto
massimo di prelievo ad autorizzazione e di cui sapeva non si
intascavano nulla per gola. Ma era appunto, segreto, Milan non sapeva
che ne teneva uno a nome fittizio e disse a Norvil che doveva restare
segreto perchè era destinato ad aiuti e se qualcuno
conosceva anche solo la presenza, avrebbero potuto additarle manovre o
altro. mezza verità, come faceva sempre. E il giovane aveva
accettato, contento di ricambiare i favori che lei faceva, sembrava non
pensare più a cosa aveva fatto quel giorno che lui per
sbaglio volò fuori dalla finestra per una bombae lo
raccattò, insieme all'anziano e i suoi amici, che ormai
lavoravano altrove la lui li avrebbe rincontrati nell'Avamposto che
avrebbe gestito. Ovviamente, sotto ben controllo e gestiione maggiore.
ma sembrava che fossero persone perbene, e quindi si fidava. Norvil con
il conto non doveva far altro che farle un resoconto giornaliero dei
movimenti e cosa restava, e aggiornarla su chi aveva prelevato, chi
versato, che fondi vi erano in stallo e altri conservati. In quel conto
mancavano i tesoretti fisici, ossia oggetti antichi del quinto, che
teneva da parte dei Sepolcri dei Crell, i luoghi fisici dove vi era il
Core dei Crell. Milan e Dorde sapevano che si trovavano nello Chateau.
Errore. Per preservare quelle IA perchè fossero i regolatori
e controllori super partes, giusti e senza la sporcizia umana, aveva
deciso con David e Imogen di acquistare dei luoghi privati, far fare
lavori sotterranei per delle camere segrete in cui conservare la metne
delle IA fisiche e agganciarle con i migliori metodi di collegamento
esistenti, quindi varie strade oltre l'etere e nuove tecnologie, anche
antiche, perchè continuassero ad operare anche senza che
qualcosa potesse accadere allo Chateau. Tutti i Crell più
Legeia quindi, avevano un loro Sepolcro segreto solo a una manciata di
persone e nessuna di queste erano i due fratelli e i veterani. Inoltre
il sepolcro di Legeia presentava un luogo speciale di fuga di emergenza
dove rifugiarsi o, come un lettino stile criogenia, infilarsi e
addormentarsi in stasi, il tempo necessario. Il mantenimento in stasi e
griogenia erano studiato, ma meno, e David le aveva detto che era
sempre meglio avere un'unità al bisogno, non si sapeva mai.
E quindi quei Sepolcri erano segreti, custoditi solo da Helias al
massimo ma con il segreto obbligato del Master di sistema, ossia Lia o
chi per lei. Non più i fratelli. I quali facendosi i fatti
loro e non interessandosi di amministare cosa gli doveva, non sapevano
niente. Questo
aveva permesso a Lia di decentralizzare tutto il potere
dell'organizzaizone in due punti, uno dei sistemi di intelligenza e
protezione e l'altro la parte fisica e umana. Se ve ne fosse stato
bisogno, avendo un cervello fittizio di appoggio che Milan e Dorde
crevano ancora i Core, lei avrebbe potuto bloccare tutto e far cadere
lo Stato esistente con Milan e fratello a capo, dicendogli che o
mettevano la testa a posto, dalle stronzate che stavano facendo e lei
cercava di bloccare, o col cavolo che tornavano a capo di tutto. Era un
modo estremo, ma vedeva sempre più che quei due operavano
per due vie. Cambiare il mondo prendendo dalla feccia ogni cosa gli
appartenesse e quindi rimpinguando il potere e ricchezza
dell'organizzaizone, facendo affari e alimentando certi soggetti
voelndoli poi far cadere dall'interno ma comportandosi come a lei non
piaceva, e l'idea del sovreannatureale. Quel dannato desiderio di aver
ele Chiavi della Continuità per cui con i misteri
dell'occulto dei preticelli delle sette che frequentavano, potevano
prevaricare sulla Ruota del tempo, del Ciclo naturale e bypassare
l'idea della reincarnazione. Con il potere che quelli dicevano di
avere, potevano riportare in vita chiunque in un corpo nuovo. A lei non
andava a genio. Primo. Quale corpo? Di chi? Chi butavano fuori per
prenderlo loro? Secondo. Lei no ncredeva che quella roba esistesse
perchè significava che realmente cose più grandi
di quello in cui credeva... esistessero da far ribaltare molte cose.che
per lei semplicemnte erano idelogie di vecchie guardie legate ai
misteri non conosciuti, perchè per la religione tutto
ciò che era scienza era contro Dio. E poteva starci,
credevano nei giocatori dei cieli con loro come in the Sims. Amen. Ma
non nel loro secolo con sotto di loro i migliroi laboratori di ricerca
di svariate discipline scientifiche. E lei, si mangiava le mani
vedendoli con occhi lampegianti di orgoglio per gli stronzi che poeggio
di loro, se la sentivano con libri e menate su misteri segretissimi. E
voleva strozzare qauei due con somma goduria perchè come per
chi prtaticava il soffocamento erotico, poi dicevano che la metne si
apriva e tutto era grandisoo. vabbè, pensava, ma se
funzionasse con loro... E poi il tradimento di tutti quanti. E
lei ragionava. E Norvil stava sempre non davanti a lei come lei gli
chiedeva, ma in disparte, perchè si sentiva un pò
in soggezione da tempo tra quelle persone e con lei, perchè
sembrava sempre pronta a ribaltare le cose e rimettere ordine, per cose
positive ma sempre però in modo determinato e con il
broncio. Se prima lavorava per gente che camminava sugli altri e li
sfruttava, lei e loro non lo facevano, anzi aiutavano e tentavano di
cambiare le cose, ma era lei quella come sempre in conflitto con se
stessa e col mondo. E non sapeva se rapportarsi ocn lei come gli
chiedeva, da pari o persone di fiducia, come vedeva che faceva con
altri e sopratutto con quei tre, o un pò lontano come
qualcuno che lavorava per lei e manteneva le distanze. E molte volte
parlavano ma lui stava sul salottino che stava parallelo alle finestre,
quindi dando loro le spalle e alla sua sinistra sul muro poco distante,
quel ritratto di lei nel pieno di un turbamento di depressione da
parlare da solo. E mentre discorrevano, studiavano i conti o lei lo
preparava per i suoi compiti finite le cure, l'occhio gli cadeva sempre
sul ritratto e poi su lei, come un confronto continuo. E aveva visto
che era più il tempo di lei con il viso triste, a volte
perso nei suoi pensieri da essere distante e quasi sofferente, che con
sorriso e istanti di pace interiore. In effetti la vedeva ridere ma
solo quando era Veròna o combinava cose e quando pareva un
sorriso sincero, era più amaro che altro.
Milan
aprì la porta e rimase freddo, gelato, a fissare lei e poi
il ragazzo che si era voltato sorpreso per l'entrata, e aveva staccato
lo sguardo da quel dannato ritratto. Dorde in verità, come
lei vide dagli atteggiamenti e lo sguardo adirato al ritratto, faceva
sempre così quando lo vedeva, odiava tanto quel dannato
dipinto che lei non lo lasciava in quel salottino e basta. NO! Faceva
in modo che girasse ovunque andasse. Quando finiva nei salottini, quei
tre lo prendevano dal muro e lo tenevano da parte per poi riappenderlo
quando lei occupava una stanza. A sfregio, dicevano tra loro, come
monito per chiunque volesse parlare con lei. per parlare con lei
dovevano vedere quello. E siccome Dorde sapeva quando e
perchè era stato realizzato, molto velocemente anche per gli
standard del russo, gli faceva venire l'ulcera perchè era
come schiaffargli in faccia le sue colpe. E cèra volte in
cui litigavano, che voleva levare quel dipinto che sembrava urlargli
-colpevole- o prenderlo a colpi di pistola per non vedere
più quell'espressione. Per poi darsi del coglione da solo
letteralmente perchè era come voler sparare a lei per
togliere a lei, il suo. E
come quel giorno, più di una settimana prima, lei non voleva
mai lo sguardo su di lui, solo quando vedeva chi fosse entrato e poi
volgeva il capo altrove anche se discutevano. Con lui, gli diceva, non
aveva nulla da dire.
"Esci,
per cortesia" fece al ragazzo serio e questi guardò Lia,
facendolo innervosire.
"Se...
avete bisogno di qualcosa, suonate il campanello, sarò
subito da voi" disse il ragazzo, ma più a lei, alla fine
nonostnate le zona d'ombra della ragazza, le portava rispetto e
considerazione. E osservando il modo di fare dei due, che ormai
conosceva ma sapeva che stavano nella stanza insieme pochissimo,
restò nel corridoio pronto a vedere lui sbattere la porta e
andarsene per rientrare e finire il lavoro. Trovava la cosa strana. A
volte lo vedeva entrare come l'uomo più felice del mondo e
lei gli sorrideva e parlavano come amici, anche con lui davanti ma solo
se non vi erano dicsorsi particolari o parlando in una lingua strana,
metnre altre volte lui sembrava quasi l'opposto e Lia minimizzava
dicendo che erano giornate -no- e altre negative. Ma no ncapiva
perchè a voltre finisse a litigio con lei ancora peggio di
prima e a volte discorrevano bevedendo e parlando di tante cose come
cari amici.
"Quel
ragazzo resta sempre con te, adesso?" fece lui serio e tirato
"Dopo
cosa gli è accaduto è il minimo cosa faccio per
lui adesso. Dopo, andrà per la sua strada con gli incarichi
che gli daremo. Non ci vedo niente di strano, ho sempre fatto
così!"
"Ma
te lo tieni smepre..."
"Dorde,
che vuoi!" fece lei fissando le finestre e mai lui, con aria
demoralizzata
"Sono
venuto per chiederti di non fare lo stesso con loro. Se sei arrabbiata
con me, non mettere in mezzo loro. Sono tutti confusi sul tuo rifiuto
di vedere qualcuno o interagirci. hai detto loro solo di lasciarti
sola. Come fai sempre. non costruire una prigione per te
stesso con l'opinione degli altri verso la tua vita. E hai un brutto
difetto, se stai male non chiedi aiuti ma fai da sola. In fondo
è vero i ldetto -sei tutti i limiti che superi-, ma tendi a
sparire e tornare sol oquando stai bene. Tranne quando ti fanno
incazzare, in quel caso avivene come con Rò, Zay, ric...."
"..."
"Senza spiegazioni ne altro. NOn farlo a loro. Milan mi ha chiamato
preoccupato perchè sono giorni che eviti tutti. Senza
spiegazioni! E ti vedono con quel ragazzo e genti che pilucchi in giro
per la Raccolta... a questo proposito, non sono affatto contento della
tua mania di raccogliere micetti spauriti per strada e portarli in
giro... non trovo..."
"Primo,
non sono micetti... secondo, non ho motivo per darti spiegazioni su
cosa faccio, contando sul fatto che a voi della gestione di questo
porcilaio non vi ha mai interessati... voi vi fate la vostra bella
vita, fortunatamente senza la bamba, almeno quello, e venite qui solo
quando avete da sbrigare la vostra roba o perchè questa
è, di fatto, casa vostra... la principale... è
qui che tu hai il tuo studio di pittura, insinuato sotto la gente come
i vermi, è qui che hai molte delle tue cose... come la tua
collezione di zippo di pregio e dal costo che secondo me, con i prezzi
attuali degli organi visto che per povertà ormai tutti
vendono qualcosa... a voi davvero interessa delle persone? Quanto
consocete gli uomini qui, nonostnate vi vedano con rispetto e
idolatria, quanto siete buoni con loro e saggi... facendo passare ME
come stronza!"
"Lia..."
fece lui stancamente portandosi l'indice come a sistemarsi gli
occhiali, poi sospirando perchè aveva le lentine e se le
mise in tasca "Agiamo secondo..."
"Guarda,
non mi interessa... so solo che sono sicura che del mondo per ogni
strato... voi non sapete niente! Se ti chiedessi quanto costa qualsiasi
cosa di prima necessità... tu sapresti la risposta?"
"A
che serve questa domanda?" come scocciato
"Chi
no nconosce lo stato medio di vita, medio almeno, basso sarebbe anche
meglio ma... non può fare molto per capire lo stato delle
persone ogni giorno e come potrebbe vivere e farcela con il
necessario... Ci sono persone che arrancano a fare tre pasti al giorno
e questo vivendo in un paese del primo mondo, e parlo dei nati e
cresciuti lì, non stranieri! O n ei paesi di secondo mondo,
per essere più tragici, ho resoconti di persone che non
possono permettersi una cavolo di torta di compleanno, quindi una volta
all'anno, per i figli... una torta economica in generale in pasticceria
costa sui... 18 euro? La classica? per tot persone, non mini! Non
possono permettersela! E farla in casa è difficile
perchè o comprano gli ingredienti oppuer non mangiano
perchè non posso spendere per entrambi... tu e tuo fratello
sebbene... partiti dal basso, avete dimenticato cosa significa sgobbare
e trovars pochi pezzi in tasca che devono quadrare una settimana o un
mese! Tu hai le tue entrate grazie al generale, e hai la tua rendita da
qui! Milan vive sul suo ruolo ma -vive- al massimo come fosse il
principe del Galles. Avete dimenticato da tanto tempo cosa significa
essere niente..." con astio, non guardandolo mai
"Mi
guardi, per favore?!? Sei ancora offesa e in sciopero per quel giorno?
Sei ancora adirata?"
"AH!"
fece lei con un colpo del petto come se le uscisse con tutto il
sentimento, un verso di frustrazione "non sei venuto quinid per
chiedermi scusa, ma no, non sia mai!!! Come fu per Rò, che
non comprese mai il male che mi fece, quei due, per tornare indietro.
Tanto sono io con disperazione che ho incubi, momenti in cui rivedo e
riprovo tutto... che vuoi che sia, siete voi tutti offesi e scocciati
dal mio di comportamento, il vostro, di tutti, va benissimo!"
"Vuoi
che chieda scusa? Che ti chieda perdono per un mio..."
"Certo!
Chiedi a me cosa dovresti fare, tu che vuoi cambiare il mondo e
renderlo giusto, domandando a me però se devi proprio... poi
mi si chiede perchè odio..." alzandosi scazzata e andando su
un tavolino a fianco del salottino "nulla cambierà, e quindi
a che mi serve restare? Meglio la morte e lasciarvi nella merda che vi
piace tanto!" trafficandovi sopra
"LIA!
Come ti dissi....!" ma sussultò e si voltò rigido
verso di lei, che gl idava la schiena, per gli scatti metallici che gli
arrivarono e si fece più serio "Posso capire il tuo dolore,
ma arrivare a puntarmi un'arma contro, perchè io capisca dai
tuoi gesti estremi i miei errori... non è esagerato? Cosa
risolvi con una pistola in mano!?"
Lia
si fermò, alzando la testa, e poi voltando solo il viso
verso la spalla, finchè un altro clack metallico e un gesto
con le spalle non sostituirono eventuli risposte, e mentre lo fissava
come per dire < ma stai parlando con me?!? > non si
voltò col corpo mostrando che stava armeggiando con una pipa
da donna metallica e gli scatti erano le sezioni ad aggancio
"Serio!! Eri seriamente convinto che ti avrei minacciato con una
pistola verso la tua fronte, incazzatissima, perchè secondo
te sono così di bassa lega da avere questo comportamento
standard? Che bello avere amici di questo calibro, che mi conoscono da
pensare che sarebbe come i mafiosi che regolo le cose..." pronunciando
tutto con astio e rabbia, occhi non rabbiosi ma quasi di delusione e
pervarsi da tristezza, mentre sistemava la sigaretta e la accedneva
"Dai
rumori sembrava una pistola e ho pensato che fossi arrivata al
capolinea da mandare un messaggio... su questo ho sbagliato, mi
dispiace, ammetto il mio errore! Ero sicuro che volessi fronteggiarmi
ma... solo in certe situazioni lo faresti, sei più sottile e
psicologica quando ti ci metti. Ma ammetto di aver avuto paura dei tuoi
scatti d'ira..." tenendo le mani ancora nelle tasche ma si vedeva che
stava sull'avviso
"hai
fatto la fiammata, ammetilo! Ti è venuta la stizza e ...
cosa! Pensavi che io fossi pazza da puntarti un'arma e finire le cose
così? Cosa pensavi, che io fossi una di quelle che per amore
sono pronte a morire?? Come la storia di quell'idiota scrittore Shimei
Futabatei... Quando l'inglese venne introdotto in Giappone,
tradusse - I love you - come - Che bella Luna -. Diceva che i
giapponesi, essendo riservati, non usavano parole come - Ti amo -e che
dicendolo era troppo... e così ecco
che Ti amo , lo aveva tradotto come - Sarei disposto
anche a morire. -... o -Per te... Sarei disposto anche a morire- E
ancora, perchè non è finita, pensava che con
-Quando sono con te, la Luna mi sembra bellissima -
riuscissero comunque a trasmettere lo stessosignificato...
che poesia quest'uomo! E' un peccato che questi anedotti siamo per lo
più nascosti ai più... quell'uomo era il novello
Dante e Casanova insieme... e vorrei vedercelo qualcuno che
è pronto a crepare per qualcun altro che desidera solo delle
cose... "
"Quindi
tu reputi sempre e comunque il romanticismo l'antitesi della
stronzaggine?" vedendo quanto fosse cinica e prendesse in giro,
sfottesse con l'espressione sul volto, i concetti appena espressi
mentre la sigaretta creava un fumo particolare
"Sempre
e comunque, perchè è da tanto che ho deciso e lo
giuro così tanto da restare indelebile nell'anima, visto che
credete nella reincazione, che mai e poi mai mi farò
più prendere in giro da nessuno, me ne fosso di chiunque,
per me non esiste più nessuno che merta niente da me! Alla
fine è vero che è per quyella cosa che si
avvicina qualcuno, non la persona. E io lo so bene! Io già
non provo niente..."
"Bugiarda! Bugia! Ricordiamo quel segreto?" vedendola irata voltata con
gli occhi soli su di lui
"...E se Milan e Zay hanno ragione e cèra qualcuno per me di
speciale... che vada a farsi fottere! Che se la meni e vada altrove,
come Rò, so che ne ha una anche se non ho controllato ma me
ne fotto, perchè so che troveranno sempre e comunque
qualcuna che li renderà felici... dici di no?" vedendo
l'espressione di lui che pareva essere contrario e col broncio "io dico
di si! La menata del - cè solo un amore, solo una pallottola
a persona, non esisterà mai nessuno che possa sostituire
tizia o caio, mai.. - e poi puntalmente trovano, oh, se trovano...
sopratutto gli uomini. Come con me, sono solo IO che ci perdo, tutto e
tanto, rimandendo senza niente. QUando dissi a quei due imbecilli di
Ric e Zay delle cos,e loro compresero solo cosa volevano... come quando
dissi che io credevo nel mondo ma il mondo, non fece neinte per me...
io intendevo che rispetto ai miei per esempio credevo che vi fossero
delle persone decenti che mi avrebbero accettata, voluta, magari
provato affezione per me... e se anche non cèra nessuno e
questo parli prima di avere a che fare con ZAy, magari nonostnate l
oschifo che ero per le medicine, che mi volesse bene da convidere
quello... ma poi tutto è andato a fanculo, ho allontanato al
gente, ho visto solo che si voleva quella cosa e non me e che serve
alla fine? SArei finita per essere solo una buona da farsi una volta,
presa in giro magari, e ancora con video nascosti come si vede per ora
e chissà che altro, ricevendo solo merda. Ecco cosa io ho
avuto e avrei avuto. NIENTE!! Che ci fosse stato qualcuno che fosse
veramente felice di me... avrei tanto voluto qualcuno non interessatoa
impegnarsi, magari, ma pronto ad esserci nel bene o nel male
senza scappare, farsi indietro, agire per il bene... lascia stare a che
pro...?"
"... stai parlando di quel Charles di quella serie comica/giallo di
libri che leggi dove l'unico interesante è questo tizio?
Che si comporta in un modo che hai elogiato? Lui è
finzione, Lia..."
"COME TUTTO!" esasperata" E nella realtà, che trovi?
Pretendono, voglio, si aspettano... e se tu non provi niente per fare
quello ma ti azzardi a fare una cosa, ecco che tutto va a schifio
perchè la gente pensa col secondo cervello, eh!?" fissandolo
male "Se va amerda, quella nelo schifo sono io,
perchè a loro che accade? niente, non gliela dai? Non ci si
perde tempo, amicizia buttata nel cesso, legami ma cosa sono senza
scopare... e quindi ecco che lasciano te come una merda e loro sono
già con la sostituzione. Appena trovano una che si fa
scopare, vedi come tutto si dimentica e pure vai di figli, dopo anche
che ne avevano dodici! Che amorini! Hanno il cuore proprio
scartavetrato dagli eventi e vogliosi di compagnia da trovare subito
una pronta a farsi bombare e via che la vita continua... Ma oh!!! Mi
dice che non è vero! Che..."
"Lia..."
"Cosa!!
ANCHE TU COME I MIEI ODI SENTIRMI? NON POSSO SFOGARMI PERCHè
A VOI TUTTI STA SUL CAZZO LA MIA VOCE E IL MIO LAGNARMI? MI DISPAICE
COSì TANTO ESISTERE E ROVINARVI I PRANZI, LA VITA... COME
SEMPRE" balbettando per la rabbia "...Cosa vuoi, vedendo qui!?! Avevo
inteso che non volevo più avere a che fare con voi oltre
l'ambito lavorativo, sopratutto TE!!!"
"Si,
come quello che mi hai lasciato gentilmente la notte stessa di quel
giorno che abbiamo litigato! MI ero svegliato per qualcosa di strano e
sono andato in bagno, e al mio ritorno mi sono imbattuto in un
cuscinicidio e una propensione incendiaria alla mia porta..."
"BUGIARDO!!"
fece lei con astio "ho solo zaccagnato UNA volta il tuo cuscino
perchè trovassi facilmente cosa ti ho lasciato, e nessun
incendio, sempre ad esagerare..."
"LIA!"
fece lui come a rimproverare un bambino che no vuole capire "hai
pugnalato con uno stiletto, e non so come tu non abbia toccato il
materasso, il centro del mio cuscino con una busta di plastica che
conteneva dei fogli... minacce più che altro mischiate a
quanto hai appena detto... e quando mi sono accorto di strani odori,
non quelli dei tuoi saponi, è anhce da quelli che ho capito
che eri tu, anche nessuno farebbe tali cose, posso dire, per lasciare
dei messaggi... mi sono accorto di fumo che si levava dalla porta
chiusa della mia stanza! Quella porta a doppio battente antica,
originale, su cui tu hai attaccato de..."
"era
la nostra plastilina collosa per non rovinare i muri, smettila di
lagnarti per la porta, sono giorni che sento da tutti questa cosa, ma
non è vero, non rovinerei a cazzum qualcosa!!!"
"...
e quel fumo che usciva da sotto la porta chiusa, sono andato di corsa a
controllare e... che cosa strana, non era fuoco, ma a terra qualcuno,
aveva poggiato dell'incenso acceso con un cono che dirottava il fumo
verso il basso, entrando da sotto... che dobbiamo fare, devi sempre
fare teatrini per enunciare i tuoi..."
"Se
non ti piace... uccidimi!" lei fece secca, diretta, guardandolo negli
occhi "se io sono per tutti un fastidio, cè sempre il metodo
classico e semplice... uccidimi, e tutti i tuoi fastidi svaniranno..."
"stai
tentando di farmi arrabbiare per un mio comportamento... non
accadrà come con quella spia, signorina! Che ci ha
incontrati dopo tempo che non lo assumevamo e tu sei andata a parlargli
con occhi speranzosi che lui ha scambiato per ammirazione, almeno,
quella cèra per cosa lui sapeva fare, ma tu gli hai chiesto
se aveva licenza d'uccidere ma Milan ti ha rimproverata dicendoti
chiaramente di non sperare che lo facesse con te, perchè
lavorava per noi....e quando ti ho rimproverata io, dopo, mi hai
accusato di volerti far soffrire sempre di più e che avevi
solo chiesto se dietro pagamento faceva lavori puliti, ma ioe milan ti
conosciamo o uno come lui non ti avrebbe rimproverata... E no, non
starò al tuo gioco come con la spia perchè ti si
uccida, mi fai arrabbiare..."
"come
quello nella Casa delle lapidi?" fece con un grugnito lei "penoso, ti
avrei preso a sberle!"
"Ma
quella volta abbiamo chiarito e tutto era tornato normale..."
"Come
no!!!... come è stato bello, sentito per me, vedere te che
facevi nervi e i tuoi atteggiamenti perchè avevo chiesto di
mangiare per una volta insieme, io, te e tuo fratello visto che eravamo
tutti presenti, e hai fatto casino! Che bel pranzo...! guarda, ce l'ho
così qui dentro" toccandosi la testa con un indice "che
è messo proprio fianco a fianco con quelli ocn la mia
famiglia, le feste del cazzo in cui dovevo partecipare a forza che di
festa non avevano nulla, e quel dannato compleanno dei diciiotto anni
che è stato l'inferno per me! Si, hai ragione...
è stato così bello che è sul podio
delle volte di merda in cui mni sono sentita una merda...."
"Non
era mia intenzione, ma io..."
"Cosa....COSA
PER DIO!!!" fece lei uscendo dai gangheri mentre lui appariva
tranquillo "pensavo che fossi contento anche tu di passare del tempo
insieme, e sopratutto parlando da persone normali con tuo fratello a
tavola!! Invece avevi sempre quell'espressione costipata, offesa,
scocciata... così..." facendo gesti con le braccia e come
pensando a elencare come appariva "e il modo in cui guardavi tuo
fratello o avevi iniziato a dirmi di calmarmi, fare così,
stare in quel modo... voi come i miei, non vi accorgete quanto dolore e
quanto uccidete gli altri con i vostri modi e frasi, parole, affermando
però che non è vero...! Ma vi si vede! E come
fate stare noi... non ve ne frega nietne! E il peggio è che
chiedete a me e quelli come me di cambiare, trattenersi, fingere!!! "
"..."
"io non ho vissuto un cazzo perchè la mia famiglia non
faceva altro che dirmi che ero una delusione per qualsiasi cosa, che se
commettevo uno sbaglio anche non dipeso da me ma dagli stronzi che mi
hanno rovinato la vita.... ah gli errori! sbagliare è il
miglior modo per capire se stessi e come crescere, e bla bla
ma con loro non si poteva. Se sbagliavi ti facevano sentire una merda
umana, come se fossi feccia e non meritevole di un cazzo. Sempre a
dirmi che se io facevo sesso o qualcosa con qualcuno ero una schifosa,
se me volevo andare ecco a descrivere altre ragazze che erano andate
via e sempre a dire che chi lascia la famiglia, va solo a fare una
cosa. E io mi sentivo male a sentire queste cose. Ho avuto compagni di
scuola da schifo, insegnanti stronzi come loro, non mi hanno mai
trattata bene e chi all'nizio che mi conosceva sembrava
così, come quel ragazzo alle medie che invitai in pizzeria,
poi finivo sempre per restare sola, cornuta e mazziata come fossi
feccia. Tu, tutti quanti qui mi fate sentire come là fuori e
pure vi vengono in mente stronzate... se io avessi voluto fare roba con
qualcuno tanto non provavo niente, guarda, meglio andare con un
gigolò e pagare. Se devo vedere gente che non vuoloe passare
del tempo con me, ma a scopare si, meglio pagare io il tempo di
qualcunoma senza sesso, visto che non sono iltipo... e quindi alla fine
ci rimetto sempre io!! mostra un pò di pelle e
arriveranno tutti, eccome! eccome il tempo si trova.... ma mostra anche
solo un pò della tua profondirà e fuggiranno
tutti. Ti chiameranno strana, non comune, ambigua, fuori di testa...Mi
trattate tutti come odio, da piccola sognavo il mio posto, un gruppo di
persone che .... non ci sarà mai niente di ciò,
così come una casa per me. setnirsi a casa ed essere a casa
sono due sentimenti diversi. E nessuno di questi comunque è
in me per stare qui. Tutti volete la gente intorno a voi plasmata come
la volete..."
"..."
"Perchè voi non volete rogne, voi... come i miei che non
amavano i fastidi e i problemi, e avere figli problematici, che mi si
ordinava di cambiare ed essere... chi dovevo essere? Sarebbe stato
meglio se fossi morta da piccola, o anni fa, così da
togliermi tutto questo dolore e sofferenza e risparmiare a tutti voi
beoti del cazzo fastidi e problemi della mia esistenza!!"
"..."
guardando fuori dalla finestra come se aspettasse qualcosa
"NOn ho mai smesso di desiderare di andarmene. Nelle altre esistenze
dei piani paralleli magari sto tentando di farlo, sperando nel profondo
di andarmene subito, on venir scoperta preso e così trovare
pace. Non ho avuto nenache un aiuto da due imbecilli che dicevano di
essere miei amici e poi per chiedere l'unica cosa che desideravo
così da non soffrire più... non sia mai!! Solo
frasi buoniste del cazzo. E io ho continuato a soffrire, dopo averli
mandati a cagare per tante cose la gente della mia città ha
continuato per lavoro e corsi a trattarmi da schifo, ho soffferto, mi
hanno sputato in faccia e combinato cose, ho sopportato e ricevuto
niente. Il mondo non mi ha dato niente in cambio e loro con la faccia
di bronzo a dirmi che pensare che il mondo mi dovesse qualcosa, come
fossi come tutti loro che volevano soldi, figli, potere,
visibvilità e altro... le poche cose che desideravo erano
così enormi, impossibili, difficili da avere...? Avere
qualche amico come Charles che non ti sputi davanti e dica stronzate
dietro è impossibile? Il tempo di qualcuno? Lui... per
quanti difetti avesse era sempre pronto a passare del tempo con la
protagonista, a cenare o pranzare insieme, a fare tremila cose e quando
cèra da esserci lui cèra, così come
per lui lei. E si, quante volte mi sono chiesta cosa
significasse il modo in cui la tratta e la consola e che cosa
significasse nella realtà avere qualcuno così, ma
poi dopo Rò non me ne è fregato più...
non avrei avuto nessuno vicino così, niente di quel qualcosa
che creevo poter avere dal mondo....Vivere dei domani che non ho mai
visto o vissuto? Affezione di qualcuno da essere al mio fianco
perchè sente di volerlo... e non vivere neinte di
ciò che ho provato con Rò. HO compreso solo di
aver provato solitudine, mancanza, dolore, ingratitudine degli altri
nei miei confronti, un senso di degrado dentro pauroso le volte che mi
sono arresa a cosa gli altri dicevano che dovessi fare di normale...
per tutti il tempo che era mio amico non ha fatto altro che rompere per
avere quello. Accusandomi di non amare, di non voler dare l'affetto che
tutti davano, di essere cretina a non voler fare... come se fossi io
solo la stronza frigida cagacazzo... ne lui ne altri mi hanno mai
ascoltata e poi sentendomi dire certe cose capivo che la gente non mi
conosceva o peggio non mi aveva scoltata... ogni volta che diceva
quelle cose non così dirette ma il succo era quello... e poi
come mi sono sentita dopo che per quel tempo che ho abbozzato per non
sentirmi dire ancora dz tutti che non valevo niente perchè
non ero come le altre... quando non ha avuto niente perchè
ero rigida, nervosa, desiderosa solo di andar via e non farmi toccare,
che no nsentivo niente e che lui non avrebbe scopato mi ha lasciata
sola a vestirmi e mi sono sentita... è stato denigrante,
vergognoso... ecco cosa mi è rimasto! Ma pensi che
valga per gl ialtri? NO! LORO VANNO AVANTI A VIVERE, IO SONO RIMASTA
NELLA MERDA SENZA AVERE IL MINIMO CHE LORO AVEVANO!!"
"..."
"è
esattamnete come i miei, con quei due... ancora quei due continuano a
dire boiate!! Zay e Ric e le loro stronzate positive e buoniste...
continuano a scassare con l'idea che tutto va per un motivo e che forse
è un bene... è un bene la mia situazione del
cazzo e che secondo loro non cè niente di male e tutto si
risolve... NON Cè PIù POSSIBILITà,
GRANDISSIMI STRONZI! COME SE L'ETA', LA MIA MALATTIA, TUTTE COSE NON
VALESSERO E BASTA PENSARE CHE CERTE COSE ACCADONO PER VOLTARE PAGINA E
VIA... MA ANDATE A FANCULO, COSì MI FATE SOLO CAPIRE MILLE
PER MILLE CHE NON MI AVETE MAI ASCOLTATA NE NIENTE, NON E' PER TUTTI E
IN TUTTI POTER AVERE QUALCOSA A QUALSIASI ETA' O SITUAZIONE.... ancora
continuano a perseverare con l'idea di merda che tutto può
andare bene perchè a loro bene o male o
è andato nel giusto verso di loro... perchè
giustamente è per tutti la cosa!! E mi domando quando
cresceranno di testa per capire che in questo fottuto mondo non
cè niente per tutti quanti? Credono seriamente che le cose
come sono andate a loro vanno per altri... ah! guarda qui, me... sono
scappata come una merda, è così che a volte mi
vedo, sernza affrontarli ma sai una cosa...!?! Cosa cèra da
affrontare se ho urlato, parlato, pregato, battuto i piedi a terra per
cercare di farmi ascoltare e che fossi vista... io, non la finta... e
non è servito a niente. Tutta al mia intera vita e per
seguire quel qualcosa in me che ha spinto le mie azioni e i piedi, sono
scappata... e ho concluso cosa?!? Per sentire te e tuo fratello ho
messo una finta al mio posto e qui mi sono ritrovata in un altro
ambiente in cui non ci so stare, in cui non sono vista come me, ma coe
tutti si aspettano e... nessuno, alla fine, accetta me come sono da
arrivare a dirmi di cambiare. Dagli uomini che sono scassapalle, ai
ragazze, i veterani, che dicono che sono dura e cattiva e non
è da me, a... fino a te, che hai osato dirmi di no n essere
me perchè a te non piaceva... per poi scoprire che non siamo
più amici per le vostre stronzate ornmonali del cazzo,
invece di parlarne tra l'altro, cacciandomi come un cane merdoso e
facendomi sentire da schifo... e ritrovandomi a star male, accusata di
cose, e capendo che oltre tutto ciò che mi ha resa
così rovinata, devo pure avere sembre sbattuto davanti il
fatto che non la dò a nessuno e quindi credo fastidi... cosa
ho dentro, quanto soffro e altro no! Ho lasciato un'altra al mio posto
e mentre quella vive, io sono qui a rovinarmi l'anima come
là, a che pro? Madame, Milan, tu, gli altri mi si accusano
di non approittare di quella cosa che ho di nascita come se fossi
stronza io, per poi scoprire che lei che mi sostituisce è
stata incontrata dalle merde che mi hanno rovinato la vita e... a loro
piace! Ha contatti con loro e io non me lo aspettavo e non l'avevo
preparata su chi evitare... e Milan mi è venuto a dire -dai,
magari lei se la spassa e vive la vita che tu non hai avuto- non
rendendosi conto del male che mi faceva..."
Si
andò a sedere indispettita sul divanetto prima della porta,
affiancato al muro, mentre lui restava al centro della stanza.
"sono
venuto anche a parlarti di questo... della tua famiglia..." fece lui
serio e con un atteggiametno molto tirato
"...
eccatè" bofonchiò di rimando Lia adirata, fumando
tantissimo con boccate più profonde "annamo bene... che
è successo, le hanno detto qualcosa e lei mi ha contattata
per..."
"l'hanno
scoperta..."
"..."
Lia trattenne un respiro e mancò un battito, restando a
bocca dischiusa dallo stupore, guardando davanti a se, come la libreria
contro la parete di fronte, e vicino a sè, alla sua destra,
poco distante, la porta da cui si sentivano rumori della vita dello
Chateau, ma lei pareva come perda con gli occhi, come quando era in
dissociazione, ma con lo sguardo tormentato
"Sono
venuto, e ho deciso di affrontare la tua ira per questo motivo. Ha
contattato lo Chateau, con il numero speciale che le avevi dato,
disperata perchè hanno scoperto che lei non è
te...e..."
"come...
come è potuto accadere! Avevi detto che la plastica facciale
era perfetta, che come l'avevamo preparata era perfetto, che tutti i
dati clinici erano stati..."
"ho
sbagliato..." tagliò corto lui, mentre lei squadrava solo
spostando gli occhi fumando rigida, con il petto che si alzava e
abbassava per l'agitazione "non ho calcolato una cosa, quelli come
te..."
Lia
sussultò e lo fissò stavolta voltando il capo.
Sembrava terribilmente impaurita e in preda ad ansia. Lui
continuò il discorso.
"COme
avevamo studiato, quella ragazza risultava te sotto molti punti, a
aprte i danni dell'esplosione... erano veri su di lei, scappata da anni
di abusi e con i traumi veri della sua vita del peggio della
società. L'abbiamo scelta poer il corpo simile, il viso che
modificato dava più risultati certi, il fatto che fosse
italiana e la voce niente paura, sopravvissuta a un taglio della gola,
aveva già di suo problemi vocali, ha accettato
però di ulteriori modifiche fisiche così da
celare..."
"si,
loo so bene, lo so..." fece lei nervosastringendo forte con le dita il
bocchino
"ma
non abbiamo calcolato delle cose. Per far fare a me, abbiamo spinto le
analisi della tua personalità originale verswo le sue,
entrando dei database e cloud sanitari, compresi i medici che ti ebbero
in cura. Con le modernità la gente no tiene più
niente di fisico, tranne quelli come te per avere un backup anche
cartaceo o fisico... e così ecco la magagna, come la chiami
tu! Nel centro di analisi dove andavate sempre, per analisi di routine,
e stranamente non si sono accorti dei tuoi valori di diabete, di..."
"lo
so..."
"..
fammi finire! Abbiamo spacciato con i nostri inferiri che l'hanno
portata nella tua città, lei come curata anche da quelle
cose! Infatti tutte le tue malattie e problematiche erano sparite o lei
un pò le dissimulava, l'hai addestrata apposta, ma comunque
il normale periodicamente va fatto... non ho calcoato, colpa mia, che
alcuni centri clinici minori potevano tenere conservati vecchi prelievi
e analisi ahce se non creedvo possibile...e alla fine però
quello che non immaginavo è accaduto! Si sono accorti ancora
non è chiaro che il nome e dati della tua
personalità originale non combaciavano con i vecchi, non so
bene ma hanno riapreto le vecchie analisi che guarda caso tenevano
conservati e... si osno accorti che molte cose, dal gruppo sanguigno
a..."
"quindi
l'hanno cioccata" fece lei laconica
"in
pratica si... da questo, essendo tuo padre a fare sempre tutto..."
"e
quando mai! non cèra mai modo per me di fare qualkcosa da
me, anche da adulta, che fosse medico, documenti o... doveva fare lui e
se mi azzardavo a fare qualcosa montava il delirio e il casino
perchè sbraitava furente che facevo le cose di nascosto, che
ero vergognosa da nascondere le cose..."
"...
e ha continuato pare, perchè ritirando lui le analisi, lo
hanno messo a parte della cosa ed è corso a casa furente,
urlando che cèra una truffa o qualcosa del genere, quando
lei ha chiamato e cè la registrazone che ho sentito, parlava
veloce e in preda ad ansia e si capisce poco di tutto in senso
cronologico.... comunque, pare che aveva tutta la tua documentazione
cartacea vecchia di tutte le tue malattie dalla nascita, dalle allergie
e problemi di...."
"si,
si... conosco quella carpetta, fin troppo bene..." iniziando a fumare
per nervosismo portandosi l'intedno dell'indice e medio che tenevano il
boccino al centro delle labbra in perpendicolare, mentre di solito lo
faceva di lato. QUindi stava adando di matto, lui comprese.
"Pare
che tuo padre l'abbia aggredita e fatto mille domande, e abbia cercato
di ocntattare tutti quelli con aveva nei contatti all'epoca...
è fuori di sè e pare non accetti la presa in
giro, già la questione che sei spuntata a caso dopo che ti
avevano dato per sparita o morta..."
"Quello
siete stati voi a dirmelo. Solo perchè avevo espresso l'idea
che nelel mie preghiere, che non sono servite a un cazzo, avevo
desiderato dare ciò che avevo, dal corpo a tutto il resto, a
chi se lo meritava per io morire... o sparire, sarebbe stato meglio
così niente reincarnazione... ho constatato che questo mondo
è solo merda che nonostante tutto non vuole cambiare, quindi
perchè io devo continuare? lascio tutto a voi, ho lottato e
combattuto abbastanza..."
"..."
sospirando "Cosa dobbiamo fare... sono venuto per questo motivo, anche
se non volevi vedermi, perchè devo sapere che cosa vuoi che
faccia!"
"TU
niente....! Adesso prenderò in mano io la situazione. E'
chiaro che è necessario mettere la parola fine a tutto,
ossia alla mia identità originale. Che tutto sia terminato
per sempre. E' chiaro che non mi sarà mai possibile scappare
da catene chiamate famiglia! Tu appartieni a loro e con loro devi
crepare, ancora di più badare a loro perchè
è gisuto. Sempre le frasi del cazzo che ti hanno fatto
nascere e ti hanno cambiato il pannolino, cose per te... ed
è obbligo che tu sia schiava o schiavo con loro, anche se
per te sono estranei..."
"Infatti
non hai pensato a loro o hai provato nietne in questo periodo con noi,
tranne per i tuoi incubi o la paura che ti odiassero...
questo tuo terrore o paura viscerale come quando andasti da
Zay, che potessero considerarti con odio,r abbia e simili,
perchè scappavi e cercavi la tua vita... che ti viene la
tremarella al pensiero di essere etichettata negativamente o con
odio... non te ne liberi e solo sentire la tua famiglia ti fa venire un
infarto. Non hai vissuto niente per loro, per le pressioni e il terrore
del giudizio, e per quanto Rò sia stato un imbecille ad
agire in quel modo con te nonostante ti dovesse conoscere non vuol dire
che tu hai colpe. E con i tuoi. E' così che le famiglie
agiscono mentalmente sui figli... la mia famiglia non accettava molto
che entrambi fuggissimo dalla vita che... per noi non andava bene. Ma
ho comprato a mia madre cosa voleva da sempre, l'appartamento e molto
migliore di quello che sognava con i risparmi, vive una vita borghese,
lei e mio padre stanno bene e sebbene a volte tornino nella vecchia
casa per l'estate per vivere come prima come un ritorno al passato,
alla fine non ci odiano. E regaliamo loro cosa vogliono. Non siamo
così in conflitto da provocarci per le delusioni che
provavano, cosa hai tu. Erano così assillanti e asfissianti
con frasi e concetti da far star male...?"
"Chiamerò
io lei più tardi, è chiaro che andranno a fondo
della cosa. SOno eremiti e orsi del cazzo, tutti, se non sei del sangue
sei merda. proprio così, ci hanno cresciuti in questa
maniera e poi pretendevano che io mi facessi sposare da un
tizio che doveva entrare in famiglia e dare loro nipoti. Mi obbligavano
a mentire in modo merdoso, tenere tutti lontani, stare isolati e poi
rompevano il cazzo che volevano i nipoti. Come si apsettavano che
crescesse qualcuno pressato a quel modo con i contatti umani? Loro, che
prima ci facevano stare soli tranne scuola e stronzate della musica, ma
dicevano peste e corna della gente anche se loro erano uguali, e
pretendevano che cercassimo fidanzati efidanzate. E
perchè!?! Perchè stare soli è brutto!
Patetici! E ora fanno pure casino perchè hanno riavuto cosa
consideravano loro... vorrà dire che Lia sarà
morta per sempre. In fondo non ne ho bisogno, della mia
idendità reale e originale. Posso sfruttare la prima
Personalità creata alla scuola media, MariaElisa Ferguson, o
usando cognomi come Croce o Portini, con nomi del tipo CORNELIA,
Cordelia, Clelia, Lianna, Coelia, Aurelia..."
"Che
sarà mai... per persone come te è importante
avere personalità base per cosa devi fare... sei scappata
dal mondo creando le tue nei mondi che hai creato. Dalla prima
personalità inglese, la Ferguson, a tutti gli altri. E ora
li rendi reali a tutti gli effetti con documenti e..."
"...immaginarsi
qualcun altro che non si è mai stato o si pensa di essere,
altro la strega che avete creato...o una me di un'altro piano o mondo
parallelo, uno dei tanti, per cui io valgo e... ho potere dove non ne
ho, ho forza e potenza dentro... ove io non mi sentissi inferiore, un
rifiuto umano, come ora che in confronto ad altre mi sento uno schifo,
non avere nessun potere, nessuna importanza al mondo, e anche solo
nell'immaginare di aver e potere, di valore e volere di più
su quelli, per un attimo, ppo avrei toccaot un punto incoscio in me...
mi metto davanti alla mia inutilità come essere umano,
talmente tale che sogno di essere pure una stronza...avere il potere di
fare qualcosa.." fumando, tornando a portarsi il bocchino di lato, con
il braccio sullo schienale del divanetto
"..."
"...
più sollevata e mi sentivo forte, anchì'io avevo
le mie forze adesso, combatti ocn me adesso, fai adesso, reagisci... ma
io valgo quanto o più di te..." come persa nei suoi pensieri
"e
anche di dimenticare le paure e lasciarsi andare per vivere qualcosa di
normale, la vicinanza di qualcuno che..."
"Cosa
vuoi" fece lei quasi infastidita dal continuo del discorso, come
ridestandosi
"Voglio
discutere di quella volta..."
"ma
smettila!" alnzandosi dal divano infastidita "non ho nulla da dirti..."
"
io invece si... mi hai ucciso il cuscino, affumicato la porta, evitato,
e mi consideri negativo come chiunque che ti ha fatta incazzare... ma
non posso dirti scusa, per il semplice fatto che il mio modo di fare
era solo per..."
"AH!
non ho intenzione di perdere tempo con te e le tue scusanti inutili...
volete un mondo migliore, aperto, giusto, dove le persone dicano
chiaramente cosa pensano e sono e si confrontino con altri magari per
capire errori e sbagli.... ma non tu... tu!... TU, non chiedi
scusa...." andando di frotne da dove era seduta, alla libreria a destra
dell'entrata.
"Ti
ho già spiegato che volevo solo evitare fraintendimenti e
situazioni che...."
"MA
PER TE!" urlò lei irata, dandogli le spalle, con gli occhi
verso la libreria, gli scaffali e i libri, e lui si accorse che stava
fissando, così pareva, la trilogia di Ring, spiral e loop,
quella che per lei aveva molte cose interessanti, più di
matrix a suo parere. Che considerava scopiazzata forse da quest'ora
più i due manga di genere fantascienza e cyberpunk con
cyborg e concetti filososfici e introspettivi. E più dei
contetti di the matrix, per lei veniva prima la trilogia, i
romanzi, di Ring. Tranne alcuni personaggi zozzi come li definiva, ma
adorava quella serie dell'autore giappone e a volte lo usava
per predere cose nei suoi ragionamenti. E a fianco la serie di trenta
volumi di quei gialli dove compariva quel Charles.
"Cosa
per me..."
"per
te... per me non ci sono fraintendimenti o altro! Seriamente da cosa
sembra, per quello scherzo per scoprire che avevi le lentine e non eri
Milan, hai avuto come i flashback del vietnam? Comportandoti da
stronzo, buttandomi fuori, parlandomi sempre rimproverando... niente
discorsi da UMANI dicendo cose giuste e con tono di voce corretto,
invitandomi in modi cortesi a cambiare abitudini con te, a... fanculo!"
"Ho
ritenuto fosse il comportamento migliore..."
"Stronzate!
Eravamo amici cazzo...."
"E
tu, non puoi pretendere, credere, che ti si possa amare solo come vuoi
tu!" facendola irrigidire da volta re col capo, mento verso la spalla
sinistra ma senza guardarlo "... non esisterà mai cosa
desideri! NOn ci sarà mai nessuno che ti amerà, e
ameròà itnendo anche amicizia
ovviamente, come tu desideri da rifiutare ciò che
non può vivere. Questo è il punto. Puoi
arrabbiarti quanto vuoi, puoi offenderti quanto puoi, ma non
esisterò mai nessuno che possa amarti come tu desideri
perchè, qualsiasi sia la ragione, ti è difficile
e di sofferenza, sopportare qualcuno per amare ed essere amati..."
"non
dire cazzate! quello non è amore!" dando una pedata alla
libreria che fece tremare lui perchè alcuni volumi in alto
tremarono e temeva potessero caderfle in testa, mentre lei restava
testardamente a dargli la schiena
"Che
ti piaccia o no, Lia, per l'essere umano quello è
amore. Significa anche fare sesso se occorre perchè
è una insita nell'animale, quello che siamo. Sei rimata
bruciata così tante volte riuscendo però a no
nfarlo mai con nessuno ma di fatto non hai vissuto niente e seppur
è stato da cretini cosa Rò ha fatto da farti
peggiorare tutto in te...Anche se per te è solo
compromesso, un dovere quasi, un obbligo visto che lo fu per te ed
è stato cosa sappiamo, sarebbe anche giusto che tu facessi
pace e patta con la cosa e accettassi che quello è amore.
Per non sentirti sbagliata, inferiore alle altre con cui ti mettevano
in competizione, di non essere quella della famiglia, in gereale visto
che tutti anche i parneti che vedevi poche volte ma sapevano sempre di
te.... e poi lui. Per non sentirti dire più che non amavi,
che non volevi bene e..."
"SMETTILA!"
"Invece
no! Sei arrabbiata con mio fratello e Madame per averti sempre pressata
su ripercorrere i tuoi passi di isolamento... hai scelto di allontanare
tutti, da Rò a Zay e Ric perchè eri delusa,
amareggiata, offesa da certe cose e hai detto basta! Tu parlavi di te
ma loro sempre a dirti cose come se non ti conoscessero o non capissero
che le frasi che vanno bene per altri o tutti... non sono per te! Come
per Rò, che non ha visto te e il tuo star male, che
è andato avanti imperterrito e invece di vedere e capire, di
parlarti se ne è andato scocciato lasciandoti là
senza dignità e altro per tirarti su. Non saresti stata
più sotto altri, ti bastavano i tuoi... ti sei sentita
trattata come un cane con ordini su cosa fare e come metterti, sulla
sua rabbia perchè eripiù scazzata e annoiata che
cosa voleva lui, oltre che terrorizzata e non desiderosa di qualcosa
che dall'inizio gli facevi capire che non ti piaceva. Non ti biasimo
per gli attacchi di paura che ti vengono o le tue fughe quando
vedi che qualcuno mette piede troppo vicino alla tua zona
intima. Un pò come quelli al bar dell'albergo dove tu e Zay
stavate, che ti sei bloccata per qualcosa di strano che avvertivi
appena visti, ti sei raggelata un attimo entrando e vedendoli e hai
iniziato a sudare freddo, hai avvertito qualcosa che non ti piaceva...
La cosa triste di tutto quanto è che tu sei una delle poche
che vede in modo aperto, libero, giusto il concetto sul sesso e amore
fisico ma per gli altri. Tu lo rifuggi e odi, ti orripila letteralmente
l'accoppiamento degli animali e cosa deve accadere per ottenere queli
ormoni del piacere che, come dici tu, sono solo sfogo fisico. IN
realtà credo di no, ma..."
"Già,
tu e tuo fratello siete grandi conoscitori delle cose... come
quella tua amichetta con cui sei stato che ti sei portato qui... quella
segretaria fastidiosa che mi odia..."
"La
mia relazione con lei non fa parte del lavoro. Era stato tempo fa e
solo perchè è una donna che merita. In effetti
come te e altre, vale più di molti dei gruppi delle leggie
di cui faccio parte, che giudicano sempre gli altri perchè
esterni che per le qualità oggettive... non le piaceva
più la vita militare per le sue... contaddizioni e
negatività e così, essendo capace e abile, le ho
chiesto se le andava un lavoro. Si occupa di ogni nostra cosa da
appuntamenti a relazioni pubbliche per telefono e documenti, ma non ci
segue mai e la vediamo poco e ammetto che è deleterio
perchè parlandole poco ci dimetnichiamo appuntamenti e
tutto... su quello hai ragione..., cosa che ti fa sempre dire che
dovremmo trovare una moglie... ammetto che non ha quei compiti
perchè a volte sa essere troppo..."
"Si,
ricordo bene dall'inizio il suo sdilinguirsi per te! E pensavo fosse
per Milan ma come epr altre cose la sue espressione e il suo modo di
fare, chiaro segno che non era verso di lui e... AH! Comunque, non mi
interessano i tuoi interventi anche se hai esperierienze da dire la
tua! E' assurdo sentire un amico, NON AMANTE, che si fa piccato
così perchè... che schifo! Sono tue, non mie!
Quindi basta!"
"Già
abbiamo deviato... non puoi pretendere, obbligare me e altri, non
importa cosa si prova o meno, a fingere che..."
"AH
AH Ah AH" rise lei andando verso la aprete opposta alla porta,s enza
mai guardarlo, ma con una risata quasi amara "è proprio
vero, IO, sempre IO, non troverò mai qualcuno che possa
restarmi al fianco dandomi rispetto e considerazione se c qualcosa che
posso o non posso fare! Avere amici? MAI, perchè poi come
dicono i film, libri e altre storie del cazzo e tutti ci
credono, NON POSSONO ESISTERE AMICI DI SESSO DIVERSO, deve esserci
sempre il cazzo di sesso in mezzo! Dare!Dare!Dare!....L'amarezza
della vita umana è che io non volevo UNA sola persona,
quella stronzata della persona speciale unica e tutto quanto... io
volevo vivere tra persone! Poi decisi di vedere se ce ne fosse una,
almeno una... ma non cè altro che amarezza in questa vita
fottuta, io stavo sola, isolata, in una vita piatta e de merda
perchè quegli orsi dovevano vivere lontano dalla gente! La
gente fa schifo, la gente è una merda! E io per credere che
il mondo in cui credevo prima delle medie potesse darmi qualcosa, Zay e
Ric a fare i moralisti del cazzo a cavolo loro però
perchè prima erano tutto pro tutti, appena ho detto quello
-ah, non puoi pensare queste cose-. Ma andate a fare in culo tutti
quanti. Solo Milan mi è amico ma il resto per me
è invivibile e ora tu... AH AH AH ....Ho toppato in tutto e
questo solo perchè non è da me per la vita
privata fingere e mettere una maschera! Io volevo..."
"Già
come quella canzone di Rzeznik .- Loro non mi conoscono,
perchè io non sono qui. E io voglio un momento che sia
reale , voglio toccare cose che non riesco a
sentire. Voglio tenere duro e sentire che appartengo a
qualcosa. Come può il mondo volere che io cambi. Quando sono
loro che rimangono gli stessi, fingendo.NOn possono spezzarmi
finchè io so chi sono. - E poi la parte che non dirai mai a
nessuno. -A qualcuno. E tu vedi quello che loro non vedono ma. Tutto
ciò che volevi, io potevo esserlo. Ora mi conosci e io non
ho paura. E voglio dirti chi sono.- E..."
"...voglio
un sentimento che sia reale. Voglio raggiungere cose che non sento!
voglio fermarmi, e sentire di appartenere a qualcosa! Loro non mi
conoscono... ma io sono ancora qui!.." cantando il brano con amarezza.
"La
tua pretesa..."
"LA
MIA PRETESA!?!" si volto irata a fronteggiarlo con rabbia "come osi, tu
che usi le persone con tuo fratello..."
"Io
non uso per cattiveria, ma per il Sogno di un mondo..."
"E
IO SIIII!!!!!???? Un mondo che non raggiungerete mai! Perchè
per fare ciò che tu vuoi, con tuo fratello, dovrete vivere
tre vite complete e devi ringraziare se riesci a vedere UMANI! negli
ultimi decenni con lentezza le donne hanno raggiunto finalmente
più diritti paritari con gli uomini ma solo nei paesi di
primo mondo e molte volte si scopre che non è completa la
cosa. Professionisti identici come qualità e
capacità ma... lo stipendio si scopre poi che è
differente. Permessi e premi, tutte le cose gli uomini hanno o non gli
si dice che rompono per diritti per badare ai figli come le donne...E
poi le altre figure smerdate ogni istante!NO,
no... ancora cè merda nel mondo sul valore delle donne e non
puoi negarlo! Finchè la feccia delle generazioni
più vecchie di noi è ancora viva e peggio quelli
della nostra, equiparo te e Milan a me visto che con lui differisco di
un paio di anni e con te cinque.... quelli della nostra infarciti di
schifo dagli adulti la pensano uguale e smerdano questo mondo...
quando, quando pensi che il mondo sarà meritevole e giusto?
Io non ho avuto speranze e avevo ragione...Quando l'umanità
sarà umana? Dopo millenni siamo sempre là! Quindi
smettila di pensare al bene! Lo vedo già su di me...
speranze fallate, desideri bucati come palloncini..."
"L'amore
non è come lo vedi tu..."
"STAI
ZITTO! " ma iniziando a tossire, dando copi di colpi per liberarli come
se fosse oppressa da qualcosa da dentro, con un suono da qualcuno con
una polmonite, come gli pareva sempre quando la sentiva star male
"Aspetta..."
disse prendendo una sigaretta da quel tavolinetto e dandoglielo con uno
zippo dei usoi, che trovava però sempre tra le sue mani e la
rimproverava per questo, essendo pezzi di pregio, per poi vedere che
prendeva sempre quelli dalla scrivania dell'ufficio, non dicendo
più niente. Non toccava mai quelli della collezione ma
quelli meno di valore che lui teneva in cassetti appositi.
"..."
dopo aver respirato profondamente con dei suoni che parevano cigolio a
ogni inspirazione ed espirazione, gli prese di mano c on rabbia gli
oggetti e si voltò, dandogli la schiena tenendosela stretti
tra le mani "stai lontano da me!" accendosela da sola guardando i libri
dell'altra libreria, tornando a parlare con rabbia."Come
osi dire a ME che l'amore non è come lo vedo io?!? Io che
sono la prima ad aver portato qui il concetto che l'amore non
è solo uno, coppia e scopare. Sono io che ho portato il
concetto che l'amore può essere qualsiasi sentimenti in
qualcuno verso qualcun altro, e sotto la parola amore cè
amore genitoriale, filiale, d'amicizia, di pari, di amicizia tra sesso
diverso come me e Milan per esempio ma la gente pensa che non
è possibile avere amici maschi per chi ha una vagina, tra
compaesani, tra..."
"Lo
so! So che hai cercato di far sbiadire le sicurezze su certe cose della
gente..."
"Per
tutti è bianco o nero. L'amore è solo per il
sangue o sesso. Non cè altro. Una persona o è
come la società dice che deve essere o è da
deridere , trattare male, allontanare... questo è il mondo
là fuori e un pò ancora qui! Mai, mai vedrai cosa
tu sogni! E sai perchè...!?!" andando verso la finesta ampia
che dava sulla zona anteriore dello Chateau, a guardare la vita dello
stesso da un punto da osservatore, come faceva sempre. Con sguardo
addolorato, fumando questa volta tirando più boccate in una
volta.
"A
meno che non si fa come DIo... già!" fece lui ma con la
parte finale come scherno, con una sorta di risatina finale
"Ah,
ghigni!" fece amaramente con una smorfia delle labbra dopo aver
soffiato via il fumo ancora con evidente dolore ai polmoni, facendo
colpi gutturali per liberarli "bello sentire le frecciatine su qualcosa
che è seria. Questo mondo fa schifo da sempre eppure tutti
buonisti del cazzo! Quando quelli come me, esasperati, al punto di
rottura si scassano i maroni e fanno casino anche come in america,
urlando con armi in mano... eh, sono folli loro! Quando si raggiunge il
limite, poi sei fuori di testa tu! Non il mondo retto dalla merda...!"
con durezza, fissando la gente oltre il vetro. "è assurdo,
tutti dichiarano che ognuno pensa come vuole, eppire quando non la
pensi come loro stai sbagliando. le persone, tra cui io, che
mollano non sono deboli, sono stanche, il cuore a pezzi e la mente
consumata. io non ho ceduto perchè ero stanca, ero stanca
solo di arrendermi e mi si deve giudicare sempre senza mettersi nei
miie panni, e sapere quanto soffro... vattene, sei solo un fastidio e
accusatore del cazzo..."
"Ti
prego... quando parli arrabbiata come una del volgo sai che mi
dà fastidio..."
"Tu
e io veniamo dal volgo... e sai anche tu che come le bestemmie parlare
in certi modi è come sfogarsi... e io non sono una militare,
una di voi... come per là fuori quando dò corpo a
Veròna, io sono fuori le regole, no? Non è
così...!?" Quindi io posso....!" con un ghigno e un tono
provocatorio.
"..."
lui sospirò e si rimise le mani in tasca "... vorrei solo..."
"Ho
già detto che con Teresa me la vedrò io,
sistemerò la cosa una buona volta! Che la mia
personalità civile muoia una buona volta. Affrontarli...
quanto lo vorrei adesso ma... so bene, lo so, che mi verrebbe come da
Zay, andando fuori di testa per il terrore del giudizio, di ocme mi
facevano sentire, mi aggredivano, trattavano... niente sbagli, neanche
minuscoli, non esiste che si sbaglia, devi essere come.... se io vado
da loro, lo so che monterò un casino ma da parte mia e non
servirebbe a niente! Se prima urlavo, mi disperavo, andavo in
disperazione davanti a loro mostran do come stavo e non serviva... a
che serve, adesso? Lia deve morire!! Che Teresa torni all'ovile e
invece di Veròna, che sia la personalità
originale a morire. Per sempre! lei doveva morire molto prima ma quando
credevo con Phib che lui potesse aiutarmi, Zay mi fece venire i
complessi!! Cosa gli chiedi? Si sporcherà l'anima uccidendo
qualcuno, anche con i suoi libri... e mi venne il rimorso, dicendogli
di non fare più niente. Solo che... dopo che gli parlai mi
diedi della stupida! Cosa gli dici non farlo più quando NON
poteva fare neitne essendo scherzo? Ero capace pur di morire di
accettare perfino di essere un sacrificio, sai come si leggeva e
raccontava dell'idiozia delle bestie di satana... tutti là
stupidi di cose che in realtà non erano, ma i giornali
usavano quei temrini... "
"Sarebbe
stato inutile. Per le qualità di un sacrificio, il tuo
proporti e aspettare il momento non valevano... tanto è
vicino il legame o di valore la persona scelta per certe cose e
più ha potere anche se tutti di solito scelgono delle
vittime esterne ritenute ottime... una vittima che si presta alzando la
mano tranquilla e desiderosa della sua fine, non ha valenza magica...
un sacrificio deve avere un significato. Scegliere e dare un individuo
in sacrificio ha dei dettami che..."
"Si,
si... voi e il vostro occultismo... insomma, per me non cè
trippa per gatti in nessun modo... che devo fare, gettarmi in un
incendio? In qualche macchinario? Che vita grama per quelli come me che
già di loro non hanno motivo di esistere..."
"stai
ancora pensando al fatto che la tua prima di prima era un fallimento
per cosa ti dicevano e ti facevano sentire? Degli errori che non dovevi
commettere o eri una persona orribile?"
"Io
sono un niente!! Un nulla! Posso cercare di fare mille cose giuste ma
nulla cancellerà cosa mi opprime dentro! Questa è
la verità! Accettare il niente che ero prima mi è
impedito, incubi e sogni e momenti in cui tutto mi torna alla mente mi
castigano ogni giorno... superarli, come!?! non ho niente per
riuscirci! Bravi quelli che riescono piccoli cari, facendosi famiglie,
avviando cose... io ci ho provato solol per il tempo di accontentare
voi, ed è un supplizio!! Nessuno può capire
cosè, cosa provo vedendo altri, assistendo a cose, rivivendo
tutto e vedendo... gli specchi!! Quanto li odio!!"
"Tu
e il tuo odio per gli specchi! Sei giunta al punto da rivedere allo
specchio non te come vediamo noi ma come vieni in foto. Un
mostro orrendo! Quando sei giunta qui eri quel che eri per le medicine,
adesso non più, guardati...! Ti struggevi per cosa non eri
più di prima, e lo sei ora ma... lo specchio invece per te
ti rimanda a prima e non ne uscirai... E ora vuoi uccidere Lia di
là fuori! Sei pronta per questo? Saperti viva mentre l'altra
è morta? E ancora che sei così rotta da
non voler seguire quelle parole in cui speravi..."
"Tanto...
tanto tempo fa!! DA Rò e Zay e Ric non è stato
più lo stesso! COn il primo ho solo capito che l'amore come
lo considerano gli altri non è per me, per lui come per
tutti cè sempre un'altra dietro l'angolo se non la dai, che
le promesse di sto cazzo non valgono perchè appena si
annoiano ecco che spunta un nuovo interesse e vai di corna..."
"detto da te che credi che lasciare libero l'altro di fare sesso e
avere altri legami è normale..."
"perchè è normale cosa dobbiamo vedere, di
promesse fatte solo per avere un posto in società e poi
dietro di schifo..."
"questo è vero, ma una relazione del genere e... mah"
"Io non ero niente visto che non davo cosa volevano.... e se lo davo,
poi finivo da parte perchè..."
"Per
uno solo non puoi credere che sia così per tutti..."
"Invece
si! NOn hai provato tu il precipizio della tua dignità e
tanto altro per tutto il tempo che l'ho conosciuto, aggiungendoci la
famiglia ttuta e quanto fa schifo che diceva che non ero femminile,
carina, dolce, gentile..."
"stronzate"
".. che non ne trovaov manco morto uno e una volta allo
specchio mi chiesi -ma così combinata per le medicine chi
mai mi vorrebbe anche solo pe r una botta e via? ovviamente
era solo per schernire me ma ai disperati e quelli che -basta che
respiri- va bene uguale ma io non sono così! NOn riesco e
non sento niente sugli altri, quindi perchè devo essere
sbagliata io!?! Ecco perchè per come si sono sentita,
trattata e rimproverata, non accetto più ninete che io non
voglia... sono stufa marcia da Rò e quelli come lui, di
tutti, di tutto questo, come mi si trattava, come una povera
demente, che mi si diceva -ma sei stronza? Sei scema? Che
cazzo dici? Cosa fai?- E tanto, tanto... che dopo cosa
sentivo da Zay e Ric ho detto basta! Avevo deciso di credere a cosa
diceva come ulteriore piano di realtà e vedere come andavano
le cose, che forse cèra qualche risposta per me... invece..."
"Ma
ti comporti così anche con noi..."
"E
voi come mi trattate? Quelli che fingono che vada tutto bene
nascondendo cose come se fossi scema, e parli degli altri non la vostra
messinscema di scambio, poi tu... trattarmi come facevano loro invece
di un dialogo sano... è per questo che basta! Tutti vogliono
cose, fingono o agiscono come imbecilli come hai fatto tu solo
perchè certe cose dal lato vostro è cambiato...
per me non esiste nessuno speciale con cui condividere cose che voi
chiamate NATURALI!! Mia madre mi faceva sentire uno schifo
già prima, poi mi ammalai proprio per come vivevo, e per
come ero ridotta per le medicine che mi avevano obbligato a prendere
mi trattava... come fossi l'ennesimo fastidio urlando che
dovevo stare zitta e non rompere, quando lei sbraitava tutto il giorno
per il suo lavoro... diceva che era un inferno vivere la sua vita,
quando a vederla era normalissima ma non voleva fare un cazzo, questa
è la verità. Il lavoro le toglieva riposo e
giornate diceva e quando stava a casa... stava a casa senza uscire a
guardare la tv, basta. niente hobby, niente amici o persone da vedere,
niente vita secondo me che io avrei fatto al posto suo se potevo e
avevo i suoi soldi... sebbene tutto, lei guadagnava e qualcosa poteva
comprarlo almeno una volta al mese come una pizza ma no! Poter mangiare
qualcosa di diverso dal cibo preso direttamente dalle confezioni,
qualcosa con del sapore... NOn si godeva nulla della vita, solo a casa
a stare a rompere il cazzo con quella voce a guardare solo la tv. Che
vita grama! E io urlavo!!"
"se
tutti avessero le passioni e interessi, hobby che hai tu, non vivrebbe
il niente che mi hai raccontato. io stesso non so affato come
facessero. E come rimasi quando ti mostrai..."
"già
tu quel giorno, non Milan..."
"Lo
so, grazie di averlo fatto presente" sorridendo, ma lei non fece nulla,
solo fissare con sguardo addolorato oltre la finestra "ti mostrai
scambiandomi con Milan perchè aveva un
appuntamento lo Chateau stanza per stanza, e per cosa erano utilizzate,
e ti feci vedere la vecchia sezione dei bagni e docce, e tu sorpresa e
titubante mi chiedesti se potevi usare la vasca, se ti era permesso e
quando ti chiesi perchè quella domanda, mi dicesti che non
la usavi mai, non era possibile da te..."
"Si consuma troppa acqua, come la doccia... per poi sprecarne a
tonnellate per lavarsi a pezzi... quando si è tarati ma per
loro era così, lavatrice e lavastoviglie no, consumano
trippo, a mano tutto.... imbecilli!"
"... dicesti che la vasca era usata...Solo per le tende, per lavare
quelle e non le persone, perchè si sporcava il bagno, come
con la doccia. E come ti vidi quando ti dissi che potevi usarla tutte
le volte che volevi senza limitazioni e appresi dalle tue parole che
non ti era concesso mai e da piccola volevi giocarci con i giocattoli
tipo navi e sottomarini e paperelle. O quando ti dicevano che una pizza
costava troppo e non andava bene, così come tutti i prodotti
da forno che adori ma non mangiavi mai, neanche da piccola. A scuola
volevi una pizzetta o altro ma invece ti davano le merendine
confezionate che tif acevano schifo... e poi manco quelle,
per i medicinali non dovevi mangiare oltre cosa ti dava il medico. Che
torroni e meringhe non esistevano più, ed era vero, solo i
torroni morbidi che odi e niente più meringhe
perchè la gente non le mangiava più e restavi
solo a sognare. Che guardavi i vestiti nell'armadio che volevi mettere
ma non potevi. E aggiungevi con una nota triste -e poi anche se, per
quale motivo dovevo metterli? Non cèra nessuno che voleva
passare del tempo con me...- Sei scappata su tuo impulso quel giorno
perchè come quella persona dell'opera magna avevi deciso di
ribaltare le cose. L'amarezza quando parlavi di quell'opera e di lei..."
"Ah! un'altra cosa che quei due non hanno capito!" arrabbiata,
poggiando la testa sul vetro "E' veramnete triste quando parli e
nessuno ti ascolta veramnete. QUando dissi che LUI dopo aver compreso e
si era salvato, aveva deciso di renderle omaggio, lei che non aveva
conosciuto davvero ma compreso, perchè anche altre persone
potessero sapere che esisteva. lei che era sempre rimasta sola.
Quell'opera è un viaggio in cui tutti gli elementi,
tutti, degli esseri umani sono profondamente indagati.
Insegna che se cè qualcosa dentro, anche se lo
chiama amore, tutto si può comprendere e che pensare che un
trucco sia una vera magia mostra la capacità di apertura
mentale della gente..."
"Allietare qualcuno e darle forza affermando di eseguire magie,
ringraziare per quel trucco affermando che fosse vera magia per cosa
riusciva a dare... lo so"
"...Lui non può impedire la sua morte nell’ultimo
incontro, seppur lui incontri alla fine la vera Lei. Ma tutto era
così troppo distruttivo che semplicmente lei
sparì. Anche per il fatto che non l'avrebbe accettata
nessuno...Di fronte a questoo, sopravvissuto, non gli resta che rendere
eterno il ricordo di quella persona facendola conoscere a tutti, anche
se.... la cosa che Zay e ric non hanno capito dalle mie parole mi fa
imbestialire. Ho sempre detto che non voglio essere ricordata e ne
simili. Sebbene mi sia lasciata andare in rancore e
infelicità per cosa non avevo, non voglio essere rimpianta.
Non desidero essere pianta. E quando dissi del dono che lui anche da
Lord le fece, quel libro con cosa lui scrisse per lei,
perchè almeno lì lei fosse felice, se stessa,
viva anche dentro, in vari vissuti dove non fosse sola e... esistesse
davvero. La cosa amara è che nonostante le sue belle parole,
non credo affatto che l'avrebbe accettata se fosse rimasta viva e che
il suo pentimento sfociato nelle storie è solo
perchè si sentì incapace. NOn la conosceva, era
rimasto solo colpito d cosa gli era apparso davanti che si sblocco sol
ritratto. Sia per lei che per me non cè storia, on ci sono
possibilità. E per dire che comunque ammiravo cosa lui fece,
anche un pò con invidia, solo per quel dono di cuore...
dissi a ZAy e Ric il fatto che sarebbe stato bello sapere che qualcuno
ti dava l'ultimo saluto con qualcosa scritto di cui, su di te. Ma non
hanno capito un cazzo. Come sempre. Intendevo dire che era solo il
SAluto, non un perpetum di memoria. NOn ho mai smesso di desiderare di
sparire, andar via, evaporare dalle memorie così da essere
in pace... ma invidiavo, solo per quel dono, Lei. Sebbene morta
salvando in se il mondo che aveva creato tramite dissociazione e
visualizzazione, quel paradiso che mai si sarebbe avverato, ma che lui
riprese in sua mano e fece tornare vivo e prospero.... la cosa triste
è che lui per affetto afferma, ha ripreso in mano quel mondo
e ne è diventato Lord per proteggerlo, per farla tornare e
riaverla al fianco per vivere felici almeno in quel mondo... lui che
non la conosceva e al solito ha visto solo l'aspetto!! Ma ho provato un
pò di invidia solo per quel dono. Sebbene alla fine lui
volesse mettere a tutti i costi cosa lui vedeva, voleva, credeva e via
dicendo... e quei due scemi hanno osato dirmi cagate sul ricordarmi
senza aver capito niente... al solito io non avrò mai niente
di ciò che desiderio. Davvero cosa desidero e sognavo
è così impossibile rispetto a soldi, potere,
fama, famiglia, figli e via dicendo?!? Veramente è
così..." restando con altre domande in sospeso "io e lei
eravamo così simili per tante cose..."
"... di come, esattamente come Babydoll, e me, Lei fuggiste
in altri piani e mondi creati con la mente, rifugiandovi
lì... e di come vivessi sola e disperata fra quelle mura
perchè per come eri combinata per i medicinali e come era la
gente con chi era diverso, non aveva senso uscire... eppure ti vedevo
baccagliare con gli uomini perchè vedessero quel che tu
notavi in loro e si svegliassero. Che vedessero che la vita andava
vissuta in modo diverso da come facevano loro. E tu sapevi
perchè...Perchè avesse un valore, invece di
essere e diventare come... così come il sesso. Sei l'unica
persona che conosco che è aperta mentalmente su questo tema,
che per te obbligare l'altra persona a giuramenti e simili è
come mettergli o metterle le catene e che se tu non puoi dare all'altra
persona qualcosa, non è giusto vietarle di viverle altrove.
Lo so sul fatto che non faresti niente con chi ti sta accanto, ma non
è troppo... non so, liberale, permettere all'altra persona
di avere relazioni quando tu non ne avresti, perchè viva e
faccia cosa tu non vuoi dare? Che una relazione non deve essere,
perchè tu odi gli obblighi a meno che non siano sentiti e
mantenuti perchè lo si vuole, solo a due e se hai bisogni
per le promesse non dovresti fare niente per poi scoprire se si hanno
amanti? IO..."
"Cosa
cè di strano? Cosa è meglio, obbligare a promesse
che alla fine l'altro non riesce a mantenere perchè non le
sentiva ma desiderava sfogare cosa aveva dentro ,con un'altra persona
con feromoni compatibili? perchè là siamo..."
"Si,
la tua teoria dei feromoni compatibili, delle coppie che stanno bene
insieme tra altre perchè sono più compatibili a
livello... ed è questo che attrae come il concetto
del sesso con... Diversi tipi di pene secondo le
dimensioni...!?! Cosa era quella Lezione che hai fatto l'altro
giorno?!? Gli uomini si dividono in tre classi, come le donne
e a seconda della grandezza del loro lingam, il membro sessuale
maschile vi sono diversi tipi di vagina secondo le dimensioni... mi
sono perso! Milan si sarebbe divertito con quella Lezione, quello
è sicuro, ma ho trovato la cosa davvero assurda dal mio
parere! Seriamente credi che..."
"gli
uomini lepre, gli uomini toro e gli uomini cavallo... la
donna, secondo la profondità della sua yoni , è
una cerva, una giumenta o un'elefantessa.... sono solo concetti presi
da una dottrina antica per specificare le dimensioni dell'apparato
riproduttivo e la loro compatibilità... o sessuale, dipende
chi le chiama come... "con una smorfia della bocca indecisa, guardando
in alto a destra, facendolo ridere "E comunque non è niente
di così assurdo! E' la verità! Tu stesso quando
ti spacciavi per Milan mi raccontavi le poche, rispetto a lui,
avventure e di come ti era capitata una ragazza parecchio troppo...
grande per te!" con un verso di derisione e divertimento "Hai solo
provato nei fatti questi concetti...."
"Vuoi
metterla così!?! E' una sorta di avvertimento ulteriore per
cosa non ti va bene?" fissandola malamente come a voler dire qualcosa
con gli occhi che lei comprese e si voltò "Mi vuoi
dire questa cosa per metter chiaro che tu... lascia stare!" fece lui
sospirando osservando la stanza, evitando il ritratto "Resta il fatto
che continui a isolarti da tutti! E non va bene! Per te e loro. Loro
non ti hanno fatto nulla e non è giusto che..."
"Parli
proprio tu che ti chiudi nel tuo studio a dipingere o fare cretinate
che solo tu sai... e ti spacci per tuo fratello senza mai farti
conoscere... Sei proprio..." acidamente finchè non lo vide
avvicinarsi e fece passi indietro col rabbia.
"TU...!!
Sei quella che ho fatto entrare nel mio studio e ha turlupinato la mia
buona fede per vandalizzare la mia statua!!!" con impeto di nervosismo.
Strappando a lei un'altra smorfia di risa.
Dorde,
dopo che l'aveva scoperto, l'aveva invitata nel suo studio, sotto la
Casa della Lapidi. E appena entrata era rimasta ferma a fissare tutto
muovendo solo gli occhi e le sopracciglia in un miscuglio di cose che
lui non comprese. Poi guardò la statua, ma la sua faccia
sembrava quasi quando stava per fare qualcosa di stronzo a qualcuno,
per liquidare la cosa con una battuta, per chiedere perchè
ci fosse una sua statua lì.
"E'
solo una statua di Rimando. Sono opere come quelle che trovi in quegli
angoli laggiù di donne e uomini che hanno fatto molto per il
mondo e ho ritratto in loro onore, o di elementi importanti raffigurati
da uomini e donne. La statua doveva raffigurare altro in stile greco
ma... un giorno scambiandomi con Milan ti vidi a fare niente, invece di
meditare, e solo dopo un attento momento di capire che combinavi... ti
ho vista con gli occhi persi come quando dissociavi nei tuoi mondi... e
lo stavi facendo! Nonostante la base principale fosse rilassarsi col
corpo e usare la mente... invece a te serve muoverti nel corpo anche
dissociando! Sei negata con la meditazione...Un controsenso di
ciò che conoscevo che mi ha fatto capire come tu rappresenti
il contrario di tutto... è solo una sorta di monito per me
quando lavoro... ultimamente ho pensato di approcciarmi ad altri stili
per osservarla e farmi domande..."
"Mh..."
con suono gutturale fissandola in modo particolare " E... dimmi,
dimmi... cè altro che rappresenta...!?!"
"Eh?"
fece lui fissandola dubbioso
"il concetto poteva non avere il mio volto..!?!. per questo chiedevo..."
"Le
statue greche hanno volti, tu eri l'esempio perfetto per il concetto
e..."
"Capito!"
chiudendo lì la cosa voltandosi a sinistra e adestra con
qualche passo, per poi fissare il cavalletto con tela di fronte a loro,
prima della statua, con colori, barattoli di vernice a terra e altro "E
dimmi, raccontami un pò cosa conservi qui... Quello per
esempio, raccontami un pò questo ritratto di gruppo"
indicando alla sua destra dietro la cancellata che divideva lo spazio
tra quello camminabile e utlizzabile e la zona dopo, con i ritratti,
segnando con un indice un ritratto con tre soggetti.
"Ah,
quello. Si tratta dei..." iniziando a descriverlo con passione.
Finchè non si voltò dovèra lei prima
per parlarle viso a viso ma si bloccò raggelato. Era sparita. La
vide correndo con gli occhi per l'ambiente acquattata sula statua,
precisamente aveva scavalcato la base rettangolare per raggiungere la
statua con lei seduta e stava con le ginocchia sopra la base,
vicino le gambe dellas tatua, a reggere tra le mani un barattolo di
vernice che vomitava il suo contenuto a onde cascanti sulla testa
marmorea.
"CHE
FAII!!!" fece lui di getto allarmato.
Lia
si comportò, e così gli parve, come un gatto. Si
voltò piano verso di lui con un'espressione come si vedeva
su di un gatto che lei chiamava stronzo che faceva roba rompendo e
facendo cadere come se andasse tutto bene, a fissare come a dire -che
cè, che vuoi- continuando a tenere il barattolo sopra la
testa della statua che riversava colore.
"Scendi!
Che fai!!" avvicinandosi, imperioso.
Ma
lei, niente. Come un gatto stronzo lo fissava in quel modo perpetrando
la sua opera, anche quando lui si era avvicinato alla base rettangolare
e allungando la mano cercò di farla scendere. lei fissandolo
negli occhi senza cambiare una virgola, lasciò lentamente la
presa del barattolo, che sembrò attirato dalla figura di
marmo come calamita da fare un Planf sonoro sulla capoccia, restando in
equilibrio continuando a perdere colore, che scendeva gentilmente per
ogni lato della statua dalla testa alle gambe. Un Blu che lui non aveva
e si rese conto che fosse una mischia. Sembrava un Blu Candy 2
metalizzato a vederlo in quel modo e voltandosi anche se aveva il
cavalletto a fare da impedimento, si accorse che molti colori, dai base
alle scatoline con i brillantini e altri effetti che usava per le
minuzie ed effetti particolari, erano stati toccati. IN pochi minuti
aveva mischiato più roba, che scendeva come mollemente senza
tempo scolando sul marmo, sopra la statua a coprirla.
Lia
fissandolo sempre negli occhi, accentuò di un millimetro il
sorrisino che prima era serio, che sicuro aveva dentro da voler
sghignazzare, e con fare elegante, quasi a prendere in giro gli
spettacoli di Burlesque, si voltò e scese dalla statua,
mostrando labbra più stirate come un sorriso di cattiveria
che però cercava di mitigare.
"Lia!!!
Che hai fatto!! Come la pulisco!! Non verrà via da solo!!
PERCHE'!!"
"Per
motivi miei, seppur uno brillante come te dovrebbe... arrivarci! Sai
bene che odio certe cose, e seppur tu affermi essere un omaggio
simbolico a un significato prendendo spunto da me, preferisco mettere
in chiaro le cose che trovo eccessive... e prima che tu inizi a urlare
o incavolarti come tu fai, non tuo fratello, mi auguro che la
cosa fosse solo questo. Un omaggio a qualcosa che prima non consideravi
e simili, non altro... Bene! vediamo questi dipinti!" camminando
accanto alla cancellata
"AH!
Tu ora mi aiuti a pulire questa roba, non intendo lasciare la statua
così e non ho voglia di sporcarmi i vestiti quando sei stata
tu.."
"Allora
spogliati!" seria e diretta per poi fare un sorriso a ghigno carogno
"Togliti tutto e inizia a pulire, se aspetti ancora, si
asciugherà! Dimostrami che tieni all'opera e il concetto,
ripulisci dal mio visibile disappunto anche sporcandoti ma rivendicando
ciò in cui credi... "
"Mi
prendi in giro? E' un tuo test o simile?" fece lui arrabbiato, voltando
il capo verso la statua che sembrava piangere in modo particolare blu
metalizzato e perlescente alla luce come avesse un velo sulla testa che
scendeva fino alle gambe "Cosa vuoi...."
"..."
lei si era seduta su sedie particolari che erano presneti con braccioli
prima come una regina e poi accavallando le gambe e alzando il mento
come una sfida, sempre con quel ghigno carogno a guardarlo negli occhi
"Dai, urla tutto il tuo essere UMANO correndo a salvare ciò
in cui credi e consideri da mettere lì, al centro, con il
cavalletto davanti... io osserverò la forza dell'uomo che
salva e toglie lo schifo che ho riversato sopra per dire la mia..."
"Invece
sarai tu a pulire cosa hai fatto! Ti ho portata qui, sei l'unica oltre
Milan a sapere e aver visto questo posto, e non accetto che..."
"Io
ho espresso il mi odisappunto per certe cose, e come per altre
punizioni volevo che l'impegno portasse a ragionare e avere
considerazioni su..."
"PULISCI!!"
fece lui perentorio indicando la statua
"A
me sembra che abbia ora un significato migliore... il velo di Maya che
copre certe cose... per me ha quel non so che di più
significativo..." poggiando una guancia su due dita della mano,
reggendosi anche col gomito
"Lia..."
fece lui arrabbiatissimo "Hai fatto questo e ora pulisci, deve tornare
come prima!" mentre lei voltava il capo co nonchalance alla sua destra
alzando il mento, come se si annoiasse, per poi alzare gli occhi come a
riflettere e sorridergli.
"Bene...
su questo sono d'accordo, ho sporcato e devo pulire... ma tu pulirai
pure e nel mentre discutiamo sulla questione della statua..." fece lei
puntigliosa sulle condizioni mentre si toglieva la camicetta con nelle
cuciture arricciature e piegoline e sotto aveva solo il reggiseno per
il periodo caldo.
"CHE
FAI!!" vedendola scivolare sul le braccia, solo quelle, la
camicetta a fissarlo negli occhi
"NOn
è consigliabile sporcarsi i vestiti, se usciamo di qui pieni
di vernice qualcuno si farà domande e siamo amici, ci siamo
sistemati i vestiti a vicenda, non abbiamo problemi su certe cose e
quindi prima iniziamo e prima finiamo... sebbene non mi spoglio mai
davanti a nessuno perchè una cosa è che a me non
tocca minimante degli altri, ma i maschi pensando ocn il cervello
numero due, se mi spoglio poi sono stronzi, quindi evito..."
"Rivestiti!!
No intendevo così!! Puoi essere una persona pratica e tutto,
ma non metterti idee di stare nuda a fare roba... rimettila!!" fece lui
adirato prednedole dalle mani la camicetta color panna con scollo
quadrato e arricciture sul fondo tipo rouches cucita dalla loro
sartoria e rimettendola come se fosse una bambina, continuando a
rimproverarla, metnre lei se la rideva. Voleva dirgli -OK
papà, quando mi hai vestita discutiamo della cosa- ma si
limità perchè rideva troppo dentro nel vederlo
sconvolto ogni volta per cose sulla privacy. Quando gliela
tirò pure sul fondo perchè fosse ben messa lei lo
fissò mentre si risollevava, dovendo chinarsi
perchè piìù bassa di lui, e lo
guardò negli occhi come se fosse tutto divertente.
"Mi
spieghi da quando sei diventato pudico!?! Io non sono mai rimasta nuda,
per le feste, per i bagni nelle vasche dello Chateau, per tutto non
abbiamo mai avuto problemi anche perchè sempre con
qualcosasopra, così con tuo fratello o con Jd per fare un
esempio..."
"Infatti,
non sei mai stata nuda e solo per cambiarti e simili!! E indossi di
solito gli indumenti intimi degli abiti e periodi, non restare mai con
il tuo, di intimo! Non fare più cose del genere!! E non
iniziare che Milan non ti avrebbe rimproverata! Lui è lui,
siete come fratello e sorella e non vi toccano certe cose ma io non
sono lui! E non toccare più le mie cose per fare danni!!"
rimproverandola con un dito puntato contro di lei
"QUindi...?
POssiamo ripulirla con un tubo a pressione con acqua e poi il viso,
impossibile da pulire, potremmo sistemarlo con scalpello e..." detto
con tono di consiglio guardando la statua ma lui le prese un braccio e
la trascinò fuori chiudendo la porta, senza lasciarla ma
facendo tutto con una mano e poi la tirò su per le scale e
girato per la Casa delle lapidi con lei al trotto dietro che se la
rideva, contatato che erano soli, andò in fondo alla
costruzione, la nuova sezione ancora con sporadiche lapidi appese e
l'affrontò.
"Troverò
il modo di farti perdonare per lo scempio che hai fatto!! " mentre lei
ghignava e gli faceva il verso cantilenando -troverò il modo
di farti perdonare, si... ok, è come epr tutti gli altri?-
"Ma ora voglio che tu la smetta di impartire le tue lezioni a tutti,
compreso me, a modo tuo!! E questa storia di punzecchiare la gente e
studiarla, non come me!! Dopo lo scherzo che mi hai fatto alla Casa
della Seta, non intendo accettarlo più! Mi hai mancato di
rispetto già prima, ma hai vandalizzato una statua!!"
"Si...
una statua che mi raffigurava..." fece lei tranquilla, sedendosi con un
salto su quella che era a prima vista per altri un altare spostabile
utilizzato per varie cose che per altare stesso "io come dovrei
prenderla...?"
"Bastava
parlarmi e avremmo chiarito..."
"Era
il cosa che mi faceva incazzare... sai che odio certe cose che la
gente..."
"Cosa
vuoi!!" le fece arrabbiato "dimmi che cosa vuoi... la faccio
distruggere? La..."
"Esagerato!!
ora che l'ho vista e ho inteso il mio punto di vista, perchè
rovinarla... Chi sono io per dire di distruggere qualcosa..." ghignando
malefica, e lui pareva sul punto di voler sclerare "Comunque, mi sembra
che tu sia parecchio... cambiato! Sembri prevenuto e tutto sul fatto..."
"Non
sono prevenuto, ma siamo amici e con me non fare qualsiasi cosa ti giri
per la testa come fai con gli altri. Sei pratica, non hai problemi su
certe cose anche se stai tra maschi e sono cose tue, ma non ti
aspettare che per gli altri siano la stessa cosa!! Non puoi cambiare il
fatto che stai tra maschi... cè adesso la sezione femminile
che hai voluto isnerire e il gruppo di donne che hai scelto come
speciale e ai tuoi ordini per..."
"le
donne sono una palla! Sono inette, imbecilli, gelose per tutto anche
quando non cè bisogno e mi fanno venire il nervoso! Hanno le
loro cose da donne anche se sono militari e sono considerate al pari su
ogni cosa... mi sono scocciata di stare tra loro. La cosa cosa assurda
è che qualsiasi sia l'argomento, dal sesso a partite di
qualunque sport di itneresse, animali e tanto altro, con loro
è da noia e da... femmine! Non so davvero come reggano con
quei dialoghi!! Non sono fatta per stare tra femmine!..." dicendolo
offesa finchè iniziò a sentire fastidio ai
polmoni per aver troppo mezzo urlato nella discussione e
rovistò nelle tasche alla ricerca di sigarette e accendino.
Zippo. Dorde cercò di calmarsi nel vederle sempre lo zippo
con i gighli per le mani e lei lo notò, ridendo mentre
accendeva con letnezza e mostrando per bene l'oggetto, per poi
rimetterlo in tasca. lei sapeva che lui non amava quando gli toccavano
le cose, e i zippo erano una delle sue passioni da collezionare, e
sebbene fosse uno di quelli di meno valore che lui teneva nei cassetti,
non mancava mai di fare facce arrabbiate e come pronto a rimproverare
quando notava che lei ne sgraffignava sempre uno.
"..."
lui alzò gli occhi al cielo "Comunque, smettila anche di
divertitrti a prendere in giro la gente!! ok che ti piace quando ti
aiutiamo a svestirti..." con un modo di dirlo che lei colse, alzando lo
sguardo verso di lui dalla sigaretta tra le dita
"Cosè
quel tono... stai dicendo qualcosa?"
"...
qualcuno potrebbe prenderlo per gusto sessuale e non puoi giocare con
le reazioni della gente intorno a te..."
"Aspetta,
aspetta..." gli fece alzando una mano a stopparlo "la stai mettendo
come se fosse un gioco sessuale per prendere in giro qualcuno... solo
perchè non ho paura di essere aituata a togliere i
vestiti, che per inciso parliamo di quelli che utilizzo per le vostre
recite, non significa che vi stuzzico. Cosè, un'altra cosa
che cogliete solo voi?"
"Smettila,
forse l'ho notato solo io ma non fare quella faccia di
bronzo, ricordi quel segreto?" vedendola voltare il capo con ztizza e
fumare come uan doona anni trenta "Di quello che hai appena detto, cosa
era vero e cosa falso...?" sfidandola con gli occhi, e lei con un verso
distolse l osguardo di nuovo guardando a destra "Certe volte non ti
capisco! E sono serio! Ti comporti come se tutto fosse normale per te
come se fossi tra bambini che non hanno impulsi sessuali, o non sanno
cosa siano e puoi andare tranquilla ad atteggiamenti come se
giocassi... che ne so, come qualcuno come Madame con un uomo... e la
cosa grave è che lo fai ma non per veramente qualche motivo
sessuale, ma come se avessi degli impulsi che getti là nel
mucchio di cose che combini e dici solo per togleire la mano e vedere
che succede... ma non siamo tutti te!"
"Perchè,
che vorresti dire, che per qualche cavolata che dico o faccio chiunque
mi sia intorno lo prende o lo vede come un segno sessuale e allora sono
cattiva...? Mi stai dicendo che offendo i sesso-dotati?"
"Cosa
sono... i sesso-dotati!?!" fece lei scuotendo un attimo la testa confuso
"AHH!
Mi si rimprovera di offendere gli ormoni altrui... come se mi
interessasse..." mentre si vedeva guardata male come un rimprovero muto
"Ti
sto dicendo qualcosa che secondo me non va bene in cosa fai tra gli
altri! Milan non te lo direbbe perchè lui neanche li vede, o
al massimo ti trova comica e divertente, non avete niente da vedere tra
voi e quindi lui non conta. Ma Jd per fare un esempio è
troppo buono e paziente, a meno che tu non esageri troppo e ti si ponga
come freno, e così altri non ti direbbero niente
perchè di norma un maschio fa questo. O interpreta cosa
recepisce..."
"O
pensa di recepire..." fece lei puntualizzando
"...mh...
recepisce!... e decide di provarci, o aspetta e vede se aveva ragione o
fa finta di niente per non perdere l'amicizia..."
"Che
tristezza! E io che pensavo che almeno qui avessi amici che non
credessero..."
"LIA!"
fermandola da frasi poco corrette "le persone come dici tu sono diverse
tanti quanti sono i cuori nel mondo, ma non puoi decidere per altri di
bloccare anche gli ormoni e cosa provano..."
"perchè! gli altri lo fanno con me... no? Che io sia come
vogliono, che faccia cose come voglio... come alcuni tuoi
clienti che hanno usato una frase come la tua -nessun problema per
l'imprevisto, magari vi fate perdonare in altri modi- guardando me! E
io lo capisco cosa vogliono e pensano i maschi e cosa stava
immaginando. pensano che non si capisca, ma gli occhi, cazzo, lo
dicono... e non intendo mettere la mia bravura sempre e
sempre per sollazzare il pennacchio di qualcuno, che se lo
perdano... che imparino come fece lui perdendo..." mentre lui la
fissava cupo per fare due passi e darle un colpo su un ginocchio da
farle cadere la gamba accavallata, facendole assumere un'espressione
stupita.
"L'essere umano è anche questo, fattene una ragione e
smettila con queste frasi...." fissandola serio mentre lei sospirava
infastidita, con le gambe che si agitavano nell'aria, fumando "Non puoi
fare come hai fatto con me per scoprire se avevi ragione e avevo le
lentine o portavo gli occhiali, pensando che..."
"Cosa...!
Dai, esprimimi cosa ti passa per il cervello, così ho chiara
la situazione. Perchè vorrei capire solo un punto! Ok, ho
fatto cosa ho fatto con te solo per due motivi. Confondere gli uomini
è facile se li si raggira con i vecchi metodi, funziona
sempre, e visto che tu sei sempre come punto da una vespa sul deretano
per tante cose e sei sempre ombroso quando qualcosa non va come vuoi..."
"Stai
esagerando!"
"Eh...
vogliamo metter ele volte che perdi la pazienza e rimproveri o agisci
in maniera arrabbiata che Milan... non fa?!? Cercare di imitarlo,
usando anche i suoi termini come -bimba- e sorridendo come un ebete
come lui, quando poi esci dai gangheri, a volte a ragione ma non sempre
, ma sempre con troppo impeto che lui non fa e..."
"Quando
si perde la pazienza..."
"Si,
si... come con le porte. Tu devi avere qualche flash del vietnam con le
porte che quando si incazzi, SBAM! ma non riesci a reggere
troppo la farsa perchè inizi a dire - benedetta ragazza- o
rimproveri aspri, sbotti e sembra che tu voglia prendere a ceffoni o le
porte... cosè che hai detto quella volta quando mi hai detto
che dovevo darmi una regolata con il mio carattere...?!? Se fossi a
casa di una delle tue nonne, mi avrebbe presa a sculaccioni...?!"
ridendo in maniera nasale per contenersi con una mano"tu affermi di
aver fermato le influenze della cultura da cui vieni ma se non
cè il tuo controllo, se qualcosa sfugge o non è
come lo vuoi, fissi la gente o rimproveri come se volessi rimettere in
gira..."
"ma
l'ho mai fatto?"
"No,
è vero. Non è da te essere manesco come quelli
del tuo passato, così come Milan. E questo è un
bene per voi, ma i tuoi scatti di disapprovazione e di rabbia
momentanei sono l'opposto di MIlan che sorride sempre e risponde, ma
per le rime, in maniera acuta, arguta, intellignete e che colpisce dove
serve... ecco come mi sono accorta, tra le altre cose di certe...
questioni! E quindi se tu sei più sanguigno di tuo fratello,
e oltre questo, sei un bel tipo se quel giorno quando siamo arrivati
qui allo Chateau dopo il volo, dove mi sono imbucata e mi hai mostrato
il tuo ufficio... hai parlato di tuo fratello che era quello
che agiva e più focoso ma ... parlavi di te, non di Milan.
Sei tu quello che più di lui agisce e si sporca le mani se
devi, che ..."
"Perchè
mi rinfacci sempre quando..."
"perchè
sei patetico... fai questioni su come mi comporto io, ma il tuo
prendere per i fondelli la gente spacciandoti per qualcun altro, usando
un modificatore di voce attaccato alla giacca quando stai dietro i
paraventi... parlavi di tuo fratello quando intendevi te stesso
mentendo, e fai la predica a me!!"
"Perchè
agisci in un modo che io non comprendo! Seriamente!! Ti fai avvicinare,
resti tra noi, ti comporti come tu fossi tra persone asessuate ma se
noti che cè qualche parola e o atteggiamento d'affetto..."
"no,
sessuale, non d'affetto..." buttando fuori poi il fumo come se fosse in
attesa dal dottore, tranquilla
"HHHMMM..."
fissandola malissimo "Chiedi sempre di aiutarti a toglierti gli abiti,
prendiamo questo esempio, per poi correre in intimo a cambiarti o a
fare la doccia sparendo! Chi lo farebbe normalmente..."
"IO!
Qualè il problema scusa!! Sei umano, sei uomo, non sei un
animale che devi sfoderare per sfogare gli istinti... puoi
contenerti..."
"non puoi dire a un uomo questo..."
"Stai prendendo come esempio momenti riguardanti, chiariamo, le feste,
i cambi d'abito, le volte che sei qui e siamo in camera tua o mia e io
voglio mettermi comoda, cambiandomi cosa indosso! Quale sarebbe il
problema? Neanche ti... che ne so, obbligassi a fare il bagno con me
nelle vasche tutte e due nell'acqua per farti roba!!. io resto fuori,
ti aggiorno su tutto, ti ascolto e bla bla... come lo dici è
come s efossi uan delle ragazze di Madame con i clienti quando questi
vogliono solo parlare. Ti chiedo di togliermi gli abiti tu
perchè mi viene meglio, ma credi solo te!! Milan, Jd, Lubo,
oltre gli addetti delle sartorie siete gli unici con cui non ho
problemi di sortasempre restando con l'intimo! E che è...
come ne parli sembra che ti dica -spogliami e vieni qui-, cosa che
capirebbero altri... a proposito. Non hai paura che qualcuno ci senta
entrando...?" ridendogli sfacciata
"Questo
portone come altri si sente pure sottoterra, non cè
pericolo. Se qualcuno entra, sappiamo..."
"Si...
comunque, per chiudere e me ne vado, sono stanca, ti comporti come se
ti sbattessi qualcosa davanti" guardandolo fisso fumando con la mano
destra, sorreggendosi sul braccio sinitro puntellato, col
busto all'indietro, con mezzo sorriso dondolando allegramente le gambe
"quando non è così! Ti comporti come se fossi una
stronza che cerca di fare la stronza con gli uomini ma fregandoli
sempre. Quando non ho intenzione di niente e lo sai, o stai sicuro che
sarei io andata a cercare il tizio di interesse. E dico questo
perchè da come l'hai messa, ad altri sembra così!
E' un pò come se quello che ho fatto per farti abbassare le
difese alla Casa della Seta fosse un invito... nonostante tu sappia..."
"Lo
vedi come ti comporti?" guardandola freddamente, stando vicino
l'entrata di quella sezione, col broncio, le man i in tasca
"eh
eh eh" rise con quella risata cristalllina da bambina che
combina roba e si diverte "ti stai offendendo per una cosa che non
è niente rispetto a cosa tu e tuo fratello avete fatto nei
miei confronti. Quindi spiegami, tu sai come sono e come la penso,
ok...?... bene. Tu sei uno dei pochissimi che non mi crea problemi a
fare quella cosa, baciarti per un motivo, come fu per Rò, e
l'ho sfruttato anche se una volta sola, non è che
perchè io non ho quei problemi solo con te lo faccio
sempre,... anche no... se fosse stato un altro, chiunque ,potrei capire
che... boh, legge al contrario la cosa e pensa che io ci provi, ma tu
sei uno dei pochissimi che sa come sono e come vede le cose, ma
ipotizziamo... Adesso, in questa situazione, perchè mi va ti
dico così, a cazzum, avvicinati, e quando sei qui a
centimetri ti porto un braccio dietro il collo avvicinandoti e
baciandoti mezz'ora, tenendoti a me col braccio per il tempo che
voglio... dimmi, dimmi... tu come la interpreti? Penseresti che ci sto
provando? Che ho fini sexxuali..." dicendolo in un modo da presa in
giro con le x al posto delle s, ridendo "... o semplicemente ti
incazzeresti come ora, pensando che ti stia facendo un torto? Tu che mi
conosci, anche per le prese in giro spacciandoti per Milan... cosa mi
dici...?"
"Che
giochino stai giocando..." come offeso ma anche stanco del suo
comportamento
"Sono
seria! Se io per pazzia facessi ciò, tu come la prendersti?
Saresti offeso di quello che chiami gioco, penseresti come gli uomini
comuni per cui a che ci sono ne approfitto o ... ti chiederesti
perchè e per quale motivo?" vedendolo riflettere a quelle
parole, contraendo i muscoli del viso "ecco vedi...? Una terza opzione
che non consideravi... perchè mai una come me dovrebbe fare
ciò? ...." fumando e osservando il fumo danzare per aria
lasciando in sospeso il concetto
"Intendi
che che ti comporti in quei modi per un motivo??"
":.."
lo sguado che gli lanciò fu di offesa e anche un -mi prendi
in giro- "NO! Quello è perchè come ho detto no
nho problemi a chiedervi quei favori e..."
"Ah,
quindi non ti piace quando ti aiutiamo a toglierti gli abiti e lo
chiedi solo per non sciuparli...?" domandò fronteggiandola
più duro facendo un paio di passi più verso di
lei e dando le spalle all'entrata senza porta, vedendola seria a
fissarlo abbassando il mento verso il petto, per poi fumare e alzare il
viso verso destra in alto e come per molte cose aveva un significato. E
se prima non disse niente, la sent' ridere.
"Come
fossi la meretrice di Babilonia....E pensi che sia una cosa sessuale?
Questo mi stai dicendo?" gli fece senza guardarlo
"Spiegami
i motivi, così so che devo ignorarti..."
"AH,
ignorarmi... allora non mi aiuti più, non..."
"Non
dicevo questo!" tagliò corto, vedendola sempre fissarlo nei
discorsi e poi togliere l osguardo
"Quindi
qualsiasi cosa tu mi ignorerai perchè pensi che sia per
egoismo...?" , facendo girare lui, fissandola diretto quando lei
alzò la gamba destra e strinse a sè, verso il
busto, avvolgendola co lbraccio dopo aver passato la sigaretta alla
mano sinistra ed ebbe attimo di flashback che lo fece
sussultare.
"Ho...
capito!" facendola voltare esterrefatta "Forse ho capito..." vedendola
in un'espressione tra il -che vuol dire- e preoccupato del -lo ha
capito vero?- "è per quel motivo con un pizzico di interesse
che tu..."
"COSA!"
fece lei piccata
"Tu
menti a te stessa e pensi che la gente non se ne accorga!" indicandola
con l'indice "piccole cose che sembrano stupide, ma sommate dicono
chiaramente..." ma si fermò quando un telefono
suonò. Lia lo prese di getto, urlò un "Oh,
accidenti!! Mi chiamano... Devo andare....!" con un tono da tagliare
corto ma con sfregio e scese dalla tavola-altare. Dorde le disse di
fermarsi e quando cercò di prenderla con le mani sulle
braccia, lei driblò di lato e se ne andò
urlandoti un "Ciaone!" in italiano.
"...cosa!?!"
fece lei quando Dorde la richiamò indietro. Stava pensando a
quella volta prima del litigio finale in camera di lui.
"Che
intenzioni hai? Li tratterai come fai con me?"
"Che
cosa vuoi, esattamente?" Ti dissi già più volte
che non ha senso continuare ad essere amici nelle considizioni in
cui..."
"Veramente
sie stata tu a offednerti a morte perchè..."
"TU
MI CACCIAVI VIA!! Mi hai detto chiaramente nella Casa delle lapidi che
non volevi che entrassi più nella tua stanza, non importava
la situazione, solo nel salottino...quello intimo, dopo il salottimo
per gli ospiti quando ne accogli qualcuno qui...e come mi hai trattata!
E' stato il trattamento cosa mi ha fatta incazzare..."
"Mi
sembrava decoroso per entrambi, ho semplicemente cambiato idea e
considerato che è corretto accoglierti in un ambiente..."
"Fanculo,
lasciamelo dire!! Ti continui a dire che è la stanza il
problema, quando ti ho esposto che la questione è COME mi ha
trattata, COSA mi hai detto, e come mi hai buttata fuori la stanza
affermando che il mio carattere ti dava fastidio!! Tu, che dici di
volere un mondo dove l'etichetta esiste ma in maniera corretta e..."
"E
che dovevo fare!! Mi sentivo a disagio ad averti nella mia stanza
mentre tu ti comportavi ocme fai con chiunque, tipo Milan,
pensando che siamo tutti come te!! E se devo dirtela tutta, trovo
assurdo il tuo prendertela per i miei comportamenti, perchè
i miei hanno un senso, i tuoi no!!" lasciandola a bocca aperta,
fissandolo in viso sconvolta
"Come,
come!?! Ridillo! Le mie motivazioni finiscono nell'umido, mentre le tue
che sei arrivato a rimproverarmi più volte e a buttarmi
fuori la stanza, chiudendo a chiave la tua da entrambi i lati, e quella
sul corridoio, che Milan per andare in bagno anche la notte deve andare
nel corridio dalla sua ed entrare in bagno... E solo perchè
io non ti venga a trovare... chi è il patetico?!? Bastava
che mi dicessi tipo -senti, per questioni mie preferirei che tu non
entrassi in camera mia, dammi la mia privacy per cortesia e vieni nel
salottino privato... - o qualcosa del genere ma che mi dicesse che ti
dava fastidio la mia presenza per stupidaggini tue e non ad abbaiare
come un pazzo come se fossi arrabbiato per tutto!! Invece mi urlavi
ESCI, ESCI!!!"
"Io..."
"NO!!
Qui la questione è che sei cambiato per stupidaggini!! Tu
sarai anche non me e un uomo, ma solo pera cosa accaduta per certi
motivi non è normale che ti viene la cavolata e butti per
aria tutto trincerandoti in un bunker mentale. Perchè questo
è...! Ti sei chiuso la stanza a chiave, tutte le
porte, mi hai vietato di venire in camera tua e quando sei nei bagni,
quando semplicemente stavo seduta in un angolo a bere vino e parlare
con te mentre facevi le tue meditazioni in acqua... anche se altri, a
sentir questo, penserebbero altro, a che parliamo di stronzate
sessuali...." con un verso finale da -beccati questa-
"COSA?!"
come se non sentisse alle sue orecchie"Solo
tu potresti pensare..."
"AH
NO! Se io ti dicessi Tizio era con Tizia nella sala dei bagni, lui
ammollo e lei seduta, e lui stava meditando... a prima cosa a sentirlo
che pensi...? E non mi dire che giocavamo a scacchi perchè
sei ridicolo..."
"E
io so la verità e non è così..."
"Ma
va!?! Ma per dirti che le cagate le credono e sentono chi crede in
ciò che vuole... e siamo sempre là, ricordi la
sfida che ti lancia nella casa delle lapidi la volta della statua...?
bene, succede quella cosa che ti dissi come esempio, tu penseresti che
solo per far quello cè altro...? NOrmalmente penserei di no!"
"TU!!
Tu penseresti di no! Sai e capisci ma non vuoi ammettere che
ciò che per te è normale e solo affetto di basso
livello, ossia senza interessi sessuale, sia una sciocchezza e non una
cosa diversa per altri! Vuoi prendere quell'esempio? Chiunque
dall'esterno vedrebbe te che baci una persona x e lo tieni a te vicina
con un braccio intorno al collo per qualche tipo di voglia... tu invece
sai che non è così, è solo affetto e
desiderio di un momento di calore con una persona che consideri
così vicina... ma lo vedi tu!! Non gli altri..."
"Ah,
quindi mi stai dicendo che non posso farlo perchè anche
quell'altra persona..."
"Non
puoi, perchè o sei chiara e quella persona lo sa e accetta
ciò, o non puoi farlo"
"Ah,
benissimo. NOn posso... almeno lo so, non farò niente
d'affetto con nessuno e mi risparmio altri nervi..."
"Andiamo,
intendevo..."
"no,
sei stato chiarissimo..."
"NOn
è colpa mia se sei amorale..." fece lui in italiano stanco
come se fosse triste della cosa. Lia
restò un attimo impassibile, poi aggrottò le
sopracciglia e si voltò lentamente a fissarlo, il quale
ricambiò non capendo quella sua espressione dura.
"...
stai dicendo che sono una poco di buono....!? Che sono una persona de
merda agendo contro il senso giusto e del bene e faccio schifo?" chiese
lei senza capire
"Cosa?
Perchè? Che cèntra... ti offendi per tutto anche
quando non ti si dicono le cose. Ma non vuoi capire, non vuoi davvero
capire, se non riesci ad amare o capire se e quando lo provi, non sei
capace a sentire e /o comunicare a parole le tue emozioni e fuggi anche
i contatti di tipo fisico. È come se provassi
terrore per ogni cosa che sia vicina o intima, sempre intesa come
vicinanza fisica, ma scappare terrorizzata e piena di paura da..."
"Aspetta...!
Allora intendevi anaffettiva..." disse lei in italiano bloccandolo
perchè lui continuava in quella lingua ma non si capivano
"IN
che senso... no amorale... non è amorale? O è
immorale? Privo di amore e concezione dell'affetto?" fece lui stupito,
a disagio e turbato nel caso avesse sbaglio
"Amorale
in italiano si dice quando qualcuno si comporta in modo che
è contrario o no nriflette la morale comune. La morale
è l’insieme di norme e valori di un soggetto, se
agisce contro quelle anche di base, è amorale e... vuoi
mettere in correlazione la mia personalità con il concetto
di assenza di morale per qualche motivo affermando che sono stronza?!?"
"Ho
sbagliato..."
"Sbagliato... TU!! Potevo capire Milan, ma tu... ah, questa
è bella!"
"...intendevo che non capisci e non provi il senso di amore e affezione
come gli altri.. .ero sicuro..." fece lui perplesso ripassando le amore
Amore, Amorale, anaffettivo "...Comunque...Seriamente, non troverai mai
nessuno che ti ami a tal punto da accettare quell'esempio per prenderne
uno e non volere altro da te... fattene una ragione! So che alla fine
ti eri tranquillizzata da avvicinarti a noi in amicizia, ma per fare
anche solo questa cosa, un abbraccio o un bacio per te
normali d'affetto E BASTA!.... non credo ci sia verso di essere felici
con chi ti ama per come sei da restare... solo come vuoi tu non
è affezione o amore come è per gli altri..."
"perchè
la metti sempre che devo fare o niente, perchè..."andando di
nuovo verso la scrivania, dietro.
"Non
puoi pensare veramente che in un legame con qualcuno, lasci libero
l'altro di cercarsi cosa vuole altrove... sarebbe da pazzi lasciare
libero l'altro di fare quel che vuole per sfogarsi, e non con te,
perchè tu non vuoi dare e ritieni che mettere le catene per
promesse che poi non vengono considerate..."
"Appunto!
Io la penso così! Ci fu perfino Zela che se ne
uscì dicendo -se fossi maschio ti sposerei- dicendo che non
credeva che per me andasse bene ciò. Sposare sarebbe pure
troppo per me, non ci credo, ma per dire che io trovo vergognoso
l'obbligare a recitare promesse che in realtà non si
sentono, perchè questo è o non ci sarebbero
miliardi di tradimenti dopo le promesse anche a Dio e davanti a tutti,
per cercare qualcosa che non si ha nel rapporto...! Tu dici a me pazza,
ma non è pazzo mettere la palla al piede alla gente
perchè sia moralmente sistemata per la società,
obbligando ad accettare cosa il matrimonio porta, eprchè
questo è... ficnhè si è fidanzati
è perfetto, appena ti sposi è la morte della
relazione e di tutto quanto e poi la gente si cerca cosa gli manca o la
boccata d'ossigeno che non aveva più... io non incateno, non
obbligo, non mi aspetto fedeltà perchè... lo hai
detto tu stesso più volte! Siete umani! Siete uomini! Anche
donne ma qui si parla dal mio lato... credi davvero che esista qualcuno
che ami che dopo aver avuto cosa vuole, vuole bene a me e
come sono, per chi sono, da essere felice al mio fianco sempre come
amici intimi, e di vecchia data, e con profondo affetto quando si
sarà stancato di ciò che ha avuto? Tutta me?!?
Sei folle se pensi questo... Perchè una volta data tutto
cambia... basta vedere te con una cazzata con quello scherzo... Io sono
la stessa che per come erocombinata col corpo prima e per i
medicinali, odiava lo specchio, anche ora, per questo mi
specchio pochissimo, ma ancora prima di incontrarvi ed essere
così come sono ora... credi che non stessi male? Le volte
che mia madre mi diceva che facevo schifo, ero un roito, una vacca
malandata che era solo vergogna per come stavo male e mi avevano
ridotto... che mi urlava che non trovavo uno buono neanche a pagarlo...
Zay mi ha conosciuta a metà dello schifo che ero, poi ero
ancora, ancora peggio di quando mi ha incontrata e solo se esistono
Dei, loro solo sanno oltre me, come mi sentivo a guardarmi allo
ispecchio e a sentire lei e Rò e tutti nella mia vita, anche
estranei, che mi chiedevano perchè non avessi nessuno e non
avessi vita amorosa... Io che ero sola, senza amici perchè
mi sputavano in un occhio perchè non nei canoni, che nona
vevo un briciolo di affezione e vicinanza da nessuno...ci osno state
volte che guardavo lo specchio con la voglia di piangere e pensavo -se
anche se fosse solo per sesso, chi mi vorrebbe? Sarei solo uno schifo
che non può muoversi rovinato da medicine e disperazione,
neanche un incell mi troverebbe interessante anche solo per sesso
occasionale-... quindi smettila di farmi la paternarle
perchè l'hai detto, io so la verità, non ho
bisogno di te o Zay e Ric che mi dicono le cos epensando di parlarmi
come esterni a me e quindi non sono consapevole... IO SONO CONSAPEVOLE
di come appaio all'esterno!! Da quella volta nel video dei miei 18 anni
in cui vidi sull oschemo una ragazza e non capivo chi cavolo fosse, non
la conoscevo e poi appena parlò.... solo allora, capii che
ero io, e ho compreso che non avrei avuto nulla perchbè non
è solo dipeso da me, ma da altri... e se perfino voi che
ritenevo amici dopo quei due che ho allontanato... s eper voi come sono
nel profondo, come mi comporto e tutto no nvanno bene
perfino...amici... che senso ha?!?"
"Ascolta....tu
e ,la tua ricerca spasmodica di capire, comprendere, di raggiungere a
risposte ma che di fatto alcune... non possono essere raggiunte con la
sola testa e pensiero. ma tu già lo sai, l'unica cosa che
non puoi con la dissociazione e visualizzazione è come
questo esempio... tu non puoi avere nulla neanche sforzandoti, non puoi
sapere le cose come sono neanche in quel modo, perchè ti
senti mancante di pezzi per raggiungervi... " le disse avvicinandosi un
passo alla volta, calmo con le mani nelle tasche, e visto che tu
normalmente, di solito, non provi niente per spingerti verso qualcuno,
anche se cè quel tuo piccolo segreto... nonostnate questo
non hai risposte su cose che alla fine non conoscerai mai. E anche cosa
leggi e trovi in giro, per te sono cose dubbie? Ricordiamo le volte che
leggevi e ti fermavi dubbiosa perchè non comprendevi quelle
fasi? io le ricordo perchè solo quando ti incalzavo che ti
vedevo con quell'espressione quasi rammaricata e rassegnata, tra te e
te senza trovare modo di comprendere, non ti prendevo il libro e capivo
cosa ti turbava, ma per restare in tema, ricordiamo bene i pezzi che ti
mettevano in crisi da non capire i personaggi e la lettura e ti
facevano bloccare dall'andare avanti perchè no nsapevi come
interpretarli?" metnre lei voltava il capo con sguardo affilato e
offeso "primi libri... -stava usando lei come uno sfogo per il suo
desiderio -.... -affermato ad alta voce che l'amore coincideva con il
desiderio carnale -, - stesse continuando quel loro rapporto
solamente per avere una valvola di sfogo -, -
capitava che venisse preso da un insopportabile pensiero crudele.
Volerla violare fino al punto di farle perdere se stessa. Fare in modo
che non pensasse a nessun altro tranne che a lui. Fare in modo che
solo sua nel vero senso della parola. Quello, era il segno di
un desiderio molto forte -, - poteva essere considerato un
“legame”, un rapporto costruito solamente
sull’unionedei
loro corpi? -, - tenere legato a se qualcuno con il proprio
corpo è una cosa crudele, mi sono chiesta se fosse una cosa
non fare mai -, - però invece di dire quelle parole, non
posso far altro che legarsmi a lei con il mio corpo -, o quello che
ricordo ti fece venire dei dubbi da non volerne parlare e pensare di
chiamare Madame per capire almeno quel pensiero,- fu senza calore e
senza tenerezza-, - Era come scorgere per la prima volta il viso di
un'amante nella luce incerta del sole e vedere finalmente quale aspetto
ha, dopo una notte di membra intrecciate e orgasmi condivisi al buio-,
era stato pieno di calore e piacevole- e ancora, -mi chiedo come te la
caveresti con un uomo che ti chiedesse intimità, amore e
affetto-, e per finire gli ultimi due che ricordo. -
osservò allo specchio il suo corpo nudo, che sembrava
riprecipitato nei suoi terrori, e che ai suoi occhi amareggiati
già appariva come mai, mai amato-. E sai qualè la
cosa più penosa? Che tu vuoi capire il concetto senza sapere
veramente cosa cè a monte, perchè rifuggi
l'intimità. Ma come per quanto detto sopra, non avrai mai
niente, e quindi, sei destinata a ciò che già
sai..."
"Che
cosa vuoi,... cosa?"
"non
capisci..."
"E
BASTA CON QUESTO NON CAPISCI!! Fate tutti a dire che io non capisco!
Quei due in Scozia dove cazzo stanno a dirmi non capisci, voi a dirmi
non capisci ma sempre quando si tratta di cose mie!! NOn capisco
l'amore, non capisco questo, non capisco i miei comportamenti che per
voi non vanno bene... a me!! Che ho dovuto prendere a calci in culo gli
stronzi perchè si comportassero decemente!! Più
vi si dice che offendete solo e basta con queste frasi, senza capire
voi cosa dico, come mi sento, cosa desidero e ttuto il resto...
Vattene, sono stanca e ancora devo ricevere quella gente... vattene a
farti la tua vita...."
"Quindi
vuoi andartene?"
"Certo
che lo farò, adesso più che mai!! Se fossi morta
molto prima... invece di dispiacermi ancora e ancora... e come ultima
lode a quelli come me, il mio saluto a me stessa
sarà alla Giacomo Leopardi nel suo -A se stesso-... per chi
come me capisce che si può tentare di tutto ma non ci
sarà o non si potrà ottenere cosa si desidera E
PER SE' sono qualcosa che valgano che le cose basiche per altri...
voglio solo andarmene stavolta docile col morire della luce e non udire
più...."
"E
loro..."
"Loro
me la vedo io, non te ne fregava prima e ora continuii a ripetete a
pappagallo quel -loro- come se per te fossero importanti!! Prima li
prendevi in giro spacciandoti per qualcun altro, davi solo ordini e
quando non ti andava ti rintanavi nello Studio. E ora di colpo ti
preoccupi per loro che tratto con distanza..."
"Certe
cose possono cambiare, ti sbagli quando credi che non è
così... anche se ti spiegassi... ancora non comprendi cosa
significa amore e legami per tutti noi e... non capisci...."
Lia
scaratterò malissimo, prese un fermalibri sulla scrivania
pesante e con rabbia, avendola seguita e si trovava quasi di fronte a
lei ma dietro la scrivania, un pò verso destra, glielo
tirò contro con sguardo omicida. Dorde si sporse
per schivare alla sua di destra e l'oggetto colpì la nave,
riproduzione di un sottomarino di qualità che lei teneva in
varie stanze quanti erano i modelli di quei mezzi, che si
sfrantumò in una parte e i pezzi colpirono il ritratto
pessimista, che ballò sul chiodo e fece un tonfò
a terra.
"Vi
odio!! VI ODIO!!! Se questo è il vostro cazzo di pensiero,
che io non posso meritare affetto o amore come lo desiderio
io senza soffrire o mi trattate di merda o si finge solo per tenermi
buona, AFFANCULO allora non cè niente per messuno, in nessun
modo, potete stare freschi, andate a quel paese del cazzo che vi piace
tanto....!!!" fece con rabbia lei contro Dorde che cercava di calmarla
e vedere cosa era accaduto. Sapeva che la sua rabbia era anche per i
danni ma stava sfogando ciò che era maturato nella loro
discussione. Dalla
porta entrarono il giovane che lei stava curando dal cancro e i tre
dell'ave Maria, che uditi i rumori e le urla di entrambi, erano accorsi.
"Sparisci!
Più vi si dice a tutti quanti quanto fa venire il nervoso
sentirsi dire che non capisco, che non posso capire, che non posso
comprendere e più manderei ben più di un diluvio
universale per togliere la feccia è l'umanità!
Vattene, cazzo, ono farti vedere, sapete tutti quanti solo trattarmi da
schifo, come una demente, allontanarmi o affermare che sbaglio e solo
io!! E voi restate tutti uguali!! VATTENE!!" tirandogli altra roba,
mentre i tre recuperarono il quadro, che aveva cornice rotta in una
angolo e il vetro in frantumi, e raccattarono pezzi del sottomarino in
giro, constatando che cèra un buco in quella ancora sul
mobile di fianco la libreria dal lato del quadro.
"MALEDIZIONE!!"
dicenva a denti stretti lei rabbiosa "non fanno altro tutti a
rimproverarmi facendomi sentire fuori posto, sbagliata... una
merda...!!" Sbattendo le mani sulla scrivania, mentre Norvil la fissava
non sapendo che fare e rattristandosi per lei. Rispetto altre volte in
cui lui era entrato con un sorriso ed era uscito ocn un sorriso,
bevendo qualcosa con lei o giocando o dialogando, lasciandosi da cari
amici, era finita malissimo. Non
capiva la situazione ma sembrava che lui avesse toccato qualcosa di
doloroso e ora lei era fuori controllo.
Dorde
sbattè un'anta della porta con rabbia per aprirla, facendola
abbattere contro il muro e urlò arrabbiato "Fuori tutti!
Adesso! E non fatevi più vedere a entrare senza permesso!!
ORA!!" guardando male i tre e il ragazzo.
"Ma..."
fece Norvel ma Kovacs gl idisse all'orecchio -andiamo-
"perchè
dobbiamo finire così da quando abbiamo litigato?" proruppe
Dorde appena soli "dicevi di odiare la situazione nella tua famiglia,
che odi i litigi e tutto quanto, e continui a cadere nella frustrazione
di tenerti tutto dentro e poi esplodere e per cosa?! Ti arrabbi per
niente quando io e gli altri vorremmo solo..."
"Come
osi!! Per neitne!?! Hai davvero detto per niente? Mi volete costringere
a non essere io per essere accettata e non è niente? Mi stai
accusando anche tu come le merde della mia famiglia di non consdierare
gli altri? Di no navere considerazione degli altri? Mi ripetevano
questo, paragonandomi a gente che veramente se ne fotteva ma sapeva
essere amata!! Fa male cazzo, fa mele come la merda le accuse e non
capite!! Se fossi rimasta là avrei subito ogni giorno tutto
quanto mi svuotava e distruggeva, con quelle frasi accusatorie di cose
che io no nero. Ma se sono così ora, è colpa di
tutti voi e..."
"Ragazzi..."
Milan apparve dal passaggio segreto presente nella stanza e li
rimproverò "avete allarmato tutti e sono dovuto venire qui
di persona per dirvi di smetterla!"
Lia
e Dorde si voltarono verso di lui così sorpresi da aver
perso le espressioni di rabbia, per una di stupore e
incredulità. Lia disse qualcosa guardandolo stranita dalla
testa ai piedi come, con un'espressione diversa, come se stesse dicendo
qualcosa che voleva tenersi per sè "Ma... ti stavi
preparando per una sessione particolare alla Casa della seta?"
Milan
era vestito con una divisa degli addetti a pulizia e manutenzione, ogni
gruppo o reparto aveva la sua divisa, e aveva i capelli a vedersi
tenuti sotto la calotta pre parrucca per indossare una parrucca appena
visibile scura corta e aderente alla testa usate per ceercare di non
far capire di avere davvero capelli artificiali, e un cappello militare
con visiera.
Lui
rise "Ma no... mi sono accorto dall'ufficio, dopo che la nostra valente
segretaria ha ultimato i resoconti della giornata, che dai monitor lui
era in giro "indicando il fratello" e dopo averlo chiamato ha detto che
doveva parlarti... poi ho notato che eravate rimasti soli e sapendo che
ultimamente vi scornate ho deciso di avvicinarmi a questa stanza di
soppiatto ma è partito il casino e tutti sono accorsi e sono
dovuto passare per i lati... nascosti. Ragazi davvero,
perchè dovete litigare?"
"Mi
stai dicendo che le mie lamentele non hanno valore?" fece lei offesa
"Ma
no, bimba.." andando da lei a braccia aperte per abbracciarla,
stringendola a sè" itnendenvo che capisco che cè
qualcosa che ti fa star male, non so cosa... perchè non
voglio intromettermi, ma sei troppo agitata per..."
"Milan...
primo! NOn hai lavorato davvero per finta con questi indumenti con cui
mi abbracci?"
"Scema,
ho solo finto di passare l'aspirapolvere che mi sono trascinato in una
delle altre stanze collegate col passaggio. Ti regalo un frammento di
affetto e ti lamenti che ti sporco?" ridendo divertito
"MMMHHH!!"
fece lei con il viso verso il suo petto "ti ricordo che ovunque ti
muovi e cosa tocchi se dei gruppi direttamente, è toccato da
tanti..."
"Si
l oso, ma goditi la mossa Milan. Un abbraccio d'affetto per
dirti che tutto va bene. OK? Ora, potete fare pace?"
"..."
lei non disse niente finchè non capì
che anche Milan si era zittito e cèra silenzio vero nella
stanza. Così si voltò. Dorde
stava a fissarli arrabbiato. Come quel giorno.un paio prima del litigio, che
lei gli dava una mano nella stanza di Dorde stesso, a controllare un
video di una persona che dovevano cercare perchè rapita e
compariva mesi dopo in video non proprio speranzosi, essendo destinati
alla vendita per gruppi di malati che amavano abusi e omicidi. Dorde
era incavolato perchè non trovava elementi utili a
localizzarla e peggio sapere se era viva, e Lia, nonostante i tentativi
con varie agenzie governative segrete nel mondo e tutti i Crell
all'opera, non aveva cavato un ragno dal buco. Per
lei si poteva continuare a perseverare ma significava cercare solo chi
l'aveva accoppata e stop. Per Dorde no, lui sentiva, diceva che era
viva. Per
la terza volta, gli disse di fare una pausa, spremersi in quel modo era
solo deleterio, ed era meglio fare pausa ma lui niente. Lei
era seduta al solito sul copriletto tutto trapuntino ma in eccesso di
qualità, ori e tutto. Sembrava diceva sempre di entrare in
qualche palazzo reale e vedere l'urlo di "guardami, sono da riccone" di
ogni cosa. Non
si metteva mai dentro i letti, ma solo sui copriletti perchè
trovava interessante vedere come era restare più tempo su
materasso di piume come lo avevano loro, ma si limitava a quello.Solo
da Zay aveva accettato l'invito di dormire nel suo letto, ma erano
entrambe ragazze e e lei non le avrebbe fatto nulla. Una
voce li fece voltare verso la porta a doppio battente che faceva
comunicare la camera di Dorde cone quella di Milan. Questi era appena
entrato, Lia riconobbe la voce ma non poteva vederlo perchè
il letto era più rientrato rispetto la porta mentre Dorde in
piedi a vedere la proiezione contro l'armadio bianco fece
un'espressione e un sospiro. Trovava il fratello sempre troppo
infantile e sapev ache quando lui era in stanza, tutto diventava
allegrotto. Si arrabbiò quando la vide contenta e su di giri
da scendere dal letto e andare verso il fratello minore, che la
placò dalla corsa abbracciandola come faceva sempre.
"Ragazzi,
sono venuto visto che non tenete nessuno di guardia, con Helias a
controllo... sono sgusciato qui, ma di sicuro sanno che un Milan
cè comunque... come vi va? Tutto bene bimba? E tu
fratellone? Cosè... quell'espressione!?" facendo voltare
anche Lia. Dorde
era letteralmente incavolato, scazzato, li fissava con le mani in tasca
con un'aria che avrebbe voluto buttare tutto per aria e andarsene.
"E'
solo stanco, sono ore che cerchiamo di capire dove si trova...
Ho un'idea, è quasi ora di pranzo, ti va di
pranzare tutti insieme?" disse lei a Milan contenta
"Intendi
come hai sempre desiderato un pasto con chi ti era amico, tutti
insieme, ma non hai mai avuto? Per me va bene..." guardando
poi il fratello "Potremmo mangiare nel salottino, quello più
intimo, che ne dici?" guardando il fratello con aria bonaria mentre
quello sembrava volersi lamentare di cose
"Se
proprio dobbiamo..."
"Davvero?!?!
QUindi possiamo?" fece Lia contenta a Milan che le disse di
accompagnarlo a prendere il tavolo.
"Che
tavolo...." domandò lei senza capire
"A
volte io e lui abbiamo discusso qui lontano dagli occhi di tutti, qui
possiamo senza nasconderci troppo, ma avevamo bisogno di un tavolo per
carte e altro, cosa che non cè nel salottino, sono bassi per
il tè o per arredamento anche se vi poggiamo cose. Teniamo
alcune cose in una stanza della servitù che al bisogno
prendiamo da noi, restando di sotto, con l'ordine di non salire se non
dietro chiamata, anche se sentono non vengono... quel tavolo
è apribile ed è perfetto..."
"NO,
lascia stare, vengo io, so come portarlo e montarlo" fece serio e
infastidito Dorde, seguendo Milan che si era tolto la giacca e si
avviò verso il corridio. Al loro ritorno protavano un tavolo
di legno piegabile ma di ottima fattura. Era quadrato ma con parti che
si potevano agganciare si allungava.
"A
me sembra, già chiuso, bello grande per contenere cosa ci
serve, non cè bisogno che lo allargate. Cavolo, sembra
quello di mia nonna, seppur era ovale e aveva al centro le parti per
fare una sezione aggiuntiva e..."
"Sei
sicura che basti così comè?" domandò
Dorde poco convinto "siamo in tre, metti i piatti, le bottiglie..."
"
Smettila di fare l'immusonito, ce la facciamo. ora ci serve cosa
mangiare, andrò giù e...." ma Dorde la
stoppò.
"Milan,
se devi cambiarti o simili vai adesso. Ci penso io..." andando al
telefono presente nel salottino dove si trovavano, quello
più intimo e meno formale che era prima di questo e
riservato ad ospiti, e parlò con la cucina.
"Si,
devo lavorare con altre due persone e restiamo qui. Salite tre porzioni
complete con dei vini, tra cui uno rosso frizzante, e per antipasto
delle bruschette all'italiana, uno dei secondi di carne, se non sbaglio
ci sono gli involtini di spinati, poi patatine fritte come contorno e
per dessert qualcosa al cioccolato bianco, anche non elaborato. Si. SI.
Esatto. Attendiamo tutto qui..." fece lui come se lo avesse fatto altre
volte e faceva finta di non notare Lia che voltava la testa a volte a
destra e a volte a sinistradietro di lui sporgendosi, con
faccia stupitacome se non ci credesse, attenta al dialogo. Appena
messo giù, le si voltò un pò
infastidito.
"La
smetti di fare come un fantasma o una spia con la testa a guardare me
mentre ordino? Cosa cè?" Guardandola con alcora la mano
sulla cornetta dell'antico telefono anni trenta.
"E'
solo... hai davvero ordinato queste cose?!? Perchè?"
"... dici sempre che volevi da
anni mangiare con qualcuno con queste cose, ed ecco. Ora
però calmati, e aiutami con la tavola, visto chedobbiamo
fare questa cosa...." andando verso il tavolo ancora senza nulla.
"Perchè
quel muso? Non ti va? Se no nti andava..."
"no,
tutto ok..." chiuse lui e prese da un mobile l'occorrente. Era chiaro
che sapeva come sistemare tutto per un pranzo o cena come Milan aveva
detto.
"Ecco..."
fece lui quando qualcosa risuonò nella stanza e Lia si
guardò intorno non comprendendo
"è
il nuovo cicalino di avviso, quello di prima si era danneggiato e lo
abbiamo fatto cambiare, ora però sembra un insetto con il
mal di pancia "facendo ridere lei, ma lo vedeva sempre come scocciato.
Lo vide uscire verso il corridoio per le tre porte subito a destra e
sinistra della scala, prima di girare a gomito per andare nelle stanze
dei due fratelli ed erano luoghi per gli addetti alle pulizie, mini
magazzino da dove avevano preso il tavolo e zona per l'elevatore dalla
cucina e simili e quello per la lavanderia dietro un'altra porta. Lo
vide entrare con dei vassoi e si offr' di aiutarlo ma lui
rifiutò facendo più viaggi per portare tutto e
lei si chiese perchè, visto che avevano un carrello antico
portavivande per portare tutto in una volta insieme, senza tutto quel
casino mentre i cibi e altro mandato da già giungevano uno
dopo l'altro. Milan
tornò cambiato e sempre sorridente e placido e si sedettero. Ma
quello che fu per Lia finalmente un bel momento con amici a mangiare
insieme, tranne le volte che lo aveva fatto con il gruppo dei veterani
nel boschetto o nella sala mensa, cambiò. Milan
parlava e raccontava, Lia ascoltava e faceva domande, Dorde restava in
silenzioe visibilmente annoiato, contrariato, infastidito da
qualcosa e sbuffava e diceva ai due di calmarsi quando si prendevano in
giro si stringevano una mano, o Milan si allungava per mezzo abbraccio
da fratelli, rovinando tutta la pazienza del fratello maggiore. Milan
vista la situazione cercò di contenersi e fare come il
fratello ma l'atmosfera divenne fredda e a tratti tetra quando Dorde
ricevette una telefonata per avere informazioni su quella scomparsa e
terminata iniziò a lamentarsi che stava perdendo tempo.
Appena si accorse di cosa aveva detto, fatto per frustrazione,
cercò di spiegare ma Lia si gelò, prese piatto e
posate e basta e si alzò, dicendo solo "continuate pure"
andandosene via.
"Dove
vai...!" fece Dorde senza capire
"Cosa
vuoi che ti dica! Avevo sognato momenti con persone amiche che non
avevo vissuto, a quanto pare non posso averlo. ho passato la vita a
vivere in un posto dove i pasti insieme era obbligatori e sempre
finivano da schifo. Mangiando da schifo! Dove dovevo sentire tutti loro
lagnarsi e sbraitare i loro problemi, oddio che problemi erano rispetto
i miei, metnre se aparivo bocca rompevo i coglioni e no volevano
sentire la mia voce. Dove non mangiavo vose buone, ma sempre roba da
schifo. Dove non potevo avere discorsi o risate, trnquillità
e convivialità! Dividevo se e solo se erano miracolosamente
in dispensa una birra da 33 in vetro in tre, capisci in tre!?!
perchè costavano e io nnostante maggiorenne e intendo fino a
quando non sono venuta con voi, potessi bere! E non potevo
comprarliperchè senza soldi ma anche un posto dove tenerli o
poter buttare i resti. Niente quello, niente l'altro!! Sempre a vedere
loro a scassare il cazzo per le loro stronzate e io muta!! E visto che
ho capito che non ti piace stare a tavola con tuo fratello e altri e mi
sa che i vostri pasti insieme non erano amichevoli, vado a mangiare da
sola e grazie tante per quest'altra merda! Già quei coglioni
del gruppo di Zay, Ric, Phib, Zelas che dicevano -faremo questo, faremo
quello, siamo amici veri- e poi si è visto!! Chi ha perso
tutto sono statasolo iodi
tutti, perchè lo so che loro avanti con le loro vite e
quella a vegetare con niente, finita nonostante gli sforzi a restare
là dove non voleva stare... IO!!!:..e chi se la rpende in
culo sempre io!! Mangiate pure, io me ne vado!" portandosi un solo
piatto ammucchiando roba dai vassoi come un buffet. Da quel momento
aveva rifiutato inviti ulteriorii. Anche quando Milan le disse che
aveva preparato un luogo nei sotterranei dove lui e Dorde potevano
andare senza visti e come nel salottino avevano uin tavolo da pranzo,
anzi una stanza da pranzo completa e senza che mancasse neinte, per
pranzare o cenare insieme in pace. Ma non accettò mai
finchè non se ne andò definitivamnete.
"possiamo
discutere..." iniziò Dorde ma Lia si arrabbiò e
parlò guardando Milan.
"Io
no ho intenzione di parlare più, come la mia cavolo di
famiglia ho detto così tanto che perfino queste mura
dovrebbero sapere!! E invece tutti non fate altro che trattarmi da
farmi stare male e pretendete che io cambi!!" guardando con rabbia
Milan "Nessuno di voi comprende come si sento adesso, che è
quando stavo da loro. Ero sola tra stronzi e basta. Se riuscivo a
dormire un pelo meglio edi giorni di prima, l'inizio della giornata era
una merda. Ti si trattava di merda. Mi si arrivava a dire, pure, che io
godevo nell'urlare e sbraitare e creare situazioni di litigi. IO!!! UIo
stavo male, soffrivo, mi sentivo male dentro ogni volta che mi alzavo e
neanche il tempo di andare in bagno, che mi trattavano da schifo. E mi
diceva pure che io ridicendo cosa mi avevano fatto ero come i vecchi
che riesumavano cazzate e le ripetevano in loop. Che rompevo o
coglioni. Bei giorni di bel tempo passato con altri, non ce l'ho
nè in casa ne altrove. Mi hanno trattata da merda e dopo
anni dalle medie in cui ho sentito che dovevo finirla lì di
vivere, perchè era impensabile continuare in quel modo, non
ho fatto altro che sentirmi sbattere in faccia tutto lo schifo che
pensavano fossi!!! Credevano veramnete che io godessi nei litigi, che
mi sentissi realizzata, così mi dicevano mentre io volevo
morire, morire, morire!!! Facevo cose da autonoma, andavo qua e
là risolvendo le cose mie, dopo che quella insegnante di
piano mi aveva fatto capire che io qualcosa potevo!! E invece
è stato un discendere nell'inferno, nel mio restare tra loro
a soffrire, sentirmi sola e abbandonata, dove se avevo davvero dei
soldi da parte li tenevano loro, io non sapevo niente e non potevo
sapere niente. Non mi hanno insegnato altro checomportamenti come loro,
che facevano i signori a parole e poi si comportavano esattamente come
tutti gli altri, in modo vergognoso che io non accettavo. SOno al
limite, ok!?! Anche adesso, VOGLIO ANDARMENE! Voglio smettere questo,
voglio che finisca tutto!! SOno stanca!NOn ho ricevuto altro che schifo
da tutti, in famiglia mi ballano tutti in testa a cominciare dai
fratelli che mi ordinano a me che sono la maggiore di stare zitta e non
intromettermi in niente come fossi un cazzo di cane! Che mi urlano che
io spendo soldi inutilmente e per cazzate e loro hanno... lascia stare!
Sono sempre io quella che perde! Come a scuola media! Mi trattavano
come a casa, insegnanti e compagni, sempre a vedermi per quella che non
ero e dovendo andare a una cena con tutti, essendo gli insegnanti una
merda che valutavano pure se tu eri presente e partecipavi a tutto,
decisi di invitare come compagnia per me un ragazzino di un'altra
classe che sembrava gentile e amichevole nei miei riguardi e pensavo
fosse amico. Gli chiesi se gli andava e ovviamente dovetti avvisare
quella grandissima...Irene, grandissima... che le venisse qualcosa e a
questo punto si, che sono merda, che lei e tutti vivano una vita di
sofferenza... che ero accompagnata. Lui, stronzo maledetto,
arrivò e quando gli dissi grazie di essere venuto, fu
intercettato da Irene, merda maledetta che si
appicciòà con altri come una cozza e lo
invitò a sedersi accanto a loro, tra loro, al centro del
tavolo. Io rimasi come una demente quando questo pezzo di merda disse
si e rimase con loro, non mi rivolse più una parola mentre
io alla fine del tavolo sola a guardare in giro tutti che si
divertivano, a vegetare, a soffrire, a stare silenzio per poi andarmene
da sola non salutata da nessuno a tornare a casa, altra merda di posto,
a voler morire ancora e ancora. O le volte che mi si incolpavano cose
come epr i miei, di essere maligna, crudele, stronza, merda... ed
è così che vivo anche qui. Con tutti loro che
sono come quelli là fuori, a questo cretino come gli altri
che vuole che io cambi e sia come vogliono o si aspettano e pure che
debba abbassarmi a cose che non voglio... voglio finirla qui!!"
"Bimba...
io non voglio che tu te ne vada, e..."
"Anche
tu!! Vuoi farmi soffrire ancora per le tue stronzate?"
"No...
è solo che... possibile che nonostnate cosa ti ho permesso
di avere che sognavi, non ti senti di vivere in pace?"
"Milan!!
Puoi avermi dato una stanza, un cavallo, modo di comprarmi qualcosa che
desideravo ma a parte te, e un poco i veterani, tutto il resto mi
è avverso, come là. Le persone non mi vogliono
fra i piedi. NOn piaccio a nessuno, perfino QUALCUNO afferma che io
devo calmarmi e comportarmi in modo diverso..."
"Seriamente,
fratello. IN cosa dovrebbe cambiare? Conosce le buone maniere, ha
rafforzato le sue conoscesse di bon ton e comportamento con Madame, sa
come e quando comportarsi in ogni occasione, ha...."
"Non
è per quello che..."
"Lui
vuole che io mi comporti come più gli interessa... che io
non sia come con te per esempio..."
"Se
ti viene di essere così con noi, perchè..." fece
Milan senza capire ma Dorde lo rimproverò.
"Per
cortesia, non metterti in cose che non ti riguardano!"
"AH,NO!"
fece lei vedendo che Milan era come sempre rimproverato dal fratello
maggiore "Non ti azzardare, già altre volte ti ho fatto
capire quando non sapevo della vostra truffa, che non era corretto fare
così con lui. Non lo merita. Solo perchè io e lui
abbiamo dei caratteri naturali meno impomatati e lascia perdere cosa
penso quando fai come adesso, rispetto come tu vorresti, non signfiica
che siamo sbaglaiti o simili. Stai facendo come da dove vengo io. E si
è visto che cosa ha comportato ciò in me da farmi
venire ansie, paure, terrori di errori. Errori che NON AVREI DOVUTO
FARE, neanche piccoli che servono a crescere, a capire, solo con gli
errori si migliora, si comprende, si cresce. ma no, dovevo essere la
figlia senza problemi ne altro che non rompeva il cazzo e non creava
problemi per loro, ma non essendolo ecco che sono una persona di merda.
E solo una cosa volevo dalla vita. Non ricchezza, non potere, non
successo, non case megagalattiche di dimensioni che no nso a che
servono, l'apparire, e tutte le stronzate che sogna la gente. Io volevo
solo un posto da chiamare Casa, con persone che vedevano me e non
avevano problemi ad accettarmi, e intendo la vera me non la falsa che
esce smepre per abitudine e non va bene lo stesso, che potessi vivere
una vita di pace, bei momenti, ottimi rapporti con gli atlri... ma
quanto pare io non posso avere niente di ciò,
perchè QUALCUNO afferma che non posso essere amata se io non
sono come andrebbe bene, e non dò cosa io non sento di dare.
E siccome io non provo niente per nessuno in quel senso e NON CE'
NESSUNO CHE PER ME E' INTERESSANTE O VICINO per le stronzate che
consigliate. QUindi basta... io me ne vado..."
"Aseptta,
per favore.... ho parlato con mio fratello del fatto che eviti un
pò tutti per qualche motivo che ti ha fatta arrabbiare ma...
fai pace con lui..."
"NO!
Deve entrarvi chiaro in testa che dopo Rò e Zay e Ric non
accetto più nulla e non mi faccio più ballare in
testa. NOn accetto più ninete di ciò che mi ha
fatto solo soffrire. Io non cambio e ne altro. Mi fai una cazzata,
basta..." voltando le spalle per andarsene
"Bimba,
fallo per me! Per favore, è un musone e quando si arrabbia
è un pò scaratterato come dici, ma... fai pace e
non mettiamo muri appena te ne vai. Ho promesso, ma non creiamo
litigi..."
"Perchè
dovrei farlo? Sentiamo, dopo cosa ha fatto e detto, io..."
"Sei
arrabbiata, offesa, tutto quanto... lo so..." avvicinandosi e
stringendola a sè " ma fammi questo favore e non
allontanarlo ne odiarlo, o te ne andrai via piena di ulterteriore
dolore e rimorsi. Fallo per me e perdonalo..."
"..."
facendo i versi quando era arrabbiata facendolo ridere
"Per
favoreeeeeee!" dondolandosi a destra a sinistra e viceversa mentre la
abbracciava.
"Mi
devi 10 favori per questo!!"
"Urca!
E va bene... se ti passa la rabbia...."
"Aspetta,
ho detto nulla! Ancora! Solo perchè tu lo chiedi,
sarò magnanima... che persona buona e giusta
sono!....!!...Eh, si, buona e giusta!!!" facendolo ridere
perchè sapeva che era solo una battuta da cattiva "non
torneremo amici come prima ma non gli sputo in un occhio quando lo
vedo..."
"Bimba,
tu non sai sputare!!" le disse ridendo
"
E ora ho cose da fare, tanti saluti..." fece lei dando le spalle a
Milan e andando verso la porta. "E comunque Milan, almeno tu, aiutami a
trovare la pace che desidero o sarò costretta a trovarla da
sola, con le mie mani, come avrà fatto ognuna delle ME di
ogni piano parallelo se è vero... a morire male e con
dolore, sola e disperata... l oso che questa è la mia fine,
sempre...."
"Io... ok, se è ciò che desideri, proprio
perchè ti volgio bene, anche se non sono la persona speciale
per te, ti accompagnerò sulla Soglia perchè tu te
en vada..."
"Perchè dovremmo farlo? fece Dorde offeso "con noi
non vivi bene?" vedendo fissato male da entrambi gl ialtri presenti
Appena giunse di fianco a Dorde lo fissò irata "Passi, e per
tuo fratello, ricordalo, tutto questo ma non saremo amici come prima ma
solo alleati nel lavoro. Quindi non pensare nemmeno di... qualsiasi
cosa pensi, è solo per lavoro e cordialità
formale. Non perdono, non da Rò e Zay e Ric, che sia chiaro.
Ora vi lascio soli, sarò cordiale con te ma come prima,
MAI!!! NEIN!!"
Se
ne andò con le frange del vestito anni trenta che danzavano
con aria offesa e piccata, lasciandoli soli.
"Fratello...."
fece Milan stancamente "non so e non voglio sapere perchè
avete litigato a tal punto..."
"E'
anche colpa vostra, tua e di Madame, io misono preso solo il tornado
che si è creato!"
"Mh"
fece rimurginando un pò, poi fissando il maggiore "Non
credo, o meglio, non solo quello. E' testarda ma se non dice e non fa
le cose, a meno che non decide di fare uno strappo alla regola, non
è da lei nel profondo. Ripeto, non so niente, ma evita di
comportarti come sei abituato tra militari dove tra poco di sicuro
andrai, qui siamo diversi e lei lo è. Ha subito pressioni,
trattamenti da far impazzire chiunque, periodi orribili... e qui a
quanto dice non si sente affatto diversamente da tempo prima. Anzi,
ripete che ce l'ha messa tutta, ma non cè modo di trovare un
posto che la accolga veramente. E dice sempre che noi due, avendo
allontanato per paura di coltellate alla schiena, dovremmo capire la
solitudine e certe cose ed eessere i primi a comprendere e agire di
conseguenza. Eppure noto che tu non ci sei riuscito...."
"non
ho voglia di discuterne. Io avevo capito anche dalla tua telefonata che
con voi avesse dissapori.."
"Ni...
si è freddata parecchio ma non come hai creduto, non l'ho
detto esplicitamente e ho fatto in modo che fossi tu ad adnare da lei e
far pace, ma ho visto che non ci sei riuscito. Se si comporta
così ha un motivo, quindi non capisco... lascia stare.
Approfitta della tregua e fatti perdonare o ti odierà fino a
quel giorno e... perchè anche qui la si deve trattare come
là fuori, se qui abbiamo deciso di cambiare...?" ma Milan si
fermòper il telefono. Rispose
e poi cambio espressione così come colore. AL termine dopo
succinte risposte laconiche, sospirò.
"Che
succede" chiese Dorde scocciato
"Ci
ha fregati. A quanto pare si è presa i tre e il nuovo, si
è cambiata e ha lasciato a Milan, qualunque sia disponibile
a questo punto, l'intrattenimneto con quegli ospiti che ci faranno da
sponsor e supporto per quei contratti e le feste nel tema che amano,
anni ruggenti e proibizionismo. Ora, a chi tocca riceverli...?"
fissandosi a vicenda.
"...come
sarebbe... perchè..."
"Sasso-carta-forbici!!!AZZ...
hai perso! Spiacente, io vado a cambiarmi e sistemare altre cose,
preparati con il completo scuro nell'armadio mio a righe, non ti
diemtnicare gli accessori sul comodino. Penitenza per averla fatta
stare male!! disse di corsa, velocissimo, Milan che si
infilò nell'apertura del passaggio segreto e lo
lasciò solo, troppo scioccato per capire che Lia e suo
fratello minore lo avevano fregato.
ch 38 appuntiPosto per ora
questo, a seguire
il sueccessivo da controllare il codice. Al solito non so ocme tutti i
file conservati hanno qualcosa nel codice che mangia le parole o
frammenta le frasi, non so. Sto sistemando e sto vedendo che gli ultimi
10 capitoli hanno ancora problemi, a breve li risistemo e spero che per
il capitolo dopo siano a posto.
Chapter 38
Lia era alla Torre est francese a dieci chilometri dal centro di
Parigi. Trovava Parigi una città non come la descrivevano
tutti. Magica, romantica e altre menate. Perchè lei non
vedeva
queste cose, non le provava e non ne avvertiva i segni come tutti.
Sebbene Dorde la rimproverasse che fosse tutto dipeso invece dalle
difese che aveva alzato e da quanto era cambiata a causa dei suoi e
della feccia che aveva incontrato nella sua vita, e tutto quanto fosse
nella sua testa. I terrori, le paure di sbagliare, di essere una figlia
degenere e schifosa solo perchè viveva, di essere descritta
ma
loro descrivevano le altre che le faceva paura da sentirsi sola e
isolata e altro... Ma per lei era solo un modo per farle capire
qualcosa, affermando niente di sopprannaturale, che queste menate le
doveva lasciare ai coglioni che ci credevano e finivano male.
Aveva deciso che lei sarebbe stata la Purga finchè in vita.
E se
tutti la consideravano sbagliata e non adatta al mondo come le avevano
sempre ripetuto, che diventasse la pazza, sbagliata. Ma a suo
godimento, finendo per cacciare la feccia.
"Non guardarmi così" diceva smepre a Milan e Dorde o Jd "Da
quando ricordo mi sento viva essendo questo. Vivendo questo. Tutto
quello che ho fatto, essendo questo... agendo come fossi la peggiore
delinquente del mondo contro quella feccia... l'ho fatto per me! Lo
sapete ma a volte travalicate le cose per dare una vostra spiegazione.
Come i miei. Urlavi, dicevi le cose ma sentivano cosa e come
volevano.... mi piace farlo. E lo faccio anche sforzandomi a volte, lo
so, ma mi sono sentita... mi sono sentita viva!!! Lo so che le mie
azioni per tanti saranno sadiche, sanguinose, dalla peggiore del mondo
al pari di certa gente ma... io mi sento viva ed esistente nell'agire
al posto del mondo, quello giusto e sebbene non provi soddisfazione per
queste azioni come pensano molti, io non ritiro la mano dopo aver
tirato la pietra... mi sento disperata, in colpa, tante cose difficili
da spiegare quando mangio qualcosa da voler piangere per la
contentezza, dall'avere vicino o occuparmi di un animale che desideravo
tanto prima e mi avrebbe aiutata ma non potevo avere neanche un piccolo
furetto perchè provavano schifo per gli animali vicini, solo
guardare i gatti... osservo la gente a cui dico di darsi una svegliata
e pensare a vivere come io non ho potuto fare... e cerco di capire se
hanno intenzione di farlo loro che posono o meno, e io quanto ho perso
finendo nella rete dei miei che volevano i figli casti, puri, perfetti,
devoti alla famiglia e altre menate e sono... finita solo in un incubo
di solitudine, niente, vuoto, privazioni... e ora, anche qui, non
riesco a non voler piangere sia per la contentezza di qualcosa di buono
che finalmente mangio e sia per cosa sto mangiando pensando a chi non
può come la me prima, sentendomi in colpa... ad abiti che
faccio
fare nuovi dopo che i vecchi sono rovinati e mi sento spendacciona, le
cos eche compro e il mio rifiuto di volere qualcuno vicino,
dall'emergere da ciò che mi hanno gettato addosso enon posso
togliere... è troppo tardi per quello... io non riesco a
vivere
neanche qui, ma provo un senso di vita cacciando e prendendo, facendoli
soffrire, la feccia... per poi la notte non riuscire a dormire pensando
con rabbia alla gente che viveva e vive che mi ha fatta soffrire, ogni
giorno, cose che io prima dai miei non potevo, che scopava e mangiava
cose, che vedeva sorrisi e richieste di compagnia, inviti e io... solo
schifo... loro avevano cosa desideravo!! E Zay e ric hanno avuto il
coraggio di dirmi di non pensare a loro come felici e vedere le
apparenze... che apparenze vedevo!!??!! Imbecilli! Dalle foto erano con
gente sorridente che conoscevo, loro tra gente e io sola!! A tavola in
vari posti a mangiare cose e io con pane e formaggio e schifezze
confezionate che mi veniva ormai da vomitare.... io non reggo neanche
adesso, quindi lasciami in pace, non fare il giudicante, sono
abbastanza rovinata di mio... io voglio mettere i panni di
Veròna e sentirmi quel senso di vita a sprazzi quando
cammino
nella caccia... voi non potete capire come fossi morta dentro
prima e cosa sento, pochissimo, ma cè quando sono
veròna...."
Aveva rifiutato da sempre cose che alla fine non aveva vissuto. A causa
degli altri.
I usoi erano asfissianti, colpevolisti, era finita per arretrare
davanti le cose della vita, senza viverle in ogni cosa, per il terrore
di essere giudciata come loro facevano con tutti. Sapeva bene di suo
che
a volte provava odio verso chi le faceva provare gelosia, non era la
stessa cosa contro la feccia che le aveva distrutto tutta lei pezzo per
pezzo. Era un odio diverso, quello lo capiva.
E cercava dei frammenti dai racconti degli altri per capire cosa
fossero certi sentimenti e sensazioni che non aveva mai provato e mai
avrebbe fatto.
Da anni, prima di Zay lo sapeva, non era più adatta a fare
marcia indietro e tentare ancora di vivere come una persona normale,
inteso da togliersi tutto ciò che si era creata come
un'armatura
e fare tentativi. Non avrebbe avuto la leggerezza e la
tranquillità di provare o sperimentare niente. Si sentiva
più sicura con alcuni di loro da scherzare e afare cose che
le
venivano in testa ma tutto era lì in agguato a bloccarla.
Si era accorta perfino che fumare non era come per gli altrui. Non
aveva quel senso di catena alle sigarette, ma non era per il tabacco
che fumava, ma per cosa che la sigaretta dava di
sè anche senza
le foglie e porcherie che mettevano nel tabacco stesso da fumo. Era
l'azione stessa del fumi, di aggrapparsi a una sigaretta, o nel suo
caso
al bocchino da donna anni trenta, sebbene a volte volesse spaccarlo in
terra in mille pezzi per quanto la facesse incazzare Dorde. Si era
accorta che a volte era per lei necessario, vitale, fumare. Essere
legata a quell'oggettino su cui scaricare tutto e farsi dare un senso
di liberazione e pace.
Aveva capito che non era nemmeno dato allo stesso modo delle droghe.
Provava repulsione per la questione di cosa davano le droghe e cosa
facessero provare o meno. Non riusciva, andava fuori di testa,
ad avvertire il senso che davano alcool o fumo o altro. O meglio, aveva
provato solo la sensazione di medicinali nella sua vita che
l'annebbiavano e l'alcool quando per fignere che lo usasse per
cucinare, riusciva a far comprare loro del vino. Quello da 1 euro che
faceva schifo da supermecato nei cartoni, ma er al'unica cosa che era
riuscita a fargli sganciare che potesse bere. NOn si beveva altro mai,
tranne lo spumante per le cavolo di feste.
E lo faceva in un mese,
una confezione in un mese nel peggiore dei casi, perchè non
volevano comprare e faceva schifo, e
sentiva l'effetto che faceva quando invece lo trovavano a meno di un
euro e ne compravano di più e lei abbondava quando sola.
per avere del vino frizzante doveva escogitarsi perfino di
ocmprare quelle
bustine digestivo con effetto effervescente. Un euro ancora, questa
volta comprato da lei quando poteva e prendeva quel vino schifoso, in
mezzo bicchiere d'acqua, allungava con acqua e metteva il digestivo
effervescente per le bolle. Altre volte solo il bicarbonato. Non aveva
altro da bene oltre acqua e doveva farselo andare bene.
E quando eccedeva con il vino senza diluirlo, sentiva l'effetto
dell'acool, anche se non doveva essere lo stesso di quelli buoni ma lo
odiava.
Quando stava ancora nella sua vecchia vita lo trangugiava fingendo che
fosse il miglior vino frizzante al mondo mangiando lo schifo che
trovava nel frigo o aprendo scatolette o roba surgelata. Non essendoci
altro, nessuno cucinando in casa sua o volendo farlo se non lo stesso
schifo pronto scaldato e non poteva comrpare niente o urla e botte.
E non poteva cucinarsi niente. Niente. NOn cèrano manco gli
ingredienti per farlo e se cèrano,e rano così
contati che
se avesse utilizzato roba, anche solo un uovo come er acapitato, se ne
accorgevano e urlavano. E lei somatizzava
finchè non si sentiva così male da credere di
morire e
rallegrarsi, ma poi non accadeva mai.
Non sarebbe mai accaduto quel dono si diceva, tempo dopo aver mandato a
fanculo zay e ric e maledicendo tutti e tutto, non potendo
più
vivere quell'esistenza meschina, aveva capito che non poteva avere
ormai l'unica cosa che bramava, se non per sua mano e nel modo
più doloroso che temeva.
Si era spaccata la schiena tutta la vita per ciò che poi non
ebbe. per gli altri, quando faceva qualcosa per sè,
schiamazzi,
urla, sensi di colpa gettatoli addosso come se wnon dovesse pensare a
fare neinte se non come loro volevano vivere... mentre gli altri
facevano cose e lei osservava solO!
Non ebbe momenti di vita da ricordare. Istanti felici. Cose da
ricordare con calore.
Non visse niente, ma proprio niente, se non dover stare a casa con
loro. in una vita non
sua. In un'esistere, non vivere, di cibo schifoso buttato ancora
confezionato sul tavolo, con pasta scolata e gettata sui piatti con
sugo dai barattoli da mettere sopra così o quei sughi
schifosi
che faceva sua madre che non riusciva a digerire. la madre odiava
cucinare e lo faceva con malavoglia, venendo uno schifo. E non poteva
mangiare cosa voleva o la madre e il padre, con i fratell ispioni,
facevano casino. NOn si poteva prendere qualcosa da mangiare se si
aveva un languore, si mangiava cosa dicevano loro e quando, non
eissteva in frigo o altro posto cibo disponibile per tutti e quando
volevano. Se si mangiava fuori orario senza la loro autorizzazione,
bordello.
Ninete rosticceria, niente roba da panettiere, niente pranzi e cene
della domenica, neinte perfino patatine fritte. Mai. Tutto
ciò
che vedeva in tv o le rare volte che usciva dalle vetrine dei negozi o
panettieri, poteva vederli solo nella sua testa. Se comprava qualcosa
il cazziatone era stratosferico e le facevano venire sensi dci colpa
che non doveva avere da farle venire voglia di rivomitare tutto.
Non cèra cibo in casa da definire di conforto. Niente pranzi
fatti ocn ricette anche basiche e conosciute. CArne sbattuta sulla
padella e stop. Anche se a volte le capitava di scovare poisti segreti
dopo loro nascondevano a lei il cibo che non le davano ma mangiavano
loro. Per lei, dicevano.
Cibi cucinati male e da schifo fatti a modo loro senza sapore.
Barattoli econfezioni sulla
tavola da cui prendere un pezzo e mangiare col pane, così,
come
cibo di fortuna, non una tavola normale.
Diventava pazza ogni giorno che passava. Sempre sola, sempre a vedere
le solite quatto pareti e le loro voci sempre e sempre. on era una
famiglia per lei, solo una'ccozzaglia di merde che dicevano agli altri
ocme vivere. E che dovesse andargli bene così e la cosa che
odiava era che ogni tanto sentiva che lei aveva soldi da parte ma
registrati a nome dei suoi e lei non poteva toccarli o cascava la casa.
lei non aveva neinte.
Vivevano soli, isolati dentro casa, senza vedere mai nessuno, solo
uscire un'ora al giorno se andava bene altrimenti erano una palla al
piede. Se no nti trovavano in camera cercavano tutta la casa urlando
finchè non ti facevi trovare. neanche in terrazzo
cèra
pace o fuga. Era una gabbia, punto,ma se lo dicevi rispondevano con
rabbia "fai schifo a pensare queste cose".
E lei voleva solo morire, mentre dalla finestra sentiva o vedeva la
gente che viveva, mangiava per strada cose, parlava al telefono o con
altri di cose che avrebbero fatto.
I parenti poi non erano meglio. le volte che li vedeva non si tenevano
niente. Una volta per alcune ore sola era uscita via per comprarsi
qualcosa al supermercato e mangiare di nascosto ma loro la videro e
andarono a dire ai suoi che -aveva le borse piene dal supermercato- e
anche quella fuga finì nel ninete più.
E si ripeteva...
-
Io non avrò mai niente, sono finita schiacciata da loro-
-sono AFFOGATA NEI MIEI DOLORI E ho DIMENTICATO DI LOTTARE
PER ME STESSA-
Quando usciva cèra sempre qualcuno che la vedeva e parlava.
Se
usciva dal panettiere con finalmente un trancio di pizza, la vedevano e
raccontavano. Se con in borsa qualcosa con il desiderio di mangiarlo,
non aveva posti dove andare e la trovavano per strada e dovevano
accompagnarla col rischio che la sgamavano se non l'avevano fatto per i
rumori -dannate confezioni di alluminio e simili come per le patatine-
e per non sentire nessuno non comprava più ninte.
Restando così, coi desideri.
Viveva solo di desideri. Menteri suoi facevano stronzate. Pane da
comprare a chili, ogni mezzo chilo
tagliato in tre e messo nel surgelatore e poi uscito al bisogno e lei
impazziva.
Un pezzo di pane con una scololetta divisa in tre, salumi, formaggi
orribili, pasta con schifo, carne economica e fatta sempre allo stesso
modo. Tutto allo stesseo modo, sempre e sempre, senza cibi di confroto
che desiderava. Costa troppo tutto, vanno bene questi.
Per lei non era vivere. per lei era dover subite una vita non sua che
piaceva a loro.
La sera non uscivano mai e scassavano, non vedevano mai nessuno,
nessuno che se li portasse a fanculo, solo ad averti tra i piedi a
sbraitare, giudicare, accusare, rompere le scatole. Loro non mangiavano
qualcosa o non gli piaceva? Non si comprava. Semplice.
NOn sapeva come facessero a vievere quel NIENTE ma lei era fuori di
testa dal doverselo subire e per le malattie che le vennero per vivere
quella vita, restò col culoa terra, potendo pensare di
scappare
solo per morire. Ma anche la morte sembrava prenderla per il culo.
E quando beveva quel miscuglio che di vino non aveva niente neanche
alla base, sentiva gli effetti e si chiedeva cosa ci trovavano tutti a
bere e drogarsi poer fuggire con la testa se era orrib ile non essere
se stessi e lucidi.
Non riusciva lei a reggere quella sensazione, affatto, andava nel
panico o fuori di testa, per lei avveertire ciò era
traumatico.
Un conto era la dissociazione volontaria, ma non in quel modo. E si
chiedeva cosa portasse la gente a rovinarsi fegato o cervello con
droghe o alcool per scappare, mentre lei invece non riusciva a
tollerare di averne effetti blandi...
E in quel momento alla Torre per sentire i resoconti, faceva nervi
dentro. Lei non vedeva le città famose come bei luoghi,
riusciva
ad a mmirare gli edifici e l'ambiente finchè non
vedeva l'altra
faccia di quei luoghi. Senzatetto, drogati, poveri, gente ai margini
della società.
Lei vedeva al di là dell'apparenza e non capiva
perchè la
gente fosse così tranquilla nella menzogna. Esisteva anche
altro
che strade belle e con negozi alla moda, tutto ciò
che
alla gente piaceva per fingere di vivere come in un film.
"Quindi con questo nuovo gruppo di spacciatori, tornano tutti a farsi e
a rubare, compiere atti criminali e comportamenti violenti... alcuni
sono finiti con ossa rotta per non aver pagato e..."
"Basta così" fece lei adirata.
Vestiva sempre con l'abito da veròna, non quello bianco ma
quello da strada come lo chiamava.
Completi di taglio maschile in vari colori e tessuto sempre con blazer
o panciotti, pantalone e camicia e le cravatte,. Cappelli in stile
mafiosi come li definiva ridendo di vari fogge anni trenta a quaranta e
i cappotti da tizio
inquetante di gusto antico. I capelli erano soppiantati da parrucche
lisce e del suo colore naturale o uno o due toni più chiare,
alcune con frangia e altri scalati nello stile moderno.
"capo, non mi piace quella faccia" le disse Kovacs vedendola fare
un'espressione che mostrava quando aveva in testa roba distruttiva
"Componete il cerchio per la Caccia, è ora di Purgare tutto.
Di
nuovo. Andiamo a fargli capire la situa...." incamminandosi verso la
porta, mentre i tre alzavano le spalle l'un l'altro come per dire che
le cose erano così.
"Capo, vuole andare dove...?" le chiese ancora seguendola, vedendo che
usciva verso le strade
"Il cerchio, amico mio, è tutto ciò che mi serve.
Anzi...!" fece lei inchiodandosi di colpo e i tre riuscirono a non
investirla, ma si sbatacchiarono tra loro. la videro voltarsi e andare
nell'edificio a fianco della Torre che tenevano come armeria e zona
cani segreta, sebbene i cani giocassero nel giardinetto presente ma era
passato come dogsitter come copertura. E si fece prestare tre cani con
cui aveva già lavorato, facendosi seguire dal loro handler
sebbene avesse saggiato i comandi che lei impartiva con mani e braccia
e seguitò in cosa voleva fare. Senza proferire parola si
addentrò per le
strade, al centro, camminando incurante delle macchine essendo anche a
senso unico e delle persone che la vedevano.
Con il completo grigio scuro, blaser, cravatta, scarpe robuste,
cappotto, cappello e capelli lisci al vento, camminò
impetitta e
con aria omicida verso la zona dove stavano un gruppo di sensatetto e
drogati. Avvertì la presenza del nuovo gruppo di spacciatori
stabilitisi sul posto, fieri di quelli che lei aveva cacciato, vedendo
i loro spacciatori e loro vedevano lei. Di colpo si fermò,
sempre al centro della strada, mentre gli abitanti del posto, delle
case ma più di quelli che stavano nella zona
degli
squat, divenendo squatter che occupavano
abusivamente
edifici pubblici abbandonati ma anche buchi privati di loro
proprietà ma in condizioni misere e peggio. Ammassati,
agglomerati, in situazioni di vita disumane.
E la conoscevano ormai, per cui appena la videro, tutti la fissarono e
chi era nei vicoli o nel fondo, la zona ampia detta Squat, furono
chiamari come avviso che era tornata.
E lei restò qualche attimo mentre li vedeva e poi
alzò
una mano al cielo, dopo aver infilato le mani nelle tasche del
soprabito o cappottone. Una era ancora dentro ma la sinistra
era bella
in alto con una busta trasparente e della roba dentro che brillava al
sole.
"Cari Figli, sono tornata!! ma ho seguito le notizie dei miei servitori
sulla situaizone attuale. Ci osno nuovi funghi qui..." indicando per
funghi i parassiti dell'ambiente in cui vivono quelli
ocnosciuti e da mangiare. Vivendo in natura come parassiti, su tessuti
in via di deperimento ma ancora vivi, o su materiale morto, nutrendosi
come saprofiti. E per lei questo erano, parassiti
su tessuto cancroso della società, non per sua
volontà o
portato a quel livello da varie cose. per lei era dispregiativo contro
quella gente. "A voi spacciatori di quei parassiti pidocchiosi, vi
dò un avvertimento!! Da questo momento io sono tornata di
persona per dirvi di smammare.... da oggi Figli miei, avrete la droga
da me gratis come ricompensa per piccole cose che vi chiedero di
fare... niente contro la vostra dignità e persona. Sarete
persone e vi aiuterò a risollevarvi da tutto, ma
sarò io
a fornirvi vera droga di qualità o alcool non tagliati o con
altre schifezze e mi giurerete di impegnarvi a tornare persone... e ..."
"Ehi stronza, stiamo lavorando... ti spiace infilarti quella merda nel
culo e andartene... eh??!?" fece uno degli spacciatori avvicinandosi
spavaldo menter altri suoi colleghi camminavano come cani a caccia. Lei
non sorrise ma fissò lui e gli altri e poi tirò
fuori le
mani libere. Con i guanti.
Kovacs e zidgi sudarono freddo. I guanti che aveva erano un prototipo
nuovo di due paia che utilizzava di oslito come cavia. Un paio gestiva
l'elettricità generata da un sistema micro che aveva
qualcosa a
che fare con la fissione nucleare, lui non ne capiva, ma il sistema era
simile, sebbene dicessero che era sicuro in casi di danni al paio in
uso. Generava corrente e forti scariche a piacere, con dei chip o
silmili gestiti dal controllo cerebrale,. Un pò come avevano
spiegato
a loro e a lei, con il sistema di rilevaizone di informazioni nervose
per far muovere arti artificiali. Altra cosa che lei provava. E un
altro paio era in grado di manipolare il sistema magnetico in un modo
che Kovacs stesso non capiva, ma lei con il pensiero anche collegato
alla bluebox, poteva attivarli per gestire effetti di magnetismo o
repulsione per manovrare oggetti, rpednerli o lanciarli. E se nel corpo
o nei vestiti vi erano elementi metallici conduttori o magnetici o che
ne venivano influenzati, lei poteva agire anche sulla persona stessa. E
in quel caso lei aveva indosso un prototipo di guanti ove uno era
magnetico e l'altro con capacità elettriche o qualcosa di
simile.
lei era piàù affascinata a leggere e informarsi e
capire
il funzionamento delle cos e leggeva e si intatteneva con gli
scienziati con mille domande, e lui aveva capito solo questo
funzionamento base.
"..." fissandoli uno per uno poi arlò a quello che aveva
detto
cosa le fece venire rabbia "Tenete fuori i vostri coglioni dal mio
territorio!"senza muoversi, inclinando la testa come faceva sempre di
lato "svanite e io sarò magnanima ma tornate e vi
renderò
degli esemplati del genere proctodeati simili a vermi o cetrioli di
mare... per mio godimento..." fissando quel tizio negli occhi.
"Intende che vi asporta braccia e gambe e come i cetrioli di mare,
vermi e altri robi del genere, sarete solo bocca e ano..." fece Zidgi
ridendo per chiarire la questione.
"Sta arrivando il capo..." fece uno di lor dopo essersi girato.
Giunse un bel gruppo di tipi biechi e pericolosi che si
fermò
metri prima e uno in testa al gruppo ma con alcuni scagnozzi intorno,
chiese che stesse accadendo.
"Accade che voi siete sul mio territorio di gestione. portate i vostri
scroti altrove, sempre che non arrivi anche lì... "
minacciò Lia e quello rise voltandosi verso i suoi alle sue
spalle come fosse divertente. "cosa trovi divertente... forse
cè
qualche parte della mia frase che non riesci a comprendere
perchè nonstnat e i soldi che fate con qella roba, non
sapete da
dove si inizia con un libro...? Oh, no!! Ho capito.... mea culpa! Ho
parlato di scroti, ma qui non ce ne sono, avete ragione. Siamo tutti
privi..." ridendo in modo demoniaco verso l'uomo che era il capo del
gruppo nuovo.
"Che cosa vuoi. Cosè questa storia?"
"Quanto ho detto. Hai le orecchie otturate? FUORI. DAL. MIO.
TERRITORIO!! O vi pentirete fino alla morte di non avermi ascoltata..."
Kovacs e Zidgi sudavano freddo, non erano rare sparatorie o agguati tra
bande criminali e gruppi di spaccio e la questione che lei non aveva
paura di morire, ma anzi voelva vedere lei fin dove potesse arrivare
con le sue conoscenze e capacità in situaizoni di
pericolo... lo
odiavano a volte. Giocava trooppo col fuoco per loro, ma sapevano che
cèra un motivo ma azzerare un gruppo criminale a volte non
era
così facile come poteva sembrare andando là e
minacciandoli e lei lo sapeva. Kovacs si chiese che cosa avesse
architettato per stanarli tutti e toglierli di mezzo, conoscendola
poteva aver chiamato quei criceti robot o una squadra speciale militare
esterna o altro.
"Addirittura.... da dove sei uscita fuori, da un vecchio film in bianco
e nero e vieni a dettar legge...? Cèravamo prima noi qui, e
so
chi sei. Ti ho vista cacciare tutti lgi altri che non si sa che fine
hanno fatto... E non mi importa. Sto facendo affari, sto lavorando...
non siamo mica quei tizi che stanno a fare video online, come si
hiamano, youtuber, che non lavorano quelli... IO lavoro" indicandosi
con gli indici inclinandosi un pò in avanti facendo vedere
il
labiale " E tu ragazzina strana, stai rompendo le palle ai miei
ragazzi. Non credo alle streghe tra le altre cose... Molti qui vanno al
centro di Parigi a mendicare o fare spettacoli di strada e portano roba
buona
composta da monete, banconote, gioielli e molto altro di elettronica
che donano come pagamento per i prodotti che commercio... io sono un
negoziante, mettiamola così e... anche se ti smebro giovane,
fidati! Sono pericoloso come il peggiore dei trafficanti messicani e..."
"Oh..." fece Lia come se intendensse che avesse capito
"Ecco brava... hai capito. Vai prima di finire in pericolo per..."
"Ma io... non sono in pericolo.... IO SONO il pericolo....Sei fortunato
che non ti abbia sparato al culo solo per aver osato, sapendo di me,
tornare e insidiarti con la tua merda...." con un sorriso ma non era
caloroso.
"Quindi..."
"Quindi ti do il tempo necessario, quanto ti serve ma in fretta, per
cercare i tuoi coglioni persi da qualche parte e capire di sgommare
via... e non parlo delle auto ma di cosa farai nelle mutande se mi fai
incazzare..."
"Ah ah ah... vuoi minacciarmi?"
"..." lei non parlò ma prese qualcosa dalla tasca e la fece
vedere, un oggetto qualsiasi, poi lo strinse nel pugno del guanto
elettricatore e l'oggetto si ruppe in malo modo, cadendo a terra in
pezzi ancora con fasci di luce azzurrina sulle partti metalliche
"questa... è una minaccia!" inclinando la testa con un colpo
secco per intendere meglio la questione.
"Non mi farò spodestare da te solo perchè hai
scagnozzi armati. Io non sono Pablo che..."
"Io speravo che tu fossi più saggio... "
"E lo sono. NOi siamo di più! Armati. Tu sei... una stupida
che
minaccia senza davvero chissà cosa e hai vinto l'altra volta
solo perchè cè stata la retata... ma io ho uomini
migliori dei suoi... io sono qui il Re..."
"Smettila con le cazzate, fai i bagagli..." iniziando a scocciarsi e
Zidgi fece segno a Kovacs per capire se lei volesse davvero fare casino
"Vuoi metterla così? Non mostri paura? Allora vediamo come
te la
cavi se prendo qualcuno di quelli che chiami Figli e gli sparo in mezzo
agli occhi ogni mezzìora se non decidi di alzare i
tacchi....
questa è una minaccia!
"No, non è una minaccia E' fare il bulletto!! Sei questo? uN
BULLO???"
"e se lo facessi tu... voi che ne dite?" chiese il capo ai tre dietro
di lei che
vennero presi di mira da alcuni itnorno a lui e loro dovettero alzare
le mani , sperando dentro di loro che lei avesse un piano.
I cani vicino a loro ocn il loro Handler ringhiarono ma restando seduti.
"Ti sei portata i cagnolini... sai che se osano alzare una zampa, sono
morti! Torna a casa a pettinare le barbie e cambiar loro i vestitini...
è meglio!"
"..." sorridendo a mezza bocca "io non gioco con le barbie... io gioco
con le mie
bambole. Le mie prede... VAI. ALTROVE... ultimo
avvertimento!"
"sparategli, mi hanno stancato!" fece scazzato quello. Di colpo
qualcosa sopra le loro teste coprì il sole. Erano le Razze.
Dei
robot sperimentali su idiea di Lia. Avevano precisa la forma di una
razza del mare, ma con la particolarità che avevano un
sistema
di prova di sospensione per aria magnetico per cui calibrando il potere
magnetico terrestre con il loro, potevano fluttuare per aria come se
volassero. E in quel momento volteggiavano in cerchio sopra le loro
teste
a giuro ad una certa spaziatura tra loro e tra loro e i
soggetti.
"Ho evocato esseri che non ti immagineresti... e mostrando con essi la
piena ampiezza del mio potere... per rendere possibilile...
l'impossibile...!"
le razze continuando a volteggiare in cerchio portarono la lunga coda
all'atezza della -bocca- avendo la medesima forma delle vere razze e
dall'unione della punta della coda che frizzò con quello che
iniziarono ad
emettere dall'apertura che sembrava una bocca, si generò per
ogni soggetto un prorompente getto di fuoco che unito agli altri
creò un anello
che investì tutti coloro che erano nelle vicinanze, tranne
il
centro. Come nelle prove, un rischio secondo Kovacs, al centro la
portata
del fuoco era minima ma per protezione Lia utilizzando il potere
magnetico, scelse una portiera di auto e sradicandola dopo
che l'auto
intera veniva tirata dai guanti e dovette dare colpi secchi magnetici,
la mise tra sè e il fuoco, tenendola a mezz'aria e
spostandola
dove sentiva più calore sebbene non toccata dalle fiamme.
tutti i
soggetti intorno al cerchio di fuoco vennero investiti malamente, ma
quelli verso il centro no e Lia e il capo dell'altro gruppo si
fissarono negli occhi mentre lei con una mano faceva girare intorno a
lei la portiera a protezione. Quando il muro di fuoco
terminò ,
Kovacs pensò al temrine del prodotto incendiario nei robot
sebbene noon ne fosse sicuro, tutti quelli non coinvolti nel
fuoco misero mani alle armi contro lei e i tre dietro di lei. Lia
lanciò la portiera di latò con un gran botto.
"Finiamola qui, non mi va di spremere la mia energia per mostarti
poteri che utilizzeri per cose buone... VATTENE!"
"Io non me ne vado"
"Molto bene, sei pronto allo scontro, allora? O possiamo chiudere la
cosa a parole e te ne vai..." perentoria
"... dove sono quelgi animali che sputano fuoco?"
"Te l'ho detto! Il mio potere magico si può equiparare in
questa mia veste fisica umana nella mia energia vitale,
finchè
avrò energia per muovermi, io posso utilizzare la magia. Ci
osno
cose che non posso prevaricare al di fuori dal mio piano di
appartenenza e s eho forma fisica, ho limitazioni... ma non signfiica
che sono monca di qualcosa s eposso sventrarti con il becco di un
picchio e utilizzare le tue viscere per catturare a mò di
rete
da pesca uno squalo..." ridendo malignamente
"da dove... da dove vieni fuori?
"Dai tuoi incubi.... allora, sgombri il campo di derelitti che stai
rovinando o devo fartelo capire meglio?"
"preferisco il meglio..." quelli dietro di lui erano armati
"... mezze fighette...."
"Cosa?"
"ho detto mezze fighette! Se tu avessi i coglioni che fai credere di
avere, saresti tu come un vero Alpha ad affrontarmi di tua mano in uno
scontro dove chi perde diventa il nuovo capo... ma non hai le palle!!"
ridacchiando. Lia si stava diveertendo, si chiese Kovacs? Stava usando
psicologia o faceva come a volte tentando con piccole cose per trovare
quella giusta e premere il tasto dolorante per rivoltarlo contro?
Uno dietro di lei sparò con la sua pistola verso Lia e come
nelle esercitazioni, il guanto con il potere magnetico entrò
in
funzione. Molti proiettili potevano essere fermati con i guanti. Ma
cèra un MA. Mentre alcuni metalli sono magnetici, la maggior
parte no. Rame, oro, argento, piombo, alluminio, stagno, titanio,
zinco, e bismuto hanno elementi e le loro leghe sono diamagnetiche.
Leghe non magnetiche sono ottone e bronzo.
Se una pallottola aveva una forma di magnetismo significava che alcuni
materiali mostravano in presenza di un campo magnetico attrattiva o
repulsione o ne venivano
nflienzati. Poteva essere un rischio forte se le camicie dei
proietitli non fossero
state diamagnetiche. Non impoirtava la forma come a cilindro, conica, a
bottiglia, chiave era la lega. Palla e bossolo potevano anche avere
lega differente ma il peggio erano i bossoli mantellati, costituti da
camiciatura di metallo tenero come rame o lega non diamagnetici, quindi
i proiettili con camicia o corpo teneri avevano leghe che non avevano
influenze dai guanti. e cèra sempre il rischio che
passassero
senza rallentare.
Il potere dei guanti oltre la manipolazione di elementi influenzati dal
magnetismo era quella di fermare o rallentare la corsa di qualcosa
verso di sè. E se si presumeva che il bossolo fosse non
influienabile il meglio che si poteva fare, per l'operatore dei guanti,
era agguantare qualcosa di robusto e farlo frapporre tra se e il
proiettile. QUindi usare il magnetrismo per prendere qaualcosa che
tenesse ai colpi.
Ma lei non lo fece e i tre trattennero il fiato impalliditi nel vederla
trapassata. Ma per fortuna di tutti la pallottola per azione del
guanto, rallentà e poi fece un Plop contro il suo palmo dopo
alcuini secondi di conflitto per aria, mostrando ai basiti membri di
quel bruppo qualcosa di impossibile. Lia prese in mano il proiettile,
lo rigirò tra indice e pollice sorridendo e poi chiese se
volevano giocare ancora, ma prima che potessero rispondere
sferzò con il magnetismo di repulsione il proiettile che con
una
sorta di lancio della mano aperta e questo nel palmo si
conficcò
nel corpo di un uomno, mostrando come non fosse un semplice lancio.
"Ti avevo chiesto, gentilmente, di scegliere. Agli altri io propongono
tre scelte... andarsene, unirsi a me o sparire.... a te ne ho
dato solo due, non farmi inserire la terza opzione... non vi voglio,
quindi rimangono due!! VELOCE!!...."
"Non permetterò a una femmina di..." indicando uno dei
drogati
che lei conosceva e facendolo avvinare con gesti e parole gentili,
finchè non fece un gesto a uno dei suoi e qullo
sparò
dritto dritto al giovane che cadde come un abito scivolato dalle
stmapelle in terra.
Lia fece un gesto di sopresa al botto della pistola contro il ragazzo,
e poi fissò il niente che era diventato occupare spazio
sull'asfalto, rigida e fredda. Kovacs allongò il collo a
fissarla e vide ODIO. Quella luce e forza negli occhi fissi sul ragazzo
morto uniti a una respirazione che gonfiava il petto. Cattivo segno.
Lia puntò con gli occhi un tizio con collane finte e
dozzinali e
orecchini espansori non d'oro e metalli simili. Con il guanto lo
puntò ancora ma con l'indice finchè no
sfruttò la
potenza magnetica sugli oggetti che il tizio aveva in tutto il corpo,
dai bottoni dei jeans, a chiavi, a oggetti vari e collane e ninnoli e
con un balzo si fece tirare addosso a lui, con velocità come
nelle esercitazioni che gli altri non capirono che accadesse,
striongendo con piedi e mani sul suo petto rabbiosamente le collane nel
pugno mentre il magnetismo era
ancora attiva e e poi Kovacs tirò un solo respiro, per poi
non
farlo più!
Stava accadendo quella cosa? Che doveva fare?
le nanomacchine avevano degli effetti nefasti e differenti su chi le
aveva. Su di lei, i livelli di dopamina, serotonina norepinefrina ed
epinefrina scendenvano o schizzavano alle stelle e in base a questi
dosaggi e alla rabbia e furia che le veniva per cosa accadeva finiva
per sballare da diventare instabile, folle, pregna si ansia, rabbia,
eccesso di brama di fare del male.
Era capitato che ciò fosse riscontrato ma ma soggetti
precedenti
a lei erano finiti nella follia cieca senza tornare se stessi o erano
morti per l'eccesso di sforzi e stanchezza distruggendo e attaccando
tutto ciò che li faceva incazzare.
per leggere cosa accadeva ai suoi
ormoni e livelli David aveva un collegamento con la bluebox che leggeva
i risultati. Se la dopamina era la sola schizzata in alto era in un
momento di furia inarestabile... era così si chiese Kovacs
ragionando ma pieno di paura perchè la vide uscire fuori dai
gangheri.
E mesi dopo con la nascita di Kianta, il suo compito sarebbe stato
quello di registrare meglio i suoi stati d'animo e comportramenti per
fermalra, ma ancora non lo sapeva. Non sapeva che se ciò
avveniva, le nanomacchine portavano agli effetti indesiderati
terricanti. Quella che poi David chiamò l'effetto zombie o
da
droghe pesanti.
Sapeva che dentro covava un carattere così duro che frenava
con
la sua personalità fittizia creata per fingere di essere
cosa
gli altri volevano, che desiderava sfogarsi MALE contro la gente.
Più volte, apertasi con loro e con i veterani, aveva
esternato
quel bollente e impellente desiderio di rispondere a botte e rimproveri
maneschi dei suoi o ricacciare in gola le parole peggio di una lama. Il
suo limite di sopportazione era giunto a quel oltre la linea da
causarle attacchi di rabbia furiosi da voler picchiare e regolare le
cose come mai prima. Ma sempre accadeva quando qualcosa accadendo la
faceva arrabbiare, imbestialire, farle venire odio cieco. per il resto
sapeva contenersi.
E questo veniva enfatizzato senza volerlo dalle
nanonmacchine che come elemento di ocntroindicazione potevano spingere
ormoni e livelli in lei da sfuriare malissimo. Ma se le volte con i
test le sue sfuriate erano mezzo dissociative e mezzo no, era stato
possibile fermarla e calmarla parlandole e facnedola uscire dallo stato
dissociativo lentamente. In un caso ocn una pompa d'acqua a getto ampio
su di lei. L'aveva risvegliata ma il rischio era stato basso.
Il problema fu però nell'ultimo test, dove appunto dovettero
aggredirla con l'acqua a pressione e Kovacs si chiese se non fosse un
preavviso del problema. Da quanto tempo le nanonmachcine facevano quei
giochetti e lei perdeva le staffe con facilità?
Ma quella volta....Le nanonmacchine stavano facendo un effetto che la
mandava in follia. Come in quel momento. ma sembrava peggio delle altre
volte, incazzata a vari stadi, parlava, minacciava, diceva cose. QUella
volta no, sembrava fare versi di gola.
Strattonato, il tizio venne avvicinato dalla sua faccia e poi emise
come una sorta di ruggito o ringio da canide, a bocca aperta e occhi di
brace. No non erano così, sembravano di un animale furioso
in
caccia.. E poi si avventò letteralmente sulla sua faccia.
Gli
morse il naso e glielo sradicò sputando il pezzo a terra,
poi
una guancia, poi dopo aver buttato quell'altro pezzo, passò
alla
calotta cranica. E ogni morso sembrava come volesse farlo a pezzi nella
follia.
I cani su segnale dell'Handler per farle da scudo, si avventarono su
alcuni su alcuni con le pistole, gli uomini del Cerchio che lei
approntava sempre per accerchiare i bersagli uscirono fuori e con
proiettili non normali ma con anestetici potenti dei loro laboratori li
fecero cascaer tutti a terra in pochi istanti. Quelli armati. Quelli no
dopo attimi di terrore nel vedere lei sbranare letteralmente con
impulsi bestiali urlarono e scapparono in mille direzioni e Lia
alzò la testa.
Il capo del gruppo di spacciatori arretrò ancora sotto shock
a
fissalra e lei gli andò contro avanzando poggiandosi col la
aprte anteriore sulle dita sull'asfalto e poi caricò,
buttandolo
a terra e iniziando a strappargli la carne. Emettendo versi gutturali
al cielo e vedendo la gente scappare come in una furia tipica da
overkilling. Lasciò l'uomo sguarciato alla faccia e gola a
dissanguarsi e si avventò una macchina dietro cui vi si
erano
riparati alcuni, con il guanto capace di gestire
l'elettricità
mandò in corto la macchina fin nel motore che
scoppiò
dentro il cofano e iniziò a fumare col rischio di esplodere
sul
serio, ma non solo, la carrozzeria percorsa dalla correntre raggiunse
quelli che si coprivano, portando corrente alle loro mani o
corpo che
toccava il mezzo. POi passò ad altri, sdradicando portiere e
pezzi di
auto e scagliandoli contro la gente e le case dove cercavano riparo.
Raggiunse i sistem elettrici delle case facendo friggere tutto
all'interno, prese pali e pezzi di ferro e con il potere elettrico
colpì chi veniva preso a botte con questi.
Come un animale rabbioso prese oggetti e ferì come
un'indemoniata tutti gli uomini che le capitavano a tiro da sfigurarli,
con le mani svuotava orbite o strappava mandibole.
Arrivò addirittura, e questo svegliò i tre da
quell'inferno che stava accadendo in quella via senza uscita, a
prendere er la collottola con fare aggressivo uno dei cani e tirarlo
via da chi aveva placcato a terra e lo lanciò via fancendolo
finire di fianco sull'asfalto, portando ad arretrare gli altri due
dagli uomini che
tenevano fermi, con le orecchie basse e coda fra le
zampe, facendo quel verso come un ringhio o ruggito di gola a loro
indirizzati, come minacciandoli più volte in quel modo, per
poi
devastare quei tre uomini confusi.
Essendo lei per la strada e questa era senza uscita, essendovi nel
fondo la zona Squat con i senzatetto e drogati, tutti scapparono verso
quella direzione, Lia ancora distruggeva case e macchine, achciapopoava
chi non era furbo da andare più lontano e Zidgi dovette dare
un
pugno sulla spalla a Kovacs per farlo riprendere e telefonare. Non
sapevano che cavolo fare e vedendo lei attrratta da urla e chiamazzi
della gente, era un pericolo attirare la sua attenzione.
"Ma dobbiamo farlo, quello che sta facendo..." fece Kovacs deciso, e
quindi urlò. Il suo nome. Cercò di richiamare la
sua
attenzione, armato ocn un coltello, senza sapere che fare. E lei si
voltò, sporca e con sguardo rabbioso. per un attimo parve
riconoscerlo e ansimando ferma, lo fissò senza fare niente.
Ma uno degli spacciatori armato sfruttò quel momento,
finendo
impalato, spinto il pezzo di ferro con il magnetismo, a terra. I guanti
utilizzti a intermittenza portarono a impianti elettrici interni alle
case e della strada saltati e vetri spaccati. Oggetti
conficcati
nei prospetti, dentro casda attraverso le finestre, pezzi di machcine
ovunque, con queste scoppiate con fumo o proprio in fiamme, sangue e
copri a terra. E la videro puntare verso la fine della strada.
"Che cazzo fate, fate qualcosa...."
I tre si videro raggiungere da Alaric in tutta completa con un gruppo
dei suoi come rinforzo "qualcuno del cerchio ci ha chiamato e mandato
video di cosa acvcadeva e Jd e e Milan hanno mandato noi per..."
"Ci penso io..." Dorde spacciatosi per Milan, essendo al momento nel
suo studio a dipingere e aver ricevuto la chiamata con il fratello
fuori dal paese, si avvicinò ai tre e osservò lo
scenario.
"Chi sono questi soggetti da creare tutto questo in uno scontro?"
domandò arrabbiato a Kovacs.
"Nessuno... di loro. E' stata lei..."
"Che cosa...!?" fece Dorde perdendo compostezza " che significa,
come..."
Ma la vide che falciava verso di loro tutti con guanti o oggetit in
mano insegueod uno del gruppo ferito che tentava di salvarsi. Questi
urlò aiuto, cadde in ginocchio e Lia gli si
piazzò di
peso sulla schiena, mordendolo rabbiosamente al collo sotto l'orecchio
e con un oggetto in mano alzò con una mano il mento del
tizio e
gli squarciò la gola in una linea veloce con l'oggetto,
affondando, affondando questo sempre più in
profonditàò, finchè non
spuntò sulla nuca e
prendendo ocn le mani entrambe le estremità fuori dal collo,
lei
non storse facendo slabbrare il taglio da sembrare che volesse
decapiutarlo con quei gesti.
Dorde restò come Kovacs e gli altri a osservare come non
credendo ai suoi occhi finchè i loro sguardi non si
legarono.
Lei fissò Dorde e come una luce che le attraversava gli
occhi,
si mosse per andare da lui facendo quei versi.
Jd e Lubo che erano con l'AirOl con Dorde e giungevano in quel momento
dopo aver controllato il perimetnro, non si frapposero per proteggere
il capo e Lubo si vide lei avventata contro uil suo braccio sinistro,
morso a sangue con l'oggeto in mano che doveva fnirgli sulla testa, ma
lui mosse questa e non fu colpiuto se non di striscio sull'orecchio.
lei puntò i piedi ocntro l'avambraccio lasciandolo coi denti
e
fece forza su questi per slanciarsi all'indietro e accucciarsi a terra
poco avanti.
Jd cercò di parlarle come nei test, ma sembrava peggio di
quelle volte. Non era dissociazione, o non sol oquello.
Era fuori controllo.
"E' questo che accade in lei?" fece Jd a Dorde/Milan e questi scosse la
testa in segno di diniego affermando -non sono un medico, ma se dicessi
si, io...-
Lia si mosse in avanti come fosse stato un furetto da caccia
tentò di ferire Jd, ma le tute che avevano erano fatte da
una
sorta di gomma antiurto di ultima generazione che assorbiva parecchio
ogni cosa e questo lo salvò, perchèp la punta non
è era affilata rispetto un lato, usato prima per tagliare la
gola del tizio, e il colpo andò a segno ma la tuta
resistette
abbastanza da far reagire Jd e spingerla via. lei atterrò
accovacciata, fissò lui e poi buttò via
l'oggetto, e con
il guanto elettrico parve minacciarlo, finchp non puntò
quello
magnetico e strappò di mano l'arma all'amico.
L'arma le finiì in mano e Jd fu protetto, scioccato, da Lubo
che
si preparò ai proiettili. Ma lei non usò l'arma
per
sparare ma per picchiare come fosse stata una mazza, colpendo Lubo al
braccio sinistro alzato ma senza fargli niente.
Lui emise quei versi di rabbia fissando l'uomo.
"Ha usati i guanti.... Allroa resta lucida?" chiese Dorde e Kovacs
riferì come li avesse usati in quelle condizioni "Allora
avete
il disattivatore della bluebox o la siringa con i dissuasori per le
nanomacchine che David ha dato?" fece a tutti
"Li ho io..." fece Jd riprendendosi "ma per iniziettarle qualcosa
dovremmo prenderla, e..."
"Rischiamo! Lubo, Alaric, tentate di avvicinarla e bloccarla, Jd le
inizietterà...."
"Sei pazzo!?!... guarda che ha fatto, mi sbrana... cazzo, quello non ha
la faccia..." fece Alaric poi con il senso di vomito, ma senza riuscire
a farlo. Dorde allora si tolse la giacca, con gli uomini esterrefatti,
e restò in camicia, levandosi anche la cravatta, tenendola
attorciglianta a una mano. "tentiamo, non possiamo ceerto
abbatterla.... vuoi ucciderla, per caso?" gli chiede fissandolo dritto
negli occhi
"C-certto che no, io..." fece con malessere Alaric
"Bene, io cerco di attirare la sua attenzione, voi a cerchio,
muovetevi...."
"Se la feriamo..." e sussutlò quando lei fu attratta da un
tizio
che si era finto a terra e cercava di scappare dentro un'auto,
chiudendovisi dentro. "NO! CHE COSA FA!!!" urlò Jd,
prevedendo
cosa sarebbe accaduto. Lei andò davanti l'auto con movenze
ferine, mentre il tizio cercava di avviare l'auto in qualche modo senza
chiavi, finchè lei non poggiò le mani sul
parabrezza
alcuni secondi per poi alzarle. L'auto sussultò e poi emise
scoppi in successione, mentre Dorde e gli altri vedevano il tizio
urlare terrortizzato e poi finire nel mezzo dell'esplosione con una
fiammata, ancora dentro.
Lia restò a fissare catturata dalla scena come un gatto
intento a studiare qualcosa che vedeva come preda.
"Se la feriamo ..." rispose laconico Dorde "ha la scienza dalla sua,
dobbiamo evitare quei guanti.... forza. Muovetevi!"
Si avviò verso l'auto e lei e Lia mosse gli occhi verso di
lui,
ancora in piedi a fissare le fiamme bases uscire dal cofano e lambire
il corpo. Lo seguì attenta, fredda, calcolatrice. muovendo
la
testa come un animale che inclinava e spostava ai lati il collo, fermo,
a seguire la preda.
"Ok, ragazza. A quanto pare David aveva ragione, le ripercussioni
critiche di cui parlava per le nanomacchine per te sono queste. Alti
livelli di rabbia e voglia di fare male ti portano a uno stato di
follia imprevedibile. Dobbiamo gestire questa cosa, ma per ora
guardami!" fece tenendo la parte penzolante della cravatta davanti a
lui, braccia allungate avanti. "Ricordi le nostre sfide a cavallo,
scherma, arti marziali, giochi di logica e risoluzione di film e libri?
Dai, lo ricordi, cerca di ricordare... facciamo qualcosa del genere e
vediamo chi vince... non quando lo facevi ocn lui, con me....!"
intendendo non suo fratello ma proprio lui. Avendo scoperto da pochi
giorni la verità sul loro trucchetto, poteva alludere alla
cosa.
Ma Lia pareva presa da ogni sua mossacon il cappottone strappato,
rovianto, sporco che le pendevano addosso e una manica penzoloni contro
il braccio pronto a cadere. Gli si avvicinò pian piano, i
veterani che a ceerchio cercavano di formare un ceerchio intorno a lei.
Alaric passando davanti la macchina ancora con fiamme lievi che
lambivano le lamiere emise conati di vomito notando l'uomo all'interno
e Dordfe lo maledì tra i denti quando Lia si
voltò verso
di lui.
Non li riconosceva, non sembrava lucida normalmente, significava che
dovevano stordirla. Dorde si fece avanti e con la cravatta le
bloccò il collo velocemente, pratico di anni di servizio e
lavoro sporco prima di salire di grado, ma continuando ad allenarsi e
restare pronto e preparato.
Altro che suo fratello, pensava, che bravo era bravo ma tendeva a fare
la vita del signorotto.
Lia iniziò a dimenarsi, cercando di prenderlo con le braccia
finchè non si lasciò andare scivolando a terra e
mentre
Dorde cercava di non farla sbattere sul selciato, gli
agguantò
con braccia e gambe la sua gamba destra, mordendo come una pazza
pantaloni, calza e carne.Preso in contropiede, si sbilanciò
e
lei lo colpì con i piedi all'addome e al mento, girandosi
col
busto e slanciandosi con le gambe per raggiungerlo alla faccia e
tentando di morderlo.
Jd lesto lefece la manovra al collo con braccio per tenerla ferma,
vedendo le unghie di lei graffiare il suo capo al viso e collo. Lei
riusc' a prendere ancora a calci Dorde incazzatissima, facendo quei
versi come una pazza, per poi colpire JD stesso con qualcosa a una
gamba. Dorde ancora stordito la vide con uno dei coltelli che Jd teneva
a una gamba pronti all'uso e che lei aveva strattonato cercando
qualcvosa dalla custodia alla caviglia.
Jd per il dolore allentò il braccio attorno al collo e lei
trovò via d'uscita, diede un colpo di testa all'indietro
dove
eera JD stesso e lo colpì' duramente ferendolo ancora col
coltello a una spalla, poi si girò verso Dorde che era
pronto a
prendere l'arma che sentiva contro le sue reni, se necessario, ma lei
lanciò in alto il coltello e fece due ruote complete intere
portandosi dietro di lui, il quale prese l'arma e tentò di
voltarsi per mirarla, sperando di prenderla in luioghi non letali in
pochi attimi ma mentrte lei ripreso il coltello, e lui vide che era
lucida abbastanza da usare tenicche apprese normalmente, che era pronta
a prenedrlo e pugnalarlo, Di sghembo lui con l'arma e lei col coltello
si preparò a sparare anche senza mirare con l'arma, come
poteva,
o uccideva qualcuno di loro. Utilizzava tecniche non da bestia animale
come pareva e ansimò rigido. Contò tre secondi
per
sparare perchè lei fosse in una posizione buona, mentre
vedeva
la sua mani sinistra contro di lui e il coltello nell'altra pronto.
Poi lei sussultò, emise dei versi e si voltò.
Dorde vide
David con uno dei suoi scienziati con un'arma con dei dardi, che
prendeva la mira,
e la centrò sora il precedente.
"Ho mirato all'arteria femorale, dovrebbe circolare velocemente, se
necessario miro a quella carotidea..." fece il giovane con l'arma e
David fissava Lia.
La quale anzimò come calcolando che fare strappando i dardi
di
dosso, con espressioni di odio puro, finchè Dorde non
parlò e lei catapultò l'attenzione a lui.
"Lia, torna lucida. Non farti prendere dalle nanomacchine. Sei tu che
sei la padrona... ricordi la questione di dove tu sei? La
ricordi?"
fece lui bisbigliando, cerecando di parlarle in tono lento e
sussurrante anche per non farsi sentire da altri "Tu dici sempre che
non sei là sotto, tu sei altrove, tu non sei quella cosa e
non
vuoi che ti si voglia accanto per quella... tu sei tu e sei ben altro
che quella cosa... allora riprenditi e torna in te, non lasciarli
prendere possesso del tuo corpo... se riesci ci sono
probabilità
di studiare..."
Poi la vide gettarsi a quattro zampe ansimando. Sentì le
voci di
David e altri ma cercò di restare con l'arttenzione su di
lei e
poi la vide fissarlo negli occhi, che lampeggiavano di qualcosa. E poi
avanzò verso di lui seria e con quel righio o altro. Gli
camminò fin di sopra, lui steso a terra che si sollevava sui
gomiti e lei che gli avanzò addosso avanzando sulle mani e
gomiti. E quando la sua testa su sopra il petto, senza mostrare segni
di fare niente ma solo portarglisi di sopra, lui continuò a
aprlare "ok, ragazza. Dai. Riprenditi e torniamo a casa. LA nostra
casa. Quella dove sei giunta scappando ma come dice Alaric con
prepotenza... tu sei te in quel corpo, non loro... riprendi il
controllo..." vedendo fissato viso ontro viso, ancora lucida ma
mostrando segni di debolezza da aver problemi a restare a sotenersi
sulel braccia gnocchia.
Sentì David dire di avvicinarsi con cautela, che ormai
l'effetto
che doveva dare un arresto alle nanomacchine da alimentare quello stato
doveva essere al massimo.
Dorde si vide lei Addosso schiacciandolo a terra, finchè non
la
sent' e vide tentare di morderlo
con rabbia al viso, ma parandola con il braccio, conficcò i
denti nel
l'avambraccio come se volesse vendicarsi e graffiandolo ancora dove
poteva con le unghie. I guanti alle punte delle dita erano rovinati
parecchio, erano in pelle di più strati ocn tutti i circuiti
interni, e nel casino le punte non percorse da nulla si erano rottee.
Non le portava lunghe come le ragazze normale, di
un paio di centimentri, ma fecero male e Dorde cerecò ci
bloccarla mentrte lei ancora se la prendeva con l'avambraccio.
"David, muoviti!" urlò, mentre la tenne ferma con le gambe e
l'altro braccio stringendola forte, finchè non fu presa da
un
altro dardo . Si staccò lei, si agitò e
ricordò
vedendola annaspare cercando di scappare, osservando ormai di schiena
gli arti agitati al vento, quando lo prendeva in giro da
quando l'aveva scoperto. Quella fastidiosa mossa per scoprire se i
edubbi erano veri e come lo aveva preso in giro definiendolo uno
scarafaggio confuso quando si agitava schiena contro il letto.
"Sei impossibile!" le sussurrò deciso, tenendola ferma sulle
spalle
finchè non iniziò a essere troppo debole e si
rilassò. Gettò la testa e le spalle al terreno
prendendo
fiato, stanco e spossato, ma gli venne la strizza quando, prima che la
prendessero, lei ocn le forze ancora addosso, non si rotolò
di
lato finendo sul fianco destro e cerco di alzarsi ma sembrava uno di
quegli animali durante le cacce che ancora si svolgevano, e lei odiava,
che si dimenava nell'agonia con quanto le restava.
Vedeva i suoi occhi nei suoi pieni di rabbia, poi ansimò
solo,
restando ferma, a fissarlo e cadere per il sonno. Pian piano gli occhi
le si abbassarono ma con le mani lo agguantò ai
vestiti e
cercò di atirarlo a sè, restando lui
però fermo a
riprendersi e fissarla. Ancora completamente disteso con la testa verso
di lei e lei di fianco a perdere conosceza le mani a ghermirlo.
E poi tutto tacque.
"Ce ne sono voluti tre... con Paul abbiamo dovuto usare la camicia di
forza e con Tennent peggio di Paul, tenuto in sei e con un sedativo.
Sembra che le nanomacchine si siano fermate, vero...?" fece il giovane
con l'arma sopra di loro, insieme a David e altri.
Alaric, pallidissimo più per i corpi visti che la
situazione,
con Jd e Lubo, si prodigò per aiutare a rialzare Dorde,
mentre
David controllova Lia.
"Dorme pienamente, scemato l'effetto di quello stato, è
piombata
in una stanchezza profonda... davvero ha fatto lei tutto questo? Che il
livello critico su di lei sia ciò che è maturato
in anni
da sfogare via? Vedremo più tardi, adesso portiamola via, la
stanno aspettando all'ospedale. Avete preparato la vasca speciale?"
fece David ai altri col camice dietro di lui.
"Userete la vasca sensoriale che ho..."
"Si" fece david "ultimamente l'abbiamo provata e sembra che come dici
tu, risutalti funzionante e il suo stato di salute ne giovino.
non so se la tua
teoria che l'acqqua per considerazioni vostre magiche abbia potere
ma... sembra che le faccia bene starvi dentro. Quindi proviamo..."
Dorde si fece curare con Jd e gli altri mentre Lia veniva messa, senza
cappotto, in una vasca poco più piccola di lei co le gambe
piegate piena d'acqua, con solo il viso fuori. Aveva sul fondo una
conformazione specifica per cui il viso era in un incavo che le
impediva di girarlo e finire sotto il pelo dell'acqua. Era stata presa
la sua forma da distesa e come un memory foam, come diceva lei o meglio
affermando che sembrava per prendere il calco come stare sul letto di
piume di Milan, avevano una vasca portatile speciale in metallo con
solo la tsta preparata in modo da non potersi muovere. Portarono su un
carrello speciale la vasca via verso L'AirOl e David disse che loro
sarebbero andati via prima, lasciando Dorde/Milan a controllare la zona
e che fare e si sarebbero visti dopo.
Dorde vide lavasca andar via e fu richiamato da Jd che, fasciato per
bene, gli disse di andare a controllare la zona squat in fondo alla
strada e vedere chi altri era rimasto del gruppo di
spacciatori.
Doveva essere lavoro di Lia normalmente come strega, ma decise di fare
cosa lei gli rimproverava smepre. Di non camminare più tra i
comuni mortali e vedere come vivessero. Che non sapeva quanto
costassero i beni di prima necessità e che realtà
vi
fosse.
E così andò.
Fu investito da puzza, sporcizia e ogni genere di rifiuto ammassato
ovunque man mano che la via finiva e le case abbandonate o prese
abusivamente terminavano, per mostrare un accampamento in uno spiazzo
ampio di ogni genere di soggetto che per la società era un
rifiuto.
si sentiva già a disagio solo a guardarsi intorno
finchp alcuni di quelli non si fero avanti.
"Dovè la strega? Li ha cacciati? Ci avete bloccato qui, non
sappiamo che è successo..."
"La strega è stata chiamata urgentemente altrove, ma
tornerà per voi. Vorrei che mi indicaste chi altri lavorava
per
quel gruppo e non sia dei vostri... lei vuole ripulire di nuovo tutto e
abbiamo bisogno di informazioni, non siamo streghe, quinid..."
disse, senza guadare l'uomo ma attorno a sè. E si chiese
come
facesse Lia a girare per quei posti tremendi che gli facevano venire
voglia di andarsene di corsa prima di prendere qualche malattia. POi
abbassò lo sguardo perchè sentiva qualcosa sulla
gamba, e
si accorse di rifiuti vari e tra questi siringhe e preservativi usati.
"...voi diteci chi è rimasto di quelli e come trovarli,
mentre alcuni servi della strega vi portano cibo e altro. Andiamo..."
rivolto ai veterani.
"Che ne pensi... è un problema quella adesso? Dovremmo
tenerla..."
"Alaric..." fece scazzato Dorde sentendo solo in quel moento come
un'onda di ritorno tutto quanto "non è un problema, abbiamo
solo
scoperto le reazioni avverse, vederemo come tenerle a bada. Non
è una tigre selvatica da tenere chiusa a chiave"
"Secondo me si..." vedendo fissato malissimo e Alaric si
zittì,
arretrando di qualche passo menter Jd e Lubo lo superavano.
Dorde non disse più nulla e tornò allo Chateau.
Dorde un paio di ore dopo.
"Il dottore è nel suo studio, posso chiamarlo e..."
"Non fa nulla, volevo sapere come stava e se posso andare" fece Dorde
alla capo infermiera. Infermiera Bernadette, sempre compita e seria, lo
fissava severamente seppur sapesse chi fosse, ma per lei le regole
ospedaliere venivano prima di quelle del capo di tutto.
"Sarebbe meglio..." ma questa si voltà e si
incupì in
volto "Signorina, torni subito nella sua stanza e non vada in giro..."
urlò rimproverandola.
Lia era nel corridoio, in piedi, con un lenzuolo intorno a lei stretto
dalle dita sul petto e come uno strascico dietro, le spalle mezze fuori
da quella sorta di mantello mostravano il sopra del pigiama che era
tenuto in appositi luoghi nel caso lei fosse finita là.
Così come epr Dorde/Milan e per i veterani. Erano gli unici
con
una scorta di abiti da ospedalizzazione su misura.
"Infermiera..."
"NO!" fece lei perentoria a Dorde "nelle sue condizioni dovrebbe essere
a riposo, vado subito dal dottore, la voglio vedere stesa nel letto...
vada!" fece con rabbia la donna a Lia per poi lasciare Dorde come uno
scemo
che la fissava andare a passo marziale.
"Sarebbe un ottimo sergente maggiore..." fece con un ghigno Dorde
guardando poi Lia, la quale restò ferma a fissarlo, mento
verso
il petto e occhi grandi su di lui. POi con un'espressione come se
dicesse qualcosa restò a fissarlo con gli occhi mentre si
voltava per poi
andarssene con quello strascico ed entrare nella stanza. Quella che
occupava.
Dorde la seguì e poi chiuse la porta alle spalle. SApeva che
nè il medico e nè l'infeermiera nonostante le
regole, si
azzardavano ad entrare se lui chiudeva una porta, potendo solo chiamare
all'interfono dentro la stanza.
"Come ti senti..." vedendola avvicinarsi al letto, far scivolare
giù il lenzuolo e poi mettersi seduta, stringendo le braccia
intorno alle gambe, facensdosi piccola piccola al centro del materasso.
"..."
"Ragazza, se stai male..."
"Che è successo?" fece lei senza guardarlo. Lui
sospirò.
"Adesso abbiamo la risposta ad una domanda... su di te che effetti
collaterali portano le nanomacchine? Abbiamo avuto ogni tipo di effetto
sugli altri tester,
dalla morte, alla pazzia, alla paranoia, al..."
"E quinid....?"
"Quindi devi evitare di arrabbiarti così tanto da scatenare
le
nanomacchine dall'attivarsi. A quanto pare adorano alimentare rabbia e
odio o almeno, sembrano... come prediligere livelli alti di alcuni
ormoni e mantenerli a quel livello se non peggio..."
"Capisco... ma quindi come cavia sono decente o..."
"I casi osno due... o ti sei regolata dall oscoppiare di rabbia fino ad
oggi e farti
prendere da loro o... la cosa si è attivata ora. NOn lo
sappiamo
ma tranquilla, come cavia sei stata ottima. Ora non ci pensare,
riprenditi e..."
"Volevo tornare là e..."
"Non se ne parla, tu resti qui per oggi!" rimproverandola
"...si, papà... farò la brava..." con un mezzo
sorriso, guardandolo. POi lo calò giù.
Lia lo fissò concentrata ma preoccupata e allungò
la
mano sinistra verso di lui, toccandogli il viso con le dita. "Cosa...
che ti è successo? Il tuo viso si è rovinato?"
"No, io e te ci siamo confrontati come nelle nostre sfide e..."
"COSA!?"
"non ricordi nulla?"
"NO, io... ricordo solo... solo..." perdendosi nei ricordi, per poi
passarsi una mano sulla faccia. Stava rivedendo la morte di quel
ragazzo.
"Non pensarci. Non è accaduto ninete di grave, ma cerca di
riposarti. E non far arrabbiarte l'infermiera..."
"Quella Rotthermaier..." fece lei con astio
"Quindi per questo facevi Heidi per i corridoi?" fece lui ridendo e lei
alzò lo sguardo su di lui.
"Oh, no! Avevo sentito la tua voce e mi ero alzata, volevo acchiapparti
e scappare ma lei ti ha braccato prima... speravo mi portassi via..."
"L'infermiera dice..."
"Ah, l'infermiera... quella sembra avere un siluro su per il didietro e
un cane di quelli piccoli fastidiosi con acuti assurdi nella bocca..."
facendolo ridere "...non voglio stare qui! E'
come, anche per le divise ispirate agli anni cinquanta o che anno hai
chiesto di prednere ispirazione, ci siano cani da guardia rancorosi
invece di infeermiere... la gentilezza l'hanno solo sui peli..."
"... no nso se questa cosa..."
"lascia stare, so io..."
"Allora dove vuoi andare?" le chiese poggiando le mani sul materasso e
abbassandosi al suo livello
"Non lo so... mi sento in colpa per quanto accaduto.. cosa ho
fatto esattamente?" incerta
"... lascia stare. Ora è imperativo capire che soglia
è
necessario superare per te lasciarti andare alle nanomacchine. Alcuni
dei tester precedenti avevano... paure, fissazioni, e..."
"non mi hai risposto... ho fatto cose... "
"Ora scoltami, scivolare in uno stato depressivo per qualcosa non
dipesa da te non ti porta a niente e quello che serve ora è
superare tutto e vivere... possiamo andare a le Iles de
Lerins o
Isole di Lérins.Amministrato dal comune di Cannes e
l'arcipelago
è formato da due grandi isoledi cui Sainte-Marguerite , la
più grande, famosa per il suo forte che
si dice abbia ospitato l' Uomo con la maschera di ferro..."
"Lo so... non voglio andare da nessuna parte... e non vivo, io mi
trascino... anche tu come Milan, tutti... non vedete e non capite..."
"Ti sbagli... cerco di fare come fai tu con gli uomini..."
"loro possono, io no..."
"Lia..."
"Non mi interessa cosa pensate, io non voglio continuare. Io sono morta
molto prima, dentro. Sebbene non vogliate capirlo. Io non sono come
tutti voi che basta figliare, trovare la persona bombabile ed ecco che
la vita continua, che come disse quell'uomo in quel forum raccontando
la sua storia, dopo che tentò di morire, non
riuscì e si
trascinò in una vita chenon era come desiderava ma non come
tutti pensano per ricchezza, perchè fosse
chissòà
che roba che tutti sognano. ma per sè. Quella giusta e
adatta a
sè. invece mi restò impresso cosa disse alla
fine. Io non
ho vissuto la mia vita, una vita degna, che fosse per me o altro. E'
stata una vita basica e mediocre, anonima si può dire. Ho
avuto
cosa avevano tutti e ho continuato in questo modo, ma no era una vita
che mi ha reso felice... e aggiungo io, per felice si intende di cui si
è orgogliosi e contenti, da avere il sorriso sulle labbra
nonostante tutto. No, non è stato così. E io
rispetto a
lui non ho avuto niente. Altro che le boiate dette da Zay e Ric. ECCOME
IO GUARDO GLI ALTRI E COSA FANNO E HANNO!!! perchè io non ho
vissuto neanche le uscite, i momenti con gli altri, cose che gli altri
si e io no! perchè la gente da me era una merda,
perchè
per i miei con cosa giudicavano delle altre mi hanno fatto venire i
terrori e le paure di essere giudicata e schifata e non ho vissuto! Io
non ho niente qui dentro..." toccandosi la testa "Io non ho... non sono
stata... non ho avuto... RIC E ZAYN SIETE COGLIONI, questo vorrei dire
a quei due. Avete detto a una persona vuota dentro di non guardare gli
stronzi che l'hanno rovinat,a con i suoi, a vedere loro sorridere, con
la gente che li accettava e li voleva intorno, a mangiare cose, a
tavola con chi loro volevano, a fare cose che io desideravo, basiche,
che tutti direbbero -ma che cosa speciale è, è
solo
banale di tutti- ma non è così! Ho solo ricordi
di cose
da farmi venire rabbia e odio. Di gente che mi tratta da schifo
perchè diversa, che contesta tutto di me..."
"io non credo che ti odiassero o non piacessi a nessuno, ma in un posto
bigotto e stupido dove loro facevano cosa volevano, e non parlo solo
dei tuoi, ma giudicavano gl ialtri da rovinare la gente sparlandola e
facendola finire sola... è quel mondo, non tu che non piaci
alla
gente. Hai solo vissuto in un luogo non peggio di cittadine
più
piccole e villaggi, per carità, ma quelli come te sono visti
come problematici e..."
"smettila, non concludi nientre dicendo questo. Ricordo Caterina. Lei
aveva il fidanzato online a cui mandava roba anche costosa e io boh, e
per dire la mia o chiamarlo scherzosamente fidanzato fantasma ha
buttato nel cesso un'amicizia per sto tizio, solo perchè
aveva
bisogno dell'uomo e non degli amici, finendo per dire di me peste e
corna con gente che non conoscevo del nostro corso di laurea facendomi
passare da stronza quando io stavo già iniziando a
stare
male,a vevo i miei cavoli, dovevo farle secondo lei da segretaria
bastava che prendeva gli appunti lei e mi ha fatta incazzare lei e le
altre del gruppo nostro che frequentavo da mandarle a fanculo. E
sentivo gente che manco sapevo chi era che sapeva però di me
e
come ero etichettata, passando per stronza dopo che io a Caterina avevo
aiutato in mille modi!!! A causa dei miei io9 non ero me stessa, non
riuscivo più, fingevo, e la gente tra le altre cose mi
allontanava, ma NO!!! SOno io la merda... quindi lascia perdere. Il
solo fatto che sono vostra amica è perchè non
siete merde
come sembrava all'inizio ma io voglio andarmene, indipendemente da
questo posto e cosa volete darmi per spingermi a continuare... si
è visto con ZAY e RIC cosa è accaduto con loro
che si
sono rifiutato di darmi una mano per l'unica cosa che chiedevo!! Che
poi era solo di accertarsi e io fossi morta, o inscenare con me la mia
morte per incidente. Mica farlo loro con le loro mani o come
ne
riusciva. Ma mi hanno abbandonata su una cosa importantissima e sono
finita a restare con i miei in quel vuoto e morte interiore. Mai
nessuno oltre loro, orsi del cazzo. Mai maici, mai perosne che venivano
a trovarci, solo loro e i nonni massimo a cagare il cazzo. Solo
mangiare roba da confezioni o barattoli senza una pizza, un dolce,
qualcosa... neanche che so cos ebanali com pasta al forno fatta bene,
lasagne, o altre cose buone che tutti mangiavano la domenica... niente.
Dolci niente. Una cosa per me no, per i fratelli si però!
Mangiavano loro come merde e io a guardare e i miei MERDOSI hanno avuto
l'ardire di dirmi sempre e comunque -accontentati di cosa
cè-
perchè a loro andava bene così allroa
così per
tutti. Non gli veniva in test ache la gente è diversa ed
esce
pazza in una vita misera e vuota come quella senza neinte per cambiare
o qualcosa di buono per tirare su il morale. Loro a senso loro si
accontentavano ma erano solo spilorci di merda che mangiavano di merda
ogni cosa economica che faceva schifo e tu morivi dentro, pezzo dopo
pezzo. Io infatti non ho retto! Andavo fuori di testa giorno dopo
giorno. Sola perchè allontavano gli stronzi, i profittatori,
gente che voleva solo qualcosa ma non me... sempre con loro a cagare il
cazzo a casa a girare come ebeti per le stanze, a controllare te e i
tuoi cassetti e dove fossi, a guarfdare solo tv e basta. Non andavano
da nessuna parte e non vedevano nessuno. una vita vuota e inutile per
me, distruttiva. Ma loro niente... non si sono accorti, aprendosi
mentalmente, che mi stavano uccidendo avendomi voluta con loro per
forza. A forza. Appena diploimata solo a dire che io dovevo restare con
loro. Ecco che è accaduto... io che non volevo restare, con
ZAY
e RIC che mi hanno tradita lasciandomi morire in modo peggiore con i
miei trascinandomi per tutto quel tempo soffrendo da merda... ecco cosa
ne ho ricavato io dalla vita. Dal mondo volevo solo fiducia nel credere
che io potessi vivere. Invece non ho avuto niente, e quei due coglioni
pensavano parlassi di hcissà cosa... solo io ci ho rimesso e
ho
perso, spero che ne siano orgogliosi come i miei. Ho sofferto fino
all'ultimo istante della mia vita come una disgraziata, ZAY e RIC
gofniaste pure il petto, spero che morirete un giorno orgogliosi di
avermi distrutta anche voi...."
"...!
"Canta per me per dormire.... Sono stanca e voglio andare...E poi
lasciami sola... Non provare a svegliarmi al
mattino....Perché
me ne sarò andata ...Non stare male per me... Voglio che tu
sappia... Nel profondo della cella del mio cuore... lo farò
e mi sento così felice di andare... Voglio che tu
sappia... Nel profondo di ogni cellula del mio cuore... che voglio
davvero andare..." cantò Asleep e Dorde sospirò
"Di nuvo quela canzone,...Vorrei sapere i tuoi come non vedessero fino
a che punto ti sei rotta e per loro andasse bene, privandoti di tutto,
dai tuoi soldi che tenevano nei loro conti al cibo, a ogni cosa,
vedendoti strisciare disperata e priva di vita addosso..."
"Vai.... lasciami in pace..."
"Ma..."
"Lasciami nel mio niente, non ho voglia di niente, ora voglio solo
pensare a come fregare le nanomacchine... non intendo permettere loro
di perdere la ragione e gestire io, cosa resta di me..."
"come vuoi... Andrò a parlare con il dottore nel caso nel
mentre
ci ripensi... Potremmo andare a cercare le celle dove erra rinchiuso
l'uomo con la maschera e vedere di scoprire chi fosse..."
"pensi che la vita sia come nei film dove tutto viene scoperto per cose
che comodamente sono nascoste o incise là? Ma andiamo..."
"NOn possiamo scoprirlo se non andiamo..." fece lui con le mani in
tasca andando verso la porta
"Dorde..." facendolo fermare "...perchè passi del tempo con
me?"
"..." lui la fissò accigliato "come tutti, perchè
siamo amici..."
"e cosa ti porta questa amicizia...?... voglio dire, cosa ti fa rendere
conto del fatto che cè questo legame?"
"Perchè..."
"Io non lo so se provo qualcosa e se si, cosa... non lo comprendo e non
capisco se la vostra gentilezza non sia dipesa da altro..." fissandolo
negli occhi
"... se solo fossi scappata prima da quel luogo orribile, non saresti
finita così! In questa esistenza sei scappata da quel posto
solo
perchè qualcosa in te è uscita fuori e hai avuto
la
fortuna di trovare un posto qui da noi... se fossi andata via prima, ma
senza soldi visto che li avevano loro e senza niente, non saresti
andata lontano, malata. Se fossi stata senza problemi fisici, scommetto
che saresti riuscita... e tutti o ti hanno tradita, o fatta arrabbiare
o allontanata e sei rimasta sola... anche se tu provassi qualcosa,
quello che ti hanno fatto maturare i tuoi, ti impediscono di rilassarti
e..."
"Lascia stare la psicologia, non mi interessa... vorrei solo che queste
vostre gentilezze fossero sincere e..."
"Cosa ti credere che non lo siano?"
"..." fissandolo malamente "PERCHè Tu e Milan avete
allontanato
tutti per evitrare tradimenti, non avete veri amici anche se con i
veterani cercate di non mettere troppa distanza e io sono una cavia... "
"..." avvicinandosi a lei tornando, le posò una mano sulla
nuca
massaggiando con le dita "tu non conosci molte cose e a volte rifiuti
la gentilezza per paura che la gente voglia altro, non è
colpa
tua, ma come ne sei uscita, ma non ti fa bene chiedere solo credendo di
capire senza accettare la vera gentilezza..."
"...Poi vado da mio fratello e gli dico
“Fratello,
aiutami, ti prego” Ma lui finisce soltanto per
mettermi
ancor più in ginocchio.
In dei momenti ho pensato che non avrei retto ancora a lungo..." con
sconforto, sebbene le piacesse quel gesto con la mano
"Sempre citazioni da canzoni?"
"Che altro ho? Libri e canzoni... ho vissuto cosa leggevo dai libri e
dalle canzoni ma veramente io... no! Ho incubo della mia vita di prima.
Per loro io se urlavo godevo, erano convinti che se ceercassi di farmi
sentire e capire, voleva dire solo che adorav alla follia i conflitti,
sbraitare, a... non mi conoscevano mai, come ci stavo male mentalmente
e psicologicamente quando raggiungevo il limite da urlare!! Ma no, ero
io!!! Sempre a rinfacciarmi che fossi egoista e stronza, che non avevo
considerazioni di loro... ma di me, chi lo aveva!?! Sempre a dire le
solite boiate che dicono i genitori del cazzo che chiamano amore e poi
rantoli dentro a pezzi fino all'agonia e... loro ti urlano contro che
non sorridi per far contenti loro e i nonni del cazzo! Che sono troppo
lugubre e rovino loro i pranzi e le cene... avrei voluto farne a meno,
preferivo mangiare da sola a disperarmi in silenzio..."
"come adesso?" dandole un bacio sulla tempia,
carezzandole
la schiena finchè lei no nsaltòò per
aria e non lo
fissò male mentre lui sorrideva e e tornava alla porta "A
ricordare come ti sentivi, come stavi tra loro obbligata in cosa non
era tuo, ti perseguita ancora adesso..." vedendola con le lacrime,
mentre lei le cancellava con il dorso della mano "ti hanno fatta
sentire sempre peggio, sempre a usare le carte dei sensi di colpa,
colpevolizzazioni... come se il problema fossi tu e fossi pretenziosa e
volessi chissà cosa. Voelvi solo pace, del cibo che
aiutasse,
discorsi e interazioni umani e non sordi e ciechi boriosi aprendo
casini loro da teatrino e poi ti dicevano di zittirti... ma quello
è il passato e..."
"NO!! Non è il passato... io non posso vivere ed esistere,
non
importa che modo, per cosa mi osno portata dietro. Mi osno sempre
frenata e non ho vissuto nulla, per i terrori di giudizio e il casino
che avrebbero fatto se io vivevo qualsiasi cosa... è
già
stato assurdo che dicessero si per l'Irlanda. Non ci credevo,
seriamente, ma accadde ma... io non dovevo più tornare!
Adesso
non sarei ridotta così! Anzi, preciso. Quello era per morire
con
meno tormenti. ZAy e Ric non volendomi aiutare mi hanno torturata anche
loro e non capiscono. Cosa è significato cotninuare a
respirare
e strisciare a questo mondo per tutto quel tempo dopo... io che non
avevo potere sulla mia vita. Dovevano decidere tutto loro. SApevo solo
prima di diventare maggiorenne che avevo soldi in un conto ma non
potevo metterci mano sopra, neanche da adulta. Assurdo diranno tutti
che maggiorenni di sicuro si sono presi tutto ciò che era
loro o
comuqnue se lo gestivano. io non ho potuto. TUtto a nome loro o
oncdiviso e non potevo fare niente perchè loro dovevano
avere
parola perchè co intestatari!! Sembra assurdo ma
è vero!
io non ero padrona di niente e non capivano. Per loro era giusto
così! Dovevo fare un documento? Dovevano farlo loro o
dovevano
esserci loro, anche da adulta, io dovevo avere la loro supervisione e
approvazione per le cose. Schiava e dicevano di no. Mi urlavano -sei
stronza, merdosa, disgraziata, testa di cazzo, cogliona, egoista di
merda, e altro e altro- " respirando male per il pianto che voleva
venirne fuori "e la colpa era sempre mia!! Ereo così stanca,
non
ce la facevo più a vegetare con loro a subire sempre i loro
ordini anche da adulta e tutto! NOn potevo gestire niente di mio, ogni
cosa doveva avere il loro naso dentro e poi ero una figlia di merda!!
Voelvo scappare ogni giorno ma non sapevo dove andare perchè
malata, temevo che anche se gli intimavo di non cercarmi per quanto
stronzi mi facevano cercare mettendo avvisi col mio nome. Se me ne
fossi andata prima... ma non avevo soldi ne altro. L'unico modo che
avevo per fuggire era... sposarmi o morire! Questo per loro era
adeguato. E se schifiavo letteralmente la loro vita mi dicevano
-vattene, prendi e te ne vai- e io l oavrei fatto se avessi avuto i
miei soldi e non co-gestiti da loro. Perchè lo so che
potevano
benissimo fare qualcosa ai conti e bloccarmi utto dicendo di tornare...
loro non mi conoscono ma io conosco loro... ho vissuto e scelto cose
per loro perchè almeno a volte mi snetissi dire -brava,
ottimo
lavoro, ti sei impegnata e guarda- o altro per... a che serve parlarne,
mi avessero detto qwualcosa di incoraggiante, fiero, orgoglioso...
niente!! Solo a pretendere su di me e aspettarsi che fossero loro a
gestire tutto finchè non mi sposassi, finendo schiava di
qualcun
altro... io sono morta dentro e nessuno ha voluto vede re e capire...
solo a essere sicuro come tutti che quelloa vita perchè
andasse
bene a loro, fossero ottima per me ma io impazzivo... Io stavo
malissimo quando mi urlavano, si litigava, mi si trattava da schifo e
non capivo che significasse quando leggevo dai libri o vedevo nei film
certi atteggiamenti gentili, affettuosi, di... vaffanculo" nasconedndo
la testa dietro le gambe, che tneva ancora strette tra le braccia.
"...distenditi e non pensarci, ti farò portare del
tè e
delle stecche di torrore, classico, per tirarti su..." vedendola
sorpresa "se ci fosse qui Milan gli direi di abbracciarti, se lo
facessi io avresti paura di altro che temi la gente voglia e non ho
intenzione di peggiorarti... ma anche noi si, siamo diffidenti con la
gente, ma a volte è necessario se ci sono persone con cui
siamo
in sintonia, lasciarsi andare all'affetto... siamo amici, noi
più che con altri, non pensare a niente e stai tra noi.
Odiavi
quando te lo dicevano ZAy e Ric perchè primo erano prima
chilometri e chilometri e poi proprio un altro paese e non riuscivi
più a reggere a solo parlare online e poi... ti eri resa
conto
che sembrava che.. loro parlassero e ti trattassero senza
più
considerare te. Soffrivi, stavi male per cosa gli snetivi dire o
leggevi che scrivevano e sembravano non capire quanto tu stessi male e
cheidevi solo una cosa. Un aiuto, solo vereificare creando le
condizioni, della tua morte... ma tutti ti hanno tradita lasciandoti
sola, a lottare contro te stessa dicendoti invece solo di pensare a
vivere, e..."
"smettila..."
"loro non avevano capito quanto fossi rotta e disperata, e peggio non
eri abituata a nessun tipo di eleemtno o trattamento gentile e cona
ffetto e simili. Abituata solo a come vievvano i tuoi e come si
trattavano tra loro e di ocntro loro con te. Hai perso la
familiarità con gentilezza e affetto e la tua amicizia con
loro
solo online era finita per freddarsi.. ma non lo hanno capito. Non
cèra aiuto che potessero darti e non avevi intenzione, per
niente, di scappare da loro per fuggire alla disperazione di quella
vita con la tua famiglia, perchè sapevi che sarebbe finita
come
con tutti. Che avresti visto facce e discorsi sussurrati su di te che
eri un peso, un fastidio, non eri come si aspettavano, che sostenerti
era un peso e tutto i lresto. Con noi tu sei scappata perchè
non
ti aspettavi di essere ospitata, volevi andartene e quel gruppo ostile
e noi era un'ottima scusa. Ma normalmente non accade... hai rifiutato
l'ospitatità di qualcuno perchè non volevi
sentirsi in
obbligo, un peso o altro e hai ancora terrore ai gesti di gentilezza e
bei mometni a discutere come persone... non ne uscirai mai se non con
terapia ma ci vorrebbe tempo..."
"E io non ho...Io non riuscirò mai a tirarmi su da
sopravviere
almeno, voglio andarmene, ne ho bisogno, non riesco a stare, ad andare
avanti, ogni cosa bella mi fa venire di piangere e non riesco a viverla
e... ho incubi, terrori paure che non riesco a mandar via..."
"che loro ti hanno fatto maturare, ma tu non eri così, lo
so...
quando non si capisce che si rovina le persone... mettiti
giù
per ora e riposati, ti porterò qualcosa più tardi
sempre
che Milan non torni e voglia vederti..."
"Accompagnatemi alla Soglia... aiutatemi, solo questo, a trovare la
pace e togliermi questo dolore che non andrà mai via... e
cancella le famiglie... modifica le cos ecome le abbiamo solo
ipotizzate ma niente più famiglie e peggio senza
controllarle e
verificare cosa accade dentro come facevano i coglioni là
fuori..."
"io sono dal dottore, se cambi idea hai questo tempo..."
andandosene
Dieci minuti dopo
"Dottore..."
"Venga Bernadette..." disse questi alla donna che bussò
mentre
parlava con Dorde, facendolo un pò innervosire. Odiava chi
interrompeva.
"Volevo solo avvisare che la ragazza è scappata..."
"Cosa?" fece Dorde sorpreso "ma l'avevo lasciata..."
"L'aveva... ha lasciato questo sul letto"
Dorde prese il cartoncino scelto alla buona per scerivere e lesse, per
poi cercare di non scoppiare a ridere in faccia alla donna.
"Cara Rotthermeier in gessato bianco. La ringrazio di quanto fatto ma
la sua marzialità avrebbe fatto sclerare anche baffetto
tedesco.
Odio stare rinchiusa, chi è prepotente senza dialogare,
pensando
che si sappia cosa è bene per gli altri sia giusto. Per
esperienza preferisco decidere io e rischiare se devo, non permettere
agli altri di decidere su di me. Se fosse così tornerei in
quella cazzo di famiglia e sono felice che lei non abbia marito e
figli. Ha fatto bene. Si viva la sua vita come la sente e non la spenda
solo per chi il cervello e gli ormoni le dicono di considerare sopra se
stessa. Perdendo cose e opportunità da ricordare in
vecchiaia.
Privandosi di qualcosa. E non sia tirchia. lo so io cosa significa
vivere un niente e doversi ogni giorno accontentare uscendo pazza...
Non muoia come farò io piena di amarezze, rimpianti
e
rimorsi. Io morirò così e così tutte
le me di ogni
piano parallelo che non hanno vissuto, ma sognano la morte come
speranza di pace. E nessuno è amico o umano vero da aiutare.
Andrò a fare una passeggiata prima di dichiararmi
auto-guarita e
cercherò qualche soldato biancaneve che lui si, ha bisogno
di
consigli ordinati e gestiti con severità perchè
lì
serve, accidenti a loro, perchè non sanno nenache come
lavarsi
le mutande. E non scherzo, purtroppo!! Quindi tornerò ai
miei
impegni di Veròna cercando quel senso di -sentirsi vivi- che
non
ho normalmente. Non so se lei capirà, ma ho deciso che ne ho
bisogno. Se per il dottore le mie azioni di Veròna sono
deleterie per il mio stato psicofisico, mi spremerà se devo
per
qualcosa che voglio continuare. Più porto paura, dolore e
terrore a chi merita rendendo tutto un mio territorio da gestire e
controllare e più mi sneto utile davvero e mai come nella
mia
vecchia vita. Se ha rimostranze, faccia rapportino e magari un giorno
di questi a colazione lo leggo e le faccio sapere. Ma metta tanto
accento tedesco che enfatizza i concetti. E' il suo marchio di fabbrica
e sarebbe pure simpatica e di calore senza lo scopettone troppo in
sù.
Buon lavoro e riveda un pò, un pizzico, l'empatia umana per
chi
è malato o come me che soffre per come la si tratta.
-Lia"
...Inaudito, dottore!!" fece la donna seccata
"..." Dorde fissò e basta il bianco rettangolo, portandosi
una
mano davanti la faccia per mascherare le risa, poi lo lasciò
scivolare verso il dottore "lo metta nel suo fascicolo, faccia ripulire
la stanza e tenere le sue cose pronte nella sacca al solito... io vado!"
"Ma... le sue cuire, i test, cosa dobbiamo fare per tenere sotto
controllo le nanomachcine..."
"Tranquillo, è solo un momento di frustrazione e
disperazione e
doveva uscire dalla gabbia in cui si snetiva... con David on ci saranno
problemi, ma la lasci libera per ora..." dando lespalle, sismandosi la
giacca per poi dire prima di stringere la maniglia, ridendo senza
riuscire a controllarsi "Benedetta ragazza!!"
ch 38 appuntiPosto per ora questo, a seguire
il sueccessivo da controllare il codice. Al solito non so ocme tutti i
file conservati hanno qualcosa nel codice che mangia le parole o
frammenta le frasi, non so. Sto sistemando e sto vedendo che gli ultimi
10 capitoli hanno ancora problemi, a breve li risistemo e spero che per
il capitolo dopo siano a posto.
Chapter 38
Lia era alla Torre est francese a dieci chilometri dal centro di
Parigi. Trovava Parigi una città non come la descrivevano
tutti. Magica, romantica e altre menate. Perchè lei non vedeva
queste cose, non le provava e non ne avvertiva i segni come tutti.
Sebbene Dorde la rimproverasse che fosse tutto dipeso invece dalle
difese che aveva alzato e da quanto era cambiata a causa dei suoi e
della feccia che aveva incontrato nella sua vita, e tutto quanto fosse
nella sua testa. I terrori, le paure di sbagliare, di essere una figlia
degenere e schifosa solo perchè viveva, di essere descritta ma
loro descrivevano le altre che le faceva paura da sentirsi sola e
isolata e altro... Ma per lei era solo un modo per farle capire
qualcosa, affermando niente di sopprannaturale, che queste menate le
doveva lasciare ai coglioni che ci credevano e finivano male.
Aveva deciso che lei sarebbe stata la Purga finchè in vita. E se
tutti la consideravano sbagliata e non adatta al mondo come le avevano
sempre ripetuto, che diventasse la pazza, sbagliata. Ma a suo godimento, finendo per cacciare la feccia.
"Non guardarmi così" diceva smepre a Milan e Dorde o Jd "Da
quando ricordo mi sento viva essendo questo. Vivendo questo. Tutto
quello che ho fatto, essendo questo... agendo come fossi la peggiore
delinquente del mondo contro quella feccia... l'ho fatto per me! Lo
sapete ma a volte travalicate le cose per dare una vostra spiegazione.
Come i miei. Urlavi, dicevi le cose ma sentivano cosa e come
volevano.... mi piace farlo. E lo faccio anche sforzandomi a volte, lo
so, ma mi sono sentita... mi sono sentita viva!!! Lo so che le mie
azioni per tanti saranno sadiche, sanguinose, dalla peggiore del mondo
al pari di certa gente ma... io mi sento viva ed esistente nell'agire
al posto del mondo, quello giusto e sebbene non provi soddisfazione per
queste azioni come pensano molti, io non ritiro la mano dopo aver
tirato la pietra... mi sento disperata, in colpa, tante cose difficili
da spiegare quando mangio qualcosa da voler piangere per la
contentezza, dall'avere vicino o occuparmi di un animale che desideravo
tanto prima e mi avrebbe aiutata ma non potevo avere neanche un piccolo
furetto perchè provavano schifo per gli animali vicini, solo
guardare i gatti... osservo la gente a cui dico di darsi una svegliata
e pensare a vivere come io non ho potuto fare... e cerco di capire se
hanno intenzione di farlo loro che posono o meno, e io quanto ho perso
finendo nella rete dei miei che volevano i figli casti, puri, perfetti,
devoti alla famiglia e altre menate e sono... finita solo in un incubo
di solitudine, niente, vuoto, privazioni... e ora, anche qui, non
riesco a non voler piangere sia per la contentezza di qualcosa di buono
che finalmente mangio e sia per cosa sto mangiando pensando a chi non
può come la me prima, sentendomi in colpa... ad abiti che faccio
fare nuovi dopo che i vecchi sono rovinati e mi sento spendacciona, le
cos eche compro e il mio rifiuto di volere qualcuno vicino,
dall'emergere da ciò che mi hanno gettato addosso enon posso
togliere... è troppo tardi per quello... io non riesco a vivere
neanche qui, ma provo un senso di vita cacciando e prendendo, facendoli
soffrire, la feccia... per poi la notte non riuscire a dormire pensando
con rabbia alla gente che viveva e vive che mi ha fatta soffrire, ogni
giorno, cose che io prima dai miei non potevo, che scopava e mangiava
cose, che vedeva sorrisi e richieste di compagnia, inviti e io... solo
schifo... loro avevano cosa desideravo!! E Zay e ric hanno avuto il
coraggio di dirmi di non pensare a loro come felici e vedere le
apparenze... che apparenze vedevo!!??!! Imbecilli! Dalle foto erano con
gente sorridente che conoscevo, loro tra gente e io sola!! A tavola in
vari posti a mangiare cose e io con pane e formaggio e schifezze
confezionate che mi veniva ormai da vomitare.... io non reggo neanche
adesso, quindi lasciami in pace, non fare il giudicante, sono
abbastanza rovinata di mio... io voglio mettere i panni di
Veròna e sentirmi quel senso di vita a sprazzi quando cammino
nella caccia... voi non potete capire come fossi morta dentro
prima e cosa sento, pochissimo, ma cè quando sono
veròna...."
Aveva rifiutato da sempre cose che alla fine non aveva vissuto. A causa degli altri.
I usoi erano asfissianti, colpevolisti, era finita per arretrare
davanti le cose della vita, senza viverle in ogni cosa, per il terrore
di essere giudciata come loro facevano con tutti. Sapeva bene di suo che
a volte provava odio verso chi le faceva provare gelosia, non era la
stessa cosa contro la feccia che le aveva distrutto tutta lei pezzo per
pezzo. Era un odio diverso, quello lo capiva.
E cercava dei frammenti dai racconti degli altri per capire cosa
fossero certi sentimenti e sensazioni che non aveva mai provato e mai
avrebbe fatto.
Da anni, prima di Zay lo sapeva, non era più adatta a fare
marcia indietro e tentare ancora di vivere come una persona normale,
inteso da togliersi tutto ciò che si era creata come un'armatura
e fare tentativi. Non avrebbe avuto la leggerezza e la
tranquillità di provare o sperimentare niente. Si sentiva
più sicura con alcuni di loro da scherzare e afare cose che le
venivano in testa ma tutto era lì in agguato a bloccarla.
Si era accorta perfino che fumare non era come per gli altrui. Non
aveva quel senso di catena alle sigarette, ma non era per il tabacco
che fumava, ma per cosa che la sigaretta dava di sè anche senza
le foglie e porcherie che mettevano nel tabacco stesso da fumo. Era
l'azione stessa del fumi, di aggrapparsi a una sigaretta, o nel suo caso
al bocchino da donna anni trenta, sebbene a volte volesse spaccarlo in
terra in mille pezzi per quanto la facesse incazzare Dorde. Si era
accorta che a volte era per lei necessario, vitale, fumare. Essere
legata a quell'oggettino su cui scaricare tutto e farsi dare un senso
di liberazione e pace.
Aveva capito che non era nemmeno dato allo stesso modo delle droghe.
Provava repulsione per la questione di cosa davano le droghe e cosa
facessero provare o meno. Non riusciva, andava fuori di testa,
ad avvertire il senso che davano alcool o fumo o altro. O meglio, aveva
provato solo la sensazione di medicinali nella sua vita che
l'annebbiavano e l'alcool quando per fignere che lo usasse per
cucinare, riusciva a far comprare loro del vino. Quello da 1 euro che
faceva schifo da supermecato nei cartoni, ma er al'unica cosa che era
riuscita a fargli sganciare che potesse bere. NOn si beveva altro mai, tranne lo spumante per le cavolo di feste.
E lo faceva in un mese,
una confezione in un mese nel peggiore dei casi, perchè non
volevano comprare e faceva schifo, e
sentiva l'effetto che faceva quando invece lo trovavano a meno di un
euro e ne compravano di più e lei abbondava quando sola.
per avere del vino frizzante doveva escogitarsi perfino di
ocmprare quelle
bustine digestivo con effetto effervescente. Un euro ancora, questa
volta comprato da lei quando poteva e prendeva quel vino schifoso, in
mezzo bicchiere d'acqua, allungava con acqua e metteva il digestivo
effervescente per le bolle. Altre volte solo il bicarbonato. Non aveva
altro da bene oltre acqua e doveva farselo andare bene.
E quando eccedeva con il vino senza diluirlo, sentiva l'effetto
dell'acool, anche se non doveva essere lo stesso di quelli buoni ma lo
odiava.
Quando stava ancora nella sua vecchia vita lo trangugiava fingendo che
fosse il miglior vino frizzante al mondo mangiando lo schifo che
trovava nel frigo o aprendo scatolette o roba surgelata. Non essendoci
altro, nessuno cucinando in casa sua o volendo farlo se non lo stesso
schifo pronto scaldato e non poteva comrpare niente o urla e botte.
E non poteva cucinarsi niente. Niente. NOn cèrano manco gli
ingredienti per farlo e se cèrano,e rano così contati che
se avesse utilizzato roba, anche solo un uovo come er acapitato, se ne accorgevano e urlavano. E lei somatizzava
finchè non si sentiva così male da credere di morire e
rallegrarsi, ma poi non accadeva mai.
Non sarebbe mai accaduto quel dono si diceva, tempo dopo aver mandato a
fanculo zay e ric e maledicendo tutti e tutto, non potendo più
vivere quell'esistenza meschina, aveva capito che non poteva avere
ormai l'unica cosa che bramava, se non per sua mano e nel modo
più doloroso che temeva.
Si era spaccata la schiena tutta la vita per ciò che poi non
ebbe. per gli altri, quando faceva qualcosa per sè, schiamazzi,
urla, sensi di colpa gettatoli addosso come se wnon dovesse pensare a
fare neinte se non come loro volevano vivere... mentre gli altri
facevano cose e lei osservava solO!
Non ebbe momenti di vita da ricordare. Istanti felici. Cose da
ricordare con calore.
Non visse niente, ma proprio niente, se non dover stare a casa con
loro. in una vita non
sua. In un'esistere, non vivere, di cibo schifoso buttato ancora
confezionato sul tavolo, con pasta scolata e gettata sui piatti con
sugo dai barattoli da mettere sopra così o quei sughi schifosi
che faceva sua madre che non riusciva a digerire. la madre odiava
cucinare e lo faceva con malavoglia, venendo uno schifo. E non poteva
mangiare cosa voleva o la madre e il padre, con i fratell ispioni,
facevano casino. NOn si poteva prendere qualcosa da mangiare se si
aveva un languore, si mangiava cosa dicevano loro e quando, non
eissteva in frigo o altro posto cibo disponibile per tutti e quando
volevano. Se si mangiava fuori orario senza la loro autorizzazione,
bordello.
Ninete rosticceria, niente roba da panettiere, niente pranzi e cene
della domenica, neinte perfino patatine fritte. Mai. Tutto ciò
che vedeva in tv o le rare volte che usciva dalle vetrine dei negozi o
panettieri, poteva vederli solo nella sua testa. Se comprava qualcosa
il cazziatone era stratosferico e le facevano venire sensi dci colpa
che non doveva avere da farle venire voglia di rivomitare tutto.
Non cèra cibo in casa da definire di conforto. Niente pranzi
fatti ocn ricette anche basiche e conosciute. CArne sbattuta sulla
padella e stop. Anche se a volte le capitava di scovare poisti segreti
dopo loro nascondevano a lei il cibo che non le davano ma mangiavano
loro. Per lei, dicevano.
Cibi cucinati male e da schifo fatti a modo loro senza sapore. Barattoli econfezioni sulla
tavola da cui prendere un pezzo e mangiare col pane, così, come
cibo di fortuna, non una tavola normale.
Diventava pazza ogni giorno che passava. Sempre sola, sempre a vedere
le solite quatto pareti e le loro voci sempre e sempre. on era una
famiglia per lei, solo una'ccozzaglia di merde che dicevano agli altri
ocme vivere. E che dovesse andargli bene così e la cosa che
odiava era che ogni tanto sentiva che lei aveva soldi da parte ma
registrati a nome dei suoi e lei non poteva toccarli o cascava la casa.
lei non aveva neinte.
Vivevano soli, isolati dentro casa, senza vedere mai nessuno, solo
uscire un'ora al giorno se andava bene altrimenti erano una palla al
piede. Se no nti trovavano in camera cercavano tutta la casa urlando
finchè non ti facevi trovare. neanche in terrazzo cèra
pace o fuga. Era una gabbia, punto,ma se lo dicevi rispondevano con rabbia "fai schifo a pensare queste cose".
E lei voleva solo morire, mentre dalla finestra sentiva o vedeva la
gente che viveva, mangiava per strada cose, parlava al telefono o con
altri di cose che avrebbero fatto.
I parenti poi non erano meglio. le volte che li vedeva non si tenevano
niente. Una volta per alcune ore sola era uscita via per comprarsi
qualcosa al supermercato e mangiare di nascosto ma loro la videro e
andarono a dire ai suoi che -aveva le borse piene dal supermercato- e
anche quella fuga finì nel ninete più.
E si ripeteva...
-
Io non avrò mai niente, sono finita schiacciata da loro-
-sono AFFOGATA NEI MIEI DOLORI E ho DIMENTICATO DI LOTTARE PER ME STESSA-
Quando usciva cèra sempre qualcuno che la vedeva e parlava. Se
usciva dal panettiere con finalmente un trancio di pizza, la vedevano e
raccontavano. Se con in borsa qualcosa con il desiderio di mangiarlo,
non aveva posti dove andare e la trovavano per strada e dovevano
accompagnarla col rischio che la sgamavano se non l'avevano fatto per i
rumori -dannate confezioni di alluminio e simili come per le patatine-
e per non sentire nessuno non comprava più ninte.
Restando così, coi desideri.
Viveva solo di desideri. Menteri suoi facevano stronzate. Pane da comprare a chili, ogni mezzo chilo
tagliato in tre e messo nel surgelatore e poi uscito al bisogno e lei
impazziva.
Un pezzo di pane con una scololetta divisa in tre, salumi, formaggi
orribili, pasta con schifo, carne economica e fatta sempre allo stesso
modo. Tutto allo stesseo modo, sempre e sempre, senza cibi di confroto
che desiderava. Costa troppo tutto, vanno bene questi.
Per lei non era vivere. per lei era dover subite una vita non sua che piaceva a loro.
La sera non uscivano mai e scassavano, non vedevano mai nessuno,
nessuno che se li portasse a fanculo, solo ad averti tra i piedi a
sbraitare, giudicare, accusare, rompere le scatole. Loro non mangiavano
qualcosa o non gli piaceva? Non si comprava. Semplice.
NOn sapeva come facessero a vievere quel NIENTE ma lei era fuori di
testa dal doverselo subire e per le malattie che le vennero per vivere
quella vita, restò col culoa terra, potendo pensare di scappare
solo per morire. Ma anche la morte sembrava prenderla per il culo.
E quando beveva quel miscuglio che di vino non aveva niente neanche
alla base, sentiva gli effetti e si chiedeva cosa ci trovavano tutti a
bere e drogarsi poer fuggire con la testa se era orrib ile non essere
se stessi e lucidi.
Non riusciva lei a reggere quella sensazione, affatto, andava nel
panico o fuori di testa, per lei avveertire ciò era traumatico.
Un conto era la dissociazione volontaria, ma non in quel modo. E si
chiedeva cosa portasse la gente a rovinarsi fegato o cervello con
droghe o alcool per scappare, mentre lei invece non riusciva a
tollerare di averne effetti blandi...
E in quel momento alla Torre per sentire i resoconti, faceva nervi
dentro. Lei non vedeva le città famose come bei luoghi, riusciva
ad a mmirare gli edifici e l'ambiente finchè non vedeva l'altra
faccia di quei luoghi. Senzatetto, drogati, poveri, gente ai margini
della società.
Lei vedeva al di là dell'apparenza e non capiva perchè la
gente fosse così tranquilla nella menzogna. Esisteva anche altro
che strade belle e con negozi alla moda, tutto ciò che
alla gente piaceva per fingere di vivere come in un film.
"Quindi con questo nuovo gruppo di spacciatori, tornano tutti a farsi e
a rubare, compiere atti criminali e comportamenti violenti... alcuni
sono finiti con ossa rotta per non aver pagato e..."
"Basta così" fece lei adirata.
Vestiva sempre con l'abito da veròna, non quello bianco ma quello da strada come lo chiamava.
Completi di taglio maschile in vari colori e tessuto sempre con blazer
o panciotti, pantalone e camicia e le cravatte,. Cappelli in stile
mafiosi come li definiva ridendo di vari fogge anni trenta a quaranta e
i cappotti da tizio
inquetante di gusto antico. I capelli erano soppiantati da parrucche
lisce e del suo colore naturale o uno o due toni più chiare,
alcune con frangia e altri scalati nello stile moderno.
"capo, non mi piace quella faccia" le disse Kovacs vedendola fare
un'espressione che mostrava quando aveva in testa roba distruttiva
"Componete il cerchio per la Caccia, è ora di Purgare tutto. Di
nuovo. Andiamo a fargli capire la situa...." incamminandosi verso la
porta, mentre i tre alzavano le spalle l'un l'altro come per dire che
le cose erano così.
"Capo, vuole andare dove...?" le chiese ancora seguendola, vedendo che usciva verso le strade
"Il cerchio, amico mio, è tutto ciò che mi serve.
Anzi...!" fece lei inchiodandosi di colpo e i tre riuscirono a non
investirla, ma si sbatacchiarono tra loro. la videro voltarsi e andare
nell'edificio a fianco della Torre che tenevano come armeria e zona
cani segreta, sebbene i cani giocassero nel giardinetto presente ma era
passato come dogsitter come copertura. E si fece prestare tre cani con
cui aveva già lavorato, facendosi seguire dal loro handler
sebbene avesse saggiato i comandi che lei impartiva con mani e braccia
e seguitò in cosa voleva fare. Senza proferire parola si addentrò per le
strade, al centro, camminando incurante delle macchine essendo anche a
senso unico e delle persone che la vedevano.
Con il completo grigio scuro, blaser, cravatta, scarpe robuste,
cappotto, cappello e capelli lisci al vento, camminò impetitta e
con aria omicida verso la zona dove stavano un gruppo di sensatetto e
drogati. Avvertì la presenza del nuovo gruppo di spacciatori
stabilitisi sul posto, fieri di quelli che lei aveva cacciato, vedendo
i loro spacciatori e loro vedevano lei. Di colpo si fermò,
sempre al centro della strada, mentre gli abitanti del posto, delle
case ma più di quelli che stavano nella zona degli
squat, divenendo squatter che occupavano abusivamente
edifici pubblici abbandonati ma anche buchi privati di loro
proprietà ma in condizioni misere e peggio. Ammassati,
agglomerati, in situazioni di vita disumane.
E la conoscevano ormai, per cui appena la videro, tutti la fissarono e
chi era nei vicoli o nel fondo, la zona ampia detta Squat, furono
chiamari come avviso che era tornata.
E lei restò qualche attimo mentre li vedeva e poi alzò
una mano al cielo, dopo aver infilato le mani nelle tasche del
soprabito o cappottone. Una era ancora dentro ma la sinistra era bella
in alto con una busta trasparente e della roba dentro che brillava al
sole.
"Cari Figli, sono tornata!! ma ho seguito le notizie dei miei servitori
sulla situaizone attuale. Ci osno nuovi funghi qui..." indicando per
funghi i parassiti dell'ambiente in cui vivono quelli
ocnosciuti e da mangiare. Vivendo in natura come parassiti, su tessuti
in via di deperimento ma ancora vivi, o su materiale morto, nutrendosi
come saprofiti. E per lei questo erano, parassiti
su tessuto cancroso della società, non per sua
volontà o
portato a quel livello da varie cose. per lei era dispregiativo contro
quella gente. "A voi spacciatori di quei parassiti pidocchiosi, vi
dò un avvertimento!! Da questo momento io sono tornata di
persona per dirvi di smammare.... da oggi Figli miei, avrete la droga
da me gratis come ricompensa per piccole cose che vi chiedero di
fare... niente contro la vostra dignità e persona. Sarete
persone e vi aiuterò a risollevarvi da tutto, ma sarò io
a fornirvi vera droga di qualità o alcool non tagliati o con
altre schifezze e mi giurerete di impegnarvi a tornare persone... e ..."
"Ehi stronza, stiamo lavorando... ti spiace infilarti quella merda nel
culo e andartene... eh??!?" fece uno degli spacciatori avvicinandosi
spavaldo menter altri suoi colleghi camminavano come cani a caccia. Lei
non sorrise ma fissò lui e gli altri e poi tirò fuori le
mani libere. Con i guanti.
Kovacs e zidgi sudarono freddo. I guanti che aveva erano un prototipo
nuovo di due paia che utilizzava di oslito come cavia. Un paio gestiva
l'elettricità generata da un sistema micro che aveva qualcosa a
che fare con la fissione nucleare, lui non ne capiva, ma il sistema era
simile, sebbene dicessero che era sicuro in casi di danni al paio in
uso. Generava corrente e forti scariche a piacere, con dei chip o
silmili gestiti dal controllo cerebrale,. Un pò come avevano spiegato
a loro e a lei, con il sistema di rilevaizone di informazioni nervose
per far muovere arti artificiali. Altra cosa che lei provava. E un
altro paio era in grado di manipolare il sistema magnetico in un modo
che Kovacs stesso non capiva, ma lei con il pensiero anche collegato
alla bluebox, poteva attivarli per gestire effetti di magnetismo o
repulsione per manovrare oggetti, rpednerli o lanciarli. E se nel corpo
o nei vestiti vi erano elementi metallici conduttori o magnetici o che
ne venivano influenzati, lei poteva agire anche sulla persona stessa. E
in quel caso lei aveva indosso un prototipo di guanti ove uno era
magnetico e l'altro con capacità elettriche o qualcosa di simile.
lei era piàù affascinata a leggere e informarsi e capire
il funzionamento delle cos e leggeva e si intatteneva con gli
scienziati con mille domande, e lui aveva capito solo questo
funzionamento base.
"..." fissandoli uno per uno poi arlò a quello che aveva detto
cosa le fece venire rabbia "Tenete fuori i vostri coglioni dal mio
territorio!"senza muoversi, inclinando la testa come faceva sempre di
lato "svanite e io sarò magnanima ma tornate e vi renderò
degli esemplati del genere proctodeati simili a vermi o cetrioli di
mare... per mio godimento..." fissando quel tizio negli occhi.
"Intende che vi asporta braccia e gambe e come i cetrioli di mare,
vermi e altri robi del genere, sarete solo bocca e ano..." fece Zidgi
ridendo per chiarire la questione.
"Sta arrivando il capo..." fece uno di lor dopo essersi girato.
Giunse un bel gruppo di tipi biechi e pericolosi che si fermò
metri prima e uno in testa al gruppo ma con alcuni scagnozzi intorno,
chiese che stesse accadendo.
"Accade che voi siete sul mio territorio di gestione. portate i vostri
scroti altrove, sempre che non arrivi anche lì... "
minacciò Lia e quello rise voltandosi verso i suoi alle sue
spalle come fosse divertente. "cosa trovi divertente... forse cè
qualche parte della mia frase che non riesci a comprendere
perchè nonstnat e i soldi che fate con qella roba, non sapete da
dove si inizia con un libro...? Oh, no!! Ho capito.... mea culpa! Ho
parlato di scroti, ma qui non ce ne sono, avete ragione. Siamo tutti
privi..." ridendo in modo demoniaco verso l'uomo che era il capo del
gruppo nuovo.
"Che cosa vuoi. Cosè questa storia?"
"Quanto ho detto. Hai le orecchie otturate? FUORI. DAL. MIO.
TERRITORIO!! O vi pentirete fino alla morte di non avermi ascoltata..."
Kovacs e Zidgi sudavano freddo, non erano rare sparatorie o agguati tra
bande criminali e gruppi di spaccio e la questione che lei non aveva
paura di morire, ma anzi voelva vedere lei fin dove potesse arrivare
con le sue conoscenze e capacità in situaizoni di pericolo... lo
odiavano a volte. Giocava trooppo col fuoco per loro, ma sapevano che
cèra un motivo ma azzerare un gruppo criminale a volte non era
così facile come poteva sembrare andando là e
minacciandoli e lei lo sapeva. Kovacs si chiese che cosa avesse
architettato per stanarli tutti e toglierli di mezzo, conoscendola
poteva aver chiamato quei criceti robot o una squadra speciale militare
esterna o altro.
"Addirittura.... da dove sei uscita fuori, da un vecchio film in bianco
e nero e vieni a dettar legge...? Cèravamo prima noi qui, e so
chi sei. Ti ho vista cacciare tutti lgi altri che non si sa che fine
hanno fatto... E non mi importa. Sto facendo affari, sto lavorando...
non siamo mica quei tizi che stanno a fare video online, come si
hiamano, youtuber, che non lavorano quelli... IO lavoro" indicandosi
con gli indici inclinandosi un pò in avanti facendo vedere il
labiale " E tu ragazzina strana, stai rompendo le palle ai miei
ragazzi. Non credo alle streghe tra le altre cose... Molti qui vanno al
centro di Parigi a mendicare o fare spettacoli di strada e portano roba
buona
composta da monete, banconote, gioielli e molto altro di elettronica
che donano come pagamento per i prodotti che commercio... io sono un
negoziante, mettiamola così e... anche se ti smebro giovane,
fidati! Sono pericoloso come il peggiore dei trafficanti messicani e..."
"Oh..." fece Lia come se intendensse che avesse capito
"Ecco brava... hai capito. Vai prima di finire in pericolo per..."
"Ma io... non sono in pericolo.... IO SONO il pericolo....Sei fortunato
che non ti abbia sparato al culo solo per aver osato, sapendo di me,
tornare e insidiarti con la tua merda...." con un sorriso ma non era
caloroso.
"Quindi..."
"Quindi ti do il tempo necessario, quanto ti serve ma in fretta, per
cercare i tuoi coglioni persi da qualche parte e capire di sgommare
via... e non parlo delle auto ma di cosa farai nelle mutande se mi fai
incazzare..."
"Ah ah ah... vuoi minacciarmi?"
"..." lei non parlò ma prese qualcosa dalla tasca e la fece
vedere, un oggetto qualsiasi, poi lo strinse nel pugno del guanto
elettricatore e l'oggetto si ruppe in malo modo, cadendo a terra in
pezzi ancora con fasci di luce azzurrina sulle partti metalliche
"questa... è una minaccia!" inclinando la testa con un colpo
secco per intendere meglio la questione.
"Non mi farò spodestare da te solo perchè hai scagnozzi armati. Io non sono Pablo che..."
"Io speravo che tu fossi più saggio... "
"E lo sono. NOi siamo di più! Armati. Tu sei... una stupida che
minaccia senza davvero chissà cosa e hai vinto l'altra volta
solo perchè cè stata la retata... ma io ho uomini
migliori dei suoi... io sono qui il Re..."
"Smettila con le cazzate, fai i bagagli..." iniziando a scocciarsi e
Zidgi fece segno a Kovacs per capire se lei volesse davvero fare casino
"Vuoi metterla così? Non mostri paura? Allora vediamo come te la
cavi se prendo qualcuno di quelli che chiami Figli e gli sparo in mezzo
agli occhi ogni mezzìora se non decidi di alzare i tacchi....
questa è una minaccia!
"No, non è una minaccia E' fare il bulletto!! Sei questo? uN BULLO???"
"e se lo facessi tu... voi che ne dite?" chiese il capo ai tre dietro di lei che
vennero presi di mira da alcuni itnorno a lui e loro dovettero alzare
le mani , sperando dentro di loro che lei avesse un piano.
I cani vicino a loro ocn il loro Handler ringhiarono ma restando seduti.
"Ti sei portata i cagnolini... sai che se osano alzare una zampa, sono
morti! Torna a casa a pettinare le barbie e cambiar loro i vestitini...
è meglio!"
"..." sorridendo a mezza bocca "io non gioco con le barbie... io gioco
con le mie bambole. Le mie prede... VAI. ALTROVE... ultimo
avvertimento!"
"sparategli, mi hanno stancato!" fece scazzato quello. Di colpo
qualcosa sopra le loro teste coprì il sole. Erano le Razze. Dei
robot sperimentali su idiea di Lia. Avevano precisa la forma di una
razza del mare, ma con la particolarità che avevano un sistema
di prova di sospensione per aria magnetico per cui calibrando il potere
magnetico terrestre con il loro, potevano fluttuare per aria come se
volassero. E in quel momento volteggiavano in cerchio sopra le loro teste
a giuro ad una certa spaziatura tra loro e tra loro e i soggetti.
"Ho evocato esseri che non ti immagineresti... e mostrando con essi la
piena ampiezza del mio potere... per rendere possibilile...
l'impossibile...!"
le razze continuando a volteggiare in cerchio portarono la lunga coda
all'atezza della -bocca- avendo la medesima forma delle vere razze e
dall'unione della punta della coda che frizzò con quello che iniziarono ad
emettere dall'apertura che sembrava una bocca, si generò per
ogni soggetto un prorompente getto di fuoco che unito agli altri creò un anello
che investì tutti coloro che erano nelle vicinanze, tranne il
centro. Come nelle prove, un rischio secondo Kovacs, al centro la portata
del fuoco era minima ma per protezione Lia utilizzando il potere
magnetico, scelse una portiera di auto e sradicandola dopo che l'auto
intera veniva tirata dai guanti e dovette dare colpi secchi magnetici,
la mise tra sè e il fuoco, tenendola a mezz'aria e spostandola
dove sentiva più calore sebbene non toccata dalle fiamme. tutti i
soggetti intorno al cerchio di fuoco vennero investiti malamente, ma
quelli verso il centro no e Lia e il capo dell'altro gruppo si
fissarono negli occhi mentre lei con una mano faceva girare intorno a
lei la portiera a protezione. Quando il muro di fuoco terminò ,
Kovacs pensò al temrine del prodotto incendiario nei robot
sebbene noon ne fosse sicuro, tutti quelli non coinvolti nel
fuoco misero mani alle armi contro lei e i tre dietro di lei. Lia
lanciò la portiera di latò con un gran botto.
"Finiamola qui, non mi va di spremere la mia energia per mostarti poteri che utilizzeri per cose buone... VATTENE!"
"Io non me ne vado"
"Molto bene, sei pronto allo scontro, allora? O possiamo chiudere la cosa a parole e te ne vai..." perentoria
"... dove sono quelgi animali che sputano fuoco?"
"Te l'ho detto! Il mio potere magico si può equiparare in
questa mia veste fisica umana nella mia energia vitale, finchè
avrò energia per muovermi, io posso utilizzare la magia. Ci osno
cose che non posso prevaricare al di fuori dal mio piano di
appartenenza e s eho forma fisica, ho limitazioni... ma non signfiica
che sono monca di qualcosa s eposso sventrarti con il becco di un
picchio e utilizzare le tue viscere per catturare a mò di rete
da pesca uno squalo..." ridendo malignamente
"da dove... da dove vieni fuori?
"Dai tuoi incubi.... allora, sgombri il campo di derelitti che stai rovinando o devo fartelo capire meglio?"
"preferisco il meglio..." quelli dietro di lui erano armati
"... mezze fighette...."
"Cosa?"
"ho detto mezze fighette! Se tu avessi i coglioni che fai credere di
avere, saresti tu come un vero Alpha ad affrontarmi di tua mano in uno
scontro dove chi perde diventa il nuovo capo... ma non hai le palle!!"
ridacchiando. Lia si stava diveertendo, si chiese Kovacs? Stava usando
psicologia o faceva come a volte tentando con piccole cose per trovare
quella giusta e premere il tasto dolorante per rivoltarlo contro?
Uno dietro di lei sparò con la sua pistola verso Lia e come
nelle esercitazioni, il guanto con il potere magnetico entrò in
funzione. Molti proiettili potevano essere fermati con i guanti. Ma
cèra un MA. Mentre alcuni metalli sono magnetici, la maggior
parte no. Rame, oro, argento, piombo, alluminio, stagno, titanio,
zinco, e bismuto hanno elementi e le loro leghe sono diamagnetiche.
Leghe non magnetiche sono ottone e bronzo.
Se una pallottola aveva una forma di magnetismo significava che alcuni
materiali mostravano in presenza di un campo magnetico attrattiva o repulsione o ne venivano
nflienzati. Poteva essere un rischio forte se le camicie dei proietitli non fossero
state diamagnetiche. Non impoirtava la forma come a cilindro, conica, a
bottiglia, chiave era la lega. Palla e bossolo potevano anche avere
lega differente ma il peggio erano i bossoli mantellati, costituti da
camiciatura di metallo tenero come rame o lega non diamagnetici, quindi
i proiettili con camicia o corpo teneri avevano leghe che non avevano
influenze dai guanti. e cèra sempre il rischio che passassero
senza rallentare.
Il potere dei guanti oltre la manipolazione di elementi influenzati dal
magnetismo era quella di fermare o rallentare la corsa di qualcosa
verso di sè. E se si presumeva che il bossolo fosse non
influienabile il meglio che si poteva fare, per l'operatore dei guanti,
era agguantare qualcosa di robusto e farlo frapporre tra se e il
proiettile. QUindi usare il magnetrismo per prendere qaualcosa che
tenesse ai colpi.
Ma lei non lo fece e i tre trattennero il fiato impalliditi nel vederla
trapassata. Ma per fortuna di tutti la pallottola per azione del
guanto, rallentà e poi fece un Plop contro il suo palmo dopo
alcuini secondi di conflitto per aria, mostrando ai basiti membri di
quel bruppo qualcosa di impossibile. Lia prese in mano il proiettile,
lo rigirò tra indice e pollice sorridendo e poi chiese se
volevano giocare ancora, ma prima che potessero rispondere
sferzò con il magnetismo di repulsione il proiettile che con una
sorta di lancio della mano aperta e questo nel palmo si conficcò
nel corpo di un uomno, mostrando come non fosse un semplice lancio.
"Ti avevo chiesto, gentilmente, di scegliere. Agli altri io propongono
tre scelte... andarsene, unirsi a me o sparire.... a te ne ho
dato solo due, non farmi inserire la terza opzione... non vi voglio,
quindi rimangono due!! VELOCE!!...."
"Non permetterò a una femmina di..." indicando uno dei drogati
che lei conosceva e facendolo avvinare con gesti e parole gentili,
finchè non fece un gesto a uno dei suoi e qullo sparò
dritto dritto al giovane che cadde come un abito scivolato dalle
stmapelle in terra.
Lia fece un gesto di sopresa al botto della pistola contro il ragazzo,
e poi fissò il niente che era diventato occupare spazio
sull'asfalto, rigida e fredda. Kovacs allongò il collo a
fissarla e vide ODIO. Quella luce e forza negli occhi fissi sul ragazzo
morto uniti a una respirazione che gonfiava il petto. Cattivo segno.
Lia puntò con gli occhi un tizio con collane finte e dozzinali e
orecchini espansori non d'oro e metalli simili. Con il guanto lo
puntò ancora ma con l'indice finchè no sfruttò la
potenza magnetica sugli oggetti che il tizio aveva in tutto il corpo,
dai bottoni dei jeans, a chiavi, a oggetti vari e collane e ninnoli e
con un balzo si fece tirare addosso a lui, con velocità come
nelle esercitazioni che gli altri non capirono che accadesse,
striongendo con piedi e mani sul suo petto rabbiosamente le collane nel pugno mentre il magnetismo era
ancora attiva e e poi Kovacs tirò un solo respiro, per poi non
farlo più!
Stava accadendo quella cosa? Che doveva fare?
le nanomacchine avevano degli effetti nefasti e differenti su chi le
aveva. Su di lei, i livelli di dopamina, serotonina norepinefrina ed
epinefrina scendenvano o schizzavano alle stelle e in base a questi
dosaggi e alla rabbia e furia che le veniva per cosa accadeva finiva
per sballare da diventare instabile, folle, pregna si ansia, rabbia,
eccesso di brama di fare del male.
Era capitato che ciò fosse riscontrato ma ma soggetti precedenti
a lei erano finiti nella follia cieca senza tornare se stessi o erano
morti per l'eccesso di sforzi e stanchezza distruggendo e attaccando
tutto ciò che li faceva incazzare.
per leggere cosa accadeva ai suoi
ormoni e livelli David aveva un collegamento con la bluebox che leggeva
i risultati. Se la dopamina era la sola schizzata in alto era in un
momento di furia inarestabile... era così si chiese Kovacs
ragionando ma pieno di paura perchè la vide uscire fuori dai
gangheri.
E mesi dopo con la nascita di Kianta, il suo compito sarebbe stato
quello di registrare meglio i suoi stati d'animo e comportramenti per
fermalra, ma ancora non lo sapeva. Non sapeva che se ciò
avveniva, le nanomacchine portavano agli effetti indesiderati
terricanti. Quella che poi David chiamò l'effetto zombie o da
droghe pesanti.
Sapeva che dentro covava un carattere così duro che frenava con
la sua personalità fittizia creata per fingere di essere cosa
gli altri volevano, che desiderava sfogarsi MALE contro la gente.
Più volte, apertasi con loro e con i veterani, aveva esternato
quel bollente e impellente desiderio di rispondere a botte e rimproveri
maneschi dei suoi o ricacciare in gola le parole peggio di una lama. Il
suo limite di sopportazione era giunto a quel oltre la linea da
causarle attacchi di rabbia furiosi da voler picchiare e regolare le
cose come mai prima. Ma sempre accadeva quando qualcosa accadendo la
faceva arrabbiare, imbestialire, farle venire odio cieco. per il resto
sapeva contenersi.
E questo veniva enfatizzato senza volerlo dalle
nanonmacchine che come elemento di ocntroindicazione potevano spingere
ormoni e livelli in lei da sfuriare malissimo. Ma se le volte con i
test le sue sfuriate erano mezzo dissociative e mezzo no, era stato
possibile fermarla e calmarla parlandole e facnedola uscire dallo stato
dissociativo lentamente. In un caso ocn una pompa d'acqua a getto ampio
su di lei. L'aveva risvegliata ma il rischio era stato basso.
Il problema fu però nell'ultimo test, dove appunto dovettero
aggredirla con l'acqua a pressione e Kovacs si chiese se non fosse un
preavviso del problema. Da quanto tempo le nanonmachcine facevano quei
giochetti e lei perdeva le staffe con facilità?
Ma quella volta....Le nanonmacchine stavano facendo un effetto che la
mandava in follia. Come in quel momento. ma sembrava peggio delle altre
volte, incazzata a vari stadi, parlava, minacciava, diceva cose. QUella
volta no, sembrava fare versi di gola.
Strattonato, il tizio venne avvicinato dalla sua faccia e poi emise
come una sorta di ruggito o ringio da canide, a bocca aperta e occhi di
brace. No non erano così, sembravano di un animale furioso in
caccia.. E poi si avventò letteralmente sulla sua faccia. Gli
morse il naso e glielo sradicò sputando il pezzo a terra, poi
una guancia, poi dopo aver buttato quell'altro pezzo, passò alla
calotta cranica. E ogni morso sembrava come volesse farlo a pezzi nella
follia.
I cani su segnale dell'Handler per farle da scudo, si avventarono su
alcuni su alcuni con le pistole, gli uomini del Cerchio che lei
approntava sempre per accerchiare i bersagli uscirono fuori e con
proiettili non normali ma con anestetici potenti dei loro laboratori li
fecero cascaer tutti a terra in pochi istanti. Quelli armati. Quelli no
dopo attimi di terrore nel vedere lei sbranare letteralmente con
impulsi bestiali urlarono e scapparono in mille direzioni e Lia
alzò la testa.
Il capo del gruppo di spacciatori arretrò ancora sotto shock a
fissalra e lei gli andò contro avanzando poggiandosi col la
aprte anteriore sulle dita sull'asfalto e poi caricò, buttandolo
a terra e iniziando a strappargli la carne. Emettendo versi gutturali
al cielo e vedendo la gente scappare come in una furia tipica da
overkilling. Lasciò l'uomo sguarciato alla faccia e gola a
dissanguarsi e si avventò una macchina dietro cui vi si erano
riparati alcuni, con il guanto capace di gestire l'elettricità
mandò in corto la macchina fin nel motore che scoppiò
dentro il cofano e iniziò a fumare col rischio di esplodere sul
serio, ma non solo, la carrozzeria percorsa dalla correntre raggiunse
quelli che si coprivano, portando corrente alle loro mani o corpo che
toccava il mezzo. POi passò ad altri, sdradicando portiere e pezzi di
auto e scagliandoli contro la gente e le case dove cercavano riparo.
Raggiunse i sistem elettrici delle case facendo friggere tutto
all'interno, prese pali e pezzi di ferro e con il potere elettrico colpì chi veniva preso a botte con questi.
Come un animale rabbioso prese oggetti e ferì come
un'indemoniata tutti gli uomini che le capitavano a tiro da sfigurarli,
con le mani svuotava orbite o strappava mandibole.
Arrivò addirittura, e questo svegliò i tre da
quell'inferno che stava accadendo in quella via senza uscita, a
prendere er la collottola con fare aggressivo uno dei cani e tirarlo
via da chi aveva placcato a terra e lo lanciò via fancendolo
finire di fianco sull'asfalto, portando ad arretrare gli altri due dagli uomini che
tenevano fermi, con le orecchie basse e coda fra le
zampe, facendo quel verso come un ringhio o ruggito di gola a loro
indirizzati, come minacciandoli più volte in quel modo, per poi
devastare quei tre uomini confusi.
Essendo lei per la strada e questa era senza uscita, essendovi nel
fondo la zona Squat con i senzatetto e drogati, tutti scapparono verso
quella direzione, Lia ancora distruggeva case e macchine, achciapopoava
chi non era furbo da andare più lontano e Zidgi dovette dare un
pugno sulla spalla a Kovacs per farlo riprendere e telefonare. Non
sapevano che cavolo fare e vedendo lei attrratta da urla e chiamazzi
della gente, era un pericolo attirare la sua attenzione.
"Ma dobbiamo farlo, quello che sta facendo..." fece Kovacs deciso, e
quindi urlò. Il suo nome. Cercò di richiamare la sua
attenzione, armato ocn un coltello, senza sapere che fare. E lei si
voltò, sporca e con sguardo rabbioso. per un attimo parve
riconoscerlo e ansimando ferma, lo fissò senza fare niente.
Ma uno degli spacciatori armato sfruttò quel momento, finendo
impalato, spinto il pezzo di ferro con il magnetismo, a terra. I guanti
utilizzti a intermittenza portarono a impianti elettrici interni alle
case e della strada saltati e vetri spaccati. Oggetti conficcati
nei prospetti, dentro casda attraverso le finestre, pezzi di machcine
ovunque, con queste scoppiate con fumo o proprio in fiamme, sangue e
copri a terra. E la videro puntare verso la fine della strada.
"Che cazzo fate, fate qualcosa...."
I tre si videro raggiungere da Alaric in tutta completa con un gruppo
dei suoi come rinforzo "qualcuno del cerchio ci ha chiamato e mandato
video di cosa acvcadeva e Jd e e Milan hanno mandato noi per..."
"Ci penso io..." Dorde spacciatosi per Milan, essendo al momento nel
suo studio a dipingere e aver ricevuto la chiamata con il fratello
fuori dal paese, si avvicinò ai tre e osservò lo scenario.
"Chi sono questi soggetti da creare tutto questo in uno scontro?" domandò arrabbiato a Kovacs.
"Nessuno... di loro. E' stata lei..."
"Che cosa...!?" fece Dorde perdendo compostezza " che significa, come..."
Ma la vide che falciava verso di loro tutti con guanti o oggetit in
mano insegueod uno del gruppo ferito che tentava di salvarsi. Questi
urlò aiuto, cadde in ginocchio e Lia gli si piazzò di
peso sulla schiena, mordendolo rabbiosamente al collo sotto l'orecchio
e con un oggetto in mano alzò con una mano il mento del tizio e
gli squarciò la gola in una linea veloce con l'oggetto,
affondando, affondando questo sempre più in
profonditàò, finchè non spuntò sulla nuca e
prendendo ocn le mani entrambe le estremità fuori dal collo, lei
non storse facendo slabbrare il taglio da sembrare che volesse
decapiutarlo con quei gesti.
Dorde restò come Kovacs e gli altri a osservare come non
credendo ai suoi occhi finchè i loro sguardi non si legarono.
Lei fissò Dorde e come una luce che le attraversava gli occhi,
si mosse per andare da lui facendo quei versi.
Jd e Lubo che erano con l'AirOl con Dorde e giungevano in quel momento
dopo aver controllato il perimetnro, non si frapposero per proteggere
il capo e Lubo si vide lei avventata contro uil suo braccio sinistro,
morso a sangue con l'oggeto in mano che doveva fnirgli sulla testa, ma
lui mosse questa e non fu colpiuto se non di striscio sull'orecchio.
lei puntò i piedi ocntro l'avambraccio lasciandolo coi denti e
fece forza su questi per slanciarsi all'indietro e accucciarsi a terra
poco avanti.
Jd cercò di parlarle come nei test, ma sembrava peggio di quelle volte. Non era dissociazione, o non sol oquello.
Era fuori controllo.
"E' questo che accade in lei?" fece Jd a Dorde/Milan e questi scosse la
testa in segno di diniego affermando -non sono un medico, ma se dicessi
si, io...-
Lia si mosse in avanti come fosse stato un furetto da caccia
tentò di ferire Jd, ma le tute che avevano erano fatte da una
sorta di gomma antiurto di ultima generazione che assorbiva parecchio
ogni cosa e questo lo salvò, perchèp la punta non
è era affilata rispetto un lato, usato prima per tagliare la
gola del tizio, e il colpo andò a segno ma la tuta resistette
abbastanza da far reagire Jd e spingerla via. lei atterrò
accovacciata, fissò lui e poi buttò via l'oggetto, e con
il guanto elettrico parve minacciarlo, finchp non puntò quello
magnetico e strappò di mano l'arma all'amico.
L'arma le finiì in mano e Jd fu protetto, scioccato, da Lubo che
si preparò ai proiettili. Ma lei non usò l'arma per
sparare ma per picchiare come fosse stata una mazza, colpendo Lubo al
braccio sinistro alzato ma senza fargli niente.
Lui emise quei versi di rabbia fissando l'uomo.
"Ha usati i guanti.... Allroa resta lucida?" chiese Dorde e Kovacs
riferì come li avesse usati in quelle condizioni "Allora avete
il disattivatore della bluebox o la siringa con i dissuasori per le
nanomacchine che David ha dato?" fece a tutti
"Li ho io..." fece Jd riprendendosi "ma per iniziettarle qualcosa dovremmo prenderla, e..."
"Rischiamo! Lubo, Alaric, tentate di avvicinarla e bloccarla, Jd le inizietterà...."
"Sei pazzo!?!... guarda che ha fatto, mi sbrana... cazzo, quello non ha
la faccia..." fece Alaric poi con il senso di vomito, ma senza riuscire
a farlo. Dorde allora si tolse la giacca, con gli uomini esterrefatti,
e restò in camicia, levandosi anche la cravatta, tenendola
attorciglianta a una mano. "tentiamo, non possiamo ceerto
abbatterla.... vuoi ucciderla, per caso?" gli chiede fissandolo dritto
negli occhi
"C-certto che no, io..." fece con malessere Alaric
"Bene, io cerco di attirare la sua attenzione, voi a cerchio,
muovetevi...."
"Se la feriamo..." e sussutlò quando lei fu attratta da un tizio
che si era finto a terra e cercava di scappare dentro un'auto,
chiudendovisi dentro. "NO! CHE COSA FA!!!" urlò Jd, prevedendo
cosa sarebbe accaduto. Lei andò davanti l'auto con movenze
ferine, mentre il tizio cercava di avviare l'auto in qualche modo senza
chiavi, finchè lei non poggiò le mani sul parabrezza
alcuni secondi per poi alzarle. L'auto sussultò e poi emise
scoppi in successione, mentre Dorde e gli altri vedevano il tizio
urlare terrortizzato e poi finire nel mezzo dell'esplosione con una
fiammata, ancora dentro.
Lia restò a fissare catturata dalla scena come un gatto intento a studiare qualcosa che vedeva come preda.
"Se la feriamo ..." rispose laconico Dorde "ha la scienza dalla sua, dobbiamo evitare quei guanti.... forza. Muovetevi!"
Si avviò verso l'auto e lei e Lia mosse gli occhi verso di lui,
ancora in piedi a fissare le fiamme bases uscire dal cofano e lambire
il corpo. Lo seguì attenta, fredda, calcolatrice. muovendo la
testa come un animale che inclinava e spostava ai lati il collo, fermo,
a seguire la preda.
"Ok, ragazza. A quanto pare David aveva ragione, le ripercussioni
critiche di cui parlava per le nanomacchine per te sono queste. Alti
livelli di rabbia e voglia di fare male ti portano a uno stato di
follia imprevedibile. Dobbiamo gestire questa cosa, ma per ora
guardami!" fece tenendo la parte penzolante della cravatta davanti a
lui, braccia allungate avanti. "Ricordi le nostre sfide a cavallo,
scherma, arti marziali, giochi di logica e risoluzione di film e libri?
Dai, lo ricordi, cerca di ricordare... facciamo qualcosa del genere e
vediamo chi vince... non quando lo facevi ocn lui, con me....!"
intendendo non suo fratello ma proprio lui. Avendo scoperto da pochi
giorni la verità sul loro trucchetto, poteva alludere alla cosa.
Ma Lia pareva presa da ogni sua mossacon il cappottone strappato,
rovianto, sporco che le pendevano addosso e una manica penzoloni contro
il braccio pronto a cadere. Gli si avvicinò pian piano, i
veterani che a ceerchio cercavano di formare un ceerchio intorno a lei.
Alaric passando davanti la macchina ancora con fiamme lievi che
lambivano le lamiere emise conati di vomito notando l'uomo all'interno
e Dordfe lo maledì tra i denti quando Lia si voltò verso
di lui.
Non li riconosceva, non sembrava lucida normalmente, significava che
dovevano stordirla. Dorde si fece avanti e con la cravatta le
bloccò il collo velocemente, pratico di anni di servizio e
lavoro sporco prima di salire di grado, ma continuando ad allenarsi e
restare pronto e preparato.
Altro che suo fratello, pensava, che bravo era bravo ma tendeva a fare la vita del signorotto.
Lia iniziò a dimenarsi, cercando di prenderlo con le braccia
finchè non si lasciò andare scivolando a terra e mentre
Dorde cercava di non farla sbattere sul selciato, gli agguantò
con braccia e gambe la sua gamba destra, mordendo come una pazza
pantaloni, calza e carne.Preso in contropiede, si sbilanciò e
lei lo colpì con i piedi all'addome e al mento, girandosi col
busto e slanciandosi con le gambe per raggiungerlo alla faccia e
tentando di morderlo.
Jd lesto lefece la manovra al collo con braccio per tenerla ferma,
vedendo le unghie di lei graffiare il suo capo al viso e collo. Lei
riusc' a prendere ancora a calci Dorde incazzatissima, facendo quei
versi come una pazza, per poi colpire JD stesso con qualcosa a una
gamba. Dorde ancora stordito la vide con uno dei coltelli che Jd teneva
a una gamba pronti all'uso e che lei aveva strattonato cercando
qualcvosa dalla custodia alla caviglia.
Jd per il dolore allentò il braccio attorno al collo e lei
trovò via d'uscita, diede un colpo di testa all'indietro dove
eera JD stesso e lo colpì' duramente ferendolo ancora col
coltello a una spalla, poi si girò verso Dorde che era pronto a
prendere l'arma che sentiva contro le sue reni, se necessario, ma lei
lanciò in alto il coltello e fece due ruote complete intere
portandosi dietro di lui, il quale prese l'arma e tentò di
voltarsi per mirarla, sperando di prenderla in luioghi non letali in
pochi attimi ma mentrte lei ripreso il coltello, e lui vide che era
lucida abbastanza da usare tenicche apprese normalmente, che era pronta
a prenedrlo e pugnalarlo, Di sghembo lui con l'arma e lei col coltello
si preparò a sparare anche senza mirare con l'arma, come poteva,
o uccideva qualcuno di loro. Utilizzava tecniche non da bestia animale
come pareva e ansimò rigido. Contò tre secondi per
sparare perchè lei fosse in una posizione buona, mentre vedeva
la sua mani sinistra contro di lui e il coltello nell'altra pronto.
Poi lei sussultò, emise dei versi e si voltò. Dorde vide
David con uno dei suoi scienziati con un'arma con dei dardi, che prendeva la mira,
e la centrò sora il precedente.
"Ho mirato all'arteria femorale, dovrebbe circolare velocemente, se
necessario miro a quella carotidea..." fece il giovane con l'arma e
David fissava Lia.
La quale anzimò come calcolando che fare strappando i dardi di
dosso, con espressioni di odio puro, finchè Dorde non
parlò e lei catapultò l'attenzione a lui.
"Lia, torna lucida. Non farti prendere dalle nanomacchine. Sei tu che
sei la padrona... ricordi la questione di dove tu sei? La ricordi?"
fece lui bisbigliando, cerecando di parlarle in tono lento e
sussurrante anche per non farsi sentire da altri "Tu dici sempre che
non sei là sotto, tu sei altrove, tu non sei quella cosa e non
vuoi che ti si voglia accanto per quella... tu sei tu e sei ben altro
che quella cosa... allora riprenditi e torna in te, non lasciarli
prendere possesso del tuo corpo... se riesci ci sono probabilità
di studiare..."
Poi la vide gettarsi a quattro zampe ansimando. Sentì le voci di
David e altri ma cercò di restare con l'arttenzione su di lei e
poi la vide fissarlo negli occhi, che lampeggiavano di qualcosa. E poi
avanzò verso di lui seria e con quel righio o altro. Gli
camminò fin di sopra, lui steso a terra che si sollevava sui
gomiti e lei che gli avanzò addosso avanzando sulle mani e
gomiti. E quando la sua testa su sopra il petto, senza mostrare segni
di fare niente ma solo portarglisi di sopra, lui continuò a
aprlare "ok, ragazza. Dai. Riprenditi e torniamo a casa. LA nostra
casa. Quella dove sei giunta scappando ma come dice Alaric con
prepotenza... tu sei te in quel corpo, non loro... riprendi il
controllo..." vedendo fissato viso ontro viso, ancora lucida ma
mostrando segni di debolezza da aver problemi a restare a sotenersi
sulel braccia gnocchia.
Sentì David dire di avvicinarsi con cautela, che ormai l'effetto
che doveva dare un arresto alle nanomacchine da alimentare quello stato
doveva essere al massimo.
Dorde si vide lei Addosso schiacciandolo a terra, finchè non la
sent' e vide tentare di morderlo
con rabbia al viso, ma parandola con il braccio, conficcò i
denti nel
l'avambraccio come se volesse vendicarsi e graffiandolo ancora dove
poteva con le unghie. I guanti alle punte delle dita erano rovinati
parecchio, erano in pelle di più strati ocn tutti i circuiti
interni, e nel casino le punte non percorse da nulla si erano rottee.
Non le portava lunghe come le ragazze normale, di
un paio di centimentri, ma fecero male e Dorde cerecò ci
bloccarla mentrte lei ancora se la prendeva con l'avambraccio.
"David, muoviti!" urlò, mentre la tenne ferma con le gambe e
l'altro braccio stringendola forte, finchè non fu presa da un
altro dardo . Si staccò lei, si agitò e ricordò
vedendola annaspare cercando di scappare, osservando ormai di schiena gli arti agitati al vento, quando lo prendeva in giro da
quando l'aveva scoperto. Quella fastidiosa mossa per scoprire se i
edubbi erano veri e come lo aveva preso in giro definiendolo uno
scarafaggio confuso quando si agitava schiena contro il letto.
"Sei impossibile!" le sussurrò deciso, tenendola ferma sulle spalle
finchè non iniziò a essere troppo debole e si
rilassò. Gettò la testa e le spalle al terreno prendendo
fiato, stanco e spossato, ma gli venne la strizza quando, prima che la
prendessero, lei ocn le forze ancora addosso, non si rotolò di
lato finendo sul fianco destro e cerco di alzarsi ma sembrava uno di
quegli animali durante le cacce che ancora si svolgevano, e lei odiava,
che si dimenava nell'agonia con quanto le restava.
Vedeva i suoi occhi nei suoi pieni di rabbia, poi ansimò solo,
restando ferma, a fissarlo e cadere per il sonno. Pian piano gli occhi
le si abbassarono ma con le mani lo agguantò ai vestiti e
cercò di atirarlo a sè, restando lui però fermo a
riprendersi e fissarla. Ancora completamente disteso con la testa verso
di lei e lei di fianco a perdere conosceza le mani a ghermirlo.
E poi tutto tacque.
"Ce ne sono voluti tre... con Paul abbiamo dovuto usare la camicia di
forza e con Tennent peggio di Paul, tenuto in sei e con un sedativo.
Sembra che le nanomacchine si siano fermate, vero...?" fece il giovane
con l'arma sopra di loro, insieme a David e altri.
Alaric, pallidissimo più per i corpi visti che la situazione,
con Jd e Lubo, si prodigò per aiutare a rialzare Dorde, mentre
David controllova Lia.
"Dorme pienamente, scemato l'effetto di quello stato, è piombata
in una stanchezza profonda... davvero ha fatto lei tutto questo? Che il
livello critico su di lei sia ciò che è maturato in anni
da sfogare via? Vedremo più tardi, adesso portiamola via, la
stanno aspettando all'ospedale. Avete preparato la vasca speciale?"
fece David ai altri col camice dietro di lui.
"Userete la vasca sensoriale che ho..."
"Si" fece david "ultimamente l'abbiamo provata e sembra che come dici
tu, risutalti funzionante e il suo stato di salute ne giovino. non so se la tua
teoria che l'acqqua per considerazioni vostre magiche abbia potere
ma... sembra che le faccia bene starvi dentro. Quindi proviamo..."
Dorde si fece curare con Jd e gli altri mentre Lia veniva messa, senza
cappotto, in una vasca poco più piccola di lei co le gambe
piegate piena d'acqua, con solo il viso fuori. Aveva sul fondo una
conformazione specifica per cui il viso era in un incavo che le
impediva di girarlo e finire sotto il pelo dell'acqua. Era stata presa
la sua forma da distesa e come un memory foam, come diceva lei o meglio
affermando che sembrava per prendere il calco come stare sul letto di
piume di Milan, avevano una vasca portatile speciale in metallo con
solo la tsta preparata in modo da non potersi muovere. Portarono su un
carrello speciale la vasca via verso L'AirOl e David disse che loro
sarebbero andati via prima, lasciando Dorde/Milan a controllare la zona
e che fare e si sarebbero visti dopo.
Dorde vide lavasca andar via e fu richiamato da Jd che, fasciato per
bene, gli disse di andare a controllare la zona squat in fondo alla
strada e vedere chi altri era rimasto del gruppo di spacciatori.
Doveva essere lavoro di Lia normalmente come strega, ma decise di fare
cosa lei gli rimproverava smepre. Di non camminare più tra i
comuni mortali e vedere come vivessero. Che non sapeva quanto
costassero i beni di prima necessità e che realtà vi
fosse.
E così andò.
Fu investito da puzza, sporcizia e ogni genere di rifiuto ammassato
ovunque man mano che la via finiva e le case abbandonate o prese
abusivamente terminavano, per mostrare un accampamento in uno spiazzo
ampio di ogni genere di soggetto che per la società era un
rifiuto.
si sentiva già a disagio solo a guardarsi intorno finchp alcuni di quelli non si fero avanti.
"Dovè la strega? Li ha cacciati? Ci avete bloccato qui, non sappiamo che è successo..."
"La strega è stata chiamata urgentemente altrove, ma
tornerà per voi. Vorrei che mi indicaste chi altri lavorava per
quel gruppo e non sia dei vostri... lei vuole ripulire di nuovo tutto e
abbiamo bisogno di informazioni, non siamo streghe, quinid..."
disse, senza guadare l'uomo ma attorno a sè. E si chiese come
facesse Lia a girare per quei posti tremendi che gli facevano venire
voglia di andarsene di corsa prima di prendere qualche malattia. POi
abbassò lo sguardo perchè sentiva qualcosa sulla gamba, e
si accorse di rifiuti vari e tra questi siringhe e preservativi usati.
"...voi diteci chi è rimasto di quelli e come trovarli,
mentre alcuni servi della strega vi portano cibo e altro. Andiamo..."
rivolto ai veterani.
"Che ne pensi... è un problema quella adesso? Dovremmo tenerla..."
"Alaric..." fece scazzato Dorde sentendo solo in quel moento come
un'onda di ritorno tutto quanto "non è un problema, abbiamo solo
scoperto le reazioni avverse, vederemo come tenerle a bada. Non
è una tigre selvatica da tenere chiusa a chiave"
"Secondo me si..." vedendo fissato malissimo e Alaric si zittì,
arretrando di qualche passo menter Jd e Lubo lo superavano.
Dorde non disse più nulla e tornò allo Chateau.
Dorde un paio di ore dopo.
"Il dottore è nel suo studio, posso chiamarlo e..."
"Non fa nulla, volevo sapere come stava e se posso andare" fece Dorde
alla capo infermiera. Infermiera Bernadette, sempre compita e seria, lo
fissava severamente seppur sapesse chi fosse, ma per lei le regole
ospedaliere venivano prima di quelle del capo di tutto.
"Sarebbe meglio..." ma questa si voltà e si incupì in
volto "Signorina, torni subito nella sua stanza e non vada in giro..."
urlò rimproverandola.
Lia era nel corridoio, in piedi, con un lenzuolo intorno a lei stretto
dalle dita sul petto e come uno strascico dietro, le spalle mezze fuori
da quella sorta di mantello mostravano il sopra del pigiama che era
tenuto in appositi luoghi nel caso lei fosse finita là.
Così come epr Dorde/Milan e per i veterani. Erano gli unici con
una scorta di abiti da ospedalizzazione su misura.
"Infermiera..."
"NO!" fece lei perentoria a Dorde "nelle sue condizioni dovrebbe essere
a riposo, vado subito dal dottore, la voglio vedere stesa nel letto...
vada!" fece con rabbia la donna a Lia per poi lasciare Dorde come uno scemo
che la fissava andare a passo marziale.
"Sarebbe un ottimo sergente maggiore..." fece con un ghigno Dorde
guardando poi Lia, la quale restò ferma a fissarlo, mento verso
il petto e occhi grandi su di lui. POi con un'espressione come se
dicesse qualcosa restò a fissarlo con gli occhi mentre si voltava per poi
andarssene con quello strascico ed entrare nella stanza. Quella che
occupava.
Dorde la seguì e poi chiuse la porta alle spalle. SApeva che
nè il medico e nè l'infeermiera nonostante le regole, si
azzardavano ad entrare se lui chiudeva una porta, potendo solo chiamare
all'interfono dentro la stanza.
"Come ti senti..." vedendola avvicinarsi al letto, far scivolare
giù il lenzuolo e poi mettersi seduta, stringendo le braccia
intorno alle gambe, facensdosi piccola piccola al centro del materasso.
"..."
"Ragazza, se stai male..."
"Che è successo?" fece lei senza guardarlo. Lui sospirò.
"Adesso abbiamo la risposta ad una domanda... su di te che effetti
collaterali portano le nanomacchine? Abbiamo avuto ogni tipo di effetto sugli altri tester,
dalla morte, alla pazzia, alla paranoia, al..."
"E quinid....?"
"Quindi devi evitare di arrabbiarti così tanto da scatenare le
nanomacchine dall'attivarsi. A quanto pare adorano alimentare rabbia e
odio o almeno, sembrano... come prediligere livelli alti di alcuni
ormoni e mantenerli a quel livello se non peggio..."
"Capisco... ma quindi come cavia sono decente o..."
"I casi osno due... o ti sei regolata dall oscoppiare di rabbia fino ad oggi e farti
prendere da loro o... la cosa si è attivata ora. NOn lo sappiamo
ma tranquilla, come cavia sei stata ottima. Ora non ci pensare,
riprenditi e..."
"Volevo tornare là e..."
"Non se ne parla, tu resti qui per oggi!" rimproverandola
"...si, papà... farò la brava..." con un mezzo sorriso, guardandolo. POi lo calò giù.
Lia lo fissò concentrata ma preoccupata e allungò la
mano sinistra verso di lui, toccandogli il viso con le dita. "Cosa...
che ti è successo? Il tuo viso si è rovinato?"
"No, io e te ci siamo confrontati come nelle nostre sfide e..."
"COSA!?"
"non ricordi nulla?"
"NO, io... ricordo solo... solo..." perdendosi nei ricordi, per poi
passarsi una mano sulla faccia. Stava rivedendo la morte di quel
ragazzo.
"Non pensarci. Non è accaduto ninete di grave, ma cerca di riposarti. E non far arrabbiarte l'infermiera..."
"Quella Rotthermaier..." fece lei con astio
"Quindi per questo facevi Heidi per i corridoi?" fece lui ridendo e lei alzò lo sguardo su di lui.
"Oh, no! Avevo sentito la tua voce e mi ero alzata, volevo acchiapparti
e scappare ma lei ti ha braccato prima... speravo mi portassi via..."
"L'infermiera dice..."
"Ah, l'infermiera... quella sembra avere un siluro su per il didietro e
un cane di quelli piccoli fastidiosi con acuti assurdi nella bocca..." facendolo ridere "...non voglio stare qui! E'
come, anche per le divise ispirate agli anni cinquanta o che anno hai
chiesto di prednere ispirazione, ci siano cani da guardia rancorosi
invece di infeermiere... la gentilezza l'hanno solo sui peli..."
"... no nso se questa cosa..."
"lascia stare, so io..."
"Allora dove vuoi andare?" le chiese poggiando le mani sul materasso e abbassandosi al suo livello
"Non lo so... mi sento in colpa per quanto accaduto.. cosa ho fatto esattamente?" incerta
"... lascia stare. Ora è imperativo capire che soglia è
necessario superare per te lasciarti andare alle nanomacchine. Alcuni
dei tester precedenti avevano... paure, fissazioni, e..."
"non mi hai risposto... ho fatto cose... "
"Ora scoltami, scivolare in uno stato depressivo per qualcosa non
dipesa da te non ti porta a niente e quello che serve ora è
superare tutto e vivere... possiamo andare a le Iles de Lerins o
Isole di Lérins.Amministrato dal comune di Cannes e l'arcipelago
è formato da due grandi isoledi cui Sainte-Marguerite , la
più grande, famosa per il suo forte che
si dice abbia ospitato l' Uomo con la maschera di ferro..."
"Lo so... non voglio andare da nessuna parte... e non vivo, io mi
trascino... anche tu come Milan, tutti... non vedete e non capite..."
"Ti sbagli... cerco di fare come fai tu con gli uomini..."
"loro possono, io no..."
"Lia..."
"Non mi interessa cosa pensate, io non voglio continuare. Io sono morta
molto prima, dentro. Sebbene non vogliate capirlo. Io non sono come
tutti voi che basta figliare, trovare la persona bombabile ed ecco che
la vita continua, che come disse quell'uomo in quel forum raccontando
la sua storia, dopo che tentò di morire, non riuscì e si
trascinò in una vita chenon era come desiderava ma non come
tutti pensano per ricchezza, perchè fosse chissòà
che roba che tutti sognano. ma per sè. Quella giusta e adatta a
sè. invece mi restò impresso cosa disse alla fine. Io non
ho vissuto la mia vita, una vita degna, che fosse per me o altro. E'
stata una vita basica e mediocre, anonima si può dire. Ho avuto
cosa avevano tutti e ho continuato in questo modo, ma no era una vita
che mi ha reso felice... e aggiungo io, per felice si intende di cui si
è orgogliosi e contenti, da avere il sorriso sulle labbra
nonostante tutto. No, non è stato così. E io rispetto a
lui non ho avuto niente. Altro che le boiate dette da Zay e Ric. ECCOME
IO GUARDO GLI ALTRI E COSA FANNO E HANNO!!! perchè io non ho
vissuto neanche le uscite, i momenti con gli altri, cose che gli altri
si e io no! perchè la gente da me era una merda, perchè
per i miei con cosa giudicavano delle altre mi hanno fatto venire i
terrori e le paure di essere giudicata e schifata e non ho vissuto! Io
non ho niente qui dentro..." toccandosi la testa "Io non ho... non sono
stata... non ho avuto... RIC E ZAYN SIETE COGLIONI, questo vorrei dire
a quei due. Avete detto a una persona vuota dentro di non guardare gli
stronzi che l'hanno rovinat,a con i suoi, a vedere loro sorridere, con
la gente che li accettava e li voleva intorno, a mangiare cose, a
tavola con chi loro volevano, a fare cose che io desideravo, basiche,
che tutti direbbero -ma che cosa speciale è, è solo
banale di tutti- ma non è così! Ho solo ricordi di cose
da farmi venire rabbia e odio. Di gente che mi tratta da schifo
perchè diversa, che contesta tutto di me..."
"io non credo che ti odiassero o non piacessi a nessuno, ma in un posto
bigotto e stupido dove loro facevano cosa volevano, e non parlo solo
dei tuoi, ma giudicavano gl ialtri da rovinare la gente sparlandola e
facendola finire sola... è quel mondo, non tu che non piaci alla
gente. Hai solo vissuto in un luogo non peggio di cittadine più
piccole e villaggi, per carità, ma quelli come te sono visti
come problematici e..."
"smettila, non concludi nientre dicendo questo. Ricordo Caterina. Lei
aveva il fidanzato online a cui mandava roba anche costosa e io boh, e
per dire la mia o chiamarlo scherzosamente fidanzato fantasma ha
buttato nel cesso un'amicizia per sto tizio, solo perchè aveva
bisogno dell'uomo e non degli amici, finendo per dire di me peste e
corna con gente che non conoscevo del nostro corso di laurea facendomi
passare da stronza quando io stavo già iniziando a stare
male,a vevo i miei cavoli, dovevo farle secondo lei da segretaria
bastava che prendeva gli appunti lei e mi ha fatta incazzare lei e le
altre del gruppo nostro che frequentavo da mandarle a fanculo. E
sentivo gente che manco sapevo chi era che sapeva però di me e
come ero etichettata, passando per stronza dopo che io a Caterina avevo
aiutato in mille modi!!! A causa dei miei io9 non ero me stessa, non
riuscivo più, fingevo, e la gente tra le altre cose mi
allontanava, ma NO!!! SOno io la merda... quindi lascia perdere. Il
solo fatto che sono vostra amica è perchè non siete merde
come sembrava all'inizio ma io voglio andarmene, indipendemente da
questo posto e cosa volete darmi per spingermi a continuare... si
è visto con ZAY e RIC cosa è accaduto con loro che si
sono rifiutato di darmi una mano per l'unica cosa che chiedevo!! Che
poi era solo di accertarsi e io fossi morta, o inscenare con me la mia
morte per incidente. Mica farlo loro con le loro mani o come ne
riusciva. Ma mi hanno abbandonata su una cosa importantissima e sono
finita a restare con i miei in quel vuoto e morte interiore. Mai
nessuno oltre loro, orsi del cazzo. Mai maici, mai perosne che venivano
a trovarci, solo loro e i nonni massimo a cagare il cazzo. Solo
mangiare roba da confezioni o barattoli senza una pizza, un dolce,
qualcosa... neanche che so cos ebanali com pasta al forno fatta bene,
lasagne, o altre cose buone che tutti mangiavano la domenica... niente.
Dolci niente. Una cosa per me no, per i fratelli si però!
Mangiavano loro come merde e io a guardare e i miei MERDOSI hanno avuto
l'ardire di dirmi sempre e comunque -accontentati di cosa cè-
perchè a loro andava bene così allroa così per
tutti. Non gli veniva in test ache la gente è diversa ed esce
pazza in una vita misera e vuota come quella senza neinte per cambiare
o qualcosa di buono per tirare su il morale. Loro a senso loro si
accontentavano ma erano solo spilorci di merda che mangiavano di merda
ogni cosa economica che faceva schifo e tu morivi dentro, pezzo dopo
pezzo. Io infatti non ho retto! Andavo fuori di testa giorno dopo
giorno. Sola perchè allontavano gli stronzi, i profittatori,
gente che voleva solo qualcosa ma non me... sempre con loro a cagare il
cazzo a casa a girare come ebeti per le stanze, a controllare te e i
tuoi cassetti e dove fossi, a guarfdare solo tv e basta. Non andavano
da nessuna parte e non vedevano nessuno. una vita vuota e inutile per
me, distruttiva. Ma loro niente... non si sono accorti, aprendosi
mentalmente, che mi stavano uccidendo avendomi voluta con loro per
forza. A forza. Appena diploimata solo a dire che io dovevo restare con
loro. Ecco che è accaduto... io che non volevo restare, con ZAY
e RIC che mi hanno tradita lasciandomi morire in modo peggiore con i
miei trascinandomi per tutto quel tempo soffrendo da merda... ecco cosa
ne ho ricavato io dalla vita. Dal mondo volevo solo fiducia nel credere
che io potessi vivere. Invece non ho avuto niente, e quei due coglioni
pensavano parlassi di hcissà cosa... solo io ci ho rimesso e ho
perso, spero che ne siano orgogliosi come i miei. Ho sofferto fino
all'ultimo istante della mia vita come una disgraziata, ZAY e RIC
gofniaste pure il petto, spero che morirete un giorno orgogliosi di
avermi distrutta anche voi...."
"...!
"Canta per me per dormire.... Sono stanca e voglio andare...E poi
lasciami sola... Non provare a svegliarmi al mattino....Perché
me ne sarò andata ...Non stare male per me... Voglio che tu
sappia... Nel profondo della cella del mio cuore... lo farò
e mi sento così felice di andare... Voglio che tu
sappia... Nel profondo di ogni cellula del mio cuore... che voglio
davvero andare..." cantò Asleep e Dorde sospirò
"Di nuvo quela canzone,...Vorrei sapere i tuoi come non vedessero fino
a che punto ti sei rotta e per loro andasse bene, privandoti di tutto,
dai tuoi soldi che tenevano nei loro conti al cibo, a ogni cosa,
vedendoti strisciare disperata e priva di vita addosso..."
"Vai.... lasciami in pace..."
"Ma..."
"Lasciami nel mio niente, non ho voglia di niente, ora voglio solo
pensare a come fregare le nanomacchine... non intendo permettere loro
di perdere la ragione e gestire io, cosa resta di me..."
"come vuoi... Andrò a parlare con il dottore nel caso nel mentre
ci ripensi... Potremmo andare a cercare le celle dove erra rinchiuso
l'uomo con la maschera e vedere di scoprire chi fosse..."
"pensi che la vita sia come nei film dove tutto viene scoperto per cose
che comodamente sono nascoste o incise là? Ma andiamo..."
"NOn possiamo scoprirlo se non andiamo..." fece lui con le mani in tasca andando verso la porta
"Dorde..." facendolo fermare "...perchè passi del tempo con me?"
"..." lui la fissò accigliato "come tutti, perchè siamo amici..."
"e cosa ti porta questa amicizia...?... voglio dire, cosa ti fa rendere conto del fatto che cè questo legame?"
"Perchè..."
"Io non lo so se provo qualcosa e se si, cosa... non lo comprendo e non
capisco se la vostra gentilezza non sia dipesa da altro..." fissandolo
negli occhi
"... se solo fossi scappata prima da quel luogo orribile, non saresti
finita così! In questa esistenza sei scappata da quel posto solo
perchè qualcosa in te è uscita fuori e hai avuto la
fortuna di trovare un posto qui da noi... se fossi andata via prima, ma
senza soldi visto che li avevano loro e senza niente, non saresti
andata lontano, malata. Se fossi stata senza problemi fisici, scommetto
che saresti riuscita... e tutti o ti hanno tradita, o fatta arrabbiare
o allontanata e sei rimasta sola... anche se tu provassi qualcosa,
quello che ti hanno fatto maturare i tuoi, ti impediscono di rilassarti
e..."
"Lascia stare la psicologia, non mi interessa... vorrei solo che queste vostre gentilezze fossero sincere e..."
"Cosa ti credere che non lo siano?"
"..." fissandolo malamente "PERCHè Tu e Milan avete allontanato
tutti per evitrare tradimenti, non avete veri amici anche se con i
veterani cercate di non mettere troppa distanza e io sono una cavia... "
"..." avvicinandosi a lei tornando, le posò una mano sulla nuca
massaggiando con le dita "tu non conosci molte cose e a volte rifiuti
la gentilezza per paura che la gente voglia altro, non è colpa
tua, ma come ne sei uscita, ma non ti fa bene chiedere solo credendo di
capire senza accettare la vera gentilezza..."
"...Poi vado da mio fratello e gli dico “Fratello,
aiutami, ti prego” Ma lui finisce soltanto per mettermi
ancor più in ginocchio.
In dei momenti ho pensato che non avrei retto ancora a lungo..." con sconforto, sebbene le piacesse quel gesto con la mano
"Sempre citazioni da canzoni?"
"Che altro ho? Libri e canzoni... ho vissuto cosa leggevo dai libri e
dalle canzoni ma veramente io... no! Ho incubo della mia vita di prima.
Per loro io se urlavo godevo, erano convinti che se ceercassi di farmi
sentire e capire, voleva dire solo che adorav alla follia i conflitti,
sbraitare, a... non mi conoscevano mai, come ci stavo male mentalmente
e psicologicamente quando raggiungevo il limite da urlare!! Ma no, ero
io!!! Sempre a rinfacciarmi che fossi egoista e stronza, che non avevo
considerazioni di loro... ma di me, chi lo aveva!?! Sempre a dire le
solite boiate che dicono i genitori del cazzo che chiamano amore e poi
rantoli dentro a pezzi fino all'agonia e... loro ti urlano contro che
non sorridi per far contenti loro e i nonni del cazzo! Che sono troppo
lugubre e rovino loro i pranzi e le cene... avrei voluto farne a meno,
preferivo mangiare da sola a disperarmi in silenzio..."
"come adesso?" dandole un bacio sulla tempia, carezzandole
la schiena finchè lei no nsaltòò per aria e non lo
fissò male mentre lui sorrideva e e tornava alla porta "A
ricordare come ti sentivi, come stavi tra loro obbligata in cosa non
era tuo, ti perseguita ancora adesso..." vedendola con le lacrime,
mentre lei le cancellava con il dorso della mano "ti hanno fatta
sentire sempre peggio, sempre a usare le carte dei sensi di colpa,
colpevolizzazioni... come se il problema fossi tu e fossi pretenziosa e
volessi chissà cosa. Voelvi solo pace, del cibo che aiutasse,
discorsi e interazioni umani e non sordi e ciechi boriosi aprendo
casini loro da teatrino e poi ti dicevano di zittirti... ma quello
è il passato e..."
"NO!! Non è il passato... io non posso vivere ed esistere, non
importa che modo, per cosa mi osno portata dietro. Mi osno sempre
frenata e non ho vissuto nulla, per i terrori di giudizio e il casino
che avrebbero fatto se io vivevo qualsiasi cosa... è già
stato assurdo che dicessero si per l'Irlanda. Non ci credevo,
seriamente, ma accadde ma... io non dovevo più tornare! Adesso
non sarei ridotta così! Anzi, preciso. Quello era per morire con
meno tormenti. ZAy e Ric non volendomi aiutare mi hanno torturata anche
loro e non capiscono. Cosa è significato cotninuare a respirare
e strisciare a questo mondo per tutto quel tempo dopo... io che non
avevo potere sulla mia vita. Dovevano decidere tutto loro. SApevo solo
prima di diventare maggiorenne che avevo soldi in un conto ma non
potevo metterci mano sopra, neanche da adulta. Assurdo diranno tutti
che maggiorenni di sicuro si sono presi tutto ciò che era loro o
comuqnue se lo gestivano. io non ho potuto. TUtto a nome loro o
oncdiviso e non potevo fare niente perchè loro dovevano avere
parola perchè co intestatari!! Sembra assurdo ma è vero!
io non ero padrona di niente e non capivano. Per loro era giusto
così! Dovevo fare un documento? Dovevano farlo loro o dovevano
esserci loro, anche da adulta, io dovevo avere la loro supervisione e
approvazione per le cose. Schiava e dicevano di no. Mi urlavano -sei
stronza, merdosa, disgraziata, testa di cazzo, cogliona, egoista di
merda, e altro e altro- " respirando male per il pianto che voleva
venirne fuori "e la colpa era sempre mia!! Ereo così stanca, non
ce la facevo più a vegetare con loro a subire sempre i loro
ordini anche da adulta e tutto! NOn potevo gestire niente di mio, ogni
cosa doveva avere il loro naso dentro e poi ero una figlia di merda!!
Voelvo scappare ogni giorno ma non sapevo dove andare perchè
malata, temevo che anche se gli intimavo di non cercarmi per quanto
stronzi mi facevano cercare mettendo avvisi col mio nome. Se me ne
fossi andata prima... ma non avevo soldi ne altro. L'unico modo che
avevo per fuggire era... sposarmi o morire! Questo per loro era
adeguato. E se schifiavo letteralmente la loro vita mi dicevano
-vattene, prendi e te ne vai- e io l oavrei fatto se avessi avuto i
miei soldi e non co-gestiti da loro. Perchè lo so che potevano
benissimo fare qualcosa ai conti e bloccarmi utto dicendo di tornare...
loro non mi conoscono ma io conosco loro... ho vissuto e scelto cose
per loro perchè almeno a volte mi snetissi dire -brava, ottimo
lavoro, ti sei impegnata e guarda- o altro per... a che serve parlarne,
mi avessero detto qwualcosa di incoraggiante, fiero, orgoglioso...
niente!! Solo a pretendere su di me e aspettarsi che fossero loro a
gestire tutto finchè non mi sposassi, finendo schiava di qualcun
altro... io sono morta dentro e nessuno ha voluto vede re e capire...
solo a essere sicuro come tutti che quelloa vita perchè andasse
bene a loro, fossero ottima per me ma io impazzivo... Io stavo
malissimo quando mi urlavano, si litigava, mi si trattava da schifo e
non capivo che significasse quando leggevo dai libri o vedevo nei film
certi atteggiamenti gentili, affettuosi, di... vaffanculo" nasconedndo
la testa dietro le gambe, che tneva ancora strette tra le braccia.
"...distenditi e non pensarci, ti farò portare del tè e
delle stecche di torrore, classico, per tirarti su..." vedendola
sorpresa "se ci fosse qui Milan gli direi di abbracciarti, se lo
facessi io avresti paura di altro che temi la gente voglia e non ho
intenzione di peggiorarti... ma anche noi si, siamo diffidenti con la
gente, ma a volte è necessario se ci sono persone con cui siamo
in sintonia, lasciarsi andare all'affetto... siamo amici, noi
più che con altri, non pensare a niente e stai tra noi. Odiavi
quando te lo dicevano ZAy e Ric perchè primo erano prima
chilometri e chilometri e poi proprio un altro paese e non riuscivi
più a reggere a solo parlare online e poi... ti eri resa conto
che sembrava che.. loro parlassero e ti trattassero senza più
considerare te. Soffrivi, stavi male per cosa gli snetivi dire o
leggevi che scrivevano e sembravano non capire quanto tu stessi male e
cheidevi solo una cosa. Un aiuto, solo vereificare creando le
condizioni, della tua morte... ma tutti ti hanno tradita lasciandoti
sola, a lottare contro te stessa dicendoti invece solo di pensare a
vivere, e..."
"smettila..."
"loro non avevano capito quanto fossi rotta e disperata, e peggio non
eri abituata a nessun tipo di eleemtno o trattamento gentile e cona
ffetto e simili. Abituata solo a come vievvano i tuoi e come si
trattavano tra loro e di ocntro loro con te. Hai perso la
familiarità con gentilezza e affetto e la tua amicizia con loro
solo online era finita per freddarsi.. ma non lo hanno capito. Non
cèra aiuto che potessero darti e non avevi intenzione, per
niente, di scappare da loro per fuggire alla disperazione di quella
vita con la tua famiglia, perchè sapevi che sarebbe finita come
con tutti. Che avresti visto facce e discorsi sussurrati su di te che
eri un peso, un fastidio, non eri come si aspettavano, che sostenerti
era un peso e tutto i lresto. Con noi tu sei scappata perchè non
ti aspettavi di essere ospitata, volevi andartene e quel gruppo ostile
e noi era un'ottima scusa. Ma normalmente non accade... hai rifiutato
l'ospitatità di qualcuno perchè non volevi sentirsi in
obbligo, un peso o altro e hai ancora terrore ai gesti di gentilezza e
bei mometni a discutere come persone... non ne uscirai mai se non con
terapia ma ci vorrebbe tempo..."
"E io non ho...Io non riuscirò mai a tirarmi su da sopravviere
almeno, voglio andarmene, ne ho bisogno, non riesco a stare, ad andare
avanti, ogni cosa bella mi fa venire di piangere e non riesco a viverla
e... ho incubi, terrori paure che non riesco a mandar via..."
"che loro ti hanno fatto maturare, ma tu non eri così, lo so...
quando non si capisce che si rovina le persone... mettiti giù
per ora e riposati, ti porterò qualcosa più tardi sempre
che Milan non torni e voglia vederti..."
"Accompagnatemi alla Soglia... aiutatemi, solo questo, a trovare la
pace e togliermi questo dolore che non andrà mai via... e
cancella le famiglie... modifica le cos ecome le abbiamo solo
ipotizzate ma niente più famiglie e peggio senza controllarle e
verificare cosa accade dentro come facevano i coglioni là
fuori..."
"io sono dal dottore, se cambi idea hai questo tempo..."
andandosene
Dieci minuti dopo
"Dottore..."
"Venga Bernadette..." disse questi alla donna che bussò mentre
parlava con Dorde, facendolo un pò innervosire. Odiava chi
interrompeva.
"Volevo solo avvisare che la ragazza è scappata..."
"Cosa?" fece Dorde sorpreso "ma l'avevo lasciata..."
"L'aveva... ha lasciato questo sul letto"
Dorde prese il cartoncino scelto alla buona per scerivere e lesse, per
poi cercare di non scoppiare a ridere in faccia alla donna.
"Cara Rotthermeier in gessato bianco. La ringrazio di quanto fatto ma
la sua marzialità avrebbe fatto sclerare anche baffetto tedesco.
Odio stare rinchiusa, chi è prepotente senza dialogare, pensando
che si sappia cosa è bene per gli altri sia giusto. Per
esperienza preferisco decidere io e rischiare se devo, non permettere
agli altri di decidere su di me. Se fosse così tornerei in
quella cazzo di famiglia e sono felice che lei non abbia marito e
figli. Ha fatto bene. Si viva la sua vita come la sente e non la spenda
solo per chi il cervello e gli ormoni le dicono di considerare sopra se
stessa. Perdendo cose e opportunità da ricordare in vecchiaia.
Privandosi di qualcosa. E non sia tirchia. lo so io cosa significa
vivere un niente e doversi ogni giorno accontentare uscendo pazza...
Non muoia come farò io piena di amarezze, rimpianti e
rimorsi. Io morirò così e così tutte le me di ogni
piano parallelo che non hanno vissuto, ma sognano la morte come
speranza di pace. E nessuno è amico o umano vero da aiutare.
Andrò a fare una passeggiata prima di dichiararmi auto-guarita e
cercherò qualche soldato biancaneve che lui si, ha bisogno di
consigli ordinati e gestiti con severità perchè lì
serve, accidenti a loro, perchè non sanno nenache come lavarsi
le mutande. E non scherzo, purtroppo!! Quindi tornerò ai miei
impegni di Veròna cercando quel senso di -sentirsi vivi- che non
ho normalmente. Non so se lei capirà, ma ho deciso che ne ho
bisogno. Se per il dottore le mie azioni di Veròna sono
deleterie per il mio stato psicofisico, mi spremerà se devo per
qualcosa che voglio continuare. Più porto paura, dolore e
terrore a chi merita rendendo tutto un mio territorio da gestire e
controllare e più mi sneto utile davvero e mai come nella mia
vecchia vita. Se ha rimostranze, faccia rapportino e magari un giorno
di questi a colazione lo leggo e le faccio sapere. Ma metta tanto
accento tedesco che enfatizza i concetti. E' il suo marchio di fabbrica
e sarebbe pure simpatica e di calore senza lo scopettone troppo in
sù.
Buon lavoro e riveda un pò, un pizzico, l'empatia umana per chi
è malato o come me che soffre per come la si tratta.
-Lia"
...Inaudito, dottore!!" fece la donna seccata
"..." Dorde fissò e basta il bianco rettangolo, portandosi una
mano davanti la faccia per mascherare le risa, poi lo lasciò
scivolare verso il dottore "lo metta nel suo fascicolo, faccia ripulire
la stanza e tenere le sue cose pronte nella sacca al solito... io vado!"
"Ma... le sue cuire, i test, cosa dobbiamo fare per tenere sotto controllo le nanomachcine..."
"Tranquillo, è solo un momento di frustrazione e disperazione e
doveva uscire dalla gabbia in cui si snetiva... con David on ci saranno
problemi, ma la lasci libera per ora..." dando lespalle, sismandosi la
giacca per poi dire prima di stringere la maniglia, ridendo senza
riuscire a controllarsi "Benedetta ragazza!!"