Digimon-Tamers: L'avventura non finisce mai

di gryffindor91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'arrivo a DG-world ***
Capitolo 2: *** Digi prescelti e Digimon Tamers ***
Capitolo 3: *** Strade diverse ***
Capitolo 4: *** Ricordi dei quattro punk ***
Capitolo 5: *** Fronteggiando la Fortezza ***
Capitolo 6: *** Saved and Lost ***



Capitolo 1
*** L'arrivo a DG-world ***


L'arrivo a DG-world

Se ne stavano li seduti a guardare il fuoco…dovevano essere una decina, tutti ragazzi adolescenti che non superavano i 14 anni.

Ognuno di loro aveva con se una specie di creatura, più paragonabile ad un mostro che se ne stava seduti accanto ai loro amici, senza fiatare, a guardare il fuoco che scoppiettava davanti ai loro occhi.

Erano riuniti in un piccolo cerchio: il primo aveva capelli castani con una strana pettinatura. Doveva essere uno dei più grandi, alto e magro con occhi dello stesso colore dei capelli.

Aveva accanto a sé una specie di dinosauro arancione, alto almeno un metro, con unghie grosse e corte alle gambe e ai piedi. Corti, grossi denti affilati gli uscivano dal suo musone.

Si chiamava Agumon e il suo amico accanto a lui Tai.

Accanto a Tai se ne stava muto e zitto un ragazzo biondo dagli occhi azzurri, alto qualche centimetro in più di Tai, ma più piccolo di lui di un mese. Lui, come tutti gli altri, aveva una specie di mostriciattolo accanto. Questo aveva un muso da cane, e una pelliccia bianca con strisce blu gli ricopriva quasi tutto il corpo, tranne la pancia di colore giallo, dove al centro aveva uno strano disegno circolare, e aveva sulla testa un corno appuntito. Come Agumon era alto un metro e aveva denti e unghia corte e grosse alle mani, ai piedi, e alle mascelle.

Lui e il suo migliore amico si chiamavano Gabumon e Matt.

Matt teneva la mano a una ragazza, della stessa età, qualche centimetro più bassa di Tai e Matt, anche se lei era nata prima di tutti e due.

Aveva capelli rossi e accanto a lei si trovava una specie di uccello rosa, con un collare a un piede,grosso e alto quanto un gallo(forse anche di più). La differenza era che aveva delle ali con cui poter volare e un becco molto grosso con artigli corti ma affilati alle zampe.

Si chiamava Byomon, e la ragazza che teneva la mano a Matt si chiamava Sora.

Non più distante da loro si trovava un ragazzo dai capelli corti e rossi, molto pensieroso e furbo dall’aspetto. Era alto quasi quanto Sora, ma era più piccolo di loro perché aveva 13 anni. Come gli altri avevano un mostriciattolo accanto, lui idem…aveva accanto a se una specie di insetto gigante(grande quando due palle da calcio),era di colore rosso,e avrebbe potuto sembrare una coccinella(gigante)che al posto di avere delle puntine nere dietro aveva dei piccoli spigoli,come spine,al posto del corpo da insetto,un corpo metallico,e al posto degli occhi da insetto degli occhi grossi(come quelli della mosca soltanto raddoppiando le dimensioni).

Lui e il suo compagno si chiamavano Tentomon e Yzzi.

Accanto a lui si trovava una ragazza carina dai capelli castani molto sottile e gentile.

Anche lei aveva un mostriciattolo con se, anche se non si potrebbe dire che assomigliasse a un mostro,ma ben si a una gatta molto carina, dal pelo liscio e bianco e nella coda aveva un anello…

Si chiamavano Kari e Gatomon(Kari e la sorella minore di Tai).

Kari aveva la stessa età di T.K. (11 anni)il ragazzo dove Kari aveva appoggiato la testa sulla sua spalla.

T.K. era un ragazzo dai capelli biondi e occhi azzurri(proprio come suo fratello Matt) e si potrebbe dire che fosse il più bello del gruppo, e poi era il suo sorriso a far impazzire, ma in quel momento il suo sorriso era inespressivo……come tutto il resto del gruppo non aveva un aspetto molto carino in quel momento. Fissava il fuoco con aria seria,ma allo stesso momento molto triste…

Anche lui come tutti gli altri aveva un mostro con se, ma sinceramente guardarlo faceva ridere…era piccolo e arancione, a parte la pancia che era bianca, aveva la coda come quella dei cani dobermann, corta e piccola, e poi aveva delle piccole ali, per metà bianche e per metà arancione.

Era Patamon , il migliore amico di T.K.

Un ragazzo(che si trovava accanto a Tai) guardò per un attimo T.K. e Kari, ma poi tornò a fissare il fuoco.

Si chiamava Davis,e aveva come compagno V-mon.

Oltre a loro 7, ce ne erano altri tre, che cercavano di starsene in disparte, forse per il dolore della perdita…

Erano gli unici a non guardare il fuoco e a starsene seduti per terra.

Parlavano tra di loro, quasi bisbigliavano.

“Non capisco come sia potuto accadere”disse un ragazzo dai capelli color turchese e occhi grigi, vestito da Punk e con diversi piercing in entrambi le orecchie.

“Ryo sembra molto triste”disse un ragazzo dai capelli castano chiari cercando di non farsi sentire dal ragazzo accanto, anche lui vestito in stile Punk con piercing alle orecchie.

Il ragazzo accanto dai capelli castani e dagli occhi blu oceano non rispose.

Si chiamava Ryo,ed era accompagnato da Cyberdramon il suo amico digitale che cercava di starsene in disparte. Era anche lui un Punk ed aveva anche lui molti piercing alle orecchie.

Il ragazzo dai capelli color turchese si chiamava Henry,un ragazzo di 12 anni, la stessa età di Takato,il ragazzo dai capelli castano chiari con cui parlava prima. Ryo ne aveva 14.

Anche Henry era accompagnato da un amico digitale,si chiamava Terriermon.

L’amico di Takato invece era Guilmon.

Nessuno dei tre parlò più, quello che era successo da cui a qualche mese li aveva lasciati senza fiato. In questi mesi avevano dovuto affrontare mostri malvagi, scelte difficili, situazioni complicate, e eventi inspiegabili, come quello di vedere davanti ai loro occhi i ragazzi davanti al fuoco. Loro non avrebbero dovuto esistere, insomma i DG-prescelti non dovrebbero esistere insieme ai Digimon-Tamers!

Ma questo invece era possibile, li vedevano davanti a i loro occhi, anche se non riuscivano ancora a crederci…

Tai si avviò verso Takato e chiese:

“ che avete deciso?”

Takato e Henry guardarono Ryo. In quel momento tutto il gruppo pendeva dalle sue parole.

Ryo smise di pensare e guardò tutto il gruppo.

“ Partiamo domani all’alba, per stasera ci riposeremo”disse, e a questo punto tutti lo guardarono perplessi. Fu Tai il primo a parlare.

“ Ok!”disse con tono di approvazione.

Il gruppo si risvegliò e ognuno diede la sua approvazione.

Yzzi si alzo dicendo:

“ Così mi piaci!”

Subito dopo anche Matt e Davis si alzarono.

“e così che si fa amico!”dissero all’unisono.

Anche Sora si alzò:

“se lo dici tu sono d’accordo con te”e gli sorrise.

Kari e T.K. si alzarono.

“So quanto sia difficile per te, ma sono dei tuoi”questa fu l’approvazione di Kari.

T.K. non sapeva cosa dire;in queste situazioni non era bravo a parlare, allora disse:

“per me vale quello che ha detto Kari!”

Ryo si sentì sollevato, ma poi guardò Takato e Henry;i loro volti erano rimasti perplessi come all’inizio.

Il sorriso di Ryo scomparve.

“Beh, sarà meglio andare a dormire…”

Ognuno di loro presero i propri sacco a pelo e si coricarono.

Ryo pensò tutta la notte,cercò di dormire ma non vi riuscì.

“ Rika... dove sei?” sussurrò tra se e se, senza accorgersi di aver parlato ad alta voce.

Alla fine si arrese,e incominciò a pensare a quello che era successo il mese prima…

Naturalmente vi starete chiedendo che cosa sono i DG-prescelti e i Digimon-Tamers, beh derivano dalla stessa parola: Digimon.

Sicuramente vi starete chiedendo cosa sono i Digimon…sono dei mostri digitali, che vivono a DG-world.

I mostri digitali sono un’insieme di dati numerici, in pratica sono dei mostri creati in rete. Il loro corpo e interamente composto da dati, e chiunque potrebbe dire che non hanno un’anima, insomma che non hanno niente dentro di loro, sono insensibili all’emozioni, ma non è così.

Anche loro pur essendo Digimon (digital monsters) composti solo da dati, riescono a provare emozioni, perché la loro mente artificiale si è evoluta fino a questo stadio.

Essi vivono a DG-world, che più chiaramente potrebbe risultare che vivono dentro il computer, nella rete digitale.

Ora qui ci sono due storie, quella dei DG-prescelti, e quella dei Digimon-Tamers.

Takato, Ryo e Henry sono dei Digimon-Tamers, mentre il resto del gruppo sono dei DG-prescelti, i così detti bambini prescelti.

Nel mondo di Takato, Ryo e Henry, i Digimon erano solo una serie di cartoni animati, almeno questo si pensò fino a quando Rika, Henry, Takato, Ryo, Kazu, Jeri, Susi, e Kenta non diventarono Digimon-Tamers (domatori di Digimon).

E indovinate un po’ chi erano i personaggi della serie televisiva dei Digimon?!

Ma naturalmente tutto il resto del gruppo: Tai, Matt, Sora, Yzzi, Mimi, Joe, T.K., Kari, Davis, Codi, Yoli, e Ken (alcuni di questi ragazzi non ci sono).

Ecco perché doveva essere impossibile che i DG-prescelti stessero con i Digimon-Tamers!

Ecco quello che successe proprio un mese fa, nel mondo dei Digimon-Tamers:

Un ragazzo e una ragazza stavano passeggiando per i viali di Tokyo:chi mai avrebbe potuto immaginare cosa fossero quei due ragazzi?

E che cosa se no che due Digimon-Tamers! Però due Digimon-Tamers veramente abili,visto che i loro soprannomi erano Re e Regina dei Digimon.

Potevano sembrare due piccioncini, se i loro caratteri non fossero stati così diversi.

Uno era simpatico e altruista, e l’altra aveva un carattere gelido e indifferente.

Se ne stavano a passeggiare per il marciapiede del parco, quando un rumore di bip li interruppe.

Era il rumore dei loro DG-vice, che avevano iniziato a lampeggiare.

“oh no!un altro!”disse il ragazzo prendendo il suo DG-vice,con contorni blu e dentro bianco.

“ma non ci lasciano mai in pace!?”esclamò la ragazza prendendo il suo,che al contrario del suo ragazzo era con contorni bianchi e dentro blu.

“allora ci tenevi all’appuntamento?!”esclamò il ragazzo esterrefatto ma sorridente.

Ma la ragazza lo lasciò sbattere, guardò il DG-vice:il Digimon che stava per bio-emergere si trovava nel parco poco distante da lì.

“Andiamo!”disse la ragazza e iniziò a correre.

“aspetta!”il ragazzo la seguì a fatica.

Quando arrivarono sul luogo,il Digimon aveva già iniziato la bio-emersione.

Dal suolo comparve una luce, e un’insieme di dati iniziò a comporsi, fino a quando non comparve lui, il Digimon bio-emerso.

“siamo arrivati troppo tardi!”disse la ragazza in tono serio.

“non ci resta altro che combattere!”disse il ragazzo sorridente.

La ragazza annuì e disse:

“Renamon!”

Dal nulla apparve un Digimon:era una specie di volpe,dal pelo quasi tutto giallo e liscio, aveva dei guanti viola sulle braccia e a differenza di una normale volpe, lei si reggeva sulle zampe posteriori, ed era alta circa un metro e 70.

Si chiamava Renamon, e la sua Digimon-Tamers Rika. Rika era una ragazza molto carina di 14 anni; aveva degli splendidi occhi azzurri e capelli castani lisci, un po' sul rosso, che le arrivavano fino alle spalle con la riga laterale. Era vestita con pinocchietti neri da Punk con diverse catene e cintura da metallaro, canottiera col cappuccio nera e blu con un teschio ad un'estremità e con stivaletti neri con i lacci e fibbie. E per concludere, diversi piercing alle orecchie.

Il ragazzo prese il DG-vice e chiamò il suo Digimon. Subito dopo dall’alto apparve Cyberdramon, un Digimon alto più di Renamon, e con il corpo ricoperto da un’armatura nera.

Indovinate chi erano quei due?E chi se non Ryo e il suo Digimon.

Rika prese il suo DG-vice e analizzò il Digimon:

Nome Digimon: Marinedevimon

Livello Digimon: Evoluto

Gruppo Digimon: Animale

Tipo Digimon: Virus

Tecnica: Evil wind

“Abbiamo un problema”disse Rika guardando Ryo”e di livello evoluto…”

I Digimon si differenziano tra loro per i vari livelli:il livelli sono dal più basso al più alto;ora il livello evoluto viene prima del livello mega, una delle ultime DG-evoluzione del Digimon.

Ryo la guardò pensieroso poi disse:

“non ci resta che far Dg-evolvere Renamon fino al livello evoluto con…”si infilò la mano nella tasca e ne estrasse una carta blu”la carta blu!”

Rika lo guardò incerta,poi chiese:

“Come hai fatto a farla diventare una carta blu?”

“C’è e diventata da sola, anche se non mi servirà”disse Ryo,visto che Cyberdramon era già di livello evoluto.

Rika estrasse la prima carta dalle tasche che gli capitò e vide che era blu.

“Sei pronta?!”chiese Ryo.

Rika non se lo fece ripetere due volte e prese il suo DG-vice e vi strisciò la carta.

“DG-modificati!”gridò”carta della DG-evoluzione Matrix!”

Renamon si illuminò, e dal livello intermedio passò al livello evoluto:Taomon.

Marinedevimon fu il primo ad attaccare. Si avvicinò a Taomon e a Cyberdramon volando e fu lì che attaccò, senza nessuna pietà:”Evil wind!”gridò.

Un vento demoniaco gli usci dalle braccia,e colpì Taomon e Cyberdramon, che si pararono grazie a una barriera di Taomon.

Il vento fu così forte che Rika e Ryo si dovettero aggrappare al tronco di un albero per non essere spazzati via.

Marinedevimon attacco ancora col vento demoniaco, ma sta volta Cyberdramon con una spada laser lo contrattaccò.

Cercò di tagliarlo a metà, ma Marinedevimon si parò e passò al contrattacco: con due lunghe braccia, che partivano dalla schiena e alla fine avevano due punte molto affilate, lo colpi.

Cyberdramon cadde a terra, ma in quel momento l’ ologramma rovente di Taomon colpì il nemico.

Marinedevimon cadde indietro e sbatte in degli alberi,che furono spazzati via come delle foglie. Cyberdramon si rialzò e, con la sua spada laser, lo tagliò in due.

Rika chiuse gli occhi e si girò,mentre Ryo assisteva alla scena:gli organi di Marinedevimon si stavano riattaccando tra di loro. Ryo si trattenne dal vomitare, mentre le budella di Marinedevimon si attaccavano tra di loro e si ricomponevano. Alla fine tutti gli organi del corpo si ricomposero(e Ryo riuscì a stento a non vomitare).

Subito si diresse verso Taomon e Cyberdramon, e li spazzo via con il suo vento demoniaco.

Rika si rigirò, estrasse una carta dalle tasche e la strisciò nella piccola fessura alla destra del DG-vice.

“DG-modificati”gridò”carta dell’ipervelocità!”

Taomon divenne velocissima, e ,come un fulmine, si trovò dietro la schiena di Marinedevimon.

Rika strisciò di nuovo la carta nel DG-vice, e diede a Taomon un’ulteriore potenza.

Con il suo ologramma rovente, Taomon bucò la pancia a Marinedevimon.

Sta volta Rika non si girò, e assistette alla scena:gli organi iniziarono a ricomporsi e ritornarono perfettamente normali;Rika rimase paralizzata dalla scena.

Cyberdramon attaccò alla gamba destra di Marinedevimon, ma quello la sposto velocemente, e con le sue braccia spazzo via il Digimon di Ryo.

Rika guardò Ryo con sguardo interrogativo,ma neanche Ryo sapeva cosa fare. Tentò con una carta della ricarica, per far recuperare le energie a Cyberdramon, che con la sua spada laser tagliò di nuovo a metà Marinedevimon, ma lui si ricreò nuovamente.

Ryo provò una carta del raggio di fuoco, che fece sparare un raggio infuocato dalla bocca di Cyberdramon, ma Marinedevimon, essendo di tipo acquatico, lo ricambiò con una carica di idroacqua.

Marinedevimon si era parato, e,in cambio, con la sua acqua, fece fare un volo tremendo a Cyberdramon.

Taomon attacco nuovamente con un ologramma rovente. Lo stava per colpire nella gamba destra, ma Marinedevimon lo scacciò via con le sue braccia.

A quel punto Ryo capì: aveva notato che nel respingere tutti gli attacchi, cercava sempre di non farsi colpire la gamba……

“destra!”gridò Ryo.

Rika lo guardo.

“la gamba destra, Rika, la gamba destra e il suo punto debole!”gridò a Rika.

Rika non se lo fece ripetere due volte;prese una carta, e ,insieme a Ryo, la strisciarono nel DG-vice.

“DG-modificati”gridarono all’unisono”carta dell’ipervelocità!”

Cyberdramon e Taomon guardarono i loro domatori:si stavano chiedendo il perché di questa super velocità datagli da loro.

Ryo intercetto i loro sguardi interrogativi e gli gridò

“la gamba destra e il suo punto debole!Dovete utilizzare la velocità per attaccarlo in quel punto!”

Taomon e Cyberdramon non se lo fecero ripetere due volte: Utilizzarono la velocità per arrivare alla gamba.

A quel punto, Rika e Ryo diedero loro una carta della potenza.

Con i loro attacchi migliori attaccarono la gamba destra, e questa si dissolse insieme al corpo in dati che vennero assorbiti da Taomon e Cyberdramon,che tornarono allo stadio intermedio.

Rika e Ryo si avvicinarono a i loro Digimon.

“sei stata bravissima Renamon.”disse Rika.

“Non ce l’avremmo fatta senza di voi”rispose Renamon un po’ in imbarazzo.

Ryo guardò un secondo i Digimon, poi disse:

“bene, ora andatevene, abbiamo un’app…”ma Rika gli diede una gomitata nello stomaco, e disse:

“Carino!Loro ti salvano la vita e il modo in cui li ringrazi e dirgli di andarsene?!”

Ryo si avvicinò a Cyberdramon e gli disse parlando più piano che poteva:

“quanto mi piace farla arrabbiare”e scoppiò a ridere.

Beh, forse sarebbe stato meglio non dirlo, perché Rika lo rincorse per tutto il parco;

evidentemente questo era il loro modo per dirsi che si volevano bene.

“Takato hai visto il DG-vice?” chiese Henry mostrandogli il suo DG-vice con contorni bianchi e di dentro verde.

“Si, l’ ho visto, perché?”rispose Takato con il suo DG-vice in mano. Il suo era nei contorni bianco e di dentro oro.

“Hai visto che un Digimon e bio-emerso nel parco?”

“Si, ma perché me lo stai chiedendo? Insomma nel parco ci sono Rika e Ryo, di che ti preoccupi?”chiese Takato guardando l’amico,che era seduto davanti al computer.

Si trovavano nella stanza di Henry. Takato se ne stava sdraiato sul letto, mentre Henry finiva di fare la sua ricerca per il compito di Geografia e Storia.

“Non è per quello”disse scocciato Henry”So benissimo che Rika e Ryo non avranno problemi, ma possibile che nessuno di voi l’abbia notato…?”

“Notato cosa?”Chiese Takato con sguardo interrogativo”di cosa stai parlando?”pensò un attimo, poi disse con un sorrisino “non sarà per caso perché Rika e Ryo si sono dati appuntamento senza dircelo?”

Henry diventò rosso dalla vergogna

“Ma che hai capito?Non mi riferivo a loro! E poi cosa ci frega a noi di cosa fanno quei due!”a questo punto Takato lo guardò perplesso.

“Forse perché facciamo parete dello stesso gruppo di Digimon Tamers e perché facciamo parte di una Band?Comunque, di che cosa stai parlando?”

“Devi aver notato che ultimamente ci sono sempre più bio-emersioni..”Takato cercò di parlare ma Henry continuò “e sono così frequenti..”

Takato riuscì a prendere parola e disse:

“Qualcuno deve avere insegnato ai Digimon come attraversare la barriera.”suppose Takato, ma Henry non ne fu convinto. Questo era vero, ma... qualcosa non quadrava... perché questo Digimon non era già venuto da loro nel mondo reale? Cosa tramava il male sta volta?

Come era possibile che tutti questi Digimon arrivavano nel mondo reale senza alcuna difficoltà?!

I pensieri di Henry vennero interrotti dall’entrata in scena di Terriermon e Guilmon.

Terriermon era piccolo. Possedeva due grandi orecchie, sulla testa aveva ( oltre alle orecchie) un piccolo corno e nelle orecchie, nella schiena, nelle braccia e nelle gambe aveva delle strisce verdi.

Guilmon era un specie di dinosauro alto, molto più alto di Agumon, e con un unico divertimento: giocare.

Entrambi aprirono la porta ed entrarono nella stanza con un vassoio in mano pieno di cose da mangiare.

“Ecco qui lo spuntino pomeridiano!”disse Terriermon dirigendosi verso Henry.

“ah finalmente uno spuntino!”esclamò Takato sedendosi e prendendo un dolce dal vassoio. Guilmon e Terriermon si sedettero accanto a Takato, e Henry,approfittandone della situazione,lasciò perdere i compiti e si sedette a mangiare.

Lo spuntino durò più del previsto per Henry,che non soltanto mangiò, ma pure si accordò con Takato e i Digimon, per fare uno scherzo a Susi, la sorellina di Henry.

Takato entrò nella stanza di Susi e si nascose sotto il letto.

Poco dopo arrivò Susi; entrò insieme a Lopmon, il suo Digimon, che era preciso a Terriermon, soltanto che cambiava il colore della pelle e il colore delle strisce(anche il sesso visto che lei era femmina mentre Terriermon maschio.

Takato vide i piedi di Susi attraversare la stanza e mettersi sopra il letto, a torturare Lopmon con i suoi giochetti da bambina:Susi aveva 5 anni.

Nel frattempo Henry scese giù dal palazzo e si diresse verso il contatore;un piccolo black out non avrebbe fatto male a nessuno, neanche a Lopmon!

Era buio quando Henry, con sopra la testa Terriermon, scesero e si diressero verso il contatore. Quando gli fu davanti per un attimo esitò, ma poi non si fece scrupoli e stacco il pulsante della luce.

Un buio fitto si riempì per il palazzo, molto alto con 30 piani,ognuno di essi molto grandi.

Takato uscì dal suo nascondiglio. Sentì Susi piangere dalla paura,ma lui non ci fece caso, e prese Lopmon. Le tappo la bocca e si nascose con lei sotto il letto.

Qualche minuto dopo tornò la luce. Takato si trattenne nel scoppiare dal ridere, mentre Susi cercava disperatamente Lopmon. Ma c’era una cosa che non fu prevista da Takato. Proprio in quel momento i genitori di Henry erano tornati e si precipitarono nella stanza.

Chiesero a Susi cosa le stava succedendo e lei rispose dicendo di aver perso Lopmon.

Takato vide i genitori aiutare Susi a cercare Lopmon per la stanza, e stavano per controllare sotto il letto, quando la porta si spalancò, e Takato riconobbe la voce e le scarpe di Henry, che disse:

“Mamma ho detto a Lopmon di andare a fare la spesa!”disse sparando il primo pensiero che gli venne in mente.

I genitori uscirono dalla stanza, anche se Takato notò uno strano silenzio che mostrarono nei confronti di Henry ( forse per la storia dei piercing ). Susi guardò Henry con sguardo interrogativo:

“Dov’è Lopmon!?”

“Takato, puoi uscire” disse Henry indicando il letto. Un attimo dopo Takato uscì da sotto il letto con Lopmon.

“Lopmon”gridò Susi prendendola e abbracciandola (strangolandola).

“Susi non prendertela era solo uno scherzo”disse Takato vedendo che a Susi gli era spuntato il broncio.

La porta si aprì ed entrò Guilmon, seguito da Rika e Ryo.

Henry e Takato li guardarono un attimo, poi dissero:

“Ciao”

“Ciao”dissero Rika e Ryo entrando.

“Andiamo nella mia stanza”disse Henry vedendo la sorella, che stava chiedendo con lo sguardo il perché della visita.

“In questa settimana ne sono bio-emersi venti”disse Takato quando furono nella stanza e iniziarono a parlare il perché di tutte queste bio-emersioni.

“Forse a DG-world sta succedendo qualcosa di sgradevole, e tutti i Digimon hanno deciso di venire qui per rifugiarsi”suppose Ryo, ma neanche questa ipotesi convinse tutti.

“Può darsi, ma se tu avessi ragione a quest’ora solo i Digimon di tipo non virus sarebbero qui…”rispose Rika guardando Ryo.

“E perché i Digimon di tipo virus non dovrebbero venire e quelli di tipo non virus invece si?”

“Ma è naturale Ryo!Se a DG-world e successo qualcosa saranno stati i Digimon Anti-Virus a fare tutto questo, e , se la tua supposizione e giusta, i Digimon non virus verrebbero qui solo per proteggersi, però..”

“Non è così..”concluse Henry “questa settimana sono bio-emersi solo Digimon di tipo virus, e neanche uno, dico io solo uno di tipo Anti-virus!”

“qualunque cosa sta succedendo non è qualcosa di buono...”concluse Takato.

Nei giorni successivi la situazione peggiorò. Ora si era arrivati al punto che in un giorno c’erano ben quattro bio-emersioni in corso, e quasi sempre Digimon di livello evoluto.

Fortunatamente ci fu soltanto una sola bio-emersione di un Digimon di livello mega, e riuscirono a sconfiggerlo solo grazie all’unione delle forze.

Mentre che Takato, Henry, Rika e Ryo si trovavano in difficoltà nel combattere Machinedramon arrivarono in loro soccorso Kazu Kenta e Jeri, con i loro Digimon, e grazie a una combo spettacolare, fatta unendo la forza di tutti i Digimon, si era riuscito a batterlo.

Ora tutti i Digimon-Tamers si ritrovarono a casa di Henry a discutere l’accaduto.

“Quando è troppo e troppo!”continuava a dire Henry agli altri in tono serio”la scorsa settimana 20, questa 27, ma non ci lasciano mai in pace!”

“ehm Henry, vedi che sono 28 i Digimon di questa settimana..”disse Kazu correggendolo.

Henry gli lanciò un’occhiata gelida, come per dire che quello non era il momento di contraddirlo, e lui tacque.

Kazu aveva la stessa età di Takato:era magro, portava nella fronte una visiera e aveva gli occhi azzurri con capelli alzati di un castano chiaro,molto più chiaro di quelli di Takato e anche lui con diversi piercing e vestito in stile punk.

Il suo Digimon si chiamava Andromon. Kazu e Andromon formavano veramente una bella coppia…la coppia degli idioti…

Il migliore amico di Kazu si chiamava Kenta, un ragazzo basso con gli occhiali più grandi della faccia( da sfigato) e occhi verdi.

Anche Kenta aveva un Digimon, ed era di livello mega, anche se a guardarlo non faceva affatto paura. Si chiamava Marineangemon.

Takato si guardò un attimo in torno. Il suo sguardo era piombato su Jeri, una ragazzina della loro stessa età, con capelli rossi e un sorrisino sempre in faccia.

Jeri si accorse che qualcuno la fissava, si guardò in torno e vide Takato. I loro sguardi si incrociarono e sorrisero.

Henry faceva avanti e indietro per la stanza, cercando di spiegarsi l’accaduto, ma tutte le soluzioni possibili si rivelarono assurde.

Takato si sedette accanto a Jeri e iniziarono a parlare, parlarono di tutto tranne dell’accaduto.

Henry li guardò con sguardo gelido, come per ricordargli che quella non era l’occasione per parlare di cose personali.

Kazu e Kenta se ne stavano in un angolo, a parlare del gioco di carte di Digimon.

Henry guardò tutto il gruppo, in quel momento avrebbe voluto far capire a loro cosa fosse più importante, ma nessuno gli diede ascolto.

Erano le 8:00 quando tutti incominciarono ad andarsene:

Kenta e Kazu, dopo aver perso qualche 30 volte contro Rika e Ryo al gioco di carte dei Digimon, decisero di andarsene.

Takato si offrì di accompagnare Jeri, ma poi torno, perché aveva deciso di dormire a casa di Henry. Rimasero solo Rika e Ryo.

“Henry per me ti preoccupi troppo”continuava a ripetere Takato mentre che gli altri parlavano del fatto delle bio-emersioni.

“E per me tu la prendi troppo alla leggera”lo ribeccò lui.

Ormai era da più di un’ora che parlavano di questo fatto, e non erano riusciti a trarne una conclusione.

“secondo me, dobbiamo andare a DG-world”concluse Ryo.

“il problema e come”disse Rika guardandolo.

Parlarono un’altra mezz'ora, ma alla fine lasciarono andare, e Rika e Ryo tornarono a casa.

Mentre che Henry e Takato erano a letto continuarono a parlare delle continue e del fatto di dover andare a DG-world.

“Se andiamo a DG-world, secondo te chi potrebbe venire con noi?”chiese Takato all’amico alzandosi di qualche centimetro dal suo letto.

“Beh, io escluderei mia sorella…e tu?”

“io?….ehm…Jeri, non è adatta a queste situazioni!”

“Ryo penso che sarebbe il primo a venire dopo di noi due…”

“E Rika?”chiese Takato.

“Beh se sarebbe lei a decidere verrebbe, se fosse Ryo se ne starebbe in casa…quindi”rispose l’amico

“quindi…..viene”concluse Takato”sono certo che nessuno la fermerebbe, nemmeno il suo ragazzo…”

“ma non è il suo ragazzo!”disse Henry scocciato, come se glielo aveva detto più di una volta.

“Si ...lo so… e un misto tra ragazzo e amico…”

“E Kenta e Kazu…”chiese Henry.

“forse è meglio che non vengano. Ci starebbero solo d’impiccio.”

“Allora se dobbiamo andare a DG-world, ci andremmo solo io, te, Rika e Ryo.”concluse Henry.

Rika e Ryo si ritrovarono davanti al cancello di casa Rika.

“Beh…ciao”disse Rika.

Ryo le si avvicinò, e tentò di darle un bacio, ma lei si ritrasse indietreggiando, e disse:

“ehm, devo andare…” e oltrepasso il cancello.

Stava per entrare in casa quando si sentì chiamare:

“ehi, Rika!” Rika si girò “Tieni,lo fatto con le mie mani!”e gli lanciò un braccialetto, e poi scomparve.

Rika guardò il braccialetto, e vide che c’era ricamato qualcosa:

RIKA + RYO = Y 4EVER

Rika sorrise, e guardò il punto in cui Ryo era scomparso...

Si mise il braccialetto al polso ed entrò in casa.

La mattina dopo Henry e Takato andarono a scuola.

Non dissero niente agli altri Digimon-Tamers del fatto di andare a DG-world, ansi si comportarono normalmente.

In fondo non era sicuro che dovessero andarci, e quindi mantennero la notizia segreta.

Quando Rika uscì da scuola, quel giorno, pioveva. Non aveva ombrello, poiché non era previsto che piovesse perché la mattina c’era il sole, ma come dire, siamo a marzo, e marzo e pazzo.

Era appena uscita da scuola, la pioggia pioveva fitta e senza tregua. I vestiti divennero in poco tempo più bagnati e molli che mai.

Però, per un momento crebbe che la pioggia non le picchiasse più la testa…si girò e vide…

“Ryo!Che ci fai qui?”

Ryo le stava porgendo l’ombrello, e le fece un sorrisino dicendo:

“ Sapevo che non avresti portato con te l’ombrello…e così sono venuto a prestarti il mio”

Rika lo guardò, e gli fece un sorriso.

Ryo le si avvicino, e le prese la mano. Rika diventò rossa.

“andiamo?”chiese.

Rika, un po’ imbarazzata, si diresse con Ryo verso casa sua.

“Rika ti va di venire a casa mia?”

Rika lo guardò un attimo.

“Sai è qui vicino faremmo prima”si affrettò a continuare Ryo.

“ehm…non saprei…”Rika in quel momento si sentiva molto imbarazzata, e non sapeva che dire.

“E dai!Non ti mangio mica sai?!”

Rika sorrise;alla fine decise di andare a casa di Ryo per pranzo.

Quando arrivarono a casa, Ryo fece accomodare Rika davanti al camino per riscaldarsi, e le diede anche una coperta, mentre lui andò in cucina.

Quel giorno i genitori di Ryo non c’erano. Quando Ryo tornò aveva con se due tazze di tè bollenti. Ne diede una a Rika e poi si sedette accanto a lei, coprendosi con la coperta.

Rika si sentiva un po’ imbarazzata, al fatto di stare da sola con un ragazzo, forse per questo motivo non parlò, e bevve la tazza di tè.

Fu Ryo il primo a parlare:

“ehm…per quanto riguarda ieri…”si girò verso di lei”ti è piaciuto il braccialetto?”

Rika lo guardò senza rispondere, si sentiva troppo imbarazzata per farlo.

Gli occhi di Ryo caddero dal viso imbarazzato di Rika alle sue braccia, dove nel polso teneva il braccialetto.

“allora ti è piaciuto?!”disse con un sorriso.

Rika annuì, però non riuscì a parlare.

“che hai? Guarda che dicevo sul serio quando dicevo che non ti avrei mangiato!”

Rika guardò un attimo il fuoco del camino, poi fece qualcosa che non aveva mai fatto; mise la testa sulla spalla di Ryo.

Ora che era con lui si sentiva meglio, e…protetta…

Erano le 6:00 quando la pioggia fini di cadere, e Rika si affretto a tornare a casa.

Quando arrivò, sua madre e sua nonna la guardarono;sembravano avessero l’aria molto preoccupata.

“Dove sei sta fino a quest’ora?”chiese la madre in tono severo.

“In un posto…”rispose indifferente Rika, mentre si toglieva le scarpe e si affrettava ad andare in camera sua.

Ma quello che disse la madre la trattenne:

“Delle tue compagne mi hanno detto che ti hanno visto andare via con un ragazzo!”

“Non sono fatti tuoi!> disse Rika girandosi di scatto.

La madre la guardò severamente, e sembrava sul punto di gridargliele di santa ragione, invece disse:

“E per caso quel ragazzo carino e gentile che ti ha riaccompagnato a casa quella volta e che era con te a DG-world? “

“Mamma!” la rimproverò la figlia, facendogli capire che non era un argomento che la riguardava.

“Allora e lui?”

“Non sono affari tuoi.”ripeté a denti stretti.

“ Si!Si! Certo... comunque è davvero così carino...”continuò la madre facendo finta di niente per fare innervosire di più la figlia.

“ Questo e troppo!”

“ Perché?”

“ Si chiama violazione della privacy!”

La madre la guardò ancora più divertita e questo fece infuriare ancora di più Rika che si diresse in camera sua con sua madre che le veniva dietro continuando a chiederle di Ryo.

“Takato aspetta!”gridò Jeri, subito dopo la fine delle lezioni pomeridiane.

“Che c’è?”chiese Takato girandosi e guardando l’amica.

“Beh, volevo chiederti se ieri avete deciso di fare qualcosa…per il fatto delle bio-emersioni frequenti…”

“No!” si affretto a rispondere Takato “non abbiamo deciso un bel niente”

“Va bene, tienimi informata, O.K.?”aggiunse prima di andarsene.

Takato quasi si pentì di aver mentito a Jeri, ma lo faceva per il suo bene…

Guardò il punto in cui lei era sparita e si convinse che l'avesse fatto solo per il suo bene.

Si sentì chiamare;si girò. Era Henry che di avvicinò a lui e chiese:

“Che ti a detto Jeri?”

“Voleva sapere cosa avevamo detto ieri.”

“Hai mentito. Vero?”chiese guardandolo seriamente.

“ Si”e abbassò la testa.

“Forza tirati su!L’hai fatto per il suo bene…”disse Henry sollevandolo d’umore.

Fece cenno con la testa, e poi seguì Henry.

“Dove stiamo andando?”chiese Takato all’amico.

“Da Ryo…”

“A fare?”chiese.

“Dice che ci deve far vedere una cosa. Ci aspetta nel parco”concluse l’amico, oltrepassando i cancelli della scuola e dirigendosi verso il parco, che si trovava lì vicino.

Rika se ne stava seduta sul letto a strimpellare qualche pezzo con la sua chitarra elettrica e cantandoci sopra un testo molto carino che aveva scritto per la Band che si intitolava ‘Sk8er Boy’, quando un rumore di bip la interruppe. Si avvicinò alla scrivania e vide che aveva ricevuto un messaggio nel cellulare.

Era di Ryo e diceva:

‘Ciao Rika sono Ryo, ti aspetto nel parco. Porta con te Renamon. Non fare domande, vengono pure Takato e Henry. T.V.T.R.B. Ryo’

Rika aprì la porta e si affacciò in giardino. Poi prese il DG-vice, il suo Skateboard e chiamò Renamon; in un istante lei fu li.

“Mi hai chiamata Rika”chiese.

“Si…dobbiamo andare nel parco…”

“Perché”

“Ryo deve dirci qualcosa”rispose prendendo il suo giubbotto nero da Punk e infilandoselo:

“andiamo”disse, e insieme a Renamon uscirono di nascosto, in modo da non farsi vedere dalla madre e dalla nonna ed eventualmente farle preoccupare. Quando oltrepasso il portone posò lo Skateboard sull'asfalto e inizio a camminarci sopra con molta maestria.

“Allora?”chiese Henry quando arrivarono e videro Ryo seduto in una panchina”per che cosa ci hai chiamato?”

“Avete portato con voi i Digimon?”

Takato indicò un cespuglio col dito, lì dentro c’erano Terriermon e Guilmon.

“Allora?”chiese Henry con impazienza.

“Calmati Henry! Deve ancora arrivare Rika!” rispose Ryo rilassato.

Poco dopo arrivò Rika. Ryo fece segno di seguirli, e, anche se un po’ perplessi, li condusse dall’altra parte del parco, dove non si vedeva anima viva.

“Perché ci hai condotto qui?”chiese Rika guardando Ryo.

Ryo indicò un punto dicendo:

“Cyberdramon fai vedere loro cosa hai trovato…”

Cyberdramon uscì da un cespuglio, poi toccò con un braccio un punto più a destra;i ragazzi non crebbero ai propri occhi, il braccio di Cyberdramon, man mano che si avvicinava in quel punto, si dissolveva sempre di più.

Cyberdramon ritrasse il braccio, e quello tornò normale.

“Che cos’è?!” chiese Takato mostrando il suo stupore.

“ è l’entrata per DG-world”rispose Ryo.

Rika si avvicinò all’entrata e disse sotto voce:

“L’entrata per DG-world…”

“ Se è aperta ci sarà un motivo”disse Ryo guardandola.

“Qualcosa non va a DG-world”concluse allora Henry.

“Quando si parte?”chiese Takato.

Ryo riflette un attimo, poi disse:

“ Sta sera a mezzanotte nel parco…” si girò verso Takato”senza dirlo a nessuno ne farci vedere”continuò.

“ok”chiese Henry.

Takato ed Henry si diressero verso le loro case con i Digimon, mentre Rika…

“aspetta!”le gridò Ryo, prima che la ragazza potesse saltare sullo Skateboard e scomparire nell'oscurità della notte.

“Che c’è?”chiese girandosi.

Ryo le si avvicinò, poi disse:

“Spero solo che tu sta sera non venga all’appuntamento…”e se ne andò.

Rika rimase un attimo a pensare, ma poi se ne andò anche lei seguita da Renamon.

Quando Takato arrivò, fece finta di niente, salutò i suoi genitori ( ancora arrabbiati per i piercing), e salì in camera con Guilmon.

Si sedettero un attimo sul letto, non sapevano cosa fare.

“Secondo te dobbiamo andarci a DG-world?” chiese Takato.

“Si, non so cosa stia succedendo a DG-world, ma dobbiamo andarci e scoprirlo”rispose il suo Digimon Guilmon.

Takato se ne sto seduto un attimo sul letto a pensare… non voleva che i suoi genitori si preoccupassero per lui, ma doveva farlo, a tutti i costi…

Si alzò e prese uno zainetto. Di nascosto scese giù, dove i genitori avevano un forno.

Prese del pane e lo infilò nello zainetto… salì su, e prese una borsa dove mise i vestiti e i passatempi per DG-world, decidendo di portarsi anche lo Skateboard come aveva fatto Rika.

La sera, quando mangiò con i suoi genitori, si rese conto che quella sarebbe potuta essere l’ultima volta che cenava con loro…e per questo che gustò la cena fino in fondo, e si comportò normalmente.

Quando andò a letto erano le undici. Puntò la sveglia alle undici e mezza, e poi sì addormento…

Henry aveva appena finito di preparare lo zaino e le provviste. Aveva nascosto una lettera in modo che la trovassero il più tardi possibile.

Prese lo zainetto e uscì dalla sua camera con Terriermon. Piano ,piano si diresse verso la porta d’ingresso. Prese il suo giubbotto e Skateboard, aprì lentamente la porta, senza far rumore, e sgattaiolò fuori.

Prese l’ascensore e scese giù. Camminò, e si diresse verso il parco.

Rika era quasi pronta, stava finendo di sistemare lo zainetto, quando la porta della sua camera si aprì, ed entrò la madre.

Rika nascose di scatto lo zainetto dietro la schiena. La madre avanzò verso di lei.

“E tutto O.K.?”

“ Certo!”

“ Ero solo venuta a darti la buonanotte”

“ Mamma non sono più una bambina!”

La Madre fisso l'abbigliamento della ragazza, la chitarra elettrica e lo Skateboard da cui ormai non si separava mai.

“ Certo, perché ormai sei una Punk, e i Punk sono troppo indipendenti per dare la buonanotte alla mamma!” disse scherzosamente Reika ( la madre).

Rika la guardò seria, ma allo stesso tempo divertita.

“Se sei qui perché speri che ti dica qualcosa su quel ragazzo te lo puoi anche scordare”disse Rika sfacciatamente.

“Accidenti” disse Reika sottovoce, stupendosi anche per la perspicacia della figlia. Stava per uscire quando aggiunse “ guarda che non mi sono ancora arresa!”

Ma prima che potesse uscire Rika si affretto a dire.

“Mamma…”.

“Si?”

“Grazie…”disse Rika.

La madre le sorrise e uscì dalla sua stanza.

In un attimo Rika fini di preparare le sue cose e aprì la porta. Uscì dal portone e si avviò con lo Skateboard.

Renamon la seguì e in poco tempo arrivarono a destinazione.

Ryo, anche lui con lo Skateboard, ed Henry erano già lì. Poco dopo arrivò Takato sopra il suo Skateboard nuovo di zecca con Guilmon.

Tutti e quattro si avvicinarono all’entrata nascosta dalle siepi.

“ Andiamo?” Chiese Ryo.

“Si!”disse Takato”andiamo io ed Henry, e poi voi due…”aggiunse indicando Ryo e Rika.

Takato e Henry presero una rincorsa ed entrarono. Il loro corpo iniziò a scomporsi in dati, fino a quando una luce bianca li avvolse e sparirono. Poi fu la volta dei Digimon, che entrarono senza problemi, e si scomposero come i loro amici.

Gli ultimi furono Rika e Ryo…entrarono…

Fu come se il loro corpo fosse diventato un ammasso di dati, si sentirono trasportare da una forza che li attirava, poi si sentirono cadere, sempre più in basso, fino a quando i loro corpi non assunsero una forma numerica. Rika provò ad aprire gli occhi, ma quello che vide fu solo una luce bianca, poi nient’altro… Si sentirono sbattuti fuori da questo raggio di luce, e precipitarono, tra gli strati di DG-world…e poi sempre più giù, poi un tonfo…avevano sbattuto su qualcosa di duro…DG-world.

Erano stati catapultati in un’altra dimensione, i loro corpi si erano trasformati in dati, ed erano precipitati in uno dei settori di DG-world senza sapere cosa gli sarebbe successo.

Si trovarono a terra, senza riuscire a muoversi;sembravano fossero svenuti, ma piano, piano ognuno di loro iniziò ad aprire gli occhi.

Ryo mise a fuoco la vista, cercando di togliersi dagli occhi quella sabbia che gli era entrata. Si sedette e si guardò in torno: si trovavano in un deserto rosso, completamente privo di vita.

Rika si alzò e iniziò a pulirsi i vestiti, mentre Takato ed Henry cercavano di sputare la sabbia che gli era entrata in bocca.

I Digimon erano caduti qualche metro più in là, ma si erano già alzati, e guardavano i loro domatori.

Quando Rika ebbe finito di sistemarsi i capelli, si guardò in torno; solo ora si rese conto che non erano soli.

“State tutti bene?” chiese Ryo quando si fu alzato ed ebbe finito di spolverarsi i vestiti dalla sabbia.

“Benissimo…” commento Takato mentre sputava qualche granello di sabbia.

Henry si tolse la sabbia dai capelli, e guardò Takato dicendo:

“la prossima volta evitiamo di buttarci a delfino”

Rika e Ryo si lanciarono un'occhiata; erano proprio senza speranza!

Henry si guardò in torno, fisso un punto dietro di loro.

“Guardate!”disse.

Sia Takato che Ryo si girarono.

Dietro di loro si trovavano alcuni ragazzi completamente svenuti. Rika si avvicinò ad uno di loro con capelli castani. Lo girò e riconobbe il suo viso.

“Ragazzi…venite a vedere…” Rika guardava il ragazzo con occhi increduli.

“Che c’è?”chiese Takato avvicinandosi al ragazzo.

Fu come un lampo, Takato fisso per un momento quel ragazzo e anche il suo sguardo diventò incredulo.

Henry vide il volto del ragazzo, e, senza neanche pensarci su, voltò tutti gli altri ragazzi. Tutti guardarono increduli i volti di quei ragazzi.

“Che significa”chiese Ryo guardandoli tutti.

I Digimon si avvicinarono a i loro domatori:

“Chi sono? Li conoscete?” chiesero.

“ehm…in un certo senso si…ma loro…cioè non dovrebbero essere qui…” smentì Rika incerta.

“ e perché, potrebbero essere anche loro dei Digimon-Tamers.”

“No! Non possono esserlo!” annunciò Takato.

“Perché?”

“Perché loro sono dei DG-prescelti!”

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Capitolo 2
*** Digi prescelti e Digimon Tamers ***


Digi prescelti e Digimon Tamers

 

 

Renamon guardò Takato. Non sapeva cosa fossero i DG-prescelti, e chi fossero.

Ryo si avvicinò a un ragazzo dai capelli castani e con una strana pettinatura.

“Come è possibile…”neanche lui poteva credere ai suoi occhi.

I Digimon guardarono i loro domatori con sguardo impaziente.

“chi sono i DG-prescelti.” domandò Renamon ancora impaziente.

“Proviamo a svegliarli. Sembrano solo svenuti.” suggerì Henry “potremmo capire meglio come stanno le cose.”guardò gli altri.

“Tentar non nuoce” e così dicendo, Ryo scavalcò i corpi di quei ragazzi svenuti e provò a svegliare un ragazzo, che aveva degli occhiali da ciclista nella testa ( come quelli di Takato).

Gli scosse la spalla e quello mormorò qualcosa: “Mamma non voglio andare a scuola” e sprofondò nel sonno russando.

“SVEGLIA!!” gridò Ryo.

Il ragazzo ebbe un soprassalto:

“Chi? Cosa? Che è successo?”si guardò in torno “chi siete voi?Che cosa volete? Che ci fate qui?”

“Che ci fai tu qui.” ribadì Ryo “dai alzati” e gli porse la mano.

Il ragazzo prese la mano che gli porgeva Ryo e si alzò.

“Che cosa è successo?”domandò il ragazzo guardandosi intorno e vedendo i suoi amici svenuti”non sarete stati voi?”

“Si li abbiamo presi tutti a colpi di Skateboard.” riferì Takato al ragazzo, anche se ancora un po’ perplesso.

Il ragazzo guardò Takato per un attimo perplesso, ma poi un secondo dopo fece un sorrisino e porse la mano a Ryo.

“Piacere mi chiamo Davis.”

Ryo lo guardò incredulo; si poteva dire che fosse un ragazzo veramente insolito questo Davis! Diciamo unico nel suo genere.

“Ehm…piacere io sono Ryo.” e gli porse la mano amichevolmente.

“che e successo ai miei amici?” domando il ragazzo guardandosi intorno.

“Non lo so, so soltanto che quando siamo arrivati a DG-world erano già svenuti.”

“siete anche voi dei DG-prescelti.”chiese Davis.

Ryo fece cenno con la testa e precisò” più precisamente siamo dei Digimon-Tamers”

Davis lo guardò più perplesso di prima. Anche lui come gli altri si stava chiedendo cosa fosse successo in quel momento.

Henry si avvicinò a Ryo e Davis dicendo:

“ Sarà meglio svegliare gli altri prima di ulteriori spiegazioni.” e guardò Davis stranamente, come se in quel momento lui non doveva essere lì, davanti ai suoi occhi.

Takato e Rika si diressero verso di loro, e svegliarono due ragazzi lì vicino. Uno era una ragazza, di media statura e con capelli rossi, l’altro era un ragazzo dai capelli color fuoco, e molto basso.

Henry andò a chiamare un ragazzo dai capelli castani, che poco dopo, dopo essersi svegliato e alzato, rivelò che il suo nome era Tai. La ragazza e il ragazzo dai capelli rossi si chiamavano una Sora e l’altro Yzzi.

Mentre che gli altri si alzavano, due ragazzi, dall’aria molto stanca, si avvicinarono al resto del gruppo.

Si erano alzati da soli, e si erano diretti verso i loro amici. Notando Ryo e gli altri i loro sguardi divennero perplessi come quelli degli altri ragazzi. Questi erano una ragazza e un ragazzo di nome Kari e T.K. (il biondino). Li raggiunse un altro ragazzo, che era stato svegliato da Ryo, e che era il fratello maggiore di T.K., Matt.

Ora che tutti si erano svegliati, ognuno di loro si stava chiedendo chi fossero; ad esempi, i DG-prescelti si chiedevano chi fossero quei quattro ragazzi e i loro Digimon, e i Digimon-Tamers si stavano chiedendo come fosse possibile che i DG-prescelti potessero esistere.

 

Il deserto era lungo e sconfinato, non si vedevano case o villaggi nei dintorni, sembrava tutto così deserto, ed era il colore della sabbia, di un rosso sanguigno, a rendere l’atmosfera più deserta.

I Digimon-Tamers si trovavano lì, accanto a dei ragazzi che loro conoscevano, anche se i DG-prescelti non capivano di essere conosciuti dai ragazzi, e in quel momento guardavano quei ragazzi che li guardavano in un modo strano, e incomprensibile.

Non capivano la loro preoccupazione come non capivano i loro sguardi, non sapevano chi fossero come non sapevano i loro nomi.

Non ci stavano capendo niente in quel momento.

T.K. guardò Matt; anche se erano fratelli, anche se i loro genitori erano divorziati, in quel momento non capivano niente della situazione.

Eppure cosa era successo? Tutti loro sapevano cosa era successo qualche ora prima, ma non sapevano cosa stesse succedendo ora…

 

La giornata era trascorsa normalmente, T.K. si era alzato presto quella mattina, ed era andato a trovare Codi, un suo grande amico, anche se più piccolo di lui di qualche anno.

Loro due erano dei DG-prescelti, avevano entrambi un Digimon, e facevano parte dello stesso gruppo di amici.

Loro due e altri quattro amici erano stati gli ultimi DG-prescelti a salvare la terra dalle grinfie dei Digimon malvagi.

Nel loro gruppo c’erano: Kari, che aveva la stessa età di T.K., Davis, un ragazzo un po’ maldestro, che andava nella stessa classe di T.K. e Kari, Yoli, un’altra ragazza del loro gruppo (e anche l’ultima), e poi c’era Ken, grande amico di Davis e abile in tutte le discipline.

T.K., insieme a Codi, si erano diretti a scuola. Lui faceva la prima media, mentre l’altro la quarta classe delle elementari.

Appena arrivarono in una traversa del piccolo vicolo, T.K. andò a destra, mentre Codi andò dritto.

T.K. camminava sempre più veloce. Arrivato nella strada principale, prese una piccola traversa, e si ritrovò davanti alla scuola. Camminava quando una ragazza dai capelli castani, molto carina le venne in contro.

“Ciao T.K., passato un bel fine settimana?”

“Ehm…discreto direi,Kari.” rispose l’amico.

I due si diressero verso l’ingresso, e prima di poter entrare e andare in classe, il loro amico Davis li precedette.

Con una mano apriva la porta, con l’altro faceva segno a Kari di passare.

“La principessa può entrare.” disse Davis chinandosi con la schiena.

Kari ridacchiò.

“ Smettila di fare lo scemo…” e sorrise.

Kari oltrepasso la porta, e prima che T.K. potesse entrare Davis lo precedette tagliandogli la strada, e mettendosi accanto a Kari.

T.K. non ne poteva più. A volte proprio non lo sopportava quel cretino. Era ancora un bambino immaturo.

Dopo le lezioni, T.K., prima di tornare a casa, usci dalla classe, attraversò un corridoio e entrò nella sala dei Computer.

Yzzi, un amico poco più grande di lui, si riusciva a vedere a stento davanti a tutti quei computer, e poi lui non era molto alto per la sua età.

Alzò gli occhi e vide T.K.

“Buongiorno T.K.”

“Ciao Yzzi.”

Yzzi continuò a scrivere sul computer. T.K. gli si avvicinò.

“ Che fai?” chiese.

“Sto scrivendo una tesi sui Digimon.”guardò T.K. “Il mio professore di biologia mi a chiesto di avere tutto il possibile sui nostri amici.”

“Hai controllato se il Digi-varco e aperto?” domando T.K.

“No, non ho ancora visto”

Il Digi-varco era un passaggio, che a volte si apriva in certi punti, e permetteva di andare in un mondo parallelo, il mondo dei Digimon. Questo Digi-varco, solitamente, loro lo aprivano attraverso un computer, ma poteva anche essersi aperto in dei luoghi comuni, che so, in un campeggio estivo per esempio.

“Senti, oggi vorrei andare a DG-world, visto che è da un po’ di tempo che non vedo Patamon. Quindi, puoi controllare se il varco è aperto.” richiese nuovamente T.K.

“Sto controllando…vediamo i Digimon…sono creature viventi…anzi no…amici digitali…” confabulò Yzzi fra di se.

“Yzzi sto perdendo la pazienza” iniziò a dire T.K. stufo.

Yzzi, sbuffando, chiuse il programma e andò a vedere se il Digi-varco era aperto.

T.K. notò che era molto veloce con il computer. In un secondo andò nel pannello di controllo, e molto velocemente fece altri passaggi. T.K. non ce ne capì niente di quello che fece.

E poi, ecco apparire sullo schermo una finestrella. Accanto a questo, in una tabella c’era scritto ‘Digi-varco = America’.

“Il Digi-varco e aperto in America del sud” riferì Yzzi all’amico.

“L’avevo notato.”

“Bene, ora fammi finire la mia tesi in santa pace.” disse seccato Yzzi.

“Aspetta! Devi prima vedere quando il Digi-varco si aprirà in Giappone!”

Sbuffando nuovamente, Yzzi cliccò con il mouse una tabella, dove comparve:

Digi-varchi=

Canada: 8: 30 AM

U.S.A.= 13: 30 PM

Brasile/ Argentina = 16: 25 PM

Giappone/ Corea del Sud = 19: 45 PM

Cina/ Corea del Nord = 20: 50 PM

Russia/ Siberia/ Norvegia/ = 21: 59 PM

Italia / Svizzera / Spagna / Portogallo = 23:00 PM

Francia/ Gran Bretagna / Belgio= 00: 00 AM

 

“Ecco, in Giappone il varco si aprirà sta sera alle otto meno un quarto. Bene ora ho da fare…sparisci.” e lo butto fuori.

T.K. si avviò verso casa. Quando arrivò chiamo a Kari e a Davis dicendo loro di venire alle otto per andare a DG-world.

Quel giorno c’era anche suo fratello Matt in casa, ma non stette molto, perché doveva uscire con la sua ragazza, comunque promise a T.K. che sarebbe andato a DG-world con lui, a trovare il suo amico Gabumon.

Ma comunque, prima di andare a DG-world, T.K. doveva andare alla partita di calcio del fratello di Kari, Tai.

Ormai l’aveva promesso alla sua amica (‘‘), e comunque la partita iniziava alle cinque e finiva alle sette e mezza, avrebbero avuto benissimo il tempo di andare a DG-world.

 

 

La palla sorpassò il centro campo, mancavano pochi minuti alla fine della partita, e Tai non aveva fatto ancora il goal del pareggio.

Stavano 3 a 2, e ancora non riuscivano a pareggiare dall’inizio del secondo tempo.

La palla si dirigeva dalla parte opposta del campo. Se il numero dieci l’avesse presa, avrebbe fatto goal. Ma Tai non poteva permetterlo; si mise a correre più veloce che poteva. Entrò in scivolata. Ma l’avversario continuo a correre, era pronto a tirare in porta quando…si accorse…di non avere più LA PALLA!!

Si voltò, il cartellone segnalava un 3 a 3. Tai aveva passato la palla a un compagno ed era riuscito a fare goal. Un urlo di gioia si fece sentire dalla squadra che aveva pareggiato.

Il numero dieci avversario andò a battere. Gli passarono la palla, e iniziò a correre veloce come il vento senza guardare in faccia a nessuno. Un ragazzo entrò in scivolata togliendogli la palla, ma lui non si fece sorprendere, si giro e colpi… la caviglia del suo avversario.

Il fischio dell’arbitro li fermò. Diedero un cartellino giallo al numero dieci, mentre un difensore batteva il fallo.

La palla oltrepasso il campo, ma ecco il numero dieci che era pronto a riceverla, ma un secondo prima che toccasse terra, la palla venne intercettata da un ragazzo della squadra avversaria che passo a Tai.

Era troppo alta, ma doveva rischiare. Saltò più alto che poteva, e in rovesciata colpi la palla…3…2...Goal...1…fine.

Un urlo di gioia si alzo dalla panchina della squadra di Tai. Il cartellone segnava 3 a 4. Avevano vinto, avevano vinto la finale.

“Sei stato grande Tai!” grido Kari quando raggiunse il fratello negli spogliatoi “ e questa e l’ottava finale che vinci sempre con la stessa squadra.”

Tai non diede retta alla sorella, continuava ad allacciarsi le scarpe e a posare i vestiti dentro la borsa.

“Che hai? Non sei felice?” chiese preoccupata Kari.

“Ehm…si... si “ rispose distrattamente Tai.

T.K. e Davis entrarono in quel momento.

“Sei stato grande!” gridarono in coro.

“D’accordo!L’ho capito abbiamo vinto! Ma non ce bisogno di essere così entusiasti.” gridò Tai.

“Che hai?”chiese T.K.

“Niente. Scusate... Ho bisogno di un po d'aria” e senza aggiungere altro uscì dallo spogliatoio.

“Che ha?”chiese Davis rivolgendosi a Kari quando Tai fu uscito.

Rimase un attimo senza parlare, poi disse: “oggi, alla partita, mancava qualcuno…beh andiamo” aggiunse.

“Dove?” chiese T.K.

“A DG-world” rispose Kari.

Tai camminava per le strade senza meta, non voleva tornare a casa ne andare a DG-world. Non voleva andare da nessuna parte. Era tardi ormai, le otto e mezza circa, e lui se ne stava ancora li da solo sopra il muretto della scuola.

Non voleva andare a DG-world.

“Ne sei sicuro?”

Tai sobbalzo, si guardò in torno. Sudava freddo. Una voce gelida gli aveva appena parlato, o forse era stata solo una sua immaginazione. Ma la risenti di nuovo:

“Lei morirà!!” sentì una risata gelida, e poi la voce scomparve.

Lei chi?

“oh!No!”

Tai iniziò a correre. Arrivo davanti alla scuola di T.K.

Entro. I corridoi erano bui. Non si vedeva niente, a parte le parti illuminate dalla luna. Salì a passo lento al secondo piano. Prese un corridoio. Voltò a destra e poi subito a sinistra. Si trovò davanti a un corridoio. In fondo c’era la sala computer.

Una luce si vedeva uscire dalla stanza, la luce di un computer acceso.

Sbirciò dentro prima di entrare. Nella sala computer c’era solo Yzzi.

Quando aprii la porta Yzzi si girò di scatto.

“ah, sei tu..”disse sollevato” per un attimo ho creduto che fossi il guardiano della scuola.”

“Dove sono gli altri”chiese Tai impaziente.

“Stanno aprendo un varco da casa tua.”

“E tu? Non vai a DG-world?”

“Si, stavo giusto per aprire il varc...” Yzzi si alzò dalla sedia di scatto.

“Che c'è”

Yzzi guardo lo schermo incredulo.

“Che hai?” chiese Tai.

“Il varco si sta aprendo da solo, e non è la procedura di sempre...”

“In che senso scusa?”

“Il modem ha attivato la connessione da solo, e adesso sfrutta internet per aprire un varco che ci porti chissà dove!!” disse Yzzi agitatissimo.

“Spiegati meglio Yzzi!”

“ Vuole portarci in un altro mondo parallelo! E non è DG-world.

“Un altro mondo parallelo?” fece eco Tai.

Per un attimo i due stettero immobili.

“Fermalo!”gridò Tai.

“Ci sto provando!”Yzzi fece in tempo a mettere le mani sulla tastiera e subito il varco si aprì.

“Fermalo!!”urlò Tai.

“é inutile!Si e già aperto!”

Una luce accecante avvolse la stanza. Tai non ci vedeva più niente, cercava Yzzi con la mano, ma non riusciva a vedere dove fosse.

Si sentì cadere nel vuoto, e sbatté su qualcosa di sabbioso. Svenne.

“E questo è quello che è successo oggi da noi, e così che siamo finiti qui.”concluse Yzzi dopo aver raccontato a quegli strani ragazzi come eravamo finiti qui.

Yzzi si girò verso Kari:

“E voi? Cosa vi è successo?”

“Anche noi stavamo per aprire il varco prima di essere avvolti da una strana luce e ritrovarci in questo mondo.” rispose Kari.

Ognuno di loro si era seduto sulla sabbia.

I Digmon-Tamers guardavano ancora i DG-prescelti con sguardo assente.

Uno di loro, Henry, si alzo.

“E perché volevate venire a DG-world?” chiese incrociando le braccia e guardando T.K., che era seduto vicino a Kari.

“Ve l'ho abbiamo già detto! Siamo qui solo perché volevamo venire a vedere i nostri Digimon!”rispose Yzzi.

“Scusate” intervenne Sora, la ragazza dai capelli rossi, guardando i ragazzi sconosciuti “noi abbiamo detto chi siamo e come stanno le cose, ma voi non avete ancora parlato del motivo per cui siete venuti a DG-world. E non sappiamo neanche chi siete.”

“Sono dei Digimon-Tamers” disse Davis intervenendo.

Tutti i prescelti lo guardarono:

“Cosa?” chiesero all'unisono.

“Siamo dei Digimon-Tamers” chiarì Henry “dei domatori di Digimon.”

Yzzi, che sembrava molto entusiasta della rivelazione di Henry, chiese:

“Ma allora se non siete dei DG-prescelti, venite da un altro mondo!”

“ehm... si qualcosa del genere”rispose incerto Henry.

Non avevano ancora detto a quei ragazzi che nel loro mondo erano famosi, e non perché erano DG-prescelti, ma perché loro erano protagonisti di una famosa serie televisiva, i Digimon.

“Scusa” chiese Matt, che era seduto accanto a Sora “non ci avete ancora detto quali sono i vostri nomi.”

“ehm... io mi chiamo Henry”

Il ragazzo dai capelli castani, alzati con il gel, e occhi blu oceano, si alzò dicendo: “ piacere io mi chiamo Ryo. E questa e Rika, la mia ragazz...ah!”e prima che potesse concludere la frase, Rika gli aveva dato una gomitata allo stomaco.

“ Idiota!”

“Io invece sono Takato.”

Yzzi, in quel momento, aveva notato che i Digimon dei ragazzi se ne stavano in disparte.

“ Ma i vostri Digimon stanno sempre da soli?”chiese

“No...”rispose Henry” a parte Renamon e Cyberdramon, gli altri due stanno sempre vicino a noi, ma se non l'hai notato... stanno dormendo.”

“Ancora!”disse Takato stupefatto” pensavo che si fossero già svegliati.”

“ehm..” disse Yzzi avvicinandosi a Henry” Perché non mi racconti un poco del tuo mondo.”

“D'accordo”rispose un po sorpreso e si andarono a sedendosi sulla sabbia. Anche gli altri fecero lo stesso.

Sora guardò per un attimo Rika. Alla cintura sembrava che portasse qualcosa, una specie di DG-vice, ma era diverso da quello suo e quello di Davis, T.K. e Kari. Distolse lo sguardo dalla ragazza, e si guardò intorno. Sia Davis, sia T.K., sia Kari, stavano parlando con Ryo e Takato.

Notando che mancava qualcuno Sora si alzò. Matt la guardò.

“Dove vai?” chiese.

“Hai visto Tai?”

“Si, e andato verso di là.” e con un dito indico un tratto dove la sabbia rossa aveva formato una specie di solco.

Sora si diresse proprio di là, e Matt la lasciò andare.

Giù da quel solco, c'era Tai.

La guardò” ciao” e non disse altro.

Sora scese e andò verso di Tai:

“ Che fai qui tutto solo?”chiese.

Non rispose.

“ehi!Guarda che ti ho fatto una domanda!”

Tai la ignorò ancora, e poi si voltò a guardare il deserto sconfinato.

“Tai?”ma lui non rispose.

Sora era decisa ad andarsene, si volto e si incamminò.

Forse l'aveva trattata male, era questo quello che pensava Tai mentre Sora se ne andava via.

Forse l'aveva trattata veramente male...

“La ucciderò! “

La voce!

“ SORA!!”

Sora si voltò.

“Che c'è.” chiese Sora.

In un attimo Tai le fu accanto. Ormai non poteva più dire che quella voce fosse solo una sua immaginazione. L'aveva sentita ben tre volte.

“ehm... forse e meglio se andiamo dagli altri.”non sembrava molto sicuro di se, si vedeva dal timbro della voce.

“Tai, devi dirmi qualcosa?” le chiese Sora.

“Niente, ora e meglio andare” ma Sora lo trattenne.

“ Mi dispiace di non essere potuta venire alla partita, ma mia madre si è sentita male così io e mio padre l'abbiamo portata all'ospedale.”

Tai si senti un perfetto... idiota! Come aveva potuto sospettare che la sua migliore amica si fosse dimenticata della sua partita?

“ No... sono io che dovrei chiederti scusa per come ti ho trattata...”

Sora gli diede allora uno dei suoi abbracci fraterni.

“ Amici, allora?”

“ Come sempre!” e tornarono dagli altri dopo essersi finalmente chiariti.

 

T.K. guardava Ryo con ammirazione, l'ho aveva conosciuto solo da una poco, eppure gli era sembrato sicuro di se, e molto simpatico.

Aveva parlato di se e del suo mondo. A quanto pareva loro non erano gli unici del gruppo, ma c'erano altri quattro componenti. Anche nel gruppo dei DG-prescelti mancava qualcuno, tra cui Joe,Mimi, Codi, Yoli, e Ken.

Quando lo misero al corrente di questo fatto, Ryo non restò affatto sorpreso.

T.K. guardò Matt. In quel momento arrivò Sora, seguita da Tai ed entrambi si sedettero accanto a Matt.

 

“ehm.. posso vedere il tuo DG-vice?” chiese Yzzi a Henry.

“ecco... tieni” e gli porse il DG-vice.

Yzzi lo analizzo attentamente. Notò che era molto più bello di quello suo(visto che era anche colorato) e notò anche una piccola fessura al lato del DG-vice.

“Quella fessura serve a strisciare le carte delle DG-modifiche.”si affretto a dire Henry, notando che Yzzi era rimasto sorpreso di quella fessura.

Yzzi lo guardò:

“Digi-modifiche?”disse in tono interrogativo.

Henry estrasse dalla tasca una carta, e la porse a Yzzi. La esaminò attentamente. Su di essa vi era scritto:

DIGI-MODIFICA

Carta del clone

EFFETTI:

Il prossimo attacco del Digimon avversario non avrà effetto su di voi.

Spostare la carta dopo l'uso nella zona esterna.

“Si striscia nel DG-vice e serve ad aumentare le possibilità di vittoria del proprio Digimon.”

“Wow!”esclamò Yzzi entusiasta.

Bip! Bip!

“Ehm...e normale che lampeggi così?”

Henry afferro il DG-vice. Aveva iniziato al lampeggiare, e il DG-vice lampeggiava solo quando c'era un Digimon nelle vicinanze.

Henry vide che anche Rika Ryo e Takato si affrettavano a prendere il DG-vice.

Renamon, che fino a quel momento era rimasta in disparte, in un lampo fu accanto a Rika.

“Ma è velocissima”gridò stupefatto Yzzi.

Guilmon si svegliò proprio in quel momento, e corse verso Takato, mentre il piccolo Terriermon, con le sue grandi orecchie, planava sulla testa di Henry. Cyberdramon rimase dov'era.

“Che sta succedendo?”grido Yzzi. Anche gli altri DG-prescelti si stavano chiedendo la stessa cosa.

Ryo si avvicinò a Cyberdramon.

“Li senti?” chiese.

“Sono in quattro... arrivano!”

Cyberdramon si alzo in aria. In un lampo DG-world divenne scura.

“Che è successo?” chiese Yzzi.

“E calata la notte”

“Cosi velocemente?”chiese stupefatto Yzzi.

“A DG-world è così”rispose Henry.

“Henry!!”

Henry si volto verso Ryo.

“Arrivano!”

Tutti I Digimon Tamers si girarono verso l’orizzonte. Si vedeva solo il deserto sconfinato. La temperatura scese. Tutti i ragazzi indossavano vestiti estivi, tranne Yzzi, che indossava ancora l’uniforme della scuola.

La temperatura scendeva sempre di più, come era scesa la notte. Infatti era scesa in un sol lampo, perché un’ombra nera aveva inghiottito la luce. Non si vedeva la luna, e neanche il cielo.

Infatti sopra di loro vedevano solo un campo digitale. Era il passaggio che separava DG-world dal mondo reale.

A quel punto, i DG-prescelti videro una cosa che solitamente non si vedeva nella loro DG-world. Dei fasci di luce rosa, che partendo dal cielo, arrivavano verso terra e inghiottivano tutto.

“che cosa sono” chiese Yzzi riprendendo la parola.

Nessuno rispose.

“Che cosa sta succedendo?”chiese Kari

Tutti zitti.

Davis si avvicinò a Ryo.

“per caso stanno arrivando dei Digimon?”

Ryo fece di si con la testa.

Tutti guardavano verso la parte indicata da Ryo. Si sentiva il rumore del vento.

Kari continuò a guardare. Niente.

La paura la fece tremare. Tum…Tum…

Niente…cric…

Un brivido freddo percorse la schiena di Kari. Si voltò lentamente tremando. Niente.

Tai guardò Yzzi:

“Vi sarete sbagliati, qui non c’è nessuno!” e sforzò un sorriso.

“Già” disse Ryo riprendendosi dallo spavento.

Non gli sarebbe piaciuto incontrare un Digimon a quel ora di sera.

“Ci siamo sbagliati…” confesso Takato”Capita…”….

Bom!

Rika si sentì scaraventare, e cadde un metro dietro di lei. Sbatte la schiena, ma la sabbia attutì la caduta.

Davis fece un volo tremendo. Cadde a terra svenendo.

T.K. e Kari sbatterono contro qualcosa di duro e svennero.

Tai e Matt si alzarono di qualche metro dal terreno, e volarono 4 metri più in là, un po’ intontiti.

Henry, insieme al suo Digimon, Terriermon, venne scaraventato qualche metro più in là, vicino a Yzzi, anche lui svenuto perché colpito in pieno da un raggio.

Henry aprì gli occhi, accanto a loro c’era anche Davis…ma che cos’era quella luce rosa che gli annebbiava la vista…oh no! Doveva alzarsi, doveva spostarsi, ma gli mancavano le forze…

Tutti e tre ( 4 con Terriermon) vennero inghiottiti dalla luce rosa.

Ryo si era salvato grazie a Cyberdramon, ed era corso in soccorso di Rika.

Renamon le fu subito accanto.

“Stai bene?” chiese Ryo avvicinandosi all’amica (‘‘).

“Si…”

Renamon guardò per un attimo su nel cielo.

Sembravano dei draghi quelli che vide, erano in quattro, chiaramente dei Digimon.

Ryo li analizzo:

 

Nome: Megadramon

Livello: Evoluto

Gruppo: Dark Dragon

Tipo:Virus

Tecnica: Dark side attack

 

Ryo non sapeva cosa fare. Cyberdramon non poteva farcela da solo, erano in troppi per lui.

“Me ne occupo io” Cyberdramon stava per alzarsi in cielo quando…

“aspetta!”Ryo l’aveva fermato” non ce la puoi fare da solo!”

Rika si alzò:

“Ti sbagli, non sarà da solo”

Renamon le si avvicinò:

“Combatteremo insieme”confermò.

“Non vi starete dimenticando di me!” Takato correva verso di loro seguito da Guilmon.

“Noi siamo pronti” dissero i Digimon.

Takato, Rika e Ryo estrassero dalle loro tasche una carta blu. Anche sta volta una semplice carta della Digi-modifica era diventata una carta blu.

Sora si rialzò dopo essere caduta colpita da un raggio di Megadramon. Guardava i Digimon-Tamers che estraevano la carta blu. A cosa gli sarebbero serviti.

Vide la carta strisciare in una fessura dello strano DG-vice dei ragazzi, e vide Guilmon e Renamon DG-evolvere.

Renamon si trasformò in Kiubimon, una volpe che assomigliava a un cane, sempre con la pelliccia di colore giallastra.

Kiubimon era la DG-evoluzione dal livello campione di Renamon.

Guilmon divenne più alto (Quanto un palazzo) e grosso ( Circa 5 tonnellate). Si chiamava Grolmon, Digi-evoluzione al livello campione di Guilmon.

Kiubimon corse più veloce che poté, e fece un salto di 10 metri. Salì sulla testa di uno dei quattro Megadramon, e colpì con un fuoco rovente il Digimon accanto.

Ma quello non risultò ferito dall’attacco di Kiubimon. Anzi, risultò molto turbato.

Dalla sua mano metallica ne uscì un raggio che colpì in pieno Kiubimon.

Anche gli altri due colpirono con i raggi Kiubimon, ma colpirono anche il loro amico.

Kiubimon cadde e un raggio rosa, che passava lì proprio in quel momento, la travolse. Scomparve.

“Renamon!” urlò Rika.

Uno dei quattro draghi cadde a terra disintegrandosi.

Adesso sia Renamon che Terriermon, erano stati portati via da degli strani raggi, ma dove erano finiti?

Cyberdramon attacco con una lama della sua spada laser, ma fece ben poco. Infatti i quattro draghi si girarono verso di lui sparandogli dei raggi che lo fecero cadere a terra svenuto.

Grolmon osservo i Digimon. Se avrebbero continuato a sparare raggi contro Cyberdramon, quello sarebbe morto!

Si mise davanti a Cyberdramon, ma i colpi dei Digimon adesso colpirono lui.

Doveva resistere! Ma non ce la faceva più. Tento di non cadere a terra, ma le forze lo abbandonarono. Cadde regredendo al livello intermedio.

Che cosa stava succedendo lì fuori, come se la sarebbe cavata Takato ora?

Aprì piano, piano gli occhi. Vide Rika e Ryo venire scaraventati verso un raggio di luce rosa, ed essere trasportati chissà dove.

Cyberdramon non poté fare niente per aiutarli.

Takato si alzò e andò verso Guilmon.

“Guilmon….”

Cosa poteva fare? Si guardò intorno.

Erano rimasti solo lui T.K. , Kari, Matt, Sora e Tai. Tutto il resto del gruppo, e due dei Digimon, erano stati risucchiati da quei fasci di luce rosa.

Non avevano speranze…Guilmon e Cyberdramon erano fuori uso.

Guardò i Digimon. Si stavano avvicinando verso di loro. Ne erano rimasti tre.

Uno si fermò davanti a Takato. Era gigantesco, e assomigliava a un drago con la forma di un serpente. Il Digimon si girò, e colpì Takato con la punta della coda. Takato volo via di qualche metro.

Cadde a terra privo di sensi, con il sangue che gli colava dalla testa.

Un drago si fermò davanti a Sora. Per un attimo crebbe di fare la stessa fine di Takato, ma il Digimon non la attaccò.

L’ultimo Digimon rimasto si fermò davanti a Tai e a Matt. Quest’ultimo si alzò dopo la caduta, ma la punta della coda del Digimon lo colpì in pieno stomaco.

Anche lui fece un volo tremendo. Il sangue scorreva dalle narici e dalla bocca.

Vide Tai fare un volo tremendo. Anche lui sanguinava…non avrebbero resistito a lungo…sarebbero morti…svenne.

Tai fece un ultimo sforzo e guardò i draghi, che se ne andavano via portando qualcuno con se. Il dolore lo travolse. Svenne.

 

 

“ T.K. si sta svegliando”

T.K. si diresse accanto a Kari. Anche Agumon si avvicinò. Tai si svegliò. Era pallido, sudava freddo.

Takato si sedette accanto a lui.

Tai si guardò intorno. Si trovavano dentro un oasi del deserto. Li si stava al fresco, sotto l’ombra delle palme.

Era strano che ci fossero dei posti cosi simili alla terra a DG-world.

Ma che cosa era successo? Ricordava solo quattro Digimon, e di aver fatto un volo tremendo.

“Che è successo dove sono gli altri?… Agumon!!”

Solo ora si accorgeva che oltre a Guilmon e Cyberdramon c’erano con loro sia Gatomon, Patamon e Agumon.

“Che ci fate voi qui?”

Agumon aiutò Tai ad alzarsi.

“Vi abbiamo cercati dappertutto”iniziò a raccontare Agumon “ e quando vi abbiamo trovati eravate svenuti e feriti gravemente.”

“Vi abbiamo portati qui”continuò Gatomon” e abbiamo aspettato che le ferite si rimarginassero completamente.”

“Ma voi che ci fate in questo mondo?”chiese Tai” come ci siete finiti?”

“Ti sbagli Tai…questo non è un altro mondo” continuò Patamon “Bensì l’unione di DG-world del futuro con quella del passato.”

Tai rifletté un attimo. ‘ DG-world del passato con quella del futuro’.

Forse adesso capiva chi erano i Digimon-Tamers, i DG-prescelti del futuro.

“Ma dove sono gli altri?”

“Henry, Rika, Ryo, Renamon, Terriermon, Yzzi e Davis sono stati trasportati in un’altra parte di DG-world dai fasci di luce rosa.” affermò Takato.

“E che cosa sono questi raggi di luce rosa?” chiese Tai.

“Sono dei dati danneggiati del sistema che viaggiano per DG-world portando con se via tutto quello che trovano sulla loro strada.” riferì Takato.

“E Matt… era con noi…”

Per un attimo Kari esitò. Poi disse:

“Infatti era con noi, e c’era pure Gabumon, ma sono partiti cinque minuti fa per andare a salvare Sora.”

“Cosa!!”

Tai penso per un attimo alla strana voce che aveva sentito più di una volta…era una voce fredda…’Ne sei sicuro?’…… ‘Lei morirà… ‘La ucciderò’…

“Devo andare anch’io” affermò sicuro di se Tai.

“ Sei sicuro” chiese gentilmente Gatomon, il Digimon di Kari.

“Si”

“Allora io verro con te!” riferì Agumon. Tai fece di cenno di si con la testa.

“Aspetta…”grido Kari.

“Devo andare…E tu non mi fermerai. Sora e una mia amica, e poi non lascerò che Matt si prenda tutto il merito!”

“Fa come credi.” disse T.K. “ stai certo che io non ti fermerò…e poi forse e meglio non lasciare Matt da solo.”

Takato non disse niente, fece solo di si con la testa in segno di approvazione.

“Agumon” disse in fine Tai alzandosi”sei pronto?”

“Si”

Tai estrasse il DG-vice. Quello si illuminò. Agumon emanò una luce abbagliante.

“Agumon…Mega-DG-evolve!! Worgreimon.”

Agumon si era trasformato in Worgreimon, un Digimon ricoperto da uno scudo d’orato nella schiena con su inciso il simbolo del coraggio di Tai, e alle braccia e alle gambe dei Trita draghi anch’essi d’orati, la faccia per metà ricoperta da acciaio e per metà d’oro.

Il suo corpo era come quello di un uomo, molto muscoloso e alto circa due metri e mezzo.

“ Ci rivediamo!” disse Tai mentre si dirigeva verso Worgreimon.

Lo scudo che aveva Worgreimon alla schiena si aprì in due e divennero due specie di ali.

Tai sali sopra all’amico e insieme partirono.

Volavano a circa dieci metri dal terreno sabbioso. Tai prese il Digi-vice. Il puntino di Matt doveva essere quello segnalato a nord-ovest del piccolo schermo del Digi-vice.

Però non riuscì a localizzare Sora, lo schermo era troppo piccolo, e lei doveva trovarsi chissà dove.

 

“Che facciamo?” chiese Kari.

“Non possiamo stare qui a marcire per sempre. Perché non andiamo a cercare anche noi gli altri” suggerì T.K.

Guardò gli altri.

“Forse T.K. a ragione.” Takato si avvicinò a quei due ragazzi.

“Facciamo così” suggerì Gatomon”per ora restiamo qui a fare provviste, e poi andremo a cercare gli amici di Takato. Scommetto che Tentomon e V-mon saranno con loro…”

“E un’idea…beh ormai non ci resta nient’altro da fare. Andiamo.”concluse Kari.

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Strade diverse ***


Strade Diverse

 

Perché doveva capitare proprio a lei. Erano ormai tre giorni che Rika marciava seguita da Renamon e da quell’imbecille di Davis. Si trovavano in un fitto bosco. La luce penetrava a fatica dai rami degli alberi. Camminavano facendo attenzione a non calpestare le radici degli alberi per non in inciampare. In lontananza videro un punto dove la luce era chiaramente visibile. Man mano che si avvicinavano notarono che li vi era un ruscello.

Rika si fermò, mentre Davis bevevo dal ruscello.

Davis sbuffo: “ si può sapere perché e da due giorni che marciamo ininterrottamente senza fermarci?” domando con una nota d’ansia nella voce.

“ Perché se non ci sbrighiamo rischiamo di perdere il segnale degli altri.” rispose seccamente Rika, come se glielo avesse ripetuto un infinità di volte.

Controllò il digi-vice. Tre puntini si vedevano a stento sul piccolo schermo.

“ Anzi. Se non ti sbrighi rischiamo di perderli!” aggiunse.

Sbuffando a più non posso, Davis si rialzò. Mormorò qualcosa sulle ragazze, e poi si rimise a camminare. Una figura dietro un albero lo fermò. Sembrava un insetto luccicante che emanava luce.

“ Che cos’è?” domando a Rika.

“ Uno gnomo digitale.” rispose senza neanche fermarsi.

Davis non ebbe il tempo di ammirare la creatura, perché Rika e Renamon avevano ripreso nuovamente a camminare.

 

“ Dove avete trovato quel coso?” domandò Ryo studiando attentamente il computer portatile nero che Yzzi ed Henry stavano utilizzando.

“ Te l’ ho detto.” rispose Yzzi distogliendo lo sguardo dal computer e guardando Ryo “ l’abbiamo trovato in questo strano bosco.”

Ryo si distese sul terreno, e appoggiò la testa a un albero secolare. Erano tre giorni che stavano lì, e quelle due super spie internazionali di Yzzi ed Henry non si erano ancora decisi a muovere il sedere ed andare a cercare gli altri.

Tentomon e V-mon ( i Digimon di Yzzi e Davis) li avevano raggiunti ieri, dicendo di averli cercati ovunque.

Avevano anche raccontato che il posto in cui si trovavano doveva essere l’unione della DG-world del passato con quella del futuro. Yzzi aveva subito formulato l’ipotesi che i Digimon-Tamers fossero i DG-prescelti del futuro, e lui ed Henry glielo avevano lasciato credere. Difatti le cose non stavano così. Proprio la sera prima, dopo che finalmente Yzzi si era addormentato, Henry aveva detto a Ryo che quei DG-prescelti dovevano essere un errore del sistema, e che secondo lui fossero un vecchio programma creato dai fondatori di DG-world chissà per quale motivo.

Decisamente ormai stufo di aspettare, Ryo si alzò e si diresse dai due amici.

“La smettete di stare davanti a quel portatile!” esclamò sgarbatamente.

Questo riuscì ad ottenere l’attenzione degli altri.

“ Cosa credi che dovremmo fare, e poi hai visto il digi-vice, ci sono proprio due puntini che si stanno dirigendo verso di noi. Secondo me dobbiamo aspettarli. No?”

“ E se invece di aspettare ci andassimo in contro e finissimo di rilassarci?” propose nuovamente Ryo.

“ Sta volta hai proprio ragione.” così dicendo, Henry si alzo chiudendo il portatile.

“ sei impazzito!” esclamò sottovoce Yzzi.

“ Fidati di me.” e Henry gli fece un sorriso maligno.

Henry si alzo e andò a svegliare Terriermon, che poltriva sotto un albero.

Spiegò la situazione e finalmente tutto il gruppo, più i tre Digimon, ripartirono.

Era passata circa mezz’ora da quando avevano iniziato a camminare. Yzzi ed Henry confabulavano tra loro, e qualche volta scoppiavano pure a ridere, e Terriermon, che era sopra la testa di Henry ( visto che era piccolo ci poteva stare benissimo) continuava a dormire. Fu a metà strada, che già Yzzi si fermò dicendo: “ Ho delle questioni urgenti da risolvere.” e senza aggiungere altro, si diresse in un luogo isolato.

“ Anch’io!” esclamò Henry, portandosi con se sia Tentomon che Terriermon.

Era passata un quarto d’ora da quando Henry e Yzzi erano andati in bagno, e Ryo stava iniziando a sospettare che l’avevano fregato.

Si diresse nel luogo in cui erano spariti, e vide che i loro vestiti erano posati sopra un albero, e loro si stavano rilassando dentro una piscina di acqua calda.

“ E Si!” esclamò Yzzi “ Tentomon ha avuto un ottima idea a portarci qui.”

Avevano entrambi i ragazzi gli occhi chiusi, e si rilassavano insieme a Tentomon e Terriermon.

Ryo e V-mon li guardarono torto. Ryo strinse i pugni. Ormai era arrivato al limite.

“ SI PUò SAPERE CHE CA**O STATE FACENDO QUI VOI DUE R***********I!” esplose Ryo.

Henry e Yzzi ebbero un soprassalto. Evidentemente non si aspettavano che Ryo sarebbe venuto a cercarli.

“ Ma vi siete rimbecilliti tutti e due! Si può sapere che cosa vi prende. Siamo a DG-world per una missione non per rilassarci!” esclamò l’amico.

Henry e Yzzi guardarono per un attimo Ryo. I loro sguardi si fecero seri finalmente dopo tre giorni di cammino.

“ Senti anche noi siamo preoccupati per la sorte di DG-world.” concordò Yzzi “ ma cosa dobbiamo fare adesso? Non sappiamo niente di quello che sta succedendo! Non possiamo ne tornare a casa, perché ci ho già provato col portatile e l’accesso e negato, e non sappiamo nemmeno cosa fare. Pensi che concluderemo qualcosa riunendoci tutti?”

Ryo rifletté un attimo. Poi disse sconcertato: “ ehm…no!”

“ ALLORA CHE TI LAMENTIA FARE!” e sia lui che Henry tornarono a rilassarsi.

Ma Ryo non si diede per vinto.

“ Ragazzi, non vi riconosco più. Noi siamo un gruppo, non siete preoccupati della sorte dei nostri amici? Come pensi che se la sarebbero cavata Takato e gli altri dopo essere rimasti solo con due Digimon.”

“ Che dici!” esclamò Henry “ c’era anche Renamon con loro!”

“ E invece no! Sia Davis, Rika e Renamon erano stati portati via prima da un raggio di luce, e prima che io venissi trasportato in questo posto ho visto Cyberdramon e Grolmon cadere sfiniti! ORA COSA VUOI DIRE! CHE NON DOBBIAMO PREOCCUPARCI ANCHE SE UNO DI LORO MUORE!” esclamò esterrefatto Ryo dopo aver visto il menefreghismo degli amici “ Voi statevene pure qui” aggiunse “ io andrò a cercare gli altri!” e se ne andò. V-mon lo seguì.

“ Vengo con te!” esclamò.

Ryo fece un sorriso, e insieme si avviarono verso i due puntini che si avvicinavano sempre di più.

“ Secondo me sta esagerando.” disse Yzzi prendendosi tutte le sue comodità dentro la vasca “ io non mi muovo da qui almeno che non sarà necessario.”

“ Concordo “ affermarono Henry e Terriermon.

Tentomon non parlò ne disse niente.

“ Ma cosa avranno?” chiese V-mon mentre prendevano un sentiero del tutto insidioso.

“ Da l’ultimo incontro si comportano in modo strano” fece presente Ryo “ non sono più loro da qualche giorno.”

“ Già.” concordò V-mon “ultimamente pensano solo a se stessi.”

Ryo non rispose, solo ora si stava chiedendo…

“ V-mon ...perché sei voluto venire con me?” chiese

“ Perché anch’io sono preoccupato per Davis.”

Ryo si sentì sollevato. Finalmente c’era qualcuno che la pensava come lui.

 

Kari e T.K. misero le ultime provviste nello zaino di Takato. Quest’ultimo non aveva fatto altro che controllare il digi-vice. Vedeva solo due puntini, lontani tra loro, che si dirigevano a Nord-ovest, ma dovevano essere Tai e Matt che andavano a cercare Sora.

Guardò T.K. e Kari. Poi guardò Guilmon.

“ Siete pronti.” chiese.

“ Si, noi siamo pronti.” annuirono gli amici.

A quel punto, Gatomon e Patamon armon-digi-evolsero Nefertimon e Pegasusmon.

Quest’ultimo sembrava un cavallo dorato, mentre Nefertimon era un Digimon con il corpo di gatto dal pelo bianco ( molto grande), con grossi artigli alle zampe e con la faccia di una sfinge.

Guilmon salì, insieme a Kari, sopra Nefertimon. Questa spalancò le ali bianche e si mise in volo. Pegasusmon fece salire T.K. e Takato. Anche lui spalancò le ali dorate e si mise all’inseguimento di Nefertimon.

“ Takato!” urlò T.K. per sovrastare il rombò dell’aria che tappava le orecchie di entrambi. “ DEVI CONTROLLARE IL DIGI-VICE E VEDERE SE CI SONO DG-PRESCELTI NEI PARAGGI !”

“ O.K. !” urlò Takato, mentre sia Pegasusmon che Nefertimon si alzavano sempre di più in volo, fino ad arrivare a 200 metri d’altezza, e anche di più!

Takato guardò giù. Volare era sempre bellissimo.

“ WOW!” esclamò guardando in basso, e vedere il deserto che scompariva dietro di loro. Ora sorvolavano piccoli villaggi di Digimon e immense pianure si affacciavano ai loro occhi. Anche T.K. guardò in basso.

“ SAREBBE BELLO STARE CON KARI DA SOLO QUI! NON CREDI” e si voltò verso Takato.

“ A ME PIACEREBBE PORTARE JERI.” entrambi risero.

Takato prese il suo digi-vice.

“ ANCORA NIENTE?” chiese T.K. sovrastando il rombo delle orecchie.

“ NIENTE!”

Ora erano scomparsi anche i puntini che segnalavano Tai e Matt.

I capelli di T.K. e Takato volavano col vento. Takato guardò di nuovo giù. Ora volavano all’altezza di 500 metri. Strinse ancora più forte le gambe al dorso di Pegasusmon per non cadere. T.K. si teneva al collo. Lui e Takato non stavano molto comodi in due. Le ali di Pegasusmon impedivano che qualcuno si mettesse indietro. Infatti Takato stava sul dorso, qualche millimetro prima delle ali, mentre T.K. stava andando a finire sulla testa dell’animale.

“ DOVREI METTERCI UNA SELLA SUL DORSO DI PEGASUSMON! “ disse sarcastico T.K.

“ FORSE HAI RAGIONE!” urlò Takato.

Pegasusmon adesso volava ancora più veloce. Takato dovette afferrarsi alle spalle di T.K. per non cadere. Andavano così veloce, che dovette chiudere gli occhi per via dell’aria.

LA PROSSIMA VOLTA PRENDO UN TAXI!” scherzò Takato.

“ NON HAI TUTTI I TORTI!” concluse T.K. stando al gioco “ COMUNQUE CON L’AEREO SI FA PRIMA!”

Nefertimon era a qualche metro di distanza da loro. Sopra si potevano vedere Kari e Guilmon. Quest’ultimo evitava di guardare giù; doveva soffrire di vertigini.

All’improvviso Nefertimon si fermo. Pegasusmon le si mise accanto. Entrambi sbattevano le ali per non cadere.

“ Perché ti sei fermata?” chiese T.K. in tono normale, visto che ora non andavano veloci.

Kari fece cenno di guardare giù. In lontananza si vedevano dei Digimon che marciavano verso Sud. Dovevano essere migliaia di truppe , formati da Digimon che erano esclusivamente virus.

“ Dove staranno andando?” chiese T.K. normalmente, ma nella sua voce cera una nota di paura.

Tutti si guardarono perplessi.

“ Spostiamoci di qui!” intimò Pegasusmon rompendo quell’attimo di tensione “ O CI VEDRANNO!”

Pegasusmon e Nefertimon volarono ancora più su, e si nascosero al di sopra delle nuvole.

Da un piccolo punto potevamo vedere cosa stava succedendo. ‘Ci avevano visti?’ era questo l’unico pensiero che avevano in mente tutti quanti. Ma i soldati continuarono a camminare. Solo ora T.K. si rese conto che non si stavano dirigendo a sud, ma bensì…

“ A Nord-Ovest” esclamo con un tuffo al cuore.

Tutti lo guardarono perplesso.

“ Quei soldati si stanno dirigendo a Nord-Ovest!” disse con un filo di voce.

“ Oh NO!” gridò Kari.

“ E li che stanno andando Matt e Tai!”

Tutti si guardarono in torno perplessi. Cosa dovevano fare?

“ Presto!” urlò Pegasusmon “ TORNIAMO IN DIETRO!” e senza dargli il tempo di rispondere, partirono.

Pegasusmon andava velocissimo, seguito a stento da Nefertimon. Entrambi stavano attenti a non volare sotto le nuvole, perché potevano benissimo vedere che sotto di loro c’erano ancora migliaia di Digimon che marciavano senza fermarsi.

T.K. Si aggrappò fortissimo al collo di Pegasusmon, mentre questo andava alla massima velocità. Takato strinse la vita di T.K. per non cadere. Entrambi chiusero gli occhi per il vento. Andavano velocissimi, i capelli volavano alzati dal vento, i vestiti si sembravano volessero volare via, e a T.K. volò via il suo cappello.

Takato abbasso gli occhiali da ciclista. Finalmente riuscì a vederci. Prese il DG-vice. I due puntini di Tai e Matt erano ricomparsi, e avevano iniziato ad avvicinarsi sempre di più. Ma dal loro punto erano lontani. Guardò giù, l’esercito era ormai scomparso. Guardò dietro, e vide che non la smettevano di marciare, ma di li a poco li seminarono tutti. Si vedevano solo piccoli puntini neri all’orizzonte.

La pianura scompariva, e finalmente ricompariva il deserto. Non c’erano nuvole su cui nascondersi, e non ce ne sarebbero state bisogno, perché l’esercito era ormai molto lontano, ma ne Pegasusmon ne Nefertimon allentarono il passo.

 

Tai volava a dieci quindici metri di altezza. Worgreimon non andava molto veloce, ma i capelli di Tai volavano pure a quella velocità.

Tai guardò il digi-vice. Avevano guadagnato poco terreno da quando erano partiti, e Matt sembrava ancora molto lontano.

Poiché non andavano veloci, il caldo si fece sentire. Nonostante Tai indossasse una canottiera blu col cappuccio, e dei pantaloncini corti gialli, e scarpe da tennis bianche, iniziò a sudare.

Guardò giù. Si trovavano ancora nel deserto rosso.

La velocità aumentava sempre di più. Tai sarebbe volato via se non si fosse attaccato al dorso dell’amico. Quest’ultimo volò ancora più in alto. I capelli di Tai si muovevano, e i vestiti, come al solito, sembravano che stessero per strapparsi e volare da un momento all’altro.

Worgreimon non si fermò! Erano ormai a 500…670….700…..metri di altezza. Finalmente Worgreimon puntò dritto. La velocità fece chiudere gli occhi a Tai, che però sembrava divertito. Con gli occhi socchiusi vide che Matt era vicinissimo…..ancora di più…ancora…..era sotto di loro!

“FERMATI” Urlò Tai all’amico. Worgreimon si fermò “ Scendi in picchiata con tutta la tua velocità!” ordinò all’amico.

Worgreimon puntò verso il basso. Tai si afferrò saldamente all’amico. E poi…gli venne un tuffo al cuore. Andavano velocissimi…sembravano che stessero precipitando nel vuoto. Tai urlò dalla gioia. Vide Matt, che alzava lo sguardo verso di loro. Era a 10 metri di distanza, ma loro lo superarono, stavano per schiantarsi. Tai urlo. Mancavano DUE METRI…uno…

“ SI!!” gemette Tai mentre Worgreimon si rialzava, e si accostava accanto a Matt e Metalgarurumon ( mega-digievoluzione di Gabumon, il Digimon di Matt.)

Entrambi guardavano Tai con la bocca spalancata.

“ Ma…sei impazzito!” urlò con voce strozzata Matt “ per poco non ti ammazzavi!”

“ oh……ma quanto la fai lunga Matt” stizzì Tai “ sai…” spiegò Tai come se lui sapesse tutto di tutti “ bisogna godersela la vita... prendi me per esempio.”

“ Se devo prendere qualcuno come esempio…beh preferisco quel immaturo di Davis che un pazzo come te.” affermò Matt scherzosamente.

“ Beh…non c’è bisogno che tu prenda come esempio Davis, visto che tu sei già immaturo da te.” provocò Tai.

“ Certo che hai un gran coraggio ad affermare di essere più maturo di me”

“ Perché, non lo sono?” chiese Tai, con finto stupore “ comunque, io e Worgreimon andiamo a nord-ovest, siete dei nostri?”

Matt stava per rispondere di si, ma Metalgarurumon lo precedette costringendolo a zittirsi.

“ No, voi andate pure avanti noi vi raggiungiamo più tardi”.

“ Eh?” Matt sembrava più sorpreso di Tai stesso.

Worgreimon guardò Tai. Senza dire niente partirono, lasciando Matt da solo con il suo Digimon.

Metalgarurumon scese di qualche metro fino a toccare la sabbia rossa.

“ Perché ti sei fermato?” chiese Matt guardando l’amico.

“ Tra poco calerà la notte, ed e meglio fermarci.” rispose l’amico.

Matt si stupì della risposta.

“ Ma che dici? Guarda il sole come splende ancora alto in cielo. Sarà circa mezzo giorno……” non ebbe il tempo di finire la frase.

Qualcosa di nero lo stava avvolgendo, il suo corpo diventava più scuro. E poi…il sole sparì, e un’ondata di nero avvolse DG-world.

Forse doveva abituarsi a questi cambi di stagione.

 

Matt scese cautamente da sopra Metalgarurumon. La temperatura era scesa di molti gradi. Sentiva freddo, visto che indossava una camicia a maniche corte molto leggera, e dei pantaloni estivi. Si passo la mano tra i capelli e si sedette sulla sabbia rossa. Non faceva caso al freddo, ora i suoi pensieri erano altri. Metalgarurumon lo scrutò.

Matt si appoggiò la schiena a un masso lì vicino, alzò la testa al cielo e disse rivoltò a Metalgarurumon:

“ Sono solo preoccupato, tutto qui.”

“ Ti capisco, Matt. Ma non ti preoccupare, la salveremo.”

Matt non rispose. Guardava altrove mormorando qualcosa tra se.

“ Matt!” urlò il Digimon “ non ti riconosco più! Devi reagire.”

“ Reagire? eh…” confabulò tra se Matt “ ma se non sono stato neanche in grado di proteggerla...” e sorrise amaramente.

“ Matt” disse Worgreimon con voce flebile e triste.

“ Lasciami stare!”

Chiuse gli occhi e si addormentò. Quando li riaprì, davanti a se c’era un ragazzo biondo…

 

Tai continuava a volare da più di tre ore. Dovevano essere le due di notte. Non si vedeva nessuno nei paraggi. Ora non si trovavano più in un luogo deserto, ma in un luogo dove la vegetazione era fitta, i fiumi scorrevano nelle valli, e si vedevano piccole luci di villaggi di Digimon lontani.

Tai non aveva intenzione di fermarsi. Aveva fame e una sete tremenda. Sentiva freddo…ma non si fermò. Camminò per altre due ore. Gli occhi si chiudevano e si riaprivano di scatto ogni volta che rischiava di addormentarsi. Non mangiava niente da tutto il giorno…non sapeva cosa fare…era stanco…chiuse per un attimo gli occhi per rilassarsi…ora si sentiva meglio…non voleva essere disturbato, ma poi un grido lo fermò. Aprii gli occhi di scatto e si guardò indietro. Quattro ragazzi su i loro Digimon si dirigevano verso di lui…

 

Rika non riusciva ad addormentarsi. Anche Davis continuava a muoversi e rigirarsi in continuazione. Alla fine non ce la fece più e si rialzò. Cosa stava succedendo? Cosa era successo ai loro amici? Cosa era successo alla sua migliore amica?

Davis sentì qualcosa, un rumore…un rumore di foglie che si muovevano sopra gli alberi. Alzò lo sguardo. Non riusciva a vedere cosa fosse. Sembrava un ombra di qualcuno. La luna lo illuminò un attimo. In quell' attimo sparì. Però Davis ebbe il tempo di capire che non fosse un Digimon. Assomigliava troppo a un bambino per esserlo.

“ L’ hai visto anche tu?”

Davis ebbe un soprassalto. Accanto a se, riuscì a vedere a stento Renamon. Fissava il punto in cui la figura era scomparsa.

“ Chi era?” chiese Davis fissando anche lui il punto in cui la figura nera era sparita.

“ Di sicuro non era un Digimon…”

Sentirono un rumore di foglie che si muovevano. Davis si girò. Per poco non cadde inciampando su una radice. Un ragazzo e un Digimon si dirigevano verso di loro correndo. Avevano il fiatone.

Rika si alzò, e si mise accanto a Renamon e a Davis. Ci mise un po’ per capire chi fossero.

“ Ryo!” gridò sorpresa vedendo la faccia del ragazzo illuminata dalla luna.

Ryo continuava a respirare affannato. V-mon accanto a lui alzò lo sguardo verso di loro.

“ Presto! Dobbiamo scappare!” intimò ansante. Corse verso di loro. Afferrò Davis per un braccio.

Sentirono le grida di qualcuno, del fuoco si alzò in cielo. Davis e V-mon iniziarono a correre.

Ryo afferrò Rika per un braccio, ma questa non si mosse; si fermò per prendere il suo Skateboard ( lo stesso che aveva Ryo in mano in quel momento) e si mise a correre verso il punto in cui erano scomparsi Davis e V-mon.

Davis continuava a correre. Guardò dietro, ma V-mon lo incitò a camminare e a non fermarsi.

Non si girò più indietro, pensava solo a correre. Aveva paura, correva più che poteva. Sentiva ancora delle grida dietro di se, qualcuno urlava. Alzò gli occhi in cielo, e vide del fumo. A questo punto corse più che poté. Camminava circa da mezz’ora. Non si fermava e non si girava mai. Era intento a schivare gli alberi e a evitare di inciampare sulle radici degli alberi. Davanti a se vide una foresta piena di nebbia. Si fermò ormai privo di forze dietro un albero.

Riprese fiato, si girò. Il fumo non si vedeva più, e le grida erano cessate. Cosa era successo? Dove erano Rika e Ryo?

Davis si guardò in torno. Sentiva degli strani rumori, le foglie degli alberi si muovevano per via del vento. Non si sentiva niente, a parte gli strani rumori di qualcuno che si nascondeva tra le foglie, qualcuno che li spiava…sobbalzò e cadde indietro, vedendo degli occhi tra i cespugli che lo fissavano. Quelli sparirono, seguiti dal rumore di qualcuno che si muove tra i cespugli.

Il cuore batteva all’impazzata. Un altro fruscio tra i cespugli, e vide Renamon davanti a se.

“ Dov’è Rika?” chiese senza notare lo spavento che aveva fatto prendere al ragazzo.

“ La prossima volta evita di spiarci!” disse Davis prendendo la mano che gli porgeva V-mon e alzandosi.

“ Spiando? Ma cosa dici! Io sono venuta qui adesso!” rispose sorpresa Renamon.

Quella risposta aveva fatto diventare Davis più nervoso. Scrutò il cespuglio in cui erano spariti gli occhi. Chi poteva essere stato? Chi c’era li dietro?

“ Dov’è Rika?” ripeté Renamon senza notare il continuo nervosismo di Davis.

“ non lo so! Sono spariti, erano dietro di noi... e…e un attimo dopo non c’erano più…”

Renamon assunse un aria molto preoccupata.

“ E se li avessero presi!” disse con una nota d’ansia nella voce.

“ Chi?” domandò Davis che non capiva chi, poco fa, li stesse inseguendo.

“ Erano dei Digimon.” disse V-mon in fine.

“ V-mon! Che ci fai tu qui?” e pensare che solo ora Davis si era accorto che anche in quel mondo ci fosse anche lui “ tu non dovresti essere in questo mondo!”

“ guarda che questo non è un altro mondo…” iniziò a spiegare V-mon “ e l’unione di DG-world del passato con quella del futuro.”

Davis guardò l’amico perplesso.

“ non ci ho capito niente.”

V-mon abbassò la testa sconsolato, ma a Davis bastava che lui fosse qui, non aveva bisogno di spiegazioni.

“ sentite, visto che V-mon e con noi, propongo di andare a salvare gli altri ora…” stava per andare, ma Renamon lo prese per la maglietta, lo sollevò e lo lasciò sospeso in aria.

“ che c’è…” chiese Davis con voce sottile, notando l’espressione molto seria e provocatrice di Renamon.

“ Fermo…non fare l’impulsivo…anch’io sono preoccupata per loro due, ma non c’è bisogno di fare così…non fare l’imprudente…” lo rimproverò Renamon.

“ IMPRUDENTE IO! GUARDA CHE QUEI DUE SONO SENZA DIGIMON! SONO PRATICAMENTE INDIFESI!”

Renamon abbassò lo sguardo preoccupato. Davis aveva capito cosa in quel momento la preoccupava di più.

“ Fermi!!” intimò V-mon guardando gli amici.

Renamon lasciò andare Davis, che cadde all’indietro sbattendo la schiena.

“ E troppo rischioso! Sono in troppi!!” esclamò V-mon, mentre aiutava Davis a rialzarsi.

“ Troppi?!” chiese perplesso Davis “ e in quanti sono scusa?”

“ Sono in cinque.”

Davis lo guardò sorpreso, poi scoppiò a ridere.

“ Di cinque Digimon possiamo farci beffa!” esclamò divertito.

“ Di livello mega.” concluse V-mon.

A Davis vi si gelò il sangue.

“ Cinque Digimon di livello mega!” disse con voce strozzata.

Renamon lo guardò divertita, come se gli volesse dire ‘ Così impari a fare l’impulsivo.’

Davis la guardò torto. Più arrabbiato che mai esclamò :

“ Allora cosa facciamo, genio?” rivolgendosi a Renamon.

Renamon rifletté.

“ Niente…” e salì sopra un albero.

“ COSAA!” Davis guardava sorpreso Renamon che si accucciava sopra un albero e si metteva a dormire “ IO NON ME NE STARO' QUI A NON FARE NIENTE! ANDRO' A CERCARLI.” e si avviò da solo.

Ma un attimo dopo tornò, dicendo di aver perso l’orientamento, e di aver girato a vuoto per quattro volte.

 

 

“ Il capo a detto di farli fuori.” ridacchiò Skallmusyamon, un Digimon di livello mega, con il corpo da samurai.

“ Si dai facciamoli fuori!” esclamò l’altro al suo fianco, che si chiamava Darkninjiamon, anche lui di livello mega, alto robusto, con un vestito da ninja e con una spada che gli usciva dal vestito.

Sembravano proprio due imbecilli. Rika e Ryo erano stati legati con una corda alle mani, molto robusta e ben stretta. Quei due Digimon non la smettevano di parlare della loro morte, e di come li avrebbero dovuti uccidere.

Dietro le loro spalle, c’erano due Digimon a fargli compagnia.

Erano strani…Rika ebbe la strana sensazione che fossero fantasmi, ma non lo poteva dire con certezza, visto che erano del tutto ricoperti da un mantello nero, a parte quelle due mani scheletriche che gli uscivano dal mantello e impugnavano una falce molto lunga nera e molto affilata.

Rika e Ryo iniziavano ad avere sonno. Era da circa un’ora che si trovavano lì, ed erano stati costretti a stare in piedi, e non avevano certo cercato di sedersi, perché i due amichetti con le falci dietro di loro li fissavano in continuazione, e a un minimo movimento gli puntavano la falce al collo. Se non potevano muoversi, di certo non potevano neanche parlare. Ryo cercò di non immaginare quello che gli avrebbero fatto se avesse parlato.

Finalmente i due Digimon davanti a loro smisero di parlare. Ora fissavano Rika e Ryo con un sorrisino malefico dipinto in faccia.

“ inizi tu o inizio io?” iniziarono a dire i due Digimon senza smettere di guardare i due ragazzi.

Skallmusyamon fece un gesto con la mano. I Digimon che erano dietro di loro, li spinsero in avanti, e per poco non caddero a terra.

Si trovavano fuori dalla foresta. Davanti a loro c’era un’enorme buco di un lago prosciugato scavato sul terreno, mentre più in la si poteva vedere un paesaggio tipico della savana.

Rika e Ryo guardavano i due Digimon con ansia. Cosa gli volevano fare? Forse era meglio non pensarci.

Sentirono dei passi dietro di loro. Il Digimon che li aveva catturati si dirigeva verso di loro. Era un demone, più che altro. Il famoso Devimon.

Il Digimon avanzava sempre di più, si fermò davanti al buco. Lo osservò.

“ mm…” stava riflettendo il Digimon “ si, ho deciso…buttateli lì dentro.”

“ Ma capo!”

“ Noi volevamo…”

“ avevamo deciso di...”

“ li volevamo ammazzare con…” iniziarono a dire i due Digimon.

“ Muovetevi.” ringhiò Devimon. La sua voce sembrava propagarsi nell’aria, e arrivare nelle loro orecchie come un vento gelato. I due Digimon fantasma dietro di loro respirarono. Rika e Ryo si sentirono gelare.

Skallmusyamon e il suo amico si avvicinarono verso di loro. Devimon li sorpassò e si piazzò davanti a Ryo.

“ Aspettate, devo ancora chiedere una cosa a questo ragazzino.” e guardò Ryo con i suoi occhi rossi.

Ryo lo guardò. Di certo non sembrava molto contento di avere davanti a se un Digimon così spregevole.

Devimon iniziò a girare in torno ai ragazzi dicendo:

“ Mi chiedevo se…” iniziò a dire “ qualcuno dei tuoi amici…fosse rimasto solo soletto nella foresta……e……mi chiedevo se…tu” si girò verso Ryo “ potevi dirmi se c’era qualcun altro a parte te e lei…”

Ryo non rispose. Guardava Devimon con disgusto, gli tremavano le mani dalla rabbia. Dopo qualche secondo Devimon iniziò a rigirare attorno a loro:

“ Peccato…” concluse il Digimon “ sei un ragazzino molto testardo, e poco sveglio.” in quel momento passò accanto a Rika “ peccato che…”

Fu velocissimo... Afferrò Rika per il collo e la sollevò in aria

“…LA TUA AMICHETTA NON POTRA' VEDERTI CRESCERE!”

“ RIKA!!”

Devimon lasciò andare la ragazza, che cadde all’indietro sbattendo la schiena.

“ Spero che tu abbia capito la lezione…” disse Devimon tornando davanti a Ryo.

“ Questa me la paghi” esclamò a denti stretti.

“ Si..si..ci vediamo nell’aldilà…” rispose Devimon “ comunque…dove sono i tuoi amichetti.”

Ryo guardò a terra, e cercando di non guardare Rika rispose:

“ Uno e nella foresta con due Digimon, gli altri due sono nel bosco con altri due Digimon.” riferì.

“ Molto bene…” disse soddisfatto Devimon.

Con un gesto intimò a i Digimon di seguirlo.

“ ah!” aggiunse in fine “ legateli in quel fosso…” ridacchiò “ se non moriranno disidratati, moriranno affogati.” e guardò il cielo, dove una grossa nuvola grigia si stava avvicinando a loro “ buona fortuna.” così dicendo, lui, Skallmusyamon e Darkninjiamon sparirono nella notte.

Rika e Ryo rimasero soli con i due amichetti con la falce. Uno di loro si avvicino ai due. Non camminava, ma era sollevato di qualche centimetro da terra, e stava puntando la falce verso di loro. Ma non gli tagliò la testa, li fece svenire dandogli un colpo netto con l’altra parte della falce.

 

 

Tai, Takato, Matt, Kari, T.K. , e i loro Digimon, stavano procedendo a piedi su un sentiero in aperta campagna. L’esercito che dovevano aver visto Kari e gli altri doveva aver preso la strada principale.

Tai guardò il digi-vice. Si fermò di scatto, poi si girò verso di Matt.

“ Matt, guarda!” Matt guardò attentamente il digi-vice.

“ il puntino di Sora e diventato più nitido!” disse continuando a osservare il digi-vice.

“ A parte quello…hai visto dove si trova.”

Matt lo guardò.

“ A Nord-Ovest.” rispose T.K. che si era appena fermato.

“ E allora?” chiese Kari fermandosi per non cadere addosso a T.K.

“ E a Nord-Ovest che sono diretti quelle armate.” ricordò Patamon, che era regredito per la stanchezza, come d’ altronde gli altri Digimon.

“ Questo si che è un problema…” disse Agumon decisamente preoccupato.

Tai riprese a camminare, gli altri lo seguirono. Takato era l’ultimo della fila. Sinceramente sarebbe stato più d’accordo se lui fosse andato a salvare gli altri suoi amici, il problema e che non sapeva dove fossero in quel momento. Le primi luci dell’alba abbagliarono i suoi occhi. Dovevano essere le cinque del mattino. Durante quel viaggio, non smise di pensare ai suoi genitori, erano preoccupati per lui? Erano già quattro giorni che mancava da casa, cosa stava succedendo nel mondo reale, come stavano i suoi amici? Forse in quei giorni le bio-emersioni erano aumentate gradualmente, forse la terra era in pericolo!

Guilmon si fermò di scatto. Takato lo guardò.

“ Perché ti sei fermato?” domandò.

Guilmon scrutò tutto il gruppo, che si era fermato per aspettarlo.

“ Takato.” chiamò Guilmon

“ Che c’è?”

“ Dov’è finito Cyberdramon.”

Takato non rispose. Non si era accorto che Cyberdramon era scomparso, e chissà da quanto tempo…

“ ma dov’è?” Takato si guardò in torno “ e sparito!”

 

Si trovavano dentro una sala scura, c’era un buio fitto li dentro, nonostante la luce della luna che entrava da una piccola finestra. E lì, nella penombra, c’era qualcuno. Si sentiva il suo respiro affannato, sembrava molto vecchio. Si sentì un cigolio. La porta della sala si aprì. Ne entrò qualcuno. Chiuse subito la porta alle sue spalle. Più si avvicinava, più un gelido vento si spargeva lungo la stanza. Poi si fermò davanti alla finestra. La luce della luna lo illuminò.

Un demone dal corpo di ghiaccio si era fermato davanti alla figura della penombra.

Quest’ultimo si mosse. Aveva aperto gli occhi. Ora si vedevano due enormi fessure rosse sanguigne.

“ Sei tu” la sua voce era gelida…fredda…priva di espressione…persino il Digimon davanti al lui rabbrividì…

“ Si…” rispose il demone con una voce agghiacciante, ma non era niente in confronto alla voce che gli rispose.

“Perché” la voce gelida fece un respiro affannoso, che ghiacciò la stanza “ perché..sei qui?”

Il demone guardò la figura nella penombra. Il suo volto ghiacciato si contrasse in una smorfia di soddisfazione, dicendo:

“ Crediamo di averla presa…”

La figura nella penombra lo guardò attentamente.

“ Sei sicuro che sia lei? “ domandò.

“ Il moccioso e andato a controllare…” rispose

“ Bene…mi raccomando, non voglio fallimenti…il potere deve essere MIO”

La figura chiuse gli occhi, mentre il demone scompariva nel buio.

 

 

Sora aprì gli occhi. Si trovava in uno strano posto, stava galleggiando nell’aria. Attorno a lei tutto era buio, tutto era nero, tutto sembrava infinito. Chiuse gli occhi, e centinaia di tristi ricordi iniziarono a entrargli di prepotenza della mente apparendo più nitidi e dolorosi.

Riaprì gli occhi, si ritrovò nuovamente in un buio fitto, sospesa a mezz’aria, soltanto che sta volta non era sola, c’era qualcuno davanti a lei…sembrava un bambino. La guardò. I loro sguardi si incrociarono. Poi il bambino sparì. Sora ricadde pesantemente. Si ritrovò in una sala, sembrava una chiesa completamente bianca. Sora osservò i disegni nelle pareti: raffiguravano battaglie di Digimon.

Si rialzò da terra; c’era qualcuno davanti a lei.

Sembrava molto irritato, guardandolo così sembrava Devimon, ma non era lui, perché il suo corpo era di ghiaccio.

Sora si rialzò.

“ Chi sei?” domandò la ragazza.

Il Digimon non rispose. Le porte della sala si aprirono. Entrarono due Digimon. Uno sembrava un samurai, l’altro un ninja.

Alla vista della ragazza si fermarono. Il Digimon davanti a Sora lì guardò.

“ Stupidi imbecilli!” ringhiò “ si può sapere dove siete stati?!”

I due Digimon si avvicinarono molto lentamente all’altare della chiesa. Avevano uno strano sorriso dipinto in faccia.

Uno dei due guardò Sora. Sembrava che solo in quel momento il Digimon si fosse accorta di lei.

“ Bene…” disse il demone guardando Sora “ quindi saresti tu…” ma non concluse mai la frase, perché un secondo Digimon entrò. Sora lo riconobbe, era Devimon.

Il demone di ghiaccio lo guardò.

“ Ai parlato con lui…” domandò.

Devimon lo guardò, il suo sguardo passò dal Digimon a Sora, e poi di nuovo al Digimon.

“ Non è lei…” e indicò Sora.

“COSA?!!” ringhiò il Digimon “ ma allora…chi è?”

Devimon scosse la testa. Il demone guardò Sora.

“ Tu…” la prese per il collo “ non mi servi più…”

Sora non riusciva a respirare. Il Digimon la sollevò in aria.

“ Aspetta” gridò Devimon “ potrebbe esserci utile…”

Il Digimon lo guardò, lasciando andare Sora, che ricadde all’indietro.

“ Cosa intendi dire?” domandò.

Devimon fece un sorriso soddisfatto.

“ Abbiamo rintracciato tutti i Tamers e prescelti…” iniziò a dire Devimon “ due sono nel bosco con i loro Digimon, uno è nella foresta con due Digimon, due li abbiamo messi fuori gioco e un gruppo di prescelti e un Tamers si sta dirigendo proprio qui…”

Il demone simile a Devimon rifletté.

“ Bene… ci sarà una sorpresa al loro arrivo…” così dicendo, il Digimon uscì dalla sala.

Devimon guardò Sora.

“ Chi si rivede…” esclamò.

Sora era ancora a terra, si era seduta e aveva ascoltato la loro conversazione. Cosa lei non era…dove si trovava prima, cosa stava succedendo ora…come aveva fatto Devimon a tornare?

“ Beh.. sarà un peccato per i tuoi amichetti non poter vedere il giorno in cui il male trionferà…” aveva iniziato a dire Devimon.

I due Digimon accanto a Devimon si mossero.

Stavano per uscire dalla sala, quando Devimon li fermò:

“ Dove state andando?”

I due ridacchiarono.

“ Stiamo andando a raccontare al capo cosa abbiamo fato a quei due Tamers…”e uscirono.

“ Tsk! Due veri imbecilli…non sei d’accordo…” e si girò verso Sora.

La ragazza non rispose.

“ chi tace acconsente…” commentò quasi tra se il Digimon “ però, ci pensi, ora noi Digimon siamo anche sarcastici…”

Sora lo guardò. Cosa stava dicendo?

“ Ma è naturale” continuò “noi Digimon ci siamo evoluti così tanto, da diventare meglio degli esseri umani, nostri creatori…”

Sora si chiedeva cosa stesse dicendo. Pensava che DG-world si fosse creata da sola, non dagli esseri umani.

“ E inutile che mi guardi in quel modo…perché tu sei come me…”

“ IO NON SONO COME TE!” ringhiò Sora.

Il Digimon ridacchiò.

“ Non lo sai ancora…tu sei come noi…fai parte di un programma…tu sei solo un’insieme di dati…le tue emozioni…i tuoi sentimenti, sono un’infinità di dati numerici presenti nel tuo corpo…”

“ MA CHE DIAVOLO STAI DICENDO” sbraitò la ragazza, ormai credendo che quel Digimon fosse impazzito.

“ Anche il tuo carattere è un insieme di dati…” continuava a spiegare Devimon.

Sora rimase zitta. Quel Digimon la stava confondendo…non capiva più cosa stesse dicendo.. cos’era lei…eppure poteva sembrare strano…non si era mai fatta questa domanda…cosa stava succedendo.. era confusa…più confusa che mai…

“ Tu crederai…” Devimon si affacciò a una finestra della chiesa. Doveva essere giorno vedeva la luce del sole…” che io ti stia confondendo le idee…ma la verità è che te le sto chiarendo…chiarisco i tuoi dubbi…le tue incertezze…che poi non sono altro che un ammasso di dati…” il Digimon si sistemò davanti alla finestra “ e pensare…che quei Tamers lo sapevano…lo sanno eppure non ve l’ ho hanno detto…” sbuffò “ vedi come sono gli esseri umani…sono solo dei bugiardi ipocriti che non guardano in faccia la realtà…”

I Tamers lo sapevano?

“ E guardali ora…nonostante ci sia un esercito di centomila Digimon mercenari da terra e cinquanta mila di Digimon volanti…quegli sciocchi non si sono ancora arresi…vengono qui.. a salvare te…” e si voltò verso Sora. La sua voce gelida risuonò nelle sue orecchie.

Un esercito? Da centomila Digimon mercenari?

Devimon guardò Sora:

“ E si…almeno tu hai capito che non avete speranza contro di noi…e ben presto anche gli altri prescelti se ne renderanno conto…perché sono come noi…”

E sospirando si avviò verso la porta, ma prima di uscire disse:

“ E inutile che provi a scappare…c’è una barriera che ti impedirà di farlo…”

Così dicendo la porta si chiuse. Non sapendo cosa fare, Sora si diresse alla porta d’ingresso, ma prima di arrivarci, una barriera la face volare e ricadde pesantemente. Si rialzò a fatica, e si diresse verso la finestra. La visione la lasciò bocca aperta. Si trovavano in un castello enorme, retto sopra una montagna a punta, e sotto di loro, un’infinità di Digimon erano chiaramente visibili fino all’orizzonte.

 

Il demone di ghiaccio procedeva a passi lenti lungo una scala a chiocciola che lo avrebbe portato nei sotterranei. Delle lanterne illuminavano il corridoio, ma quando il Digimon passava davanti a loro, esse si spegnevano, per poi riaccendersi dopo essere passato.

Sentì dei passi. Skallmusyamon seguito da Darkninjiamon si stavano dirigendo verso di lui.

“ Cosa volete?” domandò il Digimon senza neanche girarsi.

I due ridacchiarono, poi uno di loro disse:

“ Abbiamo fatto fuori due Tamers…”

Devimon continuò a camminare lungo le scale. A un tratto si fermò girandosi di scatto.

“ IMBECCILLI!! VI AVEVO DETTO DI NON UCCIDERE NESSUNO SENZA IL MIO PERMESSO!”

I due Digimon guardarono il loro padrone impauriti. Ma un altro dubbio passo per la testa del demone.

“ Non c’era una ragazza tra questi due…vero?”

I due Digimon sembravano pietrificati. Il demone strinse i denti, li prese entrambi con le mani sollevandoli, e schiacciandoli al muro ordinò di andare a prendere la ragazza.

 

T.K. era stanchissimo. Erano giorni che non mangiava un pasto decente. Seguiva a stento i compagni. Tai e Matt non accennavano ad arrendersi, come d’ altronde i loro Digimon, Takato sembrava stanco, e procedeva a passi lenti come T.K. , ma Kari, nonostante avesse camminato più di tutti, sembrava ancora piena di energie…beh forse…

Si trovavano nel mezzo di una strada. Dopo aver superato la campagna, sembravano essere finiti nel deserto del Sahara, dove la sabbia non era rossa, ma di un colore normale, e la temperatura non era alta: afosa.

T.K. iniziò a sudare. La maglietta di T.K. era sporchissima, visto che erano gia quattro giorni che non se la toglieva. Aveva anche perso il suo nuovo cappello della nike. Non ce la faceva più, e Patamon sopra al sua testa era un peso in più da trasportare. Camminavano lungo l’asfalto da più di mezz’ora. Anche Takato e Guilmon non ce la facevano più, e Gatomon si era addormentata dalla stanchezza sopra Kari.

“ Takato...” sussurrò Guilmon all'orecchio dell'amico.

“ Che c'è? “ chiese Takato in un sussurro.

“ Non ce la faccio più... voglio fermarmi...” si lamentò l'amico.

Takato sbuffo. Erano giorni che erano a DG-world. Solo ora pensò al motivo per cui erano qui. Le bio-emersioni frequenti! Non sapeva perché, non sapeva come, ma in qualche modo si doveva essere dimenticato di questo fatto. Da quando era a DG-world non aveva fatto altro che pensare al motivo per cui quei ragazzi fossero con loro, come era possibile che i DG-prescelti fossero a DG-world, cioè esistessero nella realtà... ma non era questo a cui doveva pensare. Poi penso a Sora... perché l'avevano rapita? Ma sopra tutto, dove erano i suoi amici?

Lui non si trattenne più, doveva salvare i suoi amici! Non doveva andare a salvare qualcuno che nella realtà era solo una serie televisiva, doveva salvare i suoi amici. Che gli importava degli altri... con i suoi amici aveva vissuto esperienze fantastiche, avventure incredibili... come poteva lasciarli soli, lui non doveva stare con quel gruppo, ma con quello dei suoi amici...

Però... l'idea di andarsene e fregarsene di qualcuno in pericolo gli fece venire una stretta allo stomaco. Che gli succedeva... non poteva lasciare una ragazza al suo destino...

Guilmon guardò Takato; la sua faccia era diventata rossa per il caldo.

“ Perché sei rosso?” domandò il Digimon all'amico.

“ Io?! Rosso! ma che dici!” ribadì l'amico.

Il resto del gruppo si fermò. Doveva aver ascoltato la loro conversazione. Appena Takato notò che stavano guardando proprio lui, la sua faccia diventò sempre più rossa dalla vergogna.

“ Che avete da guardare!” domando Takato con uno strano calore alla faccia.

Non capì mai perché, ma il resto del gruppo scoppiò a ridere.

Takato sembrò su tutte le furie. Guilmon dovette scappare per non essere massacrato dall'amico, e correndo per la lunga strada d'asfalto, superarono il resto del gruppo, che li rincorse a fatica.

Tai e Matt, seguiti dai loro amici, erano i primi della fila a rincorrere Takato e Guilmon, T.K. e Kari erano un po’ più in dietro, perché dovevano sopportare il peso dei loro Digimon: uno ,T.K. , portava il piccolo Patamon sulla testa. L'altra aveva tra le sbraccia Gatomon, che sembrava veramente sfinita.

“ Che hanno da correre?” domandò T.K. ansante all'amica.

“ Boh ...forse sarà un modo per scaricarsi..” rispose Kari con un respiro molto affannato.

Matt e Tai erano molto lontani, per non parlare di Takato! Sembrava un puntino! Continuavano a correre, non si fermavano mai...

Kari si fermò, gli faceva male un fianco. T.K. si fermò.

“ Dai Kari, manteniamo il passo....” disse.

“ Non ce la faccio più.” intimò Kari mentre riprendeva fiato.

T.K. si avvicinò all'amica.

“ Salta su!”

“ Cosa?!” chiese sconcertata Kari.

“ Dai! Ti porto a cavallo!”

Kari, ancora sconcertata, salì sopra T.K. E quest'ultimo iniziò a correre più che poteva.

Cercò di raggiungere Tai e Matt, ma quelli era già molto lontana, aveva raggiunto addirittura Takato e Guilmon!

Correva lungo l'asfalto; avrebbe tanto voluto tuffarsi in una piscina di acqua fredda... si guardò intorno. Oltre la lunga e infinita strada d'asfalto si trovava ancora il deserto sconfinato. Non si vedevano oasi in torno. Doveva essere mezzogiorno ormai, visto che il sole era così centrato nel cielo, ed era già cinque giorni che erano a DG-world. Guardò davanti a lui. Il resto del gruppo era troppo lontano, non sarebbe mai riuscito a raggiungerli... si sentiva stanchissimo, gli faceva male un fianco. Smise di correre. Camminava a passi lenti, a testa bassa e senza guardare se gli altri fossero vicini o a un chilometro di distanza.

“ T.K. Ora basta, sei troppo stanco...” disse Kari, notando l'affaticamento dell'amico.

“ Non preoccuparti, ce la faccio”

Le forze lo abbandonarono. Si inginocchiò sull'asfalto.

Kari scese dall'amico.

“ Tutto ok?” chiese.

“ Si.. tu va avanti.. ti raggiungo tra un attimo...”

“ Ma...”

“ Niente ma... devo solo riprendere fiato...”

Sentì una scossa, e un fumo si alzo attorno a loro. Infuocò la vista. Non vedeva niente, vedeva solo della polvere che si alzava nel cielo. Poi una scossa lo fece cadere in avanti, e Patamon ricadde pesantemente dalla sua testa, ormai privo di forze. Cosa era successo ai suoi amici?

“ KARI!!” urlò.

T.K. si rialzò a forza. Guardò avanti. La polvere che si era alzata stava svanendo. La scossa era dovuta al crollo di un ponte che collegava i due strati di deserto. Qualcuno lo aveva distrutto per evitare che loro passassero dall'altra parte del ponte. T.K. raccolse Patamon da terra. Era completamente privo di forze. Corse più che poté fino ad arrivare davanti al ponte. Accanto a lui c'erano Tai e Matt con i loro Digimon. Takato e Guilmon erano distesi per terra. Ma dove era Kari? Tai andò ad aiutare Takato che quando si alzò rivelò una lieve ferita alla mano che doveva aver attutito la caduta. T.K. camminò lungo il ponte fino ad arrivare alla parte danneggiata. Guardò giù. Teneva ancora tra le braccia Patamon. Qualcuno gli toccò la spalla; era Kari con in braccio Gatomon.

“ Kari! Dov'eri finita?”

Kari lo guardò perplessa.

“ Ma come? Non hai visto che ero dietro di te?”

T.K. scosse la testa, poi chiese:

“ Chi a fatto saltare il ponte?”

Kari alzò le spalle scuotendo la testa. T.K. guardò giù. Sotto di loro si trovava un fiume, ma non videro Digimon nei paraggi.

Fu come se qualcuno lo avesse spinto. Volò dal ponte, cadeva sempre di più nel vuoto, il fiume si avvicinava sempre di più. Aprì gli occhi, e guardò in alto. Kari lo guardava terrorizzata urlava il suo nome. Una scossa lo aveva fatto cadere. Era strano, sentiva un vuoto dentro di se. Cadeva sempre di più. Urlò. Sentiva le grida di Kari. Poi vide una luce, una luce che emanava il suo digi-vice.

“ Patamon Digi-evolve!...Angemon”

Cosa stava succedendo? Un angelo stava venendo verso di lui. Lo afferrò. T.K. ci stette un pò a capire cosa era successo. Aveva sentito una scossa, e la parte del ponte dove stava lui era crollata, e adesso Patamon era passato al livello campione Angemon per salvarlo.

Angemon volo fino ad arrivare al ponte. Lì posò T.K. e si diresse verso Tai, Matt e Takato.

“ Stai bene?” domandò Kari che gli fu subito accanto.

“ Sinceramente... stavo meglio prima...” disse sarcastico l'amico mentre si rialzava.

Guardò avanti. Tai e gli altri stavano combattendo contro un Digimon. Takato lo analizzò:

 

Nome: Rockmon

Livello: Campione

Gruppo: Digimon roccia

Tipo: Virus

Tecnica: Palla di roccia, pugno roccioso

 

“ E di livello campione!” informò Takato.

Tai lo guardo, e fece segno di O.K. con la mano. Il suo digi-vice emanò una luce abbagliante, e Agumon si illuminò. Dal livello intermedio passò al campione, un dinosauro gigantesco grande quanto Grolmon.

Ma non era niente in confronto al Digimon davanti a loro, un Digimon fatto completamente di roccia, che erano tenute tra di loro da dei lacci digitali, enorme e grosso. Era spuntato all'improvviso da sotto il terreno. Dietro di lui si poteva vedere un enorme buco scavato personalmente dal Digimon.

Greymon ( si chiamava così il livello campione di Agumon) lanciò dalla sua bocca un'enorme sfera infuocata, una mega meteora.

Quando colpì il Digimon, un'enorme strato di sabbia si alzò. Gran parte dell'asfalto si distrusse, provocando una scossa terribile. Tai era sicuro di essere riuscito a sconfiggerlo. Angemon volava intorno a T.K. e Kari, pronto ad aiutarli in caso di bisogno.

La sabbia si dissolse. Davanti a loro non c'era nessuno.

“ Dov'è?” domandò Matt avvicinandosi a Tai “ dov'è finito?”

Dove prima c'era un grosso Digimon di pietra, ora c'era un enorme buco.

Matt si avvicinò a quel buco.

“ Non sarà fuggito da qua sotto!” esclamò. Anche Tai guardò giù. Greymon sembrava molto teso.

“ Che vigliacco!” esclamò Tai “ è scappato!” per poco non cadde lì dentro.

Matt lo trattenne, e entrambi si girarono di scatto. Greymon era caduto all'indietro provocando una scossa terribile. Il Digimon era dietro di loro.

Gabumon si avvicinò a Matt. Entrambi annuirono. Matt prese il digi-vice. Gabumon si illuminò e passò al livello campione:Garurumon.

Garurumon era un enorme cane lupo tutto bianco con strisce blu, e provvisto di artigli molto affilati.

Salto sopra il Digimon di roccia. Quello ricadde all'indietro distruggendo quasi tutta l'asfalto.

“ Ce bisogno di aiuto?!” domandò Angemon.

“ non ti preoccupare” rispose Garurumon “ ce ne occupiamo io e Greymon...tu proteggi gli altri.”

Angemon annuì.

Greymon si rialzò e insieme a Garurumon attaccarono il Digimon. Greymon andò dietro il nemico e lo afferrò in modo che non si potesse più rifugiare sotto il terreno sabbioso, mentre Garurumon lo attaccava con il suo ‘turbine rovente’.

Il Digimon si congelò. Poi fu la volta di Greymon che sparò la sua meteora. L'impatto con il ghiaccio era stato troppo violento, e del fumo si alzò da sopra il Digimon. Ma quello non scomparve, anzi, la meteora di Greymon lo aveva scongelato.

“ MA..” balbetto Tai.

Matt e Tai si guardavano l'un l'altro perplessi.

“ ma scusa!” iniziò Matt “ Il professore di fisica non ha detto che l’impatto del fuoco con un corpo congelato causa lo scioglimento di quest'ultimo?”

Tai lo guardò.

“ Infatti... però...”

“ Però cosa?” domandò Matt mentre i Digimon riprendevano il combattimento.

“ Non conosco bene la fisica, ma forse la meteora di Greymon era poco potente, per questo non a funzionato...” suppose lui.

“ Ma dico! Hai studiato mai fisica tu?!”

Tai scosse la testa. Matt abbassò lo sguardo depresso.

“ Forse a DG-world non esiste nessuna legge della fisica.” suppose Matt.

A quel punto guardò il suo Digimon. Doveva aiutarlo, era sfinito, aveva camminato per tutto il giorno senza mai fermarsi, non poteva lasciarlo da solo, doveva aiutarlo.

“ Greymon!” urlò. Greymon lo guardò.

Tai puntò il DG-vice verso l'amico. Anche Matt fece la stessa cosa.

“ GREYMON SUPER-DG-EVOLOVE!... .METALGREYMON!”

“ Garurumon SUPER-DG-EVOLVE!!...Weregarurumon!!”

A Greymon spuntarono le ali, e metà del suo corpo divenne di metallo. Garurumon ora si reggeva sulle zampe posteriori, e gli erano spuntati i pantaloni.

Takato guardò un po’ sconcertato gli amici. Guilmon lo guardò.

“ Ma potevano benissimo sconfiggerlo al livello campione!”

Takato abbassò la testa sconsolato.

“ Si ma Agumon e Garurumon erano troppo stanchi... hanno dovuto per forza DG-evolvere per ottenere una forza pari a Rockmon.”

“ Perché sono passati al livello evoluto?” domando T.K. a Kari.

“ Non lo so!”

“ Forse l'avversario e fortissimo...” esclamò sorpreso T.K.

Kari lo guardò sorpresa.

“ Ma dai!” e sorrise.

Davanti a loro i due Digimon combattevano contro il nemico, che sembrava molto stanco. Infatti sia Metalgreymon che Weregarurumon, lo avevano colpito ripetutamente. Il Digimon sembrava ormai sfinito. Cadde a terra provocando un'altra terribile scossa. Weregarurumon prese una rincorsa, ed essendo molto più piccolo di Rockmon, saltò per attaccarlo con i suoi artigli letali. Il Digimon si dissolse e il suo corpo si scompose in dati. I due Digimon regredirono al livello intermedio. Sembravano piuttosto stanchi.

Tai e Matt li raggiunsero nella parte dove l'asfalto era stata completamente disintegrata dal combattimento.

“ Sembrano un po’ stanchi, vero Matt?”

“ Tai! Sono sfiniti!”

Tai accarezzò il lungo musone di Agumon.

“ come mai non sono riusciti a batterlo al livello campione? Erano due contro uno! “ domandò Tai.

“ Erano sfiniti.” rispose Takato dietro di loro “Possibile che tu non l'abbia capito?”

“ Capito cosa?” chiese Tai guardando Takato storto.

“ Non hai capito che erano stanchi! Non avevi capito che eravamo tutti sfiniti? Ci hai fatto camminare tutto il giorno! Senza tregua! Dicendo di non lamentarci...”

Tai provò a parlare, ma Takato non glielo permise.

“ E vero! La tua amica sarà pure in pericolo, ma questo non ti da il motivo di scaricare gli altri! Agumon è sfinito! Siamo tutti sfiniti! E se lo siamo è solo per colpa tua!”

E se ne andò seguito da Guilmon.

T.K. e Kari si avvicinarono agli altri seguiti da Angemon in volo.

Matt alzò le spalle:

“ Non lo so! Tai... .”

Tai non rispose. Guardava Takato.

“ Forse a ragione.” mormorò tra se.

Matt lo guardò perplesso. Poi sorrise.

“ Andiamo Tai!” esclamò divertito “ se per questo e anche colpa mia! Ero così preoccupato a pensare a Sora... che non ho pensato a voi .”

Takato guardava ancora il suo digi-vice.

“Allora?” domandò Guilmon.

Scosse la testa:

“ Sarà meglio muoverci...” e si avviò verso gli altri.

T.K. guardò Takato.

“ Che si fa? Il ponte e distrutto.” fece presente il ragazzo.

Takato lo guardò pensieroso:

“ Mi sa che ci toccherà fare il giro....”

Kari si avvicinò ai due:

“ Takato a ragione, e poi è meglio muoversi di qui... non è un posto sicuro.”

Tai e Matt puntarono i loro sguardi verso il resto del gruppo.

“ Cosa?” esclamò Tai esterrefatto “ aspetta un attimo! Ci vorranno almeno tre giorni prima di arrivare se facciamo il giro!”

Matt abbassò la testa pensoso.

“ Tai ormai e deciso.” stava dicendo Kari.

“ Non se ne parla nemmeno!” rispose il fratello.

“ E invece si! Siamo tre contro uno.” si affretto a fare presente Takato.

Tai si voltò verso Matt:

“ Matt, tu sei con me, vero?”

“E' una domanda retorica?” era scontata che la risposta dell'amico sarebbe stata si.

Tai fece una linguaccia a Takato.

“ Vedi che siamo ancora in vantaggio!” lo zitti quest'ultimo.

Angemon si abbassò accanto a loro e tocco il deserto.

“ Che avete deciso?” domandò.

“ Abbiamo deciso di rimanere qui, partiremo più tardi in modo che gli altri si riposano.” stava dicendo Tai, e Kari era pronta a rispondere, ma Matt la precedette.

“ Tu non decidi un bel niente!!” Tai guardò l'amico incredulo.

“ Che ti sei messo in testa Matt!” esclamò quest'ultimo.

Matt si voltò brusco verso l'amico:

“ Vuoi sapere come la penso? Da quando sono qui ho commesso un'errore dopo l'altro e non voglio commetterne altri. Noi siamo un gruppo, non puoi decidere solo tu, Tai.” Matt guardò Gabumon. Quello gli sorrise in tono di approvazione.

Ma Tai non aveva alcuna intenzione di cedere. Anche Agumon la pensava come lui.

“ Tu non dirigerai il gruppo!” esclamò Tai a denti stretti.

Matt abbassò la testa e guardò per un attimo la sabbia, poi disse:

“ Su questo hai ragione Tai” Tai fece una smorfia “ Sarà Takato a dirigerlo.”

Tai fisso con occhi sgranati l'amico.

“ Co... come scusa?” chiese Takato incredulo.

Matt gli fece un sorriso:

“ Se ce qualcuno che ha le qualità di dirigere un gruppo, quello sei tu....” stava dicendo Matt, ma Tai lo interruppe:

“ Anch'io ho le qualità per essere un capo gruppo!” Agumon fece di si con la testa in segno di approvazione.

“ Non fino a quando non avrai ripassato il manuale e ti sarai ricordato le nozioni principali per essere un Leader...” lo zitti Matt.

Si volto verso Kari e T.K.

“Che ne pensate?”

T.K. e Kari si guardarono tra di loro, poi fecero un cenno di approvazione.

Takato sembrava quello più confuso di tutti.

“ Ca... capo gruppo....?” stava dicendo incredulo.

Takato rimase incredulo a guardare gli altri. Per un attimo pensò ai suoi amici e si rese conto che gli mancavano... gli mancava Terriermon con le sue battute, gli mancava il suo migliore amico Henry, i litigi tra Rika e Ryo, il silenzio di Cyberdramon, l'orgoglio di Renamon. Gli mancava tutto.

Per un attimo si ricordò perché era lì. Il loro mondo era in pericolo, le forze della terra erano in ginocchio... e loro, che cosa avevano fatto da quando erano li a DG-world? Un bel niente...

Ormai aveva deciso; doveva combattere, doveva prendere le redini del gruppo per andare avanti. Fece cenno di si con la testa, e guardò Matt:

“ D'accordo”

Gli altri sorrisero ( tranne Tai) contenti di avere qualcuno su cui poter contare adesso.

“ Che facciamo?” chiese infine T.K.

Takato li guardò, tutti fiduciosi e orgogliosi del nuovo Leader;

Disse : “ Bo!”

Sbang! Tutto il resto del gruppo sembrava incredulo e deluso.

“ però so cosa dobbiamo fare ora.” si precipito a continuare Takato. Matt sorrise.

“ Rimarremo qui sta notte. I Digimon si riposeranno, e verso le cinque del mattino, partiremo a cercare Sora.”

Matt abbassò la testa in cenno di approvazione:

“ D'accordo. Ma i tuoi amici? Che fine hanno fatto?”

Takato non rispose e, mentre si sfilava lo zaino dalle spalle, calò la notte, più fredda che mai.

 

Sentiva il rumore dell'acqua che scorreva, e poi solo freddo. L'aria era gelida, si sentiva un respiro mozzo nell'aria, qualcosa di indescrivibile, qualcosa che sembrava rompere quel atmosfera gelida.

Freddo, gelo la stavano pietrificando. Si rialzò a sedere a fatica, mentre il respiro di qualcuno la congelava. Riaprì lentamente gli occhi. Infuocò la vista. La testa gli faceva un male tremendo. Qualcuno le doveva aver dato una botta in testa. Non vedeva niente lì intorno, e solo quando i suoi occhi si furono abituati alla luce notturna si accorse di non sognare. Due fantasmi le avevano fatto perdere veramente i sensi con una botta in testa!!Due fantasmi che stavano davanti a lei, con le loro falci nere e con la lama che brillava alla luce della luna. Uno dei due fantasmi mosse il cappuccio e si girò verso di lei. Non vide il suo voltò, ricordò solo un'ondata di gelo che le attraversò il corpo. Ogni respiro una nuvoletta di vapore. Solo ora si accorse che si dovevano trovare molto in alto. Proprio al centro del lago, Rika vide un pilastro di roccia. Sopra di esso si trovava lei insieme ai due fantasmi. Guardò giù, e vide il riflesso dell'acqua che aveva iniziato a scorrere dentro il lago. Li vicino doveva esserci un fiume, un fiume molto abbondante, visto che le sue acque si stavano riversando sul lago. Rika ebbe una strana impressione di vuoto infinito. Si voltò e non guardò più il basso. Solo ora si accorse che dietro di lei c'era qualcuno, vide nella penombra il suo volto... Ryo era accanto a lei, a circa cinquanta metri d'altezza al livello del lago, privo di sensi.

E rimase li ad aspettare, immobile aspettando che accadesse qualcosa. Un brivido le percorse la schiena, quando all'improvviso, qualcosa dietro di lei si mosse, e girandosi di scatto vide Ryo rimettersi seduto e guardarsi in torno perplesso. Ci volle poco per capire. Lui e Rika si lanciarono un'occhiata come per dire: “ che si fa?”

Rika guardò i due fantasmi. Uno di loro protese la testa incappucciata verso di lei. Rabbrividendo si accorse di tremare. Cosa avevano in mente. Non volevano mica buttarli da quella altezza! Beh sempre meglio di morire trafitti da una grossa falce...

Sentiva freddo e nient'altro. Stava tremando più di prima.

Ryo le accarezzo la mano, e poi la strinse. Rika si voltò di scatto.

Rimase immobile a guardare gli occhi rassicuranti di Ryo. Un calore la avvolse; provava una strana sensazione. Non le era mai successo.

Una goccia le bagno il viso. Un'altra le ricadde sulla mano. La pioggia inizio a cadere ininterrottamente. Stava riempiendo il lago. Rika diede un'occhiata giù. Era bagnata fradicia. I vestiti si erano inzuppati di acqua. Vide che il livello del lago stava crescendo a vista d'occhio.

Ryo le stringeva ancora la mano. Strisciando lentamente si sedette accanto a Rika.

Anche Ryo era completamente fradicio.

La pioggia cadeva così velocemente e così ininterrottamente, che sembrava di essere in una piscina sott acqua, soltanto che si poteva respirare.

Un'ondata di vento cambiò la direzione della pioggia. La direzione era quella dei fantasmi davanti a loro. Rika rabbrividì mentre uno dei due si avvicinò a loro.

Alzò la tunica, e una mano viscida e rugosa ne uscì da una delle maniche. A Rika si gelò il sangue. Il fantasma fece un gesto con la mano. Rika si sentì sollevare da terra. Anche Ryo accanto a lei si alzò. La pioggia le annebbiò la vista. Si muoveva in quel abisso di gocce. Si senti cadere per un attimo nel vuoto. Cosa stava succedendo? Sentiva le gocce di pioggia che cadevano ininterrottamente e continuavano a bagnarla. Poi con un tuffo ricadde in acqua. Sprofondò. Le mancava il respiro. Aprendo gli occhi vide solo un'immagine sfuocata. Era notte e non poteva vedere la superficie del lago. Non sapeva a quanti metri del lago fosse sprofondata, sapeva solo che le mancava il respiro.

Ryo nuotò verso il basso. Le afferrò la mano e la portò in superficie. Si accorse che era svenuta.

La pioggia continuava a cadere più veloce che mai. Ryo continuava a tenere stretta a se Rika, e ad impedire di sprofondare nell'acqua.

“ Rika...!” disse.

Le passo una mano nel viso.

Rika riaprì gli occhi.

Una lacrima gli scese dagli occhi, ma non era niente in confronto a tutte quelle gocce di pioggia che gli scorrevano sul viso.

Ryo la fisso immobile.

La pioggia smise di cadere. Sentì un rumore sopra di loro. Alzò lo sguardo e vide gli stessi Digimon draghi che avevano incontrato il primo giorno a DG-world.

Sopra la testa di uno di loro c'era qualcuno. Riconobbe l'uniforme da samurai di Skullmusyamon e il vestito da ninja di Darkninjamon.

Un'ombra nera si diresse verso di loro. Era Devimon.

Si fermò vicino alla superficie dell'acqua. Non muoveva neanche le sue ali per volare.

“ Chi si rivede!” sbuffo il Digimon “ I due piccioncini!”

“ Sta zitto!” gli gridò Ryo.

Devimon fece uno strano sorriso malefico.

“ Credo che l'unico a tacere sarai tu...” sorrise soddisfatto.

Qualcosa afferrò la caviglia di Ryo. Lo spinse verso il basso e sprofondò. Un Digimon acquatico lo stava portando sottacqua.

Devimon sollevò Rika e le strinse il polso. La ragazza continuava a guardare pietrificata il lago. Stavano galleggiando sulla superficie dell'acqua.

Rika si girò di scatto verso Devimon.

“ Che gli hai fatto?!” gridò.

Devimon fece una smorfia:

“ Lo soltanto fatto tacere per sempre.”

E mentre una lacrima le scendeva lungo il viso, Rika senti dire a Devimon questa frase: “ Non preoccuparti regina mia, lui non ti darà più alcun fastidio..”

La lacrima le attraversò tutto il viso e ricadde nell'acqua.

 

 

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Capitolo 4
*** Ricordi dei quattro punk ***


Ricordi dei quattro Punk

 

Henry si svegliò di soprassalto. Terriermon accanto a lui si mosse e riaprì gli occhi. Henry si guardò intorno. Aveva sentito uno strano rumore proveniente da quella strana foresta fitta.

Negli ultimi due giorni, lui e Yzzi avevano camminato fino a ritrovarsi in quello strano posto che si trovava oltre il bosco. Yzzi si mosse e grugni nel sonno. Henry si alzò.

Un ululato lo fece trasalire. Cadde a terra boccheggiando. Si massaggiò la schiena dolente e si rialzò. Sentì un altro ululato. Un fruscio tra i cespugli. Henry guardò attentamente il cespuglio. Quello gli ricambiò lo sguardo…

Indietreggiò e sbatté contro un albero centenario. La figura si mosse e sparì. Henry tirò un respiro di sollievo. Però non sembrava molto sicuro di sé. Continuava a guardarsi intorno come una volpe.

Terriermon drizzò le orecchie e si avvicinò al compagno.

“ C’è qualcosa che non va?” domandò.

Henry lo fisso:

“ No. é tutto a posto.” ma Terriermon poté notare una nota d’ansia nella sua voce.

Si accovacciò sull’albero. Afferrò il suo zaino blue. Lo aprì. Ne estrasse il suo digi-vice.

Lampeggiava. Quello non fu un buon segno per Henry.

Mise il digi-vice alla cintura. Chiuse lo zaino e se lo mise in spalla, prese lo skateboard, poi andò a svegliare Yzzi.

Yzzi ci mise molto per capire cosa stesse succedendo. Quando finalmente si rialzò, afferrò il computer portatile e si affrettò a seguire Henry.

Insieme si inoltrarono nella foresta.

I lunghi alberi di pino impedivano alla luce della luna di penetrare, e facevano si che la foresta risultasse completamente buia.

Henry faceva attenzione a non inciampare sopra le lunghe radici degli alberi. Sforzo la vista per vederci meglio.

Senti un rumore, e Yzzi dietro di lui grugni di dolore. Doveva essere inciampato su un sasso perché aveva una brutta ferita al ginocchio e si era spaccato un labbro.

Sputo il sangue che gli era entrato in bocca. Henry esaminò la sua ferita al ginocchio.

“ Dobbiamo medicarla.” disse “ sarà meglio cercare una sorgente con cui lavarti la ferita.”

Yzzi annuì.

Henry guardò Terriermon. Quest’ultimo alzò le orecchie.

“ Sento il rumore di un corso d’acqua non l’ontano da qui.” Disse.

Henry aiutò Yzzi a rialzarsi.

“ Non è grave, vero?” domandò Tentomon, che era stato zitto tutto il tempo.

“ Spero di no…”

Trovarono la sorgente d’acqua non lontano da lì. Yzzi si sedette e bagno con un po’ d’acqua la ferita, poi ne bevve qualche sorso.

Henry estrasse dalla tasca destra dello zaino blue una bottiglia d’acqua che riempì.

Entrambi si sedettero sopra una radice e appoggiarono la schiena su un albero per stare più comodi.

Terriermon si appoggiò a Henry e si addormentò. Ben presto anche Tentomon crollò dalla stanchezza.

Rimanevano soltanto Henry ed Yzzi.

“ Henry…” azzardò un attimo l’amico.

“ Si?”

“ Secondo te gli altri staranno bene?” domandò.

Henry non seppe rispondere, ma in cuor suo sperava che tutti si fossero salvati.

Potevano essere passati al massimo quattro o cinque giorni, eppure era come se fosse passato una vita da quando non vedeva i suoi amici. Avrebbe tanto voluto rincontrarli.

In quegli ultimi giorni non aveva fatto altro che pensare al rimorso che c’era dentro di se per non aver seguito il consigli di Ryo e andare a cercare gli altri. Non poteva neanche immaginare cosa fosse accaduto al suo amico, ma di certo se ne sarebbe pentito per tutta la vita.

“ Dovevamo seguire Ryo e gli altri…” continuò Yzzi “ Non so perché siamo qui, e non so nemmeno cosa abbia spinto voi Digimon-Tamers del futuro a venire in questo mondo…ma una cosa e certa; se siamo qui c’è un motivo, e gli unici che possono saperlo meglio degli altri siamo noi…”

“ Yzzi…”

Yzzi si volto

“ Che c’è?”

Henry esitò un attimo poi iniziò:

“ Nel nostro mondo, un giorno io e……

 

Takato sistemò i suoi occhiali da ciclista sulla testa e uscì dalla camera. Scese le scale, salutò i genitori e uscì dal negozio.

La neve scendeva lungo le strade, soffici e candidi fiocchi di neve che ricoprivano di un manto bianco la carreggiata.

Sistemò il suo giubbotto blu e si mise la sua sciarpa rossa. Iniziò a camminare lungo il viale.

 

Il parco aveva tutto un altro aspetto ricoperto di neve. Sembrava una distesa di bianco infinita.

Soffiò dentro i suoi guanti per riscaldarsi le mani. Poi si sedette su una panchina.

Osservò tutte le coppiette del parco; era bella l’atmosfera che si provava alla vigilia di Natale.

Qualcuno dietro di lui gli toccò una spalla. Si voltò.

“ Ciao Henry!” disse sorpreso.

“ Come va! E da un po’ che non ci si vede!” e si sedette accanto all’amico.

“ Beh sai con le vacanze di Natale abbiamo bisogno tutti di un po’ di tregua.” spiegò Takato.

“ Forse hai ragione, però…”

“ Però?”

“ No! Niente…Comunque cosa hai intenzione di fare durante questo ‘periodo di tregua’”

“ Ok, sarò sincero con te. E' da un po' che ci penso e ho deciso di mettere su un gruppo!” rivelò Takato.

Henry lo guardò stupito e allo stesso tempo incredulo.

“ Un gruppo? Cioè un gruppo musicale?”

Takato annuì ancora più eccitato di prima. Aveva una strana luce negli occhi...

“ Takato... hai la minima idea di cosa stai dicendo? Un gruppo?” balbettò Henry ancora più confuso di prima.

“ Un gruppo, cosa? Credi che non riesca a formare un gruppo?”

Henry non sapeva cosa dire, così cercò di far tornare all'amico il lume della ragione.

“ D'accordo, e chi sono i componenti del gruppo? Non dirmi che canti tu vero?” aggiunse preoccupato.

Takato lo guardò male, come per dire che non aveva mai avuto l'intenzione di cantare.

“ No, Idiota!Non sono io la voce del gruppo, io suono la chitarra elettrica!”rispose con voce gelida.

“ Be... allora chi è che canta?” chiese Henry iniziando forse a valutare l'idea di un gruppo come un modo per fare qualcosa di nuovo.

“ A dire il vero non ho ancora trovato nessuno, anche perché sei il primo a conoscere questa mia idea...” Henry lo guardò esterrefatto.

“ OH! Che bel gruppo! Non vedo l'ora di sentire suonare il gruppo con il chitarrista e gli altri membri invisibili!” concluse sarcastico.

Takato cercò di divincolarsi da quella situazione e propose la questione sotto un altro aspetto:

“ Be... veramente avevo già pensato a qualcuno per il mio gruppo... ad esempio Rika... Rika ha un'intonazione perfetta e sa suonare il piano e la chitarra... anche Ryo suona la chitarra e ha una voce incredibile... mentre per i bassi andrebbe bene Kazu... e... tu saresti perfetto per il mixage e... e poi sai anche suonare la batteria!”

Henry iniziò a ridere, ma era una risata forzata, infatti smise subito e disse in tono serissimo:

“ Tu hai problemi!”

“Ma?” cercò di ribattere Takato ma non ci riuscì...

L'idea gli era sembrata buona, ma a quanto pare non era così... Fissò le sue scarpe demoralizzato.

“ scusa, e che mi era sembrata una buona idea per non pensare...”

“ Ai Digimon... si, lo so. E non lo dico per tirarti su di morale, ma l'idea del gruppo mi piace.” ammise l'amico.

Takato sorrise dicendo

“ anche se non sembrava così all'inizio.”

“ E' vero, ma mi hai colto di sorpresa e non sapevo che dire. Allora, è ancora disponibile quel posto di ‘mixatore’/ batterista?”

“ Certo!” rispose Takato, come se la risposta fosse già ovvia, e lui ed Henry si diedero un pugno a pugno con la mano in segno di complicità.

“ Però adesso dobbiamo convincere Rika e Ryo ...” fece notare Takato.

“ e Kazu?”

“ Lui sarà felicissimo di entrare nel nostro gruppo, lo so perché lo conosco...”

Henry annui sperando che anche Rika e Ryo avrebbero accettato ( senza loro due che avrebbero fatto le voci principali non c'era molta speranza di riuscire).

“ Hai già pensato ha un nome per il gruppo?”

“ No, ma mi verrà in mente... comunque deve essere qualcosa che esprima libertà.” affermò Takato stiracchiandosi sulla panchina.

“ Libertà, eh? Quindi saremmo una Band Rock?” chiese Henry, stavolta anche lui eccitato all'idea di una Band.

“ Più che rock and Roll mi piacerebbe un po il punk Rock. Che ne dici?”

“ Penso che da domani inizierò a incollarmi i capelli col Gel e ad indossare pantaloni strappati con disegni carini e tatuaggi come la morte e qualcosa di simile.” scherzo Henry

“ Ehi! Siamo Punk non metallari!” gli fece notare Takato “ Dico, ti sei fumato qualcosa per caso?”

“ Si, hai ragione! Penso che inizierò anche a farmi le canne!”

Entrambi si guardarono e scoppiarono a ridere.

“ A mio avviso sei troppo perfettino per farti qualcosa.” lo provocò Takato.

“ E a mio avviso tu sei peggio di me!” lo apostrofò l'amico.

“ Ehi! Ti piacerebbe farti fare dei piercing all'orecchio?” Propose Takato.

“ Si, è un buon inizio! Ci sto!”

“ Andiamo?”

“ Ooooookay! Vaaaa Beeenee!”

 

 

“ Rika scendi!”

Rika ignorò il richiamo della madre; si limitò a guardare fuori della finestra ed a osservare il paesaggio invernale: si era accorta che non nevicava più.

In quel momento un ombra attraversò il giardino; Rika la guardò di sfuggita.

Si alzò di corsa a aprì la porta scorrevole che dava sul giardino: fuori non c’era nessuno.

All’improvviso si sentì vuota, come se quello che aveva sperato fino a un attimo fa adesso era solo un insignificante illusione

Come aveva potuto sperare? Era solo un’illusa.

Ma lei lo sapeva benissimo: anche se non lo avrebbe ammesso mai, in quel momento si sentiva sola, indecisa e senza nessuno accanto.

Ma era così difficile ammettere tutto ciò? ...per lei si…

Avrebbe fatto di tutto per avere lo stesso umor di Takato e gli altri; Per loro essersi separati dai Digimon era soltanto una situazione momentanea.

Ma lei non era come loro; aveva imparato a guardare in faccia la realtà.

Ipocriti: ecco cos’erano i suoi amici.

La verità è che neanche loro volevano ammettere che quella era una separazione definitiva.

Anche se continuava a ripetersi queste parole, sapeva benissimo che la speranza non l’avrebbe mai abbandonata.

La porta scorrevole della sua stanza si aprì, ed entro la madre.

“ Sei ancora lì!” tuonò la madre “ Sbrigati! Ho faremo tardi alla cena con il tuo manager...”

“ Non vengo” disse con un filo di voce.

“ Cosa!” esclamò la madre sorpresa “ Che cosa vuoi dire, Rika?”

“ Vacci tu! Io ho altre cose più importanti da fare!” disse prendendo il suo giubbotto Punk/nero e avviandosi verso la porta.

“ …ma… “ cominciò la madre ma poi tacque.

 

Ryo, come al solito, si trovava coinvolto in una delle sue partite di carte contro ragazzi che neanche lui conosceva.

Sta volta era stata una ragazza a sfidarlo; aveva vinto senza non troppe difficoltà, e adesso osservava la carta vinta con molta indifferenza: una carta allenamento di nessun valore.

Si appoggiò all’angolo di un albero quando vide passare due ragazzi che riconobbe a stento per come si erano conciati.

Ryo fisso incredulo i tre piercing che avevano per orecchie Takato ed Henry; poi scrutò i loro vestiti in stile punk e sorrise ammirato.

Anche lui aveva diversi piercing per orecchio ( 4 nel destro e 5 nel sinistro) ed era da una vita che si vestiva in stile punk.

“ Che significa?” domandò esterrefatto ma allo stesso tempo colpito ai suoi due amici (che tra l'altro non vedeva da tempo).

“ E' una storia lunga e non chiedere di raccontartela. Comunque è una novità dell'ultimo minuto. Fino e un'ora fa avresti riconosciuto in noi le persone di sempre.” spiegò Henry.

“ Ah!” esclamò Ryo ancora più confuso.

“ Insomma. Vogliamo formare un gruppo Punk/Rock e ci piacerebbe avere uno come te in squadra.” si affrettò ad aggiungere Takato in modo sbrigativo.

“ Che ne dite di andarci a fare quattro passi e poi discutiamo delle vostre... idee dell'ultimo momento?” propose Ryo ancora incredulo.

“ D'accordo ma in cambio vogliamo una risposta” disse Takato in tono fermo.

“ O.K.” e si avviarono tutti e tre insieme.

 

 

Rika aveva continuato a camminare senza sapere dove andare. Camminava per le strade affollate di Tokyo stringendosi nel suo giubbotto punk e coprendosi la faccia con la sciarpa e il cappello della Nike per il freddo, continuando a strisciare i suoi pantaloni neri con cerniere e catene sulla neve lasciando le impronte dei suoi scarponcini neri ( sempre da punk ovviamente).

Si fermò davanti a una bigiotteria e decise di comprare altri piercing per i suoi 8 buchi ( quatto a destra e quattro a sinistra) alle orecchie.

Ne uscì con un quinto piercing all'orecchio destro e molti altri nuovi da scambiarsi ogni giorno con quelli che già aveva a casa.

Si strinse ancora di più su se stessa per via del freddo e per i fiocchi di neve candida che iniziarono a cadere piano piano ricoprendo, in poco tempo, la città di bianco.

Si fermò un attimo a fissare la neve che cadeva; guardò su, e a un certo punto il suo sguardo si fermò su una figura alta sopra un palazzo... una volpe che si mimetizzava con il bianco della neve.

Rika ebbe un tuffo al cuore:

“ Renamon!” gridò, facendo girare la gente che la presero per pazza.

La figura sul grattacielo si mosse e scomparve.

Rika afferrò il suo DG-vice: lo vedeva! Vedeva il puntino che indicava Renamon! Si mise a correre seguendo la luce lampeggiante, con uno strano calore che le riempiva il cuore... i Digimon erano tornati!

 

Ryo, Takato ed Henry erano stati costretti dall' improvvisa ‘bufera di neve’ a rifugiarsi dentro un locale, e adesso discutevano dell'idea del gruppo davanti a un bellissimo piatto di Hamburger e patatine.

Anche Ryo, dopo la sorpresa iniziale, aveva trovato l'idea molto divertente ed aveva anche ammesso che era da un po' di tempo che era in cerca di qualcuno con cui fare una band.

“ Allora siamo: Tu chitarrista, Henry mixatore e batterista, Kazu bassi ed io e Rika cantanti/chitarristi, giusto?”

“ Si” rispose entusiasmato Takato, al settimo cielo perché stava vedendo il progetto della sua infanzia avverarsi.

Ryo non riuscì più a trattenersi.

“ Wow! Fico... è fantastico! Ho sempre sognato di far parte di una band!” era così felice che avrebbe baciato persino il suo cane ( ed il suo era un cane che sbavava molto).

“ Anch'io.” ammise Takato. Henry non disse niente ed addentò una patatina.

Ryo e Takato lo guardarono storto.

“ Che c'è?” chiese allora.

“ E tu?” disse Ryo

“ Io cosa?” domandò incerto Henry.

“ Vogliamo sapere la tua opinione a riguardo” spiegò Takato.

Henry li fissò un attimo:

“ Beh.. non è che far parte di una band e sempre stato il progetto della mia vita... diciamo che ho altre priorità! Insomma, e solo un gruppo...”

Takato e Ryo lo fulminarono.

“ Certo se sei riuscito a convincere lui, non mi meraviglia affatto che tu abbia convinto anche Rika...”

Takato ed Henry si guardarono come per dire ‘ ora si che è finita’.

“ Beh...”

Ryo, che intanto aveva iniziato a mangiare con gusto il suo Hamburger, li guardò sorridendo felicissimo:

“ Beh cosa?” chiese come se ormai nessuna cattiva notizia gli avrebbe fatto perdere la sua felicità di quel momento.

“ Non abbiamo proprio convinto nessuno, ne tanto meno Rika.”

Ryo lasciò cadere il suo Hamburger sul piatto stupito e fisso Takato ed Henry con sguardo esterrefatto.

“ Volete dirmi che ne Rika ne Kazu sanno ancora niente?”

Ryo sembrava aver cambiato stato d'animo in due secondi; il suo umore era sceso da settimo cielo a sotto terra, negli inferi, così Takato corse ai rimedi:

“ No! Kazu sarà felicissimo di entrare.. e poi pensavamo che potevi convincerla tu Rika... insomma siete buoni amici!”

“ Amici?! Ma se non la vedo da un anno e l'ultima volta che lo vista mi avrebbe voluto sbranare vivo.” e fissò demoralizzato il suo piatto “ peccato, era una buona idea...”

Ma ne Henry ne Takato si sarebbero arresi così facilmente.

“ Aspetta un attimo, non è detto che lei ti risponda di no e anche se fosse abbiamo già due chitarristi e te come cantante... ma dov'è stata l'ultima volta che l'hai vista?”

Ryo lo guardò sconcertato “ Alle finali del torneo di carte... lo battuta per un punto in più e sembra che ci sia rimasta male per questa seconda sconfitta... consecutiva.”

“ Beh... per forza si è arrabbiata... col carattere orgoglioso che si ritrova... vedrai che le sarà già passato e che non vede l'ora di rivederti.”

Henry in quel momento preferiva non parlare; se a Rika le ci era voluto un anno per dimenticarsi di una cosa senza senso, quanto tempo avrebbe impiegato per dimenticarsi di una cosa più seria? E un'altra domanda che gli sorgeva spontanea: lei aveva già dimenticato quell'episodio?

“ Eh? E perché non vedrebbe l'ora di rivedermi?” domandò incerto Ryo.

Henry e Takato scoppiarono a ridere.

“ Andiamo Ryo... questa non la beviamo!” schernì Henry.

“ Lo sanno tutti che tra te e Rika c'è più di una semplice amicizia!”affermò Takato.

Ryo si sentì avvampare da queste ultime affermazioni.

“ Che? Io e Rika siamo solo amici!Aspetta un momento, siete stati voi a mettere in giro questa voce? Questo è un altro motivo che l'ha fatta arrabbiare!

Takato ed Henry si guardarono tra di loro impauriti.

“ Ehm... noi dovremmo andare ma pensaci alla storia del gruppo O.K.?” e in men che non si dica si precipitarono fuori dal locale e Ryo non riuscì a raggiungerli perché perse tempo a pagare il conto...

 

 

Rika aveva continuato a correre senza fermarsi; il puntino si muoveva ad una velocità impressionante e lei dovette prendere la metro per stargli al passo.

Stava alzata fissando le fermate della metro impaziente... La metropolitana avanzava veloce lungo il tunnel e si fermava ogni cinque minuti ad una fermata. Solo dopo mezz'ora vide finalmente il puntino avvicinarsi e decise di scendere e raggiungerlo a piedi: si trovava ormai nella città di Yokohama.

La stazione della metro era grande e gremita di gente, per questo dovette farsi spazio tra le persone e correre per cercare di raggiungere l'uscita il prima possibile. Continuava a fissare il puntino blu sul suo digi-vice è aveva notato che si era fermato.

Finalmente salì le scale che la portarono all'uscita e si ritrovò nel centro della città. Si fece nuovamente spazio tra la gente fino ad arrivare ad un'incrocio; alzò lo sguardo e la vide. Un folto pelo giallo e bianco si confondeva con la neve che, intanto, aveva iniziato a cadere più velocemente.

La volpe girò il suo sguardo e Rika vide che i suoi occhi blu cobalto la fissavano.

“Renamon...” sussurrò quasi tra se...

Ma qualcosa accadde che le impedì di continuare... una scossa potente spaccò in due l'asfalto e al centro dell'incrocio nacque un improvvisa nube di fumo. Cadde a terra ferendosi un braccio e graffiandosi molte parti del corpo a causa delle in numerose schegge che volarono nella seconda scossa che seguì la prima...

 

Takato ed Henry si erano fermati di colpo; si guardarono tra di loro immobili.

Avevano continuato a correre cercando di non farsi raggiungere da Ryo ed avevano fatto molti isolati senza fermarsi e chiedere cosa fare. Ma una strana sensazione gli aveva fatto arrestare il passo; come se qualcuno avesse bisogno del loro aiuto...

“ Henry... hai sentito...”

Henry annuì senza parlare.

Takato estrasse il suo Digi-vice. Un'infinità di puntini di vari colori erano appena apparsi nel quartiere di Yokohama.

“ Sono tornati...”

 

Altre scosse avevano susseguito le prime due; il quartiere era ormai diventato un cumulo di macerie. Polveroni e detriti si sollevavano ormai dovunque e alla gente non rimaneva altro da fare che scappare di fronte a quei mostri che comparvero da quella nube di fumo.

Rika si era trovata davanti diversi Digimon di livello diverso, ma nessuno, in quel momento, sembrava accorgersi di lei. Non vedeva niente tra quella nube di fumo, perciò continuava a camminare senza sapere dove andare. Sentiva urla e grida dovunque. La voce di un bambino non molto lontano da lei imprecava aiuto gridando a squarcia gola e tendendo la manina sui passanti fuggenti.

Rika gli corse incontro e notò che una gamba era stata bloccata dai detriti.

“ Aiutami!” imprecò il bimbo piangendo.

“ Non preoccuparti... ora ti libero...” e iniziò e rimuovere le macerie in modo da poter sfilare la gamba.

Altre persone si fermarono e la aiutarono a togliere i detriti dalla gamba e, infine, con l'aiuto di un adulto sfilò il bambino dalle macerie. La gamba era gonfia e plurigraffiata. Rika sorresse il bambino che non riuscì a poggiare il piede a terra.

“ Mi fa male...” continuava a dire piangendo.

“ Non ce la fai proprio a camminare?” chiese la ragazza. Il bimbo scosse la testa.

Quello era un problema, ma l'adulto che era con lei si propose di accompagnare il bimbo in un centro medico più vicino.

Rika lo ringraziò, e l'adulto prese in braccio il bambino iniziando a correre per evitare i Digimon e le macerie che continuavano a cadere.

Rika si stava dirigendo verso il centro della nube quando una scosse violenta fece crollare il palazzo vicino a lei; fu un attimo. Vide dei detriti cadere proprio sopra la sua testa ma, all'ultimo minuto, qualcuno la spinse indietro e le evitò di fare una brutta fine. Le macerie che caddero sollevarono moltissime schegge e detriti che graffiarono sia lei sia la persona che l'aveva salvata.

Aprì gli occhi; il ragazzo che l'aveva salvata era caduto sopra di lei cercando di proteggerla dai detriti che volarono in seguito alla caduta delle macerie. Sentiva il suo battito come lui sentiva il suo. Entrambi erano pieni di graffi e ferite un po ovunque ed entrambi respiravano affannosamente. Solo ora Rika riconobbe i suoi occhi cobalto che la fissavano da una distanza quasi inesistente.

“ Ryo!” esclamò metre quest'ultimo si toglieva sopra di lei e la aiutava a rialzarsi “ che ci fai qui?”

“ Si da il caso che io ci abiti qui.” rispose Ryo con la solita sfacciataggine di sempre “ tu stai bene?”

“ Si...”

Notò che la voce era diversa. Era diventato più alto di diversi centimetri, era magro come sempre. Aveva diversi piercing alle orecchie e il suo viso aveva assunto dei lineamenti più duri, non più da bambino... ed era diventato molto più carino di prima. Adesso Ryo si rese conto che anche Rika era... diversa. Anche lei era più alta ( non quanto lui ovviamente) e i suoi capelli erano più lunghi e lisci, finalmente lasciati sciolti, ma senza quell'odiosa frangia; infatti li teneva con una riga laterale. Anche lei era molto magra, ma il suo corpo aveva assunto delle forme più tonde, più femminili e il suo viso non era più rotondo come prima. Era sottile e con lineamenti leggermente più marcati. Ma aveva comunque due bellissimi occhi azzurri ed era più carina che mai.

“ ehm...” provò a dire Rika, che sembrava aver perso l'uso della parola, come d'altronde Ryo.

“ ehm... cosa” chiese il ragazzo.

“ grazie...” disse infine.

“ E di che?” domandò il ragazzo ancora in trance.

Rika lo guardò stupita:

“ Di avermi salvato, no?”

Ryo sembrò tornare finalmente alla realtà.

“ Ah, vero! ...figurati lo fatto con piacere...” disse sorridendo.

Solo in quel momento Rika si rese conto che Ryo le teneva ancora la mano.

“ Ah! Scusa...” e le lasciò la mano, anche se Rika avrebbe preferito che non l'avesse fatto...

Una scossa tremenda li fece tornare alla realtà.

“ Accidenti!” esclamò Ryo vedendo arrivare diversi Digimon nella loro direzione.

“ E ora?” domandò Rika.

In quell'attimo, tra il fumo, le macerie i detriti, le schegge e i fiocchi di neve comparvero due Digimon: uno era una volpe, l'altro era alto e con un'armatura nera.

Renamon e Cyberdramon erano tornati.

“ Renamon!”

“ Cyberdramon!”

Entrambi i Digimon si voltarono verso di loro.

“ Presto! Non c'è tempo!” li incitò Renamon.

I ragazzi annuirono ed entrambi Bio digievolsero con i loro Digimon Justimon e Sakuyamon.

In pochi secondi sconfissero una ventina di Digimon di livello campione ed evoluto.

Finalmente videro arrivare Takato ed Henry, i quali rimasero a bocca aperta vedendo Justimon e Sakuyamon.

“ Henry, sono tornati!” disse Takato come per dire ‘visto che avevo ragione?’.

“ si, ma guarda che disastro...” l'entusiasmo venne mozzato dalla visione sconvolgente del quartiere raso al suolo.

Le scosse erano finalmente finite ed il fumo si era dilagato mostrando i danni irreparabili che erano stati fatti. C'erano macerie ovunque, persone ferite ed altre che sembravano morte tra tutti quei detriti.

Takato ed Henry guardarono sconvolti tutto questo senza dire una parola. Gli unici rumori erano ormai quelli dei Digimon che combattevano sopra di loro; Justimon e Sakuyamon erano già riusciti a distruggere quasi tutti i Digimon virus contro cui avevano combattuto. Ne rimanevano solo due: Blackworeleomon e Darkserafimon, due Digimon di livello mega.

Justimon attaccò Darkserafimon senza pietà, ma quest'ultimo lo schivò e lo colpì con un raggio malefico che graffiò profondamente la sua spalla. Ryo ( che era ormai parte integrante del Digimon perché divenuti una cosa sola ) strinse i denti provando lo stesso dolore del suo Digimon.

Rika, con la quale poteva ormai parlare mentalmente visto che anche lei era Bio-digievoluta con Sakuyamon, chiese a Ryo se stesse bene e lui menti dicendo che era tutto ok.

Ma non era affatto tutto ok; Darkserafimon riattaccò Justimon mentre Blackworeleomon teneva occupata Sakuyamon. Tutto avvenne in pochi attimi: gli artigli di Blackworeleomon lasciarono tre enormi segni sul petto di Sakuyamon e Darkserafimon affondò la sua spada sul fianco di Justimon.

Ryo e Cyberdramon si divisero e tornarono come prima. Entrambi erano in aria quando ciò avvenne perciò precipitarono verso il suolo e solo all'ultimo momento Cyberdramon riprese i sensi e salvò Ryo, del tutto inerte, dallo spiaccicarsi sul terreno.

Il ragazzo aveva una profonda ferita alla spalla e un flusso ininterrotto di sangue continuava ad uscire dal fianco.

Rika, che intanto aveva subito un grosso colpo al petto, resisteva ancora ma non osava guardare le condizioni id Ryo, per paura di scoprire che fosse morto.

Henry e Takato si diressero di corsa verso Cyberdramon e Ryo. Quest'ultimo respirava affannosamente e non aveva neanche la forza di muoversi. Finalmente Rika ebbe il coraggio di guardare giù.

“ RYO!” imprecarono i tre amici sconvolti.

A queste parole i Digi-vice dei quattro Tamers si illuminarono e una luce blu ne uscì colpendo Ryo. Le ferite si rimarginarono e quando la luce scomparve il ragazzo era ancora privo di sensi.

Sia Takato che Henry si guardarono stupiti: che diavolo era successo?

“ Che cos'era?” domandò incerto Takato.

Fu una voce gracile dietro di lui a rispondere:

“ Il potere dell'unione”

Takato ed Henry si girarono di scatto: Guilmon avanzava verso di loro con Terriermon sopra la testa.

“ Guilmon!” urlò Takato sprizzando gioia da tutti i pori “ ma dove vi eravate cacciati voi due?”

Guilmon si fermò un attimo a pensare, poi rispose:

“ Abbiamo sbagliato strada; al posto di prendere il passaggio 3A abbiamo preso il passaggio 3 B e ci siamo ritrovati nello strato più profondo di DG-world! Ci abbiamo messo un po' a ritrovare la strada...”

Sbang! Takato ed Henry fecero finta di cadere a terra per la delusione.

Intanto Sakuyamon non aveva avuto un attimo di tregua e a stento riusciva a tener testa ai due Digimon di livello mega. Quando finalmente vide arrivare Megagardromon e Galactimon ( rispettivamente le Bio-digievoluzioni di Henry & Terriermon e Takato & Guilmon) Takato e Henry dissero a Rika di non preoccuparsi e che ci avrebbero pensato loro ai due Digimon. Così lei ne approfittò e scese separandosi da Renamon appena raggiunsero il suolo e dirigendosi subito verso Ryo, ancora svenuto. Contemporaneamente Galactimon e Megagardromon distruggevano con diverse combo i due Digimon di livello mega già indeboliti dagli attacchi di Rika e Ryo.

 

Quando Ryo aprì gli occhi era circondato da tutti i suoi amici e Digimon; ancora confuso si alzò a sedere chiedendosi cosa ci facesse ancora in questo mondo.

“ Come ti senti?” domandò Rika, stranamente preoccupata.

Ryo non rispose e rimase zitto per qualche minuto, poi si rialzo senza fatica sorridendo e dicendo: “ Mai stato meglio!”

“ Dici sul serio!” esclamò Takato.

“ Si! Mi sento stranamente carico! Un momento... ma non ero ferito o stavo già sognando?” chiese Ryo del tutto incerto.

“ Non ti preoccupare, non stavi sognando... anzi siamo noi che non crediamo ancora a quello che abbiamo visto!” ammise Henry.

Così raccontarono a Ryo cosa era successo e gli riferirono anche cosa gli avevano detto i loro Digimon mentre lui era privo di sensi. Infatti, dopo aver aiutato i feriti e i superstiti, i Digimon Tamers chiesero ai loro Digimon cosa fosse successo. Dissero che a DG-world trovarono il modo di passare la barriera e che alla prima occasione ne approfittarono e tornarono nel ‘mondo reale’. Ma alcuni Digimon Virus scoprirono i loro piani e li seguirono. I primi a Bio emergere furono Renamon e Cyberdramon, successivamente comparvero a Yokohama gli altri Digimon mentre Guilmon e Terriermon arrivarono in ritardo a causa del ‘traffico’, in poche parole si erano persi...

“ E cosa accadrà ora che i Digimon sanno come raggiungere il nostro mondo?” domandò allora Ryo.

“ Molto probabilmente arriveranno qui a decine e, ancora una volta toccherà a noi proteggere il mondo” rispose Renamon, forse l'unica dei Digimon a rendersi conto di ciò che stava accadendo realmente.

“ Allora siamo dinuovo i Digimon Tamers?” domandò Takato entusiasta.

“ Non avete mai smesso di esserlo” affermarono i Digimon.

Così i Digimon Tamers si misero in cerchio mettendo le mani uno sopra l'altro e giurando di proteggere il mondo come già avevano fatto in passato. Quello non era solo un patto reciproco, era anche il simbolo del loro potere, il potere dell'unione.

 

Decisero però di mantenere segreto il ritorno dei loro Digimon ( per quanto fosse ancora possibile dopo che alcuni di questi avevano raso al suolo un intero quartiere) ai loro genitori; così tornarono a casa, ma prima di lasciarsi Henry e Takato sollecitarono Ryo a chiedere a Rika di entrare nel gruppo:

“ Chiedile quella cosa” dissero prima di andarsene con i loro Digimon.

“ Chiedermi cosa?” domandò Rika mentre Takato ed Henry scendevano dalla metro per prendere un'altra coincidenza.

“ ah.. tu abiti lontano da qui, vero? “ chiese non sapendo che dire.

Rika lo guardò come per dire ‘ mi sembra ovvio’:

“ Diciamo che non abito a Yokohama bensì a Tokyo e questo dice tutto.”

“ Potrei accompagnarti io visto che abiti così lontano.” si propose Ryo.

“ Non ho bisogno di una balia. So cavarmela da sola” rispose Rika e Ryo notò che aveva mantenuto qualche lato del suo bel caratterino.

“ non intendevo questo. So benissimo che puoi cavartela da sola, solo che vorrei parlarti dell'idea di Takato...” spiegò con calma il ragazzo, per paura di una reazione della ragazza.

“ Da quando in qua Takato pensa?” domandò sfacciatamente Rika.

Ryo sospirò convinto che non ce l'avrebbe mai fatta. La metro si fermo e lui scese, solo che non si aspettava che Rika lo seguisse.

“ Che fai? Devi prendere questa metro per arrivare a casa prima.” disse Ryo sorpreso.

“ Sbaglio o dovevi accompagnarmi?”

Ryo lo guardò stupito: “ Sei davvero impossibile...”

“ Allora qual'è quest' idea?” chiese Rika impaziente.

La metro stava per partire così Ryo disse: “ Sbrigati o perderai la metro.”

“ Non mi importa.” affermò la ragazza.

“ Ma così arriverai in ritardo!” gli fece presente Ryo.

“ Bene... così avrai più tempo per parlarmi della vostra idea.”

La metro partì.

Ryo sorrise dicendo : “ la prossima metro arriva tra un quarto d'ora.”

“ Allora abbiamo un quarto d'ora per parlare.”disse Rika.

 

Così Ryo iniziò a parlarle dell'idea di Takato; all'inizio, come tutti quelli che l'avevano sentita per primi, sembrava disorientata ma poi anche lei iniziò a considerare l'idea. In quel momento arrivò la metro ed entrambi salirono.

Continuarono a parlare fino a quando non si trovarono vicino alla casa di Rika.

“ Si... ad essere sincero neanche io potevo crederci quando Takato me l'ha detto, solo che poi mi sono detto ‘ perché no?’” stava dicendo Ryo completamente immerso nella conversazione con Rika.

“ Solo Takato poteva avere un'idea simile” disse Rika.

“ Allora, che ne pensi?” chiese infine Ryo.

“ penso che... ci penserò” rispose la ragazza con un gioco di parole.

Proprio in quel momento voltarono l'angolo e si trovarono davanti alla casa di Rika, trovando la madre ad aspettarli.

“ Rika!” esclamò la madre sollevata nel rivederla “ Meno male, stai bene. Oggi ho visto cose terribili in TV!”

Rika e Ryo si guardarono l'un l'altro col timore di essere stati scoperti e che la televisione avesse mandato in onda il disastro di Yokohama.

“ Perché, cosa hai visto in TV?” domandò Rika temendo il peggio.

“ Oh! Un film tristissimo parlava di una ragazzina della tua età che scappa di casa... che poi viene catturata e le fanno del male... la picchiano... lei non sa dove andare... litiga col padre... si suicida... poi si uccide anche il padre... la moglie troppo angosciata si butta da un palazzo di 10 piani...”

Sbang!

Rika e Ryo si guadarono sollevati, ma allo stesso tempo divertiti.

E mentre la madre recitava una parte del film, Rika salutò Ryo dicendo:

“ Ci vediamo domani allora. Chiedi a Takato dove possiamo provare, ok?”

“ Si... ci penso io e poi ti chiamo...” e se ne andò.

Quando fu lontano Rika notò uno strano silenzio; sua madre doveva aver smesso di recitare la parte del film perché la guardò dicendo: “ però, e proprio carino... com'è che si chiama?”

Rika scosse la testa e rientro in casa con la madre che la tormentava ancora con il film e chiedendole anche alcune domande sul ‘ragazzo carino’.

 

Il giorno dopo i Tamers si svegliarono di buon'ora e ognuno di loro parlò con i propri Digimon; parlarono di tutto ciò che gli era successo negli ultimi mesi e ognuno di loro raccontò l'idea di Takato che venne presa con molto entusiasmo da Guilmon e Terriermon, un po' meno da Renamon e Cyberdramon.

Takato, la sera prima, aveva dovuto subire le sgridate dei genitori per il suo ritardo e per i piercing comparsi dal nulla in un giorno. I suoi genitori gli avevano praticamente proibito di uscire, ma per lui questa era solo una scusa per infrangere un po' le regole. Infatti verso le nove del mattino ricevette la telefonata di Kazu e Kenta; i ragazzi lo informarono che anche loro si erano ricongiunti con i loro Digimon la sera prima e anche loro avevano deciso di non dire niente ai genitori. Approfittando della telefonata, parlò a Kazu del gruppo, e lui accettò subito dicendo che avrebbero potuto iniziare a provare anche quel giorno dopo pranzo a casa sua in garage. Takato lo ringraziò e avvertì Ryo ed Henry che gli riferirono l'entrata del gruppo anche di Rika.

Mentre Takato parlava con Ryo ( che intanto si incaricò di telefonare lui a Rika) alla televisione stavano mandando in diretta il disastro di Yokohama.

Ma c'era qualcosa di strano; la notizia venne data come delle terribili scosse che avevano raso al suolo un quartiere della città ma non faceva riferimento a strani mostri o creature comparse dal nulla. Takato non seppe spiegarsi come, ma immaginò che c'entrassero qualcosa i pionieri digitali, creatori e programmatori di DG- World.

Aveva appena chiuso il telefono, quando lo sentì squillare di nuovo.

“ Ma oggi ce l'hanno tutti con me?” si chiese ad alta voce mentre si apprestava a rispondere “ Pronto?” disse scocciato.

“ Takato? Sono Jeri! Come stai?” per poco a Takato non cadde il telefono di mano.

“ Jeri! Ciao!” disse cambiando immediatamente tono e sperando che Jeri non avesse notato il tono burbero con cui avevi risposto.

“ Che hai oggi? Giornata storta?” chiese.

“ Già... mi hai beccato. Ho avuto una discussione con i miei genitori ma è tutto ok.” avrebbe voluto aggiungere che la sua giornata era stata storta fino a quando non aveva chiamato lei ma non ci riuscì.

“ Comunque ti ho chiamato per dirti che Leomon è tornato ieri sera!” riferì eccitata lei.

“ Davvero, anche Leomon è Tornato?! Ma... non era...”

“ è rinato... infatti adesso non è proprio Leomon... è ancora al livello intermedio... dice che da quando e rinato non riesce a DG-evolvere senza l'aiuto del digi-vice... comunque è strano... sembra un cucciolo di gatto troppo cresciuto e non fa altro che giocare con il gomitolo di lana di mia nonna...” disse ancora un po' sconcertata.

Takato scoppiò a ridere:

“ Dici sul serio! Leomon che gioca con un gomitolo... non è più lui...”

Anche Jeri rideva. Quando finalmente finirono di ridere Takato gli raccontò la verità sul disastro di Yokohama e ciò che era successo il giorno prima; la ragazza parve un po' sconvolta così Takato si affrettò a cambiare argomento. Iniziò a parlargli dell'idea del gruppo e disse anche che quel giorno avrebbero avuto le prime prove. Jeri ne sembrò entusiasta e chiese se poteva assistere alle prove.

“ Si, certo. Più tardi ci vediamo a casa di Kazu, e dopo pranzo potremmo uscire insieme se vuoi...” Takato non sapeva come ma quelle ultime parole gli erano uscite spontanee, le aveva detto senza riflettere.

“ Volentieri...” rispose immediatamente Jeri. Takato non sapeva più che dire così si affrettò a salutarla.

“ Allora... a dopo!”

“ Si, a dopo. Ciao.” e chiuse.

Takato posò il telefono poi iniziò a saltare e a gridare di gioia facendo spaventare Guilmon che si affacciò dalle scale rischiando di essere scoperto dalla madre; così Takato si precipito al piano di sopra, afferrò il Digimon e si rinchiuse in camera al settimo cielo.

 

 

Rika si era appena alzata e stava guardando incredula la televisione, dove dicevano che il disastro di Yokohama era stata una tragica catastrofe naturale provocate da violente scosse che avevano fatto cedere le strutture antisismiche dei palazzi.

“ Come possono dire che le strutture antisismiche non anno retto, quando è da più di dieci anni non si vede crollare un edificio in Giappone!” stava dicendo incredula.

“ Come?” chiese la madre, che stava mangiando con lei, entrambe sedute in ginocchio sul zabuton ( cuscini usati a posta per sedersi) davanti al tipico tavolo basso giapponese.

“ Niente... stavo solo pensando mamma.” si affrettò a rispondere Rika, sicura che l'enorme graffio che aveva al petto, di cui la madre ancora non si era accorta, non era stato causato da un terremoto ma da tre affilatissimi artigli di un Digimon.

Proprio in quel momento il telefono squillò è andò a rispondere la nonna, che intanto stava cucinando un'invitante colazione.

Rika non si aspettava che qualcuno la chiamasse a quell'ora, così quando la nonna le disse che era per lei e che si trattava di un ragazzo, afferrò immediatamente il cordless, aprì il fusama ( tipiche pareti mobili giapponesi) e si precipitò in camera.

“ pronto?”

“ Ciao Rika, sono Ryo... e da un po' che non ci sentiamo...”

“ Si... è passato molto tempo... forse 7 ore?” chiese con finto interessamento.

Intanto sia la nonna che la mamma ascoltavano la conversazione da un altro telefono, facendo molta attenzione a non fiatare per non far scoprire che stavano origliando.

“ Può darsi...” stava dicendo Ryo quando la madre e la nonna avevano iniziato ad origliare “ comunque ti ho chiamata per dirti che Takato a chiamato Kazu, che ha accettato, e che oggi proviamo dopo pranzo a casa sua... tutto chiaro? Ah è poi anche i loro ‘amici’ sono tornati.

“ Davvero, quando?” chiese capendo al volo a cosa si riferisse.

“ Ieri sera...”

“ ... e mi hai chiamata solo per dirmi questo?” chiese la ragazza.

“ Veramente... avevo voglia di sentirti.” ammise “ e tu?”

“ Può darsi...” Rika si girò di scatto sentendo dei rumori provenienti dalla cucina “ ehm... ora devo proprio andare. Ci vediamo più tardi, ok?”

“ Ci conto... ah... è stato bello rivederti ieri.”

“ Anche per me... ciao...”

“ Ciao” e chiuse.

Rika riagganciò e si precipitò subito in cucina dove trovò la madre e la nonna ancora attaccate all'altro telefono.

“ Non è come sembra...” stava dicendo la madre in preda al panico totale.

Rika posò il cordless che teneva ancora in mano al suo posto e disse a denti stretti: “ Non fatelo mai più!” e se ne tornò in camera.

“ Ci è andata bene...” disse sollevata la madre.

 

Anche Henry aveva subito una sgridata per via dei piercing, però, a differenza di Takato, non era stato punito, anzi il padre si offrì di portare per lui la batteria ( piuttosto grande) a casa di Kazu. La verità è che erano ancora arrabbiati ma al posto di metterlo in punizione evitavano di parlargli; doveva essere una delle loro tattiche per farli sentire in colpa.

Intanto Terriermon era costretto a stare in camera.

Quando sentì la porta aprirsi si spaventò a morte credendo che fosse Suzi, quando scoprì che era semplicemente Henry con la colazione.

Uscì dall'armadio e iniziò a mangiare con gusto tutto quello che aveva davanti.

“ Avevi fame, eh?” chiese Henry sorridendo.

“ E' da due giorni che non mangio niente... non sembra, ma il viaggio per tornare sulla terra è stato molto faticoso...” ammise Terriermon ingoiando due polpette di riso.

“ Piuttosto, perché siete tornati?”

“ Ci mancavate... anche se adesso per colpa nostra i Digimon virus sanno come raggiungere il vostro mondo.”

Henry cercò di tirargli su il morale: “ non preoccuparti, ci mancavano le nostre battaglie... ci mancavate così tanto che per ammazzare il tempo abbiamo deciso di formare quel gruppo!”

“ Si, posso dirti una cosa?”

“ Certo...”

“ Sei cresciuto, ora sei più maturo di prima.”

“ Grazie” disse il ragazzo leggermente imbarazzato.

“ Oh! Anche Lopmon e tornata! Ho detto a Suzi di non dire niente ai tuoi genitori, ma è troppo tardi, sanno già tutto. Ma non preoccuparti, non diranno niente agli altri genitori.” disse il Digimon con tono di poca importanza.

Henry lo guardò sbalordito; si precipitò in camera di Suzi e la trovò a fare la manicure a Lopmon.

“ Ciao fratellone! Anche Lopmon e tornata” disse la ragazzina, che adesso aveva 5 anni.

Henry si mise una mano sulla testa: ora si che erano fregati.

 

 

Ryo si trovava nuovamente di fronte a un'altra discussione familiare.

“ Cosa ti importa di quello che faccio?! Non sei neanche mia madre!” rinfacciò il ragazzo alla matrigna.

Fu il padre di Ryo ad intervenire: “ Chiedile subito scusa!” ordinò al figlio.

“ Mai! Che le importa se faccio parte di un gruppo!”

“ Tu farai ciò che dice lei! Non perderai il tuo tempo in un' inutile gruppo musicale! Parola mia! Tu studierai per farti ammettere in quella famosa scuola superiore!” tuonò il padre

“ E lo farò! Ho ancora due anni prima di andare alle superiori! Che succede se nel tempo libero suono un po'?” lo rinfacciò il figlio.

“ Non voglio che tu suoni, voglio che tu studi!”

“ Suonare è la mia passione, papà, e tu lo sai!” e lasciò la sala dove si trovavano il padre e la matrigna per tornare in camera sua, al piano di sopra.

Sentì dei lamenti provenire dalla stanza di sotto; i gemelli dovevano essersi svegliati e gridavano a squarciagola dalla loro culla.

Ryo chiuse la porta alle sue spalle stufo di sentire tutto il giorno suo padre e quella donna rimproverarlo e parlare in continuazione dei loro due gemellini!

Cosa importava a quella donna cosa faceva? La verità e che non vedeva l'ora di levarselo ti torno così da poter avere la sua famiglia perfetta, con un maritino perfetto e due figli perfetti; non c'era spazio per uno come lui in quella famiglia.

Senza pensarci, accese lo stereo a tutto volume, prese la chitarra elettrica e iniziò a cantare un pezzo dei Simple Plane che si intitolava ‘ shut up ‘.

So shut up shut up shut up
Don't wanna hear it !!
Get out get out get out
Get out of my way !!
Step up step up step up
You'll never stop me
Nothing you say today
Is gonna bring me down
...

Ryo aveva un'intonazione perfetta, ma alla sua ‘ famiglia’ non importava se lui possedeva o meno un talento naturale per la musica. Loro volevano soltanto vederlo laureare e per poi stare seduto in un ufficio di direttore a non fare niente tutto il giorno, guadagnando lo stesso miliardi senza muovere un dito se non quello di alzare le sue azioni.

Era questo ciò che volevano i suoi genitori, e Ryo era d'accordo solo in parte; avrebbe preso un diploma, si, e anche la laurea volendo, ma non sarebbe stato seduto in un ufficio senza fare niente. Avrebbe aiutato le persone facendo il poliziotto e avrebbe anche inciso qualche CD che avrebbero girato il mondo intero. Di vendere azioni non se ne parlava proprio.

Continuava a saltare per la stanza suonando a tutto volume la chitarra elettrica isolandosi dal resto del mondo e provando una bellissima sensazione di libertà: la musica era il suo sfogo, la sua vita...

 

 

Verso le due Takato si trovava già a casa di Kazu. Era stato il primo ad arrivare, così aiutò l'amico a sistemare i loro strumenti nel garage. Appena furono dentro il garage Kazu raccontò all'amico che Andromon, il suo Digimon, era nascosto in giardino per evitare che i genitori lo scoprissero e che quindi non avrebbe potuto assistere alle prove. Anche Takato non aveva portato con se Guilmon, perché troppo vistoso e conosciuto da tutti per non essere scoperto facilmente.

Poco dopo arrivò Henry con suo padre e, insieme al suo aiuto, montarono anche la batteria. Neanche Henry aveva portato Terriermon, e riferì agli amici che i suoi genitori sapevano tutto dei Digimon a causa di Suzi, ma che non avrebbero comunque detto niente a nessuno ( in fondo il padre di Henry era un pioniere digitale, come non poteva sapere del ritorno dei Digimon?). Subito dopo il padre se ne andò lasciandoli soli ad aspettare gli altri. Takato e Kazu si sedettero mentre Henry collegava gli amplificatori agli strumenti e al suo computer, dove, grazie ad un programma musicale, apparve un grafico che stabiliva la frequenza di ogni singolo suono.

Intanto Takato e Kazu stavano parlando del disastro di Yokohama. Kazu si era stupito anche lui del fatto che la notizia fosse stata data come un terribile terremoto, ma a questo proposito intervenne Henry, che spiegò ciò che il padre gli aveva proprio quella mattina.

“ Sono stati i pionieri a cancellare le traccie dei Digimon, così i giornalisti non hanno potuto fare altro che dare la notizia come un terribile terremoto.”

Ne Takato e ne Kazu furono sorpresi da questa notizia: ognuno di loro si aspettava che centrassero qualcosa i pionieri digitali.

Proprio in quel momento videro spuntare Ryo con il suo Skateboard e chitarra davanti il garage.

“ Ciao” disse salutando tutti “ sbaglio ho manca qualcuno?”

“ Se ti riferisci a Rika, sta arrivando. “ rispose senza neanche riflettere Takato. Henry lo guardò subito con occhi sbarrati.

“Takato!” sibilò l'amico, in modo che solo lui potesse sentire. Takato stava per correre ai ripari, ma era troppo tardi.

“ a proposito di Rika, ho un conto in sospeso con voi due!” gli ricordò Ryo.

“ Se ti riferisci a quella storia, ormai e acqua passata... insomma avete fatto pace, no?” fece presente Henry, anche se non del tutto convinto di ciò che stava dicendo.

Ryo lo guardò un attimo perplesso: “ Sai, non lo so neanch'io...” rispose.

“ Che vuoi dire” chiese Kazu incuriosito dalla conversazione.

“ Non lo so! Non ne abbiamo ancora parlato e non di certo sarò io a farglielo ricordare” si girò verso Henry e Takato “ e neanche voi...”

Henry e Takato annuirono impauriti facendogli capire di aver capito la lezione. Così anche Ryo sistemò la chitarra elettrica al suo posto e si sedette con gli altri aspettando le ritardatarie.

Avevano appena iniziato un'accesa discussione sulla scelta del nome del gruppo, quando finalmente arrivarono sia Jeri che Rika, quest'ultima aveva portato sia la chitarra elettrica che lo Skateboard.

Henry si affrettò a collegare anche questa chitarra agli amplificatori; intanto anche Rika e Jeri avevano iniziato a suggerire nomi per il gruppo.

Ne spararono così tanti, che ci sarebbe stata una vasta scelta, ma nessuno di questi andava bene; solo su una cosa i Digimon – Tamers erano d'accordo. Doveva essere qualcosa che esprimesse libertà.

“ Che ne dite di ‘I Digimon – Tamers?” suggerì Jeri.

Ma Takato scartò subito l'idea “ Così faremmo come Matt nella serie di Digimon che a denominato il suo gruppo i DG-prescelti...”

“ E' troppo scontato” disse Ryo.

“ Si. E poi ci sarà già qualcun altro che avrà avuto questa idea. Non sarebbe originale.” fece presente Henry.

“ Che ne dite di ‘ Gli spiriti liberi’? Esprime libertà, no?” suggerì allora Kazu.

A quel punto Takato ebbe un'idea “ L'idea è buona, ma risulterebbe più suggestiva la versione inglese! Che ne dite di ‘ Sk8er Boy’? “

“ Guarda che ci sono anch'io” gli fece notare Rika “ forse sarebbe meglio ‘ Sk8er Guys’, che ne dite?”

“ Dico che è perfetto” ammise Jeri.

“ A me piace. Alzi la mano per chi è d'accordo su questo nome.” disse infine Henry.

Tutti alzarono la mano ad eccezione di Kazu; Rika lo guardò con sguardo gelido, così anche lui si convinse ad alzare la sua:

“ Si, è perfetto! Mi piace da morire!” mentì Kazu, mentre il resto del gruppo se la rideva sotto i baffi.

Trascorsero un movimentato pomeriggio a scherzare e a provare canzoni di qualche artista famoso. La parte più divertente fu quando Takato ed Henry rielaborarono completamente il testo di una canzone a modo loro facendo morire dalle risate il resto del gruppo con le frasi assurde che ne vennero fuori. Ma anche Rika e Ryo, con i loro finti litigi, facevano morire dalle risate.

“ Lo sai che sei proprio un bastardo! “ stava dicendo Rika, facendo finta di recitare un'attrice tradita dal marito.

“ Perché? Che avrei fatto?” chiese Ryo, falsamente sorpreso, mentre si divertiva a strimpellare la sua chitarra elettrica disteso sopra il divano insieme a Rika.

“ E me lo chiedi? Sei andato a letto con tutte le segretarie del tuo ufficio, ‘Caro’!” continuava a recitare la ragazza, riuscendo a stento a non ridere. Takato e gli altri fischiarono, aspettando con ansia la risposta di Ryo.

“ Ma io ho solo una segretaria, ‘Tesoro’!” rispose Ryo in tono innocente “ E non è nemmeno un granché”

“ Ma se ne cambi una ogni giorno da due anni, ‘Amore’!”

“ Allora secondo te me ne sarei fatte 730 in due anni, ‘Zuccherino’. Francamente impossibile, perché me ne sono fatte 728 in due anni!” rispose in tono provocatorio Ryo.

“ E quei due giorni che hai saltato?” domandò Rika, mentre il resto del gruppo aspettava con ansia la risposta di Ryo.

“ AH! Giornate terribili... era il nostro anniversario.” tutti scoppiarono a ridere, così Rika prese ridendo un cuscino e glielo tiro in faccia, facendolo cadere giù dal divano, ma anche lui rideva.

“ Visto che sei solo un fottutissimo bastardo” stava dicendo mentre gli tirava un altro cuscino non riuscendo a trattenere le risate.

Così il resto del gruppo, incoraggiati dalla battaglia intrapresa da Ryo e Rika, presero anche loro un cuscino iniziando a colpirsi a vicenda.

Al termine della battaglia diverse piume d'oca stavano ancora volando in aria mentre gli Sk8er Guys erano tutti distesi sopra i due divani del garage distrutti.

Ryo stava ancora strimpellando con la sua chitarra un pezzo davvero molto carino, così Rika inizio a cantarci qualcosa sopra senza neanche pensarci.

 

You held my hand and walked me home, I know

Why you gave me that kiss

It was something like this and made me go oh oh

You wiped my tears got rid of all my fears

Why did you have to go?

Guess it wasn't enough to take up of some of my love

Guys are so hard to trust

 

A Tutti piacque molto quel pezzo reso ancora più bello dalla bellissima voce di Rika; nessuno di loro si aspettava che fosse così brava...

“ E' fantastico!” disse allora Henry “ perché non lo scrivete così iniziamo a comporre anche la musica?”

Sia Ryo che Rika furono subito d'accordo, così lo scrissero e successivamente riuscirono a comporre il ritornello, cantato insieme, che faceva:

 

Did I not tell you that I'm not like that girl

The one who gives it all away- yeah!

Did you Think that I was going to give it up to you -

this time

Did you think that it was something I was going to do -

and cry

Don't try to tell me what to do

Don't try to tell me what to say

You're better off that way...”

Tutti furono contenti del lavoro ben riuscito, così iniziarono a comporre anche la musica.

Quando finalmente finirono festeggiarono il lavoro ben compiuto con un film Horror tutto per loro (i genitori di Kazu erano usciti per andare a cenare fuori) poc-corn ( che volarono un po' ovunque) coca -cola ed aranciata.

Takato e Jeri decisero di rimanere e considerarono questa festa con gli amici come primo appuntamento.

Kazu apri il divano che si trasformò in un letto dove tutti e sei si buttarono per guardarsi il film e continuando a tirarsi poc- corn tra di loro; a un certo punto si scatenò la guerra e anche chi cercava inutilmente si seguire il film si trovava a vedere poc- corn volanti davanti ai suoi occhi.

Così tutti furono coinvolti in questa guerra volenti o non volenti... Quando finalmente finirono i poc – corn guardarono il film, ma non passava minuto in cui uno di loro non facesse delle battute che trasformassero le scene più terrificanti in un autentico spasso, come, ad esempio, quando Ryo disse che quella bambina dovesse aver pagato 30.000 milioni di interurbane per riuscire a contattare tutte le persone che avevano visto la cassetta nel mondo o quando Kazu consigliò una cura estetica per la pelle di Samantha ( se non l'avete capito stavano guardando The Ring versione americana ).

Quando finì il film erano già le 11:00 di sera; i ragazzi decisero di rimanere a dormire lì, mentre Rika e Jeri vennero accompagnati a casa dalla solita scorta.

Takato si offrì di accompagnare Jeri, mentre Ryo chiese a Rika se avesse bisogno dinuovo di una balia.

“ D'accordo” rispose “ ma non faci l'abitudine.”

 

Per quanto Henry ricordasse quello fu l'unico giorno tranquillo da lì ai tre mesi successivi. Il giorno dopo, infatti, gli Ske8er Guys si erano dati appuntamento con lo Skateboard nel parco per provare a fare acrobazie nelle rampe che erano state costruite apposta per gli Skater. Stavano passando un pomeriggio molto divertente, tra cadute salti e acrobazie, quando diversi Digimon virus comparvero lì vicino e in altre zone della città. Riuscirono a sconfiggerli ma nei mesi seguenti si trovarono di fronte Digimon sempre più forti e in numero sempre maggiore.

A un certo punto non riuscirono più a incontrarsi nemmeno per provare e con la riapertura delle scuole dopo le vacanze natalizie divenne quasi impossibile riuscire a sostenere quella situazione.

Molto spesso i Digimon -Tames tornarono a casa tardi e molto spesso vennero puniti dai loro genitori per questo; furono costretti ad uscire di nascosto per fermare i Digimon che continuavano a Bio – emergere e in più i pionieri Digitali trovarono sempre più difficile riuscire a cancellare le tracce delle battaglie digitali.

La situazione divenne insostenibile per tutti loro e per motivi ancora ignoti non riuscirono a trovare un varco che li riportasse a DG – world per molto tempo. Quando finalmente a Marzo Ryo riuscì a trovare il varco nessuno di loro si sarebbe mai aspettato di trovare a Dg-world tutto quel caos. Sembrava che tutti i mondi e tutti gli strati di DG-world si fossero uniti per formare quello strano luogo così approssimativo e surreale che non di certo poteva chiamarsi DG-world.

C'era molto di più in quel mondo e il loro compito era scoprire cosa ci fosse e chi avesse provveduto a trasformarlo in quel luogo.

 

Henry finì di raccontare la sua storia. Naturalmente aveva tralasciato troppi dettagli; in realtà tutto questo era stato solo il ricordo dei quattro Tamers che, contemporaneamente, diversi in settori lontani e differenti tra loro erano ancora uniti dai loro ricordi e dalla loro indissolubile amicizia e che in un modo o nell'altro si sarebbero rincontrati un giorno e insieme avrebbero sconfitto questa nuova minaccia: ‘Together Forever’ era questo ciò che si erano giurati al loro incontro con i Digimon mesi prima e così sarebbe stato, perché il loro potere superava il limite dell'insuperabile. Insieme ce l'avrebbero fatta.

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Fronteggiando la Fortezza ***


Fronteggiando la Fortezza

Henry scivolò lungo la radice dell'albero per trovare una posizione comoda in modo da riuscire finalmente a dormire.

Yzzi lo guardò un attimo; dal racconto di Henry aveva dedotto che i loro mondi erano diversi. Anche il fatto che loro potevano unirsi ai loro Digimon o che nel loro mondo i Digimon Bio emergessero a loro piacimento gli aveva fatto capire che loro non potevano essere i DG – prescelti del futuro.

L'ipotesi più credibile era che loro venissero da un mondo completamente diverso dal suo e non sapeva spiegarsi come ma sapeva che Henry gli stava nascondendo qualcosa, qualcosa che avrebbe risolto finalmente quel enigma.

Ma Henry, non avrebbe parlato, e questo lo sapeva; solo adesso gli veniva un dubbio. Loro avrebbero potuto fidarsi di quei Digimon -Tamers?

Yzzi cercò di scacciare quei pensieri mentre cercava disperatamente di addormentarsi, per quanto fosse possibile disteso sopra quelle radici; non doveva pensarci, avrebbe ritrovato i suoi compagni e tutto questo si sarebbe risolto.

Non aveva ragione di preoccuparsi...

 

Rika aprì gli occhi; si trovava sospesa in un buio infinito senza inizio ne fine, un'oscurità incredibile che la divorava impregnando il suo cuore di tenebre. Delle immagini iniziarono a balenare sulla sua testa, all'inizio in modo molto confuso, poi sempre più nitide. Era un sogno?

Si girò su se stessa confusa e allo stesso tempo spaventata; si trovava nella sua cameretta, però era... diversa. I mobili avevano tutti un colore rosa chiaro e le pareti erano ricoperte da carta da pararti piene di disegnini infantili e bambole sopra gli scaffali; la stanza era piena di giocattoli, ce n'erano così tanti che veniva difficile anche camminare senza cadere. Continuava a sentire delle urla provenire dalla cucina, urla così vicine e chiare ma allo stesso tempo lontane e indecifrabili, come se fossero solo un ricordo. Guardò le sue mani; erano piccole...

Si voltò immediatamente per fronteggiarsi con lo specchio; davanti a lei apparve una bambina di tre anni piccola e minuta, con grandi e bellissimi occhi azzurri.

La Bambina indossava un vestitino rosa provvisto di merletto mentre ai capelli, di un colore rossiccio scuro, aveva due codine legate con due fiocchi rossi.

Aveva il viso completamente rigato dalle lacrime.

Dalla cucina si continuavano a sentire quelle urla strazianti che diventavano sempre più forti e nitide.

“ Sparisci! Non voglio più vederti!” urlava una voce femminile.

“ Non ho bisogno di te!” tuonava il marito.

“ Allora vattene!” stava gridando la madre con voce spezzata.

La porta della stanza di Rika si spalanco; la bambina guardava inorridita la figura alta e imponente del padre che si avvicinava sempre più minaccioso verso di lei.

Tese una mano verso la bambina e la abbracciò.

“ Addio, piccola mia... “

Rika riprovò le stesse sensazioni di allora: dolore, rabbia, frustrazione... perché suo padre gli stava dicendo queste cose? Non le voleva più bene?

Allora era solo una bambina e non poteva capire perché suo padre le disse quelle parole, perché da quel momento in poi non lo rivide più; era solo una bambina ingenua che aveva sognato di rimanere per sempre con suo padre, come loro stessi dicevano quando cantavano insieme la loro canzone. Rika la ricordava ancora, anche se odiava cantarla...

E di nuovo riapparvero delle immagini; questa la ricordava bene, perché più di una volta aveva rivisto quella scena. C'erano lei e suo padre che giocavano insieme nel parco, lei seduta sull'altalena cantando la loro canzone preferita... e così sentì riecheggiare nell'aria i versi di quella canzone:

You unexpectedly dove into my lonely heart.

You kindly wrapped up the things that hurt a little.

It was the first time I felt so relieved,

so I squeezed that warmth into my outside pocket. Do you want to go walking?

We'll be toghether forever, forever.

Because we promised that setting sun in lonely times,

we can look at that legthening orange.

That setting sun will whisper, 'it will be okay'.

I want to see you soon, please convey that feeling’

( Questa è la versione tradotta in inglese della canzone originale cantata da Rika in Giapponese nel 6° film N.D.A.)

Quando finì di cantare, Rika, che aveva soli quattro anni, si alzò e afferrò il padre per un braccio cercando di trascinarlo verso il sole che stava tramontando, ma quest'ultimo scomparve.

“papà!” gridò la bambina ma nessuno la sentì. Rika si accasciò a terra in ginocchio.

La bambina che aveva davanti a se scomparve e pian piano tutto si dissolse.

“ Papà... perché nessuno mi vuole bene?” chiese in quel vuoto infinito.

 

Ora vedeva solo il vuoto... tutto era ridiventato nero ed infinito. Ma ecco di nuovo delle immagini; in realtà c'era stato un periodo della sua vita in cui aveva creduto di potersi lasciare il passato alle spalle. Era stato quando aveva conosciuto Ryo.

Sulla sua testa iniziarono a balenare i bei ricordi passati insieme a lui e più ricordava più il dolore cresceva; non lo avrebbe più rivisto.

Le immagini cessarono e lei si ritrovò sospesa di nuovo nell'oscurità; stava piangendo.

Se n'era andato per sempre...

Fu allora che vide una luce squarciare l'oscurità; li c'era Ryo. Cerco di raggiungerlo sollevata ma non ci riuscì. La figura le voltò le spalle e scomparve insieme alla luce che venne risucchiata nuovamente dall'oscurità.

Un dolore straziante riempì il suo cuore che si impregnò completamente di tenebre. Tutto divenne buio e fu come morire per poi rinascere nuovamente...

 

Sora riaprì gli occhi, infastiditi dai potenti raggi solari che entravano dalle finestre in stile gotico della chiesa bianca, e si ritrovò appoggiata al muro di pietra dove si era addormentata la sera prima nel disperato tentativo di dormire. Davanti a se trovò un vassoio con un'invitante colazione lasciata a posta per lei; se non volevano avvelenarla, di certo trattavano bene i propri prigionieri, al castello. Cercò di resistergli ma fu tutto inutile; aveva troppa fame e il suo stomaco rigurgitava. Era da quattro giorni che non mangiava e aveva bevuto pochissimo.

Così iniziò a mangiare con gusto, sperando che anche i suoi amici stavano guastando un'invitante colazione come quella...

 

Takato era l'unico del gruppo ad aver portato viveri con se; nello zaino infatti c'erano, oltre al suo inseparabile skateboard, 25 panini, 10 filoncini, tre etti di prosciutto crudo e cotto, salame ungherese e formaggio, e diverse scatole di cibi in scatola. Nello zaino ( anch'esso piuttosto grande) che aveva in spalla Guilmon c'erano 10 bottigliette d'acqua e 5 da tre litri grandi, tre bottigliette di Coca- cola, Aranciata e succo di frutta con vitamine ABC.

“ Cos'è? Un arsenale?” domandò Tai sbirciando entrambi gli zaini colmi di cibo e bevande.

Takato non rispose distribuendo ai ragazzi due bottigliette d'acqua a testa “ Queste bottigliette sono per oggi, se la bevete tutta d'un fiato rimarrete senza per tutto il giorno.”

“ e che è? Una prova di sopravvivenza?” domandò scettico Tai.

“ Se ti aiuta puoi prenderla come tale.” rispose sicuro di se Takato “ All'ora, cosa volete per colazione?”

“ Qualsiasi cosa andrà bene” rispose Kari, anche lei affamata come tutto il gruppo. Quella mattina si erano alzati presto ed avevano superato il ponte distrutto volando su i loro Digimon fino a raggiungere un'altra oasi, anche se questa era abbastanza grande e fortunatamente li c'era molta acqua con cui dissetarsi al momento, quindi non avrebbero avuto bisogno delle bottigliette fino a quando non fossero ripartiti.

Tutti quanti, compresi i Digimon, mangiarono due panini a testa ( la fame, non mangiavano da quattro giorni!) e subito dopo si prepararono a partire.

“ Dobbiamo sbrigarci e salvare Sora prima possibile, poi andremo a cercare gli altri. Appena ci riuniremo tutti, sapremo cosa fare.” riferì Takato in tono fermo.

I Digimon Digi-evolsero e tutti partirono in groppa ai loro Digimon ( ad eccezione di Takato, che salì sopra Pegasusmon, e Guilmon, che si fece dare un passaggio da Metalgarurumon insieme a Matt).

 

 

Davis, V - mon e Renamon avevano continuato a cercare Ryo e Rika per tutta la notte, sfidando la pioggia che si era abbattuta violentemente su quel settore riuscendo a trovare soltanto gli zaini dei due ragazzi in riva ad un lago con al centro un'enorme montagna a spirale altissima.

Si sedettero sconsolati; era l'alba e i colori spumeggianti del crepuscolo trasformarono il lago in una massa di colore giallo-arancione. Aveva smesso di piovere ormai da molte ore, e tutti e tre sembravano stanchi e sfiniti. Negli zaini di Rika e Ryo trovarono qualcosa da mangiare e bevvero l'acqua direttamente dal lago. Davis continuava a camminare lungo la riva; si fermò davanti ad un sasso piuttosto grosso. Gli diede un potentissimo calcio e il sasso volò di qualche metro prima di ricadere sulla superficie del lago, rompendo il silenzio che si era creato.

“ Accidenti!” urlò furibondo Davis “ Non mi interessa di che livello siete! Venite fuori stupidi Digimon!” si inginocchiò sull'erba e diede un forte pugno al suolo “ Maledizione!”

“ Li troveremo.” lo tranquillizzo V-mon in tono sicuro “ vedrai, ce la faremo.”

Questo calmo per un po' Davis che si convinse a prendere finalmente sonno e si addormento disteso vicino alla riva del lago.

 

Ma nessuno si sarebbe immaginato che qualcosa, li sotto stesse dormendo. Il lago era profondo cinquanta metri e abbastanza grande da potersi definire anche un mare chiuso.

Chilometri più avanti, la pioggia aveva fatto si che i fiumi si riunisse finalmente al grande lago, permettendo così l'innalzamento del livello dell'acqua di 40 metri. La creatura nuotò lungo uno di questi fiumi e poso il suo passeggero lungo una riva, dopo averlo salvato dalle grinfie dei Digimon malvagi.

La creatura si chiamava Wamon, ed era un Digimon balena dalle dimensioni incredibili. Pesava 200 tonnellate ed era lungo 100 metri. In quel momento sopraggiunse accanto al ragazzo accasciato sulla riva svenuto un Digimon.

Era arrivato a grande velocità da chissà dove. Si chiamava Cyberdramon, e il ragazzo privo di sensi era Ryo.

Wamon fissò il Digimon:

“ Lui è il tuo Digimon-Tamers?” domandò.

Cyberdramon annuì “ Ti ringrazio per averlo salvato.”

“Lo fatto con immenso piacere.” disse il Digimon balena, immergendosi nel lago “ Ci rivedremo un giorno o l'altro, Cyberdramon.”

“ A presto, Wamon.” salutò Cyberdramon, prendendo Ryo in braccio e portandolo al sicuro in una caverna aspettando che si riprendesse.

 

Henry e Yzzi si risvegliarono notando subito i loro Digi- vice lampeggiare. Entrambi segnalavano un puntino non molto lontano da li.

“ Deve essere uno di noi!” disse Terriermon, anche lui eccitato come gli altri tre.

“ Forse e Ryo” sperò Henry e senza pensarci tutti e quattro iniziarono a incamminarsi verso il puntino che era rimasto immobile.

Camminarono per mezz'ora, e finalmente si trovarono davanti a un lago enorme con al centro una montagna a spirale altissima. Sulla parte opposta della riva si trovavano un ragazzo e il suo Digimon beatamente addormentati lungo la riva. Henry e Yzzi li raggiunsero; erano Davis e V-mon, non c'era traccia degli altri.

“ E' Davis!” esclamò Yzzi.

“ E quelli sono gli zaini di Rika e Ryo.” disse Henry, temendo il peggio per i suoi amici.

A quel punto Yzzi cercò di svegliare Davis, ma questo non ne voleva sapere di svegliarsi.

“ Che facciamo?” chiese Yzzi.

“ Lascialo dormire. Sarà stanco. “

Così non provarono a svegliare neanche V-mon, beatamente addormentato accanto a Davis.

“ L'importante e che stiano bene” disse Tentomon.

“ Ma Ryo e gli altri... dove saranno finiti?” domandò Terriermon.

In quel momento Henry sentì un rumore brusco dietro di loro. Si girò di scatto e Renamon comparve da dietro gli alberi.

“ Renamon!” disse Terriermon sollevato.

“ Henry!” esclamò Renamon sorpresa.

Henry sorrise.

“ Rika e con te? “ domandò sollevato vedendo il Digimon.

Renamon scosse tristemente la testa. I ragazzi si guardarono tra di loro sconvolti.

“ Sai dove possono essere Rika e gli altri?” domandò Yzzi.

“ No, e non so nemmeno se sono ancora vivi...” rispose sinceramente Renamon.

Henry si avvicinò ad un alberò e lo colpì con un pugno fortissimo “ ACCIDENTI!” urlò, e il suono riecheggiò per tutto il lago.

Yzzi guardò Henry con compassione; immaginando solo quello che stava provando in quel momento si sentì star male dentro. E se anche i suoi amici avessero fatto la stessa sorte?

No! I suoi amici stavano bene e anche Rika e Ryo se l'erano cavata... ne era sicuro. Si avvicinò così ad Henry, pensando a quello che avrebbe potuto dire al suo amico per consolarlo.

Gli poggiò una mano sulla spalla : “ Henry...” provò a dire il ragazzo, ma quello che disse l'altro lo bloccò.

“ e tutta colpa mia...” sibilò sottovoce.

Yzzi rimase sbigottito e paralizzato da quella affermazione “ Henry, che stai dicendo?!”

Henry si voltò così di scatto che fece trasalire il ragazzo, che indietreggiò vacillante contro un albero.

“ E colpa mia se Ryo e Rika sono morti!!”

Quel suono lacerante risuonò per tutto il lago, spaccando di nuovo quel surreale silenzio che si era creato.

Davis si svegliò di scatto e si mise a sedere; si alzò immediatamente non appena vide Yzzi e il ragazzo dai capelli corvini/blu non molto lontano dai lui, nei pressi dell'entrata per la foresta.

“ Ragazzi!!” e corse verso i suoi amici raggiante di gioia.

Li avvinghiò entrambi al collo con le braccia e li strinse in una morsa stritolante con un sorriso a cento denti. Henry e Yzzi non riuscirono a divincolarsi dalla stretta dell'amico.

“ Non ci posso credere! Allora state bene! Meno male... per caso Rika e Ryo sono con voi... sapevo che dovevano essere qui da qualche parte...” e girono la testa da destra a sinistra nel tentativo invano di riuscire a vedere i due ragazzi.

Davis aveva parlato nuovamente senza riflettere; alle sua parole Henry si divincolò dalla sua morsa con una forza innata e si allontanò verso il lago.

“ Ahia! Mi hai fatto male!” si lamentò Davis, massaggiandosi il braccio dolente.

Davis fissò prima Henry incerto, che in quel momento gli dava le spalle fissando la superficie del lago, poi scostò il suo sguardo verso Yzzi dietro di lui; il ragazzo aveva assunto un'espressione afflitta e triste, con i suoi occhi di un verde smeraldo che continuavano a fissare il vuoto. A quel punto Davis capì.

Henry continuava a fissare la superficie del lago che rifletteva la sua immagine illuminata dalla luce del crepuscolo arancione, completamente immerso nei suoi pensieri.

“ AH! Ora basta con le lagne! Cosa sono quei musi lunghi!Su di morale!” gridò Davis, stanco di quel atmosfera da funerale che si era creata.

Si avvicinò a Henry e lo avvinghiò nuovamente al collo.

“ Non preoccuparti per i tuoi amici! Li troveremo!”

Henry fissò gli occhi fiduciosi di Davis con diffidenza “ E tu come fai a dire che sono ancora vivi?”

Davis lasciò andare Henry e si portò il palmo della mano al petto “ Perché lo sento qui dentro...”

Henry e Yzzi guardarono Davis, così fiducioso e allegro, chiedendosi se le sue parole avessero un senso: visto che entrambi avevano il brutto vizio di seguire la logica piuttosto che il cuore, scartarono subito questa ipotesi, ma poi... iniziarono a sperare, e se avevano ancora la forza di sperare avevano ancora la forza per andare avanti.

Così Henry riuscì a strapparsi un sorriso e guardò Davis con un misto di ammirazione e scetticismo.

“ Tu non ti arrendi proprio mai, eh?”

Davis scosse la testa sicuro di se “ No!”

Renamon era rimasta ad ascoltare incredula le parole di Davis senza capire come facesse un simile idiota a dire parole così profonde. “ Allora ce l'hai qualcosa in quella testa vuota!” esclamò il DG-mon con sarcasmo.

Davis la guardò con sguardo gelido “ Che vuoi dire?” chiese in tono duro.

Tentomon, V-mon, Terriermon e tutti gli altri scoppiarono a ridere e il povero Davis fu costretto a sopportare le loro prese in giro, senza riuscire a nascondere un minimo di soddisfazione per quello che era riuscito a fare.

 

Circa tre ore dopo il gruppo era pronto per partire; avevano mangiato, bevuto e si erano riposati e infine avevano deciso cosa fare: sarebbero partiti in cerca dei loro amici, e Yzzi aveva già in mente un suo piano. Avrebbero cercato una città ( nel mondo che conoscevano Yzzi e gli altri DG- prescelti esistevano le cosiddette città digitali, molto simili alle più famose capitali del mondo solo con alcune strutture molto più moderne) e avrebbero rintracciato i loro amici collegandosi alla rete col portatile, visto che il segnale dei Digi - vice degli altri non erano recepibili dai loro tre perché troppo distanti.

Viaggiarono per 3 giorni interi sopra Megakabuterimon, superando la foresta e il gigantesco deserto rosso, passando poi a campagne desolate, piccoli villaggi, in zone fredde e ricoperte di neve e autostrade deserte, che seguirono per raggiungere la più grande è imponente tra le città, la capitale di Digi – world: Cyber Center City.

I Digimon e i tre ragazzi rimasero a bocca aperta: la città che si estendeva per chilometri per il centro di DG – world, migliaia erano le super strade altissime e futuristiche che collegavano alla città, completamente protetta e circondata da mura di laser blu, impenetrabile anche dall'alto perché possedeva anche avamposti di artiglieria pesante sul corridoio sopra le mura di laser. Da li si poteva vedere la città, completamente futuristica e strutture più che impressionanti, da far rimanere a bocca aperta sia Yzzi che Henry, forse i ragazzi più futuristici e legati saldamente alla tecnologia del mondo.

“ Che diavolo è? “ domandò completamente impressionato Davis, ammirando la città sempre più da vicino.

Furono V-mon e Megakabuterimon a rispondere: “ Quella è Cyber Center City, la capitale di DG-world.

“ La capitale di DG-world? DG-world ha una capitale è tu non me l'hai mai detto?!!?” così Yzzi diede un fortissimo pugno al collo di Megakabuterimon, solo che fu lui quello a farsi realmente male. Difatti Megakabuterimon era un Dg-mon insetto molto grande dotato di una corazza indistruttibile e un corno a forma di tritone a due punte rosse sulla testa che gli avevano permesso di vincere le battaglie più ardue.

“ Nel nostro mondo non esistono strutture simili...” fecero notare Terriermon e Renamon a Henry, che in quel momento pensava la stessa cosa; quel posto era sempre più vicino a Dg-world del cartone animato, ma allo stesso tempo gli ricordava molto anche la usa. Ma allora, che realmente le due DG-world si fossero unite insieme?

 

 

Takato, Tai, Kari, T.K., Matt, Agumon, Gatomon, Patamon e Gabumon osservarono l'enorme castello in pietra, eretto sopra la montagna a spirale, dal loro nascondiglio. Ognuno di loro guardava l'imponente fortezza con tremore; al solo pensiero che sarebbero dovuti entrare li dentro, gli si gelò il sangue. D'altronde come avrebbero mai potuto introdursi così facilmente in un posto simile?!

L'enorme fortezza presentava le solite caratteristiche dei castelli medievali, solo che quest'ultima sembrava reggersi come per miracolo; difatti quelle che dovevano essere le fondamenta del castello sembravano fossero state incastonate sui versanti della montagna a spirale. Una serie di centinaia di gradinate salivano lungo quel versante fino ad arrivare al portone dell'enorme fortezza. Per il resto sembrava non vi fossero altre entrate per il castello, e questo fece diminuire le possibilità ai Digi-prescelti e a Takato di riuscire ad entrare.

Difatti in condizioni normali avrebbero percorso velocemente la scalinata di marmo nera fino a raggiungere il castello oscuro, ma questo invece non era possibile.

Davanti all'enorme costruzione di pietra, giù, dopo una piccolo dirupo che li separava dalla montagna a spirale, migliaia di Digimon oscuri continuavano ad arrivare da Nord-ovest marciando ininterrottamente fino a stanziarsi davanti al dirupo, in attesa di qualcosa.

Takato e co., fortunatamente ben nascosti dalla parte opposta del castello dietro un enorme masso di pietra, erano arrivati li da poche ore e fortunatamente erano riusciti a trovare un riparo senza essere visti.

quindi è li che tengono prigioniera Sora’ stava pensando Matt, i capelli biondi illuminati dalla luce della luna e lo sguardo fisso sull'enorme costruzione; solo il suo sangue freddo e la sua razionalità gli avevano impedito di buttarsi a capofitto lungo le scalinate principali e raggiungere velocemente la fortezza per andare a salvare la sua ragazza, anche se, ammetteva lui stesso, all'inizio era stato intenzionato a farlo. Poi, non appena aveva visto Tai buttarsi a capofitto verso le gradinate era corso a fermarlo e lo aveva spinto dietro al riparo poco prima che un Digimon nemico atterrasse li vicino per controllare la zona.

Si respirava aria di tensione e di ansia tra i ragazzi ed i loro Digimon; Takato sapeva che un semplice passo falso sarebbe bastato ad ucciderli.

Si accasciò lentamente per terra, esausto dopo aver camminato per tre giorni di seguito prima di riuscire ad arrivare li.

Dopo l'attacco di Rockmon tre giorni prima non ne avevano subiti altri; i Digi-prescelti e lui si erano mossi in modo prudente per arrivare sani e salvi a destinazione.

Sopra i loro Digimon avevano trascorso la maggior parte del viaggio, ma poi, non appena giunsero nelle vicinanze del castello, avevano proseguito a piedi per maggior precauzione; difatti, aveva fatto presente Kari, i Digimon nemici avrebbero percepito e intercettato loro più facilmente se fossero stati sopra i loro Digimon. Proseguire a piedi sembrava l'unica soluzione, in più così avrebbero potuto risparmiare le energie per l'imminente battaglia.

Non appena arrivati davanti alla fortezza erano rimasti paralizzati da quella visione.

“ Ma che diavolo...” aveva esclamato Matt non appena vide l'enorme struttura, ma non ebbe il tempo di fermarsi a guardare meglio perché dovette trascinare Tai a forza, già pronto per avventurarsi dentro quelle mura, nel loro nascondiglio.

Ora tutti quanti erano lì, fermi e stanchi, indecisi sul da farsi.

“ Che si fa ora?” stava chiedendo Tai, rivolto più che altro a Takato che agli altri.

Takato lo guardò; aveva avvertito un tono di sfida nella sua voce, come se lo stesse quasi provocando. L'unica cosa che Tai voleva in quel momento, oltre a salvare Sora, era ridicolizzare Takato e riprendersi il suo posto come capogruppo.

Sapeva che quel ruolo lo apparteneva, e sembrava disposto a tutto pur di riottenerlo.

Kari guardò il fratello; in quei giorni continuava a comportarsi in modo strano... quasi non sembrasse più lui...

Fissò T.K. come in cerca di una risposta.

“ Che c’è?” domandò lui sottovoce, in modo che solo la ragazza potesse sentirlo.

Kari indicò Tai con lo sguardo e allora T.K. capì le sue preoccupazioni.

“ E’ solo teso… come tutti noi d’altronde…” sussurrò in tono di risposta il ragazzo.

“ Sarà…”mormorò Kari, e continuò a fissare il fratello, che in quel momento era seduto un po’ più avanti intento a scrutare l’enorme fortezza. Ora lo vide; anche se solo per un attimo aveva percepito un barlume di tristezza negli occhi di Tai, ma allo stesso tempo di preoccupazione.

Che suo fratello le stesse nascondendo qualcosa? Cercò invano di non pensarci, ma non riuscì a cancellare dalla mente lo sguardo perso di Tai…

Anche Agumon sembrava aver notato qualcosa nel suo amico; quel modo di comportarsi non era da lui e quella strana ostilità che lo legava a Takato lo fece insospettire… e se davvero gli stesse nascondendo qualcosa.

“ Tai…” mormorò infine il DG-mon preoccupato “ è tutto ok?”

Tai sembrò come risvegliarsi da una specie di trance e notò che tutto il gruppo lo stava fissando.

“ Non è niente…” mentì.

La verità e che neanche lui riusciva a spiegarsi quel suo strano comportamento o invece si… che quelle parole che continuava e sentire nel sonno e nei suo attimi di incoscienza lo avessero scosso così tanto fino a quel punto… Allora si chiese se era il caso di rivelare o no di quella voce fredda che continuava a tormentarlo. Ma che andava a pensare?! Se solo avesse provato a rivelare una sola parola di sicuro i suoi amici lo avrebbero preso per pazzo o semplicemente avrebbero legato quella strana voce ad una specie di allucinazione dovuta allo stress.

Ma nonostante avesse cercato in tutti i modi di non mostrare agli altri le sue preoccupazioni sembrava avesse fallito. Fisso prima Kari, poi Matt e infine Agumon e si rese conto che lo conoscevano troppo bene per non capire se stava mentendo o meno.

“ Non è vero…” disse infine con tono deciso “ in realtà c’è qualcosa che mi preoccupa…” e cercò disperatamente di distogliere lo sguardo dai suoi amici che a quelle parole lo avevano fissato sbalorditi.

“ Qualcosa che spieghi questo tuo strano comportamento infantile alias ritorno al Tai di tre anni fa?” domandò Matt sfacciatamente e Kari lo fulminò con uno sguardo.

“ Se speri che ti dica qualcosa dovrai smetterla di attaccarlo!” gli fece notare T.K. a voce bassa, così che solo Matt potesse sentire.

Alla fine Matt si zitti e mormorò qualcosa come uno “ scusa…” che a stento Tai riuscì a sentire.

Tai si appoggiò alla roccia confuso “ e solo che… non so da dove cominciare” ammise allora il ragazzo ancora incerto.

 “ E qualcosa che ha a che fare con Digi-world?” domandò Takato, chiedendosi se quello che stava per dirgli lo avrebbe aiutato a capire meglio cosa stava succedendo.

Tai lo fissò con i suoi penetranti occhi castani poi mormorò un “ si” finendo per aggiungere incerto “ o almeno credo…”

 “ Che intendo dire con almeno credo?” domandò Matt fissandolo con sguardo interrogativo.

Tai non rispose; stava solo cercando il modo migliore per rispondere a quella domanda. Certo non avrebbe di certo potuto dire “ Ma non lo so Matt. Solo che ultimamente una voce sta continuando a martellarmi la testa con strane frasi come ‘ la ucciderò’o ‘ti farò a pezzi’ ma niente di  che… cose che capitano tutti i giorni se si è un Digi-destineted!” ma non pronunciò mai quelle parole perché solo a sentirle gli altri lo avrebbero preso per pazzo o come posseduto dal demonio.

“ Tai?” chiese gentilmente Kari.

 Il ragazzo tornò finalmente alla realtà “ O.K., ma poi dovete giurarmi di non fare commenti o di prendermi per pazzo, d’accordo?”

 “ impossibile…” rispose prontamente T.K., estremamente serio “ per noi tu sei già pazzo quindi non ci saranno problemi…”

“ Attento a come parli biondino!” lo fulminò Tai  a denti stretti.

Il resto del gruppo scoppiò a ridere.

 “ Buona questa T.K.!” esclamò sull’orlo di una crisi di risate il piccolo Patamon, che si stava rotolando per terra divertito.

 Intanto Tai si era precipitato su T.K., che per proteggersi si era nascosto dietro Kari.

 “ Ah! Stavo scherzando… diglielo anche tu Kari” sollecitò il povero T.K. alla ragazza, ma Kari sembrava troppo divertita dalla scena per riuscire a fermare il fratello.

Takato e Guilmon continuavano a ridere divertiti “ meglio delle scene dell’anime!” aveva detto poi il ragazzo senza pensarci ma se ne pentì subito, perché il resto del gruppo lo fissarono sorpresi.

“ Che?” aveva domandato Tai inarcando le sopracciglia “ Anime?”

Takato era allora corso ai ripari “ beh… no niente! Parlavo da solo…” aveva detto agitando le mani, come per fare intendere che quella cosa non li riguardava.

“ Boh!” si erano detti Tai e Matt fissandosi entrambi scettici.

“ Certo che sei stano…” avevano mormorato Gabumon e Gatomon guardandolo straniti.

 Takato sembrava imbarazzato, e un leggero rossore iniziò a comparirgli sulle guance.

“ Non fateci caso… e che a volte ho la brutta abitudine di parlare senza riflettere” ‘ proprio come quando faccio arrabbiare Rika o come quando ho chiesto a Jeri di uscire con me per la prima volta…’ continuò poi pensando. Ma si bloccò riflettendo sul suo ultimo pensiero ‘ già Jeri… chissà se starà bene…’ e alzò il suo sguardo al cielo fissando la terra ‘ sei arrabbiata con me vero? Avrei dovuto dirtelo ma non potevo… spero che tu capisca che lo fatto per il tuo bene…’

 Infine aggiunse sussurrando tra se “ Mi manchi Jeri.” e tornò a fissare il suolo demoralizzato.

 Kari lo fissò e il suo sguardo si fece triste “ ti mancano i tuoi amici, vero?”

 Takato le rispose con un sorrisino forzato “ Per quanto possa essere strano, si.”

Lo sguardo di Guilmon si addolcì guardano l’espressione malinconica di Takato che si sforzava di sorridere. Nonostante tutto era rimasto il Takato di sempre, anche con quello strano abbigliamento e gli strani buchi alle orecchie, il dolce e sensibile Takato no sarebbe cambiato mai.

Fu allora che Tai si decise a fargli quella domanda che da giorni lo tormentava “ Come mai hai deciso di seguirci invece di andare a cercare i tuoi amici?”

 Takato lo fissò un attimo sorpreso, poi rispose con convinzione:

 “ Perché non me la sentivo di lasciarvi da soli in questo strano mondo.”

L’intero gruppo lo guardò sorridendo; e per la prima volta Tai si decise a deporre l’ascia di guerra e disse: “ Se la metti così allora ti ringrazio… anche se non ci sei stato comunque di grande aiuto…”

 Matt e Kari si portarono la mano alla fronte.

 “ Insomma Tai, avevi iniziato così bene il discorso! Perché perderti nel finale?” domandò nuovamente T.K. mentre il resto del gruppo non riuscì a trattenere una risata.

“ T.K. io ti ammazzò!” Fu l’unica cosa che disse Tai prima che Kari intervenisse in aiuto di T.K. per calmare i bollenti spiriti.

 “ Smettila Tai o ci scopriranno!” aveva detto la ragazza, anche se le sembrava ancora strano che non fossero stati ancora scoperti con tutto quel baccano che avevano fatto. ‘ Però adesso siamo tutti più calmi’ aveva notato infine Kari ‘ senza volerlo mio fratello e riuscito di nuovo a sdrammatizzare la situazione’

 Quando finalmente Tai si fu calmato, e ce ne volle di tempo per calmarsi, Matt gli ricordò che non gli ava ancora spiegato il perché di quel suo comportamento.

 Tai li fissò seri… e iniziò a raccontare… raccontò cosa era successo dopo la partita, della voce e di come questa gli sembrava incredibilmente legata a Digi-world, di averla sentita poco prima di essere stato catapultato a Digi-world e dopo il primo attacco subito dai Digimon drago giorni prima. Ma, come ammise il ragazzo, nonostante non fosse più nitida, continuava a sentire quella voce come un sussurro durante i suoi sogni e i suoi attimi di riflessione.

Il gruppo ascoltò come rapiti in silenzio; non ebbero il coraggio di proferire parola fino a quando Kari si decise a chiedere: “ E per questo che sei venuto a Digi-world?”

 Il ragazzo annuì assorto.

“ Finalmente vi ho trovati!”  tutti e cinque i prescelti, Takato compreso, si voltarono insieme ai loro DG-mon per fronteggiare la piccola figura che aveva appena parlato, coperta da un mantello nero con cappuccio che gli nascondeva anche il volto.

 Tutti istintivamente afferrarono il digi-vice pronti a combattere; la figura si mosse e, con quella che sembrava un ala rose, liberò il proprio volto dal cappuccio che lo nascondeva.

 Tutti i prescelti la fissarono increduli, poi sorrisero istintivamente: “ Byomon!”urlarono all’unisono.

 “ E le sorprese non sono finite!” dietro di lei comparvero diverse figure: una era un Digimon volpe abbastanza alta, l’altro un digimon drago blu un po’ bassino e l’ultimo sembrava un pupazzo verde bianco con le orecchie lunghe.

 Dietro di loro c’erano altre quattro figure incappucciate; decisero allora di rivelare i loro volti. Henry, Yzzi, Davis e quello che con stupore riconobbero come Gennai li stavano fissando divertiti.

 “ Piaciuta la sorpresa?” domandò infine Henry sorridendo al resto del gruppo, ancora del tutto increduli.

 “ KARI!!” aveva urlato Davis buttandosi letteralmente sopra di lei; solo un calcio di Tai e un pugno in testa da T.K. erano riusciti a farlo staccare dalla ragazza.

 Davis si era letteralmente spiaccicato al suolo gemendo di dolore; si alzò un secondo dopo con la faccia di un colore scarlatto a causa della botta ricevuta.

 “ ACCH! Ma che cavolo vi salta in mente a voi due?Come osate intromettervi tra me  e Kari?!?!” domandò allora il ragazzo su tutte le furie.

Kari in quel momento era leggermente arrossita.

“ Che?!?” aveva quindi esclamato la ragazza.

Di tutta risposta Tai e T.K. lo trucidarono con lo sguardo.

 “ Non provare mai più a toccare mia sorella o ti ammazzo, idiota!!” aveva urlato il fratello.

 “ Te e Kari!?!” aveva detto T.K. guardando prima Davis e poi la ragazza in questione.

“ Io non centro nulla…” dichiarò esplicitamente la ragazza enunciandosi esterna alla questione.

 Davis aveva guardato la ragazza sbalordito, come se quest’ultima stesse mentendo o avesse appena sparato una stupidaggine.

 “ Ma che stai dicendo, mia dolce Kari? Come puoi negare il nostro amore così apertamente?” stava dicendo il ragazzo, quando altre due scazzottate di Tai l’avevano fatto spiaccicare nuovamente al suolo.

 “ Ora basta! Fate silenzio, questo non è un gioco! E tu Davis controllati un po’ e smettila di sparate cazzate una volta ogni tanto…”

 I diretti interessati si voltarono verso la voce che aveva appena parlato; Gennai li fissava con sguardo di rimprovero e leggermente deluso “ Insomma!”

 Davis, T.K. e Tai chinarono il capo leggermente imbarazzati sbiascicando poi uno ‘scusa’ che fu sufficiente per calmare Gennai.

 “ Così va meglio!” aveva esclamato l’uomo soddisfatto.

 Ma Gennai non era un uomo; per quello che Takato ricordava Gennai era stato nella serie televisiva dei Digimon un valido aiuto per i Digi – destinated durante le loro battaglie più importanti.

 Dapprima apparso come un vecchio saggio nella prima serie a causa di un incantesimo causatogli da uno dei padroni delle tenebre, nella seconda aveva mostrato il suo vero volto: Gennai aveva l’aspetto di un ragazzo giovane e bello, con un fisico slanciato e muscoloso nascosto dalla solita tunica, che a Henry ricordava vagamente quella dei cavalieri Jedi in Star Wars, lunga e bianca con qualche striscia marrone. Sopra di essa indossava un mantello nero e ne teneva in mano molti altri. I suoi occhi erano di un azzurro intenso mentre i capelli erano di un castano scuro, corti, portati in modo disordinato.

 Era sempre stata una persona molto saggia e carismatica, anche se Gennai era tutto tranne una persona: tecnicamente era un essere digitale, ma non per questo era un Digimon.

 Sempre misterioso e molto attento a mantenere segreta la sua vera identità, Gennai si era sempre limitato ad aiutare i digi – prescelti nelle loro avventure; l’unico che forse poteva sapere qualcosa in più su di lui era Yzzi, il cervellone del gruppo, che era sempre stato in contatto con Gennai anche durante i periodi di tregua a DG-world.

 Ora lui, Yzzi, Henry, Renamon, Tentomon, V-mon, Terriermon, Byomon ( il digimon di Sora) e Davis erano appena arrivati li da loro come sbucati dal nulla, ma soprattutto senza essere visti dai Digimon nemici.

 Takato, non appena aveva visto Henry e gli altri sani e salvi, aveva provato una gioia immensa e inimmaginabile.

 “ Allora state bene!” aveva detto raggiante di gioia.

Henry, Yzzi e gli altri sorrisero di tutta risposta.

 Anche Guilmon sembrava al settimo cielo e raggiante si era buttato addosso agli altri.

 “ Quanto mi siete mancati!” esclamò.

 “ Si, anche tu ci sei mancato ma adesso calmati!” avevano risposto i suoi amici cercando di scrollarselo di dosso; Renamon, infine, gli diede un forte pugno e riuscì nell’intento.

 Takato adesso guardava con sguardo interrogativo Gennai; quest’ultimo gli ricambiò lo sguardo.

 “ Quindi tu sei Takato! Molto lieto!” e gli aveva porso la mano amichevolmente.

 “ Ah?” Takato era rimasto sbigottito “ e lei come fa a conoscere il mio nome…scusi?” aveva aggiunto cercando di non risultare troppo invadente.

 “ Me l’ha detto lui!” e indicò come colpevole Henry, che ricambiava con Takato un’espressione sorpresa e stupita. Quest’ultimo alzo le spalle come per dire che non ne sapeva niente.

 “ Gennai da quanto tempo!” aveva esclamato Tai divertito aggiungendo poi con finta delusione “ Yzzi, sei ancora vivo?”

  Per tutta risposta il rosso fece una delle sue risate sarcastiche, rovesciando la testa all’indietro, aggiungendo poi: “ Molto divertente Tai!”

 Kari aveva guardato il fratello spazientita “ Che ci vuoi fare Yzzi! Tai ha un modo tutto suo per dire che gli sei mancato!”

 Yes!” esclamò Tai prendendo il ragazzo in questione per la collottola e strofinandogli amichevolmente il pugno di una mano tra i capelli.

 Il resto del gruppo scoppiò a ridere; se Davis faceva esasperare, Tai era in grado di sdrammatizzare ogni situazione.

 E anche in quel momento Matt si ricordò come quei due si assomigliassero parecchio, anche caratterialmente.

 Già, quei due erano nati per essere due leader… anche se ultimamente qualcuno aveva perso qualche colpo…

 “ Ma… ma come siete arrivati qui?” aveva chiesto sbigottito Takato.

 “ Già… e tu Byomon da dove sbuchi fuori?” domandò ancora leggermente incredulo Matt.

 “ Beh…” aveva iniziato a dire Henry ma Yzzi lo interruppe bruscamente.

 “ Ehi! Sta volta lasciamelo fare a me il flash –back di questa storia!” aveva detto guardando divertito il moro che gli sorrise capendo l’analogia.

 E senza altri preamboli, con il resto del gruppo che si sedette accanto alla piccola montagnetta di roccia che li ricopriva completamente, iniziò il suo racconto.

 

 Megakabuterimon volava sempre più velocemente verso Cyber Center City.

 Yzzi e gli altri dovettero chiudere gli occhi a causa del forte vento che veniva provocato dallo spostamento d’aria del Digimon, che avanzava ancora più rapidamente verso la capitale.

 I capelli corti e rossicci del ragazzo svolazzavano al vento insieme alle orecchie di Terriermon che per non volare via dovette stringersi forte al collo del povero Henry, facendo rischiare al ragazzo una macabra morte per asfissia.

 Henry prese allora terriermon tra le braccia, mentre Davis si affrettò a coprire gli occhi con i suoi occhiali da ciclista; Renamon invece rimaneva ferma immobile, in piedi nella fatidica posizione a braccia incrociate e zampe unite, sul corno di Megakabuterimon, scrutando la città e lasciando che il vento le scompigliasse la folta pelliccia gialla.

 Henry si chiese allora se anche lei stesse pensando a Rika; non essere riusciti a ricevere il segale dei loro digi-vice per tutti quei giorni non era di certo un buon segno, però entrambi avevano fiducia in Yzzi e speravano che non appena arrivati in città sarebbero riusciti a collegarsi alla rete digitale e contattare gli altri e magari anche provare una comunicazione col mondo reale. Si, però adesso che ci pensava, cosa avrebbe detto in quella comunicazione?

 Avrebbe detto a Yamaki, capo di Sefiro, organizzazione che insieme ai pionieri digitali avevano aiutato i Tamers durante l’ultima battaglia digitale, che un gruppo di ragazzi chiamati digi-prescelti e che facevano parte della famosa serie Digimon erano in quel momento li con loro intenti ad aiutarli con la loro missione? Insomma, avrebbe dovuto dire che un gruppo di cartoni animati erano li con loro a DG-world  a combattere contro qualcuno di cui non sapevano il nome?

 Già… perché era questo che  Henry si chiedeva da quando era arrivato a DG-world: chi era il loro nemico e soprattutto dov’era? Che quest’ultimo avesse già raggiunto i suoi amici e che li avesse gia uccisi? Beh… in questo caso Henry avrebbe lottato fino alla morte pur di trovarlo e distruggerlo!

 Perché se c’era una cosa che Henry non sopportava quello era il male; aveva già sofferto molto quando da piccolo era stato lui a far del male ad un ragazzino. Non se l’era mai perdonato e dentro di lui portava ancora il ricordo di quel episodio… non riusciva a dimenticare gli occhi spaventati di quel bambino… proprio non ci riusciva.

E immediatamente, come se quello fosse stato in istinto di autodifesa, scaccio via quei pensieri per paura di far emergere di nuovo il lato aggressivo del suo carattere; doveva calmarsi, o almeno era ciò che il suo maestro di arti marziali gli aveva ripetuto in quegli anni durante i loro allenamenti “ Libera la mente!” diceva con tono fermo ma allo stesso tempo aggraziato “ così potrai concentrati sul tuo vero nemico e decidere cosa fare. Quindi rifletti prima di agire, Henry.”

 Le parole del maestro gli risuonarono nella mente come se qualcuno le avesse appena pronunciate: ‘ Libera la mente…’ pensò allora ‘ concentrati sul tuo vero nemico’ il problema e che lui non aveva la più pallida idea di chi fosse il suo nemico…

 “Ah!” gridarono tutti quanti all’unisono non appena Megakabuterimon interruppe bruscamente il proprio volo e planò verso il terreno.

 Atterrarono sull’asfalto; la strada in cui erano scesi collegava direttamente al portone principale della città: quello che sembrava un’enorme cancello automatico, costituito da laser blu che fungeva come barriera, gli bloccava la strada e gli impediva il passaggio.

 Yzzi, Davis e gli altri scesero da Megakabuterimon e si guardarono tra di loro come per dire ‘ora che facciamo’

 “ Proviamo ad avvicinarci” aveva suggerito Henry, la mano stretta al proprio digi-vice e Terriermon sopra la sua spalla pronto a bio digi-evolvere insieme a lui in caso di bisogno.

 Ma fortunatamente ciò non avvenne: la corrente che passava per i raggi laser del portone si spense e Yzzi intravide attraverso quel fascio luminoso blu una figura che si avvicinava sempre di più. Il cancello si sbloccò e iniziò ad aprirsi come la porta di un ascensore.

 Davanti a loro comparve Gennai.

 Henry era rimasto di sasso come per dire che ciò che stava vedendo non poteva essere vero: prima i digi-prescelti e i loro Digimon, adesso anche Gennai!

 Terriermon e Renamon lo fissarono non capendo il suo sgomento; entrambi si guardarono tra di loro con sguardo interrogativo, poi tornarono a fissare la figura di fronte a loro. Solo di una cosa fu sicura Renamon; quello non era un essere umano ne sembrava potesse essere un Digimon. Ma allora… cos’era?

 “ Gennai!” avevano urlato Davis, Yzzi, V-mon e Tentomon all’unisono “ che ci fai qui!”

 Renamon si voltò di scatto per fronteggiare i digi-prescelti; quei ragazzi, che secondo Henry facevano parte di una serie televisiva (anche se non aveva la più pallida idea di cosa significasse), sembravano conoscere quel uomo misterioso che avanzava verso di loro con sguardo furbo e passo lento.

 “ Bentornati digi-prescelti…” poi si fermò un attimo per fronteggiare Henry e il suo sguardo si fece confuso “ e tu chi cavolo sei?” chiese allora con poco garbo.

 Henry era rimasto per un attimo senza parlare, un po’ perchè sorpreso e un po’ perché scosso dal tono della voce di Gennai, quindi ci stette  qualche secondo a rispondere: “ ahm… il mio nome è Henry Wong, signore…”

 “ Chiamami Gennai…” aveva detto con tono di poca importanza, poi intercettando lo sguardo interrogativo di Davis e gli altri prescelti aveva detto “ le domande e le presentazioni a dopo, per favore… ora entriamo prima che arrivi qualcuno.”

 Così i Digi – prescelti, Henry e i quattro Digimon erano entrati oltre il portone senza obbiettare, sollevati che qualcuno, dopo tanto tempo, gli dicesse cosa fare con certezza e non con l’insicurezza con cui si erano mossi loro in quei giorni.

 Cyber Center City era l’esatta rappresentazioni delle Megalopoli del futuro; strade sopraelevate, ponti, grattacieli, strutture impressionanti, arene, stadi, cancelli e porte laser, maxi schermi, le luci di mille sfumature che illuminavano tutto quanto in migliaia di colori fosforescenti… tutto questo in un’enorme città recinta da una barriera laser blu impenetrabile.

 Sarebbe stato tutto altamente eccitante se la city non fosse stata così altamente… morta.

 Si sentivano soltanto i cavi elettrici che scoppiettavano di qua e di la e il rimbombare dei passi di alcuni ragazzi che camminavano affiancando la figura alta di Gennai, il massimo protettore della città considerato da tutta la comunità digitale il più forte tra i difensori di Digi-world.

 Henry continuava a lanciare occhiate sbieche verso Il protettore, che sembrava non accorgersi di nulla. Mentre Henry sembrava stesse avendo un conflitto interiore, da una parte pronto a fidarsi di quel Gennai e dall’altra sospettando che questi potesse essere un emissario mandato dal nemico, Yzzi e Davis parevano fuori di se dall’euforia; sembrava che l’eccitazione per aver scoperto di non essere soli in quello strano mondo gli avesse ad entrambi coperto gli occhi con due prosciutti.

 Henry detestò pienamente in quel momento la superficialità dei due, soprattutto Yzzi; non riusciva a capacitarsi che un ragazzo così sveglio abbassasse la guardia così facilmente.

 ‘ Non vedo perché dovrebbe…’ stava pensando allora il cinese ‘ Infondo non gli ho dato alcuna ragione di essere sospetto… accidenti! Se solo sapesse che in realtà e solo un pezzo di programma intrappolato in un mondo che non è il suo certo che avrebbe qualche dubbio su improvvise apparizioni di altri protagonisti della serie televisiva!’

 In quel momento si fermarono; Gennai li fece salire su una piattaforma che, attraverso un tubo, li condusse sempre più in alto. Henry e Renamon guardarono giù ammirando lo spettacolo che si poteva avere della City dall’alto.

 “ Scusa, Gennai non ci hai ancora detto dove stiamo andando”

 Henry alzò mestamente lo sguardo fissando Yzzi che aveva appena parlato con tono sospetto e sorridendo per questo; allora fino a quel momento aveva solo finto… anche lui sembrava ancora diffidente sulla strana apparizione di Gennai.

 “ Ve lo dico solo se la smettete con tutta questa indifferenza nei miei confronti e iniziate a fidarvi delle persone giuste. Pensavo che dei ragazzi con cervello come voi avrebbero riconosciuto subito un amico” aveva risposto calmo Gennai, facendo arrossire leggermente Yzzi.

 Davis in quel momento ebbe quella che si suol dire ‘Illuminazione’

 “ Ehi! Io ti credo! Quindi questo significa che mi ritieni una persona intelligente!”

“ Mi riferivo ai due cervelloni che ti stanno accanto, non tu idiota!” ribeccò sfacciatamente Gennai.

Henry e gli altri trattennero a stento una risata.

 “ Mi stai dando dello stupido!” aveva allora urlato Davis, mentre la piattaforma sfrecciava a tutta velocità verso quello che Yzzi e Henry riconobbero come l’edificio più grande della City.

 “ No. Stavo solo dicendo che la tua camera d’aria non può essere paragonata ai due computer umani di Yzzi ed Henry.”

 “ ah! Se è così allora… ehi! Aspetta un momento! Camera d’aria a chi!?”

Gennai sollevò lo sguardo fissando il tubo trasparente senza rispondere, e di questo tutti quanti gliene furono grati perché l’ultima cosa che volevano era continuare a sentire la voce squillante di Davis per tutto il tragitto.

 Finalmente Gennai li fece scendere e approdarono davanti un enorme portone in ferro battuto che conduceva all’enorme edificio.

“Eccoci arrivati. Ora quello che dovete fare è seguirmi e fidarvi di me.”

 Solo in quel momento Henry se lo chiese: ‘ Perché trovo così difficile fidarmi di lui mentre con i digi –prescelti no?’

 Se Henry avesse indugiato di più su questa domanda avrebbe trovato una risposta ad una parte delle domande che da lì in poi lo avrebbero perseguitato.

Continued

 

 

 

 N.D.A. : ehi! Se siete arrivati fin qui vuol dire che avete appena finito di leggere il 5° capitolo, ma cosa più importante significa che io ho appena finito di scrivere il 5° capitolo di questa storia ( evvai!).

 E pensare che avrei dovuto pubblicarlo entro fine Novembre (-_-’’’’’) cmq dopo un’estenuante mese di scuola ecco a voi questo nuovo capitolo della storia: lo so che praticamente vi siete annoiati a morte leggendolo e che probabilmente non ci avrete ancora capito niente sulla trama della storia ( a parte Henry che continua a farsi complessi sugli altri N.d. Henry “ Ehi! Io nn mi faccio complessi sugli altri!” N.d.A. “ e allora spiegami perché no ti vuoi fidare di Gennai, che talaltro e anche molto carino” N.d. Henry “ sei tu l’autrice no! Spiegamelo tu!” Nd.A. “ perché ki ti ha detto che quello oh cavolo! Stavo x dirlo!” e Davis che diventa sempre più defic cioè poco intelligente man mano che la storia va avanti N.d. Davis “ Smettila di offendere la mia camera d’aria!” N.d. A. “ (-_-)’’’evito di rispondere”) ma nn vi preoccupate pian piano la situazione si va sboccando e stiamo finalmente arrivando all’inizio della storia N.d. Yzzi “ perché questo cos’era?” N.d.A. “ Niente sl il prologo ovvero quando si scoprirà finalmente che il vero protagonista è rullo di tamburi - il protagonista è egli è solo un momento devo ridare una piccola occhiatina al copione

N.d. Rika “Forse nn lo dici perché nn hai ancora la più pallida idea di come andrà a finire questa cavolo di storia 

N.d.A. “ Certo che ce l’ho

N.d. Rika “ Ma se non esiste neanche un copione

N.d. A. “ e tu come fai a sap cioè volevo dire ma fatti un po’ i cavoli tuoi te no?!

N.d. Rika “ senti chi parla!... tu mi hai appena fatto il terzo grado in questo capitolo! Praticamente ora sn un libro aperto!

N.d. A. “ sempre meglio di essere una bisbetica fredda impulsiva a tratti leggermente immatura e testarda di Rika dell’anime”

N.d. Ryo “ ehi! Nn insultare la mia ragazza!”

N. d. Rika “ ^////^ Ma tu nn eri morto!”

N.d. Ryo “ Sn pieno di risorse! ^_^

N.d. Rika “ No! Sei semplicemente un cafone presuntuoso!”

N.d. Ryo “ e tu sei la mia cara e dolce testarda, fredda, impulsiva ed immatura Rika di sempre”

N.d. A. “ wow! Vi dovrebbero dare il premio come coppia più strana del secolo

N.d. Rika & Ryo “ sei tu ke ci hai fatto diventare una coppia!”

N. d. A. “ Già e nn solo quello_ sguardo furbo + ghigno malefico”

N.d Rika “ ??????”

N.d. Takato “ Rika hai la faccia ke è diventata un punto interrogativo”

N.d. Rika “ mentre tu hai sempre avuto quella faccia da smidollato rimbambito ed idiota, giusto?! Ora ke ci penso puoi fare concorrenza a Daisuke!”

N.d. Davis “ e io ke centro Rika-chan!”

N.d. Ryo “ ehi! sl io posso darle del chan!”

N.d. Henry “ La vuoi smettere di fare la parte del fidanzatino geloso!”

N.d. Ryo “ preferisci quello incazzato?”

N.d. A. “ Volete invece morire entrambi eroicamente nel prossimo capitolo nel tentativo di salvare Rika?”

 N.d. Ryo “ ke problema c’è, scusa? Io sn già morto x lei.”

N.d. Henry “ Io preferisco continuare a vivere e a rompere gli altri col mio scetticismo”

N.d. Gennai “ Se continui a rompermi giuro ke provvederò personalmente alla tua eliminazione”

N.d. A. “ e se continuate a tartassarmi dei vostri inutili commenti provvederò io stessa alla vostra eliminazione!”

 

Bene dopo questa breve(!!) parentesi passiamo a ben altro e a cose più serie ( no mi sembra di parlare come il direttore del tg4) va beh! Volevo sl ringraziarvi per aver recensito in particolare Kari1, Kris, e nini91.

Bye bye e al prossimo capitolo ( ke calcolando il tempo ke ho impiegato per scrivere qst cap arriverà tra circa 6 mesi)

 Rika90036

 p.s. carino il titolo del cap., vero?! Sembra un gioco di parole (guarda caso lo è...) ^_^

 p.p.s. Continuate a recensire!

 

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Capitolo 6
*** Saved and Lost ***


Saved and Lost

Yzzi guardò nervosamente verso Henry.

Ma entrambi non ebbero il tempo di aggiungere nulla perché un’intera flotta di Digimon li aveva circondati, facendo perdere ad entrambi la cognizione di spazio e tempo.

Applausi, acclamazioni e urli di felicità li sommersero facendogli dimenticare momentaneamente le loro preoccupazioni.

Mentre Davis e gli altri si guardavano tra di loro sbigottiti, Gennai si limitò semplicemente a sorridergli e, con un gesto gentile ed allo stesso tempo imperiale, ordinò ai Digimon che gli si erano ammassati intorno di far spazio per far passare.

Si trovarono in un Hangar, di quelli militari; Yzzi ed Henry supposero subito che si dovesse trattare di un rifugio per quella miriade di Digimon spaventati ma allo stesso rincuorati per la loro improvvisa apparizione.

Gennai tirò dritto nel varco che gli si aprì davanti e il resto del gruppo lo seguì.

Mentre passavano i prescelti non poterono far altro che sorridere ai loro acclamatori. Non appena raggiunsero l’ascensore che si trovava dall’altra parte dell’hangar e le porte si chiusero, dubbi e incertezze si fecero spazio nuovamente dentro di loro.

Gennai li guardò e come se stesse rispondendo ad una loro domanda silenziosa disse:

“Vi acclamano perché sono fermamente convinti che riuscirete a sconfiggere coloro che stanno cercando di impadronirsi di questo mondo”

Yzzi rifletté un secondo su ciò che gli era stato appena detto, poi rispose:

“Come fanno ad essere così certi che vinceremo se non sappiamo nemmeno contro cosa stiamo combattendo?”

Sembrava che avesse interpretato i sentimenti di tutti quanti.

“Forse non è ancora sicuro che vincerete, ma state certi che tra non molto saprete contro chi state combattendo”

L’ascensore si fermò e le porte automatiche si aprirono.

Si ritrovarono dinnanzi ad un corridoio con diverse porte che sicuramente davano l’accesso ad altre camere.

Ma Gennai le superò tutte e si diresse verso quella infondo.

Entrò e il resto del gruppo lo segui.

Si trovarono dinnanzi a quello che sembrava un normale salotto ben arredato; sulla destra vi era un divano nero in pelle e sul muro opposto era posizionato un televisore a schermo piatto. Al centro tra i due vi era un piccolo tavolino basso di cristallo.

In fondo alla stanza, sull’angolo, si trovava un tavolo alto con panche affiancate al muro. Nella parete al di sopra di esso si trovava un quadro con la cornice dorata.

Sulla destra invece vi era un piano cucina e un frigo grigio metallizzato.

“Dove siamo?” chiese incerta Renamon.

“Nel mio ufficio” rispose Gennai.

Davis era scattato subito in avanti e si era diretto verso il tavolo con le panche.

“te la passi bene” aveva commentato allora Henry osservando il televisore al plasma e il tavolino di cristallo.

“non mi lamento” fu la risposta seccata di Gennai che si diresse subito verso il divano.

“Che stai facendo, Davis?” domandò curioso V-mon avvicinandosi al suo prescelto.

Poi anche lui rimase a fissare ciò che Davis stava osservando.

Anche Yzzi ed Henry si avvicinarono incuriositi.

Il quadro appeso alla parete rappresentava quella che sembrava la lotta tra bene e male. Figure che somigliavano a Digimon si scontravano tra di loro ai lati della tela dove i combattenti erano semplici ombre delle quali si potevano distinguere soltanto gli occhi iniettati di sangue. Ma poi la luce compariva al centro del dipinto spazzando via le tenebre che erano costrette a ritirarsi ai lati della tela e sembrava scaturire da una piccola figura umana.

Notando la curiosità nelle loro espressioni, Gennai spiegò loro che:

“Quella è la profezia del potere”

Tutti lo fissarono con fare interrogativo chiedendo una tacita spiegazione.

“In principio le tenebre invaderanno i mondi, e la luce sembrerà soccombere. In seguito  sarà l’amore generato dall’unione dei due sovrani che la luce farà trionfare”

Gennai finì di recitare in modo solenne la profezia, ma ottenne solo sguardi più confusi.

“che in parole povere significa?” chiese allora Davis.

Gennai alzò gli occhi al cielo, poi disse “ Questa è una tra le profezie più antiche di DG-World. Si dice che si tramandi sin da quando questo mondo è stato creato. La chiamano anche profezia del potere dell’unione”

Altri sguardi confusi e così Gennai si affrettò  a continuare.

“La profezia potrebbe fare riferimento a ciò che sta accadendo in questi ultimi tempi a DG-world. Le tenebre hanno preso il sopravvento,nella fattispecie dei casi sono i Digimon che controllano l’esercito dei mercenari a rappresentare le tenebre di questa profezia. Essi risiedono nella fortezza ed è li che ci stiamo per dirigere.”

“Nella fortezza? Ma non dovremmo prima cercare gli altri?” domandò Yzzi sbigottito e tentomon annuì alla sua constatazione.

“Sono già tutti li” li rassicurò allora Gennai.

“Come fai a saperlo?” chiese allora Henry.

“Lascia che te lo mostri” e così dicendo punto il dito verso lo schermo del televisore.”Davis potresti andare li davanti lo schermo e seguire le mie istruzioni?”

Davis lo guardò dubbioso “E il resto della profezia?”

“E’ ciò che dona speranza ai Digimon. Credono che siate voi a possedere quell’enorme potere, denominato potere dell’unione che riporterà la pace in questo mondo.”

Henry sembrò stizzito da tutte quelle profezie e soprattutto tutto quel mistero così disse”Non ci hai ancora detto ciò che è accaduto qui a DG-world prima del nostro arrivo. E nemmeno chi sono i Digimon che saremmo costretti a fronteggiare.”

Adesso tutta l’attenzione era rivolta verso Gennai, che sembrava sempre più riluttante a dare spiegazioni.

“Avrei preferito fare questo discorso non appena avremmo raggiunto gli altri, ma dato che la vostra sete di sapere non si esaurisce mai sarò costretto a cambiare i miei programmi.” Detto così cominciò.

“Iniziò tutto cinque mesi fa. Era una giornata come le altre a DG-world. Da quando i DG-prescelti avevano riportato la pace in questo mondo i Digimon vivevano tranquilli e felici, lieti di poter ricevere quasi ogni giorno la visita dei loro amici digiprescelti. Ma quel giorno nessuno dei prescelti li raggiunse, e allo stesso modo i Digimon non riuscirono a raggiungere loro nel mondo ‘reale’”.

Stava accadendo qualcosa di molto strano. DG-world stava lentamente cambiando. In poche ore interi oceani scomparvero, città intere furono distrutte, montagne ersero dalla terra modificandone la conformazione. E ben presto, fasci di luce rosa invasero il nostro mondo. I Digimon iniziarono ad essere sballottati da un settore all’altro di DG-world mentre creature malvagie, Digimon oscuri, iniziavano ad attaccare e reclutare soldati per il loro esercito. Fu solo quando il giorno si trasformò in pochi secondi in notte che i tre nuovi sovrani di DG-world fecero la loro comparsa”

“Chi sono questi nuovi sovrani che hanno la presunzione di sottomettere un mondo felice e libero come DG-world?” domandò allora Davis che sembrava che stesse andando su tutte le furie. Le ingiustizie gli facevano ribollire il sangue nelle vene.

“ Alcuni sono nostre vecchie conoscenze. Uno è Devimon ma anche se si mostra al livello campione e già in grado di evolversi al livello Mega a suo piacimento. Stessa cosa per Icedevimon e Redevimon”

“Sono solo i Devimon ad aver causato tutto questo?” domandò Yzzi esterrefatto.

“Prima di tutto sono tre Digimon di livello mega molto potenti e  secondo si vocifera che in realtà siano soltanto delle pedine e che dietro di loro ci sia qualcuno di molto più potente a comandarli.”

“qualcuno molto più potente?” domandò Terriermon con voce strozzata.

“Cosa c’è di più potente di Digimon al livello mega” chiese allora Yzzi.

Gennai non rispose subito. Il suo viso assunse una strana smorfia prima di rispondere “ Preferirei non saperlo… ma prima o poi se riusciremo nel nostro intento e se questa creatura esiste veramente sarà costretta a uscire allo scoperto. Solo allora inizierei a preoccuparmi seriamente”

Ci fu un attimo di silenzio, in cui tutti rielaborarono le informazioni appena ricevute, quando Davis chiese riferendosi a cosa ad una frase pronunciata da Gennai “ Hai detto che i nostri amici sono nella fortezza dove risiedono Devimon e gli altri. Per quale motivo? Perché non hanno aspettato prima noi?”

“Hanno rapito Sora” tagliò corto lui ignorando le esclamazioni di stupore di tutti.

Gennai si avvicinò allora al quadro e lo sposto leggermente rivelando un bottone blu scuro. Poi chiese a Davis di dirigersi alla destra dello schermo, dove notò un bottone simile soltanto rosso acceso.

“al mio tre dobbiamo premere contemporaneamente” lo avvisò Gennai “ uno… due… tre!”

La stanza ebbe un sussulto; il tavolino di cristallo si trasformò in una mappa digitale tridimensionale,la parete dove poggiava  il divano in pelle ruotò su se stessa e al suo posto apparve un grande computer con maxi schermo mentre il televisore a cristalli liquidi si accese mostrando ciò che accadeva in ogni angolo della città e nell’hangar di sotto.

“wow” sussurrò Yzzi esterrefatto.

Gennai sorrise e si avvicinò alla mappa tridimensionale, ologrammi che mostravano i diversi settori di DG-world.

Indicò alcuni puntini bianchi e altri di diverso colore ammassati in un unico punto della mappa. Yzzi notò altri tre punti, un verde e due bianchi, che si trovavano dalla parte opposta del mondo. Dovevano essere loro.

“Come faremo a…” ma prima che Yzzi potesse finire di parlare la porta si aprì e Byomon entrò portando con se de mantelli neri.

Tutti quanti sussultarono felici alla sua apparizione, tutti tranne Henry che sembrava stanco di tutte questi colpi di scena.

Guardò Renamon che gli restituì lo stesso sguardo sospetto e in un sussurro, in modo che solo Henry potesse sentirla, il Digimon volpe disse:

“Non mi fido di loro”

Henry non rispose ma la cosa lo preoccupò non poco. Renamon era un Digimon sveglio ed diffidente. Era nota per la sua furbizia ed intelligenza. E possedeva forse come i Digimon della sua razza uno spiccato sesto senso. Se fosse stata solo una sua preoccupazione, non ci avrebbe dato molto peso, ma se anche Renamon iniziava a non fidarsi allora si che iniziavano i problemi.

Gennai aveva raccontato la storia dal suo punto di vista, ma non aveva spiegato il perché Digiprescelti e Digimon, che non sarebbero dovuti esistere, erano comparsi in quel mondo ne cosa avesse provocato tutto questo. Forse lui stesso non ne sapeva nulla; d'altronde neanche lui sarebbe dovuto esistere.

Un senso di delusione lo invase, poiché Gennai non aveva le risposte che lui cercava ma almeno adesso sapeva dove fossero i suoi amici.

Mentre Byomon era immersa in una discussione con Yzzi e gli altri, Henry si accinse a contare i puntini sulla mappa.  Quattro puntini bianchi e uno rosso si trovavano a poca distanza di quella che doveva essere la fortezza dove risiedevano  i nuovi sovrani. Lì dentro vi erano altri due puntini lampeggianti; uno bianco e uno blu….. ne mancava uno!

Fece il giro della mappa ma trovò soltanto i tre puntini che indicavano loro in Cyber center City.

“Gennai!” chiamò allora senza riuscire a nascondere una nota di panico.

Tutti quanti si zittirono subito.

Gennai si girò a fissarlo confuso.

“Manca un segnale, dov’è?”

Gennai scosse la testa “non lo so, mi dispiace”

Henry senti una strana fitta allo stomaco, fisso il pavimento incapace di pronunciar parola.

“Henry” sussurrò Terriermon.

Henry non disse nulla, poi con tono freddo e distaccato sussurrò:

“dobbiamo sbrigarci, basta con le chiacchiere”

Nessuno sembrò voler ribattere e in silenzio iniziarono a seguire le istruzione che Gennai dava ad ognuno di loro.

Un’ora dopo erano pronti per partire.

Per raggiungere la fortezza in pochi secondi avrebbero utilizzato il “teletrasporto”. Se era infatti impossibile aprire dei passaggi che li portassero nel mondo reale, potevano invece sfruttare alcuni collegamenti che si erano creati tra alcune zone di DG-world.

Sfruttando il computer e la tecnologia del DG-vice avrebbero raggiunto un varco non molto lontano dalla fortezza.

Raggiunti gli altri, Gennai aveva spiegato loro che si sarebbero introdotti attraverso un tunnel segreto nascosto agli occhi dei Digimon e degli umani che li avrebbe condotti nei sotterranei del castello. Giunti li avrebbero dovuto fare l’impossibile per non farsi scoprire e portare Sora in salvo.

Indossarono i mantelli neri incappucciati che Byomon aveva portato loro; tutte le guardie del castello portavano quel mantello quindi avrebbero potuto facilmente scambiarli per alcuni di loro.

Così puntarono i DG-vice verso lo schermo del computer, una luce dorata li avvolse scomponendoli in dati e partirono.

 

 

 

 

 

Takato aveva seguito attentamente ogni singola parola del racconto; ad un certo punto aveva sentito un forte nodo alla gola e aveva iniziato a fissare il suolo sforzandosi di continuare ad ascoltare le parole di Yzzi.

Ma per quanto si sforzasse di non pensarci, quel pensiero continuava a tornargli in mente. Mancava un segnale… nel castello non c’era solo Sora ma anche qualcun altro. Mancava un segnale… c’erano due amici da salvare.

E se uno di quelli era Sora, rimanevano soltanto Rika e Ryo. Ed uno dei due era scomparso.

Uno dei suoi due amici era scomparso…

“Henry” disse allora quando Yzzi smise di parlare e calò il silenzio.

La luce che lesse negli occhi del suo amico gli fece capire che stava aspettando ma allo stesso tempo temeva quella domanda.

“Dove sono Rika e Ryo?”

Yzzi ed Henry si scambiarono un’occhiata colpevole. Davis sembrava sapere ma non disse nulla.

“E’ colpa nostra” disse allora il moro. “ Ci siamo divisi. Ryo era con me e lui. Rika era con Davis. Ryo è andato a cercarli. Noi siamo rimasti indietro…” non ebbe il coraggio di continuare

“Ryo ci ha raggiunti insieme a V-mon” proseguì allora Davis “ci ha detto di scappare perché dei Digimon di livello mega erano dietro di noi. Io, Renamon e V-mon abbiamo iniziato a correre…. Rika e Ryo erano dietro di noi e poi… non c’erano più”

“I-in che senso scusa?” domandò Tai con voce spezzata e Agumon lo guardò silenzioso.

Davis lanciò un’occhiata a Henry e Yzzi, entrambi muti ed intenti ad osservare il suolo, poi rispose.

“Li abbiamo cercati ma non c’erano. Abbiamo trovato solo i loro zaini.” Poi si voltò a fronteggiare la fortezza “sono certo che quel segnale rivelato dalla mappa sia uno di loro”

Non lo disse come una speranza. La sua era un’affermazione, una certezza.

“Si, ma ne manca sempre uno” aveva fatto notare allora Henry.

“Non demoralizzarti” sta volta fu T.K. a parlare “ci sono molte spiegazioni a questo. Magari uno di loro si è separato dal DG-vice per questo non riusciamo a localizzarlo. O magari si trova in un’area di DG-world … senza campo!”

Forse quello non era il momento ne il luogo per una battuta simile, ma nessuno riuscì a impedire ai muscoli del viso di aprirsi in un sorriso pieno di speranza.

Matt guardò il fratello scuotendo la testa “ o magari l’ha spento perché non voleva essere disturbato”

Adesso anche Henry rideva.

Takato  osservò l’amico che non riuscì a sostenere lo sguardo e guardò altrove.

Mentre tutti adesso si guardavano con occhi pieni di una speranza nuova, Kari si avvicinò a T.K. per sussurrargli all’orecchio:” sei un genio”

Gli occhi blu di lui incontrarono quelli castano nocciola di lei.

“Sono o no il digiprescelto della speranza?” e si scambiarono un sorriso complice.

Gatomon e Patamon si lanciarono uno sguardo d’intesa prima che quest’ultimo sussurrasse

“qui gatta ci cova”

Gatomon sbuffò “ E il bello è che io non ho fatto nulla”

Fu Gennai a richiamare l’attenzione e a ricordare a tutti la loro missione.

“Si” annuì sull’attenti Tai.

“Sora” fu l’unica parola pronunciata da Matt.

“Esattamente. Avete capito il piano no? Indossate i mantelli prima di tutto.”

Tutti quanti obbedirono .

“Ora vi condurrò al passaggio segreto, per far ciò ho bisogno che Renamon distragga la guardia, sempre ovviamente senza farti vedere. Con la tua velocità non credo che avrai problemi.”

Renamon annuì riluttante, ma se Rika era la dentro avrebbe acconsentito di fidarsi per un attimo di quel tizio pur di trovare un modo per salvarla.

“Mi dispiace dirvelo ma dovremmo dividerci. Ho bisogno che qualcuno di voi rimanga all’ingresso del tunnel per controllare la situazione ed assicurarci una via d’uscita. Kari e T.K., ve la sentite? Ovviamente se non vedrete tornare nessuno entro le prossime tre ore potrete venirci a cercare.”

Kari e T.K. si guardarono tra di loro capendosi al volo.

“Mi sembra logico” acconsentì il ragazzo.

“Se avrete bisogno di noi accorreremo in vostro aiuto” lo supportò Kari.

Davis lanciò un’occhiatina vispa ai due, ma non ebbe il coraggio di ribattere Gennai perché primo gli sembrava la cosa più ragionevole da fare e secondo perché non sarebbe mai rimasto indietro con loro ad aspettare. L’attesa era contro la sua natura.

“ Non appena arriveremo alla fine del tunnel ci divideremo in due gruppi; Tai, Yzzi e Matt seguiranno il segnale di Sora mentre Davis, Henry e Takato seguiranno l’altro. Io non posso esservi di alcun supporto, quindi rimarrò dall’altra parte del Tunnel e correrò a cercare Kari e T.K. se non vi vedrò tornare”

Tai lo guardò sbigottito “ E come faremo ad orientarci senza di te?”

“Ho messo una mappa nei vostri DG-vice… Ve l’ho spedita col Bluetooth.”

“ah” fu l’unica esclamazione in risposta di Tai.

Henry non controbatté. Sarebbe stato felice di non averlo in mezzo ai piedi.

Neanche Yzzi lo fece. In fondo Gennai non era mai intervenuto direttamente nelle loro battaglie. Il suo compito era stato sempre e solo quello di guidarli e consigliarli. Per il resto se l’erano sempre cavata da soli.

“Cercate di non farvi scoprire. Ricordate questa è una missione di salvataggio. Non siamo qui per combattere. Almeno non oggi. Ma se proprio dovrete farlo, potreste mandare un saluto come si deve a Devimon da parte mia? Ho ancora qui la cicatrice che mi lasciò anni fa…”

 

 

Renamon scattò in avanti lanciando un sasso dalla parte opposta alla guardia che era appostata sul lato destro della gradinata e si nascose subito dietro una roccia. La guardia si voltò dove la pietra aveva sbattuto e si avvicinò per controllare, mentre otto prescelti, i loro Digimon e Gennai passavano inosservati alle sue spalle sparendo uno ad un in un passaggio segreto nella parete rocciosa.

Il Digimon volpe fu l’ultima ad entrarvi e si trovò davanti l’oscurità. Grazie ai suoi sensi riuscì a vedere ben oltre ciò che gli occhi dei ragazzi, che lentamente stavano abituandosi al buoi, non riuscivano a vedere.

Il tunnel procedeva diritto per all’incirca trecento metri prima di arrivare ad un punto in cui molto probabilmente sarebbe sceso per raggiungere i sotterranei del castello.

L’aria era umida e stantia. Gocce d’acqua uscivano dalle pareti rocciose e alcune cadevano giù dal soffitto basso sostenuto da robuste travi di legno.

Nell’ oscurità riconobbe Gennai che affidava una torcia nelle mani di Tai, una nelle mani di Takato e l’altra nelle mani di T.K.

“ a dopo allora” disse T.K. a bassa voce sorridendo. Detto da lui sembrava quasi possibile che tutto sarebbe andato per il verso giusto.

“State attenti. E tu Davis non fare di testa tua” ammonì Kari.

Davis arrossì mentre tutti quanti soffocavano una risata.

“Va bene Kari” sussurrò a denti stretti tra l’istinto di uccidere tutti (soprattutto Tai e Matt che si stavano scambiando battutine all’orecchio”) e quello di correre ad abbracciare Kari.

Stava optando per la seconda, ma prima che potesse riuscirci Tai lo afferrò per la collottola e lo trascinò con se accendendo la torcia e inoltrandosi nel tunnel  con Matt, Agumon, Gabumon e V-mon al seguito.

Henry e Takato augurarono buona fortuna  ai due ragazzi e si accinsero a raggiungere gli altri con i loro Digimon e Gennai.

Yzzi lanciò un’occhiata preoccupata ad entrambi “ State attenti anche voi” ‘e assicuratevi che Gennai non scappi. Ho come l’impressione che ci nasconda qualcosa’ avrebbe voluto aggiungere ma loro sembrarono capire e annuirono lanciando un’occhiata a Gennai che ormai era a diversi metri di distanza.

Anche Tentomon e Yzzi raggiunsero gli altri. Renamon lanciò un’occhiata a Kari e T.K. prima di scomparire e ricomparire subito accanto a Gennai.

Kari osservò quelle figure fin quando non furono invisibili alla sua vista. A quel punto si voltò automaticamente verso T.K., il quale stava facendo lo stesso. I loro sguardi si incrociarono per l’ennesima volta e la mano di Kari non riuscì a non scivolare lungo il braccio di T.K. e sfiorargli la mano che poco dopo lui strinse nella sua prima di tornare a fissare l’oscurità del tunnel nella speranza che i loro amici e fratelli fossero già di ritorno.

 

 

Il portone si spalancò facendo svegliare la ragazza distesa sulla panca in fondo alla navata laterale.

Riaprì lentamente gli occhi cercando di mettere subito a fuoco e di ricordare con la stessa velocità cosa fosse successo. Era stata rapita, era tenuta prigioniera all’interno del castello, secondo Devimon lei non era altro che un ammasso di dati, un rumore sordo l’aveva svegliata e… perché la temperatura era scesa vertiginosamente?

Diede un’occhiata oltre la panca. Chi era il Digimon che avanzava lungo la navata centrale simile a Devimon ma non del tutto uguale?

  Il suo corpo aveva le stesse fattezze dell’altro Digimon, stessi occhi scarlatti, cambiava soltanto il colore della pelle. Era come se fosse ricoperta di ghiaccio.

Sora si alzò di scatto e si diresse verso il Digimon, che sembrò ignorarla.

“Chi sei?” chiese “Devimon?Cos-” le parole le morirono in bocca. Il Digimon stava trasportando il corpo minuto di una ragazza inerme.

La sua pelle era livida, come se fosse anche lei di ghiaccio. Non appena il Digimon le passo accanto superandola la riconobbe.

Era Rika, la Digimon Tamer. O forse quello era ciò che rimaneva di lei…

“Cosa le hai fatto?!?” urlò con tutte le sue forze“Lasciala stare, bastardo!” e gli si scagliò contro.

Una folata di vento gelido, una spinta, un sussultò e volo diversi metri più in là rotolando sul pavimento in pietra e procurandosi diversi lividi.

“L-lasciala andare!” sibilò a denti stretti, cercando di non gemere per il dolore.

“Sta zitta!” fu l’urlo che riecheggiò tra le mura della cattedrale gelandole il sangue.” Come osi rivolgerti così ad Icedevimon?!”

Icedevimon poggiò il corpo di Rika sull’altare. Questo non si mosse; neanche il suo petto sembrava contrarsi per respirare.

Lacrime di rabbia offuscarono la vista di Sora che si alzò e si scagliò nuovamente contro il Digimon che momentaneamente le dava le spalle.

Un altro colpo e volò sopra una panca che cadde all’indietro mentre quella davanti le cadeva addosso. Sta volta il dolore fu più atroce e si accorse di perdere sangue dalla fronte. Testa,fianchi e schiena erano doloranti adesso.

“Lasciala stare! Lei non c’entra!” qualcunò urlò.

Sora non riuscì a vederlo dalla posizione in cui era poiché la voce proveniva dal fondo della cattedrale; dalla sua prospettiva, tra i legni della panca ormai rotta, riuscì a vedere solamente la figura alta e imponente di Icedevimon fissare un punto in fondo alla cattedrale.

“Vieni qui e fa il tuo dovere” gli ordinò Icedevimon.

Quando la voce parlò di nuovo non ebbe alcun dubbio.

“E’ lei” era la voce di un bambino.

Icedevimon sembrò annuire poi gli sussurrò “scappa”

Sentì un rumore sordo, come un esplosione e qualcosa andare in pezzi e tutto divenne scuro.

 

“Prendi Sora e vattene Matt!”era la voce di Tai.

Greymon e Garurumon si scaraventarono nuovamente contro Icedevimon; il Digimon non parve sorpreso dalla loro improvvisa apparizione, anzi sorrise e con fare beffardo disse :”Vi stavo aspettando”

Con un semplice gesto si librò in aria e con un braccio afferrò Greymon per il corno facendolo roteare su se stesso e scaraventandolo contro la parete laterale, mentre con l’altra mano congelava le zampe di Garurumon.

E allora Henry e Takato la videro; Rika, distesa immobile sull’altare.

“RIKA!”imprecò Renamon che le fu subito affianco.

Prese la Tamer tra le braccia e le ginocchia le cedettero.

Dire freddo sarebbe stato un eufemismo; il suo corpo era ghiacciato,la pelle era livida, le labbra violacee ed il cuore, Renamon poté percepirlo chiaramente, non batteva più.

Strinse il corpo della Tamer al suo.

Henry era rimasto paralizzato, Terriermon sopra di lui piangeva.

“Noo!” urlò Davis. Icedevimon si stava scagliando contro Renamon.

“Bastardo!!” imprecò Takato, che non aveva mai usato un linguaggio simile in vita sua ma la rabbia e il dolore furono più forti delle buone maniere.

Il DG-vice di Davis si illuminò insieme a quello di Takato ed Henry.

X-Veemon, Gargomon e Growlmon scagliarono i loro attacchi più potenti contro Icedevimon che li evitò colpendo duramente X-Veemon.

Nel frattempo Matt, aiutato da Byomon, aveva estratto dalle macerie Sora.

Garurumon, liberatosi dalla morsa ghiacciata alle sue zampe, lo aveva raggiunto e il ragazzo gli era saltando in groppa tenendo Sora in braccio e usando come trampolino la massa di panche distrutte davanti a se.

Yzzi aveva raggiunto Renamon, che sembrava non volesse lasciare andare Rika.

“fammi dare un occhiata” le disse gentilmente “non sono Joe ma qualcosa di medicina la so”

Renamon lo fissò e in quegli occhi lesse tutto il suo dolore.

“E’ troppo tardi” sussurrò.

“Potrebbe ancora essere in ipotermia…” tentò Yzzi.

“Non è a questo che mi riferivo” la volpe chiuse gli occhi e quando li riaprì sembrarono iniettati di sangue.

“Scappate finché siete in tempo!” sussurrò.

Tentomon sussultò. Renamon con un gesto furtivo colpì Yzzi graffiandogli il petto.

Rika spalancò gli occhi e nello stesso istante Tentomon digievolse in Kabuterimon.

Matt aveva quasi raggiunto il portone in groppa a Garurumon, quando Devimon gli si parò davanti.

Il suo tentativo di attacco fu reso vano da Greymon che lo scaraventò contro la parete.

Intanto Icedevimon teneva testa a Gargomon, Growlmon ed X-veemon; il suo corpo ghiacciato sembrava indistruttibile.

Ma Takato ed Henry si distrassero dallo scontro; l’immagine che videro li avrebbe resi felici ancora per poco.

“Rika!” gridarono gioiosi.

Il corpo esile di Rika era in piedi davanti a loro.

Ma perché Kabiterimon stava combattendo contrò Renamon?

Fu allora che la loro attenzioni si concentro sul colorito livido di Rika e un brivido gli fece accapponare la pelle non appena i loro occhi incontrarono quelli scarlatti della Tamer.

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