La Nuova Studentessa

di Leanne
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter One ***
Capitolo 2: *** Chapter Two ***
Capitolo 3: *** Chapter Three ***



Capitolo 1
*** Chapter One ***


13 agosto. England.

Quella notte, fu una delle più calde e afose che l’Inghilterra avesse mai affrontato. L’aria era pesante e secca, non c’era uno spiraglio di vento, e non pioveva da tanti giorni. Forse, nessuno chiuse occhio.. e se qualche fortunato ci riuscì..beh, beato lui!

Orfanotrofio nazionale St.Louise . Belfast, England. 14 agosto.

A Belfast il clima non era molto diverso, caldo, afa, caldo..

Ma quella città, trasmetteva sempre tranquillità e calma, che il caldo passava in secondo piano. Gli alberi, sempre rigogliosi e carichi di foglie, sparsi dovunque, davano ai passanti l’idea della campagna.

Si, Belfast era proprio una bella città.

 

Janet era sdraiata nel cortile dell’istituto, persa nella musica del suo mp3. Non c’era nessuno in giro.

Meglio. Pensò.

Janet era una tipa solitaria, aveva pochi amici, non per sua volontà, ma di quel pessimo caratterino che si ritrovava. Aveva i capelli neri, nerissimi, come la pece, e una bella carnagione, né troppo scura, né troppo chiara. Un fisico snello ed allenato, con un seno prosperoso, e delle gambe favolose. Ma la caratteristica che colpiva maggiormente erano gli occhi. Grandi e allungati verso l’esterno, di un azzurro intenso, come il cielo. Era sempre fredda e distaccata con tutti, e ancora nessuno, dopo 16 anni le aveva rubato il cuore. Non che ci fossero tante occasioni però. Era bellissima, infatti.. Ma le poche volta che aveva le giornate libere, le preferiva passare con il suo migliore amico, Logan, in giro tra negozi vari. Perché, una più fissata con lo shopping più di lei, non l’ho mai vista. Vive nell’orfanotrofio di Belfast, il St.Louise, fin dalla nascita.

Sa poco dei suoi genitori. Il padre, Oliver Kite Preston, è deceduto, in seguito a un incidente aereo, mentre attraversava le isole Galapagos, ma il corpo non è mai stato ritrovato. La madre invece, Selene Santiago – in Preston, è morta durante il parto in seguito a molte complicazioni, dopo aver messo al mondo Janet. Rimase in vita solo pochi secondi, per guardare la figlia e darle il nome.

Sei bellissima.” Disse rivolta alla figlia. “Voglio che si chiami Janet Phoenix Preston” disse all’ostetrica, prima che una lacrima le trapassasse il volto, per poi chiudere i suoi occhi per sempre.

La madre è stata sepolta proprio in Spagna, dove è nata lei, e anche Janet, per volere del marito.

Ha solo un parente che vive in Scozia. Un certo Zio Mike qualcosa.. E’ molto anziano e schifosamente ricco. Settimanalmente le spedisce una grande somma di denaro e una lettera con i soliti saluti. Quando le proposero di andare a vivere con lui, a Janet prese un colpo. Certo, odiava stare nell’orfanotrofio, ma ad andare a passare la sua vita come badante di un vecchio zio non era proprio il caso. Così rifiutò.

~

Janet chiuse gli occhi e si lasciò trasportare dalla musica. Che bella che era la domenica.. Niente scuola, niente lavori, né servizi..E poi era il giorno delle visite..Aveva bisogno di rivedere Nigel.

Era quasi ora di pranzo, e avendo saltato la colazione, il suo stomaco era in leggero subbuglio.

Poco dopo, si sentì la campana di richiamo. Così, mise il lettore nei suo jeans, e si incamminò nel refettorio.

La Sig.ra Fry era in piedi all’entrata della mensa. Doveva controllare che tutte le ragazze erano presenti. Janet la salutò con un cenno della testa e con un flebile – Salve – e si accomodò a un tavolo ancora libero.

Pranzò in silenzio, e da sola, evitando le solite frecciatine che quella stronza di Anne le rivolgeva quotidianamente. Che poi, si chiedeva Janet, come mai ce l’avesse tanto con lei. Bah.. ma chi se ne frega.

Finì per prima, e si diresse nuovamente in cortile, e si mise seduta ad aspettare Logan. Doveva arrivare a momenti.

E infatti, dopo neanche cinque minuti, camminava nella direzione dell’amica, sorridendo leggermente.

Logan e Janet si erano conosciuti un pomeriggio, in un bar poco affollato poco distante dall’orfanotrofio. Janet si era fermata nel locale in attesa che smettesse di piovere. Stava ritornando da vari negozi, ed era piena di buste e sacchetti. Appena entrò un gruppetto di barboni si girò a guardarla e se non fosse stato per Logan, quei bastardi la avrebbero conciata per le feste.

Logan ha 20 anni, quattro più di Janet.  E’ abbastanza alto, e con un fisico scolpito dal football. Ha i capelli castani e gli occhi neri, ed è segretamente innamorato di Janet. Ma è troppo timido e orgoglioso per ammetterlo, e poi è fidanzato con Sarah, una biondina che conosce da quando era neonato, di cui prima era perdutamente innamorato, ma nel tempo ha capito che era solo un profondo affetto.  Ma ancora non ha il coraggio di dirglielo.

Janet si alzò e abbracciò l’amico, sollevandosi sulla punta delle dita dei piedi.

“Finalmente” disse, con un piccolo ghigno.

Logan sorrise lievemente e cinse le spalle dell’amica con un braccio.

 “Beh? Non mi chiedi come è andata la partita? Potrei offendermi eh..”

“Oh, giusto! Scusa.. “ rispose Janet, sfoggiando un sorriso a trentadue denti “Tanto avete vinto, lo so.. E sono sicura che quell’allenatore che ti è venuto a vedere ti ha fatto un contratto e adesso sto parlando con una new entry del football inglese, che presto sarà famoso e ricco. E si dimenticherà di una certa sua migliore amica..” continuò poi, enfatizzando l’ultima frase, dandogli un piccolo pugno nella pancia.

Logan rise e la guardò in quei occhi blu. Dio, quant’è bella.

“Ok, hai indovinato, abbiamo vinto, ma non sarò un giocatore di football…”

“Cosa?!” Janet si rattristò.. sapeva quanto aveva a cuore il football Logan.

“..Se prima non firmo il contratto!” e rise.

“Stronzo! Non sai come c’ero rimasta male..E non ridere!!” gli disse, colpendogli nuovamente la pancia. “Congratulazioni, comunque! Quando avrò diciotto anni allora ti verrò a trovare nella tua sontuosissima villa..” disse facendogli l’occhiolino.

“Certo, certo.. Tu sarai sempre la benvenuta a casa mia” Rispose Logan.

Janet sorrise e si strinse ancora di più al suo migliore amico. E non fece in tempo ad aprire bocca, per chiedergli di Sarah che alle sue spalle sentì dei risolini.

Si girò e vide Anne dirigersi con le leccaculo di turno verso di lei.

“ Ma ciao Logan..” gridò con la sua vocetta acuta.

“Ciao” Logan la salutò per educazione.

Janet si alzò e strattonò Logan per la maglia, meglio andare nel dormitorio.

“Oh.. che fate? Già ve ne andate? No.. restate qui..voglio che Janet mi racconti un po’ di cose.. ad esempio di suo padre.. quel povero uomo….” Disse ancora Anne, aggiungendo ironia alla frase.

Janet si voltò in un istante, e guardò Anne con odio. Quella stronza era invidiosa di lei per Logan, sicuro. Ma non doveva parlare di suo padre,no..

Janet si avvicinò al volto di Anne sempre più minacciosa, e ormai li separavano solo pochi centimetri.

“Brutta stronza.. Non parlare mai più di mio padre, capito?”

“Oooh.. che paura. Altrimenti che mi fai Preston?”

Janet era fuori di se dalla rabbia. Ma non voleva passare alle mani. La volta scorsa, aveva passato una settimana in punizione.

La testa le scoppiava, voleva farla pagare a quella maledetta.

Logan le mise una mano sulla spalla. “Jay, andiamo via..lascia stare”

Janet decise di ascoltare l’amico. Senza staccare ancora lo sguardo da Anne, la spinse con tutta la rabbia che aveva facendola cadere a terra.

“Stronza!” gridò Anne.

Janet e Logan si avviarono verso la scale, quando un urlo li fece girare.

“Anne!! Oddio! Hai la faccia piena di insetti! Annee!”

Janet si girò e vide Anne, stesa atterra piena di formiche dalla testa ai piedi, che urlava e si dimenava.

Ma come è possibile? Non c’erano un attimo fa.. Certo lo aveva desiderato.. ma come cavolo era successo?

In preda al panico si mise a correre su per le scale, e si fiondò nel suo dormitorio, chiudendosi la porta alle spalle.

Il dormitorio era deserto.

Velocemente si andò a sedere sul suo letto, e accese una lampada.

Sul suo comodino c’era una lettera bianca, molto grande. Ma non c’era stamattina.

E poi di domenica non ce n’è posta.. di quanto era vecchia? E poi aveva già ricevuto i soldi da suo zio.. Di chi era quella lettera?

Tralasciò per un momento la faccenda di Anne, e prese fra le mani la busta.

 

Signorina Janet Phoenix Preston

Orfanotrofio St. Louise, Giant Street 84, Belfast

 

Girò più volte la busta, ma non trovò nessun mittente.

Con delicatezza aprì la busta,strappando il grande sigillo rosso che la chiudeva.  Non aveva idea di chi potesse averla spedita.

 

Cara Signorina Janet Phoenix Preston, siamo lieti di dirle che è stata ammessa alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Nel foglio allegato è riportato tutto l’occorrente che le saranno necessario e le indicazioni per poterlo acquistare. L’anno scolastico comincerà il primo settembre, e nel medesimo giorno si dovrà far trovare alla stazione di Londra per prendere l’Hogwarts Express. Troverà il biglietto insieme alla lista dell’occorrente. A presto.

La direzione di Hogwarts.

Cara Signorina Janet Phoenix Preston,

sono meravigliato quanto lei, mi creda. Non è mai successo che i poteri magici si rivelassero al sedicesimo anno di età. Lei è un caso unico! Vorrei poterla incontrare prima dell’inizio scolastico, per metterla al corrente di tutto quello che vuole sapere. Le do appuntamento al Bar Gold di Belfast, Linux Street. Non manchi, so che le sembrerà tutto uno scherzo ma non lo è. Porti qualcuno se vuole. Qualcuno di fidato. A presto

Albus Silente

Janet rimase imbambolata per dieci secondi con lo sguardo nel vuoto.

Ok, sto sognando. Pensò.

Rilesse una seconda volta la lettera.

La magia,  non esiste, è logico.. Oddio. E adesso che faccio?

I suoi pensieri vennero interrotti dalla voce di Logan.

“Jay, apri la porta! Anne, sta bene.. gli insetti sono scomparsi. Jay!”

Janet si alzò velocemente ed aprì la porta, ancora con lo sguardo perso nel vuoto.

“Che hai?” le chiese Logan.

Janet non rispose, ma gli porse semplicemente la lettera.

Dopo alcuni minuti, Logan alzò la testa e la guardò.

“Ehm.. secondo me  non è uno scherzo, Jay. Pensa a cosa è successo prima.. Gli insetti sono comparsi dopo che tu l’hai spinta e l’hai guardata. Sarò anche pazzo, ma dovresti andare all’appuntamento.

“Io..Io..non lo so..” disse con voce strozzata Janet.

Per minuti rimasero in silenzio, a pensare sul da fare.

“Ok..voglio andare da questo uomo. Ma voglio che mi accompagni. Ok? Te lo chiedo per favore Logan!” disse Janet spezzando il silenzio, con voce supplicante.

Logan la guardò preoccupato. Che doveva fare?

“Ma..Oh… e va bene!” si rassegnò.

“Grazie, Logan, grazie!” disse e sorrise. “Ma come faccio ad andarci? Non posso uscire! Cazzo!”

A Logan si illuminarono gli occhi. “Beh.. è arrivato il momento che abbandoni questa topaia no? Non l’hai sempre desiderato fare? Fai le valigie e stanotte ti vengo a prendere e ti porto da Sarah, e domani andremo a questo Bar. Che dici?”

“Ok, mi piace l’idea.” E in cuor suo, era più che felice.

“Allora ci vediamo dopo, mi raccomando.”

Janet sorrise e guardò l’amico uscire. Quanto era fortunata ad averlo vicino.

“TI VOGLIO BENE LOGAN!” gli gridò dietro, e non sapendo cosa fare, si buttò sul letto a pensare.

 

Ciao!! =D

Mi chiamo Martina, e adoro Harry Potter & Co. e Twilight.

Questa è una fic che mi è saltata in testa così, e ho deciso di pubblicarla! Fatemi sapere se è il caso di continuarla o no!

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Capitolo 2
*** Chapter Two ***


Chapter Two

Logan, arrivato a casa si trovò anch’esso con mille pensieri che gli invadevano la testa.

Devi dirle la verità. Deve saperlo.

Logan si buttò sul letto con le mani tra i capelli.

“Ok.. Sto per fare un’enorme cazzata” disse poco dopo, e rialzandosi di scatto, prese il suo cellulare e compose un numero.

~

Janet quella sera saltò la cena. Dopo la notizia scioccante di oggi le si era chiuso lo stomaco.

Era ancora stesa sul suo letto, con la lettera poggiata sul petto, che gli provocava uno strano peso.

Dalla mente di Jay:

Io, una strega.. che faccenda assurda. Ma se fosse vera? L’episodio di oggi, magari, può essere stato solo una futile coincidenza.

Ma a chi vuoi darla a bere?

Oh, certo.. che bella coscienza che mi ritrovo. Tsk.

E poi chi sarà mai questo Albus Silente? O questa Hogwarts..

Scommetto che è tutta una messa in scena montata per farmi uno scherzo di poco gusto.

Driiin, driiin.

Janet si accorse solo di striscio che la stavano chiamando. Si mise composta sul letto, e prese il cellulare, guardando prima il display – Logan – e rispose.

“Ciao Logan” disse, con voce un po’ rauca.

“Ciao..” Neanche Logan sembrava diverso dall’amica.

Janet non disse niente, o meglio, non aveva niente da dire.

“Jay?”fu Logan a rompere il silenzio.

“Si?”

“Mettiti seduta…..e ascoltami. Ho un paio di cose da dirti.” La voce di Logan si fece ancora più rauca.

Janet aggrottò la fronte.. Non era da Logan parlare così.

“V-va bene.. dimmi”

Ci furono alcuni attimi di silenzio e poi Logan incominciò a parlare.

“ Sono rimasto molto sorpreso dalla tua lettera di Hogwarts…beh.. perché io so tutto di Hogwarts. E so tutto di Silente, così come so tutto della magia. I miei genitori sono maghi, hanno studiato la, e anche mio fratello,  studia ancora la. Tu non lo hai mai incontrato per questo.                                                                        Io beh.. sono un magonò. In pratica uno senza poteri, e una vergogna per la mia famiglia. Ma ormai ci hanno fatto l’abitudine… Hogwarts è la scuola di magia più prestigiosa in Inghilterra, forse di tutto il mondo, e Silente è il suo preside, ed è il mago più potente del mondo. Di solito i poteri si dimostrano entro l’undicesimo anno di età, e tu sei un’eccezione, che non si è mai rivelata prima, per questo era così meravigliato nella lettera.

Chiamami stronzo, chiamami ipocrita.. ma non avevo il coraggio di dirtelo. S-scusa.”

Logan parlò tutto di un fiato, senza mai fermarsi, e non sapendo la reazione di Janet, chiuse la telefonata.

Janet rimase a bocca aperta, senza fiatare, non accorgendosi nemmeno che Logan aveva chiuso la telefonata.

Ci vollero un paio di minuti per riprendersi e realizzare bene la situazione.

Janet guardò il cellulare, e compose velocemente il numero dell’amico.

Logan esitava sul rispondere.

“Jay….”

“Logan….”

“Si?”

“Vaffanculo.           E per seconda cosa, puoi stare tranquillo. Non sono tanto scioccata.”

“Oh..” Logan trattenne una piccola risata.

“Voglio sapere tutto quello che c’è bisogno. Puoi venire prima? Ho già fatto le valigie.. voglio solo che mi racconti tutto quello che sai.”

Logan guardò l’orologio. Le 9.20.

“Va bene, vengo. Fatti trovare dalla finestra che salgo.”

Janet non fece neanche in tempo a rispondere, che Logan chiuse la chiamata.

Mentre aspettava l’amico, prese in mano la lista del materiale di Hogwarts.

Ogni studente deve essere fornito di:

Una bacchetta magica.

Un telescopio magico.

Una bilancia d’ottone.

Un calderone in peltro, formato standard, misura uno.

Un kit del giovane pozionista, completo di bezoar.

Tre completi in tinta unita,nero.

Un cappello a punta in tinta unita nero da giorno.

Un paio di guanti di protezione in pelle di drago o simili.

Un mantello invernale nero con alamari d’argento.

Storia della Magia. Volume I di Romilda Bath.

Manuale degli incantesimi volume  I di Miranda Gadula.

Teoria della Magia di Adalbert Incant.

Guida pratica alla trasfigurazione di Emeric Zott.

Mille erbe e funghi magici di Phillada Spore.

Infusi e pozioni magici di Arsenius Brodus.

Gli animali fantastici: dove trovarli di Nerut Scafandro.

Le forze oscure: guida all’autoprotezione di Dante Tremante.

Gli allievi possono portare anche,se lo desiderano,un gufo,oppure un gatto oppure un rospo
Si ricorda ai genitori che agli allievi del primo anno non è consentito l’uso di manici di scopa personali.


Janet lesse più volte la lista. Non conosceva minimamente ogni singolo strumento.

E poi ci doveva essere sicuramente un errore.. Qui parlava di allievi del primo anno, e lei ne aveva sedici.

Ci avrebbe pensato dopo, Logan sarebbe arrivato a momenti.

Janet si alzò, e si mise alla finestra, in attesa dell’amico.

Dopo poco tempo, Logan era sotto la sua finestra. Le fece un piccolo sorriso e si arrampicò abilmente su nel dormitorio.

Niente ciao, o saluti vari.

Si abbracciarono a lungo, con forza. Quell’abbraccio valeva più di qualsiasi discorso.

“Vieni” disse poi Logan, allentando l’abbraccio e tirando Janet per un braccio “sediamoci”.

“Oh, si” e si accomodò sul letto.

“Chiedimi quello che vuoi sapere, qualsiasi cosa”

Janet si fermò un secondo a pensare. “Dimmi tutto quello che sai su Hogwarts”

“Ok, allora. Hogwarts è un castello grandissimo, situato in mezzo alle montagne. Ci sono quattro case che dividono gli studenti.”

“Case? “

“Si, sono Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. Ogni studente viene smistato da un cappello magico in una delle quattro case, secondo dei requisiti.”

“E quali sono?” chiese Janet. Era molto interessata.

“Gli intelligenti vengono smistati a Corvonero. Grifondoro, è la casa dei giusti e dei coraggiosi, e anche di quelli molto propensi ad infrangere le regole. A Tassorosso vengono smistati i giusti e gli altruisti, e invece a Serpeverde vanno gli studenti senza scrupoli, determinati e di solito purosangue.”

“Puro-che?”

Logan rise brevemente.

“I purosangue sono quei maghi nati da genitori entrambi maghi, poi ci sono i mezzosangue, che sono nati da un genitore mago e uno babbano e infine ci sono i nati babbani, che sono maghi che hanno ereditato i poteri da qualche parente, ma hanno i genitori entrambi senza poteri.”

“Oh, bene.. e io cosa, cioè chi dovrei essere?”

“Non lo so veramente.. non conoscevo i tuoi genitori, e poi il tuo cognome non mi sembra conosciuto nel mondo magico. Dovresti fare delle ricerche per scoprire le origini dei tuoi genitori.”

“Ah..va bene” Janet fece una piccola pausa “Tuo fratello in che casa è?”

“Grifondoro.  Quest’anno frequenta l’ultimo anno, ricordi come si chiama?”

“Ehm.. no!”

“Clark. Clark Weber, ovvio.”

“Oh, si certo.” Janet posò la testa sulla spalla di Logan.

“Altre domande?”

“Mh.. Fammi pensare”

Janet attese un attimo, poi prese la lista dell’occorrente e  la diede a Logan.

“Dove trovo tutta questa roba? Non posso andare mica in un centro commerciale e chiedere una bacchetta magica! Mi prenderanno per pazza, e credimi, parlando con te di tutto questo, sto incominciando a pensare di esserlo davvero.” Disse, e poi scoprì i denti in un sorriso.

Logan, a sua volta, sorrise e le cinse le spalle.

“Diagon Alley. Ti ci porto io, così non ti perdi, tranquilla.”

“Grazie”

Logan poggiò la lista sul comodino e si alzò.

Fece due passi intorno al letto e si guardò l’orologio al polso.

“Beh.. che dici di andare?”

Janet fu colta di sorpresa. Sapeva di dover andare, certo, ma era duro lasciare quel luogo, per quanto lo odiasse, dopo che ci ebbe passato la sua vita.

Fece un respiro profondo prima di rispondere “Si, andiamo”

Logan l’aiutò a prendere i borsoni, e l’aiutò a scendere dalla finestra.

Prima di oltrepassare il cancello, Janet guardò per un ultimo istante l’orfanotrofio.

Niente lacrime o roba del genere.

Lei è una forte.

Ta-daa! 

Oggi ho deciso di postare due volte, avevo inspirazione xD Spero che la storia continui a piacervi!

Scusate gli eventuali errori di ortografia.

Besos. Martina :*

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Capitolo 3
*** Chapter Three ***


Chapter Three

Come sempre, faceva caldo anche quella notte. Le strade erano deserte e ciò metteva un po’ d’ansia.

I due amici stavano camminando vicini, verso casa di Logan.

Dopo la litigata furiosa tra Sarah e Logan era del tutto inopportuno presentarsi a notte fonda davanti la sua porta, con un evasa di un orfanotrofio, non vi pare? Così Logan le aveva proposto di stare a casa sua.

Janet non era molto felice all’idea.. cose le avrebbero raccontato ai genitori di Logan quando l’avrebbero vista varcare la soglia di casa? E soprattutto.. dove avrebbe dormito?

 

“Sei silenziosa” le fece notare Logan.

“Si” rispose la mora.

“A che pensi?”

“A un po’ di cose.. Non ti impicciare!”

Essi.. questa ragazza è un vero zuccherino non trovate?

A Logan sfuggì un sorriso. “Come sei dolce, piccola” e le cinse le spalle.

Janet sorrise, senza farsene accorgere. Logan era una delle poche persone che riusciva a tenergli testa e a sopportarla.

Fecero il tragitto restante in silenzio, guardandosi ogni tanto negli occhi e facendo buffe facce.

Dopo poco tempo Logan si fermò davanti a un vialetto, con un’alta recinzione di siepi. Al centro vi era un grande cancello nero smaltato, pieno di decorazioni, dove si poteva intravedere un grande villino dell’800, con delle vetrate immense.

“Siamo arrivati” disse poggiando i borsoni a terra.

Janet era davvero stupita.

“Quella è casa tua? Diavolo.. sei ricco sfondato allora!” rispose, trattenendo un grido di gioia. Fece dei passi più avanti, piazzandosi davanti il cancello e sfiorandolo leggermente con le dita.

“Cosa aspettavi per portarmi a casa tua?” continuò poi, facendo un’espressione buffa.

Logan scoprì i denti in un sorriso, e riprese le borse dall’asfalto.

“Non sono ricco sfondato….solo ricco” e un ghigno si piazzò sul suo viso. “Andiamo, i miei genitori sono partiti, ci sono solo i domestici.” E la raggiunse.

Dalla tasca prese un piccolo telecomando, schiacciò un pulsante e il cancello si aprì.

“Su, cammina” incitò l’amica, dandole una piccola spinta.

Quella casa era fantastica.

Un numero indefinito di aiuole colorate circondavano una piccola fontana,che creavano uno spazio nella strada che portava alla casa. Oddio, casa è dispregiativo.

 

Arrivati alla porta, Logan si mise l’indice sulle labbra. “Non ci dobbiamo far sentire, i domestici sanno che sono a letto col mal di testa. Tu dormirai nella stanza di Clark, è affianco alla mia, quindi per qualsiasi cosa vieni da me, ok?

E finché non saliamo al piano di sopra non fiatare.”

Janet fece segno di si con la testa. Quella situazione era comica, sembrava di essere in un film di spionaggio.

Con un colpo secco, Logan aprì la porta e la richiuse subito dopo che Janet entrò.

Dentro la villa era ancora più bella. Dalle finestre entrava un flebile luce che faceva intravedere i mobili pregiati e i divani bianchi. Ma purtroppo non si vedeva un granché.

Logan la prese per la mano e cercando di fare meno rumore possibile, si incamminarono per le scale.

Quell’ala della villa era più illuminata. Attraversato lo stretto corridoio tappezzato di quadri, sicuramente di alto valore, si ritrovarono davanti a una scala enorme, di marmo bianco, tirata a lucido perfettamente. Le scale poi si perdevano in diversi corridoi, sembrava un labirinto.

I due salirono le scale e svoltarono a destra, giungendo in un piccolo corridoio con solo tre porte.

“Eccoci” e sorrise. “La prima stanza è la tua, dovrebbe essere tutto in ordine.. la” disse indicando la porta di fronte a loro “c’è il bagno. Chiuditi dentro se vai stanotte.. Ehm.. sono sonnambulo”

Janet scoppiò a ridere, ma prontamente Logan le coprì la bocca.

“Scusa.. ma è troppo divertente.. “ e rise ancora “spero di incontrarti stanotte!”

Logan scosse leggermente la testa. “Si certo, contaci.. Comunque, l’altra è la mia stanza.”

“Va bene.” Janet sorrise e prese i borsoni che Logan aveva poggiato a terra.

“Buonanotte piccola, a domani” la salutò Logan, dandole un piccolo bacio sulla fronte.

Janet sorrise e arrossì. “Buonanotte, e non chiamarmi piccola, vecchietto” disse, e aprì la porta della sua stanza.

Il ragazzo le fece l’occhiolino e si girò diretto alla sua stanza.

“Logan?” lo chiamò Janet.

“Si?” e voltò il capo.

“Ti voglio bene” e senza aspettare risposte chiuse la porta della sua stanza.

 

~

La stanza era molto bella, e come non poteva esserlo?

I muri erano verde acqua tenue, cinto da una carta da parati bianca con dei disegni geometrici. Sulla destra c’era un enorme letto, con le lenzuola violette, in tinta con tende. Di fronte alla porta c’era un balconcino, che si intravedeva a malapena dalle tende, e affianco al letto c’era un grande armadio di legno nero,  probabilmente ebano, con delle sottili venature grigie.

Janet rimase totalmente affascinata da quell’armadio; lo accarezzò più volte con le dita.

 

~

 

Ormai era notte fonda,  e Janet si era appena messa nel letto.

Ma non riusciva a dormire, e si rigirava e rigirava nel letto. La sua mente infatti, era pervasa sempre da quel nome: Hogwarts. E naturalmente tutto ciò che lo riguardava.

Ma in maggior modo, era in ansia per l’appuntamento con questo Silente.

E inoltre, aveva capito che la sua vita non sarebbe mai più stata la stessa, e in cuor suo, questo la spaventava enormemente.

 

~

 

Un bussare frenetico alla porta, interruppe il sonno di Janet.

Sbadigliando, si alzò, e aprì la porta.

Davanti a lei c’era Logan, perfettamente lavato, vestito e pulito.

Indossava una maglietta rossa, piuttosto aderente, che gli fasciava un po’ il busto, e un jeans nero, anch’esso piuttosto stretto, con un paio di scarpe nere lucide con la suola alta in gomma.

Janet dopo averlo studiato per bene lo guardò negli occhi.

“Che vuoi?” disse, sempre con la solita finezza, ma dal tono di voce, si poteva capire che la frase era nettamente scherzosa.

“Voglio che ti prepari, dormigliona! E’ quasi ora di pranzo, e vedi che..” rispose il ragazzo, un po’ scocciato.

Janet si morse un po’ il labbro, e interruppe Logan.

“Ah” disse “E va bene, due minuti sono pronta. Che sarà mai!”

E come suo solito, gli chiuse la porta in faccia, lasciandolo lì impalato.

Logan sbuffò lievemente. “Questa ragazza mi farà impazzire..” disse ad alta voce, e si incamminò giù per le scale.

Ok, sono in un ritardo spropositato, e mi scuso tantissimo :( Ma ho dovuto resettare il pc e ho perso anche la fanfiction, purtroppo. Adesso ho anche molto da studiare, ma cercherò di aggiornare velocemente. Spero che il capitolo vi piaccia, e mi scuso se è un pò corto, ma ho dovuto riscriverlo :(

Martina (:

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