Il Wonder Duo e Baby Hero in Azione!

di NightWatcher96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1: Cena di Piombo ***
Capitolo 2: *** Chapter 2: Viaggio senza Paracadute ***
Capitolo 3: *** Chapter 3: Potere, Poteri e Quirk ***
Capitolo 4: *** Chapter 4: Turbinio di Emozioni, Fuoco e Saette ***
Capitolo 5: *** Chapter 5: Epilogo ***



Capitolo 1
*** Chapter 1: Cena di Piombo ***


Angolo della Quirkless

Ultimamente ci sto prendendo gusto a scrivere i sequel. Quindi, ecco questa One-Shot divenuta a capitoli, seconda parte di Pranzo a Letto con Sorpresa! Enjoy!




 

Katsuki non smetteva di ammirare l'ecografia nella sua mano.

Dopo che Izuku gli aveva fatto la sorpresa, la sua vita sembrava aver preso una piega migliore. Ogni giorno, dentro di lui, sentiva un amore sviscerato che riusciva a sovrastare la sua rabbia con il mondo intero.

«Kacchan, allora stasera cena con tutti?».

L'altro lo guardò: il suo compagno e presto marito gli era seduto accanto in auto.

Erano fermi a un semaforo rosso, di sera. Piovigginava un po' e l'aria era molto più fredda rispetto a qualche settimana prima. Quell'aprile si stava divertendo ad infierire sul meteo.

«Sì. Che ore sono?» domandò.

Consegnò con cura l'ecografia ad Izuku mentre inseriva la prima marcia, pronto per accelerare appena sarebbe scattato il verde. I tergicristalli cancellavano le gocce di pioggia dal parabrezza.

«Le diciannove e trenta. Abbiamo mezz'ora di tempo».

C'era stata una fila pazzesca dalla dottoressa Monumori Hayami, la ginecologa che si era occupata della gravidanza di Denki ma ne era valsa la pena.

La donna si era subito dimostrata una grandissima fan del Wonder Duo e l'orgoglio l'aveva riempita quando era stato chiaro che avrebbe seguito anche la gravidanza di Hero Deku.

Il bambino cresceva bene ed avevano anche voluto sapere il sesso: era un maschio.

«A questo punto dovremo già pensare a un bel nome» disse Katsuki.

Il verde era appena scattato, la piccola utilitaria nera partì immediatamente. Il biondo mise la freccia, svoltò a sinistra e si fermò proprio dinanzi a un cancello elettrico.

Da lì, fu tutto molto veloce. Il tempo di salire dal garage all'appartamento per darsi una rinfrescata che tornarono in auto per andare a un ristorante di lusso, esclusivo per Pro Hero e agenti del governo.

Quando entrò il Wonder Duo, un applauso esplose nella sala principale dove spiccavano vetrate accompagnate da tende pregiate scarlatte, tavoli imbanditi e lampadari di Swarovski che si riflettevano nel pavimento di marmo chiaro.

Katsuki roteò un po' gli occhi, Izuku arrossì leggermente.

I camerieri erano disposti in due file all'ingresso. Inchinarono rispettosamente il capo al loro passaggio.
Per quanto fossero sulla bocca di tutti e gli Hero più acclamati, quei due non si sentivano mai al proprio agio nell'essere al centro dell'attenzione generale.

Il biondo spinse delicatamente Izuku verso il tavolo con gli ex studenti del Corso A della U.A.

«E' bello vedervi ragazzi!» esclamò forte e raggiante Eijiro.

Tutti indossavano completi eleganti; i maschi smoking tra il nero, il bianco o il grigio, le femmine, invece, abiti da sera davvero molto attillati.

Izuku si era premurato di indossare il nero, con una giacca molto ampia in modo da nascondere il più possibile la sua pancia ancora piccina.

Eijiro fece accomodare i due accanto a loro e fu in quel momento che Eiichi, il bimbo di quattro mesi suo e di Denki, si mise a piangere. Voleva disperatamente le attenzioni da parte dei due arrivati.

Izuku lo prese dolcemente, portandoselo al petto. Il piccolo dai capelli neri con una saetta bionda in una ciocca smise all'istante, anzi, fece anche un versetto felice.

«Ma tu guarda!» ridacchiò Denki.

Izuku si perse in quegli occhioni rossi che brillavano di curiosità. Spostò Eiichi nella piegatura del braccio per farlo rimbalzare un pochino. Quelle risatine sciolsero il cuore di tutti i presenti.

Quello di Katsuki il più di tutti.

Vide il volto sereno del suo compagno e quell'espressione innamorata, poi il visino del bimbo e allora un senso di commozione lo rapì. Era così magnifico sapere che Izuku gli avesse fatto un regalo così prezioso!

«Kacchan, Eiichi vuole venire da te».

Il forte e potente DynaMight, quando prese il bambino tra le braccia, divenne un fascio di nervi e di tensione. Non sapeva come tenerlo, aveva paura di fargli accidentalmente male o peggio!

Eijiro e Denki si misero a ridere.

«Ti aiuto io, Kacchan» fece morbido Izuku.

Gli sistemò meglio il piccolo. La testolina gli si appoggiò su una spalla, una manina gli afferrò forte l'indice e Katsuki diventò l'uomo più forte del mondo. Quel terrore era svanito e al suo posto c'era un'immensa gioia.

L'orgoglio più profondo.

«Come siete carini! A quando un bambino tutto vostro?» esclamò Ashido.

I due Hero si scambiarono un'occhiata complice. Izuku si alzò, tolse la giacca e si mise di profilo, facendo aderire bene la camicia bianca che indossava.

«Direi... tra cinque mesi e due settimane!».

Cadde il silenzio, poi l'incredulità modellò i volti di ogni Pro Hero lì presente. Izuku sbuffò una risatina mentre riprendeva posto vicino a Katsuki.

«Non ci posso credere! Allora il test era positivo?!» squittì radioso Denki.

Il verdino annuì mentre raccontava della sorpresa che aveva realizzato per sorprendere Katsuki.

«Congratulazioni! Sapete il sesso?» aggiunse sincero Shoto.

Fu Katsuki a rispondere mentre Eiichi gli premeva le manine sul viso: «Sì! Io e Izuku avremo un bambino! Un maschio!».

«Il nome?» domandò curiosa Ochako.

«Beh... ci stiamo pensando e-».

Improvvisamente, il trillo del cellulare interruppe le parole di Izuku. Quando lesse il mittente un certo disagio gli fece corrugare nervosamente le sopracciglia.

Anche Katsuki lesse ed ebbe la medesima espressione.

«Che cazzo vuole il governo da noi?» disse.

La spensieratezza di quella serata si spense in un'acida e snervante preoccupazione...

 

 

«Non mi interessa che Hero Deku aspetta un bambino! Per questa missione servite tu, DynaMight e Deku! Nessun altro, mi sono spiegato?!».

Katsuki ringhiò sbattendo le mani sulla scrivania di quell'arrogante uomo che pensava che il Wonder Duo fosse una coppia di robot da usare come e quando voleva.

«A me non può fregare di meno che lei abbia accettato una missione che potrebbe svolgere qualunque Pro Hero! Non permetterò che Izuku e mio figlio rischino per un suo capriccio, ha capito?!».

«Attento a come parli, DynaMight! Ho il potere di declassarti come Number Two Hero e di farti annullare le pratiche per aprire la tua agenzia!» replicò sogghignante l'uomo grasso e tarchiato.

Izuku era furibondo mentre teneva una mano sulla pancia.

«Avreste dovuto pensarci bene su due volte prima di procreare! Siete gli Hero più forti di tutto il Giappone e non permetterò che questo getti ombra sulla nostra potenza rispetto agli altri Paesi!» abbaiò ancora l'uomo, ora in piedi.

Katsuki incassò quelle parole come il più forte dei pugni allo stomaco.

Non poteva crederci! Come poteva quell'avido uomo stare al potere e comandare la loro vita? Ma soprattutto, come si permetteva di addossare una colpa inesistente sul bambino?

Il sudore della collera gli rese appiccicosi i palmi delle mani mentre il suo cuore galoppava furioso. Katsuki si sentiva ferito e furioso ma ancor prima di poter esplodere, Izuku fece un passo avanti.

«Può anche infierire su di noi ma non le permettiamo di parlare così irrispettosamente del nostro bambino! Siamo esseri umani non le sue armi di distruzione di massa! Non andremo in quella missione, fine della storia!» disse con freddezza. «Kacchan, andiamo. Qui abbiamo finito!».

«Vorrà dire che passerò alle maniere forti».

Fu in un attimo: Izuku si voltò con lo sguardo pazzo d'ira... il tempo scorse come una moviola, molto lentamente. Ogni pensiero, ogni azione, ogni colpo, tutto: era immerso in una bolla di stasi.

L'uomo rideva, con le mani sotto al mento.

Katsuki era prossimo ad attaccare quell'essere spregevole che accettava i lavori più subdoli per fama e per soldi quando due Pro Hero si materializzarono dal nulla dietro Izuku.

Allora il tempo riprese a scorrere, apparentemente, nella normalità.

Era questo ciò che si provava quando bisognava lottare senza pensare, essere perfino più veloci dello scandire del tempo stesso.

Tutto si svolse così rapidamente che il Danger Sense trillò con un secondo di troppo: Izuku venne colpito duramente ad un fianco e al viso. La violenza impressa lo sbalzò contro una delle ampie vetrate di quell'ufficio in attico.

Il rumore dei vetri delineò una spaccatura nel cuore di Katsuki. Izuku cadeva nel vuoto e lui era lì, con i piedi ancora incollati al pavimento!

Eppure, dentro di lui qualcosa esplose: scagliò una potente esplosione ma anche lui subì la stessa sorte del compagno. I due bodyguard vestiti di nero, come ninja, lo colpirono con forza alla nuca e al costato.

Gli fecero perdere i sensi all'istante.

«Andate a recuperare Hero Deku e sbatteteli sul primo areo per Cape Horn. Questa missione è di vitale importanza per me e non solo, dimostrerà anche che presto nascerà un Nuovo Ordine Mondiale!» ordinò gelido Akihito Matsusawa.

Uno dei bodyguard si gettò nel vuoto: in pochi attimi recuperò Izuku tra le braccia e ritornò in ufficio. Avere un Quirk di super velocità solo in volo era utile.

Katsuki era stato ammanettato, reso inerme e privo di coscienza.

«Il Wonder Duo non può farsi fermare da un errore del genere» riprese Akihito. «Che schifo... due uomini, un Alpha e un Omega che antepongono una famiglia a una splendida carriera!».

Aggiustò nervosamente la sua cravatta mentre riprendeva posto alla scrivania. Il suo elegante vestito grigio si era sporcato.

«Pulite questo disastro! Io mi occuperò della missione» sogghignò freddamente...

 

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Capitolo 2
*** Chapter 2: Viaggio senza Paracadute ***


A poco a poco quell'oscurità senza sogni si dissolse.

La coscienza lo accompagnò verso la realtà, mentre lentamente riprendeva padronanza dei suoi sensi.

Quando Katsuki Bakugo dischiuse gli occhi lì per lì non si rese conto di essere in un aereo militare che sfrecciava veloce in mezzo a un mare di nuvole grigie e temporalesche.

Poi, nel momento in cui posò lo sguardo ancora stralunato sulla figura che riposava in terra a poca distanza da lui scattò in piedi.

«IZUKU!» chiamò spaventato.

Lo prese piano tra le braccia. Avvicinò due dita al collo ed attese: un senso di sollievo lo fece sospirare. Almeno respirava in modo normale.

Ricordò ogni cosa nel modo peggiore.

«N-no...! No!» gemette in un crescente orrore.

Portò la mano sulla pancia del suo compagno incapace di non piangere. Aveva visto come quei due bastardi avevano colpito Izuku e se... e se il loro piccolo non c'è l'aveva fatta?

Controllò attentamente il costume da Hero che indossava: non c'erano macchie di sangue dalla zona intima. 

Forse poteva pensare in modo positivo? Izuku si era fatto colpire al fianco e non direttamente alla pancia.

Magari... forse... poteva...?

I suoi pensieri furono sovrastati da un senso di sollievo: Izuku dischiuse gli occhi prima di gemere a una fitta alla testa e una seconda, meno incisiva, allo zigomo.

Katsuki, nella penombra, vide un livido.

«Kacchan...» sussurrò flebile Izuku.

Anche lui, dopo un primo momento di confusione, ricordò tutto ed esplose a singhiozzi. Inconsciamente e bisognoso di protezione si rannicchiò più vicino al petto del compagno.

Era terrorizzato, lo avevano colpito senza pietà e se aveva perso il bambino? Una mano che scivolò sulla pancia s'incontrò con quella di Katsuki.

«Kacchan...! Non hanno avuto pietà di questo piccino... né di noi due...!».

«Lo so, Izuku. Per ora possiamo solo sperare di-».

All'improvviso, da una porta dietro di loro, comparvero due uomini alti, muscolosi, con il viso coperto da un aderente tessuto nero. Indossavano dei giubbotti anti-proiettili e le loro dita si erano tramutate in tante canne di armi da fuoco pronte a sparare.

«Scendete alla prossima e niente storie!».

Katsuki si mise dinanzi a Izuku con fare protettivo. I due energumeni risero sguaiatamente.

«Anzi, sapete cosa? Scendete ora!».

Con violenza e scaltrezza crivellarono proprio dov'erano i due Pro Hero. Katsuki attaccò con un'esplosione, tuttavia uno degli uomini sparò al portellone e lo fece saltare.

I due furono risucchiati inesorabilmente nel vuoto dalla depressurizzazione.

«Buon viaggio, ragazzi!» urlò euforico l'uomo. «Capo, sono scesi» informò, pochi istanti dopo, qualcuno dalla trasmittente nell'orecchio.

Questa volta, Izuku afferrò Katsuki con la Black Whip e con Float riuscì a compensare la caduta nel vuoto. Superarono lo strato di nuvole senza intoppi.

«Izuku, scendiamo a terra! Ci riposeremo e penseremo a come tornare indietro!» urlò nel vento Katsuki.

Sotto di loro un isolotto roccioso capeggiava tra le onde violente e alte del mare molto agitato. Il verdino annuì: veloce raggiunse la meta.

Quando scesero, lui ebbe un mancamento. Katsuki lo sorresse prontamente. Si guardarono con fare preoccupato, poi fecero altrettanto con il grigio panorama.

Non c'erano che rocce, niente alberi, nulla. Il mare era rumoroso, le nuvole oscure ed enormi.

«Troviamo un riparo».

Il Danger Sense, questa volta, trillò rapidamente: Izuku spalancò gli occhi mentre sguinzagliava la Black Whip. Erano stati silenziosamente circondati da otto figure incappucciate.

«Arrendevi o l'Omega Gravido farà una brutta fine!».

Katsuki, per la seconda volta, fu anticipato: una delle figure aveva afferrato Izuku per tenergli le braccia bloccate dietro la schiena, una lama puntata al collo e un'altra alla pancia. Aveva più arti, come Tentacle!

Il suo Alpha ululò in un misto tra la collera, la frustrazione e la debolezza. Soffiò adirato quando dovette ingoiare l'orgoglio per proteggere il suo Omega e il suo cucciolo.

Il biondo ringhiò ferocemente tuttavia si arrese e alzò le mani.

«Saggia decisione».

Ai due vennero legati i polsi dietro la schiena e condotti verso una parete rocciosa.

L'attraversarono senza il minimo problema.

Del resto era un ologramma...

 

 

La caverna era sviluppata in altezza, piena di scale perfettamente scolpite che conducevano a una marea di stanze e corridoi a spirale. Il soffitto era un ammasso di oscurità.

C'erano sentinelle dappertutto, tutte vestite con la lunga uniforme bianca, incappucciate, maschere rosse con un solo foro per gli occhi.

Izuku e Katsuki erano stati incatenati a un muro in modo scomodo, i polsi e le caviglie strettamente bloccati con delle solide manette.

Il biondo aveva provato a dimenarsi ma non era riuscito a scalfire neanche uno solo di quegli anelli in gelido metallo. Usare il Quirk non era stato d'aiuto; le esplosioni avevano solo rischiato di colpire Izuku.

Quella posizione ad X iniziava a soppesare sui loro corpi. La stanchezza stava via via prendendo il sopravvento anche sulla loro lucidità mentale.

Izuku provò a usare la Black Whip ma dovette arrendersi quando una fitta allo stomaco lo fece trasalire e uggiolare nella paura di star facendo del male al bambino. Deglutì mentre il Quirk si smaterializzava.

«E' tutto inutile, Hero» sogghignò la figura che li aveva fatti prigionieri.

«Liberate almeno il mio compagno! Non può rimanere in questo modo! E' pericoloso per il cucciolo!» ruggì Katsuki, pazzo di rabbia.

L'altro tacque. Poi si avvicinò tranquillamente ad Izuku e fu allora che alzò una mano guantata di rosso sullo stomaco.

«Non toccare!» urlò feroce Katsuki. «Mi hai sentito? Non osare fargli nulla!».

L'altro non ascoltò: la sua mano rilasciò una luminescenza rossastra che avvolse completamente lo stomaco di Izuku, facendolo gemere di paura.

«Che cosa stai facendo?!» riprovò Katsuki, mentre si dimenava.

Durò qualche minuto. La figura sospirò e fece un passo indietro. Schioccò le dita con una certa fretta. Gli anelli si staccarono dalla parete rocciosa diventando catene.

Izuku e Katsuki scivolarono seduti sul pavimento finalmente potendo muovere gli arti indolenziti.

Il verdino crollò esausto contro la spalla di Katsuki respirando pesantemente. Una mano volò sulla pancia prima di gemere a un'altra fitta.

«E' meglio che non usi il tuo Quirk. Il tuo corpo ha accumulato così tanto stress che tra poco la tua gravidanza potrebbe essere instabile e tu non vuoi perdere il tuo bambino, vero?».

Katsuki ne aveva abbastanza: si alzò con uno scatto fulmineo pronto a scagliare una potente esplosione. Eppure, le catene si ritirarono veloci nel muro e lui tornò nella scomoda posizione iniziale, battendo forte la testa.

Macchie nere e stordimento: questo provò.

Il biondo, però, tentò ancora di dimenarsi fino a quando le forze non gli vennero meno.

«Perché il Giappone avrebbe dovuto inviare un Pro Hero gravido fin qui? Perché non si è scomodato personalmente?!» ringhiò il capo di quelle persone.

«Di che cazzo stai parlando?!» infierì Katsuki, intimidatorio.

«Noi... non sappiamo nulla... siamo stati convocati e abbiamo provato ad opporci ma...» le parole di Izuku s'interruppero a un nuovo e forte crampo.

Ora aveva il terrore di perdere il suo bambino. Le lacrime presero a scivolargli lungo le guance un po' sporche di polvere.

«Siamo stati attaccati e sbattuti su un aereo... ma non sappiamo nulla...».

La figura dinanzi a loro ascoltò con attenzione i lamenti di Izuku.

Le sue mani volarono alla maschera e la tolse. Ora a guardarli c'era una donna dai capelli corti, neri e gli occhi come il ghiaccio.

Si avvicinò ad Izuku per portare la mano sulla pancia.

«Non voglio farti del male. Ho capito che stai dicendo la verità. Lascia che ti aiuti prima che sia troppo tardi» disse, rivolgendosi poi a Katsuki. «Me lo permetterai, Alpha?».

Il biondo era confuso, non sapeva più cosa fosse giusto o sbagliato. Si limitò ad annuire prima di distogliere lo sguardo bruciante di ira.

«Il mio nome è Mala. Un tempo lavoravo nei servizi segreti del Giappone. Quando è subentrato Akihito Matsusawa al potere ho capito che cosa avesse realmente intenzione di fare. Una notte ha mandato dei sicari per uccidermi ma sono stata scaltra e sono fuggita» raccontò la donna mentre muoveva la mano luminosa sul ventre di Izuku. «Sono stata perseguitata a lungo fino a quando non mi sono spinta qui a Cape Horn».

Il dolore iniziava ad essere finalmente meno pungente.

Izuku chinò la testa mentre respirava profondamente per calmarsi. La mano di Mala era gentile e quel potere era caldo, dolce, capace di rassicurare e calmare.

«Come fai a conoscere il nome di quel bastardo?» arrivò calma la domanda di Katsuki.

Mala schioccò le dita e le catene portarono Katsuki vicino a Izuku. Il biondo non perse occasione per stringere a sé il suo amato compagno.

«Perché... era il fratello minore di mio padre».

«Akiyama Matsusawa... il benefattore di tutto il Giappone?» gemette flebile Izuku.

Mala sorrise tristemente. «Mi sorprende che tu lo conosca. Sei così giovane».

«Deku è sempre stato un nerd! Ti sorprenderesti di tutte le cose che sa!» aggiunse, orgoglioso, Katsuki.

«Akiyama è stato dichiarato morto in seguito a un arresto cardiocircolatorio ma sono menzogne. E' stato mio zio a ucciderlo» riprese la donna.

«E perché?».

«Perché mio padre era riuscito a sintetizzare il Quirk più importante di tutti i tempi per concedere a suo fratello minore di esserne il possessore. Lui, infatti, è stato l'unico membro della famiglia Matsusawa nato come Quirkless».

Izuku spalancò gli occhi con orrore mentre nella sua mente elaborava quell'informazione così delicata. Possessore? L'One for All...

All for One?

Un guizzo di terrore gli spremette dolorosamente il cuore nel petto. Inconsciamente si rannicchiò più vicino al suo compagno biondo.

Mala sospirò, guardandoli.

«Sono certa di potermi fidare di voi e di raccontarvi la verità».

Katsuki ed Izuku annuirono.

 

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Capitolo 3
*** Chapter 3: Potere, Poteri e Quirk ***


Akihito entrò in un laboratorio.

Suo fratello maggiore, Akiyama era di spalle e continuava a lavorare incessantemente su alcune formule matematiche molto complesse.

«Fratello, perché non vai a casa?».

L'altro si voltò e gli sorrise facendogli cenno di avvicinarsi.

Il fratello minore obbedì. Sulla scrivania capeggiavano fogli e fogli scritti a matita, progetti revisionati numerose volte e sullo schermo del portatile scorreva una clip con un DNA.

«A che cosa stai lavorando che non puoi dirmi?» domandò curioso.

Akiyama si passò una mano sui capelli neri: «Finalmente posso dirtelo! Sono riuscito a prendere un capello al grande All Might e l'ho analizzato per capire come potesse un solo uomo essere così sorprendente! E non ci crederai mai!».

«Sai che questo è illegale, vero?» sospirò Akihito. «Insomma! Hai rubato il capello del Number One Hero chissà come e-.»

«Era finito... sul mio vestito durante l'ultimo convegno. Gli avevo stretto la mano e poi non l'ho rubato!» borbottò il maggiore con un broncio quasi infantile.

«Ah, certo! Come no! E comunque, stai comunque facendo qualcosa d'illegale».

«No se riesco a sintetizzare il suo Quirk e dartelo!».

Akihito spalancò gli occhi azzurri sotto ai capelli corti e neri, incredulo. Aveva perso le speranze dopo il suo quarto compleanno e si era rassegnato ad essere un Quirkless.

«Smettila di inseguire un sogno impossibile, fratello e torna a casa dalla tua famiglia».

Fece per andarsene quando l'altro lo bloccò per un polso. I suoi occhi neri brillavano.

«Ascolta, fratello! Per tutta la vita ho cercato di aiutarti perché non era giusto né possibile che in una famiglia con Quirk così potenti come la nostra tu ne fossi escluso! Così sono riuscito a scoprire una cosa sorprendente!» replicò deciso.

Akihito sospirò pesantemente, tuttavia guardò i progetti e il grafico ora presente nel pc. Suo fratello maggiore era molto concentrato.

«Il Quirk di All Might è qualcosa che non avevo mai visto in tutta la mia vita e sai che io mi occupo di sviluppo e di composizione dei Quirk!» disse. «E' come una sorte di buco nero che racchiude un'energia incredibile. E' un nucleo compatto che sprigiona un'energia costante!».

Akihito fischiò in segno di ammirazione.

«Oggi sono riuscito a sintetizzare un po' di questo potere ma prima di iniettartelo ho bisogno di sperimentarlo! Potrebbe aiutare tantissime persone come te che sono nate Quirkless!».

Akiyama raggiunse velocemente una piccola cella refrigerante per tirare fuori un prezioso cilindro con all'interno un liquido blu. L'avvicinò al fratello minore con grande orgoglio.

«Scusa, non credo che potresti iniettarla su degli animali... quindi come intendi fare?» domandò avido Akihito.

«Dei malati terminali hanno deciso di offrire la loro collaborazione... ma solo quelli Quirkless» ammise, un po' sconfortato, Akiyama. «Anche se devo scegliere bene visto che è una singola dose».

«Allora iniettamela. Ti farò io da cavia. O la va o la spacca, no?».

Akiyama spalancò gli occhi, incredulo, tuttavia negò, voltandogli le spalle. L'altro roteò gli occhi sbuffando.

«Non posso mettere in pericolo la tua vita! Voglio prima assicurarmi! Se tutto va bene, potrò sintetizzare altre dose, magari renderle perfette!».

Akihito annuì: quella notte avrebbe avuto il suo prezioso Quirk.

«Ti conviene darmi quella fiala ora. A casa ci sono Mala-chan e Rukio-san che ti stanno aspettando».

Il tono viscido e subdolo in cui lo disse fece voltare spaventato l'uomo più grande. Akihito, in quella penombra bluastra di tanti monitor accesi e macchinari ronzanti, sogghignava malignamente. Schioccò le dita: dal nulla si materializzarono due uomini in nero con cattive intenzioni.

«Te lo dirò ancora una volta, fratello: dammi quella fiala e non ti succederà nulla».

«Akihito, no! Ma non capisci che devo prima-».

Un solo colpo. E le parole gli morirono in gola.

Akiyama fece un paio di passi indietro. I suoi occhi sbarrati videro un affilato tentacolo nel suo petto proveniente da uno dei bodyguard di Akihito, sorridente. Deglutì per riflesso, un conato di sangue lo vomitò rumorosamente.

Le forze gli vennero meno, cadde prima in ginocchio poi su di un fianco ma ancora stringendo la fiala. E mentre la vita abbandonava il suo corpo implorò con lo sguardo al fratello di non iniettarsi la dose.

«Grazie per questa possibilità, Akiyama. Riposa in pace».

 

 

«Il giorno dopo Akihito prese il posto di mio padre dopo aver detto, in una conferenza stampa, che si fosse tolto la vita a seguito di esperimenti illegali. Anni dopo, venne a conoscenza della seconda dose e iniziò a darmi la caccia».

Izuku aveva ascoltato tutta la storia con rabbia e paura crescenti mentre la donna non aveva mai smesso di curarlo. Ora si sentiva molto meglio.

«Mia madre è stata uccisa per proteggermi. Noi custodivamo una seconda dose di quel prodotto; mio padre era abitudinario in queste cose, per questo si assicurava di avere doppioni di tutto, perfino del suo bento».

Mala sorrise un po' al ricordo di quell'uomo tanto gentile.

«E quel prodotto ce l'hai ancora tu?» domandò Katsuki. «Perché potrebbe essere un problema».

La donna annuì mentre si alzava in piedi e rifletteva sulle parole del biondo.

«Sì, custodisco il siero, il Senza Nome» disse pensierosamente. «Mio zio si iniettò quella dose ed ottenne un Quirk incompleto, che assorbe quello degli altri ma ha bisogno di quest'altra ed unica dose per renderlo effettivo».

Katsuki guardò istintivamente Izuku che teneva il capo chinato e si guardava la pancia con lo shock.

«Deve continuare ad assorbire Quirk altrimenti il suo corpo si deteriorerà e morirà. Il nucleo di potere che giace dentro di lui è altamente instabile. Per ora, dalle mie fonti, so che si è nutrito di tanti Quirk minori uccidendo molte persone innocenti».

«Fonti?» ripeté spettrale Katsuki.

«Sì. Non tutti gli sono fedeli; una ristretta cerchia di persone conosce la verità e mi hanno sempre informato dei suoi spostamenti e delle sue intenzioni».

«Se assorbisse il mio Quirk...» gemette improvvisamente il verdino.

Era un surrogato di All for One. Il biondo la ricordò molto bene quell'epoca di male e di morte. Strinse amorevolmente la mano del suo compagno.

Mala non domandò, si rese conto che Izuku e Katsuki condividevano un segreto importante. Schioccò le dita per poterli liberare da quelle manette che caddero rumorosamente in terra.

I due si alzarono in piedi.

«Mio zio non è affatto forte, è solo scaltro e subdolo. E' abituato a combattere a larga distanza. Sono stata nascosta per troppo tempo nella paura ma sento che il vostro arrivo non sia stato casuale. E' ora di agire!».

«Abbiamo dei GPS nei nostri costumi e i nostri cellulari sono monitorati costantemente dal governo. Akihito potrebbe già essere diretto qui. Potrebbe aver intercettato la nostra chiacchierata» disse Katsuki, gelido.

«Era esattamente ciò che volevo» fu la sogghignante risposta di Mala.

«Solo... non capisco, perché mandare noi due qui se poteva venire da solo?» rifletté Izuku. «Perché far venire noi qui sapendo che avremmo avuto a che fare con te, Mala? Non fraintendermi, è solo che è... molto strano».

«Per poter assorbire il tuo Quirk, Hero Deku, la fiala e avere un Quirk capace di dominare il mondo! Sarò il nuovo All for One, migliore e assoluto!».

Un brivido di terrore percorse le schiene del Wonder Duo.

Ben quindici sentinelle piombarono esanime dall'alto dei corridoi: Izuku fece uso della Black Whip per salvarle. Un attimo dopo un forte boato esplose dal soffitto.

L'oscurità si tramutò in un abbagliante raggio di luce proveniente da un elicottero che sfidava il nubifragio. Frammenti di detriti arrivarono pericolosi.

Katsuki saltò il più in alto possibile e li abbatté con sonore quanto precise esplosioni.

Akihito, trionfale, aprì le braccia al cielo ed esplose in una risata vittoriosa.

In un battito di ciglia, dalla sua mano arrivò veloce una grossa chela di granchio rossa che afferrò Izuku per le spalle e lo trascinò verso di lui.

«DEKU!» urlò spaventato Katsuki.

«Perché mandarvi qui, hai chiesto» sogghignò oscuro Akihito. «Per prendere due piccioni con una fava. Il freddo rende molto più semplice rubare un Quirk».

Izuku era scioccato, continuava a rivedere il volto di All for One, rivivere ricordi non piacevoli, tutto accompagnato dal terrore di mettere a repentaglio la vita del suo bambino.

L'uomo sembrò quasi ascoltare i suoi pensieri mentre puntava gli occhi al ventre. Il verdino ebbe un sussulto e l'Omega dentro di lui si fece prendere dal panico.

«E' inutile che ti comporti da animale selvaggio, lurida bestia!» abbaiò feroce l'altro.

Il Number One Hero aveva le iridi dilatate, di un verde così profondo da sembrare un immenso oblio nero. I suoi canini si erano fatti più lunghi e affilati come zanne, la sua rabbia priva di ogni qualsivoglia freno.

Forse per pazzia o per terrore, richiamò l'One for All al trenta per cento. Unì la super forza con la Black Whip per poter forzare il più possibile quella chela che non smetteva di affondargli nel tronco, pericolosamente vicino alla pancia.

«E' tutto inutile!» eppure l'esclamazione vittoriosa di Akihito fu smentita da un sonoro scricchiolio nelle chela.

Alla giuntura delle due tenaglie crebbe profonda una dolorosa spaccatura. Pochi istanti dopo, invece, la rottura totale. Izuku si era liberato in modo selvaggio.

Prima di farsi inghiottire dalla forza di gravità, avvolse la Black Whip intorno al corpo del grasso uomo e lo tirò giù dall'elicottero.

Lo tempestò di pugni al viso, incurante del sangue e di qualche dente mancante dopo una manciata di secondi. Izuku lo afferrò per la gola per farlo incassare nella parete rocciosa.

Quello arrestò la caduta ma provocò anche profonde lacerazioni nella schiena di Akihito.

«Omega!».

La scia di collera e ira si placò all'istante. Izuku s'irrigidì, voltandosi verso Katsuki che aveva usato il comando Alpha ed abbassò la testa. Reclinò da un lato il collo in segno di sottomissione.

Durò solo un frangente prima che riprendesse completamente padronanza di sé.

Katsuki lo tirò in un abbraccio senza smettere di tener d'occhio Akihito.

Era già finita? Era davvero così semplice?

No. L'uomo improvvisamente spalancò gli occhi urlando. La sua mano sinistra era imbrattata di sangue, a quella destra le dita diventarono dei tentacoli.

Stritolarono con violenza la povera Mala.

«Dammi il siero, nipotina! So che lo hai tu addosso!» esclamò bramoso di potere.

«C-come f-fai a s-saperlo?!».

«I tuoi informatori erano facilmente corruttibili, Mala» rise l'altro.

Mala portava un collare nero al collo di una lega indistruttibile e molto leggera. Sulla parte frontale capeggiava una finta gemma di un colore rosso sangue.

Il tentacolo la rimosse con estrema facilità, prima di colpire alla testa la donna con la stessa potenza di una frustrata. Mala venne sbalzata verso la parete rocciosa in un sonoro boato.

Cadde in terra, agonizzante e non si rialzò.

«Ho aspettato troppo tempo per il mio sogno! Ma ora...!».

Inghiottì la piccola gemma con avidità. Adesso mancava la parte più importante: i suoi tentacoli afferrarono Izuku per il viso ed iniziò a risucchiare l'One for All.

-No... è come Nine... non è possibile, io... non voglio!- pensò Izuku.

Le forze erano sempre più deboli e la coscienza altalenante. Era finita?

No. Katsuki questa volta avrebbe combattuto! Furioso, scagliò una potente esplosione in faccia all'uomo. Colpì con una tallonata il tentacolo viscido e di nuovo fece detonare il sudore per poter liberare Izuku.

I tentacoli erano un fascio di terminazioni nervose, ricoperti da derma umano. Katsuki aveva ideato alla svelta quel piano ed aveva funzionato.

Era un fottuto genio!

Raccolse Izuku in stile sposa mentre faceva due passi indietro.

«Maledizione! Non riesco ad assorbire quel Quirk portentoso!» ringhiò Akihito.

I suoi occhi ora di un color oro caddero sulla pancia di Izuku e un'illuminazione gli venne all'istante.

Allungò nuovamente i tentacoli per riuscire ad avvolgere lo stomaco dell'Omega in modo da poter uccidere quel bambino e renderlo vulnerabile.

L'One for All stava, però, proteggendo entrambi. I precedenti Possessori non erano rimasti a guardare e stavano aiutando il loro pupillo ancora una volta.

Katsuki dette sfoggio di tutta la sua forza ed agilità nello schivare quei terrificanti tentacoli ma con le mani impegnate non avrebbe potuto fare molto.

Izuku diede presto man forte con l'Air Force Smash: prese la mira e scagliò ben cinque rapidi proiettili d'aria.

I tentacoli furono non solo colpiti ma anche tranciati. Akihito urlò nella frustrazione tuttavia non si arrese.

«Ho assorbito la dose! Adesso potrò finalmente distruggere tutti e tutto! Il nuovo Ordine Mondiale nascerà!» disse. «Morite, Wonder Duo!».

Furioso, dalle sue mani arrivarono una miriade di tentacoli neri, affilati e acuminati come lame indistruttibili. Katsuki mise immediatamente Izuku dietro di sé per poter scagliare quante più esplosioni possibili.

Ciò si rivelò subito inutile quando entrambi si videro arrivare addosso una sorte di cupola nera pronta per inghiottirli.

Izuku pensò al bambino dentro di sé, al suo compagno, a Mala, a tutte quelle persone che lì erano in pericolo...

 

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Capitolo 4
*** Chapter 4: Turbinio di Emozioni, Fuoco e Saette ***


Proteggeremo il tuo bambino. Combatti, Nono Possessore!

 

Sorrise alla voce gentile di Yoichi, Primo Possessore. Gli parve di udire anche qualcosa dal Secondo ed allora le sue paure svanirono. Fece un paio di saltelli indietro per concentrare quanta più energia nelle gambe.

Saltò e con un potente Full Cowl colpì duro la cupola.

I tentacoli oscuri opposero immediatamente resistenza ma Izuku non aveva intenzione di arrendersi. Sferrò violento un Delaware Smash mentre la Black Whip gli si avvolgeva intorno al ventre e al braccio destro.

«KACCHAN, ORA!» urlò.

Il biondo non se lo fece ripetere: roteò velocissimo scagliando forti esplosioni. Diventò un turbine infuocato e scoppiettante, con Izuku che si lanciava in aria pronto per far detonare quell'immensa bomba.

Colpì veloce con tre Air Force Smash, il fuoco si aprì ed avvolse, anzi, ingoiò in un sonoro boato i tentacoli e il corpo di Akihito.

Katsuki, però, non aveva finito! Arrivò nel turbine di fiamme, cavalcandolo e concluse con un forte...

«Howitzer Impact!».

Per Mala quel momento diventò una bolla di stasi. Vide i due Pro Hero lottare contro la sete di potere di suo zio ed allora le parve sentire la presenza di suo padre al suo fianco.

 

Ti avevo sempre detto che un giorno avresti avuto due Hero per te, bambina mia...

 

Mala sorrise chinando la testa leggermente. Le lacrime colavano sulle sue guance sporche di polvere e in parte ricoperte del sangue alla tempia.

Aveva sempre odiato gli Hero e per molti anni aveva serbato rancore perché nessuno era intervenuto per salvare suo padre. Poi sua madre e infine suo fratello minore.

La rabbia le fece stringere i pugni, gli occhi ancora fissi sul Wonder Duo.

Akihito aveva assorbito il Quirk di Miyo alla tenera età di sette anni e l'aveva ucciso immediatamente. A niente erano valsi i tentativi di salvataggio: era morto sul colpo.

Perché? Perché quel bambino dai capelli biondi e gli occhi rossi era nato con un Quirk straordinario di forza e velocità.

E per Akihito era sembrato quello di All Might.

«Vi prego... uccidetelo!» implorò sottovoce Mala, impotente.

Il rosso di quelle fiamme e il verdastro delle scariche elettriche avvolte intorno ad esse rese una seconda ed ultima esplosione ancor più potente, unita all'ultimo colpo di Katsuki.

Mala vide arrivare veloce la Black Whip ad artigliarsi in ogni possibile appiglio in modo da schermare tutti e ridurre al minimo la portata dei danni e della forza d'urto.

Il bagliore rosso-oro divenne un profondo nero, poi il silenzio assoluto.

-E' finita? I miei Hero hanno reso giustizia alla mia famiglia?-.

Mala si stupì del suo stesso pensiero mentre tentava di rialzarsi. Usò il suo Quirk Healer per curare la ferita alla tempia. Il bagliore tenue scarlatto della sua mano le fece puntare gli occhi verso un puntino luminoso dinanzi a lei.

Provò ad allungare la mano con la stessa curiosità di una bambina... e la Black Whip si diradò fino a sparire.

Su un ammasso carbonizzato e sanguinante si ergevano esausti i due Pro Hero più forti di tutto il Giappone. Mala spalancò gli occhi: avrebbe ricordato per sempre quei pugni puntati al soffitto in segno di vittoria.

Ma questa ancora non sembrava essere assicurata.

Dall'elicottero arrivarono i due potenti bodyguard di Akihito che avevano attaccato il Wonder Duo e i due energumeni che li avevano sbalzati fuori dall'aereo in volo.

Katsuki ringhiò ma quella potenza d'attacco aveva lesionato il suo equipaggiamento agli avambracci. Nonostante questo s'interpose dinanzi al suo compagno ed alzò i palmi al cielo.

Scagliò dolorosamente una miriade di esplosioni ma queste non sarebbero state sufficienti minimamente a difendersi da quei nemici. Mala sentì un'irrefrenabile forza dentro di lei. Allora, veloce, si alzò e corse verso il Wonder Duo.

Premette prima insieme le sue mani a mo' di preghiera poi spinse i palmi luminosi sulle schiene dei suoi salvatori. Usò Cura Accelerata ed ignorò volutamente che ciò le avrebbe prosciugato le energie.

In pochi attimi le esplosioni di Katsuki divennero estremamente potenti tanto che questo sogghignò e si alzò in volo pronto per attaccare.

Izuku sorrise a Mala. Anche lui, con Float, volò e combatté con l'Air Force Smash, qualche pugno e infine la Black Whip.

Avvolse i corpi di quegli infidi esseri che avevano quasi rischiato di colpirgli la pancia e non ebbe pietà. Li stritolò dolorosamente prima di sbatterli ripetutamente nella parete rocciosa e farli scivolare con grande attrito verso il suolo.

Katsuki sfogò la sua ira repressa sui due militari. Attaccò con una ginocchiata il viso di quello che aveva fatto saltare il portellone, gli reclinò un braccio dietro la schiena fino a spezzarlo.

Sbalzò l'altro con un'esplosione a bruciapelo in viso verso la parete rocciosa. Allora, per nulla soddisfatto, saltò sulla schiena di quello che teneva bloccato per la gola e lo fece schiantare al suolo in un sonoro scricchiolio di ossa rotte.

Izuku raggiunse in fretta l'elicottero per farsi strada verso la cabina di pilotaggio.

Era stato tentato di abbatterlo ma si era reso conto che quello sarebbe stato l'unico mezzo per tornare a casa ma...

Non ci trovò nessuno, solo il pilota automatico e una luce ad intermittenza sul seggiolino del guidatore.

«Una bomba!» esclamò il verdino.

Riuscì ad uscire un attimo prima che l'elicottero esplodesse in mille pezzi.

Izuku doveva fare un ultimo sforzo: richiamò tutta la sua forza e scagliò una potente colonna d'energia per disintegrare in un colpo solo i detriti dell'elicottero.

L'atterraggio, tuttavia, non fu dei migliori.

Il verdino non aveva più forza, allora chiuse gli occhi e si abbandonò per un momento al dolce richiamo del sonno.

«Preso!».

Con immensa fatica, dischiuse gli occhi e sorrise dolcemente. Katsuki lo aveva preso in stile sposa mentre utilizzava gli spuntoni di roccia, le balaustre e ciò che rimanevano delle scale a spirale per tornare al suolo.

Izuku gli premette un bacio sulle labbra, avvolgendogli le braccia al collo.

Fu allora che la Black Whip svanì dalla sua pancia.

«E'... finita...?» domandò tremante.

«Credo di sì. Quell'uomo ha pagato per tutti i suoi crimini e vuoi sapere perché è stato sconfitto?» disse Katsuki, l'altro negò.

«Perché il suo corpo non era riuscito a metabolizzare il siero ed era già iniziata una crisi di rigetto. Ha sfoggiato una potenza mostruosa, vero, ma solo per forza isterica» spiegò Mala, un po' intontita.

Izuku ricordò di quella volta che un dottore all'ospedale gli aveva detto che se avesse continuato a usare le sue braccia le avrebbe perse. Però era stato per salvare Izumi Kota da Muscular e non se ne era mai pentito.

«Ha accelerato il processo di decomposizione del suo corpo».

«Quindi ora come facciamo a tornare in Giappone?» sospirò stanco Katsuki.

Infilò il naso nell'incavo del collo del suo compagno in un tentativo di calmare se stesso e il suo Alpha interiore.

Mala sorrise. «Kiyoshi, vieni qui».

Dietro alcune sentinelle miracolosamente illese corse un bambino di otto anni, con i capelli biondi ispidi e gli occhi rossi. Si aggrappò alla tunica di Mala con un broncio adorabile che mal celava il suo disagio.

Katsuki sogghignò un po'; quel bambino gli somigliava davvero!

«E' mio figlio» disse orgogliosa Mala. «E ha un Quirk di telepatia straordinario. Non importa in che parte del mondo, chiunque voglia contattare ci riuscirà».

«E' come il Quirk di Mandalay delle Wild, Wild Pussycat» aggiunse flebile Izuku.

Mala lo prese in braccio. «Kiyoshi, non avere paura. Questi sono Hero Deku e Hero DynaMight».

Il broncio del piccolo si tramutò in stupore e ammirazione. Dallo zainetto che portava sulle spalle tirò fuori un peluche di DynaMight. Con incredulità fece rimbalzare gli occhi luminosi dal vero Hero al suo giocattolo.

«E' un tuo grande fan» ridacchiò Mala.

Katsuki mise giù Izuku per prendere tra le braccia quel bambino. Lo fece rimbalzare un po' con orgoglio e non poté che sentire la gioia infinita nell'udire quelle dolci risatine.

«Mammina, sono in braccio a DynaMight!» squittì sorpreso.

«Sì, tesoro. Ora, però, dobbiamo andare via da qui. Il tempo di nascondersi è finalmente finito».

Kiyoshi annuì. Chiuse gli occhi per concentrarsi. Quando li dischiuse erano diventati di un verde limpido, come quelli di Izuku. Questo, in un moto di dolcezza, poggiò la mano sulla sua pancia.

 

Il tuo bambino sta bene. Lo abbiamo protetto, Izuku...

 

Nana Shimura lo aveva rassicurato.

Il verdino espirò nel sollievo più vivido mentre l'adrenalina nel suo corpo scemava e sentiva la stanchezza premere sui suoi arti inferiori deboli. Ondeggiò un po'.

Il forte braccio di Katsuki lo fece subito appoggiare al suo petto. Con l'altro teneva Kyoshi.

«Sto bene, Kacchan... e anche il nostro bambino...» sussurrò commosso.

Il biondo ne fu davvero felice.

«Mammina, ho trovato Hawks!» squittì il bambino. «Che cosa gli devo dire?».

«Mandate un aereo a Cape Horn per il Wonder Duo».

Il bimbo obbedì trasmettendo in silenzio e telepaticamente il messaggio al suo altro Hero preferito, dopo DynaMight e Deku ovviamente.

«Ha recepito e non ha fatto domanda. Arriveranno qui tra nove ore».

«Bene, fintanto che siamo qui possiamo riposarci mentre iniziamo a raccogliere quello che ci appartiene. Siamo un gruppo di persone che è sfuggito alla cattiveria di Akihito e che ora può condurre finalmente una vita normale».

«Deku dentro lì c'è un bambino?» domandò improvvisamente curioso Kiyoshi.

Il verdino sorrise con orgoglio concedendogli una carezza ai capelli. «Sì. E' un maschietto e nascerà a Settembre».

«Posso vederlo?».

Katsuki rise. «Non si può, è dentro la pancia di Deku ma... quando nascerà lo potrai incontrare».

Kiyoshi annuì mentre tornava tra le braccia di Mala. Quest'ultima sorrideva e il cipiglio di rabbia era finalmente svanito dal suo viso...

 

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Capitolo 5
*** Chapter 5: Epilogo ***


Angolo della Quirkless

Non sono del tutto convinta di questa storia, ma del resto "Siate affamati, siate folli", vi dice qualcosa? Grazie per aver seguito quest'altra avventura e un grazie speciale a Chiririra00 che è sempre gentilissimo!
Alla prossima!



 

«Izuku, shh... è solo un incubo...».

Il verdino spalancò gli occhi grondanti di lacrime nel buio della stanza. Respirava a fatica, seduto, con una mano sulla pancia.

«Kacchan... il nostro bambino...!».

Il biondo accese il lume e lo abbracciò teneramente. Lo inghiottì in un abbraccio disperatamente protettivo. Poteva sentire il cuore di Izuku battere furiosamente attraverso la pelle nuda.

«Siamo a casa nostra, Izuku. So che sei molto provato ma quell'uomo è schiattato, il nostro bambino sta bene e cresce in salute ed è passata una settimana. Adesso è Mala al capo del Governo».

Izuku annuì freneticamente ma ciò non gli bastò a calmarsi.

Dopo quell'avventura, Izuku aveva subito una così grande quantità di stress da avere incubi e attacchi di panico, tuttavia stava migliorando.

Quand'erano tornati in patria, Monumori Hayami aveva immediatamente controllato Izuku con un'ecografia urgente ed aveva sospirato in gran sollievo nello scoprire che era tutto a posto.

La Black Whip aveva sempre schermato quel piccolo fagiolino crescente.

La notizia delle angherie, soprusi e omicidi di Akihito era trapelata grazie a Mala e tutti i progetti riguardanti il Senza Nome erano stati distrutti.

Katsuki baciò la fronte imperlata di gelido sudore di Izuku prima di farlo coricare. Si rifiutò di lasciarlo andare e non spense ancora il lume.

Sulla sveglia digitale accanto al verdino, sul comodino, lampeggiavano le quattro e trenta del mattino.

«Questo disturbo post-traumatico finirà, vedrai. Ci sono io qui con te» sussurrò il biondo.

La mano continuava ad accarezzare la pancia nuda e di tanto in tanto alternava movimenti circolari intorno all'ombelico con un dolce tamburellare.

«Kacchan, il nostro bimbo sta bene» disse Izuku, più come un mantra.

«Sì e ora può crescere in tranquillità».

Risero un pochino, confortati dalla familiarità della loro camera da letto.

Izuku e Katsuki gettarono un'occhiata alla culla bianca che avevano comprato recentemente. Era dinanzi all'armadio in modo provvisorio; dentro già spiccavano molti orsacchiotti e cuscini morbidi.

«Penso che i nostri genitori saranno molto furiosi per aver scoperto la notizia della mia gravidanza dai media» espirò Izuku.

«Non era così che volevo che andasse ma pazienza. La vecchia strega capirà quando gli spiegheremo. Del resto è stato tutto così improvviso».

Izuku annuì mentre le palpebre si facevano sempre più pesanti. Tuttavia non voleva ancora dormire, era ancora provato da quell'incubo ricorrente in cui vedeva delle mani afferrare il suo bambino per ucciderlo.

Katsuki poggiò il suo palmo caldo sul suo ombelico. In qualche modo aveva intuito quel brivido di terrore a cosa si fosse legato.

«Domani chiamiamo i miei ed organizziamo un pranzo. Le parlerò e mi capirà» assicurò Katsuki.

Izuku annuì. Si schiacciò contro il nudo e profumato petto del suo compagno per inspirare a fondo quell'odore di forza inconfondibile.

Finalmente chiuse gli occhi, molto più calmo.

«Izuku, ho pensato a un nome perfetto per il nostro bimbo».

Il verdino aprì nuovamente gli occhi in trepidante attesa e curiosità.

«Katsu» disse docile. «Ci ho pensato davvero a lungo e sai che nella mia famiglia si tende a seguire il -tsu come da tradizione. E inoltre, Katsu è davvero la nostra più grande vittoria!».

Izuku alzò a lui il suo sguardo prima di sorridere dolcemente, commosso. Era davvero un nome perfetto.

«Katsu-chan... suona davvero bene, Kacchan!» disse.

Il biondo gli avvolse completamente le braccia intorno allo sterno per seppellire il suo viso in mezzo ai pettorali.

«Ho avuto così paura, Izuku... quell'uomo è solo uno dei tanti che vorrebbero distruggere la nostra felicità».

Izuku che gli accarezzava i capelli annuì. «Però fino a quando avremo la forza e staremo insieme saremo inarrestabili».

Katsuki sbuffò una risatina facendo correre la sua mano dal fianco, alla pancia per poi scendere immancabilmente verso la zona pelvica. Premette leggermente, appena sopra i genitali e si beò di un gemito stupito di Izuku.

«Kacchan, sul serio... vorrei riposare non fare sesso».

L'altro ridacchiò, allora spense il lume e si rimise disteso, senza lasciare Izuku. Ora tenevano intrecciate le mani sulla pancia, in perfetto silenzio ed intimità.

«Chiederò un congedo di maternità, Kacchan ma continuerò a lavorare da casa. Sono certo che servono analisi dettagliate di Hero e di Villain».

Il biondo emise solo un suono dalla gola, il naso mezzo seppellito nei ciuffi smeraldini di Izuku. Quest'ultimo rise prima di chiudere gli occhi.

Potevano concedersi di dormire ancora un po'.

Del resto, il mondo era stato nuovamente salvato dal Wonder Duo e dal loro piccolo Baby Hero.

The End

 

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