On the bench

di Carmaux_95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 01 Facile - Attrazione ***
Capitolo 2: *** 02 Fatica - Infatuazione ***
Capitolo 3: *** 03 Amore - Primo bacio ***
Capitolo 4: *** 04 Piano - Passione ***
Capitolo 5: *** 05 Vita - Futuro ***



Capitolo 1
*** 01 Facile - Attrazione ***


FACILE
Attrazione


 
Prendersi una sbandata per Ukai era stato prevedibilmente facile.
Forse era stato per via di quell’aspetto da bello e dannato che surclassava la buffa combinazione tra il fisico atletico di un ex giocatore e il grembiule obbligatorio sul posto di lavoro.
Forse era stato il modo in cui socchiudeva gli occhi mentre accompagnava una sigaretta alle labbra.
Forse era stato perché aveva visto solo qualche sua foto negli annuari scolastici prima di incontrarlo di persona ed era rimasto colpito da quanto più adulto sembrasse ora, pur aggirandosi fra gli scaffali con uno spolverino cattura polvere.
La prima volta che era entrato nel Sakanoshita market era rimasto imbambolato tanto a lungo che Ukai si era sentito in dovere di abbassare il giornale che stava leggendo e chiedergli se gli servisse aiuto.
«Sensei?» la sua voce lo riscosse.
Lo aveva colto a occhieggiarlo.
Lì seduto al suo fianco sulla panca a bordo campo, sebbene imbarazzato, Takeda non riuscì a mentire: «Pensavo a quanto sembri più grande di me».
«Tu credi?»
Le labbra di Ukai si piegarono in un mezzo sorriso prima di tornare a richiamare all’ordine i suoi ragazzi.
Takeda abbassò il capo per nascondere un leggero imporporarsi delle guance: era ingiusto che gli bastasse così poco.
Gli piaceva stare lì stringendo fra le mani le assi della panca, custodi silenziose di quella gelosa possessività che nutriva nei confronti di quel posto.
Era bello stare lì, a trenta centimetri da lui.
Era facile.
Ma forse non abbastanza.
 
 
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Prendersi una sbandata per Takeda era stato inaspettatamente facile.
Forse era stato per via di quegli occhioni sempre sgranati.
Forse era stato per il modo in cui lo avevano guardato, con espressione implorante ma estremamente risoluta.
Avrebbe dovuto capirlo fin dal primo incontro che non si sarebbe mai arreso, eppure aveva continuato a declinare quell’offerta.
Improvvisamente si domandò se non avesse continuato a respingerlo proprio nella speranza di vederlo ricomparire sulla soglia del suo negozio.
Nondimeno era un professore: mai lo “studente modello” Keishin Ukai avrebbe immaginato di provare attrazione per un docente.
Nondimeno, il modo in cui guardava i suoi alunni lo ammaliava.
Non sapeva nulla di sport e di pallavolo, eppure quel suo sorriso era sempre carico di serena fiducia.
Non solo per loro ma anche per lui che si era incaponito a lavarsene le mani per egoistica nostalgia.
Si sentiva così giovane e immaturo seduto al suo fianco, mentre si concedeva un’occhiata solo per rendersi conto di essere osservato a sua volta: «Sensei?»
«Pensavo a quanto sembri più grande di me».
«Tu credi?»
Era così facile sorridere, con Takeda al suo fianco.
Ad appena trenta centimetri da lui.
Fosse stato meno codardo avrebbe potuto appoggiare le mani sulla panca, lasciando che le dita sfiorassero quelle di Takeda in modo fintamente casuale ma agevolmente dissimulabile.
Ma era più facile restare lì, con le braccia conserte sul petto e lo sguardo fisso di fronte a sé, nell’attesa di accettare che stargli solo seduto vicino non sarebbe mai stato abbastanza.

 
 
 
 
Angolino autrice:
Buongiorno!
Ancora una volta torno nel fandom di Haikyuu con gli UkaTake ♥
Questa piccola raccoltina di flashine nasce dal fatto che non sono riuscita a partecipare all’iniziativa “Cinque fette di torta alla melassa" del gruppo L'angolo di Madama Rosmerta. Me la sono proprio persa AHAHAH così ho chiesto a Leila se le andasse di darmi cinque prompt a sua scelta e lei ha gentilmente accettato
Ogni flashina sarà divisa in due parti: troverete la stessa scena vista prima dal POV di Takeda e poi da quello di Ukai.
Il prompt di questo primo capitolo era: “facile”.
Spero vi sia piaciuta! Ringrazio chiunque leggerà e vorrà lasciare un segno del proprio passaggio ♥
Alla prossima!
Sciauu!
Carmaux

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Capitolo 2
*** 02 Fatica - Infatuazione ***


FATICA
Infatuazione
 
Takeda ricordava di aver brevemente studiato biologia al liceo; poteva anche affermare di aver tranquillamente rimosso quanto appreso. Era solo grazie agli allenamenti dei ragazzi se si era informato e ora sapeva – di nuovo – che quello che Ukai si stava massaggiando era il “muscolo elevatore della scapola”.
Immaginava che sarebbe stato faticoso per il novello allenatore ma vederlo così spossato lo fece sentire quasi in colpa: sapeva che svolgeva già altri due lavori e forse spronarlo a diventare anche coach era stato davvero eccessivo.
E lui che si lamentava di qualche verifica da valutare…
Eppure, mai una volta Ukai era arrivato in ritardo e ora ignorava la fatica e la stanchezza per il bene dei suoi piccoli atleti.
Anche quella sera aveva aspettato che tutti se ne fossero andati per lasciarsi andare ad un sospiro mentre le gambe cedevano e si accasciava sulla solita panca.
Era da quasi dieci minuti che era seduto lì e non accennava a muoversi, forse intorpidito anche dallo scrosciare della pioggia fuori dalla palestra.
«Non torni a casa, Ukai-kun?»
Quello sorrise fiacco, strofinandosi la nuca, e a Takeda quasi scivolò di mano la cartelletta piena dei compiti da correggere.
Tentò di mascherare quel momento impacciato tornando a sedersi al suo fianco.
Non se la sentiva di lasciarlo solo, stanco com’era. Si stropicciò gli occhi.
«Non torni a casa, Take-chan?»
“Non se posso stare ancora un po’ con te…” «Aspetto che spiova».
 
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Avrebbe dovuto fare un po’ più di riscaldamento prima dell’allenamento: adesso non si sarebbe trovato con le gambe traballanti e a massaggiarsi le spalle sperando di sciogliere i muscoli.
Se poi pensava al fatto che prima di ricongiungersi al tanto agognato letto avrebbe dovuto fendere la pioggia con i fari della macchina fino al negozio per completare l’inventario gli veniva la nausea.
Non osava immaginare come si sentisse Takeda, con ancora le lezioni del giorno dopo da preparare e le verifiche da correggere. Se paragonato alle gravose responsabilità di docente di quest’ultimo, il suo stupido inventario appariva un’incombenza irrisoria.
«Non torni a casa, Ukai-kun?»
Tipico suo, preoccuparsi sempre per gli altri.
Sorrise: la prima volta forse lusingato da quel momento di apprensione nei suoi confronti; la seconda quando riconobbe la goffaggine del professore nel modo in cui quasi gli scappò di mano una cartelletta.
Doveva essere esausto, ipotesi di cui ebbe conferma quando, sedutosi al suo fianco, sollevò gli occhiali per stropicciarsi il viso.
Gli rivolse la medesima domanda: «Non torni a casa, Take-chan?»
«Aspetto che spiova».
Adesso che ci pensava, Takeda usava sempre i mezzi pubblici per spostarsi in città e quella pioggia non poteva che essere una scocciatura.
O un’ottima opportunità per strappare qualche momento in più in sua compagnia.
E forse… un’occasione per farsi avanti. Forse…
Sì! Si sarebbe offerto di portarlo a casa in macchina, risparmiandogli tempo e fatica.
E non avrebbe accettato un “no” come risposta.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Buongiorno a tutti!
Eccoci qui con il secondo capitoletto: il prompt di oggi era “fatica” (e ringrazio di nuovo Leila per avermi fornito il suddetto prompt).
Spero che anche questa seconda flashina vi sia piaciuta!
Ringrazio chiunque sia arrivato fin qui ♥
A sabato prossimo con il terzo capitolo! ^^
A presto! ♥
Carmaux

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Capitolo 3
*** 03 Amore - Primo bacio ***


AMORE
Primo bacio
 
«Nessuna sorpresa, qui» disse porgendo la perfetta pagella di Tsukishima a Ukai che la osservò facendo impennare le sopracciglia. «E, purtroppo, nessuna sorpresa nemmeno qui» dichiarò mostrandogli quella di Hinata.
Seduto al suo fianco sulla panca a bordo campo, si sentiva terribilmente irrequieto. Temeva la reazione di Ukai e dei ragazzi ma non poteva semplicemente fare finta di niente: «La scuola è come un passaporto per il loro futuro. Un’attività extrascolastica non può minare lo svolgimento delle attività curricolari: non è il caso di autorizzare altri campi d’allenamento esterni se la situazione non migliora».
«Perché parli come fossi un estraneo?»
Quella reazione inaspettata e che forse non comprese fino in fondo gli fece stringere il petto. «S-scusami, non mi dovrei permettere di mettere il naso nelle tue faccende… ma non devono sottovalutare l’obiettivo dello studio».
Ukai scosse la testa e gli appoggiò una mano sulla spalla: «Cosa dici? Questa famiglia non esisterebbe senza di te: mi affido a te per tutto ciò che è fuori dalla mia portata».
Incontrò lo sguardo dell’allenatore ma dove era stato timoroso di leggere disappunto trovò solo considerazione e stima; occhi così concentrati su di lui da mozzargli il fiato.
Era stato Ukai, facendo scivolare la mano sulla nuca e stringendola delicatamente con le dita. Anzi no, forse era stato proprio lui ad avvicinarsi per primo.
Con un sospiro consapevole guardò quelle labbra calde e sorprendentemente impacciate che tanto aveva agognato e sperato di assaggiare e vi infranse finalmente ogni dubbio e incertezza.
 
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«Nessuna sorpresa, qui».
Come sarebbe a dire “nessuna sorpresa”?
Era sempre stato convinto che i professori non assegnassero voti alti per ripicca. Studiando la pagella di Tsukishima si domandò se non fossero stati introdotte nuovi giudizi non ancora in vigore durante la sua carriera accademica.
Quella pagella riscriveva la sua definizione di “secchione”.
Osservando quella di Hinata, invece, finalmente tornò ad ammirare un panorama a lui familiare.
Non che ne andasse fiero.
Takeda, in ogni caso, aveva ragione. Come sempre sapeva cos’era giusto fare e come era meglio comportarsi.
Quello sguardo così insolitamente autorevole e risoluto – lo sguardo di chi non ammetteva repliche – gli fece seccare la gola.
Come questo tono si riuscisse a coniugare con il leggero tremore della sua voce mentre si rimproverava per aver prevaricato su di lui, per Ukai rimaneva un affascinante mistero ancora tutto da svelare.
Magari sarebbe bastato solo un tocco, una semplice mano sulla spalla.
«Questa famiglia non esisterebbe senza di te: mi affido a te per tutto ciò che è fuori dalla mia portata».
Magari una carezza fra i capelli sarebbe stata sufficiente per prendere per mano il rispetto e l’affinità che nutriva nei suoi confronti e trasformarli in qualcosa di più.
E fu proprio in quel momento di innocente consapevolezza che incontrò le sue labbra, lambendogliele con naturalezza e un pizzico di paura.
Un bacio impacciato – sensazione così insolita per lui – quasi sfuggente.
Ma sarebbe stato solo il primo di una lunga serie.
 
 
 
 
Angolino autrice:
Buona domenica!!!
Eccoci qui con il terzo capitoletto. Dato che oggi è il tuo compleanno, Pampa, lo dedico a te ♥
Il prompt di oggi era “amore” e quindi i nostri UkaTake hanno fatto quel piccolo passo in più ♥
Ringrazio come sempre Leila per il prompt e anche chiunque sia arrivato fin qui ^^
A settimana prossima con il penultimo capitolo!
A presto! :-*
Carmaux

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Capitolo 4
*** 04 Piano - Passione ***


PIANO
Passione

La panca cigolò rumorosamente.
Quando si era chinato su di lui per augurargli una buona serata e dargli la buonanotte non aveva ipotizzato che Keishin avrebbe risposto tirandolo a sé, facendolo sedere a cavalcioni sulle sue gambe.
L’allenamento era concluso e i ragazzi avevano già finito di riordinare la palestra, ora vuota. Nonostante questo, non riuscì ad impedire alle sue guance di imporporarsi mentre scandagliava fulmineo l’ambiente circostante per assicurarsi che non ci fossero occhi indiscreti.
Non che normalmente gli dispiacesse trovarsi in quella situazione, con il fiato mozzato dalla camicia sempre più stretta e tirata mentre le mani esigenti di Ukai vi si infilavano progressivamente sotto.
Gli stringeva i fianchi, risaliva lungo la spina dorsale fino alle scapole sgualcendo il tessuto candido, sfilandolo definitivamente dai pantaloni e lasciando che si sollevasse appena seguendo i suoi movimenti ma senza spogliarlo a sufficienza.
 E infine, anche in quel momento, le sue dita spuntarono dal colletto per afferrargli la nuca e indirizzarlo sulle sue labbra.
Mugugnò una protesta – tutto sembrò tranne che una lamentela – e ricambiò il bacio.
Keishin lo strattonò facendo aderire ancora di più i loro corpi: l’ondata di adrenalina, acuita dal fatto che camminavano pericolosamente sulla linea di confine tra ciò che era lecito e non, gli strappò un gemito fin troppo sonoro.
Ukai ridacchiò, compiaciuto e provocante: «Piano, sensei… non vorrai che gli studenti sentano».
Il viso di Takeda si fece ancora più rosso ma non mostrò alcuna traccia di disagio.
La panca cigolò nuovamente, traballando appena.
 
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Non sapeva nemmeno lui cosa volesse fare.
Aveva pensato di baciarlo, ricambiando il suo innocente saluto.
Ma poi lo aveva abbracciato, facendolo accomodare su di sé.
E così non era riuscito a trattenere il bisogno di toccarlo, infilando le mani nei suoi vestiti alla smaniosa ricerca del calore della sua pelle.
Voleva tutto.
E a giudicare dai piccoli sbuffi di piacere che esalava, lo stesso doveva essere anche per Ittetsu, non del tutto ripresosi da quella inaspettata piega degli eventi. Quel rossore a tingergli le guance; quella meravigliosa espressione imbarazzata ma incapace di ritrarsi, la sua voce stravolta… lo avrebbero mandato in manicomio.
Lo canzonò appena e si beò della sua reazione non più impacciata ma quasi incurante e disinibita: Ittetsu gli prese il volto fra le mani e fece scorrere le labbra sulla guancia, sul mento, lungo il collo e poi di nuovo verso le orecchie. Con un gesto più lascivo di quanto Keishin lo avrebbe mai creduto capace gli catturò il lobo e il piercing fra le labbra, tirandolo leggermente.
Buttò la testa indietro, sbattendo contro la parete con un tonfo sordo. Takeda ridacchiò e facendo scivolare una mano fra i suoi capelli come a volergli proteggere la nuca da eventuali altri colpi e gli restituì la stoccata: «Piano…»
La presenza dei ragazzi a poco più di un corridoio di distanza era quanto più inopportuna ma non appena fossero stati soli… “Altro che ‘piano’!”.
Il mattino seguente il suo professorino avrebbe fatto lezione senza voce.
 
 
 
Angolino autrice:
con un po’ di ritardo eccomi qui con il penultimo capitolo di questa raccolta! ^^
Il prompt di oggi era “piano”… e devo rivelare che me ne ero completamente dimenticata nel momento della stesura di questa flashina! Quando me ne sono ricordata era ormai “tardi” per cui ho dovuto cercare di inserirlo riadattandolo al contesto ‘^^ SCUSA BENNINA (che mi hai fornito il prompt)!
Detto questo… che dire?
Come sempre ringrazio di cuore tutti voi che mi state seguendo ♥
A presto con il prossimo e ultimo capitolo! ♥
Carmaux

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Capitolo 5
*** 05 Vita - Futuro ***


VITA
Futuro


L’ultimo giorno di scuola, momento in cui sollievo e libertà si mescolavano alla malinconia.
Un ultimo incontro in palestra con i ragazzi era doveroso. Takeda aveva perso il conto di tutto quello che avrebbe voluto dire ora che il loro viaggio giungeva a conclusione.
Allungò una mano verso Ukai e, vedendolo impacciato, si offrì silenziosamente di aiutarlo.
Keishin indossava un completo nuovo. In realtà era lo stesso che aveva indossato il giorno del diploma di Sawamura, Sugawara, Azumane e Shimizu; lo stesso che aveva indossato l’anno successivo quando era toccato ai ragazzi del “secondo anno”. Quella mattina a diplomarsi, chi con il massimo dei voti e chi con una nota di sorpresa nella voce, sarebbero stati i cinque “primini” e per la terza volta nella sua vita Ukai aveva deciso di rinunciare alla comodità dei jeans e delle tute.
Annodare la cravatta pare relativamente semplice ma c’è nodo e nodo… e quello che Ukai stava stringendosi intorno alla gola assomigliava più ad un cappio.
«Come hai fatto? L’avevo sistemata stamattina» ridacchiò.
Qualche ora prima, un inquieto ed emozionato Ukai stava per arrendersi: allora Takeda si era seduto sulle sue gambe e, soffocando il nervosismo con un bacio, aveva domato la cravatta ribelle.
Di nuovo, seduti un’ultima volta su quella panca che avrebbe conservato tutti i loro ricordi, mosse rapido le mani e gli sorrise: sciolse il nodo e ne fece uno nuovo.
Un nodo come una promessa; la fine di un capitolo e l’incipit di un nuovo racconto.
 

 
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Non è che non sapesse farsi il nodo alla cravatta, era solo stato tradito da un momento di irrequietezza.
Ricordava il giorno del proprio diploma: non avrebbe mai pensato di poter associare ad una giornata come quella sentimenti nostalgici. Eppure, arrivata la maturità, non poté fare a meno di ricordare tutti i suoi ragazzi: i senpai che per primi si erano avventurati nel mondo adulto, i meno maturi ma altrettanto entusiasti “del secondo anno” e, ora, i “primini” grazie ai quali la loro storia era iniziata.
Si accorse di non essere l’unico che si era lasciato andare a questo genere di pensieri: Ittetsu era nervoso, commosso. Forse anche perché non si era preparato un discorso.
Ma Keishin sapeva che, quando avesse visto i neodiplomati, le parole sarebbero semplicemente fluite toccando il cuore di tutti.
Facendo finta di nulla infilò una mano nel colletto e disfò il nodo alla cravatta.
«Fare nodi è calmante», gli aveva detto Takeda quella mattina quando si era accoccolato sulle sue gambe per aiutarlo.
Ora era il suo turno di essergli d’aiuto: un pretesto semplice.
Ittetsu se ne accorse subito: ««Come hai fatto? L’avevo sistemata stamattina!»
Ukai, in risposta al sorriso del suo professorino, sospirò intenerito.
Seduti un’ultima volta su quella panca ma già proiettati nelle loro nuove vite, era contento che quel semplice gesto l’avesse placato e rasserenato.
Le mani di Ittetsu furono veloci, leggermente tremanti e piene d’aspettativa.
Un nodo come una promessa; la fine di un capitolo e l’incipit di un nuovo racconto.
 
 
 
Angolino autrice
Comincio la settimana così, con l’ultimo capitolo di questa raccoltina che ho ADORATO e AMATO scrivere! Forse non sarà niente di che ma, davvero, questi due stanno diventando i miei comfort characters♥ e scrivere queste piccole scenette mi ha proprio fatto piacere! *^*
Il prompt della flashina di oggi, comunque, era “vita”.
Io ringrazio tutti voi che avete seguito e dedicato qualche minuto del vostro tempo a questa raccoltina: spero che vi sia piaciuta quanto a me è piaciuto scriverla! ♥
Vi mando un grosso abbraccio!
A presto!
Carmaux

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