Dragon Ball - Army Of Darkness

di Mariusgon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una storia antica ***
Capitolo 2: *** L’Arrivo dei Figli delle Tenebre ***
Capitolo 3: *** M’ra la Devastatrice ***
Capitolo 4: *** Jinrho il Divoratore ***
Capitolo 5: *** Kyukets il Succhia Anime ***
Capitolo 6: *** Emilisyr la Strega ***



Capitolo 1
*** Una storia antica ***


La storia che segue rappresenta il seguito diretto di “Dragon Ball – Boogeyman”, di cui si consiglia la lettura affinché gli eventi narrati in questa storia possano essere comprensibili.

Se invece siete tra coloro che hanno già letto la suddetta storia, buona lettura allora!

 
 

DRAGON BALL – ARMY OF DARKNESS

 
Capitolo 1: Una storia antica

 
8 maggio, Anno 795

Kaioshin il Sommo osservò ognuno dei Guerrieri della Terra negli occhi prima di prendere la parola.
«Miliardi e miliardi di anni fa, l’universo non era come noi lo conosciamo oggi.
«Molti sostengono che, prima della nascita effettiva dell’universo, tutto fosse avvolto nell’ombra, ma si sbagliano: Luce ed Oscurità sono sempre coesistite e nessuna è nata prima dell’altra. Entrambe, infatti, sono nate dalla stessa entità: Laidar.
«Laidar nacque dal nulla totale in cui il tutto versava prima che l’universo venisse creato e fu proprio Laidar a creare quest’ultimo. Ogni pianeta, ogni stella, ogni galassia venne creata fino al più piccolo dei dettagli da Laidar. Ma ben presto egli, o ella, si stancò.
«L’intero universo non era abbastanza interessante per Laidar, così decise di affidare la sua creazione a qualcun altro. Fu a quel punto che l’entità si scisse volontariamente in altre sette entità: i Lucenti.
«I Lucenti rappresentavano tutte le principali caratteristiche dell’entità Laidar ed ognuna di esse ereditò alcune delle abilità di Laidar. Ma questa scelta di Laidar, col passare del tempo, non si rivelò molto saggia.
«Uno dei Lucenti, infatti, ereditò la grande potenza dell’entità che l’aveva generato, ma ne ereditò anche le parti più oscure. Il nome degli altri sei Lucenti venne col tempo dimenticati, ma il nome del Lucente in questione è rimasto impresso: Ghitamir.
«Ghitamir rappresentava l’esatto opposto in cui gli altri sei Lucenti credevano: se uno dei sei seguiva la vita e la creava nell’universo, Ghitamir disperdeva invece la morte per il cosmo; se un Lucente portava ordine nell’universo, Ghitamir generava il caos; se un Lucente generava speranza, Ghitamir portava disperazione in ogni angolo del creato.
«Col tempo, i fratelli e le sorelle di Ghitamir si resero conto della sua instabilità e della sua pericolosità e così lo rinchiusero in un’altra dimensione, affinché egli non potesse danneggiare l’equilibrio nell’universo.
«Ghitamir maledì gli altri Lucenti e rimase nella sua gabbia per i millenni a seguire, dove tutt’ora egli è confinato.»
Il vecchio Kaioshin si interruppe per riprendere fiato, ma venne interrotto prima che riuscisse a parlare di nuovo.
«Ok, carino, sì.» disse all’improvviso Goten. «Tutta questa storia è veramente interessantissima, maaa… a cosa ci serve sapere tutto ciò?»
«Stupido, giovane Saiyan, senza Storia non avremo il presente, e senza presente come vorresti costruire un futuro?» disse il vecchio, per poi riprendere: «Bisogna sempre sapere la storia del proprio nemico durante una guerra... saperne le motivazioni, sapere le sue forze e le sue debolezze…»
«L’hai detto stesso tu: Ghitamir è rinchiuso in un’altra dimensione e l’essere contro cui abbiamo combattuto è stata sconfitta.» disse Vegeta.
«L’essere contro cui avete combattuto è solo uno dei figli che Ghitamir ha procreato durante il suo esilio. E non è affatto detto che non riesca prima o poi a tornare.» ribatté il vecchio Kaioshin. «E non dimenticatevi delle povere anime che quell’essere ha offerto a suo padre e che ora si trovano nella dimensione di Ghitamir senza poter trovare pace!»
«E quindi che avete intenzione di fare?» domandò Goku.
«Prepararvi. Preparare tutti noi all’imminente attacco delle forze di Ghitamir.» rispose il Kaioshin.
«Millenni fa, il mago Bibidi, padre di Babidi, riuscì ad aprire un portale con la dimensione di Ghitamir e attirò fuori da essa sette dei suoi figli…» cominciò a raccontare Kibithoshin e subito a Ub ritornò in mente il ricordo in cui Bu e sei dei suoi fratelli e sorelle uscivano fuori dalla gabbia di Ghitamir e venivano aggrediti da un essere dalla pella verdastra.
«…Bibidi riuscì a catturarne due e tentò di assoggettarli al suo volere, ma ci riuscì solo con uno mentre l’altro venne brutalmente torturato e poi ucciso dal mago stesso.» concluse lo Shin.
«Il figlio di Ghitamir che Bibidi riuscì a sottomettere era…» tentò di chiedere Gohan, ma Kibithoshin lo anticipò.
«Majin Bu, sì.» disse lo Shin.
«E gli altri cinque?» domandò Dende.
«Uno l’avete sconfitto non molti minuti fa. Per quanto riguarda gli altri quattro, siamo piuttosto convinti che uno di essi si trovi qui sulla Terra e che sia arrivato con lo stesso essere che avete affrontato, mentre per gli altri tre non sappiamo dove possano essere.» rispose il vecchio Kaioshin.
«E come avete in mente di prepararci ad affrontare in un’ipotetica battaglia Ghitamir e i suoi figli? E come fate voi a sapere tutte queste cose?» domandò Piccolo.
«Gli Shin sono una razza che discende direttamente dai sei defunti Lucenti che confinarono Ghitamir nella sua gabbia. Per generazioni i nostri antenati sono stati in allerta, pronti ad intervenire nel caso in cui uno squarcio si aprisse con la dimensione di Ghitamir, e quando Bibidi catturò Bu… beh, già sapete com’è andata.» rispose il vecchio Kaioshin, per poi riprendere: «Per quanto invece riguarda la tua prima domanda, namecciano…»
Il vecchio si voltò verso Kibithoshin, il quale batté le mani e fece apparire dal nulla un grosso libro dalla copertina rigida e nera. Esso aveva uno strano marchio a forma di ‘B’ inciso sulla copertina.
«Cos’è quello?» chiese Pan.
«Il libro delle magie di Bibidi. Glielo sottrai dopo averlo ucciso, proprio qui sulla Terra. L’ho custodito per tutto questo tempo, sperando di non doverlo mai utilizzare.» raccontò Kibithoshin.
«Un momento!» esclamò all’improvviso Trunks. «Non ditemi che avremmo potuto utilizzare quel libro per sconfiggere Bu, piuttosto che fare tutta quella fatica con rituali, danze per la fusione ed orecchini incantati!»
«Beh, non proprio.» rispose Kibithoshin. «Bibidi scrisse due libri: uno è questo e un altro lo affidò a suo figlio Babidi. In quest’ultimo libro, c’erano scritte tutte le formule magiche per liberare e rinchiudere Majin Bu ma è andato distrutto quando Bu ha ucciso Babidi. Nel libro che ho sottratto a Bibidi, invece, ci sono altre tipologie di magie alle quali però Bu era stato reso immune dal Bibidi stesso… non credo che ci sarebbero potute essere molto utili ai tempi.»
«E dunque? Volete insegnarci delle stupide formule magiche per affrontare questo Ghitamir?» domandò Vegeta, con tono scettico.
«Esattamente, mia cara testa di porcospino.» rispose sorridendo il vecchio Kaioshin, suscitando le risate di Goku, Goten e Trunks. «Preparatevi perché affronterete una tipologia di allenamento che non avete mai sperimentato finora!»
 
 
ANGOLO AUTORE
 
Ciao!
Ed eccomi a continuare questa Storia dalle tinte Horror basata su Dragon Ball. In totale dovrebbero essere tre storie, quindi una trilogia, e questo significa che abbiamo appena iniziato con l'atto centrale.
Spero possa piacervi e divertirvi almeno la metà di quanto è piaciuto a me inventarmela e scriverla nero su bianco. Fatemi sapere se è così.
Al prossimo capitolo!
 
Mariusgon

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Capitolo 2
*** L’Arrivo dei Figli delle Tenebre ***


DRAGON BALL – ARMY OF DARKNESS

 
Capitolo 2: L’Arrivo dei Figli delle Tenebre

 
 
23 dicembre, Anno 975
 
«Dannazione, fa un caspiterina di freddo qui!» esclamò Pan, strofinandosi le mani sulle braccia cercando di riscaldarsi.
«Ti avevo detto di portarti un giaccone.» le disse Ub, stringendosi in un grosso giubbotto arancione.
«Ma mi dà fastidio il giaccone. Impedisce i movimenti e se dobbiamo allenarci è meglio non averlo.» ribatté la ragazza, per poi trasformarsi in Super Saiyan. «Ohhh, ottimo, la trasformazione riscalda un bel po’…»
I due si trovavano su di una larga colonna nel bel mezzo delle Terre Ghiacciate a nord della Terra.
I due non erano soli: con loro c’erano Goten, Goku, Vegeta e Trunks e si erano recati tutti lì per una sessione di allenamento.
Goten e Trunks si stavano ancora sfidando in un’altra zona delle Terre Ghiacciate, mentre invece Ub e Pan avevano terminato il loro combattimento e stavano entrambi osservando il combattimento tra Goku e Vegeta.
«Ma non dovrebbero usare le magie che gli Shin ci hanno insegnato?» domandò la ragazza, osservando suo nonno assestare una gomitata in pieno viso al suo rivale.
«Credo lo stiano facendo, ma immagino preferiscano usare le vecchie maniere.» rispose Ub, mentre Vegeta rispondeva alla gomitata con un Ki-Blast diretto al petto di Goku.
Dal giorno in cui Kaioshin il Sommo e Kibithoshin erano arrivati sulla Terra per avvisare i Guerrieri Z erano passati più di sette mesi. Sette mesi in cui i Guerrieri, insieme ai due Shin si erano sottoposti a dure sessioni di addestramento per imparare le magie del libro di Bibidi.
Ad ottenere i migliori risultati erano stati lo stesso Ub, Bu e i due Shin, ma anche il resto dei Guerrieri non se l’erano cavata male.
Mentre il Ki-Blast di Vegeta gli andava addosso, Goku utilizzò proprio una delle magie difensive che aveva appreso nei mesi precedenti per deviare l’attacco energetico dell’avversario.
Il Saiyan fu molto rapido nell’utilizzare quella magia, così rapido che lo stesso Vegeta ed anche Pan non se ne accorsero. Ub, invece, fu abbastanza attento e riuscì ad accorgersene.
Dopo che il Ki-Blast venne deviato, Vegeta rimase qualche secondo ad osservare torvo Goku, prima di lanciargli contro altri due Ki-Blast.
Goku li deviò entrambi utilizzando ancora una volta la stessa magia che aveva utilizzato prima e a quel punto l’espressione sul viso di Vegeta divenne infuriata. Si trasformò in Super Saiyan di secondo livello e lanciò verso il rivale un doppio raggio energetico mortale.
Goku evitò l’attacco per un pelo e guardò contrariato Vegeta.
«Ma che cavolo fai?!» esclamò il Saiyan dai capelli a palma. «C’è mancato poco che non mi incenerissi!»
«Avevamo detto niente trucchetti di magia, Kakaroth!» ribatté infuriato Vegeta, ritornando normale.
«Ohh, andiamo, era solo una piccola magia…» disse a mo’ di scusa Goku. «E poi ci conviene utilizzarle quanto più è possibile per impararle al meglio!»
«Tsk, io non avrò bisogno di simili trucchetti quando e se quelle entità torneranno qui!» ribatté l’altro. «Li farò a pezzi con i vecchi metodi.»
«Bene, speriamo che la tua testardaggine e la tua spacconaggine possano rivelarsi delle armi valide contro il nostro nemico, caro Vegeta.» disse la voce di Kaioshin.
Tutti si voltarono alla ricerca del vecchio Shin ma si resero presto conto che egli li aveva contattati telepaticamente.
«Kaioshin, salve!» salutò Goku.
«Goku, prendi tutti quelli che sono con te e che sono in condizione di combattere e vieni al Palazzo.» disse il vecchio.
«Cosa succede?» domandò Ub, percependo una punta di panico nella voce dello Shin.
«È arrivata la guerra, figliolo.» rispose Kaioshin.
 
Cinque minuti più tardi, Goku, Vegeta, Ub, Pan, Goten e Trunks arrivarono teletrasportandosi al Palazzo del Supremo. Qui, oltre ai due Shin, trovarono anche tutti gli altri Guerrieri ad attenderli.
«Ben arrivati.» disse loro Kaioshin il Sommo. «Spero siate pronti a combattere.»
«Ghitamir ha trovato il modo di uscire dalla sua gabbia?» domandò Ub.
«No, per fortuna la situazione non è così grave.» rispose Kibithoshin.
«Allora che succede?» chiese Goten.
«Vi ricordate i quattro fratelli e sorelle ancora in vita di Bu con i quali egli arrivò nella nostra dimensione?» chiese il vecchio Shin.
«Sì, diceste che uno di loro era arrivato sulla Terra con lo stesso essere che ha posseduto Melanzo.» rispose Pan.
«Esattamente. Abbiamo cercato quest’essere, che sospettiamo abbia aiutato Melanzo a tributare le anime delle vittime che egli stesso ha mietuto a Ghitamir, ma non l’abbiamo trovato qui sulla Terra.» raccontò il vecchio.
«Abbiamo pensato che potesse essere scappato via dopo la sconfitta di Melanzo, quindi abbiamo tenuto le orecchie e gli occhi aperti in ogni angolo del cosmo, ma non abbiamo mai trovato nulla.» continuò Kibithoshin.
«Niente fino a qualche ora fa.» intervenne Kaioshin.
«Avete trovato l’essere che ha aiutato Melanzo?» chiese Goku.
«Li abbiamo trovati tutti e quattro.» rispose il vecchio. «Stanno arrivando qui proprio ora.»
«Bene!» esclamò Trunks. «Che vengano, li prenderemo a calci nel sedere!»
All’improvviso, un bagliore nel cielo catturò l’attenzione di tutti.
«Ma… ma quella è una cometa?» chiese Crilin, guardando a bocca aperta un oggetto coperto dalle fiamme precipitare verso di loro.
«No… sono loro.» sussurrò Kaioshin.
«Sta per colpire il palazzo!» esclamò Ub. «Dobbiamo andarcene!»
«Tranquilli.» disse Dende, osservando l’oggetto infuocato avvicinarsi sempre di più.
All’improvviso, l’oggetto andò a sbattere contro una barriera dorata che ricopriva interamente il Palazzo.
«Oh, la barriera difensiva…» disse Goku.
«L’ho evocata poco prima che arrivaste qui.» disse Dende. «Kaioshin aveva intuito che avrebbero potuto attaccare il Palazzo fin da subito e mi ha consigliato di alzare le difese.»
L’oggetto continuò a cozzare con la barriera per diversi minuti, finché le fiamme intorno ad esso non svanirono. A quel punto, i Guerrieri si resero conto che l’oggetto non era altro che una barriera sferica al centro della quale c’erano quattro persone.
Una di esse sembrava avere delle grosse ali oscure, un’altra era ricoperta di fasce al viso ed altre le fluttuavano attorno e un’altra ancora era molto robusta con dei lunghi artigli affilati al posto delle unghie. Tutte e tre erano radunate attorno a quella che sembrava essere una vecchia signora incappucciata, la quale osservava i Guerrieri con sguardo truce.
Ad un certo punto, la sfera intorno ai quattro sparì e la vecchia disse qualcosa che i Guerrieri non poterono udire. Dopodiché, i quattro si separarono e volarono via dal Palazzo, la vecchia ad est, la persona con le ali a nord, quella con le fasce in viso a sud e quella robusta con gli artigli ad ovest.
«Si sono divisi.» constatò Tenshinhan.
«Bene, li andiamo a prendere uno alla volta tutti insieme, oppure ci dividiamo?» chiese Goten.
«Dovremmo essere in grado di sconfiggerli anche se non andiamo tutti insieme.» convenne Piccolo. «Ci divideremo in gruppi.»
«Beh, chi va con chi? E, soprattutto, quale gruppo va da quale nemico?» domandò Yamcha un po’ preoccupato. «L’ultima volta sono stato preso per primo dal tizio coi tentacoli e non mi dispiacerebbe di scamparmela ogni tanto.»
I Guerrieri si guardarono per qualche istante, cercando di capire chi volesse andare con chi per combattere i nemici appena arrivati, ma il vecchio Kaioshin intervenne.
«Gohan, tu prendi i due giovani Saiyan, Yamcha ed andate a cercare l’essere che è andato ad ovest.» disse il vecchio. «Kibithoshin verrà con voi.»
«Va bene.» annuì Gohan, scambiandosi un cenno d’intesa con gli altri quattro del suo gruppo.
«Vegeta, tu ed io andremo con i due cyborg a nord a cercare l’essere con le ali.» continuò Kaioshin.
Vegeta si limitò a fare un cenno di assenso.
«Piccolo, Tenshinhan, Jiaozi, Bu… voi andrete a sud.» disse lo Shin.
«Ohh, andiamo Kaioshin!» esclamò Pan infastidita. «Noi altri dovremo occuparci della vecchia, quindi? Speravo in quello grosso con gli artigli!»
«Questo non è un gioco, ragazza! Qui si parla della sicurezza dell’intero universo!» sbraitò il vecchio contro il Saiyan.
«Certo che è strano.» intervenne Piccolo, evitando che il battibecco continuasse.
«Cosa?» chiese Bu al namecciano.
«Per loro questo potrebbe essere un attacco suicida.» rispose Piccolo. «Sanno che abbiamo già sconfitto uno di loro, e, nonostante ciò, sono venuti qui a combattere apertamente.»
Ci fu qualche secondo di silenzio prima che proprio Kaioshin riprendesse la parola.
«Piccolo ha ragione. Avranno sicuramente un piano.» disse il vecchio Shin. «Fate attenzione.»
Mentre tutti si disponevano secondo i gruppi stabiliti dal vecchio Shin, Vegeta si avvicinò al Goku.
«Kakaroth.» chiamò il Saiyan.
«Cosa c’è?» gli chiese l’altro.
«Il ragazzo…» cominciò a dire Vegeta.
«Intendi Ub?» chiese Goku. «C’è qualcosa che devi dirmi riguardo Ub?»
«Ehi, voi due! Non abbiamo tempo da perdere!» urlò loro Kaioshin il Sommo e a quel punto Vegeta distolse lo sguardo dal rivale.
«Lascia stare.» disse a Goku, allontanandosi. «Buona fortuna con la vecchia e vedete di non morire.»
Una volta che i Guerrieri si furono raggruppati ai lati della piattaforma del Palazzo, partirono verso le loro rispettive destinazioni.
«Ce la faremo?» chiese Ub a Goku mentre lui, il Saiyan, Pan e Crilin si dirigevano verso est.
«Vinceremo questa guerra, Ub. Ne sono sicuro.» lo rassicurò il suo Sensei.
 
 
ANGOLO AUTORE
 
Ciao!
I quattro nemici sono arrivati sulla Terra ed ora i Guerrieri Z dovranno affrontarli. Riusciranno a sconfiggere gli invasori? Oppure saranno i figli di Ghitamir a vincere questa guerra?
Fatemi sapere che ne pensate!
Al prossimo capitolo!
 
Mariusgon

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Capitolo 3
*** M’ra la Devastatrice ***


DRAGON BALL – ARMY OF DARKNESS

 
Capitolo 3: M’ra la Devastatrice

 
 
Venti minuti dopo aver lasciato il Palazzo, il gruppo di Guerrieri composto da Piccolo, Tenshinhan, Jiaozi e Bu arrivò nei pressi di Città del Sud.
I quattro atterrarono sui tetti dei palazzi più alti, osservando la città dall’alto.
«Avete notato qualcosa di strano mentre venivamo qui?» chiese Piccolo agli altri.
«No, niente di niente.» rispose Tenshinhan.
«Io non riesco a percepire nessuna aura particolare, oltre alle nostre.» aggiunse Jiaozi.
Rimasero in silenzio per qualche minuto, cercando di scorgere la benché minima stranezza, prima che Tenshinhan parlasse di nuovo.
«Magari non è qui? Magari quell’essere è volato più a sud? O magari ha cambiato direzione per seminarci?» ipotizzò il guerriero dai tre occhi.
«Non credo. Questi esseri sono malvagi per natura, non penso che perderebbero un’occasione così ghiotta di far del male a degli innocenti.» disse Bu.
«Per non parlare del fatto che quei quattro vogliono farci fuori tutti. Nascondersi da noi non porterebbe a nulla per loro.» convenne Piccolo.
Continuarono ad osservare la città sottostante per i successivi minuti, finché lo stesso namecciano non riprese a parlare.
«Credo dovremo scendere in città ed aspettare che l’essere faccia la prima mossa.» disse Piccolo. «Sarà meglio non farsi notare troppo, così magari, pensando di non essere braccato da nessuno, l’essere si sentirà più al sicuro e commetterà qualche passo falso.»
A Tenshinhan venne da sorridere udendo quelle parole e si passò una mano sul viso per non darlo a vedere agli altri, ma proprio il namecciano se ne accorse.
«Cosa c’è da sorridere?» chiese Piccolo stranito.
«No, niente. È solo che mi ricorda molto quella volta in cui dovemmo cercare il Dottor Gelo e C-19 a piedi perché non percepivamo le loro aure. I bei vecchi tempi, insomma.» spiegò Tenshinhan.
A quella risposta, anche
«Già, hai ragione.» disse Piccolo, sorridendo a sua volta. Dopo qualche secondo, tornò serio e disse: «Va bene, scendiamo.»
Proprio nel momento in cui lui, Tenshinhan e Bu stavano per saltar giù dal parapetto, Jiaozi richiamò la loro attenzione.
«Ragazzi.» disse il piccolo guerriero. «Forse non c’è bisogno di cercare l’essere… è lì.»
Jiaozi indicò la cima di uno dei grattacieli della città e gli altri tre guardarono in quella direzione.
Sulla cima del palazzo c’era l’essere ed intorno ad esso fluttuavano quelle che sembravano essere fasce bianche.
L’essere si voltò in loro direzione e mosse la mano destra a mo’ di saluto. Dopodiché, si voltò a guardare la città sottostante e, con un gesto secco del braccio, sferzò l’aria con una delle fasce che gli fluttuavano attorno.
Quel gesto apparentemente innocente generò invece una poderosa onda d’urto che andò a devastare gran parte del centro abitato in quella parte della città.
I quattro guerrieri percepirono subito almeno un centinaio di vite innocenti spezzarsi a causa di quel gesto e non passò più di un secondo che sia Piccolo che Tenshinhan scattassero verso l’essere.
«Jiaozi, Bu! Aiutate i sopravvissuti!» urlò Piccolo ai due rimasti indietro, per poi continuare la sua volata verso l’essere.
 
Nei tre secondi che Piccolo e Tenshinhan ci misero a raggiungerlo, l’essere sferzò l’aria con le sue fasce altre cinque volte, generando altre cinque onde d’urto che devastarono ancor di più la città.
I due guerrieri, presi dalla rabbia, lanciarono una serie di Ki-Blast contro l’essere che, per tutta risposta, li deviò tutti agilmente utilizzando sempre le sue fasce.
«Prenditela con noi, mostro!» gridò Tenshinhan.
L’essere sorrise a quella provocazione e cominciò a volare a mezz’aria.
«Se proprio insistete, allora me la prenderò con voi!» disse l’essere e parlò con voce femminile.
L’essere per un attimo sparì e poi riapparì alle spalle di Tenshinhan.
«Ciao.» sussurrò l’essere all’orecchio del guerriero, prima che questi si voltasse e cercasse di colpire il nemico con un pugno.
L’essere evitò l’attacco ed avvolse Tenshinhan con le sue fasce. Dopodiché, lo fece roteare fino a lanciarlo verso il basso facendolo schiantare fragorosamente.
L’essere tentò di lanciarsi ancora verso Tenshinhan, per approfittare del vantaggio, ma da prima Piccolo le lanciò contro un Ki-Blast, dopodiché utilizzò le sue abilità di namecciano per allungare entrambe le braccia ed afferrare l’essere per bloccarla.
«Non mi scappi!» esclamò il namecciano, cominciando a caricare Ki nella sua stessa bocca per sparare un raggio mortale alla sua avversaria.
Purtroppo per lui, il namecciano non aveva fatto i conti con le fasce dell’essere.
Infatti, esse cominciarono ad avvolgere sempre di più e sempre più forte il braccio destro di Piccolo. Ad un certo punto, il braccio del namecciano venne strattonato via liberando l’essere del braccio destro.
Dopodiché, le fasce continuarono a tirare il braccio destro di Piccolo, così forte che, dopo interminabili secondi, esso si staccò completamente dal corpo del suo proprietario.
«GHAAA!» gemette il namecciano, ma non mollando la presa col braccio sinistro sull’essere.
Ella, però, gli si avvicinò rapidamente e gli diede un calcio al petto che sbalzò all’indietro Piccolo, fece in modo che il braccio sinistro del namecciano mollasse la presa dall’essere e che mandò lo stesso Piccolo a schiantarsi sulla parete di un palazzo.
 
Il namecciano perse i sensi per pochi secondi, ma quando li ritrovò e riaprì gli occhi, vide che l’essere era a qualche metro sopra la sua testa e si stava preparando a colpire.
L’essere attaccò, ma Piccolo schivò il colpo e cominciò a volare via.
“Ragazzi, se mi sentite, sto attirando via l’essere dalla città per evitare altre vittime!” comunicò telepaticamente il namecciano agli altri tre. Bu, Tenshinhan e Jiaozi non risposero e il namecciano sperò che non fosse successo loro nulla.
L’essere lo inseguì per alcuni minuti finché non lo raggiunse non diede al guerriero un colpo alla schiena che lo costrinse a perdere quota fino a cadere rovinosamente al suolo.
«Direi che qui siamo abbastanza lontani dalla città…» disse l’essere, atterrando a qualche metro da Piccolo su di un isolotto al largo di Città del Sud.
Il guerriero si rialzò a fatica e si tenne l’avambraccio destro sanguinante.
«Chi… chi sei tu? Cosa vuoi da noi?» domandò Piccolo, osservando l’avversaria.
«Vuoi fare conversazione? Proprio ora?» chiese l’altra.
«Sei venuta qui su questo pianeta da meno di un’ora con i tuoi amici ed hai già spezzato centinaia di vite innocenti.» rispose il guerriero. «Una risposta sul chi tu sia e perché agisci in questo modo è legittima averla da parte nostra.»
«Beh, hai ragione.» concordò l’essere. «Il nome di colei che ti sta per uccidere è M’ra[1]. E sono venuta qui con mia sorella e i miei fratelli perché il vostro pianeta avrà l’onore di ospitare il più grande evento della storia dell’universo: la liberazione di mio padre Ghitamir.»
Dopodiché, guardò dritto in faccia Piccolo e aggiunse: «Purtroppo per te, non credo che sarai ancora in vita per assistere al ritorno di mio padre…»
Dopodiché, M’ra lanciò tre delle sue fasce verso il namecciano, il quale però non tentò nemmeno di schivarle.
All’improvviso, un Ki-Blast e due raggi incantati le tre fasce deviandole e rispedendole indietro.
Subito dopo, Tenshinhan, Bu e Jiaozi atterrarono, rispettivamente, alla destra, alla sinistra e alle spalle dell’essere. Piccolo la guardò e sorrise, per poi farsi ricrescere il braccio destro.
«Beh, M’ra…» cominciò a dire il namecciano, massaggiandosi il braccio ricresciuto. «…ti posso assicurare che noi faremo di tutto per evitare che Ghitamir ritorni in questa dimensione, ma nel caso dovessimo farcela, sta pur certa che non sarai in vita per rivedere tuo padre ritornare!»
 
Piccolo si liberò rapidamente del suo copricapo e del suo mantello, li lanciò via e cominciò una conversazione telepatica con i suoi compagni.
“Tenshinhan, come stai?” chiese il namecciano.
“Tutto bene. Avevo perso i sensi, ma Jiaozi e Bu mi hanno recuperato mentre tu conducevi quest’essere lontano dalla città.” rispose il guerriero dai tre occhi.
“Piccolo, hai qualche idea di come eliminarla?” chiese Bu.
“Sembra abbastanza forte fisicamente, ma se riuscissimo a sbarazzarci di quelle maledette fasce, il combattimento corpo a corpo sarebbe fattibile per noi.” constatò Piccolo.
“Forse io so come fare.” intervenne Jiaozi. “Prima, per respingere quelle fasce, io e Bu abbiamo lanciato due incantesimi che hanno danneggiato le fasce!”
Effettivamente, Piccolo aveva notato che le fasce colpite da Bu e Jiaozi sembravano parecchio danneggiate rispetto a prima.
“Forse potremmo, poco alla volta, distruggerle tutte le fasce per poi affrontarla con la forza bruta.” continuò il piccolo guerriero.
“Ottima idea, Jiaozi!” disse il namecciano. “Tu e Bu distruggete le fasce, io e Tenshinhan le attireremo su di noi. Tutto chiaro?”
“Sì!” esclamarono gli altri tre.
“Bene, allora…” cominciò a dire Piccolo nella sua mente.
«…andiamo!» urlò infine a voce, prima che lui e Tenshinhan si lanciassero contro M’ra.
 
Nei successivi cinque minuti, Piccolo e Tenshinhan cercarono in tutti i modi di attaccare frontalmente la loro avversaria, ma ogni volta erano costretti a fare dietrofront e tentare un altro assalto.
Quello di cui M’ra non si rendeva conto era che, quando Piccolo e Tenshinhan deviavano dalle sue fasce, lo facevano principalmente per attirare la sua attenzione. Infatti, quando ella non guardava, Jiaozi e Bu incenerivano le sue fasce con i loro incantesimi.
Alla fine, quando anche l’ultima fascia dell’essere venne distrutta, ella se ne accorse e cominciò ad inveire verso Bu e Jiaozi.
«Cosa avete fatto?! Come avete osato?!» sbraitò M’ra, toccandosi le ultime fasce che aveva che le coprivano il viso.
Dopodiché, cominciò a correre proprio verso il piccolo guerriero con l’intenzione di staccargli braccia e gambe, ma sulla sua strada si parò Tenshinhan.
Il guerriero dai tre occhi non riuscì a contrastare la furia di M’ra e venne subito sbalzato via, ma a lui si sostituì immediatamente Piccolo che riuscì a bloccare l’avanzata dell’essere.
“Tenshinhan! La tecnica che hai messo a punto negli ultimi mesi! La metterà fuori gioco!” disse mentalmente il namecciano.
Il guerriero dai tre occhi lo guardò e subito capì. Fece un cenno di assenso e volò in cielo. Dopodiché, si fece crescere due braccia in più ed invocò un incantesimo che gli aveva insegnato Kaioshin il sommo.
L’incantesimo gli fece crescere altre quattro braccia. Subito dopo, Tenshinhan posizionò tutte le otto braccia davanti al suo viso, creando quattro triangoli con le sue otto mani. A quel punto, cominciò ad incanalare tutto il Ki che poteva.
Nel mentre, Piccolo e Bu stavano affrontando M’ra e in qualche modo la stavano tenendo a freno.
Ad un certo punto, però, l’essere si liberò del namecciano con un pugno in pieno viso e poi si fiondò sul Majin.
La pelle di Bu assorbì il calcio che M’ra tentò di assestargli, ma ella non si scompose e prese la testa del Majin con entrambe le mani. Dopodiché, spappolò la testa di Bu e fece appezzi il suo corpo di melma rosa spargendo i resti ovunque.
Piccolo ancora una volta tentò di rifarsi sotto, ma l’essere lo respinse con una testata e lo mandò a terra.
«Credo che sia tanto stupida da non essermene accorta?» disse M’ra al namecciano, per poi voltarsi verso Tenshinhan. «Mi avete fregata una volta, ma non accadrà di nuovo. Vengo a prenderti tre occhi!»
M’ra fece per saltare verso Tenshinhan, ma all’ultimo secondo, Jiaozi la colpì in pieno con i suoi poteri telecinetici e la bloccò lì sul posto.
«Lascia stare il mio amico!» esclamò Jiaozi, tenendola ferma con i suoi poteri.
«Lasciami andare, microbo! Arriverà presto anche il tuo turno!» esclamò M’ra. L’essere ci mise a malapena tre secondi a liberarsi della presa telecinetica di Jiaozi, ma quei tre secondi guadagniati dal piccolo guerriero significarono la sua sconfitta.
Infatti, Tenshinhan completò la fase di accumulo del Ki e, appena M’ra si fu liberata, la puntò ed urlo: «Iper-Shinkikoho!»
 
Il raggio energetico colpì in pieno M’ra che non ebbe nemmeno il tempo di capire cosa l’avesse colpita.
Ella, contro le previsioni di Piccolo, sopravvisse al colpo di Tenshinhan, ma le ferite che riportò si sarebbero rivelate fatali in pochi minuti.
Mentre Bu rimetteva insieme il suo corpo con l’aiuto di Jiaozi e Tenshinhan, Piccolo si avvicinò alla morente M’ra: l’Iper-Shinkikoho le aveva distrutto il braccio sinistro e gran parte del busto, oltre ad aver disintegrato le fasce che le coprivano il volto.
«Ti avevo detto che non saresti sopravvissuta a questa battaglia.» le disse Piccolo. «Ma non temere, metterò fine alle tue sofferenze.»
Il namecciano aprì la mano destra e la indirizzò verso l’essere. Prima che potesse darle il colpo di grazia, però, il namecciano percepì una strana aura provenire da est. Egli si voltò e notò che il cielo aveva qualcosa di strano in quella direzione.
«Hehehe… è fatta!» disse all’improvviso M’ra.
Piccolo si voltò a guardarla preoccupato.
«Cosa è fatta?» chiese. Notando che ella non rispondeva, insistette rabbiosamente: «Rispondimi!»
«Lo vedrai…» si limitò a dire M’ra.
La risposta non piacque al namecciano che, preso da uno scatto d’ira, sprigionò un raggio energetico dalla sua mano destra che polverizzò l’essere.
Dopodiché, egli si voltò verso i suoi compagni.
«State tutti bene?» chiese loro. Tenshinhan e Jiaozi risposero con un cenno di assenso.
«Sì…» rispose Bu, per poi chiedere. «…è morta?»
Piccolo annuì e poi si voltò verso est.
«Che sta succedendo laggiù?» domandò il piccolo Jiaozi, guardando anch’egli verso est.
«Non lo so.» rispose Piccolo, per poi cominciare a volare proprio verso est seguito dagli altri tre guerrieri.
 
 
 
 
ANGOLO AUTORE
 
Ciao!
Vi è piaciuto questo primo capitolo di combattimenti? Ce ne saranno altri tre in cui i protagonisti saranno gli altri tre gruppi di guerrieri. Piccolo, Tenshinhan, Jiaozi e Bu hanno vinto, ma gli altri come se la saranno cavata?
Fatemi sapere che ne pensate con una recensione, anche di poche parole!
Al prossimo capitolo!
 
Mariusgon
 
[1] Si legge Miira, ed è una storpiatura della parola giapponese (Mīra) che dovrebbe significare “Mummia”.

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Capitolo 4
*** Jinrho il Divoratore ***


DRAGON BALL – ARMY OF DARKNESS

 
Capitolo 4: Jinrho il Divoratore

 
 
Dopo aver lasciato il Palazzo, il gruppo di Gohan si diresse verso ovest alla ricerca del grosso essere dotato di artigli a cui il vecchio Shin aveva detto loro di dare la caccia.
Dopo pochi minuti di volo, lo trovarono. Egli era sospeso a parecchi metri di altezza sui tetti di Città dell’Ovest.
In un primo momento, sembrò che stesse per scendere proprio verso la città, ma vedendo Gohan, Yamcha, Goten, Kibithoshin e Trunks arrivare, rimase fermo ad aspettarli.
I quattro lo raggiunsero e lo circondarono completamente.
«Salve a voi.» li salutò l’essere. «Mi chiamo Jinrho[1], piacere di fare la vostra conoscenza.»
Udendo la sua voce e guardandolo bene da vicino, a Gohan non sembrò molto diverso da un uomo-lupo, solo molto più mostruoso e spaventoso.
«Ci stavi aspettando, Jinrho?» domandò Trunks.
«Sì, giovane.» annuì l’essere. «Mi è venuta una certa fame durante il viaggio con le mie sorelle e mio fratello verso questo pianeta e mi era venuto in mente di scendere nella prima città che trovavo, ma pare che anche mio fratello ed una delle mie sorelle abbiano avuto un’idea del genere…»
Dopodiché, si voltò prima verso nord e poi verso sud,
“Piccolo… Vegeta… ragazzi…” pensò Gohan, sperando che i due gruppi di guerrieri stessero bene.
Goten e Trunks subito scesero di quota ed andarono a posizionarsi sotto l’essere, in modo da chiudergli la strada verso Città dell’Ovest.
«Oh, non preoccupatevi: non ho la minima intenzione di imitare le gesta di quei due, ho deciso che mi farò passare la fame divorando voi cinque.» li rassicurò Jinrho, sfoderando gli artigli e leccandosi le labbra.
«Trunks, Goten.» disse Gohan e i due giovani Saiyan annuirono. Immediatamente, i due si fusero dando vita a Gotenks.
«Ohhh… la danza Metamor!» disse l’essere, osservando meravigliato Gotenks.
«Come fai a conoscere la Fusion?» domandò proprio il guerriero fuso.
«Ho avuto a che fare con altri esseri nell’universo che la conoscevano negli ultimi migliaia di anni…» raccontò Jinrho. «…ma voi sembrate molto più succulenti!»
Dopodiché, egli spalancò la bocca che si aprì, non solo verso l’alto e verso il basso, ma anche verso i lati, mostrando centinaia di denti aguzzi ed affilati come lame.
Jinrho scattò verso Gotenks che, preso alla sprovvista, alzo il braccio destro per bloccare l’avanzata dell’avversario. Quest’ultimo, però, con un colpo secco delle sue mani artigliate, spostò il braccio del guerriero e si avventò sul suo collo.
La bocca deformata dell’essere si chiuse sull’incavo tra la spalla destra di Gotenks ed il suo collo ed il guerriero fuso urlò dal dolore.
Il morso di Jinrho durò pochi istanti, poiché, dapprima Yamcha con un Ki-Blast, seguito poi da un colpo telecinetico di Kibithoshin e da un calcio ben assestato di Gohan, sbalzarono via l’essere.
Questi, piuttosto che contrattaccare, cominciò a volare verso est allontanandosi dai suoi avversari.
 
«Ma dove cavolo va?» chiese Yamcha, osservando il nemico allontanarsi sempre di più.
«Non lo so…» disse Gohan, per poi voltarsi verso Gotenks. Quest’ultimo aveva profonde ferite al collo a causa del morso di Jinrho e perdeva molto sangue, ma Kibithoshin gli si era già avvicinato.
«Stringi i denti, brucerà un po’.» disse lo Shin, mettendo una mano sulle ferite del guerriero. Ci fu un piccolo lampo di luce e dopodiché le ferite di Gotenks sparirono.
«Ti senti bene?» chiese Gohan al guerriero fuso.
«Quel bastardo mi ha aperto metà del collo…» commentò Gotenks, per poi ripulirsi il collo dal sangue e dire: «…voglio spaccargli quel muso da cane che ha con le mie stesse mani!»
 
Dopo alcuni secondi, i quattro guerrieri cominciarono ad inseguire l’essere, il quale continuò a scappare per parecchi minuti evitando parecchie volte anche i numerosi attacchi energetici che i guerrieri gli lanciavano dietro.
Ad un certo punto, Kibithoshin prese per un braccio Gohan ed insieme a lui si teletrasportò proprio davanti a Jinrho. Questi, preso alla sprovvista, cambiò direzione e continuò a scappare, ma non fu abbastanza veloce.
Kibithoshin, infatti, alzò un braccio e gli lanciò contro un attacco telecinetico che prese in pieno l’essere e lo bloccò.
Ben presto, Gohan gli fu addosso e gli assestò una gran quantità di possenti pugni. Al Saiyan si unirono anche Yancha e Gotenks, con quest’ultimo che concluse l’assalto scaraventando di forza Jinrho al suolo.
I quattro atterrarono proprio davanti al cratere che l’impatto tra l’essere ed il suolo aveva creato ed attesero che il nemico ne uscisse fuori.
«È inutile scappare, Jinrho.» disse Gohan, mentre l’essere si alzava a fatica. «Se collabori con noi e ci dici cosa tu e i tuoi fratelli e le tue sorelle avete intenzione di fare non ti uccideremo.»
«Hai ragione, ragazzo.» disse Jinrho saltando fuori dal cratere. «Oramai è inutile continuare a scappare, mi serviva prendere un po’ di tempo e ci sono riuscito. Ora, morirete tutti.»
«Prendere tempo?» domandò Yamcha confuso, ma sia Gohan che Kibithoshin capirono subito a cosa l’essere si riferisse.
Gotenks cadde a terra in ginocchio e cominciò a tenersi la testa ed a lamentarsi, ma dopo pochi secondi e smise e si rimise in piedi.
«Gotenks…?» chiamò Gohan cauto, facendo un passo verso il guerriero fuso.
Questi alzò lo sguardo verso il Saiyan e Gohan vide accadere una cosa che lo sconvolse parecchio: in un momento Gotenks lo guardava con sguardo perso nel vuoto, subito dopo la faccia del guerriero fuso esplose completamente in mille pezzi e rivelando un’altra testa, simile a quella di Jinrho, la quale prese ad ululare continuamente.
Il Saiyan non ebbe nemmeno il tempo di cercare di capire cosa fosse successo, che Gotenks, o ciò che prima era Gotenks, gli saltò addosso.
I due presero a duellare, mentre l’essere si avvicinò pericolosamente a Yamcha ed a Kibithoshin.
«Bene, signori, chi di voi due vuole essere divorato per primo?» chiese Jinrho all’umano ed allo Shin.
 
«Shin!» sussurrò Yamcha allo Shin. «Ti viene in mente qualche brillante incantesimo per fare fuori questo tizio?»
«Forse uno c’è.» rispose l’altro. «E, credo che facendo fuori quest’essere, potremmo salvare che Gotenks.»
«Ma scommetto che ti servirà un po’ di tempo per evocarlo, vero?» chiese Yamcha, già sapendo la risposta.
«Sì…» annuì Kibithoshin.
«Oh, fantastico. È un classico.» commentò l’umano, piazzandosi tra lo Shin e l’essere.
«Ce la farai a tenerlo occupato?» gli chiese Kibithoshin, cominciando ad evocare l’incantesimo.
«Ovviamente.» rispose Yamcha sorridendo. Dopodiché, fece alcuni passi avanti e cominciò a parlare con Jinrho.
«Ehi, bestione!» disse l’umano. «Te l’ho già detto che quando ero più giovane mi chiamavano Lupo del Deserto?»
«Non m’interessa.» rispose secco l’essere.
«Ma come, non hai capito? Lupo del Deserto! Ed ora sto per combattere contro una specie di lupo mannaro, che coincidenza simpatica non trovi?» continuò Yamcha, con l’unico scopo di far innervosire il suo avversario.
«Fa silenzio!» esclamò Jinrho, subito prima di scattare verso l’umano per assalirlo.
Ma Yamcha fu più veloce: si portò le mani ai fianchi della testa, chiuse gli occhi ed urlò: «Colpo del sole!»
Jinrho venne preso alla sprovvista ed il colpo a sorpresa di Yamcha riuscì ad accecarlo. Subito dopo, l’umano concentrò tutto il suo Ki nella mano sinistra.
«Sokidan!» urlò e generò un’enorme sfera energetica. La controllò con il Ki e la scaraventò sull’essere che venne ripetutamente colpito da essa finché Yamcha non gliela fece esplodere in faccia.
L’umano non diede tregua all’essere e scatto in avanti urlando: «Rogafufuken!»
Assestò una raffica inumana di calci e pugni al suo avversario, per poi volare verso l’alto e fermarsi a qualche metro sopra l’essere.
«Kamehameha!» urlò, dopo aver radunato tutte le forze che gli erano rimaste.
Jinrho venne colpito in pieno e venne ancora una volta scaraventato all’interno di un cratere.
Yamcha si voltò rapido verso lo Shin, per vedere se aveva terminato di evocare l’incantesimo.
Kibithoshin gli fece un cenno di diniego per far capire all’umano che non aveva ancora completato l’incantesimo ma subito l’espressione dello Shin divenne di terrore.
Yamacha in un primo momento non capì cosa stesse succedendo, poi si voltò e vide a pochi centimetri dalla sua faccia il viso mostruoso di Jinrho.
L’essere lo trapassò da parte a parte all’altezza dello stomaco con i suoi lunghi ed affilati artigli.
«GHAAA!» soffrì l’umano, cercando di divincolarsi ma senza riuscirci.
«Ti finirò dopo.» disse l’essere. «Penserò prima al tuo amico.»
Dopodiché, staccò i suoi artigli dal Yamcha e lo lasciò cadere nel vuoto.
 
Nel mentre, Gohan continuava a tenere a bada Gotenks, il quale sembrava sempre di più una bestia selvatica instancabile e vogliosa di sangue.
Appena il Saiyan vide Yamcha venir trafitto e cadere nel vuoto, però, capì che non c’era più tempo da perdere.
«Gotenks, Gotenks! Ascoltami!» urlò Gohan, aggrappando Gotenks da dietro per tenerlo fermo. «Prima sei stato aggredito, ti ricordi?! Un essere ti stava divorando il collo, te ne ricordi?!»
Dopodiché, costrinse Gotenks a voltarsi proprio verso Jinrho che nel frattempo si stava avvicinando a Kibithoshin.
«È lui l’essere…» sussurrò Gohan all’orecchio del guerriero. «…vai e vendicati.»
Gohan lo lasciò andare e, neanche mezzo secondo dopo, Gotenks si lanciò verso l’essere.
«Ma cosa…?» sussurrò Jinrho, non capendo perché Gotenks stesse attaccando lui.
In un primo momento l’essere andò in difficoltà, ma poi riuscì a ribaltare la situazione atterrando Gotenks con un possente pugno.
Purtroppo per Jinrho, a Gotenks si sostituì subito Gohan, il quale gli diede ben più filo da torcere di qualsiasi altro guerriero che avesse mai affrontato.
Il combattimento sembrò volgere definitivamente in favore di Gohan, quando, però, Jinrho utilizzò barbaramente il corpo privo di sensi dello stesso Gotenks come arma.
Gohan non si aspettò minimamente quel risvolto e non riuscì a vedere arrivare neanche gli artigli dell’essere che lo trafissero prima alla gamba sinistra, poi alla destra, costringendolo a cadere in ginocchio.
Dopodiché, Jinrho utilizzò Gotenks per colpire il Saiyan e mandarlo a terra disteso.
L’essere si avvicinò al Saiyan, lo strattonò costringendolo a rialzarsi e lo guardò dritto negli occhi.
«Avrei voluto divorarti per ultimo perché eri il più potente…» disse Jinrho. «…ma credo sia meglio se lo faccio ade-»
L’essere non riuscì a completare la frase che uno strano oggetto luminoso a forma di proiettile lo colpì in piena fronte e gli trapassò la testa.
«GHAAAAA!» urlò di dolore l’essere, prima di prendere fuoco completamente per poi sbriciolarsi completamente.
 
«Ma cosa…?» si chiese Gohan, guardando le ceneri dell’essere.
«L’incantesimo, ragazzo.» disse Kibithoshin, avvicinandoglisi. «Ha funzionato.»
Lo Shin utilizzò i suoi poteri curativi e rigenerò le ferite alle gambe al Saiyan. Dopodiché, corse da Gotenks.
«Oh, bene! Pare che Gotenks sia tornato normale!» esclamò, chinandosi sul guerriero fuso il quale, dopo che lo Shin lo ebbe curato dalle ferite, si sciolse.
«Cavoli, Goten…» disse Trunks, rimettendosi in piedi. «È già la seconda volta che ci facciamo fregare così…»
«Già… prima quel Melanzo… ora questa specie di uomo lupo…» ammise mortificato Goten. «Credo che dovremo giocarcela più di strategia la prossima volta.»
Infine, Kibithoshin curò anche Yamcha, il quale si risvegliò di soprassalto e guardò intorno confuso ed un po’ intimorito.
«Cos’è… cos’è successo?» chiese l’umano.
«Abbiamo vinto.» rispose semplicemente lo Shin.
«Oh, beh… ottimo!» disse Yamcha, per poi lasciarsi cadere a terra. «Prendiamo cinque minuti di pausa, ce li siamo meritati ragazzi!»
Kibithoshin si voltò verso Gohan il quale annuì concordando sull’idea di riprendere un po’ di fiato.
Purtroppo per i cinque guerrieri, la pausa durò meno di un minuto.
«Ma cosa…?!» esclamò all’improvviso Goten, guardandosi intorno.
«Quest’aura…» sussurrò Yamcha, spaventato.
«Proviene da est!» esclamò Trunks.
«Est… a est ci sono…!» cominciò a dire Kibithoshin, ma venne interrotto da Gohan.
«Papà… Pan!» esclamò il Saiyan, spiccando il volo e dirigendosi proprio in direzione dell’aura oscura appena apparsa.
 
 
ANGOLO AUTORE
 
Ciao!
Ed anche il secondo gruppo di guerrieri è andato! Loro si sono menati con una specie di lupo mannaro… e i prossimi due contro chi se la vedranno secondo voi?
Fatemi sapere che ne pensate!
Al prossimo capitolo!
 
Mariusgon
 
P.S.
Spero di aver reso abbastanza giustizia a Yamcha. Dopo averlo fatto cadere subito nelle mani di Melanzo la volta scorsa, era giusto dargli un po’ di dignità qui.
 

[1] Storpiatura di Jinrō che significa lupo mannaro in giapponese.

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Capitolo 5
*** Kyukets il Succhia Anime ***


DRAGON BALL – ARMY OF DARKNESS

 
Capitolo 5: Kyukets il Succhia Anime

 
 
Vegeta, C-17, C-18 e Kaioshin il Sommo, quest’ultimo aggrappato alle spalle del Saiyan, volarono insieme verso nord dopo essersi separati dagli altri tre gruppi di guerrieri.
Dopo alcuni minuti di viaggio, i quattro giunsero ad una catena montuosa nei pressi di Città del Nord.
«Voi due, avvicinatevi!» esclamò il vecchio Shin ai due cyborg. Poi si rivolse al Saiyan: «Vegeta, abbassa il tuoi Ki subito.»
«Che succede, vecchio? Perché dovrei abbassare il mio Ki?» domandò Vegeta, mentre C-17 e C-18 si furono affiancati ai due.
«Guarda laggiù.» rispose lo Shin, indicando una rupe non molto distante.
Dietro un masso, i quattro intravidero un’ombra svanire dietro di esso, dopodiché riuscirono a scorgere dietro la roccia uno dei quattro esseri, quello dotato di ali, che pochi minuti prima avevano attaccato il Palazzo. L’essere sembrava li stesse guardando arrivare.
«Ci sta aspettando… vuole tenderci una trappola.» disse il vecchio Shin. Dopodiché, recitò una strana formula magica ed immediatamente i quattro vennero avvolti da una strana sfera grigiastra.
«Cosa hai fatto?» chiese C-17.
«Ci ho reso invisibili.» rispose Kaioshin. «Guardate, non riesce a vederci.»
I tre si rivoltarono verso il nascondiglio dell’essere ed effettivamente egli ora si stava guardando intorno confuso.
Dopo alcuni secondi, atterrarono dietro alcuni alberi e sia Vegeta che lo Shin azzerarono i loro Ki.
«Beh, qual è il piano? Avvicinarci da invisibili e colpirlo quando meno se l’aspetta?» domandò C-18
«L’incantesimo svanisce appena c’è un movimento troppo brusco.» precisò Kaioshin. «Prima di riuscire a lanciare i nostri attacchi, ritorneremmo visibili e lui riuscirebbe a fermare il nostro assalto o ad evitarlo.»
«Beh, tanto meglio.» disse Vegeta. «Questi mezzucci da codardi non mi vanno proprio a genio! Lo sistemerò io alla vecchia maniera!»
«Tieni a freno il tuo spirito guerriero, Saiyan!» esclamò lo Shin. «Non sappiamo che tipo di abilità possegga quell’essere… ma è poco probabile che uno scontro fisico uno contro uno sortisca qualche risultato positivo, e non ha senso rischiare.»
Il Saiyan guardò lo Shin infastidito, ma si limitò ad incrociare le braccia ed appoggiarsi ad un albero.
Passarono alcuni secondi in silenzio, finché ai due cyborg non venne l’illuminazione.
«Però, se lui percepisce il Ki…» cominciò a dire C-17.
«…riuscirà a percepire voi due, ma io e C-17 potremmo passare inosservati.» concluse C-18.
«Sì, voi potreste essere una buona arma da utilizzare al momento giusto…» annuì lo Shin, per poi voltarsi vero Vegeta. «…tu non credi?»
«Tsk! Va bene, facciamo a modo vostro!» esclamò il Saiyan spazientito.
 
Pochi minuti dopo, Vegeta e Kaioshin presero il volo, allontanandosi dal nascondiglio dietro l’albero e tornando visibili.
L’essere si accorse dei due e cercò di nascondersi meglio dietro il masso, ma il Saiyan alzò un braccio verso il suo nascondiglio e lanciò un Ki-Blast che fece esplodere il masso.
«Guarda che ti abbiamo visto, essere immondo.» disse lo Shin.
«Esci allo scoperto e vediamo di concludere questa faccenda il prima possibile.» aggiunse Vegeta, atterrando insieme a Kaioshin su di una parete rocciosa.
Passarono alcuni secondi, prima che l’essere dotato di ali uscisse allo scoperto e atterrasse proprio davanti al Saiyan ed allo Shin.
«Avete ragione.» disse l’essere. «Sarà più divertente affrontarvi apertamente.»
«Chi sei tu?» domandò il vecchio Shin. «Perché tu ed i tuoi amici state attaccando questo pianeta?»
«Oh, mi aspettavo che voi Shin foste un po’ più informati su di noi e sulle nostre motivazioni.» rispose l’essere alato. «Considerando che ci avete dato la caccia negli ultimi mesi.»
«E voi invece dovreste sapere che attaccare questo pianeta è un suicidio.» ribatté Vegeta. «Farete la fine del vostro amico.»
«Devo ammettere che mi ha sorpreso molto sapere che Boogie fosse morto qui…» ammise l’essere. «Ma a differenza sua, noi non ci faremo annientare da degli essere inferiori come voi!»
«Quindi si chiamava Boogie il tizio che ha posseduto quel poveraccio di Melanzo? E tu come ti chiami?» chiese lo Shin.
«Se proprio t’interessa saperlo, il mio nome è Kyukets[1].» rispose l’essere.
«Che nome imbecille.» commentò Vegeta, per poi aggiungere: «Ragazzi, facciamola finita.»
Dal nulla, con grande sorpresa dell’essere, C-17 e C-18 apparvero ai suoi lati e gli lanciarono un attacco combinato di Ki-Blast.
Vegeta si trasformò subito in Super Saiyan e si aggiunse all’attacco energetico combinato.
L’essere venne spinto via dal raggio combinato, molto lontano dal gruppo di guerrieri, ma riuscì a deviarlo verso l’alto.
«Voi tre tenetelo occupato, io preparo un incantesimo per fare fuori quest’essere.» disse immediatamente il vecchio Shin al Saiyan ed ai due cyborg. «Non fatevi uccidere!»
I tre annuirono e si lanciarono verso Kyukets, pronti ad ingaggiar battaglia.
 
Lo scontro si svolse a mezz’aria e durò alcuni minuti. I tre guerrieri tennero in scacco il loro avversario per quasi tutta la durata dello scontro.
Ogni volta che Kyukets riusciva a respingere uno di loro tre, gli altri due lo tenevano occupato finché l’altro non recuperava le forze e ritornava all’attacco.
Ad un certo punto, però, l’essere lanciò due Ki-Blast verso i due cyborg che vennero spinti via dalla battaglia. A quel punto Vegeta andò al secondo livello e lanciò un potente raggio energetico verso Kyukets. Quest’ultimo, prendendo alla sprovvista il Saiyan, spalancò la bocca ed inghiottì del tutto il raggio energetico.
«Ma cosa…?!» sussurrò Vegeta, per poi osservare l’essere sputare il suo stesso raggio energetico in direzione dei due cyborg.
C-18 venne colpita in pieno e precipitò al suolo priva di sensi.
«C-18!» esclamò C-17, per poi scattare verso Kyukets urlando: «La pagherai!»
Al cyborg si unì subito anche Vegeta, ma i loro assalti non ebbero successo.
C-17 venne facilmente respinto con una ginocchiata, mentre invece Vegeta venne bloccato alle braccia dall’essere.
«La tua anima è vitale, guerriero.» disse Kyukets. «Credo che ne prenderò un po’!»
Dopodiché, l’essere spalancò ancora una volta la sua bocca e cominciò a risucchiare.
Vegeta percepì subito le forze abbandonarlo e vide le fiamme dorate della sua trasformazione svanire.
Proprio quando percepì le ultime forze venir risucchiate via, C-17 colpì l’essere alla testa e lo costrinse a liberare Vegeta dalla sua stretta.
Il Saiyan cadde in ginocchio, mentre C-17 riprese a duellare con Kyukets.
“Dannazione, non riesco più a trasformarmi!” pensò Vegeta, tentando di trasformarsi. “Mi ha risucchiato tutte le energie!”
Ma proprio in quel momento, qualcuno lo chiamò alle sue spalle.
«Vegeta, colpiscilo al cuore!» disse Kaioshin il Sommo, lanciando al Saiyan una specie di paletto di legno.
Vegeta lo prese al volo e si rimise in piedi. C-17 lo vide e si portò alle spalle dell’essere, aggrappandolo da dietro e tenendolo fermo.
«Vai, uccidilo!» urlò il cyborg al Saiyan.
Quest’ultimo non se lo fece ripetere due volte e si lanciò su Kyukets per poi affondare il paletto nel suo petto all’altezza del suo cuore.
«GHAAAAAAAAA!» urlò l’essere.
Per un momento non sembrò succedere nulla e i tre rimasero fermi in quella posizione, ma dopo alcuni secondi Kyukets prese fuoco e poi esplose in mille pezzi generando una forte onda d’urto.
Vegeta venne sbalzato via e, dopo aver urtato il terreno, svenne.
 
Si risvegliò alcuni minuti dopo, con il faccione raggrinzito del vecchio Kaioshin che lo guardava dall’alto.
«Abbiamo vinto?» chiese, alzando la testa e guardandosi intorno. Vide che lì vicino a lui c’erano anche C-17 e C-18 che sembrava stessero riprendendo le forze.
«Sì, quell’essere è morto.» rispose il vecchio Shin, per poi aggiungere: «Ho utilizzato un incantesimo curativo su voi tre. Non vi restituirà tutte le vostre energie, ma dovrebbe curare tutte le vostre ferite.»
Passarono alcuni minuti in silenzio, quando all’improvviso percepirono una potente ed oscura aura a migliaia di chilometri da lì.
«Cosa… cos’è?» domandò C-18, impaurita.
«È a est… proviene da est…» fece notare Kaioshin.
«Che gruppo è andato ad est?» chiese C-17 agli altri.
«Kakaroth!» esclamò Vegeta, cominciando a volare immediatamente verso oriente.
 
 
ANGOLO AUTORE
 
Ciao!
Ed anche il terzo gruppo è andato, così come il vampiro.
Ora manca solo il gruppo di Goku, Ub, Pan e Crilin! Credo oramai si sia capito contro chi si scontreranno questi ultimi e quale tipologia di “mostro” dei film dell’orrore rappresenterà.
Spero comunque che questo capitolo vi sia piaciuto e vi chiederei di lasciare una recensione, giusto per capire cosa ne pensate.
Al prossimo capitolo!
 
Mariusgon
 

[1] Storpiatura della parola Kyūketsuki, che significa vampiro.

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Capitolo 6
*** Emilisyr la Strega ***


DRAGON BALL – ARMY OF DARKNESS

 
Capitolo 6: Emilisyr la Strega
 
 
Crilin, Goku, Pan ed Ub sorvolarono interamente il pianeta fino a giungere in una valle a sud dei Monti Paoz.
I quattro atterrarono proprio in quella valle, attirati lì da una particolare aura oscura che avevano percepito arrivare in quel luogo diversi minuti primi.
Quando giunsero ed atterrarono nella valle, notarono un grosso marchio inciso al suolo che si distendeva per metri e metri.
Al centro del marchio, una donna incappucciata se ne stava in piedi e sorrise quando i quattro guerrieri spuntarono nel cielo ed atterrarono difronte a lei.
«Benvenuti, cari.» disse loro la donna. «Emilisyr vi dà il benvenuto.»
«Oh, salve a lei.» ricambiò il saluto Goku sorridendo, mentre Ub, Crilin e Pan rimasero sull’attenti e seri.
I quattro osservarono la donna per alcuni secondi ed ella si limitò a fare altrettanto. Alla fine, fu proprio il Saiyan a rompere il silenzio.
«Tu e i tuoi amici ci avete attaccati poco fa.» disse Goku, tornando serio.
«Hai detto bene.» disse la donna.
«Perché l’avete fatto? Cosa volete?» domandò il Saiyan.
«Oh, non siate sciocchi.» rispose Emilisyr, facendo una risatina. «Gli Shin ci hanno dato la caccia negli ultimi mesi e sappiamo perfettamente che siete riusciti ad uccidere Boogie, nostro fratello.»
A quella frase, Pan, Crilin ed Ub si fecero più tesi, invece Goku rimase impassibile.
«Quindi, gli Shin hanno ragione? Volete riportare in questa dimensione Ghitamir?» domandò il Saiyan.
«Gli Shin vi hanno detto correttamente.» rispose la donna. «Il nostro desiderio è proprio quello di liberare nostro padre dalla sua prigionia.»
«Non c’è modo di farvi cambiare idea?» chiese Goku, suscitando confusione e curiosità in Emilisyr.
«Cambiare idea?» chiese la donna.
«Vostro padre devasterebbe questa dimensione, una volta liberato dalla sua prigionia.» disse Goku, per poi chiedere: «È veramente ciò che vuoi?»
«Ohhh, figliolo… se stai cercando di farmi desistere nel portare avanti la mia missione puoi risparmiarti la fatica di provarci.» rise ancora la donna. «Non mi fermerò proprio ora che sono vicino al mio obiettivo.»
A quel punto, la pazienza di Crilin terminò. Il guerriero si mise in posizione e cominciò a caricare il proprio Ki.
«Qualsiasi esso sia, ti fermeremo, stanne certa!» affermò Crilin.
«Ah beh, devo darvi atto di aver ritardato i miei piani, effettivamente.» ammise Emilisyr. «Sette mesi fa avevo mandato uno dei miei fratelli a raccoglie anime per raccogliere abbastanza anime su questo pianeta per aprire un portale e far finalmente tornare mio padre in questa dimensione, ma proprio voi l’avete fermato.»
«Sei stata tu a mandare Melanzo e l’essere contro di noi?» chiese Pan.
«Diciamo che io ho inserito mio fratello nel corpo di quell’uomo e quest’ultimo ha fatto un po’ come gli pareva.» rispose Emilisyr. «Per un po’ ho pensato che ce la potesse fare contro di voi, ma poi qualcuno l’ha fermato…»
«Beh, ma se vi avessero servito anime, non avreste potuto raccoglierle su un altro pianeta?» chiese Ub.
«Le anime vanno raccolte tutte insieme e in gran numero per poter invocare l’incantesimo.» spiegò la donna. «Solo un mago ci è riuscito, milioni di anni fa, e oggi giorno io e i miei fratelli non potremmo farlo abbastanza rapidamente senza che qualcuno, o gli Shin o proprio voi Guerrieri di quest’universo, intervenga e ci fermi.»
«E allora perché siete qui?» chiese Crilin.
«Milioni di anni fa, il mago che riuscì ad aprire il varco tra questa dimensione e quella di nostro padre, catturò due dei miei fratelli. Uno di questi venne ucciso, ma l’altro…» la donna spostò lo sguardo verso Ub e sorrise. «…l’altro è stato trasformato in un essere possente, le cui abilità sono aumentate con il tempo e pare che oggigiorno egli sia capace di aprire varchi tra le dimensioni…»
«Tsk, siete qui per catturarmi ed usarmi per liberare Ghitamir?» intuì Ub, stringendo i pugni.
«Già, figliolo.» rispose sorridendo Emilisyr. «Sarebbe saggio da parte tua non fare tante storie e consegnarti a me.»
A quel punto, sia Pan che Crilin si pararono tra la donna ed Ub.
«Dovrai passare sui nostri cadaveri, prima di arrivare ad Ub!» esclamò Crilin.
«Ma tu pensa, piccolo umano senza naso, era esattamente questo che aveva intenzione di fare.» disse la donna.
A quel punto, Goku si teletrasportò alle spalle di Emilisyr, cercando di colpirla con un colpo secco alla testa per metterla subito fuori combattimento.
La donna schivò il colpo, dopodiché disse una strana parola che il Saiyan non comprese e poi schioccò le dita e toccò con le stesse l’enorme marchio a terra.
Questo s’illuminò accecando i quattro guerrieri per alcuni secondi. Dopodiché, quando la luce accecante del marchio sparì ed il Saiyan riuscì a vedere di nuovo, Goku si ritrovò altrove.
 
Il cielo era diventato rossastro sulla testa del Saiyan e l’erba intorno a lui divenne scura come la pece.
«Cos’è successo?! Dove mi trovo?!» chiese Goku ad Emilisyr, che aveva cominciato a fluttuare a qualche metro da lui.
«In una dimensione dove non potrai darmi fastidio, capelli a palma.» rispose la donna per poi, con un gesto della mano, aprire una specie di portale. Lo attraversò.
«Ehi, dove vai?! Riportami indietro!» chiamò Goku, tentando di raggiungerla.
«Non preoccuparti, non ti lascerò da solo.» rispose la donna, dall’altra parte del portale mentre questo si richiudeva. «Ci saranno loro tre a farti compagnia.»
Goku non fece in tempo ed il portale si richiuse prima che riuscisse ad oltrepassarlo.
«Loro?» si chiese il Saiyan. «Loro chi?»
La risposta alla sua domanda la trovò una volta che si fu voltato.
A non molti metri di distanza, tre demoni alati con le corna e le zanne affilate lo guardavano con sguardo truce. Uno aveva la pelle color viola scuro, un altro verde acqua e un altro ancora giallognola.
«Ah… loro.» disse Goku, prima che tutti e tre gli saltassero addosso.
I tre demoni tentarono di atterrarlo, ma il Saiyan riuscì abilmente a respingerli tutti con un’esplosione di Ki.
I tre, però, non si arresero e ritornarono all’attacco, costringendo Goku ad ingaggiare una lotta che andò avanti per diversi minuti.
Durante lo scontro, il Saiyan notò alcune cose che lo stranirono. La prima fu che, con il passare del combattimento, lo scontro mutò da un match uno contro tre ad un match tutti contro tutti.
Infatti, i tre demoni avevano cominciato all’improvviso a lottare anche fra loro oltre che contro Goku.
La seconda cosa strana che accadde fu che, mentre il demone giallastro e quello viola scuro si azzuffavano fra loro, il demone verde acqua si lanciò sul Saiyan e gli bloccò le braccia.
Goku si aspettò che il demone approfittasse del vantaggio per attaccarlo, ma invece egli si limitò ad emettere strani versi.
Il guerriero intuì che quel demone stava cercando di comunicargli qualcosa ma non riuscì a capire cosa.
Quella strana conversazione terminò nel momento in cui il demone giallastro colpì quello verde acqua, mandandolo al tappeto, per poi prendere a duellare proprio col Saiyan.
Dopo altri minuti di combattimento, Goku riuscì a mandare al tappeto il demone giallastro e quello viola con due colpi secchi al collo.
Dopodiché, si guardò intorno alla ricerca del demone verde acqua e lo vide a molti metri di distanza che cercava di colpire qualcosa che il Saiyan non riusciva a vedere.
Goku lo osservò per qualche secondo senza fare nulla, e poi capì tutto.
 
Chiuse gli occhi e meditò, cercando di liberare la mente e cercando contemporaneamente di captare il Ki di Crilin, Pan ed Ub.
Dopo alcuni secondi, riaprì gli occhi e si ritrovò di nuovo nella valle in cui lui, sua nipote, il suo amico ed il suo allievo avevano incontrato Emilisyr.
Guardò il punto in cui aveva sconfitto i demoni giallastro e viola e vide che lì accasciati al suolo c’erano proprio Pan e Crilin.
Si rivoltò verso il demone verde acqua e vide che ora al suo posto c’era Ub, il quale stava lottando a suon di incantesimi proprio contro Emilisyr.
“Era tutta un’illusione…” pensò Goku e, proprio in quel momento, Emilisyr colpì Ub in pieno e lo mandò a terra svenuto.
«Ub!» esclamò, cercando di teletrasportarsi vicino al ragazzo. Si smaterializzò ma, quando si rimaterializzò, scoprì di essersi teletrasportato più lontano dal ragazzo. Ci riprovò ancora, ma finì ancora più lontano.
«Ma che sta succedendo?!» esclamò furioso, voltandosi verso Ub ed Emilisyr. «Non riesco a capire dove si trova il Ki di Ub, ma eppure riesco a vederlo!»
«Niente teletrasporti, caro.» disse la donna, e Goku la udì come se fosse vicino a lui. «Se vuoi venire qui, dovrai avvicinarti alla vecchia maniera.»
«E sia, allora!» esclamò il Saiyan, trasformandosi in Super Saiyan di secondo livello per poi cominciare a volare rapidamente verso Ub.
Emilisyr stregò e animò alcuni massi ed alcuni alberi per poi mandarli a rallentare il Saiyan, il quale perse qualche secondo a disintegrali.
Quando Goku arrivò, però, era troppo tardi.
La strega aveva generato una specie di tentacolo oscuro, simile a quelli che aveva Melanzo, e con esso aveva trapassato Ub.
Il ragazzo ora si trovava a diversi metri di altezza, con un tentacolo che gli trapassava il petto, ed aveva un’espressione vuota, la bocca spalancata, così come le braccia e le gambe, e gli occhi all’indietro.
All’improvviso, Ub cominciò ad urlare, producendo un urlo che Goku aveva già udito sette mesi prima: lo stesso urlo che aveva aperto il portale attraverso il quale avevano spinto l’essere e Melanzo.
E, dopo pochi secondi, un portale simile a quello che si era aperto sette mesi prima, a forma di bocca con le fauci spalancate, apparve proprio difronte ad Ub.
Emilisyr lo attraversò e si trascinò con sé il ragazzo, sotto lo sguardo inorridito di Goku.
Dopo pochi istanti, il Saiyan ritrovò la ragione e scattò verso il portale.
«Ridammi il mio allievo, strega!» esclamò oltrepassando il portale.
Ma quando fu dall’altra parte, Goku non si ritrovò davanti Ub e la strega, ma un’enorme essere più nero della pece e con un solo enorme occhio che lo scrutava.
«Tu… non sei il benvenuto qui!» disse l’essere, per poi dare un pugno al Saiyan con la sua enorme mano destra.
Goku creò una barriera difensiva che bloccò momentaneamente l’attacco dell’essere e gli diede la possibilità di guardarsi intorno.
Intravide dopo alcuni secondi Ub venir trascinato da Emilisyr proprio verso l’occhio dell’essere che lo stava attaccando, dopodiché vide tante ombre dalle forme indefinite andargli addosso pronte a colpirlo.
Proprio un istante prima che esse lo raggiugessero, Goku generò una poderosa esplosione di Ki che sbalzò via la mano dell’essere enorme e tutte le ombre minacciose che si erano avvicinate al Saiyan.
Goku percepì una strana sensazione, come se potesse andare oltre, come se potesse scatenare ancor di più il suo Ki, oltre limiti che non era mai riuscito ad oltrepassare.
Cercò di capire perché percepisse quella sensazione, ma l’essere enorme non gli permise di indagare oltre.
«Sei potente, Guerriero di Luce, hai spirito e volontà d’animo…» disse l’essere. «…ma anche la stella più splendente non può nulla contro l’oscurità dell’universo!»
A quel punto, l’essere attaccò ancora, ma stavolta utilizzò entrambe le mani ed attaccò con più forza.
Goku ricreò la barriera difensiva, ma stavolta questa volta essa si sbriciolò dopo pochi istanti ed il Saiyan venne colpito in pieno.
 
Goku si sentì trascinare via, respinto dall’altra parte del portale.
All’improvviso ci fu un impatto e la vista gli si accecò dal dolore. Perse i sensi, e quando li ritrovò qualche secondo dopo, si ritrovò a terra dolorante nella valle in cui lui, Crilin, Pan ed Ub erano atterrati non molto tempo prima.
«U-Ub…» riuscì a dire con un filo di voce, allungando una mano verso la bocca che fungeva da portale.
Essa lentamente si chiuse e, dopo alcuni istanti, il Saiyan sentì le forze venir meno. Lasciò cadere il braccio alzato a terra.
Sperò che Crilin e Pan stessero bene e si maledì per non essere stato abbastanza rapido, per non essere stato abbastanza forte, per non essere stato capace di difendere e salvare il suo allievo.
 
Continua…
 
ANGOLO AUTORE
 
Ciao!
Ed anche il capitolo centrale di questa trilogia, iniziata con “Boogeyman” e proseguita con “Army of Darkness”.
Vi anticipo che la storia conclusiva di questa trilogia uscirà ad ottobre!
Nel mentre, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate in tutta sincerità di quello che ho realizzato finora con una recensione.
Alla prossima storia, allora!
 
Mariusgon

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