Stillicidio

di Shireith
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ogni sera (o quasi) ***
Capitolo 2: *** Goccia, dopo goccia, dopo goccia ***
Capitolo 3: *** Vuoi tu, Shrek, prendere Fiona come fidanzato peggiore di sempre? ***
Capitolo 4: *** Annegare nelle fontane ***



Capitolo 1
*** Ogni sera (o quasi) ***


Stillicidio
Ogni sera (o quasi)

01. this is the sign you’ve
been looking for

 Ha letto un libro su un pianista che ha paura dell’oceano. Non ricorda né il titolo né il nome dell’autore, solo l’esistenza di un pianista che ha paura di scendere da una nave perché non conosce nient’altro che quella. L’oceano gli è pressoché sconosciuto, la terraferma è peggio dell’inferno.
 Per Akaashi è il contrario. Finché sei sulla terraferma è facile: un piede, l’altro, sinistra, destra, destra, sinistra. Immagina una barca in mezzo all’oceano: un passo falso e cadi, e una volta caduto nessuno che ti viene a salvare. Solo tu e l’oceano.
 Akaashi è nell’oceano. Osamu è l’oceano. Calmo come il mare prima della tempesta e potente come lo stesso mare quando la tempesta colpisce. Affascinante e pericoloso come una lastra di oceano che nasconda squali tra le sue stesse acque.
 Akaashi è a piedi nudi su uno scoglio e ogni sabato sera o quasi deve decidere se tuffarsi o meno. Ha paura degli squali, ma a volte si domanda se non abbia più paura di svegliarsi e vedere sotto di sé solo pesci morti perché l’oceano si è ritirato.
 A piedi nudi sugli scogli, Akaashi aspetta un segno.
 
 Ogni sabato sera o quasi si trasforma in ogni sabato sera e poi ancora ogni sera o quasi. Akaashi non riesce a liberarsi del nuovo quasi, una parte di sé gli suggerisce anzi di ritornare all’ogni sabato sera o quasi, ma ogni sera – ogni sera e basta, senza un giorno e senza un quasi – lo attira troppo, e allora ogni sera (o quasi) si presenta all’Onigiri Miya e aspetta che Osamu lo serva. Osamu che da offrire non ha solo cibo ma anche sorrisi e silenzi.
 Akaashi l’ha studiato, li ha studiati. I sorrisi e il silenzio, ma soprattutto il silenzio. È un silenzio paradossale: è naturale ma voluto, invita alle parole. Osamu gli chiede come va con l’università, Akaashi gli chiede come va con il ristorante. Le cortesie di convenzionalità si allargano per far posto a qualcosa di più che ha il sapore dell’intimità. Akaashi capisce che il loro rapporto si sta evolvendo quando su Instagram Osamu gli invia video di ricette e lui invia a Osamu video sui cani senza nemmeno passare per il buongiorno. È la parte che Akaashi preferisce, quella dove niente gli sembra forzato e tenersi in contatto è solo un’altra parte della sua routine.
 Ogni sera, Akaashi si presenta all’Onigiri Miya e aspetta che Osamu lo serva. 
 Ogni sera, Osamu lo serve.
 Ogni sera, Osamu gli chiede come va con l’università.
 Ogni sera, Akashi gli chiede come va con il ristorante.
 
 Una di quelle sere, Osamu gli dice che i suoi disegni sono proprio belli e che gli piacerebbe vederli con attenzione, un giorno o l’altro.
 Akaashi gli dice: non abito molto lontano da qui. 
 (Pensa: abbiamo tutto il tempo del mondo, io e te. Il tempo è nemico solo per chi cerca di contrastarlo. Io lo accolgo a braccia aperte, mi faccio trascinare come fango dalla pioggia. Se potessi ripetere questo momento, ancora e ancora, lo farei. Vivrei qui, in questo ristorante, con te, io seduto e tu in piedi. Ma il tempo, anche se questo non ce lo concede, non ci è nemico. Sempre avanti e mai indietro, mai nello stesso momento: e io e te, allora, sempre avanti e mai indietro, mai nello stesso momento.
 Questo, questo è il segno che stavo aspettando.) 
 Quella stessa sera, Akaashi invita Osamu nel suo appartamento.
 
NOTE ➺ Sono le undici di sera e io sono qui a partecipare all'ennesimo Writober anche se non dovrei. Non ho pianificato niente, ho fatto tutto all'ultimo e non ho la più pallida idea di dove andrò a parare; idealmente vorrei far durare questa raccolta una settimana, ma non sono brava a fare piani e meno che mai a rispettarli, quindi si vedrà. Nel dubbio, ringrazio chiunque leggerà. ♥
Shireith

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Capitolo 2
*** Goccia, dopo goccia, dopo goccia ***


Goccia, dopo goccia, dopo goccia

02. respiro

 Akaashi gli toglie il respiro. Osamu lo guarda, scivola con gli occhi sulle ciglia lunghe e da lì fino alle labbra dischiuse con cui Akaashi gli sta spiegando cose che Osamu non afferra neanche. I disegni di Akaashi sono belli, ma Akaashi lo è ancora di più.
  Di notte, il suo respiro scandisce il silenzio. Osamu lo preferisce a quando, solo nel suo letto, sentiva lo sgocciolio del rubinetto nel bagno che affaccia nella sua camera, e a poco serviva chiudere la porta che divide le due stanze. Goccia, dopo goccia, dopo goccia. Un, due, tre, quattro: l’infinito, la solitudine.
  Ora, il respiro di Akaashi scandisce il silenzio, lo accompagna, lo allarga fino ad annullarlo. E quando i loro respiri si aggrovigliano, ansanti e irregolari, Osamu pensa di aver finalmente trovato il segreto della felicità.
 (Pensa: siamo io e te, la felicità. La compagnia dell’uno e dell’altro; e questo appartamento, questo tempo che ci appartiene e non ci è nemico: questo tempo che nemmeno le gocce di notte possono portarci via.)
  Per la prima volta da quando Atsumu ha iniziato a parlargli incessantemente di Shouyou, Osamu capisce che cosa provi il fratello.  

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Capitolo 3
*** Vuoi tu, Shrek, prendere Fiona come fidanzato peggiore di sempre? ***


Vuoi tu, Shrek, prendere Fiona come fidanzato peggiore di sempre?

03. fall
  
  Atsumu sa che sarà un autunno molto lungo.
  Ma partiamo dal principio. Sono i primi d'ottobre. Manca meno di un mese all’autunno. Meno di un mese, anche, ad Halloween. In qualche modo, Shouyou ha convinto Atsumu a presentarsi alla festa di Osamu e Akaashi con un costume di coppia. Shouyou ha suggerito Shrek e Fiona – Atsumu rimpiange il giorno in cui gli ha detto: devi assolutamente guardarli tutti, ma, a sua discolpa, il discorso è uscito fuori perché ha mostrato a Shouyou un meme di Shrek e Shouyou non l’ha capito. Atsumu aveva sempre pensato che non c’è fidanzato peggiore di uno che non capisce i meme, ma ora sa quanto si sbaglia: un fidanzato ancora peggiore esiste ed è quello che ti chiede di dipingerti di verde dalla testa ai piedi e indossare una pancia finta alla stessa festa in cui tuo fratello si vestirà da dio greco mezzo nudo, addominali in vista (!).
  Ci sarà anche sua madre, ma quando Atsumu l’ha fatto notare a Shouyou in un invito implicito a riconsiderare il costume di coppia, Shouyou non ha colto l’antifona. «Finalmente la conoscerò!» ha risposto.
 (E Atsumu sa che sarà un autunno molto lungo.)

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Capitolo 4
*** Annegare nelle fontane ***


Annegare nelle fontane

09. deviazione
10. undici

 Halloween arriva e se ne va come una folata di vento improvvisa. Alla festa di Osamu, Osamu è vestito da dio greco mezzo nudo, più nudo che mezzo. Atsumu è Fiona. Che sia chiaro: non è la gonna, il problema. Atsumu sarebbe uno schianto pure con una busta dell’immondizia al posto delle mutande – è solo che non gli va a genio l’idea che ci sia una coppia più bella di lui e Shouyou.
 (Si consola, però, nella – falsa – convinzione che sua madre, dopo aver conosciuto sia Shouyou che Akaashi, preferisca di gran lunga Shouyou.)
 
*
 
 C’è una deviazione, nella vita di Atsumu. Non succede come in quelle storie in cui il protagonista riceve la notizia di punto in bianco – entra nella sua realtà in punta di piedi, quasi timida, e quella realtà la modella da dentro come un parassita: la modifica, la stravolge. La distrugge.
 Come un rubinetto che perda. Goccia, dopo goccia, dopo goccia. Nessuno se ne accorge e intanto le gocce aumentano, riempiono bottiglie, botti, fontani intere. L’acqua raggiunge i bordi – goccia, dopo goccia, dopo goccia – e straripa. A volte indietreggia, ma non è abbastanza per fermarne l’avanzata.
 
*
 
 Una di quelle sere, Akaashi avverte una deviazione: come una sbavatura sui bei disegni che ritraggono Osamu e che Akaashi nasconde tra gli appunti ordinati.
 Non se ne accorge subito. Ne avverte l’olezzo per istinto e da lì segue lo stesso filo di pensiero di quando sa per certo che c’è un errore di anatomia ma non saprebbe dire quale, e allora gira e rigira il foglio studiandolo da tutte le diverse angolature, anche controluce, finché non lo trova.
 Osamu si è buttato nella loro relazione anima e corpo. Gli offre sorrisi, carezze, risate: e Akaashi sa che sono solo per lui. Poi, il silenzio. Quello che invita alle parole.
 Ma nel momento in cui il silenzio li avvolge, Akaashi capisce che tutto questo lavoro non è necessario: il silenzio di Osamu li avvolge e Akaashi capisce che qualcosa non va.
 
 Quella sera, alle undici, Osamu lo bacia sotto un lampione. La luce li bagna senza accecarli, li accoglie, li culla, e – per un attimo – Akaashi è in paradiso. Poi Osamu scoppia a piangere tra le sue braccia. Gli dice che non è giusto, che non doveva andare così. 
 Che sua madre non doveva ammalarsi. 
 
 (Goccia, dopo goccia, dopo goccia – Osamu e Atsumu stanno annegando in una fontana, e con loro tutto il resto, tutti gli altri.)
 
NOTE ➺ Sebbene avessi messo in conto fin da subito che non sarei riuscita a fare un Writober perfetto, non mi aspettavo di saltare una settimaan intera. Però l’importante è riuscire a portare a termine questa raccolta! Come sempre, ringrazio tutte le persone che leggono e si fermano a commentare. Anche se rispondo tardi (tardissimo, il più delle volte), leggo tutto. ♥

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