Sweet (K)nights - FRAMMENTI

di _Sherazade_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** NOTE INTRODUTTIVE ***
Capitolo 2: *** I can't explain and I won't even try ***
Capitolo 3: *** Fiat lux ***
Capitolo 4: *** Risveglio ***
Capitolo 5: *** Drunk enough to say I love you? ***
Capitolo 6: *** Crogiolarsi nel dolore ***
Capitolo 7: *** Tuffo ***
Capitolo 8: *** Truth unfolded ***
Capitolo 9: *** You are exactly where you need to be ***
Capitolo 10: *** Relax. Nothing is under control ***
Capitolo 11: *** All we have is now ***
Capitolo 12: *** Find what you love and let it kill you ***
Capitolo 13: *** Full Circle ***



Capitolo 1
*** NOTE INTRODUTTIVE ***


NOTE INTRODUTTIVE
 

Se siete giunti fin qui probabilmente siete rimasti incuriositi dalla mia pessima introduzione, o magari siete qualche vecchia conoscenza che ha deciso di vedere come il mio stile si è evoluto, oppure avete aperto per puro caso la mia storia.
Qualunque sia il caso grazie per essere comunque passati.

Le storie che andrete a leggere in questa raccolta (saranno sia flashfic che oneshot) sono frammenti, come ho anticipato nel titolo, storie che faranno parte della long che ho in progetto di scrivere e che non pubblicherò fino a che non sarà pronta. È ancora in una fase embrionale.

Ambra, la protagonista di questa storia, si sveglierà da un sogno di cui ricorderà poco o niente, e ancora meno ricorderà qualcosa del suo passato. A venire in soccorso di questa gentil pulzella arriverà Silke, un mago dai modi cavallereschi e, manco farlo apposta, davvero affascinante. Subito lei ne rimarrà colpita, ma sente che non può fidarsi completamente di lui, sente c'è un qualcosa in Silke e in quei luoghi che non la convincono e il sospetto che ci sia qualcosa di sbagliato o pericoloso attorno a lei comincia a farsi strada nella sua mente. Ambra però non è davvero sola e una sorta di angelo custode sta vegliando su di lei ed è pronto a salvarla.

Come avrete modo di capire subito col primo racconto, e sì, sarebbe uno dei punti focali della storia e quindi un gigantesco spoiler, Ambra si risveglia continuamente dai suoi sogni ritrovandosi in una nuova realtà. È in una dimensione onirica pressochè infinita, ma ci sarà sempre una costante, un uomo che le darà una mano anche se a volte i suoi modi potranno sembrare strani e lui stesso potrà passare per una sorta di antagonista dato che in apparenza sembrerà ostacolare Ambra. Parlo di Huang, un personaggio che spero di riuscire a farvi apprezzare perché ha molto da dire.

Ci sono ancora tante cose che devo decidere di questa storia, e spero che questo Writober riesca un po' a sbloccarmi e a darmi la giusta ispirazione. Questa pagina verrà aggiornata non solo con la lista delle varie storie, ma anche con altre informazioni più o meno utili (chiamiamole curiosità ;)). Prima fra tutte vi lascio anche una delle fantastiche fanart che mio marito ha realizzato per me su Huang. Trovate la sua pagina e altri lavori meravigliosi a questo indirizzo: TheXIIIlegion

 


Per il momento vi lascio alla lettura e se vi fa piacere lasciatemi un commentino ;)

1. 
I can't explain and I won't even try - Frammento che si colloca sul finale dell'intera long, quando i nodi stanno oramai per venire al pettine;
2. Fiat Lux - Sia la luce - Questo breve momento, a cui andrò ad aggiungere altri dettagli più importanti solo nella long vera e propria, avviene poco prima dell'epilogo, a seguito dello scontro fra Huang e Vitna e alla scoperta da parte di Ambra di tutta la verità.
3. Risveglio - Questa dovrebbe corrispondere alla parte centrale della storia (la prima parte riguarderà Silke), quando Ambra si risveglia fra le braccia di Thanatos, Dio della Morte.
4. Drunk enought to say "I love you"? - Frammento che riguarda gli eventi antecedenti all'inizio della long, ma che verrà svelato solo in seguito.
5. Crogiolarsi nel dolore - Anche questo è un evento, tra l'altro di una certa importanza, che riguarda il prima, ma che verrà svelato solo nelle fasi finali della Long.

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Capitolo 2
*** I can't explain and I won't even try ***


» “Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it”
» Prompt: I can't explain and I won't even try (Lista pumpNEON)
» N° parole:
525

 

"I can't explain and I won't even try"

 

«Credi davvero di potertela svignare così? Lo so che sai qualcosa riguardo tutto quello che sta capitando. So che sai dei miei sogni e so che mi stai nascondendo qualcosa, Huang!» urlai con quanto fiato avevo in gola mentre quell'uomo continuava a darmi le spalle.

Da quanto tempo lo stavo sognando?
In quanti sogni lo avevo incontrato?

Chi era lui per me veramente?

 

Tutte domande alle quali non riuscivo a dare una risposta.
Huang era sempre stato con me. Era con me nelle terre di Anthea con Silke, nell'oltretomba con Thanatos, negli abissi con Emyr... Più cercavo di fare mente locale e più mi ricordavo di averlo visto in ogni luogo che la mia mente aveva creato. Lui era l'unica costante che mi aveva sempre accompagnata in questi viaggi onirici ma ora mi chiedevo se anche questo non fosse un sogno e se non fosse per colpa sua che continuavo a saltare da una realtà all'altra.

«Basta con le bugie e i sotterfugi. Tu sai e ora DEVI dirmi tutta la verità».

Huang si girò con lo sguardo basso, colpevole, quello sguardo che non presagiva nulla di buono, ma, anche se spaventata, io dovevo sapere. Mi avvicinai a lui e allungai la mano per stringere la sua e addolcii la voce. «Ti prego, Huang».

Lui era sempre stato presente, il suo solo esserci per me aveva un effetto calmante, mi sentivo sempre a mio agio. I ricordi dei sogni erano sempre un po' offuscati, ma per quel poco che potevo ricordare, gli volevo bene, era un amico, il mio migliore amico.

Huang mi abbracciò, stringendomi così forte che quasi mi faceva male.
«Non posso spiegartelo e non ci proverò nemmeno, è troppo presto, non sei ancora pronta. Fidati solo di me» mi chiese con voce flebile.

A quella richiesta il mio corpo reagì col rifiuto e cercai di allontanarmi da lui respingendolo, ma questo lo spinse a intensificare la morsa.

«Ora non capiresti, lo faccio solo per te» sembrava sul punto di scoppiare a piangere.

«Se non vuoi aiutarmi troverò qualcun altro che lo voglia fare. Ora lasciami!». Ero combattuta: da un lato sapevo di potermi fidare, ma dall'altro volevo solo allontanarlo da me. «Lasciami, Huang!».

E poi accadde tutto nel giro di pochi secondi: sentii una presenza al nostro fianco e vidi una mano che afferrava Huang costringendolo a lasciarmi andare, dopodiché lo vidi per terra. Alzai lo sguardo verso l'uomo che mi aveva liberata: non l'avevo mai visto, eppure mi era familiare, e una parola, un nome si formò nella mia testa e, come guidata da una forza misteriosa, pronunciai in un sussurro il suo nome: «Vitna».

L'uomo dai lunghi capelli corvini sorrise, mi mise un braccio attorno alla spalla e guardò trionfante Huang che ricambiava lo sguardo con astio. Uno sguardo così intenso che non gli avevo mai visto e che quasi mi faceva paura.

«Toglile le mani di dosso!» urlò mentre si stava rialzando.

«Mi spiace, amico, ma credo proprio che stavolta tu abbia perso» e così dicendo i nostri corpi vennero avvolti in una nube nera, e sentii la voce di Huang sempre più lontana mentre mi urlava disperato: “Svegliati!”.


 


L'angolo di Shera ♥

So bene che fa strano buttare praticamente fuori come primo frammento uno dei momenti più importanti che arriveranno solo alla fine di quella che sarà la long... ma non potevo non approfittarne, il prompt mi implorava di farlo ed è stato anche uno dei primi che hanno catturato la mia attenzione al momento dell'uscita della lista su Fanwriter.
Spero vi sia piaciuta e che come primo frammento vi abbia incuriosito ;)

Shera♥

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Capitolo 3
*** Fiat lux ***


» “Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it”
» Prompt: Bagliore (Lista pumpINK)
» N° parole: 383

 

"Fiat Lux"

- Sia la luce -

 

«Se tu ora accetti di seguirlo non potrai più tornare indietro», Vitna si inginocchiò davanti a me e allungò le braccia per toccarmi e stringermi. Non mi scostai e lo lasciai fare mentre l'uomo mi esternava tutta la sua preoccupazione e il suo dolore. «Se tu ora te ne vai finirai con il soffrire ancora e non sono sicuro di poterti portare di nuovo qui con me».

Gli accarezzai la testa mentre Huang se ne stava in disparte, non molto felice nel vedermi tra le braccia di un altro, anche se era di Vitna che stavamo parlando. «Là, io non potrò proteggerti e temo che non avrei più modo di ritrovarti e salvarti».

«Forse non ho più bisogno di essere salvata...» dissi guardando Huang sorridendo, «forse son pronta ad affrontare da sola i miei demoni. Certo, il sostegno serve sempre, ma devo rimettermi in piedi e non lasciare che quello che è accaduto mi faccia cadere ancora».

«Sei sicura di voler tornare in quel mondo dove QUELLE persone,» e lo disse con tale astio da farmi quasi accapponare la pelle, «ti hanno ferita al punto da spingerti a tanto?».

«Non posso passare la mia vita a nascondermi...»

«E poi non sarà sola, la sosterrò io» disse Huang deciso. «Qualsiasi cosa voglia fare, qualsiasi strada voglia intraprendere, io ci sarò».

Vitna non era del tutto convinto, ma si rialzò e mi abbracciò ancora, posandomi un tenero bacio sulla fronte. Poi si staccò e si avvicinò a Huang, sussurrandogli qualcosa all'orecchio che non riuscii a sentire. Dapprima stupito, lui sorrise e annuì, venendo poi da me e prendendomi per mano, pronto a condurmi di nuovo nella luce.
Da che avevo scoperto la verità e dal momento stesso in cui avevo fatto chiarezza nel mio cuore, l'enorme specchio aveva emesso un fortissimo bagliore che aveva illuminato tutta la sala grande, e da lì potevo vedere la vera me nel mondo reale assieme a Huang.

«Pronta?»

«Pronta». Lanciai un ultimo sguardo a Vitna e lo salutai «Addio, e grazie per avermi amata quando nemmeno io ero stata in grado di farlo». Vitna ci salutò, e potrei giurare di avergli visto anche una piccola lacrima solcargli la guancia. Strinsi la mano di Huang e lo trascinai con me attraverso lo specchio, avvolti da quel bagliore caldo e avvolgente.

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Capitolo 4
*** Risveglio ***


» “Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it”
» Prompt: Morte (Lista pumpINK)
» N° parole:
312

"Risveglio"

 

Guardai il bel giovane che si avvicinava con passo deciso verso di me. I suoi capelli corvini erano scompigliati dal vento e sul suo viso si stampò un bel sorriso ammiccante.

«Ti ho cercata dappertutto, mia cara». Lo fissai stupita, non ricordandomi nemmeno chi fosse. Non sapevo nemmeno perché mi trovassi in quel prato meraviglioso dove quei fiori bianchi crescevano rigogliosi. Fiori che non avevo mai visto prima ma che subito mi avevano donato un senso di serenità.

«Dopo il nostro incontro in superficie e la tua discesa quaggiù ci siam persi di vista... Ero così preoccupato, non posso starti lontano e lo sai, mia gattina». Quel ragazzo era così sicuro e spavaldo, normalmente mi avrebbe infastidita questo atteggiamento, ma per qualche motivo non riuscivo a trovarlo molesto e in un certo senso, molto distorto, mi facevano pure piacere le sue attenzioni.

Era a poco più di un passo da me, si chinò leggermente dato che non era molto più alto, accostò le labbra all'orecchio e mi sussurrò: «Ora nemmeno il Dio celeste potrà separarci dato che in questo regno non è più lui a comandare» la sua voce era flebile e mi faceva quasi solletico. «Come avrà fatto una semplice mortale come te a far innamorare la stessa morte? Non riesco a spiegarmelo e francamente, non m'importa nemmeno».

Spalancai gli occhi e in un momento mi balenarono alla mente diversi ricordi, un po' confusi, e alcuni non riuscivo a collocarli al posto giusto... ma ora sapevo chi era quella persona che in quel momento mi stava tenendo fra le braccia.

«Tu sei Thanatos, e questo...» lo realizzai nell'istante in cui la mia bocca pronunciò le seguenti parole: «... questo è Elysium. Io sono m-morta».

«Non proprio... Potremmo dire che la tua vita mortale è finita, ma che ora ne inizierai una nuova, con me al tuo fianco» disse raggiante il Dio.

 


L'angolo di Shera ♥

Ah, eccoci a Thanatos. 
Lo so, con questa raccolta sto andando a ritroso, son partita da quello che sarà il finale e adesso sto andando indietro, ma il prompt era praticamente scritto per lui. Avrei voluto continuare con la lista NEON, ma avevo già "sgarrato", quindi non mi son più posta il problema.
Thanatos non è un personaggio 100% originale, è il Dio della morte, la sua personificazione della mitologia greca, ma non credo che i greci lo immaginassero così. Questo è il MIO Thanatos, lo stesso che compare nella mia long "Lux Averni" ♥. Ah, che nostalgia ♥♥♥.
Thanatos è un altro di quei personaggi a me molto cari e se è saltato fuori con questo mio nuovo racconto un motivo ci sarà.
MA dovrete attendere per scoprire il piano che ho in mente :D.
A presto

Shera ♥

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Capitolo 5
*** Drunk enough to say I love you? ***


 

» “Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it”
» Prompt: Drunk enough to say I love you? (Lista pumpNEON)
» N° parole: 1142

"Drunk enough to say I love you?"
 

«Come ha potuto farmi questo!» dissi a voce alta mentre sbattevo la caraffa appena svuotata dell'ottima birra. «Gli ho dato i miei migliori anni, ho fatto tutto quello che mi chiedeva, anche le richieste più assurde e bizzarre – e fidati che me ne ha chieste di ogni – e lui, lui...» cominciai a piangere e singhiozzare senza ritegno. Huang mi ascoltava lasciandomi sfogare, e riuscendo persino a capire quello che borbottavo in preda ai fumi dell'alcool che mi avevano resa più scurrile e disinibita, oltre che più disarticolata e sbiascicante. «L'unica cosa alla quale non potevo cedere era quella, e lui lo sapeva bene, lo sapeva da otto anni, da quando avevamo iniziato a frequentarci» tra un singhiozzo e l'altro riuscii a completare la frase: «Perché doveva tradirmi proprio con quella vacca infame?».

Huang stava per dirmi “Te l'avevo detto di non fidarti”, lo sapevo, lo leggevo oltre il suo sguardo consolatorio: sentivo il suo bisogno di ricordarmi che in più di un'occasione mi aveva messa in guardia. Voleva dirmi qualcosa, ma non lo fece, mi lasciò invece libera di sfogarmi facendomi buttare fuori tutto quello che avevo dentro, e mi fece portare un'altra birra.

«Adesso che lo sai è inutile piangersi addosso, Ambra» disse lui con calma mentre sorseggiava quello che rimaneva della sua terza birra. Io già con un bicchiere cominciavo ad avere la testa leggera, ma lui poteva reggere anche cinque boccali senza batter ciglio.

«Ma Huang, io lo amavo con tutta me stessa...» era la prima volta che avevo usato il passato per definire quello che avevo provato per Alberto.

«Hai detto bene: “L'hai amato”,» disse lui rimarcando il concetto, «ora devi chiudere quel capitolo della tua vita e andare oltre. Sappi che lui lo farà e senza farsi troppe paturnie. Non lasciare che il suo essere insensibile ti faccia soffrire ancora». La sua durezza mi fece piangere ancora di più.

«Huang, s-sei cattivo» piagnucolai come quando eravamo bambini e lui non mi spalleggiava, perché Huang mi era sì di supporto, ma non mi aveva mai addolcito la pillola quando ero nel torto «sai bene quanto sto male. Non sei il mio migliore amico? Dimostralo!».

«So che stai cercando di fare, ma non attacca con me questo discorso,» ribatté lui senza neanche guardarmi, «stai male ma devi superarla. Sei sempre stata accecata da quel coglione che non ti ha mai rispettata, e ora guardati, guarda come ti ha ridotta!» si alzò dalla sedia e si sedette accanto a me sul divanetto, mi prese le mani e mi guardò intensamente: «So che nel profondo sai quello che provo per te, non credi che sia giunto il momento di tirare fuori quello che provi realmente per me?» mi fissò intensamente. Il suo viso era vicino, troppo vicino, tanto che potei specchiarmi nei suoi occhi vermigli che mi fissavano con un'intensità tale da mettermi in imbarazzo e farmi distogliere lo sguardo.

«Non scherzare,» borbottai imbarazzata e con voce bassa, «noi siamo amici da così tanti anni, non potrei mai...», ma Huang mi costrinse a girare il viso di nuovo verso di lui per guardarlo.

«Guardami negli occhi e dimmi che non mi ami allora» ribatté con tono autorevole, cosa che non gli avevo quasi mai visto fare.

«Huang, mi fai paura così. Dov'è il mio amico bonaccione e allegro?» cercai di riportarlo sulla “retta via”. «Fingerò che tu non mi abbia detto queste cose perché è evidente che l'alcool ha preso giù male anche te...».

«Sono serissimo in ciò che ho detto» e il suo sguardo lo confermava, «posso essere il tuo migliore amico, il tontolone frignone che sembra avere sempre la testa fra le nuvole, ma questo non significa che non possa avere dei sentimenti per te» inspirò profondamente e poi disse qualcosa che mi colpì come un treno in corsa: «Ti ho amata tutti questi anni e ti ho visto buttarti via per un bastardo che non ti amava e non ti rispettava... Non intendo vederti sprecare i prossimi anni a piangere dietro a un essere del genere. Voglio vederti felice, e so di poter essere io la persona che ti darà la felicità che meriti, se solo me lo vorrai permettere».

«Huang...» riuscii a malapena a sussurrare il suo nome. Una parte di me l'aveva sempre pensato: lui mi amava. Ma io cosa provavo realmente per lui?

«Forse dovrò attendere ancora del tempo prima di ricevere una risposta seria dalla te sobria, ma mi accontenterei anche solo di sentirtelo dire adesso. In fin dei conti “In vino Veritas”, no?» sorrise, quasi come se volesse smorzare la tensione. La mia testa cominciò a vorticare, e sentivo come se il sonno stesse prendendo il sopravvento su di me, tanto che Huang se ne accorse e cambiò atteggiamento. «Forse non avrei dovuto lasciarti bere così tanto».

Si fece portare il conto e mi aiutò a mettermi in piedi per riportarmi all'auto: per fortuna che mi aveva invitata lui ad uscire offrendomi il passaggio o non sarei mai stata in grado di mettermi alla guida. Il nostro viaggio verso casa fu silenzioso ed imbarazzante. Dentro di me si stavano accavallando domande, ricordi e considerazioni che avevo sempre cercato di tenere lontane da me per paura delle risposte alle quali sarei potuta giungere.

Parcheggiò e mi aiutò a scendere dall'auto. Barcollavo ancora e non ero in grado di trovare le chiavi di casa, tanto che dovette accompagnarmi fin dentro all'appartamento per assicurarsi che non cadessi dalle scale.

«Ora cerca di dormire. Ti chiamo domani, tanto sono ancora in ferie e...» gli afferrai il braccio.

«Huang... io...»


 

Mi svegliai con la testa pesante che solo chi ha avuto una sbronza di quelle colossali mi potrebbe capire. Mi alzai con le vertigini ed andai in bagno per prendere un'aspirina. Ma non trovai solo le aspirine in bagno: vidi Huang che si stava asciugando i lunghi capelli rossi dopo la doccia.

«Huang... che ci fai qui?!» urlai e me ne pentii immediatamente perché la testa prese a pulsarmi ancora più intensamente.

«Ah» disse con tono come dispiaciuto, «vedo che la bevuta di ieri ti ha stesa completamente, al punto da non ricordare» era come se stesse soppesando le parole da usare. «Ieri sera eri così cotta che non me la sono sentita alla fine di lasciarti da sola. Ho dormito nella stanza degli ospiti e ti ho preso in prestito degli asciugamani puliti. Spero non ti spiaccia» disse sorridendo, ma dietro quel sorriso vedevo della delusione.

«Capisco, grazie... Ma è successo qualcosa ieri? Hai una faccia strana».

Huang mi guardò, indeciso su cosa dirmi, si avvicinò e mi baciò la fronte «Tranquilla, a tempo debito», diceva così ogni volta che succedeva qualcosa di cui voleva tenermi all'oscuro a tutti i costi. Mi lasciò lì un po' imbambolata e se ne andò in camera per cambiarsi.

«Huang, che significa? Huang!» dissi seguendolo senza ricevere però risposta.

 


L'angolo di Shera ♥


Eccoci a quello che, nella long che prima o poi lo giuro che scriverò, Ambra ricorda uno dei momenti più importanti con Huang.
Farà parte della parte finale del racconto e ammetto che non vedo l'ora ♥. Spero di non venire meno al mio obiettivo :D
A presto

Shera ♥

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Capitolo 6
*** Crogiolarsi nel dolore ***


» “Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it”
» Prompt: It's not me. It's you. (Lista pumpNEON)
» N° parole:
530

 

"Crogiolarsi nel dolore"


 

«No, tu non capisci Huang, non potresti mai capire!» urlai contro la persona a cui tenevo di più al mondo. Non era da me e questa cosa mi faceva male. Adoravo Huang, era il mio migliore amico ma in quel momento ero partita per la tangente e non sarei più riuscita a fermarmi fino a che non fossi riuscita a sfogare tutto quello che avevo dentro. «Perché quello che Alberto mi ha fatto non è una cosa che si può risolvere così, in quattro e quattr'otto. Il suo tradimento è qualcosa che mi ha spezzata e tu non puoi pensare di potermi “aggiustare” come faresti con un vaso in frantumi. Io sto soffrendo e se non vuoi aiutarmi o starmi a sentire va bene, lo capisco, ma non provare a farmi sentire in colpa per questo!». Mi alzai dalla sedia, presi il cappotto dall'attaccapanni e mi diressi verso l'uscita come una furia. Razionalmente sapevo che Huang aveva in parte ragione, ma in quel momento non riuscivo a distaccarmi dalla mia parte più emotiva. Non era l'amore per Alberto a farmi stare male: sebbene fossero passati solo pochi mesi, la parte di me che aveva amato quell'essere immondo aveva esalato il suo ultimo respiro. Ciò per cui ancora soffrivo era il mio orgoglio ferito, anche se non avrei mai trovato il coraggio di dirlo ad alta voce.

Huang mi raggiunse e mi bloccò contro la porta, sussurrandomi con voce flebile: «Vorresti dare a me la colpa di come ti stai sentendo adesso, ma qui il problema non sono io: sei tu. Perché ti ostini a vedere solo il male che ti hanno fatto quando potresti voltare pagina e andare avanti?». Provai a liberarmi dalla sua presa ma questo lo spinse a stringere le mani attorno al mio polso e a sovrastarmi ancora di più col suo corpo. «È più facile crogiolarsi nella pietà degli altri, pensare di essere vittime degli eventi e sentirsi dire “Poverina”, piuttosto che reagire. Ma una parte di te ha sempre saputo chi era realmente Alberto e sotto sotto ti andava bene così perché avevi paura di lasciarlo e cambiare vita».

«Piantala, Huang» lo supplicai.

«No! Ti ho vista piangere sconsolata, ti ho vista deprimerti, ti ho vista buttare via intere giornate nel pozzo nero che è diventata la tua autostima. Ora basta! CRESCI!»

In fondo aveva ragione. Stavo sprecando tempo, stavo buttando via giorni, anzi, mesi dietro a una persona che mi aveva ferita e che non mi aveva amata, ma non potevo farne a meno. Non so come, ma mi scappò. Gli tirai uno schiaffo. Non l'avevo mai fatto, con nessuno. Le sue parole la sua foga, il suo farmi sentire in colpa... anche se aveva ragione non volevo ascoltarlo.

«I-io, mi dispiace, Huang. Io...» Huang dapprima sorpreso, mi fissò per un istante che sembrò durare un'eternità, mi mise la mano dietro la nuca e mi costrinse ad avvicinare il viso al suo, fino a che le nostre labbra non si toccarono.

Non fu tanto quello a scioccarmi, non fu la passione con cui lui mi baciò, o l'urgenza delle sue labbra sulle mie... fu l'accorgermi che, con lo stesso trasporto, stavo ricambiando quel bacio.

 


L'angolo di Shera♥
 

Oggi, e anche domani (già arrivare a dieci giorni di questa challenge per me è un miracolo), continuerò con altri frammenti di questa Long non ancora cominciata. Questo fa parte degli eventi che cronologicamente avvengono all'inizio di tutto, o quasi, ma che Albra, la protagonista, ricorderà solo verso la fine di tutta la storia.
Che dire, sono abbastanza soddisfatta perché in questa maniera sto dando forma pian piano al tutto e alle personalità dei vari personaggi.
Spero che in qualche modo vi stia piacendo o anche solo incuriosendo.

A presto

Shera ♥

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Capitolo 7
*** Tuffo ***


» “Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it”
» Prompt: Sweet dreams are made of this (Lista pumpNEON)
» N° parole: 245

 

"Tuffo"

Dopo aver sentito quell'enorme frastuono che aveva scosso probabilmente tutti i mari, abbassai lo sguardo verso il crepaccio sotto di noi e vidi una luce accecante.

«Sai di che si tratta, Emyr?» chiesi titubante. L'affascinante tritone sorrise compiaciuto e si voltò verso di me, afferrandomi il mento e baciandomi poi con passione.

«È solo un nuovo inizio, mia adorata». Si voltò verso Huang che ci fissava quasi disgustato, pronto ad attaccarlo nuovamente per dividerci.

«Non oserai farlo ancora.» ringhiò il giovane.

«Farò tutto quello che è necessario per far sì che i dolci sogni della nostra principessa possano continuare ancora e ancora. Non è forse questo ciò di cui ha bisogno?» sogghignò e strinse ancora una volta il suo braccio attorno alla mia vita. «Non importa quante volte proverai ad ostacolarmi, io porterò la mia Ambra lontano da te, ancora e ancora, per tutte le volte che sarà necessario cambierò il mondo solo per lei». Non capivo il senso delle sue parole, ma in verità non riconoscevo neanche più il mio Emyr.

«Dovresti invece lasciarla libera. Così la stai uccidendo!» ma Emyr sbuffò, lanciò uno sguardo di sufficienza verso Huang e poi si rivolse a me: «Pronta per un nuovo tuffo?» lo guardai senza capire, ma prima che potessi chiedergli spiegazioni mi caricò sulla spalla e nuotò verso la luce. Huang provò prima a raggiungerci e poi lo sentii chiamare un nome, ma non era il mio né quello di Emyr. Sentii solo una “V”.

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Capitolo 8
*** Truth unfolded ***


» “Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it”
» Prompt: We see what we want (Lista pumpNEON)
» N° parole: 219

"Truth unfolded"

 

Scioccata guardai Huang, mentre il mondo attorno a me stava crollando. La realtà che mi ero costruita si stava sgretolando di fronte ai miei occhi. Mi piegai su me stessa e afferrai la testa dolorante mentre tutti i ricordi così a lungo sopiti cominciavano a tornarmi alla mente. Temevo di poter esplodere da un momento all'altro.

«Mi dispiace, ma dovevi sapere la verità, è l'unico modo per uscire da qui» mi disse lui inginocchiandosi di fronte a me. «In questi giorni la tua mente ha voluto proteggerti creando tutti quei finti ricordi. Vedevi solo quello che avresti voluto fosse vero, una realtà da fiaba, perché il ricordo della tua sofferenza era ancora troppo vivido e...». Anche se stordita dal mal di testa, lo abbracciai senza dire nulla, anche se scossa dai singhiozzi. Huang si interruppe e mi accarezzò la testa per consolarmi.

«Adesso che sai possiamo trovare un modo per...».

«Se credi di potermela portare via, Huang, significa che non hai ancora capito con chi hai a che fare». Vitna era riuscito a liberarsi dalla trappola di Huang, aveva recuperato una spada e ci aveva raggiunti. «Te l'ho già detto altre volte: non importa quanto tu possa provare a risvegliarla, Ambra da qui non si muove. Creerò altri dieci, cento, mille mondi, ma non tornerà più nella vostra realtà!».

 

L'angolo di Shera ♥


Mi rendo conto che di fondo c'è della ripetitività nei concetti, nei continui scontri fra Vitna e Huang, ma questo mi permette anche di valutare diversi scenari e modi per gestire in futuro le scene U_U. Tanto il succo sarà questo, non c'è da girarci troppo intorno.
Se il prompt di domani me lo permetterà mi piacerebbe scrivere ancora per questa raccolta... vedremo ^^.
A presto

Shera♥

 

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Capitolo 9
*** You are exactly where you need to be ***


» “Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it”
» Prompt: You are exactly where you need to be (Lista pumpNEON)
» N° parole: 559

"You are exactly where you need to be"

«Sono certa che Alberto apprezzerà questo vino. Il sommelier della cantina è stato davvero gentilissimo, non trovi, Huang?».
«Uhm... Oh sì, lo è stato davvero molto» rispose quasi sovrappensiero.
«C'è qualcosa che non va? Non sarà per quello che ha detto all'inizio?» chiesi preoccupata.
«Tutt'altro, Ambra. Sai che Alberto non mi piace, per me ti stai dando da fare per un buono a nulla che ti farà solo soffrire».
«Ancora con questa storia?» sbuffai esasperata. Huang non aveva mai approvato la nostra relazione da che era iniziata, ma almeno non mi aveva mai lasciata sola e mi aveva sempre accompagnata anche durante le mie uscite per i regali di Natale. Un parere maschile era sempre gradito
«Sì, ancora. Non smetterò a meno che lui non cambi e mi dimostri che è degno di te, altrimenti io continuerò a criticarlo».
Sembrava si stesse innervosendo, così cercai di cambiare discorso. Gli chiesi del lavoro e dell'ultimo viaggio che aveva fatto, e Huang ritrovò il buonumore. Cominciava a fare freddo e sentivo la pelle delle mani tirata, dandomi quasi fastidio. In quel momento vidi la bancarella delle caldarroste e, sapendo quanto anche Huang le apprezzasse, mi ci fiondai per prenderne un pacchetto, così avrei scaldato sia mani che stomaco.
Ci sedemmo su una panchina, continuando a parlare e scherzare, quando li vidi.
Ci fu un momento in cui sentii come un fischio all'orecchio. Non sentivo più la voce di Huang, il mio sguardo era fisso su una coppia che si baciava appassionatamente a pochi metri da noi.
«Non può essere», dissi con voce flebile. Mi alzai e andai loro incontro, mentre Huang raccattò le nostre cose dalla panchina e mi venne dietro.
«Alberto?»
Lui si girò di scatto e all'inizio fu sorpreso nel vedermi, poi assunse un'espressione quasi compiaciuta.
«Oh, sei tu... Beh, non perderò tempo a mentirti dato che immagino ci hai visti mentre ci baciavamo».
Lei mi fissò con aria di superiorità, come a dirmi "Sfigata, hai perso e io ho vinto".
«Ma... Perché? Non potevi parlarmene invece che aspettare di essere scoperto?» dissi. Lui sorrise beffardo.

«Era tutto molto più semplice per me, sei una credulona e una sciocca. I tuoi hanno un sacco di soldi e mi facevano comodo, specie adesso che Vanessa è incinta». A quelle parole sentii i conati di vomito. «Non potevo incastrarti con una gravidanza, sei troppo arida e fredda per avere figli, così ho cercato altrove».

Non volevo più ascoltarlo, volevo solo che la smettesse di parlare e, come se avesse potuto leggermi nel pensiero, Huang gli rovesciò addosso la bottiglietta d'acqua che prima avevo comprato.

«Fate schifo, entrambi» disse lui con sguardo severo. «Andiamo Ambra, non perdiamo più tempo con certa feccia». Alberto stava per replicare, ma lo sguardo a dir poco assassino che Huang gli lanciò servì a farlo tacere.

Salimmo in macchina rimanendo in silenzio per tutto il tragitto. Huang mi accompagnò a casa dei miei, ma prima di salire rimanemmo un po' lì.

«Mi spiace, Ambra».

«E di cosa?» mi uscì una risatina quasi isterica. «Tu hai provato più volte a mettermi in guardia, ma io sono stata una sciocca che si è fidata di uno stronzo egoista».

«Lo so, ma avrei potuto fare di più. In generale.»

«Tu sei sempre stato presente, sei sempre stato al mio fianco da che ci conosciamo. Non potrei chiedere di più, Huang».



 

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Capitolo 10
*** Relax. Nothing is under control ***


» “Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it”
» Prompt: Relax. Nothing is under control (Lista pumpNEON)
» N° parole: 178

 

"Relax. Nothing is under control"

Vitna mi aveva portata via con sé, allontanandomi da Huang che mi aveva gridato di svegliarmi.
Perché aveva usato proprio quella parola? Non l'aveva usata a caso. Stavo dunque sognando? Era davvero un sogno dal quale non riuscivo più a svegliarmi?
Era come se fossi finita in uno di quei libri per adolescenti dove accadevano le cose più strane.
Una parte di me conosceva Vitna, ma in realtà io non l'avevo mai visto prima di allora. Eppure perché provavo quello strano senso di nostalgia e serenità al solo vederlo? Potevo davvero fidarmi di lui o avrei dovuto dar retta a Huang? Ero forse in pericolo?

«Vitna... Che cosa sta accadendo? Perchè Huang...» ma non ebbi tempo di finire la frase. Vitna mi poggio le dita sulle labbra come a volermi dire di non continuare.

«Ti conosco fin troppo bene e so che la tua testa sta viaggiando a mille. Devi solo rilassarti, non puoi controllare niente in questo luogo se sei ridotta in questo stato. Goditi questi istanti e cerca di farli durare il più a lungo possibile».

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Capitolo 11
*** All we have is now ***


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» Prompt: All we have is now (Lista pumpNEON)
» N° parole: 246

 

" All we have is now "

Silke mi stava abbracciando teneramente sotto la grande quercia poco fuori la cittadina.
Gli alberi avevano preso quei bei colori caldi tipici dell'autunno, il sole stava cominciando a tramontare colorando il cielo di tonalità rossicce mentre l'aria fresca e frizzantina ci solleticava il viso. Non saremmo rimasti fuori ancora a lungo, ma era bello starsene lì a contemplare l'orizzonte. Avrei voluto che quel momento durasse per sempre.
Poi però mi tornò in mente quel ragazzo, credo si chiamasse Huang...
Le sue parole mi avevano stupita e incuriosita. Mi aveva detto di fare attenzione e che attorno a me c'erano delle persone che anche senza volerlo mi avrebbero ferita. Mi aveva detto che dovevo sbrigarmi a tornare indietro e che avevo perso anche fin troppo tempo.
Io però non riuscivo a capirlo e per questo sentivo che l'ansia stava crescendo in me.
«Stai ancora pensando a quel giovane, mia diletta?» mi chiese Silke scostando i capelli per scoprire l'orecchio.
«Non posso farci nulla, Silke» dissi sospirando.
«Dimenticalo. Goditi quello che abbiamo, viviti quello che abbiamo. Non pensare al futuro o al passato: tutto quello che conta è ciò che hai adesso. ». Mi strinse a sé e mi mordicchiò il lobo dell'orecchio, facendomi gemere dalla sorpresa e per il solletico che mi aveva provocato mentre sussurrava con voce roca quelle parole.
«Resta con me» disse prima di baciarmi. Era stato dolce nel farlo, eppure qualcosa in me mi diceva che stavo dimenticando qualcosa. Qualcosa di molto importante.

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Capitolo 12
*** Find what you love and let it kill you ***


» “Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it”
» Prompt: Find what you love and let it kill you (Lista pumpNEON)
» N° parole: 320

 

"Find what you love and let it kill you"

Cercai di liberarmi dalla presa di Vitna: non sembrava volermi lasciare andare.
Avevo capito che c'era qualcosa in lui che non mi convinceva del tutto, ma non riuscivo nemmeno ad allontanarmi da lui perché in cuor mio non potevo far altro che volergli bene.
Dopo che la nube nera ci aveva avvolti ci eravamo ritrovati in un parco, era notte ed era tutto avvolto dalle tenebre. Non c'era la luna a rischiarare quel luogo che sembrava così oscuro e pericoloso.
«Vitna...» c'era qualcosa che volevo chiedergli, ma la testa mi fece ad un tratto così male che crollai a terra.
«Ambra!» urlò lui tirandomi su e cercando di farmi stare meglio. Nella mia testa si stavano susseguendo immagini di mondi che non conoscevo e di situazioni che erano sia sconosciute che familiari. E in tutti questi ricordi c'era sempre Huang... e anche Vitna.
Vedevo delle persone che prima avevano un volto, ma che appena mi voltavano le spalle prendevano le sue sembianze.
«Vitna...» annaspavo ma cominciavo a sentirmi meglio. «Tu chi sei in realtà?».
Lui distolse lo sguardo come se fosse stato colpevole per qualcosa. Allungai la mano per accarezzargli il viso, come a volerlo rassicurare, ma un nuova fitta mi fece contorcere ancora una volta dal dolore. Nella mia testa vidi quello stesso parco in cui ci trovavamo, eravamo io e Huang e... Alberto e Vanessa. Io mi ricordavo di loro.

Mi passò davanti tutta la mia vita e realizzai che quella in cui mi trovavo altro non era che una grandissima illusione.
«Ambra... hai ricordato?» Huang comparve e si avvicinò a noi. Intravidi Vitna lanciargli uno sguardo assassino mentre mi teneva stretta a sé.
«Non starlo a sentire. Dimentica, dimentica qualsiasi cosa tu abbia visto» mi disse con voce spezzata. «Se lascerai che l'affetto che provi per lui ti porti via, questo ucciderà la te stessa che hai creato... e così ucciderai anche me perché smetterò di esistere».

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Capitolo 13
*** Full Circle ***


» “Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it”
» Prompt: Bad decisions make good stories (Lista pumpNEON)
» N° parole: 709

"Full Circle"

Era passato già un anno dagli eventi che avevano cambiato le nostre vite, e potevo dirmi felice. Huang si stava facendo strada nel suo lavoro, era un po' più stanco del solito, ma aveva sempre voglia di dedicarmi il suo tempo libero. Io avevo scelto di cambiare vita e, dopo aver seguito dei corsi professionali, avevo trovato lavoro in una nota pasticceria così come avevo sempre sognato.
Stavo aspettando Huang fuori dall'ospedale intanto che finiva il suo turno, quando sentii un uomo schiarirsi la voce accanto a me. Era Alberto.
«Quanto tempo, Ambra» disse lui con voce timida. «Devi fare una visita?»
«Sto aspettando Huang, oramai dovrebbe aver finito di cambiarsi». Non gli chiesi cosa stesse facendo lui lì perché nessuno va in ospedale senza necessità, e comunque non mi interessava.
«Vanessa e il piccolo avevano una visita e sto aspettando che finiscano. Ci vorrà ancora un po'». Avrei voluto chiedergli perché me ne stava parlando, ma questo lo avrebbe incoraggiato a parlarmi ancora. Scelsi il mutismo come risposta e speravo che lui cogliesse l'antifona, ma purtroppo non era mai stato bravo per queste cose.
«Sai... le cose con Vanessa non stanno andando benissimo. Non vuole tornare a lavorare ed è concentrata solo sul bambino e sullo spendere inutilmente i soldi in sciocchezze». “Il karma ha tempi di realizzazione lunghi, ma quando deve colpire lo fa sempre con stile”, pensai con una certa soddisfazione. «Sono stato un coglione con te e so di meritarmi tutto questo», era palese che stesse per dire un “ma”, «ma vorrei tanto tornare indietro, a quando noi due eravamo felici insieme. Tradirti è stata la peggiore delle mie scelte e vorrei tanto lasciare Vanessa per tornare con te e sorridere di nuovo, ridere insieme. Questa non è la vita che volevo».
Avrei tanto voluto sentire queste parole in quei giorni lontani in cui inzuppavo il cuscino di lacrime. Se allora me le avesse dette so che sarei tornata da lui perché ne ero ancora innamorata. Ora quelle parole che un tempo avevo bramato con ogni fibra del mio essere mi lasciavano indifferente. Forse un poco soddisfatta nel vedere la persona che più di tutte mi aveva fatta soffrire che finalmente pagava il suo pegno, però non era quello il punto. Mi voltai e lo fissai negli occhi intensamente.
«Sai Alberto, se me lo avessi detto un anno fa sarei stata davvero felice» lui sorrise e allungò la mano verso di me ma io mi ritrassi. «Dedicarti così tanti anni è stato il MIO errore più grande... però te ne sono grata, perché oggi sono felice della vita che ho costruito. Se tu non mi avessi tradita forse non sarei mai stata in grado di capire che la mia felicità mi aspettava altrove e che il mio cuore apparteneva da sempre ad un altro.» sorrisi amaramente ripensando a tutti i segnali che Huang mi aveva lanciato nel corso degli anni e che io, ingenuamente, avevo ignorato o che comunque non avevo saputo cogliere.
«Sono stata una sciocca, ma ora so che tutte le cattive decisioni che ho fatto mi hanno portata a questo. Non importa quanto abbia sofferto perché oggi sono davvero felice. Quindi grazie di essere stato uno stronzo insensibile ed egoista... mi hai fatto capire che meritavo di meglio» detto questo me lo lasciai alle spalle, anche se vidi con la coda dell'occhio che stava balbettando qualcosa. Non m'importava, avevo visto Huang e non volevo sprecare altro tempo per quell'uomo.
«Quello non è Alberto?» chiese Huang con voce severa, cosa alquanto strana per lui.
«Sì, sta aspettando Vanessa e ha provato ad attaccar bottone» risposi con nonchalance.
«E...».
«E cosa?».
«Ti ha chiesto di rimetterti con lui?» mi fissò seriamente.
«In pratica sì».
«E tu?» mise il broncio e io non potei fare a meno di sorridere. Era troppo carino quando faceva così e lo attirai verso di me per baciarlo. Fece un po' il prezioso, ma sapevo che non era arrabbiato. «Allora?»
«Allora niente. Non mi interessa lui, io sto con te».
«Non ti ha fatto neanche un po' piacere?».
«C'è una certa soddisfazione nel vedere che la ruota ogni tanto gira... ma non tornerei indietro».
«Davvero?» chiese arrossendo.
«Davvero» risposi sorridendogli e stringendomi al suo braccio mentre camminavamo verso il parcheggio.

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