Family Compo 2

di LexRiccardoShion
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Me lo vuoi dire chi sei? (parte prima) ***
Capitolo 2: *** Me lo vuoi dire chi sei? (Seconda parte) ***
Capitolo 3: *** Mai film diede più problemi ***
Capitolo 4: *** Confronti ***
Capitolo 5: *** Gita tra maschi ***
Capitolo 6: *** Persi nel bosco ***
Capitolo 7: *** Una lunga notte ***
Capitolo 8: *** Un'insolita alleanza ***
Capitolo 9: *** Il rapimento ***
Capitolo 10: *** Tutti al mare ***
Capitolo 11: *** Shion e Masahiko: notte maledetta 2 ***
Capitolo 12: *** La sfida ***
Capitolo 13: *** Shion e Masahiko: notte maledetta 3 ***
Capitolo 14: *** Un viaggio movimentato ***



Capitolo 1
*** Me lo vuoi dire chi sei? (parte prima) ***





All animè charas mentioned in this work are the property of their respective copyright holders. I acknowledge all copyrights held by others and state that this work was not created for monetary gain, not was it intended to deprive the copyright holders of their rights under the law.


FAMILY COMPO 2
CAPITOLO PRIMO




DAY 103: ME LO VUOI DIRE CHI SEI? (PRIMA PARTE)




Una famiglia come quelle della tv, era sempre stato il mio sogno.
Qualcuno da cui tornare alla fine della giornata, con cui trascorrere le vacanze, con cui dividere un pasto. Qualcuno che non mi avrebbe mai abbandonato.
Un padre forte e gentile, sempre presente, capace di proteggere i propri cari, un esempio a cui ispirarsi per il futuro.


Sora: "Non mentire, vecchio rimbambito! Non puoi essere stato tu a farlo!! ".
Una vena pulsava pericolosamente sulla sua fronte.
Nonno: "Chi credevi avesse scelto quel bellissimo nome che tu hai deciso di nascondere, figlia degenere?! Yoriko ha fatto bene a darlo alla bambina, lei si che sarà capace di onorarlo come merita! Non certo come te, razza di ingrata! ".
Sora: "#._/. Grr, brutto vecchiaccio!! ".
Yukari: "^^" Tesoro, calmati... ".
Yukari tentò inutilmente di porre fine all'ennesimo battibecco della quella giornata. Disperatamente in cerca di sostegno incontrò i benevoli occhi della suocera che, ben più navigata di lei in quel genere di questioni, la invitò con una leggera scrollata di spalle a desistere dal suo intento.
Quei due erano proprio una causa persa.

Una madre dolce e disponibile, sempre pronta ad ascoltare,a dare consigli, ad infondere serenità e fiducia.

Seguendo il suggerimento della suocera, Yukari cercò di ignorare il baccano che padre e figlio continuavano a fare. Voltò loro le spalle e quasi si scontrò con un'altra persona in quella stanza ormai parecchio affollata.
Yukari: "Ah, signor Tatsumi, c'è anche lei. E' stato molto gentile a venire fin qui con Kaoru ".
Il suo sorriso cordiale ma di circostanza non tardò ad essere equivocato dal baldo yakuza che, grattandosi la nuca per nascondere l'imbarazzo, tentò invano di resistere allo strano fascino che quella donna riusciva ad esercitare su di lui.
Tatsumi: "Ah ah ah... Non dica così, l'ho fatto volentieri... ", modalità bello e tenebroso on," La trovo in splendida forma, Yukari ".
Yukari: "^^""" Gra - grazie... ".
Perché mai riusciva sempre a trovarsi in situazioni così scomode quando quell'uomo era nei paraggi?
Ma qualcuno intervenne per salvarla.
Kaoru: "-__- Porco, non hai un briciolo di contegno ".
Tuonò come un fulmine a ciel sereno dietro il padre, osservando la sua ennesima bravata e stendendolo in un sol colpo.
Tatsumi: "Ah, io... cioè... ".
Rosso in viso, balbettante, la sua ostentata sicurezza lasciò il posto all'impaccio più totale, finché l'irritazione per l'ennesima figuraccia davanti a Yukari non prese il sopravvento.
Tatsumi: "._/. Come osi tu, figlia scellerata!? ".

Sora, Yukari...
Mi hanno accolto come un figlio, nonostante mia madre e mio padre non avessero mai voluto avere niente a che fare con loro. E mi hanno offerto una famiglia, qualcosa che fino ad allora mi era sempre stato negato. Una famiglia un po' anticonvenzionale per certi aspetti, ma che ha sempre saputo darmi l'affetto e l'appoggio di cui ho avuto bisogno.
E ora eccoci qui, tutti insieme, uniti da un lieto evento. Yoriko ha dato alla luce una bellissima bambina a cui è stato dato il nome Haruka, in onore di suo... ehm... zio. Eh già, qui niente è come sembra.
Ma è la mia famiglia, quella a cui finalmente posso dire di appartenere.Tante persone con cui condividere le gioie e i dolori della vita, per merito delle quali riesco a sentire questo strano calore che mi scalda il cuore e mi fa sentire protetto, amato, non più solo. Una vera famiglia. Quella che ho sempre sognato.


"Imbecille! ".
"Deficiente! ".
"Babbeo! ".
"Idiota! ".
"Calmatevi... ".

Ehm... quasi. C'è ancora molto su cui lavorare, ah ah ah...

La neo-mamma Yoriko, ancora provata dal parto, stava riposandosi sul grande letto al centro della stanza, circondata dall'affetto di parenti e amici. Le sue attenzioni erano tutte per il nuovo membro della famiglia che teneva amorevolmente tra le braccia e per la nipote seduta vicino a lei.
Shion: "Quanto è carina, sembra una bambolina ".
La genuina meraviglia che le dipingeva il viso le faceva brillare gli occhi come una bambina davanti ad una nuovo e bellissimo tesoro.
Yoriko: "Se vuoi, dopo puoi prenderla in braccio... ".
Shion: "Davvero? ".
La giovane mamma non poté impedirsi di sorridere. L'entusiasmo negli occhi della ragazza le riportò alla mente lo sguardo della sua sorellona da giovane.
Kaoru: "Certo che avete fatto in fretta ad allargare la famiglia, eh? ".
Il secondo fulmine a ciel sereno piombò nella stanza. L'arrivo di Kaoru, spuntata da chissà dove, si fece sentire. Il suo annunciarsi era sempre diretto e crudo, proprio come le sue osservazioni, che sfioravano perennemente il confine dell'inappropriato.
Ma la replica di Shion a quell'uscita poco raffinata non si fece certo attendere. Il tutto sotto lo sguardo sorpreso e imbarazzato di Yoriko e Kenji, che si era avvicinato alla moglie.
Shion: "Hai la delicatezza di un elefante, te lo ha mai detto nessuno? ".
Kaoru: "Che vuoi tu? ".
Una delle solite battaglie verbali tra le due sembrò alle porte, ma a Shion si presentò un'occasione molto più allettante. Il grande e grosso migliore amico del padre, infatti, era intento a coccolare la figlioletta sussurrando alla madre quanto fosse perfetta. E l'occasione era troppo ghiotta.
Shion: "E' ovvio che la piccola Haruka ha preso tutto da Yoriko, non certo da quel bestione di suo padre! ".
Una goccia di sudore freddo attraversò un lato della faccia del 'bestione', che l'accompagnò ad un sorriso un po' tirato.
Kenji: "^^" Accidenti, è proprio uguale in tutto e per tutto ad Haru... ".
Yoriko non poté che ridacchiare, divertita da quella osservazione lusinghiera ed inaspettata.
Shion: "..e poi, essendo mia cugina, non poteva essere altrimenti ".
Guardò Kaoru con aria di superiorità, come a mettere la parola fine alla piccola disputa accesasi qualche momento prima. Il suo tono, al solito, non lasciava spazio a repliche. Magari solo a fatti, e in effetti una mezza idea di rissa sfiorò per un nanosecondo la mente di Kaoru, che poi, fortunatamente per tutti, desistette.
Kaoru: "-_- Tsk, sempre la solita modesta... ".

Shion...
Così tanto più di una sorella minore... Mai stata in realtà, per quanto ne sia stato convinto a lungo. Sempre così impenetrabile nei suoi sentimenti, almeno quanto forte e decisa nel carattere. E bella, incredibilmente bella.
Mi sembra impossibile averle confessato di amarla solo pochi momenti fa. E adesso siamo qui, come se niente fosse accaduto. Lei dispensa sorrisi e battute pungenti come al solito, si comporta come se non fossimo mai stati su quella spiaggia insieme. Come se non le avessi mai aperto il mio cuore.
E la telefonata di Sora è arrivata nel momento meno opportuno.
Il suo vero sesso. Shion o Shioya... Uomo o donna...
Non credevo mi importasse tanto, ma... è così. Devo saperlo. Ne ho bisogno.


Kaoru: "Ma la pianti di borbottare parole senza senso tu?! ".
Gli si era avvicinata senza che lui se ne accorgesse.
Masahiko: "Eh? Ma-ma che vuoi, scema? ".
Anche se il tono di Masahiko voleva essere seccato, il leggero rossore che gli coprì il viso tradì il suo imbarazzo.
Kaoru: "A che stavi pensando, brutto pervertito che non sei altro, eh? ".
Era sempre stato davvero troppo divertente prendere in giro un ingenuotto simile.
Ciò che uscì dalle labbra del povero ragazzo fu solo un balbettio confuso, mentre un rossore piuttosto acceso lo colorò completamente.
Kaoru: "Cacchio, allora ci ho preso veramente. Guarda che reazione da coda di paglia... ".
Masahiko: "T-tu...".
La sua furia stava per scatenarsi in tutta la sua grandezza.
Masahiko: "._/. Brutta stupida! Io non sono un pervertito!! ".
Nonostante la confusione, quell'animato scambio di battute non sfuggì a Shion, sulle cui labbra comparve un sorriso.
"Non cambieranno mai... ", mormorò tra sé, sospirando a metà tra il divertito e l'esasperato.
Ma nemmeno quel suo piccolo commento passò inosservato a Masahiko, seppure fosse impegnato nel vano tentativo di tenere a freno l'irritazione per le continue derisioni di Kaoru, che, da parte sua, gongolava soddisfatta di quanto appena fatto. Se solo Masahiko lo avesse trovato divertente almeno la metà di quanto lo trovava lei...
Caricato da quel diverbio Masahiko decise di prendere il coraggio a due mani ed affrontare Shion per porre finalmente fine a tutti quei dubbi che lo assillavano e che, nel breve spazio di uno sguardo, erano tornati prepotentemente alla riscossa. In fondo si trattava solo di una semplice domanda. C'era già riuscito una volta, non sarebbe stato difficile ripeterlo... giusto?
Masahiko: "Yoriko, non hai sete? Non vorresti qualcosa? ".
Yoriko: "Bé, effettivamente.. se potessi avere un po' d'acqua..".
Masahiko: "Bene, andiamo a prenderla noi, vero Shion? ".
Shion: "Ma.. ".
Masahiko: "Niente ma! Tu vieni con me! ".
Shion: ""^^" D'accordo ", sorprendendosi a pensare di non aver mai visto un Masahiko così determinato.
Masahiko: "Torniamo presto! ".
Kenji: "Okay, grazie ".
Uscirono dalla stanza e Shion indicò subito l'angolo opposto del corridoio.
Shion: "Guarda là! C'è la macchinetta che vende l'acqua ".
Masahiko: "No! Quella non va bene, andiamo a quella del piano di sotto ".
Shion: "Non credo che l'acqua lì sia più buona, una vale l'altra, no? ".
Masahiko: "Ma ci sei o ci fai? Non hai ancora capito perché ti ho portato con me? ".
Shion: "Forse perché hai paura di perderti? ".
Masahiko: "._/. Che bella considerazione! ".
Shion: "Ma dai, io scherzo! :-P ".
Masahiko: "E' sempre così! Quando sono sul punto di farti una domanda seria, tu svicoli, parli d'altro!" .
Shion: "... ".
Masahiko: "Allora, vuoi dirmelo o no? O forse vuoi tenermi ancora a lungo sulle spine? ".
Shion: "Aha! Allora ti stai riferendo al mio sesso?! ".
Masahiko: "Stupida! Come puoi chiedermelo dopo stamattina? ".
Shion: "Beh, in fondo hai ragione, te lo devo.. ".
Masahiko: "Finalmente! ".
Ma proprio in quel momento udirono strani voci provenire da dietro l'angolo.
"Non è che vorresti uscire con me? ^_- "
"^^""""" Ehm! Scusate avrei da fare! ".
"Non sai cosa ti perdi! Ehi, che bel dottorino! Vuoi provare il vero amore? ".
"^^""""""""" Oh! Ma guarda! Mi chiamano con il cercapersone! Devo andare! E' un'emergenza! ".
"Ma se non sento niente! ".
"Ehm! E' a vibrazione! ", scappando, "Bye bye! ".
"A vibrazione? Oggetto interessante.. ".
Shion e Masahiko si guardarono l'un l'altra sorpresi e rassegnati.
Shion: "Le senti pure tu? ".
Masahiko: "^^" Ho paura di sì! ".
Kazu: "Ehi! Ragazze, guardate chi c'è! ".
Yokota: "Sempre insieme i piccioncini! ^_- ".
Masahiko: "Ehm! Veramente... ".
Mako: "Come è timido! Non lo trovate carino? ".
Hiro si avvicinò maliziosamente a Masahiko e gli sussurrò in un orecchio, "Se non concludi niente con lei, ci sono sempre io! Lo sai che adoro i ragazzi più giovani di me! ".
Masahiko: "^^" Aiuto! ".
Shion: "Ragazze, come mai qui? ".
Yokota: "Ma come? Siamo venute a vedere la piccola, no? Non potevamo certo perderci questo evento! Ma ci siamo perse per strada.. ".
Hiro fece l'occhiolino sexy ad un dottore che fuggì spaventato, "Stavamo giusto chiedendo informazioni! ".
Masahiko: "Eh eh! Vedo! ".
Shion: "Non c'è problema, vi accompagniamo noi! Stavamo comprando un po' d'acqua per Yoriko ".
Assi: "Oh grazie! ".
Masahiko: "( 'Orca loca! Ma perché non se ne restavano a Tokyo? Proprio sul più bello! Ed è già la seconda volta oggi! Questa è proprio sfiga!) ".
L'allegra comitiva salì quindi al piano superiore ed entrò nella stanza di Yoriko.
Assi: "Auguri Sensei! Che bella nipotina che ha! ".
Sora: "Oh ragazze, che piacere vedervi! ".
Nonno: "Piacere un corno! Che ci fanno queste qui? ".
Sora: "Ehi! Un po' di gentilezza per chi viene qui da Tokyo! Hanno fatto un lungo viaggio! ".
Nonno: "Se era così lungo potevano risparmiarselo! Tsk! ".
Sora: "#._/. Maledetto! ".
Nonno: "#._/. Non parlare così! Sono sempre tuo padre! ".
Sora: "Ma se mi hai disconosciuto? ".
Nonno: "Ho sempre diritto al tuo rispetto! ".
Sora: "Non ti immischiare della mia vita! ".
Yoriko & Yukari (gentili): "Ma dai, calmatevi! ".
Nonno & Sora (guardandosi in cagnesco): "Grrrrrrrrrrrrrrrrr! ".
Kenji, Kaoru & Tatsuya: "^^" ( Meglio non intromettersi!) ".
Yoriko & Yukari: "ORA BASTA! ".
Nonno & Sora si calmarono improvvisamente e parlarono all'unisono, "Sì tesoro! ".
Assi: "Suvvia non facciamo così! Abbiamo portato da bere! ".
Hiromi allungò una birra a Yoriko, "Tieni questo è per te! ".
Kenji: "Ehi! A lei niente! Ha appena partorito! ".
Assi: "Ma dai per una sola birra! ".
Kenji: "No e poi no! ".
Dopo una buona mezz'oretta di quello che a casa Wakanae sarebbe stato definito "normale casino", un'infermiera si affacciò timidamente nella stanza allarmata da tanto baccano e ne riuscì immediatamente in cerca di rinforzi.
Infermiera: "Dottore, non dovremmo farli smettere? Ne va della tranquillità dell'ospedale! ".
Il medico, però, ben ricordando la pacca sul sedere ricevuta da Yokota, non volle saperne.
Dottore: "Io non mi immischio! ".
Infermiera: "Ma.. dottore.. ".
Dottore: "Niente ma! ".
Infermiera: "Ah sì?! Allora ci pensiamo noi! ".
Radunò un gruppo di infermiere agguerrite con le quali fece irruzione nella stanza: "Ora basta! Smettetela o ve ne pentirete! ".
Sora: "Suvvia! Hic! Unitevi anche voi alla festa! ".
Infermiere: "NO! ".
Sora: "Non potete mica buttarci fuori! Hic! ".
Ma intervenne un'infermiera della stazza di Kazuko: "Questo lo credete voi! ".
Un attimo dopo si trovarono tutti fuori dall'ospedale. Tranne Yoriko e la figlia, naturalmente.
Masahiko: "-_-" ( Lo sapevo che finiva così!) ".
Kenji: "Non capisco perché abbiano buttato fuori anche me! ".
Sora: "Va bè! Pazienza! Vorrà dire che continueremo la festa a casa di mio padre! ".
Nonno: "COSA?! MA SEI PAZZA? TE LO PUOI SOGNARE! ".
Sora: "Niente ma! E' deciso! Tutti a casa di papà! Oggi si fa baldoria! ".
Le Assi abbracciarono il nonno, "Evviva! ".
Al nonno, mezzo ubriaco e quindi più arrendevole, non restò che alzare bandiera bianca.
Nonno: "Cedo alla violenza! ".
Masahiko: "-_- ( E anche sta volta non ho scoperto niente) ".

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Capitolo 2
*** Me lo vuoi dire chi sei? (Seconda parte) ***





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FAMILY COMPO 2
CAPITOLO SECONDO




DAY 103: ME LO VUOI DIRE CHI SEI? (SECONDA PARTE)




Masahiko sedeva a terra un po' in disparte osservando con rassegnazione la danza delle Assi. Sollevò una gamba intorpidita e la piegò al petto, poggiandovi un gomito e lasciando dondolare stancamente la mano in cui teneva una lattina di birra ancora mezza piena.
Sora e Kaoru erano una forza della natura. Si domandò dove mai potessero trovare tanta straordinaria energia.
Si voltò verso la nonna e Yukari e vide Tatsumi che le si era seduto vicino. Si sarebbe mai rassegnato?
Il nonno, intanto, stava affrontando la serata più impegnativa della sua vita. Le Assi, Kaoru, lo Yakuza, lo spogliarello di Sora. Se la rise sotto i baffi e sperò sinceramente che sopravvivesse allo shock.
Portò la lattina alla bocca e bevve un altro breve sorso.
Spiò con la coda dell'occhio Shion, seduta a terra non distante da lui. Aveva piegato le gambe di lato e si teneva in equilibrio poggiando il peso del corpo su un braccio picchettato a terra sul lato opposto. In mano un bicchiere quasi vuoto.
La sua attenzione sembrava esser stata catturata dalla performance delle Assi, che incitava sporadicamente con qualche superfluo e quanto mai inopportuno incoraggiamento. Il suo sguardo era sereno e sincerante divertito.
Sorrise e bevve un altro sorso finché non si ritrovò tra le mani la lattina vuota. Si alzò cautamente guardandosi intorno e cercando invano dove gettarla, quindi si risolse a buttarla nel mucchio delle altre carcasse.
Aprì la porta scorrevole ed uscì sul portico cercando di non farsi notare. L'aria era così fresca e limpida che gli regalò una piacevole sensazione sulla pelle.
Scese i due scalini di legno che lo separavano dal terreno e poggiò i piedi sull'erba avanzando di pochi passi nel giardino. Che bella sensazione di freschezza.
Sentì qualcuno far scorrere nuovamente la porta ed il canto sguaiato delle Assi si propagò inesorabilmente all'esterno violando quell'insolita quiete notturna. Si voltò aspettandosi il peggio ma vide la nonna che si preoccupava di cambiare l'aria della stanza satura dell'odore di liquori e profumi da donna di cui le Assi abusavano abitualmente. La donna lo guardò e gli sorrise brevemente.
Osservandola rientrare, intravide la figura delle danzatrici del ventre che si agitavano vorticosamente e subito si nascose alla loro visuale.
Si mise seduto nell'angolo del portico, le gambe penzoloni, stendendo le braccia dietro la schiena e sostenendovi tutto il peso del busto. Chiuse gli occhi e restò per un momento nel buio.
Che giornata.
Un addio, una nuovo arrivo in famiglia e una dichiarazione d'amore. Sorrise appena, tenendo gli occhi chiusi, quasi vergognandosi con se stesso per tanta sdolcinatezza.
La sua prima dichiarazione d'amore, quanto coraggio gli ci era voluto.
Anche se la parte più difficile era stata ammetterlo con sé stesso. Non ci avrebbe mai creduto prima, ma davanti a lei le parole gli erano scivolate via da sole con straordinaria facilità.
Davanti a lei. O a lui, certo.
Riaprì gli occhi e spostò in avanti il peso del corpo, poggiando le mani inerti sulle ginocchia. Dopo un attimo una risata gli risalì inaspettatamente petto e spalle uscendogli lievemente soffocata dalle labbra. Se la godette appieno cercando di rilassarsi.
" Che fai, sei forse impazzito o è solo colpa dell'alcool? ".
Si girò di scatto e la vide in piedi dietro di sé. Aveva messo una giacca sulle spalle e teneva ancora in mano una lattina di birra. L'espressione che le disegnava il viso era di consueta strafottenza.
" Che ti importa? Non ti fai mai gli affari tuoi? ".
Si voltò nella direzione opposta abbozzando un grugnito sottovoce ma la vide comunque sederglisi accanto calando dal portico le gambe ed i piedi nudi.
Si sentì strano. L'aveva rincorsa per tutto il giorno ed ora che avrebbe finalmente potuto rivolgerle la fatidica domanda provava quasi una sensazione di disagio.
La spiò tentando, con poche reali speranze, di non farsi notare. Il suo sguardo era lontano, apparentemente in contemplazione del cielo notturno, la sua espressione era serena e rilassata. Aveva le guance arrossate e gli occhi lucidi.
Chissà quanto aveva bevuto...
Rabbrividì al solo pensiero. Sapeva fin troppo bene di cosa fosse capace dopo aver alzato un po' troppo il gomito.
Girò d'improvviso gli occhi su di lui cogliendolo inesorabilmente sul fatto e lo mise subito alle corde.
" Che c'è? ".
Masahiko quasi sobbalzò per la sorpresa e distolse subito lo sguardo mettendosi sulla difensiva.
" Niente, cosa vuoi che ci sia? ".
Non cercò neppure di nascondere il sorriso sotto i baffi e si portò di nuovo la lattina alla bocca bevendo lentamente un altro sorso e lasciando che un'imbarazzante silenzio calasse tra loro.
Imbarazzante per Masahiko, chiaro.
Istintivamente la divertì vederlo crogiolare nell'indecisione, ma poi la colse un inusuale senso di colpa nel ricordare quanto era successo solo qualche ora prima. Si sentì sollevata vedendolo finalmente chiamare a raccolta per l'ennesima volta le sue energie e cercò il suo sguardo quando percepì che era finalmente in procinto di parlarle.
Li distrasse un improvviso e fragoroso rumore alle loro spalle. Si voltarono e poterono ammirare le danzatrici del ventre accatastate l'una sull'altra, presumibilmente precipitate sul portico in modo del tutto casuale.
Kaoru dondolò sopra di loro facendo sfoggio di una risata satanica e tentò di risollevarle una ad una riuscendovi però solo dopo diversi tentativi. Le grida disperate di Hiromi, rimasta schiacciata dalla mole di Kazu, incorniciarono l'intera pietosa scena.
Shion si risparmiò lo spettacolo e si dedicò alla sua lattina di birra. Masahiko invece, incredulo dello straordinario tempismo della combriccola restò voltato fino a quando Kaoru riuscì a trascinare nuovamente in casa le danzatrici e non si accorse minimamente di quanto nel frattempo gli occhi di Shion avessero indugiato sul suo profilo.
No, non aveva scordato quanto le aveva detto. Le sue parole erano ben presenti nella sua mente. Anche se, forse, sarebbe stato più corretto dire che in quel momento galleggiavano in tutto l'alcool che aveva trangugiato.
Masahiko si stupì vedendo le Assi e soprattutto Kaoru rientrare così innocue e disinteressate alle sue faccende. Evidentemente la festa le attraeva più di torturare la solita malcapitata vittima. D'altro canto, con lui, si erano già sfogate più che a sufficienza.
Si voltò si nuovo. Shion sembrava ancora intenta a contemplare il cielo e ad occuparsi della sua lattina. Restò un attimo in silenzio risolvendosi inconsciamente a rinunciare, almeno per quella sera, a scoprire l'arcano. Ma la sua voce lo distolse con prepotenza da quei pensieri.
" Beh, allora? ".
Il suo viso era inespressivo, il suo tono di voce piatto. Attese per un attimo che proseguisse ma, non facendolo, fu lui ad incalzarla.
" Allora cosa? ".
Ma lei non sembrò cogliere la provocazione, le sue reazioni gli parvero palesemente allentate. Era ubriaca, ora lo sapeva per certo.
La vide osservarlo con la coda dell'occhio, senza voltarsi.
" Non me lo chiedi? ".
La sua voce era più lieve, stavolta. Il sorriso che apparve sul suo volto era malizioso ed irriverente.
" Non vuoi sapere la verità? ".
Restò in silenzio, indeciso su cosa risponderle. Era una nuova provocazione?
Studiò con attenzione il suo viso sperando di capire se stesse facendo sul serio. Vide la sua espressione addolcirsi, il suo sorriso farsi più lieve. Gli occhi le si persero oltre le colline, là dove si piegavano pigramente verso il mare.
Lo colse un senso di inevitabilità e paura. Si voltò lentamente, poggiò entrambi i gomiti sulle gambe e fissò lo sguardo sulle mani che aveva chiuso l'una nell'altra.
" E' tutto il giorno che ti faccio la stessa domanda, Shion. Sei tu che non mi hai ancora risposto ".
I pochi secondi che lo separarono dal sentire di nuovo la sua voce gli sembrarono i più lunghi che avesse mai trascorso. Socchiuse inconsapevolmente gli occhi che divennero due sottili fessure scure e diminuì il ritmo della respirazione che interruppe del tutto nel momento in cui la sentì prendere fiato.
" Non lo so ".
Masahiko rimase immobile, perplesso e al tempo stesso sollevato. Ricominciò a respirare e, quando la sentì ridacchiare, fu colto improvvisamente da un moto di rabbia e si voltò deciso a rimproverarla. Ma le parole gli morirono in gola non appena vide il suo viso.
L'espressione che lo dipingeva lo disarmò. I suoi occhi erano fermi e limpidi come quelli di una bambina. Il suo sorriso doloroso ed appena accennato. La sua voce gli sembrò lieve e rassegnata.
" Non lo so. Davvero Masahiko, non lo so".
Soffrì nel vederla distogliere gli occhi dai propri solo dopo pochi istanti e soprattutto nel vedere quel sorriso amaro tingerle il volto.
" Ti invidio, sai? ".
Quella frase lo sorprese ancora di più distraendolo per un attimo dalla sua risposta inattesa.
" E invidio papà, e invidio mamma, Kaoru e, pensa, perfino le Assi. Invidiare le Assi, sono proprio messa male, eh? ".
Incrociò per un attimo il suo sguardo prima che lo riabbassasse sulla lattina.
" Tutti voi sapete chi siete. Qualcuno l'ha sempre saputo, qualcuno l'ha scoperto strada facendo, ma lo avete fatto tutti, chi prima, chi dopo. E vi siete presi la responsabilità delle vostre decisioni ".
Socchiuse gli occhi fermandoli sulla lattina stretta tra le mani. La voce le si fece più incerta.
" Anche tu l'hai fatto, Masahiko. Anche se non dev'essere stato facile. Io, invece, cosa ho fatto per tutti questi anni? Tutto quel che ho voluto, senza preoccuparmi mai delle conseguenze, dei sentimenti degli altri. E cosa ho ottenuto? Che oggi non so ancora una cosa così importante di me stessa. Nonostante lo desideri più di ogni altra cosa ".
Sorrise amaramente e indurì lo sguardo.
" E mi sono perfino permessa di criticare te ".
Masahiko aveva ascoltato in silenzio, avidamente, ma quelle ultime parole lo spinsero con prepotenza verso di lei. La prese per le spalle e la strinse a sé. La lattina vuota rotolò stancamente lungo il portico e infine cadde inerte sul prato umido.
Le parlò stretto da una morsa di colpa e preoccupazione.
" Avevi ragione a criticare me ".
Strinse gli occhi con forza e proseguì incrociando le braccia dietro la sua schiena.
" Stavo mentendo a me stesso. L'ho fatto per così tanto tempo. E lo farei anche ora se tu non mi avessi strappato da quel comodo torpore ".
Tacque per un momento e quando riprese non riuscì ad impedire alla sua voce di farsi più lieve.
" E purtroppo devo ammettere che non è stato facile. Ho avuto paura e, a dire la verità, ne ho tuttora. Per di più ho fatto anche soffrire un'altra persona. Se fossi stato più forte, se avessi avuto il coraggio di essere onesto fino in fondo non sarebbe mai successo. E non ho alcuna scusa per giustificarmi ".
Un sorriso amaro piegò lentamente le sue labbra, ma cercò di riacquistare un tono meno grave.
" Però, il fatto che ci sia riuscito un "coglione" come me la dice lunga, non ti pare? Anche se ho avuto bisogno di aiuto ".
Percepì un attimo di perplessità e la incalzò ancora.
" Era così che mi avevi chiamato quella sera, non è vero? ".
La sentì finalmente ridere contro la sua spalla e si sentì sollevato.
" Già. Vedo che te la sei proprio legata al dito, eh? ".
" Oh no, che vai a pensare, per così poco. Ci sono state occasioni in cui mi hai trattato ancora peggio ".
" Quindi volevi dire che se ci sei riuscito tu c'è speranza per tutti? ".
" Beh, io, Kaoru, le Assi? si, direi proprio che c'è speranza per tutti ".
Sorrise contro di lui e poi rise a cuor leggero ripensando ad Hiromi schiacciata da Kazu sul pavimento del portico.
" Senti.. ".
" Mhh.. ".
" Sono sicura che Hako non nutre alcun risentimento nei tuoi confronti, Masahiko ".
Gli piaceva sentirle pronunciare il suo nome con tanta confidenza.
" Lo spero, Shion ".
La cullò tra le sue braccia e sentì il suo corpo rilassarsi progressivamente. Dopo qualche minuto il suo respiro si fece più profondo e regolare, l'espressione del suo viso serena.
Non si preoccupò che qualcuno potesse vederli e rimase lì, in quell'angolo del portico, proteggendola dal vento fresco della sera.


Masahiko si alzò piuttosto presto ed uscì in giardino per godersi quel sole caldo ed invitante. Una volta tornato a Tokyo avrebbe dovuto aspettare almeno un altro mesetto l'arrivo della vera stagione estiva.
Passeggiò a piedi nudi nell'erba stirandosi le braccia e la schiena. La nonna era in cucina intenta a preparare le colazioni, mentre Yukari era impegnata nell'improbo tentativo di svegliare le Assi. Sorrise sotto i baffi immaginandosi la scena.
Kaoru e suo padre dovevano essere già svegli. Gli sembrava di aver sentito le loro voci alterate dall'altra parte del giardino, ma quando si affacciò oltre l'angolo non riuscì a vederli.
Tornò sui suoi passi e nell'avvicinarsi alla cucina sentì la voce di Shion provenire dall'interno. Si fermò cercando di decidere in che modo comportarsi dopo quanto accaduto il giorno precedente, ma non gliene dette tempo. Uscì improvvisamente e lo salutò come se fosse una mattina qualunque.
" Ciao Masahiko, buongiorno ".
" Ah, buongiorno ".
" La nonna dice che la colazione è pronta, hai fame? ".
" Ehm.. si, certo, ma.. ".
" Bene, andiamo ".
La vide voltarsi per entrare in cucina e la richiamò istintivamente.
" Che c'è? ".
La sua espressione stranita finì per metterlo in imbarazzo.
" Ecco.. ".
" Si? ".
" Io vorrei parlarti un attimo di ieri sera ".
" A proposito di cosa? ".
Lo guardò ancora con aria sinceramente interrogativa e Masahiko si sentì crollare il mondo addosso.
" Non è possibile.. vuoi dire che tu... ".
" Che tu cosa? ".
La vide piegare leggermente la testa di lato come se stesse sforzandosi di ricordare. Un moto di rabbia e rassegnazione lo colse improvvisamente e non riuscì a trattenere un tono stizzito.
" Ho capito, ho capito. Sempre la stessa storia con te ".
La superò agitando le braccia ed entrò in cucina sbuffando tra sé. Non vide il suo sorriso mentre le passava vicino e non la sentì quando lo ringraziò sottovoce.
Lo seguì e si sedette al suo fianco. Kaoru era già riuscita a guadagnarsi una ciotola di riso e Tatsumi si era imbambolato osservando Yukari intenta a servire le Assi che si erano presentate a tavola mezze svestite. Il nonno, al solito, imprecava con Sora colpevole di avergli portato in casa quel branco di maniaci depravati.
Masahiko li osservò uno dopo l'altro e sentì la rabbia scomparire lentamente lasciando spazio ad una piacevole sensazione di calore. La sua famiglia. Si, quella era la sua famiglia.
Si voltò verso Shion e la osservò porgere la propria ciotola alla nonna. E rispondere ad una provocazione di Kaoru. Ed accingersi a mangiare sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Com'era bella.
E ancora di più fu lo sguardo ed il sorriso che gli regalò un attimo dopo.
" Ehi, non sei più arrabbiato con me? ".
Masahiko si godette quella sua espressione infantile e finse di riflettere sulla sua domanda. Infine le rispose guardandola come se nessun altro fosse seduto a quel tavolo.
" No, non sono più arrabbiato con te ".
Dopodiché si concentrò sulla sua ciotola e fece colazione con la sua famiglia.

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Capitolo 3
*** Mai film diede più problemi ***





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FAMILY COMPO 2
CAPITOLO TERZO




MAI FILM DIEDE PIU' PROBLEMI




Eccomi di nuovo qui.
Già, se soltanto chiudo gli occhi mi sembra di essere di nuovo sulla spiaggia di Kochi, solo che adesso sono al posto di Shion. Benché non abbia la minima voglia di farlo, devo girare la fine del film, il film che ho scritto e di cui sono "la protagonista". Il bello è che mi hanno scelto perché sembravo il più adatto ad interpretare un personaggio maschile e femminile allo stesso tempo. Eh, eh... se solo sapessero la verità!
Certo è curioso sentirsi rivolgere quelle stesse parole con cui le avevo confessato i miei sentimenti... quanta fatica mi sono costate, eppure Shion le ripete senza far trapelare alcuna emozione.


Direttore: "Non restartene lì imbambolato, Giba, recita! ".
Masami: " Si, certo, mi scusi, senpai ".
Direttore: " Avanti, smettila di perder tempo! ".
Masami: " Va bene, va bene ".
Asagi fece una faccia divertita, sarebbe stato fin troppo facile strappare Shion ad uno così cretino. Anzi, non riusciva ancora a capire come mai non ci fosse ancora riuscita. Misteri della vita...
Ma l'espressione della bionda, fino a quel momento serena e convinta, cominciò a dar segni di fastidio via via che la scena andava avanti.
Masami: " Fammi vedere se tu sei l'uomo per me! ".
Non poteva credere alle proprie orecchie, come era possibile che Shion avesse detto una cosa del genere al suo rivale? No, non poteva essere vero.
Masami: " Convincimi ad essere donna fino in fondo con la forza del tuo amore! ".
No, non poteva sentir di più, ma non voleva scappare, non poteva, sarebbe stato come darla vinta al suo rivale. E questo non poteva nemmeno concepirlo. Lei non si sarebbe fatta mai battere da un essere insulso ed insignificante come lui.
Direttore:" CUT!CUT! E' stato veramente magnifico! ".
Shioya: " Grazie, troppo gentile, direttore! ".
Direttore: " E ditemi, avete già pensato al finale, vero?".
Masami: " Ehm? ".
Direttore: "Allora, di che sesso sei, Masami? ".
Ejima: " Giusto, sono curioso anch'io! ".
Nishina: " Il senpai sarà una donna, vero? Secondo me dovrebbe decidersi così anche nella realtà! ".
Masami: ^_^" " (Ma non pensa mai a nient'altro?) ".
Direttore: " Bèh? Vuoi fare notte? Allora, dicci, qual è il sesso di Masami? ".
Guardò Shioya con occhi indagatori, ma lei, al solito, non lasciò trapelare alcuna emozione.
Masami: " ( A saperlo!) Non si sa, senpai! ".
Direttore: " COSA?!!!! E NOI COME LO FACCIAMO FINIRE IL FILM? ".
Masami: " Con un finale aperto, no? Mentre sto per confessare il mio segreto, suona il telefonino e... ".
Direttore: " Ma che cretinata è questa? Non verrebbe mai in mente a nessuno! Nemmeno al peggiore dei mangaka da quattro soldi! Fa schifo! ".
Masami: ^^" " Ah... mi scusi... ".

---
Studio degli autori
DLIN DLON
Riccardo: Chissà chi è?
Lex & Shion: Vai ad aprire e lo saprai!
Tsukasa Hojo: E così la mia idea fa schifo? Non verrebbe in mente a nessuno? Sarei un mangaka da quattro soldi?
Riccardo: ^^" (Ops! Forse ho esagerato!)
Lex & Shion: Però è vero! Non può lasciare noi poveri lettori così in sospeso! Giusto, Riccardo?
Riccardo: ^^" Già!
Hojo: #._/. Ah sì? Ryo, puniscile!
Ryo Saeba: Vi spiezzo in due! Anzi, vi darò due botte! Ehe! SLURP! Una per ciascuna, contente?
Lex & Shion: ^^" Ehm... (indicando Riccardo) Per la verità l'idea è venuta a questo qui!
Riccardo: Urca!
Ryo (di nuovo tenebrosamente serio): Preparati a morire!
Riccardo: ^^"""""""" Aiuto!
Stendiamo un velo pietoso sulle sorti dell'autore?
Lex & Shion: ...in fondo se l'è proprio cercata!

---
Asagi: " Un finale aperto? Ma allora... ".
Le apparve subito chiaro che Shion non aveva preso una decisione definitiva. E questo era positivo, ma non poteva neppure fingere di non aver sentito quelle parole. Era stato dura ascoltarle e ancora non le aveva digerite. Ognuna di quelle frasi, in realtà, le aveva trafitto il cuore.
Doveva parlare con Shion.
Direttore: " Ma non capisci che un finale aperto non lo vuole nessuno? Se facessimo come dici tu ci lancerebbero dietro i pomodori! ".
Ejima: " Giusto! Ascoltate, perché non facciamo così, Masami dichiara di essere maschio e Wakanae, spinto dall'amore per lui, si opera! ".
Nishina: " Si! A Casablanca! ".
Ejima: " Infatti! Sarà una commedia eccezionale! ".
Masami: " ^^" ( Non credo mi piacerebbe una soluzione così) ".
Cameraman: " No! Secondo me Wakanae non se la merita! Gli facciamo dichiarare di essere uomo e lo facciamo mettere con Asagi! ".
Asagi: " (Non sarebbe male l'idea) ".
Masami: " (Nemmeno questo finale mi piace!) ".
Ejima: " Si, bello! Ehi, Giba, non dirmi che non ti piacerebbe girare una scena d'amore con Asagi, eh, mandrillone? ".
Masami: ^^"...
Ma una voce conosciuta lo distrasse, " Certo, Masahiko, che come sceneggiatore fai proprio pena! ".
Fu davvero sorpreso di vederla lì, era l'ultima persona che pensava avrebbe assistito alle riprese, visto che non aveva mai mostrato alcun interesse per l'attività del loro club.
Masami: " Come mai tu qui? ".
Kaoru rispose con un tono scherzoso: " ^^ E' chiaro! Come potevo perdermi il finale del film scritto dalla mia ragazza? ".
Masami: " NON SONO LA TUA RAGAZZA! IO SONO UN UOMO! ".
Kaoru: " Ehi, datti una calmata, ti stanno guardando tutti ".
Si girò e vide che effettivamente tutti i passanti, visibilmente sconvolti dal quelle parole, lo stavano fissando.
Masami: " ^\^ ('Orca loca) Ehe! Scusate! Stiamo solo girando un film! Non vi preoccupate.. ".

- Lo sapevo io che non poteva essere vero!
- Figurati se quella è un uomo!
- Così carina poi!
- Io me la farei anche!
- Però, io quasi quasi ci cascavo!
- Va bè, sei sempre il solito credulone!

Masami: " ^^" (Non so più che dire!) ".
Kaoru: " Hai visto che combini? Dammi un bacetto, pupa ".
Masami guardò Shioya con occhi imploranti, ma invano.
Shioya: " (Il solito scemo! Che se la sbrighi da solo!) ".
Nel frattempo, la discussione sul finale del film era ancora in piena bagarre, fin quando il presidente del club prese il controllo della situazione.
Direttore: " Siete degli idioti! Sareste capaci di rovinare un capolavoro! ".
Ejima, Nishina e il cameraman: " Ci scusi, direttore! ".
Direttore: " Il pubblico vuole il lieto fine! Quindi, Giba, dovrai dichiarare di essere una donna! Così ti metterai con Wakanae e daremo al pubblico quello che si aspetta! Sarà un successone! ".
Masami: " Come vuole lei... (Fermate il mondo! Voglio scendere!) ".
E così fu deciso. Tutti, comunque, convennero che Masami avrebbe dovuto confrontarsi e dare una spiegazione ad Asagi. E la scena, benché già fosse tardi, fu girata quella sera stessa. L'indomani tutti si sarebbero poi dedicati all'ultimo ciak. Tanto, il più era già stato fatto.
Direttore: " CUT! CUT! Perfetta per oggi finiamo qui! Domani la scena finale! Asagi, se vuoi puoi anche non venire, tanto con te abbiamo finito... ".
Asagi: " Va bene, grazie direttore! ".
Masahiko salutò la troupe e si avviò lentamente verso lo spogliatoio di fortuna approntato nel parco in cui si tenevano le riprese. Spiò quasi con curiosità Asagi con la coda dell'occhio e gli sembrò stranamente tranquilla. Ma un attimo dopo la vide voltarsi verso di lui d'improvviso, senza dargli possibilità di distogliere quello sguardo furtivo.
I suoi occhi erano stanchi e forse anche un po' tristi, ma la sua espressione era fiera e tremendamente determinata.
A Masahiko non piacque, gli sembrò preannunciare niente di buono.

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Capitolo 4
*** Confronti ***





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FAMILY COMPO 2
CAPITOLO QUARTO




CONFRONTI




Masahiko fu il primo a scorgere la figura di Asagi in fondo alla strada, non senza provare una crescente sensazione di disagio che lo fece indugiare prima di decidersi a render nota la circostanza anche al resto della compagnia.
Parlò rivolgendosi a Shion, senza però distogliere lo sguardo da quella scomoda figura, " Che cosa vorrà adesso? ", ma la sua domanda non ebbe risposta.
Si voltò e vide che Shion fissava Asagi stranamente assorta. Voltandosi dall'altra parte, osservò Kaoru e non gli andò meglio visto che lei aveva concesso solo un'occhiata veloce alla nuova comparsa prima di tornare a guardare dritto avanti a sé, immersa nei propri pensieri. Esattamente ciò che aveva fatto tutto il giorno, peraltro.
Non gli restò che aspettare il peggio.
Asagi aveva le spalle poggiate sul muro di recinzione, le mani strette sulle cinghie dello zaino. Un atteggiamento che a Masahiko parve insolitamente infantile. Lo sguardo che alzò su di loro un attimo dopo, però, fu tutt'altro che quello di una ragazzina arrendevole. La vide sollevarsi dal muro quasi con indifferenza e degnare appena di un'occhiata Kaoru per concentrarsi unicamente su Shion.
Il suo sguardo era intenso, deciso, coraggioso. Avrebbe mai avuto uno sguardo come quello lui? E chissà cosa passava nella mente di Shion vedendole quell'espressione negli occhi.
La vide attendere pazientemente che giungessero alla sua altezza e che si fermassero di fronte a lei. Sistemò lo zaino in spalla e parlò con voce stranamente calma.
Asagi: " Posso parlarti? ".
Che fermezza, che maturità, Masahiko non poté che ammirarla per tanta dignità. E tremò pensando a quello che avrebbe detto a Shion e sopratutto a quello che provava per lei. O lui.
I momenti che Shion si concesse prima di risponderle gli sembrarono interminabili. Trattenne quasi il fiato, senza rendersene conto, e non si accorse neppure dello sguardo di Kaoru che lo osservava di sottecchi.
Shion piegò la testa da un lato e storse appena la bocca, " okay, se è una cosa veloce ".
Asagi: " Si, lo è, non preoccuparti ".
Shion: " Bene, sono stanco e vorrei tornare a casa presto stasera ".
Si rivolse a Kaoru e Masahiko allungando a quest'ultimo il proprio zaino, " Portamelo a casa tu per favore ".
Masahiko: " Ma... ".
Shion: " Dite alla mamma che sarò a casa per cena ".
Si voltò e si allontanò senza dargli tempo di replicare. Cosa avrebbe mai potuto dire, dopotutto? Asagi la seguì senza degnarli neppure di uno sguardo. Kaoru salutò con un breve cenno del capo osservando sorniona l'espressione attonita di Masahiko.
Kaoru: " Davvero comodo così, eh? ".
Attese una risposta di Masahiko che però non arrivò. Se la rise sotto i baffi risolvendosi ad infierire sulla sua vittima preferita, " Bella tipa quella Asagi. Non si può certo dire che non sa quello che vuole ".
Masahiko: " Già ".
Kaoru gli girò intorno cercando invano di distrarlo da quelle due figure che si allontanavano progressivamente. Gli si affiancò di nuovo ed a sorpresa lo colpì con un gomito sul braccio.
Masahiko: " Ehi, scema! Mi hai fatto male! Ma che ti ha preso? ".
Kaoru: " A me? Eri tu che dormivi in piedi ".
Masahiko: " Io non dormivo in piedi, stavo solo.. ".
Kaoru: " See, certo, certo. Allora che facciamo? Torniamo a casa o restiamo qui tutta la sera a fare le belle statuine? ".
Si voltò avviandosi nella direzione opposta ed a Masahiko non restò che arrendersi, " Va bene, va bene, ho capito. Sempre la solita manesca tu ".
Si incamminò al suo fianco sistemando lo zaino di Shion sulla spalla libera e massaggiandosi il braccio malmenato da Kaoru.
Asagi camminava in silenzio, qualche passo avanti a Shion.
Shion: " Allora? ".
Asagi rimase in silenzio, di spalle.
Shion: " Che volevi dirmi? ".
Si fermò e si voltò lentamente, mostrando uno sguardo insolitamente severo.
Asagi: " E' assurdo ".
Attese la reazione di Shion che però rimase in silenzio ricambiandola con occhi altrettanto fermi e quasi inespressivi.
Asagi: " Questa storia, questo film, parla di noi. Di noi tre ".
Distolse lo sguardo prima abbassandolo a terra e poi rivolgendolo lontano. La sua voce risultò meno ferma di quella che l'aveva sostenuta qualche attimo prima.
Asagi: " Non riesco ancora a capire perché senpai Masahiko abbia voluto farne un film ".
Sorrise, nostalgicamente, " Era quasi divertente all'inizio. E' stato bello interpretare me stessa, vedermi davanti ad uno specchio ". Rise appena, " Mi è perfino stato utile permettendomi di scoprire i punti deboli del mio rivale. Senpai Masahiko è un ragazzo davvero strano. In fin dei conti non capisco proprio perché me ne preoccupo tanto ".
Rivolse lo sguardo ad un gruppo di ragazzini che giocavano in fondo alla strada. Il suo sorriso si fece più amaro, la sua voce più lieve, " Ma adesso, adesso non è più divertente ".
Un moto di stizza le salì lungo il petto e la costrinse a volgere nuovamente gli occhi a Shion, la cui espressione non era cambiata, " E quel finale? cosa diamine significa quel finale? ".
Masahiko: " Non l'ho scelto io quel finale! "
Infilò le mani nelle tasche dei pantaloni, irritato. Quella giornata non avrebbe davvero potuto andare più storta di così.
Masahiko: " Non mi hanno neanche ascoltato! Hanno deciso per me, come al solito. Anche se questo era il mio film... ".
Kaoru l'aveva ascoltato senza interromperlo, riflettendo su quante cose le si stessero rivelando in così poco tempo. E non sembrava ancora tutto. Quando però capì che Masahiko non avrebbe continuato, si decise finalmente a dire la sua.
Kaoru: " Beh, devi ammettere che anche il tuo finale non era poi questo gran capolavoro... ".
Quelle parole animarono nuovamente Masahiko, che si voltò verso di lei, cercando inutilmente uno sguardo che continuava a tener dritto avanti a sé.
Kaoru: " Anzi, a pensarci bene, faceva proprio schifo. Insomma, cosa doveva significare? Che cavolo di risoluzione sarebbe stata per la storia? ".
Spiò con la coda dell'occhio la reazione del ragazzo e quello che vide non le piacque per niente. Tempesta in arrivo...
Masahiko: " E pensi che a me piacesse un finale così? Credi davvero che ne avrei voluto uno in cui non si capisce come va a finire la storia? Qualcosa di così ambiguo, indecifrabile, proprio come, come... ".
Come Shion...
Non lo disse, lasciando la frase a metà, soffocandola in un sospiro rassegnato.
Ma Kaoru non mollò la presa e continuò a incalzarlo, " Ne deduco che anche il tuo finale, non solo il resto della storia, si ispirava a qualcosa che è veramente successo... non è forse così? ".
Aspettò con impazienza, molta più di quanto avrebbe pensato e voluto. Si sorprese poi di sentir montare dentro sé quell'imprevista e indesiderata ansia sempre più, di pari passo con il tempo che Masahiko si concesse per risponderle. Mise da parte quei pensieri quando udì le parole che aspettava.
Masahiko: " E' così...".
Lo sguardo di Masahiko era rivolto alla strada che stavano percorrendo insieme, ma in realtà era lontano anni luce da lì. Era rivolto a una tiepida giornata di fine maggio, a una spiaggia bianchissima, alle onde del mare.
Quella visione intensa durò il tempo di un batter di ciglia e venne bruscamente interrotta dalla voce di Kaoru. La sua domanda fu tanto spontanea quanto temuta.
Kaoru: " E allora qual è il significato delle parole di Shion? ".
Asagi: " Cosa significano le parole di Masami? ".
Shion rimase in attesa, in silenzio.
Asagi si avvicinò di un passo, " Cosa diamine vuol dire fammi vedere che sei l'uomo per me? Avanti, non puoi restartene in silenzio. Ho diritto di saperlo ".
Si avvicinò ancora, stendendo con forza le braccia irrigidite lungo il corpo e stringendo le mani. I suoi occhi, però, vacillarono, attendendo una risposta tanto desiderata e altrettanto temuta. E la voce le tremò appena.
Asagi: " Cosa volevi dire con quelle parole a senpai Masahiko, Shion? ".
La guardò stupendosi di tanta determinazione. Quale cambiamento in quella ragazza in così poco tempo. Distolse a sua volta lo sguardo ricordando gli occhi di Masahiko che pochi giorni prima aveva atteso la stessa risposta.
Shion: " Cosa significano le parole di Masami? ".
Masahiko: " Già, cosa significano le parole di Shion? ".
Fece una breve pausa per riordinare le idee, cercando un nuovo appiglio. Ma fu solo un altro tentativo inutile.
Masahiko: " Non lo so, vorrei saperlo, ma non lo so. Perché nemmeno lei lo sa ".
Indugiò ancora, prima che qualcosa dentro di lui si sciogliesse senza preavviso.
Masahiko: " Ci ho messo così tanto per capire cosa provo per lei, e ora, dopo essere finalmente riuscito a far chiarezza dentro me, mi ritrovo a questo punto. Credevo sarebbe bastato dirglielo per risolvere tutto. Ma non è andata così, non è cambiato niente. Anzi, è anche peggio di prima, eh eh... ".
Una risata amara sfuggi dalle sue labbra, trasmettendo anche a Kaoru la tristezza che portava con sé. Lo guardò, sentendosi in pena per lui. E lo ascoltò con un groppo in gola quando si decise a continuare.
Masahiko: " Per non parlare di Asagi... ".
Volse lo sguardo al cielo, realizzando quanto aveva detto, rendendosi improvvisamente conto di quanto si fosse scoperto in quella che doveva essere una semplice chiacchierata per ammazzare il tempo. Si grattò la nuca un po' a disagio, e guardò la ragazza vicino a lui con evidente imbarazzo.
Kaoru ghignò davanti a quella sua espressione spaesata. Ma in realtà preferiva di gran lunga vederlo imbarazzato piuttosto che in veste di innamorato respinto. Era decisamente più divertente e, più che altro, era una situazione che era abituata a gestire. E piuttosto bene, anche.
Gli diede una sonora pacca sulle spalle prima di mettergli un braccio intorno al collo e stringere un po' più del dovuto solo per il gusto di irritarlo.
Kaoru: " Ma alla fine te lo ha detto o no di che sesso è? ".
Asagi: " Allora, me lo vuoi dire o no? Intendi rimanertene per sempre lì in silenzio? ".
Il suo tono fu aspro e deciso, evidentemente volto a strappare Shion da quel silenzio imperterrito. E ci riuscì. Finalmente si voltò e le rivolse sorriso caldo e leggero, per poi chiudere gli occhi e riaprirli un attimo dopo su un mondo lontano.
La sua voce fu lieve ma decisa. Il suo tono, però, suonò ad Asagi stranamente incolore.
Shion: " Cosa vorresti che ti dicessi? ".
La guardò per un attimo con la coda dell'occhio per poi voltarsi nuovamente.
Shion: " Che sono donna, che sono uomo? Che Masahiko non mi interessa? O che cos'altro? ". Asagi rimase in silenzio.
Shion: " Mi spiace, non ho risposte da darti ".
Restò ancora in silenzio fin quando dovette accettare che Shion non avrebbe continuato. Sorrise amaramente e abbassò istintivamente lo sguardo, parlando con tono lieve e vagamente rassegnato.
Asagi: " Non è esattamente la stessa risposta che hai dato a Masahiko ".
Quelle parole colpirono Shion più di ogni altra. Era vero. Aveva ragione.
Asagi continuò però con tono quasi divertito, " Ma, in fin dei conti, non hai dato una gran risposta neppure a lui ".
Shion si voltò e la vide alzare finalmente lo sguardo.
Asagi: " E per quella pappamolla deve essere stato davvero un brutto colpo ".
Rimase apparentemente impassibile, ripensando in cuor suo agli occhi tristi e quasi imploranti di Masahiko quella sera sul portico, a casa dei nonni.
Asagi inspirò profondamente e cercò nuovamente lo sguardo di Shion, " Comunque non credere che io mi dia per vinta. Da quanto ho visto oggi la guerra non è ancora persa e io non ho alcuna intenzione di farmi da parte e rinunciare a te ".
Kaoru: " Asagi non rinuncerà facilmente a Shion. Hai una bella rivale, Masahiko ".
Masahiko le rivolse uno sguardo sorpreso di cui sogghignò.
Masahiko: " Una rivale? ".
Kaoru: " Già, e non si darà per vinta, vedrai ".
Continuò a stuzzicarlo, sempre più compiaciuta, ma Masahiko sembrò perdersi per un attimo nei suoi pensieri, " Una rivale donna... chi lo avrebbe mai pensato? ".
Sospirò profondamente sollevando le spalle più del necessario. No, quella non era decisamente la sua giornata.
Kaoru studiò sorniona la sua espressione e preparò in terreno per la stoccata finale, " Certo, un modo ci sarebbe per combattere alla pari... ".
Masahiko le rivolse uno sguardo interrogativo e Kaoru attaccò, " Ma come, davvero non intuisci quale, dolce Masami? ".
Tre, due, uno. Catastrofe.
Masahiko: " Ma tu non lo perdi mai il vizio di prendermi per il culo, cretina???! ".
Vedere Kaoru che se la rideva della grossa davanti al suo scoppio non fece altro che farlo infuriare ancora di più. Aumentò l'andatura, camminando a passo di marcia e lasciandola deliberatamente indietro a sghignazzare. Si voltò con uno sguardo truce solo quando lei lo richiamò.
Kaoru: " Mi è venuta voglia di fare un giretto. Precedimi a casa, ok? ".
Masahiko la guardò sorpreso da quell'improvviso cambio di programma e fu sul punto di domandarle se fosse tutto a posto, ma lei lo anticipò fregandolo ancora, " Hai paura di tornare da solo, piccolino? Vuoi che ti accompagni fino alla porta di casa? ".
Fu semplicemente troppo e Masahiko si produsse nell'esatta reazione calcolata da Kaoru. Si voltò e riprese la sua strada, urlandole solo " Fa un po' come ti pare!! ".
Lo osservò voltare l'angolo e borbottare qualcosa ancora arrabbiato. Infilò le mani in tasca e, ridacchiando, imboccò la strada opposta.
Camminò lungo la ferrovia e si fermò soltanto vedendo abbassarsi le sbarre del passaggio a livello. Chissà poi perché aveva deciso di proseguire da sola, non sapeva dove andare e non aveva neppure un gran voglia di andarsene in giro a casaccio. Guardò con indifferenza i vagoni che si inseguivano davanti ai suoi occhi. Cosa diavolo era quella sensazione di disagio che non voleva saperne di andarsene? Si stufò e mentre le sbarre si stavano alzando si voltò e tornò sui propri passi.
Ripensò brevemente allo sguardo di Asagi e ne sorrise, " No, non mollerà facilmente quella ".
Ma le parole di Masahiko continuavano a frullarle in testa come un disco rotto. Avrebbe potuto essere più cieca di così? Possibile non si fosse mai accorta di quanto accadeva tra quei due? Eppure aveva passato molto tempo con loro da quando si era stabilita dai Wakanae, molto più di quanto avrebbe mai pensato all'inizio.
Certo, lui era trasparente quanto un vetro lustrato, poteva leggere i suoi pensieri come un libro aperto. E a pensarci bene sapeva che Shion non gli era indifferente. Si, lo aveva capito da tempo. Del resto, a chi poteva essere indifferente una tipa così? Riguardo l'aspetto esteriore, chiaro. Perché quando apriva bocca e dava libero sfogo a quel suo caratterino era tutta un'altra storia.
Calciò una lattina abbandonata in mezzo di strada. La osservò rotolare rumorosamente per qualche metro, regalando un po' di vita alla via deserta.
Ma, forse, ad un tipo come Masahiko un caratteraccio come quello poteva piacere. Anzi, non c'era nessun forse. Gli piaceva veramente a giudicare da quanto aveva detto poco prima.
Sospirò affondando le mani nelle tasche.
" E perché mai la cosa dovrebbe interessarmi? ", mormorò tra sé.
Abbassò lo sguardo e chiuse gli occhi per qualche secondo, finché non iniziò a ridacchiare tra sé, valutando la situazione da un altro e più familiare punto di vista, " Sarà solo un altro pretesto per divertirmi con quel bamboccio ".
Asagi: " Io non mollerò, Shion. Non così facilmente ".
Shion la guardò con curiosità e fastidio, " Ehi, guarda che io non sono mica un premio da vincere ".
Asagi: " Lo so bene. E neanche a me piace l'idea di confrontarmi con senpai Masahiko, ma voglio che tu sappia che non mi tirerò comunque indietro. Che seguirò i miei sentimenti fino in fondo e farò di tutto pur di averti ".
Tacque un momento e poi proseguì, " Anche se ciò significa mettermi in competizione con altri, maschi o femmine che siano ".
Shion rimase in silenzio, con aria severa e quasi impassibile. Fu Asagi a parlare nuovamente, " Adesso, però, è meglio che vada, mi sono resa abbastanza ridicola per oggi ".
Si voltò concedendosi un ultimo sguardo indietro, " A domani, Shion ".
La guardò allontanarsi ripensando alle sue parole, poi sbuffò leggermente e sistemò meglio il cappello. Sorrise appena e si voltò incamminandosi verso casa, " Mah, fa un po' come ti pare ".
Kaoru camminava a testa bassa, persa nei propri pensieri, e si accorse di aver fatto più strada di quanta avesse programmato solo quando un bambino la urtò accidentalmente rincorrendo una palla da calcio.
Bambino: " Oh, scusi signorina ".
Lo sentì urlarle altre scuse e lo vide proseguire la sua corsa sfrenata dietro il pallone senza preoccuparsi neppure di fermarsi. Lo guardò stordita e solo allora realizzò di essere arrivata fino al parco.
Kaoru: " Brutto moccioso, sta più attento la prossima volta! ", gli urlò dietro, anche se era ormai troppo lontano per sentirla. Sbuffando raggiunse la grande fontana rotonda e si sedette stancamente sul bordo.
Kaoru: " Se quella peste mi ricapita davanti gli darò una bella lezione ".
Si poggiò all'indietro osservando il cielo tinto di rosso della sera e le sfuggì un nuovo sbuffò di stizza, " Signorina... tsè! ".
Asagi percorse lentamente il sentiero che attraversava il parco e giunse in un ampio spiazzo corredato di giochi per bambini. Le voci di quei ragazzi che si rincorrevano a vicenda d'apprimo la infastidirono ma poi finirono quasi per farle compagnia.
Che giornataccia.
Sentiva che le carte in tavola erano cambiate sotto i suoi occhi senza che avesse potuto far niente per impedirlo. Aveva sempre istintivamente considerato senpai Masahiko un rivale, nonostante Shion l'avesse negato, ma non l'aveva mai veramente creduto un avversario tanto pericoloso. O meglio, non l'avrebbe mai creduto così tanto vicino a Shion.
D'altra parte era un ragazzino, nient'altro che un ragazzino. Certe volte le sembrava un pulcino che aveva smarrito la strada di casa. Come avrebbe mai potuto credere che un tipo come quello potesse interessare a Shion?
Ma qualcosa c'era, e quel pomeriggio l'aveva avvertito chiaramente.
Oltre le altalene intravide un gruppetto capeggiato da un ragazzo con un cappellaccio scuro calzato alla rovescia. Giocavano a pallone, mentre alcune ragazze li incitavano oltre una fila di cartelle che, probabilmente, rappresentava la striscia di bordo campo.
Una di loro, in particolare, la colpì. Se ne stava un po' in disparte, con la cartella ancora stretta in una mano e sembrava concentrata soltanto su uno dei giocatori. Era palese che la partitella non le interessasse assolutamente.
Il suo sguardo era così fermo, sobrio, pulito. Alcune tra quelle che sembravano essere le sue compagne di scuola parlottavano tra loro occhiandola di nascosto, ma lei pareva non accorgersene neppure. Le sembrò così straordinariamente sicura e cosciente di sé, da non aver nessun timore di mostrare a tutto il mondo i propri sentimenti.
Invidiò quella ragazza. Anche lei avrebbe voluto essere così.
Si avvicinò alla fontana al centro dello spiazzo e si sedette sul bordo. Osservò ancora quella ragazza e sorrise. Aveva più o meno la sua età quando conobbe Shion, ma il suo atteggiamento era stato ben diverso allora.
Un velo di tristezza appannò i suoi occhi. Quelle parole, non riusciva proprio a cacciar via le parole di Masami dalla sua testa.
Non c'era dubbio. Erano un invito. Inutile nasconderselo. Un invito che a lei non era stato rivolto.
Sospirò appena e chiuse gli occhi. Pensò a quella ragazza, a quel suo sguardo semplice e pulito. Anche i sentimenti che provava per Shion erano altrettanto belli. Fece un respiro profondo ed espirando riaprì gli occhi. Si sentì meglio e lasciò che quella sensazione affiorasse alle sue
" Tanshio, anche se non me lo hai chiesto io lo farò lo stesso. Ti farò vedere che sono la donna per te, con la forza del mio amore ".
Kaoru si voltò improvvisamente, guardandosi intorno con attenzione. Lo scroscio costante dell'acqua fu tutto ciò che accompagnò il suo movimento.
Kaoru: " Eppure avrei giurato di aver sentito... ".
Attese un momento e poi si voltò di nuovo avanti a sé scotendo la testa, " Bah! ".
Asagi si dedicò un sorriso solitario e si alzò. Scosse bene la gonna, sistemò meglio lo zaino sulle spalle e si avviò ripercorrendo la strada da cui era
Un attimo dopo si accesero in sequenza i lampioni del parco. Kaoru si alzò svogliata, quasi fosse il segnale che attendeva e, nascondendo le mani in tasca, si incamminò sulla strada di casa.
La ragazza con la cartella si voltò verso la fontana e vide le due ragazze allontanarsi di spalle e dirigersi silenziosamente in direzioni opposte. Si voltò di nuovo cercando con gli occhi il ragazzo con il cappello alla rovescia e, non appena incrociò il suo sguardo, gli rivolse un sorriso.
Intanto, a casa Wakanae, Masahiko se ne stava sul balcone della propria camera, con la testa poggiata sulle braccia incrociate sul parapetto, perso nei suoi pensieri, rivivendo ogni momento della lunga giornata appena trascorsa.
Fino a quando una voce nota lo destò dalle sue riflessioni.
Shion: " Pensare troppo fa male, lo sapevi? ".
Si voltò vedendo Shion affacciata alla finestra, col viso poggiato su una mano. A giudicare dalla posizione rilassata, ebbe l'impressione che fosse lì da un po'.
Masahiko: " Quando sei tornata? Non ti ho vista rientrare... ".
Parlò sinceramente sorpreso, considerato che aveva aspettato sul balcone proprio per vedere quando sarebbe rientrata.
Shion: " Per forza, hai sempre la testa tra le nuvole tu! Io invece ti ho notato subito lì impalato come un baccalà ".
Gli rivolse un ghigno divertito, ma a Masahiko non sembrò di derisione come al solito. Pensò che fosse... più dolce. Possibile?
Ma il dubbio bastò perché non se la prendesse per la piccola provocazione. Sorrise e si avvicinò al muro, issandosi sul tetto. Shion lo imitò e si sistemò al suo fianco.
Restarono in silenzio, godendosi la brezza leggera e guardando i tetti delle case del quartiere che si stendevano sotto di loro. Ma l'ansia accumulata da Masahiko non tardò a reclamare la sua attenzione.
Si voltò cautamente verso Shion osservandola ammirare il paesaggio. Teneva la testa poggiata sul ginocchio della gamba che aveva tirato contro di sé. Sembrava così calma e tranquilla, come se non fosse accaduto niente di importante in quella giornata.
Si decise a considerarlo un fatto positivo. Poteva significare che forse con Asagi non era accaduto niente di pericoloso. Se lo augurò di cuore.
Shion: " Kaoru non è tornata con te? ".
Sobbalzò al suono delle sue parole, colto di sorpresa, e sentì un calore sul viso mentre arrossiva leggermente. Ma cercò di rilassarsi prima di risponderle, anche se non fu esattamente un gioco da ragazzi.
Masahiko: " N-no. Voleva fare ancora un giro prima di tornare ".
Shion: " Ah... ".
Tornò il silenzio tra loro, interrotto solo occasionalmente dal rumore di qualche vettura che attraversava le vie in prossimità di casa Wakanae.
Si convinse a non perdere quell'occasione. Doveva parlarle assolutamente, chiederle cosa fosse successo con Asagi. Ma il risultato del suo eroico sforzo fu solo un debole mugugno con il quale cercò di riaprire la conversazione.
Masahiko: " Ehm... ".
Shion si voltò verso di lui con aria interrogativa, neppure sicura di aver veramente sentito qualcosa. Lo vide guardarsi le mani strette sulle ginocchia prima di riuscire a continuare.
Masahiko: " Allora? Non hai niente da raccontarmi? ".
Shion lo guardò con espressione candida, cadendo dalle nuvole.
Shion: " Raccontarti cosa? ".
Sempre la solita, mai una volta che gli desse una mano. Anzi, sembrava quasi divertirsi nel rendergli le cose più difficili. Sospirò sconsolato, sospettando che quell'espressione ingenua non fosse sincera, e raccolse il suo coraggio.
Masahiko: " Sei stata via con Asagi un bel po'... ".
La guardò con la coda dell'occhio, vedendola cambiare espressione e voltarsi per tornare a guardare dritto avanti a sé.
Shion: " Ah, quello... ", prese un breve respiro, " Non c'è molto da dire ".
Masahiko la guardò non troppo sorpreso da quella magra spiegazione, ma non mollò.
Masahiko: " Eppure la sua espressione era piuttosto eloquente quando l'abbiamo incontrata in strada. Sembrava molto determinata... ".
Shion non rispose continuando a fissare qualcosa in lontananza. Vedendola così riluttante, pensò con orrore che forse qualcosa di importante era veramente successo.
Masahiko: " Ma allora... ".
Shion: " Guarda, eccola che torna! ".
Completamente disorientato, si voltò meccanicamente nella direzione indicatagli da Shion e vide Kaoru oltrepassare il cancello. Anche se la distanza tra loro era notevole, ai due sul tetto non sfuggì il fatto che la ragazza camminasse a testa bassa, stranamente pensierosa.
Shion e Masahiko si guardarono in faccia perplessi e la chiamarono insieme. E tornarono a guardarsi sempre più perplessi quando si accorsero che lei non rispondeva al loro richiamo. Non li aveva sentiti o non aveva voluto rispondere?
Masahiko: " Ma che le è preso? ".
Shion: " Boh, è tutto il giorno che è un po' strana... ".
Kaoru entrò in casa in silenzio e si tolse le scarpe. Sentì un rumore di stoviglie provenire dalla cucina e pensò che Yukari era già alle prese con la cena. Non aveva fame, però. Strano. Raggiunse le scale senza far notare la sua presenza in casa e salì al primo piano. Entrò in camera sua e si chiuse la porta dietro le spalle.

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Capitolo 5
*** Gita tra maschi ***





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FAMILY COMPO 2
CAPITOLO QUINTO




GITA TRA MASCHI




Finalmente erano arrivate le vacanze, che pacchia! E avevo tutta l'intenzione di godermele appieno. In fondo distrarmi un po' era proprio quello che mi ci voleva in quel periodo.
Anche quella giornata era cominciata come tutte le altre, ma non avrei mai pensato che sarebbe andata a finire in quel modo...


Masahiko: " Buongiorno a tutti! ".
Entrò nella cucina, rivolgendo un sorriso a Yukari seminascosta nell'angolo cottura e raggiunse al tavolo Shion già pronta per la colazione.
Yukari gli sorrise a sua volta e mentre poggiava le ultime pietanze sul tavolo imbandito, prese posto davanti ai due ragazzi, " Buongiorno, Masahiko. Sembri particolarmente di buon umore oggi ".
Masahiko: " Già, mi sento in forma smagliante ".
Rivolse un altro sorriso a Yukari prima di affrontare la sua ciotola di riso.
Shion: " Scommetto che la fine delle riprese c'entra qualcosa... ".
Il boccone rischiò di andargli di traverso.
Yukari: " Ahh, è perché non dovrete più sacrificare le vostre vacanze per girare il film che sei così allegro ".
Masahiko si grattò la testa imbarazzato e il sorriso che inarcò le sue labbra fu leggermente tirato.
Masahiko: " Già, eh eh, anche... ".
Shion: " Per quello che ha da fare... non ha nemmeno una ragazza! ".
Masahiko: " Ehi! Comunque, meglio soli che male accompagnati! ", continuò a mangiare stizzito, " E poi non mi importa, sono contento lo stesso... ".
Shion sfoderò un sorriso perfido e affondò il colpo, " So io la verità. Sei contento perché non sarai più costretto a diventare Masami, non è forse così? ".
Yukari, confusa, guardò la figlia e poi nuovamente Masahiko imbambolato con le bacchette ferme a mezz'aria.
Masahiko: " (Ma come diavolo fa...) ".
La ragazza lo guardò pienamente soddisfatta per poi tornare al suo pasto come se nulla fosse accaduto.
Il risolino divertito di Yukari richiamò entrambi, " Ora capisco, povero Masahiko ".
La porta della cucina si aprì di nuovo e Kaoru fece il suo ingresso, esordendo con un grosso sbadiglio ed un saluto strascicato.
Kaoru: " 'giorno ".
Prese posto a capotavola e scrutò le varie ciotole strofinandosi i capelli con una mano nel tentativo di toglierseli dagli occhi.
Masahiko: " Sempre l'ultima ad alzarsi, eh? ".
Kaoru: " Mmm, ieri sera ho fatto un po' tardi... ".
Masahiko: " Sempre la solita sregolata ".
La ragazza, ancora assonnata, si voltò verso di lui e lo fissò assorta.
Masahiko: " Ma che vuoi? ".
Kaoru: " Mi chiedevo da quando fossi diventato così bacchettone ", sogghignò prima di proseguire, " Sembri proprio una mammina apprensiva, sai? ".
Masahiko: " Mam-mammina apprensiva? ", la guardò imbarazzato per qualche istante prima di realizzare la presa in giro " Tsè, sempre la solita scema! ".
Kaoru ridacchiò ancora e iniziò a strafogarsi come di consueto.
Shion: " Masahiko ha ragione ", la vide con la coda dell'occhio abbassare lentamente la ciotola che teneva in mano e guardarla sorpresa, " Ultimamente fai tardi molto spesso ".
Masahiko sottolineò quelle parole con energici cenni del capo, desideroso di riprendersi una piccola rivincita su quella creatura pestifera ed irrispettosa.
Kaoru li osservò entrambi per pochi secondi prima di riprendere a mangiare, liquidandoli con un seccato " Vedi di non rompere anche tu ".
La conversazione fu interrotta da un animato rumore di passi al piano di sopra, seguito da una veloce e altrettanto rumorosa discesa delle scale. Tutti sollevarono istintivamente la testa dal piatto.
Shion: " Papà? ".
Un istante dopo Sora fece letteralmente irruzione nella stanza stranamente su di giri.
Sora: " Buongiorno a tutti! ".
Tanta energia di primo mattino insospettì tutti quanti, ben consapevoli di quale fosse il suo consueto umore dopo una nottata trascorsa piegato sul tavolo da disegno per rispettare una scadenza. Senza pensare alla schiena dolorante.
Guardò tutti uno a uno con un grande sorriso dipinto sul viso e si accinse a spiegare il motivo di tanta euforia.
Sora: " Si va a pesca! ".
Masahiko: " A-a pesca? ".
Sora: " Si, è il periodo ideale per pescare. Vedrete, ci divertiremo un mondo! ".
Non aveva smesso un attimo di ghignare compiaciuto, saltellando da un piede all'altro come un bambino impaziente di andare al luna park. E il suo entusiasmo era estremamente contagioso.
Kaoru: " E quando ci andiamo? ".
Sora: " Partiremo domani prima dell'alba. Vedremo il sole sorgere con la canna da pesca in mano come i veri pescatori ".
Masahiko e Shion lo guardarono come se fosse impazzito, mentre Kaoru aveva preso a saltellare con lui altrettanto eccitata.
Yukari: " E con il lavoro come farai? ".
Sora guardò la moglie con gli occhi che brillavano dall'eccitazione e la sua voce risultò quasi melodiosa quando parlò, " Abbiamo consegnato il lavoro con ben due giorni di anticipo! ".
Lo sconcerto calò sui presenti.

" Incredibile ".
" E' la prima volta che succede ".
" Ma sarà vero? ".

Yukari osservò la scena sorridendo dell'incontenibile entusiasmo del marito. Si alzò e riordinò le ciotole sparse sul tavolo per ritirarle, ma prima di allontanarsi dal chiassoso gruppetto si premurò di dire loro " Allora divertitevi ".
Sora guardò la moglie confuso, " Ma Yukari... ".
Yukari: " Non crederai che voglia seguirvi a una battuta di pesca, spero. Non mi sono mai piaciute queste cose, lo sai ".
Sora tentò di dire qualcosa ma venne preceduto.
Yukari: " Non preoccuparti, andate pure senza di me. Io vi aspetterò qui pronta per cucinare tutti i pesci che riuscirete a prendere ".
Gli rivolse un sorriso sincero che lui prontamente ricambiò.
Sora: " Ok, vedrai quanti te ne porteremo! ", poi rivolgendosi a Kaoru e Masahiko con tono solenne, " Bene ragazzi, sarà un momento importante per noi. Dovremo farci onore come maschi di questa famiglia! ".
Kaoru sollevò un pugno in aria fischiando in approvazione, mentre una goccia di sudore freddo attraversò il viso di Masahiko.
Masahiko: " m-maschi di questa famiglia... ".
Si voltò verso Shion confidando nel suo buon senso, ma la vide ormai contagiata dall'euforia generale. Lei incrociò il suo sguardo e gli sorrise.
Shion: " Sarà divertente, vedrai ".
Masahiko sospirò sconsolato e si arrese. L'indomani sarebbe andato a pescare.


Masahiko entrò in acqua facendo attenzione alle rocce muschiose che sporgevano dal basso fondale. Tenne alta la canna con la mano destra curando di tenere in tensione la lenza con l'altra. Un dito gli doleva, quello che si era infilzato prima di riuscire a infilare l'esca nell'amo. Un baco, che schifo.
Si piantò bene con i piedi sul fondale e ripassò mentalmente quello che gli aveva insegnato Sora. Prese di mira un tratto di fiume, lasciò la lenza, tirò indietro la canna facendo un rapido mulinello e la distese di nuovo in avanti con slancio. Ma a metà strada la canna si bloccò.
Masahiko: " Ma cosa diavolo... ", perse l'equilibrio, si riprese per miracolo, ma cadde comunque nell'acqua in ginocchio.
Le risate di Kaoru si sentirono fino alla foce, " Ehi, guarda che non si può fare pesca subacquea nel fiume! ".
Masahiko: " Cretina ".
Kaoru: " E, comunque, quel pezzo di legno che ti hanno dato serve per pescare, non per raccogliere frutta ".
Si voltò e vide che la lenza gli si era impigliata nel ramo di un albero.
Masahiko: " Ma porc.. ".
Provò a tirare con più forza, ma la lenza non volle saperne di mollare il ramo. Si avviò quindi faticosamente verso riva scavalcando di nuovo le rocce.
Kaoru: " Che fai, ti arrendi di già? ".
Masahiko: " Ehi, ma non hai niente di meglio da fare che guardare me? Pesca, va', grand'uomo"! Vediamo quello che sai fare tu... ".
Kaoru: " Ma tu sei il pesce più interessante del fiume, Masahiko ".
Si divertì a guardare la sua faccia e poi proseguì, " Il pesce d'Aprile ".
Masahiko: " Si, e tu sei uno scorfano ".
Kaoru: " Ehi, ma ti sei mai visto allo specchio, bamboccio? ".
Masahiko: " Bamboccio a chi, brutta... ", non finì la frase, ma finì in acqua con la canna, il retino ed il resto dell'attrezzatura bagnandosi fino alla vita. La lenza finalmente si ruppe lasciando libero l'albero.
La risata satanica di Kaoru fu inarrestabile e Masahiko pensò che l'avessero sentita fino a Tokyo.
Kaoru: " Ottima scelta Masahiko. Vai a farti il bagno che è meglio! ".
Masahiko: " La vuoi smettere avvoltoio? Pensa per te! ".
Kaoru: " Guarda che io pensavo solo alla salute di tutti noi. Sei un pericolo pubblico con quel coso in mano ".
Shioya: " Allora, la volete smettere? Urlando così spaventate i pesci ".
Si voltarono entrambi. Shioya era in piedi su una grande roccia non molto distante. Masahiko la guardò per un attimo, chiedendosi istintivamente come potesse essere sempre così elegante e disinvolta.
Masahiko: " E' tutta colpa sua ".
Kaoru: " Mia? Guarda che io non ho fatto niente. Hai fatto tutto da solo ".
Masahiko: " Si, niente a parte dare libero sfogo a quella linguaccia, serpe! ".
Shioya: " Ehi, guardate, ne ha abboccato un altro! ".
Masahiko la guardò stupito: " Un altro? Perché, quanti ne hai pescati finora? ".
Shioya: " Zitto, non mi distrarre ", sfoderò il solito sguardo strafottente e continuò, " ho perso il conto, ormai ".
Masahiko: " See, ecco Sampei Nihira! ".
Kaoru: " Chi? ".
Masahiko: " Sampei Nihira ".
Kaoru: " E chi diavolo è? ".
Masahiko: " Si, vabbé... lasciamo perdere, va' ".
Kaoru: " Ma come ti permetti di trattarmi con tanta sufficienza? Cretino! ".
Masahiko: " Cretino io? ".
Shioya: " Eccolo, eccolo! ".
Kaoru e Masahiko guardarono con attenzione.
Shioya: " Ecco, ora lo tiro su... ".
Girò il mulinello lentamente fino a riavvolgere quasi tutta la lenza. Si abbassò sull'acqua e utilizzando il retino tirò fuori il pesce sollevandolo in aria trionfalmente.
Shioya: " Fatto ".
Kaoru si avvicinò scavalcando una ad una le rocce senza alcun timore, mentre Masahiko uscì dal ruscello, posò tutta l'attrezzatura e si avvicinò a sua volta via terra.
Si sorprese di vedere nel secchio di Shion già due o tre pesci. In fin dei conti era la prima volta anche per lei, eppure li aveva pescati nello stesso tempo che gli ci era voluto per infilare quel maledetto baco nell'amo. E neppure troppo piccoli per giunta, ma come diavolo faceva?
Shioya: " Ehi, ti si consumeranno gli occhi se continui così! ".
Alzò lo sguardo e le vide entrambe sogghignanti.
Kaoru: " Forse ha paura che non gli daremo niente da mangiare stasera se non ne pescherà nessuno, hi hi ".
Masahiko: " Ehi, non ti è ancora passata la voglia di dire cattiverie? Hai proprio il dente avvelenato oggi, eh?! Che ti ha morso? ".
Kaoru: " Ehi, che vorresti dire? ".
Shioya: " Non preoccuparti, Kaoru, è solo il suo orgoglio maschile che soffre della situazione ".
Masahiko: " Ti ci metti anche tu? E di che situazione stai parlando? E tu smettila di ridacchiare, mi risulta che nemmeno tu abbia pescato qualcosa finora ".
Kaoru: " Solo perché ancora non ho fatto sul serio ".
Masahiko: " See, certo, sono proprio curioso di vedere... ".
Kaoru: " E va bene, aprite bene gli occhi allora! ".
Si voltò e andò a recuperare la sua attrezzatura.
Masahiko la osservò mentre si sedeva su una roccia ed estraeva un baco da un vasetto di vetro.
Shioya: " Ehi! ".
Si voltò di scatto e la vide accanto a sé far scivolare il pesce dal retino nel secchio.
Shioya: " Vuoi che peschiamo insieme? ".
La guardò immobile per un momento incerto se stesse per scoccare l'ennesima frecciata. Ma il suo sguardo era ben diverso in quel momento. Gli piaceva così disteso e rilassato.
Shioya: " Posso darti una mano se vuoi ".
Masahiko: " Va bene, perché no? ".
Si girò e si avviò verso la propria canna sentendola seguirlo.
Shioya: " Questo sport è così noioso, d'altra parte, meglio impiegare il tempo per fare un'opera buona... ".
Avrebbe dovuto immaginarselo. Le rivolse uno sguardo truce al quale rispose con un sorriso davanti al quale non poté nulla. Se la vide passare davanti con le mani stette dietro la testa e con fare assolutamente indifferente.
Stava per replicare quando un lamento di Kaoru attirò la loro attenzione prima che lei potesse soffocarlo. Masahiko si fece strada tra le rocce con un sorriso perfido che sapeva di grande rivincita. Le apparve alle spalle e spiò cosa stesse facendo.
Masahiko: " Ah ah! Ecco beccata la nostra pescatrice provetta! Ti serve un cerotto? ".
Cercò di nascondere la ferita d'amo al dito e replicò aggressiva come sempre.
Kaoru: " E' colpa di questo coso, è rotto! E di quel maledetto animale, ma non era morto? Si muove ancora tutto... ".
Masahiko: " Ma che dici? fammi vedere ".
Kaoru lanciò il baco d'improvviso e lui non riuscì a prenderlo al volo per la sorpresa. Se lo vide arrivare il faccia e per evitarlo si sbilanciò indietro cadendo in acqua un'altra volta.
Kaoru rise fragorosamente rischiando di cadere in acqua a sua volta.
Masahiko: " Cretina! ".
Kaoru: " Credulone! ".
Shioya si sedette su una roccia e accavallò una gamba mormorando tra sé, " Ma la finiranno mai questi due? ".
Sora: " Ehi, ragazzi! ".
Si voltarono e lo videro apparire da dietro una grossa roccia.
Sora: " Che dite, proviamo a cambiare posto? ".
Mentre si avvicinava poterono finalmente notare che era bagnato da capo a piedi.
Shioya: " Ma, papà, che hai fatto? ".
Sora: " Niente, è solo che qui non si pesca un bel niente ".
Kaoru: " Guarda, Masahiko, ha provato anche lui la tecnica della pesca subacquea ".
Sora: " Che hai detto? ".
Kaoru: " No, niente, niente... ".
Masahiko: " Cos'è, non fai la gradassa con quelli più grossi, eh? ".
Kaoru: " Non è questo, è che con gli allocchi è più divertente! ".
Masahiko: " Allocco a chi? ".
Shioya: " Allora, volete smetterla o no voi due? ".
Quello sguardo di rimprovero li mise finalmente a tacere.
Shioya: " Ma come mai sei tutto bagnato? ".
Sora si posò istintivamente la mano sulla nuca e blaterò qualche banale scusa, ma Kaoru non gliela fece passar liscia rivolgendogli quelle parole con fare visibilmente divertito e provocatorio.
Kaoru: " Non abbiamo sentito... ".
Sora la guardò sfuggente e poi parlò con maggior decisione, " Un'onda anomala! ".
Una goccia di sudore costeggiò il viso dei tre ragazzi.
Masahiko: " Un'onda anomala? ".
Sora: " Si, certo, non l'avete vista voi? ".
Tutti rimasero in penoso silenzio.
Sora: " Già, ha portato via anche tutti i pesci che avevo pescato finora ".
Kaoru: " Ma non avevi detto che qui non si pescava niente? ".
Sora: " Ah... no, io... ".
Shioya: " Vabbé, tanto anche noi, qui, non ce la stavamo cavando un gran che, non è vero? ".
Salvato in corner dalla figlia, Sora fece segno ai ragazzi di raccogliere l'attrezzatura e di seguirlo.
Kaoru se lo vide passare accanto e non riuscì a resistere.
Kaoru: " E' meglio che ti tolga la maglietta o rischi di prenderti un raffreddore ".
Shioya e Masahiko si voltarono appena in tempo per gustarsi lo sguardo assassino di Sora e si unirono al duo.
Entrarono nel bosco radente il fiume e lo costeggiarono per un po' facendo attenzione a non perderlo di vista.
Masahiko: " Maledette, questo posto è pieno di zanzare! ".
Kaoru: " Oh, povero piccolo, ha la pelle delicata, lui... ".
Masahiko: " Serpe! Non si può aprir bocca oggi? ".
Sora: " Ragazzi, di qui non si può proseguire ".
Guardarono davanti a loro e videro dei grossi rovi che avevano chiuso il sentiero che stavano seguendo.
Sora: " Qui la macchia è troppo fitta e non c'è modo di farsi strada ".
Shioya: " Poco male, torniamo indietro, ci sono altri posti dove pescare ".
Sora: " No, voglio andare dall'altra parte. Ci sono stato qualche tempo fa e mi ricordo un posto spettacolare ".
Lo guardarono tutti incuriositi.
Sora: " Si, passeremo la giornata là! Seguitemi, anche se ci allontaniamo un po' dal sentiero non c'è pericolo, basterà restare nelle vicinanze del fiume ".
Masahiko: " Ma siamo proprio sicuri? Non mi sembra una buona idea ".
Kaoru: " Cos'è, hai paura, bamboccio? ".
Masahiko: " Non è questione di paura, è solo che... ".
Kaoru: " Ho capito, hai paura ".
Masahiko " ... che non conosciamo bene la zona, scema! ".
Kaoru: " Certo, come no? ".
Sora: " Basta discutere, seguitemi, non ci saranno problemi, vedrete! ".
Masahiko si rassegnò e li seguì di malavoglia, ma dopo circa un quarto d'ora, Sora cominciò a dare i primi segni d'indecisione.
Sora: " Che strano, eppure mi sembrava più vicino... ".
Masahiko parlò piano, " Lo sapevo io ...", ma lo sentirono comunque.
Kaoru: " Ehi, non fare l'uccellaccio del malaugurio! ".
Sora: " Mmm... non mi ricordo questo posto ".
Kaoru: " Ma quanto tempo fa ci sei stato? ".
Sora: " Beh, circa dieci anni fa ".
Kaoru e Masahiko gridarono in coro, " Che cosa? ".
Kaoru: " Dieci anni fa? Ma sei matto? ".
Masahiko: " Ma è da pazzi, come potevi pensare di ricordarti la strada? ".
Sora: " State forse mettendo in dubbio le mie capacità di orientamento? ".
Kaoru: " Non lo faremmo se solo sapessi dirci dove siamo! ".
Shioya: " E a pensarci bene, non si sente più il rumore del fiume... ".
Tutti rimasero in silenzio, mentre si faceva strada una terribile consapevolezza.
Masahiko: " Ci siamo persi ".
Sora: " Non c'è da preoccuparsi, basterà tornare da dove siamo venuti. Avanti! ".
Il gruppetto di mosse nuovamente cercando di seguire le proprie orme, ma pochi minuti dopo si trovò di fronte ad una specie di bivio tra gli alberi.
Sora: " Siamo venuti da destra o da sinistra? ".
Kaoru e Shioya risposero contemporaneamente.
Kaoru: " Da destra ".
Shioya: " Da sinistra ".
Masahiko abbassò lo sguardo e parlò di nuovo sottovoce sperando in cuor suo che almeno quella volta non lo sentissero, " Lo sapevo io... ".

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Capitolo 6
*** Persi nel bosco ***





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FAMILY COMPO 2
CAPITOLO SESTO




PERSI NEL BOSCO




Sora cercò di recuperare spirito d'avventura e lanciò una proposta che più tardi avrebbe definito assolutamente folle.
Sora: " Okay, facciamo così, dividiamoci e cerchiamo la strada giusta. La coppia che la trova per prima avverte gli altri ".
Kaoru: " E come ci teniamo in contatto se ci allontaniamo troppo? ".
Sora: " Con i telefonini, no? Ne abbiamo uno a testa ".
Masahiko: " Ma siamo proprio sicuri? Non mi sembra una grande idea dividerci ".
Sora: " Avanti, non siamo mica nella giungla! Non dimenticare che siamo solo a pochi chilometri da Tokyo! ".
Masahiko: " Si, ma... ".
Kaoru: " Sei sempre la solita checca, Masahiko ".
Masahiko: " Checca io? ".
Kaoru: " Ma insomma, sei un uomo o no? ".
Masahiko: " E va bene, facciamo come dite voi, anche se so già che finiremo per metterci nei guai ".
Sora: " Bene allora. Io vado a sinistra ".
Kaoru: " Io a destra ".
Shioya: " Io vado a sinistra con papà ".
Masahiko: " Niente da fare, io non ci vado con Kaoru ".
Kaoru: " Cos'è, hai paura di me, bello? ".
Masahiko: " Non ti montare la testa! Oggi hai il dente avvelenato con me e non ho voglia di farti da sacco ".
Kaoru: " Ma sentilo, la vittima... ".
Shioya: " Va bene, andrò io con Kaoru, tu vai con papà ".
Sora: " Okay, allora andiamo. Occhi aperti, ragazzi, e appena c'è qualche novità avvertiamoci subito ".
Il gruppo si divise. Masahiko si avviò alle spalle di Sora lanciando un ultimo sguardo allo zaino fosforescente di Shion che si intravide a lungo nella boscaglia.
Dopo qualche minuto.
Sora: " Vedi qualcosa, Masahiko? ".
Masahiko: " No, non mi sembra di essere passato di qui, prima ".
Sora: " Mmm? nemmeno a me, speriamo che le ragazze abbiano avuto più fortuna di noi ".
Kaoru: " Ma dove diavolo siamo? ".
Shioya: " Questa vegetazione è troppo fitta, non mi sembra proprio che siamo passati di qui ".
Kaoru: " Già... ".
Shioya: " E poi sto cominciando a pensare che non sia stata una buona idea dividerci ".
Kaoru: " Ehi, ti stai facendo contagiare dalle paure di quel bamboccio? ".
Shioya: " Io non mi faccio contagiare da niente ".
Kaoru: " Secondo me non è vero, finisci sempre per difenderlo, quel bamboccio ".
Shioya: " E' perfettamente in grado di farlo da solo ".
Kaoru: " Dici? ".
Shioya: " E comunque smettila di chiamarlo bamboccio ".
Kaoru: " Visto? Che ti dicevo? ".
Shioya: " Guarda che io non sto facendo nulla di strano. Farei lo stesso se offendessero te ".
Kaoru: " Non ci giurerei ".
Shioya: " Tu, piuttosto, come mai tanta ostinazione nei suoi confronti in quest'ultimo periodo? Anche oggi eri in gran forma... ".
Kaoru: " Non so proprio a cosa ti stai riferendo ".
Shioya: " Bugiarda! ".
Kaoru: " Credi sempre di sapere tutto tu, eh? ".
Shioya: " Allora c'è davvero qualcosa da sapere? ".
Kaoru: " Smetti di farneticare, sapientina ".
Shioya: " E tu smetti di nasconderti dietro un dito, bamboccia ".
Kaoru: " Senti, senti, siamo anche vendicative, eh? ".
Shioya: " Almeno quanto tu sei infantile ".
Kaoru: " Ti sei mai chiesta perché corri sempre in sua difesa? ".
Shioya: " E tu perché giochi sempre al gatto col topo? ".
Kaoru stava per risponderle, ma Shioya l'anticipò, " Guarda, quello è il sentiero ".
Si voltò e lo riconobbe immediatamente, " Hai ragione, dobbiamo avvertire subito gli altri ".
Estrasse il telefonino e compose il numero. Dopo un istante guardò lo schermo ed imprecò.
Kaoru: " Maledizione, non prende! ".
Shioya estrasse il suo dal giacchetto e le parlò altrettanto desolata.
Shioya: " Non c'è linea ".
Kaoru: " Cavoli e ora come facciamo? ".
Shioya: " Se ci allontaniamo rischiamo di perdere di nuovo il sentiero ".
Kaoru: " Si, ma se restiamo qui come facciamo ad avvertirli? Potremmo dividerci... ".
Shioya: " Niente da fare, abbiamo già fatto una volta quell'errore ".
Kaoru: " E allora? ".
Shioya: " Anzitutto proviamo a chiamarli, se non fossero troppo lontani potrebbero sentirci ".
Si guardarono intorno e provarono a chiamarli a voce alta.
Nessuna risposta.
Provarono ancora.
Nessuna risposta.
Kaoru: " Niente da fare, probabilmente sono troppo lontani ".
Shioya: " Già... ".
Kaoru: " Chi è stata la volpe che ha avuto la brillante idea di usare i telefonini? ".
Shioya: " Non me lo ricordo ".
Kaoru: " Sarà stato sicuramente Masahiko... ".
Shioya: " No, non è stato lui ".
Kaoru: " Ma se hai appena detto che non te lo ricordavi? ".
Shioya: " Beh, mi ricordo che lui non è stato ".
Kaoru: " Sarà... ".
Shioya: " Non ti ricordi che lui era contrario che ci dividessimo? ".
Kaoru: " Secondo me è la solita storia... lo stai solo difendendo ".
Shioya: " Pensala un po' come ti pare... e poi non mi sembra che tu ti sia opposta. Comunque, è inutile recriminare ormai ".
Kaoru si passò una mano tra i capelli, " Allora che facciamo, signorina so tutto io? ".
Shioya: " Prendiamo il sentiero e seguiamolo per un po'. Se abbiamo fortuna anche loro potrebbero essersi avvicinati o aver preso la stessa nostra direzione ".
Kaoru: " Okay ".
Si sistemarono meglio l'attrezzatura sulle spalle e si incamminarono di nuovo.
Masahiko: " Questo sentiero non mi dice niente, Sora ".
Sora: " Nemmeno a me, ma la direzione sembra giusta... ".
Masahiko: " Chissà dove sono Shion e Kaoru? ".
Sora: " Mah.. possiamo provare a chiamarle con il cellulare ".
Masahiko: " Buona idea, provo io ".
Lo estrasse dallo zaino e sullo schermo vide subito che non c'era nessuna tacca.
Masahiko: " Maledizione! Non ho linea! ".
Sora: " Aspetta, fammi vedere il mio... niente, nemmeno una tacca ".
Masahiko: " Ma non eravamo solo a pochi chilometri da Tokyo? ".
Sora: " E' vero, ma si vede che la zona non è coperta... ".
Masahiko: " E ora come facciamo? ".
Sora: " Ma porc... si può sapere chi ha avuto l'idea dei telefonini? ".
Masahiko rimase in silenzio, ma lo sguardo demoniaco che gli rivolse fu più che sufficiente a fargli ricordare che era stato proprio lui.
Sora: " Ah... ".
Si portò una mano dietro la nuca e bofonchiò qualche banale scusa, " D'altra parte come potevo prevederlo?! ".
Masahiko si voltò e scrutò il sentiero, " Lasciamo perdere, che facciamo ora? ".
Sora: " Non lo so, proviamo a chiamarle, se sono vicine potrebbero sentirci ".
Masahiko rispose poco convinto, " Okay, proviamo ".
Ma non ottennero risposta.
Masahiko: " Sora, sono tuoni quelli che sento in lontananza? ".
Sora: " Già, e nemmeno troppo in lontananza direi... speriamo bene ".
Masahiko: " Di male in peggio... ".
Staccò il cappellino dalla cinta dei pantaloni e lo calzò in testa, poi proseguì seguendo Sora lungo il sentiero.
Shioya: " Non li vedo... ".
Kaoru: " Nemmeno io e ora si sta anche scurendo... ".
Shioya: " Già, senti che tuono? ".
Kaoru: " Bella idea quella di venire a pescare! ".
Shioya: " Hai voglia di prendertela anche con papà, adesso? ".
Kaoru: " No di certo, nobile difensore degli oppressi ".
Shioya: " Sccc! Hai sentito? ".
Kaoru prestò attenzione, " No, cosa? ".
Shioya: " Mi è sembrato... ".
Un altro tuono rimbombò più vicino.
Kaoru: " Cavoli, qui si mette male... ".
Shioya: " Andiamo di là! ".
Kaoru: " Dove? ".
La vide sparire nella boscaglia e si affrettò a seguirla, " Ehi, aspettami! ".
Sora: " Continuiamo a chiamarle, non c'è altro modo ".
Masahiko: " Okay, speriamo che siano venute nella nostra stessa direzione ".
Shion si fermò di colpo e ascoltò attentamente. Attese un momento e gridò a sua volta tra gli alberi, " PAPA', MASAHIKO! ".
Kaoru la raggiunse trafelata, " Ma insomma, che diavolo ti è preso? ".
Shioya: " SIAMO QUA! ".
Kaoru: " Li hai sentiti? ".
Shioya: " Non sono sicuro ".
Masahiko: " Mi sembra di averle sentite! ".
Sora: " Cosa? ".
Masahiko: " Avanti, chiamiamole ancora! ".
Shioya: " Sono loro! Li hai sentiti? ".
Kaoru: " Si, avanti, cerchiamo di capire dove sono ".
Sora: " Eccole, eccole, le ho sentite anch'io stavolta ".
Masahiko; " Da quella parte! ".
Sora: " Ehi, aspettami! ".
Kaoru: " Non li sento più... ".
Shioya: " Eccoli, li ho sentiti ancora, di là, presto! ".
Kaoru: " Cavoli, sta cominciando a piovere! ".
Masahiko: " Le vedo, le vedo! ".
Sora: " Dove? ".
Masahiko: " Laggiù! Quello è lo zaino di Shion! ".
Sora: " Ma dove diavolo? ".
Masahiko: " SHION! ".
Sora: " Aspetta... ".
Shion si voltò di scatto. Le sembrava di aver sentito gridare il suo nome più vicino, ma non riusciva a vedere nulla nella vegetazione.
Shioya: " Masahiko? ".
Kaoru: " Ma cosa fai lì imbambolata? Non vedi che sta anche cominciando a piovere? Muoviti! ".
Masahiko: " SHION! ".
Shioya: " Masahiko, l'ho sentito bene, stavolta ".
Kaoru: " Hai ragione, ma dove diavolo? ".
Masahiko perforò le frasche correndo come un demonio in direzione dello zaino. Più vicino, più vicino, fino a quando niente ostacolò quell'immagine davanti ai suoi occhi. Aveva avuto paura per lei, solo in quel momento se ne accorse veramente. Quasi sperò che non lo avesse sentito arrivare per poterla stringerla forte a sé. Non importava che fosse vestita da maschio, non importava che ci fosse Kaoru, non importava che Sora fosse alle sue spalle. Vide il suo profilo per un attimo brevissimo, mentre si stava girando verso di lui finalmente accortasi che le stava arrivando alle spalle. E un attimo dopo...
Shioya: " Masahiko... ".
Tutto sembrava essersi fermato. A stento si accorsero che stava cominciando a piovere più insistentemente. Kaoru rimase immobile, quasi incredula. Sora arrivò ansimante e si fermò a pochi passi da loro, guardando stupito quanto stava accadendo.
Kaoru parve destarsi e si passò una mano tra i capelli bagnati rivolgendo gli occhi al cielo scuro e lasciandosi scappare un piccolo sospiro. Una lieve sensazione di disagio la sorprese e la costrinse a guardare di nuovo quella scena penosa. Ma non riuscì comunque a trattenere l'ennesima battutaccia.
Kaoru: " Ehi, hai intenzione di rimanere lì disteso a terra ancora a lungo? ".
Masahiko: " Cretina! Credi che volessi farmi un bagno? ".
Kaoru: " Non lo so, visto che hai scelto la pozza più grande dei dintorni... ".
Sora si avvicinò porgendogli una mano per aiutarlo a rialzarsi, ma Masahiko rifiutò e si sollevò faticosamente in ginocchio tenendo però gli occhi bassi. Con il dorso di una mano si tolse della mota dal viso abbozzando uno stupido sorriso.
Kaoru sospirò ancora allontanando con forza quel rinnovato disagio e si voltò incrociando le braccia dietro la testa, " Allora, adesso che siamo di nuovo tutti insieme, da che parte andiamo? ".
Sora si avvicinò a Kaoru scrutando prima il sentiero e poi il cielo, " Dobbiamo muoverci subito, il tempo si sta mettendo veramente al brutto ".
Shion non sembrò badare a loro e si avvicinò a Masahiko.
Shioya: " Ti sei fatto male? ".
Masahiko raccolse il cappello sporco di melma e se lo sistemò ad un passante dei pantaloni. Rispose senza poterla guardare in faccia.
Masahiko: " No, tutto okay ".
Shioya: " ... ".
Sora: " Andiamo, ragazzi ".
Si incamminarono lungo il sentiero e Shion si voltò un'ultima volta per guardare il ramo in cui Masahiko era inciampato. Era davvero molto grande e piuttosto alto. Doveva star correndo proprio a perdifiato per non averlo visto.
Sora: " Shion, che fai lì impalata? ".
Shioya: " Arrivo, arrivo! ".
Si accodò a Kaoru che seguiva a ruota Sora, non senza notare il viso sporco di Masahiko che a sua volta la seguiva in silenzio.
Infilò una mano in tasca e poi gliela tese con noncuranza.
Shioya: " Non è asciutto, ma è pulito ".
Masahiko guardò il suo profilo quasi di nascosto e dopo un attimo di indecisione prese il fazzoletto bianco dalla sua mano.
Si ripulì il viso meglio che poté, lasciando che un sorriso triste gli piegasse le labbra. Parlò con riluttanza, ma non riuscì a tenersi dentro quelle parole.
Masahiko: " Riesco sempre a rendermi ridicolo ai tuoi occhi ".
Shion rallentò il passo, lasciando che gli altri prendessero qualche metro di vantaggio, poi gli rispose con voce calma e pulita.
Shioya: " E' merito tuo se siamo di nuovo insieme ".
La guardò sorpreso, attendendo con curiosità che proseguisse.
Shioya: " Né io né Kaoru riuscivamo ad orientarci nonostante fossimo sul sentiero. Sentivo la tua voce, ma non capivo dove fossi... saremmo ancora là se tu non mi avessi vista nella boscaglia... ".
Si voltò verso di lui e gli sorrise, " Anche se potevi fare un'entrata migliore... ".
Quelle parole e soprattutto quel sorriso lo rincuorarono.
Shioya: " Ma cosa avevi in mente? Correvi come un pazzo... ".
Masahiko si portò una mano alla nuca, " No, io... veramente... ".
Starnutì togliendosi dall'imbarazzo e facendo voltare anche Sora e Kaoru.
Sora: " Ehi, tutto bene? ".
Masahiko: " Si, tutto bene, tutto bene ".
I suoi vestiti erano completamente zuppi, più di quelli degli altri. La pioggia, poi, si faceva sempre più intensa ed il riparo degli alberi sempre meno efficace. Si strofinò le braccia con le mani per riscaldarsi e si riavvicinò agli altri con Shion.
Potevano considerarsi ufficialmente persi visto che, percorso quel sentiero per una decina di minuti non erano riusciti a ritrovare né il fiume né la strada statale. E seguire le orme era ormai impossibile, dato che la pioggia aveva lavato via ogni traccia residua. E per di più anche la luce cominciava a calare.
Dopo qualche minuto di insolito silenzio un rumore li sorprese da dietro un grosso rovo.
Kaoru: " Ehi, non vi è sembrato di sentire qualcosa? ".
Sora tese l'orecchio in ascolto, " Sarà stato qualche animale. Sbrighiamoci, non è prudente stare qui ".
Masahiko e Kaoru degluttirono rumorosamente, " A-animale? Che genere di animale? ".
Sora non rispose e a causa di quell'indecisione prese diversi passi di vantaggio. Kaoru e Masahiko si lanciarono un paio d'occhiate dietro le spalle e raggiunsero in fretta e furia il duo di testa.
Un altro tuono rimbombò sopra di loro.
Sora: " Ragazzi, guardate! ".
Lo affiancarono guardando nella direzione indicata. Un sentiero. Molto largo. No, non un sentiero.
Masahiko: " E' una strada? ".
Sora: " Si, sembra proprio una strada. Qui vicino potrebbe esserci qualche abitazione. Potremo chiedere aiuto ".
Kaoru: " Guardate là! ".
In lontananza videro una lunga coda di fumo che si sollevava dagli alberi.
Kaoru: " Un incendio! ".
Shioya: " See, come no! Con questa pioggia? Ma come ti viene in mente? Sarà una casa o qualcosa del genere ".
Kaoru: " Andiamo sapientina, se hai ragione tu potremo stare all'asciutto! ".
Si incamminarono lievemente rincuorati seguendo la strada sterrata.
Sora: " La colonna di fumo è sempre più grossa, dovremmo essere vicini ormai ".
Masahiko starnutì ancora, ma cominciò a sentirsi meglio in previsione di un riparo.
Sora: " Come va, Masahiko? ".
Masahiko: " Non male, ma andrà meglio quando arriveremo ".
Sora gli sorrise, riuscendo a rassicurarlo come sempre. Guardò quella figura imponente, quelle spalle grandi e forti. Gli ispirava davvero sicurezza e tranquillità, come un vero padre. Se non fosse stato per quelle strane protuberanze all'altezza del petto, sarebbe sembrato davvero un uomo... Ne sorrise, pensando che, in fin dei conti, chi non era a conoscenza del suo segreto non ci avrebbe mai fatto caso...
Pochi minuti dopo arrivarono davanti ad una casa in una piccola radura. Il fumo usciva da un elegante comignolo di pietra sul tetto scuro e dalle finestre si vedeva una luce tenue che illuminava l'interno. A un lato, un filo da bucato con appesi qualche paio di pantaloni inzuppati ballava colpito dall'acqua che cadeva con violenza.
Sora: " Siamo salvi! ".
Diede una pacca sulle spalle a Masahiko, che per la sorpresa rischiò di ruzzolare ancora a terra e si diresse a passo spedito verso la porta dell'abitazione. I ragazzi non si fecero certo pregare e lo seguirono sotto il piccolo portico.
Pochi colpi e la porta si aprì rivelando una donna minuta e piuttosto avanti negli anni. Dopo un attimo di sorpresa nel trovarsi davanti una persona della stazza di Sora, rivolse loro un caldo sorriso facendoli entrare in casa. Li accolse il piacevole tepore del fuoco che scoppiettava nel camino.
Sora: " Non so davvero come ringraziarla, credevamo di non riuscire più ad uscire dal bosco ".
Vecchia: " Quel bosco è molto insidioso, siete stati imprudenti ad affrontarlo senza essere preparati. In una giornata come questa poi... solo un incosciente avrebbe fatto una gita oggi ".
Al sentire queste parole Sora sudò freddo.
" Meno male che era l'esperto ".
" Sì! Sì! La conosco bene sta' zona, diceva ".
" Non ci si può fidare proprio di nessuno ".
Sora: " Eh eh! Signora me lo sa dire dove posso trovare un telefono? ".
Vecchia: "Si capiva benissimo che sarebbe piovuto, c'erano nuvole scure provenire da quella direzione... ".
Masahiko parlò sottovoce a Kaoru: " Come fa a sapere tutte queste cose? Non sarà mica una strega... ".
Kaoru: " Cos'è, hai paura anche di una vecchietta adesso? ".
Sora: " Grrrr! Non mi sta nemmeno a sentire ".
La vecchia sorrise ai ragazzi scoprendo i pochi denti rimasti.
Vecchia: " Niente telefono qui ".
Sora: " Ci può dire dov'è il paese più vicino? ".
Vecchia: " E' a molti chilometri di distanza, vi perdereste di sicuro. Invece, visto che siete qui e io sono sola mi piacerebbe molto avervi per pranzo ".
Kaoru: " Oh mamma! ".
Masahiko: " In che senso "averci per pranzo" Non vorrà mica mangiarci? ".
Kaoru: " Magari è una youkai che aggredisce i turisti di passaggio ".
Shioya: " Non siate scemi! Questa è la realtà, non siamo certo in un manga come Inuyasha ".
Masahiko: " Sarà... ".
Vecchia: " Comunque, non potete restare così, prenderete un raffreddore ".
Sora: " E' vero, ma non abbiamo un ricambio ".
Vecchia: " Nessun problema... ".
Masahiko: " (Certo, per cucinarci non servono i vestiti) ".
Vecchia: "... di sopra ci sono degli abiti asciutti ".
Sora: " Grazie, molto gentile! ".
Sora e i ragazzi salirono al piano superiore e si cambiarono in stanze separate finché non sentirono un urlo disumano. I ragazzi uscirono allarmati dalle loro stanze.
Masahiko: " Non ditemi che la vecchia si è trasformata in un mostro... ".
Kaoru: " Beh, non era bella nemmeno prima... ".
Shioya: " Cretini! L'urlo era di papà ".
Masahiko: " E perché ha urlato? ".
Shioya: " Non lo vedi da solo? ".
Sora: " IO NON MI METTO VESTITI DA DONNA! SONO UN UOMO ".
Vecchia: " Mi scusi, ma ho solo una figlia femmina e gli abiti sono i suoi ".
Sora: " MA IO SONO UN UOMO! ".
Vecchia: " Un uomo malato se non si cambia ".
Shioya cercò di riportarlo alla ragione, " Suvvia papà, non fare i capricci! Anche noi ci siamo cambiati ", e il risultato fu pietoso.
Infatti, mentre Shion, Kaoru e Masahiko vestiti da donna facevano la loro splendida figura...
Kaoru: " Ma tu guarda che mi tocca fare ".
Shion: " A me non tange più di tanto, però tu stai benissimo, sembri una principessa ".
Kaoru #._/. :" Molto divertente... ".
Masami: " Lo sapevo che finiva così ".
Lo stesso non si poteva dire di Sora.
Sora: " Che disonore per un uomo... ".
Vecchia: " Certo, che i vostri figli stanno molto bene così, siamo davvero sicuri che siano dei maschi? A differenza di lei, naturalmente, non ingannerebbe nemmeno un cieco ",
La vecchia indicò Masahiko, " Invece lui è il più simile a una donna, assomiglia così tanto alla mia povera figlia, Urumi ",
Masami: " Uru-chi? ",
Vecchia: " Urumi, mia figlia, me la ricordi moltissimo, chissà dov'è in questo momento... è da tanto che non la vedo ",
La donna abbracciò con forza Masahiko, " Urumi, perché te ne sei andata? Perché mi hai abbandonato? ",
Shion: " Poveretta... ".
Kaoru: " Mi dispiace ".
Masami (strattonata): " Ehi, non c'è nessuno che si preoccupa per me? ".
Sora: " Signora, ci racconti cosa è successo ".
Vecchia: " NO! NO! E' TROPPO DOLOROSO ".
Sora: " Non fa niente! Ci scusi per averlo chiesto ".
Ma la vecchia cominciò comunque il suo racconto, " E' successo tutto vent'anni fa, Urumi era una splendida ragazza, (indicando Masami) proprio come lui, ma siamo proprio sicuri che è un maschio? ".
Masami: " Sì che lo sono! ".
Vecchia (abbracciando Masahiko), " Oh Urumi, quanto sei cara ".
Masami cercò di liberarsi dalla stretta distraendo la vecchia, " La prego, continui la storia... ".
Vecchia: " Essendo vedova da quando era nata, ha fatto moltissimi sacrifici per farla studiare... quanto avrei voluto che diventasse un dottore o un avvocato e invece... ".
Tutti:" E invece? ".
Vecchia: " Voleva fare la mangaka, ma ci può essere mestiere più stupido? ".
Sora si tramutò in una fiera dalla cui bocca uscivano fiamme ardenti, " COSAAAAAAAAAA?!!! MA COME SI PERMETTE? ".
I ragazzi cercarono di calmarlo.
Shion: " Suvvia papà, calmati, è una povera donna anziana ".
Masami: " E poi ci toccherebbe stare fuori sotto la pioggia ".
Sora fu ricondotto ancora una volta alla ragione, ma parlò controvoglia, " E' vero! Mi scusi per quello che ho detto ".
Vecchia (serafica): " Che stupidaggini fare dei disegnino quando si può curare la gente? ".
Sora: " Tzè, non mi ha nemmeno sentito ".
Vecchia: " Io naturalmente mi opposi, ma lei, testarda com'era, fuggì di casa ".
Sora: " (Povera ragazza, come la comprendo) ".
Vecchia: " Ma purtroppo non è finita qui? Urumi prese la macchina e cadde in un precipizio qui vicino? URUMIIIIIIII URUMI MIA PERCHE' SEI SCAPPATA? ".
Tutti: " Povera donna, quanta pena mi fa ".
Un suono di campanello interruppe i lamenti della vecchia.
Vecchia: " Chi è? ".
" Sono io! Ti ho portato la spesa! ".
Vecchia: " Oh Urumi, finalmente sei tornata ".
Urumi: " Certo mamma, ho dovuto aspettare per il temporale ".
Tutti: " Urumi?!!! Ma non era morta cadendo in un precipizio? ".
Urumi: Morta?! Oh mamma, hai ancora raccontato la storia del precipizio a dei forestieri? ".
Tutti: " Ancora?! ".
Urumi: " La mamma si diverte a raccontare queste storielle, l'ultima volta aveva raccontato che ero morta affogata nel lago. Ah mamma, papà viene tra un oretta, sta giocando ancora a shogi con il fornaio ".
Tutti: " Ma non era vedova? ".
Vecchia: " Ho scherzato! :-p ".
Tutti: " Cosa?!!! ".
Urumi: " Mamma, io torno a casa, ciao ".
Tutti: " Ehi, aspetti, può darci un passaggio in paese? ".
Urumi: " Ma sono venuta a piedi, il paese è a soli 10 minuti di cammino... ".
Tutti: " Che? ".
Urumi vide meglio Sora: " Ehe! Vedo, ragazze, che ha costretto vostro padre a vestirsi da donna! Mamma, perché non hai dato loro gli abiti di papà? ".
Vecchia: " Volevo divertirmi un po' ".
Sora e Kaoru: " Cosa?!!!!!! Ci ha costretto a vestirci così per divertimento? Ma noi siamo maschi! ".
Masami: " E in più sua figlia non mi somiglia per niente ".
Shion: " Che gabbia di matti ".

E così finì quella gita... la vecchia, inoltre, nascose anche i nostri vestiti e nemmeno la figlia è riuscita a farceli restituire, così dovemmo tornare a Tokyo, conciati in quel modo. Arrivammo la mattina dopo, stanchi e doloranti, ma non era ancora finita, infatti nelle vicinanze di casa...

Lattaio: " Ehi! (rivolgendosi a Masami) Bellezza, ti piacerebbe uscire con me, stasera ".
Sora (vestito ancora da donna): " Dov'è che vorresti portare mio figlio? ".
Lattaio: " AAAAAAAAAAAAAAAAAH! UN MOSTRO ".

Però, ripensandoci adesso, non si può certo dire che non ci siamo divertiti. E dire che dovevamo solo andare a pesca!

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Capitolo 7
*** Una lunga notte ***


FAMILY COMPO 2

CAPITOLO 7

 

UNA LUNGA NOTTE

 

 

 

Ho deciso di seguire questi pivelli alla proiezione del loro film soltanto perché non avevo niente di meglio da fare... Tsè! Anche stare con mio padre e le sue checche sarebbe stato meglio di questo strazio! E poi perché cavolo non mi avevano avvertito che sarei finito in mezzo a un branco di pervertiti?

 

La sala era troppo rumorosa per i suoi gusti. E c’erano troppi uomini lì dentro, tutti pronti a sbavare non appena faceva la sua apparizione sullo schermo Masahiko. O meglio, Masami.

Kaoru maledì ancora una volta il momento in cui aveva acconsentito ad assistere alla proiezione. Come aveva potuto considerarla una buona idea?

Quando Masahiko le aveva raccontato la novità con il volto tutto corrucciato e senza risparmiarsi dall’esprimere la sua irritazione, si era incuriosita ed aveva insistito per partecipare alla visione. Non era certo il film che le interessava, ma solo la possibilità di potersi divertire con il suo passatempo preferito, vale a dire prendersi gioco del povero ragazzo.

Ma le cose non erano andate come pensava. Di Masahiko non c’era traccia e lei era inchiodata su quella scomoda poltroncina costretta a sorbirsi quel dannato film.

Per non parlare della compagnia...

Alla sua destra era seduto un ragazzo penosamente allupato, probabilmente uno studente che non batteva chiodo e che non riusciva a trattenere continui apprezzamenti sulle doti di Masami. Per un attimo pensò di rivelargli il piccolo segreto che avvolgeva la “ragazza”, ma ci ripensò constatando che, nello stato in cui era, non sarebbe comunque servito a calmarlo.

Alla sua sinistra invece sedevano due dei tre protagonisti del film, Shioya e Asagi. Ma non erano molto di compagnia, visto quanto attentamente seguissero le scene sullo schermo. A dire il vero sembravano le uniche seriamente interessate in tutta la sala. Osservavano con attenzione ogni fotogramma scambiandosi occasionalmente qualche parere critico.

Sbuffando, Kaoru tentò di imitarle concentrandosi sulle immagini che le scorrevano davanti. A quanto aveva capito, quelli erano episodi di vita vissuta dello stesso Masahiko. Ma non era affatto divertente vederli, specie perché, via via che il film andava avanti, scopriva di essere all’oscuro di molte più cose di quante avesse creduto. Non aveva idea che lui e Shion avessero condiviso così tanti momenti significativi.

Shioya: " Allora... vuoi essere uomo o donna? ".

Masami: " Non lo so ".

Sentì un’ansia familiare farsi strada lentamente dentro di sé a quelle battute, e tentò di mascherarla cambiando posizione sulla poltroncina e poggiando svogliatamente la testa allo schienale. Non era la prima volta che le succedeva di sentire quello strano disagio, ma preferiva non farsi troppe domande. Del resto un uomo non perdeva tempo per cose simili.

Ma istintivamente immaginò la scena nella realtà, Shion e Masahiko che si rivolgevano quelle stesse parole in una delle tante sere in cui li aveva ingenuamente lasciati soli sul tetto... Che idiota, come poteva non aver capito come stavano le cose?

Rivolse un’occhiata a Shion seduta al suo fianco. Non sembrava minimamente turbata da ciò che vedeva. Osservava la scena come se non la riguardasse minimamente, come se vi fosse legato solo il suo personaggio e non perché ne fosse stata protagonista a tutti gli effetti.

Si mosse ancora, stavolta guadagnandosi un rimprovero.

Shioya: " Vuoi smetterla di agitarti tanto? ".

Kaoru: " Non è colpa mia se questo film è una palla! ".

Shioya: " Guarda che nessuno ti ha costretta a venire ".

Per tutta risposta, Kaoru sprofondò di più nel sedile, sbuffando indispettita.

Shioya la guardò per qualche istante, studiandone l’espressione. Questo comportamento insofferente era un po’ insolito per lei. Non che fosse un soggetto facile da trattare, ma se le cose stavano veramente come voleva dare ad intendere, si sarebbe aspettata di vederla appisolarsi o addirittura uscire dalla sala. Certo non che prendesse a dimenarsi come un animale in gabbia...

Le sue riflessioni vennero interrotte da uno strano strofinio sul braccio sinistro. Si voltò lentamente per constatare che Asagi si era inequivocabilmente avvicinata a lei e così facendo l’aveva sfiorata. Un’occhiata allo schermo bastò a spiegarne il perché.

Adesso c’erano Masami e Asagi su una staccionata ad occupare la scena.

Asagi: " Hai capito adesso? Io ti amo, Masami! ".

Shioya sospirò, arrendendosi. In fondo non si era certo aspettata una serata tranquilla. Non durante la proiezione del film, almeno. Tentò di riconcentrarsi, ignorandole entrambe.

Asagi, al suo fianco, riprese la propria posizione contrariata. Possibile che non ci fosse niente che la smuovesse? Era veramente un osso duro. Ma questo non la spaventava di certo, anzi, rendeva l’oggetto delle sue attenzioni ancora più attraente.

All’improvviso Kaoru si alzò, iniziando a intrufolarsi tra le file per guadagnare l’uscita.

Shioya: " Dove stai andando? ", parlando, per quanto fosse superfluo, a bassa voce.

Kaoru: " Mi sono proprio rotto! Vado a prendere un po’ d’aria ", senza porsi problemi per il tono di voce.

Ragazzo: " Ehi, tu, levati di mezzo! Non riesco a vedere ".

Kaoru: " Taci, animale!! ".

Il ragazzo si schiacciò nella sua sedia senza proferire parola, spaventato da quella brutale reazione. Kaoru attraversò la rumorosa platea, sparendo dietro la porta della sala, seguita dallo sguardo confuso di Shioya. Sullo schermo scorreva l’ultima scena del film.

Messo piede all’esterno, si trovò davanti Masahiko in uno stato pietoso. La maglietta gli pendeva scomposta dai pantaloni, la camicia spiegazzata era indossata alla bell’e meglio e aveva una scarpa slegata. Per non parlare della faccia...

Kaoru: " Ma che cavolo ti è successo? ".

La prima risposta fu un ringhio assassino mentre si appoggiava disperatamente al muro.

Masahiko: " Quegli idioti! Mi hanno costretto a fare pubblicità al film andando in giro per l’università... ", Kaoru ridacchiò ancor prima che terminasse la frase, " vestito da Masami! ".

Poi non si trattenne, ridendo di gusto di fronte a quella scena e guadagnandosi uno sbuffo irritato da parte di Masahiko.

Masahiko: " Il film è già finito? ", si guardò intorno perplesso, constatando che erano gli unici fuori dalla sala.

Kaoru: " Quasi. Ma c’era troppo casino là dentro per i miei gusti... ", ammiccò nella sua direzione, " Hai molti ammiratori, lo sapevi, dolce Masami? ".

Il volto del ragazzo si contrasse in una smorfia di disgusto.

Kaoru: " Piuttosto, mi avevi detto che era in programma anche una festicciola, non è vero? Non crederai che sia venuto fin qui solo per vedermi quello stupido film... ".

Masahiko: " Tsk, sempre gentilissima, eh? ", si dedicò alla camicia stropicciata, " Si, ci sarà un piccolo party dopo la proiezione ", il suo sguardo si rabbuiò in maniera evidente.

Kaoru: " Che hai? ".

Masahiko: " Spero solo che non mi costringano a presentarmici nei panni di Masami... ".

Kaoru rise ancora dandogli una pacca sulle spalle, " Sarà molto più divertente, vedrai ".

Masahiko: " Piantala, cretina! ".

In quel momento le porte della sala si aprirono e gli spettatori iniziarono a uscire, passando davanti ai due ragazzi. Kaoru si avvicinò ancora un po’ a Masahiko, giusto per sussurrargli qualcosa all’orecchio.

Kaoru: " A proposito... Hai del trucco sul viso, sai? Così sembri proprio un maniaco ".

Sghignazzò osservandolo mentre tentava di pulirsi con un lembo della camicia, voltando le spalle alla folla chiassosa.

Dopotutto la cosa si stava rivelando piuttosto divertente.

" Vedo che hai trovato di meglio da fare ".

Kaoru si voltò stupendosi di vedere Shion dietro di sé.

Assunse un’espressione di superiorità e rispose con il suo consueto tono strafottente, " Beh, non era poi difficile ".

Asagi: " Effettivamente non c’erano moltissime persone in sala. Secondo me non è stata fatta abbastanza pubblicità ". Non perse quella ghiotta occasione e si rivolse a Masahiko, " Non dovevi occupartene tu, senpai? ".

Non era ancora riuscito a ripulirsi completamente il volto e il colpo basso lo prese in pieno. Cercò di reagire con disinvoltura ma non gli riuscì, " Ehi! Stai scherzando? Guarda come mi sono ridotto mentre voi eravate comodamente sedute in sala con l’aria condizionata! ".

Asagi: " Si vede che sei troppo carina, Masami.. E poi se hanno scelto te ci sarà pure un motivo, non credi? ".

Masahiko restò in silenzio, riflettendo sulla sicura malignità che si nascondeva dietro le parole di Asagi, ma fu Kaoru a spezzare la lancia, " Certo, perché un bischero ci vuole! ".

Asagi e Kaoru risero di gusto. Shioya sorrise.

Masahiko incassò la beffa e girò i tacchi bofonchiando qualcosa.

Shioya: " Ehi, dove vai? C’è la festa ora… ".

Masahiko: " Lo so, lo so. Non ho intenzione di perdermela a causa delle vostre cattiverie. Ma non ho nessuna voglia di venirci così! ".

Kaoru lo guardò allontanarsi con quella buffa andatura e si spostò i capelli dal viso grattandosi la fronte. Fece un cenno col capo a Shioya e si incamminò dietro Masahiko nascondendo le mani in tasca.

Kaoru: " Ehi, aspettami, vengo con te ".

Shion la guardò mentre lo raggiungeva e gli parlava con grande confidenza vicino al viso. Una nuova burla a giudicare dalla reazione di Masahiko. Poi li vide sparire dietro l’angolo e si girò a sua volta incamminandosi verso la sala della festa.

Asagi osservò in silenzio quello sguardo apparentemente distratto e disinteressato e la seguì parlando giovialmente del film.

 

La festa si tramutò quasi subito in un gran casino. Come da copione, insomma.

Molti fans di Masami rimasero delusi dalla sua assenza e si consolarono con gli alcolici e taccheggiando, con scarsi risultati, le nuove leve della Musashino.

La maggioranza dei presenti, poi, il film non l’aveva nemmeno visto ed era venuta soltanto per bere e ballare. Per bere soprattutto.

Masahiko era in un angolo della sala, quasi nauseato da tanta confusione.

Shion gli apparve alle spalle facendolo sussultare, " Ehi! Che fai qui tutto solo? ".

Masahiko: " Ah, sei qui, dove eri finita? ".

Shioya: " Di là con il Direttore. Sta parlando con alcuni tecnici che pensano di montare una colonna sonora migliore ".

Masahiko: " Nuova? La nostra non mi sembrava male ".

Shioya: " Tsé, da dilettanti! ".

Masahiko: " Ah… se lo dici tu ".

Shioya: " Comunque, pare che il film sia piaciuto. La storia in particolare è stata definita assolutamente originale ed innovativa ".

Masahiko la guardò stupito e lei continuò, " E bravo il nostro Masahiko! ".

Distolse lo sguardo da lei mettendo su il broncio, " Originale… su questo non c’è dubbio. Peccato che non sia frutto della mia fantasia… ".

Shioya: " Dettagli! L’hai scritta tu oppure no? ".

Masahiko: " Beh, si ma.. ".

Shioya: " Niente ma, devi imparare a prenderti i tuoi meriti, sciocco! ".

Masahiko guardò ancora il suo sorriso non sapendo come sentirsi per quelle parole. Erano un rimprovero o cos’altro?

Shioya: " Comunque c’è qualche speranza che il film venga proiettato in qualche sala non universitaria ".

Masahiko: " Davvero? ".

Shioya: " Sale minori, certo, non aspettarti chissà cosa adesso ".

Masahiko: " Ma è grandioso! ".

Shioya si avvicinò e gli fece l’occhiolino, " Adesso diventerai famosa, Masami ".

Masahiko si fece istintivamente indietro, " Scema! ".

Ma Shioya rise divertita dalla sua espressione e lo contagiò. Asagi apparve di fianco a loro un attimo dopo con un paio di bicchieri in mano.

Asagi: " Qualcuno ne vuole? ".

Masahiko la guardò sospettoso, " No grazie, ho già bevuto abbastanza per stasera ".

Shioya: " Lo prendo io, grazie ".

Prese il bicchiere dalla mano di Asagi e parlò con tono ironico, " Il nostro Masahiko è proprio un bravo ragazzo! ".

Masahiko: " Sempre simpatica tu, eh? ".

Shioya: " Bigotto! ".

Masahiko: " E tu sei una sconsiderata! Tanto poi sono io quello che deve trascinarti a casa di peso, vero? ".

Shioya: " Ecco il salvatore delle anime perse! ".

Masahiko: " Fa’ un po’ come ti pare! La cosa non mi riguarda! Sei proprio come questi cretini che sono venuti qua solo per ubriacarsi e andare a donne! ".

Shioya: " Sei diventato anche un moralista ora? ".

Masahiko: " No, ma mi chiedo come mai la gente faccia tanto la scandalizzata quando passa un paio d’ore a casa Wakanae, quando poi questa è la routine per le cosiddette persone normali! ".

Shioya lo guardò con grande stupore. Quel suo altruismo e quella sua sensibilità riuscivano a sorprenderla nei momenti più impensati.

Gli sorrise quando finalmente riuscì ad incontrarne lo sguardo corrucciato e, ancora una volta, lo contagiò. Si avvicinò a lui richiamando la sua attenzione con il gomito e strizzandogli l’occhio, " Chissà come si sarebbero divertite stasera le Assi… ".

Risero di gusto, con grande disappunto di Asagi che non era riuscita a cogliere quell’ultima battuta.

Un attimo dopo la loro attenzione fu catturata da un capannello di ragazzi che si era riunito in fondo alla sala. I tre si guardarono l’un l’altra senza riuscire a capire cosa stesse succedendo, fino a quando non udirono una voce conosciuta.

" Ehi! Hai voglia di fare a botte? ".

Shioya: " Eccoci, siamo alle solite ".

Masahiko non disse niente e si precipitò verso quel gruppetto cercando di farsi strada tra la gente che si accalcava intorno ad un paio di ragazzi. Shion lo osservò stupendosi di tanta prontezza e rimase un attimo interdetta.

Masahiko sentì un grido concitato della folla e approfittò di quell’attimo di distrazione generale per arrivare in prima fila, dove poté finalmente vedere la scena in tutto il suo squallore. Kaoru era palesemente ubriaca ma riusciva comunque a tener testa ad un energumeno dell’ultimo anno steso a terra con una guancia arrossata.

Un paio di compagni aiutò l’energumeno ad alzarsi e questi si avvicinò minacciosamente a Kaoru. Il suo sguardo era straordinariamente strafottente e la sua risata, quando schivò il colpo del bestione che cadde nuovamente a terra, fu devastante. L’urlo della folla, poi, sembrò eccitarla ancora di più, tanto che cominciò ad incitare l’avversario a rialzarsi.

Kaoru: " Ehi, pappamolla! Che fai, hai intenzione di restare lì a lungo? ".

Il pappamolla si alzò con fatica mostrando un’espressione che a Masahiko non piacque per nulla. Istintivamente si mise in mezzo e cercò di riportare alla ragione quel bestione assetato di sangue. Con Kaoru non ci sarebbe riuscito, già lo sapeva.

Alzò le mani e cercò di essere convincente.

Masahiko: " Ehi, avanti, è ubriaco, lo vedi anche tu, lascialo stare ".

Il bestione lo guardò con aria interrogativa e poi grugnì, " E’ stato lui ad attaccar briga. Io non cercavo guai ma adesso non se la caverà facilmente ".

Masahiko fece un passo indietro. La sua voce tremò leggermente, " Dai, è una festa, siamo qui per divertirci. Lascia perdere… ".

Shion ed Asagi riuscirono finalmente a guadagnarsi la prima fila. Shion rimase esterrefatta dal vedere Masahiko davanti a quel gigante. E le cose non sembravano mettersi per il meglio.

Masahiko: " E’ ubriaco fradicio, cerca di capire, sarà successo anche a te, no? ".

Golia sembrò dargli ascolto e Masahiko proseguì sentendosi incoraggiato, " E poi sono sicuro che non voleva essere offensivo… ".

Kaoru spuntò dietro le sue spalle e gridò, " Volevo eccome! E’ un porco schifoso! Si meritava ogni parola che ho detto! ".

Lo sguardo di Golia si ottenebrò di nuovo. Masahiko vide una grossa vena pulsare sulla sua fronte e gli occhi farsi fessure sempre più strette. Kaoru gli girò intorno e si posizionò nuovamente di fronte al suo avversario con un sorriso impenitente stampato sul viso.

Kaoru: " E poi grande e grosso com’è non è nemmeno capace di fare a botte… le ha prese da uno mezzo metro più basso di lui! ".

Lo sguardo della bestia si fece crudele. Strinse forte i pugni e si avventò su Kaoru che fece rapidamente un passo indietro e si abbassò schivando un destro che, invece, colpì in pieno il povero Masahiko.

Kaoru si voltò contemporaneamente a Shion ed Asagi, che videro in una scena che sembrò loro girata al rallentatore Masahiko cadere pesantemente sul tavolo del buffet. Il tavolo si piegò in due, le pietanze e le bottiglie caddero a terra con un fragore straordinario. Tutti i presenti si raccolsero intorno ai pretendenti.

Il bestione, approfittando della distrazione di Kaoru si avvicinò velocemente e l’afferrò per le spalle sollevandola da terra. Shion corse in suo aiuto e si aggrappò alle braccia dell’aggressore cercando di fargli mollare la presa. Ma non ci fu niente da fare. Golia era proprio indemoniato e le scaraventò entrambe verso il tavolo sul quale giaceva Masahiko.

Kaoru tentò di rialzarsi per tornare all’attacco ma Shion la fermò per la camicia.

Shioya: " Cretina, cosa credi di fare? Non lo vedi che è il doppio di noi? ".

Kaoru: " Lasciami in pace. Non vorrai che gliela faccia passar liscia! ".

Fortunatamente altri erano intervenuti in loro difesa e stavano accorrendo anche alcuni professori responsabili dell’ordine. Shion cercò di approfittare di quel momento per sgattaiolare via.

Shioya: " Avanti, dammi una mano con Masahiko ".

Kaoru: " Ho qualcosa da fare prima… ".

Shioya: " Avanti, dobbiamo portarlo via da lì, o vuoi che ci vada di mezzo lui? ".

Ma Kaoru era completamente ubriaca e Shion fu costretta a trascinarsela dietro. Masahiko era riuscito a mettersi almeno seduto e un grosso alone stava già allargandosi sul suo viso.

Shion lo prese per un braccio e lo costrinse ad alzarsi.

Masahiko: " Ma che diavolo… ".

Shioya: " Avanti, venite con me! Sempre a combinar guai voi due ".

Li trascinò fuori dalla sala, mentre alle loro spalle stava scatenandosi la rissa generale.

 

Shion li fece sedere entrambi su una panchina e guardò il viso di Masahiko.

Shioya: " Ci vorrebbe del ghiaccio ".

Kaoru: " Vado io a prenderlo ".

Masahiko precedette Shion, " Tu non vai da nessuna parte! Hai combinato già abbastanza guai per oggi! ".

Asagi: " Ci vado io ".

Tutti si voltarono stupiti. Non si erano accorti che Asagi li avesse seguiti fuori dalla sala della festa. Shion la guardò e poi le parlò guardando di nuovo la guancia di Masahiko.

Shioya: " Si, è meglio. Grazie ".

Asagi si allontanò e tornò pochi minuti dopo con il ghiaccio in un sacchetto trasparente. Masahiko lo appoggiò sulla guancia dolorante e si lamentò del dolore.

Kaoru: " Tsè, quante storie… ".

Masahiko si sollevò dallo schienale e le rispose furente, " Razza di cretina! E’ tutta colpa tua! ".

Kaoru: " Mia? Sei tu che non avresti dovuto intrometterti! ".

Si poggiò di nuovo stancamente sulla panca e parlò con aria quasi offesa, " Quel bestione ti avrebbe ammazzata. Ma la prossima volta ti lascerò nei pasticci, puoi giurarci! ".

Shioya: " Adesso basta, fatela finita tutti e due ".

Entrambi si zittirono e la guardarono.

Shioya: " Sarà meglio tornare a casa adesso. Abbiamo fatto abbastanza per stasera ".

Asagi intervenne però con tono preoccupato, " Di là è un casino ", aspettò di aver catturato l’attenzione di Shion e proseguì, " la rissa è stata fermata, ma i professori sono arrabbiatissimi. Il Direttore sta cercando di calmarli, ma… ".

Shioya: " Speriamo che non ci vada di mezzo il club ".

Asagi: " Sarebbe un bel guaio adesso, con la proiezione del film in ballo… ".

Masahiko abbassò lo sguardo e prese un bel respiro, " Ragazzi, dobbiamo andare di là a spiegare come sono andate le cose ".

Fece per alzarsi e si rivolse a Kaoru, " Andiamo, forza. Devi venire a scusarti! ".

Kaoru: " A scusarmi? Non ci penso nemmeno! Non ho niente di cui chiedere scusa io! ".

Masahiko: " A no? Ti sembra di non aver fatto nulla? ".

Kaoru: " Io faccio quello che mi pare! ".

Masahiko: " Ma si può sapere perché cavolo l’hai colpito? ".

Kaoru: " Quello era un maiale! ".

Masahiko: " E allora? ".

Kaoru: " Beh, se proprio vuoi saperlo stava facendo commenti su di te ".

Masahiko: " Su… ".

Kaoru: " Già, dolce Masami, commenti belli pesanti! ".

Masahiko: " Ah… ".

Kaoru: " Allora? Hai visto che ho fatto bene? ".

Masahiko: " Ma che dici, cretina! Dovevi lasciar perdere! Che vuoi che mi freghi se fa commenti su una persona che non esiste nemmeno? ".

Kaoru: " E io avrei dovuto lasciare che quel porco offendesse l’onore della mia ragazza? ".

Masahiko: " La tua… ma io non sono la tua ragazza! Io sono un uomo! ".

Kaoru: " Tzè, dettagli ".

Masahiko si passò desolatamente una mano tra i capelli e rimise il ghiaccio sulla guancia, " Povero me… ".

Shion assistette alla scena in silenzio e poi finalmente intervenne, " E’ meglio che voi andiate a casa. Andrò io a dare una mano al Direttore ".

Masahiko si alzò, " No, voglio venire anch’io ".

Shioya: " Non è una buona idea ".

Masahiko: " Ma perché? Non ho fatto niente di male… ".

Shioya: " Si, ma puzzi di alcool da fare schifo… ".

Masahiko: " Ma se non ho bevuto niente! ".

Shioya: " Ma sei caduto sul tavolo degli alcolici… ".

Masahiko annusò i suoi vestiti e non poté far altro che arrendersi all’evidenza.

Asagi: " Vengo io con te ".

Masahiko parlò piano, " E ti pareva ".

Shion non le rispose rivolgendosi di nuovo a Masahiko, " Avviatevi verso casa voi due. Io vi raggiungo tra poco ".

Masahiko rispose con un filo di voce " Okay ", guardò Kaoru mezza sdraiata sulla panchina, " Avanti, alzati! ".

Kaoru: " Perché? Non possiamo aspettare ancora un po’? Ho un sonno… ".

Masahiko la prese per un braccio e l’aiutò a sollevarsi. Si portò il braccio di Kaoru dietro le spalle, " Sarà lunga fino a casa ". Poi guardò Shion parlandole stancamente, " Cerca di far presto. Forse avrò bisogno di una mano ".

Ciò detto si avviò verso il cancello sostenendo Kaoru con un braccio lungo la vita.

Shion li guardò per un po’, fino a che Asagi non interruppe i suoi pensieri.

Asagi: " E’ davvero molto protettivo con Kaoru, eh? ".

Shion si voltò dirigendosi verso la sala della festa e le rispose freddamente, " Non so proprio a cosa ti riferisca ".

 

Tornare a casa era la cosa più sensata da fare, ma metterla in atto si rivelò più complicato del previsto. Lo spettacolo che i due ragazzi offrirono, infatti, fu decisamente pietoso.

Percorsero la strada barcollando da una parte all’altra, cercando di mantenere un equilibrio già piuttosto precario sostenendosi a qualsiasi cosa glielo permettesse.

Masahiko: " La vuoi piantare di farti trascinare? Se continui così non resisterò a lungo! ", le sue parole si alternarono a sbuffi e ansimi sempre più profondi.

E quell'osservazione seccata venne accolta con un mugugno.

Kaoru: " Non urlarmi nell’orecchio, ho la testa che mi scoppia ".

Masahiko: " E’ il minimo che poteva capitarti e sicuramente quello ti meriti! Non solo hai bevuto come una spugna, ma hai anche innescato un gran pandemonio! Possibile che tu non sia capace di evitare i guai nemmeno quando sono così evidenti? ".

Kaoru: " Non potevo evitarli ".

Masahiko sbuffò sia per la fatica che per il disappunto, sicuro che da un momento all’altro sarebbe saltato fuori l'orgoglio maschile come causa di tutto. Anche lui era un maschio, anzi, lui era un maschio, eppure riusciva benissimo a distinguere una situazione disperata da una in cui non ci si poteva tirare indietro. Ma si arrese all’evidenza, non avrebbe mai capito quelle strane ragazze che gli stavano intorno. Il loro conflitto interiore circa la propria sessualità sarebbe sempre rimasto un mistero per lui. E, consapevole di questo, moderò il proprio tono di voce.

Masahiko: " Era davvero così importante per te difendere l’onore di Masami? ".

Kaoru: " Si ".

Non avvertì alcuna esitazione in quella risposta, ma neanche traccia della sua solita sfrontatezza, segno che probabilmente la sbornia l’aveva messa davvero a tappeto. La osservò di sottecchi ma non poté vedere la sua espressione, dato che teneva il viso nascosto nel suo collo. Sentì solo il suo respiro farsi leggermente accelerato e solleticarlo.

Masahiko: " Non riuscirò mai a capirvi... ".

Kaoru: " Tu, piuttosto, perché non li hai evitati? Invece di fare a me la paternale, avresti fatto meglio a seguire i tuoi stessi consigli! Ti saresti risparmiato quell’occhio nero se fossi stato più furbo. Senza contare che io avrei steso il bestione in pochi secondi... ".

Masahiko: " Certo, come no? In queste condizioni, poi ".

Si lasciò sfuggire un sorriso divertito alla sua precisazione, seguito però da una piccola smorfia di dolore. Doveva ammettere che quella ragazza era un vero osso duro, non si arrendeva proprio mai.

Sistemò meglio il braccio intorno alle sue spalle cercando di non farla scivolare. Il suo tono si ammorbidì ulteriormente, " Davvero pensi che avrei potuto lasciarti in balia di quell’armadio sapendo che ti avrebbe massacrata? ".

Kaoru si domandò cosa fosse quello strano calore che sentì sul viso tutto all’improvviso. Stava forse arrossendo? Assolutamente no, non avrebbe mai potuto arrossire per una fesseria simile, specie se detta da un bamboccio come quello. Maledetta sbornia.

Masahiko fece leva sul braccio e la tirò su, guadagnandosi una posizione eretta. Kaoru poté constatare quanto il suo incerto equilibrio fosse rischioso per la loro incolumità. Si sentì trascinare verso il basso dalla gravità e, se non fosse stato per i riflessi di Masahiko, avrebbero potuto osservare da vicino come fosse fatta una strada. Masahiko la sorresse afferrandola con più decisione per la vita e, involontariamente, portando il suo corpo un po’ più vicino al proprio.

Kaoru: " Non ti facevo così audace, Masahiko. Hai quell’aria da ingenuotto ma sotto sotto sei un vero porco, ho ragione? ".

Subito la presa si allentò e il ragazzo iniziò istintivamente a farfugliare per l’imbarazzo, " Non è certo come pensi, scema! Volevo solo impedirti di cadere a terra come un sacco di patate ", sbuffò, " Tsk, bel ringraziamento ".

Anche se l’alcool le attanagliava la testa in una morsa implacabile, Kaoru non poté non sorridere compiaciuta. Riusciva a metterlo in difficoltà persino in quelle condizioni. Però c’era qualcosa che non andava in quella risposta. Era esattamente ciò che si aspettava da lui. Ma allora perché la disturbava?

Parlò d'istinto, lasciando che quelle parole le scivolassero via dalle labbra.

Kaoru: " Perché? ".

Masahiko: " Eh? ", sbatté le palpebre confuso, non sicuro di aver sentito bene.

Kaoru: " Si, perché non potrebbe essere che tu ci stia provando con me? Ti farebbe così tanto schifo? ".

Masahiko: " Ma cosa...? ", provò a riflettere su quelle parole ma non riuscì a trovarne un senso. Gli venne in mente solo la cosa più ovvia, " Ora basta scherzare! E' già abbastanza difficile così ".

Kaoru: " Io non sto affatto scherzando... ".

Masahiko rimase interdetto e si girò verso di lei per capire se lo stesse prendendo in giro. Ma Kaoru teneva il viso rivolto davanti a sé, leggermente piegato e seminascosto dai capelli.

Kaoru: " E’ per Shion, vero? ".

Masahiko: " P-per Shion? ".

Kaoru: " Se ci fosse lei qui al mio posto saresti più contento, non è così? ".

Impiegò diversi secondi per afferrare ciò che gli aveva detto, cercando una qualche spiegazione logica, ma invano.

Masahiko: " Ma che accidenti ti è preso adesso, si può sapere? Sei completamente ubriac... ".

Non poté terminare la frase perché qualcosa impegnava la sua bocca impedendogli di parlare. Tutto si consumò in pochi istanti. Fu un bacio breve, un tocco prima timido e poi audace, un morbido e caldo contatto tra le loro labbra.

Quando finì rimase imbambolato davanti a lei, con il viso ancora a pochi centimetri dal suo. Avvertì il sapore acre dell’alcool che gli aveva lasciato sulla bocca, testimonianza di quanto era accaduto.

E quando Kaoru parlò, sentì il suo respiro accarezzargli la guancia dolorante.

Kaoru: " E' la prima volta che ti bacio vestito da uomo. Non è stato poi tanto male... ".

Un sorrisetto impudente le tendeva le labbra, quelle stesse labbra che solo un istante prima avevano toccato le sue.

Lentamente la ragazza gli poggiò la testa sulla spalla e percepì la sua presa sull’altra allentarsi. Se non l’avesse stretta a sé trattenendola con entrambe le mani, probabilmente sarebbe scivolata a terra.

Volse gli occhi in alto, osservando per un attimo la luce del lampione che li sovrastava.

Incredibile. Kaoru l’aveva appena baciato. La sua mente volò a una lontana vigilia di Natale, così velocemente che dubitò persino che lo avesse fatto. Tutto era stato ben diverso allora.

Uguale e diverso.

Masahiko sorrise appena e sospirò. Strinse di più a sé la ragazza per sostenerla meglio e poter riprendere così la strada di casa. Ciò che desiderava in quel momento era solamente porre fine a quella lunga giornata.

All'angolo della strada due figure osservarono Masahiko trascinare stancamente Kaoru verso casa. Asagi spiò l'espressione di Shion. Un attimo prima i suoi occhi si erano spalancati alla vista di quel bacio, ma adesso le sembrarono bui e distanti. Eppure se ne restava in silenzio con lo sguardo fisso su Masahiko che girava l'angolo della via poggiandosi ad un palo dell'elettricità.

Rifletté sulla convenienza di quella conversazione, poi decise di fare un tentativo. Nella peggiore delle ipotesi le avrebbe consentito di scoprire qualche carta.

Asagi: " Ma tu guarda che colpo di scena, chi se lo sarebbe mai aspettato? ".

Shion sembrò non averla neppure sentita, poi calzò meglio il cappello e spinse le mani in tasca rispondendole con noncuranza, " Non è poi una grande sorpresa. E comunque non sono fatti nostri ".

Asagi avvertì una strana sensazione. Quell'indifferenza le sembrò stranamente forzata, o quantomeno mal conciliabile con la rigidezza del suo tono di voce. Decise di azzardare e parlò concentrandosi su ogni lineamento del suo interlocutore, " Vuoi dire che sapevi che tra loro c'è una storia? ".

Non aveva mai visto Shion sgranare gli occhi due volte consecutivamente. Ma un attimo dopo li vide tornare perfettamente indifferenti. Se non fosse stata più che attenta non l'avrebbe mai notato. La sua voce le risuonò innaturalmente fredda, " Non credo che quei due abbiano una storia ".

Asagi: " Ma si sono baciati.. qualcosa vorrà pur dire ".

Shion rispose frettolosamente, " Mi sembra che sia stata Kaoru a baciare Masahiko ".

Asagi: " Sarà, ma non mi sembra che lui sia fuggito a gambe levate. E hai visto come l'ha stretta a sé dopo? ".

Shion rimase in silenzio e Asagi decise di giocare un'altra carta, " In fin dei conti è sempre così premuroso nei suoi riguardi ", guardò Shion con la coda dell'occhio e continuò, " .. anche stasera per esempio. Tutti hanno visto come è accorso in suo aiuto prendendosi anche un bel pugno in pieno viso... ".

Shion piegò la testa da un lato e sperò che la smettesse, " Credo che l'avrebbe fatto per chiunque di noi. E comunque Masahiko è un fenomeno nel cacciarsi nei guai ".

Un piccolissimo sorriso apparve e subito sparì per lasciar posto ad un'espressione fredda e che le sembrò sempre più innaturale, " In ogni caso, non sono fatti nostri ".

Asagi non seppe come sentirsi di fronte a quelle parole. Ma non si arrese e rincarò la dose, " Non lo so. A pensarci bene, poi, quel continuo battibeccare... potrebbero essere schermaglie d'amore, non ti sembra? ".

Shion si passò rapidamente una mano sul collo scostando la coda di cavallo e lasciandola cadere nuovamente sulla schiena. Fece qualche passo e alzò una mano rapidamente prima di rimetterla in tasca, " Io vado. Buonanotte ".

Asagi l'osservò allontanarsi in silenzio. Poi si voltò e si diresse verso casa riflettendo sul fatto che quel colpo di scena poteva rivelarsi davvero utile.

Shion giunse lentamente sotto il lampione osservando distrattamente la strada. Si voltò indietro di sfuggita per accertarsi che Asagi se ne fosse veramente andata e rallentò ulteriormente fino a fermarsi nel cerchio di luce artificiale.

Stava proprio diventando un'abitudine per Masahiko baciare le ragazze ubriache sotto quel lampione, eh?

Storse la bocca e si grattò una tempia cercando di scacciare quel sottile fastidio. Era stata davvero Kaoru a baciarlo oppure aveva ragione Asagi?

Infilò di nuovo la mano in tasca e abbassò inconsapevolmente lo sguardo per un attimo. Non poteva negare che Masahiko fosse effettivamente molto protettivo nei suoi confronti, ma era anche convinta che si sarebbe comportato in quello stesso modo se nella rissa fosse stata coinvolta lei. Ma a ben pensarci questo voleva dire ben poco. Avrebbe fatto lo stesso se fosse stata coinvolta Asagi oppure qualcun altro della loro cerchia di amici?

Espirò rumorosamente e riprese a camminare svoltando l'angolo senza potersi impedire di lanciare un ultimo sguardo al cerchio di luce.

Non sapeva rispondersi con sicurezza. Dovette ammetterlo.

Pochi passi ed arrivò a casa. Di Masahiko e Kaoru nessuna traccia. Erano già entrati, dunque.

Il piano terra era buio e silenzioso, ma dalle scale scorse la luce accesa nel corridoio soprastante. Chiuse la porta a chiave, tolse le scarpe e salì silenziosamente. Una volta sul pianerottolo attese per qualche istante e, come previsto, Masahiko uscì dalla stanza di Kaoru chiudendo la porta dietro di sé senza far rumore.

Shioya: " Le hai dato il bacio della buonanotte? ".

Sobbalzò e si voltò immediatamente verso di lei. Parlò sottovoce, gettando un rapido sguardo alla porta della stanza di Sora e Yukari.

Masahiko: " Ma sei matta? Vuoi farmi prendere un colpo? ".

Shion lo guardò piegando il capo su di un lato. Poi gli camminò incontro e lo doppiò senza degnarlo di una risposta.

Masahiko: " Ehi, ma tu non dovevi raggiungermi per darmi una mano? ".

Shioya: " Perché, avevi bisogno di aiuto? ".

La guardò perplesso e lei si voltò di nuovo dirigendosi verso le scale. Scattò in avanti e la fermò prendendola per una spalla.

Masahiko: " Ehi, aspetta. Certo che avevo bisogno di aiuto, che credi? L'ho dovuta trascinare fin qua praticamente di peso ".

Shion gli rivolse un'occhiata scura da sopra la spalla e si voltò lentamente. Masahiko si sentì strano sotto quello sguardo indecifrabile e lasciò nuovamente cadere il braccio lungo il corpo. La vide togliere il cappello e sciogliere i capelli scuri che le ricaddero sulle spalle.

Ecco fatta la trasformazione. Un attimo era bastato perché apparisse di nuovo Shion. La semplicità della cosa era disarmante. Sapeva bene che era sempre lei, ma, a volte, era difficile pensare che quel ragazzo fosse davvero lei. E chi era Shioya, un lato del suo carattere? Una parte di Lei? La vera lei? E altre volte, invece, stentava a ricordarsi del travestimento e, soprattutto, a credere che davvero gli altri potessero essere ingannati da un banale cappello.

Shion: " E ti è dispiaciuto? ".

Masahiko: " Che cosa? ".

Shion: " Doverla portare a casa di peso ".

Masahiko: " Ma cosa... ".

Shion: " Non avrai approfittato della situazione, vero? ".

Quelle parole erano assurde, ma quello sguardo severo mal si conciliava con uno scherzo, " Approfittato della... ma si può sapere che cosa stai dicendo? Sei ubriaca anche tu? ".

Shion non rispose subito, limitandosi a guardarlo, " Sei sicuro che non sia successo niente? ".

Masahiko rispose quasi offeso, " Ma stai scherzando o cosa? Certo che sono sicuro ".

Shion restò in silenzio per un momento, valutando con attenzione quella risposta, poi si voltò di nuovo verso le scale lasciandolo interdetto.

Masahiko: " Shion, ma cosa... ".

Lei proseguì fino al primo scalino e si fermò.

Masahiko: " Va tutto bene? ".

Shion non si voltò neppure, " Certo ".

Masahiko: " Sei arrabbiata per quello che è successo stasera? ".

Esitò per un attimo, chiedendosi a cosa lui si stesse riferendo, poi rispose con un tono che non ammetteva repliche, " No. ".

La guardò salire i primi scalini e poi sparire dietro l'angolo.

Ma cosa diavolo le era preso? Che li avesse visti quando Kaoru l'aveva baciato? No, non credeva. Conoscendola, in questo caso, glielo avrebbe detto subito in faccia. E, comunque, era stata Kaoru a baciarlo, lui non aveva fatto niente. E tanto meno niente di male. Non le aveva detto nulla di quel bacio, però. Ma non era importante, dopotutto. Era successo solo perché Kaoru era ubriaca fradicia. Non poteva esserci altro motivo, e, quindi, perché avrebbe dovuto parlargliene? Per mettere in difficoltà Kaoru?

Sospirò ed aprì la porta della sua stanza. Guardò ancora una volta le scale della stanza di Shion ed esitò. Avrebbe voluto salire e parlarle. Ma era tutto silenzioso e sembrava non aver neppure acceso la luce. Che fosse così stanca? Non ne era certo, quegli occhi gli erano sembrati tutto tranne che assonnati. Ma sicuramente era di malumore.

Decise che era meglio andarsene a dormire ed entrò nella sua camera.

Shion lo sentì chiudere la porta e vide sparire la sottile striscia di luce che si insinuava dalla scala. Se ne rimase sdraiata sul letto con le braccia incrociate dietro la testa ed ancora in dosso i panni di Shioya che le sembrarono stranamente scomodi.

Si voltò su un lato e cercò di scacciare quel pensiero fastidioso, senza accorgersi di formularlo in parole che pronunciò sottovoce nel buio, " Bugiardo ".

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Capitolo 8
*** Un'insolita alleanza ***


FAMILY COMPO 2

CAPITOLO 8

 

 

UN’INSOLITA ALLEANZA

 

 

 

Kaoru spalancò gli occhi nella semioscurità della sua stanza e si rese conto che era stato solo un sogno. Sospirò per il sollievo e si passò una mano tra i capelli accorgendosi di avere la fronte leggermente sudata. Ma che razza di sogno era quello? Era così nitido, così preciso in ogni particolare da sembrare fin troppo realistico.

Osservò assorta il soffitto e la distrassero le ombre che si alternavano con la luce che filtrava dalla finestra creando uno strano equilibrio.

Ma da quand’era che aveva iniziato a fare sogni di quel genere? Si sentì arrossire lievemente, ma si diede subito della sciocca. Non era assolutamente degno di un uomo comportarsi in maniera così frivola.

Sbuffò allacciandosi le mani dietro la nuca dandosi un tono. E per quale motivo, poi. In fondo non era successo niente di rilevante da poterle ispirare simili fantasie. Era stata solo a quella stupida festa per quello stupidissimo film, dove si era limitata a portare un po’ di movimento in quel mortorio. Avrebbero dovuto ringraziarla anziché rivolgerle dei rimproveri, quegli sciocchi ragazzini ingrati.

E poi Masahiko l’aveva trascinata a casa perché non si reggeva in piedi, causa quella memorabile sbornia. Ghignò tra sé e sé. Memorabile, già. D’altra parte non capita tutti i giorni l’occasione di bere così tanti alcolici a sbafo. Doveva assolutamente approfittare dell’occasione. E poi cos’altro era successo? Ah, si, aveva... Sgranò gli occhi per l’orrore e si alzò a sedere di scatto. Lo aveva fatto? Quella di alzarsi fu una pessima mossa, visto che la testa iniziò a girarle vertiginosamente, costringendola a sdraiarsi di nuovo.

Kaoru: " Non può essere successo davvero... ".

Si coprì il viso con le mani sospirando e massaggiandosi delicatamente le tempie, fin quando qualcuno bussò alla porta.

Masahiko: " Quanto hai intenzione di dormire ancora? E’ già pomeriggio inoltrato ".

Si irrigidì capendo a chi apparteneva quella voce e si sentì stranamente agitata. Perché doveva sentirsi così? Non sapere che accidenti le succedeva la irritava più di tutto il resto. Sbuffò infastidita, ritrovando con fatica il suo solito atteggiamento.

Kaoru: " Non rompere, idiota! ".

Dall’altro lato della porta, Masahiko borbottò qualcosa allontanandosi, seccato per tanta scortesia.

 

Perché era passata proprio di lì?

Fare quattro passi le era sembrato l’ideale per schiarirsi le idee, ma non era previsto tornare sul luogo del misfatto. Non così presto e con tutti quei ricordi ancora così spiacevolmente vivi.

Era arrivata al punto in cui riviveva quella scena ininterrottamente e ogni volta saltava fuori un nuovo particolare che le faceva accapponare la pelle. Perché non poteva dimenticare tutto come ogni ubriaco che si rispetti? Perché doveva continuare a rimuginare su qualcosa che preferiva non fosse mai accaduto?

Si passò una mano tra i capelli ribelli per la frustrazione.

E perché doveva sentirsi in quel modo? Detestava sentirsi così confusa. E più ancora detestava che la causa di quello stato confusionale fosse un bacio. Uno stupido banalissimo bacio. E di Masahiko, per giunta.

Fece una smorfia e sospirò spazientita.

Quel maiale si era approfittato di lei e del fatto che non era in sé in quel momento, non c’era altra spiegazione. Tutto quello che doveva fare era dargli un bel pugno, così avrebbe avuto due occhi neri e non uno solo.

Poggiò la schiena sul palo del lampione lì vicino e chiuse gli occhi. Un sorriso amaro piegò le sue labbra. Ma chi voleva prendere in giro? Lui era uno stupido bamboccio che non avrebbe mai neppure potuto concepire l’idea di approfittarsi di qualcuno. E poi lei era un uomo e non avrebbe mai permesso che accadesse, nemmeno sotto l’effetto di qualche bicchiere di troppo.

Non sarebbe mai accaduto se lei non avesse voluto, questa era la verità.

Si staccò dal palo infilando pigramente le mani nelle tasche e prese a camminare senza una meta precisa.

Era un uomo. L’aveva sempre creduto e lo credeva ancora. Ma adesso aveva baciato un altro uomo. Un uomo che bacia un uomo, qualcosa indubbiamente stonava.

Certo, lo aveva già baciato in passato, in veste di Masami però, non come Masahiko. Allora era stato per gioco, si era divertita a far ingelosire suo padre ed a mettere il bamboccio in imbarazzo. Ma stavolta? Era davvero solo uno scherzo? Una parte di lei continuava a considerarlo tale, pensando che potesse essere un nuovo pretesto per prendersi gioco della sua vittima prediletta. Ma c’era qualcosa di lei che reclamava attenzione e lo faceva in maniera così forte e prepotente da non poter più essere ignorata.

Questa volta era diversa dalle altre, doveva ammetterlo. Non era stato un gioco, non stavolta. Non poteva esserlo stato se per fare quel passo aveva dimenticato cosa voleva essere nella vita, se per baciarlo aveva dimenticato di essere un uomo.

Strinse le mani in pugni dentro le tasche e digrignò i denti con rabbia. Chi era quel bamboccio per metterla così in difficoltà? E che diritto aveva di farle dubitare della sua natura? Era solo un bamboccio, già, solo un bamboccio.

Socchiuse gli occhi un momento e cercò di convincersene. Ma nel buio di quel momento lo vide gettarsi davanti a lei contro un bestione due volte più grosso di lui senza alcuna esitazione, lo vide portarla in spalla fino a casa dopo la sbornia e lo vide in mille altre situazioni in cui le aveva dato una mano senza chiedere nulla in cambio.

La rabbia svanì velocemente. E così anche quell’idea malsana.

Doveva ammettere che, in fin dei conti, non era un bamboccio. Anzi, non era poi tanto male il ragazzo. Era il suo esatto opposto, a pensarci bene, sempre pronto a fare la cosa giusta pensando agli altri prima che a sé stesso. E talmente facile da raggirare da rendere la cosa così incredibilmente irresistibile e divertente. A patto che fosse solo lei a raggirarlo, ovviamente. Non era ammesso alcun intruso in quel gioco privato.

Aprì gli occhi e ne sorrise, rivolgendo al cielo il primo sguardo spensierato della giornata.

Chissà che ci trovava in una tipa come Shion. Tolto quel suo bel corpicino, restava solo una ragazza nevrotica e insopportabile. E allora, che c’era di così interessante?

Si stupì di quanto aveva appena pensato e rise di sé. Quell’atteggiamento poteva definirsi solo in un modo e lei sapeva bene quale fosse. Era sicuramente testarda, ma non stupida. E rendersene conto la confondeva ancora di più. Era gelosa. Gelosa di Shion. Già, un pochino. Ma non proprio di lei, solo del fatto che fosse l’oggetto delle sue attenzioni. Perché lo era, inutile negarlo, lui stesso glielo aveva detto chiaramente quella sera tornando dalle riprese. E questo fatto proprio non le andava giù.

Si mise le mani tra i capelli e si massaggiò la testa che le doleva come se stesse per scoppiarle.

Parlò ad alta voce, senza nemmeno accorgersene, " Che gran casino! ".

" Che gran casino ".

Kaoru abbassò lo sguardo e vide una bambina di non più di quattro anni che la fissava sorridente. Al suo fianco una donna, probabilmente la madre, la osservò con disapprovazione.

Donna: " Non si dicono queste brutte parole ".

Afferrò la bimba per una mano e la trascinò lontano da Kaoru, che sospirò desolata e si guardò intorno senza capire dove fosse capitata. Ma quando vide una grande fontana poco distante non poté impedirsi di sorridere.

Kaoru: " A quanto pare questo è il posto ideale per riflettere ".

Camminò fino a raggiungerne il bordo, sedendocisi. Stese le braccia dietro di sé e spinse la fronte e lo sguardo verso l’alto, socchiudendo gli occhi accecati dal sole. Il rumore dell’acqua alle sue spalle conciliava i suoi pensieri, rendendo quelle riflessioni un po’ meno pesanti.

Perché doveva essere tutto così complicato? Perché doveva innamorarsi proprio di un ragazzo come quello? Si irrigidì e spalancò gli occhi all’improvviso. Cosa aveva appena pensato? Innamorata? Innamorata di Masahiko?

Tentò di scacciare quel pensiero ma non ci riuscì. Lo fece ancora, con forza. Si alzò in piedi pensando di andar via da quel maledetto posto. Ma restò immobile e dopo un attimo sorrise amaramente. Dove mai avrebbe potuto andare, in fondo? Non esisteva un posto dove potersi nascondere da se stessa. Lo sapeva bene, questo. Quindi si arrese e si sedette di nuovo, stancamente.

Era davvero innamorata di Masahiko? Era questa la soluzione dell’enigma? Era questo che la rendeva così confusa? No, era troppo assurdo. Non poteva essere questa la causa delle sue azioni, della sua gelosia. Di quel bacio. Eppure, tutto quadrava così perfettamente da spaventarla.

Guardò nuovamente il cielo e socchiuse gli occhi incontrando il sole.

Rimase lì a lungo, in silenzio ed in pace, poi li chiuse del tutto e sorrise in modo nuovo. Era vero. Era innamorata di Masahiko.

E quella parola le sfuggì dalle labbra, ma così piano che nessuno tranne lei riuscì a sentirla.

Kaoru: " Innamorata... ".

Asagi: " Ehi, ci si rivede! ".

Kaoru sobbalzò, presa alla sprovvista, e sollevò lo sguardo trovandosi davanti Asagi che le sorrideva cordialmente. Sperò con tutta se stessa che non avesse sentito quella parola che le era appena scappata di bocca.

Kaoru: " Tu? ", le ci volle qualche secondo per ritornare completamente alla realtà, e qualche altro per formulare una domanda sensata, " Che ci fai qui? ".

Asagi non smise di sorriderle, divertita dalla sua evidente sorpresa, " Mi piace venire da queste parti, mi aiuta a riflettere ".

Kaoru si meravigliò della disinvoltura con cui le si sedette accanto e continuò a parlarle, " E tu, invece, che ci fai qui? ".

Cercò di risponderle con noncuranza e non ebbe alcuna difficoltà a farlo. In fin dei conti era una maestra nel nascondere i suoi sentimenti agli altri. E anche a se stessa, in realtà.

Kaoru: " Passavo da queste parti ".

Asagi: " Mhm… capisco ".

Si sentì a disagio sotto lo sguardo di quella ragazza, sembrava la stesse quasi studiando e la cosa non le andava affatto a genio.

Asagi: " Come ti senti adesso? Ieri sera non eri esattamente al massimo… ".

Kaoru: " Tsk, non vado certo al tappeto per una semplice sbronza! ".

Asagi: " Non lo metto in dubbio, ma ieri ti è servito l’aiuto di senpai Yanagiba per tornare a casa... ", sottolineando volutamente l’ultima parte della frase.

Kaoru si agitò un po’ e reagì in modo brusco, " E che cavolo te ne importa? ".

Asagi: " Assolutamente nulla. Scusami, non volevo essere indiscreta ".

Kaoru si piegò su se stessa e la guardò dal basso sbuffando. Poi si alzò con l’intenzione di andarsene, ma quando stava per borbottare un saluto a quella strana ragazza, il suo stomaco brontolò sonoramente sorprendendole entrambe. Istintivamente se lo coprì con una mano, dando un’occhiata all’espressione sconcertata di Asagi.

Kaoru: " Ehm... è da ieri che non tocco cibo ", accompagnò la confessione sorridendo forzatamente e grattandosi la nuca imbarazzata. Davanti alla faccia confusa della ragazza, si sentì in dovere di continuare, " Lunga storia… ".

Spiegare che era uscita in fretta e furia da casa Wakanae per evitare scomodi incontri, senza preoccuparsi di mettere qualcosa sotto i denti, non le sembrò un’idea brillante. Quindi si limitò a quelle poche parole.

Asagi: " Ora capisco ", ridacchiò educatamente coprendosi la bocca con una mano.

Kaoru: " Beh, sarà meglio che provveda subito! Allora ci si vede ".

Non si era nemmeno voltata completamente quando Asagi balzò in piedi fermandola, " Ma no, aspetta ", Kaoru la guardò sorpresa, " Possiamo mangiare qualcosa insieme, se ti va ".

Il suo sorriso gentile la spiazzò e, senza rendersene veramente conto, mormorò " Ok ".

 

Asagi stentò a credere che quella ragazza fosse a digiuno da un solo giorno. Trangugiava il cibo come un’idrovora, senza preoccuparsi minimamente dello sgradevole spettacolo che dava di sé.

Sorseggiò la sua bibita cercando di non pensarci, concentrandosi invece su quanto aveva pianificato. Era stato un vero colpo di fortuna incontrarla al parco, le risparmiava la fatica di chiedere a Shion o, peggio, a senpai Yanagiba come poterla rintracciare, rischiando di scoprire troppo le sue carte. Aveva in mente grandi progetti per lei. O meglio, per loro due.

Kaoru: " Tu non mangi? ", a causa della bocca piena le sue parole non furono molto chiare.

Asagi: " No, grazie, adesso non ho fame ", una goccia di sudore freddo attraversò il suo viso. Kaoru la guardò senza capire, prima di rivolgere nuovamente tutta la sua attenzione al piatto.

Solo dopo qualche minuto poggiò sul tavolo le posate, si ripulì rapidamente il viso con il tovagliolo e si poggiò sazia e soddisfatta allo schienale della sedia, " Ora sì che si ragiona! ".

Rivolse un’occhiata ad Asagi che le sembrò ipnotizzata dalla pila di piatti ammucchiata tra di loro. Ma la ragazza si riprese subito e le rivolse un altro sorriso disarmante, " Mi fa piacere che tu sia soddisfatta adesso ".

Kaoru incrociò le braccia sul petto e piegò la testa studiando la ragazza, " Parliamoci chiaro, tu non sembri affatto una ragazza sprovveduta. Se siamo qui è per un motivo ben preciso, ho indovinato? ".

Asagi la guardò sorpresa dal suo improvviso cambiamento e poi sorrise sorniona, " Hai indovinato ".

Kaoru ghignò, " E sentiamo, cosa vuoi da me? ".

Asagi poggiò i gomiti sul tavolo intrecciando le dita e poggiandoci sopra il mento. Osservò Kaoru dritta negli occhi e parlò con voce calma e tranquilla, " A te piace senpai Yanagiba! ".

Per poco non cadde all’indietro tanto quell’affermazione a bruciapelo l’aveva colta di sorpresa e si affannò subito a negare, " Cosa? Quel bamboccio? Tu sei completamente pazza! ".

Ma lo sguardo impassibile con cui dovette confrontarsi la costrinse sulla difensiva, " Mi diverto solo a prendermi gioco di lui, tutto qua! ".

Asagi: " Ma certo ", prese a giocherellare col suo bicchiere con non curanza, ed evitò di guardare la sua interlocutrice finchè non terminò di parlare, " E dimmi, questo gioco si spinge fino a baci scambiati alla romantica luce di un lampione? "

Sollevò lo sguardo e constatò di aver fatto centro. La faccia di Kaoru non lasciava spazio a dubbi, era in evidente difficoltà. E in evidente imbarazzo. Non potè mollare la presa proprio in quel momento, " E’ un vero peccato che io e Shion passassimo di lì proprio in un momento così riservato... "

Kaoru articolò a fatica la domanda, con un groppo in gola, " Shion? "

Asagi: " Proprio così. Avresti dovuto vedere che faccia ha fatto quando vi ha visti... ", si perse un attimo nel ricordo del suo atteggiamento fintamente distaccato della sera precedente, ma fu solo un momento. Ora aveva altro a cui pensare.

Kaoru restò senza parole per quella inaspettata rivelazione. Quel bacio, il suo bacio, era diventato di dominio pubblico adesso. E, con tutte le persone che potevano vederlo, perché proprio Shion?

Osservò Asagi con un’espressione mista di rancore e timore. Provò a prevederne la prossima mossa, ma la sua testa si rifiutò di collaborare, le novità per quella giornata cominciavano ad essere troppe da sopportare tutte insieme. Si sentì con le spalle al muro.

Ma lei le sorrise serenamente, " Non serve negarlo con me ", quando vide che la ragazza sembrava sul piede di guerra si affrettò a continuare, attirando finalmente la sua attenzione, " Io e te siamo sulla stessa barca ".

Kaoru la guardò confusa, " Che vuoi dire? ".

Asagi: " E’ semplice. Io voglio Shion, tu vuoi senpai Yanagiba. Direi che i nostri interessi potrebbero essere conciliabili, non credi? ".

Kaoru finalmente capì dove voleva arrivare.

Asagi: " Se noi due diventassimo alleate, forse potremmo raggiungere i nostri obbiettivi ".

Kaoru: " Alleate? ".

Il sorriso di Asagi si allargò e si fece furbo, " Esatto ".

Allearsi con quella ragazza per conquistare Masahiko. Kaoru meditò su quella proposta. Poteva fare una cosa del genere?

Asagi percepì la sua esitazione e rincarò la dose, " E’ innegabile che senpai Yanagiba nutra un certo interesse per Shion ", la ragazza sembrò ridestarsi a quelle parole, " E, purtroppo, devo ammettere che nemmeno Shion sembra completamente indifferente… ".

Kaoru abbassò gli occhi sul tavolo. Masahiko non era indifferente a Shion? Possibile?

Asagi sorseggiò la sua bibita dalla cannuccia e parlò con noncuranza, " Pensa cosa succederebbe se lei accettasse le sue attenzioni. Non ci sarebbe più nessuna speranza per noi ".

Shion e Masahiko insieme? Quell’immagine fu più insidiosa di quanto aveva previsto e sentì un inaspettato peso nel petto che cercò invano di scacciare.

Si voltò e gettò uno sguardo distratto sui passanti. I suoi occhi parvero seri e stanchi. Rimase a lungo in silenzio e poi si voltò lentamente, mostrando occhi sorprendentemente sereni.

Kaoru: " Non credo di poterti essere d’aiuto ".

Asagi la guardò stupita, " Perché? ".

Kaoru sorrise appena, " Ma mi hai visto? ".

Asagi rimase in silenzio, attendendo sinceramente una spiegazione. Kaoru le prese la bibita dalle mani, ne bevve l’ultimo sorso e si decise finalmente a continuare fissando il fondo del lungo bicchiere, " Io sono un uomo ".

Asagi colse immediatamente l’indecisione del tono che fu sicura corrispondere a poca convinzione e passò all’attacco, " Si, un uomo che ama un uomo ".

Kaoru la guardò e una scintilla passò rapidamente nei suoi occhi. Ebbe seriamente timore che si sarebbe messa a gridare e che poi se ne sarebbe andata. Ma quella luce si spense subito, lasciando il posto ad uno sguardo che non seppe subito interpretare. La guardò meglio, la vide sorridere appena e capì. Era triste.

Kaoru: " Sono un uomo che ha sempre nascosto il suo corpo di donna e che adesso scopre di amare un altro uomo ".

La sua voce era stata lieve, quasi greve. Asagi rimase in silenzio e fu Kaoru a continuare, " Che cosa sono allora? Ho l’aspetto di un uomo, ma il mio cuore di che sesso è? ". La guardò negli occhi e fu sincera, " Credi davvero che una persona come me possa interessare a Masahiko? ".

Kaoru rimase in attesa, come se lei fosse davvero in grado di darle una risposta.

Asagi ammirò il coraggio di quella ragazza che le sedeva davanti e parlò dimenticando, per un attimo, il suo obiettivo, " Credi davvero che Masahiko sia una persona capace di amare qualcuno solo per il suo aspetto esteriore? ".

Kaoru rimase stupita da quelle parole tanto semplici e l’ascoltò ancora, " E poi, in fin dei conti, pensaci bene, Masahiko è interessato a Shion e non sa nemmeno se è un maschio oppure una femmina. Di te, almeno, sa che sei femmina… ".

Kaoru ci pensò su e dovette ammettere che da questo punto di vista aveva ragione.

Asagi cercò di recuperare un tono meno grave, " E del resto, si dice che in guerra e in amore tutto è permesso. Non è vero? ".

Kaoru osservò quella ragazza e pensò a quanto tenesse a Shion, il film palesava il suo interesse per lei. E, forse, era qualcosa più di semplice interesse. Poi, in fin dei conti, erano veramente sulla stessa barca. Come tali, non poteva dirsi scorretto darsi una mano a vicenda, no?

Kaoru: " Va bene ".

Asagi la guardò sorpresa per qualche secondo, prima che un grande sorriso trionfante le illuminasse il viso, " D’accordo, allora ".

Tese una mano sul tavolo, che Kaoru prima guardò stupita e poi afferrò con decisione, suggellando così quella insolita alleanza.

Due ragazze unite da un destino comune, pronte a giocarsi tutto per raggiungere il proprio scopo. La guerra era appena cominciata.

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Capitolo 9
*** Il rapimento ***


Cari lettori, se ce ne sono..., questo capitolo è frutto pressoché per intero del genio comico del nostro Riccardo.
Spero che apprezzerete. Ciao a tutti e buon divertimento, Lex.

 

 

FAMILY COMPO 2

CAPITOLO 9

 

 

IL RAPIMENTO

 

 

 

Tatsumi si sentì chiudere il telefono in faccia da sua figlia.

Tatsumi: ^^”””””” " E ora come faccio? Perché doveva fare la tournèe proprio ora? ".

Come mai il nostro eroe è tanto preoccupato? Perché tanto timore? Tutto ebbe inizio qualche giorno prima, quando uno yakuza arrivò al locale di Tatsumi.

Yakuza: " Baciamo le mani ".

Tatsumi: " Anche a vossia ".

Yakuza: " Voi ci conoscete, vero? Sapete chi è il mio patrino? ".

Tatsumi: " Come potrei non conoscere Don Taro ".

Yakuza: " Don Taro mi ha incaricato di dirle che vuole combinare con voi un bisinissi! ".

Tatsumi: " Molto lieto ".

Yakuza: " Naturalmente sarà un incontro tra amici, è gradito lei e la sua signora. O sua figlia, se preferisce ".

Tatsumi: " Verrò! ".

Yakuza: " Bene! Non manchi... ".

Nel presente, Tatsumi si grattò la testa nervosamente, " E ora come faccio? Un loro gradimento è un loro ordine! ", ma d’improvviso il suo viso si illuminò, " E se… ".

 

A casa Wakanae, nello stesso momento, Masahiko camminava senza sosta su e giù per la stanza.

Masahiko: " Uffa! Come al solito sono senza un soldo! ".

Shion sogghignò divertita, " Il solito squattrinato! ".

Masahiko: " Shion, mi presteresti... ".

Shion: " Niente da fare! Mi devi ancora 3000 yen! ".

Masahiko: .\_/. " Tirchia! ".

Lo squillo del telefono interruppe la conversazione.

Masahiko: " Pronto? ".

Shion: " Chi sarà...? ".

Masahiko: ^^””” " Buongiorno a lei. Mi dispiace, Kaoru non è in casa! ".

Shion: " Ho capito, è Tatsumi ".

Masahiko: " Come? Cerca me? ".

Shion: " Più che te, cercherà Masami... ", accompagnò l’osservazione con un piccolo ghigno.

Masahiko: " Un lavoro? Certo, volentieri! ".

Chiuse il telefono.

Masahiko: " Evviva, un lavoro! Ho proprio bisogno di soldi! ", la sua felicità si affievolì un po’ quando vide l’espressione sospettosa di Shion, " Beh, che c’è? ".

Shion: " Io non accetterei. Ricordi cosa è successo l’ultima volta? ".

Il ragazzo la guardò estremamente sicuro di sé, " Mi ha detto che non ha niente a che fare con un gay-bar! ".

Shion: " Tut tut! Io non ne sarei così sicura... Ho deciso, verrò con te. Così ti prenderò un po’ in giro, uh uh! ".

Masahiko: -_- " Non ti smentisci mai, eh? ".

 

Come volevasi dimostrare, il giorno dopo i due ragazzi si ritrovarono in un salone di bellezza.

Shion non smetteva di ridacchiare per lo spettacolo che le si parava davanti.

Masami: " E piantala! ", ma quando notò che era pronta a replicare aggiunse subito, " Alt, non dirlo! ".

La ragazza lo guardò con un’espressione fintamente innocente, " Che cosa? Che te l’avevo detto? ".

Tatsumi ignorò il piccolo battibecco tra i due, troppo impegnato a rimirare il suo angelo, " Sei adorabile ".

Masami: -_-’’’’’’’’

Tatsumi: " Mi farai fare un figurone stasera alla cena con il boss! ".

Masami: " Che? Ma non si era detto… ".

Tatsumi: " Osi rifiutare dopo aver accettato questo lavoro? Non si ritira mai la propria parola con uno yakuza... ", il suo sguardo si fece improvvisamente truce.

Masami: " No, no! Non mi permetterei mai... ^^”””””” ".

Tatsumi: ^_^ " Ah, bene! Verrò a prenderti a casa più tardi, allora ".

Shion: -_- " Sempre il solito ".

 

All’ora prestabilita, Masami, pronta ad uscire e bellissima come sempre, stava aspettando davanti casa. Con un movimento aggraziato diede un’occhiata all’orologio, e poi pestò un piede a terra irritata. Tutta la sua grazia si dissolse di colpo...

Masami: " E’ in ritardo! E poi dicono che sono le donne a farsi attendere, tsk! ", ci pensò su e rabbrividì, " ^^” Ma che cavolo sto dicendo? Non devo immedesimarmi troppo nella parte! Io sono un uomo! ".

Una voce sconosciuta lo richiamò e vide un omone grande e grosso, che gli si avvicinava lentamente con fare disinvolto. A giudicare dal suo aspetto, sembrava uno degli uomini di Tatsumi, " Salve bellezza ".

Masami: " Finalmente! Dov’è il signor Tatsumi? ".

Yakuza: " Ci sta aspettando, non ti devi preoccupare. Ha mandato me a prenderti... ", afferrò saldamente un braccio della ragazza, " Vieni con me ".

Masami si allontanò con decisione, " No! Io devo aspettare lui, me l’ha detto chiaramente! ".

Lo yakuza lo osservò con un sorriso sbilenco e gli si avvicinò ancora, " Tu verrai con me! ".

Prima che potesse opporre qualche resistenza, premette sul suo viso un panno imbevuto di cloroformio, facendole perdere i sensi. La spilla che il ragazzo portava sull’abito cadde a terra.

L’uomo osservò compiaciuto la ragazza svenuta tra le sue braccia, " Ehe! Il capo sarà contento ".

In quell’istante un vecchietto che passava lì vicino osservò la scena e sollevò il bastone con un gesto stizzito, " Giovinastri! Ai miei tempi c’era maggior rispetto per una donna, tsk! ".

Lo yakuza prese Masami di peso e la fece salire su una macchina scura che poi corse via in tutta fretta.

Qualche minuto dopo a casa Wakanae suonò il campanello.

Shion: " Vado io! ".

Dietro la porta la ragazza trovò Tatsumi, con uno sguardo incantato e perso nel vuoto.

Shion: ^^’’’’’’ " S-salve ".

Tatsumi: (LOVE) " Ciao ", si affacciò all’interno, " Amore, sei pronta? Scusami per il ritardo ".

Shion: " Masahiko è già uscito! Ma non era con lei? ".

Tatsumi: O__O " Che cosa? No! No! ".

Shion: " E’ impossibile! ".

L’unica risposta che ebbe dallo yakuza fu un balbettio confuso. Stava per chiedere altre spiegazioni, ma uno strano luccichio attirò la sua attenzione. Corse in strada e vide la spilla di Masahiko per terra.

Shion: " Ma che è successo? ".

Il vecchietto passato di lì poco prima la vide e le si avvicinò, " L’ ha perso una ragazza mentre saliva su un auto ".

Shion: " Ne è sicuro? ".

Vecchietto: " Sì! ".

Shion: " Oh, cavolo! ".

Tatsumi si avvicinò ai due sempre più confuso, " Che è successo? ".

Shion: " Temo che abbiano rapito Masami! ".

Tatsumi: " C-cosa? La mia adorata Masami è stata rapita?? ", prese a disperarsi strappandosi i capelli e chiamando il suo nome. Finché non si fermò e abbassò il capo, nella più profonda depressione.

Shion: " Ehm, non faccia così, su... ".

Quando gli poggiò una mano sulla spalla per consolarlo, l’uomo sollevò il viso mostrando un’espressione decisa, " Non c’è altro da fare allora! ".

Shion lo guardò completamente disorientata da quel repentino cambio di umore.

Tatsumi: " Mi rivolgerò al professionista più esperto del Giappone, City Hunter! ", ci rifletté un po’ su, " Anche se temo che la cura sia peggiore del male... ".

Shion : " Perché? Che potrebbe succedere di peggio di quello che è già accaduto? ".

Tatsumi: ^^”””””””” " Lasciamo perdere... ".

 

Poche ore dopo Shion, vinta dalla curiosità, era affacciata al balcone della stanza di Masahiko.

Shion: " Chissà come sarà fatto uno sweeper professionista... ".

Continuò a fantasticare finché sulla strada non apparve un uomo con spalle imponenti e sguardo fiero.

Shion: " Sarà lui? ".

L’uomo tampinava instancabilmente tutte le belle ragazze di passaggio, e quelle, esasperate, finivano immancabilmente col malmenarlo utilizzando gli oggetti più disparati.

Shion: -_- " No, è escluso. Non credo sia possibile ".

Ma quel tipo si diresse proprio verso casa Wakanae, apprestandosi a suonare il campanello.

Shion: " Uffa! Sarà il solito scocciatore ", rientrò in casa e scese al piano di sotto dirigendosi alla porta. Prima di aprire si rivolse a tutti, " Non vi muovete, è solo uno scocciatore. Ci penso io a mandarlo via! ".

La porta d’ingresso si aprì.

Shion: " Senta lei, se ha intenzione di rompere se ne vada! Non abbiamo tempo da perdere! ".

Uomo: " Davvero? Nemmeno per un’ appuntamento con me, magari in un love hotel? Slurp! ".

Shion stava per rispondergli con un bel pugno, quando Tatsumi si intromise e accolse il tizio come se fosse un vecchio amico.

Tatsumi: " Ryo, che piacere rivederti! ".

Ryo: " Ehilà! Come va? ".

Shion guardò i due uomini confusa, " Voi vi conoscete? ".

Tatsumi: " Certo! Lui è City Hunter ".

Ryo (col coso duro): " Preferisco farmi chiamare lo stallone di Shinjuku! Molto piacere! ".

Shion: -___-’’’’’’.

Ryo: " E’ lei la pupa che devo salvare? Potresti anche pagarmi in natura, sai? ".

Tatsumi: " No! Devi liberare questa ragazza... ", gli porse una foto di Masami.

Shion: " Ma lei non è una... ".

Tatsumi le coprì tempestivamente la bocca con una mano, impedendole di continuare.

Ryo: " Che stava dicendo...? ".

Tatsumi: ^^” " Ehm, diceva che non è una tipa seria, è disponibilissima! ".

Ryo: " Davvero? Questo fiore è disponibile? WOW! Yuppie, qui due botte non me le leva nessuno! ".

Shion: -__-””” " La vedo male... ".

Tatsumi: " Allora, assumi l’incarico? ".

Ryo (col coso duro): " Fidati di me! Io e il mio amico siamo a vostra disposizione! ".

Tatsumi: ^^””” " Eh eh! ".

Ryo (tornato serio): " Raccontatemi cosa è successo! ".

Nel frattempo, le Assi, richiamate dal gran fracasso al piano di sotto, si affacciarono sulle scale.

Hiromi: " Accidenti! Guardate, ragazze, un uomo! ".

Makoto: " Com’è carino! ".

Ryo, attirato dai loro schiamazzi, osservò Makoto con attenzione e bofonchiò tra sé, " Questa mi ricorda qualcuno... ".

Yokota: " E’ davvero magnifico! ".

Kazuko lo osservò attentamente e scosse la testa, " Non è il mio tipo ".

Ryo: ^^’’’’’’’’ (Meno male!).

Hiromi gli si avvicinò con fare lascivo, " Lo vuoi un premio di incoraggiamento per il salvataggio della nostra sorellina? ^_- ".

Ryo, con la lingua di fuori, " Wow! Davvero me lo daresti? ".

Hiromi: " Certo! Mi piacciono i maschioni come te... ".

Ryo (già svestito): " E allora andiamo pupa! ".

Makoto: " Ancora no! Prima devi salvare la nostra sorellina! ".

Hiromi: (sensuale) " E poi ti ricompenseremo come meriti! ^_- ".

Ryo (serissimo): " Salverò la povera fanciulla senza alcun dubbio, fidatevi di me! ".

 

Quando Masami riprese i sensi, si guardò intorno confuso e scoprì di essere sdraiato sul sedile posteriore di un’auto. Tentò di tirarsi su ma sentì la testa girare e si portò una mano alla fronte. Intravide un uomo al posto di guida, sicuramente un altro yakuza.

Scagnozzo n.1: " Ben svegliata, signorina ".

Al suo fianco era seduto l’omone che l’aveva aggredito davanti a casa. Tentò di dire qualcosa, " Ma chi siete voi? Cosa volete da me? ".

Scagnozzo n.2: " Non preoccuparti. Vogliamo solo tenerti un po’ di compagnia per questa sera ".

Masami: " Ma io devo andare a una cena con il signor Tatsumi... ".

Scagnozzo n.2: " C’è stato un piccolo cambio di programma " e non si scompose minimamente continuando a guidare.

Scagnozzo n.1: " Un cambio di programma? Ma non dovevamo rapirla per impedirle di andare a quella cena? ".

Scagnozzo n.2: " E’ cambiato il suo programma, non il nostro, idiota! ".

Scagnozzo n.1: " Ah... ".

Masami: " Quindi voi siete dei nemici di Tatsumi? ".

Scagnozzo n.2: " Noi no, ma il nostro capo lo è ", sembrò pensarci su, " Però se il nostro capo è nemico di Mister Tatsumi, anche noi lo siamo, giusto? ".

Masami: ^^’’’’’’ " C-credo di si... ".

Scagnozzo n.2: " Comunque, il capo vuole che l’incontro tra Mister Tatsumi e Don Taro salti così lui può... ".

Scagnozzo n.2: " Sta zitto, stupido! Hai detto anche troppo! ".

Scagnozzo n.1: " Scusa ".

La macchina attraversò il cancello di una imponente e lussuosa villa, percorrendo il lungo viale e dirigendosi verso la casa nel centro del giardino. Giunta lì davanti, si fermò e i tre passeggeri ne scesero.

Masami si guardò intorno sbigottito da tanta sontuosità. Ma quando si voltò di lato, si trovò a pochi centimetri dal naso il faccione del grosso yakuza.

Scagnozzo n.1: " Il capo non ci aveva detto che la ragazza era così bella, però. Chissà se è anche gentile... ".

Masami: " Ehi! Giù le mani, maiale! ".

Scagnozzo n.1: " Maiale a me? Vuoi che ti disegni un’altra bocca sulla faccia per caso, ragazzina? ", sottolineando la minaccia, esibì un lungo e affilato coltello a serramanico.

Masami: ^^’’’’ " M-mi scusi, signore ".

L’uomo lo guardò soddisfatto, " Così va meglio ", per intimorirlo passò lentamente la lingua sulla lama.

Masami: (Ma che schifo...).

Scagnozzo n.1: " Aaah, la mia lingua! ", si premette le mani sulla bocca con le lacrime agli occhi.

Scagnozzo n.2: " Che succede? La ragazza sta tentando di scappare? ", ma cambiò totalmente espressione quando vide le condizioni del compagno, " Brutto deficiente! ", e gli assestò un pugno in testa.

Scagnozzo n.1: " Ahio, mi hai fatto male! ", si lamentò massaggiandosi la parte dolorante.

Scagnozzo n.2: " Se tu la piantassi di fare l’idiota io non ti colpirei, stupido! ".

Masami: ^^’’’’’’’’’’ (Ma questi due sono davvero degli yakuza?).

Scagnozzo n.2: " E tu... ", afferrò Masami per il bavero della giacca, " Vedi di non fare scherzi, ragazzina, o saranno guai ".

Masami si limitò ad annuire col capo e quasi cadde a terra quando l’uomo la spinse dentro senza nessuna gentilezza. Si guardò intorno e rimase a bocca aperta. Quella casa era immensa, arredata con un gusto eccellente e piena di oggetti di valore inestimabile.

Ma non fece in tempo ad ammirare tutto perché venne trascinato in malo modo in un’altra stanza.

Scagnozzo n.2: " Chiama il capo e informalo che abbiamo eseguito gli ordini! ".

Il compagno afferrò immediatamente il telefono, mentre lui rivolse la sua attenzione a Masami.

Scagnozzo n.2: " Però... aveva ragione, sei davvero molto carina ", prese il ragazzo per il mento, " Se farai la brava, potremmo anche mettere una buona parola per te col capo e non farti uccidere... ".

Masami: " Lasciami! ", mormorò a denti stretti.

Scagnozzo n.2: " Devi fare la brava, altrimenti... ".

Scagnozzo n.1: " Capo! Abbiamo preso la ragazza! ".

I due si voltarono verso lo yakuza che continuava a gridare al telefono.

Scagnozzo n.1: " Siamo stati bravi, vero capo? ".

Scagnozzo n.2: " Smetti di urlare, imbecille! ".

Scagnozzo n.1: " Ahio! Mi hai fatto male un’altra volta! ", si massaggiò ancora la testa, " Lo dirò al capo! ".

Scagnozzo n.2: " Sta zitto e passamelo, babbeo! ".

Scagnozzo n.1: " Sei sempre cattivo con me... ", gli passò il telefono e si rivolse a Masami tutto corrucciato, " Lui è sempre cattivo con me... ".

Masami: >__< (Che qualcuno mi aiuti!!).

 

Tatsumi: " Non so davvero come ringraziarti, Shion. Mi stai salvando la vita, sai? ".

Shion: " La pianti di ringraziarmi! Non lo faccio certo per lei, ma per Masahiko! ", si aggiustò nervosamente l’abito, "Piuttosto, è sicuro che presentandoci insieme alla cena non comprometteremo la sua incolumità? ".

Tatsumi: " Non preoccuparti. Se i miei sospetti sono fondati, presentandoti come mia figlia faremo innervosire il mio avversario, spingendolo a scoprirsi... ".

Shion: " E se i suoi sospetti non fossero fondati? Ci aveva pensato? ".

Tatsumi: ^^’’’’’ " Cos...? Ah ah ah, non dire sciocchezze! Una ragazza come te che ne può sapere di come funziona la mente di uno yakuza! ".

Shion: " Sarà... ".

Tatsumi: " Stai tranquilla. Noi faremo la nostra parte e Ryo si occuperà del resto ".

Shion: " Eppure non mi ispira molta fiducia quel tipo. Non ha fatto una piega quando Hiromi e Makoto si sono offerte di andare con lui... O, meglio, una piega l’ha fatta, ma non proprio quella che c’era da aspettarci! Non mi sembrava proprio che la sua idea fosse salvare Masahiko! ".

Tatsumi: ^^’’’’ " E’ un po’ strano, ma ci sa fare. Troverà Masami prima che le succeda qualcosa, vedrai. Anzi, sono sicuro che sia già a buon punto... ".

 

Davanti a un locale, Hiromi, Makoto e Ryo stavano discutendo sul da farsi.

Hiromi (tutta su di giri): " Signor Saeba, su entriamo! ".

Makoto (altrettanto su di giri): " Questo è uno dei locali sospetti, troveremo sicuramente qualche indizio utile! "

Ryo: " No, no e no! Io lì non ci entro! ".

Hiromi: " Lei è un professionista, faccia il suo dovere! ".

Ryo: " Vi dico che non è questa la pista giusta, me lo dice il mio intuito! ".

Entreneuse: " Su, bel giovanotto, vieni dentro. Ci sono tante meravigliose ragazze che ti aspettano! ".

Ryo sbiancò tutto all’improvviso davanti al donnone vicino all’ingresso, che continuava a mandargli baci e fargli l’occhiolino.

Ryo: ^^’’’’’’’’’’’ " Sarà per un’altra volta! Andiamo via, ragazze ".

Makoto: " Ma signor Saeba... ".

L’espressione di Ryo si fece grave, " Abbiamo una povera fanciulla da salvare. Non possiamo perdere tempo in questo modo ".

Hiromi: " Ma là dentro... ".

Ryo: " Mister Tatsumi mi ha informato dei suoi sospetti nel clan, ed è questa la pista che seguiremo! ".

Makoto e Hiromi ammutolirono davanti a tanta seria professionalità e annuirono, approvando la decisione dello sweeper.

Ryo: " Molto bene. Allora muoviamoci! ".

Prima che i tre si allontanassero, vennero richiamati dall’affettuosa entreneuse del locale, " Tornate a trovarci, ragazzi! Soprattutto tu, bel maschione! ".

Chissà perché, per un bel tratto di strada, Hiromi e Makoto fecero fatica a stare dietro a Ryo...

Ryo: .\_/.## (Maledetto Tatsumi! Non mi aveva detto che il locale sospetto era uno di quei locali...).

 

Tatsumi starnutì improvvisamente, guadagnandosi un’occhiata sospetta da parte di Shion.

Tatsumi: " Ci siamo. Don Taro è dietro quella porta ", si aggiustò il nodo della cravatta, " Mi raccomando, niente provocazioni, risse o sgarbi verso gli altri yakuza! ".

Shion: " Sarebbero queste le sue raccomandazioni? ".

Tatsumi la guardò un attimo interdetto, prima di ridere nervosamente, " ^^’’’’ Sai com’è, di solito è Kaoru ad accompagnarmi in queste occasioni ".

Shion: " Lo immaginavo... ".

I due fecero il loro ingresso nella stanza, immediatamente accolti da alcuni uomini del boss, che li scortarono fino a lui.

Tatsumi chinò il capo in segno di rispetto, " Baciamo le mani, Don Taro ".

Don Taro: " Mister Tatsumi, benvenuto ", si rivolse gentilmente a Shion, " E benvenuta a lei, signorina. Mi permetta di dirle che è incantevole ".

Shion: " Lei è troppo gentile ".

Tatsumi rivolse un cenno anche agli altri yakuza presenti, che si tenevano fieramente alle spalle del loro capo.

Don Taro: " Sono felice che abbia accettato il mio invito. Ho in mente grandi cose per lei ".

Tatsumi: " Lei mi lusinga, Don Taro ".

Don Taro: " Avremo tempo di parlare di questo più tardi, con calma, dopo la cena che ho fatto preparare per lei e la sua deliziosa figlia ", offrì il braccio a Shion, " Vogliamo accomodarci? ".

La ragazza prese sottobraccio il vecchio sorridendogli nervosamente, dopo aver lanciato un’occhiataccia a Tatsumi.

Lo yakuza sorrise imbarazzato, limitandosi a seguire i due nella sala adiacente sontuosamente imbandita. Mentre raggiungeva il proprio posto, non mancò di osservare il comportamento degli altri yakuza, alla ricerca di un qualche indizio per smascherare il suo possibile avversario. Ma non notò niente di particolarmente sospetto.

L’unica cosa insolita era che al tavolo era rimasto un posto libero. Prima che potesse chiedere spiegazioni però, fece il suo ingresso un uomo alto e distinto, che si affiancò subito al boss.

Don Taro: " Stecco, finalmente. Non è educato far aspettare gli ospiti ".

Stecco: " Mi perdoni, Don Taro. Ho ricevuto una telefonata urgente ".

Don Taro: " Qualche problema? ".

Stecco: " Nessuno ".

Don Taro: " Bene. Non tollererò che qualcosa rovini questa serata ".

Stecco si lasciò sfuggire un ghigno, " Lo so bene, signore ", sollevò lo sguardo verso Tatsumi, senza smettere di sorridere sinistramente, " Mister Tatsumi, perdoni la mia scortesia, la prego ".

Tatsumi: " Nessun problema, Stecco ".

L’uomo prese posto a tavola, alla destra del boss.

Don Taro: " Stecco, non è certo questo il modo di comportarsi ".

Stecco lo guardò confuso, " Non capisco, Don Taro ".

Don Taro: " Anche la signorina merita le tue scuse! ".

Stecco: " La signorina? Ma che... ", finalmente si accorse della presenza di Shion al tavolo e per poco non rovesciò la sedia mentre si alzava sbalordito, chinando il capo, " La prego di perdonarmi, signorina ".

Shion: " Non si preoccupi ".

Stecco trasalì leggermente allo strano sguardo che la ragazza gli rivolse e, mormorando altre scuse, riprese il suo posto.

La cena poté finalmente cominciare.

 

Scagnozzo n.1: " Allora? Che ha detto il capo? ".

Scagnozzo n.2: " Che vuoi che abbia detto? Che abbiamo fatto un ottimo lavoro ", guardò Masami seduta su uno dei divani della stanza, " E che ci ricompenserà adeguatamente ", gli fece l’occhiolino.

Scagnozzo n.1: " E cosa facciamo nel frattempo? ".

Il compagno non distolse lo sguardo da Masami per tutto il tempo, cosa che fece venire la pelle d’oca al povero ragazzo, " Forse potremmo prenderci un piccolo anticipo... ".

Lo yakuza ghignò soddisfatto e fece un passo verso il divano, imitato dall’altro.

Masami: " Non avvicinatevi! ".

Scagnozzo n.2: " Opporre resistenza renderà tutto più divertente ".

Masami: " Non potete perché io... io... sono un uomo!! ".

I due criminali per un attimo si congelarono sul posto. Poi si guardarono un po’ confusi, prima di riprendere a sorridere minacciosi.

Scagnozzo n.1: " Bel tentativo, bellezza ".

Masami: " E’ la verità! Io sono un uomo!! ".

Scagnozzo n.2: " Su, adesso basta giocare ", notando un nuovo tentativo di protesta continuò, " Anche perché essere un uomo non ti converrebbe di certo... ", il ragazzo si zittì a quelle parole, " Significherebbe che non sei la figlia di Mister Tatsumi. E la tua presenza qui sarebbe inutile ".

Scagnozzo n.1: " E noi ci liberiamo sempre di ciò che è inutile... ".

Masami si sentì rabbrividire e quella reazione non sfuggì ai suoi due aguzzini.

Scagnozzo n.2: " Su, fa la brava ".

Masami: ^^’’’’’’’ " Andiamo, ragazzi. Perché non ne discutiamo con calma, eh? ".

Scagnozzo n.1: " Ti divertirai anche tu, vedrai ".

Masami: " M-mio padre non ve lo perdonerà mai! Vi darà la caccia, e quando vi prenderà rimpiangerete quello che volete fare adesso! ".

Scagnozzo n.2: " Tuo padre è fuori gioco ormai ".

Masami: " Cosa? ".

Scagnozzo n.1: " Già, Don Taro lo avrà già cacciato da Tokyo per lo sgarbo che gli ha fatto... ".

Masami: " Sgarbo? Intendete forse... ".

Scagnozzo n.2: " Esatto. Non presentandosi alla cena con sua figlia ha offeso gravemente il boss ".

Scagnozzo n.1: " E il signor Stecco avrà già ottenuto l’incarico prestigioso che Don Taro voleva assegnare a Mister Tatsumi! ".

I due continuarono a ridacchiare, facendo aumentare la rabbia di Masami.

Masami: " Brutti... ", tentò di colpirne uno, ma il suo pugno venne facilmente interferito e immobilizzato.

Scagnozzo n.2: " Una signorina non dovrebbe comportarsi così ".

Scagnozzo n.1: " Ci penseremo noi a tranquillizzarti ".

All’esterno dell’edificio, nel giardino circostante, due figure si mossero nell’ombra.

Makoto: " Ma che ci facciamo qua, Hiro? Io ho paura! ".

Hiromi: " Anch’io ho paura, ma dobbiamo dare una mano anche noi per salvare Masahiko! ".

Makoto: " Potevamo darla anche stando con quel bel fusto ".

Hiromi: " Lo avremo solo intralciato, scema! ".

Makoto: " Ma Hiro... ".

Hiromi: " Vedila così: prima lui risolve il caso, prima potremo dargli la sua ricompensa... ".

Makoto ricambiò il sorriso sornione dell’amica, " Giusto! Mettiamoci al lavoro! ".

Il più discretamente possibile, raggiunsero la grande casa. Hiromi si arrischiò a sbirciare all’interno, senza notare però niente di rilevante, " Non vedo nessuno. Forse sono tutti alla cena ".

Makoto: " O forse è la casa dello yakuza sbagliato ".

Hiromi: " O forse sono semplicemente in un’altra stanza ".

Makoto: " Si, ma noi come facciamo a scoprirlo? ".

Ci pensò su e, quando sul suo viso apparve un sorriso, Makoto capì che aveva trovato la soluzione, " Vieni! ".

La sorte del povero Masahiko era appesa a un filo. La mano di uno dei due yakuza si avvicinò implacabile alla soffice imbottitura che portava sotto i vestiti. Solo pochi centimetri ormai le separavano. Cinque... quattro... tre... due...

L’improvviso suono del campanello distolse i due uomini dai loro osceni propositi.

Masami: ^^ (Allora qualcuno lassù mi ama...).

Scagnozzo n.1: " Ma chi sarà a quest’ora? ".

Scagnozzo n.2: " Non ne ho idea. Vai a vedere mentre io mi occupo della nostra ospite ".

L’omone lasciò uno terrorizzato Masami con il compagno mentre si diresse all’ingresso, e quando aprì la porta si trovò davanti due splendide ragazze che subito gli si gettarono addosso.

Hiromi: " Ciao, bel maschione ".

Makoto: " Salve ".

Scagnozzo n.1: " C-che volete? ".

Hiromi: " Vogliamo divertirci con te, tesoro. E con chiunque altro ci sia qui dentro ".

Makoto: " Ooh, ma senti che muscoli! ".

Scagnozzo n.1: " M-ma io non... ".

Hiromi: " Ci è giunta voce che qui è in corso una piccola festa... ".

Makoto: " E noi adoriamo le feste ".

Scagnozzo n.2: " Insomma, che sta succedendo qui? ", raggiunto l’ingresso si trovò davanti uno spettacolo a dir poco incredibile. Due bellezze da mozzare il fiato erano letteralmente avvinghiate al suo collega, " Ma che...? ".

Makoto: " Oh, allora non sei solo... ".

Hiromi: " Ce n’è anche per te, dolcezza ", mollò il bestione e si diresse dal nuovo arrivato.

Ma questo, anziché accoglierla a braccia aperte, tirò fuori una pistola. " Ferma dove sei ".

Hiromi si immobilizzò, " E adesso ditemi chi siete e cosa siete venute a fare qui! ".

Le due ragazze si scambiarono un’occhiata spaventata ma, proprio quando Makoto fu sul punto di scoppiare in lacrime, il bestione a cui era stretta tirò entrambe fuori dall’impiccio.

Scagnozzo n.1: " Il capo! ".

Scagnozzo n.2: " Cosa? ".

Scagnozzo n.1: " E’ stato il capo! Ce le ha mandate come ricompensa per aver eseguito l’ordine! ".

Hiromi colse la palla al balzo, " Proprio così! Siamo il vostro premio, ragazzi! ".

Makoto: " E siamo un premio molto ambito ultimamente... ".

L’altro yakuza ci pensò su, osservando prima il compagno poi le nuove venute. E infine sorrise compiaciuto, " Questa si che è una bella sorpresa! ".

 

Don Taro: " Mi dica, la cena è di suo gradimento, signorina? ".

Shion gli sorrise educatamente, " E’ tutto assolutamente squisito ".

Il vecchio sembrò soddisfatto e si voltò dall’altro lato a parlare con Stecco. Shion tentò di nascondere uno sbuffo seccato e si rivolse allo yakuza al suo fianco, " Per quanto ancora dovrò sopportare le insistenti attenzioni di questo vecchio bavoso? ", nonostante sussurrasse appena, al suo interlocutore arrivò tutta la sua irritazione.

Tatsumi: " Resisti un altro po’, ti prego. Questa cena non durerà ancora a lungo. Almeno spero... ".

Shion sospirò rivolgendo l’ennesimo sorriso forzato al boss che ammiccava oscenamente. Tatsumi sorrise, compiaciuto dalla tenacia della ragazza.

Stecco: " I miei complimenti, Mister Tatsumi ", si guadagnò l’attenzione completa dello yakuza, " La bellezza di sua figlia è indiscutibile ".

Tatsumi: " La ringrazio ", si voltò verso Shion sicuro che quell’apprezzamento giovasse al suo umore, ma la vide stranamente annoiata.

Stecco: " Anche se, perdoni la mia franchezza, ma la vostra somiglianza non è molto evidente... ".

Tatsumi per poco non si strozzò con il cibo, " ^^’’’’ Beh, ecco... ".

Shion: " Ce lo dicono in tanti, vero papino? Ho preso tutto dalla mamma! ".

Tatsumi sorrise nervosamente, " Già ".

Stecco: " Oh, ma certo. Che sciocco a non averci pensato ".

Don Taro: " Quindi anche la sua signora è incantevole come sua figlia... ".

Shion: " Lei è un vero adulatore, signore ".

Don Taro si grattò la nuca rosso per l’imbarazzo, guadagnandosi un’occhiata incredula della ragazza. E pensare che quelle erano persone per cui ammazzare la gente era all’ordine del giorno...

Stecco sorseggiò tranquillamente il proprio vino, " E, mi dica, c’è qualche motivo particolare per cui sua moglie non è venuta? ".

Tatsumi: ^^’’’ " Ehm, m-mia moglie... ".

Shion posò una mano sul braccio di Tatsumi chinando il capo, " Lascia stare, non serve inventare inutili scuse... ".

Lo yakuza si voltò verso la ragazza allarmato.

Stecco, davanti a lei, pregustò la vittoria prendendo un altro sorso di vino e dando un’occhiata al boss per verificare il suo attento interesse.

Shion: " Siamo tra brave persone, e possiamo dire la verità senza timore ", si asciugò una lacrima inesistente all’angolo di un occhio, " La mamma non è più con noi ormai, ci ha lasciato soli diversi anni fa... ".

Don Taro: " Oh, piccola cara, quanto mi dispiace ", rivolse un’occhiata severa a Stecco, " E tu faresti bene a scusarti con la signorina e con Mister Tatsumi per aver rievocato in loro ricordi così dolorosi! ".

Stecco rimase senza parole di fronte a quella palese sceneggiata, ma eseguì comunque l’ordine del proprio capo, " Mi perdoni, signorina ".

Anche Tatsumi osservava Shion sbalordito, ma una pedata ben assestata sotto il tavolo bastò a riportarlo alla realtà, " Ehm... non importa, Don Taro ".

Shion si ricompose ma, nel farlo, non resistette al rivolgere un sorriso derisorio allo yakuza seduto di fronte a lei, che non mancò di incassarlo, schiumante di rabbia.

 

Hiromi: " Dai, dai! ".

Makoto: " Forza, forza! ".

Scagnozzo n.2: " Coraggio, ci sei quasi! ".

Tutti insieme esultarono quando l’altro yakuza posò il bicchiere appena vuotato sul tavolo con un colpo secco.

Makoto: " Sei fortissimo, tesoro! ".

Hiromi: " Si, il migliore! E ora tocca a te ", si rivolse all’altro uomo.

Scagnozzo n.1: " Si, adesso tocca a te! ".

Makoto: " Dai, forza! ".

L’uomo si arrese, prendendo il bicchiere riempito fino all’orlo di sakè e cimentandosi nell’impresa di vuotarlo tutto d’un fiato.

Scagnozzo n.1: " Era un pezzo che non mi divertivo così! ".

Hiromi: " E non hai ancora visto niente, dolcezza... ", ammiccò verso di lui.

Scagnozzo n.2: " Finito! ".

Makoto: " Dai, un altro adesso! ".

Hiromi: " Si, un altro! Facciamo a chi finisce prima! ".

Gli yakuza si guardarono e sorrisero, accettando la sfida. Mentre i due tentavano di battersi l’un l’altro provando a non soffocarsi con il sakè, le due ragazze si scambiarono uno sguardo d’intesa.

Hiromi: " Tra poco saranno cotti a puntino e potremmo fare la nostra mossa ".

Makoto: " Si ", osservò gli uomini davanti a sé languidamente, " Tra poco saranno tutti nostri... ".

Hiromi: " Intendevo la prossima mossa per cercare Masahiko, sciocca! ".

Makoto: ^^’’’’’ " Ah già, Masahiko... ".

Gli yakuza poggiarono i bicchieri vuoti sul tavolo contemporaneamente e si lasciarono cadere sul divano intontiti. Le ragazze furono subito accanto.

Hiromi: " Siete stati fantastici! ".

Makoto: " Grandiosi! ".

I due si limitarono a sorridere loro placidamente.

Hiromi riprese a riempire i bicchieri, " E, diteci, c’è qualcun altro in questa casa che potrebbe unirsi alla festa? ".

Makoto: " Più siamo e più sarà divertente! ".

Scagnozzo n.1: " Solo un’altra ragazza, ma non credo che si unirebbe a noi... ".

Hiromi e Makoto si scambiarono un altro sguardo d’intesa.

Hiromi: " E perché mai? E’ timida? ".

L’altro yakuza rise, " Si, molto timida. Forse un po’ d’alcool l’aiuterebbe a sciogliersi un po’... ".

Makoto: " Ma allora chiamiamola e facciamola unire a noi! ".

Scagnozzo n.1: " Si, chiamiamola! ".

Scagnozzo n.2: " Piantatela! Lei non può unirsi a noi! ".

Hiromi, porgendogli un bicchiere pieno, " Dai, non essere egoista, dolcezza. Tutti hanno diritto di divertirsi! ".

Scagnozzo n.1: " Giusto! ".

Makoto: " Già! ".

Lo yakuza sbuffò preferendo l’alcool alla discussione. Ma non mancò di rivolgere un’occhiata dubbiosa alle due ragazze.

Hiromi: " Allora è deciso. Dov’è la ragazza? ".

Scagnozzo n.1: " E’ nell’altra stanza! ".

Scagnozzo n.2: " Sta zitto, idiota! ".

Makoto: " Andiamo, divertiamoci tutti insieme! ".

Hiromi non perse tempo, abbandonando il divano e raggiungendo la porta della stanza. Una volta aperta si trovò davanti Masami imbavagliata e con le mani legate dietro la schiena. Lui, appena la vide, iniziò a dimenarsi goffamente.

Hiromi: " Sssh! ", si avvicinò togliendogli il bavaglio, " Tu non ci conosci, ok? ".

Anche Makoto fece irruzione nella stanza, " Masahiko! ", si avvicinò ai due aiutando Hiromi a liberare il ragazzo.

Masami si massaggiò i polsi, una volta liberi, e sorrise alle due, " Grazie, ragazze ", ma subito pensò alla loro situazione, " Dobbiamo andare via di qui! Tatsumi è in pericolo! ".

Scagnozzo n.2: " E anche voi lo siete! ", le parole vennero seguite dal suono di una pistola caricata, " E adesso ci spiegherete per bene tutta la storia ".

I tre vennero costretti a spostarsi in salotto, dove il secondo yakuza era ancora semisdraiato sul divano.

Scagnozzo n.2: " Sedute! ", si pose davanti a loro, " E ora datemi almeno una ragione per cui non debba ammazzarvi tutte! ".

Scagnozzo n.1: " Ma non dovevamo fare una festa? ".

Scagnozzo n.2: " Chiudi il becco, stupido! ", rivolse un sorriso crudele alle tre malcapitate, " Saremo noi a far loro la festa adesso! ".

Ma una voce minacciosa paralizzò lo yakuza, " Giù le mani dalla mia ricompensa, animale! ".

Hiromi&Makoto: " Signor Saeba! ".

Ryo rivolse loro un sorriso, " Ottimo lavoro, ragazze! ", che subito però si rabbuiò, " Quel mentecatto di Tatsumi mi ha mandato dagli yakuza sbagliati, tsk! Era proprio l’ultimo della lista il colpevole! Che razza di intuito... ".

Scagnozzo n.2: " Ma tu sei... ".

Scagnozzo n.1: " E’ il signor Saeba, sei sordo? ".

Scagnozzo n.2: " Sta zitto, idiota! Lui è... è City Hunter! ".

Masami: " City Hunter? ".

Scagnozzo n.1: " City Hunter? ".

Scagnozzo n.2: " Si, cretino, lo sweeper numero uno di tutto il Giappone! Non abbiamo nessuna speranza contro di lui! ".

Scagnozzo n.1: " E allora che facciamo? ".

Scagnozzo n.2: " Scappiamo! ".

I due yakuza si mossero verso la porta della veranda, ma non riuscirono a raggiungerla. Una pallottola tagliò loro la strada andando a perforare uno dei cuscini del divano, sollevando una nuvola di piume d’oca.

Ryo: " Non così in fretta, signori ", i due uomini lo guardarono terrorizzati, " C’è una cena alla quale non potete assolutamente mancare ".

Hiromi: " Vai, bel figone, uuh! ".

Makoto: " Fagli vedere chi sei, stallone! ".

Masami: " Accidenti, che bravo... ".

Ryo prese a pavoneggiarsi senza ritegno davanti a quel ristretto pubblico in delirio. I due yakuza si guardarono perplessi.

Scagnozzo n.1: " Ma è davvero lo sweeper numero uno del Giappone? ".

Scagnozzo n.2: " Così pare... ".

 

Mentre veniva servito il dessert, uno yakuza fece un cenno di richiamo a Stecco.

Stecco: " Chiedo scusa, Don Taro, mi stanno chiamando ".

Don Taro: " Va bene. Se i nostri ospiti permettono, naturalmente ".

Shion si limitò a sorridere al boss dopo aver osservato guardinga l’uomo davanti a lei, mentre Tatsumi rispose solo, " Ma le pare ".

Stecco si alzò e raggiunse lo yakuza e con lui si ritirò in una stanza vicina.

Yakuza: " Capo, ho fatto quello che mi aveva richiesto. Con queste foto dimostreremo che quella buttasella non è la figlia di Tatsumi! ".

Stecco: " Perfetto! L’otterrò io l’incarico di mister Tatsumi. Anzi, Don Taro sarà così infuriato che mi aiuterà a fregare il posto di quell’odioso! Dammi le foto ".

Yakuza: " Eccovele ".

Stecco: " Finalmente ".

Stecco aprì la busta in cui erano conservate le foto, ma con suo enorme stupore dovette constatare che...

Stecco: " Ma cosa sono queste? ".

...al posto delle foto di Tatsumi con sua figlia Kaoru, ve ne erano alcune di Ryo Saeba in mutande che faceva le boccacce. Tale stupore non fu paragonabile però a quello che provò nel momento in cui si accorse della presenza dello sweeper.

Ryo: " Non ti piacciono? Eppure le ho fatte appositamente per te! ^_- ".

E aumentò ancora quando vide i suoi scagnozzi, legati come salami, in mano a tre ragazze.

Scagnozzo 1: " Scussasse capo, colpa nostra non fu! ".

Scagnozzo 2: " Ci perdonasse! ".

Masami, Makoto e Hiromi: " Ciao maschione! ".

Stecco tirò fuori un pugnale per colpire Ryo, ma lui lo scansò con facilità, bloccandogli il braccio dietro la schiena e assestandogli un potente pugno. Stecco venne catapultato fino alla parete opposta.

Ryo: " Arrenditi! Non hai scampo! ".

Asciugandosi un rivolo di sangue dal labbro, lo yakuza si mise a ridere sguaiatamente, con un’espressione folle in viso, " Ahah! Tu lo credi! Avevo preparato un piano di riserva nel caso questo avesse fallito ".

Ryo lo osservò allarmato.

Stecco: " Povero sciocco ", tirò fuori da una tasca un piccolo telecomando e premette platealmente un pulsante, " La sala da pranzo salterà in aria tra meno di un minuto! ".

Ryo, seccato dalle nuove grane da affrontare e soprattutto da quella fastidiosa risata stridula, assestò un altro pugno allo yakuza, che svenne per il colpo. Poi si rivolse a Masami e alle Assi: " Presto, non c’è un minuto da perdere! Dovete scappare, crollerà tutto l’edificio! ".

I tre non se lo fecero certo ripetere e si allontanarono di corsa. Anche gli scagnozzi tentarono di farlo, ma il meglio in cui riuscirono fu saltellare goffamente.

Scagnozzo 1: " Io non ci riesco! ".

Scagnozzo 2: " E manco io! ".

Makoto e Hiromi li sollevarono di peso senza nessuna fatica, con enorme sconcerto dei due uomini, e li portarono con sé.

Hiromi: " In fondo non sono da buttare... Ce li potremmo anche fare, non credi? ".

Makoto: " Già! ".

Masami: ^^” " ( Sempre le solite) ".

Nel frattempo, Ryo giunse all’interno della sala da pranzo, allarmando tutti i presenti, " Presto scappate! C’è una bomba! ".

Don Taro: " E lei come ha fatto ad entrare qui dentro? C’erano i miei uomini di guardia! ".

Ryo: " Quelli? Tsk! Appena ho detto loro chi sono se la sono data a gambe ".

Don Taro: " Non ci sono più gli yakuza di un tempo... Ma lei chi è? ".

Ryo (col coso duro): " Sono City Hunter ".

Don Taro: " Vero è! Come ho fatto a non riconoscerla? Gradisce un po’ di caffè? ".

Ryo: " Oh, grazie! ".

Shion: " Non vorrei essere inopportuna, ma pare che qui ci sia una bomba!! ".

Ryo: " Ah, quella! ".

Ryo impugnò la sua fidata pistola mirando all’orologio a pendolo sulla parete. La pallottola lo trapassò nel mezzo, facendolo fermare. Tutti si guardarono estremamente tesi, mentre il tempo scorreva inesorabile...

Infine il fatidico minuto passò, ma, con grande sollievo generale, non esplose nessuna bomba. Lo sweeper si avvicinò al pendolo, aprendolo e mettendo in mostra i meccanismi ormai fuori uso. Il timer era fermo a due secondi dallo scoppio.

Shion: " Ma come ha fatto? ".

Ryo: " I rintocchi erano diversi da quelli dei soliti orologi a pendolo ".

Shion: " Secondo me la ragione è che gli autori non volevano perdere tempo nel descrivere come salvavi la situazione! ".

Ryo: " Mi sa che hai ragione... Anche Hojo fa lo stesso! ".

Shion: " -_- Eh già! Lo conosco quello... ".

Tatsumi: " Scusate, ma qui c’è una storia da mandare avanti! ".

Don Taro: " Giusto! Mi si vuole spiegare la storia? ".

Ryo prese un respiro profondo e raccontò tutto d’un fiato la faccenda al vecchio boss, " Stecco, il suo braccio destro, ha tentato di mettere in cattiva luce mister Tatsumi per poter ottenere l’incarico e, in seguito, con il suo appoggio, mettere le mani sulla sua cosca. Per questo ha rapito sua figlia, pensando di costringerlo così a non presentarsi a questa cena. Ma ha fatto male i conti. Infatti non aveva calcolato che si sarebbe trovato contro nientemeno che il mitico City Hunter! ".

Shion si voltò verso Tatsumi sorridendo furbescamente, " L’aveva capito anche lei, vero? Il suo comportamento era stato sospetto sin dall’inizio ".

L’uomo prese a sudare freddo, rivolgendo un’occhiata a uno yakuza fermo in fondo alla stanza che confabulava con un compagno sull’accaduto, e ringraziando tutti gli dei che conosceva per non aver detto ad alta voce i suoi veri, e completamente errati, sospetti. Si rivolse alla ragazza con un sorriso tirato, " ^^’’’’ Ma certo, ah ah ah! ".

Shion: -__- (Lo sapevo, non aveva capito niente!).

Don Taro, sollevando inaspettatamente la voce, attirò l’attenzione di tutti, " Che mi si viene a contare? Che la qui presente picciotta non è la figlia di Tatsumi? ".

Tatsumi: ^^” " Ehm... ".

Shion: " Purtroppo è così. Ma l’abbiamo fatto solo per incastrare il colpevole, che ancora non conoscevamo ".

Don Taro: " E dove è ‘sta figlia? Facetemela a vidiri! ".

Tutti i presenti pensarono ai guai che avrebbero passato, visto che nemmeno Masami era la vera figlia di Tatsumi. Quando lui stava comunque per presentarsi, per fortuna apparve Kaoru, sorprendentemente in abiti femminili, accompagnata da Sora.

Kaoru: " Sono io. Piacere di conoscerla ", poi sottovoce a Masami, " Non ti potevo mica lasciare nei guai ".

Don Taro: " Che bedda fimmina! ".

Scagnozzo 1: " Ma lei non è quella che abbiamo rap… ", non fece in tempo a finire che venne colpito da Hiromi.

Shion: " Ma a questo qui gli vanno bene proprio tutte... ".

Kaoru: " Ehi, tu! Guarda che ho sentito! ".

Tatsumi: " Non so come scusarmi, patrino ".

Don Taro: " Niente è! Anzi avete scoperto un traditore nella mia famiglia, lei è un uomo d’onore e i suoi picciotti sono fenomenali, non potrei affidarmi ad un uomo migliore! ".

Tatusmi: " Troppo onore!", finalmente poté tirare un sospiro di sollievo.

 

Congedatisi dal boss, il ben assortito gruppo si diresse verso casa Wakanae a notte ormai inoltrata.

Shion: " Ma papà, come avete fatto a trovarci? ".

Sora: " E’ stata Makoto a telefonarci ".

Makoto: " ^_^ Sapevo che dopo il casino che avremmo combinato era meglio chiamare rinforzi ".

Kaoru: " E visto che io ero tornata a casa... ".

Tatsumi: " Ma non eri in tournèe? ".

Kaoru: " Credevo volessi che tornassi per la solita stupidaggine, poi Sora mi ha detto tutto... ".

Tatsumi: " ( Sigh... Ormai crede più a Sora che a suo padre!) ".

Ryo: " Bando alle ciance! Qui mi si deve qualcosa! ".

Masami lo guardò in modo strano, " Se fossi in te, prenderei solo i soldi! ".

Ryo (già in mutande): " Perché, non mi vuoi? Pazienza, ne ho altre due a mia disposizione... ", osservò la sua ricompensa con uno sguardo estremamente alluppato.

Makoto e Hiromi, con un sorriso enorme: " Certo! ".

Ryo, accompagnato dalle due ‘ragazze’, si allontanò tutto su di giri dal gruppo che, da parte sua, si sentiva tutto, nessuno escluso, in profonda pena per lui. Infatti, dopo pochi minuti, un urlo disumano spezzò la quiete nel quartiere.

Ryo: " Dei tra-tra-travestiti? ".

Hiromi: " Embè! Non ti piace l’idea, tesoro? ".

Makoto: " Sarà molto più divertente, te l’assicuro! ".

Ryo guardò quelle due splendide ragazze e poi la mano con cui aveva constatato l’assurda e crudele verità e, non potendo reggere oltre il trauma, cadde a terrà schiumante, sotto lo sguardo preoccupato delle altre due.

Hiromi: " Ma non abbiamo neanche cominciato, uffa! ".

Dal nulla apparve una donna con dei corti capelli castani e un grosso martellone su una spalla, con su scritto “500t”. Si avvicinò allo sweeper, accertandosi del suo penoso stato con un ghigno divertito, e maneggiò con straordinaria padronanza la pesante e inusuale arma.

Ragazza: " Stavolta non mi è neppure servito... ". 

Afferrò Ryo per il colletto e lo trascinò senza fatica via con sé, ancora privo di sensi, allontanandosi e sparendo con lui nel buio della notte. Il tutto sotto lo sguardo incredulo e sconcertato della banda.

Masami: ^^” " Non potrà certo dire che non l’avevo avvertito! ".

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Capitolo 10
*** Tutti al mare ***


Ehilà ragazzi, con questo capitolo inizia una breve avventura estiva dei nostri principali protagonisti alla quale, ormai un po' di tempo fa, ci dedicammo prevalentemente io e Shion. Ricordo che fu davvero molto divertente lavorare insieme a questa parte di storia^^ e per questo la ringrazio ancora. Spero che piaccia anche a voi! Ciao a tutti, Lex

 

 

 

FAMILY COMPO 2

CAPITOLO 10

 

 

TUTTI AL MARE

 

 

 

Masahiko entrò nel vagone numero sette e percorse tutto il corridoio fino all’ultimo scompartimento. Guardò attraverso il vetro e cercò di attirare l’attenzione delle occupanti che però non sembrarono accorgersi della sua presenza.

Shion era seduta vicino al finestrino col gomito poggiato sul bracciolo della poltrona ed il viso nel palmo della mano. Guardava fuori con fare annoiato mentre Asagi, seduta di fronte a lei, le parlava con grande entusiasmo. Kaoru se ne stava stravaccata sulla poltrona a fianco di Asagi e non sembrava prestar loro la benché minima attenzione.

Masahiko cercò invano di far scorrere la porta a vetri con il gomito e poi si risolse a colpire la parte di metallo con la punta del piede sperando di richiamare l’attenzione delle ragazze.

A quel rumore Shion parve finalmente risvegliarsi e si voltò facendo scorrere il viso nel palmo della mano. Kaoru, però, reagì per prima e si alzò di scatto facendo scorrere la porta dello scompartimento.

Kaoru: " Finalmente ce l’hai fatta! Ma dove cavolo eri finito? ".

Masahiko: " Ehi, ti lamenti anche? ".

Kaoru prese distrattamente dalle braccia del ragazzo una bottiglia di coca cola ed un panino, " Ci hai messo un’ora! ".

Masahiko cercò di mantenere l'equilibrio per non far cadere il resto delle cibarie e le rispose per le rime, " Guarda che il bar è cinque vagoni più giù ed era affollato. E comunque non sono il vostro cameriere! ".

Shion si avvicinò e prese la bibita che aveva chiesto mentre Asagi sfilava dalle braccia di Masahiko l’ultima bottiglia e la confezione di patatine fritte.

Shion: " Ma che gentiluomo… ".

Le ragazze si rimisero sedute e Masahiko riprese il suo posto vicino a Shion. Un attimo dopo Kaoru aveva già divorato il proprio panino.

Kaoru: " Era minuscolo, dovevi prendermene due! ".

Masahiko: " Me ne avevi chiesto uno e poi non ce la facevo neppure a portare queste cose…, non hai visto? ".

Kaoru: " Uff! Quante storie… ".

Masahiko: " Sempre la solita ".

Shion: " Ma per te non hai preso niente? ".

Masahiko si voltò quasi sorpreso, " Ho mangiato il panino al bar. Non riuscivo a portare tutto in mano ".

Shion: " E da bere? ".

Masahiko la guardò attonito, dandole ad intendere che non ci aveva pensato.

Shion: " Lo sapevo io… ".

Asagi e Kaoru si scambiarono istintivamente uno sguardo pensando che tutte e tre avevano bevuto direttamente dalla bottiglia. Masahiko non poteva certo… Poi Asagi, inquietata dall’idea che Shion potesse impietosirsi ed offrirgli ugualmente la propria bibita, intervenne sperando nel suo buon senso, " …almeno i bicchieri li hai portati? ".

Masahiko esitò portandosi una mano alla nuca, " Beh.. veramente… ".

Asagi lo guardò lievemente torva e Kaoru restò in silenzio, mentre Shion sospirò appena.

Masahiko, quindi, mentì, " Ma non preoccupatevi, tanto non ho sete… ".

Kaoru osservò per un attimo una Shion che le parve indecisa e poi parlò con disinvoltura, " Beh, se vuoi puoi bere questa. Tanto io non la finisco ".

Gli porse la sua bottiglia che Shion ed Asagi non riuscirono a non guardare stupite almeno per un attimo. Poi Shion si riadagiò sullo schienale della poltrona e sistemò ancora una volta il viso nel palmo della mano voltandosi verso il finestrino.

Masahiko fu tentato di accettare l’offerta, quel maledetto panino al salame cominciava a fare il suo effetto, ma poi rifiutò la bottiglia gentilmente, " Grazie, ma non ho sete, davvero ".

Asagi parve rilassarsi e si dedicò nuovamente a Shion ricominciando a chiacchierare allegramente.

Masahiko si accomodò meglio nella poltrona e trattenne un sospiro. Forse non era stata una buona idea accettare quell’invito al mare. Doveva immaginarsi sin dall’inizio che viaggiare con tre donne non sarebbe stata una passeggiata. E che donne per giunta! Ma sapeva anche che Shion sarebbe andata volentieri al mare e che non sarebbe stato prudente lasciarla da sola a casa di Asagi. Era meglio tenerla d’occhio quella!

Poi si sforzò di pensare che in fondo si trattava solo di un fine settimana e che in fin dei conti non poteva essere poi tanto male. Cercò di recuperare il buon umore e di inserirsi nel discorso di Asagi.

Masahiko: " I tuoi genitori non sono in vacanza? ".

Asagi sembrò scocciata dall’intromissione, " Non più. Mio padre ha già finito le ferie estive e quindi la casa è vuota ".

Masahiko incrociò le braccia dietro la testa e si distese sullo schienale, " Dev’essere bello avere una casa al mare e poterci andare ogni volta che si ha qualche giorno libero… ".

Asagi: " Si, è vero ", poi si rivolse a Shion, " Come mai i tuoi non ci hanno mai pensato? ".

Shion e Masahiko si immaginarono Sora in costume da bagno e dopo essersi scambiati uno sguardo cominciarono a ridere contemporaneamente.

Shion: " Diciamo che mio padre non ama molto il mare… ".

Asagi: " Capisco… ".

Kaoru restò calma grugnendo qualcosa, prima che Asagi riprendesse il proprio discorso. Masahiko tentò invano più di una volta di intromettersi ma, vedendo che anche Shion era poco interessata, si arrese.

Lo sguardo gli cadde su Kaoru che sembrava essersi appisolata nella poltrona. Strano che avesse accettato l’invito. Nemmeno per lei il mare e la spiaggia dovevano essere particolarmente attraenti.

Lasciò perdere quei pensieri e chiuse gli occhi cercando di seguire il suo esempio.

 

Casa di Asagi era una piccola villetta a due piani vicina alla spiaggia. Gli ospiti entrarono e poggiarono i loro bagagli nell’ingresso. Asagi aprì la finestra del salotto che dava su una grande terrazza con vista sul mare dove erano stati sistemati dei graziosi mobili da giardino.

Asagi li invitò a mettersi comodi spiegando loro che la cucina era sull’altro versante e le camere da letto al piano di sopra.

Asagi: " Fate come se foste a casa vostra ".

Masahiko la prese in parola e cercò la cucina per prendersi da bere.

Kaoru: " Bene, e ora che si fa? ".

Shion: " Beh, siamo qua per il mare, no? ".

Asagi: " Si… ".

Shion: " E allora si va in spiaggia ".

Asagi scrutò Kaoru con la coda dell’occhio che però le parve impassibile.

Shion: " Dove possiamo cambiarci? ".

Asagi: " Ah, si, di sopra. Vi mostro le camere da letto, così potete sistemare le vostre cose ".

Shion: " Perfetto ".

Le ospiti presero il loro bagaglio e seguirono Asagi per le scale mentre Masahiko, finalmente dissetato, uscì dalla cucina e dette un’occhiata alla terrazza. Uscì nella luce del sole stirandosi schiena e braccia. Poggiò le mani sulla ringhiera e guardò il mare godendosi i classici rumori della spiaggia. Sembrava esserci un gran movimento di bagnanti.

Alla fin fine aveva fatto bene ad andare con loro. Il posto era davvero bello e quantomeno avrebbe visto qualche bella ragazza in costume.

Fu distolto da quelle riflessioni dalle voci concitate che provenivano dal piano di sopra. Si affacciò in salotto e poi decise di salire. La scala terminava in un piccolo ingresso su cui si aprivano tre porte. Le voci delle ragazze provenivano da quella di destra.

Asagi: " Cosa c’è che non va? ".

Shion: " Non mi sembra una buona idea, ecco tutto… ".

Masahiko: " Cosa succede ragazze? ".

Asagi: " Stiamo decidendo la sistemazione nelle stanze ".

Masahiko: " E qual è il problema? ".

Shion intervenne con aria un po’ stizzita, " C’è che ci sono due camere da letto e in entrambe un solo letto matrimoniale… ".

Masahiko: " ….matrim…. ".

Asagi: " Ehi! Non farti strane idee tu! ".

Masahiko si scosse subito da quel leggero imbarazzo, " Ehi! Ma per chi mi hai preso? ".

Kaoru parlò annoiata, " Allora? Come ci sistemiamo? ".

Asagi: " La soluzione più logica è che io dorma con Shion e Kaoru con Masahiko ".

Masahiko: " Che cosa? La più logica in che senso? ".

Asagi: " Cosa vuoi? Non ti permetterò di dormire con Shion, porco! ".

Masahiko arrossì suo malgrado e reagì aggressivo, " Ma io non ho detto niente del genere! ".

Asagi: " Non penserai di dormire con me, vero? ".

Masahiko: " Cosa? Non ci penso nemmeno! ".

Asagi: " Bene, l’unica soluzione, quindi, è che tu dorma con Kaoru ".

Masahiko: " Ma… ".

Asagi: " Bene, allora è deciso! ".

Masahiko: " Deciso un corno! Aspetta un momento! ".

Asagi: " Che vuoi ancora? ".

Masahiko: " Non mi sembra una buona idea! E tu Kaoru, non hai niente da dire? ".

Masahiko la guardò speranzoso e Shion l’osservò di sottecchi. Kaoru se ne accorse e cercò di rimanere indifferente, " Per me va bene qualsiasi soluzione ".

Masahiko restò di stucco e Shion si voltò dall’altra parte poco sorpresa.

Asagi: " Allora non c’è problema, giusto? ".

Masahiko: " Ma… ".

Asagi: " Bene ".

Shion: " Un momento ".

Asagi e Masahiko la guardarono quasi con trepidazione. Anche Kaoru si sentì inaspettatamente tesa, ma non lo dette a vedere.

Shion: " Io ho portato anche il sacco a pelo. Dormirò in salotto ".

Asagi: " Ma no! Che dici, c’è posto per tutti! ".

Shion: " Tu e Kaoru dormirete insieme e Masahiko nell’altra stanza. Così non ci saranno problemi ".

Asagi: " Ma… ".

Shion: " Ehi, va tutto bene, è solo per un paio di notti… starò comodissima! ".

Kaoru sospirò infastidita e poggiò il suo bagaglio sul letto, " Bene, fuori di qui voi due, allora! ".

Shion guardò Kaoru freddamente, " Ti è andato qualcosa di traverso? ".

Kaoru: " Niente a parte te, principessina! ".

Shion fu tentata di risponderle, poi desistette ed uscì dalla stanza lasciando Masahiko e Asagi palesemente interdetti. Kaoru cominciò ad estrarre con calma i suoi vestiti dalla borsa mentre Asagi la guardava con aria interrogativa.

Dopo un attimo Masahiko si scosse e raggiunse Shion mentre stava per scendere con il proprio bagaglio.

Masahiko: " Aspetta un attimo ".

Lei si sentì prendere lo zaino di mano e si voltò verso di lui.

Masahiko: " Lascia qui le tue cose ".

Shion: " Perché? ".

Le sorrise e le dette le spalle entrando nell’altra camera. Poggiò lo zaino sul letto e cominciò a sciogliere il sacco a pelo dalle cinghie di sicurezza. Parlò solo quando la sentì entrare nella stanza.

Masahiko: " Dormirò io in salotto ".

Shion: " Sei sicuro? ".

Masahiko la guardò da sopra la spalla slacciando l’ultima cinghia, " Non fare l’ingenua con me! Già sapevi come sarebbe andata a finire ".

Shion sorrise e restò in silenzio.

Masahiko si voltò di nuovo e le parlò di spalle, " Non è forse vero? ".

Shion si avvicinò fino ad affiancarlo, " Beh, conosco bene i miei polli… ".

Masahiko: " Simpaticona! ".

Le sorrise ancora, prese il sacco a pelo e si avviò verso le scale.

Masahiko: " Allora? Andiamo in spiaggia? ".

 

I quattro ragazzi raggiunsero il posto scelto da Asagi non senza fatica. La spiaggia era piuttosto affollata quella mattina, anche più del previsto. Nell’attraversarla dovettero impegnarsi per evitare tutte quelle persone sdraiate a prendere il sole, quelle che entravano e uscivano dall’acqua e persino un ragazzo, completamente ricoperto di sabbia, vittima dei giochi di una banda di bambini particolarmente vivaci.

Masahiko poggiò a terra la sua roba, guardandosi intorno sorpreso, " Accidenti quanta gente ".

Asagi: " Che ti aspettavi, scusa? Siamo nel pieno dell’estate, è ovvio che le spiagge siano affollate ", poggiò anche lei la borsa che aveva con sé, " Anziché perderti in chiacchiere, perché non pensi a sistemare l’ombrellone? La sabbia inizia a scottare ".

Masahiko sbuffò davanti a tanta acidità, esaudendo comunque la richiesta. Quando ebbe piantato l’ombrellone, provò a regolarlo alla ricerca della posizione migliore, " Va bene così? ".

Shion si limitò ad annuire, dedicandosi a stendere il proprio telo sulla sabbia, mentre Kaoru non si preoccupò nemmeno di rispondere, prendendo subito posto all’ombra, " Che razza di caldo! ".

Shion: " Per forza, con tutti quei vestiti addosso... ".

Kaoru: " Nessuno ha chiesto il tuo parere, ficcanaso! ".

Shion sghignazzò sotto i baffi, " Scusa tanto ".

Kaoru la ignorò, prendendo a strapazzarsi il colletto della maglia per avere un po’ di fresco.

Quando tutti si furono sistemati per il meglio, Shion fece la sua proposta, " Chi viene a fare un bagno? ".

Asagi: " Vengo io ", con studiata maestria sfilò l’abito che portava sopra il costume mostrando maliziosamente il proprio fisico. Gettò un'occhiata apparentemente casuale a Shion che però non l'aveva neppure notata. Infastidita, la osservò mentre si liberava dei pochi indumenti che aveva indosso sfoggiando alla perfezione un due pezzi bianco e rosso che sembrava fatto su misura per lei. Il colpo di grazia per Asagi e, in senso del tutto inverso, per tutti gli svariati occhi puntati su di lei, fu quel suo ravvivarsi con disinvoltura i lunghi capelli sulle spalle.

Anche Masahiko rimase incantato da quella visione, meravigliandosi ancora una volta della sua straordinaria bellezza.

Kaoru: " Asciugati la bava, animale! ".

Il ragazzo arrossì violentemente e guardò subito Shion per accertarsi che non avesse sentito il commento indelicato. Tirò un sospiro di sollievo e quindi schioccò un’occhiata torva a Kaoru, sorprendendosi del fatto che quell'invadente non rideva affatto del suo imbarazzo come al solito, ma aveva semplicemente voltato il viso dall’altra parte.

Shion: " Masahiko? ".

Masahiko: " Si... ", scacciò quei pensieri e si tolse con sollievo la maglietta, concentrandosi sulla prospettiva di poter trovare presto un po’ di refrigerio.

Asagi rivolse un’occhiata alla ragazza ferma sotto l’ombrellone e poi ai ragazzi che iniziavano a muoversi verso l’acqua. Rimase qualche secondo ferma sul posto, per poi lasciarsi sfuggire un piccolo sospiro richiamandoli. I due si voltarono verso di lei, " Ripensandoci, preferirei prendere un po’ di sole ".

Masahiko scrollò le spalle, mentre Shion le rispose, " Come vuoi ", prima di allontanarsi con lui verso la battigia.

La ragazza raggiunse il proprio asciugamano, sedendocisi sopra. Prese la crema solare dalla propria borsa e iniziò a spalmarsela sulle braccia, nella più completa tranquillità.

Kaoru: " Non dovevi farlo ".

Asagi sollevò curiosamente lo sguardo verso di lei e vide che aveva poggiato il viso su una mano con fare annoiato. Guardava dritto davanti a sé.

Come percependo la sua confusione, continuò, " Non dovevi lasciarli soli... ".

La ragazza sorrise, divertita da quella osservazione, " Perché? Pensi forse che possa accadere qualcosa? ".

Come risposta ebbe solo un lungo silenzio.

Asagi: " Non facevo Masahiko così intraprendente... ", stavolta rise senza trattenersi, " Cosa vuoi che combini uno come lui, che ha paura della sua stessa ombra? ".

Kaoru stette in silenzio ancora per qualche momento, ma quando parlò riuscì senza difficoltà a far passare alla ragazza la voglia di ridere, " Non mi riferivo a lui... ".

Asagi la guardò perplessa e istintivamente seguì il suo sguardo rivolto al mare. Tra i numerosi bagnanti, riuscì a distinguerli con fatica, ma ciò che vide non le piacque affatto.

Shion si riparava il volto ridendo mentre Masahiko tentava di bagnarla spruzzandole acqua senza tregua, anche lui sorridente. Questo finché lei non decise di prendersi una piccola vendetta, schizzandolo a tradimento, e, approfittando della sua momentanea cecità, per prendere il largo e tentare la fuga. Dopo essersi asciugato gli occhi, nemmeno lui perse tempo gettandosi all’inseguimento.

Asagi: " Accidenti! ", si voltò dall’altra parte irritata e riprese a spalmarsi la lozione con movimenti rapidi e nervosi.

Kaoru: " Stavi dicendo? ", accennò un sorriso beffardo, ma ciò che ne uscì fuori somigliò più a una smorfia.

Asagi incassò senza fare una piega, ma non mancò di dire la sua, " La colpa è anche tua ".

Kaoru: " Mia? Avrei dovuto seguirli in acqua in queste condizioni, per caso? ".

Asagi osservò in silenzio il suo abbigliamento, che consisteva in un paio di bermuda scuri sotto il ginocchio ed una semplice fruit bianca a maniche corte. Valutò per un attimo l'opportunità di commentarlo e poi se ne dissuase. Kaoru aveva fatto passi da gigante in questi ultimi giorni, ma non poteva certo pretendere che si mettesse in costume.

Decise, quindi, di affrontare un altro argomento delicato.

Asagi: " Potresti mostrarti un po’ più disponibile con lui, sai? ".

Kaoru la guardò con aria interrogativa.

Asagi: " Per esempio, evitando di essere così fredda e scostante ogni volta che ti rivolge la parola ", si guadagnò uno sbuffo insolente ma non demorse, " Se sapesse che puoi anche essere gentile e piacevole quando vuoi, si accorgerebbe finalmente di te... ".

Kaoru sbarrò gli occhi, come se fosse stata appena schiaffeggiata, " G-gentile? Disponibile? ".

Asagi: " Già, come ogni ragazza che vuole conquistare la persona che le piace ".

Kaoru: " Ma io sono un uomo, l’hai dimenticato? ".

Asagi non si scompose minimamente all’aumento di tono nella sua voce, " E tu hai dimenticato che anche lui è un uomo? ", il suo sguardo si fece serio e diretto, " Se continuerai a comportarti in questo modo non riuscirai mai a conquistarlo! ".

Kaoru sbuffò spazientita concentrandosi sul movimento nella spiaggia. Quella ragazza continuava a parlarle come se lei non sapesse che il suo modo di fare non le era di alcun aiuto. Ma che poteva farci se bastava che quei due si rivolgessero la parola per farle sentire una fitta dolorosa allo stomaco? O che ogni volta che erano troppo vicini o, peggio, ogni volta che Masahiko pendeva dalle labbra di quella saccente ragazzina sentiva lo stimolo di prenderlo a pugni? Anzi, di prendere entrambi a pugni, prima l’uno e poi l’altra.

Asagi sembrò leggere nella sua espressione il suo tormento, e le rivolse un sorriso comprensivo, " Non ho mai detto che sarebbe stato facile ", la ragazza la guardò sinceramente stupita da quelle parole, " Ma abbiamo stretto un’alleanza proprio per darci una mano a vicenda, giusto? ".

Kaoru si rilassò e cercò di ricambiare il sorriso, " Giusto ".

Asagi: " Bene ", la sua espressione si fece scaltra, " Intanto potremmo cominciare da questa gita. Passare insieme un intero fine settimana ci darà diverse occasioni di mettere in atto il nostro piano di conquista, vedrai ", i suoi occhi si restrinsero a due fessure, " Basterà solo saperle sfruttare... ".

Kaoru sollevò le mani in segno di resa, " Ok, ok ".

Asagi sembrò soddisfatta e, inforcati un paio di occhiali, si sdraiò sul suo telo rilassandosi sotto il sole cocente. La ragazza sotto l’ombrellone osservò i suoi movimenti e sorrise pensando a quanta determinazione avesse nel raggiungere il proprio obbiettivo.

Poi rivolse lo sguardo al mare e notò che le cause della sua agitazione erano tornate a riva. Avevano smesso di giocare come due bambini ma continuavano a chiacchierare con naturalezza, dandole ancora una volta prova, di cui peraltro avrebbe fatto volentieri a meno, del loro buon affiatamento.

Cercò di distrarsi da quella irritante visione e si rivolse ancora alla ragazza vicino a lei, " Senti ", da un suo cenno del capo seppe di averne conquistato l’attenzione, " Non ti da neanche un po’ fastidio che lei sia voluta venire come donna? ".

Asagi restò immobile nella sua posizione, gli occhi nascosti dietro le lenti scure, e diede l’impressione di pensarci su, " Non mi ha dato fastidio ", si prese qualche altro momento per riflettere, " Ma mentirei se dicessi che non è un po’ diverso... ".

Si tirò su a sedere togliendo gli occhiali e usandoli per tenere indietro i capelli. Guardò Kaoru per avere conferma del suo interessamento, e continuò, " Da quando la conosco, ho sempre avuto a che fare con l’uomo Shion. E’ di lui che mi sono innamorata... ", le passarono davanti agli occhi i loro continui litigi quando erano bambini, e ripensò ai buffi nomignoli che si erano affibbiati a vicenda, " Ma mi piace anche così ".

Le rivolse un sorriso divertito, " E poi, se fosse venuta come uomo, sarebbe stata costretta a stare sotto l’ombrellone, esattamente come te ".

Kaoru fece una smorfia al pensiero di dividere quello spazio proprio con lei, divertendo ancora di più Asagi che prese a ridacchiare, contagiandola inevitabilmente.

" Che c’è di tanto divertente? ".

La voce di Shion le sorprese entrambe. Si voltarono trovandosi davanti lei e Masahiko, entrambi gocciolanti e con un’espressione interrogativa.

Kaoru: " Niente di importante ", riassunse il suo atteggiamento scostante, guadagnandosi un’occhiata infastidita della ragazza.

Anche Asagi la guardò contrariata, pensando a quanto avrebbe dovuto aspettare per vedere dei progressi in lei. Poi si rivolse a Shion con un sorriso radioso, " Com’era l’acqua? ".

Masahiko: " Meravigliosa! Dovreste fare un bel bagno anche voi! ", poi si lasciò cadere sul suo asciugamano appagato.

Asagi lo osservò seccata per la sua indesiderata intrusione, " Credevo te la cavassi meglio con lo stile libero, senpai... ", il ragazzo la guardò confuso, " Avresti dovuto puntare al nuoto a rana, o a cagnolino. Sarebbero stati molto più adatti a te ".

Masahiko corrucciò il volto ma, quando stava per risponderle per le rime, venne anticipato.

Kaoru: " Secondo me, non se la cava affatto male invece ".

Masahiko restò più stupito della risposta di Kaoru che della perfida battuta di Asagi, dimenticando, per la sorpresa, la replica tagliente che gli aveva sfiorato le labbra. Poteva contare sulla punta delle dita, e probabilmente di una sola mano, le volte in cui aveva preso le sue difese. Lei, notando che lui la guardava insistentemente, si voltò dall’altro lato con un leggero rossore sul viso.

Asagi soffocò un sorriso soddisfatto limitandosi a dire con indifferenza, " Se lo dici tu ".

Shion, invece, dopo aver ascoltato il tutto, si sdraiò sul suo asciugamano senza proferire parola.

 

Asagi: " Che ne dite di andare a bere qualcosa? ".

Kaoru la guardò soddisfatta e speranzosa, " Con questo caldo, mi sembra la prima vera buona idea della giornata ".

Asagi: " Bene, tu che fai Shion? ".

Shion era stesa quasi sonnecchiante sul proprio telo da mare. Girò la testa stancamente aprendo appena gli occhi accecati dal sole, " Mhmm.. va bene, vengo anch'io ".

Le ragazze si alzarono, Asagi raccolse la propria borsa e si incamminò subito verso il lungomare.

Masahiko dormiva tranquillamente steso a pancia in giù sul proprio telo.

Kaoru: " Ehi, non possiamo lasciarlo qui ".

Shion guardò Kaoru e le parlò con un'accezione che lei non seppe interpretare, " Vuoi svegliarlo tu? ".

Cos'era? Un atteggiamento di sfida? Una presa di giro? Una provocazione? Ma prima che Kaoru potesse risponderle, Shion svegliò Masahiko limitandosi a chiamarlo per nome. Il ragazzo alzò la testa sbadigliando e si alzò stiracchiandosi la schiena e le braccia.

Masahiko: " Che c'è? Stiamo già andando via? ".

Shion: " No, stiamo andando a bere qualcosa, vieni con noi? ".

Masahiko: " Si, con questo caldo mi è venuta una sete... ".

Kaoru si voltò seccata e li precedette in direzione di Asagi, " Allora? Andiamo o no? ".

Shion la seguì lasciandosi sfuggire un piccolo sorriso soddisfatto e Masahiko salì dietro di loro, del tutto ignaro come sempre.

Asagi li stava aspettando sul lungomare e quando vide salire la piccola compagnia non si lasciò sfuggire l'occasione per scoccare l'ennesima frecciata al rivale, " Ti sei svegliato, senpai? ".

Masahiko: " Cos'è, è vietato dormire sulla spiaggia ora? ".

Asagi: " No di certo, ma si sa, chi dorme non piglia pesci! ".

Kaoru interruppe bruscamente quell'acido scambio di battute, " Allora, dov'è questo bar? ".

Asagi abbandonò l'atteggiamento provocatorio e sorrise radiosa a Shion facendole strada.

Kaoru non poté non notare il comportamento di Asagi. I suoi sentimenti per Shion erano alla luce del sole. Chiunque la vedesse in sua compagnia poteva cogliere immediatamente il suo interesse per lei. E anche adesso che Shion era in versione femminile, non esitava a mettere in mostra i propri sentimenti. Era una ragazza coraggiosa, non c'era che dire e forse avrebbe dovuto prendere esempio da lei. D'altra parte, doveva ammettere che aveva ragione, andando avanti di questo passo Masahiko non si sarebbe mai accorto di lei.

Si passò agitatamente una mano tra i capelli come per schiarirsi le idee e affrettò il passo prendendo la testa del gruppo.

Kaoru: " Allora, ci vogliamo muovere, lumaconi? Ho una sete da morire! ".

I tre la guardarono stupiti prendere qualche metro di vantaggio e decisero di lasciarla fare.

Kaoru giunse ad una ventina di metri dal bar ed indugiò per un attimo proprio in mezzo al lungomare. Infilò le mani in tasca e guardò a terra con aria interrogativa.

Kaoru: " Chissà perché qua è tutto bagnato… ".

I tre la videro ferma in mezzo alla strada con il naso verso terra mentre veniva affiancata da un ragazzo vestito di una buffa camicia cinese e un uomo sulla quarantina in kimono che discutevano animatamente tra loro. Un attimo dopo, dalle frasche limitrofe al lungomare uscirono velocissimi quattro ragazzi in costume da bagno armati ciascuno di un secchio, che si precipitarono verso i tre malcapitati scagliando contro di loro il contenuto dei recipienti.

Mai gavettone riuscì meglio.

Mentre i quattro ragazzi si davano precipitosamente alla fuga, Kaoru rimase immobile in mezzo alla strada. Shion, Asagi e Masahiko rimasero talmente stupiti che non riuscirono neppure a schernire la povera Kaoru bagnata fino al midollo.

Shion scorse con la coda dell'occhio due figure correre nella sua direzione e si scansò per evitare che la investissero. Quando l'ebbero sorpassata si voltò e vide distintamente una ragazza con i capelli rossi ed il codino fuggire via in compagnia di un grosso panda.

Strizzò gli occhi incredula, ma prima che potesse dire alcunché, la sua attenzione fu nuovamente attratta dalle voci dei suoi compagni di viaggio.

Asagi: " Kaoru... tutto bene? ".

Kaoru restò in silenzio, ma le spalle tremanti lasciavano intravedere l’ira che l’animava. I tre rimasero prudentemente a distanza di sicurezza fin quando un urlo terrorizzante si propagò per tutta la spiaggia. I quattro ragazzi, frattanto, si erano dileguati con i loro secchi e Shion non fece fatica ad immaginarne il motivo.

Si avvicinarono a Kaoru con circospezione e il risultato del gavettone li lasciò senza parole. Probabilmente uno dei ragazzi l’aveva attaccata proprio di fronte e l’aveva presa in pieno viso, perché la frangia spettinata che generalmente le copriva la fronte e gran parte del volto era tutta all’indietro, come se si fosse raccolta i capelli in una coda di cavallo.

I suoi vestiti era fradici e le si erano attaccati al corpo mettendo in evidenza forme insospettabilmente femminili. Poi, alla vista della maglietta bianca bagnata divenuta semitrasparente, Masahiko si sentì obbligato a distogliere lo sguardo.

Solo in quel momento Kaoru si rese pienamente conto della situazione e si fece cogliere da un’agitazione e da una sensazione di imbarazzo che dovette ammettere poco maschili.

Gli occhi di Asagi brillavano di sorpresa. Mai sarebbe stata in grado di ideare una situazione tanto intrigante e allo stesso tempo efficace. Dopo il tanto sofferto defilè di Shion, finalmente anche le doti femminili di Kaoru erano state messe in mostra. E quello sguardo furtivamente distolto da Masahiko confortava la sua impressione.

Shion non fece commenti, ma, probabilmente, rimase più stupita di tutti gli altri. Vedere Kaoru con le braccia intrecciate davanti al petto preoccupata di nascondere la sua femminilità era quanto di più insolito le fosse capitato negli ultimi tempi, e quell’aria tanto imbarazzata le fece quasi tenerezza.

Non la sorprese affatto vedere Kaoru reagire con la consueta aggressività.

Kaoru: " Ehi! Che cavolo avete da guardarmi in quel modo? ".

Shion precedette Asagi e Masahiko che, comunque, si sarebbero limitati a farfugliare qualcosa, " Beh, perlomeno adesso non hai più caldo ".

Kaoru giudicò quella frase uno sfottò e si voltò di scatto per replicare a tono, ma l’espressione di Shion non era quella che si aspettava. Era un sorriso sincero e forse anche comprensivo quello che vide sul suo viso.

Le parole le morirono in gola distraendola per un attimo da quella situazione difficile ed imprevedibile. Si stupì del fatto che quel sorriso riuscì a rassicurarla, ma, d’altro canto, chi meglio di Shion avrebbe potuto capire i sentimenti che si agitavano dentro di lei in quel momento?

Asagi colse la palla al balzo, " Immagino che tu abbia bisogno di andare a casa a cambiarti ".

Kaoru fece fatica a distrarsi dal viso di Shion e, forse, in quel momento percepì istintivamente perché Masahiko potesse essersi innamorato di lei. Ma le parole che la sua alleata pronunciò un istante dopo la strapparono da quell’idea.

Asagi: " Masahiko, sii cavaliere, accompagna a casa Kaoru ".

Masahiko: " Ma io… ".

Asagi: " Avanti! Non vorrai lasciarla tornare a casa da sola! ".

Masahiko: " No, ma… ".

Asagi: " Bene, tieni le chiavi ".

Masahiko: " Ma non è meglio che l’accompagni qualcun altro? ".

Asagi: " Perché? ".

Masahiko: " Beh, perché… si, insomma… ".

Asagi scoccò il colpo decisivo, " Che c’è, pivello, non hai mai visto una donna prima d’ora? ".

Masahiko e Kaoru trasalirono ed arrossirono violentemente.

Masahiko: " Ma che cavolo dici? ".

Asagi: " Bene, non ci sono problemi allora ".

Shion notò subito lo sguardo fugace che Asagi aveva rivolto a Kaoru immediatamente prima che questa replicasse a quella battuta indelicata e volse gli occhi al cielo lasciandosi sfuggire un piccolo sospiro.

 

Masahiko camminava in silenzio al fianco di Kaoru che continuava a coprirsi il seno con le braccia cercando di sembrare disinvolta.

C’era un’atmosfera un po’ diversa dal solito che lo metteva stranamente in agitazione. Aveva sempre saputo che Kaoru era una ragazza, anzi, non aveva mai avuto alcun dubbio in proposito. Nell’esperienza accumulata in quegli anni in casa Wakanae aveva imparato che non sempre la biologia determina il sesso delle persone, perché esistono maschi che in realtà sono donne e femmine che invece sono uomini. Sora e Yukari ne erano l’esempio perfetto. Sapeva bene che Sora era biologicamente una femmina, ma non riusciva proprio a pensare a lui come una donna. Per Yukari valeva il discorso inverso. Per Kaoru, invece, non era così. Aveva sempre pensato a lei come una donna, nonostante il suo voler ostinatamente comportarsi come un maschio.

Ma oggi aveva avuto la riprova della sua fisicità e questo lo metteva in grave imbarazzo.

Spiò il suo viso con la coda dell’occhio. Era così strana senza quei capellacci sulla fronte. I suoi lineamenti erano insospettabilmente femminili ed aggraziati. Nessun passante l’avrebbe scambiata per un maschio in quel momento.

Anche Kaoru era silenziosa. Quella situazione era difficilmente gestibile e non si sentiva a suo agio, anche se non le dispiaceva quell’espressione vagamente imbarazzata ed agitata di Masahiko.

Cercò di non darlo a vedere, ma anche lei era agitata, d’altra parte era passato davvero un bel po’ di tempo dall’ultima volta in cui era stata una ragazza.

Ripensò a quanto Asagi le aveva detto sotto l’ombrellone qualche minuto prima. Era vero che avrebbe dovuto comportarsi diversamente con Masahiko. Lui, sicuramente, non aveva la minima idea di quali fossero i suoi sentimenti e se avesse continuato a comportarsi in quel modo non lo avrebbe mai saputo.

Si voltò dalla parte opposta rispetto al suo accompagnatore e sospirò appena. Non sarebbe stato facile. Era vero anche questo. Tutto sarebbe dipeso da quanto lo avesse realmente voluto.

Osservò Masahiko e si fece coraggio. Prese un bel respiro e parlò con tono pacato ma deciso.

Kaoru: " Grazie ".

Si voltò verso di lei, nemmeno sicuro di aver sentito qualcosa.

Masahiko: " Come? ".

Kaoru si voltò di nuovo e stavolta gli sorrise, " Ho detto grazie ".

Masahiko si stupì di quel sorriso inaspettato, " E di cosa? ".

Kaoru: " Di avermi accompagnata ".

Masahiko rimase interdetto e si chiese istintivamente se anche quell’inusuale atteggiamento fosse conseguenza del gavettone.

Masahiko: " Di niente ".

 

Shion poggiò le mani sul parapetto del terrazzo ed inspirò profondamente l’aria fresca della sera. Le voci dei villeggianti che si godevano allegramente una passeggiata serale sul lungomare giungevano fin lì. E così pure le luci del paese e dei pescherecci ancorati nel molo.

Che giornata interessante.

Ripensò a quanto era successo e le venne da ridere. Il gavettone a Kaoru era stato quanto di più divertente le fosse capitato dalla faccenda degli yakuza e dello sweeper professionista assoldato da Tatsumi.

Quando poi Kaoru e Masahiko se ne erano andati, lei ed Asagi erano tornate in spiaggia, ma le cose non erano andate esattamente come quest’ultima aveva presumibilmente progettato. Il loro ombrellone, infatti, era stato preso d’assalto da corteggiatori di tutte le età ed Asagi aveva dovuto ricorrere alle maniere forti per tenerli alla larga. Non se l’era immaginata tanto combattiva…

Sentì improvvisamente un grido provenire dal piano di sopra e si voltò in quella direzione. Asagi non voleva proprio saperne di essere massa a letto eh? Si voltò ancora e rise senza tentare di trattenersi.

" Cos’hai tanto da ridere? ".

Shion si voltò di scatto e vide una figura in controluce sulla porta del terrazzo. Le sorrise prima di girarsi di nuovo verso il mare, " Niente in particolare... ".

Kaoru fece qualche passo verso di lei nascondendo, al solito, le mani nelle lunghe tasche. I capelli erano tornati nella loro posizione abituale e le nascondevano parte del viso.

Kaoru: " Scommetto che ha qualcosa a che fare con quanto è successo oggi… ".

Era rimasta sul generico, ma capì subito che si riferiva all’episodio del gavettone. In teoria sarebbe stata una buona occasione, ma non le venne in mente neppure per un attimo di infierire. Non doveva essere stato un momento particolarmente piacevole per Kaoru, e quindi mentì.

Shion: " No, mi ha fatto ridere il grido di Asagi ".

Kaoru restò in silenzio e la guardò voltarsi verso di lei e poggiarsi con la schiena al parapetto.

Shion: " Pensavo che fossi di sopra anche tu. Hai lasciato Masahiko da solo con lei? ".

Kaoru: " No. L’abbiamo già messo a letto l’ubriacona ".

Shion soffocò una risatina, " A giudicare dalle grida non deve essere stata una cosa facile… ".

Kaoru si passò una mano tra i capelli e si grattò la cute, " Non direi proprio. Si può sapere perché non ci hai dato una mano? ".

Shion: " Ero sicura che ve la sareste cavata benissimo da soli ".

Kaoru: " See, bella scusa! La verità è che non ne avevi voglia! ".

Shion sorrise e le rispose con aria furba, " E’ vero ".

Kaoru: " Lo sapevo… ".

Shion osservò la finestra del piano superiore, " E quel grido? Siamo sicuri che sia tutto ok? ".

Kaoru: " Beh, stava dormendo un attimo fa… ".

Shion: " Magari adesso sta strangolando il povero Masahiko ".

Kaoru: " Non credo. E’ andato a fare la doccia… ".

Shion: " Un’altra volta? ".

Kaoru ridacchiò, " Si, perché Asagi gli ha rovesciato addosso un bicchiere di Scotch… ".

Shion la guardò incredula, " Addosso? ".

Kaoru ci pensò su un momento e poi continuò, " Tutto in testa… l’ha fatto mentre la stava trascinando via dal divano ".

Fece un altro passo verso di lei e parlò con tono più basso, temendo che Asagi potesse sentirla dalla sua stanza, " Di là sembra di essere in un pub irlandese e Masahiko puzzava quasi altrettanto… ".

Shion rise divertita e Kaoru le fece compagnia. Poi si avvicinò a sua volta al parapetto lasciando qualche metro tra lei e Shion.

Kaoru: " In fondo è una brava ragazza… ".

Shion la seguì con lo sguardo, " Non pensavo che avreste potuto diventare amiche ".

Kaoru la guardò con aria interrogativa, " Amiche? ".

Shion: " Amiche. Conosci la parola? ".

Kaoru grugnì qualcosa e distolse lo sguardo infastidita, " Non la conosco abbastanza per poterla considerare un’amica ".

Shion restò in silenzio. Fu Kaoru a proseguire, " Però è un bel tipo… ".

Poi si lasciò sfuggire un sorriso, " E’ una ragazza decisa, farebbe di tutto per riuscire a conquistarti… ".

Osservò la sua interlocutrice per studiarne la reazione, ma Shion rimase impassibile. Kaoru sospirò appena, scoraggiata, e si voltò verso il molo. Un attimo dopo le parole di Shion la colsero di sorpresa, " Di tutto? Compreso coinvolgerti nei suoi piani? ".

Kaoru si voltò di nuovo per incrociare quello sguardo impassibile, " …piani? ".

Shion sorrise appena e parlò con una tranquillità disarmante, " Dimmi, in cosa consiste esattamente la vostra alleanza? ".

Kaoru pensò di negare, ma poi lo ritenne del tutto superfluo. Inoltre, sarebbe stato segno di debolezza e lei tutto poteva accettare tranne di essere debole. Parlò, quindi, con voce altrettanto calma e senza distogliere minimamente lo sguardo, " In quel che consistono tutte le alleanze, ovviamente ".

Shion restò in attesa e Kaoru l’accontentò, " Nel raggiungere i reciproci obiettivi ".

Shion sorrise appena e le fece quella domanda di cui conosceva già la risposta, " E quale sarebbe il tuo obiettivo? ".

Vide Kaoru sorridere e leggere tanta serenità nel suo volto la turbò inaspettatamente. Sapeva già cosa avrebbe risposto, ma quegli attimi di attesa furono più lunghi di quanto avrebbe mai immaginato.

Kaoru: " Masahiko è il mio obiettivo ".

Shion tacque e la guardò con un sorriso tirato.

Kaoru attese a lungo, ma Shion non parlò.

Kaoru: " Beh? Non hai niente da dirmi? ".

Shion: " Che cosa dovrei dirti? ".

Kaoru distolse finalmente lo sguardo e volse gli occhi al cielo, " Non so… mi sono immaginata più di una volta questa scena, ma non sono stata in grado di figurarmi la tua reazione ".

Shion la osservò in silenzio e vide il suo atteggiamento farsi quasi sarcastico.

Kaoru: " In una prima versione, ti strappavi i capelli scongiurandomi di lasciartelo ".

Le gettò uno sguardo distratto e continuò, " In una seconda rimanevi del tutto indifferente e mi dicevi che era tutto mio. In una terza, invece, mi dicevi di essere innamorata di lui ".

Kaoru si calmò e lasciò i suoi occhi indugiare sul profilo indistinto delle onde.

Kaoru: " Non mi sono venute in mente altre possibili reazioni da parte tua… ".

Si voltò verso di lei e verificò che il suo sguardo non era cambiato, " Visto che non ti stai strappando i capelli, devo immaginare che la tua reazione sarà del secondo o del terzo tipo… ".

Shion restò nel suo ostinato silenzio costringendola ad abbandonare quel tono ironico per adottare un’altra tattica.

Kaoru: " Non rispondi? ", la guardò di nuovo e poi sbuffò leggermente, " Beh, almeno hai la decenza di non darmi una risposta idiota come quella che hai dato a lui… ".

E sembrò aver funzionato, perché Shion parve finalmente risvegliarsi, " A cosa ti riferisci? ".

Kaoru: " Non fare la finta tonta. L’ho visto anch'io il film, non te lo ricordi? ".

Attese un momento e proseguì, " La risposta che gli hai dato è stata una vigliaccata e lo sai anche tu! ".

Ebbe l’impressione che quelle parole avessero fatto finalmente effetto e l’avessero costretta ad uno sforzo notevole per mantenere quell’aria apparentemente indifferente. Adesso che aveva scalfito la corazza, desiderò affondare il colpo, ma Shion l’anticipò, " Non mi sembra che questi siano fatti tuoi ".

Kaoru: " A no? Adesso lo sono, principessa ".

Shion si spostò i capelli dal viso con aria di sufficienza, " Comunque sia, tu sei l’ultima che può farmi la predica ".

Kaoru: " Che vuoi dire? ".

Shion: " Che non accetto paternali sulla mia identità sessuale da una che va in giro atteggiandosi a maschietto, che si diletta a fare miss maglietta bagnata sulla spiaggia e che poi viene a dirmi di essersi innamorata di un uomo! ".

Kaoru: " Miss…. ma che cavolo dici, lo sai che è stato un incidente! ".

Shion: " Certo, questi incidenti capitano un po’ troppo spesso, mi pare. E, come sempre, ho visto che dopotutto non ti è dispiaciuto farti accompagnare a casa da Masahiko, non è vero? ".

Kaoru stava per rispondere quando si accorse di averla presa in castagna. Quindi assunse un’aria furba e volutamente maliziosa, " Siamo anche gelose adesso, eh? ".

Shion, nonostante tutto, non fece una piega. Kaoru, però, ebbe l’impressione di aver centrato il bersaglio e decise di calare il carico, " Brava, continua a far finta di nulla… ma come reagiresti se ti dicessi che solo qualche giorno fa mi ha baciata? ".

La reazione non fu proprio quella che si era aspettata, perché, ancora una volta, Shion non dette l’impressione di aver accusato il colpo. Ma era fatta di pietra questa ragazza, oppure Masahiko davvero non le interessava?

La sorprese vedere che si preparava a risponderle con un sorriso sulle labbra, " Direi che sei stata tu a baciarlo e che dovevi essere completamente ubriaca! ".

Era stato un azzardo. Quella sera Kaoru era ubriaca, su questo non aveva alcun dubbio, ma la dinamica dei fatti non era stata in grado di coglierla del tutto. Aveva avuto l’impressione che le cose fossero effettivamente andate in quel modo, ma non poteva esserne certa. Asagi, del resto, aveva interpretato i fatti ben diversamente, anche se lei, in fondo, non poteva far testo.

Kaoru, però, le parve spiazzata e questo le dette motivo di credere che le cose fossero andate veramente in quel modo. La cosa la sollevò, sorprendentemente.

Kaoru cercò di riacquistare credibilità e recuperò un atteggiamento disinvolto, " Pensala un po’ come ti pare, non c’è peggior sordo di colui che non vuol sentire ".

Shion si limitò a guardarla mostrando un sorriso leggero ed inaspettatamente sereno. Kaoru si passò una mano tra i capelli già disordinati, " Bene principessa, visto che non hai voglia di parlare di questa cosa, posso anche andarmene a letto ".

Fece un passo verso la porta del terrazzo e poi si fermò. Le parlò tenendo gli occhi bassi e, diversamente dal solito, adottò un tono lieve e calmo, " Voglio solo che sia chiaro che ho deciso di giocare questa partita, che ci siano degli avversari oppure no ".

Shion la guardò avviarsi verso l’interno e si voltò di nuovo verso il mare. Non si aspettava quell’ultima domanda da parte sua.

Kaoru: " Ehi principessa, non mi auguri buona fortuna? ".

Shion poggiò di nuovo le mani sul freddo parapetto e osservò le onde in silenzio. Le vide sollevarsi, gonfiarsi e poi rompersi a riva mostrando la parte più appariscente del loro lungo ed intenso viaggio. Era inevitabile che accadesse. Lo seppe solo in quel momento.

Shion: " Mi spiace, non posso farlo ".

Kaoru aveva atteso quella risposta come pochi minuti prima Shion aveva atteso che lei le confessasse il suo interesse per Masahiko. Anche lei sapeva come avrebbe risposto. Ne sorrise amaramente ed entrò in salotto augurandole nonostante tutto la buonanotte.

Shion non si voltò. Restò a guardare il mare scuro e le luci dei pescherecci schierati come soldatini per l’alba successiva. La brezza leggera le carezzò il viso regalandole una piacevole sensazione e la fece sorridere.

Parlò, seppur cosciente che Kaoru non avrebbe potuto sentirla, " Buonanotte ".

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Capitolo 11
*** Shion e Masahiko: notte maledetta 2 ***


FAMILY COMPO 2

CAPITOLO 11

 

 

SHION E MASAHIKO: NOTTE MALEDETTA 2

 

 

 

Kaoru gettò alla rinfusa i vestiti sulla sedia più vicina e indossò un largo e comodo pigiama. Cercò di sdraiarsi sul grande letto nel modo più discreto possibile.

Una volta distesa, diede un’occhiata alla sua compagna di stanza e si lasciò sfuggire un sospiro. A giudicare da quell’espressione serena e rilassata, e considerata la colossale sbornia che si era presa quella sera, probabilmente nemmeno una cannonata sarebbe bastata per svegliarla.

La guardò con più attenzione, studiandone il profilo nella penombra. Un’amica, Shion l’aveva definita così poco prima. Ne era rimasta sorpresa, in particolare per la facilità con cui l’aveva detto. Non aveva mai pensato a lei in quel modo. Era un’alleata, questo si, le dava una mano per conquistare Masahiko, ma solo perché così lo avrebbe allontanato dal suo obbiettivo. Questi erano stati i patti tra loro quando avevano deciso di coalizzarsi.

Ma era successo qualcosa che non si era aspettata, perché doveva ammettere che non si era limitata solo a coinvolgerla nei suoi piani. Spesso leggeva nei suoi occhi una comprensione che mai le era capitato di ricevere. Per essere sinceri, non l’aveva mai richiesta prima d’ora e, in un certo senso, non l’aveva fatto nemmeno adesso. Ma era come se Asagi sapesse quanto lei ne avesse bisogno in certi momenti. Leggerla nei suoi occhi la faceva sentire meno stupida quando si sentiva imbarazzata o impacciata nella continua scoperta dei suoi nuovi sentimenti. Un po’ stupida si sentiva comunque, a rimuginare come una femminuccia, era inevitabile, ma, del resto, nemmeno lei poteva fare miracoli.

All’improvviso Asagi borbottò qualcosa nel sonno, agitandosi leggermente e facendola trasalire. Nel suo farfuglio confuso riuscì a distinguere chiaramente il nome di Shion e qualcosa che somigliava molto a un ordine di lasciarla stare. Ridacchiò piano e la guardò mentre si tranquillizzava e riprendeva a dormire pacificamente. Nemmeno una sbornia come quella riusciva a toglierle Shion dalla testa.

Incrociò le mani dietro la nuca e guardò il soffitto. Già, Shion. Era una ragazza strana quella, riusciva sempre a spiazzarla con il suo comportamento. Anche quel pomeriggio per esempio, dopo che quel dannatissimo gavettone l’aveva investita in pieno, si sarebbe aspettata da lei una sonora presa in giro, e, invece, l’aveva sorpresa ancora una volta riuscendo a incoraggiarla con un semplice sorriso.

Si sentì il viso avvampare al ricordo del suo corpo fastidiosamente fasciato dai vestiti bagnati, così palesemente in evidenza. E il rossore aumentò quando ripensò a Masahiko che distoglieva lo sguardo imbarazzato. Che razza di figura!

Però, quando stavano tornando a casa insieme, lui era ancora piuttosto in imbarazzo, di quello ne era sicura. Che fosse rimasto colpito?

Sbuffò voltandosi di lato e rivolgendo le spalle alla ragazza addormentata accanto a lei. Figurarsi, uno spettacolo del genere avrebbe colpito qualunque esponente di sesso maschile sessualmente attivo! Non era certo una gran prova quella. Però, cos’era quella strana sensazione di soddisfazione che sentiva? In fondo, anche se in molti avrebbero reagito allo stesso modo, lui l’aveva comunque notata. E il fatto che ne fosse rimasto imbarazzato significava che, per lo meno, la cosa non gli aveva fatto schifo. Per quanto piccola, considerò la cosa come una conquista. Era piacevole sapere che finalmente Masahiko si era accorto di lei. Inaspettatamente piacevole.

E quella nuova scoperta faceva sembrare meno pesanti le parole con cui si era congedata da Shion sulla terrazza. Si, avrebbe giocato quella partita. E mentre si abbandonava tra le braccia di Morfeo, le labbra di Kaoru si distesero in un piccolo sorriso.

 

Si girò per l’ennesima volta spingendo con i piedi il lenzuolo bianco in fondo al letto. Le faceva caldo, era nervosa e non riusciva a prendere sonno. Ed era tutta colpa di Kaoru.

Fissando il soffitto non poteva fare a meno di ripercorrere i passaggi di quella conversazione e di stupirsi ancora una volta dell’insospettabile semplicità con cui le aveva confessato i suoi sentimenti per Masahiko. Non era stata una vera sorpresa per lei, aveva sempre sospettato che Kaoru nutrisse dei sentimenti nei suoi confronti, ma non aveva mai veramente creduto che un giorno sarebbe stata in grado di accettarli.

Ma ciò che la rendeva così nervosa era che non sapeva come sentirsi di fronte a quella rivelazione e, per di più, non sapeva bene interpretare il fatto che Kaoru avesse sentito il bisogno di andare a dirlo proprio a lei. E poi che cosa voleva dimostrare con quell’atteggiamento così aggressivo nei suoi confronti? Lei non era gelosa di Masahiko, non ve ne sarebbe stato motivo, e poi cosa le importava se la risposta che gli aveva dato era stata ambigua? Erano forse fatti suoi?

Si girò ancora e raggiunse il bordo del letto. Si alzò e si diresse verso la porta.

Shion: " Una vigliaccata? Tsé! ".

Scese le scale al buio, cercando di non far rumore. Passò in sala silenziosamente dando una rapida occhiata ai divani su cui avrebbe dovuto trovarsi Masahiko. Non era né su quello vicino alle scale, né su quello che rasentava il muro opposto. Sicuramente si era sistemato su quello centrale, ma non riuscì a vederne che lo schienale, dato che era rivolto verso la finestra che dava sul terrazzo.

Entrò in cucina ed aprì il frigorifero prendendosi da bere. Prese dalla dispensa un bicchiere e si servì del succo d’arancia. Era fresco e riuscì a dissetarla, ma non poté spazzar via quell’agitazione che non le faceva neppure prendere in considerazione l’idea di tornare a letto. Posò il bicchiere vuoto nel lavello ed uscì dalla cucina portando con sé una bottiglia d’acqua.

In sala c’era un odore diffuso di bevande alcoliche che si intensificava via via che si avvicinava al divano lungo il muro. Con ogni probabilità era proprio lì che si era consumato il fattaccio del bicchiere di scotch che Asagi aveva versato in testa a Masahiko. Riuscì a malapena a soffocare un risolino portandosi una mano alla bocca. Un vero peccato essersi persa quella scena.

Quando si avvicinò al centro della stanza riuscì finalmente a scorgere la figura di Masahiko steso sul divano ed avvolto nel sacco a pelo. Gli girò intorno e lo guardò meglio. Più che steso, avrebbe detto accartocciato su quel divano che era più corto di lui e che aveva dei braccioli alti e piuttosto rigidi.

Il suo respiro, comunque, le sembrò regolare e profondo. Sorrise appena e parlò sottovoce, " Riesci ad adattarti proprio a tutto, eh? ".

Una corrente d’aria fresca giunse dalla portafinestra che era stata lasciata aperta con le sole persiane esterne chiuse. Aprì il tappo di plastica della bottiglia e dopo un sorso la posò sul tavolo, dopodiché si avvicinò alla finestra per godersi quel momentaneo attimo di refrigerio.

Poi si voltò e poggiò le spalle alle persiane. Guardò Masahiko addormentato e le tornarono alla mente le parole di Kaoru.

Una vigliaccata? Forse non aveva tutti i torti, doveva ammettere che non era stata un gran ché come risposta. Ma era l’unica che si era sentita di dargli in quel momento. E poi da che razza di pulpito veniva la predica? Proprio da lei che avrebbe dovuto comprenderla meglio degli altri? Però, a ben pensarci, Kaoru era un passo avanti rispetto a lei. Almeno era riuscita a capire cosa provasse nei confronti di questo strano ragazzo che aveva la capacità di entrare nel cuore delle persone.

Ma questo non voleva dire che fosse gelosa di lui. Non lo era assolutamente. Anche quel bacio di cui era stata involontariamente testimone non le aveva fatto per niente impressione. E difatti non aveva detto niente, né a lui, né a lei. E nemmeno le dava fastidio il fatto che Masahiko fosse tanto apprensivo nei suoi riguardi. Dopotutto era certa che lui non sospettasse minimamente quali fossero i sentimenti di Kaoru e se un giorno così fosse stato il suo comportamento sarebbe diventato più distaccato. Sicuro. Ma quando le sopravvenne il pensiero di Hako fu costretta a rimangiarsi quella forzata argomentazione. Quell’imbranato ci aveva messo una vita per rendersi conto che non era lei quella di cui era innamorato.

Abbassò uno sguardo corrucciato che poi rialzò sulla figura rattrappita sul divano.

Guardò il suo viso nella penombra e provò una strana tenerezza. Masahiko era proprio una brava persona, era per questo che tutti finivano per amarlo. Aveva i suoi difetti, certo, molti dei quali conosceva lei soltanto, ma poteva capire perché Kaoru si fosse innamorata di lui.

Masahiko si rigirò sul divano lamentandosi e sembrò cercare una posizione meno scomoda. Dopo qualche attimo si girò di nuovo tornando nella posizione iniziale.

Shion rimase in silenzio, pensò per un attimo di salire di nuovo nella propria stanza, ma poi indugiò ancora restando vicina alla finestra e rimuginando sulle dure parole di Kaoru.

Masahiko si mosse ancora, ma non riuscì proprio a trovare una posizione soddisfacente. Quindi uscì dal sacco a pelo, si stirò le braccia rattrappite e si mise seduto sul bordo stroppicciandosi lentamente gli occhi con le nocche.

Shion: " Non sembra gran che comodo quel divano, eh? ".

Sorpreso, Masahiko alzò la testa di scatto e guardò davanti a sé. Fece fatica per mettere a fuoco la figura nella penombra che se ne stava appoggiata alla finestra con le braccia incrociate dietro la schiena.

Masahiko: " Shion… che cosa ci fai qui? ".

Gli sorrise e incrociò una gamba davanti all’altra.

Shion: " Non riuscivo a dormire ".

Masahiko: " A chi lo dici… questo divano è duro come il legno ".

Shion: " Ti sei pentito di aver fatto a cambio? ".

Masahiko: " Ma che dici, scema… ".

Si alzò in piedi e si stirò la schiena dolorante, " E perché non riesci a dormire? ".

Shion scrollò le spalle senza sciogliere le braccia dietro la schiena, " Mah, forse è colpa del mare. Dicono che sia fonte di agitazione… ".

Masahiko: " Davvero? Ma non ti era mai successo prima, vero? ".

Shion sembrò pensarci un attimo prima di rispondere senza sorpresa, " E’ vero ".

Si avvicinò a lei e guardò di nascosto la canottiera ed i pantaloncini corti del suo pigiama bianco. Forse c’erano anche dei piccoli ricami sulla stoffa, forse azzurri, ma non poteva indugiare troppo senza rischiare un rimprovero.

Gli occhi di Shion erano ben abituati alla penombra e le consentirono di seguire senza difficoltà quello sguardo fugace. La timidezza e la riservatezza di quel gesto riuscirono, però, a farle nuovamente tenerezza.

Masahiko: " Posso? ".

Shion si accorse che stava indicando la bottiglia che aveva lasciata sul tavolino basso da sala e dopo un attimo di indecisione si limitò ad annuire. Masahiko la sollevò e bevve con soddisfazione. Lo vide poi riavvitare il tappo di plastica e poggiare di nuovo la bottiglia sul tavolo.

Masahiko: " Che caldo! ".

Shion lo guardò in silenzio, mentre le tornava in mente l’espressione serena e decisa di Kaoru. Era davvero innamorata di lui quell’imprevedibile ragazza?

Masahiko: " Ti va di fare due passi? ".

Fu colta di sorpresa da quella richiesta solo perché la sua mente era ben lontana dal salotto di casa Asagi.

Shion: " No, non ho voglia di rivestirmi. Però possiamo starcene un po’ al fresco in terrazza, che dici? ".

Masahiko: " Dico che è un’ottima idea ".

La affiancò e mentre si spostava aprì le persiane lasciando entrare un po’ d’aria fresca nella stanza. E con essa entrò anche un po’ di luce che gli permise di vedere chiaramente i ricami azzurri sulla stoffa bianca del suo pigiama.

Shion uscì, affiancò la poltrona sdraio alla sua gemella e vi si sedette. Masahiko fece per imitarla, ma esitò un momento. Rientrò in casa, afferrò la maglia del proprio pigiama e la bottiglia d’acqua e la raggiunse nuovamente in terrazza.

Shion: " Hai paura di prendere freddo, piccolino? ".

Masahiko: " Si mamma. Se dopo mi ammalo sarai tu costretta a dormire su quel divanaccio duro, non ti pare? ".

Shion: " Ma che premuroso! ".

Risero sinceramente divertiti e Shion pensò che se Kaoru li avesse visti in quel momento non ne sarebbe stata affatto contenta.

 

Masahiko: " Sei sicura di non aver freddo? ".

Shion: " Ma insomma Masahiko, è la centesima volta che me lo chiedi! ".

Masahiko si voltò dall’altra parte appena imbronciato, nonostante lei avesse parlato con il sorriso sulle labbra.

Masahiko: " Scusa tanto se mi preoccupo… "

Shion cercò di nuovo il suo sguardo, " E tu hai freddo? ".

Masahiko: " Per la verità questo vento mi sembra si sia rinfrescato… ".

Shion: " Forse è un po’ di umidità… è da un bel po’ che siamo qui fuori… ".

Masahiko: " A-ha ".

Shion: " Dov’è l’acqua? ".

Masahiko si sollevò leggermente dallo schienale e allungò il braccio verso terra, " Eccola ".

Shion: " Ehi, ma l’hai quasi finita cammellone! ".

Masahiko: " Posso andare a prenderne dell’altra se vuoi ".

Shion osservò con più attenzione il contenuto della bottiglia di plastica, " No, non è necessario, questa mi basta ".

Svitò il tappo e bevve direttamente dalla bottiglia. Masahiko la guardò sorpreso e quando ebbe finito si voltò altrove per non farle notare quel leggero imbarazzo che aveva sentito salire al volto e per il quale sicuramente l’avrebbe preso in giro.

Shion: " Mi sa che è ora di andare a letto ".

Masahiko: " Che ore sono? ".

Shion gli mostrò il polso nudo, " Non lo so, ma è un bel pezzo che siamo qui ed era già tardi prima.. ".

Masahiko: " Ma siamo in vacanza, no? ".

Shion gli strizzò l’occhio, " Si, ma se non dormo abbastanza mi verranno le occhiaie ".

Masahiko la vide alzarsi e la imitò controvoglia, " Va bene, va bene ".

Prima di rientrare gettò una rapida occhiata alle due sdraio affiancate. Quei momenti erano volati. Succedeva sempre così. Chissà quando avrebbe avuto nuovamente l’occasione di passare un po’ di tempo da solo con lei. Intorno a loro c’erano sempre troppi intrusi per i suoi gusti.

Shion: " Masahiko, che fai? ".

Masahiko: " Eccomi, arrivo ".

Entrò e chiuse le persiane alle sue spalle pensando già con ansia alla notte che l’aspettava. Shion l’aspettò all’interno e percepì chiaramente l'odore dello scotch. Osservò il sacco a pelo gettato sul divano, lo ricordò tutto rattrappito su quella sistemazione davvero troppo scomoda e prese la sua decisione. Quando lui l’affiancò gli parlò con tono assolutamente naturale, " Vieni su ".

Masahiko: " Come? ".

Shion: " Ho detto vieni su ".

Ma lui la guardò con aria sinceramente interrogativa e la costrinse a spiegarsi meglio, " Non puoi dormire tutta la notte su quel divano. Domani sarai a pezzi ".

Masahiko rimase in silenzio e la sua espressione le fece ancora una volta tenerezza. Quindi lo disse di nuovo, " Vieni su ".

Si avviò verso le scale e si voltò per accertarsi che la stesse seguendo, ma lui era ancora distante.

Shion: " Andiamo, dai ".

Masahiko fece finalmente un passo nella sua direzione, " Si ".

Lo aspettò sul secondo gradino e gli fece segno di non far rumore. Parlò piano, " Però domattina dovrai scendere prima di loro, altrimenti sarà un pandemonio… ".

Masahiko fece meccanicamente cenno di si con la testa e la seguì lungo le scale.

Shion entrò in camera per prima e, dopo che anche lui ebbe oltrepassato la soglia, chiuse la porta cercando di non fare il minimo rumore. Masahiko era rimasto in piedi accanto alla porta e la guardò salire sul letto e attraversare il materasso di traverso.

Shion si stese e si coprì fino allo stomaco con il lenzuolo, " Allora, che fai? ".

Masahiko: " Si, si, vengo ".

Si sedette sul letto e si stese in modo che fu sicuro essere risultato innaturale. Seguì il suo esempio e si coprì con il lenzuolo fino a metà torace. Si voltò con titubanza verso di lei e la vide sorridere divertita.

Masahiko: " Che ridi? ".

Shion: " Niente ".

Masahiko: " Bugiarda ".

Shion rise sottovoce per non rischiare di svegliare le due che dormivano a pochi metri di distanza, " Non dirmi che sei in difficoltà… ".

Masahiko: " Si che lo sono, scema ".

Shion riuscì a non far troppo rumore soltanto perché fu tempestiva a soffocare le risa con una mano di fronte alla bocca.

Masahiko: " Non prendermi in giro, ti prego ".

Smise di ridere e si girò su di un fianco guardando il suo viso.

Masahiko: " Tu dovresti saper bene qual’è il motivo del mio imbarazzo. E non è corretto da parte tua prendermi in giro per questo ".

Shion studiò con attenzione la sua espressione, " A dire la verità non ne sono proprio sicura ".

La guardò sorpreso e lei parlò con fare malizioso, " Non dovrebbe farti piacere essere qui? ".

Quello sguardo accese qualcosa dentro di lui e allo stesso tempo gli dette il coraggio di ripagarla con la stessa moneta, " Beh, si. Ma sono qui per una ragione diversa da quella che vorrei ".

Quelle parole la stupirono ancor più di quelle che aveva sentito da Kaoru qualche ora prima. Era proprio la serata delle sorprese quella, non c’era che dire. Ma nello sguardo di Masahiko lesse chiaramente che lui sapeva fin troppo bene che quello era solo un gioco.

Shion: " Ehi, ma come siamo intraprendenti stasera. Non sarà stato l’incidente di Kaoru a mandarti su di giri? ".

Masahiko: " Kaoru? ".

Shion: " Non fare il finto tonto. Ti ho visto bene come l’hai guardata oggi, sai? ".

Masahiko: " Ma io… ".

Shion: " Non vorrai negarlo ".

Masahiko scosse deciso la testa, " No, cioè, si ".

Poi si sporse in avanti preoccupato, " Non l’ho nemmeno guardata. Mi sono addirittura voltato quando… ".

Shion: " … quando? ".

Capì di essersi messo nei guai da solo, " Si, insomma, quando le hanno fatto il gavettone… ".

Shion rispose fatalista, " Visto? ".

Parlò rammaricato, " Ma insomma, che dovevo fare? Anche tu eri lì, non hai visto niente? ".

Shion: " Non è la stessa cosa ".

Masahiko: " Ma… ".

Shion: " Niente ma. Sei sempre il solito sciocchino che si fa prendere in giro… ".

Osservò sorpreso quel rapido voltafaccia e si sentì prendere la punta del naso mentre la vedeva ricominciare a ridere.

Masahiko: " Sccc! Piano! ".

Gli fece il verso portandosi l’indice davanti al naso e poi si stirò la schiena distendendosi a pancia in giù e affondando la guancia nel cuscino.

Shion: " Adesso basta giocare, mi sta venendo sonno ".

La guardò chiudere gli occhi lentamente ed indugiò sui lunghi capelli neri che si erano distesi sulla schiena. Le rotonde spalle nude e la pelle lucente del suo viso riflettevano la poca luce che penetrava dalla finestra.

Masahiko si accomodò sul proprio fianco e, senza distogliere lo sguardo da lei, parlò sottovoce, " Buonanotte ".

 

Quando socchiuse gli occhi il sole sembrava essere già alto. La luce, infatti, entrava prepotentemente dalla persiana e raggiungeva persino il letto.

Si mosse appena e si fermò un attimo dopo. Realizzò subito che ciò che premeva contro la sua schiena non poteva essere altro che il corpo di Masahiko. Quella sensazione la confuse per un momento, ma poi si concentrò su quel contatto e concluse che doveva trattarsi della sua schiena. Si, la sua schiena contro la propria.

Si rilassò un attimo e si rese conto che quella sensazione non le dispiaceva per niente. Ebbe quasi la tentazione di chiudere di nuovo gli occhi ed indugiò a lungo prima di rendersi conto che Asagi e Kaoru avrebbero potuto essere già in piedi.

Si mosse con cautela e quando fu seduta sul letto si voltò verso Masahiko. Il suo viso le sembrò quello di un bambino tra le braccia della madre. Sorrise, ma poi rifletté sul fatto che non aveva mai visto lo sguardo di un uomo tra le braccia della donna che ama. E concluse che forse non sarebbe stato molto diverso.

Sorrise di nuovo tra sé e si alzò silenziosamente. Quelle due pazze avrebbero potuto essere già sveglie e sul piede di guerra, ma non si pentì di avergli permesso di dormire con lei.

 

Asagi si svegliò con una fastidiosa sensazione sul viso. Qualcosa, e non aveva la minima idea di cosa fosse, le stava solleticando insistentemente la guancia. Tentò di scacciarlo, muovendo faticosamente una mano, ma urtò una cosa inaspettatamente grande e dura. Per la sorpresa aprì prontamente gli occhi, e fu subito costretta a richiuderli a causa della luce troppo intensa nella stanza. Mugugnò prima di ritentare, e stavolta mise a fuoco ciò che la infastidiva tanto. Due grosse dita, grosse per l’estrema vicinanza, erano posate tranquillamente sulla sua faccia, ed era sicura che non fossero le sue.

Sospirò e afferrò quella mano con la propria, facendola ricadere senza troppe attenzioni sull’addome della sua proprietaria, troppo intenta a ronfare per accorgersi della sua invadenza. Si mise seduta, con notevole sforzo, e osservò Kaoru sdraiata al suo fianco. Sarebbe stato più esatto dire stravaccata, considerando che, con la sua posizione estremamente comoda, occupava da sola tre quarti del letto.

Solo allora Asagi si accorse di un altro fastidioso particolare, sgradevole ricordo della sera prima. Oltre il pessimo risveglio, dovette fare i conti anche con un indesiderato cerchio alla testa. Si massaggiò le tempie lentamente, chiudendo gli occhi e tentando di rilassarsi, e si chiese come le fosse venuto in mente di bere in quel modo. Aveva sempre saputo di non essere una gran bevitrice e, proprio per quel motivo, non andava mai oltre un bicchiere o al massimo due. Eppure ieri sera, sotto gli occhi di Shion per giunta, aveva deciso di sfidare i propri limiti. Sfida abbondantemente persa, tra l’altro, e quelli ne erano i disastrosi risultati. Ebbe l’impressione che c’entrasse Masahiko in quella storia, quando qualcosa andava male lui c’entrava sempre, e prese mentalmente nota di una potenziale vendetta.

A tutto ciò doveva aggiungersi anche l’incubo che l’aveva agitata durante la notte. Tutto era cominciato nel migliore dei modi, con lei e Shion insieme. Ma poi, uno dopo l’altro, avevano cominciato ad apparire mille corteggiatori, che cercavano insistentemente di portargliela via da sotto il naso, e, più lei tentava di allontanarli, più loro diventavano invadenti. E, per ultimo, era sbucato da chissà dove perfino Masahiko, che, esibendo quella sua irritante ingenua espressione, aveva trascinato Shion lontano da lei. Sbuffò alzandosi dal letto e gettando di lato la parte del lenzuolo che Kaoru le aveva “generosamente” concesso. Quel pivello riusciva a rovinarle i piani persino in sogno!

Decise che una doccia avrebbero giovato al suo umore, e, ancora di più, lo avrebbe fatto dare il buongiorno a Shion prima di chiunque altro. A quel pensiero non poté fare a meno di sorridere, e perfino il mal di testa le sembrò più sopportabile. Lanciò un’ultima occhiata alla ragazza addormentata e, constatando che non sembrava affatto intenzionata a svegliarsi tanto presto, uscì chiudendo silenziosamente la porta dietro di sé.

 

Masahiko ebbe l’impressione di non aver mai dormito così bene in vita sua. Quel letto era terribilmente comodo, molto più dell’inospitale divano a cui sarebbe stato destinato se non fosse stato per Shion.

Shion, era piacevole incominciare la giornata pensando a lei. In genere, questa prendeva sempre una bella piega quando accadeva. Si girò nel letto beatamente, concedendosi un po’ di sano oziare prima di alzarsi. Forse nemmeno Shion era ancora in piedi.

Masahiko: " Shion ".

Il ragazzo aprì subito gli occhi, mettendosi a sedere e osservando accanto a sé. Provò a mettere a fuoco quella parte del letto, ma constatò che era vuota, anche se era evidente che qualcuno ci aveva dormito. Si rese conto di essere veramente nella stanza di Shion, nel letto dove avevano dormito insieme.

Shion: " Buongiorno, Masahiko. I tuoi risvegli sono sempre così agitati? ".

Quei pensieri vennero interrotti dalla sua voce, ancora un po’ assonnata e piuttosto bassa. Seguendola scoprì la ragazza in piedi vicino alla porta. La sua espressione era un misto di sorpresa e divertimento. Ma era sempre presente anche una sfumatura quasi impercettibile che non aveva ancora imparato a decifrare completamente, ma che la rendeva dolce e gradevole.

Masahiko non riuscì a impedirsi di arrossire un po’ alla sua osservazione e poté solo ammettere la verità, " Credevo fosse stato tutto un sogno ", il suo sguardo si rasserenò, " Buongiorno anche a te, comunque ".

Shion, dall’altro lato della stanza, rispose al suo sorriso, ma subito la sua espressione si allarmò. Il ragazzo la vide intimargli di fare silenzio e tendere l’orecchio alla porta. Pochi secondi e quasi saltò giù dal letto quando qualcuno bussò.

I due si scambiarono un’occhiata preoccupata. Dall’altra parte della porta avrebbe potuto esserci Asagi, o Kaoru, o addirittura entrambe, visto quanto andavano d’accordo di recente. Se fossero entrate, avrebbero sicuramente equivocato la situazione, dove in effetti tutte le prove erano contro di loro, e addio weekend di pace e tranquillità. A ben pensarci, queste parole stonavano un po’ quando si trattava di quelle due.

Come a voler dare voce ai pensieri di Masahiko, Asagi parlò e le sue parole suonarono inaspettatamente allegre, " Shion, sei sveglia? ".

Guardò Shion, tentando di capire quali fossero le sue intenzioni. La ragazza osservò la porta per qualche istante, poi indietreggiò lentamente, facendogli ancora segno di tacere.

Shion: " Si, stavo giusto rifacendo il letto ".

La risposta di Asagi fu lesta, " Ti do una mano allora ".

I due ragazzi osservarono con terrore il lento movimento della maniglia, ma Shion si precipitò a bloccarla prima che la porta si aprisse, " E’ meglio di no! Devo ancora cambiarmi ".

Si sentì il suono della serratura che scattava, richiudendosi, e poi nuovamente la voce di Asagi, meno gioiosa stavolta, " Come vuoi ".

Shion poggiò ancora l’orecchio alla porta e ascoltò, col cuore in gola, i passi della ragazza farsi sempre più lontani, finché non sentì il rumore di un’altra porta che veniva chiusa. Solo allora tirò un sospiro di sollievo, subito imitata da Masahiko.

Shion: " Devi tornare di sotto o si accorgerà che non hai dormito sul divano stanotte ".

Masahiko: " Ok, vado subito", si alzò dal letto, prendendo in mano i suoi sandali e raggiungendola.

Shion: " Aspetta ".

Aprì il più silenziosamente possibile la porta, arrischiandosi a tirare fuori la testa e, solo quando fu sicura che non ci fosse alcun pericolo, fece strada a Masahiko, aprendola del tutto, " Via libera ".

Lui le sorrise, uscendo nel corridoio in punta di piedi e notò che le altre due porte che davano sul pianerottolo erano entrambe chiuse.

Raggiunse così le scale e le scese cautamente, sempre in punta di piedi, lanciandosi ogni tanto rapide occhiate alle spalle. Lo spettacolo che dava era piuttosto divertente, Shion dovette ammetterlo, e vederlo muoversi in quel modo buffo le fece salire una risatina alle labbra.

Prima di sparire dalla sua vista, Masahiko le rivolse un sorriso trionfante dall’altra estremità delle scale, e mosse le labbra mimando una parola, " Grazie ".

Di colpo, la porta del bagno si aprì e la ragazza trasalì, trovandosi davanti Asagi in accappatoio, " Shion? ".

Shion guardò inconsciamente il punto dov’era fermo Masahiko fino a qualche secondo prima e, con sollievo, constatò che lui non c’era più. Quindi le rivolse un sorriso, muovendosi nella sua direzione, " Ehi, hai già finito col bagno? ".

Senza attendere risposta si tuffò all’interno, chiudendocisi dentro. Nel corridoio, ormai deserto, Asagi fissò confusa la porta dietro la quale era sparita. Quando poi stava entrando nella sua stanza, lo sguardo le cadde inevitabilmente all’interno della camera di Shion, in particolare sul letto ancora interamente disfatto.

Si soffermò su quello strano particolare per qualche istante, ma decise di lasciar perdere la cosa, spostando, molto più volentieri, la sua attenzione sulla nuova giornata appena cominciata.  

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Capitolo 12
*** La sfida ***


FAMILY COMPO 2

CAPITOLO 12

 

 

LA SFIDA

 

 

 

Kaoru venne svegliata da un intenso frastuono. Ancora intontita, si guardò intorno, osservando la stanza vuota. Sulla sedia accanto al letto, dalla parte in cui aveva dormito Asagi, notò subito il suo elegante pigiama piegato con cura.

A giudicare dalla luce che entrava dalla persiana socchiusa, doveva essere molto tardi. La ragazza si tirò su, alzandosi e stiracchiandosi con piacere. Aveva dormito piuttosto bene quella notte, e, dopo una abbondante colazione, era sicura che si sarebbe sentita ancora meglio.

Un altro rumore improvviso, ancora più forte del primo, la fece sussultare stavolta. Incuriosita, uscì dalla stanza affacciandosi sulle scale. Sentì indistintamente qualcuno che stava borbottando seccato, e, mentre scendeva al piano di sotto mettendo piede in salotto, capì senza difficoltà chi fosse il responsabile di tutto quel baccano. Attraversando la stanza, in cui, fortunatamente, il fastidioso odore di alcool della sera prima era quasi del tutto scomparso, vide il sacco a pelo di Masahiko ripiegato e adagiato su uno dei divani.

Lo fissò a lungo, finché un nuovo rumore non richiamò la sua attenzione.

Masahiko: " Accidenti! ".

Il ragazzo raggiunse velocemente il lavandino, fermando la mano dolorante sotto il getto d’acqua fresca, mentre il contenuto della pentola con cui si era scottato riprese a bollire, quasi per fargli dispetto. Succhiandosi il malcapitato dito tra le labbra, abbassò frettolosamente il gas, spegnendolo però del tutto.

Masahiko: " Ma porca... ".

Kaoru: " Hai intenzione di demolire la cucina? ".

Masahiko si voltò verso la porta, trovandosi davanti Kaoru in pigiama, che gli sorrideva divertita e un po’ frastornata. Gli si avvicinò, allungandosi per osservare il contenuto dei tegami sui fornelli, e storse leggermente il naso.

Kaoru: " E questo cosa sarebbe? ".

Il ragazzo la spinse da parte, prendendo a mescolare e sbuffando infastidito, " Il nostro pranzo! ".

Kaoru: " Che? Quella strana poltiglia sarebbe il nostro pranzo? ".

Masahiko tentò di ignorare il suo tono schifato, " Esatto ".

Kaoru raggiunse il frigorifero, cercando qualcosa da mettere sotto i denti, possibilmente che la saziasse abbastanza da non costringerla a mangiare quella roba. Mentre poggiava sul ripiano il meglio che aveva trovato, diede un’occhiata fugace al ragazzo, che aveva preso ad affettare delle verdure sul tavolo.

Kaoru: " Cos’è questa novità? ", lui si destò dalla concentrazione che stava mettendo nell’operazione e le rivolse uno sguardo confuso, " Perché sei proprio tu a cucinare? ".

Il viso di Masahiko si corrucciò, ripensando al motivo, e riprese a tagliuzzare le verdure con maggior vigore, " E’ una lunga storia ".

Si sentiva un’idiota a rivelare che la ragione per cui si era proposto di cucinare per tutti era che quell’antipatica di Asagi aveva osato asserire che lui non ne era capace. Ma si sentiva ancora più idiota se pensava che, accettando quella sciocca sfida, aveva solo fatto il suo gioco. Adesso lei sicuramente se ne stava sdraiata sulla spiaggia accanto a Shion, totalmente libera di mettere in atto qualsiasi subdolo programma avesse in mente. Un pezzo di carota volò fino a dove mangiava Kaoru, tanta era l’energia che ci stava mettendo nel farla a pezzi.

Lei lo osservò continuare quel massacro ma poi, cercando qualcosa da bere, gli fece la domanda che più le premeva, " C’entra Shion, non è vero? ".

Masahiko si fermò voltandosi verso di lei, ma vide che era in gran parte nascosta dallo sportello aperto del frigorifero. Tra i due ci fu qualche interminabile secondo di silenzio, che si interruppe però quando Kaoru tirò fuori la testa dal frigo, mettendo in mostra il suo solito ghigno, " Scommetto che ti ha fregato, costringendoti a fare da mangiare! E tu, che sei un ingenuotto, ci sei cascato, non è così? ".

Masahiko resto un attimo interdetto, ma poi la familiare sensazione di essere preso in giro tornò a farsi sentire e rivolse nuovamente la sua attenzione alle verdure, sbuffando, " Sempre la solita, tsk! ".

Kaoru sogghignò, divertita dalla sua reazione. Potevano essere cambiate molte cose nei suoi sentimenti nei confronti di Masahiko, ma non avrebbe mai rinunciato a gustarsi la sua faccia in quei momenti.

Riprese il suo posto, versandosi da bere, e continuò ad osservarlo, " E’ andata davvero così? ".

Il ragazzo parlò senza distogliere lo sguardo da ciò che stava facendo, " Non proprio ", notando, con la coda dell’occhio, lo sguardo perplesso della ragazza. Continuò con un sospiro, " E’ stata Asagi ".

Kaoru: " Asagi? ".

Masahiko: " Si, la sola e unica. E per fortuna... ", il suo tono si rifece adirato al solo pensiero.

Kaoru rifletté su quel nuovo particolare. Non era certo strano che anche Asagi fosse riuscita a raggirare Masahiko, era una cosa piuttosto facile da fare. Ma ciò che la colpì fu che quella aveva tutta l’aria di una delle famose occasioni di cui avevano parlato in spiaggia il giorno prima. Asagi doveva essere, con tutta probabilità, in compagnia di Shion in quel momento. E lei si trovava sola in casa con Masahiko. Se non era questa un’occasione, cos’altro poteva definirsi tale?

Si sentì improvvisamente in imbarazzo a stare nella stessa stanza con lui e non seppe spiegarsi il perché. E si sentì anche stranamente impacciata quando notò che lui la stava guardando.

Masahiko: " Ti senti bene? Hai la faccia tutta rossa ".

Studiò il suo viso mentre cercava di pensare a una risposta spiritosa da dargli, per farlo arrabbiare magari, e riportare la conversazione su un terreno a lei più congeniale, ma la sua mente era inaspettatamente vuota.

Guardò il bicchiere che aveva tra le mani, " S-sto bene. Ho solo un po’ caldo ".

Masahiko sembrò tranquillizzarsi e riprese ad affettare, annuendo, " Già, comincia a fare caldo qui dentro ", Kaoru si sentì sollevata vedendolo muovere una mano vicino al viso per ventilarsi un po’.

Quando riprese a sminuzzare verdure, la ragazza osservò il suo profilo, sorprendendosi di quante poche volte l’avesse fatto. I suoi lineamenti erano delicati e fanciulleschi, sembravano rispecchiare perfettamente la candida ingenuità che lo contraddistingueva. E non aveva mai notato come i capelli gli scendessero davanti agli occhi mentre si piegava, o il modo in cui corrugava leggermente la fronte quando era assorto.

Lentamente si tranquillizzò, vederlo così immerso nei suoi compiti le dava uno strano senso di serenità. Senza sapere dove trovasse quella sicurezza, pensò che forse avrebbe potuto rimanere per ore a fissarlo, senza mai stancarsi.

Abbassò lo sguardo sulla bevanda nel suo bicchiere. Erano questi i pensieri di una donna? Probabilmente si. Riusciva ad ammetterlo più facilmente adesso, per quanto li sentisse ancora molto lontani da sé, ma ebbe il sospetto che fosse tutto così semplice solo perché non doveva condividerli con nessuno, perché erano ancora soltanto suoi.

Bevve un sorso d’acqua. Però, anche ammetterlo solo con sé stessa forse poteva considerarlo un passo in avanti. Fino a qualche settimana prima, se qualcuno le avesse detto che un giorno si sarebbe trovata a fantasticare su un ragazzo come una femminuccia, gli avrebbe riso in faccia senza pensarci. Anzi, prima gli avrebbe dato un pugno e poi avrebbe riso.

Ma adesso era tutto diverso, lei si sentiva diversa. Si sentiva in continua evoluzione e non aveva la più pallida idea di dove tutto ciò l’avrebbe portata. C’era un solo punto fermo in quella confusione.

Masahiko: " Come mai così pensierosa? ".

Kaoru sollevò gli occhi verso di lui, scoprendo Masahiko intento a mescolare il contenuto di una delle pentole. Parte delle verdure che aveva tagliato era raccolta ordinatamente in diversi recipienti, pronta per fare compagnia alla brodaglia sul fuoco.

Kaoru: " Niente di importante ", notando la sua espressione incuriosita si affrettò a cambiare argomento, " Allora, a che punto è il tuo piano per avvelenarci tutti? ".

Masahiko: " Spiritosa. E’ a buon punto, comunque ".

Lo osservò prendere un assaggio di ciò che cucinava con un mestolo e versarlo diligentemente in un piattino, che poi portò alle labbra. E vide anche i suoi occhi sgranarsi e quasi sul punto di lacrimare quando lo poggiò sul ripiano.

Kaoru: " Tutto ok, Masahiko? ".

Lui si limitò ad annuire e, dopo aver deglutito, finalmente parlò, " E’ bollente ", si concentrò sulla degustazione, " Ed è buono… ".

Le rivolse un sorriso vittorioso e, quando si mosse per prendere le verdure da aggiungere, non poté vedere il leggero rossore che questo provocò sul viso di Kaoru. Lei si girò dall’altro lato, maledicendo quella nuova e detestabile abitudine di arrossire così facilmente davanti a lui.

Fortunatamente Masahiko dette l’impressione di non accorgersi di nulla, entusiasmato dalle sue imprese culinarie. La ragazza lo guardò intento in quelle faccende e prese la sua decisione. Era o non era la sua occasione quella? E allora l’avrebbe sfruttata come doveva.

Kaoru: " Ehi, vuoi una mano? ".

Non era certo preparata allo sguardo di completo sbalordimento che le rivolse, " Cosa? ".

Kaoru: " Ho chiesto se ti serve una mano, sei sordo? ", una parte di lei iniziava già a pentirsi della sua decisione, ma si impose di tener duro. Prima o poi sarebbe diventato tutto più facile, o almeno così sperava.

Masahiko la guardò sbalordito. Kaoru che si mostrava così gentile e disponibile non era qualcosa che si poteva vedere tutti i giorni. Anzi, faticava persino a ricordare quando fosse stata l’ultima volta che era avvenuto, sempre che ci fosse stata.

Masahiko: " Certo, se vuoi ".

Visto quanto fosse raro quell’avvenimento, non sarebbe stato un male sfruttarlo. Chissà quando sarebbe ricapitato ancora. Tornò a dedicarsi alle sue pietanze osservandola con la coda dell’occhio, " Ma sei sicura di saper cucinare? ".

Kaoru rimase interdetta, con una istintiva replica tagliente sulla punta della lingua, che frenò davanti al suo ghigno divertito, " Uno pari ".

Solo allora sorrise anche lei, e solo in quel momento seppe con certezza di non essere affatto pentita della sua decisione.

Masahiko continuò a ridacchiare, almeno finché il coperchio di una delle altre pentole non venne sbalzato via a causa di ciò che vi bolliva dentro, sporcando dappertutto.

Masahiko: " Maledizione! ".

Kaoru si godé il tutto e fu il suo turno di ridersela della grossa, " Che imbranato ".

Masahiko: " Invece di ridere, dammi una mano, cretina! ".

Kaoru: " Eccomi, eccomi ".

 

Shion sorpassò il cancello del giardino e seguì Asagi verso l’edificio. Era stata una mattina piacevolmente tranquilla, erano state in spiaggia ed Asagi non era stata eccessivamente appiccicosa. Faceva caldo, però, e già pregustava una bella doccia ed un riposino al fresco. Salirono i pochi gradini che conducevano al terrazzo e posarono i teli ed il resto dell’attrezzatura da mare sulle poltrone bianche da giardino sistemate sotto un ombrellone anch’esso bianco.

Entrarono in sala e sentirono le voci di Masahiko e Kaoru provenire dalla cucina.

Masahiko: " Si, ecco, così ".

Kaoru: " Aspetta… ".

Masahiko: " Non aver paura, continua così ".

Kaoru: " Ma… ".

Masahiko: " Ecco, brava… ".

Kaoru: " Aspetta un attimo, più piano, piano… ".

Masahiko: " E dai, non fermarti proprio ora… tutto, tutto ".

Kaoru: " Così va bene? ".

Masahiko: " Si, benissimo ".

Le ragazze erano rimaste immobili in mezzo al salotto prese da quello strano colloquio. Asagi guardò Shion. Il suo viso era gelido e tirato. I suoi occhi erano stretti come fessure e le sue mani contratte e dure. Che avesse improvvisamente perso la sua proverbiale freddezza? L’idea le fece piacere e le dispiacque allo stesso tempo. La vide fare lentamente un passo verso la cucina, poi un altro. Fu quasi tentata di allungare una mano per fermarla, ma poi desistette. Quando arrivò sulla soglia trattenne il fiato attendendo gli eventi.

Lo spettacolo che le si parò davanti era veramente sorprendente. Masahiko e Kaoru indossavano entrambi un grembiule da cuoco con una fantasia di frutta. Pere per Masahiko, fragole per Kaoru. Erano ripiegati su una grossa pentola che bolliva sul fuoco e mentre lui teneva sollevato il coperchio girando continuamente il contenuto, lei vi versava della salsa rossa da un recipiente di plastica trasparente.

Masahiko: " Insomma, Kaoru, ho detto tutto ".

Kaoru: " Secondo me è troppo, sciuperai tutto quanto ".

Masahiko: " Adesso basta! So io quanto ne serve! ".

Kaoru: " Va bene, va bene, quanto sei suscettibile… ".

Shion si passò una mano tra i capelli e si sentì tremendamente stupida. Asagi capì che la tensione era calata e la raggiunse sulla soglia vedendo finalmente Kaoru in azione. Ne sorrise compiaciuta e decise di dare finalmente notizia ai due cuochi della loro presenza.

Asagi: " Ehi! Allora, a che punto siamo con il pranzo ragazzi? ".

Masahiko e Kaoru si voltarono sorpresi e quest’ultima fece istintivamente un passo indietro allontanandosi da Masahiko e maledicendosi un attimo dopo. Accidenti, doveva farne ancora di strada…

Masahiko: " Ehi! Non avrai delle pretese anche sull’orario, adesso! Comunque tra poco è pronto ".

Asagi: " Sono proprio curiosa, senpai ".

Shion: " Anche io un po’ lo sono ".

Asagi: " Non vale però, non era previsto che dovessi farti aiutare ".

Masahiko: " Aiutare? Da Kaoru? ".

Pensò di spiegare che era stata un intralcio più che un aiuto, ma poi cambiò idea ricordando come si fosse offerta e come gli fosse apparsa stranamente gentile per tutto il tempo.

Masahiko: " Beh, non era neppure stabilito il contrario, però ".

Asagi: " Beh, hai ragione, e, in fondo, hai fatto bene a farti aiutare, altrimenti chissà che cosa avremmo mangiato oggi… ".

Shion fece una smorfia che non sfuggì a Kaoru, la quale parlò con tono polemico, " Ehi, vuoi dare una mano anche tu? ".

Shion: " No, grazie, devo andare a farmi una doccia ".

Sparì sulle scale lasciandoli alle prese con pietanze e stoviglie. Asagi osservò piacevolmente stupita Kaoru tornare in azione e riparò riguardosamente in salotto.

Asagi: " Io intanto apparecchio la tavola… ".

 

" Eccoci arrivati ".

Asagi, a capo del gruppo, fece strada all’interno della grande piazza della piccola località di mare, letteralmente invasa da una moltitudine di bancarelle, tutte fastosamente decorate e prese d’assalto dagli innumerevoli turisti accorsi per i festeggiamenti di metà estate, celebrazione tradizionale in tutto il Giappone e forte richiamo anche per gli abitanti della zona.

Masahiko: " E’ incredibile! ", continuava a guardarsi intorno con gli occhi che brillavano, sinceramente meravigliato da tutto quel movimento.

In molti sfoggiavano per l’occasione kimono dalle fantasie più svariate, contribuendo a ricreare quella magica e antica atmosfera propria delle feste tradizionali.

Asagi non badò affatto al suo commento, troppo impegnata a compiacersi della propria idea di passare lì il resto della giornata e, soprattutto, per lo sguardo di approvazione di Shion. All’inizio era stata un po’ restia al nuovo programma, ma adesso, almeno a giudicare dalla sua espressione colpita, era ovvio che avesse cambiato idea.

Infine, si voltò verso Kaoru, sorridendo al suo lampante buon umore. Immaginò che, pur di evitare la spiaggia, le sarebbe andato bene qualsiasi programma. E il suo sorriso si allargò quando la vide guardarsi intorno con aria circospetta, supponendo che ritenesse il gavettone del giorno prima più che sufficiente per quel weekend.

Fu lei ad adocchiare subito qualcosa di interessante, " Che ne dite di avvicinarci a quella rivendita di chakinshibori? Visti da qui sembrano piuttosto appetitosi ".

Shion la guardò incredula, " Ma non ti sei rimpinzata a dovere solo poche ore fa? ".

Kaoru: " Che colpa ne ho se ho ancora fame? ".

Shion: " Mi sorprende che, con questi ritmi, tu non sia ancora diventata una cicciona ".

Kaoru sbuffò, " Tsè, non sarebbero comunque affari tuoi! ".

Shion: " Ah si? E io che credevo che un uomo non badasse a queste cose... ".

La ragazza in risposta le rivolse un’occhiata torva, ma scoprì che Shion già guardava dalla parte opposta.

Asagi: " Io sono d’accordo. Finalmente potremo mettere sotto i denti qualcosa di gustoso ".

Dimenticando il precedente battibecco, Kaoru ridacchiò a quel commento, " Di la verità, ti brucia ancora aver dovuto ammettere che Masahiko non se l’è cavata affatto male con il pranzo, eh? ".

Asagi sbuffò, lanciando un’occhiataccia al ragazzo, che continuava ad ammirare i festoni e le lanterne tradizionali, " Tsk, diciamo piuttosto che se l’è cavata un po’ meglio di quanto mi aspettassi ", sollevò volutamente la voce perché lui sentisse, " E non mi aspettavo granché da uno come lui ".

Con sua sorpresa però, Masahiko si voltò verso di lei con un ghigno spropositato che gli illuminava il viso, cosa che la fece infuriare ancora di più.

Asagi: " Per di più, hai ridotto la cucina a un vero porcile, senpai! ".

Il ragazzo seguitò a ghignare, pensando che se avesse saputo per tempo come sarebbe andata a finire non si sarebbe tanto impegnato.

Shion e Kaoru osservarono la scena divertite. Quei due non riuscivano proprio ad andare d’accordo, ogni scusa era buona per punzecchiarsi o farsi dispetti, proprio come due bambini.

Masahiko si sporse un po’ di più verso Asagi, " Non ho sentito bene. Hai per caso detto che il pranzo era buono? ".

Lei continuò a sbuffare. Quello che era nato come un pretesto per togliere di mezzo quel pivello e regalargli una grandiosa umiliazione pubblica si era ritorto completamente contro di lei. Scommettere sulla bontà del pranzo il turno di lavare i piatti era stata una pessima idea, visto che ciò che Masahiko aveva preparato superava di gran lunga le sue grigie aspettative, e che, per questo, le era toccato rassettare tutta la baraonda che aveva lasciato in cucina. Ma la sola idea di dargli anche un minimo di soddisfazione più di quanto fosse stata costretta fu inconcepibile, perciò la sua risposta fu un commento asciutto, " Buono è decisamente una parola grossa. Commestibile mi sembra più adatto, avevo il terrore che ci avvelenassi tutti quanti ".

Lui si limitò a rivolgerle un’occhiata di traverso.

Asagi: " E poi sono sicura che l’aiuto di Kaoru sia stato fondamentale per ottenere quel risultato ", un sorrisino malizioso le curvò le labbra, " E credo che la cosa non ti sia affatto dispiaciuto, non è così? ".

Il ragazzo la osservò per un attimo interdetto e rivolse istintivamente uno sguardo a Shion vicino a loro. Lei però teneva lo sguardo fisso su una delle bancarelle, apparentemente estranea alla conversazione. Kaoru, invece, si scoprì improvvisamente interessata ad un cartellone affisso poco lontano che pubblicizzava una delle attrazioni della festa.

Asagi si compiacque del risultato delle sue parole, se non altro erano servite a darle una piccola tregua. Quando ci si metteva, quel ragazzo sapeva essere davvero insopportabile. Perciò decise che rincarare la dose non sarebbe stata affatto una cattiva idea, " E poi, devo dire, senpai, che in una cosa mi hai davvero sorpreso... ", osservando il suo sorriso, Masahiko capì che non ne sarebbe venuto fuori niente di buono, " Di questo passo potresti diventare una donna perfetta. Nonostante ti ostini a negarlo, non ti travestiresti così spesso se non ti piacesse almeno un po’. E, per di più, te la cavi persino in cucina. Hai mai pensato che potrebbe essere questa la tua strada? ".

Kaoru e Shion guardarono Masahiko aspettandosi una delle sue solite sfuriate, ma rimasero sorprese entrambe. Dopo un’espressione vagamente somigliante a un disperato tentativo di trattenersi, il ragazzo ricambiò, quanto più disinvoltamente poteva, il sorrisino che Asagi gli stava rivolgendo, " Pensala come ti pare, ma una scommessa è una scommessa. E tu hai perso ". Sottolineò con immenso piacere l’ultima parte della frase, gustandosi l’espressione sulla sua avversaria. Era piacevole prendersi finalmente una rivincita su quella ragazzina indisponente.

Masahiko: " E, se mai volessi gustare un altro pasto prelibato, non devi far altro che chiedere. Potrei anche darti qualche consiglio, se ne avessi bisogno ".

Dopo di che, si allontanò dal gruppetto, avvicinandosi alla bancarella della pesca dei pesci rossi, dove alcuni bambini erano impegnati a catturarli con dei piccoli retini di carta.

Asagi strinse con forza la cinghia della sua borsa, " Dannato sbruffone! ".

Kaoru ridacchiò, " Però... sta imparando il ragazzo ".

Shion: " Con tutto il tempo che passa con te, è ovvio che abbia capito quando è il caso di rispondere per le rime ".

Kaoru si sentì leggermente in imbarazzo a quella... non seppe come definirla, non capiva se fosse una presa in giro o una semplice insinuazione. E l’espressione di Shion non le era certo d’aiuto, impenetrabile come sempre. Conoscendola, avrebbe potuto essere entrambe le cose.

Quindi, sorrise parimenti disinvolta, " Potrebbe essere ".

La osservò furtivamente ma dovette constatare, con un pizzico di rammarico, che la ragazza non si era minimamente scomposta, " E, comunque, mi risulta che nemmeno con te abbia vita facile... ".

Shion la guardò con un’espressione tranquilla e anche lei le rivolse un mezzo sorriso, " Potrebbe essere ".

Al contrario, la reazione di Kaoru si manifestò in maniera evidente. Asagi osservò la scena da sopra la spalla e le saltò subito agli occhi la chiara irritazione della sua alleata. Aveva fatto considerevoli passi avanti, specie in quel weekend, e constatò che, nonostante le apparenze, delle due era certamente quella che aveva fatto i progressi maggiori. Non solo aveva accettato i sentimenti che provava, ma aveva anche deciso di mettersi in gioco. Era davvero riuscita a stupirla, non avrebbe mai potuto prevedere cambiamenti così rapidi e significativi.

Kaoru infilò le mani in tasca e si mosse nella direzione presa da Masahiko sbuffando. Detestava non riuscire mai ad avere l’ultima parola con Shion.

Asagi la osservò con una certa soddisfazione affiancarsi a lui e sbirciare nella bancarella, prima di rivolgere alla ragazza al suo fianco un sorriso smagliante, " Andiamo anche noi, Shion. Ci sono un sacco di cose da vedere ".

Shion si limitò ad annuire, seguendola in mezzo alla folla.

 

Kaoru: " Sei davvero una schiappa, Masahiko! ".

I tentativi di minare la sua concentrazione andarono a buon fine, visto che Masahiko sbagliò clamorosamente mira, colpendo uno dei rinforzi metallici della vetrina, senza nemmeno sfiorare il piccolo bersaglio. Kaoru ridacchiò imbracciando il proprio fucile ad aria compressa, pronta a dargli un’altra lezione. Non era tanto il fatto che non riuscisse a centrare il cerchietto rosso ciò che la divertiva, quanto la sua faccia contratta in una smorfia di stizza per non esserci riuscito nemmeno stavolta.

Kaoru: " Guarda e impara, ragazzino ", si mise in posizione prendendo la mira, accompagnata da uno sbuffo seccato del ragazzo. Qualche secondo dopo sparò il suo colpo, mancando anche lei il centro del bersaglio, ma facendo un bel buco pochi pollici fuori dal cerchio più piccolo. Gli indirizzò un altro ghigno, ridacchiando davanti al broncio che le rivolse.

Masahiko: " Tsk, sei solo fortunata ".

Kaoru: " Che? Potrei batterti ad occhi chiusi se volessi! ".

Masahiko: " Ma davvero? ".

Kaoru: " Anche se avessi un braccio legato dietro la schiena, il risultato sarebbe sempre lo stesso ".

Osservando il suo viso, però, il ghigno le si spense sulle labbra. Fu sicura che, se fosse potuto accadere, a Masahiko sarebbe venuto fuori del fumo dalle orecchie. Si diede mentalmente della stupida, ripensando a ciò che si era ripromessa di fare quella mattina, e gli parlò con un tono più conciliante, " Il tuo errore sta nel modo di impugnare il fucile ".

Masahiko: " Eh? ".

Kaoru: " Tieni le mani troppo vicine, per questo fai fatica a prendere una mira precisa ".

Ignorando la sua faccia sorpresa assunse la classica posa da tiratore ghermendo il fucile, " Questa è la tua presa ", accentuò la posizione delle mani per mostrargli che difficoltà comportasse, e poi le mosse con notevole scioltezza nella posizione corretta, " E così è come dovresti metterle ".

Masahiko osservava assorto i suoi movimenti, cercando di tenerli a mente finchè lei non gli offrì l’arma, " Prova tu adesso ".

Lui la prese, ripetendo scrupolosamente ciò che le aveva visto fare. Provò a prendere la mira e si accorse subito di quanto fosse migliorata.

Kaoru si compiacque del suo sorriso soddisfatto e sorrise a sua volta, " Porta un po’ più avanti questa mano ", senza pensarci allungò la mano per mostrargli come fare, posandola sulla sua.

Masahiko, troppo preso dai suoi progressi, non si accorse né dell’insolita espressione della ragazza, né degli interminabili secondi, qualcuno più del necessario, in cui le loro mani rimasero in contatto.

Masahiko: " Così? ".

Kaoru: " S-si. Prova a mirare adesso ".

Lo osservò con quella stessa espressione mentre si piegava leggermente e prendeva la mira, per poi rivolgerle velocemente un sorriso e tornare a dedicarsi a quel piccolo giocattolo entusiasta.

Masahiko, da parte sua, fu persino tentato di sfidarla nuovamente adesso che si sentiva molto più sicuro di sé, ma la pessima figura fatta prima lo fece esitare e, proprio quando si decise, venne anticipato.

Shion: " Posso provare anch’io? ".

Kaoru e Masahiko si voltarono contemporaneamente, scoprendo Shion alle loro spalle che sorrideva ad entrambi. Asagi era poco più indietro, seminascosta dai passanti che curiosavano tra le bancarelle e appariva stranamente risentita.

Kaoru: " Tu? ".

Shion: " Già. C’è qualche problema? ", il suo ghignò si allargò, " Hai forse paura di essere battuta? ".

Kaoru corrucciò il viso davanti a tanta spavalderia, ma si limitò a fare un ironico gesto di invito facendo posto alla nuova concorrente.

Masahiko: " Non credevo sapessi usare uno di questi cosi ".

Shion impugnò il fucile prendendo posizione e gli rispose senza distogliere lo sguardo dal bersaglio, " Infatti è la prima volta che ci provo ".

Kaoru e Masahiko sgranarono gli occhi a quella inaspettata confessione e lei si sentì in dovere di giustificarsi, " Beh, davate l’impressione di divertirvi un sacco a giocarci... ".

Kaoru sbuffò infastidita, " Forza, vediamo come te la cavi ".

Shion non smise di sorridere di fronte a quella brusca sollecitazione, ma la sua espressione si fece seria quando mise a fuoco il punto da colpire. Si prese qualche secondo per prendere accuratamente la mira, sotto gli occhi dei due spettatori in trepida attesa.

Infine, sparò il suo colpo con un botto secco e si sollevò con un mezzo sorriso sulla faccia. Kaoru e Masahiko si sporsero dal banco per osservare il risultato.

Kaoru fu la prima a reagire soddisfatta, " Che imbranata, non hai nemmeno preso il cartoncino! ".

Masahiko osservò ancora per qualche secondo il bersaglio prima di dire la sua, " Era la prima volta, dai... ".

Kaoru: " Giusto, con un po’ di pratica riuscirai a colpirlo prima o poi ", continuò a ridacchiare deliziata dall'inaspettata figuraccia di Shion.

Lei invece si limitò a poggiare il piccolo fucile sul banco e si spostò una ciocca di capelli dietro la schiena con tranquillità, per niente turbata da quanto dicevano i due.

Il proprietario della bancarella, che fino a quel momento era rimasto seduto a un lato a gustarsi la batosta che stava ricevendo quel buffo ragazzo, si alzò per consegnare il cartoncino al gruppo e solo quando lo ebbe in mano si accorse della verità.

Uomo: " La bella signorina non ha affatto sbagliato mira ".

Porse ai tre ragazzi, richiamati dalle sue parole, il pezzo di cartone bianco e rosso. Kaoru e Masahiko si avvicinarono al banco confusi e finalmente anche loro si accorsero di come erano andate effettivamente le cose.

Masahiko: " Accidenti! Sei stata bravissima, Shion! ".

Kaoru continuò a guardare il piccolo foro che lei stessa aveva impresso su quel cartoncino qualche minuto prima. Ma c’era qualcosa di strano, non era perfettamente regolare come doveva essere, bensì deformato a un lato, quasi allargato. Come se fosse stato centrato da un altro colpo. Osservò Shion sbigottita, " Ma come cavolo... ".

Lei diede un’occhiata fugace al bersaglio, sembrando insoddisfatta, " Bah, potevo fare di meglio ".

Masahiko: " Ma sei matta? Sei riuscita a centrare quel foro piccolissimo al primo colpo, è incredibile! ".

Shion: " Sarà... ", si voltò verso Kaoru, che osservava ancora la prova del suo straordinario risultato con gli occhi fuori dalle orbite, " Forse con un po’ di pratica potrei anche fare centro "

La ragazza si risvegliò dallo stato di trance in cui era caduta e scoccò un’occhiataccia alla sua avversaria.

Kaoru: " Chissà, forse sei stata solo fortunata ".

Shion continuò a sorriderle, " Forse. C’è un solo modo per scoprirlo ".

Kaoru imbracciò prontamente il fucile davanti a lei, con aria di sfida. Poi si rivolse al gestore, " Ancora un tiro ".

L’anziano signore sistemò il nuovo bersaglio davanti alle duellanti per poi riprendere il suo solito posto, curioso di conoscere l’esito di quella nuova e più interessante sfida. Masahiko fece lo stesso, osservando le ragazze apprensivo. Si chiese il perché di tanto accanimento per un gioco come quello, ma decise che lo smisurato orgoglio delle due poteva essere una ragione più che sufficiente. E, in più, questo metteva in secondo piano la colossale batosta che gli era stata inferta poco prima.

Anche Asagi, da sempre annoiata da quello stupido passatempo ed a cui aveva preferito la bancarella che esponeva della stravagante bigiotteria a fianco, si avvicinò al gruppo attirata dai loro schiamazzi. E, credendo di assistere all’ennesima figuraccia di Masahiko, si sorprese ad osservare una sfida in piena regola tra Shion e Kaoru. Era solo una sua impressione o ultimamente quelle due si punzecchiavano molto più spesso del solito?

Kaoru si sistemò in posizione con la massima calma e concentrazione. Per niente al mondo avrebbe permesso che quella presuntuosa principessina la battesse, specialmente davanti a Masahiko. Sarebbe stata un’umiliazione troppo grande da subire. Mise a fuoco il bersaglio, rinforzando la presa sull’arma, e solo quando individuò il cerchietto rosso al centro schiacciò il grilletto. Si tirò su più che soddisfatta del suo risultato, e il suo enorme sorriso ne fu la prova. Aveva colpito il cartoncino proprio nel cerchietto, non esattamente al centro ma molto vicino, più di quanto avesse sperato. Guardò Shion al suo fianco e ghignò, constatando che il suo sorriso beffardo era sparito.

Masahiko osservò ammirato quella piccola impresa, " Wow, hai fatto quasi centro! ".

Asagi si materializzò dal nulla al suo fianco, " Sei stata bravissima! ".

Shion: " Davvero niente male ".

Kaoru: " Lo puoi dire forte! Vediamo se saprai fare di meglio ".

Le cedette il posto osservando il modo in cui si sistemava, non perdendo mai di vista il bersaglio da colpire. Mentre Shion prendeva tempo per concentrarsi con movimenti ed espressione estremamente sicuri, ad un tratto il proprio risultato, nonostante fosse ottimo, non le sembrò abbastanza contro una come lei. Si pentì di non aver centrato quel dannato bersaglio precludendole così ogni possibilità di vittoria.

Ma i suoi pensieri vennero interrotti dal rumore sordo dello sparo. La sfida in quel momento era già decisa.

Seguì lo sguardo di tutti, gestore compreso, rivolto al bersaglio e deglutì lentamente prima di scoprire il suo risultato.

Masahiko: " Accidenti... ".

Shion osservava il cartoncino nello stesso modo in cui lo guardava Kaoru. Entrambe guardarono come ipnotizzate l’anziano signore che lo prendeva e lo porgeva loro con un sorriso, complimentandosi con entrambe.

Il centro rosso del bersaglio era perfettamente integro, ma al suo interno svettavano ben due fori regolari, in posizione opposta ma alla stessa identica distanza.

Uomo: " Siete state molto brave ".

Kaoru si sorprese stranamente sollevata da quell’inatteso esito. Osservò Shion con la coda dell’occhio e abbozzò un mezzo sorriso, " Davvero niente male ".

La ragazza sollevò lo sguardo dal bersaglio posandolo su di lei e, dopo un attimo di esitazione, ricambiò il sorriso, " Già ".

Masahiko si avvicinò ad entrambe alle spalle, prendendo il cartoncino dal banco e contemplandolo con ammirazione, " Siete state grandiose, ragazze! ".

Shion gli sorrise impertinente, " Puoi ben dirlo ".

Kaoru la imitò, " Cosa che invece non si può certo dire di te... ".

Il ragazzo le guardò entrambe confuso, prima di sbuffare infastidito, iniziando a capire dove sarebbero andate a parare. Si sentì un perfetto ingenuo per aver sperato, anche solo per un momento, che quelle due perfide ragazze non gli avrebbero rinfacciato la pessima figura che aveva fatto. In un ultimo disperato tentativo di difendere il suo orgoglio, ostentò un atteggiamento indifferente, " Difettavo impercettibilmente nella tecnica, tutto qua ".

Shion: " Impercettibilmente, eh? ".

Kaoru: " Quindi quei buchi che adornano le pareti li hai fatti tutti di proposito, immagino ".

Shion: " Per rinnovare il look del locale, forse ".

Kaoru: " Giusto. Sempre premuroso lui ".

Masahiko scoccò loro un’occhiata seccata, " Piantatela di prendermi in giro, cretine! ".

Poggiò il cartoncino con un gesto secco sul banco prima di allontanarsi dalla bancarella arrabbiato.

Uomo: " Aspetta, ragazzo ".

Si voltò verso il vecchio gestore che lo aveva richiamato, vedendo con sorpresa che gli stava porgendo un orsacchiotto di peluche di notevoli dimensioni.

Uomo: " Immagino che questo sia per te ", scoccò un’occhiata sorniona alle due ragazze ancora ferme al suo banco, che si affrettarono a distogliere lo sguardo con forzata indifferenza.

Masahiko continuò a guardare l’uomo ed il pupazzo senza capire, finché non intervenne Asagi a mettere fine a quella singolare situazione, " Dia pure a me ".

Tra sorpresa e imbarazzo, difficile a dirsi quale di più, il gruppo si allontanò immettendosi nel flusso della folla.

Kaoru: " Che facciamo adesso? ".

Asagi, impacciata dal grosso peluche, diede un’occhiata a un foglio colorato che teneva in mano, " Tra poco è previsto uno spettacolo di fuochi d’artificio in piazza. Che ne dite? ".

Shion: " Sembra interessante ".

Kaoru: " Si, andiamoci ".

Asagi: " Allora è deciso ".

Assunse ancora la guida, ignorando completamente il parere dell’ultimo membro del gruppo e tenendosi stretto l’orsacchiotto sotto braccio. Kaoru la seguì a ruota, eccitata dall’idea di assistere allo spettacolo.

Masahiko sbuffò a quell’ennesima dimostrazione di ostilità e seguì le due capofila al fianco di Shion. Osservandola mentre si guardava intorno, curiosando tra le diverse attrazioni della festa, ripensò alla sua sorprendente prestazione al banco del tiro a segno e la domanda gli nacque spontanea, " Ma era davvero la prima volta che giocavi al tiro a segno? ".

Shion gli rivolse la sua attenzione, indirizzandogli uno strano sorriso, " Chissà... ".

Kaoru: " Insomma, volete muovervi o no voi due? ".

Masahiko sospirò, limitandosi a dirle di rimando, " Arriviamo ".

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Capitolo 13
*** Shion e Masahiko: notte maledetta 3 ***


FAMILY COMPO 2

CAPITOLO 13

 

 

SHION E MASAHIKO: NOTTE MALEDETTA 3

 

 

 

La strana compagnia rientrò a casa Asagi solo a tarda ora. I fuochi d'artificio erano stati emozionanti come anche la festa delle lanterne e il falò nella piazza centrale. Avevano assaggiato tutte le prelibatezze della cucina tradizionale locale e, ovviamente, non avevano trascurato l'ottimo sakè della zona.

Masahiko si rigirò sul divano e ridacchiò tra sé. Asagi sembrava essersi messa fuori gioco da sola anche per quella sera. Stavolta era stata Kaoru a portarla a letto di peso, per fortuna, togliendogli quell'incombenza che la sera precedente gli era costata un bagno di scotch. Quella ragazza avrebbe dovuto sottoporsi ad un corso accelerato per bevitori professionisti se davvero aveva intenzione di reggere il ritmo di Shion e Kaoru. Ridacchiò ancora girandosi su quello scomodo giaciglio. Da parte sua ci aveva rinunciato da un pezzo, ormai.

Si sollevò pesantemente e si mise seduto lasciandosi sfuggire un piccolo sospiro. Non poteva certo sperare che Shion lo ospitasse anche per quella notte, gli era già andata bene una volta, senza contare che quella mattina Asagi li aveva quasi scoperti. Se non fosse stato per la prontezza di Shion sarebbe scoppiato un vero pandemonio e chissà come sarebbe andata a finire. Magari, a quest'ora sarebbe stato costretto ad accamparsi in giardino.

E poi, perchè mai Shion avrebbe dovuto invitarlo ancora una volta in camera sua? La sera precedente, in fin dei conti, era stata solo un caso. Avevano trascorso un paio d'ore a chiaccherare in terrazza, probabilmente gli aveva fatto pena e non se l'era sentita di lasciargli passare le ormai poche ore residue della notte su quella sistemazione tanto scomoda. Ma ora era diverso, era già andata a letto da un'oretta buona senza quasi averlo degnato di uno sguardo e con ogni probabilità se ne stava già dormendo della grossa. Non c'era andata leggera nemmeno lei con il sakè, del resto.

Sospirò ancora, rassegnato. Non c'era altra scelta, quella notte avrebbe dovuto trascorrerla lì.

Si passò una mano sulla nuca e si massaggiò energicamente il collo dolorante. Poi un sorriso si fece lentamente strada sul suo volto, si era proprio divertito a quella festa, nonostante le battutacce di Asagi ed i consueti battibecchi tra Kaoru e Shion. Chissà poi perchè quelle due si prendevano così spesso di recente.

Si alzò e aprì le persiane della finestra. Uscì sul terrazzo sbadigliando e stiracchiando le braccia sopra la testa.

Si sentiva ancora la musica della festa che, a quanto pareva, non accennava a volgere al termine. Era una musica allegra, datata ma stranamente accattivante. Affascinante come solo le cose antiche e tradizionali possono essere. Aveva anche ballato intorno al falò indossando uno di quei divertenti cappelli di carta che avevano dato in omaggio ad Asagi con l'acquisto dei dolcetti di riso. Lo spettacolo che aveva offerto, probabilmente, doveva essere stato estremamente divertente, considerato il fatto che le ragazze si erano letteralmente sbellicate dalle risate vedendolo danzare così conciato con una paesana mascherata e con addosso un costume che gli era sembrato simile a quello di una puerpera di campagna.

Quella signora così gentile aveva addirittura tentato di insegnargli quella strana danza da eseguirsi intorno al fuoco, con risultati che però, dovette ammettere, erano stati piuttosto scarsi. Incredibilmente era stata quella scorbutica di Asagi a mostrargli i passi che aveva imparato partecipando alla festa negli anni passati. E li aveva insegnati anche alle ragazze che, al solito, in un batter d'occhio erano diventate molto più brave di lui.

Anche Kaoru era stata sorprendentemente brava ad apprenderli, sfoggiando una predisposizione innata per il ritmo. A ben pensarci, però, la cosa non avrebbe dovuto stupirlo più di tanto considerato il suo noto talento musicale, ma la grazia nei movimenti che aveva messo in mostra in quell'occasione era davvero insospettabile. E tante altre sue qualità che stava scoprendo negli ultimi tempi, per la verità, lo erano.

L'unico suo cruccio era che non era riuscito a ballare con Shion. L'aveva fatto con la paesana, con Kaoru e perfino con Asagi, che con tutta probabilità era già sotto l'influenza dell'alcool, ma non aveva fatto in tempo a chiederlo a Shion che, quando era giunto finalmente il suo turno, si era improvvisamente dileguata nella folla. Era stato quindi costretto a rimanersene in disparte e ad osservare gli insegnamenti di Asagi a Kaoru, che, in realtà, gli era sembrata più concentrata a tenere in piedi la sua insegnante che ad imparare i passi.

Shion era riapparsa con un sacchetto di dolcetti soltanto quando non si poteva più far altro che portare la povera Asagi a casa.

Masahiko ridacchiò tra sé. Se quella ragazza avesse continuato a frequentare Shion e Kaoru, in breve sarebbe diventata una vera ubriacona. A meno che non fosse riuscita ad imparare in fretta a diventare una spugna impenitente come loro.

" Ma che avrai da ridere tanto... ",

Masahiko si voltò di scatto e la vide in piedi sulla soglia del terrazzo.

Aveva le braccia incrociate davanti al petto, indossava il pigiama bianco con i ricami azzurri della sera precedente ed aveva un'espressione vispa, curiosa e lievemente sorniona.

Dopo un primo momento di sorpresa, si sentì contento di vederla lì e le rispose con tono allegro, " Beh, è stata una serata divertente, no? ".

La vide fare qualche passo a piedi nudi sul terrazzo portandosi le braccia dietro la schiena, " E' vero ". E quando si rese conto che osservava i suoi piedi lo anticipò scegliendo un tono lieve e vagamente divertito, " Non prenderò freddo, Masahiko ".

Sollevò lo sguardo colto nuovamente di sorpresa e la vide sorridere consapevole di avergli letto nel pensiero. E la cosa non lo stupì affatto. Rise sinceramente divertito e la osservò mentre lo affiancava vicino al parapetto in muratura.

" Pensi che le danze andranno avanti per tutta la notte? ".

" Non lo so. La musica ti impedisce di dormire? ".

" No, anzi. E' carina, non trovi? ".

Masahiko distolse lo sguardo da lei per un attimo, osservando la luce del falò che illuminava il cielo sopra il centro del paese, " Si, lo è ".

Lo osservò di nascosto, prima di richiamare la sua attenzione, " Ho visto che ti sei dato alla pazza gioia stasera, eh? ".

La guardò con aria interrogativa, lei sorrise ma non si decise a spiegarsi meglio. Allora capì, " Ti stai per caso riferendo alle mie capacità di ballerino? ".

" A-ha ".

Tentò di darsi un tono, " Capisco bene che le mie doti possano averti impressionato. E' normale, tutte le ragazze cadono ai miei piedi quando mi vedono ballare... ".

Si mostrò fintamente stupita, " Adesso capisco... è quello che è successo ad Asagi, vero? ”.

" Già, la povera ragazza non ha saputo resistere al mio fascino ".

Scoppiarono a ridere, ma Shion portò rapidamente le mani alla propria bocca e a quella di Masahiko mal riuscendo a mettere a tacere le loro risa, " Scc! O le sveglieremo! ".

Masahiko rimase colpito da quel contatto, ma un istante dopo prese quella mano nella sua e le si avvicinò al viso parlando sottovoce, " Asagi non si sveglierebbe neppure se di qui passasse un treno ".

Shion si avvicinò a sua volta e parlò altrettanto sottovoce racchiudendo le parole tra la propria bocca ed il suo orecchio con la mano libera, " Infatti è di Kaoru che mi preoccupo! Ha bevuto più di tutti, ma se la svegliamo è capace di tirarci una secchiata d'acqua gelida dalla finestra ".

Risero ancora e Shion fu di nuovo costretta ad arginare il rumore tappando entrambe le loro bocche. Lasciò libere le labbra di Masahiko soltanto quando fu sicura che fosse in grado di trattenersi da solo.

" Comunque non eri poi tanto male ".

" Mhm? ".

" No, dico davvero... ".

" Ma che bugiarda! ",

Si mostrò fintamente risentita, " Io non mento mai, dovresti saperlo, ormai ".

La guardò dubbioso, " Sempre più bugiarda! ".

Rispose fingendosi ancora una volta offesa, ma non riuscì ad impedirsi di ridere, " Che cosa dici? ".

" Non pensare di prendere in giro proprio me! Dì la verità, sei anche scappata quando ti sei accorta che stavo per chiederti di ballare! ".

Questa volta fu sinceramente stupita, " Io non sono affatto scappata ".

" Ah no? ".

Dovette riflettere un attimo prima di rispondere, poi si rese conto di dover inventare una scusa, " Sono solo andata a comprare dei dolci ".

Masahiko la guardò sorridendo sornione. Che fosse riuscito ad incastrarla per una volta?

" Dei dolci, eh? ".

" Già, dei dolci ".

Si limitò a guardarla sorridendo e lei dovette arrendersi. Ma dov'era finita quella sera la sua proverbiale freddezza? Cercò, però, di recuperare in corner assumendo un tono serio, " D'accordo Masahiko, la verità è che eri davvero un impiastro ".

Si voltò e gli dette le spalle, lasciandolo interdetto.

" Ma... ".

" Che figura avrei fatto a ballare con un orsetto zampettante come te? ".

Quando si avvicinò e vide che se la rideva sotto i baffi pensò di replicare ma poi gli venne in mente un modo più efficace di fargliela pagare. Avvicinò con circospezione le mani alla sua vita e d'improvviso le fece il solletico proprio lì dove sapeva che lo soffriva terribilmente. Shion sobbalzò e le sfuggì un grido stridulo. Istintivamente cercò di afferrare le sue mani che continuavano a farle il solletico e non riuscendoci si voltò prendendogli le braccia senza poter minimamente soffocare le risa che non si placarono neppure quando riuscì finalmente a strappare le sue grinfie dalla propria vita.

" Sccc! O le sveglierai! ".

Ma le risa le uscivano a singhiozzi mal trattenuti nonostante si fosse riparata contro la sua spalla, non volendo assolutamente lasciargli le mani libere temendo un secondo attacco. Pensò istintivamente di tapparle la bocca e si avvicinò al suo viso rendendosi conto solo all'ultimo momento di cosa stava per fare. Shion incrociò i suoi occhi a soli pochi centimetri dai suoi e le risa scomparvero improvvisamente.

Masahiko si ritrasse un attimo dopo e distolse lo sguardo fugacemente. Lo guardò sorpresa e scoprì che le piaceva quel lieve rossore che aveva dipinto le sue guance. Quindi decise di non toglierlo d'impaccio e gli parlò con tono a metà tra il malizioso ed il malandrino.

" Masahiko... ", lo vide stringere gli occhi ed immaginò chiaramente quali fossero i suoi pensieri in quel momento, quindi decise di rompere gli indugi e gli dette il colpo di grazia, " ...che cosa stavi per fare? ".

Dalla sua espressione capì immediatamente che aveva sperato fino in fondo che lei sorvolasse pur consapevole che non lo avrebbe mai fatto. E la cosa la divertì ancora di più.

" Niente ".

Cercò di trovare un'espressione innocente, " Niente? ".

Sentì che stava cercando di liberarsi le mani, presumibilmente per divincolarsi e togliersi d'impaccio, ma lei non glielo permise. Le sfuggì, però, un piccolo sorriso.

" E allora perché sei tutto rosso? ".

" Io non sono rosso! ".

" Ah no? ", lo guardò stupita, " e come fai a saperlo? ".

Sgranò gli occhi per un attimo rendendosi conto di essersi incastrato da solo e si voltò finalmente verso di lei con aria colpevole.

" E' colpa tua, ridevi troppo forte e non mi lasciavi libere le mani ".

" Ahh.. è solo per questo allora, ho capito ".

La sentì lasciargli libere le mani e rimase per un attimo incerto se giustificarsi ancora o meno. Ma lei lo precedette lasciandolo di stucco, " Quindi avresti fatto la stessa cosa se al mio posto ci fosse stata Kaoru? ".

Tutto si sarebbe aspettato tranne quella battuta, " Ma che cosa stai dicendo? Cosa c'entra Kaoru adesso? ".

Si morse la lingua rendendosi conto di essersi fatta trascinare dagli straordinari eventi degli ultimi giorni e cercò di metterla sul ridere, " Scusa, ti stavo solo prendendo in giro. Però ho visto quanto ti divertivi stasera a ballare con lei... ".

" Ballare? Perchè, gli orsi ballano? Pensavo zampettassero... ".

Le strappò un'altra risata, ma stavolta sottovoce.

" Dicevo sul serio prima, non eri poi tanto male in fin dei conti ".

La guardò dubbioso, " Non so se fidarmi di te o meno... ".

Gli sorrise maliziosamente, " Non devi mai fidarti di me, lo sai ".

" Già, la mia sfinge... ".

" Eri solo un po' debole in un paio di passaggi, per il resto andavi bene ".

" Ma scusa, quanti passaggi erano in tutto? ".

Ci pensò un momento prima di rispondergli, " Un paio o tre ".

" Ah... ".

Shion rise di nuovo, ma stavolta Masahiko non si fece demoralizzare, " Però potresti insegnarmi tu, visto che come al solito l'hai imparato alla prima! ".

Lo guardò con aria indecisa e indugiò prima di rispondergli, " Beh, la musica c'è... ".

Le piacque vedergli quell'espressione entusiasta sul viso ed alzò le braccia per mettersi in posizione, ma Masahiko la fermò, " Aspetta un momento ".

Ciò detto le strizzò un occhio, si voltò e sparì rapidamente in casa.

Shion scrutò per un attimo l'oscurità della sala per poi far salire lo sguardo alla finestra della camera delle ragazze. Sembrava tutto tranquillo, nonostante tutto. Anche Kaoru sembrava non essere stata svegliata dai loro schiamazzi. Meglio così.

Si appoggiò con la schiena al parapetto e guardò distrattamente la luce del falò che dipingeva il cielo notturno. Masahiko aveva ragione, era vero che non aveva voluto ballare con lui alla festa. Non era proprio scappata, ma si era volutamente allontanata dal gruppo proprio nel momento in cui avrebbe dovuto ballare con lui. Non se ne seppe dare una spiegazione neppure in quel momento, ma le aveva dato istintivamente fastidio l'idea che Asagi e Kaoru potessero vederla mentre ballava con lui.

In quel momento Masahiko riapparve dalla sala e fece il suo ingresso indossando il buffo copricapo di carta che aveva portato durante le danze.

" Non sono più carino così? ".

Finse di osservarlo con maggior attenzione e poi gli rispose, " Irresistibile, direi ".

Le si avvicinò e poggiò cautamente una mano sulla sua vita ed accolse la sua nell'altra. Shion poggiò l'altra mano sulla sua spalla, " Sei pronto? ".

Masahiko guardò in basso e controllò la posizione dei suoi piedi, " Un attimo ".

Tolse con un rapido gesto le ciabatte lanciandole verso il bordo della terrazza e rimase a piedi nudi come lei, " Almeno, se ti pesto i piedi... ".

Gli sorrise, " Non lo farai ".

" Beh, lo spero... ".

" Sono sicura che non lo farai ".

Il suo sorriso lo distrasse per un momento e fu costretta a richiamarlo, " Si comincia con il destro, ti ricordi? ".

" Ah, si ".

Shion attese la battuta e scandì il tempo battendo a terra il piede e sottolineandolo con i movimenti della testa.

" Ecco, pronto? ".

Non fece neppure in tempo a risponderle e si mossero insieme. E Masahiko, dopo tutto, non se la cavò troppo male.

" Così va bene ".

" Davvero? ".

" A-ha... attento qui, però! ".

" Aspett... ".

" Devi farmi girare più velocemente ".

" Più velocemente? ".

" Si, così, vedi? ".

" A-ha, ho capito ".

" Riproviamo ".

Masahiko seguì con attenzione i consigli di Shion ed in effetti offrì uno spettacolo migliore rispetto a qualche ora prima.

" Come sto andando? ".

" Molto meglio ".

" Davvero? ".

" Già, tutto merito della tua insegnante! ".

" Sempre la solita, eh? ".

" Ehi! Non distrarti! ".

" Va bene, va bene ".

Quando il pezzo finì, Shion prese la mano di Masahiko poggiata sulla propria vita e gli sorrise con fare dispettoso, " Adesso facciamolo ancora più veloce ".

" Più veloce di così? ".

" Certo! ".

Le lasciò staccargli la mano dalla vita e farla scorrere sulla sua schiena. Si trovò in un attimo più vicino a lei, che però non palesò nessuna reazione particolare.

" Sei pronto? ".

La musica iniziò un attimo dopo e anche stavolta non fece in tempo a risponderle.

Non aveva ballato così alla festa. Né con la puerpera, né con Kaoru, né tantomeno con Asagi.

In quella posizione risultava effettivamente più facile girare velocemente, ma era molto più difficile riuscire a concentrarsi sui movimenti. Quella vicinanza era piacevole, ma anche terribilmente pericolosa. Il contatto del braccio sulla sua schiena e l'odore dei suoi capelli gli facevano quasi girare la testa. La sua voce, poi, proveniva da tanta poca distanza dal suo orecchio che non poteva fare a meno di calcolare mentalmente quanto fosse effettivamente distante il suo viso dal proprio.

" Masahiko, devi essere più rilassato ".

" Più rilassato? ".

" Si, adesso stai andando meglio, ma sei troppo teso ".

" Beh, più facile a dirsi che a farsi... ".

" Come hai detto? ".

" No, no, niente, niente... ".

" Cerca di non pensare troppo ai passi, quelli ormai li hai imparati, devi pensare alla musica ed a divertirti ".

" A divertirmi? ".

" Già! E' per questo che stiamo ballando, no? ".

Riflettè incrociando il suo sguardo per un momento e le sorrise, " Hai ragione ".

Cercò di seguire il suo consiglio, smise di pensare ossessivamente ai passi da eseguire e scoprì che aveva ragione veramente. Si concentrò sulla musica e sulla sua compagna e tutto diventò più semplice, più rapido e più divertente.

Era la prima volta che ballava con lei e gli sembrò che fosse la prima volta che ballava davvero. Non si rese conto che i suoi movimenti si fecero più sciolti e la sua presa più sicura. Non si accorse neppure quando il suo braccio scivolò ulteriormente lungo la schiena di Shion portandola ancor più vicina a sé. Sentì soltanto il braccio di lei scivolargli dalla spalla sulla propria schiena ed il suo viso farsi ancora più vicino.

Quando la musica finì e la sentì chiaramente così vicina a sé, esitò nel lasciarla andare e l'espressione che le vide negli occhi gli sembrò, per una volta, un po' spaesata.

" Sono stato bravo maestra? ".

Gli sorrise dopo un breve attimo di smarrimento, " Si, sei stato bravo ".

" Grazie ".

" Adesso puoi toglierti quel coso dalla testa ".

" Che coso? ".

Si sollevò sulla punta dei piedi e afferrò il copricapo di carta, " Questo, scemo! ".

Si allontanò da lui di qualche passo e si avviò verso l'interno sventagliando il cappello di carta.

" Perchè? Era così carino! ".

Rise divertita mentre attraversava la soglia del salotto e si voltò di nuovo verso di lui, " Adesso basta giocare, è ora di andare a nanna ".

Si abbassò, raccolse le sue ciabatte e gliele porse, " Andiamo, dai ".

Mise via il finto broncio e l'accontentò seguendola, " Perchè poi sei venuta giù scalza? ".

Si voltò appena mentre rientrava e gli rispose con disinvoltura, " Non pensavo di dover scendere, mi ero affacciata sulle scale per chiamarti e poi ti ho visto uscire in terrazza ".

Masahiko si fermò di colpo mentre richiudeva le persiane, " Per chiamarmi? ".

" Come mai quella faccia stupita? Preferisci dormire sul divano stanotte? ".

" No, ma... ".

" Ma che? ".

" Beh, si, insomma, non credevo che tu... ".

Lo guardò attratta da quell'espressione titubante e gli sorrise, " Avanti, andiamo ".

Si avviò verso le scale e Masahiko si affrettò a chiudere la finestra per seguirla. A metà scala Shion si girò e gli fece cenno di far silenzio portandosi l'indice al naso. Masahiko annuì e salì fino al disimpegno dove gettò una rapida occhiata alle porte delle altre stanze. Tutte chiuse, per fortuna. Sgattaiolò nella stanza di Shion permettendole di chiudere la porta alle loro spalle dopo aver dato un'ultima occhiata di sicurezza.

Masahiko osservò per un momento il profilo delle sue spalle seminascoste dai lunghi capelli scuri e le sue braccia lasciate scoperte dalla canottiera bianca con i ricami azzurri.

Un attimo dopo lei si voltò mostrando un sorriso compiaciuto, " Tutto liscio, per fortuna ".

Come la sera precedente la vide salire sul letto, attraversare il materasso per tutta la sua lunghezza e stendersi sotto il lenzuolo coprendosi fino sotto il seno, ma stavolta non si fece richiamare da lei per coricarsi a sua volta.

Cercò di apparire tranquillo e sicuro, anche se dentro di sé lo agitava l'idea di dividere il letto con lei per un'altra intera notte. Si stese accanto a lei cercando di non pensare a quanto fosse vicina, e si coprì con il lenzuolo, ma seppe nel momento stesso in cui si ricordò di respirare di esserle apparso tutt'altro che disinvolto.

E infatti, " Ehi, Gambadilegno ".

Quell'appellativo lo allarmò in tal misura da spingerlo ad alzarsi di scatto a sedere ed a controllarsi il basso ventre. Quando si rese conto che la situazione non era preoccupante si rilassò e tirò un vistoso sospiro di sollievo, poi si rese conto della situazione imbarazzante e si voltò verso di lei.

La vide seduta accanto a lui e capì subito che in un primo momento si era allarmata nell'averlo visto scattare all'improvviso e che, invece, adesso ben comprendeva tutta la situazione. Quando vide il riso cominciare a piegare la sua bocca capì che la sua credibilità era definitivamente compromessa. Shion, infatti, si coprì la bocca con una mano e poi, per trattenere meglio le risa, si lasciò cadere sul letto affondando il viso nel cuscino.

Sentendo quei singhiozzi soffocati dal cuscino temette per un attimo che anche le altre ragazze l'avrebbero sentita, ma poi decise di lasciar fare al destino e si abbandonò sul letto stanco e un po' demoralizzato.

Attese che quell'attacco di ilarità volgesse al termine, ma dopo qualche momento si sentì costretto ad interromperlo, " Ehi, non hai ancora finito di ridere di me? ".

Shion fece capolino dal cuscino mal trattenendosi dal ridere ancora, " Guarda che hai fatto tutto da solo ".

Masahiko grugnì qualcosa e distolse lo sguardo sul soffitto, " Beh, quando hai detto in quel modo... ".

Shion lo interruppe, " Che cosa hai pensato? ".

" Io... veramente... ".

Si avvicinò e parlò sottovoce, " Qui c'è qualcuno che ha la coda di paglia, eh? ".

Masahiko divenne ancora più rosso e Shion potè accorgersene chiaramente anche nella penombra.

Poi riprese con tono calmo, " E dai Masahiko, mi riferivo solo al fatto che eri troppo teso ".

Lui parve rilassarsi appena e lei non seppe resistere, " Pensi davvero che ti avrei detto una cosa del genere se fosse stato vero? ".

Si sentì ancor più imbarazzato e stavolta reagì attaccando, " Scommetto che non avresti certo perso un'occasione tanto ghiotta per prendermi in giro! ".

Si stupì di quella reazione e lasciò che, per un attimo, pensasse di averla messa in difficoltà. Poi si voltò dalla parte opposta fingendosi offesa e passò al contrattacco lasciandolo senza difese, " Beh, stamattina non ti ho detto niente... ".

E, infatti, Masahiko restò di pietra richiamando rapidamente alla mente le condizioni in cui si era svegliato in quello stesso letto. Poi si voltò verso di lei, vide che stava ridendo di nuovo e capì che lo stava prendendo in giro.

Fece un bel respiro e le parlò sorridendo, cogliendo un tono intimo e un po' divertito, " Sei veramente tremenda ".

Gli sorrise a sua volta, " E tu sei un vero credulone ".

Masahiko si voltò sul fianco verso di lei e spostò il lenzuolo perchè non gli si attorcigliasse intorno al corpo. Nascose un braccio sotto il cuscino e la guardò con occhi finalmente sereni, " E' vero, sono proprio un credulone ".

Allungò l'altra mano sulla striscia di lenzuolo che li separava giochicchiando con il tessuto, " Credi sia un grave difetto? ".

Lo guardò stupita per quella strana domanda, poi si girò a sua volta sul proprio fianco. Si prese qualche attimo per rispondergli e poi lo fece con un sorriso calmo ed appena accennato, " Non lo so, Masahiko ".

La guardò con un'espressione che la spinse a spiegarsi meglio, " Per la verità mi piace quell'espressione che fai quando ti accorgi che ti prendo in giro... ". Ridacchiò appena e continuò, " Ma non mi piace quando sono gli altri a prenderti per il naso ".

" Prendermi per il naso? Sono davvero così ingenuo? ".

Il ghigno buffo e birichino con cui lo guardò lo divertì, " Ho capito, lo sono... però dovrei essere il tuo punjinball esclusivo, dico bene? ".

Non gli rispose, ma si limitò a prendergli la punta del naso tra il pollice e l'indice ed a sorridergli.

Guardò per un attimo l'espressione del suo viso e prese quella mano nella sua. La poggiò sul materasso e la coprì con la propria senza consentirle di tornare dalla sua padrona.

" Lo prenderò come un complimento ".

Shion rimase ancora in silenzio, ma lasciò la propria mano sotto la sua.

" E cercherò di fare il possibile... ".

" E come pensi di fare? ".

" Ancora non lo so, penso che l'essere un po' ingenuotto sia nella mia natura, ma di sicuro posso migliorare... ".

Gli strizzò l'occhio, " Non troppo, però, mi raccomando ".

Rise sottovoce e lasciò libera la sua mano per un istante sperando di non vederla ritrarre via. E, per sua fortuna, quella rimase lì, comodamente stesa in quella sottile striscia di lenzuolo che li divideva.

Lo vide guardare la sua mano e, senza rendersene conto, sorridere di nuovo. Un attimo dopo sentì di nuovo le sue dita sulla pelle, intente a percorrere il dorso del palmo e poi, una per una, tutte le dita.

Non le disse niente e anche lei rimase in silenzio, quasi ipnotizzata da quelle carezze gentili. E quando, non avrebbe saputo quanto dopo, finalmente le parlò di nuovo, fu costretta a chiedergli di ripetere.

" Hai sonno? ".

Distolse con fatica l'attenzione dalla sua mano e incrociò ancora una volta il suo sorriso nella semioscurità del dormiveglia. Il giorno successivo non avrebbe ricordato di avergli risposto, ma ritenne comunque di averlo fatto, perchè ricordava chiaramente la sua voce che le augurava la buonanotte.

 

Quando si svegliò capì subito che era di nuovo tardi. Aprì un occhio per un attimo e lo richiuse subito dopo accecata dalla luce che entrava dalla persiana e già rasentava il letto. Sentì una leggera pressione sulla mano e subito la ricollegò a quella di Masahiko. Che fosse rimasta in quella posizione tutta la notte? Poco probabile ma possibile. E, comunque, l'idea non le dispiaceva.

Poi avvertì un peso sul braccio e il contatto con qualcosa dietro la schiena. Non aveva ancora voglia di aprire gli occhi e razionalizzò un momento, concludendo che quella dietro di sé doveva essere per forza la schiena di Masahiko. Già la mattina precedente si era svegliata vicina a lui e non valeva la pena di scandalizzarsi troppo. E poi era stata lei ad invitarlo a dormire nel suo letto, no?

Se ne era quasi convinta quando la colse la consapevolezza che il suo ragionamento non reggeva. Se era davvero schiena contro schiena con Masahiko, chi le stava tenendo la mano? E quella pressione sul braccio? Aprì gli occhi di scatto e vide che effettivamente la mano di Masahiko era sopra la propria, ma capì subito anche che l'altro peso che aveva avvertito altro non era che il braccio con il quale Masahiko la teneva stretta a sé e che il contatto non era con la sua schiena bensì con il suo busto.

La cosa la colse così impreparata che non seppe come reagire. Rimase immobile, quasi senza respirare, prendendo consapevolezza del suo corpo contro la propria schiena e del suo respiro sul collo.

Dopo un attimo di smarrimento cercò di rilassarsi e guardò la sua mano sulla propria. Le sembrò così delicata e protettiva nei suoi confronti che le fece tenerezza e le strappò un sorriso.

Quella sensazione la spinse ad assaporare per un attimo quel lieve contatto ed a concedersi tempo per decidere come muoversi. Rimase però colpita dal calore del suo abbraccio, che catturò tutta la sua attenzione per dei brevi, lenti attimi.

Contro le sue previsioni non ebbe però troppo tempo per pensare, perchè Masahiko si mosse dietro di lei dandole l'impressione di stare per svegliarsi. Dovette decidere in un momento e, alla fine, chiuse di nuovo gli occhi fingendo di dormire ancora. Avvertì un suo respiro più profondo e si chiese con curiosità come si sarebbe comportato.

Non le dette l'impressione di aver preso subito coscienza della situazione, ma pochi momenti dopo lo sentì irrigidirsi improvvisamente e sollevare la mano dalla sua. Dovette faticare per trattenere un risolino che tentò di sfuggirle dalla bocca, prima di ricordare che lei stessa aveva reagito nello stesso modo pochi minuti prima.

Per qualche momento non accadde niente e quasi dubitò che si fosse davvero svegliato, poi lo sentì pronunciare il suo nome ed ebbe quasi la tentazione di rispondergli prima di rendersi conto che non la stava chiamando. Un attimo più tardi sentì di nuovo la sua mano sulla propria, il suo braccio stringerla a sé con maggior intensità e chiuderla contro il suo petto. Il sospiro che lo accompagnò sibilò tra i suoi capelli e mise a tacere ogni altro rumore.

Il calore delle sue braccia e del suo respiro la sorpresero e quasi le misero paura, ma durò solo un momento, perchè la voce di Asagi li fece trasalire entrambi.

" Ehi, Shion, sei già sveglia? ".

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Capitolo 14
*** Un viaggio movimentato ***


FAMILY COMPO 2

CAPITOLO 14

 

 

UN VIAGGIO MOVIMENTATO

 

 

 

Kaoru: " Che accidenti sarebbe questa storia? ".

Asagi: " L’ho pensato anch’io quando ho visto tutto con i miei occhi ".

Kaoru: " E non hai fatto niente? ".

Asagi: " Che cosa avrei potuto fare, scusa? Lui era lì fermo come un salame... ".

Masahiko: " Ehi, salame a chi? ".

Asagi: " Non è forse vero, senpai? Appena mi hai visto sei rimasto immobile con uno sguardo da pesce lesso. Sei proprio un gran porco, ecco la verità! ".

Masahiko: " Come potevo sapere che saresti piombata in quel modo nella stanza? ".

Asagi: " Non mi risulta che sia di tua proprietà ".

Masahiko: " Ma una porta chiusa avrebbe dovuto per lo meno frenarti, no? ".

Asagi: " Forse non te l’ha ancora fatto notare nessuno, ma esistono degli stani aggeggi, chiamati chiavi, che si infilano nelle serrature e servono a bloccare le porte, proprio per evitare situazioni così imbarazzanti... ".

Stavolta sul viso della ragazza apparve una smorfia di disgusto, che non sfuggì a Masahiko.

Kaoru: " Sei proprio un maiale, Masahiko ".

Masahiko: " Ti ci metti anche tu adesso? ".

Asagi: " E’ la verità! ".

Shion: " E’ libero, entriamo qui ".

Shion, alla testa del rumoroso gruppetto costretto in fila indiana per attraversare lo stretto corridoio del vagone, mise piede nella cabina ignorando l’acceso battibecco e gli altri la seguirono a ruota.

Masahiko: " Finalmente siamo arrivati ", lasciò cadere la pesante borsa sul pavimento accompagnando il tonfo con un sospiro di sollievo.

Asagi fu poco propensa a far cadere in quel modo la questione, specie perché il parere che più le interessava non era ancora stato espresso, " E tu non hai niente da dire, Shion? ".

Shion, impegnata a mettere sul portaoggetti il proprio zaino, si limitò a una semplice scrollata di spalle, con grande disappunto della ragazza.

Asagi si voltò di nuovo e continuò a polemizzare, " E dire che ci sarebbe potuta entrare chiunque di noi... ".

Quelle parole fecero effetto sia su Masahiko che Kaoru, che si davano le spalle a vicenda nel sistemare i loro bagagli sul ripiano, anche se per motivi diversi. Masahiko si figurò Shion entrare nel bagno e sorprenderlo uscire dalla doccia con un piccolo asciugamano stretto frettolosamente in vita e si sentì il viso avvampare. Kaoru, invece, si immaginò entrare nel bagno e trovarsi davanti senza preavviso uno spettacolo simile con Masahiko protagonista e si produsse nella stessa reazione del ragazzo.

Asagi sbuffò per la completa indifferenza di Shion, prendendo posto e ignorando gli altri due. Anche Kaoru, dopo aver riacquistato un colorito pressoché normale, fece lo stesso, subito imitata da Shion.

Masahiko si attardò a sistemare la sua borsa e, dopo varie spinte, riuscì ad incastrarla per bene, pensando che, così sistemata, per lo meno non ci sarebbe stato pericolo che gli cadesse addosso durante il viaggio. Poi si sedette anche lui, scoccando però un’occhiata sospetta alla ragazza davanti a sé, " Tu, piuttosto, sei proprio sicura di aver preso tutto? ".

Kaoru: " Ti dico di si, uffa ", si sistemò meglio sulla larga poltroncina e parlò a bassa voce, " Che rompiscatole ".

Per sua sfortuna, però, non abbastanza bassa.

Masahiko: " Sarei io il rompiscatole? Sono dovuto scendere già una volta per colpa tua, e vorrei che la serie si fermasse qui! ".

Ripensò a quando aveva notato dal finestrino del corridoio parte del loro bagaglio abbandonato su una delle panchine davanti alle rotaie, proprio dove si erano fermati ad aspettare l’arrivo del treno, e a come era stato costretto a scendere in tutta fretta per recuperarlo, guadagnandosi anche un rimprovero da alcuni passeggeri. Per giunta il treno era ormai in partenza e difficilmente sarebbe riuscito a recuperare qualcos’altro.

Kaoru: " Te l’avevo detto che non volevo prenderlo quel coso! ".

Masahiko: " Qual è il problema? Eri l’unica con le mani libere ".

Kaoru osservò ancora il grosso peluche che occupava per intero il sedile accanto a Masahiko e sbuffò distogliendo lo sguardo da lui, " Ho detto di no e basta ".

Masahiko: " Sei sempre la solita scansafatiche tu! ".

Kaoru: " Che hai detto, bamboccio? ".

Shion: " Fatela finita voi due. Il viaggio è lungo e non mi va di sentire le vostre continue discussioni per tutta la strada ".

Asagi: " Shion ha ragione, sei sempre lì a creare problemi, senpai ".

Masahiko: " Eh? ".

Kaoru: " Assolutamente d’accordo ".

Masahiko: " Che cosa? Sono io a crearli i problemi? ".

Le ragazze che dividevano con lui la cabina del treno diretto a Tokyo gli scoccarono tutte e tre contemporaneamente un’occhiataccia, che gli fece rimangiare il poco simpatico commento che era pronto a fare. Si limitò a sbuffare e cambiare posizione nel sedile, " Donne, tsk... ".

Sollevò velocemente la testa, sorpreso dalla naturalezza con cui gli era venuto fuori quell’ultimo commento, ma constatò con sollievo che alle sue compagne di viaggio non era pervenuto. Chissà che sarebbe successo altrimenti.

Il suo sguardo si posò istintivamente su Kaoru, che era sprofondata ancora di più nel suo sedile, sicuramente alla ricerca della posizione ideale per schiacciare un pisolino. Probabilmente sarebbe stata la prima a dare di matto per un commento del genere. La osservò ancora poggiando un gomito sul bracciolo e la testa sulla mano, ripensando a come gli era sembrata diversa in quei giorni. Era la ragazza strafottente di sempre, che si divertiva a prenderlo in giro e a ridere senza pietà della sua ingenuità, ma c’era stato anche dell’altro ultimamente.

Aveva rivelato un lato inaspettato del suo carattere, qualcosa che lui aveva sempre sospettato possedesse ma che non aveva mai sperato di poter vedere. In più di un'occasione si era dimostrata, ovviamente alla sua maniera, sorprendentemente gentile e disponibile, cosa che, onestamente, l’aveva assolutamente spiazzato. Pensò che forse quello era il suo modo di dimostrare la propria amicizia e ne fu soddisfatto.

Sorrise tra sé mentre la vide scendere ancora un po’ e arrivare con la testa quasi all’altezza dei braccioli, per poi risollevarsi con uno sbuffo irritato, per colpa della posizione chiaramente troppo scomoda. Nel farlo, gli urtò una gamba con la propria ed aprì un occhio incrociando il suo sguardo. Gli dette l’impressione di sgranarlo leggermente per poi tornare a chiuderlo e voltare la testa di lato, non senza rivolgergli un gentile " Che hai da guardare, idiota? ".

Masahiko socchiuse gli occhi e, mentre la imitava muovendosi nella poltroncina, cancellò mentalmente ogni pensiero positivo che aveva fatto su di lei.

Cambiando posizione il suo sguardo cadde sulla ragazza che occupava il posto accanto a Kaoru, quella stessa ragazza che aveva cercato con ogni mezzo di rovinargli quel weekend, ma, fortunatamente, senza riuscirci troppo bene. Anzi, senza riuscirci affatto.

Per un attimo, con la coda dell’occhio, osservò Shion seduta al proprio fianco. E pensare che solo qualche ora prima Asagi era stata a un passo dallo scoprirli insieme nello stesso letto... Si sentì ancora sudare freddo nel ripensarci. Era riuscito a tirarsi fuori da quella situazione per puro miracolo, e non ne era stato del tutto sicuro finché non aveva visto la sua espressione quando si erano incontrati nel bagno. Beh, prima di realizzare la situazione imbarazzante in cui si trovavano, ovviamente.

Quando Asagi aveva bussato alla porta della camera, ricordò che, se non fosse stato per Shion che lo ancorava al letto, avrebbe potuto fare un salto per lo spavento. E per la milionesima volta si chiese perché mai era dovuta arrivare proprio in quel momento.

Automaticamente si massaggiò la spalla che aveva sbattuto sul pavimento quando, preso dal panico, si era lasciato scivolare, o almeno queste erano le sue intenzioni, sul pavimento per rintanarsi sotto il grande letto. E ricordò anche l’incredibile sforzo che gli era costato separarsi dalla ragazza sdraiata accanto a sé ancora addormentata.

Da sotto il letto aveva potuto vedere, con il cuore in gola, i piedi di Asagi fasciati nei suoi eleganti sandali, che si avvicinavano lentamente e si fermavano proprio dal lato dove lui era caduto giù. Provò ad immaginarsi cosa poteva aver pensato in quegli interminabili momenti in cui era rimasta ferma vicino a Shion e sentì una piccola fitta di gelosia al pensiero che anche lei aveva potuto vederla così rilassata e indifesa, come difficilmente potrebbe mai apparire. Si sentì egoista a voler essere l’unico ad avere quel privilegio, ma non se ne rimproverò.

Rivide i piedi intrusi allontanarsi dal letto e ripensò al suo sollievo in quel momento, ma anche a come, lo avrebbe giurato, il cuore gli si fosse fermato nel petto quando aveva casualmente adocchiato i propri sandali abbandonati da una parte e maledettamente in bella vista. Si era allungato con la massima cautela e li aveva trascinati con sé al riparo là sotto, aspettando poi che la ragazza uscisse dalla stanza. E difatti, dopo un’ultima esitazione alla porta, Asagi l’aveva chiusa dietro di sé con delicatezza. E solo allora lui aveva potuto riprendere a respirare tranquillamente.

Sapeva di non essere mai andato a genio ad Asagi e poteva anche capirne il motivo. E nemmeno lui, del resto, la vedeva di buon occhio, era pur sempre la sua rivale in amore, diamine. Non potè impedirsi di arrossire un po’ a quel pensiero e si voltò con circospezione verso il corridoio per nascondere quel momento di debolezza a quel perfido trio.

Rivale in amore. Certo, era vero, ma non per questo si era mai sentito autorizzato a bacchettarla o dirle cattiverie ogni volta che ne aveva occasione, come invece faceva lei. Si chiese se sarebbero mai andati d’accordo un giorno, o, meglio, se sarebbero stati capaci di coesistere in pace, senza tormentarsi ogni momento, ma lo sguardo che la ragazza gli rivolse quando lo scoprì ad osservarla di sottecchi non fu affatto incoraggiante.

Venne finalmente riportato alla realtà dalla voce lamentosa di Kaoru, " Io ho fame! ".

Asagi: " Metterei volentieri anch’io qualcosa sotto i denti ".

Shion: " Già, non sarebbe una cattiva idea ".

Masahiko si sentì puntare addosso tre paia di occhi supplicanti e non potè far altro che dire, " Ok, ok, ho capito l’antifona ".

Si alzò ma uno sbalzo improvviso del treno lo fece risedere in modo buffo e scomposto, anche se l’atterraggio fu stranamente morbido.

Kaoru: " Che imbranato ".

Shion: " Proprio una bella coppia ".

Osservando i sorrisi divertiti delle due ragazze, Masahiko si risollevò risentito da sopra il povero peluche sgraziatamente schiacciato sul sedile e uscì dal vano sbuffando. Prima di chiudere con uno scatto secco la porta scorrevole, mormorò a denti stretti, " Le solite sceme ", accompagnato dai loro risolini.

Asagi fu l’unica a non trovare particolarmente divertente la cosa e si limitò a poggiare la testa allo schienale e guardare fuori dal finestrino. Il bilancio per quel weekend era del tutto negativo, almeno per lei, visto che non era nemmeno riuscita a regalare uno stupido orsacchiotto a Shion. Non era certo l’orsacchiotto in sé ciò che contava, ma il fatto di aver dimostrato di poter fare qualcosa per lei, di farle sapere quanto teneva a lei. Kaoru lo aveva fatto, probabilmente quel fesso di Masahiko non se ne era reso conto, ma lei era riuscita a dimostrarlo eccome. Quel peluche era solo una delle prove dei passi che aveva compiuto, di quanto era riuscita a migliorarsi in così poco tempo, tanto da aver costretto persino Shion a confrontarsi con lei. Quella sciocca sfida del giorno precedente non era stata una semplice gara di abilità, lo aveva capito bene, e purtroppo Shion aveva voluto prenderne parte. Con la sua solita freddezza, certo, ma lo aveva fatto.

Si lasciò sfuggire un sospiro, che richiamò la ragazza che le sedeva accanto. Kaoru le rivolse un’occhiata interrogativa, ma Asagi le rispose con un sorriso tranquillizzante prima di tornare a guardare fuori.

Ripensò a quella mattina, quando aveva messo piede in camera di Shion per darle il buongiorno e l’aveva trovata ancora addormentata. Solitamente non si sarebbe mai permessa di entrare, visto che bussando non aveva ottenuto risposta ed era quindi presumibile che non fosse sveglia. Ma era stato uno strano rumore a spingerla a farlo, si era preoccupata che potesse esserle successo qualcosa.

E invece si era vista davanti uno spettacolo quasi commovente. Era la prima volta che la vedeva dormire e la sua espressione era tenera e tranquilla, così lontana da quella consueta, scaltra e distaccata. Si ripromise di conservare per sempre dentro di sé ciò che aveva visto, come un ricordo prezioso di quella gita. Un attimo dopo sulle sue labbra apparve un altro sorriso, molto più sincero del precedente.

Meditando sulla cosa, le venne in mente un curioso particolare che le era saltato agli occhi. Quando era entrata nella stanza, era stata più che sicura di aver visto un paio di sandali abbandonati distrattamente da un lato del letto, in netto contrasto con quelli posti ordinatamente dalla parte opposta. All’inizio aveva pensato a un secondo paio di scarpe di Shion, abbandonate sbadatamente la sera precedente, ma le altre erano esageratamente grandi per appartenere alla stessa persona, persino per appartenere ad una donna. La cosa buffa, però, era stata che quando stava uscendo dalla stanza e si era fermata per osservarle meglio, le scarpe erano sparite, al lato del letto non c’era nulla, solo il piccolo scendiletto scuro.

Si chiese quanto fosse preoccupante immaginarsi un paio di sandali, ma abbandonò il pensiero attribuendolo al fatto che si era appena svegliata e forse era ancora un po’ stordita per tutto il sakè trangugiato la sera precedente. Del resto, non trovava alcuna spiegazione razionale che spiegasse la sparizione.

Ad un tratto si bloccò, sgranando gli occhi. Forse una esisteva dopotutto, ma non sarebbe mai stata possibile una cosa del genere, era troppo assurda. Quel ragazzino non era certo così sveglio, e se conosceva bene Shion, non gli avrebbe mai concesso una cosa del genere.

Prese quindi a ridacchiare tra sé, dandosi mentalmente di stupida paranoica e attirando l’attenzione delle altre due ragazze nella cabina.

Shion: " Che c’è? ".

Asagi si limitò a fare un cenno con la testa senza smettere di sorridere e questo sembrò loro bastare.

Pensò che Masahiko si sarebbe sentito sicuramente lusingato dal fatto che, anche se per un attimo, lo aveva immaginato tanto audace e fortunato. Ma si ammonì di non dargli mai una soddisfazione, benché minima. Era il suo rivale, del resto, un rivale in piena regola.

Kaoru sprofondò nuovamente nella sua poltroncina solo quando vide Asagi rilassarsi sulla propria. Non le era piaciuto lo sguardo che aveva qualche momento prima e nemmeno quello che aveva avuto mentre stavano preparando i bagagli in camera. Si erano messe a chiacchierare del weekend appena trascorso mentre ritiravano le loro cose e lei non aveva mancato di complimentarsi per ciò che era riuscita a fare con Masahiko. Niente di estremamente considerevole, ora che ci pensava a mente fredda, ma in generale il bilancio era comunque da considerarsi positivo.

Oltre questo, però, aveva notato che Asagi non aveva parlato poi tanto di Shion, non come al solito. Paradossalmente, Masahiko era stato anche il suo argomento principale in quella mattinata, specie dopo il movimentato incontro nel bagno. Sapeva bene che il suo obbiettivo era estremamente difficile da raggiungere, conquistare il cuore di una ragazza come Shion non era certo un’impresa da poco, ma l’ultima cosa che voleva era che si scoraggiasse, non dopo che aveva spronato così tanto lei a darsi finalmente una mossa.

Notò che Asagi aveva preso a chiacchierare tranquillamente con Shion e sorrise tra sé. Aveva sempre ammirato la sua tenacia e si sentì di continuare a farlo più che mai in quel momento.

Si ripromise di essere anche lei tanto determinata. Qualche piccolo insuccesso doveva essere messo in conto nella lunga strada verso il proprio obbiettivo, ma non avrebbe mai mollato.

Il suo sguardo si posò sul grosso orsacchiotto ripiegato ancora nella stessa posizione in cui l’aveva lasciato Masahiko. Possibile che non si fosse accorto di nulla? Rammentò per un momento il commento del gestore della bancarella e per un attimo l'assalì il sospetto che forse quel ragazzo non fosse poi così ingenuo come dava a vedere. Poi ripensò alla sua faccia quando qualche minuto prima era caduto sull'orsacchiotto e lo scacciò subito, pensando che sarebbe stato proprio da lui non capire nemmeno la situazione più evidente. Sospirò considerando che ciò rendeva tutto il suo operato certamente più difficile, ma finì per sorriderne. Del resto, era proprio questo che l’aveva sempre colpita di lui.

E non sembrava essere l’unica, purtroppo. Rivolse un’occhiata a Shion che ascoltava senza troppa attenzione le chiacchere di Asagi e sprofondò ancora di più nel sedile chiudendo gli occhi. Si era rivelata una continua sorpresa in quei giorni, anche se non sempre positiva, e l’ultima era legata proprio a quel buffo peluche davanti a lei.

Certo che se l’obbiettivo che si prefiggeva la sua alleata era considerevole, altrettanto lo era quello di affrontare una competizione con una ragazza come lei. Si scrollò con forza quell'idea malsana dalla mente; aveva deciso che non avrebbe mollato e così sarebbe stato. Del resto aveva un ottimo motivo per non farlo.

Si lasciò sfuggire un piccolo sorriso e non si preoccupò affatto che qualcun altro potesse notarlo.

E comunque, anche se non tutto era andato come voleva e c’erano stati eventi di cui avrebbe volentieri fatto a meno, si sentì soddisfatta di aver accettato quell’invito al mare, era stato piuttosto piacevole. Anzi, era stato davvero divertente.

Mosse la testa sullo schienale per cercare una posizione più comoda.

E quel finesettimana era stato anche stancante, visto quanto facilmente si assopì, dimenticandosi perfino dello stomaco che reclamava attenzione.

Shion distolse lo sguardo dal viso di Kaoru e si voltò di nuovo verso il finestrino continuando a fingere di dar relazione ad Asagi. Ma che diamine avevano per la testa quelle due? Era tutta la mattina che le erano parse stranamente pensierose. A parte le solite punzecchiature nei confronti di Masahiko, Asagi era stata sorprendentemente silenziosa e Kaoru incredibilmente docile. E adesso non facevano altro che scambiarsi strane occhiatine d'intesa e, addirittura, a tratti ridevano da sole senza motivo.

Si passò nervosamente una mano tra i capelli e decise di lasciar perdere. Si sforzò di ascoltare quel che stava dicendo Asagi, ma un attimo dopo le tornò alla mente lo sguardo di Kaoru mentre le diceva di essere intenzionata a giocarsi quella partita fino in fondo. In quel momento le era sembrata veramente decisa, ma più ancora il giorno successivo quando l'aveva vista insieme a Masahiko. In cucina prima, al tiro a segno poi e, infine, alla festa, quando aveva addirittura danzato con lui. Kaoru danzare, tzé. Non avrebbe mai pensato che sarebbe stata in grado di mettere in atto così presto i propri propositi.

Fece istintivamente una smorfia con la bocca e subito dopo cercò di mascherarla agli occhi di Asagi passandosi rapidamente una mano sul viso.

Poi si prese la guancia in quella stessa mano e poggiò il gomito sul bracciolo. Mentre la ragazza che le sedeva davanti continuava il suo sproloquio osservò quell'insolita accoppiata e dentro di sé ne sorrise teneramente. Chissà quali sarebbero stati i frutti di quella strana alleanza.

Masahiko entrò nello scompartimento aprendo con difficoltà l'anta scorrevole e mostrò alle ragazze il bottino che portava con sé. Kaoru si risvegliò immediatamente e prese d'assalto il primo panino della pila ed estrasse una bottiglietta d'aranciata amara dal sacchetto legato al polso di Masahiko senza neppure dargli tempo di sedere.

Masahiko: " Ehi, calma! Ce n'è per tutti... ne ho presi in abbondanza stavolta! ".

Ma Kaoru non lo degnò di neppure di uno sguardo ed aprì la confezione addentando voracemente le due fette di pane farcite. Mentre Masahiko osservava la predatrice rammaricandosi di tanta ingordigia, Asagi passò davanti a Kaoru e infilò a sua volta la mano nel sacchetto prendendo la sua bottiglietta e sfilando velocemente un panino dalla filza mal trattenuta tra le braccia dell'improvvisato cameriere. Masahiko stentò a trattenere l'equilibrio rischiando di far cadere i panini rimasti.

Masahiko: " Ehi! Ma che avete oggi? Sembra che non mangiate da una settimana! ".

Asagi gli rispose senza guardarlo, " Il mare mette appetito, non lo sapevi? ".

Masahiko: " Beh, infatti non mi sembra che siate state a digiuno in questi giorni... ".

Ma entrambe le ragazze non lo presero neppure in considerazione e, mentre si sedeva al proprio posto poggiando il sacchetto con le bibite tra lui e Shion, gli sfuggì un seguito poco signorile, " Non vi preoccupate della linea, voi? ".

Kaoru e Asagi smisero istantaneamente di masticare e rimasero in silenzio. Shion rimase immobile, già immaginandosi la tempesta che stava per scatenarsi, e attese gli eventi. Difatti Kaoru sollevò uno sguardo incattivito verso il suo dirimpettaio che, però, era già stato trafitto da una terribile occhiataccia di Asagi, la quale ingoiò tranquillamente il boccone e prese fiato.

Asagi: " Ma senti un po' chi deve venire a farmi la predica sulla cura dell'aspetto fisico! Un ragazzino bassotto e rachitico che ha meno muscoli di me! ".

Masahiko: " Ehi, ma io... ".

Asagi: " Taci bamboccio, e non provare a dire una parola fino a che non ti spunterà barba! ".

Masahiko: " Ma, veramente, la barba ce l'ho... ".

Asagi: " Ma dove? Femminuccia! ".

Masahiko: " Femminuccia a chi? ".

Asagi: " A te, Masamuccia! ".

Masahiko si alzò di scatto senza smettere di stringere i panini al petto, Asagi lo imitò e lo fronteggiò senza timore.

Shion e Kaoru, che sulle prime erano rimaste sedute in disparte, si alzarono contemporaneamente per dividere i due contendenti.

Shion si frammise tra loro, " Okay, ragazzi, fine primo round ".

Dando le spalle ad Asagi, spinse indietro Masahiko prendendolo per le braccia, ma la ragazza non sembrò affatto soddisfatta, " Ehi, la cosa non finisce qui, quel pivello mi ha offesa! ".

Masahiko: " Cosa? Io ti ho offesa? ".

Asagi: " Vigliacco, che fai, adesso neghi? ".

Masahiko: " Guarda che sei tu ad aver offeso me! ".

Asagi: " Io ti ho detto solo la verità! ".

Kaoru intervenne trattenendo a fatica Asagi, " Avanti, smettetela adesso. Che volete fare? Picchiarvi forse? ".

Asagi finalmente parve calmarsi, ma un attimo dopo sul suo viso si dipinse un ghigno di sfida, " Io sono una ragazza educata, non farei mai una cosa simile. Ma scommetto che non sarei io ad avere la peggio con quella femminuccia! ".

Masahiko fece per rispondere, ma Shion strinse la presa sulle sue braccia attirando la sua attenzione. Lo sguardo severo con cui lo fissò lo fece tacere, ma ad Asagi quell'atteggiamento di Shion piacque ancor meno della battutaccia di poco prima. Con lei non avrebbe avuto la stessa confidenza, Shion non le avrebbe mai rivolto uno sguardo tanto severo neppure in una circostanza simile.

Masahiko si calmò e Shion allentò lentamente la presa. La guardò per un momento fino a che il suo sguardo si fece di nuovo sereno. Fece un passo indietro senza smettere di guardarla e uscì dallo scompartimento bofonchiando all'indirizzo di Asagi, " Non era mia intenzione offendere nessuno ".

Quando se ne fu andato, Asagi prese un profondo respiro e si mise nuovamente seduta fissando il paesaggio attraverso il finestrino. Shion scambiò uno sguardo con Kaoru e scrollò le spalle volgendo desolatamente i palmi verso il soffitto.

Quindi Kaoru si strofinò con disinvoltura la punta del naso con l'indice e si sedette accanto alla sua alleata. Shion fece cenno di imitarla, poi parve ripensarci ed uscì dallo scompartimento senza dare spiegazioni. Kaoru la guardò e pensò perfino di seguirla, ma vedendo la strana espressione di Asagi che rispecchiava nel vetro, decise di rimanere al suo posto.

Per qualche momento fu indecisa se parlare, poi ruppe gli indugi, " Lo sai anche tu che non voleva offenderti, vero? ".

Asagi rimase in silenzio per un lungo momento, tanto che Kaoru pensò di aver parlato troppo piano, poi il vetro le mostrò il riflesso di un sorriso lieve e stranamente amaro e le sembrò addirittura che i suoi occhi si fossero fatti lucidi. La sua voce fu così lieve che stentò a sentirla, " Si, lo so ".

Shion percorse il corridoio fino alla fine del vagone e dietro l'angolo dell'ultima cabina trovò Masahiko. La sua espressione imbronciata le sembrò teneramente buffa e lo affiancò appoggiandosi con le spalle sulla sua stessa parete.

La vide con la coda dell'occhio, ma non tolse lo sguardo dal finestrino, vergognandosi istintivamente per quanto appena successo.

Masahiko: " Che cosa sei venuta a fare? Vuoi farmi la predica? ".

Shion non gli rispose subito ed osservò curiosamente la sua fronte corrucciarsi sempre di più. Poi sorrise e gli girò attorno poggiandosi alla parete di fronte a lui, " No, sono venuta solo perché hai portato via i panini ".

Quelle parole sembrarono risvegliarlo e si guardò in grembo dove stringeva ancora i sacchetti confezionati, mentre dal suo polso penzolava ancora la busta delle bibite.

Masahiko: " Ah.. già... ".

Sollevò lo sguardo su di lei e finalmente sorrise senza mancare di arrossire leggermente.

Shion: " Fammi un po' vedere che cos'hai qua... ".

La guardò frugare tra le confezioni sentendosi sollevato da quell'atteggiamento disinvolto, ma non seppe resistere all'istinto di giustificarsi, " Non intendevo offenderla ".

Shion parve finalmente aver trovato qualcosa di soddisfacente ed alzò lo sguardo su di lui, " Lo so ".

Si poggiò di nuovo alla parete e scartò la confezione proseguendo con poco interesse, " Non ti preoccupare, è tutto il giorno che Asagi si comporta stranamente ". Scrollò le spalle e concluse, " Avrà qualche grillo per la testa, lasciala stare ".

Masahiko rimase un attimo in silenzio, poi decise di seguire il suo consiglio e cercò di ignorare quella fastidiosa sensazione d'amaro in bocca. Annusò rumorosamente e concluse, " Salame? ".

Shion: " A-ha. Dev'esserne rimasto un altro ".

Masahiko rovesciò faticosamente i panini rimasti dentro la busta delle bibite e vi rovistò trovando finalmente l'ultimo panino al salame. L'aprì e lo addentò con soddisfazione, " Niente male ".

Shion: " Si, ma mi ha fatto venir sete ", si sporse verso di lui e continuò, " vediamo cosa hai comprato da bere... ".

Masahiko le rispose a bocca piena cercando di scandire le parole, " Ti ho preso quella nuova bibita al limone ".

Shion rovistò tra le bottiglie ed i panini, " Dov'è? Non la vedo ".

Masahiko si abbassò infilando a sua volta la mano nel sacchetto, " C'è di sicuro, quelle due hanno preso la coca... ".

Spostò le confezioni dei panini e la bottiglia di limonata rimase finalmente allo scoperto. Entrambi si allungarono per prenderla, ma lei fu più veloce e alla mano di Masahiko non restò che afferrare quella di Shion. La sensazione che si propagò dalla sua mano lo riportò istantaneamente a quando poche ore prima aveva stretto quella stessa mano nella sua e non per caso, non per fortuna. E a quando si era risvegliato accanto a lei e l'aveva stretta tra le sue braccia, non per gioco, non per divertimento. Ed al suo sguardo sereno e divertito, ai suoi sorrisi sinceri ed alle sue risate vere. Ai suoi piedi nudi sul terrazzo. Ai ricami azzurri del suo pigiama bianco.

Quando tornò alla realtà stringeva ancora quella mano sulla bottiglia, la mano della ragazza che stava in piedi di fronte a lui con le spalle ad un mantice del treno che li avrebbe riportati a casa dopo una vacanza da ricordare.

Le lasciò la mano sorridendo senza poter trattenere ancora una volta un leggero rossore sul viso. Fu stranamente felice di vederle quell'espressione incerta. Era divertente vederla in difficoltà una volta tanto, ma come sempre, e più di tutto, si chiedeva cosa ci fosse dietro quegli occhi impenetrabili.

Shion svitò il tappo e bevve la sua limonata lasciando che lo sguardo si nascondesse oltre il finestrino.

Cos'era quella sensazione? C'era un'atmosfera diversa dal solito tra loro, non avrebbe saputo dire in che modo diversa, ma certamente lo era. E tutti sembravano essersene istintivamente accorti. Probabilmente era proprio quello il motivo per il quale Asagi qualche minuto prima era scattata nei confronti di Masahiko senza una vera ragione.

Si portò la bottiglia alla bocca e bevve un altro sorso di limonata.

Forse il rapporto tra lei e Masahiko non era poi tanto diverso dal solito, a ben pensarci. Il solo fatto di aver diviso con lui lo stesso letto per due notti non rendeva le cose diverse da quel che erano due giorni prima. E nemmeno l'essergli stata così vicina fisicamente. La verità era che Masahiko non era cambiato, era lei ad essere diversa. A sentirsi diversa. Ma in che modo diversa? Non avrebbe saputo dirlo.

Bevve un altro sorso e spostò via i capelli dalla fronte con un gesto troppo brusco.

In cosa si sentiva diversa? Quando si era sentita così? Kaoru, forse era stata lei a provocare quella reazione. Si, forse era andata proprio così. Che le sue parole avessero risvegliato in lei lo stesso istinto del bambino geloso del giocattolo con cui fino a quel momento non aveva giocato solo perché un altro bambino gli si era avvicinato? Qualcosa dentro di lei si ribellò a quell'idea. Non era così, Masahiko non era mai stato un giocattolo per lei. Era solo che... era solo che...

Cercò dentro di sé, ma non trovò quello che cercava.

Si portò una mano tra i capelli e si massaggiò lentamente una tempia lasciandosi scappare un piccolissimo sospiro.

Si, qualcosa era diverso, ma non sapeva cosa.

Gli occhi le scivolarono discretamente sul ragazzo in piedi davanti a lei che inseguiva i suoi pensieri fuori dal finestrino.

Rimase per qualche attimo a guardarlo, pronta a volgere altrove lo sguardo se solo avesse accennato a voltarsi anche se sapeva che non sarebbe stato facile mettere in pratica quel piano. Il suo sguardo sembrava così pulito. Nella sua ingenuità il suo viso era straordinariamente fermo e sereno. Sarebbe stato difficile voltarsi altrove. Ne sorrise appena e un attimo dopo le sembrò di sentire ancora il contatto della mano con la sua, scoprendosi a pensare che non le era dispiaciuto quel gesto così semplicemente intimo.

Forse era stata colpa di Kaoru, forse no. Non lo sapeva, ma che quella sensazione non se ne sarebbe andata facilmente, invece, lo sentiva chiaramente.

Guardò di nuovo fuori dal finestrino e si stupì di quanto la luce fosse diversa da poco prima. Chissà quanto era passato da quando era uscita dallo scompartimento lasciando Kaoru ed Asagi da sole. Fece per guardare l'orologio, ma una voce dall'impianto di filodiffusione l'anticipò, " Prossima fermata Tokyo ".

 

 

Ehilà, ragazzi, con questo capitolo si conclude il ciclo di questa breve vacanza estiva dei nostri eroi. Spero che a qualcuno di voi sia piaciuta!

Non so quando riuscirò a mettere su il prossimo capitolo, perché, a dire il vero, quando io, Riccardo e Shion lavoravamo insieme a Family Compo 2, è rimasto incompiuto e in parte è andato addirittura perso... (acc, pensate che il file si è danneggiato e non sono più riuscita a recuperarlo, quindi ce l'ho ancora qui in bella vista sul desktop e non riesco a trovare il coraggio di buttarlo nel cestino^^)Quando poi ho deciso di riprendere in mano da sola la storia, tanta era la stizza per la “perdita” che ho ricominciato dal capitolo successivo e, ancora oggi, il 15 non ho finito di riscriverlo. Quindi, c'è la possibilità che ci sia da pazientare un po', perché devo trovare il tempo per lavorarci, magari qualche vostro incoraggiamento sarebbe gradito... comunque posso promettere fin d'ora che il resto della storia non si farà attendere e sarà una bomba! Almeno io la penso così, d'altra parte non mi si fila nessuno e allora io mi gongolo da sola per tirarmi su di morale.... (poveri noi^^) Ciao a tutti e a presto,

Lex

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