Meiwa's Memories

di Oscar_is_here
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Meiwa's Memories 1 ***
Capitolo 2: *** Meiwa's Memories 2 ***
Capitolo 3: *** Meiwa's Memories 3 ***
Capitolo 4: *** Meiwa's Memories 4 ***



Capitolo 1
*** Meiwa's Memories 1 ***


 

09/04/19xx

 

Gli allenamenti pomeridiani erano finalmente finiti e la squadra si sarebbe potuta godere un meritato riposo.

 

Sfiniti, i ragazzi si buttarono senza contegno sull’erba, all’ombra della pensilina della panchina dove riposava bellamente indisturbato – o sarebbero stati guai – il loro allenatore, che aveva finito l’ennesima bottiglia di sakè Akashi-Tai.

 

 

 

“Sono sfinito!”

 

Si lamentò un bambino, strofinandosi gli occhi, per poi rivolgere uno sguardo d’approvazione dei suoi compagni, che annuirono anch’essi stanchi.

 

“Oggi ci abbiamo dato dentro!”

 

Un altro rise, prendendo poi la borraccia e finendo quel poco d’acqua rimasta in essa.

 

E andarono avanti a parlare dell’allenamento appena svolto per un paio di minuti, il giusto per riposarsi prima di andare a casa.

 

 

 

“Un’altra volta capitano!”

 

Wakashimazu si mise in posizione pronto a parare l’ennesimo tiro che sfrecciava ad altra velocità.

 

“Arriva!!”

 

Hyuga calciò il pallone con forza, ma il portiere l’agguantò come un’agile pantera.

 

“Perfetto!”

 

Il capitano si avvicinò al ragazzo e gli porse la mano, tirandolo su da terra.

 

“Wakashimazu. Che ne dici di venire qui domani mattina presto?”

 

Il portiere sorrise in modo lieve, quasi invisibile mentre si riaggiustò il cappellino caduto e annuendo alla proposta.

 

“Va bene. Ma ora devo andare capitano. Ho gli allenamenti di karate tra non molto.”

 

Il piccolo sorriso sparì, ma l’altro lo guardò comprensivo.

 

“Anche io ora devo andare. Ci si vede domani! Ti voglio alle sei in punto!”

 

E detto ciò, prese le sue cose e scappò di corsa a lavorare per portare qualche soldo a casa.

 

Wakashimazu lo guardò andarsene, e anche lui dopo aver preso il borsone ed essersi cambiato, se ne andò a casa. Una lunga sessione di allenamento al dojo di famiglia lo aspettava.

 

 

 

_____________________________________________________

 

 

 

10/04/19xx

 

 

 

Come accordato, Ken si presentò alle sei in punto in campo, aspettando il capitano.

 

Aveva le gambe un po' doloranti dagli allenamenti di karate, e non volendo stare troppo in piedi, decise di saltare sul palo per andare a sedersi su quello orizzontale. C’era una bella vista del campo, in effetti.

 

A distrarlo dai suoi pensieri fu una voce dal tono divertito.

 

“Che cosa ci fai lassù, Ken-chan?”

 

Kojiro rise andando sotto la porta per guardare l’amico.

 

“Perchè non mi raggiungi capitano?”

 

“Cosa?!”

 

“Eddai salta!”

 

Il numero dieci sbuffò, ma poi rise decidendo di accontentarlo.

 

Ora entrambi erano seduti, l’uno accanto all’altro. Erano così vicini che le loro spalle si sfioravano.

 

Ken si girò verso Kojiro e gli sorrise. Kojiro ricambiò.

 

“C'è una certa pace. Non trovi?”

 

“Mhmh”

 

Non bastavano parole, bastava stare così. Entrambi non parlavano molto.

 

Il primo a rompere quel silenzio fu stranamente Kojiro.

 

“Come sta andando karate?”

 

“Non sta andando molto male in verità, ma ieri ci sono andato giù pesante.”

 

“Mh…”

 

Kojiro ammirava gli sforzi del ragazzo accanto a sé, che faceva il possibile per arrivare in orario agli allenamenti.

 

“Vorrei vederti in allenamento sai?”

 

Ken alzò un sopracciglio, confuso.

 

“Non mi avevi già visto allenarmi?”

 

“Non mi interessa. Invitami a casa una volta. Non sarebbe male vederti uccidere qualcuno a calci in gola.”

 

“Guarda che non si fa questo!”

 

Ken rise di gusto in verità. Non pensava che Kojiro lo immaginasse a picchiare ragazzi più forti di lui nel dojo.

 

“Ti ho visto stendere quel ragazzone per un povero bambino.”

 

“Lo stava terrorizzando!”

 

“Appunto!”

 

Si guardarono, poi scoppiarono a ridere di nuovo.

 

Bastava poco per ridere tra di loro. Immaginare l’altro fare un qualcosa che non farebbe mai (mai dire mai).

 

“Voglio seriamente vederti in allenamento”

 

“Oggi se sei libero puoi venire a casa, non mi dispiacerebbe”

 

“Nessun problema… Karate kid.”

 

“Considerati morto.”

 

E di nuovo risero per l’ennesima stronzata.

 

“Dio, che amici strani che siamo.”

 

“Volevi dire… Migliori amici”

 

“Sì. Migliori amici”

 

Kojiro sorrise a essere considerato davvero un migliore amico per Ken.

 

Il sentimento era reciproco.

 

 

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Capitolo 2
*** Meiwa's Memories 2 ***


In seguito agli eventi della semifinale contro la Furano...

In ospedale

Ken fu l'unico a rimanere nella camera dell'amico; gli altri oramai erano già tornati a casa e l'allenatore - per andare in bagno - si era probabilmente tra i corridoi infiniti e mortuori dell'ospedale.
Allora si tolse il cappellino e lo appoggiò su una sedia vicino. Avvicinò la propria al letto del ragazzo e allungò la mano verso la sua fronte: era calda, la sua mano invece era ghiacciata.
"Sei sempre il solito capitano..."
Era vero. Esagerava sempre, ma Ken non era di meno.
Però, provava così tanta ammirazione per lui, e essere riuscito a entrare in campo per aiutarli lo ha fatto stare bene. 
Ritirò la mano e se la porto sulla spalla finalmente guarita, ma comunque fasciata per volere del medico che si assicurava il massimo per il bambino. 

Finalmente dopo aver girato tre piani dell'ospedale per un cesso, tornò nella camera del pupillo, dove lo aspettava il portiere (Che tornare in ospedale per lui è stato un trauma, e tutti i medici erano seriamente sconvolti, poi quando avevano capito che era illeso hanno tirato un sospiro di sollievo). 
Quando aprì la porta, trovò il numero diciassette seduto e con la testa appoggiata al materasso del lettino. Entrambi erano stanchi morti, e l'orario non aiutava per niente. 
Sospirò divertito e andò a sedersi sulla sedia, spostando il cappellino bianco del portiere. 
Ha sempre notato questa connessione strana tra loro, che era nettamente superiore a tutti i rapporti che avevano con altri compagni, persino Sawada. 
Questo pensiero lo aveva da quando Ken è entrato in squadra, che subito era andato a mettersi in porta e ad allenarsi senza sosta esclusivamente con il capitano, ma più che altro era l'unico con cui aveva approcciato all'inizio e aveva un minimo di conversazione.
Li guardò un'altra volta, poi guardo l'orario dal telefono. Era tardi, avrebbe dovuto mangiare, e anche il ragazzo. Le visite sarebbero finite tra poco, ma sapeva che il portiere non voleva alzarsi da lì, dopotutto anche Kojiro ha fatto così quando Ken è rimasto per quattro mesi in ospedale, sullo stesso lettino, senza potersi muovere.

"Signore, l'orario per le visite è terminato... Tra poco serviamo la cena"
Un infermeria si affacciò sull'uscio della porta. Guardò il vecchio e poi notò i ragazzi e si coprì le labbra leggermente imbarazzata.
"Non si preoccupi. Ora andiamo"
L'uomo sorrise e come la ragazza se ne andò, si avvicinò al portiere karateka e gli toccò la spalla.
"Ken... Ken dobbiamo andare"
Il portiere a dirla tutto si svegliò subito, aprendo gli occhi di scatto e guardando il ragazzo a cui si era appoggiato, per poi guardare chi lo aveva svegliato.
"Si, sì va bene..."
Non era molto contento di andarsene in verità, ma avrebbe visto il capitano domani.
Si strofinò gli occhi e si staccò dal coetaneo, anche se voleva rimanergli accanto.
"Andiamo a mangiare. Offro io. Ti porterò nel miglior ristorante di rame."
Il ragazzino afferrò metà delle parole, troppo concentrato a osservare il compagno che stava per lasciare.
"Va bene."
Prese il cappellino, e insieme all'allenatore, uscì dall'ospedale

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Capitolo 3
*** Meiwa's Memories 3 ***


N.A.: Scusate per l'assenza! Ma tra i disegni e la scuola non ho avuto molto tempo per ragionare sul terzo capitolo di "Meiwa's Memories" e di una nuova storia attualmente in bozza.

Buona lettura <3

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20/12/19xx

Hanyu General Hospital...

Kojiro arrivò davanti alla stanza numero centocinquantasei. 
Non era ancora venuto a trovare il suo migliore amico. L'ospedale gli faceva paura. 
Allungò una mano verso la famiglia e la afferrò saldamente. 

Ken stava guardando fuori dalla finestra, seduto sul lettino d'ospedale. 
Cazzo se gli faceva male la gamba.
Non poteva muoversi molto, e la cosa peggiore è che non poteva avvicinarsi alla finestra a guardare fuori, come una volta. 
Come sentì la porta spalancarsi, si girò di scatto sulla difensiva.

"Capitano..."
"Santo cielo Ken... Come stai?!" 

Kojiro si precipitò vicino al lettino dell'amico, e lui in risposta sorrise. 
"Sto bene..."
"Sei più pallido del solito" 
"Mah, sarà la luce" 
Ridacchiò. 
Kojiro prese posto su uno sgabello, ma Ken gli tirò un braccio per farlo sedere con lui sul lettino. 
"Eddai capitano!" 
"Ma ne sei sicuro?" 
"Perfavore!" 
Allora l'attaccante prese posto sul letto, cercando di non dargli fastidio.
Ken appoggiò la testa sulla sua spalla, visibilmente stanco e affaticato. 
"Che cosa succede?" 
"Niente... Mi fa male la spalla..."
Kojiro si allarmò subito e lo guardò preoccupato. 
"Vado a chiamart-" 
"No perfavore! Voglio rimanere con te... L'avrò mossa prima" 
"Mh..."
Il portiere gli sorrise e gli circondò il busto con il braccio destro. Sorrise in modo tenero mentre chiudeva gli occhi e ascoltava il respiro di entrambi, mentre Kojiro entra intento ad accarezzargli i capelli corvini. 
"Mi dispiace non essere venuto prima... Ero anche preso con il lavoro..."
"E di cosa ti preoccupi? Va bene così..."
Sbadigliò.
La stanchezza si faceva sentire ogni giorno che passava.
"Vuoi dormire?"
"Voglio stare sveglio per parlare con te"
"Guarda che puoi dormire"
Ken allora guardò Kojiro, sbadigliando.
Kojiro allora con una delicatezza fuori dal comune lo fece appoggiare a sé, al suo petto.
"Quando guarirò, faremo scintille insieme"
"Non ne dubito."
Ken gli sorrise. Il viso premuto sul petto del compagno mentre l'altro lo stringeva a sé, lo teneva al sicuro da tutto quello che stava passando.
Non parlavano, non servivano parole. Bastavano piccoli gesti.

"Poi fammi vedere il cane eh."
L'altro rise annuendo piano, tenendosi appiccicato a lui, nascosto.
"Naturalmente, capitano."

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Capitolo 4
*** Meiwa's Memories 4 ***


Ken alzò il viso verso il suo capitano sorridendo, un fiore tra i denti e gli occhi luccicanti.

Kojiro lo guardò un attimo: lo trovava adorabile con quel fiorellino che gli copriva le labbra.

"Dobbiamo raccogliere fiori per mia madre, non diventare una ghirlanda primaverile."

L'orgoglio era decisamente troppo anche in quei momenti, ma sorrise comunque vedendo come l'altro provava a non ridacchiare.

Ken dopo si tolse il fiore dalle labbra e lo guardò attentamente, perdendosi in quei colori rosei del giglio tra le sue mani. Se lo portò lentamente al naso e ispirò.

"Di cosa profuma?"

"Giglio."

"Ma grazie al cazzo, Ken."

I due risero guardandosi negli occhi e arrossendo per le risate.

 

Quando si ripresero, Ken si spostò per prendere un altro fiore, una rosa di un bellissimo rosso sangue.

"Capitano, avvicinati."

Kojiro era abbastanza dubbioso, ma devise di avvicinarsi e sedersi dinuovo a gambe incrociate.

Ken invece, si inginocchiò, infilando quella piccola rosa tra i capelli del ragazzo.

"Non hai uno smoking, ma ti sta benissimo anche così."

Sorrise.

Che carino che era Kojiro, così, con quel fiore nei capelli.

"Ma vah-"

L'altro gonfiò le guance, imbarazzato fino al midollo.

Si guardarono dinuovo e risero, mentre Kojiro gli andava a mettere un fiore tra i capelli e il berretto.

"Ti sta bene il giallo"

"A te il rosso, capitano"

È vero.

Ken era il colore giallo, Kojiro il rosso.

 

Era davvero un bel colore l'arancione.

 

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Ohayo. 

Scusate l'assenza, ma sto cercando il possibile di scrivere! La scuola mi tiene occupato e ho tre storie in bozza: una dovrebbe uscire prima di Natale, ma non è uno speciale, quello sarà un'altra storia a parte. 

( ͡° ͜ʖ ͡°)

Però davvero, perdonatemi per non pubblicare ogni giorno. 

Pian piano riesco a gestire tutto, giuro. 

 

Alla prossima! 

 

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