Due facce della stessa medaglia

di Jeremymarsh
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Forza ***
Capitolo 2: *** Debolezza ***



Capitolo 1
*** Forza ***


Forza
 
 
Sin da quando aveva assistito alla sfortunata morte del padre e dopo essere stato messo al corrente del proprio fato, Miroku aveva deciso di condurre una vita basata su rigide e ferree regole che si era imposto personalmente. Quando pensava al proprio futuro, diventava un giovane serio e determinato, sentiva l’animo accendersi a causa del proprio obiettivo, ma vedeva anche una linea abbastanza corta e mai gli era capitato di immaginarsi con i capelli grigi o il dolore alle ossa. Per quanto si definisse una persona forte e risoluta, era abbastanza intelligente da sapere che immaginarsi del tutto libero dalla maledizione e crogiolarsi in quei pensieri sarebbe stato l’errore più grande che avrebbe potuto mai compiere; doveva aggrapparsi alla realtà e rafforzare il proprio corpo per essere all’altezza della sfida che gli era stata lasciata.

Eppure, quell’ardua strada che si era imposto spesso richiedeva delle pause per far si che il suo spirito non crollasse del tutto — delle gratificazioni per così dire — e inevitabilmente con esse egli ricadeva nei vizi o, meglio, diventava vittima della seconda maledizione familiare.

Miroku amava le forme femminili e, talvolta, ammetteva di aver peccato volendo a tutti costi saggiarle. Tuttavia, pur essendo consapevole dell’idea che dava di sé, non aveva un animo immorale né avrebbe davvero condannato un altro bambino al suo stesso destino. Se non fosse riuscito nella sua impresa il vortice sarebbe morto con lui. Veniva da sé, dunque, che per quanto si divertisse a indossare le vesti del monaco pervertito, non sarebbe mai andato fino in fondo.

Così, non aveva negato la prima volta in cui il mezzo demone di nome Inuyasha lo aveva definito tale né aveva biasimato la divina Kagome per la sua reazione quando si era arrogato il privilegio di investigare le sue forme. Tuttavia, la sua determinazione e il suo spirito avevano incontrato un ostacolo inaspettato quando aveva incontrato Sango.

Avrebbe voluto dire che l’aveva riconosciuta subito come la donna che lo avrebbe cambiato, ma sarebbe stato un bugiardo. Eppure, per lui che si era sempre definito una delle persone più perseveranti di sempre, era stata una sorpresa trovarsi di fronte a una donna come lei: non era stata solo la sua bellezza a colpirlo, ma anche il suo carattere forte che, nonostante le evidenti cicatrici, le permetteva di rialzarsi ogni volta. E forse era per questo motivo che non aveva mai dubitato di lei, anche quando la stessa Sango aveva temuto di crollare per davvero.

Ciò per lui rappresentava il pericolo più grande e innamorarsi della sterminatrice significava destinare se stesso a un cuore infranto perché mai avrebbe sacrificato la felicità di lei per il proprio egoismo né l’avrebbe condannata. O per lo meno, era questo ciò che confessò lei quando, da sposati, Sango gli chiese cosa lo avesse davvero trattenuto prima di farle la fatidica domanda – i motivi erano tanti e complessi.

No, Miroku non avrebbe mai potuto immaginare che la valente sterminatrice che il suo gruppo aveva salvato quel giorno lo avrebbe cambiato così tanto né che, alla fine, sarebbe stata lei stessa parte del suo successo. Dopo tutto, il Miroku solitario che si era tanto vantato della sua forza d’animo aveva ancora debolezze che non aveva mai scoperto, debolezze a cui aveva rimediato solo grazie ai compagni di viaggio che lo avevano scelto.

Oggi era devoto alla famiglia che era stato tanto fortunato da veder nascere e crescere e ammirava il suo riflesso con un sorriso sincero e grato ogni volta che notava i capelli ingrigirsi sempre di più. E se ancora qualcuno, scherzando, gli chiedeva se rimpiangesse mai la vita da monaco vagabondo e gli svaghi che si era concesso, Miroku non li smentiva e scuoteva semplicemente la testa. Così come allora, non dava importanza a ciò che gli altri credevano di lui, non quando le persone che davvero contavano sapevano la verità. 

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Capitolo 2
*** Debolezza ***


Debolezza
 


Come ogni donna nata in quell’epoca di guerre, Sango aveva sempre saputo quale, tradizionalmente, sarebbe dovuto essere il suo ruolo. Eppure, sin da quando era stata abbastanza intelligente da capire il significato di certe parole, sapeva anche che mai lei sarebbe rientrata in quegli standard né la sua vita avrebbe avuto alcun valore se si fosse limitata a essere ciò che gli altri volevano che lei fosse. All’interno del villaggio degli sterminatori, il suo era molto importante e per quanto atipico ne era fiera e si allenava duramente per essere a quel livello e all’altezza delle aspettative di tutti coloro che l’avevano scelta e la ritenevano degna. Quell’orgoglio che le gonfiava l’animo e scorreva nel suo sangue la rafforzava e le diceva di migliorarsi.

Tuttavia, il giorno in cui quel quadro idilliaco venne fatto a pezzi, si accorse per la prima volta di quanto fosse in realtà debole. Un banale trucco aveva sterminato la sua comunità e lei, non meritevole di alcun rispetto, unica superstite, si era fatta ingannare ancora quando aveva avuto l’opportunità di vendicare i suoi compagni. Da quel momento in poi, aveva avuto solo la rabbia che covava dentro di sé a darle forza, a mandarla avanti così che potesse dimostrare di non aver fallito del tutto, di avere un’altra opportunità per dimostrare che valeva ogni loro aspettativa.

Memore di quel nuovo obiettivo, nell’incontrare un uomo come Miroku — un monaco che all’apparenza sfruttava la propria religione per un tornaconto personale — Sango ne era rimasta infastidita: per lei, lui era un chiaro ostacolo alla missione che si era prefissata nonostante riconoscesse la sua forza. E dopo tutto, anche l’aver accettato di unirsi a quello strambo gruppo faceva parte del suo piano — nient’altro. Non aveva ancora compreso, però, il significato di quelle sfide che il destino le aveva lanciato né poteva sapere davvero cosa quel viaggio in cui si era imbarcata le riservasse; non lo immaginava.

Scoprirsi innamorata della stessa persona che aveva ritenuto un intralcio fu probabilmente lo shock più grande della sua vita: più della morte della madre, dei compagni, dell’inganno di Naraku. Quel sentimento che era nato senza che lei potesse fare nulla significava solo il fallimento e, di nuovo, aveva deluso chi la guardava dall’alto. In lei ora risiedeva un conflitto irrisolvibile tra amore e dovere che la paralizzava: era la paura a impedirle di muoversi ? E se sì, paura di cosa? O, piuttosto, era la vergogna per non aver mantenuto i patti? Forse, quell’orgoglio che tanto l’aveva fatta sentire forte un tempo era stato in realtà il primo passo verso la sconfitta. Non avrebbe dovuto essere così fiera di ciò che era e impegnarsi, invece, di più, ancora di più.

Miroku intanto le restava accanto, anche quando era lei stessa a dirsi che non meritava il suo appoggio o se aveva esagerato nei suoi confronti.

Quando si guardava dentro e scopriva quanto fosse rotta, lui era il primo a rimettere i pezzi insieme.

Se crollava e una vocina le sussurrava all’orecchio di mollare, era Miroku a sovrastarla con le sue parole di incoraggiamento.

Quando i dubbi diventavano più opprimenti di ogni consapevolezza, era Miroku a mostrarle la verità con una chiarezza tale da lasciarla a bocca aperta.

E fu solo grazie a quella presenza costante che fu in grado di capire che, dopo tutto, amore e dovere non entravano in conflitto ma si incastravano e si completavano, tanto da rendere più forte il suo proposito e darle uno stimolo in più per vincere e non mollare.

Sango non era debole, aveva perso ma si era rialzata ogni volta e nemmeno permettere ad altri di aiutarla e sorreggerla era sintomo di debolezza. Ed era certa che coloro per i quali stava combattendo fossero ancora fieri di lei.

Anni dopo, sapeva anche che la risposta che Miroku le aveva dato, quando gli aveva chiesto perché avesse atteso tanto per dichiararsi, non era del tutto veritiera ma non si offese: i motivi erano tanti e complessi per poter essere davvero rinchiusi in una frase. E forse, aspettare era stata la mossa giusta. Entrambi avevano avuto tanti demoni personali da combattere e chissà cosa sarebbe accaduto se avessero osato accettare i loro sentimenti prima di averli davvero sconfitti.

Oggi Sango conosceva bene il significato di determinate parole, meglio di quanto aveva creduto un tempo. Sapeva che pur non essendo più capace di utilizzare Hiraikotsu o che se doveva accettare più spesso l’aiuto che le veniva offerto non era debole. Nel visitare le tombe dei propri compagni era in grado di percepire quanto ognuno di loro fosse fiero della donna che era diventata, ma soprattutto, Sango non dubitava più di se stessa.



 
N/A: Immergermi in questi due personaggi complessi non è stato facile, ma spero di non aver fatto loro un torto e di averli descritti a pieno. Inoltre, spero che questo mio esperimento vi sia piaciuto. 

Vi abbraccio, come sempre, e alla prossima ❤.

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