Peculiar Children

di _Bri_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Prologo pt. 2 ***
Capitolo 3: *** Selezione ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Peculiar Children
Prologo

 
31 agosto 2014
 
“SCIAME DI CALABRONI ASSALE COPPIA DI AUROR IN SERVIZIO”
E di nuovo si getta un cattivo sguardo sulla Academy for Peculiar Children
 
Durante la notte del trenta agosto due auror stavano eseguendo un giro di perlustrazione a Orange Lake, quando d’improvviso sono stati colpiti da uno sciame di calabroni impazziti. Fortunatamente sono stati in grado di lanciare incantesimi scudo e sono stati ricoverati al San Mungo per lesioni non gravi. A seguito delle dichiarazioni dei due, pare evidente che lo sciame non abbia agito in modo canonico, bensì sembrava fosse spinto da qualcuno .
Il Ministero ha già aperto un’indagine a tal proposito vista la vicinanza con la Academy for Peculiar Children. È chiaro che la preside Roxanne Borgin dovrà rispondere a più di una domanda… (segue a pag. 8)
 
Con un gesto secco e uno sbuffo esasperato, Roxanne gettò la maledetta copia della Gazzetta del Profeta lontano dalla sua vista. Esasperata da quanto aveva letto, si alzò di scatto e cominciò a borbottare fra sé e sé con tono sempre più alterato, fin quando un lieve bussare alla porta del suo studio non pose fine a quel tanto bofonchiare contro il quotidiano.
 
<< Avanti. >> La voce uscì quasi cavernosa dal bellissimo volto della strega, la quale con movimenti meccanici legò alla bene e meglio i capelli scuri sopra la testa. Fortunatamente, nonostante i suoi cinquantaquattro anni, erano molto rari i fili bianchi a brillare fra le lunga cascata color pece.
 
<< Deduco tu l’abbia letto. >> Una nota voce femminile scivolò oltre la fessura della porta che ancora la divideva dall’interno dello studio. La direttrice distese appena il volto e fece cenno alla più giovane di entrare.
 
<< Vieni pure, Martha. Sono furiosa, furiosa! Possibile mai che non abbiano alcuna intenzione di lasciarci stare? >>
 
Ricevuta l’approvazione, Martha Zeller fece il proprio ingresso, per poi avvicinarsi a Roxanne e poggiarle con delicatezza una mano sulla spalla sinistra: << Vuoi sentire Victor? Sappiamo che è lui ad approvare ogni articolo della Gazzetta del Profeta. >>
 
Roxanne annuì: << Gli ho mandato un gufo con una strillettera poco fa. Lo voglio far vergognare davanti a tutti i suoi dipendenti! Oh, Martha, perché diamine ce l’avranno con noi? >>
 
L’altra tirò dietro l’orecchio una ciocca bionda sfuggita all’acconciatura, poi scosse il capo e dalle labbra scivolò un leggero sospiro: << Non ne ho idea, ma sono certa che se Victor ha fatto uscire un articolo del genere, vuol dire che qualcuno lo ha obbligato. Non infierirebbe mai, non lui… non contro questo istituto. >> Martha allargò le braccia per indicare metaforicamente il vasto territorio dell’Accademia. Roxanne sospirò di nuovo e si permise, dopo anni di confidenza con la sua amica, di perdersi per un momento nei propri pensieri. Pensò alla prima volta che aveva messo piede su quel terreno insieme a Yann e allo sguardo che si erano scambiati, consapevoli che finalmente avevano trovato ciò che cercavano. Laddove si stendeva la terra incolta avrebbero costruito l’edificio centrale dell’Accademia, mentre più in là, in direzione del villaggio di Orange Lake, sarebbero sorti i campi d’allenamento per i giovani studenti bisognosi del loro aiuto. Accennò un sorriso, delicatissimo, nel rendersi conto che bene o male erano riusciti a dare vita a ogni loro sogno. La loro scuola, quella che Yann aveva desiderato costruire, non mancava di nulla: palestre, maneggi, campi sportivi, piscine all’aria aperta, piste di pattinaggio, fucine, serre, dormitori. In quel posto avevano messo tutti loro stessi, versando sudore in ogni angolo di quella che sarebbe diventata la Academy for Peculiar Children. Perché mai qualcuno desiderava così ardentemente recare loro danno?
 
<< Non è certo la prima volta che ci attaccano apertamente. >> Roxanne tornò a parlare, poi portò una mano alla fronte con un movimento elegante benché enfatico: << Non ho il coraggio di dirlo ad Yann; credo che potrebbe partire e fiondarsi alla Gazzetta del Profeta solo per mettere le mani intorno al collo di Victor. >>
 
Benché l’immagine le avesse strappato un sorriso, Martha scosse il capo: << Credo sia meglio che tu vada a parlarci, io intanto sentirò Philip, magari può andare lui stesso a parlare con Vicky e cercare di capirci qualcosa. >>
 
<< Lascialo stare, sarà molto impegnato al San Mungo. >>
 
Martha regalò un bellissimo sorriso a Roxanne, prima di asserire non ci fosse alcun problema a riguardo.
 
<< Andrei io stessa, ma domani inizia l’anno scolastico, ho ancora un mucchio di cose da organizzare per i ragazzi e troppo poco tempo per farlo. Chissà se Jules se la sta cavando meglio di me. >>
 
<< Non credo che ciò sia davvero possibile, sei puntigliosa quanto la sottoscritta, sono certa che non avrai null’altro da fare. Ora scusami… >> Roxanne si avvicinò alla grande finestra dai vetri cangianti che adornava il suo studio e con un paio di mandate la spalancò << …ma devo assolutamente andare a parlare con Yann, ci vediamo questa sera a cena e cortesemente, chiudi tu la finestra per me, comincia ad essere umido a quest’ora. >>
 
Martha annuì e rimase ad osservare le fiamme blu che avvolsero la figura di Roxanne Borgin, che in poco più di qualche istante prese le sembianze di un maestoso falco pellegrino; la bionda strega seguì con gli occhi chiari il volo di Roxanne, poi fece come le era stato chiesto e richiuse la finestra con meticolosità, grazie a un colpo deciso di bacchetta.
 
*
 
La musica degli Alt J, armoniosa e peculiare, risuonava ben oltre la sua stanza, posta nella mansarda della villetta che i suoi genitori avevano fatto costruire dieci anni prima. Essa era separata dall’imponente edificio dell’Accademia da un maestoso olmo e un modesto giardino, sul quale risiedevano le strutture delle serre.
Loras inclinò di lato il capo e fece qualche passo indietro, prendendo le distanze dal caldo paesaggio boschivo che aveva appena finito di realizzare. Accennò un sorriso, squisitamente malinconico come solo Loras sapeva elargire, poi allungò le lunghe dita della mano sinistra per sfiorare le fronde di un albero; a seguito di quel tocco esse si animarono. Non si limitarono a prendere vita, come tutti i quadri magici sapevano fare, bensì il groviglio di foglie sembrò farsi consistente, al punto che una folata di vento fu in grado di trasportarne alcune all’interno della stanza.
Loras guardò con pazienza una delle foglie danzare trasportata dal vento, per poi planare, placida, dinanzi alle sue scarpe. Si chinò quindi per afferrarne il picciolo e con una frizione leggera di pollice e indice, cominciò a farla piroettare a destra e a sinistra.
Quando la lasciò, quella cadde a terra e poco dopo si dissolse; solo a quel punto Loras sembrò rilasciare il respiro che –neanche se ne era reso conto- aveva trattenuto fino a quel momento. Quando avrebbe potuto smetterla di disegnare o dipingere solo cose innocue? Dopo l’incidente i suoi genitori e gli altri insegnanti si erano premurati di parlargli con delicata chiarezza: fin quando non sarebbe stato in grado di controllare il suo potere, avrebbe dovuto frenare il suo estro creativo. Inutile dire che per Loras quella era una vera e propria sofferenza, perché tramite quella comune forma d’arte il giovane mago non si limitava ad esprimere sé stesso, bensì riusciva a tirare fuori un notevole concentrato di malessere che, a cadenza regolare, andava ad incastrarsi e fare il nido nel suo stomaco.
No, alberelli e fogliame non avevano lo stesso effetto benefico di produrre nidi di tarantole, troll di montagna o mandrie di erumpent, ma purtroppo Loras doveva accontentarsi.
Il mago sobbalzò quando sentì gridare il proprio nome, per questo con un colpo di bacchetta abbassò il volume dello stereo e si sbrigò ad aprire la porta. Si ritrovò una donna minuta dai capelli dorati a fluttuargli a pochi centimetri dal viso.
 
<< Mi hai fatta spaventare! Non sai quante volte ho bussato, temevo ti fossi sentito male! >>
 
La voce soave di Jules arrivò come un piacevole cinguettio alle sue orecchie e Loras mise di nuovo su un mite sorriso, poi chinò il capo in segno di scuse.
 
<< Scusami tanto, non avevo sentito, ero preso da… beh, quella roba lì. >> le ultime parole di Loras presero forma in un soffio di pura mestizia e la strega, ancora a un paio di palmi da terra, puntò i grandi occhi sul dipinto del più giovane.
Lo conosceva da sempre, Jules. Loras era un membro della loro strampalata famiglia, messa su dai sopravvissuti a quel giardino maledetto costruito da Robert Stainer; sapeva bene cosa lo facesse star bene e cosa, invece, era in grado di strizzargli l’anima e farlo soffrire. A quel punto non disse nulla, si limitò invece a planare a terra e chiedere il permesso di entrare.
 
<< Certo che sì, sei sempre la benvenuta. >> Disse con scarso entusiasmo Loras; Jules non se la prese per quel tono apatico, perché sapeva non essere lei il problema.
 
<< Domani torneranno i tuoi amici e arriveranno dei nuovi ragazzi, non sei contento? >>
 
<< Beh, sì, almeno la smetterò di passare tutto questo tempo solo con i miei e pochi altri. Mia madre sta cominciando a diventare assillante e papà… Merlino solo sa quanto sia imbarazzante ultimamente. Sta cercando di parlare con me in merito a persone che potrebbero piacermi; ti rendi conto? >>
 
Jules si lasciò sfuggire una risata: << Non ti nascondo che non ce lo vedo proprio Yann a fare discorsi del genere; però ti vuole un mondo di bene e si impegna. È il miglior padre che conosca, Loras. >>
 
A quell’affermazione il giovane si rabbuiò: << Con tutti gli altri magari; sicuramente con te lo è stato, ma con me sta sbagliando su ogni fronte. >>
 
<< Se non ci fosse stato lui in quel Giardino, io non sarei qui, tesoro. >>
 
Non appena Loras si rese conto della sua indelicatezza, tentò di correre ai ripari balbettando qualcosa di scarsamente comprensibile, ma Jules scrollò la testa e allungò una mano per stringere quella del giovane: << Non ti devi giustificare, anche io ho provato per i miei genitori le stesse cose che tu sembri provare per Yann e Roxanne, credo sia normale. Si chiama adolescenza, dobbiamo tutti venirci a patti prima o poi. Senti, sto andando a fare un giro per controllare che i campi siano in ordine per domani, poi devo mandare un gufo ad Alon. Vieni con me? Ti va? >>
 
Loras lanciò un ultimo sguardo al dipinto, prima di annuire, spegnere la luce della sua stanza con un colpo di bacchetta e seguire i piccoli passi di Jules.
 
*
 
Una densa nuvola di fumo aleggiava per la stanza, mentre Jesse organizzava il suo baule con scarsissima voglia. Ad ogni sbuffo di sua madre, poggiata allo stipite della porta, la nuvola andava addensandosi sempre più, ma quello era nulla in confronto al continuo borbottio che l’ormai ex grifondoro era stato costretto ad ascoltare da tre mesi a quella parte.
 
<< Vuoi stare lì tutto il tempo? Mi sto innervosendo mà. >>
 
La strega tirò un’altra boccata alla sigaretta con un gesto così nervoso, da scompigliarle la chioma bionda.
 
<< Ringrazia che a controllarti non ci sia tuo padre; e portami rispetto, Jessie! Sono tua madre, non uno dei tuoi maledetti amichetti con cui ti piace fare casino. >> La bellissima donna assottigliò gli occhi di intenso blu – suo figlio, sfere nere e profonde ad osservare in giro, li aveva ereditati da suo marito- e puntò il dito in direzione del baule: << Cos’è che hai messo lì? Fammi vedere, forza! >>
 
Jesse roteò vistosamente gli occhi, prima di spostarsi di lato e permettere a quell’isterica di sua madre di poter ispezionare il baule: << Tu stai andando fuori di testa, non ho messo niente di strano qui, solo noiosissimi libri per noiosissime lezioni! >>
 
Adelaide ignorò l’insulto di suo figlio; l’unica cosa che importava davvero in quel momento è che Jesse non si stesse portando dietro nulla di compromettente. Una volta resasi conto che fosse tutto in ordine – non avrebbe mai ammesso di essersi sbagliata-, tornò a fumare con nervosismo e le parole uscirono dalla sua bocca con tono fastidiosamente stridulo.
 
<< Ti rendi lontanamente conto di quello che hai combinato? Sei un incosciente, ecco cosa sei! Per fortuna che tuo padre è andato dalla preside McGranitt con il capo cosparso di cenere. Santa strega, ecco cos’è! >>
 
Adelaide continuò a rimproverare suo figlio, mentre quest’ultimo tornava a sistemare con pazienza il baule. Se avesse potuto avrebbe silenziato la voce di sua madre con un colpo di bacchetta, ma sapeva che se avesse anche solo tentato di fare una cosa del genere, lei lo avrebbe spedito fuori di casa a calci, tanto era furiosa.
Pensò che non vi era affatto bisogno di ricordargli che se non avesse accettato di recarsi all’Academy for Peculiar Children, non solo non avrebbe mai più rimesso piede ad Hogwarts, bensì non avrebbe mai avuto la possibilità di prendere i M.A.G.O., mai più. Così Jesse Zabini era stato costretto, contro la sua volontà, ad accettare quel pietoso accordo.
Non aveva alcuna intenzione di cambiare scuola, perché quello voleva dire lasciare i suoi amici, la squadra di Quidditch e tutto il resto; e poi aveva sempre sentito parlare di quell’istituto come di una scuola per pazzoidi problematici.
 
“Alla Peculiar Children ci finiscono quelli che non stanno bene con la testa!” Gli aveva sottolineato con veemenza il suo amico Charles, alzando il tono della voce e attirando così l’attenzione di un sacco di altri studenti che stavano consumando l’ultima colazione dell’anno. Erano giorni che Jessie si prendeva commenti del genere e cominciava a non poterne più; perché lui sapeva di non essere proprio come tutti gli altri, il suo potere stesso lo dimostrava, ma fino a quel momento quella sua peculiarità lo aveva fatto sembrare un fico. Con l’espulsione da parte della McGranitt e l’out out che aveva dato ai suoi genitori –“Vostro figlio passerà l’ultimo anno all’Academy for Peculiar Children, dove gli verrà insegnato a gestire il suo potere e non usarlo per bullizzare i suoi compagni.”-, le cose si erano ribaltate e la gente aveva cominciato a sussurrare fosse uno stramboide.
 
Jesse non sopportava essere definito così e attribuiva quelle brutte voci sul suo conto alla decisione che la preside, assieme ai suoi genitori, di fargli cambiare scuola avevano preso; non aveva nemmeno preso in considerazione che, forse, quel che aveva fatto era decisamente grave e lo aveva reso parecchio instabile agli occhi dei suoi coetanei.
 
<< Dico, mi stai ascoltando Jessie?! Sono dieci minuti che sto parlando da sola o sbaglio?! >> Nel frattempo Adelaide aveva acceso una seconda sigaretta, poi aveva cominciato a lanciare incantesimi per velocizzare il processo di sistemazione dei bagagli del figlio, infilando nel baule vestiti talmente piccoli che ormai Jesse non indossava più, ma il ragazzo non aveva intenzione di farlo notare a sua madre, ci avrebbe pensato più tardi a sistemare di nuovo i suoi bagagli.
Finita la sfuriata e la seconda sigaretta, Adelaide sembrò tranquillizzarsi. Quel che fece su avvicinarsi al suo unico figlio maschio, afferrargli il volto con le mani e parlargli guardandolo dritto negli occhi.
 
<< Ascoltami bene tesoro, questa per te è un’occasione unica, lo capisci? Manderemo cesti per Natale alla preside di Hogwarts fin quando vivrà, per averti concesso una cosa simile. A lei e ai genitori di quei ragazzi, si intende. Quindi ti rendi conto che non potrai sbagliare? >>
 
<< Lo so. Altrimenti mi espelleranno e non potrò più prendere il diploma. >> Ripeté con scarsa convinzione Jesse.
 
<< E sarai costretto ad almeno due anni di lavori socialmente utili. Vuoi andare a pulire i gabinetti della metropolvere di Londra per due anni? >>
 
<< No che non voglio. >>
 
<< Per colpa tua, tua sorella avrà un sacco di grane a scuola. >>
 
<< Ci sono i miei amici, baderanno loro a lei, non ti devi preoccupare. >>
 
Adelaide si allontanò di scatto e gettò le braccia al cielo con enfasi: << I tuoi amici non dovranno nemmeno pensare di avvicinarsi a Violet, sono stata chiara?! >>
 
Così la strega tornò a propinare l’ennesima scenata a Jessie, mentre quest’ultimo riponeva con pazienza pergamene e calamai all’interno di un altro baule, nell’attesa che quello show finisse il prima possibile.
Se lo scotto da pagare per non sentire più la voce petulante di sua madre era trasferirsi alla Academy for Peculiar Children, Jesse pensò che forse ne sarebbe valsa la pena.
 


 
Buonasera a tutti lettori cari. Alcuni di voi (fondamentalmente chi mi segue su instagram), erano già a conoscenza di questo progetto. In realtà, senza dilungarmi troppo sulla questione perché non è questa la sede più appropriata, la scelta di pubblicare questa interattiva dipende da quella ben più triste di sospenderne una appena iniziata sul fandom di Death Note che, per motivi personali, non mi sento di portare avanti. Ho deciso quindi di riconvertire la storia –parliamo sempre di un istituto per “ragazzi speciali”- e adattarla al fandom di Harry Potter.
Fatta questa doverosa premessa, forniamo come sempre un po’ di contesto e spiegazioni: vi erano mancate le mie note chilometriche?
 
Forse qualcuno di voi avrà riconosciuto parecchi dei personaggi di questo prologo; ebbene sì, Roxanne, Yann (grazie Eniente), Martha (grazie Em), Jules e Victor sono oc miei e di alcune vecchie partecipanti dell’interattiva ormai conclusa “Il Giardino segreto”. Chi desidera saperne di più può imbarcarsi nella lettura – io ne sarei ovviamente felice-, mentre per gli altri vi basti sapere che tutti i personaggi nominati, fuorché Roxanne, possiedono poteri particolari e che proprio per questo motivo sono stati, nel 1994, rapiti e studiati dal terribile dottor Robert Steiner, Mangiamorte fedelissimo di Voldemort, per sfruttarne le capacità e riuscire a tornare indietro nel tempo per riportare in vita il Signore Oscuro.
Tutto è bene quel che finisce bene, Roxanne e Yann che intanto si sono sposati e hanno dato alla luce il piccolo Loras decidono, per volere di Yann di tirare su un istituto che potesse aiutare giovani maghi e streghe che vivono la sua stessa condizione e che hanno difficoltà a gestire il loro potere speciale. Viene così fondata nel villaggio magico Orange Lake –di mia invenzione- la “Academy for Peculiar Children”, un istituto che viaggia in parallelo con Hogwarts. Come nel caso di Jesse che avete conosciuto poco fa, gli studenti che vengono accolti sono appunto giovani che devono essere aiutati e molti degli insegnanti che si trovano alla APC, hanno appunto il compito di guidarli.
Alla APC vengono studiate le normali materie di Hogwarts, quindi vi saranno docenti che si occuperanno di questo come accade nella scuola di magia e stregoneria che tutti conosciamo; inoltre vi saranno delle ore extra, in cui verranno tenute delle lezioni da alcuni maghi e streghe con poteri particolari (come Jules, che sostanzialmente sa volare o come Yann, che sa manipolare il fuoco) e gli studenti potranno usufruire di questo grandissimo sostegno. Chi possiede poteri “mentali”, verrà seguito da Martha e magari da altri insegnanti che voi stessi potrete creare, mentre chi possiede dei poteri “fisici”, verrà seguito da Yann o Jules.
In tutto ciò c’è qualcuno a cui proprio non va giù che esista questa scuola, che forma dei ragazzi potenzialmente molto potenti, ragion per cui qualcosa accadrà nel corso dei capitoli.
 
Ragazzi e insegnanti si ritroveranno nei guai e con le dita puntate contro di loro: riusciranno a salvare la Academy for Peculiar Children?
 
Un po’ “The Babadook” (la storia che, purtroppo, sospenderò) un po’ “Wednesday” (si, ho adorato quella serie), un po’ Miss Peregrine(da cui ho già attinto in passato), questa storia teen in cui emergeranno complotti e si risolveranno misteri è il mio ultimissimo progetto per questo Natale, spero che lo apprezzerete.
 
Di seguito qualche dettaglio:
 
Breve descrizione della Academy for Peculiar Children:
 
L’istituto si trova a Orange Lake, un villaggio magico nato alle pendici dello Scafell Pike, montagna che fa parte della catena montuosa Southern Fells, situata nella contea Cumbria all’interno del “Lake District National Park” (grazie come sempre Wikipedia). Vi è un grande edificio centrale che è la vera e propria Accademia, in cui vi sono i dormitori, aula magna e refettorio, le aule e gli studi degli insegnanti. Intorno all’edificio centrale vi sono campi sportivi, palestre, maneggi.
I dormitori sono formati da stanze per lo più quadruple e solo in alcuni casi triple; ogni stanza ha il proprio bagno personale e ogni studente ha il dovere di tenere in ordine e pulito il proprio ambiente.
 
Regole della Academy for Peculiar Children:
 
-Non si può assolutamente uscire a proprio piacimento dal territorio dell’Accademia. Questo vale anche per gli studenti maggiorenni, proprio come ad Hogwarts.
 
-L’accesso alle serre deve avvenire sotto supervisione.
 
-Vi è un coprifuoco che scatta alle 23 e che deve essere rispettato da ogni studente (ovviamente, questo viene puntualmente infranto da qualcuno). Il sabato rappresenta un’eccezione.
 
-Gli studenti possono usare la magia, ma i poteri speciali devono essere adoperati con estrema cautela. Le regole impartite dagli insegnanti devono essere rispettate, pena la sospensione o l’espulsione.
 
-Ogni studente è obbligato a frequentare le lezioni extra per imparare a gestire il proprio potere.
 
-Ogni studente è obbligato ad avere dei colloqui con dei magiterapeuti almeno una volta al mese. Se necessario, possono usufruire del servizio quando più è loro utile.
 
-L’intero edifico è zona elettrificata sottoposta a potenti incantesimi di protezione e non bisogna tentare di neutralizzarli in alcun modo.


Regolamento
 
  • Le schede vanno inviate entro e non oltre il 6 Gennaio  alle ore 19:00 attraverso messaggio privato con oggetto “Nome del vostro Oc – Puculiar Children”.
 
  • Potete inviare fino a due personaggi a testa purché:
    • di diverso ruolo (uno studente e insegnante, per intenderci. Gli insegnanti potranno insegnare le materie canoniche, oppure potranno aiutare gli studenti con i loro poteri extra. In questo secondo caso anche loro dovranno avere un potere particolare). Ci tengo a precisare che gli insegnanti, in generale “gli adulti” tutti della storia potranno essere sospettati e accusati di quanto accade sia nell’Accademia che al di fuori di essa. In poche parole i vostri personaggi adulti potranno essere indagati. Invece per quanto riguarda gli studenti, questi (sperando non esageriate, siamo pur sempre in una scuola in Gran Bretagna), potranno venire da ogni parte del mondo e, coadiuvati dalla costruzione di un background credibile, potranno anche essere orfani ospiti fissi della APC.
 
  • Nella prenotazione indicate il genere e l’età. Vi ricordo che i ragazzi possono avere 15/17 anni.
 
  • Essendo un’interattiva vi chiedo il piacere di essere partecipi, non solo perché nel corso dei capitoli vi farò delle domande, ma anche perché altrimenti si perderebbe il senso di fare una storia del genere. Lo faccio ogni volta, lo so, ma vi chiedo perciò di essere partecipi. Sappiate comunque che se dopo 2 capitoli non dovessi più avere vostre notizie, nel 3° comunicherò l’eliminazione del vostro Oc.
Ovviamente se aveste dei problemi, di qualsivoglia natura, che non vi permettessero di essere presenti basta farmelo sapere e concorderemo insieme una soluzione senza che il vostro oc sia costretto a rimetterci (e vista la linea thriller della storia, rimetterci vorrebbe poter dire perdere la vita, ops).
 
  • Accetto: Storie personali mediamente complicate e poteri complessi. Sono pur sempre ragazzi della Academy for Peculiar Children, non mi aspetto di ricevere tutti personaggi totalmente stabili. Possono essere anche orfani e quindi vivere in pianta stabile nell’Accademia.
 
  • Non accetto: Mary o Gary Stu; NON esagerate con i problemi dei vostri personaggi, perché non ho alcuna intenzione di trattare con leggerezza tematiche delicate e personaggi con patologie estreme o storie troppo complesse non sarei in grado di trattarli, ragion per cui se doveste calcare la mano, non potrò prendere in considerazione i vostri Oc.
 
Infine voglio aggiungere che questa storia vuole essere un giallo da risolvere, ma anche un teen drama, in cui le storie di questi adolescenti complicati si intrecceranno non solo in maniera drammatica, ma anche romantica. Si, questo vorrà dire che ci sarà spazio per l’ammore.
 
Ovviamente sono a disposizione per qualsiasi dubbio o domanda. Mi trovate ovviamente qui, ma anche su instagram (e su ig posso sicuramente rispondervi più rapidamente). Mi trovate come Bri_efp.
Vi lascio alle schede e ai trafiletti dei personaggi; Loras e Jesse saranno i miei oc, mentre gli insegnanti saranno personaggi secondari.
 
 
 
SCHEDA STUDENTI
 
Nome e Cognome:

Data di nascita (gli studenti possono avere dai 15 ai 18 anni):

Categoria speciale (licantropo, metamorphomagus, Veela):

Orientamento sessuale:

Aspetto fisico:

Prestavolto (deve essere necessariamente un personaggio reale):

Carattere:
 
Pregi e difetti:
 
Facoltà particolari:

Background del personaggio (specificare se prima di arrivare all’Accademia, ha frequentato Hogwarts, se sì, specificare il percorso scolastico):
 
Famiglia e rapporto con essa:
 
Da quanto tempo è all’Accademia e per quale motivo è entrat*?:
 
Bacchetta:

Patronus:

Molliccio:

Amortentia:

Ricordo felice:

Amicizie/ inimicizie:
 
Passioni/abilità (potrebbero essere legati o meno alle sue facoltà particolari):

Amore ( Nel caso sia fidanzato, scrivete un paio di righe su questa persona):
  
Altro:
 
 
SCHEDA PROFESSORI/INSEGNANTI
 
Nome e Cognome:

Data di nascita (gli insegnanti possono avere dai 30 anni in su):

Categoria speciale (licantropo, metamorphomagus, Veela)*campo non obbligatorio:

Orientamento sessuale:

Aspetto fisico:

Prestavolto (deve essere necessariamente un personaggio reale):

Carattere:
 
Pregi e difetti:
 
Materia insegnata e/o corso disciplinare per la gestione del potere:
 
Facoltà particolari (gli insegnanti non devono averne necessariamente):

Background del personaggio:
 
Famiglia e rapporto con essa:
 
Per quale motivo è entrat* all’Accademia come insegnante?:
 
Bacchetta:

Patronus:

Molliccio:

Amortentia:

Ricordo felice:

Amicizie/ inimicizie:
 
Passioni/abilità (potrebbero essere legati o meno alle sue facoltà particolari):

Amore ( Nel caso sia fidanzat*/sposat*, scrivete un paio di righe su questa persona):
  
Altro:
 
 
Loras Reinhardt
17 anni, 10 Marzo 1997
Eterosessuale
 
 
Loras è letteralmente cresciuto fra “i diversi”, quelli che molti per lungo tempo hanno considerato come fenomeni da baraccone; questo gli ha indubbiamente permesso di sviluppare una sensibilità unica nel suo genere. Loras è sensibile, malinconico, emotivamente fragile; in lui il malessere si concretizza ed è costretto a usare il proprio potere per tirare fuori questi “accumuli di negatività” che finirebbero per farlo soffrire molto.
Estremamente empatico, non è l’anima della festa, ma è tenuto in grande considerazione dai suoi amici e non fa fatica a socializzare.
 
 
Jesse (Jessie) Zabini
17 anni, 1 Novembre 1996
Eterosessuale
  

Dinamico, sopra le righe, accentratore, dalla personalità sfaccettata, Jesse è un candidato perfetto per la Academy for Peculiar Children. Dalla natura controversa, da un lato è empatico, passionale, di compagnia, grintoso, dall’altro in lui è presente un piglio oscuro, che può mettere a disagio chi si trova ad avere a che fare con lui. Forse proprio perché riconosce di essere storto, non sopporta che lo si giudichi strano.
 
 
 
Roxanne Borgin
54 anni – Direttrice della APC

 
Yann Reinhardt
51 anni –manipolazione del fuoco- Insegnante

 
Jules Airgood
33 anni –manipolazione dell’aria- Insegnante

 
Martha Sophie Zeller 
47 anni – visione - Insegnante

 
Victor (Vicky) Adam Selwyn
47 anni –potere scudo- direttore de “La Gazzetta del Profeta”
 
Piccola nota a margine per dirvi che ovviamente le immagini degli insegnanti non rispecchiano la loro età. Il fatto è che i loro pv sono questi qui e non ho la pozione di invecchiamento a portata, perciò vi chiedo di usare un po’ di immaginazione (anche se immaginarsi la splendida Eva Green più vecchia dei suoi 42 anni è un vero sacrilegio).

 
 
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** Prologo pt. 2 ***


Prologo
Parte due

31 agosto, sede de “la Gazzetta del Profeta”

Victor tratteneva l’incipit del naso fra il pollice e l’indice. Le urla di Roxanne, arrivate velenose nel suo ufficio tramite un’impietosa strillettera, gli avevano causato un mal di testa che difficilmente sarebbe passato con rapidità. Tanto erano state acute e terrifiche, quelle grida, che Victor aveva visto affacciarsi alla porta della stanza praticamente tutti i dipendenti che lavoravano sul suo stesso piano. Flavius, il suo segretario, gli aveva chiesto con preoccupazione se per caso non fosse successo qualcosa di molto grave -magari il direttore della Gazzetta del Profeta aveva appena ricevuto la notizia dello scoppio di una nuova guerra magica-, ma Victor Selwyn si ritrovò a dover tranquillizzare il suo dipendente, specificando che quella non fosse che la voce un pochino spazientita della sua amica Roxanne. 

<< Oh, la signora Borgin? Ci credo, dopo l’articolo che abbiamo mandato in stampa… >> commentò in un borbottio Flavius, facendo alterare la voce di Victor, il quale gli sibilò di non mettercisi anche lui.
La sede del quotidiano più famoso del regno magico aveva di nuovo trovato la quiete e Victor poté sperare, per qualche momento, di riuscire a completare quello che era diventato un articolo complicatissimo da scrivere visto lo stato confusionario in cui verteva; d’un tratto, senza che se ne rendesse conto, fu di nuovo il caos. Più voci collimarono nell’ampia stanza che si era costretti ad attraversare per raggiungere il suo studio e su tutti spiccava un tuono di sillabe che il magi-giornalista conosceva assai bene. La porta del suo ufficio si spalancò di botto e Victor si trovò nuovamente difronte il viso beccuto di Flavius, più pallido di quanto fosse stato un paio di ore prima. Ansimava e aveva l’aria di chi stava per devolvere la propria vita alla causa in cui aveva sempre creduto.

<< Direttore! Abbiamo provato… ma lui non ci ha permesso di tenerlo fuori… è furioso, una belva di fuoco! >> 

<< Fallo entrare. >> Rispose Victor con rassegnazione, lasciando sbigottito -o per meglio dire sconvolto- il segretario.

<< Ne è davvero convinto? Lui sembra davvero molto, molto pericoloso, signor Selwyn! >> 

<< Mpf , è nient’altro che un fuoco di paglia. >> Vicky non riuscì a fare a meno di sghignazzare alla sua stessa battuta(1), mentre Flavius non ebbe l’occasione di farsi di lato: fu spintonato via dal mago che entrò, visibilmente furioso, nel suo ufficio.

<< Dimmi come diavolo ti è venuto in mente, dannazione! >> 

Victor alzò le mani davanti al suo amico Yann in segno di resa, poi parlò con il suo tono più accondiscendente: << Piano, mio focoso amico, ho già ricevuto un bell’ammonimento dalla tua dolce mogliettina, non credi sia abbastanza? E poi comunque… >>

Yann sbatté con violenza la porta alle sue spalle, rimanendo così solo con il direttore. Victor inizialmente non si preoccupò, ma quando Yann lanciò un silencio con gesto secco della bacchetta, a quel punto deglutì. No, le cose potevano non mettersi troppo bene. 

<< Come puoi aver fatto uscire un articolo del genere? Tu più di tutti sai quanto abbiamo lottato per tirare su quell’Accademia per sostenere ragazzi come eravamo noi. >> Yann indicò se stesso e Victor, poi tornò a parlare: << E sai quanto questo tuo maledetto giornale sia influente! Ogni stronzata che pubblicate è l’abbocco per tutti gli allocchi che vi seguono! >> 

Victor prese un grande respiro, poi passò le mani sulle bretelle accostate alla camicia e si alzò lentamente, circumnavigando la propria scrivania e fermandosi davanti all’altro:

<< Ok, ora che ti sei sfogato ti va di ascoltarmi, o vuoi portare avanti la tua invettiva fino a questa notte? È tardi, devo chiudere un articolo e ho questo mal di testa… >> Lo sguardo truce che Yann gli regalò, facendogli intendere che del suo mal di testa, del suo articolo e di tutto il resto non poteva fregargliene di meno, lo fecero desistere dal portare avanti quell’argomentazione: << Va bene ascolta… sono stato caldamente invitato dai piani alti a scrivere quell’articolo; secondo te avrei mai potuto gettare fango volontariamente sulla vostra Accademia? Per altro sono uno degli insegnanti! >> concluse, portandosi con movimento teatrale una mano al cuore. Yann, se possibile, si imbufalì ancor più, gonfiando il petto prima di puntare l’indice su quello decisamente più esile dell’amico: << Basta cazzate! Il Ministro è una brava persona, non lavorerebbe mai contro di noi, mai! >>

<< Non ho parlato di Ministro, difatti. Esistono tanti uffici con molto, molto potere fra le mani che non vedono di buon occhio l’Accademia e chi… la conduce. >>

Il volto maturo di Yann venne pervaso da sgomento: << Non parlerai mica di Roxanne… vero? >> 

Victor non aveva mai avuto peli sulla lingua; al contrario era stata proprio la sua peculiare sfrontatezza a metterlo spesso nei guai e a fargli guadagnare molteplici punizioni da parte di Robert Steiner, in quel lontano 1994. Anche ora non si risparmiò di sputare la verità con totale sincerità, senza fronzoli: << Yann, Roxanne è una ex Mangiamorte, ha ancora il marchio sbiadito sul braccio, questo lo sanno tutti. Una cosa così si dimentica con difficoltà. >> 

<< È stata ad Azkaban! Ha… ha subito un processo e dopo aver scontato la sua pena è stata prosciolta da tutte le accuse! Cristo santo, ha sposato me… che di puro nel mio sangue non ho niente, come può esistere qualcuno che la mal sopporta al punto di minacciare l’integrità dell’Accademia?! >> 

Vicky sospirò, poi strinse una spalla dell’amico con gesto d’affetto: << Perché le persone sono bigotte e stupide, Yann. I neuroni di cui purtroppo sono forniti servono solo per avvilire la nostra intelligenza. Comunque ascoltami, ho dovuto farlo, pubblicare quell’articolo, altrimenti nel giro di poco mi sarebbe arrivata una bella lettera di dimissioni. >> 

Yann lo fissò con furore: << E certo, perché la tua carriera è più importante dei nostri ragazzi, non è vero?! Se chiudessero l’Accademia… >> 

A quel punto Victor cinse le spalle di Yann con il braccio e gli sorrise complice: << Amico, non hai pensato che è meglio che ci sia io qui, piuttosto che qualcuno che potrebbe combinare guai peggiori all’Accademia? Pensi che un altro direttore si sarebbe limitato a velate illazioni? Non dubitare della mia intelligenza… >> il sorriso di Vicky si allargò, donando al suo aspetto quella luce malandrina che lo aveva sempre accompagnato fin da ragazzo: << … è l’unica vera qualità che possiedo. Fidatevi di me. >>

1 settembre,  Academy for Peculiar Children

Quella mattina Jesse si era svegliato molto presto, sebbene avesse dormito solo una manciata di ore. Avevano deciso che sua madre avrebbe accompagnato Violet a prendere l’espresso per Hogwarts, mentre suo padre si era procurato la passaporta per raggiungere Orange Lake, così da accompagnare Jesse al suo primo giorno di scuola.

Salutata velocemente sua madre, che lo aveva stritolato in un abbraccio e lo aveva riempito di raccomandazioni e dato un buffetto a sua sorella minore, Jesse aveva afferrato i manici dei suoi bauli e aveva lasciato che Jacob gli posasse la mano sinistra sulla spalla, mentre con la destra reggeva il vecchio libro di ricette normanne che li catapultò nel villaggio magico.

 Suo padre aveva continuato a chiedergli se non fosse eccitato da quella nuova esperienza e Jesse, pur provando a nascondere i suoi veri sentimenti, non era stato in grado di mentirgli davvero. Come poteva esserlo? Lui amava Hogwarts, la sua vita era lì, i suoi amici e la ragazza che gli piaceva erano lì; la Academy for Peculiar Children, ai suoi occhi, non era che un sottoprodotto scadente e lui non voleva farne parte. Ogni volta che ci pensava, nella testa del giovane -ormai ex- grifondoro, emergevano spontanee immagini circensi, con studenti e insegnanti come veri e propri fenomeni da baraccone.
Qualcosa in lui cambiò man mano che si avvicinava, a fianco a suo padre, ai confini dell’Accademia. Non era rimasto stupito dal villaggio magico in cui erano arrivati, l’unico elemento ad averlo turbato era stato il clima impietoso che lo aveva fatto pentire di essersi vestito in modo tanto leggero; invece scoprire il lago con i suoi profondi occhi neri, seguire il viale aranciato che attraversava il bosco come una vena pulsante e arrivare, infine, al cospetto del maestoso edificio dell’Academy for Peculiar Children, lo aveva fatto rimanere di stucco. 
Si guardò intorno, tutto a un tratto divorato da viva curiosità e il suo sguardo smanioso ricadde su studenti e genitori che, come lui, si incamminavano verso il curato giardino che delimitava il cortile d’ingresso della scuola. 

<< Non sarà Hogwarts, ma lo trovo davvero gradevole! Poi conosco bene Roxanne Borgin, la direttrice. Sai che ha un figlio della tua stessa età? Potreste andare d’accordo e magari, chissà, diventerete anche buoni amici! >> 

Jesse annuì debolmente, ma non stava realmente ascoltando quel che suo padre gli stava dicendo. La sua attenzione era concentrata sull’osservare le divise indossate da alcuni studenti, probabilmente uguali a quelle che gli sarebbero state fornite. La cosa che attrasse la sua attenzione, fu constatare come ragazze e ragazzi fossero liberi di scegliere il capo d’abbigliamento a loro più congeniale: notò una giovane studentessa indossare, al posto della gonna di un verde accogliente, dei pantaloni dello stesso tono, mentre un lungo mantello dai riverberi dorati svolazzava sulle spalle, impedendo a Jesse di capire quali capi completassero la divisa dell’Accademia. Colpa del clima rigido, nessuno se ne andava in giro fuori senza mantello. 

<< Devono esserci ragazzi nuovi, come me… non indossano la divisa. >> commentò in direzione del padre, indicando con lo sguardo studenti che, come lui, si avviavano incerti verso l’ingresso. 

<< Certo che sì. Te l’ho detto, Jessie, che non saresti stato mica l’unico a mettere piede qui per la prima volta. >>

Anche se non voleva darlo a vedere, in un certo qual modo quel pensiero lo tranquillizzò. Pensare che ci fossero altri come lui, magari della sua stessa età che avrebbero iniziato l’ultimo anno di Accademia, gli fece odiare un po’ di meno l’idea di lasciare Hogwarts per quel posto. 
I suoi pensieri vennero bruscamente interrotti da una poderosa spallata.

<< Ehi, signorina! >> La voce di Jacob suonò ammonitrice, << attenta a dove metti i piedi! >>

Una furia di ricci scuri vorticò nella direzione di Jesse e due grandi e impietosi occhi del colore delle prime foglie in autunno, si inchiodarono su di lui. Le folte ed espressive sopracciglia si arcuarono di molto, sorprendendo non poco il giovane mago e suo padre e la bocca, ampia e voluminosa, si piegò con lieve sdegno. 

<< Dico io… qualcosa non va? Ha bisogno di aiuto? >> insistette Jacob, attirando così, seppur brevemente, l’attenzione di lei, che poi tornò a spostarsi sul ragazzo.

<< Sei nuovo. >> dichiarò, come una sentenza. Jesse, decisamente divertito dal comportamento della strega con lo sguardo da psicopatica, annuì.

<< Complimenti che intuito; ci sottopongono al test del quoziente intellettivo prima di entrare qui? Se così fosse, tu avrai di sicuro superato tutti gli altri. >>

<< Jessie, non essere maleducato. >>

<< Jessie. >> ripeté laconica lei, assaporando quel nomignolo fra le labbra. 

<< Jesse, solo Jesse. >> corresse lui. << E tu saresti? >>

La ragazza fece saltare lo sguardo brusco da padre a figlio, poi dette un’occhiata oltre le loro spalle. Infine piroettò nuovamente su se stessa e corse via, senza degnare loro né di una scusa, né di sapere quale fosse il suo nome. 

<< Ma che stran… voglio dire, che maleducata. >> Jacob si premurò di non usare quel termine nei confronti delle persone che orbitavano intorno alla Academy for Peculiar Children, in quanto era consapevole quanto questo turbasse Jesse. Quest’ultimo, ancora una volta, non lo stava ascoltando. Seguì invece con lo sguardo quella strega di ricci scuri e sguardo inquietante. Dopo qualche secondo i due furono nuovamente divisi da una coda di piccoli elfi, che facevano volteggiare sopra di loro una gran quantità di bagagli, fra cui una gabbia con, all’interno, un enorme Maine Coon dalle sfumature siderali. Jacob inarcò le sopracciglia chiare, poi passò una mano sulla barba ben curata: 

<< Tutti quegli elfi domestici, sicuro la giovane sarà la figlia di qualche ricca famiglia; ho sentito che i Macmillan, Liam e Margarette, ricordi? Loro hanno una figlia che dovrebbe avere più o meno la tua età, però quei capelli scuri… forse non è loro. >> poi Jacob lanciò uno sguardo all’orologio che era allacciato al suo polso, così incitò il figlio a muoversi; avrebbero dovuto ritirare le divise per  Jesse e passare nell’ufficio della preside e dopo nemmeno un’ora avrebbe avuto inizio l’orientamento per i nuovi studenti.
Quella sarebbe stata una lunga, lunghissima giornata, pensò Jesse con rassegnazione. 

*
Quel primo settembre stava portando con sé una ventata di studenti, vecchi e nuovi, alle porte dell’Accademia. Loras aveva infilato la divisa nuova constatando sollevato che gli calzasse a pennello; si era alzato ancora una volta durante quell’estate, arrivando alla vertiginosa altezza di un metro e ottantotto centimetri e Roxanne e Yann avevano dovuto fargli confezionare delle nuove divise. In quell’occasione, Loras aveva scelto sempre un tono di verde, colore che rappresentava l’Accademia, ma intensamente scuro e che virava in sfumature cangianti verso il blu. 
Avevano già spostato le sue cose nel dormitorio il giorno prima; Loras ci teneva che i suoi compagni non lo vedessero come il cocco di mamma e papà, pieno di privilegi come, ad esempio, poter vivere a casa sua e avere una propria stanza. No, non era certo una colpa se il piccolo cottage in cui viveva con i genitori era stato costruito proprio accanto all’edificio della Academy for Peculiar Children, ma questo era difficilmente spiegabile alla categoria degli adolescenti, specialmente quelli atipici dell’Accademia. Usciti di casa, Loras si allontanò velocemente dai genitori e prese a gironzolare intorno alla scuola, nella speranza di individuare quanto prima qualcuno dei suoi amici. Accennò un sorriso quando i suoi occhi incrociarono quelli di Peter, il magi-infermiere che affiancava la dottoressa Rajan nella gestione della piccola infermeria della scuola. Il maggiore alzò una mano per salutare Loras e quest’ultimo ricambiò, accettando il sorriso stentato con uno più sincero. 

<< Spero di incontrarti meno del solito quest’anno. >> Disse con ironia Peter, mentre Loras tirava i capelli dietro la testa e li chiudeva in un codino.

<< Stai tranquillo, mi hanno obbligato ai paesaggi, nessuno correrà rischi con nature morte e ruscelli nei boschi. >> 

<< Beh, quelli possono sempre straripare! >> Il magi-infermiere sorrise, poi agitò appena la mano salutando Loras e si avvicinò alla dottoressa, che lo guardava spazientita. 
Loras proseguì la sua camminata, chiedendosi quando sarebbero arrivati i suoi amici; sbirciando dalla sua notevole altezza riuscì a individuarne una in lontananza, e alzò la mano per attirare la sua attenzione, quando un tossire spazientito richiamò il suo sguardo verso il basso. 

<< Oh, ciao Liselotte. Non ti hanno arrestata nemmeno questa estate, vedo. >>

La ragazza strinse le braccia sotto il seno e scrollò le spalle, facendo agitare i voluminosi capelli scuri sul mantello che la copriva.

<< Anche io sono felice di vederti; certo, avrei preferito non qui, di nuovo. >> Diversamente da qualche minuto prima, Liselotte aveva ora gli occhi a mezz’asta, poi chiese all’altro, come parlasse del freddo pungente che aveva accompagnato l’apertura dell’Accademia, se aveva rischiato di ammazzare qualcuno durante l’estate. Innervosito, Loras arricciò le labbra, sputando con acredine che tutto d’un tratto non era più molto felice di vederla. 

<< Peccato. >> soffiò la giovane strega, gettando un’occhiata distratta agli elfi domestici che si erano ammassati intorno a lei, << Sarebbe stato divertente, almeno avremmo avuto qualcosa di cui parlare in questi primi giorni di lezione. Ci vediamo più tardi. >> 

Liselotte riprese la sua corsetta, calpestando il terreno con gli anfibi coperti da scalda muscoli neri; gli elfi scattarono sul posto non appena videro la loro padroncina muoversi e ripresero così la loro marcia. Loras lanciò un’occhiata alla compagna di scuola, poi al gatto rinchiuso nella gabbia che mostrava il desiderio di uscire di lì quanto prima. 
A quel punto tornò a cercare con lo sguardo l’amica che stava per salutare, ma quella era scomparsa; cercò allora di capire se suo padre fosse già arrivato, ma anche del mago non vi era l’ombra. 
I pensieri di Loras, mentre continuava a girovagare alla ricerca di qualcuno dei suoi conoscenti più stretti, si soffermarono sulla battuta fatta da Peter, o sulle parole - purtroppo più che serie- di Liselotte; la sua espressione si piegò in un misto di disagio e disappunto, chiedendosi se le persone avrebbero continuato a lungo a prendersi gioco di lui. In fondo quel che era successo non era stato assolutamente calcolato, dannazione! Eppure in pochi sembravano capire e i più pensavano di poterci scherzare sopra con assoluta leggerezza. 
Sapeva che Peter non fosse mosso da cattiveria, così come che Liselotte fosse semplicemente… Liselotte, eppure le loro parole lo infastidirono comunque. 
Sbuffò, chiedendosi se almeno le spinose questioni che stavano vedendo coinvolta l’Accademia, avrebbero distratto l’attenzione da lui e da ciò che era successo il precedente anno scolastico. 
Certo, il fatto che il nome di sua madre stridesse come una diabolica melodia sulle prime pagine dei giornali, non avrebbe contribuito a ripristinare la sua reputazione.
Scosse la testa, Loras, tentando di non pensare a tale eventualità; doveva dare retta alle parole di Jules, che gli ripeteva in continuazione che doveva cercare nella sua mente e nel cuore pensieri e sentimenti positivi. Sarebbe andato tutto bene, senz’altro. Quello sarebbe stato un anno incredibile: l’ultimo anno scolastico, che Loras avrebbe attraversato senza drammi o tragedie, con la giusta cautela per arrivare al diploma senza strappi da ricucire.
Accennò un sorriso, infilò le mani nelle tasche e si avviò in direzione dell’Accademia, inconsapevole che quelli a venire sarebbero stati mesi folli e intrisi di pericolo per ognuno di loro. 

 


 

  1. la simpaticissima battuta di Vicky è legata al potere di Yann di manipolare il fuoco.

 

Buonasera cari lettori. Dovevo essere qui molto prima; vi chiedo scusa per questo ritardo. Chi mi segue su Instagram sa che ho avuto una decina di giorni particolarmente complicati e mi sono ritrovata a scrivere questo prologo sull’iPad. Metto le mani avanti: ho provato a correggere tutti gli errori, ma con questo maledetto correttore che fa come vuole non si sa mai.

Bene, chi abbiamo di nuovo? Liselotte la piccola folgorata. Lei è il mio terzo oc, perché non potevo rinunciare ad una femminuccia; direi che si è presentata da sé, quindi non mi resta che svelarvela meglio prossimamente.

Ne approfitto per ufficializzare la data di scadenza delle iscrizioni, che posticiperò al 10 gennaio ore 19:00. Visti tutti i disagi che ho avuto, preferisco avere più tempo a disposizione per la selezione. 

Intanto ringrazio chi mi ha già inviato le schede, sono quasi commossa! 

 

Vi lascio con le foto di Liselotte e un paio di righe su questa piccola folgorata. Per il resto vi auguro buone feste, a presto. 

 

 

 

 

Liselotte Avery

16 anni, 9 Ottobre 1997

Pansessuale

Esattamente così come appare, Liselotte è davvero… curiosa. Spesso arrabbiata, va facilmente su tutte le furie e quando esplode è davvero spaventosa. Ha passioni che in parecchi potrebbero definire “morbose”, è cinica, diretta e verace. Detesta il suo nome, ancor più i diminutivi che le vengono affibbiati. Trova il romanticismo melenso, come melenso è il suo potere, di cui vorrebbe disfarsi. Pregi ne ha -da qualche parte, molto nascosti, in fondo in fondo-. Ama il suo gatto Lancelot con tutta sé stessa. 

 



 
Peculiar Children: Q&A
 

Buongiorno a tutti! Visto che a una settimana dalla pubblicazione del prologo mi sono state già rivolte molte domande, ho pensato di renderle pubbliche per fugare ogni vostro dubbio. Appena pubblicherò la seconda parte del prologo, allegherò le domande con relative risposte ad esso. Se dovessi avere altre domande le aggiungerò a seguire.
Colgo l’occasione per ringraziare chi si è già iscritto. Vi ricordo che le iscrizioni sono aperte fino al 6 Gennaio e che sono disponibile per qualsiasi chiarimento.
Bri

 
 ♦

- Che tipo di facoltà speciali sono accette alla Peculiar Academy?
Qualsiasi potere mentale o fisico, l'importante è al solito non esagerare. Ad esempio due insegnanti hanno uno il potere di manipolare il fuoco, un'altra vede cosa accade da un'altra parte rispetto a lei, ma sempre nello stesso momento.
 
- Uno studente può vivere all'APC anche prima di compiere 11 anni?
In alcuni casi sì, ma non troppi perché non è un orfanotrofio vero e proprio.
 
- Un insegnante può sia avere un potere speciale che insegnare una normale materia?
Sì, può sia insegnare una normale materia (ad esempio incantesimi) che avere una, facoltà particolare. In questo caso oltre ad insegnare la sua materia, terrà delle lezioni extra per aiutare i ragazzi a gestire il proprio potere.
 
- Per gli studenti: devono appartenere alle categorie che hai citato o possono anche essere comuni maghi che per motivi x più o meno spiegabili e conosciuti hanno particolari poteri?
Possono avere solo poteri particolari, o appartenere a categorie speciali che avere poteri particolari (ad esempio un Licantropo che riesce a manipolare il fuoco).
 
- I ragazzi devono per forza essere passati per Hogwarts o possono aver iniziato direttamente con l'accademia?
Possono aver iniziato direttamente con l'Accademia; vedetela in qualche modo come una scuola privata, che gli studenti possono iniziare a frequentare quando la legge lo permette :). In questo caso, si accede all'Accademia dagli undici anni di età.
 
 
- La facoltà particolare è necessariamente ereditaria?
No, non necessariamente. Per altro può essere ereditaria, ma può svilupparsi in maniera totalmente diversa(come nel caso di Loras, visto che Yann possiede la capacità di manipolare il fuoco).
 
- Solo i maghi possiedono facoltà particolari?
No. Ad esempio ne "Il Giardino segreto", c'era un babbano con una facoltà particolare.
 
- C'è qualche genere di club all'interno dell'accademia?
Si, non così tanti e non così popolati come ad Hogwarts per ovvie ragioni, ma sì. Ho ipotizzato il club degli scacchi, quello di erbologia e il club di duello. Inoltre un club in cui si insegnano sport che non prevedono la magia, come il tiro con l'arco e la scherma. Se avete proposte comunque non siate timidi e fatevi pure avanti.
 
- I ragazzi a scuola giocano a Quidditch?
Si. Non immaginatevi grandi tornei come a Hogwarts, ma sì assolutamente.
 
- I poteri come e quando si manifestano?
Non esiste un momento preciso, possono manifestarsi alla nascita come più in là. È pur sempre magia e funziona come tale.
 
- Come devo gestire nella storia dei professori, il rapporto con la storia originale di HP, visto che si intreccia per diversi anni con gli eventi del libro?
“Il Giardino Segreto”, la mia vecchia interattiva di cui facevano parte gli insegnanti che ho mostrato nel prologo, era ambientata nel 1994 durante il Torneo tre Maghi. Dovete considerare che la storia originale si è svolta normalmente, quindi non ci sono variazioni nel canon.
 
- Visto che gli studenti devono avere tra i 15 e 17 anni, la loro inscrizione alla APC, deve essere successiva ad Hogwarts o possono frequentarla anche se non hanno frequentato Hogwarts? Visto che Hogwarts inizia a 10/11 anni, mentre l' APC sembra accettare solo dai 15 in poi.
La APC accetta studenti dagli 11 anni (tranne rare eccezioni, ho risposto precedentemente a questa domanda), quindi i vostri oc possono essere entrati a 11 anni, semplicemente “attualmente” hanno 15, 16 o 17 anni. Comunque se dovessero entrate dopo gli 11 anni, possono aver frequentato Hogwarts (o altra scuola), o aver studiato da privatisti.

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Capitolo 3
*** Selezione ***


SELEZIONE
 
 
Insegnanti
 
Aurora (Rory) Helena Fairchild 
30 anni, 21 marzo 1984
Eterosessuale
Insegnante di Erbologia
Facoltà particolare: Racconta storie

 

 
Blaze Seth Gunn
35 anni, 24 luglio 1979
Bisessuale
Insegnante di Astronomia
Facoltà particolare: Nessuna

 
 
Nathaniel (Nate) Dixon
46 anni, 18 febbraio 1968
Eterosessuale
Insegnante di Difesa contro le Arti Oscure
Facoltà particolare: Nessuna

 
 

 
Studenti
 
Arabella (Buck) Buckley
16 anni, 8 dicembre 1997
Bisessuale
Facoltà particolare: Urlo Banshee

 

 
 
Bethany (Beth) Louise McInnes
17 anni, 29 novembre 1996
Eterosessuale
Facoltà particolare: Manipolazione sonora

 

 
 
Ludwig Yaxley Reed
16 anni, 25 ottobre 1997
Eterosessuale
Categoria speciale: lupo mannaro
Facoltà particolare: Assimilazione emotiva

 

 
 
Nicholas (Nico) Coll
16 anni, 25 dicembre 1997
Eterosessuale
Facoltà particolare: Assorbimento luminoso

 

 
 
Nova Dixon
17 anni, 9 agosto 1997
Bisessuale
Facoltà particolare: Sesto senso sgradito

 

 
 
Palmer Lewis
16 anni, 19 novembre 1997
Bisessuale
Facoltà particolare: Visione sentimentale

 

 
 
Shuntaro Daikichi
17 anni, 17 marzo 1997
Eterosessuale
Categoria speciale: babbano
Facoltà particolare: Burattinaio

 

 
 
Tabatha Max Shawman
15 anni, 30 settembre 1998
Pansessuale
Facoltà particolare: Accumulazione onirico-ossessiva

 

 
 
Tang Chen En
17 anni, 25 febbraio 1997
Omosessuale
Facoltà particolare: Emo-manipolazione

 

 
 
Wahid El Sayed
17 anni, 28 febbraio 1997
Pansessuale
Categoria speciale: lupo mannaro
Facoltà particolare: // (è sufficiente il suo attivismo militante)

 

 
 
Zoe Mewshaw
17 anni, 31 agosto 1997
Eterosessuale
Facoltà particolare: Sanguisuga energetica

 
 
 


 
Cari lettori,
finalmente sono riuscita a pubblicare la selezione per questa storia; mi spiace di averci messo tanto tempo, ma come molti di voi già sanno mi sono arrivate una cosa come 16/17 schede (di cui alcune mooooolto lunghe) negli ultimi 3 giorni dati a disposizione, capirete bene che ho impiegato molto tempo a leggere, visti gli impegni lavorativi e personali.
Detto questo alla fine ce l’ho fatta. Mi spiace non aver preso tutti i personaggi che mi sono stati inviati, ma siamo tutti adulti e –spero- consapevoli che se non ho preso a bordo alcuni dei vostri non è stato per motivi personali (ci mancherebbe! Non ho nulla nei confronti di nessuno di voi): alcune schede erano decisamente troppo asciutte, mentre altri personaggi mal si sarebbero incastrati con quelli selezionati e avrei finito per relegarli a sfondo, cosa che assolutamente non sono abituata, né tantomeno ho intenzione, a fare. Se poi necessitate di spiegazioni più approfondite, inerenti al vostro oc, scrivetemi pure qui o su ig.
Detto questo seppur non ho ancora scritto un vero primo capitolo, ho già un paio di domandine per voi:
 
Per gli insegnanti:
- Durante la settimana i vostri insegnanti alloggeranno in modesti appartamentini costruiti accanto all’Accademia; le strutture sono piccole casine di legno sviluppate su un unico piano. Mi piacerebbe avere una descrizione dell’appartamento e, se volete, allegatemi anche delle foto.
 
Per gli studenti:
- Fanno parte di qualche club? Specificatemi quali e anche se avete in mente qualche club di cui non ho fatto menzione ma che gradireste avere all’interno della APC.
- Cosa pensano di lupi mannari, babbani e altre categorie speciali?
 
Noticina finale: sì, i poteri sono volutamente criptici, sarà divertente farveli scoprire nei primi capitoli.
 
Per ora credo sia tutto, grazie a tutti per aver partecipato e ci vediamo (spero presto) con il primo capitolo.
 
Bri
 
 

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