L'episodio del Silenzio

di Mitsuki19
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'episodio del Silenzio ***
Capitolo 2: *** Spiraglio ***
Capitolo 3: *** Il frutto del peccato: la fragola. ***



Capitolo 1
*** L'episodio del Silenzio ***


L'episodio del Silenzio.

Sapevo cosa sarebbe successo. Lo sapevo bene.
Quella storia l'avevo già vissuta, in un certo senso. Conoscevo ogni personaggio, ogni battuta.
Io facevo parte del mondo esterno, fino ad un anno fa, almeno, quando sono entrata in questo manga. Già, proprio un manga. Un comunissimo fumetto orientale.
«Questo è il mondo di Death Note» aveva detto lo Shinigami.
Non avevo il permesso di rivelare a nessuno il mio segreto, o avrei alterato la realtà di quel mondo, provocando la morte di innocenti.
Che cosa... banale, vero?

«Hai fatto esaminare quel file, vero?» teneva la testa bassa, gli occhi fissi sul computer. La voce era monocorde, triste.
«Sì, Ryuzaki» gli davo le spalle e tenevo in mano tutte le cartelle dei files che riguardavano il caso Kira. Se solo avessi potuto spiegare alla polizia giapponese l'identità di quel maledetto assassino... Avrei evitato la sua morte. L'uomo di cui mi ero innamorata, una volta entrata in questa strana dimensione, era l'investigatore più abile e geniale del mondo. Il numero uno.
Lui, ovviamente, era troppo impegnato a correre dietro a quel farabutto, per potersi anche solo dedicare all'amore, anche se, in un modo tutto suo, mi aveva fatto capire, più di una volta, che mi voleva bene e mi stimava come donna. Cosa stupida, l'amore. Fa persino dimenticare l'istinto di sopravvivenza.
«Cosa mi nascondi, Shiori?». I suoi occhi neri, profondi, cerchiati da quelle occhiaie marcate, ora li sentivo sulle mie braccia, sulla mia schiena, sul mio collo.
Mi voltai lentamente verso di lui, sguardo impassibile. «Nulla che possa riguardarti in alcun modo». Stupida menzogna.
Il suo sguardo mi inquadrava, mi incatenava, immobile. Era seduto in quella strana posizione che assumeva sempre per pensare, pollice sulle labbra.
Mi inginocchiai davanti a lui, per mettermi alla stessa altezza.
«Nulla che possa riguardarti in alcun modo» ribadii, cercando di sembrare ancora più decisa, ma ottenni solo l'effetto contrario. Fu quella lacrima che scendeva sulla mia guancia a tradirmi.
«Maledetta» sussurrò, sfiorandomi il mento con l'indice della mano destra, fredda e magra.
Poi, inaspettatamente, mi sorrise, dolcemente. «Non ti obbligherò a parlare. Se dici che non è nulla che mi riguarda... ti credo. Ho fiducia in te, Shiori»
Risposi al suo sorriso, cercando di trattenere un pianto che mi avrebbe offuscato la vista. «Dannato... Ryuzaki». Posai velocemente le mie labbra sulla sua fronte, spostando quei morbidissimi capelli neri con una mano. Amore, cosa stupida.
«Questo è l'episodio del Silenzio*» sussurrai, avvicinandomi al suo orecchio. Poi, mi allontanai, decisa in quel che facevo.
Uscii sul terrazzo, dove sapevo che era da poco avvenuta l'ultima conversazione tra Light e L. Pioveva a dirotto, come previsto.
«Ciao, Ryuk».


Un lampo tagliò il cielo, e lo ferì a morte.



Sentii le grida dei collaboratori alle indagini. Il nome di L urlato con disperazione.


'Ti amo'.


Le ali nere dello Shinigami si spiegarono. Lo fissai per qualche istante, mentre le mie lacrime si confondevano con le gocce di pioggia. Sussurrai poche parole, prima di accasciarmi definitivamente a terra.


«Uccidi anche me»




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*L'episodio intitolato 'Silenzio' è il capitolo in cui L muore nell'anime di Death Note.






~ ~

Ovviamente Shiori è un personaggio inventato da me. L'idea mi è venuta a scuola - veramente utile quell'edificio, ispira molto. L'idea dell'incontro con un personaggio di un manga l'ho proposta anche in un contest, probabilmente quello che ha avuto più successo tra quelli che io abbia mai organizzato.L forse è leggermente OOC, ma non si nota molto - spero. Insomma, ben accetti i vostri pareri! XD
Kisu~
Elì

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Capitolo 2
*** Spiraglio ***


Spiraglio.



Sapevo cosa sarebbe successo. Lo sapevo bene.
Quella storia l'avevo già vissuta, in un certo senso. Conoscevo ogni personaggio, ogni battuta.
Io facevo parte del mondo esterno, fino ad un anno fa, almeno, quando sono entrata in questo manga. Già, proprio un manga. Un comunissimo fumetto orientale.
«Questo è il mondo di Death Note» aveva detto lo Shinigami.
Non avevo il permesso di rivelare a nessuno il mio segreto, o avrei alterato la realtà di quel mondo, provocando la morte di innocenti.
Che cosa... banale, vero?


Il “problema”, se così si poteva chiamare, era stata l'apparizione celestiale e palesemente illogica che mi si era presentata davanti, al mio risveglio.
I fatti erano due: o ero letteralmente impazzita, o i bellissimi capelli neri, folti, scompigliati, e quelle occhiaie marcate appartenevano a L. Lo Shinigami aveva ragione: i mondi erano perfettamente speculari. Ogni cosa, ogni personaggio, ogni avvenimento era proprio come veniva descritto nei volumi di Death Note.

«Ryuzaki» ripetei più volte, a bassa voce. Il mio cervello non riusciva a dar alito a una sintassi più complessa. Un nome, stampato nella mia mente, l'unica parola pronunciabile in quella situazione. Guardandomi intorno, notai che non eravamo soli. C'era tutta la squadra speciale impegnata nel caso Kira. Matsuda, il padre di Light... passai in rassegna nomi e volti. Light non era ancora entrato a far parte del gruppo, bene. Al momento, era ancora in vantaggio L.


Anche se per poco.


I presenti mi fissavano in silenzio, leggermente spazientiti, agitati. Come faceva una ragazza piombata dal cielo, sul pianerottolo di quella stanza di albergo, a conoscere il nome in codice di L?
L'unico, che sembrava mantenere una calma e una pacatezza quasi cinica, era proprio
lui. Misi entrambe le mie mani sulle sue guance, per accertarmi che fosse reale. I dubbi mi attanagliavano.
Matsuda scattò in avanti, verso di me, ber bloccarmi le braccia: aveva forse paura che facessi del male a L?
Pazzo.

L fu però più veloce, ammonendo il giovane con un movimento del capo. «Lasciala fare» disse, con tono deciso. Guardai L con ammirazione e curiosità: non erano situazioni di tutti i giorni, quelle. Sorrise appena del mio sguardo, vispo, attento.
Portai l'indice della mia mano destra sulle sue labbra, un poco dischiuse; potevo sentirne il respiro caldo. Sapeva ancora di caffè.
«Tu sei...
vero» decretai, meravigliata. Tutti i miei sogni si erano forse avverati?


Il paradiso, al centro esatto dell'inferno.


Rimase in silenzio, per tre buoni minuti. Fece posare i suoi occhi prima sulle mie mani, poi sulle mie spalle, per poi finire sulla mia bocca. Mi morsi il labbro inferiore, a disagio. Poi, il suo sguardo incontrò il mio. Temevo quel contatto diretto. Dubitavo della mia forza. Conoscevo il suo destino, sapevo che sarebbe morto.
L.
Morto.
Rabbrividii leggermente, ma cercai di mantenere il controllo.
«Lasciateci soli» sentenziò, con un cenno millimetrico del capo verso i suoi aiutanti. A quelle parole, avvampai di rossore. Tutti quanti uscirono, bisbigliando parole che non riuscii a cogliere.

Poi, silenzio assoluto.

Continuò a fissarmi, impassibile. Sostenni il suo sguardo per lungo tempo, decisa.

L. Morto.


Sapevo benissimo cosa fare.
«Fammi entrare nella squadra anti Kira».

~ ~

Okay, non c'è stata la pretesa di fare una raccolta degna di questo nome. Ero svogliata, mi mancava l'ispirazione, ma volevo semplicemente esercitarmi con il fandom. Questa volta, credo di aver fatto L abbastanza IC. Speriamo bene! Avevo questa oneshot sepolta nel pc da tempo - e ho pronto anche il seguito - ma non credo che andrò oltre il terzo capitolo. 
Comunque, i commenti sono sempre ben accetti.

Kisu~
E-chan

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Capitolo 3
*** Il frutto del peccato: la fragola. ***


Il frutto del peccato: la fragola.



Sapevo cosa sarebbe successo. Lo sapevo bene.
Quella storia l'avevo già vissuta, in un certo senso. Conoscevo ogni personaggio, ogni battuta.
Io facevo parte del mondo esterno, fino ad un anno fa, almeno, quando sono entrata in questo manga. Già, proprio un manga. Un comunissimo fumetto orientale.
«Questo è il mondo di Death Note» aveva detto lo Shinigami.
Non avevo il permesso di rivelare a nessuno il mio segreto, o avrei alterato la realtà di quel mondo, provocando la morte di innocenti.
Che cosa... banale, vero?


Tesi un braccio verso la luce del sole, evitando così ai raggi di sfiorarmi il viso. Dalla finestra di quel palazzo di Tokyo si potevano vedere solo edifici, edifici e ancora edifici.
Mi voltai verso il mio capo, l’investigatore numero uno – e due – al mondo. Le zollette di zucchero, impilate una sopra l’altra barcollavano, instabili, vicino alla tazzina in ceramica.

«Vuoi davvero farle tuffare nel caffè?»
Solo un mugolio d’assenso in risposta.
«Ma tutti questi dolci non ti faranno male?» domandai.
«Solo se non usi la testa, non bruci gli zuccheri»
Scrollai le spalle, rassegnata: ci avevo fatto l’abitudine, spesso i nostri discorsi sembravano privi di senso.

Matsuda entrò, sbuffando, tenendo in mano una pila enorme di fogli e documenti. «Un aiuto?»
Scattai immediatamente verso di lui, alleggerendogli il peso. «Sono tutti per il caso Kira?» mi rivolsi a L che, come prevedibile, mi rispose con un millimetrico cenno del capo, ancora intento a costruire la sua torre di zucchero.
Posammo il materiale sul tavolo al centro della stanza, dividendolo cronologicamente. «Sono i ritrovamenti riguardanti gli ultimi omicidi di Kira: i criminali in questione hanno tutti compiuto azioni bizzarre prima di morire» spiegò Matsuda.
Annuii, sfogliando le fotografie delle scene del crimine. «Due di questi hanno lasciato una sorta di messaggio. Controlla tu stesso, Ryuzaki».
Restio a scomodarsi dalla sua posizione abituale, gambe al petto e pollice sulle labbra, mi fissò, tendendo la mano sinistra aperta verso di me.
Gli porsi i fogli, lasciandomi scappare una risatina divertita, che lui sembrò ignorare del tutto.

«Uno strano simbolo disegnato con il sangue e una scritta» confermò L.
«Non credo significhino qualcosa di preciso». Beh, in realtà ne ero sicura, per quanto il messaggio scritto nascondesse una frase piuttosto veritiera.
Mi sporsi sulla sedia di Ryuzaki, esaminando insieme a lui il foglio, anche se conoscevo già il risultato di quella ispezione.

«‘L, sai che gli Shinigami mangiano solo mele?’» deciframmo il codice in coro. Mi lanciò un’occhiata curiosa, sorridendo di sbieco – a quanto pareva – soddisfatto.
«Un messaggio piuttosto semplice» constatai.
«E probabilmente senza senso»
«
Quanto probabilmente?»
«Novantacinque virgola ottantadue per cento»
«Percentuale alta, ma non totale» asserii. Non dovevo dare l’idea di sapere troppo sulla faccenda degli Shinigami, né sulla particolare dieta di Ryuk. Maledetto di uno Shinigami, me l’avrebbe pagata… forse.
«Dubbi in proposito, Shiori?»

Non fu la domanda a stupirmi, bensì la profondità degli occhi che mi scrutavano, in attesa di una risposta. Un nero intenso.


Posso perdermi nel nero? Te ne prego.
Mi basta anche solo per poco.


«Assolutamente no, Ryuzaki»
«Allora mi passeresti la tua fetta di torta?» lo guardai, con fare interrogativo. «L’hai lasciata sul tavolino, tutta sola. Se non la mangi, potrei farlo io. La mangerai, allora?»

Risi, amaramente. La torta, voleva la torta.

Misi sulla sua scrivania il piattino con il dolce, prendendo però la fragola tra pollice e indice, sventolandogliela davanti.
«Però, come ricompensa, io prenderò la fragola»
«Ricompensa per cosa?» il suo sguardo si fece minaccioso.
«Per l’aiuto che do alla squadra anti-Kira, ovvio»
«Sei stata tu a chiedermi di entrare nel gruppo»
«Ma tu non mi paghi, lavoro gratis per te, L» precisai.
Espressione impassibile. «Se proprio devo… è un sacrificio, ma…
è tua. Mi sacrificherò per il bene del caso Kira»

«Ma io stavo scherzando» dissi, imboccandolo infine con la fragola.

~ ~

Okay, quando si dice "fanfiction idiota", molto probabilmente, si intende qualcosa del genere.
Però, volevo inserire l'episodio della fragola... mi è realmente successa una cosa simile, ci tenevo. Come per il capitolo precedente, nessuna pretesa.
Graditi i commenti e blablabla, al solito.
Kisu~
E-chan






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