SEI SICURO? (Kuroo Tetsurou)

di lolloshima
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 - BOKUTO ***
Capitolo 2: *** 2 - TSUKKI ***
Capitolo 3: *** 3 - WAKATSU KIRIYU ***
Capitolo 4: *** 4 - OIKAWA ***



Capitolo 1
*** 1 - BOKUTO ***


PROMPT: Primi Esperimenti
*

“Sei proprio sicuro che sia una buona idea, Bro?”

Non era facile vedere Bokuto serio.

Lo si poteva vedere in versione 'emo', depresso per una delle sue immotivate debolezze. Oppure grintoso e arrabbiato con un avversario. Il più delle volte stare alla presenza di Koutaro non era diverso dallo stare sul bordo di un vulcano incadescente, a prendersi la luce, il calore e l'energia che scaturivano direttamente dal centro della terra.

Invece in quel momento Bokuro lo stava guardando dritto negli occhi, senza smettere di massaggiare la sua caviglia, e gli stava parlando molto seriamente.

Uno di quei rari momenti, che riservava solo al suo migliore amico.

“Cosa vuoi che ti dica, bro...”

Kuroo era disteso a terra, sollevato sui gomiti, con le gambe allungate e una delle caviglie tra le mani dell'amico, accucciato di fronte a lui.

“Kuroo-san, non mi avevi mai detto di essere... cioè...”

“Cosa? Omosessuale? E che problema ci sarebbe? Non sei forse anche tu, da sempre, attratto da Akaashi-kun?”

“Lascia perdere me e Keiji-chan, quella è un'altra storia... E comunque sì, pensavo che tu fossi attratto dalle ragazze, non ti sono mai mancate”

“Non lo so cosa mi sia preso, ogni volta che vedo la sua testa bionda mi tremano le gambe, il cuore smette di battere e un attimo dopo sembra mi scoppi nel petto, non mi vengono le parole, perdo completamente ogni controllo e davanti a lui mi sento un vero idiota.”

“Non c'è dubbio” sentenziò Bokuto continuando a passare con abilità i polpastrelli intorno alla caviglia del moro “questo è amore! Sei fregato, bello!”

Kuroo gettò la testa all'indietro sbuffando.

“Maledetto ritiro, se non fosse mai venuto qui non mi sentirei in questo modo”

“Quindi vorresti non averlo mai conosciuto?”

“Sei matto? E' la cosa più bella che mi sia mai capita. Non mi sono mai sentito così vivo. Mi aiuterai, vero?”

“Intanto possiamo cominciare invitandolo a fare degli allenamenti serali. Lui è un centrale, no? Io ho sempre bisogno di qualcuno che faccia muro alle mie schiacciate. O almeno che ci provi! Hahahahaha!! Poi da cosa nasce cosa...”

Kuroo fece una smorfia. Un po' per il dolore alla caviglia, stritolata dalle forti dita di Bokuto, ma soprattutto per nascondere l'incontenibile euforia che sentiva nascergli nel petto. Forse, grazie al suo bro, avrebbe avuto la possibilità di conoscere meglio quel quattrocchi del Karasuno.

“Ti rendi conto, vero, che è solo un ragazzino?” continuò con finta indifferenza Bokuto, mentre appoggiva a terra la caviglia di Kuroo e prendeva tra le mani l'altra.

“Veramente ha compiuto sedici anni. E a quell'età noi avevamo già fatto i nostri primi esperimenti con le ragazze...”

“Parla per te, bro”

“Come?”

“No, niente...”

“Non mi dirai che a sedici anni non hai...?”

“ Che c'è di strano?”

“E quando hai avuto la tua prima volta? Non me ne hai mai parlato, bro! Avanti, spara! Quando? Diciassette? In seconda?”

“Lo sai che io non potrei farlo con qualcuno che non sia Keiji”

“E quindi? Quando si è concesso il bel Akaashi?”

“...”

“Bro! Non mi dirai che tu... tu non... tu non hai mai...”

“Mbeh, e allora? Che cosa ci sarebbe di male a voler aspettare il momento giusto, con la persona giusta?”

“Non farmi ridere, tu la persona giusta l'hai trovata, eccome!”

“Proprio per questo non voglio affrettare le cose. Non voglio rovinare tutto.”

Bokuto abbassò lo sguardo e girò la testa, per nascondere il rossore che gli aveva invaso le guance, e che tuttavia non era sfuggito al suo migliore amico.

“Bro...”

“Che c'è? Ti vergogni di avere un amico ancora vergine?”

“Sei unico, bro! Il migliore.”

“Vabbe, adesso pensiamo al tuo biondino...”

 

 

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Capitolo 2
*** 2 - TSUKKI ***


PROMPT: Pettinatura post coito

*

“Ma ne sei proprio sicuro?”

“Certo Tsukki, stai benissimo, di cosa ti preoccupi?”

“Non ho uno specchio, non ho un pettine, abbiamo appena fatto sesso nel magazino degli attrezzi e stiamo per uscire in palestra, dove ci aspettano tutti i nostri compagni. Ecco di cosa mi preoccupo, Kuroo-san!”

“Non vedo il problema. Sei belissimo!”

“Non riesco a vedermi. Sei davvero sicuro che io sia presentabile?” ripetè Kei passandosi le mani lungo i fianchi, come se quel semplice gesto fosse sufficiente a rimetterlo in ordine.

Kuroo, ancora disteso di fianco nel materassino, un braccio piegato e la testa appoggiata sulla mano chiusa a pugno, ammirava con occhi sognanti il suo ragazzo.

Ne scrutò il viso, la pelle arrossata, i capelli spettinati e sudati, le labbra gonfie per i baci, gli occhi ancora lucidi di piacere.

Fece scorrere lo sguardo sulla sua figura.

Il tessuto della tuta era un po' spiegazzato, il bordo dei pantaloni leggermente abbassato faceva intravedere l'elastico dei boxer. Sul lembo di pelle nuda lasciata scoperta, spiccavano chiaramente i segni delle sue unghie, e sulle braccia e sul collo facevano bella mostra le chiazze dei due succhiotti che gli aveva lasciato.

Kei testimoniava, con ogni centimetro del suo corpo, tutto quello che era successo dentro quello sgabuzzino.

“Allora? Sono a posto? Posso uscire?”

“Sei perfetto. E non sei mai stato più splendido. Ne sono sicuro.”

 

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Capitolo 3
*** 3 - WAKATSU KIRIYU ***


  1. WAKATSU KIRIYU (Marta Biagini)

 

“Pronto?”

“Hei, sono io!”

“Scusa... chi?”

“Parlo con Wakatsu Kiryu?”

“Sì. Con chi parlo?”

"Uno dei tre migliori assi del Giappone?"

"Beh, quando giocavo con la squadra della scuola superiore. Comunque sì. Si può sapere chi sei? Un giornnalista?"

“Sono io, Kuroo!”

“...”

“Kuroo Tetsurou. Ti ricordi? Ai tempi del liceo, la pallavolo...?”

“Ah”

“Eddai, ero il capitano della squadra di pallavolo del Liceo Nekoma di Tokyo. Abbiamao giocato al campionato Nazionale interliceale....”

“Ah, ricordo i nazionali. Certo, il capitano del Nekoma. Sei Yaku?”

“No, sono Kuroo Tetsuro!”

“Gran giocatore, Yaku! Il miglior libero che abbia incontrato. Non era lui il capitano?”

“No, ero io...

“Ma tu sei sicuro di conoscere Yaku? Non ha mai parlato di te”

“Maledetto Yaku...”

“Come?”

“No, niente, niente...”

“Sei sicuro di aver giocato nel Nekoma? Yaku mi ha parlato molto di quel giocatore alto, il russo che vive con lui...”

“Lev?”

“Fa il modello, adesso, giusto?”

“Si...”

“Nella sua squadra c'era anche quel piccoletto, quel genio che ha fatto i soldi con i videogiochi”

“Ecco! Kenma Kozume! Quindi ti ricorderai anche di me, eravamo praticamente inseparabili...”

“Davvero lo conosci? Wow, che fortuna...”

“Ahhhh, non posso credere che tu ti ricordi di tutti e non di me... Dai, Nekoma, numero uno, capitano, capelli ribelli...”

“No, non mi dice niente... Conosco tanti ex capitani. Bokuto del Fukurodani....”

“Il mio bro...”

“...Daichi del Karasuno... grande capitano, un bel ragazzo...”

“Addirittura...”

“...il grande Ushijima Wakatosi...”

“Ok, ho capito...”

“Mi dispiace, non ricordo. Scusa... Ma perchè mi hai chiamato?”

“Sto organizzando una partita...”

tu... tu... tu...

“Scusa, coso, ho una chiamata sotto. E' Sohyo Hinata...”

“Pure!”

“Perdonami, devo rispondere. Credo voglia invitarmi a giocare ad una partita che vedrà coinvolti i migliori giocatori di pallavolo del Giappone. Non so chi la stia organizzando, ma sarà una vra figata! Allora scusa tanto, è stato un piacere sentirti... come hai detto che ti chiami?”

 

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Capitolo 4
*** 4 - OIKAWA ***


PROMPT
– In Giapppone? Scordatelo! 
- Ti ho forse detto di fermarti? Kurooi 
- Bellezza travolgente 
* *

Oikawa si stava abituando alla musica argentina. Soprattutto al tango.

Quella melodia sensuale gli entrava nella pelle, e gli era impossibile impedire al suo bacino di muoversi sinuosamente, seguendone il ritmo.

Quando ballava si sentiva libero, e amava quella sensazione. Così come gli argentini amavano, se ne era accorto da tempo, guardarlo sculettare.

Purtroppo il tango argentino non era proprio l'ideale per i suoi allenamenti mattutini. Anziché concentrarsi nella corsa, la sua mente vagava nei sogni più erotici e inconfessabili e la nostalgia di quello che aveva lasciato inpatria lo assaliva.

Doveva decidersi una volta per tutte a cambiare la sua playlist dedicata al jogging mattutino.

Per quel giorno avrebbe dovuto accontentarsi. Iniziò il suo percorso mentre gli auricolari diffondevano nelle sue orecchie il più sensuale dei boleri.

Cullato dalla musica, non si accorse di essere seguito.

Si rese conto che qualcuno gli stava correndo dietro, solo quando il suo inseguitore riuscì a raggiungerlo e ad affiancarlo.

“Il solito scocciatore che tenta di raggiungermi per chiedermi un autografo... o un appuntamento” pensò irritato, mentre voltava appena lo sguardo alla sua destra, aumentando sensibilmente il ritmo delle falcate. Non ci avrebbe messo molto a distanziare qualunque ammiratore intenzionato ad approcciarlo.

“Heilà!” esclamò entusiasta l'uomo, che aveva a sua volta accelereto, fino ad arrivare a corrergli accanto.

“Ehi, ma che caz...” Oikawa allargò gli occhi sbalordito.

Come aveva fatto quel tipo a stargli dietro e addirittura a raggiungerlo?

Per di più questo individuo era vestito di tutto punto, con un completo grigio ingessato, con tanto di panciotto, giacca e cravatta, che svolazzava mentre correva.

Ma lui era... era... Si bloccò improvvisamente non credendo ai propri occhi.

“Ehi, Oikawa-san! Ti ho forse detto di fermarti?” gli gridò Kuroo voltandosi nella sua direzione, continuando a correre all'indietro.

Non sapendo cosa dire, Oikawa obbedì, riprendendo la corsa fino a raggiungerlo.

“Sono io, mi riconosci? Kuroo Tetsurou, ero il capitano...”

“...della Nekoma, certo che mi ricordo. Ma cosa cazzo ci fai qui?”

Oikawa ritenne preferibile fermarsi definitivamente, seguito dall'altro.

“Sono qui per te” rispose Kuroo con un sorriso allegro, senza il minimo affanno.

Oikawa cercò di controllare il fiatone, ma fu costretto a piegarsi sulla gambe e ad apponggiare le mani alle ginocchia.

“Dì un po', sei impazzito forse?”

“No, sono molto serio!”

“Ne sei sicuro? Vieni qui, a migliaia di chilometri dalla tua casa e dal tuo lavoro, solo per abbordarmi in un parco pubblico? Certo, per me si fa questo ed altro, ma non ti sembra di essere caduto un po' in basso?”

“Ha ha! Non sei cambiato per niente Oikwa-san. Non mi interessa affatto farti la corte.”

Kuroo fece scorrere lo sguardo sul corpo snello e allenato dell'alzatore, soffermandosi sulle gambe toniche e affusolate che uscivano dai calzoncini, i quadricipiti scolpiti, le spalle definite, la pelle del collo madida di sudore.

Di fronte a quella bellezza travolgente, non era più tanto sicuro che quello che aveva appena detto fosse la verità.

“O almeno, non nel senso che intendi tu”. Kuroo continuava a sorridere, ma non riusciva a staccare gli occhi da quel viso magnatico. Era ancora più bello e affascinante di quanto ricordasse.

“E sentiamo, quali altri sensi ci sarebbero nel correre dietro ad un ragazzo sexy ed affascinante in un parco?” rispose Oikawa incrociando le braccia sul petto.

Touchè.

“Sul serio, sto organizzando una partita tra due squadre composte da vecchie glorie della pallavolo giapponese. Vorrei che ci fossi anche tu.”

Oikawa arricciò la bocca in una smorfia di disgusto nell'udire quell'aggettivo.

“Con 'vecchie' intendo i giocatori che ho conosciuto negli anni del liceo, quindi ancora asslutamente attivi” si corresse subito Kuroo notando quella reazione. “E giovanissimi...”

Restò a scrutare il volto di Oikawa, finchè non lo vide rilassarsi. Lui fece altrettanto.

“Volevo ben dire! E per questo non bastava una telefonata?”

“Ultimamente non ho belle esperienze con il telefono” rispose Kuroo, ripensando alla fallimentare conversazione di qualche giorno prima con Wakatsu Kiryu*. “Quindi? Accetti?” proseguì Kuroo con uno sguardo penetrante.

“Immagino che il match si terrà in Giappone. Scordatelo!”

Kuroo rimase senza parole, la delusione si poteva leggere nel suo sorrriso spento. Tentò l'ultima carta.

“Ci sarà anche...”

“Appunto! Troppi nodi da sciogliere, troppi problemi irrisolti”

“Ma non ti ho fatto nessun nome....”

“Non serve. Praticamente ho delle cose in sospeso con qualunque giocatore di pallavolo del liceo” Oikawa scoppiò in una risata cristallina, ma nei suoi occhi era sceso un velo di tristezza e malinconia. “Non voglio riaprire vecchie ferite.”

“Beh, con tutti...” riprese Kuroo allargando le braccia ed esibendo il suo miglior sorriso sornione, nel tentativo di smorzare la tensione che era piombata tra loro, “ma non con me!”

“Hai ragione, Kuroo-san, non con te”. Oikawa socchiuse gli occhi e lo scrutò con attenzione da capo a piedi. Iniziò a girargli intorno, studiando ogni centimetro del suo corpo, soffermandosi in particolare sulle lunghe gambe, i glutei, le forti braccia, la schiena.

Ritornato di fronte a lui, avvicinò il viso al suo.

“Potrei anche accettare” gli soffiò all'orecchio. “ma ad una condizione.”

“Qu... quello che vuoi” balbettò Kuroo dopo aver deglutito a fatica.

“Ti lascio un indirizzo. Vieni stasera alle 9.00. Indossa vestiti comodi. Facili da togliere”.

*

Ogni centimetro del busto di Kuroo aderiva perfettamente a quello tremante di Oikawa. Con una mano lo teneva avvinghiato a sè spingendolo sulla schiena, con l'altra gli stringeva la sua. Le gambe un unico intreccio fremente, la schiena in preda ai brividi, il collo teso. La sua fronte era appoggiata a quella sudata di Oikawa, gli occhi negli occhi, le bocche vicinissime.

“Toruu...”

“Shhh”

“...vuoi dirmi ancora una volta cosa stiamo facendo?”

“Zitto! E stringimi più forte!”

“Allora, vogliamo fare silenzio!” Una voce stridula invase all'improvviso la sala.

Tutte le coppie presenti si misero ubbidienti in ascolto della maestra di ballo.

“La gara è la settimana prossima, e se non vi impegnate farete una figuraccia! Forza! Riprendete dall'inizio!”

“Te l'ho detto. Parteciperò alla tua stupida partita a condizione che tu mi facca da cavaliere alla gara di tango. E che mi faccia vincere. Quindi, adesso chiudi quella bocca e usa quelle cazzo di braccia per stringermi di più!”

_ _ _ _
* SI VEDA CAP. 3

 

 

 

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