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Lo
stabilimento termale di Maccadam non era enorme ma le dimensioni
ridotte della struttura erano compensate dalla quantità di
piscine di olio caldo che offriva e i molteplici servizi della SPA che,
uniti a un'ottima qualità del cibo e a una location tra i
monti che permetteva di godere di un panorama a cinque stelle, lo
rendeva un posto perfetto per rilassarsi qualche giorno.
Le motivazioni
che avevano spinto Tarn a sceglierlo come meta di una breve vacanza per
sé e per la propria squadra però non rientravano
tra le caratteristiche elencate, sebbene costituissero un'attrattiva
non da poco per chiunque.
«Come
fa Maccadam a sapere se sta succedendo qualcosa? Ci sono delle
telecamere che non vediamo?» domandò Spectra,
sinceramente incuriosita.
Immersi in due vasche idromassaggio di olio caldo adiacenti ed entrambi
con un drink analcolico in mano, i due cybertroniani erano il ritratto
della tranquillità assoluta. C'era rimasta poca gente
attorno a loro e quella poca si teneva ben a distanza, ma non era nulla
che non si aspettassero -essendo Tarn se stesso- né qualcosa
che li infastidisse.
«Non dubito del fatto che qualcuna sia presente ma non
è per questo. Se succede qualcosa che non deve succedere in
un posto di sua proprietà, lui lo sa e
non la
prende bene» rispose Tarn «Era così nel
locale che possedeva a Cybertron, dove nemmeno Lord Megatron ha mai
trasgredito alla regola di non combattere/uccidere, ed è
così adesso, tanto qui quanto nello stabilimento balneare
che apre durante la stagione estiva. Si vocifera che questo si debba al
suo essere uno dei Tredici Prime originari sotto copertura, il che
spiegherebbe molte cose, inclusi certi discorsi bizzarri che si narra
sia solito fare».
«Un Prime originario sotto copertura? Davvero?»
«Davvero. C'è chi come Alpha Trion non si nasconde
più di tanto e chi invece preferisce qualcosa di diverso.
Sia come sia la cosa importante resta una sola: contrariamente a quello
dove io e gli altri avevamo trascorso l'ultimo giorno libero, questo
è un posto sicuro e con molte più
comodità. Non ultimo l'idromassaggio dove ci
troviamo» aggiunse Tarn, indicando la vasca «Tu che
dici?»
Lui non avrebbe potuto muoversi contro un bersaglio presente nella
Lista nel caso in cui l'avesse avvistato -cosa che fino a quel momento
non era successa, ed erano lì già dal mattino
precedente- ma, per quanto l'idea potesse seccarlo, ciò che
contava di più in quel frangente era che per gli altri
sarebbe valso lo stesso discorso e nessuno avrebbe potuto infastidire
lui o i membri della sua squadra.
Era difficile
che a qualcuno potesse venire un'idea così malsana ma non
impossibile, e in quell'occasione era vitale per lui cercare di far
sì che fosse tutto perfetto.
«Dico che è un posto bellissimo e che questo
è il miglior compleanno che abbia avuto da...
sempre» disse Spectra con un sorriso genuino.
«Mi fa piacere sentirlo».
Era passato un vorn e mezzo dalla morte di Lord Megatron. Tutto
ciò che era venuto di buono da quella missione sulla Terra
-oltre ad aver capito che la sua intera squadra oltre a
rispettarlo tenevaa
lui, cosa che
contava moltissimo- aveva un soprannome che ricordava un uccellino e
gli dimostrava ogni giorno un calore, un affetto e una vicinanza che a
lui faceva piacere ricevere ma non riteneva di meritare. Se il
bruttissimo
colpo ricevuto allora l'aveva fatto crollare, ma non del tutto, e ora
poteva azzardarsi a dire di starsi riprendendo man mano, era in buona
parte dovuto a ciò che Spectra aveva fatto quel giorno.
Per lei era
stato "normale" andare a cercarlo nella neve e riportarlo "a casa"
-parole sue- ma per lui una cosa del genere era stata tutto tranne che
normale. Mostrare una tale vulnerabilità equivaleva
all'esporre la Scintilla a uno sparkeater, era una lezione che aveva
imparato bene nel corso della sua esistenza, eppure sembrava non valere
sempre, non con tutti, e di sicuro non con lei -volendo fare una semi
citazione a Spectra stessa.
«Però... non mi fraintendere, Tarn, sono
infinitamente grata a te e a tutti gli altri per questo, per la festa
di stamattina, per la torta, per tutto quanto...»
Cosa che era risultata piuttosto evidente nel momento in cui, molto
commossa, si era messa a piangere.
Reazione
prevedibile considerando il tipo.
«E sono stata felice, sono felice anche adesso! È
solo... non c'era bisogno che vi disturbaste tanto».
«Come hai avuto modo di constatare di persona i compleanni
degli altri non vengono ignorati, non vedo perché avremmo
dovuto ignorare il tuo. Fai parte della famiglia e in ogni caso hai
detto che è il tuo miglior compleanno di sempre, sbaglio?
Quindi forse il "bisogno" c'era. E te lo meriti... non per quel che fai
in cucina e nemmeno per i tuoi sogni, sebbene l'ultimo ci abbia
risparmiato svariati problemi».
L'impero Decepticon poteva essere caduto ma la dottrina era ancora
valida, così come la Lista e la loro caccia a tutti coloro
che avevano la sventura di rientrarvi.
Qualche tempo
prima vevano rintracciato uno dei loro bersagli -non i principali,
purtroppo, Bumblebee in testa- nei pressi di una centrale energetica,
presumibilmente dedito a traffici illeciti: l'intento sarebbe stato di
andare a ucciderlo ma la notte precedente alla partenza era successo
l'imprevisto.
"... Kaon era
tutto sciolto, tu stavi male, loro stavano male, non andate, non
andate, per favore-"
"Non andremo da nessuna parte, tranquilla. Missione annullata".
Tempo addietro
si era ripromesso di prendere più che sul serio gli
avvertimenti di Spectra: non farlo sarebbe stato da stupidi e lui,
oltre a non essere uno stupido, si era sentito più che
sollevato della scelta compiuta nel momento in cui gli era giunta
notizia del disastro avvenuto nella centrale in questione. Lo stesso
ovviamente era valso per tutti gli altri, Kaon in particolare al quale
non sarebbe proprio piaciuto diventare un brodetto di metallo.
«Ma sono convinto che tu lo sappia benissimo»
proseguì il Decepticon «E sai che nulla di tutto
questo è stato di disturbo per chicchessia. Inoltre era
tempo di prendersi un giorno di riposo, così facendo abbiamo
unito il dilettevole all'utile».
«Questa cosa di poter disturbare qualcuno è solo
nella mia testa, lo so,se
non fosse
così vi comportereste in modo diverso. È solo che
ci sono ancora dei momenti in cui non ci credo del tutto, nonostante
tutto quel che fate, o forse proprio per
quello,
anche se ormai è passato del tempo. Mi chiedo
"Perché?". A te capita mai di farti domande
simili?»
"Ogni giorno da un vorn e mezzo a questa parte, Spectra, non ne passa
uno in cui non mi chieda perché e per come" rispose lui,
solo mentalmente "Potrei chiederli direttamente a te ma in
realtà mi hai risposto già allora e so che oltre
alla gratitudine tu riesci perfino a volerci bene. Io per primo non
sono una persona facile, già solo per questo avresti buoni
motivi per cercare di andartene prima possibile e sono sicuro che se tu
lo volessi Dreadwing farebbe di tutto per accontentarti, nonostante il
disastro che sta affrontando, a costo di incollarti a se stesso per
cercare di tenerti al sicuro e di pagare le conseguenze se non dovesse
riuscirci. Invece sei ancora qui... e dici perfino di esserne felice".
In più di un'occasione Tarn si era detto che, se su molte
cose lui e Spectra erano agli antipodi, in altre erano fin troppo
simili: ciò si riconfermava veritiero.
«Sì. Nel mio caso, che è molto diverso
dal tuo, concludo che dovrei pensare più a essere grato che
a farmi domande. Cos'è quell'espressione?»
«È che ho la sensazione di aver rovinato
l'atmosfera...»
«No. Sei abbastanza a tuo agio a parlare con me anche di
argomenti simili, questo non potrebbe mai causarmi un dispiacere. Se
non fosse così sarebbe un fallimento anche solo
perché sono il capo di questa squadra: un capo che non ha la
fiducia di coloro che gli sono attorno non è destinato a
fare una bella fine. I suoi uomini potrebbero essere felici anche
all'idea di scambiarlo con una matta convinta di essere morta e che va
in giro a squarciare gole...»
Si interruppe e si massaggiò la fronte da sopra la maschera.
Perché avesse tirato fuori quel pessimo ricordo era qualcosa
che non capiva neppure lui e sì, quello avrebbe
decisamente rovinato l'atmosfera se lui avesse deciso di indugiarvi di
più.
«Fa nulla» si schiarì la gola
«Stavo dicendo, prendendo un giorno di riposo in questo
periodo abbiamo unito il dilettevole all'utile e se non altro ora ci
sono dei membri della famiglia in grado di apprezzare un posto come
questo. C'è stato un periodo in cui il gruppo era composto
solo da Helex, Tesarus e il sottoscritto: in considerazione del fatto
che anche adesso quei due non sono qui, bensì nella
cittadina più a valle, puoi immaginare l'atmosfera. Loro non
sono tipi da terme, al contrario di Nickel e Vos che dovrebbero essere
ancora nell'area fanghi. Quanto a Kaon...» fece un breve
sospiro «Anche a lui di sicuro non dispiace».
«Era molto felice della piscina di olio caldo dopo aver
notato che era piena di femmes» commentò Spectra.
«Dici che l'ordine di non molestare nessuna è
stato recepito?»
«Non è ancora stato cacciato fuori dallo
stabilimento, quindi penso di sì!» rispose la
femme.
Anche Spectra nella sua ingenuità ormai aveva capito da
tempo che Kaon era un pervertito, il che era tutto dire, ma gli voleva
bene lo stesso.
«Ho un po' di fame, vado al bar del ristorante»
disse poi lei «Vieni anche tu?»
«Io...»
"Poverino, lui.
Vittima sacrificale dell'universo brutto e cattivo, mai che qualcosa
sia davvero colpa del povero mostriciattolo deforme che prima fa cose
che sa essere sbagliate e poi non si sente a posto con la coscienza,ma
continua lo stesso. Che schifo la
coerenza".
Ovvio: il ricordo della squarciatrice di gole era strettamente legato a
quello dell'anticristo.
Lui
però non voleva lasciare che Spectra si sorbisse anche
quello, tantomeno quel giorno -e poco importava se lei gli avrebbe
sicuramente detto che non "si sorbiva" niente.
«Io arrivo tra un po', tu vai pure».
«Ok» disse Spectra, facendo per uscire dalla vasca
«Va tutto bene?»
«Uno dei lati negativi di una vita avventurosa è
che certe memorie poco piacevoli possono tornare a galla in modo
abbastanza casuale. Nulla di cui tu abbia colpa» la
rassicurò «Ti raggiungerò tra pochi
minuti ma se vuoi posso chiedere a qualcuno degli altri se ha fame a
sua volta».
«Non c'è bisogno, tranquillo! Ti aspetto
lì» sorrise «Ti ordino qualcosa nel
mentre?»
«Al momento non mi viene in mente nulla quindi
provvederò dopo, ma grazie per il pensiero».
La guardò allontanarsi. Stava migliorando, mesi fa il timore
che potesse succederle qualcosa di strano appena fosse rimasta sola in
qualsiasi posto non fosse l'astronave l'avrebbe spinto a seguirla senza
se e senza ma. Poteva essere
eccessivo -e aveva cercato di non darlo troppo a vedere col resto del
gruppo- ma si stava parlando della stessa persona che, per inseguire
una cyberfarfalla, aveva incontrato lui.
Nonché
Starscream sulla Terra durante il suo periodo da disertore.
E gli Autobot
nell'Harbinger una volta in cui Dreadwing l'aveva lasciata da sola.
Anche certi
incontri con Airachnid di cui era venuto a sapere erano stati degni di
nota, peccato non aver potuto occuparsi personalmente di quell'insetto.
"Ti preoccupi, lo capisco e pensando a quel che è successo
mesi fa penso di capire anche cosa ti spinge a fare così..."
"Se lo capisci perché stiamo avendo questa conversazione?"
"Io faccio la mia parte ed evito di andare in posti pericolosi da sola,
quindi le possibilità che mi succeda qualcosa solo
perché non sei presente sono poche".
"Poche, non nulle".
"..."
"Non è perché ti ritengo incapace di badare a te
stessa o del tutto indifesa, so che non lo sei. A volte però
anche essere il più grande guerriero che Cybertron abbia
conosciuto non basta... come abbiamo visto bene".
"Se la cosa continua così come farai quando io prima o poi
andrò da Dreadwing? Non dico di smettere all'improvviso di
preoccuparti troppo, credo che sia una di quelle cose per le quali
Nickel dice che serve tempo, però... tu vuoi il mio bene,
giusto? Ti preoccupi perché ti importa e ci tieni e io
questo lo apprezzo. Anche io però voglio il tuo bene, e
avere sempre l'ansia che mi possa succedere qualcosa senza che tu sia
lì a impedirlo non è'iltuo
bene'. Non è quel che voglio per te".
C'erano voluti
tempo e una buona dose di fatica ma riconoscendo che Spectra non avesse
tutti i torti e complice anche il modo in cui lei gli aveva parlato
-con gentilezza ma senza particolari filtri, cosa alla quale a quel
punto avrebbe dovuto essere abituato e invece riusciva ancora a
stupirlo- aveva cercato di lavorarci su. Il successivo miglioramento
del suo benessere mentale aveva dimostrato che era stata una buona idea
e, inutile specificarlo, a Spectra non era successo nulla di brutto.
"Ovviamente. Non ero stato io tanto tempo fa a concludere che
può sopravvivere a qualsiasi cosa?"
Qualsiasi cosa, inclusa se stessa: non era da tutti.
"A quanto pare il tempo passa in fretta anche quando non ci si diverte
affatto" pensò Tarn, rendendosi conto che erano
già passati dieci minuti "Tempo di raggiungere-"
«... COOOOOSA ho visto!
Non puoi capire cosa ho
visto!» esclamò Kaon, arrivato all'improvviso,
schiaffandosi nella vasca senza un briciolo di grazia «Ok no
a dire la verità più che "visto" ho solo
intravisto E l'ho persa per strada dopo che mi sono passati davanti dei
camerieri ai piani con un carrello pieno di lenzuola, asciugamani
eccetera, ma mi è bastato e avanzato! Era una vita che non
vedevo un cu...»
L'entusiasmo era stato tale da far iniziare a Kaon iniziare il discorso
con quel tono ma pareva che l'idea di un ammonimento superasse la
bellezza di qualsiasi "cu" femminile avesse avvistato.
«Aaaahem... c'era una femme con delle dotazioni posteriori
molto degne di nota ma non ho molestato nessuno, giuro, non mi ha
nemmeno visto, ho seguito i tuoi ordini e nessuno mi
sbatterà fuori durante il compleanno di Lilleth
né domani. A proposito, lei dov'è?»
«Al bar. Come dicevo anche a lei poco fa ho scelto questo
posto perché con Maccadam in giro tutti possono stare
tranquilli anche girando da soli. Lui poi si trova proprio dietro il
bancone, come da abitudine».
«Siamo in una botte di ferro, e non di quelle con l'esplosivo
dentro» commentò il tecnico.
«Precisamente. Vieni con me o resti qui?»
«Se posso scegliere rimango qui per un altro po', magari
riesco di nuovo ad avvistare- ehm, sì, ecco-»
«Gli ordini sono sempre validi, Kaon».
Trattenendo un sospiro nel pensare a quanta pazienza servisse con i
suoi ragazzi -ma anche a quanta ne servisse ad alcuni di loro con lui-
uscì finalmente dalla vasca.
Avvicinandosi
man mano alle vetrate del bar riuscì presto ad avvistare
Spectra. Il tavolo che aveva scelto gli permetteva di vederla in viso
anche da lì e Tarn non notò nulla di strano, se
non il fatto che stesse parlando con qualcuno. Nickel, Vos o entrambi
dovevano averla raggiunta.
"Devo chiedere a uno dei due come si hanno trovato i fanghi, non mi
attira ma forse mi sto perdendo qualcosa" pensò,
avvicinandosi ulteriormente "Potrei-"
Vide la persona con cui stava parlando Spectra.
"..."
La vacanza era appena andata a puttane in uno dei peggiori modi
possibili.
Chissà chi avrà visto Tarn beatamente impegnato a
godersi un sacrosanto giorno libero xD
Se anche qui c'è qualcuno che sta leggendo, lo (o la)
ringrazio :)
«Sono
a posto così, grazie!»
«Allora... la festeggiata della suite campanula»
disse Maccadam «Ti è piaciuta la torta?»
Gli occhi azzurri e incredibilmente tondi del barista
-nonché proprietario dell'intera struttura e probabile Prime
sotto copertura- non risultavano per nulla inquietanti a Spectra che,
come suo solito, tendeva a notare più il comportamento
gentile che l'aspetto bizzarro di chi le stava davanti. Maccadam, con
la sua massiccia struttura fisica giallo-arancio e dalla alt mode
difficilmente comprensibile, non faceva eccezione.
«Molto! Era davvero buona e anche molto bella con tutte
quelle decorazioni a forma di cyberfarfalle. È stata una
sorpresa, nonostante tutto non me lo aspettavo, non me lo sarei proprio
sognato! Sono stata felice».
«Molto bene» annuì il barista
«Quando è pronto ti faccio portare tutto al
tavolo».
«Perfetto!»
«Solo un'ultima cosa, a proposito di sogni. Di solito sono
una bella cosa ma in certi casi è meglio non lasciare che
essi ci portino troppo in là».
«In... che senso?»
«Sul tuo azoto gelato vuoi anche le stelline?»
«Aah... sì, sì, grazie».
Discorsi bizzarri: Tarn glielo aveva detto. Si mise seduta
al tavolo proprio pensando a lui e al resto del gruppo. Era il periodo
più lungo che avesse vissuto insieme a qualcuno che non era
Spectrus e, per quanto le condizioni della devastata fazione Decepticon
non lo avessero reso sempre facile per tutte le conseguenze che esse
comportavano, Spectra poteva dire che fosse il migliore in assoluto. A volte
pensieri come quelli di prima tornavano ancora a farsi sentire ma
succedeva sempre meno spesso, sia perché continuava a
lavorarci su sia perché le persone che aveva attorno le
volevano bene ed erano felici di averla nell'astronave quanto lei era
felice di stare con loro. La DJD poteva avere la fama di un gruppo di
serial killer legalizzati, pazzi assassini e quant'altro -e in
effetti lo
erano,come ben sapeva-
però la definizione "famiglia" nel suo caso era azzeccata.
Si sentiva al sicuro, era molto serena e, sì, spesso anche
felice, abbastanza da pensare che in futuro sarebbe stata dura andare
via com'era ancora nei suoi programmi.
"Te lo meriti... non per quel che fai in cucina e nemmeno per i tuoi
sogni, sebbene l'ultimo ci abbia risparmiato svariati problemi".
Riusciva perfino a essere veramente utile anche se, come aveva detto
Tarn, non erano quelle le ragioni per cui lui riteneva che lei
meritasse del bene.
"Chissà cosa gli è tornato in mente".
Nonostante la curiosità non aveva insistito, era legittimo
che ci fossero argomenti che lui non voleva affrontare -o che non
volesse farlo in quel momento- anche se, dopo un vorn e mezzo di
convivenza, di solito riuscivano a parlare bene uno con l'altra. Non
era scontato: che lui si fosse "aperto" abbastanza in Antartide non
implicava farlo anche in seguito, invece le cose erano andate in modo
diverso.
Un messaggio di Dreadwing la distrasse dai suoi pensieri. Non sempre
riusciva a chiamarla ma anche con una disastrosa guerra civile in corso
non mancava mai di scriverle una o più volte al giorno.
Spectra non avrebbe potuto giurarci ma era probabile che quei minuti
fossero tutto il tempo libero che il seeker riusciva a ritagliarsi tra
il caos, la guida del gruppo che aveva creato e la ricarica. Sarebbe
stata molto più felice sapendolo meno a rischio ma quella
era la strada che Dreadwing aveva scelto, nonché una che
percorreva da molto tempo, e Spectra riteneva che sarebbe stato
ingiusto da parte sua cercare di impedirgli di realizzare i suoi
propositi.
«Ecco il suo ordine» annunciò il
cameriere «Azoto gelato con stelline, bignè
ripieni di tallio ed energon speziato al bario con biscotti secchi da
intingere».
Tarn aveva detto di non avere nulla in mente ma da quando erano
lì Spectra l'aveva visto ordinare sempre le ultime due cose
in simili occasioni, dunque tanto valeva avvantaggiarsi. Era sicura che
avrebbe apprezzato.
«E poi c'è questo enermimosa. Ecco
fatto».
«Grazie... ma non ricordo di aver ordinato anche
questo».
«Offerto dalla signora al bancone».
Spectra sollevò lo sguardo.
Era sicurissima di non aver mai visto in vita propria la femme che le
stava sorridendo mentre la salutava con un cenno della mano non
occupata da un drink, in caso contrario l'avrebbe ricordata,
perché aveva tutto l'aspetto di una principessa delle sue
beneamate fiabe o di una fata. Forse più la seconda:
l'armatura verde chiarissimo che sembrava quasi bianco, sfumata con un
verde più scuro, e i molteplici decori color oro sul suo
corpo oltre alle ali ricoperte di madreperla richiamavano
più quel tipo di creature.
"Mi sa che se al posto mio ci fosse stato Kaon sarebbe stato cacciato
fuori davvero stavolta" pensò mentre ricambiava il saluto.
«Ciao. Posso sedermi con te?» sorrise di nuovo la
sconosciuta.
Spectra annuì.
«Il mio nome è Skyfall» si
presentò la femme, tendendole la mano destra
«Piacere di conoscerti».
«Io mi chiamo Spectra, piacere mio. Sei molto
bella!» aggiunse mentre le stringeva la mano, dicendo la
prima cosa che le era passata per la testa.
Forse non sarebbe mai riuscita a togliersi di dosso quell'abitudine, in
realtà non ci provava neppure.
«E tu sei adorabile. Non vorrei sbagliarmi, e a questo punto
è molto difficile che mi sbagli, ma tu mi ricordi molto una
persona che conoscevo... ecco qua!» esclamò dopo
aver fatto scorrere brevemente dei file sul proprio datapad personale
«Guarda pure. Concorderai con me che la somiglianza
è impressionante».
Le ottiche azzurre di Spectra divennero ancora più grandi di
quanto già fossero nell'esaminare una fotografia che
ritraeva Skyfall in compagnia di...
"Mamma?"
Era una foto di Sparkleriver Specter che non rientrava tra quelle che
Spectrus era riuscito a salvare e le aveva mostrato, anche se lo sfondo
suggeriva che fosse stata scattata proprio in quella che era stata la
dimora ancestrale di famiglia. Studiando brevemente i visi delle due
donne ritratte Spectra non riusciva a notare altro che
tranquillità sul volto di Skyfall, mentre dell'espressione
di Sparkleriver avrebbe detto che fosse uno strano misto tra il
sollievo e una vaga inquietudine... o forse era solo un po'sorpresa per
qualche ragione e, se anche fosse stato così, di sicuro lo
era meno di quanto fosse lei in quel momento.
«Conoscevi mia madre?»
Skyfall annuì. «Prima la frequentavo nei limiti
del possibile per una nobile di Iacon e una di Vos»
indicò se stessa «In seguito per una serie di
vicissitudini ho avuto modo di conoscerla molto meglio portando a
termine certe commissioni per lei. Mi era simpatica, è stata
la seconda miglior datrice di lavoro che abbia avuto»
aggiunse «Vuoi la foto? Te la invio volentieri. Credo di
averne anche qualche altra».
«Sì, grazie!» sorrise Spectra, felice di
quello che per lei era un ulteriore regalo di compleanno ancor
più inaspettato di festa e torta.
«Mi rallegra che gli Specter a sopravvivere alla classica
imbecillità di Astrum Varian Skyfire siano stati due e non
uno solo».
«Astrum-»
«Starscream, maaah» disse
Skyfall, caricando il "maaah" con tutta la mal sopportazione possibile
«Non era una cima neppure da piccolo, in età
adulta non poteva che peggiorare e considerando già solo
quel che è capitato a voi avrei dovuto fare in modo che gli
alloygator lo mangiassero sul serio. Il famoso "senno di
poi"».
"Io il senno di poi l'avevo avuto in forma di sogno/ricordo, ma non
l'avevo capito" fu il pensiero di Spectra, pensando alla propria breve
e ignara "frequentazione" col seeker in questione, ripromettendosi di
chiedere più informazioni sulla faccenda degli alloygator.
«Credo che se i miei genitori avessero immaginato come
sarebbe finita avrebbero a loro volta deciso di andare in una colonia
lontana e basta, tenendosi fuori da tutto quanto...»
Nel corso della sua vita era stato inevitabile per Spectra pensare a
una lunga serie di "E se", non ultimo quello. Perlopiù aveva
evitato di condividerli, anche perché la prima e ultima
volta che aveva provato a parlarne a Spectrus aveva ottenuto solo un
"La tua immaginazione non può mandarci indietro nel tempo,
sorellina, stare lì a fantasticare è solo un
passatempo per gente stupida. Sei stupida?".
«Però non è andata
così» continuò «E comunque in
tutto questo ho avuto la fortuna di incontrare persone a cui voglio
molto bene e che in caso contrario non avrei potuto proprio conoscere.
Con questo non voglio dire che non mi importa di quel che è
successo, è solo che...»
«Capisco molto bene quel che intendi, mi puoi credere. Il
passato importa, a volte importa molto ed
è naturale che sia così, però man mano
trovi motivi per cercare di fare la cosa giusta, ossia andare
avanti» disse Skyfall «E alcune volte tra i motivi
ci sono proprio certe persone che incontri. Diventano abbastanza
importanti da provare a farlo anche per loro, oltre che per
te».
«Sì!» esclamò Spectra, lieta
di essere stata compresa in tutto e per tutto «È
proprio quel che volevo dire».
«Se anche tu hai trovato persone così, tienitele
strette a qualsiasi costo. Qualsiasi mossa inconsulta ti venga in mente
di fare non vale quanto ciò che hai costruito con loro.
Vendetta e giustizia in certi casi sono un po' la stessa cosa e nel
cercare di ottenerle, con o senza successo, inizi a disinteressarti del
resto» proseguì la femme «Col solo
risultato di distruggere tutto e tutti quelli che hai intorno. Nessuno
escluso».
«Se poi fare quest'ultima cosa inizia a piacerti e diventa la
tua attività principale è anche peggio»
fu il solo commento che fece Spectra dopo un lungo sorso di enermimosa.
La jetformer le diede un'occhiata. «Spectrus?»
Spectra, dopo una brevissima esitazione, annuì.
«Vi conoscevate?»
«Più o meno. L'ultima volta in cui abbiamo avuto
un contatto diretto non camminava ancora ed era abbastanza piccolo
perché io riuscissi a prenderlo in braccio,
figurati» disse Skyfall, facendo spallucce «Ma, al
di là di quel video trasmesso ovunque un vorn e mezzo fa, ho
avuto modo di vedere come si comportava quando era un giovane adulto.
Non mi stupisce che con l'accaduto e con il tempo sia degenerato. Mi
dispiace, questo deve averti reso le cose più
difficili».
«Già. Ormai però non è
più un problema, lui non è più
online» disse Spectra «Se l'è proprio
cercata, tante volte, in tanti modi e forse... no, sicuramente, è un bene
che sia andata a finire così. Anche tra me e lui le cose
erano arrivate a un punto tale che non...» si interruppe
«Era mio fratello, starai pensando che forse nonostante tutto
non dovrei parlarne in questo modo».
«Il CNA in comune non è una garanzia di volersi
bene, se dici così devi avere i tuoi motivi e non mi serve
altro, tanto più avendo presente il soggetto».
Spectra sorrise. Parlare con quella femme era facile, lei era
estremamente gentile e sembrava capirla proprio bene. Fare amicizia con
gente nuova era ancora piacevole per lei. «Grazie».
«Di cosa? Uno o più parenti di cui avremmo fatto
volentieri a meno li abbiamo tutti, estrij nor?»
«Estrii...»
«Estrij.
Estrij nor:
"è vero o non è vero?". Significa
questo...» diede un'occhiata al proprio datapad
«Hm. Rain ormai dovrebbe aver quasi finito con
l'haloterapia».
«Rain?»
«La mia quasi cognata, "quasi" nel senso che il mio attuale
compagno è il fratello di suo marito. Se le cose continuano
così, e penso proprio di sì, tra qualche tempo
diventeremo cognate senza "quasi"» disse Skyfall
«Non avrei mai pensato che fosse possibile trovare la persona
giusta non una, ma ben due volte... eppure eccomi qua. E tu?»
«Io?...»
«Nessun mech in vista? Mi sembrerebbe strano, non mentivo
quando ho detto che sei adorabile».
«Io veramente-»
Un nuovo messaggio di Dreadwing fece vibrare il datapad personale di
Spectra, e l'icona con la foto del seeker parve non sfuggire al tipico
occhio lungo vosniano.
«Da giovane era una persona onorevole, se i vorn non l'hanno
cambiato hai fatto una buona scelta. Certo, al momento dev'essere molto
dura considerando la guerra civile in corso».
«Conosci anche lui?»
si stupì Spectra.
«Solo quel che serve per capire il tipo. Vedi, ormai
parecchio tempo fa Dreadwing si è trovato coinvolto in
quella che a un certo punto è diventata una mia faccenda
personale, cosa che ci ha messi ai lati opposti del campo di battaglia.
Per quel che vale ti assicuro che non ce l'avevo con lui,puntavo a tutt'altra
feccia della quale sono stata a tanto così da distruggere la
Scintilla. Purtroppo per tutti ho fallito sia in quell'occasione sia
nella precedente».
In quelle ultime frasi non si poteva riscontrare un grammo della
gentilezza mostrata fino ad allora, già solo per il tono che
aveva utilizzato oltre alle parole. La cosa sulle prime sorprese
Spectra, ma ricordando quel che lei stessa si era trovata a dover dire
riguardo il proprio fratello concluse che anche Skyfall dovesse avere i
propri motivi. L'accostamento
a una fata era sempre più azzeccato: se c'era qualcosa che
risultava molto chiaro nelle fiabe era che anche le fate buone potevano
diventare terribili nel caso in cui avessero subìto quello
che consideravano un grave torto.
«Ma ormai ho altre priorità»
tagliò corto la femme «E in ogni caso è
di te e Dreadwing che si parlava. Come vi siete conosciuti voi
due?»
«Io e Spectrus facemmo un atterraggio di fortuna su un
pianeta chiamato Terra. Finimmo divisi e io fui soccorsa e portata
nella Nemesis, Dreadwing era lì. Inizialmente eravamo solo
amici e io non lo vedevo in quel modo per via di... varie ragioni. Poi
le cose sono cambiate. Lord Megatron però è
morto, e c'è tutto questo disastro e... insomma diciamo che
anche con lui è tutto da costruire, ecco».
«Io percepisco una storia incredibile dietro tutto questo e
ora la devo sapere, caso chiuso. Due piatti di chips di rame e un altro
drink, grazie!» esclamò Skyfall, rivolta al
cameriere, per poi tornare a dare tutta la propria attenzione a Spectra
«Ora che ci penso, se sei finita nella Nemesis significa che
ti sei trovata faccia a faccia anche con quello sdramajkar del mio
conterraneo. Ti prego, dimmi che l'hai pugnalato mentre
dormiva».
«In realtà era sveglio...»
L'altra femme rispose con una risata particolarmente sentita.
«Bravissima, mi piace assai e questa è un'altra
cosa che dovrai raccontarmi».
«Prima però vorrei sentire la storia degli
alloygator...»
«Degli alloy- oh, sì, quella. Tre cose
fondamentali: la prima, ossia che io e lui ci siamo conosciuti prima di
iniziare a camminare. Pensa che fortuna» disse Skyfall, con
evidente ironia «La seconda: Starscream è
particolarmente sadico con chi gli sembra essere più debole
di lui e striscia come un verme del mare di ruggine con chi invece
è più forte. Se lo conosci lo sai
già».
Spectra, memore dell'atteggiamento di Starscream ogni volta che si era
trovato in potenziale pericolo, annuì.
«La terza: nella Cittadella di Vos la regola che valeva per
tutti era "se non ti sai difendere da solo non ti aspettare che lo
faccia qualcun altro e se fallisci nell'intento la colpa è
tua"» aggiunse Skyfall, concludendo così la sua
premessa «Allora-»
«Allontanati subito».
Tarn era arrivato a farle compagnia, ma tutta la
tranquillità di pochi minuti prima era scomparsa in favore
di un ordine palesemente NON rivolto a
lei -già solo per il tono, anche nel suo caso- e uno sguardo
omicida diretto proprio alla femme vosniana, la quale lo stava
ricambiando con un'espressione di odio puro dipinta sul bel volto
pallido.
"Per quel che
vale ti assicuro che non ce l'avevo con lui, puntavo a tutt'altra
feccia della quale sono stata a tanto così da distruggere la
Scintilla. Purtroppo per tutti ho fallito sia in quell'occasione sia
nella precedente".
"Non stava parlando di Tarn, vero?" pensò Spectra, facendo
saettare lo sguardo da uno all'altra "... vero?"
«Bsjreikar!»
ringhiò Skyfall «Non ci credo, parlo della feccia
e spunta l'erjapta».
Speranza vana, la risposta a quella domanda (retorica) era chiara. Era
palese che Skyfall si fosse riferita proprio a lui, com'era palese il
fatto che con o senza Maccadam in giro le altre persone non avessero
voglia di stare nella stessa stanza con un Tarn poco tranquillo,
tant'era che avevano abbandonato la sala ed erano rimasti lì
solo loro tre e il barista stesso -occupato ad asciugare dei bicchieri
con tutta la calma del mondo.
«Spectra, vai».
Era un ordine, dato con maggior gentilezza ma comunque un ordine, e se
i trascorsi erano quelli che sembravano Spectra poteva capire
perché pur essendo in un posto sicuro preferiva che lei si
allontanasse.
Skyfall però non sembrava dell'idea di lasciare che
succedesse, tanto da mettersi davanti a lei come a volerla proteggere:
se lo stesse facendo davvero per lei o si sentisse spinta a farlo solo
perché c'era Tarn di mezzo, a Spectra non era dato sapere.
«Lei va dove vuole andare» affermò la
femme «Torna a piangere Megatron nel buco da dove sei
strisciato fuori e lasciala in pace».
«Io sono venuta qui con lui e gli altri» intervenne
Spectra, temendo che l'allusione a Megatron facesse dimenticare a Tarn
la politica del "Niente massacri nel mio locale", mentre raggiungeva il
mech passando dall'altro lato del tavolo «Vivo con loro, sono
con loro per mia volontà, non c'è bisogno di
litigare per questo motivo. Ora vado» aggiunse, rivolta a
Tarn.
«Per "tua" volontà?» Skyfall,
distogliendo brevemente lo sguardo da Tarn, scosse la testa
«Se ti è stato vicino mentre per un qualsiasi
motivo eri incosciente è praticamente certo che la "tua"
volontà sia frutto della mnemosurgery».
Le luci all'interno della stanza esplosero tutte insieme.
«Andranno sul conto di entrambi» fu il commento di
Maccadam.
Spectra avrebbe preferito andarsene con lui, soprattutto dopo quello,
ma il "vai" non lasciava dubbi sul fatto che non sarebbe successo e
l'unica cosa che poteva fare a quel punto era allontanarsi.
«Ehi».
Non prima che Skyfall le avesse messo in mano il cibo che c'era sul
tavolo, chips incluse.
Uscì dal locale, non senza voltarsi indietro un'ultima
volta, e nel cercare un altro posto dove andare si imbatté
in Nickel beatamente intenta a leggere riviste di gossip seduta su un
divanetto.
«Non mi ero resa conto che i fanghi mi fossero mancati tanto,
te li consiglio verame... che succede?» domandò la
minicon, passando visibilmente dalla tranquillità alla
profonda inquietudine.
«Un incontro poco piacevole, non tanto per me quanto
per lui» disse
Spectra «Spero che a parte le luci non si rompa
altro».
«Qualcuno nella Lista?»
«Non ricordo di aver mai visto il nome "Skyfall"-»
Nickel si coprì il viso con una mano borbottando una sfilza
di cose in prioniano stretto che sarebbero potute tranquillamente
sembrare una maledizione. «Di tutti quelli che potevamo
beccare qui doveva essere proprio quella stronza?!»
«Tu sai cos'è successo di preciso tra
loro?»
«C'è una parte della storia che conosco molto
bene» confermò Nickel «Ma non sta a me
dire di più. Dov'è successo?!»
«Al bar».
«Ti ha chiesto lui di andare via».
«Sì. Ho sbagliato a non insistere
perché lui facesse lo stesso?»
La minicon sospirò, l'espressione era funerea.
«Non hai sbagliato, in questo caso non potevi fare altro. Se
mai è sorprendente che non si sia già fatto
cacciare fuori cercando di staccarle la testa!... senza riuscirci,
visto dove siamo».
Restava solo da sperare che il confronto tra i due non fosse
né troppo lungo né troppo disastroso.
Come forse si è potuto intuire qui ho scelto la versione
Cyberverse di Maccadam: un po' per gli occhi tondi
inquietanti, un po'
perché la sua versione cyberverse è effettivamente uno dei
Prime originari sotto copertura e dunque, con somma gioia (?) di Tarn e
Skyfall, di scannarsi non ne ne parla proprio 😂 Forse qualcuno
non ricorda il significato di certe parole/espressioni vosniane (i cui
crediti vanno sempre a MilesRedwing) dunque
Erjapta:
l'insulto
peggiore che un vosniano possa rivolgere a un'altra persona. A seconda
dell'interlocutore può essere un augurio di subire
l'empurata (disonore assoluto per i vosniani ancor più che
per gli altri causa rimozione delle ali) o un commento sul
suo essertela meritata
"Estrijnor?": "è vero o
non è vero?"
Bsjreikar: espressione
utilizzata dai vosniani nel contesto specifico in cui si trovano belli
tranquilli in un qualche posto per passare una bella serata e per pura
botta di sfiga vedono entrare un loro nemico che vuole ucciderli (i
vosniani in questo sono come i tedeschi, hanno una parola per tutto
🤣). Il significato letterale è "In nome di tutti gli
antenati maledetti della mia famiglia"
"C'è
qualcuno lassù che mi vuole male, perché non
è possibile che dopo una vita in cui non vado alle terme io
debba trovare qui proprio lui" pensò Skyfall, continuando a
guardare con palese disprezzo quella che considerava la sua nemesi
"Proprio lui, proprioadessoche
sto iniziando a ricucire i rapporti con Grindcore".
Di
recente Omen e Spillage l'avevano cercata dopo vorn e vorn, e non
perché avevano deciso di riprovare a terminarla, cosa che
Skyfall avrebbe trovato addirittura comprensibile. Loro
le avevano salvato la vita, le avevano dato una casa, si erano
affezionate e lei e viceversa, e lei cos'aveva fatto? Aveva tradito
tutti nel momento in cui la "famiglia" avuto più bisogno di
lei, ciò solo perché nel centro di ricerca in cui
era stata mandata aveva sentito parlare di una macchina del tempo. Con
quella avrebbe potuto tornare indietro e uccidere Tarn quando era
ancora indifeso -tale era stato il pensiero che aveva invaso il suo
processore in quel frangente- salvando così il proprio
conjunx e anche molte altre persone che da quando la DJD era stata
istituita erano cadute sotto la sua scure.
Si
sarebbe potuta ritenere ingiusta l'idea di uccidere una persona in un
momento della sua vita in cui era ancora innocente, lontanissima dal
mech che in seguito avrebbe osservato dal proprio ufficio centinaia di
transformers mentre venivano fusi vivi, ma Skyfall non si era neppure
posta il dilemma morale: quel mech sarebbe diventatoTarn, per lei non c'era bisogno di altro.
La
macchina però era "sperimentale" -com'erano rimaste tutte
quelle che erano state create da chicchessia nel corso del tempo- ed
era quasi certo che agisse secondo le meccaniche del paradosso di
predestinazione, impedendole dunque di cambiare alcunché,
dunque era stata una follia anche solo dare la priorità al
volerci provare. All'epoca però aveva pensato diversamente,
per non dire che non aveva pensato affatto, almeno fino a quando aveva
fallito e in seguito ne aveva pagato delle conseguenze che solo per un
soffio non erano state letali.
Il
tradimento era qualcosa che a Grindcore si pagava carissimo e il suo
era stato particolarmente sentito, motivo per cui nonostante la
volontà di riavvicinarsi fosse presente da entrambe le parti
i rapporti avrebbero impiegato tempo per tornare com'erano prima, posto
che un giorno riuscisse(ro) davvero nell'intento.
Era
per quel motivo che andare alle terme per allentare la giustificabile
tensione in vista della sua prossima visita all'ex prigione Decepticon
era parsa un'ottima idea sia a lei sia a Rain. Non c'era niente di
meglio di una gita tra femmes durante la quale passare la giornata in
piscina a bere del Sex on the Rust Sea dopo degli ottimi massaggi con
le pietre calde, propositi ai quali avevano tenuto fede dal check-in
mattutino in poi... fino a quel momento.
«Perché
sei qui?»
Tarn
non aveva intenzione di alzare i tacchi, ovvio che no. A dirla tutta
era curioso che non avesse tentato di spararle appena
l'aveva intravista, Maccadam o meno.
Ironia
della sorte, erano in uno dei pochissimi posti in cui non potevano fare
alcunché uno contro l'altra.
«Per
la gara di corsa a ostacoli tra i tavolini. È per questo che
esistono i bar,estrij
nor?»
«Dovrei
credere che la tua presenza in questo posto e il tuo incontro con una
dei membri della mia squadra siano stati accidentali?» il
Decepticon si avvicinò ulteriormente a lei «Non
penso».
«Sì,
mi ero accorta».
Skyfall
tirò fuori il pugnale nello stesso momento in cui l'altro,
non apprezzando il suo sarcasmo, fece per saltarle addosso e la voce di
Maccadam tuonò all'interno della sala dopo una serie di
rumori tipici di una trasformazione.
«NON CISARÀALCUNA
BATTAGLIA QUI DENTRO!»
Silenzio.
"Ora
capisco perché su Cybertron gli davano retta quando diceva
la stessa cosa" pensò Skyfall, con le ottiche verdi
sgranate, osservando la incomprensibile quanto visibilmente
pericolosissima alt mode del barista.
Tornò
lentamente a sedere, imitata da Tarn che a quel punto doveva aver
capito il motivo per cui neppure il suo beneamato Lord Megatron aveva
infranto le regole, e anche Maccadam riprese la sua consueta forma.
«Se
lui non è uno dei Tredici io sono un rastrello»
commentò Skyfall.
Da
Tarn non giunse risposta.
"Stai
elaborando ulteriori modi creativi di terminarmi che a breve inizierai
a elencare" pensò la femme "Certo che sì".
Nonostante
il suo desiderio di farlo fosse più che evidente lui non
poteva ucciderla, il che era positivo. Il lato negativo della faccenda
invece era che con Maccadam in giro tentare di uccidere Tarn di notte
scavandogli il cranio dopo aver imbottito la sua cena con dei sonniferi
per ursanokor sarebbe stato infattibile anche se lui non fosse stato al
corrente della sua presenza.
"Non
avrei potuto in ogni caso" ricordò la vosniana a se stessa
"Prima le conseguenze di un ulteriore tentativo andato a servicebot
sarebbero ricadute su di me e nessun altro, ora però non
sono più sola".
Le
cose erano cambiate molto nel corso del tempo dato che, come aveva
detto a Spectra, per un qualche miracolo divino era riuscita a trovare
la persona giusta per la seconda volta; e per quanto Napalm, Stainless
e il resto di quella che ormai era anche la sua famiglia fossero stati
creati dal lato peggiore della fazione degli Autobot proprio per tenere
testa a Tarn e soci -Rain a parte, la cui storia personale da "ho
conosciuto quello che poi è diventato mio marito e ho finito
per diventare parte di una specie inorganica che prima odiavo con tutta
l'anima" era comunque... peculiare- non significava che in un'eventuale
battaglia sarebbero riusciti a evitare di subire alcune perdite.
Tradotto: forse era il caso di sfruttare per il meglio gli appigli che
le erano stati forniti in quella spiacevole situazione, o almeno
provarci, per quanto l'odio reciproco tra lei Tarn bruciasse ancora con
l'intensità di migliaia di soli.
Skyfall
finì il proprio drink in un sorso, rimpiangendo che non
fosse più forte. «Per rispondere alla tua domanda,
sì, il mio incontro con quella femme assolutamente adorabile
è stato casuale e quello con te è stato frutto di
pura e semplice sfortuna, credici o meno. Ero venuta qui per
divertirmi».
«E
io non sono compreso in nulla che ti diverta».
«Esatto.
Entrambi ricordiamo bene quella giornata, dunque non c'è
bisogno di ripetere le frasi che ti dissi allora per farmi capire che
il tuo rancore nei miei riguardi non è diminuito».
«Ho
creduto che fosse il caso di ricordartelo perché mi sembri
un po'troppo tranquilla nella tua situazione. Mi risulta che tu abbia
perso da parecchi vorn la protezione di chi ti salvò la
vita. Nulla di sorprendente, era solo questione di tempo. Fammi
indovinare: hai voltato le spalle anche a loro per fare i tuoi comodi,
come facesti con gli Autobot, con le conseguenze del caso.
Giusto?»
Lei
riteneva di conoscere bene l'erjaptache
aveva davanti ma lui avrebbe potuto dire altrettanto, specie riguardo
il suo peggio, tant'era che ci aveva azzeccato in pieno.
«Omen
e le mura di Grindcore non ti fanno più da scudo»
disse Tarn «Hai detto di ricordare bene quella giornata,
dunque ricordi anche la mia promessa. Qui dentro forse sei al sicuro,
ma non puoi restare nell'idromassaggio per sempre».
"Appena
ti avrò davanti di nuovo sarai morta", così aveva
detto Tarn molto tempo prima. Lei, Omen e Spillage erano state indecise
se si fosse rivolto a lei stessa oppure a Omen -a dirla tutta era
partita una scommessa- e ora avevano la risposta.
Magari prima o poi avrebbe potuto reclamare i venti shanix che le
doveva Spillage.
«Mi
basterebbe assumere l'aspetto di chissà chi e volare via in
qualsiasi momento dopo aver fatto sì che tu mi perda di
vista, il che per me non sarebbe difficile» gli fece notare
Skyfall «Con questo sarei a posto. Non dubito che quando ti
è arrivata voce del mio licenziamento ti sia ritagliato del
tempo per darmi la caccia tra un massacro e l'altro, almeno i primi
tempi... eppure» fece spallucce «Né io
ti ho facilitato il lavoro venendoti a cercare».
«Ovvio
che tu non l'abbia fatto, non sarebbe stato conveniente per
te» replicò il Decepticon «In una
prigione piena di persone è più semplice
nascondersi, cosa nella quale sei riuscita comunque a fallire verso la
fine».
«Quando
su "mio" ordine hai aperto la tua camera Scintilla per permettermi di
ucciderti, lo ricordo. La sola femme che fosse interessata a vedere la
tua Scintilla voleva strappartela via. Non lo trovi un
po'triste?» si interruppe e fece un breve sospiro
«No, così facendo non andiamo da nessuna parte.
Allora-»
«Non
c'è alcuna parte da cui andare» la interruppe Tarn
«Eccetto che in una tomba, nel tuo caso».
Non
poteva usare la voce per ucciderla o causarle dolore, però
Skyfall ne avvertiva la "pressione" addosso, e non era gradevole.
«Ascolta,
tu credi davvero che la ragione per cui non ti sono venuta a cercare
sia stata il "non potermi nascondere"? Non posso batterti affrontandoti
direttamente sul campo, questo è vero» ammise lei
«Ma sai bene che le mie specialità sono altre. Se
io avessi voluto finire il lavoro iniziato molto tempo fa pensi che
l'idea di riunirmi all'Allspark prima di darti la soddisfazione di
torturarmi mi avrebbe dissuasa dal cercare di portarti con me a costo
di far saltare in aria la tua nave o la tua base di Messatine nella sua
interezza?»
Non
erano parole a vuoto, Skyfall ricordava bene quanto fosse potente la
sua ossessione omicida -con probabili, se non certe, conseguenze
suicide- in circostanze simili, ed era sicura che lo ricordasse anche
Tarn.
"Inizi a disinteressarti del resto con il solo risultato di
distruggere tutto e tutti quelli che hai intorno": quant'era vero.
«Magari
non ne avrei neanche avuto bisogno» continuò la
femme «Una volta entrata, e ti assicuro che a un certo punto
ci sarei riuscita, avrei potuto avvelenare tutte le scorte di nucleon
della vecchia miniera nella quale hai allestito la tua base. Alcuni
veleni sono difficili da trovare, e chissà se in una botta
d'astinenza avresti anche solo pensato di farle controllare! Secondo me
no. Eppure non ho fatto nulla del genere, restandoti più
lontana possibile. Vuoi sapere perch...»
Due
cubetti di energon extra forte con annessi sottobicchieri vennero
posati al centro del tavolo.
«Ecco,
sì, ci voleva. Grazie» disse la femme rivolta a
Maccadam, agguantando il recipiente per poi svuotarlo con un lungo
sorso. Le bruciò la gola, segno che l'extra forte era
"extra" davvero. «Stavo dicendo?»
«Che
l'alcolismo ti ha impedito di mettere in atto i tuoi
propositi».
La
jetformer decise saggiamente di ignorare la battuta. «No. Ti
sono stata il più lontana possibile perché mi
sono resa conto che il mio desiderio di porre fine alla tua vita mi ha
portato via troppo».
«Dove
vuoi arrivare?»
«Voglio
arrivare a dire che è mia intenzione continuare a fare quel
chenonho
fatto in tutto questo tempo. Ormai ho altre priorità, in
primis le persone a cui tengo. Non valeva la pena buttare via la mia
esistenza per te prima, figurarsi adesso. Non sono intenzionata ad
attentare di nuovo alla tua vita e tantomeno a quella di chi ti sta
intorno, non lo farò a meno che sia tu a muoverti per primo.
Nient'altro».
Tarn
le diede una lunga occhiata, restando in perfetto silenzio per un pezzo
prima di scoppiare in una breve quanto incredula,
indignata e palesemente sarcastica risata.
«Tu
dovresti darti alle comiche, Skyfall.Le comiche» ripeté
il Decepticon, con uno sguardo tutto tranne che divertito sotto la
maschera di metallo «Mi stai prendendo in giro o sei
completamente uscita di senno se pensi che possa prenderti sul serio o
che, se anche lo facessi, possa importarmi del fatto che ci siano
persone "a cui tieni" -ossia che non hai ancora tradito- e che questo
possa spingermi a lasciar perdere qualsiasi idea riguardo la tua
terminazione. Se mai è il contrario. Non si può
togliere alcunché a chi non ha nulla da perdere, e tu non
avevi che la vita, o così credevo... ma ora eccoti qui che
cerchi inutilmente di negoziare. È stato un errore farmi
sapere che c'è qualcuno che non vuoi perdere».
«Se
io avessi brutte intenzioni potrei dirti la stessa cosa,erjapta» replicò
Skyfall, sollevando il viso per guardare le lampadine distrutte sopra
di loro «Boom».
Quello
parve far passare al Decepticon ogni voglia di riderle in faccia.
«Non
ho visto come ti comporti con il resto dei membri della tua squadra,
d'altra parte non sapevo della vostra presenza qui, ma non mi serve,
ciò a cui ho assistito poco fa basta e avanza. Forse devo
ritirare quel che ho detto sulla mnemosurgery»
continuò la vosniana «Se tu l'avessi sottoposta a
quella procedura per fare in modo che ti sopporti indipendentemente
dalle circostanze avrei potuto ipotizzare qualsiasi cosa davanti a lei
senza che questo ti causasse delle noie, ergo non avresti avuto motivo
di prendertela tanto da spaccare le luci per sbaglio. L'hai fatto per
sbaglio,estrij
nor?Fatta di proposito
sarebbe stata una mossa inutile quanto stupida»
commentò «Quella cicatrice sul petto suggerisce
che la figlia di Sparkleriver Specter ne abbia già passate
abbastanza, ritrovarsi appresso a qualcuno che ha sempre saputo fare
bene solo i danni non le serviva proprio».
«Se
sai cos'è bene per te farai in modo di stare lontana da
tutti i membri della mia squadra» fu la risposta di Tarn
«Ti farà guadagnare qualche giorno di vita in meno
quando ti, anzi "vi", troverò e vi avrò tutti tra
le mani».
«La
notizia della mia rottura con Grindcore è vera ma
è anche datata. Mi è stato fatto l'enorme regalo
di poter riallacciare i rapporti con loro, così come mi
è stato fatto l'altrettanto enorme regalo di trovare un
posto tra persone che neppure per te sarebbe facile attaccare senza che
alcuni membri della tua squadra muoiano per qualche malattia».
Diede
al Decepticon qualche breve istante per fare i dovuti collegamenti, poi
riprese a parlare.
«Non
sono interessata ad attaccare per prima e lo stesso vale per gli
altri» ripeté Skyfall «Nessuno vuole
trovarsi a subire perdite che potrebbero essere evitate. In questi vorn
siamo stati in una sottospecie di tregua, anche se da parte tua non era
esattamente voluta, tanto vale togliere il "sottospecie" e renderla
ufficiale con un patto di non aggressione».
Tarn,
al quale di solito piaceva tanto sentirsi parlare, non disse niente.
«È
difficile, lo so» aggiunse lei, in totale onestà
«Tu sai che lo so, ci odiamo allo stesso modo. Nella vita
però arrivano sempre dei momenti in cui si devono fare delle
scelte e chiedersi "Tengo davvero a loro o sono disposto a trascinare
nell'abisso tutti quanti per una mia questione personale?". L'idea di
aggiungere la mia testa ai tuoi trofei vale davvero più
delle persone con cui vivi da tanto tempo? Vale davvero più
di qualcuno che conoscendo i tuoi gusti ordina l'energon speziato al
bario prima del tuo arrivo?... col senno di poi avrei dovuto intuire
che fossi in giro, sei l'unico che conosca a cui piace quella roba
amara. Non pretendo una risposta ma almeno pensaci su, io-»
Sembrava
che Rain avesse finito con l'haloterapia, peccato lo avesse fatto nel
momento sbagliato e, soprattutto, che qualsiasi beneficio rilassante
del trattamento fosse stato visibilmente annullato dal vederla insieme
a quello che Rain sapeva essere il bersaglio della sua ossessione
omicida. A dirla tutta in quel momento sembrava essereleiad
aver voglia di commettere un omicidio o due, o così
suggerivano le ottiche verde acqua strette in due fessure dardeggianti.
La sua figura snella in controluce -e per l'effetto di essa quasi
circondata da un alone rosato dovuto ai riflessi color cipria
sull'armatura blu scuro- non contribuiva a renderla meno spaventosa.
«Raaaaain,
hai finito l'haloterapia, che bello!» esclamò
Skyfall facendo scivolare il sottobicchiere sotto il cubetto di energon
vuoto «Direi che adesso potremmo andare in camera, room
service e poi aspettiamo che inizi la serata al ristoran-»
«Sul
serio, Skyfall?» si fece avanti Rain, per nulla preoccupata
per la presenza di Tarn e per il fatto che questi si fosse voltato a
guardarla in faccia «Sul serio?»
«Rain-»
«Io
te lo dico: se ora ci buttano fuori e soprattutto se mi trovo
lui» l'altra femme indicò Tarn con un cenno del
capo «A cercare di fare disastri in casa nostra per qualcosa
che hai detto o fatto in questi quindici minuti in cui ti ho lasciata
sola non riuscirà comunque ad arrivare a te per
primo».
«In
realtà in questi quindici minuti abbiamo parlato di patti di
non aggressione! O comunque l'ho fatto io. Lui...»
guardò il Decepticon «Sta processando. Io
però ci ho provato. Giuro!» si voltò
verso Maccadam «È vero o non è vero che
ci ho provato?»
«Sono
volate frecciate che non andavano granché d'accordo con la
successiva proposta del patto né col tuo essere stata
un'ambasciatrice...»
"Va
bene, lo ammetto, non hai torto, ma non mi aiutando" pensò
Skyfall.
«Ma
ci hai provato, sì» concluse il barista,
fissandola dritto nelle ottiche «Ci hai provato sul
serio».
«Visto?
Ecco!» esclamò Skyfall, raggiungendo Rain
«Non ho fatto-»
«Allora
non c'è ragione di trattenersi oltre in questa stanza.
Andiamo».
«Ma-»
«Andiamo» ripeté
Rain, trascinandola fuori dal bar quasi di peso dopo essersi voltata
con un breve svolazzo della sua lunga e rosea treccia metallica
«Tu non sei voluta venire qui proprio in questi giorni
perché sapevi della sua presenza, vero?» aggiunse
una volta che si furono allontanate abbastanza.
«No.
Ad averlo immaginato avrei evitato, anche se questo mi avrebbe impedito
di fare una conoscenza interessante. Pare che la figlia di una mia ex
datrice di lavoro sia viva e che lui -LUI!-
ci tenga abbastanza da evitare di concludere la conversazione con
qualcosa tipo "L'inferno gelerà prima che io accetti". In
realtà quando ha parlato ha menzionato sempre tutta la sua
squadra però ho certezze solo su di lei, non l'ho visto
interagire con gli altri».
«E
tu hai colto l'attimo».
«Non
dovevo? Beneficia tutti quanti.Erjapta...se
proprio doveva arrivare non poteva farlo più tardi? Ho
intuito che quella femme avesse tante cose da raccontarmi, e io da
raccontare a lei,
non ultima la questione di Starscream e gli alloygator, e ora per colpa
di quello là non potremo mai farlo dato che ci ha interrotte
e non ho modo di...» si interruppe appena prima di entrare
nell'ascensore che le avrebbe portate fino al piano dove si trovava la
loro stanza «Momento. Momento -momento -momento: mi ha dato
il suo contatto, quindi più in là posso
scriverle! Come non detto, problema risolto!»
«Skyfall».
«Cosa?»
Le
porte si chiusero dietro di loro.
«Quello
schizzato potrebbe prendere questa cosa come un tentativo di
danneggiarlo e scegliere l'inferno che gela» le fece notare
Rain «Ero seria quando ho detto che in
un'eventualità del genere non riuscirebbe ad arrivare a te
per primo».
«In
altri casi ti avrei dato ragione ma più penso a quel che mi
ha detto Spectra Specter-»
«...
si chiama così sul serio?»
«Erano
una famiglia di "S", cybepappagalli compresi. Stavo dicendo, certe cose
che ho capito da quel che mi ha detto rendono la sua situazionecosìstrana.
Già ora parla con persone con cui, vivendo con chi vive,
è bizzarro che le sia permesso di stare in contatto. Ti
racconto meglio in camera».
«Immagino
che farti gli affari tuoi non sia contemplato. Faresti lo stesso se non
l'avessi trovata con Tarn?»
«Ovvio
che sì, se mi facessi i fatti miei non sarei di Vos. Non
farti ingannare dal fatto che i vosniani si siano apparentemente fatti
gli affari propri fino a un pezzo in là prima della guerra,
se i miei conterranei hanno potuto permetterselo è stato
proprio per l' "apparentemente"».
Vide
Rain scuotere la testa borbottando qualcosa riguardo la somiglianza con
una delle sue cugine, ma decise di non farci troppo caso. Non riteneva
di aver fatto un errore ad avvicinare Spectra e non riteneva un errore
aver parlato con la propria nemesi sapendo bene come la pensavano tutti
quanti.
"A
te la palla, Tarn. Vediamo se dopo tutto questo tempo haidavveroimparato
a mettere qualcun altro prima di te stesso".
***
Era
ancora seduto da solo a quel tavolino.
Quella
maledetta progenie dell'inferno in formato femme non aveva torto quando
aveva detto "sta processando", le cose da "processare" non mancavano di
certo.
"È difficile, lo so. Tu sai che lo so,
ci odiamo allo stesso modo".
C'era
stato un attimo in cui aveva percepito quelle frasi come una presa in
giro uguale a quelle che gli aveva rivolto all'inizio ma, per
l'appunto, era stato solo un attimo.
«È
tutto così assurdo» mormorò il
Decepticon.
La
cosa più assurda era il fatto che sotto sotto, al di
là di qualsiasi scenario potesse immaginare il suo
processore, lui le credesse. A rigor di logica non avrebbe dovuto dare
retta a mezza parola uscita dalla sua bocca, avrebbe avuto vagonate di
motivi per non farlo, eppure più ci pensava più
la falsità di dichiarazioni simili da parte di Skyfall gli
sembrava del tutto priva di senso.
"Mi
odia troppo".
A
causa di questo, vosniana o meno, non sarebbe riuscita a tendere la manoa lui-o
forse era il caso di dire "a ritrarre la mano che impugnava il
coltello"- neppure per finta, non se ci fosse stata di mezzo solo lei.
"Se
poi si è davvero messa nella nave di quel gruppo di scappati
di casa -o meglio 'scappati di laboratorio'- e avesse voluto far danni
le sarebbe bastato creare le circostanze per far scoppiare un
conflitto".
Gli
seccava ammetterlo ma Skyfall ma non aveva torto neppure riguardo le
possibili perdite, e forse era stata sincera anche nel dire di tenere a
quelle persone. Se così non fosse stato le avrebbe usate e
basta, sempre perché lo odiava troppo perché
potesse importarle la loro sorte.
"L'idea di aggiungere la mia testa ai tuoi trofei
vale davvero più delle persone con cui vivi da tanto tempo?"
Era
rimasto in silenzio ma nel momento stesso in cui lei aveva messo in
tavola le proprie carte e gli aveva posto quella domanda lui aveva
saputo benissimo qual era la risposta: "No".
Che
i membri del gruppo portati con sé sul campo per questioni
lavorative riportassero ferite o peggio era qualcosa che teneva in
considerazione -per quanto fosse difficile che succedesse e lui per
primo cercasse di fare in modo di evitarlo, come ogni leader degno di
tale definizione- rischiare le loro vite per una sua faccenda privata
non sarebbe stato giusto e non era quel che voleva.
"Quella cicatrice sul petto suggerisce che la
figlia di Sparkleriver Specter ne abbia già passate
abbastanza, ritrovarsi appresso a qualcuno che ha sempre saputo fare
bene solo i danni non le serviva proprio".
"..."
Svuotò
il bicchiere di energon extra forte che aveva davanti e se ne
andò.
Mi
ero dimenticata di dirlo nel capitolo precedente ma sì,
questa Rain è una versione diquellaRain
🔫 anche la Rain di questa versione inizialmente odiava le lattine, ma
a differenza dell'altra la sua relazione con il fidanzato di lunga data
è finita e in seguito ha conosciuto Stainless
(i cui crediti
per il personaggio vanno Neferikare) di
cui vi invito a leggere la descrizione sotto il diseegno. Rain non gli
ha reso facile la conquista, dodici fatiche di Ercole levatevi proprio,
ma alla fine c'è
riuscito 🤣
«...
e così ha offerto un patto di non aggressione. Ecco
com'è andata».
Nickel, seduta accanto a Tarn al tavolo che avevano riservato per il
gruppo intero, stava sperimentando una lunga e veloce serie di emozioni
che si intrecciavano una con l'altra dopo aver sentito raccontare dal
proprio capo com'era andato lo sventuratissimo incontro tra lui e la
Stronza Numero Uno -soprannome affibbiatole quando era venuta a
conoscenza dei fatti di Grindcore, dovuto tanto all'essere di parte nel
voler bene al suo ragazzone viola munito di doppio cannone a fusione
quanto alla fatica fatta per aiutarlo a disintossicarsi.
«Un... patto di non aggressione?» ripeté
la minicon «Come sarebbe?!»
«Comeè»
replicò Tarn con voce del tutto incolore.
In tutto il miscuglio di cose provate da Nickel in quel momento
facevano da padrone l'incredulità e una certa... indignazione.
A livello razionale si rendeva conto che quella era una buona notizia
da qualunque angolazione la si guardasse, ogni possibile problema in
meno era ben accetto e se Tarn sembrava convinto della
serietà di quella proposta pur conoscendo il soggetto -una
persona molto infida che si era circondata di gente pericolosa anche
per loro- doveva avere i suoi motivi; il medico della DJD
però non poteva evitare di pensare cose tipo "A Grindcore
gli ha fatto passare l'inferno, quel che è successo
lì gli ha causato una dipendenza durata vorn e vorn, tuttora
nel nostro protocollo sanitario ci sono delle procedure per tutelarsi
da lei nello specifico e ora lui dovrebbe fare come se nulla fosse solo
perché lei ha deciso di avere 'altre priorità'?
Ma che, scherziamo?!".
Se lei era messa così, e non aveva vissuto nulla di tutto
ciò ma lo aveva solo sentito raccontare tempo addietro, non
poteva immaginare cosa stesse passando per la mente di Tarn.
"E vederla lì tranquilla che balla come se non ci fosse un
domani non aiuta di certo!" pensò la minicon.
Finalmente, per modo di dire dato che in realtà Nickel ne
avrebbe volentieri fatto a meno, aveva potuto vedere in faccia Skyfall
dal momento che la vosniana era già in pista con un drink in
mano quando tutti loro avevano fatto il proprio ingresso in sala.
Per fortuna il volume della musica era stato abbastanza alto da coprire
l'esclamazione entusiasta e stridula di Kaon, la cui
felicità per aver "Ritrovato le chiappe che aveva intravisto
e tanto cercato" era durata solo il tempo che Tarn aveva impiegato per
dire che quella femme senza simboli era comunque parte della fazione
nemica e pertanto non andava avvicinata.
"Sta anche salendo sul tavolo?!"
Skyfall non era la prima ad averlo fatto e non era la sola, stava anche
convincendo una femme alata con una lunga treccia metallica rosa a
raggiungerla lì sopra -e stava avendo successo nonostante la
femme in questione sembrasse non avere particolare voglia di imitarla-
ma non era quello il punto, e Nickel immaginava che "il punto" -e
tenerlo- fosse la ragione per cui non avevano ancora lasciato la sala e
per cui Tarn aveva invitato Spectra a festeggiare come voleva, con la
sola accortezza di tenersi a distanza dall' "indesiderabile".
C'erano state delle resistenze iniziali da parte di Spectra, conscia
che alcuni membri del gruppo non si sarebbero divertiti altrettanto, ma
poi Vos l'aveva trascinata in pista, Helex e Tess tornati dalla gita in
città li avevano seguiti e le cose stavano filando lisce...
eccetto per il modo in cui ballava Vos, con una serie di mosse prive di
particolare senso e ancor più prive di grazia che
comprendevano ripiegarsi su se stesso, scagliare all'improvviso le
braccia in aria, muoversi a scatti e far penzolare le mani mentre
teneva la testa sollevata a guardare il soffitto.
Quello aveva fatto sì che a un certo punto i due grossi
smettessero di tentare di ballettare per iniziare a fissare perplessi
il loro compagno di squadra mentre Spectra, dopo aver osservato la
scena con una certa curiosità, aveva iniziato a cercare di
imitarlo, raddoppiando così la perplessità degli
altri due.
Le cose stavano andando avanti in quel modo da un po' ed era molto
difficile stabilire chi si muovesse peggio tra lei e Vos, ma andava
bene così.
«Comprendo il tuo stupore, Nickel, puoi immaginare il
mio» disse Tarn «Sapevo che un giorno saremmo stati
di nuovo uno davanti all'altra ma immaginavo delle circostanze diverse
e un altro epilogo».
«Non fatico a crederci» si limitò a dire
la minicon.
«Quanto accaduto oggi se non altro conferma la mia
capacità di avvertire se è nelle vicinanze. Prima
di vederla mi è tornata in mente in maniera piuttosto
casuale» spiegò Tarn «L'altra volta
certe cose che sono successe potevano suggerire la sua presenza,
stavolta non posso imputarlo a questo. Devo imparare a fidarmi di
più di sensazioni simili, anche se non so spiegarmi
perché io le abbia».
"Forse perché ti è quasi arrivata alla Scintilla
almeno una volta" pensò Nickel, decidendo di non parlare di
quell'ipotesi che in mancanza di prove tale restava. Di certi aspetti
della Scintilla si sapeva ancora ridicolmente poco.
Il Decepticon mosse il proprio drink analcolico con fare pensieroso.«Mi
viene da pensare che si sia infilata in casa di Stainless proprio in
cerca di protezione o per cercare di usarli come armi, salvo trovarsi
con le mani legate quando ha iniziato a tenere a loro. Quale ironia
della sorte».
«Chi lega chi?!» esclamò Kaon, alquanto
brillo e, presumeva Nickel, di ritorno dall'ennesimo due di picche da
parte dell'ennesima donna con cui ci aveva provato. Gli ordini in fin
dei conti erano di non avvicinarsi a delle chiappe specifiche e di non
essere così molesto da farsi cacciare fuori, non di ridurre
a zero gli scambi sociali.
«Io lego te al tavolo se non ti siedi da solo e stai
fermo!» esclamò Nickel «Guarda come sei
messo!»
«Ho bevuto un po' ma giuro che capisco eh! Ricordo anche che
l'ordine di non bere troppo è sempre valido, infatti riesco
a camminare dritto» disse Kaon, addirittura sforzandosi di
guardare la pista da ballo e non gli ancheggiamenti di qualcuna che non
doveva guardare «... Vos balla in modo più strano
di quanto parla ma Lilleth lo batte».
«È quel che succede quando cerchi di imitare i
movimenti di qualcuno che, come hai detto bene, balla in modo
più strano di quanto parla» disse Tarn,
continuando a fissare il bicchiere «Però si sta
divertendo, è tutto quel che importa».
"Quello e che stia con chiunque non sia tu, è da prima che
la tieni a distanza" pensò Nickel.
All'inizio la minicon aveva pensato che fosse "solo" per il malumore
dovuto al brutto incontro, stato d'animo comprensibile, ma
più si andava in là meno riteneva probabile che
si trattasse di quello, anche perché si comportava in quel
modo solo con Spectra. Non era mai stato scortese con lei ma in quelle
ore aveva sempre cercato di spingerla a fare attività di
questo o quel tipo insieme a lei, a Vos o a Kaon -per quanto fosse
sconcio di natura era abbastanza intelligente da evitare di provarci
con le femmes del gruppo- quando invece di norma era lieto che Spectra
cercasse la sua compagnia.
Nickel non sapeva di cosa si trattasse ma sperava che venisse stroncato
sul nascere dato che in tutto quel tempo la compagnia in questione gli
aveva solo fatto del bene, era innegabile e, Dreadwing o no, a quel punto nessuno
aveva alcun dubbio sul fatto che Spectra si considerassedavveroparte
della famiglia.
Proprio Spectra a quel punto si avvicinò a loro dopo aver
salutato Vos, Helex e Tesarus ancora in pista. «Credo che
andrò nell'idromassaggio di nuovo, il ballo di Vos mi piace
però stanca abbastanza... vado da sola o qualcuno vuole
uscire un po'?»
Forse Nickel poteva fare qualcosa in più che limitarsi a
sperare.
«Lui!» si
sbrigò a dire la minicon indicando Tarn con un cenno del
capo «Prima che Kaon tornasse qui stava dicendo di avere
voglia di stare fuori per un po'. Se vedo qualcosa che non mi piace le
pelo l'elmo col mio bisturi prima di Maccadam, puoi stare
tranquillo» lo rassicurò prima che lui potesse
ribattere.
Tarn le diede una brevissima occhiata da "So benissimo cosa stai
facendo", ma non era poi così dispiaciuto dal momento che
non fece obiezioni e uscì dalla sala assieme a Spectra.
"Ecco. Qualunque cosa sia non c'è motivo di comportarsi in
quel modo" pensò Nickel, con un breve sospiro.
Si voltò verso il proprio compagno di squadra.
«KAON!»
«Che c'è?»
«Lo so dove stai guardando!»
«Tecnicamente per guardare qualcosa devi avere le ottiche! Le
mie orbite vuote sono rivolte verso un punto imprecisato, quindi non
hai prove» si difese il tecnico «... che razza di
sfiga però- ehi!» esclamò Kaon,
interrotto da un cubetto di ghiaccio lanciatogli dalla piccola
dottoressa.
«Che pazienza che ci vuole» borbottò
Nickel.
***
«Tarn?»
«Dimmi».
Alla fine eccoli di nuovo lì, nelle vasche dov'erano stati
immersi prima che lei decidesse di andare al bar causando senza volerlo
l'incontro di due persone che non si sarebbero dovute né
volute incontrare. Forse era per quello che da quando si era rifatto
vivo era stato più distante del solito con lei, o comunque
quello era il dubbio che era venuto a Spectra.
«Se ritieni che io abbia fatto qualcosa di sbagliato o simili
sappi che mi dispiace».
«Cosa- no.No»
ripeté il Decepticon voltandosi verso di lei «Non
mi è venuto in mente niente del genere e ti assicuro che
farti pensare una cosa simile era ben lontano da quel che volevo.
Soprattutto oggi» fece una pausa «Alla fine sono
stato io a rovinare l'atmosfera, mh?»
«A dire il vero credo che tu abbia cercato di fare del tuo
meglio per evitarlo» replicò la femme
«Solo che invece di apprezzare il tentativo ho finito per
pensare che ti comportassi in modo diverso a causa mia e non solo per
quel che è successo prima. Dovrei essere meno
egocentrica...»
"Perché più parlo e più mi sembra che
mi guardi come se avesse voglia di sotterrarsi o scivolare nella vasca
fino a nascondere la testa sotto l'olio?" si chiese Spectra.
«In realtà non hai tutti i torti» disse
Tarn dopo qualche secondo e con una certa fatica
«È vero, mi sono comportato in modo diverso ma non
ce l'ho con te. È per... certe cose che ha detto»
indicò con un cenno della mano destra l'edificio dal quale
erano usciti «Colpa mia per non essermele fatte scivolare
addosso pur sapendo benissimo dachivengono».
«Se bastasse sapere che qualcuno ti odia per riuscire a non
dare peso a quello che dice sarebbe tutto molto più facile,
ma non è così».
Ne sapeva qualcosa, la cicatrice che aveva sul petto era un promemoria
sia di quello sia del fatto che, se era sopravvissuta allora, poteva
affrontare qualsiasi cosa le si trovasse davanti sia adesso sia in
futuro.
Sentiva di essere cresciuta in vari aspetti, inclusa quella convinzione
che aveva maturato nel corso del tempo.
«Ti ha insultato di nuovo?» domandò a
Tarn.
«Se dessi peso a ogni insulto ricevuto non potrei fare il
lavoro che facevo e continuo a fare, Spectra. No, non è per
quel che ha detto riguardo me, è per...»
sospirò «Lascia stare».
«... non è per quel che ha detto sulla
mnemosurgery, vero?»
Silenzio.
«Non mi è mai passato per la testa che tu possa
aver fatto farea
meuna cosa come quella e
non inizierò a pensarlo adesso che l'ho sentito dire da
qualcuno con cui ho passato neppure un quarto d'ora»
continuò, poggiando una mano sull'avambraccio del Decepticon
«Mi credi?»
Lui annuì.
«Se devo dirla tutta non penso che tu possa volere il male di
nessuno di noi» aggiunse Spectra «Sono qui da un
vorn e mezzo e ti ho visto dimostrare solo il contrario. Soprattutto
all'inizio può essere stato difficile ma credo che nessuno
di noi abbia avuto motivi per pensare male di te. Io so per certo che
non ne ho avuti».
«Ti sono grato per questo e... anche per l'energon di
prima».
«Prego?»
«Avevi ordinato del cibo anche per me ed era proprio quel che
avrei preso. Oltre a non mangiare né bere nulla non ti ho
nemmeno ringraziata».
Vero, aveva ordinato anche per lui. Con quel che era successo Spectra
lo aveva quasi dimenticato. «Tu non me lo avevi chiesto, l'ho
fatto di mia iniziativa! Non importa-»
«Importaa
me. È un'altra cosa che non doveva succedere.
Avrei voluto che andasse tutto liscio».
«Per quello che vale resta ancora il mio miglior compleanno.
Giuro!»
Tarn fece un sospiro e scosse brevemente la testa. «Hai fin
troppa pazienza».
«Ma c'è una cosa che devo dire. Qualche ora fa
temevo di aver rovinato l'atmosfera e mi hai detto che non era
così perché non ti dispiaceva che io mi sentissi
tranquilla a parlarti anche di cose meno gradevoli, e ora è
il mio turno di ricordare la stessa cosa a te. Se per qualsiasi motivo
dovessi avere il dubbio che io pensi male di te e simili, o se volessi
dirmi qualsiasi cosa, puoi venire da me quando vuoi. Lo
sai...»
«Sì. Sì, lo so».
Spectra non poteva vedere oltre la maschera, ma dalla voce si capiva:
stava sorridendo.
«Quando vuoi possiamo rientrare se vuoi ancora tenere
d'occhio Skyfall» disse Spectra, riferendosi «...
sembrava tanto gentile».
«Pft. Non mi stupisce che tu lo dica, di solito quando vuole proprio
piacere a qualcuno ci riesce, in fin dei conti era parte del suo
lavoro. Molto tempo fa era tra i diplomatici di Vos» le
spiegò Tarn «E considerando che ti ha messo in
mano del cibo prima di ricominciare a discutere col sottoscritto credo
proprio che piacerti fosse nelle sue intenzioni».
«Mi ha anche dato il suo contatto. Se mai dovesse cercarmi le
dirò che non è il caso-»
«La prima cosa che mi è venuta in mente
è stata questa, ma se per te l'idea di risponderle non
costituisce un problema forse lasciare che abbiate dei contatti
potrebbe non essere una brutta idea. Stupita?»
«Molto» confermò Spectra, avendo sentito
l'ultima cosa che si sarebbe aspettata di sentire
«Perché?...»
«Sarebbe un modo per tenerla d'occhio. Immaginerebbe che tu
non le stia parlando di nascosto e agirebbe di conseguenza,
però sarebbe sempre qualcosa. Sembrava sincera quando ha
offerto un patto di non aggressione ma con i vosniani non si sa
mai».
«Ha offerto un patto?»
«Esatto. L'odio uno per l'altra resta invariato ma ormai non
è la sola ad avere priorità diverse. In ogni caso
no, non voglio rientrare, sto meglio qui fuori» disse Tarn
«E ho fiducia che gli altri seguano i miei ordini, Kaon
incluso... anche se non dubito che stia guardando con molta
attenzione» alzò gli occhi al cielo «Si
entusiasma per molto meno».
«Sì, in effetti-»
Spectra sentì un miscuglio di passi pesanti e passi
più leggeri avvicinarsi a loro.
«La musica mi aveva stufato» sentenziò
Tesarus, tirando un divano a due posti vicino a lei e Tarn
«Non è il mio genere».
«Siamo ancora dell'idea di ripartire domattina?»
domandò Helex, sedendosi vicino al compagno di squadra.
«Assolutamente sì» rispose Tarn
«E la prossima volta passeremo il giorno libero a Messatine.
Magari... Vos?»
«?»
«Direi che installare delle vasche idromassaggio nella base
sia una buona idea».
L'ex scienziato annuì e si sfregò le mani.
Spectra concluse che quella doveva essere un'opera di ingegneria a cui
si sarebbe dato volentieri.
«Approvo!» esclamò Kaon
«Approvo al cento per cento-»
«Sì ma tieni le mani fuori dall'olio» lo
interruppe Nickel, ottenendo cenni d'assenso da parte dei due grossi.
"Non siamo rientrati e ci hanno raggiunti loro" pensò
Spectra, con un sorriso.
La vibrazione del datapad le segnalò la presenza di un
ulteriore messaggio di Dreadwing, il quale oltre a farle sapere che
stava bene, a darle la buonanotte e a rinnovare gli auguri di
compleanno le aveva scritto di essere felice di sapere che si era
divertita.
Spectra aveva evitato di parlargli di Skyfall, non volendo rischiare di
dargli preoccupazioni inutili, ripromettendosi però di farlo
la prima volta che fossero riusciti a fare una videochiamata abbastanza
lunga.
«Dreadwing» disse a Tarn, notando che la stava
guardando.
«Immaginavo».
Era ancora il suo miglior compleanno: quella che aveva detto a Tarn non
era una bugia. Non avrebbe potuto immaginare niente di meglio, nei
limiti di quel che era possibile.
Come da un vorn e mezzo a quella parte, Spectra poteva dire: "Va tutto
bene".
(Nota: Skyfall in realtà ha conosciuto l'attuale compagno
per puro caso e l'idea di usare lui e gli altri come armi non le
è proprio passata per la testa. Tarn però
può fare delle ipotesi solo sulla base del poco e nulla che
sa e della propria stima verso il soggetto, pari a zero per ovvi
motivi!)
E anche questa breve storiella è finita. Ringrazio tutti
coloro che hanno letto ❤️ alla prossima!