Happy New Year!

di Sif
(/viewuser.php?uid=48038)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1- Il mio bellissimo desiderio proibito ***
Capitolo 2: *** 2- Il Pirata ***
Capitolo 3: *** 3- Galeotto fu il vomito ***
Capitolo 4: *** 4- Il Pipistrello furioso ***
Capitolo 5: *** 5- Sapore di assenzio ***
Capitolo 6: *** 6- Pericolo sventato ***
Capitolo 7: *** 7- Tua ***
Capitolo 8: *** 8- Che la forza sia con me ***
Capitolo 9: *** 9- Buon anno! ***
Capitolo 10: *** 10- My sister Daria ***
Capitolo 11: *** 11- L'indesiderato Grillo Parlante ***
Capitolo 12: *** 12- Jealous Guy ***
Capitolo 13: *** 13- Questione di prospettiva ***
Capitolo 14: *** 14- L'arte del tramare ***
Capitolo 15: *** 15- Tu chiamale, se vuoi... ***
Capitolo 16: *** 16- ??? ***
Capitolo 17: *** 17- Ta-ra-da-daaan ***
Capitolo 18: *** 18- Riflessioni in erre moscia ***
Capitolo 19: *** 19- Kaboom! ***
Capitolo 20: *** 20- 1° gennaio ***



Capitolo 1
*** 1- Il mio bellissimo desiderio proibito ***


1

1

Il mio bellissimo desiderio proibito

 

«Che ne pensi di passare il Capodanno al Pub con gli altri ragazzi?»

La domanda era arrivata non propriamente alla sprovvista. Immaginavo che la poca fantasia e lo scarso spirito d’intraprendenza di Ricky, il mio mini-ragazzo, non avrebbero partorito altro che una festa di Capodanno uguale ed identica ad ogni singolo barboso sabato sera trascorso durante tutto l’anno.

«Ehm... ok» Accidenti!

Ore 21.00 del 31 dicembre 2002.

Sono pronta. Vestita completamente di nero (in tono col mio umore), indosso un paio di pantaloni di cotone elasticizzato ed un bustino senza spalline, chiuso sul davanti con un laccetto di velluto. La mia fedele cintura con le borchie “killer”, memorabile dono per il mio diciottesimo compleanno, mi circonda i fianchi. Per dare un tocco di classe al tutto, ho deciso di abbinare uno svolazzante spolverino di pelle lungo fin sotto le ginocchia (trovato d’occasione al mercatino delle pulci) ed un paio di adorabili stivaletti a tacco alto che io amo definire “molto anni ’80”. I miei lunghi ricci sono raccolti in una semplice crocchia ed il trucco mette molto in risalto gli occhi castani. Le unghie sono perfettamente limate e laccate di rosso sangue. Come da mio consueto stile, alla stregua di una statua indiana, sono abbondantemente ricoperta da una non meglio identificata quantità di braccialetti, anellini ed orecchini. Solo il collo è nudo.

Non sono niente male. Lo specchio lo conferma.

Arriviamo al Pub con il bolide rosso guidato con destrezza da Ricky: la vecchia Panda di sua madre.

Abbandonato il mezzo di trasporto in uno spiazzo buio e paludoso (il parcheggio del locale) ci rechiamo con passo spedito verso il nostro destino, alias il Capodanno più lagnoso di tutti i tempi.

Arrivati a destinazione, lo sconforto inizia a pervadermi.

Nella (vana) speranza racchiusa nella parola “festa” mi ero illusa di poter quantomeno fare qualche interessante conoscenza. Magari avrei avuto un illuminante scambio di opinioni con una ragazza simpatica, dotata di palle rotte quanto le mie a causa di un fidanzato totalmente ed immancabilmente deludente sotto tutti i punti di vista. Già mi immaginavo conversare amabilmente con un brillante laureando. Mentalmente, preparavo le frasi per respingere con garbo le avance di qualche trentenne milionario.

O, forse, avrei incontrato lui.

E, invece, appena varcata la soglia del tedio, eccolo là: il solito, vecchio, palloso, monotono gruppetto di “Amici di Ricky”. Odio queste tre parole.

Un losco branco di individui di età compresa fra i sedici ed i trentacinque anni, di prevalenza hippie e con capacità ricreative che spaziano dal saper suonare lo scacciapensieri al far girare l’hula-hop per almeno trenta secondi consecutivi. Uno, addirittura, crede di essere un vampiro!

Ma non è finita qui...

Schiacciata in un angolo del locale, tutta intenta a cercare di fondermi con una delle pareti di mattoni nudi nel disperato tentativo di sfuggire ai discorsi senza senso degli individui che mi circondano, mi accorgo della nefasta presenza: tamarri. Non ho parole. Questo è senza dubbio un presagio malvagio per l’anno nuovo. Dio ha deciso di punirmi per tutti i miei (numerosi) peccati. Perché? Perché proprio stasera?

Abbacchiata più che mai, sorseggio lentamente della Guinness dal bicchiere di plastica che tengo in mano, pensando di non essere mai stata più disgustata di così.

Decido di rifugiarmi in bagno.

A proposito di disgusto: il “locale adibito a cesso”, come usava chiamarlo affettuosamente una mia vecchia conoscenza, è totalmente infestato da esseri orripilanti armati di bicchieroni di super alcolici e cannoni grossi come sigari.

Ma, prima di potermi dare alla fuga, noto una scena alquanto interessante.

C’è una ragazzina tamarra sui sedici o diciassette anni in mezzo a quella marmaglia. E’ in compagnia dell’immancabile amica/compagna di scuola e di un paio di sbarbatelli dall’aria baldanzosa. Ad un certo punto la ragazzina, per farsi bella, suppongo, strappa dalle mani di uno degli sbarbati un bicchiere pieno e metà di rum (il colore è inconfondibile) e se lo scola tutto in un botto.

Non credo ai miei occhi. E’ fuori di testa?

Incuriosita dall’effetto che avrà su di lei il super alcolico, me ne rimango lì, inchiodata al lavandino, sciacquandomi le mani il più lentamente possibile, con tutti i sensi all’erta.

E poi, ecco la reazione:

Di punto in bianco, la ragazza strabuzza gli occhi, barcolla leggermente e, per non cadere, si aggrappa al braccio dell’amica/compagna di scuola. Deve girarle un bel po’ quella testolina vuota...

Io, interiormente bastarda, inizio a sghignazzare, mentre la tamarrina sbronza viene tenuta in piedi di peso da due ragazzini che le si affiancano e le circondano la vita con le braccia. Stanno cercando di portarla fuori dal Pub per farle prendere una boccata d’aria, a quanto ho capito. Chissà se sono a conoscenza dell’alta pericolosità di far prendere colpi d’aria allo stomaco di qualcuno che ha bevuto troppo...

Provo invidia. Almeno lei, sicuramente, domani mattina non ricorderà più niente di questo schifo di serata. Quasi quasi mi ubriaco anch’io.

Sconsolata dalla mia capacità di reggere l’alcol (diciamo pure che farei impallidire Paul Di’Anno, se mai dovesse vedere la quantità di birra che riesco a buttar giù senza batter ciglio), abbandono lo squallido bagno con la mente persa nelle mie fantasticherie.

Ed ecco che vedo lui.

Daniel.

Ci avevo sperato. Molto. Ma non volevo farmi illusioni.

E’ proprio davanti a me, a pochi metri. E’ inconfondibile. L’unico in tutto il Pub con l’aria di chi la testa non ce l’ha vuota.

Anche lui mi ha notato.

Stava parlando con una specie di ameba quando, improvvisamente, si è girato e mi ha visto. Forse ha avvertito il mio sguardo su di sé. Probabile. Anche perché, mentre lo fissavo, ho avuto una fugace immagine di lui a petto nudo a cavallo di una Harley-Davidson.

Ho appena tradito mentalmente il mio ragazzo. E’ possibile?

Lo vedo che si congeda dall’ameba con qualche parola ed inizia a camminare con passo sicuro nella mia direzione. Indossa dei jeans strategicamente strappati, una maglietta bianca, un paio di stivali marroni ed un enorme chiodo di pelle.

Lui è il mio bellissimo desiderio proibito.

Io resto lì, a fissarlo con (sono sicurissima) uno sguardo molto malizioso impresso sulla faccia. Stupide fantasticherie traditrici.

«Ciao» lo saluto, tuffando il castano dei miei occhi nel verde dei suoi.

«Ciao a te» mi risponde, ricambiando l’intensità del mio sguardo.

Wow!

«Anche tu qui? Non dirmi che sei a corto di posti migliori dove fare il conto alla rovescia»

Questo è quello che la mia bocca gli ha chiesto. In realtà, il mio cervello aveva tutt’altro quesito da porgli. Qualcosa che somigliava vagamente ad un “Che cavolo ci fai TU in un posto del genere, la notte di Capodanno, in mezzo a questo branco di debosciati? Portami via!

«Diciamo che ho fatto un salto»

Lo sapevo.

«Allora beato te, che fra poco levi le tende da questo purgatorio»

Non volevo essere così esplicita, ma l’idea che l’unica persona nei paraggi degna di questo nome lasci la festa fra poco mi urta parecchio.

«Se ti va, puoi venire via con me»

«...»

«...»

No, aspetta. Forse ho capito male.

«Eh?» Al momento, è tutto quello che riesco a far uscire di bocca.

«Dicevo che, se ti fa piacere, puoi venire con me» mi ripete, mentre i suoi occhi, ancora saldamente ancorati ai miei, sembra sprizzino scintille.

«Sono con Ricky»

Ma perché? Perché sono così odiosamente fedele?!

Se sapessi di non fare la figura della pazzoide correrei verso il muro e ci sbatterei la testa fino a perdere i sensi.

«Ci stai ancora insieme?» Ho l’impressione che, nel pronunciare l’ultima parola, abbia fatto una faccia un po’... come dire... schifata.

Non ho la forza di dirgli di sì e, quindi, in segno di assenso, faccio ciondolare la testa avanti e indietro un paio di volte.

Sto malissimo. Come faccio a spiegargli tutta la faccenda, senza fare la figura della scema?

«E’ una situazione un po’ complicata» riesco ad aggiungere.

Avverto della severità nel suo sguardo. Ed anche un po’ di...

Possibile? Rabbia.

Sapevo di piacergli. L’avevo capito subito. Dalla prima volta che lo vidi.

°°*°°

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2- Il Pirata ***


1

2

Il Pirata

 

Era un caldo pomeriggio di settembre.

Ricky, come sempre, mi aveva portato con sé in sala prove. E' un discreto chitarrista. Diverse volte ho anche cantato con il suo gruppo.

Come di consueto, però, finimmo col litigare.

«Esco un minuto» annunciai. Infilai la porta e ci appoggiai le spalle subito dopo averla chiusa con forza dietro di me.

Nascosi le mani tremanti dietro la schiena ed abbassai leggermente la testa. Gli occhi mi pungevano a causa delle lacrime che volevano uscire. Li chiusi con rabbia e mi trattenni. Non gli avrei mai dato quella soddisfazione.

«Tutto a posto?»

Anche se presa alla sprovvista, né sobbalzai né feci alcun movimento. Era una voce troppo bella per spaventarsi.

Feci un gran respiro ed aprii lentamente gli occhi.

C'era un ragazzo davanti a me, a poche decine di centimetri. Definirlo "carino" era un eufemismo bello e buono. Era accovacciato sulle piante dei piedi, con le ginocchia piegate e gli avambracci appoggiati sulle cosce. Mi guardava da sotto in su, dritto negli occhi.

«Tutto a posto» confermai «Solo una piccola discussione»

Quando si alzò in posizione eretta, sollevai la testa anch'io, seguendolo con lo sguardo. Era alto circa un metro e settantacinque centimetri. Lo so che non è moltissimo. Ma, quando stai insieme ad un tizio alto esattamente quanto te, cominci ad apprezzare sensibilmente chiunque abbia una statura superiore al metro e sessantadue.

La corporatura era molto robusta. Circa ottanta chili, valutai rapidamente (e non sto parlando di ciccia). I capelli chiari erano rasati a zero e gli occhi... accidenti... Mai visti occhi così. Verdi, screziati di scuro, profondi. Ci si poteva perdere in quell'immensità.

Indossava un paio di pantaloni mimetici a tre quarti, una maglietta senza maniche ed un paio di scarpe da ginnastica. Il cerchietto d'oro al lobo sinistro ed il Jolly Roger tatuato sul braccio gli conferivano un'aria molto piratesca.

Lui mi sorrise.

Io rimasi folgorata.

«Si può entrare? Sono amico del bassista» mi chiese, garbato.

«Certo. Vieni pure» gli risposi staccandomi dalla porta e riaprendola di malavoglia.

«E' un batterista mica male» ci annunciò il bassista, dopo le presentazioni.

Un po' per curiosità, un po' per educazione, i ragazzi insistettero per fargli provare un paio di pezzi.

Io me ne stetti seduta in un angolo per tutto il tempo. Gli occhi incollati su di lui.

Distoglievo lo sguardo solo quando girava la testa nella mia direzione.

Il che avveniva molto spesso...

Ebbi subito l'impressione di piacergli.

Ovviamente, la cosa fu subito reciproca.

°°*°°

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 3- Galeotto fu il vomito ***


1

3

Galeotto fu il vomito

 

«A volte le cose sembrano più complicate di quanto non siano in realtà»

Continua a tenermi gli occhi incollati addosso, lo sfacciato. Mi farà impazzire!

«Lo so, è solo che...» non riesco a finire la frase. La mia attenzione viene catturata da uno strano rumore alle mie spalle. Mi giro. E’ la ragazzina tamarra/ubriaca. E’ semisdraiata su un divanetto ed è colta da una sorta di singulto.

«Scusa un secondo» No, no, no!!! Sono qui che parlo con l’uomo della mia vita, ed io che faccio? Corro da una stupidissima minorenne sbronza!!

Arrivata al divanetto, lo spettacolo che mi si presenta è davvero raccapricciante: la ragazzina si sta letteralmente vomitando addosso. Rischia di soffocare se resta in quella posizione.

Chiamando a raccolta tutto il coraggio di cui dispongo per soprassedere allo schifo, la prendo per le spalle e la tiro su. E’ bianca come un cadavere. Probabilmente l’hanno scaricata qui pensando stesse dormendo beatamente. Piccoli imbecilli.

Due secondi dopo avverto la presenza di Daniel al mio fianco.

«Ti do una mano» Quanto è dolce. Ricky sarebbe scappato vomitando anche lui per lo schifo. Ha lo stomachino debole, povero.

«Grazie. Portiamola in bagno» dico, afferrando da un tavolino una manciata di tovaglioli di carta.

Apparentemente immune all’immonda puzza ed ai residui dell’abbondante cenone di Capodanno che la ragazza ha evidentemente consumato poche ore fa, con uno scatto deciso la solleva tra le braccia e si dirige verso il bagno.

E’ la seconda volta, stasera, che provo invidia per lei.

Arrivati a destinazione, sotto gli occhi stralunati dei pochi presenti rimasti (forse è solo colpa dell’erba che si stanno fumando), iniziamo la manovra di pulizia. Mentre Daniel la tiene in piedi, io inizio a ripulirle il viso ed i capelli. Dio, che schifo. Ma quanto cavolo ha mangiato ‘sta qui?

Fortunatamente, con l’aiuto dell’acqua fredda, la ragazzina-vomitina si ripiglia un po’. Ne approfitto per farle fare dei risciacqui alla bocca.

«Mi sembra meno pallida» dico un po’ rincuorata.

La riportiamo fuori dal bagno e la facciamo stendere sul fianco su un divanetto pulito (l’altro è inavvicinabile). Sperando non dia più di stomaco, cerco di coprirle la pancia alla meno peggio con dei cuscini.

«La conosci?» mi chiede Daniel.

«A dire il vero non l’ho mai vista prima di stasera. Non so neanche come si chiama» gli rispondo, ancora un po’ agitata.

«Fossi in lei, mi vergognerei a farmi vedere di nuovo da queste parti»

Torniamo in bagno per darci una lavata. Dentro non c’è più anima viva. Avranno finito la scorta di erba.

«Meno male che c’eri tu. Non avrei mai avuto la forza di prenderla di peso e trascinarla fin qui» lo ringrazio mentre, con uno dei tovaglioli rimasti, asporto con cura un immondo residuo organico dal suo chiodo.

«Beh... avresti potuto chiamare qualcuno. Il tuo ragazzo dov’è?» Di nuovo quella strana espressione schifata.

«Non lo vedo da quando siamo arrivati. Sarà con il solito gruppetto di amici» rispondo sincera.

«Non ci credo» e dal suo tono di voce capisco che è davvero incredulo.

«A cosa?» Improvvisamente (ed inspiegabilmente) turbata dalla sua vicinanza, retrocedo quel tanto che consente il lavandino alle mie spalle.

«Che ti possa lasciare da sola» mi risponde gettandomi nuovamente addosso quel profondo verde. Non so perché, ma questa volta mi sento le guance andare in fiamme.

«Hai paura che qualcuno mi rapisca?» gli chiedo sorridendo debolmente.

«In un certo senso...» Fa un passo verso di me. Lo sguardo più serio che mai.

«Non pensavo di avere l’aria così indifesa» riesco a malapena a sussurrare.

Il cuore sta per scoppiarmi. Ne sono certa. Fra poco schizzerà fuori dal mio petto ed inizierà a rimbalzare da una parete all’altra del bagno, in preda alla follia.

«“Indifesa” non è l’aggettivo adatto a te» Un altro passo. I nostri corpi sono a quindici centimetri di distanza. Oddio.

Ok, calma interiore. Calma interiore. La situazione sta notevolmente sfuggendomi di mano. Devo schiarirmi le idee.

«Senti...che ne dici di uscire da qui? Andiamo a prendere qualcosa da bere?» butto lì, come se niente fosse.

Devo ammettere di essere stata parecchio brava. Ho dovuto fare uno sforzo non indifferente. Come un condannato a morte che, invece di tentare la fuga per salvarsi la pelle, procede con passo sicuro ed orgoglioso verso il cappio e ci infila la testa di sua spontanea volontà. Uguale uguale!

Lui rimane per un attimo in silenzio, senza distogliere lo sguardo.

«Certo» mi risponde asciutto, dopo qualche secondo «Dopo di te»

E, così dicendo, va verso la porta e la apre aspettando che io lo preceda.

°°*°°

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 4- Il Pipistrello furioso ***


1

4

Il Pipistrello furioso

 

Ho sempre adorato Halloween!

Il profumo della pioggia, le vetrine dei negozi piene di festoni arancioni, le Jack-o’-lantern...

Quel primo vero freschino che ti spinge a rovistare nell’armadio alla ricerca della tua felpa preferita che, puntualmente, ti richiama ai profumi ed ai colori dell’autunno.

In quella magica notte avevamo ricevuto un ingaggio al “Pop&Corn”, un locale molto carino appena fuori città.

Per l’occasione avevo scelto di vestirmi da strega, con sommo disappunto del mio nanerottolo. Lui avrebbe preferito che mi vestissi da vampira, con tanto di vestitino succinto, lenti a contatto psichedeliche e atteggiamento fatale. Una porno-vampira, tanto per intenderci.

Io, invece, che già mi immaginavo bella comoda nel mio vestitone lungo tutto toppe, con il cappello a punta e lo scialle di lana, cercai di liquidare la questione con una blandissima scusa:

«Però da vampiro ci sei già vestito tu! Nel gruppo, poi, ci sono uno zombie, un Jason e uno Zio Fester. Se noi due ci vestissimo uguali ci andrebbe di mezzo la nostra immagine sul palco!» Ma quando mai, pensai.

«Meglio! Così si capirebbe che stiamo insieme» mi sentii rispondere con la sua celebre inflessione veemente.

«Dai, ormai ho già comprato tutto il necessario» insistetti, cercando di avere un tono ragionevole.

«Fai come vuoi»

E così, qualche sera dopo, mi ritrovai sull’inquietante palcoscenico del “Pop&Corn” a cantare canzoni rock/metal travestita da vecchia megera, con un pubblico formato da ragazzi e ragazze agghindati in maniera a dir poco inquietante.

Quello era esattamente tutto quello che volevo dalla vita. Beh... quasi. Mi mancavano una Ferrari, un castello in Scozia, una Fender, una vagonata di soldi e Daniel. Eh sì! L’ultima cosa, poi, mi mancava particolarmente.

A proposito di Daniel. Quando, quella sera, lo vidi arrivare vestito da Han Solo, quasi non resistetti dall’andare subito a travestirmi da Principessa Leila. Un costume da Chewbacca sarebbe andato bene lo stesso…

Ricky, al contrario, non sembrava troppo entusiasta.

«Non te l’ho detto? Gli ho chiesto di venire per suonare qualcosa degli Iron!» gli spiegò dieci minuti dopo il bassista/zombie, per la mia felicità.

«Potevi avvertire, no?» gli rispose Ricky, acido «E poi, guarda come cazzo è vestito!»

«Che te ne frega di come si veste? L’importante è che suoni bene la batteria!»

«Se lui resta, io me ne vado» dichiarò Ricky, teatrale.

«Come sarebbe?» gli chiese l’esterrefatto zombie «Non puoi andartene solo perché non ti piace Guerre Stellari»

Alla luce degli exploit di questo ragazzo, più di una volta mi sono chiesta se suonare il basso, a lunga andare, possa risultare nocivo per la mente.

Nel frattempo, il pomo della discordia arrivò, ma Ricky non gli diede neanche il tempo di salutare.

«Vieni, andiamo via!» mi ordinò, afferrandomi per un braccio.

«Cosa? Che c’entro io?» mi ribellai, presa alla sprovvista.

Se gli occhi di Ricky fossero stati muniti di laser, quella sera sarei stata ridotta in cenere.

«Fino a prova contraria, sei la mia ragazza» mi rispose, gelido, senza mollare la presa sul mio braccio.

A quella frase, vidi gli occhi di Daniel puntarsi su Ricky, quasi volessero perforargli la testa.

“Beh… Dopotutto, qualcosa in comune ce l’hanno” mi ritrovai a pensare, mio malgrado.

«Ricky, cerca di ragionare» iniziai per smorzare la tensione che si stava creando «Se ce ne andiamo entrambi il gruppo rimarrà senza una chitarra e senza le voci. Senza contare che perderemmo i soldi per il lavoro»

In realtà, quelle erano solo deboli scuse per mascherare il vero motivo che mi spingeva al non voler abbandonare la festa.

Riuscii in ogni caso a convincerlo.

Ma, a partire da quella sera, un certo senso di colpa iniziò a perseguitarmi.

Dopotutto, Ricky aveva detto bene: fino a prova contraria, ero la sua ragazza.

°°*°°

 

Spazietto Autrice:

Ringrazio TheOnlyRealBoss92 per la bella e graditissima recensione! L’ho apprezzata davvero tanto! Spero continuerai a seguirmi!

Approfitto dell’occasione per ringraziare tutti quelli che hanno letto (e leggono) la mia storia anche senza lasciare recensioni.

Infine, un particolare grazie a pirilla88 per aver messo i miei scarabocchi tra le sue Ff preferite.

A presto!

- Sif -

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 5- Sapore di assenzio ***


1

5

Sapore di assenzio

 

Stupida idiota!!

Non posso fare a meno di ripetermelo mentre, dopo aver varcato la porta del bagno, si ripresenta davanti a me il vecchio Pub in tutto il suo squallore.

Imbecille!! Ce l’ho messa proprio tutta per ficcare la testa in quello stupido cappio!!

«Cosa bevi?» L’espressione di Daniel è tornata quella di sempre. Nessuno potrebbe immaginare cosa stava per succedere pochi minuti fa.

«Una birra chiara» Mi ci vuole proprio.

«Ok. Posso offrire io?» mi chiede con un mezzo sorriso. Mi farà morire, prima o poi.

«Grazie. In teoria dovrei farlo io, dato che mi hai aiutato, poco fa»

Mi sorride di nuovo. Quanto è bello…

Accidenti a me. Perché, prima, non l’ho lasciato fare?

«Non c’è problema. Mi fa piacere» e si avvia verso il bancone.

Per scacciare dalle mie membra l’irrefrenabile desiderio di corrergli dietro e gettarmi ai suoi piedi, decido di fare qualcosa di utile: vado in cerca dello spolverino. Visto l'andazzo, non sia mai che a qualcuno venga in mente di vomitarci sopra.

Lo trovo poco dopo, abbandonato su una sedia. Lo indosso subito. Fa un po’ freschino (specialmente dopo la focosa esperienza in bagno).

Nel frattempo Daniel mi raggiunge con due bicchieri di plastica fra le mani, uno grande ed uno molto piccolo. Uno contiene inequivocabilmente della birra, l’altro due centimetri di una sostanza dall’acceso color magenta.

«Grazie mille» gli dico, prendendo il mio bicchiere «Tu cosa hai preso?»

«Assenzio» mi risponde con un sorrisetto divertito «Assaggia»

Mi porge il bicchierino. Lo accetto volentieri.

«Ne ho sentito parlare, ma non l’ho mai provato» borbotto analizzando il liquido in controluce «Ha l’aria di essere estremamente chimico»

Lo assaggio appena. E’ orrendo. Non posso fare a meno di tirare fuori la lingua ed esprimere tutto il mio disappunto: «Bleah!» Glielo restituisco subito.

Questa volta ride proprio di gusto.

«Non ti piace, eh? Non avevo dubbi. E’ troppo poco dolce per te»

Mi metto a ridere anch’io. Poi ripenso all’ultima cosa che ha detto.

«Perché?» gli chiedo con una certa curiosità.

«Perché non si può mischiare il dolce con l’amaro» mi risponde, portandosi il bicchierino alle labbra.

Aspetta. Mi sta dicendo che sono io l’elemento dolce?

Non faccio in tempo a chiedergli altro. Rimango basita per qualcosa che vedo alle sue spalle.

Notando il cambiamento repentino sulla mia faccia, Daniel si volta per scoprire qual è l’oggetto del mio interesse.

Seduto su uno di quei maledettissimi divanetti c’è Ricky. Tiene la tamarra-sbronza-vomitina sulle ginocchia. Lei ha la testa appoggiata sulla sua spalla e le braccia attorno al suo collo.

Vedo rosso. Sento la rabbia ribollirmi nello stomaco.

Abbandono il mio bicchiere di birra su uno dei tavolini e, senza dire una parola, mi avvio lentamente verso i due ignari. Con la coda dell’occhio vedo che Daniel mi segue in silenzio.

«Ti diverti?» chiedo sarcastica, parandomi davanti al nanerottolo a braccia incrociate.

La ragazza tiene gli occhi chiusi; probabilmente non si sta neanche lontanamente rendendo conto di quello che sta succedendo.

Ricky, che invece se ne sta rendendo conto più che bene, appena mi vede sbianca sensibilmente ed alza le mani di scatto.

«Non è colpa mia»

A quanto pare non riesce a fornirmi una scusa più intelligente.

«No, guarda... E’ mia. Sono io che le tengo le mani sulle cosce»

«E’ ubriaca. E’ stata lei a sedersi su di me» Sta arrancando... Lo sento.

«Bastava non farglielo fare, idiota!» gli grido contro, furibonda.

Parecchia gente ci sta guardando. L’umiliazione che mi provoca la scena, in ogni caso, è nulla in confronto all’ira che mi pervade per essere stata così imbecille da mettermi insieme ad un individuo del genere.

Non gli lascio neanche il tempo di replicare.

Mi giro di scatto. Daniel è proprio dietro di me. Gli strappo via dalle mani l’assenzio e me lo butto giù in gola tutto in un colpo.

E’ una delle cose più disgustose, in termini alimentari, che abbia mai fatto in vita mia.

Il petto e lo stomaco iniziano a bruciarmi. Perfetto.

Lasciando cadere dalle mie dita il bicchierino ormai vuoto, volto la testa verso Ricky.

«Ti lascio» gli sputo contro, con tutto il disprezzo possibile.

Poi, rivolgendomi nuovamente verso Daniel, gli afferro il viso con entrambe le mani e lo avvicino al mio. A tre millimetri dalle sue labbra, lo guardo dritto negli occhi e, in modo che solo le sue orecchie riescano a sentirmi, gli soffio un flebile:

«Perdonami»

E poi lo bacio.

Ora, sarà per via della situazione bizzarra; sarà per l’effetto alcolico della schifezza che ho bevuto; sarà perché desideravo farlo da tantissimo tempo; ma è una delle esperienze più stupefacenti che mi siano mai capitate.

Dopo qualche secondo, mi stacco dalle sue labbra bollenti con un leggero risucchio. Mmm... non posso farne a meno... non so perché ma l’assenzio, a contatto con la sua bocca, assume un buon sapore.

Lentamente, mi allontano. Le mie mani circondano ancora il suo magnifico viso. Lui mi fissa con sguardo indecifrabile.

Ho il fiatone! Cavolo. Si può avere il fiatone per un semplice bacio a stampo?

A malincuore, mi rigiro verso il mio ormai ex-ragazzo.

Penso di averlo sconvolto non poco.

L’iniziale pallore del viso ha ceduto il posto ad un preoccupante color amaranto, eccetto che per il collo: curiosamente chiazzato di rosa. La bocca è serrata in una sottilissima linea, a metà fra un broncio ed un’espressione sdegnata. Gli occhi, abbandonato il consueto azzurro limpido, si sono tramutati in due profonde pozze blu notte: chiaro sintomo di collera.

Meglio tagliare la corda.

«Non mi cercare più» Detto questo, prendo Daniel per mano e lo trascino via con me. Quasi corro, per la smania di scappare via da quella situazione. Non mi fermo finché non mi ritrovo nel parcheggio, all’aria aperta.

L'aria frizzante mi sfiora il viso, benefica, elargendomi un rinnovato senso di libertà.

Inizio a prendere grandi boccate di ossigeno. Ho l’impressione di non farlo da una vita.

«Posso fare qualcosa?» Mi accorgo solo adesso di stringere ancora la mano di Daniel.

«Scusami per averti usato in quel modo. E’ l’unica cosa plausibile che mi sia venuta in mente» L’imbarazzo inizia a farsi sentire. Il giramento di testa pure: maledetto assenzio.

Stranamente, però, l’imbarazzo in questione non sembra minimamente toccare la sua persona.

«Vieni con me» Non immaginavo che si potesse assumere un tono tanto dolce, mentre si impartisce un ordine a qualcuno.

Ho una gran voglia di piangere.

«Non voglio che perdi la serata per colpa mia» inizio a frignare «Te l’ho già rovinata abbastanza»

Non resisto a tutto questo stress e, mio malgrado, una piccola lacrima sfugge al mio controllo.

Lui mi guarda per cinque secondi con quel suo sguardo enigmatico e poi, stringendomi a sua volta la mano, senza aggiungere una parola, inizia a guidarmi in direzione di una meravigliosa Ducati nera a pochi metri da noi.

Sempre senza proferire verbo, apre una delle grandi sacche ai lati della moto e ne estrae un lucidissimo casco nero con un Jolly Roger verde aerografato sopra. Me lo porge.

«Mettilo»

«E tu?» gli chiedo tirando su col naso.

«Non ti preoccupare»

Sono commossa.

Mentre infilo il casco e lo allaccio con mani leggermente tremanti, lui salta agilmente in sella al bestione e mette in moto. Wow! Che scena, ragazzi!

«Salta su» mi invita deciso.

Io mi aggrappo con entrambe le mani alle sue spalle (doppio wow!) e mi isso sulla parte posteriore della sella.

«Tieniti a me»

C’è anche bisogno di chiederlo? Ubbidiente, gli circondo la vita con le braccia.

Da dietro la sua spalla, lo vedo sorridere.

 

°°*°°

 

Spazietto Autrice:

 

TheOnlyRealBoss92 – So cosa vuoi dire... Anche io, molte volte, sono stata tentata di dare fuoco ad un poster dei Tokio Hotel (prego gli eventuali fan di scusare la mia brutale sincerità). Tornando alla storia, cerco di rispondere ai tuoi interrogativi:

Lei: nel prossimo capitolo cercherò di spiegare perché ci ha messo tanto a scaricare (come l’hai brillantemente definito tu) l’ottavo nano.

Ricky: più che apatico è un gran rompiballe... E’ alto come lei (162 centimetri). Personalmente, lo trovo un personaggio particolare perché a prima vista potrebbe sembrare un figo (esteticamente è molto carino, ha molti amici, canta e suona in un gruppo) ma poi, in fondo, rivela il brio di un novantenne in pensione (senza offesa per la categoria).

Daniel: è l’anima gemella della protagonista e, come tale, lei non può fare a meno di esserne incredibilmente attratta.

Ti ringrazio ancora tanto per i complimenti!

Un enorme grazie anche a maryt2803 e stefinaboh per aver inserito la mia storia tra le preferite.

A presto!

- Sif -

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 6- Pericolo sventato ***


1

6

Pericolo sventato

 

Paura.

“Fuori i soldi! Veloce!”

Nient’altro che paura.

Il tizio era alto e ben piazzato. Suppongo che, anche se non avesse impugnato quel coltello, avremmo fatto comunque tutto quel che ci diceva.

Erano circa le undici e mezza di sera. Io e Ricky ci stavamo dirigendo verso l’auto quando, improvvisamente, una figura ci aveva sbarrato la strada, intimandoci di vuotare le tasche.

Rimasi letteralmente pietrificata. Potevo percepire chiaramente il sangue defluirmi dal viso, sbiancandolo.

“Avanti! Quanto ci vuole?”

Come se fossero state temporaneamente dotate di molle, le mie braccia scattarono verso la borsa, cercando il portafoglio.

“Puoi lasciarmi i documenti?” Come abbia avuto il coraggio di chiederglielo, non lo so.

So solo che, dopo aver ripulito il mio portafoglio dei pochi spiccioli che conteneva, me lo restituì. Poi il suo sguardo si fissò sull’orologio che tenevo al polso. Me lo slacciai, in silenzio, e glielo diedi.

Ricky, invece, non disse nulla.

Consegnò tutto ciò che aveva in totale mutismo, come ipnotizzato.

La paura che si sprigionava dalla sua persona era quasi palpabile.

Purtroppo, la cosa non finì lì.

Intascati i nostri averi, la sua attenzione poté concentrarsi su di un altro elemento: me.

“E’ la tua ragazza?” si rivolse a Ricky, facendo un cenno nella mia direzione.

Io mi aggrappai disperatamente al braccio del mio ragazzo, ma lui, mio malgrado, non diede segno di essersene minimamente accorto.

Il cuore mi rimbombava talmente forte da farmi male.

“Carina” continuò lo sconosciuto guardandomi viscidamente.

Ricky continuava ostinatamente a far finta di niente.

Lo disprezzai, per questo.

Il tizio, invece, parve gradire molto il suo comportamento. Suppongo, anzi, che lo interpretò come un tacito assenso.

“Vieni qui” mi ordinò afferrandomi per un polso e cercando di trascinarmi verso di sé.

Mi misi ad urlare, puntando i piedi a terra ed aggrappandomi ancor più freneticamente al braccio di Ricky con la mano libera.

Grazie al Cielo, le mie urla disperate attirarono l’attenzione di due uomini che passavano lì vicino, per caso.

Il ladruncolo si diede alla fuga.

Io mi misi a piangere, detestando Ricky ancor di più.

Un paio di settimane dopo l’accaduto (e, quindi, dopo un paio di settimane di ininterrotte scuse da parte di Ricky) ci ritrovammo in sala prove.

C’era anche Daniel. Lui era l’unico che ancora non sapeva cosa fosse successo.

Lo scoprì proprio quel giorno. Da me.

Glielo confessai fuori dalla porta della sala prove, nel medesimo metro quadrato dove ci conoscemmo.

“COSA??!” esplose, guardandomi con occhi dilatati per lo stupore e cambiando sensibilmente colore.

Distolsi lo sguardo, sentendomi quasi colpevole per la mia incapacità e per quella del mio ragazzo.

“E Ricky cosa ha fatto?” incalzò, incurante del mio sguardo mortificato.

“Beh... cosa poteva fare?” tentai di giustificarlo, poco convinta “Quello continuava a tenergli il coltello puntato contro e...”

“Non ha fatto niente?” mi interruppe ancor più alterato. La faccia gli era diventata rossa come un pomodoro. Non l’avevo mai visto arrabbiato.

Non risposi. Sarebbe stato palesemente superfluo.

“Stai bene?” mi chiese dopo un po’ “Non ti ha toccata, vero?” Il suo tono portava con sé l’impazienza di una conferma assoluta ed immediata.

“Eccetto per il polso, direi che neanche mi ha sfiorato” lo rassicurai con un mezzo sorriso.

“E’ anche troppo!” ringhiò, cercando con lo sguardo la porzione di pelle su cui il balordo aveva lasciato un livido divenuto ormai giallo.

La sua reazione mi colpì non poco. Gli importavo a tal punto? Tanto da farsi quasi prendere dal panico all’idea che qualcuno mi facesse del male?

La porta alle mie spalle si aprì.

“Dany, ti va di suonare?” ci interruppe la voce di Ricky.

Gli occhi di Daniel guizzarono dal mio polso alla figura dietro di me. Quel che vi lessi mi intimorì. Ma fu solo un attimo.

Lanciandomi un’ultima occhiata, raggiunse il resto del gruppo.

Quel giorno, la batteria della sala prove venne brutalmente maltrattata dalle bacchette di Daniel.

Era evidente: non la stava suonando. La stava picchiando.

°°*°°

 

Spazietto Autrice:

 

TheOnlyRealBoss92 – Ma ciao, oh mio grande (unico) recensore! Non posso che dirmi lusingata, come sempre, dai tuoi complimenti! Ebbene sì! L'assenzio è una bevanda molto potente... Però bisogna berlo con mooolta cautela, se no fai la fine di un mio amico che è quasi collassato dopo aver dato di stomaco pure l'anima!

Piccola precisazione: non è in questo capitolo che spiego un tantino meglio la situazione tra la protagonista e Ricky, ma nell'ottavo (salvo imprevisti).

A presto!

- Sif -

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 7- Tua ***


1

7

Tua

 

Sono totalmente abbandonata contro la schiena di Daniel.

E’ una sensazione meravigliosa!

Non mi sono mai sentita più felice di così. Sono sicura che non potrebbe accadermi nulla di male in questo momento.

Dopo un tragitto troppo breve, ci fermiamo nel bel mezzo di uno spiazzo erboso, disseminato qua e là da alcuni alberi. Una specie di parco. Non mi sembra di esserci mai stata.

Appena ci fermiamo, scendo dalla Ducati e mi tolgo subito il casco.

Provo a darmi un’occhiata nello specchietto della moto.

Lo sapevo...

I capelli, fino a poco prima perfettamente acconciati, adesso hanno l’aspetto di un ragno gigante appollaiato sulla mia testa.

Decido di scioglierli del tutto. Sempre meglio che sembrare uno spaventapasseri.

«Non ti avevo mai vista con i capelli sciolti» mi fa notare lui, squadrandomi attentamente.

«Lo so. Sembro una matta. Cerco di tenerli legati il più possibile, ma sono talmente sottili che non riescono a rimanere in ordine molto a lungo» mi giustifico cercando di pettinarmi con le dita.

«Intendevo dire che ti stanno bene» Ecco il consueto mezzo sorriso. Bellissimo.

«Gra-grazie» balbetto imbarazzata «Ehm... dove siamo?»

«E’ una sorpresa» mi risponde tranquillo mentre sfila una copertina patchwork rossa e gialla dalla sacca.

«Per di qua»

Mi afferra con decisione la mano e mi porta verso una macchia di alberi, poco lontano.

Ci addentriamo. Il buoi è quasi assoluto.

Io inciampo diverse volte. Lui, premurosamente, è sempre pronto a sorreggermi.

Mi sento un’impedita totale.

Dopo qualche minuto di cammino, finalmente arriviamo a destinazione.

Un fazzolettino di prato, grande più o meno quattro metri quadrati, con una panchina di legno nel mezzo. Oltre la panchina, una serie di paletti conficcati nel terreno, lo strapiombo, la città illuminata ed il cielo stellato. Sembra un pezzetto di favola.

«E’ bellissimo!» quasi grido per l’eccitazione «Come l’hai scoperto?»

«E’ stato per caso... Non penso siano in molti a conoscerlo»

«Incredibile... Ci sediamo?» sembro una bambina.

«Siamo qui apposta» mi risponde lui, divertito.

Tutta contenta (Ricky, ormai, fa parte di un’altra dimensione) raggiungo la panchina saltellando e mi ci siedo sopra. La vista è davvero mozzafiato. In cielo non c’è neanche una nuvola a nascondere il luccichio della luna crescente e delle stelle. Subito dopo, Daniel si siede alla mia destra, dispiega la copertina e la sistema con cura sulle nostre ginocchia.

Si sta benissimo. Non fa neanche molto freddo.

Dopo qualche minuto passato a contemplare le meraviglie davanti a noi, giro leggermente la testa e lo guardo: è voltato verso il panorama, in assoluta contemplazione.

Rivolgo di nuovo lo sguardo verso quella distesa luminosa.

«Sei stato carino stasera. Non so come ringraziarti. Sicuro di non avere qualche altro impegno? Voglio dire... passare il Capodanno seduto su una panchina di legno, non deve sembrarti molto esaltante. Anche se devo dire che la vista compensa abbastanza...»

«Sei agitata» Non è una domanda.

«Perché me lo chiedi?» domando con un sorrisetto nervoso.

«Stai sparando a raffica»

Rimango allibita. Mi ha beccato.

«Beh... un pochino. E’ una serata così strana!»

E poi, in un attimo, mi toglie il respiro.

Alza il braccio sinistro e me lo passa intorno alle spalle, azzerando la distanza fra noi. La mia testa, chissà come, finisce sulla sua spalla.

Daniel mi sta abbracciando! A me! Lui!

«Va meglio?» mi chiede a voce bassa.

La sua presa è salda e sicura. Sembra quasi che non possa accettare repliche. Eppure mi stringe con gentilezza. Come se per lui fossi... importante.

Sì. Mi sento proprio così. Daniel mi fa sentire importante.

«Penso di non essere mai stata meglio in vita mia»

Non faccio risatine sciocche mentre mi confesso. Non balbetto, non arrossisco. Sono troppo sicura per fare simili scemenze. Sicura di quello che provo. Di quello che prova lui. Sicura di quello che stiamo per fare.

Alzo lo sguardo fino ad incontrare i suoi occhi. Ci fissiamo senza imbarazzo. In silenzio.

Poi Daniel alza la mano destra e la poggia delicatamente sulla mia guancia. E’ grande e calda. Trasmette calma. Lentamente la fa scorrere sulla mia mascella, sotto l’orecchio, sul collo. Con le dita aperte si insinua pian piano tra i miei ricci fino a raggiungere la nuca. E lì si ferma. Il suo sguardo è sempre più infuocato.

L’emozione è troppa. Sento già le lacrime premere da dietro gli occhi.

Mi sa che se n’è accorto, perché aggrotta lievemente la fronte. Oddio. Speriamo non fraintenda.

Okay. E’ ora di darsi una svegliata.

Cercando disperatamente di ricacciare indietro le lacrime, avvicino il mio viso al suo in un tacito assenso. Lui abbandona subito l’aria corrucciata di poco prima e sposta il suo sguardo dai miei occhi direttamente alle mie labbra. Assume la stessa espressione di un diabetico davanti alla vetrina di una pasticceria.

Da parte mia, mi accorgo solo ora che ho smesso già da un po’ di respirare. Beh... pazienza. Ho ben altro a cui pensare, al momento.

Sento che il suo braccio rafforza lievemente la stretta sulle mie spalle. Lui mi vuole. E mi vuole adesso!

Con estrema lentezza, i nostri occhi si chiudono mentre le nostre labbra si incontrano, si assaggiano dolcemente. Quasi subito le allontaniamo di pochi centimetri e ci guardiamo negli occhi, sorridendo appena. E’ la prima volta che, per un bacio, sento i brividi lungo la schiena. Chissà se lui prova la stessa cosa?

Non faccio in tempo a chiedermi altro. La necessità di baciarsi di nuovo è impellente.

Sento la mia mano, apparentemente munita di vita propria, posizionarsi nel bel mezzo del suo petto, per poi risalire con non-chalance fino alla sua spalla sinistra, sotto il chiodo. E’ forte. Come la roccia a cui ti aggrappi per non venire trascinata via dalla corrente.

Nel frattempo, complice la stessa possessione che ha colpito i miei arti, la sua mano scivola dalle mie spalle direttamente al mio sedere (questa non me l’aspettavo proprio!) e, con la sola forza del braccio sinistro, mi solleva e mi fa mettere a cavalcioni su di lui.

Oh. Mio. Dio.

Penso sia la cosa più assurdamente eccitante che mi sia mai capitata.

I nostri baci sono bramosi. Le lingue esplorano sfrontatamente la bocca che si ritrovano davanti, toccandosi e accarezzandosi sensualmente.

Provo la bizzarra sensazione di ricevere il mio primo bacio. Come se tutti quelli dati prima di stasera siano stati solo dei casti bacetti sulle guance.

Le mie braccia sono energicamente intrecciate attorno al suo collo. Tutto il mio busto è praticamente incollato al suo. Il suo braccio sinistro mi stringe la vita, mentre la mano destra è tuffata nei miei capelli.

Siamo talmente appiccicati da poter sembrare un’unica persona.

«La tua cintura mi sta uccidendo» mi fa notare lui con un sorrisino.

«Oddio, scusami!» gli rispondo mortificata, allontanandomi dal suo torace ed accingendomi subito a toglierla. Stupide borchie.

«Aspetta» Neanche gli fosse mancato improvvisamente l’ossigeno, con la mano destra mi dirige nuovamente verso le sue labbra e con la sinistra inizia a slacciarmi la cintura.

Con un colpo secco, mi sfila di dosso il pezzo di cuoio incriminato e lo getta chissà dove sul prato, riposizionando subito il braccio intorno al mio corpo.

Tutto ciò è alquanto esaltante. Così tanto da lasciarmi sfuggire un inequivocabile gemito.

La cosa, a quanto pare, non passa inosservata dato che, subito dopo, iniziano a piovermi baci roventi sul collo. La sua bocca, sempre più esigente, scende fino a raggiungere l’orlo superiore del mio bustino, tracciando piccoli cerchi infuocati con la lingua.

Non posso fare a meno di afferrargli la testa e spingermela contro, mentre con le mani lui mi afferra per i fianchi facendomi inarcare la schiena e gettare indietro la testa.

«Di’ che sei mia» lo sento dire con voce roca «Dillo»

«S-sono tua» sussurro con un altro gemito.

Di punto in bianco, mi afferra con decisione per le spalle e mi stacca da sé. I nostri visi rimangono a dieci centimetri di distanza. Abbiamo entrambi il fiato corto.

Lo osservo. Le sue guance sono tinte di un adorabile rosa acceso ed i suoi occhi sono più scuri del solito. Mi ci potrei benissimo specchiare dentro.

«Sono tua» ripeto con una certa determinazione nella voce «Lo sono da quando ci siamo incontrati per la prima volta. Forse anche da prima»

 

°°*°°

 

Spazietto Autrice:

 

TheOnlyRealBoss92 – Una parola per definirti: MITICO.

 

Myanne Grazie per aver inserito la mia storia tra le tue preferite!

 

Grazie a chi mi segue anche senza lasciare recensioni! Fra parentesi, se avete tempo/voglia, non nascondo che mi farebbe piacere sapere quali sono i vostri pensieri in merito, che reputo importantissimi!

 

A presto!

- Sif -

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 8- Che la forza sia con me ***


1

8

Che la forza sia con me

 

«Perché no?»

«Non ho voglia, non mi sento molto bene»

«Dovrei crederci?»

«E’ affar tuo»

Ricky ed io. Sabato sera. Camera sua. Sdraiati sul letto a guardare un noiosissimo film alla tv.

Come tutte le numerose precedenti analoghe situazioni, lui iniziò a dare chiari segni di desiderio sessuale.

Quella sera mi rifiutai di accontentarlo.

Non sapevo precisamente il motivo. O forse sì... Diciamo solo che, di punto in bianco, ogni volta che posava la sua mano su di me, mi veniva la pelle d’oca e provavo l’impulso di allontanarmi.

Era appurato: non lo amavo più. Se mai l’avevo amato.

«E’ per lui, vero?» mi chiese con tono accusatorio «Ho visto come vi guardate»

Non c’era bisogno di chiedergli a chi si stava riferendo.

«No» gli risposi senza guardarlo «Ma penso sia ora che noi due parliamo»

«Non puoi lasciarmi!» mi gridò in faccia con una lieve nota di panico.

Mi voltai a guardarlo. Aveva già gli occhi lucidi.

«Se sai già di che si tratta, vuol dire che anche tu ti sei accorto che fra noi le cose non vanno bene» cercai di farlo ragionare.

«Ho fatto qualcosa di sbagliato?» mi chiese portandosi una mano al petto.

«Molte volte, ma non è questo il punto» risposi cercando disperatamente di restare calma.

«Se ho sbagliato ti chiedo scusa» e, così dicendo, scese dal letto e mi si inginocchiò davanti.

La situazione era di un’assurdità disarmante.

«Ricky, smettila!» iniziai anch’io ad alterarmi «Ti ho detto che non è per questo!»

«E allora per cos’è?» Ormai il panico lo aveva colto in pieno. Iniziò a piangere.

«Stai calmo, accidenti!» non riuscivo a tenere la voce bassa «Perché ti devi mettere a piangere?»

«Che cosa dovrei fare? Mi stai lasciando!» sbraitò, ormai fuori controllo. I suoi respiri iniziarono a farsi più corti e ravvicinati, come in un attacco d’asma.

Ovviamente lo faceva di proposito. Lo conoscevo.

«Piantala, Ricky!»

Invece di darmi retta, rincarò la dose accentuando ancor più il ritmo respiratorio. Poi, non contento, buttò indietro gli occhi e si fece cadere sul pavimento, apparentemente privo di sensi.

Mi sono sempre chiesta il perché non abbia mai intrapreso una carriera da attore. Anche perché, se si parla di aspetto fisico, è uguale ed identico a Harry Potter. Occhiali compresi.

Comunque, attore o no, quella fu la sera in cui mi feci fregare.

Innumerevoli volte mi diedi della stupida e della debole. Innumerevoli volte pensai con rimorso che, se avessi avuto un po’ più di coraggio, avrei potuto colmare quel senso di vuoto che mi perseguitava da quando avevo conosciuto Daniel.

 

°°*°°

 

Spazietto Autrice:

 

TheOnlyRealBoss92 Ma grazieeeeee!!! Sono commossa!!! *-*

 

Grazie a tutti quelli che hanno letto! Beh... Nello scorso capitolo avevo chiesto di lasciare un commentino, giusto per sapere i vostri preziosi pareri ma, purtroppo, nessuno (eccetto il Boss, ovviamente) mi ha accontentata... Uffina! >.<

Mmm... magari sbaglio tecnica di "abbordaggio". Proviamo così: che ne dite del personaggio di Daniel?? Vi sembra abbastanza credibile? Chiedo di lui in particolare perché, fra i tre personaggi principali, è l'unico "creato" (mixando due persone diverse). La protagonista e Ricky esistono veramente e sono riportati esattamente come nella realtà sia nell'aspetto fisico che in quello caratteriale. Anche la maggior parte degli accadimenti è reale. Ho giusto "pepato" la storia con qualche particolare un po' più interessante.

 

Spero che vi appaleserete! Eddai!! Mi fate questo regalino per Halloween?

 

A presto e BUON CAPODANNO CELTICO A TUTTI!!!

- Sif -

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** 9- Buon anno! ***


1

9

Buon Anno!

 

Daniel continua a fissarmi. Le sue mani ancora strette intorno alle mie spalle. Nel silenzio che ci circonda avverto il battito impazzito del mio cuore.

«Ti amo»

Me lo dice così. Con semplicità e passione. Con dolcezza e determinazione. Guardandomi dritto negli occhi.

E allora capisco che è naturale che lui mi ami. Ed è naturale, anche, che io ami lui. Non c’è nulla al mondo di più chiaro e ovvio.

Con le mani gli afferro delicatamente il viso e ricambio il fuoco del suo sguardo.

«Ti amo» La mia voce esce determinata quanto la sua «Di’ che non mi lascerai mai»

«Non ti lascerò mai» mi risponde subito, deciso «Mi costasse la vita»

Non resisto. Mi metto a piangere. Beh... non a singhiozzare, sia chiaro. E’ solo che le lacrime hanno iniziato improvvisamente a scendere giù prima che riuscissi a fermarle.

Veniamo bruscamente interrotti da una serie di fischi. Guardiamo il pezzetto di cielo sopra la città e scorgiamo alcune scie luminose correre verticalmente verso l’alto. Dopo pochi attimi, l’esplosione di colori.

Lo spettacolo è assolutamente magico.

«Buon anno!» gli auguro con le lacrime che ancora mi rigano le guance.

«Buon anno!» esclama a sua volta, con un abbagliante sorriso dipinto sul volto.

Un sorriso tutto per me. Per me e per nessun altro. Ora lo so.

E allora lo bacio. Lo bacio con questo nuovo sentimento nel cuore e il rimbombo dei fuochi d’artificio nelle orecchie.

Daniel risponde subito ai miei baci con rinnovato desiderio, mentre le sue mani mi ricoprono di carezze.

Il suo tocco su di me è indescrivibile. Mi sembra di impazzire.

«Non fare così» ansima mentre gli passo la lingua sul collo.

«Perché no?» gli soffio in un orecchio mordicchiandone il lobo.

«Potrei non rispondere più delle mie azioni» dichiara ad occhi chiusi. Sento la sua mascolinità premergli contro i jeans.

Questo dev’essere l’inequivocabile segnale che dovrebbe indicarmi il famoso “punto di non ritorno”.

Con uno scatto deciso, sollevo la testa e mi allontano di qualche centimetro.

La sua espressione enormemente contrariata mi fa sfuggire un risolino divertito.

Sta per dirmi qualcosa, ma si blocca non appena capisce le mie intenzioni.

Tiro indietro le braccia e lascio scivolare lo spolverino accanto alla mia cintura. Ora, a coprirmi le spalle, solo qualche ciocca di capelli.

Non devo essere tanto male, in questo momento. I suoi occhi sfavillanti lo esprimono chiaramente. Poi, inaspettatamente, cambia espressione.

«Però, così prendi freddo»

Prendo freddo? Prendo FREDDO???

Se ci fosse stato il nano nella sua situazione, non avrebbe esitato a strapparmi immediatamente di dosso anche il resto, e lui, invece, si preoccupa che domani io non abbia il raffreddore!

«Non penso proprio» lo rassicuro con un’occhiata eloquente.

Con un delicato gesto della mano destra scosta i boccoli oltre la mia spalla, scoprendola. Ci incolla subito la bocca e inizia a baciarmi.

Altro che freddo! Sto letteralmente prendendo fuoco!

E poi il suo corpo bollente mi dà la sensazione di essere abbracciata ad una stufa.

«Avevo ragione» borbotta fra un bacio e l’altro.

«A che proposito?» gli chiedo incuriosita tenendogli una mano sulla nuca.

«Sei dolce. Sembri fatta di zucchero» mi risponde tuffando nuovamente la bocca sul mio collo.

E’ sicuramente uno dei migliori complimenti che mi siano mai stati rivolti. Specialmente in una situazione simile.

Di solito, in certe occasioni, sono ben altre le cose che una ragazza si sente dire: “bella porca” ne è un esempio lampante.

«Ehi, vacci piano. Non vorrai ingoiarmi?» chiedo falsamente preoccupata.

Per tutta risposta, mi stacca le braccia di dosso e si toglie con foga il chiodo che, puntualmente, fa la stessa fine della cintura, dello spolverino e, a questo punto, anche della coperta patchwork. Rimane in maglietta.

Oh cavolo! Com’è possibile? Al solo assistere a questo semplice gesto, la mia femminilità, laggiù in fondo, si è scatenata ed ha iniziato a pulsare all’impazzata!

«Era esattamente quello a cui stavo pensando» mi risponde lui, agguantandomi.

Totalmente fuori controllo, le mie mani iniziano a slacciare con gesti convulsi i laccetti del mio bustino.

Incredibile! Non ci riesco! Mi tremano le mani!

In preda al panico, mi lascio scappare un disperato:

«Toglimi di dosso ‘sto cavolo di coso!»

Lui, cavallerescamente, mi viene in aiuto. Mi stacca le mani dal sedere (dove le aveva temporaneamente parcheggiate) ed inizia a trafficare con i dannati laccetti.

«E’ incastrato» ansima fra il disperato e il divertito «si è fatto il nodo»

Mi rendo conto che la scena ha del comico, ma è anche una situazione imbarazzante.

Al limite dell’umana sopportazione, infila le dita dentro il bustino, nella parte superiore.

Pensando che, rassegnatosi, stia cercando di raggiungere l’obiettivo in tal guisa, mi lascio sfuggire un piagnucolio frustrato.

Mi sono sbagliata.

Lo vedo stringere l’orlo dell’indumento con entrambe le mani, tirare i gomiti in fuori e dare un colpo secco.

STRAPPP!!

Caspita!

Nel giro di un secondo netto mi ritrovo nuda dalla vita in su, lì davanti a lui.

Ancora più esaltato dal gesto, mi sussurra un molto ammirato «sei bellissima» prima di lanciare chissà dove quel che rimane del mio bustino e stringermi in una morsa d’acciaio.

Io, totalmente sopraffatta dalla situazione, non riesco a pensare ad altro che all’irrefrenabile bisogno di avere il suo corpo a diretto contatto con il mio, pelle contro pelle. Cerco a tentoni l’orlo inferiore della sua maglietta.

Intuendo il mio desiderio, Daniel si stacca da me e solleva le braccia, in modo che possa sfilargliela dalla testa.

Per la maglietta, ovviamente, stesso destino degli altri vestiti.

E poi...BAM! Rimango ipnotizzata. I miei occhi sono inesorabilmente calamitati.

Il suo corpo è ancora meglio di come me l’ero immaginato. Concedendomi un attimo di calma, appoggio delicatamente le mani su quei robusti pettorali. La sua pelle è liscia e morbida (non posso fare a meno di confrontare quella magnificenza con l’inadeguatezza di Ricky: assolutamente troppo villoso per i miei gusti).

Alzo la testa e lo guardo dritto negli occhi per qualche secondo a bocca semiaperta. Probabilmente starà pensando che non ho mai visto un uomo a torso nudo...

«Bellissimo» sussurro con sincera ammirazione.

Lui rimane visibilmente colpito. Non se l’aspettava. Neanche io, a dire la verità. Ma chi poteva immaginare uno spettacolo del genere?

Mi guarda con il familiare brillio negli occhi ed il suo portentoso mezzo sorriso. Eccolo qua, il mio bellissimo desiderio proibito.

«Sono tutto tuo, amore» mi dice allargando le braccia e scotendo leggermente la testa.

«Ah sì?» eh eh eh «Molto bene. Ed io?» gli chiedo ricambiando lo sguardo ed allargando le braccia a mia volta.

Daniel rimane immobile, con gli occhi leggermente dilatati e, ovviamente, incollati alle mie nudità.

Ma è questione di pochi secondi.

Con una, a mio parere, sorprendente capacità di ripresa, mi avvicina di nuovo a sé con fare deciso e, serissimo, sussurra:

«Mia. Per sempre mia e di nessun altro» E poi mi bacia con impeto, con possessività. Come se potesse arrivare realmente qualcuno e, con la forza, portarmi via da lui.

Le sue labbra bruciano come se mi stesse marchiando a fuoco. E, in un certo senso, è così.

 

°°*°°

 

Spazietto Autrice:

Ma ciao a tutti!

sciona - Ciao! Grazie per i bellissimi complimenti! Sei veramente gentile! Non sai quanto mi faccia piacere che tu abbia deciso di "venire allo scoperto" (diciamo la verità... ho rotto talmente tanto con 'sta storia che quasi nessuno mi recensiva che, alla fine, mi avete accontentato giusto per farmi star zitta XD). Spero che questo capitolo ti piaccia!

 

TheOnlyRealBoss92 - Ciao Ale! Mmm... Secondo me tu sei troppo buono o.O  Sicuramente hai un futuro come psicoterapeuta XD  Dimmi cosa te ne pare di questo capitolo; secondo te è troppo smielato?

 

Marcie - Grazie! Una cosa è certa: concordo con te, soprattutto per quanto riguarda Ricky  u.u

 

fallsofarc - Caaara! So che te l'ho già scritto ovunque, ma non posso fare a meno di ripetermi: GRAZIE!!! Ci sentiamo prestissimo! Un bacione!

 

Un ringraziamento speciale a tutte quelle anime pie che hanno inserito la mia storia fra le seguite e/o le preferite!

 

Beh, che altro dire? Aspetto i vostri preziosissimi e spassosissimi pareri su questo capitolo!

 

A presto!

- Sif -

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** 10- My sister Daria ***


1

10

My sister Daria

 

«Senti, quando ti decidi a mollare quel coso?»

“Eccola che riparte” pensai.

«Si vede lontano un chilometro che, ormai, sei persa di questo Daniel»

“Dio, aiutami”

«Fossi in te ne approfitterei, tesoro. A quanto mi hai detto, anche tu non sei indifferente al bel batterista»

“Odio quando usa questo tono da sufficiente saputella e, soprattutto, odio quando ha ragione”

Di chi stavo parlando?

Tuta da ginnastica incorporata, tatticissimo – quanto cortissimo – taglio di capelli con tanto di meches blu elettrico, occhialetto ovale con montatura nera professionale, perenne sguardo impudente/strafottente stampato in faccia ed un’inguaribile dipendenza dal caffè: Daria, la mia migliore amica.

«Allora?»

Ah, già! Nella descrizione ho dimenticato un aggettivo: esigente.

«Mi pare di avertelo raccontato cento volte, se non sbaglio» dissi con un certo senso di rassegnazione.

Neanche mi rispose. E così mi dovetti ripetere.

«Mi ha supplicata»

«E con ciò?»

«Si è messo a piangere»

«Poverino, che pena...»

«Si è messo in ginocchio!»

«Non è certo la prima persona al mondo a fare la figura del deficiente»

«Eddai, sii comprensiva!» esplosi «Che potevo fare?»

«Comprensiva? Come vuoi. Ricordati, però, che finché sarai la sua ragazza avrai dei doveri verso di lui»

«Questo lo so» dissi con amarezza.

Daria mi buttò una rapida occhiata al di sopra del tavolino del bar dove, quel pomeriggio, ci eravamo fermate per una pausa-caffè.

«Ti conosco» riprese con tono decisamente meno sarcastico «So che per te non è facile, ma...»

«Ho provato diverse volte ad affrontare l’argomento» la interruppi, sconsolata «e, ogni volta che fallisco, mi viene subito in mente Daniel» le confessai, guardandola con gli occhi umidi.

Inutile dire che a Daria potevo mostrare il mio lato più intimo e debole, ben sicura che non lo avrebbe mai pugnalato a tradimento.

D’altro canto, penso di essere l’unica persona nell’intero Universo, eccetto forse l’ostetrica che ha aiutato sua madre a partorirla, che ha avuto l’onore di vederla piangere.

E pensare che, nel giro, eravamo note come Miss Cinismo e Lady Ironia...

«Capisco» dichiarò, assorta, rispondendo al mio sguardo con i suoi grandi occhi neri «A questo punto, direi che “persa” non è l’aggettivo adatto a descrivere la tua condizione»

«All’inizio pensavo fosse una semplice cotta» continuai «Credevo mi piacesse per lo più l’idea della “novità”, dato che è praticamente l’opposto di Ricky. Invece, mi sono accorta che non faccio che pensare a lui tutto il giorno. In ogni situazione, spero sempre di incontrarlo, in un modo o nell’altro»

«E come la mettiamo con il tuo attuale uomo?» mi chiese «Sempre che così si possa definire, ovviamente» aggiunse malignamente.

«Non lo avrei mai creduto, ma mi sento tremendamente in colpa» le risposi sempre più afflitta «Penso che sia anche un pochino per questa ragione che ho difficoltà a lasciarlo»

«Tu sei troppo buona» disse con aria vagamente schifata, come se “bontà” fosse sinonimo di “idiozia” «Guarda che, se lasci le cose come stanno, la situazione non potrà che peggiorare. Soffrirai sempre di più»

«Lo so» risposi abbacchiata, guardando nella mia tazzina di caffè.

«Senza contare» riprese con uno strano luccichio negli occhi «che, molto probabilmente, farai soffrire anche questo tuo perfettissimo batterista»

“Ecco” pensai “Si sta giocando l’ultima carta”

«Guarda che non attacca, bella» dissi con un sorrisino «Non penso che il perfettissimo in questione si stia struggendo per amore, in questo momento»

«Ne sei sicura?» insistette.

«Certo!» confermai «Beh... magari un pochino gli piaccio...» aggiunsi sentendomi arrossire «Ma questo non vuol dire niente! “Amore” è una parola grossa»

«E tu ne sai qualcosa, vero?»

“La odio”

 

 

°°*°°

 

Spazietto Autrice:

Allora??? Che ve ne pare di Daria?

Marcie – Grazie per i complimenti! Sì, concordo con te… Daniel è assolutamente unico!

sciona – Caspita, così mi fai arrossire! Sono stracontenta che la storia ti piaccia! Fammi sapere che ne pensi di Daria!

TheOnlyRealBoss92 – Ma... Ma... Ma io ti adorooo!!! Veramente, non so che dire! Sono lusingata!

fallsofarc – Chiaretta! Non sai quanto mi fa piacere che tu abbia trovato un po’ di tempo per leggere il mio aggiornamento! So quanto sei impegnata. Grazie per i complimenti che, fatti da te, non son certo da poco! Ci sentiamo presto, carissima! Un bacione!

BlackTongue – Ciao! Ti ringrazio tantissimo per la tua recensione e per i complimenti! Già… Daniel è una potenza astronomica! Un bacio anche a te!

Un grazie gigante a tutti quelli che leggono (anche senza recensire) e a chi ha inserito la storia tra le seguite e/o le preferite!

Un particolare grazie a fallsofarc per avermi messo nella lista dei suoi autori preferiti! Sinceramente, carissima, penso di non meritarmi tale onore.

A presto!

- Sif -

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** 11- L'indesiderato Grillo Parlante ***


1

11

L'indesiderato Grillo Parlante

 

«Sto impazzendo. Fa’ l’amore con me, ti prego» sussurra, smettendo di baciarmi ed appoggiando la sua fronte alla mia.

Semplicemente adorabile.

E’ così spontaneo da lasciarmi quasi spiazzata.

Non posso fare altro che prendere una delle sue mani e portarmela al petto, proprio sopra il cuore.

«Lo senti?» gli chiedo con il sorriso sulle labbra «Lo senti come batte?»

Mi lancia uno sguardo penetrante e fa cenno di sì con la testa.

«Batte per te»

E’ vero. Il cuore mi percuote il petto come un martello impazzito ogni volta che Daniel mi si avvicina. Chissà come è messo, lui, a battito cardiaco?

Come se mi avesse letto nel pensiero, mi afferra a sua volta la mano e se la porta dritta al torace.

Una mandria impazzita. C’è una mandria impazzita che corre sotto le sue costole. Ma non gli fa male?

«Oh...» Sono troppo commossa per dire altro. Sento gli occhi riempirsi nuovamente di lacrime. E’ proprio serata di pianti...

«Indovina per chi batte» scherza con voce dolcissima facendomi accoccolare fra le sue braccia «E, dato che ci sei, indovina anche perché stasera sono venuto in quella pseudo-bettola che chiamano Pub»

Alzo la testa di scatto e lo guardo dritto negli occhi, incredula.

«Per me?« gli chiedo «Sei venuto a cercarmi?»

"Sì certo, tesoro. Come se tu non lo sapessi già."

Oh no. Oh nonononono! La follia è vicina! Daria! Esci subito dalla mia testa, disgraziata!

«Non ho potuto fare altrimenti» mi risponde lui intanto, afferrandomi il mento con le dita e guardandomi più serio che mai «Sei il mio tormento. Da quando ti ho conosciuta, il pensiero di te assieme a quel deficiente mi ha torturato. Ogni volta che ti tocca in mia presenza mi viene voglia di afferrarlo per il collo e fracassargli la testa contro il muro!»

Okay. Sinceramente, penso che, se dovessi tirare le cuoia qui e adesso, morirei senza ombra di dubbio con il sorriso sulle labbra e il suono delle campane nelle orecchie.

«E adesso baciami subito, se non vuoi farmi impazzire sul serio»

Beh... dopo una dichiarazione del genere mi verrebbe naturale rispondergli che ogni suo desiderio è un ordine, ma mi trattengo.

"Sei pietosa"

Taci, ficcanaso! Vattene! Abbandona questo corpo!

Cercando con tutte le mie forze di ignorare le macabre presenze intrufolatesi nei miei pensieri, mi sforzo di pensare solo a Daniel. Gli circondo il torace con le braccia e lo stringo più che posso. Lui ricambia subito la mia stretta. Poi sollevo di nuovo la testa e lo bacio, cercando di metterci dentro tutti i miei sentimenti: commozione, gratitudine, amore, desiderio.

Specialmente quest’ultimo. E lui sembra collaborare molto bene.

«Tutto quello che vuoi» boccheggio mentre le sue labbra abbandonano temporaneamente le mie.

«Fa’ attenzione a quel che dici» mi soffia contro il seno mentre lo ricopre di baci «Potrei chiederti molto più di questo»

«Farò... tutto quello che mi chiederai» ansimo accorgendomi che la signorina là sotto ricomincia a farsi sentire.

«Devi essere mia. Devi essere tutta mia» mi ordina impadronendosi del mio collo.

Non resisto. Abbasso le braccia e mi sfilo gli stivaletti. Poi, facendo leva sulle sue spalle, punto i piedi sulla panchina e mi innalzo sopra di lui a gambe divaricate.

«Mi aiuti?»

Lui mi rivolge un sorrisino compiaciuto e poi, ben felice di accontentarmi, slaccia il bottone dei miei pantaloni e tira giù la zip. Non contento, afferra le estremità dell’indumento con entrambe le mani e lo abbassa fino alle ginocchia. Poi, sorreggendomi per non farmi cadere, mi libera prima una gamba e poi l’altra. Rimane solo una cosa da togliere e, Dio ti ringrazio, non è lo slip con la scimmietta stampata sul sedere che ero tentata di mettermi per “stare più comoda”, ma è il fatale tanga rosso fiamma indossato all’ultimo momento per "far pan dam con lo smalto delle unghie".

«Sei stupenda. Davvero! Ancora meglio di quanto immaginassi»

Lo adoro...

Finisco di denudarmi e mi accovaccio di nuovo sulle sue cosce, a cavalcioni.

«Grazie!» gli rispondo scoccandogli un piccolo bacio sulle labbra «Adesso, però, fammi vedere anche tu quanto sei bello»

E questa sfacciataggine da dove spunta fuori? E’ la prima volta, in vita mia, che oso quest’audacia. Specialmente con un ragazzo a cui ho dato il primo bacio giusto una paio d’ore prima!

Ricky è stato il primo ed unico ragazzo con cui abbia avuto rapporti. Il bello (il brutto) è che, se fosse stato per me, non sarebbe mai successo niente. Con lui mi limitavo semplicemente ad “accontentare” i suoi bisogni fisici, a fare il mio dovere di fidanzata.

Ma con Daniel è totalmente diverso. Scopro solo adesso di avere una sessualità da soddisfare. Sono io, stavolta, a chiedere. Lo voglio come lui mi vuole.

Quasi con foga, inizio a slacciargli la cintura. Poi attacco i bottoni dei jeans.

Lui, sollevando il sedere (e me) dalla panchina, si abbassa pantaloni e boxer in un unico gesto.

Perbacco!

«Sai...» gli dico, per spezzare il leggero imbarazzo «...penso proprio che mi farà male»

Sorride per un attimo, divertito e compiaciuto. Che carino...

Poi, tornando improvvisamente serio, mi circonda la vita con il braccio sinistro.

«Sai...» mi risponde «...penso proprio di sì. E’ da settembre che non tocco una ragazza»

"Sorpresa? Penso proprio di no"

 

°°*°°

Spazietto Autrice:

TERRIBILE RITARDO! Chiedo venia!!!

sciona – Ciao! Sono contenta che tu abbia apprezzato Daria (personaggio a cui tengo moooltissimo e che penso incarni un po' tutte le migliori amiche :D). Baci anche a te!

fallsofarc – Chiara ç_ç Ma tu mi vuoi proprio far piangere con tutte queste belle parole. Beh, di Daria ti ho già detto tutto su msn (minacciandoti anche di mandartela lì a Bologna XD che paura...). Ora speriamo solo di non impiegare un'altra eternità per postare il prossimo capitolo. Un bacio, my Sweet! P.S. Michelino ti saluta!

gattoridens – Elisa cara! Che piacere leggere la tua recensione (ebbene sì, ci tenevo). Grazie per i complimenti che, detti da te, valgono doppio! Ah ah ah! Ma non ti preoccupare! E' assolutamente normale che Daniel non sia il tuo tipo! La ragione è semplice: la storia viene vista tutta dal punto di vista della protagonista e, di conseguenza, essendo il bel batterista chiodato la sua perfetta anima gemella, lei lo descrive come una sorta di semi-dio sceso in Terra! Probabilmente, se la stessa storia l'avesse narrata l'anima gemella di Ricky (o.O) avremmo visto quest'ultimo in versione "strafighissimo angelo dagli occhi blu" e Daniel in modalità "buzzurro senza capelli" (essendo rasato a zero) XD!! Forte Daria, eh? A presto e un bacio anche a te!

freeze - Ehilà carissima! Eccomi con il nuovo capitolo (anche se, oggettivamente, sono in un ritardo pietoso T___T). Ti ringrazio tantissimo per i complimenti! Ricky antipatico? Un eufemismo! Sì, la storia è per un buon 75% vera e, aggiungo, mi spiace dire (o meglio, ricordare) che in questo 75 è compresa anche quella grandissima battona cretina che un Capodanno si è messa a vomitare dopo essersi ubriacata e, con la scusa della sbornia, si appolipava addosso al mio ragazzo di allora (Ricky, per l'appunto). Vabè... meglio non rivangare! Punkettona?? Questo è niente. Fatti un giro nel mio blog. Provare per credere! A presto!

TheOnlyRealBoss92 - Ciao Ale! Prima di tutto: buon compleanno per il 28 febbraio scorso! Spero riuscirai a leggermi, dato che ho visto che è da un po' che non aggiorni le tue storie! Mi mancano i tuoi aggiornamenti T___T Grazie per la recensione, comunque! Spero di risentirti presto! Ciao!!!

Maharet - Ciao Claudia! I tuoi complimenti mi lusingano non poco, carissima! Grazie davvero!!! Spero continuerai a seguirmi, anche se non sempre riesco a trovare il tempo di aggiornare! Ciao e a presto!

Marcie - Certo! Daniel potrebbe tenere una bella lezione intitolata "gli attributi maschili: come e quando usarli con profitto" XD!!! Iscriviamoci subito!!!

 

Grazie, come sempre, a tutti quelli che leggono (anche senza recensire) e a chi ha inserito la storia tra le seguite e/o le preferite!

A presto!

- Sif -

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** 12- Jealous Guy ***


1

12

Jealous Guy

 

Che ipocrita!

La mia persona, la mia vita: ipocrisia totale!

La sera in cui feci conoscenza con la mia gelosia ero al Pub con Ricky.

Non pensavo che l’avrei mai incontrata, a dirla tutta. Eppure era lì, davanti a me.

Le sue lunghe ed affusolate gambe, oltre a calzare un paio di scarpe dotate di vertiginosi tacchi a spillo, erano fasciate da un paio di attillatissimi jeans a vita bassa (bassissima!). La maglietta, se uno striminzito ritaglio di stoffa può ritenersi tale, le lasciava scoperto l’ombelico, le braccia esili e buona parte della schiena. I capelli lisci e biondi incorniciavano un viso iper-truccato, sormontato da due grandi occhi azzurri. Le labbra, due canotti fucsia, facevano parte, senza ombra di dubbio, di quel genere di accessori che si danno in dotazione alle aspiranti bocchinare.

In poche parole, la mia prima, vera, rabbiosa crisi di gelosia.

Il motivo dei miei sentimenti alla vista di quella ragazza che, fra l’altro, già conoscevo era presto detto: non riusciva a staccare gli occhi da Daniel.

Quest’ultimo, appoggiato alla parete e con le mani nelle tasche, era immerso in un’accesa discussione con il bassista del gruppo, dall’altra parte della sala.

A pochi metri da me, lei lo fissava come se fosse stato un golosissimo lecca-lecca multicolore.

L’avrei presa a calci sui denti, se avessi potuto.

«Che cos’hai?» La voce di Ricky interruppe il filo dei miei pensieri omicidi «Perché la stai fissando?»

«Niente» mentii «ero sovrappensiero»

«Sicura?» insistette circondandomi le spalle con il braccio ed attirandomi a sé.

Un attimo dopo, Daniel girò la testa nella nostra direzione ed iniziò a fissarci.

Lo notai appena. In quel momento non avevo occhi che per quell’insulsa piattola.

«Ehi, ciao!» la salutò d’un tratto Ricky, agitando il braccio libero nella sua direzione.

«Che stai facendo?» chiesi con una nota di panico nella voce.

«La chiamo. Così facciamo due chiacchiere» mi rispose lui come niente fosse.

Due minuti più tardi, eravamo surclassati da una non meglio definita quantità di domande.

«Come si chiama quel tipo laggiù? Lo conoscete? E’ già impegnato? No, cioè, è troppo figo!»

Io, rinchiusa in un silenzio a dir poco sinistro, la ignoravo deliberatamente.

Ricky, stranamente allegro, rispondeva di buon grado ad ogni domanda.

«Si chiama Daniel. E’ un amico del mio bassista. Non sappiamo se è impegnato ma, di solito, va in giro da solo. Se ti piace perché non vai a presentarti?»

Li avrei gaiamente presi testa contro testa. Così, tanto per vedere cosa c’era dentro. Se c’era qualcosa dentro.

«Sentite... Io ci provo!» ci annunciò d’un tratto lei, tutta frizzante.

«Sì, dai! Baccagliatelo per bene» le fece il tifo Ricky al top dell’umore.

«Sgrunf!» grugnii io con talmente tanto sentimento da far invidia ad una scrofa affamata.

Senza badare ai miei versi, la nostra intraprendente interlocutrice si avviò all’indirizzo di Daniel.

Sentivo la voce di Ricky arrivarmi ovattata dalla rabbia che mi tappava le orecchie e che mi opprimeva il petto.

«Non formerebbero una coppia perfetta? Eh? Lei non è proprio niente male»

Lo ignorai. Ero troppo concentrata a cercare di capire cosa si stessero dicendo la gallinaccia e Daniel. Purtroppo non riuscivo a sentire neanche una parola.

Vidi lei, regina del pollaio, rivolgergli una domanda e lui, con espressione molto poco convinta a dire il vero, risponderle a monosillabi.

Poi il bassista si allontanò borbottando qualcosa e lei continuò a rivolgersi a Daniel.

Trattenni il fiato quando, alzando una mano verso il suo orecchio sinistro, provò a toccargli il cerchietto d’oro. Lui non tolse le mani dalle tasche, ma si limitò a schivare la mano dell’altra con un gesto secco e stizzito del capo, guardarla con espressione tutt’altro che amichevole e, volgendo per una frazione di secondo lo sguardo verso di me, dirle poche ma, a quanto pare, efficaci parole. Così efficaci che lei, con espressione offesissima, tornò subito sui suoi passi e nella nostra direzione.

«Problemi?» non riuscii a trattenermi.

«I problemi ce li ha quel troglodita! No, ma chi si crede di essere?»

“Senti chi parla”, pensai.

«Cos’è successo?» si informò Ricky al colmo dell’ansia.

«Ma che bastardo maleducato, oh! Gli ho chiesto se potevo parlargli - “in privato” ovviamente - ma lui, facendo il finto tonto, non ha mandato via quel vostro bassista flashato. Meno male che, almeno lui, ha capito e si è tolto dai coglioni. Poi gli ho chiesto se potevamo andare in un posto un po’ più tranquillo, no?»

“Alla faccia della delicatezza, eh? Brutta zoccolaccia!” imprecai mentalmente.

«Ma lui, tutto scocciato,» continuò, intanto, Miss Indignazione «mi ha chiesto cosa volessi di preciso. Oh, ma ci pensate? Gli ho risposto che mi sarebbe piaciuto conoscerlo un po’ meglio, niente di più»

“Sì, certo” malignai tra me e me “Sappiamo tutti cosa intendi per conoscenza accurata

«... e lui, sempre con quel tono distaccato del cazzo, mi ha detto che non era una buona idea»

A quel punto mi calmai.

«Quando, poi, gli ho fatto un complimento sull’orecchino, si è scansato e – incredibile ma vero – mi ha letteralmente cacciato via dicendomi che non sono il suo tipo e che, soprattutto, gli piace già un’altra. Oh, ma vi rendete conto? 'sto stronzo!»

Fu inutile cercare di seguire le ulteriori colorite lamentele della genialoide o le esclamazioni scocciate dell’ottavo nano. Quel “gli piace già un’altra” continuava a rimbombarmi nelle orecchie provocandomi un milione di diverse sensazioni: gelosia (chi cacchio è ‘sta qui che gli piace?); speranza (e se fossi proprio io? Oddio...oddio...oddio); depressione (seee... figurati se sono io quella che gli piace); frustrazione (potrei chiederlo direttamente a lui, ma come faccio? Non posso, non posso!); dubbio (sarà mica gay?).

«Secondo me è gay» affermò Madama Pompadour con aria saputa dando voce al più improbabile dei miei pensieri «E’ l’unica spiegazione plausibile»

“Quanta umiltà” notai.

«Può darsi» le diede ragione Ricky, ignaro «Non trovate che il suo aspetto sia fin troppo mascolino? Come se lo volesse ostentare»

“Invidia, Ricky?” mi ritrovai a pensare subdolamente.

«Sì, è vero! Hai proprio ragione» gli rispose la prossima candidata al Nobel «Secondo te non è un po' troppo virile per essere vero?» mi chiese guardandomi con gli occhi quasi fuori dalle orbite e con la bocca a canotto grottescamente aperta.

«Assolutamente»

 

°°*°°

Spazietto Autrice:

Wow! Dai, che forse riesco ad aggiornare in tempi decenti!

Maharet – Ciao Claudia carissima! Come posso ringraziarti per la tua sempre graditissima recensione? Sei adorabile! Alla prossima!

Morgana – Ciao! Un milione di grazie per tutti i tuoi complimenti! Sì, la storia è ispirata alla realtà (a dire il vero, con il mio “Daniel” ci sto tuttora e... beh, l’ho pure sposato). Comunque sì, si sono conosciuti a settembre e, più precisamente, nel capitolo 2 (Il Pirata). Un bacio anche a te e grazie ancora!

Mirya – Odiami, insultami, picchiami, schifami. Come vuoi! Basta che continui a farmi l’onore di seguire questa storia. Grazie per tutto quanto. Anch’io ho notato, troppo tardi purtroppo, che la sezione “commedia” non rende tanto quanto quella “romantica”. Se tu (o chiunque altro che legge) sapessi come si fa a spostarla mi faresti un favore! Grazie, comunque, per il ben’accetto consiglio. E, a proposito di consigli, ho messo su da poco un blog! Se tu avessi voglia di farci un salto per dirmi che te ne pare mi faresti proprio contenta (più di così, intendo).

fallsofarc – Chiara! Ma perché fai sempre di tutto per commuovermi T___T Sì, credo di ricordarmi di Minnie Babbo Natale! Beh, a dire il vero, per la scena della scimmia sullo slip mi sono ispirata ad un paio di mie imbarazzanti mutande con stampati sopra non uno ma ben tre orsacchiotti che si tengono a braccetto proprio sulla parte posteriore. Giuro che me le ha regalate mia madre più o meno dieci anni fa! Erotica la panchina, eh? Puoi sempre provarla anche tu e dirmi, poi, se hai gradito XD!!! Io, intanto, devo ancora provare l’armadio angolare dell’Ikea! Grazie anche a te per tutto quanto, tesoro mio carissimo! Prometto di impegnarmi di più con gli aggiornamenti! Purtroppo, però, neanche io so come si fa a spostare la storia da una sezione all’altra :( Mi sa che, per questa volta, dovrò tenerla lì dove si trova. Un bacione!

sciona – Ah ah ah!!! Altro che accontentarmi! Ti ringrazio tantissimo per le tue parole! Alla prossima!

romina75 - Ciao! Grazie mille per le tue recensioni! Spero continuerai a seguirmi!

Specialissimi ed infiniti ringraziamenti a Maharet (per aver votato i miei personaggi) e a Mirya (per aver votato i miei personaggi e aver segnalato la mia storia per "le scelte"). Grazie davvero infinite.

A presto!

- Sif -

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** 13- Questione di prospettiva ***


1

13

 

Questione di prospettiva

 

Lei.

Solo lei. E basta.

Non c’è bisogno di nient’altro.

In questo preciso istante, la responsabile delle mie tormentate notti insonni si trova proprio sopra di me, nuda. Anzi, no! Meglio! Io, nudo, mi trovo sotto di lei, nuda. L’erotico coronamento di un lungo periodo passato a sognarla, sia ad occhi aperti che chiusi, e ad immaginare come sarebbe stato bello poterle dimostrare... un bel po’ di cose.

Le sue mani, così piccole da diventare quasi invisibili sotto quella sfilza di anelli che le piace tanto far indossare alle sue dita affusolate, mi massaggiano la schiena con teneri movimenti circolari. Mi sta coccolando.

La sento gemere contro le mie labbra mentre le prendo la gamba da sotto il ginocchio e la stringo a me. Sarà di piacere o di dolore? Mah, meglio non rischiare ed allentare un po’ la presa. Devo cercare di controllarmi. Sono talmente “carico”, in questo momento, che ho paura di poterle lasciare qualche livido.

«Hai paura di farmi male?» mi chiede staccandosi dalla mia bocca quel tanto che basta per poter parlare.

Magnifico! Adesso penserà che sono una femminuccia!

Non le rispondo e mi limito a guardarla cercando, nel suo sguardo, una qualche traccia di delusione.

Devo essere un libro fin troppo aperto, in questo momento, perché, dopo qualche attimo di silenzio, un ghigno a dir poco malefico le si dipinge in faccia. Me la mangerei per davvero, ‘sta piccola zolletta!

«Quanto riguardo...» mi prende in giro la vigliacca «Eppure avevi promesso di farmi male, o sbaglio?»

Gli occhi le brillano mentre continua a sfottermi.

E’ furba. Lei lo sa benissimo che, quando un maschio viene provocato, la reazione è assicurata. Ed è proprio l’animale che è in me che mi spinge a dimostrarle quanto realmente potrei farle male se dovessi sguinzagliare tutti i miei bassi istinti.

Partendo dalla caviglia, la mia mano destra le percorre la coscia, il fianco, la schiena, gustandosi appieno la soda morbidezza della sua pelle chiarissima, salendo sempre più su, fino a ghermirle la spalla.

Il braccio sinistro, invece, le circonda la vita come le spire di un serpente si appresterebbero a stritolare la preda.

La sento trattenere il respiro e, dentro di me, il maschio-animale esulta.

«Se fosse per me, ti terrei sempre abbracciata così» dichiaro mentre la stringo a me in modo da non concederle libertà di movimento.

Lei non sembra rimanerci male. Anzi, sta ricambiando la mia stretta e questo mi spiazza un po’.

Sono comunque ringalluzzito dalla sua reazione e continuo il mio percorso.

Metto nuovamente in moto la mano destra e la posiziono sulla sua nuca, sotto il suo soffice ammasso di capelli. La sento rabbrividire leggermente.

«Se fosse per me, ti bacerei sempre così»

E la bacio. Ma non è un bacio come gli altri. E’ un appropriarsi prepotente della sua bocca, un’arrogante esplorazione della sua cavità orale, un rozzo tentativo della mia lingua di degustare ancor più profondamente il suo sapore.

Con tutta probabilità, fra pochi secondi riceverò una bella padellata in faccia e, contando la passione della mia bella per gli anelli, sarà già tanto se non rimarrò deturpato a vita.

Ma non arriva niente del genere. In compenso, sento che la sua lingua se la sta intendendo alla grande con la mia e, fra i due, sono proprio io quello che rimane shockato. Dopotutto, lei è una ragazza, nuda – mi piace sempre sottolinearlo – in compagnia di un maschio traboccante di salute con cui, obiettivamente, ha avuto ben poco a che fare fino a stasera, che l’ha portata in un posto solitario ed isolato, di notte, e che, senza mezzi termini, le ha fatto capire – addirittura implorandola – che ha tutta l’intenzione di avere rapporti sessuali con lei.

A quanto pare, si fida. E, inaspettatamente, mi rendo conto che questa, per me, è una delle più grandi dimostrazioni di rispetto che mi si possano rivolgere.

Sempre più goduto dalle sue prodigiose reazioni, tento il tutto per tutto: la mia mano sinistra, fino ad ora allacciata alla sua vita, inizia la sua discesa verso l’ignoto.

«Se fosse per me, amore mio, ti toccherei sempre in questo modo» le soffio in un orecchio, provocandole tremiti per tutto il corpo.

Arrivato alla meta, il mio arto esploratore trova una bollente quanto umida accoglienza ad attenderlo. Ed è proprio qui che il maschio-animale smette di possedermi per dare via libera al maschio-adorante che non vede l’ora di dimostrare alla sua bella dea norrena quanta voglia abbia di guadagnarsi la sua ammirazione.

Non potrei essere più eccitato ed agitato di così. Roba che neanche un quindicenne alle prime armi.

Ma, a conti fatti, penso che me la sto cavando egregiamente. Da cosa lo capisco?

«Oddio. Oddio, sì! Sì!» la sento gemere, mentre le sue unghie tentano di dilaniarmi brutalmente la schiena «Così, così! Non smettere! Sto per venire! Vengo! Vengo!»

Le sue richieste imploranti suonano come ordini alle mie orecchie e, mentre la sento contrarsi per l’orgasmo che la coglie, io la scruto, ammaliato, e la esamino con autentico interesse.

E’ bella da morire. Più del solito, intendo.

I suoi occhi scuri, resi luminosi dal piacere ricevuto, mi guardano con un misto di dolcezza e lussuria. Come, del resto, è lei stessa: zuccherata sensualità. Le sue guance, vellutate pesche appena spruzzate di lentiggini, formano un curioso contrasto con la massa di capelli in pieno stile Malmsteen che io stesso, con grande soddisfazione, ho scarmigliato. La sua bocca, gonfia dei miei baci, è dischiusa nel tentativo di ossigenare meglio i polmoni dopo aver trattenuto il fiato per tanto tempo. E sono proprio le sue labbra rosse ed umide, mio tormento da quando, per la prima volta, l’ho vista e sentita cantare, che vedo avvicinarsi con lentezza devastante alle mie.

Quando, finalmente, mi bacia, sento che l’infarto è alle porte e che – parola mia – mai nessuna femmina (men che mai maschio, intendiamoci!) è stata o sarà mai in grado di reggere il suo confronto.

Eh sì, sono proprio cotto. Pesche vellutate, infarti imminenti, Malmsteen... Non ho più speranze di riprendermi.

Senza contare che, proprio in questo momento, la mia già flebile volontà di ripresa è soffocata dall’audace manina che, partendo dal mio torace, sta percorrendo pian piano la strada che porta ai miei privatissimi “Paesi Bassi”.

I suoi braccialetti d’argento tintinnano ad ogni centimetro percorso, quasi a voler avvertire tutta la folla dell’imminente arrivo e, quando tutta la strada è stata percorsa, il mio cervello va in standby ed il mio corpo si abbandona docilmente ad ogni carezza.

Con mostruoso sforzo, riesco ad imporre alla mia mano di bloccare la sua giusto una decina di secondi prima della disfatta. Non mi accontento del solo piacere: io voglio sentirla, completamente.

Lei smette di baciarmi, apre lentamente gli occhioni e mi fa un piccolo sorriso d’intesa. Sintonia perfetta, oserei dire.

Ho aspettato tanto questo momento.

Quando, dopo pochissimo tempo di conoscenza, mi sono scoperto innamorato di lei, mi sono dato dello scemo e dell’illuso. Mai una ragazza mi aveva messo in ginocchio. Mai! Mi fa sentire quasi indifeso. A me!

E, adesso che sono arrivato fin qui, ripenso alla prima volta che la vidi; un venerdì sera come tanti, su un palco come tanti, ma lei: unica.

 

°°*°°

Spazietto Autrice:

pastrella – Molto onorata di averti tra i miei fans che, fra parentesi, saranno giusto un paio XD  Ah ah ah! Sì, effettivamente Daniel sembra quasi finto, ma è normale che una ragazza innamorata veda così il proprio “uomo ideale”, no? Grazie mille per la graditissima recensione! Ricambio il kiss! A presto!

Maharet – Cla carissima! Ti devo ringraziare! Era già da qualche giorno che volevo scrivere qualcosa cambiando il POV, ma rimanevo sempre un po’ dubbiosa. Grazie a te, invece, ho avuto l’ispirazione giusta per poter dare a Daniel l’opportunità di dire la sua! Spero davvero che il capitolo ti sia piaciuto! Un bacio e a presto!

Morgana – Ciao! Grazie per i complimentoni! L’ottavo nano, sinceramente, non so come l’ha presa, perché, dal giorno in cui l’ho scaricato, l’ho visto giusto un paio di volte (di sfuggita, grazie al Cielo). Ma non c’è di che aver paura: conoscendolo, si sarà subito consolato con una delle sue tante “ruote di scorta”, il porco. Grazie per il consiglio sul cambio di sezione! Come vedi, ci sono riuscita! Miracolo! Un bacio e alla prossima!

romina75 – Ah ah ah XD!! Hai ragione! Che vuoi farci? Sono sempre stata un po’ sadica. Scherzo... Grazie mille per la recensione (anche per quella del capitolo 2). A presto!

mantovanina – Grazie mille per i complimenti! Beh, effettivamente, il nome della protagonista non l’ho mai rivelato (fin’ora, chi lo sa), quindi hai letto benissimo! Sono contenta che la storia ti piaccia! Che ne pensi del POV del figaccio? A presto! Ciao :D

BimbaDolce – Mi fa piacere che la mia piccola storia ti sia piaciuta tanto da farti rimanere a bocca aperta XD!!! Spero di continuare a procurarti questo effetto! Ciao e a presto!

Mirya – Tu non sai, non hai la minima idea della curiosità che ho in corpo di sapere se questo POV ti sia piaciuto o meno!!! Ho l’ansia da prestazione! Suppongo che la causa di tutto ciò sia il fatto che tengo alle tue recensioni in maniera morbosa (ma non mi vergogno a scrivere certe cose?). A presto, carissima!

sciona – Ma ciao! Sono proprio contenta di averti fatto ridere, và! Spero apprezzerai anche questo nuovo POV! Un bacio e a presto!

fallsofarc – Chiaraaa!!! Ma tu mi fai morir dal ridere anche con le recensioni!!! Ma dai! Il Mocio Vileda XD!!! E poi mille infinite grazie per il voto che hai espresso T___T Sei un tesoruccio! Che mi dici del POV di questo capitolo??? Ti è piaciuto??? C’ho l’ansia! Un bacione enorme, carissima! Abbracc!

Valentina78 – Non so davvero come ringraziarti! Il tuo voto (con relativa recensione) mi ha letteralmente commossa! Un milione di grazie!

Grazie infinite a chi ha letto e/o inserito la storia tra le preferite e/o le seguite e/o quelle da ricordare.

A presto!

- Sif -

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** 14- L'arte del tramare ***


1

14

 

L'arte del tramare

 

Colpo di fulmine.

Roba da ragazzine, ho sempre pensato. Sciocchezze.

Finché non capitò a me.

Ero in un locale con alcuni amici, quella sera. La sera.

Il mio colpo di fulmine era sul palco. Stava cantando “Supersonic”.

Non aveva né il pentacolo rovesciato al collo, né il rossetto nero sulle labbra, né gli anfibi slacciati ai piedi. Roba decisamente insolita per la cantante di un gruppo rock/metal.

I capelli, di un bel castano chiaro, formavano una lunghissima treccia a cui i faretti del locale regalavano luccicanti riflessi dorati e rossicci. Da quella distanza non riuscivo a distinguere il colore degli occhi, ma mi consolai con il resto... Indossava un vestito nero senza spalline e lungo fino alle ginocchia che, aderente com’era, metteva pericolosamente in risalto la femminilità del suo corpo. Fra anelli, braccialetti e orecchini, mi stupii che riuscisse a stare in piedi ed in equilibrio senza cedere sotto il peso di tutto quell’armamentario, ma non fu questo che più mi colpì di lei, nel vestiario. No. Ciò che più mi portò verso l’autocombustione furono le scarpe: semplici quanto eleganti scarpe nere col tacco alto.

Impossibile non saltarle subito addosso.

«Dany, stai sbavando» mi fece gentilmente notare uno dei miei amici con tono neutro.

Lo ignorai, incapace di rispondere in maniera piccata davanti a tanta evidenza, e continuai a fissare il palco con sguardo rincretinito.

La ragazza dava l’impressione di essere completamente a suo agio lassù, senza imbarazzo e con voce sicura. Anzi, ebbi la certezza che se la stesse godendo alla grande. Muoveva i fianchi e le braccia in modo lento ed uniforme, interpretando a modo suo le parole della canzone – sebbene il testo non fosse dei più impegnativi e sensati – e, cantando, sfiorava il microfono (beato microfono!) con le labbra che, spesso e volentieri, si esibivano in un sorrisino insolente.

Un’arma impropria quanto letale, pensai.

Terminata la canzone, sorrise alla volta del pubblico e si esibì in una sorta di mezzo inchino di ringraziamento per gli applausi ricevuti.

Non so cosa le avrei fatto, in quel momento. In compenso, sapevo esattamente cosa avrei combinato a quel finocchio con i pantaloni di pelle e la chitarra rossa a tracolla che, senza preavviso, le si avvicinò e, circondandole le spalle con un braccio, la trasse bruscamente a sé per baciarla.

«Il suono che fanno i tuoi denti quando li digrigni è molto fastidioso per le mie orecchie» mi informò il medesimo amico nel medesimo tono.

Continuai ad ignorarlo, mentre mi consolavo osservando la ragazza che, in cambio del bacio, elargì a quel luridissimo ibrido uno sguardo decisamente assassino.

A quanto pare, anche a lei non andava molto giù il fatto che al puffo-chitarrista piacesse marcare il territorio con metodi troppo rudi.

«Forse è meglio se bevi questo» mi consigliò Mister Orecchio Sensibile porgendomi un bicchiere. Neanche mi presi la briga di scoprire cosa potesse contenere e lo vuotai in pochi sorsi.

«Sete?»

«Sei molto spiritoso stasera» gli feci notare «C’è qualcosa, in particolare, che ti diverte?»

«Oh, sì» ammise estasiato «Immensamente»

«E sarebbe?»

«Non posso dirtelo»

«E perché mai?»

«Perché tu sei decisamente più grosso di me ed io sono troppo giovane per morire»

Ci guardammo per qualche secondo e scoppiammo a ridere come due idioti – quali eravamo.

«Sei sempre il solito»

«Senti chi parla»

Volgendo di nuovo lo sguardo verso il palco, mi sembrò di scorgere una faccia conosciuta.

«Ma quello che suona il basso non è...?»

«Sì, è proprio lui» mi confermò subito «Non sapevo che suonasse in un gruppo»

E poi ebbi un’ispirazione improvvisa.

«Hai ancora il suo numero?»

E fu così che, per la prima volta in vita mia, sperimentai l’arte del tramare.

«Mi devi un favore»

«Lo so»

«Cerca solo di non fare casini. Non voglio grane»

«Non farò niente di illecito. Voglio solo conoscerla»

«E poi? Guarda che sta già insieme a Ricky. Per quanto scemo possa essere, sarebbe pur sempre sleale soffiargli la ragazza»

«Lo so, me lo hai già ripetuto cento volte»

«Senti, in giro è pieno zeppo di ragazze carine. Perché non ti butti su qualcuna non impegnata»

«Guarda che non voglio certo obbligarla! Per chi mi hai preso?»

«E va bene, va bene! Dopotutto, tutti quelli che conoscono quel cerebroleso si sono sempre chiesti come faccia lei a sopportarlo. E poi lui sembra provarci con qualunque essere sessualmente compatibile che incontra»

«Pure! Hai capito il bastardo?»

«Sabato prossimo andiamo in sala prove. Tu puoi raggiungermi lì. Se sei fortunato, ci sarà anche lei. Più di così non posso fare»

«Basta e avanza. Mi serve solo l’occasione giusta per parlarle. Non chiedo altro»

E la fortuna fu decisamente dalla mia parte.

Quel caldo pomeriggio di settembre mi sentivo emozionato come un bimbo al suo primo giorno di scuola.

La vidi subito, appena messo piede nell’umido e solitario corridoio della sala prove interrata.

Era adorabilmente assorta. A dire la verità sembrava anche incredibilmente incazzata, ma di certo non bastò quel particolare a farmi desistere dall’andarle vicino.

Con ancora davanti agli occhi la sua immagine “da palcoscenico”, fu molto strano ritrovarla in jeans sdruciti e All Star viola. Evidentemente le piaceva stare comoda nelle occasioni informali. Notai anche che utilizzava pochissimo trucco e portava i capelli raccolti in cima alla testa in una coda di cavallo.

L’unica cosa invariata era il peso della “zavorra” che portava addosso. Ma non per questo il suo aspetto perdeva di naturalezza.

Quando, finalmente, mi guardò dritto negli occhi e mi parlò, presi la mia decisione: doveva essere mia. Quell’infido essere che le stava appiccicato non la meritava. Non riuscivo neanche ad immaginare per quale misteriosa – e sicuramente oscura – ragione si fossero potuti mettere insieme.

Tuttavia, non essendo mai stato un amante dei sotterfugi, decisi di non tramare oltre e di lasciare che le cose facessero il loro corso, facendole comunque intendere che non mi era per nulla indifferente.

Eccellente tecnica, se si pensa che, per tutto il pomeriggio, il suo sguardo non mi abbandonò; incurante, soprattutto, del fatto che Pollicino, ogni tanto, le rifilava occhiate omicide.

°°*°°

Spazietto Autrice:

Ciao a tutti!!! Infinite scuse per il ritardo!

Purtroppo il periodo non lascia molto spazio al tempo libero! Anzi, mi sa che questa volta non potrò ringraziarvi a dovere (sorry sorry sory).

Un GRAZIE INFINITE, quindi, a Maharet, fallsofarc, Morgana, Mirya, romina75, BimbaDolce, lolle23, Eky_87, Marcie e Sakicchy.

Un particolare grazie a chi ha letto e/o inserito la storia tra le preferite e/o le seguite e/o quelle da ricordare.

A presto!

- Sif -

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** 15- Tu chiamale, se vuoi... ***


1

15

 

Tu chiamale, se vuoi...

 

«A cosa stai pensando?»

Grandioso! Solo io, in un momento come questo, posso porre la domanda capolista tra le “Mille cose e più da non chiedere mentre si è in procinto di fare sesso con l’uomo dei tuoi sogni”.

Come minimo, riceverò la risposta standard per eccellenza: “a niente”.

«Sto pensando a Ricky»

Bene.

Ora non so se rallegrarmi per la risposta esauriente o tentare direttamente il suicidio.

«Nel senso che mi stavo chiedendo come hai fatto a finirci insieme» precisa lui guardando con un mezzo sorriso la mia faccia sconvolta.

Plausibile. Dopotutto, anch’io, molto spesso, mi sono posta la stessa domanda.

Faccio per aprir bocca e dargli una spiegazione, ma lui mi ferma subito.

«Ma non voglio parlarne adesso» dice posandomi, poi, un lieve bacio sul palmo della mano che, fino a qualche attimo prima, mi ero azzardata ad usare per ricambiare le sue eccellenti attenzioni nei miei riguardi. «Adesso voglio solo pensare a te» continua, poggiandosi la suddetta mano sul torace «e a quanto mi sto concentrando per evitare di fare brutte figure in fase di... contenimento a lunga durata» conclude, ridacchiando un po’ per l’allusione finale.

Il suo modo di sghignazzare è contagioso e mi unisco a lui. Sembriamo due dodicenni con la ridarella.

Ma, poi, il sorriso si spegne a poco a poco e, come se ci fossimo di nuovo resi consapevoli della situazione in cui siamo – nudi, abbracciati ed innamorati – rimaniamo a fissarci per un po’ negli occhi, senza più ridere e con il respiro sempre più corto ed accelerato.

Come se qualcuno ci avesse dato un comune segnale di partenza, ci avviciniamo l’uno verso l’altra, lentamente, e, al contempo, chiudiamo gli occhi.

Il bacio che ne segue è morbido e bollente come la lussuria. Le nostre lingue ed i nostri denti si accarezzano e si mordicchiano con calma incendiaria. Le nostre mani lambiscono bramose, cercando, disperate, punti inesplorati da colonizzare.

Lo sento ansimare sotto di me, e la cosa appicca il fuoco nel mio stomaco dalle pareti ghiacciate.

«Non smettere» mi supplica e mi ordina con voce rotta.

«Non smetterò» gli sussurro ad un millimetro dall’orecchio, passandogli lentamente le mani sui polsi, risalendogli le braccia, le spalle e, infine, catturando il suo corpo morbido e vigoroso in un abbraccio «Non smetterò mai»

E poi, percependo che il nostro comune desiderio è ormai al limite, con il cuore in gola mi muovo su di lui, fino ad unire i nostri corpi in un perfetto incastro.

Sì, Daniel aveva ragione. Fa male. Perché, effettivamente, il piacere che sento è così smisurato da risultare doloroso. Ma questo non glielo dirò mai, così impara a fare lo spavaldo.

Del resto, lui sta trattenendo il respiro ed è teso come una corda di violino; questa reazione mi fa provare l’impareggiabile ebbrezza del dominio.

Dopo qualche istante, lo sento rilasciare il fiato ed io, come se avessi ricevuto l’agognato segno divino, apro le danze.

Non ci guardiamo negli occhi. Non possiamo. Il nostro abbraccio non lo permette. Io non lo permetto.

Le nostre teste sono affiancate, orecchio destro contro orecchio destro.

Il movimento che compio su di lui è minimo ed immensamente profondo.

E’ assurdo ed impensabile anche solo pensare di staccare i nostri corpi, di allontanarli, sia pure per permettere agli occhi di bearsi della reciproca contemplazione.

Io ho troppo bisogno di lui. Ho bisogno di sentire l’amore e la brama trasmessi dal suo abbraccio.

Mi accorgo di non star muovendo il mio corpo per ricercare il piacere che, in ogni caso, sento trapassarmi da parte a parte come una scarica elettrica.

Quel che freneticamente cerco, in questo momento, sono sensazioni e sentimenti a me ancora ignoti, ma che sono determinata a trovare e conoscere.

Per questo motivo, dopo un indeterminabile lasso di tempo, l’orgasmo mi coglie quasi con sorpresa e, presa da un’euforia improvvisa, mi metto a ridere. Rido e rafforzo la mia stretta. Rido e singhiozzo. Rido e lacrimo. Un'unica ed impertinente gocciolina che riesco a togliere dalla mia guancia prima che possa raggiungere la spalla di Daniel, tradendomi.

Lui mi raggiunge subito dopo – avevo intuito stesse aspettando solo me, l’amore mio – irrigidendosi e trattenendo nuovamente il respiro.

Dopo un po’, prende una grande boccata d’aria e mi stringe a sé – o, finora, si è aggrappato? – con più decisione, mentre io gli circondo la vita con le braccia e adagio la mia testa sul suo petto.

Da questa posizione sento il suo cuore battere all’impazzata, quasi lo spazio a disposizione non gli basti e stia cercando una via di fuga.

E al mio cuore cosa succede? E’ ricolmo di nostalgia, lui. Un cuore che, per certi versi, si è sentito un po’ ignorato ed incompreso ultimamente, ma che adesso può dar libero sfogo di sé facendomi provare la piacevolissima sensazione di sentirmi esattamente nel posto in cui dovrei essere. Nel posto in cui avrei da sempre dovuto essere.

Tutta presa da queste riflessioni, mi accorgo appena che Daniel si sta chinando leggermente in avanti per afferrare da terra la patchwork rossa e gialla; poi la scrolla un pochino e, dopo averla distesa sulle mie spalle in modo da coprirmi interamente dal collo in giù, mi abbraccia da sopra il tessuto per evitare che scivoli via dal mio corpo.

Nel pacifico buio che ci accoglie, sporadicamente illuminato da qualche fuoco d’artificio ritardatario, chiudo gli occhi e, finalmente ricolma di neonate emozioni, sospiro e sono felice.

°°*°°

Dedicata al mio “Daniel” che, oggi, compie gli anni e a cui dedico la melodia della bellissima Emozioni di Lucio Battisti privandola della rabbia e del dolore.

 

Spazietto Autrice:

romina75 – Ciao Romy! Caspita, mi hai fatto un complimento davvero bellissimo! Ti ringrazio immensamente! Alla prossima! Ciao!

Morgana – Ah ah ah!!! Non ti preoccupare! Ti do il permesso di fantasticare sulla sua immagine XD!!! Un bacio anche a te e grazie mille per la recensione! Ciao!

Marcie – Sì, effettivamente l’idea dell’uomo determinato e combattivo penso che piaccia a tutte le femminucce, no? Sono contenta tu abbia apprezzato! Grazie per la recensione e alla prossima! Ciao!

Mirya – Tu mi lusinghi un po’ troppo e, questa cosa, non giova affatto al mio amico Ego, quel piccolo spocchioso che non è altro! Carissima, onorata di farti sognare con uno dei miei scarabocchi. Un bacio e alla prossima!

Samy88 – Uhellà che bella recensione che mi hai lasciato! Sei gentilissima! Grazie infinite per i bellissimi complimenti! Che dire? Spero di non deluderti! Alla prossima e un bacio anche a te! Ciao!

fallsofarc – Chiara, mia adorata! Ogni recensione, per me, non è un dovere da te adempiuto, ma un bellissimo dono che mi fai. Felicissima di sapere che il capitolo ti sia piaciuto, comunque! Un bacione, tesora! Ciao!

Maharet – Ma scusa de che?? Grazie, piuttosto, per essere tornata per ben due volte da queste parti per lasciarmi la recensione! E sono davvero contenta che il capitolo ti sia piaciuto sotto tutti quei punti di vista! Sappi, comunque, che i pensieri omicidi di Daniel li ho scritti pensando a te, visto che mi avevi detto che ti sarebbe piaciuto leggerli! Un bacio anche a te, Cla! Alla prossima! Ciao!

Un particolare grazie a chi ha letto e/o inserito la storia tra le preferite e/o le seguite e/o quelle da ricordare.

Un bacio, infine, a chi mi ha inserito tra gli autori preferiti.

A presto!

- Sif -

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** 16- ??? ***


1

16

 

???

 

La domanda che mi sento fare più spesso è questa: “Come vi siete messi insieme, tu e Ricky?”

Beh, c’è da dire che, a giudicare dal tono di voce e, soprattutto, dall’espressione facciale dell’interlocutore di turno, sembra che la domanda effettiva sia: “Ma come accidenti hai fatto a metterti insieme ad un rompiballe del genere? Neanche ti piace!”

La verità? Ne avevo bisogno.

Il ragazzo che, a quel tempo, consideravo il più bello, simpatico, dolce ed impareggiabile mi spezzò il cuore senza pietà.

«Non dirlo a nessuno» si raccomandava alla fine di ogni incontro “clandestino”.

Il motivo?

Lui diceva che i suoi genitori erano contrari a che lui frequentasse delle ragazze, in quanto pretendevano dovesse pensare solo allo studio.

Il vero motivo? Lo seppi solo più tardi.

Era fidanzato. Ufficialmente.

Ed io, come solo una romantica utopista al colmo dell’infatuazione poteva fare, ci cascai con tutte le Dr. Martens.

Peccai d’ingenuità? Oh, sì.

E a cosa mi portò tutto questo? O, meglio, da chi?

Conobbi Ricky alla festa di compleanno di un’amica. Era il suo ex, a dire il vero.

Fece subito amicizia con il mio “gruppetto da uscita” e, in seguito, si unì a noi diverse volte.

Ricky era così diverso da colui che mi aveva procurato così tanto dolore e così amara umiliazione.

«Sei bellissima, lo sai?» mi diceva ogni volta che ci incontravamo.

«Solo un deficiente non si metterebbe insieme a te» mi confortava quando veniva fuori il discorso del mio “ex mancato”.

«Stasera ti telefono» mi informava inviandomi messaggini sul cellulare.

«Questi sono per te» affermava, porgendomi, senza un particolare motivo, un mazzo di roselline colorate.

Dopo molto tempo passato a combattere per guadagnarmi un posticino nel cuore del ragazzo dei miei sogni adolescenziali, Ricky mi sembrò una scelta... facile. A lui piacevo e me lo dimostrava apertamente, davanti a tutti.

Era carino, con gli occhi azzurri e la pelle chiara. Aveva sempre un aspetto molto curato. Era gentile, con modi garbati.

Lo amavo? No.

Lo consideravo la mia potenziale anima gemella? No.

Ma perché non avrei finalmente potuto lasciarmi coccolare un po’?

Meritavo anch’io un po’ di amore e di rispetto, no?

Così, messa da parte quella lieve sensazione sottopelle che mi lanciava allarmi silenziosi, in una sera di fine inverno, mi lasciai baciare da lui.

Proprio così: mi lasciai baciare; lo lasciai fare; gli diedi il mio assenso per far sì che ci mettessimo insieme. Da parte mia, zero iniziativa e nessuna attività.

Se penso alla mia vulnerabilità, mi faccio pena da sola.

Se penso a cosa comportò quel “lasciar fare”, mi faccio direttamente pietà.

Il pomeriggio dopo il nostro primo bacio, Ricky mi portò a casa sua per presentarmi ai genitori. Tanto bastò per far accrescere di botto quella – ormai più non tanto silenziosa – sensazione sottopelle.

Ma continuai ad ignorarla deliberatamente, nonostante le cose si facessero più serie giorno dopo giorno, mese dopo mese.

E più il tempo passava, più mi accorgevo di tanti piccoli nei in mezzo a quel mare di cordialità.

Mi rivelò candidamente che a lui piacevano solo gli occhi chiari. Io li ho scuri e, per questo, mi consigliò di indossare delle lenti a contatto colorate.

Mi disse che i capelli di una ragazza dovevano essere o neri o biondi per essere davvero belli. Io li ho castani e, di conseguenza, tentò di farmeli tingere.

Cercò di farmi adottare un vestiario che non mi rappresentava per niente, facendomi notare – sempre con gentilezza, per carità – che il mio abbigliamento non era abbastanza seducente e, cosa ancora peggiore, prendeva ad esempio le altre ragazze per farmi capire come voleva che mi vestissi, pettinassi e truccassi.

Ricky si rivelò essere un fanatico dell’estetica ed un insopportabile narcisista.

Non che io lo accontentassi in queste sue assurde richieste, sia chiaro! Avevo pur sempre quel briciolo di dignità rimasta da difendere! Ma l’esasperazione rimaneva.

Mi pentii? Sì, da subito.

Lo lasciai? No, perché, nonostante tutto, mi sarei sentita un verme a mollarlo dopo che lui mi aveva fatto tutta quella corte spietata, dopo che mi aveva messa al centro della sua attenzione.

Non lasciai Ricky perché mi sentivo in debito nei suoi confronti. Ma, più stavo con lui e più mi sentivo oppressa.

Ormai, non ero più io. Mi sentivo nei panni di un’altra persona, come se avessi occupato un posto riservato a qualcun’altro. E, cosa peggiore di tutte, non riuscivo a venirne fuori. Vigliacco da parte mia, ma passavo il tempo ad escogitare stratagemmi per vedere il mio ragazzo il meno possibile. Diventai falsa.

«Non vale la pena fare mezz’ora di strada per stare insieme giusto un’oretta» gli dicevo per telefono, sperando ardentemente che accettasse il mio consiglio «Stai pure a casa. Ci vediamo domani»

«Perché non vai a trovare quel tuo amico che abita fuori città?» gli chiedevo fingendomi premurosa «Vi fate quattro chiacchiere tra uomini»

Come se non bastasse, i litigi erano sempre all’ordine del giorno, con la sua gelosia in cima alla lista dei motivi e le sue manie di persecuzione a fare da sfondo.

Eppure non tentai mai di tradirlo. Neanche quando conobbi il mio pirata.

Non lo lasciai e non lo tradii. Debito e senso di colpa.

Pensandoci bene, forse dovrei mandare una bella scatola di gianduiotti alla Reginetta del Vomito di Capodanno. Santa donna...

°°*°°

Spazietto Autrice:

Sì, lo so: sono in imbarazzante ritardo! Chiedo venia!

chiara84 – Mille grazie, Chiara! Sono contentissima che le mie descrizioni ti siano piaciute!

Marcie – Ciao romantica! “Daniel” ti ringrazia tanto per gli auguri! E io ti ringrazio per tutti i complimenti che mi hai fatto *arross*. P.S. Il nome della protagonista lo trovi nel mio blog, in uno degli ultimi post! Ciao, alla prossima ;)

Morgana – Ciao!! Mi fa piacere che il capitolo ti sia piaciuto! Che ne pensi di questo? Molto rivelatore, eh? P.S. “Daniel” ringrazia tantissimo! Ehi, adesso che ti ha anche ringraziato, raddoppierai le fantasie su di lui XD!!! Un bacione anche a te, carissima!

romina75 – Ciao Romy! Grazie per i complimenti, carissima! Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo! Alla prossima!

Maharet – Ehilà Cla! Tornata dalle ferie? E alura? Che te ne pare di questo capitolo? Soddisfatta? Delusa? Ecco che mi torna l’ansia da prestazione... Grazie mille per i tuoi sempre graditissimi complimenti, carissima! Alla prossima! Un bacione!

fallsofarc – Chiaretta mia! Come ti sembra questo capitolo?? Ti è piaciuto? L’ho fatto troppo melodrammatico?? ansia ansia... Grazie per essere passata di qua, carissima! Un bacione! A presto!

Mirya – Ciao Fra! Grazie per la bellissima recensione! Spero apprezzerai anche questo capitolo! Un bacio e a presto!

Kukiness – Ciao Erica! Ti devo ringraziare doppiamente. Prima di tutto, perché mi hai lasciato una bellissima recensione nello scorso capitolo. Sì, lo so che l’ho già fatto, ma sono stata talmente contenta di riceverla che non posso fare a meno di ripetermi. Il secondo ringraziamento, invece, te lo devo in quanto è proprio grazie alle tue dritte che ho scritto questo capitolo che, spero davvero tanto, tu abbia apprezzato almeno un po’! Che ne dici della “caratterizzazione” della protagonista? L’ho migliorata? E’ più chiara la storia? A presto!

Un particolare grazie a chi ha letto e/o inserito la storia tra le preferite e/o le seguite e/o quelle da ricordare.

Un bacio, infine, a chi mi ha inserito tra gli autori preferiti.

A presto!

- Sif -

 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** 17- Ta-ra-da-daaan ***


1

17

 

Ta-ra-da-daaan

 

«E chi era questo qui di cui eri tanto innamorata?» mi chiede Daniel ostentando un tono altamente schifato sull’ultima parola. Ora più che mai, potrebbe essere tranquillamente scambiato per il fratello gemello di Daria.

«Ma dai! Io ti svelo tutti i più torbidi misteri della mia “soap opera” con Ricky e tu ti preoccupi dei miei primi amori adolescenziali?»

«Primi amori?!» sibila, scandalizzato «Perché? Quanti ce ne sono stati?»

«Mmm...» faccio finta di pensarci su, battendomi l’indice sul mento e alzando lo sguardo verso l’alto. «Non saprei. Tu che ne pensi?»

Siamo ancora sul luogo del misfatto. Dopo esserci ripresi dal torpore post orgasmo, ed esserci ricomposti alla meno peggio – il mio corpetto, soprattutto, porta ancora i segni indelebili del suo trascorso brutto quarto d’ora –, io e Daniel ci ritroviamo esattamente nella posizione iniziale: seduti sulla panchina uno affianco all’altra, con il suo braccio che mi cinge le spalle, in contemplazione del panorama notturno. La copertina patchwork ci copre nuovamente le gambe.

«Mi stai prendendo in giro, vero?»

Scoppio a ridere. Adoro giocare con lui. Adoro lui.

«Ad ogni modo, credo che Ricky avrebbe dovuto nascere donna» mi informa Daniel, cambiando argomento.

«Beh, non ti nascondo che l’ho pensato anch’io. Specialmente quando diceva di voler arrivare a pesare cinquanta chili. Ma ci pensi?»

«Cosa?!»

«Per non parlare della dedizione con cui si prendeva cura dei suoi preziosissimi capelli. Shampoo schiarente alla camomilla, balsamo naturale fatto in casa, impacchi ai semi di lino... Roba che neanche io ho mai fatto!»

«Scommetto che si vanta di avere i capelli più belli dei tuoi, ‘sto finocchio»

«Non me l’ha mai detto esplicitamente, ma credo che la pensi proprio così» confermo con rassegnazione, pensando che, effettivamente, i capelli di Ricky sono molto più curati dei miei.

«Non dirmi che hai davvero preso in considerazione l’idea di tingerti i capelli!»

«Direi di no... Tu cosa vorresti? Capelli biondi o mori?» Non si sa mai.

«Io voglio te e basta» conclude con tono basso e serio, quasi fosse indignato per l’assurdità della domanda.

Signore e signori, risposta esatta!

«Che ne dici se ti riaccompagno a casa? Così ti riposi un po’» dice riacquistando in un secondo la sua bella faccia tosta e guardandomi in modo eloquente.

Spaccone.

«Sì, grazie. Effettivamente tutta quella birra che ho bevuto mi ha messo addosso un certo sonno» rispondo sfoderando la mia migliore faccia da schiaffi. Pfui! Pivello!

Il viaggio verso casa è quanto di più soft potessi desiderare in un momento del genere. In giro non c’è quasi nessuno e noi, a bordo della Ducati, scivoliamo tranquilli e pacifici per le strade della città.

Arrivati a destinazione, dopo esser scesi entrambi dalla moto, mi levo il casco e lo poggio sulla sella.

Daniel mi guarda un po’ titubante e poi, giocherellando con il portachiavi a forma di timone, si schiarisce la gola ed inizia il suo monologo.

«Senti, so che non è necessario dirlo, ma... giusto per mettere le cose in chiaro, direi che...»

Guarda, guarda... Il bel batterista testosteronico, tutto cuoio e metallo, è arrossito sulla facciotta pucciosa.

«Beh, sai com’è, dopo quello che è successo, io pensavo di... di...»

Che bello quando i maschi tentennano. Diventano teneri come l’Orsacchiotto del Coccolino.

«E poi anche tu prima hai detto che mi... sì, insomma, che mi...»

«Che ti amo?»

Mi spiace, ma non ce la facevo più a vederlo così in difficoltà. Comunque, non pensavo fosse così timido al di fuori dell’onda passionale. La cosa mi aggrada.

«Sì, appunto! Hai detto che anche tu mi ami...»

Adoro quel “anche”.

«...e, quindi, da oggi posso considerarti la mia...»

«La tua ragazza?» Suona così bene!

«A dire la verità» dice con quel suo mezzo sorriso da infarto fulminante «stavo per dire la mia “donna”, ma credo che “ragazza” sia ugualmente appropriato»

Oh, beh. Non è proprio il caso di fare i fiscali, no?

Comunque non penso ci sia bisogno di aggiungere altro. La mia faccia starà sicuramente parlando per me in questo momento. Perché non riesco a staccare il mio sguardo dal suo, mentre lo dice. E neanche quando finisce di dirlo. E neppure quando mi avvicina a sé mettendomi una mano dietro la schiena e l’altra sulla guancia arrossita.

Le mie palpebre ipnotizzate si abbassano solo e soltanto quando le mie labbra, già socchiuse, avvertono il contatto con la sua bocca. Una bocca particolarmente dolce, rispetto ai precedenti. Ma pur sempre mozzafiato.

«Uuuuuuuuuuhhh...»

Bisbigli, risatine, qualche fischio.

Agghiacciata, alzo la testa, già sicura di quello che vedrò: i miei vicini di casa, bardati con giacche e piumini, si stanno godendo la scena accalcandosi alle finestre e sui balconi della palazzina.

Alcuni, con la faccia più tosta rispetto ad altri, stanno sgranocchiando fette di pandoro o pistacchi.

Fra costoro, ovviamente, sono presenti anche mia madre e mio fratello. Quest’ultimo, in particolare, sfidando il gelo invernale con indosso un bel paio di short da mare verde smeraldo ed una t-shirt di Goldrake, cerca conforto termico – tenendosi abbracciato ad una gigantesca scodella piena di pop-corn – e conforto morale – guardando in giù verso le piastrelle del balcone scotendo la testa con aria sconfitta e annientata – tentando, al contempo, di mimetizzarsi tra i vasi di elleboro. Con la coda dell’occhio, vedo Daniel guardarlo a bocca aperta.

No comment.

«Amore della mamma, hai lasciato Ricky?» Il tono festoso di mia madre riesce a farmi staccare gli occhi dalla surreale figura di mio fratello.

Mia madre ha sempre detestato il piccolo Narciso. Lo prende sempre in giro. Dice che ha la verve di un novantenne dentro ad un corpo da tredicenne.

Sono pronta a scommettere che sarebbe comunque al settimo cielo se le dicessi che, in realtà, gli sto solo mettendo le corna.

«Ma’, per favore» inizio a supplicarla ad alta voce, in modo da farmi sentire fin lassù «Ne parliamo dopo, ok?»

«Ok!» mi risponde gasatissima facendomi l’occhiolino ed alzando entrambi i minuscoli pollici per enfatizzare il suo assenso.

Non oso guardare la faccia di Daniel, questa volta.

«E voi fatevi i fatti vostri, impiccioni!» abbaio all’indirizzo dell’intero condominio.

Sbuffi, mugugni e qualche “uffa” qua e là. Roba da non credere. Se ne approfittano perché ho grande ed annosa confidenza con tutti loro. Opportunisti.

«Allora ciao e buon anno, anche se non so come ti chiami!» cinguetta mia madre ad un atterrito Daniel agitando le braccia per salutarlo, mentre il suo primogenito la trascina dentro casa.

Dopo qualche manciata di movimentatissimi secondi, tutte le finestre vengono finalmente chiuse ed il silenzio – leggermente imbarazzato, devo dire – torna ad avvolgerci.

«Ehm... Vi divertite parecchio da queste parti, eh?» cerca di sdrammatizzare Daniel, trattenendo un risolino.

«Su, dai. Dillo pure che vorresti rotolarti per terra dalle risate» gli rispondo con aria tetra.

«Va bene. Vorrei rotolarmi per terra dalle risate» mi sorride, riavviandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio «Ma, prima di tutto, vorrei ricominciare da dove ci ha interrotti il pubblico» conclude in un sussurro, ad un centimetro dalla mia bocca.

Purtroppo, però, il male è sempre in agguato.

«Scusami un secondo» gli dico arretrando leggermente e alzando la testa «Mamma! Ti vedo!» urlo verso una delle finestre, da dove si intravede l’oscura sagoma di una testa riccioluta.

Un attimo dopo, una seconda sagoma – ben più grossa e più oscura della prima – appare alle spalle di mia madre per ritrascinarsela dietro.

Una parola: sconcertante.

Guardo Daniel e scoppiamo a ridere tutti e due.

«Posso, adesso?» mi chiede con ancora il sorriso sulle labbra, avvicinandosi nuovamente.

«Puoi sempre, a meno che mia madre non decida di andare a prendere la videocamera» gli sorrido prima di gettarmi sulla sua bocca accogliente, ansiosa di sentire il suo ormai familiare sapore e le sue braccia attorno a me.

Che sensazione meravigliosa. Penso che questo sia uno dei momenti più felici di tutta la mia...

«Ma che bella scenetta romantica...»

...vita. Porca. Di. Quella. Vacca. Porca.

Ricky.

 

°°*°°

Spazietto Autrice:

Aggiornamento al volo per augurarvi Buone Vacanze! Un bacione!

Morgana Ah ah ah!!! Sì, è vero! Leggendo, uno direbbe che la protagonista (Stella, a proposito) è stata sotto sostanze stupefacenti per tutto il suo "periodo Ricky"! Un bacione!

romina75 – Ciao carissima! Sono contenta che tu abbia capito appieno i sentimenti descritti nello scorso capitolo! Anche perché, probabilmente, essendo così rivelatore, è stato il capitolo più importante di tutta la storia! Alla prossima! Cri

Maharet Ciao Cla! Com'è? Eh, sì... mannaggia a 'sti uomini ingannatori! Prima sono in un modo e poi nell'altro... Spero, invece, di averti fatto divertire almeno un po' in questo capitolo! Un bacione e alla prossima! Cri

Marcie Hai ragione! Ricky è proprio un orrido lombrico (uso il lombrico come esempio perché, purtroppo, l'altro giorno ho avuto un incontro ravvicinato con un gigantesco bruco e mi è venuto quasi un infarto). Grazie per aver letto! Alla prossima!

fallsofarc Ciao Chiara, tesoruccia mia! No, purtroppo la storia delle lenti a contatto non è inventata (né la tinta ai capelli, daltronde). Che ci vuoi fare... Purtroppo mi è toccata! Ma sì, acqua passata! Piuttosto, che ne pensi del fratello della protagonista? Sono curiosa di avere un tuo parere! Un bacio, per ora, e buone (ottime!) vacanze! Cri

Semolina81 Allora? E' stato abbastanza succoso il capitolo? Ti è parso divertente come spero?? Grazie per la bella recensione, Erica! Un bacio anche a te! A presto! Cri

Kukiness Ciao Erica! Beh, non so perché ma questo capitolo mi è uscito un po' incasinato! Forse ho mischiato troppa roba tutta insieme (momenti cuoricinosi, un po' di comicità demenziale, colpo di scena finale...). Tu che dici? Wow! Ti è piaciuto davvero lo scorso capitolo? Sono contentissima! Sì, anch'io - nonostante tutto - trovo il personaggio Ricky molto interessante e, soprattutto, stimolante quando è il momento di scrivere di lui! Grazie per la recensione! Alla prossima, Cri

Mirya Ah ah ah!!! Sì, purtroppo sono stata insieme ad uno così (anche se devo ammettere di aver leggermente accentuato certe sue fisse ed abitudini, giusto per rendere più interessante ed incisivo il personaggio). Per fortuna, appunto, adesso "sto insieme" ad uno come Daniel, quindi... Non c'è molto altro da aggiungere, direi XD!!! Grazie per la sempre preziosa recensione, carissima! Un bacione e alla prossima! Cri

mokuren078 - Te l'ho già scritto in una recensione, ma devo ripetermi per forza: GRAZIE!!! Dieci recensioni tutte insieme sono decisamente troppe per una storia come questa (se si pensa, poi, che sono state scritte da uno dei miei Autori Preferiti... insomma, eh...). Spero continuerai a seguirmi! Ciao!

Un particolare grazie a chi ha letto e/o inserito la storia tra le preferite e/o le seguite e/o quelle da ricordare.

Un bacio, infine, ai temerari che mi hanno inserito tra gli autori preferiti.

A presto!

- Sif -

 

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** 18- Riflessioni in erre moscia ***


1

18

 

Riflessioni in erre moscia

 

Lasciato. Mollato. Scaricato.

Io.

Ancora non ci credo. Per cosa, poi? Perché una baldracca ubriaca mi si è spalmata addosso? Che colpa posso avere io, se piaccio alle ragazze?

Giusto! E’ tutta colpa sua! Della ragazzina! Io non centro assolutamente nulla!

E lei. Lei! Avrebbe dovuto capirlo che io non avevo colpa! Ah, già… Ma lei cercava solo una scusa. Una qualsiasi scusa per buttarsi liberamente addosso a quel grosso figlio di puttana! Sono mesi, ormai, che quei due cospirano alle mie spalle. Pensano che non mi sia accorto della situazione? Ho avuto la conferma quando la biondina ha provato ad abbordare Mr. Mutande di Ferro, quella sera al Pub. Non vedo altri motivi per non accogliere a braccia aperte una topa del genere. E, nonostante tutto, non penso proprio che lui sia gay.

Buon per me, comunque. Ci ho pensato io a consolare la topa bionda, giusto il tempo di riaccompagnare a casa la piccola adultera – che, fra le altre cose, non me la dava più già da un bel pezzo – e inserire nel cellulare la mia preziosissima “scheda segreta”.

Eh, sì. Sono proprio un genio.

Il casino di 'sta sera, però, non l'avevo minimamente previsto. Mai avrei creduto che quella sfacciata avrebbe avuto il coraggio di abbandonarmi per andarsi a nascondere in chissà quale buco con quella faccia da culo di Daniel. E, nonostante io sappia che è una bugiarda e una traditrice, non voglio che mi lasci. E’ pur sempre la mia Titì!

Certo, il mondo è pieno di ragazze fighe – anche molto più di lei, se vogliamo proprio dirla tutta – ma non vedo valide ragioni per non tenermela.

L’ho conosciuta che era un’innocente verginella col cuore infranto. Carina, ma molto ingenua. E’ stato incredibilmente facile conquistarla. Qualche domanda, un paio di moine e il gioco è fatto!

Non mi pento della scelta. E’ una di quelle persone che mettono allegria, dopotutto. Ed anche sotto il lato fisico non mi posso lamentare. Beh, sarebbe preferibile che perdesse qualche chilo e si vestisse un po’ meglio. Quante volte ho raccomandato a quella golosona di saltare qualche pasto, ogni tanto? Ma, tutto sommato, non mi fa sfigurare eccessivamente quando usciamo insieme. Anzi, qualcuno mi ha anche fatto i complimenti per il mio buon gusto.

Il vero problema, qui, è quel batterista da quattro soldi. E davvero non mi capacito della cosa, dato che io sono molto meglio di lui.

Diciamo la verità. Come si fa a scaricare me per uno così? Insomma, si rasa i capelli a zero! Che bellezza può avere una persona senza capelli? E che dire di quell’abbigliamento da sciattone? Sempre con quel chiodo incollato addosso. E allora? Ce l’ho anch’io il chiodo, ma di certo non lo indosso ogni singolo giorno dell’intero inverno! Ho un mucchio di altri vestiti nel guardaroba, io! Ma, tanto, è completamente inutile mettersi a discutere di queste cose con uno che, anche con venti gradi sotto zero, sotto la giacca indosserà sempre e solo una maglietta a mezze maniche. Non per vantarmi, ma stasera non c’era proprio paragone fra me e lui! Come ha fatto Titì a mollarmi per Daniel-eterna-maglietta-bianca quando aveva me che, modestamente, come porto le camicie nere traslucide io non le porta nessuno?

No, è impossibile.

Probabilmente è solo un’infatuazione momentanea. Dopotutto, lei resta sempre una credulona e lui, accortosi della sua abitudine di pensare sempre a stronzate romantiche, ne avrà approfittato. Ma sono pronto a scommettere che, giusto qualche giorno di tempo per far sfumare il suo bel sogno ad occhi aperti, la fuggitiva tornerà strisciando da me implorandomi di tornare insieme. Non potrebbe essere altrimenti.

Rimane, comunque, il fatto che il mio orgoglio maschio è stato gravemente ferito e, giustamente, reclamo vendetta.

Il problema è: come?

Di fare a botte non se ne parla, lui sarà almeno il doppio di me. E poi non mi sono mai piaciuti questi metodi da bruti. Rischierei di rovinarmi il viso!

Potrei riconquistare la mia Titì e, per vendetta, slinguazzarmela proprio davanti ai suoi occhi. No, impossibile. Lei, per ora, è sicuramente offesa per la storia della tipa ubriaca di poco fa e non penso che accetterà di farsi mettere la lingua in bocca da me così, su due piedi. E poi, se lui non prendesse bene lo scherzetto, c’è il rischio che mi metta le mani addosso. Mi ammazzerebbe, lo stronzo!

Forse potrei screditarla, far credere a Daniel che la sua potenziale ragazza è, in realtà, una zoccola di prima categoria. No, non va bene neanche questo. Titì mi picchierebbe e, conoscendola, cercherebbe di strangolarmi con le corde della sua chitarra per un’offesa del genere. E così permalosa, a volte... Certo, però, che l’idea della diffamazione non era male.

Ci sono!

Ma sì! Sì! E’ perfetto!

Sono proprio un autentico genio!

Devo solo fare una telefonata utilizzando la mia fedele “scheda segreta”. E poi vedremo chi passerà dalla parte del torto, cara la mia piccola e ingenua Titì.

 

°°*°°

Spazietto Autrice:

Credetemi. Cercare di entrare in questo POV è stato assolutamente disgustoso. In più, il mio Io interiore, a quanto pare, cercava di impedirmelo perché più tentavo di entrare nel personaggio e più sentivo nella mia testa una vocina che mi diceva: “Ma sei scema?” e i tentativi andavano a vuoto. Infatti, penso che non mi sia venuto tanto bene questo capitolo. Siate comprensivi!

romina75 – Ciao Romy! Sì, è vero! Penso anch’io che il piccolo malefico Ricky non si azzarderà minimamente a cercare di picchiare il suo rivale (purtroppo per noi, s’intende...). Che ne pensi, comunque, di questo POV? Ho reso abbastanza l’idea del viscidume strisciante?

Marcie – Ciao, carissima! Grazie per i complimenti! Sì, ho cercato di scrivere di una famiglia molto stravagante, giusto per alleggerire la scena con un po’ di sana comicità! Dimmi che ne pensi di questo capitolo, perché sono un po’ ansiosa a riguardo! Ciao!

MimiMiaotwilight4e – Ciao Mimi! Benvenuta! Prima di tutto, grazie per la bellissima recensione e per i complimenti! Sono contenta che la storia ti stia piacendo! Beh, a chi è che non starebbe sulle scatole Ricky? Ragion per cui penso che questo capitolo farà venire un po’ di disgusto anche a te (oltre a me che l’ho scritto). Baci ricambiati, cara! Alla prossima!

Valentina78 – Ok, lo ammetto. La mamma della protagonista è sostanzialmente uguale alla mia. Il fratello, invece, è TOTALMENTE identico al mio, specialmente per quanto riguarda il vestiario ed i popcorn. Il fatto è che non ho potuto resistere alla tentazione di inserirli da qualche parte nella storia. Ah ah ah!!! Me lo vedo un monumento che riproduce mio fratello in versione marmorea, con tanto di maglietta di Goldrake e tutto il resto! Grazie per i complimenti, carissima! Alla prossima!

Semolina81 – Ciao Erica! Wow, sono contentissima che lo scorso capitolo ti sia piaciuto! Spero, invece, che non mi manderai lettere minatorie per questo! Credimi, è stato più stomachevole scriverlo che leggerlo! Grazie per i complimenti, carissima! Spero tu abbia passato buone vacanze! Un bacione, Cri.

_Fairy_ – Ciao Fairy! Caspita, quanti complimenti! Grazie! Sei davvero un tesoro! E, sicuramente, non penso proprio che tu sia troppo cruenta! Anzi, hai detto bene! E, soprattutto, hai fatto bene a lasciarti subito alle spalle un altro maschio-dalle-idee-confuse, invece di starci insieme per più di un anno come ho fatto io. No comment. Chissà che penserai quando avrai letto quest’ultimo capitolo? Un bacione anche a te, carissima! E grazie ancora!

Kukiness – Ok, meglio ammetterlo subito: ho paura. Ti confesso subito, altresì, di non essere soddisfatta al cento percento di questo capitolo ma, purtroppo, non sono riuscita ad immedesimarmi totalmente nel cattivo della situazione. Quindi, per pietà, non essere troppo dura nei confronti di una povera scribacchina che, malata e bacata com’è, entra in conflitto con i suoi stessi personaggi e non riesce a descriverne bene i pensieri! Spero, almeno, di aver reso ancora un po’ più l’idea di come è fatto Ricky (anche se, a questo punto, non c’era ancora molto da dire). Grazie dell’attenzione e della recensione, Erica! Non sai quanto siano preziose, per me!

SibillaCum – Ciao! Wow! Che recensione mi hai fatto! E’ davvero troppo! Grazie mille! Non credevo, però, di perpetrare, attraverso la mia storiella, alcuni modi di dire! ah ah ah!!! Beh, la borchia è una specie di bottoncino di metallo da applicare sui tessuti (in questo caso su una cintura, ma anche sulle borse, sui braccialetti, sui “chiodi”) e ce ne sono di varie forme; le borchie “killer”, per esempio, sono dei piccoli spuntoncini di metallo. Il “chiodo” è la spessa giacca nera di pelle tipica dei metallari, in genere piena di cerniere e di spillette di gruppi rock/metal. “Tamarri” è il modo in cui alcuni classificano le persone che frequentano le discoteche (a volte vengono chiamati anche “truzzi”). Comunque, se hai qualche dubbio sui termini chiedimi tutto quello che vuoi! Non sei italiana, hai detto? Ma scrivi perfettamente! Ancora meglio di certi (molti) miei connazionali! Di dove sei, se posso chiederlo? Grazie ancora per la bellissima recensione! Ciao! P.S. A dire la verità, “Daniel”, nella realtà, un fratello ce l’ha eccome!

Mirya – Ciao Francesca! Grazie per i complimenti allo scorso capitolo! Me commossa ç__ç Che ne pensi di questo? A dirla tutta, non sono molto convinta... Scrivere con questo POV è stato un po’ difficile e combattuto. Spero di non aver fatto troppo danno! Ciao e grazie ancora, carissima! P.S. Sai bene che, come e meno di te, ho poca fantasia. Della scena sotto casa c’è ben poco di inventato, parenti compresi! P.P.S. Prima che tu me lo chieda... Ebbene sì! Lui aveva anche una “scheda segreta” per effettuare chiamate illecite.

x__Koizumi – Ehilà! Il tuo modo di scrivere recensioni mette decisamente allegria, sai? Beh, sì. Sostanzialmente i personaggi della storia sono presi punto per punto da quelli reali e, spesso e volentieri, ho inserito molti fatti realmente accaduti! Grazie per aver letto e apprezzato i miei scarabocchi, carissima! Mi ha fatto immensamente piacere! A proposito, sono andata a curiosare tra le tue creazioni e ho lasciato una piccola recensione ad una storia! Grazie ancora, ciao!

Un particolare grazie a chi ha letto e/o inserito la storia tra le preferite e/o le seguite e/o quelle da ricordare.

Un bacio, infine, ai temerari che mi hanno inserito tra gli autori preferiti.

A presto!

- Sif -

 

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** 19- Kaboom! ***


1

19

 

Kaboom!

 

Se esistesse una selezione per la più plastificata tra le facce da schiaffi, il mio ex-nano arriverebbe sicuramente primo. Certo, per lui il must sarebbe un bel concorso da Principino di Bellezza, ma sono pronta a scommettere che accetterebbe comunque la sfida, giusto per mettersi sotto i riflettori ed ammirare, ammaliato, lo scintillio che tali apparecchi luminosi producono sui suoi fluenti capelli.

A conti fatti, però, non avrei mai pensato che il suo malsano spirito di protagonismo l’avrebbe portato a tanto.

Che diavolo ci fa Ricky sotto casa mia alle quattro del mattino – del 1° gennaio, poi! – in compagnia di quella baldraccona bionda che, qualche settimana fa, ci ha provato con il mio (mio!) ragazzo?

«Non c’è che dire» osa insistere lui con quel suo odioso tono strascicato «Proprio una scena commovente»

«Ricky, che cavolo vuoi?» gli chiedo cercando di trattenere i bollenti spiriti che, in preda all’euforia, stanno cercando di evadere dal mio self-control per poter sparare insulti e parolacce a raffica contro costui.

«Che cavolo voglio io?» mi sibila contro in una bella e riuscitissima imitazione di una biscia d’acqua «Che cazzo ci fa lui con le mani addosso alla mia ragazza, piuttosto?» chiede, indignato, puntando il ditino indice contro Daniel.

Un momento. La sua ragazza?

«Ricky, che droghe hai assunto nelle ultime ore?» chiedo trattenendo a stento l’isterismo «Perché, secondo me, ti hanno rifilato qualcosa di andato a male»

«E’ inutile che usi le tue solite battutine» risponde irritato «Questa volta non basteranno a tirarti fuori dai guai»

Questo è il colmo.

«Guai? Sarei io quella nei guai, razza di deficiente?» sento che la diga non reggerà ancora per molto «Dovresti ringraziarmi per non averti preso a calci nelle palle davanti a tutti i tuoi amici scemi, piuttosto!»

Ok, il self-control, ormai, è partito per lidi lontani e il tono di voce sta per raggiungere i massimi livelli consentiti alle mie corde vocali.

«Cosa?!» anche lui sta decisamente alzando il volume «Tu ti comporti da puttana e hai anche il coraggio di venirmi a dire una cosa del genere?»

Impagabile. Dal suo “e hai anche” Ricky ha gradatamente abbassato il tono di voce fino a farlo diventare un flebile sussurro e, al contempo, è sbiancato come un lenzuolo. Il motivo?

«Hai due possibilità: o te lo rimangi da solo o te lo faccio ingoiare io a suon di calci in culo»

Daniel si è avvicinato pian piano a Ricky, senza scatti e senza fretta, fissandolo in modo eloquente e sussurrandogli dolci parole di minaccia.

Non è assolutamente adorabile?

«Tu dovresti essere l’ultimo a parlare» dichiara Ricky con spavalderia. Pazzo.

Daniel sembra, comunque, abbastanza divertito dalla situazione. Probabilmente, in questo momento, si sta figurando Ricky come un piccolo gnomo dispettoso che, armato di un bastoncino appuntito, cerca di punzecchiarci le chiappe sparandoci contro insulti osceni.

«Ah, sì?» chiede Daniel incrociando le braccia a, ormai, meno di mezzo metro dal signor gnomo.

«Ci puoi scommettere» ghigna Ricky, beffardo.

C’è qualcosa che non mi torna. Come mai è venuto fin qui? E cosa centra la zoccolaccia che si è portato dietro?

«La signorina, qui, saprà spiegartelo meglio di me» continua, imperterrito, facendo un cenno in direzione della bionda.

Ecco, appunto.

Daniel sembra un po’ spaesato, quasi come se si fosse reso conto solo adesso della presenza di una quarta persona.

«Chi è?». Sembra non ricordarsela neanche. Non che la cosa non mi faccia piacere, ovviamente! Tuttavia, Ricky sembra preso un po’ in contropiede e la ragazza, da parte sua, è diventata un po’ rossa. Mi sa che si è offesa. Evviva! Poi, però, sembra riprendersi dall’indignazione e inizia a parlare.

«Hai sempre voglia di scherzare, eh?» chiede con un’odiosissima vocina acuta «Adesso mi dirai che non ti ricordi neanche più della tua ragazza?»

«Be’, a dire la verità la mia ragazza me la ricordo alla grande» afferma il bel batterista girandosi nella mia direzione e regalandomi un mezzo sorrisino d’intesa talmente intrigante da farmi venire le palpitazioni.

Non è un autentico amore amorino amoruccio? Non vi viene voglia di sbaciucchiarlo dalla mattina alla sera e dalla sera alla mattina?

«Ma dove stai guardando, amore?»

Amore?

«Smettila di scherzare, dai! Sono io la tua ragazza»

E’ morta. Parola mia, è già cadavere. Devo solo prendermi un minuto di tempo in modo da scegliere il metodo più doloroso possibile per cancellarla per sempre dal mondo.

Tuttavia, per ora, l’indignazione mi ha totalmente ammutolita e non riesco a dire nulla. Le mie gambe, però, al contrario del cervello, non si sono minimamente intorpidite dalle parole sfacciate di questa idiota dalle labbra spropositate e, seguendo (probabilmente) un qualche istinto primordiale, si muovono in direzione del trio.

Anche Daniel sembra troppo sconvolto per parlare.

Ricky, invece, ha la faccia di uno che si è appena dissetato con un bel bicchierone di acqua fresca di fonte dopo una giornata passata a patire la sete sotto il sole cocente di Ferragosto. Ho reso l’idea?

Dopo qualche istante di imbarazzante silenzio, io e Daniel ritroviamo entrambi la voce.

«Cosa?!» chiediamo all’unisono e col medesimo tono.

Mmm. Non c’è dubbio sul fatto che sia sincero. Figuriamoci se credo a quello che esce fuori dalla bocca di questi due ebeti, piuttosto che credere al mio (mio mio!) ragazzo.

Quindi, signore e signori, stiamo assistendo al blando – ed anche piuttosto imbarazzante – tentativo del mio ex di gettare fango sul nuovo arrivato.

Possibile che sia così stupido da credere davvero che io possa abboccare ad una sceneggiata del genere? Con l’aiuto di quell’oca, poi!

«Hai visto Titì?» ha il coraggio di chiedermi Ricky, trionfante «Hai visto con chi ti sei andata ad immischiare? Con uno sporco doppiogiochista!»

Non so se ridere o piangere. Sicuramente sono alquanto esasperata, al momento.

«Prima di tutto non chiamarmi con quel nomignolo rivoltante» inizio con ostentata insofferenza «E poi non provare ad insultare Daniel un’altra volta, se non vuoi ritrovarti con la testa staccata dal collo»

«Ooh... Paura!» risponde Ricky, alzando le braccia e facendo tremare le mani «E chi dovrebbe staccarmela la testa? Tu? Oppure vuoi citofonare a quel tuo strampalato fratello e chiedergli di farlo al tuo posto?» ridacchia.

«Non ci sarà bisogno di citofonare» risponde Daniel per me.

«Perché? Vuoi avere tu il privilegio di farlo?» chiede Ricky ostentando divertimento e, dopotutto, un bel po’ di malcelata preoccupazione.

«No. Be’, sì, a dire la verità. Però, in ogni caso, non c’è bisogno di citofonare a suo fratello»

«Che diavolo stai dicendo?»

Daniel alza il braccio destro e punta l’indice verso un punto alle spalle di Ricky.

In tutto il suo splendore, con tanto di costume da bagno verde smeraldo, maglietta di Goldrake e (oh, no!) infradito giallo limone, intercettiamo subito la corporatura da orso di mio fratello! Non si è neanche messo la giacca!

Avanza verso di noi a passo di marcia e a testa bassa, poi si ferma a dieci centimetri dallo gnomo – che, nel frattempo, ha avuto la decenza di spalancare la bocca e apparire quantomeno terrorizzato – e si preme i pugni enormi sui fianchi.

«Com’è che hai chiamato mia sorella, piccola pulce?» chiede puntando gli occhi scurissimi in quelli azzurri di Ricky.

«Quando?» risposta idiota quanto chi l’ha formulata.

«Quando?» ripete mio fratello con falsa condiscendenza ed alzando le sopracciglia «Quando le hai dato della puttana, magari?»

Ahia! Fratello incazzato ad ore tre!

«Io le avrei dato della puttana?». Niente da fare. Ricky è proprio scemo.

«Marlon! Prendilo a calci nel sedere, quel maleducato!» la vocina di mia madre ci arriva forte e chiara dal balcone di casa.

Al mio fianco sento Daniel sussurrare tra sé e sé: «Marlon

Be’, sì. Mia madre ha sempre avuto una passione smodata per l’omonimo Brando. Ma posso capire che la gente rimanga sempre un po’ perplessa quando scopre il nome di mio fratello.

Certo, però, che se Marlon ha sentito Ricky urlare da fin dentro casa... Ho un atroce dubbio.

Alzo la testa e, manco a dirlo, i miei vicini di casa sono nuovamente affacciati ai rispettivi balconi ed alle rispettive finestre armati di facce assassine tutte dedicate a Ricky.

Qui finisce male, ‘sta volta.

«Sentite, io me ne vado, ok?». Forse questa è la frase più saggia e intelligente che il nanetto abbia mai formulato in vita sua.

«Amore, andiamo via anche noi?» chiede la bionda a cui, evidentemente, non piace essere messa in un angolo.

«No, grazie» risponde Daniel leggermente infastidito.

«Dai, basta scherzare» insiste la stupida. Secondo me, Ricky le ha dato qualcosa in cambio per tutta questa messa in scena. E, indubbiamente, non mi interessa sapere di cosa si tratta dato che, a questo punto, sono certissima che non si sta parlando di denaro!

Poi, improvvisamente, la scema firma la sua condanna a morte: si avvicina a Daniel e lo abbraccia.

Lui indietreggia e cerca di afferrarle i polsi per sciogliere l’abbraccio.

Marlon, decisamente sorpreso dal fatto che il mio nuovo ragazzo sia abbracciato ad un’altra, guarda accigliato la scena.

Ricky, approfittando della distrazione di Marlon, cerca il momento buono per abbandonare la nave.

Ed io? Cosa faccio io, invece?

Kaboom!

 

°°*°°

Spazietto Autrice:

Eccomi qui! Vi devo dare un piccolo avviso: questo è il penultimo capitolo di "Happy New Year!". Quindi il prossimo sarà già l'epilogo.

romina75 – Ciao Romy! Ho apprezzato molto i tuoi pareri su Ricky XD!!! Hai perfettamente ragione, carissima! Be’, inizialmente pensavo di scrivere anche questo capitolo dal suo punto di vista, ma poi mi sono sentita talmente a disagio al solo pensiero di dover di nuovo entrare nel suo personaggio che ho rinunciato! Ho fatto bene, secondo te? Ti è piaciuto questo capitolo? A presto e grazie per le tue sempre magnifiche recensioni!

red apple – Ciao Annamaria! Grazie per la tua recensione! Sì, Ricky è proprio un personaggio insopportabile e sono contenta di essere riuscita, con lo scorso capitolo, a dipingerlo in maniera abbastanza verminosa! Che ne pensi di questo capitolo, invece? Ciao e alla prossima!

Maharet – Ehilà carissima! Allora? Che ne pensi? Soddisfatta? Delusa? Curiosa di sapere cos’ha fatto la protagonista per produrre quell’ultimo sonoro e sinistro “kaboom!”? Un bacione, Cla! A presto!

Marcie – Ciao carissima! Allora, sei ancora preoccupata per le sorti dei nostri piccioncini? O ti sei tranquillizzata all’arrivo di Marlon l’orso bruno? XD Un bacione anche a te e alla prossima! Ciao!

Morgana – Ciao Morgana! Scusarti di che cosa??? Non ti devi assolutamente giustificare! Anzi, ti ringrazio tanto per aver letto! Un bacione anche a te! Alla prossima!

MimiMiaotwilight4e – Ciao Mimi cara! Grazie per aver detto che lo scorso capitolo ti è piaciuto anche se leggere i pensieri di Ricky ti ha fatto schifo! Guarda, ha fatto schifo anche a me, quindi siamo in due XD!!! Che ne dici, invece, di questo capitolo? Ti è piaciuta l’entrata in scena del gigante Marlon? Un bacio!

Un particolare grazie a chi ha letto e/o inserito la storia tra le preferite e/o le seguite e/o quelle da ricordare.

Un bacio, infine, ai temerari che mi hanno inserito tra gli autori preferiti.

A presto!

- Sif -

 

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** 20- 1° gennaio ***


1

20

 

1° gennaio

 

«Ehilà!»

«Ehilà!»

«Com’è?»

«Ottimamente, grazie! Tu?»

Pausa.

«Hai fatto sesso con il batterista!»

«E tu che ne sai?!»

«Quando mai sei stata “ottimamente” insieme a pollicino?»

«E va bene! L’abbiamo fatto!»

«E com’è stata la prestazione?»

«Lo vuoi davvero sapere?»

«No. Se no, poi, muoio di invidia. Devo dedurne che hai mollato la pulce?»

«Già! E in maniera abbastanza eclatante, devo dire»

«Cioè?»

«Pensavo di raccontarti tutto dal vivo alla prima occasione»

«Vuoi che la curiosità mi uccida, donna crudele?»

«Ma, Daria, è una storia molto lunga e non credo che per telefono...»

«Fammi il riassunto, allora»

«Però...»

«Sto aspettando»

«E va bene, Hitler! Cercherò di essere concisa e sintetica»

«Brava ragazza! Proprio come piace a me»

«In poche parole, ho lasciato Ricky perché l’ho beccato a fare il porco con una tizia ubriaca, sono scappata in sella alla modo di Daniel – solo dopo averlo baciato davanti all’intero Pub, Ricky compreso –, abbiamo fatto sesso su una panchina con un’ottima vista panoramica, Ricky ha tentato di vendicarsi, mio fratello Marlon si è incazzato perché il nano mi ha insultato, poi mi sono incazzata io perché una troiona è saltata addosso a Daniel e, alla fine...»

«Alla fine?»

«Be’...»

«Dimmi che l’hai ammazzata la stronza!»

«Non proprio»

«Che vuol dire “non proprio”?»

«Sì, insomma, è successo che...

---§---

Succede tutto molto in fretta.

La mia mano – evidentemente incazzata almeno quanto me – si insinua ben poco gentilmente fra i biondi capelli di questa incauta creatura, stringendo ben benino. Poi, il mio braccio – che è dello stesso parere della mano – scatta indietro (portando con sé sia mano che capelli, ovviamente) facendo sì che la stronza si stacchi dal mio privatissimo uomo.

Le sue urla isteriche sono come musica per le mie orecchie. In più sono la sola cosa che si sente, in quanto tutti i presenti si sono ammutoliti.

Con le mani alzate e la faccia rivolta al cielo, la vittima è completamente in mia balia. Non cerca neanche di liberarsi dalla mia presa per paura di strapparsi qualche manciata di capelli.

Purtroppo per lei, però, la rabbia che provo sfocia in una vera e propria sete di vendetta. Quindi, non intercettando nulla di altrettanto idoneo ai miei scopi – e  volendo, dopotutto, prendere due piccioni con una fava – rafforzo ancora di più la presa sui capelli della sventurata e, con tutta la forza che ho, miro alla bella fronte liscia di Ricky e...

Kaboom!

---§---

«Li hai presi testa contro testa?!»

«Già»

«E poi?»

«Nulla, sono scappati come due scarafaggi quando si accende la luce»

«E Daniel?»

«E’ rimasto abbastanza sconcertato, sul momento. Poi, però, mi ha ringraziato per averlo “salvato”. Mi sa che mi stava sfottendo»

«Immagino che tuo fratello, invece, non abbia fatto una piega»

«Lui mi conosce. Infatti ha detto solo: “Missione compiuta”, poi si è voltato e, senza aggiungere altro, è tornato nella sua caverna»

«Scommetto che tua madre ti ha fatto l’applauso»

«Non solo lei, a dire il vero. Tutto il condominio si è congratulato»

Sospiro.

«Quanto avrei voluto esserci...»

«Lo so. Mi spiace che tu ti sia persa la faccia di Ricky quando ho baciato Daniel un secondo dopo avergli detto che lo scaricavo»

Altro sospiro.

«Così mi uccidi! Se avessi saputo, sarei venuta anch’io allo Schifo-pub ieri sera»

«Ma così ti saresti persa la Schifo-pizzeria»

«Lasciamo stare. Mi sono pure messa insieme ad un tizio»

«Ma dai? E com’è?»

«Bello e ricco. Ma non mi convince più di tanto»

«Effettivamente non hai detto che è anche un infame bastardo. Come mai ti ci sei messa insieme?»

«Non penso tu sia la persona più adatta a chiedere certe cose, cara la mia Principessina Sadichina»

«Spiritosa... E’ il primo giorno dell’anno e sprigioni già tutta questa ilarità?»

«Ah giusto! Stavo dimenticando...»

«Cosa?»

«Happy New Year!»

Fine

 

°°*°°

Spazietto Autrice:

Gli “ispiratori” da ringraziare:

Il mio “Daniel”, la mia “Daria”, gli Iron Maiden (nel caso leggano la storia... non si sa mai...), la ragazza che ero e che non mi abbandona mai.

E, ovviamente, grazie a voi, carissimi lettori e lettrici che siete arrivati fino a qui! Se questo scarabocchio è stato di vostro gradimento, vi consiglio di non perdermi d’occhio, perché ho già pronto l’episodio pilota (che inserirò come one-shot) che metterà fine a questa storia per darne inizio ad una nuova.

Quindi, a presto!

MimiMiaotwilight4e – Ciao Mimi carissima! Ebbe sì, lo ammetto: il “mio!” mentale della protagonista è preso proprio dai gabbiani di “Alla ricerca di Nemo” (adoro quel film). Bello l’orso Marlon, eh? Piace molto anche a me XD!!! Spero che continuerai a seguirmi, anche se questa storia (questa parte) è giunta al termine. Un bacione e grazie per tutto il tuo preziosissimo sostegno!

eli777 – Ciao! Ma grazie a te!! Sono lusingata dai tuoi complimenti e felicissima di averti fatta sorridere e intenerire almeno un po’! Sei gentilissima! Ah ah ah XD!!! Non insultiamo Darth Fener, per favore!!! Lui è troppo figo per essere paragonato a Ricky, anche senza spada XD!!! Ti ringrazio ancora tanto e spero continuerai a bazzicare da queste parti, ogni tanto! Ciao!

Dabe – Ciao Dabe!! Grazie per aver letto la mia storia! Eh sì... i “Daniel” fanno molto gola, ultimamente XD!!! Vanno a ruba! Dunque, rispondo al tuo dubbio sul “chiodo”: il chiodo è la giacca di pelle usata da chi ascolta musica rock/metal! Ne avrai sicuramente visto qualcuno prima d’ora! E’ nero, lungo solo fino alla vita, caratterizzato da diverse zip di rilevanti dimensioni e, in genere, gli si appiccicano sopra grandi quantità di spillette rotonde di gruppi musicali. Baci anche a te e grazie ancora!!

Mirya – Mah... Diciamo che l’essere là è stato fortemente ispirato da quello “reale”. Come già detto, molti fatti sono ripresi papale papale dalla realtà, purtroppo (compreso il fatto che voleva che stessi a dieta per poter arrivare a pesare quanto un cuscino di piume), ma ammetto di aver marcato decisamente la mano descrivendo alcuni suoi pensieri. Per esempio, non ha mai cercato di vendicarsi per averlo mollato... che io sappia... Un bacio carissima e grazie per la bellissima recensione! A presto!

Marcie – Ciao carissima! Allora? Sei rimasta abbastanza soddisfatta del mio sonoro “kaboom!”? O, forse, ti aspettavi più sangue XD??? Un bacione anche a te e grazie per avermi seguito e sostenuto durante questo piccolo viaggio scarabocchioso! Spero continuerai a seguirmi! A presto!

Watermelon – Wow! Non so perché, ma il tuo nickname mi mette decisamente allegria al solo leggerlo! Comunque, che ne dici del risvolto violento di questo capitolo? E’ stata di tuo gradimento la doppia testata? XD! Grazie per la recensione e per i complimenti! Ciao e a presto!

romina75 – Ah ah ah!!!!!!!!! Mamma mia! Mi hai fatto morire dal ridere con la tua recensione!!! Violenzaaaaaaa... XD!!! Sei proprio mitica! Comunque, allora? Che dici? Ci ho messo abbastanza azione?? Non c’è stato sangue, è vero, ma mi sa che un paio di bernoccoli ci sono scappati comunque! Grazie di tutto, Romy! Spero continuerai a seguirmi nelle mie prossime imprese scarabocchiose! A presto!

YamiHime – Ciao Elena dolcissima! Grazie per i tuoi complimenti e per l’augurio! Sono contenta di averti fatta divertire almeno un po’ con la mia storiella! Un bacione, cara! A presto!

Maharet – Ciao tesoro! Come stai? Eh, sì... Siamo giunti alla fine (più o meno) di questa storia. Spero che questo finale ti piaccia! Non ho messo calci in culo, ma credo che una bella testata sia anche meglio XD!!! A presto, carissima! Un bacio anche a te!!

Morgana – Ciao Morgana! Ah ah ah XD!!! No, in realtà mio fratello ha un nome comunissimo, ma secondo me “Marlon” gli calza a pennello! Sì, hai ragione! Quella della calunnia non è stata un’idea molto brillante da parte del nano ma, dopotutto, il suo cervellino è abbastanza limitato e non sarei stata credibile mettendo in azione da parte sua chissà quale piano geniale e diabolico! Spero leggerai la one-shot che ho preparato come “finale” di questa storia! Un bacione anche a te e grazie grazie grazie di tutto!

x__Koizumi – Ciao carissima! Grazie per i tuoi complimenti! Be’, effettivamente ho già in cantiere un paio di ideuzze che spero apprezzerai! Non perderti la one-shot in prossima uscita! Grazie ancora di tutto! Un bacione!

TheRedWriter – Ciao! Grazie per la bella recensione! Sì, è vero! Senza i “cattivi cattivoni” non ci sarebbero storie da scrivere! Daniel riccio, eh? Mmm... Chi lo sa! Dopotutto, l’ho “creato” con i capelli rasati e non è da escludersi che, in realtà, abbia i capelli ricci XD! Un bacione anche a te e grazie ancora! Alla prossima!

mokuren078 – Ah ah ah!!! Mi è venuto il singhiozzo a furia di ridere immaginandoti davanti allo schermo del pc con gli occhi iniettati di sangue XD!!! Ok, dato che le tue minacce mi hanno terrorizzata, eccoti SUBITO il capitolo finale!!! Spero che il mio tributo di sangue basti per placare la tua sete, carissima! Un bacione e grazie di tutto!!

Un particolare grazie a chi ha letto e/o inserito la storia tra le preferite e/o le seguite e/o quelle da ricordare.

Un bacio, infine, ai temerari che mi hanno inserito tra gli autori preferiti.

A presto!

- Sif -

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=404627