Happy New Year! di Sif (/viewuser.php?uid=48038)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1- Il mio bellissimo desiderio proibito ***
Capitolo 2: *** 2- Il Pirata ***
Capitolo 3: *** 3- Galeotto fu il vomito ***
Capitolo 4: *** 4- Il Pipistrello furioso ***
Capitolo 5: *** 5- Sapore di assenzio ***
Capitolo 6: *** 6- Pericolo sventato ***
Capitolo 7: *** 7- Tua ***
Capitolo 8: *** 8- Che la forza sia con me ***
Capitolo 9: *** 9- Buon anno! ***
Capitolo 10: *** 10- My sister Daria ***
Capitolo 11: *** 11- L'indesiderato Grillo Parlante ***
Capitolo 12: *** 12- Jealous Guy ***
Capitolo 13: *** 13- Questione di prospettiva ***
Capitolo 14: *** 14- L'arte del tramare ***
Capitolo 15: *** 15- Tu chiamale, se vuoi... ***
Capitolo 16: *** 16- ??? ***
Capitolo 17: *** 17- Ta-ra-da-daaan ***
Capitolo 18: *** 18- Riflessioni in erre moscia ***
Capitolo 19: *** 19- Kaboom! ***
Capitolo 20: *** 20- 1° gennaio ***
Capitolo 1 *** 1- Il mio bellissimo desiderio proibito ***
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Il mio bellissimo desiderio proibito
«Che ne pensi di passare il Capodanno al Pub
con gli altri ragazzi?»
La domanda era arrivata non propriamente alla
sprovvista. Immaginavo che la poca fantasia e lo scarso spirito d’intraprendenza
di Ricky, il mio mini-ragazzo, non avrebbero partorito altro che una festa di
Capodanno uguale ed identica ad ogni singolo barboso sabato sera trascorso
durante tutto l’anno.
«Ehm... ok» Accidenti!
Ore 21.00 del 31 dicembre 2002.
Sono pronta. Vestita completamente di nero (in
tono col mio umore), indosso un paio di pantaloni di cotone elasticizzato ed un
bustino senza spalline, chiuso sul davanti con un laccetto di velluto. La mia
fedele cintura con le borchie “killer”, memorabile dono per il mio diciottesimo
compleanno, mi circonda i fianchi. Per dare un tocco di classe al tutto, ho
deciso di abbinare uno svolazzante spolverino di pelle lungo fin sotto le
ginocchia (trovato d’occasione al mercatino delle pulci) ed un paio di adorabili
stivaletti a tacco alto che io amo definire “molto anni ’80”. I miei lunghi
ricci sono raccolti in una semplice crocchia ed il trucco mette molto in
risalto gli occhi castani. Le unghie sono perfettamente limate e laccate di
rosso sangue. Come da mio consueto stile, alla stregua di una statua indiana,
sono abbondantemente ricoperta da una non meglio identificata quantità di
braccialetti, anellini ed orecchini. Solo il collo è nudo.
Non sono niente male. Lo specchio lo conferma.
Arriviamo al Pub con il bolide rosso guidato
con destrezza da Ricky: la vecchia Panda di sua madre.
Abbandonato il mezzo di trasporto in uno
spiazzo buio e paludoso (il parcheggio del locale) ci rechiamo con passo spedito
verso il nostro destino, alias il Capodanno più lagnoso di tutti i tempi.
Arrivati a destinazione, lo sconforto inizia a
pervadermi.
Nella (vana) speranza racchiusa nella parola
“festa” mi ero illusa di poter quantomeno fare qualche interessante conoscenza.
Magari avrei avuto un illuminante scambio di opinioni con una ragazza simpatica,
dotata di palle rotte quanto le mie a causa di un fidanzato totalmente ed
immancabilmente deludente sotto tutti i punti di vista. Già mi immaginavo
conversare amabilmente con un brillante laureando. Mentalmente, preparavo le
frasi per respingere con garbo le avance di qualche trentenne milionario.
O, forse, avrei incontrato lui.
E, invece, appena varcata la soglia del tedio,
eccolo là: il solito, vecchio, palloso, monotono gruppetto di “Amici di Ricky”.
Odio queste tre parole.
Un losco branco di individui di età compresa
fra i sedici ed i trentacinque anni, di prevalenza hippie e con capacità
ricreative che spaziano dal saper suonare lo scacciapensieri al far girare
l’hula-hop per almeno trenta secondi consecutivi. Uno, addirittura, crede di
essere un vampiro!
Ma non è finita qui...
Schiacciata in un angolo del locale, tutta
intenta a cercare di fondermi con una delle pareti di mattoni nudi nel disperato
tentativo di sfuggire ai discorsi senza senso degli individui che mi circondano,
mi accorgo della nefasta presenza: tamarri. Non ho parole. Questo è senza dubbio
un presagio malvagio per l’anno nuovo. Dio ha deciso di punirmi per tutti i miei
(numerosi) peccati. Perché? Perché proprio stasera?
Abbacchiata più che mai, sorseggio lentamente
della Guinness dal bicchiere di plastica che tengo in mano, pensando di non
essere mai stata più disgustata di così.
Decido di rifugiarmi in bagno.
A proposito di disgusto: il “locale adibito a
cesso”, come usava chiamarlo affettuosamente una mia vecchia conoscenza, è
totalmente infestato da esseri orripilanti armati di bicchieroni di super
alcolici e cannoni grossi come sigari.
Ma, prima di potermi dare alla fuga, noto una
scena alquanto interessante.
C’è una ragazzina tamarra sui sedici o
diciassette anni in mezzo a quella marmaglia. E’ in compagnia dell’immancabile
amica/compagna di scuola e di un paio di sbarbatelli dall’aria baldanzosa. Ad un
certo punto la ragazzina, per farsi bella, suppongo, strappa dalle mani di uno
degli sbarbati un bicchiere pieno e metà di rum (il colore è inconfondibile) e
se lo scola tutto in un botto.
Non credo ai miei occhi. E’ fuori di testa?
Incuriosita dall’effetto che avrà su di lei il
super alcolico, me ne rimango lì, inchiodata al lavandino, sciacquandomi le mani
il più lentamente possibile, con tutti i sensi all’erta.
E poi, ecco la reazione:
Di punto in bianco, la ragazza strabuzza gli
occhi, barcolla leggermente e, per non cadere, si aggrappa al braccio
dell’amica/compagna di scuola. Deve girarle un bel po’ quella testolina vuota...
Io, interiormente bastarda, inizio a
sghignazzare, mentre la tamarrina sbronza viene tenuta in piedi di peso da due
ragazzini che le si affiancano e le circondano la vita con le braccia. Stanno
cercando di portarla fuori dal Pub per farle prendere una boccata d’aria, a
quanto ho capito. Chissà se sono a conoscenza dell’alta pericolosità di far
prendere colpi d’aria allo stomaco di qualcuno che ha bevuto troppo...
Provo invidia. Almeno lei, sicuramente, domani
mattina non ricorderà più niente di questo schifo di serata. Quasi quasi mi
ubriaco anch’io.
Sconsolata dalla mia capacità di reggere
l’alcol (diciamo pure che farei impallidire Paul Di’Anno, se mai dovesse vedere
la quantità di birra che riesco a buttar giù senza batter ciglio), abbandono lo
squallido bagno con la mente persa nelle mie fantasticherie.
Ed ecco che vedo lui.
Daniel.
Ci avevo sperato. Molto. Ma non volevo farmi
illusioni.
E’ proprio davanti a me, a pochi metri. E’
inconfondibile. L’unico in tutto il Pub con l’aria di chi la testa non ce l’ha
vuota.
Anche lui mi ha notato.
Stava parlando con una specie di ameba quando,
improvvisamente, si è girato e mi ha visto. Forse ha avvertito il mio sguardo su
di sé. Probabile. Anche perché, mentre lo fissavo, ho avuto una fugace immagine
di lui a petto nudo a cavallo di una Harley-Davidson.
Ho appena tradito mentalmente il mio ragazzo.
E’ possibile?
Lo vedo che si congeda dall’ameba con qualche
parola ed inizia a camminare con passo sicuro nella mia direzione. Indossa dei
jeans strategicamente strappati, una maglietta bianca, un paio di stivali
marroni ed un enorme chiodo di pelle.
Lui è il mio bellissimo desiderio proibito.
Io resto lì, a fissarlo con (sono sicurissima)
uno sguardo molto malizioso impresso sulla faccia. Stupide fantasticherie
traditrici.
«Ciao» lo saluto, tuffando il castano dei miei
occhi nel verde dei suoi.
«Ciao a te» mi risponde, ricambiando
l’intensità del mio sguardo.
Wow!
«Anche tu qui? Non dirmi che sei a corto di
posti migliori dove fare il conto alla rovescia»
Questo è quello che la mia bocca gli ha
chiesto. In realtà, il mio cervello aveva tutt’altro quesito da porgli. Qualcosa
che somigliava vagamente ad un “Che cavolo ci fai TU in un posto del genere, la
notte di Capodanno, in mezzo a questo branco di debosciati? Portami via!
«Diciamo che ho fatto un salto»
Lo sapevo.
«Allora beato te, che fra poco levi le tende
da questo purgatorio»
Non volevo essere così esplicita, ma l’idea
che l’unica persona nei paraggi degna di questo nome lasci la festa fra poco mi
urta parecchio.
«Se ti va, puoi venire via con me»
«...»
«...»
No, aspetta. Forse ho capito male.
«Eh?» Al momento, è tutto quello che riesco a
far uscire di bocca.
«Dicevo che, se ti fa piacere, puoi venire con
me» mi ripete, mentre i suoi occhi, ancora saldamente ancorati ai miei, sembra
sprizzino scintille.
«Sono con Ricky»
Ma perché? Perché sono così odiosamente
fedele?!
Se sapessi di non fare la figura della
pazzoide correrei verso il muro e ci sbatterei la testa fino a perdere i sensi.
«Ci stai ancora insieme?» Ho l’impressione
che, nel pronunciare l’ultima parola, abbia fatto una faccia un po’... come
dire... schifata.
Non ho la forza di dirgli di sì e, quindi, in
segno di assenso, faccio ciondolare la testa avanti e indietro un paio di volte.
Sto malissimo. Come faccio a spiegargli tutta
la faccenda, senza fare la figura della scema?
«E’ una situazione un po’ complicata» riesco
ad aggiungere.
Avverto della severità nel suo sguardo. Ed
anche un po’ di...
Possibile? Rabbia.
Sapevo di piacergli. L’avevo capito subito.
Dalla prima volta che lo vidi.
°°*°°
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Capitolo 2 *** 2- Il Pirata ***
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2
Il Pirata
Era un caldo pomeriggio di settembre.
Ricky, come sempre, mi aveva portato con sé
in sala prove. E' un discreto chitarrista. Diverse volte ho anche cantato con il
suo gruppo.
Come di consueto, però, finimmo col
litigare.
«Esco un minuto» annunciai. Infilai la
porta e ci appoggiai le spalle subito dopo averla chiusa con forza dietro di me.
Nascosi le mani tremanti dietro la schiena
ed abbassai leggermente la testa. Gli occhi mi pungevano a causa delle lacrime
che volevano uscire. Li chiusi con rabbia e mi trattenni. Non gli avrei mai dato
quella soddisfazione.
«Tutto a posto?»
Anche se presa alla sprovvista, né
sobbalzai né feci alcun movimento. Era una voce troppo bella per spaventarsi.
Feci un gran respiro ed aprii lentamente
gli occhi.
C'era un ragazzo davanti a me, a poche
decine di centimetri. Definirlo "carino" era un eufemismo bello e buono. Era
accovacciato sulle piante dei piedi, con le ginocchia piegate e gli avambracci
appoggiati sulle cosce. Mi guardava da sotto in su, dritto negli occhi.
«Tutto a posto» confermai «Solo una piccola
discussione»
Quando si alzò in posizione eretta,
sollevai la testa anch'io, seguendolo con lo sguardo. Era alto circa un metro e
settantacinque centimetri. Lo so che non è moltissimo. Ma, quando stai insieme
ad un tizio alto esattamente quanto te, cominci ad apprezzare sensibilmente
chiunque abbia una statura superiore al metro e sessantadue.
La corporatura era molto robusta. Circa
ottanta chili, valutai rapidamente (e non sto parlando di ciccia). I capelli
chiari erano rasati a zero e gli occhi... accidenti... Mai visti occhi così.
Verdi, screziati di scuro, profondi. Ci si poteva perdere in quell'immensità.
Indossava un paio di pantaloni mimetici a
tre quarti, una maglietta senza maniche ed un paio di scarpe da ginnastica. Il
cerchietto d'oro al lobo sinistro ed il Jolly Roger tatuato sul braccio gli
conferivano un'aria molto piratesca.
Lui mi sorrise.
Io rimasi folgorata.
«Si può entrare? Sono amico del bassista»
mi chiese, garbato.
«Certo. Vieni pure» gli risposi staccandomi
dalla porta e riaprendola di malavoglia.
«E' un batterista mica male» ci annunciò il
bassista, dopo le presentazioni.
Un po' per curiosità, un po' per
educazione, i ragazzi insistettero per fargli provare un paio di pezzi.
Io me ne stetti seduta in un angolo per
tutto il tempo. Gli occhi incollati su di lui.
Distoglievo lo sguardo solo quando girava
la testa nella mia direzione.
Il che avveniva molto spesso...
Ebbi subito l'impressione di piacergli.
Ovviamente, la cosa fu subito reciproca.
°°*°°
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Capitolo 3 *** 3- Galeotto fu il vomito ***
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3
Galeotto fu il vomito
«A
volte le cose sembrano più complicate di quanto non siano in realtà»
Continua a tenermi gli occhi incollati addosso, lo sfacciato. Mi farà impazzire!
«Lo so,
è solo che...» non riesco a finire la frase. La mia attenzione viene catturata
da uno strano rumore alle mie spalle. Mi giro. E’ la ragazzina tamarra/ubriaca.
E’ semisdraiata su un divanetto ed è colta da una sorta di singulto.
«Scusa
un secondo» No, no, no!!! Sono qui che parlo con l’uomo della mia vita, ed io
che faccio? Corro da una stupidissima minorenne sbronza!!
Arrivata al divanetto, lo spettacolo che mi si presenta è davvero
raccapricciante: la ragazzina si sta letteralmente vomitando addosso. Rischia di
soffocare se resta in quella posizione.
Chiamando a raccolta tutto il coraggio di cui dispongo per soprassedere allo
schifo, la prendo per le spalle e la tiro su. E’ bianca come un cadavere.
Probabilmente l’hanno scaricata qui pensando stesse dormendo beatamente. Piccoli
imbecilli.
Due
secondi dopo avverto la presenza di Daniel al mio fianco.
«Ti do
una mano» Quanto è dolce. Ricky sarebbe scappato vomitando anche lui per lo
schifo. Ha lo stomachino debole, povero.
«Grazie. Portiamola in bagno» dico, afferrando da un tavolino una manciata di
tovaglioli di carta.
Apparentemente immune all’immonda puzza ed ai residui dell’abbondante cenone di
Capodanno che la ragazza ha evidentemente consumato poche ore fa, con uno scatto
deciso la solleva tra le braccia e si dirige verso il bagno.
E’ la
seconda volta, stasera, che provo invidia per lei.
Arrivati a destinazione, sotto gli occhi stralunati dei pochi presenti rimasti
(forse è solo colpa dell’erba che si stanno fumando), iniziamo la manovra di
pulizia. Mentre Daniel la tiene in piedi, io inizio a ripulirle il viso ed i
capelli. Dio, che schifo. Ma quanto cavolo ha mangiato ‘sta qui?
Fortunatamente, con l’aiuto dell’acqua fredda, la ragazzina-vomitina si ripiglia
un po’. Ne approfitto per farle fare dei risciacqui alla bocca.
«Mi
sembra meno pallida» dico un po’ rincuorata.
La
riportiamo fuori dal bagno e la facciamo stendere sul fianco su un divanetto
pulito (l’altro è inavvicinabile). Sperando non dia più di stomaco, cerco di
coprirle la pancia alla meno peggio con dei cuscini.
«La
conosci?» mi chiede Daniel.
«A dire
il vero non l’ho mai vista prima di stasera. Non so neanche come si chiama» gli
rispondo, ancora un po’ agitata.
«Fossi
in lei, mi vergognerei a farmi vedere di nuovo da queste parti»
Torniamo in bagno per darci una lavata. Dentro non c’è più anima viva. Avranno
finito la scorta di erba.
«Meno
male che c’eri tu. Non avrei mai avuto la forza di prenderla di peso e
trascinarla fin qui» lo ringrazio mentre, con uno dei tovaglioli rimasti,
asporto con cura un immondo residuo organico dal suo chiodo.
«Beh...
avresti potuto chiamare qualcuno. Il tuo ragazzo dov’è?» Di nuovo quella
strana espressione schifata.
«Non lo
vedo da quando siamo arrivati. Sarà con il solito gruppetto di amici» rispondo
sincera.
«Non ci
credo» e dal suo tono di voce capisco che è davvero incredulo.
«A
cosa?» Improvvisamente (ed inspiegabilmente) turbata dalla sua vicinanza,
retrocedo quel tanto che consente il lavandino alle mie spalle.
«Che ti
possa lasciare da sola» mi risponde gettandomi nuovamente addosso quel profondo
verde. Non so perché, ma questa volta mi sento le guance andare in fiamme.
«Hai
paura che qualcuno mi rapisca?» gli chiedo sorridendo debolmente.
«In un
certo senso...» Fa un passo verso di me. Lo sguardo più serio che mai.
«Non
pensavo di avere l’aria così indifesa» riesco a malapena a sussurrare.
Il
cuore sta per scoppiarmi. Ne sono certa. Fra poco schizzerà fuori dal mio petto
ed inizierà a rimbalzare da una parete all’altra del bagno, in preda alla
follia.
«“Indifesa” non è l’aggettivo adatto a te» Un altro passo. I nostri corpi sono a
quindici centimetri di distanza. Oddio.
Ok,
calma interiore. Calma interiore. La situazione sta notevolmente sfuggendomi di
mano. Devo schiarirmi le idee.
«Senti...che ne dici di uscire da qui? Andiamo a prendere qualcosa da bere?»
butto lì, come se niente fosse.
Devo
ammettere di essere stata parecchio brava. Ho dovuto fare uno sforzo non
indifferente. Come un condannato a morte che, invece di tentare la fuga per
salvarsi la pelle, procede con passo sicuro ed orgoglioso verso il cappio e ci
infila la testa di sua spontanea volontà. Uguale uguale!
Lui
rimane per un attimo in silenzio, senza distogliere lo sguardo.
«Certo»
mi risponde asciutto, dopo qualche secondo «Dopo di te»
E, così
dicendo, va verso la porta e la apre aspettando che io lo preceda.
°°*°°
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Capitolo 4 *** 4- Il Pipistrello furioso ***
1
4
Il
Pipistrello furioso
Ho sempre adorato Halloween!
Il profumo della pioggia, le vetrine dei negozi piene di festoni
arancioni, le Jack-o’-lantern...
Quel primo vero freschino che ti spinge a rovistare nell’armadio
alla ricerca della tua felpa preferita che, puntualmente, ti richiama ai profumi
ed ai colori dell’autunno.
In quella magica notte avevamo ricevuto un ingaggio al “Pop&Corn”,
un locale molto carino appena fuori città.
Per l’occasione avevo scelto di vestirmi da strega, con sommo
disappunto del mio nanerottolo. Lui avrebbe preferito che mi vestissi da
vampira, con tanto di vestitino succinto, lenti a contatto psichedeliche e
atteggiamento fatale. Una porno-vampira, tanto per intenderci.
Io, invece, che già mi immaginavo bella comoda nel mio vestitone
lungo tutto toppe, con il cappello a punta e lo scialle di lana, cercai di
liquidare la questione con una blandissima scusa:
«Però da vampiro ci sei già vestito tu! Nel gruppo, poi, ci sono
uno zombie, un Jason e uno Zio Fester. Se noi due ci vestissimo uguali ci
andrebbe di mezzo la nostra immagine sul palco!» Ma quando mai, pensai.
«Meglio! Così si capirebbe che stiamo insieme» mi sentii
rispondere con la sua celebre inflessione veemente.
«Dai, ormai ho già comprato tutto il necessario» insistetti,
cercando di avere un tono ragionevole.
«Fai come vuoi»
E così, qualche sera dopo, mi ritrovai sull’inquietante
palcoscenico del “Pop&Corn” a cantare canzoni rock/metal travestita da vecchia
megera, con un pubblico formato da ragazzi e ragazze agghindati in maniera a dir
poco inquietante.
Quello era esattamente tutto quello che volevo dalla vita. Beh...
quasi. Mi mancavano una Ferrari, un castello in Scozia, una Fender, una vagonata
di soldi e Daniel. Eh sì! L’ultima cosa, poi, mi mancava particolarmente.
A proposito di Daniel. Quando, quella sera, lo vidi arrivare
vestito da Han Solo, quasi non resistetti dall’andare subito a travestirmi da
Principessa Leila. Un costume da Chewbacca sarebbe andato bene lo stesso…
Ricky, al contrario, non sembrava troppo entusiasta.
«Non te l’ho detto? Gli ho chiesto di venire per suonare qualcosa
degli Iron!» gli spiegò dieci minuti dopo il bassista/zombie, per la mia
felicità.
«Potevi avvertire, no?» gli rispose Ricky, acido «E poi, guarda
come cazzo è vestito!»
«Che te ne frega di come si veste? L’importante è che suoni bene
la batteria!»
«Se lui resta, io me ne vado» dichiarò Ricky, teatrale.
«Come sarebbe?» gli chiese l’esterrefatto zombie «Non puoi
andartene solo perché non ti piace Guerre Stellari»
Alla
luce degli exploit di questo ragazzo, più di una volta mi sono chiesta se
suonare il basso, a lunga andare, possa risultare nocivo per la mente.
Nel frattempo, il pomo della discordia arrivò, ma Ricky non gli
diede neanche il tempo di salutare.
«Vieni, andiamo via!» mi ordinò, afferrandomi per un braccio.
«Cosa? Che c’entro io?» mi ribellai, presa alla sprovvista.
Se gli occhi di Ricky fossero stati muniti di laser, quella sera
sarei stata ridotta in cenere.
«Fino a prova contraria, sei la
mia
ragazza» mi rispose, gelido, senza mollare la presa sul mio braccio.
A quella frase, vidi gli occhi di Daniel puntarsi su Ricky, quasi
volessero perforargli la testa.
“Beh… Dopotutto, qualcosa in comune ce l’hanno” mi ritrovai a
pensare, mio malgrado.
«Ricky, cerca di ragionare» iniziai per smorzare la tensione che
si stava creando «Se ce ne andiamo entrambi il gruppo rimarrà senza una chitarra
e senza le voci. Senza contare che perderemmo i soldi per il lavoro»
In realtà, quelle erano solo deboli scuse per mascherare il vero
motivo che mi spingeva al non voler abbandonare la festa.
Riuscii in ogni caso a convincerlo.
Ma, a partire da quella sera, un certo senso di colpa iniziò a
perseguitarmi.
Dopotutto, Ricky aveva detto bene: fino a prova contraria, ero la
sua
ragazza.
°°*°°
Spazietto Autrice:
Ringrazio
TheOnlyRealBoss92
per la bella e graditissima recensione! L’ho apprezzata davvero tanto! Spero
continuerai a seguirmi!
Approfitto dell’occasione per ringraziare tutti quelli che hanno
letto (e leggono) la mia storia anche senza lasciare recensioni.
Infine, un particolare grazie a pirilla88 per aver messo i
miei scarabocchi tra le sue Ff preferite.
A presto!
- Sif -
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Capitolo 5 *** 5- Sapore di assenzio ***
1
5
Sapore di assenzio
Stupida
idiota!!
Non
posso fare a meno di ripetermelo mentre, dopo aver varcato la porta del bagno,
si ripresenta davanti a me il vecchio Pub in tutto il suo squallore.
Imbecille!! Ce l’ho messa proprio tutta per ficcare la testa in quello stupido
cappio!!
«Cosa
bevi?» L’espressione di Daniel è tornata quella di sempre. Nessuno potrebbe
immaginare cosa stava per succedere pochi minuti fa.
«Una
birra chiara» Mi ci vuole proprio.
«Ok.
Posso offrire io?» mi chiede con un mezzo sorriso. Mi farà morire, prima o poi.
«Grazie. In teoria dovrei farlo io, dato che mi hai aiutato, poco fa»
Mi
sorride di nuovo. Quanto è bello…
Accidenti a me. Perché, prima, non l’ho lasciato fare?
«Non
c’è problema. Mi fa piacere» e si avvia verso il bancone.
Per
scacciare dalle mie membra l’irrefrenabile desiderio di corrergli dietro e
gettarmi ai suoi piedi, decido di fare qualcosa di utile: vado in cerca dello
spolverino. Visto l'andazzo, non sia mai che a qualcuno venga in mente di
vomitarci sopra.
Lo
trovo poco dopo, abbandonato su una sedia. Lo indosso subito. Fa un po’
freschino (specialmente dopo la focosa esperienza in bagno).
Nel
frattempo Daniel mi raggiunge con due bicchieri di plastica fra le mani, uno
grande ed uno molto piccolo. Uno contiene inequivocabilmente della birra,
l’altro due centimetri di una sostanza dall’acceso color magenta.
«Grazie
mille» gli dico, prendendo il mio bicchiere «Tu cosa hai preso?»
«Assenzio» mi risponde con un sorrisetto divertito «Assaggia»
Mi
porge il bicchierino. Lo accetto volentieri.
«Ne ho
sentito parlare, ma non l’ho mai provato» borbotto analizzando il liquido in
controluce «Ha l’aria di essere estremamente chimico»
Lo
assaggio appena. E’ orrendo. Non posso fare a meno di tirare fuori la lingua ed
esprimere tutto il mio disappunto: «Bleah!» Glielo restituisco subito.
Questa
volta ride proprio di gusto.
«Non ti
piace, eh? Non avevo dubbi. E’ troppo poco dolce per te»
Mi
metto a ridere anch’io. Poi ripenso all’ultima cosa che ha detto.
«Perché?» gli chiedo con una certa curiosità.
«Perché
non si può mischiare il dolce con l’amaro» mi risponde, portandosi il
bicchierino alle labbra.
Aspetta. Mi sta dicendo che sono io l’elemento dolce?
Non
faccio in tempo a chiedergli altro. Rimango basita per qualcosa che vedo alle
sue spalle.
Notando
il cambiamento repentino sulla mia faccia, Daniel si volta per scoprire qual è
l’oggetto del mio interesse.
Seduto
su uno di quei maledettissimi divanetti c’è Ricky. Tiene la
tamarra-sbronza-vomitina sulle ginocchia. Lei ha la testa appoggiata sulla sua
spalla e le braccia attorno al suo collo.
Vedo
rosso. Sento la rabbia ribollirmi nello stomaco.
Abbandono il mio bicchiere di birra su uno dei tavolini e, senza dire una
parola, mi avvio lentamente verso i due ignari. Con la coda dell’occhio vedo che
Daniel mi segue in silenzio.
«Ti
diverti?» chiedo sarcastica, parandomi davanti al nanerottolo a braccia
incrociate.
La
ragazza tiene gli occhi chiusi; probabilmente non si sta neanche lontanamente
rendendo conto di quello che sta succedendo.
Ricky,
che invece se ne sta rendendo conto più che bene, appena mi vede sbianca
sensibilmente ed alza le mani di scatto.
«Non è
colpa mia»
A
quanto pare non riesce a fornirmi una scusa più intelligente.
«No,
guarda... E’ mia. Sono io che le tengo le mani sulle cosce»
«E’
ubriaca. E’ stata lei a sedersi su di me» Sta arrancando... Lo sento.
«Bastava non farglielo fare, idiota!» gli grido contro, furibonda.
Parecchia gente ci sta guardando. L’umiliazione che mi provoca la scena, in ogni
caso, è nulla in confronto all’ira che mi pervade per essere stata così
imbecille da mettermi insieme ad un individuo del genere.
Non gli
lascio neanche il tempo di replicare.
Mi giro
di scatto. Daniel è proprio dietro di me. Gli strappo via dalle mani l’assenzio
e me lo butto giù in gola tutto in un colpo.
E’ una
delle cose più disgustose, in termini alimentari, che abbia mai fatto in vita
mia.
Il
petto e lo stomaco iniziano a bruciarmi. Perfetto.
Lasciando cadere dalle mie dita il bicchierino ormai vuoto, volto la testa verso
Ricky.
«Ti
lascio» gli sputo contro, con tutto il disprezzo possibile.
Poi,
rivolgendomi nuovamente verso Daniel, gli afferro il viso con entrambe le mani e
lo avvicino al mio. A tre millimetri dalle sue labbra, lo guardo dritto negli
occhi e, in modo che solo le sue orecchie riescano a sentirmi, gli soffio un
flebile:
«Perdonami»
E poi
lo bacio.
Ora,
sarà per via della situazione bizzarra; sarà per l’effetto alcolico della
schifezza che ho bevuto; sarà perché desideravo farlo da tantissimo tempo; ma è
una delle esperienze più stupefacenti che mi siano mai capitate.
Dopo
qualche secondo, mi stacco dalle sue labbra bollenti con un leggero risucchio.
Mmm... non posso farne a meno... non so perché ma l’assenzio, a contatto con la
sua bocca, assume un buon sapore.
Lentamente, mi allontano. Le mie mani circondano ancora il suo magnifico viso.
Lui mi fissa con sguardo indecifrabile.
Ho il
fiatone! Cavolo. Si può avere il fiatone per un semplice bacio a stampo?
A
malincuore, mi rigiro verso il mio ormai ex-ragazzo.
Penso
di averlo sconvolto non poco.
L’iniziale pallore del viso ha ceduto il posto ad un preoccupante color
amaranto, eccetto che per il collo: curiosamente chiazzato di rosa. La bocca è
serrata in una sottilissima linea, a metà fra un broncio ed un’espressione
sdegnata. Gli occhi, abbandonato il consueto azzurro limpido, si sono tramutati
in due profonde pozze blu notte: chiaro sintomo di collera.
Meglio
tagliare la corda.
«Non mi
cercare più» Detto questo, prendo Daniel per mano e lo trascino via con me.
Quasi corro, per la smania di scappare via da quella situazione. Non mi fermo
finché non mi ritrovo nel parcheggio, all’aria aperta.
L'aria
frizzante mi sfiora il viso, benefica, elargendomi un rinnovato senso di
libertà.
Inizio
a prendere grandi boccate di ossigeno. Ho l’impressione di non farlo da una
vita.
«Posso
fare qualcosa?» Mi accorgo solo adesso di stringere ancora la mano di Daniel.
«Scusami per averti usato in quel modo. E’ l’unica cosa plausibile che mi sia
venuta in mente» L’imbarazzo inizia a farsi sentire. Il giramento di testa pure:
maledetto assenzio.
Stranamente, però, l’imbarazzo in questione non sembra minimamente toccare la
sua persona.
«Vieni
con me» Non immaginavo che si potesse assumere un tono tanto dolce, mentre si
impartisce un ordine a qualcuno.
Ho una
gran voglia di piangere.
«Non
voglio che perdi la serata per colpa mia» inizio a frignare «Te l’ho già
rovinata abbastanza»
Non
resisto a tutto questo stress e, mio malgrado, una piccola lacrima sfugge al mio
controllo.
Lui mi
guarda per cinque secondi con quel suo sguardo enigmatico e poi, stringendomi a
sua volta la mano, senza aggiungere una parola, inizia a guidarmi in direzione
di una meravigliosa Ducati nera a pochi metri da noi.
Sempre
senza proferire verbo, apre una delle grandi sacche ai lati della moto e ne
estrae un lucidissimo casco nero con un Jolly Roger verde aerografato sopra. Me
lo porge.
«Mettilo»
«E tu?»
gli chiedo tirando su col naso.
«Non ti
preoccupare»
Sono
commossa.
Mentre
infilo il casco e lo allaccio con mani leggermente tremanti, lui salta agilmente
in sella al bestione e mette in moto. Wow! Che scena, ragazzi!
«Salta
su» mi invita deciso.
Io mi
aggrappo con entrambe le mani alle sue spalle (doppio wow!) e mi isso sulla
parte posteriore della sella.
«Tieniti a me»
C’è
anche bisogno di chiederlo? Ubbidiente, gli circondo la vita con le braccia.
Da
dietro la sua spalla, lo vedo sorridere.
°°*°°
Spazietto Autrice:
TheOnlyRealBoss92
– So cosa vuoi dire... Anche io, molte volte, sono stata tentata di dare fuoco
ad un poster dei Tokio Hotel (prego gli eventuali fan di scusare la mia brutale
sincerità).
Tornando
alla storia, cerco di rispondere ai tuoi interrogativi:
Lei: nel prossimo capitolo cercherò di spiegare
perché ci ha messo tanto a scaricare (come l’hai brillantemente definito tu)
l’ottavo nano.
Ricky: più che apatico è un gran rompiballe... E’
alto come lei (162 centimetri). Personalmente, lo trovo un personaggio
particolare perché a prima vista potrebbe sembrare un figo (esteticamente è
molto carino, ha molti amici, canta e suona in un gruppo) ma poi, in fondo,
rivela il brio di un novantenne in pensione (senza offesa per la categoria).
Daniel: è l’anima gemella della protagonista e,
come tale, lei non può fare a meno di esserne incredibilmente attratta.
Ti ringrazio ancora tanto per i
complimenti!
Un enorme grazie anche a maryt2803 e
stefinaboh per aver inserito la mia storia tra le preferite.
A presto!
- Sif -
|
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Capitolo 6 *** 6- Pericolo sventato ***
1
6
Pericolo sventato
Paura.
“Fuori i soldi! Veloce!”
Nient’altro che paura.
Il
tizio era alto e ben piazzato. Suppongo che, anche se non avesse impugnato quel
coltello, avremmo fatto comunque tutto quel che ci diceva.
Erano circa le undici e mezza di sera. Io e Ricky ci stavamo dirigendo verso
l’auto quando, improvvisamente, una figura ci aveva sbarrato la strada,
intimandoci di vuotare le tasche.
Rimasi letteralmente pietrificata. Potevo percepire chiaramente il sangue
defluirmi dal viso, sbiancandolo.
“Avanti! Quanto ci vuole?”
Come
se fossero state temporaneamente dotate di molle, le mie braccia scattarono
verso la borsa, cercando il portafoglio.
“Puoi lasciarmi i documenti?” Come abbia avuto il coraggio di chiederglielo, non
lo so.
So
solo che, dopo aver ripulito il mio portafoglio dei pochi spiccioli che
conteneva, me lo restituì. Poi il suo sguardo si fissò sull’orologio che tenevo
al polso. Me lo slacciai, in silenzio, e glielo diedi.
Ricky, invece, non disse nulla.
Consegnò tutto ciò che aveva in totale mutismo, come ipnotizzato.
La
paura che si sprigionava dalla sua persona era quasi palpabile.
Purtroppo, la cosa non finì lì.
Intascati i nostri averi, la sua attenzione poté concentrarsi su di un altro
elemento: me.
“E’
la tua ragazza?” si rivolse a Ricky, facendo un cenno nella mia direzione.
Io
mi aggrappai disperatamente al braccio del mio ragazzo, ma lui, mio malgrado,
non diede segno di essersene minimamente accorto.
Il
cuore mi rimbombava talmente forte da farmi male.
“Carina” continuò lo sconosciuto guardandomi viscidamente.
Ricky continuava ostinatamente a far finta di niente.
Lo
disprezzai, per questo.
Il
tizio, invece, parve gradire molto il suo comportamento. Suppongo, anzi, che lo
interpretò come un tacito assenso.
“Vieni qui” mi ordinò afferrandomi per un polso e cercando di trascinarmi verso
di sé.
Mi
misi ad urlare, puntando i piedi a terra ed aggrappandomi ancor più
freneticamente al braccio di Ricky con la mano libera.
Grazie al Cielo, le mie urla disperate attirarono l’attenzione di due uomini che
passavano lì vicino, per caso.
Il
ladruncolo si diede alla fuga.
Io
mi misi a piangere, detestando Ricky ancor di più.
Un
paio di settimane dopo l’accaduto (e, quindi, dopo un paio di settimane di
ininterrotte scuse da parte di Ricky) ci ritrovammo in sala prove.
C’era anche Daniel. Lui era l’unico che ancora non sapeva cosa fosse successo.
Lo
scoprì proprio quel giorno. Da me.
Glielo confessai fuori dalla porta della sala prove, nel medesimo metro quadrato
dove ci conoscemmo.
“COSA??!” esplose, guardandomi con occhi dilatati per lo stupore e cambiando
sensibilmente colore.
Distolsi lo sguardo, sentendomi quasi colpevole per la mia incapacità e per
quella del mio ragazzo.
“E
Ricky cosa ha fatto?” incalzò, incurante del mio sguardo mortificato.
“Beh... cosa poteva fare?” tentai di giustificarlo, poco convinta “Quello
continuava a tenergli il coltello puntato contro e...”
“Non
ha fatto niente?” mi interruppe ancor più alterato. La faccia gli era diventata
rossa come un pomodoro. Non l’avevo mai visto arrabbiato.
Non
risposi. Sarebbe stato palesemente superfluo.
“Stai bene?” mi chiese dopo un po’ “Non ti ha toccata, vero?” Il suo tono
portava con sé l’impazienza di una conferma assoluta ed immediata.
“Eccetto per il polso, direi che neanche mi ha sfiorato” lo rassicurai con un
mezzo sorriso.
“E’
anche troppo!” ringhiò, cercando con lo sguardo la porzione di pelle su cui il
balordo aveva lasciato un livido divenuto ormai giallo.
La
sua reazione mi colpì non poco. Gli importavo a tal punto? Tanto da farsi quasi
prendere dal panico all’idea che qualcuno mi facesse del male?
La
porta alle mie spalle si aprì.
“Dany, ti va di suonare?” ci interruppe la voce di Ricky.
Gli
occhi di Daniel guizzarono dal mio polso alla figura dietro di me. Quel che vi
lessi mi intimorì. Ma fu solo un attimo.
Lanciandomi un’ultima occhiata, raggiunse il resto del gruppo.
Quel
giorno, la batteria della sala prove venne brutalmente maltrattata dalle
bacchette di Daniel.
Era
evidente: non la stava suonando. La stava picchiando.
°°*°°
Spazietto Autrice:
TheOnlyRealBoss92
– Ma ciao, oh mio grande (unico) recensore! Non posso che dirmi lusingata, come
sempre, dai tuoi complimenti! Ebbene sì! L'assenzio è una bevanda molto
potente... Però bisogna berlo con mooolta cautela, se no fai la fine di un mio
amico che è quasi collassato dopo aver dato di stomaco pure l'anima!
Piccola precisazione: non è in questo
capitolo che spiego un tantino meglio la situazione tra la protagonista e Ricky,
ma nell'ottavo (salvo imprevisti).
A presto!
- Sif -
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Capitolo 7 *** 7- Tua ***
1
7
Tua
Sono
totalmente abbandonata contro la schiena di Daniel.
E’ una
sensazione meravigliosa!
Non mi
sono mai sentita più felice di così. Sono sicura che non potrebbe accadermi
nulla di male in questo momento.
Dopo un
tragitto troppo breve, ci fermiamo nel bel mezzo di uno spiazzo erboso,
disseminato qua e là da alcuni alberi. Una specie di parco. Non mi sembra di
esserci mai stata.
Appena
ci fermiamo, scendo dalla Ducati e mi tolgo subito il casco.
Provo a
darmi un’occhiata nello specchietto della moto.
Lo
sapevo...
I
capelli, fino a poco prima perfettamente acconciati, adesso hanno l’aspetto di
un ragno gigante appollaiato sulla mia testa.
Decido
di scioglierli del tutto. Sempre meglio che sembrare uno spaventapasseri.
«Non
ti avevo mai vista con i capelli sciolti» mi fa notare lui, squadrandomi
attentamente.
«Lo
so. Sembro una matta. Cerco di tenerli legati il più possibile, ma sono talmente
sottili che non riescono a rimanere in ordine molto a lungo» mi giustifico
cercando di pettinarmi con le dita.
«Intendevo
dire che ti stanno bene» Ecco il consueto mezzo sorriso. Bellissimo.
«Gra-grazie»
balbetto imbarazzata «Ehm... dove siamo?»
«E’
una sorpresa» mi risponde tranquillo mentre sfila una copertina patchwork rossa
e gialla dalla sacca.
«Per di qua»
Mi
afferra con decisione la mano e mi porta verso una macchia di alberi, poco
lontano.
Ci
addentriamo. Il buoi è quasi assoluto.
Io
inciampo diverse volte. Lui, premurosamente, è sempre pronto a sorreggermi.
Mi
sento un’impedita totale.
Dopo
qualche minuto di cammino, finalmente arriviamo a destinazione.
Un
fazzolettino di prato, grande più o meno quattro metri quadrati, con una
panchina di legno nel mezzo. Oltre la panchina, una serie di paletti conficcati
nel terreno, lo strapiombo, la città illuminata ed il cielo stellato. Sembra un
pezzetto di favola.
«E’
bellissimo!» quasi grido per l’eccitazione «Come l’hai scoperto?»
«E’
stato per caso... Non penso siano in molti a conoscerlo»
«Incredibile... Ci sediamo?» sembro una bambina.
«Siamo
qui apposta» mi risponde lui, divertito.
Tutta
contenta (Ricky, ormai, fa parte di un’altra dimensione) raggiungo la panchina
saltellando e mi ci siedo sopra. La vista è davvero mozzafiato. In cielo non c’è
neanche una nuvola a nascondere il luccichio della luna crescente e delle
stelle. Subito dopo, Daniel si siede alla mia destra, dispiega la copertina e la
sistema con cura sulle nostre ginocchia.
Si sta
benissimo. Non fa neanche molto freddo.
Dopo
qualche minuto passato a contemplare le meraviglie davanti a noi, giro
leggermente la testa e lo guardo: è voltato verso il panorama, in assoluta
contemplazione.
Rivolgo
di nuovo lo sguardo verso quella distesa luminosa.
«Sei
stato carino stasera. Non so come ringraziarti. Sicuro di non avere qualche
altro impegno? Voglio dire... passare il Capodanno seduto su una panchina di
legno, non deve sembrarti molto esaltante. Anche se devo dire che la vista
compensa abbastanza...»
«Sei
agitata» Non è una domanda.
«Perché
me lo chiedi?» domando con un sorrisetto nervoso.
«Stai
sparando a raffica»
Rimango
allibita. Mi ha beccato.
«Beh...
un pochino. E’ una serata così strana!»
E poi,
in un attimo, mi toglie il respiro.
Alza
il braccio sinistro e me lo passa intorno alle spalle, azzerando la distanza fra
noi. La mia testa, chissà come, finisce sulla sua spalla.
Daniel
mi sta abbracciando! A me! Lui!
«Va
meglio?» mi chiede a voce bassa.
La sua
presa è salda e sicura. Sembra quasi che non possa accettare repliche. Eppure mi
stringe con gentilezza. Come se per lui fossi... importante.
Sì. Mi
sento proprio così. Daniel mi fa sentire importante.
«Penso
di non essere mai stata meglio in vita mia»
Non
faccio risatine sciocche mentre mi confesso. Non balbetto, non arrossisco. Sono
troppo sicura per fare simili scemenze. Sicura di quello che provo. Di quello
che prova lui. Sicura di quello che stiamo per fare.
Alzo lo
sguardo fino ad incontrare i suoi occhi. Ci fissiamo senza imbarazzo. In
silenzio.
Poi
Daniel alza la mano destra e la poggia delicatamente sulla mia guancia. E’
grande e calda. Trasmette calma. Lentamente la fa scorrere sulla mia mascella,
sotto l’orecchio, sul collo. Con le dita aperte si insinua pian piano tra i miei
ricci fino a raggiungere la nuca. E lì si ferma. Il suo sguardo è sempre più
infuocato.
L’emozione è troppa. Sento già le lacrime premere da dietro gli occhi.
Mi sa
che se n’è accorto, perché aggrotta lievemente la fronte. Oddio. Speriamo non
fraintenda.
Okay.
E’ ora di darsi una svegliata.
Cercando disperatamente di ricacciare indietro le lacrime, avvicino il mio viso
al suo in un tacito assenso. Lui abbandona subito l’aria corrucciata di poco
prima e sposta il suo sguardo dai miei occhi direttamente alle mie labbra.
Assume la stessa espressione di un diabetico davanti alla vetrina di una
pasticceria.
Da
parte mia, mi accorgo solo ora che ho smesso già da un po’ di respirare. Beh...
pazienza. Ho ben altro a cui pensare, al momento.
Sento
che il suo braccio rafforza lievemente la stretta sulle mie spalle. Lui mi
vuole. E mi vuole adesso!
Con
estrema lentezza, i nostri occhi si chiudono mentre le nostre labbra si
incontrano, si assaggiano dolcemente. Quasi subito le allontaniamo di pochi
centimetri e ci guardiamo negli occhi, sorridendo appena. E’ la prima volta che,
per un bacio, sento i brividi lungo la schiena. Chissà se lui prova la stessa
cosa?
Non
faccio in tempo a chiedermi altro. La necessità di baciarsi di nuovo è
impellente.
Sento
la mia mano, apparentemente munita di vita propria, posizionarsi nel bel mezzo
del suo petto, per poi risalire con non-chalance fino alla sua spalla
sinistra, sotto il chiodo. E’ forte. Come la roccia a cui ti aggrappi per non
venire trascinata via dalla corrente.
Nel
frattempo, complice la stessa possessione che ha colpito i miei arti, la sua
mano scivola dalle mie spalle direttamente al mio sedere (questa non me
l’aspettavo proprio!) e, con la sola forza del braccio sinistro, mi solleva e mi
fa mettere a cavalcioni su di lui.
Oh.
Mio. Dio.
Penso
sia la cosa più assurdamente eccitante che mi sia mai capitata.
I
nostri baci sono bramosi. Le lingue esplorano sfrontatamente la bocca che si
ritrovano davanti, toccandosi e accarezzandosi sensualmente.
Provo
la bizzarra sensazione di ricevere il mio primo bacio. Come se tutti quelli dati
prima di stasera siano stati solo dei casti bacetti sulle guance.
Le mie
braccia sono energicamente intrecciate attorno al suo collo. Tutto il mio busto
è praticamente incollato al suo. Il suo braccio sinistro mi stringe la vita,
mentre la mano destra è tuffata nei miei capelli.
Siamo
talmente appiccicati da poter sembrare un’unica persona.
«La tua
cintura mi sta uccidendo» mi fa notare lui con un sorrisino.
«Oddio,
scusami!» gli rispondo mortificata, allontanandomi dal suo torace ed
accingendomi subito a toglierla. Stupide borchie.
«Aspetta»
Neanche gli fosse mancato improvvisamente l’ossigeno, con la mano destra mi
dirige nuovamente verso le sue labbra e con la sinistra inizia a slacciarmi la
cintura.
Con un
colpo secco, mi sfila di dosso il pezzo di cuoio incriminato e lo getta chissà
dove sul prato, riposizionando subito il braccio intorno al mio corpo.
Tutto
ciò è alquanto esaltante. Così tanto da lasciarmi sfuggire un inequivocabile
gemito.
La
cosa, a quanto pare, non passa inosservata dato che, subito dopo, iniziano a
piovermi baci roventi sul collo. La sua bocca, sempre più esigente, scende fino
a raggiungere l’orlo superiore del mio bustino, tracciando piccoli cerchi
infuocati con la lingua.
Non
posso fare a meno di afferrargli la testa e spingermela contro, mentre con le
mani lui mi afferra per i fianchi facendomi inarcare la schiena e gettare
indietro la testa.
«Di’
che sei mia» lo sento dire con voce roca «Dillo»
«S-sono
tua» sussurro con un altro gemito.
Di
punto in bianco, mi afferra con decisione per le spalle e mi stacca da sé. I
nostri visi rimangono a dieci centimetri di distanza. Abbiamo entrambi il fiato
corto.
Lo
osservo. Le sue guance sono tinte di un adorabile rosa acceso ed i suoi occhi
sono più scuri del solito. Mi ci potrei benissimo specchiare dentro.
«Sono
tua» ripeto con una certa determinazione nella voce «Lo sono da quando ci siamo
incontrati per la prima volta. Forse anche da prima»
°°*°°
Spazietto Autrice:
TheOnlyRealBoss92
– Una parola per definirti: MITICO.
Myanne
– Grazie
per aver inserito la mia storia tra le tue preferite!
Grazie a chi mi segue anche
senza lasciare recensioni! Fra parentesi, se avete tempo/voglia, non nascondo
che mi farebbe piacere sapere quali sono i vostri pensieri in merito, che reputo
importantissimi!
A presto!
- Sif -
|
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Capitolo 8 *** 8- Che la forza sia con me ***
1
8
Che la forza sia con me
«Perché no?»
«Non
ho voglia, non mi sento molto bene»
«Dovrei crederci?»
«E’
affar tuo»
Ricky ed io. Sabato sera. Camera sua. Sdraiati sul letto a guardare un
noiosissimo film alla tv.
Come
tutte le numerose precedenti analoghe situazioni, lui iniziò a dare chiari segni
di desiderio sessuale.
Quella sera mi rifiutai di accontentarlo.
Non
sapevo precisamente il motivo. O forse sì... Diciamo solo che, di punto in
bianco, ogni volta che posava la sua mano su di me, mi veniva la pelle d’oca e
provavo l’impulso di allontanarmi.
Era
appurato: non lo amavo più. Se mai l’avevo amato.
«E’
per lui, vero?» mi chiese con tono accusatorio
«Ho visto come vi
guardate»
Non
c’era bisogno di chiedergli a chi si stava riferendo.
«No»
gli risposi senza guardarlo «Ma penso sia ora che noi due parliamo»
«Non
puoi lasciarmi!» mi gridò in faccia con una lieve nota di panico.
Mi
voltai a guardarlo. Aveva già gli occhi lucidi.
«Se
sai già di che si tratta, vuol dire che anche tu ti sei accorto che fra noi le
cose non vanno bene» cercai di farlo ragionare.
«Ho
fatto qualcosa di sbagliato?» mi chiese portandosi una mano al petto.
«Molte volte, ma non è questo il punto» risposi cercando disperatamente di
restare calma.
«Se
ho sbagliato ti chiedo scusa» e, così dicendo, scese dal letto e mi si
inginocchiò davanti.
La
situazione era di un’assurdità disarmante.
«Ricky,
smettila!» iniziai anch’io ad alterarmi «Ti ho detto che non è per questo!»
«E
allora per cos’è?» Ormai il panico lo aveva colto in pieno. Iniziò a piangere.
«Stai calmo, accidenti!» non riuscivo a tenere la voce bassa «Perché ti devi
mettere a piangere?»
«Che
cosa dovrei fare? Mi stai lasciando!» sbraitò, ormai fuori controllo. I suoi
respiri iniziarono a farsi più corti e ravvicinati, come in un attacco d’asma.
Ovviamente lo faceva di proposito. Lo conoscevo.
«Piantala, Ricky!»
Invece di darmi retta, rincarò la dose accentuando ancor più il ritmo
respiratorio. Poi, non contento, buttò indietro gli occhi e si fece cadere sul
pavimento, apparentemente privo di sensi.
Mi
sono sempre chiesta il perché non abbia mai intrapreso una carriera da attore.
Anche perché, se si parla di aspetto fisico, è uguale ed identico a Harry Potter.
Occhiali compresi.
Comunque, attore o no, quella fu la sera in cui mi feci fregare.
Innumerevoli volte mi diedi della stupida e della debole. Innumerevoli volte
pensai con rimorso che, se avessi avuto un po’ più di coraggio, avrei potuto
colmare quel senso di vuoto che mi perseguitava da quando avevo conosciuto
Daniel.
°°*°°
Spazietto Autrice:
TheOnlyRealBoss92
–
Ma grazieeeeee!!! Sono commossa!!! *-*
Grazie a tutti quelli che
hanno letto! Beh... Nello scorso capitolo avevo chiesto di lasciare un
commentino, giusto per sapere i vostri preziosi pareri ma, purtroppo, nessuno
(eccetto il Boss, ovviamente) mi ha accontentata... Uffina! >.<
Mmm... magari sbaglio tecnica
di "abbordaggio". Proviamo così: che ne dite del personaggio di Daniel?? Vi
sembra abbastanza credibile? Chiedo di lui in particolare perché, fra i tre
personaggi principali, è l'unico "creato" (mixando due persone diverse). La
protagonista e Ricky esistono veramente e sono riportati esattamente come nella
realtà sia nell'aspetto fisico che in quello caratteriale. Anche la maggior
parte degli accadimenti è reale. Ho giusto "pepato" la storia con qualche
particolare un po' più interessante.
Spero che vi appaleserete!
Eddai!! Mi fate questo regalino per Halloween?
A presto e BUON CAPODANNO CELTICO A TUTTI!!!
- Sif -
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Capitolo 9 *** 9- Buon anno! ***
1
9
Buon Anno!
Daniel
continua a fissarmi. Le sue mani ancora strette intorno alle mie spalle. Nel
silenzio che ci circonda avverto il battito impazzito del mio cuore.
«Ti
amo»
Me lo
dice così. Con semplicità e passione. Con dolcezza e determinazione. Guardandomi
dritto negli occhi.
E
allora capisco che è naturale che lui mi ami. Ed è naturale, anche, che
io ami lui. Non c’è nulla al mondo di più chiaro e ovvio.
Con le
mani gli afferro delicatamente il viso e ricambio il fuoco del suo sguardo.
«Ti
amo» La mia voce esce determinata quanto la sua «Di’ che non mi lascerai mai»
«Non ti
lascerò mai» mi risponde subito, deciso «Mi costasse la vita»
Non
resisto. Mi metto a piangere. Beh... non a singhiozzare, sia chiaro. E’ solo che
le lacrime hanno iniziato improvvisamente a scendere giù prima che riuscissi a
fermarle.
Veniamo
bruscamente interrotti da una serie di fischi. Guardiamo il pezzetto di cielo
sopra la città e scorgiamo alcune scie luminose correre verticalmente verso
l’alto. Dopo pochi attimi, l’esplosione di colori.
Lo
spettacolo è assolutamente magico.
«Buon
anno!» gli auguro con le lacrime che ancora mi rigano le guance.
«Buon
anno!» esclama a sua volta, con un abbagliante sorriso dipinto sul volto.
Un
sorriso tutto per me. Per me e per nessun altro. Ora lo so.
E
allora lo bacio. Lo bacio con questo nuovo sentimento nel cuore e il rimbombo
dei fuochi d’artificio nelle orecchie.
Daniel
risponde subito ai miei baci con rinnovato desiderio, mentre le sue mani mi
ricoprono di carezze.
Il suo
tocco su di me è indescrivibile. Mi sembra di impazzire.
«Non
fare così» ansima mentre gli passo la lingua sul collo.
«Perché
no?» gli soffio in un orecchio mordicchiandone il lobo.
«Potrei
non rispondere più delle mie azioni» dichiara ad occhi chiusi. Sento la sua
mascolinità premergli contro i jeans.
Questo
dev’essere l’inequivocabile segnale che dovrebbe indicarmi il famoso “punto di
non ritorno”.
Con uno
scatto deciso, sollevo la testa e mi allontano di qualche centimetro.
La sua
espressione enormemente contrariata mi fa sfuggire un risolino divertito.
Sta per
dirmi qualcosa, ma si blocca non appena capisce le mie intenzioni.
Tiro
indietro le braccia e lascio scivolare lo spolverino accanto alla mia cintura.
Ora, a coprirmi le spalle, solo qualche ciocca di capelli.
Non
devo essere tanto male, in questo momento. I suoi occhi sfavillanti lo esprimono
chiaramente. Poi, inaspettatamente, cambia espressione.
«Però,
così prendi freddo»
Prendo
freddo? Prendo FREDDO???
Se ci
fosse stato il nano nella sua situazione, non avrebbe esitato a strapparmi
immediatamente di dosso anche il resto, e lui, invece, si preoccupa che
domani io non abbia il raffreddore!
«Non
penso proprio» lo rassicuro con un’occhiata eloquente.
Con un
delicato gesto della mano destra scosta i boccoli oltre la mia spalla,
scoprendola. Ci incolla subito la bocca e inizia a baciarmi.
Altro
che freddo! Sto letteralmente prendendo fuoco!
E poi
il suo corpo bollente mi dà la sensazione di essere abbracciata ad una stufa.
«Avevo
ragione» borbotta fra un bacio e l’altro.
«A che
proposito?» gli chiedo incuriosita tenendogli una mano sulla nuca.
«Sei
dolce. Sembri fatta di zucchero» mi risponde tuffando nuovamente la bocca sul
mio collo.
E’
sicuramente uno dei migliori complimenti che mi siano mai stati rivolti.
Specialmente in una situazione simile.
Di
solito, in certe occasioni, sono ben altre le cose che una ragazza si sente
dire: “bella porca” ne è un esempio lampante.
«Ehi,
vacci piano. Non vorrai ingoiarmi?» chiedo falsamente preoccupata.
Per
tutta risposta, mi stacca le braccia di dosso e si toglie con foga il chiodo
che, puntualmente, fa la stessa fine della cintura, dello spolverino e, a questo
punto, anche della coperta patchwork. Rimane in maglietta.
Oh
cavolo! Com’è possibile? Al solo assistere a questo semplice gesto, la mia
femminilità, laggiù in fondo, si è scatenata ed ha iniziato a pulsare
all’impazzata!
«Era
esattamente quello a cui stavo pensando» mi risponde lui, agguantandomi.
Totalmente fuori controllo, le mie mani iniziano a slacciare con gesti convulsi
i laccetti del mio bustino.
Incredibile! Non ci riesco! Mi tremano le mani!
In
preda al panico, mi lascio scappare un disperato:
«Toglimi di dosso ‘sto cavolo di coso!»
Lui,
cavallerescamente, mi viene in aiuto. Mi stacca le mani dal sedere (dove le
aveva temporaneamente parcheggiate) ed inizia a trafficare con i dannati
laccetti.
«E’
incastrato» ansima fra il disperato e il divertito «si è fatto il nodo»
Mi
rendo conto che la scena ha del comico, ma è anche una situazione imbarazzante.
Al
limite dell’umana sopportazione, infila le dita dentro il bustino, nella parte
superiore.
Pensando che, rassegnatosi, stia cercando di raggiungere l’obiettivo in tal
guisa, mi lascio sfuggire un piagnucolio frustrato.
Mi sono
sbagliata.
Lo vedo
stringere l’orlo dell’indumento con entrambe le mani, tirare i gomiti in fuori e
dare un colpo secco.
STRAPPP!!
Caspita!
Nel
giro di un secondo netto mi ritrovo nuda dalla vita in su, lì davanti a lui.
Ancora
più esaltato dal gesto, mi sussurra un molto ammirato «sei bellissima» prima di
lanciare chissà dove quel che rimane del mio bustino e stringermi in una morsa
d’acciaio.
Io,
totalmente sopraffatta dalla situazione, non riesco a pensare ad altro che
all’irrefrenabile bisogno di avere il suo corpo a diretto contatto con il mio,
pelle contro pelle. Cerco a tentoni l’orlo inferiore della sua maglietta.
Intuendo il mio desiderio, Daniel si stacca da me e solleva le braccia, in modo
che possa sfilargliela dalla testa.
Per la
maglietta, ovviamente, stesso destino degli altri vestiti.
E poi...BAM!
Rimango ipnotizzata. I miei occhi sono inesorabilmente calamitati.
Il suo
corpo è ancora meglio di come me l’ero immaginato. Concedendomi un attimo di
calma, appoggio delicatamente le mani su quei robusti pettorali. La sua pelle è
liscia e morbida (non posso fare a meno di confrontare quella magnificenza con
l’inadeguatezza di Ricky: assolutamente troppo villoso per i miei gusti).
Alzo la
testa e lo guardo dritto negli occhi per qualche secondo a bocca semiaperta.
Probabilmente starà pensando che non ho mai visto un uomo a torso nudo...
«Bellissimo» sussurro con sincera ammirazione.
Lui
rimane visibilmente colpito. Non se l’aspettava. Neanche io, a dire la verità.
Ma chi poteva immaginare uno spettacolo del genere?
Mi
guarda con il familiare brillio negli occhi ed il suo portentoso mezzo sorriso.
Eccolo qua, il mio bellissimo desiderio proibito.
«Sono
tutto tuo, amore» mi dice allargando le braccia e scotendo leggermente la testa.
«Ah
sì?» eh eh eh «Molto bene. Ed io?» gli chiedo ricambiando lo sguardo
ed allargando le braccia a mia volta.
Daniel
rimane immobile, con gli occhi leggermente dilatati e, ovviamente, incollati
alle mie nudità.
Ma è
questione di pochi secondi.
Con
una, a mio parere, sorprendente capacità di ripresa, mi avvicina di nuovo a sé
con fare deciso e, serissimo, sussurra:
«Mia.
Per sempre mia e di nessun altro» E poi mi bacia con impeto, con possessività.
Come se potesse arrivare realmente qualcuno e, con la forza, portarmi via da
lui.
Le sue
labbra bruciano come se mi stesse marchiando a fuoco. E, in un certo senso, è
così.
°°*°°
Spazietto Autrice:
Ma ciao a
tutti!
sciona - Ciao! Grazie
per i bellissimi complimenti! Sei veramente gentile! Non sai quanto mi faccia
piacere che tu abbia deciso di "venire allo scoperto" (diciamo la verità... ho
rotto talmente tanto con 'sta storia che quasi nessuno mi recensiva che, alla
fine, mi avete accontentato giusto per farmi star zitta XD). Spero che questo
capitolo ti piaccia!
TheOnlyRealBoss92
- Ciao Ale! Mmm... Secondo me tu sei troppo buono o.O Sicuramente hai un
futuro come psicoterapeuta XD Dimmi cosa te ne pare di questo capitolo;
secondo te è troppo smielato?
Marcie - Grazie! Una
cosa è certa: concordo con te, soprattutto per quanto riguarda Ricky u.u
fallsofarc - Caaara! So
che te l'ho già scritto ovunque, ma non posso fare a meno di ripetermi:
GRAZIE!!! Ci sentiamo prestissimo! Un bacione!
Un ringraziamento speciale a
tutte quelle anime pie che hanno inserito la mia storia fra le seguite e/o le
preferite!
Beh, che altro dire? Aspetto i
vostri preziosissimi e spassosissimi pareri su questo capitolo!
A presto!
- Sif -
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Capitolo 10 *** 10- My sister Daria ***
1
10
My sister Daria
«Senti, quando ti decidi a mollare quel coso?»
“Eccola che riparte” pensai.
«Si vede lontano un chilometro che, ormai, sei persa di questo
Daniel»
“Dio, aiutami”
«Fossi in te ne approfitterei, tesoro. A quanto mi hai detto,
anche tu non sei indifferente al bel batterista»
“Odio quando usa questo tono da sufficiente saputella e,
soprattutto, odio quando ha ragione”
Di chi stavo parlando?
Tuta da ginnastica incorporata, tatticissimo – quanto cortissimo
– taglio di capelli con tanto di meches blu elettrico, occhialetto ovale con
montatura nera professionale, perenne sguardo impudente/strafottente stampato in
faccia ed un’inguaribile dipendenza dal caffè: Daria, la mia migliore amica.
«Allora?»
Ah, già! Nella descrizione ho dimenticato un aggettivo: esigente.
«Mi pare di avertelo raccontato cento volte, se non sbaglio»
dissi con un certo senso di rassegnazione.
Neanche mi rispose. E così mi dovetti ripetere.
«Mi ha supplicata»
«E con ciò?»
«Si è messo a piangere»
«Poverino, che pena...»
«Si è messo in ginocchio!»
«Non è certo la prima persona al mondo a fare la figura del
deficiente»
«Eddai, sii comprensiva!» esplosi «Che potevo fare?»
«Comprensiva? Come vuoi. Ricordati, però, che finché sarai la sua
ragazza avrai dei doveri verso di lui»
«Questo lo so» dissi con amarezza.
Daria mi buttò una rapida occhiata al di sopra del tavolino del
bar dove, quel pomeriggio, ci eravamo fermate per una pausa-caffè.
«Ti conosco» riprese con tono decisamente meno sarcastico «So che
per te non è facile, ma...»
«Ho provato diverse volte ad affrontare l’argomento» la
interruppi, sconsolata «e, ogni volta che fallisco, mi viene subito in mente
Daniel» le confessai, guardandola con gli occhi umidi.
Inutile dire che a Daria potevo mostrare il mio lato più intimo e
debole, ben sicura che non lo avrebbe mai pugnalato a tradimento.
D’altro canto, penso di essere l’unica persona nell’intero
Universo, eccetto forse l’ostetrica che ha aiutato sua madre a partorirla, che
ha avuto l’onore di vederla piangere.
E pensare che, nel giro, eravamo note come Miss Cinismo e Lady
Ironia...
«Capisco» dichiarò, assorta, rispondendo al mio sguardo con i
suoi grandi occhi neri «A questo punto, direi che “persa” non è l’aggettivo
adatto a descrivere la tua condizione»
«All’inizio pensavo fosse una semplice cotta» continuai «Credevo
mi piacesse per lo più l’idea della “novità”, dato che è praticamente l’opposto
di Ricky. Invece, mi sono accorta che non faccio che pensare a lui tutto il
giorno. In ogni situazione, spero sempre di incontrarlo, in un modo o
nell’altro»
«E come la mettiamo con il tuo attuale uomo?» mi chiese «Sempre
che così si possa definire, ovviamente» aggiunse malignamente.
«Non lo avrei mai creduto, ma mi sento tremendamente in colpa» le
risposi sempre più afflitta «Penso che sia anche un pochino per questa ragione
che ho difficoltà a lasciarlo»
«Tu sei troppo buona» disse con aria vagamente schifata, come se
“bontà” fosse sinonimo di “idiozia” «Guarda che, se lasci le cose come stanno,
la situazione non potrà che peggiorare. Soffrirai sempre di più»
«Lo so» risposi abbacchiata, guardando nella mia tazzina di
caffè.
«Senza contare» riprese con uno strano luccichio negli occhi
«che, molto probabilmente, farai soffrire anche questo tuo perfettissimo
batterista»
“Ecco” pensai “Si sta giocando l’ultima carta”
«Guarda che non attacca, bella» dissi con un sorrisino «Non penso
che il perfettissimo in questione si stia struggendo per amore, in questo
momento»
«Ne sei sicura?» insistette.
«Certo!» confermai «Beh... magari un pochino gli piaccio...»
aggiunsi sentendomi arrossire «Ma questo non vuol dire niente! “Amore” è una
parola grossa»
«E tu ne sai qualcosa, vero?»
“La odio”
°°*°°
Spazietto Autrice:
Allora??? Che ve ne pare di Daria?
Marcie
– Grazie per i complimenti! Sì, concordo con te… Daniel è assolutamente unico!
sciona
– Caspita, così mi fai arrossire! Sono stracontenta che la storia ti piaccia!
Fammi sapere che ne pensi di Daria!
TheOnlyRealBoss92
– Ma... Ma... Ma io ti adorooo!!! Veramente, non so che dire! Sono lusingata!
fallsofarc
– Chiaretta! Non sai quanto mi fa piacere che tu abbia trovato un po’ di tempo
per leggere il mio aggiornamento! So quanto sei impegnata. Grazie per i
complimenti che, fatti da te, non son certo da poco! Ci sentiamo presto,
carissima! Un bacione!
BlackTongue
– Ciao! Ti ringrazio tantissimo per la tua recensione e per i complimenti! Già…
Daniel è una potenza astronomica! Un bacio anche a te!
Un grazie gigante a tutti quelli che leggono
(anche senza recensire) e a chi ha inserito la storia tra le seguite e/o le
preferite!
Un particolare grazie a fallsofarc per
avermi messo nella lista dei suoi autori preferiti! Sinceramente, carissima,
penso di non meritarmi tale onore.
A presto!
- Sif -
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Capitolo 11 *** 11- L'indesiderato Grillo Parlante ***
1
11
L'indesiderato Grillo
Parlante
«Sto
impazzendo. Fa’ l’amore con me, ti prego» sussurra, smettendo di baciarmi ed
appoggiando la sua fronte alla mia.
Semplicemente adorabile.
E’ così
spontaneo da lasciarmi quasi spiazzata.
Non
posso fare altro che prendere una delle sue mani e portarmela al petto, proprio
sopra il cuore.
«Lo
senti?» gli chiedo con il sorriso sulle labbra «Lo senti come batte?»
Mi
lancia uno sguardo penetrante e fa cenno di sì con la testa.
«Batte
per te»
E’
vero. Il cuore mi percuote il petto come un martello impazzito ogni volta che
Daniel mi si avvicina. Chissà come è messo, lui, a battito cardiaco?
Come se
mi avesse letto nel pensiero, mi afferra a sua volta la mano e se la porta
dritta al torace.
Una
mandria impazzita. C’è una mandria impazzita che corre sotto le sue costole. Ma
non gli fa male?
«Oh...»
Sono troppo commossa per dire altro. Sento gli occhi riempirsi nuovamente di
lacrime. E’ proprio serata di pianti...
«Indovina per chi batte» scherza con voce dolcissima facendomi accoccolare fra
le sue braccia «E, dato che ci sei, indovina anche perché stasera sono venuto in
quella pseudo-bettola che chiamano Pub»
Alzo la
testa di scatto e lo guardo dritto negli occhi, incredula.
«Per
me?« gli chiedo «Sei venuto a cercarmi?»
"Sì
certo, tesoro. Come se tu non lo sapessi già."
Oh no. Oh nonononono! La
follia è vicina! Daria! Esci subito dalla mia testa, disgraziata!
«Non ho
potuto fare altrimenti» mi risponde lui intanto, afferrandomi il mento con le dita e
guardandomi più serio che mai «Sei il mio tormento. Da quando ti ho conosciuta,
il pensiero di te assieme a quel deficiente mi ha torturato. Ogni volta che ti
tocca in mia presenza mi viene voglia di afferrarlo per il collo e fracassargli
la testa contro il muro!»
Okay.
Sinceramente, penso che, se dovessi tirare le cuoia qui e adesso, morirei senza
ombra di dubbio con il sorriso sulle labbra e il suono delle campane nelle
orecchie.
«E
adesso baciami subito, se non vuoi farmi impazzire sul serio»
Beh...
dopo una dichiarazione del genere mi verrebbe naturale rispondergli che ogni suo
desiderio è un ordine, ma mi trattengo.
"Sei
pietosa"
Taci, ficcanaso! Vattene!
Abbandona questo corpo!
Cercando con tutte le mie forze di ignorare le macabre presenze intrufolatesi
nei miei pensieri, mi sforzo di pensare solo a Daniel. Gli circondo il torace
con le braccia e lo stringo più che posso. Lui ricambia subito la mia stretta.
Poi sollevo di nuovo la testa e lo bacio, cercando di metterci dentro tutti i
miei sentimenti: commozione, gratitudine, amore, desiderio.
Specialmente quest’ultimo. E lui sembra collaborare molto bene.
«Tutto
quello che vuoi» boccheggio mentre le sue labbra abbandonano temporaneamente le
mie.
«Fa’
attenzione a quel che dici» mi soffia contro il seno mentre lo ricopre di baci
«Potrei chiederti molto più di questo»
«Farò... tutto quello che mi chiederai» ansimo accorgendomi che la signorina là
sotto ricomincia a farsi sentire.
«Devi
essere mia. Devi essere tutta mia» mi ordina impadronendosi del mio collo.
Non
resisto. Abbasso le braccia e mi sfilo gli stivaletti. Poi, facendo
leva sulle sue spalle, punto i piedi sulla panchina e mi innalzo sopra di lui a
gambe divaricate.
«Mi aiuti?»
Lui mi
rivolge un sorrisino compiaciuto e poi, ben felice di accontentarmi, slaccia il bottone dei miei
pantaloni e tira giù la zip. Non contento, afferra le estremità dell’indumento
con entrambe le mani e lo abbassa fino alle ginocchia. Poi, sorreggendomi per
non farmi cadere, mi libera prima una gamba e poi l’altra. Rimane solo una cosa
da togliere e, Dio ti ringrazio, non è lo slip con la scimmietta stampata sul
sedere che ero tentata di mettermi per “stare più comoda”, ma è il fatale tanga
rosso fiamma indossato all’ultimo momento per "far pan dam con lo smalto
delle unghie".
«Sei
stupenda. Davvero! Ancora meglio di quanto immaginassi»
Lo
adoro...
Finisco
di denudarmi e mi accovaccio di nuovo sulle sue cosce, a cavalcioni.
«Grazie!» gli rispondo scoccandogli un piccolo bacio sulle labbra «Adesso, però,
fammi vedere anche tu quanto sei bello»
E
questa sfacciataggine da dove spunta fuori? E’ la
prima volta, in vita mia, che oso quest’audacia. Specialmente con un ragazzo a
cui ho dato il primo bacio giusto una paio d’ore prima!
Ricky è
stato il primo ed unico ragazzo con cui abbia avuto rapporti. Il bello (il
brutto) è che, se fosse stato per me, non sarebbe mai successo niente. Con lui
mi limitavo semplicemente ad “accontentare” i suoi bisogni fisici, a fare il mio
dovere di fidanzata.
Ma con
Daniel è totalmente diverso. Scopro solo adesso di avere una sessualità da
soddisfare. Sono io, stavolta, a chiedere. Lo voglio come lui mi vuole.
Quasi
con foga, inizio a slacciargli la cintura. Poi attacco i bottoni dei jeans.
Lui, sollevando
il sedere (e me) dalla panchina, si abbassa pantaloni e boxer in un unico gesto.
Perbacco!
«Sai...» gli dico, per spezzare il leggero imbarazzo «...penso proprio che mi
farà male»
Sorride
per un attimo, divertito e compiaciuto. Che carino...
Poi,
tornando improvvisamente serio, mi circonda la vita con il braccio sinistro.
«Sai...» mi risponde «...penso proprio di sì. E’ da settembre che non tocco una
ragazza»
"Sorpresa? Penso
proprio di no"
°°*°°
Spazietto Autrice:
TERRIBILE
RITARDO! Chiedo venia!!!
sciona
– Ciao! Sono contenta che tu abbia apprezzato Daria (personaggio a cui tengo
moooltissimo e che penso incarni un po' tutte le migliori amiche :D). Baci anche
a te!
fallsofarc
– Chiara ç_ç Ma tu mi vuoi proprio far piangere con tutte queste belle parole.
Beh, di Daria ti ho già detto tutto su msn (minacciandoti anche di mandartela lì
a Bologna XD che paura...). Ora speriamo solo di non impiegare un'altra eternità
per postare il prossimo capitolo. Un bacio, my Sweet! P.S. Michelino ti saluta!
gattoridens
– Elisa cara! Che piacere leggere la tua recensione (ebbene sì, ci tenevo).
Grazie per i complimenti che, detti da te, valgono doppio! Ah ah ah! Ma non ti
preoccupare! E' assolutamente normale che Daniel non sia il tuo tipo! La ragione
è semplice: la storia viene vista tutta dal punto di vista della protagonista e,
di conseguenza, essendo il bel batterista chiodato la sua perfetta anima
gemella, lei lo descrive come una sorta di semi-dio sceso in Terra!
Probabilmente, se la stessa storia l'avesse narrata l'anima gemella di Ricky (o.O)
avremmo visto quest'ultimo in versione "strafighissimo angelo dagli occhi blu" e
Daniel in modalità "buzzurro senza capelli" (essendo rasato a zero) XD!!
Forte Daria, eh? A presto e un bacio anche a te!
freeze
- Ehilà carissima! Eccomi con il nuovo capitolo (anche se, oggettivamente,
sono in un ritardo pietoso T___T). Ti ringrazio tantissimo per i complimenti!
Ricky antipatico? Un eufemismo! Sì, la storia è per un buon 75% vera e,
aggiungo, mi spiace dire (o meglio, ricordare) che in questo 75 è compresa anche
quella grandissima battona cretina che un Capodanno si è messa a vomitare dopo
essersi ubriacata e, con la scusa della sbornia, si appolipava addosso al mio
ragazzo di allora (Ricky, per l'appunto). Vabè... meglio non rivangare!
Punkettona?? Questo è niente. Fatti un giro nel mio blog. Provare per credere! A
presto!
TheOnlyRealBoss92 - Ciao Ale! Prima di tutto: buon compleanno per il 28
febbraio scorso! Spero riuscirai a leggermi, dato che ho visto che è da un po'
che non aggiorni le tue storie! Mi mancano i tuoi aggiornamenti T___T Grazie per
la recensione, comunque! Spero di risentirti presto! Ciao!!!
Maharet
- Ciao Claudia! I tuoi complimenti mi lusingano non poco, carissima! Grazie
davvero!!! Spero continuerai a seguirmi, anche se non sempre riesco a trovare il
tempo di aggiornare! Ciao e a presto!
Marcie
- Certo! Daniel potrebbe tenere una bella lezione intitolata "gli attributi
maschili: come e quando usarli con profitto" XD!!! Iscriviamoci subito!!!
Grazie,
come sempre,
a tutti quelli che leggono (anche senza recensire) e a chi ha inserito la storia
tra le seguite e/o le preferite!
A presto!
- Sif -
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Capitolo 12 *** 12- Jealous Guy ***
1
12
Jealous Guy
Che
ipocrita!
La
mia persona, la mia vita: ipocrisia totale!
La
sera in cui feci conoscenza con la mia gelosia ero al Pub con Ricky.
Non
pensavo che l’avrei mai incontrata, a dirla tutta. Eppure era lì, davanti a me.
Le
sue lunghe ed affusolate gambe, oltre a calzare un paio di scarpe dotate di
vertiginosi tacchi a spillo, erano fasciate da un paio di attillatissimi jeans a
vita bassa (bassissima!). La maglietta, se uno striminzito ritaglio di stoffa
può ritenersi tale, le lasciava scoperto l’ombelico, le braccia esili e buona
parte della schiena. I capelli lisci e biondi incorniciavano un viso
iper-truccato, sormontato da due grandi occhi azzurri. Le labbra, due canotti
fucsia, facevano parte, senza ombra di dubbio, di quel genere di accessori che
si danno in dotazione alle aspiranti bocchinare.
In
poche parole, la mia prima, vera, rabbiosa crisi di gelosia.
Il
motivo dei miei sentimenti alla vista di quella ragazza che, fra l’altro, già
conoscevo era presto detto: non riusciva a staccare gli occhi da Daniel.
Quest’ultimo, appoggiato alla parete e con le mani nelle tasche, era immerso in un’accesa
discussione con il bassista del gruppo, dall’altra parte della sala.
A
pochi metri da me, lei lo fissava come se fosse stato un golosissimo lecca-lecca
multicolore.
L’avrei presa a calci sui denti, se avessi potuto.
«Che
cos’hai?» La voce di Ricky interruppe il filo dei miei pensieri omicidi «Perché
la stai fissando?»
«Niente» mentii «ero sovrappensiero»
«Sicura?» insistette circondandomi le spalle con il braccio ed attirandomi a sé.
Un
attimo dopo, Daniel girò la testa nella nostra direzione ed iniziò a fissarci.
Lo
notai appena. In quel momento non avevo occhi che per quell’insulsa piattola.
«Ehi, ciao!» la salutò d’un tratto Ricky, agitando il braccio libero nella sua
direzione.
«Che
stai facendo?» chiesi con una nota di panico nella voce.
«La
chiamo. Così facciamo due chiacchiere» mi rispose lui come niente fosse.
Due
minuti più tardi, eravamo surclassati da una non meglio definita quantità di
domande.
«Come si chiama quel tipo laggiù? Lo conoscete? E’ già impegnato? No, cioè, è troppo figo!»
Io,
rinchiusa in un silenzio a dir poco sinistro, la ignoravo deliberatamente.
Ricky, stranamente allegro, rispondeva di buon grado ad ogni domanda.
«Si
chiama Daniel. E’ un amico del mio bassista. Non sappiamo se è impegnato ma, di
solito, va in giro da solo. Se ti piace perché non vai a presentarti?»
Li
avrei gaiamente presi testa contro testa. Così, tanto per vedere cosa c’era
dentro.
Se
c’era qualcosa dentro.
«Sentite... Io ci provo!» ci annunciò d’un tratto lei, tutta frizzante.
«Sì,
dai! Baccagliatelo per bene» le fece il tifo Ricky al top dell’umore.
«Sgrunf!»
grugnii io con talmente tanto sentimento da far invidia ad una scrofa affamata.
Senza badare ai miei versi, la nostra intraprendente interlocutrice si avviò all’indirizzo di Daniel.
Sentivo la voce di Ricky arrivarmi ovattata dalla rabbia che mi tappava le
orecchie e che mi opprimeva il petto.
«Non
formerebbero una coppia perfetta? Eh? Lei non è proprio niente male»
Lo
ignorai. Ero troppo concentrata a cercare di capire cosa si stessero dicendo la
gallinaccia e Daniel. Purtroppo non riuscivo a sentire neanche una parola.
Vidi
lei, regina del pollaio, rivolgergli una domanda e lui, con espressione molto
poco convinta a dire il vero, risponderle a monosillabi.
Poi
il bassista si allontanò borbottando qualcosa e lei continuò a rivolgersi a
Daniel.
Trattenni il fiato quando, alzando una mano verso il suo orecchio sinistro,
provò a toccargli il cerchietto d’oro. Lui non tolse le mani dalle tasche, ma si
limitò a schivare la mano dell’altra con un gesto secco e stizzito del capo,
guardarla con espressione tutt’altro che amichevole e, volgendo per una frazione
di secondo lo sguardo verso di me, dirle poche ma, a quanto pare, efficaci
parole. Così efficaci che lei, con espressione offesissima, tornò subito sui
suoi passi e nella nostra direzione.
«Problemi?» non riuscii a trattenermi.
«I
problemi ce li ha quel troglodita! No, ma chi si crede di essere?»
“Senti chi parla”, pensai.
«Cos’è successo?» si informò Ricky al colmo dell’ansia.
«Ma
che bastardo maleducato, oh! Gli ho chiesto se potevo parlargli - “in privato”
ovviamente - ma lui, facendo il finto tonto, non ha mandato via quel vostro bassista
flashato. Meno male che, almeno lui, ha capito e si è tolto dai coglioni. Poi gli ho chiesto se potevamo andare in un posto un po’ più
tranquillo, no?»
“Alla faccia della delicatezza, eh? Brutta zoccolaccia!” imprecai mentalmente.
«Ma
lui, tutto scocciato,» continuò, intanto, Miss Indignazione «mi ha chiesto
cosa volessi di preciso. Oh, ma ci pensate? Gli ho risposto che mi sarebbe piaciuto
conoscerlo un po’ meglio, niente di più»
“Sì,
certo” malignai tra me e me “Sappiamo tutti cosa intendi per
conoscenza accurata”
«...
e lui, sempre con quel tono distaccato del cazzo, mi ha detto che non era una
buona idea»
A
quel punto mi calmai.
«Quando, poi, gli ho fatto un complimento sull’orecchino, si è scansato e –
incredibile ma vero – mi ha letteralmente cacciato via dicendomi che non sono il
suo tipo e che, soprattutto, gli piace già un’altra. Oh, ma vi rendete conto?
'sto stronzo!»
Fu
inutile cercare di seguire le ulteriori colorite lamentele della genialoide o le
esclamazioni scocciate dell’ottavo nano. Quel “gli piace già un’altra”
continuava a rimbombarmi nelle orecchie provocandomi un milione di diverse
sensazioni: gelosia (chi cacchio è ‘sta qui che gli piace?); speranza (e se
fossi proprio io? Oddio...oddio...oddio); depressione (seee... figurati se sono
io quella che gli piace); frustrazione (potrei chiederlo direttamente a lui, ma
come faccio? Non posso, non posso!); dubbio (sarà mica gay?).
«Secondo me è gay» affermò Madama Pompadour con aria saputa dando voce al più
improbabile dei miei pensieri «E’ l’unica spiegazione plausibile»
“Quanta umiltà” notai.
«Può
darsi» le diede ragione Ricky, ignaro «Non trovate che il suo
aspetto sia fin troppo mascolino? Come se lo volesse ostentare»
“Invidia, Ricky?” mi ritrovai a pensare subdolamente.
«Sì,
è vero! Hai proprio ragione» gli rispose la prossima candidata al Nobel «Secondo
te non è un po' troppo virile per essere vero?» mi chiese guardandomi con gli
occhi quasi fuori dalle orbite e con la bocca a canotto grottescamente aperta.
«Assolutamente»
°°*°°
Spazietto Autrice:
Wow! Dai,
che forse riesco ad aggiornare in tempi decenti!
Maharet
– Ciao Claudia carissima! Come posso ringraziarti per la tua sempre graditissima
recensione? Sei adorabile! Alla prossima!
Morgana
– Ciao! Un milione di grazie per tutti i tuoi complimenti! Sì, la storia è
ispirata alla realtà (a dire il vero, con il mio “Daniel” ci sto tuttora e...
beh, l’ho pure sposato). Comunque sì, si sono conosciuti a settembre e, più
precisamente, nel capitolo 2 (Il Pirata). Un bacio anche a te e grazie ancora!
Mirya
– Odiami, insultami, picchiami, schifami. Come vuoi! Basta che continui a farmi
l’onore di seguire questa storia. Grazie per tutto quanto. Anch’io ho notato,
troppo tardi purtroppo, che la sezione “commedia” non rende tanto quanto quella
“romantica”. Se tu (o chiunque altro che legge) sapessi come si fa a spostarla
mi faresti un favore! Grazie, comunque, per il ben’accetto consiglio. E, a
proposito di consigli, ho messo su da poco un blog! Se tu avessi voglia di farci
un salto per dirmi che te ne pare mi faresti proprio contenta (più di così,
intendo).
fallsofarc
– Chiara! Ma perché fai sempre di tutto per commuovermi T___T Sì, credo di
ricordarmi di Minnie Babbo Natale! Beh, a dire il vero, per la scena della
scimmia sullo slip mi sono ispirata ad un paio di mie imbarazzanti mutande con
stampati sopra non uno ma ben tre orsacchiotti che si tengono a braccetto
proprio sulla parte posteriore. Giuro che me le ha regalate mia madre più o meno
dieci anni fa! Erotica la panchina, eh? Puoi sempre provarla anche tu e dirmi,
poi, se hai gradito XD!!! Io, intanto, devo ancora provare l’armadio angolare
dell’Ikea! Grazie anche a te per tutto quanto, tesoro mio carissimo! Prometto di
impegnarmi di più con gli aggiornamenti! Purtroppo, però, neanche io so come si
fa a spostare la storia da una sezione all’altra :( Mi sa che, per questa volta,
dovrò tenerla lì dove si trova. Un bacione!
sciona
– Ah ah ah!!! Altro che accontentarmi! Ti ringrazio tantissimo per le tue
parole! Alla prossima!
romina75 -
Ciao! Grazie mille per le tue recensioni! Spero continuerai a seguirmi!
Specialissimi ed infiniti ringraziamenti a Maharet (per aver votato i
miei personaggi) e a Mirya (per aver votato i miei personaggi e aver
segnalato la mia storia per "le scelte"). Grazie davvero infinite.
A presto!
- Sif -
|
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Capitolo 13 *** 13- Questione di prospettiva ***
1
13
Questione di prospettiva
Lei.
Solo
lei. E basta.
Non c’è
bisogno di nient’altro.
In
questo preciso istante, la responsabile delle mie tormentate notti insonni si
trova proprio sopra di me, nuda. Anzi, no! Meglio! Io, nudo, mi trovo sotto di
lei, nuda. L’erotico coronamento di un lungo periodo passato a sognarla, sia ad
occhi aperti che chiusi, e ad immaginare come sarebbe stato bello poterle
dimostrare... un bel po’ di cose.
Le sue
mani, così piccole da diventare quasi invisibili sotto quella sfilza di anelli
che le piace tanto far indossare alle sue dita affusolate, mi massaggiano la
schiena con teneri movimenti circolari. Mi sta coccolando.
La
sento gemere contro le mie labbra mentre le prendo la gamba da sotto il
ginocchio e la stringo a me. Sarà di piacere o di dolore? Mah, meglio non
rischiare ed allentare un po’ la presa. Devo cercare di controllarmi. Sono
talmente “carico”, in questo momento, che ho paura di poterle lasciare qualche
livido.
«Hai
paura di farmi male?» mi chiede staccandosi dalla mia bocca quel tanto che basta
per poter parlare.
Magnifico! Adesso penserà che sono una femminuccia!
Non le
rispondo e mi limito a guardarla cercando, nel suo sguardo, una qualche traccia
di delusione.
Devo
essere un libro fin troppo aperto, in questo momento, perché, dopo qualche
attimo di silenzio, un ghigno a dir poco malefico le si dipinge in faccia. Me la
mangerei per davvero, ‘sta piccola zolletta!
«Quanto
riguardo...» mi prende in giro la vigliacca «Eppure avevi promesso di farmi
male, o sbaglio?»
Gli
occhi le brillano mentre continua a sfottermi.
E’
furba. Lei lo sa benissimo che, quando un maschio viene provocato, la reazione è
assicurata. Ed è proprio l’animale che è in me che mi spinge a dimostrarle
quanto realmente potrei farle male se dovessi sguinzagliare tutti i miei bassi
istinti.
Partendo dalla caviglia, la mia mano destra le percorre la coscia, il fianco, la
schiena, gustandosi appieno la soda morbidezza della sua pelle chiarissima,
salendo sempre più su, fino a ghermirle la spalla.
Il
braccio sinistro, invece, le circonda la vita come le spire di un serpente si
appresterebbero a stritolare la preda.
La
sento trattenere il respiro e, dentro di me, il maschio-animale esulta.
«Se
fosse per me, ti terrei sempre abbracciata così» dichiaro mentre la stringo a me
in modo da non concederle libertà di movimento.
Lei non
sembra rimanerci male. Anzi, sta ricambiando la mia stretta e questo mi spiazza
un po’.
Sono
comunque ringalluzzito dalla sua reazione e continuo il mio percorso.
Metto
nuovamente in moto la mano destra e la posiziono sulla sua nuca, sotto il suo
soffice ammasso di capelli. La sento rabbrividire leggermente.
«Se
fosse per me, ti bacerei sempre così»
E la
bacio. Ma non è un bacio come gli altri. E’ un appropriarsi prepotente della sua
bocca, un’arrogante esplorazione della sua cavità orale, un rozzo tentativo
della mia lingua di degustare ancor più profondamente il suo sapore.
Con
tutta probabilità, fra pochi secondi riceverò una bella padellata in faccia e,
contando la passione della mia bella per gli anelli, sarà già tanto se non
rimarrò deturpato a vita.
Ma non
arriva niente del genere. In compenso, sento che la sua lingua se la sta
intendendo alla grande con la mia e, fra i due, sono proprio io quello che
rimane shockato. Dopotutto, lei è una ragazza, nuda – mi piace sempre
sottolinearlo – in compagnia di un maschio traboccante di salute con cui,
obiettivamente, ha avuto ben poco a che fare fino a stasera, che l’ha portata in
un posto solitario ed isolato, di notte, e che, senza mezzi termini, le ha fatto
capire – addirittura implorandola – che ha tutta l’intenzione di avere rapporti
sessuali con lei.
A
quanto pare, si fida. E, inaspettatamente, mi rendo conto che questa, per me, è
una delle più grandi dimostrazioni di rispetto che mi si possano rivolgere.
Sempre
più goduto dalle sue prodigiose reazioni, tento il tutto per tutto: la mia mano
sinistra, fino ad ora allacciata alla sua vita, inizia la sua discesa verso
l’ignoto.
«Se
fosse per me, amore mio, ti toccherei sempre in questo modo» le soffio in un
orecchio, provocandole tremiti per tutto il corpo.
Arrivato alla meta, il mio arto esploratore trova una bollente quanto umida
accoglienza ad attenderlo. Ed è proprio qui che il maschio-animale smette di
possedermi per dare via libera al maschio-adorante che non vede l’ora di
dimostrare alla sua bella dea norrena quanta voglia abbia di guadagnarsi la sua
ammirazione.
Non
potrei essere più eccitato ed agitato di così. Roba che neanche un quindicenne
alle prime armi.
Ma, a
conti fatti, penso che me la sto cavando egregiamente. Da cosa lo capisco?
«Oddio.
Oddio, sì! Sì!» la sento gemere, mentre le sue unghie tentano di
dilaniarmi brutalmente la schiena «Così, così! Non smettere! Sto per venire!
Vengo! Vengo!»
Le sue
richieste imploranti suonano come ordini alle mie orecchie e, mentre la sento
contrarsi per l’orgasmo che la coglie, io la scruto, ammaliato, e la esamino con
autentico interesse.
E’
bella da morire. Più del solito, intendo.
I suoi
occhi scuri, resi luminosi dal piacere ricevuto, mi guardano con un misto di
dolcezza e lussuria. Come, del resto, è lei stessa: zuccherata sensualità. Le
sue guance, vellutate pesche appena spruzzate di lentiggini, formano un curioso
contrasto con la massa di capelli in pieno stile Malmsteen che io stesso, con
grande soddisfazione, ho scarmigliato. La sua bocca, gonfia dei miei baci, è
dischiusa nel tentativo di ossigenare meglio i polmoni dopo aver trattenuto il
fiato per tanto tempo. E sono proprio le sue labbra rosse ed umide, mio tormento
da quando, per la prima volta, l’ho vista e sentita cantare, che vedo
avvicinarsi con lentezza devastante alle mie.
Quando,
finalmente, mi bacia, sento che l’infarto è alle porte e che – parola mia – mai
nessuna femmina (men che mai maschio, intendiamoci!) è stata o sarà mai in grado
di reggere il suo confronto.
Eh sì,
sono proprio cotto. Pesche vellutate, infarti imminenti, Malmsteen... Non ho più
speranze di riprendermi.
Senza
contare che, proprio in questo momento, la mia già flebile volontà di ripresa è
soffocata dall’audace manina che, partendo dal mio torace, sta percorrendo pian
piano la strada che porta ai miei privatissimi “Paesi Bassi”.
I suoi
braccialetti d’argento tintinnano ad ogni centimetro percorso, quasi a voler
avvertire tutta la folla dell’imminente arrivo e, quando tutta la strada è stata
percorsa, il mio cervello va in standby ed il mio corpo si abbandona
docilmente ad ogni carezza.
Con
mostruoso sforzo, riesco ad imporre alla mia mano di bloccare la sua giusto una
decina di secondi prima della disfatta. Non mi accontento del solo piacere: io
voglio sentirla, completamente.
Lei
smette di baciarmi, apre lentamente gli occhioni e mi fa un piccolo sorriso
d’intesa. Sintonia perfetta, oserei dire.
Ho
aspettato tanto questo momento.
Quando,
dopo pochissimo tempo di conoscenza, mi sono scoperto innamorato di lei, mi sono
dato dello scemo e dell’illuso. Mai una ragazza mi aveva messo in ginocchio.
Mai! Mi fa sentire quasi indifeso. A me!
E,
adesso che sono arrivato fin qui, ripenso alla prima volta che la vidi; un
venerdì sera come tanti, su un palco come tanti, ma lei: unica.
°°*°°
Spazietto Autrice:
pastrella
– Molto onorata di averti tra i miei fans che, fra parentesi, saranno giusto un
paio XD Ah ah ah! Sì, effettivamente Daniel sembra quasi finto, ma è normale
che una ragazza innamorata veda così il proprio “uomo ideale”, no? Grazie mille
per la graditissima recensione! Ricambio il kiss! A presto!
Maharet
– Cla carissima! Ti devo ringraziare! Era già da qualche giorno che volevo
scrivere qualcosa cambiando il POV, ma rimanevo sempre un po’ dubbiosa. Grazie a
te, invece, ho avuto l’ispirazione giusta per poter dare a Daniel l’opportunità
di dire la sua! Spero davvero che il capitolo ti sia piaciuto! Un bacio e a
presto!
Morgana
– Ciao! Grazie per i complimentoni! L’ottavo nano, sinceramente, non so come
l’ha presa, perché, dal giorno in cui l’ho scaricato, l’ho visto giusto un paio
di volte (di sfuggita, grazie al Cielo). Ma non c’è di che aver paura:
conoscendolo, si sarà subito consolato con una delle sue tante “ruote di
scorta”, il porco. Grazie per il consiglio sul cambio di sezione! Come vedi, ci
sono riuscita! Miracolo! Un bacio e alla prossima!
romina75
– Ah ah ah XD!! Hai ragione! Che vuoi farci? Sono sempre stata un po’ sadica.
Scherzo... Grazie mille per la recensione (anche per quella del capitolo 2). A
presto!
mantovanina
– Grazie mille per i complimenti! Beh, effettivamente, il nome della
protagonista non l’ho mai rivelato (fin’ora, chi lo sa), quindi hai letto
benissimo! Sono contenta che la storia ti piaccia! Che ne pensi del POV del
figaccio? A presto! Ciao :D
BimbaDolce
– Mi fa piacere che la mia piccola storia ti sia piaciuta tanto da farti
rimanere a bocca aperta XD!!! Spero di continuare a procurarti questo effetto!
Ciao e a presto!
Mirya
– Tu non sai, non hai la minima idea della curiosità che ho in corpo di sapere
se questo POV ti sia piaciuto o meno!!! Ho l’ansia da prestazione! Suppongo che
la causa di tutto ciò sia il fatto che tengo alle tue recensioni in maniera
morbosa (ma non mi vergogno a scrivere certe cose?). A presto, carissima!
sciona
– Ma ciao! Sono proprio contenta di averti fatto ridere, và! Spero apprezzerai
anche questo nuovo POV! Un bacio e a presto!
fallsofarc
– Chiaraaa!!! Ma tu mi fai morir dal ridere anche con le recensioni!!! Ma dai!
Il Mocio Vileda XD!!! E poi mille infinite grazie per il voto che hai espresso
T___T Sei un tesoruccio! Che mi dici del POV di questo capitolo??? Ti è
piaciuto??? C’ho l’ansia! Un bacione enorme, carissima! Abbracc!
Valentina78
– Non so davvero come ringraziarti! Il tuo voto (con relativa recensione) mi ha
letteralmente commossa! Un milione di grazie!
Grazie infinite
a chi ha letto e/o inserito la storia tra le preferite e/o le seguite e/o quelle
da ricordare.
A presto!
- Sif -
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Capitolo 14 *** 14- L'arte del tramare ***
1
14
L'arte del tramare
Colpo di fulmine.
Roba
da ragazzine, ho sempre pensato. Sciocchezze.
Finché non capitò a me.
Ero
in un locale con alcuni amici, quella sera. La sera.
Il
mio colpo di fulmine era sul palco. Stava cantando “Supersonic”.
Non
aveva né il pentacolo rovesciato al collo, né il rossetto nero sulle labbra, né
gli anfibi slacciati ai piedi. Roba decisamente insolita per la cantante di un
gruppo rock/metal.
I
capelli, di un bel castano chiaro, formavano una lunghissima treccia a cui i
faretti del locale regalavano luccicanti riflessi dorati e rossicci. Da quella
distanza non riuscivo a distinguere il colore degli occhi, ma mi consolai con il
resto... Indossava un vestito nero senza spalline e lungo fino alle ginocchia
che, aderente com’era, metteva pericolosamente in risalto la femminilità del suo
corpo. Fra anelli, braccialetti e orecchini, mi stupii che riuscisse a stare in
piedi ed in equilibrio senza cedere sotto il peso di tutto quell’armamentario,
ma non fu questo che più mi colpì di lei, nel vestiario. No. Ciò che più mi
portò verso l’autocombustione furono le scarpe: semplici quanto eleganti scarpe
nere col tacco alto.
Impossibile non saltarle subito addosso.
«Dany,
stai sbavando» mi fece gentilmente notare uno dei miei amici con tono neutro.
Lo
ignorai, incapace di rispondere in maniera piccata davanti a tanta evidenza, e
continuai a fissare il palco con sguardo rincretinito.
La
ragazza dava l’impressione di essere completamente a suo agio lassù, senza
imbarazzo e con voce sicura. Anzi, ebbi la certezza che se la stesse godendo
alla grande. Muoveva i fianchi e le braccia in modo lento ed uniforme,
interpretando a modo suo le parole della canzone – sebbene il testo non fosse
dei più impegnativi e sensati – e, cantando, sfiorava il microfono (beato
microfono!) con le labbra che, spesso e volentieri, si esibivano in un sorrisino
insolente.
Un’arma impropria quanto letale, pensai.
Terminata la canzone, sorrise alla volta del pubblico e si esibì in una sorta di
mezzo inchino di ringraziamento per gli applausi ricevuti.
Non
so cosa le avrei fatto, in quel momento. In compenso, sapevo esattamente cosa
avrei combinato a quel finocchio con i pantaloni di pelle e la chitarra rossa a
tracolla che, senza preavviso, le si avvicinò e, circondandole le spalle con un
braccio, la trasse bruscamente a sé per baciarla.
«Il
suono che fanno i tuoi denti quando li digrigni è molto fastidioso per le mie
orecchie» mi informò il medesimo amico nel medesimo tono.
Continuai ad ignorarlo, mentre mi consolavo osservando la ragazza che, in cambio
del bacio, elargì a quel luridissimo ibrido uno sguardo decisamente assassino.
A
quanto pare, anche a lei non andava molto giù il fatto che al puffo-chitarrista
piacesse marcare il territorio con metodi troppo rudi.
«Forse è meglio se bevi questo» mi consigliò Mister Orecchio Sensibile
porgendomi un bicchiere. Neanche mi presi la briga di scoprire cosa potesse
contenere e lo vuotai in pochi sorsi.
«Sete?»
«Sei
molto spiritoso stasera» gli feci notare «C’è qualcosa, in particolare, che ti
diverte?»
«Oh,
sì» ammise estasiato «Immensamente»
«E
sarebbe?»
«Non
posso dirtelo»
«E
perché mai?»
«Perché tu sei decisamente più grosso di me ed io sono troppo giovane per
morire»
Ci
guardammo per qualche secondo e scoppiammo a ridere come due idioti – quali
eravamo.
«Sei
sempre il solito»
«Senti chi parla»
Volgendo di nuovo lo sguardo verso il palco, mi sembrò di scorgere una faccia
conosciuta.
«Ma
quello che suona il basso non è...?»
«Sì,
è proprio lui» mi confermò subito «Non sapevo che suonasse in un gruppo»
E
poi ebbi un’ispirazione improvvisa.
«Hai
ancora il suo numero?»
E fu
così che, per la prima volta in vita mia, sperimentai l’arte del tramare.
«Mi
devi un favore»
«Lo
so»
«Cerca solo di non fare casini. Non voglio grane»
«Non
farò niente di illecito. Voglio solo conoscerla»
«E
poi? Guarda che sta già insieme a Ricky. Per quanto scemo possa essere, sarebbe
pur sempre sleale soffiargli la ragazza»
«Lo
so, me lo hai già ripetuto cento volte»
«Senti, in giro è pieno zeppo di ragazze carine. Perché non ti butti su qualcuna
non impegnata»
«Guarda che non voglio certo obbligarla! Per chi mi hai preso?»
«E
va bene, va bene! Dopotutto, tutti quelli che conoscono quel cerebroleso si sono
sempre chiesti come faccia lei a sopportarlo. E poi lui sembra provarci con
qualunque essere sessualmente compatibile che incontra»
«Pure! Hai capito il bastardo?»
«Sabato prossimo andiamo in sala prove. Tu puoi raggiungermi lì. Se sei
fortunato, ci sarà anche lei. Più di così non posso fare»
«Basta e avanza. Mi serve solo l’occasione giusta per parlarle. Non chiedo
altro»
E la
fortuna fu decisamente dalla mia parte.
Quel
caldo pomeriggio di settembre mi sentivo emozionato come un bimbo al suo primo
giorno di scuola.
La
vidi subito, appena messo piede nell’umido e solitario corridoio della sala
prove interrata.
Era
adorabilmente assorta. A dire la verità sembrava anche incredibilmente incazzata,
ma di certo non bastò quel particolare a farmi desistere dall’andarle vicino.
Con
ancora davanti agli occhi la sua immagine “da palcoscenico”, fu molto strano
ritrovarla in jeans sdruciti e All Star viola. Evidentemente le piaceva stare
comoda nelle occasioni informali. Notai anche che utilizzava pochissimo trucco e
portava i capelli raccolti in cima alla testa in una coda di cavallo.
L’unica cosa invariata era il peso della “zavorra” che portava addosso. Ma non
per questo il suo aspetto perdeva di naturalezza.
Quando, finalmente, mi guardò dritto negli occhi e mi parlò, presi la mia
decisione: doveva essere mia. Quell’infido essere che le stava appiccicato non
la meritava. Non riuscivo neanche ad immaginare per quale misteriosa – e
sicuramente oscura – ragione si fossero potuti mettere insieme.
Tuttavia, non essendo mai stato un amante dei sotterfugi, decisi di non tramare
oltre e di lasciare che le cose facessero il loro corso, facendole comunque
intendere che non mi era per nulla indifferente.
Eccellente tecnica, se si pensa che, per tutto il pomeriggio, il suo sguardo non
mi abbandonò; incurante, soprattutto, del fatto che Pollicino, ogni tanto, le
rifilava occhiate omicide.
°°*°°
Spazietto Autrice:
Ciao a
tutti!!! Infinite scuse per il ritardo!
Purtroppo
il periodo non lascia molto spazio al tempo libero! Anzi, mi sa che questa volta
non potrò ringraziarvi a dovere (sorry sorry sory).
Un GRAZIE
INFINITE, quindi, a Maharet, fallsofarc, Morgana, Mirya,
romina75, BimbaDolce, lolle23, Eky_87, Marcie
e Sakicchy.
Un particolare
grazie a chi ha letto e/o inserito la storia tra le preferite e/o le seguite e/o
quelle da ricordare.
A presto!
- Sif -
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Capitolo 15 *** 15- Tu chiamale, se vuoi... ***
1
15
Tu chiamale, se vuoi...
«A cosa
stai pensando?»
Grandioso! Solo io, in un momento come questo, posso porre la domanda capolista
tra le “Mille cose e più da non chiedere mentre si è in procinto di fare
sesso con l’uomo dei tuoi sogni”.
Come
minimo, riceverò la risposta standard per eccellenza: “a niente”.
«Sto
pensando a Ricky»
Bene.
Ora non
so se rallegrarmi per la risposta esauriente o tentare direttamente il suicidio.
«Nel
senso che mi stavo chiedendo come hai fatto a finirci insieme» precisa lui
guardando con un mezzo sorriso la mia faccia sconvolta.
Plausibile. Dopotutto, anch’io, molto spesso, mi sono posta la stessa domanda.
Faccio
per aprir bocca e dargli una spiegazione, ma lui mi ferma subito.
«Ma non
voglio parlarne adesso» dice posandomi, poi, un lieve bacio sul palmo della mano
che, fino a qualche attimo prima, mi ero azzardata ad usare per ricambiare le
sue eccellenti attenzioni nei miei riguardi. «Adesso voglio solo pensare a te»
continua, poggiandosi la suddetta mano sul torace «e a quanto mi sto
concentrando per evitare di fare brutte figure in fase di... contenimento a
lunga durata» conclude, ridacchiando un po’ per l’allusione finale.
Il suo
modo di sghignazzare è contagioso e mi unisco a lui. Sembriamo due dodicenni con
la ridarella.
Ma,
poi, il sorriso si spegne a poco a poco e, come se ci fossimo di nuovo resi
consapevoli della situazione in cui siamo – nudi, abbracciati ed innamorati –
rimaniamo a fissarci per un po’ negli occhi, senza più ridere e con il respiro
sempre più corto ed accelerato.
Come se
qualcuno ci avesse dato un comune segnale di partenza, ci avviciniamo l’uno
verso l’altra, lentamente, e, al contempo, chiudiamo gli occhi.
Il
bacio che ne segue è morbido e bollente come la lussuria. Le nostre lingue ed i
nostri denti si accarezzano e si mordicchiano con calma incendiaria. Le nostre
mani lambiscono bramose, cercando, disperate, punti inesplorati da colonizzare.
Lo
sento ansimare sotto di me, e la cosa appicca il fuoco nel mio stomaco dalle
pareti ghiacciate.
«Non
smettere» mi supplica e mi ordina con voce rotta.
«Non
smetterò» gli sussurro ad un millimetro dall’orecchio, passandogli lentamente le
mani sui polsi, risalendogli le braccia, le spalle e, infine, catturando il suo
corpo morbido e vigoroso in un abbraccio «Non smetterò mai»
E poi,
percependo che il nostro comune desiderio è ormai al limite, con il cuore in
gola mi muovo su di lui, fino ad unire i nostri corpi in un perfetto incastro.
Sì,
Daniel aveva ragione. Fa male. Perché, effettivamente, il piacere che sento è
così smisurato da risultare doloroso. Ma questo non glielo dirò mai, così impara
a fare lo spavaldo.
Del
resto, lui sta trattenendo il respiro ed è teso come una corda di violino;
questa reazione mi fa provare l’impareggiabile ebbrezza del dominio.
Dopo
qualche istante, lo sento rilasciare il fiato ed io, come se avessi ricevuto
l’agognato segno divino, apro le danze.
Non ci
guardiamo negli occhi. Non possiamo. Il nostro abbraccio non lo permette. Io
non lo permetto.
Le
nostre teste sono affiancate, orecchio destro contro orecchio destro.
Il
movimento che compio su di lui è minimo ed immensamente profondo.
E’
assurdo ed impensabile anche solo pensare di staccare i nostri corpi, di
allontanarli, sia pure per permettere agli occhi di bearsi della reciproca
contemplazione.
Io ho
troppo bisogno di lui. Ho bisogno di sentire l’amore e la brama trasmessi dal
suo abbraccio.
Mi
accorgo di non star muovendo il mio corpo per ricercare il piacere che, in ogni
caso, sento trapassarmi da parte a parte come una scarica elettrica.
Quel
che freneticamente cerco, in questo momento, sono sensazioni e sentimenti a me
ancora ignoti, ma che sono determinata a trovare e conoscere.
Per
questo motivo, dopo un indeterminabile lasso di tempo, l’orgasmo mi coglie quasi
con sorpresa e, presa da un’euforia improvvisa, mi metto a ridere. Rido e
rafforzo la mia stretta. Rido e singhiozzo. Rido e lacrimo. Un'unica ed
impertinente gocciolina che riesco a togliere dalla mia guancia prima che possa
raggiungere la spalla di Daniel, tradendomi.
Lui mi
raggiunge subito dopo – avevo intuito stesse aspettando solo me, l’amore mio –
irrigidendosi e trattenendo nuovamente il respiro.
Dopo un
po’, prende una grande boccata d’aria e mi stringe a sé – o, finora, si è
aggrappato? – con più decisione, mentre io gli circondo la vita con le braccia e
adagio la mia testa sul suo petto.
Da
questa posizione sento il suo cuore battere all’impazzata, quasi lo spazio a
disposizione non gli basti e stia cercando una via di fuga.
E al
mio cuore cosa succede? E’ ricolmo di nostalgia, lui. Un cuore che, per
certi versi, si è sentito un po’ ignorato ed incompreso ultimamente, ma che
adesso può dar libero sfogo di sé facendomi provare la piacevolissima sensazione
di sentirmi esattamente nel posto in cui dovrei essere. Nel posto in cui avrei
da sempre dovuto essere.
Tutta
presa da queste riflessioni, mi accorgo appena che Daniel si sta chinando
leggermente in avanti per afferrare da terra la patchwork rossa e gialla; poi la
scrolla un pochino e, dopo averla distesa sulle mie spalle in modo da coprirmi
interamente dal collo in giù, mi abbraccia da sopra il tessuto per evitare che
scivoli via dal mio corpo.
Nel
pacifico buio che ci accoglie, sporadicamente illuminato da qualche fuoco
d’artificio ritardatario, chiudo gli occhi e, finalmente ricolma di neonate
emozioni, sospiro e sono felice.
°°*°°
Dedicata al mio “Daniel” che, oggi, compie gli
anni e a cui dedico la melodia della bellissima Emozioni di Lucio
Battisti privandola della rabbia e del dolore.
Spazietto Autrice:
romina75
– Ciao Romy! Caspita, mi hai fatto un complimento davvero bellissimo! Ti
ringrazio immensamente! Alla prossima! Ciao!
Morgana
– Ah ah ah!!! Non ti preoccupare! Ti do il permesso di fantasticare sulla sua
immagine XD!!! Un bacio anche a te e grazie mille per la recensione! Ciao!
Marcie
– Sì, effettivamente l’idea dell’uomo determinato e combattivo penso che piaccia
a tutte le femminucce, no? Sono contenta tu abbia apprezzato! Grazie per la
recensione e alla prossima! Ciao!
Mirya
– Tu mi lusinghi un po’ troppo e, questa cosa, non giova affatto al mio amico
Ego, quel piccolo spocchioso che non è altro! Carissima, onorata di farti
sognare con uno dei miei scarabocchi. Un bacio e alla prossima!
Samy88
– Uhellà che bella recensione che mi hai lasciato! Sei gentilissima! Grazie
infinite per i bellissimi complimenti! Che dire? Spero di non deluderti! Alla
prossima e un bacio anche a te! Ciao!
fallsofarc
– Chiara, mia adorata! Ogni recensione, per me, non è un dovere da te adempiuto,
ma un bellissimo dono che mi fai. Felicissima di sapere che il capitolo ti sia
piaciuto, comunque! Un bacione, tesora! Ciao!
Maharet
– Ma scusa de che?? Grazie, piuttosto, per essere tornata per ben due volte da
queste parti per lasciarmi la recensione! E sono davvero contenta che il
capitolo ti sia piaciuto sotto tutti quei punti di vista! Sappi, comunque, che i
pensieri omicidi di Daniel li ho scritti pensando a te, visto che mi avevi detto
che ti sarebbe piaciuto leggerli! Un bacio anche a te, Cla! Alla prossima! Ciao!
Un particolare
grazie a chi ha letto e/o inserito la storia tra le preferite e/o le seguite e/o
quelle da ricordare.
Un bacio, infine, a chi mi ha
inserito tra gli autori preferiti.
A presto!
- Sif -
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Capitolo 16 *** 16- ??? ***
1
16
???
La domanda che mi sento fare più spesso è questa: “Come vi siete
messi insieme, tu e Ricky?”
Beh, c’è da dire che, a giudicare dal tono di voce e,
soprattutto, dall’espressione facciale dell’interlocutore di turno, sembra che
la domanda effettiva sia: “Ma come accidenti hai fatto a metterti insieme ad un
rompiballe del genere? Neanche ti piace!”
La verità? Ne avevo bisogno.
Il ragazzo che, a quel tempo, consideravo il più bello,
simpatico, dolce ed impareggiabile mi spezzò il cuore senza pietà.
«Non dirlo a nessuno» si raccomandava alla fine di ogni incontro
“clandestino”.
Il motivo?
Lui diceva che i suoi genitori erano contrari a che lui
frequentasse delle ragazze, in quanto pretendevano dovesse pensare solo allo
studio.
Il
vero motivo? Lo seppi solo più tardi.
Era fidanzato. Ufficialmente.
Ed io, come solo una romantica utopista al colmo
dell’infatuazione poteva fare, ci cascai con tutte le Dr. Martens.
Peccai d’ingenuità? Oh, sì.
E a cosa mi portò tutto questo? O, meglio, da chi?
Conobbi Ricky alla festa di compleanno di un’amica. Era il suo
ex, a dire il vero.
Fece subito amicizia con il mio “gruppetto da uscita” e, in
seguito, si unì a noi diverse volte.
Ricky era così diverso da colui che mi aveva procurato così tanto
dolore e così amara umiliazione.
«Sei bellissima, lo sai?» mi diceva ogni volta che ci
incontravamo.
«Solo un deficiente non si metterebbe insieme a te» mi confortava
quando veniva fuori il discorso del mio “ex mancato”.
«Stasera ti telefono» mi informava inviandomi messaggini sul
cellulare.
«Questi sono per te» affermava, porgendomi, senza un particolare
motivo, un mazzo di roselline colorate.
Dopo
molto tempo passato a combattere per guadagnarmi un posticino nel cuore del
ragazzo dei miei sogni adolescenziali, Ricky mi sembrò una scelta... facile.
A lui piacevo e me lo dimostrava apertamente, davanti a tutti.
Era carino, con gli occhi azzurri e la pelle chiara. Aveva sempre
un aspetto molto curato. Era gentile, con modi garbati.
Lo amavo? No.
Lo consideravo la mia potenziale anima gemella? No.
Ma perché non avrei finalmente potuto lasciarmi coccolare un po’?
Meritavo anch’io un po’ di amore e di rispetto, no?
Così, messa da parte quella lieve sensazione sottopelle che mi
lanciava allarmi silenziosi, in una sera di fine inverno, mi lasciai baciare da
lui.
Proprio così: mi lasciai baciare; lo lasciai fare; gli diedi il
mio assenso per far sì che ci mettessimo insieme. Da parte mia, zero iniziativa
e nessuna attività.
Se penso alla mia vulnerabilità, mi faccio pena da sola.
Se penso a cosa comportò quel “lasciar fare”, mi faccio
direttamente pietà.
Il pomeriggio dopo il nostro primo bacio, Ricky mi portò a casa
sua per presentarmi ai genitori. Tanto bastò per far accrescere di botto quella
– ormai più non tanto silenziosa – sensazione sottopelle.
Ma continuai ad ignorarla deliberatamente, nonostante le cose si
facessero più serie giorno dopo giorno, mese dopo mese.
E più il tempo passava, più mi accorgevo di tanti piccoli nei in
mezzo a quel mare di cordialità.
Mi rivelò candidamente che a lui piacevano solo gli occhi chiari.
Io li ho scuri e, per questo, mi consigliò di indossare delle lenti a contatto
colorate.
Mi disse che i capelli di una ragazza dovevano essere o neri o
biondi per essere davvero belli. Io li ho castani e, di conseguenza, tentò di
farmeli tingere.
Cercò di farmi adottare un vestiario che non mi rappresentava per
niente, facendomi notare – sempre con gentilezza, per carità – che il mio
abbigliamento non era abbastanza seducente e, cosa ancora peggiore, prendeva ad
esempio le altre ragazze per farmi capire come voleva che mi vestissi,
pettinassi e truccassi.
Ricky si rivelò essere un fanatico dell’estetica ed un
insopportabile narcisista.
Non che io lo accontentassi in queste sue assurde richieste, sia
chiaro! Avevo pur sempre quel briciolo di dignità rimasta da difendere! Ma
l’esasperazione rimaneva.
Mi pentii? Sì, da subito.
Lo lasciai? No, perché, nonostante tutto, mi sarei sentita un
verme a mollarlo dopo che lui mi aveva fatto tutta quella corte spietata, dopo
che mi aveva messa al centro della sua attenzione.
Non lasciai Ricky perché mi sentivo in debito nei suoi confronti.
Ma, più stavo con lui e più mi sentivo oppressa.
Ormai, non ero più io. Mi sentivo nei panni di un’altra persona,
come se avessi occupato un posto riservato a qualcun’altro. E, cosa peggiore di
tutte, non riuscivo a venirne fuori. Vigliacco da parte mia, ma passavo il tempo
ad escogitare stratagemmi per vedere il mio ragazzo il meno possibile. Diventai
falsa.
«Non vale la pena fare mezz’ora di strada per stare insieme
giusto un’oretta» gli dicevo per telefono, sperando ardentemente che accettasse
il mio consiglio «Stai pure a casa. Ci vediamo domani»
«Perché non vai a trovare quel tuo amico che abita fuori città?»
gli chiedevo fingendomi premurosa «Vi fate quattro chiacchiere tra uomini»
Come se non bastasse, i litigi erano sempre all’ordine del
giorno, con la sua gelosia in cima alla lista dei motivi e le sue manie di
persecuzione a fare da sfondo.
Eppure non tentai mai di tradirlo. Neanche quando conobbi il mio
pirata.
Non lo lasciai e non lo tradii. Debito e senso di colpa.
Pensandoci bene, forse dovrei mandare una bella scatola di
gianduiotti alla Reginetta del Vomito di Capodanno. Santa donna...
°°*°°
Spazietto Autrice:
Sì, lo so: sono in imbarazzante ritardo! Chiedo
venia!
chiara84
– Mille grazie, Chiara! Sono contentissima che le mie descrizioni ti siano
piaciute!
Marcie
– Ciao romantica! “Daniel” ti ringrazia tanto per gli auguri! E io ti ringrazio
per tutti i complimenti che mi hai fatto *arross*. P.S. Il nome della
protagonista lo trovi nel mio blog, in uno degli ultimi post! Ciao, alla
prossima ;)
Morgana
– Ciao!! Mi fa piacere che il capitolo ti sia piaciuto! Che ne pensi di questo?
Molto rivelatore, eh? P.S. “Daniel” ringrazia tantissimo! Ehi, adesso che ti ha
anche ringraziato, raddoppierai le fantasie su di lui XD!!! Un bacione anche a
te, carissima!
romina75
– Ciao Romy! Grazie per i complimenti, carissima! Spero ti sia piaciuto anche
questo capitolo! Alla prossima!
Maharet
– Ehilà Cla! Tornata dalle ferie? E alura? Che te ne pare di questo capitolo?
Soddisfatta? Delusa? Ecco che mi torna l’ansia da prestazione... Grazie mille
per i tuoi sempre graditissimi complimenti, carissima! Alla prossima! Un bacione!
fallsofarc
– Chiaretta mia! Come ti sembra questo capitolo?? Ti è piaciuto? L’ho fatto
troppo melodrammatico?? ansia ansia... Grazie per essere passata di qua,
carissima! Un bacione! A presto!
Mirya
– Ciao Fra! Grazie per la bellissima recensione! Spero apprezzerai anche questo
capitolo! Un bacio e a presto!
Kukiness
– Ciao Erica! Ti devo ringraziare doppiamente. Prima di tutto, perché mi hai
lasciato una bellissima recensione nello scorso capitolo. Sì, lo so che l’ho già
fatto, ma sono stata talmente contenta di riceverla che non posso fare a meno di
ripetermi. Il secondo ringraziamento, invece, te lo devo in quanto è proprio
grazie alle tue dritte che ho scritto questo capitolo che, spero davvero tanto,
tu abbia apprezzato almeno un po’! Che ne dici della “caratterizzazione” della
protagonista? L’ho migliorata? E’ più chiara la storia? A presto!
Un particolare
grazie a chi ha letto e/o inserito la storia tra le preferite e/o le seguite e/o
quelle da ricordare.
Un bacio, infine, a chi mi ha
inserito tra gli autori preferiti.
A presto!
- Sif -
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Capitolo 17 *** 17- Ta-ra-da-daaan ***
1
17
Ta-ra-da-daaan
«E chi
era questo qui di cui eri tanto innamorata?» mi chiede Daniel ostentando
un tono altamente schifato sull’ultima parola. Ora più che mai, potrebbe essere
tranquillamente scambiato per il fratello gemello di Daria.
«Ma
dai! Io ti svelo tutti i più torbidi misteri della mia “soap opera” con Ricky e
tu ti preoccupi dei miei primi amori adolescenziali?»
«Primi
amori?!» sibila, scandalizzato «Perché? Quanti ce ne sono stati?»
«Mmm...»
faccio finta di pensarci su, battendomi l’indice sul mento e alzando lo sguardo
verso l’alto. «Non saprei. Tu che ne pensi?»
Siamo
ancora sul luogo del misfatto. Dopo esserci ripresi dal torpore post orgasmo, ed
esserci ricomposti alla meno peggio – il mio corpetto, soprattutto, porta ancora
i segni indelebili del suo trascorso brutto quarto d’ora –, io e Daniel ci
ritroviamo esattamente nella posizione iniziale: seduti sulla panchina uno
affianco all’altra, con il suo braccio che mi cinge le spalle, in contemplazione
del panorama notturno. La copertina patchwork ci copre nuovamente le gambe.
«Mi
stai prendendo in giro, vero?»
Scoppio
a ridere. Adoro giocare con lui. Adoro lui.
«Ad
ogni modo, credo che Ricky avrebbe dovuto nascere donna» mi informa Daniel,
cambiando argomento.
«Beh,
non ti nascondo che l’ho pensato anch’io. Specialmente quando diceva di voler
arrivare a pesare cinquanta chili. Ma ci pensi?»
«Cosa?!»
«Per
non parlare della dedizione con cui si prendeva cura dei suoi preziosissimi
capelli. Shampoo schiarente alla camomilla, balsamo naturale fatto in casa,
impacchi ai semi di lino... Roba che neanche io ho mai fatto!»
«Scommetto che si vanta di avere i capelli più belli dei tuoi, ‘sto finocchio»
«Non me
l’ha mai detto esplicitamente, ma credo che la pensi proprio così» confermo con
rassegnazione, pensando che, effettivamente, i capelli di Ricky sono molto più
curati dei miei.
«Non
dirmi che hai davvero preso in considerazione l’idea di tingerti i capelli!»
«Direi
di no... Tu cosa vorresti? Capelli biondi o mori?» Non si sa mai.
«Io
voglio te e basta» conclude con tono basso e serio, quasi fosse indignato per
l’assurdità della domanda.
Signore e signori,
risposta esatta!
«Che ne
dici se ti riaccompagno a casa? Così ti riposi un po’» dice riacquistando in un
secondo la sua bella faccia tosta e guardandomi in modo eloquente.
Spaccone.
«Sì,
grazie. Effettivamente tutta quella birra che ho bevuto mi ha messo addosso un
certo sonno» rispondo sfoderando la mia migliore faccia da schiaffi. Pfui!
Pivello!
Il
viaggio verso casa è quanto di più soft potessi desiderare in un momento del
genere. In giro non c’è quasi nessuno e noi, a bordo della Ducati, scivoliamo
tranquilli e pacifici per le strade della città.
Arrivati a destinazione, dopo esser scesi entrambi dalla moto, mi levo il casco
e lo poggio sulla sella.
Daniel
mi guarda un po’ titubante e poi, giocherellando con il portachiavi a forma di
timone, si schiarisce la gola ed inizia il suo monologo.
«Senti,
so che non è necessario dirlo, ma... giusto per mettere le cose in chiaro, direi
che...»
Guarda,
guarda... Il bel batterista testosteronico, tutto cuoio e metallo, è arrossito
sulla facciotta pucciosa.
«Beh,
sai com’è, dopo quello che è successo, io pensavo di... di...»
Che
bello quando i maschi tentennano. Diventano teneri come l’Orsacchiotto del
Coccolino.
«E poi
anche tu prima hai detto che mi... sì, insomma, che mi...»
«Che ti
amo?»
Mi
spiace, ma non ce la facevo più a vederlo così in difficoltà. Comunque, non
pensavo fosse così timido al di fuori dell’onda passionale. La cosa mi aggrada.
«Sì,
appunto! Hai detto che anche tu mi ami...»
Adoro
quel “anche”.
«...e,
quindi, da oggi posso considerarti la mia...»
«La tua
ragazza?» Suona così bene!
«A dire
la verità» dice con quel suo mezzo sorriso da infarto fulminante «stavo per dire
la mia “donna”, ma credo che “ragazza” sia ugualmente appropriato»
Oh,
beh. Non è proprio il caso di fare i fiscali, no?
Comunque non penso ci sia bisogno di aggiungere altro. La mia faccia starà
sicuramente parlando per me in questo momento. Perché non riesco a staccare il
mio sguardo dal suo, mentre lo dice. E neanche quando finisce di dirlo. E
neppure quando mi avvicina a sé mettendomi una mano dietro la schiena e l’altra
sulla guancia arrossita.
Le mie
palpebre ipnotizzate si abbassano solo e soltanto quando le mie labbra, già
socchiuse, avvertono il contatto con la sua bocca. Una bocca particolarmente
dolce, rispetto ai precedenti. Ma pur sempre mozzafiato.
«Uuuuuuuuuuhhh...»
Bisbigli, risatine, qualche fischio.
Agghiacciata, alzo la testa, già sicura di quello che vedrò: i miei vicini di
casa, bardati con giacche e piumini, si stanno godendo la scena accalcandosi
alle finestre e sui balconi della palazzina.
Alcuni,
con la faccia più tosta rispetto ad altri, stanno sgranocchiando fette di
pandoro o pistacchi.
Fra
costoro, ovviamente, sono presenti anche mia madre e mio fratello. Quest’ultimo,
in particolare, sfidando il gelo invernale con indosso un bel paio di short da
mare verde smeraldo ed una t-shirt di Goldrake, cerca conforto termico –
tenendosi abbracciato ad una gigantesca scodella piena di pop-corn – e conforto
morale – guardando in giù verso le piastrelle del balcone scotendo la testa con
aria sconfitta e annientata – tentando, al contempo, di mimetizzarsi tra i vasi
di elleboro. Con la coda dell’occhio, vedo Daniel guardarlo a bocca aperta.
No
comment.
«Amore
della mamma, hai lasciato Ricky?» Il tono festoso di mia madre riesce a farmi
staccare gli occhi dalla surreale figura di mio fratello.
Mia
madre ha sempre detestato il piccolo Narciso. Lo prende sempre in giro. Dice che
ha la verve di un novantenne dentro ad un corpo da tredicenne.
Sono
pronta a scommettere che sarebbe comunque al settimo cielo se le dicessi che, in
realtà, gli sto solo mettendo le corna.
«Ma’,
per favore» inizio a supplicarla ad alta voce, in modo da farmi sentire fin
lassù «Ne parliamo dopo, ok?»
«Ok!»
mi risponde gasatissima facendomi l’occhiolino ed alzando entrambi i minuscoli
pollici per enfatizzare il suo assenso.
Non oso
guardare la faccia di Daniel, questa volta.
«E voi
fatevi i fatti vostri, impiccioni!» abbaio all’indirizzo dell’intero condominio.
Sbuffi,
mugugni e qualche “uffa” qua e là. Roba da non credere. Se ne approfittano
perché ho grande ed annosa confidenza con tutti loro. Opportunisti.
«Allora
ciao e buon anno, anche se non so come ti chiami!» cinguetta mia madre ad un
atterrito Daniel agitando le braccia per salutarlo, mentre il suo primogenito la
trascina dentro casa.
Dopo
qualche manciata di movimentatissimi secondi, tutte le finestre vengono
finalmente chiuse ed il silenzio – leggermente imbarazzato, devo dire – torna ad
avvolgerci.
«Ehm...
Vi divertite parecchio da queste parti, eh?» cerca di sdrammatizzare Daniel,
trattenendo un risolino.
«Su,
dai. Dillo pure che vorresti rotolarti per terra dalle risate» gli rispondo con
aria tetra.
«Va
bene. Vorrei rotolarmi per terra dalle risate» mi sorride, riavviandomi una
ciocca di capelli dietro l’orecchio «Ma, prima di tutto, vorrei ricominciare da
dove ci ha interrotti il pubblico» conclude in un sussurro, ad un centimetro
dalla mia bocca.
Purtroppo, però, il male è sempre in agguato.
«Scusami un secondo» gli dico arretrando leggermente e alzando la testa «Mamma!
Ti vedo!» urlo verso una delle finestre, da dove si intravede l’oscura sagoma di
una testa riccioluta.
Un
attimo dopo, una seconda sagoma – ben più grossa e più oscura della prima –
appare alle spalle di mia madre per ritrascinarsela dietro.
Una
parola: sconcertante.
Guardo
Daniel e scoppiamo a ridere tutti e due.
«Posso,
adesso?» mi chiede con ancora il sorriso sulle labbra, avvicinandosi nuovamente.
«Puoi
sempre, a meno che mia madre non decida di andare a prendere la videocamera» gli
sorrido prima di gettarmi sulla sua bocca accogliente, ansiosa di sentire il suo
ormai familiare sapore e le sue braccia attorno a me.
Che
sensazione meravigliosa. Penso che questo sia uno dei momenti più felici di
tutta la mia...
«Ma che
bella scenetta romantica...»
...vita. Porca. Di. Quella. Vacca. Porca.
Ricky.
°°*°°
Spazietto Autrice:
Aggiornamento al volo per augurarvi Buone Vacanze! Un bacione!
Morgana
–
Ah ah ah!!! Sì, è vero! Leggendo, uno
direbbe che la protagonista (Stella, a proposito) è stata sotto sostanze
stupefacenti per tutto il suo "periodo Ricky"! Un bacione!
romina75
– Ciao carissima! Sono contenta che tu abbia capito appieno i sentimenti
descritti nello scorso capitolo! Anche perché, probabilmente, essendo così
rivelatore, è stato il capitolo più importante di tutta la storia! Alla
prossima! Cri
Maharet
–
Ciao Cla! Com'è? Eh, sì... mannaggia a 'sti
uomini ingannatori! Prima sono in un modo e poi nell'altro... Spero, invece, di
averti fatto divertire almeno un po' in questo capitolo! Un bacione e alla
prossima! Cri
Marcie
–
Hai ragione! Ricky è proprio un orrido
lombrico (uso il lombrico come esempio perché, purtroppo, l'altro giorno ho
avuto un incontro ravvicinato con un gigantesco bruco e mi è venuto quasi un
infarto). Grazie per aver letto! Alla prossima!
fallsofarc
–
Ciao Chiara, tesoruccia mia! No,
purtroppo la storia delle lenti a contatto non è inventata (né la tinta ai
capelli, daltronde). Che ci vuoi fare... Purtroppo mi è toccata! Ma sì, acqua
passata! Piuttosto, che ne pensi del fratello della protagonista? Sono curiosa
di avere un tuo parere! Un bacio, per ora, e buone (ottime!) vacanze! Cri
Semolina81
–
Allora? E' stato abbastanza succoso il
capitolo? Ti è parso divertente come spero?? Grazie per la bella recensione,
Erica! Un bacio anche a te! A presto! Cri
Kukiness
–
Ciao Erica! Beh, non so perché ma questo
capitolo mi è uscito un po' incasinato! Forse ho mischiato troppa roba tutta
insieme (momenti cuoricinosi, un po' di comicità demenziale, colpo di scena
finale...). Tu che dici? Wow! Ti è piaciuto davvero lo scorso capitolo? Sono
contentissima! Sì, anch'io - nonostante tutto - trovo il personaggio Ricky molto
interessante e, soprattutto, stimolante quando è il momento di scrivere di lui!
Grazie per la recensione! Alla prossima, Cri
Mirya
–
Ah ah ah!!! Sì, purtroppo sono stata
insieme ad uno così (anche se devo ammettere di aver leggermente accentuato
certe sue fisse ed abitudini, giusto per rendere più interessante ed incisivo il
personaggio). Per fortuna, appunto, adesso "sto insieme" ad uno come Daniel,
quindi... Non c'è molto altro da aggiungere, direi XD!!! Grazie per la sempre
preziosa recensione, carissima! Un bacione e alla prossima! Cri
mokuren078 - Te l'ho già scritto in una recensione, ma devo ripetermi per
forza: GRAZIE!!! Dieci recensioni tutte insieme sono decisamente troppe per una
storia come questa (se si pensa, poi, che sono state scritte da uno dei miei
Autori Preferiti... insomma, eh...). Spero continuerai a seguirmi! Ciao!
Un particolare
grazie a chi ha letto e/o inserito la storia tra le preferite e/o le seguite e/o
quelle da ricordare.
Un bacio, infine, ai temerari
che mi hanno
inserito tra gli autori preferiti.
A presto!
- Sif -
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Capitolo 18 *** 18- Riflessioni in erre moscia ***
1
18
Riflessioni in erre moscia
Lasciato. Mollato. Scaricato.
Io.
Ancora
non ci credo. Per cosa, poi? Perché una baldracca ubriaca mi si è spalmata
addosso? Che colpa posso avere io, se piaccio alle ragazze?
Giusto!
E’ tutta colpa sua! Della ragazzina! Io non centro assolutamente nulla!
E lei.
Lei! Avrebbe dovuto capirlo che io non avevo colpa! Ah, già… Ma lei
cercava solo una scusa. Una qualsiasi scusa per buttarsi liberamente addosso a
quel grosso figlio di puttana! Sono mesi, ormai, che quei due cospirano alle mie
spalle. Pensano che non mi sia accorto della situazione? Ho avuto la conferma
quando la biondina ha provato ad abbordare Mr. Mutande di Ferro, quella sera al
Pub. Non vedo altri motivi per non accogliere a braccia aperte una topa del
genere. E, nonostante tutto, non penso proprio che lui sia gay.
Buon
per me, comunque. Ci ho pensato io a consolare la topa bionda, giusto il tempo
di riaccompagnare a casa la piccola adultera – che, fra le altre cose, non me la
dava più già da un bel pezzo – e inserire nel cellulare la mia preziosissima
“scheda segreta”.
Eh, sì.
Sono proprio un genio.
Il casino di 'sta sera,
però, non l'avevo minimamente previsto. Mai avrei creduto che quella sfacciata
avrebbe avuto il coraggio di abbandonarmi per andarsi a nascondere in chissà
quale buco con quella faccia da culo di Daniel. E, nonostante io sappia che è
una bugiarda e una traditrice, non voglio che mi lasci. E’ pur sempre la mia
Titì!
Certo,
il mondo è pieno di ragazze fighe – anche molto più di lei, se vogliamo proprio
dirla tutta – ma non vedo valide ragioni per non tenermela.
L’ho
conosciuta che era un’innocente verginella col cuore infranto. Carina, ma molto
ingenua. E’ stato incredibilmente facile conquistarla. Qualche domanda, un paio
di moine e il gioco è fatto!
Non mi
pento della scelta. E’ una di quelle persone che mettono allegria, dopotutto. Ed
anche sotto il lato fisico non mi posso lamentare. Beh, sarebbe preferibile che
perdesse qualche chilo e si vestisse un po’ meglio. Quante volte ho raccomandato
a quella golosona di saltare qualche pasto, ogni tanto? Ma, tutto sommato, non
mi fa sfigurare eccessivamente quando usciamo insieme. Anzi, qualcuno mi ha
anche fatto i complimenti per il mio buon gusto.
Il vero
problema, qui, è quel batterista da quattro soldi. E davvero non mi capacito
della cosa, dato che io sono molto meglio di lui.
Diciamo
la verità. Come si fa a scaricare me per uno così? Insomma, si rasa i capelli a
zero! Che bellezza può avere una persona senza capelli? E che dire di quell’abbigliamento
da sciattone? Sempre con quel chiodo incollato addosso. E allora? Ce l’ho
anch’io il chiodo, ma di certo non lo indosso ogni singolo giorno dell’intero
inverno! Ho un mucchio di altri vestiti nel guardaroba, io! Ma, tanto, è
completamente inutile mettersi a discutere di queste cose con uno che, anche con
venti gradi sotto zero, sotto la giacca indosserà sempre e solo una maglietta a
mezze maniche. Non per vantarmi, ma stasera non c’era proprio paragone fra me e
lui! Come ha fatto Titì a mollarmi per Daniel-eterna-maglietta-bianca quando
aveva me che, modestamente, come porto le camicie nere traslucide io non le
porta nessuno?
No, è
impossibile.
Probabilmente è solo un’infatuazione momentanea. Dopotutto, lei resta sempre una
credulona e lui, accortosi della sua abitudine di pensare sempre a stronzate
romantiche, ne avrà approfittato. Ma sono pronto a scommettere che, giusto
qualche giorno di tempo per far sfumare il suo bel sogno ad occhi aperti, la
fuggitiva tornerà strisciando da me implorandomi di tornare insieme. Non
potrebbe essere altrimenti.
Rimane,
comunque, il fatto che il mio orgoglio maschio è stato gravemente ferito e,
giustamente, reclamo vendetta.
Il
problema è: come?
Di fare
a botte non se ne parla, lui sarà almeno il doppio di me. E poi non mi sono mai
piaciuti questi metodi da bruti. Rischierei di rovinarmi il viso!
Potrei
riconquistare la mia Titì e, per vendetta, slinguazzarmela proprio davanti ai
suoi occhi. No, impossibile. Lei, per ora, è sicuramente offesa per la storia
della tipa ubriaca di poco fa e non penso che accetterà di farsi mettere la
lingua in bocca da me così, su due piedi. E poi, se lui non prendesse bene lo
scherzetto, c’è il rischio che mi metta le mani addosso. Mi ammazzerebbe, lo
stronzo!
Forse
potrei screditarla, far credere a Daniel che la sua potenziale ragazza è, in
realtà, una zoccola di prima categoria. No, non va bene neanche questo. Titì mi
picchierebbe e, conoscendola, cercherebbe di strangolarmi con le corde della sua
chitarra per un’offesa del genere. E così permalosa, a volte... Certo, però, che
l’idea della diffamazione non era male.
Ci
sono!
Ma sì!
Sì! E’ perfetto!
Sono
proprio un autentico genio!
Devo
solo fare una telefonata utilizzando la mia fedele “scheda segreta”. E poi
vedremo chi passerà dalla parte del torto, cara la mia piccola e ingenua Titì.
°°*°°
Spazietto Autrice:
Credetemi. Cercare di
entrare in questo POV è stato assolutamente disgustoso. In più, il mio Io
interiore, a quanto pare, cercava di impedirmelo perché più tentavo di entrare
nel personaggio e più sentivo nella mia testa una vocina che mi diceva: “Ma sei
scema?” e i tentativi andavano a vuoto. Infatti, penso che non mi sia venuto
tanto bene questo capitolo. Siate comprensivi!
romina75
– Ciao Romy! Sì, è vero! Penso anch’io che il piccolo malefico Ricky non si
azzarderà minimamente a cercare di picchiare il suo rivale (purtroppo per noi,
s’intende...). Che ne pensi, comunque, di questo POV? Ho reso abbastanza l’idea
del viscidume strisciante?
Marcie
– Ciao, carissima! Grazie per i complimenti! Sì, ho cercato di scrivere di una
famiglia molto stravagante, giusto per alleggerire la scena con un po’ di sana
comicità! Dimmi che ne pensi di questo capitolo, perché sono un po’ ansiosa a
riguardo! Ciao!
MimiMiaotwilight4e
– Ciao Mimi! Benvenuta! Prima di tutto, grazie per la bellissima recensione e
per i complimenti! Sono contenta che la storia ti stia piacendo! Beh, a chi è
che non starebbe sulle scatole Ricky? Ragion per cui penso che questo capitolo
farà venire un po’ di disgusto anche a te (oltre a me che l’ho scritto). Baci
ricambiati, cara! Alla prossima!
Valentina78
– Ok, lo ammetto. La mamma della protagonista è sostanzialmente uguale alla mia.
Il fratello, invece, è TOTALMENTE identico al mio, specialmente per quanto
riguarda il vestiario ed i popcorn. Il fatto è che non ho potuto resistere alla
tentazione di inserirli da qualche parte nella storia. Ah ah ah!!! Me lo vedo un
monumento che riproduce mio fratello in versione marmorea, con tanto di
maglietta di Goldrake e tutto il resto! Grazie per i complimenti, carissima!
Alla prossima!
Semolina81
– Ciao Erica! Wow, sono contentissima che lo scorso capitolo ti sia piaciuto!
Spero, invece, che non mi manderai lettere minatorie per questo! Credimi, è
stato più stomachevole scriverlo che leggerlo! Grazie per i complimenti,
carissima! Spero tu abbia passato buone vacanze! Un bacione, Cri.
_Fairy_
– Ciao Fairy! Caspita, quanti complimenti! Grazie! Sei davvero un tesoro! E,
sicuramente, non penso proprio che tu sia troppo cruenta! Anzi, hai detto bene!
E, soprattutto, hai fatto bene a lasciarti subito alle spalle un altro
maschio-dalle-idee-confuse, invece di starci insieme per più di un anno come ho
fatto io. No comment. Chissà che penserai quando avrai letto quest’ultimo
capitolo? Un bacione anche a te, carissima! E grazie ancora!
Kukiness
– Ok, meglio ammetterlo subito: ho paura. Ti confesso subito, altresì, di non
essere soddisfatta al cento percento di questo capitolo ma, purtroppo, non sono
riuscita ad immedesimarmi totalmente nel cattivo della situazione. Quindi, per
pietà, non essere troppo dura nei confronti di una povera scribacchina che,
malata e bacata com’è, entra in conflitto con i suoi stessi personaggi e non
riesce a descriverne bene i pensieri! Spero, almeno, di aver reso ancora un po’
più l’idea di come è fatto Ricky (anche se, a questo punto, non c’era ancora
molto da dire). Grazie dell’attenzione e della recensione, Erica! Non sai quanto
siano preziose, per me!
SibillaCum
– Ciao! Wow! Che recensione mi hai fatto! E’ davvero troppo! Grazie mille! Non
credevo, però, di perpetrare, attraverso la mia storiella, alcuni modi di dire!
ah ah ah!!! Beh, la borchia è una specie di bottoncino di metallo da applicare
sui tessuti (in questo caso su una cintura, ma anche sulle borse, sui
braccialetti, sui “chiodi”) e ce ne sono di varie forme; le borchie “killer”,
per esempio, sono dei piccoli spuntoncini di metallo. Il “chiodo” è la spessa
giacca nera di pelle tipica dei metallari, in genere piena di cerniere e di
spillette di gruppi rock/metal. “Tamarri” è il modo in cui alcuni classificano
le persone che frequentano le discoteche (a volte vengono chiamati anche “truzzi”).
Comunque, se hai qualche dubbio sui termini chiedimi tutto quello che vuoi! Non
sei italiana, hai detto? Ma scrivi perfettamente! Ancora meglio di certi (molti)
miei connazionali! Di dove sei, se posso chiederlo? Grazie ancora per la
bellissima recensione! Ciao! P.S. A dire la verità, “Daniel”, nella realtà, un
fratello ce l’ha eccome!
Mirya
– Ciao Francesca! Grazie per i complimenti allo scorso capitolo! Me commossa
ç__ç Che ne pensi di questo? A dirla tutta, non sono molto convinta... Scrivere
con questo POV è stato un po’ difficile e combattuto. Spero di non aver fatto
troppo danno! Ciao e grazie ancora, carissima! P.S. Sai bene che, come e meno di
te, ho poca fantasia. Della scena sotto casa c’è ben poco di inventato, parenti
compresi! P.P.S. Prima che tu me lo chieda... Ebbene sì! Lui aveva anche una
“scheda segreta” per effettuare chiamate illecite.
x__Koizumi
– Ehilà! Il tuo modo di scrivere recensioni mette decisamente allegria, sai?
Beh, sì. Sostanzialmente i personaggi della storia sono presi punto per punto da
quelli reali e, spesso e volentieri, ho inserito molti fatti realmente accaduti!
Grazie per aver letto e apprezzato i miei scarabocchi, carissima! Mi ha fatto
immensamente piacere! A proposito, sono andata a curiosare tra le tue creazioni
e ho lasciato una piccola recensione ad una storia! Grazie ancora, ciao!
Un particolare
grazie a chi ha letto e/o inserito la storia tra le preferite e/o le seguite e/o
quelle da ricordare.
Un bacio, infine, ai temerari
che mi hanno
inserito tra gli autori preferiti.
A presto!
- Sif -
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Capitolo 19 *** 19- Kaboom! ***
1
19
Kaboom!
Se
esistesse una selezione per la più plastificata tra le facce da schiaffi, il mio
ex-nano arriverebbe sicuramente primo. Certo, per lui il must sarebbe un
bel concorso da Principino di Bellezza, ma sono pronta a scommettere che
accetterebbe comunque la sfida, giusto per mettersi sotto i riflettori ed
ammirare, ammaliato, lo scintillio che tali apparecchi luminosi producono sui
suoi fluenti capelli.
A conti
fatti, però, non avrei mai pensato che il suo malsano spirito di protagonismo
l’avrebbe portato a tanto.
Che
diavolo ci fa Ricky sotto casa mia alle quattro del mattino – del 1° gennaio,
poi! – in compagnia di quella baldraccona bionda che, qualche settimana fa, ci
ha provato con il mio (mio!) ragazzo?
«Non
c’è che dire» osa insistere lui con quel suo odioso tono strascicato «Proprio
una scena commovente»
«Ricky,
che cavolo vuoi?» gli chiedo cercando di trattenere i bollenti spiriti che, in
preda all’euforia, stanno cercando di evadere dal mio self-control per poter
sparare insulti e parolacce a raffica contro costui.
«Che
cavolo voglio io?» mi sibila contro in una bella e riuscitissima
imitazione di una biscia d’acqua «Che cazzo ci fa lui con le mani addosso
alla mia ragazza, piuttosto?» chiede, indignato, puntando il ditino indice
contro Daniel.
Un
momento. La sua ragazza?
«Ricky,
che droghe hai assunto nelle ultime ore?» chiedo trattenendo a stento
l’isterismo «Perché, secondo me, ti hanno rifilato qualcosa di andato a male»
«E’
inutile che usi le tue solite battutine» risponde irritato «Questa volta non
basteranno a tirarti fuori dai guai»
Questo
è il colmo.
«Guai?
Sarei io quella nei guai, razza di deficiente?» sento che la diga non
reggerà ancora per molto «Dovresti ringraziarmi per non averti preso a calci
nelle palle davanti a tutti i tuoi amici scemi, piuttosto!»
Ok, il
self-control, ormai, è partito per lidi lontani e il tono di voce sta per
raggiungere i massimi livelli consentiti alle mie corde vocali.
«Cosa?!» anche lui sta decisamente alzando il volume «Tu ti comporti da puttana
e hai anche il coraggio di venirmi a dire una cosa del genere?»
Impagabile. Dal suo “e hai anche” Ricky ha gradatamente abbassato il tono di
voce fino a farlo diventare un flebile sussurro e, al contempo, è sbiancato come
un lenzuolo. Il motivo?
«Hai
due possibilità: o te lo rimangi da solo o te lo faccio ingoiare io a suon di
calci in culo»
Daniel
si è avvicinato pian piano a Ricky, senza scatti e senza fretta, fissandolo in
modo eloquente e sussurrandogli dolci parole di minaccia.
Non è
assolutamente adorabile?
«Tu
dovresti essere l’ultimo a parlare» dichiara Ricky con spavalderia. Pazzo.
Daniel
sembra, comunque, abbastanza divertito dalla situazione. Probabilmente, in
questo momento, si sta figurando Ricky come un piccolo gnomo dispettoso che,
armato di un bastoncino appuntito, cerca di punzecchiarci le chiappe sparandoci
contro insulti osceni.
«Ah,
sì?» chiede Daniel incrociando le braccia a, ormai, meno di mezzo metro dal
signor gnomo.
«Ci
puoi scommettere» ghigna Ricky, beffardo.
C’è
qualcosa che non mi torna. Come mai è venuto fin qui? E cosa centra la
zoccolaccia che si è portato dietro?
«La
signorina, qui, saprà spiegartelo meglio di me» continua, imperterrito, facendo
un cenno in direzione della bionda.
Ecco,
appunto.
Daniel
sembra un po’ spaesato, quasi come se si fosse reso conto solo adesso della
presenza di una quarta persona.
«Chi
è?». Sembra non ricordarsela neanche. Non che la cosa non mi faccia piacere,
ovviamente! Tuttavia, Ricky sembra preso un po’ in contropiede e la ragazza, da
parte sua, è diventata un po’ rossa. Mi sa che si è offesa. Evviva! Poi, però,
sembra riprendersi dall’indignazione e inizia a parlare.
«Hai
sempre voglia di scherzare, eh?» chiede con un’odiosissima vocina acuta «Adesso
mi dirai che non ti ricordi neanche più della tua ragazza?»
«Be’, a
dire la verità la mia ragazza me la ricordo alla grande» afferma il bel
batterista girandosi nella mia direzione e regalandomi un mezzo sorrisino
d’intesa talmente intrigante da farmi venire le palpitazioni.
Non è
un autentico amore amorino amoruccio? Non vi viene voglia di sbaciucchiarlo
dalla mattina alla sera e dalla sera alla mattina?
«Ma
dove stai guardando, amore?»
Amore?
«Smettila di scherzare, dai! Sono io la tua ragazza»
E’
morta. Parola mia, è già cadavere. Devo solo prendermi un minuto di tempo in
modo da scegliere il metodo più doloroso possibile per cancellarla per sempre
dal mondo.
Tuttavia, per ora, l’indignazione mi ha totalmente ammutolita e non riesco a
dire nulla. Le mie gambe, però, al contrario del cervello, non si sono
minimamente intorpidite dalle parole sfacciate di questa idiota dalle labbra
spropositate e, seguendo (probabilmente) un qualche istinto primordiale, si
muovono in direzione del trio.
Anche
Daniel sembra troppo sconvolto per parlare.
Ricky,
invece, ha la faccia di uno che si è appena dissetato con un bel bicchierone di
acqua fresca di fonte dopo una giornata passata a patire la sete sotto il sole
cocente di Ferragosto. Ho reso l’idea?
Dopo
qualche istante di imbarazzante silenzio, io e Daniel ritroviamo entrambi la
voce.
«Cosa?!» chiediamo all’unisono e col medesimo tono.
Mmm.
Non c’è dubbio sul fatto che sia sincero. Figuriamoci se credo a quello che esce
fuori dalla bocca di questi due ebeti, piuttosto che credere al mio (mio mio!)
ragazzo.
Quindi,
signore e signori, stiamo assistendo al blando – ed anche piuttosto imbarazzante
– tentativo del mio ex di gettare fango sul nuovo arrivato.
Possibile che sia così stupido da credere davvero che io possa abboccare ad una
sceneggiata del genere? Con l’aiuto di quell’oca, poi!
«Hai
visto Titì?» ha il coraggio di chiedermi Ricky, trionfante «Hai visto con chi ti
sei andata ad immischiare? Con uno sporco doppiogiochista!»
Non so
se ridere o piangere. Sicuramente sono alquanto esasperata, al momento.
«Prima
di tutto non chiamarmi con quel nomignolo rivoltante» inizio con ostentata
insofferenza «E poi non provare ad insultare Daniel un’altra volta, se non vuoi
ritrovarti con la testa staccata dal collo»
«Ooh...
Paura!» risponde Ricky, alzando le braccia e facendo tremare le mani «E chi
dovrebbe staccarmela la testa? Tu? Oppure vuoi citofonare a quel tuo strampalato
fratello e chiedergli di farlo al tuo posto?» ridacchia.
«Non ci
sarà bisogno di citofonare» risponde Daniel per me.
«Perché? Vuoi avere tu il privilegio di farlo?» chiede Ricky ostentando
divertimento e, dopotutto, un bel po’ di malcelata preoccupazione.
«No.
Be’, sì, a dire la verità. Però, in ogni caso, non c’è bisogno di citofonare a
suo fratello»
«Che
diavolo stai dicendo?»
Daniel
alza il braccio destro e punta l’indice verso un punto alle spalle di Ricky.
In
tutto il suo splendore, con tanto di costume da bagno verde smeraldo, maglietta
di Goldrake e (oh, no!) infradito giallo limone, intercettiamo subito la
corporatura da orso di mio fratello! Non si è neanche messo la giacca!
Avanza
verso di noi a passo di marcia e a testa bassa, poi si ferma a dieci centimetri
dallo gnomo – che, nel frattempo, ha avuto la decenza di spalancare la bocca e
apparire quantomeno terrorizzato – e si preme i pugni enormi sui fianchi.
«Com’è
che hai chiamato mia sorella, piccola pulce?» chiede puntando gli occhi
scurissimi in quelli azzurri di Ricky.
«Quando?» risposta idiota quanto chi l’ha formulata.
«Quando?» ripete mio fratello con falsa condiscendenza ed alzando le
sopracciglia «Quando le hai dato della puttana, magari?»
Ahia!
Fratello incazzato ad ore tre!
«Io
le avrei dato della puttana?». Niente da fare. Ricky è proprio scemo.
«Marlon!
Prendilo a calci nel sedere, quel maleducato!» la vocina di mia madre ci arriva
forte e chiara dal balcone di casa.
Al mio
fianco sento Daniel sussurrare tra sé e sé: «Marlon?»
Be’,
sì. Mia madre ha sempre avuto una passione smodata per l’omonimo Brando. Ma
posso capire che la gente rimanga sempre un po’ perplessa quando scopre il nome
di mio fratello.
Certo,
però, che se Marlon ha sentito Ricky urlare da fin dentro casa... Ho un atroce
dubbio.
Alzo la
testa e, manco a dirlo, i miei vicini di casa sono nuovamente affacciati ai
rispettivi balconi ed alle rispettive finestre armati di facce assassine tutte
dedicate a Ricky.
Qui
finisce male, ‘sta volta.
«Sentite, io me ne vado, ok?». Forse questa è la frase più saggia e intelligente
che il nanetto abbia mai formulato in vita sua.
«Amore,
andiamo via anche noi?» chiede la bionda a cui, evidentemente, non piace essere
messa in un angolo.
«No,
grazie» risponde Daniel leggermente infastidito.
«Dai,
basta scherzare» insiste la stupida. Secondo me, Ricky le ha dato qualcosa in
cambio per tutta questa messa in scena. E, indubbiamente, non mi interessa
sapere di cosa si tratta dato che, a questo punto, sono certissima che non si
sta parlando di denaro!
Poi,
improvvisamente, la scema firma la sua condanna a morte: si avvicina a Daniel e
lo abbraccia.
Lui
indietreggia e cerca di afferrarle i polsi per sciogliere l’abbraccio.
Marlon,
decisamente sorpreso dal fatto che il mio nuovo ragazzo sia abbracciato ad
un’altra, guarda accigliato la scena.
Ricky,
approfittando della distrazione di Marlon, cerca il momento buono per
abbandonare la nave.
Ed io?
Cosa faccio io, invece?
Kaboom!
°°*°°
Spazietto Autrice:
Eccomi
qui! Vi devo dare un piccolo avviso: questo è il penultimo capitolo di "Happy
New Year!". Quindi il prossimo sarà già l'epilogo.
romina75
– Ciao Romy! Ho apprezzato molto i tuoi pareri su Ricky XD!!! Hai perfettamente
ragione, carissima! Be’, inizialmente pensavo di scrivere anche questo capitolo
dal suo punto di vista, ma poi mi sono sentita talmente a disagio al solo
pensiero di dover di nuovo entrare nel suo personaggio che ho rinunciato! Ho
fatto bene, secondo te? Ti è piaciuto questo capitolo? A presto e grazie per le
tue sempre magnifiche recensioni!
red
apple
– Ciao Annamaria! Grazie per la tua recensione! Sì, Ricky è proprio un
personaggio insopportabile e sono contenta di essere riuscita, con lo scorso
capitolo, a dipingerlo in maniera abbastanza verminosa! Che ne pensi di questo
capitolo, invece? Ciao e alla prossima!
Maharet
– Ehilà carissima! Allora? Che ne pensi? Soddisfatta? Delusa? Curiosa di sapere
cos’ha fatto la protagonista per produrre quell’ultimo sonoro e sinistro “kaboom!”?
Un bacione, Cla! A presto!
Marcie
– Ciao carissima! Allora, sei ancora preoccupata per le sorti dei nostri
piccioncini? O ti sei tranquillizzata all’arrivo di Marlon l’orso bruno? XD Un
bacione anche a te e alla prossima! Ciao!
Morgana
– Ciao Morgana! Scusarti di che cosa??? Non ti devi assolutamente giustificare!
Anzi, ti ringrazio tanto per aver letto! Un bacione anche a te! Alla prossima!
MimiMiaotwilight4e
– Ciao Mimi cara! Grazie per aver detto che lo scorso capitolo ti è piaciuto
anche se leggere i pensieri di Ricky ti ha fatto schifo! Guarda, ha fatto schifo
anche a me, quindi siamo in due XD!!! Che ne dici, invece, di questo capitolo?
Ti è piaciuta l’entrata in scena del gigante Marlon? Un bacio!
Un particolare
grazie a chi ha letto e/o inserito la storia tra le preferite e/o le seguite e/o
quelle da ricordare.
Un bacio, infine, ai temerari
che mi hanno
inserito tra gli autori preferiti.
A presto!
- Sif -
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Capitolo 20 *** 20- 1° gennaio ***
1
20
1° gennaio
«Ehilà!»
«Ehilà!»
«Com’è?»
«Ottimamente, grazie! Tu?»
Pausa.
«Hai
fatto sesso con il batterista!»
«E tu
che ne sai?!»
«Quando
mai sei stata “ottimamente” insieme a pollicino?»
«E va
bene! L’abbiamo fatto!»
«E
com’è stata la prestazione?»
«Lo
vuoi davvero sapere?»
«No. Se
no, poi, muoio di invidia. Devo dedurne che hai mollato la pulce?»
«Già! E
in maniera abbastanza eclatante, devo dire»
«Cioè?»
«Pensavo di raccontarti tutto dal vivo alla prima occasione»
«Vuoi
che la curiosità mi uccida, donna crudele?»
«Ma,
Daria, è una storia molto lunga e non credo che per telefono...»
«Fammi
il riassunto, allora»
«Però...»
«Sto
aspettando»
«E va
bene, Hitler! Cercherò di essere concisa e sintetica»
«Brava
ragazza! Proprio come piace a me»
«In
poche parole, ho lasciato Ricky perché l’ho beccato a fare il porco con una
tizia ubriaca, sono scappata in sella alla modo di Daniel – solo dopo averlo
baciato davanti all’intero Pub, Ricky compreso –, abbiamo fatto sesso su una
panchina con un’ottima vista panoramica, Ricky ha tentato di vendicarsi, mio
fratello Marlon si è incazzato perché il nano mi ha insultato, poi mi sono
incazzata io perché una troiona è saltata addosso a Daniel e, alla fine...»
«Alla
fine?»
«Be’...»
«Dimmi
che l’hai ammazzata la stronza!»
«Non
proprio»
«Che
vuol dire “non proprio”?»
«Sì,
insomma, è successo che...
---§---
Succede tutto molto in fretta.
La
mia mano – evidentemente incazzata almeno quanto me – si insinua ben poco
gentilmente fra i biondi capelli di questa incauta creatura, stringendo ben
benino. Poi, il mio braccio – che è dello stesso parere della mano – scatta
indietro (portando con sé sia mano che capelli, ovviamente) facendo sì che la
stronza si stacchi dal mio privatissimo uomo.
Le
sue urla isteriche sono come musica per le mie orecchie. In più sono la sola
cosa che si sente, in quanto tutti i presenti si sono ammutoliti.
Con
le mani alzate e la faccia rivolta al cielo, la vittima è completamente in mia
balia. Non cerca neanche di liberarsi dalla mia presa per paura di strapparsi
qualche manciata di capelli.
Purtroppo per lei, però, la rabbia che provo sfocia in una vera e propria sete
di vendetta. Quindi, non intercettando nulla di altrettanto idoneo ai miei scopi
– e volendo, dopotutto, prendere due piccioni con una fava – rafforzo ancora di
più la presa sui capelli della sventurata e, con tutta la forza che ho, miro
alla bella fronte liscia di Ricky e...
Kaboom!
---§---
«Li hai
presi testa contro testa?!»
«Già»
«E
poi?»
«Nulla,
sono scappati come due scarafaggi quando si accende la luce»
«E
Daniel?»
«E’
rimasto abbastanza sconcertato, sul momento. Poi, però, mi ha ringraziato per
averlo “salvato”. Mi sa che mi stava sfottendo»
«Immagino che tuo fratello, invece, non abbia fatto una piega»
«Lui mi
conosce. Infatti ha detto solo: “Missione compiuta”, poi si è voltato e, senza
aggiungere altro, è tornato nella sua caverna»
«Scommetto che tua madre ti ha fatto l’applauso»
«Non
solo lei, a dire il vero. Tutto il condominio si è congratulato»
Sospiro.
«Quanto
avrei voluto esserci...»
«Lo so.
Mi spiace che tu ti sia persa la faccia di Ricky quando ho baciato Daniel un
secondo dopo avergli detto che lo scaricavo»
Altro
sospiro.
«Così
mi uccidi! Se avessi saputo, sarei venuta anch’io allo Schifo-pub ieri sera»
«Ma
così ti saresti persa la Schifo-pizzeria»
«Lasciamo stare. Mi sono pure messa insieme ad un tizio»
«Ma
dai? E com’è?»
«Bello
e ricco. Ma non mi convince più di tanto»
«Effettivamente non hai detto che è anche un infame bastardo. Come mai ti ci sei
messa insieme?»
«Non
penso tu sia la persona più adatta a chiedere certe cose, cara la mia
Principessina Sadichina»
«Spiritosa... E’ il primo giorno dell’anno e sprigioni già tutta questa
ilarità?»
«Ah
giusto! Stavo dimenticando...»
«Cosa?»
«Happy
New Year!»
Fine
°°*°°
Spazietto Autrice:
Gli “ispiratori” da ringraziare:
Il mio “Daniel”, la mia “Daria”, gli Iron Maiden
(nel caso leggano la storia... non si sa mai...), la ragazza che ero e che non
mi abbandona mai.
E, ovviamente, grazie a voi, carissimi lettori e
lettrici che siete arrivati fino a qui! Se questo scarabocchio è stato di vostro
gradimento, vi consiglio di non perdermi d’occhio, perché ho già pronto
l’episodio pilota (che inserirò come one-shot) che metterà fine a questa storia
per darne inizio ad una nuova.
Quindi, a presto!
MimiMiaotwilight4e
– Ciao Mimi carissima! Ebbe sì, lo ammetto: il “mio!” mentale della protagonista
è preso proprio dai gabbiani di “Alla ricerca di Nemo” (adoro quel film). Bello
l’orso Marlon, eh? Piace molto anche a me XD!!! Spero che continuerai a
seguirmi, anche se questa storia (questa parte) è giunta al termine. Un bacione
e grazie per tutto il tuo preziosissimo sostegno!
eli777
– Ciao! Ma grazie a te!! Sono lusingata dai tuoi complimenti e felicissima di
averti fatta sorridere e intenerire almeno un po’! Sei gentilissima! Ah ah ah XD!!!
Non insultiamo Darth Fener, per favore!!! Lui è troppo figo per essere
paragonato a Ricky, anche senza spada XD!!! Ti ringrazio ancora tanto e spero
continuerai a bazzicare da queste parti, ogni tanto! Ciao!
Dabe
– Ciao Dabe!! Grazie per aver letto la mia storia! Eh sì... i “Daniel” fanno
molto gola, ultimamente XD!!! Vanno a ruba! Dunque, rispondo al tuo dubbio sul
“chiodo”: il chiodo è la giacca di pelle usata da chi ascolta musica rock/metal!
Ne avrai sicuramente visto qualcuno prima d’ora! E’ nero, lungo solo fino alla
vita, caratterizzato da diverse zip di rilevanti dimensioni e, in genere, gli si
appiccicano sopra grandi quantità di spillette rotonde di gruppi musicali. Baci
anche a te e grazie ancora!!
Mirya
– Mah... Diciamo che l’essere là è stato fortemente ispirato da quello “reale”.
Come già detto, molti fatti sono ripresi papale papale dalla realtà, purtroppo
(compreso il fatto che voleva che stessi a dieta per poter arrivare a pesare
quanto un cuscino di piume), ma ammetto di aver marcato decisamente la mano
descrivendo alcuni suoi pensieri. Per esempio, non ha mai cercato di vendicarsi
per averlo mollato... che io sappia... Un bacio carissima e grazie per la
bellissima recensione! A presto!
Marcie
– Ciao carissima! Allora? Sei rimasta abbastanza soddisfatta del mio sonoro “kaboom!”?
O, forse, ti aspettavi più sangue XD??? Un bacione anche a te e grazie per
avermi seguito e sostenuto durante questo piccolo viaggio scarabocchioso! Spero
continuerai a seguirmi! A presto!
Watermelon
– Wow! Non so perché, ma il tuo nickname mi mette decisamente allegria al solo
leggerlo! Comunque, che ne dici del risvolto violento di questo capitolo? E’
stata di tuo gradimento la doppia testata? XD! Grazie per la recensione e per i
complimenti! Ciao e a presto!
romina75
– Ah ah ah!!!!!!!!! Mamma mia! Mi hai fatto morire dal ridere con la tua
recensione!!! Violenzaaaaaaa... XD!!! Sei proprio mitica! Comunque, allora? Che
dici? Ci ho messo abbastanza azione?? Non c’è stato sangue, è vero, ma mi sa che
un paio di bernoccoli ci sono scappati comunque! Grazie di tutto, Romy! Spero
continuerai a seguirmi nelle mie prossime imprese scarabocchiose! A presto!
YamiHime
– Ciao Elena dolcissima! Grazie per i tuoi complimenti e per l’augurio! Sono
contenta di averti fatta divertire almeno un po’ con la mia storiella! Un
bacione, cara! A presto!
Maharet
– Ciao tesoro! Come stai? Eh, sì... Siamo giunti alla fine (più o meno) di
questa storia. Spero che questo finale ti piaccia! Non ho messo calci in culo,
ma credo che una bella testata sia anche meglio XD!!! A presto, carissima! Un
bacio anche a te!!
Morgana
– Ciao Morgana! Ah ah ah XD!!! No, in realtà mio fratello ha un nome
comunissimo, ma secondo me “Marlon” gli calza a pennello! Sì, hai ragione!
Quella della calunnia non è stata un’idea molto brillante da parte del nano ma,
dopotutto, il suo cervellino è abbastanza limitato e non sarei stata credibile
mettendo in azione da parte sua chissà quale piano geniale e diabolico! Spero
leggerai la one-shot che ho preparato come “finale” di questa storia! Un bacione
anche a te e grazie grazie grazie di tutto!
x__Koizumi
– Ciao carissima! Grazie per i tuoi complimenti! Be’, effettivamente ho già in
cantiere un paio di ideuzze che spero apprezzerai! Non perderti la one-shot in
prossima uscita! Grazie ancora di tutto! Un bacione!
TheRedWriter
– Ciao! Grazie per la bella recensione! Sì, è vero! Senza i “cattivi cattivoni”
non ci sarebbero storie da scrivere! Daniel riccio, eh? Mmm... Chi lo sa!
Dopotutto, l’ho “creato” con i capelli rasati e non è da escludersi che, in
realtà, abbia i capelli ricci XD! Un bacione anche a te e grazie ancora! Alla
prossima!
mokuren078
– Ah ah ah!!! Mi è venuto il singhiozzo a furia di ridere immaginandoti davanti
allo schermo del pc con gli occhi iniettati di sangue XD!!! Ok, dato che le tue
minacce mi hanno terrorizzata, eccoti SUBITO il capitolo finale!!! Spero che il
mio tributo di sangue basti per placare la tua sete, carissima! Un bacione e
grazie di tutto!!
Un particolare
grazie a chi ha letto e/o inserito la storia tra le preferite e/o le seguite e/o
quelle da ricordare.
Un bacio, infine, ai temerari
che mi hanno
inserito tra gli autori preferiti.
A presto!
- Sif -
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