Quel bizzarro, fatidico appuntamento. di ballerinaclassica (/viewuser.php?uid=40547)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quel bizzarro, fatidico appuntamento. [ Pizza Version! ] ***
Capitolo 2: *** Quell'insopportabile, profumato mazzo di rose. [ Scones Version! ] ***
Capitolo 3: *** Lo scandire del tempo. [Liet/Polonia] ***
Capitolo 1 *** Quel bizzarro, fatidico appuntamento. [ Pizza Version! ] ***
GermaniaItalia
Quel bizzarro,
fatidico appuntamento. [ Pizza Version! ]
- Ludwig, Ludwig! -
- Che vuoi? -
- Ludwig,
Ludwig! -
- Cosa
c'è?! -
- Ludwig,
Ludwig! -
Era sempre
rimasto dell'opinione, per quanto poco soddisfacente potesse
essere, che provare a comprendere, anche solo in minima parte, i
bizzarri comportamenti del suo buffo coinquilino era sì,
impresa
assai ardua, se non addirittura impossibile. E con questa triste e
macabra consapevolezza, un tedesco non avrebbe mai potuto vivere; non
con la sua serenità, almeno, quella che nasceva giorno dopo
giorno e si formava con ritmo scandito dai rintocchi dell'orologio a
cucù, con estrema precisione e severità.
- 'm
müde. *- aveva detto infine, con una nota effettivamente bassa
e stonata nella voce.
Si era alzato,
lasciando cadere a terra gran parte delle carte e dei
documenti che affollava la massiccia scrivania. E fu decisamente troppo
strano - per quanto Feliciano potesse essere sveglio nel notarlo - non
vederlo piegarsi e risistemare in rigoroso ordine la vertiginosa pila
di lavoro incompleto.
- Ludwig? -
- Che vuoi? -
Ma non l'aveva
minimamente messo in soggezione, quello sguardo carico
di truce rimprovero. Difatti, l'italiano aveva avuto ancora una volta -
e questa si aggiungeva alla lunga lista di altre occasioni - di
perseguitarlo, agitarsi e sfiancarlo fino a vederlo esaurire ogni
minima energia.
- Non vieni
con me? - aveva chiesto poi, con quella sua solita - e
talvolta insopportabile - espressione gioiosa. E non c'era la minima
traccia di preoccupazione negli occhi schiusi, né nel
sorriso
sincero, né nel marrone di quel ciuffo ribelle che proprio
non
sembrava aver voglia di starsene al suo posto.
- No. -
- Eh?!
Sì che vieni! -
- Ho detto no.
-
- Perfetto,
allora prenoto per due! -
- Con chi ci
vai? -
- Con te! -
*sono stanco.
Ho
finalmente trovato il tempo di scrivere una Long Fic su Hetalia.
Si tratta di capitoli capitoli - questo è solo
il prologo - legati tra loro.
Stesse situazioni e circostanze viste da diversi punti e
con diverse coppie... E so di non esser stata chiara, ma questo
è un altro paio di maniche.
Al prossimo, ja ne.
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Capitolo 2 *** Quell'insopportabile, profumato mazzo di rose. [ Scones Version! ] ***
FranciaInghilterra
Quell'insopportabile,
profumato mazzo di rose. [ Scones Version! ]
- Ne sei
sicuro? -
-
Sicurissimo. -
- Davvero? -
- Davvero. -
- Ma sicuro al
massimo? -
- Damn! Francis, vuoi
smetterla di importunarmi?! -
Si era
ripromesso che in futuro o in una prossima ed eventuale vita, si
sarebbe tenuto alla larga - molto - da luoghi tanto differenti dalla
sua patria.
Se c'era
qualcosa di cui Arthur Kirkland andava fiero - oltre al suo taglio di
capelli, chiaramente - erano le buone maniere tanto diffuse a Londra.
Sì, proprio quelle che lo facevano sopravvivere, tutelando
la sua privacy - e la sua salute mentale, avrebbe aggiunto, in un
momento del genere.
-
Importunarti? -
-
Yes,
importunarmi. -
- Oh, Arthur, tu
es ainsi joli!
* -
- What? -
E proprio
mentre quella che aveva tutta l'aria di essere la centesima rosa rossa
nell'arco di un paio d'ore circa sfilava elegantemente sotto i suoi
occhi, si convinceva sempre di più, Iggy, del fatto che al
mondo non potesse esserci niente di più insopportabile di un
francese... Okay, forse solo un
americano.
- A parte le
sopracciglia, chiaro. -
- Ma di cosa
stai parlando? -
- E i capelli.
-
- Cos'hanno i
miei capelli che non va? In Inghilterra quel tuo taglio francese
è passato di moda secoli fà! -
- Ma comunque,
con la mia bella persona al tuo fianco, anche tu, forse, potresti migliorare.
-
Avrebbe avuto
voglia di prenderlo a pugni e fu solo il suo rigore da gentleman inglese ad
impedirglielo.
Quanto
riusciva ad avere di strano quel tizio, poi? Non aveva idea di come
avesse fatto, né di dove tenesse nascoste tutte quelle rose
- e non aveva la benché minima intenzione di scoprirlo,
ovviamente. Non capiva perché avesse la brutta abitudine di
toccare il sedere alla gente: c'era chi afferamava che fosse
formidabile, nonostante quel difetto, e chi ancora ammetteva che fosse
ancor più tenace, proprio per quel motivo.
- Francis, si
può sapere dove vuoi arrivare? -
- Porquoi? -
- Noi due ci
detestiamo! -
- Davvero? -
- Certamente! -
- Andiamo
Arthur, io ho sempre nutrito un affetto sincero nei tuoi confronti! -
E se c'era
qualcosa che Arthur Kirkland detestava con tutto il cuore - oltre a chi
osava contraddirlo riguardo l'esistenza degli unicorni - erano i
dongiovanni - specie francesi - che arrivavano a mentire, pur di
raggiungere i loro malefici, perversi
ed
ignobili scopi.
- In tal caso,
la mia risposta è no, qualunque cosa tu
stia per chiedermi. -
- Ma... -
- No. -
- Arthur! -
- Damn, ho detto di no! -
- Esci con me,
solo per dare una lezione a quell'austriaco! -
- Cosa? -
Non sapeva
nemmeno cosa l'avesse convinto ad annuire, al termine di quella
bizzarra conversazione. Semplicemente, aveva provato una sorta di pena
- anche se non l'avrebbe mai ammesso - per quel fanatico di rose rosse,
baguette e frasi smielate.
E sarebbe
stato peggio che mangiare un Hamburger in un lurido Fast Food, ne era
certo.
* Sei così adorabile
/ carino.
» Yoh!
Stranamente
non sono in ridardo, quindi ringrazio tutti quelli che leggeranno
questo aggiornamento lampo e con particolare gentilezza, ringrazio me
stessa.
RedFraction: ho
già parlato, per quel che riguarda le correzioni e ne
approfitto ancora per ringraziare - aaahw, quanti grazie, oggi. USA x
UK è la mia coppia preferita, di conseguenza, non
tarderà ad arrivare. ù___ù
Crow: Ludwig e
Feliciano sono adorabili. Inoltre, sanno essere ambigui praticamente
sempre. E questo è un motivo in più per
apprezzarli insieme. *__*
cainhx: io e la mia
autostima pretendiamo quel monumento, sappilo.
ù___ù
Per ora
è tutto, gente.
Good bye a
tout le mond!
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Capitolo 3 *** Lo scandire del tempo. [Liet/Polonia] ***
Passano,
passano, uno ad uno. Lentissimi tra l'altro. Le lancette gli sembrano
quasi immobili.
Il
rumore dei talloni di Feliks può chiaramente sentirlo appena
un
piano più in alto, mentre attraversa di fretta il corridoio.
«Feliks?»
Quello
di Liet è più che altro un sussurro, non ci prova
nemmeno ad
urlare. Non vuole minimamente rischiare che Russia li scopra mentre
escono di nascosto. Un'altra volta.
I
talloni di Feliks si bloccano, probabilmente deve averlo sentito.
Tornano indietro.
«Sì?»
Toris
sente distintamente la “s” fin troppo sibilata,
è anche sicuro
che le labbra di Polonia si siano stirate in un sorrisino malizioso,
mentre la pronuncia. La “i” è un po'
troppo acuta, forse
strafottente.
«Sei
pronto?»
Feliks
ride di gusto. A Toris la sua domanda non sembrava di certo comica.
«Liet,
vai di fretta?»
Tum.
Tum. Tum. Tum.
I
talloni di Polonia tornano a sbattere prepotentemente sul pavimento.
Si allontanano e poi tacciono, segno che, assieme al resto del corpo,
si sono sistemati davanti la toletta. Dannato, dannatissimo Feliks.
Lituania
rimane seduto. Dannato rossetto, dannato ombretto. Polonia è
sempre
così lento quando deve imbellettarsi.
Feliks
scappa di nuovo da una parte all'altra. Il movimento delle lancette
dell'orologio da polso di Lituania si alterna a quello dei piedi di
Polonia che corrono verso il bagno ad afferrare la spazzola.
Toris
sospira. Lui ci teneva così tanto ad essere puntuale.
Non
immaginava minimamente che Feliks avesse perso tempo con abiti da
donna. Conosce bene l'abitudine del suo compagno – quella di
indossare solo e soltanto le gonnelline, tipo,
così graziose – ma pensava che almeno
questa volta, ora che
rischiano anche la vita pur di lasciare in confini, Feliks avrebbe
scelto di mettersi qualcosa quantomeno pratica da gestire.
Tum.
Tum. Tum. Tum.
E
invece no. Quel piccolo fetente si è anche messo i tacchi
alti.
«Feliks?»
Tum.
Tum. Tum. Tum.
«Sì?»
«Non credi che dovremmo
andare?»
Ed
eccola di nuovo la risatina, quella che Toris ama tanto ma che in
quel momento detesta con ogni singola regione di sé. Feliks
è
giovane, sadico e forse anche un po' immaturo. Non fa altro che
sparare diecimila “Liet” al giorno, imbronciarsi
quando ha di che
offendersi, baciarlo nei momenti meno opportuni – una volta
gli
aveva anche infilato una mano nelle mutande mentre lui parlava con
Russia. Di cosa stesse parlando, poi, Toris se l'era ricordato circa
quarantacinque minuti dopo.
Lituania
scosse la testa e si ridestò. Mai pensare a quanto erano
esperte le
mani di Polonia – specie in sua presenza. Secondo lui quel
dannato
era in grado di leggergli nella testa, ridacchiare e andargli a fare
un'altra delle sue-
Tum. Tum. Tum. Tum.
«Liet?»
I
tacchi alti di Feliks scandiscono per bene il minuto durante il quale
Toris lo osserva. Il fiato corto, il sangue alla testa, le labbra
serrate in un'espressione tesa. Quello stupido si vergogna di tutti,
come può poi andare in giro vestito a quel modo?
Tum.
Tum. Tum. Tum.
Feliks
si avvicina. Toris arrossisce.
«Sei
senza parole, Liet?»
Yoh<3
Questa FanFiction ha partecipato al contest Prompt Penta su
http://fan-fiction.blogfree.net/ classificandosi prima assieme ad altre
quattro Liet/Polonia che nonhoideadiquandoposterò.
Ringrazio cainhx, aka_z e baekho per le loro
recensioni. Mi fate felice<3
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