Quel bizzarro, fatidico appuntamento.

di ballerinaclassica
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quel bizzarro, fatidico appuntamento. [ Pizza Version! ] ***
Capitolo 2: *** Quell'insopportabile, profumato mazzo di rose. [ Scones Version! ] ***
Capitolo 3: *** Lo scandire del tempo. [Liet/Polonia] ***



Capitolo 1
*** Quel bizzarro, fatidico appuntamento. [ Pizza Version! ] ***


GermaniaItalia
Quel bizzarro, fatidico appuntamento. [ Pizza Version! ]





- Ludwig, Ludwig! -

- Che vuoi? -
- Ludwig, Ludwig! -
- Cosa c'è?! -
- Ludwig, Ludwig! -

Era sempre rimasto dell'opinione, per quanto poco soddisfacente potesse essere, che provare a comprendere, anche solo in minima parte, i bizzarri comportamenti del suo buffo coinquilino era sì, impresa assai ardua, se non addirittura impossibile. E con questa triste e macabra consapevolezza, un tedesco non avrebbe mai potuto vivere; non con la sua serenità, almeno, quella che nasceva giorno dopo giorno e si formava con ritmo scandito dai rintocchi dell'orologio a cucù, con estrema precisione e severità.

- 'm müde. *- aveva detto infine, con una nota effettivamente bassa e stonata nella voce.

Si era alzato, lasciando cadere a terra gran parte delle carte e dei documenti che affollava la massiccia scrivania. E fu decisamente troppo strano - per quanto Feliciano potesse essere sveglio nel notarlo - non vederlo piegarsi e risistemare in rigoroso ordine la vertiginosa pila di lavoro incompleto.

- Ludwig? -
- Che vuoi? -

Ma non l'aveva minimamente messo in soggezione, quello sguardo carico di truce rimprovero. Difatti, l'italiano aveva avuto ancora una volta - e questa si aggiungeva alla lunga lista di altre occasioni - di perseguitarlo, agitarsi e sfiancarlo fino a vederlo esaurire ogni minima energia.

- Non vieni con me? - aveva chiesto poi, con quella sua solita - e talvolta insopportabile - espressione gioiosa. E non c'era la minima traccia di preoccupazione negli occhi schiusi, né nel sorriso sincero, né nel marrone di quel ciuffo ribelle che proprio non sembrava aver voglia di starsene al suo posto.

- No. -
- Eh?! Sì che vieni! -
- Ho detto no. -
- Perfetto, allora prenoto per due! -
- Con chi ci vai? -
- Con te! -





*sono stanco.









Ho finalmente trovato il tempo di scrivere una Long Fic su Hetalia.
Si tratta di capitoli capitoli - questo è solo il prologo - legati tra loro.
Stesse situazioni e circostanze viste da diversi punti e con diverse coppie... E so di non esser stata chiara, ma questo è un altro paio di maniche.
Al prossimo, ja ne.

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Capitolo 2
*** Quell'insopportabile, profumato mazzo di rose. [ Scones Version! ] ***


FranciaInghilterra
Quell'insopportabile, profumato mazzo di rose. [ Scones Version! ]





- Ne sei sicuro? -

- Sicurissimo. -
- Davvero? -
- Davvero. -
- Ma sicuro al massimo? -
- Damn! Francis, vuoi smetterla di importunarmi?! -

Si era ripromesso che in futuro o in una prossima ed eventuale vita, si sarebbe tenuto alla larga - molto - da luoghi tanto differenti dalla sua patria.
Se c'era qualcosa di cui Arthur Kirkland andava fiero - oltre al suo taglio di capelli, chiaramente - erano le buone maniere tanto diffuse a Londra. Sì, proprio quelle che lo facevano sopravvivere, tutelando la sua privacy - e la sua salute mentale, avrebbe aggiunto, in un momento del genere.

- Importunarti? -
- Yes, importunarmi. -
- Oh, Arthur, tu es ainsi joli! * -
- What? -

E proprio mentre quella che aveva tutta l'aria di essere la centesima rosa rossa nell'arco di un paio d'ore circa sfilava elegantemente sotto i suoi occhi, si convinceva sempre di più, Iggy, del fatto che al mondo non potesse esserci niente di più insopportabile di un francese... Okay, forse solo un americano.

- A parte le sopracciglia, chiaro. -
- Ma di cosa stai parlando? -
- E i capelli. -
- Cos'hanno i miei capelli che non va? In Inghilterra quel tuo taglio francese è passato di moda secoli fà! -
- Ma comunque, con la mia bella persona al tuo fianco, anche tu, forse, potresti migliorare. -

Avrebbe avuto voglia di prenderlo a pugni e fu solo il suo rigore da gentleman inglese ad impedirglielo.
Quanto riusciva ad avere di strano quel tizio, poi? Non aveva idea di come avesse fatto, né di dove tenesse nascoste tutte quelle rose - e non aveva la benché minima intenzione di scoprirlo, ovviamente. Non capiva perché avesse la brutta abitudine di toccare il sedere alla gente: c'era chi afferamava che fosse formidabile, nonostante quel difetto, e chi ancora ammetteva che fosse ancor più tenace, proprio per quel motivo.

- Francis, si può sapere dove vuoi arrivare? -
- Porquoi? -
- Noi due ci detestiamo! -
- Davvero? -
- Certamente! -
- Andiamo Arthur, io ho sempre nutrito un affetto sincero nei tuoi confronti! -

E se c'era qualcosa che Arthur Kirkland detestava con tutto il cuore - oltre a chi osava contraddirlo riguardo l'esistenza degli unicorni - erano i dongiovanni - specie francesi - che arrivavano a mentire, pur di raggiungere i loro malefici, perversi ed ignobili scopi.

- In tal caso, la mia risposta è no, qualunque cosa tu stia per chiedermi. -
- Ma... -
- No. -
- Arthur! -
- Damn, ho detto di no! -
- Esci con me, solo per dare una lezione a quell'austriaco! -
- Cosa? -

Non sapeva nemmeno cosa l'avesse convinto ad annuire, al termine di quella bizzarra conversazione. Semplicemente, aveva provato una sorta di pena - anche se non l'avrebbe mai ammesso - per quel fanatico di rose rosse, baguette e frasi smielate.

E sarebbe stato peggio che mangiare un Hamburger in un lurido Fast Food, ne era certo.







* Sei così adorabile / carino.




» Yoh!
Stranamente non sono in ridardo, quindi ringrazio tutti quelli che leggeranno questo aggiornamento lampo e con particolare gentilezza, ringrazio me stessa.

RedFraction: ho già parlato, per quel che riguarda le correzioni e ne approfitto ancora per ringraziare - aaahw, quanti grazie, oggi. USA x UK è la mia coppia preferita, di conseguenza, non tarderà ad arrivare. ù___ù

Crow: Ludwig e Feliciano sono adorabili. Inoltre, sanno essere ambigui praticamente sempre. E questo è un motivo in più per apprezzarli insieme. *__*

cainhx: io e la mia autostima pretendiamo quel monumento, sappilo. ù___ù



Per ora è tutto, gente.
Good bye a tout le mond!

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Capitolo 3
*** Lo scandire del tempo. [Liet/Polonia] ***


Passano, passano, uno ad uno. Lentissimi tra l'altro. Le lancette gli sembrano quasi immobili.
Il rumore dei talloni di Feliks può chiaramente sentirlo appena un piano più in alto, mentre attraversa di fretta il corridoio.
«Feliks?»
Quello di Liet è più che altro un sussurro, non ci prova nemmeno ad urlare. Non vuole minimamente rischiare che Russia li scopra mentre escono di nascosto. Un'altra volta.
I talloni di Feliks si bloccano, probabilmente deve averlo sentito. Tornano indietro.
«Sì?»
Toris sente distintamente la “s” fin troppo sibilata, è anche sicuro che le labbra di Polonia si siano stirate in un sorrisino malizioso, mentre la pronuncia. La “i” è un po' troppo acuta, forse strafottente.
«Sei pronto?»
Feliks ride di gusto. A Toris la sua domanda non sembrava di certo comica.
«Liet, vai di fretta?»
Tum. Tum. Tum. Tum.
I talloni di Polonia tornano a sbattere prepotentemente sul pavimento. Si allontanano e poi tacciono, segno che, assieme al resto del corpo, si sono sistemati davanti la toletta. Dannato, dannatissimo Feliks.
Lituania rimane seduto. Dannato rossetto, dannato ombretto. Polonia è sempre così lento quando deve imbellettarsi.
Feliks scappa di nuovo da una parte all'altra. Il movimento delle lancette dell'orologio da polso di Lituania si alterna a quello dei piedi di Polonia che corrono verso il bagno ad afferrare la spazzola.
Toris sospira. Lui ci teneva così tanto ad essere puntuale.
Non immaginava minimamente che Feliks avesse perso tempo con abiti da donna. Conosce bene l'abitudine del suo compagno – quella di indossare solo e soltanto le gonnelline, tipo, così graziose – ma pensava che almeno questa volta, ora che rischiano anche la vita pur di lasciare in confini, Feliks avrebbe scelto di mettersi qualcosa quantomeno pratica da gestire.
Tum. Tum. Tum. Tum.

E invece no. Quel piccolo fetente si è anche messo i tacchi alti.
«Feliks?»
Tum. Tum. Tum. Tum
.
«Sì?»
«Non credi che dovremmo andare?»
Ed eccola di nuovo la risatina, quella che Toris ama tanto ma che in quel momento detesta con ogni singola regione di sé. Feliks è giovane, sadico e forse anche un po' immaturo. Non fa altro che sparare diecimila “Liet” al giorno, imbronciarsi quando ha di che offendersi, baciarlo nei momenti meno opportuni – una volta gli aveva anche infilato una mano nelle mutande mentre lui parlava con Russia. Di cosa stesse parlando, poi, Toris se l'era ricordato circa quarantacinque minuti dopo.
Lituania scosse la testa e si ridestò. Mai pensare a quanto erano esperte le mani di Polonia – specie in sua presenza. Secondo lui quel dannato era in grado di leggergli nella testa, ridacchiare e andargli a fare un'altra delle sue-
Tum. Tum. Tum. Tum.
«Liet?»
I tacchi alti di Feliks scandiscono per bene il minuto durante il quale Toris lo osserva. Il fiato corto, il sangue alla testa, le labbra serrate in un'espressione tesa. Quello stupido si vergogna di tutti, come può poi andare in giro vestito a quel modo?
Tum. Tum. Tum. Tum.
Feliks si avvicina. Toris arrossisce.
«Sei senza parole, Liet?»












Yoh<3
Questa FanFiction ha partecipato al contest Prompt Penta su http://fan-fiction.blogfree.net/ classificandosi prima assieme ad altre quattro Liet/Polonia che nonhoideadiquandoposterò.

Ringrazio cainhx, aka_z e baekho per le loro recensioni. Mi fate felice<3

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