Come piume nel vento

di Bombay
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** E finalmente vedo la luce [Minato/Shuu] ***
Capitolo 2: *** Questioni irrisolte [Minato/Shuu] ***
Capitolo 3: *** Mani perfette per lavoro perfetto [Minato/Seiya] ***
Capitolo 4: *** La perfezione non ammette miglioramento [Kaito/Masa] ***



Capitolo 1
*** E finalmente vedo la luce [Minato/Shuu] ***


E finalmente vedo la luce

Challenge: “È nato prima l’uovo o il titolino? - Reverse challenge” organizzata dal gruppo su Facebook “Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom

Prompt: Shuu/Minato - Titolo: “E finalmente vedo la luce” di Musa07

 

Genere: introspettivo

Tipo: flash-fic

Raccolta: Come piume nel vento

Personaggi: Minato Narumiya, Shuu Fujiwara

Rating: PG, verde

Avvertimenti: malinconico

PoV: prima persona

Spoiler: sì, post time skip

Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma di Kotoko Ayano. I personaggi e gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.

 

E finalmente vedo la luce

 

Sono passati tre anni da quando mia madre è morta ed una parte di me è inevitabilmente morta con lei. Tutto intorno a me ha cominciato a farsi più scuro, buio e ostile.

Era tutto nella mia mente, ma questo mi ha portato a chiudermi in me stesso ad allontanare gli altri senza quasi rendermene conto, ad impedirmi di tirare come avrei dovuto e voluto.

L’ultimo torneo alle medie di kyudo poi, è stato un disastro, l’oscurità intorno a me si faceva ancora più fitta e densa impedendomi di concentrarmi, così ho fallito miseramente.

Tu eri alle mie spalle e so di averti deluso, di aver scontentato tutta la squadra, ma te prima di tutti e ho mollato, incapace di andare avanti perché anche l’ultimo barlume di luce si era definitivamente spento.

Poi piano piano per tutto ha ripreso ad avere forma, consistenza e colori, perché la luce a preso a filtrare tra le tenebre, grazie alla costanza di Seiya, ed alla mia nuova squadra che non mi ha permesso di lasciarmi andare, non mi ha lasciato indietro e poi… alla fine di quel tunnel buio c’era tu, Shuu, che non mi odi, come ho sempre stupidamente pensato, per aver fatto perdere la nostra squadra.

Ci sei tu, Shuu, che mi hai detto di risalire in fretta la china, perché solo insieme a me puoi migliorarti e raggiungere insieme la vetta.

Ci sei tu che mi hai detto che ti ho cambiato la vita e devo assumermene la responsabilità.

Queste tue parole, questa tua fiducia in me sono stati i bagliori più forti che hanno allontanato definitivamente il buio da me, rischiarano la mia mente ed il mio cuore.

Dimostrerò a te, ma soprattutto a me stesso, di poter tornare ad essere quello che ero un tempo, come persona e come arciere.

E in questa luce io voglio brillare insieme a te.

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Capitolo 2
*** Questioni irrisolte [Minato/Shuu] ***


Questioni irrisolte

 Challenge: “È nato prima l’uovo o il titolino? - Reverse challenge” organizzata dal gruppo su Facebook “Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom

Prompt: Minato/Shuu - Titolo: Questioni irrisolte di Valentina Baschetti

 

Genere: romantico

Tipo: one shot

Personaggi: Minato Narumiya, Shuu Fujiwara

Coppia: yaoi

Rating: PG-13, verde

Avvertimenti: fluff

PoV: terza persona

Spoiler: sì, post time skip

Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma di Kotoko Ayano. I personaggi e gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.

 

Questioni irrisolte

 

Era la decima freccia che non andava a bersaglio.

“Forse è il momento di smettere” gli fece notare Masa-san con garbo.

“Voglio tirare ancora” protestò debolmente Minato abbassando l’arco.

“Hai una postura molto rigida, le tue spalle sono tese”

Minato si volse verso Shuu che lo guardava quieto.

“Ha ragione, nemmeno in gara sei così teso” infierì l’allenatore “Sì è fatto comunque tardi è meglio se andate a casa”

“Che cosa c’è?” provò a chiedere Shuu mentre si cambiavano.

“Niente” sussurrò incapace di guardarlo negli occhi, ultimamente stare vicino all’altro ragazzo gli provocava un turbamento non indifferente e non riusciva ancora a spiegarsi bene il perché.

“Ti va di mangiare qualcosa insieme?” propose Shuu precedendolo fuori dal dojo.

“Volentieri avviso mio padre” disse scrivendo un breve messaggio.

 

Scesero in silenzio la lunga scalinata, spalla a spalla.

“Mi ha fatto piacere, allenarmi con te, oggi. Mi è sembrato di tornare indietro nel tempo” iniziò Shuu guardando davanti a sé.

Minato si volse a guardalo, la luce del tramonto illuminava il volto dell’altro ragazzo, conferendogli delle sfumature aranciate al volto ed ai capelli.

“Anche a me ha fatto piacere” rispose con un lieve sorriso “E sarebbe…” proseguì mettendo un piede in fallo e rischiando di ruzzolare giù per i restanti gradini se Shuu non lo avesse afferrato prontamente dal polso.

“Attento!” esclamò riuscendo a sua volta a restare in piedi.

“C’è mancato poco” disse recuperando l’equilibrio, la presa di Shuu passò dal suo polso alla sua mano e rimasero così per un lungo momento a fissarsi negli occhi, senza parlare e Minato sentì il cuore battergli furioso nel petto, sperò ardentemente che l’altro non se ne accorgesse.

Con un movimento lieve le dita di Shuu sciolsero la presa dalla sua mano.

“Sei distratto in questi giorni” asserì riprendendo a scendere, non era un rimprovero, ma punse sul vivo Minato che lo raggiunse.

“Non è vero”

“Devi restare concentrato o non andrà bene ai nazionali”

“Tu pensi solo ai nazionali?”

Shuu si fermò di nuovo a guardarlo era sorpreso “Tu no?”

Minato sospirò sedendosi sul gradino, prendendosi il capo tra le mani, l’altro gli si sedette accanto.

“No… non solo almeno” mormorò fissandosi le punte delle scarpe “Sono confuso”

Shuu lo guardava con quegli occhi color ametista, Minato si rese improvvisamente conto che c’erano un sacco di questioni irrisolte tra loro.

La loro amicizia aveva avuto un brusco arresto, ma poi era ricominciata come niente fosse quando si erano rivisti alla competizione, avevano ripreso a parlarsi, a frequentarsi a mandarsi messaggi, come se nulla fosse, ma c’era un buco di mesi e Minato non si era chiesto come si fosse sentito Shuu.

“Riguardo a cosa?” chiese Shuu e Minato sbatté le palpebre un paio di volte non capendo.

“Confuso riguardo a cosa” specificò.

“A noi” vide gli occhi di Shuu farsi grandi per lo stupore e si rese conto di quanto ambigua poteva sembrare quella affermazione.

“Scusa… intendevo che… non ci siamo sentiti per un po’ e poi abbiamo ricominciato come se nulla fosse successo”

“E ti dispiace?”

“No affatto” si affrettò a dire era proprio un disastro.

“Come ti sei sentito?” gli chiese e non dovette specificare altro.

“Triste”

“Mi dispiace”

Ma Shuu scosse la testa “Ero triste perché non sapevo come aiutarti, come farti superare haike, non ero un buon amico, come avrei voluto essere” confessò fissandolo negli occhi.

Minato si perse nuovamente; cos’era quella forza che lo attraeva verso l’altro, quella spinta in avanti che lo faceva avvicinare al viso dell’altro che, per inciso, non si allontanava.

Solo quando le loro labbra si toccarono parvero entrambi risvegliarsi e si fecero indietro imbarazzati.

“Scusa, scusa, scusa, scusa” ripeté Minato nascondendo il viso tra le ginocchia, il silenzio di Shuu lo preoccupò, volse il capo spiando l’altro, vedendo il lieve sorriso che gli piegava le labbra e su cui aveva posato due dita.

“Non ti scusare…” disse dopo un istante tornando a guardarlo, Minato raddrizzò la schiena e arrossì quando le dita dell’altro si intrufolarono tra i suoi capelli per attirarlo nuovamente verso di sé e le loro labbra si toccarono di nuovo, Minato non poteva crederci era solo una leggera pressione nulla di più, lui non aveva mai baciato nessuno…

Si fecero nuovamente indietro restando con le fronti poggiate l’un l’altro.

“Va meglio?” chiese ancora Shuu e le sue labbra erano ancora piegate in un sorriso, e le sue guance erano arrossate e non per i raggi del sole morente.

“No” rispose sporgendosi ancora catturando la bocca dell’altro che schiuse le labbra e Minato si fece più ardito e spinse la propria lingua tra quelle labbra incontrando quella di Shuu a metà strada, facendo diventare il bacio più profondo.

Il sole era tramontato quasi del tutto e le ombre si allungavano sempre di più, i lampioni si accesero e solo allora i due ragazzi si allontanarono uno dalle labbra dell’altro.

“Non possiamo restare qui” mormorò Minato, tendendogli la mano Shuu l’afferrò e si mise insieme a sua volta.

“No, non possiamo”

Mano nella mano scesero gli ultimi gradini e con una nuova consapevolezza avrebbero affrontato il futuro.

 

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Capitolo 3
*** Mani perfette per lavoro perfetto [Minato/Seiya] ***


Challenge: “È nato prima l’uovo o il titolino? - Reverse challenge” organizzata dal gruppo su Facebook “Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom

Prompt: Minato/Seiya - Titolo: “Mani perfette per lavoro perfetto” di Musa07

 

Genere: romantico, introspettivo

Tipo: flash-fic

Raccolta: Come piume nel vento

Personaggi: Minato Narumiya, Seiya Takehaya

Coppia: yaoi

Rating: PG-13, verde

Avvertimenti: fluff, slice of life

PoV: seconda persona

Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma di Kotoko Ayano. I personaggi e gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.

 

Mani perfette per lavoro perfetto

 

Seduto sul parquet del dojo osservi Minato, mentre intreccia la paglia per sistemare il bersaglio, le sue dita lunghe ed affusolare si muovono in fretta, con una sicurezza dettata dall’abitudine, gesti precisi, nulla lasciato al caso e il bersaglio malconcio tra le sue mani torna come nuovo e pronto a ricevere le loro frecce.

 

***

 

Guardi Minato con un coltello in mano, che affetta e sminuzza con destrezza quella che a breve diventerà la vostra cena, è bravo a cucinare e gli piace, si vede dai gesti che compiono le sue mani, mentre parla dell’ultima lezionane di kyudo, ma non lo stai ascoltando sei rapito da quelle mani, mani perfette e curate, sempre.

 

***

 

Senti prima i suoi polpastrelli e poi il suo intero palmo sulla pelle della tua fronte bollente per la febbre, su quel ponte: è solo un gesto per sincerarsi delle tue condizioni, ma ti rendi conto quanto desideri le sue mani su di te e non vorresti che si allontanasse mai, ma il momento passa e la febbre anche.

 

***

 

Osservi Minato seduto nel banco accanto al tuo, mentre prende appunti, al modo in cui tiene la penna e scrive in fretta, l’altra mano poggiata sotto al mento, il mignolo poggiato sulle labbra socchiuse, distogli lo sguardo e cerchi di concentrarti sulla lezione di storia, ma non è per niente facile.

 

***

 

La sua mano che stringe la tua, ti toglie il fiato, è un gesto che facevate spesso da bambini, ma ora non lo siete più, Minato nella sua ingenuità non si rende conto di quanto ti sconquassi quella semplice stretta che serve solo a trascinarti in avanti sulle scale verso il tempio. Guardi le vostre dita intrecciate, non vorresti lasciarle andare mai più, ma all’arrivo dei vostri compagni ti lascia andare e ti senti perso una volta di più.

 

***

 

Sta piovendo a dirotto e avete fatto l’ultimo tratto di strada correndo, ma non è servito a niente siete fradici. Quando la sua mano si posa sulla tua guancia e il pollice sulle tue labbra sei certo che il tuo cuore abbia perso più di un battito, hai desiderato tanto quelle mani su di te, in un modo diverso da quello dovrebbe un amico.

 

***

 

Socchiudi gli occhi al raggio di sole che ti colpisci il viso, volti il capo e guardi l’altro uomo al tuo fianco: sono passati anni da quel giorno sotto la pioggia, non siete più ragazzi da un pezzo oramai.

Le mani di Minato hanno percorso il tuo corpo in lungo e in largo, come hai fatto tu con le tue.

Quelle mani che sanno compiere tutto in modo perfetto, ogni singolo lavoro, ogni piccolo gesto, ogni intima carezza.

Sospiri quando le sue dita di tuffano tra i tuoi capelli e ti attirano verso di sé, ami quelle mani e tutto quello che c’è intorno e non ti stancherai mai di dirglielo.

 

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Capitolo 4
*** La perfezione non ammette miglioramento [Kaito/Masa] ***


 

Challenge: “È nato prima l’uovo o il titolino? - Reverse challenge” organizzata dal gruppo su Facebook “Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom

Prompt: Kaito/Masa-san - Titolo: “La perfezione non ammette miglioramento” di drisinil

 

Fandom: Tsurune

Genere: introspettivo

Tipo: doppia-drabble

Raccolta: Come piume nel vento

Personaggi: Kaito Onogi, Masaki Takigawa

Rating: PG, verde

Avvertimenti: slice of life

PoV: prima persona

Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma di Kotoko Ayano. I personaggi e gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.

 

La perfezione non ammette miglioramento

 

Sei solo nel dojio, sei solo tu e il tuo arco stretto tra le dita, inspiri, tendi la corda, rilasci.

Manchi il bersaglio.

Ti mordi nervoso il labbro inferiore, incocchi, tendi, scocchi.

Colpisci il bersaglio.

Non sei soddisfatto, devi affinare la tua tecnica, lo sai ne sei ben conscio.

Masa-san ti ha rimproverato “Cosa farai quando raggiungerai la perfezione?” ti ha chiesto e il suo sguardo era duro e severo.

Non hai risposto perché non lo sai.

“Niente” ha proseguito duro “Perché la perfezione non ammette miglioramento”

Sospiri incocchi un’altra freccia quando raggiungi la perfezione poi non c’è altro, dopo… vorresti saperlo.

Il volto di Masa si è poi aperto in un sorriso comprensivo “Tutti noi siamo esseri umani ed è la nostra natura essere imperfetti… possiamo solo lavorare su noi stessi e accrescere le nostre conoscenze, ogni giorno di più”

Scocchi e… manchi il bersaglio.

Sbuffi frustrato devi migliorare, quello lo sai da te, è evidente a tutti.

Non hai l’eleganza di Fujuwara, o il talento di Narumiya, ma hai la determinazione e la caparbietà, la testardaggine e l’orgoglio.

Incocchi, tendi, scocchi.

Centro.

Abbassi l’arco, solo pochi giorni prima saresti stato molto soddisfatto, ma ora hai capito.

Il risultato è solo una conseguenza dell’impegno e della dedizione che ci metti, sorridi mettendo fine all’allenamento di quel giorno.

Domani lo dirai a Masa-san, in fondo in fondo, anche se non lo ammetterai mai, la sua opinione per te conta davvero molto.

 

 

 

 

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