Windblume

di j3nnif3r
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Case of Cyno ***
Capitolo 2: *** Case of Tighnari ***



Capitolo 1
*** Case of Cyno ***


"Be', allora..." Lisa allunga una mano e la appoggia fra le sue gambe, così, come se fosse il gesto più normale del mondo. Sorride.

Cyno si lascia sfuggire un sussulto e subito ne ha vergogna. Sta arrossendo. Non voleva che andasse in quel modo, maledizione. Voleva rimanere serio, severo, adulto. Le afferra il polso e la sposta. "No, non... Non sono qui per questo."

Infatti non lo è. Non potrebbe dire che non se lo sarebbe aspettato, a dirla tutta, ma forse lo aspettava per rifiutare. Forse, il motivo è così semplice.
"No...?" Lisa si tocca una guancia e ridacchia. "Sei sicuro?"

La osserva corrucciato. Non è proprio una sorella, per lui; è più la cugina, quella che finisci per desiderare perché è l'unica presenza femminile che hai intorno, ma poi un giorno inizi a vedere come una parente e ti viene da vomitare al pensiero.
Ok, non gli viene da vomitare al pensiero, ma il senso è quello, insomma.

"Sei impazzita? Potrebbe entrare qualcuno."
"Ah, capisco, il Generale Cyno si preoccupa della sua reputazione..."
Lisa continua a ridere. La cosa non gli piace.
"E la libraia Lisa sembra caduta veramente in basso" dice allora. Si sente nervoso. La situazione non sta andando come credeva.
Ma lei smette di ridere e lo fissa. "Mh" pronuncia con lentezza. "Un tempo ti piaceva, quando..."
"Lisa, ti prego."
"Ok, ok. Scusa." Una risata, ancora, ma meno sincera.

Anche lei sta iniziando a innervosirsi.
Proprio come è già successo. Proprio come non voleva.
"Senti..." Cyno fa un sospiro e si arrende a non mostrarsi costruito, tanto pare non funzionare. Lei lo conosce troppo bene e gli fa troppo effetto, tanto vale lasciar perdere. "Volevo soltanto salutarti, non ci vediamo da un sacco di tempo. Tutto qua, sul serio."
"Va bene. Allora ciao."
"Eh? Ma no, dai, non..."
Ecco, si sta arrabbiando. E lui non riesce a fregarsene e andar via e basta, no, dev'essere come al solito, nonostante gli anni passati. Deve far male di nuovo. Ovvio.

"Volevi salutarmi, giusto? Ci siamo salutati. Che altro vuoi?"
"Perché te la prendi così? Che ho fatto?"
"Non capisco cosa sei venuto a fare, onestamente. Io sarò caduta in basso, ma tu, mi pare, non sei così impegnato, se puoi permetterti di perdere le giornate in questo modo."

Sì, è offesa; è bastata una stupida frase. Cyno vorrebbe urlarle in faccia che magari, forse, è lì anche perché è strano vederla scortata da tutti i ragazzini di Mondstadt, che Bennett ne sarà anche felice ma dubita che Razor possa esprimere il suo consenso consapevole, e che comunque lei è adulta, è più adulta di prima, più di quando succedevano cose fra loro due, e quindi non ha senso e non è giusto che succeda ancora, specie non con Razor che va bene tutto, però dai, non...
Ma non dice nulla, perché non è così stupido.

"Lisa, io sono arrivato qui in pace, a vedere come stavi, e tu hai iniziato a molestarmi. Se c'è qualcuno che dovrebbe offendersi..."
"Ah, certo, chiaro. Scusami, allora. Ricordavo qualcosa di diverso."
"Appunto!" Lei si volta e fa per allontanarsi, ma Cyno fa appena in tempo a prenderle una mano, con gentilezza. "Volevo proprio che parlassimo in un altro modo, da adulti."

Ma non è così semplice. Non lo è mai stato, con Lisa. Si libera in fretta e si rifugia dietro uno scaffale colmo dei suoi libri, e Cyno ha definitivamente perso la partita.
E questo lo rende triste, perché Lisa è parte della sua famiglia. In un modo davvero bizzarro, d'accordo, ma nonostante i suoi problemi e quel bisogno patologico di sedurre... Lisa è uno di quei frammenti da proteggere. Vorrebbe trasmetterle questo pensiero senza che sembri ridicolo, ma non ci riuscirà mai e lo sa. Lei comprende solo le attenzioni, il desiderio, la pelle e i sospiri; se non può far uso di quello, è indifesa e dunque scappa.
Anche lui la conosce bene.

"D'accordo, me ne vado. Ti chiedo scusa se ho fatto qualcosa che ti ha dato fastidio, Lisa. Spero di rivederti presto."
Non resta che rinunciare, in realtà. Perché sì, a questo punto Cyno potrebbe anche ammetterlo: un pochino ci sperava, che lei ci provasse, giusto per avere una conferma molto sciocca di non essere diverso da prima, però la cosa gli lascia in bocca un sapore strano. Ormai non è un bambino e può vederla meglio, quella donna, e domandarsi cosa le abbia fatto il mondo per renderla così sola. Se non vuole essere lui a consolarla, però, è bene andar via.

Fuori dalla porta della biblioteca c'è Tighnari che scalcia l'aria, con un'espressione annoiata. Quando lo vede tornare, gli occhi si fanno grandi; come fosse ansia, o paura di qualcosa.
"Com'è andata?" chiede.
"Uno schifo."
"Mh, mi spiace."
Tighnari è casa ed è accoglienza, è presente, è sorriso e calore. Cyno si ferma a guardarlo, mentre l'altro aggrotta la fronte.
"Che c'è?"
"Niente, niente. Andiamo?"
Lui è la risposta a un desiderio, insieme a Collei e a un posto in cui poter tornare. Non c'è bisogno di pensare ad altro. Non ce n'è proprio bisogno.
"Collei è ancora in giro con Sucrose. Prendiamo qualcosa da mangiare noi due, nel frattempo?" continua Tighnari, e Cyno annuisce con forza, e camminano insieme fuori, senza toccarsi, senza aggiungere altre parole inutili.

Forse Lisa sta piangendo, in quell'istante. Se Cyno la conosce davvero, è così. Sa essere proprio una stupida, perché basterebbe venir fuori e pranzare con loro. Forse potrebbe anche saltargli addosso, dopo, e in fondo non gli farebbe schifo, ma almeno sarebbe più sano se succedesse con calma, in un altro momento. Invece è andata, ormai è tardi. Forse si vedranno ancora, forse no, ma non importa.

Tighnari lo spia e poi guarda altrove in fretta. "Sei sicuro che vada tutto bene?" gli domanda, e i pensieri allora se ne vanno perché decide di lasciarli sparire, non ha più posto per loro, adesso deve pensare al prossimo pasto e a una battuta idiota da inventarsi, per ritrovare la faccia indispettita che già un po' gli manca.

 

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Capitolo 2
*** Case of Tighnari ***


Il primo dettaglio che Tighnari ha notato di Cyno sono le mani. O meglio, le dita.

Quanto tempo è passato? Sembra tantissimo, forse però non è molto. Ormai, è normale che lui ci sia; a ogni ritorno, ne riconosce i passi quando ancora non è nemmeno vicino. Ha un modo di camminare soltanto suo, come chiunque, e Tighnari li riconosce più o meno tutti, ma Cyno è diverso e non ha mai dubbi.

Le dita, comunque. La prima volta erano sporche di sangue.

 

"Oh, lei è..." dice la ragazza. Ha il viso in fiamme, gli occhi bassi. Tenta di sorridere, ma si vergogna. "Lei è il..."

Cyno annuisce per evitarle altro imbarazzo. Tighnari sa quanto per lui sia fastidioso venire riconosciuto, ma sa anche quanto gli importi di nasconderlo. Infatti si sta impegnando: sorride alla sconosciuta, le stringe una mano, inclina il capo al momento giusto e fa un piccolo gesto per scostare i capelli, come fosse per caso, ma invece sa bene l'effetto che ha. Quella è andata; emette degli urletti confusi, saltella, guarda la sua amica e insieme squittiscono, se avessero una coda starebbero scodinzolando.

Be', non è strano. Succede sempre, appena qualcuno si accorge di Cyno. Che spreco, essere così magnetici ma così incapaci di socializzare.

"Però... mi raccomando" sta dicendo a una delle due. Posa un dito sulle labbra, il segno del silenzio. "Sono in incognito, non rivelate a nessuno della mia presenza qui. Posso fidarmi di voi?"

Tighnari incrocia le braccia e guarda altrove. Gli tocca aspettare e assistere a quello scempio, non c'è nulla da fare.

Loro non sanno nulla del resto, non possono immaginarlo. E Cyno adora che non lo sappiano, in fondo.

 

La prima volta, che non era sul serio la prima, Cyno teneva in braccio Collei e aveva gli occhi sgranati e stanchi.

Non è che non l'avesse mai visto, al contrario. Si erano incrociati spesso, e in passato era successo altro, a cui Tighnari non voleva pensare troppo. Aveva conosciuto il lato più duro del Generale, prima di quel momento, e non pensava che un giorno l'avrebbe trovato a strisciare sulla sua porta con in braccio una ragazza.

Ma era stato il primo momento in cui aveva visto quello sguardo, poi così comune negli occhi di Collei, anche in Cyno.

Come un ricordo che emerge nonostante tutto.

 

"Posso toccare le orecchie?" starnazza una delle fan. L'altra pare implodere al pensiero.

Che stupide. Come se non fosse evidentemente un copricapo, quello. Cyno ha delle orecchie umane normalissime, si vedono pure. Che idiote.

E anche se fosse, lo chiedono come se domandare una cosa del genere fosse accettabile.

"Ma certo!" esclama quel cretino, invece, senza pudore. E ride, e ridono, e Tighnari fa un sospiro.

"Quello... è un suo amico?" domanda una delle due, l'altra.

Cyno si gira a guardarlo, gli sorride un momento. Come a dire: dai, stai al gioco, so che capisci, è divertente.

Tighnari ha dovuto faticare per anni, prima di ottenere da lui sorrisi di quel tipo. Non ha intenzione di regalarne un pezzo alle fangirl agitate di Mondstadt. Quindi alza un sopracciglio e se ne va, e basta.

"Oh, forse... Generale, non sarà mica..."

La seconda fan si mette le mani sulle guance e spalanca la bocca. "Non... non sarete fidanzati??"

"Oooh, ma certo! Signor Cyno, abbiamo fatto ingelosire il suo ragazzo?"

Le sente starnazzare mentre cammina, ma non intende voltarsi. Che vadano al diavolo tutti e tre, è stufo di fare l'accompagnatore. Ok per Lisa, era comprensibile, ma anche questo...

"Ehi."

Oh.

Eccolo.

Tighnari adesso accetta di girarsi, perché la presa sulla sua spalla non può solo ignorarla.

"Che vuoi? Torna dalle tue ammiratrici."

Cyno si acciglia e poi lo prende per mano. "Andiamo via, allora."

"No, no, tu continua pure."

Quelle li fissano e continuano a urlare, tutte felici di vederli vicini. Tighnari ritira la sua mano di scatto, la passa fra i capelli.

Nessuno giudica o fraintende, a Sumeru, nella foresta. Vorrebbe tornarci subito. Non gli importa di passare per il fidanzato geloso o il fratello iperprotettivo, vorrebbe soltanto che... cosa? Che fosse...

Cyno riprende la sua mano e stringe, con un'espressione fin troppo seria. Poi lo trascina via, corre, e lui non può che seguirlo, anche se è arrabbiato e non sa che faccia fare quando si fermeranno.

Non vuole chiarire nulla.

Non vuole ricevere domande.

Vuole solo che tutto rimanga com'è, e basta.

 

Quando si fermano, ha il fiatone. Si china a prender fiato, evita di incrociare lo sguardo di Cyno. Non sa nemmeno dove sono finiti, non conosce bene quella città. Sembra un cimitero. Un ambiente adeguato al suo umore, ottimo.

"Nari..."

"Mh...?"

Cyno gli posa una mano sul petto, per ascoltare il cuore. Sta battendo forte.

Quello è il loro gesto, ciò che Tighnari fa a Cyno quando lui non riesce a dormire e si sveglia soffrendo come se gli mancasse il fiato. Quando torna a rifugiarsi sotto le coperte, senza spiegare nulla, senza raccontare cosa è successo, Tighnari non chiede e si limita a fargli spazio e stringerlo.

Se non riesce a calmarsi, gli ascolta il cuore e gli parla fin quando non cede al sonno.

Quel gesto significa: ci sono, ti ascolto. Ed è solo per loro due, nessun altro può capirlo.

Un comportamento classico di Cyno, che non sa mai come fare l'essere umano ma poi ti schiaffa in faccia un gesto così commovente da far venire le lacrime. Sarebbe troppo facile sostenere che non lo faccia apposta, ma forse è proprio così. Forse è incapace sul serio di essere comprensibile.

"Ti odio" gli mormora, e l'altro prima lo scruta con attenzione, per essere sicuro che il momento sia passato, poi ride e lo spinge. Finiscono sull'erba, a scambiarsi pugni per finta.

 

"Sicura che stiano bene?" chiede Sucrose, massaggiandosi il mento.

Non si sono nascoste per spiare, erano solo lì accanto per caso. Sembrava un momento drammatico, quindi hanno preferito rimanere immobili e attendere, ma ora la scena è più difficile da capire.

Collei fa un risolino nervoso e annuisce.

Sarebbe difficile da spiegare, ma è normale.

 

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