The Life of Portuguese D. Ace

di tre 88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un Nuovo Inizio ***
Capitolo 2: *** Una Nuova Vita ***
Capitolo 3: *** La Nascita di Ace ***
Capitolo 4: *** Sabo ***
Capitolo 5: *** Rufy ***
Capitolo 6: *** La Partenza di Ace ***
Capitolo 7: *** Il Primo Compagno ***
Capitolo 8: *** Rogue Town ***
Capitolo 9: *** Il Grande Blu ***
Capitolo 10: *** La Proposta della Marina ***
Capitolo 11: *** Shanks il Rosso ***
Capitolo 12: *** Silvers Rayleigh ***
Capitolo 13: *** Il Nuovo Mondo ***
Capitolo 14: *** Promesse a Wano ***
Capitolo 15: *** Odr Jr ***
Capitolo 16: *** Un Lungo Combattimento ***
Capitolo 17: *** Diventare Figlio di Barbabianca ***
Capitolo 18: *** I Mesi Passano ***
Capitolo 19: *** Comandante della Seconda Flotta ***
Capitolo 20: *** Alla Ricerca del Traditore ***
Capitolo 21: *** Ritrovarsi ***
Capitolo 22: *** Fuoco e Oscurità ***
Capitolo 23: *** Impel Down ***
Capitolo 24: *** Il Figlio di Gol D. Roger ***
Capitolo 25: *** La scomparsa di Ace e Barbabianca ***
Capitolo 26: *** Un Incedio Indomabile ***



Capitolo 1
*** Un Nuovo Inizio ***


1° CAPITOLO:

UN NUOVO INIZIO

 


Quella che sto per raccontarvi… è la storia di un uomo che ha vissuto come una fiamma ardente.

Questa è stata la sua vita…

 
***
 

Era una notte buia e tempestosa, due ombre avvolte da pesanti mantelli stavano camminando lungo il sentiero che attraversava la foresta.

Alla fine giunsero davanti ad una vecchia casa di legno, l’ombra che apparteneva ad un uomo bussò con forza alla porta sovrastando il rumore dei tuoni, dopo pochi istanti la porta si era aperta rivelando la figura di una donna dalla stazza enorme:

-Cosa sei venuto a fare qui a quest’ora della notte e per di più con questo tempo?-

l’uomo si fece strada all’interno della casa seguito dall’altra persona che era con lui:

-Prima di fare domande aspetta che siamo dentro, Dadan.-

la donna, non era altro che il capo di una banda di banditi che viveva in quella foresta:

-Sempre il solito, Garp.-

l’uomo era il Vice Ammiraglio della marina, nonostante fosse una persona che dava la caccia ai criminali era molto amico di Dadan, se decideva di fidarsi di qualcuno a lui non importava chi era:

-Ti devo chiedere un grosso favore ma prima devi sapere una cosa, se accetti di aiutarmi potresti rischiare la vita se verremo scoperti.-

Dadan fissò il vecchio amico chiedendosi cosa poteva volere da lei, poi spostò lo sguardo sull’altra persona che ancora non sapeva chi era, aveva capito solo che era una donna:

-Centra per caso la tua ospite, non è così? E va bene, accetto di aiutarti.-

Garp sorrise, sapeva che poteva contare sul suo aiuto.

Il Vice Ammiraglio si girò verso l’altra donna e gli fece cenno di presentarsi, lei levò il cappuccio facendo ricadere una cascata di capelli rossi che circondavano un viso molto giovane dove spiccavano delle lentiggini che risaltavano il suo sguardo forte e determinato:

-Piacere di conoscerla, mi chiamo Portuguese D. Rouge.-

Dadan la osservò in silenzio, aveva capito subito che non era una donna come le altre, aveva lo sguardo di una persona determinata ad affrontare anche il mondo intero, solo che Dadan non sapeva ancora cosa la giovane cercava di proteggere con quella forza che traspariva in lei:

-Garp, mi stai chiedendo di farla restare? Perché se è così almeno dimmi chi è e in quale guaio si è cacciata.-

il Vice Ammiraglio si fece serio:

-Quello che sto per dirti deve restare tra noi tre, nemmeno ai tuoi uomini dovrai dire qualcosa.-

il capo dei banditi gli fece capire che non avrebbe rivelato niente a nessuno:

-Rouge è la moglie di Roger e sta aspettando un figlio.-
 
Dadan rimase senza parole, ora capiva il perché Garp voleva farla restare lì e soprattutto ora sapeva chi la giovane voleva proteggere:

-Certo qui difficilmente verrebbe trovata ma mi sembra comunque troppo rischioso.-

Rouge capiva le parole di quella donna e la sua preoccupazione:

-Capisco il problema. Se fosse solo per me sarei rimasta a Baterilla ma devo proteggere a tutti i costi il mio bambino.-

Dadan sospirò, aveva capito che quella giovane donna era disposta a tutto anche a morire pur di proteggere suo figlio:

-Puoi restare.-

Rouge sorrise:

-Ti sono molto riconoscente. Darò una mano con le faccende domestiche, non starò qui a farmi ospitare e basta.-

la donna rise divertita:

-Comunque Garp mi spieghi il perché la stai aiutando? Sei un marine e davi la caccia al Re dei pirati.-

il Vice Ammiraglio sorrise e raccontò ogni cosa all’amica.
 

 
***
 
 
Tre settimane prima…

…mancavano poche ore all’esecuzione del pirata che dopo aver solcato tutti i mari era stato riconosciuto come il Re dei pirati.

Gol D. Roger era chiuso in una cella assorto nei sui pensieri ad un tratto sentì dei passi che si stavano avvicinando e sorrise:

-Ti stavo aspettando, vecchio amico.-

Garp si avvicinò alle sbarre e sbuffò:

-Non credo che amico sia la definizione più giusta, rivali descrive meglio il nostro rapporto.-

Roger scoppiò a ridere, Garp era uno dei pochi al di fuori della sua ciurma che rispettava:

-Comunque consegnarti alla marina non mi sembra una fine degna di un uomo che ha ottenuto tutto e viene chiamato Re.-

il pirata sorrise:

-Il tempo per me è giunto alla fine. Garp, sono malato e questa malattia mi porterà nella tomba. Dimmi quale decisione è più giusta secondo te, aspettare la morte su un letto oppure consegnarmi alla marina proteggendo le persone a me care?-

il Vice Ammiraglio non sapeva della sua malattia e comunque alla sua domanda non c’era bisogno di rispondere, sapeva che Roger avrebbe sempre scelto la strada che gli avrebbe permesso di tenere al sicuro le persone a cui teneva:

-Cosa vuoi chiedermi? Ho imparato a conoscerti in tutti questi anni passati a darti la caccia e se mi stavi aspettando e perché vuoi dirmi qualcosa.-

il Re dei pirati si fece serio certo che Garp avrebbe accettato la sua richiesta:

-Ti sembrerà folle quello che sto per dirti ma sei l’unico a cui posso chiedere questo favore. Proteggi mia moglie e nostro figlio.-

Garp era senza parole, si sarebbe aspettato tutto tranne questo:

-Sei pazzo!? Sai benissimo che dopo la tua morte la marina darà la caccia a tutti quelli legati a te e se verranno a sapere di tuo figlio lo uccideranno ancora prima che nasca! E tu chidi a me, un marine, di proteggerlo!-

Roger si alzò e afferrò le sbarre:

-Ne sono consapevole ed è per questo che lo chiedo a te. Sei l’unico che li può proteggere, loro non hanno colpe.-

il Vice Ammiraglio si calmò e si fece serio:

-Perché non lo hai chiesto a tuoi compagni?-

il pirata rise:

-La ciurma si è sciolta, ognuno è andato per la sua strada e forse riusciranno a vivere una vita lunga ma rimangono sempre i miei compagni, la marina li cercherà e con loro mia moglie e il bambino non saranno al sicuro. Te lo ripeto, tu sei l’unico e so che accetterai perché non permetteresti mai che un bambino non ancora nato muoia.-

Garp sbuffò, era inutile Roger aveva già deciso tutto e infondo aveva ragione, quel bambino e sua madre erano innocenti:

-Dove la posso trovare?-

il Re dei pirati sorrise:

-Recati nel mare Meridionale e cerca l’isola di Baterilla. Sarà lei a trovarti, ti sta aspettando. Ti affido la mia famiglia, proteggili ad ogni costo.-

il Vice Ammiraglio annuì:

-Lo farò.-

fece per andarsene ma la risata di Roger lo fermò:

-Garp, la mia morte sarà una degna fine per me, vedrai.-

il marine sorrise, sapeva che il rivale aveva in mente qualcosa:

-Addio vecchio amico.-

il pirata sorrise, presto la sua vita sarebbe conclusa e non aveva nessun rimpianto, certo non poteva conoscere suo figlio ma sapeva che sarebbe stato al sicuro.
 

 
*

 
Garp aspettò che Roger venisse giustiziato prima di partire, era scoppiato a ridere sentendo ciò che il pirata aveva detto un attimo prima di morire.

Gol D. Roger se ne era andato dando vita ad una nuova era, le sue parole avrebbero spinto tante persone a prendere la strada della pirateria determinati a trovare il più grande tesoro.
 

***
 

Una volta finito di raccontare, calò il silenzio interrotto poco dopo da Garp:

-Mi ci è voluta una settimana per arrivare a Baterilla e Rouge era lì ad aspettarmi. Abbiamo aspettato qualche giorno per essere certi che nessun collega fosse nei paraggi e poi sia partiti per venire qui.-

Rouge sentendo il racconto del marine non aveva potuto fare a meno di sorridere, Roger era morto come aveva vissuto senza rimpianti e senza perdere il sorriso, la ragazza sapeva che l’uomo che amava aveva dimostrato la sua voglia di vivere in libertà anche nella morte, le parole da lui pronunciate erano un messaggio di vivere liberi.

Dadan aveva ascoltato tutto:

-Qui sarai al sicuro.-

Garp sorrise:

-Te li affido. Ora devo andare, cercherò di tornare prima che nasca il bimbo.-

Rouge lo fermò prima che uscisse dalla porta:

-Grazie per tutto.-

il Vice Ammiraglio sorrise e dopo aver salutato le due donne se ne andò.

 
***
 
 
Garp era certo che quel bambino in cui scorreva il sangue del più grande pirata che abbia mai conosciuto, si sarebbe fatto conoscere un giorno perché era certo che il figlio di Roger avrebbe seguito le sue orme.
 

 
Continua…
 
 

 

Ciao,

ecco il primo capitolo corretto e sistemato, spero che vi sia piaciuto.

Il pezzetto iniziale l’ho preso dal capitolo speciale tratto dal romanzo “One Piece Novel A”, mentre l’incontro tra Garp e Roger in prigione ho preso spunto dal capitolo 551 del manga anche se non ho riportato i dialoghi originali.

Ho voluto scrivere una storia dove Rouge poteva crescere Ace e raccontare la sua vita fino alla fine.

Fatemi sapere con una recensione cosa ne pensate di questo capitolo, Grazie per averlo letto.

A venerdì

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Capitolo 2
*** Una Nuova Vita ***


2° CAPITOLO:

UNA NUOVA VITA



 
Era passato un mese da quando Rouge si era stabilita a casa di Dadan, si trovava bene in quel luogo e aveva legato con la donna nonostante era burbera e anche con i suoi uomini si trovava bene, non avevano fatto domande quando avevano saputo che la giovane sarebbe rimasta a vivere con loro.

Rouge dava una mano con le faccende domestiche nonostante Dadan gli ripeteva sempre di stare tranquilla ma lei era testarda, non gli piaceva stare con le mani in mano doveva sempre fare qualcosa.

Quel giorno, come tutte le mattine, Rouge si era recata in cima al promontorio, gli piaceva stare lì ad osservare l’oceano, da quell’altezza si sentiva vicino a Roger per lei era come se lo spirito dell’uomo che amava si fosse unito al mare.

La giovane donna mentre osservava la vastità dell’oceano sorrise sfiorandosi il grembo era al secondo mese di gravidanza, Roger era rimasto con lei il primo mese poi si era consegnato alla marina:

-Sai tesoro, tuo padre era così felice di sapere che avrebbe avuto un figlio.-

Rouge era certa che il suo bambino non ancora nato poteva comunque sentirla:

-Per te desidero che nasci sano e forte, che vivi la tua vita come la vissuta tuo padre, senza rimpianti e con il sorriso sulle labbra. Desidero che insegui i tuoi sogni e che non permetti a nessuno di fermarti.-

la giovane voleva il meglio per quel bambino:

-Non so ancora se sei una bambina o un bambino ma non ha importanza. Spero che tu abbia ereditato sia da me che da tuo padre la testardaggine, la determinazione e la voglia di vivere libero.-

sorrise ripensando a Roger e al modo in cui ha vissuto:

-Tuo padre diceva che senza libertà e sogni non vale la pena di vivere, aveva ragione. Tesoro, qualunque scelta farai io starò al tuo fianco, sempre.-

Rouge non vedeva l’ora di conoscere suo figlio:

-Se un giorno deciderai di partire per mare io ti starò accanto con il pensiero e tuo padre ti proteggerà ma se rimarrai con me non avrò nulla da ridire, l’importante è che tu viva la tua vita realizzando i tuoi sogni.-

sentì dei passi alle sue spalle e sorrise:

-Un ultima cosa tesoro, crescendo sentirai molte persone parlare male di tuo padre tu non ascoltarli, loro o hanno paura dei pirati o sono gelosi di lui. Ascolta solo le persone che come me e Garp-san lo hanno conosciuto e che ti sanno dire che persona straordinaria era.-

Dadan si avvicinò alla giovane sbuffando:

-Non puoi parlare a tuo figlio a casa? Perché vieni qui tutte le mattine?-

Rouge sorrise:

-Mi sento vicino a Roger qua su e poi voglio che mio figlio impari ad amare il mare.-

la donna non disse nulla e si incamminò di nuovo verso casa seguita dalla giovane:

-Sono già andati a fare rifornimento?-

Dadan si accese una sigaretta:

-Non ancora.-

Rouge si avvicinò a lei:

-Bene, ho voglia di fare una crostata di mele.-

 
***
 
 
A Marineford, il Grand Ammiraglio Sengoku stava controllando alcuni rapporti quando dalla porta entrò Garp:

-Sengoku è ora di finirla con questa storia!-

un mese era passato dalla morte del Re dei pirati e da allora la marina non solo stava cercando i membri della ciurma di Roger ma stava setacciando tutte le isole dove lui era stato per eliminare chiunque aveva avuto a che fare con il pirata e per accettarsi che non ci fosse un erede:

-Lo sai Garp che a causa di quell’uomo i pirati stanno aumentando. Dobbiamo almeno accertarci che il suo sangue non scorra più in questo mondo.-

il Vice Ammiraglio si arrabbiò:

-Posso tollerare la caccia agli uomini di Roger nonostante non esista più la ciurma ma non accetto che donne innocenti vengano prese di mira e poi cosa vuoi fare nel caso esista davvero un erede?-

Sengoku sospirò odiava discutere con lui, avevano un modo di vedere le cose troppo diverso:

-Innanzitutto se sulle isole dove è stato Gol D. Roger ci sono donne incinte non le trattiamo come criminali, chiediamo a loro di seguirci sulla nave dove le interroghiamo e una volta certi che non portano in grembo il figlio di quel pirata le riaccompagniamo a casa con le nostre scuse e una somma di denaro.-

fece una pausa, nemmeno a lui piaceva fare queste cose ma non poteva permettersi che il sangue di Roger vivesse ancora:

-E per rispondere alla tua domanda, se troviamo davvero una donna che aspetta il figlio di quell’uomo la condanneremo a morte.-

Garp si infuriò:

-Non ha nessuna colpa ne lei ne tanto meno un bambino non ancora nato!-

Sengoku sbatte un pugno sulla scrivania:

-Invece di lamentarti, ringrazia che non abbia deciso di indagare su di te!-

il Vice Ammiraglio si calmò, doveva stare attento o avrebbe messo in pericolo Rouge e il suo bambino:

-Che vuoi dire?-

il Grand Ammiraglio si mise seduto:

-Subito dopo la morte di Roger sei partito per una piccola isola del mare Meridionale, hai detto ai tuoi uomini di ripartire perché saresti stato lì per un po’ da un tuo amico e giorni dopo sei tornato alla tua isola natale con una nave mercantile per poi tornare qui. L’isola è la stessa dove quell’uomo ha passato del tempo sia prima di entrare nel Grande Blu sia dopo essere diventato il Re dei pirati.-

osservò la reazione di Garp a quelle parole ma lui rimase impassibile:

-Avevi uno strano rapporto con Roger. Non mi stupirei se lui ti avesse chiesto di proteggere la sua famiglia e non mi sorprenderebbe se tu avessi accettato.-

il Vice Ammiraglio rise:

-Che assurdità. Dopo la sua morte ho voluto prendermi una piccola pausa e sono andato a trovare dei vecchi amici sia a Baterilla che a Dawn.-

Sengoku faceva fatica a credergli ma decise di chiudere il discorso, non voleva corre il rischio di scoprire la verità, sarebbe stato un vero problema se saltava fuori che Garp aveva aiutato Roger a proteggere la sua famiglia:

-Hai tre scelte. Primo, dato che hai passato anni a dar loro la caccia, cerca la ciurma di Roger e catturali tutti. Secondo, dai una mano con le donne oppure risolvi la faccenda di tuo figlio. Dragon ha creato un’armata rivoluzionaria e va fermato.-

Garp sorrise:

-Ho insegnato a mio figlio di prendersi le sue responsabilità, io me ne lavo le mani su ciò che fa.-

si fece serio e aggiunse:

-La ciurma di Roger non esiste più, non ha senso cercarli.  Darò una mano con le donne solo per accertarmi che vengono trattate con rispetto.-

salutò il collega e se ne andò.
 

 
***
 

Sull’isola di Dawn era ormai pomeriggio, Rouge era seduta su una sedia all’aperto godendosi l’aria mite mentre lavorava a maglia:

-Cosa stai facendo?-

la giovane sorrise a Dadan:

-Dato che il piccolo nascerà in invero, sto facendo delle tutine di lana per lui o per lei.-

la donna sorrise:

-Capisco. Certo che comunque non pensavo che saresti stata in grado di sorridere dopo la morte di tuo marito.-

Rouge sorrise, era grata a Dadan perché lei sapeva quanto gli manca Roger e ogni volta che erano da sole gli dava la possibilità di parlare di lui:

-Trovo la forza di sorridere perché lui mi ha lasciato il più grande tesoro che poteva darmi.-

si accarezzò il grembo e sorrise:

-Ti voglio raccontare una storia e dopo capirai il perché riesco a sorridere nonostante lui mi manchi ogni giorno.-
 

 
***
 

Anni fa…

…Roger era ancora un pirata sconosciuto, lui e la sua ciurma si trovavano a Baterilla da diverse settimane.

La ciurma si era stabilita nella locanda e avevano fatto amicizia con Rouge ma lei e Roger proprio non si sopportavano, litigavano per tutto.

Una sera, Roger era uscito a prendere aria e aveva visto Rouge seduta in un angolo che piangeva, la ragazza sentendolo avvicinarsi gli disse di andarsene ma lui si sedette al suo fianco:

-Perché piangi?-

Rouge tirò su col naso, aveva voglia di parlare e gli andava bene anche lui:

-Avevo un fratello in marina. Oggi mi è arrivata una lettera che mi comunicava la sua morte.-

Roger era rimasto in silenzio ad ascoltarla:

-Capisco il tuo dolore. Quando muore qualcuno di importante il dolore non va mai via, col tempo si alleggerisce e la tristezza si trasforma in nostalgia ma il dolore per la perdita rimane. Però vuoi sapere un segreto?-

la ragazza era senza parole, il pirata gli era sempre sembrato un idiota che pensava solo a divertirsi ma quelle parole erano la prova che non era così:

-Il segreto è che mai nessuno muore veramente. Le persone care vivono sempre nei nostri cuori e nei nostri ricordi, fino a quando esiste qualcuno che si ricorda dei morti loro continueranno a vivere. Quindi sorridi e fino a quando avrai vita i tuoi cari vivranno nel tuo cuore.-

Rouge non si era accorta di aver iniziato a sorridere, fu grazie a lui se era riuscita a rialzarsi dopo la perdita del fratello.
 

 
***
 

-Questo è il motivo per cui riesco a sorridere. Roger continua a vivere in tutte le persone che lo hanno conosciuto, vive nei pirati che ambiscono al suo tesoro e vive in nostro figlio.-

Dadan sorrise, si rese conto che quel pirata aveva davvero qualcosa di unico e che aveva lasciato il segno in tutti coloro che lo avevano incontrato e ora capiva il perché Garp lo rispettava così tanto.
 

 
Continua…
 
 

 

Ciao,

in questo capitolo non ho sistemato molto, spero che vi sia piaciuto.

Nel prossimo arriverà Ace.

Ringrazio le 25 persone che hanno visto lo scorso capitolo, se avete voglia lasciatemi una recensione per sapere cosa ne pensate di questo capitolo, Grazie per averlo letto.

A venerdì

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Capitolo 3
*** La Nascita di Ace ***


3° CAPITOLO:

LA NASCITA DI ACE

 


I mesi trascorrevano veloci sull’isola di Dawn, Rouge ormai si sentiva a casa lì in mezzo ai boschi in una casa abitata da banditi.

Cercava sempre di dare una mano anche se ora, con il momento del parto vicino, si stancava molto; con l’avvicinarsi dell’inverno aumentava il desiderio che il tempo trascorresse in fretta, non vedeva l’ora di conoscere suo figlio.

Dopo mesi, Garp era tornato da loro per vedere come andava ed era felice che le cose andavano bene, Dadan e Rouge però volevano sapere se la giovane era ancora in pericolo:

-Ormai sono passati quasi otto mesi dalla morte di Roger. Sengoku ha fatto richiamare i marines che stavano cercando la sua ciurma, alla fine lo ha capito anche lui che qui pirati non sono più in circolazione.-

Rouge sorrise, era un sorriso nostalgico a lei mancavano tutti loro e sapeva che con la morte di Roger, Rayleigh e tutti gli altri si erano ritirati dalla pirateria forse Shanks e Buggy, che erano molto giovani, stavano continuando quella vita:

-Sono felice che Ray e gli altri non sono più ricercati dalla marina. Ma vorrei sapere se stanno ancore cercando il mio bambino.-

il Vice Ammiraglio sospirò, aveva passato gli ultimi mesi ad assicurasi che a nessuna donna venisse fatto del male e soprattutto che non si creassero malintesi:

-Purtroppo si. Conoscendo Sengoku continuerà a cercare almeno fino a quando non sarà passato un anno, però ormai la ricerca si è fatta meno intensa. Sono rimaste poche donne da controllare, alcune vivono su isole dove Roger è stato anni fa e sono state scartate.-

Dadan sbuffò era irritata da quella storia, non capiva il perché la marina doveva punire qualcuno solo perché aveva dei legami con i pirati:

-E’ una follia questa storia! Non mi risulta che la marina abbia mai dato la caccia alle famiglie di pirati!-

Garp sorrise, la pensava come lei:

-Hai ragione, però nessun pirata è come Roger. Lui ha raggiunto la fine di questo mondo, ha solcato tutti gli oceani e ha visto di tutto, nessuno prima di lui ci era riuscito e questo per i pezzi grossi è un problema e non dimentichiamoci che Roger grazie alle sue parole ha dato vita ad una nuova era della pirateria. E’ per questo che la marina vuole essere certa che non ci sia più traccia di lui.-

Rouge sorrise:

-Roger era unico.-  

Garp rise divertito, in tanti anni nessuno era stato come quel pirata, era un uomo degno di rispetto:

-Esatto. Comunque parlando di cose più allegre, Rouge ormai è quasi il momento hai già pensato ad un nome per il bambino.-

la giovane si accarezzò il pancione, sentiva il bambino scalciare come un matto, sembrava che non vedeva l’ora di venire al mondo:

-Se si tratta di una bambina allora Anne e se si tratta di un bambino Ace, questo è il nome che ha scelto per questo bambino.-

Rouge ricordava ancora quel giorno che ormai gli sembrava lontano.
 


 
***
 


Mesi fa sulla spiaggia di Baterilla…

…Rouge e Roger se ne stavano seduti ad osservare l’oceano, il pirata teneva una mano sul grembo della giovane:

-Non sai quanto mi rende felice l’idea di diventare padre.-

Rouge sorrise triste:

-Lo so ma tu non ci sarai.-

Roger la strinse in un forte abbraccio:

-Lo so. Ma anche se non mi vedrai, io ci sarò sempre. Veglierò su di te e il piccolo.-

lei lo sapeva, ricordava le parole che Roger gli disse quando era morto suo fratello e ci credeva a quelle parole, sapeva che l’uomo che amava sarebbe sempre vissuto nel suo cuore:

-Prima di andartene, voglio che sia tu a scegliere il nome del bambino.-

il pirata sorrise:

-Va bene. Che ne dici di Anne se è una bambina ed Ace se è un bambino?-

Rouge sorrise:

-Gol D. Anne o Gol D. Ace, mi piacciono. Questi saranno i nomi del nostro piccolo.-

Roger rise felice:

-E’ meglio però se prende il tuo cognome. Sarà più al sicuro.-

la giovane era d’accordo con lui.

Passarono il resto della giornata sulla spiaggia godendosi gli ultimi momenti insieme.


 
***


 
Il tempo trascorreva, era giunta la prima notte dell’anno e fuori nevicava tingendo tutto di bianco.

Rouge era a letto e stava soffrendo, Dadan era al suo fianco cercando di aiutarla a rilassarsi e in quel momento era finalmente arrivato Garp con un medico.

Si era recato al villaggio di Foosha a chiamare il medico che conosceva da sempre e di cui si fidava anche se per sicurezza non aveva rivelato l’identità di Rouge:

-Cerca di fare dei respiri profondi.-

il medico dopo aver parlato con la giovane si rivolse a Garp:

-Tu aspetta fuori con gli altri.-

il Vice Ammiraglio decise di fare come gli era stato detto dato che non sarebbe stato utile:

-Io non devo uscire?-

Dadan trovava strano che non l’avesse mandata via:

-No, tu rimani. Avrò bisogno di aiuto.-

le ore trascorrevano e ormai Garp e gli uomini di Dadan era impazienti di sapere come stava andando, finalmente si sentì un pianto che ruppe il silenzio di quella notte.

Il medico uscì subito dopo la nascita del piccolo per evitare che gli altri facessero irruzione:

-E’ nato ed è in perfetta salute. Entrate uno alla volta, Rouge ha bisogno di riposo.-

Garp lo ringraziò:

-Grazie di tutto, so di averti chiesto molto.-

l’uomo sorrise:

-Ti conosco da molto tempo e so che hai le tue ragione per avermi chiesto di non dire nulla di sta notte e tranquillo, porterò il segreto nella tomba.-

il Vice Ammiraglio rise:

-Bene, tornerò domani a vedere come va.-

Garp lo salutò e poi entrò nella stanza.

Nella camera c’era silenzio, il marine si avvicinò al letto dove Rouge teneva in braccio un fagottino e accanto a lei c’era Dadan:

-Garp-san ti presento Gol D. Ace.-

il Vice Ammiraglio lo prese in braccio, sapeva che Rouge gli avrebbe dato il suo cognome ma per il momento lei ci teneva ad usare il cognome dell’uomo che amava:

-Ciao Ace, vedi di non seguire le orme di tuo padre. Se proprio vuoi prendere il mare, diventa un marine.-

Dadan sbuffò mentre Rouge sorrise divertita:

-Sarebbe davvero assurdo se il figlio del Re dei pirati diventasse un marine.-

Garp rise e rimise il piccolo tra le braccia della madre:

-Hai ragione.-

il marine decise di andare per permettere a Rouge di riposare.
 


 
***
 


Quella notte mentre Garp stava tornando a Foosha non poteva fare a meno di pensare ad Ace.

Il bambino non avrebbe avuto una vita facile, fino a quando fosse rimasto nascosto sul monte Corvo sarebbe stato al sicuro ma se da grande sceglieva di prendere il mare, prima o poi sarebbe stato in pericolo.

E Garp sapeva che Ace un giorno avrebbe seguito le orme del padre, in lui scorreva il sangue di un grande pirata e di certo Rouge non lo avrebbe fermato se avesse scelto di seguire la strada della pirateria ma il Vice Ammiraglio sapeva che Roger avrebbe vegliato su suo figlio.
 

 
Continua…
 
 

 

Ciao,

in questo capitolo è nato Ace, ho corretto vari errori.

Spero che vi sia piaciuto.

Il pezzo dove Rouge rivela il nome del bambino, è ciò che lei dice nel capitolo 551 del manga.

Ringrazio le 35 persone che hanno visto lo scorso capitolo, fatemi sapere con una recensione cosa ne pensate di questo capitolo, Grazie per averlo letto.

A venerdì

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Capitolo 4
*** Sabo ***


4° CAPITOLO:

SABO



 
I giorni trascorrevano tranquilli sul monte Corvo, la neve non aveva ancora smesso di scendere e aveva bloccato Garp a casa di Dadan, era tornato il giorno dopo che Rouge aveva partorito ed era stato difficoltoso per il marine raggiungere l’abitazione per via della troppo neve e aveva deciso di restare.

Ace in quei giorni aveva già mostrato il suo carattere, urlava sempre ed era perennemente affamato, Rouge a volte lo allattava e altre volte gli dava il biberon ma sembrava impossibile saziarlo.

Quella mattina stranamente il piccolo stava dormendo e la giovane madre ne aveva approfittato per dormire, ad un tratto Ace si era svegliato e aveva iniziato a piangere come un disperato, subito Dadan e Garp si erano precipitati alla culla e avevano cercato di calmarlo invano fino a quando non era arrivata Rouge che lo aveva preso in braccio:

-Dadan potresti per favore scaldare il latte? Grazie.-

la donna non se lo fece ripetere due volte e corse ai fornelli mentre la giovane si mise a cullare il figlio cantando la canzone “Il Liquore di Binks”, la conosceva a memoria con tutte le volte che Roger e la ciurma la cantavano.

La canzone stava funzionando, Ace sorrideva tirando una ciocca di capelli della madre:

-Ma tu guarda. Bastava una canzone pirata per calmarlo.-

Rouge sorrise divertita:

-Garp-san infondo il piccolo è il figlio del Re dei pirati.-

l’uomo rise divertito, in quel momento arrivò Dadan con il biberon e finalmente Ace poteva essere sfamato.
 

 
***
 

Il tempo scorreva veloce, Ace ormai sapeva gattonare e le due donne dovevano sempre fare attenzione a non lasciare la portata aperta, troppe volte avevano rischiato che il piccolo uscisse.

Garp nonostante i suoi doveri andava spesso a trovarli, era presente il giorno in cui Ace disse la sua prima parola, non era stata “mamma” o “pappa” come fanno molti bambini, no la prima parola di Ace era stata “pirata”, Rouge aveva riso fino alle lacrime mentre Garp cercava di far imparare al bambino la parola “marine” ma il piccolo ripeteva solo quella parola.

Il Vice Ammiraglio era presente anche quando Ace aveva fatto i primi passi e aveva iniziato a mangiare cibi diversi dal latte, inutile dire che più cresceva e più cresceva il suo appetito.
 

 
***
 

Ormai Ace aveva cinque anni e passava le sue giornate nella foresta, Rouge non era per niente preoccupata che suo figlio girava per i boschi abitati da belve feroci o che si recava spesso al Grey Terminal dove c’erano rifiuti e gente poco raccomandabile, il suo bambino nonostante era piccolo era già molto forte ed era capace di cavarsela.

La giovane donna si preoccupava solo quando Ace si recava nella periferia della città di Goa, lì non solo correva il rischio che qualche poliziotto vedendolo da solo si metteva ad indagare scoprendo chi fosse rivelandolo alla marina ma correva anche il rischio di farsi molto male data l’abitudine di Ace di litigare con chiunque parlasse male di suo padre.

Quel giorno, come capitava spesso, Rouge stava medicando alcune ferite del figlio, per comodità erano seduti sui gradini esterni della casa:

-Lo sai che grazie a te posso lavorare come infermiera.-

ormai era bravissima nel medicare le ferite:

-Mi dispiace mamma che ti faccio sempre preoccupare. E’ che non mi piace quello che dicono su papà o su di me.-

la donna sapeva che la gente aveva sempre delle cattiverie da dire su un possibile figlio del Re dei pirati ed era questa la ragione più importante per cui non voleva che il figlio si recasse in città.

Rouge mise via il disinfettante e prese in braccio il bambino facendolo sedere sulle sue ginocchia:

-Ascolta Ace, non dare retta a quelle persone. Loro non ti conoscono e non hanno nemmeno la certezza che tu esista, sono persone ignoranti che parlano solo per dare fiato alla bocca.-

strinse tra le braccia il suo piccolo:

-Lo so che sono persone stupide. Ma mi da fastidio che insultino papà.-

la donna rise, suo figlio più cresceva e più gli ricordava Roger:

-Quelle persone o hanno paura dei pirati e odiano tuo padre che ha dato vita a questa era dove la pirateria è aumenta oppure sono solo gelosi di ciò che lui ha conquistato.-

Ace era pensieroso:

-Lo penso anche io ma alcuni di loro dicono che papà era una persona cattiva.-

Rouge era seriamente tenta di andare in città a fare una bella ramanzina a quelle persone, ma ora per lei la cosa più importante era fare in modo che quella gente non facesse nascere il seme dell’odio nel cuore di suo figlio, non si sarebbe mai perdonata se il suo piccolo cresceva odiando il padre:

-Ace, non devi ascoltare mai per nessuna ragione quelle persone. Roger era un pirata, il più grande tra tutti, certo ha sconfitto molti uomini nei suoi viaggi ma erano tutti nemici che lo avevano attaccato minacciando la sua ciurma e quando si combatte per proteggere qualcuno non ti rende un cattivo ma una persona capace di amare.-

il bambino fissò la madre con quegli occhi scuri così simili a quelli di Roger:

-Se vuoi sapere chi era tuo padre ascolta solo me o Garp-san che lo abbiamo conosciuto e sappiamo che persona era.-

Ace annuì:

-Il nonno è un marine, come faceva a conoscere papà così bene da potermi dire chi era?-

Rouge sorrise:

-Tuo nonno è stato l’unico che dava la caccia a tuo padre, nei loro scontri hanno imparato a conoscersi e a rispettarsi a vicenda.-

la donna alzò lo sguardo verso il cielo:

-Comunque noi non siamo gli unici ad averlo conosciuto. La fuori nella vastità dell’oceano ci sono tante persone che sanno chi era Roger e che lo rispettavano.-

il bambino si alzò in piedi:

-Da grande prenderò il mare e diventerò un pirata. Supererò il mio papà.-

Rouge sorrise e scompigliò i capelli del figlio, il suo bambino non aveva intenzione di seguire le orme di Roger a lui non importava l’ambito tesoro o di diventare il Re dei pirati:

-Assomigli molto a lui non solo nell’aspetto, hai il suo stesso carattere. Sei determinato come lo era tuo padre.-

Ace sorrise:

-Tesoro ascolta, vivi la tua vita in totale libertà, insegui i tuoi sogni e non arrenderti mai. Facendo così vivrai una vita senza rimpianti proprio come ha fatto Roger. Io sarò sempre al tuo fianco in ogni tua scelta.-

il piccolo annuì:

-Lo farò. Diventerò il più grande dei pirati e il mondo mi conoscerà per ciò che sono e non per chi era papà e ti renderò fiera di me.-

Rouge sorrise, si alzò in piedi e raccolse ciò che aveva usato per medicare suo figlio:

-Io sono già fiera di te. Ora vai a giocare.-

il bambino corse nella foresta in cerca di una nuova avventura mentre la madre era rientrata in casa.
 

 
***
 

Ace ora aveva sette anni, un giorno al Grey Terminal aveva conosciuto un bambino di nome Sabo di un anno più piccolo che viveva lì, quando aveva saputo il motivo aveva convito il nuovo amico ad andare a vivere con lui e il bambino aveva accettato.

Quando Rouge e Dadan avevano saputo che Sabo era scappato di casa perché odiava i genitori e il modo in cui lo trattavano, non ci avevano pensato nemmeno per un attimo a decidere di accoglierlo con loro.

Da quel giorno Sabo viveva lì con quella nuova famiglia che lo aveva accolto e con Ace, i due bambini erano diventati inseparabili e passavano le giornate a cercare un modo per racimolare soldi per potersi un giorno comprare una nave per partire insieme.

Ne combinavano di tutti i colori insieme, rubavano i soldi alla gente che viveva nella periferia di Goa oppure vendevano cianfrusaglie prese in discarica, combattevano insieme contro le belve feroci della foresta e quando Garp andava a trovarli li allenava per renderli più forti.

Ora che Ace aveva un amico che era più un fratello che altro, Rouge era felice perché suo figlio aveva trovato qualcuno vicino alla sua età con cui condividere il suo sogno.
 

 
Continua…
 
 

 

Ciao,

ieri non ho avuto il tempo per aggiornare la storia, come avevo scritto nella versione precedente (prima di cancellarla) se so per tempo che al venerdì non posso aggiornare anticipo al giovedì, se invece come è successo lo so all’ultimo aggiorno al sabato, comunque il capitolo ci sarà tutte le settimane. ^^

In questo capitolo è arrivato Sabo e nel prossimo arriverà anche Rufy, intanto spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo.

Nel manga Sabo va vivere da Dadan dopo l’arrivo di Rufy ma ho voluto cambiare le cose in questa storia.

Ringrazio le 51 persone che hanno visto lo scorso capitolo, fatemi sapere con una recensione cosa ne pensate di questo capitolo e se la storia sta piacendo, Grazie per averlo letto.

A venerdì
 
 
 

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Capitolo 5
*** Rufy ***


5° CAPITOLO:

RUFY

 


Gli anni trascorrevano lenti e felici, Ace cresceva sempre più forte e determinato ad inseguire i suoi sogni e Sabo era sempre al suo fianco diventando anche lui ogni giorno più forte anche se non era ancora riuscito a battere l’amico, ora i due bambini avevano undici anni Ace e dieci Sabo ed erano ignari che presto non sarebbero più stati solo in due.
 

 
***
 

Quel giorno Garp stava strascinando suo nipote lungo il sentiero che portava a casa dei banditi mentre il bambino si lamentava di non volerci andare:

-Te l’ho già detto nonno!! Diventerò il Re dei pirati!!-

per il piccolo lasciare il suo villaggio e allontanarsi così tanto dal mare era solo un ostacolo al suo sogno e poi odiava i banditi per ciò che era successo con quei malviventi che avevano deriso Shanks:

-Re dei pirati un corno!!-

Garp non poteva permettersi che Rufy diventasse un pirata, doveva diventare un marine, già suo figlio era diventato un criminale e non aveva intenzione di permettere al nipote di seguire le sue orme:

-Non solo hai mangiato un frutto del diavolo, ma hai anche il coraggio di parlarmi in quel modo?!-

il bambino tentava in tutti i modi di liberarsi dalla presa ferrea del nonno senza riuscirci:

-Perché mi fa male se sono fatto di gomma?! Lasciami andare nonno!!-

il Vice Ammiraglio ignorava le lamentele del nipote, era arrabbiato con lui e per le sciocchezze che diceva ed era certo che quelle assurdità sul voler diventare il Re dei pirati gli e le aveva messe in testa il “Rosso”:

-Stai zitto! Siamo arrivati!-

davanti ai due si stagliava la vecchia casa dalla quale uscirono due donne.

Rouge e Dadan avendo sentito delle voci e avendo riconosciuto quella del marine, erano uscite a vedere che succedeva:

-Garp, chi sarebbe quel ragazzino?! Ci sono già due pesti non ce ne serve una terza!-

Rouge cercò di calmare la donna più anziana:

-Su calmati, vedrai che ci sarà una spiegazione.-

lei era incuriosita da quel bambino soprattutto dal suo cappello di paglia, sembrava un semplice copricapo uguale a tanti altri ma a lei ricorda molto quello che portava Roger da giovane e inseguito da Shanks che lo aveva ereditato dal suo capitano.

Intanto il bambino si era liberato dalla presa del nonno e si era allontanato:

-Io me ne torno a Foosha e tu non mi impedirai di diventare il Re dei pirati!-

il piccolo si mise a correre dalla parte opposta da cui era arrivato, Rouge provò a fermarlo temendo che poteva perdersi:

-Lascialo andare. Saprà cavarsela.-

Dadan sbuffò non ne poteva più di avere intorno dei bambini:

-Ora ci dai una spiegazione.-

Garp entrò nella casa e si sedette al tavolo con le due donne:

-Si chiama Rufy e ha sette anni, è mio nipote il figlio di quell’incosciente di Dragon.-

Rouge sorrise, sapeva che l’uomo aveva un figlio ma non sapeva che aveva anche un nipote:

-Perché lo hai portato qui? Dove è stato fino adesso?-

il Vice Ammiraglio sbuffò:

-Non so nulla della madre, appena nato Dragon lo lasciò nella locanda di Foosha insieme ad una lettera per me, disse alla locandiera di contattarmi e di affidarmi il bambino.-

Dadan rise:

-Di certo non te ne sei occupato visto che vuole essere il Re dei pirati.-

l’uomo rise:

-Non potevo portarlo a Marineford, Rufy ha lo stesso problema di Ace. E’ il figlio di un criminale che la marina vuole cancellare. L’ho lasciato a Foosha con Makino, la locandiera di cui ho parlato prima e non gli ho mai rivelato chi è suo padre.-

Rouge capiva la situazione:

-Non capisco il perché lo hai portato qui. Non poteva stare al villaggio?-

Garp sbuffò esasperato:

-Al villaggio quel moccioso a fatto amicizia con Shanks il “Rosso” e gli ha promesso che diventerà il Re dei pirati e io non posso permetterlo.-

la giovane donna sorrise, Shanks era stato sulla stessa isola dove si trovava lei e gli sarebbe piaciuto tanto rivederlo:

-Shanks non ha detto a tuo nipote che è stato nella ciurma di Roger?-

il Vice Ammiraglio scosse la testa:

-No e meno male, se gli e lo avesse detto non so che altre idiozie avrebbe fatto quel moccioso.-

Rouge rise, non capiva il perché Shanks non aveva detto nulla al bambino ma sapeva che aveva le sue buone ragione e lei di certo non avrebbe rivelato nulla nemmeno del capello, perché ora era certa che si trattava proprio di quello che era appartenuto a Roger:

-Va bene Garp-san tuo nipote può restare, sono certa che andrà d’accordo con Ace e Sabo.-

Dadan non disse nulla, ormai era rassegnata dal fatto che non aveva voce in capitolo sulla scelta di chi può o non può restare in casa sua.

 
*
 

Intanto Rufy come era prevedibile si era perso nella foresta:

-E tu chi sei?-

sentendo una voce provenire dall’alto alzò lo sguardo e vide due bambini poco più grandi di lui, Ace e Sabo erano saliti su un vecchio albero di mele che era l’unico albero da frutto che si trovava nella foresta:

-Mi chiamo Rufy. Il nonno mi vuole costringere a vivere con dei banditi.-

Ace e Sabo avevano capito chi era il nonno di quel bambino dato che in quella zona vivevano solo un gruppo di banditi e Garp era l’unico a conoscerli così bene, saltarono giù dall’albero e si avvicinarono a lui:

-Io sono Ace e lui è Sabo. Tuo nonno è come se fosse anche il nostro, viviamo con i banditi e lui ci viene a far visita.-

Rufy questo non lo sapeva, se avesse saputo fin da subito che c’erano altri bambini sarebbe stato meno restio:

-Non è male vivere con loro. C’è Rouge che è la mamma di Ace ed è molto gentile e la zietta che per quanto si arrabbia è una brava persona.-

il bambino con le lentiggini concordava con l’amico:

-E poi qui si è liberi di fare ciò che vogliamo. Noi due vogliamo diventare pirati anche se il nonno rompe che dobbiamo entrare in marina.-

Rufy fece un sorriso enorme:

-Anche voi?! Io voglio diventare il Re dei pirati e un giorno prenderò il mare, l’ho anche promesso a Shanks che mi ha salvato la vita. Lui è un pirata e mi ha imprestato questo cappello.-

Ace e Sabo avevano letto sui giornali di quel pirata:

-A me non interessa diventare il Re dei pirati. Io un giorno prenderò il mare e supererò tutti diventando un grande pirata.-

Sabo sorrise:

-A me basta vivere libero non mi interessa altro.-

il bambino dal cappello di paglia rise:

-Che bello ho trovato degli amici che voglio prendere il mare. Perché non partiamo insieme?-

Ace rise divertito dall’entusiasmo dell’altro:

-Si può fare ma ora è meglio tornare in dietro.-

i tre bambini si incamminarono verso la casa in mezzo alla radura, quando Garp e le due donne li videro arrivare capirono che avevano già fatto amicizia iniziando a legare:

-Bene Rufy io vado. Tornerò presto, Ace e Sabo mi raccomando tenetelo d’occhio.-

i due bambini annuirono e salutarono il nonno mentre la giovane donna si era avvicinata a Rufy:

-Ciao io sono Rouge, la mamma di Ace e la madre adottiva di Sabo. Sono certa che qui ti troverai bene.-

Rufy sorrise, quella mattina era contrario ad andare a vivere con dei banditi ma dopo aver conosciuto Sabo ed Ace era felice di essere lì.
 

 
***
 

Nei mesi successivi i tre bambini erano diventati inseparabili, passavano le giornate a cacciare animali e a combattere tra loro, speso i due più grandi dovevano salvare quello più piccolo che finiva spesso in acqua.

Avevano costruito una casa sull’albero che era diventata la loro base segreta che poi non era così segreta dato che Rouge e Dadan e persino Garp sapevano dove era ma facevano finta di nulla.

I tre bambini avevano preso l’abitudine di mangiare a scrocco nelle locande della città di Goa diventando una seccatura per i camerieri che dovevano inseguirli senza mai riuscire a prenderli, spesso si trovavano a combattere contro ai delinquenti della periferia facendo arrabbiare Rouge che non voleva che si facessero male.

Ace, Sabo e Rufy spesso si addormentavano dopo aver passato ore a parlare dei loro sogni, tutti e tre non avevano la certezza che un giorno sarebbero partiti insieme ma erano certi che sarebbero riusciti a realizzare il loro sogno e che sarebbero rimasti sempre uniti anche prendendo strade diverse. 
 

 
Continua…
 
 

 

Ciao,

ecco che in questo capitolo è arrivato anche Rufy, spero che vi sia piaciuto. ^^

Alcune frasi che Rufy e Garp si dicono le ho prese dal capitolo 582 del manga, so che nel manga all’inizio Ace non aveva accettato la presenza di Rufy ma qui ho voluto cambiare le cose, infondo a differenza del manga Rouge è viva e sta crescendo Ace.

Ringrazio le 61 persone che hanno visto lo scorso capitolo, fatemi sapere con una recensione cosa ne pensate di questo capitolo e se la storia sta piacendo, Grazie per averlo letto.

A venerdì

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Capitolo 6
*** La Partenza di Ace ***


6° CAPITOLO:

LA PARTENZA DI ACE

 


Quel pomeriggio i tre bambini come sempre erano nella foresta e si trovavano intorno ad un vecchio tronco, Ace ci appoggiò sopra tre tazzine e prese una bottiglia di sakè che aveva rubato da casa mentre gli altri due erano curiosi di sapere che aveva in mente.

Un attimo prima stavano discutendo su chi di loro avrebbe fatto il Capitano e si resero conto che non potevano esserci tre Capitani su una nave ma alla fine avevano dato retta ad Ace che aveva detto che lo avrebbero deciso in futuro:

-Non lo sapete?-

Sabo e Rufy erano curiosi di sapere cosa stava per dire mentre Ace stava versando il sakè nelle tazzine:

-Se beviamo dalla stessa coppa, diventiamo fratelli!-

Rufy fece un sorriso enorme:

-Fratelli? Davvero?-

Sabo sorrideva ma non disse nulla:

-Magari non staremo nella stessa ciurma quando diventeremo pirati…-

i tre bambini presero una tazza ciascuno:

-…ma questo non significa che non possiamo legarci come fratelli! Non importa cosa succederà, dovunque saremo il nostro legame non si romperà mai!!-

fecero scontrare le tazzine:

-Quindi da oggi in poi, noi siamo fratelli!-

bevvero il sakè suggellando quella promessa che li avrebbe legati per sempre.
 

 
*
 

Ora i tre fratelli se ne stavano tranquilli nella loro base segreta, volevano tornare a casa ma dato che Ace aveva rubato il sakè di Dadan tornare era rischioso:

-Ascoltate, volevo dirvi una cosa molto importante.-

Sabo e Rufy fissarono il fratello chiedendosi cosa voleva dire, Ace ci aveva pensato molto bene sul dire o meno il suo segreto a loro due e alla fine aveva deciso di parlare, erano fratelli e si fidava di loro.

Certo sua madre gli aveva fatto promettere che non avrebbe rivelato a nessuno chi era suo padre ma Sabo e Rufy erano importanti per lui e non voleva avere segreti con loro:

-E’ un segreto che oltre a me e a mia madre sanno solo la zietta e il nonno. Dovete promettermi di non dirlo a nessuno, dovrete portare il segreto nella tomba.-

Sabo non aveva mai visto il fratello così serio e questo significava che era una cosa davvero importante:

-Tranquillo fratello, qualunque cosa dirai non lo dirò a nessuno.-

Rufy sorrise:

-Sono un disastro nel dire le bugie ma sono bravo nel mantenere i segreti, anche io non dirò niente a nessuno.-

Ace sorrise sapeva di poter contare sul loro silenzio:

-Si tratta di mio padre e del perché mia madre è venuta a stare qui.-

i due bambini erano davvero curiosi, se ne erano accorti subito che nessuno nominava il padre di Ace e non avevano mai capito il motivo:

-Mio padre era il Re dei pirati.-

calò il silenzio, la notizia li aveva sorpresi molto, si erano aspettati di tutto ma non quella verità ma poi Rufy urlò ponendo fine a quell’insolito silenzio che raramente regnava con loro tre presenti:

-Cosa?! Sul serio?! Ma è fantastico!-

Sabo mollò un pugno in testa del fratello:

-Cosa ti urli!-

Ace rise divertito:

-Mentre voi vi calmate, io vado a vedere se non è pericoloso tornare a casa.-

il bambino biondo si alzò in piedi:

-Aspetta un attimo. Non dobbiamo parlare? E poi è meglio andare tutti e tre.-

il fratello sorrise:

-Non c’è nulla da dire perché non è cambiato nulla e vado da solo perché ho rubato io il sakè.-
 

 
*
 

Ace approfittando del buio si avvicinò alla casa e sbirciò tra i cespugli per vedere se Dadan era nei paraggi, vide solo sua madre seduta sui gradini e decise di avvicinarsi:

-Deduco che siete voi i ladri.-

Ace si fermò, lo doveva immaginare che sarebbe stato scoperto:

-Si è vero, ho rubato io il sakè ma lo fatto per un motivo importante.-

Rouge fece cenno al figlio di sedersi accanto e lui ubbidì:

-Un vecchio pirata ubriacone una volta mi ha detto che se ci si scambia una tazza di sakè si diventa fratelli è per questo che l’ho rubato. Comunque lo abbiamo sputato subito perché faceva schifo e la bottiglia si è rovesciata.-

la donna rise divertita:

-Ha detto così perché ama bere.-

sorrise e scompigliò i capelli del bambino:

-Tu, Sabo e Rufy siete fratelli fin dal primo momento che vi siete incontrati e lo rimarrete per sempre.-

Ace sorrise felice poi si fece serio:

-Scusa mamma, ho infranto la promessa. Non potevo nasconderlo hai miei fratelli.-

Rouge abbracciò il figlio:

-Tranquillo hai fatto bene.-

poi si alzò:

-Torno subito.-

entrò in casa e uscì poco dopo con un enorme cestino:

-Mamma cosa c’è lì dentro?-

la donna rise:

-La cena. Aiutami a portarla alla vostra base segreta.-

Ace rise sapeva che la madre conosceva il nascondiglio.
 

 
*
 

Sabo e Rufy erano appoggiati al parapetto del loro rifugio in attesa che il fratello tornasse, erano ancora stupidi dalla rivelazione di Ace ma non avevano fatto fatica ad accettare la cosa, infondo non cambiava nulla chi era suo padre loro rimanevano comunque fratelli:

-Non è che la zietta lo ha ucciso.-

Sabo si girò verso il fratello e sbuffò:

-Dadan si arrabbia ma non ci farebbe mai del male e poi dubito che Rouge permetta che succeda qualcosa ad Ace.-

in quel momento videro tornare il fratello insieme alla madre e si chiesero cosa ci faceva lì.

Ace una volta entrato nel rifugio rivelò ai fratelli che sua madre aveva sempre saputo di quel posto, intanto Rouge tirò fuori dal cestino il cibo e subito i tre fratelli iniziarono a mangiare:

-Ace mi ha detto che vi ha rivelato il nostro segreto.-

Sabo annuì:

-Esatto ma non lo diremo a nessuno.-

la donna sorrise sapeva che quei due bambini non avrebbero mai tradito suo figlio:

-Rouge mi racconti come era il Re dei pirati?-

Ace gli mollò un pugno in testa e subito si misero a bisticciare mentre Sabo cercava di calmarli, Rouge rise divertita:

-Calmatevi. Cosa vuoi sapere Rufy? Ho già raccontato delle cose ad Ace perché ritenevo giusto che conoscesse suo padre e dato che lui non mi ha mai posto domande non ho aggiunto altro e quindi dimmi tu quello che ti interessa.-

Sabo e Rufy erano stupiti che Ace non avesse voluto sapere di più su suo padre ma infondo avevano sempre saputo che il fratello non amava molto parlare di lui; in passato avevano chiesto più volte ad Ace chi era suo padre e mai lui aveva risposto, solo quel giorno lo aveva rivelato:

-Quello che vuoi. Sono solo curioso.-

Rouge sorrise:

-Un po’ voi tre lo ricordate, come lui anche voi state vivendo in totale libertà cercando di realizzare i vostri sogni.-

si girò verso Ace che non aveva detto più niente:

-Ace gli assomiglia molto non solo fisicamente ma anche di carattere. In lui rivedo Roger.-

i due bambini si girarono verso il fratello che li stava ignorando, Rouge si alzò:

-Per oggi basta, si è fatto tardi.-

Rufy voleva sapere una cosa:

-Perché sei venuta a stare qui? Io sono felice che ci sei e che c’è Ace, però non capisco.-

la donna sorrise:

-Perché la marina non vuole che ci sia ancora qualcuno legato a Roger e quindi Garp-san mi ha portato qui per stare al sicuro.-

Sabo lo aveva capito subito il perché le origini di Ace dovevano rimanere un segreto, era l’unico modo per proteggerlo e fermò Rufy che sembrava sul punto di fare altre domande:

-Per sta notte dormite pure qui. Io torno a casa, buonanotte.-

Rouge salutò i bambini e si incamminò verso casa:

-Tutto a posto Ace?-

il biondino non era abituato a vedere il fratello così tranquillo:

-Si, è tutto a posto. Non chiedo mai a mia madre di mio padre perché diventa triste, gli manca molto.-

Rufy era perplesso:

-Non mi è sembrata triste, sorrideva.-

Ace sorrise, ammirava la forza con cui sua madre riusciva ad andare avanti:

-Anche se sorride quando parla di lui, il suo sguardo diventa triste.-

Sabo decise che era meglio finirla lì con quella conversazione:

-Che ne dite di andare a dormire?-

i due fratelli annuirono e poi spensero la lanterna.

Sabo e Rufy si addormentarono subito mentre Ace fece fatica ad addormentarsi, alla fine anche lui chiuse gli occhi e crollò nel mondo dei sogni come i suoi fratelli.
 

 
*
 

Il mattino seguente Rouge stava stendendo il bucato in compagnia di Dadan che se ne stava seduta sui gradini a fumare, ad un certo punto la donna più anziana notò che stava arrivando qualcuno:

-Abbiamo visite.-

Rouge si voltò e vide che stavano arrivando una giovane donna insieme ad un uomo di mezza età.

Le due persone erano Makino e il Sindaco del villaggio di Foosha che erano giunte fin lì per trovare il bambino dal cappello di paglia:

-Scusate il disturbo. Siamo venuti a trovare Rufy. Io sono Makino e lui è il Sindaco di Foosha.-

Rouge si ricordò che Garp aveva menzionato con cui era cresciuto il bambino e si tranquillizzò, all’inizio temeva di correre il rischio di essere scoperta ma ora non era più preoccupata:

-Io mi chiamo Rouge e lei è Dadan il capo dei banditi che vivono qui mentre io sono solo un ospite.-

i due erano stupiti di certo non si aspettavano di incontrare qualcuno come lei:

-Al momento Rufy è nella foresta.-

il Sindaco era senza parole:

-Come potete permettere ad un bambino di stare da solo in una foresta?-

Rouge sorrise:

-Non è solo, è con mio figlio e Sabo. Quei tre sanno cavarsela meglio di chiunque altro.-

Makino era felice di sapere che Rufy aveva conosciuto degli altri bambini ma nonostante sapeva quanto era bravo a cavarsela era comunque preoccupata all’idea che era in un bosco:

-Makino!!!-

in quel momento i tre bambini erano tornati a casa e Rufy vedendo la giovane locandiera era corso da lei:

-Ciao Rufy, ti trovo bene.-

il bambino rise:

-Sono felice qui. Rouge è gentilissima proprio come te e la zietta anche se si arrabbia mi piace, ora ho anche dei fratelli. Loro sono Ace e Sabo.-

i due si avvicinarono curiosi di conoscere gli ospiti, Makino e il Sindaco rimasero lì fino al pomeriggio per poi tornare a casa.

Col tempo i due avevano preso l’abitudine di andare spesso a trovare Rufy, avevano fatto amicizia con Rouge e Dadan e ogni volta che andavano a trovarli portavano sempre dei vestiti e dei dolci per i tre bambini e del sakè per Dadan, Makino passava del tempo a parlare con Rouge di ogni cosa.
 

***
 

Gli anni volavano ed ormai Ace aveva compiuto diciassette anni, era cresciuto molto ed era diventato davvero forte; i tre fratelli avevano deciso di prendere il mare separatamente una volta compiuta quell’età ed Ace si stava preparando alla partenza mentre Sabo sarebbe partito l’anno successivo e Rufy invece tra quattro.

Quella mattina Dadan con i suoi uomini si era recata alla spiaggia a preparare la barca che avevano recuperato per il ragazzo mentre Rufy e Sabo erano spariti.

Ace era a casa a preparare lo zaino per la partenza mettendoci dentro i vestiti e una bussola, Rouge si sedette vicino al figlio e sorrise, crescendo gli ricordava sempre di più Roger:

-Hai preso tutto?-

il ragazzo si girò verso la madre e sorrise, gli sarebbe mancata molto ma non vedeva l’ora di partire:

-Certo. Sai dove sono i miei fratelli?-

voleva stare un po’ con loro prima di partire ma era da quando si era svegliato che non li vedeva:

-No, mi dispiace non so dove siano. Comunque ho una cosa per te.-

diede al figlio un oggetto avvolto dalla stoffa, Ace lo prese e lo tirò fuori ritrovandosi tra le mani un bracciale:

-Era di tuo padre, quando è partito per il Grande Blu gli e l’ho regalato come portafortuna. Anni dopo quando è tornato, prima di consegnarsi alla marina, me lo ha ridato chiedendomi di conservarlo per te. Lui sapeva che un giorno tu saresti partito per mare, ti conosceva molto bene senza averti mai visto.-

Ace se lo infilò al polso e sorrise:

-Lo terrò con cura.-

in quel momento fecero irruzione Sabo e Rufy, Ace vedendoli arrivare si chiese cosa fosse successo ma non fece in tempo a dire nulla che il ragazzo di gomma gli diede un sacchetto:

-E’ per te.-

il fratello fissò il sacchetto incuriosito dal regalo:

-Io e Rufy volevamo darti qualcosa per la partenza.-

Ace sorrise e aprì il regalo ritrovandosi tra le mani un buffo cappello:

-Mi piace molto. Grazie.-

Dadan entrò e si avvicinò a loro:

-E’ tutto pronto per la partenza. I miei uomini ti stanno aspettando alla spiaggia, ci sono anche Makino e il Sindaco.-

Ace capì che la donna sarebbe rimasta a casa, si alzò e prese lo zaino:

-Grazie di tutto Dadan.-

la donna borbottò qualcosa e se ne andò al piano di sopra non aveva intenzione di vederlo partire, era contenta per lui ma allo stesso tempo era triste che se ne andava.
 

 
*
 

Ace giunse alla spiaggia e salutò i banditi, Makino e il Sindaco poi lasciò lo zaino sulla barca e si avvicinò alla madre abbracciandola, ormai era più alto di lei:

-Grazie di tutto mamma. Realizzerò il mio sogno e poi tornerò da te.-

Rouge sorrise e trattenne a fatica le lacrime:

-Fai attenzione e vivi senza rimpianti. Un giorno ci rivedremo.-

Ace sorrise poi salì a bordo:

-Sabo! Rufy! Io parto prima di voi e vi aspetto nel Grande Blu!-

i due fratelli sorrisero e lo salutarono certi che un giorno lo avrebbero rivisto.

Rouge sorrise mentre la barca si allontanava:

-Roger veglia su nostro figlio.-
 

 
***
 

Ormai l’isola di Dawn dove aveva vissuto al sicuro non si vedeva più, Ace aveva lasciato dietro di se sua madre, i suoi fratelli e quella strana famiglia con cui era cresciuto, ora davanti a se c’era un mare d’avventure e lì da qualche parte c’erano coloro che un giorno sarebbero stati i suoi compagni.

Ace aveva lasciato alle spalle il suo passato e ora stava facendo rotta verso il suo futuro.

 
Continua…
 
 

 

Ciao,

in questo capitolo Ace è partito, spero che vi sia piaciuto.

Nel manga non viene detto come e quando Rufy scopre chi è il padre di Ace ne se Sabo lo sapeva così in questa storia ho voluto fare che sia Ace a dirlo, mentre il cappello e il bracciale che Ace porta sempre nel manga ho voluto fare che sia un regalo fatto dalle persone a lui care e dato che Sabo è cresciuto con loro Ace non ha il tatuaggio sul braccio.

Le frasi dette all’inizio le ho prese dal capitolo 585 del manga, nel prossimo capitolo Ace inizierà il suo viaggio.

Ringrazio le 88 persone che hanno visto lo scorso capitolo, fatemi sapere con una recensione cosa ne pensate di questo capitolo e se la storia sta piacendo, Grazie per averlo letto.

A venerdì

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Capitolo 7
*** Il Primo Compagno ***


7° CAPITOLO:

IL PRIMO COMPAGNO

 


Era da diversi giorni che Ace era partito dalla sua isola natale, si era completamente perso e non riusciva ad orientarsi nemmeno con la bussola e le scorte di cibo erano ormai finite, sperava di trovare al più presto un’isola abitata ma all’orizzonte vide solo delle grosse nuvole minacciose che si trasformarono ben presto in una grossa tempesta, subito Ace cercò di salvare la nave e di allontanarsi il più possibile ma alla fine una gigantesca onda lo travolse facendo in pezzi l’imbarcazione.

Ace si risvegliò su una spiaggia deserta e tutto intorno a se c’erano i resti della sua barca, non si diede per vinto e dopo aver recuperato lo zaino provò a cercare del cibo ma ben presto si rese conto che non c’era nulla di commestibile e quindi decise di provare a costruire una zattera per potersene andare via da lì.
 

 
***
 

I giorni divennero settimane ed era da tanto che non mangiava anche se era riuscito a trovare dell’acqua ma non per questo aveva intenzione di arrendersi, ogni volta che Ace finiva di costruire una zattera il mare la distruggeva e così decise di prendere la nuova imbarcazione e di andare dall’altra parte dell’isola sperando che le correnti fossero meno forti.

Ace attraversò tutta la foresta e finalmente giunse di nuovo sulla spiaggia dando per scontato che lì il mare fosse più tranquillo:

-Oh! Finalmente ho trovato una spiaggia. Il posto perfetto per salpare!-

in quel momento si accorse di non essere l’unico naufrago:

-Guarda guarda, c’è qualcun altro qui. Credevo di essere completamente solo…-

il naufrago era un uomo mascherato ed era stupito di vedere un altro essere umano:

-Un uomo… Sei venuto qui per salvarmi…?-

Ace mise giù la sua imbarcazione di fortuna e si presentò:

-Piacere di conoscerti, mi chiamo Ace. Mentre navigavo sono stato sorpreso dalla tempesta e sono finito qui…-

il mascherato era scioccato, aveva perso la speranza di essere salvato:

-Maledizione, anche tu?!-

Ace sorrise e indicò la sua imbarcazione:

-Beh, direi che è destino. Che ne dici? Vuoi venire con me sulla mia barca?-

l’altro aveva seri dubbi che quella fosse una barca:

-Stai parlando di quella bara galleggiante?-

il ragazzo sorrise con entusiasmo:

-D’accordo, potrebbe affondare, ma non c’è problema. Potremmo sempre tornare a riva e riprovarci.-

l’uomo non era così ottimista come lui:

-Umpf… non ha nemmeno un’ordinata fissata alla chiglia… quel guscio di noce finirà in pezzi alla prima onda che gli arriverà addosso!-

decise di dargli una sua opinione su come avrebbe costruito lui la barca:

-Quantomeno avresti potuto fare dei pezzi di legno abbastanza lunghi da tappare gli spiragli…-

Ace era stupito e sorrise:

-Sei un fenomeno! Ti è bastata un’occhiata per capire tutte quelle cose! Sei un carpentiere?-

il mascherato ormai aveva capito che aveva a che fare con una persona assurda:

-No, quello è il minimo indispensabile da sapere se si vuole navigare.-

il ragazzo rise:

-Io non lo sapevo.-

l’uomo ormai era esasperato ad avere a che fare con lui, non pensava che ci fosse gente come Ace che partiva per il mare senza sapere le cose fondamentali:

-Non è una cosa di cui vantarsi!-

Ace decise di lasciar perdere la sua barca:

-Dai, costruiamo una nave e andiamocene da quest’isola! Ti va di darmi una mano? Mi saresti di grande aiuto!-

il mascherato non sapeva più cosa fare con quel tipo assurdo:

-Eh?! Ah, vediamo… viste le correnti che circondano l’isola… non andremo da nessuna parte a remi, o anche col vento in pop…-

fu costretto ad interrompersi vedendo l’altro allontanarsi verso la foresta:

-C’è una cala qui vicino dove si accumulano le cose trascinate a riva. Vieni con me!-

l’uomo si arrabbiò:

-Ascoltami quando parlo!-

era inutile Ace faceva come gli pareva e il mascherato lo aveva capito fin da subito e decise di seguirlo.

I due raggiunsero una grotta dove si trovava una gigantesca nave in rovina, in quel momento Ace si rese conto di una cosa:

-Adesso che ci penso, ancora non mi hai detto come ti chiami.-

il tizio mascherato era senza parole, era da un po’ che si erano incontrati e solo in quel momento gli e lo chiedeva:

-Ho abbandonato il mio nome, insieme al mio volto.-

erano saliti a bordo della nave ed Ace si stava guardando intorno:

-Ah, ecco perché porti la maschera.-

l’uomo lo raggiunse:

-Stavo cercando un buon nome d’arte.-

Ace si fece curioso:

-Nome d’arte?-

lui annuì mentre si guardava intorno meravigliato dalla grandezza dell’imbarcazione.

-Voglio diventare uno scrittore… comunque, non dovrebbe esserci del cibo rimasto qui da qualche parte?-

il ragazzo stava raccogliendo delle assi da poter usare:

-Ho già cercato, non ho trovato neanche una galletta.-

poi gli indicò un mucchio di cianfrusaglie che aveva raccolto in precedenza:

-Qui invece… ho accumulato tutto ciò che può tornarci utile.-

l’uomo mascherato non si sarebbe aspettato tanta organizzazione da un tipo che sembrava fare le cose come gli capitava, notò che erano materiali di qualità e notò anche degli strani boccali che raccolse:

-E questi a cosa ci servirebbero?-

Ace rise:

-A far festa! Con questi, potremmo ubriacarci anche solo bevendo acqua.-

l’uomo li scagliò via:

-Siamo qui per costruire una nave, non per ubriacarci!-

il ragazzo ci rimase male ma si riprese subito, voleva andarsene da quell’isola ad ogni costo.
 

 
*
 

I due giovani passarono i giorni a lavorare alla nave, l’uomo mascherato spiegava ad Ace dei trucchi su come rendere resistenti le assi e su come procedere per avere una possibilità di andarsene, Ace lo ascoltava rapito ed interessato:

-Sai veramente un sacco di cose. Dove le hai imparate?-

l’uomo continuava a lavorare mentre l’altro non sembrava intenzionato a continuare il lavoro:

-Ho cominciato con “Brag Men”. Ho letto e imparato nel dettaglio il diario di bordo e le planimetrie della nave. Così ora conosco ogni singola informazione, che sia utile o meno.-

Ace non capiva di cosa parlava:

-“Brag Men”?-

il mascherato si pentì immediatamente di aver raccontato quelle cose, si ricordava delle persone che lo avevano deriso in passato ed era certo che anche Ace lo avrebbe preso in giro:

-Si, ho letto molto tempo fa… dell’isola dei giganti, Little Garden…-

non sapeva cosa dire ormai aveva parlato e l’unica cosa che gli rimaneva da fare era attendere la reazione del ragazzo:

-A seconda della nostra rotta, potremmo anche trovarla. Eheh, interessante…! A proposito di giganti… hai mai sentito la storia del trascina isole?-

l’uomo sorrise, aveva avuto la conferma che Ace era un tipo speciale che viveva la sua vita inseguendo i suoi sogni e che non avrebbe mai giudicato o deriso gli altri, rimase ad ascoltarlo mentre gli parlava di un uomo ancora più grande di un gigante, gli aveva riferito che era una storia che gli aveva raccontato suo nonno.

 
*
 

La costruzione della nave procedeva ma il problema era il tempo, avevano l’acqua ma non il cibo e più passavano i giorni e più le forze per lavorare diminuivano.

Ormai l’uomo mascherato non ce la faceva più e si lasciò cadere per terra esausto:

-Ehi, tutto bene?! Non sforzarti troppo! Se svieni tu, non abbiamo speranze!!-

Ace era preoccupato per lui ormai lo considerava già un suo amico, l’uomo si scusò con lui e l’osservò mentre riprendeva il lavoro.

Non capiva come faceva Ace ad avere ancora così tante energie quando lui era ormai allo stremo, incominciava a sospettare che lui avesse trovato del cibo e gli e lo teneva nascosto e dopo che una tempesta distrusse la nave quasi finita, non ce la fece più ed esplose prendendosela con Ace che con entusiasmo aveva detto che ne avrebbero fatta un’altra:

-Un’altra…? Non ce la faremo mai!! Io ormai sono allo stremo!! A differenza di te, io non ho mangiato niente!-

Ace non capiva, poteva capire lo sconforto di dover ricominciare da capo ma non l’accusa che gli aveva rivolto:

-Ehi, che stai dicendo…?- 

il mascherato urlò contro di lui:

-L’ho vista, sai! C’era una dispensa piena di cibo su quella nave ed era stata svuotata di recente. Chi poteva averlo fatto su quest’isola? Qui non ci sono animali… ci siamo solo tu ed io!!-

lo afferrò per la camicia:

-Non ne so niente.-

a quelle parole andò su tutte le furie e lo colpì e vedendo che non reagiva se ne andò via di corsa troppo arrabbiato per avere a che fare ancora con lui.


 
*


Si rifugiò in una grotta e lì venne attaccato da un mostruoso uccello gigante di passaggio e capì che era stato il volatile a far fuori il cibo e non Ace, si sentì tremendamente in colpa per aver dubitato di lui e di averlo colpito ma ormai era troppo tardi per chiedere scusa, non poteva salvarsi da quell’uccello affamato.

In quel momento arrivò Ace che prese la gigantesca spada conficcata nella nave abbandonata e colpì l’uccello mandalo via, l’uomo era senza parole non capiva il perché lo stava aiutando dopo quello che gli aveva detto.

Ace era davanti a lui esausto mentre l’uccello era ritornato all’attacco, il ragazzo senza rendersene conto usò l’Haki e mise in fuga il volatile:

-Fin da quando ero bambino… ho sempre avuto l’abitudine di rubare il cibo. Perciò non ti biasimo per aver sospettato di me. Peraltro se dovessimo morire così non avremmo altro che rimpianti.-

il ragazzo non voleva sentire le sue scuse perché non servivano, era per questo che aveva parlato subito prima di lui:

-Ho promesso che avrei vissuto una vita senza rimpianti ed è ciò che farò.-

in quel momento l’uomo si ritrovo ad ammirare quel ragazzo.

Ace crollò a terra affamato e il mascherato si rese conto che anche lui aveva esaurito le forze, fu in quel momento che vide un baule che molto probabilmente era stato fatto cadere dall’uccello, si avvicinò e una volta aperto vide un gigantesco frutto e decise di darlo ad Ace ma il ragazzo voleva che fosse lui a mangiarlo e così i due finirono per litigare fino a quando Ace non decise di dividerlo a metà.

Il ragazzo divorò subito la sua metà mentre il mascherato era un po’ restio a mangiare quello strano frutto ma dopo che Ace gli aveva detto che era commestibile nonostante il sapore si decise a mangiare anche lui; dopo poco Ace prese fuoco, all’inizio i due erano nel panico ma poi il ragazzo si accorse che le fiamme non gli facevano nulla e capirono di aver mangiato un frutto del diavolo.

L’uomo mascherato sapeva come funzionavano quei frutti, solo il primo morso ti toglieva la capacità di nuotare dandoti in cambio dei poteri incredibili, dato che Ace aveva divorato per primo la sua metà aveva ottenuto i poteri del frutto “Foco-Foco” perdendo per sempre la capacità di nuotare mentre lui non aveva ottenuto nessun potere e gli era rimasta la capacità di nuotare cosa che gli stava più che bene; Ace invece era felice per questi nuovi poteri e non gli importava che ora non era più in grado di nuotare, era invece curioso di sapere che facce avrebbero fatto i suoi fratelli quando lo avrebbero saputo e anche cosa avrebbe detto sua madre.
 

 
*
 

Grazie hai poteri che Ace aveva ottenuto lavorare alla nave divenne più veloce, l’uomo mascherato progettò un’imbarcazione con un motore alimentato con il fuoco, questo sistema sarebbe stato in grado di oltrepassare le forti correnti che circondavano l’isola.

Finalmente dopo giorni la nuova nave era pronta e l’uomo propose ad Ace un nome per l’imbarcazione:

-Striker?-

il mascherato annuì alla domanda del ragazzo:

-Porta sfortuna navigare su una nave senza nome.-

Ace sorrise:

-Mmh… suona bene. Mi piace!-

salirono a bordo e il ragazzo scatenò la potenza delle sue fiamme facendo volare lo striker oltre le correnti.

In quel momento l’uccello gigante arrivò all’attacco insieme ad altri uccelli, Ace si preparò ad affrontarli mentre l’altro cercò di fermarlo:

-Ehi Ace, non essere precipitoso!! Hai mangiato un frutto del diavolo, se cadessi in acqua adesso…-

il ragazzo sorrise:

-E’ per questo che sei qui, no?! Unisciti a me!! E insieme raggiungeremo la vetta!!-

il mascherato sapeva che lui era partito per diventare un grande pirata e che era in cerca di compagni ma quello non era certo il momento di invitarlo ad unirsi a lui:

-Vuoi veramente invitarmi a diventare un pirata adesso?!-

Ace non lo ascoltò:

-Non mi sarei mai aspettato di trovare il mio primo compagno in una situazione simile. Questo sarà un giorno indimenticabile facciamolo con stile!-

colpì gli uccelli con l’attacco che un giorno lo avrebbe reso famoso con il nome “Pugno di Fuoco” dimostrando che in poco tempo era riuscito ad avere il controllo sui poteri ottenuti.

L’uomo mascherato afferrò Ace che aveva perso l’equilibrio:

-Forse diventare un pirata non è una cattiva idea. Mi darebbe parecchio materiale su cui scrivere…-

sorrise:

-Io che non avevo nome, diventerò Deuce… e sarò al tuo fianco!!-

Ace sorrise felice aveva trovato il suo primo compagno.
 

 
***
 

Ace e Deuce erano finalmente parti dall’isola dove erano naufragati, lì il destino li aveva fatti incontrare e un giorno avrebbero trovato altri compagni con cui navigare per mare vivendo una vita d’avventure.
 

 
Continua…
 
 

 

Ciao,

ho deciso di aggiornare oggi perchè nei prossimi giorni non so se avrò tempo, spero che il capitolo vi sia piaciuto. ^^

Per questo capitolo mi sono basata al romanzo “One Piece Novel A” soprattutto per i dialoghi tra Ace e Deuce anche se li ho adattati alla storia.

Ringrazio le 135 persone che hanno visto lo scorso capitolo, fatemi sapere con una recensione cosa ne pensate di questo capitolo e se la storia sta piacendo, Grazie per averlo letto.

Forse anche settimana prossima anticiperò l'aggiornamento, a presto.

BUON NATALE!!!

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Capitolo 8
*** Rogue Town ***


8° CAPITOLO:

ROGUE TOWN

 


Il tempo trascorreva veloce tra avventure e pericoli, Ace e Deuce non erano più soli e ora avevano dei compagni e una bella nave, lo striker che avevano costruito per lasciare l’isola era ancora con loro deposto nella stiva.

La ciurma era composta in tutto da una ventina di persone tra uomini e donne, tutti loro come Deuce erano rimasti colpiti da Ace e dopo averlo incontrato non avevano esitato a seguirlo; c’era Kanjiro un cecchino dalla mira infallibile, il navigatore Ryoichi che era in grado di prevedere qualunque cambiamento climatico, c’era lo strambo cuoco Chomei che inventava ricette a volte eccezionali e altra volte disgustose che nemmeno il Capitano mangiava, Matabei il medico geniale che sapeva occuparsi di qualunque ferita e aveva una profonda conoscenza medica, Zenko il carpentiere che impediva alla nave di affondare riparando tutti i danni subiti, Mel una donna un po’ svampita che suonava la chitarra rendendo più vivace il viaggio e tutti gli altri, c’era anche una grossa lince di nome Kotatsu che Ace aveva salvato da alcuni bracconieri, voleva lasciarla libera ma il felino decise di restare con lui rivelandosi un animale leale e con il giovane ragazzo di fuoco si dimostrava un grosso gatto affettuoso ma con chi minacciava la sua vita diventava una belva feroce pronta a difenderlo.

Era una ciurma unita che si fidava ciecamente del loro Capitano, la ciurma aveva il nome di “Picche” e si erano già fatti conoscere ancora prima di entrare nel Grande Blu.
 

 
***
 

Quel giorno a Marineford il Grand Ammiraglio Sengoku aveva convocato nel suo ufficio il Vice Ammiraglio Garp:

-Sengoku perché mi hai chiamato? Ero impegnato.-

il superiore dubitava che stava facendo davvero qualcosa ma decise di non dire nulla a riguardo e gli mostrò una taglia:

-Questo è un nuovo pirata che è in circolazione da qualche mese. Non è ancora entrato nel Grande Blu ma lui e la sua ciurma si sono già fatti notare. Ho appena inviato la taglia a tutte le basi della marina, presto circolerà ovunque come al solito.-

Garp prese il foglio e notò il volto sorridente di Ace, era stato soprannominato “Pugno di Fuoco” e la taglia era molto alta per un pirata che ancora non era entrato nel Grande Blu:

-50 milioni di berry per un novellino? Deduco che ha mangiato un frutto del diavolo a giudicare dal nome, è per questo che la taglia è così alta?-

Sengoku sospirò, sperava che l’amico gli dicesse la verità dopo aver visto la taglia ma così non fu:

-Si ha mangiato il frutto “Foco-Foco” ma non è per quello che ha quella taglia. E’ forte e sta causando problemi e non oso immaginare cosa combinerà una volta giunto nel Grande Blu.-

il Vice Ammiraglio anche se era preoccupato per il nipote era orgoglioso di lui:

-Comunque come hai potuto schierati contro la marina?-

Garp non capiva quell’accusa ma temeva di sapere a cosa si riferiva:

-Ho fatto fare delle ricerche su quel pirata come faccio con tutti i criminali. Ho dovuto ordinare a chi se ne è occupato di tacere e non dire nulla a nessuno. Come hai potuto proteggere il figlio del Re dei pirati?!-

Garp sospirò come temeva la verità era venuta fuori e ormai non poteva più fare nulla per proteggere Ace, l’unica cosa che gli era rimasta era sperare che in qualche modo sarebbe stato capace di sopravvivere:

-Come hai fatto a scoprire di Ace? Credevo di essere riuscito a cancellare ogni traccia.-

Sengoku si alzò e si voltò verso la finestra:

-Abbiamo scoperto che Gol D. Roger quando era ancora un pirata sconosciuto è stato allungo sull’isola di Baterilla e anni dopo, quando ormai era diventato il Re dei pirati, ci è ritornato. Entrambe le volte è stato visto spesso in compagnia di una giovane del luogo di nome Portuguese D. Rouge. Quella è la stessa isola dove ti sei recato subito dopo la morte di quel pirata e alcuni pescatori ti hanno visto lasciare l’isola in compagnia di quella donna.-

il Vice Ammiraglio si rese conto di essere stato stupido a non far attenzione alle persone che giravano per il porto:

-Che altro sai?-

voleva essere certo che almeno Rouge fosse al sicuro:

-Che domande, ho scoperto che hai portato quella donna che risulta la moglie di Roger sulla tua isola natale e lì ha avuto un figlio. Ace è senza dubbio loro figlio, è dall’isola di Dawn che è partito e di lui non si sapeva nulla e così mi sono ricordato il tuo comportamento dopo la morte del Re dei pirati e ho avviato un’indagine sull’isola di Baterilla.-

Garp era sollevato nel sapere che avevano scoperto di Ace e di sua madre tramite il suo comportamento, questo significava che non sapevano nulla di Rouge:

-Non so come sei riuscito a farlo restare nascosto per tutto questo tempo ma vorrei che ora mi dicessi la verità.-

il Vice Ammiraglio non aveva intenzione di mettere in pericolo ne la madre di Ace ne Dadan:

-Sono un marine e conosco l’isola di Dawn come le mie tasche. So come vivere senza dare nell’occhio ma se vuoi sapere di Rouge, lei è morta. Non ha retto alla notizia della morte di Roger, ha tenuto duro per il bambino ma poi durante il parto si è arresa e ha perso la vita.-

doveva sperare che Sengoku gli credesse solo così Rouge poteva stare al sicuro:

-Ho capito. Non so se è la verità ma ho deciso di crederti.-

Garp sorrise sollevato:

-Cosa farai ora?-

il Grand Ammiraglio si girò di nuovo verso di lui e si sedette alla scrivania:

-Per il momento rimarrà un segreto, nessuno dovrà sapere di chi è figlio quel ragazzo. Aspettiamo e vediamo cosa accadrà quando Ace sarà nel Grande Blu.-

Garp annuì ed uscì dall’ufficio era meglio se per un po’ stava alla larga dall’isola di Dawn, doveva aspettare che Sengoku si distraesse con qualcosa di serio in modo da mettere da parte per un po’ questa storia e solo allora sarebbe tornato a casa dagli altri suoi nipoti e da Rouge per avvisarla di quanto accaduto.
 

 
***
 

Finalmente dopo mille peripezie i pirati di “Picche” erano finalmente giunti all’ultima isola prima di entrare nel Grande Blu.

La nave fece porto e davanti alla ciurma si stagliava la città di Rogue Town era conosciuta come la città dell’inizio e della fine, era il luogo dove Gol D. Roger era nato e morto pronunciando quelle parole che diedero vita ad una nuova era per la pirateria.

Tutta la ciurma era radunata sul ponte in attesa di sapere cosa aveva in mente il Capitano:

-Bene gente. Fate rifornimento e prendete tutto quello che serve per il viaggio. Ryoichi informati su come entrare nel Grande Blu. Ci rivediamo qui al tramonto.-

dopo aver dato gli ordini, Ace scese a terra e si incamminò verso la piazza del patibolo seguito da Deuce che come sempre andava con lui per evitare che si perdesse o peggio che si mettesse nei guai anche Kotatsu andò con loro.

 
*
 

Ace era finalmente giunto nel piazzale e si fermò davanti al patibolo, era il luogo dove suo padre prima di morire aveva dato il via a quest’era in cui lui stava vivendo inseguendo i suoi sogni:

-“Eccomi qui. Mamma sono finalmente giunto a Rogue Town e sono qui davanti al patibolo.”-

il ragazzo aveva deciso di recarsi lì a tutti i costi, poteva evitare quella sosta e andare dritto verso il Grande Blu ma voleva vedere con i suoi occhi la città dove suo padre era nato e deceduto:

-“Mi chiedo cosa stava pensando negli ultimi istanti di vita”-

Ace avrebbe tanto voluto saperne di più su suo padre ma aveva evitato di chiedere a sua madre perché sapeva quanto ancora soffriva per la sua morte e aveva voluto evitare di parlarne con il nonno perché nonostante non lo dava a vedere era anche lui dispiaciuto per la sua morte.

Deuce intanto si era avvicinato al suo Capitano e rimase anche lui ad osservare in silenzio il patibolo, aveva intuito che l’amico ci teneva molto ad essere lì ma non capiva il motivo sapeva solo che era una questione personale e non la curiosità di vedere con i suoi occhi il luogo dove il Re dei pirati era stato giustiziato:

-Deuce voglio rivelarti un segreto che non dovrai dire a nessuno.-

aveva promesso alla madre che oltre alla sua famiglia nessun altro doveva sapere chi era suo padre ma di Deuce si fidava ciecamente e sapeva che non avrebbe mai rivelato ad anima viva ciò che gli avrebbe raccontato, era stato il suo primo compagno ed era il suo vice, a lui poteva affidargli la sua vita e quella della sua ciurma, sapeva che Deuce gli sarebbe sempre stato accanto senza mai tradirlo; certo si fidava anche degli altri ma con il suo vice aveva instaurato un legame profondo e sincero che durava da tempo e poi era meglio non dirlo troppo in giro di chi era figlio:

-Qualunque cosa mi dirai, porterò il segreto nella tomba, Ace.-

il giovane sorrise, lo pensava sempre che era stata una vera fortuna naufragare su quell’isola ed averlo incontrato:

-Mio padre era il Re dei pirati.-

Deuce sorrise, gli credeva perché sapeva che Ace non era il tipo di mentire e poi in passato gli aveva accennato qualcosa di sua madre, dei suoi fratelli e della stramba famiglia in cui era cresciuto ma non aveva mai nominato suo padre e ora capiva il perché, era troppo rischioso per lui farlo sapere e se aveva deciso di rivelarglielo era solo il suo modo di dirgli che si fidava di lui:

-Ora si spiega da dove salti fuori.-

Ace rise divertito, l’amico aveva sempre pensato che era un tipo fuori dal comune e non si sorprese nel sapere che era il figlio di un grande pirata.

 
*
 

Al tramonto i pirati di “Picche” si erano riuniti a bordo della loro nave e avevano levato l’ancora diretti verso il Grande Blu.
 

 
Continua…
 
 

 

Ciao,

in questo capitolo Ace è arrivato a Rogue Town, spero che vi sia piaciuto. ^^

I nomi dei membri della ciurma li ho inventati e li avevo già usati in una vecchia storia a parte Mel che appare solo in questa mentre la lince appare nel romanzo “One Piece Novel A”. I dialoghi tra le “ e in corsivo sono i pensieri.

Con questo sono arrivata ai capitoli che avevo già pubblicato, dal prossimo ci saranno i nuovi capitoli.

Ringrazio le 161 persone che hanno visto lo scorso capitolo, fatemi sapere con una recensione cosa ne pensate di questo capitolo e se la storia sta piacendo, Grazie per averlo letto.

A venerdì


BUON ANNO NUOVO!!!

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Capitolo 9
*** Il Grande Blu ***


9° CAPITOLO:

IL GRANDE BLU

 


Era calata la notte e una forte tempesta si era abbattuta sulla nave dei pirati di “Picche”, la ciurma era sul ponte indaffarata ad impedire che l’imbarcazione colasse a picco.

Ryoichi in quanto navigatore, stava al timone e cercava di fare in modo che la nave restasse sulla rotta:

-Capitano! Non si vede ancora la Red Line!?-

Ace era sulla polena con il rischio di cadere in mare da un momento all’altro ma non se ne curava, teneva una mano sul cappello per impedire che il vento gli e lo portasse via mentre con l’altra mano cercava di mantenere attivo il fuoco per farsi luce:

-Non ancora!-

era un problema, il navigatore era certo che ormai erano vicini ma non si vedeva nulla:

-Ryoichi! C’è qualcosa davanti a noi!-

il Capitano sentendo Deuce, lanciò una palla di fuoco davanti alla nave e per pochi secondi si vide un enorme muro proprio a pochi centimetri da loro:

-Ryo, vira prima che ci scantiamo!-

il navigatore esegui gli ordini e virò il più possibile e ora si trovavano affiancati alla parete rocciosa:

-Ecco l’ingresso!-

finalmente videro il fiume che scorreva lungo la parete, Ryoichi puntò la nave verso l’ingresso e grazie alla corrente l’imbarcazione prese a salire la montagna.

 
*
 

Ace era ancora sulla polena e quando la nave giunse in cima alla parete rocciosa, vide qualcosa di enorme ostacolare l’uscita ma non ebbe il tempo di avvisare la ciurma che la nave prese a scendere verso il Grande Blu.

Quando ormai anche gli altri avevano avvistato l’ostacolo erano troppo vicini per tentare di fare qualcosa, Ace però notando che si trattava di una grande balena gli lanciò contro una palla di fuoco e il grosso animale, percependo il pericolo si immerse lasciando passare la nave:

-Ce l’abbiamo fatta! Siamo finalmente nel Grande Blu!-

l’entusiasmo del Capitano coinvolse tutta la ciurma.
 

 
*
 

All’ingresso del Grande Blu c’erano due promontori Gemelli e su uno c’era un faro che faceva anche da casa per il guardiano, era un vecchio uomo che si prendeva cura della balena e la nave pirata era proprio davanti al faro:

-Chi di voi ha cercato di uccidere la mia balena!?-

Ace si accorse solo in quel momento dell’anziano:

-Sono stato io e mi dispiace ma era l’unico modo per farla spostare o ci saremmo scontrati.-

il vecchio scoppiò a ridere, non si era di certo aspettato un pirata educato:

-Mi chiamo Crocus e sono il guardiano del faro. La balena si chiama Lovoon e se ne sta lì in attesa del ritorno dei suoi compagni.-

la ciurma scese a terra ed Ace chiese al vecchio se poteva raccontargli la storia della balena, l’uomo accettò e raccontò ogni cosa che riguardava Lovoon:

-Spero tanto che prima o poi li possa rincontrare.-

Crocus sorrise alle parole di Ace:

-Cambiando discorso. Sapete come navigare qui nel Grande Blu?-

Pugno di Fuoco rise:

-Non ne ho la minima idea.-

Ryoichi e Deuce si avvicinarono ai due mentre gli altri stavano controllando se la nave aveva subito danni durante la tempesta:

-A Rogue Town ho cercato informazioni e tutto ciò che ho saputo è che la bussola non serve.-

Crocus ormai era rassegnato ad aiutare i pirati, nessuno di loro entrava nel Grande Blu preparato ad affrontare le sue acque imprevedibili:

-Ovvio qui vi serve un log pose.-

spiegò ai pirati tutto ciò che c’era da sapere per poter navigare in quel mare:

-Grazie dell’informazioni ma come facciamo a partire senza quell’aggeggio?-

il vecchio sorrise alla domanda di Ace:

-Ve ne do uno io.-

negli anni aveva accumulato molti log pose e li dava ai pirati che se lo meritavano, di solito era ai pirati che dimostravano una forte determinazione che regalava il log pose perché solo chi era determinato poteva sopravvivere nel Grande Blu mentre chi non dimostrava di essere pronto a tutto consigliava di tornare in dietro.

Ryoichi dopo aver ricevuto il log pose ringraziò Crocus e salì a bordo della nave insieme a tutti gli altri.

Ace era molto grato al vecchio del faro e dopo averlo salutato ordinò alla sua ciurma di partire.
 

 
*
 

Crocus osservò la nave che si stava allontanando:

-Roger, tuo figlio ti assomiglia molto.-

lo aveva capito subito che Ace era il figlio del suo defunto Capitano ed era felice di averlo potuto conoscere.
 

 
***
 

I pirati di “Picche” avevano finalmente iniziato la loro avventura nel Grande Blu, fin da subito si erano ritrovati ad affrontare pirati nemici e la marina, la taglia di Ace cresceva rapidamente e anche Deuce si era ritrovato con una taglia.

Ad ogni isola che visitavano vivevano grandi avventure, Ace stava vivendo appieno la sua vita e stava mantenendo la promessa fatta alla madre, soprattutto non vedeva l’ora di rivedere i suoi fratelli.
 

 
***
 

Sull’isola di Dawn, in cima al monte Corvo, Rufy e Sabo continuavano ad allenarsi in vista della loro partenza.

Presto anche Sabo avrebbe preso il mare mentre Rufy doveva aspettare ancora tre anni:

-Chissà dove sarà ora Ace.-

Sabo si girò verso il fratello:

-E chi lo sa.-

ai due mancava molto il fratello e non vedevano l’ora di poterlo rincontrare nel Grande Blu.

Rouge li raggiunse:

-Ragazzi! E’ uscito il giornale.-

Rufy si precipitò da lei:

-Parla di Ace!?-

la donna annuì:

-Si, pare che sia finalmente arrivato nel Grande Blu.-

poi mostrò ai ragazzi la taglia che c’era nel giornale, Rufy rise contento di vedere quanta strada era riuscito a fare il fratello mentre Sabo prese la taglia sorridendo:

-Chissà che avrà combinato per avere una taglia così alta.-

da quando Ace era entrato nel Grande Blu la sua taglia aveva raggiunto i 350 milioni di berry ed era destinata a salire ancora:

-Ace è tale e quale a suo padre.-

Rouge quando aveva visto la taglia si era sentita così orgogliosa del figlio, gli ricordava tanto Roger:

-Sabo, forza continuiamo ad allenarci. Ace sarà diventato ancora più forte.-

il fratello rise:

-Su questo non ci sono dubbi. Sembra che abbia mangiato un frutto del diavolo molto più utile del tuo.-

Rufy rise e riprese ad allenarsi con Sabo.

Rouge li osservava divertita, gli mancava molto il figlio ed era preoccupata per lui ma sapeva che Ace era capace di cavarsela ed era certa che Roger stava vegliando su di lui.
 

 
***
 

Era passato un anno dalla partenza di Ace e quel giorno anche Sabo si stava preparando a lasciare la sua casa e la famiglia che lo aveva cresciuto, aveva salutato e ringraziato Dadan e ora era alla spiaggia dove era partito anche il fratello:

-Rouge grazie di tutto, sei stata una madre fantastica. Quando troverò Ace te lo saluto.-

la donna sorrise, un anno prima aveva salutato suo figlio e ora stava salutando il ragazzo che considerava un figlio:

-Digli anche che sto bene e di non preoccuparsi. Invece tu fai attenzione.-

Sabo annuì:

-Tranquilla me la caverò.-

Rufy abbracciò il fratello:

-Non serve che mi saluti Ace. Presto vi raggiungerò.-

il fratello ricambiò l’abbraccio:

-Noi ti aspetteremo nel Grande Blu.-

dopo i saluti, Sabo salì a bordo della sua barca e salpò:

-“Ace, sono partito anche io. Non vedo l’ora di rivederti.”-

 
***
 

Nel Grande Blu, a bordo della nave dei pirati di “Picche” Ace se ne stava sulla polena, era passato un anno da quando era partito dall’isola di Down lasciando dietro di se la sua famiglia e sapeva che in quel momento anche Sabo era partito e non vedeva l’ora di rivederlo.
 

 
Continua…
 
 


 
Ciao,

ecco il nuovo capitolo che non avevo pubblicato nella versione precedente, vorrei sapere cosa ne pensate. ^^

Ace è finalmente nel Grande Blu e ora anche Sabo è partito, chissà se i due fratelli avranno la possibilità di rivedersi.

Crocus ha capito di chi è figlio Ace perché penso che un po’ lui assomigli al padre e chi avuto modo di conoscere Roger possa riconoscere il figlio.

Ringrazio le 196 persone che hanno visto gli scorsi capitoli, fatemi sapere con una recensione cosa ne pensate di questo capitolo e se la storia sta piacendo, Grazie per averlo letto.

Sono tre settimane che anticipo l’aggiornamento al giovedì ma penso che da settimana prossima riprenderò ad aggiornare al venerdì.

A presto

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Capitolo 10
*** La Proposta della Marina ***


10° CAPITOLO:

LA PROPOSTA DELLA MARINA



 
Ormai era da poco più di un anno che Ace era partito per diventare un pirata, ne aveva combinate così tante che in tutto il mondo conoscevano la sua fama e da quando era entrato nel Grande Blu la sua popolarità era cresciuta ancora di più come la sua taglia.
 

 
***
 

Era una mattina tranquilla, il mare era calmo e il vento soffiava leggero spingendo in avanti la nave lungo la sua rotta.

Ace come al solito se ne stava a poltrire sulla polena, era in pensiero per Sabo sapendo che doveva essere partito ormai da tre mesi eppure nessun giornale parlava di lui, sapeva che il fratello era più prudente e che di sicuro stava bene ma non poteva fare a meno di tenere d’occhio i giornali nella speranza di leggere qualcosa su di lui.

L’unica cosa che gli restava da fare era aspettare certo che prima o poi avrebbe ricevuto sue notizie:

-Capitano, ti cerca Ryoichi.-

Ace si alzò chiedendosi quale fosse il problema e si recò al timone:

-Che succede?-

il navigatore alzò la testa dalla mappa che stava consultando:

-Se il vento non soffia più forte saremo nei guai.-

il Capitano non capiva il perché dato che non erano fermi e la navigazione stava procedendo anche con poco vento:

-Vedi Ace tra poche ore passeremo davanti ad una fortezza militare, non è un’isola e quindi il log pose non la segnala ma con questo misero vento saremo troppo lenti e se la marina ci nota sarà dura allontanarsi.-

“Pugno di Fuoco” rise divertito, lui non era per niente preoccupato anzi sperava di dover combattere contro la marina per poter scacciare la noia:

-Non possiamo farci nulla. Ci penseremo quando sarà il momento.-
 

 
***
 

Una nave della marina era partita dalla fortezza militare e stava andando incontro alla ciurma dei pirati di “Picche”, grazie alla loro rete d’informazione sapevano dove erano diretti i pirati e il plotone comandato dal Vice Ammiraglio Tetsuhiko era stato incaricato di entrare in contatto con loro.
 

 
*
 

Il Grand Ammiraglio Sengoku vedendo come cresceva la taglia di Ace era giunto alla conclusione che doveva essere fermato e aveva pensato di fargli una proposta che molti pirati avevano accettato, se “Pugno di Fuoco” accettava era un vantaggio e non solo perché così evitava futuri problemi con Garp che lo considerava un nipote ma sarebbe stata anche una grande vittoria avere dalla propria parte il figlio del Re dei pirati, se invece rifiutava allora bisognava eliminarlo perché era certo che il giovane avrebbe causato enormi problemi come fece a suo tempo il padre.
 

 
***
 

Deuce se ne stava sul ponte a godersi la tranquillità di quel pomeriggio scrivendo sul suo diario le ultime avventure che avevano vissuto, Mel stava suonando con la chitarra la canzone “Il liquore di Binks” con Kanjiro al suo fianco che mentre ascoltava la musica puliva il suo fucile, Ryoichi stava calcolando quanto mancava ad avvicinarsi alla fortezza militare mentre Matabei e Zenko stavano discutendo su che tipo d’isola era la prossima, il primo era certo che si trattava di un’isola disabitata e fredda mentre il secondo era convinto che sarebbe stata abitata e calda e i due ancora non sapevano che uno di loro aveva indovinato ma lo avrebbero scoperto più avanti, Chomei invece era in cucina e si stava organizzando per la cena in compagnia di Kotatsu che sperava di ricevere del pesce.

Deuce ad un tratto vide una nave della marina e notò che c’era qualcosa di insolito:

-Ace! C’è la marina ma sta sventolando bandiera bianca!-

le parole del vice attirarono l’attenzione di tutti, il Capitano lasciò la polena e raggiunse gli altri sul lato destro della nave:

-Lasciateli avvicinare e vediamo che vogliono. Tenetevi comunque pronti a combattere.-

Ace di solito era una testa calda che non rifletteva mai prima di agire ma era proprio in quei momenti che si dimostrava un Capitano affidabile e serio.

La nave della marina si affiancò a loro e il Vice Ammiraglio Tetsuhiko si sporse dal parapetto:

-Ace “Pugno di Fuoco” non siamo qui per catturare te e la tua ciurma. Il Grand Ammiraglio Sengoku ha una proposta per te, qualunque sarà la tua risposta potrai andartene senza problemi e la fortezza militare, che è poco più avanti, ti lascerà passare.-

i pirati avevano capito quale era la proposta e già conoscevano la risposta del loro Capitano, lo conoscevano molto bene ormai e sapevano quale risposta Ace avrebbe dato:

-Il Grand Ammiraglio Sengoku ti invita ad unirti alla “Flotta dei Sette”. Se accetterai la tua taglia verrà cancellata e tu e i tuoi uomini potrete fare quello che volete senza che la marina intervenga, in cambio se verrai convocato al Quartier Generale dovrai presentarti e non devi mai metterti contro ne alla marina ne al Governo Mondiale. Quale è la tua risposta?-

Ace aveva lo sguardo celato dal cappello ma il suo sorriso diceva tutto, la risposta era ovvia e la sua ciurma lo sapeva:

-Di al Grand Ammiraglio che rifiuto, se volevo collaborare con voi sarei diventato un marine. Voglio essere libero e accettare la vostra proposta significa perdere la libertà.-

il Vice Ammiraglio era certo che accettava ma si era sbagliato, la voglia di libertà di quel ragazzo era così grande che non vi avrebbe mai rinunciato nemmeno per salvarsi la vita.

Ace sapeva che accettando non avrebbe più rischiato la vita a causa della marina ma a lui non importava, preferiva essere morto che perdere la sua libertà.

La nave militare se ne andò mentre i pirati ripresero il loro viaggio.
 

 
***
 

Fece il giro di tutto il mondo la notizia che Ace aveva rifiutato la proposta della marina.

Sabo si trovava da qualche parte nel Grande Blu quando aveva letto il giornale e rise divertito, solo la marina poteva credere che il fratello accettava la loro proposta ed era orgoglioso di Ace e della strada che aveva fatto fino a quel momento.

 
*
 

La notizia era giunta anche sull’isola di Dawn, Rouge aveva letto il giornale ed era così fiera di suo figlio mentre Rufy era felice di avere notizie di Ace anche se non aveva più saputo nulla di Sabo.

Dadan sembrava l’unica preoccupata per le sorti di Ace, se la marina era giunta a fargli quella proposta era certa che ormai avevano capito chi era:

-Dalla vostra allegria deduco che lo avete già saputo.-

Garp aveva fatto ritorno per far loro visita, Rufy vedendo il nonno scappò via e il vecchio marine decise di rimandare a dopo la ramanzina all’unico nipote che ancora non aveva preso il mare:

-Garp, la marina ha scoperto chi è Ace?-

l’uomo si girò verso Dadan:

-E’ da molto che Sengoku sa chi è Ace. Al momento non ha intenzione di rivelarlo, forse avrebbe diffuso la notizia se il ragazzo avesse accettato la proposta in quel caso sarebbe stato un grande smacco per i pirati sapere che il figlio di Roger è passato dalla parte della marina ma Ace ha rifiutato e a questo punto non so cosa accadrà.-

Rouge era orgogliosa di Ace ma non poteva negare di essere preoccupata per lui:

-Quindi ora c’è il rischio che la marina farà di tutto per eliminarlo?-

Garp sospirò, per il bene del nipote era meglio se non avesse mai preso il mare ma sapeva che così non sarebbe mai stato felice:

-Conoscendo Sengoku vorrà arrestarlo per poi condannarlo a morte rivelando in quel momento chi è Ace.-

Dadan si stava irritando, dalle parole dell’amico era chiaro che era preoccupato per il ragazzo ma gli dava anche la sensazione che non avrebbe fatto nulla:

-E tu non hai intenzione di fare niente!?-

Rouge cercò di calmarla:

-Garp-san ha già fatto molto per me e mio figlio, ha rischiato la sua vita e la sua carriera e io gli sono grata. Non chiedo altro, sapevo i rischi che Ace avrebbe corso prendendo il mare ma l’ho lasciato andare perché è giusto così.-

il Vice Ammiraglio ringraziò Rouge per le sue parole:

-Ormai non posso più fare nulla per Ace, quando Sengoku ha scoperto tutto sono riuscito a fargli credere che tu sei morta così non ti cercherà ma non potevo negare la verità su tuo figlio perché aveva prove certe sulla sua identità.-

Rouge era grata per i suoi tentativi di proteggerla e ora doveva solo sperare che Ace se la sarebbe cavata:

-L’unico modo per Ace di essere al sicuro è quello di unirsi a Barbabianca. Tuo figlio è la tipica persona che piace a quel pirata e se le loro rotte si incroceranno non mi stupirei se Barbabianca lo inviti nella sua ciurma anche se non sono certo se Ace accetterà.-

Garp conosceva abbastanza bene Barbabianca ed era certo che avrebbe invitato Ace ad unirsi a lui:

-Quel pirata nonostante l’età e considerato il pirata più forte tra tutti e al momento la marina non dispone della forza necessaria per eliminarlo. Barbabianca era rivale di Roger ed erano anche molto amici.-

Rouge conosceva la fama dell’Imperatore Bianco anche perché Roger aveva spesso parlato molto di lui dato che lo ammirava molto nonostante erano rivali ma conoscendo suo figlio, non era così certa che accettava di unirsi alla sua ciurma, tutto ciò che c’era da fare ora era aspettare e vedere cosa sarebbe successo.
 

 
***
 

Da qualche parte nel Grande Blu a bordo di una delle navi pirata più famose, Barbabianca se ne stava seduto a leggere il giornale:

-Perché i giovani hanno sempre fretta di questi tempi?-

era questo il suo pensiero dopo aver letto del rifiuto di Ace, gli dava la sensazione che il giovane fosse di fretta dato che era un pirata da poco più di un anno e aveva già una taglia così alta da spingere la marina a fargli quella proposta, il ragazzo gli ricordava un uomo morto da molto che in poco tempo si era fatto conoscere da tutti conquistando una fama che lo aveva reso una leggenda, era curioso di vedere dove “Pugno di Fuoco” sarebbe arrivato:

-Ci sono ragazzi molto forti nella Rotta Maggiore. Gli hanno proposto di entrare nella “Flotta dei Sette” e lui ha rifiutato.-

aveva risposto alla mutata domanda che si era posto Marco nel vederlo assorto:

-Chi è questo pirata?-

Barbabianca sorrise:

-Portuguese D. Ace. Sembra un tipo interessante.-

aveva preso una decisione, se le loro rotte si fossero incrociate lo avrebbe invitato nella sua famiglia.

Il vecchio pirata voleva vedere ciò che il giovane Ace avrebbe fatto ed era curioso di vedere fino a dove arriva la somiglianza con quell’uomo ed era certo che il giovane pirata avrebbe lasciato il segno come fece a suo tempo il suo vecchio amico.
 

 
***
 

I pirati di “Picche” dopo l’incontro con la marina, avevano ripreso il loro viaggio e finalmente erano giunti ad un’isola disabitata e ricoperta di neve.

Ace se lo sentiva, era quello il posto dove avrebbe incontrato l’uomo che stava cercando.
 

 
 Continua…
 
 

 

Ciao,

in questo capitolo ha fatto la sua apparizione Barbabianca, fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo. ^^

In questa storia sto cercando di inserire tutti i momenti apparsi nel manga, quindi è facile capire chi è l’uomo che cercava Ace, comunque è nel capitolo 552 del manga che viene accennato che la marina gli propone di entrare nella “Flotta dei Sette” e pure il pezzo di Barbabianca viene da quel capitolo.

Ringrazio le 225 persone che hanno visto gli scorsi capitoli, fatemi sapere con una recensione cosa ne pensate di questo capitolo e se la storia sta piacendo, Grazie per averlo letto.

A venerdì

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Capitolo 11
*** Shanks il Rosso ***


11° CAPITOLO:

SHANKS IL ROSSO

 


L’isola dove erano giunti i pirati di “Picche” era immensa con una grande foresta dove dal centro spuntava una montagna così alta che non si vedeva la cima, il luogo così selvaggio faceva capire che lì non abitava nessuno anche per via del clima troppo freddo e della neve che non smetteva di cadere, nessun essere umano avrebbe scelto quel luogo per vivere eppure Ace era certo che l’uomo che stava cercando avesse scelto proprio quell’isola come rifugio:

-Bene ciurma, prepariamoci a scendere. Il nostro obbiettivo è la montagna.-

se quella persona si trovava lì di certo aveva scelto la montagna come rifugio, era senza ombra di dubbio l’unico posto sicuro:

-Capitano sei pazzo! Restiamo a bordo e aspettiamo che il log pose abbia registrato il magnetismo, non serve avventurarci in questo luogo ostile.-

Ace si girò verso il compagno e notò che tutti erano del suo stesso parere e infondo li capiva, erano tutti ricoperti dalla testa ai piedi di vestiti pesanti eppure non bastavano per ripararsi da quel freddo, per lui non era un problema perché grazie al frutto del diavolo che aveva mangiato poteva alzare la propria temperatura corporea e non sentire freddo e anche Kotatsu stava bene con quel freddo anzi si vedeva che la lince non vedeva l’ora di buttarsi in mezzo alla neve, ma non poteva fare nulla per i suoi compagni che stavano gelando:

-D’accordo ragazzi, voi restate a bordo. Scendo da solo.-

detto ciò si recò nella sua cabina a recuperare il suo zaino, in quel momento Deuce entrò nella stanza e vide la determinazione dell’amico nel scendere a terra e capì che non centrava nulla la sua voglia di avventura ma che c’era di sicuro un motivo per cui voleva scendere:

-Ace quale è il vero motivo per cui vuoi scendere?-

il Capitano si girò verso l’amico e sorrise:

-Sono certo che qui si trova Shanks il Rosso. Il mio istinto non si sbaglia mai e io lo voglio incontrare. Vedi Deuce, lui ha salvato mio fratello in passato e io mi sono ripromesso di ringraziarlo.-

l’amico era stupito di sapere che avesse un fratello, infondo Ace gli aveva rivelato solo chi era suo padre ma non gli aveva mai raccontato altro:

-Non siamo fratelli di sangue. Io, Sabo e Rufy abbiamo scelto di essere fratelli. Siamo cresciuti insieme condividendo tutto, mia madre e Dadan si sono prese cura di noi e anche il nonno quando ci faceva visita.-

Deuce sorrise, era chiaro quanto il suo Capitano amava la sua famiglia ed era certo che era grazie a loro se lui era così, Ace era una bella persona gentile e buono con tutti pronto a difendere a costo della vita le persone a cui teneva e Deuce si sentiva davvero fortunato ad averlo incontrato e sapeva che anche gli altri compagni la pensavano così:

-D’accordo ti accompagno a patto che dopo mi racconti qualcosa sulla tua famiglia.-

Ace rise e accettò l’accordo, infondo all’amico gli aveva raccontato chi era suo padre e quindi poteva raccontargli anche del resto della sua famiglia.
 

 
*
 

Ace finito di sistemare lo zaino salì sul ponte e vide che tutta la ciurma era pronta a scendere:

-Ho detto a loro che su quest’isola c’è una persona che vuoi incontrare e hanno deciso tutti di seguirti.-

il Capitano era grato a Deuce, l’amico non aveva detto ai compagni ciò che gli aveva riferito ma aveva detto solo una mezza verità e questo per lui era l’ennesima conferma che Deuce non lo avrebbe mai tradito, comunque decise di dire anche agli altri chi voleva incontrare e perché.

La ciurma era stupita non perché molto probabilmente avrebbero incontrato uno dei quattro Imperatori, infondo erano preparati all’idea che un giorno avrebbero incontrato Barbabianca dato che era l’obbiettivo di Ace e quindi non era un problema imbattersi in un altro Imperatore soprattutto se non si doveva combattere, ciò che li aveva stupiti era sapere che il loro Capitano aveva un fratello, non sapevano nulla di lui era semplicemente apparso nelle loro vite diventando una persona importante per loro ma il suo passato era un mistero dato che Ace era più tosto riservato sulla propria vita.

 
*
 

Era da ore che i pirati di “Picche” stavano camminando in mezzo alla foresta, il sole stava lentamente tramontando e la ciurma iniziava ad essere stanca e il freddo che penetrava nelle ossa non aiutava, Ace vedendo i compagni in difficoltà diede l’ordine di fermarsi per la notte e di ripartire il mattino seguente, dovette recuperare la lince che continuava a correre divertendosi con la neve prima di perderla di vista.

La ciurma preparò un riparo usando le tende che si erano portati a dietro ed Ace accese un bel falò dove Chomei posizionò un enorme pentolone che usò per preparare una zuppa calda per tutti.
 

 
*
 

Era notte fonda tutti i pirati stavano dormendo nelle tende sotto a strati di coperte mentre Ace era sveglio davanti al falò.

Il giovane Capitano era assorto nei suoi pensieri, stava pensando a Sabo che era senza ombra di dubbio partito per mare ma non aveva avuto nessuna sua notizia e sperava che stava bene, pensava a Rufy e ai guai in cui si stava cacciando ora che non c’era lui e il fratello a proteggerlo ma era certo che in qualche modo se la sarebbe cavata, pensava a sua madre che nonostante la fiducia che aveva in lui e nei suoi fratelli era di certo in pensiero per loro e pensava a Dadan e al nonno, gli mancavano tutti loro e desiderava vederli ma prima doveva realizzare il suo sogno solo allora sarebbe potuto tornare a casa:

-Tutto a posto Ace?-

il Capitano non si era nemmeno accorto che Deuce gli si era avvicinato:

-Si, stavo solo pensando alla mia famiglia.-

decise di parlargli di loro, gli raccontò di sua madre e di come lei era riuscita a farsi forza ed andare avanti dopo la morte di Roger e come gli aveva insegnato a vivere una vita senza rimpianti, gli raccontò di Dadan che era una seconda madre per lui e come sapeva essere gentile nonostante le apparenze, gli raccontò di suo nonno e di come nonostante era un marine si era preso cura di sua madre e di lui e qui Deuce rimase senza parole nel sapere che il Vice Ammiraglio Garp era il nonno adottivo di Ace dato che conosceva molto bene la fama di quell’uomo e soprattutto gli raccontò di Sabo e Rufy i suoi fratelli, di come li aveva conosciuti, della loro promessa di restare fratelli per sempre e di tutte le avventure vissute insieme.

Quella notte Deuce aveva finalmente capito chi era veramente Ace, conoscendo il suo passato era riuscito a vedere l’amico per ciò che era e aveva scoperto da dove arrivava quella sua forza e voglia di vivere, arrivava dalla sua famiglia.
 

 
*
 

Il mattino seguente i pirati si rimisero in cammino e finalmente poco dopo l’ora di pranzo avevano raggiunto la montagna, presero a seguire il sentiero che costeggiava il fianco del monte che sembrava arrivare fino in cima.

Ad un tratto il sentiero era finito e sembrava che si doveva tornare in dietro, era tardo pomeriggio e la neve che scendeva si era fatta più fitta e fu solo per fortuna che Ace aveva notato l’ingresso di una grotta, fece cenno ai compagni di seguirlo e una volta dentro alla caverna il Capitano diede fuoco alla mano per far luce e riprese il cammino lungo il tunnel.

Diversi minuti più tardi i pirati di “Picche” giunsero nel punto più ampio della grotta e lì intorno al fuoco era riunita tutta la ciurma del Rosso e Shanks si trovava proprio di fronte a loro, Ace si affrettò a parlare per evitare il rischio di essere attaccati dopotutto erano loro ad essere degli intrusi:

-Non sono qui per combattere ma per parlare con te.-

Shanks osservò il ragazzo, aveva sentito parlare di lui e aveva letto sul giornale che aveva rifiutato la proposta della marina, sapeva chi era lo aveva capito subito dopo aver letto il suo nome su un avviso di taglia e ora che lo aveva davanti non aveva più nessun dubbio sulla sua identità, voleva parlare con lui ma prima doveva capire le sue intenzioni non poteva fidarsi di lui solo perché era il figlio del suo defunto Capitano:

-E come mai vuoi parlarmi?-

"Pugno di Fuoco" sorrise, per il momento il Rosso aveva deciso di ascoltarlo e sperava che dopo avergli detto il motivo della sua visita non li considerava più una minaccia:

-Mio fratello più piccolo mi ha parlato di te, l’uomo che gli salvò la vita e io mi sono ripromesso di incontrarti per ringraziarti.-

il Rosso dopo averlo ascoltato capì a chi si riferiva e la cosa lo sorprese molto, a volte il mondo era davvero piccolo, al solo pensiero di quel bambino a cui aveva prestato il suo cappello di paglia non poteva fare a meno di sorridere:

-Tu sei suo…!? Quindi Rufy ha un fratello!? Ti ringrazio per essere venuto qui! Dobbiamo far festa!-

a quelle parole i pirati delle due ciurme tirarono fuori liquori e cibo in abbondanza e la festa entrò subito nel vivo, i pirati di “Picche” si trovarono subito a loro agio con la ciurma del Rosso e tutti insieme si misero a cantare e scherzare.

Ace stava raccontando a Shanks di Rufy e di tutto ciò che loro due e Sabo avevano combinato insieme, il Rosso era felice che il bambino di gomma ed Ace si erano incontrati e che erano diventati fratelli:

-Tua madre come sta?-

Shanks non aveva potuto fare a meno di porgli quella domanda, lui come tutti i suoi ex compagni sapeva della relazione tra Roger e Rouge anche se erano all’oscuro che stavano aspettando un figlio, il Rosso dopo la morte del suo Capitano si era sempre chiesto se lei fosse ancora viva e faceva fatica a credere che tempo fa si erano trovati sulla stessa isola senza essersi mai incontrati ma infondo era meglio così, nessuno della ciurma di Roger doveva avvicinarsi a Rouge o l’avrebbero messa in pericolo:

-Come conosci mia madre?-

Ace lo aveva capito dalla sua domanda che Shanks la conosceva ma non sapeva come:

-Sono stato nella ciurma di tuo padre. Ace so chi era tuo padre, gli assomigli molto e conoscevo molto bene tua madre, per questo quando ho letto il tuo nome la prima volta ho capito chi sei e ora che ti ho incontrato non ho più dubbi.-

“Pugno di Fuoco” non se lo aspettava, stava cercando il Rosso solo per ringraziarlo e ora aveva scoperto che era stato anche un compagno di Roger:

-Lei sta bene ed è al sicuro grazie al nonno.-

Shanks sorrise:

-Il Vice Ammiraglio Garp, giusto.-

non era una domanda, sapeva che il suo Capitano si fidava di quel marine come sapeva che era l’unico che poteva tenere al sicuro Rouge e suo figlio.

Ace passò il resto della serata a parlare con il Rosso, il pirata gli aveva raccontato le avventure che aveva vissuto con il suo Capitano ma decise di non raccontargli di come era finito il loro viaggio, Ace doveva scoprire Raftel da solo senza che lui gli raccontasse qualcosa, infine spiegò al giovane pirata che per entrare nel Nuovo Mondo doveva prima recarsi all’arcipelago Sabaody e lì doveva far rivestire la nave per poter raggiungere l’isola degli uomini pesci mettendo in chiaro che quella era l’unica rotta che potevano seguire i pirati, disse anche di cercare un bar chiamato “Rip-Off Bar” che se erano fortunati lì avrebbero incontrato il miglior rivestitore di navi di tutto l’arcipelago.

“Pugno di Fuoco” aveva ascoltato il Rosso mentre racconta e lo ringraziò per avergli spiegato come fare per proseguire il viaggio.
 

 
*
 

Il mattino successivo i pirati di “Picche” salutarono Shanks e la sua ciurma e fecero ritorno alla loro nave, per tornare indietro impiegarono meno tempo anche grazie al fatto che quel giorno la nave aveva smesso di scendere, tornati a bordo Ace riferì a Ryoichi le informazioni ricevuto dal Rosso per poter raggiungere il Nuovo mondo.

 
*
 

Nel pomeriggio la nave levò l’ancora e fece rotta verso la prossima meta, Ace non vedeva l’ora di raggiungere l’arcipelago Sabaody e di vivere una nuova avventura con i suoi compagni.
 

 
Continua…
 
 

 

Ciao,

in questo capitolo ha fatto la sua comparsa un altro Imperatore ovvero Shanks, spero che vi sia piaciuto. ^^

Il dialogo iniziale tra Ace e il Rosso l’ho preso dal capitolo 552 del manga.

Ringrazio le 267 persone che hanno visto gli scorsi capitoli, fatemi sapere con una recensione cosa ne pensate di questo capitolo e se la storia sta piacendo, Grazie per averlo letto.

Visto che spesso aggiorno al giovedì ho deciso di mantenere questo giorno per pubblicare, se non trovate il capitolo al giovedì lo troverete al venerdì o al sabato.

A giovedì
 
 

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Capitolo 12
*** Silvers Rayleigh ***


12° CAPITOLO:

SILVERS RAYLEIGH

 


Erano passate diverse settimane da quando i pirati di “Picche” avevano incontrato Shanks e la sua ciurma; in quei giorni avevano visto molte isole tutte diverse tra loro, dal clima alle città che rendevano le isole del Grande Blu uniche, c’erano state anche isole disabitate come Little Garden, inutile dire che su quell’isola preistorica Ace aveva cacciato tutti nei guai finendo alla fine con far arrabbiare anche i due giganti che vivevano lì.

Ace però era riuscito a rimediare con i giganti, Brogi e Dori, finendo col fare amicizia con loro.

Oltre alle numerose isole viste, avevano affrontato anche molti nemici, cacciatori di taglie che volevano arricchirsi, pirati che volevano aumentare la loro fama sconfiggendo Ace e la sua ciurma, ovviamente anche la marina aveva tentato di fermare l’avanza dei pirati di “Picche” fallendo ogni volta.

Alla fine erano giunti finalmente all’arcipelago Sabaody.

 
*
 

Una volta giunti all’arcipelago, tutta la ciurma rimase senza parole davanti a quel panorama dove dal suolo venivano generate delle bolle che salivano su fino al cielo.

Gettarono l’ancora e tutti insieme si misero in cerca del bar nominato da Shanks senza però avere fretta, durante il cammino si persero ad osservare ogni cosa che li circondava e ben presto la ciurma si sparpagliò finendo col perdersi di vista.

Deuce non tentò nemmeno di ritrovarli, infondo tutti conoscevano la meta da raggiungere e in alternativa potevano tornare alla nave e quindi si preoccupò di fermare Ace prima che spariva cacciandosi nei guai come al solito insieme a Kotatsu che seguiva il ragazzo ovunque andava:

-Piantala di distrarti e andiamo a cercare quel dannato bar.-

il Capitano si fermò sbuffando:

-Che fretta c’è? Facciamo con calma.-

l’amico cercò di non perdere la pazienza, a volte si chiedeva chi gli e lo aveva fatto fare di seguire quell’incosciente, poteva benissimo andarsene per la sua strada una volta lasciata l’isola dove era naufragato e invece era restato ed infondo non era per niente pentito di quella scelta, sapeva che il suo posto era affianco ad Ace dovunque lui sarebbe andato lo avrebbe sempre seguito fino alla fine dei suoi giorni:

-Di sicuro ci vuole tempo per rivestire la nave e quindi possiamo visitare dopo l’isola.-

Ace decise di dargli retta e richiamò la lince che stava cercando di prendere una bolla e iniziarono a cercare seriamente quel bar chiedendo in giro anche se molte persone si allontanavano appena provavano a parlare spaventate dal grosso felino, alla fine lo trovarono nella zona senza legge .
 

 
*
 

Il bar “Rip-Off” era un edifico isolato da tutto e in quel momento un uomo volò letteralmente fuori dal porta e subito dopo sulla soglia apparve una donna, Kotatsu si piazzò davanti ad Ace e iniziò a ringhiare, il felino era molto protettivo nei confronti del suo salvatore:

-La prossima volta pensaci due volte prima di fregarmi. Sarò anche una donna ma questo non ti autorizza a prendermi alla leggera.-

l’uomo si rialzò e senza dire nulla scappò via mentre la donna tornò dentro mettendo però in guardia Ace e Deuce:

-Questo vale anche per voi. Se volete fare casino vi consiglio di sparire.-

dopodiché sparì all’interno lasciando i due pirati da soli.

Ace non si fece intimorire, dopotutto era cresciuto tra banditi e belve feroci, ed entrò nel bar seguito da Deuce che invece voleva andarsene e dalla lince che continuava ad essere in allerta temendo qualche minaccia:

-Mi scusi, non abbiamo nessuna intenzione di crearti fastidi. Mi chiamo Ace, lui è Deuce e la lince si chiama Kotatsu, ci è stato detto di venire qui per il rivestimento della nave.-

la donna, che intanto si era messa dietro al bancone e si era servita da bere, sorrise perché lo aveva riconosciuto subito, dopotutto la sua fama lo aveva preceduto:

-So chi sei. Mi chiamo Shakuyaku, Shakky per chi mi va a genio come voi.-

aveva un intuito infallibile, gli bastava un occhiata per capire le persone e aveva capito che Ace era quel tipo di persona che proprio gli piaceva:

-Se posso sapere, chi vi ha mandato?-

a quella domanda non furono i due pirati a rispondere ma un uomo appena giunto:

-E’ stato Shanks a mandarli. Quel ragazzino giorni fa mi ha contattato dicendomi che presto sarebbe giunto qualcuno di interessante.-

Ace e Deuce si voltarono verso il nuovo arrivato e mentre “Pugno di Fuoco” cerva di evitare che il felino lo attaccava, il Vice Capitano lo aveva riconosciuto subito:

-Tu sei Silvers Rayleigh, il “Re Oscuro”.-

l’amico era certo di aver già sentito quel nome ma proprio non si ricordava chi era:

-E’ così famoso?-

Deuce era senza parole, non riusciva a credere che Ace non sapesse chi fosse quell’uomo davanti a loro, era il figlio del Re dei pirati e doveva sapere chi era:

-Lui era il Vice Capitano di Gold Roger.-

anche se grazie all’amico sapeva quale era il nome corretto del Re dei pirati preferiva usare il nome che tutti usavano.

Rayleigh si mise a ridere, quando aveva sentito Shanks aveva capito subito di chi parlava, dopotutto aveva capito dai giornali chi era Ace ma ciò che lo fece ridere non era il fatto che non lo conosceva ma era dovuto al fatto che il giovane pirata gli ricordava tanto il suo migliore amico e poi trovava divertente che una lince cercava di proteggerlo nonostante era più forte di lei:

-Ditemi dove si trova la nave. Mi occuperò del rivestimento e vi farò anche uno sconto, dopotutto vi ha mandato un amico.-

Ace lo ringraziò per la sua gentilezza mentre Deuce gli spiegò dove avevano ormeggiato, poi i due pirati uscirono dal bar per cercare i loro compagni lasciando Shakky e Rayleigh da soli, la donna si accese una sigaretta e sorrise:

-Non fai sconti nemmeno ha quei pochi amici che hai e mi stupisce che hai fatto uno sconto a quel ragazzino.-

Rayleigh rise:

-Non fingere di non aver capito chi è, per suo figlio uno sconto è del tutto normale.-

poi uscì diretto alla nave mentre l’amica lo osservava in silenzio.
 

 
*
 

Nei giorni seguenti mentre Rayleigh si occupava di rivestire la nave dei pirati di “Picche”, ebbe modo di conoscere quella ciurma e più li conosceva e più notava quanto gli ricordava la sua vecchia ciurma, facendogli provare una profonda nostalgia per quei tempi ormai lontani ma ancora vivi nella sua memoria.

Soprattutto ebbe modo di conoscere meglio Ace e più passavano giorni e più il ragazzo gli ricordava Roger, entrambi erano due testoni combina guai che facevano stare in ansia la ciurma, erano persone con una grande voglia di vivere e di libertà e soprattutto entrambi erano persone dal cuore enorme, sempre pronti ad aiutare e a sacrificarsi per le persone che amavano e Rayleigh sapeva che quella ciurma teneva ad Ace quanto lui e i suoi vecchi compagni tenevano a Roger e tutto questo lo aveva capito ascoltando le loro avventure.

Quella sera aveva finito di rivestire la nave e dopo che era stato pagando chiese ad Ace se potevano parlare e lui aveva accettato, aveva capito che il vecchio pirata lo aveva riconosciuto dopotutto anche Shanks aveva capito chi era.

I due si allontanarono dai compagni di Ace dato che Rayleigh sospettava che nessuno dei suoi compagni sapeva chi era, si sedettero sulla spiaggia e rimasero un po’ in silenzio fino a quando il più giovane decise di spezzarlo:

-Tu sai chi sono, vero?-

il vecchio Ray rise divertito per come era andato dritto al punto senza inutili giri di parole, anche in questo era come suo padre:

-E come potevo non capirlo. Gli assomigli così tanto.-

Ace fissò l’oceano:

-Dite tutti così, mi chiedo se sia vero.-

Rayleigh sorrise:

-E’ vero ma anche no. Ti ho osservato in questi giorni, in molte cose sei tale e quale a lui ma in altre no, infondo gli esseri umani sono tutti diversi tra loro, possiamo ereditare parte del carattere dei genitori ma poi ognuno sviluppa la propria personalità.-

il giovane sorrise a quelle parole:

-All’inizio non avevo capito chi sei anche se il tuo nome mi era famigliare ma poi mi sono ricordato, mia madre mi ha parlato molto di Roger e del suo migliore amico.-

Rayleigh in quel momento era davvero felice di sentire quelle parole, gli faceva piacere che Rouge fosse ancora viva e che aveva avuto la possibilità di crescere suo figlio, la conosceva molto bene e sapeva che sarebbe stata disposta a morire pur di proteggerlo e in tutti quegli anni si era sempre chiesto cosa gli era capitato, lui come tutti gli altri non era a conoscenza che Roger presto avrebbe avuto un figlio ma conosceva così bene l’amico che lo aveva intuito dal suo atteggiamento e da quello di Rouge:

-Come sta tua madre? Vedi Roger non disse nemmeno a me che sarebbe diventato padre, conoscendolo ha mantenuto il segreto per proteggere te e tua madre ma anche noi della ciurma però io lo conoscevo molto bene e lo avevo capito ed ero preoccupato per Rouge, lei è come Roger, sarebbe morta pur di darti alla luce e avevo paura che lo avesse fatto.-

Ace sorrise, non metteva in dubbio le parole di Rayleigh perché sapeva come era fatta sua madre:

-Sta bene e di certo si sarebbe sacrificata per me ma il nonno l’ha portata al sicuro.-

il vecchio pirata rise divertito capendo benissimo a chi Roger si era rivolto per proteggere la sua famiglia:

-Solo quell’incosciente poteva chiedere ad un marine di proteggere la sua famiglia. E’ stata una scelta folle ma anche la più giusta.-

Ace sorrise, sentendo i racconti di sua madre aveva sentito Roger vicino e dopo aver parlato con Shanks e ora con Rayleigh lo sentiva ancora più vicino e voleva saperne di più:

-Non riesco a vedere Roger come mio padre ma lo rispetto, da quello che ho sentito dire sembra una persona leggendaria che non sia mai esistita.-

Ray sorrise, Roger era unico ed era normale pensare che non era mai esistito:

-Ti assicuro che era una persona reale, è che da quando lo hanno chiamato il Re dei pirati molti dubitano che sia mai esistito.-

prese a raccontagli di lui, gli raccontò come lo aveva conosciuto e lì Ace rise perché l’incontro tra Roger e Rayleigh era stato simile al suo con Deuce, gli raccontò delle loro avventure e di come l’amico non si arrendeva mai nemmeno davanti alla sua malattia, Ace lo aveva saputo da sua madre che era malato ma che non si era fatto fermare nemmeno dalla sua salute.

Rayleigh gli raccontò molte cose e gli disse che era stato molto fortunato ad aver incontrato Roger.

Passarono ore dopodiché l’anziano pirata salutò Ace e se ne andò.

 
*
 

Il mattino seguente Rayleigh si recò alla spiaggia per salutare i pirati e vide Deuce in disparte a scrivere e decise di avvicinarlo:

-Buongiorno, Ace mi ha detto che tu sei l’unico della ciurma che lo sa.-

Deuce sollevò lo sguardo dalle pagine su cui stava scrivendo ma a parte salutarlo non disse nulla:

-Di sicuro ci sono momenti in cui ti chiedi cosa ti è passato per la mente di seguire Ace è capitato anche a me, tale padre tale figlio ma come è successo a me anche tu non sei pentito di questa scelta e verrà il giorno in cui ti renderai conto che è stata la scelta più giusta da prendere.-

il giovane mascherato sorrise:

-Da quando conosco Ace non ricordo più come era prima la mia vita, sembra di non aver mai vissuto fino al giorno del nostro incontro e solo da allora che io ho iniziato a vivere davvero. Ace mi ha stravolto la vita e ne sono contento.-

Rayleigh sorrise:

-Essattamente come Roger, sono rare le persone come loro e noi che li abbiamo incontrate siamo state fortunate. Ti do un consiglio, proteggi Ace non dai nemici ma da se stesso lui è come suo padre, non pensa a se stesso e se un giorno morirà non sarà per un nemico troppo forte ma per proteggere chi ama.-

Deuce sapeva che era così, lo aveva visto più volte che Ace non si preoccupava per la sua vita ma solo per quella degli altri:

-Grazie per il consiglio, lo farò ma se Ace si mette in testa una cosa non cambia più idea e tu ne sai qualcosa dato che alla fine il Re dei pirati non è più in questo mondo.-

il vecchio pirata rise perché era esattamente così, Roger aveva scelto quella fine per la sua vita e lui non aveva potuto fare niente per fargliela cambiare.

I due raggiunsero gli altri e Rayleigh prese da parte Ace e gli diete uno strano log pose:

-Il log pose che avete usato fino ad ora non funzionerà nel Nuovo Mondo dovete usare questo. Era di tuo padre e ora lo do a te, ti auguro buona fortuna Ace.-

il ragazzo lo ringraziò poi raggiunse gli altri e affidò il log pose a  Ryoichi che si era già informato su come proseguire il viaggio.
 

 
*
 

La nave dei pirati di “Picche” si immerse nelle profondità marine diretta verso l’isola degli uomini pesce per poi proseguire fino a raggiungere il Nuovo Mondo.
 

 
Continua…
 
 

 

Ciao,

questo capitolo è più tosto lungo, spero che vi sia piaciuto. ^^

Non si sa se Ace a Rayleigh si siano mai incontrati e quindi non si sa come poteva essere un loro possibile incontro e spero che questa mia versione vi sia piaciuta, ricordo che Ace essendo cresciuto da Rouge non odia Roger.

Ringrazio le 331 persone che hanno visto gli scorsi capitoli, fatemi sapere con una recensione cosa ne pensate di questo capitolo e se la storia sta piacendo, Grazie per averlo letto.

A giovedì

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 13
*** Il Nuovo Mondo ***


13° CAPITOLO:

IL NUOVO MONDO

 


La nave scendeva lentamente verso l’isola degli uomini pesce, la ciurma osservava meravigliata il paesaggio sottomarino, Mel si mise a suonare una canzone ispirata da ciò che la circondava mentre Chomei era sceso in cucina a preparare il pranzo, Ryoichi era concentrato ad evitare che qualche roccia bucasse il rivestimento e Deuce stava descrivendo il viaggio sulle pagine del suo diario, Ace invece cercava di impedire a Kotatsu di buttarsi fuori dalla nave troppo attratta dai numerosi pesci che li circondavano.

Alla fine, nel primo pomeriggio erano finalmente giunti sull’isola degli uomini pesce, la ciurma si sparpagliò per visitare quel luogo così unico.

Alla sera la ciurma si riunì a bordo ed Ace decise di ripartire, l’isola gli piaceva ma non vedeva l’ora di raggiungere il Nuovo Mondo e vivere nuove avventure.
 

 
***
 

Quel giorno, Garp decise di andare a far visita a suo nipote e alle due donne che si stavano occupando di lui, sapeva che presto anche lui avrebbe preso il mare e ormai si era rassegnato ad avere solo criminali nella sua famiglia ma a lui andava bene così perché sapeva che stavano inseguendo i loro sogni ed erano felici.

Il Vice Ammiraglio entrò nella vecchia casa e salutò i tre, Rouge stava ricucendo alcuni vestiti mentre Dadan stava leggendo il giornale, Rufy invece si stava ingozzando come al suo solito:

-Salve a tutti. E’ da un po’ che non ci si vede.-

notò che il ragazzo di gomma stava tentando la fuga:

-Nipote non azzardati a scappare!-

Rufy decise di non tentare di scappare sapendo che ogni volta che ci provava si beccava sempre un pugno in testa e voleva evitare di ritrovarsi un bernoccolo enorme, Dadan aveva nel frattempo riempito un bicchiere di sakè da offrire all’amico:

-Buon Giorno, Garp-san.-

l’uomo salutò Rouge l’unica persona educata in mezzo a quella banda di matti:

-Ho notizie riguardanti Ace, sono informazioni raccolte dalle spie della marina e quindi suoi giornali appariranno quando ormai sono vecchie.-

Rufy si fece subito attento, non si lasciava scappare nessuna notizia sul fratello anche se però era un po’ in pensiero per Sabo dato che non si sapeva nulla di lui:

-Ace ha appena lasciato l’arcipelago Sabaody e presto sarà nel Nuovo Mondo.-

il nipote non capiva:

-Cosa è il Nuovo Mondo?-

il vecchio marine sospirò davanti all’ignoranza del ragazzo:

-Lo saprai quando verrà il momento, sempre se verrà.-

Rufy sbuffò ma decise di non insistere:

-Allora mi dici che fine ha fatto Sabo? Dovresti saperlo.-

Garp non sapeva che rispondere, da quando aveva saputo che anche lui aveva preso il mare aveva sfruttato ogni risorsa della marina per capire dove fosse finito ma non aveva scoperto nulla, sembrava sparito nel nulla e lui sospettava dove potesse essere e soprattutto con chi:

-Non so dirti, Sabo è sparito nel nulla.-

il ragazzino si alzò in piedi per niente preoccupato perché si fidava di Sabo come di Ace:

-Va bene, non fa nulla. Tanto so che sta bene.-

poi prima che il nonno lo potesse fermare scappò via:

-Non lo sai ma hai un sospetto, non è vero Garp?-

il marine rise divertito, Dadan lo conosceva molto bene:

-Sono due le cose che per ora la marina non riesce a scoprire ovvero dove si nasconde Dragon e la sua armata e da chi è composta. Se di Sabo non si sa nulla, ci sono alte possibilità che sia con loro.-

Rouge era rimasta in silenzio ad ascoltare, era contenta di sapere che il viaggio di suo figlio stava proseguendo ma era anche preoccupata, sapeva solo una cosa del Nuovo Mondo, era un luogo molto pericoloso e sperava che se la sarebbe cavata mentre per quanto riguardava Sabo si augurava di avere presto sue notizie:

-Rufy ha ragione. Sabo sta bene ovunque si trovi.-

Garp si girò verso di lei, l’ammirava molto e soprattutto ammirava la sua forza, era riuscita ad andare avanti senza perdere il sorriso dopo aver perso l’uomo che amava ed ora continuava ad andare avanti nonostante i pericoli che il figlio poteva correre solcando i mari:

-Ho preferito non dire nulla davanti a mio nipote ma penso che a te possa interessare. Stando alle spie della marina, Ace ha incontrato Shanks e di sicuro avrà anche incontrato Silvers Rayleighn dato che lui si è stabilito sull’arcipelago Sabaody.-

Rouge era felice di sapere che oltre a Shanks anche Ray era ancora vivo e il pensiero che suo figlio li abbia incontrati gli faceva piacere, loro due erano parte della famiglia ed era giusto che Ace li conosceva:

-Grazie Garp-san per queste notizie.-

Dadan sbuffò ma non disse nulla.

Rouge riprese a rammendare, pensando a suo figlio e anche a Sabo che stavano inseguendo i loro sogni.
 

 
***
 

Finalmente i pirati di “Picche” erano giunti nel Nuovo Mondo accolti da una terribile tempesta.

Ace stava osservando la parete di roccia, ormai aveva percorso metà strada e andando sempre avanti sarebbe tornato davanti a quella parte avendo fatto il giro del mondo e navigato in ogni angolo del vasto oceano e quel giorno sarà diventato un grande pirata rendendo fiera sua madre ma Ace non era stupido come molte volte faceva credere, sapeva che nel Nuovo Mondo il viaggio si sarebbe fatto pericoloso e sapeva anche che poteva non farcela e perdere la vita prima di aver raggiunto il suo obbiettivo era anche per questo che il giovane si impegnava a vivere al massimo rimanendo fedele a se stesso e in ciò che credeva fidandosi ciecamente dei suoi compagni, così se un giorno la sua vita finirà prima del previsto non avrebbe avuto nessun rimpianto.

 
***
 

Erano passate diverse settimane da quando i pirati di “Picche” erano giunti nel Nuovo Mondo e non avevano avuto un attimo di tregua.

Il clima era davvero imprevedibile a volte pioveva a dirotto altre volte c’era il sole e altre la neve, la maggior parte delle isole dove avevano attraccato si erano rivelate davvero pericolose, avevano affrontato nemici molto forti, tra pirati e cacciatori di taglie, anche la marina era molto più forte e pericolosa e soprattutto avevano capito che il Nuovo Mondo era diviso tra i quattro imperatori e rischiavano di farseli nemici, Ace non era preoccupato per quanto riguardava Shanks e Barbabianca era il suo obbiettivo, voleva batterlo convinto che così facendo avrebbe superato suo padre dato che gli scontri tra Roger e l’imperatore Bianco finivano sempre in parità; chi lo preoccupava erano gli altri due imperatori, non sapeva quasi nulla di Big Mom e Kaido ma sapeva che erano molto potenti.

Il viaggio però proseguiva, la ciurma aveva grande fiducia nel loro Capitano e fino a quando Ace non si sarebbe arreso loro avrebbero fatto lo stesso.
 

 
***
 

Quel giorno erano arrivati davanti ad un’isola davvero singolare sempre accompagnati dalla pioggia che continuava a seguirli da giorni.

L’isola era un’enorme roccia dalla quale precipitava una gigantesca cascata:

-Questa deve essere l’isola di Wano, da quello che so non è affiliata al Governo Mondiale e pare che non abbia contatti con il resto del mondo.-

Ace osservò Deuce, il suo Vice sapeva sempre un sacco di cose:

-E dimmi come si fa ad approdare?-

Ryoichi stava osservando la cascata e le enormi carpe che la stavano risalendo, a causa di quei pesci avevano dovuto rinchiudere Kotatsu nella cabina del Capitano, era davvero fissata con i pesci:

-Penso che dobbiamo risalire la cascata.-

il Capitano trovava la cosa divertente, nel Grande Blu avevano solcato una potente corrente marina che li aveva portati su un’isola nel cielo e poi erano scesi nelle profondità marine per giungere nel Nuovo Mondo per non dimenticare la scalata ai promontori Gemelli che li aveva condotti nel Grande Blu e quindi trovava abbastanza sensato dover scalare una cascata per raggiungere l’isola:

-Va bene. Allora seguiamo quei pesci.-

era uno degli ordini più assurdi ricevuti da Ace ma infondo fino a quel momento l’intero viaggio era stato assurdo e la ciurma era certa che anche il resto della loro navigazione sarebbe stata così.

La nave imboccò l’ingresso della cascata e iniziò la salita per giungere finalmente a Wano, la corrente era forte e ad un certo punto Ryoichi perse il controllo e la nave andò alla deriva, la ciurma cercava in tutti i modi di riprendere il controllo ma alla fine la nave fu scagliata verso riva dove precipitò sulla spiaggia, l’equipaggio perse i sensi avendo sbattuto contro le pareti, fu così che i pirati di “Picche” giunsero a Wano.
 

 
 Continua…
 
 

 

Ciao,

ecco il capitolo spero che vi sia piaciuto.

Non si sa come Ace è entrato nel Nuovo Mondo o se è stato sull’isola degli uomini pesce però si sa che è stato a Wano e prima di unirsi a Barbabianca.

In questo capitolo hanno fatto ritorno Rouge e gli altri, di Sabo non sanno nulla e Rufy deve ancora partire ma presto prenderà anche lui il mare.

Con questo capitolo la storia è a metà dalla conclusione (sono in totale 26 capitoli).

Ringrazio le 386 persone che hanno visto gli scorsi capitoli, fatemi sapere con una recensione cosa ne pensate di questo capitolo e se la storia sta piacendo, Grazie per averlo letto.

A giovedì o venerdì

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Capitolo 14
*** Promesse a Wano ***


14° CAPITOLO:

PROMESSE A WANO

 


Quando i pirati di “Picche” ripresero i sensi si resero conto di due cose ovvero che erano stati legati e che delle persone vestite di stracci avevano scaricato dalla loro nave tutto il cibo, Ace decise di far finta di nulla avendo capito che quella gente doveva essere davvero affamata per mettersi a rubare il cibo a dei pirati, parlando il più piano possibile per non farsi sentire disse ai suoi compagni di fingere di essere ancora svenuti nel frattempo usando le fiamme si liberò dalle corde e recuperò dalla cintura il suo pugnale che passo a Deuce che iniziò a liberarsi per poi passare la lama agli altri.

Quando Ace vide che quella povera gente aveva finito di mangiare si alzò insieme ai suoi compagni, le persone vedendoli liberi incominciarono ad avere paura temendo una loro vendetta ma il giovane ragazzo di fuoco sorrise:

-Mi dispiace di non avere anche il dolce.-

le persone erano senza parole si aspettavano di tutto ma non che un pirata si dimostrasse gentile con loro, solo una bambina ebbe il coraggio di avvicinarsi ai pirati:

-Mi chiamo Tama e vi chiedo scusa per ciò che abbiamo fatto ma era da molto che non vedevamo così tanto cibo e la fame ci a fatto agire in quel modo.-

Ace non capiva cosa stava succedendo su quell’isola per aver ridotto la gente in quel modo:

-Nessun problema. E’ giusto che quel cibo lo abbiate mangiato voi.-

Tama era stupita, credeva che tutti i pirati fossero malvagi ma doveva ricredersi.

Ace decise che sarebbero rimasti su quell’isola per un po’, voleva capire che stava succedendo e se poteva fare qualcosa per aiutare quella gente, era consapevole che il modo migliore era di chiedere a loro ma sospettava che prima doveva conquistare la loro fiducia e poi fare domande; riferì ai suoi compagni la sua decisione e ovviamente i pirati sapevano che sarebbe andata così, liberarono Kotatsu dalla cabina poi un gruppetto andò in esplorazione per capire come era la situazione sul resto dell’isola e per cercare del cibo.

 
*
 

Nei giorni successivi i pirati di “Picche” avevano iniziato ad instaurare un buon rapporto con la gente che avevano incontrato appena erano arrivati a Wano.

Ace aveva fatto amicizia con Tama e passava il tempo con lei mentre la bambina intrecciava cappelli di paglia, dopo due settimane la bambina decise di insegnare al pirata come fare ovviamente molti tentativi andavano letteralmente in fumo dato che Ace perdeva la pazienza e bruciava la paglia ma alla fine era riuscito finalmente ad imparare:

-Ce l’hai fatta.-

“Pugno di Fuoco” rise:

-Merito tuo, Tama. Sei una brava insegnante.-

la bambina sorrise e proseguì con il suo lavoro:

-Non te l’ho ancora chiesto, perché fai tutti questi cappelli?-

Tama fece un piccolo sorriso, appoggiò per terra l’ennesimo cappello finito e prese a farne un altro:

-Li vendo e con i soldi compro dell’acqua pulita e del cibo, ovviamente non guadagno molto.-

Ace era stufo di quella situazione doveva assolutamente capire cosa stava succedendo, non poteva accettare che una bambina invece di potersi divertire doveva procurarsi del cibo; Tama in quel momento decise di chiedere una cosa al giovane pirata:

-Ace, portami con te per mare.-

era triste all’idea di lasciare l’isola dove aveva sempre vissuto ma era stanca di fare quella vita ed era certa che con quella ciurma poteva essere felice:

-Tama, hai detto di avere cinque anni?-

la bambina annuì:

-Torneremo qui quando sarai più grande.-

Ace non poteva portare con se una bambina così piccola nonostante era in grado di cavarsela e poi lo aveva capito che quella richiesta era solo un modo per fuggire da quella vita che stava conducendo:

-Allora mi permetterai di unirmi alla tua ciurma al tuo ritorno?-

il ragazzo sperava che per quel giorno le cose a Wano sarebbero cambiate ma alla domanda della piccola decise comunque di rispondere:

-Se è ciò che vorrai, allora sarai la benvenuta.-

Tama sorrise:

-Dunque è una promessa!-

Ace rise divertito, quella bambina gli ricordava un po’ Rufy:

-Si, è una promessa.-

non voleva rovinare il buon umore della bambina ma era giunto il momento di capire cosa succedeva su quell’isola anche perché non potevano rimanere a lungo su Wano, presto avrebbero ripreso il mare:

-Senti Tama, mi puoi raccontare cosa succede su quest’isola?-

la piccola abbassò la testa e decise di raccontargli tutto, gli parlò dell’arrivo di Kaido e della morte di Oden e di ciò che era accaduto da quel giorno in poi, era una storia iniziata molti anni prima che lei nascesse ma come tutti sapeva cosa aveva portato alla rovina Wano.

Ace a quelle parole decise che avrebbe fatto qualcosa, non tollerava i pirati che agivano in quel modo e soprattutto voleva aiutare Tama e gli altri che stavano soffrendo.
 

 
*
 

Quella sera la ciurma era riunita ad ascoltare ciò che Ace aveva saputo da Tama, Deuce capiva la voglia del Capitano di fare qualcosa ma non potevano affrontare Kaido, da ciò che sapeva di quel pirata era certo che non avevano nessuna possibilità di vincere:

-Ace, è meglio se partiamo subito. Quel pirata è un mostro, gira voce che non si può uccidere.-

il ragazzo capiva le parole del suo Vice ma voleva comunque tentare:

-Non mi importa. Ammazzerò Kaido.-

anche gli altri tentarono di farlo ragionare ma il Capitano non li ascoltava:

-Andrò da solo, se non tornerò lasciate l’isola.-

Mel si alzò mettendosi davanti a lui, di solito rispettava le follie del suo Capitano ma questa volta non poteva tacere era troppo pericoloso:

-Ace! Fermati! Torniamo alla nave e andiamocene!-

“Pugno di Fuoco” capiva la paura dei suoi amici ma andarsene significava abbandonare Tama e tutti gli altri e questo non poteva accettarlo:

-Preferisco morire nel tentativo di fermare Kaido piuttosto che abbandonare questa gente.-

Deuce capì che niente lo avrebbe fermato e fece cenno agli altri di lasciar perdere, Ace lo ringraziò e corse via verso il luogo che Tama gli aveva indicato come la dimora di Kaido.
 

 
*
 

Quando Ace raggiunse Onigashima scatenò le sue fiamme colpendo chiunque tentava di fermarlo, fino a quando una ragazza comparve e riuscì a colpirlo.

Ace all’inizio fu sorpreso, da quando aveva mangiato il frutto del diavolo raramente qualcuno era riuscito a colpirlo ma dopo quel attimo di stupore contrattaccò e ben presto si scatenò uno tremendo scontro, la ragazza teneva testa al pirata mettendolo in difficoltà.

Il combattimento stava durando da un po’, tutto intorno c’erano fiamme e macerie e i due avversari erano feriti ed esausti, era da tanto che Ace non incontrava un degno avversario e si stava divertendo a combattere contra quella ragazza:

-Chi sei tu? Identificati!-

anche la ragazza voleva sapere chi era il suo avversario ma di certo non sarebbe stata lei la prima a rivelare la sua identità:

-Prima tu!-

Ace usò le sue fiamme per difendersi dall’ennesimo attacco:

-Io sono Ace! Sono venuto per uccidere Kaido!-

a quelle parole la ragazza si dimenticò di presentarsi troppo presa a far capire al pirata che la sua era fatica sprecata:

-Mio padre e i suoi uomini sono fuori per una missione! Nessuno dei suoi ufficiali è qui al momento.-

Ace in quel momento fu raggiunto dai suoi compagni che lo avevano seguito preoccupati per lui:

-Anche se non è mia responsabilità difendere quest’isola, hai causato distruzione a sufficienza. Ora basta!-

“Pugno di Fuoco” dopo aver urlato contro i suoi amici per averlo seguito tornò a concentrarsi su di lei notando solo in quel momento che la ragazza aveva delle pesanti catene ai polsi, Deuce richiamò la sua attenzione raccontandogli che mentre lo raggiungevano avevano liberato delle persone tenute in catene, Ace ordinò ai suoi uomini di portare quella gente via da lì e di non preoccuparsi per lui, la ciurma capì che non potevano discutere quell’ordine e ubbidirono anche se non fu facile convincere la lince ad andarsene.

Ace fissò la ragazza che era rimasta in attesa e ripensò a quello che aveva detto poco prima, se Kaido non c’era non aveva senso restare ma era incuriosito da lei:

-Mi rifiuto di credere che qualcuno forte come te non sia neanche un Capitano! Facciamola finita!-

la giovane sorrise orgogliosa che il suo avversario aveva riconosciuto la sua forza:

-Io sono Yamato! Sono annoiato a morte, quindi combatterò con te se vuoi!-

i due ripresero a combattere ma questa volta era uno scontro diverso, entrambi avevano trovato un degno avversario e lo scontro era un modo per mettersi alla prova confrontando la propria forza, entrambi erano cresciuti all’ombra della fama dei loro padri e il loro obbiettivo era quello di superarli, Yamato voleva superare suo padre per essere finalmente libera mentre Ace aveva una promessa da mantenere fatta a sua madre tempo fa.

Ace aveva quasi esaurito le forze ma non aveva intenzione di arrendersi, durante il combattimento aveva iniziato a capire i sentimenti del suo avversario:

-Yamato, non possiamo scegliere chi sia nostro padre! Che tu abbia delle manette non è importante, però se odi tuo padre così tanto perché hai lasciato che ti legasse anche il cuore!?-

la ragazza si sentì punta sul vivo e senza esitazione distrusse il simbolo di potere di Kaido, un’enorme statua che raffigurava un drago:

-Vorrei partire anche io! Voglio andare all’avventura per mare! Voglio vivere libero, proprio come Oden ha fatto!-

a quelle parole Ace sorrise:

-Ora ci siamo, Yamato! Questo sarà un avvertimento per Kaido, fino a quando non sarò tornato.-

con un pugno di fuoco colpì la testa della statua, con quel gesto conquistò la fiducia di Yamato e un giorno sarebbe davvero tornato a sconfiggere Kaido.
 

 
*
 

Era sera e ormai il combattimento era finito, Ace e Yamato dopo essersi medicati le ferite presero una bottiglia di rum a testa e si misero a parlare e ridere come se fossero amici da sempre, la ragazza gli chiese come era il mondo fuori da Wano e voleva sapere dei giovani pirati che si stavano facendo un nome, “Pugno di Fuoco” gli raccontò ciò che aveva visto e dei pirati di cui aveva letto sui giornali, Yamato lo ascoltava meravigliata desiderando di potersi liberare del padre e prendere finalmente il mare:

-Però il più formidabile tra tutti questi prenderà il mare fra qualche anno. Il mio fratellino, scatenerà sicuramente una tempesta!-

c’era anche Sabo ma Ace ormai aveva capito che il fratello aveva preso un'altra strada dato che in tutto quel tempo nessuno aveva parlato di lui; Yamato sospirò lo aveva sentito parlare dei suoi fratelli fin troppo soprattutto del più piccolo e non ne poteva più, Ace rise lui non si sarebbe mai stancato di parlare della sua famiglia.

Il pirata continuava a parlare dei suoi fratelli e si lasciò sfuggire il sogno di Rufy:

-Diamine ho detto troppo, mi è scappato! Dimenticati delle mie parole e soprattutto non deriderlo! Io e Sabo non te lo perdoneremo! E’ il sogno del nostro fratellino!-

era agitato ma non perché doveva restare segreto ma perché non spettava a lui rivelarlo e poi era cresciuto con persone che prendevano in giro Rufy ogni volta che parlava del suo sogno e sperava che Yamato non rideva a quel sogno che in molti avevano, la ragazza cercò di dire qualcosa ma Ace era un fiume in piena poi si calmò e tornò a bere:

-In realtà quando ce lo ha detto anche noi abbiamo riso ma non permetterò che altri lo facciano. Noi crediamo in lui.-

ricordava il giorno in cui Rufy aveva rivelato il suo sogno ai fratelli, a dire il vero lo diceva sempre e i due più grandi lo prendeva in giro solo per vedere le sue assurde reazioni perché loro credevano nel loro fratellino e sapevano che un giorno avrebbe realizzato il suo sogno:

-Lo pensa davvero, pensa di poterlo diventare. Quindi…-

Yamato urlò il suo nome per interromperlo:

-Mai! Non lo deriderò mai!-

era commossa dalle parole di Ace, ciò che diceva del fratello gli ricordava ciò che aveva letto nel diario di Oden a riguardo del Re dei pirati ignara che il ragazzo davanti a lei era suo figlio:

-Nel diario di Kozuki Oden si parla di un grande uomo che diceva la stessa cosa. Non potrei mai deriderlo, tuo fratello è fantastico.-

ad Ace faceva piacere sapere cosa pensava Yamato ed era curioso di sapere chi fosse quell’uomo:

-Un grande uomo, hai detto? Mi piacerebbe bere con lui e Rufy.-

la ragazza sorrise, senza capire bene come era successo aveva trovato un vero amico anche se era davvero una persona assurda:

-Già sarebbero andati sicuramente molto d’accordo. Peccato sia morto.-

da ciò che aveva letto su Roger nel diario e da ciò che Ace gli aveva raccontato del fratello non aveva dubbi sul fatto che sarebbero andati d’accordo.

Yamato mentre parlava con lui stava preparando un dono per lui e una volta finito gli e lo diede:

-Eccola, guarda. Questa è la tua vivre card.-

Ace non capiva cosa avesse di così speciale un pezzo di carta:

-Questo pezzo di carta ci permetterà di ritrovarci. Danne un pezzo a chiunque tu voglia rivedere.-

il pirata aveva capito l’utilità di quel foglio e ringraziò la ragazza dandogli un pezzetto della vivre card poi si alzò deciso a tornare dai suoi compagni:

-Ora devo proprio andare. Ti prometto che un giorno tornerò ed insieme sconfiggeremo Kaido e tu sarai finalmente libera.-

Yamato strinse tra le dita il pezzo di carta e sorrise:

-A presto, Ace.-

“Pugno di Fuco” la salutò sperando davvero di tornare presto per poter liberare l’amica e tutti gli abitanti di Wano.

 

*
 

Ace tornato dai suoi compagni ordinò a loro di preparare la nave che sarebbero salpati all’alba poi raggiunse Tama che nonostante la tarda ora stava ancora intrecciando cappelli:

-Mi dispiace ma Kaido non c’era ma ti prometto che tornerò.-

la bambina sorrise certa che avrebbe mantenuto la promesse, nessuno dei due però sapeva che Ace non sarebbe più tornato ma la promessa fatta sarebbe stata comunque mantenuta, un giorno sarebbe giunto Rufy a Wano e ci avrebbe pensato lui a liberare l’isola mantenendo la promessa che il fratello aveva fatto.
 

 
*
 

All’alba finalmente dopo diverse settimane, i pirati di “Picche” dopo aver salutato Tama levarono l’ancora lasciandosi alle spalle Wano verso nuove avventure.
 

 
Continua…
 
 

 

Ciao,

questo capitolo è molto lungo, spero che vi sia piaciuto.

Ho preso spunto dai capitoli 912-999-1000 soprattutto i dialoghi tra Ace e Yamato li ho presi dal manga.

Ringrazio le 417 persone che hanno visto gli scorsi capitoli, fatemi sapere con una recensione cosa ne pensate di questo capitolo e se la storia sta piacendo, Grazie per averlo letto.

A giovedì o venerdì

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Capitolo 15
*** Odr Jr ***


15° CAPITOLO:

ODR JR

 


Diverse settimane erano passate da quando i pirati di “Picche” si erano lasciati alle spalle Wano e i suoi problemi.

In quei giorni avevano vissuto avventure di ogni genere, durante la navigazione venivano spesso attaccati da mostri enormi che però si rivelavano utili dato che una volta eliminati venivano poi fatti a fette e cucinati risolvendo così il problema delle scorte di cibo; i mostri però non erano gli unici problemi, il clima cambiava in continuazione e più volte a causa di tempeste e uragani la nave aveva rischiato di colare a picco e come se non bastasse si erano ritrovati più volte ad affrontare pirati e marines in mare aperto, ovviamente di problemi ne avevano trovati anche sulle isole dove attraccavano anche se il più delle volte era colpa di Ace e della sua abitudine di mangiare e scappare senza pagare il conto.

Nonostante i vari pericoli affrontati la ciurma era riuscita a cavarsela senza troppe difficoltà diventando sempre più forti e le loro taglie crescevano diventando sempre più alte soprattutto quella di Ace, ormai la marina non poteva più far finta di nulla e il Grand Ammiraglio Sengoku aveva dato l’ordine di dare la priorità alla cattura di “Pugno di Fuoco” temeva che presto o tardi qualcuno poteva scoprire le origini del giovane pirata ed era consapevole che una volta uscita la verità sarebbe scoppiato il caos, la verità doveva essere rivelata solo al momento dell’esecuzione di Ace nella speranza di far passare la voglia alla gente di solcare i mari sotto la bandiera nera ma prima di ciò dovevano catturare Ace anche perché Sengoku sapeva che le probabilità che Barbabianca decideva di prendere con se il ragazzo erano alte dato che “Pugno di Fuoco” era la tipica persona che piaceva al vecchio pirata e se l’uomo prendeva con se il giovane sarebbe stato difficile arrestarlo.

Ace era ignaro dei piani della marina ma anche se ne era a conoscenza a lui non gli sarebbe importato nulla, aveva la sua vita da vivere e un obbiettivo da raggiungere per non parlare delle promesse fatte a Wano, pensava spesso a Yamato e a Tama e sperava di poter mantenere la parola data il prima possibile.
 

 
***
 

Quel giorno giunsero su una strana isola, il clima era caldo ma non afoso e il panorama era davvero singolare, era tutta pianura con colline di varie dimensioni sparse qua e la.

I membri della ciurma non avevano molta intenzione di scendere nonostante Ryoichi aveva comunicato che il log pose non dava segno di puntare altrove, il motivo per cui erano restii a scendere era dovuto all’immensa figura che si trovava più tosto lontano dalla spiaggia, temevano di corre grossi rischi se quel colosso si fosse accorto di loro ma ovviamente il Capitano non la pensava così anzi era curioso di sapere chi fosse:

-Ace non farti venire strane idee. Hai visto quanto è enorme, è più grande dei due giganti che abbiamo incontrato a Little Garden.-

il ragazzo sorrise divertito a Deuce che sembrava davvero preoccupato:

-Con Dori e Brogi abbiamo fatto amicizia, magari anche con quel tizio diventeremo amici.-

il Vice sospirò rassegnato, ormai era chiaro che l’amico era nato senza lo spirito di sopravvivenza aveva un talento innato nello scovare guai e pericoli che era solo fortuna se era ancora vivo e grazie anche alla ciurma che cercavano sempre di rimediare ai suoi casini:

-Quei giganti li avevi fatti arrabbiare ed è stato un vero miracolo se alla fine sono diventati nostri amici. Non voglio tentare la fortuna con quell’essere, almeno Dori e Brogi avevano un aspetto umano a parte la grandezza, quello sembra più un orco che un essere umano.-

Ace si fece serio:

-Non giudicare dal suo aspetto. Molti credono che io sia un mostro per via di mio padre ma questo non significa che lo sono come non significa che quel tizio sia pericoloso nonostante l’aspetto.-

Deuce si sentì in colpa aveva parlato senza riflettere:

-Io vado a parlargli, tu e gli altri fate come volete.-

Ace saltò giù dalla nave e si incamminò verso quel gigante, il suo Vice decise di andare con lui seguito dal resto della ciurma.
 

 
*
 

Ace nel camminare si rese conto che era davvero lontano e questo stava a significare che quella creatura era davvero enorme ma alla fine giunsero a destinazione, i pirati di “Picche” videro una sorta di accampamento e delle persone con strane maschere indaffarate a svolgere vari lavori però appena si accorsero di loro, mollarono tutto e presero le armi puntandole contro ai pirati:

-Chi siete e cosa volete?-

“Pugno di Fuoco” alzò le mani per fare capire che non aveva cattive intenzioni e richiamò Kotatsu che era pronta ad attaccare:

-Siamo approdati per caso e il log pose non punta ancora su altre isole, così ho deciso di scendere a terra e venire qui.-

uno dei tizi mascherati si era allontanato mentre un altro si era avvicinato ad Ace e si era messo ad osservarlo:

-Ti ho riconosciuto, sei un pirata più tosto famoso. Perché hai voluto raggiungere questo luogo?-

temeva che voleva attentare alla vita del suo Capitano:

-Voglio solo conoscere il vostro enorme amico, sono solo curioso e non ho cattive intenzioni.-

in quel momento il gigante si abbassò abbastanza per poter vedere meglio gli intrusi, uno dei suoi uomini era salito sulla collina per riferirgli della loro presenza, essendo così alto non distingueva se tra le persone ai suoi piedi c’erano solo la sua ciurma o se c’erano intrusi:

-Chi sei?-

i pirati di “Picche” fecero un passo indietro mentre il Capitano sorrideva:

-Mi chiamo Ace e loro sono i miei compagni. Tu invece chi sei?-

la creatura era stupita mai nessuno gli aveva sorriso con tanta sincerità come quel giovane pirata, ancora adesso non riusciva a spiegarsi come era diventato Capitano di una ciurma pirata troppo abituato dalla gente terrorizzata dal suo aspetto ma in Ace aveva visto il desiderio di volerlo davvero conoscere e non paura:

-Odr Jr mi chiamo, loro miei compagni.-

il pirata di fuoco aveva già sentito un nome simile, lo aveva sentito nei racconti di suo nonno:

-Per caso centri qualcosa con un tale che veniva chiamato il trascina isole? Sono cresciuto sentendo parlare di lui.-

Odr annuì sorridendo era contento che qualcuno conosceva il suo antenato, lo ammirava molto ed era orgoglioso di essere un suo discendente:

-Lui mio antenato era.-

Ace rise:

-Mi sei simpatico Odr, credo che potremmo diventare amici.-

il gigante rise felice:

-Amici, mi piace.-

le due ciurme avevano assistito a quella strana conversazione ed erano senza parole, l’equipaggio di Odr non riusciva a credere che esisteva al mondo qualcuno che non solo non temeva il loro Capitano ma voleva addirittura essere suo amico, loro erano cresciuti ascoltando meravigliati le storie sul suo antenato e quando lo avevano incontrato avevano deciso di diventare la sua ciurma ma di solito la gente non voleva avere a che fare con Odr; mentre i pirati di “Picche” avevano smesso di stupirsi, il loro Capitano era capace di tutto anche fare amicizia con quel gigante.

 
*
 

Dopo quell’incontro passarono diversi giorni, i pirati di “Picche” avevano saputo che ci volevano tre settimane prima che una delle tre sfere del log pose puntasse su qualche isola, la ciurma di Odr era lì da due mesi solo perché non avevano fretta di ripartire.

In quei giorni le due ciurme avevano finito col fare amicizia soprattutto Ace e Odr erano diventati grandi amici, entrambi erano persone molto semplici e una volta deciso che ci si poteva fidare era questione di un attimo prima di fare amicizia.

Ace passava le giornate in cima ad una collina per parlare con Odr in modo che l’amico poteva starsene comodamente seduto a terra dato che quella collina arrivava più o meno alle spalle del gigante quando era seduto.
 

 
*
 

Una sera Ace decise di mettere in pratica gli insegnamenti di Tama, voleva provare a fare un cappello da regalare all’amico, nei giorni di pioggia mentre tutti se ne stavano al riparo Odr rimaneva seduto a prendersi l’acqua che scendeva giù dal cielo dato che non esistevano ripari abbastanza grandi per lui e quindi aveva pensato che un cappello poteva essere una soluzione anche per avere un po’ d’ombra nei giorni di sole.

Ovviamente i primi tentativi andavano letteralmente in fumo ma alla fine era riuscito a creare un cappello abbastanza grande per l’amico.

Il giorno successivo portò il dono ad Odr:

-E’ per te. Un cappello che può ripararti dal sole e dalla pioggia.-

il gigante lo prese e lo osservò attentamente, non aveva mai ricevuto un regalo:

-Ho imparato a intrecciare la paglia nel paese di Wano! Mettitelo, devi sentire caldo così vicino al sole come sei. Con quello avrai un po’ d’ombra.-

Odr se lo mise in testa e sorrise:

-Fresco, sole non da fastidio ora. Grazie, Ace.-

il ragazzo sorrise:

-Ace ne ha bruciati per sbaglio due prima di riuscire a mettere insieme quel cappello!-

“Pugno di Fuoco” lanciò un occhiataccia a Deuce che aveva spifferato i suoi fallimenti, il Vice rise divertito:

-Ci credo, è fatto di fuoco e si mette a intrecciare la paglia!-

Ace era tentato di ordinare a Kotatsu di sbranare il suo Vice ma lasciò perdere, infondo Deuce era il suo migliore amico e poi vedere come Odr era felice gli bastava al tal punto da ignorare le prese in giro:

-Sono contento che ti piaccia!-

Odr sorrise aveva molto apprezzato quel dono.


 
*
 

Altri giorni erano passati e finalmente i pirati di “Picche” erano pronti per partire e mentre erano alla spiaggia a preparare la partenza insieme ai loro nuovi amici, Ace era andato da Odr:

-Io ora devo partire, sono veramente contento di averti conosciuto. Sarai per sempre mio amico e volevo darti questa.-

diede a Odr un pezzo della sua vivre card che lo prese osservandolo chiedendosi a cosa serviva:

-Per farla breve, con quel pezzo di carta sarà più facile rivederci.-

il gigante sorrise e si mise in tasca la vivre card per non perderla:

-Terrò al sicuro. Ace, vero amico sei stato tu per me. Se bisogno d’aiuto avrai, io verrò da te.-

Ace rise:

-Questo vale anche per te. Ovunque sarò, potrai sempre contare su di me.-

Odr sorrise, i due amici si salutarono poi Ace tornò alla nave dove salutò i compagni dell’amico e poi salì a bordo.

Mentre la nave si allontanava Ace vide Odr che lo salutava, in quel gigante aveva trovato un vero amico e sperava di rivederlo molto presto.
 

 
Continua…
 
 


 
Ciao,

in questo capitolo è arrivato Odr, ho preso spunto dal capitolo 555 del manga soprattutto per alcuni dialoghi.

Ringrazio le 449 persone che hanno visto gli scorsi capitoli, fatemi sapere con una recensione cosa ne pensate di questo capitolo e se la storia sta piacendo, Grazie per averlo letto.

A giovedì o venerdì

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Capitolo 16
*** Un Lungo Combattimento ***


16° CAPITOLO:

UN LUNGO COMBATTIMENTO

 


Dopo aver salutato Odr Jr, i pirati di “Picche” avevano ripreso il loro viaggio ricco d’avventure e pericoli.

Era da un po’ che si trovavano nel Nuovo Mondo e il viaggio era ancora molto lungo prima di giungere al termine, Ace in certi momenti era impaziente di finire il viaggio troppo curioso di sapere quali altri incontri avrebbe fatto e come sarebbe stato il suo futuro ma altre volte voleva fare con calma godendosi ogni istante di quel lungo e avvincente viaggio sapendo che la vita era imprevedibile e non si poteva mai sapere cosa poteva capitare; ancora non poteva sapere che presto il suo viaggio avrebbe subito una svolta importante portandolo ad incontrare una persona che sarebbe diventata molto importante come la sua famiglia, la stessa persona che voleva battere per superare suo padre.
 

 
***
 

Quel giorno erano approdati su una piccola isola dove il log pose in poche ore aveva già registrato il magnetismo, avendo rifornito la dispensa avevano in programma di ripartire all’alba e così per quella sera ne avrebbero approfittato per divertirsi in qualche locanda.
 

 
*
 

Ace se ne stava andando in giro con la sola compagnia di Kotatsu, aveva una meta ben precisa che era anche il motivo per cui aveva scelto di seguire la rotta indicata dalla sfera centrale del log pose; aveva sentito dire che su quell’isola c’era una persona in possesso di informazioni di vario genere, si sospettava che avesse trovato un modo di spiare la marina senza farsi scoprire ottenendo così informazioni che la marina non poteva divulgare perché erano questioni che riguardavano il Governo Mondiale oppure erano cose che la marina preferiva tenere nascosto, la cosa certa era che questo informatore pagava gente che viaggiando veniva a conoscenza di cose che solo navigando si potevano scoprire per poi rivendere le informazioni il doppio di quante le aveva comprate.

“Pugno di Fuoco” sapeva che quell’informatore, se era davvero abile come si diceva in giro, poteva essere a conoscenza delle sue origini ma decise di correre comunque il rischio, c’era una cosa che voleva sapere.

 
*
 

Ace e la lince raggiunsero una piccola casa sulla scogliera dove si diceva che viveva l’informatore e lì, fuori seduta su una vecchia poltrona c’era una giovane ragazza dai lunghi capelli rossi legati in una coda alta con un nastro bianco e dagli occhi anch’essi rossi come il fuoco e sul braccio sinistro scoperto aveva un tatuaggio che partiva dalla spalla e scendeva a spirale per tutto l’arto fino al polso di colore azzurro con sfumature blu, la giovane fissò il pirata e sorrise sapendo benissimo chi era:

-Ace “Pugno di Fuoco” e la lince Kotatsu. Cosa posso fare per te?-

il pirata non aveva dubbi, era senz’altro lei l’informatore anche se si era immaginato una persona vecchia e non così giovane:

-Sto cercando una persona.-

la ragazza sorrise e si alzò dalla poltrona invitando il giovane ad entrare in casa:

-Innanzitutto mi presento, mi chiamo Momo.-

porse al suo ospite un boccale di rum di cui lei andava matta, era capace di berne botti intere:

-Se cerchi Barbabianca, non ho informazioni da venderti. Non mi è possibile avere informazioni su i quattro imperatori, nessuno oserebbe vendermi informazioni sul loro conto.-

Ace era stupito delle sue capacità, non solo aveva scoperto come si chiamava la sua lince ma anche chi cercava:

-Cavoli, sei davvero in gamba! Allora non sai dirmi dove posso trovare qualcuno che sappia dove si trova il vecchio pirata?-

sapeva che era ancora presto per affrontare l’imperatore Bianco ma voleva comunque sapere dove fosse in modo da capire che rotta seguire.

Momo smise di coccolare Kotatsu che nel momento in cui aveva capito che la ragazza non era una minaccia si era trasformato in un grosso gatto in cerca di coccole:

-Ci sarebbe qualcuno ma dubito che ti dica qualcosa dato che è un alleato di Barbabianca. Il suo nome è Jimbe il “Cavaliere del Mare” e fa parte della “Flotta dei Sette”, non è molto lontano da qui.-

Ace conosceva quel nome e decise di incontrarlo anche se era consapevole dei rischi:

-Mi va bene, una volta incontrato troverò il modo di avere informazioni da lui. Qual è la rotta?-

la ragazza sorrise:

-100 milioni di berry. So che sono molti ma c’è di mezzo un imperatore e il rischio è alto.-

“Pugno di Fuoco” tirò fuori una borsa di monete che aveva preso di nascosto dalla cabina di Deuce anche se aveva il sospetto che l’amico sapeva del furto e anche il motivo, a volte credeva che il suo Vice prevedesse il futuro:

-Purtroppo ho con me solo 40 milioni di berry ma posso darti qualcos’altro in cambio.-

Momo prese la borsa e svuotò il contenuto e si mise a contare le monete, quando finì sorrise divertita dato che Ace sembrava non saper contare dato che i soldi erano 35 e non 40:

-Per caso sai contare?-

il pirata non capiva la domanda, aveva passato l’intera mattina a contare quelle monete ed era certo della somma.

Momo davanti alla sua espressione confusa capì che il ragazzo non cercava di ingannarla era davvero certo della somma e decise di far finta di nulla:

-Mi tengo i soldi in cambio voglio solo una cosa, un’informazione. Cosa vuoi da Barbabianca?-

Ace era contento che voleva qualcosa che poteva dargli, temeva che gli chiedesse di lasciargli Kotatsu visto come si era divertita a coccolare il felino e lui non poteva cedere un compagno anche se si trattava di una lince; i suoi amici, che fossero umani oppure animali, erano troppo importanti e non li avrebbe mai scambiati per nulla al mondo:

-Voglio batterlo e superare una certa persona. So di non essere ancora pronto ma voglio comunque sapere dove si trova.-

la ragazza aveva capito chi voleva superare, infondo spiando le conversazioni che venivano fatte nell’ufficio del Grand Ammiraglio aveva scoperto chi era Ace ma quella era un informazione che non avrebbe ma venduto perché il pirata davanti a lei non meritava di correre dei pericoli per via delle sue origini.

Momo prese un pezzo di carta e scrisse delle coordinate che poi diede ad Ace:

-Segui la sfera di sinistra del log pose e a queste coordinate troverai l’isola dove si trova Jimbe. Ti avviso, è un informazione vecchia di una settimana e al momento non so se è ancora lì.-

“Pugno di Fuoco” prese il biglietto e la ringraziò, dopo averla salutata tornò alla nave insieme a Kotatsu.
 

 
*
 

All’alba, quando tutta la ciurma era riunita sul ponte, Ace disse a loro quale era la loro prossima meta spiegando il motivo per cui voleva raggiungere quell’isola e poi diede a Ryoichi il biglietto con le coordinate datogli da Momo; Deuce lo aveva immaginato, aveva sentito anche lui parlare dell’informatore e sapeva che il suo Capitano lo avrebbe voluto incontrare, era anche per questo che aveva lasciato in giro quella borsa di monete anche se non pensava che potevano bastare.

La nave levò l’ancora e seguì la rotta indicata.
 

 
***
 

Dopo un paio di giorni raggiunsero finalmente l’isola, era avvolta dalla nebbia ed era chiaro che non era abitata, c’era una fitta foresta di abeti e i pirati non capivano come poteva esserci lì qualcuno ma Ace decise comunque di scendere e accompagnato dalla sua ciurma si addentrò nella foresta.

Camminarono allungo e alla fine giunsero dall’altra parte dove c’era una radura e oltre agli abeti c’era la spiaggia; quando ormai pensavano che Jimbe non fosse più lì ecco che lo videro spuntare tra gli alberi:

-Cosa volete? Non mi piace che qualcuno mi cerchi.-

l’uomo pesce sapeva che se erano lì era perché lo cercavano e di solito da lui volevano solo una cosa, ovvero il luogo dove si trovava Barbabianca:

-Se sai che ti stavamo cercando, saprai anche quello che voglio.-

il “Cavaliere del Mare” aveva riconosciuto Ace, dopotutto ultimamente si parlava molto di lui:

-Non di rivelerò mai dove si trova Barbabianca.-

Deuce si avvicinò al suo Capitano temendo cosa aveva in mente:

-Ace, non fare cavolate.-

“Pugno di Fuoco” fece cenno alla sua ciurma di allontanarsi poi si rivolse a Jimbe:

-Troverò un modo per farmelo dire. Onda di Fuoco!-

un mare di fiamme si scagliò contro l’uomo pesce che schivò il colpo senza problemi:

-Se è un combattimento che vuoi ti accontento ma non ne uscirai vivo.-

si preparò a sferrare il proprio attacco anche se non gli faceva piacere eliminare un pirata così giovane:

-Karate degli uomini pesce, pugno spacca tegole!-

il micidiale pugno colpì in pieno Ace che fu colto alla sprovvista, si rialzò in piedi leggermente ferito e stupito, sapeva che era forte ma non capiva come un pugno poteva ferirlo dato che lui era di fuoco; i suoi compagni erano senza parole, era la prima volta che vedevano qualcuno colpire il loro Capitano con facilità ma Deuce sospettava come aveva fatto:

-Credo che quello lì usi l’Haki. E’ l’unica cosa che può colpire chi ha i poteri come quelli di Ace.-

in quel momento il giovane pirata corse verso Jimbe e gli scagliò contro  un potente pugno di fuoco che questa volta lo colpì:

-Credo che pure il nostro Capitano sappia usare l’Haki anche se non se ne rende conto. Jimbe sa quello che fa e di cosa è capace ma Ace no, ha il brutto vizio di agire seguendo l’istinto senza riflettere e questo potrebbe costargli la vita un giorno.-

la ciurma era d’accordo con il Vice, conoscevano il loro Capitano e come era fatto e temevano che se non imparava ad usare la testa ogni tanto sarebbe arrivato il giorno della sua fine.

Nel frattempo il combattimento stava proseguendo e si vedeva l’abisso che c’era tra i due, Jimbe rifletteva prima di attaccare e aveva molta esperienza mentre Ace seguiva l’istinto e la sua esperienza non era molta ed era in difficoltà contro quell’uomo pesce che solcava gli oceani da molti più anni di lui.
 

 
*
 

Ormai era da giorni che il combattimento durava e nessuno dei due era riuscito a prevalere sull’altro ed entrambi ormai erano esausti, i pirati di “Picche” per tutto il tempo erano rimasti ad osservare lo scontro preoccupati per il loro Capitano ed  era un miracolo che la lince se ne stava buona senza tentare di intervenire ma anche Kotatsu sapeva che non poteva fare nulla per lui, era un felino molto intelligente.

Deuce in quanto Vice Capitano cercava di mantenersi impassibile per non far preoccupare i compagni ma in realtà era molto agitato e iniziava a temere per la vita di Ace:

-E’ da cinque giorni che combattono.-

ad un tratto notarono che il loro Capitano non stava usando più il fuoco, ormai sia Ace che Jimbe non avevano più l’energie per continuare lo scontro e stavano continuando usando la loro forza fisica ma sapevano molto bene che in quanto forza il “Cavaliere dei Mari” ne aveva molta di più e “Pugno di Fuoco” stava rischiando la vita:

-Ace! Fermati, rischiate di morire entrambi e tu non puoi permetterti di morire!-

Mel aveva urlato con tutto il fiato che possedeva nella speranza che l’amico la sentisse, anche gli altri gridarono per farlo fermare.

Ace si reggeva a fatica in piedi, aveva sentito i suoi compagni e sapeva che doveva ascoltarli ma il suo orgoglio gli impediva di fermarsi, anche Jimbe era esausto ma lui aveva ancora la forza per restare in piedi e continuare lo scontro:

-Ragazzo, basta così. E’ scontato che se continuiamo a combattere in questo modo, tu moriresti o potremmo morire entrambi.-

“Pugno di Fuoco” si lasciò cadere rimanendo in ginocchio tenendo la testa bassa, mille emozioni ribollivano in lui, era arrabbiato con se stesso perché stava facendo preoccupare i suoi amici, si sentiva umiliato perché era stato lui ad attaccare per primo sapendo di non potercela fare anche se si era messo in testa di riuscirci e allo stesso tempo ammirava Jimbe perché si era rivelato un degno avversario leale con le persone che rispettava e disposto a morire pur di non tradirle e in questo si era rivisto in lui:

-Nonostante la tua giovane età sei riuscito a tenermi testa, so per certo che un giorno riuscirai a battermi ma non oggi.-

quelle parole fecero piacere al giovane pirata, era riuscito a dimostrare il proprio valore ad un avversario del calibro di Jimbe:

-Comunque non serve che ti dica dove trovare Barbabianca.-

l’uomo pesce era l’unico ad aver notato l’enorme ombra che si stava avvicinando, sapeva che era lì da quando era iniziato il combattimento e ora che si era concluso aveva deciso di mostrarsi, quindi prese la decisione di andarsene e lasciare che il destino decideva quale sarebbe stata la sorte di Ace.
 

 
*
 

Mentre i pirati di “Picche” stavano raggiungendo il loro Capitano, videro spuntare dal nulla una nave enorme e non fu difficile capire a chi apparteneva quel veliero, iniziarono seriamente a temere per la vita di Ace perché lo conoscevano e sapevano che nonostante le sue condizioni avrebbe comunque cercato di combattere contro quell’uomo soprattutto per proteggere loro.

Sulla polena apparve una persona gigantesca, non era grande come Odr Jr o un gigante ma era comunque enorme rispetto ad una persona comune:

-Chi tra voi ha detto di volere la mia testa? Se la volete venite!-

in quei giorni il vecchio pirata nascosto dalla nebbia aveva assistito all’intero scontro in attesa del momento giusto per intervenire, Jimbe era con loro prima di incontrare il giovane pirata.

Ace si rialzò a fatica e con le poche forze rimaste creò un muro di fuoco evitando così che i suoi compagni lo raggiungessero:

-Tornate alla nave!-

Deuce indietreggiò per evitare di scottarsi:

-Ma che dici!? Non ti possiamo lasciare da solo contro quell’uomo, sei anche ferito!-

“Pugno di Fuoco” sorrise, apprezzava che si preoccupava per lui ma ora la sua priorità era proteggere quelle persone che aveva scelto come compagni per vivere la sua avventura e sarebbe morto pur di proteggerli:

-Tranquillo, vi raggiungo subito.-

l’amico non era certo che questa volta sarebbe tornato ma si fidava di lui e non aveva mai messo in dubbio le sue parole da quando aveva deciso di seguirlo e quindi ordinò ai compagni di fare come diceva sperando di rivederlo tornare:

-Cosa, ve ne andate codardi?-

Barbabianca senza che nessuno se ne era accorto si era mosso raggiungendo Ace, sapeva che quei pirati non erano davvero dei codardi perché ci voleva un enorme coraggio per lasciare indietro il proprio Capitano ma con le parole appena pronunciate voleva vedere come avrebbe reagito il giovane davanti a lui che lo fissava determinato a tutto per proteggere i suoi amici:

-Lascia che se ne vadano! In cambio, io resterò qui!-

il vecchio pirata sorrise, quelle parole le aveva già sentite come aveva già visto quel forte desiderio di proteggere i propri compagni, gli ricordava molto Roger il rivale che aveva sempre rispettato e ammirato:

-Che ragazzo insolente.-

Ace si arrabbiò, sentire quelle parole gli dava la sensazione che quell’uomo non lo prendeva sul serio e quindi lo attaccò con tutta la forza che gli era rimasta ma appena gli si avvicinò fu colpito in pieno da un pugno e fu scaraventato contro ad una roccia, si mise in ginocchio tossendo sangue:

-Così riesci ancora ad alzarti.-

ammirava la sua determinazione e il suo coraggio, era una di quelle persone che gli piacevano di più, perché non combatteva per se stesso ma per gli altri:

-Sarebbe un peccato se fossi morto qui, ragazzo.-

Ace non capiva le sue intenzioni, era chiaro che non voleva ucciderlo come era chiaro che non lo stava sottovalutando ma non riusciva a capire cosa poteva volere da lui:

-Se vuoi portare ancora rovina e distruzione in questo mare, porta il mio nome e continua come vuoi!-

Barbabianca allungò una mano verso il ragazzo:

-Diventa mio figlio.-

quelle parole lo colpirono nel profondo del suo cuore, lui una famiglia l’aveva e sapeva cosa significava essere un figlio grazie a sua madre ma non aveva mai avuto un padre, per quanto rispettasse Roger non riusciva a vederlo come suo genitore ed era assurdo per lui accettare la proposta del vecchio imperatore:

-Non scherzare con me!-

nonostante si reggeva in piedi solo grazie alla sua testardaggine, Ace attaccò di nuovo Barbabianca per fargli capire che non avrebbe mai accettato la sua proposta ma l’attacco fu fermato e venne di nuovo colpito e questa volta cadde a terra privo di sensi.

I suoi compagni mentre stavano correndo per tornare alla nave videro il muro di fuoco spegnersi e capirono che qualcosa non andava, la lince corse per tornare da Ace e il resto dell’equipaggio la seguì preoccupati per la sorte del loro Capitano.

Tornati dove avevano lasciato Ace, videro il loro Capitano a terra e temendo che fosse morto corsero incontro a Barbabianca, il vecchio imperatore vedendoli sorrise:

-“Il loro Capitano rischia la vita per proteggerli e loro corrono in suo aiuto. Sono proprio una bella ciurma.”-

ordinò a Marco di farli calmare prima che si facessero male e di farli salire a bordo poi prese il giovane pirata e lo portò a bordo affidandolo ai suoi medici.

 
***
 

Ace quando si sarebbe svegliato doveva prendere una decisione e ancora non poteva saperlo ma quella decisione gli avrebbe cambiato la vita e non se ne sarebbe mai pentito.
 

 
Continua…
 
 

 

Ciao,

in questo capitolo è arrivato Barbabianca ed è anche un capitolo molto lungo rispetto agli altri.


Ho preso spunto dal capitolo 552 del manga e ho ripreso alcuni pezzi modificandoli da una mia vecchia storia intitolata “In Viaggio verso il Passato” (di cui c’è anche la versione rivisitata) e Momo, che è comparsa qui come informatore, era una dei personaggi principali di quella storia.

Ringrazio le 499 persone che hanno visto gli scorsi capitoli, fatemi sapere con una recensione cosa ne pensate di questo capitolo e se la storia sta piacendo, Grazie per averlo letto.

A giovedì o venerdì

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Capitolo 17
*** Diventare Figlio di Barbabianca ***


17° CAPITOLO:

DIVENTARE FIGLIO DI BARBABIANCA

 


All’interno dell’infermeria della “Moby Dick” Ace si era risvegliato parecchio confuso, si tirò a sedere e si guardò intorno capendo subito di non essere a bordo della propria nave a meno che Matabei non si era finalmente deciso a pulire e mettere in ordine l’infermeria cosa che dubitava, si alzò in piedi e guardò fuori dall’oblò notando di essere in mare aperto e subito il suo pensiero andò ai suoi compagni chiedendosi se stavano bene, ora la confusione era sparita e alla mente tornò il ricordo del combattimento con Jimbe e l’incontro con Barbabianca.

Il giovane pirata uscì di corsa dall’infermeria e si mise a cercare la via giusta per salire sul ponte, una volta fuori all’aria aperta ebbe la conferma del suo timore lì sull’albero maestro sventolava la bandiera del vecchio pirata, era prigioniero su una nave nemica e non sapeva niente dei suoi amici.

Ace si lasciò cadere sul ponte, teneva la schiena appoggiata al parapetto e le gambe piegate contro il torace nascondendo la testa non sapendo proprio cosa fare, questa volta si trovava in una situazione dalla quale non sapeva come uscirne:

-Ehilà, il mio nome è Satch e sono il Comandante della quarta flotta. Se farai parte della nostra ciurma, cerchiamo di andare d’accordo.-

dal nulla era spuntato fuori uno strano personaggio, l’uomo era più che certo che il giovane sarebbe rimasto con loro anche se Ace non aveva ancora accettato la proposta di Barbabianca.

“Pugno di Fuoco” sollevò la testa e fulminò con uno sguardo l’atro pirata, aveva troppi pensieri per la mente e di certo non aveva voglia di sopportare quel bizzarro individuo:

-Stai zitto!-

Satch ignorò il malumore del ragazzo e continuò a parlare non curandosi di farlo arrabbiare:

-Certo che sei lento a svegliarti. Lascia che ti racconti cosa è successo dopo che sei svenuto.-

Ace voleva che se ne andasse ma se aveva intenzione di dargli spiegazioni allora era meglio ascoltarlo, forse sarebbe riuscito a sapere cosa ne era stata della sua ciurma:

-La tua ciurma è tornata per riprenderti e noi gli abbiamo dato il benservito, ma non li abbiamo uccisi, sono su questa nave adesso.-

“Pugno di Fuoco” a quelle parole si preoccupò ancora di più, non capiva il perché erano tornati indietro, apprezzava la loro determinazione ad aiutarlo ma non voleva che per colpa sua corressero dei rischi:

-Stanno tutti bene?-

il Comandante della quarta flotta rise:

-Abbiamo rischiato più noi che i tuoi compagni. Il tuo gatto troppo cresciuto a quasi staccato a morsi un braccio di un membro della mia flotta ma comunque stanno tutti bene, sono qui a bordo in attesa del tuo risveglio.-

Ace sorrise divertito, Kotatsu sembrava solo un grosso gatto innocuo che amava le coccole e i pesci ma non bisognava scordare che era pur sempre una lince e che quindi poteva diventare pericolosa; ora si sentiva sollevato nel sapere che i suoi amici stavano bene e poteva concentrarsi sul da farsi e per prima cosa doveva capire le intenzioni del vecchio pirata dato che non lo aveva ne rinchiuso ne incatenato cosa strana dato che in teoria lui voleva eliminarlo:

-Sei sicuro, che io stia su questa nave senza manette o roba del genere?-

Satch con questa piccola conversazione aveva preso in simpatia il giovane pirata e sperava davvero che accettasse di unirsi alla loro famiglia:

-Se il babbo ha deciso di lasciarti libero, non vedo dove sia il problema.-

saltò giù dal parapetto, dove era rimasto seduto per tutto il tempo in cui avevano parlato e se ne andò lasciandolo da solo con i suoi pensieri.

Con quelle parole “Pugno di Fuoco” sentì la rabbia ribollirgli dentro, se Barbabianca aveva deciso di lasciarlo libero di girare per la nave per lui significava che non lo considerava una minaccia e orgoglioso come era non poteva accettarlo; senza riflettere un secondo andò alla ricerca del vecchio pirata e una volta trovato lo attaccò.
 

 
*
 

Era passata una settimana da quel giorno e tutti i giorni, a qualunque orario, Ace aveva tentato di far fuori Barbabianca venendo ogni volta scaraventato contro a qualche parete o finendo in mare per essere ripescato da Deuce, il suo Vice aveva provato a farlo ragionare senza però riuscirci.

Deuce e il resto della ciurma all’inizio erano preoccupati per il loro Capitano ma una volta capito che non correva rischi avevano deciso di aspettare che si calmasse.

Invece la ciurma del vecchio pirata si divertiva a vedere come i tentativi di Ace nell’uccidere Barbabianca fallivano ogni volta, alcuni di loro si divertivano a tenere il conto di quei fallimenti anche se ormai non sapevano più se erano cento o meno i tentativi che finivano sempre con il ragazzo che veniva scaraventato via come se fosse una mosca fastidiosa.
 

 
*
 

Quel giorno il sole stava lentamente tramontando tingendo tutto di rosso, Ace era seduto sul ponte e teneva la testa bassa assorto nei suoi pensieri, sembrava che finalmente avesse sbollito tutta la rabbia che aveva in corpo ed era esausto e affamato, in quei giorni non aveva mangiato molto dato che si intrufolava di nascosto in cucina e rubava giusto qualcosa per tenersi in piedi, in quel momento qualcuno gli appoggiò accanto una scodella piena di zuppa dall’odore invitante che aveva attirato l’attenzione di Ace:

-Mangia prima che si raffreddi.-

“Pugno di Fuoco” conosceva Marco, in quei giorni era stato gentile con lui e si sentiva un po’ in colpa per come lo aveva trattato ogni volta che gli rivolgeva la parola e decise di provare a parlagli, forse la fenice poteva aiutarlo a capire alcune cose che potevano aiutarlo a prendere una decisione:

-Come mai lo chiamate “padre”?-

Marco sorrise la trovava una domanda sensata, dopotutto chi non apparteneva a quella ciurma non poteva capire il legame che li univa e del perché consideravano il loro Capitano come un padre:

-Perché ci chiama “figli”. Tutti ci odiano ma noi siamo felici, le sue parole ci riempiono di allegria.-

decise di cogliere l’occasione di parlargli seriamente ora che lo vedeva disponibile ad ascoltarlo:

-Davvero vuoi continuare così? Finirà male, prendi una decisione.-

era in pensiero per il giovane pirata, sapeva che il suo Capitano non aveva intenzione di fargli del male ma se Ace avesse continuato così si sarebbe fatto male da solo:

-Porterai il “Jolly Roger” di Barbabianca sulle tue spalle? O continuerai per la tua strada?-

era una scelta in apparenza semplice ma sapeva che non lo era:

-Pensaci bene, la tua decisione potrebbe cambiarti la vita.-

Sorrise e prima di andare gli disse di mangiare o avrebbe offeso Satch che si era impegnato nel cucinare la zuppa.

Rimasto solo Ace, come raramente accadeva, si mise a riflettere seriamente sul da farsi e dopo aver finito la zuppa, che aveva trovato davvero buona, andò a cercare la sua ciurma.
 

 
*
 

Trovò tutti i suoi compagni nella sala da pranzo che vedendolo tranquillo capirono che aveva preso una decisione e ora dovevano solo aspettare di sapere quale aveva preso:

-Deuce, ho bisogno di parlare un attimo con te.-

il Vice Capitano si alzò e raggiunse l’amico.

I due pirati si misero in fondo alla stanza in modo che gli altri non potessero sentirli:

-Ace so che hai finalmente preso una decisione, ti conosco molto bene dopo tutto questo tempo che abbiamo passato a navigare insieme.-

“Pugno di Fuoco” sorrise, non credeva che fosse così facile capirlo ma Deuce ci riusciva molto bene ed era per questo che con lui riusciva a parlare di tutto, non avrebbe mai smesso di essere grato al destino per averlo fatto naufragare sulla stessa isola di Deuce, perché lì aveva trovato il miglior amico di cui aveva veramente bisogno:

-Si, ho preso la mia decisione e ho anche capito una cosa importante. Battere Barbabianca non è la strada giusta per superare mio padre, loro erano rivali e si rispettavano è per questo che nessuno dei due ha mai battuto l’altro.-

desiderava superare Roger ma in quei giorni aveva capito che battere il vecchio pirata non era il modo giusto, sconfiggere l’uomo che suo padre rispettava era sbagliato perché se voleva superare il genitore doveva trovare la sua strada lontano dal percorso seguito dal Re dei pirati:

-Deuce, ho pensato di riferire a Barbabianca chi era mio padre. Prima di dargli una risposta voglio capire se mi accettata anche sapendo che sono il figlio del suo rivale.-

era certo che l’imperatore Bianco lo avesse intuito di chi era figlio, dopotutto le persone che avevano conosciuto Roger lo avevano capito dopo averlo incontrato:

-Se pensi che è la cosa giusta da fare, rispetto la tua decisione.-

Ace sorrise e gli chiede di riferire agli altri che sarebbe tornato subito per parlare con loro, dopodiché uscì e andò a parlare con il vecchio pirata.
 

 
*
 

Non fu difficile per Ace trovare la cabina di Barbabianca dato che nei giorni scorsi lo aveva attaccato spesso nel sonno, si avvicinò alla porta e bussò e dopo aver ricevuto il permesso di entrare varcò la soglia e lo vide seduto sul letto, aveva la sensazione che lo stava aspettando:

-Sei qui perché hai finalmente preso una decisione, vero?-

Ace non sapeva come iniziare il discorso, incominciava a credere che forse era meglio lasciare perdere:

-Coraggio ragazzo. Resti con noi o riprendi la tua strada?-

“Pugno di Fuoco” fissò con determinazione Barbabianca, lui non era mai scappato dalle difficoltà e di certo non sarebbe scappato da quella conversazione:

-Prima di farti sapere la mia decisione, ho una cosa importante da dirti.-

era giunto il momento di rivelare anche a quell’uomo quali fossero le sue origini:

-Sei davvero sicuro di volermi nella tua ciurma? Non sai nulla di me.-

prima però voleva sapere il perché lo voleva nel suo equipaggio senza sapere niente di lui:

-Se ciò che vuoi è unirti alla mia famiglia, sei il benvenuto insieme ai tuoi compagni. Non mi serve sapere chi sei. Ho letto di te sui giornali e questo mi ha fatto capire alcune cose ma soprattutto ho visto nei tuoi occhi che eri pronto a morire per la tua ciurma e loro tornando indietro per te hanno dimostrato quanto tu sia importante e questo dimostra quanto si fidano di te. Questo mi basta per volerti con noi.-

Ace non si sarebbe mai aspettato una risposta del genere e in quel momento aveva la certezza di aver preso la decisione giusta, perché Barbabianca era una persona che voleva davvero seguire e iniziava a capire il motivo per cui suo padre lo rispettava così tanto e sperava di venir accettato dopo avergli rivelato la verità:

-Mi diresti così, anche se io ti dico che sono il figlio del tuo vecchio rivale?-

l’imperatore Bianco sorrise, sospettava che tra Ace e Roger ci fosse qualche legame, nel ragazzo aveva intravisto più volte l’ombra del suo vecchio amico in molte cose erano simili ma non era certo di ciò che univa i due e ora lo aveva saputo anche se lo aveva sorpreso nel sapere che era suo figlio:

-E così saresti il figlio di Roger? Ammetto che sono sorpreso, la tua personalità non ha nulla a che vedere con la sua.-

rise divertito perché quei due per quanto si assomigliavano in certe cose in molte altre erano diversi:

-Non è un problema che sono suo figlio? Voi eravate nemici?-

Ace sapeva che erano rivali ma non era a conoscenza di altro sul rapporto che legava quei due pirati leggendari:

-Roger, era un rivale degno di rispetto ma era anche un buon amico. Non importa chi ti ha fatto nascere, siamo tutti figli del mare.-

quelle parole gli scaldavano il cuore, oltre alla famiglia con cui era cresciuto e a Deuce non credeva che avrebbe conosciuto qualcun altro che lo accettava per ciò che era:

-Allora ragazzo, vuoi diventare uno dei miei figli?-

“Pugno di Fuoco” sorrise e finalmente diete la sua risposta accettando di unirsi alla famiglia dell’imperatore Bianco.
 

 
*
 

Dopo aver parlato con Barbabianca era giunto il momento di parlare con la sua ciurma e li trovò ancora nella sala da pranzo che lo attendevano:

-Ragazzi innanzitutto vi ringrazio per avermi seguito fino a qua, sono molto felice di avervi conosciuto e di aver viaggiato con voi ma da oggi i pirati di “Picche” non esisteranno più. Ho deciso di unirmi alla ciurma di Barbabianca e non voglio che voi vi sentiate obbligati a rimanere, mi farebbe piacere continuare a viaggiare con voi ma rispetterò la vostra decisione.-

calò il silenzio, nessuno sembrava voler dire qualcosa fino a quando Deuce non si alzò e parlò in nome della ciurma:

-Mentre non c’eri abbiamo parlato. Tutti noi il giorno che abbiamo deciso di seguirti, abbiamo deciso anche di restare con te fino alla fine. Non importa in che ciurma saremo, noi staremo sempre al tuo fianco Ace.-

il ragazzo sorrise orgoglioso di loro, aveva trovato delle persone straordinarie e nonostante spesso li faceva stare in pensiero i suoi amici non avevano intenzione di abbandonarlo e per questo che decise che era giusto che anche loro conoscevano la verità sul suo conto, sapeva che sua madre non avrebbe avuto nulla da ridire anzi sarebbe stata felice nel sapere che aveva trovato dei compagni di cui si fidava:

-Grazie, ragazzi. C’è una cosa che ci tengo a dirvi, è una cosa che oltre alla mia famiglia ho rivelato solo a Deuce e a Barbabianca e so che tutti voi manterrete il segreto.-

raccontò anche a loro chi era suo padre e i suoi amici non potevano far altro che sorridere, per loro Ace era una persona straordinaria e non li stupiva più di tanto sapere che era il figlio del Re dei pirati.
 

 
***
 
 
Ace ora era un membro della ciurma di Barbabianca e navigando sotto al suo vessillo un giorno avrebbe trovato la strada giusta per raggiungere il suo scopo; era partito lasciandosi alle spalle sua madre e i suoi fratelli, navigando aveva trovato dei veri amici e ora aveva trovato un'altra famiglia che lo aveva accettato per ciò che era e nel vecchio pirata aveva conosciuto ciò che significava avere un padre.

 
Continua…
 
 

 

Ciao,

forse questo è uno dei capitoli più lunghi scritti fino ad ora e spero che vi sia piaciuto.

Anche per questo capitolo ho preso spunto dalla mia vecchia storia e dal capitolo 552 del manga.

Ringrazio le 538 persone che hanno visto gli scorsi capitoli, fatemi sapere con una recensione cosa ne pensate di questo capitolo e se la storia sta piacendo, Grazie per averlo letto.

A giovedì o venerdì

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Capitolo 18
*** I Mesi Passano ***


18° CAPITOLO:

I MESI PASSANO

 


La notizia che Ace e i suoi compagni si erano uniti alla ciurma di Barbabianca era giunta fino al Grand Ammiraglio Sengoku che grazie alle spie che sorvegliavano i pirati, era sempre il primo a sapere le cose.

Sengoku a quella notizia era seriamente preoccupato, era certo che il vecchio pirata conosceva le origini di Ace, poteva averglielo detto Roger prima di morire e questo significava che non era un caso se il giovane pirata aveva incontrato Barbabianca oppure il destino aveva messo i due sulla stessa strada e solo allora l’Imperatore Bianco aveva capito di chi era figlio Ace.

Comunque sia, il Grand Ammiraglio era più che convinto che Barbabianca sapeva chi era “Pugno di Fuoco” e questo lo convinse a credere che l’obbiettivo del vecchio pirata era quello di rendere Ace il nuovo Re dei pirati e per Sengoku significava un grosso problema.

Era più che convito che se il figlio di Gol D. Roger diventava il nuovo Re dei pirati sarebbe scoppiato il caos, era importante porre fine alla vita di Ace prima che ciò potesse accadere il problema era che in quel momento la marina non disponeva ne di uomini potenti ne di mezzi efficaci per affrontare Barbabianca e fino a quando “Pugno di Fuoco” restava con lui, la marina non poteva eliminarlo.

Sengoku doveva assolutamente evitare non solo che il mondo scopriva le origini del giovane pirata ma soprattutto doveva impedire che diventasse il nuovo Re e trovare un modo per fermare una volta per tutte l’Imperatore Bianco era l’unica soluzione.

 
***
 

Il Vice Ammiraglio Garp aveva ascoltato la conversazione di Sengoku e aveva saputo di Ace, dopo aver origliato si era allontanato dall’ufficio dell’amico non solo per evitare rimproveri, dato che il Grand Ammiraglio non lo aveva ancora perdonato per aver protetto il ragazzo ma anche per partire verso l’isola di Dawn per riferire tutto quanto a Rouge.
 

 
*
 

Giunto sull’isola si recò subito sul monte Corvo ed entrò nella vecchia casa senza bussare, al suo interno c’erano solo Rouge e Dadan mentre suo nipote e i banditi erano svaniti:

-Che sei venuto a fare? Speri ancora di convincere quel marmocchio ad entrare in marina?-

Garp rise divertito, Dadan andava sempre dritta al punto senza nemmeno salutare:

-Ben tornato, Garp-san.-

l’uomo salutò Rouge e la ringraziò per il tè, chiese dove fosse suo nipote dato che ormai mancava poco al suo diciassettesimo compleanno:

-Rufy ormai tutte le mattine sparisce e torna alla sera giusto per la cena, ha detto che mancando pochissimo al suo compleanno deve sbrigarsi a fare i preparativi per la partenza.-

il Vice Ammiraglio dubitava che il nipote fosse in grado di organizzare qualcosa, di certo quella era una scusa per evitare di incontrarlo:

-Comunque sia sono venuto qui per una notizia che riguarda Ace. Presto anche i giornalisti lo verranno a sapere e divulgheranno la notizia sui giornali ma ho pensato di fartelo sapere prima.-

Rouge gli era grata per il fatto che cercava sempre di fargli sapere ciò che accadeva nel mondo prima di leggerlo sui giornali, i giornalisti avevano l’abitudine di inventarsi le cose per arricchire la notizia e quindi non si capiva mai cosa era vero e cosa non lo era:

-Ace e i suoi compagni si sono uniti alla ciurma di Barbabianca e quell’idiota di Sengoku è convito che l’Imperatore Bianco lo voglia rendere il nuovo Re dei pirati.-

a quella notizia Dadan non sapeva che dire mentre la giovane donna da una parte era sollevata nel sapere che il figlio navigava insieme ad un pirata così potente ma era anche preoccupata:

-Garp-san una volta mi avevi detto che se per qualche motivo Ace si univa a quella ciurma sarebbe restato al sicuro. E’ vero?-

il Vice Ammiraglio rimase un attimo in silenzio, Barbabianca non era immortale e prima o poi sarebbe giunta la sua fine e senza di lui niente avrebbe impedito a Sengoku di uccidere Ace:

-Ora come ora la marina non è in grado di battere quel vecchio pirata e quindi tuo figlio è al sicuro ma tieni presente che Barbabianca, con l’avanzare dell’età sta perdendo la sua forza e prima o poi Sengoku riuscirà a trovare un modo per eliminarlo.-

Rouge capiva la situazione e tutto quello che poteva fare era sperare che suo figlio in un modo o nell’altro sarebbe stato in grado di sopravvivere:

-Comunque perché il Grand Ammiraglio è convinto che quel pirata voglia rendere Ace il nuovo Re?-

alla domanda di Dadan scoppiò a ridere, tutti sapevano come era fatto Edward Newgate ed era assurdo che Sengoku si era convinto di una cosa del genere:

-Perché è paranoico. Non so se Barbabianca sapeva già di chi era figlio Ace oppure se lo ha capito una volta incontrato, quel moccioso assomiglia molto a Roger e chi lo ha conosciuto avrà notato la somiglianza.-

Rouge sorrise, in suo figlio aveva rivisto spesso Roger:

-Tu cosa ne pensi Garp-san, può essere quello il motivo che ha spinto quell’uomo a volere nella sua ciurma mio figlio?-

il Vice Ammiraglio sorrise:

-Barbabianca considera ogni membro della sua ciurma come un figlio e non obbligherà mai uno di loro a fare qualcosa che non vuole anzi farebbe di tutto per aiutarli, se Ace dovesse voler diventare il Re dei pirati allora lo aiuterà ma se non vuole non lo costringerà di certo.-

Rouge era felice di sentirlo, con Barbabianca suo figlio aveva finalmente una figura paterna a cui fare riferimento e gli faceva piacere che si trattava proprio dell’uomo che era rivale di Roger, suo marito gli aveva parlato molto di lui.
 

 
***
 

Erano passati dei mesi da quando Ace aveva scelto di unirsi a Barbabianca, in quelle settimane aveva vissuto molte avventure e aveva contribuito a sconfiggere i folli che attaccavano la “Moby Dick” per poi diventare alleati, aveva anche conosciuto pirati come Whitey Bay che stavano dalla parte di Barbabianca da molto tempo.
 

 
*
 

Col tempo “Pugno di Fuoco” si era abituato a chiamare “padre” il vecchio pirata, all’inizio gli risultava difficile chiamarlo in quel modo infondo era cresciuto senza comprendere cosa significava avere un padre, dopotutto il suo genitore non solo era venuto a mancare prima della sua nascita ma era talmente conosciuto nel mondo da risultare una leggenda ed Ace faceva fatica a vederlo come suo padre e per questo gli era risultato difficile chiamare così Barbabianca fino a quando un giorno gli era venuto spontaneo vedere quell’uomo come un padre e portava con orgoglio il tatuaggio della ciurma sulla propria schiena.

Comunque in quei mesi Ace e i suo amici si erano inseriti bene nella ciurma legando con tutti gli altri, Kotatsu era viziata e coccolata da tutti e la lince ne approfittava sempre per ricevere del pesce di cui era ghiotta; era come se facessero parte di quella grande famiglia da sempre anche se il vecchio pirata non aveva ancora deciso se farli restare a bordo della “Moby Dick” o se mandarli a bordo delle altre navi che costituivano la sua grande flotta.

Barbabianca aveva notato come Ace andava molto d’accordo sia con Marco che con Satch e quindi era logico scegliere se farlo restare nella prima flotta che era la “Moby Dick” o mandarlo nella quarta ma c’era anche un’altra possibilità ovvero il posto vacante come comandante della seconda flotta, non c’era comunque fretta prima o poi avrebbe capito quale fosse il giusto posto per il ragazzo.
 

*
 

Durante il viaggio insieme ai nuovi compagni Ace aveva ritrovato Odr Jr, la gigantesca creatura aveva ripreso a viaggiare e questo lo aveva portato ad incontrare di nuovo l’amico.

I pirati di Barbabianca erano stupiti, avevano incontrati i giganti ma mai un essere così enorme; comunque non trovavano strano che fosse un amico di Ace dato che aveva la capacità di fare amicizia con chiunque, Deuce raccontò a loro come avevano conosciuto Odr facendoli ridere quando era arrivato a raccontare i tentativi di Ace per fare un cappello all’amico.

Odr Jr dal canto suo era molto felice di aver rivisto “Pugno di Fuoco” e quando aveva capito che si era unito alla ciurma dell’Imperatore Bianco aveva dichiarato che sarebbe diventato loro alleato in modo da poter aiutare Ace, Barbabianca aveva riso a quelle parole e gli aveva detto che era il benvenuto nella sua famiglia perché anche i suoi alleati ne facevano parte.
 

 
***
 

In quei mesi, da quando Ace era diventato membro della ciurma di Barbabianca, suo fratello Rufy aveva iniziato il suo viaggio e aveva trovato tre compagni con cui stava vivendo grandi avventure.
 

 
Continua…
 
 

 

Ciao,

questo capitolo è un po’ più corto rispetto agli altri, spero che vi sia piaciuto.

Questa volta il capitolo si concentra un po’ su Sengoku e la famiglia di Ace, per quanto riguarda Rufy non ho scritto della sua partenza dato che avrei scritto esattamente quello che viene detto nel primo volume del manga però ho accennato che è partito e che ha già incontrato Zoro, Nami e Usopp.

Ringrazio le 576 persone che hanno visto gli scorsi capitoli, fatemi sapere con una recensione cosa ne pensate di questo capitolo e se la storia sta piacendo, Grazie per averlo letto.

A giovedì o venerdì

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Capitolo 19
*** Comandante della Seconda Flotta ***


19° CAPITOLO:

COMANDANTE DELLA SECONDA FLOTTA

 


Quel pomeriggio Ace stava discutendo con Barbabianca mentre Marco ed Izo stavano osservando divertiti chiedendosi se sta volta sarebbe riuscito a convincere il vecchio pirata, Deuce si unì ai due per assistere all’ennesimo tentativo di convincere l’Imperatore Bianco anche se era scontato come sarebbe andata a finire, era da qualche giorno che Ace tentava di convincere il babbo ad andare a Wano per aiutare la gente che viveva lì ma ovviamente riceveva sempre un rifiuto:

-Ti prego, padre!-

Barbabianca bevve un sorso di sakè e sbuffò, voleva accontentare il ragazzo ma era troppo rischioso e lui non lo capiva, era troppo testardo quando si impuntava sulle cose e in questo era tale e quale a Roger:

-Quante volte te l’ho detto, Ace?-

Marco provò a dare una mano al babbo ma nemmeno lui riuscì a far ragionare il giovane pirata:

-E allora lasciatemi andare da solo! Ho fatto una promessa!-

il vecchio pirata stava perdendo la pazienza, ammirava la determinazione del ragazzo ma solo un folle poteva pensare di sopravvivere contro Kaido:

-Pensi di poter sconfiggere l’uomo che neanche Kozuki Oden è riuscito a battere? Non essere presuntuoso Ace!!!-

“Pugno di Fuoco” schivò il colpo di Barbabianca, il fatto che il vecchio era passato ai pugni gli fece capire che era meglio dargli ascolto per una volta e poi conosceva Oden, sia la piccola Tama che Yamato gli avevano parlato di lui e sapeva anche che era stato lui l’ultimo Comandante della seconda flotta.

Barbabianca comprese che finalmente Ace si era arreso:

-Prima o poi Wano sarà libera, non affrettare le cose.-

si alzò dalla sua poltrona e si avviò verso le scale:

-Ti aspetto dopo cena nella mia cabina, dobbiamo parlare.-

il ragazzo si chiese cosa voleva dirgli ma decise di non pensarci e di aspettare la sera, intanto Marco ed Izo si erano fatti raccontare da Deuce cosa fosse successo a Wano.

Comunque Ace era un po’ irritato dal non poter ancora aiutare le persone che aveva incontrato nel paese dei samurai:

-Maledizione! Se non divento più forte, non potrò mantenere la mia promessa.-

Deuce sorrise divertito, l’amico era stato un folle a fare una promessa del genere:

-Questo dimostra quanto la promessa che porti addosso sia complicata.-

Izo dopo aver ascoltato ciò che gli ex pirati di “Picche” avevano vissuto a Wano, non poteva far altro che ammirare quel giovane pirata che aveva a cuore le sorti di un paese che conosceva appena:

-Ace, se nostro padre ti darà mai il via libera assicurati di farmi venire con te.-

Marco disse di contare anche su di lui, “Pugno di Fuoco” sbuffò:

-In quel caso penso che avremo già vinto.-

la fenice rise dall’ottimismo che aveva:

-Davvero? Quanto sei ingenuo!-

Ace mise il broncio e se ne andò sulla polena dove passò il resto del pomeriggio in compagnia di Kotatsu.
 

 
*
 

Quella notte, dopo che la cena si era trasformata in una festa come sempre accadeva, Ace si recò nella cabina di Barbabianca ed entrò senza bussare trovando l’uomo comodamente seduto sul letto a bere sakè:

-Siediti Ace, abbiamo un po’ di cose di cui parlare.-

il ragazzo fece come gli era stato detto senza dire nulla capendo che era una cosa seria:

-Innanzitutto credimi quando ti dico che voglio aiutare Wano, Oden come ben sai era uno di noi ed era originario di quell’isola come lo è Izo.-

“Pugno di Fuoco” non capiva come mai allora non voleva fare nulla:

-Appunto per questo che non capisco. A Wano ho conosciuto una bambina costretta a guadagnarsi dei soldi per poter mangiare e poi Kaido tiene prigioniero il suo stesso figlio. Ho promesso sia a Tama che a Yamato che sarei tornato appena sarò più forte ma tu lo sei e puoi battere Kaido!-

Barbabianca sorrise in quel momento gli sembrava di rivedere Roger, anche lui era sempre stato determinato ad aiutare chi ne aveva bisogno:

-Kaido non è uno facile da eliminare. Ascolta Ace, se io e quel folle ci dovessimo scontrare non solo attireremo l’attenzione della marina che di sicuro prenderà dei provvedimenti ma dubito che Wano possa rimanere integra se noi due ci dovessimo affrontare e poi il frutto del diavolo mangiato da Kaido ha reso il suo corpo molto resistente mentre io sono invecchiato. Abbi pazienza, prima o poi Wano sarà salva.-

Ace ora comprese le motivazione del vecchio e non poteva far altro che accettare la sua decisione sperando che prima o poi qualcuno sarebbe giunto ad aiutare quella gente:

-Babbo mi racconti che tipo era Oden. Tama e anche Yamato mi hanno raccontato qualcosa ma vorrei sapere come ci è finito in questa ciurma.-

il vecchio pirata rise, ricordava come se fosse successo solo ieri l’incontro con Oden:

-Oden non è stato solo uno della mia ciurma, ad un certo punto ha seguito Roger per poi far ritorno a casa.-

“Pugno di Fuoco” questo non se lo aspettava; Barbabianca gli raccontò di come Oden si era unito alla ciurma seguito da Izo e da un cane e un gatto, di quando aveva conosciuto la donna che era poi diventata sua moglie unendosi anche a lei alla ciurma, della nascita dei loro figli e dell’incontro con Roger, gli raccontò che decise di prendere la sua famiglia e di andare con lui per aiutarlo a comprendere i Poignee Griffe, raccontò tutto ciò che era accaduto in quel tempo lontano ed Ace ascoltandolo aveva compreso perché quell’uomo era tanto ammirato da chi lo aveva conosciuto.

Calò il silenzio e vedendo che il ragazzo non aveva nulla da dire decise di arrivare al vero motivo per cui aveva voluto parlare con lui:

-Ascolta, da domani tu e tutti quelli che facevano parte dei pirati di “Picche” vi unirete alla seconda flotta e prenderai il comando.-

Ace era senza parole, sapeva che il posto di Comandante della seconda flotta era rimasto vacante da quando Oden se ne era andato e trovava assurdo che lui prendesse il suo posto:

-Babbo non ho nulla da ridire nell’unirmi a quella flotta ma non posso accettare di diventarne il Comandante. Chiedi a qualcun altro, non sono all’altezza di Oden.-

Barbabianca rise divertito, il ragazzo si sottovalutava perché non c’era nessuno che poteva occupare quella carica oltre a lui:

-Appunto perché era stato Oden l’ultimo Comandante della seconda flotta che tu sei l’unico a meritarsi quel ruolo. Ace hai un cuore grande e sei sempre pronto ad aiutare chi ne ha bisogno, vuoi salvare Wano che era la terra natale di Oden e questo ti rende all’altezza di occupare il suo posto.-

Ace era orgoglioso di sentirsi dire quelle parole e accettò la carica promettendo a Barbabianca che non lo avrebbe deluso.
 

 
***
 

I giornalisti non impiegarono molto tempo a scoprire che Ace era diventato il Comandante della seconda flotta di Barbabianca e a riportare la notizia sui giornali che fecero il giro del mondo arrivando fino a Rouge che sorrise davvero orgogliosa di suo figlio.

Sengoku dal canto su non prese affatto bene la notizia, il fatto che “Pugno di Foco” ricopriva quella carica significava che l’Imperatore Bianco si fidava di lui e questo lo convinse di più a sostenere che voleva rendere il ragazzo il nuovo Re dei Pirati.

Garp invece era davvero fiero del nipote stava mantenendo la promessa fatta a sua madre e ormai a modo suo stava percorrendo una strada che gli avrebbe permesso di farsi un nome e un giorno avrebbe superato suo padre, in futuro la gente si sarebbe ricordata di Ace non come il figlio di Roger ma per la fama che si era costruito viaggiando e affrontando sfide che avrebbe vinto.
 

 
***
 

Il tempo passava, Ace si trovava bene nella seconda flotta e si era abituato ad esserne il Comandante, andava molto d’accordo con Teach grazie anche al fatto che entrambi adoravano mangiare.

Marshall D. Teach era un uomo dall’apparenza innocua, non partecipava mai alle battaglie e amava molto sia divertirsi sia le crostate, nessuno però si era accorto che quella era tutta una finzione e che dietro a quella maschera si celava un’oscurità malvagia che avrebbe portato solo distruzione e dolore.
 

 
***
 

Quel giorno Ace era davvero felice, dai giornali aveva saputo che Rufy era finalmente giunto nel Grande Blu, certo era ancora lontano il giorno in cui si sarebbero potuti incontrare dato che lui era nel Nuovo Mondo e ancora non sapeva nulla riguardo a Sabo ma sapere che il suo fratellino si stava facendo conoscere lo rendeva davvero felice e orgoglio di essere suo fratello maggiore.

Ace mostrò la taglia di Rufy a Barbabianca:

-Dai un’occhiata, vecchio! Questo è mio fratello!-

l’Imperatore Bianco prese la taglia e rise:

-Sembra un combina guai come te.-

il ragazzo gli aveva raccontato molte volte di sua madre e dei suoi fratelli, gli aveva anche raccontato che di suo fratello Sabo non aveva mai avuto notizie ma che non era in pensiero dato che era molto più responsabile di lui cosa che non poteva dire lo stesso di Rufy dato che entrambi erano degli incoscienti:

-Il mio fratellino diventerà di sicuro il Re dei pirati.-

Barbabianca gli ridiede la taglia e sorrise, non metteva in dubbio le sue parole perché se si assomigliavano allora sapeva che avrebbe fatto di tutto a realizzare il suo sogno come faceva Ace.

“Pugno di Fuoco” passò la giornata a mostrare a chiunque incontrava la taglia di Rufy portando all’esasperazione i compagni che non ne potevano più.
 

 
***
 

Le giornate proseguivano tra scontri con pirati folli che credevano di poterli battere e momenti tranquilli dove la ciurma si rilassava e divertiva.

Quei giorni però erano destinati a finire e un incubo avrebbe avuto inizio e tutto iniziò da un semplice frutto del diavolo.
 

 
*
 

Satch aveva trovato un frutto del diavolo ignaro che si trattava dello stesso frutto che Teach cercava da tantissimo tempo.

Durante la notte, silenzioso come un’ombra, Barbanera colpì alle spalle il Comandante del quarta flotta uccidendolo, dopo l’omicidio prese l’ambito frutto e si dileguò nell’oscurità della notte.

Il mattino successivo quando la ciurma trovò il corpo di Satch capirono subito chi era il responsabile dato che era l’unico a mancare.

Ace andò su tutte le furie, era molto legato all’amico deceduto e si fidava di Teach, si mise ad urlare dicendo che non poteva passarla liscia.

Marco e Deuce cercavano di calmarlo invano, lo capivano ed erano d’accordo con lui ma si fidavano di loro padre e volevano rispettare gli ordini:

-Piantala, Capito!!! Ace!!! Calmati!!!-

alcuni provarono a trattenerlo ma ci rinunciarono subito dato che stava andando letteralmente a fuoco anche Kotatsu cercò di fermarlo ma la lince non poteva nulla contro la furia di Ace, alcuni cercavano di fargli capire che c’era un motivo se Barbabianca aveva deciso di non seguirlo ma Ace non ascoltava nessuno.

Il vecchio pirata osservava in silenzio ciò che stava accadendo davanti ai suoi occhi, aveva sempre avuto dei sospetti su Teach ma voleva fidarsi di lui e questo aveva portato alla morte Satch e ora aveva un brutto presentimento ed era per questo che non voleva seguirlo:

-Ace, sta buono solo sta volta. Ho un brutto presentimento a riguardo…-

“Pugno di Fuoco” non poteva accettare di seguire i suoi ordini, questa volta era diverso rispetto a quando gli aveva chiesto di salvare Wano, sta volta un compagno era morto per mano di un traditore:

-Ha ucciso uno dei suo stessi compagni!!! Per quanti anni è stato con te?! Ti ha disonorato ed è fuggito come un codardo!!!-

raggiunse il parapetto e fece calare in mare lo striker, di solito stava riposto nella stiva coperto da un telo ma il giorno prima lo aveva usato ed era rimasto appeso al parapetto:

-Non posso permettere che la passi liscia dopo aver infamato suo “padre”!! Ci penserò io!!-

saltò a bordo della sua piccola imbarcazione e partì a tutta velocità ignorando le urla dei suoi compagni che gli chiedevano di tornare indietro.
 

***
 

Ace era determinato a rivoltare il mondo pur di trovare il traditore e non aveva intenzione di fermarsi fino a quando non sarebbe riuscito a vendicare Satch.

Non poteva ancora sapere che una volta trovato Teach, il suo viaggio sarebbe giunto alla fine.
 

 
Continua…
 
 

 

Ciao,

di nuovo un capitolo lungo, spero che vi sia piaciuto.

Ho preso spunto dai capitoli 552-557-999 del manga soprattutto per alcuni dialoghi, alcuni pezzi li ho un po’ modificati per adattarli alla storia.

Ringrazio le 616 persone che hanno visto gli scorsi capitoli, fatemi sapere con una recensione cosa ne pensate di questo capitolo e se la storia sta piacendo, Grazie per averlo letto.

A giovedì o venerdì

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Capitolo 20
*** Alla Ricerca del Traditore ***


20° CAPITOLO:

ALLA RICERCA DEL TRADITORE



 
I giornalisti non impiegarono molto tempo a scoprire che Marshall D. Teach conosciuto come Barbanera aveva tradito Barbabianca uccidendo il Comandante della quarta flotta e che Ace lo stava inseguendo, riportarono tale notizia sui loro giornali che fecero il giro del mondo.
 

 
*
 

Rouge dopo aver letto quell’articolo era in pensiero per suo figlio, sperava che tutto si sarebbe risolto per il meglio ma aveva un brutto presentimento, chiese a Roger di vegliare su di lui e di proteggerlo.
 

 
*
 

Mentre per Sengoku quella notizia era un’opportunità, era più che certo che se un uomo sotto al comando di Barbabianca era arrivato a tradirlo significava che l’Imperatore Bianco non era più così forte e temuto come un tempo e il fatto che “Pugno di Fuoco” stava cercando il traditore da solo era un’occasione per poterlo finalmente arrestare e condannare a morte; il Grand Ammiraglio iniziò ad organizzarsi per fermare Edward Newgate perché di certo quel vecchio pirata sarebbe uscito allo scoperto se la marina riusciva a catturare Ace.
 

 
***
 

Ace dopo aver lasciato la “Moby Dick”, si era messo subito sulle tracce del traditore e aveva scoperto che era tornato nel Grande Blu e lo aveva seguito ma una volta lasciato il Nuovo Mondo, aveva perso le sue tracce.

Aveva controllato da cima a fondo l’arcipelago Sabaody chiedendo in giro se qualcuno lo aveva visto ma nessuno sembrava voler collaborare, Ace non sapeva se si rifiutavano di rispondergli per non farsi coinvolgere in quella storia o se davvero non sapeva nulla; sperava di poter chiedere qualcosa a Rayleigh e a Shakky ma il bar della donna era chiuso e non sapeva dove poterli cercare.

Lasciato l’arcipelago aveva navigato senza seguire una rotta precisa, fermandosi sulle varie isole che incontrava per cercare Teach ma sembrava svanito nel nulla.

Le settimane passavano e “Pugno di Fuoco” ancora non aveva trovato traccia del traditore ma di certo non aveva intenzione di arrendersi.
 

 
***
 

Quel giorno era giunto su una piccola isola di pescatori dal clima primaverile e decise di recarsi alla locanda, lì era più facile ottenere informazioni e in più era affamato.

Ace si sedette al bancone e fece conversazione con il proprietario ma anche lui non aveva risposte da dargli e decise di riprendere il mare subito dopo aver pranzato, in quel momento entrò qualcuno che sarebbe riuscito finalmente a dargli qualche traccia su dove fosse finito Barbanera:

-Finalmente ci incontriamo di nuovo.-

“Pugno di Fuoco” si voltò e riconobbe subito il fratello:

-Sabo che fine avevi fatto?-

il ragazzo sorrise e si sedette accanto a lui ordinando qualcosa anche per se:

-Punto primo io non sono come te e Rufy che mi faccio notare subito e che continua a creare problemi, secondo non sono diventato un pirata.-

Ace rise, in effetti Sabo era sempre stato quello più responsabile dei tre:

-Se non sei un pirata, cosa stai facendo?-

il fratello bevve un sorso di birra:

-Sai che ho sempre voluto vivere libero e credevo che fare il pirata fosse l’unica strada ma mi sbagliavo ce ne è un’altra e mi permetterà anche di aiutare il mondo a riavere la sua libertà, mi sono unito all’Armata Rivoluzionaria.-

il ragazzo di fuoco aveva sentito parlare di loro, uomini e donne che avevano deciso di combattere contro il Governo Mondiale per rendere le persone libere dalle loro leggi:

-Come ci sei finito con loro?-

Sabo prese a raccontare cosa gli era capitato subito dopo aver lasciato l’isola di Down; raccontò che dopo qualche giorno di navigazione aveva aiutato una ragazza a portare in salvo delle persone che erano sotto tiro dai soldati di qualche re tiranno, lei si chiamava Koala e gli aveva parlato dell’Armata Rivoluzionaria e quale fosse il loro scopo, disse al fratello che era rimasto affascinato dalle sue parole e gli chiese di fargli incontrare il loro capo, la ragazza gli aveva fatto conoscere l’uomo pesce che era con lei di nome Hank e lui era d’accordo a fargli incontrare Dragon.

Raccontò che il capo dei rivoluzionari lo accolse con loro senza problemi e che lo aveva anche allenato di persona facendogli imparare ad usare l’Haki, raccontò delle varie missioni che aveva compiuto insieme ai suoi compagni e di come negli anni si era sempre tenuto informato su Ace e ora anche su Rufy:

-A quanto pare hai trovato il tuo posto.-

il giovane rivoluzionario sorrise perché era vero, con i rivoluzionari si sentiva davvero nel posto giusto e immaginava che anche Ace si sentiva così dal momento in cui si era unito a Barbabianca:

-Ho anche scoperto che Dragon è il padre di Rufy.-

a quelle parole il pirata scoppiò a ridere, era troppo assurdo che sia lui che il suo fratellino fossero figli di due uomini che la marina temeva.

I due fratelli continuarono a chiacchierare raccontandosi ciò che avevano fatto in quegli anni; Sabo ad un certo punto si fece serio, non era una coincidenza se si erano trovati sulla stessa isola:

-Ascolta Ace, non sono qui per caso. Da quando ho letto sui giornali del tradimento di Marshall D. Teach, ho voluto cercarti e per fortuna non è stato difficile trovarti.-

“Pugno di Fuoco” rimase in silenzio, non avrebbe permesso nemmeno a suo fratello di fermarlo:

-Se sei qui per dirmi di tornare indietro, lascia perdere.-

Sabo voleva davvero che Ace smettesse di cercare quel traditore ma sapeva che era inutile:

-Tranquillo non è per questo che ti stavo cercando. Voglio che tu mi prometta di fermarti se ti accorgi di non poterlo battere. Ho un bruttissimo presentimento anche Dragon è preoccupato per questa storia, sostiene che Barbanera sia molto più pericoloso di quanto possiamo immaginare.-

anche Ace la pensava così, Teach poteva benissimo rubare il frutto e sparire nel nulla, invece aveva scelto di uccidere Satch e questo significava che non temeva Barbabianca:

-So anch’io che non è da sottovalutare. Ti prometto che se mi rendo conto di non poterlo battere, tornerò dai miei compagni.-

dubitava di riuscire a mantenere quella promessa perché Teach di sicuro non lo avrebbe lasciato andare se si fossero incontrati.

Sabo diete al fratello un Eternal Pose:

-Questo ti porterà sull’isola di Drum. Stando alle mie informazioni, Barbanera è stato lì con la ciurma che ha formato e ha causato molti problemi. Non so se è ancora lì dato che sono già passati tre giorni da quando ho ricevuto queste informazioni.-

Ace lo prese e rimase a fissarlo notando che puntava da tutt’altra parte rispetto al suo Log Pose:

-Grazie.-

il rivoluzionario sperava che non lo trovasse ma sapeva che il fratello non si sarebbe arreso:

-Un’altra cosa, Rufy sta seguendo quella rotta. Presto raggiungerà anche lui Drum e stando alle mie fonti è diretto ad Alabasta. Se lo incontri, salutamelo.-

nel tener d’occhio il fratellino aveva scoperto che con lui c’era Bibi la principessa del regno delle sabbie e sapendo come era la situazione nel suo paese era scontato credere che Rufy la volesse aiutare:

-Te lo saluterò. Ora vado, è stato bello rivederti.-

Sabo sorrise, anche lui era stato felice nel rivederlo e si augurava di poterlo rincontrare di nuovo.

Ace si alzò e dopo aver salutato il fratello, uscì dalla locanda e riprese il suo viaggio.
 

 
***
 

Grazie allo striker, Ace impiegò solo un giorno a raggiungere l’isola di Drum.

Era un’isola innevata e anche se non ne aveva bisogno, dato che usando i suoi poteri non sentiva freddo, decise di indossare comunque un cappotto per non attirare l’attenzione.

Una volta sceso a terra “Pugno di Fuoco” aveva notato che la gente era fin troppo di buon umore, erano stati attaccati da una ciurma di pirati eppure sembrava che non fosse successo nulla.

Entrò nella prima locanda che trovò sulla sua strada e andò dritto dal proprietario:

-Salve, sto cercando un pirata che si fa chiamare Barbanera. So che è stato qui.-

l’uomo confermò che quel pirata aveva attaccato l’isola qualche giorno fa e che ormai se ne era andato:

-Comunque ci ha fatto un favore. Grazie a quei pirati quel vigliacco di un re è fuggito, ora non dobbiamo più subire i suoi soprusi.-

Ace ora capiva il perché la gente era felice, per una volta Teach aveva fatto qualcosa di giusto anche se sapeva che era stato solo un caso:

-Non sa dove si sono diretti?-

il locandiere scrollò le spalle:

-Boh, dalla direzione presa dovrebbero giungere ad Alabasta ma se stanno seguendo un Eternal Pose, potrebbero essere ovunque.-

il giovane pirata lo ringraziò, prese a mangiare e quando finì tirò fuori dallo zaino l’avviso di taglia di Rufy:

-Vorrei un’altra informazione, avete per caso visto un pirata con in testa un cappello di paglia?-

l’uomo scosse la testa ed Ace gli porse il volantino che teneva tra le mani:

-Se dovesse venire in questo posto, ditegli che lo aspetterò per dieci giorni ad Alabasta. Mi raccomando.-

aveva deciso di aspettare il fratello per qualche giorno e in tanto avrebbe continuato a cercare le tracce di Teach, si alzò e fece per andarsene quando il locandiere lo fermò:

-Aspetta, dimmi almeno come ti chiami.-

Ace sorrise, in effetti era più facile incontrare Rufy se lui sapeva il nome di chi gli aveva lasciato il messaggio:

-Il mio nome è Ace. Dite pure questo nome a Rufy e lui capirà chi sono.-

dopodiché uscì dalla locanda prima che il proprietario si rendesse conto che doveva ancora pagare.

 
***
 

Ace si lasciò alle spalle l’isola di Drum diretto ad Alabasta, sperava di poter rivedere Rufy e di riuscire finalmente a trovare Teach.
 

 
Continua…
 
 

 

Ciao,

in questo capitolo Ace e Sabo si sono ritrovati e il rivoluzionario ha rivelato al fratello dove andare per trovare Barbanera, spero che vi sia piaciuto.

Per il pezzo ambientato a Drum ho preso spunto dal capitolo 154 del manga.

Mancano solo 6 capitoli alla fine.

Ringrazio le 691 persone che hanno visto gli scorsi capitoli, fatemi sapere con una recensione cosa ne pensate di questo capitolo e se la storia sta piacendo, Grazie per averlo letto.

A giovedì o venerdì

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Capitolo 21
*** Ritrovarsi ***


21° CAPITOLO:

RITROVARSI

 


Ace impiegò solo un paio di giorni a giungere sull’isola di Alabasta, attraccò al porto della città di Nanohama e si avviò lungo le strade affollate in cerca di una locanda, aveva stabilito di restare lì per dieci giorni nella speranza di incontrare Rufy e aveva deciso di fare le cose con calma quindi diede la priorità a riempirsi lo stomaco.

Una volta dentro alla locanda si mise seduto al bancone e ordinò da mangiare e nell’attesa chiese al proprietario se aveva mai sentito parlare di un pirata chiamato Barbanera e ovviamente la risposta fu no però venne a sapere che lì si era stabilito Crocodile, la gente del posto non aveva idea di che persona si trattava ma Ace conosceva quel nome e sapeva che si trattava di un membro della “Flotta dei Sette”; non sapeva quale fosse lo scopo di Teach ma dubitava che voleva rischiare di scontrarsi con Crocodile e questo significava che non si trovava ad Alabasta.
 

 
*
 

Era da un po’ che Ace stava mangiando facendo accumulare una pila di piatti accanto a se, ad un tratto cadde con la faccia nel piatto tenendo un braccio sollevato con la quale impugnava una forchetta, il locandiere e gli altri clienti andarono nel panico temendo che fosse morto fino a quando, come se nulla fosse, “Pugno di Fuoco” rialzò la testa e qualcuno gli chiese se stava bene e lui dopo essersi pulito il viso rispose di si:

-Che strano mi ero appisolato.-

per lui era normale addormentarsi di colpo e riprese a mangiare ignorando il caos dietro di lui, le altre persone presenti erano scioccati da tale assurdità ma quando il giovane pirata si addormentò di nuovo si arrabbiarono per quella situazione senza senso.

Ace continuò a mangiare e quando fu sazio tirò fuori l’avviso della taglia di Rufy e lo mostrò all’uomo dietro al bancone chiedendogli se lo avesse mai visto, in quel momento entrò un marine:

-Che faccia tosta venire a rimpinzarsi qui alla luce del sole. Avanti dimmelo che ci fa in questo paese il Comandante della seconda flotta dei pirati di Barbabianca?! Dimmelo  Portuguese D. Ace!-

la gente presente era senza parole, non potevano credere che un tipo così bizzarro facesse parte di una ciurma pirata così famosa ma il tatuaggio sulla schiena non lasciava alcun dubbio.

“Pugno di Fuoco” fisso il marine che riconobbe come Smoker, sapeva che era di base a Rogue Town e infatti aveva rischiato di attirare la sua attenzione quando era stato in quella città tempo fa e non capiva come mai si trovava nel Grande Blu:

-Vedi sono alla ricerca del mio fratellino!-

in realtà non era il fratello che cercava ma di certo non stava a dare spiegazioni ad un marine:

-Allora? Mi spieghi cosa diavolo vuoi?-

non voleva perdere tempo con lui e prima capiva le intenzioni di Smoker e prima poteva andarsene:

-Adesso vieni buono buonino con me.-

al “Cacciatore Bianco” non importava che il Gran Ammiraglio aveva ordinato di evitare di scatenare la furia dei Quattro Imperatori, se vedeva un pirata lui tentava di arrestarlo indipendentemente da chi egli fosse:

-Mi dispiace ma proprio non posso.-

Ace non aveva voglia di combattere con lui, era solo una perdita di tempo:

-Devo ammettere che in realtà sto cercando un altro pirata e che tu ora non mi interessi più di tanto…-

“Pugno di Fuoco” lo interruppe non trovando sensata la situazione:

-Allora lasciami in pace…-

sperava di convincerlo ad andarsene ma tanto sapeva che non sarebbe successo:

-Tuttavia il mio ruolo non mi permette di scegliere chi catturare. Io sono un marine e finché mi troverò di fronte a dei pirati come te…-

Smoker lasciò in sospeso la frase e si preparò ad attaccare il pirata, Ace vedendo il marine che si stava trasformando in fumo si preparò a scattare e andarsene dalla locanda dato che non aveva intenzione di affrontarlo:

-Solo sciocche motivazioni. Dai non pestiamoci i piedi.-

nel momento in cui il marine stava per sferrare il suo attaccavo, fu scagliato da una furia improvvisa in avanti fino a travolgere il pirata andando a sfondare le pareti.

Ace si tirò a sedere borbottando tra se:

-Ma chi diavolo era quello scalmanato?!-

una volta in piedi si era accorto di trovarsi all’interno di una casa e di aver interrotto il pranzo di una famiglia, si scusò con loro e tornò in dietro curioso di sapere chi era il pazzo che lo aveva fatto volare via.

Ritornato alla locanda non si stupì più di tanto nel vedere il fratello ma non fece in tempo a dire nulla che Smoker lo superò raggiungendo Rufy che una volta riconosciuto se ne andò di corsa inseguito dal marine.
 

 
*
 

Ace recuperò il suo zaino e si mise ad inseguire i due e per non perderli di vista li seguì dai tetti, ad un certo punto vide Smoker sferrare il suo attacco e decise di intervenire:

-Onda di Fuoco!-

si materializzò avvolto dalle fiamme tra il marine e il fratello:

-Senti idiota vedi di finirla! Tu potrai pure usare il tuo fumo ma io posso usare il mio fuoco! Che ne dici di misurarti con me? Facciamo una bella sfida.-

alla fine era costretto a battersi se voleva dare a suo fratello una via di fuga ma ad essere sinceri Ace era curioso di combattere contro Smoker per vedere quale dei due poteri avrebbe prevalso sull’altro.

Rufy si era fermato e riconobbe subito suo fratello, i suoi compagni invece si chiesero chi fosse la persona che li aveva appena aiutati:

-Ace?!-

il ragazzo di gomma era davvero sorpreso di vederlo:

-Non sei affatto cambiato caro il mio fratellino!-

“Pugno di Fuoco” aumentò le sue fiamme pronto a fermare il prossimo attacco:

-Non mi sembra il momento più adattato per parlare. Adesso pensate a tagliare la corda, io vi raggiungerò dopo. Ci penso io a tenerli un po’ a bada, questi marines. Andate!-

Rufy sorrise e disse ai suoi amici di correre alla nave certo che dopo lo avrebbe rivisto.

 
*
 

Una volta che i “Mugiwara” furono a bordo della nave levarono l’ancora e solo dopo chiesero spiegazioni al loro Capitano su chi fosse l’individuo che li aveva aiutati dato che avevano capito che Rufy lo conosceva.

Cappello di Paglia disse a loro che si trattava del suo fratellone cosa che sorprese i compagni dato che non aveva mai parlato della sua famiglia:

-Bé non mi stupisce il fatto che tu abbia un fratello ma come mai anche lui si trova qui nella Rotta Maggiore?-

Rufy sorrise alla domanda di Zoro:

-E’ un pirata e anche lui sta cercando l’One Piece.-

in realtà non aveva mai capito a cosa suo fratello puntasse di raggiungere, sapeva solo che voleva superare suo padre ma dato che non poteva dirlo ai suoi amici senza rivelare la verità decise di dire che anche lui cercava l’ambito tesoro:

-Ace ha quattro anni più di me e ha lasciato la nostra isola quattro anni prima di me.-

Sanji si accese una sigaretta:

-Questa è bella, due fratelli ed entrambi con i poteri del frutto del diavolo.-

per il cuoco era un’assurda coincidenza, sapeva che non era facile trovare uno di quei frutti e trovava la cosa curiosa:

-Già anch’io sono rimasto a bocca aperta!-

Rufy non leggendo mai i giornali non sapeva del soprannome che la marina aveva dato ad Ace e quindi non immaginava che avesse mangiato un frutto del diavolo:

-Quando non aveva ancora mangiato il frutto non sono mai riuscito a sconfiggerlo nemmeno una volta! Ace è proprio un tipo in gamba!-

lo faceva sorridere ripensare ai momenti trascorsi da bambino con i suoi fratelli e a tutti i tentativi di battere Ace che fallivano anche con l’aiuto di Sabo.

Nami era stupita nel sentire quelle parole, da quando conosceva Rufy non lo aveva mai visto perdere nemmeno una volta e anche gli altri erano stupidi della cosa, il Capitano vedendo le loro facce rise divertito:

-Eh si, anche il sottoscritto ha conosciuto la parola sconfitta! Ma ora sono sicuro che potrei batterlo.-

in verità non lo pensava davvero, suo fratello era sempre stato molto più forte di lui e di certo lo era diventato ancora di più dopo aver mangiato il frutto del diavolo ma aveva molta fiducia in se stesso ed era certo che un giorno sarebbe riuscito a batterlo:

-Sei veramente sicuro di potermi battere?-

Ace era apparso all’improvviso atterrando sul parapetto e facendo cadere a terra suo fratello, Rufy vedendolo sorrise e gridò il suo nome:

-Vi ringrazio di esservi presi cura del mio fratellino.-

ci teneva a ringraziarli soprattutto perché sapeva che non era facile stare a dietro ad un tipo come lui:

-Ace che ci fai in questo posto?-

era davvero felice di rivederlo ma trovava davvero strano essersi incontrati proprio su quell’isola dato che lui era partito molto tempo prima e doveva trovarsi più avanti e non all’inizio del Grande Blu:

-Eh?! Ma allora non hai ricevuto il messaggio che ti ho lasciato a Drum. Bah, comunque non fa differenza.-

anche se Cappello di Paglia non aveva ricevuto il messaggio era comunque riuscito ad incontrarlo:

-Bé sono felice di rivederti. Aveva una faccenda da sbrigare da queste parti e mi faceva piacere incontrarti.-

Rufy non era stupido come sembrava, aveva capito che la faccenda in questione era molto più di quello che il fratello voleva fargli credere ma decise di far finta di nulla perché lo conosceva e sapeva che non gli avrebbe detto niente se non voleva:

-Senti Rufy, che ne diresti di entrare nella ciurma dei pirati di Barbabianca e di far coppia, io e te?-

Ace gli aveva fatto quella richiesta sapendo già la risposta, l’idea di diventare compagni gli piaceva ma sapeva anche che era giusto andare ognuno per la propria strada:

-No, grazie.-

il ragazzo di fuoco rise, aveva indovinato sulla risposta che avrebbe ricevuto:

-L’avevo immaginato ma ho voluto provare lo stesso!-

Usopp era senza parole a differenza del suo Capitano, lui sapeva chi era Barbabianca:

-Quindi il tatuaggio che hai sulla schiena è autentico?!-

“Pugno di Fuoco” sorrise, gli mancava il babbo e gli altri ma non poteva ancora fare ritorno:

-Certo e ne vado orgoglioso. Barbabianca è il più grande pirata che io abbia mai incontrato e vorrei che diventasse il Re dei Pirati. Quindi caro Rufy dovrai rassegnarti!-

ci teneva vedere suo fratello a realizzare il suo sogno ma un parte di se pensava che l’uomo che considerava suo padre fosse il più adatto a ricoprire quel ruolo e sapeva che anche i propri compagni la pensavano allo stesso modo ma Barbabianca era felice così, più volte gli aveva detto che il suo sogno più grande lo aveva già realizzato, voleva una famiglia e ora ne aveva una che amava e per la quale era disposto a tutto per proteggerla.

Le parole di Ace fecero capire a Rufy quanto il fratello ammirasse quel vecchio pirata ed era felice per lui:

-Questo lo decideremo sul campo di battaglia.-

“Pugno di Fuoco” sorrise.

Sanji chiese se voleva bere una tazza di te ma Ace rifiutò gentilmente dicendo che doveva ripartire, aveva ritrovato suo fratello e quindi non aveva più motivo di restare lì per dici giorni, lanciò a Rufy un pezzo della sua vivre card:

-Dovevo consegnarti questo.-

Ace si era dimenticato di darne un pezzo anche a Sabo, dopo che il rivoluzionario gli aveva detto dove poteva trovare Teach aveva avuto fretta di partire che se ne era scordato ma si ripromise che gli e lo avrebbe dato la prossima volta che si sarebbero rivisti:

-Ricordati di portarlo sempre con te.-

Rufy non capiva come mai un pezzo di carta fosse così importante:

-Quel foglio di carta farà si che ci si incontri di nuovo. Non lo vuoi?-

Cappello di Paglia era confuso ma era pur sempre un dono del suo fratellone e quindi gli disse che lo avrebbe sempre tenuto con se:

-Il mio imprudente fratellino mi fa stare sempre in ansia.-

in quegli anni era stato spesso in pensiero per lui dato che aveva la capacità di cacciarsi nei guai peggio di lui ma sorrise perché lo vedeva con i suoi occhi quanto fosse diventato forte in tutto quel tempo in cui non si erano visti:

-Scommetto che ha causato un sacco di grane anche a voi, vero?-

non serviva che la ciurma di Rufy rispondesse perché Ace sapeva come era fatto suo fratello:

-Ve lo affido mi raccomando.-

anche se non conosceva quei ragazzi sapeva che con loro il suo fratellino se la sarebbe cavata.

Ace saltò a bordo dello striker con Rufy che gli chiedeva il perché partisse di già, provò a convincerlo a prendersela comoda ma non poteva più perdere tempo doveva trovare il traditore:

-Te l’ho già detto, il mio scopo non era solo quello di incontrarti.-

decise di spiegargli il perché aveva fretta di ripartire:

-Sono a caccia di un certo criminale che si fa chiamare Barbanera.-

i “Mugiwara” si ricordarono di aver sentito parlare di lui sull’isola di Drum e si chiesero come mai un membro della ciurma di Barbabianca lo stesse cercando e la risposta arrivò immediatamente dato che Ace continuò a parlare:

-Una volta faceva parte della mia ciurma, la seconda flotta di Barbabianca. Era un mio subalterno e ha compiuto un crimine imperdonabile. Ha ucciso un suo compagno e poi è scappato come un vigliacco.-

provava ancora una grande rabbia ogni volta che ci ripensava:

-E io in qualità di suo Comandante non posso permettere che la passi liscia, così continuerò a vagabondare finché non riuscirò ad acciuffarlo.-

Rufy poteva capire come si sentiva, al suo posto avrebbe fatto lo stesso:

-Allora ti lascio partire. A presto, fratellone!-

Ace sorrise:

-La prossima volta che ci vedremo, ci incontreremo da veri pirati!-

con quelle parole intendeva dire che sarebbero stati dei veri pirati dopo aver raggiunto ognuno il proprio obbiettivo.

Salutò suo fratello e i suoi compagni e prima di partire decise di liberare la strada facendo affondare le navi della “Baroque Works” permettendo a Rufy di proseguire il suo viaggio.
 

 
***
 

Ace si lasciò alle spalle l’isola di Alabasta e suo fratello, ancora non poteva sapere che quando si sarebbero ritrovati sarebbe stato per l’ultima volta.


 
Continua…
 
 

 

Ciao,

scusate il ritardo ma non ho avuto tempo per aggiornare prima, spero che questo capitolo interamente concentrato su Ace e Rufy vi sia piaciuto.

Mi sono basata, soprattutto per i dialoghi, ai capitoli 157-158-159 del manga.

Il motivo per cui Ace non ha dato la vivre card a Sabo è perché sarebbe stato poi complicato trovare un motivo per cui il rivoluzionario non parteciperà alla guerra dato che vedendo bruciare il foglietto avrebbe fatto di tutto per esserci.

Ringrazio le 735 persone che hanno visto gli scorsi capitoli, fatemi sapere con una recensione cosa ne pensate di questo capitolo e se la storia sta piacendo, Grazie per averlo letto.

Il prossimo capitolo vedo se riesco a pubblicarlo questo giovedì o venerdì se non riesco lo pubblicherò settimana prossima sempre di giovedì o venerdì.

A presto

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Capitolo 22
*** Fuoco e Oscurità ***


22° CAPITOLO:

FUOCO E OSCURITA’

 


Dopo aver salutato suo fratello, Ace aveva ripreso la sua ricerca, si fermava su tutte le isole che incontrava durante il viaggio e tutte le volte era sempre la solita storia.

La gente con cui parlava diceva di aver sentito delle voci a riguardo di Barbanera ma erano solo dicerie che si erano sparse in giro, altri invece preferivano dire di non sapere nulla ritenendo più saggio non farsi coinvolgere in cose che riguardavano i pirati.

Ormai era passato quasi un anno da quando Teach li aveva traditi e ancora non era riuscito a trovarlo, l’unica cosa positiva di quella ricerca era che Ace aveva rivisto i suoi fratelli, qualche giorno fa sui giornali aveva letto che Rufy aveva sconfitto Crocodile e ora si chiedeva dove fosse diretto.
 

 
*
 

“Pugno di Fuoco” aveva preso una decisione, avrebbe fatto un ultimo tentativo e si sarebbe infiltrato in qualche base della marina nella speranza di scoprire qualcosa, era un’idea che aveva in mente da tempo ma fino a quel momento aveva evitato di metterla in pratica perché era troppo rischioso, se anche questo tentativo si sarebbe rivelato un buco nell’acqua sarebbe tornato da Barbabianca aspettando che fosse Teach a farsi vivo.
 

 
***
 

Quel giorno Ace aveva lasciato che lo striker fosse sospinto dal vento mentre lui se ne stava comodamente seduto, aveva fame ma a giudicare dal log pose mancava ancora un bel po’ alla prossima isola.

Ad un tratto sentì un buon profumino e vide una grossa nave poco più avanti, la raggiunse e come se nulla fosse salì a bordo notando che erano tutti indaffarati a fare baldoria, si unì a loro e iniziò a mangiare senza che nessuno si fosse accorto del clandestino.

La nave apparteneva al pirata Buggy il “Clown” che appena notò l’intruso gli urlò contro fino a quando uno dei suoi uomini gli fece notare che si trattava del Comandante della seconda flotta di Barbabianca.

Buggy sapeva cosa succedeva a chi osava attaccare un pirata di quella ciurma e ordinò ai suoi compagni di non battersi con Ace se non volevano scatenare le ire del vecchio pirata.

Alla fine “Pugno di Fuoco” rimase con loro qualche giorno finendo col fare amicizia con Buggy, all’inizio il pirata dal naso rosso fingeva cordialità per non avere problemi e dopo aver saputo che Ace era il fratello di Rufy era ancora più irritato dalla sua presenza ma poi si era accorto che era un tipo a posto e finì col passare il tempo a chiacchierare con lui.

Il “Clown” quando parlava con Ace aveva la sensazione di conoscere da tempo quel ragazzo perché gli ricordava qualcuno ma non sapeva chi; a differenza di Shanks o Rayleigh, Buggy non aveva capito che quel giovane pirata era il figlio del suo defunto Capitano.

Alla fine Ace decise di riprendere il suo viaggio ringraziando per l’ospitalità, prima di partire Albida gli riferì che giravano voci che Barbanera era stato avvistato sull’isola di Jaya e decise di provare a controllare anche lì.
 

 
***
 

Ace era già stato sull’isola di Jaya tempo fa quando era ancora il Capitano dei pirati di “Picche” e da lì si era poi diretto sull’isola nel cielo.
 

 
*
 

Una volta giunto sull’isola aveva scoperto che un tale che corrispondeva alla descrizione di Teach era stato lì qualche giorno prima e aveva anche scoperto che c’era stato anche Rufy ma entrambi se ne erano andati.

“Pugno di Fuoco” era sollevato che suo fratello non si fosse scontrato con Barbanera perché per quanto fosse diventato forte dubitava che poteva vincere uno scontro contro di lui.

Lasciata l’isola di Jaya, Ace decise di mettere in pratica la sua folle idea.
 

 
***
 

Raggiunse un’isola dove era stato in passato e sapeva che lì c’era una piccola base della marina con pochi uomini.

Per Ace fu facile mettere al tappeto un marine incontrato per caso e a rubargli la divisa, mentre si stava vestendo con gli abiti rubati non poteva fare a meno di sorridere al pensiero di cosa avrebbe detto suo nonno, Garp aveva sempre voluto che i suoi nipoti entrassero in marina e in quel momento a modo su Ace aveva accontentato il nonno.

All’interno della base nessuno lo aveva riconosciuto e per lui era un vantaggio, si intrufolò nell’ufficio del Comandante e frugando nei vari documenti aveva finalmente trovato un indizio.

La marina era riuscita a scoprire la rotta che Barbanera stava seguendo, dai documenti Ace capì che lo stavano tenendo d’occhio temendo che si rivelasse una minaccia ancor peggiore dei Quattro Imperatori.

Il giovane pirata prese carta e penna e trascrisse la rotta poi se ne andò prima di essere scoperto e salpò.
 

 
***
 

Ace seguì la rotta che aveva scoperto e nel fermarsi sull’isole che trovava sul passaggio incominciò a trovare tracce del traditore, ora Teach non si preoccupava più di restare nascosto anzi era come se avesse saputo che “Pugno di Fuoco” lo stesse cercando e che voleva farsi trovare.

Sulle isole dove era stato Barbanera c’era il caos e la distruzione e questo provocava una gran rabbia in Ace.

Finalmente dopo settimane da quando aveva scoperto la rotta di Teach lo aveva finalmente trovato.

 
***
 

Ace era giunto sull’isola di Banaro dove l’intero villaggio era stato distrutto, salì sul tetto e finalmente trovò chi cercava da troppo tempo.

Teach notò il suo ex Comandante e rise, era proprio ciò che voleva:

-Bene, bene guarda chi si vede. Ace! O forse dovrei dire Comandante Ace!-

da quando aveva scoperto che lui lo stava inseguendo aveva deciso di farsi trovare perché poteva essergli utile per il suo prossimo obbiettivo:

-Risparmiati il “Comandante”. E’ un titolo che va pronunciato con rispetto e non con ironia.-

lo irritava il comportamento di Teach era ovvio che non aveva il minimo senso di colpa per aver ucciso Satch e aver tradito l’uomo che lo aveva colto nella sua ciurma:

-Ho sentito dire che sei diventato Capitano di un gruppo di pirati. Capitan Marshall D. Teach dei pirati di Barbanera.-

a prima vista quella ciurma non sembrava un granché ma Ace aveva imparato a non farsi più ingannare dalle apparenze dopo ciò che era successo con quel traditore che aveva voltato le spalle alla sua famiglia:

-Zeahah! Allora cosa ti porta qui, Ace? Ne è passato di tempo! Come hai fatto a trovarmi?-

“Pugno di Fuoco” si sforzò di mantenere la calma davanti a quelle provocazioni, Barbanera sapeva il perché era lì come sapeva come avesse fatto a trovarlo:

-Taglia corto, Teach. Te ne sei andato in giro anche più del dovuto. Sai benissimo perché sono qui.-

il traditore rise, sperava di provocarlo ma aveva scoperto che anche Ace era in grado di mantenere la calma e decise di porgli una domanda forse così sarebbe riuscito a farlo infuriare, poteva sembrare una follia provocare uno come Ace ma Teach sapeva benissimo cosa stava facendo, spingerlo a fare sul serio avrebbe fatto in mondo di farsi temere ancora di più dopo averlo battuto:

-Ace, vuoi unirti a me?! Avanti! Insieme conquisteremo il mondo! Ho già pianificato tutto! So cosa accadrà nei minimi dettagli! L’era di Barbabianca è finita! Sarò io il Re dei pirati! Per prima cosa salperò alla volta di Water Seven, annienterò Rufy dal “Cappello di Paglia” e lo consegnerò al governo!-

in realtà aveva intenzione di consegnare Ace alla marina ma se lui accettava la proposta, cosa di cui dubitava, gli andava bene consegnare il pirata di gomma:

-Cosa!? Rufy?!-

questo per “Pugno di Fuoco” era troppo, non solo quel traditore gli aveva proposto di unirsi a lui ma voleva consegnare suo fratello alla marina; Teach aveva intuito che Ace conosceva Rufy da come aveva reagito e gli chiese conferma:

-Se così stanno le cose ho una ragione in più per non farti lasciare vivo questo posto. Lui è il mio fratellino! E per quanto riguarda la tua proposta te lo puoi scordare.-

uno degli uomini di Barbanera gli sparò contro diversi colpi che attraversarono il suo corpo di fuoco senza causargli nessun danno, Ace rispose all’attacco:

-Higan!-

un altro membro dell’equipaggio nemico afferrò un intero edificio e gli e lo scagliò contro, Ace si difese da quell’attacco improvviso:

-Enkai! Hibashira!-

una colonna di fuoco distrusse l’intero edificio, le fiamme spinsero i nemici ad allontanarsi per evitare di bruciarsi.

Barbanera si arrabbiò con i suoi uomini che avevano preso l’iniziativa senza il suo permesso:

-Dannazione! Auger! Burgess! Statene fuori! Non è un avversario alla vostra portata! Fatevi da parte!-

Ace decise di approfittare della loro distrazione per sferrare un altro attacco:

-Hiken!-

un potente pugno di fuoco scaglio via i pirati colpendo in pieno Teach che sentendo i suoi uomini preoccupati per lui gli ordinò di tacere e farsi da parte.

Barbanera si alzò e finalmente si fece serio smettendo di provocare il suo giovane avversario:

-E va bene, Ace. Vuoi uccidermi non è così? Ma certo l’assassinio di un compagno è considerato un crimine imperdonabile! Lo ammetto, sono stato io ad uccidere il Comandante della quarta flotta, Satch. Ma ho dovuto farlo.-

raccontò ad Ace che il motivo per cui si era unito alla ciurma di Barbabianca rimanendoci per anni era per avere più possibilità di trovare il frutto del diavolo che cercava da anni, gli rivelò di aver studiato ogni singolo particolare dei frutti sui libri e di averlo riconosciuto quando Satch lo aveva mostrato ai compagni e che aveva deciso di ucciderlo per ottenerlo dato che sulla nave c’era la regola che chi trovava un frutto aveva il diritto di mangiarlo.

Quelle parole fecero arrabbiare Ace, non poteva crederci che li aveva sempre ingannati e che per uno stupido frutto del diavolo un amico aveva pagato con la vita; Teach rise davanti all’espressione del suo ex compagno:

-Sono stato spinto dall’euforia del momento! Ma non capisci? E’ il destino! Questo frutto ha scelto me! Zeahahah! Con questo potere sono diventato l’uomo più forte sulla faccia della terra!-

ormai per Ace era chiaro che Barbanera era completamente fuori di testa, il traditore gli rivelò che il frutto che aveva mangiato era unico persino tra i rogia.

Dal corpo di Teach uscì del fumo nero:

-Tu sei fuoco non è così, Ace? Ebbene io sono tenebre!!-

“Pugno di Fuoco” comprese solo in quel momento che la situazione fosse più pericolosa di quanto potesse immaginare ma ormai era troppo tardi per tornare indietro:

-Il che significa che non puoi uccidermi. E sai perché? Nella storia dei frutti del diavolo, questo potere è noto per essere il più perfido e temuto fra tutti!-

il fumo intorno a Barbanera era sempre più fitto:

-Sto parlando del frutto “Dark Dark” appartenente alla categoria dei rogia! Io sono l’oscurità fatta a persona!-

decise di mostrargli ciò di cui era capace, l’oscurità inghiottì ogni cosa che trovava sul suo cammino dagli edifici alle persone che non erano ancora fuggite dall’isola per poi rilasciare ogni cosa assorbita completamente distrutta.

Ace capì che era un potere terribile ma non volle arrendersi e approfittando che Teach era troppo impegnato a vantarsi lo colpì:

-Hidaruma!-

vide che nonostante il potere ottenuto Barbanera era stato ferito dal suo attacco:

-Capisco quale è la forza distruttiva delle tue tenebre ma c’è qualcosa di strano. Tutti i possessori di un rogia hanno la capacità di eludere attacchi come quello, grazie alla propria intangibilità.-

se Teach non aveva la capacità di rendersi intangibile allora forse aveva qualche speranza di batterlo ma se c’era sotto qualche trucco significava che era giunta la propria fine ma avrebbe affrontato la morte a testa alta.

Barbanera dopo aver assorbito le fiamme che lo stavano bruciando si alzò e spiegò al suo avversario che anche se non poteva essere intangibile poteva assorbire qualunque cosa anche fiamme e fulmini:

-Kurouzu! La gravità delle tenebre attira a se la vera forma dei possessori del frutto!-

dalla sua mano uscì un vortice oscuro, Ace si sentì attirare verso Teach che lo afferrò ad un braccio e lo colpì facendolo volare contro un edificio.

“Pugno di Fuoco” si rialzò, aveva capito che Barbanera aveva la capacità di rendere tangibili chi aveva le sue capacità e questo era un grosso guaio.

I suo attacchi funzionavano fino a quando non venivano assorbiti dal potere di Teach ma doveva evitare che lui lo afferrasse cosa che non era facile; il traditore rise compiaciuto per aver colto di sorpresa il suo avversario:

-Da quanto tempo non venivi colpito da qualcuno? L’hai capito nel momento in cui ti ho afferrato, non è così?-

spiegò ad Ace l’altra capacità che aveva ottenuto confermando che era in grado di rubare i poteri ottenuti dai frutti del diavolo nel momento in cui si veniva afferrati.

Il ragazzo di fuoco non aveva intenzione di arrendersi, doveva colpire Teach prima che lui lo afferrasse; Barbanera si irritò davanti alla sua determinazione e lo attirò di nuovo verso di se ma questa volta Ace non si fece trovare impreparato, un attimo prima di venire afferrato scagliò il suo attacco:

-Shinka Shiranui!-

i due pirati si colpirono a vicenda, Teach si era ritrovato conficcate nel proprio corpo due lance infuocate mentre Ace per poco non si ritrovava col collo spezzato ma reagì subito preparandosi a sferrare il prossimo attacco:

-Jujika!-

una croce di fuoco travolse ogni cosa.
 

 
*
 

Intanto la ciurma di Barbanera stava assistendo alla battaglia in un luogo sicuro:

-Ciò che sta succedendo quest’oggi, è un altro passo nel cammino del destino.-

quale sarebbe stato l’esito dello scontro, quella battaglia sarebbe passata alla storia mettendo a rischio l’equilibrio del mondo.
 

 
*
 

La battaglia stava andando avanti, fuoco e oscurità si annientavano a vicenda ma era chiaro che Barbanera era in vantaggio.

Ace ormai faceva fatica a reggersi in piedi ma anche in quella disperata situazione non si arrendeva era pronto a morire perché non aveva rimpianti, aveva vissuto appieno la sua vita, aveva avuto una madre, dei fratelli, un nonno, degli amici e un padre, si era sentito amato e libero per questo non temeva la morte.

Teach gli propose di unirsi a lui ma Ace lo ignorò:

-Come potrei vivere in pace con me stesso se ora mi arrendessi ai tuoi poteri? Sappi che se c’è una cosa che non faccio mai, quella è lasciarmi rimpianti alle spalle. Hai capito, idiota?-

Ace chiuse un attimo gli occhi e ripensò alla sua vita, aveva avuto la possibilità di rivedere Sabo e Rufy, avrebbe voluto rivedere anche sua madre e suo nonno e Dadan per ringraziarli per ciò che avevano fatto per lui e avrebbe voluto scusarsi con Barbabianca per non avergli dato ascolto e rivedere lui e i suoi compagni ma sapeva che tutti loro erano a conoscenza dei suoi sentimenti e sorrise grato al destino che aveva portato quelle persone nella sua vita; riaprì gli occhi e si preparò a sferrare il prossimo attacco che sarebbe stato l’ultimo.

Barbanera si avvolse nella sua oscurità mentre Ace era avvolto dalle sue fiamme:

-Entei!-

Teach rise davanti a quella enorme sfera di fuoco:

-Zeahah! Il sole e le tenebre, solo uno può spuntarla!-

Ace sorrise e sferrò il suo attacco:

-L’era di Barbabianca non si è ancora conclusa.-

riferendosi a ciò che Teach aveva detto prima del combattimento.

Il ragazzo sapeva che il suo Capitano sarebbe restato per sempre una leggenda come lo era Roger, anche dopo la morte il mondo non si sarebbe mai dimenticato di loro.
 

 
*
 

Fuoco e oscurità si scontrarono creando un forte boato che fece tremare tutta l’isola, solo uno dei due avrebbe vinto quella terribile battaglia.
 

 
Continua…
 
 

 

Ciao,

grazie al vicino il portatile ora funziona, non so per quanto funzionerà perché è vecchio ma fin che va cercherò di mantenere l’aggiornamento settimanale.

In questo capitolo c’è stato lo scontro tra Ace e Teach, spero che vi sia piaciuto.

Ace e Buggy si sono incontrati nel capitolo 233 del manga mentre per lo scontro mi sono basata sui capitoli 440-441.

Ho preferito lasciare in giapponese i nomi degli attacchi.

Ringrazio le 765 persone che hanno visto gli scorsi capitoli, fatemi sapere con una recensione cosa ne pensate di questo capitolo e se la storia sta piacendo, Grazie per averlo letto.

A giovedì o venerdì

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Capitolo 23
*** Impel Down ***


23° CAPITOLO:

IMPEL DOWN

 


Erano passati diversi giorni dalla tremenda battaglia a Banaro tra Portuguese D. Ace “Pugno di Fuoco” e Marshall D. Teach “Barbanera”, alla fine l’oscurità aveva trionfato sul fuoco e il pirata traditore aveva consegnato un ex amico alla marina in cambio del posto rimasto vacante nella “Flotta dei Sette”.

Il Grand Ammiraglio Sengoku annunciò che tra una settimana ci sarebbe stata l’esecuzione di Ace a MarineFord e la notizia fece il giro del mondo.
 

 
*
 

La notizia giunse sull’isola di Dawn, in cima al monte Corvo all’interno di una vecchia casa Dadan stava stringendo con rabbia il giornale appena arrivato:

-Come è potuto succedere!? Che diavolo sta combinando Garp!?-

era una notizia tremenda e non sapeva proprio come dirlo a Rouge, la giovane donna aveva già perso molte persone a cui teneva molto, da ragazzina aveva perso i suoi genitori e qualche anno dopo il fratello maggiore e poi aveva perso l’uomo che amava, ora rischiava di perdere il suo unico figlio.

Dadan sapeva che Rouge era forte e che teneva molto anche a Sabo e Rufy ma temeva che perdere Ace sarebbe stato troppo e che non si sarebbe più ripresa; in quel momento la donna dai capelli rossi entrò in casa e capì subito che qualcosa non andava, prese dal tavolo il giornale e iniziò a leggere l’articolo senza che l’altra donna la fermasse.

Rouge mentre leggeva non mostrava nessuna emozione, Dadan non capiva come faceva a restare calma:

-Stai bene? Garp farà di sicuro qualcosa.-

la più giovane ripose il giornale dove lo aveva trovato:

-Si, sto bene e Garp-san ha già fatto molto per me e mio figlio. Non voglio che rischi la vita e il suo lavoro.-

senza dire altro uscì di nuovo e si recò al promontorio.

Rouge dalla cima osservò l’oceano, non negava che era terrorizzata di perdere anche Ace ma conosceva i rischi che il figlio avrebbe corso prendendo il mare, non gli restava far altro che sperare e chiedere a Roger di proteggerlo.

Qualunque sarebbe stato l’esito finale lei lo avrebbe accettato perché sapeva che suo figlio aveva vissuto la sua vita come desiderava.
 

 
*
 

La notizia giunse anche da qualche parte nel Nuovo Mondo, Barbabianca nel leggere l’articolo si pentì di non aver impedito ad Ace di partire; aveva molta fiducia nelle sue capacità ed era convinto, nonostante il suo brutto presentimento, che sarebbe riuscito a battere Teach ma aveva commesso il grave errore di sottovalutare il traditore e ora uno dei suoi figli stava per essere giustiziato.

L’Imperatore Bianco si rese conto che doveva usare la forza per fermare Ace o dare retta per una volta a Shanks e partire per recuperare “Pugno di Fuoco” ma non lo aveva fatto, ora aveva tutta l’intenzione di rimediare a quell’errore sperando di riuscire a salvarlo.

Ora Barbabianca doveva riflettere su il da farsi, era logico pensare che era meglio dirigersi subito ad Impel Down e far evadere Ace dato che di sicuro Sengoku si aspetta il suo arrivo a Marineford ma assaltare la grande prigione era un problema.

Impel Down era una enorme torre in mezzo all’oceano sotto stretta sorveglianza, l’anziano pirata non temeva i nemici che avrebbe dovuto affrontare ma ciò che lo preoccupava era proprio la prigione, non c’era terra ferma e i corridoi all’interno rendevano difficile combattere e se il direttore contattava il Quartier Generale, i rinforzi li avrebbero bloccati finendo col mettersi intrappola da soli.

Non poteva correre il rischio di mettere in pericolo tutti, doveva tentare il tutto per tutto a Marineford il giorno in cui era fissata l’esecuzione di Ace.

Barbabianca chiamò Marco:

-Ordina a tutti di organizzarsi per la guerra. Andremo a Marineford a salvare Ace.-

la fenice annuì e corse dagli altri che avevano già iniziato i preparativi subito dopo aver letto il giornale e stavano solo aspettando di ricevere ordini da loro padre.

Edward Newgate intanto aveva recuperato un lumacofono e aveva iniziato a chiamare tutti i suoi alleati, non c’era tempo da perdere avevano solo una settimana per andare a salvare Ace.
 

***
 

Quel giorno il Vice Ammiraglio Garp si recò alla grande prigione di Impel Down e scese fino all’ultimo livello dove Ace era stato rinchiuso in una cella e incatenato per impedirgli di usare i suoi poteri:

-Oh, Oh vedo che stai messo maluccio. Sei ancora vivo, Ace?-

cercava di trattenere l’emozioni per non fare qualche sciocchezza ma vedere in che condizioni era il nipote rendeva difficile stare calmo; il ragazzo era pieno di ferite e Garp sapeva che non erano solo dovute allo scontro con Barbanera ma che centravano anche le torture che aveva subito da quando era stato rinchiuso.

Ace sentendo quella voce che non sentiva da tempo, alzò la testa e fissò suo nonno:

-Vecchio, mi fa piacere vederti.-

il marine si sedette davanti alla cella, trovava l’intera situazione assurda, anni fa si trovava fuori da un’altra cella a parlare con Roger e ora stava capitando la stessa cosa con suo figlio che gli aveva promesso di proteggere:

-Ho fatto di tutto per tenerti al sicuro ma tu dovevi seguire le orme di tuo padre.-

“Pugno di Fuoco” sorrise:

-Roger lo rispetto ma non lo considero mio padre. Il mio unico padre è Barbabianca!-

Garp sorrise a quelle parole e non poteva fare a meno di chiedersi come avrebbe reagito Roger se avesse saputo che suo figlio considerava un padre il suo rivale, conoscendolo era certo che si sarebbe messo a ridere:

-A proposito di Barbabianca. Non potevi startene tranquillo a bordo della sua nave senza metterti nei guai? Credevo che con lui fossi al sicuro e invece guarda dove ti trovi.-

Ace si fece serio, sapeva del guaio in cui si era cacciato ed era pronto a pagarne le conseguenze:

-Non potevo lasciare che Teach rimanesse impunito dopo ciò che ha fatto. Sono pronto a morire, l’importante è che nessuno paghi per i miei errori.-

il vecchio marine rise, era tale e quale a suo padre:

-Sai che Barbabianca non resterà con le mani in mano mentre la marina vuole giustiziare uno dei suoi figli.-

il ragazzo lo sapeva benissimo e doveva sperare che l’uomo che più rispettava al mondo non arrivasse in tempo per fermare l’esecuzione e che decideva di evitare una inutile guerra:

-Lo so. Comunque il Grand Ammiraglio sa di chi sono figlio?-

lo voleva sapere perché era preoccupato per sua madre, se avevano scoperto di lui allora sapevano anche di lei:

-E’ da anni che Sengoku lo sa ma stai tranquillo. Ho fatto credere che tua madre è morta durante il parto, lei almeno sono riuscita a tenerla al sicuro.-

Ace si sentì sollevato:

-Di sicuro se l’è presa con te.-

Garp rise, come dimenticarsi la furia che si era abbattuta su di lui dopo che il suo superiore lo aveva scoperto:

-E’ da quando sono un marine che Sengoku ce l’ha sempre con me, almeno quel giorno aveva un motivo per essersi arrabbiato.-

il nipote rise, suo nonno non si preoccupava delle conseguenze esattamente come lui:

-Nonno, ti ringrazio per tutto ciò che hai fatto per me. Mi hai tenuto al sicuro permettendomi di crescere con mia madre e i miei fratelli, mi hai lasciato prendere il mare nonostante i rischi che avrei corso, se sono giunto fino a qui è merito tuo come di mia madre e di tutte le persone che ho incontrato. Grazie.-

il marine fece fatica a trattenere le lacrime, Ace era suo nipote e gli voleva bene e odiava l’idea di vederlo morire:

-Vorrei poterti tirare fuori da qui.-

“Pugno di Fuoco” sorrise grato a quell’uomo che aveva messo in gioco la sua vita e la sua carriere per salvare lui ancora prima che nascesse:

-Non fare niente, hai fatto già molto per me. Ti chiedo solo una cosa.-

Garp osservò suo nipote, in tutta la vita aveva incontrato solo due persone che stavano sorridendo nonostante sapevano che la loro vita era giunta al termine, Ace e suo padre Roger avevano vissuto la loro vita in totale libertà con le persone che amavano e non temevano di morire:

-Riferisci a mia madre che ho mantenuto la mia promessa, non ho nessun rimpianto. Ho rivisto i miei fratelli prima di battermi con Teach e so che loro riusciranno ad andare avanti e a realizzare i loro sogni, digli anche che ora so cosa significhi avere un padre e soprattutto digli che gli voglio bene e di andare avanti perché non ha motivo di arrendersi perché io ho vissuto una vita veramente felice. Continua a proteggerla.-

per Ace non era stato facile parlare, non solo per via dell’emozioni che provava ma anche perché ormai era troppo debole, le catene di agalmatolite gli stavano facendo perdere le forze e le guardie gli davano quel poco di cibo e acqua per tenerlo in vita fino al giorno dell’esecuzione ma ci teneva a parlare con suo nonno.

Garp promise ad Ace che avrebbe fatto di tutto per tenere al sicuro sua madre.

Il Vice Ammiraglio avrebbe tanto voluto restare ancora un po’ con suo nipote ma una guardia era giunta da lui per dirgli che entro cinque minuti le lumacamere sarebbero tornate in funzione poi se ne andò, il marine sapeva che una volta che avevano ripreso a funzionare non avrebbe più potuto parlare liberamente con il nipote e decise di andarsene:

-Ace, ero presente il giorno in cui sei nato e ci sarò fino alla fine. Starò accanto a te.-

il ragazzo lo ringraziò e lo guardò mentre se ne andava.
 

 
***
 

Mancavano pochi giorni all’esecuzione di Ace, quel giorno nella stessa cella di “Pugno di Fuoco” venne rinchiuso Jimbe, il ragazzo vedendo l’amico non riusciva a capire il perché era lì.

“Pugno di Fuoco” sapeva che Jimbe era un membro del “Flotta dei Sette” e quindi non c’era motivo per spingere la marina a rinchiuderlo ma sapeva anche che era un alleato di Barbabianca e forse il Grand Ammiraglio non voleva correre il rischio che l’uomo pesce si schierasse dalla parte dei pirati:

-Come mai sei qui?-

Jimbe osservò il giovane pirata, non credeva che avrebbe avuto la fortuna di ritrovarsi nella stessa cella:

-Mi sono opposto alla marina. Mi hanno chiesto di combattere contro Barbabianca e io mi sono rifiutato. Mi sono unito alla “Flotta dei Sette” ma sarò sempre un alleato del vecchio.-

Ace sorrise, non avrebbe voluto che un amico si ritrovasse in quella situazione ma lo capiva, anche lui avrebbe fatto lo stesso:

-Avrei preferito che te ne andassi a cercare il babbo per convincerlo a non venire.-

l’uomo pesce rise divertito:

-E tu pensi che ci sarei riuscito.-

non era una domanda e infatti il ragazzo non rispose.

I due pirati rimasero in silenzio per un po’ poi Ace gli chiese un favore:

-Jimbe, se riesci a trovare un modo per andartene da qui, puoi cercare i miei fratelli e assicurarti che stiano bene? Soprattutto Rufy, aiutalo se ti capita di incontrarlo.-

era preoccupato da come Sabo e Rufy avrebbero reagito alla sua morte ma sapeva che sarebbero riusciti ad andare avanti perché loro erano forti:

-Ti prometto che mi assicurerò che stiano bene se tu dovessi morire ma “Cappello di Paglia” non lo aiuterò se non si mostra degno di essere aiutato. Accertarmi che stiano bene è un favore che faccio a te ma io aiuto solo chi ritengo degno anche se si tratta di tuo fratello.-

Ace sorrise sapeva che a Jimbe sarebbe piaciuto Rufy e che non lo avrebbe abbandonato.
 

 
***
 

La settimana era passata ed era giunto il giorno dell’esecuzione di Portuguese D. Ace “Pugno di Fuoco”.

All’alba le guardie andarono a prendere Ace per consegnarlo alla marina che lo avrebbero portato a Marineford dove tutti gli occhi del mondo erano pronti ad assistere, tramite i video sparsi sull’arcipelago Sabaody, a quel giorno che sarebbe rimasto ricordato nel tempo.
 

 
Continua…
 
 

 

Ciao,

non ho ancora fatto sistemare il portatile ma ho libero il PC fisso e ne ho approfittato per aggiornare; non so quando potrò aggiornare di nuovo, spero presto.

Con questo capitolo ci si avvicina verso la fine, spero che vi sia piaciuto.

Barbabianca incontra Shanks nel capitolo 234 del manga mentre il pezzo dove Ace e Garp parlano ho preso spunto dai capitoli 523-551 ovviamente i dialoghi non sono gli stessi, invece dove Ace parla con Jimbe è il capitolo 577.

Ringrazio le numerose persone che hanno visto gli scorsi capitoli, fatemi sapere con una recensione cosa ne pensate di questo capitolo e se la storia sta piacendo, Grazie per averlo letto.

A presto

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Capitolo 24
*** Il Figlio di Gol D. Roger ***


24° CAPITOLO:

IL FIGLIO DI GOL D. ROGER

 


Ace una volta fuori dalla prigione, fu affidato ad un gruppo di marine che lo scortarono verso la neve; prima di salire lanciò uno sguardo verso l’ingresso di Impel Down sperando che in qualche modo suo fratello Rufy trovasse una soluzione per andarsene da lì, non se lo sarebbe mai perdonato se gli fosse successo qualcosa per causa sua.
 

 
*
 

Una volta salito a bordo della nave, “Pugno di Fuoco” osservò la vastità dell’oceano.

Per tutta la vita Ace aveva sempre visto il mare e quei giorni rinchiuso in quella cella buia senza vederlo erano stati duri, per lui il mare era libertà senza poterlo vedere si era sentito imprigionato più delle catene che lo bloccavano e ora anche se stava andando incontro alla morte rivedere il mare lo faceva sentire vivo e libero.
 

 
*
 

Un marine lo fece sedere e poi lo incatenò con pesanti catene di agalmatolite, poi la nave levò l’ancora e salpò verso Marineford.

Il viaggio durò qualche ora, quando giunse al Quartier Generale della marina mancavano ancora tre ore all’esecuzione di Ace ma sapevano che in quel lasso di tempo Barbabianca sarebbe arrivato.

 
*
 

Giunto a Marineford, Ace fu portato in cima al patibolo dove venne incatenato con due soldati accanto pronti a giustiziarlo appena sarebbe giunta l’ora.

Sotto al patibolo il Grand Ammiraglio stava discutendo con il Vice Ammiraglio Garp:

-Garp, dirò a tutti la verità.-

ora che stavano per giustiziarlo, Sengoku non aveva più motivo di tenere nascoste le origini di Ace anzi sperava che far morire il ragazzo dopo aver rivelato di chi era figlio avrebbe rallentato la pirateria:

-Fai quello che vuoi. Io sarò di sotto.-

a Garp non importava se il suo superiore rivelasse tutto, non cambiava il fatto che suo nipote sarebbe morto quel giorno se Barbabianca non fosse intervenuto.

Per il Vice Ammiraglio era una situazione difficile; quando anni prima Roger gli chiese di proteggere la sua famiglia non credeva che poi si sarebbe affezionato a loro, ormai considerava Rouge come una figlia ed Ace era suo nipote, Garp voleva rinunciare ad essere un marine e salvare il ragazzo anche se lui gli aveva chiesto di non fare nulla ma nonostante tutto non poteva farlo, da solo non poteva fare niente e senza il suo ruolo di marine sarebbe stato più difficile proteggere Rouge; tutto quello che poteva fare era sperare che Barbabianca riuscisse a salvarlo.
 

 
*
 

Quando Ace vide il Grand Ammiraglio Sengoku salire sul patibolo e mettersi al suo fianco temeva cosa volesse da lui, suo nonno gli aveva detto che il suo superiore sapeva tutto e ora non aveva motivo per tenerlo segreto ma il giovane pirata non voleva che rivelasse le sue origini, aveva sempre temuto che se il mondo sapeva di chi era figlio non lo avrebbero più visto come il pirata di fuoco che si era fatto strada nella pirateria con le sue forze ma lo avrebbero considerato solo come il figlio del Re dei pirati.

Ace aveva vissuto la sua vita dimostrando chi era e non voleva che le cose cambiassero anche se sapeva che le persone a cui voleva bene e che sapevano chi fosse, lo vedevano per ciò che era e non per chi era figlio:

-Uomini ho qualcosa di cruciale da dire a tutti voi. Qualcosa riguardo il vero motivo per cui Portuguese D. Ace oggi incontrerà la sua fine!-

“Pugno di Fuoco” abbassò la testa, odiava quelle parole che per lui significavano solo che la marina lo vedeva come una minaccia per via di suo padre e non per ciò che aveva vissuto come pirata.

I marines erano silenziosi in attesa di sapere cosa Sengoku avesse da dire e di certo non erano preparati a quella verità tenuta nascosta per tutto quel tempo:

-Ace, dimmi il nome di tuo padre!-

il Grand Ammiraglio voleva che fosse il giovane pirata a farlo sapere, “Pugno di Fuoco” osservò il marine capendo le sue intenzioni e decise di accontentarlo anche se non avrebbe detto il nome che lui voleva sentirsi dire:

-Mio padre è Barbabianca.-

rispettava Roger ma non lo aveva mai considerato suo padre; come disse una volta a sua madre, il Re dei pirati era talmente una leggenda che sembrava assurdo che fosse esistito veramente e che non avendolo conosciuto non lo considerava sua padre, si ricordava come sua madre era scoppiata a ridere davanti a quelle parole per poi dirgli che gli augurava di trovare un giorno qualcuno che riusciva a vedere come un padre e quel qualcuno lo aveva trovato nel vecchio Imperatore e fino al suo ultimo respiro lo avrebbe sempre considerato suo padre:

-No, non lo è!-

Ace si arrabbiò, il Grand Ammiraglio poteva dire quello che voleva ma se chiedeva a lui chi era suo padre di certo non avrebbe mai detto il nome di Roger:

-Si che lo è!!! Barbabianca è il mio unico padre!! Non ne ho altri!-

Sengoku capì che il giovane pirata non avrebbe mai rinnegato Edward Newgate come padre e quindi doveva pensarci lui a raccontare l’intera storia.

Il Grand Ammiraglio raccontò che basandosi su un piccolo indizio trovato dal Cipher Pol avevano iniziato ad indagare su tutti i neonati e su tutti i bambini che dovevano ancora nascere e sulle loro madri, raccontò di aver setacciato molte isole senza trovare nulla, rivelò che alla fine avevano scoperto il motivo per cui non erano riusciti a scoprire ciò che cercavano:

-Per pura ostinazione, tua madre rischiò la propria vita per eseguire un certo trucco riguardo alla tua nascita.-

Sengoku ancora oggi non riusciva a capire come quella donna fosse stata in grado di compiere un miracolo del genere ignaro che non erano andate così le cose; Garp gli aveva raccontato una menzogna per fargli credere che Rouge fosse morta durante il parto:

-E fu questo trucco che ingannò i nostri occhi…-

non c’era stato nessun trucco, Rouge se ne era andata via con il Vice Ammiraglio Garp che l’aveva portata in un luogo sicuro; l’eroe della marina era stato molto convincente quando aveva raccontato al suo superiore che la donna usando un trucco aveva ritardato il giorno del parto per poi morire dopo aver esaurito le forze, aveva preparato questa storia negli anni in cui Ace cresceva sapendo che prima o poi la marina avrebbe scoperto tutto:

-…nel mare del Sud, si trova un’isola dal nome Baterilla.-

“Pugno di Fuoco” non era nato su quell’isola ma Garp aveva riferito a Sengoku di essere stato molte volte a Baterilla in attesa che nascesse il bambino:

-Il nome di tua madre era Portuguese D. Rouge, lei compì un’impresa che non avremmo mai potuto nemmeno immaginare e per devozione al proprio figlio, lo portò nel proprio ventre per ben venti mesi! E quando finalmente la nascita avvenne, tutta la sua forza si esaurì. Lasciò questo mondo mentre tu centravi.-

Ace era stupito dalla storia che suo nonno aveva rifilato al Grand Ammiraglio per proteggere sua madre ma si rese conto che non era poi una storia così falsa; il giovane sapeva quanto la donna che lo aveva messo al mondo fosse forte e determinata ed era più che certo che se le cose fossero andate diversamente, lei avrebbe fatto esattamente così:

-Un anno e tre mesi dopo la morte del padre, un bambino nacque col sangue più maledetto che si possa trovare in questo mondo. Quel bambino sei tu, non far finta di non saperlo!-

“Pugno di Fuoco” lo sapeva benissimo che per il mondo il suo sangue era maledetto, era cresciuto sentendo solo cose orribili da gente che ipotizzava che se fosse mai esistito il figlio di Roger sarebbe stato la progenie del demonio; ma Ace era stato cresciuta da sua madre e sapeva che le persone che lo conosceva non la pensavano in quel modo.

Il ragazzo aveva sua madre e i suoi fratelli, aveva Dadan e suo nonno, con loro era cresciuto e sapevano di chi era figlio e gli volevano bene; per mare aveva trovato un padre e dei compagni che lo avevano accettato non per chi era figlio ma per ciò che era e quindi a lui non importava cosa il mondo avrebbe pensato ora che la verità stava venendo fuori, lui aveva la sua famiglia:

-Tuo padre non è altro che il Re dei pirati, Gold Roger!-

la verità alla fine era stata svelata facendo calare il silenzio non solo a Marineford ma anche all’arcipelago Sabaody dove erano stati messi i video, sia i marines e che la gente che stava assistendo alla scena non credevano a ciò che avevano sentito.

Il sangue del Re continuava a scorrere nel mondo tramite suo figlio.

Sengoku decise di continuare esponendo ciò che aveva sempre pensato dal momento in cui Ace si era unito alla ciurma dell’Imperatore Bianco:

-Barbabianca aveva capito tutto, proprio come feci io. Scelse di tenere sulla sua nave il figlio del suo vecchio rivale affinché potesse allevarlo fino a farlo diventare il prossimo Re dei pirati!!-

“Pugno di Fuoco” si arrabbiò a quelle parole, lui sapeva che non era così che stavano le cose ma non poteva accettare che Sengoku credesse che suo padre avesse quelle intenzioni, Barbabianca non avrebbe mai usato uno dei suoi figli per i suoi scopi:

-No!!! Mi unì alla sua ciurma di mia spontanea volontà!!! Desideravo che diventasse lui il Re dei pirati!!!-

Ace ammirava molto il vecchio pirata e riteneva che fosse giusto che fosse lui a prendere il posto di Roger ma sapeva che non era ciò che voleva l’uomo, il ragazzo sapeva che per Barbabianca niente era più importante della sua famiglia.

Il Grand Ammiraglio non aveva prove per affermare ciò che diceva ma ciò non toglieva il fatto che a causa di quel vecchio Imperatore era stato difficile catturare Ace:

-Comunque sia, non potevamo toccarti nemmeno con un dito dal momento in cui ti sei unito alla sua ciurma. Eri protetto da Barbabianca in persona!-

il giovane pirata lo sapeva che il nome del suo capitano lo aveva tenuto al sicuro per molto tempo fino a quando Teach non li aveva traditi spingendolo a fare la scelta sbagliata e partendo ad inseguirlo:

-Ecco perché è assolutamente obbligatorio che prendiamo la tua testa oggi!!!-

per Ace erano motivazioni stupide, solo perché era il figlio di Roger e solo perché Sengoku era convinto che Barbabianca lo voleva far diventare il Re dei pirati lo volevano giustiziare, il ragazzo si era fatto strada nel mondo della pirateria facendosi un nome ma questo per il Grand Ammiraglio non aveva importanza:

-Anche se questo significa dichiarare guerra a Barbabianca in persona!!!-

“Pugno di Fuoco” si sentiva in colpa, non aveva dato retta a suo padre e ai suoi compagni e questo lo aveva portato a farsi usare dalla marina per dichiarare guerre a Barbabianca.

I marines si ripresero da quella sconvolgente verità e si prepararono per l’arrivo dell’Imperatore Bianco.
 

 
*
 

Ad un tratto dal nulla apparvero numerose navi pirata, i marines non si erano accorti del loro arrivo, erano tutti alleati di Barbabianca ma di lui e dei suoi uomini non c’era traccia.

Il Grand Ammiraglio ordinò di non abbassare la guardia che di certo da un momento all’alto l’Imperatore Bianco avrebbe fatto la sua entrata in scena.

All’improvviso, nel centro della baia, emergendo dalle profondità marine arrivò Barbabianca con la sua ciurma, nessuno poteva immaginare che il vecchio pirata avesse fatto rivestire le sue navi.

Edward Newgate salì sulla polena e puntò lo sguardo sul patibolo:

-Gurararara! Quanti decenni sono passati, Sengoku? Il mio figliolo adorato sarà meglio che sia sano e salvo!!!-

Barbabianca scatenò i suoi poteri provocando un maremoto dando così il via alla guerra che avrebbe deciso le sorti del mondo.
 

 
 Continua…
 
 

 

Ciao,

il portatile è ancora dal vicino ma sono riuscita ha trovare il tempo per usare il PC fisso.

In questo capitolo è iniziata la guerra, spero che vi sia piaciuto.

Mi sono basata sui capitoli 550-551 del manga soprattutto per i dialoghi; nel prossimo capitolo concluderò la guerra dato che mi concentrerò sulla morte di Ace e Barbabianca mentre per il resto farò un riassunto.

Mancano solo due capitoli alla fine, spero di riuscire ad aggiornare presto.

Ringrazio le numerose persone che hanno visto gli scorsi capitoli, fatemi sapere con una recensione cosa ne pensate di questo capitolo e se la storia sta piacendo, Grazie per averlo letto.

A presto

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Capitolo 25
*** La scomparsa di Ace e Barbabianca ***


25° CAPITOLO:

LA SCOMPARSA DI ACE E BARBABIANCA

 


La guerra a Marineford era iniziata da qualche ora, i pirati erano determinati a salvare il loro compagno mentre i marines non avevano nessuna intenzione di permettere ai nemici di vincere.

Dopo che le onde scatenate dai poteri di Barbabianca furono congelate dall’Ammiraglio Aokiji, i pirati avevano sfruttato il mare ghiacciato per scendere dalle navi ed iniziare il combattimento, non era facile raggiungere il patibolo ma nessuno aveva intenzione di arrendersi.

Durante la battaglia giunse Odr Jr, la gigantesca creatura sapeva di essere un facile bersaglio ma a lui non importava, era pronto a morire per salvare il suo amico.

Quando ad Odr mancarono pochi passi per raggiungere Ace fu colpito dall’ombra di Gekko Moria che voleva trasformarlo in uno dei suoi zombie; Odr Jr cadde davanti all’amico che gridò il suo nome.

 
*
 

Ace si sentiva impotente lì incatenato sul patibolo mentre i suoi compagni rischiavano la vita, quando aveva visto arrivare Odr gli aveva gridato di andarsene ma lui non lo aveva ascoltato e alla fine era caduto davanti ai suoi occhi.
 

 
*
 

In mezzo al caos della guerra l’Ammiraglio Akainu aveva ingannato uno degli alleati di Barbabianca spingendolo ad agire contro di lui.

Sguardo era salito a bordo della nave e aveva trafitto l’Imperatore Bianco ma il vecchio pirata dopo averlo abbracciato lo aveva perdonato, Barbabianca aveva capito che l’uomo era stato ingannato e che si era subito pentito delle sue azioni.

Il vecchio Imperatore decise che era giunto il momento di scendere in battaglia ed ignorando la ferita iniziò a combattere anche lui.
 

 
*
 

Durante la guerra i marines cercavano non solo di impedire ai pirati di liberare il loro compagno ma cercarono anche di togliere a loro ogni possibilità di fuga.

La “Moby Dick” fu colpita dalle cannonate e mentre era avvolta dalle fiamme iniziò ad affondare.

I pirati di Barbabianca rimasero shoccati, quella nave era stata la loro casa dove erano stati felici ed uniti proprio come una vera famiglia e ora stava sprofondando nelle profondità marine.
 

 
*
 

Ace osservò la “Moby Dick” che stava lentamente affondando, per lui quella nave era stata una casa ed era piena di ricordi.

A bordo di quella nave aveva conosciuto l’uomo che era diventato suo padre e dei nuovi compagni, aveva vissuto grandi avventure divertendosi con tutti loro.

Ma soprattutto Ace sapeva che senza la “Moby Dick”, Barbabianca non aveva più nessuna possibilità di lasciare Marineford e capì che suo padre era giunto lì con la consapevolezza che non sarebbe più andato via vivo; ammirava il vecchio pirata ed era grato per averlo accolto nella sua famiglia e anche se avrebbe preferito che non venisse rischiando la sua vita, rispettava la sua decisione perché Ace avrebbe fatto lo stesso se al suo posto ci fosse stato qualcuno a cui teneva.
 

 
*
 

Quando i pirati pensarono che non ce l’avrebbero fatta ecco che dal cielo cadde una nave della marina ed insieme a lei c’era Rufy insieme agli strampalati evasi di Impel Down che si era alleati a lui.

“Cappello di Paglia” alla fine ce l’aveva fatta ad arrivare in tempo ed era pronto a tutto pur di salvare suo fratello.

Con il loro arrivo i pirati si trovarono in vantaggio numerico e ritrovarono la speranza di potercela fare.
 

 
*
 

Rufy con l’aiuto di molti arrivò fino al patibolo, Inazuma creò un ponte che permise al ragazzo di gomma di raggiungere Ace.

Garp gli bloccò la strada ma alla fine si lasciò colpire nella speranza che il nipote riuscisse a salvare il fratello.

Finalmente Rufy era accanto ad Ace ma in quel momento le cannonate distrussero il patibolo facendo precipitare i due pirati tra il fumo dell’esplosione.

Sembrava che ormai non c’era più nulla da fare ma sul patibolo c’era anche Mr. Three che con i suoi poteri aveva ricreato la chiave che era andata distrutta, “Cappello di Paglia” prese al volo la chiave di cera e finalmente riuscì a liberare il fratello dalle manette.
 

 
*
 

“Pugno di Fuoco” una volta libero afferrò il fratellino e creando un tunnel di fuoco portò entrambi in salvo.

I pirati vedendo l’amico libero gridarono di gioia e si fecero più agguerriti, pronti a tutto per ritornare a casa.

Ace e Rufy erano fianco a fianco pronti a farsi strada per andarsene via di lì, “Pugno di Fuoco” ringraziò il fratellino per averlo liberato poi i due fratelli presero a combattere dimostrando di saper fare un perfetto gioco di squadra.
 

 
*
 

Barbabianca vedendo il figlio libero prese la sua decisione, sarebbe morto in quella guerra ma prima avrebbe fatto in modo che i suoi figli se ne andassero via di lì:

-L’ordine che vi sto per darvi, è il mio ultimo ordine come vostro Capitano. Quindi aprite bene le orecchie, pirati di Barbabianca!!!-

i pirati a quelle parole capirono che dovevano dire addio a loro padre, molti facevano fatica a trattenere le lacrime ma altri avevano intuito che sarebbe finita in quel modo:

-Le nostre strade si dividono qui!!! Figli miei, sopravvivete a tutti i costi e tornate nel Nuovo Mondo sani e salvi!!!-

come padre quello era l’unico ordine che voleva dare perché non c’era nulla al mondo per lui più importante della sua famiglia, aveva preso il mare proprio per averne una e dal momento in cui aveva formato la sua ciurma aveva vissuto per proteggere i suoi amati figli.

Barbabianca nonostante le ferite si preparò a dare ai suoi uomini una via di fuga:

-Sono un sopravvissuto di quest’epoca che sta per giungere al suo termine, nell’era che sta per iniziare, non c’è nave su cui io mi possa imbarcare!!!-

la sua epoca era giunta alla fine ma confidava nelle nuove generazioni sapendo che la voglia di libertà e di inseguire i propri sogni non si sarebbe mai estinta:

-Andate miei uomini!!!-

in quel momento gli ritornò alla mente i momenti passati ed era orgoglioso della vita che aveva vissuto e dei suoi figli.
 

 
*
 

I pirati erano disperati ma alla fine dopo che Barbabianca pronunciò un’altra volta il suo ultimo ordine, si decisero ad ascoltarlo.

Ace con il suo fuoco si fece strada fino a raggiungere il vecchio pirata e si inginocchiò, aveva così tanto da dirgli, voleva ringraziarlo per averlo accolto nella sua famiglia e soprattutto voleva scusarsi per non averlo ascoltato ma Edward Newgate sapeva già cosa suo figlio voleva dirgli:

-Non devi dirmi niente ma dimmi solo questo, Ace. Sono stato un buon padre?-

“Pugno di Fuoco” tratteneva a fatica le lacrime, era stato il padre che non aveva mai avuto, con lui era stato felice e aveva imparto l’importanza di avere un papà:

-Certo che lo sei stato!-

Barbabianca rise di cuore, sapeva che il giovane aveva sempre desiderato avere un padre anche se non lo aveva mai detto e lo rendeva felice sapere di essere riuscito ad essere per lui il genitore che cercava.

Ace si alzò e raggiunse suo fratello ma mentre stavano correndo via le parole dell’Ammiraglio Akainu lo fecero fermare:

-Non appena Ace è salvo fuggite con la coda tra le gambe? Che branco di piccoli codardi, pirati di Barbabianca. Ma con un uomo come quello per Capitano forse è inevitabile, dopotutto Barbabianca è solo il perdente di un’era passata!-

“Pugno di Fuoco” a quelle parole si arrabbiò e non sentì i tentativi degli altri di convincerlo ad andarsene, urlò all’Ammiraglio di ritirare ciò che aveva detto ma il marine non aveva nessuna intenzione di ascoltarlo:

-Grazie alle gesta del tuo vero padre, Barbabianca non è mai stato capace di raggiungere il grado di “Re”. E’ un eterno fallito, osi negarlo? Sfilare in giro per l’oceano con una banda di malviventi che lo chiamano padre…-

Ace urlò interrompendolo non poteva accettare quelle parole, l’Imperatore Bianco non era diventato il Re dei pirati perché non gli interessava e soprattutto non poteva accettare che insultasse così la sua famiglia.

Akainu proseguì con il suo discorso ignorando le urla del giovane pirata e infine urlò:

-Barbabianca morirà come un perdente e un fallito!!! Una morte adatta per il Comandante di un ammasso di rifiuti come voi!!!-

il ragazzo di fuoco ormai non ci vedeva più dalla rabbia, non poteva sopportare che quell’Ammiraglio insultasse suo padre:

-Barbabianca è il grande pirata che ha costruito questa stessa era!!!-

si preparò a colpire il marine:

-Questa era si chiama Barbabianca!-

attaccò Akainu che fermò il pugno infuocato con facilità ferendo Ace che per la prima volta da quando aveva mangiato il frutto del diavolo, provò dolore dovuto ad una bruciatura.

Mentre Ace cercava di rimettersi in piedi l’Ammiraglio spostò la sua attenzione su Rufy che era crollato a terra mentre tentava di recuperare la vivre card del fratello, partì all’attacco con l’intenzione di eliminare “Cappello di Paglia”.
 

 
*
 

Rufy vide l’Ammiraglio arrivare ma in quel momento, sfruttando i propri poteri, Ace si sposto in mezzo ai due venendo trafitto da un pugno di lava.

“Cappello di Paglia” era sotto shock mentre il fratello gli cadeva tra le braccia, i pirati erano paralizzati dal terrore di perdere il loro compagno.

Marco si liberò dalle manette ed insieme a Vista partì all’attacco per impedire ad Akainu di colpire di nuovo.

Anche Garp stava per intervenire ma il Grand Ammiraglio lo fermò:

-Farai meglio a tenermi qui a forza Sengoku! Perché se non lo farai, puoi starne sicuro che ucciderei quel Sakazuki!!!-

Sengoku sapeva che Garp lo avrebbe fatto e non poteva permettergli di fare una cosa del genere.
 

 
*
 

Rufy non riusciva a capacitarsi di ciò che era successo, suo fratello era tra le proprie braccia e stava perdendo moltissimo sangue:

-Mi spiace, Rufy.-

il fratellino iniziò a chiamare aiuto ma i pirati erano troppo occupati a tenere alla larga l’Ammiraglio e gli altri marines:

-Mi spiace di non averti dato la possibilità di salvarmi! Perdonami!-

Rufy non voleva sentire le sue scuse, voleva credere che si sarebbe salvato:

-Ma di che parli?! Non dirle neanche queste cose!!!-

“Cappello di Paglia” continuò a gridare aiuto e finalmente qualcuno arrivò, erano Deuce e Matabei, i due erano con Ace fin dai tempi dei pirati di “Picche” ed entrambi una volta raggiunti i due fratelli capirono che non c’era più nulla da fare.

Matabei che era un medico sapeva che nemmeno un miracolo poteva salvare l’amico, Ace lo vide e debolmente sorrise ai suoi compagni, soprattutto gli fece piacere rivedere Deuce prima di morire, l’amico era con lui fin dall’inizio del suo viaggio e trovava giusto ora che il suo viaggio era giunto alla fine che lui fosse lì; poi cercò le forze di far accettare la realtà al suo fratellino:

-E’ inutile, posso capire quando è arrivata la mia ora! Mi ha bruciato dall’interno, non mi riprenderò da tutto questo! Quindi ascoltami bene, Rufy!-

“Cappello di Paglia” non voleva ascoltarlo, era il suo fratellone c’era sempre stato per lui e Sabo, fin da bambini li aveva sempre difesi dai pericoli in cui si cacciavano.

Rufy ricordava ancora l’incubo avuto da bambino e aveva avuto il terrore di perdere i suoi fratelli ma loro gli avevano promesso che non lo avrebbero lasciato solo:

-Ace, mi avevi promesso che non saresti mai morto! Te lo ricordi?!-

come poteva “Pugno di Fuoco” aver dimenticato quella promessa, la ricordava molto bene ma purtroppo non dipendeva da lui:

-Sai sono davvero grato ad aver avuto dei fratelli come te e Sabo, mi ha reso davvero felice avervi avuto nella mia vita.-

ormai la sua voce era diventata un sussurro e solo suo fratello riusciva a sentirlo:

-Se riesci di addio da parte mia a Sabo e al nonno e se ti capita di rivedere mia madre e Dadan salutami anche loro, soprattutto di a mia madre che gli sono grato per tutto quello che ha fatto per me!-

Ace sentiva le forze abbandonarlo ma tenne duro, aveva ancora delle cose da dire:

-Io ho solo un rimpianto, non potrò vedere il tuo sogno realizzarsi ma ti conosco, ce la farai di sicuro. Se mio fratello, dopotutto!-

Rufy ormai aveva capito che era la fine per suo fratello e non riusciva ad accettarlo:

-Proprio come… abbiamo promesso allora… non ho rimpianti… su come ho vissuto la mia vita!!!-

Ace dalla vita aveva avuto ciò che voleva, non era la fama o la ricchezza ma solo avere accanto delle persone che lo accettavano per chi era e ne aveva avute molte, questo per lui era tutto ciò che desiderava e ora che la sua vita era giunta al termine non aveva nessun rimpianto.

“Pugno di Fuoco” sapeva che ormai non aveva più tempo, raccolse le ultime forze rimaste per lasciare un messaggio alle persone a lui care:

-Sto perdendo la voce. Rufy, voglio che tu ascolti quello che ho da dire… e che più tardi… tu lo dica agli altri…-

Ace ripensò a tutte le persone che aveva conosciuto e a tutto quello che aveva condiviso con loro:

-Vecchio!!!... Tutti voi, ragazzi!!!... E tu, Rufy… anche se sono stato un buono a nulla per tutta la vita… anche se in me scorre il sangue di Roger!-

“Pugno di Fuoco” a causa delle lacrime ormai vedeva tutto sfuocato ma voleva finire di dire quello che aveva nel cuore:

-Voi mi avete amato ugualmente… grazie di cuore!-

sorrise per l’ultima volta e chiudendo gli occhi cadde a terra, proprio come anni fa Roger era andato incontro alla morte sorridendo, Ace aveva fatto lo stesso e ora avrebbe raggiunto il suo vero padre potendolo finalmente conoscere.

Rufy gridò il nome del fratello mentre ciò che rimaneva della vivre card si ridusse in cenere, Deuce non trattenne le lacrime vedendo il suo migliore amico privo di vita.

Tutti i pirati piansero per la fine del loro compagno e anche Garp non nascose le lacrime disperato per la morte del nipote, ognuno di loro ricordava quando “Pugno di Fuoco” era entrato nelle loro vite stravolgendole e i momenti felici passati insieme.

Il Vice Ammiraglio si sentiva in colpa, non aveva mantenuto la promessa fatta a Roger e non sapeva come affrontare Rouge.
 

 
*
 

Jimbe prese Rufy ormai svenuto e cercò di portarlo in salvo con l’aiuto dei pirati, Barbabianca si asciugò le lacrime che aveva versato alla morte del figlio e ordinò a tutti di fuggire.

L’Imperatore Bianco spaccò in due l’isola separando i pirati dai marines, in quel momento fece il suo arrivo Barbanera con la sua nuova ciurma.

Edward Newgate scatenò i suoi poteri mettendo al tappeto il traditore, usò il proprio corpo per fare da scudo ai suoi uomini, venne ferito in volto ma continuò a restare in piedi senza vacillare.

Barbabianca sapeva che ormai era giunta la sua fine, aveva vissuto una lunga vita, aveva visto nascere l’era di Roger che lui aveva portato avanti e ora con la sua morte si sarebbe conclusa.

Sapeva che ci sarebbero state persone che avrebbero ereditato non solo la volontà del Re dei pirati ma anche quella di Ace e sapeva che fino a quando c’erano quelle persone, la loro fiamma non si sarebbe mai estinta.

Edward Newgate ripensò all’ultima volta che aveva visto Roger e sorrise a quel lontano ricordo e con le forze rimaste pronunciò le sue ultime parole che avrebbero aperto le porte per una nuova era:

-One Piece, esiste davvero!!!-

con quelle parole Barbabianca esalò il suo ultimo respiro, era morto restando in piedi perché nemmeno davanti alla morte l’Imperatore Bianco era caduto, durante la battaglia aveva subito numerose ferite e come testamento del suo orgoglio, sulla sua schiena anzi sulla sua intera vita da pirata non aveva subito nessun segno di ritirata.

Il tatuaggio sulla sua schiena era immacolato, mai in tutta la vita aveva voltato le spalle al nemico.

Edward Newgate era una leggenda vivente e ora che la sua vita era giunta alla fine facendo calare il sipario sulla vecchia era, una nuova era sarebbe nata dalle ceneri di quella passata.
 

 
Continua…
 
 

 

Ciao,

ho riavuto il portatile e dato che il vicino mi ha detto che non sa per quanto funzionerà ancora, dato che è vecchio, ho deciso di pubblicare sta sera gli ultimi due capitoli.

Ecco il penultimo capitolo, spero che vi sia piaciuto.

Non è stato facile scrivere questo capitolo, ho cercato di riassumere l’intera guerra per non rendere troppo lunga questa storia, ho preferito soffermarmi sulla morte di Ace e Barbabianca; mi sono basata sui capitoli del manga, dal 552 al 576.

Le parole di Ace le ho un po’ modificate per adattarle a questa storia.

Ora andrò a sistemare e pubblicare il prossimo capitolo che sarà l’ultimo e dove si concluderà la guerra, si vedranno sia Rouge che Sabo.

A dopo

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Capitolo 26
*** Un Incedio Indomabile ***


26° CAPITOLO:

UN INCENDIO INDOMABILE

 


A Marineford giunse Shanks il “Rosso” che pose fine a quella guerra che era durata troppo.

L’Imperatore accolse sulla sua nave i sopravvissuti della ciurma di Barbabianca e fece portare a bordo i corpi del vecchio pirata e di Ace, poi la “Red Force” salpò diretta verso il Nuovo Mondo.
 

 
***
 

Qualche giorno dopo la fine della guerra, la “Red Force” era giunta su una piccola isola primaverile dove non abitava nessuno ma era sotto la protezione di Shanks.

In quel luogo tranquillo furono sepolti Barbabianca ed Ace e furono erette le loro tombe con i loro effetti personali che erano riusciti a recuperare, insieme alle tombe furono piantate nel terreno numerose spade in memoria di tutti i compagni caduti in battaglia.

Shanks osservava in silenzio le due lapidi, rispettava molto l’Imperatore Bianco, lo conosceva fin dai tempi in cui era solo un mozzo sulla nave di Roger e nonostante la rivalità era un uomo che il “Rosso” aveva sempre ammirato; mentre per quanto riguardava Ace lo aveva incontrato una sola volta e quell’unico incontro era bastato per fargli capire quanto il ragazzo assomigliasse al padre.

Quando Shanks aveva saputo il motivo della morte di Ace aveva sorriso, era esattamente ciò che avrebbe fatto il suo defunto Capitano, ricordava quante volte aveva rischiato la vita per salvare quella degli altri.

Infine il “Rosso” pensò a Rufy sapendo come in quel momento stava soffrendo ma era certo che sarebbe riuscito a riprendersi.
 

 
*
 

L’imperatore non era l’unico perso nei suoi pensieri, accanto a lui Marco ripensava al suo incontro con Barbabianca ed Ace e ripensava a tutto quello che aveva condiviso con loro; anche gli altri pirati stavano ricordando il passato soffrendo per la perdita subita.

In disparte se ne stava Deuce in compagnia della lince, l’uomo era stato il primo a seguire Ace, era stato il suo migliore amico ed era anche il suo confidente, a lui “Pugno di Fuoco” raccontava ogni cosa e Deuce lo ascoltava e quando serviva gli dava consigli.

Ora che Ace non c’era più, l’uomo mascherato non aveva più motivo per essere un pirata, lo era diventato per seguire l’amico per poter vedere fin dove quel ragazzo così pieno di vita e di sogni sarebbe arrivato e Deuce sapeva che Ace aveva raggiunto il suo scopo; l’ex Vice Capitano dei pirati di “Picche” sapeva che mai nella vita avrebbe incontrato qualcuno come Ace, l’amico scomparso era unico ed era stato fortunato ad averlo incontrato e avrebbe passato il resto dei suoi giorni a tenere vivo il suo ricordo.

 
*

 
Verso il tramonto Shanks si offrì di accompagnare i pirati di Barbabianca su un’isola dove potevano procurarsi una nuova nave, loro accettarono ma sapevano che una volta lasciata la nave del “Rosso” la ciurma si sarebbe sciolta, nessuno di loro aveva intenzione di proseguire il viaggio senza loro padre e loro fratello.

L’unica che non volle salire a bordo fu Kotatsu, la lince da quando era stata salvata era sempre stata accanto ad Ace fino al giorno in cui lui era partito all’inseguimento del traditore e ora non aveva più nessuna intenzione di separarsi da lui, sarebbe rimasta su quell’isola a vegliare sulla sua tomba.
 

***
 

Una settimana dopo alla fine della guerra Sabo fece ritorno a Baltigo, il nascondiglio dell’armata rivoluzionaria, era stato per settimane su un’isola in rivolta nel Nuovo Mondo.

La gente di quell’isola stanca del re tiranno si era rivoltata contro di lui e Sabo con alcuni compagni era stato mandato lì per dare una mano, essendo un paese in rivolta i giornali non erano mai giunti e il Governo Mondiale per evitare che il mondo sapesse cosa stava accadendo aveva bloccato le comunicazioni tramite lumacofono, l’isola era stata tagliata fuori dal mondo.

Sabo tornato a Baltigo venne a sapere cosa era successo a Marineford e andò su tutte le furie, si recò da Dragon e lo afferrò per la camicia urlandogli contro mentre le lacrime rigavano il suo viso:

-Perché non mi hai avvisato su ciò che stava succedendo?! Dovevo essere là con i miei fratelli!-

si sentiva molto in colpa per la morte di Ace, non solo era stato lui ad indicargli dove poteva trovare Barbanera ma non si era preoccupato di tenersi informato perché se lo avesse fatto avrebbe saputo prima quello che stava accadendo e avrebbe potuto fare qualcosa:

-Ti ricordo che ti trovavi su un’isola tagliata fuori dal mondo, non c’era modo di contattarti e non potevo nemmeno mandare qualcuno per avvisarti dato che non avresti fatto comunque in tempo.-

il giovane rivoluzionario strinse con più forza la camicia del suo capo:

-Allora potevi fare qualcosa tu! Rufy è pur sempre tuo figlio!-

Dragon afferrò i polsi di Sabo e si liberò dalla sua presa:

-Lo sai che non mi immischio nelle vicende dei pirati. Avrei concesso solo a te e a nessun altro di andare a Marineford se tu fossi stato qui.-

poi porse al ragazzo un foglio dove era scarabocchiato qualcosa:

-Non so dove sia ora Rufy e non ti permetterò di perdere tempo a cercarlo, appena si farà vivo potrai andare da lui. Intanto puoi recarti nel luogo dove è sepolto tuo fratello, su quel foglio ci sono le coordinate dell’isola.-

Sabo prese il pezzo di carta e senza dire nulla uscì dall’ufficio di Dragon e partì per andare da Ace.
 

 
*
 

Sabo stava osservando l’oceano mentre i suoi compagni stavano seguendo la rotta per l’isola:

-“Ace, mi dispiace così tanto per non esserci stato ma una cosa l’ho capita, sei riuscito a vivere la tua vita senza rimpianti e ti prometto che quando avrò ritrovato Rufy gli starò accanto.”-

per il resto della sua vita il giovane rivoluzionario avrebbe conservato nel cuore il ricordo di Ace e avrebbe vissuto anche per lui e si sarebbe preso cura del loro fratellino.
 

 
***
 

Ormai erano passate diverse settimane dalla fine della guerra a Marineford, dal giorno in cui Rouge aveva saputo della morte di suo figlio non aveva più detto una parola.

La donna non aveva mai versato una lacrima e passava le giornate seduta sulla sedia a dondolo e rileggeva in continuazione l’articolo che riguardava Ace soffermandosi sulla foto che ritraeva suo figlio privo di vita dove sul viso spiccava un sorriso.

Dadan era molto preoccupata per lei, giorni prima Garp era andato da loro e aveva riferito la conversazione avuta con il nipote ma nemmeno quello aveva smosso Rouge.

La donna più anziana temeva che non si sarebbe più ripresa, alla morte di Roger aveva suo figlio che gli dava la forza di andare avanti ma ora non aveva più nemmeno lui.

Dadan decise di rientrare ma in quel momento vide arrivare un uomo sconosciuto:

-Chi sei?! E come hai fatto a trovare questo posto?!-

lo sconosciuto alzò le braccia per fargli capire che non aveva cattive intenzione:

-Mi chiamo Deuce, ero un compagno di Ace fin dai tempi dei pirati di “Picche”. E’ stato lui a parlarmi di questo posto.-

la donna era senza parole, non credeva che avrebbe incontrato un compagno del ragazzo che considerava come un figlio.

Le parole di Deuce smossero qualcosa in Rouge che si era alzata ed era andata da lui:

-Sono Rouge, la madre di Ace. Come lo hai conosciuto?-

Dadan era felice di vedere la giovane parlare di nuovo e sperava che questo fosse l’inizio di una ripresa.

Deuce sorrise nel notare come il suo amico assomigliava alla madre:

-Ci siamo conosciuti su un’isola deserta dove era impossibile andarsene. Ace però era convinto che potevamo farcela e mi sono fatto strascinare dal suo ottimismo. Sono stato il primo a seguirlo nel suo viaggio.-

Rouge sorrise per la prima volta da quel brutto giorno:

-Lui era così, proprio come suo padre.-

l’uomo sorrise a sua volta:

-Ace era unico. Ero partito per scrivere un libro, non era mia intenzione diventare un pirata. Ma quando conobbi Ace mi fu impossibile andarmene, decisi di diventare un pirata giurando a me stesso che gli sarei rimasto accanto fino alla fine.-

Dadan si commosse sentendo quelle parole mentre Rouge era veramente felice di sapere che suo figlio aveva trovato qualcuno come quello strano individuo mascherato:

-Ace era felice, vero?-

Deuce ripensò a tutto il tempo trascorso con lui e sorrise con nostalgia:

-Era libero e stava inseguendo il suo sogno. In Barbabianca aveva trovato un padre e io sapevo quanto lo desiderava, ha mantenuto la promessa che ti aveva fatto. E’ morto senza nessun rimpianto.-

tirò fuori dalla tasca una vecchia fotografia ingiallita, raffigurava la ciurma dei pirati di “Picche” al completo, fu scatta prima di entrare nel Nuovo Mondo e in quella foto Ace rideva con Kotatsu che teneva il muso sulle sue gambe e tutti gli altri li accanto che ridevano:

-Questa foto fu scattata molto tempo fa.-

Rouge la prese e la osservò insieme a Dadan, rivedere il volto sorridente di Ace fu nostalgico ma bello, era la prova che il ragazzo era stato felice fino alla fine:

-Vorrei che la tenessi tu insieme a questo.-

Deuce gli porse un vecchio diario dalla copertina di cuoio marrone tenuto chiuso da un laccio e con le pagine invecchiate dal tempo; fin dal primo giorno in cui aveva conosciuto Ace, l’uomo aveva preso a scrivere tutti i giorni su quel diario raccontando ogni cosa:

-In questo diario ho scritto ogni momento passato con Ace. C’è scritto l’intero viaggio che abbiamo iniziato insieme.-

Rouge lo prese:

-Sei sicuro di volermelo lasciare? Ci sono racchiusi i tuoi ricordi qua dentro.-

l’uomo sorrise:

-Quei ricordi saranno nel mio cuore fino alla fine della mia vita. Vorrei che lo tenessi tu, potrai leggere come tuo figlio ha vissuto la sua vita da pirata.-

la giovane donna lo ringraziò e gli promise che lo avrebbe tenuto con cura:

-Ora cosa farai?-

Deuce sapeva perfettamente cosa avrebbe fatto d’ora in poi, era partito per diventare uno scrittore e il suo incontro con Ace aveva stravolto i suoi piani:

-Tornerò alla mia isola natale e cercherò di andare avanti. Non volevo essere un pirata ma sono felice di esserlo diventato, ho potuto viaggiare con una persona straordinaria come Ace.-

l’uomo non avrebbe mai rimpianto di aver seguito l’amico perché con lui aveva passato il periodo più felice della sua vita:

-Volevo farti sapere che grazie a Shanks, Ace è sepolto accanto a Barbabianca su una piccola isola del Nuovo Mondo.-

Rouge era contenta di sapere che suo figlio sarebbe per sempre rimasto accanto all’uomo che considerava suo padre:

-Grazie per essere venuto fin qui. Mi ha fatto piacere conoscerti.-

Deuce sorrise poi salutò le due donne e fece ritorno verso la piccola imbarcazione con la quale era giunto fin lì.

 
*
 

Rouge passò il pomeriggio a leggere il diario che gli aveva lasciato Deuce e ogni tanto osservava la fotografia, era bello poter leggere come suo figlio aveva vissuto dopo essere partito.

Al tramonto la giovane donna si recò al promontorio ed osservò l’oceano.
 

 
*
 

L’oceano aveva chiamato all’avventura l’uomo che amava e loro figlio, era stato la loro casa e ora Roger ed Ace avrebbero continuato a vivere nella memoria delle sue acque.

Rouge sapeva come il richiamo dell’avventura e della libertà era stato impossibile da ignorare per i due uomini che amava più della sua vita ed era contenta di sapere che loro aveva vissuto come volevano senza farsi fermare da niente e nessuno.

Ora Ace era insieme a Roger e lei si sarebbe fatta forza per vivere anche per loro, tenendo vivo il ricordo della loro esistenza.

Finalmente Rouge lasciò libere le lacrime che rigavano il suo viso anche se ora Ace non c’era più, lei era felice di aver avuto la possibilità di fargli da madre e sarebbe sempre stata orgogliosa di lui.
 

 
***
 

Deuce aveva preso il mare, ripensava ad Ace e al loro incontro e non poté fare a meno di sorridere perché l’amico era come il fuoco di cui era stato padrone.

Ace aveva travolto lui e tutte le persone che lo avevano conosciuto come un incendio indomabile lasciando nei loro cuori il suo ricordo che mai sarebbe svanito.
 

 
Fine
 
 

 

Ciao,

la storia è finalmente giunta alla fine, spero che vi sia piaciuta.

I capitoli del manga in cui appare Shanks sono 579-580-590.

Il primo capitolo lo avevo iniziato con una frase di Deuce presa dal capitolo speciale tratto dal romanzo “One Piece Novel A” e mi piaceva concludere l’ultimo capitolo con lui.

Ringrazio le numerose persone che hanno visto gli scorsi capitoli; ora che la storia si è conclusa mi piacerebbe sapere cosa ne pensate se ne avete voglia.

Non so quando pubblicherò di nuovo qualcosa,

A presto

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