Speranza di ineffable (/viewuser.php?uid=1196505)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro ***
Capitolo 5: *** Capitolo cinque ***
Capitolo 6: *** Capitolo sei ***
Capitolo 7: *** Capitolo sette ***
Capitolo 8: *** Capitolo otto ***
Capitolo 9: *** Capitolo nove ***
Capitolo 1 *** Capitolo uno ***
Capitolo
uno
BOM
Cervello dappertutto.
L'urlo sconvolto di Stede riecheggiò lungo i boschi, ma non
fu
sufficientemente forte da raggiungere quel pirata che stava sdraiato
sul molo, le braccia incrociate dietro la testa che gli facevano da
cuscino, mentre stava perdendo l'ultimo brandello del suo cuore, fatto
a pezzi e lacerato da un'attesa dolorosa.
Stede indietreggiò finendo contro il tronco di un albero, la
mano
tremava e con essa artigliava quella veste che odorava di prigionia e
morte, piangeva mentre quell'immagine terribile si ripeteva nel suo
cervello senza dargli pace o tregua, le ultime parole che il gemello
Badminton gli aveva rivolto prima di spararsi accidentalmente
sembravano così vere ora.
Era un mostro.
Uccideva qualsiasi cosa toccava.
Lui era la morte.
Le cose brutte capitavano a causa sua.
Il cuore pulsava dolorosamente, sentiva una fitta dentro la
testa che spingeva e batteva come se fosse un tamburo, Stede piangeva
portandosi una mano alla bocca per placare quei singhiozzi
così
forti che sembravano uscirgli direttamente dall'anima.
Mentre le lacrime continuavano a rigargli le guance, il suo pensiero si
rivolse
all'unica cosa positiva che gli era capitata da quando aveva preso il
largo, Edward, doveva raggiungerlo.
Sicuramente lo stava ancora aspettando sulla spiaggia, sperava fosse
così,
perché se avesse perso anche lui non sapeva se avrebbe
potuto
continuare a farcela da solo, non dopo aver visto un uomo spappolarsi
il cranio davanti ai suoi occhi, Edward, pensò il suo nome
ripetendolo tra le labbra tremanti, come un mantra e incredibilmente lo
aiutò a calmarsi.
Abbassò le palpebre mentre le ultime gocce di sofferenza
scivolavano via e lui continuava a far scivolare fuori quell'unico nome
che era importante, la sua aria, la sua vita, doveva raggiungerlo e poi
forse si sarebbe lasciato cadere tra quelle belle e forti braccia
tatuate e gli avrebbe raccontato tutto.
Barbanera si sarebbe arrabbiato probabilmente, con Badminton non con
lui, ma non
avrebbe potuto fare niente per sfogare quella rabbia e allora ci
avrebbe pensato Stede a respirarla via, con un bacio dietro l'altro e
avrebbero detto addio a tutto, sarebbero partiti lasciandosi dietro
quella merda dolorosa che li aveva annientati per metà delle
loro vite.
<< Sto arrivando Ed >> sussurrò,
sentendosi anche un
po' stupido, perché gli unici che avrebbero potuto sentire
quel
velato richiamo erano solo le piante e gli animali che si nascondevano
tra esse, ma a lui non importava, strinse i pugni e si mise in cammino
per raggiungere Edward, per incontrare il suo amore.
Solo che non aveva fatto i conti col buio, con quei sentieri tutti
uguali e se era riuscito a perdersi il giorno della caccia al tesoro,
con la luce del sole e una cartina,
figuriamoci ora dove poteva andare, si rese presto conto di star
girando in tondo, eppure non gli era sembrata tanto grande l'isola
quando erano arrivati.
Intanto l'alba cominciava a tingere di viola quel cielo che era stato
testimone del suo primo bacio, e Stede si dannava perdendo a ogni passo
in più la speranza che Edward fosse ancora lì ad
aspettarlo, il cuore aveva preso a fargli male, sentiva una stretta
fortissima al petto come se degli artigli lo stessero graffiando, il
suo viso era contorto in un'espressione di puro panico, anche il fiato
era corto e stava sudando.
<< Edward aspettami >> ansimò,
la voce gli si ruppe
quando le prime lacrime scesero a bagnargli le guance, non si era
nemmeno accorto di aver cominciato a piangere e quando se ne rese conto
andò in panico.
<< No >> gemette.
<< Per favore no. >>
Barbanera intanto era salito su quella scialuppa, troppo grande e vuota
per i suoi gusti, il cuore definitivamente spezzato e una rabbia
così cieca che avrebbe volentieri fatto fuori chiunque si
fosse messo sul suo cammino.
Alla prima remata, Stede cadde contemporaneamente in ginocchio a terra,
alla seconda sentì il cuore perdere un battito, alla terza
urlò per il dolore, si alzò barcollando sui suoi
stessi
piedi, prese a correre inciampando in ogni ramo o radice, quasi cadde
ma riprese l'equilibrio, ansimava per lo sforzo sentendo il fiato
mancare e le gambe cedere.
<< No, no, no per favore non...- AHI >>
qualcosa gli
strinse le caviglie e si sentì sollevare di peso, fu un
istinto
quello di chiudere gli occhi, ma quando li riaprì qualcosa
non
andava, era a testa in giù, provò a guardarsi
intorno
scoprendo di essere finito in una qualche trappola, la corda pendeva
legata a un grosso ramo, lui provò a tirarsi verso l'alto
per
tentare di slacciare il nodo ma non ci arrivava.
Forse avrebbe dovuto dar retta a suo padre quando gli diceva di fare
esercizio fisico, probabilmente a quest'ora non sarebbe incastrato in
quella
situazione, imprecò a denti stretti, ormai era giorno, se
Edward
per qualche fortuito motivo non avesse avuto un presentimento di
venirlo a cercare, a quest'ora sicuramente era partito.
O forse era stato catturato, quell'ipotesi lo fece rabbrividire, no
sicuramente era riuscito a fuggire, ma lui no.
Il sangue presto gli sarebbe arrivato alla testa e sarebbe morto, che
bella fine, appeso a un ramo come un idiota e senza aver detto a Edward
che lo amava, chissà dov'era ora e cosa pensava del suo
mancato
appuntamento, era arrabbiato? triste? deluso?
Ogni possibilità era come una spina conficcata all'interno
del
suo cuore, si dibatté ancora imprecando a denti stretti poi
si
lasciò andare, sconfortato e con un nodo che gli stringeva
la
gola, avrebbe voluto piangere ma non aveva idea se farlo a testa in
giù fosse un buona cosa, si morse forte le labbra gemendo
nuovamente il nome di Edward poi perse i sensi.
...
Al risveglio si
trovò davanti a
un paio di occhi azzurri come il cielo, talmente chiari da potercisi
specchiare tranquillamente al loro interno,
erano molto belli e celavano una bontà che raramente aveva
visto
in un altro essere umano, Stede sbatté le palpebre tentando
di
mettere bene a fuoco quella figura che lo osservava in assoluto
silenzio, per un attimo gli balenò l'idea di trovarsi
davanti a
un' allucinazione o a un elfo dei boschi...ma forse l'ultima ipotesi
era da scartare.
Sentiva le braccia intorpidite, le caviglie gli facevano male e la
bocca era completamente asciutta, per quanto era rimasto in quella
posizione si chiese e perché ancora non era morto?
<< Come diavolo ci sei finito in quella posizione?
>> domandò una voce.
Ah già, aveva dimenticato che c'era qualcun altro con lui,
qualcuno che invece di slegarlo aveva preferito starlo a fissare, gli
occhi nocciola del pirata gentiluomo vagarono su quella figuara che
stava dritta davanti a lui a braccia incrociate.
A una prima occhiata non sembrava essere molto alto, ma chi poteva
dirlo, esaminare qualcuno da appesi a un ramo era difficile, i capelli
erano corti con il ciuffo sparato verso l'alto, erano castani e il suo
viso aveva una forma squadrata, le labbra erano ben delineate e
abbastanza carnose, più delle sue sicuramente.
<< Cosa? >> domandò Stede
sentendo la bocca impastata.
<< Ho chiesto come ci sei finito lassù?
>> ripeté lo sconosciuto.
<< Non potresti prima slegarmi e poi magari farmi delle
domande? >>
L'uomo ci pensò, seriamente ci stava pensando? E dire che
lui
non aveva certo l'aspetto di un feroce criminale, soprattutto ridotto
in quel modo, appeso come un salame.
<< Suppongo si possa fare >>
sancì, estrasse la
spada, e senza dargli il tempo di dire niente tagliò la
corda, con
l'unico risultato di far cadere Stede malamente.
<< Ahu, ma sei matto? >> mugugnò.
<< Avrei potuto rompermi l'osso del collo
>> brontolò massaggiandoselo.
<< Oh raramente succede >> rispose l'altro
agitando una
mano, guardava le nuvole, come se stesse cercando chissà
quale
informazione in esse, in quel momento gli ricordava tanto Buttons, e
questo lo riportò con la mente al casino in cui si era
cacciato.
<< Bè grazie dell'aiuto >> disse
Stede ironicamente.
<< Non c'è di che. >>
Ma faceva sul serio quel tipo?
Il pirata gentiluomo lo fulminò con lo sguardo, incominciava
a
capire la vena nervosa di Izzy, si spiaccicò una mano sul
viso,
se adesso iniziava pure a sentirsi solidale con quell'ometto arrabbiato
significava che era davvero messo molto male, forse stare appeso a
testa in giù per ore intere lo aveva fatto diventare pazzo.
<< Allora, mi dici come ci sei finito? >>
Stede venne riportato alla realtà da quella voce, che
sembrava
molto calma, l'esatto contrario di come si sentiva lui in quel momento,
alzò gli occhi che si incontrarono con quelli
azzurri dell'uomo che gli stava di fronte.
Faticava a identificarlo, non sembrava cattivo, ma era strano per il
modo in cui si comportava e poi chi era? Un pirata probabilmente no
perché aveva addosso una divisa, ma non era quella della
marina,
non gli veniva in mente altro e comunque poco gli importava.
<< E' piuttosto semplice in realtà...
>>
<< Dovevo raggiungere il mio... >>
sospirò.
<< Un mio amico e... >>
<< Edward! >>
<< Devo andare! >> esclamò
allarmato mettendosi in
marcia, il misterioso uomo che lo aveva liberato lo seguì in
tutta fretta.
<< Ehi si può sapere di che stai parlando?
>>
Stede si voltò continuando a mantenere il passo.
<< Il mio amico mi sta aspettando al molo!
>>
L'uomo decise di seguirlo senza aggiungere una parola, non sapeva il
motivo, ma credeva che quel buffo ometto avrebbe presto avuto bisogno
di aiuto e lui non si negava mai quando c'era da fare un favore a
qualcuno, giunsero al famoso molo ma ad attenderli trovarono solo la
spiaggia e il mare.
Niente barca.
Niente Ed.
Il pirata gentiluomo guardò in ogni direzione preso dallo
sconforto, cominciò a chiamarlo a gran voce, corse sul ponte
di
legno dove fino a poche ore prima c'era stato il grande pirata
Barbanera con il cuore spezzato.
<< Non credo che ci sia più >>
disse lo sconosciuto.
<< Grazie, questo riesco a vederlo anche io!
>> rispose acido Stede.
<< E se lo avessero catturato? >>
Si mise le mani nei capelli.
<< No non può essere >> stava
andando nel panico, ci
pensò l'altro a calmarlo, lo afferrò per i polsi
costringendolo a guardarlo, anche se era più basso di lui
aveva
una forza straordinaria.
<< Ehi ora calmati okay? >>
<< Raccontami cosa ti è successo.
>>
<< Perché dovrei spiegarti, io nemmeno ti
conosco! >> strillò il pirata.
L'uomo lo lasciò facendo qualche passo indietro.
<< Hai ragione. >>
<< Permettimi di presentarmi. >>
<< Mi chiamo David >> disse mettendosi una
mano sul petto.
In quel momento arrivarono due guardie della marina.
<< Eccolo il fuggitivo! >> gridarono, Stede
si
impanicò, considerando come possibile via di fuga quella di
buttarsi in mare e nuotare fino alla prima fonte di salvezza, non un
piano ben congeniato ma pur sempre un piano, fu però la sua
nuova conoscenza a intervenire.
<< Ci penso io >> gli disse, si
avvicinò ai due uomini.
Loro lo riconobbero subito e si placarono ascoltando cosa aveva da dire.
<< Ma signore quell'uomo è stato condannato
per omicidio, poi ha chiesto l'atto di grazia. >>
<< In realtà Barbanera lo ha chiesto
>> specificò l'altra guardia.
David sgranò gli occhi sforzandosi però di
rimanere impassibile.
"Quel tipo era qui con Barbanera, quindi era lui l'uomo che doveva
incontrare al molo, la faccenda si faceva ancora più
interessante."
<< Sapete che io mi occupo del recupero dei criminali
>> disse.
<< Sì ma lui è qui solo da
un giorno, non ha
dimostrato niente, e in più la sua salvezza era valida solo
in
presenza del signor Teach che questa notte se l'è data a
gambe,
lasciando quel povero cristo nelle mani nemiche. >>
L'altro uomo rise.
<< Che idiota, fidarsi delle promesse di un pirata.
>>
A quel punto Stede non ci vide più, si avvicinò a
pugni stretti.
<< Edward è un brav'uomo! Sono io che l'ho
tradito. >>
Il suo salvatore lo fissò incredulo, con quanta foga
difendeva
quello che era considerato il flagello dei mari, le guardie gli
puntarono le armi addosso, David allungò una mano davanti a
lui
in segno di difesa.
<< Calmi. >>
<< Fatemi parlare col vostro capo, sapete la mia fama, ho
riequilibrato un montagna di uomini e donne ritenuti pericolosi, ho
fatto un lavoro migliore di quello che fate qui. Quindi ora per favore
portatemi da lui. >>
Le due guardie si guardarono concordando che non potevano fare molto
contro gli ordini di un superiore, lo accompagnarono nell'ufficio del
generale mentre Stede venne fatto attendere nella sala adiacente
controllato dai due uomini, era nervoso, batteva il piede sul
pavimento, l'unico suo pensiero era Edward.
Ora sapeva che era riuscito a fuggire e questo almeno gli permetteva di
respirare, ma con che umore lo aveva fatto?
Voleva andare da lui, raggiungerlo e gridargli che era stato uno
stupido,
che era finito in una trappola come un perfetto cretino e non era
riuscito a liberarsi, ma voleva raggiungerlo e mai aveva pensato di
abbandonarlo.
David uscì dalla stanza, si avvicinò al pirata
gentiluomo che alzò lo sguardo su di lui.
<< Andiamo >> disse e Stede lo
seguì senza dire
una parola, quando furono usciti David gli appoggiò una mano
dietro la schiena e iniziò ad aumentare il passo.
<< Cammina veloce e non voltarti indietro.
>>
Stede lo guardò confuso.
<< Co...- >>
<< Non voltarti! >>
Presto raggiunsero la spiaggia, David lo prese per il braccio
continuando a camminare ma il pirata gentiluomo si divincolò
fermandosi.
<< Un momento! >>
<< Vuoi andartene da qui o no? >>
domandò serio
l'uomo, Stede si morse le labbra poi annuì, quel tipo
rappresentava la sua unica vera via di fuga, non avrebbe mai potuto
farcela da solo.
<< Allora seguimi. >>
Ricominciarono a camminare fino a raggiungere una nave molto
più grande della Revenge, Stede
si sentiva un po' in ansia di fronte ad essa, o più che
altro
era l'incertezza rispetto all'ignoto che lo faceva agitare.
Che cosa gli sarebbe successo una volta sopra si chiese.
Deglutendo quel nodo di paura seguì l'uomo che fino a quel
momento si era dimostrato gentile e predisposto ad aiutarlo, quando
salirono vennero accolti da un gruppetto di donne e uomini, sembravano
tutti così gentili ed educati, nessuno rivolse uno strano
sguardo allo sconosciuto, come se fossero abituati ad avere gente nuova
a bordo.
<< Presto ragazzi dobbiamo salpare in fretta.
>>
<< Capo ne hai combinata un'altra delle tue?
>>
ridacchiò un giovane avvolgendo le spalle del capitano,
quanta
confidenza pensò Stede, vero che anche lui aveva tentato di
mantenere un clima positivo sulla nave ma in questo caso quei due gli
sembravano più vecchi amici che un comandante e il suo
sottoposto, ma forse era così, lui certo non poteva sapere
in
che rapporti erano, non conosceva nemmeno l'identità
dell'uomo
che lo aveva salvato figuriamoci il resto.
<< Più o meno >> rispose David
dandogli una pacca sulla spalla.
<< Che ti sei inventato sta volta? >>
<< Oh niente di che, qualcosa con il re. >>
<< Il re!? David ma sei matto, quelli quando lo scoprono
ti staranno addosso! >> disse una donna.
<< Tranquilla io e il re siamo amici >>
rispose facendole un occhiolino, la donna sospirò scuotendo
la testa.
<< Ci risiamo >> borbottò.
Intanto la nave cominciava a muoversi, Stede si sentiva sempre
più confuso e certo di essere circondato da pazzi.
<< Rick accompagnalo nella mia cabina, io arrivo subito.
>>
<< Certo capo. >>
Stede non si sentiva molto sicuro a scendere da solo con uno
sconosciuto, non aveva nemmeno un'arma con sé, ma quel tipo
non sembrava
essere pericoloso, era più magro di lui e alto uguale, gli
passò per la mente il pensiero che quel David lo avesse
fatto
per metterlo a suo agio, sapendo come avrebbe potuto sentirsi.
<< Aspetta qui il capo, ti raggiungerà subito
>> disse sorridendo il giovane.
<< Un momen... >> ma era già
sparito chiudendosi la porta alle spalle.
<< ...to >> finì la frase
abbassando la mano, si
guardò intorno, la cabina era spaziosa, con tanti libri
tenuti
in
maniera più disordinata della sua, la scrivania era piena di
carte e boccette d'inchiostro, c'erano diversi quadri, uno
raffigurante David circondato da quelle che sembravano essere bandiere
colorate, Stede stava per chiedersi che senso avesse quando la porta si
aprì rivelando la figura dell'uomo in questione che gli
disse di
aver avuto un contrattempo e la loro conversazione doveva attendere.
Per cui il pirata gentiluomo passò le successive ore a
esplorare
quella grande nave, facendo conoscenza con le persone che
l'abitavano, ovviamente non si scambiarono tante parole
perché
avevano molto da fare, però servì per farlo
sentire
più a suo agio, una volta finita l'esplorazione
tornò in
cabina e dopo poco fece il suo ingresso il capitano.
<< Scusa l'attesa >> disse avvicinandosi,
allungò la mano verso di lui.
<< Non abbiamo avuto il tempo di presentarci in maniera
adeguata. >>
Il pirata gentiluomo lo guardò titubante.
<< Se intendi uccidermi ti pregherei di farlo subito.
>>
L'uomo ridacchiò.
<< Ucciderti? Ma se ti ho appena salvato. >>
<< Bè potresti essere un trafficante di esseri
umani. >>
<< O che ne so...- >>
<< Niente di tutto questo >> rispose il
capitano.
<< E sono pronto a rivelarti ogni cosa >>
aggiunse sorridendo.
Stede strinse la sua mano con cautela, non fidandosi ancora al cento
per cento.
<< Mi chiamo Stede Bonnet. >>
<< Piacere mio Stede, come sai già io sono
David e comando
questa nave da parecchio tempo ormai, che porta il nome di Emily
>> spiegò allontanandosi, andando ad aprire un
mobiletto in
fondo alla stanza, tirò fuori una bottiglia di cristallo
contenente del liquore dorato e due bicchieri.
<< Emily è tua moglie? >>
<< Scusa non sono affari miei. >>
Il comandante si voltò con una piroetta.
<< Oh no chiedi pure, hai tutto il diritto di sapere dove
ti trovi >> disse versando il liquore nei bicchieri.
<< Vuoi sederti? >>
Stede si guardò intorno, poi decise di accomodarsi, doveva
assolutamente scoprire le intenzioni di quell'uomo e non perdere altro
tempo, ogni minuto che passava era un minuto che lo portava sempre
più lontano da Edward, David gli passò il
bicchiere, poi
prese il suo e si mise a sedere a sua volta.
<< Emily rappresenta l'illusione >>
spiegò bevendo un sorso.
<< L'illusione? >> domandò il
pirata.
L'altro annuì.
<< Conobbi una donna parecchi anni fa, la sorella si era
imbarcata ed era partita per un viaggio che doveva durare un mese,
scaduto il tempo, della barca non c'era traccia e la donna si
recava ogni giorno al porto ad attenderne l'arrivo. Un giorno
incontrò un mercante che le disse di avere la giusta
soluzione
per lei, la convinse che se avesse pescato dieci pesci al giorno allora
il mare sarebbe stato buono con e lei e le avrebbe riportato indietro
chi
aspettava. >>
Stede smise di bere e corrugò le sopracciglia.
<< Come si fa a prendere per buona una cosa del genere?
>>
<< La disperazione, mio caro Stede. >>
<< Tu non ti aggrapperesti a ogni speranza se fossi
disperato? >>
La mente del gentiluomo corse a Edward, avrebbe fatto di tutto pur di
raggiungerlo, e infatti si era imbarcato in una nave di sconosciuti
senza sapere nemmeno che cosa facessero là sopra, ma quella
rappresentava la sua unica speranza e lui ci si era aggrappato senza
esitare, sospirò annuendo.
<< Sì, suppongo che lo farei. >>
<< Ebbene lei si recava ogni giorno in mare aperto e
incredibilmente tornava indietro sempre con dieci pesci, il mercante si
complimentava dicendole che presto il suo desiderio si sarebbe
avverato, passarono tre mesi e quello che ottenne Emily fu solo una
lettera che la informava che la nave dove stava sua sorella era stata
vittima di una forte tempesta. Arrabbiata e delusa, la povera donna
corse dal mercante ma di lui non c'era più traccia, aveva
raggiunto il suo scopo, una pancia piena e soldi per andarsene da
lì >> lo sguardo del capitano scrutava il
volto del pirata osservandone le reazioni e ogni piccolo movimento del
volto.
<< E' terribile >> commentò
Stede, sentendosi vicino
alla ragazza ma ritrovandosi a vergognarsi di se stesso, in fondo lui
non si era comportato tanto diversamente dal mercante con la sua
famiglia, li aveva abbandonati lasciando loro una misera
lettera, non
aveva nemmeno avuto il coraggio di guardarli negli occhi un'ultima
volta.
<< Già, poco dopo la conobbi, era disperata e
non sapeva
cosa fare. Io stavo per partire e le chiesi se voleva unirsi a me, ho
chiamato questa nave in suo onore, promettendomi che avrei aiutato
chiunque avesse avuto bisogno di aiuto. Persone che si ritrovano sole e
non sanno da dove cominciare per riprendersi la loro vita.
>>
Il pirata gentiluomo annuì, se aveva raccontato la
verità, allora quel David non era così male e
forse
avrebbe potuto davvero aiutarlo.
<< Lei è ancora qui? >>
domandò posando il bicchiere dal quale aveva bevuto solo
qualche sorso.
<< No, ha preso la sua strada circa un anno fa
>> sorrise malinconico.
<< Ti manca? >> com'è che da un
tratto era diventato così sentimentale, si
domandò Stede.
David sollevò le spalle.
<< A volte sì, eravamo diventati molto amici,
ma sono
felice che sia riuscita a rialzarsi e a trovare la forza di inseguire
il suo desiderio. E qui arriviamo a me, ho aiutato molti ex
pirati
che erano stati catturati dalla marina, alcuni di loro sono ancora qui,
altri chissà dove sono finiti. >>
<< Quindi li riabiliti? >>
<< Oh no Stede >> si leccò le
labbra.
<< Fornisco loro una seconda opportunità, ma
non solo ai pirati, a chiunque ne abbia bisogno. >>
<< Per questo hai scelto me. >>
<< Mi sembravi uno con un piano in mente...-
>>
<< Senza alcuna idea di come realizzarlo >>
continuò per lui la frase Stede.
In quel momento bussarono alla porta, entrò un ragazzo
informandoli che la cena era pronta.
<< Hai fame Stede? >>
In realtà non l'aveva ma non se la sentiva di rifiutare.
<< Un po'sì >> rispose.
Si avviarono verso la sala da pranzo.
<< Mangi insieme alla tua ciurma? >>
<< Certo, noi siamo una famiglia. >>
Stede sorrise a quelle parole, e in quel momento si rese conto di
quanto gli mancavano i suoi ragazzi, si chiese se stessero bene e se
Edward li avesse raggiunti, sentì il magone risalirgli la
gola ma quello non era il momento giusto per lasciarsi andare alle
lacrime, alzò lo sguardo ammirando quella sala sfarzosa che
ospitava un lungo tavolo, certo che quel David non si faceva mancare
proprio
niente, come lui d'altronde.
Una volta che tutti presero posto iniziò una sequela di
presentazioni, per quanto il pirata gentiluomo avesse una buona memoria
gli sarebbe servito un sacco di tempo per memorizzarli tutti,
sperava però di non metterci così tanto a
ritrovare Edward, di colpo tutti si zittirono guardandolo
incessantemente, capì che era il suo turno, si
alzò in
piedi nervosamente schiarendosi la voce, mantenne lo sguardo basso come
se nel suo piatto ci fosse qualcosa di molto interessante da osservare.
<< Io mi chiamo Stede...Bonnet, la mia è una
storia un po'
complicata, sono partito con l'intenzione di diventare un pirata
>> sollevò il viso osservando molti di quei
volti che lo
guardavano.
<< Alcune persone mi conoscono come il pirata gentiluomo
>> disse facendo un sorrisino imbarazzato.
<< Non so se ne avete mai sentito parlare
>> ma quelle
espressioni non mutarono, si sentì qualche colpo di tosse
mentre
altri scossero la testa.
<< No, certo che non lo avete fatto... >>
"Hai sentito parlare di
me?"
"Oh io ho sentito tutto
di te."
<< In fondo è da poco che io...e poi
è successo un gran casino. >>
"Chaunchey, sai cosa
facciamo quando passiamo un brutto momento?"
"Ne parliamo insieme..."
"Come una ciurma"
continuarono
per lui i suoi ragazzi, quel giorno li aveva sentiti suoi figli
più di qualsiasi altro, aveva sentito per la prima volta di
aver
trasmesso qualcosa a qualcuno e che quelle persone ricambiavano in
qualche modo il suo affetto, anche se non erano sempre bravi a
dimostrarlo.
<< Sono stato catturato >> la voce era
diventata flebile come un alito di vento.
"ATTO DI GRAZIA!"
<< E portato al campo di addestramento... >>
"Ciò che
rende Ed felice sei...tu."
"Tu rendi Stede felice."
La voce si ruppe, lo sguardo si appannò a causa
delle
lacrime, le labbra si arricciarono in una smorfia e lui corse fuori
scusandosi con tutti, superò i corridoi fino a raggiungere
l'esterno, finalmente aria fresca, si appoggiò alla
balaustra
stringendola forte, così tanto che le nocche diventarono
bianche
e iniziò a singhiozzare stringendo i denti.
Dei passi, poi qualcuno si avvicinò a lui.
<< Brutto momento? >>
Stede tirò su col naso, era la voce di una donna.
<< Ti mancano i tuoi amici, vero? >>
Il biondo voltò appena il viso verso di lei.
<< Come lo sai? >>
Lei ridacchiò, ma non era un riso di scherno.
<< Mancano anche a me, i miei >> rispose
poggiandosi con la schiena e i gomiti alla balaustra.
<< E non puoi tornarci? >>
domandò il pirata, con un tono di voce che lo faceva
somigliare ad un bambino.
<< Vorrei ma no, sono ricercata, e se tornassi da loro li
metterei solo in pericolo. >>
<< Bè allora forse dovrei fare lo stesso anche
io >> rispose Stede abbassando lo sguardo.
<< Dipende da qual è la tua storia, Stede
giusto? >>
Annuì, poi si rese conto che lei non lo stava guardando e
rispose a voce bassa.
<< So che sono di parte, e probabilmente per te le mie
parole
valgono come una folata di vento, ma ascolta il mio consiglio, lasciati
aiutare da David. Raccontagli la verità e lui si
farà in
quattro per aiutarti. >>
Stede si voltò verso di lei, anche la donna lo stava
guardando, aveva degli splendidi occhi verdi che brillavano sotto la
luce della luna.
<< Perché dovrebbe farlo? >>
<< Non ti ha raccontato di Emily? >>
Lui esitò qualche istante prima di rispondere, un lieve
venticello gli scostò una ciocca dorata, la
riportò a
posto con le dita.
<< Sì lo ha fatto, e ha detto che da quel
momento si
è impegnato ad aiutare chiunque avesse bisogno. Ma io non
capisco il motivo, siamo tutti perfetti sconosciuti, nemmeno sapeva che
fossi nei guai quando mi ha incontrato >> si stava
scaldando e
non ne capiva nemmeno il motivo.
<< Non eri al campo di addestramento? >>
domandò la donna.
<< S-Sì ma... >>
sospirò.
<< David ha un grande sesto senso >> gli
disse.
<< E anche lui ha una storia strappa lacrime alle spalle?
>> domandò con più
acidità di quella che
voleva usare.
La ragazza sorrise, si spostò una ciocca di capelli dietro
l'orecchio, poi si voltò del tutto verso Stede.
<< No, anzi David è stato un bambino
fortunato, ci ha
raccontato lui stesso la sua vita. E' cresciuto con genitori
amorevoli...- >>
<< Beato lui... >> la interruppe.
<< Anche se forse...Se i miei genitori fossero stati
bravi io non
sarei mai partito e non avrei mai incontrato Ed >>
rifletté tra sé e sé, sotto lo sguardo
curioso
della giovane, quando si accorse di essere osservato si
zittì.
<< Scusa vaneggiavo. >>
<< Non scusarti, qui rispettiamo le storie di tutti.
>>
Il pirata gentiluomo sorrise.
<< Ti ho anche interrotta, mi spiace... >>
<< Non preoccuparti, dicevo che inoltre la sua famiglia
stava
bene economicamente e a lui non è mai mancato niente, solo
che
una volta cresciuto sentiva che qualcosa dentro di sé non
era
nel giusto ordine, ha deciso di partire per conto suo e lì
ha
incontrato Emily, che gli ha fatto capire qual era il tassello mancante
della sua vita. >>
<< Sarebbe aiutare gli altri? >>
domandò Bonnet.
<< Esattamente >> rispose la donna.
<< E voi siete tutti d'accordo? Io non voglio restare
qui, con
tutto il rispetto, e se David davvero vuole aiutarmi significa
cancellare i vostri piani, almeno per il momento... >>
Lei sorrise.
<< Il capitano è chiaro sin da subito, chi
vuole restare
sa come ci si comporta su questa nave, nessuno farà problemi
>> spiegò con calma, e la sua voce associata a
quel viso
gentile diedero una buona sensazione a Stede, che si sentì
riempito da una nuova forza.
Allungò la mano.
<< Grazie... >>
<< Katie >> rispose sorridendo e stringendo
la sua mano.
<< Grazie Katie, mi è stato d'aiuto parlare
con te. >>
I due si salutarono e Bonnet si ritirò nella cabina del
capitano
non sentendosela di affrontare nuovamente tutte quelle persone, quando
David lo raggiunse non sembrava stupito di trovarlo lì, anzi
sembrava quasi gli facesse piacere.
<< Mi spiace di essere corso via in quel modo, e di
essermi
rifugiato qui senza il tuo permesso, ma era l'unico posto che conoscevo
>> disse Stede sentendo un'improvvisa voglia di essere
abbracciato, il capitano si avvicinò mettendogli una mano
sulla
spalla e sorrise.
<< Tranquillo Stede, capisco benissimo come ti senti, ho
visto
passare tante persone e quasi tutte reagivano come te. Cerca di
riposare adesso, penseremo a tutto domani d'accordo? >>
il pirata
annuì sorridendo.
<< Se vuoi puoi restare a dormire qui, ho un materasso in
più e lì c'è la stanza da bagno dove
puoi
cambiarti, ti posso prestare una mia camicia da notte così
starai più comodo. >>
<< David, ti stai prendendo troppo disturbo.
>>
Lui gli diede una pacca sulla spalla.
<< Nessun disturbo. >>
<< D'accordo, grazie >> sorrise timidamente
Stede.
Il pirata gentiluomo si lasciò convincere anche ad usare la
vasca da bagno, sperando che stare in ammollo nell'acqua calda lo
aiutasse a mandare via quell'odore di polvere da sparo e terra che si
sentiva addosso, quando rientrò in camera non si
stupì di
trovare David intento a leggere un buon libro, con la candela accesa di
fianco, gli diede la buona notte e dopo si accoccolo sul suo giaciglio
tirandosi sopra quella bella coperta profumata.
Mentre tentava di prendere sonno pensò che lui e l'uomo che
lo
stava ospitando avevano tante cose in comune, lo sfarzo, l'amore per i
dettagli e le cose ricamate, solo che il capitano di quella nave era
molto più disordinato e a dire il vero in quella cabina
aveva
trovato cose che erano molto alla Edward, sembrava fosse un misto tra
loro due.
Edward...
Si sfiorò le labbra e chiuse gli occhi.
<< Notte Ed... >> sussurrò prima
di cadere in un
sonno profondo, che purtroppo venne disturbato da immagini violente e
di abbandono, sognò di raggiungere Edward con i vestiti
sporchi
di sangue dopo che Badminton si era sparato, di cadere in ginocchio,
stringergli la vita e supplicarlo di rimanere con lui ma Barbanera
prendeva la pistola e faceva fuoco, a quel punto l'urlo di Stede
squarciò il buio, si tirò su a sedere sentendosi
sudato e
con il cuore che batteva all'impazzata.
Una fiammella si accese.
Dei passi si avvicinarono a lui.
<< Stede? >>
<< Ehi... >>
Il materasso si abbassò al suo fianco, la candela venne
posata
lì accanto, David allungò una mano sfiorandogli
il
ginocchio.
<< Era solo un brutto sogno. >>
Stede singhiozzò.
<< No, era la realtà >> si
abbracciò le
ginocchia tirandole verso il petto e appoggiò la fronte
sopra di
esse, il suo nuovo conoscente lo guardava dispiaciuto, sentendosi
impotente davanti a quel dolore che non conosceva.
<< Sono un mostro. >>
<< E lui non vorrà più vedermi
>> singhiozzò tirando su col naso.
<< Dubito tu sia un mostro >>
sussurrò David,
tenendo un tono pacato nel tentativo di trasmettergli quanta
più
calma potesse.
<< Tu non mi conosci! >> strillò
alzando il viso di scatto, le lacrime gli rigavano le guance.
<< Lo so, e vorrei tanto poterlo fare >>
rispose tentando di incontrare il suo sguardo.
Stede strinse le labbra, assaggiando il residuo salato delle sue ultime
lacrime.
<< Mi dispiace, non è colpa tua e io non
dovevo
prendermela così con te. Sono io il problema, io e i miei
stupidi sbagli, commetto un errore dietro l'altro e sono sempre gli
altri a pagarne le conseguenze. >>
David si grattò la testa sistemandosi quel ciuffo ribelle di
capelli castani.
<< Per esperienza personale so che c'è sempre
rimedio, per quanto le cose ci sembrino inaggiustabili. >>
<< Anche se si tratta di un cuore spezzato?
>>
domandò il pirata sentendo nascere una piccola speranza
nella
parte più profonda del suo petto.
<< Soprattutto >> rispose sorridendo.
<< Senti, non posso farti promesse che non sono sicuro di
mantenere, ma una cosa posso giurartela, farò il possibile
affinché tu riesca a trovare chi stai cercando.
>>
<< Grazie, David. >>
<< Ora vedi di dormire >> disse
scompigliandogli i capelli
in una carezza simpatica, Stede percepì in quel gesto
qualcosa
di paterno, anche se lui non aveva mai provato cosa significa avere un
padre affettuoso, ma lo era stato, almeno per un po',
osservò il capitano mentre si alzava
in piedi e con la candela ritornava nel suo letto, sorrise sentendosi
riempito di un nuovo calore, quando si riaddormentò il suo
sonno
fu più sereno e lo accompagnò fino alla mattina
dopo.
...
La sveglia sulla nave Emily
suonava
presto, quando il pirata gentiluomo aprì gli occhi
notò
che David si era già alzato, e ad attenderlo sul tavolo
c'era un
vassoio con dei contenitori coperti, si alzò e raggiunse il
tavolo, Stede capì all'istante che quelle prelibatezze erano
per lui, spizzicò
qualcosa, si mise gli abiti puliti che la sera prima gli erano stati
consegnati e poi uscì fuori notando che c'erano
già
parecchi uomini a lavoro.
<< Fernando alza la bandiera! >>
<< Con piacere capitano! >>
Nell'alto del cielo fece presto bella mostra una bandiera che aveva
qualcosa di alquanto strano e curioso, Stede arricciò il
naso,
venne presto raggiunto da David che gli diede una pacca amichevole
sulla spalla.
<< Buongiorno Stede. >>
Lui si voltò.
<< Buongiorno a te. >>
<< Qualcosa non va? >> domandò
il capitano.
Il pirata scosse la testa, le guance si erano velate di rosso.
<< No, cioè sì,
uhm...Perché sulla vostra bandiera c'è un
pagliaccio? >>
David si lasciò andare a una sonora risata.
<< Non sai ancora tutto di noi. >>
<< Perché c'è altro?
>>
L'uomo a cui il capitano aveva dato l'ordine si tuffò con un
balzo vicino a loro, avvolgendo le spalle di Stede con un braccio.
<< Puoi dirlo amico. >>
<< Ti presento Fernando, il mio primo ufficiale.
>>
<< Piacere >> sorrise Stede stringendogli
la mano, nella
sua breve esperienza da pirata aveva conosciuto solo un braccio destro
e l'incontro non era stato dei migliori, ma questo tizio non sembrava
essere antipatico e mal disposto come Izzy Hands.
<< Vedi Stede, noi siamo anche una compagnia teatrale
>> disse David.
<< Cosa!? >>
<< Ma io credevo che voi...- >>
<< Dobbiamo pur guadagnarci da vivere in qualche modo, su
questa
nave ci sono dei talenti incredibili, e l'idea è nata
proprio
osservando queste persone, ci siamo allenati molto e la nostra
compagnia
è anche abbastanza conosciuta. >>
Stede arrossì.
<< Scusate ma io non ne ho mai sentito parlare.
>>
<< Non ti butteremo in mare per questo >>
sghignazzò Fernando dandogli una pacca sulla schiena.
<< Non siamo mica come i pirati noi
>>
ridacchiò, David si schiarì la voce e il suo
braccio
destro capì.
<< Oh scusa amico, non abbiamo niente contro di loro,
anzi qui ne abbiamo accolti parecchi. >>
<< Nessun problema >> rispose il biondo
sentendosi un po' a disagio.
<< Va bene ragazzi pensiamo alle cose serie ora, Fernando
raduna
il gruppo e andate avanti con le prove, io e Stede dobbiamo parlare poi
vi raggiungeremo. >>
<< Agli ordini capo >> lo
sgomitò e si dileguò così come era
arrivato.
<< Strano tipo... >> commentò
Stede.
<< Sì ma è simpatico, su questa
nave siamo tutti un po' stravaganti. >>
<< Bè...a dire il vero anche sulla Revenge
c'erano... >> scosse la testa.
<< Ci sono soggetti particolari, in realtà lo
siamo un po'
tutti, sono brave persone... >> un velo di tristezza
adombrò gli occhi nocciola del pirata.
<< A proposito di questo, noi abbiamo qualcosa di cui
discutere
vero? >> disse il capitano attirando l'attenzione
dell'altro che
alzò il viso e poi annuì.
Si ritrovarono nuovamente in cabina seduti l'uno di fronte all'altro.
<< Allora mi è parso di capire che viaggiavi
in compagnia
di Barbanera >> nel suo sguardo c'era una genuina
curiosità, il cuore del gentiluomo perse un battito a sentir
pronunciare quel nome, poi si ricordò le parole che proprio
Edward gli aveva
rivolto sulla spiaggia, desiderava fare solo quello che lo rendeva
felice e probabilmente quel soprannome che terrorizzava i mari con il
quale era
conosciuto non faceva più per lui.
<< E' così, lui mi ha salvato la vita,
più di una volta. >>
David spalancò gli occhi sorpreso.
<< Barbanera, quel Barbanera? >>
domandò.
Stede sorrise, ma in quel sorriso c'era un velo di amarezza.
<< Nessuno lo conosce veramente, io ho avuto
l'opportunità
di vedere chi si nasconde dietro la crosta, è un uomo buono
Edward, ha il cuore più buono e più grande di
molti
uomini che ho conosciuto. Ha rinunciato alla sua libertà per
me,
si sarebbe... >> si morse le labbra trattenendo le
lacrime.
<< Si sarebbe fatto ammazzare pur di salvarmi, e questo
una persona cattiva non lo farebbe mai. >>
<< Tieni molto a lui vero? >>
domandò David guardandolo intensamente.
Bonnet strinse i pugni che teneva appoggiati sulle ginocchia.
<< Sì, più di ogni altra cosa al
mondo. >>
<< Se ti dico la verità tu non la userai
contro di me vero? >>
<< Stede, ti ho portato via da lì, e non l'ho
fatto per riportartici. >>
Il pirata annuì.
<< Avevamo in programma di scappare, io ed Edward, lui
avrebbe
rubato una barca e ci saremmo incontrati al molo, solo che non
è
andata così. Sono stato svegliato dalla persona sbagliata
che
voleva uccidermi ma ha finito per ammazzarsi, è stato un
terribile incidente che però mi ha salvato la vita
>>
il suo corpo era scosso da piccoli fremiti e la sua voce
tremava
mentre raccontava quella storia.
<< Ero sconvolto, per un momento ho pensato che avrei
fatto
meglio a tornarmene a casa, così non avrei più
causato
incidenti poi...Il pensiero di lui, avevo solo voglia di raggiungerlo
ma mi sono perso e sono finito in quella maledetta trappola. Quello che
più mi spezza il cuore è il pensiero che Edward
se ne sia
andato pensando che avessi cambiato idea. >>
<< Avrebbe potuto cercarti >> disse David
aggiustandosi i capelli.
<< Scusa non voglio parlarne male, sto solo cercando di
capire. >>
<< Se non lo ha fatto c'è sicuramente un
motivo, non ho
alcun dubbio sul suo affetto per me. Voglio trovarlo e chiedergli
perdono, non so se vorrà ascoltarmi o se mi
crederà, ma
almeno deve sapere la verità, ne ha diritto. Non voglio che
passi la sua vita pensando che di lui non mi importava. >>
<< D'accordo Stede, ti aiuterò a cercarlo, ma
perché quel tipo voleva ucciderti? >>
Il gentiluomo sollevò le sopracciglia.
<< Oh è una storia lunga, ti ho già
rubato
abbastanza tempo dal tuo lavoro, magari posso raccontartela stasera
>> rispose, ed era incredibile come il suo stato d'animo
fosse
nettamente cambiato rispetto al giorno prima, si sentiva già
pronto a raccontargli tutto e ad affidarsi a lui, da un lato questo lo
faceva sentire un debole, perché non era mai in grado di
cavarsela da solo ma dall'altro aveva imparato che un buon amico al tuo
fianco era la cosa migliore che potesse capitarti, soprattutto nelle
difficoltà.
Note autrice: Salve gente,
momento
spiegazioni veloce veloce, in questo capitolo ci sono degli easter eggs
che svelerò solo alla fine della storia, chi segue i social
probabilmente li avrà indovinati, se qualche donzella del
sottano legge sicuro li indovina, anche per che uno di essi me lo hanno
raccontanto loro quindi...
E soprattutto i due nuovi personaggi maschili che sono in
realtà ben conosciuti, David e Fernando, qui non ho bisongo
di
spiegazioni.
Il signor Janckins si presenta benissimo da solo, mentre Fernado, lo
spoileratore per eccellenza XD we love you Fernando <3
Detto questo spero che il capitolo vi sia piaciuto e che se deciderete
di contiunare anche la storia continuerà a piacervi, un
salutone
e grazie per essere arrivati fin qui, Ineffable.
|
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Capitolo 2 *** Capitolo due ***
Capitolo due
Il resto della giornata
proseguì
in tranquillità, Stede spiegò dove aveva lasciato
la sua
nave quando erano stati portati via, disse anche che non sapeva se
Edward era tornato sulla Revenge oppure aveva deciso di tornare sulla
Queen Anne, per questo tracciarono la rotta per trovare prima quella
del pirata gentiluomo, e nel caso si fossero imbattuti in quella di
Barbanera l'avrebbero fermata, consapevoli del possibile pericolo.
Dopo aver organizzato quel piano provvisorio Bonnet decise di assistere
alle prove dell'equipaggio, David coordinava ogni cosa, dava
indicazioni e ordini in maniera gentile ma ferma, e anche se in qualche
occasione faceva ripetere una scena più volte nessuno se ne
lamentava, erano un gruppo caloroso e Stede si ritrovò
più volte a sorridere.
Gli chiesero persino di partecipare ma lui rifiutò,
organizzare
un atto teatrale una volta gli era bastato, e in più
mettersi in
gioco gli avrebbe fatto rivangare vecchi ricordi che preferiva
rimanessero sepolti all'interno del suo cuore, silenziosi e dormienti,
se risvegliati avrebbero punto quell'organo rosso e vivo
come spine affilate e lui aveva bisogno di mantenersi lucido, aveva una
missione e non poteva in alcun modo fallire.
Aveva detto a David di voler dare una mano, gli sembrava giusto
rendersi utile e in più tenersi occupato lo avrebbe aiutato
a
tenere a bada i pensieri, lui gli aveva risposto che non ce n'era
bisogno ma Stede aveva insistito, in fondo un'intera nave si stava
mobilitando per aiutarlo, mettersi all'opera con qualche faccenda era
il minimo, così alla fine riuscì a convincerlo.
Il problema era che non aveva mai lavorato un giorno della sua vita,
persino sulla Revenge auto promuovendosi capitano non aveva
avuto bisogno di fare gavetta, per questo si rivelò
un disastro in
qualsiasi cosa facesse, e chi lo sorvegliava finiva per mandarlo via
educatamente con una scusa.
Verso sera si ritrovò sul ponte, seduto su un barile
rovesciato,
sudato e con la camicia semi sbottonata, più esausto per
tutto
l'avanti e indietro tra un compito e l'altro e tutti i mi dispiace che
aveva dovuto dire quando commetteva qualche pasticcio.
Si alzò appoggiandosi poi con le braccia alla ringhiera, il
vento soffiava tra i capelli e lui osservava quel cielo blu che stava
cominciando a tingersi di stelle, un tempo quella stessa volta celeste
l'aveva condivisa con Edward, era stato uno dei momenti migliori di
tutta la sua vita, non aveva mai provato nulla di simile, una
sensazione di calore che si espandeva dal petto, il cuore che batteva
fortissimo e uno strano contorcimento di stomaco che però
non
faceva male, era solo come se il suo corpo stesse suonando un
campanello, solo che lui non aveva abbastanza esperienza per capire che
cosa stesse cercando di dirgli.
Quella notte aveva sentito una forte attrazione nei confronti
di Edward, un richiamo lontano, una spinta ad agire a cui
però
non aveva dato ascolto, pensandoci adesso, dopo che era stato baciato
sulla spiaggia capiva bene che cosa gli stava chiedendo il suo cuore, e
se lo avesse fatto? Se avesse baciato Barbanera sotto le stelle,
sfiorandogli il viso e poi la barba con delicatezza, sussurrandogli di
non lasciarlo andare, di aiutarlo a capire...E se si fosse occupato lui
di togliergli i fiori dai capelli, facendo scivolare le dita tra quelle
lunghe e belle ciocche argentate, che cosa avrebbe sentito o provato?
Il pirata gentiluomo sospirò sentendo di aver perso un'altra
volta un'occasione che non si potrà mai più
ripetere,
avrebbe potuto dimostrare a quell'uomo straordinario quanto fosse
importante per lui e degno delle più pregiate attenzioni, ma
non
lo aveva fatto, si era lasciato vincere dal timore, dalla vergogna,
dalla paura di essere rifiutato e cacciato, Edward invece non si era
mai tirato indietro, gli aveva aperto il suo cuore più di
una
volta ed era assurdo pensare come la leggenda che veniva chiamata "il
terrore dei mari", era in realtà un essere umano come tutti,
con
le sue fragilità, le sue ferite e timori.
<< Una moneta per i tuoi pensieri. >>
Stede si voltò verso quella voce.
<< David! >> il sorriso che gli aveva
illuminato le labbra divenne presto malinconico.
Si strinse nelle spalle tornando a guardare l'orizzonte, mentre la
brezza marina gli rinfrescava il viso.
<< Lascia stare, ti causerebbe solo mal di testa.
>>
<< Ci credi se ti dico che sono immune ormai?
>> ridacchiò appoggiando i gomiti alla
balaustra.
<< Sai quante lamentele devo ascoltare ogni giorno.
Capitano lui
ha usato il mio cucchiaio, no non è vero! E io che pensavo
che i
cucchiai fossero tutti uguali... >> rise di nuovo.
<< Le baruffe su qualche scena che non piace, oppure
quando
c'è meno razione per tutti e cominciano a litigare, allora
offro
loro la mia così si mettono quieti, almeno per un po'.
>>
<< E le pene d'amore poi... >>
Stede si voltò incuriosito verso il suo interlocutore.
<< Pene d'amore? >>
David lo guardò, con quegli occhi azzurri che sotto
l'oscurità della notte e l'argentea luce della luna
sembravano
quasi grigi.
<< Oh sì, ce ne sono a bizzeffe.
Così tante che si potrebbe scrivere un libro.
>>
<< In fondo non è così assurdo,
siete in tanti qui >> disse il gentiluomo.
<< Già...Una volta due uomini si sono quasi
ammazzati per
una donna, poi hanno deciso che in tre non si stava tanto male.
>>
<< Che cosa!? >> sbuffò Stede
trattenendo una risata.
<< Sì e stanno ancora insieme sai
>> spiegò David.
<< E si amano? >> domandò il
pirata non trattenendo
quella curiosità che gli stava risalendo le viscere, non era
mai
stato curioso riguardo all'amore da quando aveva saputo che si sarebbe
dovuto sposare per dovere, e allora aveva rinchiuso la voglia di
scoprire quel buffo sentimento di cui narravano i migliori romanzi rosa
in un cassetto, e non lo aveva più riaperto fino a quando un
pirata dai capelli lunghi e argentati non aveva bussato alla sua porta.
<< Moltissimo, anche più di alcune coppie
sposate che
mi è capitato di conoscere >> rispose il
capitano, Stede
sentì un tuffo al cuore, un profondo senso di vergogna che
nasceva direttamente dallo stomaco, si chiese se anche lui e Mary
fossero sembrati così a un occhio attento, non ci aveva mai
dato
troppo peso, le apparenze erano ciò che voleva suo padre e
per
questo si era semplicemente adattato comportandosi come l'alta
società si aspettava.
<< E' assurdo, tutto quello che mi hanno insegnato
sull'amore
è che solo i contadini possono permettersi di innamorarsi,
mentre i nobili...Loro devono stare a delle regole, non importa se odi
la persona con cui stai o semplicemente non ti piace...Un terreno,
ricchezze...quelle contano per la nobiltà >>
negli occhi
del pirata c'era un velo di tristezza, tentò di nasconderlo
guardando dritto davanti a sé, ma la sua voce lo tradiva,
apparendo insicura e tremante.
<< Tu Stede, sei innamorato? >>
domandò David, sia
per una genuina curiosità ma anche perché aveva
percepito
che in quell'argomento c'era qualcosa che il suo nuovo conoscente aveva
bisogno di tirare fuori, aveva come l'impressione che nessuno si fosse
mai davvero interessato a conosce Stede Bonnet, quello vero, quello che
probabilmente abitava dentro al suo cuore ma era stato relegato
lì senza possibilità di appello.
Il biondo sussultò, sentendo il cuore accelerare e le
guance andare a fuoco, gli capitava raramente di arrossire e
ringraziò mentalmente fosse notte così che quel
porpora
delicato potesse rimanere celato nell'oscurità.
<< I-Io? >> balbettò, voltandosi
appena verso il suo
interlocutore che annuì sorridendogli in maniera
incoraggiante,
strinse le mani tra loro, sfregandole leggermente e abbassando lo
sguardo su di esse, senza però vederle veramente.
Innamorato.
Era una parola praticamente sconosciuta per lui, non priva di
significato, o forse sì, perché in fondo lui non
aveva
mai saputo che cosa volesse dire essere innamorati, aveva letto dei
libri sull'argomento, ma forse non abbastanza, oppure quelle storie in
cui non riusciva mai a ritrovarsi fornivano una versione dell'amore
irrealistica, troppo esagerata e a tratti stucchevole sull'amore.
"Sono tuo amico" aveva detto una volta a Edward, per consolarlo
sì, ma lo pensava davvero, solo che anche sull'amicizia ne
sapeva
ben poco, in fondo poteva davvero dire di aver avuto un vero amico in
vita sua? No.
Olu, Lucius, forse loro potevano avvicinarsi a questa definizione, in
molti diversi casi si erano comportati più da amici che da
sottoposti, ma lui...Barbanera, era stato il primo con cui aveva
condiviso la sua passione per i tessuti preziosi, i passaggi segreti
della Revenge e chissà forse anche per Ed, Stede aveva
rappresentato la prima volta sotto qualche aspetto...Qualcosa dentro il
suo stomaco si contorse, Edward aveva avuto una vita molto
più
movimentata della sua, quante esperienze e avventure aveva vissuto,
come poteva credere che...
Sospirò mordendosi le labbra.
<< Io... A dire il vero David, non ho mai provato cosa
significhi
essere innamorato, so che è assurdo visto che sono un uomo
adulto... >>
<< E' meno assurdo di quanto immagini >>
gli disse
dolcemente il capitano, posandogli una mano sulla spalla, poi la
spostò rimettendola sulla balaustra di legno.
<< Ma ti è venuto in mente qualcuno quando te
l'ho chiesto? >>
Stede sussultò, deglutendo le emozioni che quella domanda
gli aveva procurato.
<< Sì... >> la sua risposta
uscì come un timido sussurro, David sorrise, come se
già sapesse.
<< Allora mio caro Stede, forse ti sei già
risposto da
solo >> disse prima di congedarsi, lasciandolo
lì con
quella rivelazione che lo aveva spiazzato, spezzato in due come un
bastoncino, ma era comunque una sensazione piacevole, quella nuova
consapevolezza lo fece sorridere, strinse forte la ringhiera con le
mani.
<< Sono innamorato di Edward. >>
<< Sono innamorato di Edward! >>
Non c'era nessuno intorno a lui e si sentì parecchio
sciocco, ma
per la prima volta non gli importava, che lo considerassero pure
strano, folle o un ometto privo di significato, lui aveva trovato il
suo scopo e non avrebbe più permesso a nessuno di dirgli chi
o
cosa poteva diventare o fare.
La nave Emily navigò dritta e senza problemi per tre giorni
e
tre notti di fila, fino a quando giunsero nel luogo dove la Revenge era
stata lasciata quando i suoi capitani erano stati catturati, ma di lei
non c'era nessuna traccia, Stede sospirò in preda allo
sconforto, ci aveva sperato davvero, ma doveva anche immaginarselo, se
Edward era tornato a bordo pensando di essere stato abbandonato era
ovvio se ne fosse andato portandosi dietro tutti gli altri.
<< Mi dispiace Stede. >>
<< Dispiace a me David, di avervi fatto fare un viaggio a
vuoto. >>
Il capitano scosse la testa.
<< Nessun viaggio a vuoto...dovevamo provarci
>> lo rassicurò con un sorriso.
<< Invece sì capitano. >>
Una voce li distolse dalla conversazione, si voltarono entrambi verso
di essa.
<< Avevamo delle tappe da portare avanti, degli
appuntamenti che
a causa di questo giro ritarderanno. >>
<< E in più stiamo finendo le scorte!
>> a parlare era stata una ragazza, minuta, dai capelli
lunghi fino alle spalle e lo sguardo fiero e determinato, a Stede
ricordò tanto la
sua Alma.
<< Isabelle...tesoro vieni qui >> la
chiamò David guardandola con sguardo dolce e paterno.
<< Non mi chiami tesoro, lo sa che lo detesto!
>> si
impuntò mettendo il broncio e incrociando le braccia, oh
sì decisamente il caratterino era molto simile a quello di
sua
figlia.
<< Lo farò quando tu comincerai a darmi del
tu, come ti
avevo chiesto, più volte >> disse David, quasi
sfidandola.
<< Pff non succederà mai capitano
>> sbuffò abbassando le palpebre e voltandogli
le spalle.
<< Allora io continuerò a chiamarti tesoro
>> ridacchiò spettinandole i capelli.
La fanciulla divenne rossa in viso, strinse forte i pugni e una grossa
e pulsante vena le apparì sul collo.
<< Ora basta capitano! Qui c'è poco da
scherzare,
rischiamo di morire di fame, o essere attaccati da quei maledetti
pirati e non abbiamo munizioni a sufficienza per difenderci e che mi
dice dello spettacolo? Andrà tutto a rotoli e a lei sembra
non
importare, sempre a fare scherzi o a prendere in giro gli altri, ora
potremmo avere la marina addosso solo perché ha...
>>
<< Salvato me >> continuò Stede
sentendosi in colpa,
la ragazza si fermò dal suo sfogo per guardare l'uomo che
aveva
appena parlato, ma poi scosse la testa.
<< Perché lui non prende niente sul serio!
>>
strillò indicando il suo capitano, poi quando
sentì gli occhi bruciare si voltò correndo via,
David
sospirò leggermente sconfortato poi guardò il
biondo
accanto a sé.
<< Hai esperienza con i ragazzini? >>
<< Bè...ho due figli, anche se ammetto che
sono stato
più un compagno di giochi per loro... >>
sorrise
malinconico, ripensando ai giorni in cui l'unica sua gioia era giocare
e far ridere i suoi bambini, gli mancavano molto doveva ammetterlo, ma
non avrebbe mai potuto essere un buon padre e non era pentito della sua
scelta, anche se forse, dopo aver trovato Edward sarebbe potuto andare
da loro, dargli una spiegazione e dirgli addio in un modo meno da
codardo, David sembrò rimanere sorpreso da questa
rivelazione.
<< Quanti anni ha lei? Sembra così giovane.
>>
<< Lo è, ha diciassette anni. >>
Gli occhi nocciola del pirata si spalancarono, ma prima che potesse
fare domande fu il capitano a chiarire i suoi dubbi.
<< La nave dove viaggiava con la sua famiglia
è stata
attaccata dai pirati, due anni fa circa, lei è salva per
miracolo. La sua fortuna è stata quella di cadere in acqua e
poi
la corrente l'ha trascinata lontano. >>
<< Cavolo...deve odiare il fatto che state aiutando
proprio me >> rifletté Stede corrugando le
sopracciglia.
<< Odiare? Isabelle non è in grado di odiare
nessuno, ha il
cuore troppo puro per farlo, e quando l'ho salvata le ho spiegato che
qui è bene accetto chiunque, qualsiasi persona
abbia bisogno di una mano troverà sempre la porta aperta.
Non sei il primo pirata che sale a bordo e non sarai l'ultimo, inoltre
quando l'ho trovata, su questa nave erano già presenti
parecchi
di loro. >>
Stede deglutì, immaginando come potesse sentirsi quella
ragazzina.
<< E come l'ha presa? >> domandò
il gentiluomo.
<< Era spaventata all'inizio, ma poi ha capito che questo
è
un porto sicuro, a nessuno viene fatto del male >>
spiegò
l'uomo con una punta d'orgoglio nella voce.
<< Come sai che non resta solo perché non ha
scelta? >>
<< Non ne ho la certezza, ma sembra stare bene con noi, e
poi
cerco di parlarle spesso e se avesse bisogno di un qualsiasi tipo di
aiuto
per ricominciare via da qui sa che da me lo troverebbe. Ma non posso
costringerla a parlare o a rivelarmi quello che prova davvero, spero
solo di essere stato abbastanza bravo da averle fatto capire che
può fidarsi. >>
Stede sorrise e annuì sentendosi rassicurato, non sapeva
perché il destino di quella ragazzina gli stesse tanto a
cuore,
forse perché sperava che se un giorno la sua Alma si fosse
trovata in
difficoltà sarebbe stata così fortunata da
trovare qualcuno che l'avrebbe aiutata.
<< Vado a parlarle se non ti dispiace, poi ci occuperemo
di...- >>
<< Capitano può venire qui un secondo?
>>
David sospirò.
<< Arrivo >> rispose.
<< Non c'è mai pace per i capitani
>> disse
rivolgendosi a Stede, il quale gli rivolse uno sguardo comprensivo,
decise di andare lui stesso a parlare con la giovane, non si
conoscevano e magari lo avrebbe rifiutato ma si sentiva in dovere di
ricambiare il grande aiuto che quelle persone gli stavano dando, e poi
si sentiva spinto da un moto di affetto verso quella ragazzina, la
cercò trovandola rannicchiata con le ginocchia al petto e
l'espressione corrucciata, sorrise, domandandosi come sarebbe Alma alla
sua età con lo stesso visino imbronciato, si
avvicinò
lentamente.
<< Posso? >>
La ragazza alzò i suoi profondi occhi scuri su di lui,
liquidandolo con un gesto secco delle spalle.
"E va bene" pensò Stede, "sarà più
difficile di quanto immaginavo ma posso farcela."
Si sedette accanto a lei raccogliendo a sua volta le ginocchia al petto.
<< Giornata difficile? >> le
domandò.
<< Tu fai parte della categoria degli stronzi?
>> domandò di getto spiazzandolo.
<< Cosa? >> chiese Stede corrugando le
sopracciglia.
<< Che tipo di pirata sei? Uccidi le persone?
>>
<< Oh no, non ho mai ucciso nessuno ma...delle persone
sono morte
a causa mia >> spiegò il gentiluomo andando
con la mente a
quei ricordi dolorosi e traumatici, attirò così
l'attenzione della ragazzina che lo guardò incuriosita e
dubbiosa.
<< Hai ordinato di ucciderle? >>
<< No...è stato solo un incidente.
>>
<< Ti è dispiaciuto? >>
domandò la giovane
tentando di capire se poteva davvero fidarsi di quell'uomo che era
comparso improvvisamente nelle loro vite.
<< Non erano brave persone Isabelle, ma mi ci sono
sentito in colpa e
a dire il vero anche adesso...a volte le sogno ancora, sono incubi che
mi fanno sentire un mostro quando mi sveglio. >>
<< Perché mi stai raccontando queste cose?
Intendo i dettagli di come ti senti.>>
Stede sorrise, effettivamente era strano per lui aprirsi
così
tanto con qualcuno che aveva appena conosciuto, forse nemmeno con
Edward era stato così sincero, certo gli aveva raccontato
alcune
cose ma non tutto, e aveva tralasciato la morte del primo Badminton,
probabilmente perché parlare di morti e omicidi accidentali
non
era da
gentiluomini oppure perché sotto sotto si vergognava e aveva
paura di essere giudicato e di perderlo.
<< Vorrei che tu capissi che non sono qui per creare
problemi, o
mettervi i bastoni tra le ruote, mi spiace che a causa mia abbiate
subito dei ritardi, proprio per questo io...Se mi lasciate al primo
porto a cui siete diretti, posso trovarmi una scialuppa o radunare
alcuni uomini e continuare la mia ricerca da solo, voi avete
già
fatto abbastanza. >>
Lo sguardo del pirata gentiluomo si addolcì, studiato da
quella
ragazzina i cui lineamenti si erano ammorbiditi, segno che stava
cominciando a rilassarsi in sua presenza.
<< Faresti questo per noi? >>
domandò Isabelle sembrando quasi incredula.
<< Non sono tutti cattivi i pirati, ho conosciuto alcuni
di loro
che erano...sono brave persone >> rispose sentendo una
stretta al
cuore, gli mancava davvero tanto la sua ciurma, ma il volto della
ragazza si scurì.
<< David ti ha raccontato di me >> non era
una domanda e Stede si ritrovò costretto ad annuire.
<< Quel chiacchierone! >> sbuffò
mettendo ancora quell'adorabile broncio che fece ridacchiare il pirata.
<< Non prendertela con lui, credo che volesse solo
rassicurarmi,
ha visto il mio stupore sapendo che una ragazza così giovane
navigasse su questa nave. Forse voleva rassicurarmi sul fatto che non
ti avesse rapita e tenesse qui contro la tua volontà.
>>
<< Pff rapita? David? Non sarebbe in grado di rapire
nemmeno un
gattino, è molto forte sì ed è
geniale, ma non
è cattivo. Non c'è un briciolo di cattiveria
dentro di
lui, e poi avrei potuto essere benissimo la figlia di qualcuno della
ciurma...gliela taglierò una di queste volte quella
linguaccia.
>>
Stede scoppiò in una risata di cuore, sembrava una piccola
Izzy, ma molto meno antipatica e minacciosa.
<< Sembrate volervi molto bene... >> disse
Stede
guardandola, lei si strinse nelle spalle e i suoi occhi divennero
languidi, quasi malinconici.
<< David mi ha salvata, dopo avermi ritrovata ho dormito
per tre
giorni interi, e quando mi sono svegliata non ne ho voluto sapere di
mangiare, sono stata a digiuno per una settimana. Lui si preoccupava
tantissimo, mi lasciava cibo fresco in ogni momento, lo so
perché mi avvisava bussando alla porta e dicendomelo. Mi
aveva
dato una cabina dove c'era anche la sala da bagno ed è
rimasta
la mia poi una volta l'ho sentito parlare, era così in pena
per
me...e quando mi ha vista nascosta dietro la porta mi ha sorriso,
sembrava sollevato di vedermi in piedi, io poi sono scappata in camera.
Quando ho iniziato a mangiare, David ha notato quanto mi piacesse
l'uva, ne metteva sempre tanta quando mi portava il pranzo e ne
lasciava in giro per la nave, aveva paura morissi di fame
>>
ridacchiò, gli occhi le si illuminarono.
<< Stede giusto? >>
L'uomo annuì.
<< Non voglio che tu te ne vada, io sono stata fortunata
e tutta
la ciurma è stata comprensiva con me, voglio fare lo stesso
>> disse allungando la mano verso di lui, Stede sorrise e
la
strinse, sentendo la gola bruciare, ma non voleva piangere, non gli
sembrava il momento.
<< Sei una bravissima persona Isabelle, ti auguro di
riuscire in qualsiasi cosa ti venga in mente. >>
<< Anche distruggere per sempre tutti i pirati?
>> disse lei con un velo di scherno e le guance rosse.
<< Oh bè in quel caso che vinca il migliore
>> rispose il pirata dandole un leggero buffetto sul naso.
<< Mi ha fatto piacere parlare con te. >>
<< Anche a me Stede. >>
Quella chiacchierata lo aveva messo di buon umore, si sentiva come
rinato, pronto a cercare con tutto se stesso Edward e la sua ciurma,
rivoleva la sua nuova famiglia e avrebbe fatto di tutto per trovarla,
accettando ogni aiuto possibile, aprire il suo cuore a quella ragazza
gli aveva fatto provare una sensazione unica, un tepore piacevole al
centro del petto, dopo anni passati tenendosi tutto dentro stava
incominciando a comprendere quanto fosse salutare il riuscire ad
aprirsi con qualcuno, tornò da David con l'umore decisamente
migliorato.
<< Hey Stede, dobbiamo per forza fare scalo al primo
porto, ci servono dei viveri. >>
<< Devo essermi fatto prendere un po' la mano ultimamente
>> ridacchiò grattandosi la nuca, in quel
momento giunse
da loro Isabelle.
<< Capitano. >>
Lui aprì gli occhi, osservando con fare paterno la giovane
fanciulla.
<< Dimmi piccola. >>
<< Mi dispiace per prima, non avrei voluto perdere
così tanto la pazienza. >>
Il capitano rimase allibito, sgranò gli occhi fissando
incredulo
la ragazza, come se riuscisse a vedere solo la bocca che si muoveva ma
senza sentire le parole, si avvicinò a Isabelle posandole
una mano
sulla fronte mentre il pirata dai capelli dorati se la ridacchiava.
<< Hai la febbre per caso? >>
<< No, non ho la febbre e non mi chiami più
piccola
accidenti! >> sbuffò andandosene senza
più degnarlo
di uno sguardo.
<< Cosa diamine è appena successo?
>> si
domandò David continuando a fissare lo spazio ormai vuoto di
fronte a sé.
<< Potremmo aver parlato un po' >> disse
Stede, il capitano si voltò verso di lui.
<< Tutto questo è merito tuo? >>
Stede arrossì.
<< Bè merito è una parola grossa,
diciamo che ci siamo trovati in sintonia. >>
<< Mio caro, quanto vorrei rimanessi qui con noi
>> disse avvolgendogli un braccio intorno alle spalle.
<< Mi piacerebbe ma non posso, ho qualcuno di importante
da trovare, ma grazie del pensiero. >>
David sorrise dandogli una pacca amichevole sulla schiena.
<< Sappi che le porte della mia nave saranno sempre
aperte per te. >>
<< Grazie, sei una brava persona David. >>
Il tempo che mancava all'arrivo al prossimo porto lo trascorse cercando
di conoscere meglio quella ciurma che lo aveva accolto a braccia
aperte, raccontando aneddoti sulla sua vecchia vita ma concentrandosi
soprattutto sulla nuova, tutte quelle persone lo ascoltavano
interessate ed estasiate, riempiendolo di domande e a lui alle volte
sembrava di essere ancora sulla Revenge, quando raccontava storie della
buonanotte ai suoi uomini prima di congedarsi per andare a coricarsi.
Tra tutte le cose che aveva raccontato, quella che suscitò
più interesse fu ovviamente Barbanera, come si erano
conosciuti,
se erano amici, dov'era ora, se era spaventoso come lo descrivevano i
libri e se lo aveva visto uccidere qualcuno.
<< Ma lui com'è? >>
domandò qualcuno una sera, quando la luna era già
alta nel cielo.
<< E' adorabile >> rispose Stede con un
sospiro che
partì direttamente dal cuore, ovviamente si
guadagnò
sguardi confusi e straniti.
<< Voglio dire è un uomo potente, abilissimo
con la spada,
sa essere minaccioso è vero ma ha un cuore grande,
però è
anche un disastro a rilassarsi >> ridacchiò
perdendosi in
quei ricordi.
<< Oh scusate vi starò annoiando...
>>
<< No, no continua! >>
<< Sì per favore, vogliamo sapere di
più su Barbanera. >>
E allora Stede li accontentò, ogni sera prima di andare a
dormire raccontava loro un aneddoto riguardante quell'immensa figura
che molti temevano, altri ammiravano, si perdeva in dettagli che solo a
lui erano stati consentiti vedere e questo inevitabilmente
attirò l'attenzione di qualcuno, che attese il momento
propizio
per attaccare, proprio quando lui era da solo ad osservare le onde del
mare chiedendosi se in quel porto dove si sarebbero fermati, avrebbe
avuto la fortuna di incontrare Edward.
<< Ti piace vero? >>
Il biondo saltò quasi in aria per lo spavento, si
voltò
mettendosi una mano sul petto quando vide chi lo aveva chiamato.
<< Isabelle...la prossima volta avvisa ti prego.
>>
<< Certo metterò dei campanellini sulle scarpe
>> rispose ironicamente.
<< Allora ti piace o no? >>
ripeté la domanda.
<< Chi? >>
<< Barbanera. >>
Stede se possibile divenne più rosso di un pomodoro e
cominciò ad agitarsi.
<< Cos-Chi ti ha detto una cosa del genere?
>>>
<< Tu Stede, sei tutto un Edward di qua, Barbanera di
là. >>
<< E' così forte, premuroso, e che gran bei
muscoli. >>
La faccia del pirata gentiluomo parve andare a fuoco.
<< Non ho mai detto una cosa del genere! >>
squittì stringendo i pugni, sentendosi troppo esposto.
<< La tua faccia parla da sola mio caro, ti si illuminano
gli
occhi quando parli di lui >> disse Isabelle sicura di
sé.
<< Non...Davvero? >> chiese il biondo.
<< Oh sì >> rispose la giovane.
<< Guarda che non c'è niente di male se ti
piace qualcuno. >>
Il respiro di Stede cominciò a rallentare, così
come i
battiti del suo cuore, non aveva mai parlato di certe cose, per lui era
come mettere a nudo la sua anima, quella parte di sé che non
era
mai venuta fuori veramente.
<< Lo so >> rispose il pirata.
<< E' che non lo sa nemmeno lui... >>
<< Vorrei fosse il primo a saperlo. >>
Isabelle si grattò la nuca pensosa.
<< Bè è un po' tardi per quello, ma
posso fare
finta di niente, nel caso dovessimo incrociarlo non fiaterò,
anzi mi fingerò sorpresa >> disse con aria
solenne e un
sorrisetto audace, Stede sorrise sentendosi rassicurato.
<< Davvero? >>
<< Certo, è giusto lo sappia da te.
>>
<< Ma dimmi Stede, lui...è innamorato di te?
>>
quella domanda, frutto dell'innocente curiosità di una
ragazzina, ebbe il potere di far agitare qualcosa in fondo allo stomaco
del gentiluomo, che improvvisamente si sentì di nuovo
nervoso,
in preda a sentimenti che non era in grado di controllare.
Sospirò sentendosi improvvisamente triste.
<< I-io...penso dovrei chiederlo a lui. >>
Isabelle gli si avvicinò sfiorandogli il braccio in una
delicata carezza.
<< Se non gli piaci è proprio uno stupido, una
testa
vuota! E non lo dico per consolarti, lo penso sul serio, se io fossi un
po' più grande ti farei il filo, anzi combatterei per te!
>> disse incrociando le braccia e abbassando le palpebre,
Stede
scoppiò a ridere.
<< Coosa? >>
<< Dico la verità >> rispose la
ragazza aprendo gli
occhi, il biondo sorrise dolcemente, le accarezzò la testa
con una mano.
<< Sai Isabelle, se tu fossi più grande, e io
non avessi il
cuore impegnato penso proprio che accetterei la tua mano.
>>
<< Sul serio? >> domandò
Isabelle, con gli occhi che si illuminarono.
<< Assolutamente, sei una graziosa fanciulla, coraggiosa,
forte, leale e generosa. >>
<< Magari in una prossima vita chissà
>> disse Stede sorridendo.
<< In una prossima vita starai ancora sbavando per
Edward. >>
Il pirata saltò tappandole la bocca, le guance gli divennero
rosso fuoco.
<< Shh non gridare! >>
Lei lo spinse giocosamente.
<< Scusa, scusa. >>
Qualcuno gridò dal cesto di vedetta.
<< Terra! >>
<< Oh pare proprio che siamo arrivati >>
Isabelle lo guardò annuendo.
<< Senti Stede, se incontriamo Barbanera posso fingermi
sua rivale? >>
<< Meglio non punzecchiarlo >> rispose lui
ridacchiando.
<< Perché? E' un tipo nervoso? >>
<< Abbastanza, devi vedere come ha ridotto un serpente.
>>
<< Ti prego raccontami >> lo
supplicò la giovane.
<< Stasera magari >> rispose l'uomo.
<< E poi sarà impegnato a sentire le mie scuse
>> disse sospirando.
<< Per averlo mollato lì come un sasso?
>> domandò lei.
<< Isabelle! >>
Lei alzò gli occhi al cielo.
<< Scusa, ma è vero. >>
<< D'accordo ma non c'è bisogno di
ricordarmelo, comunque
stavo per andarci da lui ed è successo un casino. Ma tu come
lo
sai? >>
<< Ho sentito che ne parlavi con David. >>
Arrivarono dagli altri che si erano radunati sul ponte.
<< Te lo hanno mai detto che non è ben educato
origliare? >> bisbigliò Stede.
<< Non è origliare se passi per caso
>> rispose la ragazzina allontanandosi con un occhiolino.
"Altro che piccola Izzy, quella è una Lucius in miniatura"
pensò tra sé Stede.
David da bravo capitano divise i compiti, dicendo inoltre che dopo aver
svolto gli ordini avrebbero potuto avere il resto della giornata
libera, Stede gli chiese se poteva essere utile in qualcosa ma lui gli
rispose che aveva altro da fare di molto più importante, e
così il pirata biondo scese dalla nave con coraggio che
però, ad ogni passo che faceva si trasformava in titubanza.
Aveva forse paura di incontrarlo?
<< Ehi amico... >>
<< Tutto bene? >>
Stede lo guardò fermandosi e stringendo le dita tra loro.
<< E se non mi vuole più vedere?
>>
<< Perché non dovrebbe? >>
domandò David mettendosi le mani sui fianchi.
<< Lui non sa il motivo per cui non mi sono presentato.
>>
<< E tu glielo spiegherai. >>
<< Sì ma... >>
<< Stede ascolta è normale avere paura,
soprattutto se
sappiamo di aver ferito qualcuno, ma se nemmeno tentiamo non
sapremo mai come sarebbe andata, vuoi vivere tutta la vita con questo
rimpianto? >>
Il pirata scosse la testa lentamente.
<< E allora buttati, se ci tiene veramente a te
saprà ascoltarti. >>
<< Grazie David. >>
<< E di cosa? >> sorrise l'altro dandogli
una pacca sulla spalla.
Stede si perse in quei vicoletti e stradine tutte uguali, chiedeva a
ogni persona che incrociava se avessero visto Barbanera, la maggior
parte di loro si limitava a guardarlo come se fosse matto, altri gli
davano dello stolto dicendogli che andava cercando la sua morte, alcuni
invece scappavano terrorizzati solo a sentirlo nominare, i pochi che
gli davano retta però non si rivelarono di alcun aiuto e
così sconfortato continuò a camminare fino a
quando...
Capelli brizzolati, lunghi che ricadevano sulle spalle, vestito di nero.
<< Edward... >>
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Capitolo 3 *** Capitolo tre ***
Capitolo tre
<< Edward...
>>
L'uomo si voltò verso la voce, a Stede batteva forte il
cuore,
quel vicolo era in penombra e non riusciva a vedere bene, non poteva
credere di essere stato così fortunato da trovarlo al primo
colpo, i passi lenti e cadenzati che si avvicinavano a lui gli
rimbombavano nelle orecchie.
<< Non mi chiamo Edward, riccioli d'oro. >>
Al pirata gentiluomo si gelò il sangue nelle vene, non era
Edward, si era sbagliato, ma doveva cercare di rimanere lucido e
andarsene da lì, qualcosa gli diceva che quelli non erano
tipi
raccomandabili, indietreggiò di qualche passo.
<< Deve scusarmi, mi sono sbagliato. >>
<< Vuoi già andartene biondino?
>>
La schiena di Stede andò a sbattere contro qualcosa che si
rivelò un omone alto e robusto.
<< Lasciatemi andare e non vi sarà fatto alcun
male
>> provò, ma la sua parve la ridicola supplica
di un
gattino indifeso, quanto avrebbe voluto possedere la grinta di Edward,
forse se fosse riuscito a risultare abbastanza minaccioso lo avrebbero
liberato.
<< Ho un coltello con me e non ho paura di usarlo
>>
gridò estraendo la lama, ma il suo polso venne presto
intercettato e bloccato dall'uomo che da dietro somigliava tanto a
Barbanera, sogghignò, con un riso maligno e disgustoso.
<< No no biondino, non ti hanno insegnato che non si
gioca con
questi? Sono pericolosi, qualcuno si potrebbe fare male
>> disse
prendendoglielo di mano.
<< Qualcuno tipo te >> parlò il
gigante dietro di lui, poi lo spinse a terra.
<< Per favore, ho dei soldi con me, ve li darò
tutti. >>
La brutta copia di Edward ghignò.
<< Ma certo che prenderemo i tuoi soldi, prima
però vogliamo divertirci. >>
Stede si alzò barcollando sui suoi stessi piedi,
provò a
fuggire ma fu tutto inutile, come futili furono i tentativi di lottare
e
ribellarsi, riuscì solo a dare qualche pugno che
però
servì solo a far arrabbiare di più quelle persone.
Improvvisamente iniziò a sentire solo dolore, lo
spintonavano
colpendolo in ogni parte del corpo, pugni, calci, schiaffi e ridevano
mentre lui cadeva a terra sanguinante e tremante, un lama affilata
contro la sua guancia lo fece urlare, bruciava, gli faceva male la
testa e sentiva il sangue dappertutto, in ultimo, quell'uomo malvagio
lo strattonò dalla camicia finendolo con una testata che gli
fece perdere i sensi.
Quelli se ne andarono prendendo i suoi soldi e lasciandolo ferito,
sanguinante, sul terreno polveroso.
Passarono ore e nel frattempo la ciurma della Emily si stava radunando
per tornare a bordo, il capitano era sul molo che attendeva uno a uno i
suoi uomini, si chiese dove fosse finito Stede, che avesse trovato
Barbanera e se ne fosse andato? No, si rispose, era troppo ben educato
per andarsene senza salutare.
<< DAVID! >>
La voce di Isabelle lo riscosse dai suoi pensieri, quando giunse da lui
la vide che era in lacrime e tremava.
<< David >> singhiozzò.
<< Tesoro che cosa è successo? >>
Quasi non riusciva a respirare, era in preda al panico, così
il capitano le strinse le spalle dolcemente.
<< Respira...Va tutto bene. >>
<< No >> piagnucolò lei.
Poi David si accorse che aveva le mani sporche di sangue, strinse la
mascella, gliele prese tra le sue.
<< Isabelle che cosa è successo?
>>
<< Stede! L'ho trovato in un vicolo...è
ferito. >>
<< Santo cielo, portami da lui, ce la fai?
>> domandò il capitano, lei annuì
asciugandosi le lacrime.
Corsero fino al vicolo dove il pirata gentiluomo stava a terra, privo
di sensi e molto ferito, il cuore di David perse un battito e non perse
tempo a chinarsi su di lui, i suoi occhi scrutarono svelti le ferite,
la camicia era sporca di sangue e anche sul viso ce n'era che
ormai si era seccato.
Tirò fuori un fazzoletto, lo umettò con la sua
stessa saliva e con esso pulì quello in eccesso.
<< E' grave? >> domandò la
giovane con un nodo che le stringeva la gola.
<< Non credo, ma dobbiamo portarlo subito sulla nave e
farlo vedere dal dottore. >>
Così lo prese tra le braccia e si incamminò tra
quelle
strade polverose, i ciuffi biondi del pirata ricadevano verso il basso,
anch'essi sporchi di sangue e terra, Isabelle lo guardava, era pallido
e sembrava non esserci più un briciolo di vita in quel corpo
solitamente così frizzante e pieno di energia.
Lo portarono direttamente nella cabina dove venivano svolte
le visite mediche, c'era tutto ciò di cui si potesse aver
bisogno, più un comodo letto dove Stede venne adagiato, il
medico li raggiunse e cominciò a esaminarlo,
ripulì le
ferite, mise i punti dove ce n'era bisogno e controllò che
non
ci fosse nessun osso rotto, il tutto sotto lo sguardo apprensivo di
David e la preoccupazione del resto della ciurma.
Stede dormì per un giorno intero, fortunatamente aveva
riportato
solo qualche contrattura e la febbre non era salita, le
ferite erano tante ma non eccessivamente profonde o gravi da
temere per la sua vita, ma comunque
venne tenuto sotto controllo.
<< Qui sulla guancia gli rimarrà una piccola
cicatrice,
dove la lama ha affondato di più >> aveva
detto il
dottore.
<< E probabilmente anche i lividi sulla schiena e quello
sulla fronte ci metteranno un po' ad andarsene. >>
<< Ma tutto sommato se la caverà, è
stato fortunato
>> di fronte a quelle parole tutti si erano in parte
rilassati,
sapendo che il loro nuovo
amico non era in pericolo, restava solo che si svegliasse.
Quando finalmente aprì gli occhi si ritrovò
davanti a
quelli di David, che lo scrutavano, riuscì persino a fare un
minuscolo sorriso nonostante si fosse appena svegliato.
<< Sta diventando un'abitudine...incontrarci
così >> disse il biondo con la voce impastata
e roca.
<< Già, ma preferirei non accadesse
più >>
rispose Jenkins, si
alzò dalla sedia andandosi a sedere accanto a lui sul
materasso,
poi sorrise, sul suo viso quadrato erano presenti ancora i segni della
tensione accumulata, aveva gli occhi stanchi, come se non avesse
dormito per niente e in effetti era così, preoccupato per le
sorti del pirata gentiluomo non aveva chiuso occhio.
<< Santo cielo Stede, ci hai fatto morire di paura.
>>
<< Chiedo scusa >> tossì.
<< Non ti azzardare, sono solo felice che ti sei
svegliato e che
stai bene. Mi spiace di non essere stato lì, avrei potuto
aiutarti. >>
Stede scosse piano la testa, aveva ancora gli occhi languidi e la bocca
secca.
<< Meglio così David, non mi sarei mai
perdonato se ti fosse accaduto qualcosa a causa mia. >>
<< Sei troppo buono per questo mondo Stede Bonnet. Ma ora
vado a
chiamare il medico, e ti porto un bicchiere d'acqua. >>
<< Aspetta...Ho perso i soldi che mi avevi dato, me li
hanno rub...- >>
David lo interruppe con un gesto secco della mano.
<< Non dirlo nemmeno per scherzo, quello che conta sei
soltanto tu. >>
Il biondo sorrise grato, tirò un sospiro di sollievo, aveva
vissuto una brutta avventura ma si era salvato, stava bene e poteva
ancora sperare di trovare...Gli occhi gli si riempirono di lacrime, si
morse forte le labbra, quanto avrebbe voluto potersi stringere tra le
sue braccia in quel momento, aveva così bisogno di lui, di
sentire il suo odore, il suo respiro contro la sua pelle calda.
Quando rientrarono, David e il dottore lo trovarono che tremava, era
pallido, e si stringeva il labbro inferiore anch'esso tremante con i
denti, aveva lo sguardo perso e gli occhi umidi che luccicavano a causa
delle lacrime.
<< Stede...ehi >> il capitano corse da lui,
lo aiutarono a
mettersi seduto posizionandogli un cuscino dietro la schiena, poi David
si mise a sedere guardandolo preoccupato, gli posò una mano
in
corrispondenza del ginocchio, un tocco delicato che stava a significare
"io ci sono."
<< Stede... >>
Il biondo si spinse in avanti col busto, circondandolo con le braccia,
strinse forte la mascella e gli occhi.
<< Mi manca... >> soffiò,
sentendo la voce così flebile e debole.
<< Lo so, lo so piccolo >> rispose Jenkins,
tentando di trasmettergli il suo affetto e la sua presenza.
E così si sentiva il pirata gentiluomo, un moscerino sotto
la scarpa di un gigante, pronto per essere schiacciato.
<< Ma da ora in avanti andrà tutto bene, te lo
prometto. Ti riporterò da lui. >>
<< Come puoi prometterlo? >>
domandò il biondo scostandosi
appena, una lacrima scivolò lungo la guancia, proprio
lì
dove stava il taglio.
<< Non ho mai fallito, e non intendo iniziare con te
>>
rispose fiero, con il cuore che si scaldava per via di quella promessa,
si era affezionato a Stede, ogni giorno che passava sempre di
più e l'idea che avesse sofferto senza che lui avesse potuto
fare
nulla lo mandava nei matti, per questo, per sdebitarsi, avrebbe dato
tutto se stesso, ancora più di prima per far sì
che
quell'uomo tanto nobile di sentimenti ritrovasse la felicità
che
stava cercando.
<< Grazie >> rispose commosso il pirata, e
l'altro sorrise teneramente.
<< Ora bevi un po' d'acqua e lasciati visitare, ti
servono le forze. >>
Tutto sommato si poteva dire che stava bene, anche se graffi e lividi
dolevano ancora e per alcune ferite erano stati necessari i punti,
dopo averlo visitato e rifocillato a dovere, il dottore lo
lasciò riposare, e Stede accolse quella raccomandazione ben
volentieri, addormentandosi in preda alla stanchezza.
Quando si svegliò sentì bussare alla porta, poi
David entrò in stanza.
<< C'è qualcuno che vorrebbe vederti.
>>
Il biondo voltò il viso incuriosito, e dallo stipite
spuntò il visino di Isabelle.
<< Isabelle >> il pirata l'accolse con un
sorriso, uno dei suoi
più belli, la fanciulla entrò in camera mentre il
suo
capitano andò ad aiutare Stede a mettersi seduto.
<< Stede Bonnet sei veramente un idiota e mascalzone!
Vorrei
prenderti io stessa a pugni >> ringhiò, ma i
suoi occhi
erano lucidi e velati di preoccupazione, il biondo la guardò
perplesso sbattendo le palpebre, non si aspettava certo quella reazione.
<< E' il suo modo per dirti che si è
preoccupata molto per
te, e che è contenta che stai bene >>
intervenne David,
conoscendo il carattere fumantino della ragazzina.
<< Ti ha trovato lei...in quel vicolo >>
specificò poi.
<< Allora ti devo la vita Isabelle, grazie
>> disse
sorridendo dolcemente, poi fece una piccola smorfia dovuta al dolore
che ancora sentiva.
Lei scosse la testa.
<< Non sarei mai riuscita a portarti in salvo da sola.
>>
<< Stede? >>
<< Dimmi cara. >>
La fanciulla si avvicinò al letto e avvolse Stede tra le
braccia.
<< Non farmi più spaventare così
tanto. >>
Lui ricambiò la stretta sorridendo.
<< Ci proverò >> rispose.
<< Promettilo. >>
<< Lo sai vero che sono un pirata e di base rischio la
vita? >>
Isabelle annuì staccandosi dall'abbraccio, si mise a sedere
accanto a lui.
<< Vi lascio un po' da soli >> disse David
congedandosi.
<< Vorrei prendere a calci nel culo chi ti ha ridotto
così, se ci fosse stato Barbanera sicuramente non
gliel'avrebbe
fatta passare liscia >> i suoi occhi erano profondi e
luminosi,
credeva fermamente in ciò che stava dicendo, anche se di
fatto
non li aveva mai visti insieme.
Stede sospirò
<< C'è stato un momento in cui ho avuto
davvero paura, e
ho desiderato con tutto me stesso che comparisse all'improvviso
>> la sua voce apparve strozzata, chiusa dal magone che
gli
stringeva la gola.
<< Poi però...mi sono sentito egoista,
perché se
fosse stato lì e quelle persone gli avessero fatto del male
io
sarei morto. >>
<< Santo cielo Stede, se non ti perdona giuro che lo
prendo a calci finché non cambia idea. >>
Il pirata sorrise.
<< Sei molto premurosa Isabelle, ma lui ha tutto il
diritto di scegliere che cosa fare. >>
La giovane incrociò le braccia e roteò gli occhi.
<< Sarà... >>
Al pirata gentiluomo servirono altri giorni per riprendersi del tutto,
come aveva previsto il medico sulla guancia gli rimase una piccola
cicatrice e lui si fermava di tanto in tanto davanti allo specchio ad
osservare il suo riflesso, prima la sua pelle era del tutto liscia,
priva di imperfezioni, ora invece...Era strano vedere quella macchietta
rosa e lucida, ma ci avrebbe fatto l'abitudine, oppure poteva
sempre farsi crescere la barba così da spostare l'attenzione
su
quest'ultima.
Improvvisamente, mentre tutti erano intenti a compiere le loro
faccende, si sentì un forte boato, qualcosa aveva colpito la
nave facendola tremare, i corridoi si riempirono dei passi della ciurma
che dall'interno si
precipitava fuori per vedere che cosa stesse accadendo, anche Stede
corse all'esterno.
<< Ci attaccano! >> gridò
qualcuno.
<< Chiamate il capitano. >>
Ma David era già uscito.
<< Fernando forniscimi i dettagli. >>
<< Hanno lanciato diversi colpi, alcuni sono andati a
vuoto
mentre uno ha colpito il cestello di vedetta, suppongo vogliano
abbordarci signore. >>
David si morse le labbra fissando l'orizzonte.
<< Abbiamo idea di chi siano? >>
<< Pirati signore, il teschio sulla bandiera lo conferma,
però la nave e più piccola della nostra.
>>
Stede sussultò udendo quella parola e si avvicinò
meglio per ascoltare la conversazione tra i due.
<< Immagino non possiamo seminarli... >>
<< Sono troppo vicini capitano. >>
<< Ma quale squilibrato attaccherebbe una nave
più grande,
tenendosi così esposto poi? >>
domandò David più a
se stesso che ad altri.
Nel frattempo le cannonate erano cessate, ma i pirati si stavano
lentamente avvicinando.
<< Temo si tratti di Barbanera...signore. >>
Il cuore del pirata gentiluomo si fermò cessando di battere,
così si sentiva, con un pezzo di ghiaccio al centro del
petto, il
mondo si era fermato, tutto ciò che aveva intorno aveva
stoppato
il suo moto, i suoni gli arrivavano ovattati, non riusciva
più a
distinguerli, sentiva solo la sua testa urlare e fargli male.
Barbanera.
Quel Barbanera.
Il suo Edward...
C'era qualcosa che non andava però, Edward doveva essere
sulla
Revenge e non ricordava che avessero affisso la sua bandiera, e poi
aveva detto che avrebbe voluto smettere con quella vita, che cosa stava
succedendo, si domandò mentre la testa gli girava, poi un
suono
lontano lo riportò alla realtà.
<< Stede...Stede? >> era David.
L'unica cosa che riuscì a dire quando tornò in
sé fu...
<< Non fargli del male... >> il suo sguardo
era supplichevole.
<< Non lo farò, ma devo difendere il mio
equipaggio,
però tu sei una risorsa, sei l'unico che lo conosce e sa
come
prenderlo. Vedendoti potrebbe cambiare idea e fermare l'attacco
>>
negli occhi di David, per la prima volta, Stede vi lesse paura ed era
logico fosse così, erano stati attaccati dal più
feroce pirata della storia e lui temeva per la sua ciurma.
Bonnet annuì.
<< Farò in modo che a nessuno venga fatto del
male
>> disse sentendo una determinazione crescergli da dentro
le ossa
ed estendersi lungo tutto il corpo, intanto una nebbiolina si stava
estendendo su di loro, ma per grande stupore del gentiluomo non erano
impreparati, il capitano fece rimanere tutti in silenzio, alcuni
presero posto in angoli della nave impossibili da vedere se non ci si
avvicinava abbastanza, mentre gli altri rientrarono, ognuno sapeva la
propria postazione ma questo non significava non fossero preoccupati.
<< Siete mai stati attaccati? >>
domandò il biondo al capitano, mentre lo seguiva lungo il
corridoio.
<< A volte sì, ce la siamo sempre cavata
abbastanza egregiamente. >>
<< David... >>
<< Shh >> gli fece cenno con un dito, si
sentirono dei
rumori e dei lievi cigolii, erano stati raggiunti e sicuramente i
pirati stavano salendo a bordo, un silenzio tetro impregnava le pareti
e gli spazi,
con un udito attento e sottile si potevano sentire i battiti dei
cuori che pulsavano all'unisono, i respiri erano flebili e la tensione
si poteva tagliare con un coltello.
Accadde tutto in un istante, gli uomini della Emily presero in scacco
alcuni pirati mettendoli al tappeto, ma quando quelli si resero conto
dell'aggressione cominciarono a sguainare spade e coltelli, Stede era
terrorizzato, temeva che qualcuno si ferisse e non poteva
sopportare che qualcuna delle persone che lo avevano accolto come un
fratello finisse gravemente ferita, o peggio ancora perdesse la vita,
anche se tecnicamente era stato solo un caso che proprio la nave di
Barbanera avesse deciso di attaccare quella dove lui era a bordo.
Si mobilitò presto per combattere al fianco della ciurma di
David, quando però sentì un urlo provenire
dall'esterno,
subito la sua mente saettò a Isabelle, corse fuori il
più
velocemente possibile e la scena che vide lo lasciò senza
fiato.
La ragazza era a terra, lo sguardo terrorizzato puntato verso l'uomo
che stava sguainando la spada contro di lei, quell'uomo era Barbanera.
<< No. FERMO! >> gridò Stede,
con un urlo così disperato e forte, lacerante.
Edward riconobbe la voce e non poté credere alle sue
orecchie,
abbassò la lama lentamente, voltando altrettanto piano il
volto,
sapendo bene chi ci sarebbe stato dietro le sue spalle e
infatti lui era lì, con una camicia bianca che gli faceva
intravedere il petto, gli occhi sgranati e supplichevoli, ansimava e
sembrava un blocco di marmo tanto era teso.
<< Ti prego Edward non farlo >>
implorò, il suono uscì bagnato così
come lo erano i suoi occhi.
Il cuore di Barbanera dopo aver perso un battito tornò a
ricoprirsi di quella patina dura come il ghiaccio, non un'espressione
si lasciava intravedere nel suo viso, lasciò cadere la spada
a
terra che finì proprio vicino ai piedi di Isabelle, la quale
la
calciò via correndo poi a ripararsi dietro le spalle del
pirata
gentiluomo.
C'era silenzio, di nuovo quel maledetto silenzio, nemmeno le voci della
battaglia che stava accadendo a pochi metri da loro disturbavano quel
momento, i passi del terrore dei mari rimbombavano nelle orecchie di
Bonnet proprio come avevano fatto la prima volta, quando lo aveva
salvato dagli Spagnoli.
<< Ed...- >>
Un pugno forte proveniente dal pirata vestito di pelle lo
mandò al
tappeto, la ragazza gridò coprendosi la bocca con le mani,
poi
Edward si chinò sul biondo afferrandogli i lembi della
camicia e
costringendolo ad alzarsi.
<< Suppongo di essermelo meritato >> disse
Stede con un velato sorrisetto.
<< Lascialo stare mostro! >>
gridò Isabelle, ma
Barbanera non la degnò di uno sguardo, non gli poteva
importare
di meno, poteva appellarlo con gli epiteti più gravi e
umilianti,
che le sue orecchie non ne avrebbero percepito mezzo, era troppo
concentrato sull'uomo che teneva tra le mani.
<< Che cazzo ci fai qui Bonnet!? >>
domandò con la sua solita voce "pacata e gentile",
scuotendolo con forza.
<< Vuoi lasciarlo andare! >> Isabelle si
aggrappò
alle braccia di quello che in quel momento era il pirata cattivo, ma
venne buttata a terra con una spinta, Stede voltò il viso
verso
di lei.
<< Tranquilla, lui è un problema mio.
>>
Ma quella frase scatenò l'ira di Barbanera che lo scosse di
nuovo.
<< E COSI IO SAREI UN PROBLEMA! >>
<< Edward...se mi lasciassi spiegare... >>
tentò il
biondo, nel frattempo la fanciulla si era rimessa in piedi.
<< Edward? >> realizzò solo in
quel momento la giovane.
<< Oh mio dio quello è Barbanera!
>> squittì esagitata.
A quel punto il flagello la degnò di un misero sguardo.
<< Lei chi cazzo è? >>
<< Ed...ti spiegherò tutto ma ti prego, ferma
i tuoi uomini. >>
Lui rise, un ciocca di capelli brizzolati gli ricadde sulla spalla,
aveva lo sguardo spento e triste, a Stede fece male vederlo
così.
<< Tu credi che prenderò ordini da te Bonnet?
>>
<< Lo farai o altrimenti lui muore >> era
stata Isabelle a
parlare, che nel frattempo aveva recuperato la spada di Barbanera e
l'aveva puntata dietro la schiena del pirata gentiluomo, Edward rise di
nuovo.
<< Audace la ragazzina, ma non ti credo capace di
uccidere qualcuno. >>
<< Lo farà, questa è la sua
famiglia e io mi
sacrifico volentieri se significa salvarli... >>
parlò
piano Stede, con la voce sottile e gli occhi languidi, e quel dannato
sorriso
rassegnato che faceva venire voglia a Barbanera di cancellarglielo
via...come era meglio non lo pensasse nemmeno.
Il pirata gentiluomo venne spinto nuovamente sul pavimento di legno,
sorrise leggermente.
<< Grazie Edward. >>
Barbanera interruppe la sua corsa, strinse un pugno e si
voltò verso di lui.
<< Non lo faccio per te Bonnet, voglio solo andarmene il
prima
possibile da qui, per non vedere più la tua stupida faccia
da
traditore. >>
<< Wow se l'è poco legata al dito
>> commentò Isabelle
<< Già... >> rispose il
gentiluomo alzandosi in
piedi, quando Edward giunse nel cuore della battaglia per fermare la
sua
ciurma si stupì non poco di vedere i suoi uomini che erano
stati
in gran parte sconfitti, addirittura due erano stati legati schiena
contro schiena, lui prima di assaltare la nave aveva dato l'ordine di
non uccidere nessuno, ma di ferire se necessario, certo non lo avrebbe
mai ammesso nemmeno sotto tortura.
<< Che cazzo succede qui? >>
domandò sgomento il capitano della Queen Anne.
<< Ci hanno teso un'imboscata >> rispose
con una vena lamentosa uno dei suoi uomini.
<< Cazzo che smidollati, siete i pirati di Barbanera e vi
fate
ridurre così!? >> un tempo Edward non ci
avrebbe dato
più di tanto peso, ma in quel momento era arrabbiato, anzi
furioso, aveva incontrato l'uomo che gli aveva spezzato il cuore, lui
pensava fosse tornato dalla sua famiglia e invece era su un'altra nave
chissà per quale motivo, e in più quell'idiota
aveva
avuto la faccia tosta di chiedergli un favore, ciliegina sulla torta i
suoi marinai che si facevano battere come se fossero dei ragazzini, era
davvero troppo.
<< Il famigerato Barbanera... >> una voce
interruppe i suoi
pensieri, si voltò, dietro di lui stava un uomo
più
basso, dai capelli castano chiaro e gli occhi di un azzurro accecante,
che Stede lo avesse lasciato per questo tipo qui, si domandò
sentendo una fitta di gelosia, bello era bello non poteva negarlo,
assomigliava a un principe azzurro, quello dell'unica storia che gli
raccontava sua madre prima di dormire.
Sembrava fatto su misura per Stede, con il suo portamento regale, quei
lineamenti che lo facevano sembrare un vero uomo tanto quanto un
cavaliere, sicuramente era anche esperto di
buone maniere, non era uno sporco pirata dai modi rozzi e maleducati,
persino i vestiti urlavano nobiltà, le viscere di Edward si
annodarono in una morsa dolorosa.
<< Tu chi diavolo sei? >>
<< Sono il capitano David Jenkins, e come avrai capito
questa è la mia nave. >>
<< Certo che l'ho capito, non sono uno stupido!
>> ringhiò Barbanera.
<< Non ho detto questo >> rispose pacato
David, e quel
semplice fatto mandò su tutte le furie il pirata, che si
sentiva
ogni secondo di più umiliato e inadeguato.
Nel frattempo giunsero anche Stede e Isabelle.
<< Capitano state tutti bene? >>
David si rivolse alla fanciulla con un sorriso.
<< Mai stati meglio, e tu sei ferita? >>
<< No, Stede è arrivato in tempo prima che
questo qui mi
tranciasse con la sua spada >> spiegò
indicando Edward,
gli occhi del capitano Jenkins e di Bonnet furono su di lui, che si
sentì messo alle corde.
<< Non ti stavo per fare niente stupida mocciosa, cosa me
ne sarei fatto di te!? >>
<< E allora cosa volevi fare con quella...-
>>
<< Calmi, calmi. Sono certo che il nostro ospite non
voleva farti
niente, ma sono contento che Stede sia intervenuto in tempo
>>
disse David che ci aveva visto molto lungo, in fondo di persone ne
aveva incontrate parecchie ed era diventato bravo a leggere l'animo
umano.
Edward era basito, mai nella sua intera esistenza gli era capitata una
cosa simile, una tale mancanza di rispetto, in un moto di rabbia lo
afferrò per la giacca.
<< Tu come diavolo ti permetti di parlare di me in questo
modo!?
Certo che l'avrei uccisa se non fosse intervenuto quella palla al
piede, mi ha distratto! >> sbraitò dicendo
l'esatto contrario della frase pronunciata solo pochi secondi prima.
<< Ed lascialo >> intervenne il biondo, un
tempo suo amico,
Barbanera sentì una stretta al petto che gli fece ancor
più male quando incontrò quegli occhi nocciola,
che lo
scrutavano feriti nemmeno fosse lui quello che era stato lasciato solo
su una spiaggia.
Lasciò andare David con una spinta e si diresse in due passi
verso Stede, lo afferrò con una mano.
<< Prendo te al suo posto, va bene? >>
voleva essere una
minaccia, ma la vicinanza tra i due servì solo ad aumentare
l'attrazione che già esisteva da quando si erano incontrati
la
prima volta.
<< Lo sai che ti seguirei in capo al mondo
>> pessima
scelta di parole Bonnet, gli suggerì una vocina nella sua
testa,
e infatti il volto di Edward divenne rosso fuoco, lo spinse
così
forte da farlo cadere con il sedere per terra e in un attimo gli fu
addosso, strattonandolo selvaggiamente per la camicia che addirittura
si strappò da un lato della cucitura.
<< Stede! >> gridò allarmata
Isabelle, stava per
intervenire ma la mano del suo capitano la fermò, lei lo
guardò confusa.
<< Lasciali fare >> disse lui.
<< Ma se lo uccide? >>
David scosse la testa.
<< Non lo farà, ma devono risolvere questa
faccenda da soli. >>
La giovane annuì sentendo comunque un velo di preoccupazione
per il suo nuovo amico.
<< IO NON SO UN BEL NIENTE BONNET, NON FINGERE, NON OSARE
MENTIRMI UN'ALTRA VOLTA DICENDO FOTTUTE BALLE, PERCHE' QUESTA VOLTA NON
SARO' COSI' STUPIDO DA CREDERTI! >>
<< Edward ti prego calmati >>
tentò il biondo posando le mani su quelle dell'altro.
<< No! >> strillò Edward
scostandosi da quel
contatto, si pentì di non aver indossato i guanti, non
voleva
più sentire niente, tantomeno la tenerezza di un tocco
delicato.
<< Di la verità è per lui che mi
hai lasciato, abbi
il coraggio di ammetterlo almeno Bonnet, una nave più
grande,
ricchezze a non finire, e lui è cento volte più
gentiluomo di me e i tuoi occhietti non hanno potuto resistere, dillo!
>> sbraitava scuotendolo, senza nemmeno rendersi conto
che di
frase logica nelle sue parole ce n'era forse mezza.
<< Ma cosa dici Edward, io nemmeno lo conoscevo!
>> si difese il gentiluomo.
<< Ah davvero? Immagino che ci sei inciampato per caso su
questa fottuta bagnarola! >>
Stede deglutì, non lo aveva mai visto così
arrabbiato.
<< E' stato un caso sì...- >>
<< VAFFANCULO STEDE >> gridò
lasciandolo andare ed alzandosi in piedi, ferito dall'ennesima bugia.
<< No, aspetta! Lasciami spiegare... >> lo
supplicò alzandosi a suo volta in piedi.
<< Non voglio più sentire una parola da te,
bugiardo. >>
La discussione dei due venne interrotta dall'arrivo trafelato di
Fernando.
<< Capo, abbiamo avvistato alcune navi della marina, ci
stanno praticamente venendo incontro. >>
<< Cazzo devo andarmene >>
sbottò Barbanera.
Il pirata biondo lo guardò in preda al panico.
<< Se sali sulla tua nave ora finirai direttamente nelle
loro grinfie >> intervenne David.
<< E cosa dovrei fare allora, rimanere per farmi
catturare qui?
Non se ne parla nemmeno, se devo morire almeno che sia con
dignità, sulla mia nave. >>
<< Ed...ascoltalo, lui ha aiutato anche me.
>>
Ma Edward non lo degnò di uno sguardo, faceva troppo male
osservare quel volto che aveva amato e che amava ancora, sapendo di non
essere stato scelto e che nel mondo c'era qualcuno più degno
di
lui, che si meritava di stare con Stede a differenza sua.
<< Senti per me puoi fare come ti pare, se resti qui
posso fare
in modo di nasconderti, nel caso la marina volesse salire sulla mia
nave non ci sarebbero problemi perché mi conoscono bene.
Oppure
sali sulla tua nave e vai verso la morte >> il capitano
Jenkins
aveva parlato come un vero comandante, non c'era traccia di paura nelle
parole che diceva, malgrado si trovasse davanti alla minaccia di tutti
i mari.
Il cuore di Bonnet però tremò al pensiero che
Edward
scegliesse di andarsene, lo avrebbe seguito ovviamente, anche se Edward
non
lo avrebbe
mai accettato, ma non poteva lasciare che si facesse catturare
nuovamente, doveva salvarlo o morire provandoci.
<< Perché dovrei fidarmi di te? Ho attaccato
la tua nave,
i tuoi uomini sarebbero potuti morire e ora tu vuoi offrirmi aiuto
>> finì la frase con una risata ironica.
<< Ho aiutato molte persone, e anche diversi pirati,
molti di
loro sono ancora qui, fanno parte della mia famiglia e se questo non
è abbastanza per fidarti...Il tuo amico qui, Stede,
è un
pirata ma è ancora vivo. >>
Barbanera guardò per un secondo Stede, quello stupido del
suo
cuore e quell'illusa della sua anima ancora non volevano abbandonarlo,
il suo cervello gli diceva di andarsene, di affrontare la marina da
solo e morire con l'ultima dignità che gli era rimasta ma la
speranza...Quell'infida si era insinuata come un tarlo in un angolo del
suo torace, e continuava a suggerirgli di rimanere, che un minuto in
più accanto a quell'uomo che amava da impazzire ne sarebbe
valso
qualunque altra cosa che poteva accadergli nella sua triste vita.
<< Non è mio amico >> disse
mettendosi sulla
difensiva, non voleva in alcun modo che la sua persona venisse
associata a quella del pirata gentiluomo, sì una parte di
lui era ancora legata al biondo e ai suoi dolci modi, ma l'altra parte
di
sé, quella ferita, pulsava più viva che mai e non
era
disposta a scendere a compromessi.
Lo sguardo di Stede si fece triste, ma accusò il colpo senza
dire una parola, ci sarebbe stato il tempo per quelle dopo, ed Edward
avrebbe dovuto ascoltarlo, lo avrebbe addirittura legato se fosse stato
necessario, ma doveva almeno sapere come erano andati i fatti e poi
decidere se continuare ad odiarlo o meno.
<< Come ti pare, ma questo non cambia la
realtà, allora
rimani o no? >> domandò David con una vena di
impazienza.
<< Va bene, ma se per caso è una trappola
sappiate che i
miei uomini vi uccideranno, ne ho molti in giro su altre navi
>>
rispose Barbanera fissando quegli occhi azzurri come il ghiaccio.
<< Mi sembra giusto, a proposito di loro, penso che
possano
tornare sulla tua nave e allontanarsi, se la marina dovesse fermali non
credo faranno loro del male, mi è parso di capire che
è
te che stanno cercando. >>
Edward si girò fulminando Stede con lo sguardo, strinse un
pugno.
<< Bonnet, non la chiudi mai quella boccaccia?
>>
<< Anche senza di lui lo avrei capito, sei Barbanera no?
E' ovvio
che la marina dia la caccia a te soprattutto, e non se ne facciano
niente della tua ciurma. >>
Il pirata dai capelli brizzolati si lasciò andare ad un riso
di scherno.
<< Sei un intelligentone tu. >>
<< Ed... per favore, lui vuole solo aiutarci
>> intervenne Stede.
Il capitano della Queen si voltò verso di lui puntandogli un
dito contro.
<< Tu non devi rivolgermi la parola. >>
<< Mi dispiace, ma ci sono anche io qui >>
lo riprese il biondo sentendosi sempre più ferito.
<< Allora me ne vado >> sbottò
Edward.
<< No! E' troppo pericoloso >> disse Bonnet
corrugando le sopracciglia.
<< Se vuoi che resti devi fingere di non conoscermi
>> gli
occhi scuri e profondi di Barbanera erano seri e lo fissavano con una
tale intensità da costringerlo ad abbassare lo sguardo.
<< Oh ma sei proprio uno stronzo! >>
strillò Isabelle.
<< Non lo vedi che soffre per te? Si sta facendo umiliare
pur di
trovare un briciolo di comprensione >> era furiosa e
rossa in
viso, non riusciva a capire come quello che si diceva essere il pirata
più intelligente e astuto del mondo, faticasse a vedere una
situazione così palese che stava davanti ai suoi occhi.
<< Isabelle lascialo stare... >>
<< No Stede, lui...- >>
<< Dateci un taglio tutti quanti! Abbiamo cose
più
importanti a cui pensare, per esempio la marina, Barbanera allora cosa
vuoi fare con i tuoi uomini? >> era stato David a
parlare, stufo
di tutte quelle discussioni che non li stavano portando da nessuna
parte.
<< Dirò loro di salire sulla Queen e prendere
il largo, lo
abbiamo già fatto altre volte, quando mi stavano alle
calcagna.
>>
<< Bene >> rispose il capitano della Emily
con un sorriso.
Barbanera iniziò ad allontanarsi, e Stede ne
approfittò per seguirlo e rimanere un minuto da solo con lui.
<< Ed...per quanto riguarda quello che mi hai chiesto...
>>
<< Ti sei deciso ad ascoltarmi? >>
domandò Edward fermandosi senza voltarsi.
<< Volevo solo dirti che...Posso provare a non parlarti
finché non sarai pronto, ma non potrò mai fingere
di non
conoscerti perché tu sei stata la cosa più bella
che mi
sia capitata da quando sono venuto al mondo. >>
Se solo avesse potuto Edward, si sarebbe voltato e lo avrebbe
inchiodato in un
bacio senza fine, stringendolo tra le braccia, ma non poteva, odiava
quello che gli stava facendo, odiava lui perché lo amava
troppo
e con quella stupida frase gli faceva credere di essere amato a sua
volta, ma Stede
certo non lo amava o non lo avrebbe abbandonato, quelle parole
bellissime che mai in tutta la sua vita si era sentito rivolgere, non
erano per lui, erano soltanto bugie perché evidentemente al
pirata gentiluomo piaceva ferirlo, e così con il cuore
pesante e
pregno di lacrime che risalirono fino ai suoi occhi, non si
voltò e proseguì, stupendosi che le sue gambe gli
obbedissero, nonostante il tremore che sentiva.
Il biondo trattenne un singhiozzo fissando la schiena di quel grande
pirata che si allontanava, che cosa si aspettava, che Edward lo
perdonasse tirandolo a sé? No, gli sarebbe anche andato bene
che gli
urlasse contro, ma il nulla faceva molto più male degli
insulti,
l'assenza di parole era peggiore di qualsiasi insulto, l'indifferenza
era qualcosa di distruttivo e Stede se ne rese conto in quel momento ma
dovette rinunciare a tutti i suoi propositi, perché avevano
un
piano da portare avanti e non potevano permettersi errori,
così
tornò da David aspettando con lui il ritorno di quello che
considerava ancora un amico, il quale non ci mise molto ad arrivare.
<< Isabelle accompagna Barbanera e Stede nello stanzino
cieco,
poi rimani a fare la guardia, se senti qualche rumore dai l'allarme.
>>
<< Un momento, io non voglio nascondermi come un codardo
>>
il flagello dei mari disse quella parola sottolineandola, e
lanciò uno sguardo a
Bonnet che corrucciò il viso sentendosi colpito, anche se
lui in
realtà non aveva rinunciato, ma semplicemente il fato gli si
era
messo contro, solo che questo Edward non poteva saperlo, visto
che non si era degnato di ascoltarlo.
<< Edward lo capisci che la marina non sarà
così
clemente questa volta, se dovessero scoprirvi >> disse
David.
<< Non mi importa, io li affronto i miei nemici!
>>
<< Per l'amor del cielo Ed...Qui non si tratta di
codardia o
meno, ci sono in gioco le nostre vite, essere coraggiosi è
un
conto e tu lo sei, ma avere il cuore di affrontare un pericolo non
significa farlo in maniera stupida e tu lo sai bene, sei il miglior
stratega...- >>
<< Sì sì Bonnet, non ho certo
bisogno dei tuoi elogi. >>
Il biondo sospirò pesantemente.
<< David ha ragione, se i soldati della marina ci
vedessero per
noi sarebbe finita, e io non voglio ti accada qualcosa >>
delle
parole di Stede, il grande pirata terrore dei mari aveva sentito ben
poco, perché la gelosia...beh quella è una brutta
bestia.
<< David eh...Gli dai del tu, lo chiami per nome, siete
diventati
molto amici suppongo o forse lo eravate già >>
nei suoi
occhi brillava una fiamma, ma era di quelle che non portavano da
nessuna parte, che con un fiammifero divampavano un intero incendio.
<< Io chiamo tutti per nome >> rispose
sulla difensiva il biondo.
<< E se ricordi a te ho sempre chiamato Ed...
>> sperava di suscitargli una qualche emozione positiva
ma...
<< Probabilmente lo hai fatto perché volevi
usarmi
dall'inizio, per andartene poi con questo tipo >>
ringhiò, indicando il capitano Jenkins.
Stede stava iniziando davvero ad averne abbastanza.
<< Ma se ti ho detto che non lo conoscevo!
>> si difese,
cercando in quei grandi occhi color della pece il suo Edward, quello
che lo aveva baciato e proposto di fuggire con parole dolci sussurrate
a pochi centimetri dalle labbra.
<< E io non ti credo! >> sbottò
Barbanera.
<< Ehi voi due, potete rimandare le scenate di gelosia
per dopo e
seguire il piano? >> li interruppe David, sentendo
l'imminente
mal di testa pulsargli nelle tempie.
<< Uffa capitano, mi stavo divertendo, sono
così carini >> esordì ridacchiando
Isabelle.
<< IO NON SONO AFFATTO GELOSO, E TU MOCCIOSA PIANTALA DI
RIDERE
>> sbraitò Edward che era diventato rosso come
un pomodoro
e le vene sul collo pulsavano gonfie di imbarazzo.
<< Altrimenti cosa mi fai? >>
domandò la giovane fronteggiandolo.
<< Basta Isabelle, adesso abbiamo da fare
>> l'ammonì il capitano.
<< E va bene ma sappia che non è finita
>> borbottò la fanciulla incrociando le
braccia.
<< Brava ascolta il tuo capitano, ti conviene
>> disse
Edward guardandola di sottecchi, lei gli fece una pernacchia, e Stede
per poco non scoppiò a ridere ma non era assolutamente il
caso
se non voleva essere lanciato in mare.
<< Seguitemi zucconi. >>
<< A chi ha detto zucconi? >>
domandò Barbanera al biondo senza nemmeno rendersene conto.
<< Porta pazienza, è una ragazzina.
>>
E le parole di Bonnet magicamente servirono a far rilassare quel pirata
che era fin troppo nervoso e agitato, anche se lui avrebbe sempre
sostenuto il contrario.
Il corridoio lungo il quale si incamminarono era molto buio e pieno di
svolte, l'unica fonte
di luce era rappresentata dalla lampada che teneva in mano Isabelle,
scesero
persino una scalinata e il pirata gentiluomo era sicuro di non essere
mai passato di lì.
<< Ma dove diavolo ci sta portando? >> fu
di nuovo Edward a
parlare, Stede dovette reprimere un sorriso, anche se con tutta quella
oscurità forse non sarebbe stato nemmeno notato.
<< Non lo so, dovresti chiederlo a lei >>
rispose a bassa voce.
<< Col cazzo, io con quella lì non ci parlo.
>>
<< Allora dovremmo solo aspettare >> disse
il biondo.
<< Sempre molto d'aiuto Bonnet... >>
mormorò innervosito dalla situazione.
<< Scusa sai, ma non conosco tutta la nave
>> odiava
doversi giustificare così tanto, ma sembrava proprio che
Edward
volesse capire solo quello che gli pareva a lui senza ascoltarlo sul
serio.
<< Cos'è il tuo nuovo amichetto...
>> virgolettò la parola con le dita per poi
proseguire.
<< Non ti ha mostrato l'intera dimora? >>
<< Edward vuoi piantarla con questa storia!?
>>
Isabelle sbottò spazientita.
<< Guardate che vi sento razza di testoni! E tu pirata
Barbanera
dei miei stivali, se non la smetti di comportarti male con quel bravo
gentiluomo ti faccio rinchiudere in una cella! >>
<< Ora basta la strozzo! >>
ringhiò Edward ma venne prontamente fermato da Stede.
<< Calmati! Ricorda che ci sta aiutando ed è
solo una
fanciulla, nemmeno si rende conto di quello che dice >>
la difese
il biondo tentando di placare le ire del ritrovato amico.
<< Me ne rendo conto benissimo invece
>> intervenne la giovane voltandosi per un
attimo.
<< Lo vedi! >> gridò Edward.
<< Isabelle così non mi aiuti >>
ringhiò Stede tra i denti continuando a trattenere l'uomo
che
era più forte di lui.
<< Va bene chiedo scusa se sono stata maleducata
>> disse incrociando le dita di una mano davanti a
sé.
<< Sembra solo mi stia prendendo per il culo, e tu levati
di
dosso >> spintonò Stede da un lato e riprese a
camminare,
quel semplice gesto spezzò il povero cuore del pirata dai
capelli dorati, che riprese a camminare accanto a Barbanera in
silenzio, le loro dita si sfiorarono più di una volta
causando
piccole scosse di piacere nell'animo del biondo, ma presto
l'incanto finì perché Edward si spostò
di qualche
passo in avanti e per quanto Bonnet potesse essere ingenuo,
capì
che all'altro pirata quel contatto non stava piacendo per niente, o
almeno così credeva lui.
<< Siamo arrivati >> esordì
Isabelle fermandosi davanti a una porticina di legno.
Note autrice: Salve a todos, volevo solo fare una precisazione su
Edward, nella mia storia non è diventato il kraken, ha
deciso semplicemente di tornare a essere Barbanera, solo che dentro di
lui esiste ancora Ed, per questo prima di abbordare la nave che poi si
è rivelata quella di David, ha detto ai suoi uomini di non
uccidere nessuno, diciamo che è una versione soft di
Barbanera.
Più avanti nei capitoli spiegherò meglio come si
sente Edward e cosa è successo quando è partito
da solo, senza Stede, credendo di essere stato abbandonato.
Grazie per l'attenzione <3
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Capitolo 4 *** Capitolo quattro ***
Capitolo
quattro
<< Io lì dentro non ci entro >>
disse Edward
incrociando le braccia, Isabelle roteò gli occhi sbuffando.
<< Perché di grazia? >>
domandò lei con una vena di sarcasmo.
<< Potrebbe essere una trappola. >>
<< E a quale scopo chiuderti qui, per farti a pezzi e
venderti al
mercato? >> la ragazzina sapeva essere molto macabra
quando voleva
e diretta soprattutto, nel poco tempo in cui erano stati insieme aveva
capito che quell'uomo dai lunghi capelli brizzolati andava preso di
petto.
<< Chi può dirlo >>
ringhiò Barbanera.
<< Senti... >> Isabelle aprì la
porta ed
entrò, la stanza era completamente buia ad eccezione della
lampada che teneva lei.
<< Qui dentro come puoi notare non c'è nulla
di
pericoloso, vi accenderò un'altra lampada così
almeno
potete vedervi, io me ne starò fuori buona buona, e vi
avviserò nel caso ci siano pericoli. >>
<< Sei molto gentile Isabelle >> disse
Stede e lei gli sorrise dolcemente.
<< Per me puoi non darci nessuna lampada, meglio il buio
che
vedere la faccia di questo traditore >> ovviamente Edward
non
perdeva occasione per sottolineare quanto ce l'avesse con il biondo
gentiluomo.
<< Puoi stare tranquillo Edward, mi metterò in
un angolino
lontano così ti sarà risparmiata l'agonia di
vedermi.
>>
Isabelle abbassò lo sguardo trattenendo un ghigno furbetto,
accese l'altra lampada poi i due entrarono, lei chiuse la porta e si
mise dietro aspettando si accorgessero della particolarità
della
stanza.
<< E' uno scherzo? >> si domandò
Barbanera sollevando la lampada per fare luce intorno a loro.
<< Lo spazio qui è un po' angusto...
>> disse Stede.
<< Angusto? E' un fottuto buco! C'è giusto lo
spazio per
mettere le nostre ginocchia! >> si voltò
abbassando la
maniglia ma scoprì che la porta era chiusa a chiave, questo
lo
fece andare su tutte le furie, cominciò a bussare
furiosamente
contro il legno duro della porta.
<< Ehi ragazzina facci uscire! >>
<< So che sei lì dietro mocciosa!
>>
<< C'è qualche problema? >>
domandò lei con un sorrisetto, dondolandosi sui talloni.
<< Lo sai bene, ci hai chiusi dentro! >>
<< Il mio capitano ha detto di tenervi al sicuro ed
è
quello che sto facendo >> rispose guardandosi le unghie.
<< Lui ha detto di nasconderci, non di chiuderci in un
tugurio.
Apri subito questa porta! >> sbraitò facendo
dolere le
orecchie del povero Bonnet.
<< Altrimenti? >> chiese Isabelle.
<< Butto giù la porta e ti strangolo, anzi
uccido il tuo
caro amico che è qui con me, morirà e
sarà tutta
colpa tua! >> Edward sperava con le sue minacce di far
cedere
quella che credeva essere un'ingenua fanciulla, ma non aveva ancora
capito con chi aveva a che fare.
<< Fa pure, poi il mio capitano ucciderà te,
ci tiene a
Stede sai... Dovevi vedere come si è preoccupato quando...
>> e tacque appositamente, sedendosi a terra e
appoggiando la
schiena contro la porta.
<< Quando cosa? >> domandò
Barbanera corrugando le
sopracciglia, la giovane sorrise, era fin troppo facile mettere nel
sacco quell'omone grande e grosso, almeno quando si trattava di
sentimenti, non rispose alla domanda e lui rimase qualche
istante in attesa, poi
vedendo che non arrivava risposta si innervosì.
<< Sai che c'è, non mi importa, tieniti pure i
tuoi
segreti, saranno sicuramente sciocchezze >> si
voltò di
scatto rischiando di colpire Stede con la lampada, il biondo gliela
prese di mano prima che rischiasse di dare fuoco a tutto con loro
lì dentro, l'appoggiò sulla panca dietro di lui,
la
luce era flebile ma abbastanza forte da illuminare quel piccolo spazio
e loro due si ritrovarono a guardarsi negli occhi, vicini come non lo
erano più stati da quel giorno in spiaggia.
Il tenue bagliore della luce illuminava e si rifletteva negli occhi di
Edward, creando delle piccole scintille luminose, quelle bellissime
perle scure che tanto il biondo amava erano però diverse da
come
le ricordava, c'era una tristezza al loro interno, come se quel barlume
di gioia che li rendeva vivi fosse stato strappato via, sembravano
così stanchi e appesantiti, privati della loro naturale
bellezza.
Stede si chiese se erano così a causa sua, aveva passato
ogni
giorno a domandarsi come il suo Edward stesse vivendo e ora che lo
aveva
davanti e poteva chiederglielo non ne aveva il coraggio, d'altro
canto anche i suoi di occhi, avevano perso quella sfumatura di dolcezza
che li contraddistingueva.
Si scrutarono per qualche istante in silenzio, poi Barbanera
notò che c'era qualcosa di diverso su quel bel volto che
ancora,
suo malgrado amava, una piccola cicatrice rosa e fresca, quel minuscolo
dettaglio fu sufficiente a mandare a monte ogni suo tentativo di
ignorarlo, posò la mano tatuata in corrispondenza della
guancia del biondo, e con il pollice sfiorò la cicatrice.
<< Che cosa hai fatto qui? >>
domandò con un tono di
voce completamente diverso da quello che aveva usato da quando si erano
rincontrati, le sopracciglia corrugate e lo sguardo preoccupato.
Stede sussultò non aspettandosi per niente quel contatto.
<< Oh Ed è una storia così lunga
e...imbarazzante, ti annoierebbe. >>
<< Dimmela lo stesso. >>
Il pirata gentiluomo sospirò, il tocco tiepido di Edward
ancora sul suo volto lo faceva sentire così bene...
<< Un gruppo di briganti mi ha attaccato, volevano i miei
soldi... >> rivivere quei ricordi gli fece male, aveva
davvero
temuto per la sua vita, e in quel momento mentre lo raccontava aveva
pensato bene di celare la parte più importante, ma non aveva
fatto i conti con la cocciutaggine del suo vecchio co-capitano.
<< Quando è successo? >>
domandò infatti.
<< Prima che voi ci abbordaste, ci eravamo fermati per
fare
provviste, David mi aveva dato dei soldi e un coltello ma purtroppo non
sono bastati a difendermi, sono finito in questo vicolo, quelle
persone mi hanno visto, io ho...provato a minacciarli, poi ho detto
loro che gli avrei dato tutti i soldi che avevo e loro se li sono
presi, ma prima hanno pensato bene di ridurmi in poltiglia...Come se
non fosse abbastanza umiliante l'essere finito in quella situazione
come un idiota >> le ultime parole le sospirò
abbassando lo
sguardo, alcune goccioline di lacrime si incastrarono tra le ciglia, si
morse le labbra temendo quasi che Edward avrebbe riso di lui.
<< Perché non sei fuggito subito? Non ti
sembravano
pericolosi? >> domandò di getto, volendo
sapere tutto di
quella storia che gli stava facendo male all'anima, ma lui era
masochista, anche se sapeva che immaginare il suo biondo pirata
malmenato e ferito gli causava un profondo dolore, voleva conoscere i
dettagli, come per punirsi di non essere stato lì con lui a
proteggerlo.
<< Questa è la parte divertente >>
rispose Stede spostando lo sguardo di lato, verso il basso.
<< Era un vicolo stretto e con poca luce, il primo di
loro che ho visto era di spalle e... >>
<< E? >> lo incalzò Barbanera.
<< Credevo fossi tu >> soffiò
fuori il
gentiluomo, sollevando quegli occhi nocciola e puntandoli in quelli
scuri del terrore dei mari, il quale sentì il proprio cuore
sgretolarsi a quella dichiarazione.
<< Cosa? >>
<< Ti stavo cercando Edward, e quell'uomo da
lontano...Aveva i
capelli lunghi come i tuoi, dello stesso colore, era vestito di nero e
io credevo davvero fossi tu. Lo speravo disperatamente,
sarà stata la stanchezza, la voglia immensa che avevo di
trovarti e ad un tratto eri lì, solo che non eri
veramente tu ma l'ho scoperto troppo tardi... >> aveva
gli occhi
gonfi di lacrime, le sue pupille ballavano non avendo il coraggio di
fermarsi in alcun punto preciso, qualche gocciolina salata
sfuggì dal suo controllo scivolando via.
Il capitano della Queen Anne rimase in silenzio qualche istante, come
se stesse soppesando quelle parole o le stesse elaborando.
<< Avrebbe dovuto darti una pistola, quel David non
avrebbe mai
dovuto lasciarti andare da solo e senza una difesa adeguata
>>
alla fine Barbanera puntò sul cambiare fulcro
all'attenzione,
sfogando la sua frustrazione su quell'uomo di cui stava iniziando ad
essere geloso, se davvero era così vicino a Stede,
perché non era con lui? Perché non lo aveva
protetto?
<< Non poteva certo immaginare che mi sarei cacciato
così tanto nei pasticci >> disse il biondo.
<< Invece doveva! Se ci fossi stato io...
>>
<< Ma tu non c'eri Edward >> la sua non era
un'accusa, non lo era davvero.
<< Non per colpa mia! >> alzò la
voce, abbassando la
mano che teneva sulla guancia di Stede, il quale si sentì
subito
orfano di quel piacevole tocco.
<< Non ho detto questo Ed, è solo la
realtà dei
fatti, non puoi davvero pensare che tutti si comportino come faresti
tu. >>
Barbanera strinse un pugno.
<< Lo difendi solo perché ti piace.
>>
Il pirata gentiluomo sospirò leggermente, ci mancava che
l'amico
si fosse messo in testa quella sciocchezza, già era
abbastanza
dura convincerlo ad ascoltarlo, ora si ritrovava anche a combattere
contro quella convinzione del tutto errata.
<< Mi piace, come persona, come amico se vuoi,
è stato
buono con me, comprensivo, mi ha salvato la vita. Se non fosse stato
per lui quelli della marina mi avrebbero già fatto fuori, e
noi
due davvero non ci saremmo più rivisti. >>
Edward rabbrividì a quel pensiero ma non lo diede a vedere.
<< E' almeno tornato indietro per dare una lezione a
quegli stronzi che ti hanno picchiato? >>
<< No Ed...In primo luogo li ho visti solo io, e poi lui
non
è quel tipo di persona, e io comunque non gli avrei permesso
di
rischiare la vita inutilmente. >>
<< Ho capito, lui è proprio come te, se
ferisce lo fa con
gentilezza >> Barbanera si sentiva sempre meno
all'altezza, come
se quella nuova figura lo oscurasse interamente.
<< Mmm non proprio, è solo che non
è un tipo vendicativo >> spiegò il
biondo.
<< Come invece lo sono io >> rispose
amareggiato Edward.
<< Smettila di paragonarti a lui, io non lo faccio
>> lo riprese Stede corrugando le sopracciglia dorate.
<< Invece sì, visto che sei qui e non sulla
nostra nave con me. >>
Sembrava di navigare controcorrente, ogni remata finiva per portarlo
più indietro invece che avanti, Bonnet aveva immaginato che
non
sarebbe stato facile ma addirittura così faticoso, ogni
parola
che diceva gli si ritorceva contro e lui non sapeva più
quali
pesci prendere, ma non si sarebbe arreso, di questo ne era certo.
<< Se mi lasciassi spiegare il modo in cui ci siamo...-
>>
<< Non voglio ascoltarti Bonnet, non mi interessa
>> chiuse
la questione lasciandosi cadere seduto sulla piccola panca dietro di
lui, Stede fece lo stesso sentendosi sconfortato, solo che lo spazio
era piccolo e le loro ginocchia si scontravano, Edward che si era
chiuso nuovamente in se stesso, non poteva sopportare di essere a
contatto con una qualche parte del corpo di quell'uomo che gli aveva
spezzato il cuore in due, così si alzò
innervosito.
Il biondo pirata si alzò a sua volta.
<< Sto io in piedi >> disse con quel tono
gentile che lo caratterizzava.
<< Non serve, ci sto io >> rispose freddo
Barbanera.
<< Il tuo ginocchio, finirà per farti male
>> rispose preoccupato.
<< Non sono affari tuoi Bonnet, siedi e sta zitto.
>>
<< Sei così testardo... >>
<< Oh mi dispiace, immagino che il tuo caro David non sia
così, scusa se non sono come lui! >>
strillò
agitando i pugni, a quel punto Bonnet mandò all'aria la sua
pazienza e decise di agire, allungò le braccia premendo le
mani
contro la parete di fronte, Edward si trovava in mezzo a esse, con il
corpo di Stede premuto inevitabilmente contro il suo, il cuore gli
saltò in gola perché non si aspettava quella
reazione da
quell'uomo che aveva sempre visto con abiti eleganti e dai modi pacati,
vero era che c'erano state volte in cui il gentiluomo si era dimostrato
isterico, ma solitamente sbraitava a parole, si innervosiva, si sfogava
e poi finiva lì.
<< Che...cazzo stai facendo? >>
domandò sentendo il profumo del biondo invadergli le narici.
<< Tu non vuoi sederti e io ho deciso che me ne
starò
così >> rispose sollevando appena le spalle,
Barbanera lo
spinse facendolo cadere seduto sull'altra panca.
<< Levati di dosso Bonnet! >>
Stede si rialzò tentando di mettersi nuovamente nella
posizione
di prima, ma questa volta Edward gli bloccò i polsi.
<< Sai Ed, sto cominciando a pensare che David piaccia a
te, visto che lo tiri sempre in ballo. >>
Il capitano della Queen Anne sgranò gli occhi.
<< Stronzate, lo dici solo per spostare l'attenzione
dall'evidenza >> disse stringendogli i polsi.
<< E quale sarebbe l'evidenza Edward?
>>
Barbanera lo spinse con la schiena contro la porta.
<< Che ti piace cazzo! >> rispose a pochi
centimetri dal suo viso.
Isabelle sentendo quel tonfo si avvicinò
<< Tutto bene lì dentro? >>
domandò preoccupata, soprattutto per il biondo.
<< Sì cara >> rispose Stede.
<< Non vi state ammazzando vero? >> chiese
ancora.
Bonnet guardò l'uomo che gli stava davanti con sguardo
lascivo, uno sguardo che non era abituato ad usare.
<< No, sta tranquilla è tutto okay.
>>
Edward lo spinse di lato e cominciò a battere i pugni contro
la
porta, era frustrato, ed eccitato, e attratto, innamorato, perdutamente
innamorato e non poteva sopportare un secondo di più quella
vicinanza.
<< Ragazzina facci uscire! >>
Isabelle incrociò le braccia al petto.
<< Abbassa la voce, devo ricordarti che il piano era
tenervi nascosti? >>
<< Fanculo il piano, apri! >>
La giovane sbuffò.
<< Sai non immaginavo proprio che una grande leggenda
come te
fosse capricciosa come un bambino piccolo >> si
appoggiò
nuovamente alla porta con la schiena, prese a giocare con una ciocca di
capelli corvini, avrebbe quasi preferito affrontare la marina che star
dietro a un uomo che pretendeva di fare tutto di testa sua.
<< Te le farò rimangiare quelle parole brutta
mocciosa, ora apri! >>
<< David ha detto... >>
Lui la interruppe.
<< Non me ne frega un cazzo di ciò che dice
quel perdente! >>
<< E va bene ora mi hai stufato >>
sbottò Isabelle
girando la chiave e aprendo di scatto la porta, Edward quasi
cadde in avanti.
<< Vuoi andartene? Vai sei libero, libero di farti
ammazzare o
catturare, ormai se la marina aveva intenzione di salire a bordo lo
avrà già fatto, quindi cosa aspetti. Il mio
capitano
voleva solo aiutarti ma evidentemente tu pensi di potertela cavare
sempre da solo. >>
Barbanera si sentì punto sul vivo, ma non ammetteva l'idea
che qualcuno decidesse al posto suo.
<< Tu non avevi il diritto di chiudermi lì
dentro! >>
<< Hai ragione, ti chiedo scusa, puoi andare se
è quello che vuoi. >>
Edward cominciò ad avanzare verso il corridoio.
<< No Ed... >> lo chiamò il
biondo, che era comunque pronto a seguirlo.
<< Tu non te lo meriti uno come Stede >>
disse Isabelle
stringendo i pugni, Barbanera si fermò voltando appena il
viso
dalla parte della ragazza.
<< Che cosa? >>
<< Non lo meriti. Ha passato tutto il tempo a cercarti,
non ha
smesso un secondo di pensare a te, ha rischiato la sua vita e tu
nemmeno ti degni di ascoltarlo >> Isabelle aveva gli
occhi lucidi
e i pugni chiusi, Stede la fissava a bocca aperta, non credendo che
avrebbe addirittura affrontato il più temibile pirata della
storia per difendere lui.
Edward si voltò di scatto e la raggiunse a grandi passi,
l'afferrò per le spalle tirandola verso di sé.
<< Tu non sai quello che ho passato io! >>
ringhiò.
<< E tu non sai quello che ha passato lui
>> disse la giovane trattenendo le lacrime.
<< Pagherei per avere qualcuno che fa i salti mortali per
me e tu
sei stato così fortunato ad averlo trovato e vuoi
lasciartelo scappare
via così... >>
Il pirata abbassò i suoi grandi occhi scuri,
allentò la
presa fino a lasciare andare del tutto la ragazza, sentiva un nodo
stringergli così forte la gola, ma non voleva mostrarsi
debole,
lo aveva già fatto una volta e non era finita bene.
<< Edward... >> il gentiluomo si
avvicinò a lui e i loro sguardi si incontrarono.
<< Io non voglio obbligarti ad ascoltarmi né
costringerti
a perdonarmi, l'unica cosa che ti chiedo è di non lasciarti
catturare dalla marina >> le sue labbra sottili erano
schiuse e
lo guardava con tanto di quell'amore negli occhi che anche Barbanera
dovette riconoscere dentro di sé che quello che sentiva
provenire da quel pirata improvvisato era la pura e semplice
verità.
<< Potrebbe succedere in ogni caso >>
rispose con la voce resa più roca dalle emozioni che stava
provando.
<< Non quando ci sono io >> disse Stede.
<< Se deciderai di varcare quella soglia io
verrò con te >> aggiunse stringendo i pugni e
guardandolo serio.
<< Non devi Bonnet... >>
Stede sorrise, era un sorriso che aveva un retrogusto amaro,
perché ancora Edward non aveva compreso quanto tenesse a lui.
<< Non è che devo, io lo voglio, non ti
permetterò
di morire e se il mio tentativo dovesse risultare vano
bè...morirò con te, perché non posso
pensare di vivere
in un mondo dove tu non ci sei >> quella per il biondo
era la
cosa più vicina a una confessione che avesse mai fatto, e se
l'amico gliene avesse dato modo ce ne sarebbero state tante di cose che
avrebbe voluto dirgli.
<< Chi mi dice che le tue non sono tutte menzogne?
>> domandò Barbanera.
<< Perché se non mi importasse ti lascerei
andare >> rispose Stede serio.
Edward chiuse gli occhi e lasciò andare l'aria dal naso, poi
li riaprì.
<< D'accordo resto, ma dopo che quegli stronzi della
marina se ne sono andati io levo le tende. >>
Stede sorrise, rasserenato dal fatto che il suo ex co-capitano avesse
deciso di non buttarsi nelle fauci nemiche, e in più avrebbe
avuto più tempo per riuscire a parlargli, anche Isabelle era
contenta, li guardò radiosa, certa che nel cuore di quel
pirata
vestito di pelle ci fosse il desiderio di rimanere il più
possibile
accanto a Stede, anche se ad alta voce faceva passare il contrario.
...
Intanto sul ponte di
vedetta la tensione
era alta, solitamente un confronto con la marina non rappresentava mai
un problema, ma in quel caso David non solo aveva mentito per portare
via Stede, ma stava nascondendo anche l'altro pirata a cui sicuramente
stavano dando la caccia.
C'erano due gruppi, uno composto dagli uomini della marina, l'altro
dalla ciurma di David, le due fazioni stavano intorno agli esponenti
del loro gruppo.
<< Capitano Jenkins, è un vero onore
conoscerla di
persona >> disse l'uomo allungando il braccio, il
capitano della
Emily gli strinse la mano, fingendo di non provare alcun tipo di
timore.
<< Il piacere è mio... >>
<< Ammiraglio Badminton >> si
presentò, era un tipo
alto e robusto, con folti capelli bianchi e una barba dello stesso
colore, David ne aveva sentito parlare ma non lo aveva mai incontrato
di persona.
<< Ammiraglio Badminton...Mi era giunta voce sul suo
pensionamento >> era alquanto stranito e incredulo, il
suo sesto
senso gli diceva che c'era qualcosa che non andava se a scomodarsi era
stato un uomo che si era ritirato a vita più comoda.
<< Le voci erano vere, e avrebbero continuato a rimanere
tali se
quei disadattati non avessero ucciso i miei figli! >>
sbottò diventando rosso in viso, il capitano Jenkins
sgranò gli occhi.
<< Deve scusare i miei modi capitano, ma perdere due
figli in così poco tempo... >>
David scosse la testa.
<< Mi dispiace molto per la sua perdita, non oso
immaginare che cosa si possa provare. >>
Badminton si lisciò la barba, i suoi occhi erano di un
grigio
spento, lucidi e tristi, ma c'era anche una luce che gridava rabbia e
vendetta.
<< Non lo faccia, non ci riuscirebbe affatto
>> disse poi e il capitano annuì.
<< Ma non voglio intristirla più del dovuto,
veniamo a
noi. Sono qui perché so che sulla sua nave si trova Stede
Bonnet, il pirata scampato alla morte, che ha chiesto l'atto di grazia
e poi si è nuovamente fatto beffa della legge grazie a lei
Jenkins. >>
Il cuore di David aveva preso a battere all'impazzata.
<< Lei è stato in servizio per molto tempo,
conosce i miei metodi >> rispose David.
<< I suoi metodi seguivano la legge fino a poco tempo fa!
>>
<< Al campo di addestramento sanno che ho portato Stede
con me,
non l'ho certo portato via nel cuore della notte >> si
difese il
capitano.
L'ammiraglio sbuffò un'amara risata.
<< Quegli idioti avranno anche potuto credere alla sua
balla ma io no. >>
<< Non capisco di cosa parla >> la voce di
David era ferma
ma dentro sentiva un tumulto, nonostante fosse conosciuto e rispettato,
non avrebbe potuto fare molto se un uomo di quel grado, avesse voluto
portare via il pirata gentiluomo, visto il modo in
cui lo aveva sottratto dal campo di addestramento, per questo l'unica
cosa che gli rimaneva da fare era tenerlo nascosto.
Un soldato della marina che era appena salito a bordo si
avvicinò a
Badminton, gli sussurrò una cosa all'orecchio e quello
ghignò, una smorfia che non piacque per niente a David.
<< Sa cosa ho appena saputo signor Jenkins?
>>
<< Sulla nave di Barbanera, che si trovava parecchio
vicino
alla sua, non era presente il suo capitano. E indovini chi è
fuggito dal campo di addestramento? Proprio lui, Barbanera, sono sicuro
che sa anche lei che il signor Teach e il signor Bonnet sono stati
catturati insieme, e forse avevano anche in mente di fuggire nello
stesso momento ma qualcosa è andato storto. Lei è
capitato a fagiolo, Stede è stato molto fortunato a
trovarla, lo
ha portato via da quel posto e permesso di ricongiungersi al suo
amichetto. Ora, non so perché un grande pirata come Teach se
la
faccia con uno sfigato come Bonnet, ma non sono affari miei.
>>
David non rispose, così fu l'ammiraglio a continuare.
<< Signor Jenkins mi vuole dire che è solo un
caso che la
sua nave e quella di Barbanera siano sulla stessa rotta, a pochi metri
l'una dall'altra? >> domandò l'ammiraglio
congiungendo le
mani dietro la schiena, alcune goccioline di sudore cominciarono a
scendere dalla fronte di David.
<< Gli uomini di Barbanera ci hanno attaccato, ma abbiamo
vinto noi e lui non era con loro. >>
Badminton sollevò un sopracciglio.
<< Quindi mi sta dicendo che la ciurma di Teach vi ha
attaccati senza un ordine preciso? >>
<< Sono cose che capitano signore, Barbanera possiede
molte navi, non può essere su tutte. >>
<< No certo >> sorrise falsamente
l'ammiraglio.
<< Non capisco cosa c'entra tutto questo con me
>> disse David.
<< C'entra eccome, voglio che mi consegni i due pirati, e
se lo
farà la sua piccola bugia non avrà conseguenze
>>
l'uomo parlava con voce pacata, ma si poteva sentire tutta la
malvagità e voglia di vendetta che celava.
<< Di quale bugia...- >>
<< Il re signor Jenkins! Ma andiamo, crede che io sia
così imbecille da credere che il re in persona l'abbia
autorizzata a
portarsi via uno stupido pirata che era appena stato catturato?
>>
<< In ogni caso ho ricevuto piena autorizzazione da parte
dei suoi uomini per poter portare via Stede. >>
L'ammiraglio mostrò un'espressione trionfante.
<< E così ammette che la sua era solo una
bugia. >>
<< No, ma non intendo giustificarmi oltre...-
>>
L'uomo scattò e prese David per il colletto della camicia,
la sua ciurma si irrigidì pronta a scattare.
<< I MIEI FIGLI SONO MORTI A CAUSA DI QUEI MALEDETTI
PIRATI! >>
<< Glielo ha raccontato il suo protetto di come abbia
lasciato
una vita agiata per andare per mare? Chauncey mi aveva messo a
conoscenza di
come quel damerino di Bonnet aveva fatto fuori il fratello, e poi non
contento ha ammazzato anche l'altro! >>
Le viscere del capitano della Emily si stavano rovesciando, sentiva
tanta rabbia provenire da quell'uomo, ed era anche normale, in fondo
aveva perso i suoi figli tragicamente, ma Stede gli aveva raccontato
come erano andate le cose, lui sapeva la verità, premette le
mani
su quelle dell'ammiraglio per intimarlo di lasciarlo andare.
<< Senta io capisco il suo dolore, ma credo che essere
mossi solamente da questo non porti a niente. >>
<< Lei pensa io mi stia inventando ogni cosa!?
>> sbraitò Badminton.
<< Ho conosciuto Stede, e le assicuro che...-
>>
<< Non può essere un caso che Chauncey sia
stato trovato nel
bosco proprio quando Barbanera si è dato alla fuga e lei ha
portato via Bonnet >> il padre dei gemelli non si
capacitava
della loro scomparsa, e le continue negazioni di David lo facevano
uscire di testa.
<< Il padre aveva ragione, il piccolo Bonnet aveva
qualcosa di
strano, questo perché è un assassino e io esigo
paghi
come la legge prevede! >>
<< Stede non è più qui
>> disse Jenkins
guardandolo dritto negli occhi, quelli dell'altro diventarono taglienti
come lame.
<< Come? >> domandò.
<< E' fuggito >> rispose non abbassando lo
sguardo, Badminton trattenne una risata.
<< Lei sta giocando col fuoco, si aspetta davvero che io
creda a quest'ennesima bugia? >>
<< Lo cerchi allora ammiraglio >> disse il
capitano, mentre
tra la ciurma era calato un silenzio di ghiaccio, l'uomo si
avvicinò puntandogli un dito contro.
<< Perlustrerò ogni singolo angolo di questa
nave,
guarderò persino nella spazzatura e giuro su Dio Jenkins che
se
trovo anche solo l'ombra di Bonnet io faccio giustiziare lei e tutta la
sua feccia. >>
Così la marina cominciò a rovistare, cercare,
guardare
ovunque, senza avere pietà per gli oggetti o la privacy
delle
persone che vivevano su quella nave, a molti quel momento rievocava
brutti ricordi, ma erano consci che ribellarsi li avrebbe solo portati
a morte certa, e poi si fidavano del loro capitano, uno di loro si
avvicinò a David, senza farsi notare gli disse qualcosa
sussurrando.
<< Capitano è sicuro della sua scelta?
>>
<< Non ne avevo altra, sicuramente l'ammiraglio avrebbe
ordinato
di perlustrare la nave, ho preferito avere io il coltello dalla parte
del manico. >>
<< E se dovessero trovarli? >>
domandò il sottoposto preoccupato.
<< E' molto difficile trovino quella stanza, ma nel caso
dovremmo combattere. >>
Passò un'intera mezz'ora, minuti e secondi dove tutti
avevano
trattenuto il fiato, alcuni avevano pregato e altri tremato ogni qual
volta un soldato della marina si avvicinava troppo a quella zona
nascosta, che li avrebbe portati alla parte segreta della nave, dove
stavano Edward e Stede.
Quando uno dei soldati stava accidentalmente per colpire il meccanismo
che avrebbe fatto scoprire tutto, Fernando pensò bene di far
cadere uno dei piccoli barili che attirò l'attenzione della
guardia, il primo ufficiale sorrise imbarazzato.
<< Scusate, sono un po' imbranato, ma voi continuate pure
>> disse ridacchiando e grattandosi la nuca, poi si
voltò
verso David e gli fece l'occhiolino e lui tirò un sospiro di
sollievo.
<< Signore qui non c'è nessuno
>> disse uno dei soldati.
Badminton era furioso, rosso in viso e con una vena che gli pulsava
sulla tempia, afferrò il capitano della Emily per il
colletto.
<< Dannazione Jenkins so che sono qui, dove li
hai nascosti!?
>> domandò perdendo tutta la calma e la
formalità
che aveva usato fino a poco prima.
<< Ha perlustrato la mia nave da cima a fondo,
constatando con i suoi occhi che non è come dice lei.
>>
L'ammiraglio lo lasciò andare malamente.
<< Era inevitabile accadesse, a forza di circondarsi di
feccia
si finisce per diventare come loro >> sbraitò.
David si accigliò, diventando molto serio.
<< La prego di moderare i termini e andarsene dalla mia
nave, se ha finito. >>
<< Non è l'ultima volta che ci vedremo, vi
starò
col fiato sul collo, e se dovessi vedere anche solo l'ombra di quel
fallito di Bonnet o di Barbanera farò fuoco senza pensarci
due
volte. >>
Jenkins non disse nulla, si limitò a fissarlo, sapendo che
era
meglio non cedere alle sue provocazioni, Badminton si voltò
dando un'ultima occhiata disgustata a David e alla sua ciurma, poi si
avviò verso la scaletta che lo avrebbe riportato alla
scialuppa,
ma prima di scendere del tutto disse.
<< Pensavo fosse un uomo migliore di così
Jenkins
>> e se ne andò, così fecero anche
i suoi uomini.
La ciurma della Emily invece rimase con il fiato sospeso fino a quando
non videro le flotte della marina iniziare ad allontanarsi, furono
lunghi e intensi minuti di silenzio e tensione, che terminarono in un
sospiro sollevato generale, tutti corsero intorno a David
complimentandosi per il suo sangue freddo e chiedendogli ora che cosa
avrebbero fatto.
<< Chiamate Stede e Barbanera, fateli venire nella mia
cabina. >>
<< Agli ordini capitano. >>
Fu Fernando in quanto primo ufficiale ad attraversare il lungo
corridoio e raggiungere il luogo dove stavano nascosti, Isabelle non
appena lo vide gli corse incontro, speranzosa che tutto si fosse
risolto per il meglio ma anche preoccupata del contrario.
<< E' andato tutto bene Isabelle, quei piantagrane della
marina se ne sono andati. >>
Ma il caro Fernando, se aveva un difetto, era proprio quello di essere
un libro aperto e visto il suo legame che lo portava ad essere quasi un
tutt'uno con David, come se condividessero lo stesso sangue, non
riuscì ad ingannare la ragazzina.
<< Allora perché hai quella faccia?
>> domandò lei.
<< Non ho nessuna faccia... >> ma vista
l'espressione della
giovane, il primo ufficiale si costrinse ad essere meno criptico.
<< Ci sono stati dei momenti di tensione, e ci
è mancato
poco che non scoprissero i due topolini >> disse
lanciando
un'occhiata alla porta della stanza dove stavano nascosti i pirati.
Isabelle sbiancò per un attimo e spalancò la
bocca.
<< Quindi la marina ci ha fermati perché
stavano cercando loro... >> ragionò la
fanciulla.
<< Più o meno sì, senti ti racconto
meglio dopo,
ora devo accompagnare il nostro amico e Barbanera dal capitano
>>
spiegò Fernando.
<< Oh allora li libero. >>
Si avvicinò alla porta e l'aprì.
<< Ragazzoni...Siete liberi >> disse
spostandosi una ciocca
di capelli dietro l'orecchio, i due uomini uscirono, leggermente
confusi e con una sana voglia di sapere che cosa fosse successo fino a
quel momento, Edward notò subito la figura di Fernando e lo
guardò accigliato, lui invece si avvicinò con un
sorriso
a trentadue denti.
<< Tu sei il famoso Barbanera. >>
<< Così pare >> rispose il
pirata.
<< Ho sentito un sacco di storie sul tuo conto, la
maggior parte
delle quali da quest'uomo qui >> disse il primo ufficiale
indicando Stede, ovviamente Edward sgranò gli occhi e si
rivolse
a Fernando.
<< Lui ha parlato di me? >>
domandò Edward.
<< Eccome, ha parlato moltissimo di te, si può
dire che non la smetteva mai. >>
Stede che aveva sentito tutto si avvicinò alla svelta, rosso
in viso e con le orecchie che fumavano per la vergogna.
<< E va bene, può bastare così
Fernando...A Edward non interessa...- >>
<< Invece a Edward interessa eccome, voglio proprio
sapere cosa
vai a raccontare di me in giro. Sicuramente non cose carine visto il
modo in cui mi hai preso per il culo. >>
<< Al contrario! Ti ha sempre riempito di complimenti
>>
intervenne Fernando con un'allegria genuina, Stede avrebbe voluto tanto
sprofondare, più Fernando apriva bocca più lo
esponeva
allo sguardo indagatore di Barbanera, e temeva che il grande pirata
capisse tutto sui suoi sentimenti, prima che fosse lui a parlargliene.
Fortunatamente Isabelle intervenne al momento opportuno.
<< Voi tre, potreste spostare la vostra amichevole
conversazione
a più tardi, il capitano ci sta aspettando. >>
<< Amichevole un paio di palle >>
borbottò Barbanera
lanciando uno sguardo di sbieco a Bonnet, il quale ne
approfittò
per sviare la conversazione.
<< Possiamo sapere che cosa è successo mentre
eravamo chiusi dentro? >>
<< Per una volta concordo con te Bonnet >>
disse Edward in rimando.
Mentre si incamminarono il primo ufficiale rispose alla loro domanda.
<< La marina è salita a bordo, cercavano voi
due, hanno
perlustrato l'intera nave ma quando hanno visto non c'eravate, se ne
sono andati. >>
Entrambi i pirati vennero percorsi da un brivido, la situazione in cui
erano riportò a galla molti ricordi, alcuni spaventosi,
spiacevoli, di paura e preoccupazione, mentre altri piacevoli, come il
bacio, che però era stato tinto da colori amari visto come
erano
andate le cose dopo.
<< Come hanno fatto a non trovarci se hanno guardato
ovunque? >> domandò Barbanera.
A quella domanda rispose Isabelle.
<< Semplice! Questo corridoio è segreto, pochi
sanno della sua esistenza. >>
<< E' difficile da raggiungere se non conosci il
meccanismo, e se
non sai la strada, perché vedete in realtà siamo
dentro a
un labirinto, per raggiungere la stanza dove siete stati voi occorre
sapere dove andare, vi sarete accorti che abbiamo curvato parecchie
volte. >>
Il pirata gentiluomo era stupito, credeva di essere stato l'unico ad
aver pensato di aggiungere passaggi segreti all'interno della sua nave,
Edward era sbalordito invece, certo non era la prima volta che sentiva
parlare di passaggi nascosti, il primo a mostrarglieli era stato
proprio Stede, ma addirittura un labirinto...
<< Geniale, chi avrebbe mai pensato a costruire un
fottuto labirinto >> disse Barbanera con un sorrisetto.
<< Bè anche io ho dei corridoi segreti sulla
mia nave
>> rispose piccato Stede, in un borbottio lieve ma
udibile,
incrociando le braccia.
<< Ma non un cazzo di labirinto! Bonnet mi dispiace ma
questo vince. >>
Il biondo sentì qualcosa gorgogliare all'interno del suo
stomaco, qualcosa che assomigliava tanto alla gelosia.
<< Sono felice che ti piaccia E d w a r d, visto che
prima eri tutto una lamentela e muso lungo. >>
Isabelle e Fernando si guardarono facendo un sorrisetto, erano proprio
fatti l'uno per l'altro quei due, pensò la giovane.
<< A proposito di quello che è successo oggi,
David ha
bisogno di parlare con voi >> disse il primo ufficiale.
<< Col cazzo io voglio andarmene, lo avevo detto che una
volta finito tutto sarei tornato sulla mia nave. >>
Fernando si sfregò i baffi scuri.
<< Puoi andartene quando vuoi Edward, il capo ti
ruberà solo cinque minuti. >>
In realtà Barbanera non voleva davvero lasciare quel posto,
o
meglio non totalmente, quando Stede non si era presentato al loro
appuntamento il suo cuore era andato in mille pezzi, l'anima l'aveva
sentita
lacerata che urlava di dolore, era stato giorni a piangere supplicando
qualsiasi divinità esistente di farlo ricomparire nella sua
vita, dopodiché era sopraggiunta la rabbia, che lo aveva
aiutato
a reagire e andare avanti, ma questo non aveva spento quella vocina che
sentiva dentro di sé, che aveva continuato a
sussurrargli che prima o poi si sarebbe ricongiunto con l'uomo di cui
era innamorato.
Se doveva essere rifiutato preferiva sentirselo dire in
faccia, o forse c'era un motivo che aveva impedito al pirata gentiluomo
di
presentarsi, ma quell'ipotesi veniva sempre relegata nelle parti
più buie del suo petto, perché gli dava una
speranza e
lui si era stufato di sperare.
Quando poi se lo era trovato davanti sulla nave che aveva appena
abbordato
non aveva potuto credere ai suoi occhi, aveva persino pensato si
trattasse di un'allucinazione e invece era vero, tutto di quel biondo
lo era, dai suoi capelli mossi dal vento, alla voce, al suo profumo
che gli aveva invaso le narici sin dal primo momento, e allora il suo
cuore aveva pianto, le sue preghiere silenziose, sussurrate a notte
fonda tra una lacrima e un sorso di rum, erano state ascoltate ed
esaudite.
Lo aveva perdonato all'istante? No. Ma il semplice fatto che fosse per
mare, e non fosse tornato dalla sua famiglia, aveva fatto suonare un
campanello all'interno del suo petto, e malgrado la rabbia che provava
nulla al mondo lo avrebbe convinto a lasciarlo, se non Stede stesso, ma
era ancora troppo arrabbiato per starlo a sentire, preferendo
riversargli addosso parole al vetriolo, come se volesse portarlo al
limite e vedere quanto avrebbe resistito prima di dirgli un definitivo
"Edward basta, io non ti voglio."
...
Dopo diversi minuti di
camminata
uscirono da quella zona segreta, salendo finalmente nella parte alta
della nave, arrivarono fino alla cabina del capitano, una volta
lì Fernando bussò alla porta e non appena
udì un
cenno dall'altra parte l'aprì, i quattro entrarono e vennero
accolti da David e il suo solito sorriso cordiale, ma
c'era qualcosa di strano sul suo viso, Stede lo colse e
sperò
che non fosse nulla di grave.
<< Capitano! >> Isabelle gli corse incontro.
<< Quelli della marina vi hanno dato del filo da torcere?
>>
<< E' andato tutto bene, se vuoi i dettagli te li
spiegherà Fernando, io devo parlare con Stede e Barbanera.
Invece a te come è andata? >> le
domandò mantenendo
quel tono amorevole che usava sempre quando parlava con lei.
<< Stede è stato un tesoro come sempre, ma
lui... >> indicò Edward con un cipiglio
irritato.
Il capitano ridacchiò.
<< Sono certo che hai saputo tenergli testa
>> rispose facendole l'occhiolino.
<< Ma certo, con chi crede di parlare >>
incrociò le
braccia e abbassò le palpebre facendo ridere di nuovo David.
<< Non avevo dubbi >> disse, puntando poi i
suoi occhi
azzurri sul primo ufficiale, che senza bisogno di ulteriori parole
lasciò la cabina insieme a Isabelle, una volta rimasti soli
il
capitano non perse altro tempo e prese all'istante parola.
<< Allora miei cari, spero che la permanenza nella stanza
segreta
non sia stata troppo fastidiosa >> disse aprendo l'anta
di un
mobile e tirando fuori una bottiglia di vetro e tre bicchieri.
<< Avresti potuto farla più grande, si respira
a malapena
lì dentro >> rispose seccato il pirata vestito
di pelle,
che sentiva ancora il fiato corto dovuto alle dimensioni ridotte della
stanza, o forse dalla troppa vicinanza con il pirata gentiluomo.
<< Hai ragione, ma non potevo fare altrimenti, gradite da
bere? >>
<< Saresti stato molto più comodo se ti fossi
seduto
>> disse Stede attirandosi lo sguardo infuocato di Edward
e
quello curioso di David.
<< Sei rimasto in piedi tutto il tempo? >>
domandò il capitano.
<< Stavo bene in piedi, e in più non vi devo
nessuna spiegazione! >> sbottò Barbanera.
<< Così bene che ora zoppichi e fatichi a
camminare
>> lo rimproverò il biondo, con lo sguardo
pieno di
preoccupazione.
<< Fatti gli affari tuoi Bonnet! >>
David osservò quel breve dibattito con un leggero sorriso
sulle
labbra, facevano scintille quei due insieme, ma erano anche
così
carini e cominciò a salirgli il sospetto che tra loro non ci
fosse una semplice amicizia, lo aveva già immaginato
ascoltando
Stede parlare, ma vederli interagire glielo stava decisamente
confermando.
<< Accomodatevi pure >> disse Jenkins
indicando loro le
sedie, offrì i bicchieri riempiti con quel liquido dorato e
si
mise a sedere a sua volta, Edward si buttò seduto,
sollevando le
gambe e appoggiando i piedi sul tavolino basso lì di fronte.
<< Allora, David giusto? Spero che sia una cosa veloce,
perché non ho voglia di perdere altro tempo >>
il suo
sguardo profondo ricadde per un attimo su Bonnet, che stava assaggiando
a piccoli sorsi il liquore offerto dal capitano, e sembrava piacergli
molto, così decise di infierire.
<< Una cosa però voglio dirtela, il tuo
labirinto, gran
figata. Sei un genio cazzo >> e dopo averlo detto
guardò
di sottecchi la reazione di Stede, che per poco non si
strozzò con la
bevanda, decidendo poi di posare il bicchiere sul tavolino accanto a
sé prima di rovesciarlo tutto.
<< Sono felice ti sia piaciuto >> disse
David, ma Edward era con lo sguardo da un'altra parte.
<< Che c'è Bonnet sei invidioso?
>>
<< Niente affatto, so riconoscere anche io il talento
quando lo vedo >> rispose acido il biondo.
<< Ti rode perché lui è stato
più bravo di te >> imperversò
Barbanera.
Il pirata gentiluomo si voltò verso di lui, tentando di
mantenersi calmo.
<< Se c'è qualcuno a cui rode qualcosa quello
di certo non sono io. >>
Edward si accigliò.
<< Che cazzo vuoi dire? >>
La disputa tra i due venne prontamente interrotta da David, che decise
di fermarli prima che arrivassero ad azzannarsi sul pavimento.
<< Ehi ragazzi diamoci una calmata okay? >>
<< Dobbiamo parlare di una cosa importante.
>>
Così ottenne finalmente l'attenzione dei due.
<< Che c'è di così essenziale? La
marina vi ha
fermati, li avete mandati via e fine, nulla di tanto interessante o
insolito. >>
<< No Edward, non siamo stati semplicemente sottoposti a
un
controllo >> disse David.
<< Insieme a loro c'era un ammiraglio, il suo nome
è Badminton >> continuò.
Al pirata gentiluomo si gelò il sangue nelle vene per la
seconda
volta in quella giornata, gli occhi azzurri del capitano si puntarono
su di lui.
<< Tu lo conosci, vero Stede? >>
domandò Jenkins.
E così anche l'attenzione di Barbanera venne portata al
biondo.
<< Sì... >> rispose con la voce
resa sottile
dall'emozione negativa che stava provando in quel momento, sembrava un
incubo, uno di quelli dove si sogna di annegare ma aprire gli occhi non
è sufficiente a farti svegliare e riprendere a respirare,
prima
i
gemelli che gli davano il tormento sin dalla più tenera
età, poi la loro morte avvenuta davanti ai suoi occhi, uno
di
loro addirittura che ha cercato di ucciderlo e ora il padre.
Non ne aveva più sentito parlare, ma sapeva che non era un
caso
se dopo la morte dei suoi figli si era ripresentato nella sua vita,
quell'uomo lo stava cercando non per riportarlo al campo di
addestramento o per accusarlo di pirateria, voleva vendicarsi sapendo
che lui era stato la causa della scomparsa dei gemelli.
<< Hanno scomodato addirittura un ammiraglio
>> ridacchiò Barbanera.
<< Sono messi male alla marina o significa che ci temono,
bè temono me >> si corresse non volendo dare
alcun tipo di
soddisfazione a quello che prima gli aveva rubato il cuore e poi
distrutto.
<< Non cercano te Edward >> rispose Stede
guardando un
punto lontano sul pavimento, senza dar peso a ciò che aveva
detto prima il pirata dai capelli sale e pepe.
<< Senti Bonnet con tutto il rispetto, sarai anche ricco,
alla
moda e tutte le stronzate che vuoi, ma di pirata vero in questa stanza
c'è n'è uno e non sei tu >> disse
puntando un dito
verso il biondo e guardandolo intensamente, ma l'altro non si
voltò nemmeno, troppo preso a sprofondare nella
consapevolezza.
<< E guardami quando ti parlo! >>
ringhiò il terrore dei mari.
<< David cosa ti ha detto esattamente l'ammiraglio?
>>
domandò Stede sollevando la testa di scatto verso il
capitano
della Emily, ovviamente quel gesto fece andare su tutte le furie
Barbanera, che non si era reso minimamente conto dello stato d'animo
del gentiluomo, si alzò dalla sedia spingendola bruscamente
all'indietro e si posizionò di fronte a lui, chinandosi fin
quasi a sfiorare il naso dell'altro.
<< Non azzardarti ad ignorarmi, non sei nella posizione
adatta
>> sibilò tra i denti, e finalmente gli occhi
del pirata
biondo si incastrarono nei suoi.
<< Edward tu non capisci... >>
provò a dire Stede, mantenendo un tono di voce pacato.
<< Mi stai dando dello stupido!? >>
<< No, ma tu non vuoi ascoltarmi. >>
Barbanera gli afferrò la camicia con una mano.
<< Ne ho abbastanza delle tue chiacchiere, se ti credi
tanto
forte perché non vai là fuori e affronti la
marina da solo?
Forse comprarti una nave e un equipaggio ti ha montato la testa,
facendoti credere che basti questo a fare di te un pirata con le palle!
>>
A quel punto nel cuore di Bonnet si ruppe qualcosa, si alzò
di
scatto spingendo via Edward che rimase scioccato da quella reazione,
non aspettandosela.
<< Quell'uomo cerca me perché io ho ucciso i
suoi figli!
>> gridò con la voce lacerata dal dolore, il
petto
tremava, e quelle lacrime che aveva con tanti sforzi cercato di
trattenere scivolarono via rigando le sue guance.
Nella stanza cadde il silenzio, ma un silenzio pesante, di quelli che
si potevano sentire o tagliare con un coltello, quello che
più
fece male a Stede fu vedere l'espressione di Edward mutare da rabbia a
shock, e credeva che da quel momento Barbanera non lo avrebbe
più guardato con gli stessi occhi.
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Capitolo 5 *** Capitolo cinque ***
Capitolo
cinque
Stede ricadde a sedere schiacciato da quel malessere che non lo aveva
più abbandonato da quando Chauncey si era sparato davanti a
lui,
credeva di averlo superato, che quell'ennesimo fantasma avesse smesso
di perseguitarlo e invece era solo stato messo da parte dallo scorrere
degli eventi, ma non cancellato, non dimenticato.
Si era illuso di poter cancellare ciò che era accaduto in
quel
bosco, ricominciare nuovamente da capo con un coraggio e una
determinazione diversi, ma l'incoraggiamento di David, la vicinanza di
quella nuova ciurma e il ritrovamento di Edward erano stati solo un
velo trasparente che si era posato su quel passato che ancora chiedeva
vendetta, ed era tornato a riprendersi ciò che era suo.
David era rimasto in silenzio, lui sapeva, conosceva i fatti ma non i
nomi, quelli il biondo li aveva celati non considerandoli rilevanti
nella storia, ma quando l'ammiraglio si era presentato sulla nave
reclamando Stede in nome dei suoi due figli morti, non era stato
difficile per Jenkins collegare i fatti, l'unica cosa che in quel
momento gli rimaneva ignota, era il motivo per cui quel pirata
così buono di cuore continuava a incolparsi per qualcosa che
non
aveva potuto controllare o impedire.
Quello all'oscuro della vicenda invece era Barbanera, che conosceva
solo una piccola parte della storia, Stede non gli aveva mai detto di
aver ucciso qualcuno, quando erano stati catturati dalla marina aveva
intuito qualcosa, perché uno di quei soldati lo aveva
interrogato domandandogli chi fosse il responsabile della morte di uno
di loro, se lui o Bonnet, e ovviamente Edward non ci aveva pensato due
volte a prendersi la colpa, solo che ora ne stava saltando fuori un
altro e lui stava iniziando davvero a non capirci niente.
<< Che cazzo significa? >>
domandò infatti.
Il biondo alzò lo sguardo e trovò quello
comprensivo di David.
<< Diglielo Stede >> disse tentando di
infondergli coraggio.
<< Cosa devi dirmi? Com'è che lui sembra
sapere
così tante cose di te e io invece sono all'oscuro di tutto
>> domandò Barbanera, cominciando a sentirsi
davvero
frustrato, come se non conoscesse più quell'uomo che aveva
davanti e in più si chiedeva in che rapporti realmente fosse
con
il capitano della nave su cui si trovavano, e la gelosia questa volta
non c'entrava niente, era più delusione, senso di perdita e
confusione.
<< Vi lascio parlare un po' da soli >>
disse Jenkins,
capendo che in quella situazione lui era solo il terzo incomodo e che i
due pirati avevano bisogno di rimanere da soli se volevano sviscerare
i loro sentimenti e iniziare qualcosa, così si
alzò
e uscì dalla stanza.
Edward fissava Stede con le mani premute sui fianchi, aspettava si
decidesse a parlare, gli era venuta improvvisamente voglia di
ascoltarlo e poi avrebbe deciso lui stesso se ciò che
avrebbe
sentito fosse stata la verità o meno.
<< Puoi sederti per favore? >> furono le
parole del biondo,
pigolate più che pronunciate, e il pirata dai lunghi capelli
incredibilmente lo esaudì senza fare storie, si mise a
sedere
dove prima stava David, inconsciamente era come per riprendersi un po'
di quel territorio che gli era stato sottratto.
"D'accordo Stede, puoi farcela" si disse nel pensiero, da quando
aspettava quel momento in fondo? Ora che era arrivato faceva paura, ma
l'idea di perdere per sempre l'uomo che amava era ancora più
spaventosa, perciò si decise, prendendo un bel respiro
profondo
e incastrando i suoi occhi in quelle belle perle scure e profonde
dell'altro.
Gli raccontò ogni cosa, da come aveva colpito il primo
Badminton con un fermacarte e quello si era infilzato con la sua stessa
spada, a quando il gemello lo aveva svegliato nel cuore della notte,
portandolo nel bosco con tutta l'intenzione di ammazzarlo, ma era
ubriaco e aveva finito per sparare a se stesso, distruggendosi la testa
proprio di fronte a lui.
<< Ero terrorizzato, incredulo che per la seconda volta
qualcuno
fosse morto a causa mia, in quell'attimo mi sono passate un mucchio di
cose nella testa, che nemmeno riesco più a ricordare. So
solo
che volevo fuggire, correre lontano e smettere di fare del male a
chiunque, poi però mi sei venuto in mente tu
>>
abbassò lo sguardo nel tentativo di prendere coraggio e lo
rialzò su di
lui, il cuore gli batteva forte, sentendo che la sua intera esistenza
dipendeva da quel momento.
<< Mi stavi aspettando in spiaggia >> disse
e gli sfuggì un piccolo sorriso.
<< E l'unica cosa che volevo era raggiungerti.
>>
<< Perché non lo hai fatto? >>
domandò Edward.
<< Questa è la parte della storia che
più detesto,
lo stavo facendo, solo che era buio, io ero agitato e mi sono perso
più volte, fino a quando non sono finito in una trappola
dalla
quale non sono più riuscito a liberarmi. >>
<< Bonnet... >> si mise una mano sulla
fronte, certo che quella fosse l'ennesima bugia.
<< E' la verità Edward! >>
<< E a che punto interviene il nostro amico?
>>
domandò acido il flagello dei mari, premendo le mani sui
braccioli della sedia.
<< David? >>
<< Sì lui >> rispose secco
Barbanera, sentendo la bile risalirgli fino alla gola.
Stede era molto nervoso, il cuore non sembrava voler rallentare nemmeno
di un po', non capiva il motivo per il quale si sentiva
così, in
fondo stava dicendo la verità, forse aveva paura che Edward
non
gli credesse e decidesse di andarsene e lasciarlo.
<< Mi ha trovato all'alba e mi ha liberato, a quel punto
io sono
corso fino alla spiaggia ma tu già non c'eri più,
David
ha capito che ero disperato e mi ha offerto il suo aiuto.
>>
<< Sembra tutto così... >>
<< Assurdo? >> continuò per lui
Bonnet.
<< Falso >> disse Edward.
<< Ed... >>
Barbanera irrigidì la mascella e spostò lo
sguardo.
<< Senti Bonnet occupiamoci di questa faccenda con la
marina, e poi ognuno per la sua strada. >>
Il biondo sgranò gli occhi in preda al panico.
<< Quindi vuoi semplicemente finirla qui? Solo per un
errore che ho commesso e nemmeno per colpa mia. >>
<< Non può finire ciò che non
è mai iniziato
>> rispose Edward alzandosi dalla sedia, lo sforzo enorme
di
trattenere le lacrime e non far tremare la voce, quello che non
riuscì a trattenerle fu Stede che sentì il cuore
spezzarsi
dolorosamente, si alzò a sua volta raggiungendolo e cercando
disperatamente il suo sguardo.
<< Stai rinnegando quello che è successo
tra...- >>
<< NON E' SUCCESSO NIENTE! >>
sbottò furioso
Barbanera, guardava Stede con una tale rabbia cieca negli occhi e forse
fu quello il momento in cui il biondo comprese quanto in
profondità fossero radicate le ferite dell'amico, ma questo
non
servì a evitargli la sofferenza dovuta a quella frase che
rinnegava ciò che di bello c'era stato tra loro.
<< Hai avuto quello che volevi, ho ascoltato la tua
storia e che
cosa credevi, che rendendola più deprimente io ti avrei
creduto?
>> in quelle parole era nascosta tutta la sua
fragilità, il timore di essere raggirato di nuovo era
più forte dell'amore che provava, voleva credergli con tutto
se
stesso, non voleva lasciarlo ma si era preparato ad ascoltare un'altra
storia, un racconto dove Stede gli diceva che quella notte aveva
cambiato idea e aveva deciso di non partire più, poi resosi
conto di amarlo era tornato a cercarlo e invece le sue fantasie erano
tutte completamente sbagliate.
Stede non aveva mai cambiato idea.
Era stato in pericolo, minacciato da un uomo che avrebbe potuto
ucciderlo.
E se lo avesse fatto, Edward non ne avrebbe mai saputo niente,
continuando a pensare di essere stato abbandonato e ad odiare un
uomo morto.
Stede stava tornando ma qualcosa glielo aveva impedito, e se solo lui
invece di autocommiserarsi fosse tornato indietro a cercarlo lo avrebbe
trovato e sarebbero partiti insieme.
Se tutte quelle cose rappresentavano la verità, significava
che il colpevole della loro separazione era lui non Bonnet.
Troppo.
Troppo.
Troppo.
La testa gli scoppiava.
Si sentiva in un limbo, da una parte la paura delle bugie dall'altra la
consapevolezza di una realtà dolorosa da accettare.
Stede corrugò le sopracciglia guardandolo dritto negli
occhi,
nei suoi nocciola c'era dolore ma anche una sorta di determinazione,
non voleva più fuggire da ciò che lo spaventava e
in quel
momento, quella conversazione la stava temendo più di ogni
altra
cosa al mondo.
<< Ho capito cosa stai facendo, hai deciso di essere il
pirata
cattivo, quello senza sentimenti, ma io so che non sei così.
>>
<< Tu non sai proprio un bel niente Bonnet, non mi
conosci, non
hai mai voluto farlo, anzi quando hai visto chi ero davvero mi hai
detto in faccia che non ti piacevo...- >>
<< Quello non eri tu...- >>
<< LO ERO ECCOME! >> sbraitò
agitando le braccia,
una ciocca di capelli sale e pepe gli coprì il viso, la
spostò con un gesto secco della mano, Stede
sussultò
deglutendo.
<< Ma tu ti rifiuti di vedermi perché hai
troppa paura che
ciò che vedrai finirà per non piacerti, temi di
vedere il
mostro, il kraken e credimi se vedessi quello fuggiresti a gambe levate
>> disse guardando il pirata gentiluomo con un velo di
tristezza,
poi spostò lo sguardo in un punto lontano.
<< Forse è stato meglio così, non
presentarti
quella notte ti ha evitato di scoprire la verità
>>
continuò ma a quel punto il biondo era di fronte a lui, con
una
mano premuta su quella guancia dove la barba brizzolata stava
ricrescendo.
<< Allora mostramelo >> disse cercando
quegli occhi grandi e scuri, Edward li puntò su di lui
sorpreso.
<< Cosa? >>
<< Mostrami chi sei davvero >>
ripeté Bonnet,
Barbanera sospirò spingendo via quella mano delicata che gli
stava facendo provare sensazioni pericolose, e aveva troppo timore di
cedervi.
<< Non sai quello che stai chiedendo. >>
Stede sorrise con un velo di commozione negli occhi.
<< Lo so invece e non ho paura, perché io
conosco Edward
Teach, anche se tu ti ostini a sostenere il contrario. >>
...
Intanto fuori dalla porta
della cabina dove si trovavano i due pirati...
<< Io credevo avesse la barba un po' più
lunga, insomma si
chiama Barbanera...E non è affatto nera... >>
bisbigliò guardando il suo interlocutore.
<< Già, ma forse se l'è tagliata
>> rispose l'altro.
<< Perché avrebbe dovuto farlo?
>>
<< Se è stato al campo di addestramento non
permettono di
tenere la barba lunga >> spiegò il
più grande.
<< E i capelli sì invece? Non ha senso.
>>
<< Che vuoi che ti dica, non le ho fatte mica io le
regole. >>
<< Per me sono stupide, credi che si b... >>
<< Isabelle! >> quella voce la fece
sussultare, si voltò di colpo.
<< Capitano, che bella sorpresa >> disse
sfoderando un sorrisetto sornione.
<< Che stavi facendo? >> domandò
lui con le mani premute sui fianchi e lo sguardo di rimprovero.
<< I-Io? Niente, niente...Passavo di qui e...
>>
<< Hai pensato bene di mettere l'orecchio contro la porta
>> l'ammonì il capitano.
<< Bè... >>
<< Quante volte ti ho detto che non si origliano le
conversazioni altrui. >>
La giovane si strinse le braccia, sfoderando un'espressione tanto
colpevole quanto carina.
<< Non stavo origliando, volevo solo accertarmi che non
si facessero fuori a vicenda >> rispose.
<< Non cambia le cose, è sbagliato quello che
hai fatto, e
anche tu Fernando ti ci sei messo, capisco lei che è giovane
ma
tu >> David non ci poteva credere, alle volte il suo
primo
ufficiale si comportava proprio da bambino.
<< Scusi capitano >> rispose ridacchiando,
grattandosi imbarazzato la nuca.
David sospirò passandosi una mano tra i capelli.
<< D'accordo lasciamo perdere, Isabelle puoi andare, devo
parlare con Fernando. >>
<< Se è qualcosa che riguarda Stede e lo
zuccone ho
diritto di rimanere >> rispose la ragazzina incrociando
le
braccia.
<< Avrai diritto di rimanere quando imparerai a
comportarti da adulta, ora fila >> la
rimproverò il capitano.
Isabelle divenne rossa in viso e assunse un'espressione accigliata.
<< Anche lui è stato ad origliare con me, ma
le cose
gliele dice >> disse indicando il primo ufficiale che
annuì.
<< E' vero capitano >> rispose l'uomo
lisciandosi i baffi.
<< Fernando! >> lo ammonì David
esasperato.
<< Ops scusi. >>
Jenkins alzò gli occhi al cielo.
<< Comunque è sbagliato anche inventarsi balle
per
ottenere ciò che si vuole >> disse Isabelle,
tentando
con l'ultima freccia di far cedere il suo comandante.
<< E' una cosa diversa >> rispose lui.
<< Sì certo diversa... >>
<< Isabelle ora basta, vai! >>
La ragazza si alterò non poco, strinse forte i pugni e gli
puntò un dito contro.
<< Sappia che la conversazione non è finita
qui >>
sbraitò per poi andarsene col mento alto e la schiena
dritta,
David la guardò andare via sbattendo le palpebre.
<< E pensare che fino a poco tempo fa era la mia ombra...
>>
Fernando gli appoggiò una mano sulla spalla.
<< Come si dice capitano...i figli crescono.
>>
<< Fin troppo in fretta >> rispose lui
scuotendo subito dopo la testa.
<< Comunque veniamo alle cose urgenti, hai sentito
qualcosa? >>
<< Veramente capitano non è che si sentisse
molto da dietro la porta, i suoni erano...- >>
<< Non sto parlando di quello accidenti! >>
rispose alterato David, si guardò intorno sospirando.
<< Visto che la mia cabina è occupata dobbiamo
parlare
altrove >> disse e si avviò con Fernando alla
ricerca di
un luogo tranquillo in cui discutere.
<< Spero solo che Isabelle non abbia ragione, e quei due
non
finiscano con l'accoltellarsi, altrimenti me lo rinfaccerà
per
tutta la vita. >>
Fernando sorrise.
<< Non credo possa accadere. >>
<< Già, nemmeno io, è che stanno
accadendo un
mucchio di cose tutte insieme, sono preoccupato di non riuscire a
gestirle >> si confidò aprendo la porta di una
stanza, il
primo ufficiale lo afferrò delicatamente per un polso.
<< David. >>
L'altro si voltò guardandolo con i suoi bellissimi occhi
color del cielo.
<< Farai un ottimo lavoro come sempre, e io
sarò al tuo fianco. >>
<< Grazie Fernando >> rispose sorridendo.
Entrarono e presero posto, il capitano ritornò in
sé
ritrovando il suo equilibrio grazie al supporto del fedele amico,
avevano condiviso tante cose insieme, e si poteva dire che entrambi
sapevano tutto l'uno dell'altro per questo lo aveva fatto diventare
primo ufficiale, chi meglio di chi ti conosce più della tua
stessa madre.
<< Quello che intendevo chiederti prima era se ti era
giunta
qualche informazione su quella cosa che potrebbe star accadendo qui
sulla nave >> spiegò e Fernando finalmente
comprese.
<< No capo, quando ci siamo fermati in quella cittadina
ho
provato a chiedere in giro se ci fossero notizie ma nessuno sapeva
niente. Lei è sicuro che...- >>
<< Ne sono certo, qualcuno ruba le informazioni sui
nostri
spettacoli e le rivende o le cede, ho visto con i miei occhi locandine
simili alle nostre e addirittura pezzi di spettacoli, e succedeva tutto
prima che noi ci esibissimo con il nostro di spettacolo.
>>
Il primo ufficiale era pensoso.
<< Quindi chiunque sia prende le nostre idee e le mette
in pratica prima di noi >> rifletté.
<< Esatto, e questo è un problema,
perché lo fa
mentre noi stiamo ancora ideando la trama, attraverso le nostre idee
buttano giù e realizzano solo una mera copia di quello che
sarebbe il nostro, ma il problema è che finiremo per passare
noi
da quelli che hanno copiato >> spiegò il
capitano.
<< Questo non va bene, è sicuro che le
informazioni trapelino da qui? >> domandò
Fernando.
<< Da dove sennò? >> rispose
David.
<< Non riesco a... >>
Qualcuno aprì la porta senza bussare, erano due ragazzi
della ciurma, che da poco erano diventati una coppia.
<< Oh scusate, non pensavamo fosse già
impegnata >> disse uno dei due.
<< Uffa era da tanto che attendevamo il nostro turno
>> si lamentò l'altro.
David sollevò un sopracciglio.
<< Turno per cosa? >> domandò.
<< Dai vieni, troviamo un altro posto >> fu
il più alto dei due a parlare.
<< Scusate il disturbo! >> dissero in coro
mentre si defilavano.
Il capitano scosse la testa decidendo di lasciar perdere, era troppo
concentrato sulle sue faccende per dare peso a ciò che era
accaduto.
<< Crede ci sia uno dei nostri dietro a tutto?
>>
domandò il primo ufficiale, erano così legati e
si
volevano bene, in tanti anni nessuno si era mai ammutinato o lamentato
dei metodi del capitano, per questo non riusciva a credere che uno di
loro potesse tradirli.
<< Penso più che qualcuno si sia infiltrato
per farci
fallire, ha un piano ben preciso, deve essere accaduto negli ultimi
mesi. >>
<< Abbiamo preso a bordo così tante persone...
>> disse Fernando.
<< Lo so, per questo ai tempi ti chiesi di indagare, non
potevo ancora dirti tutto ma ora...- >>
Di nuovo la porta si spalancò, questa volta erano il
terzetto che stava insieme da tempo, ma ancora molto affiatato.
<< Oh cazzo è occupato >> disse
uno.
<< Scusi capitano, non pensavamo ci fosse lei
>> poi la
donna guardò in direzione del primo ufficiale,
<< mi
correggo, ci foste voi >> ridacchiò.
<< Bè ce ne andiamo, ma la prossima volta
chiudete a
chiave se non volete essere disturbati >> disse l'altro
uomo.
<< Perché mai dovremmo chiudere a chiave?
>> domandò David.
<< Come non lo sapete? >> la donna aveva un
ghigno furbo sul volto.
<< Questa è la stanza dove vengono le coppie
a...- >>
<< Scopare e cose così >>
continuò il più giovane dei tre.
<< Raphael eddai! Sei in presenza del capitano
>> l'ammonì la donna.
David era sempre più incredulo, solitamente non c'era
accadimento sulla sua nave che non giungesse alle sue orecchie.
<< Scusate da quando questa è diventata la
stanza delle coppie? >> domandò.
<< Da un po' di tempo... >> rispose l'uomo
più grande.
<< E lo sa qualcun altro oltre voi? >>
chiese il capitano.
<< Un po' tutti, ma principalmente chiunque abbia un
fidanzato, una fidanzata...- >>
<< O entrambi >> disse sorridendo Raphael.
<< Dai andiamo, lasciamoli soli. >>
<< Ricordate di chiudere a chiave! >> detto
questo i tre scomparirono chiudendosi la porta alle spalle.
Il capitano era rimasto a bocca aperta, mentre Fernando se la rideva
sotto i baffi.
<< Oh no >> mugugnò David
prendendosi la testa tra le mani.
<< Qualcosa non va capo? >>
<< Lo sai cosa significa questo? >>
domandò puntando lo sguardo su di lui con uno scatto.
Il primo ufficiale ci pensò un po' su.
<< Mmm che probabilmente ci stiamo sedendo su qualcosa di
poco igienico >> tentò.
<< No! Che ora si spargerà la voce di noi due
che eravamo nella stanza delle coppie. >>
<< Io nemmeno sapevo esistesse questa stanza, da quando
Fernando ho perso il controllo dei miei uomini? >>
L'uomo ridacchiò.
<< Capo non ha perso nulla, le è solo sfuggito
qualcosa
che non la riguarda, se la sono gestiti loro senza litigare.
Bè
probabilmente hanno litigato, ma l'importante è che abbiano
trovato una soluzione, a me pare una cosa molto carina, magari non
volevano disturbarla per una sciocchezza. >>
David gemette frustrato.
<< Santo cielo... >>
<< Non è nemmeno questo il punto principale,
ci hanno
visti e certamente non terranno la bocca chiusa > > si
lamentò passandosi una mano tra i lisci capelli castani.
<< Qual è il problema se si dovesse spargere
la voce su di noi, anche se non è vera. >>
<< Fernando io sono il capitano...- >>
<< Oh già, dimenticavo la tua assurda politica
secondo la
quale non puoi stare insieme a nessuno >>
sbuffò il primo
ufficiale incrociando le gambe, dandogli del tu, come faceva sempre
quando la loro conversazione diventava più intima.
<< Non è affatto assurda, ho voluto mantenere
questa
immagine per evitare conflitti, secondo te perché nessuno ci
prova mai con me? >>
<< Perché non sei così attraente?
>> lo schernì sghignazzando.
<< Molto divertente Fernando, ma credimi se venisse fuori
che
sono disponibile ad avere una relazione o se stessi con qualcuno sul
serio, ne verrebbe fuori un caos. Inizierebbero a credere che ho una
preferenza e l'armonia che ho tanto faticosamente cercato di creare
andrebbe distrutta. >>
Il primo ufficiale allungò le gambe davanti a sé.
<< Secondo me la fai troppo tragica, sei un essere umano
anche tu
e loro lo sanno bene. Ma comunque la voce svanirà presto,
puoi
stare sereno, e poi la ciurma ha altro su cui spettegolare.
>>
<< Barbanera e Stede >> disse David, certo
che l'amico e
braccio destro si stesse riferendo a loro, infatti l'uomo
annuì
con un sorrisetto.
<< A proposito andiamo a vedere come se la cavano.
>>
<< Capitano, e per tutti gli altri problemi?
>>
<< Troveremo una soluzione, intanto rimaniamo in allerta
>> rispose il comandante.
Uscirono dalla stanza e si avviarono verso la grande cabina principale,
dalla quale ne uscì uno Stede Bonnet con il viso cupo, gli
occhi
lucidi, e l'espressione di chi stava per avere un crollo emotivo, non
li degnò di uno sguardo passando oltre alla svelta, David
chiuse
gli occhi e sospirò.
<< E io che credevo sarebbe stato semplice, li ho
lasciati
soli apposta, avrebbero dovuto soltanto chiarirsi...- >>
in quel
momento uscì anche un Barbanera dal volto scuro, che vedendo
David si fermò puntandogli l'indice contro.
<< Al prossimo porto fermi questa nave e io me ne vado,
altrimenti taglio la gola a tutti >> lo
minacciò e se ne
andò via senza aggiungere altro, lasciando Jenkins con gli
occhi
spalancati e in preda alla confusione.
<< Degno del suo nome >>
commentò Fernando, che in
quell'atteggiamento burbero e arrogante ci vedeva solo una corazza.
<< Io do le dimissioni >> disse David
entrando in cabina.
<< Eh? Cosa? Capitano aspetti! >> lo
seguì di corsa allarmato.
...
Intanto il pirata
gentiluomo si era
incamminato sul ponte, a passo spedito, senza guardare in faccia
nessuno, troppo ferito e anche un po' arrabbiato, trovò
Isabelle
che era seduta con le gambe che dondolavano oltre la ringhiera, aveva
la sua stessa espressione, i due si scambiarono uno sguardo.
<< David? >> domandò Stede e lei
annuì.
<< Edward? >> chiese lei e il biondo fece
sì con la testa.
<< Cercavo un posto per starmene tranquillo, ma questa
nave è piena di persone. >>
La giovane si alzò con un scatto, lo prese per mano.
<< Vieni, ho io il posto perfetto. >>
Dopo pochi minuti i due si ritrovarono all'interno dell'armadio della
ragazza, che li conteneva perfettamente, con le rispettive ginocchia
tirate al
petto e il volto appoggiato su di esse, sospiravano ed entrambi
speravano che l'altro rompesse il ghiaccio, perché tenersi
tutto
dentro stava diventando insopportabile.
<< Che ha fatto David? >>
<< E' diventato lunatico, ecco cosa. >>
<< Prima mi tratta da bambina, poi quando faccio una
piccola
bravata dice che dovrei imparare a comportarmi da adulta.
>>
Stede sollevò di poco la testa.
<< Così non rischia di confonderti e basta?
>> le domandò.
<< Sì! Però a Fernando gliele dice
comunque le cose, anche se combina i miei stessi guai. >>
<< Dovresti parlargliene >> le
consigliò il pirata.
<< Non servirebbe a nulla, a te è servito
parlare con
Edward? So che siete rimasti soli nella cabina del capitano.
>>
<< Isabelle? Ti sei messa ad origliare di nuovo?
>> chiese Stede con un sorrisetto.
<< Non ho origliato santo cielo! >>
sbuffò la ragazzina.
<< Tranquilla, non ha molta importanza, per quello che
è servito... >> sospirò il biondo.
<< Non ha voluto ascoltarti? >>
<< Oh sì mi ha ascoltato, ma non vuole
credermi >> rispose il biondo.
<< E ha rifiutato tutto quello che è successo
tra noi prima di quel
giorno, come se non ci fossimo mai conosciuti. >>
Isabelle divenne rossa dalla rabbia.
<< Che stronzo! Quei due, Edward e David, non ci
meritano!
Dovremmo andarcene io e te, vedi poi come ci rimpiangerebbero.
>>
<< Tu dici? David sicuramente sentirebbe la tua mancanza
>> disse Stede.
<< Anche Barbanera sentirebbe la tua. >>
<< Non lo so... >> rispose sospirando il
pirata.
<< Fidati Stede, vuole solo fare il duro, ma hai visto
come ti
guarda? Sembra tu sia il tesoro più prezioso e luccicante
che
abbia mai trovato. >>
Bonnet arrossì, ridacchiò nervosamente.
<< Gli hai detto che sei innamorato di lui?
>> domandò Isabelle, il cuore del biondo perse
un battito.
<< No...Non era il momento, sono certo che non mi avrebbe
preso sul serio. >>
La giovane gli spinse il braccio in maniera amichevole.
<< Devi dirglielo ugualmente! Ma non subito,
perché deve capire di averti ferito. >>
<< E' troppo orgoglioso per ammetterlo >>
disse Stede.
<< Gli faremo cambiare idea, capiranno che non possono
trattarci
come pare a loro sperando di trovarci sempre lì
>>
spiegò convinta Isabelle
<< Come pensi di farglielo capire? >>
chiese il biondo.
<< Non gli rivolgeremo la parola, per un po' almeno.
>>
Mentre la ragazza e il pirata stavano nascosti a raccontarsi le loro
pene, con un broncio che arrivava fino al pavimento, la tavola nella
sala da pranzo era stata già imbandita, pronta per la cena,
donne e uomini appartenenti alla ciurma stavano cominciando ad
arrivare, Barbanera vedendo tutte quelle persone che si dirigevano
verso un'unica direzione decise di seguirle, ritrovandosi in un'enorme
sala da pranzo, i suoi occhi si spalancarono illuminandosi alla vista
di quei lampadari che emettevano giochi di luce così
particolari da far
sembrare la stanza ancora più grande, e i mobili di cui era
composta
molto più preziosi.
<< Edward! Ti unisci a noi per la cena? >>
domandò David con la sua solita ospitalità
cordiale.
<<
Oh no, preferisco mangiare da solo, certo che non ti fai mancare
proprio nulla >> disse il pirata, non riuscendo a
staccare lo
sguardo da quell'immensa tavolata, purtroppo però quella
situazione gli
rievocava anche brutti ricordi, di quando era stato schernito da quei
ricchi snob, che prima lo avevano idolato e poi buttato come se fosse
spazzatura.
<< Mi piace togliermi uno o due sfizi >>
rispose sorridendo il capitano.
<<
E poi sono dell'idea che una ciurma ben accudita, risponda meglio ai
comandi, a ciò che c'è da fare. Ti faccio
preparare un piatto >>
aggiunse allontanandosi verso il tavolo, a Edward invece era passata la
fame, quell'uomo non solo era ricco da far schifo, ma metteva il
benessere altrui prima del suo, tutto quello sfarzo lo condivideva
volentieri con i suoi uomini, per farli sentire a loro agio, sembrava
così perfetto per Stede, così tanto che Barbanera
si chiese perché non
stessero già insieme da secoli, uscì dalla stanza
senza dire nulla, lo
sguardo basso e il cuore pesante.
David tornò col piatto ma ad attenderlo non c'era
più
nessuno, sbatté le palpebre, non troppo stupito
dall'atteggiamento lunatico del pirata.
<< Avrà cambiato idea >> disse
tra sé e
sé, poi prese posto vedendo che tutti i suoi compagni di
viaggio
erano già seduti, una volta accomodato si rese conto che
all'appello mancavano sia Isabelle che Stede, il che era strano, la
ragazzina non saltava mai un pasto, non solo perché amava
mangiare, ma perché quel momento dove si ritrovavano tutti
insieme la faceva sentire come se non avesse mai perso la sua famiglia.
<< Qualcuno ha visto Isabelle? >>
domandò il capitano.
Dopo qualche mormorio un uomo alzò una mano.
<< Io signore, l'ho vista che si allontanava con il
pirata biondo. >>
David sollevò le sopracciglia.
<< E io ho visto che entravano in camera insieme.
>>
<< Camera di Isabelle? >> chiese Jenkins.
<< Sì signore. >>
Il capitano sospirò grattandosi la fronte con frustrazione,
c'era qualcosa di strano in quella faccenda, qualcosa che sicuramente
gli avrebbe procurato un gran bel mal di testa.
<< Qualcuno vada a chiamarli per favore. >>
L'uomo che aveva parlato per primo si alzò da tavola, si
diresse
in camera della giovane, la porta era aperta ma dentro non sembrava
esserci nessuno, si guardò intorno, cercò sotto
al
letto, aprì qualche cassa, e dentro qualche vaso, per
sicurezza,
aveva sentito che a volte le donne avevano poteri speciali e potevano
rimpicciolirsi, poi notò che l'armadio non era chiuso bene,
si
avvicinò e lo aprì ma subito un'infervorata
ragazza e il
suo amico pirata richiusero le ante gridando.
<< NON VOGLIAMO PARLARE CON NESSUNO! >>
dissero in coro.
<< Ma David ha detto...- >>
<< Non ce ne importa niente, che vada al diavolo David e
quell'idiota di Barbanera! >> strillò Isabelle.
<< Quindi cosa devo dire? >>
domandò il marinaio non
abituato a scontrarsi con quelle piccole faide e soprattutto con
un'adolescente.
<< Io non voglio parlare con David e Stede con Edward. E'
semplice. >> Rispose la giovane.
L'uomo eseguì senza ribattere oltre, raccontando al capitano
quello che gli era stato detto.
<< Che significa...Ah lasciamo perdere, vado io
>> disse
Jenkins alzandosi da tavola e sbattendoci sopra il tovagliolo, si
incamminò a passo spedito verso la stanza della ragazza, non
prima di aver detto alla sua ciurma che potevano iniziare a mangiare.
<< Se quella ragazzina crede di poter iniziare a saltare
i pasti si sbaglia di grosso. >>
Poi gli venne in mente una cosa, sapeva che Isabelle era cocciuta,
ancora di più se c'era qualcuno con lei pronto a darle
corda,
non l'avrebbe mai convinta a uscire dal suo nascondiglio se anche Stede
non avesse collaborato, così decise di cercare il punto
debole
del pirata e lo trovò quasi subito.
<< Edward. >>
<< Mh? >>
<< Abbiamo un problema con Isabelle e Stede, mi serve il
tuo aiuto. >>
Il pirata voltò appena lo sguardo, aveva le braccia
incrociate dietro la nuca ed era bellamente stravaccato su un'amaca.
<< Chi diavolo è Isabelle? >>
David sospirò.
<< La ragazza che vi ha aiutato a nascondervi
>> rispose pazientemente.
<< Ah giusto. E dove c'è scritto che
è un problema mio? >> domandò
Barbanera.
<< Perché c'è anche Stede con lei,
e sono
abbastanza certo che se lui non si convince, nemmeno lei
uscirà
dal nascondiglio >> spiegò il capitano, che un
po' di
nervosismo stava incominciando a provarlo.
Edward invece tornò a guardale il cielo, incrociando le
caviglie una sopra l'altra.
<< Nemmeno lui è un mio problema, se si sono
nascosti vedrai che appena avranno fame usciranno. >>
<< Sembra tu stia parlando di gatti! >>
sbottò Jenkins.
<< Beh è lo stesso più o meno, lo
stomaco lo abbiamo entrambi >> rispose il pirata.
<< Senti io sono il capitano di questa nave,
perciò io
decido quello che si fa o meno. Tu e Stede potete fare ciò
che
vi pare, ma Isabelle è sotto la mia
responsabilità,
è giovane e in quanto tale deve nutrirsi correttamente e
riposare, perciò tu mi aiuterai se non vuoi finire il resto
della tua vita qui con noi >> gli occhi azzurri di David
erano
accesi di una fiamma viva e ardente, non avrebbe ceduto o fatto passi
indietro, non questa volta.
<< Chi è la figlia di qualche riccone a cui
devi fare da
balia? >> domandò Barbanera con un cenno di
scherno.
<< Isabelle li ha persi i genitori >>
rispose secco il
capitano, quella frase colpì il cuore del pirata, gli si
strinse
in una morsa perché lui conosceva quel dolore, quando
morì sua madre si era sentito solo al mondo, aveva pianto
per giorni fino a quando non era dovuto scappare da alcune persone che
volevano buttarlo in mezzo alla strada per lavorare, si era imbarcato
sulla prima nave che aveva trovato al porto e caso volle fosse quella
di Hornigold.
<< Dovrai pur fermarti in qualche porto per le provviste,
e io
lì me ne andrò, non puoi mica sequestrarmi e
nemmeno ci
riusciresti comunque >> disse Edward sistemandosi meglio
sull'amaca.
David sorrise sfoderando la sua espressione determinata.
<< Io posso fare tutto e per la cronaca abbiamo provviste
per
mesi, quindi l'unica tua soluzione è venire con me o
andartene a
nuoto. >>
A quel punto Edward saltò giù dall'amaca con un
balzo.
<< Perché diavolo ti serve il mio aiuto? Non
puoi andare
lì e parlarci tu, sei il capitano, lo hai detto tu stesso!
>>
<< Isabelle è una ragazzina, quando si mette
in testa
qualcosa è più cocciuta di un mulo, non voglio
semplicemente andare lì e ordinarle di uscire,
perché io
desidero avere un rapporto buono con le persone che abitano questa
nave. >>
<< Tsk...Sei proprio come Stede >>
sputò
velenosamente Barbanera voltando la testa, con ancora quella sensazione
di costrizione allo stomaco.
<< Bè grazie, per me è un onore
esserlo, e per
quanto riguarda lui ho bisogno di te perché so per certo che
ti
ascolterebbe. >>
<< Stronzate >> rispose il pirata
stringendo i pugni.
<< Ma non lo vedi come pende dalle tue labbra, se ti
buttassi
in mare e gli chiedessi di seguirti lui lo farebbe senza pensarci un
secondo, anzi non dovresti nemmeno chiederglielo >> il
capitano
aveva addolcito lo sguardo, decidendo di parlargli a cuore aperto,
anche se forse avrebbe ottenuto solo di essere mandato all'inferno.
<< Sono tutte balle! Lui non mi seguirebbe da nessuna
parte né ora né mai...- >>
<< Edward... >>
<< Non capisco cosa vuoi da me e perché
continui a dire che lui mi ascolter...- >>
<< PERCHE' LUI TI A...- >> David si
fermò in tempo,
sgranò gli occhi, rendendosi conto che stava per rivelare
qualcosa di grosso, non spettava a lui farlo, prese un respiro e si
calmò tornando a guardare Barbanera.
<< Stede ti adora, forse tu non riesci a vederlo ma io
sì,
ho visto quanto ha sofferto durante la tua assenza, mentre ti cercava,
quanto si sente in colpa nei tuoi confronti. Io non lo so se lo capirai
mai o se finirai per lasciarlo andare, ma adesso ho bisogno che metti
da parte tutto quello che c'è stato tra voi
perché siamo
in una situazione d'emergenza, e non parlo solo di questa, ma anche con
quell'ammiraglio. >>
Il cuore di Edward batteva molto forte, non sapeva cosa Stede avesse
raccontato di loro, non sapeva nemmeno come lo faceva sentire il fatto
che David sapesse o meno, ma di una cosa era certo, il discorso che gli
aveva appena fatto il capitano della Emily aveva centrato il punto, gli
aveva fatto scattare qualcosa dentro, così decise di
aiutarlo.
<< Va bene andiamo. >>
David sorrise.
<< Grazie Edward. >>
<< Non c'è bisogno che mi ringrazi, non lo
faccio per te ma solo per potermene stare in santa pace.
>>
<< Ricevuto >> ridacchiò Jenkins.
Si incamminarono in silenzio verso la cabina, quando stavano per
arrivare Barbanera si fermò, aveva una domanda in testa,
riguardo una storia che già sapeva ma voleva sentire anche
un'altra campana così decise di porla.
<< Di un po' è vero che hai salvato Bonnet?
>>
Il capitano si voltò e annuì.
<< Certo. >>
<< Ma se nemmeno lo conoscevi, poteva essere un pazzo e
decidere
di farti fuori una volta libero >> quell'accusa stonava
ed Edward
lo sapeva, perché anche lui aveva deciso di salvare Stede
senza
conoscerlo, il fatto che lui fosse il terrore dei mari non cambiava la
faccenda.
<< So difendermi grazie del pensiero, ma qualcosa mi
diceva che non ce ne sarebbe stato bisogno >> disse David.
<< Comunque è evidente che vi siete messi
d'accordo sulla
risposta da darmi >> sbottò l'altro ringhiando.
<< La risposta è la stessa perché
è la
verità >> rispose Jenkins fissandolo dritto
negli occhi.
<< Sai qual è stata la prima cosa che ha fatto
quando l'ho
liberato? >> domandò poi attirando
l'attenzione del pirata
che nonostante fosse a conoscenza di quell'informazione, decise
comunque di negare, perché voleva vedere se quello che gli
aveva
raccontato Bonnet rappresentava la verità.
<< Venirti a cercare, non ha perso un minuto,
è corso
sulla spiaggia senza prendere fiato, ed era distrutto quando ha visto
che tu non c'eri >> il tono usato da David non era
d'accusa,
perché non c'era niente d'accusare, nessuno da incolpare,
forse
solo un fato troppo accanito contro due uomini.
Edward sentiva la gola bruciare, spostò lo sguardo di lato
per
non far vedere le lacrime che gli bagnavano gli occhi, bugie, bugie,
erano tutte bugie, continuava a ripetersi nella sua testa ma il suo
cuore lo sapeva che quella era la verità, solo troppo dura
da accettare.
<< Andiamo >> disse solo, tentando di
mascherare la voce
roca, e così proseguirono fino a giungere davanti alla
stanza
della ragazza, il capitano entrò seguito dal pirata, si
posizionò davanti all'armadio e lo aprì.
<< ABBIAMO DETTO CHE NON VOGLIAMO PARLARE CON NES...-
>>
gridarono in coro Isabelle e Stede prima di rendersi conto di chi
avevano davanti.
<< Edward... >> disse incredulo il biondo.
<< Capitano >> lo chiamò la
giovane, poco meravigliata di trovarselo lì.
David aveva le braccia incrociate e lo sguardo severo.
<< Allora che cos'è questa storia?
>> domandò scrutando entrambi con i suoi occhi
azzurri.
<< Non vogliamo rivolgervi la parola >>
rispose piccata Isabelle.
Barbanera invece si stava più gustando la scena,
chissà
perché vedere il pirata gentiluomo chiuso in un armadio e
con il
broncio non era un'immagine tanto incredibile e fuori dal comune,
considerato quanto sapeva essere drammatico quando ci si
metteva, quel pensiero lo fece sorridere, e Stede che lo aveva visto
deglutì, sentendo come se la rabbia che aveva provato stesse
scivolando via.
<< Isabelle hai saltato la cena, lo sai che è
una cosa che non tollero >> la rimproverò il
capitano.
<< A lei importa solo della stupida cena, di me invece?
Un bel
niente! >> sbottò irritata la ragazzina
chiudendosi ancora
più a riccio.
<< Sai Isabelle, se fossi venuta da me, avremmo potuto
parlare, come due persone adulte >> rispose Jenkins.
<< Ah, adesso sono abbastanza adulta per poter parlare
con lei,
mi faccia un fischio quando ha deciso finalmente se devo essere
un'adulta o una bambina così almeno saprò come
comportarmi >> la ragazza aveva gli occhi lucidi, gli
faceva male
litigare con il suo capitano, ma non ne poteva più di quella
situazione e lui sembrava non capire i suoi bisogni.
<< Meno male che c'è Stede che mi capisce
>> disse
poi, e David sentì un piccolo crampo di gelosia, molto
simile a
quella che provano i papà quando vedono le loro figlie
iniziare
a spostare lo sguardo altrove, incontrando quello di altri uomini, e
improvvisamente loro non sono più i supereroi delle loro
bambine.
<< Stede per favore, non mettertici anche tu, da il buon
esempio
>> lo supplicò quasi, e il biondo stava per
cedere ma poi
si ricordò delle parole della ragazza e quindi scosse la
testa.
<< Mi spiace David, ma Isabelle ha ragione, la
verità
è che ci date così per scontati che per voi non
cambia se
siamo al vostro fianco o meno, perché sapete che a un minimo
cenno noi saremo lì per voi. >>
Jenkins guardò Edward sentendosi al limite delle forze.
<< Puoi dire qualcosa anche tu >> gli disse.
<< Che cosa dovrei dire? >>
domandò il pirata corrugando le sopracciglia brizzolate.
<< Qualcosa per convincerli a uscire di lì,
per esempio >> rispose il capitano.
Barbanera prese un respiro, sembrava aver capito e con una soluzione
in mente, si avvicinò chinandosi, afferrò Stede e
Isabelle
per un braccio e li tirò fuori di forza.
<< Ehi! >> si lamentarono i due.
<< Ecco fatto >> disse Edward sbattendo le
mani come per togliere della polvere che non c'era.
David sbatté le palpebre incredulo.
<< Edward ma che fai? >>
<< Che c'è, hai detto di tirarli fuori e l'ho
fatto >> rispose innervosito il pirata.
<< Ti sei portato l'omaccione grande e grosso per tirarci
fuori a
ogni costo eh, bravo capitano non è da te >>
lo
rimproverò Isabelle mentre con una mano dava delle piccole
pacche al braccio di Barbanera.
<< Non intendevo certo così! >>
rispose David, senza
fare caso che la giovane gli aveva dato per la prima volta del tu.
<< Bè fuori sono fuori non lamentarti, prima
mi obblighi
ad aiutarti e poi ti lamenti >> sbottò il
pirata dai
capelli lunghi, Stede spalancò gli occhi, guadandolo ferito.
<< Quindi non sei nemmeno qui di tua volontà?
>>
domandò, ma era una domanda retorica, serrò le
labbra e
superò tutti scontrandosi con la spalla di Edward prima di
superarlo, ma quando giunse alla porta fu proprio la sua voce a
fermarlo.
<< Sei sempre così drammatico Bonnet.
>>
Il biondo strinse i pugni e si voltò velocemente.
<< Io sarei drammatico!? >> si
avvicinò in pochi passi.
<< Devo ricordarti quel povero serpente, la sua unica
colpa è stata solo quella di finirti addosso!
>>
<< Almeno grazie a me abbiamo mangiato! Fosse stato per
te e per
la tua grandiosa idea di fare quella stupida caccia al tesoro saremmo
ancora a stomaco vuoto! >> gridò Barbanera
agitando le
mani.
<< Avevi detto che ti era piaciuta >> disse
Stede corrugando le sopracciglia.
<< Ho mentito >> rispose Edward senza
curarsi di ferirlo,
anzi era proprio quello il suo intento, come una sorta di ripicca
infantile, e il pirata gentiluomo così si sentì,
con il
cuore a pezzi e più nessuna certezza, uscì fuori
correndo
senza dire più nulla, sentendo solo un'immensa voglia di
piangere.
<< Complimenti eh, molto bravo >> lo
rimbeccò Isabelle prima di voltarsi verso il suo capitano.
<< E con lei continuerò a non parlarci
>> disse puntandogli un dito contro e uscendo a sua volta.
David sospirò sconfortato alzando gli occhi al cielo,
ultimamente sembrava succederne sempre una, senza dargli il tempo di
risolvere la precedente, prima di uscire all'inseguimento della giovane
per cercare di parlare rivolse un'occhiata al pirata, che la prese come
un invito a seguire Stede.
Barbanera trattenne il respiro per qualche istante, lottando contro il
desiderio che si faceva sempre più forte, quella voce che
gli
diceva di accettare il suggerimento però invece di zittirsi
aumentava di volume e così lui, non prima di aver dato un
calcio
ad una sedia per sfogarsi, uscì dirigendosi direttamente
fuori,
aveva la sensazione che il biondo lo avrebbe trovato lì.
Una volta all'esterno si guardò intorno, imperversava
un'aria
strana, un vento che sapeva di tempesta, scorse quella bella chioma
dorata vicino alle scialuppe di salvataggio, si avvicinò e
vide
che Stede ne stava slegando una.
<< Scappare è sempre la tua soluzione, vero
Bonnet? >>
Il pirata gentiluomo sussultò inconsapevole di essere stato
seguito, ma non si voltò, continuando a trafficare con la
corda.
<< Non sto scappando >> rispose secco.
<< E allora cosa stai facendo? >>
domandò Edward cercando quello sguardo nocciola.
<< Quello che ho pensato di fare da quando David ci ha
detto di
Badminton, mi consegnerò a lui direttamente >>
rispose
irritandosi con un nodo che non ne voleva sapere di sciogliersi, il
flagello dei mari, invece, era rimasto senza fiato.
<< Di un po' ti ha dato di volta il cervello?
>> sbottò sperando di aver sentito male.
<< Lo avrei fatto stanotte ma ho capito che prima agisco
meglio è >> rispose Stede.
<< Bonnet fermati un momento. >>
<< Una volta che sarò nelle sue mani
potrà fare di
me ciò che vuole, avrà la sua vendetta e ti
lascerà in pace >> spiegò riuscendo
a sciogliere
il nodo e far cadere la scialuppa in acqua, la nave era ancorata per la
notte, il biondo stava per arrampicarsi giù senza ancora
essersi
voltato.
<< BONNET FERMATI UN SECONDO DANNAZIONE! >>
Stede finalmente si girò verso di lui, il suo viso celava
ogni espressione.
<< Che cosa vuoi? >> domandò
lisciandosi la camicia
bianca, come se quello che stava per fare fosse una cosa da niente che
non lo avrebbe portato alla morte.
<< E' una pazzia quella che stai facendo. >>
Il gentiluomo spostò lo sguardo, sapeva che il suo destino
era segnato, ma non aveva altra via.
<< Bene. Hai finito? >> disse con una
freddezza che non era la sua, Edward deglutì sentendosi in
panico.
<< Dimmi perché, perché vuoi farlo?
Cosa devi dimostrare? >>
<< A te che cosa importa Edward? Hai passato tutto il
tempo a
dirmi che vuoi andartene, che non mi sopporti, e che non vuoi
più vedermi >> cominciarono a cadere le prime
gocce di
pioggia, Barbanera alzò il viso verso il cielo, qualche
gocciolina cadde sul suo viso, poi tornò a guardare il
biondo e
improvvisamente tutto l'affetto e l'amore che aveva provato lo
colpirono in pieno riaffiorando come un fiume che rompe una diga.
<< Morirai >> gli disse sperando di
convincerlo, i suoi
occhi profondi d'ebano erano pieni di paura, Stede lo notò e
sorrise, un sorriso che sapeva di rassegnazione.
<< Una vita per un'altra vita Ed. Io morirò ma
tu ti
salverai, non posso permettere che tutte queste persone rischino la
vita per colpa mia, per una causa che non è la loro. Sono i
miei
errori, e in alcun modo permetterò che tu ci vada di mezzo.
>>
<< Non posso lasciartelo fare Bonnet... >>
disse guardando in basso.
<< Troveremo un'altra soluzione. >>
<< Edward guardarci, guarda cosa siamo diventati, non
siamo
più in grado di avere una conversazione civile, io ti ho
perso e
perciò non ho più niente per cui valga la pena
lottare.
>>
Quelle parole furono per Barbanera come una pugnalata, strinse la
mascella, poi gli venne un'idea, estrasse la pistola, la
caricò
e sparò un colpo contro la scialuppa che dondolava in acqua
creando un bel buco, inevitabilmente iniziò a imbarcare
acqua.
<< Wow gran bella trovata, lo sai vero che ce ne sono
altre di
scialuppe che posso prendere? E adesso chi lo sente David...
>>
mormorò il gentiluomo guardando la piccola imbarcazione che
si
riempiva lentamente.
<< Giusto David! >> esclamò
Barbanera, guadagnandosi uno sguardo confuso da parte del biondo.
Edward prese Stede per una mano e iniziò a trascinarlo con
sé.
<< Dove mi stai portando!? >>
squittì colto all'improvviso
<< Se non vuoi ascoltare me, ascolterai lui!
>> rispose il
pirata, i quali lunghi capelli fluttuavano col vento, Stede lo guardava
mentre camminavano, il suo sguardo si spostò sulle loro mani
unite, sarebbe stato bello se avessero potuto stringersele in un'altra
occasione.
<< Dove diavolo è quella stupida cabina?
>> imprecò nervosamente.
<< Ed... >>
<< Tu chiudi il becco. >>
Bonnet si zittì, sapendo che quando l'altro si metteva in
testa
una cosa era quasi impossibile fargli cambiare idea, Edward spinse con
la mano libera un uomo che passava di lì contro la parete.
<< Dove si trova la cabina del tuo capitano?
>>
Quello deglutì spaventato.
<< P-Poco più avanti Barbanera.
>>
Il marinaio venne lasciato andare e i due pirati arrivarono presto
davanti alla porta, che venne spalancata malamente, David era di
spalle, aveva deciso di coricarsi perché Isabelle si era
chiusa
nella sua stanza senza volergli parlare, le avrebbe lasciato sbollire
la rabbia certo che l'indomani le cose sarebbero migliorate.
<< Fai cambiare idea a questo idiota >>
disse Edward spingendo il biondo in avanti.
Il capitano sussultò colto alla sprovvista, si
voltò trovando il viso mortificato di Stede davanti a
sé.
<< Che cosa succede? >> domandò
Jenkins.
Bonnet stava per rispondere ma venne interrotto dal suo un tempo
co-capitano.
<< Succede che questo qui ha deciso di farsi ammazzare
consegnandosi nelle mani di quel Bad-qualcosa >> rispose
il pirata
vestito di pelle, sentendo una strana sensazione di amarezza in bocca,
David sgranò i suoi occhi celesti.
<< Stede...E' vero? >> gli chiese
corrugando le sopracciglia.
<< Sì... >> rispose sospirando.
<< Mi spiace averti disturbato e che tu l'abbia scoperto
in questo modo, comunque visto che è andata così
ne
approfitto per ringraziarti di quello che hai fatto per me...-
>>
Mentre Stede parlava David spostò lo sguardo su Barbanera,
era
teso, aveva le labbra serrate e i pugni chiusi, gli occhi erano colmi
di nervosismo e panico e in quel momento al capitano della Emily fu
chiaro quello che doveva fare, in uno slancio strinse tra le braccia il
gentiluomo che smise immediatamente di parlare, stupito da quel gesto.
<< MA CHE FAI TI METTI AD ABBRACCIARLO!? >>
sbraitò Edward avvicinandosi rabbioso.
David si staccò dalla stretta, accarezzando le spalle del
pirata in un gesto comprensivo.
<< Se Stede ha deciso di andare io non posso fermarlo
>> disse.
<< CHE COSA!? >> Barbanera gli si
piazzò davanti
fronteggiandolo, ne aveva veramente abbastanza di tutta quella follia.
<< Ma che diavolo stai dicendo, sai che
morirà, non
ti sei dichiarato tanto suo amico? Non hai detto che il tuo scopo
è aiutare le fottute persone? E allora perché
cazzo ti
rifiuti di aiutare lui!? >> il suo viso era rosso,
sembrava che
un incendio vi ci stesse divampando.
<< Io aiuto le persone ma non decido per loro, non posso
andare
contro la sua volontà se ha già deciso
>> rispose
Jenkins.
Stede era sorpreso, aspettandosi di trovare resistenza alla sua scelta
anche dal suo nuovo amico, ma evidentemente David lo capiva.
<< Ma è una stronzata cazzo! >>
<< Edward, non ho detto che approvo quello che vuole
fare, ma non posso impedirglielo. >>
<< Sì che puoi dannazione >>
rispose Edward esasperato.
David si avvicinò di un passo, alzò lo sguardo
per essere certo che gli occhi scuri del pirata fossero su di lui.
<< No, non sono io
a poterlo fare. >>
Le pupille profonde e grandi di Barbanera tremarono specchiate in
quelle
chiare e limpide che gli stavano trasmettendo un messaggio, quel
dialogo silenzioso venne interrotto dal biondo gentiluomo che si
schiarì la voce.
<< David ti ringrazio per la tua comprensione...-
>>
Edward strinse i pugni e sospirò, abbassò il viso
senza avere il coraggio di voltarsi.
<< Bonnet io non ti farò andare via
>> il tono di
voce che usò era insolitamente basso e dolce, rispetto a
quello
che solitamente usava da quando si erano ritrovati.
<< Si può sapere perché ti
accanisci tanto?
>> domandò Stede sollevando e abbassando le
braccia.
<< Non posso vivere in un mondo dove tu non ci sei...Sei
stato tu
a dirmelo poco tempo fa, bè vale lo stesso per me
>>
confessò Edward sentendo il petto sciogliersi in un calore
tiepido, le
lacrime risalirono svelte i condotti lacrimali fino a bagnargli gli
occhi, le lunghe ciocche sale e pepe ricadevano verso il basso formando
come una barriera, Stede di contro non poteva crede alle sue orecchie,
dopo tutti gli insulti che si era sentito rivolgere, quelle parole
erano
come acqua fresca in mezzo al deserto.
Solo che l'autostima già bassa del pirata dai capelli
dorati,
sommata a tutto quello che era successo, gli fecero mettere in dubbio
la veridicità di quelle frasi, come se fossero un vano
tentativo di tenerlo lì per capriccio.
<< Vuoi che resti così potrai continuare a
sfogarti, a farmela pagare per quello che ho fatto. >>
<< Stede...ma non capisci? >> intervenne
David.
Edward a quel punto si voltò verso il biondo facendo
incastrare i loro occhi.
<< Ho passato così tanto tempo a odiarti che
mi sono
convinto di farlo davvero, se avessi voluto me ne sarei andato
parecchio tempo fa, ma il mio stupido cuore continuava a dirmi di
rimanere perché da quando ti ho incontrato la prima volta,
non
ho fatto altro che sperare che tu mi vedessi...- >>
<< Ed... >> sussurrò il biondo
per poi allungarsi e
tirare quel pirata che aveva aspettato così tanto tra le sue
braccia, Barbanera non oppose resistenza, si lasciò cullare
da
quella stretta che ricambiò stringendogli i fianchi,
girò
il viso infilando il naso nell'incavo del collo di Stede.
<< Non farlo, non lasciarmi ancora >> lo
supplicò
Edward stringendo il fondo della camicia del pirata gentiluomo tra le
dita, l'altro chiuse gli occhi rilasciando aria dal naso.
<< Come la mettiamo con l'ammiraglio? >>
domandò
osando sollevare una mano e accarezzare quel lato di viso che non era
nascosto e quei lunghi capelli crespi.
<< A quello ci pensiamo noi, hai un'intera nave a tua
disposizione >> rispose il capitano della Emily.
I due uomini si staccarono contro voglia da quell'abbraccio, Barbanera
guardò accigliato David.
<< Avevi detto che non lo avresti aiutato.
>>
<< Ho detto che rispettavo la sua decisione, è
diverso, se
Stede rimane io sono più che felice di dargli una mano.
>>
<< Ma David...non voglio finiate nei guai per colpa mia
>>
disse il biondo, che ancora combatteva con la cosa giusta da fare.
Jenkins si strinse nelle spalle e poi sorrise.
<< I guai sono il mio mestiere, studieremo un buon piano,
facendo
in modo che quell'uomo smetta di darvi la caccia. Non sarà
semplice ma se lavoreremo insieme sono sicuro che riusciremo nel nostro
intento. >>
A quel punto sia Edward che David lo fissarono, aspettando
solo un cenno da lui, Bonnet chiuse gli occhi tentando di calmare il
suo cuore, erano successe così tante cose in poco tempo,
sapeva
che la sua era una decisione che lo avrebbe portato alla morte se fosse
andato da solo, dall'altra parte però c'erano persone
innocenti
che non voleva mettere a rischio, la sua mente corse
all'abbraccio
che si erano dati poco prima lui e Barbanera, avrebbe voluto essere
così fortunato da riceverne un altro, si aggrappò
con
tutte le forze a quel pensiero e riaprì gli occhi,
allungò una mano verso il capitano.
<< Accetto il vostro aiuto >> disse,
l'altro gliela strinse
a sua volta sorridendo, Edward tirò un respiro di sollievo
sentendo come se dal suo corpo fossero stati tolti centinaia di massi
che gli opprimevano soprattutto il petto, gli era venuta anche
un'improvvisa voglia di bere, ma non disse nulla, un conto era
rivolgersi a quel tipo per evitare che il ritrovato co-capitano
prendesse la decisione più imbecille della storia, diverso
era
fraternizzare con quello che considerava suo rivale, aveva anche voglia
di rimanere da solo, perché quello che era successo con
Stede lo
aveva turbato, per questo aveva bisogno di riflettere.
<< Io me ne vado a dormire, e tu vedi di non fare
stronzate >> disse rivolgendosi a Stede.
<< Ed... >>
<< Ne parliamo domani Bonnet, qualsiasi cosa sia
rimandiamola a
domani >> il suo tono era mutato, sì sempre
con quel velo
di durezza ma c'era qualcosa di diverso, il biondo sorrise annuendo,
senza la paura di lasciarlo andare, il fatto che gli avesse detto che
ne avrebbero parlato gli dava la speranza che le cose almeno un po'
sarebbero cambiate, non sapeva di quanto ma già quel
semplice
fatto lo lasciava con una piacevole sensazione, anche lui si
congedò dando la buona notte a David, e sulla nave presto
scese
il silenzio, buona parte della ciurma si addormentò cullata
dalle
onde del mare pronta ad affrontare la successiva avventura di un giorno
nuovo.
|
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Capitolo 6 *** Capitolo sei ***
Capitolo sei
L'alba di un nuovo giorno splendeva
sulla Emily, l'aria era più frizzante a causa della pioggia
caduta la sera prima, c'erano delle chiazze bagnate sul pavimento ed
era ancora così umido da essere scivoloso, l'equipaggio era
già al lavoro, chi passava lo straccio, mentre altri
spostavano
o mettevano a posto barili che si erano rovesciati, sembrava una
normale e tranquilla mattinata e lo sarebbe stata se non avessero avuto
una minaccia che pendeva sulle loro teste.
Il capitano aveva già dato l'ordine di levare l'ancora e
salpare, assicurandosi che ci fossero persone a sufficienza che si
accertassero della presenza o meno di navi della marina che li stessero
seguendo, fortunatamente la giornata era abbastanza limpida e si poteva
osservare gran parte dell'orizzonte.
Anche Edward era in piedi, se ne stava appoggiato con i
gomiti alla ringhiera osservando il cielo, quando Stede salì
sul
ponte lo vide e si avvicinò a lui, con un sorriso titubante
ma
dentro comunque sentiva più coraggio, come se quello che era
successo la sera prima avesse contribuito a sbloccare qualcosa.
<< Perché diavolo c'è un fottuto
clown sulla loro
bandiera? >> domandò Barbanera, il sorriso del
biondo si
allargò, si mise al suo fianco alzando a sua volta lo
sguardo
verso l'alto.
<< Forse ti sembrerà buffo ma loro sono una
compagnia teatrale >> rispose con un filo d'orgoglio
nella voce.
<< E sono anche molto bravi >> aggiunse,
gli occhi dell'altro si spostarono su di lui.
<< Che cazzo stai dicendo? >>
Stede lo guardò di rimando, senza che quell'espressione
serena si cancellasse dal suo viso.
<< E' così che si guadagnano da vivere
>> disse.
<< Io credevo che fosse tutto un capriccio di quel
riccone del
tuo amico >> le parole di Edward non alludevano a niente
di particolare, ma il pirata gentiluomo si sentì comunque
toccato da esse, temendo che anche la sua idea di partire e diventare
un pirata, potesse essere considerata il capriccio di un ricco annoiato.
<< La nave su cui ci troviamo ha una storia molto bella e
particolare, se vuoi un giorno te la racconto. >>
<< Lui ti ha raccontato proprio tutto eh Bonnet.
>>
Il biondo lasciò andare l'aria dal naso, senza perdersi
d'animo davanti a quella che sembrava una lieve accusa.
<< Solo il necessario perché potessi fidarmi,
è stato molto buono con me...- >>
<< Lo so, non c'è bisogno che me lo ripeti
ogni volta
>> dichiarò Barbanera, infastidito dalle
parole sempre
perfette che Stede rivolgeva a quell'uomo.
<< Ma c'è una cosa che lui non sarà
mai >>
dichiarò il biondo, attirando l'attenzione del
ritrovato amico, che lo
guardò con aria interrogativa.
<< Te, non potrà mai essere te.
>>
<< Grazie al cazzo Bonnet, io sono Barbanera, non
c'è
nessuno alla mia altezza >> disse mettendosi le mani sui
fianchi,
incapace di credere o anche solo pensare che le parole del gentiluomo
avessero un altro significato, come biasimarlo, aveva sempre visto il
mondo bianco o nero, senza niente che filtrasse gli altri colori, e
applicava questo modo di vedere a tutto senza distinzione, un tesoro
era un tesoro, un sasso era un sasso, e un rifiuto era un rifiuto, in
qualunque modo si fosse presentato.
<< Oh io non parlo della leggenda >>
iniziò Stede
che sentiva già il fiatone, non essendo abituato a dire
frasi o
parole che potessero in qualche modo essere romantiche, stava
camminando su un terreno sconosciuto e per di più al buio,
provando a seguire per una volta ciò che la sua anima gli
diceva, ma era tutt'altro che semplice, soprattutto se dall'altra parte
c'era qualcuno con il cuore spezzato che aveva eretto una barriera
molto alta e resistente.
<< Mi riferisco a Edward Teach... >>
<< Nato su una spiaggia >> gli
scappò un sorriso al ricordo di quell'espressione.
<< Baciato su una spiaggia... >>
continuò sempre il biondo.
Edward ruppe quella serie di frasi che gli stavano facendo male al
petto.
<< E lasciato su una fottuta spiaggia... >>
disse abbassando
lo sguardo, ma Stede non si perse d'animo, quello che era successo la
sera prima non poteva essere privo di significato, in un atto di
coraggio e forse avventatezza gli prese il volto tra le mani
sollevandoglielo di modo che i loro occhi si incontrassero.
<< Su una spiaggia potresti anche essere ritrovato, come
il
più prezioso dei tesori, potrei essere io a trovarti...
>>
corrugò le sopracciglia dorate e mentre pronunciava quelle
parole si rendeva anche conto di come gli venissero facili.
<< Dovrei scavare molto in profondità lo so,
ma poi ti tirerei fuori, ti pulirei con un bel panno...-
>>
<< Di seta? >> domandò
Barbanera, perso e
ammorbidito da quel racconto, in estasi al solo pensiero che quelle
delicate mani potessero maneggiarlo, con cura raffinata e tocchi
leggiadri.
<< Sì >> rispose sorridendo il
pirata dai capelli color del sole.
<< Poi ti laverei avvolgendoti successivamente in una
morbida coperta...- >>
<< Ma i tesori non si lavano e non si trovano sulle
spiagge >> ribardì Edward.
<< Ho detto che sei speciale no? Mi prenderei cura di te,
e non
permetterei a nessuno di farti del male, nemmeno a me stesso...
>> gli occhi nocciola si specchiarono in quelli scuri e
grandi,
che erano tornati ad essere rotondi e luccicanti come un tempo,
Barbanera sentiva come un pizzicore ma non sapeva da dove proveniva, si
chinò istintivamente sentendosi richiamato da quelle labbra
che
aveva già assaporato una volta, i suoi movimenti erano lenti
perché il suo cervello gli gridava di non farlo, le paure
volevano trascinarlo indietro in quel luogo sicuro che si era costruito
per far sì che nessuno potesse più ferirlo, ma il
cuore,
quello non voleva sentire ragioni, e così si
avvicinò
sempre di più a Stede che teneva le mani premute sul suo
petto,
gli occhi socchiusi e le labbra pronte ad accoglierlo ma...
<< FIUU >> un fischio interruppe l'idillio,
i due si
staccarono, Edward si sentì strappato via da un
sogno a
occhi aperti, come se fosse stato risvegliato bruscamente e riportato
alla realtà.
<< Hey voi due prendetevi una stanza! >>
ridacchiò
l'uomo che voleva solo scherzare, ma non aveva idea della minaccia che
gli si stava per abbattere contro.
Barbanera lo raggiunse a grandi passi prendendolo per il colletto e
scuotendolo, il marinaio alzò subito le mani in segno di
resa.
<< TU BRUTTO IDIOTA CHE CAZZO STAI DICENDO?
>>
<< I-Io...niente signor Barbanera, credevo che voi
due...- >>
<< NOI DUE COSA? >>
Stede si avvicinò rassegnato e consapevole che quel momento
ormai era terminato e avrebbero dovuto cercarne un altro, magari in un
luogo meno pieno di via vai.
<< Dai Ed lascialo. >>
<< La prossima volta fatti gli affari tuoi pezzo di
cretino
>> lo rimproverò Edward spingendolo a terra,
il poveretto
se la diede a gambe levate, quando fu al sicuro disse a se stesso che
almeno avrebbe avuto una storia da raccontare ai suoi compagni, e a
chiunque a dire il vero, che era riuscito a fuggire dalle ire del
terrore dei mari.
Il biondo sorrise incontrando il volto ancora corrucciato dell'altro.
<< Potremmo continuare da un'altra parte >>
suggerì con la voce sottile e invitante.
<< Non c'è niente da continuare Bonnet
>> rispose
superandolo di qualche passo, ma Stede aveva una strategia, avrebbe
giocato al suo stesso gioco, se Edward voleva fare finta di nulla
bè anche lui lo avrebbe fatto.
<< Veramente c'erano alcune cose che volevo domandarti.
>>
Barbanera si fermò voltandosi appena.
<< Tipo? >>
<< La mia ciurma... >>
Edward si fermò un istante come se stesse pensando a
qualcosa, poi abbassò lo sguardo.
<< Semplice...sono tutti morti. >>
Il biondo sgranò gli occhi, sentendo come se un pugnale lo
avesse perforato in pieno petto.
<< M-Morti... >> balbettò
corrugando le
sopracciglia, Barbanera a quel punto si girò, maledendo
presto
la sua debolezza di non riuscire a resistere di fronte a quel viso
così pieno di tristezza, sospirò scuotendo la
testa.
<< Nah, in realtà li ho lasciati con Izzy...
>>
<< Con Izzy!? >> squittì
sgomento il gentiluomo, il pirata vestito di pelle si irritò
e non poco.
<< SCUSA MA PREFERIVI FOSSERO MORTI? >>
sbraitò perdendo la pazienza.
<< N-No ma...perché proprio con Izzy?
>>
<< Perché mi andava così e basta,
non devo darti
alcuna spiegazione visto che sei stato il primo ad abbandonarli!
>> Edward voleva davvero, davvero mantenere quella
durezza, ma
quel farabutto di un pirata gentiluomo aveva un'espressione
così
preoccupata, quel dannato labbro che sporgeva in avanti come se fosse
un bambino in pena per il suo orsacchiotto, e così il grande
marinaio, quello che si era auto nominato kraken per aver ucciso suo
padre, cedette di fronte a un paio di occhi troppo buoni e belli per
essere lasciati in preda al timore.
<< Comunque io non mi preoccuperei tanto per loro, sono
in
maggioranza, se volessero potrebbero ammutinarlo in cinque minuti.
>>
Stede annuì sentendosi un po' più sereno, anche
se una
parte di lui rimaneva in pensiero, desiderava trovarli il prima
possibile e accertarsi che tutti stessero bene, prima che potesse
ribattere qualsiasi cosa vennero raggiunti da Isabelle che si
aggrappò alle loro spalle.
<< Eccole qui le mie teste vuote preferite, allora avete
fatto
pace? >> squittì con l'esuberanza tipica della
sua
età, il capitano della Queen Anne se la scrollò
di dosso
infastidito.
<< E il tuo capo invece non ti ha dato una bella
strigliata e messa in castigo? >> la stuzzicò
Edward.
<< Guarda che non ho mica cinque anni! >>
sbottò la ragazzina stringendo i pugni, il pirata
ghignò.
<< Non sembra affatto. >>
<< Come ti permetti io...- >>
<< Ehi ragazzi datevi una calmata, non litigate
>> intervenne Stede prima che scoppiasse una rissa.
<< Ha cominciato lui! >> si difese la
giovane.
Edward incrociò le braccia al petto soddisfatto.
<< Vado a mettere qualcosa sotto i denti, visto che a me
sono cresciuti >> la schernì allontanandosi.
<< Vai e attento a non strozzarti con la tua stessa
antipatia
>> strillò Isabelle, prima di mettersi le mani
sui fianchi
e scuotere la testa.
<< Stede ma come fai a sopportarlo? >>
Il pirata ridacchiò.
<< Nemmeno io sono così facile da tollerare a
volte. >>
<< Ma che dici tu sei così dolce
>> disse la ragazza
intenerendo l'espressione, il biondo arrossì non essendo
abituato a ricevere complimenti.
<< Con David hai parlato? >> le
domandò e quel visino delicato si incupì.
<< Non voglio farlo. >>
<< Isabelle lui ti vuole bene, se gli parlerai
capirà il tuo punto di vista. >>
La fanciulla sospirò.
<< Sarà ma per ora non ho voglia di parlargli.
>>
<< Quando sarai pronta >> disse Stede
sorridendo, poi gli venne un'idea.
<< Ti sei mai allenata con la spada? >>
Isabelle lo guardò sbattendo le palpebre.
<< Poche volte e di nascosto >> rispose, il
gentiluomo sorrise furbescamente.
<< Ti va? >> domandò.
<< Cavolo sì! >> rispose lei
alzando le braccia verso il cielo.
...
La maggior parte della ciurma si trovava
nella grande sala da pranzo per una riunione indetta dal capitano,
doveva escogitare un piano e gli servivano i suoi uomini migliori e
intelligenti, non erano in una situazione facile e una semplice bugia
non sarebbe bastata a salvar loro la pelle, a quella sorta di incontro
era presente anche Barbanera in quanto miglior stratega di tutti i
tempi, David aveva insistito perché partecipasse, era certo
che
l'esperienza del pirata sarebbe stata utile a tirar fuori il piano
più inattaccabile di sempre, aveva inoltre deciso che con
Stede
avrebbero parlato una volta buttato giù qualcosa di utile,
onde
evitare altre sparate di testa da parte di quest'ultimo.
Edward era incredulo di fronte a quella situazione, per tutte quelle
persone lui era uno sconosciuto, e anche Bonnet in qualche modo lo era,
eppure tutti in quella stanza si stavano dando da fare per trovare il
modo di tirarli fuori dai guai, ma nessuna idea, per quanto ben
congeniata, finiva per essere scelta ed era frustrante, persino il
capitano della Emily si era messo taciturno e Fernando se ne era reso
conto.
<< Capitano, qualcosa non va? >>
domandò infatti.
David si leccò le labbra e dopo qualche istante di attesa
sollevò lo sguardo verso il centro della tavola.
<< Dobbiamo tirare fuori la Fenice. >>
Il silenzio calò all'interno di quelle mura, tutti gli occhi
erano puntati su di lui, quelli castani del primo ufficiale erano
sgranati.
<< Oh no la Fenice no, è troppo pericolosa
>> disse Fernando con una nota di supplica nella voce.
<< Che cazzo sarebbe? >> domandò
Barbanera.
<< Niente, fa finta di non aver sentito >>
rispose il primo ufficiale fissando il pirata.
<< Non dirmi quello che devo fare pivello, David che
cos'è questa Fenice? >> ripeté la
domanda Edward.
<< Capitano per favore. >>
David spostò lo sguardo verso Edward, ignorando la supplica
del suo braccio destro e sorrise.
<< La Fenice è la nostra unica speranza
>> rispose,
e a differenza del suo sottoposto sembrava perfettamente tranquillo.
<< Capo una parola, fuori, noi due >>
insistette l'uomo e amico di vecchia data di Jenkins.
<< Fernando non c'è niente di cui dobbiamo
discutere, ho
già deciso, quindi riprendi il tuo posto e lasciami spiegare
>> disse serenamente il capitano, ma il primo ufficiale
non voleva
saperne, si scostò bruscamente dalla sedia avviandosi verso
la
porta.
<< No mi dispiace, non starò qui ad assistere
alla nostra
rovina, alla tua. Avevi promesso che non l'avresti più
usata,
che ne avresti fatto a meno >> i suoi occhi erano velati
di
preoccupazione, e i baffi scuri non nascondevano il tremore delle
labbra.
<< Ho già disilluso quella promessa una volta
>>
rispose David alzandosi in piedi e fissandolo con dolcezza, erano
entrambi persi in quel dialogo che in parte capivano solo loro, tutta
la ciurma sapeva che cos'era la Fenice, molti l'avevano vista in azione
e avevano potuto assistere alla
pericolosità, ma pochi di loro avevano potuto assistere alla
prima volta in cui quella bomba esplosiva era stata chiamata in prima
linea.
<< In quel caso è stata colpa mia, se fossi
stato...- >>
Jenkins chiuse gli occhi esasperato, come se quel discorso lo avesse
sentito mille volte.
<< Fernando siediti e basta. >>
<< No io...- >>
<< Siedi ho detto >> ripeté il
capitano guardandolo
dritto in faccia con un'occhiata gelida e severa, il primo ufficiale
non ebbe altra scelta se non quella di obbedire, Edward rimase
sbalordito, quell'uomo dai modi tanto pacati non aveva nemmeno avuto
bisogno di alzare la voce, o minacciare il suo sottoposto per farsi
ascoltare, mentre lui invece con Izzy era ricorso più volte
alle
minacce o aveva dovuto ricordargli qual era il suo posto.
Il capitano della Emily raccontò il piano a grande linee,
spiegando a tutti ciò che gli era venuto in mente,
ovviamente
era da rivedere e modificare ogni minimo dettaglio fino a renderlo
perfetto, finita la spiegazione quegli occhi azzurri di ghiaccio si
puntarono su Barbanera.
<< Che ne pensi, secondo te può andare?
>>
Edward congiunse tra loro le mani allungando i gomiti sul tavolo.
<< Credo sia una completa follia, ma mi piace
>> rispose con un sorrisetto.
<< Va a chiamare Stede >> disse David
sorridendo a sua
volta, sentendosi più sicuro perché appoggiato da
un uomo
che se ne era inventate di tutti i colori, o almeno così
dicevano le leggende, ma lui si fidava, era certo che se avessero
lavorato bene sarebbero riusciti a scamparla anche quella volta, il
pirata obbedì senza fare storie, in fondo interessava anche
lui
chiudere quella faccenda, più alla svelta avrebbero agito e
prima lui sarebbe potuto tornare alla sua vita, o almeno decidere cosa
farne, quando giunse sul ponte la scena che si trovò davanti
lo
lasciò senza fiato, tanto da doversi fermare a guardare.
C'erano Isabelle e Stede che stavano combattendo, o meglio si stavano
allenando con la spada, e lui...Sembrava così perfetto e
bellissimo, la camicia slacciata, le gocce di sudore che correvano
lungo il viso, i movimenti erano più fluidi rispetto
all'ultima
volta che lo aveva visto coinvolto in un duello, probabilmente si era
allenato con qualcuno, loro due si erano allenati parecchio insieme
sulla Revenge, ma era quasi sempre notte, in quel caso invece il biondo
era baciato dal sole che ne illuminava i tratti, i capelli dorati che
svolazzavano ogni volta che si muoveva o parava un colpo e il cuore di
Barbanera batteva, batteva all'impazzata.
<< Hey così non vale, hai barato!
>> gridò la ragazzina.
Il pirata biondo rise.
<< Non è affatto vero. >>
<< Sono molto sicura che quella mossa non sia valida
>> disse incrociando le braccia.
<< Me l'ha insegnata Edward, quindi è valida
per forza >> ribatté Stede.
Isabelle alzò gli occhi al cielo.
<< Capirai, se lui ti dicesse che il cielo è
verde tu ci crederesti. >>
Il gentiluomo arrossì.
<< Ma che dici... >>
<< Dico e ne ho tutte le ragioni signor occhi a cuoricino
>> rispose sicura la giovane, a quel punto Barbanera
decise che
aveva sentito abbastanza, si schiarì la voce mentre a passo
lento
procedeva verso di loro.
<< Bonnet la guardia va tenuta più alta
>> fu
l'unica cosa che gli sembrò opportuno dire, per fingere di
non
aver udito la conversazione tra i due, Stede si girò
sgranando
gli occhi, poi la sua espressione mutò nuovamente,
rilassandosi.
<< Mmm riecco quella faccia da pesce lesso
>>
borbottò Isabelle arcistufa di vedere quegli zucconi girarsi
intorno senza mai combinare nulla.
<< Hai detto qualcosa cara? >>
domandò il biondo.
<< Oh no, n-...Anzi a dire il vero... >>
iniziò con un sorrisetto furbo a rigargli il viso.
<< Perché non mi fate vedere voi due come si
fa >> suggerì sollevando le sopracciglia.
Stede allargò lo sguardo, schiuse le labbra per dire
qualcosa ma venne preceduto.
<< Non se ne parla e comunque il tuo capitano ha bisogno
di
parlare con noi >> disse Edward scuotendo la testa e
indicando
successivamente se stesso e il pirata gentiluomo.
<< David non morirà se aspetta cinque minuti
>> lo rimbeccò la ragazzina.
<< Ho detto di no...- >>
<< Che c'è Ed hai paura? >>
domandò Stede con aria di sfida, l'altro rispose soffiando
una risata.
<< Scherzi vero? >>
Bonnet sollevò le spalle, da fuori sembrava come se non
stesse
provando niente ma in realtà gli tremavano le ginocchia.
<< Io credo che hai troppa paura che io sia diventato
più
bravo di te, e che possa batterti >> disse avvicinandosi
di
qualche passo, Barbanera era sbigottito, il cuore gli galoppava nel
petto e vedere quell'uomo così sicuro di sé, a
tratti strafottente, lo stava mandando fuori di testa.
<< E va bene se hai tanta voglia di farti umiliare
>>
estrasse la spada e la puntò dritta davanti a sé,
Stede
sorrise, un luccichio gli illuminò gli occhi.
<< Okay ragazzi valgono tutte le regole dei duelli,
tranne
l'uccidersi a vicenda. >>
<< Lo dico nel caso a qualcuno vengano manie di
protagonismo >> disse Isabelle lanciando uno sguardo
pungente a
Barbanera, poi lo scontro cominciò ad armi pari, i due
pirati
sembravano perfettamente sincronizzati, le lame tintinnavano a ogni
colpo, nessuno prevaleva sull'altro come se si stessero solo scaldando,
a dire il vero la loro sembrava più una danza, fatta di
passo
avanti, colpo, passo indietro, Isabelle si mise a sedere sulla
balaustra tenendosi stretta con le mani, osservava la sfida incantata
non solo dalla bravura di entrambi, ma soprattutto
dall'energia
che emanavano, da quella sorta di aurea che si era creata intorno a
loro, come se fossero impegnati in un rituale di corteggiamento.
<< E' questo il meglio che riesci a fare Edward?
>> lo provocò Stede.
<< Chiudi la bocca e non dirmi come combattere
>> rispose colpendo con più forza.
Il biondo parò il colpo e indietreggiò quasi
perdendo il controllo dell'arma.
<< Bonnet così mi lasci troppo spazio per
entrare. >>
<< Per me puoi entrare quanto ti pare, so che non mi
feriresti. >>
Isabelle per poco non si strozzò con la sua stessa saliva,
soffocò una risata chiedendosi se lo stessero facendo
apposta a
dirsi quelle frasi così ambigue, ma probabilmente no, erano
troppo presi dall'allenamento.
<< Dai troppa fiducia al tuo avversario >>
lo rimproverò Edward.
<< Perché il mio avversario è mio
amico >>
specificò il gentiluomo sentendo il magone salirgli alla
gola,
l'altro si
fermò per un attimo con la spada in alto, poi
continuò a
colpire.
<< Piantala con queste stronzate o la finiamo qui.
>>
Gli occhi di Stede si riempirono di lacrime, strinse la mascella e
cominciò a sguainare la spada senza tregua facendo
indietreggiare
quello che in quel momento era il suo avversario, i loro sguardi
sprizzavano scintille, non si staccavano mai, ad un certo punto
Barbanera bloccò l'ennesimo attacco.
<< Facendo in questo modo finirai solo per sfiancarti.
>>
Stede ansimava, una gocciolina di sudore scivolò lungo la
tempia,
spostò la spada e superò la guardia di Edward,
guardandolo dritto in faccia e sorrise.
<< Non dirmi come combattere Teach >> disse
spostandogli
una ciocca di capelli dietro l'orecchio, mentre assottigliava lo
sguardo rendendolo languido e sul viso un sorriso da ebete, fissava
quei due occhioni grandi e scuri le cui palpebre sbatterono
più
volte, al pirata vestito di scuro mancavano parole e fiato.
<< Dovremmo fermarci >> riuscì a
dire prima di
deglutire pesantemente, perché sentiva la bocca
così
secca si chiese e perché diavolo non riusciva a smettere di
fissare quelle sopracciglia color del sole, quel naso morbido e quelle
belle labbra sottili che sembravano intonare canti di sirene che lo
chiamavano invitandolo a banchettare con loro.
<< Suppongo possiamo definirlo un pareggio
>> sancì Stede continuando a mantenere il
contatto visivo.
<< Sì, come vuoi >>
rispose Barbanera
allontanandosi ancora scosso e in preda alle emozioni, i due si
diressero verso l'entrata che li avrebbe portati sottocoperta per
incontrare David, dimenticandosi persino della loro spettatrice.
<< Perché non vi decidete a baciarvi
>>
borbottò Isabelle a bassa voce, poi quando li vide
allontanarsi
scese giù con un balzo e li seguì.
<< Ehi aspettatemi! >>
...
La riunione fu breve, il
capitano
spiegò il suo piano al pirata gentiluomo che però
rimase
dubbioso, non essendo sicuro che avrebbe davvero funzionato, ma era
anche vero che quella era l'unica soluzione se volevano essere lasciati
in
pace, fuggire in Cina o chissà dove non sarebbe servito,
perché Badminton non si sarebbe arreso fino a che non
avrebbe
ottenuto le loro teste, li avrebbe inseguiti in capo al mondo se fosse
stato necessario, tutti i presenti si erano bene o male fatti andare
bene la decisione di Jenkins, tranne uno, che vedendo la titubanza del
biondo decise di approfittarne lasciando di nascosto un bigliettino con
scritto orario e luogo di incontro, Bonnet si presentò
puntuale
curioso di sapere il mittente di quel messaggio.
<< Fernando? >>
<< Sì Stede >> rispose scendendo
dal tavolino sul quale si era accomodato.
<< Mi spiace per tutta questa segretezza, ma volevo
assicurarmi
che fossimo soli, ti ho visto pensieroso rispetto al piano di David,
credo
tu abbia capito quanto sia rischioso. >>
<< Questo ha a che fare con il nostro incontro?
>> domandò il pirata, Fernando
annuì.
<< Vorrei tu parlassi con David, sono certo che saresti
capace
di farlo ragionare, io ci ho provato, ma non vuole darmi retta
>>
le sopracciglia scure del primo ufficiale erano arricciate verso la
radice del naso, sulla fronte si allineavano delle piccole rughe che
facevano trapelare la sua preoccupazione.
<< Se non ha ascoltato te, che sei il suo migliore amico,
come pensi
possa dare retta a me? Fernando io vorrei aiutarti, anzi avrei voluto
lasciarvi tutti fuori da questa storia, persino Edward, ma non
c'è stato verso e alla fine ho dovuto promettere che mi
sarei
fatto aiutare. >>
<< Stede su questo non c'è dubbio, anche io
voglio
aiutarti, ma non così, non con quel folle piano. Quello
sciocco
ha già rischiato la vita due volte, una solo per proteggere
me,
perché ero stato troppo stupido e non voglio rivivere
quell'incubo, tu faresti di tutto per proteggere Edward non
è
vero? >>
Il pirata arrossì e annuì sentendo la gola troppo
secca per rispondere a voce.
<< Voglio spiegarti tutto così sarai tu a
decidere, il
capitano ha il vizio di tralasciare dettagli importanti che lui
considera di poco conto. La Fenice si chiama così
perché
è già bruciata due volte senza mai morire,
è nata
per ardere ma non lo farà in eterno. E' una nave come ti
è stato già spiegato in grado di essere manovrata
da una
persona sola tramite un congegno che le permette di muoversi per
diversi metri, i barili esplosivi che la occupano sono posizionati in
modo da far sembrare da lontano che stia prendendo fuoco e che non ci
sia via di scampo, ma in realtà è solo un trucco,
la
polvere da sparo segue una traiettoria e permette a chi è
sopra
di spegnere il fuoco senza troppi danni. Ma capisci anche tu che
è rischioso, può andare storto qualunque cosa,
anche il
più perfetto dei piani ha le sue falle. >>
Stede lo guardò pensoso.
<< Posso farlo io, insegnatemi come fare e...-
>>
<< No, David non permette a nessuno di farlo proprio
perché sa quanto sia pericoloso, è lui a
raggiungere la
Fenice, sempre lui le da fuoco e spegne tutto per poi tornare da noi.
Questa su cui siamo non è la nostra prima nave, quella che
avevamo un tempo era molto più decorata all'esterno, poi
quando
a David è venuta l'idea della Fenice si è fatto
costruire
questa che è sì grande ma molto più
semplice vista
da fuori. >>
<< Le volte in cui abbiamo usato la Fenice è
stato
necessario rimanere nascosti per diverso tempo, spostarci di notte di
modo che la balla della nave in fiamme risultasse veritiera, ci
allontaniamo dal luogo in cui abbiamo attuato il piano e cerchiamo di
non tornarci per non far scoprire il trucco, però l'abbiamo
usato già due volte e un segreto non rimane tale troppo a
lungo.
>>
<< Potete sempre raccontare di essere sopravvissuti
all'incendio, se qualcuno dovesse fare domande >> disse
Stede.
<< Certo Stede è vero, ma la gente non
è
così stupida, prima o potrebbe rendersi conto dell'inganno.
>>
Il biondo annuì.
<< Proverò a parlare con David, almeno
cercherò di
convincerlo a non andare da solo, se dovesse accadergli qualcosa a
causa mia non me lo perdonerei mai. >>
<< Grazie. >>
Deciso a risolvere subito quella situazione Bonnet si mise alla ricerca
del capitano chiedendo a chiunque se lo avessero visto, i due
finirono per incontrarsi sulla soglia che dava all'esterno e dopo un
attimo di titubanza Stede gli disse che aveva bisogno di parlare con
lui, nel frattempo un altro pirata annoiato si trascinava lungo i
corridoi della Emily, imprecando mentalmente sulla grandezza di
quell'imbarcazione.
<< Dove diavolo è la cucina? >>
si chiese prima di
trovarsi di fronte a una porta chiusa, si fermò davanti a
essa e
corrugò le sopracciglia, incerto decise di provare,
abbassò la maniglia ed entrò pregustandosi
già
qualcosa di buono da mettere sotto i denti, solo che la stanza non era
quella che si aspettava e al suo interno sorprese un uomo con dei fogli
in mano, che non appena si accorse di essere stato scoperto
tentò la fuga ma Barbanera lo mise al tappeto con un pugno.
<< Ops, forse ho un tantino esagerato >>
ragionò tra
sé mentre scuoteva la mano indolenzita dal colpo,
sospirò sollevando il viso verso l'alto, quello di colpirlo
era
stato un puro istinto, vedendosi qualcuno arrivargli addosso, sperava
che quel piccolo incidente non gli creasse troppi fastidi.
<< Hey tu. >>
<< Avanti amico riprenditi, non è stato
nemmeno uno dei
miei pugni più forti >> disse spingendo la
spalla
dell'uomo con la punta dello stivale facendolo voltare di schiena, le
pagine che teneva tra le mani scivolarono a terra, diversi minuti
più tardi giunse David che avendo finito di parlare con
Stede,
rassicurandolo sulla riuscita del piano e sul fatto che non ci fosse
niente che gli avrebbe fatto cambiare idea, si era diretto nella sala
prove trovando a sua sorpresa Barbanera e uno dei nuovi della ciurma
privo di sensi sul pavimento.
<< Che è successo qui? >>
<< Senti non è colpa mia se questo qui appena
mi ha visto
mi è piombato addosso, non l'ho colpito di proposito
>> si
difese Edward, il capitano guardò stranito l'uomo, si
chinò prendendo quei pezzi di carta e quando vide cos'erano
sgranò gli occhi.
<< Ma questo è il copione del nuovo
spettacolo che
sto scrivendo, erano chiusi a chiave, nessuno poteva prenderli a parte
me >> rifletté mordicchiandosi il labbro
inferiore.
<< Non li ho rubati io, non so nemmeno di cosa tu stia
parlando
>> disse il pirata mantenendosi sulla difensiva, Jenkins
si
alzò in piedi e lo guardò.
<< Certo che non sei stato tu, oh mio Dio Edward hai
trovato il
ladro! >> esclamò buttandogli le braccia al
collo, in quel
momento vennero raggiunti da Stede che vedendo la scena
sentì il
cuore fermarsi nel petto.
<< Cosa succede? >> domandò
senza essere sicuro di volerlo sapere.
<< Il tuo amico è una benedizione!
>>
dichiarò il capitano con enfasi appoggiando le mani sulle
spalle
del biondo.
<< Mi fate il favore di legare questo tipo qui, io arrivo
subito. >>
I due pirati annuirono, giustamente confusi da tutta
quell'allegria e da quella richiesta, David sfrecciò via
chiamando il nome del suo primo ufficiale, mentre Barbanera e il
gentiluomo presero per le braccia il furfante che era ancora svenuto
depositandolo su una sedia, la corsa del capitano venne interrotta da
Isabelle, trovandosela davanti prese la palla al balzo visto che ancora
non avevano avuto modo di chiarirsi.
<< Capiti a puntino! >> le disse.
<< Sei ancora arrabbiata con me? >>
domandò poi.
<< Può essere >> rispose lei
incrociando le braccia e mettendo su un piccolo musetto sostenuto.
<< Hai voglia di fare qualcosa da duri? >>
chiese David
consapevole di attirare l'attenzione della ragazzina, infatti gli occhi
scuri della giovane furono presto puntati su di lui.
<< Ovvero? >>
Il capitano sorrise e non perse tempo a rispondere.
Nella stanza delle prove invece c'era un Edward intento a legare l'uomo
che aveva involontariamente catturato, e uno Stede in preda ai bollori
della gelosia, non era mai stato un tipo geloso ma probabilmente il
motivo era che non ne aveva mai avuto occasione.
<< Siete diventati amici adesso? >>
domandò tentando
di coprire l'acidità della sua voce, l'amico si
voltò
nella sua direzione.
<< Mh? >>
Stede prese un respiro paziente.
<< Tu e David. >>
<< No perché? >> chiese il
terrore dei mari stringendo il nodo.
<< Bè sai lui ti stava abbracciando
>>
fortunatamente Barbanera non si rese conto del tono stridulo che gli
era uscito, Edward si alzò in piedi fissando con noncuranza
l'altro
pirata le cui pupille erano scosse da piccoli fremiti.
<< E allora? E' lui che ha abbracciato me comunque
>> si giustificò non capendone nemmeno il
motivo.
<< Ti è piaciuto? >> il pirata
gentiluomo nemmeno questa volta era sicuro di voler sapere la risposta.
<< Cosa? >>
<< L'abbraccio, Edward concentrati per l'amor del cielo!
>>
in quel momento Stede si rese conto di aver alzato troppo la voce, di
essersi innervosito e lasciato andare senza motivo, infatti l'amico lo
guardò accigliato e leggermente infastidito.
<< Si può sapere che cosa ti prende adesso?
>> domandò allargando di poco le braccia.
<< Niente >> rispose il biondo scuotendo la
testa.
<< Mi spiace di aver alzato la voce, non avrei dovuto
>> si scusò abbassando lo sguardo.
<< Ah certo adesso fai tutto il santerellino, ma che mi
dici di...- >>
Nella stanza fece il suo ingresso Isabelle.
<< Oh ma che strano state litigando, mai che vi becchi a
sbaciucchiarvi. >>
La faccia del biondo divenne color pomodoro.
<< Isabelle ma che dici >>
sibilò tra i denti.
<< Pff ragazzina sei fuori strada, piuttosto che baciare
me
preferirebbe baciare la suoletta di una scarpa >> disse
Edward
senza curarsi dei sentimenti dell'amico, il quale strinse i pugni e si
accigliò guardandolo.
<< Tu dici? Secondo me bacerebbe un pesce palla
>> ipotizzò la giovane dandogli corda.
<< Perché un fottuto pesce palla!?
>> domandò Barbanera.
<< Sono carini, con quei bei faccini rotondi
>> spiegò Isabelle mimando il gesto di una
palla con le mani.
Stede intanto stava fumando per la rabbia.
<< Guardate che io sono qui, dietro di voi, e posso
sentirvi benissimo! >>
I due si voltarono lentamente.
<< Giusto Stede chi preferiresti baciare tra una scarpa,
un pesce palla e Barbanera? >>
<< Non risponderò a questa assurda domanda!
>>
Un mugugno li distrasse, si girarono tutti e tre in direzione
dell'uomo legato, rimasero in attesa pensando si stesse per svegliare
ma niente.
<< Il capitano mi ha detto di interrogarlo
>> disse Isabelle.
<< Ma non si sveglia >> rispose Stede.
<< Ci penso io >> disse la giovane,
uscì dalla
stanza e poi rientrò con un secchio d'acqua, la
lanciò
dritta in faccia al ladro ancora svenuto che si risvegliò di
colpo, ansimando e annaspando per riprendere fiato.
<< Sei forte mocciosa >> si
complimentò Edward, lei
sogghignò soddisfatta, poi gettò il secchio a
terra,
prese per il colletto l'uomo legato tirandolo verso
di sé.
<< Chi sei? Come ti chiami? Perché sei qui?
>>
<< Parla! >>
Il terrore dei mari incrociò le braccia sorridendo ammirato.
<< Però che fegato >> disse,
considerando che una
tipa così tosta sarebbe stata utile nella sua ciurma.
<< Sai bene chi sono, mi avete accolto nella vostra
ciurma mesi
fa >> rispose il tipo spostando lo sguardo tra i tre.
Isabelle storse le labbra in una smorfia compiaciuta.
<< Mi hai preso per una stupida? Voglio sapere il tuo
vero nome,
sicuramente non ti chiami Frank come ci hai detto, e in più
devi
dirmi cosa diavolo ci facevi in questa stanza con dei documenti che
solo il capitano poteva prendere. >>
<< Non ho intenzione di dire niente, men che meno a te
ragazzina. >>
A quel punto intervenne Barbanera che adorava gli interrogatori,
estrasse il suo coltello, lo puntò alla gola del sedicente
Frank e lo
tirò talmente forte per la maglietta da farlo quasi cadere
in
avanti con tutta la sedia.
<< Non vuoi parlare con lei, allora è con me
che parlerai
brutto bastardo, rispondi subito alle domande se non vuoi che ti
strappi i fottuti bulbi oculari >> gridò a
pochi
centimetri dal suo viso, l'uomo deglutì e mugugnò
capendo
di essere davvero nei guai, Stede non era affatto impressionato,
conosceva i metodi dell'amico, li aveva visti mettere in pratica
più volte, mentre Isabelle era rimasta sconcertata.
<< ALLORA!? > lo strattonò premendo la
punta della lama vicino all'occhio.
<< Va bene, va bene parlo >>
piagnucolò in risposta.
<< Il mio vero nome è Sam, avevo bisogno di
soldi, in una
locanda una donna mi ha detto che il modo migliore per farli in fretta
era usufruire del lavoro cominciato da altri spacciandolo per proprio,
o
in alternativa venderlo e così ho fatto >>
confessò
abbassando lo sguardo.
<< Quindi non ce l'hai con David? >>
domandò
Isabelle, lui la fissò, aveva la fronte imperlata di sudore
per
il nervosismo.
<< Personalmente no, sapevo che era molto famoso e sono
stato
semplicemente fortunato a incontrare la sua nave, mi sono infiltrato
spacciandomi per uno che aveva bisogno di lavorare >> a
quel
punto Barbanera allentò la presa e mise via il coltello.
<< E' solo un perdente >>
commentò scuotendo la testa.
<< Il capitano ti avrebbe davvero potuto aiutare, avresti
avuto
un lavoro e tante persone che ti volevano bene. E invece sei stato
così idiota da preferire il denaro facile, bè
peggio per
te, ne pagherai le conseguenze >> disse la giovane.
<< C-Cosa mi farete? >> chiese Sam
balbettando.
<< Verrai gettato in pasto agli squali >>
rispose Isabelle senza guardarlo, poi se ne andò rimanendo
seria.
<< C-Che? No, no per favore >>
supplicò il furfante
scoppiando in un pianto disperato, Stede ed Edward si guardarono non
sapendo cosa fare a quel punto, fortunatamente vennero raggiunti da
David e Fernando che non si aspettavano di trovare una scena
così straziante, se non fosse che quello era un criminale
che li
aveva presi in giro.
<< Perché sta piangendo? >>
domandò Jenkins.
<< Non gettatemi in pasto agli squali >>
pianse l'uomo e il capitano capì.
<< Isabelle...E' sempre la solita >> disse
con un lieve sorrisetto.
<< Per favore capitano >>
singhiozzò il prigioniero.
<< Tranquillo nessuno verrà gettato da nessuna
parte,
avete ottenuto qualcosa? >> chiese spostando l'attenzione
sui due pirati.
<< Ha confessato >> rispose Barbanera.
<< Io non capisco cosa sta succedendo >>
intervenne Stede che era ancora molto confuso.
David raccontò loro tutta la storia, dei suoi sospetti,
delle
ricerche, degli spettacoli uguali a quelli che scriveva lui ma che
erano ancora inediti perché in fase di scrittura e
così
Barbanera e il gentiluomo poterono collegare le vicende, loro
spiegarono
che cosa aveva detto Sam e glielo fecero ripetere.
<< Almeno un problema lo abbiamo risolto capitano
>> asserì il primo ufficiale.
<< Bè, grazie Edward >> disse
Jenkins e il pirata gli fece un cenno d'assenso.
<< Ora Sam veniamo a te, hai due scelte, o rimani qui con
noi e
ti comporti bene, ovviamente sarai sempre tenuto sotto controllo,
oppure ci fermiamo al primo porto e ti consegniamo alle guardie,
vedranno loro cosa farne di te. >>
L'uomo deglutì pesantemente, temeva che su quella nave non
gli
avrebbero reso la vita facile dopo ciò che aveva combinato,
ma
anche essere arrestato non sembrava la migliore delle ipotesi.
<< Vuoi ancora tenerlo qui dopo che ti ha fregato, fosse
stato
per me lo avrei già buttato in cella a farlo mangiare dai
vermi
>> sbottò Barbanera, incredulo davanti a
quella decisione.
<< Che tu ci creda o no Edward, le persone meritano
seconde
opportunità >> rispose Jenkins guardando sia
lui che il biondo, ed
entrambi ebbero la sensazione si stesse riferendo ad altro con
quell'affermazione.
<< Bah come ti pare, per me è uno spreco di
tempo.
Comunque non sono affari miei, da adesso ve ne occuperete voi
>>
disse Edward prima di mettersi le mani in tasca e uscire, Stede dopo
aver
guardato i presenti si congedò e gli corse dietro.
<< Perché David ti ha ringraziato?
>> domandò il gentiluomo mentre camminavano
lungo il corridoio.
<< Sono stato io a fermare quel tipo...e nemmeno l'ho
fatto
apposta >> l'ultima frase la borbottò a bassa
voce.
<< Oh, per questo ti ha abbracciato >>
affermò, anche se nella sua voce c'era ancora un velo di
incertezza.
<< Sì >> rispose Barbanera,
Stede si sentì
subito sollevato ma c'era ancora qualcosa che desiderava sapere.
<< Perché non me lo hai detto subito? Mi hai
lasciato pensare che...- >>
Il pirata vestito di pelle si fermò voltandosi verso il
vecchio amico.
<< Cos'hai pensato Bonnet, che ci fosse del tenero?
>>
Stede rimase in silenzio, strinse le labbra e abbassò il
viso.
<< Puoi stare tranquillo a riguardo, è
più il tuo
tipo che il mio, una grande nave, tanto sfarzo da far schifo, tessuti
preziosi e soprattutto tanta, disgustante bontà d'animo ed
è questo che tu ami no? >>
<< Mettiti il cuore in pace, non mi
intrometterò tra voi, qualunque cosa ci sia >>
disse
Edward con tanta amarezza e rassegnazione sia negli occhi che nella
voce, si allontanò deciso a ritirarsi in un angolo e
ignorare
ciò che stava sentendo, ma fu proprio il biondo, che dopo
aver
chiuso gli occhi e sospirato lo fermò.
<< Non sono geloso di lui, ma di te, stupido, sciocco e
testardo
che non sei altro. Isabelle ha ragione a chiamarti zuccone, lo sei,
diamine se è così. Sei l'uomo più
ostinato che
abbia mai incontrato, quando ti metti in testa una cosa è
praticamente impossibile farti cambiare idea, è
così...snervante. Molti ti avrebbero già mandato
al
diavolo, ma io no, perché amo ogni briciola di cocciutaggine
presente in te, amo quando punti i piedi come se fossi un bambino di
sei anni, amo i tuoi scatti di nervi e soprattutto... >>
Nel mentre pronunciava quelle parole si era avvicinato.
<< Edward fottuto Teach io amo te. >>
<< E adesso puoi urlare, darmi del bugiardo, spingermi,
puoi fare
quello che vuoi ma se non te lo avessi detto sarei scoppiato. Forse non
è nemmeno la maniera più romantica di fare una
dichiarazione, non è il modo a cui avevo pensato ma non
importa...- >>
<< Zitto Bonnet, sta zitto >> lo
supplicò Barbanera,
la sua voce era flebile, scossa da un fremito, ringraziò
mentalmente chiunque per essere di spalle, così Stede non
avrebbe notato le sue lacrime.
<< Tacerò quando avrò...-
>>
Edward si voltò di scatto, chiudendogli la bocca con una
mano
mentre con l'altra lo tirava verso di sé tramite la camicia.
<< Ho detto che devi stare zitto. >>
Stede gli scostò la mano e lo guardò serio.
<< Hai paura di sentirti dire la verità?
>>
<< Le tue sono tutte bugie >> lo
strattonò in maniera
poco delicata, poteva aspettarsi di tutto, qualsiasi cosa ma non che
quell'idiota gli si dichiarasse così senza preavviso, e lui
non
era preparato ad ascoltare una cosa del genere, aveva già
dato
per assodato che non ci sarebbe mai potuto essere niente tra loro, per
questo l'unica cosa che riusciva a fare era respingerlo.
<< Credi davvero che ti mentirei su una cosa
così importante? >> domandò Stede.
Barbanera lo spinse via malamente.
<< Lo hai già fatto una volta >>
rispose il flagello
dai mari, stringendo un pugno e abbassando lo sguardo, con l'unico
desiderio quello di scappare, rintanarsi in un angolo e tapparsi le
orecchie per non sentire più niente.
<< Ed...- >>
<< SEI SORDO PER CASO!? >> urlò
voltandosi dalla sua
parte, due lacrime scivolarono dai suoi occhi e i capelli fluttuarono
di lato, si mise le mani in mezzo a quei fili argentati, in un gesto
che raffigurava tutta la sua disperazione, anche il fiato gli mancava
oltre a sentire il pavimento crollargli sotto i piedi, il pirata
gentiluomo strinse le labbra, era doloroso e straziante vedere la
persona che amava così devastata, lui stesso aveva dei
traumi
che lo avevano portato ad agire nella maniera sbagliata, e anche se
l'amore che provava per Edward era vero e sincero capiva i sentimenti
dell'amico, comprendeva la difficoltà che stava mostrando
nel
fidarsi nuovamente di lui.
Sì avvicinò lentamente cercando
quello sguardo scuro come il cielo di notte ma luminoso come le stelle
che lo adornavano, sollevò le mani per posargliele sulle
spalle,
ma quando lo vide irrigidirsi le abbassò, tentando di
ignorare
la fitta al petto, si leccò le labbra e trovò
dentro di
sé la forza di lasciar parlare solo ed esclusivamente il suo
cuore.
<< Solo fino a poco tempo fa avrei cercato tutti i modi
per
convincerti delle mie parole, ti avrei supplicato di ascoltarmi, di
credermi e anche di... >> le lacrime scesero da quegli
occhi
nocciola senza che potesse controllarle, tirò su col naso e
continuò tentando di mantenere ferma la voce.
<< Di amarmi. Ma se c'è una cosa che ho
imparato stando su
questa nave è che ci sono così tanti modi di
esprimere
l'amore, e io voglio dimostrarti quanto ti amo lasciandoti libero di
fare le tue scelte, senza più estenuarti con le mie
suppliche.
Questo non significa che mi sto arrendendo, anzi il contrario, ti
aspetterò sempre Edward, non smetterò mai di
amarti
nemmeno se dovessero strapparmi il cuore e darlo in pasto ai pesci
>> sorrise appena, malinconicamente, sapendo quanto
sarebbe stato
duro fare ciò che stava dicendo, ma glielo doveva, Barbanera
aveva rinunciato a tutto per lui ed ora era il suo momento di
dimostrargli la sua riconoscenza, anche incatenando il suo cuore e
fingendo che non facesse un male cane.
Edward sollevò lo sguardo, andando finalmente a
incontrare quello del biondo, non ebbe il coraggio di rispondere o dire
niente anche se il suo intero essere stava urlando di soffocare quelle
idiozie con un bacio, ma gli mancò la forza o il coraggio,
allora Stede fece una cosa che mai si sarebbe aspettato, si
alzò
in punta di piedi e gli baciò la fronte, un gesto
così
delicato e rispettoso, un semplice tocco che però aveva
dentro
tutto l'affetto del mondo, e Barbanera lo sapeva bene,
perché
sua madre era solita baciarlo in quel modo quando rincasava stanca dal
lavoro o quando gli dava la buona notte, e lui si sentiva protetto,
anche se intorno viveva l'inferno.
<< Fai conto che adesso su quel molo ci sia io
>> disse il
pirata gentiluomo prima di sorridere dolcemente, allontanarsi di
qualche passo e dopo avergli dato un'ultima occhiata voltarsi e andare
via.
Edward si appoggiò con la schiena alla parete, sentiva la
gola
stretta in un nodo fortissimo, gli faceva persino male deglutire, si
passò una mano sul viso ritrovandola umida, stava piangendo
e
quella semplice consapevolezza fu sufficiente a spezzarlo
definitivamente, si lasciò andare in singhiozzi assordanti,
piangendo tutte le sue lacrime e maledicendosi per essere stato
così stupido e codardo, anche lui lo amava, e allora
perché non glielo aveva detto, perché non lo
aveva preso
e baciato togliendoli fino all'ultima goccia di fiato?
Perché
non era più nemmeno all'altezza del suo nome si rispose e
scivolò via cercando un posto dove poteva stare tranquillo,
solo
in compagnia del silenzio e di se stesso.
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Capitolo 7 *** Capitolo sette ***
Capitolo sette
Dal giorno in cui Stede
dichiarò
i suoi sentimenti a Edward e con essi la sua volontà di
lasciarlo
libero di scegliere senza più condizionamenti da parte sua
passò una settimana, giorni in cui la Emily navigava verso
la
Fenice, tenendo sotto stretto controllo l'orizzonte in ogni suo lato
nel caso in cui qualche nave della marina spuntasse fuori con tutta
l'intenzione di seguirli o attaccarli, non erano mancate le tempeste,
ce
n'erano state due belle grosse che avevano lasciato l'equipaggio allo
stremo delle forze, facendo considerare a David l'potesi di cambiare
rotta per dirigersi verso un porto, dove avrebbero potuto trovare svago
e riposo.
Inoltre si era posto anche il problema degli spettacoli che non avevano
messo in scena, alcuni membri della ciurma chiesero al capitano se il
fatto di non essersi nemmeno presentati avrebbe inciso sulla loro
credibilità, ma lui rispose che non ci sarebbero stati
problemi,
che presto sarebbe tornato tutto alla normalità, e che
inoltre
quando si erano fermati la prima volta aveva fatto spedire delle
lettere dirette a tutti i posti in cui si dovevano esibire spiegando
l'impossibilità momentanea di adempiere al loro lavoro,
scusandosi e promettendo uno spettacolo gratuito non appena le cose si
fossero ristabilite.
Naturalmente non poteva avere la certezza che quelle missive sarebbero
arrivate in tempo o lette, per questo una volta rientrati in possesso
della quotidianità ci avrebbe pensato lui stesso a parlare
con
chi di dovere, sperando in un'umana comprensione, David era un uomo
concreto e con la sua positività riusciva sempre a calmare
gli
animi, invogliando le persone a guardare il problema in un'ottica
diversa e risolutiva, senza lasciarsi andare in inutili drammi.
Quelli che invece il dramma lo stavano vivendo erano Edward e Stede, si
erano evitati per tutta la settimana, soprattutto il primo aveva
cercato in ogni modo possibile di rimanere lontano dal pirata
gentiluomo, anche se quando pensava di non essere visto lo cercava con
lo sguardo e visto che il biondo faceva lo stesso capitava che i loro
occhi si incontrassero, in quel caso Barbanera abbassava i suoi
interrompendo il contatto, non essendo in grado di sostenere quello che
provava, preferiva starsene da solo, a pensare alle ultime parole che
si erano rivolti, passava intere ore a rimuginarci su senza giungere a
una conclusione.
Le persone che negli ultimi tempi erano state più vicine a
loro
inevitabilmente si erano accorte del cambiamento, anche se Stede
tentava in tutti i modi di nascondere l'evidenza, fingendo che tutto
fosse normale e sforzandosi di rimanere solare, ma era difficile celare
un elefante in una stanza, la sua fortuna era stata che
essendo un po' tutti presi dagli ultimi accadimenti, stanchi per lo
sforzo di riparare parti della nave che si erano rotte con la tempesta,
non avevano avuto modo di rivolgergli troppe domande e lui se l'era
cavata con poche risposte vaghe, almeno fino a quel momento.
<< Hey Stede! >>
<< Fernando >> lo
chiamò voltandosi, il primo ufficiale gli diede una pacca
sulla spalla.
<< Pensavo fossi con Edward, non avendovi visti entrambi.
>>
A quelle parole il volto del biondo si rabbuiò.
<< Avevi bisogno di lui? >>
domandò ignorando la
fitta al petto, il braccio destro di Jenkins assunse
un'espressione che al pirata parve strana.
<< Veramente no, volevo sapere come stavi, ti ho visto un
po'
assente in questi ultimi giorni, come se avessi la testa da un'altra
parte. >>
<< Oh...Io credevo...- >>
<< Di averlo nascosto bene? >>
continuò Fernando e Stede annuì colpevole.
<< Hai visto quante persone ci sono qui, ormai posso dire
di aver imparato a leggerle. >>
<< Un po' come David >> disse il gentiluomo
e l'altro annuì.
<< Non sono alla sua altezza però, lui
è...fantastico. Ha delle idee geniali e nonostante lo
conosca da
anni ancora ci sono volte in cui mi stupisco, e altre in cui lo
ucciderei >> confessò ridendo e facendo
ridacchiare anche
Bonnet.
<< E' bello avere qualcuno con cui condividere ogni cosa
>>
disse con una vena malinconica nella voce, spostandosi un ciuffo dorato
da davanti agli occhi, non si era reso conto fino a quel momento che i
suoi capelli stavano crescendo.
<< Qualcuno che capisce le tue sciocchezze e nonostante i
litigi
non ti abbandona mai >> Fernando continuò
così la
frase del pirata, avevano molto in comune loro due, anche
se all'apparenza sembravano totalmente diversi.
<< Sei fortunato Fernando... >> disse Stede
guardando l'orizzonte con occhi tristi.
<< Anche tu lo sei... >> rispose
rivolgendogli un'occhiata
comprensiva e sentendosi anche un po' in colpa per averlo avvilito
senza volere.
<< Lo sono stato, ma poi ho deciso di mandare tutto a
monte. Non
avrò la responsabilità di essere finito in una
trappola,
ma di tutto quello che è successo prima sì, avrei
potuto
fare le cose in maniera più matura e invece mi sono lasciato
prendere dal panico e facendo così non ho solo perso il
migliore
amico che avessi mai avuto ma anche... >>
sospirò tremando.
<< Bè ormai è inutile nasconderlo,
anche la persona
che...di cui sono innamorato >> l'ultima parola la
soffiò,
quasi avesse paura che pronunciandola a voce troppo alta potesse
perdere di significato.
<< Hai rinunciato a lui Stede? >>
Gli occhi castani del pirata si rivolsero subito al suo interlocutore.
<< No, questo mai. Ma ho capito che insistere non ci
avrebbe
portati da nessuna parte, se non a farlo innervosire ancora di
più, questa attesa però si sta facendo
più
dolorosa del previsto...Immagino lui si sia sentito così
quando
aspettava me. Sto incominciando a credere che la mia occasione l'ho
avuta e non ricapiterà più... >>
<< Oh no Stede non devi pensare a questo, Edward tiene a
te...- >>
Il biondo sorrise amaramente.
<< Lo so, ed è proprio questo che rende tutto
più
insopportabile. Mi vuole bene, me lo ha dimostrato ma non è
pronto, teme di essere ferito di nuovo e questa volta non lo
sopporterebbe, e io non ho alcun modo di fargli cambiare idea, oltre
quello di aspettarlo. >>
Fernando assunse un'espressione riflessiva, con pollice e indice sotto
il mento.
<< Gli servirebbe una spintarella >>
considerò tra sé, poi puntò lo sguardo
sul nuovo amico.
<< Stede, vedrai che le cose si risolveranno, ne sono
sicuro. Ora
scusami ma devo...andare >> si allontanò a
passo spedito,
lasciando Bonnet in preda a una sorta di confusione.
<< Sì...certo va pure >>
mormorò a sua volta.
...
Il primo ufficiale non
aveva esattamente
un piano in mente, ma l'occasione gli si presentò il
pomeriggio
stesso, mentre passeggiava sul ponte con David accanto, cercando di
convincerlo a far andare lui sulla Fenice e attivarla, ovviamente
senza risultati, il suo capitano poteva chiudere un occhio su molte
cose o cedere, ma non su quella.
Mentre parlavano uno di fronte all'altro Fernando vide in lontananza
Edward e Stede, abbassò lo sguardo sull'amico e in quel
momento
gli si accese una lampadina.
<< David? >>
<< Mh? >>
<< Secondo te il mio petto ha qualcosa di strano?
>>
domandò tenendo un tono di voce basso, anche se sapeva che
da
quella distanza i due pirati potevano vederli ma non sentirli.
<< In che senso? >> chiese giustamente
Jenkins.
<< Senti un attimo >> gli disse il primo
ufficiale.
David senza sospettare nulla appoggiò le mani sullo sterno
dell'amico per capire a cosa si riferisse, Fernando ne
approfittò per bloccargliele in quella posizione con le sue,
poi
si chinò chiudendo la distanza che li separava con un bacio.
Naturalmente il capitano non si aspettava certo quella reazione, rimase
bloccato, con gli occhi sgranati, sentendosi sicuramente confuso e con
un mucchio di domande che gli ronzavano per la testa, il primo
ufficiale senza interrompere il contatto prese David per i fianchi
facendolo voltare, in quel momento si scostò di pochissimo,
erano ancora con i volti e le labbra molto vicini.
<< Che cosa stai facendo Fernando? >>
chiese con ancora la testa che gli girava.
L'amico gli circondò il viso squadrato con le mani e disse.
<< Shh sta al gioco, poi ti spiego tutto. >>
<< Cosa mi dev...- >> ma la domanda di
Jenkins venne interrotta da un altro bacio.
Edward e Stede che stavano guardando rimasero stupiti dalla
scena che gli si era presentata davanti, il pirata dai capelli
biondi sorrise.
<< Chi l'avrebbe mai detto. >>
Barbanera lo guardò senza dire nulla, poi spostò
lo
sguardo sui due uomini che erano ancora uniti e di nuovo su Stede, la
gola gli si strinse e sentì il bisogno di allontanarsi,
così fece, attirando l'attenzione del biondo che non ci
pensò due volte a seguirlo.
<< Ed? >>
<< Stai bene? >>
Il pirata era di spalle, con le mani appoggiate alla ringhiera, non
rispose.
<< Preferisci che me ne vada? >>
domandò il
gentiluomo, Edward scosse solo la testa, mentre si mordeva le labbra
per non lasciarsi andare.
Stede si avvicinò mettendosi di fianco a lui,
appoggiò la
sua mano su quella coperta di tatuaggi dell'amico, sorprendendosi di
vederlo rimanere lì senza scostarsi, intrecciarono le dita
insieme mentre Barbanera soffocava i singhiozzi che gli risalivano dal
cuore, rimasero chiusi in un silenzio che non aveva bisogno di
parole, quel momento seppur quieto di suoni era carico di
significato
che sapevano solo loro due e questo bastava.
Dall'altro capo della nave Fernando si staccò lentamente da
David pur mantenendo le mani sul suo viso.
<< Volevo dimostrare una cosa. >>
Jenkins arricciò le sopracciglia stranito.
<< Sai...i nostri due amici pirati ci stavano guardando,
e ho
pensato di dar loro una piccola spinta, in qualche modo.
>>
<< Raramente questi giochetti funzionano >>
disse il capitano, ma non era un rimprovero.
<< Non sono bravo come te nel trovare strategie
>>
affermò il primo ufficiale a bassa voce, con un sorrisetto
dolce
e furbo.
<< Bè speriamo abbia funzionato
>> asserì Jenkins, che ancora si sentiva
frastornato.
<< Scusa, non ti bacerò più
così
all'improvviso >> disse Fernando passando il pollice
sotto il
labbro inferiore di David.
<< A meno che tu non voglia >> gli fece
l'occhiolino e si
allontanò, lasciando l'amico in balia delle sue sensazioni,
non
ci aveva capito niente dall'inizio alla fine e anche in quel momento
faticava a mettere in ordine i pensieri, ci pensò Isabelle a
distrarlo riportandolo alla realtà.
Dalla loro discussione non avevano ancora parlato seriamente, le cose
erano migliorate dopo che avevano trovato il furfante che rubava le
loro idee ma c'era ancora una sottile barriera che impediva loro di
vivere il rapporto sereno che avevano sempre avuto, e in più
non
sembrava mai il momento giusto per avere quel tipo di conversazione,
così era sempre stata rimandata, forse perché
entrambi
sentivano che dopo quel dialogo non si sarebbero più
vissuti allo stesso modo.
<< Capitano? >>
<< Ehi Isabelle >> le sorrise, cancellando
le tracce di intontimento dal suo volto.
<< Volevo dirle che il prigioniero sta bene, e anche il
suo
piede, è meno indolenzito e riesce ad appoggiarlo.
>>
<< Perché continui a chiamarlo il prigioniero,
è
uno di noi adesso, si sta facendo in quattro per dimostrare che si
è pentito delle sue azioni >> disse David,
tentando di
mandare un messaggio alla ragazza.
<< Certo facendosi finire una palla di cannone sul piede,
così da poter riposare e non fare nulla >>
protestò
Isabelle incrociando le braccia.
<< Non avevi detto che ti era caduta, finendo su di lui?
>>
domandò Jenkins, piegando il collo di lato e assumendo
l'espressione di chi la sapeva lunga.
<< Bè è lo stesso >>
affermò la giovane con noncuranza.
<< Sei sicura che non ti sia scivolata di proposito?
>> chiese il capitano trattenendo una risata.
<< Chi può dirlo, gli incidenti capitano
>> rispose alzando le spalle.
<< E a volte succedono proprio a chi ha commesso cattive
azioni >> aggiunse con un faccino di finta innocenza.
<< Isabelle! Sei tremenda >> la ragazzina
si aspettava una
sgridata, ma David scoppiò a ridere scuotendo la testa e di
rimando anche lei sorrise.
<< Su su capitano, si sta già riprendendo e
potrà
presto dimostrare di essere cambiato, nel caso contrario la prossima
volta potrebbe finire direttamente in acqua, Barbanera mi ha detto che
è il modo migliore per liberarsi di qualcuno senza troppe
fatiche. >>
Jenkins la fissò sbattendo le palpebre, sapeva che
stava solo scherzando, così decise di rimanere al gioco.
<< Penso proprio che dovrò fare due
chiacchiere con Edward
>> entrambi scoppiarono in una fragorosa risata che
scemò
lentamente lasciando posto solo ai loro sguardi.
<< Senti Is...- >>
<< Capitano... >>
Entrambi parlarono e si zittirono nello stesso momento.
<< Prima tu. >>
<< No, vada prima lei >> disse la giovane
scuotendo la testa.
David si morse il labbro inferiore e si grattò la nuca non
sapendo bene da dove cominciare, aveva nascosto quei sentimenti
spacciandoli per semplice apprensione ma in cuor suo sapeva che
significavano tutt'altro, ma Isabelle come avrebbe potuto prenderli si
domandava ogni volta in cui ci pensava.
<< Prima di tutto volevo chiederti scusa. >>
La ragazza sgranò gli occhi, lo guardò
intensamente decisa ad ascoltare ogni parola.
<< Eri poco più di una bambina quando sei
arrivata qui, ti
ho preso subito a cuore tenendoti sotto la mia ala, facendo a me stesso
la promessa che ti avrei protetta per sempre, tutelandoti da
ogni tipo di sofferenza perché ne avevi già
patita
abbastanza, ma questo non mi ha permesso di pensare lucidamente. Il
tempo passava e io mi affezionavo sempre di più a te, non so
quante tisane calmanti mi sono preso quando stavi male o avevi la
febbre... >>
Isabelle sorrise con gli occhi già profondamente lucidi.
<< Ti chiedo scusa perché il mio affetto
è sfociato
in qualcosa di più, non mi sono comportato come un capitano
che
ci tiene, ma... >> prese un respiro profondo, le sue
pozze
celesti erano bagnate, sentiva il cuore battere forte e una grande
voglia di lasciarsi andare.
<< Ma come un padre...non ne avevo nessun diritto
perché
tu un padre lo avevi ma ti è stato portato via, e a
giudicare da
com'eri quando ti abbiamo trovata stava facendo un ottimo lavoro
>> sorrise asciugandosi le lacrime.
<< Dio Isabelle è così facile
volerti bene,
considerarti come una figlia mi è venuto naturale come
respirare
ma non è stato giusto, perché non ti ho chiesto
il
permesso di educarti, l'ho semplicemente cominciato a fare tentando di
capire quale fosse la cosa giusta da fare per permetterti di crescere
al meglio. Poi è successo, non so nemmeno come abbia fatto a
passare questo tempo così in fretta, sei diventata una
ragazza forte,
coraggiosa e bellissima, questo però ha rinforzato il mio
senso
paterno di volerti tenere al sicuro a ogni costo senza lasciarti
veramente
libera. Per questo ti prometto che la smetterò di farti la
predica, di dirti come vanno fatte le cose e...- >>
<< Non farlo >> disse Isabelle con le
guance rigate dalle lacrime.
<< La persona che ero quando sono arrivata qui
è merito
dei miei genitori, ma quella che sono diventata negli ultimi due anni
è solo merito tuo. Non avrei potuto desiderare padre
adottivo
migliore >> si morse forte le labbra mentre dai suoi
occhi
scendevano gocce lucide e grandi, si buttò tra le braccia
del
capitano iniziando a singhiozzare.
<< Isabelle... >> David la strinse forte,
commosso da
quella reazione così spontanea, Isabelle non lo aveva mai
abbracciato e nemmeno dato del tu, non si poteva spiegare a parole
l'emozione che stava provando in quel momento, nonostante lui fosse
abituato a stare in contatto con i suoi sentimenti, in quel momento si
sentiva sopraffatto dalla loro forza.
<< Continua a rimproverarmi quando ne combino una delle
mie,
dimmi di andare a letto presto e di non bere gli alcolici che trovo in
giro per la cucina e...- >>
<< Potrei diventare un vero rompiscatole >>
disse il
capitano scostandola leggermente in modo da poterla guardare negli
occhi, le sorrise dolcemente notando quanto sembrasse una bambina
mentre singhiozzava e si asciugava le lacrime con i pugni chiusi.
<< E io probabilmente ti manderò al diavolo
smettendo di parlarti, poi però faremo pace. >>
<< Come sempre >> disse Jenkins
accarezzandole la testa
delicatamente, non aveva smesso di sorridere nemmeno un istante.
<< Isabelle grazie per permettermi di rimanerti accanto e
prendermi cura di te, ti voglio così tanto bene.
>>
<< Io te ne voglio di più >>
mugugnò la ragazzina tornando ad abbracciarlo.
<< Piccola mia... >> l'abbracciò
appoggiando la sua
testa su quella della giovane e chiuse gli occhi, sentendosi finalmente
sereno, senza più nessun peso a opprimergli il torace.
<< Non ho detto che puoi chiamarmi così
>>
borbottò contro il suo petto, il suono della voce ovattato
dalla
stoffa della camicia, David rise stringendola più forte.
<< Sarà difficile non farlo, ma ci
proverò. >>
<< Sì...bè...non provarci troppo
okay? >>
chiese Isabelle preoccupata che il suo capitano smettesse davvero di
farlo, in fondo le piaceva quando la chiamava in quel modo, si
divertiva a fingere di arrabbiarsi e mettere il broncio, erano tutte
cose che la facevano sentire amata e a casa.
<< Promesso >> rispose il capitano.
<< David? >>
<< Sì? >>
<< Pensi che diventeremo sdolcinati? >>
domandò
staccandosi con delicatezza dall'abbraccio, i loro sguardi si
incontrarono specchiandosi gli uni negli altri.
<< Io credo che saremo semplicemente noi stessi, con
qualche
consapevolezza in più >> constatò
con la sua solita
saggezza Jenkins, e quella risposta sembrò piacere parecchio
alla giovane che sorrise, sentendosi improvvisamente un po' impacciata,
non sapeva come continuare la conversazione ora che si erano chiariti e
che avevano aperto in quel modo così intenso i loro cuori.
<< Ti va di accompagnarmi dagli altri, dobbiamo mettere a
punto le ultime fasi del piano. >>
<< Oh sì! Ehm...David a proposito, tu sei
proprio sicuro
di volerlo fare? Voglio dire come facciamo ad attirare l'attenzione
della marina e a cambiare nave senza che si accorgano di niente,
Fernando mi ha raccontato come funziona, più o meno e io...
>>
<< Non
lo so sono preoccupata. >>
Jenkins sorrise scompigliandole i capelli.
<< Tranquilla ragazzina, l'ho già fatto altre
volte ed
è sempre andato tutto bene, questa non sarà
diversa.
>>
<< E' l'unica soluzione possibile? >>
domandò Isabelle riaggiustandosi i ciuffi di capelli scuri.
<< Insomma non puoi travestirti da re o una cosa simile?
>>
Il capitano posò indice e pollice sotto il mento.
<< In effetti travestirmi da re è il piano B.
>>
<< Cosa!? Non ci avrai pensato seriamente
>> sbottò la giovane mentre lo seguiva.
<< Io stavo scherzando capitano. >>
<< C'è un motivo per cui non è il
piano principale >> spiegò David.
<< Ma nemmeno doveva esserlo un piano! >>
disse Isabelle
incredula di fronte alla facilità con la quale il suo
comandante
prendeva certe decisioni che a lei sembravano una vera follia.
Il battibecco tra i due andò avanti fino a che non
raggiunsero il resto della ciurma.
...
<< Capitano!
>>
<< Navi della marina in vista. >>
<< Non mi spiego come sia possibile, abbiamo controllato
giorno e notte e...- >>
David non apparve toccato da quella dichiarazione, guardò il
suo
uomo con occhi seri ma non preoccupati, come se già fosse
pronto
a quell'evenienza, il suo sottoposto era in evidente tensione e
aspettava impaziente le parole del suo comandante.
<< Tranquillo James, immaginavo avrebbero usato quella
tattica. >>
<< Di cosa parla signore? >>
<< Ci hanno seguiti facendo il giro largo, si sono
mantenuti a
distanza sapendo che dal punto in cui eravamo saremmo spuntati
esattamente qui. >>
<< E se avessimo cambiato rotta capitano? Questo non
potevano prevederlo. >>
Jenkins gli diede una pacca sulla spalla.
<< Ringrazia che non lo abbiamo fatto, o ci saremmo
trovati dritti nella loro trappola. >>
<< Sicuramente hanno chiamato rinforzi, la marina sa
muoversi molto velocemente quando vuole >> disse infine.
<< Quindi cosa si fa ora? >>
domandò il marinaio.
Il capitano sorrise in modo audace.
<< Si va dritti alla Fenice, sono stati così
gentili da
evitarci il fardello di attirare la loro attenzione, dobbiamo solo
metterli nel sacco come abbiamo programmato. >>
<< Ma capo se l'ammiraglio non fosse su una di quelle
navi? >>
<< Non ha importanza James, quello che conta è
che si
sparga la voce. Adesso voglio una cosa da voi, so che vi ho messo a
dura prova in quest'ultimo periodo, ma ho bisogno che vi concentriate
unicamente su questo piano, senza fare troppe domande, dovete eseguire
i miei ordini alla lettera e vi prometto che tutto andrà
bene.
Pensi di poterlo fare per me James? >> domandò
David
posandogli una mano sulla spalla e guardandolo intensamente.
<< Certo capitano. >>
Una mezz'oretta dopo erano tutti radunati sul ponte, David era in piedi
su un piano più rialzato in modo da poter guardare bene
tutti ed
essere sentito adeguatamente, Ed e Stede erano in prima linea
immaginando già che cosa stesse per dire il capitano della
Emily.
<< James mi ha da poco informato che alcune navi della
marina ci stanno seguendo. >>
<< Molto probabilmente su una di esse si trova
l'ammiraglio Badminton. >>
A quel nome le spalle del pirata gentiluomo si tesero, Barbanera lo
guardò spostando le pupille nella sua direzione, avrebbe
voluto
confortarlo, anzi prenderlo tra le braccia e portarlo via di
lì
fino a raggiungere un posto sicuro, ma non poteva farlo e allora decise
di mettere da parte il suo orgoglio, le sue ferite, dopotutto lo amava
ancora come il primo giorno e non poteva sopportare l'idea di vederlo
così angosciato.
Edward allungò la mano e con il suo mignolo
sfiorò quello
di Stede che sussultò voltandosi di scatto, poi i suoi occhi
nocciola si abbassarono e in quel momento Barbanera agganciò
il
suo mignolo a quello del biondo che per poco non crollò
sotto
quel gesto, lo sguardo di Bonnet tornò ad incontrare quello
profondo dell'amico che gli sorrise dolcemente come se tutto quello che
era successo fino a quel momento non fosse mai accaduto, non esistevano
più litigi, incomprensioni, sensi di colpa o drammi, ma solo
loro due che erano sulla stessa barca in ogni senso possibile ed era
importante rimanessero uniti per farcela.
<< Come sapete quell'uomo da la caccia ai nostri due
amici e non
si fermerà fino a che non avrà raggiunto il suo
scopo,
per questo motivo noi li aiuteremo così che qualunque cosa
vogliano fare dopo possano essere liberi e senza una minaccia sulla
testa, ci stiamo per avvicinare alla grotta dove è nascosta
la
Fenice, quel luogo è coperto da una lieve nebbia, dalla
distanza
in cui ci troviamo possiamo benissimo entrarci e fare lo scambio senza
che i soldati si accorgano di nulla. >>
Erano tutti in silenzio, attenti a non farsi sfuggire nessuna parola
del loro capitano, Stede guardò la scena ammirato, avrebbe
voluto anche lui un giorno arrivare ad avere quel carisma, essere
così deciso e autorevole da essere rispettato e ammirato,
David
si era guadagnato il rispetto e la fiducia totale della sua ciurma che
se anche avesse deciso di scendere all'inferno loro lo avrebbero
seguito, per il pirata dai capelli dorati rappresentava un esempio da
seguire, promise a se stesso, che se fosse riuscito ad uscire vivo da
quella situazione sarebbe diventato un vero capitano degno di quel nome.
<< A quel punto io salirò sulla Fenice,
uscirò
dalla grotta e il piano avrà inizio, Fernando mi
aspetterà con una scialuppa fuori dalla grotta, poco oltre
la coltre di nebbia, così se qualcosa
andasse storto potete fuggire. >>
<< Cosa significa che devo aspettarti fuori? Solitamente
mi
lasciavi avvicinare, in modo da recuperarti non appena ti fossi buttato
giù dalla nave >> domandò il primo
ufficiale
sentendosi escluso da quella parte di piano.
<< In questo caso no, non possiamo rischiare ti vedano
>> rispose calmo il capitano.
<< Ma come diavolo fanno a vedermi, sarà pieno
di fumo e...- >>
<< Non ha importanza! L'unica cosa che
devono vedere i soldati è la Fenice in fiamme, chiaro!?
>> non gli capitava quasi mai di dover alzare la voce in
quel
modo, men che meno col suo migliore amico, gli spezzava il cuore
doverlo fare ma c'erano momenti in cui l'amicizia andava messa da
parte, a favore della loro salvezza.
Il primo ufficiale si zittì stringendo i pugni,
abbassò
il viso, aveva gli occhi lucidi, si morse forte le labbra per non
cedere all'emotività, non voleva che gli altri lo vedessero
piangere, non in quel momento.
<< David questo vuol dire che andrai da solo?
>> si fece
avanti Isabelle, che era rimasta incredula e scioccata davanti a quella
discussione.
<< Sì piccola >> rispose Jenkins.
<< Ma...è pericoloso, voi non mi avevate detto
che non sarebbe venuto nessuno con te. >>
Davanti al silenzio dei presenti la ragazza si voltò verso
il braccio destro di David.
<< Fernando... >> mugugnò
diventando improvvisamente
molto seria, e guardando l'uomo come se fosse l'unica speranza di
risolvere quella situazione.
<< Mi spiace Isabelle, ma David mi ha pregato di non
dirti nulla,
perché sapeva non avresti approvato la sua decisione e
avresti
tentato di fermarlo così come ho fatto io, ma lui
è
troppo testardo e pensa di non aver bisogno di nessuno >>
non
avrebbe voluto esporre in quel modo l'amico, ma sentiva una tale rabbia
dentro, che non aveva potuto fare altrimenti.
La ragazzina aveva lo sguardo basso e il labbro inferiore le tremava.
<< Sei un bugiardo capitano, sei cattivo, hai detto di
volermi
bene e invece non è vero! La vita mi ha privato della mia
famiglia e ora tu vuoi che mi porti via anche te >>
urlava
agitata, con le lacrime che le rigavano le guance, David si
avvicinò a lei ma venne respinto.
<< Vattene non ti voglio! >>
strillò la giovane, ma
lui non si arrese, la prese per i polsi e la tirò verso di
sé stringendola in un abbraccio, dopo qualche istante di
resistenza
lei si lasciò andare tra le sue braccia in un pianto
sommesso.
<< Ti prego non andare da solo >> lo
supplicò singhiozzando.
<< Ehi... >> il capitano la
scostò giusto quel poco da poterla guardare negli occhi.
<< Andrà tutto bene, te lo prometto.
>>
<< Non puoi prometterlo! E' una promessa così
stupida da
fare, mi meraviglio che uno come te non ci arrivi >>
singhiozzò asciugandosi le guance con il dorso della mano.
<< Invece sì che posso, e sai
perché? >> domandò Jenkins.
Lei scosse la testa.
<< Perché la mia voglia di tornare da voi
supera tutto
ciò che di brutto potrebbe accadere, voglio tornare da te,
da
Fernando e da tutta la ciurma. Forse non ve lo dico spesso, ma io tengo
tantissimo a tutti voi, vi voglio bene, siete la mia famiglia, la mia
casa e non ho nessuna intenzione di morire proprio adesso, ci sono
tante
cose che dobbiamo ancora fare insieme. >>
Tra i membri dell'equipaggio si iniziò a sentire qualche
brusio,
piagnucolii e soffiate di naso, era una scena commovente per tutti,
Stede in particolar modo rimase intimamente toccato, non poteva
rischiare che si separassero, così si fece avanti.
<< Verrò io con te >> disse,
David e Isabelle si
voltarono verso di lui, fu il turno di Edward di irrigidirsi sentendo
quella dichiarazione.
<< No Stede, ne abbiamo già parlato.
>>
<< Voi siete in questa situazione perché io
non sono stato
capace di prendermi le mie responsabilità, non è
giusto
sia solo tu a rischiare la vita, lascia che me le prenda ora.
>>
Fernando fece qualche passo in avanti.
<< Stede ha ragione, ma non deve essere lui ad
accompagnarti, fa venire me, in due...- >>
<< Fernando io non voglio che tu venga con me non solo
per
proteggerti, ma perché se dovesse accadermi qualcosa almeno
so
di aver lasciato la nostra ciurma in ottime mani, chi meglio di te, sai
navigare, hai un buon rapporto con tutti qui, consideri queste persone
come fratelli, ti preoccupi per loro e in caso di emergenza sei sempre
in prima linea. Credi ti abbia fatto diventare primo ufficiale solo
perché sei mio amico? >>
Il braccio destro di Jenkins scosse la testa, abbassò le
palpebre e una gocciolina sfuggì al suo controllo.
<< David, questa è la mia causa, non
è giusto tu
sia l'unico a rischiare, lasciami venire con te >>
insistette il gentiluomo.
<< Stede... >>
<< Lo farò comunque quindi è meglio
se dici di
sì >> disse Stede con un sorrisetto, il
capitano
sbuffò una risata, quel biondino era cocciuto tanto quanto
il
suo amico dai capelli color della cenere.
<< Sei sicuro di volerlo fare? >>
<< Mai stato più sicuro in vita mia, anzi di
un'altra cosa
sì >> rispose il pirata lanciando un'occhiata
a Edward.
Barbanera si avvicinò a loro con lo sguardo serio e
battagliero.
<< Verrò anche io con voi. >>
<< Non se ne parla >> asserì
Bonnet con voce ferma voltandosi a guardarlo.
<< Ah no, non cominciamo, ho già acconsentito
che venisse
Stede, non accetterò più nessuno di voi
>> disse il
capitano.
<< Ma lui non è esperto di queste cose
>> replicò Barbanera.
<< David mi dirà cosa fare >>
tentò di rassicurarlo il pirata gentiluomo.
<< Bonnet forse non ti... >>
<< Non puoi proteggermi per sempre Edward
>> rispose con il tono dolce, posizionandosi di fronte a
lui.
<< Lo hai già fatto tante volte, troppe,
è arrivato il momento che io protegga te. >>
<< Non ce n'è bisogno >> disse
Barbanera con la voce roca, pregna di preoccupazione.
<< Ho promesso a me stesso che ti avrei protetto e ho
tutte le
intenzioni di mantenere quella promessa. Ti ho già deluso
una
volta e purtroppo l'ho fatto in maniera irreparabile, probabilmente, ma
in questo caso non ci sarà niente che mi impedirà
di
tenerti in salvo, dovrai passare sul mio cadavere o essere tu stesso ad
uccidermi, solo così riusciresti a fermarmi >>
i suoi
occhi brillavano colmi di determinazione, c'erano mille luci
all'interno di essi simili a fiammelle ardenti e impossibili da
spegnere.
<< Bonnet io... >>
Stede si avvicinò a lui prendendogli il viso tra le mani.
<< Shh. Non c'è bisogno tu dica niente
>> sorrise, e
quel gesto racchiudeva tutto, anche l'ultimo addio, era questo che
faceva più male a Edward,
ma non poteva fare niente per fermarlo quando aveva già
preso la
sua decisione, allora lo afferrò per la camicia bianca
tirandolo verso
di sé.
<< Non azzardarti a morire okay? >>
ringhiò disperatamente.
Il pirata gentiluomo annuì.
<< Ci proverò >> rispose.
Intanto la nave stava entrando nella grotta, alcuni membri
dell'equipaggio accesero delle lanterne e dei fuochi per far luce
mentre l'andatura dell'imbarcazione rallentava fino a fermarsi, una
donna gettò l'ancora e quel tonfo riecheggiò nel
cuore di
tutti.
<< Vale lo stesso per te capitano >> disse
Fernando
guardando l'amico dritto negli occhi, un contatto che durò
pochi
attimi, sufficienti però a comunicarsi tutto quello che non
erano riusciti a dirsi a parole.
<< Stede >> lo chiamò Isabelle,
lui si voltò a guardarla.
<< Grazie per non lasciarlo solo >> la sua
voce era sottile
e bagnata dal pianto che stava cercando in tutti i modi di trattenere,
Bonnet sorrise e le accarezzò il viso.
<< Non c'è bisogno che mi ringrazi, sono vivo
solo grazie
a lui e sempre per merito suo ho ritrovato Edward, voi siete diventati
come una famiglia per me, non avete smesso di starmi accanto e
sopportare le mie crisi, questo che faccio è il minimo a
confronto di quello che avete fatto voi nei miei riguardi.
>>
La ragazzina si morse le labbra e si tuffò tra le sue
braccia.
<< Vedi di tornare, mi devi una rivincita
>> mugugnò
facendo ridacchiare il pirata, che fece a lei la stessa promessa fatta
poco prima a Barbanera.
Mentre David preparava le ultime cose, Stede prese da parte Fernando.
<< Devo chiederti un piccolo favore prima di imbarcarmi
>> disse il pirata.
<< Tutto quello che vuoi >> rispose il
primo ufficiale.
Il biondo trafficò nella tasca dei pantaloni ed estrasse
l'arancia pietrificata che aveva trovato durante la caccia al tesoro.
<< Nel caso io non dovessi tornare...- >>
<< Stede. >>
<< No ascolta, nell'ipotesi peggiore io vorrei tu dessi
questa a
Edward >> disse il gentiluomo mostrandogli l'arancia.
<< E' una storia lunga ma lui capirà
>> continuò corrugando le sopracciglia dorate.
Fernando appoggiò le mani sopra quelle di Stede stringendole.
<< Gliela darai tu stesso. >>
Bonnet annuì sorridendo lievemente.
<< Sì, ma vorrei la tenessi in custodia tu
e... >>
Stede abbassò le palpebre e sospirò prima di
proseguire
tenendo gli occhi chiusi, si figurò l'immagine di Barbanera,
immaginando di avere lui davanti e confessargli quelle parole che
spontaneamente nascevano e si aprivano come fiori nel suo cuore.
<< Digli che mai, nemmeno per un secondo ho smesso di
pensare a
lui, ho lasciato casa mia pensando di abbracciare una vita fatta
prevalentemente di violenza, non avrei mai immaginato che quel mondo a
me sconosciuto mi avrebbe condotto all'amore della mia vita, quello che
non avevo trovato tra le quattro mura domestiche. Digli che lui
è
proprio come questa arancia, da fuori può sembrare solo una
pietra mentre invece nasconde un magnifico tesoro, visibile solo a chi
sa guardare e io l'ho visto Edward Teach e da quel momento non sono
più stato in grado di vedere altro. L'unico rimpianto che ho
è di non averlo capito prima, di non aver compreso cosa
fosse
quel sentimento che si agitava nel mio cuore ogni volta che ero con
lui, a causa di ciò non ho potuto dargli abbastanza baci,
non ho
potuto dirgli quanto...quanto lo amo >> a quel punto il
pirata
iniziò a lacrimare lentamente.
<< Fernando diglielo, diglielo quanto lo amo
>> strinse
l'arancia al petto mentre quelle gocce salate continuavano a scendere,
Fernando
lo prese per le spalle scuotendolo delicatamente, anche lui aveva gli
occhi lucidi ed era profondamente commosso da quelle parole.
<< Stede... >>
Bonnet aprì gli occhi come se si fosse appena risvegliato,
per un istante guardò spaesato il primo ufficiale.
<< Ti prometto che lo farò nel caso in
cui...Bè hai
capito. Ma tu devi promettermi una cosa, quando tornerai,
perché
so che sarà così prenderai da parte Edward e gli
dirai
esattamente quello che hai appena detto a me. >>
Il biondo lo guardò un po' titubante.
<< Promettilo Stede >> lo sguardo di
Fernando era determinato.
<< D'accordo sì, io glielo dirò
>> rispose e sul suo volto si aprì un accenno
di sorriso.
<< Se non ti bacia dopo una dichiarazione del genere
giuro che
lo faccio io >> disse ridacchiando il braccio destro di
David,
facendo arrossire e ridere anche Stede, l'eventualità che
Edward
lo baciasse gli fece aggrovigliare lo stomaco, da quanto bramava quelle
labbra? Erano un sogno ardente che non lo lasciava mai, tremava al solo
ricordo del primo bacio che si erano scambiati, così si
diresse
verso il suo destino, con la speranza nel cuore di poterle un giorno
riassaporare.
David e Stede si imbarcarono sulla Fenice sotto lo sguardo apprensivo
della ciurma, soprattutto di Edward,
Fernando e Isabelle che non staccavano mai gli occhi dai due, pregando
internamente che
se fosse esistito un Dio
vegliasse su di loro.
Il capitano mostrò la nave al pirata, spiegandogli il
processo
di azione e freno, dove erano posizionati i barili esplosivi e tutti i
movimenti che dovevano fare in modo che tutto andasse nella giusta
maniera, gli fece ripetere più volte le azioni fino a che
non
divennero anche per il biondo un automatismo e infine mentre David
azionava il meccanismo, Stede issò la bandiera di riserva
che si
erano portati dalla Emily, nel farlo inciampò in alcune
corde
rischiando di scivolare, Edward che non aveva staccato gli occhi da lui
nemmeno per un secondo strinse automaticamente la balaustra di legno,
spingendo il busto istintivamente in avanti come per prenderlo nel caso
fosse caduto, sapeva che sarebbe stato impossibile visto che si
trovavano su
due navi diverse ma il suo corpo aveva reagito del tutto d'impulso,
d'altronde gli era da sempre venuto naturale essere protettivo nei
confronti di quel biondino che sembrava amare cacciarsi nei guai.
La nave si mosse avanzando lenta verso l'uscita, in quell'attimo gli
sguardi di Barbanera e Stede si incrociarono, rimasero incollati fino a
quando la Fenice non fu distante, a quel punto il pirata dai capelli
lunghi corse verso prua mentre il gentiluomo verso poppa, allungarono
entrambi un braccio spalancando la mano come se potessero toccarsi,
Stede la chiuse a pugno quando fu lontano e se lo portò al
petto, mentre Edward rimase con lo sguardo fisso nel vuoto, osservando
senza nemmeno sbattere le palpebre il punto in cui l'altra nave non era
più stata visibile, dovette arrendersi quando cominciarono a
bruciargli, sbatté le palpebre più volte, gesto
che
servì a lubrificarli e dargli immediato sollievo, quello che
però non era minimamente alleggerito era il suo cuore, che
continuava a lanciargli fitte di dolorosa apprensione.
Fernando lo trovò seduto per terra, rannicchiato, con la
schiena
appoggiata alla balaustra di legno e le ginocchia tirate verso il
petto, lo sguardo basso e spento, sembrava un gattino indifeso
più che il temibile pirata temuto da tutti, gli fece
tenerezza,
e malgrado fossero in una situazione d'emergenza non riuscì
a
non offrirgli il suo conforto, si chinò appoggiando una mano
su
quella del pirata, aspettandosi anche un rifiuto o di venir preso a
male parole, ma quello non si spostò, sospirò
solo
pesantemente.
<< Edward, capisco come ti senti... >>
Barbanera spostò lo sguardo di lato.
<< Adesso però dobbiamo rimanere lucidi e
vigili, nel caso abbiano bisogno d'aiuto >> disse
Fernando.
<< Io sarò fuori pronto a qualsiasi
evenienza...- >>
A quelle parole il pirata alzò lo sguardo.
<< Vengo con te. >>
Il primo ufficiale scosse la testa.
<< Preferisco tu rimanga qui, le tue abilità
potrebbero tornarci utili. >>
<< Quali abilità? >>
domandò Edward sollevando un sopracciglio.
<< Tutte. Non sei certo l'ultimo arrivato
>> rispose il primo ufficiale.
<< Senti è importante che seguiamo quello che
ci ha detto
di fare il capitano >> tentò, ma quella frase
fece
scattare Barbanera, che gli spinse via la mano e si alzò di
scatto.
<< Ne ho abbastanza di seguire gli ordini come una
marionetta,
è il tuo capo non il mio. Ha portato Stede in quell'impresa
folle e suicida, e io dovrei solamente sottomettermi senza poter
prendere iniziative, non sono diventato chi sono...- >>
la frase
del pirata venne interrotta da Fernando.
<< Impresa che Stede ha accettato, che tu hai accettato.
Non sto
giocando a trovare il colpevole, ma quella che hanno preso è
stata una loro decisione, e noi possiamo solo accettarla cercando di
essere d'aiuto e non ostacolandoci a vicenda. Ti chiedo solo di portare
pazienza un altro po', poi potrai tornare a quello che facevi prima, lo
stiamo facendo per voi...- >>
<< E dovrei dirvi grazie? Io non volevo niente di tutto
questo,
niente, volevo solo... >> sospirò voltandosi
di spalle e
appoggiando le mani sopra la ringhiera, i capelli cinerei scivolarono
verso il basso, lungo le spalle.
<< Volevo...andare in Cina con lui >>
l'ultima parte la
sussurrò, come se temesse di confessare quella
verità,
che già lo aveva reso debole e vulnerabile una volta.
Poi il grande pirata si figurò l'immagine del suo biondo
gentiluomo, su quella nave, a mettere in pericolo la sua vita per
salvare lui, così si girò verso Fernando.
<< Vai, io resto qui, qualsiasi cosa succeda urla e ti
raggiungerò anche a nuoto se necessario >>
disse il pirata.
Il primo ufficiale sorrise e allungò la mano verso Barbanera
che gliela strinse.
<< Grazie Edward. >>
Fernando scese a sua volta dalla Emily,
la scialuppa era pronta e a lui non restò che remare verso
l'uscita, una volta che lo vide uscire il pirata vestito di pelle
decise di controllare che tutto fosse a posto nel caso avessero avuto
necessità di
fuggire all'improvviso, ma l'immagine che si trovò davanti
gli
impedì di proseguire.
Isabelle con gli occhi lucidi, colmi di lacrime che non riuscivano a
scendere, le labbra socchiuse, le mani strette al petto, era pallida e
tremava, sembrava che non stesse nemmeno respirando, Edward le
sventolò una mano davanti alla faccia.
<< Hey ragazzina? >>
<< Ti sei incantata per caso? >>
In realtà lui sapeva bene cosa le stesse accadendo, era la
stessa cosa che gli era accaduta sulla nave di Stede, quando avevano
organizzato la messinscena del kraken, conosceva la sensazione orribile
che si provava, un trauma mai superato, il cuore che sembra gelarsi nel
petto e la mente che si spegne impedendoti di trovare una soluzione, se
non quella di fuggire e nasconderti.
Un conto però era provarla lui stesso, diverso era assistere
a
qualcun'altro in preda a quello stato di panico, non sapeva bene quale
fosse il modo giusto di comportarsi in quei casi, perché
ogni
parola, anche se detta con le migliori intenzioni, poteva
generare ulteriore chiusura e disagio, Bonnet con lui aveva saputo
usare i termini adeguati, il tono perfetto e la presenza necessaria
affinché si calmasse e ci era riuscito.
Lasciare che parlasse, si aprisse di sua volontà
era la
cosa migliore, doveva riuscire a trasmetterle la fiducia necessaria
affinché tirasse fuori quei demoni che in quel momento
stavano
cercando di divorarla.
Si mise le mani sui fianchi, chinandosi leggermente verso di lei.
<< Solitamente sei così piena di parole, non
la smetti mai di parlare, non dirmi che le hai finite tutte.
>>
<< Non voglio che muoiano >>
mormorò la ragazzina, con la voce che uscì
dolorosamente rotta.
<< Non succederà, Isabelle. >>
La giovane sollevò lo sguardo, era la prima volta che il
pirata la chiamava per nome.
<< Ce lo hanno promesso, e Bonnet non sarebbe
così stupido
da illudermi di nuovo, sapendo bene che andrei fino all'altro mondo
solo per prenderlo a calci nel culo. >>
Quella semplice frase riuscì a strappare un sorrisino a
Isabelle.
Però l'oscurità tornò presto a
incupirle il volto.
<< Rimarrei sola, se anche Fernando... >>
<< Hai la ciurma, ricordi? >> le disse
Barbanera.
Lei però non rispose, non subito.
<< Ho già perso la mia famiglia...
>>
Il pirata capì che oltre la paura di perdere le persone a
cui
voleva bene, temeva di rimanere nuovamente senza i suoi punti di
riferimento, lui ricordava bene cosa aveva fatto quando era morta sua
madre, e non voleva che quella ragazzina finisse nelle mani di un
pazzo,
che l'avrebbe trattata a pesci in faccia fino a quando non fosse
diventata abbastanza grande per difendersi, così come aveva
fatto Hornigold con lui.
<< Anche io ho perso i miei genitori, bè mio
padre era uno
stronzo ma mia madre... Lei era buona, la più buona di tutte
>> ricordò con gli occhi tristi Edward, poi si
riprese
spostando lo sguardo su di lei.
<< Non rimarrai sola ragazzina, ti porterò con
me, andremo
a far mangiare la sabbia a quel bastardo di un ammiraglio e lo daremo
in
pasto ai pesci. >>
Isabelle lo guardò con gli occhi grandi e luminosi.
<< Davvero mi porteresti con te? >>
<< Non ce ne sarà bisogno ma sì, lo
farei >> rispose il pirata sollevandosi.
La giovane sorrise.
<< Allora un pochino mi vuoi bene >> lo
punzecchiò,
si sentiva già meglio, ed era incredibile che a tirarla su
era
stato quel brontolone che solitamente se ne stava per le sue e si
divertiva a stuzzicarla.
<< Adesso non esageriamo >>
ringhiò Edward incrociando le braccia
<< Secondo me un po' me ne vuoi >>
borbottò a bassa voce lei, con il faccino saccente.
<< Senti al momento abbiamo altro a cui pensare
>>
sbottò Barbanera, tentando di nascondere il suo stato
d'animo
dietro strati di durezza, non lo aveva certo fatto per lei,
semplicemente non voleva sentirla piagnucolare, stava per allontanarsi
ma si sentì afferrato da un polso, Isabelle lo aveva fermato
e
non appena si voltò la ragazza gli avvolse le braccia
intorno
alla vita.
<< Grazie omaccione >> disse sorridendo e
chiudendo gli
occhi, il cuore del temibile pirata si sciolse mentre le sue gambe
sembravano essere diventate di burro, sollevò una mano e con
essa iniziò a dare delle piccole pacchette sulla testa di
Isabelle, in un goffo tentativo di ricambiare il gesto.
<< Va bene, va bene, ora basta però
>> disse
staccandosela di dosso, tentando di riprendere un minimo di controllo,
la ragazzina sorrise confermando a se stessa la vera natura di Edward,
e iniziava a capire il motivo per il quale Stede si era innamorato di
lui.
...
Sulla Fenice le cose si
stavano
scaldando, gli animi dei due erano tesi, in allerta e pronti ad agire,
Stede deglutì mentre guardava l'orizzonte in attesa che le
navi
della marina fossero visibili, sentiva il suo corpo tremare scosso da
fremiti nevosi, aveva la bocca secca, gli passò per la testa
di
non essere la persona adatta e di aver fatto una scelta sbagliata
temendo così di mettere a rischio la vita di David, lui si
accorse dello stato d'animo del biondo, gli appoggiò una
mano
sulla spalla stringendogliela appena, il pirata si voltò
trovando sul viso del capitano della Emily un sorriso rassicurante.
<< Stede non temere, devi solo fare quello che ti dico,
andrà bene. >>
<< Sei in grado di farcela, non dubitare di questo, io mi
fido di
te >> affermò Jenkins afferrandogli entrambe
le spalle,
Stede
sentendosi rivolgere quelle parole sorrise sentendosi invaso da una
sensazione nuova, era ciò che aveva bisogno di sentirsi
dire,
suo padre lo aveva sempre considerato un incapace e lui era cresciuto
ritenendosi tale, incredibilmente David riusciva sempre a trovare la
cosa perfetta da dire in ogni circostanza.
<< Grazie David. >>
<< Non dirlo nemmeno >> rispose quello,
facendogli l'occhiolino.
Il capitano guardò con il binocolo, la sua postura si
irrigidì per un istante, le navi della marina si stavano
avvicinando, abbassò lo strumento e disse.
<< Ci siamo. >>
<< Stede ora ci occuperemo dei barili che sono in questa
zona,
quando avremo quasi finito io andrò ad accendere quelli di
poppa
e di prua mentre tu accenderai l'ultimo >> stava per
allontanarsi
ma il gentiluomo lo fermò tenendolo per un braccio.
<< Sei sicuro di farcela ad accenderli entrambi?
>>
<< So correre molto veloce >> rispose
Jenkins facendogli
l'occhiolino, Bonnet annuì e insieme cominciarono ad
accendere i
fuochi, il primo barile esplose creando una gran fiammata che
iniziò a espandersi lentamente, arrampicandosi su ogni cosa
si
trovava davanti, i due uomini erano concentrati, l'adrenalina scorreva
sotto la loro pelle in un flusso incessante, le fiamme illuminavano e
scaldavano l'ambiente che seppur aperto cominciava a riempirsi di fumo,
iniziava anche a fare caldo, Stede sudava ma a contatto con tutto quel
calore le goccioline gli si asciugavano addosso.
<< Okay Stede io vado a prua, quando vedi la fiammata
accendi l'ultimo barile! >> urlò David.
<< Ma quello non darà fuoco all'albero
maestro? Non
è pericoloso? >> domandò il biondo
corrugando le
sopracciglia, mentre il fuoco si diffondeva anche ai lati della nave,
fortunatamente non c'era vento altrimenti le cose sarebbero precipitate
in fretta.
<< Sì, questo è l'ultimo viaggio
della Fenice
>> disse il capitano sentendo il petto scaldarsi
internamente,
gli occhi bruciavano per via del fumo e della temperatura elevata.
<< Ma David... >>
<< L'ho promesso a Fernando, ho intenzione di mantenere
la
parola >> sorrise stringendo le labbra, poi corse via ad
appiccare
uno degli ultimi fuochi, quando il biondo vide la
fiammata chiuse
per un momento gli occhi poi fece come gli era stato ordinato, il fuoco
però divampò troppo in fretta lungo l'albero.
<< DAVID! >>
<< Tranquillo! >> gridò Jenkins
correndo veloce
verso poppa, il cuore galoppava nel petto pompando sangue a tutto
andare, le vene pulsavano quasi minacciando di esplodere insieme a
tutto quel marasma infuocato, presto raggiunse l'altro capo della nave,
incendiò l'ultimo barile e si lanciò in una
conclusiva
corsa disperata.
Quando raggiunse Stede i due erano pronti ad andare, ma poi David
alzò lo sguardo verso l'alto.
<< Cazzo la bandiera, ho dimenticato di lasciarla andare.
>>
<< Non importa, dobbiamo andarcene! >>
urlò con la voce secca il biondo.
<< Non puoi arrampicarti lassù, è
pieno di fiamme >> disse Bonnet guardandolo con
disperazione.
<< Allora tira quella corda! >>
strillò Jenkins
sentendo una fumata calda attraversargli il corpo, il pirata si mosse
velocemente, afferrò l'estremità della corda ma
staccò le mani gemendo perché era bollente,
però
non si arrese, la strinse nuovamente e con un urlo la tirò
così forte da farla sganciare, la bandiera si
staccò fluttuando via, verso il mare, dove avrebbe fornito
un'ulteriore prova della loro identità, purtroppo
però la
forza usata dal biondo si ritorse contro di lui facendolo cadere
all'indietro, in quell'istante, le fondamenta dell'albero portante
finirono di bruciare causando una rottura, quel grosso palo di legno
iniziò a scricchiolare precipitando giù, dritto
verso il capitano della
Emily.
<< DAVID NO! >>
Stede si alzò alla svelta e con grandi falcate lo raggiunse,
chissà come, forse per un miracolo o qualcosa di simile fu
abbastanza veloce da gettarsi su di lui e spingerlo fuori bordo, l'urto
della schiena di Jenkins ruppe la ringhiera già in pessime
condizioni e i due piombarono dritti sott'acqua, il pirata si
girò dando le spalle al fondale, sopra di lui diversi metri
d'oceano azzurro quasi trasparente sui quali brillava una luce
arancione
che si faceva sempre più vicina, lui capì e
afferrò il polso di Jenkins tirandolo via da quella
posizione,
in quell'istante il gigantesco albero maestro distrusse la fiancata
della nave finendo anch'esso in acqua, causando uno spostamento della
stessa in piccole onde che diventarono una, gli effetti di
quell'impatto raggiunsero i due uomini che sentirono l'energia
sprigionata sotto forma di piccole ma potenti bollicine.
Ci vollero diverse bracciate prima di poter risalire in superficie, non
appena furono con la testa fuori tossirono prendendo grossi respiri,
ansimavano mentre i polmoni si riempivano d'aria della quale erano
stati orfani per diverso tempo, muovevano le braccia per mantenersi a
galla, Stede si avvicinò per primo posando una mano dietro
la
nuca di David.
<< Stai bene? >> ansimò, l'altro
annuì.
<< Sì, solo mi fa male ovunque.
>>
<< Mi hai salvato >> disse poi.
Il biondo sorrise finendo con le labbra a pelo d'acqua, si
tirò
su facendo forza con le gambe e fece sì con la testa.
<< Grazie Stede. >>
<< Non devi... >> rispose Bonnet senza
riuscire a smettere
di sentirsi contento, erano sani e salvi, bè forse non
troppo
sani ma ce l'avevano fatta, ora non gli restava altro che tornare
indietro, dai loro amici.
<< Almeno siamo vivi >> affermò
con la voce resa roca dal fumo che aveva inalato, il capitano
ricambiò
il sorriso, si voltarono entrambi nello stesso momento per vedere la
Fenice che lentamente andava a fuoco come se il tempo, su di lei, fosse
rallentato, era praticamente quasi tutta carbonizzata ma quel nero si
poteva solamente scorgere perché era ancora avvolta dalle
fiamme, loro rimasero lì fino a quando non divenne una
palla di fuoco, a quel punto il pirata si girò verso David.
<< Come ti senti? >> questa volta non si
riferiva alla salute fisica.
<< Io...non lo so esattamente, è un pezzo di
storia che se
ne va >> rispose il capitano mentre si muoveva per
mantenersi a galla.
<< Ma ora siamo noi a dovercene andare >>
disse poi.
<< Ce la fai a nuotare per un altro po'sott'acqua Stede?
>>
Bonnet annuì e dopo aver preso un bel respiro si rituffarono
nelle profondità dell'oceano abbracciando l'acqua,
sforzandosi
di spingere i muscoli che ormai erano allo stremo delle forze, Stede
seguiva David affidandosi completamente a lui, pregando che non stesse
sentendo troppo dolore.
...
Fuori dalla grotta, in
piedi su una
scialuppa stava Fernando intento a fissare l'orizzonte, vedeva la
nuvola di fumo grigio in lontananza che stava a significare la buona
riuscita almeno di una parte del piano, a tratti poteva sentire l'odore
di bruciato e questo lo faceva sentire ancora più ansioso,
non
riusciva più neppure a concentrarsi sullo scorrere del
tempo,
gli sembrava fosse passata un eternità da quando aveva visto
divampare quella luce arancione, l'unico bagliore prima di tutto quel
miasma.
<< Avanti ragazzi... >>
Corrugò le sopracciglia passandosi una mano tra i capelli
scuri.
<< Conto fino a dieci e poi vado. >>
Si morse le labbra, per un attimo perse l'equilibrio facendo dondolare
la piccola imbarcazione, ma lo ritrovò subito appoggiando un
piede sulla piccola panca che serviva per sedersi e remare, scosse la
testa frustrato.
<< Fino a cinque, conto fino a ...- >>
Vide muoversi qualcosa da lontano.
<< Dio ti prego fa che siano David e Stede.
>>
Il mare iniziò ad incresparsi leggermente, piccole ondine
muovevano la scialuppa sotto di lui, ma era troppo concentrato su quel
punto preciso per dare peso a quei movimenti, qualcosa si stava
sicuramente avvicinando.
Chiuse gli occhi.
<< Fa che siano loro. >>
Era difficile non muoversi, ma il suo capitano gli aveva dato ordini
precisi, non doveva spostarsi da lì fino a che non si
fossero
resi riconoscibili e gli aveva ordinato di tenere una pistola carica,
nel caso si fosse presentato il nemico al posto loro, ipotesi molto
difficile da realizzarsi ma David era solito agire così,
preferiva prevenire più che curare, l'agonia durò
il
tempo di riaprire gli occhi, quando lo fece vide finalmente quella
figura sdoppiarsi, erano due persone e più si avvicinavano
più il primo ufficiale riusciva a scorgerne i tratti.
<< Cazzo sì >> gemette
sollevato, con le corde vocali che sembravano non voler collaborare.
Si mise a sedere, prese i remi, li tuffò in acqua e
iniziò a remare deglutendo a fatica, l'aria odorava di
cenere,
si era alzato un lieve vento che stava spostando il fumo da quella
parte rendendo l'aria più irrespirabile, cominciavano
persino a
bruciargli gli occhi ma quello credeva fosse colpa dell'emozione che
sentiva crescergli nel petto, presto li raggiunse e i due si
aggrapparono ai bordi dell'imbarcazione.
<< Dio...Siete vivi. >>
<< Ce l'avete fatta >> disse mentre li
aiutava uno ad uno a salire a bordo.
<< Fernando >> tossì Jenkins.
<< Capitano... >> lo chiamò
posandogli commosso le mani sul
viso, tremava, non aveva mai avuto tanta paura come quella
volta, non sapeva perché si sentisse così
diverso, in
fondo quello stratagemma lo avevano già messo in pratica, ma
c'era qualcosa dentro di sé che si agitava ma non riusciva a
capire cosa fosse.
<< Sto bene >> disse sorridendo, tentando
di mascherare la
smorfia di dolore, Fernando lo afferrò da dietro alla nuca
tirandolo verso il suo petto, lo strinse chiudendo gli occhi,
abbassò il viso sfiorando quei capelli castani e bagnati con
il
naso.
<< Sei salvo >> la sua voce
tremò così tanto da sembrare avesse appena
sussurrato.
Anche il pirata tossì tentando di sputare l'acqua che aveva
involontariamente bevuto e di riprendere fiato, aveva la nausea e
sentiva la bocca così salata, non poteva ancora credere a
tutto
ciò che era appena accaduto, era frastornato e nel
suo
corpo sembrava ancora scorrere l'azione, credeva si sarebbe sentito
esausto e invece percepiva la forza di spostare una montagna, anche se
qualcosa gli diceva che quella sensazione sarebbe durata ancora per
poco.
<< Stede...amico, non so se ti rendi conto dell'impresa
che hai
appena portato a termine >> disse il primo ufficiale
sorridendo e
chinandosi a stringergli un braccio.
<< Convincere David a portarmi con lui? >>
domandò
retoricamente il biondo con un sorrisetto accennato, facendo ridere gli
altri due.
<< Decisamente anche quella è una gran cosa,
ma io parlavo di quello che avete appena fatto. >>
<< Oh quello...a dire il vero sono ancora confuso, sembra
che non
sia successo davvero, è strano perché dovrei
sentirmi stanco e forse una parte di me lo è ma...-
>>
<< Dall'altra ti senti come se potessi rifare tutto da
capo? >> chiese David sapendo già la risposta.
<< Esatto! >> esclamo il pirata.
Il capitano sorrise.
<< Conosco la sensazione, quello che ti serve
è un bagno caldo e tanto riposo >>
spiegò Jenkins.
<< Ma prima dobbiamo tornare dagli altri, vi stanno
aspettando >> disse Fernando.
Gli occhi di Bonnet si illuminarono e non poté fare a meno
di porre quella domanda.
<< Edward come...sta? >> la pose a
bassissima voce.
<< Lo vedrai tu stesso >> rispose
il primo ufficiale facendogli l'occhiolino.
Stede sentì una morsa stringergli lo stomaco, moriva dalla
voglia di rivedere l'amico, voleva, ardeva dal desiderio di
abbracciarlo stringendolo forte, in fondo era appena scampato
alla morte era normale fosse così, ma Barbanera avrebbe
acconsentito o non avrebbe gradito? Sapeva che era preoccupato per lui,
glielo aveva dimostrato prima che partisse ma questo non significava
che si
sarebbe lasciato andare in effusioni...
Si mise le mani tra i capelli fradici e gli scappò un gemito
di frustrazione, David gli appoggiò una mano sulla spalla.
<< Ehi, sta tranquillo okay? Andrà bene.
>>
Il gentiluomo annuì ringraziandolo con lo sguardo.
<< Pronti? >> domandò il braccio
destro di Jenkins afferrando i remi.
<< Sì! >> risposero in coro gli
altri due.
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Capitolo 8 *** Capitolo otto ***
Capitolo otto
La scialuppa si
avvicinò con
lentezza alla grotta, una volta dentro vennero colpiti dalla semi
oscurità e uno strano silenzio permeava l'ambiente, si
sentiva
solo lo scrosciare dell'acqua contro le pareti rocciose e lo
scricchiolio dovuto al dondolamento della Emily, al pirata gentiluomo
venne la pelle d'oca, quella situazione era abbastanza inquietante
visto
che la nave era piena di persone ma non si sentiva volare una mosca.
Fernando si fermò di fianco alla scaletta, fu lui a salire
per
primo e quando lo fece vide la maggior parte della ciurma raggruppata
in un unico punto, sorrise salendo definitivamente a bordo, si mise le
mani sui fianchi e disse.
<< Indovinate chi vi ho portato? >>
In quel momento fece capolino la testa di David e ci fu un urlo
generale.
<< Capitano! >>
<< David! >> gli corse incontro Isabelle e
non appena anche
lui fu salito gli saltò in braccio stringendolo forte, lui
rise abbracciandola a sua volta, felice di
vedere tutto quell'entusiasmo ed esuberanza, anche il resto
dell'equipaggio si strinse intorno a lui mostrando la loro gioia,
l'unico rimasto in disparte era Barbanera, che sì era felice
di
vedere David sano e salvo ma lui aspettava qualcun'altro,
stava
trattenendo il fiato da quanta tensione aveva in corpo.
<< Okay, okay lasciatelo respirare. >>
Disse il primo ufficiale, gli uomini cominciarono a spostarsi, solo
allora Edward lo vide.
Bagnato come un pulcino, grondava acqua dalla testa ai piedi, tremava
infreddolito e arrossiva sorridendo imbarazzato a ogni complimento da
parte della ciurma, era adorabile, Edward non avrebbe voluto pensare a
lui in quel modo perché gli aveva fatto prendere un bello
spavento ma non ne poteva fare a meno, in quel momento il biondo
sollevò lo sguardo incontrando le lagune scure del pirata
vestito di pelle, in quell'attimo accadde la magia.
Mosse i primi passi, con gli stivali neri che calpestavano pesantemente
il pavimento di legno, ogni passo rimbombava nella testa del pirata
gentiluomo che si aspettava qualsiasi cosa, un pugno, una testata, un
insulto, chiuse gli occhi quando se lo ritrovò davanti,
Edward
non ne capì il motivo ma lo ignorò,
afferrò quella
camicia sottile color panna e lo tirò a sé
chiudendo la
distanza con un bacio, Stede spalancò gli occhi pensando di
starselo immaginando, quando vide che non era così
mugolò
chiudendoli di nuovo e afferrando le braccia dell'amico,
ricambiò
il bacio che divenne più aperto e bagnato rispetto al primo.
Non ci poteva credere, era tutto troppo bello,
Stede gemeva sulle labbra dell'altro mentre la sua testa tentava di
dare un senso a tutto quello, si respiravano a vicenda incapaci di
staccarsi, due divennero uno, una cosa sola il cui composto era puro
amore.
Si separarono solo quando la mancanza di ossigeno divenne
insopportabile, ma i loro visi rimasero a pochi centimetri di
distanza, Barbanera con una mano accarezzò quel volto che
gli era
mancato da morire.
<< Sei tornato. >>
<< Non me ne sono mai andato >> rispose
sorridendo il biondo, con il cuore che gli scoppiava nel petto.
<< Hey voi due piccioncini, dovreste davvero prendervi
una stanza
>> disse Isabelle ridacchiando, felice di vedere che quei
due,
soprattutto quello che lei amava chiamare zuccone si era deciso a fare
una mossa prima che diventassero vecchi decrepiti.
I due si girarono verso di lei, sul volto di Stede un sorriso che non
voleva saperne di andarsene, arrossì senza sapere bene come
ribattere o se dire qualcosa, Edward lo guardò con gli occhi
colmi di tenerezza, quel semplice gesto gli aveva riportato alla mente
uno dei tanti motivi che lo avevano fatto innamorare di lui.
<< Isabelle ha ragione >> si fece avanti
David, anche lui
manifestando la sua contentezza, quel pirata dai capelli color dell'oro
se la meritava un po' di felicità, dopo tutto quello che
aveva
dovuto sopportare.
<< E noi abbiamo una stanza proprio dedicata alle coppie
>>
saltò su la donna impegnata nella relazione a tre, il cui
nome era Margaret.
<< Anche i pezzi grossi ne fanno uso, vero capitano?
>> domandò sgomitandolo e sghignazzando.
Lui arrossì dalla punta delle orecchie fino a quella dei
piedi,
fece finta di tossire evitando lo sguardo di tutti che era puntato
addosso a lui.
<< Ehm...passiamo oltre >>
borbottò cambiando discorso.
<< Cosa voleva dire con quella frase? >>
domandò Isabelle.
<< Niente, lascia perdere >> rispose lui.
<< Ma Margaret ha detto...- >>
<< Sapete mi è venuta una bella idea per
festeggiare la
riuscita del piano, che ne dite di un pic-nic sulla nave? Ognuno
può portare quello che vuole da mangiare, useremo le
tovaglie
colorate che vi piacciono, racconteremo storie e canteremo canzoni. Ci
state? >> intervenne Fernando salvando la situazione,
David lo
guardò con gratitudine ringraziandolo con lo sguardo,
l'amico
sorrise facendogli l'occhiolino, tutto l'equipaggio ovviamente era
entusiasta dell'idea, lo stratagemma servì per tutti meno
che
per Isabelle, era troppo astuta per cascare nei trucchetti del primo
ufficiale, ma decise di lasciar perdere momentaneamente, avrebbe avuto
altro tempo per indagare.
<< Ottimo Fernando, ma io e Stede prima abbiamo bisogno
di un bel bagno >> asserì il capitano.
<< Ovviamente non insieme, ho una stanza in
più con la
vasca e tutto quello che serve. Lo specifico perché non
voglio
essere infilzato da un pugnale >> affermò
rivolgendo
un'occhiata a Barbanera, che effettivamente aveva già
meditato
qualche modo per ucciderlo, prima che specificasse.
<< Ti ringrazio David, sarebbe meraviglioso
>> disse il
gentiluomo, immaginando già il sollievo che gli avrebbe dato
essere immerso nell'acqua calda e profumata, magari con qualche
sale e
oli che gli avrebbero reso setosa la pelle.
<< Ma prima vorrei dire una cosa, se sono vivo
è solo
grazie a Stede, mi ha salvato la vita quindi se sono qui è
per
merito suo >> disse il capitano generando lo stupore di
tutti,
che guardarono lui poi il pirata.
<< Capo che significa? >>
domandò il primo ufficiale.
<< Te lo spiego più tardi, adesso vorrei
riposare >> rispose.
<< David non c'era bisogno che tu... >>
iniziò il
biondo con voce sottile ed emozionata, ma venne interrotto da alcuni
membri della ciurma che si fecero avanti per ringraziarlo, l'entusiasmo
era alle stelle e servirono diversi minuti prima che si riuscissero a
calmare gli animi, poi finalmente i due che erano appena tornati
riuscirono a ritirarsi per gustare il loro momento di pace, Jenkins
ordinò di accendere il fuoco nell'altra stanza da bagno, poi
diede alcune cose al biondo per poterselo godere al meglio, nel farlo
però sentì una fitta di dolore che lo fece
gemere,
rassicurato il compagno di quell'ultima avventura chiuse la porta della
cabina e si voltò sospirando.
<< Che c'è? >> pose quella
domanda all'amico che era
rimasto con lui e lo stava fissando con uno sopracciglio scuro
sollevato.
<< Ti fa male da qualche parte >>
affermò Fernando avvicinandosi.
<< Sì...la schiena, l'ho sbattuta nell'impatto
prima di cadere dalla nave, devo avere un bel livido. >>
<< Fa vedere >> disse il suo braccio destro.
<< Fernan...- >>
<< David >> lo fissò serio,
scrutando quelle pozze
azzurre come il cielo, il capitano si voltò sollevando la
maglietta.
<< In effetti qualcosa c'è >>
allungò una
mano sfiorando quel livido poco più chiaro del rosso,
Jenkins
sussultò.
<< Ti fa male? >> domandò il
primo ufficiale.
<< No >> rispose l'altro con voce roca.
<< Allora cosa... >> chiese Fernando mentre
continuava a sfiorare con la punta delle dita quella parte tumefatta.
<< Niente >> disse David rispondendo forse
troppo
velocemente, l'amico staccò la mano come se si fosse
scottato e
si schiarì la voce cercando di riprendere un contegno, era
tutto
molto strano, quella situazione, loro due, decise di puntarla
sull'ironia sperando che quella sorta di tensione che si era creata si
alleggerisse o scomparisse del tutto.
<< Pensa se qualcuno fosse entrato prima, vedendoci in
quella
posizione avrebbero sicuramente pensato che tra noi... >>
<< Sai Fernando... >> iniziò
David aggiustandosi la
maglietta, si spostò verso il letto mentre continuava a
parlare.
<< In questo momento, di ciò che avrebbero
potuto pensare,
non me ne importa un bel niente >> finì la
frase sedendosi
sul materasso, il primo ufficiale lo fissò corrugando le
sopracciglia poi lo raggiunse sedendosi a sua volta.
<< Tu chi sei e dov'è il mio amico?
>>
Il capitano rise poi si stropicciò la faccia.
<< Sono solo stanco e non mi va di stare dietro ai
chiacchiericci, tanto gli è bastato vederci in quella stanza
per
immaginare chissà cosa quindi... >>
Fernando lo guardò per qualche istante in silenzio poi gli
sfuggì un piccolo sorriso.
<< Non è che per caso i nostri due amici
pirati ti hanno fatto venire qualche desiderio? >>
Jenkins girò il viso verso di lui, aveva una mano appoggiata
al
materasso poco dietro alla schiena del primo ufficiale,
avvicinò
un po' il busto, sollevando il volto di modo da guardarlo meglio.
<< Sai Fernando qual è il mio desiderio ora?
>>
Il suo braccio destro deglutì scuotendo appena la testa,
senza mai distogliere lo sguardo.
<< Un bel bagno >> rispose Jenkins facendo
un sorrisetto furbo.
<< Oh, sì, certo, logico...il bagno.
>>
<< Mh Mh >> annuì David
stringendo le labbra, continuando a mantenere quell'espressione
divertita.
<< Vado a prenderti una crema per il livido
>> disse
Fernando alzandosi in piedi, guardando ovunque e sfregandosi
nervosamente il retro della nuca.
<< Vedrai che ti aiuterà a farlo passare
capitano. >>
Si avviò agitato verso la porta ma venne fermato dalla voce
dell'amico.
<< Fernando >>
<< Capo? >> rispose voltandosi.
<< Grazie >> disse il capitano sorridendo
dolcemente, l'altro rimase
per qualche secondo a bocca aperta, incantato, poi si riprese.
<< Sì...okay...io vado >>
annuì prima di uscire dalla porta.
David si lasciò cadere completamente sul letto, portandosi
le
mani prima sul viso poi sul petto, si sentiva stranamente felice, come
se qualcosa si stesse agitando nel profondo della sua anima tentando di
uscire allo scoperto.
...
La temperatura dell'acqua
nella vasca
era perfetta, così come il tepore creato dal camino che
scaldava la stanza creando un clima ideale e confortevole per
rilassarsi, aveva rischiato di addormentarsi più di una
volta ma
non voleva farlo, desiderava godersi ogni secondo di quel momento dove
non esistevano preoccupazioni o doveri, era andato con la testa
sott'acqua sfregandosi i capelli, poi con la spugna più
morbida
che avesse mai usato aveva frizionato la sua pelle facendo in modo che
tutto il sale, lo sporco e l'odore di bruciato andassero via per sempre
dal suo corpo e magari anche dalla sua mente.
Respirò profondamente inalando quel buon profumo, David gli
aveva dato delle candele aromatiche e lui non aveva fatto complimenti,
le aveva accese tutte quante creando un'atmosfera da sogno, in linea
con il
suo stato d'animo, per la prima volta, dopo tanto tempo si sentiva
veramente felice, quasi al culmine della gioia, immaginava che se si
fosse guardato allo specchio in quel momento il suo riflesso gli
avrebbe mostrato un'espressione da ebete, sorrise facendo scoppiare una
piccola bolla di sapone e la sua mente corse alla
reazione di Edward.
La prima volta che si erano rivisti si era beccato un bel pugno, la
guancia gli aveva fatto male per giorni, mentre quella volta lo aveva
baciato e che bacio, ne sentiva ancora la sensazione sulle labbra, non
avrebbe mai potuto immaginare che un essere umano potesse avere un
sapore così buono, si sfiorò il labbro inferiore
con le
dita, chiuse gli occhi riassaporando quel momento e scivolò
ancora di più all'interno della vasca.
Innamorato. Non lo era mai stato ma ora sì, ed era
bellissimo,
era in estasi e non gli era nemmeno per un secondo passato per la testa
che il bacio che gli aveva dato Barbanera potesse avere un altro
significato o fosse dovuto all'enfasi del momento, si sentiva allegro e
spensierato, nella sua testa in quel momento non c'era spazio per
pensieri negativi ma solo per la totale beatitudine.
Decise di venir fuori dall'acqua quando cominciò a diventare
fredda, gli dispiacque perché si stava veramente rilassando
ma
non voleva rovinare quel bel momento con un raffreddore, quindi
lentamente, un piede dopo l'altro si ritrovò fuori, prese
l'asciugamano e delicatamente lo fece scorrere lungo tutto il corpo
asciugandosi bene, poi fu il turno dei capelli, si massaggiò
la
nuca tentando di togliere più umidità possibile,
si mise
la veste da notte pulita e la vestaglia che gli aveva prestato David,
era dorata proprio come quella che lui aveva lasciato sulla Revenge, si
guardò per un momento allo specchio sentendosi di nuovo se
stesso, non sapeva cosa significava esattamente ma era una bella
sensazione.
Uscì da quel piccolo spazio che ospitava la vasca entrando
nella
stanza principale, dove il fuoco scoppiettava ancora vivace, credeva
che vedere le fiamme gli avrebbe dato la nausea invece non era
così, forse perché sapeva che quelle non erano
pericolose, aprì la porta per uscire ma si
ritrovò faccia a
faccia con Barbanera, sussultò per la sorpresa spalancando
gli
occhi e non poté fare a meno di sorridere.
<< Edward >> esclamò vivacemente.
<< Wow amico sembri proprio tu >> disse
l'altro facendo un
passo indietro, squadrando la figura del biondo che arrossì
vedendosi scrutato in quella maniera.
<< Già... >>
<< E' quello che ho pensato anche io >>
rispose deglutendo il gentiluomo.
<< Il sapone era alla lavanda >>
sussurrò come se gli
stesse dicendo il più importante dei segreti, gli occhi di
Edward si illuminarono, si avvicinò nuovamente, allungando
il
viso verso la nuca del pirata gentiluomo, abbassò le
palpebre
inspirando quell'odore che non sentiva da tempo e che gli piaceva da
morire, poi si abbassò portando il naso vicino al collo
senza
però toccarlo e lasciò che quel profumo gli
pervadesse i
sensi.
<< Lo sento... >> disse poi tornando nella
posizione di
prima, aveva un sacco di cose da dire quando si era messo ad
aspettarlo, ora invece la sua mente sembrava vuota di fronte a quel
gentiluomo rimesso a nuovo, aveva la bocca secca e si sentiva un
perfetto imbecille a stare lì senza proferire parola.
<< Vuoi...Vuoi entrare? C'è il camino dentro,
si sta bene, ci sono le candele... >> scosse la chioma
bionda.
<< Non so perché ti sto dicendo delle candele
ma...- >>
<< Sì mi va >> rispose
Barbanera, alleggerendo il
peso sul petto dell'amico che sorrise e si scostò per
lasciarlo passare poi chiuse la porta.
La stanza era piena di tappeti, coperte e cuscini che sembravano quasi
essere stati messi lì di proposito, Barbanera vi si
addentrò guardandosi intorno con le mani appoggiate sui
fianchi.
<< Ovviamente puoi andartene quando vuoi >>
disse Stede,
temendo che il suo gesto venisse frainteso, ma quelle parole causarono
l'ilarità dell'amico che la espresse con una risatina.
<< Pensi davvero che riusciresti a trattenermi qui con la
forza?
E come intenderesti fare sentiamo? >> domandò
trattenendo
una risata.
Il biondo corrugò le sopracciglia.
<< Bè io potrei >>
abbassò lo sguardo.
<< Legarti i polsi con la corda della mia vestaglia.
>>
L'altro annuì facendo una smorfia d'assenso.
<< Parecchio fantasioso, poi? >>
Bonnet rifletté sollevando le pupille verso l'alto.
<< Ti costringerei a mangiare della frutta
afrodisiaca...- >>
<< Sarebbe? >> domandò Edward.
<< Diciamo che ti renderebbe più incline
a...soddisfare i
miei capricci, nel caso io ne avessi >> rispose
arrossendo e
schiarendosi la voce, davvero stavano avendo quella conversazione?
<< Molto minaccioso >> disse il pirata
vestito di pelle.
<< Davvero? >> chiese entusiasta Stede.
<< No, rassegnati, tu non sei un pirata brutto e cattivo
>>
affermò Barbanera sedendosi su uno di quei tappeti eleganti
e
soffici.
<< Nemmeno tu se è per questo >>
ribatté il
biondo, l'amico lo fissò sollevando le sopracciglia e lui lo
raggiunse sedendosi al suo fianco.
<< Voglio dire, entrambi abbiamo fatto cose di cui ci
pentiamo. >>
Edward era incredulo, quell'uomo continuava a stupirlo.
<< Davvero stai paragonando le mie azioni alle tue?
>>
domandò Edward scrutandolo con quelle pozze scure e lucenti.
<< Uccidere il proprio padre e lasciare tua moglie ti
sembrano gravi alla stessa maniera? >>
Il pirata gentiluomo ci pensò, capiva cosa volesse dire
l'amico ma non si sentiva così migliore di lui.
<< Se lo hai fatto avevi i tuoi motivi e non sta a me
giudicarli
>> rispose, l'altro lasciò andare una risata
amara.
<< Mi spieghi come diavolo ti è venuto in
mente di fare il pirata, voglio dire sei così...-
>>
<< Rammollito? >> chiese Bonnet.
<< Buono, tu non ti rendi conto di quanto la tua
gentilezza
faccia male delle volte, avresti potuto scegliere qualunque cosa,
perché proprio una carriera dove il più gentile
non ti
pugnala alle spalle? >> era curioso, veramente e
genuinamente
interessato a sapere cosa avesse spinto quel biondino delicato come la
seta a voler entrare in un ambiente così ruvido e innaturale
per
le sue origini.
<< Io volevo solo essere...felice >>
rispose stringendo le
ginocchia al petto, la luce e quei ciuffi dorati lo facevano sembrare
un angelo.
<< Libero di fare quello che desideravo senza che nessuno
mi dicesse che era sbagliato >> aggiunse.
<< Vuoi che il mondo si adatti alle tue regole...
>>
<< No io...volevo essere me stesso in qualunque modo
sarebbe
andata a finire >> affermò Stede deglutendo e
sollevando
il petto, sentendosi per la prima volta forse, fiero di ciò
che
diceva.
<< E' stato molto coraggioso da parte tua, comunque
>> disse Barbanera.
<< Lo pensi davvero? >>
Edward annuì, poi i due si guardarono intensamente rimanendo
in
silenzio, scrutandosi solo con gli occhi, Edward allungò una
mano,
afferrando tra pollice e indice una piccola ciocca bionda che stava
cominciando ad asciugarsi.
<< Ho passato l'inferno pensandoti su quella maledetta
nave. >>
Il cuore del gentiluomo perse un battito, respirava lentamente ma erano
respiri profondi, agitati ma non in senso negativo, si sentiva solo
emozionato da quelle attenzioni così premurose, quando era
andato via a stento si parlavano, invece ora erano nella stessa stanza,
vicini più che mai.
<< Io pensavo solo a quando sarei tornato, è
stato questo
a non farmi perdere la ragione mentre ero circondato dalle fiamme.
>>
<< Credevo mi avresti dato un pugno, ad un certo punto
>> confessò abbassando lo sguardo.
<< Un pugno Bonnet? >> rise.
<< Nemmeno Barbanera è così
crudele. >>
Stede arricciò le sopracciglia.
<< La prima volta però...- >>
<< In quel caso lo meritavi >> disse Edward.
<< Che hai fatto alle mani? >> chiese poi,
notando il rossore sui palmi e una strana impronta.
<< Ho afferrato una corda incandescente >>
rispose Stede.
<< Ma Da...niente lascia perdere >> si
zittì non
volendo rovinare l'atmosfera che aveva agoniantemente raggiunto.
<< Avanti dillo, non darò di matto
>> lo rassicurò Barbanera.
Il biondo lo guardò per un attimo poi parlò.
<< David mi ha dato un unguento che le aiuterà
a guarire. >>
<< Quel tipo ha sempre una soluzione per ogni cosa,
è
così irritante >> sbuffò il pirata
dai lunghi
capelli sale e pepe, sdraiandosi e stropicciandosi il viso con le mani.
<< Ma in questo caso è stato utile
>> aggiunse facendo sorridere l'amico, che poco dopo
sbadigliò.
<< Sei stanco? >> domandò Edward.
<< No io...- >>
<< Dovresti riposare >> gli
consigliò levandosi gli stivali scuri uno dopo l'altro.
<< E tu? >>
<< Io starò qui >> rispose
rimettendosi seduto, si slacciò la giacca di pelle
lanciandola lontano.
Stede osservò quei movimenti senza distogliere mai lo
sguardo.
<< Se dobbiamo dormire tanto vale essere comodi.
>>
<< Sì hai ragione >> disse
Bonnet sorridendo, si
sdraiò stringendosi nella vestaglia, non poteva crederci che
stava per dormire accanto a lui, la persona che amava e con cui aveva
discusso fino allo sfinimento, come avrebbe fatto a prendere sonno si
chiese, con la presenza dell'altro così vicina e il suo
cuore che
non voleva saperne di calmarsi.
<< Sai, credo che faticherò ad
addormentarmi... >>
<< Perché? >>
<< In primo luogo sento ancora l'emozione dell'avventura
e poi... >>
Silenzio.
<< Poi? >>
<< Bonnet? >>
Un lieve russare riempì la stanza.
<< Meno male che doveva fare fatica >>
borbottò
Barbanera sdraiandosi di schiena e chiudendo gli occhi, anche lui cadde
tra le braccia di Morfeo, in un sonno conciliante che rimase tale fino
a notte fonda, quando venne svegliato da alcuni lamenti.
<< Mmm Edward...no...no ti prego. >>
<< Lasciatelo stare... >>
Stede si agitava, l'amico si ricordò che aveva l'abitudine
di
parlare nel sonno, aveva assistito lui stesso a quell'evento quando lo
aveva salvato e messo a letto, si limitò ad osservarlo come
aveva fatto la prima volta, tentando di scoprire di più su
quel
sogno, solo che più passava il tempo più il
biondo si
agitava, muovendosi e lamentandosi, ad un certo punto
allungò di
scatto una mano.
<< Edward! >>
Barbanera afferrò la mano del gentiluomo con la sua.
<< Sono qui, dormi >> gli disse, anche se
gli sembrò
di parlare al vuoto visto che l'altro dormiva, si tirò su
sistemandogli meglio la coperta addosso, poi rimase qualche istante con
la mano appoggiata sul corpo di Stede, lo guardava scorgendone i tratti
grazie agli ultimi bagliori del camino, come avrebbe potuto andare
avanti se fosse morto, se lo avesse perso, non era pronto a rinunciare
a quel viso angelico, a quella risata che lo metteva di buon umore e
alle sciocchezze che ogni tanto diceva.
Si lasciò cadere sdraiato, gemendo e stropicciandosi il viso.
<< Cazzo. >>
...
Il mattino giunse presto
sulla Emily,
anche se dentro quella grotta non c'era poi molta differenza tra il
giorno e la notte, considerando anche che era perennemente avvolta da
un alone di nebbia, la prima cosa che fece David quando
riaprì
gli occhi fu sbadigliare e stiracchiarsi, poi si tolse le coperte e
mise i piedi fuori dal letto.
<< Ahu >> mugolò
qualcuno.
Aveva calpestato qualcosa, tirò su le ginocchia e si
affacciò per vedere cosa fosse.
<< Isabelle. Cosa ci fai sul pavimento? >>
La fanciulla si mise seduta massaggiandosi la nuca, lo
guardò imbarazzata.
<< Mi mancavi. >>
Il capitano sentì il suo intero essere sciogliersi, come se
le
sue ossa fossero improvvisamente scomparse, quella ragazzina sapeva
essere così tenera quando voleva, la guardò con
dolcezza
dispiacendosi di non essersi accorto prima della sua presenza.
<< Lo sai vero che lì giù in fondo
c'è un altro letto >> disse indicandolo.
<< Sì lo so ma... >> lei
sollevò le spalle e lo guardò con aria colpevole.
<< Era troppo lontano. >>
<< Ah vieni qui ragazzina >> la
chiamò Jenkins
facendole cenno di sedersi accanto a lui, lei non se lo fece ripetere
due volte, in un attimo gli fu vicino guardandolo con due occhioni
colmi di affetto, era stato così strano e improvviso il loro
cambio di rapporto, si erano sempre voluti bene ma Isabelle manteneva
una sorta di distanza rispettosa, pur notando le infinite dimostrazioni
di amorevolezza da parte del capitano, forse aspettava solo un permesso
da parte sua, qualcosa che le facesse capire che il loro legame poteva
ampliarsi e divenire più profondo.
<< Ti abbiamo preparato il tuo dolce preferito
>> disse la giovane.
<< Davvero? >> domandò David
spalancando gli occhi come un bambino davanti a una grande e zuccherosa
torta.
Lei annuì con un sorrisone.
<< Abbiamo consumato un po' di provviste
perché alcune
infornate sono venute bruciate, ma l'ultima è venuta
perfetta >>
spiegò.
<< Sono sicuro che sarà buonissimo.
>>
Si sentì bussare alla porta e un...
<< Toc-Toc. >>
<< Avanti! >> esclamò la ragazza.
<< Isabelle sei tu lì dentro? >>
domandò il primo ufficiale.
<< No sono il suo fantasma >> rispose lei
ridacchiando.
<< Entra Fernando >> disse David scuotendo
la testa divertito.
L'uomo aprì piano la porta osservando quella scena curiosa.
<< Scusate, io non credevo che...- >>
<< Non essere geloso, adesso me ne vado e ti lascio solo
con il
tuo amichetto >> si alzò dal materasso e lo
raggiunse
guardandolo furbescamente, uscì poi si
riaffacciò.
<< Capitano ricordati il dolce >> sorrise e
si
dileguò, lasciando un Fernando a chiedersi che cosa avesse
appena visto.
<< Ma cosa le è successo? >>
domandò guardando il suo capitano.
David sorrise.
<< Abbiamo parlato, credo che mi stesse solo aspettando
>> rifletté Jenkins.
<< Ho passato gli ultimi anni a trattarla come una figlia
senza
mai ammetterlo davanti a lei, e ora lo sa e le sta bene. Sono anche
convinto che al primo rimprovero tornerà a mettere il
broncio e
a chiudersi in camera sua, diciamo che mi sto godendo i momenti di
quiete dove mi vuole bene >> ragionò con una
bella
serenità nella voce, si poteva vedere anche da lontano che
qualcosa in lui era cambiato, l'amico ne fu felice, sapeva quanto il
suo capo tenesse a quella ragazzina e un miglioramento nel loro
rapporto
non poteva che essere positivo.
<< Questa sì che è una fantastica
notizia, un motivo in
più per festeggiare >> disse facendogli
l'occhiolino.
<< Oh no Fernando non dirmi che l'idea del pic-nic...
>>
<< Bè ormai l'avevo detta, sai quanto i
ragazzi amino fare merenda tutti insieme. >>
Il capitano mugugnò leggermente infastidito.
<< Mi occuperò io di tutto, tu non devi fare
niente,
capisco che questo non sia esattamente il momento migliore, ma
sarà una cosa piccola, giusto per accontentarli
>>
spiegò il primo ufficiale, David lo guardò con un
indecifrabile espressione sul volto, talmente tanto curiosa da far
sollevare un sopracciglio all'amico.
<< Come farei senza di te me lo spieghi? >>
lo
guardò così intensamente, con quei suoi occhi
limpidi
come l'acqua, che Fernando arrossì sentendosi costretto a
spostare lo sguardo.
<< Probabilmente ti saresti schiantato contro qualche
roccia >>
rispose ridacchiando, portandosi una mano dietro la nuca come faceva
sempre quando era nervoso.
<< Forse l'ho già fatto >>
affermò Jenkins
con tono serio, passandogli di fianco per
prendere la vestaglia e mettersela addosso, senza rispondere alla
provocazione scherzosa dell'amico, gesto che lo mandò in
confusione.
<< Che cosa vuoi dire David? >>
domandò infatti.
Il capitano rimase qualche momento in silenzio, prima di voltarsi e
fare un sorriso di quelli che si fanno quando si vuole sviare
l'argomento.
<< Niente, lasciami perdere, sai che quando finisco
qualcosa di importante tendo a dire cose senza senso. >>
Fernando rimase deluso da quella risposta, perché poi si
domandò, cosa si aspettava? Scosse la testa scacciando via
quei
pensieri che servivano solo a farlo distrarre dal suo lavoro, e lui non
poteva permetterselo.
<< Comunque ero venuto qui anche per un altro motivo...
>>
<< Ti ascolto >> disse il capitano,
mugugnando mentre si abbassava per cercare una cosa.
<< Dove l'avrò messa... >>
Il primo ufficiale sollevò gli occhi al cielo, non poteva
sempre
essere così disordinato anche con le faccende importanti,
aveva
capito quello che stava cercando e lo trovò prima di lui,
era il
contenitore della crema per i lividi, lo prese e glielo
piazzò
davanti.
<< Tieni. >>
<< Oh grazie. >>
<< Dovresti essere più ordinato capitano
>> lo schernì ghignando e incrociando le
braccia.
<< I geni mio caro Fernando non lo sono mai
>> disse sventolandogli il tubetto davanti al viso.
<< Ah quindi tu saresti un genio, strano non me ne sono
mai reso conto >> strinse le labbra trattenendo una
risata.
<< Sei fortunato che sono ancora troppo frastornato per
risponderti a tono >> si difese Jenkins, l'amico
ridacchiò
prendendogli la crema dalle mani.
<< Dai qua, faccio io. Come va la schiena, senti dolore?
>>
<< Così mi fai sembrare un vecchio
>> si lamentò David.
<< Scusa se sono preoccupato per il mio migliore amico
>> borbottò svitando il tappo.
Tutte quelle premure, non ne era abituato, certo loro due erano soliti
prendersi cura a vicenda l'uno dell'altro, ma sembrava
essere cambiato qualcosa tra loro, e David stava impazzendo per capire
cosa fosse, non era mai successo che le loro vite
fossero stravolte in quella maniera, da quando avevano
conosciuto
Edward e
Stede invece ne erano successe di tutti i colori, la Fenice bruciata in
maniera definitiva, lui e Isabelle si erano aperti, e con
Fernando...Bè con lui non era ancora chiaro niente, c'erano
solo
questi particolari che forse non avevano alcun significato, ma se lo
avessero avuto...sarebbe cambiato tutto.
<< Va meglio, non mi fa così tanto male
>> rispose rimanendo il più vago possibile.
<< Quindi è per questo che hai
quell'espressione
sofferente >> lo rimbeccò il primo ufficiale,
con aria
furba.
<< Rompiscatole >> sbuffò
Jenkins facendo ridere l'amico, che finì alla svelta di
spalmargli la crema.
<< David odio metterti fretta ma sono venuto da te oltre
che per
sapere come stavi, anche perché dobbiamo parlare di cosa
faremo
ora. Come hai intenzione di muoverti? >>
Il capitano si voltò portandosi due dita sotto il mento.
<< Ho gran parte delle idee in testa ma ci sono alcuni
punti di
cui dobbiamo discutere, ma dopo colazione Fernando, perché
in
questo momento muoio di fame e vorrei godermi cinque minuti di
serenità se non è troppo. >>
L'amico sorrise scuotendo la testa.
<< Direi che ti sono concessi, dopo tutto quello che hai
affrontato. >>
I due si scambiarono uno sguardo comprensivo poi Fernando aggiunse.
<< Andiamo prima che si divorino tutto. >>
E così fecero dirigendosi in cucina, David
aumentò il
passo nonostante la schiena gli lanciasse qualche piccola fitta, quando
entrò venne accolto dall'entusiasmo di alcuni membri della
ciurma che erano lì e lo stavano aspettando.
<< Finalmente! Credevamo vi avessero rapiti
>> esclamò Isabelle portando il piattino con i
dolci.
<< Sfortunatamente per voi no >> rispose
Jenkins afferrando
una di quelle prelibatezze e sedendosi, il suo braccio destro si
limitò ad
appoggiarsi allo stipite della porta e guardarlo.
<< Nel caso io sarei stata il nuovo capitano
>> disse la ragazzina.
<< No carina, tu sei troppo piccola >> la
sbeffeggiò
uno degli uomini, lei scese dal tavolo e gli calpestò un
piede.
<< Io non sono affatto piccola! >>
<< Ehi, ehi calma >> li placò la
voce di David, mentre tentava di masticare e mandare giù il
boccone.
<< In primo luogo voglio dirvi che questi dolci vi sono
venuti
buonissimi, e poi, in ogni caso sarei io a decidere chi ci
sostituirebbe nel caso io e Fernando dovessimo scomparire
>> il
suo tono era pacato, nascondeva una vena di ilarità, si
divertiva un mondo a stare con la sua ciurma, gli erano mancati i
momenti come quelli in cui potevano sedersi e parlare, a volte anche
del nulla ma erano pur sempre occasioni per stare insieme e condividere
parti di ognuno.
Fernando osservava la scena divertito, con un sorriso tenero sul
volto, il suo capo sembrava più un padre che un
comandante
rifletté tra sé, e
gli piaceva assistere a quelle rare occasioni in cui lo vedeva sereno e
rilassato, come se non avesse il peso sulle spalle di una nave da
portare avanti.
<< Qualcuno di voi ha visto Stede ed Edward?
>> domandò Jenkins finendo l'ultimo dolcetto.
<< Dopo il bacio che si sono dati temo che non li vedremo
per parecchio >> commentò un ragazzo.
<< Se Barbanera mi baciasse in quel modo faticherei anche
io a lasciare la stanza. >>
<< Margaret! Guarda che io sono qui >>
l'ammonì uno dei suoi fidanzati.
<< Oh caro non farla tanto lunga, se fossi stato tu al
posto del
biondino a quest'ora non staremmo qui a parlarne >>
rispose lei
divertita e ancora con lo sguardo sognante, perso in chissà
quale fantasia con protagonista il pirata più temibile di
tutti
i tempi, dopo qualche tempo lo sguardo della donna ricadde sul primo
ufficiale, che era nella stessa posizione con gli occhi
incollati sul suo capitano, si avvicinò quatta e con un
ghigno
furbetto.
<< Finirai per sciuparlo >> gli disse.
Lui sussultò rivolgendole attenzione.
<< Come? >>
<< Non gli hai staccato gli occhi di dosso per un
secondo, sembra tu abbia paura che scompaia. >>
Fernando rimase scosso da quelle parole, non si era reso conto di
essersi incantato e non gli era nemmeno passato per la testa che il suo
comportamento potesse essere notato da qualcuno, se ne andò
infastidito, forse perché la donna aveva colto il punto
prima
ancora che lo facesse lui.
David si rese conto dell'improvvisa fuga dell'amico, così
dopo
aver ringraziato nuovamente gli altri per i dolci lo seguì
all'esterno, raggiungendolo subito, lo vide con un'aria pensierosa e
capì di averci visto giusto, c'era qualcosa che lo
preoccupava.
<< Hey, sei fuggito via... >>
<< Qualcosa ti ha messo a disagio? >>
Il primo ufficiale sospirò voltandosi poi verso il suo
capitano.
<< No...Cioè sì, forse
>> quella risposta
ovviamente servì solo a mandare più in confusione
David,
che lo guardò piegando la testa di lato, si erano sempre
detti
la verità loro due, anche quando si trattava di una scomoda,
e
Fernando non voleva iniziare a nascondergli le cose ora, era
così che si rovinavano i rapporti, lo aveva visto succedere
diverse volte e lui non voleva accadesse, perciò anche se si
sentiva in imbarazzo e non sapeva come l'avrebbe presa l'amico, decise
di parlare.
<< Margaret mi ha detto che ti guardavo come se...avessi
paura che scomparissi. >>
Le guance di Jenkins si colorarono di una lieve sfumatura purpurea, le
pupille si dilatarono e un sorriso gli nacque spontaneo, ma siccome
l'altro non sembrava essere a suo agio decise di non prendere troppo
sul serio quella rivelazione e tentò di tranquillizzarlo.
<< Sai che a Margaret piace esagerare... >>
<< E' la verità >>
confessò Fernando.
<< Io temo di vederti scomparire sotto i miei occhi
>> le
sue parole uscirono vibrando a causa del peso di quella
verità
appena trapelata, le labbra del capitano si stirarono in un angolo
verso l'alto, quasi fosse incredulo e non comprendesse la vera portata
di quella frase.
<< Ma io sono qui e non scomparirò, te lo
assicuro >> disse David cercando nello sguardo dell'amico
un cenno.
<< Adesso ci sei, ma quando eri sulla Fenice...-
>>
<< La Fenice non ci darà più
problemi >>
affermò, sorprendendo il primo ufficiale che
sbatté le
palpebre più volte, non essendo certo di aver sentito bene.
<< Che significa? >>
<< E' perita per sempre, l'ho lasciata bruciare
>> rispose il capitano.
<< Perché? >>
<< Te lo avevo promesso Fernando, e quello era il momento
che io mantenessi la parola. >>
Il primo ufficiale corrugò le sopracciglia spostando lo
sguardo verso il basso.
<< Quindi non...- >>
<< Dovremmo trovare altri modi per cavarcela
>> disse Jenkins attirando lo sguardo del compagno di
viaggio.
<< Io credevo che mi sarei sentito sollevato. Ora mi
odierai perché...- >>
<< Dio Fernando perché dovrei odiarti?
>>
<< Tenevi a quella nave >> rispose con gli
occhi lucidi e preoccupati.
David fece un passo verso di lui.
<< Tengo di più a te idiota >>
disse sollevando il mento per guardarlo bene negli occhi.
<< E non voglio morire come uno stupido senza prima...
>>
Fernando deglutì, il cuore gli stava esplodendo nel petto.
<< Senza prima? >> chiese impaziente.
<< Io non lo so che cosa sta succedendo tra noi due
>> si
passò una mano tremante sulle labbra prima di continuare, i
suoi occhi
azzurri brillavano ma avevano anche una sfumatura più scura,
che
rappresentava il timore che provava nell'esporsi.
<< Ma lo voglio scoprire Fernando, è l'unica
cosa di cui sono sicuro al momento. >>
Era rimasto senza parole, lo fissava a bocca aperta, chiedendosi se
stava sognando o se la sua mente lo stava prendendo in giro, ma David
era davanti a lui e dall'espressione che aveva sembrava star aspettando
una sua risposta.
Si leccò le labbra prima di parlare.
<< Anche io lo desidero >>
sussurrò, il capitano sorrise sentendosi sollevato.
<< A qualunque cosa sia, anche se dovesse solo confermare
la
nostra amicizia >> disse allungando una mano, il primo
ufficiale
gliela strinse senza esitazioni.
...
<< Stede
raccontaci una storia! >>
<< Sì per favore, sei così bravo.
>>
Il pirata squadrò quei volti sorridenti che lo attendevano,
si
alzò in piedi sistemandosi i pantaloni e raggiunse un
vecchio
barile, che ormai era stato adibito a sedia d'emergenza, con un
saltello si accomodò accavallando le gambe.
<< Vediamo cosa potrei raccontarvi...Ah ci sono!
>>
<< Vi racconterò di quando ho pugnalato il
più
temibile e pericoloso pirata della storia >> disse
entusiasta,
Edward che era rimasto in fondo, appoggiato a una colonna
spalancò gli occhi non aspettandosi certo che il biondo
avrebbe
preso spunto da una vicenda realmente accaduta.
<< Ohh >> fece eco la ciurma.
<< Comincia! Comincia! >>
<< Era notte fonda, tirava uno strano venticello e
l'atmosfera
sembrava stregata, all'improvviso sulla mia nave compare
quest'individuo che mi punta un pistola contro! >>
enfatizzava la
narrazione con gesti delle mani e il suo timbro era perfetto per far
immedesimare i presenti nel racconto.
<< E che ha fatto ti ha sparato? >>
domandò qualcuno.
Stede lanciò uno sguardo divertito a Barbanera, che si
avvicinò curioso di sentire che cosa si sarebbe inventato,
prese
posto seduto su una di quelle tovaglie a gambe incrociate.
<< Voleva farlo, ma io ho estratto la mia spada e con una
corsa feroce l'ho infilzato come uno spiedino! >>
<< Doveva essere davvero cattivo per minacciarti con una
pistola senza prima avvertirti >> convenne uno dei
ragazzi.
<< Oh no era adorabile >> disse il biondo
chinandosi in avanti con il busto e facendo una smorfietta con il viso.
<< Solo che aveva avuto una brutta giornata, per questo
era tanto nervoso. >>
<< Anche io quando la giornata va storta ho voglia di
sparare a
qualcuno >> rifletté ad alta voce una donna,
il compagno
di viaggio che le era accanto la guardò preoccupato e si
scostò di qualche centimetro, giusto per sicurezza.
<< E dopo che lo hai pugnalato che cosa hai fatto Bonnet?
>>
Il pirata gentiluomo si stupì che fosse stato proprio Edward
a parlare, ma lo accontentò con gran gioia.
<< Bè io ho sfilato la spada dal suo fianco...
>>
<< E' stata un'impresa davvero ardua, non è
facile come sembra. >>
<< Dopo che è successo? >>
chiese un altro.
<< Lui mi ha...supplicato di risparmiarlo.
>>
Barbanera scoppiò a ridere.
<< Ma davvero? Io la ricordo diversamente questa storia.
>>
<< Ehi non è che il pirata cattivo era proprio
Edward?
>> domandò Isabelle che stava seduta in alto,
dondolando
le gambe.
<< No perché E d w a r d non c'era
>> rispose con una vocetta irritata e acuta Stede.
A quel punto proprio lui si alzò in piedi avvicinandosi a
passo
lento verso il biondo, che lo guardò con aria interrogativa.
<< Il pirata gentiluomo ha ragione, Edward non c'era, ma
Barbanera sì >> disse, si aprì la
giacca e
sollevò la maglia nera mostrando a tutti la cicatrice che
aveva
sul fianco, la ciurma rimase impietrita per qualche secondo, poi si
innalzò un coro di "ohhh."
<< Ma allora è vero, hai pugnalato Barbanera.
>>
<< Wow tu si che sei forte. >>
<< Hai capito il biondino... >>
Stede non fece caso ai commenti, troppo impegnato a fissare l'amico che
gli era accanto, anche lui a sua volta lo fissava con un ghigno
beffardo.
<< Volevi il tuo momento di gloria Bonnet, ora lo hai
avuto. >>
Intanto le due colonne portanti della nave, David e Fernando,
osservavano quella scena da lontano.
<< Ti prego dimmi che possiamo tenerli, almeno Stede,
guarda i
nostri uomini come stanno buoni, non li ho mai visti così
tranquilli >> disse il primo ufficiale osservando
ammirato i due
pirati.
<< Lui ci sa fare, solo che dovresti chiedere a
Barbanera,
non credo sia così incline a lasciare il suo pirata
gentiluomo,
ma se volessero restare entrambi non ci sarebbero problemi
>>
affermò Jenkins incrociando le braccia e sorridendo
compiaciuto,
poi si voltò verso l'amico.
<< Grazie per aver organizzato tutto Fernando, ai ragazzi
ci voleva proprio. >>
<< Figurati David, non devi ringraziarmi. Anche tu
avresti bisogno di riposare. >>
<< Quando avremo risolto tutto lo farò
>> rispose il capitano.
L'amico annuì.
<< A proposito di questo, vado con due uomini a
perlustrare i dintorni. >>
<< Fate attenzione >> lo avvertì
David.
Il pic-nic procedé in serenità, tra canzoni
suonate a
basso tono, altre storie e brevi danze, la ricognizione all'esterno non
riportò alcun pericolo ma comunque venne deciso di lasciare
qualcuno di guardia sia fuori dalla grotta che sulla nave per tutta la
notte, era importante che rimanessero al sicuro senza essere visti da
nessuno per almeno qualche giorno e fortunatamente quel luogo era poco
frequentato, cosi avevano tutto il tempo di procedere con la seconda
parte del piano.
Data l'impossibilità di prendere sonno Stede decise di
arrampicarsi sul cestello di vedetta, era lì da un po'
quando
venne raggiunto da una piacevole compagnia.
<< Ecco dov'eri finito. >>
<< Ed... >>
Barbanera prese posto accanto a lui, che lo guardava con un timido
sorriso.
<< Che stai facendo qui sopra? >>
<< Oh io, fingo che i riflessi d'acqua sulle rocce siano
stelle
>> rispose il biondo, lo sguardo di Edward si fece
più
intenso, le sue labbra si stirarono in un lieve sorriso, poi i suoi
occhi si spostarono verso l'alto.
<< Bè con un po' di fantasia...
>>
<< Mi manca poter guardare il cielo, anche se
è solo un
giorno che non lo vedo >> ammise Stede osservando quelle
tenui luci
che si specchiavano.
<< Non ti ho mai visto farlo sulla Revenge.
>>
Il pirata gentiluomo si girò verso di lui.
<< Non lo facevo infatti, ma penso che avrei dovuto.
>>
<< Cos'hai in mano? >> domandò
Barbanera arricciando
la radice del naso, sentendo che la conversazione si stava spostando su
un filone troppo intimo e personale.
<< L'arancia pietrificata, io... >> si
leccò le
labbra e spostò lo sguardo in basso mentre si rigirava
l'oggetto
tra le mani.
<< Avevo chiesto a Fernando di darla a te nel caso non
fossi
tornato >> le sue spalle erano rigide e sollevate, una
risposta
corporea in netto contrasto al suo stato d'animo, come se il suo
organismo
fosse abituato a reagire in un certo modo.
<< Sai con tutto quel fuoco, le cose potevano precipitare
in qualsiasi momento. >>
<< Gli avevo chiesto anche di dirti che ti amo, ma questo
lo sai
già. Forse quando sai di star andando verso la morte, la
prima e
l'ultima cosa a cui pensi sono le persone a cui tieni di
più, mi
sei venuto in mente solo tu Ed e...- >>
Edward gli avvolse il braccio intorno alle spalle come quella volta in
spiaggia, Stede si voltò incuriosito e lui posò
le labbra
sulle sue chiudendo la distanza che si era creata, quel bacio era
identico al primo, con l'unica differenza che erano entrambi diventati
persone diverse, le palpebre del biondo si chiusero istintivamente e
premette maggiormente sulla bocca dell'altro cercando più
contatto, non solo perché lo desiderava, ma anche per far
capire
a Barbanera che era ciò che voleva e non ambiva ad essere in
nessun
altro posto, con nessun altro.
Si staccarono piano, con delicatezza, quasi temessero che se avessero
aperto gli occhi troppo in fretta avrebbero potuto rompere o spezzare
quello che si era creato, le palpebre del pirata gentiluomo
sfarfallarono prima di sollevarsi, il volto era una manifestazione dei
sentimenti che provava, perso all'interno delle perle liquide
dell'altro, innamorato del suo sapore e profumo.
Barbanera invece, era più serio, quasi insicuro su cosa
aspettarsi, ma l'espressione del biondo fu sufficiente a far cadere
tutte le barriere che aveva eretto, gli prese l'arancia dalle mani con
una dolcezza che non era più abituato a usare, e decise
nuovamente di aprire il suo cuore, mettendo a repentaglio la sua anima
e a rischio il suo intero essere, ma per lui ne valeva la pena, per
Stede
Bonnet sarebbe sempre valsa la pena.
Osservò quel pezzo di roccia che gli riportava alla mente
vecchi
ricordi lontani, di quando ancora le cose erano migliori, e lui stava
vivendo quello che in vita sua non aveva mai sperimentato, da quando
aveva conosciuto quel pirata vestito di abiti preziosi aveva capito che
tagliare la testa alle tartarughe o mutilare qualcuno non era vera
felicità o divertimento, per questo immaginarsi una vita
senza Stede gli faceva paura, lo terrorizzava al
punto di non averci dormito la notte.
<< Se quel tipo si fosse presentato consegnandomi questo
affare,
dicendomi che eri morto, io...Io non lo so cosa sarei diventato,
probabilmente la parte peggiore di me sarebbe venuta fuori, avrei
liberato il...mostro. >>
<< Oh Ed non dire così... >>
<< E' la verità >> disse
guardandolo negli occhi, il biondo si zittì deglutendo.
<< Tu non c'eri quando sono tornato sulla Revenge, ero
furioso,
con il desidero di strangolare chiunque, poi quando sono salito sulla
nave quella rabbia si è trasformata in tristezza, in seguito
ho capito
che se fossi tornato ad essere chi ero, non avrei più
permesso a
nessuno di farmi sentire così. A quel punto ho deciso di
tornare
sulla Queen come Barbanera, e da quel momento ho perso ogni giorno una
parte di me, temo la persona che diventerei se tu... >>
Il pirata gentiluomo gli posò una mano sulla sua.
<< Non ho intenzione di andare da nessuna parte
>> gli disse cercando il suo sguardo.
Edward non rispose a quell'affermazione, concentrato sul discorso che
voleva fare.
<< Sono venuto qui perché volevo dirti una
cosa, pensavo
sarebbe stato facile, perché io non voglio...
>> strinse
gli occhi e sospirò.
<< Bonnet io non voglio rinunciare a noi due.
>>
Lo sguardo del biondo si fece più ampio, drizzò
le spalle lentamente rivolgendo all'amico tutta la sua attenzione.
<< Credevo di poterlo fare, quando pensavo di odiarti, e
forse
anche quella era una bugia, io non ti ho mai odiato però mi
sono
reso conto che non posso nemmeno avere quello che vorrei. Non subito
almeno... >> Barbanera strinse le labbra, due goccioline
limpide
si erano formate agli angoli degli occhi.
<< Io non riesco a capire Ed... >>
sussurrò Stede,
con la voce tremante, sentiva nella gola formarsi un nodo e non sapeva
il motivo ma quella conversazione gli stava facendo paura.
<< Quello che sto cercando di dirti è che
prima di
iniziare qualunque cosa, devo capire fino a che punto potrei sopportare
una tua perdita, in cosa mi trasformerebbe... >>
Il cuore del gentiluomo batteva all'impazzata, voleva fermare quel
discorso ma non sapeva come, sentiva solo che Edward stava per essere
risucchiato dai suoi fantasmi e lui non poteva impedirlo, era inerme,
in attesa di accettare il suo destino.
<< Il punto è che ho rischiato davvero di non
rivederti
mai più, saresti potuto morire, e a quel punto io sarei
diventato...- >>
<< Non avresti fatto niente Edward, tu non sei...-
>>
Gli occhi scuri di Barbanera lo fissarono.
<< Un mostro? >>
Stede dischiuse le labbra, tremavano, la sua gola non aveva la forza di
emettere alcun suono.
<< Non ti sto dicendo addio Bonnet. >>
<< E allora cosa, perché a me sembra proprio
questo >> strinse le labbra ingoiando il magone.
<< E' con me stesso che devo fare i conti ora, non
c'entri tu,
non direttamente. Ti ho perdonato cazzo e farlo è stata la
cosa
più difficile, mi dispiace anche di averti dato quel
pugno...
>> respirava a fatica mentre quelle parole uscivano
affilate come
lame.
<< Puoi darmene altri cento se vuoi... >>
piagnucolò
il biondo in un tentativo disperato di non lasciarlo andare.
Edward scosse la testa quasi sorridendo.
<< Io non voglio darti un pugno, voglio dirti di
sì >>
<< Ma non adesso. >>
Il pirata dai capelli dorati cominciava a capire, Barbanera non gli
stava dicendo di no, non lo stava rifiutando ma aveva bisogno di spazio
per comprendere se stesso più a fondo, e probabilmente lui
non avrebbe potuto fare molto, in quanto ci sono determinate cose con
le quali se non fai pace tu, nessuno può farlo al posto tuo.
<< Potremmo prenderci una pausa >>
suggerì Bonnet,
era una scelta matura secondo il suo ragionamento, meglio che mettersi
a sbattere i piedi rischiando di creare ancora più danno,
come
aveva già fatto in passato, prendendo decisioni con la paura
invece che con il cuore.
<< Una pausa? >> domandò Edward.
<< Sì, serve a riflettere, due membri
dell'equipaggio lo hanno fatto e...- >>
<< E' servito? >>
Stede fece una piccola smorfia.
<< Bè tecnicamente ci sono ancora dentro,
ma...almeno non litigano. >>
Barbanera lo guardò pensieroso poi i suoi occhi si
spostarono lontano, osservando il niente e il tutto allo stesso tempo.
<< E durante questa pausa noi... >>
<< Possiamo essere solo amici >> rispose
Stede sollevando appena le spalle.
<< Sarebbe un po' come ricominciare tutto da capo...
>> rifletté Edward.
<< Non esattamente, perché in qualunque
momento noi
possiamo riprendere da dove ci eravamo interrotti >>
spiegò il biondo, la preoccupazione che lo aveva colto prima
era
in parte passata, avendo compreso le parole dell'amico, non che si
sentisse totalmente tranquillo ma avere qualcosa era meglio che essere
in stallo, bloccati in una situazione dove a stento si parlavano.
<< Dov'è che ci saremmo interrotti, giusto per
essere
chiari >> domandò il capo della Queen Anne,
girando il
viso verso l'amico.
<< Proprio qui >> disse il gentiluomo
allungandosi verso di
lui, gli posò una mano sulla guancia e lo baciò
delicatamente sulle labbra, poi gli diede un bacio anche sulla fronte e
infine ritornò al suo posto guardandolo con un sorriso,
Edward
deglutì ma prima che potesse dire qualcosa fu il biondo a
parlare.
<< Adesso devo andare, David ha detto che deve parlarmi
di una
cosa importante >> si calò lungo la rete senza
dare tempo
all'altro di rispondere, una volta da solo il pirata si
infilò
le mani tra i lunghi capelli brizzolati e si lasciò cadere
all'indietro
appoggiando la schiena contro il palo di legno, sospirò
frustrato.
...
Una settimana dopo...
<< Signor
Jenkins, lei fa parte di
un'importante e conosciuta famiglia, tuttavia ha deciso di prendere una
strada completamente diversa, mi sono spesso domandato il motivo ma poi
quando i doveri si accumulavano fino a soffocarmi comprendevo la sua
decisione >> stava seduto morbidamente sulla sua sfarzosa
sedia,
con una gamba allungata in avanti, e le mani appoggiate ai braccioli,
qualche volta ne muoveva una ma sembrava quasi gli pesassero.
<< Ricordo bene il giorno in cui lei è venuto
da me,
così giovane e determinato, tutti quelli che vengono
solitamente
si presentano con le stesse, noiose richieste, ma lei no
>> a
quel punto si mise seduto composto, facendosi avanti con il busto.
<< Mi ha incuriosito sin da subito, con il suo desiderio
di fare
del bene, accogliendo i...meno fortunati diciamo così, ma
anche
criminali e persone poco adattate alla società, ho
acconsentito
alla sua idea ma ammetto di aver pensato che avrebbe fallito, invece,
incredibilmente non è stato così >>
fece un leggero
sorriso, con le sue labbra carnose, quasi compiaciuto.
<< Ora la ritrovò qui, dopo aver deliziato la
mia persona
con il suo adorabile spettacolo un anno fa, a dirmi che la sua nave
è bruciata e con essa molti dei suoi uomini, tra i quali il
più temuto pirata di tutti i tempi e il suo...come si faceva
chiamare? >> domandò rivolgendosi al suo
assistente, che
stava alla sua sinistra.
<< Uhm... >>
<< No non dirmelo >> lo zittì
con un gesto della mano.
<< Ci arrivo da solo >> si mise a
riflettere con aria
pensosa, ma evidentemente nulla, nemmeno un indizio arrivava alla sua
memoria.
<< Stede Bonnet >> ringhiò
stringendo i pugni, l'altro uomo in piedi alla sua destra.
<< Conosciuto anche come pirata gentiluomo alla feccia
come lui >> aggiunse con disprezzo.
<< Pirata gentiluomo... >> scosse piano la
testa dai lunghi
capelli boccolosi, un'espressione confusa comparve sulla sua faccia.
<< Mai sentito nominare, ma Stede Bonnet sì,
è
stato catturato con Barbanera, sicuro ammiraglio che questo pirata
gentiluomo e Stede Bonnet siano la stessa persona? >>
L'ammiraglio annuì nervosamente.
<< Ne sono certo. >>
<< D'accordo bè ha poca importanza adesso,
visto che
entrambi i pirati, a detta del signor Jenkins sono morti.
>>
<< Sono sciocchezze, il signor Jenkins qui...
>> Badminton si mosse spostandosi verso David e
indicandolo.
<< Sta mentendo a tutti noi. >>
<< Lasciamolo dire a lui, inoltre vorrei sapere
perché ci
ha tenuto tanto a venire qui e avvisarmi di quanto accaduto
>>
disse incrociando le mani tra loro.
David si schiarì la voce tentando di mantenere il controllo.
<< Sua maestà la ringrazio per avermi
concesso...- >>
<< Piantala con queste sciocchezze Jenkins e parla!
>>
gridò l'ammiraglio, che venne però ammonito dal
re con
un'occhiataccia e un gesto della mano.
<< Proceda pure >> lo incoraggiò
il sovrano rivolgendo nuovamente l'attenzione a David.
<< Avevamo un accordo, visto e considerato che io avrei
fatto
salire a bordo della mia nave persone che in qualche modo avevano avuto
problemi con la legge...- >>
<< Criminali >> specificò
stringendo un pugno
Badminton, fissava il capitano della Emily con un impetuoso odio.
<< Ammiraglio se lo interrompe un'altra volta la
farò
accompagnare in cella >> lo avvisò il sovrano,
Jenkins
trattenne a stento un sorrisetto e si apprestò a continuare
il
suo discorso.
<< Ho giurato che l'avrei tenuta al corrente se fossero
avvenuti
accadimenti particolari, così è stato ma non ho
fatto in
tempo a giungere qui per via di ciò che è
accaduto
durante il mio viaggio. Ho scelto di accogliere Stede Bonnet tra il mio
equipaggio, perché ho ritenuto fosse stato vittima di eventi
più grandi di lui che non aveva saputo gestire, sarei venuto
personalmente ad avvisarla se Edward Teach non ci avesse attaccati.
>>
L'ammiraglio stava bollendo dalla rabbia, mentre il re piegò
la testa incuriosito.
<< Barbanera vi ha attaccati signor Jenkins?
>>
<< Sì. Non credo sapesse della presenza di
Bonnet, quando
lo ha visto a bordo si è scagliato contro di lui, da quel
gesto
ho immaginato non fossero rimasti in buoni rapporti, presto le cose
sono precipitate, i miei uomini hanno avvistato le navi della marina e
Barbanera ha deciso di mandare via una parte dei suoi, mentre lui e
altri sono rimasti sulla nostra nave. Teach ci ha costretto sotto
minaccia di nasconderlo insieme a Stede, mentre i suoi uomini rimasti
si sarebbero mischiati ai miei, e se qualcuno di noi avesse parlato ha
minacciato di ucciderci, inoltre Barbanera aveva preso in ostaggio la
più giovane della mia ciurma. Temevo l'avrebbe uccisa, per
questo ho taciuto quando il qui presente ammiraglio Badminton mi ha
chiesto di Bonnet e Teach. >>
<< Sua maestà chiedo il permesso di parlare.
>>
<< Prego ammiraglio >> rispose il re
piegando la testa e facendo un cenno con la mano.
<< Io ho ragione di ritenere che le parole di quest'uomo
siano
tutte menzogne, mi ha mentito guardandomi in faccia, dicendo che Bonnet
era fuggito e Barbanera non era presente al momento dell'attacco, se
fosse vero ciò che ha raccontato adesso, perché
non ci ha
chiesto aiuto? Io e la mia flotta eravamo sicuramente più
numerosi degli uomini di Teach rimasti sulla nave, avremmo potuto
sconfiggerli e invece lui ha scelto di mentire. >>
Il sovrano rivolse lo sguardo a David.
<< Ho avuto paura, temevo per la mia ciurma, l'unico
errore che
ho commesso è stato quello di essere semplicemente un uomo
spaventato, voi tutti conoscete le imprese di Barbanera, viene chiamato
il flagello dei mari per un motivo, i suoi uomini ci tenevano sotto
tiro e se io avessi parlato...Loro avrebbero ucciso qualcuno dei miei,
e io con tutto il rispetto che ho per la marina ma non potevo
permettere che venisse loro fatto del male, a nessuno. >>
L'ammiraglio si rivolse a Jenkins con un ghigno.
<< Comunque ha finito per perderli lo stesso, almeno una
parte di essi, nell'incendio. >>
David abbassò lo sguardo e strinse i pugni.
<< Sì. >>
<< Questo è ciò che succede a chi
protegge i
criminali >> sputò Badminton con fare
dispregiativo.
Il capitano della Emily fissò il re con i suoi profondi
occhi azzurri.
<< Ormai anche io sono diventato uno di loro, sono qui
per
questo, sono qui per costituirmi consapevole che mentire alla marina
è reato, ma io non l'ho fatto come crede l'ammiraglio per
proteggere Stede Bonnet, se quello fosse stato il mio intento avrei
tentato una mediazione senza bisogno di escogitare niente, io ho solo
tentato di proteggere il mio equipaggio. Ad ogni modo accetto il mio
destino, è giusto che io venga punito. >>
Il sovrano rimase in silenzio per qualche istante, ponderando le parole
da dire o semplicemente che cosa fare, il suo volto era privo di
espressioni ma si potevano quasi udire gli ingranaggi che si
arrovellavano nella sua mente, tutto d'un tratto sbatté le
mani
sulle ginocchia e si rivolse a David.
<< Lei non sarà punito né arrestato
signor Jenkins. >>
<< Cosa? >>
<< Come? >>
Chiesero in coro David e Badminton.
<< Ha mentito alla marina! >>
ringhiò l'ammiraglio.
<< Sì bè aveva le sue buone
ragioni, il signor
Jenkins è stato sempre un uomo integro, non ha mai dato
problemi
di alcun tipo, per questo io non ho intenzione di ordinarne la cattura.
>>
<< Ci sta prendendo in giro tutti quanti! Ha protetto un
assassino e probabilmente lo sta ancora facendo >>
gridò
Badminton facendo un passo avanti e indicandolo, lui lo
scrutò
serio con i suoi occhi chiari come il cielo e scosse la testa.
<< Non sa quanto si sbaglia ammiraglio. >>
<< Sua maestà lei non capisce...-
>>
<< Mi sta dando dello stupido ammiraglio Badminton?
>>
domandò il re, poi sbuffò e si porto una mano
sulla
fronte.
<< Ne ho abbastanza, portatelo in cella >>
ordinò.
<< COSA!? Io in cella, dovrebbe andarci questo qui...
Lasciatemi!
>> si agitò l'uomo mentre veniva portato via
dalle
guardie, David si voltò a guardarlo poi tornò con
lo
sguardo sul re.
<< Vediamo se lo aiuta a calmarsi >>
borbottò a
bassa voce il sovrano, poi rivolse l'attenzione al capitano della Emily
che raddrizzò le spalle, scese lentamente dal suo trono e si
avvicinò a lui con un'espressione soave sul volto.
<< Mio caro Jenkins, mi auguro di rivederla per il mio
compleanno, con uno dei suoi piacevoli spettacolini. >>
<< Probabilmente ci fermeremo per un po', ma saremo di
nuovo
pronti per quel giorno, non me lo perderei per nulla al mondo sua
maestà e inoltre io la vorrei rin...- >>
Il re fece un gesto con la mano, sollevando due dita.
<< Shh, non ce n'è bisogno, vada pure
>> e si
ritirò sulla sua elegante sedia, posandosi mollemente sopra
e
accennando un sorriso, Jenkins si guardò intorno, poi
annuì congedandosi, cercò di non affrettare il
passo
mentre veniva scortato lungo quegli immensi saloni, il cuore gli
batteva forte, sentiva le gambe tremargli e aveva una gran voglia di
urlare la felicità che stava provando ma doveva trattenersi,
una
volta fuori dal palazzo raggiunse il porto, dove il primo ufficiale lo
stava aspettando con una scialuppa, quando lo vide arrivare un sorriso
si aprì spontaneo sotto i suoi baffoni scuri ma anche lui
mantenne un tono, nel caso qualcuno li stesse tenendo d'occhio.
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Capitolo 9 *** Capitolo nove ***
Capitolo nove
Il capitano e il primo
ufficiale
salirono sulla scialuppa con la quale avrebbero raggiunto la loro nave
che li aspettava a largo, David era pallido ma tutto sommato stava
bene, strinse forte con le mani la panca su cui era seduto e
abbassò la testa buttando fuori l'aria dalla bocca.
<< Dio Fernando se il re dovesse scoprire l'enorme bugia
che gli
ho rifilato finirò impiccato o in prigione. >>
<< Nah il re ti adora. >>
Jenkins sollevò il volto.
<< Già è vero mi adora, ma ho
temuto sul serio di
finire in cella >> confessò appoggiandosi con
il gomito al
lato dell'imbarcazione.
<< In quel caso ti saremmo venuti a salvare
>> disse
Fernando remando con intensità, alcune goccioline di sudore
gli
scivolarono lungo le tempie.
<< E questo è esattamente il motivo per cui mi
spaventava
essere incarcerato, avreste commesso qualche sciocchezza solo per
tirarmi fuori. >>
Il primo ufficiale smise di remare per un attimo e i suoi occhi si
specchiarono in quegli azzurri dell'altro.
<< Sei nostro amico e il nostro capitano, pensi davvero
che ti avremmo lasciato lì? >>
<< Avreste dovuto farlo, ve lo avevo ordinato
>> rispose David sulla difensiva.
Fernando sbuffò alzando gli occhi al cielo.
<< Hai appena sbuffato davanti al tuo capitano Fernando?
>
domandò Jenkins sollevando il sopracciglio con aria
divertita.
<< Puoi giurarci, se non sbaglio, in tua assenza
io
prendo temporaneamente le tue veci, quindi sta a me decidere cosa fare
o non fare e se anche un qualche disturbo mentale mi avesse convinto a
non
intervenire in tuo soccorso, ci avrebbe pensato la tua figlioccia a
usarmi come cannone per sfondare i muri della cella, e la ciurma mi
avrebbe ammutinato pur di venirti a salvare. >>
L'espressione di David si addolcì, poi sospirò
guardando il mare.
<< Non dovevo permettervi di affezionarvi così
tanto a me. >>
<< Bè troppo tardi Jenkins >>
replicò con un
sorrisetto, il capitano gli rifilò un leggero calcetto.
<< Non chiamarmi per cognome, sai che lo detesto
>> lo ammonì fintamente indignato.
<< E tu smettila di dire sciocchezze capitano.
>>
<< Comunque tra un anno abbiamo appuntamento con il re,
vuole uno spettacolo per il suo compleanno >> lo
informò
David, il primo ufficiale emise un mugolio frustrato piegando la testa
all'indietro per poi guardare il suo capo con l'espressione di un
cucciolo abbandonato.
<< Dobbiamo proprio? >>
<< Sì che dobbiamo Fernando, è il
nostro lavoro. Non capisco perché ti pesa tanto.
>>
L'amico smise nuovamente di remare.
<< Dovrò sorbirmi due ore del nostro caro
sovrano che ci prova con te! >>
David iniziò a tossire sbattendo le palpebre.
<< Ma che dici, ti ha dato di volta il cervello? E' del
re che
stai parlando >> sibilò Jenkins guardandosi
intorno, come
se qualcuno avesse potuto sentirli pur essendo circondati dal mare.
<< Ti lancia certi sguardi ammiccanti David, mi
meraviglio che tu non te ne sia mai accorto. >>
<< E' ridicolo, di piuttosto che non ti va.
>>
<< Non mi va, contento adesso? >>
domandò irritato il primo ufficiale.
<< Ci voleva tanto? >> non fece in tempo a
porre quella
domanda che Fernando riprese a parlare non riuscendo a trattenersi.
<< Non mi va di assistere impotente al re che cerca di
farti
diventare il suo giullare di corte, cercando di convincerti a rimanere
come suo giocattolino privato, solo perché ha una gigantesca
infatuazione per te, della quale anche un cieco si accorgerebbe, ma
evidentemente l'unico a non rendersene conto sei tu. >>
Jenkins era rimasto a bocca aperta, non poteva credere alle sue
orecchie.
<< Io valgo molto di più di un semplice
giullare >> sbottò indignato.
<< Certo che vali di più David, era solo un
esempio. >>
<< Tu vedi cose che non ci sono Fernando, e mi aspetto ti
comporti bene quando saremo lì. >>
Il primo ufficiale strinse più forte i remi, irritato.
<< E tu non riesci a vedere al di là del tuo
naso, perché se ti sforzassi...- >>
<< Non avremo questa conversazione adesso Fernando,
mentre siamo
in mezzo all'oceano e con gli altri che ci aspettano, quindi per favore
riprendi a remare e andiamo. >>
<< Bene! >> rispose il primo ufficiale e
con un borbottio ricominciò a spingere i remi nell'acqua.
<< Bene. >> Ribatté David.
A quel punto l'amico tuffò un remo in acqua e lo spinse in
modo
che un getto finisse addosso a Jenkins che sussultò
allargando le
braccia.
<< Sei proprio un moccioso lasciatelo dire
>> lui con la
mano ricambiò il gesto schizzandolo più volte,
Fernando
si agitava ed entrambi scoppiarono a ridere mentre tentavano di
bagnarsi.
<< Smettiamola o finiremo per far rovesciare la barca
>> disse il capitano mentre la risata lentamente scemava.
<< Tregua capitano? >> si guardarono, nei
loro occhi c'erano ancora le tracce del divertimento di poco prima.
<< Direi di sì, andiamo a dare la buona
notizia ai nostri amici pirati. >>
Fernando si rimise a remare fino a quando non raggiunsero la loro nave,
che li attendeva pacifica e baciata dal sole, ondeggiando come se gli
ultimi giorni non l'avessero affatto toccata, era sempre bella la Emily
e David non avrebbe mai voluto separarsi da lei, per questo sceglieva
sempre i migliori materiali per ripararla e la sottoponeva a controlli
periodici per essere certo che avrebbe viaggiato al suo fianco ancora a
lungo.
...
<< E
così quell'idiota si
è fatto sbattere in cella >> la risata secca
di Edward
riecheggiò per tutta la nave, quella vicenda aveva avuto un
finale davvero inaspettato, quelli che dovevano finire giustiziati
erano lui e Stede, mentre alla fine dietro alle sbarre ci era finito
proprio quello che dava loro la caccia.
<< Sì ma penso sia una cosa temporanea
>> spiegò il capitano.
<< Voi due dovreste tentare di dare poco nell'occhio
momentaneamente, e probabilmente andare molto lontano da qui, dove lui
non può trovarvi. Sapete non penso abbia creduto alla balla
della vostra morte, non sta a me dirvi che cosa fare ovviamente
però mi sento di consigliarvi prudenza, anche se per un po'
immagino possiate stare tranquilli. >>
<< Grazie David, il tuo aiuto...Il vostro aiuto
è stato di
inestimabile valore, non credo che troverò mai il modo di
ringraziarvi abbastanza >> disse il pirata gentiluomo con
un velo
di commozione che accompagnava le sue parole.
<< Sì amico io ti ho giudicato male, pensavo
non valessi
niente senza offesa, e ce l'avevo con te perché...-
>>
<< Perché eri geloso di Stede >>
saltò su
Isabelle rischiando di far andare a fuoco Bonnet, che
arrossì
vistosamente.
<< Isabelle >> l'ammonì Jenkins.
<< No, la ragazzina ha ragione >> rispose
Edward scuotendo
appena la testa, catturandosi le occhiate dei presenti, lei sorrise
vittoriosa incrociando le braccia.
<< Mi sono comportato da idiota mentre tu sei andato
davanti al
fottuto re rischiando la tua libertà per noi, non sono
solito
farlo ma vorrei accettassi le mie scuse >>
allungò la mano
ricoperta dal guanto che faceva intravedere le dita, David sorrise
sorpreso e la strinse a sua volta, anche Stede sorrideva dolcemente,
orgoglioso di quel gesto.
<< So che l'ho già detto mille volte, a te
Stede in
particolare, ma ci tengo a dirlo a entrambi, le porte della mia nave
rimarranno sempre aperte per voi, se volete rimanere o tornare sappiate
che ci
sarà sempre un posto tra noi. >>
In uno slancio di tenerezza il pirata gentiluomo lo strinse in un
abbraccio.
<< Sei un vero amico David. >>
<< E tu sei una delle persone migliori che abbia mai
conosciuto
>> disse dandogli pacche affettuose sulla parte superiore
della
schiena, dopo quel bel abbraccio si separarono e il capitano si
schiarì la voce pronto a dire qualcosa che sicuramente
sarebbe
piaciuto al suo equipaggio.
<< Allora ciurma dopo questa faticosa avventura direi che
ci meritiamo tutti una bella pausa. >>
Si alzò un coro di sì, uomini e donne si
abbracciarono
inneggiando all'idea, non avevano toccato terra per parecchio
tempo e tutti loro avevano bisogno di fare una bella passeggiata,
guardare bancarelle di dubbio gusto e mangiare in qualche locanda
qualcosa diverso dal pesce e dalla frutta.
<< Vedo che siete tutti d'accordo >>
affermò Jenkins
mettendosi le mani sui fianchi, sfoderando il migliore dei suoi sorrisi.
Mentre l'equipaggio continuava allegramente a spintonarsi, Edward si
avvicinò al capitano attirando la sua attenzione.
<< Ehm...David...potrei parlarti un minuto?
>>
<< Certo dimmi pure >> gli posò
una mano poco al di
sotto della spalla e insieme si allontanarono dal chiasso, Stede che
aveva notato i movimenti avrebbe tanto voluto sapere che cosa avevano
da dirsi ma venne trascinato via da Isabelle, che gli chiese di
aiutarla con la spada, e lui da vero gentiluomo non poté
rifiutarsi anche se la sua mente era tutta da un'altra parte, all'uomo
di cui era innamorato che si allontanava con un altro, la sua non era
vera e propria gelosia, ma quei due non si erano mai parlati veramente
da soli e quel
semplice fatto era sufficiente a riempirgli la testa di dubbi.
Quel cruccio gli durò fino a sera quando vedendo il frutto
delle
sue pene seduto sull'amaca di cui aveva rivendicato la
proprietà, che dondolava i piedi, decise di affrontarlo in
nome
dell'uomo che diceva di essere diventato, si avvicinò con
passo
leggero, quasi temesse di far scricchiolare qualche asse di legno e
rovinare quel silenzio che li circondava.
<< Ehi >> disse il biondo, il cui coraggio
venne meno
quando gli occhi d'ebano del pirata suo amico si posarono su di lui.
<< Ehi >> rispose con un cenno l'altro.
<< Bella serata eh >> improvvisamente lo
stomaco di Stede
si era attorcigliato, Edward lo guardò con un indecifrabile
espressione sul volto, come se non fosse totalmente d'accordo con
ciò che aveva detto.
<< Già...Anche se la presenza di quei nuvoloni
laggiù >> li indicò allungando il
braccio e
puntando l'indice verso di loro.
<< Indica che probabilmente tra un giorno o anche meno
potrebbe
piovere, anzi è abbastanza sicuro accadrà
>>
ragionò tra sé come se stesse parlando solo con
se stesso.
<< Oh >> Stede tirò su il naso
seguendo il dito,
effettivamente c'erano delle nuvole che stavano andando a coprire la
luna, di cui non si era accorto, troppo preso dai suoi pensieri e dalla
volontà di sciogliere quel dubbio che sentiva lo avrebbe
trascinato in una catastrofica crisi di nervi se non lo avesse sciolto,
ed era stupido, lui e Barbanera si erano baciati per ben tre volte da
quando era tornato dalla Fenice, non avrebbe dovuto sentirsi
così spaesato, eppure il fatto che loro due avessero deciso
di
prendersi una pausa dai sentimenti che provavano, aveva creato una
piccola crepa nella nuova personalità di Bonnet, sulla quale
si
era aggrappata la vecchia insicurezza di non essere abbastanza.
Ma questa volta non avrebbe lasciato vincere il timore e la paura, per
questo era lì, di fronte a quel grande pirata che gli faceva
battere il cuore, i cui lunghi capelli fluttuavano sospinti da
un lieve venticello che si era appena alzato.
<< Sai così tante cose >> si
complimentò,
realmente colpito e desideroso di sentir pronunciare da quelle labbra
tutte le informazioni che sapevano sul mondo, perché lui per
diritto di nascita aveva avuto la possibilità di studiare,
apprendere nozioni da libri e professori, ma
Edward, aveva una conoscenza vissuta sulla propria carne, disegnata in
ogni tatuaggio che ricopriva la sua pelle e raccontata dalle sue
cicatrici e dalle mani leggermente ruvide, che avevano lavorato,
sollevato pesi e maneggiato corde dure e graffianti.
<< Se non le sapessi sarei già morto
>> disse
Barbanera rimanendo con lo sguardo incollato a quella volta blu scuro,
con un velo di malinconia specchiato in quegli occhi rotondi nei quali
la luna amava tuffarsi facendoli risplendere.
<< Mi piacerebbe se un giorno me ne parlassi
>>
esordì Stede, con un fil di voce, l'emozione trapelava in
ogni
fibra del suo essere, Barbanera si voltò a guardarlo
arcuando un
sopracciglio, già dalla sua espressione il biondo poteva
intuire
che cosa gli avrebbe chiesto.
<< Che cosa? >> domandò e al
pirata gentiluomo
sfuggi una mezza risata, ci aveva preso, riuscì a
nasconderla
simulando una lieve tosse, non voleva che l'amico pensasse fosse del
tutto impazzito.
<< Quello che sai, tutto quanto. >>
Edward tornò a guardare il cielo.
<< Chi lo sa Bonnet, se non fai lo stronzo magari
qualcosa posso dirti >> rispose sollevando appena le
spalle.
Il pirata dai capelli dorati lo guardò divertito
osservandone i
lineamenti, Edward rispondeva così quando si sentiva
imbarazzato
o a disagio, quando qualcosa dentro di lui diventava così
grande
e complicato da esprimere che doveva usare la finta arroganza per
affrontarlo e uscire indenne da quella battaglia contro se stesso.
<< Mi fa piacere che tu e David abbiate stretto una
tregua
>> decise di cambiare argomento ed entrare in punta di
piedi in
quel discorso che si era ripromesso di portare fino in fondo.
Barbanera arricciò la radice del naso prima di rispondere.
<< Tecnicamente sono stato io a seppellire l'ascia di
guerra, ho
fatto tutto da solo vedendo in lui un nemico, ma per quanto io sia
orgoglioso non potevo fingere che non ci avesse salvato il culo in
maniera magistrale, senza chiedere niente in cambio. >>
Stede sorrise ma le sue nascenti parole vennero anticipate dall'amico.
<< Questo non significa che siamo amici adesso.
>>
<< No certo che no >> annuì
l'altro scuotendo la chioma bionda.
<< Oggi avete parlato, io vi ho visti allontanarvi...
>>
quello era il momento cruciale, sapeva che Barbanera poteva diventare
un tantino irascibile quando veniva messo alle strette, certo sapeva
che non gli avrebbe fatto del male, ma temeva di scatenare la sua ira e
allontanarlo ulteriormente.
<< Sì, avevo bisogno di chiedergli una cosa
>> rispose secco Edward.
Le sopracciglia del gentiluomo si drizzarono lentamente verso l'alto.
<< Posso sapere di che si tratta? >> la sua
domanda
uscì più come un pigolio, ma sufficientemente a
voce alta
da essere udita, Edward si voltò verso di lui.
<< No. >>
Il pirata che stava in piedi si tirò indietro, come se
quella risposta lo avesse spinto via.
<< No? >> ripeté corrugando le
sopracciglia chiare.
<< No Bonnet, non puoi >> ribadì
sdraiandosi
completamente sull'amaca, intrecciando le braccia dietro la testa.
<< Ma...- >>
<< Senti, solo tu puoi avere dei segreti?
>>
Quella domanda spiazzò Stede, che si sentì
colpito in uno strano modo.
<< Io non ho segreti, non più e non con te
>> ci tenne a precisare il biondo.
<< Lieto di saperlo, ora se non ti dispiace vorrei
dormire >> sancì Barbanera.
Che fine aveva fatto l'uomo che lo aveva baciato con tanta passione
davanti a tutti, con delicatezza mentre guardavano i riflessi
dell'acqua specchiarsi sulle rocce, quello che gli aveva detto tremando
di volergli dire di sì, si domandò Bonnet
fissando la
sagoma dell'amico che aveva chiuso gli occhi come se non gli avesse
appena sputato addosso tutto il suo veleno.
<< A volte sei veramente insopportabile >>
lo
accusò piccato, stringendo i pugni come un bambino
capriccioso,
ma Edward non rimase inerme di fronte a quelle accuse, si
alzò
di scatto fronteggiandolo, mostrando tutta la sua irritazione.
<< Forse perché tu con quel bel faccino
>>
indicò il volto del gentiluomo facendo un cerchio con
l'indice.
<< Pensi di poter pretendere ciò che ti pare.
>>
<< Non è affatto vero! >>
squittì la voce acuta di Stede.
<< Ti ho domandato solo una cosa >> si
difese assumendo
quell'espressione che faceva sempre quando non si sentiva completamente
dalla parte della ragione.
<< E io ti ho risposto che non sono affari tuoi, B o n n
e t. >>
Ci mancò poco che il biondo non iniziasse a fumare da sotto
i piedi.
<< Bene. Come vuoi, buona notte Edward. >>
Barbanera lo osservò allontanarsi a passo di marcia, con la
schiena dritta, i pugni chiusi, poteva persino figurarsi quale broncio
irritato avesse assunto la sua faccia, sorrise scuotendo appena la
testa, era proprio adorabile quando si arrabbiava.
...
Il mattino seguente un
sempre più
infervorato pirata gentiluomo stava preparando una fetta di pane quasi
secca
tagliata in due con la marmellata, raschiava dal fondo del barattolo e
spalmava tentando di tirarla il più possibile, nel mentre
parlottava tra sé epiteti parecchio coloriti nei confronti
del
flagello dei mari, che lo aveva a suo dire "trattato a pesci in faccia"
la sera
prima.
<< Razza di villano, mascalzone, canaglia, testardo che
non è altro. >>
<< E antipatico! >> aggiunse tirando su il
coltello in
maniera violenta, un rivolo di marmellata volò finendo
chissà dove.
<< Che si azzardi a chiedermi scusa, glielo faccio vedere
io dove può infilarsi le sue sc...- >>
<< Buongiorno Bonnet, dormito bene? >> fece
il suo ingresso
in quell'esatto momento proprio l'oggetto delle sue ingiurie, sul quale
stava riversando tutta la stizza che provava e che non gli aveva fatto
chiudere occhio la notte, mentre lui, bello
come il cielo mattutino, fresco come la rugiada che si posa sui fiori
all'alba, si era anche legato i capelli in quella graziosa crocchia che
gli donava da morire, con quei due fili sale e pepe che gli
circondavano quell'amabile quanto irritante faccina da schiaffi, aveva
avuto anche il coraggio di salutarlo allegramente come se niente fosse.
Stede si voltò a guardarlo tentando di frenare le sue
emozioni,
quelle che lo avrebbero preso e sbattuto sul tavolo, rimuovendo
quel ghigno divertito a suon di baci, quando il fuoco che gli ardeva
dentro si placò il biondo sollevò un sopracciglio
mantenendo la sua espressione indecifrabile.
<< Buongiorno un corno razza di lunatico zuccone!
>> gli
strillò contro spiaccicandogli una metà di pane e
marmellata sul naso, poi prese l'altra fetta e a passo spedito si
dileguò lungo il corridoio, il tutto avvenne sotto lo
sguardo
scioccato di alcuni membri della ciurma che smisero di mangiare, a uno
di loro cadde persino il cibo dalle mani finendo sul piatto mentre
osservava a bocca aperta quello che in molti avrebbero definito un
"affronto" al più pericoloso pirata della storia, tra loro
c'era anche Isabelle che notò il cambio di espressione sul
volto
di Edward, che passò dal "cosa diavolo è appena
successo?" a "ora ammazzo qualcuno."
<< Io lo strangolo! >> sbraitò
sbattendo un pugno
sul tavolo che fece traballare il piatto lasciato da Stede, e
sussultare i presenti, si precipitò
all'inseguimento del gentiluomo con al seguito le persone che erano in
cucina e Isabelle che una volta fuori si aggrappò alle sue
spalle
tentando di fermalo e placare la sua ira.
<< LASCIAMI DEVO UCCIDERLO! >>
<< No, no, no te ne pentiresti, te lo assicuro
>>
provò la ragazzina, era difficile rimanere aggrappata a una
rabbiosa montagna in movimento.
Bonnet era in piedi, a qualche metro di distanza, che masticava la sua
fetta di pane con nonchalance.
<< Lascialo pure andare Isabelle >> disse
Stede con tono
provocatorio, posando la restante parte di pane su una cassa
lì
a fianco, aveva anche un accenno di sorriso che gli sollevava un angolo
della bocca.
<< Come vuoi, ragazzone infuriato in arrivo
>>
lasciò andare Edward che come una furia si diresse verso il
biondo, afferrandolo e sbattendolo per terra, caddero
entrambi,
uno sdraiato con i riccioli dorati sparsi sul pavimento, l'altro sopra
di lui, con un pugno chiuso intorno alla camicia color panna e l'altra
mano che si reggeva sulle assi lucide, alcune ciocche dei lunghi
capelli brizzolati scivolarono in avanti sfiorando il viso del pirata
gentiluomo.
Rimasero così, in stallo, per qualche secondo sufficiente a
scrutarsi, occhi negli occhi come forse non lo erano mai stati fino a
quel momento, entrambi erano consci che quella non era una vera lite,
ma un fuochetto di paglia acceso dai loro animi più
infantili,
infatti Stede addolcì lo sguardo e sorrise.
<< Sei sporco di marmellata qui >> poi con
l'indice
raccolse la confettura dal naso arrotondato di Barbanera e si
portò il dito alle labbra succhiandola via.
<< Non l'hai fatto veramente >> disse
Edward con voce bassa e roca.
<< Oh sì invece e farò anche questo
>> si
sporse in avanti con il busto, con la punta della lingua, in un tocco
timoroso e delicato leccò via i residui di quella dolcezza
color
lampone, inevitabilmente il pirata che stava sopra di lui
sentì il suo intero corpo cedere, deglutì
rumorosamente
e Bonnet osservò ammaliato il pomo di Adamo che si muoveva
su e
giù.
Poco più lontano David che era giunto sentendo tutto quel
trambusto coprì gli occhi a Isabelle con una mano, lei si
aggrappò al suo polso spostandola.
<< Ehi non sono una bambina, so come funzionano queste
cose
>> si lamentò continuando a rimanere
aggrappata al braccio
del capitano.
<< Farò finta di non aver sentito
>> mormorò Jenkins.
<< Mica ci daranno dentro qui >>
ragionò lei.
A quel punto arrivò Fernando, che non si era accorto di
nulla, aveva un sorriso stampato in faccia e fischiettava.
<< Buongiorn...oh cazzo >>
imprecò sbattendo le
palpebre e mettendosi anche lui a fissare i due pirati stesi a terra.
<< Che sta succedendo? >>
<< Bè prima stavano litigando, ora...
>> spiegò Isabelle.
<< E' un buon modo per fare pace >>
ridacchiò il
primo ufficiale, catturando lo sguardo della ragazza e quello pungente
di David.
<< Davvero? >> domandò la
giovane.
<< Oh puoi giurarci ragazzina >> rispose
ridacchiando.
<< Fernando... >> lo rimproverò
David con una nota
di supplica nella voce e le guance colorate di rosa, l'amico
però non notò l'accezione negativa nella voce di
Jenkins,
ma solo il rossore che gli imporporava il viso facendo risaltare gli
occhi azzurri.
<< Quando il buongiorno si vede dal mattino eh capitano
>>
disse quindi, avvolgendo un braccio intorno alle spalle di David.
<< Santo Dio >> mugugnò Jenkins
arrossendo e
coprendosi il volto con le mani, visti da fuori quei tre, sembravano
proprio una famiglia e forse lo stavano per diventare, solo che ancora
non ne erano consapevoli.
Il sorriso sul viso del pirata gentiluomo si allargò quando
vide le guance di Edward tingersi di rosso.
<< Dovremmo smetterla di litigare in questo modo,
però se
le conseguenze sono queste potrei fare un'eccezione >>
disse
Stede mentre spostava una ciocca di capelli dietro all'orecchio di
Barbanera, le quali pupille tremarono appena, ardendo di desiderio.
<< Da quando sei diventato così sfacciato?
>> gli
domandò senza riuscire a nascondere dalla sua voce una nota
di
eccitazione.
<< Forse lo sono sempre stato e lo sto scoprendo solo ora
>> rispose il biondo.
<< Non ti piace? >> chiese poi spostando di
poco la nuca, i riccioli biondi si scompigliarono ancora di
più.
<< No anzi, è interessante >>
dichiarò
Barbanera sentendosi sempre più attratto da quel corpo che
stava
sdraiato sotto di lui.
<< Chissà magari un giorno potremmo
esplorarlo, ma ora
è meglio alzarsi, ci stanno guardando tutti >>
ridacchiò Bonnet spostando lo sguardo altrove, Edward fece
lo
stesso ruotando di poco la nuca, dopo un'ultima occhiata rivolta al
gentiluomo si alzò in piedi, quando entrambi furono in
posizione
eretta Isabelle sollevò i pollici verso l'alto sfoderando un
sorriso compiaciuto, Stede scosse la testa arrossendo e si
allontanò con una scusa, bisognoso di rimanere qualche
momento
da solo a riflettere.
...
Dopo giorni di navigazione
bene o male
tranquilli, dove vennero sorpresi solo dalla pioggia prevista da
Barbanera, giunsero a Tortuga, durante quel periodo i due pirati erano
rimasti poco da soli e si erano parlati solo qualche volta, anche
perché il gentiluomo aveva preferito godersi alcuni momenti
con
David e gli altri, considerando che sarebbero stati gli ultimi anche se
ancora non lo aveva detto a nessuno, proprio il capitano della Emily si
avvicinò al biondo mentre la nave attraccava.
<< Allora Stede tu ed Edward? >>
Le sopracciglia dorate del pirata svettarono verso l'alto in una tacita
domanda.
<< Voglio dire, mi pare che le cose tra voi vadano bene,
avete deciso cosa fare? >>
La reazione di Bonnet non fu quella che David si aspettava,
sollevò le spalle intrecciando le dita tra loro e i suoi
occhi
nocciola erano ombreggiati da qualcosa, un pensiero forse, ma non erano
certo vivaci e splendenti come ci si aspetterebbe da qualcuno che aveva
raggiunto il pieno della felicità.
<< Bè non mi odia più questo
è sicuro, ci
siamo chiariti, giungendo però alla conclusione di prenderci
una
pausa, rimanere amici e vedere cosa succede >>
spiegò
tentando di smorzare il tutto con un cenno di sorriso, che
però
non gli arrivava agli occhi.
Sulla faccia di Jenkins si poteva leggere tutta la sua confusione.
<< Una pausa? Io credevo che voi...Insomma lui mi ha
chiesto di
venire appositamente qui a Tortuga perché c'era una cosa che
doveva mostrarti >> quella frase ovviamente
attirò
l'attenzione del biondo che guardò l'amico con
più
intensità e desideroso di sapere di più.
<< Come? Edward ti ha chiesto di venire qui per me?
>>
<< Sì esattamente, sembrava anche molto deciso
>>
rispose il capitano, inevitabilmente una speranza si riaccese nel
cuore di Stede, non qualcosa che potesse portarlo ad illuderlo ma che
semplicemente gli faceva sperare di essere sulla strada giusta, che la
sofferenza vissuta e trascorsa li avrebbe portati ad incontrarsi ad un
certo punto.
<< Ti ha detto cosa deve farmi vedere? >>
domandò quasi titubante.
<< Sicuramente te lo mostrerà lui stesso
>> rispose
David dandogli una pacca sulla spalla e facendogli l'occhiolino.
Come se lo avessero chiamato Barbanera si avvicinò a loro,
alcuni membri della ciurma stavano scendendo e così fece
anche
Jenkins lanciando un'ultima occhiata ai due pirati, rimasero presto
soli o meglio era come se lo fossero, il biondo fissava l'amico con un
punto interrogativo dipinto sul volto mentre Edward sembrava essere
quasi
nervoso, spostava il peso del corpo da un piede all'altro e non
riusciva a fissare Stede negli occhi.
<< Bonnet... >>
<< Sì Ed? >>
Si grattò i folti capelli cinerei e finalmente il suo
sguardo incontrò quello del gentiluomo.
<< Ho bisogno che tu rimanga qui sulla nave, per un po'.
>>
Stede storse il naso davanti a quella strana richiesta.
<< Perché? >>
<< Non ce la fai proprio a non fare domande
>>
imprecò a denti stretti stringendo un pugno, come aveva
potuto
illudersi che quel biondino del suo cuore sarebbe rimasto zitto e
buono, accettando di rimanere sulla nave senza fare domande.
<< E' solo che non riesco a capire Edward...
>>
<< Non devi capire, devi solo fare ciò che ti
dico. >>
Poi Barbanera sospirò.
<< Per...favore >> sembrò quasi
avesse vomitato un
sasso, effettivamente lui non era così abituato a chiedere
le
cose con cortesia, da quando aveva conosciuto Stede però si
stava abituando, con lui gli veniva naturale usare la gentilezza, forse
perché temeva di romperlo o farlo fuggire via se fosse stato
troppo rude, in quel caso però non gli era venuto
così
facile, questo perché tra loro le cose erano ancora un po'
complicate, dovevano semplicemente riabituarsi l'uno all'altro.
<< D'accordo, se proprio ci tieni rimarrò qui
>> rispose il
gentiluomo facendo un lieve sorriso, aveva colto il nervosismo
nell'altro e gli era dispiaciuto, per cui si mise a sedere
attorcigliandosi le mani per mezz'ora o forse di più, tempo
necessario alla ricomparsa di Barbanera a bordo.
...
<< Dove
stiamo andando? >>
domandò Stede mentre seguiva Edward lungo le strade
polverose di
Tortuga, non gli aveva detto poi molto, solo di scendere dalla nave e
seguirlo, da quel momento in poi era rimasto in silenzio e i nervi del
biondo avevano cominciato a cedere, era curioso ed eccitato ma l'amico
era una tomba, sembrava perfettamente a suo agio.
<< Manca poco >> ebbe il cuore di dire, le
uniche due
parole che pronunciò fino a quando non si fermò
davanti a
una locanda.
<< Entra >> disse e il pirata gentiluomo si
girò verso di lui con le sopracciglia corrugate.
<< Qui dentro? >>
Barbanera annuì semplicemente.
<< Da...da solo? Tu non vieni? >>
<< Cristo santo Bonnet di cosa hai paura, entra e basta!
>>
<< Io non ho paura! >> si difese squittendo.
<< Solo...è strano. >>
<< Bonnet se non entri entro cinque secondi giuro su...-
>>
<< Va bene, calmati, sto andando >> lo
interruppe e mosse i
primi passi, salì con titubanza i tre gradini che lo
separavano
dalla porta, si girò un'ultima volta verso l'amico e quando
quello gli fece cenno di avviarsi deglutì e si
incamminò,
appoggiò la mano sulla maniglia e spinse l'anta di legno,
subito
un odore di cibo e vino lo avvolse, risate, qualche parolaccia, si
guardò intorno confuso dal motivo per il quale si trovava in
quel posto,
avanzò di qualche passo mentre si teneva strette le mani in
grembo in un tentativo di darsi conforto, il suo sguardo si
spostò all'ultimo tavolo in fondo al locale e fu
lì che
li vide: Lucius, Pete, Jim, Olu, Frenchie, Wee John, Buttons, lo
Svedese e Roach, reali, vivi, veri, in carne e ossa.
Il cuore di Stede perse un battito, gli occhi gli si riempirono
all'istante di lacrime, sentì le gambe tremare e una
sensazione
di gioia e felicità irradiarsi lungo tutto il corpo, i suoi
ragazzi, la sua ciurma, quelli che avrebbe cominciato a cercare di
lì a poco, ma non ce ne sarebbe più stato bisogno.
<< Ragazzi... >> sussurrò ma la
voce gli uscì talmente bassa che nessuno avrebbe potuto
sentirlo.
Poteva distinguerne le voci sebbene poco distinte e ovattate, ridevano
e si spintonavano, Lucius aveva appena fatto l'occhiolino a un
cameriere e Bonnet si ritrovò a sorridere, quanto gli erano
mancati ma chissà se per loro era lo stesso, si
avvicinò
a passo lento ma deciso, con il cuore che gli martellava nel petto, fu
proprio il giovane scriba ad accorgersi della sua presenza puntando i
suoi occhi azzurro ghiaccio in quelli nocciola, gelandosi di colpo come
se avesse appena visto un fantasma, Pete resosi conto dello stato del
fidanzato lo spinse appena con la spalla.
<< Ehi piccolo che ti prende? >>
Ma Lucius rimase fermo, a bocca aperta.
<< Tesoro? >> gli passò una mano
davanti agli occhi
preoccupato, poi Lucius puntò l'indice di legno in avanti,
lo
sguardo del compagno lo seguì e anche lui ebbe la stessa
reazione
seguita poi da un'imprecazione.
<< Oh merda. >>
<< Stede? >> esclamò Spriggs,
alzandosi in piedi, a
quel punto tutti tacquero attirati da quel movimento e gli occhi della
ritrovata ciurma del biondo furono tutti su di lui.
<< Capitano... >>
Erano senza parole, rimasero in silenzio con le bocche spalancate per
qualche secondo prima di alzarsi e inondarlo di domande, salutandolo
con sorrisi e strette, Stede si sentì travolto e a casa, non
si
immaginava tutto quell'entusiasmo eppure i suoi ragazzi, nonostante non
sapessero niente dell'accaduto lo stavano riabbracciando con il
più caloroso dei bentrovati.
<< Che ti è successo? >>
<< Dove sei stato? >>
Erano queste le domande principali che gli rivolgevano, solo che
parlavano tutti insieme e alle orecchie del biondo arrivavano solamente
suoni confusi, Olu tentò di far mantenere loro la calma ma
non
c'era niente da fare, così intervenne Jim.
<< Cállate! >> gridò
infilzando violentemente
il coltello sul tavolo di legno, facendo traballare le stoviglie che
c'erano sopra, naturalmente ottenne l'effetto sperato, ovvero il
silenzio da parte dell'equipaggio.
<< Lasciatelo parlare >> disse addolcendo
di poco il tono di voce, Olu lə rivolse un sorrisetto d'ammirazione.
<< Vieni capo siediti >> Oluwande lo
accompagnò
avvolgendogli un braccio dietro la schiena, Bonnet fece come gli era
stato suggerito e gli altri presero posto intorno a lui, in silenzio,
con le orecchie tese e gli occhi puntati addosso, in attesa.
<< Bè è bello rivedervi
>> affermò con
voce roca e un delicato sorriso, si schiarì più
volte la
gola, mandando giù l'emozione che provava nel ritrovarsi
lì, circondato dai suoi uomini dopo tanto tempo, ci aveva
rimuginato a lungo anche su questo, ma la sensazione reale era mille
volte meglio di quello che si era immaginato.
<< Anche per noi capo >> risposero in coro.
<< Immagino abbiate delle domande, penso di conoscere
quale sia
la principale che vi mette d'accordo tutti, perciò voglio
iniziare da quella. >>
Così Stede iniziò il suo racconto partendo dalla
spiaggia
dove lui ed Edward avevano organizzato la fuga, Badminton, la trappola,
David, il ritrovamento di Edward, il padre dei gemelli e infine la
Fenice, fino a giungere al momento in cui si era ritrovato
lì in
quella locanda, non avendo la minima idea che avrebbe trovato proprio
loro.
<< Quindi è stato Barbanera a portarti qui?
>> chiese Pete.
Il biondo annuì prima di rispondere a voce.
<< Noi a dire il vero pensavamo ti fosse successo
qualcosa,
Edward non ci ha raccontato molto quando è tornato sulla
Revenge, era solo strano e depresso >> spiegò
Lucius.
<< Un vero cazzone >> lo interruppe Jim.
<< Ci ha lasciati con quel cabrón di Izzy
andandosene con
la sua ciurma quel maldito, ha preso la sua... >> si
zittì
rivolgendosi a Olu.
<< Cómo se llama la nave de Barbanera?
>>
<< Queen Anne >> rispose Oluwande.
<< E' salito sulla Queen Anne e se ne è andato
senza darci
spiegazioni, solo che da quel momento hacíamos parte del suo
equipaggio, e dovevamo obbedire agli ordini di quel perro di Izzy
>> per Stede e per tutta la ciurma era ancora strano
sentire
parlare Jim, abituati che fosse un uomo muto con la barba, anche
durante la loro permanenza sotto il comando del primo ufficiale di
Barbanera Jim era statə di poche parole, si limitava a fissare con
sguardo omicida quel despota alto poco più di un bambino che
amava sbraitare ordini dalla mattina alla sera, tutti pensavano lo
avrebbe ucciso o meditasse un piano per farlo, e non ci erano andati
troppo lontano.
<< Mi dispiace ragazzi, non avrei mai voluto lasciarvi in
difficoltà >> disse Bonnet il cui sguardo si
fece triste e
dispiaciuto.
<< Non preoccuparti, non è stata nemmeno colpa
tua, e a
dire il vero >> Lucius iniziò a parlare
abbassando la voce
e allungandosi verso il ritrovato capitano.
<< Lo avremmo ammutinato proprio oggi >>
continuò, sul volto del gentiluomo si fece largo la
consapevolezza.
<< Oh >> disse solo e il giovane
annuì.
<< Olu avrebbe preso il comando >> aggiunse
Lucius e l'amico
sentì le guance scaldarsi dall'imbarazzo, non sentendosi
veramente degno di quel ruolo e certo non si aspettava che i suoi amici
avrebbero scelto lui, ma su una cosa erano d'accordo, Izzy doveva
andarsene.
<< Se ti azzardi a fare la spia con B...-
>>
<< Non preoccuparti Jim, ho la bocca cucita, avete tutto
il
diritto di ribellarvi >> lə rassicurò Stede
con un sorriso.
<< Comunque adesso non ne abbiamo più bisogno
>> disse Olu guardando gli altri.
<< Tu sei tornato, io ti ricedo il ruolo...-
>>
<< Un momento >> intervenne Pete.
<< Se adesso siamo la ciurma di Barbanera, lui non ci
lascerà andare così facilmente. >>
Alcuni di loro annuirono.
<< Ma ammutinando Izzy di conseguenza lo avremmo fatto
anche nei confronti di Barbanera >> ragionò
Wee John.
<< Sì ha ragione >> confermo
Roach indicandolo con l'indice.
Lo Svedese alzò la mano.
<< Sì Svedese? >> Bonnet gli
diede la parola.
<< Quindi adesso saremo di nuovo capitanati da te?
>>
<< Ovvio >> risposero in coro Lucius, Roach
e Olu.
<< Capitano sarà un onore tornare a navigare
con te >> disse Buttons.
<< Grazie Buttons... >>
<< Fermi un secondo >> intervenne Lucius.
<< E' stato Edward a portare qui Stede, quindi forse loro
due vogliono tornare a dividersi il comando. >>
La ciurma si zittì, i loro occhi vagarono per poi scoppiare
in un'infervorata discussione.
<< Magari voleva solo liberarsi di lui >>
rifletté Pete.
<< Pete! >>
<< Amico dai... >> lo rimproverarono tutti,
lui ovviamente si mise sulla difensiva.
<< Che c'è è stato il capitano a
dirci che Barbanera era arrabbiato. >>
<< Sì ma adesso non lo è
più >> disse Roach.
E la discussione riprese, con le voci che si mischiavano, Stede
tentò di placarli ma non vedendo risultati si
alzò
in piedi battendo le mani tra loro.
<< Ehi ragazzi, ragazzi calma! >>
Edward li stava osservando da lontano, appoggiato a una colonna con le
braccia incrociate, aveva visto la scena dall'inizio e tutt'ora aveva
sulle labbra dipinto un sorriso osservando quanto la ciurma fosse
legata al pirata gentiluomo, da quella distanza non riusciva a sentire
cosa si stavano dicendo, per non parlare del trambusto degli altri
commensali ma per lui era sufficiente vedere quei volti sorridenti e
allegri, e la sorpresa di Stede quando si era accorto di loro.
<< Capo vuoi spiegarmi cosa diavolo sta succedendo, che
ci fa
quell'idiota di Bonnet qui? >> domandò Izzy
fissando il suo
capitano che non lo degnava di uno sguardo.
<< E' la sua ciurma Izzy, ha tutto il diritto di
riprendersela. >>
Il primo ufficiale lo guardò sgomento.
<< Ma che cazzo stai blaterando? Da quando ce ne
freghiamo di
queste cose, certo quegli idioti non sarebbero una gran perdita ma
questo comportamento non è da te, Barbanera avrebbe ucciso
quel
coglione...- >>
<< IO NON... >> si rese conto di aver
alzato la voce.
<< Non sono più Barbanera, sono stanco di
tutto questo e di queste stronzate Izzy. >>
Gli occhi del primo ufficiale si allargarono, velandosi di un'ombra
scura, ferita.
<< Vuoi dire che hai intenzione di tornare a navigare con
lui?
>> chiese mentre nella sua mente si figurava quell'incubo
che
aveva dovuto vivere già una volta, Edward, il suo capitano
imbellettato come un damerino, con i fiori tra i capelli e i nastrini
sulla barba, Edward che non lo guardava più, che non gli
ordinava di uccidere o assaltare una nave, che aveva occhi solo per un
imbecille vestito di seta, e non aveva intenzione di rivivere tutta
quella merda.
<< Senti se vuoi rimanere fallo, altrimenti sei libero di
andartene >> disse Barbanera senza più
guardarlo,
stringendo maggiormente le braccia tra loro, quella frase
causò
una crepa nel cuore di Izzy, strinse le labbra prima di sputare fuori
tutto il suo disprezzo.
<< Vaffanculo Edward, da ora in avanti guardati le
fottute
spalle, dannato coglione >> lo guardò
dall'alto in basso
prima di voltarsi e uscire spintonando un uomo che gli intralciava la
strada, si chiuse la porta alle spalle e dovette fermarsi a respirare,
rendendosi conto che fino a quel momento aveva trattenuto tutta l'aria
nei polmoni
Barbanera non diede peso a
quelle
parole, nemmeno alle minacce, un tempo un comportamento come quello di
Izzy sarebbe stato punito molto duramente ma ora non gli andava
più, era stufo, voleva solo fermarsi e trovare un po' di
serenità, continuava a fissare Stede, le sue spalle, la nuca
decorata da quei soffici fili dorati, sapeva che il biondo lo
avrebbe riempito di gratitudine per
avergli fatto incontrare la sua ciurma, mille grazie di cui non aveva
bisogno, perché Edward non lo aveva fatto per sentirsi
ringraziare, voleva solo fare qualcosa di buono che avrebbe
riportato il sorriso su quelle labbra morbide da troppo tempo serie e
poi era giusto...Non gli importava più di sembrare un
rammollito
agli occhi di Izzy, da ora in avanti avrebbe seguito solo se stesso e
non le voci che aveva intorno.
...
Mentre parlava con il suo
equipaggio
Stede si voltò e vide Edward in fondo alla locanda, non
appena i
loro sguardi si incontrarono Barbanera raddrizzò la postura
come
se fosse stato punto da uno spillo, il pirata gentiluomo sorrise poi
tornò a dare attenzione ai suoi ragazzi dicendo loro di
aspettarlo lì, si alzò da tavola e si diresse
dall'amico
che non aveva smesso di guardarlo, rimasero occhi negli occhi fino a
che non lo raggiunse.
<< Tu lo sapevi vero, che loro... >>
<< Sì Bonnet >> rimase in
silenzio, le sue pupille
si spostarono verso il basso, sapeva cosa dire ma non riusciva a
trovare
le parole.
<< Quando sono partito con la Queen Anne avevo detto a
Izzy che
ci saremmo trovati qui >> aggiunse schiarendosi la voce.
Senza aggiungere altro Stede lo strinse tra le braccia tirandolo verso
di sé, chiuse gli occhi stringendolo forte, le braccia di
Edward
si mossero più lentamente, andando a circondare quella
vita morbida che era andata sciupandosi nell'ultimo periodo.
<< Grazie Ed, grazie. >>
<< Non devi farlo >> disse il pirata mentre
i ciuffi biondi dell'altro gli solleticavano le narici.
Stede si staccò dall'abbraccio lentamente, le loro mani si
sfiorarono quasi non volessero più lasciarsi, i suoi occhi
erano
pieni di dolcezza e amore, così tanto che Barbanera si
sentiva
quasi a disagio, non capendo come un uomo così
straordinario,
gentile e buono potesse guardare in quel modo uno come lui.
<< Sembrano felici >> affermò
Edward indicando la
ciurma, il biondo si voltò un attimo verso di loro e
annuì.
<< Sì...io non me lo aspettavo, credevo
fossero arrabbiati. >>
<< Penso tu gli sia mancato, non credo siano stati molto
bene con Izzy... >>
<< A proposito di lui, sa di me, che sono qui?
>> domandò Bonnet.
<< Sì e non l'ha presa bene. >>
<< Deve odiarmi profondamente, finisco sempre per
rovinargli i piani o la vita >> ridacchiò
nervosamente.
Edward sospirò spostando lo sguardo verso l'alto.
<< Izzy è un cazzone, dovrebbe provare ad
avere una nave
sua, essere capitano. Non so nemmeno quanto durerebbe col carattere che
si ritrova >> ragionò Barbanera, facendo
ridacchiare
l'amico che la risposta a quella considerazione la sapeva, dato che i
suoi gli avevano rivelato del piano di ammutinarlo.
<< Sono d'accordo, quell'uomo è troppo
nervoso. >>
<< Può andarsene al diavolo per quanto mi
riguarda >> disse Edward sollevando le spalle.
Il pirata gentiluomo si zittì per qualche istante, doveva
dirglielo, era giusto lo sapesse senza lasciar trascorrere troppo tempo.
<< Ed io...devo parlarti di una cosa. >>
<< Ti ascolto. >>
Dalle labbra del biondo uscì un sospiro delicato.
<< Io ho deciso che non tornerò sulla Revenge.
>>
<< Cosa? >> Barbanera sgranò gli
occhi, credeva
fosse quello che voleva, tornare a navigare con la sua ciurma e ora
saltava fuori che non era così.
<< Lo so che avevamo detto di...che avremmo ricominciato
le cose
dall'inizio ma non servirebbe a niente se prima tu non capisci cosa
vuoi. Io ero deciso a cercarli prima di venire qui, ma ora che li ho
trovati e so che stanno bene ho capito che è meglio me ne
resti
da solo per un po'. >>
La maglietta nera e la giacca di pelle improvvisamente lo stavano
soffocando, respirava ma sembrava che non arrivasse mai abbastanza aria.
<< Cosa voglio, Bonnet tu lo sai bene cosa voglio
>> disse puntandogli l'indice contro.
Una coppia passò in mezzo a loro facendo innervosire il
più alto, che strinse il pugno guantato facendolo cigolare.
<< Ma non sei pronto Edward, e avermi intorno non ti
aiuterebbe. >>
<< Ah no? Come pensi possa essermi d'aiuto se tu...-
>>
Di nuovo vennero interrotti da qualcuno che passava, Edward si
innervosì, prese il polso di Stede e lo trascinò
fuori.
<< Se siamo lontani io non capirò mai...-
>>
<< Ed ascoltami, come puoi pretendere di capire come ti
sentiresti senza di me se siamo insieme? >>
Ma la mente di Barbanera era altrove, nel panico, gli occhi lucidi e il
respiro mozzato nel petto.
<< No Bonnet non di nuovo, non puoi farmelo di nuovo
>>
ringhiò a denti stretti, voltandosi, dandogli le spalle.
Stede si avvicinò afferrandolo per una spalla, lo fece
voltare.
<< Non ti sto abbandonando, sto proponendo un accordo
>>
spiegò tentando di trattenere il magone che premeva dal
fondo
della gola.
<< Di che diavolo stai parlando Bonnet si può
sapere!? >>
<< Ti prego non arrabbiarti >> lo
supplicò corrugando le sopracciglia dorate.
Barbanera fece alcuni respiri profondi, era agitato, ma voleva calmarsi
e ascoltare, lo guardò stringendo le labbra.
<< Parla >> gracchiò.
<< Se noi stabiliamo un periodo in cui ognuno va per la
sua
strada, tu avrai la possibilità di capire davvero quello che
stai cercando di comprendere, dopodiché potremmo
ricominciare
dal punto che vogliamo senza più disagi o incomprensioni di
mezzo. >>
<< Ma a cosa serve stare...E poi perché non
vuoi partire
con i tuoi uomini, se vogliamo essere precisi sarei io che dovrei
andarmene. >>
<< Perché loro, la Revenge, tutto quanto mi
ricorderebbe
di te! >> sbottò il biondo corrugando le
sopracciglia, gli
occhi pieni di lacrime che non si sentiva ancora di lasciare andare.
<< Sono già stato separato da te ed
è stato uno schifo... >> disse Barbanera
abbassando lo sguardo.
<< Ma non ti senti nemmeno pronto a stare con me,
perché
se qualcosa dovesse separarci non sai come reagiresti e hai paura.
Capisci perché dico che è meglio rimanere
distanti per un
po'? Tu devi trarre le tue considerazioni senza avermi intorno e poi
questa volta sarebbe diverso, perché sai cosa ti aspetta
quando
ti sarai chiarito con te stesso. >>
Edward alzò gli occhi verso l'alto per non far scendere le
lacrime.
<< No non lo so >> pigolò con la
voce piccola e roca.
<< Sì che lo sai >>
sbottò disperato Stede
avvolgendo le mani intorno alla sua giacca di pelle e tirandolo verso
di sé, i suoi occhi grandi e marroni erano come lagune
lucide,
le labbra tremavano mentre rimaneva aggrappato all'uomo che amava con
tutto il suo essere, Edward appoggiò la fronte su quella del
biondo e chiuse gli occhi.
<< Bo... >> si morse le labbra esalando un
sospiro tremante.
<< S...tede. >>
Il pirata gentiluomo singhiozzò sentendosi chiamare per nome
dopo tanto tempo, ma quel momento venne interrotto dalla ciurma di
Bonnet che uscì proprio sul più bello.
<< Ecco dov'eri... >>
<< Oh scusate non volevamo interrompervi >>
disse Lucius.
I due co-capitani si staccarono, Edward si asciugò gli occhi
tentando di riprendere un contegno, il biondo fece lo stesso poi
sfoderò uno dei suoi sorrisi cortesi voltandosi verso di
loro.
<< Non preoccupatevi, va tutto bene >> li
rassicurò.
Il sopracciglio castano del giovane scriba svettò verso
l'alto.
<< Sì certo lo vediamo, vi lasciamo da soli...
>> disse Spriggs rivolgendo uno sguardo comprensivo a
Stede.
<< No noi abbiamo finito, per ora >> fece
un debole
sorriso, non sapeva se Barbanera avrebbe mai accettato la sua proposta,
ma adesso i suoi uomini erano lì e aveva promesso che
avrebbe
presentato loro la ciurma di David, voleva passare del tempo insieme a
quei ragazzi che aveva capitanato per parecchio tempo e condiviso
alcune parti di sé, si voltò verso Edward.
<< Ed ci vediamo dopo okay? >>
L'altro annuì solamente stringendo la mascella, con il cuore
pesante l'osservò allontanarsi insieme agli altri, i quali
riservarono
a lui qualche occhiata confusa, non lo avrebbero mai riaccettato sulla
nave senza Stede pensò Edward.
...
<< Isabelle
mi dai una mano a fare una cosa? >>
<< Certo David, che dovrei fare? >>
Mezz'ora dopo un'affannata giovane ragazza ancora correva per le strade
terrose di Tortuga, schivando persone, saltando ostacoli che le
capitavano nel mezzo della sua corsa e finalmente quando stava per
essere veramente senza un briciolo di fiato...
<< Edward! >>
Gli corse incontro.
<< Oh finalmente ti ho trovato, devi venire con me!
>>
<< Che cosa succede? >> domandò
il pirata, la
ragazzina era piegata con le mani sulle ginocchia, alzò
l'indice
per chiedere un secondo di pausa.
<< E' urgente >> biascicò.
Barbanera sollevò un sopracciglio.
<< Ho capito ma di che si tratta? >>
<< Stede >> rispose lei tirandosi su,
dall'espressione del
pirata la giovane capì di aver catturato la sua attenzione,
lo
prese per mano.
<< Vieni. >>
Insieme cominciarono a correre, Isabelle era sicura che se non le fosse
venuto un colpo al cuore dopo tutte quelle corse non le sarebbe venuto
mai più, Edward era teso invece, temeva che il biondo si
fosse
cacciato in qualche guaio ed era già pronto a tagliare la
gola a
chiunque si fosse azzardato a toccarlo.
...
Intanto in una zona poco
lontana stava avvenendo una cuoriosa discussione tra David e Stede, il
quale si era trovato sopraffatto da quelle parole che mai si era
aspettato di sentire rivolte a lui proprio dal capitano della Emily.
<< David ma cosa dici? >>
<< Stede lo sai anche tu, non fingere di non averlo
capito. >>
<< N-no ti sbagli, se io involontariamente...-
>>
David lo afferrò per le braccia tirandolo verso di
sé.
<< Parti insieme a me, noi due possiamo essere una
famiglia
insieme a Isabelle, lei ti vuole bene e anche tu gliene vuoi, poi ci
sarà la nostra ciurma e puoi portare anche i tuoi uomini.
Non
dirmi di no Stede, io non lo avevo capito fino a poco tempo fa ma provo
qualcosa per te. >>
Il volto di Bonnet divenne rosso peggio di un pomodoro, non aveva mai
ricevuto una dichiarazione così plateale, a parte il bacio
di Edward,
alcuni degli uomini di Jenkins e il suo equipaggio li stavano
guardando,
e tra loro si alzò qualche coretto di "ohh."
<< Hai capito il capitano >>
ridacchiò Roach.
<< Zitto zitto >> gli fece eco Jim
sogghignando.
<< A-Ascolta David mi lusinghi ma non... >>
sospirò
inciampando nelle sue stesse parole, come si rifiutava qualcuno si
domandò.
Alzò le mani agitandole per mettere un confine tra loro, ma
Jenkins sembrava imperterrito nel volerlo tenere stretto a
sé.
<< Che diavolo sta succedendo qui? >>
domandò
Barbanera sgranando gli occhi, era distante, arrivato giusto in tempo
per sentire alcune parti della dichiarazione, perché di
quello
si trattava, era scioccato, sentiva solo un suono sordo dentro le
orecchie.
<< Non lo so, il capitano sembra impazzito
>> rispose Isabelle, lui strinse i pugni ringhiando.
<< Fernando, che mi dici di lui? >>
provò il gentiluomo sperando di aver giocato la carta giusta.
<< Oh Stede è solo un amico, tu sei l'unico
che mi interessa. >>
<< Ma devi capire che io non ti ricambio, mi piace
un'altra persona e tu lo sai. >>
I passi pesanti degli stivali di pelle di Barbanera sollevavano nuvole
di polvere, la piccola folla creata intorno ai due che discutevano si
scostò al passaggio di un fumoso e molto arrabbiato pirata,
tra
i presenti calò il silenzio consci che si stava per
scatenare
una guerra o quasi.
<< Insieme potremmo essere felici >>
insistette Jenkins
tirandolo verso di sé, improvvisamente qualcuno lo
spintonò lontano dal biondo facendogli perdere la presa
dalle
braccia toniche di Stede.
<< Ha detto no, non hai sentito!? >> era
Edward, che stava
facendo da scudo con il suo corpo all'amico che sorrise sollevato dal
suo arrivo.
Il capitano della Emily sorrise tirando verso l'alto un angolo della
bocca.
<< E tu chi sei per sapere cosa vuole o non vuole Stede,
lo hai
snobbato e insultato fino a praticamente ieri e adesso pretendi anche
di avere dei diritti? >> sbuffò una risata.
<< Ridicolo >> disse poi, Bonnet
sgranò gli occhi.
<< David... >> balbettò tentando
di fermarlo.
<< Cosa hai detto? >> ringhiò
Barbanera.
<< Che sei ridicolo, dimmi perché uno come lui
>> indicò il pirata gentiluomo.
<< Dovrebbe scegliere te, che non gli dai valore, sei un
ipocrita. Ora lo rivuoi solo perché potrebbe essere di
qualcun altro? >>
Intanto dall'equipaggio iniziò ad alzarsi qualche borbottio.
<< Ora Barbanera lo ammazza. >>
<< Nah io punto sul mio capitano, è molto
forte. >>
Stede stava sudando freddo, provò a mettersi tra i due
agitando le mani.
<< Perché non ci calmiamo e parliamo
civilmente. >>
David si girò verso il biondo addolcendo lo sguardo, ma
Barbanera lo afferrò per la giacca strattonandolo per farsi
prestare attenzione.
<< Non sono affari che ti riguardano ciò che
voglio io,
ma lui ti ha detto che non desidera la tua compagnia quindi lascialo in
pace >> la voce di Edward era pesante e potente, sembrava
quasi
calmo ma una di quelle calme precedenti una tempesta.
<< Lo ha detto solo perché ci sei tu che ti
diverti a
tenerlo sulle spine, lo illudi facendogli credere di avere una speranza
con te, la verità è che di lui non ti importa
niente
ma sei troppo egoista per ammetterlo! >>
<< ORA BASTA >> gridò Barbanera
fiondandosi su David, entrambi caddero a terra con un tonfo, Stede si
mise le mani sulla bocca soffocando un grido.
<< No Edward! >> urlò il
gentiluomo.
<< TU NON SAI NIENTE DI ME, DI COSA VOGLIO
>> mentre gli
urlava addosso teneva stretta con una mano la sua camicia e
l'altra era già chiusa a pugno pronta a colpire.
<< E cosa vuoi Edward, perché vedi non
è chiaro a
nessuno, l'unica cosa certa è che hai fatto soffrire l'uomo
di
cui sei innamorato e che ti ama a sua volta in un modo così
puro
e limpido da fare quasi paura, in vita mia non ho mai visto nessuno
amare tanto intensamente come Stede Bonnet. Se tu non sei in grado di
non dico fare altrettanto, ma almeno una parte, anche piccola e
offrirgliela tutta dovresti fargli un favore e lasciarlo libero.
>>
<< CHIUDI LA BOCCA! >> strillò
furiosamente Edward,
strinse maggiormente il pugno e lo diresse verso la faccia di Jenkins
che strinse gli occhi.
<< Edward! >> strillò Bonnet,
anche lui abbassando d'istinto le palpebre.
Ma nessun colpo giunse a segno, David riaprì gli occhi, il
pugno
era a pochi centimetri dal suo volto, sentì qualcosa di
umido cadergli
sulle guance, si rese presto conto che erano lacrime, Edward stava
piangendo, con il corpo scosso sopra di lui.
Stringeva le labbra tra i denti mentre le lacrime continuavano a cadere
contro la sua volontà, la mano chiusa ancora sollevata
tremava.
<< Ed? >> lo chiamò Stede
portandosi le mani al petto e corrugando le sopracciglia.
<< Io non posso... >> biascicò
Barbanera.
<< Non posso lasciarlo, non posso smettere di
preoccuparmi per
lui, non posso evitare di impazzire sapendolo con te, sapendolo ovunque
lontano da me cazzo! >> singhiozzò.
<< Perché non puoi Edward? >>
domandò David
la cui voce era tornata ad essere la sua solita, ferma e dolce.
<< Perché lo amo dannazione, io lo amo.
>>
Jenkins sorrise teneramente.
<< E allora diglielo Ed >> lo
toccò delicatamente
sul braccio, Barbanera aprì gli occhi come se si fosse
risvegliato da un sogno, le ultime lacrime scivolarono via accarezzando
le guance e scivolando lungo il naso morbido, i suoi occhi sgranati
guardarono prima l'uomo disteso sotto di lui poi voltandosi si
puntarono sul pirata gentiluomo, che lo stava guardando con le mani
strette in corrispondenza del cuore e una strana smorfia sul volto.
Edward si alzò lentamente senza mai distogliere lo sguardo
da lui.
<< Stede io...- >>
<< Sta zitto e baciami zuccone >> lo
raggiunse in pochi
passi tirandolo verso di sé e unendo le loro labbra in un
caldo
e appassionato bacio, Edward gli strinse la vita, con le mani gli
accarezzava la schiena, mentre dalle loro bocche uscivano suoni umidi e
caldi.
L'equipaggio del pirata gentiluomo e una parte di quello di David si
erano stretti tra loro, vicini, come a consolidare quell'unione anche
se si erano appena conosciuti, ma Stede aveva toccato il cuore di
tutti,
ognuno di loro non poteva essere più felice per quel pirata
dal
cuore buono.
<< Eh sì, è proprio uno zuccone
>>
affermò Isabelle incrociando le braccia e sorridendo
soddisfatta.
<< Il mio capo ha appena dato il due di picche al tuo
>>
disse Wee John alla ragazzina, lei alzò lo sguardo su di lui.
<< In realtà no, il mio capo stava solo
recitando. >>
<< Che vuoi dire? >> chiese Lucius che
stava ascoltando la conversazione.
<< Bè quei due non si sarebbero mai decisi da
soli, per cui David ha deciso di dar loro una mano. >>
<< Oh...Geniale >> commentò il
giovane scriba.
...
Edward e Stede si
staccarono dopo un
intero minuto in cui erano rimasti avvinghiati rimanendo
però vicini e abbracciati, Barbanera deglutì
accarezzando il
viso del biondo che sorrise avvicinandosi e sfiorandogli il naso con il
suo.
<< Vuoi ancora tempo per riflettere? >>
domandò il gentiluomo pur sapendo la risposta.
<< Col cazzo, l'unica cosa che voglio sei tu, e ti voglio
ora e
sempre >> rispose l'altro, facendo sorridere Stede, era
emozionato, lo erano entrambi, i loro cuori battevano all'impazzata
come una mandria di cavalli che galloppano su una prateria, dopo tutto
quello che avevano passato, la sofferenza, le liti, finalmente avevano
trovato la strada comune che li aveva fatti unire e mai più
si
sarebbero lasciati.
David si avvicinò schiarendosi la voce, i due si voltarono
ed
Edward d'istinto si posizionò davanti al biondo,
guardò
accigliato l'uomo che aveva cercato di portarglielo via, o almeno
così credeva lui.
<< Ehm scusate l'interruzione... >>
<< Che cosa vuoi? >> ringhiò
Barbanera.
<< Tranquillo Ed non farò mosse scovenienti,
volevo solo parlare con entrambi. >>
<< Noi non vogliamo...- >>
Stede gli sfiorò il braccio e lui si zittì.
<< Mi spiace per le cose che ho detto Edward, e Stede
capisco che
ti senti imbarazzato ma non ce n'è bisogno credimi, per
quanto
tu sia un uomo meraviglioso da avere accanto io non sono interessato in
quel senso, ma era l'unico modo per farvi avvicinare >>
spiegò il capitano della Emily, i due pirati sbatterono le
palpebre, Edward si accigliò.
<< Cosa vuoi dire? >>
<< Di che cazzo stai parlando? >>
Chiesero entrambi, Jenkins ridacchiò.
<< Potrei aver...dato prova del mio talento d'attore
>> confessò con una risatina.
<< Oh...quindi tu non... >> Bonnet
rilassò le spalle di fronte a quella consapevolezza.
<< Già >> disse David annuendo.
<< Questo mi solleva, voglio dire non che ci sarebbe
stato
qualcosa di male, ma sarebbe stato imbarazzante se ci fossimo
rincontrati... >>
Jenkins gli batté una mano sulla spalla.
<< Ah ma che dici Stede, credi che non avrei saputo
reggere una
sconfitta? Sai con chi stai parlando >> gli fece
l'occhiolino e
un sorriso, gesti che rasserenarono l'animo del biondo.
Barbanera era rimasto serio, fissava David che parlava sereno come se
non li avesse appena presi per il culo, in un impeto lo
afferrò
per la camicia tirandolo in avanti, Bonnet sussultò
pensando volesse colpirlo e invece Edward lo strinse in un abbraccio.
<< Sei un fottuto cazzone, ma grazie. >>
Il capitano della Emily sorrise sorpreso e ricambiò la
stretta.
<< Adesso cosa farete? >>
domandò Jenkins.
<< Non saprei... >> rispose Bonnet
guardando Edward.
<< Io vorrei solo...se Stede è d'accordo farci
un giro
dell'isola e passare del tempo noi due e basta >> disse
Barbanera, gli occhi del biondo si illuminarono.
<< Lo voglio >> disse, poi si rivolse al
capitano della Emily.
<< Voi non avete intenzione di partire subito vero?
>>
<< No, restiamo qui qualche giorno, il mio equipaggio ha
bisogno di riprendersi. >>
Stede annuì.
<< Allora possiamo vederci più tardi.
>>
<< O direttamente domani >> intervenne
Edward, David sorrise.
<< Affare fatto. >>
<< Ehm voi ragazzi...- >> iniziò
Stede rivolgendosi ai suoi uomini.
<< Vai capitano e non preoccuparti >>
rispose la ciurma, e così i due co-capitani salutarono tutti
e si diressero per una romantica passeggiata, e forse chissà
avrebbero anche cenato o guardato le stelle, il cosa non aveva
importanza, contava solo che fossero insieme.
...
Anche gli uomini di
entrambi gli
equipaggi decisero di farsi un giro, alcuni approfittando di conoscersi
meglio, rimasero solo David e Isabelle che presto vennero raggiunti da
Fernando, si avvicinò a loro fissando l'amico con un
sopracciglio sollevato.
<< Hai di nuovo quella faccia. >>
<< Quale faccia Fernando? >>
domandò sorridendo sornione.
<< Quella che fai sempre quando ne combini una delle tue,
che hai fatto stavolta? >>
David che aveva le braccia incrociate, sollevò l'avambraccio
di
una di esse agitando la mano come per scacciare una mosca.
<< Oh niente di che, una cosa talmente piccola e
insignificante, ho solo fatto mettere insieme Edward e Stede.
>>
<< COSA!? >> strillò il primo
ufficiale.
<< Come? Quando? Dove? >>
Jenkins rise.
<< Da poco. >>
<< E tu ti sei perso tutta la scena >> lo
rimbeccò Isabelle, Fernando emise un mugolio dispiaciuto.
<< Non è giusto, non potevi aspettarmi?
>>
David alzò lo sguardo su di lui.
<< Era una cosa seria, non c'era tempo da perdere.
>>
<< Già, hai ragione. Raccontami come hai
fatto. >>
<< Ho finto di essere interessato a Stede davanti a
Edward e lui ha dato di matto...->>
<< Lo ha anche spinto a terra! >> aggiunse
la ragazzina
con vivacità, era fiera del suo capitano che aveva rischiato
se
stesso in nome dell'amore.
<< Edward a te? >> domandò
Fernando e gli altri due annuirono.
<< Lo sai che hai rischiato la vita? >>
<< Ne sono consapevole amico, ma quei due avrebbero
continuato a
rincorrersi se non fosse intervenuto qualcuno a dargli una spinta
d'incoraggiamento >> David andava sempre molto fiero
delle sue
macchinazioni, soprattutto quando funzionavano.
<< Ben fatto capitano, ha funzionato meglio del mio
stratagemma
>> disse il primo ufficiale, le guance di Jenkins si
velarono di
rosso al ricordo di quel bacio che l'amico gli aveva rubato senza
preavviso, ma quella frase attirò l'attenzione di Isabelle.
<< Quale piano? >> domandò
guardandoli incuriosita.
<< Oh niente Isabelle, non ha funzionato...
>>
<< Vabbé dimmelo lo stesso >> si
accigliò la giovane.
<< Davvero non... >>
Fernando era in difficoltà.
<< E' un po' che voi due siete strani, e ora tu non vuoi
dirmi
cosa hai fatto >> affermò Isabelle, sicura che
quei due
gli stessero nascondendo qualcosa.
Il primo ufficiale ridacchiò nervosamente.
<< Non è niente, davvero... >>
<< E allora dimmelo e basta! >>
A salvare la situazione ci pensò David.
<< Ehi Isabelle guarda laggiù, ci sono dei
cuccioli
>> si chinò indicando un punto lontano con
l'indice, la
ragazza si voltò e quando vide quella scatola con quattro
testoline pelose che spuntavano guaendo i suoi occhi si illuminarono.
<< Ahh cuccioli! >> iniziò a
saltellare sul posto.
<< Cosa aspetti, vai >> le
intimò il capitano, lei
non se lo fece ripetere due volte e corse da quelli che si rivelarono
essere cagnolini, ne prese uno in braccio, quasi sciogliendosi nel
sentire quanto era morbido e tiepido.
<< Sai che ne vorrà uno vero? >>
disse Fernando spostando lo sguardo sull'amico.
<< Sì e chissà potrei decidere di
accontentarla, e
se quei cuccioli non hanno nessuno potremmo prenderli tutti
>>
ragionò mentre guardava Isabelle che tentava di abbracciare
tutti quei piccoli batuffoli di tenerezza.
Fernando sbatté le palpebre.
<< Tu vuoi davvero metterti sulla nave quattro cagnolini?
>>
David lo guardò alzando le spalle.
<< Certo >> rispose come se fosse la cosa
più ovvia del mondo.
<< Sono quattro >> ribadì il
primo ufficiale, solo per essere certo che il suo capitano avesse
compreso bene.
<< Fernando mi prendo in carico decine e decine di
persone,
secondo te lascerei in mezzo alla strada quattro povere bestiole?
>>
Il primo ufficiale sorrise dolcemente.
<< No tu non lo faresti. >>
Tra i due nacque uno sguardo profondo, carico di significato, uno di
quegli sguardi che avevano iniziato da poco a lanciarsi.
<< Daaavid! >>
<< Dimmi piccola. >>
Isabelle stava per dirgli di non chiamarla così ma si
trattenne,
lo guardò con due occhioni imploranti e i due uomini
capirono
subito cosa stava per accadere.
<< Sai che quei cuccioli non hanno nessuno
>> disse con una vocina sottile.
Jenkins si mise le mani sui fianchi.
<< Oh è un vero peccato, povere creaturine, ma
ne sei sicura? >> domandò con voce teatrale.
<< Sì, me lo hanno detto più
persone. >>
La ragazzina picchiettò gli indici tra loro.
<< Per questo io...volevo chiederti se potevamo
adottarli. >>
Il capitano rimase in silenzio per qualche istante, poi sorrise e
soffiò aria dal naso.
<< D'accordo. >>
<< Ah ti prego David, io ti...Un momento hai detto
sì? >>
David annuì abbassando le palpebre.
<< Per tutti e quattro? >> chiese la
giovane che non
poteva più contenere l'emozione e nemmeno riusciva a credere
che
stesse accadendo davvero.
<< Sì, ma signorina dovrai averne molta cura
altrimenti abbandonerò te al primo porto chiaro?
>>
<< Chiarissimo! >> quasi strillò
lei.
<< Ahh grazie David grazie! >> gli
saltò al collo stringendolo, aveva le lacrime agli occhi.
<< Posso già portarli sulla nave?
>>
<< Sì, poi li faremo controllare da qualcuno
per assicurarci che stiano bene. >>
<< Sì certo, giusto >>
concordò Isabelle
prima di correre dai cagnolini, a metà strada si
fermò, tornò indietro e abbracciò il
capitano ringraziandolo nuovamente e poi ritornò dai piccoli
che
presero a scodinzolare appena la videro.
David e Fernando rimasero soli.
<< L'hai conquistata >> disse quest'ultimo.
<< Bè spero non mi vorrà bene solo
per i cuccioli. >>
<< No, ti vuole bene anche
per i cuccioli. >>
Il capitano assunse un'espressione strana, in un primo momento sembrava
avesse timore di qualcosa.
<< Fernando? Ti andrebbe di andare a cena questa sera?
>>
<< Oh...Sì certo, vuoi che lo dica...-
>>
<< No no no, solo noi due, intendevo io e te
>>
spiegò sentendo le ginocchia tremare, il cuore del primo
ufficiale perse un battito, stava succedendo davvero?
Sorrise, anche se sentiva il suo intero essere vibrare e aveva voglia
di gridare e correre come aveva fatto Isabelle prima.
<< Certo che mi va >> rispose sentendo la
sua voce
improvvisamente mancare, le spalle di David si rilassarono, e lo
stomaco smise di torcersi, aveva avuto davvero il terrore di rovinare
tutto tra loro ma il pensiero di vivere per sempre con il rimpianto di
non averci provato era peggiore di qualsiasi rifiuto, per questo aveva
deciso di provarci nonostante la paura, e le cose erano andate
esattamente come sperava.
...
Edward e Stede erano
sdraiati su un
prato sotto l'ombra di un grande albero, il sole stava tramontando e di
lì a poco sarebbero comparse le prime stelle, il pirata
gentiluomo sperava che quello che era diventato più di un
amico
gli avrebbe insegnato qualcosa su quei puntini luminosi che stavano
lassù in alto dove nessuno poteva arrivare.
<< A che pensi? >> domandò
Barbanera.
<< Noi due >> rispose il biondo con la voce
fioca, era da
quando avevano smesso di baciarsi che sentiva un solletichio nel petto,
il pirata dai lunghi capelli spostò la testa andando a
toccare
quella dell'altro che gli stava affianco.
<< Cose buone? >>
<< Oh Ed ti prometto che tutto quello che ci
riguarderà da ora in avanti sarà buono.
>>
Edward sorrise poi il suo viso si rabbuiò.
<< Mi dispiace di essermi comportato da coglione.
>>
Stede rotolò sulla pancia, si avvicinò a lui
appoggiandogli una mano sul petto, sorrise dolcemente.
<< Lo siamo stati entrambi, ma adesso siamo qui, questo
è l'importante. >>
Barbanera sospirò accarezzando quei morbidi capelli biondi.
<< Se non fosse stato per il tuo amico
però...- >>
Bonnet ridacchiò.
<< Ancora geloso di lui? >>
L'altro arrossì.
<< Non sono geloso, è stato più
intelligente di me. >>
<< E di me. Ci ha aiutati a capire Ed, a volte va bene
avere
bisogno di aiuto, anche se si tratta di una cosa importante e grande
come i sentimenti, che dovremmo capire da soli visto che ci
appartengono ma sono complicati e quindi un David della situazione fa
sempre comodo.
>>
Edward si leccò le labbra, addolcì lo sguardo e
sorrise.
<< Noi lo abbiamo il nostro David, è Lucius.
>>
Stede scoppiò a ridere appoggiando la fronte sul petto del
compagno.
<< Oh Lucius, quanti sguardi ammiccanti dovremmo
sopportare, preparati. >>
<< Sempre se mi vorranno ancora sulla nave.
>>
Gli occhi nocciola del pirata scattarono su di lui.
<< Ed...Certo che ti vogliono, a me...- >>
<< Ma tu non li hai trattati male Stede, io sono stato
veramente antipatico. >>
Il gentiluomo sospirò.
<< Io credo che ti perdoneranno, magari puoi scusarti, se
non
è troppo per il grande Barbanera chiedere scusa
>>
l'ultima frase la disse con tono scherzoso, come a prenderlo in giro,
Edward si tirò su e lo spinse giocosamente a terra.
<< Ehi a te l'ho chiesto scusa! >>
<< Sì è vero, comunque se non ti
perdoneranno ce ne
andremo noi due >> lo rassicurò Bonnet
accarezzandogli una
guancia.
<< Cosa? Dici sul serio, ma i tuoi uomini, la tua nave...
>>
<< Edward. Voglio bene alla mia ciurma, sono affezionato
alla mia
nave e non voglio lasciarli ma è te che amo, stare separato
da
te mi ha quasi fatto impazzire e non voglio mai più che
accada,
quindi sì dovrai accollarti la mia presenza signor Teach.
>>
Gli occhi del pirata vestito di pelle si illuminarono come se il cielo
fosse caduto al loro interno.
<< Oh allora... >> si schiarì la
voce.
<< Allora va bene Stede. >>
Il biondo si sporse verso di lui e lo baciò
appassionatamente.
...
Il giorno dei saluti giunse
presto,
forse troppo secondo alcuni, la ciurma del pirata gentiluomo aveva
accettato Edward come co-capitano dopo che lui aveva balbettato delle
scuse imbarazzate, lo avevano perdonato per i suoi comportamenti poco
carini ma avevano anche compreso cosa lo aveva spinto ad agire in quel
modo, un cuore spezzato a volte diventa cieco di fronte alle sofferenze
altrui e Barbanera a quel tempo non considerava minimamente come
potessero sentirsi gli altri, di Izzy non c'era traccia ma decisero di
partire comunque visto che il tempo per tornare glielo avevano dato.
I due equipaggi erano riuniti gli uni di fronte agli altri, si erano
scambiati parole piacevoli, dicendosi che erano stati felici di essersi
conosciuti e che speravano di rivedersi presto, gli uomini del capitano
della Emily avevano stretto Stede tra piagnucolii e singhiozzi, David
gli aveva sorriso poi si erano abbracciati forte, entrambi con gli
occhi
lucidi.
<< Promettimi di non combinare casini pirata gentiluomo,
non ci sono sempre io a tirarti fuori dai guai. >>
Bonnet ridacchiò asciugandosi le lacrime.
<< Se è un modo per incontrarti di nuovo...-
>> iniziò Stede.
<< Oh ma non c'è bisogno di azioni drastiche,
ci
rivedremo, ne sono sicuro e tu sai che non sbaglio mai >>
gli
fece l'occhiolino.
<< Sempre il solito modesto >>
sbuffò Barbanera alzando gli occhi al cielo e scuotendo la
testa.
<< E tu, trattalo bene >> disse David
rivolgendosi a
Edward, si guardarono per un istante poi il terrore dei mari si
avvicinò e gli strinse una mano.
<< Hai la mia parola >> rispose.
<< E' stato un piacere conoscerti Edward. >>
<< Piacere mio, anche se non subito >>
tutti risero.
Lo sguardo di Stede venne attirato da una ragazzina che non riusciva a
smettere di piangere.
<< Isabelle... >>
<< Tesoro. >>
<< Non sto piangendo >>
singhiozzò lei.
<< Certo che no >> la rassicurò
Bonnet intenerito, si avvicinò a lei posandole le mani sulle
spalle.
<< Ehi... >>
<< Non voglio che te ne vai >>
scoppiò la giovane
buttandogli le braccia al collo, il gentiluomo la strinse e lei
cominciò a piangere più forte.
<< Mi mancherai anche tu, tantissimo, ma abbiamo strade
diverse
da prendere, vite diverse e a volte anche se ci si vuole bene non
significa stare sempre insieme, ma una promessa posso fartela oltre a
quella di non dimenticarti mai, che ci rivedremo, non so quando, non so
come ma accadrà >> Stede aveva la voce rotta,
il magone
gli stringeva la gola e le lacrime avevano cominciato a scendere anche
dai suoi occhi.
Isabelle si staccò guardandolo con gli occhioni lucidi, lui
le
asciugò le lacrime con i pollici e poi sorrise anche se le
labbra gli tremavano.
<< Promesso? >> chiese la ragazzina.
Stede annuì, le baciò dolcemente la fronte e
rispose.
<< Promesso. >>
Si strinsero forte le mani, mandarono giù le lacrime e poi
ebbero il coraggio di separarsi, lo sguardo della giovane cadde su
qualcun altro, qualcuno che stava fingendo di non essere per niente
commosso da quella scena, anche se in mano teneva stretto un fazzoletto
che gli aveva passato Lucius.
<< Ehi tu, omaccione >> disse lei
avvicinandosi.
Barbanera tirò su col naso e si impettì.
<< Sai che non mi mancherai per niente. >>
<< Nemmeno tu ragazzina >> rispose Edward
sentendo qualcosa stringergli la gola.
<< E non ti ho mai sopportato >>
affermò Isabelle senza lasciare andare le lacrime.
<< Ah se è per questo nemmeno io
>> disse il pirata agitando una mano.
<< Bene allora addio >> lei si
voltò con i pugni stretti e il cuore che batteva forte.
<< Addio...Isabelle. >>
A quel punto la giovane si girò tuffandosi tra le sue
braccia e lui la strinse a sua volta.
<< Non avevi detto che non ti sarei mancato?
>>
domandò ridacchiando, mentre una lacrima gli rigava la
guancia.
<< Infatti è così, questo abbraccio
è solo
perché sono contenta di non vedere più la tua
faccia
antipatica >> mugugnò lei stringendolo
più forte.
<< Certo, giusto >> sorrise Edward
accarezzandole la testa.
<< Se fai soffrire Stede sappi che torno a prenderti a
calci nel sedere. >>
Barbanera scoppiò a ridere.
<< Se avessi avuto una figlia avrei voluto fosse
esattamente come
te >> disse scostandola di poco per guardarla negli occhi.
<< Non fare troppo la brava ragazzina. >>
<< Mai, non è nella mia natura
>> rispose lei sorridendo prima di separarsi.
Anche Fernando abbracciò i due pirati.
<< Stede è stato un onore averti tra noi, e
grazie ancora per aver salvato il mio...capitano. >>
<< Non dirlo nemmeno, voi siete stati la mia salvezza,
non vi
ringrazierò mai abbastanza, vi auguro di riuscire in ogni
cosa
vogliate e che i vostri spettacoli siano sempre un successo. E
chissà magari capiteremo in tempo per il prossimo.
>>
Edward si avvicinò al pirata biondo grattandosi la nuca.
<< Ehm...vorrei dire anche io una cosa. A David
soprattutto,
grazie per...non avermi buttato fuori a calci dalla tua nave e per
esserti preso cura del... >> sospirò e strinse
la mano di
Stede.
<< Del tuo fidanzato >> disse Isabelle
incrociando le braccia fiera e sogghignando, i due pirati arrossirono.
<< Lo stavo per dire! >> sbottò
Barbanera con una vocetta quasi isterica.
<< Sì certo come no >> lo
rimbeccò la ragazzina.
Fernando e David si guardarono negli occhi e si sorrisero, il primo
circondò con un braccio i fianchi del capitano, amico e
forse...qualcosa di più.
...
E così i due
equipaggi si
separarono, guidati dai loro rispettivi capitani, come se fossero parti
di uno stesso cuore, ognuno di loro aveva toccato la vita dell'altro e
questo non sarebbe mai cambiato anche se non si fossero visti per
anni, erano uniti da un legame che nessuno sarebbe stato in grado di
spezzare.
Pochi mesi dopo giunse alla Revenge la notizia che l'ammiraglio
Badminton era morto, probabilmente il suo cuore non aveva retto alla
notizia che i due pirati che cercava con tanta foga erano
apparentemente morti, o più precisamente secondo lui
fuggiti, e
così Edward e Stede tirarono un respiro di sollievo
perché almeno non sarebbero più stati braccati
così assiduamente.
Stede dovette fare i conti con i sensi di colpa, come se fosse stato
lui a stringere il cuore di quell'uomo e ucciderlo, ma fortunatamente
con lui c'era Edward che ogni giorno, senza mai lasciarlo gli faceva
capire che non aveva colpa di nessuna delle morti che erano
accadute e Stede a Edward credeva, ci credeva sempre.
Fine.
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