Speranza

di ineffable
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro ***
Capitolo 5: *** Capitolo cinque ***
Capitolo 6: *** Capitolo sei ***
Capitolo 7: *** Capitolo sette ***
Capitolo 8: *** Capitolo otto ***
Capitolo 9: *** Capitolo nove ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno ***


Capitolo uno


BOM
Cervello dappertutto.
L'urlo sconvolto di Stede riecheggiò lungo i boschi, ma non fu sufficientemente forte da raggiungere quel pirata che stava sdraiato sul molo, le braccia incrociate dietro la testa che gli facevano da cuscino, mentre stava perdendo l'ultimo brandello del suo cuore, fatto a pezzi e lacerato da un'attesa dolorosa.
Stede indietreggiò finendo contro il tronco di un albero, la mano tremava e con essa artigliava quella veste che odorava di prigionia e morte, piangeva mentre quell'immagine terribile si ripeteva nel suo cervello senza dargli pace o tregua, le ultime parole che il gemello Badminton gli aveva rivolto prima di spararsi accidentalmente sembravano così vere ora.
Era un mostro.
Uccideva qualsiasi cosa toccava.
Lui era la morte.
Le cose brutte capitavano a causa sua.
Il cuore pulsava dolorosamente, sentiva una fitta dentro la testa che spingeva e batteva come se fosse un tamburo, Stede piangeva portandosi una mano alla bocca per placare quei singhiozzi così forti che sembravano uscirgli direttamente dall'anima.
Mentre le lacrime continuavano a rigargli le guance, il suo pensiero si rivolse all'unica cosa positiva che gli era capitata da quando aveva preso il largo, Edward, doveva raggiungerlo.
Sicuramente lo stava ancora aspettando sulla spiaggia, sperava fosse così, perché se avesse perso anche lui non sapeva se avrebbe potuto continuare a farcela da solo, non dopo aver visto un uomo spappolarsi il cranio davanti ai suoi occhi, Edward, pensò il suo nome ripetendolo tra le labbra tremanti, come un mantra e incredibilmente lo aiutò a calmarsi.
Abbassò le palpebre mentre le ultime gocce di sofferenza scivolavano via e lui continuava a far scivolare fuori quell'unico nome che era importante, la sua aria, la sua vita, doveva raggiungerlo e poi forse si sarebbe lasciato cadere tra quelle belle e forti braccia tatuate e gli avrebbe raccontato tutto.
Barbanera si sarebbe arrabbiato probabilmente, con Badminton non con lui, ma non avrebbe potuto fare niente per sfogare quella rabbia e allora ci avrebbe pensato Stede a respirarla via, con un bacio dietro l'altro e avrebbero detto addio a tutto, sarebbero partiti lasciandosi dietro quella merda dolorosa che li aveva annientati per metà delle loro vite.
<< Sto arrivando Ed >> sussurrò, sentendosi anche un po' stupido, perché gli unici che avrebbero potuto sentire quel velato richiamo erano solo le piante e gli animali che si nascondevano tra esse, ma a lui non importava, strinse i pugni e si mise in cammino per raggiungere Edward, per incontrare il suo amore.
Solo che non aveva fatto i conti col buio, con quei sentieri tutti uguali e se era riuscito a perdersi il giorno della caccia al tesoro, con la luce del sole e una cartina, figuriamoci ora dove poteva andare, si rese presto conto di star girando in tondo, eppure non gli era sembrata tanto grande l'isola quando erano arrivati.
Intanto l'alba cominciava a tingere di viola quel cielo che era stato testimone del suo primo bacio, e Stede si dannava perdendo a ogni passo in più la speranza che Edward fosse ancora lì ad aspettarlo, il cuore aveva preso a fargli male, sentiva una stretta fortissima al petto come se degli artigli lo stessero graffiando, il suo viso era contorto in un'espressione di puro panico, anche il fiato era corto e stava sudando.
<< Edward aspettami >> ansimò, la voce gli si ruppe quando le prime lacrime scesero a bagnargli le guance, non si era nemmeno accorto di aver cominciato a piangere e quando se ne rese conto andò in panico.
<< No >> gemette.
<< Per favore no. >>
Barbanera intanto era salito su quella scialuppa, troppo grande e vuota per i suoi gusti, il cuore definitivamente spezzato e una rabbia così cieca che avrebbe volentieri fatto fuori chiunque si fosse messo sul suo cammino.
Alla prima remata, Stede cadde contemporaneamente in ginocchio a terra, alla seconda sentì il cuore perdere un battito, alla terza urlò per il dolore, si alzò barcollando sui suoi stessi piedi, prese a correre inciampando in ogni ramo o radice, quasi cadde ma riprese l'equilibrio, ansimava per lo sforzo sentendo il fiato mancare e le gambe cedere.
<< No, no, no per favore non...- AHI >> qualcosa gli strinse le caviglie e si sentì sollevare di peso, fu un istinto quello di chiudere gli occhi, ma quando li riaprì qualcosa non andava, era a testa in giù, provò a guardarsi intorno scoprendo di essere finito in una qualche trappola, la corda pendeva legata a un grosso ramo, lui provò a tirarsi verso l'alto per tentare di slacciare il nodo ma non ci arrivava.
Forse avrebbe dovuto dar retta a suo padre quando gli diceva di fare esercizio fisico, probabilmente a quest'ora non sarebbe incastrato in quella situazione, imprecò a denti stretti, ormai era giorno, se Edward per qualche fortuito motivo non avesse avuto un presentimento di venirlo a cercare, a quest'ora sicuramente era partito.
O forse era stato catturato, quell'ipotesi lo fece rabbrividire, no sicuramente era riuscito a fuggire, ma lui no.
Il sangue presto gli sarebbe arrivato alla testa e sarebbe morto, che bella fine, appeso a un ramo come un idiota e senza aver detto a Edward che lo amava, chissà dov'era ora e cosa pensava del suo mancato appuntamento, era arrabbiato? triste? deluso?
Ogni possibilità era come una spina conficcata all'interno del suo cuore, si dibatté ancora imprecando a denti stretti poi si lasciò andare, sconfortato e con un nodo che gli stringeva la gola, avrebbe voluto piangere ma non aveva idea se farlo a testa in giù fosse un buona cosa, si morse forte le labbra gemendo nuovamente il nome di Edward poi perse i sensi.



...


Al risveglio si trovò davanti a un paio di occhi azzurri come il cielo, talmente chiari da potercisi specchiare tranquillamente al loro interno, erano molto belli e celavano una bontà che raramente aveva visto in un altro essere umano, Stede sbatté le palpebre tentando di mettere bene a fuoco quella figura che lo osservava in assoluto silenzio, per un attimo gli balenò l'idea di trovarsi davanti a un' allucinazione o a un elfo dei boschi...ma forse l'ultima ipotesi era da scartare.
Sentiva le braccia intorpidite, le caviglie gli facevano male e la bocca era completamente asciutta, per quanto era rimasto in quella posizione si chiese e perché ancora non era morto?
<< Come diavolo ci sei finito in quella posizione? >> domandò una voce.
Ah già, aveva dimenticato che c'era qualcun altro con lui, qualcuno che invece di slegarlo aveva preferito starlo a fissare, gli occhi nocciola del pirata gentiluomo vagarono su quella figuara che stava dritta davanti a lui a braccia incrociate.
A una prima occhiata non sembrava essere molto alto, ma chi poteva dirlo, esaminare qualcuno da appesi a un ramo era difficile, i capelli erano corti con il ciuffo sparato verso l'alto, erano castani e il suo viso aveva una forma squadrata, le labbra erano ben delineate e abbastanza carnose, più delle sue sicuramente.
<< Cosa? >> domandò Stede sentendo la bocca impastata.
<< Ho chiesto come ci sei finito lassù? >> ripeté lo sconosciuto.
<< Non potresti prima slegarmi e poi magari farmi delle domande? >>
L'uomo ci pensò, seriamente ci stava pensando? E dire che lui non aveva certo l'aspetto di un feroce criminale, soprattutto ridotto in quel modo, appeso come un salame.
<< Suppongo si possa fare >> sancì, estrasse la spada, e senza dargli il tempo di dire niente tagliò la corda, con l'unico risultato di far cadere Stede malamente.
<< Ahu, ma sei matto? >> mugugnò.
<< Avrei potuto rompermi l'osso del collo >> brontolò massaggiandoselo.
<< Oh raramente succede >> rispose l'altro agitando una mano, guardava le nuvole, come se stesse cercando chissà quale informazione in esse, in quel momento gli ricordava tanto Buttons, e questo lo riportò con la mente al casino in cui si era cacciato.
<< Bè grazie dell'aiuto >> disse Stede ironicamente.
<< Non c'è di che. >>
Ma faceva sul serio quel tipo?
Il pirata gentiluomo lo fulminò con lo sguardo, incominciava a capire la vena nervosa di Izzy, si spiaccicò una mano sul viso, se adesso iniziava pure a sentirsi solidale con quell'ometto arrabbiato significava che era davvero messo molto male, forse stare appeso a testa in giù per ore intere lo aveva fatto diventare pazzo.
<< Allora, mi dici come ci sei finito? >>
Stede venne riportato alla realtà da quella voce, che sembrava molto calma, l'esatto contrario di come si sentiva lui in quel momento, alzò gli occhi che si incontrarono con quelli azzurri dell'uomo che gli stava di fronte.
Faticava a identificarlo, non sembrava cattivo, ma era strano per il modo in cui si comportava e poi chi era? Un pirata probabilmente no perché aveva addosso una divisa, ma non era quella della marina, non gli veniva in mente altro e comunque poco gli importava.
<< E' piuttosto semplice in realtà... >>
<< Dovevo raggiungere il mio... >> sospirò.
<< Un mio amico e... >>
<< Edward! >>
<< Devo andare! >> esclamò allarmato mettendosi in marcia, il misterioso uomo che lo aveva liberato lo seguì in tutta fretta.
<< Ehi si può sapere di che stai parlando? >>
Stede si voltò continuando a mantenere il passo.
<< Il mio amico mi sta aspettando al molo! >>
L'uomo decise di seguirlo senza aggiungere una parola, non sapeva il motivo, ma credeva che quel buffo ometto avrebbe presto avuto bisogno di aiuto e lui non si negava mai quando c'era da fare un favore a qualcuno, giunsero al famoso molo ma ad attenderli trovarono solo la spiaggia e il mare.
Niente barca.
Niente Ed.
Il pirata gentiluomo guardò in ogni direzione preso dallo sconforto, cominciò a chiamarlo a gran voce, corse sul ponte di legno dove fino a poche ore prima c'era stato il grande pirata Barbanera con il cuore spezzato.
<< Non credo che ci sia più >> disse lo sconosciuto.
<< Grazie, questo riesco a vederlo anche io! >> rispose acido Stede.
<< E se lo avessero catturato? >>
Si mise le mani nei capelli.
<< No non può essere >> stava andando nel panico, ci pensò l'altro a calmarlo, lo afferrò per i polsi costringendolo a guardarlo, anche se era più basso di lui aveva una forza straordinaria.
<< Ehi ora calmati okay? >>
<< Raccontami cosa ti è successo. >>
<< Perché dovrei spiegarti, io nemmeno ti conosco! >> strillò il pirata.
L'uomo lo lasciò facendo qualche passo indietro.
<< Hai ragione. >>
<< Permettimi di presentarmi. >>
<< Mi chiamo David >> disse mettendosi una mano sul petto.
In quel momento arrivarono due guardie della marina.
<< Eccolo il fuggitivo! >> gridarono, Stede si impanicò, considerando come possibile via di fuga quella di buttarsi in mare e nuotare fino alla prima fonte di salvezza, non un piano ben congeniato ma pur sempre un piano, fu però la sua nuova conoscenza a intervenire.
<< Ci penso io >> gli disse, si avvicinò ai due uomini.
Loro lo riconobbero subito e si placarono ascoltando cosa aveva da dire.
<< Ma signore quell'uomo è stato condannato per omicidio, poi ha chiesto l'atto di grazia. >>
<< In realtà Barbanera lo ha chiesto >> specificò l'altra guardia.
David sgranò gli occhi sforzandosi però di rimanere impassibile.
"Quel tipo era qui con Barbanera, quindi era lui l'uomo che doveva incontrare al molo, la faccenda si faceva ancora più interessante."
<< Sapete che io mi occupo del recupero dei criminali >> disse.
<< Sì ma lui è qui solo da un giorno, non ha dimostrato niente, e in più la sua salvezza era valida solo in presenza del signor Teach che questa notte se l'è data a gambe, lasciando quel povero cristo nelle mani nemiche. >>
L'altro uomo rise.
<< Che idiota, fidarsi delle promesse di un pirata. >>
A quel punto Stede non ci vide più, si avvicinò a pugni stretti.
<< Edward è un brav'uomo! Sono io che l'ho tradito. >>
Il suo salvatore lo fissò incredulo, con quanta foga difendeva quello che era considerato il flagello dei mari, le guardie gli puntarono le armi addosso, David allungò una mano davanti a lui in segno di difesa.
<< Calmi. >>
<< Fatemi parlare col vostro capo, sapete la mia fama, ho riequilibrato un montagna di uomini e donne ritenuti pericolosi, ho fatto un lavoro migliore di quello che fate qui. Quindi ora per favore portatemi da lui. >>
Le due guardie si guardarono concordando che non potevano fare molto contro gli ordini di un superiore, lo accompagnarono nell'ufficio del generale mentre Stede venne fatto attendere nella sala adiacente controllato dai due uomini, era nervoso, batteva il piede sul pavimento, l'unico suo pensiero era Edward.
Ora sapeva che era riuscito a fuggire e questo almeno gli permetteva di respirare, ma con che umore lo aveva fatto?
Voleva andare da lui, raggiungerlo e gridargli che era stato uno stupido, che era finito in una trappola come un perfetto cretino e non era riuscito a liberarsi, ma voleva raggiungerlo e mai aveva pensato di abbandonarlo.
David uscì dalla stanza, si avvicinò al pirata gentiluomo che alzò lo sguardo su di lui.
<< Andiamo >> disse e Stede lo seguì senza dire una parola, quando furono usciti David gli appoggiò una mano dietro la schiena e iniziò ad aumentare il passo.
<< Cammina veloce e non voltarti indietro. >>
Stede lo guardò confuso.
<< Co...- >>
<< Non voltarti! >>
Presto raggiunsero la spiaggia, David lo prese per il braccio continuando a camminare ma il pirata gentiluomo si divincolò fermandosi.
<< Un momento! >>
<< Vuoi andartene da qui o no? >> domandò serio l'uomo, Stede si morse le labbra poi annuì, quel tipo rappresentava la sua unica vera via di fuga, non avrebbe mai potuto farcela da solo.
<< Allora seguimi. >>
Ricominciarono a camminare fino a raggiungere una nave molto più grande della Revenge, Stede si sentiva un po' in ansia di fronte ad essa, o più che altro era l'incertezza rispetto all'ignoto che lo faceva agitare.
Che cosa gli sarebbe successo una volta sopra si chiese.
Deglutendo quel nodo di paura seguì l'uomo che fino a quel momento si era dimostrato gentile e predisposto ad aiutarlo, quando salirono vennero accolti da un gruppetto di donne e uomini, sembravano tutti così gentili ed educati, nessuno rivolse uno strano sguardo allo sconosciuto, come se fossero abituati ad avere gente nuova a bordo.
<< Presto ragazzi dobbiamo salpare in fretta. >>
<< Capo ne hai combinata un'altra delle tue? >> ridacchiò un giovane avvolgendo le spalle del capitano, quanta confidenza pensò Stede, vero che anche lui aveva tentato di mantenere un clima positivo sulla nave ma in questo caso quei due gli sembravano più vecchi amici che un comandante e il suo sottoposto, ma forse era così, lui certo non poteva sapere in che rapporti erano, non conosceva nemmeno l'identità dell'uomo che lo aveva salvato figuriamoci il resto.
<< Più o meno >> rispose David dandogli una pacca sulla spalla.
<< Che ti sei inventato sta volta? >>
<< Oh niente di che, qualcosa con il re. >>
<< Il re!? David ma sei matto, quelli quando lo scoprono ti staranno addosso! >> disse una donna.
<< Tranquilla io e il re siamo amici >> rispose facendole un occhiolino, la donna sospirò scuotendo la testa.
<< Ci risiamo >> borbottò.
Intanto la nave cominciava a muoversi, Stede si sentiva sempre più confuso e certo di essere circondato da pazzi.
<< Rick accompagnalo nella mia cabina, io arrivo subito. >>
<< Certo capo. >>
Stede non si sentiva molto sicuro a scendere da solo con uno sconosciuto, non aveva nemmeno un'arma con sé, ma quel tipo non sembrava essere pericoloso, era più magro di lui e alto uguale, gli passò per la mente il pensiero che quel David lo avesse fatto per metterlo a suo agio, sapendo come avrebbe potuto sentirsi.
<< Aspetta qui il capo, ti raggiungerà subito >> disse sorridendo il giovane.
<< Un momen... >> ma era già sparito chiudendosi la porta alle spalle.
<< ...to >> finì la frase abbassando la mano, si guardò intorno, la cabina era spaziosa, con tanti libri tenuti in maniera più disordinata della sua, la scrivania era piena di carte e boccette d'inchiostro, c'erano diversi quadri, uno raffigurante David circondato da quelle che sembravano essere bandiere colorate, Stede stava per chiedersi che senso avesse quando la porta si aprì rivelando la figura dell'uomo in questione che gli disse di aver avuto un contrattempo e la loro conversazione doveva attendere.
Per cui il pirata gentiluomo passò le successive ore a esplorare quella grande nave, facendo conoscenza con le persone che l'abitavano, ovviamente non si scambiarono tante parole perché avevano molto da fare, però servì per farlo sentire più a suo agio, una volta finita l'esplorazione tornò in cabina e dopo poco fece il suo ingresso il capitano.
<< Scusa l'attesa >> disse avvicinandosi, allungò la mano verso di lui.
<< Non abbiamo avuto il tempo di presentarci in maniera adeguata. >>
Il pirata gentiluomo lo guardò titubante.
<< Se intendi uccidermi ti pregherei di farlo subito. >>
L'uomo ridacchiò.
<< Ucciderti? Ma se ti ho appena salvato. >>
<< Bè potresti essere un trafficante di esseri umani. >>
<< O che ne so...- >>
<< Niente di tutto questo >> rispose il capitano.
<< E sono pronto a rivelarti ogni cosa >> aggiunse sorridendo.
Stede strinse la sua mano con cautela, non fidandosi ancora al cento per cento.
<< Mi chiamo Stede Bonnet. >>
<< Piacere mio Stede, come sai già io sono David e comando questa nave da parecchio tempo ormai, che porta il nome di Emily >> spiegò allontanandosi, andando ad aprire un mobiletto in fondo alla stanza, tirò fuori una bottiglia di cristallo contenente del liquore dorato e due bicchieri.
<< Emily è tua moglie? >>
<< Scusa non sono affari miei. >>
Il comandante si voltò con una piroetta.
<< Oh no chiedi pure, hai tutto il diritto di sapere dove ti trovi >> disse versando il liquore nei bicchieri.
<< Vuoi sederti? >>
Stede si guardò intorno, poi decise di accomodarsi, doveva assolutamente scoprire le intenzioni di quell'uomo e non perdere altro tempo, ogni minuto che passava era un minuto che lo portava sempre più lontano da Edward, David gli passò il bicchiere, poi prese il suo e si mise a sedere a sua volta.
<< Emily rappresenta l'illusione >> spiegò bevendo un sorso.
<< L'illusione? >> domandò il pirata.
L'altro annuì.
<< Conobbi una donna parecchi anni fa, la sorella si era imbarcata ed era partita per un viaggio che doveva durare un mese, scaduto il tempo, della barca non c'era traccia e la donna si recava ogni giorno al porto ad attenderne l'arrivo. Un giorno incontrò un mercante che le disse di avere la giusta soluzione per lei, la convinse che se avesse pescato dieci pesci al giorno allora il mare sarebbe stato buono con e lei e le avrebbe riportato indietro chi aspettava. >>
Stede smise di bere e corrugò le sopracciglia.
<< Come si fa a prendere per buona una cosa del genere? >>
<< La disperazione, mio caro Stede. >>
<< Tu non ti aggrapperesti a ogni speranza se fossi disperato? >>
La mente del gentiluomo corse a Edward, avrebbe fatto di tutto pur di raggiungerlo, e infatti si era imbarcato in una nave di sconosciuti senza sapere nemmeno che cosa facessero là sopra, ma quella rappresentava la sua unica speranza e lui ci si era aggrappato senza esitare, sospirò annuendo.
<< Sì, suppongo che lo farei. >>
<< Ebbene lei si recava ogni giorno in mare aperto e incredibilmente tornava indietro sempre con dieci pesci, il mercante si complimentava dicendole che presto il suo desiderio si sarebbe avverato, passarono tre mesi e quello che ottenne Emily fu solo una lettera che la informava che la nave dove stava sua sorella era stata vittima di una forte tempesta. Arrabbiata e delusa, la povera donna corse dal mercante ma di lui non c'era più traccia, aveva raggiunto il suo scopo, una pancia piena e soldi per andarsene da lì >> lo sguardo del capitano scrutava il volto del pirata osservandone le reazioni e ogni piccolo movimento del volto.
<< E' terribile >> commentò Stede, sentendosi vicino alla ragazza ma ritrovandosi a vergognarsi di se stesso, in fondo lui non si era comportato tanto diversamente dal mercante con la sua famiglia, li aveva abbandonati lasciando loro una misera lettera, non aveva nemmeno avuto il coraggio di guardarli negli occhi un'ultima volta.
<< Già, poco dopo la conobbi, era disperata e non sapeva cosa fare. Io stavo per partire e le chiesi se voleva unirsi a me, ho chiamato questa nave in suo onore, promettendomi che avrei aiutato chiunque avesse avuto bisogno di aiuto. Persone che si ritrovano sole e non sanno da dove cominciare per riprendersi la loro vita. >>
Il pirata gentiluomo annuì, se aveva raccontato la verità, allora quel David non era così male e forse avrebbe potuto davvero aiutarlo.
<< Lei è ancora qui? >> domandò posando il bicchiere dal quale aveva bevuto solo qualche sorso.
<< No, ha preso la sua strada circa un anno fa >> sorrise malinconico.
<< Ti manca? >> com'è che da un tratto era diventato così sentimentale, si domandò Stede.
David sollevò le spalle.
<< A volte sì, eravamo diventati molto amici, ma sono felice che sia riuscita a rialzarsi e a trovare la forza di inseguire il suo desiderio. E qui arriviamo a me, ho aiutato molti ex pirati che erano stati catturati dalla marina, alcuni di loro sono ancora qui, altri chissà dove sono finiti. >>
<< Quindi li riabiliti? >>
<< Oh no Stede >> si leccò le labbra.
<< Fornisco loro una seconda opportunità, ma non solo ai pirati, a chiunque ne abbia bisogno. >>
<< Per questo hai scelto me. >>
<< Mi sembravi uno con un piano in mente...- >>
<< Senza alcuna idea di come realizzarlo >> continuò per lui la frase Stede.
In quel momento bussarono alla porta, entrò un ragazzo informandoli che la cena era pronta.
<< Hai fame Stede? >>
In realtà non l'aveva ma non se la sentiva di rifiutare.
<< Un po'sì >> rispose.
Si avviarono verso la sala da pranzo.
<< Mangi insieme alla tua ciurma? >>
<< Certo, noi siamo una famiglia. >>
Stede sorrise a quelle parole, e in quel momento si rese conto di quanto gli mancavano i suoi ragazzi, si chiese se stessero bene e se Edward li avesse raggiunti, sentì il magone risalirgli la gola ma quello non era il momento giusto per lasciarsi andare alle lacrime, alzò lo sguardo ammirando quella sala sfarzosa che ospitava un lungo tavolo, certo che quel David non si faceva mancare proprio niente, come lui d'altronde.
Una volta che tutti presero posto iniziò una sequela di presentazioni, per quanto il pirata gentiluomo avesse una buona memoria gli sarebbe servito un sacco di tempo per memorizzarli tutti, sperava però di non metterci così tanto a ritrovare Edward, di colpo tutti si zittirono guardandolo incessantemente, capì che era il suo turno, si alzò in piedi nervosamente schiarendosi la voce, mantenne lo sguardo basso come se nel suo piatto ci fosse qualcosa di molto interessante da osservare.
<< Io mi chiamo Stede...Bonnet, la mia è una storia un po' complicata, sono partito con l'intenzione di diventare un pirata >> sollevò il viso osservando molti di quei volti che lo guardavano.
<< Alcune persone mi conoscono come il pirata gentiluomo >> disse facendo un sorrisino imbarazzato.
<< Non so se ne avete mai sentito parlare >> ma quelle espressioni non mutarono, si sentì qualche colpo di tosse mentre altri scossero la testa.
<< No, certo che non lo avete fatto... >>
"Hai sentito parlare di me?"
"Oh io ho sentito tutto di te."
<< In fondo è da poco che io...e poi è successo un gran casino. >>
"Chaunchey, sai cosa facciamo quando passiamo un brutto momento?"
"Ne parliamo insieme..."
"Come una ciurma" continuarono per lui i suoi ragazzi, quel giorno li aveva sentiti suoi figli più di qualsiasi altro, aveva sentito per la prima volta di aver trasmesso qualcosa a qualcuno e che quelle persone ricambiavano in qualche modo il suo affetto, anche se non erano sempre bravi a dimostrarlo.
<< Sono stato catturato >> la voce era diventata flebile come un alito di vento.
"ATTO DI GRAZIA!"
<< E portato al campo di addestramento... >>
"Ciò che rende Ed felice sei...tu."
"Tu rendi Stede felice."
La voce si ruppe, lo sguardo si appannò a causa delle lacrime, le labbra si arricciarono in una smorfia e lui corse fuori scusandosi con tutti, superò i corridoi fino a raggiungere l'esterno, finalmente aria fresca, si appoggiò alla balaustra stringendola forte, così tanto che le nocche diventarono bianche e iniziò a singhiozzare stringendo i denti.
Dei passi, poi qualcuno si avvicinò a lui.
<< Brutto momento?  >>
Stede tirò su col naso, era la voce di una donna.
<< Ti mancano i tuoi amici, vero? >>
Il biondo voltò appena il viso verso di lei.
<< Come lo sai? >>
Lei ridacchiò, ma non era un riso di scherno.
<< Mancano anche a me, i miei >> rispose poggiandosi con la schiena e i gomiti alla balaustra.
<< E non puoi tornarci? >> domandò il pirata, con un tono di voce che lo faceva somigliare ad un bambino.
<< Vorrei ma no, sono ricercata, e se tornassi da loro li metterei solo in pericolo. >>
<< Bè allora forse dovrei fare lo stesso anche io >> rispose Stede abbassando lo sguardo.
<< Dipende da qual è la tua storia, Stede giusto? >>
Annuì, poi si rese conto che lei non lo stava guardando e rispose a voce bassa.
<< So che sono di parte, e probabilmente per te le mie parole valgono come una folata di vento, ma ascolta il mio consiglio, lasciati aiutare da David. Raccontagli la verità e lui si farà in quattro per aiutarti. >>
Stede si voltò verso di lei, anche la donna lo stava guardando, aveva degli splendidi occhi verdi che brillavano sotto la luce della luna.
<< Perché dovrebbe farlo? >>
<< Non ti ha raccontato di Emily? >>
Lui esitò qualche istante prima di rispondere, un lieve venticello gli scostò una ciocca dorata, la riportò a posto con le dita.
<< Sì lo ha fatto, e ha detto che da quel momento si è impegnato ad aiutare chiunque avesse bisogno. Ma io non capisco il motivo, siamo tutti perfetti sconosciuti, nemmeno sapeva che fossi nei guai quando mi ha incontrato >> si stava scaldando e non ne capiva nemmeno il motivo.
<< Non eri al campo di addestramento? >> domandò la donna.
<< S-Sì ma... >> sospirò.
<< David ha un grande sesto senso >> gli disse.
<< E anche lui ha una storia strappa lacrime alle spalle? >> domandò con più acidità di quella che voleva usare.
La ragazza sorrise, si spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, poi si voltò del tutto verso Stede.
<< No, anzi David è stato un bambino fortunato, ci ha raccontato lui stesso la sua vita. E' cresciuto con genitori amorevoli...- >>
<< Beato lui... >> la interruppe.
<< Anche se forse...Se i miei genitori fossero stati bravi io non sarei mai partito e non avrei mai incontrato Ed >> rifletté tra sé e sé, sotto lo sguardo curioso della giovane, quando si accorse di essere osservato si zittì.
<< Scusa vaneggiavo. >>
<< Non scusarti, qui rispettiamo le storie di tutti. >>
Il pirata gentiluomo sorrise.
<< Ti ho anche interrotta, mi spiace... >>
<< Non preoccuparti, dicevo che inoltre la sua famiglia stava bene economicamente e a lui non è mai mancato niente, solo che una volta cresciuto sentiva che qualcosa dentro di sé non era nel giusto ordine, ha deciso di partire per conto suo e lì ha incontrato Emily, che gli ha fatto capire qual era il tassello mancante della sua vita. >>
<< Sarebbe aiutare gli altri? >> domandò Bonnet.
<< Esattamente >> rispose la donna.
<< E voi siete tutti d'accordo? Io non voglio restare qui, con tutto il rispetto, e se David davvero vuole aiutarmi significa cancellare i vostri piani, almeno per il momento... >>
Lei sorrise.
<< Il capitano è chiaro sin da subito, chi vuole restare sa come ci si comporta su questa nave, nessuno farà problemi >> spiegò con calma, e la sua voce associata a quel viso gentile diedero una buona sensazione a Stede, che si sentì riempito da una nuova forza.
Allungò la mano.
<< Grazie... >>
<< Katie >> rispose sorridendo e stringendo la sua mano.
<< Grazie Katie, mi è stato d'aiuto parlare con te. >>
I due si salutarono e Bonnet si ritirò nella cabina del capitano non sentendosela di affrontare nuovamente tutte quelle persone, quando David lo raggiunse non sembrava stupito di trovarlo lì, anzi sembrava quasi gli facesse piacere.
<< Mi spiace di essere corso via in quel modo, e di essermi rifugiato qui senza il tuo permesso, ma era l'unico posto che conoscevo >> disse Stede sentendo un'improvvisa voglia di essere abbracciato, il capitano si avvicinò mettendogli una mano sulla spalla e sorrise.
<< Tranquillo Stede, capisco benissimo come ti senti, ho visto passare tante persone e quasi tutte reagivano come te. Cerca di riposare adesso, penseremo a tutto domani d'accordo? >> il pirata annuì sorridendo.
<< Se vuoi puoi restare a dormire qui, ho un materasso in più e lì c'è la stanza da bagno dove puoi cambiarti, ti posso prestare una mia camicia da notte così starai più comodo. >>
<< David, ti stai prendendo troppo disturbo. >>
Lui gli diede una pacca sulla spalla.
<< Nessun disturbo. >>
<< D'accordo, grazie >> sorrise timidamente Stede.
Il pirata gentiluomo si lasciò convincere anche ad usare la vasca da bagno, sperando che stare in ammollo nell'acqua calda lo aiutasse a mandare via quell'odore di polvere da sparo e terra che si sentiva addosso, quando rientrò in camera non si stupì di trovare David intento a leggere un buon libro, con la candela accesa di fianco, gli diede la buona notte e dopo si accoccolo sul suo giaciglio tirandosi sopra quella bella coperta profumata.
Mentre tentava di prendere sonno pensò che lui e l'uomo che lo stava ospitando avevano tante cose in comune, lo sfarzo, l'amore per i dettagli e le cose ricamate, solo che il capitano di quella nave era molto più disordinato e a dire il vero in quella cabina aveva trovato cose che erano molto alla Edward, sembrava fosse un misto tra loro due.
Edward...
Si sfiorò le labbra e chiuse gli occhi.
<< Notte Ed... >> sussurrò prima di cadere in un sonno profondo, che purtroppo venne disturbato da immagini violente e di abbandono, sognò di raggiungere Edward con i vestiti sporchi di sangue dopo che Badminton si era sparato, di cadere in ginocchio, stringergli la vita e supplicarlo di rimanere con lui ma Barbanera prendeva la pistola e faceva fuoco, a quel punto l'urlo di Stede squarciò il buio, si tirò su a sedere sentendosi sudato e con il cuore che batteva all'impazzata.
Una fiammella si accese.
Dei passi si avvicinarono a lui.
<< Stede? >>
<< Ehi... >>
Il materasso si abbassò al suo fianco, la candela venne posata lì accanto, David allungò una mano sfiorandogli il ginocchio.
<< Era solo un brutto sogno. >>
Stede singhiozzò.
<< No, era la realtà >> si abbracciò le ginocchia tirandole verso il petto e appoggiò la fronte sopra di esse, il suo nuovo conoscente lo guardava dispiaciuto, sentendosi impotente davanti a quel dolore che non conosceva.
<< Sono un mostro. >>
<< E lui non vorrà più vedermi >> singhiozzò tirando su col naso.
<< Dubito tu sia un mostro >> sussurrò David, tenendo un tono pacato nel tentativo di trasmettergli quanta più calma potesse.
<< Tu non mi conosci! >> strillò alzando il viso di scatto, le lacrime gli rigavano le guance.
<< Lo so, e vorrei tanto poterlo fare >> rispose tentando di incontrare il suo sguardo.
Stede strinse le labbra, assaggiando il residuo salato delle sue ultime lacrime.
<< Mi dispiace, non è colpa tua e io non dovevo prendermela così con te. Sono io il problema, io e i miei stupidi sbagli, commetto un errore dietro l'altro e sono sempre gli altri a pagarne le conseguenze. >>
David si grattò la testa sistemandosi quel ciuffo ribelle di capelli castani.
<< Per esperienza personale so che c'è sempre rimedio, per quanto le cose ci sembrino inaggiustabili. >>
<< Anche se si tratta di un cuore spezzato? >> domandò il pirata sentendo nascere una piccola speranza nella parte più profonda del suo petto.
<< Soprattutto >> rispose sorridendo.
<< Senti, non posso farti promesse che non sono sicuro di mantenere, ma una cosa posso giurartela, farò il possibile affinché tu riesca a trovare chi stai cercando. >>
<< Grazie, David. >>
<< Ora vedi di dormire >> disse scompigliandogli i capelli in una carezza simpatica, Stede percepì in quel gesto qualcosa di paterno, anche se lui non aveva mai provato cosa significa avere un padre affettuoso, ma lo era stato, almeno per un po', osservò il capitano mentre si alzava in piedi e con la candela ritornava nel suo letto, sorrise sentendosi riempito di un nuovo calore, quando si riaddormentò il suo sonno fu più sereno e lo accompagnò fino alla mattina dopo.


...


La sveglia sulla nave Emily suonava presto, quando il pirata gentiluomo aprì gli occhi notò che David si era già alzato, e ad attenderlo sul tavolo c'era un vassoio con dei contenitori coperti, si alzò e raggiunse il tavolo, Stede capì all'istante che quelle prelibatezze erano per lui, spizzicò qualcosa, si mise gli abiti puliti che la sera prima gli erano stati consegnati e poi uscì fuori notando che c'erano già parecchi uomini a lavoro.
<< Fernando alza la bandiera! >>
<< Con piacere capitano! >>
Nell'alto del cielo fece presto bella mostra una bandiera che aveva qualcosa di alquanto strano e curioso, Stede arricciò il naso, venne presto raggiunto da David che gli diede una pacca amichevole sulla spalla.
<< Buongiorno Stede. >>
Lui si voltò.
<< Buongiorno a te. >>
<< Qualcosa non va? >> domandò il capitano.
Il pirata scosse la testa, le guance si erano velate di rosso.
<< No, cioè sì, uhm...Perché sulla vostra bandiera c'è un pagliaccio? >>
David si lasciò andare a una sonora risata.
<< Non sai ancora tutto di noi. >>
<< Perché c'è altro? >>
L'uomo a cui il capitano aveva dato l'ordine si tuffò con un balzo vicino a loro, avvolgendo le spalle di Stede con un braccio.
<< Puoi dirlo amico. >>
<< Ti presento Fernando, il mio primo ufficiale. >>
<< Piacere >> sorrise Stede stringendogli la mano, nella sua breve esperienza da pirata aveva conosciuto solo un braccio destro e l'incontro non era stato dei migliori, ma questo tizio non sembrava essere antipatico e mal disposto come Izzy Hands.
<< Vedi Stede, noi siamo anche una compagnia teatrale >> disse David.
<< Cosa!? >>
<< Ma io credevo che voi...- >>
<< Dobbiamo pur guadagnarci da vivere in qualche modo, su questa nave ci sono dei talenti incredibili, e l'idea è nata proprio osservando queste persone, ci siamo allenati molto e la nostra compagnia è anche abbastanza conosciuta. >>
Stede arrossì.
<< Scusate ma io non ne ho mai sentito parlare. >>
<< Non ti butteremo in mare per questo >> sghignazzò Fernando dandogli una pacca sulla schiena.
<< Non siamo mica come i pirati noi >> ridacchiò, David si schiarì la voce e il suo braccio destro capì.
<< Oh scusa amico, non abbiamo niente contro di loro, anzi qui ne abbiamo accolti parecchi. >>
<< Nessun problema >> rispose il biondo sentendosi un po' a disagio.
<< Va bene ragazzi pensiamo alle cose serie ora, Fernando raduna il gruppo e andate avanti con le prove, io e Stede dobbiamo parlare poi vi raggiungeremo. >>
<< Agli ordini capo >> lo sgomitò e si dileguò così come era arrivato.
<< Strano tipo... >> commentò Stede.
<< Sì ma è simpatico, su questa nave siamo tutti un po' stravaganti. >>
<< Bè...a dire il vero anche sulla Revenge c'erano... >> scosse la testa.
<< Ci sono soggetti particolari, in realtà lo siamo un po' tutti, sono brave persone... >> un velo di tristezza adombrò gli occhi nocciola del pirata.
<< A proposito di questo, noi abbiamo qualcosa di cui discutere vero? >> disse il capitano attirando l'attenzione dell'altro che alzò il viso e poi annuì.
Si ritrovarono nuovamente in cabina seduti l'uno di fronte all'altro.
<< Allora mi è parso di capire che viaggiavi in compagnia di Barbanera >> nel suo sguardo c'era una genuina curiosità, il cuore del gentiluomo perse un battito a sentir pronunciare quel nome, poi si ricordò le parole che proprio Edward gli aveva rivolto sulla spiaggia, desiderava fare solo quello che lo rendeva felice e probabilmente quel soprannome che terrorizzava i mari con il quale era conosciuto non faceva più per lui.
<< E' così, lui mi ha salvato la vita, più di una volta. >>
David spalancò gli occhi sorpreso.
<< Barbanera, quel Barbanera? >> domandò.
Stede sorrise, ma in quel sorriso c'era un velo di amarezza.
<< Nessuno lo conosce veramente, io ho avuto l'opportunità di vedere chi si nasconde dietro la crosta, è un uomo buono Edward, ha il cuore più buono e più grande di molti uomini che ho conosciuto. Ha rinunciato alla sua libertà per me, si sarebbe... >> si morse le labbra trattenendo le lacrime.
<< Si sarebbe fatto ammazzare pur di salvarmi, e questo una persona cattiva non lo farebbe mai. >>
<< Tieni molto a lui vero? >> domandò David guardandolo intensamente.
Bonnet strinse i pugni che teneva appoggiati sulle ginocchia.
<< Sì, più di ogni altra cosa al mondo. >>
<< Se ti dico la verità tu non la userai contro di me vero? >>
<< Stede, ti ho portato via da lì, e non l'ho fatto per riportartici. >>
Il pirata annuì.
<< Avevamo in programma di scappare, io ed Edward, lui avrebbe rubato una barca e ci saremmo incontrati al molo, solo che non è andata così. Sono stato svegliato dalla persona sbagliata che voleva uccidermi ma ha finito per ammazzarsi, è stato un terribile incidente che però mi ha salvato la vita >>  il suo corpo era scosso da piccoli fremiti e la sua voce tremava mentre raccontava quella storia.
<< Ero sconvolto, per un momento ho pensato che avrei fatto meglio a tornarmene a casa, così non avrei più causato incidenti poi...Il pensiero di lui, avevo solo voglia di raggiungerlo ma mi sono perso e sono finito in quella maledetta trappola. Quello che più mi spezza il cuore è il pensiero che Edward se ne sia andato pensando che avessi cambiato idea. >>
<< Avrebbe potuto cercarti >> disse David aggiustandosi i capelli.
<< Scusa non voglio parlarne male, sto solo cercando di capire. >>
<< Se non lo ha fatto c'è sicuramente un motivo, non ho alcun dubbio sul suo affetto per me. Voglio trovarlo e chiedergli perdono, non so se vorrà ascoltarmi o se mi crederà, ma almeno deve sapere la verità, ne ha diritto. Non voglio che passi la sua vita pensando che di lui non mi importava. >>
<< D'accordo Stede, ti aiuterò a cercarlo, ma perché quel tipo voleva ucciderti? >>
Il gentiluomo sollevò le sopracciglia.
<< Oh è una storia lunga, ti ho già rubato abbastanza tempo dal tuo lavoro, magari posso raccontartela stasera >> rispose, ed era incredibile come il suo stato d'animo fosse nettamente cambiato rispetto al giorno prima, si sentiva già pronto a raccontargli tutto e ad affidarsi a lui, da un lato questo lo faceva sentire un debole, perché non era mai in grado di cavarsela da solo ma dall'altro aveva imparato che un buon amico al tuo fianco era la cosa migliore che potesse capitarti, soprattutto nelle difficoltà.






Note autrice: Salve gente, momento spiegazioni veloce veloce, in questo capitolo ci sono degli easter eggs che svelerò solo alla fine della storia, chi segue i social probabilmente li avrà indovinati, se qualche donzella del sottano legge sicuro li indovina, anche per che uno di essi me lo hanno raccontanto loro quindi...
E soprattutto i due nuovi personaggi maschili che sono in realtà ben conosciuti, David e Fernando, qui non ho bisongo di spiegazioni.
Il signor Janckins si presenta benissimo da solo, mentre Fernado, lo spoileratore per eccellenza XD we love you Fernando <3
Detto questo spero che il capitolo vi sia piaciuto e che se deciderete di contiunare anche la storia continuerà a piacervi, un salutone e grazie per essere arrivati fin qui, Ineffable.




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Capitolo 2
*** Capitolo due ***


Capitolo due


Il resto della giornata proseguì in tranquillità, Stede spiegò dove aveva lasciato la sua nave quando erano stati portati via, disse anche che non sapeva se Edward era tornato sulla Revenge oppure aveva deciso di tornare sulla Queen Anne, per questo tracciarono la rotta per trovare prima quella del pirata gentiluomo, e nel caso si fossero imbattuti in quella di Barbanera l'avrebbero fermata, consapevoli del possibile pericolo.
Dopo aver organizzato quel piano provvisorio Bonnet decise di assistere alle prove dell'equipaggio, David coordinava ogni cosa, dava indicazioni e ordini in maniera gentile ma ferma, e anche se in qualche occasione faceva ripetere una scena più volte nessuno se ne lamentava, erano un gruppo caloroso e Stede si ritrovò più volte a sorridere.
Gli chiesero persino di partecipare ma lui rifiutò, organizzare un atto teatrale una volta gli era bastato, e in più mettersi in gioco gli avrebbe fatto rivangare vecchi ricordi che preferiva rimanessero sepolti all'interno del suo cuore, silenziosi e dormienti, se risvegliati avrebbero punto quell'organo rosso e vivo come spine affilate e lui aveva bisogno di mantenersi lucido, aveva una missione e non poteva in alcun modo fallire.
Aveva detto a David di voler dare una mano, gli sembrava giusto rendersi utile e in più tenersi occupato lo avrebbe aiutato a tenere a bada i pensieri, lui gli aveva risposto che non ce n'era bisogno ma Stede aveva insistito, in fondo un'intera nave si stava mobilitando per aiutarlo, mettersi all'opera con qualche faccenda era il minimo, così alla fine riuscì a convincerlo.
Il problema era che non aveva mai lavorato un giorno della sua vita, persino sulla Revenge auto promuovendosi capitano non aveva avuto bisogno di fare gavetta, per questo si rivelò un disastro in qualsiasi cosa facesse, e chi lo sorvegliava finiva per mandarlo via educatamente con una scusa.
Verso sera si ritrovò sul ponte, seduto su un barile rovesciato, sudato e con la camicia semi sbottonata, più esausto per tutto l'avanti e indietro tra un compito e l'altro e tutti i mi dispiace che aveva dovuto dire quando commetteva qualche pasticcio.
Si alzò appoggiandosi poi con le braccia alla ringhiera, il vento soffiava tra i capelli e lui osservava quel cielo blu che stava cominciando a tingersi di stelle, un tempo quella stessa volta celeste l'aveva condivisa con Edward, era stato uno dei momenti migliori di tutta la sua vita, non aveva mai provato nulla di simile, una sensazione di calore che si espandeva dal petto, il cuore che batteva fortissimo e uno strano contorcimento di stomaco che però non faceva male, era solo come se il suo corpo stesse suonando un campanello, solo che lui non aveva abbastanza esperienza per capire che cosa stesse cercando di dirgli.
Quella notte aveva sentito una forte attrazione nei confronti di Edward, un richiamo lontano, una spinta ad agire a cui però non aveva dato ascolto, pensandoci adesso, dopo che era stato baciato sulla spiaggia capiva bene che cosa gli stava chiedendo il suo cuore, e se lo avesse fatto? Se avesse baciato Barbanera sotto le stelle, sfiorandogli il viso e poi la barba con delicatezza, sussurrandogli di non lasciarlo andare, di aiutarlo a capire...E se si fosse occupato lui di togliergli i fiori dai capelli, facendo scivolare le dita tra quelle lunghe e belle ciocche argentate, che cosa avrebbe sentito o provato?
Il pirata gentiluomo sospirò sentendo di aver perso un'altra volta un'occasione che non si potrà mai più ripetere, avrebbe potuto dimostrare a quell'uomo straordinario quanto fosse importante per lui e degno delle più pregiate attenzioni, ma non lo aveva fatto, si era lasciato vincere dal timore, dalla vergogna, dalla paura di essere rifiutato e cacciato, Edward invece non si era mai tirato indietro, gli aveva aperto il suo cuore più di una volta ed era assurdo pensare come la leggenda che veniva chiamata "il terrore dei mari", era in realtà un essere umano come tutti, con le sue fragilità, le sue ferite e timori.
<< Una moneta per i tuoi pensieri. >>
Stede si voltò verso quella voce.
<< David! >> il sorriso che gli aveva illuminato le labbra divenne presto malinconico.
Si strinse nelle spalle tornando a guardare l'orizzonte, mentre la brezza marina gli rinfrescava il viso.
<< Lascia stare, ti causerebbe solo mal di testa. >>
<< Ci credi se ti dico che sono immune ormai? >> ridacchiò appoggiando i gomiti alla balaustra.
<< Sai quante lamentele devo ascoltare ogni giorno. Capitano lui ha usato il mio cucchiaio, no non è vero! E io che pensavo che i cucchiai fossero tutti uguali... >> rise di nuovo.
<< Le baruffe su qualche scena che non piace, oppure quando c'è meno razione per tutti e cominciano a litigare, allora offro loro la mia così si mettono quieti, almeno per un po'. >>
<< E le pene d'amore poi... >>
Stede si voltò incuriosito verso il suo interlocutore.
<< Pene d'amore? >>
David lo guardò, con quegli occhi azzurri che sotto l'oscurità della notte e l'argentea luce della luna sembravano quasi grigi.
<< Oh sì, ce ne sono a bizzeffe. Così tante che si potrebbe scrivere un libro. >>
<< In fondo non è così assurdo, siete in tanti qui >> disse il gentiluomo.
<< Già...Una volta due uomini si sono quasi ammazzati per una donna, poi hanno deciso che in tre non si stava tanto male. >>
<< Che cosa!? >> sbuffò Stede trattenendo una risata.
<< Sì e stanno ancora insieme sai >> spiegò David.
<< E si amano? >> domandò il pirata non trattenendo quella curiosità che gli stava risalendo le viscere, non era mai stato curioso riguardo all'amore da quando aveva saputo che si sarebbe dovuto sposare per dovere, e allora aveva rinchiuso la voglia di scoprire quel buffo sentimento di cui narravano i migliori romanzi rosa in un cassetto, e non lo aveva più riaperto fino a quando un pirata dai capelli lunghi e argentati non aveva bussato alla sua porta.
<< Moltissimo, anche più di alcune coppie sposate che mi è capitato di conoscere >> rispose il capitano, Stede sentì un tuffo al cuore, un profondo senso di vergogna che nasceva direttamente dallo stomaco, si chiese se anche lui e Mary fossero sembrati così a un occhio attento, non ci aveva mai dato troppo peso, le apparenze erano ciò che voleva suo padre e per questo si era semplicemente adattato comportandosi come l'alta società si aspettava.
<< E' assurdo, tutto quello che mi hanno insegnato sull'amore è che solo i contadini possono permettersi di innamorarsi, mentre i nobili...Loro devono stare a delle regole, non importa se odi la persona con cui stai o semplicemente non ti piace...Un terreno, ricchezze...quelle contano per la nobiltà >> negli occhi del pirata c'era un velo di tristezza, tentò di nasconderlo guardando dritto davanti a sé, ma la sua voce lo tradiva, apparendo insicura e tremante.
<< Tu Stede, sei innamorato? >> domandò David, sia per una genuina curiosità ma anche perché aveva percepito che in quell'argomento c'era qualcosa che il suo nuovo conoscente aveva bisogno di tirare fuori, aveva come l'impressione che nessuno si fosse mai davvero interessato a conosce Stede Bonnet, quello vero, quello che probabilmente abitava dentro al suo cuore ma era stato relegato lì senza possibilità di appello.
Il biondo sussultò, sentendo il cuore accelerare e le guance andare a fuoco, gli capitava raramente di arrossire e ringraziò mentalmente fosse notte così che quel porpora delicato potesse rimanere celato nell'oscurità.
<< I-Io? >> balbettò, voltandosi appena verso il suo interlocutore che annuì sorridendogli in maniera incoraggiante, strinse le mani tra loro, sfregandole leggermente e abbassando lo sguardo su di esse, senza però vederle veramente.
Innamorato.
Era una parola praticamente sconosciuta per lui, non priva di significato, o forse sì, perché in fondo lui non aveva mai saputo che cosa volesse dire essere innamorati, aveva letto dei libri sull'argomento, ma forse non abbastanza, oppure quelle storie in cui non riusciva mai a ritrovarsi fornivano una versione dell'amore irrealistica, troppo esagerata e a tratti stucchevole sull'amore.
"Sono tuo amico" aveva detto una volta a Edward, per consolarlo sì, ma lo pensava davvero, solo che anche sull'amicizia ne sapeva ben poco, in fondo poteva davvero dire di aver avuto un vero amico in vita sua? No.
Olu, Lucius, forse loro potevano avvicinarsi a questa definizione, in molti diversi casi si erano comportati più da amici che da sottoposti, ma lui...Barbanera, era stato il primo con cui aveva condiviso la sua passione per i tessuti preziosi, i passaggi segreti della Revenge e chissà forse anche per Ed, Stede aveva rappresentato la prima volta sotto qualche aspetto...Qualcosa dentro il suo stomaco si contorse, Edward aveva avuto una vita molto più movimentata della sua, quante esperienze e avventure aveva vissuto, come poteva credere che...
Sospirò mordendosi le labbra.
<< Io... A dire il vero David, non ho mai provato cosa significhi essere innamorato, so che è assurdo visto che sono un uomo adulto... >>
<< E' meno assurdo di quanto immagini >> gli disse dolcemente il capitano, posandogli una mano sulla spalla, poi la spostò rimettendola sulla balaustra di legno.
<< Ma ti è venuto in mente qualcuno quando te l'ho chiesto? >>
Stede sussultò, deglutendo le emozioni che quella domanda gli aveva procurato.
<< Sì... >> la sua risposta uscì come un timido sussurro, David sorrise, come se già sapesse.
<< Allora mio caro Stede, forse ti sei già risposto da solo >> disse prima di congedarsi, lasciandolo lì con quella rivelazione che lo aveva spiazzato, spezzato in due come un bastoncino, ma era comunque una sensazione piacevole, quella nuova consapevolezza lo fece sorridere, strinse forte la ringhiera con le mani.
<< Sono innamorato di Edward. >>
<< Sono innamorato di Edward! >>
Non c'era nessuno intorno a lui e si sentì parecchio sciocco, ma per la prima volta non gli importava, che lo considerassero pure strano, folle o un ometto privo di significato, lui aveva trovato il suo scopo e non avrebbe più permesso a nessuno di dirgli chi o cosa poteva diventare o fare.
La nave Emily navigò dritta e senza problemi per tre giorni e tre notti di fila, fino a quando giunsero nel luogo dove la Revenge era stata lasciata quando i suoi capitani erano stati catturati, ma di lei non c'era nessuna traccia, Stede sospirò in preda allo sconforto, ci aveva sperato davvero, ma doveva anche immaginarselo, se Edward era tornato a bordo pensando di essere stato abbandonato era ovvio se ne fosse andato portandosi dietro tutti gli altri.
<< Mi dispiace Stede. >>
<< Dispiace a me David, di avervi fatto fare un viaggio a vuoto. >>
Il capitano scosse la testa.
<< Nessun viaggio a vuoto...dovevamo provarci >> lo rassicurò con un sorriso.
<< Invece sì capitano. >>
Una voce li distolse dalla conversazione, si voltarono entrambi verso di essa.
<< Avevamo delle tappe da portare avanti, degli appuntamenti che a causa di questo giro ritarderanno. >>
<< E in più stiamo finendo le scorte! >> a parlare era stata una ragazza, minuta, dai capelli lunghi fino alle spalle e lo sguardo fiero e determinato, a Stede ricordò tanto la sua Alma.
<< Isabelle...tesoro vieni qui >> la chiamò David guardandola con sguardo dolce e paterno.
<< Non mi chiami tesoro, lo sa che lo detesto! >> si impuntò mettendo il broncio e incrociando le braccia, oh sì decisamente il caratterino era molto simile a quello di sua figlia.
<< Lo farò quando tu comincerai a darmi del tu, come ti avevo chiesto, più volte >> disse David, quasi sfidandola.
<< Pff non succederà mai capitano >> sbuffò abbassando le palpebre e voltandogli le spalle.
<< Allora io continuerò a chiamarti tesoro >> ridacchiò spettinandole i capelli.
La fanciulla divenne rossa in viso, strinse forte i pugni e una grossa e pulsante vena le apparì sul collo.
<< Ora basta capitano! Qui c'è poco da scherzare, rischiamo di morire di fame, o essere attaccati da quei maledetti pirati e non abbiamo munizioni a sufficienza per difenderci e che mi dice dello spettacolo? Andrà tutto a rotoli e a lei sembra non importare, sempre a fare scherzi o a prendere in giro gli altri, ora potremmo avere la marina addosso solo perché ha... >>
<< Salvato me >> continuò Stede sentendosi in colpa, la ragazza si fermò dal suo sfogo per guardare l'uomo che aveva appena parlato, ma poi scosse la testa.
<< Perché lui non prende niente sul serio! >> strillò indicando il suo capitano, poi quando sentì gli occhi bruciare si voltò correndo via, David sospirò leggermente sconfortato poi guardò il biondo accanto a sé.
<< Hai esperienza con i ragazzini? >>
<< Bè...ho due figli, anche se ammetto che sono stato più un compagno di giochi per loro... >> sorrise malinconico, ripensando ai giorni in cui l'unica sua gioia era giocare e far ridere i suoi bambini, gli mancavano molto doveva ammetterlo, ma non avrebbe mai potuto essere un buon padre e non era pentito della sua scelta, anche se forse, dopo aver trovato Edward sarebbe potuto andare da loro, dargli una spiegazione e dirgli addio in un modo meno da codardo, David sembrò rimanere sorpreso da questa rivelazione.
<< Quanti anni ha lei? Sembra così giovane. >>
<< Lo è, ha diciassette anni. >>
Gli occhi nocciola del pirata si spalancarono, ma prima che potesse fare domande fu il capitano a chiarire i suoi dubbi.
<< La nave dove viaggiava con la sua famiglia è stata attaccata dai pirati, due anni fa circa, lei è salva per miracolo. La sua fortuna è stata quella di cadere in acqua e poi la corrente l'ha trascinata lontano. >>
<< Cavolo...deve odiare il fatto che state aiutando proprio me >> rifletté Stede corrugando le sopracciglia.
<< Odiare? Isabelle non è in grado di odiare nessuno, ha il cuore troppo puro per farlo, e quando l'ho salvata le ho spiegato che qui è bene accetto chiunque, qualsiasi persona abbia bisogno di una mano troverà sempre la porta aperta. Non sei il primo pirata che sale a bordo e non sarai l'ultimo, inoltre quando l'ho trovata, su questa nave erano già presenti parecchi di loro. >>
Stede deglutì, immaginando come potesse sentirsi quella ragazzina.
<< E come l'ha presa? >> domandò il gentiluomo.
<< Era spaventata all'inizio, ma poi ha capito che questo è un porto sicuro, a nessuno viene fatto del male >> spiegò l'uomo con una punta d'orgoglio nella voce.
<< Come sai che non resta solo perché non ha scelta? >>
<< Non ne ho la certezza, ma sembra stare bene con noi, e poi cerco di parlarle spesso e se avesse bisogno di un qualsiasi tipo di aiuto per ricominciare via da qui sa che da me lo troverebbe. Ma non posso costringerla a parlare o a rivelarmi quello che prova davvero, spero solo di essere stato abbastanza bravo da averle fatto capire che può fidarsi. >>
Stede sorrise e annuì sentendosi rassicurato, non sapeva perché il destino di quella ragazzina gli stesse tanto a cuore, forse perché sperava che se un giorno la sua Alma si fosse trovata  in difficoltà sarebbe stata così fortunata da trovare qualcuno che l'avrebbe aiutata.
<< Vado a parlarle se non ti dispiace, poi ci occuperemo di...- >>
<< Capitano può venire qui un secondo? >>
David sospirò.
<< Arrivo >> rispose.
<< Non c'è mai pace per i capitani >> disse rivolgendosi a Stede, il quale gli rivolse uno sguardo comprensivo, decise di andare lui stesso a parlare con la giovane, non si conoscevano e magari lo avrebbe rifiutato ma si sentiva in dovere di ricambiare il grande aiuto che quelle persone gli stavano dando, e poi si sentiva spinto da un moto di affetto verso quella ragazzina, la cercò trovandola rannicchiata con le ginocchia al petto e l'espressione corrucciata, sorrise, domandandosi come sarebbe Alma alla sua età con lo stesso visino imbronciato, si avvicinò lentamente.
<< Posso? >>
La ragazza alzò i suoi profondi occhi scuri su di lui, liquidandolo con un gesto secco delle spalle.
"E va bene" pensò Stede, "sarà più difficile di quanto immaginavo ma posso farcela."
Si sedette accanto a lei raccogliendo a sua volta le ginocchia al petto.
<< Giornata difficile? >> le domandò.
<< Tu fai parte della categoria degli stronzi? >> domandò di getto spiazzandolo.
<< Cosa? >> chiese Stede corrugando le sopracciglia.
<< Che tipo di pirata sei? Uccidi le persone? >>
<< Oh no, non ho mai ucciso nessuno ma...delle persone sono morte a causa mia >> spiegò il gentiluomo andando con la mente a quei ricordi dolorosi e traumatici, attirò così l'attenzione della ragazzina che lo guardò incuriosita e dubbiosa.
<< Hai ordinato di ucciderle? >>
<< No...è stato solo un incidente. >>
<< Ti è dispiaciuto? >> domandò la giovane tentando di capire se poteva davvero fidarsi di quell'uomo che era comparso improvvisamente nelle loro vite.
<< Non erano brave persone Isabelle, ma mi ci sono sentito in colpa e a dire il vero anche adesso...a volte le sogno ancora, sono incubi che mi fanno sentire un mostro quando mi sveglio. >>
<< Perché mi stai raccontando queste cose? Intendo i dettagli di come ti senti.>>
Stede sorrise, effettivamente era strano per lui aprirsi così tanto con qualcuno che aveva appena conosciuto, forse nemmeno con Edward era stato così sincero, certo gli aveva raccontato alcune cose ma non tutto, e aveva tralasciato la morte del primo Badminton, probabilmente perché parlare di morti e omicidi accidentali non era da gentiluomini oppure perché sotto sotto si vergognava e aveva paura di essere giudicato e di perderlo.
<< Vorrei che tu capissi che non sono qui per creare problemi, o mettervi i bastoni tra le ruote, mi spiace che a causa mia abbiate subito dei ritardi, proprio per questo io...Se mi lasciate al primo porto a cui siete diretti, posso trovarmi una scialuppa o radunare alcuni uomini e continuare la mia ricerca da solo, voi avete già fatto abbastanza. >>
Lo sguardo del pirata gentiluomo si addolcì, studiato da quella ragazzina i cui lineamenti si erano ammorbiditi, segno che stava cominciando a rilassarsi in sua presenza.
<< Faresti questo per noi? >> domandò Isabelle sembrando quasi incredula.
<< Non sono tutti cattivi i pirati, ho conosciuto alcuni di loro che erano...sono brave persone >> rispose sentendo una stretta al cuore, gli mancava davvero tanto la sua ciurma, ma il volto della ragazza si scurì.
<< David ti ha raccontato di me >> non era una domanda e Stede si ritrovò costretto ad annuire.
<< Quel chiacchierone! >> sbuffò mettendo ancora quell'adorabile broncio che fece ridacchiare il pirata.
<< Non prendertela con lui, credo che volesse solo rassicurarmi, ha visto il mio stupore sapendo che una ragazza così giovane navigasse su questa nave. Forse voleva rassicurarmi sul fatto che non ti avesse rapita e tenesse qui contro la tua volontà. >>
<< Pff rapita? David? Non sarebbe in grado di rapire nemmeno un gattino, è molto forte sì ed è geniale, ma non è cattivo. Non c'è un briciolo di cattiveria dentro di lui, e poi avrei potuto essere benissimo la figlia di qualcuno della ciurma...gliela taglierò una di queste volte quella linguaccia. >>
Stede scoppiò in una risata di cuore, sembrava una piccola Izzy, ma molto meno antipatica e minacciosa.
<< Sembrate volervi molto bene... >> disse Stede guardandola, lei si strinse nelle spalle e i suoi occhi divennero languidi, quasi malinconici.
<< David mi ha salvata, dopo avermi ritrovata ho dormito per tre giorni interi, e quando mi sono svegliata non ne ho voluto sapere di mangiare, sono stata a digiuno per una settimana. Lui si preoccupava tantissimo, mi lasciava cibo fresco in ogni momento, lo so perché mi avvisava bussando alla porta e dicendomelo. Mi aveva dato una cabina dove c'era anche la sala da bagno ed è rimasta la mia poi una volta l'ho sentito parlare, era così in pena per me...e quando mi ha vista nascosta dietro la porta mi ha sorriso, sembrava sollevato di vedermi in piedi, io poi sono scappata in camera. Quando ho iniziato a mangiare, David ha notato quanto mi piacesse l'uva, ne metteva sempre tanta quando mi portava il pranzo e ne lasciava in giro per la nave, aveva paura morissi di fame >> ridacchiò, gli occhi le si illuminarono.
<< Stede giusto? >>
L'uomo annuì.
<< Non voglio che tu te ne vada, io sono stata fortunata e tutta la ciurma è stata comprensiva con me, voglio fare lo stesso >> disse allungando la mano verso di lui, Stede sorrise e la strinse, sentendo la gola bruciare, ma non voleva piangere, non gli sembrava il momento.
<< Sei una bravissima persona Isabelle, ti auguro di riuscire in qualsiasi cosa ti venga in mente. >>
<< Anche distruggere per sempre tutti i pirati? >> disse lei con un velo di scherno e le guance rosse.
<< Oh bè in quel caso che vinca il migliore >> rispose il pirata dandole un leggero buffetto sul naso.
<< Mi ha fatto piacere parlare con te. >>
<< Anche a me Stede. >>
Quella chiacchierata lo aveva messo di buon umore, si sentiva come rinato, pronto a cercare con tutto se stesso Edward e la sua ciurma, rivoleva la sua nuova famiglia e avrebbe fatto di tutto per trovarla, accettando ogni aiuto possibile, aprire il suo cuore a quella ragazza gli aveva fatto provare una sensazione unica, un tepore piacevole al centro del petto, dopo anni passati tenendosi tutto dentro stava incominciando a comprendere quanto fosse salutare il riuscire ad aprirsi con qualcuno, tornò da David con l'umore decisamente migliorato.
<< Hey Stede, dobbiamo per forza fare scalo al primo porto, ci servono dei viveri. >>
<< Devo essermi fatto prendere un po' la mano ultimamente >> ridacchiò grattandosi la nuca, in quel momento giunse da loro Isabelle.
<< Capitano. >>
Lui aprì gli occhi, osservando con fare paterno la giovane fanciulla.
<< Dimmi piccola. >>
<< Mi dispiace per prima, non avrei voluto perdere così tanto la pazienza. >>
Il capitano rimase allibito, sgranò gli occhi fissando incredulo la ragazza, come se riuscisse a vedere solo la bocca che si muoveva ma senza sentire le parole, si avvicinò a Isabelle posandole una mano sulla fronte mentre il pirata dai capelli dorati se la ridacchiava.
<< Hai la febbre per caso? >>
<< No, non ho la febbre e non mi chiami più piccola accidenti! >> sbuffò andandosene senza più degnarlo di uno sguardo.
<< Cosa diamine è appena successo? >> si domandò David continuando a fissare lo spazio ormai vuoto di fronte a sé.
<< Potremmo aver parlato un po' >> disse Stede, il capitano si voltò verso di lui.
<< Tutto questo è merito tuo? >>
Stede arrossì.
<< Bè merito è una parola grossa, diciamo che ci siamo trovati in sintonia. >>
<< Mio caro, quanto vorrei rimanessi qui con noi >> disse avvolgendogli un braccio intorno alle spalle.
<< Mi piacerebbe ma non posso, ho qualcuno di importante da trovare, ma grazie del pensiero. >>
David sorrise dandogli una pacca amichevole sulla schiena.
<< Sappi che le porte della mia nave saranno sempre aperte per te. >>
<< Grazie, sei una brava persona David. >>
Il tempo che mancava all'arrivo al prossimo porto lo trascorse cercando di conoscere meglio quella ciurma che lo aveva accolto a braccia aperte, raccontando aneddoti sulla sua vecchia vita ma concentrandosi soprattutto sulla nuova, tutte quelle persone lo ascoltavano interessate ed estasiate, riempiendolo di domande e a lui alle volte sembrava di essere ancora sulla Revenge, quando raccontava storie della buonanotte ai suoi uomini prima di congedarsi per andare a coricarsi.
Tra tutte le cose che aveva raccontato, quella che suscitò più interesse fu ovviamente Barbanera, come si erano conosciuti, se erano amici, dov'era ora, se era spaventoso come lo descrivevano i libri e se lo aveva visto uccidere qualcuno.
<< Ma lui com'è? >> domandò qualcuno una sera, quando la luna era già alta nel cielo.
<< E' adorabile >> rispose Stede con un sospiro che partì direttamente dal cuore, ovviamente si guadagnò sguardi confusi e straniti.
<< Voglio dire è un uomo potente, abilissimo con la spada, sa essere minaccioso è vero ma ha un cuore grande, però è anche un disastro a rilassarsi >> ridacchiò perdendosi in quei ricordi.
<< Oh scusate vi starò annoiando... >>
<< No, no continua! >>
<< Sì per favore, vogliamo sapere di più su Barbanera. >>
E allora Stede li accontentò, ogni sera prima di andare a dormire raccontava loro un aneddoto riguardante quell'immensa figura che molti temevano, altri ammiravano, si perdeva in dettagli che solo a lui erano stati consentiti vedere e questo inevitabilmente attirò l'attenzione di qualcuno, che attese il momento propizio per attaccare, proprio quando lui era da solo ad osservare le onde del mare chiedendosi se in quel porto dove si sarebbero fermati, avrebbe avuto la fortuna di incontrare Edward.
<< Ti piace vero? >>
Il biondo saltò quasi in aria per lo spavento, si voltò mettendosi una mano sul petto quando vide chi lo aveva chiamato.
<< Isabelle...la prossima volta avvisa ti prego. >>
<< Certo metterò dei campanellini sulle scarpe >> rispose ironicamente.
<< Allora ti piace o no? >> ripeté la domanda.
<< Chi? >>
<< Barbanera. >>
Stede se possibile divenne più rosso di un pomodoro e cominciò ad agitarsi.
<< Cos-Chi ti ha detto una cosa del genere? >>>
<< Tu Stede, sei tutto un Edward di qua, Barbanera di là. >>
<< E' così forte, premuroso, e che gran bei muscoli. >>
La faccia del pirata gentiluomo parve andare a fuoco.
<< Non ho mai detto una cosa del genere! >> squittì stringendo i pugni, sentendosi troppo esposto.
<< La tua faccia parla da sola mio caro, ti si illuminano gli occhi quando parli di lui >> disse Isabelle sicura di sé.
<< Non...Davvero? >> chiese il biondo.
<< Oh sì >> rispose la giovane.
<< Guarda che non c'è niente di male se ti piace qualcuno. >>
Il respiro di Stede cominciò a rallentare, così come i battiti del suo cuore, non aveva mai parlato di certe cose, per lui era come mettere a nudo la sua anima, quella parte di sé che non era mai venuta fuori veramente.
<< Lo so >> rispose il pirata.
<< E' che non lo sa nemmeno lui... >>
<< Vorrei fosse il primo a saperlo. >>
Isabelle si grattò la nuca pensosa.
<< Bè è un po' tardi per quello, ma posso fare finta di niente, nel caso dovessimo incrociarlo non fiaterò, anzi mi fingerò sorpresa >> disse con aria solenne e un sorrisetto audace, Stede sorrise sentendosi rassicurato.
<< Davvero? >>
<< Certo, è giusto lo sappia da te. >>
<< Ma dimmi Stede, lui...è innamorato di te? >> quella domanda, frutto dell'innocente curiosità di una ragazzina, ebbe il potere di far agitare qualcosa in fondo allo stomaco del gentiluomo, che improvvisamente si sentì di nuovo nervoso, in preda a sentimenti che non era in grado di controllare.
Sospirò sentendosi improvvisamente triste.
<< I-io...penso dovrei chiederlo a lui. >>
Isabelle gli si avvicinò sfiorandogli il braccio in una delicata carezza.
<< Se non gli piaci è proprio uno stupido, una testa vuota! E non lo dico per consolarti, lo penso sul serio, se io fossi un po' più grande ti farei il filo, anzi combatterei per te! >> disse incrociando le braccia e abbassando le palpebre, Stede scoppiò a ridere.
<< Coosa? >>
<< Dico la verità >> rispose la ragazza aprendo gli occhi, il biondo sorrise dolcemente, le accarezzò la testa con una mano.
<< Sai Isabelle, se tu fossi più grande, e io non avessi il cuore impegnato penso proprio che accetterei la tua mano. >>
<< Sul serio? >> domandò Isabelle, con gli occhi che si illuminarono.
<< Assolutamente, sei una graziosa fanciulla, coraggiosa, forte, leale e generosa. >>
<< Magari in una prossima vita chissà >> disse Stede sorridendo.
<< In una prossima vita starai ancora sbavando per Edward. >>
Il pirata saltò tappandole la bocca, le guance gli divennero rosso fuoco.
<< Shh non gridare! >>
Lei lo spinse giocosamente.
<< Scusa, scusa. >>
Qualcuno gridò dal cesto di vedetta.
<< Terra! >>
<< Oh pare proprio che siamo arrivati >> Isabelle lo guardò annuendo.
<< Senti Stede, se incontriamo Barbanera posso fingermi sua rivale? >>
<< Meglio non punzecchiarlo >> rispose lui ridacchiando.
<< Perché? E' un tipo nervoso? >>
<< Abbastanza, devi vedere come ha ridotto un serpente. >>
<< Ti prego raccontami >> lo supplicò la giovane.
<< Stasera magari >> rispose l'uomo.
<< E poi sarà impegnato a sentire le mie scuse >> disse sospirando.
<< Per averlo mollato lì come un sasso? >> domandò lei.
<< Isabelle! >>
Lei alzò gli occhi al cielo.
<< Scusa, ma è vero. >>
<< D'accordo ma non c'è bisogno di ricordarmelo, comunque stavo per andarci da lui ed è successo un casino. Ma tu come lo sai? >>
<< Ho sentito che ne parlavi con David. >>
Arrivarono dagli altri che si erano radunati sul ponte.
<< Te lo hanno mai detto che non è ben educato origliare? >> bisbigliò Stede.
<< Non è origliare se passi per caso >> rispose la ragazzina allontanandosi con un occhiolino.
"Altro che piccola Izzy, quella è una Lucius in miniatura" pensò tra sé Stede.
David da bravo capitano divise i compiti, dicendo inoltre che dopo aver svolto gli ordini avrebbero potuto avere il resto della giornata libera, Stede gli chiese se poteva essere utile in qualcosa ma lui gli rispose che aveva altro da fare di molto più importante, e così il pirata biondo scese dalla nave con coraggio che però, ad ogni passo che faceva si trasformava in titubanza.
Aveva forse paura di incontrarlo?
<< Ehi amico... >>
<< Tutto bene? >>
Stede lo guardò fermandosi e stringendo le dita tra loro.
<< E se non mi vuole più vedere? >>
<< Perché non dovrebbe? >> domandò David mettendosi le mani sui fianchi.
<< Lui non sa il motivo per cui non mi sono presentato. >>
<< E tu glielo spiegherai. >>
<< Sì ma... >>
<< Stede ascolta è normale avere paura, soprattutto se sappiamo di aver ferito qualcuno, ma se nemmeno tentiamo non sapremo mai come sarebbe andata, vuoi vivere tutta la vita con questo rimpianto? >>
Il pirata scosse la testa lentamente.
<< E allora buttati, se ci tiene veramente a te saprà ascoltarti. >>
<< Grazie David. >>
<< E di cosa? >> sorrise l'altro dandogli una pacca sulla spalla.
Stede si perse in quei vicoletti e stradine tutte uguali, chiedeva a ogni persona che incrociava se avessero visto Barbanera, la maggior parte di loro si limitava a guardarlo come se fosse matto, altri gli davano dello stolto dicendogli che andava cercando la sua morte, alcuni invece scappavano terrorizzati solo a sentirlo nominare, i pochi che gli davano retta però non si rivelarono di alcun aiuto e così sconfortato continuò a camminare fino a quando...
Capelli brizzolati, lunghi che ricadevano sulle spalle, vestito di nero.
<< Edward... >>














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Capitolo 3
*** Capitolo tre ***


Capitolo tre


<< Edward... >>
L'uomo si voltò verso la voce, a Stede batteva forte il cuore, quel vicolo era in penombra e non riusciva a vedere bene, non poteva credere di essere stato così fortunato da trovarlo al primo colpo, i passi lenti e cadenzati che si avvicinavano a lui gli rimbombavano nelle orecchie.
<< Non mi chiamo Edward, riccioli d'oro. >>
Al pirata gentiluomo si gelò il sangue nelle vene, non era Edward, si era sbagliato, ma doveva cercare di rimanere lucido e andarsene da lì, qualcosa gli diceva che quelli non erano tipi raccomandabili, indietreggiò di qualche passo.
<< Deve scusarmi, mi sono sbagliato. >>
<< Vuoi già andartene biondino? >>
La schiena di Stede andò a sbattere contro qualcosa che si rivelò un omone alto e robusto.
<< Lasciatemi andare e non vi sarà fatto alcun male >> provò, ma la sua parve la ridicola supplica di un gattino indifeso, quanto avrebbe voluto possedere la grinta di Edward, forse se fosse riuscito a risultare abbastanza minaccioso lo avrebbero liberato.
<< Ho un coltello con me e non ho paura di usarlo >> gridò estraendo la lama, ma il suo polso venne presto intercettato e bloccato dall'uomo che da dietro somigliava tanto a Barbanera, sogghignò, con un riso maligno e disgustoso.
<< No no biondino, non ti hanno insegnato che non si gioca con questi? Sono pericolosi, qualcuno si potrebbe fare male >> disse prendendoglielo di mano.
<< Qualcuno tipo te >> parlò il gigante dietro di lui, poi lo spinse a terra.
<< Per favore, ho dei soldi con me, ve li darò tutti. >>
La brutta copia di Edward ghignò.
<< Ma certo che prenderemo i tuoi soldi, prima però vogliamo divertirci. >>
Stede si alzò barcollando sui suoi stessi piedi, provò a fuggire ma fu tutto inutile, come futili furono i tentativi di lottare e ribellarsi, riuscì solo a dare qualche pugno che però servì solo a far arrabbiare di più quelle persone.
Improvvisamente iniziò a sentire solo dolore, lo spintonavano colpendolo in ogni parte del corpo, pugni, calci, schiaffi e ridevano mentre lui cadeva a terra sanguinante e tremante, un lama affilata contro la sua guancia lo fece urlare, bruciava, gli faceva male la testa e sentiva il sangue dappertutto, in ultimo, quell'uomo malvagio lo strattonò dalla camicia finendolo con una testata che gli fece perdere i sensi.
Quelli se ne andarono prendendo i suoi soldi e lasciandolo ferito, sanguinante, sul terreno polveroso.
Passarono ore e nel frattempo la ciurma della Emily si stava radunando per tornare a bordo, il capitano era sul molo che attendeva uno a uno i suoi uomini, si chiese dove fosse finito Stede, che avesse trovato Barbanera e se ne fosse andato? No, si rispose, era troppo ben educato per andarsene senza salutare.
<< DAVID! >>
La voce di Isabelle lo riscosse dai suoi pensieri, quando giunse da lui la vide che era in lacrime e tremava.
<< David >> singhiozzò.
<< Tesoro che cosa è successo? >>
Quasi non riusciva a respirare, era in preda al panico, così il capitano le strinse le spalle dolcemente.
<< Respira...Va tutto bene. >>
<< No >> piagnucolò lei.
Poi David si accorse che aveva le mani sporche di sangue, strinse la mascella, gliele prese tra le sue.
<< Isabelle che cosa è successo? >>
<< Stede! L'ho trovato in un vicolo...è ferito. >>
<< Santo cielo, portami da lui, ce la fai? >> domandò il capitano, lei annuì asciugandosi le lacrime.
Corsero fino al vicolo dove il pirata gentiluomo stava a terra, privo di sensi e molto ferito, il cuore di David perse un battito e non perse tempo a chinarsi su di lui, i suoi occhi scrutarono svelti le ferite, la camicia era sporca di sangue e anche sul viso ce n'era che ormai si era seccato.
Tirò fuori un fazzoletto, lo umettò con la sua stessa saliva e con esso pulì quello in eccesso.
<< E' grave? >> domandò la giovane con un nodo che le stringeva la gola.
<< Non credo, ma dobbiamo portarlo subito sulla nave e farlo vedere dal dottore. >>
Così lo prese tra le braccia e si incamminò tra quelle strade polverose, i ciuffi biondi del pirata ricadevano verso il basso, anch'essi sporchi di sangue e terra, Isabelle lo guardava, era pallido e sembrava non esserci più un briciolo di vita in quel corpo solitamente così frizzante e pieno di energia.
Lo portarono direttamente nella cabina dove venivano svolte le visite mediche, c'era tutto ciò di cui si potesse aver bisogno, più un comodo letto dove Stede venne adagiato, il medico li raggiunse e cominciò a esaminarlo, ripulì le ferite, mise i punti dove ce n'era bisogno e controllò che non ci fosse nessun osso rotto, il tutto sotto lo sguardo apprensivo di David e la preoccupazione del resto della ciurma.
Stede dormì per un giorno intero, fortunatamente aveva riportato solo qualche contrattura e la febbre non era salita, le ferite erano tante ma non eccessivamente profonde o gravi da temere per la sua vita, ma comunque venne tenuto sotto controllo.
<< Qui sulla guancia gli rimarrà una piccola cicatrice, dove la lama ha affondato di più >> aveva detto il dottore.
<< E probabilmente anche i lividi sulla schiena e quello sulla fronte ci metteranno un po' ad andarsene. >>
<< Ma tutto sommato se la caverà, è stato fortunato >> di fronte a quelle parole tutti si erano in parte rilassati, sapendo che il loro nuovo amico non era in pericolo, restava solo che si svegliasse.
Quando finalmente aprì gli occhi si ritrovò davanti a quelli di David, che lo scrutavano, riuscì persino a fare un minuscolo sorriso nonostante si fosse appena svegliato.
<< Sta diventando un'abitudine...incontrarci così >> disse il biondo con la voce impastata e roca.
<< Già, ma preferirei non accadesse più >> rispose Jenkins, si alzò dalla sedia andandosi a sedere accanto a lui sul materasso, poi sorrise, sul suo viso quadrato erano presenti ancora i segni della tensione accumulata, aveva gli occhi stanchi, come se non avesse dormito per niente e in effetti era così, preoccupato per le sorti del pirata gentiluomo non aveva chiuso occhio.
<< Santo cielo Stede, ci hai fatto morire di paura. >>
<< Chiedo scusa >> tossì.
<< Non ti azzardare, sono solo felice che ti sei svegliato e che stai bene. Mi spiace di non essere stato lì, avrei potuto aiutarti. >>
Stede scosse piano la testa, aveva ancora gli occhi languidi e la bocca secca.
<< Meglio così David, non mi sarei mai perdonato se ti fosse accaduto qualcosa a causa mia. >>
<< Sei troppo buono per questo mondo Stede Bonnet. Ma ora vado a chiamare il medico, e ti porto un bicchiere d'acqua. >>
<< Aspetta...Ho perso i soldi che mi avevi dato, me li hanno rub...- >>
David lo interruppe con un gesto secco della mano.
<< Non dirlo nemmeno per scherzo, quello che conta sei soltanto tu. >>
Il biondo sorrise grato, tirò un sospiro di sollievo, aveva vissuto una brutta avventura ma si era salvato, stava bene e poteva ancora sperare di trovare...Gli occhi gli si riempirono di lacrime, si morse forte le labbra, quanto avrebbe voluto potersi stringere tra le sue braccia in quel momento, aveva così bisogno di lui, di sentire il suo odore, il suo respiro contro la sua pelle calda.
Quando rientrarono, David e il dottore lo trovarono che tremava, era pallido, e si stringeva il labbro inferiore anch'esso tremante con i denti, aveva lo sguardo perso e gli occhi umidi che luccicavano a causa delle lacrime.
<< Stede...ehi >> il capitano corse da lui, lo aiutarono a mettersi seduto posizionandogli un cuscino dietro la schiena, poi David si mise a sedere guardandolo preoccupato, gli posò una mano in corrispondenza del ginocchio, un tocco delicato che stava a significare "io ci sono."
<< Stede... >>
Il biondo si spinse in avanti col busto, circondandolo con le braccia, strinse forte la mascella e gli occhi.
<< Mi manca... >> soffiò, sentendo la voce così flebile e debole.
<< Lo so, lo so piccolo >> rispose Jenkins, tentando di trasmettergli il suo affetto e la sua presenza.
E così si sentiva il pirata gentiluomo, un moscerino sotto la scarpa di un gigante, pronto per essere schiacciato.
<< Ma da ora in avanti andrà tutto bene, te lo prometto. Ti riporterò da lui. >>
<< Come puoi prometterlo? >> domandò il biondo scostandosi appena, una lacrima scivolò lungo la guancia, proprio lì dove stava il taglio.
<< Non ho mai fallito, e non intendo iniziare con te >> rispose fiero, con il cuore che si scaldava per via di quella promessa, si era affezionato a Stede, ogni giorno che passava sempre di più e l'idea che avesse sofferto senza che lui avesse potuto fare nulla lo mandava nei matti, per questo, per sdebitarsi, avrebbe dato tutto se stesso, ancora più di prima per far sì che quell'uomo tanto nobile di sentimenti ritrovasse la felicità che stava cercando.
<< Grazie >> rispose commosso il pirata, e l'altro sorrise teneramente.
<< Ora bevi un po' d'acqua e lasciati visitare, ti servono le forze. >>
Tutto sommato si poteva dire che stava bene, anche se graffi e lividi dolevano ancora e per alcune ferite erano stati necessari i punti, dopo averlo visitato e rifocillato a dovere, il dottore lo lasciò riposare, e Stede accolse quella raccomandazione ben volentieri, addormentandosi in preda alla stanchezza.
Quando si svegliò sentì bussare alla porta, poi David entrò in stanza.
<< C'è qualcuno che vorrebbe vederti. >>
Il biondo voltò il viso incuriosito, e dallo stipite spuntò il visino di Isabelle.
<< Isabelle >> il pirata l'accolse con un sorriso, uno dei suoi più belli, la fanciulla entrò in camera mentre il suo capitano andò ad aiutare Stede a mettersi seduto.
<< Stede Bonnet sei veramente un idiota e mascalzone! Vorrei prenderti io stessa a pugni >> ringhiò, ma i suoi occhi erano lucidi e velati di preoccupazione, il biondo la guardò perplesso sbattendo le palpebre, non si aspettava certo quella reazione.
<< E' il suo modo per dirti che si è preoccupata molto per te, e che è contenta che stai bene >> intervenne David, conoscendo il carattere fumantino della ragazzina.
<< Ti ha trovato lei...in quel vicolo >> specificò poi.
<< Allora ti devo la vita Isabelle, grazie >> disse sorridendo dolcemente, poi fece una piccola smorfia dovuta al dolore che ancora sentiva.
Lei scosse la testa.
<< Non sarei mai riuscita a portarti in salvo da sola. >>
<< Stede? >>
<< Dimmi cara. >>
La fanciulla si avvicinò al letto e avvolse Stede tra le braccia.
<< Non farmi più spaventare così tanto. >>
Lui ricambiò la stretta sorridendo.
<< Ci proverò >> rispose.
<< Promettilo. >>
<< Lo sai vero che sono un pirata e di base rischio la vita? >>
Isabelle annuì staccandosi dall'abbraccio, si mise a sedere accanto a lui.
<< Vi lascio un po' da soli >> disse David congedandosi.
<< Vorrei prendere a calci nel culo chi ti ha ridotto così, se ci fosse stato Barbanera sicuramente non gliel'avrebbe fatta passare liscia >> i suoi occhi erano profondi e luminosi, credeva fermamente in ciò che stava dicendo, anche se di fatto non li aveva mai visti insieme.
Stede sospirò
<< C'è stato un momento in cui ho avuto davvero paura, e ho desiderato con tutto me stesso che comparisse all'improvviso >> la sua voce apparve strozzata, chiusa dal magone che gli stringeva la gola.
<< Poi però...mi sono sentito egoista, perché se fosse stato lì e quelle persone gli avessero fatto del male io sarei morto. >>
<< Santo cielo Stede, se non ti perdona giuro che lo prendo a calci finché non cambia idea. >>
Il pirata sorrise.
<< Sei molto premurosa Isabelle, ma lui ha tutto il diritto di scegliere che cosa fare. >>
La giovane incrociò le braccia e roteò gli occhi.
<< Sarà... >>
Al pirata gentiluomo servirono altri giorni per riprendersi del tutto, come aveva previsto il medico sulla guancia gli rimase una piccola cicatrice e lui si fermava di tanto in tanto davanti allo specchio ad osservare il suo riflesso, prima la sua pelle era del tutto liscia, priva di imperfezioni, ora invece...Era strano vedere quella macchietta rosa e lucida, ma ci avrebbe fatto l'abitudine, oppure poteva sempre farsi crescere la barba così da spostare l'attenzione su quest'ultima.
Improvvisamente, mentre tutti erano intenti a compiere le loro faccende, si sentì un forte boato, qualcosa aveva colpito la nave facendola tremare, i corridoi si riempirono dei passi della ciurma che dall'interno si precipitava fuori per vedere che cosa stesse accadendo, anche Stede corse all'esterno.
<< Ci attaccano! >> gridò qualcuno.
<< Chiamate il capitano. >>
Ma David era già uscito.
<< Fernando forniscimi i dettagli. >>
<< Hanno lanciato diversi colpi, alcuni sono andati a vuoto mentre uno ha colpito il cestello di vedetta, suppongo vogliano abbordarci signore. >>
David si morse le labbra fissando l'orizzonte.
<< Abbiamo idea di chi siano? >>
<< Pirati signore, il teschio sulla bandiera lo conferma, però la nave e più piccola della nostra. >>
Stede sussultò udendo quella parola e si avvicinò meglio per ascoltare la conversazione tra i due.
<< Immagino non possiamo seminarli... >>
<< Sono troppo vicini capitano. >>
<< Ma quale squilibrato attaccherebbe una nave più grande, tenendosi così esposto poi? >> domandò David più a se stesso che ad altri.
Nel frattempo le cannonate erano cessate, ma i pirati si stavano lentamente avvicinando.
<< Temo si tratti di Barbanera...signore. >>
Il cuore del pirata gentiluomo si fermò cessando di battere, così si sentiva, con un pezzo di ghiaccio al centro del petto, il mondo si era fermato, tutto ciò che aveva intorno aveva stoppato il suo moto, i suoni gli arrivavano ovattati, non riusciva più a distinguerli, sentiva solo la sua testa urlare e fargli male.
Barbanera.
Quel Barbanera.
Il suo Edward...
C'era qualcosa che non andava però, Edward doveva essere sulla Revenge e non ricordava che avessero affisso la sua bandiera, e poi aveva detto che avrebbe voluto smettere con quella vita, che cosa stava succedendo, si domandò mentre la testa gli girava, poi un suono lontano lo riportò alla realtà.
<< Stede...Stede? >> era David.
L'unica cosa che riuscì a dire quando tornò in sé fu...
<< Non fargli del male... >> il suo sguardo era supplichevole.
<< Non lo farò, ma devo difendere il mio equipaggio, però tu sei una risorsa, sei l'unico che lo conosce e sa come prenderlo. Vedendoti potrebbe cambiare idea e fermare l'attacco >> negli occhi di David, per la prima volta, Stede vi lesse paura ed era logico fosse così, erano stati attaccati dal più feroce pirata della storia e lui temeva per la sua ciurma.
Bonnet annuì.
<< Farò in modo che a nessuno venga fatto del male >> disse sentendo una determinazione crescergli da dentro le ossa ed estendersi lungo tutto il corpo, intanto una nebbiolina si stava estendendo su di loro, ma per grande stupore del gentiluomo non erano impreparati, il capitano fece rimanere tutti in silenzio, alcuni presero posto in angoli della nave impossibili da vedere se non ci si avvicinava abbastanza, mentre gli altri rientrarono, ognuno sapeva la propria postazione ma questo non significava non fossero preoccupati.
<< Siete mai stati attaccati? >> domandò il biondo al capitano, mentre lo seguiva lungo il corridoio.
<< A volte sì, ce la siamo sempre cavata abbastanza egregiamente. >>
<< David... >>
<< Shh >> gli fece cenno con un dito, si sentirono dei rumori e dei lievi cigolii, erano stati raggiunti e sicuramente i pirati stavano salendo a bordo, un silenzio tetro impregnava le pareti e gli spazi, con un udito attento e sottile si potevano sentire i battiti dei cuori che pulsavano all'unisono, i respiri erano flebili e la tensione si poteva tagliare con un coltello.
Accadde tutto in un istante, gli uomini della Emily presero in scacco alcuni pirati mettendoli al tappeto, ma quando quelli si resero conto dell'aggressione cominciarono a sguainare spade e coltelli, Stede era terrorizzato, temeva che qualcuno si ferisse e non poteva sopportare che qualcuna delle persone che lo avevano accolto come un fratello finisse gravemente ferita, o peggio ancora perdesse la vita, anche se tecnicamente era stato solo un caso che proprio la nave di Barbanera avesse deciso di attaccare quella dove lui era a bordo.
Si mobilitò presto per combattere al fianco della ciurma di David, quando però sentì un urlo provenire dall'esterno, subito la sua mente saettò a Isabelle, corse fuori il più velocemente possibile e la scena che vide lo lasciò senza fiato.
La ragazza era a terra, lo sguardo terrorizzato puntato verso l'uomo che stava sguainando la spada contro di lei, quell'uomo era Barbanera.
<< No. FERMO! >> gridò Stede, con un urlo così disperato e forte, lacerante.
Edward riconobbe la voce e non poté credere alle sue orecchie, abbassò la lama lentamente, voltando altrettanto piano il volto, sapendo bene chi ci sarebbe stato dietro le sue spalle e infatti lui era lì, con una camicia bianca che gli faceva intravedere il petto, gli occhi sgranati e supplichevoli, ansimava e sembrava un blocco di marmo tanto era teso.
<< Ti prego Edward non farlo >> implorò, il suono uscì bagnato così come lo erano i suoi occhi.
Il cuore di Barbanera dopo aver perso un battito tornò a ricoprirsi di quella patina dura come il ghiaccio, non un'espressione si lasciava intravedere nel suo viso, lasciò cadere la spada a terra che finì proprio vicino ai piedi di Isabelle, la quale la calciò via correndo poi a ripararsi dietro le spalle del pirata gentiluomo.
C'era silenzio, di nuovo quel maledetto silenzio, nemmeno le voci della battaglia che stava accadendo a pochi metri da loro disturbavano quel momento, i passi del terrore dei mari rimbombavano nelle orecchie di Bonnet proprio come avevano fatto la prima volta, quando lo aveva salvato dagli Spagnoli.
<< Ed...- >>
Un pugno forte proveniente dal pirata vestito di pelle lo mandò al tappeto, la ragazza gridò coprendosi la bocca con le mani, poi Edward si chinò sul biondo afferrandogli i lembi della camicia e costringendolo ad alzarsi.
<< Suppongo di essermelo meritato >> disse Stede con un velato sorrisetto.
<< Lascialo stare mostro! >> gridò Isabelle, ma Barbanera non la degnò di uno sguardo, non gli poteva importare di meno, poteva appellarlo con gli epiteti più gravi e umilianti, che le sue orecchie non ne avrebbero percepito mezzo, era troppo concentrato sull'uomo che teneva tra le mani.
<< Che cazzo ci fai qui Bonnet!? >> domandò con la sua solita voce "pacata e gentile", scuotendolo con forza.
<< Vuoi lasciarlo andare! >> Isabelle si aggrappò alle braccia di quello che in quel momento era il pirata cattivo, ma venne buttata a terra con una spinta, Stede voltò il viso verso di lei.
<< Tranquilla, lui è un problema mio. >>
Ma quella frase scatenò l'ira di Barbanera che lo scosse di nuovo.
<< E COSI IO SAREI UN PROBLEMA! >>
<< Edward...se mi lasciassi spiegare... >> tentò il biondo, nel frattempo la fanciulla si era rimessa in piedi.
<< Edward? >> realizzò solo in quel momento la giovane.
<< Oh mio dio quello è Barbanera! >> squittì esagitata.
A quel punto il flagello la degnò di un misero sguardo.
<< Lei chi cazzo è? >>
<< Ed...ti spiegherò tutto ma ti prego, ferma i tuoi uomini. >>
Lui rise, un ciocca di capelli brizzolati gli ricadde sulla spalla, aveva lo sguardo spento e triste, a Stede fece male vederlo così.
<< Tu credi che prenderò ordini da te Bonnet? >>
<< Lo farai o altrimenti lui muore >> era stata Isabelle a parlare, che nel frattempo aveva recuperato la spada di Barbanera e l'aveva puntata dietro la schiena del pirata gentiluomo, Edward rise di nuovo.
<< Audace la ragazzina, ma non ti credo capace di uccidere qualcuno. >>
<< Lo farà, questa è la sua famiglia e io mi sacrifico volentieri se significa salvarli... >> parlò piano Stede, con la voce sottile e gli occhi languidi, e quel dannato sorriso rassegnato che faceva venire voglia a Barbanera di cancellarglielo via...come era meglio non lo pensasse nemmeno.
Il pirata gentiluomo venne spinto nuovamente sul pavimento di legno, sorrise leggermente.
<< Grazie Edward. >>
Barbanera interruppe la sua corsa, strinse un pugno e si voltò verso di lui.
<< Non lo faccio per te Bonnet, voglio solo andarmene il prima possibile da qui, per non vedere più la tua stupida faccia da traditore. >>
<< Wow se l'è poco legata al dito >> commentò Isabelle
<< Già... >> rispose il gentiluomo alzandosi in piedi, quando Edward giunse nel cuore della battaglia per fermare la sua ciurma si stupì non poco di vedere i suoi uomini che erano stati in gran parte sconfitti, addirittura due erano stati legati schiena contro schiena, lui prima di assaltare la nave aveva dato l'ordine di non uccidere nessuno, ma di ferire se necessario, certo non lo avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura.
<< Che cazzo succede qui? >> domandò sgomento il capitano della Queen Anne.
<< Ci hanno teso un'imboscata >> rispose con una vena lamentosa uno dei suoi uomini.
<< Cazzo che smidollati, siete i pirati di Barbanera e vi fate ridurre così!? >> un tempo Edward non ci avrebbe dato più di tanto peso, ma in quel momento era arrabbiato, anzi furioso, aveva incontrato l'uomo che gli aveva spezzato il cuore, lui pensava fosse tornato dalla sua famiglia e invece era su un'altra nave chissà per quale motivo, e in più quell'idiota aveva avuto la faccia tosta di chiedergli un favore, ciliegina sulla torta i suoi marinai che si facevano battere come se fossero dei ragazzini, era davvero troppo.
<< Il famigerato Barbanera... >> una voce interruppe i suoi pensieri, si voltò, dietro di lui stava un uomo più basso, dai capelli castano chiaro e gli occhi di un azzurro accecante, che Stede lo avesse lasciato per questo tipo qui, si domandò sentendo una fitta di gelosia, bello era bello non poteva negarlo, assomigliava a un principe azzurro, quello dell'unica storia che gli raccontava sua madre prima di dormire.
Sembrava fatto su misura per Stede, con il suo portamento regale, quei lineamenti che lo facevano sembrare un vero uomo tanto quanto un cavaliere, sicuramente era anche esperto di buone maniere, non era uno sporco pirata dai modi rozzi e maleducati, persino i vestiti urlavano nobiltà, le viscere di Edward si annodarono in una morsa dolorosa.
<< Tu chi diavolo sei? >>
<< Sono il capitano David Jenkins, e come avrai capito questa è la mia nave. >>
<< Certo che l'ho capito, non sono uno stupido! >> ringhiò Barbanera.
<< Non ho detto questo >> rispose pacato David, e quel semplice fatto mandò su tutte le furie il pirata, che si sentiva ogni secondo di più umiliato e inadeguato.
Nel frattempo giunsero anche Stede e Isabelle.
<< Capitano state tutti bene? >>
David si rivolse alla fanciulla con un sorriso.
<< Mai stati meglio, e tu sei ferita? >>
<< No, Stede è arrivato in tempo prima che questo qui mi tranciasse con la sua spada >> spiegò indicando Edward, gli occhi del capitano Jenkins e di Bonnet furono su di lui, che si sentì messo alle corde.
<< Non ti stavo per fare niente stupida mocciosa, cosa me ne sarei fatto di te!? >>
<< E allora cosa volevi fare con quella...- >>
<< Calmi, calmi. Sono certo che il nostro ospite non voleva farti niente, ma sono contento che Stede sia intervenuto in tempo >> disse David che ci aveva visto molto lungo, in fondo di persone ne aveva incontrate parecchie ed era diventato bravo a leggere l'animo umano.
Edward era basito, mai nella sua intera esistenza gli era capitata una cosa simile, una tale mancanza di rispetto, in un moto di rabbia lo afferrò per la giacca.
<< Tu come diavolo ti permetti di parlare di me in questo modo!? Certo che l'avrei uccisa se non fosse intervenuto quella palla al piede, mi ha distratto! >> sbraitò dicendo l'esatto contrario della frase pronunciata solo pochi secondi prima.
<< Ed lascialo >> intervenne il biondo, un tempo suo amico, Barbanera sentì una stretta al petto che gli fece ancor più male quando incontrò quegli occhi nocciola, che lo scrutavano feriti nemmeno fosse lui quello che era stato lasciato solo su una spiaggia.
Lasciò andare David con una spinta e si diresse in due passi verso Stede, lo afferrò con una mano.
<< Prendo te al suo posto, va bene? >> voleva essere una minaccia, ma la vicinanza tra i due servì solo ad aumentare l'attrazione che già esisteva da quando si erano incontrati la prima volta.
<< Lo sai che ti seguirei in capo al mondo >> pessima scelta di parole Bonnet, gli suggerì una vocina nella sua testa, e infatti il volto di Edward divenne rosso fuoco, lo spinse così forte da farlo cadere con il sedere per terra e in un attimo gli fu addosso, strattonandolo selvaggiamente per la camicia che addirittura si strappò da un lato della cucitura.
<< Stede! >> gridò allarmata Isabelle, stava per intervenire ma la mano del suo capitano la fermò, lei lo guardò confusa.
<< Lasciali fare >> disse lui.
<< Ma se lo uccide? >>
David scosse la testa.
<< Non lo farà, ma devono risolvere questa faccenda da soli. >>
La giovane annuì sentendo comunque un velo di preoccupazione per il suo nuovo amico.
<< IO NON SO UN BEL NIENTE BONNET, NON FINGERE, NON OSARE MENTIRMI UN'ALTRA VOLTA DICENDO FOTTUTE BALLE, PERCHE' QUESTA VOLTA NON SARO' COSI' STUPIDO DA CREDERTI! >>
<< Edward ti prego calmati >> tentò il biondo posando le mani su quelle dell'altro.
<< No! >> strillò Edward scostandosi da quel contatto, si pentì di non aver indossato i guanti, non voleva più sentire niente, tantomeno la tenerezza di un tocco delicato.
<< Di la verità è per lui che mi hai lasciato, abbi il coraggio di ammetterlo almeno Bonnet, una nave più grande, ricchezze a non finire, e lui è cento volte più gentiluomo di me e i tuoi occhietti non hanno potuto resistere, dillo! >> sbraitava scuotendolo, senza nemmeno rendersi conto che di frase logica nelle sue parole ce n'era forse mezza.
<< Ma cosa dici Edward, io nemmeno lo conoscevo! >> si difese il gentiluomo.
<< Ah davvero? Immagino che ci sei inciampato per caso su questa fottuta bagnarola! >>
Stede deglutì, non lo aveva mai visto così arrabbiato.
<< E' stato un caso sì...- >>
<< VAFFANCULO STEDE >> gridò lasciandolo andare ed alzandosi in piedi, ferito dall'ennesima bugia.
<< No, aspetta! Lasciami spiegare... >> lo supplicò alzandosi a suo volta in piedi.
<< Non voglio più sentire una parola da te, bugiardo. >>
La discussione dei due venne interrotta dall'arrivo trafelato di Fernando.
<< Capo, abbiamo avvistato alcune navi della marina, ci stanno praticamente venendo incontro. >>
<< Cazzo devo andarmene >> sbottò Barbanera.
Il pirata biondo lo guardò in preda al panico.
<< Se sali sulla tua nave ora finirai direttamente nelle loro grinfie >> intervenne David.
<< E cosa dovrei fare allora, rimanere per farmi catturare qui? Non se ne parla nemmeno, se devo morire almeno che sia con dignità, sulla mia nave. >>
<< Ed...ascoltalo, lui ha aiutato anche me. >>
Ma Edward non lo degnò di uno sguardo, faceva troppo male osservare quel volto che aveva amato e che amava ancora, sapendo di non essere stato scelto e che nel mondo c'era qualcuno più degno di lui, che si meritava di stare con Stede a differenza sua.
<< Senti per me puoi fare come ti pare, se resti qui posso fare in modo di nasconderti, nel caso la marina volesse salire sulla mia nave non ci sarebbero problemi perché mi conoscono bene. Oppure sali sulla tua nave e vai verso la morte >> il capitano Jenkins aveva parlato come un vero comandante, non c'era traccia di paura nelle parole che diceva, malgrado si trovasse davanti alla minaccia di tutti i mari.
Il cuore di Bonnet però tremò al pensiero che Edward scegliesse di andarsene, lo avrebbe seguito ovviamente, anche se Edward non lo avrebbe mai accettato, ma non poteva lasciare che si facesse catturare nuovamente, doveva salvarlo o morire provandoci.
<< Perché dovrei fidarmi di te? Ho attaccato la tua nave, i tuoi uomini sarebbero potuti morire e ora tu vuoi offrirmi aiuto >> finì la frase con una risata ironica.
<< Ho aiutato molte persone, e anche diversi pirati, molti di loro sono ancora qui, fanno parte della mia famiglia e se questo non è abbastanza per fidarti...Il tuo amico qui, Stede, è un pirata ma è ancora vivo. >>
Barbanera guardò per un secondo Stede, quello stupido del suo cuore e quell'illusa della sua anima ancora non volevano abbandonarlo, il suo cervello gli diceva di andarsene, di affrontare la marina da solo e morire con l'ultima dignità che gli era rimasta ma la speranza...Quell'infida si era insinuata come un tarlo in un angolo del suo torace, e continuava a suggerirgli di rimanere, che un minuto in più accanto a quell'uomo che amava da impazzire ne sarebbe valso qualunque altra cosa che poteva accadergli nella sua triste vita.
<< Non è mio amico >> disse mettendosi sulla difensiva, non voleva in alcun modo che la sua persona venisse associata a quella del pirata gentiluomo, sì una parte di lui era ancora legata al biondo e ai suoi dolci modi, ma l'altra parte di sé, quella ferita, pulsava più viva che mai e non era disposta a scendere a compromessi.
Lo sguardo di Stede si fece triste, ma accusò il colpo senza dire una parola, ci sarebbe stato il tempo per quelle dopo, ed Edward avrebbe dovuto ascoltarlo, lo avrebbe addirittura legato se fosse stato necessario, ma doveva almeno sapere come erano andati i fatti e poi decidere se continuare ad odiarlo o meno.
<< Come ti pare, ma questo non cambia la realtà, allora rimani o no? >> domandò David con una vena di impazienza.
<< Va bene, ma se per caso è una trappola sappiate che i miei uomini vi uccideranno, ne ho molti in giro su altre navi >> rispose Barbanera fissando quegli occhi azzurri come il ghiaccio.
<< Mi sembra giusto, a proposito di loro, penso che possano tornare sulla tua nave e allontanarsi, se la marina dovesse fermali non credo faranno loro del male, mi è parso di capire che è te che stanno cercando. >>
Edward si girò fulminando Stede con lo sguardo, strinse un pugno.
<< Bonnet, non la chiudi mai quella boccaccia? >>
<< Anche senza di lui lo avrei capito, sei Barbanera no? E' ovvio che la marina dia la caccia a te soprattutto, e non se ne facciano niente della tua ciurma. >>
Il pirata dai capelli brizzolati si lasciò andare ad un riso di scherno.
<< Sei un intelligentone tu. >>
<< Ed... per favore, lui vuole solo aiutarci >> intervenne Stede.
Il capitano della Queen si voltò verso di lui puntandogli un dito contro.
<< Tu non devi rivolgermi la parola. >>
<< Mi dispiace, ma ci sono anche io qui >> lo riprese il biondo sentendosi sempre più ferito.
<< Allora me ne vado >> sbottò Edward.
<< No! E' troppo pericoloso >> disse Bonnet corrugando le sopracciglia.
<< Se vuoi che resti devi fingere di non conoscermi >> gli occhi scuri e profondi di Barbanera erano seri e lo fissavano con una tale intensità da costringerlo ad abbassare lo sguardo.
<< Oh ma sei proprio uno stronzo! >> strillò Isabelle.
<< Non lo vedi che soffre per te? Si sta facendo umiliare pur di trovare un briciolo di comprensione >> era furiosa e rossa in viso, non riusciva a capire come quello che si diceva essere il pirata più intelligente e astuto del mondo, faticasse a vedere una situazione così palese che stava davanti ai suoi occhi.
<< Isabelle lascialo stare... >>
<< No Stede, lui...- >>
<< Dateci un taglio tutti quanti! Abbiamo cose più importanti a cui pensare, per esempio la marina, Barbanera allora cosa vuoi fare con i tuoi uomini? >> era stato David a parlare, stufo di tutte quelle discussioni che non li stavano portando da nessuna parte.
<< Dirò loro di salire sulla Queen e prendere il largo, lo abbiamo già fatto altre volte, quando mi stavano alle calcagna. >>
<< Bene >> rispose il capitano della Emily con un sorriso.
Barbanera iniziò ad allontanarsi, e Stede ne approfittò per seguirlo e rimanere un minuto da solo con lui.
<< Ed...per quanto riguarda quello che mi hai chiesto... >>
<< Ti sei deciso ad ascoltarmi? >> domandò Edward fermandosi senza voltarsi.
<< Volevo solo dirti che...Posso provare a non parlarti finché non sarai pronto, ma non potrò mai fingere di non conoscerti perché tu sei stata la cosa più bella che mi sia capitata da quando sono venuto al mondo. >>
Se solo avesse potuto Edward, si sarebbe voltato e lo avrebbe inchiodato in un bacio senza fine, stringendolo tra le braccia, ma non poteva, odiava quello che gli stava facendo, odiava lui perché lo amava troppo e con quella stupida frase gli faceva credere di essere amato a sua volta, ma Stede certo non lo amava o non lo avrebbe abbandonato, quelle parole bellissime che mai in tutta la sua vita si era sentito rivolgere, non erano per lui, erano soltanto bugie perché evidentemente al pirata gentiluomo piaceva ferirlo, e così con il cuore pesante e pregno di lacrime che risalirono fino ai suoi occhi, non si voltò e proseguì, stupendosi che le sue gambe gli obbedissero, nonostante il tremore che sentiva.
Il biondo trattenne un singhiozzo fissando la schiena di quel grande pirata che si allontanava, che cosa si aspettava, che Edward lo perdonasse tirandolo a sé? No, gli sarebbe anche andato bene che gli urlasse contro, ma il nulla faceva molto più male degli insulti, l'assenza di parole era peggiore di qualsiasi insulto, l'indifferenza era qualcosa di distruttivo e Stede se ne rese conto in quel momento ma dovette rinunciare a tutti i suoi propositi, perché avevano un piano da portare avanti e non potevano permettersi errori, così tornò da David aspettando con lui il ritorno di quello che considerava ancora un amico, il quale non ci mise molto ad arrivare.
<< Isabelle accompagna Barbanera e Stede nello stanzino cieco, poi rimani a fare la guardia, se senti qualche rumore dai l'allarme. >>
<< Un momento, io non voglio nascondermi come un codardo >> il flagello dei mari disse quella parola sottolineandola, e lanciò uno sguardo a Bonnet che corrucciò il viso sentendosi colpito, anche se lui in realtà non aveva rinunciato, ma semplicemente il fato gli si era messo contro, solo che questo Edward non poteva saperlo, visto che non si era degnato di ascoltarlo.
<< Edward lo capisci che la marina non sarà così clemente questa volta, se dovessero scoprirvi >> disse David.
<< Non mi importa, io li affronto i miei nemici! >>
<< Per l'amor del cielo Ed...Qui non si tratta di codardia o meno, ci sono in gioco le nostre vite, essere coraggiosi è un conto e tu lo sei, ma avere il cuore di affrontare un pericolo non significa farlo in maniera stupida e tu lo sai bene, sei il miglior stratega...- >>
<< Sì sì Bonnet, non ho certo bisogno dei tuoi elogi. >>
Il biondo sospirò pesantemente.
<< David ha ragione, se i soldati della marina ci vedessero per noi sarebbe finita, e io non voglio ti accada qualcosa >> delle parole di Stede, il grande pirata terrore dei mari aveva sentito ben poco, perché la gelosia...beh quella è una brutta bestia.
<< David eh...Gli dai del tu, lo chiami per nome, siete diventati molto amici suppongo o forse lo eravate già >> nei suoi occhi brillava una fiamma, ma era di quelle che non portavano da nessuna parte, che con un fiammifero divampavano un intero incendio.
<< Io chiamo tutti per nome >> rispose sulla difensiva il biondo.
<< E se ricordi a te ho sempre chiamato Ed... >> sperava di suscitargli una qualche emozione positiva ma...
<< Probabilmente lo hai fatto perché volevi usarmi dall'inizio, per andartene poi con questo tipo >> ringhiò, indicando il capitano Jenkins.
Stede stava iniziando davvero ad averne abbastanza.
<< Ma se ti ho detto che non lo conoscevo! >> si difese, cercando in quei grandi occhi color della pece il suo Edward, quello che lo aveva baciato e proposto di fuggire con parole dolci sussurrate a pochi centimetri dalle labbra.
<< E io non ti credo! >> sbottò Barbanera.
<< Ehi voi due, potete rimandare le scenate di gelosia per dopo e seguire il piano? >> li interruppe David, sentendo l'imminente mal di testa pulsargli nelle tempie.
<< Uffa capitano, mi stavo divertendo, sono così carini >> esordì ridacchiando Isabelle.
<< IO NON SONO AFFATTO GELOSO, E TU MOCCIOSA PIANTALA DI RIDERE >> sbraitò Edward che era diventato rosso come un pomodoro e le vene sul collo pulsavano gonfie di imbarazzo.
<< Altrimenti cosa mi fai? >> domandò la giovane fronteggiandolo.
<< Basta Isabelle, adesso abbiamo da fare >> l'ammonì il capitano.
<< E va bene ma sappia che non è finita >> borbottò la fanciulla incrociando le braccia.
<< Brava ascolta il tuo capitano, ti conviene >> disse Edward guardandola di sottecchi, lei gli fece una pernacchia, e Stede per poco non scoppiò a ridere ma non era assolutamente il caso se non voleva essere lanciato in mare.
<< Seguitemi zucconi. >>
<< A chi ha detto zucconi? >> domandò Barbanera al biondo senza nemmeno rendersene conto.
<< Porta pazienza, è una ragazzina. >>
E le parole di Bonnet magicamente servirono a far rilassare quel pirata che era fin troppo nervoso e agitato, anche se lui avrebbe sempre sostenuto il contrario.
Il corridoio lungo il quale si incamminarono era molto buio e pieno di svolte, l'unica fonte di luce era rappresentata dalla lampada che teneva in mano Isabelle, scesero persino una scalinata e il pirata gentiluomo era sicuro di non essere mai passato di lì.
<< Ma dove diavolo ci sta portando? >> fu di nuovo Edward a parlare, Stede dovette reprimere un sorriso, anche se con tutta quella oscurità forse non sarebbe stato nemmeno notato.
<< Non lo so, dovresti chiederlo a lei >> rispose a bassa voce.
<< Col cazzo, io con quella lì non ci parlo. >>
<< Allora dovremmo solo aspettare >> disse il biondo.
<< Sempre molto d'aiuto Bonnet... >> mormorò innervosito dalla situazione.
<< Scusa sai, ma non conosco tutta la nave >> odiava doversi giustificare così tanto, ma sembrava proprio che Edward volesse capire solo quello che gli pareva a lui senza ascoltarlo sul serio.
<< Cos'è il tuo nuovo amichetto... >> virgolettò la parola con le dita per poi proseguire.
<< Non ti ha mostrato l'intera dimora? >>
<< Edward vuoi piantarla con questa storia!? >>
Isabelle sbottò spazientita.
<< Guardate che vi sento razza di testoni! E tu pirata Barbanera dei miei stivali, se non la smetti di comportarti male con quel bravo gentiluomo ti faccio rinchiudere in una cella! >>
<< Ora basta la strozzo! >> ringhiò Edward ma venne prontamente fermato da Stede.
<< Calmati! Ricorda che ci sta aiutando ed è solo una fanciulla, nemmeno si rende conto di quello che dice >> la difese il biondo tentando di placare le ire del ritrovato amico.
<< Me ne rendo conto benissimo invece >> intervenne la giovane voltandosi per un attimo.
<< Lo vedi! >> gridò Edward.
<< Isabelle così non mi aiuti >> ringhiò Stede tra i denti continuando a trattenere l'uomo che era più forte di lui.
<< Va bene chiedo scusa se sono stata maleducata >> disse incrociando le dita di una mano davanti a sé.
<< Sembra solo mi stia prendendo per il culo, e tu levati di dosso >> spintonò Stede da un lato e riprese a camminare, quel semplice gesto spezzò il povero cuore del pirata dai capelli dorati, che riprese a camminare accanto a Barbanera in silenzio, le loro dita si sfiorarono più di una volta causando piccole scosse di piacere nell'animo del biondo, ma presto l'incanto finì perché Edward si spostò di qualche passo in avanti e per quanto Bonnet potesse essere ingenuo, capì che all'altro pirata quel contatto non stava piacendo per niente, o almeno così credeva lui.
<< Siamo arrivati >> esordì Isabelle fermandosi davanti a una porticina di legno.




Note autrice: Salve a todos, volevo solo fare una precisazione su Edward, nella mia storia non è diventato il kraken, ha deciso semplicemente di tornare a essere Barbanera, solo che dentro di lui esiste ancora Ed, per questo prima di abbordare la nave che poi si è rivelata quella di David, ha detto ai suoi uomini di non uccidere nessuno, diciamo che è una versione soft di Barbanera.
Più avanti nei capitoli spiegherò meglio come si sente Edward e cosa è successo quando è partito da solo, senza Stede, credendo di essere stato abbandonato.
Grazie per l'attenzione <3



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Capitolo 4
*** Capitolo quattro ***


Capitolo quattro


<< Io lì dentro non ci entro >> disse Edward incrociando le braccia, Isabelle roteò gli occhi sbuffando.
<< Perché di grazia? >> domandò lei con una vena di sarcasmo.
<< Potrebbe essere una trappola. >>
<< E a quale scopo chiuderti qui, per farti a pezzi e venderti al mercato? >> la ragazzina sapeva essere molto macabra quando voleva e diretta soprattutto, nel poco tempo in cui erano stati insieme aveva capito che quell'uomo dai lunghi capelli brizzolati andava preso di petto.
<< Chi può dirlo >> ringhiò Barbanera.
<< Senti... >> Isabelle aprì la porta ed entrò, la stanza era completamente buia ad eccezione della lampada che teneva lei.
<< Qui dentro come puoi notare non c'è nulla di pericoloso, vi accenderò un'altra lampada così almeno potete vedervi, io me ne starò fuori buona buona, e vi avviserò nel caso ci siano pericoli. >>
<< Sei molto gentile Isabelle >> disse Stede e lei gli sorrise dolcemente.
<< Per me puoi non darci nessuna lampada, meglio il buio che vedere la faccia di questo traditore >> ovviamente Edward non perdeva occasione per sottolineare quanto ce l'avesse con il biondo gentiluomo.
<< Puoi stare tranquillo Edward, mi metterò in un angolino lontano così ti sarà risparmiata l'agonia di vedermi. >>
Isabelle abbassò lo sguardo trattenendo un ghigno furbetto, accese l'altra lampada poi i due entrarono, lei chiuse la porta e si mise dietro aspettando si accorgessero della particolarità della stanza.
<< E' uno scherzo? >> si domandò Barbanera sollevando la lampada per fare luce intorno a loro.
<< Lo spazio qui è un po' angusto... >> disse Stede.
<< Angusto? E' un fottuto buco! C'è giusto lo spazio per mettere le nostre ginocchia! >> si voltò abbassando la maniglia ma scoprì che la porta era chiusa a chiave, questo lo fece andare su tutte le furie, cominciò a bussare furiosamente contro il legno duro della porta.
<< Ehi ragazzina facci uscire! >>
<< So che sei lì dietro mocciosa! >>
<< C'è qualche problema? >> domandò lei con un sorrisetto, dondolandosi sui talloni.
<< Lo sai bene, ci hai chiusi dentro! >>
<< Il mio capitano ha detto di tenervi al sicuro ed è quello che sto facendo >> rispose guardandosi le unghie.
<< Lui ha detto di nasconderci, non di chiuderci in un tugurio. Apri subito questa porta! >> sbraitò facendo dolere le orecchie del povero Bonnet.
<< Altrimenti? >> chiese Isabelle.
<< Butto giù la porta e ti strangolo, anzi uccido il tuo caro amico che è qui con me, morirà e sarà tutta colpa tua! >> Edward sperava con le sue minacce di far cedere quella che credeva essere un'ingenua fanciulla, ma non aveva ancora capito con chi aveva a che fare.
<< Fa pure, poi il mio capitano ucciderà te, ci tiene a Stede sai... Dovevi vedere come si è preoccupato quando... >> e tacque appositamente, sedendosi a terra e appoggiando la schiena contro la porta.
<< Quando cosa? >> domandò Barbanera corrugando le sopracciglia, la giovane sorrise, era fin troppo facile mettere nel sacco quell'omone grande e grosso, almeno quando si trattava di sentimenti, non rispose alla domanda e lui rimase qualche istante in attesa, poi vedendo che non arrivava risposta si innervosì.
<< Sai che c'è, non mi importa, tieniti pure i tuoi segreti, saranno sicuramente sciocchezze >> si voltò di scatto rischiando di colpire Stede con la lampada, il biondo gliela prese di mano prima che rischiasse di dare fuoco a tutto con loro lì dentro, l'appoggiò sulla panca dietro di lui, la luce era flebile ma abbastanza forte da illuminare quel piccolo spazio e loro due si ritrovarono a guardarsi negli occhi, vicini come non lo erano più stati da quel giorno in spiaggia.
Il tenue bagliore della luce illuminava e si rifletteva negli occhi di Edward, creando delle piccole scintille luminose, quelle bellissime perle scure che tanto il biondo amava erano però diverse da come le ricordava, c'era una tristezza al loro interno, come se quel barlume di gioia che li rendeva vivi fosse stato strappato via, sembravano così stanchi e appesantiti, privati della loro naturale bellezza.
Stede si chiese se erano così a causa sua, aveva passato ogni giorno a domandarsi come il suo Edward stesse vivendo e ora che lo aveva davanti e poteva chiederglielo non ne aveva il coraggio, d'altro canto anche i suoi di occhi, avevano perso quella sfumatura di dolcezza che li contraddistingueva.
Si scrutarono per qualche istante in silenzio, poi Barbanera notò che c'era qualcosa di diverso su quel bel volto che ancora, suo malgrado amava, una piccola cicatrice rosa e fresca, quel minuscolo dettaglio fu sufficiente a mandare a monte ogni suo tentativo di ignorarlo, posò la mano tatuata in corrispondenza della guancia del biondo, e con il pollice sfiorò la cicatrice.
<< Che cosa hai fatto qui? >> domandò con un tono di voce completamente diverso da quello che aveva usato da quando si erano rincontrati, le sopracciglia corrugate e lo sguardo preoccupato.
Stede sussultò non aspettandosi per niente quel contatto.
<< Oh Ed è una storia così lunga e...imbarazzante, ti annoierebbe. >>
<< Dimmela lo stesso. >>
Il pirata gentiluomo sospirò, il tocco tiepido di Edward ancora sul suo volto lo faceva sentire così bene...
<< Un gruppo di briganti mi ha attaccato, volevano i miei soldi... >> rivivere quei ricordi gli fece male, aveva davvero temuto per la sua vita, e in quel momento mentre lo raccontava aveva pensato bene di celare la parte più importante, ma non aveva fatto i conti con la cocciutaggine del suo vecchio co-capitano.
<< Quando è successo? >> domandò infatti.
<< Prima che voi ci abbordaste, ci eravamo fermati per fare provviste, David mi aveva dato dei soldi e un coltello ma purtroppo non sono bastati a difendermi, sono finito in questo vicolo, quelle persone mi hanno visto, io ho...provato a minacciarli, poi ho detto loro che gli avrei dato tutti i soldi che avevo e loro se li sono presi, ma prima hanno pensato bene di ridurmi in poltiglia...Come se non fosse abbastanza umiliante l'essere finito in quella situazione come un idiota >> le ultime parole le sospirò abbassando lo sguardo, alcune goccioline di lacrime si incastrarono tra le ciglia, si morse le labbra temendo quasi che Edward avrebbe riso di lui.
<< Perché non sei fuggito subito? Non ti sembravano pericolosi? >> domandò di getto, volendo sapere tutto di quella storia che gli stava facendo male all'anima, ma lui era masochista, anche se sapeva che immaginare il suo biondo pirata malmenato e ferito gli causava un profondo dolore, voleva conoscere i dettagli, come per punirsi di non essere stato lì con lui a proteggerlo.
<< Questa è la parte divertente >> rispose Stede spostando lo sguardo di lato, verso il basso.
<< Era un vicolo stretto e con poca luce, il primo di loro che ho visto era di spalle e... >>
<< E? >> lo incalzò Barbanera.
<< Credevo fossi tu >> soffiò fuori il gentiluomo, sollevando quegli occhi nocciola e puntandoli in quelli scuri del terrore dei mari, il quale sentì il proprio cuore sgretolarsi a quella dichiarazione.
<< Cosa? >>
<< Ti stavo cercando Edward, e quell'uomo da lontano...Aveva i capelli lunghi come i tuoi, dello stesso colore, era vestito di nero e io credevo davvero fossi tu. Lo speravo disperatamente, sarà stata la stanchezza, la voglia immensa che avevo di trovarti e ad un tratto eri lì, solo che non eri veramente tu ma l'ho scoperto troppo tardi... >> aveva gli occhi gonfi di lacrime, le sue pupille ballavano non avendo il coraggio di fermarsi in alcun punto preciso, qualche gocciolina salata sfuggì dal suo controllo scivolando via.
Il capitano della Queen Anne rimase in silenzio qualche istante, come se stesse soppesando quelle parole o le stesse elaborando.
<< Avrebbe dovuto darti una pistola, quel David non avrebbe mai dovuto lasciarti andare da solo e senza una difesa adeguata >> alla fine Barbanera puntò sul cambiare fulcro all'attenzione, sfogando la sua frustrazione su quell'uomo di cui stava iniziando ad essere geloso, se davvero era così vicino a Stede, perché non era con lui? Perché non lo aveva protetto?
<< Non poteva certo immaginare che mi sarei cacciato così tanto nei pasticci >> disse il biondo.
<< Invece doveva! Se ci fossi stato io... >>
<< Ma tu non c'eri Edward >> la sua non era un'accusa, non lo era davvero.
<< Non per colpa mia! >> alzò la voce, abbassando la mano che teneva sulla guancia di Stede, il quale si sentì subito orfano di quel piacevole tocco.
<< Non ho detto questo Ed, è solo la realtà dei fatti, non puoi davvero pensare che tutti si comportino come faresti tu. >>
Barbanera strinse un pugno.
<< Lo difendi solo perché ti piace. >>
Il pirata gentiluomo sospirò leggermente, ci mancava che l'amico si fosse messo in testa quella sciocchezza, già era abbastanza dura convincerlo ad ascoltarlo, ora si ritrovava anche a combattere contro quella convinzione del tutto errata.
<< Mi piace, come persona, come amico se vuoi, è stato buono con me, comprensivo, mi ha salvato la vita. Se non fosse stato per lui quelli della marina mi avrebbero già fatto fuori, e noi due davvero non ci saremmo più rivisti. >>
Edward rabbrividì a quel pensiero ma non lo diede a vedere.
<< E' almeno tornato indietro per dare una lezione a quegli stronzi che ti hanno picchiato? >>
<< No Ed...In primo luogo li ho visti solo io, e poi lui non è quel tipo di persona, e io comunque non gli avrei permesso di rischiare la vita inutilmente. >>
<< Ho capito, lui è proprio come te, se ferisce lo fa con gentilezza >> Barbanera si sentiva sempre meno all'altezza, come se quella nuova figura lo oscurasse interamente.
<< Mmm non proprio, è solo che non è un tipo vendicativo >> spiegò il biondo.
<< Come invece lo sono io >> rispose amareggiato Edward.
<< Smettila di paragonarti a lui, io non lo faccio >> lo riprese Stede corrugando le sopracciglia dorate.
<< Invece sì, visto che sei qui e non sulla nostra nave con me. >>
Sembrava di navigare controcorrente, ogni remata finiva per portarlo più indietro invece che avanti, Bonnet aveva immaginato che non sarebbe stato facile ma addirittura così faticoso, ogni parola che diceva gli si ritorceva contro e lui non sapeva più quali pesci prendere, ma non si sarebbe arreso, di questo ne era certo.
<< Se mi lasciassi spiegare il modo in cui ci siamo...- >>
<< Non voglio ascoltarti Bonnet, non mi interessa >> chiuse la questione lasciandosi cadere seduto sulla piccola panca dietro di lui, Stede fece lo stesso sentendosi sconfortato, solo che lo spazio era piccolo e le loro ginocchia si scontravano, Edward che si era chiuso nuovamente in se stesso, non poteva sopportare di essere a contatto con una qualche parte del corpo di quell'uomo che gli aveva spezzato il cuore in due, così si alzò innervosito.
Il biondo pirata si alzò a sua volta.
<< Sto io in piedi >> disse con quel tono gentile che lo caratterizzava.
<< Non serve, ci sto io >> rispose freddo Barbanera.
<< Il tuo ginocchio, finirà per farti male >> rispose preoccupato.
<< Non sono affari tuoi Bonnet, siedi e sta zitto. >>
<< Sei così testardo... >>
<< Oh mi dispiace, immagino che il tuo caro David non sia così, scusa se non sono come lui! >> strillò agitando i pugni, a quel punto Bonnet mandò all'aria la sua pazienza e decise di agire, allungò le braccia premendo le mani contro la parete di fronte, Edward si trovava in mezzo a esse, con il corpo di Stede premuto inevitabilmente contro il suo, il cuore gli saltò in gola perché non si aspettava quella reazione da quell'uomo che aveva sempre visto con abiti eleganti e dai modi pacati, vero era che c'erano state volte in cui il gentiluomo si era dimostrato isterico, ma solitamente sbraitava a parole, si innervosiva, si sfogava e poi finiva lì.
<< Che...cazzo stai facendo? >> domandò sentendo il profumo del biondo invadergli le narici.
<< Tu non vuoi sederti e io ho deciso che me ne starò così >> rispose sollevando appena le spalle, Barbanera lo spinse facendolo cadere seduto sull'altra panca.
<< Levati di dosso Bonnet! >>
Stede si rialzò tentando di mettersi nuovamente nella posizione di prima, ma questa volta Edward gli bloccò i polsi.
<< Sai Ed, sto cominciando a pensare che David piaccia a te, visto che lo tiri sempre in ballo. >>
Il capitano della Queen Anne sgranò gli occhi.
<< Stronzate, lo dici solo per spostare l'attenzione dall'evidenza >> disse stringendogli i polsi.
<< E quale sarebbe l'evidenza Edward? >>
Barbanera lo spinse con la schiena contro la porta.
<< Che ti piace cazzo! >> rispose a pochi centimetri dal suo viso.
Isabelle sentendo quel tonfo si avvicinò
<< Tutto bene lì dentro? >> domandò preoccupata, soprattutto per il biondo.
<< Sì cara >> rispose Stede.
<< Non vi state ammazzando vero? >> chiese ancora.
Bonnet guardò l'uomo che gli stava davanti con sguardo lascivo, uno sguardo che non era abituato ad usare.
<< No, sta tranquilla è tutto okay. >>
Edward lo spinse di lato e cominciò a battere i pugni contro la porta, era frustrato, ed eccitato, e attratto, innamorato, perdutamente innamorato e non poteva sopportare un secondo di più quella vicinanza.
<< Ragazzina facci uscire! >>
Isabelle incrociò le braccia al petto.
<< Abbassa la voce, devo ricordarti che il piano era tenervi nascosti? >>
<< Fanculo il piano, apri! >>
La giovane sbuffò.
<< Sai non immaginavo proprio che una grande leggenda come te fosse capricciosa come un bambino piccolo >> si appoggiò nuovamente alla porta con la schiena, prese a giocare con una ciocca di capelli corvini, avrebbe quasi preferito affrontare la marina che star dietro a un uomo che pretendeva di fare tutto di testa sua.
<< Te le farò rimangiare quelle parole brutta mocciosa, ora apri! >>
<< David ha detto... >>
Lui la interruppe.
<< Non me ne frega un cazzo di ciò che dice quel perdente! >>
<< E va bene ora mi hai stufato >> sbottò Isabelle girando la chiave e aprendo di scatto la porta, Edward quasi cadde in avanti.
<< Vuoi andartene? Vai sei libero, libero di farti ammazzare o catturare, ormai se la marina aveva intenzione di salire a bordo lo avrà già fatto, quindi cosa aspetti. Il mio capitano voleva solo aiutarti ma evidentemente tu pensi di potertela cavare sempre da solo. >>
Barbanera si sentì punto sul vivo, ma non ammetteva l'idea che qualcuno decidesse al posto suo.
<< Tu non avevi il diritto di chiudermi lì dentro! >>
<< Hai ragione, ti chiedo scusa, puoi andare se è quello che vuoi. >>
Edward cominciò ad avanzare verso il corridoio.
<< No Ed... >> lo chiamò il biondo, che era comunque pronto a seguirlo.
<< Tu non te lo meriti uno come Stede >> disse Isabelle stringendo i pugni, Barbanera si fermò voltando appena il viso dalla parte della ragazza.
<< Che cosa? >>
<< Non lo meriti. Ha passato tutto il tempo a cercarti, non ha smesso un secondo di pensare a te, ha rischiato la sua vita e tu nemmeno ti degni di ascoltarlo >> Isabelle aveva gli occhi lucidi e i pugni chiusi, Stede la fissava a bocca aperta, non credendo che avrebbe addirittura affrontato il più temibile pirata della storia per difendere lui.
Edward si voltò di scatto e la raggiunse a grandi passi, l'afferrò per le spalle tirandola verso di sé.
<< Tu non sai quello che ho passato io! >> ringhiò.
<< E tu non sai quello che ha passato lui >> disse la giovane trattenendo le lacrime.
<< Pagherei per avere qualcuno che fa i salti mortali per me e tu sei stato così fortunato ad averlo trovato e vuoi lasciartelo scappare via così... >>
Il pirata abbassò i suoi grandi occhi scuri, allentò la presa fino a lasciare andare del tutto la ragazza, sentiva un nodo stringergli così forte la gola, ma non voleva mostrarsi debole, lo aveva già fatto una volta e non era finita bene.
<< Edward... >> il gentiluomo si avvicinò a lui e i loro sguardi si incontrarono.
<< Io non voglio obbligarti ad ascoltarmi né costringerti a perdonarmi, l'unica cosa che ti chiedo è di non lasciarti catturare dalla marina >> le sue labbra sottili erano schiuse e lo guardava con tanto di quell'amore negli occhi che anche Barbanera dovette riconoscere dentro di sé che quello che sentiva provenire da quel pirata improvvisato era la pura e semplice verità.
<< Potrebbe succedere in ogni caso >> rispose con la voce resa più roca dalle emozioni che stava provando.
<< Non quando ci sono io >> disse Stede.
<< Se deciderai di varcare quella soglia io verrò con te >> aggiunse stringendo i pugni e guardandolo serio.
<< Non devi Bonnet... >>
Stede sorrise, era un sorriso che aveva un retrogusto amaro, perché ancora Edward non aveva compreso quanto tenesse a lui.
<< Non è che devo, io lo voglio, non ti permetterò di morire e se il mio tentativo dovesse risultare vano bè...morirò con te, perché non posso pensare di vivere in un mondo dove tu non ci sei >> quella per il biondo era la cosa più vicina a una confessione che avesse mai fatto, e se l'amico gliene avesse dato modo ce ne sarebbero state tante di cose che avrebbe voluto dirgli.
<< Chi mi dice che le tue non sono tutte menzogne? >> domandò Barbanera.
<< Perché se non mi importasse ti lascerei andare >> rispose Stede serio.
Edward chiuse gli occhi e lasciò andare l'aria dal naso, poi li riaprì.
<< D'accordo resto, ma dopo che quegli stronzi della marina se ne sono andati io levo le tende. >>
Stede sorrise, rasserenato dal fatto che il suo ex co-capitano avesse deciso di non buttarsi nelle fauci nemiche, e in più avrebbe avuto più tempo per riuscire a parlargli, anche Isabelle era contenta, li guardò radiosa, certa che nel cuore di quel pirata vestito di pelle ci fosse il desiderio di rimanere il più possibile accanto a Stede, anche se ad alta voce faceva passare il contrario.



...


Intanto sul ponte di vedetta la tensione era alta, solitamente un confronto con la marina non rappresentava mai un problema, ma in quel caso David non solo aveva mentito per portare via Stede, ma stava nascondendo anche l'altro pirata a cui sicuramente stavano dando la caccia.
C'erano due gruppi, uno composto dagli uomini della marina, l'altro dalla ciurma di David, le due fazioni stavano intorno agli esponenti del loro gruppo.
<< Capitano Jenkins, è un vero onore conoscerla di persona >> disse l'uomo allungando il braccio, il capitano della Emily gli strinse la mano, fingendo di non provare alcun tipo di timore.
<< Il piacere è mio... >>
<< Ammiraglio Badminton >> si presentò, era un tipo alto e robusto, con folti capelli bianchi e una barba dello stesso colore, David ne aveva sentito parlare ma non lo aveva mai incontrato di persona.
<< Ammiraglio Badminton...Mi era giunta voce sul suo pensionamento >> era alquanto stranito e incredulo, il suo sesto senso gli diceva che c'era qualcosa che non andava se a scomodarsi era stato un uomo che si era ritirato a vita più comoda.
<< Le voci erano vere, e avrebbero continuato a rimanere tali se quei disadattati non avessero ucciso i miei figli! >> sbottò diventando rosso in viso, il capitano Jenkins sgranò gli occhi.
<< Deve scusare i miei modi capitano, ma perdere due figli in così poco tempo... >>
David scosse la testa.
<< Mi dispiace molto per la sua perdita, non oso immaginare che cosa si possa provare. >>
Badminton si lisciò la barba, i suoi occhi erano di un grigio spento, lucidi e tristi, ma c'era anche una luce che gridava rabbia e vendetta.
<< Non lo faccia, non ci riuscirebbe affatto >> disse poi e il capitano annuì.
<< Ma non voglio intristirla più del dovuto, veniamo a noi. Sono qui perché so che sulla sua nave si trova Stede Bonnet, il pirata scampato alla morte, che ha chiesto l'atto di grazia e poi si è nuovamente fatto beffa della legge grazie a lei Jenkins. >>
Il cuore di David aveva preso a battere all'impazzata.
<< Lei è stato in servizio per molto tempo, conosce i miei metodi >> rispose David.
<< I suoi metodi seguivano la legge fino a poco tempo fa! >>
<< Al campo di addestramento sanno che ho portato Stede con me, non l'ho certo portato via nel cuore della notte >> si difese il capitano.
L'ammiraglio sbuffò un'amara risata.
<< Quegli idioti avranno anche potuto credere alla sua balla ma io no. >>
<< Non capisco di cosa parla >> la voce di David era ferma ma dentro sentiva un tumulto, nonostante fosse conosciuto e rispettato, non avrebbe potuto fare molto se un uomo di quel grado, avesse voluto portare via il pirata gentiluomo, visto il modo in cui lo aveva sottratto dal campo di addestramento, per questo l'unica cosa che gli rimaneva da fare era tenerlo nascosto.
Un soldato della marina che era appena salito a bordo si avvicinò a Badminton, gli sussurrò una cosa all'orecchio e quello ghignò, una smorfia che non piacque per niente a David.
<< Sa cosa ho appena saputo signor Jenkins? >>
<< Sulla nave di Barbanera, che si trovava parecchio vicino alla sua, non era presente il suo capitano. E indovini chi è fuggito dal campo di addestramento? Proprio lui, Barbanera, sono sicuro che sa anche lei che il signor Teach e il signor Bonnet sono stati catturati insieme, e forse avevano anche in mente di fuggire nello stesso momento ma qualcosa è andato storto. Lei è capitato a fagiolo, Stede è stato molto fortunato a trovarla, lo ha portato via da quel posto e permesso di ricongiungersi al suo amichetto. Ora, non so perché un grande pirata come Teach se la faccia con uno sfigato come Bonnet, ma non sono affari miei. >>
David non rispose, così fu l'ammiraglio a continuare.
<< Signor Jenkins mi vuole dire che è solo un caso che la sua nave e quella di Barbanera siano sulla stessa rotta, a pochi metri l'una dall'altra? >> domandò l'ammiraglio congiungendo le mani dietro la schiena, alcune goccioline di sudore cominciarono a scendere dalla fronte di David.
<< Gli uomini di Barbanera ci hanno attaccato, ma abbiamo vinto noi e lui non era con loro. >>
Badminton sollevò un sopracciglio.
<< Quindi mi sta dicendo che la ciurma di Teach vi ha attaccati senza un ordine preciso? >>
<< Sono cose che capitano signore, Barbanera possiede molte navi, non può essere su tutte. >>
<< No certo >> sorrise falsamente l'ammiraglio.
<< Non capisco cosa c'entra tutto questo con me >> disse David.
<< C'entra eccome, voglio che mi consegni i due pirati, e se lo farà la sua piccola bugia non avrà conseguenze >> l'uomo parlava con voce pacata, ma si poteva sentire tutta la malvagità e voglia di vendetta che celava.
<< Di quale bugia...- >>
<< Il re signor Jenkins! Ma andiamo, crede che io sia così imbecille da credere che il re in persona l'abbia autorizzata a portarsi via uno stupido pirata che era appena stato catturato? >>
<< In ogni caso ho ricevuto piena autorizzazione da parte dei suoi uomini per poter portare via Stede. >>
L'ammiraglio mostrò un'espressione trionfante.
<< E così ammette che la sua era solo una bugia. >>
<< No, ma non intendo giustificarmi oltre...- >>
L'uomo scattò e prese David per il colletto della camicia, la sua ciurma si irrigidì pronta a scattare.
<< I MIEI FIGLI SONO MORTI A CAUSA DI QUEI MALEDETTI PIRATI! >>
<< Glielo ha raccontato il suo protetto di come abbia lasciato una vita agiata per andare per mare? Chauncey mi aveva messo a conoscenza di come quel damerino di Bonnet aveva fatto fuori il fratello, e poi non contento ha ammazzato anche l'altro! >>
Le viscere del capitano della Emily si stavano rovesciando, sentiva tanta rabbia provenire da quell'uomo, ed era anche normale, in fondo aveva perso i suoi figli tragicamente, ma Stede gli aveva raccontato come erano andate le cose, lui sapeva la verità, premette le mani su quelle dell'ammiraglio per intimarlo di lasciarlo andare.
<< Senta io capisco il suo dolore, ma credo che essere mossi solamente da questo non porti a niente. >>
<< Lei pensa io mi stia inventando ogni cosa!? >> sbraitò Badminton.
<< Ho conosciuto Stede, e le assicuro che...- >>
<< Non può essere un caso che Chauncey sia stato trovato nel bosco proprio quando Barbanera si è dato alla fuga e lei ha portato via Bonnet >> il padre dei gemelli non si capacitava della loro scomparsa, e le continue negazioni di David lo facevano uscire di testa.
<< Il padre aveva ragione, il piccolo Bonnet aveva qualcosa di strano, questo perché è un assassino e io esigo paghi come la legge prevede! >>
<< Stede non è più qui >> disse Jenkins guardandolo dritto negli occhi, quelli dell'altro diventarono taglienti come lame.
<< Come? >> domandò.
<< E' fuggito >> rispose non abbassando lo sguardo, Badminton trattenne una risata.
<< Lei sta giocando col fuoco, si aspetta davvero che io creda a quest'ennesima bugia? >>
<< Lo cerchi allora ammiraglio >> disse il capitano, mentre tra la ciurma era calato un silenzio di ghiaccio, l'uomo si avvicinò puntandogli un dito contro.
<< Perlustrerò ogni singolo angolo di questa nave, guarderò persino nella spazzatura e giuro su Dio Jenkins che se trovo anche solo l'ombra di Bonnet io faccio giustiziare lei e tutta la sua feccia. >>
Così la marina cominciò a rovistare, cercare, guardare ovunque, senza avere pietà per gli oggetti o la privacy delle persone che vivevano su quella nave, a molti quel momento rievocava brutti ricordi, ma erano consci che ribellarsi li avrebbe solo portati a morte certa, e poi si fidavano del loro capitano, uno di loro si avvicinò a David, senza farsi notare gli disse qualcosa sussurrando.
<< Capitano è sicuro della sua scelta? >>
<< Non ne avevo altra, sicuramente l'ammiraglio avrebbe ordinato di perlustrare la nave, ho preferito avere io il coltello dalla parte del manico. >>
<< E se dovessero trovarli? >> domandò il sottoposto preoccupato.
<< E' molto difficile trovino quella stanza, ma nel caso dovremmo combattere. >>
Passò un'intera mezz'ora, minuti e secondi dove tutti avevano trattenuto il fiato, alcuni avevano pregato e altri tremato ogni qual volta un soldato della marina si avvicinava troppo a quella zona nascosta, che li avrebbe portati alla parte segreta della nave, dove stavano Edward e Stede.
Quando uno dei soldati stava accidentalmente per colpire il meccanismo che avrebbe fatto scoprire tutto, Fernando pensò bene di far cadere uno dei piccoli barili che attirò l'attenzione della guardia, il primo ufficiale sorrise imbarazzato.
<< Scusate, sono un po' imbranato, ma voi continuate pure >> disse ridacchiando e grattandosi la nuca, poi si voltò verso David e gli fece l'occhiolino e lui tirò un sospiro di sollievo.
<< Signore qui non c'è nessuno >> disse uno dei soldati.
Badminton era furioso, rosso in viso e con una vena che gli pulsava sulla tempia, afferrò il capitano della Emily per il colletto.
<< Dannazione Jenkins so che sono qui, dove li hai nascosti!? >> domandò perdendo tutta la calma e la formalità che aveva usato fino a poco prima.
<< Ha perlustrato la mia nave da cima a fondo, constatando con i suoi occhi che non è come dice lei. >>
L'ammiraglio lo lasciò andare malamente.
<< Era inevitabile accadesse, a forza di circondarsi di feccia si finisce per diventare come loro >> sbraitò.
David si accigliò, diventando molto serio.
<< La prego di moderare i termini e andarsene dalla mia nave, se ha finito. >>
<< Non è l'ultima volta che ci vedremo, vi starò col fiato sul collo, e se dovessi vedere anche solo l'ombra di quel fallito di Bonnet o di Barbanera farò fuoco senza pensarci due volte. >>
Jenkins non disse nulla, si limitò a fissarlo, sapendo che era meglio non cedere alle sue provocazioni, Badminton si voltò dando un'ultima occhiata disgustata a David e alla sua ciurma, poi si avviò verso la scaletta che lo avrebbe riportato alla scialuppa, ma prima di scendere del tutto disse.
<< Pensavo fosse un uomo migliore di così Jenkins >> e se ne andò, così fecero anche i suoi uomini.
La ciurma della Emily invece rimase con il fiato sospeso fino a quando non videro le flotte della marina iniziare ad allontanarsi, furono lunghi e intensi minuti di silenzio e tensione, che terminarono in un sospiro sollevato generale, tutti corsero intorno a David complimentandosi per il suo sangue freddo e chiedendogli ora che cosa avrebbero fatto.
<< Chiamate Stede e Barbanera, fateli venire nella mia cabina. >>
<< Agli ordini capitano. >>
Fu Fernando in quanto primo ufficiale ad attraversare il lungo corridoio e raggiungere il luogo dove stavano nascosti, Isabelle non appena lo vide gli corse incontro, speranzosa che tutto si fosse risolto per il meglio ma anche preoccupata del contrario.
<< E' andato tutto bene Isabelle, quei piantagrane della marina se ne sono andati. >>
Ma il caro Fernando, se aveva un difetto, era proprio quello di essere un libro aperto e visto il suo legame che lo portava ad essere quasi un tutt'uno con David, come se condividessero lo stesso sangue, non riuscì ad ingannare la ragazzina. 
<< Allora perché hai quella faccia? >> domandò lei.
<< Non ho nessuna faccia... >> ma vista l'espressione della giovane, il primo ufficiale si costrinse ad essere meno criptico.
<< Ci sono stati dei momenti di tensione, e ci è mancato poco che non scoprissero i due topolini >> disse lanciando un'occhiata alla porta della stanza dove stavano nascosti i pirati.
Isabelle sbiancò per un attimo e spalancò la bocca.
<< Quindi la marina ci ha fermati perché stavano cercando loro... >> ragionò la fanciulla.
<< Più o meno sì, senti ti racconto meglio dopo, ora devo accompagnare il nostro amico e Barbanera dal capitano >> spiegò Fernando.
<< Oh allora li libero. >>
Si avvicinò alla porta e l'aprì.
<< Ragazzoni...Siete liberi >> disse spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, i due uomini uscirono, leggermente confusi e con una sana voglia di sapere che cosa fosse successo fino a quel momento, Edward notò subito la figura di Fernando e lo guardò accigliato, lui invece si avvicinò con un sorriso a trentadue denti.
<< Tu sei il famoso Barbanera. >>
<< Così pare >> rispose il pirata.
<< Ho sentito un sacco di storie sul tuo conto, la maggior parte delle quali da quest'uomo qui >> disse il primo ufficiale indicando Stede, ovviamente Edward sgranò gli occhi e si rivolse a Fernando.
<< Lui ha parlato di me? >> domandò Edward.
<< Eccome, ha parlato moltissimo di te, si può dire che non la smetteva mai. >>
Stede che aveva sentito tutto si avvicinò alla svelta, rosso in viso e con le orecchie che fumavano per la vergogna.
<< E va bene, può bastare così Fernando...A Edward non interessa...- >>
<< Invece a Edward interessa eccome, voglio proprio sapere cosa vai a raccontare di me in giro. Sicuramente non cose carine visto il modo in cui mi hai preso per il culo. >>
<< Al contrario! Ti ha sempre riempito di complimenti >> intervenne Fernando con un'allegria genuina, Stede avrebbe voluto tanto sprofondare, più Fernando apriva bocca più lo esponeva allo sguardo indagatore di Barbanera, e temeva che il grande pirata capisse tutto sui suoi sentimenti, prima che fosse lui a parlargliene.
Fortunatamente Isabelle intervenne al momento opportuno.
<< Voi tre, potreste spostare la vostra amichevole conversazione a più tardi, il capitano ci sta aspettando. >>
<< Amichevole un paio di palle >> borbottò Barbanera lanciando uno sguardo di sbieco a Bonnet, il quale ne approfittò per sviare la conversazione.
<< Possiamo sapere che cosa è successo mentre eravamo chiusi dentro? >>
<< Per una volta concordo con te Bonnet >> disse Edward in rimando.
Mentre si incamminarono il primo ufficiale rispose alla loro domanda.
<< La marina è salita a bordo, cercavano voi due, hanno perlustrato l'intera nave ma quando hanno visto non c'eravate, se ne sono andati. >>
Entrambi i pirati vennero percorsi da un brivido, la situazione in cui erano riportò a galla molti ricordi, alcuni spaventosi, spiacevoli, di paura e preoccupazione, mentre altri piacevoli, come il bacio, che però era stato tinto da colori amari visto come erano andate le cose dopo.
<< Come hanno fatto a non trovarci se hanno guardato ovunque? >> domandò Barbanera.
A quella domanda rispose Isabelle.
<< Semplice! Questo corridoio è segreto, pochi sanno della sua esistenza. >>
<< E' difficile da raggiungere se non conosci il meccanismo, e se non sai la strada, perché vedete in realtà siamo dentro a un labirinto, per raggiungere la stanza dove siete stati voi occorre sapere dove andare, vi sarete accorti che abbiamo curvato parecchie volte. >>
Il pirata gentiluomo era stupito, credeva di essere stato l'unico ad aver pensato di aggiungere passaggi segreti all'interno della sua nave, Edward era sbalordito invece, certo non era la prima volta che sentiva parlare di passaggi nascosti, il primo a mostrarglieli era stato proprio Stede, ma addirittura un labirinto...
<< Geniale, chi avrebbe mai pensato a costruire un fottuto labirinto >> disse Barbanera con un sorrisetto.
<< Bè anche io ho dei corridoi segreti sulla mia nave >> rispose piccato Stede, in un borbottio lieve ma udibile, incrociando le braccia.
<< Ma non un cazzo di labirinto! Bonnet mi dispiace ma questo vince. >>
Il biondo sentì qualcosa gorgogliare all'interno del suo stomaco, qualcosa che assomigliava tanto alla gelosia.
<< Sono felice che ti piaccia E d w a r d, visto che prima eri tutto una lamentela e muso lungo. >>
Isabelle e Fernando si guardarono facendo un sorrisetto, erano proprio fatti l'uno per l'altro quei due, pensò la giovane.
<< A proposito di quello che è successo oggi, David ha bisogno di parlare con voi >> disse il primo ufficiale.
<< Col cazzo io voglio andarmene, lo avevo detto che una volta finito tutto sarei tornato sulla mia nave. >>
Fernando si sfregò i baffi scuri.
<< Puoi andartene quando vuoi Edward, il capo ti ruberà solo cinque minuti. >>
In realtà Barbanera non voleva davvero lasciare quel posto, o meglio non totalmente, quando Stede non si era presentato al loro appuntamento il suo cuore era andato in mille pezzi, l'anima l'aveva sentita lacerata che urlava di dolore, era stato giorni a piangere supplicando qualsiasi divinità esistente di farlo ricomparire nella sua vita, dopodiché era sopraggiunta la rabbia, che lo aveva aiutato a reagire e andare avanti, ma questo non aveva spento quella vocina che sentiva dentro di sé, che aveva continuato a sussurrargli che prima o poi si sarebbe ricongiunto con l'uomo di cui era innamorato.
Se doveva essere rifiutato preferiva sentirselo dire in faccia, o forse c'era un motivo che aveva impedito al pirata gentiluomo di presentarsi, ma quell'ipotesi veniva sempre relegata nelle parti più buie del suo petto, perché gli dava una speranza e lui si era stufato di sperare.
Quando poi se lo era trovato davanti sulla nave che aveva appena abbordato non aveva potuto credere ai suoi occhi, aveva persino pensato si trattasse di un'allucinazione e invece era vero, tutto di quel biondo lo era, dai suoi capelli mossi dal vento, alla voce, al suo profumo che gli aveva invaso le narici sin dal primo momento, e allora il suo cuore aveva pianto, le sue preghiere silenziose, sussurrate a notte fonda tra una lacrima e un sorso di rum, erano state ascoltate ed esaudite.
Lo aveva perdonato all'istante? No. Ma il semplice fatto che fosse per mare, e non fosse tornato dalla sua famiglia, aveva fatto suonare un campanello all'interno del suo petto, e malgrado la rabbia che provava nulla al mondo lo avrebbe convinto a lasciarlo, se non Stede stesso, ma era ancora troppo arrabbiato per starlo a sentire, preferendo riversargli addosso parole al vetriolo, come se volesse portarlo al limite e vedere quanto avrebbe resistito prima di dirgli un definitivo "Edward basta, io non ti voglio."



...


Dopo diversi minuti di camminata uscirono da quella zona segreta, salendo finalmente nella parte alta della nave, arrivarono fino alla cabina del capitano, una volta lì Fernando bussò alla porta e non appena udì un cenno dall'altra parte l'aprì, i quattro entrarono e vennero accolti da David e il suo solito sorriso cordiale, ma c'era qualcosa di strano sul suo viso, Stede lo colse e sperò che non fosse nulla di grave.
<< Capitano! >> Isabelle gli corse incontro.
<< Quelli della marina vi hanno dato del filo da torcere? >>
<< E' andato tutto bene, se vuoi i dettagli te li spiegherà Fernando, io devo parlare con Stede e Barbanera. Invece a te come è andata? >> le domandò mantenendo quel tono amorevole che usava sempre quando parlava con lei.
<< Stede è stato un tesoro come sempre, ma lui... >> indicò Edward con un cipiglio irritato.
Il capitano ridacchiò.
<< Sono certo che hai saputo tenergli testa >> rispose facendole l'occhiolino.
<< Ma certo, con chi crede di parlare >> incrociò le braccia e abbassò le palpebre facendo ridere di nuovo David.
<< Non avevo dubbi >> disse, puntando poi i suoi occhi azzurri sul primo ufficiale, che senza bisogno di ulteriori parole lasciò la cabina insieme a Isabelle, una volta rimasti soli il capitano non perse altro tempo e prese all'istante parola.
<< Allora miei cari, spero che la permanenza nella stanza segreta non sia stata troppo fastidiosa >> disse aprendo l'anta di un mobile e tirando fuori una bottiglia di vetro e tre bicchieri.
<< Avresti potuto farla più grande, si respira a malapena lì dentro >> rispose seccato il pirata vestito di pelle, che sentiva ancora il fiato corto dovuto alle dimensioni ridotte della stanza, o forse dalla troppa vicinanza con il pirata gentiluomo.
<< Hai ragione, ma non potevo fare altrimenti, gradite da bere? >>
<< Saresti stato molto più comodo se ti fossi seduto >> disse Stede attirandosi lo sguardo infuocato di Edward e quello curioso di David.
<< Sei rimasto in piedi tutto il tempo? >> domandò il capitano.
<< Stavo bene in piedi, e in più non vi devo nessuna spiegazione! >> sbottò Barbanera.
<< Così bene che ora zoppichi e fatichi a camminare >> lo rimproverò il biondo, con lo sguardo pieno di preoccupazione.
<< Fatti gli affari tuoi Bonnet! >>
David osservò quel breve dibattito con un leggero sorriso sulle labbra, facevano scintille quei due insieme, ma erano anche così carini e cominciò a salirgli il sospetto che tra loro non ci fosse una semplice amicizia, lo aveva già immaginato ascoltando Stede parlare, ma vederli interagire glielo stava decisamente confermando.
<< Accomodatevi pure >> disse Jenkins indicando loro le sedie, offrì i bicchieri riempiti con quel liquido dorato e si mise a sedere a sua volta, Edward si buttò seduto, sollevando le gambe e appoggiando i piedi sul tavolino basso lì di fronte.
<< Allora, David giusto? Spero che sia una cosa veloce, perché non ho voglia di perdere altro tempo >> il suo sguardo profondo ricadde per un attimo su Bonnet, che stava assaggiando a piccoli sorsi il liquore offerto dal capitano, e sembrava piacergli molto, così decise di infierire.
<< Una cosa però voglio dirtela, il tuo labirinto, gran figata. Sei un genio cazzo >> e dopo averlo detto guardò di sottecchi la reazione di Stede, che per poco non si strozzò con la bevanda, decidendo poi di posare il bicchiere sul tavolino accanto a sé prima di rovesciarlo tutto.
<< Sono felice ti sia piaciuto >> disse David, ma Edward era con lo sguardo da un'altra parte.
<< Che c'è Bonnet sei invidioso? >>
<< Niente affatto, so riconoscere anche io il talento quando lo vedo >> rispose acido il biondo.
<< Ti rode perché lui è stato più bravo di te >> imperversò Barbanera.
Il pirata gentiluomo si voltò verso di lui, tentando di mantenersi calmo.
<< Se c'è qualcuno a cui rode qualcosa quello di certo non sono io. >>
Edward si accigliò.
<< Che cazzo vuoi dire? >>
La disputa tra i due venne prontamente interrotta da David, che decise di fermarli prima che arrivassero ad azzannarsi sul pavimento.
<< Ehi ragazzi diamoci una calmata okay? >>
<< Dobbiamo parlare di una cosa importante. >>
Così ottenne finalmente l'attenzione dei due.
<< Che c'è di così essenziale? La marina vi ha fermati, li avete mandati via e fine, nulla di tanto interessante o insolito. >>
<< No Edward, non siamo stati semplicemente sottoposti a un controllo >> disse David.
<< Insieme a loro c'era un ammiraglio, il suo nome è Badminton >> continuò.
Al pirata gentiluomo si gelò il sangue nelle vene per la seconda volta in quella giornata, gli occhi azzurri del capitano si puntarono su di lui.
<< Tu lo conosci, vero Stede? >> domandò Jenkins.
E così anche l'attenzione di Barbanera venne portata al biondo.
<< Sì... >> rispose con la voce resa sottile dall'emozione negativa che stava provando in quel momento, sembrava un incubo, uno di quelli dove si sogna di annegare ma aprire gli occhi non è sufficiente a farti svegliare e riprendere a respirare, prima i gemelli che gli davano il tormento sin dalla più tenera età, poi la loro morte avvenuta davanti ai suoi occhi, uno di loro addirittura che ha cercato di ucciderlo e ora il padre.
Non ne aveva più sentito parlare, ma sapeva che non era un caso se dopo la morte dei suoi figli si era ripresentato nella sua vita, quell'uomo lo stava cercando non per riportarlo al campo di addestramento o per accusarlo di pirateria, voleva vendicarsi sapendo che lui era stato la causa della scomparsa dei gemelli.
<< Hanno scomodato addirittura un ammiraglio >> ridacchiò Barbanera.
<< Sono messi male alla marina o significa che ci temono, bè temono me >> si corresse non volendo dare alcun tipo di soddisfazione a quello che prima gli aveva rubato il cuore e poi distrutto.
<< Non cercano te Edward >> rispose Stede guardando un punto lontano sul pavimento, senza dar peso a ciò che aveva detto prima il pirata dai capelli sale e pepe.
<< Senti Bonnet con tutto il rispetto, sarai anche ricco, alla moda e tutte le stronzate che vuoi, ma di pirata vero in questa stanza c'è n'è uno e non sei tu >> disse puntando un dito verso il biondo e guardandolo intensamente, ma l'altro non si voltò nemmeno, troppo preso a sprofondare nella consapevolezza.
<< E guardami quando ti parlo! >> ringhiò il terrore dei mari.
<< David cosa ti ha detto esattamente l'ammiraglio? >> domandò Stede sollevando la testa di scatto verso il capitano della Emily, ovviamente quel gesto fece andare su tutte le furie Barbanera, che non si era reso minimamente conto dello stato d'animo del gentiluomo, si alzò dalla sedia spingendola bruscamente all'indietro e si posizionò di fronte a lui, chinandosi fin quasi a sfiorare il naso dell'altro.
<< Non azzardarti ad ignorarmi, non sei nella posizione adatta >> sibilò tra i denti, e finalmente gli occhi del pirata biondo si incastrarono nei suoi.
<< Edward tu non capisci... >> provò a dire Stede, mantenendo un tono di voce pacato.
<< Mi stai dando dello stupido!? >>
<< No, ma tu non vuoi ascoltarmi. >>
Barbanera gli afferrò la camicia con una mano.
<< Ne ho abbastanza delle tue chiacchiere, se ti credi tanto forte perché non vai là fuori e affronti la marina da solo? Forse comprarti una nave e un equipaggio ti ha montato la testa, facendoti credere che basti questo a fare di te un pirata con le palle! >>
A quel punto nel cuore di Bonnet si ruppe qualcosa, si alzò di scatto spingendo via Edward che rimase scioccato da quella reazione, non aspettandosela.
<< Quell'uomo cerca me perché io ho ucciso i suoi figli! >> gridò con la voce lacerata dal dolore, il petto tremava, e quelle lacrime che aveva con tanti sforzi cercato di trattenere scivolarono via rigando le sue guance.
Nella stanza cadde il silenzio, ma un silenzio pesante, di quelli che si potevano sentire o tagliare con un coltello, quello che più fece male a Stede fu vedere l'espressione di Edward mutare da rabbia a shock, e credeva che da quel momento Barbanera non lo avrebbe più guardato con gli stessi occhi.









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Capitolo 5
*** Capitolo cinque ***


Capitolo cinque


Stede ricadde a sedere schiacciato da quel malessere che non lo aveva più abbandonato da quando Chauncey si era sparato davanti a lui, credeva di averlo superato, che quell'ennesimo fantasma avesse smesso di perseguitarlo e invece era solo stato messo da parte dallo scorrere degli eventi, ma non cancellato, non dimenticato.
Si era illuso di poter cancellare ciò che era accaduto in quel bosco, ricominciare nuovamente da capo con un coraggio e una determinazione diversi, ma l'incoraggiamento di David, la vicinanza di quella nuova ciurma e il ritrovamento di Edward erano stati solo un velo trasparente che si era posato su quel passato che ancora chiedeva vendetta, ed era tornato a riprendersi ciò che era suo.
David era rimasto in silenzio, lui sapeva, conosceva i fatti ma non i nomi, quelli il biondo li aveva celati non considerandoli rilevanti nella storia, ma quando l'ammiraglio si era presentato sulla nave reclamando Stede in nome dei suoi due figli morti, non era stato difficile per Jenkins collegare i fatti, l'unica cosa che in quel momento gli rimaneva ignota, era il motivo per cui quel pirata così buono di cuore continuava a incolparsi per qualcosa che non aveva potuto controllare o impedire.
Quello all'oscuro della vicenda invece era Barbanera, che conosceva solo una piccola parte della storia, Stede non gli aveva mai detto di aver ucciso qualcuno, quando erano stati catturati dalla marina aveva intuito qualcosa, perché uno di quei soldati lo aveva interrogato domandandogli chi fosse il responsabile della morte di uno di loro, se lui o Bonnet, e ovviamente Edward non ci aveva pensato due volte a prendersi la colpa, solo che ora ne stava saltando fuori un altro e lui stava iniziando davvero a non capirci niente.
<< Che cazzo significa? >> domandò infatti.
Il biondo alzò lo sguardo e trovò quello comprensivo di David.
<< Diglielo Stede >> disse tentando di infondergli coraggio.
<< Cosa devi dirmi? Com'è che lui sembra sapere così tante cose di te e io invece sono all'oscuro di tutto >> domandò Barbanera, cominciando a sentirsi davvero frustrato, come se non conoscesse più quell'uomo che aveva davanti e in più si chiedeva in che rapporti realmente fosse con il capitano della nave su cui si trovavano, e la gelosia questa volta non c'entrava niente, era più delusione, senso di perdita e confusione.
<< Vi lascio parlare un po' da soli >> disse Jenkins, capendo che in quella situazione lui era solo il terzo incomodo e che i due pirati avevano bisogno di rimanere da soli se volevano sviscerare i loro sentimenti e iniziare qualcosa, così si alzò e uscì dalla stanza.
Edward fissava Stede con le mani premute sui fianchi, aspettava si decidesse a parlare, gli era venuta improvvisamente voglia di ascoltarlo e poi avrebbe deciso lui stesso se ciò che avrebbe sentito fosse stata la verità o meno.
<< Puoi sederti per favore? >> furono le parole del biondo, pigolate più che pronunciate, e il pirata dai lunghi capelli incredibilmente lo esaudì senza fare storie, si mise a sedere dove prima stava David, inconsciamente era come per riprendersi un po' di quel territorio che gli era stato sottratto.
"D'accordo Stede, puoi farcela" si disse nel pensiero, da quando aspettava quel momento in fondo? Ora che era arrivato faceva paura, ma l'idea di perdere per sempre l'uomo che amava era ancora più spaventosa, perciò si decise, prendendo un bel respiro profondo e incastrando i suoi occhi in quelle belle perle scure e profonde dell'altro.
Gli raccontò ogni cosa, da come aveva colpito il primo Badminton con un fermacarte e quello si era infilzato con la sua stessa spada, a quando il gemello lo aveva svegliato nel cuore della notte, portandolo nel bosco con tutta l'intenzione di ammazzarlo, ma era ubriaco e aveva finito per sparare a se stesso, distruggendosi la testa proprio di fronte a lui.
<< Ero terrorizzato, incredulo che per la seconda volta qualcuno fosse morto a causa mia, in quell'attimo mi sono passate un mucchio di cose nella testa, che nemmeno riesco più a ricordare. So solo che volevo fuggire, correre lontano e smettere di fare del male a chiunque, poi però mi sei venuto in mente tu >> abbassò lo sguardo nel tentativo di prendere coraggio e lo rialzò su di lui, il cuore gli batteva forte, sentendo che la sua intera esistenza dipendeva da quel momento.
<< Mi stavi aspettando in spiaggia >> disse e gli sfuggì un piccolo sorriso.
<< E l'unica cosa che volevo era raggiungerti. >>
<< Perché non lo hai fatto? >> domandò Edward.
<< Questa è la parte della storia che più detesto, lo stavo facendo, solo che era buio, io ero agitato e mi sono perso più volte, fino a quando non sono finito in una trappola dalla quale non sono più riuscito a liberarmi. >>
<< Bonnet... >> si mise una mano sulla fronte, certo che quella fosse l'ennesima bugia.
<< E' la verità Edward! >>
<< E a che punto interviene il nostro amico? >> domandò acido il flagello dei mari, premendo le mani sui braccioli della sedia.
<< David? >>
<< Sì lui >> rispose secco Barbanera, sentendo la bile risalirgli fino alla gola.
Stede era molto nervoso, il cuore non sembrava voler rallentare nemmeno di un po', non capiva il motivo per il quale si sentiva così, in fondo stava dicendo la verità, forse aveva paura che Edward non gli credesse e decidesse di andarsene e lasciarlo.
<< Mi ha trovato all'alba e mi ha liberato, a quel punto io sono corso fino alla spiaggia ma tu già non c'eri più, David ha capito che ero disperato e mi ha offerto il suo aiuto. >>
<< Sembra tutto così... >>
<< Assurdo? >> continuò per lui Bonnet.
<< Falso >> disse Edward.
<< Ed... >>
Barbanera irrigidì la mascella e spostò lo sguardo.
<< Senti Bonnet occupiamoci di questa faccenda con la marina, e poi ognuno per la sua strada. >>
Il biondo sgranò gli occhi in preda al panico.
<< Quindi vuoi semplicemente finirla qui? Solo per un errore che ho commesso e nemmeno per colpa mia. >>
<< Non può finire ciò che non è mai iniziato >> rispose Edward alzandosi dalla sedia, lo sforzo enorme di trattenere le lacrime e non far tremare la voce, quello che non riuscì a trattenerle fu Stede che sentì il cuore spezzarsi dolorosamente, si alzò a sua volta raggiungendolo e cercando disperatamente il suo sguardo.
<< Stai rinnegando quello che è successo tra...- >>
<< NON E' SUCCESSO NIENTE! >> sbottò furioso Barbanera, guardava Stede con una tale rabbia cieca negli occhi e forse fu quello il momento in cui il biondo comprese quanto in profondità fossero radicate le ferite dell'amico, ma questo non servì a evitargli la sofferenza dovuta a quella frase che rinnegava ciò che di bello c'era stato tra loro.
<< Hai avuto quello che volevi, ho ascoltato la tua storia e che cosa credevi, che rendendola più deprimente io ti avrei creduto? >> in quelle parole era nascosta tutta la sua fragilità, il timore di essere raggirato di nuovo era più forte dell'amore che provava, voleva credergli con tutto se stesso, non voleva lasciarlo ma si era preparato ad ascoltare un'altra storia, un racconto dove Stede gli diceva che quella notte aveva cambiato idea e aveva deciso di non partire più, poi resosi conto di amarlo era tornato a cercarlo e invece le sue fantasie erano tutte completamente sbagliate.
Stede non aveva mai cambiato idea.
Era stato in pericolo, minacciato da un uomo che avrebbe potuto ucciderlo.
E se lo avesse fatto, Edward non ne avrebbe mai saputo niente, continuando a pensare di essere stato abbandonato e ad odiare un uomo morto.
Stede stava tornando ma qualcosa glielo aveva impedito, e se solo lui invece di autocommiserarsi fosse tornato indietro a cercarlo lo avrebbe trovato e sarebbero partiti insieme.
Se tutte quelle cose rappresentavano la verità, significava che il colpevole della loro separazione era lui non Bonnet.
Troppo.
Troppo.
Troppo.
La testa gli scoppiava.
Si sentiva in un limbo, da una parte la paura delle bugie dall'altra la consapevolezza di una realtà dolorosa da accettare.
Stede corrugò le sopracciglia guardandolo dritto negli occhi, nei suoi nocciola c'era dolore ma anche una sorta di determinazione, non voleva più fuggire da ciò che lo spaventava e in quel momento, quella conversazione la stava temendo più di ogni altra cosa al mondo.
<< Ho capito cosa stai facendo, hai deciso di essere il pirata cattivo, quello senza sentimenti, ma io so che non sei così. >>
<< Tu non sai proprio un bel niente Bonnet, non mi conosci, non hai mai voluto farlo, anzi quando hai visto chi ero davvero mi hai detto in faccia che non ti piacevo...- >>
<< Quello non eri tu...- >>
<< LO ERO ECCOME! >> sbraitò agitando le braccia, una ciocca di capelli sale e pepe gli coprì il viso, la spostò con un gesto secco della mano, Stede sussultò deglutendo.
<< Ma tu ti rifiuti di vedermi perché hai troppa paura che ciò che vedrai finirà per non piacerti, temi di vedere il mostro, il kraken e credimi se vedessi quello fuggiresti a gambe levate >> disse guardando il pirata gentiluomo con un velo di tristezza, poi spostò lo sguardo in un punto lontano.
<< Forse è stato meglio così, non presentarti quella notte ti ha evitato di scoprire la verità >> continuò ma a quel punto il biondo era di fronte a lui, con una mano premuta su quella guancia dove la barba brizzolata stava ricrescendo.
<< Allora mostramelo >> disse cercando quegli occhi grandi e scuri, Edward li puntò su di lui sorpreso.
<< Cosa? >>
<< Mostrami chi sei davvero >> ripeté Bonnet, Barbanera sospirò spingendo via quella mano delicata che gli stava facendo provare sensazioni pericolose, e aveva troppo timore di cedervi.
<< Non sai quello che stai chiedendo. >>
Stede sorrise con un velo di commozione negli occhi.
<< Lo so invece e non ho paura, perché io conosco Edward Teach, anche se tu ti ostini a sostenere il contrario. >>


...


Intanto fuori dalla porta della cabina dove si trovavano i due pirati...
<< Io credevo avesse la barba un po' più lunga, insomma si chiama Barbanera...E non è affatto nera... >> bisbigliò guardando il suo interlocutore.
<< Già, ma forse se l'è tagliata >> rispose l'altro.
<< Perché avrebbe dovuto farlo? >>
<< Se è stato al campo di addestramento non permettono di tenere la barba lunga >> spiegò il più grande.
<< E i capelli sì invece? Non ha senso. >>
<< Che vuoi che ti dica, non le ho fatte mica io le regole. >>
<< Per me sono stupide, credi che si b... >>
<< Isabelle! >> quella voce la fece sussultare, si voltò di colpo.
<< Capitano, che bella sorpresa >> disse sfoderando un sorrisetto sornione.
<< Che stavi facendo? >> domandò lui con le mani premute sui fianchi e lo sguardo di rimprovero.
<< I-Io? Niente, niente...Passavo di qui e... >>
<< Hai pensato bene di mettere l'orecchio contro la porta >> l'ammonì il capitano.
<< Bè... >>
<< Quante volte ti ho detto che non si origliano le conversazioni altrui. >>
La giovane si strinse le braccia, sfoderando un'espressione tanto colpevole quanto carina.
<< Non stavo origliando, volevo solo accertarmi che non si facessero fuori a vicenda >> rispose.
<< Non cambia le cose, è sbagliato quello che hai fatto, e anche tu Fernando ti ci sei messo, capisco lei che è giovane ma tu >> David non ci poteva credere, alle volte il suo primo ufficiale si comportava proprio da bambino.
<< Scusi capitano >> rispose ridacchiando, grattandosi imbarazzato la nuca.
David sospirò passandosi una mano tra i capelli.
<< D'accordo lasciamo perdere, Isabelle puoi andare, devo parlare con Fernando. >>
<< Se è qualcosa che riguarda Stede e lo zuccone ho diritto di rimanere >> rispose la ragazzina incrociando le braccia.
<< Avrai diritto di rimanere quando imparerai a comportarti da adulta, ora fila >> la rimproverò il capitano.
Isabelle divenne rossa in viso e assunse un'espressione accigliata.
<< Anche lui è stato ad origliare con me, ma le cose gliele dice >> disse indicando il primo ufficiale che annuì.
<< E' vero capitano >> rispose l'uomo lisciandosi i baffi.
<< Fernando! >> lo ammonì David esasperato.
<< Ops scusi. >>
Jenkins alzò gli occhi al cielo.
<< Comunque è sbagliato anche inventarsi balle per ottenere ciò che si vuole >> disse Isabelle, tentando con l'ultima freccia di far cedere il suo comandante.
<< E' una cosa diversa >> rispose lui.
<< Sì certo diversa... >>
<< Isabelle ora basta, vai! >>
La ragazza si alterò non poco, strinse forte i pugni e gli puntò un dito contro.
<< Sappia che la conversazione non è finita qui >> sbraitò per poi andarsene col mento alto e la schiena dritta, David la guardò andare via sbattendo le palpebre.
<< E pensare che fino a poco tempo fa era la mia ombra... >>
Fernando gli appoggiò una mano sulla spalla.
<< Come si dice capitano...i figli crescono. >>
<< Fin troppo in fretta >> rispose lui scuotendo subito dopo la testa.
<< Comunque veniamo alle cose urgenti, hai sentito qualcosa? >>
<< Veramente capitano non è che si sentisse molto da dietro la porta, i suoni erano...- >>
<< Non sto parlando di quello accidenti! >> rispose alterato David, si guardò intorno sospirando.
<< Visto che la mia cabina è occupata dobbiamo parlare altrove >> disse e si avviò con Fernando alla ricerca di un luogo tranquillo in cui discutere.
<< Spero solo che Isabelle non abbia ragione, e quei due non finiscano con l'accoltellarsi, altrimenti me lo rinfaccerà per tutta la vita. >>
Fernando sorrise.
<< Non credo possa accadere. >>
<< Già, nemmeno io, è che stanno accadendo un mucchio di cose tutte insieme, sono preoccupato di non riuscire a gestirle >> si confidò aprendo la porta di una stanza, il primo ufficiale lo afferrò delicatamente per un polso.
<< David. >>
L'altro si voltò guardandolo con i suoi bellissimi occhi color del cielo.
<< Farai un ottimo lavoro come sempre, e io sarò al tuo fianco. >>
<< Grazie Fernando >> rispose sorridendo.
Entrarono e presero posto, il capitano ritornò in sé ritrovando il suo equilibrio grazie al supporto del fedele amico, avevano condiviso tante cose insieme, e si poteva dire che entrambi sapevano tutto l'uno dell'altro per questo lo aveva fatto diventare primo ufficiale, chi meglio di chi ti conosce più della tua stessa madre.
<< Quello che intendevo chiederti prima era se ti era giunta qualche informazione su quella cosa che potrebbe star accadendo qui sulla nave >> spiegò e Fernando finalmente comprese.
<< No capo, quando ci siamo fermati in quella cittadina ho provato a chiedere in giro se ci fossero notizie ma nessuno sapeva niente. Lei è sicuro che...- >>
<< Ne sono certo, qualcuno ruba le informazioni sui nostri spettacoli e le rivende o le cede, ho visto con i miei occhi locandine simili alle nostre e addirittura pezzi di spettacoli, e succedeva tutto prima che noi ci esibissimo con il nostro di spettacolo. >>
Il primo ufficiale era pensoso.
<< Quindi chiunque sia prende le nostre idee e le mette in pratica prima di noi >> rifletté.
<< Esatto, e questo è un problema, perché lo fa mentre noi stiamo ancora ideando la trama, attraverso le nostre idee buttano giù e realizzano solo una mera copia di quello che sarebbe il nostro, ma il problema è che finiremo per passare noi da quelli che hanno copiato >> spiegò il capitano.
<< Questo non va bene, è sicuro che le informazioni trapelino da qui? >> domandò Fernando.
<< Da dove sennò? >> rispose David.
<< Non riesco a... >>
Qualcuno aprì la porta senza bussare, erano due ragazzi della ciurma, che da poco erano diventati una coppia.
<< Oh scusate, non pensavamo fosse già impegnata >> disse uno dei due.
<< Uffa era da tanto che attendevamo il nostro turno >> si lamentò l'altro.
David sollevò un sopracciglio.
<< Turno per cosa? >> domandò.
<< Dai vieni, troviamo un altro posto >> fu il più alto dei due a parlare.
<< Scusate il disturbo! >> dissero in coro mentre si defilavano.
Il capitano scosse la testa decidendo di lasciar perdere, era troppo concentrato sulle sue faccende per dare peso a ciò che era accaduto.
<< Crede ci sia uno dei nostri dietro a tutto? >> domandò il primo ufficiale, erano così legati e si volevano bene, in tanti anni nessuno si era mai ammutinato o lamentato dei metodi del capitano, per questo non riusciva a credere che uno di loro potesse tradirli.
<< Penso più che qualcuno si sia infiltrato per farci fallire, ha un piano ben preciso, deve essere accaduto negli ultimi mesi. >>
<< Abbiamo preso a bordo così tante persone... >> disse Fernando.
<< Lo so, per questo ai tempi ti chiesi di indagare, non potevo ancora dirti tutto ma ora...- >>
Di nuovo la porta si spalancò, questa volta erano il terzetto che stava insieme da tempo, ma ancora molto affiatato.
<< Oh cazzo è occupato >> disse uno.
<< Scusi capitano, non pensavamo ci fosse lei >> poi la donna guardò in direzione del primo ufficiale, << mi correggo, ci foste voi >> ridacchiò.
<< Bè ce ne andiamo, ma la prossima volta chiudete a chiave se non volete essere disturbati >> disse l'altro uomo.
<< Perché mai dovremmo chiudere a chiave? >> domandò David.
<< Come non lo sapete? >> la donna aveva un ghigno furbo sul volto.
<< Questa è la stanza dove vengono le coppie a...- >>
<< Scopare e cose così >> continuò il più giovane dei tre.
<< Raphael eddai! Sei in presenza del capitano >> l'ammonì la donna.
David era sempre più incredulo, solitamente non c'era accadimento sulla sua nave che non giungesse alle sue orecchie.
<< Scusate da quando questa è diventata la stanza delle coppie? >> domandò.
<< Da un po' di tempo... >> rispose l'uomo più grande.
<< E lo sa qualcun altro oltre voi? >> chiese il capitano.
<< Un po' tutti, ma principalmente chiunque abbia un fidanzato, una fidanzata...- >>
<< O entrambi >> disse sorridendo Raphael.
<< Dai andiamo, lasciamoli soli. >>
<< Ricordate di chiudere a chiave! >> detto questo i tre scomparirono chiudendosi la porta alle spalle.
Il capitano era rimasto a bocca aperta, mentre Fernando se la rideva sotto i baffi.
<< Oh no >> mugugnò David prendendosi la testa tra le mani.
<< Qualcosa non va capo? >>
<< Lo sai cosa significa questo? >> domandò puntando lo sguardo su di lui con uno scatto.
Il primo ufficiale ci pensò un po' su.
<< Mmm che probabilmente ci stiamo sedendo su qualcosa di poco igienico >> tentò.
<< No! Che ora si spargerà la voce di noi due che eravamo nella stanza delle coppie. >>
<< Io nemmeno sapevo esistesse questa stanza, da quando Fernando ho perso il controllo dei miei uomini? >>
L'uomo ridacchiò.
<< Capo non ha perso nulla, le è solo sfuggito qualcosa che non la riguarda, se la sono gestiti loro senza litigare. Bè probabilmente hanno litigato, ma l'importante è che abbiano trovato una soluzione, a me pare una cosa molto carina, magari non volevano disturbarla per una sciocchezza. >>
David gemette frustrato.
<< Santo cielo... >>
<< Non è nemmeno questo il punto principale, ci hanno visti e certamente non terranno la bocca chiusa > > si lamentò passandosi una mano tra i lisci capelli castani.
<< Qual è il problema se si dovesse spargere la voce su di noi, anche se non è vera. >>
<< Fernando io sono il capitano...- >>
<< Oh già, dimenticavo la tua assurda politica secondo la quale non puoi stare insieme a nessuno >> sbuffò il primo ufficiale incrociando le gambe, dandogli del tu, come faceva sempre quando la loro conversazione diventava più intima.
<< Non è affatto assurda, ho voluto mantenere questa immagine per evitare conflitti, secondo te perché nessuno ci prova mai con me? >>
<< Perché non sei così attraente? >> lo schernì sghignazzando.
<< Molto divertente Fernando, ma credimi se venisse fuori che sono disponibile ad avere una relazione o se stessi con qualcuno sul serio, ne verrebbe fuori un caos. Inizierebbero a credere che ho una preferenza e l'armonia che ho tanto faticosamente cercato di creare andrebbe distrutta. >>
Il primo ufficiale allungò le gambe davanti a sé.
<< Secondo me la fai troppo tragica, sei un essere umano anche tu e loro lo sanno bene. Ma comunque la voce svanirà presto, puoi stare sereno, e poi la ciurma ha altro su cui spettegolare. >>
<< Barbanera e Stede >> disse David, certo che l'amico e braccio destro si stesse riferendo a loro, infatti l'uomo annuì con un sorrisetto.
<< A proposito andiamo a vedere come se la cavano. >>
<< Capitano, e per tutti gli altri problemi? >>
<< Troveremo una soluzione, intanto rimaniamo in allerta >> rispose il comandante.
Uscirono dalla stanza e si avviarono verso la grande cabina principale, dalla quale ne uscì uno Stede Bonnet con il viso cupo, gli occhi lucidi, e l'espressione di chi stava per avere un crollo emotivo, non li degnò di uno sguardo passando oltre alla svelta, David chiuse gli occhi e sospirò.
<< E io che credevo sarebbe stato semplice, li ho lasciati soli apposta, avrebbero dovuto soltanto chiarirsi...- >> in quel momento uscì anche un Barbanera dal volto scuro, che vedendo David si fermò puntandogli l'indice contro.
<< Al prossimo porto fermi questa nave e io me ne vado, altrimenti taglio la gola a tutti >> lo minacciò e se ne andò via senza aggiungere altro, lasciando Jenkins con gli occhi spalancati e in preda alla confusione.
<< Degno del suo nome >> commentò Fernando, che in quell'atteggiamento burbero e arrogante ci vedeva solo una corazza.
<< Io do le dimissioni >> disse David entrando in cabina.
<< Eh? Cosa? Capitano aspetti! >> lo seguì di corsa allarmato.


...


Intanto il pirata gentiluomo si era incamminato sul ponte, a passo spedito, senza guardare in faccia nessuno, troppo ferito e anche un po' arrabbiato, trovò Isabelle che era seduta con le gambe che dondolavano oltre la ringhiera, aveva la sua stessa espressione, i due si scambiarono uno sguardo.
<< David? >> domandò Stede e lei annuì.
<< Edward? >> chiese lei e il biondo fece sì con la testa.
<< Cercavo un posto per starmene tranquillo, ma questa nave è piena di persone. >>
La giovane si alzò con un scatto, lo prese per mano.
<< Vieni, ho io il posto perfetto. >>
Dopo pochi minuti i due si ritrovarono all'interno dell'armadio della ragazza, che li conteneva perfettamente, con le rispettive ginocchia tirate al petto e il volto appoggiato su di esse, sospiravano ed entrambi speravano che l'altro rompesse il ghiaccio, perché tenersi tutto dentro stava diventando insopportabile.
<< Che ha fatto David? >>
<< E' diventato lunatico, ecco cosa. >>
<< Prima mi tratta da bambina, poi quando faccio una piccola bravata dice che dovrei imparare a comportarmi da adulta. >>
Stede sollevò di poco la testa.
<< Così non rischia di confonderti e basta? >> le domandò.
<< Sì! Però a Fernando gliele dice comunque le cose, anche se combina i miei stessi guai. >>
<< Dovresti parlargliene >> le consigliò il pirata.
<< Non servirebbe a nulla, a te è servito parlare con Edward? So che siete rimasti soli nella cabina del capitano. >>
<< Isabelle? Ti sei messa ad origliare di nuovo? >> chiese Stede con un sorrisetto.
<< Non ho origliato santo cielo! >> sbuffò la ragazzina.
<< Tranquilla, non ha molta importanza, per quello che è servito... >> sospirò il biondo.
<< Non ha voluto ascoltarti? >>
<< Oh sì mi ha ascoltato, ma non vuole credermi >> rispose il biondo.
<< E ha rifiutato tutto quello che è successo tra noi prima di quel giorno, come se non ci fossimo mai conosciuti. >>
Isabelle divenne rossa dalla rabbia.
<< Che stronzo! Quei due, Edward e David, non ci meritano! Dovremmo andarcene io e te, vedi poi come ci rimpiangerebbero. >>
<< Tu dici? David sicuramente sentirebbe la tua mancanza >> disse Stede.
<< Anche Barbanera sentirebbe la tua. >>
<< Non lo so... >> rispose sospirando il pirata.
<< Fidati Stede, vuole solo fare il duro, ma hai visto come ti guarda? Sembra tu sia il tesoro più prezioso e luccicante che abbia mai trovato. >>
Bonnet arrossì, ridacchiò nervosamente.
<< Gli hai detto che sei innamorato di lui? >> domandò Isabelle, il cuore del biondo perse un battito.
<< No...Non era il momento, sono certo che non mi avrebbe preso sul serio. >>
La giovane gli spinse il braccio in maniera amichevole.
<< Devi dirglielo ugualmente! Ma non subito, perché deve capire di averti ferito. >>
<< E' troppo orgoglioso per ammetterlo >> disse Stede.
<< Gli faremo cambiare idea, capiranno che non possono trattarci come pare a loro sperando di trovarci sempre lì >> spiegò convinta Isabelle
<< Come pensi di farglielo capire? >> chiese il biondo.
<< Non gli rivolgeremo la parola, per un po' almeno. >>
Mentre la ragazza e il pirata stavano nascosti a raccontarsi le loro pene, con un broncio che arrivava fino al pavimento, la tavola nella sala da pranzo era stata già imbandita, pronta per la cena, donne e uomini appartenenti alla ciurma stavano cominciando ad arrivare, Barbanera vedendo tutte quelle persone che si dirigevano verso un'unica direzione decise di seguirle, ritrovandosi in un'enorme sala da pranzo, i suoi occhi si spalancarono illuminandosi alla vista di quei lampadari che emettevano giochi di luce così particolari da far sembrare la stanza ancora più grande, e i mobili di cui era composta molto più preziosi.
<< Edward! Ti unisci a noi per la cena? >> domandò David con la sua solita ospitalità cordiale.
<< Oh no, preferisco mangiare da solo, certo che non ti fai mancare proprio nulla >> disse il pirata, non riuscendo a staccare lo sguardo da quell'immensa tavolata, purtroppo però quella situazione gli rievocava anche brutti ricordi, di quando era stato schernito da quei ricchi snob, che prima lo avevano idolato e poi buttato come se fosse spazzatura.
<< Mi piace togliermi uno o due sfizi >> rispose sorridendo il capitano.
<< E poi sono dell'idea che una ciurma ben accudita, risponda meglio ai comandi, a ciò che c'è da fare. Ti faccio preparare un piatto >> aggiunse allontanandosi verso il tavolo, a Edward invece era passata la fame, quell'uomo non solo era ricco da far schifo, ma metteva il benessere altrui prima del suo, tutto quello sfarzo lo condivideva volentieri con i suoi uomini, per farli sentire a loro agio, sembrava così perfetto per Stede, così tanto che Barbanera si chiese perché non stessero già insieme da secoli, uscì dalla stanza senza dire nulla, lo sguardo basso e il cuore pesante. 
David tornò col piatto ma ad attenderlo non c'era più nessuno, sbatté le palpebre, non troppo stupito dall'atteggiamento lunatico del pirata.
<< Avrà cambiato idea >> disse tra sé e sé, poi prese posto vedendo che tutti i suoi compagni di viaggio erano già seduti, una volta accomodato si rese conto che all'appello mancavano sia Isabelle che Stede, il che era strano, la ragazzina non saltava mai un pasto, non solo perché amava mangiare, ma perché quel momento dove si ritrovavano tutti insieme la faceva sentire come se non avesse mai perso la sua famiglia.
<< Qualcuno ha visto Isabelle? >> domandò il capitano.
Dopo qualche mormorio un uomo alzò una mano.
<< Io signore, l'ho vista che si allontanava con il pirata biondo. >>
David sollevò le sopracciglia.
<< E io ho visto che entravano in camera insieme. >>
<< Camera di Isabelle? >> chiese Jenkins.
<< Sì signore. >>
Il capitano sospirò grattandosi la fronte con frustrazione, c'era qualcosa di strano in quella faccenda, qualcosa che sicuramente gli avrebbe procurato un gran bel mal di testa.
<< Qualcuno vada a chiamarli per favore. >>
L'uomo che aveva parlato per primo si alzò da tavola, si diresse in camera della giovane, la porta era aperta ma dentro non sembrava esserci nessuno, si guardò intorno, cercò sotto al letto, aprì qualche cassa, e dentro qualche vaso, per sicurezza, aveva sentito che a volte le donne avevano poteri speciali e potevano rimpicciolirsi, poi notò che l'armadio non era chiuso bene, si avvicinò e lo aprì ma subito un'infervorata ragazza e il suo amico pirata richiusero le ante gridando.
<< NON VOGLIAMO PARLARE CON NESSUNO! >> dissero in coro.
<< Ma David ha detto...- >>
<< Non ce ne importa niente, che vada al diavolo David e quell'idiota di Barbanera! >> strillò Isabelle.
<< Quindi cosa devo dire? >> domandò il marinaio non abituato a scontrarsi con quelle piccole faide e soprattutto con un'adolescente.
<< Io non voglio parlare con David e Stede con Edward. E' semplice. >> Rispose la giovane.
L'uomo eseguì senza ribattere oltre, raccontando al capitano quello che gli era stato detto.
<< Che significa...Ah lasciamo perdere, vado io >> disse Jenkins alzandosi da tavola e sbattendoci sopra il tovagliolo, si incamminò a passo spedito verso la stanza della ragazza, non prima di aver detto alla sua ciurma che potevano iniziare a mangiare.
<< Se quella ragazzina crede di poter iniziare a saltare i pasti si sbaglia di grosso. >>
Poi gli venne in mente una cosa, sapeva che Isabelle era cocciuta, ancora di più se c'era qualcuno con lei pronto a darle corda, non l'avrebbe mai convinta a uscire dal suo nascondiglio se anche Stede non avesse collaborato, così decise di cercare il punto debole del pirata e lo trovò quasi subito.
<< Edward. >>
<< Mh? >>
<< Abbiamo un problema con Isabelle e Stede, mi serve il tuo aiuto. >>
Il pirata voltò appena lo sguardo, aveva le braccia incrociate dietro la nuca ed era bellamente stravaccato su un'amaca.
<< Chi diavolo è Isabelle? >>
David sospirò.
<< La ragazza che vi ha aiutato a nascondervi >> rispose pazientemente.
<< Ah giusto. E dove c'è scritto che è un problema mio? >> domandò Barbanera.
<< Perché c'è anche Stede con lei, e sono abbastanza certo che se lui non si convince, nemmeno lei uscirà dal nascondiglio >> spiegò il capitano, che un po' di nervosismo stava incominciando a provarlo.
Edward invece tornò a guardale il cielo, incrociando le caviglie una sopra l'altra.
<< Nemmeno lui è un mio problema, se si sono nascosti vedrai che appena avranno fame usciranno. >>
<< Sembra tu stia parlando di gatti! >> sbottò Jenkins.
<< Beh è lo stesso più o meno, lo stomaco lo abbiamo entrambi >> rispose il pirata.
<< Senti io sono il capitano di questa nave, perciò io decido quello che si fa o meno. Tu e Stede potete fare ciò che vi pare, ma Isabelle è sotto la mia responsabilità, è giovane e in quanto tale deve nutrirsi correttamente e riposare, perciò tu mi aiuterai se non vuoi finire il resto della tua vita qui con noi >> gli occhi azzurri di David erano accesi di una fiamma viva e ardente, non avrebbe ceduto o fatto passi indietro, non questa volta.
<< Chi è la figlia di qualche riccone a cui devi fare da balia? >> domandò Barbanera con un cenno di scherno.
<< Isabelle li ha persi i genitori >> rispose secco il capitano, quella frase colpì il cuore del pirata, gli si strinse in una morsa perché lui conosceva quel dolore, quando morì sua madre si era sentito solo al mondo, aveva pianto per giorni fino a quando non era dovuto scappare da alcune persone che volevano buttarlo in mezzo alla strada per lavorare, si era imbarcato sulla prima nave che aveva trovato al porto e caso volle fosse quella di Hornigold.
<< Dovrai pur fermarti in qualche porto per le provviste, e io lì me ne andrò, non puoi mica sequestrarmi e nemmeno ci riusciresti comunque >> disse Edward sistemandosi meglio sull'amaca.
David sorrise sfoderando la sua espressione determinata.
<< Io posso fare tutto e per la cronaca abbiamo provviste per mesi, quindi l'unica tua soluzione è venire con me o andartene a nuoto. >>
A quel punto Edward saltò giù dall'amaca con un balzo.
<< Perché diavolo ti serve il mio aiuto? Non puoi andare lì e parlarci tu, sei il capitano, lo hai detto tu stesso! >>
<< Isabelle è una ragazzina, quando si mette in testa qualcosa è più cocciuta di un mulo, non voglio semplicemente andare lì e ordinarle di uscire, perché io desidero avere un rapporto buono con le persone che abitano questa nave. >>
<< Tsk...Sei proprio come Stede >> sputò velenosamente Barbanera voltando la testa, con ancora quella sensazione di costrizione allo stomaco.
<< Bè grazie, per me è un onore esserlo, e per quanto riguarda lui ho bisogno di te perché so per certo che ti ascolterebbe. >>
<< Stronzate >> rispose il pirata stringendo i pugni.
<< Ma non lo vedi come pende dalle tue labbra, se ti buttassi in mare e gli chiedessi di seguirti lui lo farebbe senza pensarci un secondo, anzi non dovresti nemmeno chiederglielo >> il capitano aveva addolcito lo sguardo, decidendo di parlargli a cuore aperto, anche se forse avrebbe ottenuto solo di essere mandato all'inferno.
<< Sono tutte balle! Lui non mi seguirebbe da nessuna parte né ora né mai...- >>
<< Edward... >>
<< Non capisco cosa vuoi da me e perché continui a dire che lui mi ascolter...- >>
<< PERCHE' LUI TI A...- >> David si fermò in tempo, sgranò gli occhi, rendendosi conto che stava per rivelare qualcosa di grosso, non spettava a lui farlo, prese un respiro e si calmò tornando a guardare Barbanera.
<< Stede ti adora, forse tu non riesci a vederlo ma io sì, ho visto quanto ha sofferto durante la tua assenza, mentre ti cercava, quanto si sente in colpa nei tuoi confronti. Io non lo so se lo capirai mai o se finirai per lasciarlo andare, ma adesso ho bisogno che metti da parte tutto quello che c'è stato tra voi perché siamo in una situazione d'emergenza, e non parlo solo di questa, ma anche con quell'ammiraglio. >>
Il cuore di Edward batteva molto forte, non sapeva cosa Stede avesse raccontato di loro, non sapeva nemmeno come lo faceva sentire il fatto che David sapesse o meno, ma di una cosa era certo, il discorso che gli aveva appena fatto il capitano della Emily aveva centrato il punto, gli aveva fatto scattare qualcosa dentro, così decise di aiutarlo.
<< Va bene andiamo. >>
David sorrise.
<< Grazie Edward. >>
<< Non c'è bisogno che mi ringrazi, non lo faccio per te ma solo per potermene stare in santa pace. >>
<< Ricevuto >> ridacchiò Jenkins.
Si incamminarono in silenzio verso la cabina, quando stavano per arrivare Barbanera si fermò, aveva una domanda in testa, riguardo una storia che già sapeva ma voleva sentire anche un'altra campana così decise di porla.
<< Di un po' è vero che hai salvato Bonnet? >>
Il capitano si voltò e annuì.
<< Certo. >>
<< Ma se nemmeno lo conoscevi, poteva essere un pazzo e decidere di farti fuori una volta libero >> quell'accusa stonava ed Edward lo sapeva, perché anche lui aveva deciso di salvare Stede senza conoscerlo, il fatto che lui fosse il terrore dei mari non cambiava la faccenda.
<< So difendermi grazie del pensiero, ma qualcosa mi diceva che non ce ne sarebbe stato bisogno >> disse David.
<< Comunque è evidente che vi siete messi d'accordo sulla risposta da darmi >> sbottò l'altro ringhiando.
<< La risposta è la stessa perché è la verità >> rispose Jenkins fissandolo dritto negli occhi.
<< Sai qual è stata la prima cosa che ha fatto quando l'ho liberato? >> domandò poi attirando l'attenzione del pirata che nonostante fosse a conoscenza di quell'informazione, decise comunque di negare, perché voleva vedere se quello che gli aveva raccontato Bonnet rappresentava la verità.
<< Venirti a cercare, non ha perso un minuto, è corso sulla spiaggia senza prendere fiato, ed era distrutto quando ha visto che tu non c'eri >> il tono usato da David non era d'accusa, perché non c'era niente d'accusare, nessuno da incolpare, forse solo un fato troppo accanito contro due uomini.
Edward sentiva la gola bruciare, spostò lo sguardo di lato per non far vedere le lacrime che gli bagnavano gli occhi, bugie, bugie, erano tutte bugie, continuava a ripetersi nella sua testa ma il suo cuore lo sapeva che quella era la verità, solo troppo dura da accettare.
<< Andiamo >> disse solo, tentando di mascherare la voce roca, e così proseguirono fino a giungere davanti alla stanza della ragazza, il capitano entrò seguito dal pirata, si posizionò davanti all'armadio e lo aprì.
<< ABBIAMO DETTO CHE NON VOGLIAMO PARLARE CON NES...- >> gridarono in coro Isabelle e Stede prima di rendersi conto di chi avevano davanti.
<< Edward... >> disse incredulo il biondo.
<< Capitano >> lo chiamò la giovane, poco meravigliata di trovarselo lì.
David aveva le braccia incrociate e lo sguardo severo.
<< Allora che cos'è questa storia? >> domandò scrutando entrambi con i suoi occhi azzurri.
<< Non vogliamo rivolgervi la parola >> rispose piccata Isabelle.
Barbanera invece si stava più gustando la scena, chissà perché vedere il pirata gentiluomo chiuso in un armadio e con il broncio non era un'immagine tanto incredibile e fuori dal comune, considerato quanto sapeva essere drammatico quando ci si metteva, quel pensiero lo fece sorridere, e Stede che lo aveva visto deglutì, sentendo come se la rabbia che aveva provato stesse scivolando via.
<< Isabelle hai saltato la cena, lo sai che è una cosa che non tollero >> la rimproverò il capitano.
<< A lei importa solo della stupida cena, di me invece? Un bel niente! >> sbottò irritata la ragazzina chiudendosi ancora più a riccio.
<< Sai Isabelle, se fossi venuta da me, avremmo potuto parlare, come due persone adulte >> rispose Jenkins.
<< Ah, adesso sono abbastanza adulta per poter parlare con lei, mi faccia un fischio quando ha deciso finalmente se devo essere un'adulta o una bambina così almeno saprò come comportarmi >> la ragazza aveva gli occhi lucidi, gli faceva male litigare con il suo capitano, ma non ne poteva più di quella situazione e lui sembrava non capire i suoi bisogni.
<< Meno male che c'è Stede che mi capisce >> disse poi, e David sentì un piccolo crampo di gelosia, molto simile a quella che provano i papà quando vedono le loro figlie iniziare a spostare lo sguardo altrove, incontrando quello di altri uomini, e improvvisamente loro non sono più i supereroi delle loro bambine.
<< Stede per favore, non mettertici anche tu, da il buon esempio >> lo supplicò quasi, e il biondo stava per cedere ma poi si ricordò delle parole della ragazza e quindi scosse la testa.
<< Mi spiace David, ma Isabelle ha ragione, la verità è che ci date così per scontati che per voi non cambia se siamo al vostro fianco o meno, perché sapete che a un minimo cenno noi saremo lì per voi. >>
Jenkins guardò Edward sentendosi al limite delle forze.
<< Puoi dire qualcosa anche tu >> gli disse.
<< Che cosa dovrei dire? >> domandò il pirata corrugando le sopracciglia brizzolate.
<< Qualcosa per convincerli a uscire di lì, per esempio >> rispose il capitano.
Barbanera prese un respiro, sembrava aver capito e con una soluzione in mente, si avvicinò chinandosi, afferrò Stede e Isabelle per un braccio e li tirò fuori di forza.
<< Ehi! >> si lamentarono i due.
<< Ecco fatto >> disse Edward sbattendo le mani come per togliere della polvere che non c'era.
David sbatté le palpebre incredulo.
<< Edward ma che fai? >>
<< Che c'è, hai detto di tirarli fuori e l'ho fatto >> rispose innervosito il pirata.
<< Ti sei portato l'omaccione grande e grosso per tirarci fuori a ogni costo eh, bravo capitano non è da te >> lo rimproverò Isabelle mentre con una mano dava delle piccole pacche al braccio di Barbanera.
<< Non intendevo certo così! >> rispose David, senza fare caso che la giovane gli aveva dato per la prima volta del tu.
<< Bè fuori sono fuori non lamentarti, prima mi obblighi ad aiutarti e poi ti lamenti >> sbottò il pirata dai capelli lunghi, Stede spalancò gli occhi, guadandolo ferito.
<< Quindi non sei nemmeno qui di tua volontà? >> domandò, ma era una domanda retorica, serrò le labbra e superò tutti scontrandosi con la spalla di Edward prima di superarlo, ma quando giunse alla porta fu proprio la sua voce a fermarlo.
<< Sei sempre così drammatico Bonnet. >>
Il biondo strinse i pugni e si voltò velocemente.
<< Io sarei drammatico!? >> si avvicinò in pochi passi.
<< Devo ricordarti quel povero serpente, la sua unica colpa è stata solo quella di finirti addosso! >>
<< Almeno grazie a me abbiamo mangiato! Fosse stato per te e per la tua grandiosa idea di fare quella stupida caccia al tesoro saremmo ancora a stomaco vuoto! >> gridò Barbanera agitando le mani.
<< Avevi detto che ti era piaciuta >> disse Stede corrugando le sopracciglia.
<< Ho mentito >> rispose Edward senza curarsi di ferirlo, anzi era proprio quello il suo intento, come una sorta di ripicca infantile, e il pirata gentiluomo così si sentì, con il cuore a pezzi e più nessuna certezza, uscì fuori correndo senza dire più nulla, sentendo solo un'immensa voglia di piangere.
<< Complimenti eh, molto bravo >> lo rimbeccò Isabelle prima di voltarsi verso il suo capitano.
<< E con lei continuerò a non parlarci >> disse puntandogli un dito contro e uscendo a sua volta.
David sospirò sconfortato alzando gli occhi al cielo, ultimamente sembrava succederne sempre una, senza dargli il tempo di risolvere la precedente, prima di uscire all'inseguimento della giovane per cercare di parlare rivolse un'occhiata al pirata, che la prese come un invito a seguire Stede.
Barbanera trattenne il respiro per qualche istante, lottando contro il desiderio che si faceva sempre più forte, quella voce che gli diceva di accettare il suggerimento però invece di zittirsi aumentava di volume e così lui, non prima di aver dato un calcio ad una sedia per sfogarsi, uscì dirigendosi direttamente fuori, aveva la sensazione che il biondo lo avrebbe trovato lì.
Una volta all'esterno si guardò intorno, imperversava un'aria strana, un vento che sapeva di tempesta, scorse quella bella chioma dorata vicino alle scialuppe di salvataggio, si avvicinò e vide che Stede ne stava slegando una.
<< Scappare è sempre la tua soluzione, vero Bonnet? >>
Il pirata gentiluomo sussultò inconsapevole di essere stato seguito, ma non si voltò, continuando a trafficare con la corda.
<< Non sto scappando >> rispose secco.
<< E allora cosa stai facendo? >> domandò Edward cercando quello sguardo nocciola.
<< Quello che ho pensato di fare da quando David ci ha detto di Badminton, mi consegnerò a lui direttamente >> rispose irritandosi con un nodo che non ne voleva sapere di sciogliersi, il flagello dei mari, invece, era rimasto senza fiato.
<< Di un po' ti ha dato di volta il cervello? >> sbottò sperando di aver sentito male.
<< Lo avrei fatto stanotte ma ho capito che prima agisco meglio è >> rispose Stede.
<< Bonnet fermati un momento. >>
<< Una volta che sarò nelle sue mani potrà fare di me ciò che vuole, avrà la sua vendetta e ti lascerà in pace >> spiegò riuscendo a sciogliere il nodo e far cadere la scialuppa in acqua, la nave era ancorata per la notte, il biondo stava per arrampicarsi giù senza ancora essersi voltato.
<< BONNET FERMATI UN SECONDO DANNAZIONE! >>
Stede finalmente si girò verso di lui, il suo viso celava ogni espressione.
<< Che cosa vuoi? >> domandò lisciandosi la camicia bianca, come se quello che stava per fare fosse una cosa da niente che non lo avrebbe portato alla morte.
<< E' una pazzia quella che stai facendo. >>
Il gentiluomo spostò lo sguardo, sapeva che il suo destino era segnato, ma non aveva altra via.
<< Bene. Hai finito? >> disse con una freddezza che non era la sua, Edward deglutì sentendosi in panico.
<< Dimmi perché, perché vuoi farlo? Cosa devi dimostrare? >>
<< A te che cosa importa Edward? Hai passato tutto il tempo a dirmi che vuoi andartene, che non mi sopporti, e che non vuoi più vedermi >> cominciarono a cadere le prime gocce di pioggia, Barbanera alzò il viso verso il cielo, qualche gocciolina cadde sul suo viso, poi tornò a guardare il biondo e improvvisamente tutto l'affetto e l'amore che aveva provato lo colpirono in pieno riaffiorando come un fiume che rompe una diga.
<< Morirai >> gli disse sperando di convincerlo, i suoi occhi profondi d'ebano erano pieni di paura, Stede lo notò e sorrise, un sorriso che sapeva di rassegnazione.
<< Una vita per un'altra vita Ed. Io morirò ma tu ti salverai, non posso permettere che tutte queste persone rischino la vita per colpa mia, per una causa che non è la loro. Sono i miei errori, e in alcun modo permetterò che tu ci vada di mezzo. >>
<< Non posso lasciartelo fare Bonnet... >> disse guardando in basso.
<< Troveremo un'altra soluzione. >>
<< Edward guardarci, guarda cosa siamo diventati, non siamo più in grado di avere una conversazione civile, io ti ho perso e perciò non ho più niente per cui valga la pena lottare. >>
Quelle parole furono per Barbanera come una pugnalata, strinse la mascella, poi gli venne un'idea, estrasse la pistola, la caricò e sparò un colpo contro la scialuppa che dondolava in acqua creando un bel buco, inevitabilmente iniziò a imbarcare acqua.
<< Wow gran bella trovata, lo sai vero che ce ne sono altre di scialuppe che posso prendere? E adesso chi lo sente David... >> mormorò il gentiluomo guardando la piccola imbarcazione che si riempiva lentamente.
<< Giusto David! >> esclamò Barbanera, guadagnandosi uno sguardo confuso da parte del biondo.
Edward prese Stede per una mano e iniziò a trascinarlo con sé.
<< Dove mi stai portando!? >> squittì colto all'improvviso
<< Se non vuoi ascoltare me, ascolterai lui! >> rispose il pirata, i quali lunghi capelli fluttuavano col vento, Stede lo guardava mentre camminavano, il suo sguardo si spostò sulle loro mani unite, sarebbe stato bello se avessero potuto stringersele in un'altra occasione.
<< Dove diavolo è quella stupida cabina? >> imprecò nervosamente.
<< Ed... >>
<< Tu chiudi il becco. >>
Bonnet si zittì, sapendo che quando l'altro si metteva in testa una cosa era quasi impossibile fargli cambiare idea, Edward spinse con la mano libera un uomo che passava di lì contro la parete.
<< Dove si trova la cabina del tuo capitano? >>
Quello deglutì spaventato.
<< P-Poco più avanti Barbanera. >>
Il marinaio venne lasciato andare e i due pirati arrivarono presto davanti alla porta, che venne spalancata malamente, David era di spalle, aveva deciso di coricarsi perché Isabelle si era chiusa nella sua stanza senza volergli parlare, le avrebbe lasciato sbollire la rabbia certo che l'indomani le cose sarebbero migliorate.
<< Fai cambiare idea a questo idiota >> disse Edward spingendo il biondo in avanti.
Il capitano sussultò colto alla sprovvista, si voltò trovando il viso mortificato di Stede davanti a sé.
<< Che cosa succede? >> domandò Jenkins.
Bonnet stava per rispondere ma venne interrotto dal suo un tempo co-capitano.
<< Succede che questo qui ha deciso di farsi ammazzare consegnandosi nelle mani di quel Bad-qualcosa >> rispose il pirata vestito di pelle, sentendo una strana sensazione di amarezza in bocca, David sgranò i suoi occhi celesti.
<< Stede...E' vero? >> gli chiese corrugando le sopracciglia.
<< Sì... >> rispose sospirando.
<< Mi spiace averti disturbato e che tu l'abbia scoperto in questo modo, comunque visto che è andata così ne approfitto per ringraziarti di quello che hai fatto per me...- >>
Mentre Stede parlava David spostò lo sguardo su Barbanera, era teso, aveva le labbra serrate e i pugni chiusi, gli occhi erano colmi di nervosismo e panico e in quel momento al capitano della Emily fu chiaro quello che doveva fare, in uno slancio strinse tra le braccia il gentiluomo che smise immediatamente di parlare, stupito da quel gesto.
<< MA CHE FAI TI METTI AD ABBRACCIARLO!? >> sbraitò Edward avvicinandosi rabbioso.
David si staccò dalla stretta, accarezzando le spalle del pirata in un gesto comprensivo.
<< Se Stede ha deciso di andare io non posso fermarlo >> disse.
<< CHE COSA!? >> Barbanera gli si piazzò davanti fronteggiandolo, ne aveva veramente abbastanza di tutta quella follia.
<< Ma che diavolo stai dicendo, sai che morirà, non ti sei dichiarato tanto suo amico? Non hai detto che il tuo scopo è aiutare le fottute persone? E allora perché cazzo ti rifiuti di aiutare lui!? >> il suo viso era rosso, sembrava che un incendio vi ci stesse divampando.
<< Io aiuto le persone ma non decido per loro, non posso andare contro la sua volontà se ha già deciso >> rispose Jenkins.
Stede era sorpreso, aspettandosi di trovare resistenza alla sua scelta anche dal suo nuovo amico, ma evidentemente David lo capiva.
<< Ma è una stronzata cazzo! >>
<< Edward, non ho detto che approvo quello che vuole fare, ma non posso impedirglielo. >>
<< Sì che puoi dannazione >> rispose Edward esasperato.
David si avvicinò di un passo, alzò lo sguardo per essere certo che gli occhi scuri del pirata fossero su di lui.
<< No, non sono io a poterlo fare. >>
Le pupille profonde e grandi di Barbanera tremarono specchiate in quelle chiare e limpide che gli stavano trasmettendo un messaggio, quel dialogo silenzioso venne interrotto dal biondo gentiluomo che si schiarì la voce.
<< David ti ringrazio per la tua comprensione...- >>
Edward strinse i pugni e sospirò, abbassò il viso senza avere il coraggio di voltarsi.
<< Bonnet io non ti farò andare via >> il tono di voce che usò era insolitamente basso e dolce, rispetto a quello che solitamente usava da quando si erano ritrovati.
<< Si può sapere perché ti accanisci tanto? >> domandò Stede sollevando e abbassando le braccia.
<< Non posso vivere in un mondo dove tu non ci sei...Sei stato tu a dirmelo poco tempo fa, bè vale lo stesso per me >> confessò Edward sentendo il petto sciogliersi in un calore tiepido, le lacrime risalirono svelte i condotti lacrimali fino a bagnargli gli occhi, le lunghe ciocche sale e pepe ricadevano verso il basso formando come una barriera, Stede di contro non poteva crede alle sue orecchie, dopo tutti gli insulti che si era sentito rivolgere, quelle parole erano come acqua fresca in mezzo al deserto.
Solo che l'autostima già bassa del pirata dai capelli dorati, sommata a tutto quello che era successo, gli fecero mettere in dubbio la veridicità di quelle frasi, come se fossero un vano tentativo di tenerlo lì per capriccio.
<< Vuoi che resti così potrai continuare a sfogarti, a farmela pagare per quello che ho fatto. >>
<< Stede...ma non capisci? >> intervenne David.
Edward a quel punto si voltò verso il biondo facendo incastrare i loro occhi.
<< Ho passato così tanto tempo a odiarti che mi sono convinto di farlo davvero, se avessi voluto me ne sarei andato parecchio tempo fa, ma il mio stupido cuore continuava a dirmi di rimanere perché da quando ti ho incontrato la prima volta, non ho fatto altro che sperare che tu mi vedessi...- >>
<< Ed... >> sussurrò il biondo per poi allungarsi e tirare quel pirata che aveva aspettato così tanto tra le sue braccia, Barbanera non oppose resistenza, si lasciò cullare da quella stretta che ricambiò stringendogli i fianchi, girò il viso infilando il naso nell'incavo del collo di Stede.
<< Non farlo, non lasciarmi ancora >> lo supplicò Edward stringendo il fondo della camicia del pirata gentiluomo tra le dita, l'altro chiuse gli occhi rilasciando aria dal naso.
<< Come la mettiamo con l'ammiraglio? >> domandò osando sollevare una mano e accarezzare quel lato di viso che non era nascosto e quei lunghi capelli crespi.
<< A quello ci pensiamo noi, hai un'intera nave a tua disposizione >> rispose il capitano della Emily.
I due uomini si staccarono contro voglia da quell'abbraccio, Barbanera guardò accigliato David.
<< Avevi detto che non lo avresti aiutato. >>
<< Ho detto che rispettavo la sua decisione, è diverso, se Stede rimane io sono più che felice di dargli una mano. >>
<< Ma David...non voglio finiate nei guai per colpa mia >> disse il biondo, che ancora combatteva con la cosa giusta da fare.
Jenkins si strinse nelle spalle e poi sorrise.
<< I guai sono il mio mestiere, studieremo un buon piano, facendo in modo che quell'uomo smetta di darvi la caccia. Non sarà semplice ma se lavoreremo insieme sono sicuro che riusciremo nel nostro intento. >>
A quel punto sia Edward che David lo fissarono, aspettando solo un cenno da lui, Bonnet chiuse gli occhi tentando di calmare il suo cuore, erano successe così tante cose in poco tempo, sapeva che la sua era una decisione che lo avrebbe portato alla morte se fosse andato da solo, dall'altra parte però c'erano persone innocenti che non voleva mettere a rischio, la sua mente corse all'abbraccio che si erano dati poco prima lui e Barbanera, avrebbe voluto essere così fortunato da riceverne un altro, si aggrappò con tutte le forze a quel pensiero e riaprì gli occhi, allungò una mano verso il capitano.
<< Accetto il vostro aiuto >> disse, l'altro gliela strinse a sua volta sorridendo, Edward tirò un respiro di sollievo sentendo come se dal suo corpo fossero stati tolti centinaia di massi che gli opprimevano soprattutto il petto, gli era venuta anche un'improvvisa voglia di bere, ma non disse nulla, un conto era rivolgersi a quel tipo per evitare che il ritrovato co-capitano prendesse la decisione più imbecille della storia, diverso era fraternizzare con quello che considerava suo rivale, aveva anche voglia di rimanere da solo, perché quello che era successo con Stede lo aveva turbato, per questo aveva bisogno di riflettere.
<< Io me ne vado a dormire, e tu vedi di non fare stronzate >> disse rivolgendosi a Stede.
<< Ed... >>
<< Ne parliamo domani Bonnet, qualsiasi cosa sia rimandiamola a domani >> il suo tono era mutato, sì sempre con quel velo di durezza ma c'era qualcosa di diverso, il biondo sorrise annuendo, senza la paura di lasciarlo andare, il fatto che gli avesse detto che ne avrebbero parlato gli dava la speranza che le cose almeno un po' sarebbero cambiate, non sapeva di quanto ma già quel semplice fatto lo lasciava con una piacevole sensazione, anche lui si congedò dando la buona notte a David, e sulla nave presto scese il silenzio, buona parte della ciurma si addormentò cullata dalle onde del mare pronta ad affrontare la successiva avventura di un giorno nuovo.













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Capitolo 6
*** Capitolo sei ***





Capitolo sei


L'alba di un nuovo giorno splendeva sulla Emily, l'aria era più frizzante a causa della pioggia caduta la sera prima, c'erano delle chiazze bagnate sul pavimento ed era ancora così umido da essere scivoloso, l'equipaggio era già al lavoro, chi passava lo straccio, mentre altri spostavano o mettevano a posto barili che si erano rovesciati, sembrava una normale e tranquilla mattinata e lo sarebbe stata se non avessero avuto una minaccia che pendeva sulle loro teste.
Il capitano aveva già dato l'ordine di levare l'ancora e salpare, assicurandosi che ci fossero persone a sufficienza che si accertassero della presenza o meno di navi della marina che li stessero seguendo, fortunatamente la giornata era abbastanza limpida e si poteva osservare gran parte dell'orizzonte.
Anche Edward era in piedi, se ne stava appoggiato con i gomiti alla ringhiera osservando il cielo, quando Stede salì sul ponte lo vide e si avvicinò a lui, con un sorriso titubante ma dentro comunque sentiva più coraggio, come se quello che era successo la sera prima avesse contribuito a sbloccare qualcosa.
<< Perché diavolo c'è un fottuto clown sulla loro bandiera? >> domandò Barbanera, il sorriso del biondo si allargò, si mise al suo fianco alzando a sua volta lo sguardo verso l'alto.
<< Forse ti sembrerà buffo ma loro sono una compagnia teatrale >> rispose con un filo d'orgoglio nella voce.
<< E sono anche molto bravi >> aggiunse, gli occhi dell'altro si spostarono su di lui.
<< Che cazzo stai dicendo? >>
Stede lo guardò di rimando, senza che quell'espressione serena si cancellasse dal suo viso.
<< E' così che si guadagnano da vivere >> disse.
<< Io credevo che fosse tutto un capriccio di quel riccone del tuo amico >> le parole di Edward non alludevano a niente di particolare, ma il pirata gentiluomo si sentì comunque toccato da esse, temendo che anche la sua idea di partire e diventare un pirata, potesse essere considerata il capriccio di un ricco annoiato.
<< La nave su cui ci troviamo ha una storia molto bella e particolare, se vuoi un giorno te la racconto. >>
<< Lui ti ha raccontato proprio tutto eh Bonnet. >>
Il biondo lasciò andare l'aria dal naso, senza perdersi d'animo davanti a quella che sembrava una lieve accusa.
<< Solo il necessario perché potessi fidarmi, è stato molto buono con me...- >>
<< Lo so, non c'è bisogno che me lo ripeti ogni volta >> dichiarò Barbanera, infastidito dalle parole sempre perfette che Stede rivolgeva a quell'uomo.
<< Ma c'è una cosa che lui non sarà mai >> dichiarò il biondo, attirando l'attenzione del ritrovato amico, che lo guardò con aria interrogativa.
<< Te, non potrà mai essere te. >>
<< Grazie al cazzo Bonnet, io sono Barbanera, non c'è nessuno alla mia altezza >> disse mettendosi le mani sui fianchi, incapace di credere o anche solo pensare che le parole del gentiluomo avessero un altro significato, come biasimarlo, aveva sempre visto il mondo bianco o nero, senza niente che filtrasse gli altri colori, e applicava questo modo di vedere a tutto senza distinzione, un tesoro era un tesoro, un sasso era un sasso, e un rifiuto era un rifiuto, in qualunque modo si fosse presentato.
<< Oh io non parlo della leggenda >> iniziò Stede che sentiva già il fiatone, non essendo abituato a dire frasi o parole che potessero in qualche modo essere romantiche, stava camminando su un terreno sconosciuto e per di più al buio, provando a seguire per una volta ciò che la sua anima gli diceva, ma era tutt'altro che semplice, soprattutto se dall'altra parte c'era qualcuno con il cuore spezzato che aveva eretto una barriera molto alta e resistente.
<< Mi riferisco a Edward Teach... >>
<< Nato su una spiaggia >> gli scappò un sorriso al ricordo di quell'espressione.
<< Baciato su una spiaggia... >> continuò sempre il biondo.
Edward ruppe quella serie di frasi che gli stavano facendo male al petto.
<< E lasciato su una fottuta spiaggia... >> disse abbassando lo sguardo, ma Stede non si perse d'animo, quello che era successo la sera prima non poteva essere privo di significato, in un atto di coraggio e forse avventatezza gli prese il volto tra le mani sollevandoglielo di modo che i loro occhi si incontrassero.
<< Su una spiaggia potresti anche essere ritrovato, come il più prezioso dei tesori, potrei essere io a trovarti... >> corrugò le sopracciglia dorate e mentre pronunciava quelle parole si rendeva anche conto di come gli venissero facili.
<< Dovrei scavare molto in profondità lo so, ma poi ti tirerei fuori, ti pulirei con un bel panno...- >>
<< Di seta? >> domandò Barbanera, perso e ammorbidito da quel racconto, in estasi al solo pensiero che quelle delicate mani potessero maneggiarlo, con cura raffinata e tocchi leggiadri.
<< Sì >> rispose sorridendo il pirata dai capelli color del sole.
<< Poi ti laverei avvolgendoti successivamente in una morbida coperta...- >>
<< Ma i tesori non si lavano e non si trovano sulle spiagge >> ribardì Edward.
<< Ho detto che sei speciale no? Mi prenderei cura di te, e non permetterei a nessuno di farti del male, nemmeno a me stesso... >> gli occhi nocciola si specchiarono in quelli scuri e grandi, che erano tornati ad essere rotondi e luccicanti come un tempo, Barbanera sentiva come un pizzicore ma non sapeva da dove proveniva, si chinò istintivamente sentendosi richiamato da quelle labbra che aveva già assaporato una volta, i suoi movimenti erano lenti perché il suo cervello gli gridava di non farlo, le paure volevano trascinarlo indietro in quel luogo sicuro che si era costruito per far sì che nessuno potesse più ferirlo, ma il cuore, quello non voleva sentire ragioni, e così si avvicinò sempre di più a Stede che teneva le mani premute sul suo petto, gli occhi socchiusi e le labbra pronte ad accoglierlo ma...
<< FIUU >> un fischio interruppe l'idillio, i due si staccarono, Edward si sentì strappato via da un sogno a occhi aperti, come se fosse stato risvegliato bruscamente e riportato alla realtà.
<< Hey voi due prendetevi una stanza! >> ridacchiò l'uomo che voleva solo scherzare, ma non aveva idea della minaccia che gli si stava per abbattere contro.
Barbanera lo raggiunse a grandi passi prendendolo per il colletto e scuotendolo, il marinaio alzò subito le mani in segno di resa.
<< TU BRUTTO IDIOTA CHE CAZZO STAI DICENDO? >>
<< I-Io...niente signor Barbanera, credevo che voi due...- >>
<< NOI DUE COSA? >>
Stede si avvicinò rassegnato e consapevole che quel momento ormai era terminato e avrebbero dovuto cercarne un altro, magari in un luogo meno pieno di via vai.
<< Dai Ed lascialo. >>
<< La prossima volta fatti gli affari tuoi pezzo di cretino >> lo rimproverò Edward spingendolo a terra, il poveretto se la diede a gambe levate, quando fu al sicuro disse a se stesso che almeno avrebbe avuto una storia da raccontare ai suoi compagni, e a chiunque a dire il vero, che era riuscito a fuggire dalle ire del terrore dei mari.
Il biondo sorrise incontrando il volto ancora corrucciato dell'altro.
<< Potremmo continuare da un'altra parte >> suggerì con la voce sottile e invitante.
<< Non c'è niente da continuare Bonnet >> rispose superandolo di qualche passo, ma Stede aveva una strategia, avrebbe giocato al suo stesso gioco, se Edward voleva fare finta di nulla bè anche lui lo avrebbe fatto.
<< Veramente c'erano alcune cose che volevo domandarti. >>
Barbanera si fermò voltandosi appena.
<< Tipo? >>
<< La mia ciurma... >>
Edward si fermò un istante come se stesse pensando a qualcosa, poi abbassò lo sguardo.
<< Semplice...sono tutti morti. >>
Il biondo sgranò gli occhi, sentendo come se un pugnale lo avesse perforato in pieno petto.
<< M-Morti... >> balbettò corrugando le sopracciglia, Barbanera a quel punto si girò, maledendo presto la sua debolezza di non riuscire a resistere di fronte a quel viso così pieno di tristezza, sospirò scuotendo la testa.
<< Nah, in realtà li ho lasciati con Izzy... >>
<< Con Izzy!? >> squittì sgomento il gentiluomo, il pirata vestito di pelle si irritò e non poco.
<< SCUSA MA PREFERIVI FOSSERO MORTI? >> sbraitò perdendo la pazienza.
<< N-No ma...perché proprio con Izzy? >>
<< Perché mi andava così e basta, non devo darti alcuna spiegazione visto che sei stato il primo ad abbandonarli! >> Edward voleva davvero, davvero mantenere quella durezza, ma quel farabutto di un pirata gentiluomo aveva un'espressione così preoccupata, quel dannato labbro che sporgeva in avanti come se fosse un bambino in pena per il suo orsacchiotto, e così il grande marinaio, quello che si era auto nominato kraken per aver ucciso suo padre, cedette di fronte a un paio di occhi troppo buoni e belli per essere lasciati in preda al timore.
<< Comunque io non mi preoccuperei tanto per loro, sono in maggioranza, se volessero potrebbero ammutinarlo in cinque minuti. >>
Stede annuì sentendosi un po' più sereno, anche se una parte di lui rimaneva in pensiero, desiderava trovarli il prima possibile e accertarsi che tutti stessero bene, prima che potesse ribattere qualsiasi cosa vennero raggiunti da Isabelle che si aggrappò alle loro spalle.
<< Eccole qui le mie teste vuote preferite, allora avete fatto pace? >> squittì con l'esuberanza tipica della sua età, il capitano della Queen Anne se la scrollò di dosso infastidito.
<< E il tuo capo invece non ti ha dato una bella strigliata e messa in castigo? >> la stuzzicò Edward.
<< Guarda che non ho mica cinque anni! >> sbottò la ragazzina stringendo i pugni, il pirata ghignò.
<< Non sembra affatto. >>
<< Come ti permetti io...- >>
<< Ehi ragazzi datevi una calmata, non litigate >> intervenne Stede prima che scoppiasse una rissa.
<< Ha cominciato lui! >> si difese la giovane.
Edward incrociò le braccia al petto soddisfatto.
<< Vado a mettere qualcosa sotto i denti, visto che a me sono cresciuti >> la schernì allontanandosi.
<< Vai e attento a non strozzarti con la tua stessa antipatia >> strillò Isabelle, prima di mettersi le mani sui fianchi e scuotere la testa.
<< Stede ma come fai a sopportarlo? >>
Il pirata ridacchiò.
<< Nemmeno io sono così facile da tollerare a volte. >>
<< Ma che dici tu sei così dolce >> disse la ragazza intenerendo l'espressione, il biondo arrossì non essendo abituato a ricevere complimenti.
<< Con David hai parlato? >> le domandò e quel visino delicato si incupì.
<< Non voglio farlo. >>
<< Isabelle lui ti vuole bene, se gli parlerai capirà il tuo punto di vista. >>
La fanciulla sospirò.
<< Sarà ma per ora non ho voglia di parlargli. >>
<< Quando sarai pronta >> disse Stede sorridendo, poi gli venne un'idea.
<< Ti sei mai allenata con la spada? >>
Isabelle lo guardò sbattendo le palpebre.
<< Poche volte e di nascosto >> rispose, il gentiluomo sorrise furbescamente.
<< Ti va? >> domandò.
<< Cavolo sì! >> rispose lei alzando le braccia verso il cielo.


...


La maggior parte della ciurma si trovava nella grande sala da pranzo per una riunione indetta dal capitano, doveva escogitare un piano e gli servivano i suoi uomini migliori e intelligenti, non erano in una situazione facile e una semplice bugia non sarebbe bastata a salvar loro la pelle, a quella sorta di incontro era presente anche Barbanera in quanto miglior stratega di tutti i tempi, David aveva insistito perché partecipasse, era certo che l'esperienza del pirata sarebbe stata utile a tirar fuori il piano più inattaccabile di sempre, aveva inoltre deciso che con Stede avrebbero parlato una volta buttato giù qualcosa di utile, onde evitare altre sparate di testa da parte di quest'ultimo.
Edward era incredulo di fronte a quella situazione, per tutte quelle persone lui era uno sconosciuto, e anche Bonnet in qualche modo lo era, eppure tutti in quella stanza si stavano dando da fare per trovare il modo di tirarli fuori dai guai, ma nessuna idea, per quanto ben congeniata, finiva per essere scelta ed era frustrante, persino il capitano della Emily si era messo taciturno e Fernando se ne era reso conto.
<< Capitano, qualcosa non va? >> domandò infatti.
David si leccò le labbra e dopo qualche istante di attesa sollevò lo sguardo verso il centro della tavola.
<< Dobbiamo tirare fuori la Fenice. >>
Il silenzio calò all'interno di quelle mura, tutti gli occhi erano puntati su di lui, quelli castani del primo ufficiale erano sgranati.
<< Oh no la Fenice no, è troppo pericolosa >> disse Fernando con una nota di supplica nella voce.
<< Che cazzo sarebbe? >> domandò Barbanera.
<< Niente, fa finta di non aver sentito >> rispose il primo ufficiale fissando il pirata.
<< Non dirmi quello che devo fare pivello, David che cos'è questa Fenice? >> ripeté la domanda Edward.
<< Capitano per favore. >>
David spostò lo sguardo verso Edward, ignorando la supplica del suo braccio destro e sorrise.
<< La Fenice è la nostra unica speranza >> rispose, e a differenza del suo sottoposto sembrava perfettamente tranquillo.
<< Capo una parola, fuori, noi due >> insistette l'uomo e amico di vecchia data di Jenkins.
<< Fernando non c'è niente di cui dobbiamo discutere, ho già deciso, quindi riprendi il tuo posto e lasciami spiegare >> disse serenamente il capitano, ma il primo ufficiale non voleva saperne, si scostò bruscamente dalla sedia avviandosi verso la porta.
<< No mi dispiace, non starò qui ad assistere alla nostra rovina, alla tua. Avevi promesso che non l'avresti più usata, che ne avresti fatto a meno >> i suoi occhi erano velati di preoccupazione, e i baffi scuri non nascondevano il tremore delle labbra.
<< Ho già disilluso quella promessa una volta >> rispose David alzandosi in piedi e fissandolo con dolcezza, erano entrambi persi in quel dialogo che in parte capivano solo loro, tutta la ciurma sapeva che cos'era la Fenice, molti l'avevano vista in azione e avevano potuto assistere alla pericolosità, ma pochi di loro avevano potuto assistere alla prima volta in cui quella bomba esplosiva era stata chiamata in prima linea.
<< In quel caso è stata colpa mia, se fossi stato...- >>
Jenkins chiuse gli occhi esasperato, come se quel discorso lo avesse sentito mille volte.
<< Fernando siediti e basta. >>
<< No io...- >>
<< Siedi ho detto >> ripeté il capitano guardandolo dritto in faccia con un'occhiata gelida e severa, il primo ufficiale non ebbe altra scelta se non quella di obbedire, Edward rimase sbalordito, quell'uomo dai modi tanto pacati non aveva nemmeno avuto bisogno di alzare la voce, o minacciare il suo sottoposto per farsi ascoltare, mentre lui invece con Izzy era ricorso più volte alle minacce o aveva dovuto ricordargli qual era il suo posto.
Il capitano della Emily raccontò il piano a grande linee, spiegando a tutti ciò che gli era venuto in mente, ovviamente era da rivedere e modificare ogni minimo dettaglio fino a renderlo perfetto, finita la spiegazione quegli occhi azzurri di ghiaccio si puntarono su Barbanera.
<< Che ne pensi, secondo te può andare? >>
Edward congiunse tra loro le mani allungando i gomiti sul tavolo.
<< Credo sia una completa follia, ma mi piace >> rispose con un sorrisetto.
<< Va a chiamare Stede >> disse David sorridendo a sua volta, sentendosi più sicuro perché appoggiato da un uomo che se ne era inventate di tutti i colori, o almeno così dicevano le leggende, ma lui si fidava, era certo che se avessero lavorato bene sarebbero riusciti a scamparla anche quella volta, il pirata obbedì senza fare storie, in fondo interessava anche lui chiudere quella faccenda, più alla svelta avrebbero agito e prima lui sarebbe potuto tornare alla sua vita, o almeno decidere cosa farne, quando giunse sul ponte la scena che si trovò davanti lo lasciò senza fiato, tanto da doversi fermare a guardare.
C'erano Isabelle e Stede che stavano combattendo, o meglio si stavano allenando con la spada, e lui...Sembrava così perfetto e bellissimo, la camicia slacciata, le gocce di sudore che correvano lungo il viso, i movimenti erano più fluidi rispetto all'ultima volta che lo aveva visto coinvolto in un duello, probabilmente si era allenato con qualcuno, loro due si erano allenati parecchio insieme sulla Revenge, ma era quasi sempre notte, in quel caso invece il biondo era baciato dal sole che ne illuminava i tratti, i capelli dorati che svolazzavano ogni volta che si muoveva o parava un colpo e il cuore di Barbanera batteva, batteva all'impazzata.
<< Hey così non vale, hai barato! >> gridò la ragazzina.
Il pirata biondo rise.
<< Non è affatto vero. >>
<< Sono molto sicura che quella mossa non sia valida >> disse incrociando le braccia.
<< Me l'ha insegnata Edward, quindi è valida per forza >> ribatté Stede.
Isabelle alzò gli occhi al cielo.
<< Capirai, se lui ti dicesse che il cielo è verde tu ci crederesti. >>
Il gentiluomo arrossì.
<< Ma che dici... >>
<< Dico e ne ho tutte le ragioni signor occhi a cuoricino >> rispose sicura la giovane, a quel punto Barbanera decise che aveva sentito abbastanza, si schiarì la voce mentre a passo lento procedeva verso di loro.
<< Bonnet la guardia va tenuta più alta >> fu l'unica cosa che gli sembrò opportuno dire, per fingere di non aver udito la conversazione tra i due, Stede si girò sgranando gli occhi, poi la sua espressione mutò nuovamente, rilassandosi.
<< Mmm riecco quella faccia da pesce lesso >> borbottò Isabelle arcistufa di vedere quegli zucconi girarsi intorno senza mai combinare nulla.
<< Hai detto qualcosa cara? >> domandò il biondo.
<< Oh no, n-...Anzi a dire il vero... >> iniziò con un sorrisetto furbo a rigargli il viso.
<< Perché non mi fate vedere voi due come si fa >> suggerì sollevando le sopracciglia.
Stede allargò lo sguardo, schiuse le labbra per dire qualcosa ma venne preceduto.
<< Non se ne parla e comunque il tuo capitano ha bisogno di parlare con noi >> disse Edward scuotendo la testa e indicando successivamente se stesso e il pirata gentiluomo.
<< David non morirà se aspetta cinque minuti >> lo rimbeccò la ragazzina.
<< Ho detto di no...- >>
<< Che c'è Ed hai paura? >> domandò Stede con aria di sfida, l'altro rispose soffiando una risata.
<< Scherzi vero? >>
Bonnet sollevò le spalle, da fuori sembrava come se non stesse provando niente ma in realtà gli tremavano le ginocchia.
<< Io credo che hai troppa paura che io sia diventato più bravo di te, e che possa batterti >> disse avvicinandosi di qualche passo, Barbanera era sbigottito, il cuore gli galoppava nel petto e vedere quell'uomo così sicuro di sé, a tratti strafottente, lo stava mandando fuori di testa.
<< E va bene se hai tanta voglia di farti umiliare >> estrasse la spada e la puntò dritta davanti a sé, Stede sorrise, un luccichio gli illuminò gli occhi.
<< Okay ragazzi valgono tutte le regole dei duelli, tranne l'uccidersi a vicenda. >>
<< Lo dico nel caso a qualcuno vengano manie di protagonismo >> disse Isabelle lanciando uno sguardo pungente a Barbanera, poi lo scontro cominciò ad armi pari, i due pirati sembravano perfettamente sincronizzati, le lame tintinnavano a ogni colpo, nessuno prevaleva sull'altro come se si stessero solo scaldando, a dire il vero la loro sembrava più una danza, fatta di passo avanti, colpo, passo indietro, Isabelle si mise a sedere sulla balaustra tenendosi stretta con le mani, osservava la sfida incantata non solo dalla bravura di entrambi, ma soprattutto dall'energia che emanavano, da quella sorta di aurea che si era creata intorno a loro, come se fossero impegnati in un rituale di corteggiamento.
<< E' questo il meglio che riesci a fare Edward? >> lo provocò Stede.
<< Chiudi la bocca e non dirmi come combattere >> rispose colpendo con più forza.
Il biondo parò il colpo e indietreggiò quasi perdendo il controllo dell'arma.
<< Bonnet così mi lasci troppo spazio per entrare. >>
<< Per me puoi entrare quanto ti pare, so che non mi feriresti. >>
Isabelle per poco non si strozzò con la sua stessa saliva, soffocò una risata chiedendosi se lo stessero facendo apposta a dirsi quelle frasi così ambigue, ma probabilmente no, erano troppo presi dall'allenamento.
<< Dai troppa fiducia al tuo avversario >> lo rimproverò Edward.
<< Perché il mio avversario è mio amico >> specificò il gentiluomo sentendo il magone salirgli alla gola, l'altro si fermò per un attimo con la spada in alto, poi continuò a colpire.
<< Piantala con queste stronzate o la finiamo qui. >>
Gli occhi di Stede si riempirono di lacrime, strinse la mascella e cominciò a sguainare la spada senza tregua facendo indietreggiare quello che in quel momento era il suo avversario, i loro sguardi sprizzavano scintille, non si staccavano mai, ad un certo punto Barbanera bloccò l'ennesimo attacco.
<< Facendo in questo modo finirai solo per sfiancarti. >>
Stede ansimava, una gocciolina di sudore scivolò lungo la tempia, spostò la spada e superò la guardia di Edward, guardandolo dritto in faccia e sorrise.
<< Non dirmi come combattere Teach >> disse spostandogli una ciocca di capelli dietro l'orecchio, mentre assottigliava lo sguardo rendendolo languido e sul viso un sorriso da ebete, fissava quei due occhioni grandi e scuri le cui palpebre sbatterono più volte, al pirata vestito di scuro mancavano parole e fiato.
<< Dovremmo fermarci >> riuscì a dire prima di deglutire pesantemente, perché sentiva la bocca così secca si chiese e perché diavolo non riusciva a smettere di fissare quelle sopracciglia color del sole, quel naso morbido e quelle belle labbra sottili che sembravano intonare canti di sirene che lo chiamavano invitandolo a banchettare con loro.
<< Suppongo possiamo definirlo un pareggio >> sancì Stede continuando a mantenere il contatto visivo.
<< Sì, come vuoi >>  rispose Barbanera allontanandosi ancora scosso e in preda alle emozioni, i due si diressero verso l'entrata che li avrebbe portati sottocoperta per incontrare David, dimenticandosi persino della loro spettatrice.
<< Perché non vi decidete a baciarvi >> borbottò Isabelle a bassa voce, poi quando li vide allontanarsi scese giù con un balzo e li seguì.
<< Ehi aspettatemi! >>


...


La riunione fu breve, il capitano spiegò il suo piano al pirata gentiluomo che però rimase dubbioso, non essendo sicuro che avrebbe davvero funzionato, ma era anche vero che quella era l'unica soluzione se volevano essere lasciati in pace, fuggire in Cina o chissà dove non sarebbe servito, perché Badminton non si sarebbe arreso fino a che non avrebbe ottenuto le loro teste, li avrebbe inseguiti in capo al mondo se fosse stato necessario, tutti i presenti si erano bene o male fatti andare bene la decisione di Jenkins, tranne uno, che vedendo la titubanza del biondo decise di approfittarne lasciando di nascosto un bigliettino con scritto orario e luogo di incontro, Bonnet si presentò puntuale curioso di sapere il mittente di quel messaggio.
<< Fernando? >>
<< Sì Stede >> rispose scendendo dal tavolino sul quale si era accomodato.
<< Mi spiace per tutta questa segretezza, ma volevo assicurarmi che fossimo soli, ti ho visto pensieroso rispetto al piano di David, credo tu abbia capito quanto sia rischioso. >>
<< Questo ha a che fare con il nostro incontro? >> domandò il pirata, Fernando annuì.
<< Vorrei tu parlassi con David, sono certo che saresti capace di farlo ragionare, io ci ho provato, ma non vuole darmi retta >> le sopracciglia scure del primo ufficiale erano arricciate verso la radice del naso, sulla fronte si allineavano delle piccole rughe che facevano trapelare la sua preoccupazione.
<< Se non ha ascoltato te, che sei il suo migliore amico, come pensi possa dare retta a me? Fernando io vorrei aiutarti, anzi avrei voluto lasciarvi tutti fuori da questa storia, persino Edward, ma non c'è stato verso e alla fine ho dovuto promettere che mi sarei fatto aiutare. >>
<< Stede su questo non c'è dubbio, anche io voglio aiutarti, ma non così, non con quel folle piano. Quello sciocco ha già rischiato la vita due volte, una solo per proteggere me, perché ero stato troppo stupido e non voglio rivivere quell'incubo, tu faresti di tutto per proteggere Edward non è vero? >>
Il pirata arrossì e annuì sentendo la gola troppo secca per rispondere a voce.
<< Voglio spiegarti tutto così sarai tu a decidere, il capitano ha il vizio di tralasciare dettagli importanti che lui considera di poco conto. La Fenice si chiama così perché è già bruciata due volte senza mai morire, è nata per ardere ma non lo farà in eterno. E' una nave come ti è stato già spiegato in grado di essere manovrata da una persona sola tramite un congegno che le permette di muoversi per diversi metri, i barili esplosivi che la occupano sono posizionati in modo da far sembrare da lontano che stia prendendo fuoco e che non ci sia via di scampo, ma in realtà è solo un trucco, la polvere da sparo segue una traiettoria e permette a chi è sopra di spegnere il fuoco senza troppi danni. Ma capisci anche tu che è rischioso, può andare storto qualunque cosa, anche il più perfetto dei piani ha le sue falle. >>
Stede lo guardò pensoso.
<< Posso farlo io, insegnatemi come fare e...- >>
<< No, David non permette a nessuno di farlo proprio perché sa quanto sia pericoloso, è lui a raggiungere la Fenice, sempre lui le da fuoco e spegne tutto per poi tornare da noi. Questa su cui siamo non è la nostra prima nave, quella che avevamo un tempo era molto più decorata all'esterno, poi quando a David è venuta l'idea della Fenice si è fatto costruire questa che è sì grande ma molto più semplice vista da fuori. >>
<< Le volte in cui abbiamo usato la Fenice è stato necessario rimanere nascosti per diverso tempo, spostarci di notte di modo che la balla della nave in fiamme risultasse veritiera, ci allontaniamo dal luogo in cui abbiamo attuato il piano e cerchiamo di non tornarci per non far scoprire il trucco, però l'abbiamo usato già due volte e un segreto non rimane tale troppo a lungo. >>
<< Potete sempre raccontare di essere sopravvissuti all'incendio, se qualcuno dovesse fare domande >> disse Stede.
<< Certo Stede è vero, ma la gente non è così stupida, prima o potrebbe rendersi conto dell'inganno. >>
Il biondo annuì.
<< Proverò a parlare con David, almeno cercherò di convincerlo a non andare da solo, se dovesse accadergli qualcosa a causa mia non me lo perdonerei mai. >>
<< Grazie. >>
Deciso a risolvere subito quella situazione Bonnet si mise alla ricerca del capitano chiedendo a chiunque se lo avessero visto, i due finirono per incontrarsi sulla soglia che dava all'esterno e dopo un attimo di titubanza Stede gli disse che aveva bisogno di parlare con lui, nel frattempo un altro pirata annoiato si trascinava lungo i corridoi della Emily, imprecando mentalmente sulla grandezza di quell'imbarcazione.
<< Dove diavolo è la cucina? >> si chiese prima di trovarsi di fronte a una porta chiusa, si fermò davanti a essa e corrugò le sopracciglia, incerto decise di provare, abbassò la maniglia ed entrò pregustandosi già qualcosa di buono da mettere sotto i denti, solo che la stanza non era quella che si aspettava e al suo interno sorprese un uomo con dei fogli in mano, che non appena si accorse di essere stato scoperto tentò la fuga ma Barbanera lo mise al tappeto con un pugno.
<< Ops, forse ho un tantino esagerato >> ragionò tra sé mentre scuoteva la mano indolenzita dal colpo, sospirò sollevando il viso verso l'alto, quello di colpirlo era stato un puro istinto, vedendosi qualcuno arrivargli addosso, sperava che quel piccolo incidente non gli creasse troppi fastidi.
<< Hey tu. >>
<< Avanti amico riprenditi, non è stato nemmeno uno dei miei pugni più forti >> disse spingendo la spalla dell'uomo con la punta dello stivale facendolo voltare di schiena, le pagine che teneva tra le mani scivolarono a terra, diversi minuti più tardi giunse David che avendo finito di parlare con Stede, rassicurandolo sulla riuscita del piano e sul fatto che non ci fosse niente che gli avrebbe fatto cambiare idea, si era diretto nella sala prove trovando a sua sorpresa Barbanera e uno dei nuovi della ciurma privo di sensi sul pavimento.
<< Che è successo qui? >>
<< Senti non è colpa mia se questo qui appena mi ha visto mi è piombato addosso, non l'ho colpito di proposito >> si difese Edward, il capitano guardò stranito l'uomo, si chinò prendendo quei pezzi di carta e quando vide cos'erano sgranò gli occhi.
<< Ma questo è il copione del nuovo spettacolo che sto scrivendo, erano chiusi a chiave, nessuno poteva prenderli a parte me >> rifletté mordicchiandosi il labbro inferiore.
<< Non li ho rubati io, non so nemmeno di cosa tu stia parlando >> disse il pirata mantenendosi sulla difensiva, Jenkins si alzò in piedi e lo guardò.
<< Certo che non sei stato tu, oh mio Dio Edward hai trovato il ladro! >> esclamò buttandogli le braccia al collo, in quel momento vennero raggiunti da Stede che vedendo la scena sentì il cuore fermarsi nel petto.
<< Cosa succede? >> domandò senza essere sicuro di volerlo sapere.
<< Il tuo amico è una benedizione! >> dichiarò il capitano con enfasi appoggiando le mani sulle spalle del biondo.
<< Mi fate il favore di legare questo tipo qui, io arrivo subito. >>
I due pirati annuirono, giustamente confusi da tutta quell'allegria e da quella richiesta, David sfrecciò via chiamando il nome del suo primo ufficiale, mentre Barbanera e il gentiluomo presero per le braccia il furfante che era ancora svenuto depositandolo su una sedia, la corsa del capitano venne interrotta da Isabelle, trovandosela davanti prese la palla al balzo visto che ancora non avevano avuto modo di chiarirsi.
<< Capiti a puntino! >> le disse.
<< Sei ancora arrabbiata con me? >> domandò poi.
<< Può essere >> rispose lei incrociando le braccia e mettendo su un piccolo musetto sostenuto.
<< Hai voglia di fare qualcosa da duri? >> chiese David consapevole di attirare l'attenzione della ragazzina, infatti gli occhi scuri della giovane furono presto puntati su di lui.
<< Ovvero? >>
Il capitano sorrise e non perse tempo a rispondere.
Nella stanza delle prove invece c'era un Edward intento a legare l'uomo che aveva involontariamente catturato, e uno Stede in preda ai bollori della gelosia, non era mai stato un tipo geloso ma probabilmente il motivo era che non ne aveva mai avuto occasione.
<< Siete diventati amici adesso? >> domandò tentando di coprire l'acidità della sua voce, l'amico si voltò nella sua direzione.
<< Mh? >>
Stede prese un respiro paziente.
<< Tu e David. >>
<< No perché? >> chiese il terrore dei mari stringendo il nodo.
<< Bè sai lui ti stava abbracciando >> fortunatamente Barbanera non si rese conto del tono stridulo che gli era uscito, Edward si alzò in piedi fissando con noncuranza l'altro pirata le cui pupille erano scosse da piccoli fremiti.
<< E allora? E' lui che ha abbracciato me comunque >> si giustificò non capendone nemmeno il motivo.
<< Ti è piaciuto? >> il pirata gentiluomo nemmeno questa volta era sicuro di voler sapere la risposta.
<< Cosa? >>
<< L'abbraccio, Edward concentrati per l'amor del cielo! >> in quel momento Stede si rese conto di aver alzato troppo la voce, di essersi innervosito e lasciato andare senza motivo, infatti l'amico lo guardò accigliato e leggermente infastidito.
<< Si può sapere che cosa ti prende adesso? >> domandò allargando di poco le braccia.
<< Niente >> rispose il biondo scuotendo la testa.
<< Mi spiace di aver alzato la voce, non avrei dovuto >> si scusò abbassando lo sguardo.
<< Ah certo adesso fai tutto il santerellino, ma che mi dici di...- >>
Nella stanza fece il suo ingresso Isabelle.
<< Oh ma che strano state litigando, mai che vi becchi a sbaciucchiarvi. >>
La faccia del biondo divenne color pomodoro.
<< Isabelle ma che dici >> sibilò tra i denti.
<< Pff ragazzina sei fuori strada, piuttosto che baciare me preferirebbe baciare la suoletta di una scarpa >> disse Edward senza curarsi dei sentimenti dell'amico, il quale strinse i pugni e si accigliò guardandolo.
<< Tu dici? Secondo me bacerebbe un pesce palla >> ipotizzò la giovane dandogli corda.
<< Perché un fottuto pesce palla!? >> domandò Barbanera.
<< Sono carini, con quei bei faccini rotondi >> spiegò Isabelle mimando il gesto di una palla con le mani.
Stede intanto stava fumando per la rabbia.
<< Guardate che io sono qui, dietro di voi, e posso sentirvi benissimo! >>
I due si voltarono lentamente.
<< Giusto Stede chi preferiresti baciare tra una scarpa, un pesce palla e Barbanera? >>
<< Non risponderò a questa assurda domanda! >>
Un mugugno li distrasse, si girarono tutti e tre in direzione dell'uomo legato, rimasero in attesa pensando si stesse per svegliare ma niente.
<< Il capitano mi ha detto di interrogarlo >> disse Isabelle.
<< Ma non si sveglia >> rispose Stede.
<< Ci penso io >> disse la giovane, uscì dalla stanza e poi rientrò con un secchio d'acqua, la lanciò dritta in faccia al ladro ancora svenuto che si risvegliò di colpo, ansimando e annaspando per riprendere fiato.
<< Sei forte mocciosa >> si complimentò Edward, lei sogghignò soddisfatta, poi gettò il secchio a terra, prese per il colletto l'uomo legato tirandolo verso di sé.
<< Chi sei? Come ti chiami? Perché sei qui? >>
<< Parla! >>
Il terrore dei mari incrociò le braccia sorridendo ammirato.
<< Però che fegato >> disse, considerando che una tipa così tosta sarebbe stata utile nella sua ciurma.
<< Sai bene chi sono, mi avete accolto nella vostra ciurma mesi fa >> rispose il tipo spostando lo sguardo tra i tre.
Isabelle storse le labbra in una smorfia compiaciuta.
<< Mi hai preso per una stupida? Voglio sapere il tuo vero nome, sicuramente non ti chiami Frank come ci hai detto, e in più devi dirmi cosa diavolo ci facevi in questa stanza con dei documenti che solo il capitano poteva prendere. >>
<< Non ho intenzione di dire niente, men che meno a te ragazzina. >>
A quel punto intervenne Barbanera che adorava gli interrogatori, estrasse il suo coltello, lo puntò alla gola del sedicente Frank e lo tirò talmente forte per la maglietta da farlo quasi cadere in avanti con tutta la sedia.
<< Non vuoi parlare con lei, allora è con me che parlerai brutto bastardo, rispondi subito alle domande se non vuoi che ti strappi i fottuti bulbi oculari >> gridò a pochi centimetri dal suo viso, l'uomo deglutì e mugugnò capendo di essere davvero nei guai, Stede non era affatto impressionato, conosceva i metodi dell'amico, li aveva visti mettere in pratica più volte, mentre Isabelle era rimasta sconcertata.
<< ALLORA!? > lo strattonò premendo la punta della lama vicino all'occhio.
<< Va bene, va bene parlo >> piagnucolò in risposta.
<< Il mio vero nome è Sam, avevo bisogno di soldi, in una locanda una donna mi ha detto che il modo migliore per farli in fretta era usufruire del lavoro cominciato da altri spacciandolo per proprio, o in alternativa venderlo e così ho fatto >> confessò abbassando lo sguardo.
<< Quindi non ce l'hai con David? >> domandò Isabelle, lui la fissò, aveva la fronte imperlata di sudore per il nervosismo.
<< Personalmente no, sapevo che era molto famoso e sono stato semplicemente fortunato a incontrare la sua nave, mi sono infiltrato spacciandomi per uno che aveva bisogno di lavorare >> a quel punto Barbanera allentò la presa e mise via il coltello.
<< E' solo un perdente >>  commentò scuotendo la testa.
<< Il capitano ti avrebbe davvero potuto aiutare, avresti avuto un lavoro e tante persone che ti volevano bene. E invece sei stato così idiota da preferire il denaro facile, bè peggio per te, ne pagherai le conseguenze >> disse la giovane.
<< C-Cosa mi farete? >> chiese Sam balbettando.
<< Verrai gettato in pasto agli squali >> rispose Isabelle senza guardarlo, poi se ne andò rimanendo seria.
<< C-Che? No, no per favore >> supplicò il furfante scoppiando in un pianto disperato, Stede ed Edward si guardarono non sapendo cosa fare a quel punto, fortunatamente vennero raggiunti da David e Fernando che non si aspettavano di trovare una scena così straziante, se non fosse che quello era un criminale che li aveva presi in giro.
<< Perché sta piangendo? >> domandò Jenkins.
<< Non gettatemi in pasto agli squali >> pianse l'uomo e il capitano capì.
<< Isabelle...E' sempre la solita >> disse con un lieve sorrisetto.
<< Per favore capitano >> singhiozzò il prigioniero.
<< Tranquillo nessuno verrà gettato da nessuna parte, avete ottenuto qualcosa? >> chiese spostando l'attenzione sui due pirati.
<< Ha confessato >> rispose Barbanera.
<< Io non capisco cosa sta succedendo >> intervenne Stede che era ancora molto confuso.
David raccontò loro tutta la storia, dei suoi sospetti, delle ricerche, degli spettacoli uguali a quelli che scriveva lui ma che erano ancora inediti perché in fase di scrittura e così Barbanera e il gentiluomo poterono collegare le vicende, loro spiegarono che cosa aveva detto Sam e glielo fecero ripetere.
<< Almeno un problema lo abbiamo risolto capitano >> asserì il primo ufficiale.
<< Bè, grazie Edward >> disse Jenkins e il pirata gli fece un cenno d'assenso.
<< Ora Sam veniamo a te, hai due scelte, o rimani qui con noi e ti comporti bene, ovviamente sarai sempre tenuto sotto controllo, oppure ci fermiamo al primo porto e ti consegniamo alle guardie, vedranno loro cosa farne di te. >>
L'uomo deglutì pesantemente, temeva che su quella nave non gli avrebbero reso la vita facile dopo ciò che aveva combinato, ma anche essere arrestato non sembrava la migliore delle ipotesi.
<< Vuoi ancora tenerlo qui dopo che ti ha fregato, fosse stato per me lo avrei già buttato in cella a farlo mangiare dai vermi >> sbottò Barbanera, incredulo davanti a quella decisione.
<< Che tu ci creda o no Edward, le persone meritano seconde opportunità >> rispose Jenkins guardando sia lui che il biondo, ed entrambi ebbero la sensazione si stesse riferendo ad altro con quell'affermazione.
<< Bah come ti pare, per me è uno spreco di tempo. Comunque non sono affari miei, da adesso ve ne occuperete voi >> disse Edward prima di mettersi le mani in tasca e uscire, Stede dopo aver guardato i presenti si congedò e gli corse dietro.
<< Perché David ti ha ringraziato? >> domandò il gentiluomo mentre camminavano lungo il corridoio.
<< Sono stato io a fermare quel tipo...e nemmeno l'ho fatto apposta >> l'ultima frase la borbottò a bassa voce.
<< Oh, per questo ti ha abbracciato >> affermò, anche se nella sua voce c'era ancora un velo di incertezza.
<< Sì >> rispose Barbanera, Stede si sentì subito sollevato ma c'era ancora qualcosa che desiderava sapere.
<< Perché non me lo hai detto subito? Mi hai lasciato pensare che...- >>
Il pirata vestito di pelle si fermò voltandosi verso il vecchio amico.
<< Cos'hai pensato Bonnet, che ci fosse del tenero? >>
Stede rimase in silenzio, strinse le labbra e abbassò il viso.
<< Puoi stare tranquillo a riguardo, è più il tuo tipo che il mio, una grande nave, tanto sfarzo da far schifo, tessuti preziosi e soprattutto tanta, disgustante bontà d'animo ed è questo che tu ami no? >>
<< Mettiti il cuore in pace, non mi intrometterò tra voi, qualunque cosa ci sia >> disse Edward con tanta amarezza e rassegnazione sia negli occhi che nella voce, si allontanò deciso a ritirarsi in un angolo e ignorare ciò che stava sentendo, ma fu proprio il biondo, che dopo aver chiuso gli occhi e sospirato lo fermò.
<< Non sono geloso di lui, ma di te, stupido, sciocco e testardo che non sei altro. Isabelle ha ragione a chiamarti zuccone, lo sei, diamine se è così. Sei l'uomo più ostinato che abbia mai incontrato, quando ti metti in testa una cosa è praticamente impossibile farti cambiare idea, è così...snervante. Molti ti avrebbero già mandato al diavolo, ma io no, perché amo ogni briciola di cocciutaggine presente in te, amo quando punti i piedi come se fossi un bambino di sei anni, amo i tuoi scatti di nervi e soprattutto... >>
Nel mentre pronunciava quelle parole si era avvicinato.
<< Edward fottuto Teach io amo te. >>
<< E adesso puoi urlare, darmi del bugiardo, spingermi, puoi fare quello che vuoi ma se non te lo avessi detto sarei scoppiato. Forse non è nemmeno la maniera più romantica di fare una dichiarazione, non è il modo a cui avevo pensato ma non importa...- >>
<< Zitto Bonnet, sta zitto >> lo supplicò Barbanera, la sua voce era flebile, scossa da un fremito, ringraziò mentalmente chiunque per essere di spalle, così Stede non avrebbe notato le sue lacrime.
<< Tacerò quando avrò...- >>
Edward si voltò di scatto, chiudendogli la bocca con una mano mentre con l'altra lo tirava verso di sé tramite la camicia.
<< Ho detto che devi stare zitto. >>
Stede gli scostò la mano e lo guardò serio.
<< Hai paura di sentirti dire la verità? >>
<< Le tue sono tutte bugie >> lo strattonò in maniera poco delicata, poteva aspettarsi di tutto, qualsiasi cosa ma non che quell'idiota gli si dichiarasse così senza preavviso, e lui non era preparato ad ascoltare una cosa del genere, aveva già dato per assodato che non ci sarebbe mai potuto essere niente tra loro, per questo l'unica cosa che riusciva a fare era respingerlo.
<< Credi davvero che ti mentirei su una cosa così importante? >> domandò Stede.
Barbanera lo spinse via malamente.
<< Lo hai già fatto una volta >> rispose il flagello dai mari, stringendo un pugno e abbassando lo sguardo, con l'unico desiderio quello di scappare, rintanarsi in un angolo e tapparsi le orecchie per non sentire più niente.
<< Ed...- >>
<< SEI SORDO PER CASO!? >> urlò voltandosi dalla sua parte, due lacrime scivolarono dai suoi occhi e i capelli fluttuarono di lato, si mise le mani in mezzo a quei fili argentati, in un gesto che raffigurava tutta la sua disperazione, anche il fiato gli mancava oltre a sentire il pavimento crollargli sotto i piedi, il pirata gentiluomo strinse le labbra, era doloroso e straziante vedere la persona che amava così devastata, lui stesso aveva dei traumi che lo avevano portato ad agire nella maniera sbagliata, e anche se l'amore che provava per Edward era vero e sincero capiva i sentimenti dell'amico, comprendeva la difficoltà che stava mostrando nel fidarsi nuovamente di lui.
Sì avvicinò lentamente cercando quello sguardo scuro come il cielo di notte ma luminoso come le stelle che lo adornavano, sollevò le mani per posargliele sulle spalle, ma quando lo vide irrigidirsi le abbassò, tentando di ignorare la fitta al petto, si leccò le labbra e trovò dentro di sé la forza di lasciar parlare solo ed esclusivamente il suo cuore.
<< Solo fino a poco tempo fa avrei cercato tutti i modi per convincerti delle mie parole, ti avrei supplicato di ascoltarmi, di credermi e anche di... >> le lacrime scesero da quegli occhi nocciola senza che potesse controllarle, tirò su col naso e continuò tentando di mantenere ferma la voce.
<< Di amarmi. Ma se c'è una cosa che ho imparato stando su questa nave è che ci sono così tanti modi di esprimere l'amore, e io voglio dimostrarti quanto ti amo lasciandoti libero di fare le tue scelte, senza più estenuarti con le mie suppliche. Questo non significa che mi sto arrendendo, anzi il contrario, ti aspetterò sempre Edward, non smetterò mai di amarti nemmeno se dovessero strapparmi il cuore e darlo in pasto ai pesci >> sorrise appena, malinconicamente, sapendo quanto sarebbe stato duro fare ciò che stava dicendo, ma glielo doveva, Barbanera aveva rinunciato a tutto per lui ed ora era il suo momento di dimostrargli la sua riconoscenza, anche incatenando il suo cuore e fingendo che non facesse un male cane.
Edward sollevò lo sguardo, andando finalmente a incontrare quello del biondo, non ebbe il coraggio di rispondere o dire niente anche se il suo intero essere stava urlando di soffocare quelle idiozie con un bacio, ma gli mancò la forza o il coraggio, allora Stede fece una cosa che mai si sarebbe aspettato, si alzò in punta di piedi e gli baciò la fronte, un gesto così delicato e rispettoso, un semplice tocco che però aveva dentro tutto l'affetto del mondo, e Barbanera lo sapeva bene, perché sua madre era solita baciarlo in quel modo quando rincasava stanca dal lavoro o quando gli dava la buona notte, e lui si sentiva protetto, anche se intorno viveva l'inferno.
<< Fai conto che adesso su quel molo ci sia io >> disse il pirata gentiluomo prima di sorridere dolcemente, allontanarsi di qualche passo e dopo avergli dato un'ultima occhiata voltarsi e andare via.
Edward si appoggiò con la schiena alla parete, sentiva la gola stretta in un nodo fortissimo, gli faceva persino male deglutire, si passò una mano sul viso ritrovandola umida, stava piangendo e quella semplice consapevolezza fu sufficiente a spezzarlo definitivamente, si lasciò andare in singhiozzi assordanti, piangendo tutte le sue lacrime e maledicendosi per essere stato così stupido e codardo, anche lui lo amava, e allora perché non glielo aveva detto, perché non lo aveva preso e baciato togliendoli fino all'ultima goccia di fiato? Perché non era più nemmeno all'altezza del suo nome si rispose e scivolò via cercando un posto dove poteva stare tranquillo, solo in compagnia del silenzio e di se stesso.




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Capitolo 7
*** Capitolo sette ***



Capitolo sette


Dal giorno in cui Stede dichiarò i suoi sentimenti a Edward e con essi la sua volontà di lasciarlo libero di scegliere senza più condizionamenti da parte sua passò una settimana, giorni in cui la Emily navigava verso la Fenice, tenendo sotto stretto controllo l'orizzonte in ogni suo lato nel caso in cui qualche nave della marina spuntasse fuori con tutta l'intenzione di seguirli o attaccarli, non erano mancate le tempeste, ce n'erano state due belle grosse che avevano lasciato l'equipaggio allo stremo delle forze, facendo considerare a David l'potesi di cambiare rotta per dirigersi verso un porto, dove avrebbero potuto trovare svago e riposo.
Inoltre si era posto anche il problema degli spettacoli che non avevano messo in scena, alcuni membri della ciurma chiesero al capitano se il fatto di non essersi nemmeno presentati avrebbe inciso sulla loro credibilità, ma lui rispose che non ci sarebbero stati problemi, che presto sarebbe tornato tutto alla normalità, e che inoltre quando si erano fermati la prima volta aveva fatto spedire delle lettere dirette a tutti i posti in cui si dovevano esibire spiegando l'impossibilità momentanea di adempiere al loro lavoro, scusandosi e promettendo uno spettacolo gratuito non appena le cose si fossero ristabilite.
Naturalmente non poteva avere la certezza che quelle missive sarebbero arrivate in tempo o lette, per questo una volta rientrati in possesso della quotidianità ci avrebbe pensato lui stesso a parlare con chi di dovere, sperando in un'umana comprensione, David era un uomo concreto e con la sua positività riusciva sempre a calmare gli animi, invogliando le persone a guardare il problema in un'ottica diversa e risolutiva, senza lasciarsi andare in inutili drammi.
Quelli che invece il dramma lo stavano vivendo erano Edward e Stede, si erano evitati per tutta la settimana, soprattutto il primo aveva cercato in ogni modo possibile di rimanere lontano dal pirata gentiluomo, anche se quando pensava di non essere visto lo cercava con lo sguardo e visto che il biondo faceva lo stesso capitava che i loro occhi si incontrassero, in quel caso Barbanera abbassava i suoi interrompendo il contatto, non essendo in grado di sostenere quello che provava, preferiva starsene da solo, a pensare alle ultime parole che si erano rivolti, passava intere ore a rimuginarci su senza giungere a una conclusione.
Le persone che negli ultimi tempi erano state più vicine a loro inevitabilmente si erano accorte del cambiamento, anche se Stede tentava in tutti i modi di nascondere l'evidenza, fingendo che tutto fosse normale e sforzandosi di rimanere solare, ma era difficile celare un elefante in una stanza, la sua fortuna era stata che essendo un po' tutti presi dagli ultimi accadimenti, stanchi per lo sforzo di riparare parti della nave che si erano rotte con la tempesta, non avevano avuto modo di rivolgergli troppe domande e lui se l'era cavata con poche risposte vaghe, almeno fino a quel momento.
<< Hey Stede! >>
<< Fernando >>  lo chiamò voltandosi, il primo ufficiale gli diede una pacca sulla spalla.
<< Pensavo fossi con Edward, non avendovi visti entrambi. >>
A quelle parole il volto del biondo si rabbuiò.
<< Avevi bisogno di lui? >> domandò ignorando la fitta al petto, il braccio destro di Jenkins assunse un'espressione che al pirata parve strana.
<< Veramente no, volevo sapere come stavi, ti ho visto un po' assente in questi ultimi giorni, come se avessi la testa da un'altra parte. >>
<< Oh...Io credevo...- >>
<< Di averlo nascosto bene? >> continuò Fernando e Stede annuì colpevole.
<< Hai visto quante persone ci sono qui, ormai posso dire di aver imparato a leggerle. >>
<< Un po' come David >> disse il gentiluomo e l'altro annuì.
<< Non sono alla sua altezza però, lui è...fantastico. Ha delle idee geniali e nonostante lo conosca da anni ancora ci sono volte in cui mi stupisco, e altre in cui lo ucciderei >> confessò ridendo e facendo ridacchiare anche Bonnet.
<< E' bello avere qualcuno con cui condividere ogni cosa >> disse con una vena malinconica nella voce, spostandosi un ciuffo dorato da davanti agli occhi, non si era reso conto fino a quel momento che i suoi capelli stavano crescendo.
<< Qualcuno che capisce le tue sciocchezze e nonostante i litigi non ti abbandona mai >> Fernando continuò così la frase del pirata, avevano molto in comune loro due, anche se all'apparenza sembravano totalmente diversi.
<< Sei fortunato Fernando... >> disse Stede guardando l'orizzonte con occhi tristi.
<< Anche tu lo sei... >> rispose rivolgendogli un'occhiata comprensiva e sentendosi anche un po' in colpa per averlo avvilito senza volere.
<< Lo sono stato, ma poi ho deciso di mandare tutto a monte. Non avrò la responsabilità di essere finito in una trappola, ma di tutto quello che è successo prima sì, avrei potuto fare le cose in maniera più matura e invece mi sono lasciato prendere dal panico e facendo così non ho solo perso il migliore amico che avessi mai avuto ma anche... >> sospirò tremando.
<< Bè ormai è inutile nasconderlo, anche la persona che...di cui sono innamorato >> l'ultima parola la soffiò, quasi avesse paura che pronunciandola a voce troppo alta potesse perdere di significato.
<< Hai rinunciato a lui Stede? >>
Gli occhi castani del pirata si rivolsero subito al suo interlocutore.
<< No, questo mai. Ma ho capito che insistere non ci avrebbe portati da nessuna parte, se non a farlo innervosire ancora di più, questa attesa però si sta facendo più dolorosa del previsto...Immagino lui si sia sentito così quando aspettava me. Sto incominciando a credere che la mia occasione l'ho avuta e non ricapiterà più... >>
<< Oh no Stede non devi pensare a questo, Edward tiene a te...- >>
Il biondo sorrise amaramente.
<< Lo so, ed è proprio questo che rende tutto più insopportabile. Mi vuole bene, me lo ha dimostrato ma non è pronto, teme di essere ferito di nuovo e questa volta non lo sopporterebbe, e io non ho alcun modo di fargli cambiare idea, oltre quello di aspettarlo. >>
Fernando assunse un'espressione riflessiva, con pollice e indice sotto il mento.
<< Gli servirebbe una spintarella >> considerò tra sé, poi puntò lo sguardo sul nuovo amico.
<< Stede, vedrai che le cose si risolveranno, ne sono sicuro. Ora scusami ma devo...andare >> si allontanò a passo spedito, lasciando Bonnet in preda a una sorta di confusione.
<< Sì...certo va pure >> mormorò a sua volta.



...


Il primo ufficiale non aveva esattamente un piano in mente, ma l'occasione gli si presentò il pomeriggio stesso, mentre passeggiava sul ponte con David accanto, cercando di convincerlo a far andare lui sulla Fenice e attivarla, ovviamente senza risultati, il suo capitano poteva chiudere un occhio su molte cose o cedere, ma non su quella.
Mentre parlavano uno di fronte all'altro Fernando vide in lontananza Edward e Stede, abbassò lo sguardo sull'amico e in quel momento gli si accese una lampadina.
<< David? >>
<< Mh? >>
<< Secondo te il mio petto ha qualcosa di strano? >> domandò tenendo un tono di voce basso, anche se sapeva che da quella distanza i due pirati potevano vederli ma non sentirli.
<< In che senso? >> chiese giustamente Jenkins.
<< Senti un attimo >> gli disse il primo ufficiale.
David senza sospettare nulla appoggiò le mani sullo sterno dell'amico per capire a cosa si riferisse, Fernando ne approfittò per bloccargliele in quella posizione con le sue, poi si chinò chiudendo la distanza che li separava con un bacio.
Naturalmente il capitano non si aspettava certo quella reazione, rimase bloccato, con gli occhi sgranati, sentendosi sicuramente confuso e con un mucchio di domande che gli ronzavano per la testa, il primo ufficiale senza interrompere il contatto prese David per i fianchi facendolo voltare, in quel momento si scostò di pochissimo, erano ancora con i volti e le labbra molto vicini.
<< Che cosa stai facendo Fernando? >> chiese con ancora la testa che gli girava.
L'amico gli circondò il viso squadrato con le mani e disse.
<< Shh sta al gioco, poi ti spiego tutto. >>
<< Cosa mi dev...- >> ma la domanda di Jenkins venne interrotta da un altro bacio.
Edward e Stede che stavano guardando rimasero stupiti dalla scena che gli si era presentata davanti, il pirata dai capelli biondi sorrise.
<< Chi l'avrebbe mai detto. >>
Barbanera lo guardò senza dire nulla, poi spostò lo sguardo sui due uomini che erano ancora uniti e di nuovo su Stede, la gola gli si strinse e sentì il bisogno di allontanarsi, così fece, attirando l'attenzione del biondo che non ci pensò due volte a seguirlo.
<< Ed? >>
<< Stai bene? >>
Il pirata era di spalle, con le mani appoggiate alla ringhiera, non rispose.
<< Preferisci che me ne vada? >> domandò il gentiluomo, Edward scosse solo la testa, mentre si mordeva le labbra per non lasciarsi andare.
Stede si avvicinò mettendosi di fianco a lui, appoggiò la sua mano su quella coperta di tatuaggi dell'amico, sorprendendosi di vederlo rimanere lì senza scostarsi, intrecciarono le dita insieme mentre Barbanera soffocava i singhiozzi che gli risalivano dal cuore, rimasero chiusi in un silenzio che non aveva bisogno di parole, quel momento seppur quieto di suoni era carico di significato che sapevano solo loro due e questo bastava.
Dall'altro capo della nave Fernando si staccò lentamente da David pur mantenendo le mani sul suo viso.
<< Volevo dimostrare una cosa. >>
Jenkins arricciò le sopracciglia stranito.
<< Sai...i nostri due amici pirati ci stavano guardando, e ho pensato di dar loro una piccola spinta, in qualche modo. >>
<< Raramente questi giochetti funzionano >> disse il capitano, ma non era un rimprovero.
<< Non sono bravo come te nel trovare strategie >> affermò il primo ufficiale a bassa voce, con un sorrisetto dolce e furbo.
<< Bè speriamo abbia funzionato >> asserì Jenkins, che ancora si sentiva frastornato.
<< Scusa, non ti bacerò più così all'improvviso >> disse Fernando passando il pollice sotto il labbro inferiore di David.
<< A meno che tu non voglia >> gli fece l'occhiolino e si allontanò, lasciando l'amico in balia delle sue sensazioni, non ci aveva capito niente dall'inizio alla fine e anche in quel momento faticava a mettere in ordine i pensieri, ci pensò Isabelle a distrarlo riportandolo alla realtà.
Dalla loro discussione non avevano ancora parlato seriamente, le cose erano migliorate dopo che avevano trovato il furfante che rubava le loro idee ma c'era ancora una sottile barriera che impediva loro di vivere il rapporto sereno che avevano sempre avuto, e in più non sembrava mai il momento giusto per avere quel tipo di conversazione, così era sempre stata rimandata, forse perché entrambi sentivano che dopo quel dialogo non si sarebbero più vissuti allo stesso modo.
<< Capitano? >>
<< Ehi Isabelle >> le sorrise, cancellando le tracce di intontimento dal suo volto.
<< Volevo dirle che il prigioniero sta bene, e anche il suo piede, è meno indolenzito e riesce ad appoggiarlo. >>
<< Perché continui a chiamarlo il prigioniero, è uno di noi adesso, si sta facendo in quattro per dimostrare che si è pentito delle sue azioni >> disse David, tentando di mandare un messaggio alla ragazza.
<< Certo facendosi finire una palla di cannone sul piede, così da poter riposare e non fare nulla >> protestò Isabelle incrociando le braccia.
<< Non avevi detto che ti era caduta, finendo su di lui? >> domandò Jenkins, piegando il collo di lato e assumendo l'espressione di chi la sapeva lunga.
<< Bè è lo stesso >> affermò la giovane con noncuranza.
<< Sei sicura che non ti sia scivolata di proposito? >> chiese il capitano trattenendo una risata.
<< Chi può dirlo, gli incidenti capitano >> rispose alzando le spalle.
<< E a volte succedono proprio a chi ha commesso cattive azioni >> aggiunse con un faccino di finta innocenza.
<< Isabelle! Sei tremenda >> la ragazzina si aspettava una sgridata, ma David scoppiò a ridere scuotendo la testa e di rimando anche lei sorrise.
<< Su su capitano, si sta già riprendendo e potrà presto dimostrare di essere cambiato, nel caso contrario la prossima volta potrebbe finire direttamente in acqua, Barbanera mi ha detto che è il modo migliore per liberarsi di qualcuno senza troppe fatiche. >>
Jenkins la fissò sbattendo le palpebre, sapeva che stava solo scherzando, così decise di rimanere al gioco.
<< Penso proprio che dovrò fare due chiacchiere con Edward >> entrambi scoppiarono in una fragorosa risata che scemò lentamente lasciando posto solo ai loro sguardi.
<< Senti Is...- >>
<< Capitano... >>
Entrambi parlarono e si zittirono nello stesso momento.
<< Prima tu. >>
<< No, vada prima lei >> disse la giovane scuotendo la testa.
David si morse il labbro inferiore e si grattò la nuca non sapendo bene da dove cominciare, aveva nascosto quei sentimenti spacciandoli per semplice apprensione ma in cuor suo sapeva che significavano tutt'altro, ma Isabelle come avrebbe potuto prenderli si domandava ogni volta in cui ci pensava.
<< Prima di tutto volevo chiederti scusa. >>
La ragazza sgranò gli occhi, lo guardò intensamente decisa ad ascoltare ogni parola.
<< Eri poco più di una bambina quando sei arrivata qui, ti ho preso subito a cuore tenendoti sotto la mia ala, facendo a me stesso la promessa che ti avrei protetta per sempre, tutelandoti da ogni tipo di sofferenza perché ne avevi già patita abbastanza, ma questo non mi ha permesso di pensare lucidamente. Il tempo passava e io mi affezionavo sempre di più a te, non so quante tisane calmanti mi sono preso quando stavi male o avevi la febbre... >>
Isabelle sorrise con gli occhi già profondamente lucidi.
<< Ti chiedo scusa perché il mio affetto è sfociato in qualcosa di più, non mi sono comportato come un capitano che ci tiene, ma... >> prese un respiro profondo, le sue pozze celesti erano bagnate, sentiva il cuore battere forte e una grande voglia di lasciarsi andare.
<< Ma come un padre...non ne avevo nessun diritto perché tu un padre lo avevi ma ti è stato portato via, e a giudicare da com'eri quando ti abbiamo trovata stava facendo un ottimo lavoro >> sorrise asciugandosi le lacrime.
<< Dio Isabelle è così facile volerti bene, considerarti come una figlia mi è venuto naturale come respirare ma non è stato giusto, perché non ti ho chiesto il permesso di educarti, l'ho semplicemente cominciato a fare tentando di capire quale fosse la cosa giusta da fare per permetterti di crescere al meglio. Poi è successo, non so nemmeno come abbia fatto a passare questo tempo così in fretta, sei diventata una ragazza forte, coraggiosa e bellissima, questo però ha rinforzato il mio senso paterno di volerti tenere al sicuro a ogni costo senza lasciarti veramente libera. Per questo ti prometto che la smetterò di farti la predica, di dirti come vanno fatte le cose e...- >>
<< Non farlo >> disse Isabelle con le guance rigate dalle lacrime.
<< La persona che ero quando sono arrivata qui è merito dei miei genitori, ma quella che sono diventata negli ultimi due anni è solo merito tuo. Non avrei potuto desiderare padre adottivo migliore >> si morse forte le labbra mentre dai suoi occhi scendevano gocce lucide e grandi, si buttò tra le braccia del capitano iniziando a singhiozzare.
<< Isabelle... >> David la strinse forte, commosso da quella reazione così spontanea, Isabelle non lo aveva mai abbracciato e nemmeno dato del tu, non si poteva spiegare a parole l'emozione che stava provando in quel momento, nonostante lui fosse abituato a stare in contatto con i suoi sentimenti, in quel momento si sentiva sopraffatto dalla loro forza.
<< Continua a rimproverarmi quando ne combino una delle mie, dimmi di andare a letto presto e di non bere gli alcolici che trovo in giro per la cucina e...- >>
<< Potrei diventare un vero rompiscatole >> disse il capitano scostandola leggermente in modo da poterla guardare negli occhi, le sorrise dolcemente notando quanto sembrasse una bambina mentre singhiozzava e si asciugava le lacrime con i pugni chiusi.
<< E io probabilmente ti manderò al diavolo smettendo di parlarti, poi però faremo pace. >>
<< Come sempre >> disse Jenkins accarezzandole la testa delicatamente, non aveva smesso di sorridere nemmeno un istante.
<< Isabelle grazie per permettermi di rimanerti accanto e prendermi cura di te, ti voglio così tanto bene. >>
<< Io te ne voglio di più >> mugugnò la ragazzina tornando ad abbracciarlo.
<< Piccola mia... >> l'abbracciò appoggiando la sua testa su quella della giovane e chiuse gli occhi, sentendosi finalmente sereno, senza più nessun peso a opprimergli il torace.
<< Non ho detto che puoi chiamarmi così >> borbottò contro il suo petto, il suono della voce ovattato dalla stoffa della camicia, David rise stringendola più forte.
<< Sarà difficile non farlo, ma ci proverò. >>
<< Sì...bè...non provarci troppo okay? >> chiese Isabelle preoccupata che il suo capitano smettesse davvero di farlo, in fondo le piaceva quando la chiamava in quel modo, si divertiva a fingere di arrabbiarsi e mettere il broncio, erano tutte cose che la facevano sentire amata e a casa.
<< Promesso >> rispose il capitano.
<< David? >>
<< Sì? >>
<< Pensi che diventeremo sdolcinati? >> domandò staccandosi con delicatezza dall'abbraccio, i loro sguardi si incontrarono specchiandosi gli uni negli altri.
<< Io credo che saremo semplicemente noi stessi, con qualche consapevolezza in più >> constatò con la sua solita saggezza Jenkins, e quella risposta sembrò piacere parecchio alla giovane che sorrise, sentendosi improvvisamente un po' impacciata, non sapeva come continuare la conversazione ora che si erano chiariti e che avevano aperto in quel modo così intenso i loro cuori.
<< Ti va di accompagnarmi dagli altri, dobbiamo mettere a punto le ultime fasi del piano. >>
<< Oh sì! Ehm...David a proposito, tu sei proprio sicuro di volerlo fare? Voglio dire come facciamo ad attirare l'attenzione della marina e a cambiare nave senza che si accorgano di niente, Fernando mi ha raccontato come funziona, più o meno e io... >>
<< Non lo so sono preoccupata. >>
Jenkins sorrise scompigliandole i capelli.
<< Tranquilla ragazzina, l'ho già fatto altre volte ed è sempre andato tutto bene, questa non sarà diversa. >>
<< E' l'unica soluzione possibile? >> domandò Isabelle riaggiustandosi i ciuffi di capelli scuri.
<< Insomma non puoi travestirti da re o una cosa simile? >>
Il capitano posò indice e pollice sotto il mento.
<< In effetti travestirmi da re è il piano B. >>
<< Cosa!? Non ci avrai pensato seriamente >> sbottò la giovane mentre lo seguiva.
<< Io stavo scherzando capitano. >>
<< C'è un motivo per cui non è il piano principale >> spiegò David.
<< Ma nemmeno doveva esserlo un piano! >> disse Isabelle incredula di fronte alla facilità con la quale il suo comandante prendeva certe decisioni che a lei sembravano una vera follia.
Il battibecco tra i due andò avanti fino a che non raggiunsero il resto della ciurma.


...



<< Capitano! >>
<< Navi della marina in vista. >>
<< Non mi spiego come sia possibile, abbiamo controllato giorno e notte e...- >>
David non apparve toccato da quella dichiarazione, guardò il suo uomo con occhi seri ma non preoccupati, come se già fosse pronto a quell'evenienza, il suo sottoposto era in evidente tensione e aspettava impaziente le parole del suo comandante.
<< Tranquillo James, immaginavo avrebbero usato quella tattica. >>
<< Di cosa parla signore? >>
<< Ci hanno seguiti facendo il giro largo, si sono mantenuti a distanza sapendo che dal punto in cui eravamo saremmo spuntati esattamente qui. >>
<< E se avessimo cambiato rotta capitano? Questo non potevano prevederlo. >>
Jenkins gli diede una pacca sulla spalla.
<< Ringrazia che non lo abbiamo fatto, o ci saremmo trovati dritti nella loro trappola. >>
<< Sicuramente hanno chiamato rinforzi, la marina sa muoversi molto velocemente quando vuole >> disse infine.
<< Quindi cosa si fa ora? >> domandò il marinaio.
Il capitano sorrise in modo audace.
<< Si va dritti alla Fenice, sono stati così gentili da evitarci il fardello di attirare la loro attenzione, dobbiamo solo metterli nel sacco come abbiamo programmato. >>
<< Ma capo se l'ammiraglio non fosse su una di quelle navi? >>
<< Non ha importanza James, quello che conta è che si sparga la voce. Adesso voglio una cosa da voi, so che vi ho messo a dura prova in quest'ultimo periodo, ma ho bisogno che vi concentriate unicamente su questo piano, senza fare troppe domande, dovete eseguire i miei ordini alla lettera e vi prometto che tutto andrà bene. Pensi di poterlo fare per me James? >> domandò David posandogli una mano sulla spalla e guardandolo intensamente.
<< Certo capitano. >>
Una mezz'oretta dopo erano tutti radunati sul ponte, David era in piedi su un piano più rialzato in modo da poter guardare bene tutti ed essere sentito adeguatamente, Ed e Stede erano in prima linea immaginando già che cosa stesse per dire il capitano della Emily.
<< James mi ha da poco informato che alcune navi della marina ci stanno seguendo. >>
<< Molto probabilmente su una di esse si trova l'ammiraglio Badminton. >>
A quel nome le spalle del pirata gentiluomo si tesero, Barbanera lo guardò spostando le pupille nella sua direzione, avrebbe voluto confortarlo, anzi prenderlo tra le braccia e portarlo via di lì fino a raggiungere un posto sicuro, ma non poteva farlo e allora decise di mettere da parte il suo orgoglio, le sue ferite, dopotutto lo amava ancora come il primo giorno e non poteva sopportare l'idea di vederlo così angosciato.
Edward allungò la mano e con il suo mignolo sfiorò quello di Stede che sussultò voltandosi di scatto, poi i suoi occhi nocciola si abbassarono e in quel momento Barbanera agganciò il suo mignolo a quello del biondo che per poco non crollò sotto quel gesto, lo sguardo di Bonnet tornò ad incontrare quello profondo dell'amico che gli sorrise dolcemente come se tutto quello che era successo fino a quel momento non fosse mai accaduto, non esistevano più litigi, incomprensioni, sensi di colpa o drammi, ma solo loro due che erano sulla stessa barca in ogni senso possibile ed era importante rimanessero uniti per farcela.
<< Come sapete quell'uomo da la caccia ai nostri due amici e non si fermerà fino a che non avrà raggiunto il suo scopo, per questo motivo noi li aiuteremo così che qualunque cosa vogliano fare dopo possano essere liberi e senza una minaccia sulla testa, ci stiamo per avvicinare alla grotta dove è nascosta la Fenice, quel luogo è coperto da una lieve nebbia, dalla distanza in cui ci troviamo possiamo benissimo entrarci e fare lo scambio senza che i soldati si accorgano di nulla. >>
Erano tutti in silenzio, attenti a non farsi sfuggire nessuna parola del loro capitano, Stede guardò la scena ammirato, avrebbe voluto anche lui un giorno arrivare ad avere quel carisma, essere così deciso e autorevole da essere rispettato e ammirato, David si era guadagnato il rispetto e la fiducia totale della sua ciurma che se anche avesse deciso di scendere all'inferno loro lo avrebbero seguito, per il pirata dai capelli dorati rappresentava un esempio da seguire, promise a se stesso, che se fosse riuscito ad uscire vivo da quella situazione sarebbe diventato un vero capitano degno di quel nome.
<< A quel punto io salirò sulla Fenice, uscirò dalla grotta e il piano avrà inizio, Fernando mi aspetterà con una scialuppa fuori dalla grotta, poco oltre la coltre di nebbia, così se qualcosa andasse storto potete fuggire. >>
<< Cosa significa che devo aspettarti fuori? Solitamente mi lasciavi avvicinare, in modo da recuperarti non appena ti fossi buttato giù dalla nave >> domandò il primo ufficiale sentendosi escluso da quella parte di piano.
<< In questo caso no, non possiamo rischiare ti vedano >> rispose calmo il capitano.
<< Ma come diavolo fanno a vedermi, sarà pieno di fumo e...- >>
<< Non ha importanza! L'unica cosa che devono vedere i soldati è la Fenice in fiamme, chiaro!? >> non gli capitava quasi mai di dover alzare la voce in quel modo, men che meno col suo migliore amico, gli spezzava il cuore doverlo fare ma c'erano momenti in cui l'amicizia andava messa da parte, a favore della loro salvezza.
Il primo ufficiale si zittì stringendo i pugni, abbassò il viso, aveva gli occhi lucidi, si morse forte le labbra per non cedere all'emotività, non voleva che gli altri lo vedessero piangere, non in quel momento.
<< David questo vuol dire che andrai da solo? >> si fece avanti Isabelle, che era rimasta incredula e scioccata davanti a quella discussione.
<< Sì piccola >> rispose Jenkins.
<< Ma...è pericoloso, voi non mi avevate detto che non sarebbe venuto nessuno con te. >>
Davanti al silenzio dei presenti la ragazza si voltò verso il braccio destro di David.
<< Fernando... >> mugugnò diventando improvvisamente molto seria, e guardando l'uomo come se fosse l'unica speranza di risolvere quella situazione.
<< Mi spiace Isabelle, ma David mi ha pregato di non dirti nulla, perché sapeva non avresti approvato la sua decisione e avresti tentato di fermarlo così come ho fatto io, ma lui è troppo testardo e pensa di non aver bisogno di nessuno >> non avrebbe voluto esporre in quel modo l'amico, ma sentiva una tale rabbia dentro, che non aveva potuto fare altrimenti.
La ragazzina aveva lo sguardo basso e il labbro inferiore le tremava.
<< Sei un bugiardo capitano, sei cattivo, hai detto di volermi bene e invece non è vero! La vita mi ha privato della mia famiglia e ora tu vuoi che mi porti via anche te >> urlava agitata, con le lacrime che le rigavano le guance, David si avvicinò a lei ma venne respinto.
<< Vattene non ti voglio! >> strillò la giovane, ma lui non si arrese, la prese per i polsi e la tirò verso di sé stringendola in un abbraccio, dopo qualche istante di resistenza lei si lasciò andare tra le sue braccia in un pianto sommesso.
<< Ti prego non andare da solo >> lo supplicò singhiozzando.
<< Ehi... >> il capitano la scostò giusto quel poco da poterla guardare negli occhi.
<< Andrà tutto bene, te lo prometto. >>
<< Non puoi prometterlo! E' una promessa così stupida da fare, mi meraviglio che uno come te non ci arrivi >> singhiozzò asciugandosi le guance con il dorso della mano.
<< Invece sì che posso, e sai perché? >> domandò Jenkins.
Lei scosse la testa.
<< Perché la mia voglia di tornare da voi supera tutto ciò che di brutto potrebbe accadere, voglio tornare da te, da Fernando e da tutta la ciurma. Forse non ve lo dico spesso, ma io tengo tantissimo a tutti voi, vi voglio bene, siete la mia famiglia, la mia casa e non ho nessuna intenzione di morire proprio adesso, ci sono tante cose che dobbiamo ancora fare insieme. >>
Tra i membri dell'equipaggio si iniziò a sentire qualche brusio, piagnucolii e soffiate di naso, era una scena commovente per tutti, Stede in particolar modo rimase intimamente toccato, non poteva rischiare che si separassero, così si fece avanti.
<< Verrò io con te >> disse, David e Isabelle si voltarono verso di lui, fu il turno di Edward di irrigidirsi sentendo quella dichiarazione.
<< No Stede, ne abbiamo già parlato. >>
<< Voi siete in questa situazione perché io non sono stato capace di prendermi le mie responsabilità, non è giusto sia solo tu a rischiare la vita, lascia che me le prenda ora. >>
Fernando fece qualche passo in avanti.
<< Stede ha ragione, ma non deve essere lui ad accompagnarti, fa venire me, in due...- >>
<< Fernando io non voglio che tu venga con me non solo per proteggerti, ma perché se dovesse accadermi qualcosa almeno so di aver lasciato la nostra ciurma in ottime mani, chi meglio di te, sai navigare, hai un buon rapporto con tutti qui, consideri queste persone come fratelli, ti preoccupi per loro e in caso di emergenza sei sempre in prima linea. Credi ti abbia fatto diventare primo ufficiale solo perché sei mio amico? >>
Il braccio destro di Jenkins scosse la testa, abbassò le palpebre e una gocciolina sfuggì al suo controllo.
<< David, questa è la mia causa, non è giusto tu sia l'unico a rischiare, lasciami venire con te >> insistette il gentiluomo.
<< Stede... >>
<< Lo farò comunque quindi è meglio se dici di sì >> disse Stede con un sorrisetto, il capitano sbuffò una risata, quel biondino era cocciuto tanto quanto il suo amico dai capelli color della cenere.
<< Sei sicuro di volerlo fare? >>
<< Mai stato più sicuro in vita mia, anzi di un'altra cosa sì >> rispose il pirata lanciando un'occhiata a Edward.
Barbanera si avvicinò a loro con lo sguardo serio e battagliero.
<< Verrò anche io con voi. >>
<< Non se ne parla >> asserì Bonnet con voce ferma voltandosi a guardarlo.
<< Ah no, non cominciamo, ho già acconsentito che venisse Stede, non accetterò più nessuno di voi >> disse il capitano.
<< Ma lui non è esperto di queste cose >> replicò Barbanera.
<< David mi dirà cosa fare >> tentò di rassicurarlo il pirata gentiluomo.
<< Bonnet forse non ti... >>
<< Non puoi proteggermi per sempre Edward >> rispose con il tono dolce, posizionandosi di fronte a lui.
<< Lo hai già fatto tante volte, troppe, è arrivato il momento che io protegga te. >>
<< Non ce n'è bisogno >> disse Barbanera con la voce roca, pregna di preoccupazione.
<< Ho promesso a me stesso che ti avrei protetto e ho tutte le intenzioni di mantenere quella promessa. Ti ho già deluso una volta e purtroppo l'ho fatto in maniera irreparabile, probabilmente, ma in questo caso non ci sarà niente che mi impedirà di tenerti in salvo, dovrai passare sul mio cadavere o essere tu stesso ad uccidermi, solo così riusciresti a fermarmi >> i suoi occhi brillavano colmi di determinazione, c'erano mille luci all'interno di essi simili a fiammelle ardenti e impossibili da spegnere.
<< Bonnet io... >>
Stede si avvicinò a lui prendendogli il viso tra le mani.
<< Shh. Non c'è bisogno tu dica niente >> sorrise, e quel gesto racchiudeva tutto, anche l'ultimo addio, era questo che faceva più male a Edward, ma non poteva fare niente per fermarlo quando aveva già preso la sua decisione, allora lo afferrò per la camicia bianca tirandolo verso di sé.
<< Non azzardarti a morire okay? >> ringhiò disperatamente.
Il pirata gentiluomo annuì.
<< Ci proverò >> rispose.
Intanto la nave stava entrando nella grotta, alcuni membri dell'equipaggio accesero delle lanterne e dei fuochi per far luce mentre l'andatura dell'imbarcazione rallentava fino a fermarsi, una donna gettò l'ancora e quel tonfo riecheggiò nel cuore di tutti.
<< Vale lo stesso per te capitano >> disse Fernando guardando l'amico dritto negli occhi, un contatto che durò pochi attimi, sufficienti però a comunicarsi tutto quello che non erano riusciti a dirsi a parole.
<< Stede >> lo chiamò Isabelle, lui si voltò a guardarla.
<< Grazie per non lasciarlo solo >> la sua voce era sottile e bagnata dal pianto che stava cercando in tutti i modi di trattenere, Bonnet sorrise e le accarezzò il viso.
<< Non c'è bisogno che mi ringrazi, sono vivo solo grazie a lui e sempre per merito suo ho ritrovato Edward, voi siete diventati come una famiglia per me, non avete smesso di starmi accanto e sopportare le mie crisi, questo che faccio è il minimo a confronto di quello che avete fatto voi nei miei riguardi. >>
La ragazzina si morse le labbra e si tuffò tra le sue braccia.
<< Vedi di tornare, mi devi una rivincita >> mugugnò facendo ridacchiare il pirata, che fece a lei la stessa promessa fatta poco prima a Barbanera.
Mentre David preparava le ultime cose, Stede prese da parte Fernando.
<< Devo chiederti un piccolo favore prima di imbarcarmi >> disse il pirata.
<< Tutto quello che vuoi >> rispose il primo ufficiale.
Il biondo trafficò nella tasca dei pantaloni ed estrasse l'arancia pietrificata che aveva trovato durante la caccia al tesoro.
<< Nel caso io non dovessi tornare...- >>
<< Stede. >>
<< No ascolta, nell'ipotesi peggiore io vorrei tu dessi questa a Edward >> disse il gentiluomo mostrandogli l'arancia.
<< E' una storia lunga ma lui capirà >> continuò corrugando le sopracciglia dorate.
Fernando appoggiò le mani sopra quelle di Stede stringendole.
<< Gliela darai tu stesso. >>
Bonnet annuì sorridendo lievemente.
<< Sì, ma vorrei la tenessi in custodia tu e... >>
Stede abbassò le palpebre e sospirò prima di proseguire tenendo gli occhi chiusi, si figurò l'immagine di Barbanera, immaginando di avere lui davanti e confessargli quelle parole che spontaneamente nascevano e si aprivano come fiori nel suo cuore.
<< Digli che mai, nemmeno per un secondo ho smesso di pensare a lui, ho lasciato casa mia pensando di abbracciare una vita fatta prevalentemente di violenza, non avrei mai immaginato che quel mondo a me sconosciuto mi avrebbe condotto all'amore della mia vita, quello che non avevo trovato tra le quattro mura domestiche. Digli che lui è proprio come questa arancia, da fuori può sembrare solo una pietra mentre invece nasconde un magnifico tesoro, visibile solo a chi sa guardare e io l'ho visto Edward Teach e da quel momento non sono più stato in grado di vedere altro. L'unico rimpianto che ho è di non averlo capito prima, di non aver compreso cosa fosse quel sentimento che si agitava nel mio cuore ogni volta che ero con lui, a causa di ciò non ho potuto dargli abbastanza baci, non ho potuto dirgli quanto...quanto lo amo >> a quel punto il pirata iniziò a lacrimare lentamente.
<< Fernando diglielo, diglielo quanto lo amo >> strinse l'arancia al petto mentre quelle gocce salate continuavano a scendere, Fernando lo prese per le spalle scuotendolo delicatamente, anche lui aveva gli occhi lucidi ed era profondamente commosso da quelle parole.
<< Stede... >>
Bonnet aprì gli occhi come se si fosse appena risvegliato, per un istante guardò spaesato il primo ufficiale.
<< Ti prometto che lo farò nel caso in cui...Bè hai capito. Ma tu devi promettermi una cosa, quando tornerai, perché so che sarà così prenderai da parte Edward e gli dirai esattamente quello che hai appena detto a me. >>
Il biondo lo guardò un po' titubante.
<< Promettilo Stede >> lo sguardo di Fernando era determinato.
<< D'accordo sì, io glielo dirò >> rispose e sul suo volto si aprì un accenno di sorriso.
<< Se non ti bacia dopo una dichiarazione del genere giuro che lo faccio io >> disse ridacchiando il braccio destro di David, facendo arrossire e ridere anche Stede, l'eventualità che Edward lo baciasse gli fece aggrovigliare lo stomaco, da quanto bramava quelle labbra? Erano un sogno ardente che non lo lasciava mai, tremava al solo ricordo del primo bacio che si erano scambiati, così si diresse verso il suo destino, con la speranza nel cuore di poterle un giorno riassaporare.
David e Stede si imbarcarono sulla Fenice sotto lo sguardo apprensivo della ciurma, soprattutto di Edward, Fernando e Isabelle che non staccavano mai gli occhi dai due, pregando internamente che
se fosse esistito un Dio vegliasse su di loro.
Il capitano mostrò la nave al pirata, spiegandogli il processo di azione e freno, dove erano posizionati i barili esplosivi e tutti i movimenti che dovevano fare in modo che tutto andasse nella giusta maniera, gli fece ripetere più volte le azioni fino a che non divennero anche per il biondo un automatismo e infine mentre David azionava il meccanismo, Stede issò la bandiera di riserva che si erano portati dalla Emily, nel farlo inciampò in alcune corde rischiando di scivolare, Edward che non aveva staccato gli occhi da lui nemmeno per un secondo strinse automaticamente la balaustra di legno, spingendo il busto istintivamente in avanti come per prenderlo nel caso fosse caduto, sapeva che sarebbe stato impossibile visto che si trovavano su due navi diverse ma il suo corpo aveva reagito del tutto d'impulso, d'altronde gli era da sempre venuto naturale essere protettivo nei confronti di quel biondino che sembrava amare cacciarsi nei guai.
La nave si mosse avanzando lenta verso l'uscita, in quell'attimo gli sguardi di Barbanera e Stede si incrociarono, rimasero incollati fino a quando la Fenice non fu distante, a quel punto il pirata dai capelli lunghi corse verso prua mentre il gentiluomo verso poppa, allungarono entrambi un braccio spalancando la mano come se potessero toccarsi, Stede la chiuse a pugno quando fu lontano e se lo portò al petto, mentre Edward rimase con lo sguardo fisso nel vuoto, osservando senza nemmeno sbattere le palpebre il punto in cui l'altra nave non era più stata visibile, dovette arrendersi quando cominciarono a bruciargli, sbatté le palpebre più volte, gesto che servì a lubrificarli e dargli immediato sollievo, quello che però non era minimamente alleggerito era il suo cuore, che continuava a lanciargli fitte di dolorosa apprensione.
Fernando lo trovò seduto per terra, rannicchiato, con la schiena appoggiata alla balaustra di legno e le ginocchia tirate verso il petto, lo sguardo basso e spento, sembrava un gattino indifeso più che il temibile pirata temuto da tutti, gli fece tenerezza, e malgrado fossero in una situazione d'emergenza non riuscì a non offrirgli il suo conforto, si chinò appoggiando una mano su quella del pirata, aspettandosi anche un rifiuto o di venir preso a male parole, ma quello non si spostò, sospirò solo pesantemente.
<< Edward, capisco come ti senti... >>
Barbanera spostò lo sguardo di lato.
<< Adesso però dobbiamo rimanere lucidi e vigili, nel caso abbiano bisogno d'aiuto >> disse Fernando.
<< Io sarò fuori pronto a qualsiasi evenienza...- >>
A quelle parole il pirata alzò lo sguardo.
<< Vengo con te. >>
Il primo ufficiale scosse la testa.
<< Preferisco tu rimanga qui, le tue abilità potrebbero tornarci utili. >>
<< Quali abilità? >> domandò Edward sollevando un sopracciglio.
<< Tutte. Non sei certo l'ultimo arrivato >> rispose il primo ufficiale.
<< Senti è importante che seguiamo quello che ci ha detto di fare il capitano >> tentò, ma quella frase fece scattare Barbanera, che gli spinse via la mano e si alzò di scatto.
<< Ne ho abbastanza di seguire gli ordini come una marionetta, è il tuo capo non il mio. Ha portato Stede in quell'impresa folle e suicida, e io dovrei solamente sottomettermi senza poter prendere iniziative, non sono diventato chi sono...- >> la frase del pirata venne interrotta da Fernando.
<< Impresa che Stede ha accettato, che tu hai accettato. Non sto giocando a trovare il colpevole, ma quella che hanno preso è stata una loro decisione, e noi possiamo solo accettarla cercando di essere d'aiuto e non ostacolandoci a vicenda. Ti chiedo solo di portare pazienza un altro po', poi potrai tornare a quello che facevi prima, lo stiamo facendo per voi...- >>
<< E dovrei dirvi grazie? Io non volevo niente di tutto questo, niente, volevo solo... >> sospirò voltandosi di spalle e appoggiando le mani sopra la ringhiera, i capelli cinerei scivolarono verso il basso, lungo le spalle.
<< Volevo...andare in Cina con lui >> l'ultima parte la sussurrò, come se temesse di confessare quella verità, che già lo aveva reso debole e vulnerabile una volta.
Poi il grande pirata si figurò l'immagine del suo biondo gentiluomo, su quella nave, a mettere in pericolo la sua vita per salvare lui, così si girò verso Fernando.
<< Vai, io resto qui, qualsiasi cosa succeda urla e ti raggiungerò anche a nuoto se necessario >> disse il pirata.
Il primo ufficiale sorrise e allungò la mano verso Barbanera che gliela strinse.
<< Grazie Edward. >>
Fernando scese a sua volta dalla Emily, la scialuppa era pronta e a lui non restò che remare verso l'uscita, una volta che lo vide uscire il pirata vestito di pelle decise di controllare che tutto fosse a posto nel caso avessero avuto necessità di fuggire all'improvviso, ma l'immagine che si trovò davanti gli impedì di proseguire.
Isabelle con gli occhi lucidi, colmi di lacrime che non riuscivano a scendere, le labbra socchiuse, le mani strette al petto, era pallida e tremava, sembrava che non stesse nemmeno respirando, Edward le sventolò una mano davanti alla faccia.
<< Hey ragazzina? >>
<< Ti sei incantata per caso? >>
In realtà lui sapeva bene cosa le stesse accadendo, era la stessa cosa che gli era accaduta sulla nave di Stede, quando avevano organizzato la messinscena del kraken, conosceva la sensazione orribile che si provava, un trauma mai superato, il cuore che sembra gelarsi nel petto e la mente che si spegne impedendoti di trovare una soluzione, se non quella di fuggire e nasconderti.
Un conto però era provarla lui stesso, diverso era assistere a qualcun'altro in preda a quello stato di panico, non sapeva bene quale fosse il modo giusto di comportarsi in quei casi, perché ogni parola, anche se detta con le migliori intenzioni, poteva generare ulteriore chiusura e disagio, Bonnet con lui aveva saputo usare i termini adeguati, il tono perfetto e la presenza necessaria affinché si calmasse e ci era riuscito.
Lasciare che parlasse, si aprisse di sua volontà era la cosa migliore, doveva riuscire a trasmetterle la fiducia necessaria affinché tirasse fuori quei demoni che in quel momento stavano cercando di divorarla.
Si mise le mani sui fianchi, chinandosi leggermente verso di lei.
<< Solitamente sei così piena di parole, non la smetti mai di parlare, non dirmi che le hai finite tutte. >>
<< Non voglio che muoiano >> mormorò la ragazzina, con la voce che uscì dolorosamente rotta.
<< Non succederà, Isabelle. >>
La giovane sollevò lo sguardo, era la prima volta che il pirata la chiamava per nome.
<< Ce lo hanno promesso, e Bonnet non sarebbe così stupido da illudermi di nuovo, sapendo bene che andrei fino all'altro mondo solo per prenderlo a calci nel culo. >>
Quella semplice frase riuscì a strappare un sorrisino a Isabelle.
Però l'oscurità tornò presto a incupirle il volto.
<< Rimarrei sola, se anche Fernando... >>
<< Hai la ciurma, ricordi? >> le disse Barbanera.
Lei però non rispose, non subito.
<< Ho già perso la mia famiglia... >>
Il pirata capì che oltre la paura di perdere le persone a cui voleva bene, temeva di rimanere nuovamente senza i suoi punti di riferimento, lui ricordava bene cosa aveva fatto quando era morta sua madre, e non voleva che quella ragazzina finisse nelle mani di un pazzo, che l'avrebbe trattata a pesci in faccia fino a quando non fosse diventata abbastanza grande per difendersi, così come aveva fatto Hornigold con lui.
<< Anche io ho perso i miei genitori, bè mio padre era uno stronzo ma mia madre... Lei era buona, la più buona di tutte >> ricordò con gli occhi tristi Edward, poi si riprese spostando lo sguardo su di lei.
<< Non rimarrai sola ragazzina, ti porterò con me, andremo a far mangiare la sabbia a quel bastardo di un ammiraglio e lo daremo in pasto ai pesci. >>
Isabelle lo guardò con gli occhi grandi e luminosi.
<< Davvero mi porteresti con te? >>
<< Non ce ne sarà bisogno ma sì, lo farei >> rispose il pirata sollevandosi.
La giovane sorrise.
<< Allora un pochino mi vuoi bene >> lo punzecchiò, si sentiva già meglio, ed era incredibile che a tirarla su era stato quel brontolone che solitamente se ne stava per le sue e si divertiva a stuzzicarla.
<< Adesso non esageriamo >> ringhiò Edward incrociando le braccia
<< Secondo me un po' me ne vuoi >> borbottò a bassa voce lei, con il faccino saccente.
<< Senti al momento abbiamo altro a cui pensare >> sbottò Barbanera, tentando di nascondere il suo stato d'animo dietro strati di durezza, non lo aveva certo fatto per lei, semplicemente non voleva sentirla piagnucolare, stava per allontanarsi ma si sentì afferrato da un polso, Isabelle lo aveva fermato e non appena si voltò la ragazza gli avvolse le braccia intorno alla vita.
<< Grazie omaccione >> disse sorridendo e chiudendo gli occhi, il cuore del temibile pirata si sciolse mentre le sue gambe sembravano essere diventate di burro, sollevò una mano e con essa iniziò a dare delle piccole pacchette sulla testa di Isabelle, in un goffo tentativo di ricambiare il gesto.
<< Va bene, va bene, ora basta però >> disse staccandosela di dosso, tentando di riprendere un minimo di controllo, la ragazzina sorrise confermando a se stessa la vera natura di Edward, e iniziava a capire il motivo per il quale Stede si era innamorato di lui.



...


Sulla Fenice le cose si stavano scaldando, gli animi dei due erano tesi, in allerta e pronti ad agire, Stede deglutì mentre guardava l'orizzonte in attesa che le navi della marina fossero visibili, sentiva il suo corpo tremare scosso da fremiti nevosi, aveva la bocca secca, gli passò per la testa di non essere la persona adatta e di aver fatto una scelta sbagliata temendo così di mettere a rischio la vita di David, lui si accorse dello stato d'animo del biondo, gli appoggiò una mano sulla spalla stringendogliela appena, il pirata si voltò trovando sul viso del capitano della Emily un sorriso rassicurante.
<< Stede non temere, devi solo fare quello che ti dico, andrà bene. >>
<< Sei in grado di farcela, non dubitare di questo, io mi fido di te >> affermò Jenkins afferrandogli entrambe le spalle, Stede sentendosi rivolgere quelle parole sorrise sentendosi invaso da una sensazione nuova, era ciò che aveva bisogno di sentirsi dire, suo padre lo aveva sempre considerato un incapace e lui era cresciuto ritenendosi tale, incredibilmente David riusciva sempre a trovare la cosa perfetta da dire in ogni circostanza.
<< Grazie David. >>
<< Non dirlo nemmeno >> rispose quello, facendogli l'occhiolino.
Il capitano guardò con il binocolo, la sua postura si irrigidì per un istante, le navi della marina si stavano avvicinando, abbassò lo strumento e disse.
<< Ci siamo. >>
<< Stede ora ci occuperemo dei barili che sono in questa zona, quando avremo quasi finito io andrò ad accendere quelli di poppa e di prua mentre tu accenderai l'ultimo >> stava per allontanarsi ma il gentiluomo lo fermò tenendolo per un braccio.
<< Sei sicuro di farcela ad accenderli entrambi? >>
<< So correre molto veloce >> rispose Jenkins facendogli l'occhiolino, Bonnet annuì e insieme cominciarono ad accendere i fuochi, il primo barile esplose creando una gran fiammata che iniziò a espandersi lentamente, arrampicandosi su ogni cosa si trovava davanti, i due uomini erano concentrati, l'adrenalina scorreva sotto la loro pelle in un flusso incessante, le fiamme illuminavano e scaldavano l'ambiente che seppur aperto cominciava a riempirsi di fumo, iniziava anche a fare caldo, Stede sudava ma a contatto con tutto quel calore le goccioline gli si asciugavano addosso.
<< Okay Stede io vado a prua, quando vedi la fiammata accendi l'ultimo barile! >> urlò David.
<< Ma quello non darà fuoco all'albero maestro? Non è pericoloso? >> domandò il biondo corrugando le sopracciglia, mentre il fuoco si diffondeva anche ai lati della nave, fortunatamente non c'era vento altrimenti le cose sarebbero precipitate in fretta.
<< Sì, questo è l'ultimo viaggio della Fenice >> disse il capitano sentendo il petto scaldarsi internamente, gli occhi bruciavano per via del fumo e della temperatura elevata.
<< Ma David... >>
<< L'ho promesso a Fernando, ho intenzione di mantenere la parola >> sorrise stringendo le labbra, poi corse via ad appiccare uno degli ultimi fuochi, quando il biondo vide la fiammata chiuse per un momento gli occhi poi fece come gli era stato ordinato, il fuoco però divampò troppo in fretta lungo l'albero.
<< DAVID! >>
<< Tranquillo! >> gridò Jenkins correndo veloce verso poppa, il cuore galoppava nel petto pompando sangue a tutto andare, le vene pulsavano quasi minacciando di esplodere insieme a tutto quel marasma infuocato, presto raggiunse l'altro capo della nave, incendiò l'ultimo barile e si lanciò in una conclusiva corsa disperata.
Quando raggiunse Stede i due erano pronti ad andare, ma poi David alzò lo sguardo verso l'alto.
<< Cazzo la bandiera, ho dimenticato di lasciarla andare. >>
<< Non importa, dobbiamo andarcene! >> urlò con la voce secca il biondo.
<< Non puoi arrampicarti lassù, è pieno di fiamme >> disse Bonnet guardandolo con disperazione.
<< Allora tira quella corda! >> strillò Jenkins sentendo una fumata calda attraversargli il corpo, il pirata si mosse velocemente, afferrò l'estremità della corda ma staccò le mani gemendo perché era bollente, però non si arrese, la strinse nuovamente e con un urlo la tirò così forte da farla sganciare, la bandiera si staccò fluttuando via, verso il mare, dove avrebbe fornito un'ulteriore prova della loro identità, purtroppo però la forza usata dal biondo si ritorse contro di lui facendolo cadere all'indietro, in quell'istante, le fondamenta dell'albero portante finirono di bruciare causando una rottura, quel grosso palo di legno iniziò a scricchiolare precipitando giù, dritto verso il capitano della Emily.
<< DAVID NO! >>
Stede si alzò alla svelta e con grandi falcate lo raggiunse, chissà come, forse per un miracolo o qualcosa di simile fu abbastanza veloce da gettarsi su di lui e spingerlo fuori bordo, l'urto della schiena di Jenkins ruppe la ringhiera già in pessime condizioni e i due piombarono dritti sott'acqua, il pirata si girò dando le spalle al fondale, sopra di lui diversi metri d'oceano azzurro quasi trasparente sui quali brillava una luce arancione che si faceva sempre più vicina, lui capì e afferrò il polso di Jenkins tirandolo via da quella posizione, in quell'istante il gigantesco albero maestro distrusse la fiancata della nave finendo anch'esso in acqua, causando uno spostamento della stessa in piccole onde che diventarono una, gli effetti di quell'impatto raggiunsero i due uomini che sentirono l'energia sprigionata sotto forma di piccole ma potenti bollicine.
Ci vollero diverse bracciate prima di poter risalire in superficie, non appena furono con la testa fuori tossirono prendendo grossi respiri, ansimavano mentre i polmoni si riempivano d'aria della quale erano stati orfani per diverso tempo, muovevano le braccia per mantenersi a galla, Stede si avvicinò per primo posando una mano dietro la nuca di David.
<< Stai bene? >> ansimò, l'altro annuì.
<< Sì, solo mi fa male ovunque. >>
<< Mi hai salvato >> disse poi.
Il biondo sorrise finendo con le labbra a pelo d'acqua, si tirò su facendo forza con le gambe e fece sì con la testa.
<< Grazie Stede. >>
<< Non devi... >> rispose Bonnet senza riuscire a smettere di sentirsi contento, erano sani e salvi, bè forse non troppo sani ma ce l'avevano fatta, ora non gli restava altro che tornare indietro, dai loro amici.
<< Almeno siamo vivi >> affermò con la voce resa roca dal fumo che aveva inalato, il capitano ricambiò il sorriso, si voltarono entrambi nello stesso momento per vedere la Fenice che lentamente andava a fuoco come se il tempo, su di lei, fosse rallentato, era praticamente quasi tutta carbonizzata ma quel nero si poteva solamente scorgere perché era ancora avvolta dalle fiamme, loro rimasero lì fino a quando non divenne una palla di fuoco, a quel punto il pirata si girò verso David.
<< Come ti senti? >> questa volta non si riferiva alla salute fisica.
<< Io...non lo so esattamente, è un pezzo di storia che se ne va >> rispose il capitano mentre si muoveva per mantenersi a galla.
<< Ma ora siamo noi a dovercene andare >> disse poi.
<< Ce la fai a nuotare per un altro po'sott'acqua Stede? >>
Bonnet annuì e dopo aver preso un bel respiro si rituffarono nelle profondità dell'oceano abbracciando l'acqua, sforzandosi di spingere i muscoli che ormai erano allo stremo delle forze, Stede seguiva David affidandosi completamente a lui, pregando che non stesse sentendo troppo dolore.


...


Fuori dalla grotta, in piedi su una scialuppa stava Fernando intento a fissare l'orizzonte, vedeva la nuvola di fumo grigio in lontananza che stava a significare la buona riuscita almeno di una parte del piano, a tratti poteva sentire l'odore di bruciato e questo lo faceva sentire ancora più ansioso, non riusciva più neppure a concentrarsi sullo scorrere del tempo, gli sembrava fosse passata un eternità da quando aveva visto divampare quella luce arancione, l'unico bagliore prima di tutto quel miasma.
<< Avanti ragazzi... >>
Corrugò le sopracciglia passandosi una mano tra i capelli scuri.
<< Conto fino a dieci e poi vado. >>
Si morse le labbra, per un attimo perse l'equilibrio facendo dondolare la piccola imbarcazione, ma lo ritrovò subito appoggiando un piede sulla piccola panca che serviva per sedersi e remare, scosse la testa frustrato.
<< Fino a cinque, conto fino a ...- >>
Vide muoversi qualcosa da lontano.
<< Dio ti prego fa che siano David e Stede. >>
Il mare iniziò ad incresparsi leggermente, piccole ondine muovevano la scialuppa sotto di lui, ma era troppo concentrato su quel punto preciso per dare peso a quei movimenti, qualcosa si stava sicuramente avvicinando.
Chiuse gli occhi.
<< Fa che siano loro. >>
Era difficile non muoversi, ma il suo capitano gli aveva dato ordini precisi, non doveva spostarsi da lì fino a che non si fossero resi riconoscibili e gli aveva ordinato di tenere una pistola carica, nel caso si fosse presentato il nemico al posto loro, ipotesi molto difficile da realizzarsi ma David era solito agire così, preferiva prevenire più che curare, l'agonia durò il tempo di riaprire gli occhi, quando lo fece vide finalmente quella figura sdoppiarsi, erano due persone e più si avvicinavano più il primo ufficiale riusciva a scorgerne i tratti.
<< Cazzo sì >> gemette sollevato, con le corde vocali che sembravano non voler collaborare.
Si mise a sedere, prese i remi, li tuffò in acqua e iniziò a remare deglutendo a fatica, l'aria odorava di cenere, si era alzato un lieve vento che stava spostando il fumo da quella parte rendendo l'aria più irrespirabile, cominciavano persino a bruciargli gli occhi ma quello credeva fosse colpa dell'emozione che sentiva crescergli nel petto, presto li raggiunse e i due si aggrapparono ai bordi dell'imbarcazione.
<< Dio...Siete vivi. >>
<< Ce l'avete fatta >> disse mentre li aiutava uno ad uno a salire a bordo.
<< Fernando >> tossì Jenkins.
<< Capitano... >> lo chiamò posandogli commosso le mani sul viso, tremava, non aveva mai avuto tanta paura come quella volta, non sapeva perché si sentisse così diverso, in fondo quello stratagemma lo avevano già messo in pratica, ma c'era qualcosa dentro di sé che si agitava ma non riusciva a capire cosa fosse.
<< Sto bene >> disse sorridendo, tentando di mascherare la smorfia di dolore, Fernando lo afferrò da dietro alla nuca tirandolo verso il suo petto, lo strinse chiudendo gli occhi, abbassò il viso sfiorando quei capelli castani e bagnati con il naso.
<< Sei salvo >> la sua voce tremò così tanto da sembrare avesse appena sussurrato.
Anche il pirata tossì tentando di sputare l'acqua che aveva involontariamente bevuto e di riprendere fiato, aveva la nausea e sentiva la bocca così salata, non poteva ancora credere a tutto ciò che era appena accaduto, era frastornato e nel suo corpo sembrava ancora scorrere l'azione, credeva si sarebbe sentito esausto e invece percepiva la forza di spostare una montagna, anche se qualcosa gli diceva che quella sensazione sarebbe durata ancora per poco.
<< Stede...amico, non so se ti rendi conto dell'impresa che hai appena portato a termine >> disse il primo ufficiale sorridendo e chinandosi a stringergli un braccio.
<< Convincere David a portarmi con lui? >> domandò retoricamente il biondo con un sorrisetto accennato, facendo ridere gli altri due.
<< Decisamente anche quella è una gran cosa, ma io parlavo di quello che avete appena fatto. >>
<< Oh quello...a dire il vero sono ancora confuso, sembra che non sia successo davvero, è strano perché dovrei sentirmi stanco e forse una parte di me lo è ma...- >>
<< Dall'altra ti senti come se potessi rifare tutto da capo? >> chiese David sapendo già la risposta.
<< Esatto! >> esclamo il pirata.
Il capitano sorrise.
<< Conosco la sensazione, quello che ti serve è un bagno caldo e tanto riposo >> spiegò Jenkins.
<< Ma prima dobbiamo tornare dagli altri, vi stanno aspettando >> disse Fernando.
Gli occhi di Bonnet si illuminarono e non poté fare a meno di porre quella domanda.
<< Edward come...sta? >> la pose a bassissima voce.
<< Lo vedrai tu stesso >> rispose il primo ufficiale facendogli l'occhiolino.
Stede sentì una morsa stringergli lo stomaco, moriva dalla voglia di rivedere l'amico, voleva, ardeva dal desiderio di abbracciarlo stringendolo forte, in fondo era appena scampato alla morte era normale fosse così, ma Barbanera avrebbe acconsentito o non avrebbe gradito? Sapeva che era preoccupato per lui, glielo aveva dimostrato prima che partisse ma questo non significava che si sarebbe lasciato andare in effusioni...
Si mise le mani tra i capelli fradici e gli scappò un gemito di frustrazione, David gli appoggiò una mano sulla spalla.
<< Ehi, sta tranquillo okay? Andrà bene. >>
Il gentiluomo annuì ringraziandolo con lo sguardo.
<< Pronti? >> domandò il braccio destro di Jenkins afferrando i remi.
<< Sì! >> risposero in coro gli altri due.





















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Capitolo 8
*** Capitolo otto ***


Capitolo otto


La scialuppa si avvicinò con lentezza alla grotta, una volta dentro vennero colpiti dalla semi oscurità e uno strano silenzio permeava l'ambiente, si sentiva solo lo scrosciare dell'acqua contro le pareti rocciose e lo scricchiolio dovuto al dondolamento della Emily, al pirata gentiluomo venne la pelle d'oca, quella situazione era abbastanza inquietante visto che la nave era piena di persone ma non si sentiva volare una mosca.
Fernando si fermò di fianco alla scaletta, fu lui a salire per primo e quando lo fece vide la maggior parte della ciurma raggruppata in un unico punto, sorrise salendo definitivamente a bordo, si mise le mani sui fianchi e disse.
<< Indovinate chi vi ho portato? >>
In quel momento fece capolino la testa di David e ci fu un urlo generale.
<< Capitano! >>
<< David! >> gli corse incontro Isabelle e non appena anche lui fu salito gli saltò in braccio stringendolo forte, lui rise abbracciandola a sua volta, felice di vedere tutto quell'entusiasmo ed esuberanza, anche il resto dell'equipaggio si strinse intorno a lui mostrando la loro gioia, l'unico rimasto in disparte era Barbanera, che sì era felice di vedere David sano e salvo ma lui aspettava qualcun'altro, stava trattenendo il fiato da quanta tensione aveva in corpo.
<< Okay, okay lasciatelo respirare. >>
Disse il primo ufficiale, gli uomini cominciarono a spostarsi, solo allora Edward lo vide.
Bagnato come un pulcino, grondava acqua dalla testa ai piedi, tremava infreddolito e arrossiva sorridendo imbarazzato a ogni complimento da parte della ciurma, era adorabile, Edward non avrebbe voluto pensare a lui in quel modo perché gli aveva fatto prendere un bello spavento ma non ne poteva fare a meno, in quel momento il biondo sollevò lo sguardo incontrando le lagune scure del pirata vestito di pelle, in quell'attimo accadde la magia.
Mosse i primi passi, con gli stivali neri che calpestavano pesantemente il pavimento di legno, ogni passo rimbombava nella testa del pirata gentiluomo che si aspettava qualsiasi cosa, un pugno, una testata, un insulto, chiuse gli occhi quando se lo ritrovò davanti, Edward non ne capì il motivo ma lo ignorò, afferrò quella camicia sottile color panna e lo tirò a sé chiudendo la distanza con un bacio, Stede spalancò gli occhi pensando di starselo immaginando, quando vide che non era così mugolò chiudendoli di nuovo e afferrando le braccia dell'amico, ricambiò il bacio che divenne più aperto e bagnato rispetto al primo.
Non ci poteva credere, era tutto troppo bello, Stede gemeva sulle labbra dell'altro mentre la sua testa tentava di dare un senso a tutto quello, si respiravano a vicenda incapaci di staccarsi, due divennero uno, una cosa sola il cui composto era puro amore.
Si separarono solo quando la mancanza di ossigeno divenne insopportabile, ma i loro visi rimasero a pochi centimetri di distanza, Barbanera con una mano accarezzò quel volto che gli era mancato da morire.
<< Sei tornato. >>
<< Non me ne sono mai andato >> rispose sorridendo il biondo, con il cuore che gli scoppiava nel petto.
<< Hey voi due piccioncini, dovreste davvero prendervi una stanza >> disse Isabelle ridacchiando, felice di vedere che quei due, soprattutto quello che lei amava chiamare zuccone si era deciso a fare una mossa prima che diventassero vecchi decrepiti.
I due si girarono verso di lei, sul volto di Stede un sorriso che non voleva saperne di andarsene, arrossì senza sapere bene come ribattere o se dire qualcosa, Edward lo guardò con gli occhi colmi di tenerezza, quel semplice gesto gli aveva riportato alla mente uno dei tanti motivi che lo avevano fatto innamorare di lui.
<< Isabelle ha ragione >> si fece avanti David, anche lui manifestando la sua contentezza, quel pirata dai capelli color dell'oro se la meritava un po' di felicità, dopo tutto quello che aveva dovuto sopportare.
<< E noi abbiamo una stanza proprio dedicata alle coppie >> saltò su la donna impegnata nella relazione a tre, il cui nome era Margaret.
<< Anche i pezzi grossi ne fanno uso, vero capitano? >> domandò sgomitandolo e sghignazzando.
Lui arrossì dalla punta delle orecchie fino a quella dei piedi, fece finta di tossire evitando lo sguardo di tutti che era puntato addosso a lui.
<< Ehm...passiamo oltre >> borbottò cambiando discorso.
<< Cosa voleva dire con quella frase? >> domandò Isabelle.
<< Niente, lascia perdere >> rispose lui.
<< Ma Margaret ha detto...- >>
<< Sapete mi è venuta una bella idea per festeggiare la riuscita del piano, che ne dite di un pic-nic sulla nave? Ognuno può portare quello che vuole da mangiare, useremo le tovaglie colorate che vi piacciono, racconteremo storie e canteremo canzoni. Ci state? >> intervenne Fernando salvando la situazione, David lo guardò con gratitudine ringraziandolo con lo sguardo, l'amico sorrise facendogli l'occhiolino, tutto l'equipaggio ovviamente era entusiasta dell'idea, lo stratagemma servì per tutti meno che per Isabelle, era troppo astuta per cascare nei trucchetti del primo ufficiale, ma decise di lasciar perdere momentaneamente, avrebbe avuto altro tempo per indagare.
<< Ottimo Fernando, ma io e Stede prima abbiamo bisogno di un bel bagno >> asserì il capitano.
<< Ovviamente non insieme, ho una stanza in più con la vasca e tutto quello che serve. Lo specifico perché non voglio essere infilzato da un pugnale >> affermò rivolgendo un'occhiata a Barbanera, che effettivamente aveva già meditato qualche modo per ucciderlo, prima che specificasse.
<< Ti ringrazio David, sarebbe meraviglioso >> disse il gentiluomo, immaginando già il sollievo che gli avrebbe dato essere immerso nell'acqua calda e profumata, magari con qualche sale e oli che gli avrebbero reso setosa la pelle.
<< Ma prima vorrei dire una cosa, se sono vivo è solo grazie a Stede, mi ha salvato la vita quindi se sono qui è per merito suo >> disse il capitano generando lo stupore di tutti, che guardarono lui poi il pirata.
<< Capo che significa? >> domandò il primo ufficiale.
<< Te lo spiego più tardi, adesso vorrei riposare >> rispose.
<< David non c'era bisogno che tu... >> iniziò il biondo con voce sottile ed emozionata, ma venne interrotto da alcuni membri della ciurma che si fecero avanti per ringraziarlo, l'entusiasmo era alle stelle e servirono diversi minuti prima che si riuscissero a calmare gli animi, poi finalmente i due che erano appena tornati riuscirono a ritirarsi per gustare il loro momento di pace, Jenkins ordinò di accendere il fuoco nell'altra stanza da bagno, poi diede alcune cose al biondo per poterselo godere al meglio, nel farlo però sentì una fitta di dolore che lo fece gemere, rassicurato il compagno di quell'ultima avventura chiuse la porta della cabina e si voltò sospirando.
<< Che c'è? >> pose quella domanda all'amico che era rimasto con lui e lo stava fissando con uno sopracciglio scuro sollevato.
<< Ti fa male da qualche parte >> affermò Fernando avvicinandosi.
<< Sì...la schiena, l'ho sbattuta nell'impatto prima di cadere dalla nave, devo avere un bel livido. >>
<< Fa vedere >> disse il suo braccio destro.
<< Fernan...- >>
<< David >> lo fissò serio, scrutando quelle pozze azzurre come il cielo, il capitano si voltò sollevando la maglietta.
<< In effetti qualcosa c'è >> allungò una mano sfiorando quel livido poco più chiaro del rosso, Jenkins sussultò.
<< Ti fa male? >> domandò il primo ufficiale.
<< No >> rispose l'altro con voce roca.
<< Allora cosa... >> chiese Fernando mentre continuava a sfiorare con la punta delle dita quella parte tumefatta.
<< Niente >> disse David rispondendo forse troppo velocemente, l'amico staccò la mano come se si fosse scottato e si schiarì la voce cercando di riprendere un contegno, era tutto molto strano, quella situazione, loro due, decise di puntarla sull'ironia sperando che quella sorta di tensione che si era creata si alleggerisse o scomparisse del tutto.
<< Pensa se qualcuno fosse entrato prima, vedendoci in quella posizione avrebbero sicuramente pensato che tra noi... >>
<< Sai Fernando... >> iniziò David aggiustandosi la maglietta, si spostò verso il letto mentre continuava a parlare.
<< In questo momento, di ciò che avrebbero potuto pensare, non me ne importa un bel niente >> finì la frase sedendosi sul materasso, il primo ufficiale lo fissò corrugando le sopracciglia poi lo raggiunse sedendosi a sua volta.
<< Tu chi sei e dov'è il mio amico? >>
Il capitano rise poi si stropicciò la faccia.
<< Sono solo stanco e non mi va di stare dietro ai chiacchiericci, tanto gli è bastato vederci in quella stanza per immaginare chissà cosa quindi... >>
Fernando lo guardò per qualche istante in silenzio poi gli sfuggì un piccolo sorriso.
<< Non è che per caso i nostri due amici pirati ti hanno fatto venire qualche desiderio? >>
Jenkins girò il viso verso di lui, aveva una mano appoggiata al materasso poco dietro alla schiena del primo ufficiale, avvicinò un po' il busto, sollevando il volto di modo da guardarlo meglio.
<< Sai Fernando qual è il mio desiderio ora? >>
Il suo braccio destro deglutì scuotendo appena la testa, senza mai distogliere lo sguardo.
<< Un bel bagno >> rispose Jenkins facendo un sorrisetto furbo.
<< Oh, sì, certo, logico...il bagno. >> 
<< Mh Mh >> annuì David stringendo le labbra, continuando a mantenere quell'espressione divertita.
<< Vado a prenderti una crema per il livido >> disse Fernando alzandosi in piedi, guardando ovunque e sfregandosi nervosamente il retro della nuca.
<< Vedrai che ti aiuterà a farlo passare capitano. >>
Si avviò agitato verso la porta ma venne fermato dalla voce dell'amico.
<< Fernando >>
<< Capo? >> rispose voltandosi.
<< Grazie >> disse il capitano sorridendo dolcemente, l'altro rimase per qualche secondo a bocca aperta, incantato, poi si riprese.
<< Sì...okay...io vado >> annuì prima di uscire dalla porta.
David si lasciò cadere completamente sul letto, portandosi le mani prima sul viso poi sul petto, si sentiva stranamente felice, come se qualcosa si stesse agitando nel profondo della sua anima tentando di uscire allo scoperto.



...


La temperatura dell'acqua nella vasca era perfetta, così come il tepore creato dal camino che scaldava la stanza creando un clima ideale e confortevole per rilassarsi, aveva rischiato di addormentarsi più di una volta ma non voleva farlo, desiderava godersi ogni secondo di quel momento dove non esistevano preoccupazioni o doveri, era andato con la testa sott'acqua sfregandosi i capelli, poi con la spugna più morbida che avesse mai usato aveva frizionato la sua pelle facendo in modo che tutto il sale, lo sporco e l'odore di bruciato andassero via per sempre dal suo corpo e magari anche dalla sua mente.
Respirò profondamente inalando quel buon profumo, David gli aveva dato delle candele aromatiche e lui non aveva fatto complimenti, le aveva accese tutte quante creando un'atmosfera da sogno, in linea con il suo stato d'animo, per la prima volta, dopo tanto tempo si sentiva veramente felice, quasi al culmine della gioia, immaginava che se si fosse guardato allo specchio in quel momento il suo riflesso gli avrebbe mostrato un'espressione da ebete, sorrise facendo scoppiare una piccola bolla di sapone e la sua mente corse alla reazione di Edward.
La prima volta che si erano rivisti si era beccato un bel pugno, la guancia gli aveva fatto male per giorni, mentre quella volta lo aveva baciato e che bacio, ne sentiva ancora la sensazione sulle labbra, non avrebbe mai potuto immaginare che un essere umano potesse avere un sapore così buono, si sfiorò il labbro inferiore con le dita, chiuse gli occhi riassaporando quel momento e scivolò ancora di più all'interno della vasca.
Innamorato. Non lo era mai stato ma ora sì, ed era bellissimo, era in estasi e non gli era nemmeno per un secondo passato per la testa che il bacio che gli aveva dato Barbanera potesse avere un altro significato o fosse dovuto all'enfasi del momento, si sentiva allegro e spensierato, nella sua testa in quel momento non c'era spazio per pensieri negativi ma solo per la totale beatitudine.
Decise di venir fuori dall'acqua quando cominciò a diventare fredda, gli dispiacque perché si stava veramente rilassando ma non voleva rovinare quel bel momento con un raffreddore, quindi lentamente, un piede dopo l'altro si ritrovò fuori, prese l'asciugamano e delicatamente lo fece scorrere lungo tutto il corpo asciugandosi bene, poi fu il turno dei capelli, si massaggiò la nuca tentando di togliere più umidità possibile, si mise la veste da notte pulita e la vestaglia che gli aveva prestato David, era dorata proprio come quella che lui aveva lasciato sulla Revenge, si guardò per un momento allo specchio sentendosi di nuovo se stesso, non sapeva cosa significava esattamente ma era una bella sensazione.
Uscì da quel piccolo spazio che ospitava la vasca entrando nella stanza principale, dove il fuoco scoppiettava ancora vivace, credeva che vedere le fiamme gli avrebbe dato la nausea invece non era così, forse perché sapeva che quelle non erano pericolose, aprì la porta per uscire ma si ritrovò faccia a faccia con Barbanera, sussultò per la sorpresa spalancando gli occhi e non poté fare a meno di sorridere.
<< Edward >> esclamò vivacemente.
<< Wow amico sembri proprio tu >> disse l'altro facendo un passo indietro, squadrando la figura del biondo che arrossì vedendosi scrutato in quella maniera.
<< Già... >>
<< E' quello che ho pensato anche io >> rispose deglutendo il gentiluomo.
<< Il sapone era alla lavanda >> sussurrò come se gli stesse dicendo il più importante dei segreti, gli occhi di Edward si illuminarono, si avvicinò nuovamente, allungando il viso verso la nuca del pirata gentiluomo, abbassò le palpebre inspirando quell'odore che non sentiva da tempo e che gli piaceva da morire, poi si abbassò portando il naso vicino al collo senza però toccarlo e lasciò che quel profumo gli pervadesse i sensi.
<< Lo sento... >> disse poi tornando nella posizione di prima, aveva un sacco di cose da dire quando si era messo ad aspettarlo, ora invece la sua mente sembrava vuota di fronte a quel gentiluomo rimesso a nuovo, aveva la bocca secca e si sentiva un perfetto imbecille a stare lì senza proferire parola.
<< Vuoi...Vuoi entrare? C'è il camino dentro, si sta bene, ci sono le candele... >> scosse la chioma bionda.
<< Non so perché ti sto dicendo delle candele ma...- >>
<< Sì mi va >> rispose Barbanera, alleggerendo il peso sul petto dell'amico che sorrise e si scostò per lasciarlo passare poi chiuse la porta.
La stanza era piena di tappeti, coperte e cuscini che sembravano quasi essere stati messi lì di proposito, Barbanera vi si addentrò guardandosi intorno con le mani appoggiate sui fianchi.
<< Ovviamente puoi andartene quando vuoi >> disse Stede, temendo che il suo gesto venisse frainteso, ma quelle parole causarono l'ilarità dell'amico che la espresse con una risatina.
<< Pensi davvero che riusciresti a trattenermi qui con la forza? E come intenderesti fare sentiamo? >> domandò trattenendo una risata.
Il biondo corrugò le sopracciglia.
<< Bè io potrei >> abbassò lo sguardo.
<< Legarti i polsi con la corda della mia vestaglia. >>
L'altro annuì facendo una smorfia d'assenso.
<< Parecchio fantasioso, poi? >>
Bonnet rifletté sollevando le pupille verso l'alto.
<< Ti costringerei a mangiare della frutta afrodisiaca...- >>
<< Sarebbe? >> domandò Edward.
<< Diciamo che ti renderebbe più incline a...soddisfare i miei capricci, nel caso io ne avessi >> rispose arrossendo e schiarendosi la voce, davvero stavano avendo quella conversazione?
<< Molto minaccioso >> disse il pirata vestito di pelle.
<< Davvero? >> chiese entusiasta Stede.
<< No, rassegnati, tu non sei un pirata brutto e cattivo >> affermò Barbanera sedendosi su uno di quei tappeti eleganti e soffici.
<< Nemmeno tu se è per questo >> ribatté il biondo, l'amico lo fissò sollevando le sopracciglia e lui lo raggiunse sedendosi al suo fianco.
<< Voglio dire, entrambi abbiamo fatto cose di cui ci pentiamo. >>
Edward era incredulo, quell'uomo continuava a stupirlo.
<< Davvero stai paragonando le mie azioni alle tue? >> domandò Edward scrutandolo con quelle pozze scure e lucenti.
<< Uccidere il proprio padre e lasciare tua moglie ti sembrano gravi alla stessa maniera? >>
Il pirata gentiluomo ci pensò, capiva cosa volesse dire l'amico ma non si sentiva così migliore di lui.
<< Se lo hai fatto avevi i tuoi motivi e non sta a me giudicarli >> rispose, l'altro lasciò andare una risata amara.
<< Mi spieghi come diavolo ti è venuto in mente di fare il pirata, voglio dire sei così...- >>
<< Rammollito? >> chiese Bonnet.
<< Buono, tu non ti rendi conto di quanto la tua gentilezza faccia male delle volte, avresti potuto scegliere qualunque cosa, perché proprio una carriera dove il più gentile non ti pugnala alle spalle? >> era curioso, veramente e genuinamente interessato a sapere cosa avesse spinto quel biondino delicato come la seta a voler entrare in un ambiente così ruvido e innaturale per le sue origini.
<< Io volevo solo essere...felice >> rispose stringendo le ginocchia al petto, la luce e quei ciuffi dorati lo facevano sembrare un angelo.
<< Libero di fare quello che desideravo senza che nessuno mi dicesse che era sbagliato >> aggiunse.
<< Vuoi che il mondo si adatti alle tue regole... >>
<< No io...volevo essere me stesso in qualunque modo sarebbe andata a finire >> affermò Stede deglutendo e sollevando il petto, sentendosi per la prima volta forse, fiero di ciò che diceva.
<< E' stato molto coraggioso da parte tua, comunque >> disse Barbanera.
<< Lo pensi davvero? >>
Edward annuì, poi i due si guardarono intensamente rimanendo in silenzio, scrutandosi solo con gli occhi, Edward allungò una mano, afferrando tra pollice e indice una piccola ciocca bionda che stava cominciando ad asciugarsi.
<< Ho passato l'inferno pensandoti su quella maledetta nave. >>
Il cuore del gentiluomo perse un battito, respirava lentamente ma erano respiri profondi, agitati ma non in senso negativo, si sentiva solo emozionato da quelle attenzioni così premurose, quando era andato via a stento si parlavano, invece ora erano nella stessa stanza, vicini più che mai.
<< Io pensavo solo a quando sarei tornato, è stato questo a non farmi perdere la ragione mentre ero circondato dalle fiamme. >>
<< Credevo mi avresti dato un pugno, ad un certo punto >> confessò abbassando lo sguardo.
<< Un pugno Bonnet? >> rise.
<< Nemmeno Barbanera è così crudele. >>
Stede arricciò le sopracciglia.
<< La prima volta però...- >>
<< In quel caso lo meritavi >> disse Edward.
<< Che hai fatto alle mani? >> chiese poi, notando il rossore sui palmi e una strana impronta.
<< Ho afferrato una corda incandescente >> rispose Stede.
<< Ma Da...niente lascia perdere >> si zittì non volendo rovinare l'atmosfera che aveva agoniantemente raggiunto.
<< Avanti dillo, non darò di matto >> lo rassicurò Barbanera.
Il biondo lo guardò per un attimo poi parlò.
<< David mi ha dato un unguento che le aiuterà a guarire. >>
<< Quel tipo ha sempre una soluzione per ogni cosa, è così irritante >> sbuffò il pirata dai lunghi capelli sale e pepe, sdraiandosi e stropicciandosi il viso con le mani.
<< Ma in questo caso è stato utile >> aggiunse facendo sorridere l'amico, che poco dopo sbadigliò.
<< Sei stanco? >> domandò Edward.
<< No io...- >>
<< Dovresti riposare >> gli consigliò levandosi gli stivali scuri uno dopo l'altro.
<< E tu? >>
<< Io starò qui >> rispose rimettendosi seduto, si slacciò la giacca di pelle lanciandola lontano.
Stede osservò quei movimenti senza distogliere mai lo sguardo.
<< Se dobbiamo dormire tanto vale essere comodi. >>
<< Sì hai ragione >> disse Bonnet sorridendo, si sdraiò stringendosi nella vestaglia, non poteva crederci che stava per dormire accanto a lui, la persona che amava e con cui aveva discusso fino allo sfinimento, come avrebbe fatto a prendere sonno si chiese, con la presenza dell'altro così vicina e il suo cuore che non voleva saperne di calmarsi.
<< Sai, credo che faticherò ad addormentarmi... >>
<< Perché? >>
<< In primo luogo sento ancora l'emozione dell'avventura e poi... >>
Silenzio.
<< Poi? >>
<< Bonnet? >>
Un lieve russare riempì la stanza.
<< Meno male che doveva fare fatica >> borbottò Barbanera sdraiandosi di schiena e chiudendo gli occhi, anche lui cadde tra le braccia di Morfeo, in un sonno conciliante che rimase tale fino a notte fonda, quando venne svegliato da alcuni lamenti.
<< Mmm Edward...no...no ti prego. >>
<< Lasciatelo stare... >>
Stede si agitava, l'amico si ricordò che aveva l'abitudine di parlare nel sonno, aveva assistito lui stesso a quell'evento quando lo aveva salvato e messo a letto, si limitò ad osservarlo come aveva fatto la prima volta, tentando di scoprire di più su quel sogno, solo che più passava il tempo più il biondo si agitava, muovendosi e lamentandosi, ad un certo punto allungò di scatto una mano.
<< Edward! >>
Barbanera afferrò la mano del gentiluomo con la sua.
<< Sono qui, dormi >> gli disse, anche se gli sembrò di parlare al vuoto visto che l'altro dormiva, si tirò su sistemandogli meglio la coperta addosso, poi rimase qualche istante con la mano appoggiata sul corpo di Stede, lo guardava scorgendone i tratti grazie agli ultimi bagliori del camino, come avrebbe potuto andare avanti se fosse morto, se lo avesse perso, non era pronto a rinunciare a quel viso angelico, a quella risata che lo metteva di buon umore e alle sciocchezze che ogni tanto diceva.
Si lasciò cadere sdraiato, gemendo e stropicciandosi il viso.
<< Cazzo. >>


...


Il mattino giunse presto sulla Emily, anche se dentro quella grotta non c'era poi molta differenza tra il giorno e la notte, considerando anche che era perennemente avvolta da un alone di nebbia, la prima cosa che fece David quando riaprì gli occhi fu sbadigliare e stiracchiarsi, poi si tolse le coperte e mise i piedi fuori dal letto.
<< Ahu >> mugolò qualcuno.
Aveva calpestato qualcosa, tirò su le ginocchia e si affacciò per vedere cosa fosse.
<< Isabelle. Cosa ci fai sul pavimento? >>
La fanciulla si mise seduta massaggiandosi la nuca, lo guardò imbarazzata.
<< Mi mancavi. >>
Il capitano sentì il suo intero essere sciogliersi, come se le sue ossa fossero improvvisamente scomparse, quella ragazzina sapeva essere così tenera quando voleva, la guardò con dolcezza dispiacendosi di non essersi accorto prima della sua presenza.
<< Lo sai vero che lì giù in fondo c'è un altro letto >> disse indicandolo.
<< Sì lo so ma... >> lei sollevò le spalle e lo guardò con aria colpevole.
<< Era troppo lontano. >>
<< Ah vieni qui ragazzina >> la chiamò Jenkins facendole cenno di sedersi accanto a lui, lei non se lo fece ripetere due volte, in un attimo gli fu vicino guardandolo con due occhioni colmi di affetto, era stato così strano e improvviso il loro cambio di rapporto, si erano sempre voluti bene ma Isabelle manteneva una sorta di distanza rispettosa, pur notando le infinite dimostrazioni di amorevolezza da parte del capitano, forse aspettava solo un permesso da parte sua, qualcosa che le facesse capire che il loro legame poteva ampliarsi e divenire più profondo.
<< Ti abbiamo preparato il tuo dolce preferito >> disse la giovane.
<< Davvero? >> domandò David spalancando gli occhi come un bambino davanti a una grande e zuccherosa torta.
Lei annuì con un sorrisone.
<< Abbiamo consumato un po' di provviste perché alcune infornate sono venute bruciate, ma l'ultima è venuta perfetta >> spiegò.
<< Sono sicuro che sarà buonissimo. >>
Si sentì bussare alla porta e un...
<< Toc-Toc. >>
<< Avanti! >> esclamò la ragazza.
<< Isabelle sei tu lì dentro? >> domandò il primo ufficiale.
<< No sono il suo fantasma >> rispose lei ridacchiando.
<< Entra Fernando >> disse David scuotendo la testa divertito.
L'uomo aprì piano la porta osservando quella scena curiosa.
<< Scusate, io non credevo che...- >>
<< Non essere geloso, adesso me ne vado e ti lascio solo con il tuo amichetto >> si alzò dal materasso e lo raggiunse guardandolo furbescamente, uscì poi si riaffacciò.
<< Capitano ricordati il dolce >> sorrise e si dileguò, lasciando un Fernando a chiedersi che cosa avesse appena visto.
<< Ma cosa le è successo? >> domandò guardando il suo capitano.
David sorrise.
<< Abbiamo parlato, credo che mi stesse solo aspettando >> rifletté Jenkins.
<< Ho passato gli ultimi anni a trattarla come una figlia senza mai ammetterlo davanti a lei, e ora lo sa e le sta bene. Sono anche convinto che al primo rimprovero tornerà a mettere il broncio e a chiudersi in camera sua, diciamo che mi sto godendo i momenti di quiete dove mi vuole bene >> ragionò con una bella serenità nella voce, si poteva vedere anche da lontano che qualcosa in lui era cambiato, l'amico ne fu felice, sapeva quanto il suo capo tenesse a quella ragazzina e un miglioramento nel loro rapporto non poteva che essere positivo.
<< Questa sì che è una fantastica notizia, un motivo in più per festeggiare >> disse facendogli l'occhiolino.
<< Oh no Fernando non dirmi che l'idea del pic-nic... >>
<< Bè ormai l'avevo detta, sai quanto i ragazzi amino fare merenda tutti insieme. >>
Il capitano mugugnò leggermente infastidito.
<< Mi occuperò io di tutto, tu non devi fare niente, capisco che questo non sia esattamente il momento migliore, ma sarà una cosa piccola, giusto per accontentarli >> spiegò il primo ufficiale, David lo guardò con un indecifrabile espressione sul volto, talmente tanto curiosa da far sollevare un sopracciglio all'amico.
<< Come farei senza di te me lo spieghi? >> lo guardò così intensamente, con quei suoi occhi limpidi come l'acqua, che Fernando arrossì sentendosi costretto a spostare lo sguardo.
<< Probabilmente ti saresti schiantato contro qualche roccia >> rispose ridacchiando, portandosi una mano dietro la nuca come faceva sempre quando era nervoso.
<< Forse l'ho già fatto >> affermò Jenkins con tono serio, passandogli di fianco per prendere la vestaglia e mettersela addosso, senza rispondere alla provocazione scherzosa dell'amico, gesto che lo mandò in confusione.
<< Che cosa vuoi dire David? >> domandò infatti.
Il capitano rimase qualche momento in silenzio, prima di voltarsi e fare un sorriso di quelli che si fanno quando si vuole sviare l'argomento.
<< Niente, lasciami perdere, sai che quando finisco qualcosa di importante tendo a dire cose senza senso. >>
Fernando rimase deluso da quella risposta, perché poi si domandò, cosa si aspettava? Scosse la testa scacciando via quei pensieri che servivano solo a farlo distrarre dal suo lavoro, e lui non poteva permetterselo.
<< Comunque ero venuto qui anche per un altro motivo... >>
<< Ti ascolto >> disse il capitano, mugugnando mentre si abbassava per cercare una cosa.
<< Dove l'avrò messa... >>
Il primo ufficiale sollevò gli occhi al cielo, non poteva sempre essere così disordinato anche con le faccende importanti, aveva capito quello che stava cercando e lo trovò prima di lui, era il contenitore della crema per i lividi, lo prese e glielo piazzò davanti.
<< Tieni. >>
<< Oh grazie. >>
<< Dovresti essere più ordinato capitano >> lo schernì ghignando e incrociando le braccia.
<< I geni mio caro Fernando non lo sono mai >> disse sventolandogli il tubetto davanti al viso.
<< Ah quindi tu saresti un genio, strano non me ne sono mai reso conto >> strinse le labbra trattenendo una risata.
<< Sei fortunato che sono ancora troppo frastornato per risponderti a tono >> si difese Jenkins, l'amico ridacchiò prendendogli la crema dalle mani.
<< Dai qua, faccio io. Come va la schiena, senti dolore? >>
<< Così mi fai sembrare un vecchio >> si lamentò David.
<< Scusa se sono preoccupato per il mio migliore amico >> borbottò svitando il tappo.
Tutte quelle premure, non ne era abituato, certo loro due erano soliti prendersi cura a vicenda l'uno dell'altro, ma sembrava essere cambiato qualcosa tra loro, e David stava impazzendo per capire cosa fosse, non era mai successo che le loro vite fossero stravolte in quella maniera, da quando avevano conosciuto Edward e Stede invece ne erano successe di tutti i colori, la Fenice bruciata in maniera definitiva, lui e Isabelle si erano aperti, e con Fernando...Bè con lui non era ancora chiaro niente, c'erano solo questi particolari che forse non avevano alcun significato, ma se lo avessero avuto...sarebbe cambiato tutto.
<< Va meglio, non mi fa così tanto male >> rispose rimanendo il più vago possibile.
<< Quindi è per questo che hai quell'espressione sofferente >> lo rimbeccò il primo ufficiale, con aria furba.
<< Rompiscatole >> sbuffò Jenkins facendo ridere l'amico, che finì alla svelta di spalmargli la crema.
<< David odio metterti fretta ma sono venuto da te oltre che per sapere come stavi, anche perché dobbiamo parlare di cosa faremo ora. Come hai intenzione di muoverti? >>
Il capitano si voltò portandosi due dita sotto il mento.
<< Ho gran parte delle idee in testa ma ci sono alcuni punti di cui dobbiamo discutere, ma dopo colazione Fernando, perché in questo momento muoio di fame e vorrei godermi cinque minuti di serenità se non è troppo. >>
L'amico sorrise scuotendo la testa.
<< Direi che ti sono concessi, dopo tutto quello che hai affrontato. >>
I due si scambiarono uno sguardo comprensivo poi Fernando aggiunse.
<< Andiamo prima che si divorino tutto. >>
E così fecero dirigendosi in cucina, David aumentò il passo nonostante la schiena gli lanciasse qualche piccola fitta, quando entrò venne accolto dall'entusiasmo di alcuni membri della ciurma che erano lì e lo stavano aspettando.
<< Finalmente! Credevamo vi avessero rapiti >> esclamò Isabelle portando il piattino con i dolci.
<< Sfortunatamente per voi no >> rispose Jenkins afferrando una di quelle prelibatezze e sedendosi, il suo braccio destro si limitò ad appoggiarsi allo stipite della porta e guardarlo.
<< Nel caso io sarei stata il nuovo capitano >> disse la ragazzina.
<< No carina, tu sei troppo piccola >> la sbeffeggiò uno degli uomini, lei scese dal tavolo e gli calpestò un piede.
<< Io non sono affatto piccola! >>
<< Ehi, ehi calma >> li placò la voce di David, mentre tentava di masticare e mandare giù il boccone.
<< In primo luogo voglio dirvi che questi dolci vi sono venuti buonissimi, e poi, in ogni caso sarei io a decidere chi ci sostituirebbe nel caso io e Fernando dovessimo scomparire >> il suo tono era pacato, nascondeva una vena di ilarità, si divertiva un mondo a stare con la sua ciurma, gli erano mancati i momenti come quelli in cui potevano sedersi e parlare, a volte anche del nulla ma erano pur sempre occasioni per stare insieme e condividere parti di ognuno.
Fernando osservava la scena divertito, con un sorriso tenero sul volto, il suo capo sembrava più un padre che un comandante rifletté tra sé, e gli piaceva assistere a quelle rare occasioni in cui lo vedeva sereno e rilassato, come se non avesse il peso sulle spalle di una nave da portare avanti.
<< Qualcuno di voi ha visto Stede ed Edward? >> domandò Jenkins finendo l'ultimo dolcetto.
<< Dopo il bacio che si sono dati temo che non li vedremo per parecchio >> commentò un ragazzo.
<< Se Barbanera mi baciasse in quel modo faticherei anche io a lasciare la stanza. >>
<< Margaret! Guarda che io sono qui >> l'ammonì uno dei suoi fidanzati.
<< Oh caro non farla tanto lunga, se fossi stato tu al posto del biondino a quest'ora non staremmo qui a parlarne >> rispose lei divertita e ancora con lo sguardo sognante, perso in chissà quale fantasia con protagonista il pirata più temibile di tutti i tempi, dopo qualche tempo lo sguardo della donna ricadde sul primo ufficiale, che era nella stessa posizione con gli occhi incollati sul suo capitano, si avvicinò quatta e con un ghigno furbetto.
<< Finirai per sciuparlo >> gli disse.
Lui sussultò rivolgendole attenzione.
<< Come? >>
<< Non gli hai staccato gli occhi di dosso per un secondo, sembra tu abbia paura che scompaia. >>
Fernando rimase scosso da quelle parole, non si era reso conto di essersi incantato e non gli era nemmeno passato per la testa che il suo comportamento potesse essere notato da qualcuno, se ne andò infastidito, forse perché la donna aveva colto il punto prima ancora che lo facesse lui.
David si rese conto dell'improvvisa fuga dell'amico, così dopo aver ringraziato nuovamente gli altri per i dolci lo seguì all'esterno, raggiungendolo subito, lo vide con un'aria pensierosa e capì di averci visto giusto, c'era qualcosa che lo preoccupava.
<< Hey, sei fuggito via... >>
<< Qualcosa ti ha messo a disagio? >>
Il primo ufficiale sospirò voltandosi poi verso il suo capitano.
<< No...Cioè sì, forse >> quella risposta ovviamente servì solo a mandare più in confusione David, che lo guardò piegando la testa di lato, si erano sempre detti la verità loro due, anche quando si trattava di una scomoda, e Fernando non voleva iniziare a nascondergli le cose ora, era così che si rovinavano i rapporti, lo aveva visto succedere diverse volte e lui non voleva accadesse, perciò anche se si sentiva in imbarazzo e non sapeva come l'avrebbe presa l'amico, decise di parlare.
<< Margaret mi ha detto che ti guardavo come se...avessi paura che scomparissi. >>
Le guance di Jenkins si colorarono di una lieve sfumatura purpurea, le pupille si dilatarono e un sorriso gli nacque spontaneo, ma siccome l'altro non sembrava essere a suo agio decise di non prendere troppo sul serio quella rivelazione e tentò di tranquillizzarlo.
<< Sai che a Margaret piace esagerare... >>
<< E' la verità >> confessò Fernando.
<< Io temo di vederti scomparire sotto i miei occhi >> le sue parole uscirono vibrando a causa del peso di quella verità appena trapelata, le labbra del capitano si stirarono in un angolo verso l'alto, quasi fosse incredulo e non comprendesse la vera portata di quella frase.
<< Ma io sono qui e non scomparirò, te lo assicuro >> disse David cercando nello sguardo dell'amico un cenno.
<< Adesso ci sei, ma quando eri sulla Fenice...- >>
<< La Fenice non ci darà più problemi >> affermò, sorprendendo il primo ufficiale che sbatté le palpebre più volte, non essendo certo di aver sentito bene.
<< Che significa? >>
<< E' perita per sempre, l'ho lasciata bruciare >> rispose il capitano.
<< Perché? >>
<< Te lo avevo promesso Fernando, e quello era il momento che io mantenessi la parola. >>
Il primo ufficiale corrugò le sopracciglia spostando lo sguardo verso il basso.
<< Quindi non...- >>
<< Dovremmo trovare altri modi per cavarcela >> disse Jenkins attirando lo sguardo del compagno di viaggio.
<< Io credevo che mi sarei sentito sollevato. Ora mi odierai perché...- >>
<< Dio Fernando perché dovrei odiarti? >>
<< Tenevi a quella nave >> rispose con gli occhi lucidi e preoccupati.
David fece un passo verso di lui.
<< Tengo di più a te idiota >> disse sollevando il mento per guardarlo bene negli occhi.
<< E non voglio morire come uno stupido senza prima... >>
Fernando deglutì, il cuore gli stava esplodendo nel petto.
<< Senza prima? >> chiese impaziente.
<< Io non lo so che cosa sta succedendo tra noi due >> si passò una mano tremante sulle labbra prima di continuare, i suoi occhi azzurri brillavano ma avevano anche una sfumatura più scura, che rappresentava il timore che provava nell'esporsi.
<< Ma lo voglio scoprire Fernando, è l'unica cosa di cui sono sicuro al momento. >>
Era rimasto senza parole, lo fissava a bocca aperta, chiedendosi se stava sognando o se la sua mente lo stava prendendo in giro, ma David era davanti a lui e dall'espressione che aveva sembrava star aspettando una sua risposta.
Si leccò le labbra prima di parlare.
<< Anche io lo desidero >> sussurrò, il capitano sorrise sentendosi sollevato.
<< A qualunque cosa sia, anche se dovesse solo confermare la nostra amicizia >> disse allungando una mano, il primo ufficiale gliela strinse senza esitazioni.



...


<< Stede raccontaci una storia! >>
<< Sì per favore, sei così bravo. >>
Il pirata squadrò quei volti sorridenti che lo attendevano, si alzò in piedi sistemandosi i pantaloni e raggiunse un vecchio barile, che ormai era stato adibito a sedia d'emergenza, con un saltello si accomodò accavallando le gambe.
<< Vediamo cosa potrei raccontarvi...Ah ci sono! >>
<< Vi racconterò di quando ho pugnalato il più temibile e pericoloso pirata della storia >> disse entusiasta, Edward che era rimasto in fondo, appoggiato a una colonna spalancò gli occhi non aspettandosi certo che il biondo avrebbe preso spunto da una vicenda realmente accaduta.
<< Ohh >> fece eco la ciurma.
<< Comincia! Comincia! >>
<< Era notte fonda, tirava uno strano venticello e l'atmosfera sembrava stregata, all'improvviso sulla mia nave compare quest'individuo che mi punta un pistola contro! >> enfatizzava la narrazione con gesti delle mani e il suo timbro era perfetto per far immedesimare i presenti nel racconto.
<< E che ha fatto ti ha sparato? >> domandò qualcuno.
Stede lanciò uno sguardo divertito a Barbanera, che si avvicinò curioso di sentire che cosa si sarebbe inventato, prese posto seduto su una di quelle tovaglie a gambe incrociate.
<< Voleva farlo, ma io ho estratto la mia spada e con una corsa feroce l'ho infilzato come uno spiedino! >>
<< Doveva essere davvero cattivo per minacciarti con una pistola senza prima avvertirti >> convenne uno dei ragazzi.
<< Oh no era adorabile >> disse il biondo chinandosi in avanti con il busto e facendo una smorfietta con il viso.
<< Solo che aveva avuto una brutta giornata, per questo era tanto nervoso. >>
<< Anche io quando la giornata va storta ho voglia di sparare a qualcuno >> rifletté ad alta voce una donna, il compagno di viaggio che le era accanto la guardò preoccupato e si scostò di qualche centimetro, giusto per sicurezza.
<< E dopo che lo hai pugnalato che cosa hai fatto Bonnet? >>
Il pirata gentiluomo si stupì che fosse stato proprio Edward a parlare, ma lo accontentò con gran gioia.
<< Bè io ho sfilato la spada dal suo fianco... >>
<< E' stata un'impresa davvero ardua, non è facile come sembra. >>
<< Dopo che è successo? >> chiese un altro.
<< Lui mi ha...supplicato di risparmiarlo. >>
Barbanera scoppiò a ridere.
<< Ma davvero? Io la ricordo diversamente questa storia. >>
<< Ehi non è che il pirata cattivo era proprio Edward? >> domandò Isabelle che stava seduta in alto, dondolando le gambe.
<< No perché E d w a r d  non c'era >> rispose con una vocetta irritata e acuta Stede.
A quel punto proprio lui si alzò in piedi avvicinandosi a passo lento verso il biondo, che lo guardò con aria interrogativa.
<< Il pirata gentiluomo ha ragione, Edward non c'era, ma Barbanera sì >> disse, si aprì la giacca e sollevò la maglia nera mostrando a tutti la cicatrice che aveva sul fianco, la ciurma rimase impietrita per qualche secondo, poi si innalzò un coro di "ohhh."
<< Ma allora è vero, hai pugnalato Barbanera. >>
<< Wow tu si che sei forte. >>
<< Hai capito il biondino... >>
Stede non fece caso ai commenti, troppo impegnato a fissare l'amico che gli era accanto, anche lui a sua volta lo fissava con un ghigno beffardo.
<< Volevi il tuo momento di gloria Bonnet, ora lo hai avuto. >>
Intanto le due colonne portanti della nave, David e Fernando, osservavano quella scena da lontano.
<< Ti prego dimmi che possiamo tenerli, almeno Stede, guarda i nostri uomini come stanno buoni, non li ho mai visti così tranquilli >> disse il primo ufficiale osservando ammirato i due pirati.
<< Lui ci sa fare, solo che dovresti chiedere a Barbanera, non credo sia così incline a lasciare il suo pirata gentiluomo, ma se volessero restare entrambi non ci sarebbero problemi >> affermò Jenkins incrociando le braccia e sorridendo compiaciuto, poi si voltò verso l'amico.
<< Grazie per aver organizzato tutto Fernando, ai ragazzi ci voleva proprio. >>
<< Figurati David, non devi ringraziarmi. Anche tu avresti bisogno di riposare. >>
<< Quando avremo risolto tutto lo farò >> rispose il capitano.
L'amico annuì.
<< A proposito di questo, vado con due uomini a perlustrare i dintorni. >>
<< Fate attenzione >> lo avvertì David.
Il pic-nic procedé in serenità, tra canzoni suonate a basso tono, altre storie e brevi danze, la ricognizione all'esterno non riportò alcun pericolo ma comunque venne deciso di lasciare qualcuno di guardia sia fuori dalla grotta che sulla nave per tutta la notte, era importante che rimanessero al sicuro senza essere visti da nessuno per almeno qualche giorno e fortunatamente quel luogo era poco frequentato, cosi avevano tutto il tempo di procedere con la seconda parte del piano.
Data l'impossibilità di prendere sonno Stede decise di arrampicarsi sul cestello di vedetta, era lì da un po' quando venne raggiunto da una piacevole compagnia.
<< Ecco dov'eri finito. >>
<< Ed... >> 
Barbanera prese posto accanto a lui, che lo guardava con un timido sorriso.
<< Che stai facendo qui sopra? >>
<< Oh io, fingo che i riflessi d'acqua sulle rocce siano stelle >> rispose il biondo, lo sguardo di Edward si fece più intenso, le sue labbra si stirarono in un lieve sorriso, poi i suoi occhi si spostarono verso l'alto.
<< Bè con un po' di fantasia... >>
<< Mi manca poter guardare il cielo, anche se è solo un giorno che non lo vedo >> ammise Stede osservando quelle tenui luci che si specchiavano.
<< Non ti ho mai visto farlo sulla Revenge. >>
Il pirata gentiluomo si girò verso di lui.
<< Non lo facevo infatti, ma penso che avrei dovuto. >>
<< Cos'hai in mano? >> domandò Barbanera arricciando la radice del naso, sentendo che la conversazione si stava spostando su un filone troppo intimo e personale.
<< L'arancia pietrificata, io... >> si leccò le labbra e spostò lo sguardo in basso mentre si rigirava l'oggetto tra le mani.
<< Avevo chiesto a Fernando di darla a te nel caso non fossi tornato >> le sue spalle erano rigide e sollevate, una risposta corporea in netto contrasto al suo stato d'animo, come se il suo organismo fosse abituato a reagire in un certo modo.
<< Sai con tutto quel fuoco, le cose potevano precipitare in qualsiasi momento. >>
<< Gli avevo chiesto anche di dirti che ti amo, ma questo lo sai già. Forse quando sai di star andando verso la morte, la prima e l'ultima cosa a cui pensi sono le persone a cui tieni di più, mi sei venuto in mente solo tu Ed e...- >>
Edward gli avvolse il braccio intorno alle spalle come quella volta in spiaggia, Stede si voltò incuriosito e lui posò le labbra sulle sue chiudendo la distanza che si era creata, quel bacio era identico al primo, con l'unica differenza che erano entrambi diventati persone diverse, le palpebre del biondo si chiusero istintivamente e premette maggiormente sulla bocca dell'altro cercando più contatto, non solo perché lo desiderava, ma anche per far capire a Barbanera che era ciò che voleva e non ambiva ad essere in nessun altro posto, con nessun altro.
Si staccarono piano, con delicatezza, quasi temessero che se avessero aperto gli occhi troppo in fretta avrebbero potuto rompere o spezzare quello che si era creato, le palpebre del pirata gentiluomo sfarfallarono prima di sollevarsi, il volto era una manifestazione dei sentimenti che provava, perso all'interno delle perle liquide dell'altro, innamorato del suo sapore e profumo.
Barbanera invece, era più serio, quasi insicuro su cosa aspettarsi, ma l'espressione del biondo fu sufficiente a far cadere tutte le barriere che aveva eretto, gli prese l'arancia dalle mani con una dolcezza che non era più abituato a usare, e decise nuovamente di aprire il suo cuore, mettendo a repentaglio la sua anima e a rischio il suo intero essere, ma per lui ne valeva la pena, per Stede Bonnet sarebbe sempre valsa la pena.
Osservò quel pezzo di roccia che gli riportava alla mente vecchi ricordi lontani, di quando ancora le cose erano migliori, e lui stava vivendo quello che in vita sua non aveva mai sperimentato, da quando aveva conosciuto quel pirata vestito di abiti preziosi aveva capito che tagliare la testa alle tartarughe o mutilare qualcuno non era vera felicità o divertimento, per questo immaginarsi una vita senza Stede gli faceva paura, lo terrorizzava al punto di non averci dormito la notte.
<< Se quel tipo si fosse presentato consegnandomi questo affare, dicendomi che eri morto, io...Io non lo so cosa sarei diventato, probabilmente la parte peggiore di me sarebbe venuta fuori, avrei liberato il...mostro. >>
<< Oh Ed non dire così... >>
<< E' la verità >> disse guardandolo negli occhi, il biondo si zittì deglutendo.
<< Tu non c'eri quando sono tornato sulla Revenge, ero furioso, con il desidero di strangolare chiunque, poi quando sono salito sulla nave quella rabbia si è trasformata in tristezza, in seguito ho capito che se fossi tornato ad essere chi ero, non avrei più permesso a nessuno di farmi sentire così. A quel punto ho deciso di tornare sulla Queen come Barbanera, e da quel momento ho perso ogni giorno una parte di me, temo la persona che diventerei se tu... >>
Il pirata gentiluomo gli posò una mano sulla sua.
<< Non ho intenzione di andare da nessuna parte >> gli disse cercando il suo sguardo.
Edward non rispose a quell'affermazione, concentrato sul discorso che voleva fare.
<< Sono venuto qui perché volevo dirti una cosa, pensavo sarebbe stato facile, perché io non voglio... >> strinse gli occhi e sospirò. 
<< Bonnet io non voglio rinunciare a noi due. >>
Lo sguardo del biondo si fece più ampio, drizzò le spalle lentamente rivolgendo all'amico tutta la sua attenzione.
<< Credevo di poterlo fare, quando pensavo di odiarti, e forse anche quella era una bugia, io non ti ho mai odiato però mi sono reso conto che non posso nemmeno avere quello che vorrei. Non subito almeno... >> Barbanera strinse le labbra, due goccioline limpide si erano formate agli angoli degli occhi.
<< Io non riesco a capire Ed... >> sussurrò Stede, con la voce tremante, sentiva nella gola formarsi un nodo e non sapeva il motivo ma quella conversazione gli stava facendo paura.
<< Quello che sto cercando di dirti è che prima di iniziare qualunque cosa, devo capire fino a che punto potrei sopportare una tua perdita, in cosa mi trasformerebbe... >>
Il cuore del gentiluomo batteva all'impazzata, voleva fermare quel discorso ma non sapeva come, sentiva solo che Edward stava per essere risucchiato dai suoi fantasmi e lui non poteva impedirlo, era inerme, in attesa di accettare il suo destino.
<< Il punto è che ho rischiato davvero di non rivederti mai più, saresti potuto morire, e a quel punto io sarei diventato...- >>
<< Non avresti fatto niente Edward, tu non sei...- >>
Gli occhi scuri di Barbanera lo fissarono.
<< Un mostro? >>
Stede dischiuse le labbra, tremavano, la sua gola non aveva la forza di emettere alcun suono.
<< Non ti sto dicendo addio Bonnet. >>
<< E allora cosa, perché a me sembra proprio questo >> strinse le labbra ingoiando il magone.
<< E' con me stesso che devo fare i conti ora, non c'entri tu, non direttamente. Ti ho perdonato cazzo e farlo è stata la cosa più difficile, mi dispiace anche di averti dato quel pugno... >> respirava a fatica mentre quelle parole uscivano affilate come lame.
<< Puoi darmene altri cento se vuoi... >> piagnucolò il biondo in un tentativo disperato di non lasciarlo andare.
Edward scosse la testa quasi sorridendo.
<< Io non voglio darti un pugno, voglio dirti di sì >>
<< Ma non adesso. >>
Il pirata dai capelli dorati cominciava a capire, Barbanera non gli stava dicendo di no, non lo stava rifiutando ma aveva bisogno di spazio per comprendere se stesso più a fondo, e probabilmente lui non avrebbe potuto fare molto, in quanto ci sono determinate cose con le quali se non fai pace tu, nessuno può farlo al posto tuo.
<< Potremmo prenderci una pausa >> suggerì Bonnet, era una scelta matura secondo il suo ragionamento, meglio che mettersi a sbattere i piedi rischiando di creare ancora più danno, come aveva già fatto in passato, prendendo decisioni con la paura invece che con il cuore.
<< Una pausa? >> domandò Edward.
<< Sì, serve a riflettere, due membri dell'equipaggio lo hanno fatto e...- >>
<< E' servito? >>
Stede fece una piccola smorfia.
<< Bè tecnicamente ci sono ancora dentro, ma...almeno non litigano. >>
Barbanera lo guardò pensieroso poi i suoi occhi si spostarono lontano, osservando il niente e il tutto allo stesso tempo.
<< E durante questa pausa noi... >>
<< Possiamo essere solo amici >> rispose Stede sollevando appena le spalle.
<< Sarebbe un po' come ricominciare tutto da capo... >> rifletté Edward.
<< Non esattamente, perché in qualunque momento noi possiamo riprendere da dove ci eravamo interrotti >> spiegò il biondo, la preoccupazione che lo aveva colto prima era in parte passata, avendo compreso le parole dell'amico, non che si sentisse totalmente tranquillo ma avere qualcosa era meglio che essere in stallo, bloccati in una situazione dove a stento si parlavano.
<< Dov'è che ci saremmo interrotti, giusto per essere chiari >> domandò il capo della Queen Anne, girando il viso verso l'amico.
<< Proprio qui >> disse il gentiluomo allungandosi verso di lui, gli posò una mano sulla guancia e lo baciò delicatamente sulle labbra, poi gli diede un bacio anche sulla fronte e infine ritornò al suo posto guardandolo con un sorriso, Edward deglutì ma prima che potesse dire qualcosa fu il biondo a parlare.
<< Adesso devo andare, David ha detto che deve parlarmi di una cosa importante >> si calò lungo la rete senza dare tempo all'altro di rispondere, una volta da solo il pirata si infilò le mani tra i lunghi capelli brizzolati e si lasciò cadere all'indietro appoggiando la schiena contro il palo di legno, sospirò frustrato.


...

Una settimana dopo...

<< Signor Jenkins, lei fa parte di un'importante e conosciuta famiglia, tuttavia ha deciso di prendere una strada completamente diversa, mi sono spesso domandato il motivo ma poi quando i doveri si accumulavano fino a soffocarmi comprendevo la sua decisione >> stava seduto morbidamente sulla sua sfarzosa sedia, con una gamba allungata in avanti, e le mani appoggiate ai braccioli, qualche volta ne muoveva una ma sembrava quasi gli pesassero.
<< Ricordo bene il giorno in cui lei è venuto da me, così giovane e determinato, tutti quelli che vengono solitamente si presentano con le stesse, noiose richieste, ma lei no >> a quel punto si mise seduto composto, facendosi avanti con il busto.
<< Mi ha incuriosito sin da subito, con il suo desiderio di fare del bene, accogliendo i...meno fortunati diciamo così, ma anche criminali e persone poco adattate alla società, ho acconsentito alla sua idea ma ammetto di aver pensato che avrebbe fallito, invece, incredibilmente non è stato così >> fece un leggero sorriso, con le sue labbra carnose, quasi compiaciuto.
<< Ora la ritrovò qui, dopo aver deliziato la mia persona con il suo adorabile spettacolo un anno fa, a dirmi che la sua nave è bruciata e con essa molti dei suoi uomini, tra i quali il più temuto pirata di tutti i tempi e il suo...come si faceva chiamare? >> domandò rivolgendosi al suo assistente, che stava alla sua sinistra.
<< Uhm... >>
<< No non dirmelo >> lo zittì con un gesto della mano.
<< Ci arrivo da solo >> si mise a riflettere con aria pensosa, ma evidentemente nulla, nemmeno un indizio arrivava alla sua memoria.
<< Stede Bonnet >> ringhiò stringendo i pugni, l'altro uomo in piedi alla sua destra.
<< Conosciuto anche come pirata gentiluomo alla feccia come lui >> aggiunse con disprezzo.
<< Pirata gentiluomo... >> scosse piano la testa dai lunghi capelli boccolosi, un'espressione confusa comparve sulla sua faccia.
<< Mai sentito nominare, ma Stede Bonnet sì, è stato catturato con Barbanera, sicuro ammiraglio che questo pirata gentiluomo e Stede Bonnet siano la stessa persona? >>
L'ammiraglio annuì nervosamente.
<< Ne sono certo. >>
<< D'accordo bè ha poca importanza adesso, visto che entrambi i pirati, a detta del signor Jenkins sono morti. >>
<< Sono sciocchezze, il signor Jenkins qui... >> Badminton si mosse spostandosi verso David e indicandolo.
<< Sta mentendo a tutti noi. >>
<< Lasciamolo dire a lui, inoltre vorrei sapere perché ci ha tenuto tanto a venire qui e avvisarmi di quanto accaduto >> disse incrociando le mani tra loro.
David si schiarì la voce tentando di mantenere il controllo.
<< Sua maestà la ringrazio per avermi concesso...- >>
<< Piantala con queste sciocchezze Jenkins e parla! >> gridò l'ammiraglio, che venne però ammonito dal re con un'occhiataccia e un gesto della mano.
<< Proceda pure >> lo incoraggiò il sovrano rivolgendo nuovamente l'attenzione a David.
<< Avevamo un accordo, visto e considerato che io avrei fatto salire a bordo della mia nave persone che in qualche modo avevano avuto problemi con la legge...- >>
<< Criminali >> specificò stringendo un pugno Badminton, fissava il capitano della Emily con un impetuoso odio.
<< Ammiraglio se lo interrompe un'altra volta la farò accompagnare in cella >> lo avvisò il sovrano, Jenkins trattenne a stento un sorrisetto e si apprestò a continuare il suo discorso.
<< Ho giurato che l'avrei tenuta al corrente se fossero avvenuti accadimenti particolari, così è stato ma non ho fatto in tempo a giungere qui per via di ciò che è accaduto durante il mio viaggio. Ho scelto di accogliere Stede Bonnet tra il mio equipaggio, perché ho ritenuto fosse stato vittima di eventi più grandi di lui che non aveva saputo gestire, sarei venuto personalmente ad avvisarla se Edward Teach non ci avesse attaccati. >>
L'ammiraglio stava bollendo dalla rabbia, mentre il re piegò la testa incuriosito.
<< Barbanera vi ha attaccati signor Jenkins? >>
<< Sì. Non credo sapesse della presenza di Bonnet, quando lo ha visto a bordo si è scagliato contro di lui, da quel gesto ho immaginato non fossero rimasti in buoni rapporti, presto le cose sono precipitate, i miei uomini hanno avvistato le navi della marina e Barbanera ha deciso di mandare via una parte dei suoi, mentre lui e altri sono rimasti sulla nostra nave. Teach ci ha costretto sotto minaccia di nasconderlo insieme a Stede, mentre i suoi uomini rimasti si sarebbero mischiati ai miei, e se qualcuno di noi avesse parlato ha minacciato di ucciderci, inoltre Barbanera aveva preso in ostaggio la più giovane della mia ciurma. Temevo l'avrebbe uccisa, per questo ho taciuto quando il qui presente ammiraglio Badminton mi ha chiesto di Bonnet e Teach. >>
<< Sua maestà chiedo il permesso di parlare. >>
<< Prego ammiraglio >> rispose il re piegando la testa e facendo un cenno con la mano.
<< Io ho ragione di ritenere che le parole di quest'uomo siano tutte menzogne, mi ha mentito guardandomi in faccia, dicendo che Bonnet era fuggito e Barbanera non era presente al momento dell'attacco, se fosse vero ciò che ha raccontato adesso, perché non ci ha chiesto aiuto? Io e la mia flotta eravamo sicuramente più numerosi degli uomini di Teach rimasti sulla nave, avremmo potuto sconfiggerli e invece lui ha scelto di mentire. >>
Il sovrano rivolse lo sguardo a David.
<< Ho avuto paura, temevo per la mia ciurma, l'unico errore che ho commesso è stato quello di essere semplicemente un uomo spaventato, voi tutti conoscete le imprese di Barbanera, viene chiamato il flagello dei mari per un motivo, i suoi uomini ci tenevano sotto tiro e se io avessi parlato...Loro avrebbero ucciso qualcuno dei miei, e io con tutto il rispetto che ho per la marina ma non potevo permettere che venisse loro fatto del male, a nessuno. >>
L'ammiraglio si rivolse a Jenkins con un ghigno.
<< Comunque ha finito per perderli lo stesso, almeno una parte di essi, nell'incendio. >>
David abbassò lo sguardo e strinse i pugni.
<< Sì. >>
<< Questo è ciò che succede a chi protegge i criminali >> sputò Badminton con fare dispregiativo.
Il capitano della Emily fissò il re con i suoi profondi occhi azzurri.
<< Ormai anche io sono diventato uno di loro, sono qui per questo, sono qui per costituirmi consapevole che mentire alla marina è reato, ma io non l'ho fatto come crede l'ammiraglio per proteggere Stede Bonnet, se quello fosse stato il mio intento avrei tentato una mediazione senza bisogno di escogitare niente, io ho solo tentato di proteggere il mio equipaggio. Ad ogni modo accetto il mio destino, è giusto che io venga punito. >>
Il sovrano rimase in silenzio per qualche istante, ponderando le parole da dire o semplicemente che cosa fare, il suo volto era privo di espressioni ma si potevano quasi udire gli ingranaggi che si arrovellavano nella sua mente, tutto d'un tratto sbatté le mani sulle ginocchia e si rivolse a David.
<< Lei non sarà punito né arrestato signor Jenkins. >>
<< Cosa? >>
<< Come? >>
Chiesero in coro David e Badminton.
<< Ha mentito alla marina! >> ringhiò l'ammiraglio.
<< Sì bè aveva le sue buone ragioni, il signor Jenkins è stato sempre un uomo integro, non ha mai dato problemi di alcun tipo, per questo io non ho intenzione di ordinarne la cattura. >>
<< Ci sta prendendo in giro tutti quanti! Ha protetto un assassino e probabilmente lo sta ancora facendo >> gridò Badminton facendo un passo avanti e indicandolo, lui lo scrutò serio con i suoi occhi chiari come il cielo e scosse la testa.
<< Non sa quanto si sbaglia ammiraglio. >>
<< Sua maestà lei non capisce...- >>
<< Mi sta dando dello stupido ammiraglio Badminton? >> domandò il re, poi sbuffò e si porto una mano sulla fronte.
<< Ne ho abbastanza, portatelo in cella >> ordinò.
<< COSA!? Io in cella, dovrebbe andarci questo qui... Lasciatemi! >> si agitò l'uomo mentre veniva portato via dalle guardie, David si voltò a guardarlo poi tornò con lo sguardo sul re.
<< Vediamo se lo aiuta a calmarsi >> borbottò a bassa voce il sovrano, poi rivolse l'attenzione al capitano della Emily che raddrizzò le spalle, scese lentamente dal suo trono e si avvicinò a lui con un'espressione soave sul volto.
<< Mio caro Jenkins, mi auguro di rivederla per il mio compleanno, con uno dei suoi piacevoli spettacolini. >>
<< Probabilmente ci fermeremo per un po', ma saremo di nuovo pronti per quel giorno, non me lo perderei per nulla al mondo sua maestà e inoltre io la vorrei rin...- >>
Il re fece un gesto con la mano, sollevando due dita.
<< Shh, non ce n'è bisogno, vada pure >> e si ritirò sulla sua elegante sedia, posandosi mollemente sopra e accennando un sorriso, Jenkins si guardò intorno, poi annuì congedandosi, cercò di non affrettare il passo mentre veniva scortato lungo quegli immensi saloni, il cuore gli batteva forte, sentiva le gambe tremargli e aveva una gran voglia di urlare la felicità che stava provando ma doveva trattenersi, una volta fuori dal palazzo raggiunse il porto, dove il primo ufficiale lo stava aspettando con una scialuppa, quando lo vide arrivare un sorriso si aprì spontaneo sotto i suoi baffoni scuri ma anche lui mantenne un tono, nel caso qualcuno li stesse tenendo d'occhio.












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Capitolo 9
*** Capitolo nove ***


Capitolo nove


Il capitano e il primo ufficiale salirono sulla scialuppa con la quale avrebbero raggiunto la loro nave che li aspettava a largo, David era pallido ma tutto sommato stava bene, strinse forte con le mani la panca su cui era seduto e abbassò la testa buttando fuori l'aria dalla bocca.
<< Dio Fernando se il re dovesse scoprire l'enorme bugia che gli ho rifilato finirò impiccato o in prigione. >>
<< Nah il re ti adora. >>
Jenkins sollevò il volto.
<< Già è vero mi adora, ma ho temuto sul serio di finire in cella >> confessò appoggiandosi con il gomito al lato dell'imbarcazione.
<< In quel caso ti saremmo venuti a salvare >> disse Fernando remando con intensità, alcune goccioline di sudore gli scivolarono lungo le tempie.
<< E questo è esattamente il motivo per cui mi spaventava essere incarcerato, avreste commesso qualche sciocchezza solo per tirarmi fuori. >>
Il primo ufficiale smise di remare per un attimo e i suoi occhi si specchiarono in quegli azzurri dell'altro.
<< Sei nostro amico e il nostro capitano, pensi davvero che ti avremmo lasciato lì? >>
<< Avreste dovuto farlo, ve lo avevo ordinato >> rispose David sulla difensiva.
Fernando sbuffò alzando gli occhi al cielo.
<< Hai appena sbuffato davanti al tuo capitano Fernando? > domandò Jenkins sollevando il sopracciglio con aria divertita.
<< Puoi giurarci, se non sbaglio, in tua assenza io prendo temporaneamente le tue veci, quindi sta a me decidere cosa fare o non fare e se anche un qualche disturbo mentale mi avesse convinto a non intervenire in tuo soccorso, ci avrebbe pensato la tua figlioccia a usarmi come cannone per sfondare i muri della cella, e la ciurma mi avrebbe ammutinato pur di venirti a salvare. >>
L'espressione di David si addolcì, poi sospirò guardando il mare.
<< Non dovevo permettervi di affezionarvi così tanto a me. >>
<< Bè troppo tardi Jenkins >> replicò con un sorrisetto, il capitano gli rifilò un leggero calcetto.
<< Non chiamarmi per cognome, sai che lo detesto >> lo ammonì fintamente indignato.
<< E tu smettila di dire sciocchezze capitano. >>
<< Comunque tra un anno abbiamo appuntamento con il re, vuole uno spettacolo per il suo compleanno >> lo informò David, il primo ufficiale emise un mugolio frustrato piegando la testa all'indietro per poi guardare il suo capo con l'espressione di un cucciolo abbandonato.
<< Dobbiamo proprio? >>
<< Sì che dobbiamo Fernando, è il nostro lavoro. Non capisco perché ti pesa tanto. >>
L'amico smise nuovamente di remare.
<< Dovrò sorbirmi due ore del nostro caro sovrano che ci prova con te! >>
David iniziò a tossire sbattendo le palpebre.
<< Ma che dici, ti ha dato di volta il cervello? E' del re che stai parlando >> sibilò Jenkins guardandosi intorno, come se qualcuno avesse potuto sentirli pur essendo circondati dal mare.
<< Ti lancia certi sguardi ammiccanti David, mi meraviglio che tu non te ne sia mai accorto. >>
<< E' ridicolo, di piuttosto che non ti va. >>
<< Non mi va, contento adesso? >> domandò irritato il primo ufficiale.
<< Ci voleva tanto? >> non fece in tempo a porre quella domanda che Fernando riprese a parlare non riuscendo a trattenersi.
<< Non mi va di assistere impotente al re che cerca di farti diventare il suo giullare di corte, cercando di convincerti a rimanere come suo giocattolino privato, solo perché ha una gigantesca infatuazione per te, della quale anche un cieco si accorgerebbe, ma evidentemente l'unico a non rendersene conto sei tu. >>
Jenkins era rimasto a bocca aperta, non poteva credere alle sue orecchie.
<< Io valgo molto di più di un semplice giullare >> sbottò indignato.
<< Certo che vali di più David, era solo un esempio. >>
<< Tu vedi cose che non ci sono Fernando, e mi aspetto ti comporti bene quando saremo lì. >>
Il primo ufficiale strinse più forte i remi, irritato.
<< E tu non riesci a vedere al di là del tuo naso, perché se ti sforzassi...- >>
<< Non avremo questa conversazione adesso Fernando, mentre siamo in mezzo all'oceano e con gli altri che ci aspettano, quindi per favore riprendi a remare e andiamo. >>
<< Bene! >> rispose il primo ufficiale e con un borbottio ricominciò a spingere i remi nell'acqua.
<< Bene. >> Ribatté David.
A quel punto l'amico tuffò un remo in acqua e lo spinse in modo che un getto finisse addosso a Jenkins che sussultò allargando le braccia.
<< Sei proprio un moccioso lasciatelo dire >> lui con la mano ricambiò il gesto schizzandolo più volte, Fernando si agitava ed entrambi scoppiarono a ridere mentre tentavano di bagnarsi.
<< Smettiamola o finiremo per far rovesciare la barca >> disse il capitano mentre la risata lentamente scemava.
<< Tregua capitano? >> si guardarono, nei loro occhi c'erano ancora le tracce del divertimento di poco prima.
<< Direi di sì, andiamo a dare la buona notizia ai nostri amici pirati. >>
Fernando si rimise a remare fino a quando non raggiunsero la loro nave, che li attendeva pacifica e baciata dal sole, ondeggiando come se gli ultimi giorni non l'avessero affatto toccata, era sempre bella la Emily e David non avrebbe mai voluto separarsi da lei, per questo sceglieva sempre i migliori materiali per ripararla e la sottoponeva a controlli periodici per essere certo che avrebbe viaggiato al suo fianco ancora a lungo.


...


<< E così quell'idiota si è fatto sbattere in cella >> la risata secca di Edward riecheggiò per tutta la nave, quella vicenda aveva avuto un finale davvero inaspettato, quelli che dovevano finire giustiziati erano lui e Stede, mentre alla fine dietro alle sbarre ci era finito proprio quello che dava loro la caccia.
<< Sì ma penso sia una cosa temporanea >> spiegò il capitano.
<< Voi due dovreste tentare di dare poco nell'occhio momentaneamente, e probabilmente andare molto lontano da qui, dove lui non può trovarvi. Sapete non penso abbia creduto alla balla della vostra morte, non sta a me dirvi che cosa fare ovviamente però mi sento di consigliarvi prudenza, anche se per un po' immagino possiate stare tranquilli. >>
<< Grazie David, il tuo aiuto...Il vostro aiuto è stato di inestimabile valore, non credo che troverò mai il modo di ringraziarvi abbastanza >> disse il pirata gentiluomo con un velo di commozione che accompagnava le sue parole.
<< Sì amico io ti ho giudicato male, pensavo non valessi niente senza offesa, e ce l'avevo con te perché...- >>
<< Perché eri geloso di Stede >> saltò su Isabelle rischiando di far andare a fuoco Bonnet, che arrossì vistosamente.
<< Isabelle >> l'ammonì Jenkins.
<< No, la ragazzina ha ragione >> rispose Edward scuotendo appena la testa, catturandosi le occhiate dei presenti, lei sorrise vittoriosa incrociando le braccia.
<< Mi sono comportato da idiota mentre tu sei andato davanti al fottuto re rischiando la tua libertà per noi, non sono solito farlo ma vorrei accettassi le mie scuse >> allungò la mano ricoperta dal guanto che faceva intravedere le dita, David sorrise sorpreso e la strinse a sua volta, anche Stede sorrideva dolcemente, orgoglioso di quel gesto.
<< So che l'ho già detto mille volte, a te Stede in particolare, ma ci tengo a dirlo a entrambi, le porte della mia nave rimarranno sempre aperte per voi, se volete rimanere o tornare sappiate che ci sarà sempre un posto tra noi. >>
In uno slancio di tenerezza il pirata gentiluomo lo strinse in un abbraccio.
<< Sei un vero amico David. >>
<< E tu sei una delle persone migliori che abbia mai conosciuto >> disse dandogli pacche affettuose sulla parte superiore della schiena, dopo quel bel abbraccio si separarono e il capitano si schiarì la voce pronto a dire qualcosa che sicuramente sarebbe piaciuto al suo equipaggio.
<< Allora ciurma dopo questa faticosa avventura direi che ci meritiamo tutti una bella pausa. >>
Si alzò un coro di sì, uomini e donne si abbracciarono inneggiando all'idea, non avevano toccato terra per parecchio tempo e tutti loro avevano bisogno di fare una bella passeggiata, guardare bancarelle di dubbio gusto e mangiare in qualche locanda qualcosa diverso dal pesce e dalla frutta.
<< Vedo che siete tutti d'accordo >> affermò Jenkins mettendosi le mani sui fianchi, sfoderando il migliore dei suoi sorrisi.
Mentre l'equipaggio continuava allegramente a spintonarsi, Edward si avvicinò al capitano attirando la sua attenzione.
<< Ehm...David...potrei parlarti un minuto? >>
<< Certo dimmi pure >> gli posò una mano poco al di sotto della spalla e insieme si allontanarono dal chiasso, Stede che aveva notato i movimenti avrebbe tanto voluto sapere che cosa avevano da dirsi ma venne trascinato via da Isabelle, che gli chiese di aiutarla con la spada, e lui da vero gentiluomo non poté rifiutarsi anche se la sua mente era tutta da un'altra parte, all'uomo di cui era innamorato che si allontanava con un altro, la sua non era vera e propria gelosia, ma quei due non si erano mai parlati veramente da soli e quel semplice fatto era sufficiente a riempirgli la testa di dubbi.
Quel cruccio gli durò fino a sera quando vedendo il frutto delle sue pene seduto sull'amaca di cui aveva rivendicato la proprietà, che dondolava i piedi, decise di affrontarlo in nome dell'uomo che diceva di essere diventato, si avvicinò con passo leggero, quasi temesse di far scricchiolare qualche asse di legno e rovinare quel silenzio che li circondava.
<< Ehi >> disse il biondo, il cui coraggio venne meno quando gli occhi d'ebano del pirata suo amico si posarono su di lui.
<< Ehi >> rispose con un cenno l'altro.
<< Bella serata eh >> improvvisamente lo stomaco di Stede si era attorcigliato, Edward lo guardò con un indecifrabile espressione sul volto, come se non fosse totalmente d'accordo con ciò che aveva detto.
<< Già...Anche se la presenza di quei nuvoloni laggiù >> li indicò allungando il braccio e puntando l'indice verso di loro.
<< Indica che probabilmente tra un giorno o anche meno potrebbe piovere, anzi è abbastanza sicuro accadrà >> ragionò tra sé come se stesse parlando solo con se stesso.
<< Oh >> Stede tirò su il naso seguendo il dito, effettivamente c'erano delle nuvole che stavano andando a coprire la luna, di cui non si era accorto, troppo preso dai suoi pensieri e dalla volontà di sciogliere quel dubbio che sentiva lo avrebbe trascinato in una catastrofica crisi di nervi se non lo avesse sciolto, ed era stupido, lui e Barbanera si erano baciati per ben tre volte da quando era tornato dalla Fenice, non avrebbe dovuto sentirsi così spaesato, eppure il fatto che loro due avessero deciso di prendersi una pausa dai sentimenti che provavano, aveva creato una piccola crepa nella nuova personalità di Bonnet, sulla quale si era aggrappata la vecchia insicurezza di non essere abbastanza.
Ma questa volta non avrebbe lasciato vincere il timore e la paura, per questo era lì, di fronte a quel grande pirata che gli faceva battere il cuore, i cui lunghi capelli fluttuavano sospinti da un lieve venticello che si era appena alzato.
<< Sai così tante cose >> si complimentò, realmente colpito e desideroso di sentir pronunciare da quelle labbra tutte le informazioni che sapevano sul mondo, perché lui per diritto di nascita aveva avuto la possibilità di studiare, apprendere nozioni da libri e professori, ma Edward, aveva una conoscenza vissuta sulla propria carne, disegnata in ogni tatuaggio che ricopriva la sua pelle e raccontata dalle sue cicatrici e dalle mani leggermente ruvide, che avevano lavorato, sollevato pesi e maneggiato corde dure e graffianti.
<< Se non le sapessi sarei già morto >> disse Barbanera rimanendo con lo sguardo incollato a quella volta blu scuro, con un velo di malinconia specchiato in quegli occhi rotondi nei quali la luna amava tuffarsi facendoli risplendere.
<< Mi piacerebbe se un giorno me ne parlassi >> esordì Stede, con un fil di voce, l'emozione trapelava in ogni fibra del suo essere, Barbanera si voltò a guardarlo arcuando un sopracciglio, già dalla sua espressione il biondo poteva intuire che cosa gli avrebbe chiesto.
<< Che cosa? >> domandò e al pirata gentiluomo sfuggi una mezza risata, ci aveva preso, riuscì a nasconderla simulando una lieve tosse, non voleva che l'amico pensasse fosse del tutto impazzito.
<< Quello che sai, tutto quanto. >>
Edward tornò a guardare il cielo.
<< Chi lo sa Bonnet, se non fai lo stronzo magari qualcosa posso dirti >> rispose sollevando appena le spalle.
Il pirata dai capelli dorati lo guardò divertito osservandone i lineamenti, Edward rispondeva così quando si sentiva imbarazzato o a disagio, quando qualcosa dentro di lui diventava così grande e complicato da esprimere che doveva usare la finta arroganza per affrontarlo e uscire indenne da quella battaglia contro se stesso.
<< Mi fa piacere che tu e David abbiate stretto una tregua >> decise di cambiare argomento ed entrare in punta di piedi in quel discorso che si era ripromesso di portare fino in fondo.
Barbanera arricciò la radice del naso prima di rispondere.
<< Tecnicamente sono stato io a seppellire l'ascia di guerra, ho fatto tutto da solo vedendo in lui un nemico, ma per quanto io sia orgoglioso non potevo fingere che non ci avesse salvato il culo in maniera magistrale, senza chiedere niente in cambio. >>
Stede sorrise ma le sue nascenti parole vennero anticipate dall'amico.
<< Questo non significa che siamo amici adesso. >>
<< No certo che no >> annuì l'altro scuotendo la chioma bionda.
<< Oggi avete parlato, io vi ho visti allontanarvi... >> quello era il momento cruciale, sapeva che Barbanera poteva diventare un tantino irascibile quando veniva messo alle strette, certo sapeva che non gli avrebbe fatto del male, ma temeva di scatenare la sua ira e allontanarlo ulteriormente.
<< Sì, avevo bisogno di chiedergli una cosa >> rispose secco Edward.
Le sopracciglia del gentiluomo si drizzarono lentamente verso l'alto.
<< Posso sapere di che si tratta? >> la sua domanda uscì più come un pigolio, ma sufficientemente a voce alta da essere udita, Edward si voltò verso di lui.
<< No. >>
Il pirata che stava in piedi si tirò indietro, come se quella risposta lo avesse spinto via.
<< No? >> ripeté corrugando le sopracciglia chiare.
<< No Bonnet, non puoi >> ribadì sdraiandosi completamente sull'amaca, intrecciando le braccia dietro la testa.
<< Ma...- >>
<< Senti, solo tu puoi avere dei segreti? >>
Quella domanda spiazzò Stede, che si sentì colpito in uno strano modo.
<< Io non ho segreti, non più e non con te >> ci tenne a precisare il biondo.
<< Lieto di saperlo, ora se non ti dispiace vorrei dormire >> sancì Barbanera.
Che fine aveva fatto l'uomo che lo aveva baciato con tanta passione davanti a tutti, con delicatezza mentre guardavano i riflessi dell'acqua specchiarsi sulle rocce, quello che gli aveva detto tremando di volergli dire di sì, si domandò Bonnet fissando la sagoma dell'amico che aveva chiuso gli occhi come se non gli avesse appena sputato addosso tutto il suo veleno.
<< A volte sei veramente insopportabile >> lo accusò piccato, stringendo i pugni come un bambino capriccioso, ma Edward non rimase inerme di fronte a quelle accuse, si alzò di scatto fronteggiandolo, mostrando tutta la sua irritazione.
<< Forse perché tu con quel bel faccino >> indicò il volto del gentiluomo facendo un cerchio con l'indice.
<< Pensi di poter pretendere ciò che ti pare. >>
<< Non è affatto vero! >> squittì la voce acuta di Stede.
<< Ti ho domandato solo una cosa >> si difese assumendo quell'espressione che faceva sempre quando non si sentiva completamente dalla parte della ragione.
<< E io ti ho risposto che non sono affari tuoi, B o n n e t. >>
Ci mancò poco che il biondo non iniziasse a fumare da sotto i piedi.
<< Bene. Come vuoi, buona notte Edward. >>
Barbanera lo osservò allontanarsi a passo di marcia, con la schiena dritta, i pugni chiusi, poteva persino figurarsi quale broncio irritato avesse assunto la sua faccia, sorrise scuotendo appena la testa, era proprio adorabile quando si arrabbiava.



...


Il mattino seguente un sempre più infervorato pirata gentiluomo stava preparando una fetta di pane quasi secca tagliata in due con la marmellata, raschiava dal fondo del barattolo e spalmava tentando di tirarla il più possibile, nel mentre parlottava tra sé epiteti parecchio coloriti nei confronti del flagello dei mari, che lo aveva a suo dire "trattato a pesci in faccia" la sera prima.
<< Razza di villano, mascalzone, canaglia, testardo che non è altro. >>
<< E antipatico! >> aggiunse tirando su il coltello in maniera violenta, un rivolo di marmellata volò finendo chissà dove.
<< Che si azzardi a chiedermi scusa, glielo faccio vedere io dove può infilarsi le sue sc...- >>
<< Buongiorno Bonnet, dormito bene? >> fece il suo ingresso in quell'esatto momento proprio l'oggetto delle sue ingiurie, sul quale stava riversando tutta la stizza che provava e che non gli aveva fatto chiudere occhio la notte, mentre lui, bello come il cielo mattutino, fresco come la rugiada che si posa sui fiori all'alba, si era anche legato i capelli in quella graziosa crocchia che gli donava da morire, con quei due fili sale e pepe che gli circondavano quell'amabile quanto irritante faccina da schiaffi, aveva avuto anche il coraggio di salutarlo allegramente come se niente fosse.
Stede si voltò a guardarlo tentando di frenare le sue emozioni, quelle che lo avrebbero preso e sbattuto sul tavolo, rimuovendo quel ghigno divertito a suon di baci, quando il fuoco che gli ardeva dentro si placò il biondo sollevò un sopracciglio mantenendo la sua espressione indecifrabile.
<< Buongiorno un corno razza di lunatico zuccone! >> gli strillò contro spiaccicandogli una metà di pane e marmellata sul naso, poi prese l'altra fetta e a passo spedito si dileguò lungo il corridoio, il tutto avvenne sotto lo sguardo scioccato di alcuni membri della ciurma che smisero di mangiare, a uno di loro cadde persino il cibo dalle mani finendo sul piatto mentre osservava a bocca aperta quello che in molti avrebbero definito un "affronto" al più pericoloso pirata della storia, tra loro c'era anche Isabelle che notò il cambio di espressione sul volto di Edward, che passò dal "cosa diavolo è appena successo?" a "ora ammazzo qualcuno."
<< Io lo strangolo! >> sbraitò sbattendo un pugno sul tavolo che fece traballare il piatto lasciato da Stede, e sussultare i presenti, si precipitò all'inseguimento del gentiluomo con al seguito le persone che erano in cucina e Isabelle che una volta fuori si aggrappò alle sue spalle tentando di fermalo e placare la sua ira.
<< LASCIAMI DEVO UCCIDERLO! >>
<< No, no, no te ne pentiresti, te lo assicuro >> provò la ragazzina, era difficile rimanere aggrappata a una rabbiosa montagna in movimento.
Bonnet era in piedi, a qualche metro di distanza, che masticava la sua fetta di pane con nonchalance.
<< Lascialo pure andare Isabelle >> disse Stede con tono provocatorio, posando la restante parte di pane su una cassa lì a fianco, aveva anche un accenno di sorriso che gli sollevava un angolo della bocca.
<< Come vuoi, ragazzone infuriato in arrivo >> lasciò andare Edward che come una furia si diresse verso il biondo, afferrandolo e sbattendolo per terra, caddero entrambi, uno sdraiato con i riccioli dorati sparsi sul pavimento, l'altro sopra di lui, con un pugno chiuso intorno alla camicia color panna e l'altra mano che si reggeva sulle assi lucide, alcune ciocche dei lunghi capelli brizzolati scivolarono in avanti sfiorando il viso del pirata gentiluomo.
Rimasero così, in stallo, per qualche secondo sufficiente a scrutarsi, occhi negli occhi come forse non lo erano mai stati fino a quel momento, entrambi erano consci che quella non era una vera lite, ma un fuochetto di paglia acceso dai loro animi più infantili, infatti Stede addolcì lo sguardo e sorrise.
<< Sei sporco di marmellata qui >> poi con l'indice raccolse la confettura dal naso arrotondato di Barbanera e si portò il dito alle labbra succhiandola via.
<< Non l'hai fatto veramente >> disse Edward con voce bassa e roca.
<< Oh sì invece e farò anche questo >> si sporse in avanti con il busto, con la punta della lingua, in un tocco timoroso e delicato leccò via i residui di quella dolcezza color lampone, inevitabilmente il pirata che stava sopra di lui sentì il suo intero corpo cedere, deglutì rumorosamente e Bonnet osservò ammaliato il pomo di Adamo che si muoveva su e giù.
Poco più lontano David che era giunto sentendo tutto quel trambusto coprì gli occhi a Isabelle con una mano, lei si aggrappò al suo polso spostandola.
<< Ehi non sono una bambina, so come funzionano queste cose >> si lamentò continuando a rimanere aggrappata al braccio del capitano.
<< Farò finta di non aver sentito >> mormorò Jenkins.
<< Mica ci daranno dentro qui >> ragionò lei.
A quel punto arrivò Fernando, che non si era accorto di nulla, aveva un sorriso stampato in faccia e fischiettava.
<< Buongiorn...oh cazzo >> imprecò sbattendo le palpebre e mettendosi anche lui a fissare i due pirati stesi a terra.
<< Che sta succedendo? >>
<< Bè prima stavano litigando, ora... >> spiegò Isabelle.
<< E' un buon modo per fare pace >> ridacchiò il primo ufficiale, catturando lo sguardo della ragazza e quello pungente di David.
<< Davvero? >> domandò la giovane.
<< Oh puoi giurarci ragazzina >> rispose ridacchiando.
<< Fernando... >> lo rimproverò David con una nota di supplica nella voce e le guance colorate di rosa, l'amico però non notò l'accezione negativa nella voce di Jenkins, ma solo il rossore che gli imporporava il viso facendo risaltare gli occhi azzurri.
<< Quando il buongiorno si vede dal mattino eh capitano >> disse quindi, avvolgendo un braccio intorno alle spalle di David.
<< Santo Dio >> mugugnò Jenkins arrossendo e coprendosi il volto con le mani, visti da fuori quei tre, sembravano proprio una famiglia e forse lo stavano per diventare, solo che ancora non ne erano consapevoli.
Il sorriso sul viso del pirata gentiluomo si allargò quando vide le guance di Edward tingersi di rosso.
<< Dovremmo smetterla di litigare in questo modo, però se le conseguenze sono queste potrei fare un'eccezione >> disse Stede mentre spostava una ciocca di capelli dietro all'orecchio di Barbanera, le quali pupille tremarono appena, ardendo di desiderio.
<< Da quando sei diventato così sfacciato? >> gli domandò senza riuscire a nascondere dalla sua voce una nota di eccitazione.
<< Forse lo sono sempre stato e lo sto scoprendo solo ora >> rispose il biondo.
<< Non ti piace? >> chiese poi spostando di poco la nuca, i riccioli biondi si scompigliarono ancora di più.
<< No anzi, è interessante >> dichiarò Barbanera sentendosi sempre più attratto da quel corpo che stava sdraiato sotto di lui.
<< Chissà magari un giorno potremmo esplorarlo, ma ora è meglio alzarsi, ci stanno guardando tutti >> ridacchiò Bonnet spostando lo sguardo altrove, Edward fece lo stesso ruotando di poco la nuca, dopo un'ultima occhiata rivolta al gentiluomo si alzò in piedi, quando entrambi furono in posizione eretta Isabelle sollevò i pollici verso l'alto sfoderando un sorriso compiaciuto, Stede scosse la testa arrossendo e si allontanò con una scusa, bisognoso di rimanere qualche momento da solo a riflettere.


...


Dopo giorni di navigazione bene o male tranquilli, dove vennero sorpresi solo dalla pioggia prevista da Barbanera, giunsero a Tortuga, durante quel periodo i due pirati erano rimasti poco da soli e si erano parlati solo qualche volta, anche perché il gentiluomo aveva preferito godersi alcuni momenti con David e gli altri, considerando che sarebbero stati gli ultimi anche se ancora non lo aveva detto a nessuno, proprio il capitano della Emily si avvicinò al biondo mentre la nave attraccava.
<< Allora Stede tu ed Edward? >>
Le sopracciglia dorate del pirata svettarono verso l'alto in una tacita domanda.
<< Voglio dire, mi pare che le cose tra voi vadano bene, avete deciso cosa fare? >>
La reazione di Bonnet non fu quella che David si aspettava, sollevò le spalle intrecciando le dita tra loro e i suoi occhi nocciola erano ombreggiati da qualcosa, un pensiero forse, ma non erano certo vivaci e splendenti come ci si aspetterebbe da qualcuno che aveva raggiunto il pieno della felicità.
<< Bè non mi odia più questo è sicuro, ci siamo chiariti, giungendo però alla conclusione di prenderci una pausa, rimanere amici e vedere cosa succede >> spiegò tentando di smorzare il tutto con un cenno di sorriso, che però non gli arrivava agli occhi.
Sulla faccia di Jenkins si poteva leggere tutta la sua confusione.
<< Una pausa? Io credevo che voi...Insomma lui mi ha chiesto di venire appositamente qui a Tortuga perché c'era una cosa che doveva mostrarti >> quella frase ovviamente attirò l'attenzione del biondo che guardò l'amico con più intensità e desideroso di sapere di più.
<< Come? Edward ti ha chiesto di venire qui per me? >>
<< Sì esattamente, sembrava anche molto deciso >> rispose il capitano, inevitabilmente una speranza si riaccese nel cuore di Stede, non qualcosa che potesse portarlo ad illuderlo ma che semplicemente gli faceva sperare di essere sulla strada giusta, che la sofferenza vissuta e trascorsa li avrebbe portati ad incontrarsi ad un certo punto.
<< Ti ha detto cosa deve farmi vedere? >> domandò quasi titubante.
<< Sicuramente te lo mostrerà lui stesso >> rispose David dandogli una pacca sulla spalla e facendogli l'occhiolino.
Come se lo avessero chiamato Barbanera si avvicinò a loro, alcuni membri della ciurma stavano scendendo e così fece anche Jenkins lanciando un'ultima occhiata ai due pirati, rimasero presto soli o meglio era come se lo fossero, il biondo fissava l'amico con un punto interrogativo dipinto sul volto mentre Edward sembrava essere quasi nervoso, spostava il peso del corpo da un piede all'altro e non riusciva a fissare Stede negli occhi.
<< Bonnet... >>
<< Sì Ed? >>
Si grattò i folti capelli cinerei e finalmente il suo sguardo incontrò quello del gentiluomo.
<< Ho bisogno che tu rimanga qui sulla nave, per un po'. >>
Stede storse il naso davanti a quella strana richiesta.
<< Perché? >>
<< Non ce la fai proprio a non fare domande >> imprecò a denti stretti stringendo un pugno, come aveva potuto illudersi che quel biondino del suo cuore sarebbe rimasto zitto e buono, accettando di rimanere sulla nave senza fare domande.
<< E' solo che non riesco a capire Edward... >>
<< Non devi capire, devi solo fare ciò che ti dico. >>
Poi Barbanera sospirò.
<< Per...favore >> sembrò quasi avesse vomitato un sasso, effettivamente lui non era così abituato a chiedere le cose con cortesia, da quando aveva conosciuto Stede però si stava abituando, con lui gli veniva naturale usare la gentilezza, forse perché temeva di romperlo o farlo fuggire via se fosse stato troppo rude, in quel caso però non gli era venuto così facile, questo perché tra loro le cose erano ancora un po' complicate, dovevano semplicemente riabituarsi l'uno all'altro.
<< D'accordo, se proprio ci tieni rimarrò qui >> rispose il gentiluomo facendo un lieve sorriso, aveva colto il nervosismo nell'altro e gli era dispiaciuto, per cui si mise a sedere attorcigliandosi le mani per mezz'ora o forse di più, tempo necessario alla ricomparsa di Barbanera a bordo.


...


<< Dove stiamo andando? >> domandò Stede mentre seguiva Edward lungo le strade polverose di Tortuga, non gli aveva detto poi molto, solo di scendere dalla nave e seguirlo, da quel momento in poi era rimasto in silenzio e i nervi del biondo avevano cominciato a cedere, era curioso ed eccitato ma l'amico era una tomba, sembrava perfettamente a suo agio.
<< Manca poco >> ebbe il cuore di dire, le uniche due parole che pronunciò fino a quando non si fermò davanti a una locanda.
<< Entra >> disse e il pirata gentiluomo si girò verso di lui con le sopracciglia corrugate.
<< Qui dentro? >>
Barbanera annuì semplicemente.
<< Da...da solo? Tu non vieni? >>
<< Cristo santo Bonnet di cosa hai paura, entra e basta! >>
<< Io non ho paura! >> si difese squittendo.
<< Solo...è strano. >>
<< Bonnet se non entri entro cinque secondi giuro su...- >>
<< Va bene, calmati, sto andando >> lo interruppe e mosse i primi passi, salì con titubanza i tre gradini che lo separavano dalla porta, si girò un'ultima volta verso l'amico e quando quello gli fece cenno di avviarsi deglutì e si incamminò, appoggiò la mano sulla maniglia e spinse l'anta di legno, subito un odore di cibo e vino lo avvolse, risate, qualche parolaccia, si guardò intorno confuso dal motivo per il quale si trovava in quel posto, avanzò di qualche passo mentre si teneva strette le mani in grembo in un tentativo di darsi conforto, il suo sguardo si spostò all'ultimo tavolo in fondo al locale e fu lì che li vide: Lucius, Pete, Jim, Olu, Frenchie, Wee John, Buttons, lo Svedese e Roach, reali, vivi, veri, in carne e ossa.
Il cuore di Stede perse un battito, gli occhi gli si riempirono all'istante di lacrime, sentì le gambe tremare e una sensazione di gioia e felicità irradiarsi lungo tutto il corpo, i suoi ragazzi, la sua ciurma, quelli che avrebbe cominciato a cercare di lì a poco, ma non ce ne sarebbe più stato bisogno.
<< Ragazzi... >> sussurrò ma la voce gli uscì talmente bassa che nessuno avrebbe potuto sentirlo.
Poteva distinguerne le voci sebbene poco distinte e ovattate, ridevano e si spintonavano, Lucius aveva appena fatto l'occhiolino a un cameriere e Bonnet si ritrovò a sorridere, quanto gli erano mancati ma chissà se per loro era lo stesso, si avvicinò a passo lento ma deciso, con il cuore che gli martellava nel petto, fu proprio il giovane scriba ad accorgersi della sua presenza puntando i suoi occhi azzurro ghiaccio in quelli nocciola, gelandosi di colpo come se avesse appena visto un fantasma, Pete resosi conto dello stato del fidanzato lo spinse appena con la spalla.
<< Ehi piccolo che ti prende? >>
Ma Lucius rimase fermo, a bocca aperta.
<< Tesoro? >> gli passò una mano davanti agli occhi preoccupato, poi Lucius puntò l'indice di legno in avanti, lo sguardo del compagno lo seguì e anche lui ebbe la stessa reazione seguita poi da un'imprecazione.
<< Oh merda. >>
<< Stede? >> esclamò Spriggs, alzandosi in piedi, a quel punto tutti tacquero attirati da quel movimento e gli occhi della ritrovata ciurma del biondo furono tutti su di lui.
<< Capitano... >>
Erano senza parole, rimasero in silenzio con le bocche spalancate per qualche secondo prima di alzarsi e inondarlo di domande, salutandolo con sorrisi e strette, Stede si sentì travolto e a casa, non si immaginava tutto quell'entusiasmo eppure i suoi ragazzi, nonostante non sapessero niente dell'accaduto lo stavano riabbracciando con il più caloroso dei bentrovati.
<< Che ti è successo? >>
<< Dove sei stato? >>
Erano queste le domande principali che gli rivolgevano, solo che parlavano tutti insieme e alle orecchie del biondo arrivavano solamente suoni confusi, Olu tentò di far mantenere loro la calma ma non c'era niente da fare, così intervenne Jim.
<< Cállate! >> gridò infilzando violentemente il coltello sul tavolo di legno, facendo traballare le stoviglie che c'erano sopra, naturalmente ottenne l'effetto sperato, ovvero il silenzio da parte dell'equipaggio.
<< Lasciatelo parlare >> disse addolcendo di poco il tono di voce, Olu lə rivolse un sorrisetto d'ammirazione.
<< Vieni capo siediti >> Oluwande lo accompagnò avvolgendogli un braccio dietro la schiena, Bonnet fece come gli era stato suggerito e gli altri presero posto intorno a lui, in silenzio, con le orecchie tese e gli occhi puntati addosso, in attesa.
<< Bè è bello rivedervi >> affermò con voce roca e un delicato sorriso, si schiarì più volte la gola, mandando giù l'emozione che provava nel ritrovarsi lì, circondato dai suoi uomini dopo tanto tempo, ci aveva rimuginato a lungo anche su questo, ma la sensazione reale era mille volte meglio di quello che si era immaginato.
<< Anche per noi capo >> risposero in coro.
<< Immagino abbiate delle domande, penso di conoscere quale sia la principale che vi mette d'accordo tutti, perciò voglio iniziare da quella. >>
Così Stede iniziò il suo racconto partendo dalla spiaggia dove lui ed Edward avevano organizzato la fuga, Badminton, la trappola, David, il ritrovamento di Edward, il padre dei gemelli e infine la Fenice, fino a giungere al momento in cui si era ritrovato lì in quella locanda, non avendo la minima idea che avrebbe trovato proprio loro.
<< Quindi è stato Barbanera a portarti qui? >> chiese Pete.
Il biondo annuì prima di rispondere a voce.
<< Noi a dire il vero pensavamo ti fosse successo qualcosa, Edward non ci ha raccontato molto quando è tornato sulla Revenge, era solo strano e depresso >> spiegò Lucius.
<< Un vero cazzone >> lo interruppe Jim.
<< Ci ha lasciati con quel cabrón di Izzy andandosene con la sua ciurma quel maldito, ha preso la sua... >> si zittì rivolgendosi a Olu.
<< Cómo se llama la nave de Barbanera? >>
<< Queen Anne >> rispose Oluwande.
<< E' salito sulla Queen Anne e se ne è andato senza darci spiegazioni, solo che da quel momento hacíamos parte del suo equipaggio, e dovevamo obbedire agli ordini di quel perro di Izzy >> per Stede e per tutta la ciurma era ancora strano sentire parlare Jim, abituati che fosse un uomo muto con la barba, anche durante la loro permanenza sotto il comando del primo ufficiale di Barbanera Jim era statə di poche parole, si limitava a fissare con sguardo omicida quel despota alto poco più di un bambino che amava sbraitare ordini dalla mattina alla sera, tutti pensavano lo avrebbe ucciso o meditasse un piano per farlo, e non ci erano andati troppo lontano.
<< Mi dispiace ragazzi, non avrei mai voluto lasciarvi in difficoltà >> disse Bonnet il cui sguardo si fece triste e dispiaciuto.
<< Non preoccuparti, non è stata nemmeno colpa tua, e a dire il vero >> Lucius iniziò a parlare abbassando la voce e allungandosi verso il ritrovato capitano.
<< Lo avremmo ammutinato proprio oggi >> continuò, sul volto del gentiluomo si fece largo la consapevolezza.
<< Oh >> disse solo e il giovane annuì.
<< Olu avrebbe preso il comando >> aggiunse Lucius e l'amico sentì le guance scaldarsi dall'imbarazzo, non sentendosi veramente degno di quel ruolo e certo non si aspettava che i suoi amici avrebbero scelto lui, ma su una cosa erano d'accordo, Izzy doveva andarsene.
<< Se ti azzardi a fare la spia con B...- >>
<< Non preoccuparti Jim, ho la bocca cucita, avete tutto il diritto di ribellarvi >> lə rassicurò Stede con un sorriso.
<< Comunque adesso non ne abbiamo più bisogno >> disse Olu guardando gli altri.
<< Tu sei tornato, io ti ricedo il ruolo...- >>
<< Un momento >> intervenne Pete.
<< Se adesso siamo la ciurma di Barbanera, lui non ci lascerà andare così facilmente. >>
Alcuni di loro annuirono.
<< Ma ammutinando Izzy di conseguenza lo avremmo fatto anche nei confronti di Barbanera >> ragionò Wee John.
<< Sì ha ragione >> confermo Roach indicandolo con l'indice.
Lo Svedese alzò la mano.
<< Sì Svedese? >> Bonnet gli diede la parola.
<< Quindi adesso saremo di nuovo capitanati da te? >>
<< Ovvio >> risposero in coro Lucius, Roach e Olu.
<< Capitano sarà un onore tornare a navigare con te >> disse Buttons.
<< Grazie Buttons... >>
<< Fermi un secondo >> intervenne Lucius.
<< E' stato Edward a portare qui Stede, quindi forse loro due vogliono tornare a dividersi il comando. >>
La ciurma si zittì, i loro occhi vagarono per poi scoppiare in un'infervorata discussione.
<< Magari voleva solo liberarsi di lui >> rifletté Pete.
<< Pete! >>
<< Amico dai... >> lo rimproverarono tutti, lui ovviamente si mise sulla difensiva.
<< Che c'è è stato il capitano a dirci che Barbanera era arrabbiato. >>
<< Sì ma adesso non lo è più >> disse Roach.
E la discussione riprese, con le voci che si mischiavano, Stede tentò di placarli ma non vedendo risultati si alzò in piedi battendo le mani tra loro.
<< Ehi ragazzi, ragazzi calma! >>
Edward li stava osservando da lontano, appoggiato a una colonna con le braccia incrociate, aveva visto la scena dall'inizio e tutt'ora aveva sulle labbra dipinto un sorriso osservando quanto la ciurma fosse legata al pirata gentiluomo, da quella distanza non riusciva a sentire cosa si stavano dicendo, per non parlare del trambusto degli altri commensali ma per lui era sufficiente vedere quei volti sorridenti e allegri, e la sorpresa di Stede quando si era accorto di loro.
<< Capo vuoi spiegarmi cosa diavolo sta succedendo, che ci fa quell'idiota di Bonnet qui? >> domandò Izzy fissando il suo capitano che non lo degnava di uno sguardo.
<< E' la sua ciurma Izzy, ha tutto il diritto di riprendersela. >>
Il primo ufficiale lo guardò sgomento.
<< Ma che cazzo stai blaterando? Da quando ce ne freghiamo di queste cose, certo quegli idioti non sarebbero una gran perdita ma questo comportamento non è da te, Barbanera avrebbe ucciso quel coglione...- >>
<< IO NON... >> si rese conto di aver alzato la voce.
<< Non sono più Barbanera, sono stanco di tutto questo e di queste stronzate Izzy. >>
Gli occhi del primo ufficiale si allargarono, velandosi di un'ombra scura, ferita.
<< Vuoi dire che hai intenzione di tornare a navigare con lui? >> chiese mentre nella sua mente si figurava quell'incubo che aveva dovuto vivere già una volta, Edward, il suo capitano imbellettato come un damerino, con i fiori tra i capelli e i nastrini sulla barba, Edward che non lo guardava più, che non gli ordinava di uccidere o assaltare una nave, che aveva occhi solo per un imbecille vestito di seta, e non aveva intenzione di rivivere tutta quella merda.
<< Senti se vuoi rimanere fallo, altrimenti sei libero di andartene >> disse Barbanera senza più guardarlo, stringendo maggiormente le braccia tra loro, quella frase causò una crepa nel cuore di Izzy, strinse le labbra prima di sputare fuori tutto il suo disprezzo.
<< Vaffanculo Edward, da ora in avanti guardati le fottute spalle, dannato coglione >> lo guardò dall'alto in basso prima di voltarsi e uscire spintonando un uomo che gli intralciava la strada, si chiuse la porta alle spalle e dovette fermarsi a respirare, rendendosi conto che fino a quel momento aveva trattenuto tutta l'aria nei polmoni
Barbanera non diede peso a quelle parole, nemmeno alle minacce, un tempo un comportamento come quello di Izzy sarebbe stato punito molto duramente ma ora non gli andava più, era stufo, voleva solo fermarsi e trovare un po' di serenità, continuava a fissare Stede, le sue spalle, la nuca decorata da quei soffici fili dorati, sapeva che il biondo lo avrebbe riempito di gratitudine per avergli fatto incontrare la sua ciurma, mille grazie di cui non aveva bisogno, perché Edward non lo aveva fatto per sentirsi ringraziare, voleva solo fare qualcosa di buono che avrebbe riportato il sorriso su quelle labbra morbide da troppo tempo serie e poi era giusto...Non gli importava più di sembrare un rammollito agli occhi di Izzy, da ora in avanti avrebbe seguito solo se stesso e non le voci che aveva intorno.



...



Mentre parlava con il suo equipaggio Stede si voltò e vide Edward in fondo alla locanda, non appena i loro sguardi si incontrarono Barbanera raddrizzò la postura come se fosse stato punto da uno spillo, il pirata gentiluomo sorrise poi tornò a dare attenzione ai suoi ragazzi dicendo loro di aspettarlo lì, si alzò da tavola e si diresse dall'amico che non aveva smesso di guardarlo, rimasero occhi negli occhi fino a che non lo raggiunse.
<< Tu lo sapevi vero, che loro... >>
<< Sì Bonnet >> rimase in silenzio, le sue pupille si spostarono verso il basso, sapeva cosa dire ma non riusciva a trovare le parole.
<< Quando sono partito con la Queen Anne avevo detto a Izzy che ci saremmo trovati qui >> aggiunse schiarendosi la voce.
Senza aggiungere altro Stede lo strinse tra le braccia tirandolo verso di sé, chiuse gli occhi stringendolo forte, le braccia di Edward si mossero più lentamente, andando a circondare quella vita morbida che era andata sciupandosi nell'ultimo periodo.
<< Grazie Ed, grazie. >>
<< Non devi farlo >> disse il pirata mentre i ciuffi biondi dell'altro gli solleticavano le narici.
Stede si staccò dall'abbraccio lentamente, le loro mani si sfiorarono quasi non volessero più lasciarsi, i suoi occhi erano pieni di dolcezza e amore, così tanto che Barbanera si sentiva quasi a disagio, non capendo come un uomo così straordinario, gentile e buono potesse guardare in quel modo uno come lui.
<< Sembrano felici >> affermò Edward indicando la ciurma, il biondo si voltò un attimo verso di loro e annuì.
<< Sì...io non me lo aspettavo, credevo fossero arrabbiati. >>
<< Penso tu gli sia mancato, non credo siano stati molto bene con Izzy... >>
<< A proposito di lui, sa di me, che sono qui? >> domandò Bonnet.
<< Sì e non l'ha presa bene. >>
<< Deve odiarmi profondamente, finisco sempre per rovinargli i piani o la vita >> ridacchiò nervosamente.
Edward sospirò spostando lo sguardo verso l'alto.
<< Izzy è un cazzone, dovrebbe provare ad avere una nave sua, essere capitano. Non so nemmeno quanto durerebbe col carattere che si ritrova >> ragionò Barbanera, facendo ridacchiare l'amico che la risposta a quella considerazione la sapeva, dato che i suoi gli avevano rivelato del piano di ammutinarlo.
<< Sono d'accordo, quell'uomo è troppo nervoso. >>
<< Può andarsene al diavolo per quanto mi riguarda >> disse Edward sollevando le spalle.
Il pirata gentiluomo si zittì per qualche istante, doveva dirglielo, era giusto lo sapesse senza lasciar trascorrere troppo tempo.
<< Ed io...devo parlarti di una cosa. >>
<< Ti ascolto. >>
Dalle labbra del biondo uscì un sospiro delicato.
<< Io ho deciso che non tornerò sulla Revenge. >>
<< Cosa? >> Barbanera sgranò gli occhi, credeva fosse quello che voleva, tornare a navigare con la sua ciurma e ora saltava fuori che non era così.
<< Lo so che avevamo detto di...che avremmo ricominciato le cose dall'inizio ma non servirebbe a niente se prima tu non capisci cosa vuoi. Io ero deciso a cercarli prima di venire qui, ma ora che li ho trovati e so che stanno bene ho capito che è meglio me ne resti da solo per un po'. >>
La maglietta nera e la giacca di pelle improvvisamente lo stavano soffocando, respirava ma sembrava che non arrivasse mai abbastanza aria.
<< Cosa voglio, Bonnet tu lo sai bene cosa voglio >> disse puntandogli l'indice contro.
Una coppia passò in mezzo a loro facendo innervosire il più alto, che strinse il pugno guantato facendolo cigolare.
<< Ma non sei pronto Edward, e avermi intorno non ti aiuterebbe. >>
<< Ah no? Come pensi possa essermi d'aiuto se tu...- >>
Di nuovo vennero interrotti da qualcuno che passava, Edward si innervosì, prese il polso di Stede e lo trascinò fuori.
<< Se siamo lontani io non capirò mai...- >>
<< Ed ascoltami, come puoi pretendere di capire come ti sentiresti senza di me se siamo insieme? >>
Ma la mente di Barbanera era altrove, nel panico, gli occhi lucidi e il respiro mozzato nel petto.
<< No Bonnet non di nuovo, non puoi farmelo di nuovo >> ringhiò a denti stretti, voltandosi, dandogli le spalle.
Stede si avvicinò afferrandolo per una spalla, lo fece voltare.
<< Non ti sto abbandonando, sto proponendo un accordo >> spiegò tentando di trattenere il magone che premeva dal fondo della gola.
<< Di che diavolo stai parlando Bonnet si può sapere!? >>
<< Ti prego non arrabbiarti >> lo supplicò corrugando le sopracciglia dorate.
Barbanera fece alcuni respiri profondi, era agitato, ma voleva calmarsi e ascoltare, lo guardò stringendo le labbra.
<< Parla >> gracchiò.
<< Se noi stabiliamo un periodo in cui ognuno va per la sua strada, tu avrai la possibilità di capire davvero quello che stai cercando di comprendere, dopodiché potremmo ricominciare dal punto che vogliamo senza più disagi o incomprensioni di mezzo. >>
<< Ma a cosa serve stare...E poi perché non vuoi partire con i tuoi uomini, se vogliamo essere precisi sarei io che dovrei andarmene. >>
<< Perché loro, la Revenge, tutto quanto mi ricorderebbe di te! >> sbottò il biondo corrugando le sopracciglia, gli occhi pieni di lacrime che non si sentiva ancora di lasciare andare.
<< Sono già stato separato da te ed è stato uno schifo... >> disse Barbanera abbassando lo sguardo.
<< Ma non ti senti nemmeno pronto a stare con me, perché se qualcosa dovesse separarci non sai come reagiresti e hai paura. Capisci perché dico che è meglio rimanere distanti per un po'? Tu devi trarre le tue considerazioni senza avermi intorno e poi questa volta sarebbe diverso, perché sai cosa ti aspetta quando ti sarai chiarito con te stesso. >>
Edward alzò gli occhi verso l'alto per non far scendere le lacrime.
<< No non lo so >> pigolò con la voce piccola e roca.
<< Sì che lo sai >> sbottò disperato Stede avvolgendo le mani intorno alla sua giacca di pelle e tirandolo verso di sé, i suoi occhi grandi e marroni erano come lagune lucide, le labbra tremavano mentre rimaneva aggrappato all'uomo che amava con tutto il suo essere, Edward appoggiò la fronte su quella del biondo e chiuse gli occhi.
<< Bo... >> si morse le labbra esalando un sospiro tremante.
<< S...tede. >>
Il pirata gentiluomo singhiozzò sentendosi chiamare per nome dopo tanto tempo, ma quel momento venne interrotto dalla ciurma di Bonnet che uscì proprio sul più bello.
<< Ecco dov'eri... >>
<< Oh scusate non volevamo interrompervi >> disse Lucius.
I due co-capitani si staccarono, Edward si asciugò gli occhi tentando di riprendere un contegno, il biondo fece lo stesso poi sfoderò uno dei suoi sorrisi cortesi voltandosi verso di loro.
<< Non preoccupatevi, va tutto bene >> li rassicurò.
Il sopracciglio castano del giovane scriba svettò verso l'alto.
<< Sì certo lo vediamo, vi lasciamo da soli... >> disse Spriggs rivolgendo uno sguardo comprensivo a Stede.
<< No noi abbiamo finito, per ora >> fece un debole sorriso, non sapeva se Barbanera avrebbe mai accettato la sua proposta, ma adesso i suoi uomini erano lì e aveva promesso che avrebbe presentato loro la ciurma di David, voleva passare del tempo insieme a quei ragazzi che aveva capitanato per parecchio tempo e condiviso alcune parti di sé, si voltò verso Edward.
<< Ed ci vediamo dopo okay? >>
L'altro annuì solamente stringendo la mascella, con il cuore pesante l'osservò allontanarsi insieme agli altri, i quali riservarono a lui qualche occhiata confusa, non lo avrebbero mai riaccettato sulla nave senza Stede pensò Edward.


...


<< Isabelle mi dai una mano a fare una cosa? >>
<< Certo David, che dovrei fare? >>
Mezz'ora dopo un'affannata giovane ragazza ancora correva per le strade terrose di Tortuga, schivando persone, saltando ostacoli che le capitavano nel mezzo della sua corsa e finalmente quando stava per essere veramente senza un briciolo di fiato...
<< Edward! >>
Gli corse incontro.
<< Oh finalmente ti ho trovato, devi venire con me! >>
<< Che cosa succede? >> domandò il pirata, la ragazzina era piegata con le mani sulle ginocchia, alzò l'indice per chiedere un secondo di pausa.
<< E' urgente >> biascicò.
Barbanera sollevò un sopracciglio.
<< Ho capito ma di che si tratta? >>
<< Stede >> rispose lei tirandosi su, dall'espressione del pirata la giovane capì di aver catturato la sua attenzione, lo prese per mano.
<< Vieni. >>
Insieme cominciarono a correre, Isabelle era sicura che se non le fosse venuto un colpo al cuore dopo tutte quelle corse non le sarebbe venuto mai più, Edward era teso invece, temeva che il biondo si fosse cacciato in qualche guaio ed era già pronto a tagliare la gola a chiunque si fosse azzardato a toccarlo.


...


Intanto in una zona poco lontana stava avvenendo una cuoriosa discussione tra David e Stede, il quale si era trovato sopraffatto da quelle parole che mai si era aspettato di sentire rivolte a lui proprio dal capitano della Emily.
<< David ma cosa dici? >>
<< Stede lo sai anche tu, non fingere di non averlo capito. >>
<< N-no ti sbagli, se io involontariamente...- >>
David lo afferrò per le braccia tirandolo verso di sé.
<< Parti insieme a me, noi due possiamo essere una famiglia insieme a Isabelle, lei ti vuole bene e anche tu gliene vuoi, poi ci sarà la nostra ciurma e puoi portare anche i tuoi uomini. Non dirmi di no Stede, io non lo avevo capito fino a poco tempo fa ma provo qualcosa per te. >>
Il volto di Bonnet divenne rosso peggio di un pomodoro, non aveva mai ricevuto una dichiarazione così plateale, a parte il bacio di Edward, alcuni degli uomini di Jenkins e il suo equipaggio li stavano guardando, e tra loro si alzò qualche coretto di "ohh."
<< Hai capito il capitano >> ridacchiò Roach.
<< Zitto zitto >> gli fece eco Jim sogghignando.
<< A-Ascolta David mi lusinghi ma non... >> sospirò inciampando nelle sue stesse parole, come si rifiutava qualcuno si domandò.
Alzò le mani agitandole per mettere un confine tra loro, ma Jenkins sembrava imperterrito nel volerlo tenere stretto a sé.
<< Che diavolo sta succedendo qui? >> domandò Barbanera sgranando gli occhi, era distante, arrivato giusto in tempo per sentire alcune parti della dichiarazione, perché di quello si trattava, era scioccato, sentiva solo un suono sordo dentro le orecchie.
<< Non lo so, il capitano sembra impazzito >> rispose Isabelle, lui strinse i pugni ringhiando.
<< Fernando, che mi dici di lui? >> provò il gentiluomo sperando di aver giocato la carta giusta.
<< Oh Stede è solo un amico, tu sei l'unico che mi interessa. >>
<< Ma devi capire che io non ti ricambio, mi piace un'altra persona e tu lo sai. >>
I passi pesanti degli stivali di pelle di Barbanera sollevavano nuvole di polvere, la piccola folla creata intorno ai due che discutevano si scostò al passaggio di un fumoso e molto arrabbiato pirata, tra i presenti calò il silenzio consci che si stava per scatenare una guerra o quasi.
<< Insieme potremmo essere felici >> insistette Jenkins tirandolo verso di sé, improvvisamente qualcuno lo spintonò lontano dal biondo facendogli perdere la presa dalle braccia toniche di Stede.
<< Ha detto no, non hai sentito!? >> era Edward, che stava facendo da scudo con il suo corpo all'amico che sorrise sollevato dal suo arrivo.
Il capitano della Emily sorrise tirando verso l'alto un angolo della bocca.
<< E tu chi sei per sapere cosa vuole o non vuole Stede, lo hai snobbato e insultato fino a praticamente ieri e adesso pretendi anche di avere dei diritti? >> sbuffò una risata.
<< Ridicolo >> disse poi, Bonnet sgranò gli occhi.
<< David... >> balbettò tentando di fermarlo.
<< Cosa hai detto? >> ringhiò Barbanera.
<< Che sei ridicolo, dimmi perché uno come lui >> indicò il pirata gentiluomo.
<< Dovrebbe scegliere te, che non gli dai valore, sei un ipocrita. Ora lo rivuoi solo perché potrebbe essere di qualcun altro? >>
Intanto dall'equipaggio iniziò ad alzarsi qualche borbottio.
<< Ora Barbanera lo ammazza. >>
<< Nah io punto sul mio capitano, è molto forte. >>
Stede stava sudando freddo, provò a mettersi tra i due agitando le mani.
<< Perché non ci calmiamo e parliamo civilmente. >>
David si girò verso il biondo addolcendo lo sguardo, ma Barbanera lo afferrò per la giacca strattonandolo per farsi prestare attenzione.
<< Non sono affari che ti riguardano ciò che voglio io, ma lui ti ha detto che non desidera la tua compagnia quindi lascialo in pace >> la voce di Edward era pesante e potente, sembrava quasi calmo ma una di quelle calme precedenti una tempesta.
<< Lo ha detto solo perché ci sei tu che ti diverti a tenerlo sulle spine, lo illudi facendogli credere di avere una speranza con te, la verità è che di lui non ti importa niente ma sei troppo egoista per ammetterlo! >>
<< ORA BASTA >> gridò Barbanera fiondandosi su David, entrambi caddero a terra con un tonfo, Stede si mise le mani sulla bocca soffocando un grido.
<< No Edward! >> urlò il gentiluomo.
<< TU NON SAI NIENTE DI ME, DI COSA VOGLIO >> mentre gli urlava addosso teneva stretta con una mano la sua camicia e l'altra era già chiusa a pugno pronta a colpire.
<< E cosa vuoi Edward, perché vedi non è chiaro a nessuno, l'unica cosa certa è che hai fatto soffrire l'uomo di cui sei innamorato e che ti ama a sua volta in un modo così puro e limpido da fare quasi paura, in vita mia non ho mai visto nessuno amare tanto intensamente come Stede Bonnet. Se tu non sei in grado di non dico fare altrettanto, ma almeno una parte, anche piccola e offrirgliela tutta dovresti fargli un favore e lasciarlo libero. >>
<< CHIUDI LA BOCCA! >> strillò furiosamente Edward, strinse maggiormente il pugno e lo diresse verso la faccia di Jenkins che strinse gli occhi.
<< Edward! >> strillò Bonnet, anche lui abbassando d'istinto le palpebre.
Ma nessun colpo giunse a segno, David riaprì gli occhi, il pugno era a pochi centimetri dal suo volto, sentì qualcosa di umido cadergli sulle guance, si rese presto conto che erano lacrime, Edward stava piangendo, con il corpo scosso sopra di lui.
Stringeva le labbra tra i denti mentre le lacrime continuavano a cadere contro la sua volontà, la mano chiusa ancora sollevata tremava.
<< Ed? >> lo chiamò Stede portandosi le mani al petto e corrugando le sopracciglia.
<< Io non posso... >> biascicò Barbanera.
<< Non posso lasciarlo, non posso smettere di preoccuparmi per lui, non posso evitare di impazzire sapendolo con te, sapendolo ovunque lontano da me cazzo! >> singhiozzò.
<< Perché non puoi Edward? >> domandò David la cui voce era tornata ad essere la sua solita, ferma e dolce.
<< Perché lo amo dannazione, io lo amo. >>
Jenkins sorrise teneramente.
<< E allora diglielo Ed >> lo toccò delicatamente sul braccio, Barbanera aprì gli occhi come se si fosse risvegliato da un sogno, le ultime lacrime scivolarono via accarezzando le guance e scivolando lungo il naso morbido, i suoi occhi sgranati guardarono prima l'uomo disteso sotto di lui poi voltandosi si puntarono sul pirata gentiluomo, che lo stava guardando con le mani strette in corrispondenza del cuore e una strana smorfia sul volto.
Edward si alzò lentamente senza mai distogliere lo sguardo da lui.
<< Stede io...- >>
<< Sta zitto e baciami zuccone >> lo raggiunse in pochi passi tirandolo verso di sé e unendo le loro labbra in un caldo e appassionato bacio, Edward gli strinse la vita, con le mani gli accarezzava la schiena, mentre dalle loro bocche uscivano suoni umidi e caldi.
L'equipaggio del pirata gentiluomo e una parte di quello di David si erano stretti tra loro, vicini, come a consolidare quell'unione anche se si erano appena conosciuti, ma Stede aveva toccato il cuore di tutti, ognuno di loro non poteva essere più felice per quel pirata dal cuore buono.
<< Eh sì, è proprio uno zuccone >> affermò Isabelle incrociando le braccia e sorridendo soddisfatta.
<< Il mio capo ha appena dato il due di picche al tuo >> disse Wee John alla ragazzina, lei alzò lo sguardo su di lui.
<< In realtà no, il mio capo stava solo recitando. >>
<< Che vuoi dire? >> chiese Lucius che stava ascoltando la conversazione.
<< Bè quei due non si sarebbero mai decisi da soli, per cui David ha deciso di dar loro una mano. >>
<< Oh...Geniale >> commentò il giovane scriba.


...


Edward e Stede si staccarono dopo un intero minuto in cui erano rimasti avvinghiati rimanendo però vicini e abbracciati, Barbanera deglutì accarezzando il viso del biondo che sorrise avvicinandosi e sfiorandogli il naso con il suo.
<< Vuoi ancora tempo per riflettere? >> domandò il gentiluomo pur sapendo la risposta.
<< Col cazzo, l'unica cosa che voglio sei tu, e ti voglio ora e sempre >> rispose l'altro, facendo sorridere Stede, era emozionato, lo erano entrambi, i loro cuori battevano all'impazzata come una mandria di cavalli che galloppano su una prateria, dopo tutto quello che avevano passato, la sofferenza, le liti, finalmente avevano trovato la strada comune che li aveva fatti unire e mai più si sarebbero lasciati.
David si avvicinò schiarendosi la voce, i due si voltarono ed Edward d'istinto si posizionò davanti al biondo, guardò accigliato l'uomo che aveva cercato di portarglielo via, o almeno così credeva lui.
<< Ehm scusate l'interruzione... >>
<< Che cosa vuoi? >> ringhiò Barbanera.
<< Tranquillo Ed non farò mosse scovenienti, volevo solo parlare con entrambi. >>
<< Noi non vogliamo...- >>
Stede gli sfiorò il braccio e lui si zittì.
<< Mi spiace per le cose che ho detto Edward, e Stede capisco che ti senti imbarazzato ma non ce n'è bisogno credimi, per quanto tu sia un uomo meraviglioso da avere accanto io non sono interessato in quel senso, ma era l'unico modo per farvi avvicinare >> spiegò il capitano della Emily, i due pirati sbatterono le palpebre, Edward si accigliò.
<< Cosa vuoi dire? >>
<< Di che cazzo stai parlando? >>
Chiesero entrambi, Jenkins ridacchiò.
<< Potrei aver...dato prova del mio talento d'attore >> confessò con una risatina.
<< Oh...quindi tu non... >> Bonnet rilassò le spalle di fronte a quella consapevolezza.
<< Già >> disse David annuendo.
<< Questo mi solleva, voglio dire non che ci sarebbe stato qualcosa di male, ma sarebbe stato imbarazzante se ci fossimo rincontrati... >>
Jenkins gli batté una mano sulla spalla.
<< Ah ma che dici Stede, credi che non avrei saputo reggere una sconfitta? Sai con chi stai parlando >> gli fece l'occhiolino e un sorriso, gesti che rasserenarono l'animo del biondo.
Barbanera era rimasto serio, fissava David che parlava sereno come se non li avesse appena presi per il culo, in un impeto lo afferrò per la camicia tirandolo in avanti, Bonnet sussultò pensando volesse colpirlo e invece Edward lo strinse in un abbraccio.
<< Sei un fottuto cazzone, ma grazie. >>
Il capitano della Emily sorrise sorpreso e ricambiò la stretta.
<< Adesso cosa farete? >> domandò Jenkins.
<< Non saprei... >> rispose Bonnet guardando Edward.
<< Io vorrei solo...se Stede è d'accordo farci un giro dell'isola e passare del tempo noi due e basta >> disse Barbanera, gli occhi del biondo si illuminarono.
<< Lo voglio >> disse, poi si rivolse al capitano della Emily.
<< Voi non avete intenzione di partire subito vero? >>
<< No, restiamo qui qualche giorno, il mio equipaggio ha bisogno di riprendersi. >>
Stede annuì.
<< Allora possiamo vederci più tardi. >>
<< O direttamente domani >> intervenne Edward, David sorrise.
<< Affare fatto. >>
<< Ehm voi ragazzi...- >> iniziò Stede rivolgendosi ai suoi uomini.
<< Vai capitano e non preoccuparti >> rispose la ciurma, e così i due co-capitani salutarono tutti e si diressero per una romantica passeggiata, e forse chissà avrebbero anche cenato o guardato le stelle, il cosa non aveva importanza, contava solo che fossero insieme.



...


Anche gli uomini di entrambi gli equipaggi decisero di farsi un giro, alcuni approfittando di conoscersi meglio, rimasero solo David e Isabelle che presto vennero raggiunti da Fernando, si avvicinò a loro fissando l'amico con un sopracciglio sollevato.
<< Hai di nuovo quella faccia. >>
<< Quale faccia Fernando? >> domandò sorridendo sornione.
<< Quella che fai sempre quando ne combini una delle tue, che hai fatto stavolta? >>
David che aveva le braccia incrociate, sollevò l'avambraccio di una di esse agitando la mano come per scacciare una mosca.
<< Oh niente di che, una cosa talmente piccola e insignificante, ho solo fatto mettere insieme Edward e Stede. >>
<< COSA!? >> strillò il primo ufficiale.
<< Come? Quando? Dove? >>
Jenkins rise.
<< Da poco. >>
<< E tu ti sei perso tutta la scena >> lo rimbeccò Isabelle, Fernando emise un mugolio dispiaciuto.
<< Non è giusto, non potevi aspettarmi? >>
David alzò lo sguardo su di lui.
<< Era una cosa seria, non c'era tempo da perdere. >>
<< Già, hai ragione. Raccontami come hai fatto. >>
<< Ho finto di essere interessato a Stede davanti a Edward e lui ha dato di matto...->>
<< Lo ha anche spinto a terra! >> aggiunse la ragazzina con vivacità, era fiera del suo capitano che aveva rischiato se stesso in nome dell'amore.
<< Edward a te? >> domandò Fernando e gli altri due annuirono.
<< Lo sai che hai rischiato la vita? >>
<< Ne sono consapevole amico, ma quei due avrebbero continuato a rincorrersi se non fosse intervenuto qualcuno a dargli una spinta d'incoraggiamento >> David andava sempre molto fiero delle sue macchinazioni, soprattutto quando funzionavano.
<< Ben fatto capitano, ha funzionato meglio del mio stratagemma >> disse il primo ufficiale, le guance di Jenkins si velarono di rosso al ricordo di quel bacio che l'amico gli aveva rubato senza preavviso, ma quella frase attirò l'attenzione di Isabelle.
<< Quale piano? >> domandò guardandoli incuriosita.
<< Oh niente Isabelle, non ha funzionato... >>
<< Vabbé dimmelo lo stesso >> si accigliò la giovane.
<< Davvero non... >>
Fernando era in difficoltà.
<< E' un po' che voi due siete strani, e ora tu non vuoi dirmi cosa hai fatto >> affermò Isabelle, sicura che quei due gli stessero nascondendo qualcosa.
Il primo ufficiale ridacchiò nervosamente.
<< Non è niente, davvero... >>
<< E allora dimmelo e basta! >>
A salvare la situazione ci pensò David.
<< Ehi Isabelle guarda laggiù, ci sono dei cuccioli >> si chinò indicando un punto lontano con l'indice, la ragazza si voltò e quando vide quella scatola con quattro testoline pelose che spuntavano guaendo i suoi occhi si illuminarono.
<< Ahh cuccioli! >> iniziò a saltellare sul posto.
<< Cosa aspetti, vai >> le intimò il capitano, lei non se lo fece ripetere due volte e corse da quelli che si rivelarono essere cagnolini, ne prese uno in braccio, quasi sciogliendosi nel sentire quanto era morbido e tiepido.
<< Sai che ne vorrà uno vero? >> disse Fernando spostando lo sguardo sull'amico.
<< Sì e chissà potrei decidere di accontentarla, e se quei cuccioli non hanno nessuno potremmo prenderli tutti >> ragionò mentre guardava Isabelle che tentava di abbracciare tutti quei piccoli batuffoli di tenerezza.
Fernando sbatté le palpebre.
<< Tu vuoi davvero metterti sulla nave quattro cagnolini? >>
David lo guardò alzando le spalle.
<< Certo >> rispose come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
<< Sono quattro >> ribadì il primo ufficiale, solo per essere certo che il suo capitano avesse compreso bene.
<< Fernando mi prendo in carico decine e decine di persone, secondo te lascerei in mezzo alla strada quattro povere bestiole? >>
Il primo ufficiale sorrise dolcemente.
<< No tu non lo faresti. >>
Tra i due nacque uno sguardo profondo, carico di significato, uno di quegli sguardi che avevano iniziato da poco a lanciarsi.
<< Daaavid! >>
<< Dimmi piccola. >>
Isabelle stava per dirgli di non chiamarla così ma si trattenne, lo guardò con due occhioni imploranti e i due uomini capirono subito cosa stava per accadere.
<< Sai che quei cuccioli non hanno nessuno >> disse con una vocina sottile.
Jenkins si mise le mani sui fianchi.
<< Oh è un vero peccato, povere creaturine, ma ne sei sicura? >> domandò con voce teatrale.
<< Sì, me lo hanno detto più persone. >>
La ragazzina picchiettò gli indici tra loro.
<< Per questo io...volevo chiederti se potevamo adottarli. >>
Il capitano rimase in silenzio per qualche istante, poi sorrise e soffiò aria dal naso.
<< D'accordo. >>
<< Ah ti prego David, io ti...Un momento hai detto sì? >>
David annuì abbassando le palpebre.
<< Per tutti e quattro? >> chiese la giovane che non poteva più contenere l'emozione e nemmeno riusciva a credere che stesse accadendo davvero.
<< Sì, ma signorina dovrai averne molta cura altrimenti abbandonerò te al primo porto chiaro? >>
<< Chiarissimo! >> quasi strillò lei.
<< Ahh grazie David grazie! >> gli saltò al collo stringendolo, aveva le lacrime agli occhi.
<< Posso già portarli sulla nave? >>
<< Sì, poi li faremo controllare da qualcuno per assicurarci che stiano bene. >>
<< Sì certo, giusto >> concordò Isabelle prima di correre dai cagnolini, a metà strada si fermò, tornò indietro e abbracciò il capitano ringraziandolo nuovamente e poi ritornò dai piccoli che presero a scodinzolare appena la videro.
David e Fernando rimasero soli.
<< L'hai conquistata >> disse quest'ultimo.
<< Bè spero non mi vorrà bene solo per i cuccioli. >>
<< No, ti vuole bene anche per i cuccioli. >>
Il capitano assunse un'espressione strana, in un primo momento sembrava avesse timore di qualcosa.
<< Fernando? Ti andrebbe di andare a cena questa sera? >>
<< Oh...Sì certo, vuoi che lo dica...- >>
<< No no no, solo noi due, intendevo io e te >> spiegò sentendo le ginocchia tremare, il cuore del primo ufficiale perse un battito, stava succedendo davvero?
Sorrise, anche se sentiva il suo intero essere vibrare e aveva voglia di gridare e correre come aveva fatto Isabelle prima.
<< Certo che mi va >> rispose sentendo la sua voce improvvisamente mancare, le spalle di David si rilassarono, e lo stomaco smise di torcersi, aveva avuto davvero il terrore di rovinare tutto tra loro ma il pensiero di vivere per sempre con il rimpianto di non averci provato era peggiore di qualsiasi rifiuto, per questo aveva deciso di provarci nonostante la paura, e le cose erano andate esattamente come sperava.


...


Edward e Stede erano sdraiati su un prato sotto l'ombra di un grande albero, il sole stava tramontando e di lì a poco sarebbero comparse le prime stelle, il pirata gentiluomo sperava che quello che era diventato più di un amico gli avrebbe insegnato qualcosa su quei puntini luminosi che stavano lassù in alto dove nessuno poteva arrivare.
<< A che pensi? >> domandò Barbanera.
<< Noi due >> rispose il biondo con la voce fioca, era da quando avevano smesso di baciarsi che sentiva un solletichio nel petto, il pirata dai lunghi capelli spostò la testa andando a toccare quella dell'altro che gli stava affianco.
<< Cose buone? >>
<< Oh Ed ti prometto che tutto quello che ci riguarderà da ora in avanti sarà buono. >>
Edward sorrise poi il suo viso si rabbuiò.
<< Mi dispiace di essermi comportato da coglione. >>
Stede rotolò sulla pancia, si avvicinò a lui appoggiandogli una mano sul petto, sorrise dolcemente.
<< Lo siamo stati entrambi, ma adesso siamo qui, questo è l'importante. >>
Barbanera sospirò accarezzando quei morbidi capelli biondi.
<< Se non fosse stato per il tuo amico però...- >>
Bonnet ridacchiò.
<< Ancora geloso di lui? >>
L'altro arrossì.
<< Non sono geloso, è stato più intelligente di me. >>
<< E di me. Ci ha aiutati a capire Ed, a volte va bene avere bisogno di aiuto, anche se si tratta di una cosa importante e grande come i sentimenti, che dovremmo capire da soli visto che ci appartengono ma sono complicati e quindi un David della situazione fa sempre comodo. >>
Edward si leccò le labbra, addolcì lo sguardo e sorrise.
<< Noi lo abbiamo il nostro David, è Lucius. >>
Stede scoppiò a ridere appoggiando la fronte sul petto del compagno.
<< Oh Lucius, quanti sguardi ammiccanti dovremmo sopportare, preparati. >>
<< Sempre se mi vorranno ancora sulla nave. >>
Gli occhi nocciola del pirata scattarono su di lui.
<< Ed...Certo che ti vogliono, a me...- >>
<< Ma tu non li hai trattati male Stede, io sono stato veramente antipatico. >>
Il gentiluomo sospirò.
<< Io credo che ti perdoneranno, magari puoi scusarti, se non è troppo per il grande Barbanera chiedere scusa >> l'ultima frase la disse con tono scherzoso, come a prenderlo in giro, Edward si tirò su e lo spinse giocosamente a terra.
<< Ehi a te l'ho chiesto scusa! >>
<< Sì è vero, comunque se non ti perdoneranno ce ne andremo noi due >> lo rassicurò Bonnet accarezzandogli una guancia.
<< Cosa? Dici sul serio, ma i tuoi uomini, la tua nave... >>
<< Edward. Voglio bene alla mia ciurma, sono affezionato alla mia nave e non voglio lasciarli ma è te che amo, stare separato da te mi ha quasi fatto impazzire e non voglio mai più che accada, quindi sì dovrai accollarti la mia presenza signor Teach. >>
Gli occhi del pirata vestito di pelle si illuminarono come se il cielo fosse caduto al loro interno.
<< Oh allora... >> si schiarì la voce.
<< Allora va bene Stede. >>
Il biondo si sporse verso di lui e lo baciò appassionatamente.


...


Il giorno dei saluti giunse presto, forse troppo secondo alcuni, la ciurma del pirata gentiluomo aveva accettato Edward come co-capitano dopo che lui aveva balbettato delle scuse imbarazzate, lo avevano perdonato per i suoi comportamenti poco carini ma avevano anche compreso cosa lo aveva spinto ad agire in quel modo, un cuore spezzato a volte diventa cieco di fronte alle sofferenze altrui e Barbanera a quel tempo non considerava minimamente come potessero sentirsi gli altri, di Izzy non c'era traccia ma decisero di partire comunque visto che il tempo per tornare glielo avevano dato.
I due equipaggi erano riuniti gli uni di fronte agli altri, si erano scambiati parole piacevoli, dicendosi che erano stati felici di essersi conosciuti e che speravano di rivedersi presto, gli uomini del capitano della Emily avevano stretto Stede tra piagnucolii e singhiozzi, David gli aveva sorriso poi si erano abbracciati forte, entrambi con gli occhi lucidi.
<< Promettimi di non combinare casini pirata gentiluomo, non ci sono sempre io a tirarti fuori dai guai. >>
Bonnet ridacchiò asciugandosi le lacrime.
<< Se è un modo per incontrarti di nuovo...- >> iniziò Stede.
<< Oh ma non c'è bisogno di azioni drastiche, ci rivedremo, ne sono sicuro e tu sai che non sbaglio mai >> gli fece l'occhiolino.
<< Sempre il solito modesto >> sbuffò Barbanera alzando gli occhi al cielo e scuotendo la testa.
<< E tu, trattalo bene >> disse David rivolgendosi a Edward, si guardarono per un istante poi il terrore dei mari si avvicinò e gli strinse una mano.
<< Hai la mia parola >> rispose.
<< E' stato un piacere conoscerti Edward. >>
<< Piacere mio, anche se non subito >> tutti risero.
Lo sguardo di Stede venne attirato da una ragazzina che non riusciva a smettere di piangere.
<< Isabelle... >>
<< Tesoro. >>
<< Non sto piangendo >> singhiozzò lei.
<< Certo che no >> la rassicurò Bonnet intenerito, si avvicinò a lei posandole le mani sulle spalle.
<< Ehi... >>
<< Non voglio che te ne vai >> scoppiò la giovane buttandogli le braccia al collo, il gentiluomo la strinse e lei cominciò a piangere più forte.
<< Mi mancherai anche tu, tantissimo, ma abbiamo strade diverse da prendere, vite diverse e a volte anche se ci si vuole bene non significa stare sempre insieme, ma una promessa posso fartela oltre a quella di non dimenticarti mai, che ci rivedremo, non so quando, non so come ma accadrà >> Stede aveva la voce rotta, il magone gli stringeva la gola e le lacrime avevano cominciato a scendere anche dai suoi occhi.
Isabelle si staccò guardandolo con gli occhioni lucidi, lui le asciugò le lacrime con i pollici e poi sorrise anche se le labbra gli tremavano.
<< Promesso? >> chiese la ragazzina.
Stede annuì, le baciò dolcemente la fronte e rispose.
<< Promesso. >>
Si strinsero forte le mani, mandarono giù le lacrime e poi ebbero il coraggio di separarsi, lo sguardo della giovane cadde su qualcun altro, qualcuno che stava fingendo di non essere per niente commosso da quella scena, anche se in mano teneva stretto un fazzoletto che gli aveva passato Lucius.
<< Ehi tu, omaccione >> disse lei avvicinandosi.
Barbanera tirò su col naso e si impettì.
<< Sai che non mi mancherai per niente. >>
<< Nemmeno tu ragazzina >> rispose Edward sentendo qualcosa stringergli la gola.
<< E non ti ho mai sopportato >> affermò Isabelle senza lasciare andare le lacrime.
<< Ah se è per questo nemmeno io >> disse il pirata agitando una mano.
<< Bene allora addio >> lei si voltò con i pugni stretti e il cuore che batteva forte.
<< Addio...Isabelle. >>
A quel punto la giovane si girò tuffandosi tra le sue braccia e lui la strinse a sua volta.
<< Non avevi detto che non ti sarei mancato? >> domandò ridacchiando, mentre una lacrima gli rigava la guancia.
<< Infatti è così, questo abbraccio è solo perché sono contenta di non vedere più la tua faccia antipatica >> mugugnò lei stringendolo più forte.
<< Certo, giusto >> sorrise Edward accarezzandole la testa.
<< Se fai soffrire Stede sappi che torno a prenderti a calci nel sedere. >>
Barbanera scoppiò a ridere.
<< Se avessi avuto una figlia avrei voluto fosse esattamente come te >> disse scostandola di poco per guardarla negli occhi.
<< Non fare troppo la brava ragazzina. >>
<< Mai, non è nella mia natura >> rispose lei sorridendo prima di separarsi.
Anche Fernando abbracciò i due pirati.
<< Stede è stato un onore averti tra noi, e grazie ancora per aver salvato il mio...capitano. >>
<< Non dirlo nemmeno, voi siete stati la mia salvezza, non vi ringrazierò mai abbastanza, vi auguro di riuscire in ogni cosa vogliate e che i vostri spettacoli siano sempre un successo. E chissà magari capiteremo in tempo per il prossimo. >>
Edward si avvicinò al pirata biondo grattandosi la nuca.
<< Ehm...vorrei dire anche io una cosa. A David soprattutto, grazie per...non avermi buttato fuori a calci dalla tua nave e per esserti preso cura del... >> sospirò e strinse la mano di Stede.
<< Del tuo fidanzato >> disse Isabelle incrociando le braccia fiera e sogghignando, i due pirati arrossirono.
<< Lo stavo per dire! >> sbottò Barbanera con una vocetta quasi isterica.
<< Sì certo come no >> lo rimbeccò la ragazzina.
Fernando e David si guardarono negli occhi e si sorrisero, il primo circondò con un braccio i fianchi del capitano, amico e forse...qualcosa di più.



...


E così i due equipaggi si separarono, guidati dai loro rispettivi capitani, come se fossero parti di uno stesso cuore, ognuno di loro aveva toccato la vita dell'altro e questo non sarebbe mai cambiato anche se non si fossero visti per anni, erano uniti da un legame che nessuno sarebbe stato in grado di spezzare.
Pochi mesi dopo giunse alla Revenge la notizia che l'ammiraglio Badminton era morto, probabilmente il suo cuore non aveva retto alla notizia che i due pirati che cercava con tanta foga erano apparentemente morti, o più precisamente secondo lui fuggiti, e così Edward e Stede tirarono un respiro di sollievo perché almeno non sarebbero più stati braccati così assiduamente.
Stede dovette fare i conti con i sensi di colpa, come se fosse stato lui a stringere il cuore di quell'uomo e ucciderlo, ma fortunatamente con lui c'era Edward che ogni giorno, senza mai lasciarlo gli faceva capire che non aveva colpa di nessuna delle morti che erano accadute e Stede a Edward credeva, ci credeva sempre.




Fine.



















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