Messaggio inaspettatto seconda parte
MESSAGGIO INASPETTATO
Seconda ed ultima parte.
Parigi, Giugno 1789
André stava completando l'ultimo giro di ronda di quella uggiosa e piovosa giornata di tarda primavera.
Le
perlustrazioni continuavano a ritmo serrato, in quanto per le strade
parigine orde di facinorosi in rivolta, creavano tafferugli e scontri
sempre più cruenti. Oscar quel giorno aveva lasciato il suo
contingente di uomini sotto il comando del colonnello d'Agoult, era
rimasta in caserma attendendo le nuove disposizioni del generale
Bouillè.
André
mentre controllava che la situazione per le vie cittadine fosse
ristabilita, da poterne quindi fare un dettagliato resoconto una volta
rientrato in caserma, s'imbatte nel giovane Leon, uno dei tanti
valletti con cui aveva trascorso nelle scuderie reali gran parte del
suo tempo quando come attendente di Oscar l'aspettava per far ritorno a
casa.
Era strano che Leon si trovasse in quella parte della città, pensò André dopo aver scambiato un saluto.
"Buonasera
Leon, cosa ti porta da queste parti? Sai che non è prudente a
quest'ora, data la situazione che si è creata in città,
farsi trovare in giro."
"Buonasera
Andrè, sono stato incaricato da uno dei tanti servitori del
Conte di Fersen di recapitare una lettera a Palazzo Jarjayes per
Madamigella Oscar, forse non sai che il Conte ha lasciato Parigi.
Io
mi trovo qui perché non conoscendo la strada del ritorno mi sono
perso in questo dedalo di vicoli...sapresti indicarmi come poter uscire
da questo intricato groviglio di vie"
"Tranquillo Leon seguimi."
André
accompagnò per un tratto Leon fino ad un viale che conduceva
direttamente a Versailles, da lì tramite una scorciatoia per
evitare il peggiorare del tempo che, in lontananza minacciava
d'abbattersi di lì a breve, riprese il cammino per la caserma.
La
pioggia cadeva copiosa, sulle antiche pietre del vecchio edificio della
caserma della Guardia, scuotendo le possenti mura schizzando grosse
gocce sugli enormi finestroni rendendo ancora più lugubre e
tetro quell'angusto luogo.
André
dopo aver fatto una breve sosta nelle camerate, si avviò verso
lo studio di Oscar non solo per fornirle le informazioni sulle
ricognizioni, ma anche per metterla al corrente che Fersen aveva fatto
consegnare una lettera per lei a Palazzo Jarjayes.
"Oscar, ho saputo che il Conte di Fersen è partito per la Svezia.
Ti ha anche scritto una lettera per salutarti ma non ti è ancora stata consegnata"
Oscar, rimanendo imperturbabile, eludendo l'argomento disse
"André, informa gli uomini che l'addestramento previsto per domani avrà luogo anche sotto la pioggia"
"Bene
Oscar" fu la risposta di André che dopo il saluto militare si
diresse nelle camerate per informare i compagni le decisioni di Oscar.
Quella
sera non rimasero in caserma ma fecero ritorno a casa, entrambi avevano
bisogno di riposo dopo molti giorni passati a pattugliare Parigi.
"Buonasera nonna..." salutò André
"Non ci speravo più che sareste rientrati stasera." rispose Nanny
"Ti farò preparare un bagno caldo bambina mia "
"Grazie Nanny"
Oscar, si ritirò nelle sue stanze ed André rimase con la nonna in cucina
"André,
puoi farmi un favore? Potresti portare questa lettera a Madamigella
Oscar? Io intanto preparo qualcosa di caldo per voi."
Nanny preparò anche un vassoio con del thè caldo, che André aveva già consumato in cucina.
Anche
se ormai alle porte dell'estate, sapeva avrebbe fatto piacere ad Oscar
potersi ristorare e scaldare un po' dopo aver trascorso una giornata a
lavoro, magari sotto la pioggia a pattugliare le vie di Parigi, era un
modo per coccolare la sua bambina, come spesso amava chiamarla.
Con
il vassoio e la missiva che sapeva essere stata scritta da Fersen per
Oscar, André sali al piano di sopra nella camera di Oscar.
Dopo
aver bussato e atteso il permesso di entrare poggiò tutto sul
piccolo tavolino, prese la lettera e la consegnò ad Oscar.
"Tieni Oscar, questa è la lettera che Fersen ti ha scritto...l'ha consegnata un valletto qui a Palazzo.
Mia nonna si era dimenticata di consegnartela prima."
"Grazie André" la prese e l'aprì.
André dopo aver versato del thè nella tazza, alzò lo sguardo verso di lei.
Oscar era davanti al grande specchio posto sopra al comò.
André
vide l'immagine riflessa di Oscar sullo specchio mentre leggeva quelle
poche righe che Fersen le aveva fatto recapitare.
Vedendo uno sguardo di stupore sul viso di Oscar, fece per congedarsi da lei.
"Bene Oscar, se non hai bisogno d'altro, ti lascio leggere la tua lettera...io mi ritiro. Buonanotte."
Non fece in tempo a fare un passo che Oscar lo bloccò
"No, aspetta André, non andare.
Voglio che legga anche tu cosa mi ha scritto Fersen."
"Non capisco Oscar, perché vuoi che legga anch'io la lettera."
"Non fare domande André, ti prego...leggila e capirai."
André prese la lettera che Oscar gli porse ed iniziò a scorrere quelle righe.
Non
riusciva a credere ai suoi occhi, Fersen sapeva che lui era innamorato
di Oscar, ma cosa più importante che anche Oscar lo amava.
"Oscar
che significa? Fersen scrive che anche tu mi ami. Come fa lui a
saperlo? Com'è possibile? Da quando? Perché non mi hai
detto niente? Ti prego spiegami!"
"Sì
André, è vero. Sono innamorata di te, credo di esserlo
sempre stata, ma me ne sono resa conto solo la sera dell'aggressione a
Saint Antoine.
Saperti
in pericolo, tra le mani di quella gente furiosa, ha fatto sì
che il mio amore esplodesse in me in maniera dirompente. Mi aveva
appena salvata da un gruppo di persone, quando gli ho chiesto di te non
vedendoti lì accanto a lui, stavo per correre fuori dal vicolo
in cui mi aveva portata per mettermi al riparo, gridando di lasciarmi
andare, si opponeva a farmi andare a salvarti finché ho urlato
che dovevo andare a salvare il MIO ANDRÉ IN PERICOLO."
André rimase fermo, immobile, gli occhi increduli su di lei che gli stava confessando di amarlo.
Oscar
si era avvicinata a lui, allungando una mano sul suo viso per
accarezzarlo su una guancia e l'altra a prendere una delle sue mani.
André avvolse la mano di Oscar appoggiata alla sua guancia e poi gliela baciò
"Oscar amore mio, dimmi che è tutto vero ti prego.
"Sì Andrè è vero, Ti Amo anch'io, con ogni fibra del mio essere.
Perdonami se ti ho fatto soffrire, se non ho capito che ciò che sentivo per te era amore e non affetto fraterno.
Sei tu il mio porto sicuro, le braccia dove rifugiarmi e sentirmi amata e protetta.
Hai sgretolato la mia corazza con il tuo amore incondizionato e la tua dolcezza
Ti chiedo ancora perdono André."
"Non hai niente da farti perdonare, ormai non ha più importanza.
Sapevo che prima o poi avresti capito anche tu di amarmi."
"Oh André...il Mio André."
Ora Oscar piangeva appoggiata al petto di André.
I loro cuori erano colmi di gioia, finalmente potevano essere felici.
Ora nessuno li avrebbe separati.
Lui la teneva stretta finché, non le alzò il viso per baciarla per suggellare finalmente il loro amore.
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