MESSAGGIO INASPETTATO

di ValeAlcazar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** cap.1 ***
Capitolo 2: *** cap.2 ***



Capitolo 1
*** cap.1 ***


MESSAGGIO INASPETTATO

MESSAGGIO INASPETTATO

 

Versailles, giugno 1789

 

"Signore, risparmiate mio figlio".

Queste parole quasi sussurrate risuonarono nella cappella della Reggia.

Una donna inginocchiata invocava implorante questa supplica di fronte al piccolo altare, la voce rotta dal pianto, straziata la Regina Maria Antonietta, rivolgeva preghiere all'effige miracolosa, per la vita di suo figlio, il giovane Delfino, quel bambino speranza della Francia, che la malattia minava nel gracile ed esile fisico.

Morbo crudele che aveva consumato, logorato quella giovane vita e lo aveva costretto a lunghi periodi di totale infermità.

Adesso delirante sul letto di morte, Joseph, chiamava il padre, rifiutando colei che si consumava di pianto per quella crudele sventura, duro fardello da dover sopportare...come può una madre allontanarsi dal capezzale del diletto figlio agonizzante?

Forse era la punizione, per quella sua condotta ritenuta immorale?

Mentre orazioni dilaniavano il petto tremante della Regina, l'unica persona che poteva consolarla in quegli istanti si stava avvicinando per partecipare a quel dolore, macigno insopportabile da poter controllare.

Fersen non fece che pochi passi, arrestandosi sulla porta dell'oratorio, dovette arretrare a quelle parole che gli rivolse risoluto il Sovrano "Lasciateci soli Conte di Fersen", ebbe la consapevolezza di doversi congedare, la sua presenza in quei frangenti era superflua, in fondo chi era se non l'amante di una Regina che si disperava per l'imminente scomparsa di quel fanciullo che, pallido languiva nel gelido abbraccio della morte.

Con la disperazione nel cuore, Fersen si congedò per l'ennesima volta maturando la decisione di tornare in Svezia...era meglio allontanarsi, fuggire lontano da colei, che spezzata le mostrava inerme tutta la sua fragilità.

Rientrato nella sua residenza, si chiuse solitario nella sua stanza e rimuginando il suo sgomento si avvicinò allo scrittoio, prese un sottile foglio di carta, tagliò una penna ed iniziò ad abbozzare una lettera. Poche righe, essenziali; l'unico mezzo per stemperare ciò che si portava dentro.

 

Oscar, perdonatemi se non sono venuto a salutarvi.

Ho preso la decisione di partire per ritornare in Svezia, anche se mi addolora separarmi dalla mia amata Regina, so che mi mancherà enormemente ma adesso deve pensare al suo bambino, ha il Re accanto a sé, com'è giusto che sia.

Pregherò affinché il Principe Joseph si riprenda, così che la mia Regina torni ad essere serena.

Mi raccomando Madamigella Oscar statele vicina, ha bisogno anche di voi in questo momento, fatelo in nome della nostra vecchia amicizia.

Mi mancherete amici miei, sia voi Oscar, che André.

Sono felice che vi siate resa conto di amarlo, è un brav'uomo e vi ama davvero tanto.

Ho sempre saputo dell'amore che André nutre per voi.

Mi rammarico che la nostra amicizia sia finita nel modo che sapete, ma sono immensamente felice che vi abbia portato a capire chi amavate veramente.

Siate felici amici miei, almeno voi.

Vi auguro di cuore che il vostro amore porti entrambi alla felicità completa.

Spero di rivedervi presto.

 

Con tutta la mia stima, il vostro amico devoto

Hans Axel Conte di Fersen.

 

Diede disposizione al suo fidato valletto che venisse consegnata solo dopo la sua partenza, non avrebbe voluto dolorosamente affrontare un'eventuale spiegazione, come quando si allontanò quella ormai lontana notte in cui partì per l'America.

Il messo consegnò quella missiva a Palazzo Jarjayes come concordato, che venne presa in consegna da Nanny.

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Capitolo 2
*** cap.2 ***


Messaggio inaspettatto seconda parte

MESSAGGIO INASPETTATO

 

Seconda ed ultima parte.

 

Parigi, Giugno 1789

 

André stava completando l'ultimo giro di ronda di quella uggiosa e piovosa giornata di tarda primavera.

Le perlustrazioni continuavano a ritmo serrato, in quanto per le strade parigine orde di facinorosi in rivolta, creavano tafferugli e scontri sempre più cruenti. Oscar quel giorno aveva lasciato il suo contingente di uomini sotto il comando del colonnello d'Agoult, era rimasta in caserma attendendo le nuove disposizioni del generale Bouillè.

André mentre controllava che la situazione per le vie cittadine fosse ristabilita, da poterne quindi fare un dettagliato resoconto una volta rientrato in caserma, s'imbatte nel giovane Leon, uno dei tanti valletti con cui aveva trascorso nelle scuderie reali gran parte del suo tempo quando come attendente di Oscar l'aspettava per far ritorno a casa.

Era strano che Leon si trovasse in quella parte della città, pensò André dopo aver scambiato un saluto.

"Buonasera Leon, cosa ti porta da queste parti? Sai che non è prudente a quest'ora, data la situazione che si è creata in città, farsi trovare in giro."

"Buonasera Andrè, sono stato incaricato da uno dei tanti servitori del Conte di Fersen di recapitare una lettera a Palazzo Jarjayes per Madamigella Oscar, forse non sai che il Conte ha lasciato Parigi.

Io mi trovo qui perché non conoscendo la strada del ritorno mi sono perso in questo dedalo di vicoli...sapresti indicarmi come poter uscire da questo intricato groviglio di vie"

"Tranquillo Leon seguimi."

André accompagnò per un tratto Leon fino ad un viale che conduceva direttamente a Versailles, da lì tramite una scorciatoia per evitare il peggiorare del tempo che, in lontananza minacciava d'abbattersi di lì a breve, riprese il cammino per la caserma.

La pioggia cadeva copiosa, sulle antiche pietre del vecchio edificio della caserma della Guardia, scuotendo le possenti mura schizzando grosse gocce sugli enormi finestroni rendendo ancora più lugubre e tetro quell'angusto luogo.

André dopo aver fatto una breve sosta nelle camerate, si avviò verso lo studio di Oscar non solo per fornirle le informazioni sulle ricognizioni, ma anche per metterla al corrente che Fersen aveva fatto consegnare una lettera per lei a Palazzo Jarjayes.

"Oscar, ho saputo che il Conte di Fersen è partito per la Svezia.

Ti ha anche scritto una lettera per salutarti ma non ti è ancora stata consegnata"

Oscar,  rimanendo imperturbabile, eludendo l'argomento disse

"André, informa gli uomini che l'addestramento previsto per domani avrà luogo anche sotto la pioggia"

"Bene Oscar" fu la risposta di André che dopo il saluto militare si diresse nelle camerate per informare i compagni le decisioni di Oscar.

Quella sera non rimasero in caserma ma fecero ritorno a casa, entrambi avevano bisogno di riposo dopo molti giorni passati a pattugliare Parigi.

"Buonasera nonna..." salutò André

"Non ci speravo più che sareste rientrati stasera." rispose Nanny

"Ti farò preparare un bagno caldo bambina mia "

"Grazie Nanny"

Oscar, si ritirò nelle sue stanze ed André rimase con la nonna in cucina

"André, puoi farmi un favore? Potresti portare questa lettera a Madamigella Oscar? Io intanto preparo qualcosa di caldo per voi."

Nanny preparò anche un vassoio con del thè caldo, che André aveva già consumato in cucina.

Anche se ormai alle porte dell'estate, sapeva avrebbe fatto piacere ad Oscar potersi ristorare e scaldare un po' dopo aver trascorso una giornata a lavoro, magari sotto la pioggia a pattugliare le vie di Parigi, era un modo per coccolare la sua bambina, come spesso amava chiamarla.

Con il vassoio e la missiva che sapeva essere stata scritta da Fersen per Oscar, André sali al piano di sopra nella camera di Oscar.

Dopo aver bussato e atteso il permesso di entrare poggiò tutto sul piccolo tavolino, prese la lettera e la consegnò ad Oscar.

"Tieni Oscar, questa è la lettera che Fersen ti ha scritto...l'ha consegnata un valletto qui a Palazzo.

Mia nonna si era dimenticata di consegnartela prima."

"Grazie André" la prese e l'aprì.

André dopo aver versato del thè nella tazza, alzò lo sguardo verso di lei.

Oscar era davanti al grande specchio posto sopra al comò.

André vide l'immagine riflessa di Oscar sullo specchio mentre leggeva quelle poche righe che Fersen le aveva fatto recapitare.

Vedendo uno sguardo di stupore sul viso di Oscar, fece per congedarsi da lei.

"Bene Oscar, se non hai bisogno d'altro, ti lascio leggere la tua lettera...io mi ritiro. Buonanotte."

Non fece in tempo a fare un passo che Oscar lo bloccò

"No, aspetta André, non andare.

Voglio che legga anche tu cosa mi ha scritto Fersen."

"Non capisco Oscar, perché vuoi che legga anch'io la lettera."

"Non fare domande André, ti prego...leggila e capirai."

André prese la lettera che Oscar gli porse ed iniziò a scorrere quelle righe.

Non riusciva a credere ai suoi occhi, Fersen sapeva che lui era innamorato di Oscar, ma cosa più importante che anche Oscar lo amava.

"Oscar che significa? Fersen scrive che anche tu mi ami. Come fa lui a saperlo? Com'è possibile? Da quando? Perché non mi hai detto niente? Ti prego spiegami!"

"Sì André, è vero. Sono innamorata di te, credo di esserlo sempre stata, ma me ne sono resa conto solo la sera dell'aggressione a Saint Antoine.

Saperti in pericolo, tra le mani di quella gente furiosa, ha fatto sì che il mio amore esplodesse in me in maniera dirompente. Mi aveva appena salvata da un gruppo di persone, quando gli ho chiesto di te non vedendoti lì accanto a lui, stavo per correre fuori dal vicolo in cui mi aveva portata per mettermi al riparo, gridando di lasciarmi andare, si opponeva a farmi andare a salvarti finché ho urlato che dovevo andare a salvare il MIO ANDRÉ IN PERICOLO."

André rimase fermo, immobile, gli occhi increduli su di lei che gli stava confessando di amarlo.

Oscar si era avvicinata a lui, allungando una mano sul suo viso per accarezzarlo su una guancia e l'altra a prendere una delle sue mani.

André avvolse la mano di Oscar appoggiata alla sua guancia e poi gliela baciò

"Oscar amore mio, dimmi che è tutto vero ti prego.

"Sì Andrè è vero, Ti Amo anch'io, con ogni fibra del mio essere.

Perdonami se ti ho fatto soffrire, se non ho capito che ciò che sentivo per te era amore e non affetto fraterno.

Sei tu il mio porto sicuro, le braccia dove rifugiarmi e sentirmi amata e protetta.

Hai sgretolato la mia corazza con il tuo amore incondizionato e la tua dolcezza

Ti chiedo ancora perdono André."

"Non hai niente da farti perdonare, ormai non ha più importanza.

Sapevo che prima o poi avresti capito anche tu di amarmi."

"Oh André...il Mio André."

Ora Oscar piangeva appoggiata al petto di André.

I loro cuori erano colmi di gioia, finalmente potevano essere felici.

Ora nessuno li avrebbe separati.

Lui la teneva stretta finché, non le alzò il viso per baciarla per suggellare finalmente il loro amore.

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