Il Diario di un futuro incerto

di Sir T
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Le Tracce dell'Umanità ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Esplorando le Selvagge Steppe e le Città in Rovina ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Ricordi di una Città ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: Le Tracce dell'Umanità ***


Data: 10 marzo 2057

Diario,

Non so se qualcuno leggerà mai queste parole, ma ho deciso di tenere questo diario come un registro dei miei pensieri e delle mie esperienze in questo futuro incerto. Sono Thom Skitur, ventisette anni, residente di Estarif. Questa città, un tempo viva e prospera, è stata cancellata dalla faccia della terra dalla misteriosa "Catastrofe". Il mondo che conoscevo è scomparso, trasformato in una landa desolata.

Cammino tra le rovine di Estarif come un'anima errante. Il rumore dei miei passi risuona in mezzo alle macerie, un triste richiamo di una civiltà ormai scomparsa. Le strade, un tempo erano piene di vita, sono ora silenziose, vuote. Solo il vento sussurra tra gli edifici caduti, come se cercasse di dirmi qualcosa, ma le sue parole sono incomprensibili.

Mi domando spesso cosa abbia causato questa catastrofe. Nessuno lo sa, o almeno nessuno che io abbia incontrato. Non ci sono resoconti né testimonianze, solo un grande vuoto di conoscenza. Eppure, ogni tanto, trovo indizi sparsi tra le rovine, come pezzi di un puzzle che non riesco ancora ad assemblare. Oggi ho trovato un medaglione, abbandonato tra le macerie, lucente e inaspettatamente intatto. È un segno di vita passata, un frammento dell'umanità che non può essere completamente cancellato.

Ho deciso di portare questo medaglione con me come un talismano. Mi ricorda che, nonostante tutto, siamo stati qui, siamo esistiti. E anche se Estarif è una città in rovina, la speranza brucia ancora dentro di me. Ho un obiettivo, un motivo per andare avanti: trovare altri sopravvissuti.

So che non sono l'unico rimasto. Ho sentito voci, sussurri che parlano di altri come me, che cercano di sopravvivere in questo mondo spoglio di civiltà. Forse sono solo leggende, o forse sono verità nascoste tra le ombre. Ma non posso permettermi di smettere di cercare. Sono determinato a trovare queste persone, a riunirci e a ricostruire il nostro mondo distrutto.

È un compito monumentale, lo so. Ma ho visto ciò che siamo capaci di fare quando lavoriamo insieme, quando ci sosteniamo a vicenda. Sono convinto che l'umanità abbia ancora molto da offrire, anche in mezzo a queste macerie. E se io posso essere un faro di speranza per gli altri, se posso guidarli verso un futuro migliore, allora ogni passo sarà valsa la pena.

Continuerò a scrivere in questo diario, nella speranza che un giorno possa leggerlo qualcuno che condividerà il mio scopo. Le pagine di questo diario saranno il testimone delle nostre sfide e delle nostre vittorie, del nostro impegno nel costruire un nuovo inizio. La strada è lunga e oscura, ma la mia determinazione è ferma. Sono Thom Skitur, l'ultimo di Estarif, e non mi arrenderò. Troverò le tracce dell'umanità in questo deserto di macerie e le seguirò fino a quando non avrò creato un futuro degno di essere chiamato nostro...

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: Esplorando le Selvagge Steppe e le Città in Rovina ***


Data: 17 marzo 2057

Diario,

Le mie avventure attraverso le desolate steppe e le città in rovina continuano senza sosta. Cammino tra le rovine, un'anima errante in un mondo distrutto. L'ombra della "Catastrofe" avvolge tutto ciò che vedo, eppure persisto nel mio cammino, assetato di scoperte e speranze.

Le steppe selvagge sono state testimoni del mio viaggio solitario. Mentre mi avventuravo in questo paesaggio spoglio, ho avvistato varie creature, animali quadrupedi che un tempo erano comuni in queste terre. Cavalli e mucche, ma con una strana peculiarità. Le loro parti del corpo sembravano essere state sostituite da protesi robotiche. Cavalli con zampe meccaniche che risonavano nell'aria mentre galoppavano, mucche con occhi luminosi che sembravano scrutare l'orizzonte. Questa visione mi ha colpito profondamente, lasciandomi con domande irrisolte. Cosa è accaduto a queste creature? Sono state modificate dalla "Catastrofe"? O sono il risultato di esperimenti successivi, compiuti da coloro che cercano di sopravvivere in questo mondo distorto?

Continuando il mio cammino tra le steppe, ho raggiunto quella che una volta era una città fiorente, ora ridotta a un labirinto di macerie e silenzio. L'aria era carica di un senso di solitudine, un'eco dei giorni passati. Mi sono rifugiato in un edificio semi-crollato, cercando riparo dal vento gelido che ululava tra le crepe delle pareti. La notte si è avvicinata, e il mio corpo esausto ha cercato un momento di riposo.

Al mattino, mi sono svegliato con una determinazione rinnovata. Ho iniziato la mia ricerca di provviste, conscio che senza di esse la sopravvivenza sarebbe stata un'impresa ancor più ardua. Fortunatamente, ho trovato un magazzino nascosto tra le macerie, un santuario di risorse dimenticate. Sacche di cibo e bottiglie d'acqua si sono materializzate davanti ai miei occhi affamati. Era un dono inaspettato, un raggio di speranza nel buio.

Mentre scavavo tra gli scaffali polverosi, ho raccolto tutto ciò che poteva darmi la forza per andare avanti. Il cibo e l'acqua abbondanti mi avrebbero permesso di sopravvivere per un'altra settimana, o forse anche di più. Una sensazione di gratitudine e sollievo mi ha pervaso, perché sapevo che ogni risorsa che trovavo sarebbe stata vitale per la mia sopravvivenza e per il raggiungimento del mio obiettivo: trovare altri sopravvissuti.

La città in rovina si estendeva davanti a me come un memento di ciò che una volta era. Strade spezzate, edifici caduti, tutto parlava di una civiltà perduta. Mentre camminavo tra le rovine, mi sembrava di poter ancora sentire i rumori e il vociare delle persone che un tempo popolavano queste strade. Ma ora regnava solo il silenzio, un silenzio che gridava di un passato distrutto.

La mia anima di esploratore si risvegliava mentre esploravo le strade tortuose. Cercavo segni di vita, un indizio che mi indicasse che non ero solo. Ma il vuoto e il silenzio sembravano essere gli unici compagni del mio viaggio. Eppure, la speranza bruciava ancora dentro di me, alimentata dalla consapevolezza che altri sopravvissuti potevano essere là fuori, nascosti come me tra le macerie.

Continuerò a spingermi oltre i confini della mia solitudine, esplorando le steppe selvagge e le città in rovina. Ogni passo mi avvicina all'obiettivo di trovare compagni di viaggio, di riunire i frammenti dell'umanità e di costruire un nuovo inizio.

La prossima volta che scriverò, racconterò di più nelle rovine di questa città, alla scoperta di storie e segreti sepolti dal tempo...

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: Ricordi di una Città ***


Data: 18 marzo 2057

Diario,

La città abbandonata è un luogo intriso di mistero e silenzio. Dopo essermi rifornito di provviste, ho ceduto alla curiosità e ho ripreso le mie esplorazioni. Ogni passo mi porta sempre più in profondità tra le strade distrutte e gli edifici sgretolati, testimonianza silente di un passato perduto.

Mentre avanzo, la mia mente vola all'epoca in cui questa città era viva e pulsante. Immagino il vociare della gente che affollava le strade, i negozi animati e i bambini che giocavano nei parchi. Una comunità florida e prospera, in cui la vita era un caleidoscopio di colori e opportunità.

Ogni edificio caduto è un pezzo del puzzle, un frammento di ciò che questa città era un tempo. I grattacieli, ormai ridotti a montagne di macerie, erano maestosi e imponenti, simboli dell'ambizione e del progresso umano. Le facciate di vetro riflettevano il sole, mentre al loro interno si svolgeva l'attività frenetica di una società in movimento.

Mentre percorro le piazze polverose, posso quasi percepire il frastuono dei mercati affollati, i profumi dei cibi deliziosi e il suono delle risate. Mi sembra di poter toccare con mano quel passato lontano, ma tutto ciò che resta è solo un'eco sbiadita di una vita che non tornerà mai più.

La mia esplorazione mi ha portato a imbattermi in un antico laboratorio. L'interno era una miriade di macchinari e apparecchiature, con monitor spenti e documenti ammucchiati. Mentre camminavo tra i corridoi, il mio sguardo è stato catturato da un simbolo inciso su un pannello metallico. Era uno scudo con la croce della vita sopra e due spade dietro di esso. Questo emblema mi sembrava strano e inusuale, qualcosa di cui non avevo mai sentito parlare. La croce sopra lo scudo sembrava una chiave, un simbolo di qualche significato profondo. Anche se non conoscevo il suo scopo, ho deciso di ricopiarlo nel mio diario, convinto che potesse essere rilevante per il mio viaggio.

Il laboratorio sembrava essere stato il luogo di fervida attività scientifica. Strumenti sofisticati, schemi e formule scritte sui muri mi facevano riflettere sulla ricerca e sulle scoperte che dovevano essere state fatte qui. Questo posto doveva essere un cuore pulsante di conoscenza e speranza, ma ora giaceva in rovina, sepolto dai detriti del tempo.

In una stanza che sembrava essere un ufficio, ho notato un foglietto quasi del tutto bruciato. Con attenzione, ho raccolto quel pezzo di carta fragile. Vi erano ancora alcune parole leggibili, "Vita" scritto sopra e "chiave" scritto sotto, riferendosi alla croce sopra lo scudo nel simbolo che ho trovato poco prima. Non capivo completamente il suo significato, ma ho deciso di conservare quel foglietto nel mio diario, sentendo che potesse essere importante per il futuro.

Mentre contemplavo il foglietto, mi sono reso conto che questa città non era solo un luogo abbandonato. Era una culla di conoscenza, di speranza e di sogni. E forse, nelle pieghe nascoste delle sue rovine, poteva ancora custodire segreti e rivelazioni.

Continuerò la mia esplorazione in queste strade desolate, alla ricerca di risposte e di altre tracce di vita. Questa città mi ha lasciato un segno profondo, e ora sento la responsabilità di preservare i suoi ricordi e di cercare la verità.

Le mie pagine di diario diventano il registro dei miei pensieri e delle mie scoperte, il mezzo attraverso cui posso trascinare un passato dimenticato nel futuro incerto...

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