Beacon Hills

di Yahel Lyla Taylor
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Lista capitoli:
Capitolo 2: *** CAPITOLO 1- l'INCONTRO ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2- Jack ***



Capitolo 2
*** CAPITOLO 1- l'INCONTRO ***


CAPITOLO 1- L’INCONTRO

Dalia stava uscendo dal liceo di Beacon Hills dopo aver terminato unora extra di lezione.
-stupidissima idea di seguire biologia- borbottò tra sé e sé mentre ripassava gli appunti deconomia per la verifica del giorno dopo.
Nel pomeriggio non aveva tempo, doveva dare una mano alla sua amica con la biblioteca il che significava, almeno per lei, mettersi a leggere un buon libro e dimenticarsi dello studio.
Stava camminando verso la macchina, la dispensa e una marea di libri in una mano, mentre con laltra cercava le chiavi quando si scontrò contro qualcosa di estremamente duro che oltre a farle perdere lequilibrio e farla cadere sul pavimento le fece cadere anche i libri lasciando volar via una marea di foglietti.
-perfetto!- mugugnò la ragazza guardando i suoi appunti prendere il volo insieme ai suoi schizzi.
-tutto bene?- domandò un ragazzo.
-alla grande- rispose sarcasticamente lei mentre cercava di recuperare un foglietto che le era caduto vicino.
-mi dispiace, ero di corsa e non ti ho proprio visto- esclamò lui porgendole la mano per aiutarla a mettersi in piedi.
Dalia accettò laiuto e si fece tirar su poi, una volta in posizione eretta e ripulita dalla polvere del parcheggio, si degnò di guardare in faccia il suo assalitore/salvatore.
Rimase incantata dal sorriso e dagli occhi verdi che questultimo li presentò dandoli in mano i suoi libri prima di andare a recuperare gli altri fogli volanti.
-grazie- riuscì a balbettare la ragazza quando laltro tornò con tutti i foglietti recuperati.
-oh, le curve della domanda. Molto interessante- commentò porgendole gli appunti e questi credo che siano- proseguì dando unocchiata curiosa agli altri fogli storie originali-
-appunti banali per un corso di lettere- lo corresse.
Il ragazzo si aprì in un nuovo sorriso hai talento-
-grazie- rispose lei ricambiando il sorriso.
-stavo cercando Scott, lhai visto?- domandò cambiando repentinamente espressione.
-Scott McCall?- domandò pensandoci un attimo e maledicendosi per quella domanda stupida visto che era ovvio che si trattasse di quel Scott beh, ovvio non c’è ne sono altri- aggiunse con una risata nervosa.
Il ragazzo non si scompose più di tanto e annuì leggermente.
-dovrebbe aver finito ora gli allenamenti di Lacrosse, quindi tempo qualche minuto e lo vedrai uscire da lì- disse indicando la porta alle sue spalle da cui uscì, come sentendosi chiamare, il ragazzo in questione ah, eccolo è lui- affermò Dalia indicandolo.
-grazie mille- disse a bruciapelo laltro prima di iniziare ad inseguire il ragazzo che, vedendolo, era scappato.
Dalia rimase stupita da quello strano comportamento e, pensando meglio allaspetto del ragazzo, pensò che Scott potesse essere nei guai. Così, senza pensarci troppo, salì sulla sua auto e partì allinseguimento.
Ben presto i due ragazzi sparirono allinterno del bosco e Dalia si vide costretta a fermarsi indecisa sul da farsi.
La vista del bosco iniziava a spaventarla ma, nonostante ciò, decise di parcheggiare la sua auto in un piccolo spiazzo al limitare della boscaglia e proseguire a piedi.
Dalia e la sua amica Sofia si erano trasferite da poco nella cittadina di Beacon Hills e la sua conoscenza di quel bosco si limitava a quel poco che aveva letto su alcuni libri in biblioteca perciò, dopo neanche dieci minuti, si ritrovò a girovagare nel bosco nella speranza di ritrovare i due ragazzi possibilmente interi.
Stava seriamente pensando di dover abbandonare le sue ricerche e tornare in biblioteca dove, sicuramente, la sua migliore amica la stava aspettando quando scorse a pochi metri di distanza quella che si poteva definire una vera e propria villa enorme.
La ragazza si avvicinò con molta circospezione mentre nella sua mente li si accumulavano svariati ricordi di libri e film ambientati in boschi come quello con case come quella.
Decise lo stesso di ignorare la voce nel suo cervello che lintimava di scappare a gambe levate ed entrare nella casa.
Prima di aprire la porta che , allinterno della sua testa, le ricordava molto il film non aprite quella porta cercò nelle tasche il suo cellulare con lo scopo davvertire la sua amica del suo ritardo ma, sfortunatamente, laveva dimenticato nellauto.
Quando varcò la soglia saspettò di trovarsi davanti un maniaco armato di sega elettrica pronta ad ucciderla ma la scena che le si presentò davanti non era molto differente.
Nella stanza alla sua sinistra, mezza annerita e mezza diroccata, Scott e laltro ragazzo stavano litigando furiosamente e non si erano accorti della presenza della ragazza.
-Derek non posso rimanere oggi, ho degli impegni- stava dicendo Scott.
-battimi e puoi andartene- fu la risposta che ricevette mentre lo lanciò, con una forza sovrumana, dallaltra parte della stanza sotto lo sguardo sbigottito della ragazza che diventò di puro terrore quando vide che entrambi i ragazzi, prima uno poi laltro, trasformarsi in mostri con zanne e artigli.
-oh mamma- si lasciò sfuggire la ragazza e si pentì subito di averlo fatto visto che si trovò subito puntati addosso due occhi gialli e due azzurro ghiaccio come dei fari.
-scappa- riuscì a dire in direzione di Scott prima di girare il suo sguardo stupito e inorridito sullaltro ragazzo rimasto con lei nella stanza.
Ingoiò rumorosamente e indietreggiò fino a ritrovarsi spalle al muro quando saccorse che si stava avvicinando a passo di marcia verso di lei pregando che non volesse staccarle la testa, magari a morsi, come aveva visto fare in un film.
-ti conviene stare indietro- cercò di dire Dalia con un filo di voce.
-altrimenti?- la schernì laltro.
-altrimenti- continuò la ragazza guardandosi in giro e afferrando un pezzo di legno ti faccio male- lo minacciò.
-bel tentativo- commentò con una punta di divertimento il ragazzo.
Dalia non ci pensò su un attimo di più e lo colpì frantumando il pezzo di legno addosso al braccio dellaltro che rimase impassibile.
-quasi piacevole- rispose in un ghigno tornando normale ti lascio qualche minuto di vantaggio-
Dalia lasciò cadere a terra il pezzo di legno rimasto e in un lampo imboccò la porta per poi iniziare a correre nel bosco alla disperata ricerca della sua auto.
Alle sue spalle sentì subito i passi veloci del ragazzo che lo inseguiva.
Non fece neanche 100 metri che sinciampò in un ramo e cadde distesa per terra su un letto di foglie, senza perdersi danimo, cercò di rimettersi in piedi e continuare a correre.
Stava arrancando cercando di mettersi in piedi quando si sentì afferrare per una gamba e trascinare indietro.
Istintivamente tirò un calcio con la gamba libera e sentì un grido soffocato e la presa sulla gamba stringersi.
-scusa, scusa- quasi urlò cercando di soffocare il dolore mentre si sentiva girare su un peso sulladdome.
Il ghigno soddisfatto che il ragazzo mostrò si trasformò subito in uno preoccupato.
-che ti prende?- domandò in ansia sollevandosi lievemente mentre osservava la ragazza che cercava di prendere ampie boccate daria.
La ragazza ignorò la domanda e iniziò a frugare allarmata nelle tasche.
-tu soffri dasma!- continuò laltro sempre più nel panico.
-sì- rispose tra un fischio e laltro la ragazza complimenti per la capacità deduttiva-
-dov’è il tuo inalatore?-
-in macchina-
-aspetta qui, vado a prenderlo- rispose il ragazzo sparendo.
-e dove vuoi che vada- brontolò lei cercando di respirare regolarmente.
Meno di qualche minuto dopo sentì il ragazzo tornare con in mano la sua salvezza.
Dalia prese un lungo respiro dallinalatore e si sentì già meglio, il respiro stava tornando regolare.
-va meglio?- domandò ancora leggermente preoccupato il ragazzo.
-si- rispose lei in un sospiro di sollievo grazie-
-hai unattacchicardia- constatò –è normale?- domandò.
-è normale, effetto collaterale dellinalatore-
-capisco- osservò chinandosi sulla ragazza sai io potrei aiutarti-
-per cosa?- domandò laltra curiosa.
-a guarire dal tuo problema. Pensaci, niente più asma, niente più inalatore né malattie varie-
-e poi diventerei come te? No grazie- rispose sicura lei.
-potrei sempre trasformarti contro il tuo volere- proseguì prendendole un braccio.
-accomodati pure- rispose calma Dalia ma dopo te la vedrai tu con la mia amica quando diventerò un mostro con zanne e artigli pronta a mangiarla. Prima mi uccide poi viene qui e ti stacca la testa e infine torna e mi uccide di nuovo- concluse ritraendo il braccio a sé.
-la tua amica è una cacciatrice?- domandò stupito laltro.
-no, almeno non credo che il motivo per cui ci siamo trasferite qui è quello di sterminare gli ultimi componenti della famiglia Hale, ma se proprio le darai un motivo per farlo non esiterà a contattarli-
-tu come fai a conoscere la mia famiglia?!- quasi ringhiò.
Dalia fece una piccola alzata di spalle lavoro in biblioteca e mi piace leggere i libri che trovo, soprattutto quelli che parlano della storia locale visto che devo ancora conoscere il posto- fece una pausa per vedere se era il caso di proseguire o meno poi aggiunse non sapevo che è stata la tua famiglia a fondare Beacon Hills-
Il ragazzo continuò a fissare stupita la ragazzina che stava ancora sdraiata sul terreno.
-su, andiamo- disse in tutta risposta non puoi startene lì distesa-
-certo che posso- rispose indignata lei lasciami qui, non ho nessuna intenzione di fare un altro passo. Se proprio vuoi farmi fuori fallo adesso-
Il ragazzo sghignazzò.
Dalia lo guardò di sbieco mi fa piacere se ti faccio ridere. Non hai laria di uno che ride spesso, posso sapere, di grazia, cosa ho fatto per causare tanta ilarità-
-pensi veramente che, dopo averti salvato da un attacco dasma, voglia ucciderti?-
-sì- esclamò lei non è quello che volevi fare prima?-
-volevo parlarti-
-spaventandomi a morte?-
-io lo trovo divertente-
-io no- sbuffò psicotico!-
-andiamo, devo parlarti- ripeté il ragazzo afferrandola per la maglia e tirandola su e poi non puoi startene lì distesa a vita-
Dalia aveva ancora il cuore che le martellava nel petto ma non per la paura, come il ragazzo accanto a lei inizialmente pensava, bensì per lattacchicardia.
-Dalia- disse tuttauntratto lei camminando dietro al ragazzo.
Lui si fermò un secondo e si voltò stupìto.
-Dalia- ripeté la ragazza porgendoli la mano.
Il ragazzo continuò a fissarla inespressivo.
-è il mio nome- disse ritirando la mano.
-Derek- rispose dopo un attimo di esitazione ma credo che tu labbia sentito prima mentre origliavi la mia conversazione con Scott-
-al riguardo- iniziò Dalia prima che laltro le dicesse ramo- e lafferrasse al volo prima che cadesse di nuovo.
-grazie- rispose in un sorriso sono abbastanza scoordinata.
Derek sbuffò lo vedo. Sai, il morso serve a migliorare anche quello-
Dalia ridacchiò no grazie. Non credo che riuscirei a vivere senza i miei difetti-
-un giorno mi dovrete spiegare perché non volete il dono- si sciolse.
-perché lhai proposto ad altri?- domandò.
-tu sei troppo curiosa- rispose acido girandosi di scatto verso la ragazza.
Dalia alzò le mani in alto e disse lo prendo per un sì-
In tutta risposta Derek ringhiò.
Arrivati davanti casa Hale Dalia riprese a parlare ma perché siamo tornati qui? Pensavo che mi avresti riaccompagnata alla macchina-
-prima dobbiamo parlare- rispose in un ghigno puntando due occhi azzurro ghiaccio addosso alla ragazza.
-sono morta- bisbigliò lei deglutendo facendo allargare il sorriso di Derek.

Nel frattempo unagita e alquanto preoccupata Sofia se ne stava precariamente seduta sulla sedia della sua scrivania in biblioteca cercando di far quadrare il resoconto dei libri dati in prestito con quelli restituiti.
Inutile dire che ad ogni minimo rumore saltava come una molla nella speranza di poter vedere la sua amica varcare la soglia della biblioteca, non era mai successo che saltasse una giornata di lavoro senza dirle niente.
Con lansia che saliva di minuti in minuti pensò di controllare nuovamente il cellulare nella remota speranza che Dalia le avesse scritto e lei non se ne fosse accorta.
Il silenzio tombale del cellulare non raggiunse lo scopo di calmare la ragazza.
I cinque minuti che la dividevano dal termine della sua giornata lavorativa sembravano interminabili e ad ogni minuto che passava sembrava se ne sommassero altre mille dagonizzante attesa.
Quando finalmente lorologio segnò le cinque Sofia schizzò via dalla biblioteca alla velocità della luce e si precipitò a casa.
Il tragitto che in auto insieme a Dalia lo percorreva in dieci minuti massimo lo percorse in meno di un quarto dora, era talmente agita da tutta quella situazione che entrò in casa e, senza fermarsi a prendere fiato, iniziò a fare il giro delle stanze alla ricerca della sua amica.
Sperava vivamente di trovarla a casa magari colta da un improvviso malore ma non trovandola decise di fare la cosa che secondo lei era la più giusta da fare in una situazione così disperata, andare dallo sceriffo.

-arrivo!- esclamò una voce scocciata dallaltra parte della porta dopo lennesima scampanellata che Sofia aveva dato pigiando intensamente il bottone.
Quando la porta saprì Sofia non lasciò nemmeno il tempo allaltro di parlare che iniziò lo sceriffo è in casa?!-
-ehm no- rispose titubante e preso alla sprovvista il povero ragazzo che si trovò di fronte –è ancora alla centrale è successo qualcosa?- domandò con un pizzico di curiosità osservando attentamente la ragazza e riconoscendo la nuova vicina.
-ho bisogno di parlarli- iniziò a parlare a raffica, ancora senza fiato, Sofia la mia amica è sparita, cioè, non si è presentata al lavoro e non risponde ai miei messaggi o alle mie telefonate e noi siamo nuove di qui perciò non so dove possa essere andata o se l’è successo qualcosa-
-woah, woah, woah- esclamò allarmato il ragazzo ora calmati, rilassati e prendi un bel respiro che non si capisce nulla di quello che dici- disse Stiles accompagnando le parole con ampie gesta delle braccia.
Non appena vide che la ragazza riprese un po di colore riprese a parlare allora ricapitoliamo. Hai detto che la tua amica,Dalia se non mi sbaglio e tu sei Sofia, giusto?-
La ragazza annuì.
-piacere Stiles- disse porgendoli la mano.
-la mia amica è scomparsa- lo rimbeccò lanciandoli unocchiataccia torbida mi puoi accompagnare in centrale?- lo supplicò.
-sì, giusto ma tecnicamente- proseguì laltro prima di dichiarare la scomparsa di una persona devono passare almeno 24 ore dallultima volta che si hanno avuto notizie quindi mi dispiace ma anche se ti accompagnassi dallo sceriffo non credo possa fare niente almeno fino a domani-
Sofia lo guardò demoralizzata per qualche secondo -24 ore sono troppe, io ho bisogno di trovarla adesso- continuò disperata e seriamente preoccupata lei non le è mai successo di essere in ritardo o di non farsi sentire-
Stiles osservò attentamente la ragazza, li dispiaceva veramente tanto per lei e sapeva cosa si provava in certe situazioni, voleva aiutarla a tutti i costi.
-senti, magari ha avuto un piccolo contrattempo e non ha potuto contattarti. Non puoi immaginarti quante volte il professor Harris mi ha messo in punizione dopo la scuola, a volte per ore e non mi  lasciava nemmeno lopportunità di avvisare a casa così facevo preoccupare tutti inutilmente-
-non è da lei prendere punizioni- protestò Sofia cerca sempre di stare fuori dai guai-
-si vede che sei nuova e non hai ancora conosciuto il professor Harris, vedrai che tra qualche minuto arriverà a casa sana e salva e tu ti sarai presa uno spavento per nulla- disse in un sorriso sincero però se ti può far stare più tranquilla- aggiunse vedendo che la ragazza non era ancora convinta posso sempre fare un colpo di telefono a mio padre e chiederli se ha sentito nulla riguardo alla tua amica, così stai più tranquilla-
-grazie- rispose Sofia in un sussurro e già si sentiva più sollevata.
-andiamo- esclamò allegramente Stiles entra che ti offro un bel bicchiere dacqua per tirarti su e facciamo quattro chiacchiere-
Sofia ricambiò il sorriso e seguì il ragazzo allinterno della casa.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2- Jack ***


Una volta usciti da villa Hale dove Derek aveva parlato a lungo con la ragazza della città e dei suoi problemi Dalia esclamò–oh, grazie mille per avermi evitato ore o ore di letture di manoscritti su Beacon Hills arricchendo la mia conoscenza con queste splendide annotazioni dai caratteri ‘animaleschi’- Derek sbuffò sonoramente, quella ragazza li dai sui nervi peggio di Stiles –come fai a ridere su una cosa così soprannaturale?- s’arrabbiò mostrando la sua natura. -tu non sei soprannaturale, sei tenebroso- disse Dalia–e anche inquietante- aggiunse –ti dispiacerebbe rinfoderare le zanne- disse indicando la sua faccia –mi spaventano a morte- Il ragazzo tornò normale –tenebroso- sbuffò–sai perché i miei occhi sono azzurri e quelli di Scott gialli?!- -si- rispose candidamente lei –devo averlo letto da qualche parte o sentito dire- Derek ringhiò ma prima che potesse perdere del tutto la calma proseguì–hai fatto del male a qualcuno- -ho ucciso- la corresse lui. -okay, hai ucciso qualcuno- riprese Dalia–e allora, avrai avuto le tue valide motivazioni- Derek la guardò come se fosse appena uscita di senno e pensò quasi di verificare se non avesse preso una botta troppo forte alla testa. -che c’è?!- protestò lei –ho dei parenti in marina e ora, se non ti dispiace, vorrei tornare alla macchina prima che dia dei validi motivi alla mia amica per uccidermi- Derek stava per parlare ma Dalia subito lo intercettò–e, no, non voglio il morso per evitarmi uno schiaffo o un rimprovero- -d’accordo- ridacchiò e facendole segno di seguirlo si diresse sul retro della casa. Dalia, leggermente titubante, lo seguì e svoltato l’angolo si trovò davanti uno spettacolo fantastico. -oh mamma mia- esclamò la ragazza –ma è fantastica- Derek guardò sorpreso e stupito la ragazza -conosci quest’auto?- -vorrai scherzare- l’ammonì lei –è un vero gioiello. Una Camaro nero lucido e una cosa che non capita tutti i giorni di vedere- -sono contento che il mio ‘tesoro’ ti piaccia. Ora Sali- -perché?- domandò stregata avvicinandosi alla portiera. -ti riaccompagno a casa e mi assicuro che ci arrivi tutta intera- -ah ah ah- disse ironicamente lei salendo in macchina –spiritoso. Piuttosto portami alla mia auto- Derek guardò la ragazza inespressivo e mise in moto. Il rumore della macchina era una splendida melodia alle orecchie della ragazza. -devi dirmi qualcosa?- domandò lei insospettita dalla sua reazione senza ricevere alcuna risposta. -Derek- lo richiamò dopo qualche attimo di silenzio. -la tua macchina è lì- disse fermandosi a qualche metro dal limitare del bosco. Dalia mise la mano in tasca per prendere le chiavi quando ricevette un’illuminazione. -Derek- riprese –come hai fatto a prendere l’inalatore dalla mia auto se le chiavi le ho io?- domandò. Il ragazzo la guardò cambiando tutti i colori. La ragazza sfrecciò a controllare lo stato della sua macchina. La sua piccola utilitaria di uno splendido colore arancione aveva un ampio squarcio sulla fiancata. -mi dispiace- sussurrò Derek alle sue spalle. -Jack- mugugnò lei con lo sguardo fisso sulla sua auto –mi dispiace- -Jack è il tuo ragazzo?!- domandò subito allarmato Derek. -no, è la macchina pezzo d’idiota- Lui la guardò stupito –hai dato il nome alla macchina?!- -problemi?!- rispose acida lei –e adesso cosa faccio- esclamò sconsolata. -domani la porta dal meccanico per ripararla- disse Derek. -e io con cosa dovrei andare a casa, con cosa vado domani a scuola e, soprattutto, cosa dovrei dire a Sofia?!- -Sofia?!- domandò nuovamente a disagio Derek. -la mia amica- rispose lei prima di mollare uno schiaffo in pieno volto al ragazzo. -per cos’era?- si lamentò lui massaggiandosi la guancia colpita. -per la macchina- disse mentre si lamentava del dolore da impatto –e per il fatto che invece di pensare a quello che hai fatto pensi soltanto a scoprire se ho un ragazzo. No, non c’è l’ho, contento?- sbraitò risalendo in auto. -cosa avrei dovuto fare?!- ringhiò Derek afferrandola per la maglia –lasciarti morire perché non avevo le chiavi oppure trasformarti contro il tuo volere- Dalia sbiancò di colpo e Derek lasciò la presa e iniziò a respirare cercando di recuperare la calma, non li era mai successo di perderla così facilmente. -scusa- mormorò la ragazza a disagio dopo un attimo. -no, scusami tu. Ti ho messo io in questa situazione, non dovevo farmi vedere davanti a scuola cercando Scott- -e io non avrei dovuto seguirvi nel bosco e fare irruzione in casa tua- disse Dalia sconsolata. -okay, questo round lo vinci tu- rispose Derek divertito –è tutta colpa tua- -hey- esclamò arrabbiata lei tirando uno schiaffo sul braccio del ragazzo –non t’azzardare a scaricare addosso a me tutte le responsabilità. Di chi è la colpa della mia crisi d’asma? E di sicuro Jack in quello stato non c’è l’ho ridotto io- Derek la guardò alzando le mani in aria –okay, mi arrendo hai vinto tu. Però ti prego smettila di chiamare la tua macchina ‘Jack’- Dalia scoppiò a ridere e Derek partì sgommando come in formula uno –non mi dire che non hai mai dato un nome alla tua auto- -seriamente- rispose Derek –non ti sembra che sia un po’ grande per queste cose?- -sei un ragazzo, non siete mai abbastanza cresciuti per queste cose- ribatté prontamente lei beccandosi un’occhiataccia da parte del ragazzo. -va un po’ meglio?- domandò Stiles osservando la ragazza che sorseggiava l’ennesimo bicchiere d’acqua in presa all’agitazione. Sofia annuì–sei stato davvero gentile a chiamare tuo padre per chiederli se poteva controllare gli ospedali o le officine- -sì beh- iniziò a balbettare il ragazzo –è il minimo- rispose. La ragazza diede una breve occhiata all’orologio –caspita come è tardi, magari Daliaè tornata a casa e non ci sono. Meglio che vada- esclamò balzando in piedi –grazie mille di tutto ma credo che sia il caso che l’aspetti a casa mia per non disturbare oltre- -oh no, figurati nessuno disturbo- iniziò Stiles –anzi- proseguì accompagnandola alla porta –puoi restare qui quanto vuoi e se hai bisogno di qualcosa chiamami pure. Ti lascio il mio numero- disse cercando nelle tasche il suo cellulare. -grazie mille- disse davvero riconoscente Sofia salvando il numero del ragazzo e dandoli il proprio. Una volta arrivati nei pressi della casa di Dalia, Derek poté notare che era vicinissimo a quella di Stiles. -sei la vicina dello sceriffo- constatò Derek. -già, il figlio ha la nostra età. Ma credo che lo conosci, visto che è il migliore amico di Scott- In tutta risposta Derek li lanciò il suo ennesimo sguardo di ammonimento. -non sei uno che parla molto- constatò Dalia. -tu fai anche la mia parte- rispose acido. -allora prima, mentre mi raccontavi la storia di Beacon Hills, è stato il discorso più lungo della tua vita?- -uno strappo alla regola- -meglio che vado prima che Sofia chiami l’esercito per venirmi a cercarmi- stava per lasciare l’abitacolo quando si sentì afferrare per un braccio e ritirare dentro l’abitacolo. -cos’altro ho fatto?- sbottò a metà tra la curiosità e leggermente irritata. -ricordati che non devi dire niente a nessuno, nemmeno alla tua amica- l’ammonì Derek puntando il suo sguardo fisso in quello della ragazza. Dalia annuì seria –tranquillo bel lupacchiotto, il tuo segreto è al sicuro- lo schernì e a malincuore lasciò la macchina. Non appena vide la macchina di Derek svoltare l’angolo Dalia tirò un sospiro di sollievo prima d’incamminarsi verso la porta di casa. Sapeva che Sofia sarebbe stata furiosa con lei e doveva pensare in fretta a quale scusa inventare per spiegare la sparizione dell’intero pomeriggio e il silenzio ‘radio’ il che le fece ricordare che il suo cellulare era rimasto in macchina. Non ebbe nemmeno il tempo di mettere piede all’interno della casa che la sua amica si fiondò all’ingresso ad accoglierla. -Dalia!- sbraitò–si può sapere dove sei stata fino adesso?! Ero preoccupata a morte, non ti sei presentata alla biblioteca e non rispondevi alle mie telefonate e ai miei messaggi- -Sofia, scusami- cercò di rispondere mentre l’amica le urlava addosso a macchinetta senza fermarsi neanche il tempo per prendere il fiato. -si può sapere che cosa è successo?!- Dalia era pronta a ricevere un sonoro schiaffo, d’altronde se lo meritava, perciò si preparò mentalmente per quello e rispose –ho avuto un piccolo contrattempo- iniziò. -piccolo?!- lo interruppe l’altra ancora alterata –si può sapere come sei tornata a casa?! Jack non è qui fuori- Dalia sorrise lievemente sentendo la sua amica usare il nome della sua auto anche se lo considerava stupido –sì, ehm, Jack ha avuto un piccolo incidente e volevo avvisarti però il cellulare si era scaricato ed è rimasto all’interno della mia borsa che è rimasta all’interno della macchina insieme ai miei appunti per la verifica di domani che è finita dal meccanico e io non avevo la più pallida idea su come contattarti per non farti stare in pena, non riesco mai a ricordarmi il tuo numero di telefono a memoria e quindi non aveva neanche senso chiedere in prestito il cellulare a qualcuno- iniziò a raccontare una bugia dietro l’altro a raffica pur sapendo che stava facendo un grosso sbaglio e che la sua amica non se lo meritava –mi dispiace- sussurrò alla fine sapendo di star dicendo l’unica cosa vera. -Jack ha avuto un incidente?- domandò Sofia–hai distrutto la macchina?- -non ho distrutto la macchina- rispose Dalia–è soltanto un’ammaccatura- -e tu stai bene?- domandò Sofia che per tutta l’ansia accumulata nel pomeriggio stava per iniziare a piangere. Dalia vedendola non poté far a meno che preoccuparsi a sua volta –sì, tranquilla io sto benissimo. Ho solo preso un grosso spavento e una botta alla gamba- disse prima di evitare altre scenate l’indomani nel caso in cui fosse apparso un livido –ma niente di grave- Sofia si lanciò sull’amica e lei ne era più che certa che stava per darle uno schiaffo quando si sentì stretta in un abbraccio soffocante –non t’azzardare a farlo mai più- la sgridò lei. -promesso- rispose Dalia con un filo di voce prima di aggiungere –ora se mi lasci respirare cerchiamo una soluzione al problema auto- Sofia mollò la presa e Dalia poté continuare a respirare normalmente e tornare del suo colore. -quale altro problema dobbiamo risolvere?- domandò fissandola con aria di rimprovero. -come facciamo ad andare a scuola domani?- Sofia ci pensò su per un attimo –ho trovato la soluzione- disse prendendo il cellulare –chiedo a Stiles se ci può dare un passaggio e lo informo che sei tornata sana e salva- -Stiles- disse Dalia sorpresa –hai chiamato lo sceriffo?- domandò allarmata. -no, sono andata a casa sua a cercarlo e ho trovato Stiles- rispose lei. -e lui ti ha dato il suo numero- continuò scettica lei. -per le emergenze- rispose Sofia –perché? Ci sono problemi?- -no, no- rispose sorridendo Dalia–è solo che pensavo che avresti chiamato anche l’esercito- Sofia le lanciò uno sguardo truce molto eloquente. Dali alzò subito le mani al cielo e cambiò espressione –scusa, pessima battuta, non lo farò mai più- promise. -ti conviene non farmi più uno scherzo del genere- disse risoluta Sofia prima di osservare il cellulare –Stiles ha risposto- disse aprendosi in un lieve sorriso –ha detto che non ci sono problemi per domani e che è contento che sei tutta intera- -si anch’io- sussurrò lei prima di esclamare –bene! Che c’è per cena?!- -il libro di economia- rispose Sofia –devi aiutarmi a studiare- -sì, te lo devo- rispose lei seguendola in salotto.

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