Kindles

di Mixxo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non sono una normie ***
Capitolo 2: *** Non sono un'atleta ***
Capitolo 3: *** Non sono cretina ***
Capitolo 4: *** Non sono timida ***
Capitolo 5: *** Non sono offesa, stai zitta! ***
Capitolo 6: *** Non sono ricattabile ***
Capitolo 7: *** Non sono una criminale ***
Capitolo 8: *** Non sono sgamabile ***
Capitolo 9: *** Non sono un mostro ***
Capitolo 10: *** Non sono sola ***
Capitolo 11: *** Non sono orfana ***
Capitolo 12: *** Non sono un'irriconoscente ***
Capitolo 13: *** Non sono una bambina... ***
Capitolo 14: *** ...Sono un'eroina! ***
Capitolo 15: *** Non è che l'inizio! ***



Capitolo 1
*** Non sono una normie ***


Il parco sulla trentasettesima è una delle poche zone verdi di Yrff. La maggior parte dei ragazzi lo chiama “Il parco dell’addormentata sul dondolo” per colpa di una senzatetto che viene trovata spesso a sonnecchiare lì. Nessuno si era mai fatto domande su come riuscisse a entrare anche dopo l’orario di chiusura, le inferriate che le scorrono davanti saranno massimo tre metri. Scavalcarle non dovrebbe essere così difficile.

Il pulmino scolastico frena, Hisako scivola in avanti e batte la fronte contro il sedile. Si tira su e se la massaggia con la mano mentre le ombre dei compagni di classe la precedono verso l’uscita.

“Forza ragazzi, tutti giù. Il primo che vedo col cellulare in mano lo faccio tornare a scuola a piedi, siamo chiari?”

Hisako si sporge dalla seduta. Un giovane con la giacchetta sgualcita e le occhiaie stava contando gli studenti mentre scendevano dal mezzo.

Quarzo. È Touma. Ha lo stesso sguardo di uno che fa uno stream di quarantotto ore.

Hisako abbassa gli occhi e tira fuori il telefono, l’orologio segna le dieci e tredici minuti.

Ho l’arena che mi scade tra meno di un’ora, come la faccio!?

Fa una smorfia, guarda all’esterno. Alcune delle sue compagne di classe si stanno già mangiando con gli occhi il risolutore che avrebbe fatto loro il corso di sicurezza anti-esterni. Bleah, oche. Ci sono cose più importanti nella vita.

Apre l’applicazione di Galaxies Collide, prima di scendere dovrà almeno riscuotere le ricompense a tempo. Caccia il telefono in tasca e si accoda all’ultima persona della fila.

Hisako sta per scendere, quando un braccio le blocca il passaggio. Emette un gemito sofferente, si volta.

“…Professore?”

Touma la punta contro il dito. “Ti tengo d’occhio, Sayuki.” Stringe gli occhi prima di precederla a terra. Lei gonfia una guancia. Party popper.

L’entrata al parco passa tra il vociare dei compagni e la vibrazione del telefono dentro la tasca centrale della felpa che le dava conferma di star seguendo i passaggi corretti.

“Invece di fare questo corso non potrebbero dare un miraggio a famiglia per difendersi subito quando ti sfondano casa.”

“Mood.”

Riconosce le voci, sposta lo sguardo.

La bulla ed il nerd di classe si stanno parlando. Vuole morire?

Tira dritto verso la piazza.

 

“Salve a tutti. Il mio nome è Takao, ed oggi vi spiegheremo come funzion-“

Al ferale il tutorial, ho già letto l’opuscolo.

Hisako cerca di infilarsi una cuffia, attacca il jack al telefono, guarda verso il risolutore. Si concentra sui suoni per capire dove sta andando tra i menù. Lo sferragliare del metallo le fa capire che ha trovato il tasto per far partire la ricerca sfidante. Occhiata intorno, il professor Touma sta vicino a un palo della luce a braccia incrociate. Ci scommetto l’account di Soul Slayers che mi fissa con la coda dell’occhio.

Guarda in direzione del giovane risolutore, la sua parte più interessante è la protesi meccanica, chissà chi gliel’ha costruita.

Qualcosa luccica alle spalle del ragazzo. Alcune foglie cadono da un albero, un animaletto bianco scende da esso e si allontana a passi rapidi.

Sembra un cane di grossa taglia ma è su due zampe!?

Hisako strizza gli occhi e guarda meglio. La creatura è alta incirca mezzo metro, pelo bianco luminoso ed arruffato, la fisionomia antropomorfa di quel canide le è familiare. È identico al protagonista di Inui of the Vanishing Valley.

Fa un passo in avanti, si blocca. Gira lo sguardo verso il professor Touma. Gli occhi sono puntati verso di lei.
Hisako stringe le gambe e le sfrega tra loro. Se crede che cerco un bagno non si farà domande.

Saltella sul posto per qualche secondo, poi si stacca dal gruppo.

 

Gli occhi corrono sulle viuzze della città in cerca della macchia luminosa.

Magari era un bait, ma chi va a fare un’esca del genere in pieno giorno e così particolareggiata?

Hisako mette un piede davanti all’altro, alcuni manifesti pubblicizzano l’ultimo prodotto della Kaiser. Non è il prodotto in sé ad attirarla, quanto chi lo sta pubblicizzando. L’immagine rappresenta la figura slanciata e prosperosa di una giovane, i lunghi capelli rosa da cui spuntano un paio di orecchie appuntite sono raccolti in una coda bassa.

Myra!

Si avvicina al cartellone, il sorriso tenue ed enigmatico è affascinante come al solito. Tira fuori il telefono, una schermata di sconfitta compare al di sopra.

Non ho fatto il mio turno mezza volta, ahhhhhh-

Scorre infastidita il pollice sullo schermo, inquadra il cartellone con la fotocamera e scatta.

“La avranno tutti, ma sono punti per l’AR.”

Caccia il telefono in tasca e si volta verso l’altro lato della strada.

Il cosetto, dov’è il cosett-

La sua attenzione viene rapita da una ragazza dall’altra parte della strada. Le orecchie da canide bianche si confondono con la sua chioma, è lo stesso colore della creaturina. Non può essere una coincidenza. Appena il semaforo scatta, si lancia all’inseguimento della sconosciuta.

Testa bianca s’infila in un vicolo, la segue senza esitare.

Hisako si sporge dal muro. La ragazza con le orecchie da canide è di spalle, stringe una lancia eterea con una mano. Di fronte a lei c’è un gigantesco bestione nero sproporzionato, il volto sembra una maschera nativa tanto è allungato. Esso e i grossi avambracci sono coperti di occhi rosso scarlatto, un paio di minuscole ali spuntano dalla schiena ricurva.

Quell’emersione è davvero grossa! Hisako alza su il telefono per riprendere.

La ragazza scatta in avanti, scivola sotto i pugni che la bestia lascia cadere a terra, e sferra un affondo contro la sua schiena. L’emersione salta indietro e ruota su sé stessa per fronteggiare l’eroina misteriosa.

Hisako si sente fissata, uno dei numerosi occhi è puntato verso di lei. La bestia si volta lentamente.

Oh Quarzo!

Caccia il telefono in tasca e corre. “Ok, brutta idea, brutta idea!”

Butta il piede in avanti ma qualcosa le stritola la gamba, viene strattonata. Perde l’equilibrio e cade di faccia contro il cemento. Soffoca il gemito di dolore e si volta. Il mostro ha una coda, ed è attorcigliata attorno alla sua caviglia.

Ah.

La figura della ragazza-cane si staglia sulla schiena del mostro, afferra la lancia con entrambe le mani e la pianta nella creatura, la quale ruggisce rabbiosa.

“Liberati e scappa.” La sua eroina si aggrappa a una delle corna del mostro e si sporge per non farsi prendere dalle grosse zampe che colpiscono violentemente la schiena.

Hisako abbassa lo sguardo, afferra la coda e cerca di tirarla via dalla sua caviglia. Un suono viscido le fa alzare la testa, gli occhi della creatura si stanno distanziando tra loro, rimanendo attaccati alla poltiglia nera elastica che compone il corpo. La ragazza-cane cade all’interno della poltiglia che si richiude su di lei.

Sbarra gli occhi. Se la sta pappando o cosa?

Alla malora, qui o si chiama aiuto o schioppiamo entrambe. Gonfia il petto.

“AIUTO!”

Un colpo di coda le chiude la mascella, si porta le mani alla faccia e sbatte con la schiena per terra, strizza gli occhi per un istante, quando li riapre una distesa di occhi rossi è sopra di lei.

Si sente come pietrificata, il fiato rovente della creatura le irrita il viso. Chiude gli occhi.

Spero di respawnare in una situazione economica migliore per la prossima vita!

Una morsa le attanaglia la testa, il terreno le sparisce da sotto la schiena, la stretta le fa pulsare le tempie. Porta le mani al capo. Male, male, male, male. Singhiozza. Fatelo smettere, qualcuno, chiunque, vi prego!

 

La presa dell’arto si allenta di colpo. Crolla in ginocchio tenendosi la testa tra le mani. Guardiana perché ci hai creato così fragili?

La bestia indietreggia, un braccio è rimasto a terra, la poltiglia nera ribolle e inizia ad allungarsi verso il resto del corpo. Un lampo attraversa la sua visuale, l’arto esplode in una serie di schizzi neri che le bagnano la faccia.

Una sfera di cristallo verde grande quanto un pugno si ferma davanti a lei. All’interno di essa una serie di piccole luci vorticano fino a fermarsi per prendere la forma di due occhi, la sfera le fa l’occhiolino.

“Il Seme di Shinka!”

Ignora il dolore, ha davanti un oggetto magico a tutti gli effetti.

Ma se il Seme è qui…

Si volta, riconosce la coda bassa di capelli rosa, la figura slanciata, il sorriso affascinante.

Per la Guardiana! È lei! È Myra! In carne ed ossa!

Il sorriso si allarga tanto da farle pulsare di nuovo la testa, la fitta le fa strizzare gli occhi per qualche istante. Si sente cingere le spalle. Quando riapre gli occhi vede un viso delicato, un paio di occhi simili a una nebulosa di un azzurro intenso.

“Stai bene?” Le chiede Myra rassicurante.

“I-io, e-ecco, s-si”.

Quarzo, la commozione cerebrale mi ha reso stupida. Si trova davanti al suo mito e non riesce a spiccicar parola.

Myra fa una risatina tenue. “Grazie al cielo.” Le accarezza i capelli con una mano, con l’altra fa un gesto verso il Seme, la sfera schizza in direzione del mostro, trapassandogli un fianco.

Si volta preoccupata. “C’è una ragazza dentro quel affare!”.

Myra le continua ad accarezzare i capelli. “Non preoccuparti, me ne occupo io. Riesci a camminare?”

La bestia ruggisce, carica verso di loro. Myra ritrae la mano. Il Seme di Shinka schizza all’indietro perforando la gamba del mostro, costringendolo a inginocchiarsi. “Oi oi, dovremo fare in fretta, quella poverina starà soffocando.”

I movimenti che fa Myra per muovere la sua arma sono degni di un direttore d’orchestra. La fissa mentre è intenta a sforacchiare il mostro. Quel sorriso sicuro è così… ahhh.

Guarda la bestia: dopo un ultimo ruggito la creatura si dissolve, ciò che rimane del suo passaggio è una stella sbozzata viola, e la creaturina che aveva inseguito fuori dal parco.

Myra la guarda. “Posso lasciarti un attimo?”

Hisako annuisce, la lascia allontanarsi per raggiungere i due drop.

 

Inui afferra l’einheri con le zampe e si mette in piedi, Myra le si inginocchia di fronte.

“Ciao piccolo”

Inui tira indietro la pietra e si gira col busto. “Piccola.”

Myra appoggia le mani sulle gambe. “Tranquilla, so che ti appartiene. O meglio, appartiene alla tua padrona.”
Inui fa un passo indietro, lo sguardo è sospettoso.

Myra tende il mignolo. “Però promettimi che farai del tuo meglio per far riparare questa piccoletta.”

Inui la guarda, esita qualche istante, annuisce.
Myra si alza. “Va bene, te la affido allora!” Si volta verso Hisako e si avvicina a lei.

 

Sta tornando, sta tornando!

Hisako s’irrigidisce, si mette a sedere, Myra le si china davanti, le appoggia una mano sul viso e glielo volta.

“Aww, quell’emerso ti ha ferita.” Le sfrega un dito sul taglio, la sensazione di freschezza è un sollievo. Myra le poggia una mano sulla testa. “Ecco fatto!” La tira su con sé e si stacca da lei “Su, torna dalla tua classe”

Myra gira i tacchi e spicca un salto, atterra sul tetto di una delle due case che chiude il vicolo, si volta per salutarla per poi sparire con un salto.

 

Stringe le mani al petto. Ho parlato con Myra. Circa, lei ha parlato io non ho fatto altro che balbettare, ma mi ha capita. Credo. E mi ha salvata!

Un sorriso ebete le si stampa sul viso. Un sorriso ebete che s’incrina quando sente una voce maschile arrabbiata.

“SAIYUKI!”

S’irrigidisce, non ha il coraggio di voltarsi. Non così.

Porta una mano sulla fronte per guardare all’orizzonte, c’è solo un muro di mattoni grigi davanti a lei. “Uhhh mi sa che qui non c’è un bagno.”

Un fruscio leggero, poi la carta di giornale si piega fermandosi in mezzo ai suoi occhi.

“Torniamo. Indietro. Ora.”

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Capitolo 2
*** Non sono un'atleta ***


Una lavata di capo, un paio di battutine dai compagni di classe selettivamente ignorate e una ricerca di mille parole sui pericoli degli esterni e su come evitarli. La sua reputazione era già inesistente, quindi non ha perso niente. Anzi, ha incontrato Myra!

 

“Aaay.” Entrata in casa attraversa il corridoio, non guarda nemmeno verso il salotto, Kira sarà spaparanzata sul divano a guardare la televisione.

“Aaay.”

Infatti. Ti pareva.

“Ti sei fatta cazziare di nuovo oggi, huh?”

Hisako cala pesantemente la mano sulla maniglia di camera sua. “Se.”

S’infila dentro con la risatina di scherno di sua sorella nelle orecchie.

 

In quella stanza non entra la luce del sole da circa un anno, da quando era stato montato un ponteggio per fare dei lavori alla facciata dell’edificio. Le tapparelle sbattono contro le sbarre e non si aprono più di uno spiraglio quando ci riprova periodicamente. Dall’altro lato lo schermo del pc è abbastanza potente da illuminare la stanza a sufficienza per non sbattere il mignolo contro i comodini.

Lascia cadere la cartella a terra e accende il pc, la mano corre al telefono. Si stravacca sulla sedia e cerca il forum “Acchiappa l’emerso”. Dopo cinque minuti posta il video fatto la mattina.

 

BeastBrawler: Che culo, beccarli così in strada! Vorrei capitasse a me!

[Ad] TheBeauty: Sarà un fake, sembra una cosplayer.

Denki: Design interessante in ogni caso.

 

Hisako sbatte le palpebre. Ogni tanto odio internet.

Apre la tastiera e batte con le dita lievemente nervosa.

Lycoris: Fake c’è solo il tuo profilo da admin.

[Ad] TheBeauty: Come fai ad essere ancora viva allora? Ti ha palesemente puntato.

Lycoris: Myra, l’ho vista dal vivo, ci ho parlato

[Ad] TheBeauty: Certo. Ed io ho battuto ad uno sparring Polaris

BeastBrawler: Io l’ho fatto.

[Ad] TheBeauty: Quante arie false vi date su questo sito. Ne siete la rovina.

Brionac: Io mi farei sbattere a terra da lei

“Oh no, è arrivato il creep.” Hisako alza gli occhi al cielo. Blocca il telefono e si mette composta. Aprirà il Acchiappa l’emerso! dal pc, ma prima deve controllare se sono usciti codici promozionali sui soliti siti.

 

Si sistema sulla sedia e scorre le pagine web. È uscito un video sul canale ufficiale di Galaxies Collide, lì nascondono sempre dei codici. Lo apre. Si raddrizza sulla sedia appena riconosce Myra nell’inquadratura.

“CHE CI FA LÌ!?”

Si tappa la bocca. Se faccio troppo casino Kira verrà a scocciare.

Si volta, incrocia un paio d’occhi rosa. Kira è affacciata alla porta. “Che hai?”

“Zitta devo ascoltare Myra.”  Clicca sulla barra spaziatrice.

 

“Ehilà Calcagalassie! Vi do il benvenuto al reveal della nuova espansione di Galaxies Collide: Spettri della Città Perduta. Il mio nome è Myra, la guardiana di Shinka, e sono qui per parlarvi della storia che vi verrà narrata in questa espansione.”

Hisako mette in pausa, la figura di Myra si ferma con le mani dietro la schiena su uno sfondo verde muffa, il sorriso affascinante è incerto.

Probabilmente non ha mai toccato il gioco in vita sua, ma si sta impegnando. Cute.

Sente Kira raggiungerla. “Perché hai fermat-?”

Alza la mano verso la sorella, non può interrompere il suo momento di fangirling. “Zitta.” Prende un respiro.

Pronta mentalmente… non è vero mai.

Preme sulla barra spaziatrice, Myra riprende a muoversi.

“Gli sviluppatori si sono sempre concentrati su realtà alternative, distanti da quella di tutti i giorni, tuttavia non hanno mai mancato di ispirarsi a eventi del passato. L’evento che fa da musa a questa espansione è un fatto relativamente recente. La distruzione di Marton.”

Una mano si appoggia al bracciolo, Kira si sporge sulla sua spalla. “Questo è… di cattivo gusto. È passato appena un anno.”

Hisako mette in pausa il video e la guarda male. “Lamentati con i dev, non con Myra. Smetti d’interrompermi.” Si volta e preme play.

“Le prime emersioni hanno raso al suolo la città, causando innumerevoli vittime.” Myra abbassa la testa e congiunge le mani davanti a sé. “Avrei voluto essere lì per aiutarvi…” Rialza il viso. “Però, sarò con voi stavolta, letteralmente!”

L’inquadratura si allarga, un quadretto rettangolare si delinea attorno a lei mentre si mette in posa. La carta eroe di Galaxies Collide si sovrappone alla Myra originale.

Hisako punta le mani sul tavolo e si avvicina col viso. Strilla ed inizia a saltellare sul posto. Vede Kira con la coda dell’occhio. Sta facendo una smorfia.

“Bene, so dove finirà la tua prossima paghetta mensile. E le altre se non la trovi.”

Si volta con le guance gonfie verso la sorella, lancia uno sguardo verso lo schermo, due ragazzi stanno parlando dell’espansione.

No Myra. Solo dev. Posso recuperare le carte nuove dopo.

“Sei ancora qui perché…?”

Kira prende la sedia per lo schienale, la fa scorrere indietro e ci si siede sopra. “Ti sei fatta fare una lavata di capo dal preside. Ne vuoi parlare?”

Caccia un gemito, abbassa lo sguardo, il telefono s’illumina sulla scrivania. La notifica è di Brionac. Teme per il contenuto.

“Faccio prima a mostrartelo.” Allunga la mano verso il mouse ed apre il forum.

 

Dopo qualche minuto Kira ha già visto il video che aveva fatto un paio di volte.

“…ma sei deficiente?”

“Oi!”

“No ‘Oi’ un corno! Hai inseguito una ragazza con orecchie da cane. O qualcuno sta facendo esperimenti strani illegali o quella era palesemente un’emersione!”

“Un’emersione con l’aspetto di Inui” incrocia le braccia al petto.

Kira la guarda con espressione confusa. “Chi?”

Vero, sua sorella è una normie. Ruota gli occhi verso l’alto e torna al pc. Trova l’immagine migliore della bestiolina canide e la mette a schermo intero.

“Inui da Inui and the Vanishing Valley, il platform più geniale dell’ultimo decennio!” Annuncia solenne.

Kira si avvicina con la sedia allo schermo. “Ah, il canetto che salta.”

Stringe i denti. Non offenderti, non capisce. È una normie.

“Quello.”

Kira accavalla le gambe e incrocia le braccia. “Non vedo comunque il motivo per seguire qualcosa solo perché ti ricorda un personaggio immaginario.”

“Prima di tutto,” ribatte piccata, “hai visto tu stessa dal video che esiste. Secondo!” Si volta, e apre LazeTube, scorre tra i video e ne fa partire uno.

“Come puoi vedere, nel finale segreto del capitolo DLC dove c’è Myra, non ancora fighissima ma comunque carina, lei ottiene i poteri come guardiana da lui.”

Kira appoggia il viso su una mano. “A parte il fatto che nel video che hai fatto si vede la ragazza cane e non il canetto, dimmi che non l’hai inseguito per avere poteri.”

“Certo che l’ho inseguita per avere i poteri!”

“…è una femmina?”

“Nel gioco no. Ma in realtà si! Hai visto la sua forma umana! È troppo carina per essere un trap.”

Lo sguardo di Kira la sta trapassando. Mi sta giudicando, tantissimo.

Tossicchia nervosa. “Comunque-”

“Ora ascolti me, dato che stai solo tirando fatti sconclusionati.” Kira si alza dalla sedia, Hisako sente sul collo i dieci centimetri buoni di differenza in altezza mentre sostiene il suo sguardo.

“Solo perché esistono creature magiche che traviano voi ragazzini come nei cartoni animati, non significa che finirà tutto bene, perché quelle sono opere di finzione.” Kira le mette le mani sulle spalle. “Hisako, sei intelligente, puoi fare di meglio nella vita.”

“Ho ancora tempo per cercare qualcosa di serio dopo. Per ora, fammi cercare di diventare maghetta!”

Kira inspira, si è risparmiata qualcosa, forse un discorso sulle responsabilità. Le stacca le mani dalle spalle. “Va bene. Cerca solo di non morire mentre ci provi. Non possiamo permetterci un funerale.” Kira gira i tacchi ed esce dalla stanza. “E disinfettati quel taglio.” Chiude la porta.

Hisako sbatte le palpebre, porta una mano al viso, la guancia ha una linea ruvida all’altezza dello zigomo, dove Myra l’ha toccata. Si lascia cadere sulla sedia, rilassa le spalle. “Sei intelligente” un cappio.

 

L’orologio segna le sette di sera, il reveal delle carte è stato soddisfacente, i commenti sotto il video si dividono tra l’emozione per la nuova espansione e la gente che si lamenta dello sfruttamento di una tragedia per lucrare.

“Anche se fosse, conta come satira.” Hisako guarda verso la finestra chiusa, la fioca luce che entra dalle tapparelle è diventata arancione per il calar del sole. Per un istante la luce diventa bianca. Si raddrizza sulla sedia. “Oh!?”

Si avvicina ed apre le alette per sbirciare.

Inui si sta lasciando cadere di sporgenza in sporgenza, raggiunge il marciapiede e corre in direzione delle inferriate del parco dell’addormentata sul dondolo. Spicca un salto, la sua sagoma si allunga appena supera le picche ornamentali. La ragazza canide atterra con un ginocchio a terra, si alza e riprende a correre, si inoltra tra le piante.

Hisako non esita: chiude le alette, mette il pc in modalità riposo, si caccia il telefono in tasca e prende la strada per l’uscita.

Ignora la domanda di Kira, corre per le scale e spinge il maniglione della porta.

Questa sarà la volta buona!

 

Trovatasi di fronte al parco si rende conto che il cancello principale non è aperto.

“…Non so saltare così in alto.”

Fa qualche passo indietro, si guarda attorno. Una cassetta della posta pubblica è attaccata alle sbarre, mettendoci il piede sopra avrebbe avuto la spinta per raggiungere la sbarra superiore e scavalcare, con la giusta attenzione avrebbe evitato gli spuntoni e si sarebbe lasciata cadere.

Ci riuscirebbe pure un bambino.

Prende la rincorsa e spicca un salto, il piede le sbatte contro una sbarra mancando l’appoggio, le mani cercano un appiglio per frenare l’impatto, si chiudono sul metallo ma scivolano verso il basso. La fronte sbatte contro il ferro. Sbalzata indietro dall’urto cade a terra di schiena, la nuca batte sul marciapiede.

Porta le mani dietro la testa e si raggomitola.

“Faccio schifo in atletica.” Geme.

Il fruscio di foglie le fa girare la testa. In un punto un cespuglio attraversa le inferriate.

Fa una smorfia. Perché non posso clippare come quel cespuglio?

Dei rametti si spezzano, una ragazza esce dalla siepe, occhi blu e capelli raccolti in una coda laterale dello stesso colore. A giudicare dall’altezza è pronta a scommettere che sia più grande di lei.

Si scambiano uno sguardo per un lungo istante. La ragazza mette un dito sulle labbra. “Shhh.” Scappa via prima che possa aggiungere altro.

Hisako si alza, si avvicina alla siepe, allunga le mani per toccarla.

Magari c’è un portale o qualcosa di simile.

Affonda la mano, il legno gliela graffia, le foglie sono fresche al tatto. Continua ad affondare in avanti, nessun segno della sbarra.

“Figo, un passaggio segreto!” Si tuffa in avanti.

 

I rami la punzecchiano ovunque, si appiattisce tra le sbarre, qualcosa le sfrega contro il viso mentre esce. Fa un passo in avanti. Il piede non trova appoggio, continua a scendere, si sbilancia nuovamente. La gravità la richiama a terra.

Protip: se scavalchi un muretto quando sali poi devi scendere, genio!

Le mani vanno in basso per rallentare la caduta, picchia comunque il mento per terra.

Un paio di stivaletti neri entrano nel suo campo visivo, accanto ad essi c’è un paio di zampette morbide bianche.

Inui si piega a testa in giù per fissarla negli occhi.

Hisako alza la testa. Accanto alla bestiola vi è una giovane con una camicetta a maniche lunghe con sopra una giacchetta azzurra, una gonna a pieghe blu, un cinturino nero legato alla gamba da cui pende una piccola gemma brillante. Il suo volto è dolce, forse una sua coetanea. Ha gli occhi del colore della galassia.

Aspe’. Questa è la senzatetto del dondolo. Pretty Lady. Ha shoppato troppo per i cosmetici IRL.

Inui incrocia le braccia e piega la testa in direzione della giovane.

“Sei sicura che vuoi l’aiuto di questa cretina?”

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Capitolo 3
*** Non sono cretina ***


 

Hisako si tira su di colpo. “Excuse me!?”

Inui ghigna. “Cretina.”

E lo ripete questa botola!

La senzatetto alza le mani, fa un passo per mettersi in mezzo alle due. “Per favore, non ho bisogno di vedervi litigare per ora.”

Hisako si avvicina alla giovane col viso.

La storia del dondolo è sempre strana, quella non sembra una che ha bisogno di dormire all’aperto. E ha gli occhi come quelli di Myra! Dev’essere collegata per forza ad un’entità mistica. La giovane le mette le mani sulle spalle. “Cuccia Hisako.”

E sa anche il mio nome!

Si blocca. “Come?”

“Anzi no, sei troppo rilassata. Facciamo che mi presento prima di tutto.”

Annuisce un paio di volte. Fai in fretta, voglio i poteri.

La giovane si stacca e si mette una mano sul petto. Una mantella bianca bordata d’oro le appare sulle spalle. “Sono la guardiana di Howe. Voglio il tuo aiuto per proteggere il mondo dalle emersioni.”

Come Myra! Ora si ragiona! Vita da eroina a me!

“Non sembrare troppo contenta, quel ghigno è disgustoso.”

Abbassa lo sguardo, Inui la sta guardando in cagnesco. Torna a osservare la Guardiana. Ci sono così tanti dettagli in quella mantella che potrebbe passare la notte a contarli. L’espressione della giovane è dubbiosa.

Hisako si mette sull’attenti “Sono pronta!”

La Guardiana passa una mano sotto il mento. “Hai capito chi devi affrontare?”

Frase d’effetto, FRASE D’EFFETTO!

Tossicchia, si batte una mano sul petto. “Le emersioni e tutto quello che minaccerà la pace del nostro mondo. Nobile Guardiana.” Si mette in ginocchio e abbassa il capo. “Lasciatemi essere la vostra paladina.”

Alza gli occhi per sbirciare la reazione della guardiana, che ha gonfiato il petto orgogliosa.

Inui si mette in mezzo tra le due. “Con quali poteri, Hisako?”

Sgrana gli occhi, alza lo sguardo. “…Con… quelli… che mi sta dando?”

“Lo dai per scontato?”

Alza le braccia. “Sei- Ehm… Siete una dea, non avete poteri della luce da affidarmi?”

La Guardiana si mette una mano sul viso, sospira. “Sediamoci, ti dò il contesto, e poi mi dici se ti va bene diventare una mia paladina.”

Non possiamo skippare? Ti dirò di sì comunque.

 

Il dondolo dell’addormentata ha la nomea di essere una trappola arcana, si dice che chiunque ci abbia dormito sopra nel cuore della notte sia scomparso. Attorno ad esso era stata innalzata una gabbia sferica dove l’edera era cresciuta spontanea, un elemento tanto apprezzato quanto imprevisto nel progetto del parco. Probabilmente ciò che aveva contribuito di più alla nascita della leggenda.

Hisako fa una smorfia. È solo una leggenda stupida, non sarebbe scomparsa. Si volta verso la Guardiana.

Anche lei teoricamente è una leggenda però.

Si siede meccanicamente sul dondolo. Caccia un gridolino quando sente movimento dietro la sua schiena. Si tappa la bocca.

Protip: un dondolo, DONDOLA!

Mette le mani sulle gambe e fissa la Guardiana, Inui è sulla sua spalla e continua a squadrarla truce.

La donna le porge una lattina.

Hisako si sporge in avanti e indietro per fissare il contenitore in alluminio per guardarlo da diverse prospettive “…Mi aspettavo un calice o… non so, qualcosa di mistico.”

“Tesoro, amo la tecnologia.”

Hisako si sporge e prende la lattina. Tira in su la linguetta, l’odore di alcol la stordisce per un istante.

Stringe le palpebre e le riapre. Gli occhi del colore della galassia di fronte a lei si spalancano appena.

“Vero, vero, sei una minorenne tu.” La giovane passa una mano sopra la lattina. L’odore di alcol sparisce, si alza lo sfrigolio di una bibita gassata, sente la freschezza dell’alluminio contro il palmo. Hisako abbassa lo sguardo, la lattina è decorata con il disegno di un orso con occhiali da sole e una sciarpetta attorno al collo. Un baloon parte dalla sua bocca e contiene il nome della bevanda.

Tsun Tsun. SIS le colleziona.

“Posso tenerla?”

“Si?”

“È una domanda?”

“No?”

Si è beccata la dea insicura. Ottimo.

Inui dà una gomitata alla tempia della Guardiana. Quella si sposta di lato.

“Che ca-? Ah, hm, si si.” Si siede accanto a lei.

“In realtà, esistono tanti mondi di cui mi occupo, solo che è successo un problema e ora di tutto finisce qui ad Howe. Pirati, draghi, cavalieri. No cavalieri spero mai più considerando il mondo medievale-”

A parte alcune cose, sento di aver già sentito un discorso simile da qualche part-. MYRA! L’intervista di tre mesi fa!

Sgrana un po’ gli occhi. E se lavorasse per lei? Potremmo essere colleghe! E potrei avere gli occhi belli color galassia! AHHHHH!

“Mi stai seguendo, vero?”

La voce della guardiana interrompe il filo dei suoi pensieri. Annuisce. “Roba di altri mondi sale, qualcosa non va con l’ordine universale. Oh fa rima!”

Yelena annuisce. “Alcune di queste creature si… ‘rompono’ durante questo viaggio.” Tende la mano in avanti. “Inui, passami l’einheri per favore.”

Inui ha già la gemma a forma di stella tra le mani, la lascia cadere sul palmo della guardiana. La gemma è di un colore violaceo, molte delle punte sono incrinate e sembra esserci all’interno una foschia simile a un tornado squarciato da fulmini sporadici.

“Questo… immaginalo come l’anima di queste persone.” Prende la gemma tra le mani, le punte della gemma si staccano rimanendo sospese, la guardiana ruota il polso, parte della gemma con i rispettivi spuntoni ruotano in aria in maniera simile a quel rompicapo giocattolo a forma di cubo. Non ricorda come si chiama.

“Il tuo compito sarebbe quello di recuperare i loro einheri, così io posso curarli.”

Man mano che continua a lavorare sulla gemma essa diventa sempre più placida all’interno, le nubi violacee danno spazio ad un azzurro limpido.

Comprime le mani, le spunte tornano al loro posto riformando la stella sbozzata. Sono sparite persino le crepe.

“Non sarà facile.”

Più sarà tosta, più sarà epico!

Hisako annuisce. “Ma non mi tirerò indietro. Sono disposta ad aiutarti a salvare il mondo!”

“I mondi,” precisa Inui.

“Mondi.” Anche meglio.

La guardiana alza la mano con l’einheri. La gemma vibra per qualche istante prima di schizzare verso l’alto.

“Il cielo ha una nuova stella.”

Alza lo sguardo. Con le luci della città percepisce solo l’alone giallognolo venire dal basso che contrasta con la distesa scura.

“…Non lo stavi curando? Perché è diventata una stella?”

“Sono tornate nel loro mondo d’origine.”

Ah, già. Altri mondi.

La guardiana si batte le mani sulle gambe. “Dicevamo, i poteri. Non ti lascio combattere a mani nude, abbiamo visto entrambe che finiresti male.”

Oh sì! Ora del tutorial pratico!

La guardiana affonda la mano verso di lei. Un bruciore improvviso le dilania il petto. L’ultima cosa che vede sono gli occhi color della galassia.

 

"Secondo me, ti deluderà di nuovo."

"Ho fiducia in lei. Si riscatterà."

"Hm. Dovrò insegnarle io a come usarlo?"

“È una gamer, dubito avrà bisogno di aiuto."

"...Mi parcheggio a casa sua per controllarla da vicino?"

"...per sicurezza sì"

 

Hisako apre gli occhi. La penombra della sua stanza è illuminata dallo schermo del pc.

Non lo avevo messo in stand by?

Si tira su a sedere. Inui si trova in piedi sulla sua sedia, tiene con entrambe le mani il mouse. Con quel movimento, se avesse avuto un cappello da mago, avrebbe potuto immaginarla rimescolare un pentolone per creare chissà quale pozione malefica.

Si tira su dal letto e si avvicina per vedere cosa sta facendo. Sbianca. Il suo desktop è pulito.

Afferra l’animaletto e lo tira su. “CHE COSA HAI FATTO, BESTIA!?”

Inui sbatte le palpebre. “Disinstallato tutta la roba inutile. Adesso hai solo i software della scuola, ed il solitario.”

Il solitario?! Cosa sono una pensionata?!

Lancia un’occhiata allo schermo. Forse ha solo tolto tutti i collegamenti, ma col cavolo che controlla ora, quella bestia malefica potrebbe imparare la strada per accedere al suo account. Lì sarebbero danni gravi.

Appoggia Inui sul suo letto e mette in ibernazione il pc. Avrebbe risolto tutto più tardi. Si siede davanti a lei.

“Allora. Dimmi cosa è successo-” Guarda fuori dalla finestra, la luce chiara entra dagli spiragli. “Ieri sera.”

Inui si siede a gambe incrociate. “La guardiana ha sbloccato il tuo iuxx.”

Hisako si siede in ginocchio davanti a lei. “Apprezzo la keyword, ora dimmi che significa.”

Inui stende una zampa davanti a lei, la chiude, piccole scintille luminose appaiono attorno a essa e ruotano attorno al pugno. Apre di colpo, le scintille si schizzano verso Hisako.

Una serie di stilettate la stendono. Caccia un gridolino acuto prima di cadere di lato.

“Questa non è una spiegazione.”

“No. Ma mi diverte. Inoltre se ti spiegassi qui di cosa si tratta cercheresti di usarlo, provocando danni.” Inui si alza in piedi. “Quindi.” Salta giù dal letto e si dirige verso la finestra. “Ci vediamo al parco tra dieci minuti. Mettiti qualcosa di sacrificabile, non riuscirai mai a creare una barriera protettiva nelle prime lezioni.” Inui apre le alette della persiana, traccia un arco di fronte a sé con la zampa, una scia luminosa rimane sospesa in aria. La afferra e tende le braccia come se stesse impugnando una vera e propria arma, schiocca le dita, una piccola luce appare dove ha schioccato. La tende formando una freccia. Mira tra le alette e scocca. Quando lascia la freccia eterea è come se il corpo della creaturina fosse stato assorbito dal dardo. Sparisce oltre la stanza.

 

Hisako attraversa il corridoio, lancia un’occhiata verso la sala mentre passa. Kira la fissa a occhi sbarrati, lascia cadere la scatola di cereali che aveva in mano.

So cosa stai pensando!

Si chiude la porta alle spalle, percorre rapida le scale e spinge il maniglione anti panico in fondo per uscire dall’edificio. Tutto in apnea.

Prende un respiro profondo, lo regolarizza.

“Quindi, ieri com’è andata?”

Si volta, una ragazza con la coda laterale è appoggiata al muro della palazzina a braccia conserte.

La tipa di ieri sera! Credo. Mi ha chiesto com’è andata.

“E tu che ne sai di cosa stavo facendo? Nemmeno ti conosco.”

La ragazza le fa l’occhiolino. “Curiosità, dato che stai per entrare nel giro.”

Sembra sapere di che parla. Peccato che non lo sappia io!

Coda-laterale indica verso il parco. “Non stavi andando ad allenarti? Guarda che ti sta aspettando. Lo vedi?”

Hisako si volta, scruta le inferriate che delimitano il parco. Di Inui non c’è traccia.

“No-” quando torna alla sconosciuta vede solo il muro della palazzina deserto.

Si massaggia una tempia. Forse dovrei farmi controllare.

 

Hisako oltrepassa i cancelli, adocchia Inui vicino alla cupola d’edera: ha preso la forma più umana, braccia conserte, piede che batte insistente a terra, le orecchie da canide lievemente piegate quando incrocia il suo sguardo.

“Ci hai messo un sacco, la gente muore mentre ti fai gli affari tuoi.”

È abbastanza sicura che la odia. Non aveva idea del perché.

“Dai, muoviti.” Fa un cenno con la testa verso la cupola d’edera e vi entra.

Ok, è il tuo momento. Non mandiamo tutto all’aria. Perché non abbiamo un tasto retry… anche se sarebbe figo averlo, insomma quante cose nella nostra vita sarebbero più comode se avessimo un-

“ALLORA!?” Inui spunta con la testa dall’edera.

“AY!” Corre dentro la cupola.

All’interno molteplici lame di luce filtrano tra le foglie, si concentrano sul dondolo arancione, enfatizzando il colore atroce.

Inui si siede, mette una mano dietro lo schienale, batte un paio di volte la mano accanto a sé. “Siediti.”

Hisako si avvicina circospetta, guarda l’edera.

I gigli non crescono così vero? Perché è cool, ma la dogga non è il mio tipo.

“Senti qualcosa di diverso in te rispetto a ieri?”

Si concentra. L’ultima cosa che la guardiana ha fatto è stata… sfondarmi il petto? Non saprei, ho perso i sensi e poi-

Lo stomaco le brontola. Alza lo sguardo, Inui la sta trapassando con lo sguardo. Tira un sospiro. Stende la mano. Una serie di piccole scintille le vorticano sulla sua mano, si stringono sempre di più fino a formare una piccola sfera trasparente. Inui la tende. “Mangiala.”

Abbassa lo sguardo sulla pralina. Fissa Inui. “Sei ser-”

La mano di Inui le sbatte sulla bocca, la sferetta le si poggia sulla lingua, è fresca. Inizia a masticarla lentamente, la sensazione è simile a quella delle zollette di zucchero.

Manda giù, le si incastra in gola. Sta cercando di uccidermi, giuro.

Si batte il petto e ingoia. “Hai creato una caramella con la magia?”

“Diciamo di sì. Finché non riesci a crearne una non potremo continuare. Concentrati.” Inui ha un sorrisetto sul volto.

Ok, non sembrare così compiaciuta però.

Hisako appoggia la mano al petto, la abbassa. Irrigidisce le dita e si concentra. Stringe gli occhi e abbassa la testa. Andiamo.

Un paio di piccole scintille rosate appaiono sul palmo.

“OH!”

Si tira su dritta, le scintille spariscono. Le nocche di Inui le picchiano sulla testa.

“AHI!” Si tiene la testa.

“Se perdi la concentrazione muori là fuori.”
“Come te quando ci siamo incontrate?”

Inui assottiglia gli occhi. “Non andremo avanti finché non sarai capace di creare una baccagemma.”

“Yelena dammi la pazienza, che se mi dai la forza dovrai trovarti un’altra candidata.”

 

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Capitolo 4
*** Non sono timida ***


 

 

Lurue afferra la visiera del cappello e la preme verso il basso. Porta una mano nella parte dietro e fa lo stesso. Si guarda allo specchio, il cappello presenta due piccoli bozzi laterali dove vi sono le corna. Inspira nervosa. “Si vedono.”

Roland appoggia le mani sulle sue spalle. Suo padre è così alto che non riesce a vedere il suo viso nel riflesso.

“Aspetta.” Avvicina le mani alla sua testa, alza il cappello quel tanto che basta per far sparire i bozzi. “Ecco fatto.” Le riappoggia le mani sulle spalle.

Lurue piega la testa appoggiandola sulla mano del padre, si guarda. “Grazie.” Le fa paura uscire dopo così tanto tempo, ma non sa quando riuscirà a convincere di nuovo suo padre a lasciarla andare. Dopo quello scandalo ha fatto di tutto per proteggerla.

Si sono trasferiti, ora che le acque si sono calmate ha l’occasione per ottenere ciò che ha sempre voluto: essere normale.

Roland la volta. Suo padre ha il volto vissuto, i primi accenni di rughe attorno agli occhi, i primi capelli grigi spuntano in mezzo alla corta chioma biondo platino. È invecchiato di colpo negli ultimi anni, ha paura che lo stiano facendo lavorare troppo.

“Torna appena finisce il concerto. Se non lo trovi, torna subito indietro,” le carezza una guancia. “Ok?”

Lurue annuisce, ha memorizzato la cartina della città, spera di non perdersi. Si alza sulle punte e distende le braccia, gli abbraccia l’addome, appoggia la testa al suo grembo. “Ay.”

 

Lurue scende dall’autobus, la quindicesima strada è un luogo malandato. Gli edifici presentano numerose crepe lungo le pareti, una vetrina sfondata di una libreria è coperta alla buona con un telo, eppure la strada è gremita di persone di varie età. Ci sono anche ragazzini più piccoli di lei che guardano gli inservienti della Kaiser ripulire i danni provocati dall’ultima emersione. Distoglie lo sguardo, non vuole avvicinarsi a quelle persone, potrebbero scoprirla e… inseguirla con un forcone?

Scuote la testa. Calmati. Ci dev’essere un modo per andare in quella direzione senza passar loro davanti.

Si guarda attorno, una viuzza secondaria si stringe tra due casette diroccate. Si avvicina a passi cauti. Scruta un’ombra all’interno. Gli squittii grotteschi la fanno sussultare. Un neon sfarfalla illuminando un animale che non riesce a definire, ma è grande quanto un gatto. Gratta per terra con le unghie e sparisce dalla luce.

Lurue fa un passo indietro. Non posso entrare lì dentro e non voglio.

Si volta verso il sito distrutto.

Singhiozza. Almeno se mi rinchiudono potrei sopravvivere.

Inizia a camminare, passa accanto il sito costeggiando il nastro segnaletico che lo delimita.

“Signorina!”
Lurue sussulta, uno squittio le sfugge dalle labbra. Preme le mani contro il petto, il cuore minaccia di sfuggirle tanto batte forte.

Se n’è accorto, se n’è accorto, se n’è accorto, se n’è accorto!

“Potreste passarmi quello?” Uno degli operai è un ragazzo smilzo abbastanza giovane.

Oh. Si volta e vede un grosso martello pneumatico a un passo dai suoi piedi, si avvicina e lo afferra a due mani. È abbastanza leggero.

“Ma sei deficiente?!”

Lurue squittisce sorpresa. Un uomo robusto rialza la mano e indica l’attrezzo. “Quell’affare peserà quanto lei, alza il culo è sii uomo!”

L’uomo le si avvicina, la scruta. “Signorina non dovrebbe sforzarsi, è il lavoro di quel cane.”

Lurue sgrana gli occhi, abbassa lo sguardo sull’attrezzo. Lo abbassa quietamente. Forse non lo hanno notato.

Il ragazzo si avvicina e lo afferra. “Scusi.”

Vicino, anche lui, vicino, TROPPE PERSONE VICINE!

“Perdonami!” lascia la presa e scappa verso l’esterno della piazza.

 

Non aveva corso troppo, ma le era venuto il fiatone per la tensione. Si appoggia al muro e si lascia scivolare a terra. “C’è mancato poco.” Porta le mani sulla testa, il cappello è ancora in posizione.

Rumore statico le riempie le orecchie, si volta verso la piazza, l’operaio corpulento sta dando delle vigorose manate sul martello pneumatico. “Perché questo affare non funziona!?”

Lurue sussulta, si tappa la bocca con le mani. È successo di nuovo? Sono stata io? Non me ne sono nemmeno resa conto!

Si sporge appena per vedere la situazione all’esterno: diverse persone stanno agitando i loro cellulari, l’insegna di una farmacia è spenta in pieno giorno.

Non posso essere la causa, non mi sono avvicinata alla farmacia. Che sia…

Sente degli squittì alle spalle, si volta sussultando. No no no!

Una specie di pipistrellino cartoonesco e brillante di colore lilla la supera dirigendosi verso la piazza. Centinaia di quelle buffe creaturine escono da ogni angolo e anfratto, svolazzano in tondo sopra le teste degli spettatori. Si stringono rapidamente, formando come un bozzolo lavanda sopra un palo della luce. All’esplosione di esso la figura minuta della diva della rovina appare in piedi sul lampione. L’abito appariscente che indossa è composto da una camicetta smanicata con un fiocco sottile rosa e una gonna con più strati sui toni del viola e del rosa, diversi pendenti a forma di piccoli diamanti rossi sono legati ad un cinturino largo. Gli affilati occhi verde acqua scrutano calmi le persone. Un lieve sorriso mette in mostra i canini appuntiti. Allarga le braccia, ali da pipistrello si spiegano dalla sua schiena e scostano i lunghi capelli rosa.

È apparsa come dicevano su Sea Cospiracy.

La ragazza abbassa il capo, le corna asimmetriche sono molto più evidenti ora che la sta fissando direttamente.

Mi sta guardando? Cosa le ho fatto!?

La ragazza misteriosa chiude gli occhi. Inizia a cantare una melodia allegra mentre nell’aria si diffondono le note di un piano.

Grazie alla Guardiana, non ce l’ha con me.

Lurue si fa strada tra la folla, la diva della rovina fa un passo, un disco di luce appare sotto il suo piede, uno dopo l’altro scende fino a terra. Raggiunto il terreno si muove a tempo tra una persona e l’altra. Lisciando la giacca di uno, improvvisando una polka con un ragazzo, passando la coda appuntita con delicatezza sotto il mento di un altro, il tutto senza smettere di cantare.

È un po’… audace. La fissa volteggiare con il ragazzo rimasto incantato a fissarla. Per un istante la guarda, le strizza l’occhio. Lurue rimane sbigottita, porta le mani al petto. La diva della rovina si stacca, continua i suoi passi ritmati e la raggiunge. La prende per la mano, le fa fare un volteggio e si sente tirare. Una mano si appoggia al suo fianco, il viso della diva è molto vicino al suo. Lurue si sente le orecchie andare a fuoco mentre la ragazza continua la sua performance guidandola nei passi di danza e cantando la melodia fissandola negli occhi rilassata.

Troppo audace, TROPPO AUDACE.

Incassa la testa tra le spalle, strizza gli occhi.

Non le ha viste, non le ha viste, ti prego dimmi che non le ha viste.

Apre un occhio per sbirciare.

L’espressione sicura della ragazza è diretta verso i suoi occhi.

Mi sta guardando negli occhi… aspetta, MI STA GUARDANDO NEGLI OCCHI! Vorrei essere anch’io così sicura…

Le urla di alcuni scavalcano la canzone quando un’ombra le copre. Alle spalle della diva della rovina si trova una gigantesca creatura dalla forma allungata.

Sssalve, sssiete sssotto rapimento. Non resissstete

La diva la spinge via, mentre Lurue cade a terra le spire della creatura si chiudono sull’altra ragazza che smette di cantare.

 

Hisako cammina per la strada, una mano tiene il telefono in orizzontale concentrata sulle azioni sullo schermo, l’altra rimane distesa con il palmo verso l’alto. Ha raggiunto un grado di concentrazione per generare una baccagemma e contemporaneamente mantenere la barriera attorno a sé. Doverla abbassare per utilizzare qualcosa di più offensivo è ancora il suo “punto debole da pattern di un boss”, ma sarebbe arrivata a chiudere questa falla con il tempo.

Non si aspettava di metterci così tanto, i training arc sono confusi nelle opere che ha guardato.

Non mi aspettavo. Due. Cappio. Di mesi.

Ha perso la fase iniziale di “Spettri della Città Perduta”, ma grazie al cielo Myra è la leggendaria promozionale del set, quindi la hanno tutti, lei compresa.

Quante partite ho perso perché non volevo rimuoverla.

Qualcosa la punzecchia al fianco, si raddrizza con la schiena e saltella di lato. Inui è nella sua forma umana, fa sparire un coltello nella tasca della giacchetta.

“…Poi sono io la scema.”

Inui incrocia le braccia. “Cretina, non scema.”
“Quindi la scema sei tu?” Torna a guardare lo schermo, dai lati iniziano a vorticare petali che si chiudono in una delle cornici che delinea le creature evocabili. La risata lieve di Myra esce dagli speaker.

Huh, la giocano pure gli aggro, che carta perfetta. Come lei in fondo.

“La smetti di sbavare sull’elfa?”

Blocca il telefono e se lo caccia in tasca. Mano pessima e lui è partito troppo forte, avrei vinto solo se lo attaccava un’emersione vera.

“Sì sì.” Guarda Inui. “Dunque? Oggi che percorso facciamo?”

Inui indica verso il cielo. “Oggi pattugli dall’alto.”

Sbatte un paio di volte le palpebre. “Mi insegni a volare?”

“Circa.” Inui si caccia una mano in tasca, tira fuori un orecchino a forma di ala. “Questo te lo manda Yelena.”
“Chi?”

Inui rotea gli occhi al cielo. “La guardiana.”

Ahhh.” Lo afferra e lo avvicina al lobo dell’orecchio.

Ma io non ho i buchi per gli orecchini.

“Rimane su da solo. Roba da voltici.”

Hisako fa un lungo mugolio. Abbassa la mano, sente l’orecchino sul lobo come fosse stato appoggiato sopra. “Cosa fa?”

“Risolve temporaneamente il problema della tua mancanza di multitasking,” Inui indica verso il suo orecchino. “Lui ti difende, tu attacchi, usa comunque il tuo iuxx, quindi non farci troppo affidamento. Serve a evitare il peggio quando sbaglierai.”

Hisako inspira. Il mio primo oggetto magico, non è il Seme di Shinka ma è qualcosa. Devo trovargli un nome, anche se non è qualcosa che si vedrà tant-

Metabolizzare l’implicito la fa piegare in due. Stringe i pugni.

“Cosa ti dice che sbaglierò?”

Inui fa un sorrisetto di sfida. “Cosa ti dice che non sbaglierai?”

Alza un pugno e lo mostra a Inui. “Lo vedrai!”

Urla si alzano qualche strada più in là. Inui incrocia le braccia con un sorrisetto. “Bene, vediamolo.”

Hisako si piazza l’orecchino sul lobo e corre in direzione delle voci.

Henshin!”

Penserò a qualcosa di più adatto quando potrò.

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Capitolo 5
*** Non sono offesa, stai zitta! ***


 

Hisako salta. L’aria le frusta il volto, gli edifici si rimpiccioliscono sotto di lei, viene avvolta da una gonna a strati bianca e rosa che svolazza, ostruendo la vista al di sotto. Lo iuxx si compatta in guantini bianchi con un fiocco rosso sul dorso. Stende le gambe, lunghe calze bianche le cingono le gambe, terminano con un paio di ballerine rosa con dei tacchetti spessi e un fiore bianco al centro. Cielo, cielo, cielo…

Piega braccia e gambe, le stende di colpo.

“SONO UNA CAPPIO DI MAGHETTA!”

I capelli le schiaffeggiano il viso, la gravità la richiama a terra. Inizia ad agitare le mani nel panico.

“ahhh, aspe come atterro!?”

Gli edifici diventano man mano più grandi. Tra i puntini che identifica come persone ne nota uno più grande. Una molla gigante?

La velocità con cui lo vede avvicinarsi le fa realizzare ciò che sta per accadere.

Sto per schiantarmi contro quella molla!

La cima della molla si muove e sbatte gli occhi, è una specie di serpente roccioso avvolto attorno a una ragazza con corna asimmetriche.

La molla ha una testa! Un momento quella la conosc-

La fronte di Hisako sbatte contro quella del serpente. Il dolore le ricorda quando da bambina si era distratta per un annuncio pubblicitario su un film di maghette, ed era stata richiamata in tempo per essere centrata da una pallonata in mezzo agli occhi. Considerato quanto sarebbe dovuto essere il danno effettivo da una caduta simile, ringrazia la guardiana per l’orecchino.

Hisako preme la mano contro la fronte, emette un gemito strozzato, apre gli occhi. Il serpente è accasciato per strada, la ragazza nelle sue spire è scomparsa. La creatura alza la testa ciondolando stordita, la scuote e la punta. “Ssscreanzata!”

Hisako si mette in piedi, sfrega una mano contro la fronte e mette le mani in avanti a formare una sfera con le dita, lo iuxx si concentra al loro interno, crea un piccolo bulbo luminoso “Lycoris…” Apre le dita e unisce i polsi, il bulbo sboccia di colpo rivelando i sottili petali di un fiore. “…Flowering!” I petali schizzano come frecce verso il serpente, il quale si avvolge su sé stesso e scatta in avanti come una molla.

“Sssnakko usssa ssscontro!”

La testa del serpente spinge contro lo stomaco di Hisako, scaraventandola in fondo alla strada. Rotola per un paio di metri, ed emette un gemito frustrato. “Che esordio inglorioso.”

Qualcuno le dà delle leggere pedate di punta contro il fianco. Hisako si mette a sedere e alza lo sguardo verso Inui. Ha un’espressione compiaciuta, la dogga.

“Non dire nulla.”

Inui scuote la testa. “Non serve.”

Hisako emette un verso frustrato, si alza e guarda in direzione del serpente.

La creatura striscia rapida in sua direzione. “Tu andrai bene al sssuo posssto.”

Seee. Ti pare che dopo due mesi mi faccio mettere sotto da un lombrico gigante?

Hisako stringe i pugni, lo iuxx si accumula nuovamente nelle sue mani. Tira indietro i gomiti, il serpente si scaglia verso di lei con un guizzo, stende le mani in avanti, l’energia accumulata si espande a pioggia.

Il serpente indietreggia, fumo si alza dalla sua pelle. “Sssole, brucia!”

Bene ed ora il colpo di grazia!

Hisako si guarda alle spalle, ghigna in direzione di Inui.

“Guarda avanti.”
Hisako si volta, la sferzata sulla guancia la sbilancia, batte il fianco per terra. Le spire del serpente la avvolgono. Le scappa uno strilletto.

La testa del serpente la punta. “Presssa.”

Sposta lo sguardo su Inui. Questa fa un passo indietro. “Non mi intrometto, eroina.”

“BastardAHHH” I capelli le sferzano il volto, il serpente chiuso come una molla spicca un salto.

 

Lurue è rimasta nella piazza, nascosta tra un tavolino di un bar ed una siepe decorativa. Ha osservato lo scontro dell’eroina contro il grosso rettile. La creatura deve aver avuto la meglio se è riuscita a stringersi così a lei.

Vorrei poterla aiutare, ma se intervengo qui…

Stringe le mani al petto, la figura si allontana con un balzo mentre la ragazza scalcia l’aria e impreca in maniera indecorosa.

Lurue si sente appoggiare una mano sulla spalla. Strilla e salta indietro, i rami della siepe cedono sotto la sua schiena, mentre cade porta le mani al cappello e si stringe la testa.

Al di là del tavolino c’è una ragazza dai capelli blu raccolti in una coda laterale, la fissa con un sorriso rilassato.

“Pianta uno, ragazzina zero? Non saprei, lo vedrei come un pareggio visto che l’hai spezzata.”

Lurue punta le mani per terra e indietreggia scalciando il terreno. La ragazza misteriosa si appoggia sulla parte sana della siepe.

“Ehhh immagino che tu ti stia chiedendo chi sono. Tranquilla, non sei l’unica. Ma in questo momento non è il punto della scena.” Ridacchia.

Lurue si allontana di un altro mezzo metro. Forse è impazzita per aver visto il mostro.

“Il punto della scena è che vorresti fare qualcosa.” La ragazza oltrepassa il tavolino, le si inginocchia davanti. “Allora perché non lo fai?”

Lurue abbassa lo sguardo. “Non voglio più essere guardata così.”

Coda-laterale mugola un paio di volte, fa un saltello in avanti rimanendo accovacciata. “Eppure con Myra ha funzionato. E nessuno sembrava essere contrariato alla vista della diva della rovina. Se non fai del male non ti odieranno.”

Lurue deglutisce. “Metterò papà nei guai.”

La ragazza le fa l’occhiolino. “Solo se ti beccano.” Le porge un guanto destro con sopra una stella gialla ricamata. “Ma la scelta è tua, Lurue.”

 

Hisako caccia un urlo frustrato.

“Mollami biscia!”

Chiusa nelle spire del serpente atterra sulla cima di una palazzina e spicca un altro salto. “Sssognatelo.”

Stringe i denti. Aveva già provato a morderlo, ma quell’affare è ricoperto di simil metallo, e con le braccia bloccate non può fare molto.

Potrei provare ad espandere la barriera.

Chiude gli occhi e si concentra.

“Ssstai buona” si sente sibilare nelle orecchie. Un brivido le percorre la schiena. No gli ASMR no!

Apre gli occhi, due enormi sfere bianche la scrutano.

“Sssogni d’argento”

Il serpente la guarda, le palpebre si fanno di colpo pesanti.

Ho fatto maratone di ranking di fine mese che non mi hanno fatto dormire per giorni. Non perdo contro una vipera.

Sbadiglia, cerca di distogliere lo sguardo, ma la testa del serpente la segue per mantenere il contatto visivo.

Cerca di dargli una testata, ma non riesce a raggiungerlo. Queste squame metalliche sono più comode di quanto sembra.

Il sole viene coperto da qualcosa, un’ombra cala sul suo viso.

Il male sta per prevalere?

Hisako alza lo sguardo, del serpente vede solo la silhouette nera davanti ad un’immensa sfera giallo paglia.

Già una collega!?

La sfera si schianta verso di loro. Un calore soffocante la avvolge, il metallo del serpente si arroventa. Hisako caccia un grido.

Una collega che cerca di farmi fuori!

La creatura allenta la presa e sparisce, la massa di calore la schiaccia contro il terreno con violenza, sente le ossa scricchiolare.

Com’è apparsa la sfera di energia si dissolve in cielo, un puntino bianco si distingue nell’azzurro limpido.

Hisako preme con le mani a terra e si mette a sedere.

“Rivale.” Borbotta. “Sarà la mia rivale.” Batte un pugno contro l’altra mano. “Andiamo a farle un saluto.”

Si tira su, piega le gambe e spicca un salto.

 

L’aria le sferza il volto nuovamente. Guadagna rapidamente quota verso quella figura, quando la carica del salto finisce stende una mano verso il basso. Una piattaforma d’energia rosa si genera sotto i suoi piedi, atterra con un ginocchio su di essa.

Hero landing degno da eroina.

Alza la testa con un sorriso sprezzante. Le due armi delle maghette moderne: carineria e badass. La prima impressione cont-

Spalanca gli occhi, fissa la sua rivale.

“PERCHÉ SEI UNA PROVOLA!?”

Quello che si trova davanti è una massa gialla a forma di pera con la cima bombata, la superficie tremola, si piega in avanti.

“S-Scusa!”

Aveva già avuto parecchie delusioni dalla vita, ora può aggiungere ‘Abbattuta da una pera magica’ alla lista. Tutto sommato sarebbe stato il secondo frutto a umiliarla in maniera ingloriosa.

Hisako si alza ed indica di fronte a sé. “Le scuse non sono sufficienti. Come futura paladina della giustizia voglio sapere il tuo nome da maghetta e il nome di quell’attacco.”

La pera magica si abbassa, assume lievi sfumature rosee nella parte alta. “Non li so.”

Hisako lascia cadere a penzoloni le braccia. “Scherzi?” La pera scuote la testa.

Sospira, si mette una mano sulla faccia. “Allora. Prima di tutto dobbiamo risolvere l’enorme problema che è il tuo design. Non vorrai farti chiamare Provola-girl o Pera-girl, vero?”

Il blob si muove. “No-non voglio essere chiamata e basta!”
“Allora perché sei qui?”

Il blob indietreggia, inizia a ciondolare a destra e sinistra. “N-non volevo… che morissi? N-non volevo… lasciare qualcuno in difficoltà?”

Si sta dando le opzioni da sola? Hisako inspira. “Ok ok, senti,” fa un paio di passi, la lastra di energia si sposta sotto i suoi piedi man mano che avanza. “Stasera al parco sulla trentasettesima, non posso lasciare una collega in queste condizioni.”

“…No, grazie?”

“Non è una richiesta. A stasera.” Hisako fa un saltello, la lastra di energia si dissolve sotto di sé. Inizia una caduta libera.

Chissà se posso usare lo iuxx come un propulsore di volo.

Mugola, tende le mani verso il basso, spara un raggio di energia; la caduta rallenta. La piazza è in buono stato, nessun danno oltre a quelli del cantiere messo su dalla Kaiser, e nessun ferito.

Giusto il suo orgoglio.

Chiude le mani per interrompere il raggio e atterra, nel guardare verso il basso nota il suolo leggermente annerito e scavato.

Uh. Questo l’ho fatto io mentre scendevo.

Si guarda attorno, non c’è anima viva in giro, saranno scappati per colpa della biscia, tira un sospiro.

“Meno male.”

Sente passi rapidi e arrabbiati, si volta.

“Mamma posso spiegar-” La reazione s’interrompe a metà quando invece della figura imponente e minacciosa da “Signora della distruzione” ne vede una più bassa in una cornice di chioma dorata e con due smeraldi per occhi. Altrettanto arrabbiata.

Pretty scary lady.

Abbassa lo sguardo, la ragazza tiene una valigetta bianca in mano. Fa un saltello indietro e mette le braccia a protezione della testa.

“Fai vedere i danni.”

Hisako si guarda. Nemmeno il suo abito rosa pastello si è sgualcito nonostante tutte le “distrazioni” nel suo primo livello. Abbassa le braccia. “Nah, tutto bene tutto bene! Dopotutto…”

Hai dato via ore di sonno per provarla senza che Dogga ti vedesse, è il momento di metterla in pratica.

Fa un saltello per riatterrare su un piede solo, le fa l’occhiolino, preme i polsi tra loro e distanzia le dita di una mano dall’altra per simulare un fiore, posizionandole sotto il mento.

“Sono il fiore della fresca giustizia, il mio nome è Lycoris!”

Rimane in attesa della sua reazione. La donna si avvicina per guardarle le braccia, le scruta attentamente.

Hisako sbatte le palpebre. Che sta facendo? Mi sta annusando? È disagiosa.

Alza lo sguardo. Magari qualcuno si è affacciato dalle finestre e la sta guardando. Incrocia un paio di occhi. Dall’edificio di fronte fa capolino un ragazzino dall’aria familiare, sente di aver già visto quei capelli azzurri palesemente tinti.

Cerca di concentrarsi su di lui per evitare l’imbarazzo.

Dove l’ho già visto? Forse a scuola?

“Ok, non sei ferita.” La ragazza fa un passo indietro. “Non fare mai più questa cretinata.”

Hisako ritira indietro la testa, alza un sopracciglio. “La posa?”

“Il combattere. Avrai quanto, dodici anni?”

“Quattord-” Si tira una manata sulla bocca, le labbra premono contro i denti. Ahio.

La ragazza bionda si poggia la valigetta sulla spalla. “Non ti sto dicendo che è sbagliato giocare con quella roba. Ma non hai l’età per metterti a rischio così.”

Hisako porta una mano al petto, inspira offesa. Due mesi di allenamento per un potere magico non sono giocare, miss crocerossina!

“Sii intelligente, pensa al tuo futuro.”

Si sta beccando una ramanzina da una civile. Questo dopo di essere blastata da pera, umiliata da un serpente meccanico, ed aver perso una partita da aggro prima che potesse giocare la sua Myra. Che debutto orribile, nonché una giornata pessima.

Hisako si volta. “Hm. Lo terrò a mente. Ma non mi fermerò finché la città avrà bisogno di eroi.”

“Non far perdere tempo agli eroi con il salvare te.”

Singhiozza. Danni emotivi. Ti odio, miss crocerossina.

Spicca un salto, l’aria le sferza il viso, una lacrima scende rapida dalla sua guancia.

Andiamo pure le cose negli occhi!

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Capitolo 6
*** Non sono ricattabile ***


Lurue scende in picchiata in un vicolo. L’involucro di iuxx in cui si era chiusa è ottimale per rimanere protetta e non essere riconosciuta. Allunga le mani in avanti e fa forza per aprire la barriera. L’energia si riassorbe nelle sue mani, trova di fronte a sé capelli blu che tiene in mano una macchina fotografica vecchio stile.

Non ha il tempo di alzare le braccia al viso, sente lo scatto, una polaroid esce dal foro apposito.

No no no no! Lurue salta verso l’altra ragazza, allunga le mani verso la foto. La sconosciuta fa un paio di passi indietro, quel tanto che basta per farla rovinare a terra. Squittisce e cade in ginocchio.
“Sei adorabile.”

Alza lo sguardo verso la sconosciuta. “T-ti prego, strappala!”

Capelli blu si abbassa agitando la polaroid, la mostra verso di lei. Il suo viso è perfettamente riconoscibile, l’unico cambio è nel colore degli occhi, diventati azzurro ghiaccio. Indossa un paio di orecchini di perla, un chocker bianco e un abito bianco da ballerina senza spalline decorato con delle orchidee gialle su un fianco ed un fiocchetto all’altezza del seno.

Lurue alza le mani, si tocca i lobi delle orecchie, la perla è fresca anche attraverso i guantini bianchi.

Si copre il viso, emette un gridolino. “Ti prego è imbarazzante.”

“Hai intenzione di incontrare Lycoris?”

Inclina la testa di lato, guarda la ragazza. “Chi?”

“La damigella d’onore magica che ti ha aggredito verbalmente.”

Oh, vero, la ragazza in rosa.

Sbatte le palpebre un paio di volte.

La ragazza in rosa vuole incontrarmi?! Ma mi ma fa paura!

Si stringe nelle spalle. Non è pronta per quel genere di persone, le serve fare pratica con qualcuno, qualcuno di più calmo. Con un tono di voce più basso. Guarda coda laterale, questa alza le spalle e fa un sorriso. “Si, ti ci accompagno io.”

Mi vuole aiutare… Le pizzicano gli occhi.

O vuole ricattarmi?

Allunga le mani verso la foto, coda-laterale la ritrae e ne scatta un'altra.

Squittisce e si rimette in piedi. “T-ti prego!”

“Strappo la prima una volta che saremo al parco.” Lascia andare la macchina fotografica che viene fermata dalla tracolla, le tende la mano. “Deal?”

Lurue trattiene un singhiozzo. Come faccio con papà?

“Ah, giusto,” le sorride. “Io sono Lapis.”

 

Quando le ultime luci del tramonto spariscono oltre gli edifici della città il parco si svuota molto rapidamente. Ciò permette a Hisako di sgattaiolare al dondolo senza dare troppo nell’occhio. Entra nella cupola e si lancia sul dondolo, il sedile inizia a oscillare, il tetto d’edera segue il movimento.

“Ho fatto schifo oggi.” Mette il broncio, dà una pedata contro il palo del dondolo per darsi la spinta.

“Almeno hanno smesso di pizzicarmi gli occhi.” Si sfrega un braccio sul viso.

Niente negatività. Devo incontrare quella ragazza-pera stasera! Non posso essere una mentore depressa.

Si tira su a sedere e si batte le mani sulle guance. “Positiva! Una maghetta non si abbatte!”

Mi serve positività. Mi servono notizie su Myra.

Caccia fuori dalla gonna il telefono. Scoprire di avere una tasca tra gli strati è stata una delle cose più soddisfacenti del suo abito. Le tornano in mente le parole di Inui, aveva detto ‘roba da voltici’, magari è un gruppo di ingegneri del bene, o roba simile.

Plauso al voltico che lo ha fatto.

Sblocca lo schermo, le notifiche provenienti da ‘Acchiappa l’emerso’ riempiono la schermata in un attimo.

Huh! Avranno saputo della mia comparsa!

Voleva davvero scoprire cosa ne pensavano? L’apparizione era stata terribile. Non era stata fantastica come Myra. Non era stata fantastica. Non era stata. Punto.

Inspira, alza il dito sullo schermo. Esita.

Una nuova notifica si abbassa dall’alto.

 

Myra’s Nights podcast. #1: Conosciamoci meglio!

 

Sbatte le palpebre. Caccia un gridolino di gioia. Ignora tutto il resto e preme su quella.

La schermata iniziale è uno sfondo rosa pallido dove una piccola volpe bianca stile cartone animato corre verso destra. Sotto scorre la scritta ‘Sto arrivando…’

La fila di commenti dal vivo corrono rapidi. Alcuni si chiedono se si tratti della vera Myra, altri sono i soliti fan accaniti di queste cose che lo danno per certo e inviano sticker a ripetizione.

Hisako invia una fila di cuori, gli occhi le brillano. Sta davvero succedendo, haaa…

La volpina rallenta, nell’immagine appare una versione chibi di Myra seduta per terra, la volpe le salta in braccio, la schermata cambia al passaggio di un seme di Shinka che occupa la scena. La Myra in carne ed ossa fissa dubbiosa la telecamera.

“Si è accesa vero?” Picchietta un dito sullo schermo.

“È DAVVERO LEI!” Hisako tamburella i piedi per terra emozionata.

“Oh, perfetto.” Myra si drizza. “Salv-”

Lo schermo si annerisce di colpo. Il simbolo di una batteria tagliata lampeggia su di esso per qualche istante prima di spegnersi del tutto.

Hisako inizia a sbattere la palpebra sinistra compulsivamente. Si schiaffa le mani sulla faccia.

 

Lurue si trova davanti ad i cancelli chiusi. Un urlo isterico proviene dal cuore del parco.

IO NON VOGLIO ENTRARE LÌ.

Fa un passo indietro, stringe le dita sulla tracolla. “Ohhh… che peccato.” Gira i tacchi. “S-sarà per un'altra volt-“

Lapis le poggia pesantemente una mano sulla spalla. “Non avere fretta, timidina. C’è un modo per entrare.”

Lurue tira un singhiozzo, si gira. La devo proprio incontrare?

Lapis annuisce.

Mi legge nel pensiero!?

“Sei una mente semplice, scricciola soffice. Non serve molto per capire cosa stai pensando.” Le stringe le mani sulle spalle e la spinge lentamente verso il fondo della strada. “Su, andiamo, pera girl.”

Lapis si ferma davanti a un cespuglio che esce dalle sbarre che delimitano il parco, le fa cenno di avvicinarsi mentre infila una gamba dentro le foglie. Con un saltello sparisce all’interno.

Il cespuglio se l’è mangiata!

Fa un passo indietro, le spalle le tremano. Si guarda attorno, è da sola.

“Cosa faccio?”

La mano di Lapis esce dal cespuglio e le afferra il polso, trascinandosela dietro.

Grida di gola, stringe gli occhi.

Ho paura. Non voglio essere mangiata.

Rametti e foglie le sfregano contro, la presa sul suo polso è salda, continua a trascinarla anche fuori da lì.

“Non vuoi aprire gli occhi?”

Lurue scuote la testa. “È tutto buio, n-non mi piace.”

“Hm, era buio anche prima maaa… Va bene.” La voce si avvicina al suo orecchio. “Sarò la tua guida, milady.”

Lurue sente le guance scaldarsi.

 

Camminano per un periodo per lei interminabile, quando sente un ruggito furioso. Istintivamente si allunga verso il braccio di Lapis e si stringe a lei con uno squittio.

“Pfff… ahahah”

Sta ridendo?

Si sente accarezzare la testa.

“Quello era l’urlo di guerra di un gamer nervoso che ha beccato qualcuno che ha letto le sue mosse come un libro. O quello di disperazione perché gli si è scaricato il telefono.”

Lurue apre appena gli occhi.

L’espressione di Lapis è illuminata dai lampioni del parco. È rilassata, quasi divertita. “Pronta a scommettere che era la tua autoproclamata rivale.”

Abbassa lo sguardo. “Io non voglio essere la rivale di nessuno.”

“Ottimo! Hai un argomento di conversazione.” La spinge verso la cupola d’edera.

 

Lurue si affaccia. La ragazza in rosa è in ginocchio, emette dei singhiozzi frustrati, guarda un cellulare spento a terra.

Si volta verso Lapis, questa le fa vedere i pollici alzati.

Forse dovrei aspettare, non sembra dell’umore.

Guarda Lapis nuovamente.

Perché ha la bocca aperta? Perché sta inspirando profondamente? Oh no no no no…

“YOOO!”

L’eroina in rosa esce dalla cupola d’edera di soprassalto, le mani semiaperte in avanti, lo iuxx rosato vortica tra le sue dita pronto ad essere sparato. Lurue indietreggia con un saltello, batte la schiena contro uno dei pali di sostegno.

“S-scusaci!” Si preme le mani sulla testa, la incassa tra le spalle.

Eroina la fissa per qualche istante, poi il suo sguardo si posa su Lapis. “…La tipa fantasma?”

Lapis tira sul col naso “Mi stai dando della dimenticabile?”

Eroina allarga le braccia, lo iuxx si dissolve. “Non mi aspettavo di vederti. Anche se la prima volta che ti ho vista stavi uscendo dal passaggio segreto.”

“Lo hai trovato eh?” Lapis le fa l’occhiolino.

Eroina si avvicina. “Avrei un sacco di cose da chiederti, ma dovrebbe arrivare da un momento all’altro la persona che mi ha blastato assieme ad un biscione metallico.” Stringe il pugno. “Non sa cosa la aspetta.”

Lurue soffoca uno strilletto. Voglio tornare a casa.

“Wow, è una frase un po’ poco da maghetta, non trovi?” Lapis incrocia le braccia.

Eroina tira indietro la testa sbigottita.

Lei continua. “Che poi, non ti sei nemmeno presentata, non è uno standard?”

Eroina abbassa lo sguardo con gli occhi spalancati.

Poveretta.

Lurue si alza. “E-ecco…”

Le due ragazze si voltano verso di lei. Mi fissano!

Inizia a tremare. “E-e-ecco…” cerca di continuare ma le parole non le escono dalla bocca.

L’eroina si avvicina con espressione dura. “Che hai da guardare?”
Per un istante all’immagine della ragazza che la sovrasta si sovrappone quella di un teppista stereotipico con tanto di mazza chiodata appoggiata alla spalla. Le si inumidiscono gli occhi.

“I-o-”

È terrificante.

Riesce solo a emettere un fischio sordo continuato. Si sente andare a fuoco, la nausea le sale su per la gola.

Le gambe le cedono, gli occhi roteano verso l’alto.

 

Lurue riapre gli occhi. È sdraiata, davanti a lei vede Lapis, ha le mani sulle catene che tengono sospesa la seduta.

“Wakey wakey, bell’addormentata!”

Ci mette qualche istante a processare l’accaduto.

È svenuta.

“Non te la cavi troppo con le persone… esuberanti, huh?”

Scuote la testa. Si mette a sedere e si volta in cerca dell’eroina sconosciuta.

“Sta tornando, doveva recuperare qualcosa.” Lapis fa una smorfia divertita. “Scommetto che tornerà con un caricabatterie portatile. Urla ‘nerd’ da un chilometro.” Sospira sorridente.

Lurue si alza dal dondolo. Fa un inchino. “Ho incontrato quella ragazza come mi avevi chiesto. Ora puoi strappare quella foto?”

Lapis appoggia la testa a una delle due catene. “Mi sembra giusto.” Tira fuori la polaroid, gliela mostra e la prende con entrambe le mani. Un colpo secco e il quadrato di carta diventa due rettangoli. Lascia cadere i pezzi.

Lurue sospira. Fa un passo indietro. “B-bene… Uhm… Io ora-”

Vede Lapis cacciarsi una mano in tasca e tirare fuori un secondo quadrato di carta con il quale inizia a sventolarsi.

Ne aveva fatte due, vero!

Lurue poggia le mani ai lati del viso e si preme il volto. Voglio piangere, ma a nessuno piacciono le persone che piangono. Non posso piangere.

Lapis si siede sul bracciolo della seduta. “Facciamo così. Ci parli come si deve, vi mettete d’accordo e strappo anche questa, va bene?”

Lurue abbassa le mani. “D’accordo per cosa?”

Lapis ruota gli occhi. “Oh andiamo, siete le due ragazze con poteri speciali della stessa età. Eravate destinate ad incontrarvi.”

 

Stessa età!? Vuol dire che… siamo coetanee? Potremmo anche… essere amiche?

Uno schianto alle sue spalle la fa sobbalzare, si trova nuovamente seduta sul dondolo.

La ragazza in rosa si alza. “…Che ci fate ancora qui? Su, sciò che ho da fare con la mia collega. Quando si degna di arrivare.”

Lurue si guarda le scarpe. Non voglio che mi aggredisca di nuovo. Le lacrimano gli occhi. Un paio di mani si appoggiano sulle sue spalle.

“Lei è la provola.”

La voce di Lapis la tradisce, emette uno squittio terrorizzato.

L’eroina si avvicina pericolosamente a lei, la fissa.

“Sei pure carina diamine!”

Lurue avvampa. Mi trova carina.

“Perché sei una provola allora?”

“Perché la provola non è il vestito.” La mano di Lapis si frappone tra le due, il quadrato bianco è di fronte a lei.

Potrei prenderla adesso.

Tenta di allungare la mano, l’eroina la afferra prima.
“EH?! SERIA?!” Alza lo sguardo verso di lei. “Hai coperto questo con un pupazzo di neve gialla?!”

“Neve gialla?” Domanda.

“Non vuoi sapere” dice Lapis.

L’eroina scuote la testa “Non deve sapere!” Le mette le mani sulle spalle. “Sei pura! Diventerai una maghetta perfetta!”

Lurue sposta lo sguardo su Lapis, le lancia una supplica silenziosa. Lei alza le spalle.

Mi fidavo di te!

Torna sull’eroina rosa, che sorride entusiasta “Unisciti a me nella strada per la maghettosità assoluta!”

Lapis si avvicina. “Permetti? Te la convinco in una frase.”

“Ah si?”

“Venti krone.”

L’eroina sussulta. “Wow, sei davvero sicura.”

Lapis fa un sorrisetto, si volta verso Lurue, avvicina una mano alla bocca e bisbiglia.

“Le maghette diventano grandi amiche subito.”

“Accetto!”

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Capitolo 7
*** Non sono una criminale ***


 

Hisako apre la porta di casa. Una figura ostruisce la via verso la sua camera, le preme la mano sulla fronte. Mette a fuoco i capelli rosa di Kira. “…Stai bene?”

Protip: mandare a cagare tua sorella non è da maghetta.

Kira stacca la mano, le afferra il viso e la guarda negli occhi. “Sei davvero tu?”

Hisako gonfia le guance. Ti sta prendendo in giro ma non insultarla. Non è da maghetta.

“Chi potrebbe avere le chiavi di casa?” Agita la testa, Kira finalmente si stacca da lei.

“Chiunque dopo che ti ha rapita. Sei stata più fuori in questi due giorni che nell’ultimo anno!” La sorella incrocia le braccia al petto, “Capisci che mi preoccupa questa tua attività all’aperto improvvisa? Mamma e papà penserebbero che tu sia diventata membro di qualche banda di teppisti.”

“Ah-Ah-Ah. Ho avuto da fare, tutto qui.” La supera, lancia una rapida occhiata al tavolo coperto di libri e quaderni di appunti, sbuffa e va verso la stanza.

“Stasera mangiamo insieme!” sente mentre chiude la porta della cameretta. Prende un respiro profondo.

È un problema per la Hisako del futuro prossimo.

Si siede davanti al pc e lo accende. Lancia uno sguardo verso il telefono sotto carica. Il simbolo della batteria è pieno per un terzo di un colore arancio, il numero in alto segna il trentasette percento.

Prende il mouse in mano e scorre tra i menù, clicca sull’icona di LazeTube. Come pensava, la diretta di Myra è stata spiattellata sulla pagina principale, non ha bisogno di cercarla. Un sorriso le si allarga sul volto mentre preme play.

Sposta lo sguardo verso la durata. Considerando che Kira ordina una pizza o cibo d’asporto in vista di un esame, ordinerà non appena finirà il capitolo. O subito dato che si era fermata.

Raggiunge la barra delle impostazioni mentre la volpina cartoon corre sullo schermo.

A 1.5 dovrebbe bastare. Huh quanto tempo è?

Afferra una calcolatrice sulla scrivania, digita: 60 x 1.5; schiaccia il simbolo dell’uguale.

“…Eh?”

Che vuol dire novanta minuti? Dovrei fare prima se va più veloce!

“Per quel calcolo devi dividere, non moltiplicare.”

Ahhh ver-

Hisako si volta. Inui sotto forma di creaturina è stesa sul suo letto. Istintivamente afferra un pacchetto di fazzoletti sulla scrivania e lo lancia verso di lei. La confezione sbatte di punta e rimbalza di lato.

“Mancata.” Mormora Inui senza scomporsi.

Hisako si alza dalla sedia. “Come hai mancato di aiutarmi!”

La sua mascotte alza le spalle. “Ho passato con te gli ultimi due mesi, sapevo che avevi bisogno di questa esperienza.”

Si, ceeertamente. A chi non piace farsi smontare l’autostima da un serpente metallico.

Hisako si lascia cadere sulla sedia. Ruota lo schienale verso lo schermo.

Non mi faccio mangiare tempo da te.

Inizia a scorrere sulla barra della durata per trovare il punto in cui Myra compare, clicca appena vede nell’anteprima il suo viso, una linea inizia a girare in cerchio al centro dello schermo.

“Scommetto che avevi paura di essere mangiata.”

Hisako stringe la mano sul mouse. “La paura è parte dello charme delle maghette. Solo gli idioti anime non hanno paura di morire.”

Il video riparte, Myra si stacca dallo schermo. “Si è accesa vero?” Picchietta un dito sulla camera.

Si Myra, ti vedo e ti adoro.

Il verso di disgusto di Inui viene ignorato.

“Oh, perfetto.” Myra si drizza. “Salve a tutti. Benvenuti al primo appuntamento con il Myra’s Nights podcast.”

L’eroina della città si siede elegantemente sopra una specie di trono di fiori luminosi, con una gamba accavallata sull’altra e le mani appoggiate sul ginocchio.

“L’argomento di oggi siamo tutti noi.” Si passa una mano su una ciocca a lato del viso. “Normalmente non abbiamo molto tempo per parlare. Tra emersi ed esterni cerco sempre di proteggervi dalla loro minaccia. Però ho pensato che potrebbe essere simpatico passare un’oretta ogni tanto per avere un contatto più diretto con voi. Ringraziamo Denki per avermi dato una mano.”

“…Perché sento di conoscere questo nome?" Allunga la mano verso il cellulare, apre il forum. “…è uno di quelli che posta frequentemente. E conosce Myra. Chissà quante volte si è buttato nei casini per arrivare a collaborare con lei.” Torna a guardare il video.

Forse avrei dovuto farlo di più anch’io, ma ora sono una maghetta! Potrei davvero fare squadra con lei! E Lurue. Non dimentichiamola prima che sparisca dai radar.

Le si allarga un sorriso sulle labbra.

Myra batte le mani. “Iniziamo dunque!” Alza una mano di lato e la appoggia al bracciolo del trono. Un riquadro appare sopra di esso, lo fissa con gli occhi sgranati.

“O-oh… Siete davvero tanti.” Ride nervosa.

Hisako preme le mani contro la bocca. Che gap! Stupenda!

“Ecco…” Myra guarda fuori camera. “Oh! La differenza tra Emersi ed Esterni. Uh…” Si mette una mano sotto al mento. “Gli emersi sono tutte le creature che salgono, involontariamente o meno, da un piano di esistenza inferiore a questo. Gli esterni sono quelli che in questo passaggio non riescono a mantenere integra la loro identità e degenerano fino ad essere irriconoscibili.” Guarda direttamente verso la camera. “Badate bene però: tutti gli esterni sono emersioni, ma non tutti gli emersi sono esterni.”

Hisako si gratta la guancia. La biscia era senziente. Quindi era un emerso o un esterno?

Un messaggio appare a lato dello schermo con un riquadro color rosso.

 

Brionac – 116 krone

Emergimi in camera mia regina.

 

Ti pareva che il cretino non era nella chat dal vivo.

Myra nasconde la bocca con la mano, china appena il capo. Sta arrossendo o ridendo?

Passi pesanti si sentono avvicinarsi, la telecamera che viene girata, un paio di occhi rossi invadono totalmente l’inquadratura. “Se hai bisogno di imparare le buone maniere sto arrivando, degenerato.”

Un altro paio di passi più leggeri si sentono avvicinarsi, la telecamera viene allontanata. Gli occhi rossi appartengono ad una albina in abiti blu dall’espressione indignata. Myra è voltata verso di lei con una guancia gonfia d’aria, preme una spalla contro la sua. “Uffa, volevo tenerti per fare una sorpresa.”

Hisako sente il suo cuore incrinarsi. Sbatte le dita violentemente sulla barra spaziatrice, il video si ferma.

Chi cappio è quella? ChiCappioÈQuella? CHICAPPIOÈQUELLA?!

Prende un respiro così profondo da sentire delle fitte ai polmoni. Tende la mano verso Inui. “Cuscino.”

“Eh?”
Cuscino.”

Inui alza gli occhi al cielo, prende la forma umana e le lancia uno dei cuscini del letto.

Hisako lo afferra al volo, lo stringe come fosse un antistress, lo sbatte sulle gambe. Preme di nuovo play.

L’albina apre la bocca. La richiude, balbetta irosa. “N-non può mancarti di rispetto così.”

Myra le porta la mano libera alla testa e la accarezza. “Ay ay. Calma.”

Hisako tira una manata contro la scrivania. Guarda la chat scorrere veloce. Myra spiegati.

“Ragazzi, lei è Chaser. La mia volpe da compagnia a Shinka!” Myra le appoggia la testa sulla spalla con un sorriso.

Hisako rilassa le spalle. Ahhh animale da compagnia… Perché ha un aspetto umano allora?!

Si volta. Guarda Inui, sta fissando lo schermo con un sopracciglio alzato.

Lei l’albina tsundere, io la dogga bastarda. Certo.

 

Brionac – 116 Krone.

Venite entrambe.

 

Chaser sussulta, si volta fuori camera. “Bannalo.”

“Ma Chaser-”

“La gente così non si deve neanche degnare di guardarti.”

Hisako lancia un’occhiata verso Inui. Tu mi stavi lasciando alla mercé di un pitone, questa vuole menare un simp per lei.  Guarda la chat per vedere come stanno accogliendo quella comparsa.

C’è chi ride, chi la incoraggia a proteggere la dea, il nome di Polaris scorre via verso l’alto.

“Ah, giusto.” Myra si rivolge verso la telecamera. “Molti conoscono Polaris. L’eroina… diretta.”

Violenta. Voleva dire violenta. Dove è finita? Non dirmi che-

“Attualmente è ancora in riabilitazione. Nel frattempo sarà Chaser ad aiutarmi a proteggervi. Ma non preoccupatevi, tornerà in men che non si di-”

Hisako si pianta il cuscino sulla faccia. Urla.

 

Lurue ricorda di essersi scambiata la promessa di incontrarsi il pomeriggio dopo al parco. Poi non aveva più connesso. L’unica informazione che era riuscita a registrare era la stessa a ripetizione fino al tragitto per casa.

Ho delle amiche.

Tuffatasi sul letto, Lurue afferra un cuscino e se lo stringe al petto contenta.

Ho delle amiche!

Dondola a destra e sinistra finché nel movimento non vede una figura imponente. Si ferma. Il sorriso stanco di suo padre si abbassa. Una mano le si appoggia sulla testa.

“Ti sei divertita, mio piccolo tarassaco?”

Lurue annuisce. Non come pensavo. In realtà no, ma mi sono fatta delle amiche! “Ho incontrato due ragazze molto gen-” esita, si mette seduta sul letto. “Una molto furba ed una molto… appassionata.”

“Anche a loro piace la musica della Diva della rovina?” Domanda suo padre sedendosi accanto a lei.

Oh! Potrei chiederglielo la prossima volta. Un altro argomento di discussione!

“Le ho incontrate dopo il concerto. Mentre tornavo a casa.”

Roland le carezza i capelli. “Quindi è per questo che hai fatto così tardi?”

Lurue s’irrigidisce. Guarda suo padre. “S-si!”

Roland sospira, la mette sulle ginocchia e la porta al petto, stringendola in un abbraccio. “Quando son tornato a casa e non ti ho vista mi sono preoccupato. Temevo che ti avessero fatto del male.”

Lurue risponde all’abbraccio, appoggia la fronte sulla spalla del padre. “Scusa.”

L’enorme mano di suo padre le accarezza la schiena. “Va bene così. L’importante è che tu stia bene.”

Scusa papà. Potrei essere stata coinvolta in una cosa pericolosa.

 

Scaldati e mangiati gli avanzi, Roland saluta la figlia prima di andare a letto. Lurue toglie la tovaglia dal tavolo e la ripone nel cassetto. Si dirige verso la sua stanza. Terminati gli ultimi preparativi per andare a letto si stende, guarda verso il soffitto e si rilassa.

Domani sarà una giornata migliore. Riuscirò a parlare come si deve con quelle ragazze.

Chiude gli occhi e regolarizza il respiro per prendere sonno.

Si sente punzecchiare la schiena

“Sei sveglia?”

Lurue spalanca gli occhi, si mette seduta. Si guarda intorno in cerca del proprietario della voce. Suoni sinistri vengono da sotto il suo letto. Inizia a tremare.

C-che sia la creatura del vicolo? Mi ha seguito fin qui?

Si spinge in avanti e si mette a testa in giù per guardare sotto il letto.

Trova un blocchetto di post it. Su quello in cima c’è una scritta.

 

Prendimi e tira via il foglio.

 

Lurue sbatte le palpebre sbigottita. Allunga la mano e afferra il blocchetto, si tira su e stacca il primo foglio.

 

Prometti di non urlare a voce. Poi tira.

 

S’irrigidisce. C’è qualcuno nella stanza.

Deglutisce. “N-non urlerò. Fatti vedere.”

Stacca un altro post it.

 

Girati, Pera-Girl.

 

Lurue si volta. Lapis è seduta a gambe incrociate sul suo letto. “Yo.”

Si lascia scappare il blocchetto dalle mani che porta sulla bocca per soffocare l’urlo istintivo. Deglutisce.

“Brava, respira.”

Lapis potrebbe essere una criminale in fuga, non lo aveva considerato. Non le aveva nemmeno chiesto da dove venisse, e dire che sa che la criminalità organizzata spesso usa giovani senza meta come corrieri o sicari.

Scuote la testa. Aveva visto troppe serie televisive. Lapis è… Lapis è nella sua stanza nel cuore della notte.

“Cosa ci fai qui?”

“Bonding tra ragazze!” risponde esaltata. “Onesto, mi hanno fatto saltare l’ultimo posto sicuro e non sapendo cosa fare ti ho seguito.”

Lurue sbianca. Lapis è davvero una criminale in fuga.

“Non sono una criminale.”

Sussulta. “Come fai a sapere cosa penso!?”

Lapis allarga le braccia “Te lo si legge in faccia!”

Ha poteri paranormali, sa cosa penso… E se fosse un’emersa!? Sbianca, emette un fischio sordo continuato.

“Ohi, non fare la teiera. Svieni quando lo fai.”

Lurue si alza e arretra, Lapis la fissa sbigottita. “Pensavo ti fidassi di me.”

“H-hai cercato di ricattarmi per la maggior parte del tempo in cui ci conosciamo.”

“Io lo definirei incoraggiamento coercitivo. Non vedo perché dovresti essere così spaventat- aspe. Sono nella tua stanza in piena notte senza essere stata invitata.” Abbassa le braccia. “Dovevo arrivarci da sola.”

Lurue allunga una mano verso un cuscino e lo tiene davanti a sé, annuisce.

“Ma confesso. C’è una cosa che volevo chiederti.” Alza gli indici delle mani e se li porta alla testa. “Sono quelle cornine che ti danno così tanti problemi d’ansia sociale?”

Lurue gela. Sa delle corna, sadellecorna, SADELLECORNA! Riprende a emettere il fischio sordo.

“Ok, calma calma.” Lapis tende i palmi in avanti. “Immagino sia troppo presto perché tu mi dia la backstory su quelle, vero?”
Annuisce, stringe il cuscino in un abbraccio “Si. Non hai tutta la mia fiducia.”

“Onesto.” Lapis scende dal letto e si avvicina alla finestra, si siede sulla traversa. “Beh, sarà per un'altra volta.” Si sporge all’indietro. “Alla prossima!” Si sbilancia verso il vuoto, sparisce oltre la finestra.

Lurue caccia uno strillo, corre alla finestra.

Per la via notturna vi è il silenzio. Abbassa lo sguardo, non ce nessuna macchia sospetta o ragazzine spappolate sul marciapiede.

Una figura spunta in mezzo alla strada, Lapis sta agitando un braccio.

“Ci vediamo domani al parco!”

Lurue deglutisce.

Lei non è una ragazza normale.

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Capitolo 8
*** Non sono sgamabile ***


Il vantaggio di essere privatista è che puoi scegliere quando studiare: l’orario, la durata, quanti e quali argomenti approfondire. Per questo motivo, Lurue si trova al parco della bella addormentata sul dondolo a mezzogiorno. Alcuni ragazzi si sono accampati sugli angoli provvisti di panchine, altri hanno steso una tovaglia sul prato ed hanno aperto i loro portamerenda. Alcuni hanno anche portato dei frisbee e il loro cane.

Stringe il sacchetto col suo pranzo. Si erano date appuntamento per le tre, in cuor suo, sperava di poterle vedere prima. Forse Lapis sarebbe arrivata prima. Se non le davano qualche pacco bomba da consegnar-

Si tira due schiaffi sulle guance. Lapis non è una criminale. Credo. Spero.

Un motivetto a bassa voce raggiunge le sue orecchie, si volta. Una giovane dagli occhi verde pallido e i capelli viola è seduta su una panchina, tiene in mano una chitarra classica strimpellando distrattamente qualche nota. Alza lo sguardo verso di lei. Le sorride.

S-si sta sentendo osservata! Si volta impacciata. Dovrei scusarmi?

“Vuoi sentire qualcosa?”

La ragazza ha un abbigliamento da teppista, la maglia a rete che spunta sotto la felpa nera corta che lascia vedere fino al diaframma, i pantaloni bianchi di una taglia più grande. Audace. Non riuscirei mai a vestirmi in quel modo.

La ragazza batte la mano un paio di volte sulla cassa della chitarra, fa un cenno accanto a sé. “Siediti, non mordo.”

Lurue deglutisce. Non è raccomandabile. È una sconosciuta, non può andarmi sempre bene com’è successo con Lapis.

Si guarda attorno. Anche se stavolta ci sono un sacco di persone, potrei urlare se cercasse di farmi del male.

Fa un passo verso la ragazza audace, esita.

La ragazza inizia a strimpellare un paio di note, canta. La sua voce calda si diffonde per il parco.

Lurue sente i brividi percorrerle lungo la pelle. È così brava. Sento di averla già sentita da qualche parte.

Alcuni ragazzi si sono fermati nelle loro attività per guardare la giovane cantante, ma lei non sembra in imbarazzo. Dev’essere abituata a cantare davanti a un pubblico.

La ragazza termina la canzone con una nota lunga finale abbassando progressivamente la voce.

Lurue espira, si sente stanca, come se avesse fatto una lunga corsa. Ho trattenuto il fiato tutto il tempo?

Un paio di applausi provengono dai vari gruppi di ragazzi. Si unisce. “S-sei bravissima.”

La cantante abbozza un sorriso. “Dici? Mi sentivo un po’ giù rispetto al solito.” Allunga le mani, inarca la schiena all’indietro, la felpa si alza pericolosamente.

Lurue avvampa, guarda in avanti. Copriti, ti supplico. Prenderai un accidente.

“Sarà che i ragazzi non sono più abituati ad ascoltare buona musica. Troppa voce sintetizzata.”

Riprende a guardarla dopo aver sentito quella frase. La giovane tiene le braccia dietro la testa, guarda verso l’alto. “Interverresti se potessi aiutare qualcuno?”

Le ragazze le fanno sempre domande strane. Che sia normale tra i miei coetanei? “C-credo che sia giusto farlo.” Stringe le dita sulla gonna. “Io lo farei se potessi aiutare.” Si volta verso la cantante.

Ha le labbra tirate in un sorriso, si alza in piedi. “Quando ti metti in gioco per aiutare gli altri, devi essere pronto a rimanere ferito.” La sta fissando con sguardo triste. “Non credi, Pera girl?”

Lurue sgrana gli occhi. Lo sa anche lei!?

La ragazza si poggia un dito sulle labbra, le fa l’occhiolino. “Manteniamo i nostri segreti, ok?”

“Segret-?”

Lurue nota una spilletta attaccata vicino alla tasca dei pantaloni della ragazza: un pipistrellino cartoonesco di colore lilla. La guarda in volto. La Diva della Rovina…

 

Hisako viene catapultata fuori dal cespuglio, la faccia finisce dritta sull’erba. Si tira su voltandosi verso Lapis. “Non serviva spingermi!”

La testa di coda-laterale spunta dal cespuglio. “Come fai a bloccarti sempre per quel rametto?”

“Mi si infila nella tasca della gonna! Non è normale.”

“Oh sì, alberi molestatori.” Lapis esce dal cespuglio, guarda in direzione della cupola d’edera.

“Fai battute, certo! Non ti blasto solo perché abbiamo da fare.”

E non sarebbe da maghetta.

“Recuperiamo Pera-girl prima che svenga, ha quell’espressione.” Lapis cammina verso la cupola.

Ignorata. Totalmente.

Si morde l’interno della guancia. La rosa dovrebbe essere la leader trainante.

Quando si ferma di fronte a Lurue la vede con gli occhi sbarrati, il tremolio delle spalle è così forte da agitarla completamente.

Altro che teiera, è una pentola a pressione.

“Che hai-”

Lurue s’infila dentro la cupola. Dopo qualche istante una mano spunta dall’entrata, fa cenno di entrare.

Hisako si scambia un’occhiata con Lapis.

“Tu hai idea di che ha?”

Lapis storce le labbra, mette le braccia conserte. “Magari ha trovato anche lei una volpe da compagnia.” Entra.

Ci mette qualche istante a collegare che le ha dato quella bruciatura morale “…OI!”

La testa di Lurue spunta dall’entrata, fa due cenni di entrare e si ritira dentro.

Hisako emette un sospiro esasperato. Polaris non è carina come lei, ma non è così incomprensibile. Parla diamine. Entra.

“Potresti parlare e bast-”

Lapis sta accarezzando la testa di Lurue sulle sue gambe, la sua partner stava singhiozzando balbettii incomprensibili.

“L’hanno già beccata. Wow. Ho perso delle krone.”

Hisako lascia ricadere le braccia. “…Come.”

Lurue fa una serie di balbetti e singhiozzi.

“Una tipa si è avvicinata e l’ha chiamata Pera-Girl. È un soprannome parecchio preciso per essere stato tirato a caso. Chiunque fosse sa.”

Ma davvero riesce a capirla?

Si afferra il ponte del naso. “Queste sono cose da metà stagione, non subito dopo la formazione del gruppo. Stiamo mandando a quel paese lo schema.”

“Hmhm… Hai il colore di capelli della Dea, prob sei casinista uguale.”

Le viene un tic all’occhio. “Stai dicendo che le capelli rosa sono casiniste?”

Lapis accarezza i capelli di Lurue, fissa lei dritta negli occhi con un sogghigno. “Alcune sono amabili. Come le elfe che amano le volp-”

“Finisci quella frase e ti rendo un einheri.”

Lapis boccheggia. “Poco da maghetta.”

Cappio. Hisako stringe i pugni. Usa le mie armi contro di me!

Lurue si tira su. Calma il respiro, riesce finalmente a smettere di singhiozzare. “N-non posso continuare. Papà finirà nei guai!”

Il cervello di Hisako si spegne per un istante. Mi sta già mollando?

“STAI SCHERZANDO SPER-”

Spinge le mani in avanti ai lati dello schienale di Lurue. La superficie contro la quale ha sbattuto i palmi si allontana, Hisako si sbilancia, perde l’equilibrio. Il pietrisco incontra il suo naso.

Lapis mugola. “Yep, protip: è un dondolo.”

Vuoi smetterla di rubarmi l’identità!? E poi è ‘Un dondolo, dondola’!

Hisako si solleva. Le guance di Lurue sono rosse e solcate dalle lacrime. “Non guardarmi in quel modo, sei tu che ti sei fatta beccare.”

“Non mi sono fatta beccare, non ho fatto niente!” Si alza dal dondolo per fronteggiarla.

“Quella meteora è molto farsi beccare!”

Lapis alza un sopracciglio. Lurue stringe i pugni al petto. “Cosa c’entra?”

“Dato che sai come usare lo iuxx, perché è palese che lo sai fare se riesci a chiuderti in una pera, potevi usare un sacco di altri modi per blastare il biscione. Carina, ma comunque bionda.”

Lurue abbassa la testa, riprende a singhiozzare, si risiede sul dondolo. Si abbraccia le spalle.

Lapis si avvicina di una seduta, stringe un braccio attorno alle spalle di Lurue. “Hai tirato fuori la trash talker contro qualcuno che non se lo meritava, lo sai?”

“Certo piangere non risolve nulla.” Incrocia le braccia.

Coda laterale stringe gli occhi. “Egocentrica. È nei guai e ti stai preoccupando di come ti ha sgualcito il vestito?”

Hisako si preme le unghie contro le braccia. “Come mi ha sgualcito il vestito è il motivo per cui l’hanno beccata. Ora se permetti, mi serve sapere chi è la persona che ti ha beccato, così magari cerco di capire cosa ha capito veramente.”

“…Andatevene.”

Sposta lo sguardo su Lurue, le unghie delle sue mani sono piantate sul cappello, sente che qualcosa non va nel modo in cui si piega.

“Se mi dici che aspetto ha quella che ti ha fregato come una sempliciotta-”

“Andatevene.” Un altro singhiozzo. Non ha intenzione di parlarle. Lapis ha ritratto le mani, l’espressione irriverente che aveva fino ad un secondo fa è sparita per lasciare spazio ad una seria. “Lurue?”

“ANDATEVENE!”
Un bagliore improvviso, poi la schiena colpisce la grata che circonda il dondolo. Hisako si porta le mani dietro la nuca dolorante.

“Ugh… e sarei io l’immatura.”

La testa le pulsa, le orecchie le fischiano. Nella cupola non c’è tanta luce. Appoggia una mano sulle sbarre per aiutarsi a tirarsi su. La mano afferra il vuoto, le gambe le cedono, sbatte il fianco contro la parte inferiore della struttura. Si sente stordita.

“Muoviti! È successo un casino ed è sparita!” I passi di Lapis si allontanano.

Sfrega gli occhi, li riapre. La parte superiore della cupola è scomparsa, al suo posto ci sono spuntoni incandescenti ripiegati verso l’esterno.

È la seconda volta che cerca di uccidermi, e che cappio!

Punta le mani, si dà la spinta. Le gambe le cedono, cade di fianco a terra. Si sente stanca, non riesce a muoversi, la sua mano è davanti i suoi occhi, coperta di rosso.

“Hisako!”

La voce di Lapis è l’ultima cosa che sente prima di scivolare nell’incoscienza.

 

La pressione alla mano è la prima cosa che percepisce una volta ripresa conoscenza. Hisako apre gli occhi, sente la testa leggera, la luce dei neon le ferisce gli occhi, caccia un gemito di dolore, il suo alito le rimbalza sulla bocca, deve avere una mascherina indosso. Sposta lo sguardo di lato, Kira le sta stringendo la mano con le sue.

“Guardiana, non portartela via…”

Hisako inspira piano. “Mi ha già reclutata.”

Kira alza lo sguardo, ha gli occhi lucidi, la presa sulla mano si allenta. “Stai abbastanza bene da dire idiozie.”

No è vero. Deglutisce. “Puoi farmi togliere sta cosa dalla faccia?”

“Non finché non lo dicono i medici.” Le sfrega lentamente il pollice sul dorso. “Cosa è successo? La Kaiser ha chiuso il parco senza dare notizie.”

Hisako scuote la testa. Non ne ho la minima idea. “Qualcosa è esploso.”

“E per una volta non era lei.”

Rivolge lo sguardo verso l’entrata. Dogga bastarda.

Inui si avvicina al letto. “Sei viva.”

Non grazie a te, parte due. Sposta lo sguardo su Kira, fin troppo concentrata sul paio di orecchie piegate verso il basso dal peso del berretto. “Hm.”

“Tu sei…?”
“Delen Inui.”

“Come il canetto del videogioco?”

Inui fa una smorfia seccata. “…Nome d’arte.”

“Ah, cosplayer.” Kira le lancia un’occhiata rapida. “Sei un’amica di mia sorella?”

“Circa.” Inui gioca con una ciocca di capelli. “Dovremo fare una pausa con il tuo costume, non puoi andare da nessuna parte così.”

Hisako sbatte le palpebre. Mi sta sbattendo fuori?

Kira si appoggia con la schiena alla sedia. “Intendevi quello con il diventare maghetta!” Tira un sospiro. “Per un po’ ho pensato fossi seria,” ride nervosa. “Non potevi essere così distaccata dal mondo.”

Mi sento troppo stanca per sclerare, nel dubbio, vai a cagare, sis.

“Posso parlare con Inui da sola?”

Kira annuisce, si alza dalla sedia, prende una mano di Inui. “Grazie per essere amica di mia sorella.”

Inui fa un cenno col capo. Attende che Kira esca dalla stanza per sedersi sulla sedia.

“Sparisco un paio d’ore e tu muori. Hai un talento come attira calamità.”

Hisako fissa il soffitto irritata. “Non ti azzardare a tenermi fuori da questa storia. Ed è stata la mia ‘partner’.”

Inui alza un sopracciglio. “Tu hai una partner?”

“Se continua a quasi uccidermi ogni due volte che ci vediamo, non per molto.”

“Già mi piace.” Inui accavalla le gambe. “Che le hai fatto?”

Gira la testa di scatto, il collo le lancia fitte dolorose. “Cosa le ho fatto io?!”

“Conoscendoti, hai iniziato a parlare come se fossi la leader di un gruppo che sta solo nella tua testa, magari ha preferito non farsi mettere i piedi in testa da te.”

“La smetti?” Le pizzicano gli occhi. “State tutti a difenderla!”

“Capisci come si sente uno quando non lo ascolti?”

Si blocca, riprende a guardare il soffitto. “Quindi cosa avrei dovuto fare?”

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Capitolo 9
*** Non sono un mostro ***


 

Hisako stringe i pugni. Nuvoloni neri si accumulano sulla città, i neon sul soffitto sfarfallano prima di accendersi del tutto, sono l’unica fonte di luce.

Ci mancava solo la tempesta fuori stagione.

Picchietta col dito irritata, attende la risposta di Inui. Si è trasformata nella sua versione “peluche” per eludere il limite dell’orario delle visite. Kira era spuntata con la testa dalla porta, le aveva fatto cenno di chiamarla qualsiasi cosa le servisse, poi l’aveva lasciata da sola con la dogga.

Si volta verso di lei. “Ci stai mettendo un sacco a pensarci.”

Inui alza la testa. “Volevi che ti dicessi cosa dovevi fare?”

Hisako si rende conto che non riesce a dare impliciti. Il che renderà più complicata l’intesa con le sue compagne in futuro. “Si.”

Inui tira un sospiro. “Non amo ripetermi, ma ascoltare sarebbe un progresso.” Si mette comoda sulla sedia. “La tua ‘partner’ è stata appena scoperta da una sconosciuta, se l’ha riconosciuta potrebbe avere altre informazioni su di lei, per esempio dove abita o chi sono i suoi cari. Significa che non è agitata solo perché qualcuno potrebbe diffondere la sua vera identità in modo che non abbia più una vita, ma di come questa conseguenza possa influire anche sui suoi cari. Oltre al fatto che se scoprono lei, possono collegare che tu ci vai in giro assieme. La gente sa fare due più due, identificheranno anche Lycoris. Stava pensando anche a te.”

Hisako deglutisce. “Stai dicendo che la ragazza che l’ha beccata potrebbe sapere anche chi sono io?”

L’orecchio di Inui si piega, incrocia le braccia. “Quasi sicuramente lo sa.”

Alza il braccio e afferra il cuscino per sfilarselo da sotto la testa, lo piazza sulla sua faccia, tira un urlo attutito dalla stoffa. Prende un respiro, lo rimette sotto la testa. “Hm. Sta di fatto che se non si fosse bloccata per il panico, avrebbe potuto dirmi chi era stata a beccarla.”

“Perché tu la reggi davvero bene la tensione, hai appena urlato.”

Si rende conto che non le conviene portare la discussione in quella direzione. Tossicchia. “Quindi lei è andata nel panico per questo e io sono stata indelicata? Vuoi dire questo?”

“Avrai isekaizzato la sua stabilità mentale con la tua autobotte targata ‘delicatezza’.”

Hisako affonda la testa nel cuscino, torna a fissare il soffitto. “Hm.”

Inui tamburella le dita contro i bordi della seduta. “Hai idea di come fare a scusarti?”

“Non da questo letto d’ospedale. Non so quanto mi devono tenere qui dentro dopo aver preso una bomba in faccia.”

“In verità, questa potrebbe essere un’ottima occasione per imparare qualcosa di nuovo.” Inui salta dalla sedia al letto, la lancia eterea appare tra le sue mani, avvicina la parte affilata a un palmo e la passa di scatto su di esso. Piccole gocce scarlatte macchiano la coperta.

Hisako sbatte le palpebre. “Che stai facendo, scema?”

“Sto per mostrarti la cosa che userai più spesso finché non imparerai a tenere su la barriera tutto il tempo.” Inui stringe il pugno tagliato, “perché sei in questa situazione perché ti sei dimenticata di tenerla su.”

Il pugno s’illumina, piccole particelle bianche diventano visibili attorno alla sua zampa, iniziano a roteare. Apre le dita di colpo, le particelle si dirigono verso il taglio e lo chiudono.

Hisako sgrana gli occhi. “…Non potevi insegnarmi questo prima di insegnarmi a fare zuccherini magici?”

Inui apre e richiude la zampa un paio di volte. “Le baccagemme sono il fondamento base di concretizzazione dello iuxx. Imparare a farle ti permette di fare qualsiasi altra cosa dopo. E per quanto possa sembrare strano, è più facile agire su qualcosa che crei tu più che su qualcosa di già esistente.” Inui si alza, marcia verso il suo viso. “Usare lo iuxx per permettere al tuo corpo di guarire più in fretta rientra nell’agire su altre cose.” Si ferma davanti a lei, si china in avanti, il sorrisetto di scherno compare come previsto. “Direi che stavolta hai la motivazione per imparare a farlo prima di due mesi. Prima puoi uscire da qui, prima vai a scusarti con quella poverina.”

Hisako si morde il labbro, inspira. “Un giorno non avrai ragione e ti rivolgerò quella stessa espressione, sappilo.”

 

Lurue richiude la porta alle sue spalle sbattendola con violenza. Ha il respiro irregolare, probabilmente è ancora in piedi per l’adrenalina, non ricorda di aver corso così tanto in vita sua.

L’ho uccisa.

Cade in ginocchio, si porta le mani alla bocca, sente il battito così forte da temere che il suo cuore scappi via dal petto.

Il telefono fisso squilla. Lurue salta all’indietro, sbatte la schiena contro la porta, si rannicchia.

Papà non mi farebbe rispondere, giusto? Non può far sapere ad altri che esisto.

Deglutisce, si preme le mani sulle spalle, non riesce a smettere di tremare. Il telefono continua a squillare.

E se stesse cercando di contattarmi perché ha saputo dell’esplosione? Se fosse lui e volesse sapere che sto bene?

Si avvicina verso il telefono, sbircia lo schermo.

 

Papà

 

Lurue sussulta. Prende la cornetta senza esitare.

“Sei a casa?”

Lurue annuisce. “H-hm.”

Un sospiro rassicurato si sente dall’altra parte della cornetta. “Sono al parco dove dovevi vederti con le tue amiche. È successo qualcosa?”

Lurue stringe i denti. Tira su col naso. Singhiozza.

“Oh…” Roland schiocca la lingua. “Ascolta. Va tutto bene, c’è stata solo una ferita, ma è stabile. Nessuno sa dire cosa è successo.”

Lurue si appoggia al mobiletto. È viva. È viva.

Alcune grida si sentono in sottofondo.

“P-Papà!?”

“Devo andare, a stasera.”

La linea cade. Rimane con la cornetta stretta in mano.

“…Papà?”

Fissa il guanto che sta indossando. Avrebbe dovuto ridarlo a Lapis prima di scappare via, ma il panico aveva mosso il suo corpo d’istinto.

Cosa faccio? Dovrei tornare indietro? Ma se papà è al parco vuol dire che anche la Kaiser è là. Non posso andare là, non dopo quello che ho fatto.

Ripone la cornetta, stringe la mano guantata con l’altra.

“E se fosse nei guai?”

“Non lo scoprirai dentro queste mura.”

Lurue trasalisce, quando si volta vede Lapis appollaiata sulla finestra.

“Come fai!?”

“A trovarti? Ad entrarti in casa senza che né tu né tuo padre ve ne rendiate conto? In entrambi i casi: esperienza.”

Lurue tira indietro la testa. “Esperienza?”

Lapis scende dalla finestra, fa un paio di passi in avanti. “Che ne dici di uno scambio? Una tua domanda per una mia domanda, risposta cento per cento sincera.”

È una trappola.

“Posso formulare una domanda che non sia ‘esperienza?’”

Lapis schiocca la lingua. “Pensavo di fregarti così. Stai crescendo, tarassaco.”

Lurue s’irrigidisce.

“Andiamo ero sotto il tuo letto ieri, vuoi che non vi abbia sentiti?”

“Da quant-” si tappa la bocca con le mani. La considererebbe la domanda. Il sorrisetto che ha me lo conferma.

Lapis alza le mani “Ok, ok. Formula, non ti distraggo più. Ma se mi fai la domanda considero che accetti la proposta.”

Ragiona Lurue. Potrebbe essere un’occasione unica. Cosa vuoi davvero sapere di Lapis? No. Non posso stare a scervellarmi qui, Papà è nei guai e posso aiutarlo.

Scuote la testa. “Non ora. Hanno attaccato il parco. Papà è là.”

Lapis alza la mano davanti a sé. “Non aggiungere altro. Andiamo.”

 

Lurue esce dal portone del condominio, prende la strada principale, quando una stretta alla mano la ferma. Si volta di scatto. La mano di Lapis è salda sulla sua, il sorriso teso.

“Andiamo… Dobbiamo fare in fretta, so che puoi volare.”

Si ferma. “Non posso farti volare.”

Lapis si avvicina, le salta in braccio, l’istinto le fa prendere l’amica al volo.

“Wow. È stato azzardato, ma sei forte.” Stringe le braccia dietro al suo collo. Stranamente non ha odore né di sangue né di sostanze ambigue… forse ho troppi pregiudizi su di lei- Aspetta è vicina!

Lurue smette di respirare, incassa la testa tra le spalle e la piega in avanti. La fronte di Lapis si appoggia alla sua. “Sappi che né io né Hisako siamo arrabbiate con te per quello che è successo.”

Lurue gonfia le guance appena. “Io sono arrabbiata con Hisako.”

“Beh, la comunicazione è importante sia in una squadra che tra amici. Ed in famiglia. In generale la comunicazione è importante.”

“Hisako non è un’ottima ascoltatrice.”

“Le tolgo il telefono di mano quando farete la chiacchierata cuore a cuore. A meno che non vuoi evitarla del tutto, ma per esperienza, le maghette che lavorano da sole finiscono male. Vedi Polaris.”

Lurue alza la testa. “Non possiamo davvero considerarci amiche per ora ma... vorrei chiarire. A seconda di come reagirà…”

“Certo certo.” Lapis guarda verso il cielo, una gigantesca nube nera si sta allargando dal centro città.

“E mi sa che dobbiamo muoverci. Se non sapessi che sta succedendo qualcosa da Kaiser, direi che è scoppiato un incendio.”

Lurue si avvolge di iuxx, l’abitino bianco imbarazzante le appare addosso, spicca un salto.

 

Man mano che si avvicina, Lurue sente boati sempre più forti, voci di persone si mischiano con urla e ringhi di creature indefinite. Deglutisce. Spero che papà stia bene.

La scena dall’alto la congela. Il parco è irriconoscibile rispetto a com’era il primo pomeriggio: alberi divelti, fiamme come se fosse scoppiato un incendio, persone impegnate a trattenere le creature abominevoli che infestano tutta la zona distrutta. In quello spettacolo terrificante Lurue si concentra nel cercare la figura del padre.

“Per essere sicure,” ascolta Lapis tra le sue braccia ma gli occhi scorrono frenetici sul parco. “Tu hai fatto esplodere solo la cupola. Il resto era intatto prima.”

Un sollievo in più, ma non è la priorità al momento. Riabbassa lo sguardo verso il campo di battaglia.

Un fischio, le fiamme si dividono, un bolide nero schizza verso di lei, si lascia cadere nel vuoto, Lapis si stringe a lei. Rallenta la caduta e atterra, lo scoppio sopra le loro teste le fa alzare lo sguardo. Un enorme esplosione simile ad una sfera al plasma occupa il cielo. Deglutisce.

“Immagina essere ancora lì.” Lapis si stacca da lei. “So che suona stupido, ma non farti colpire da qualsiasi cosa abbia fatto quello. Ora…”

Una voce strana le risuona nella mente. Se la cosa che ho fatto prima funziona, dovresti sentirmi.

Lurue strabuzza gli occhi. Sento la sua voce nella mia testa?

Lapis fa un sorrisetto. Lo iuxx può fare un sacco di roba figa. Comunque, siamo in contatto telepatico. Cerco in mezzo a questo casino, recupera tuo padre e speriamo di non beccare la cosa che ha reso una sfera al plasma il cielo. Le fa l’occhiolino e corre in direzione opposta alla sua.

Lurue stringe le mani al petto. “Si sta mettendo in pericolo per aiutarmi…” Le dita le tremano. “Non voglio si faccia del male per colpa mia.”

Un nuovo fischio. Alza le mani formando una barriera. Un dardo violaceo si abbatte sulla protezione che si spezza e la sbalza indietro.

Una figura emerge dalle fiamme, si ferma accanto a un albero, ci poggia la mano sopra, pianta le dita nel tronco, lo solleva e lo sradica dal terreno. Gliela scaglia contro. Lurue squittisce, stringe i pugni e porta le braccia davanti a sé, lo iuxx copre gli arti come delle fasce. L’impatto avviene subito dopo, la corteccia cede, il tronco si spezza, le due metà dell’albero cadono ai suoi lati, le foglie seccate dal calore prendono fuoco a contatto con le fiamme.

Lurue si sente stordita. Non c’è aria, non riesco a respirare correttamente, mi sto stancando troppo in fretta.

La figura avanza, le fiamme alle sue spalle delineano una figura sottile di una donna, il mantello svolazzante alle sue spalle scopre le braccia coperte da parti d’armatura grigio scuro e guanti d’arme con dita affilate. Cinghie nere coprono la tuta aderente.

Lurue assottiglia le labbra, le orecchie le vanno a fuoco. Con quale coraggio riesce a girare così!?

Gli occhi della donna sono illuminati di una sinistra energia rosata, stende la mano in avanti. Una sfera bianca dai bordi rossi si genera di fronte a lei.

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Capitolo 10
*** Non sono sola ***


 

Lurue trema. Quella sfera è uguale al colpo che mi è stato scagliato mentre mi trovavo in cielo. La sola esplosione potrebbe distruggere questa sezione del parco. Stringe i pugni, le braccia le danno delle fitte. Cosa faccio?

La donna ammantata la fissa vacua, spinge in avanti il palmo, la sfera schizza in sua direzione.

Lurue tende le mani in avanti, lo iuxx avvolto negli arti si sposta sui palmi, fungendo da cuscinetto all’impatto. Punta i piedi, stende le braccia ma la sfera la spinge indietro, i piedi sfregano sull’erba secca. Il calore delle fiamme le scalda la schiena.

Geme. Non riesco a fermarla.

Le braccia le si piegano lentamente sotto quella forza. Forse posso deviarla.

Porta indietro un piede, inarca la schiena, ritira le mani per poi dare una spinta dal basso alla sfera. Questa schizza verso l’alto esplodendo in una ragnatela di saette.

Lurue cade seduta a terra, cerca di incanalare più aria possibile ma è calda e soffocante. La donna ammantata alza la mano nuovamente e genera un’altra sfera.

Di nuovo!?

Lurue si alza di fretta. Posso farlo di nuovo.

La donna le scaglia il suo attacco. Questa volta sa cosa fare, poggia le mani contro la sfera quando questa la raggiunge, usa sé stessa come perno e la devia verso l’alto. Appena il bagliore del colpo sparisce si trova davanti la sua avversaria. Pugno stretto al fianco, distende il braccio rapida.

Il colpo allo stomaco le svuota i polmoni, il secondo diretto al viso la fa schiantare contro un albero. Il vento fischia nelle sue orecchie, il tronco si spezza sotto la sua schiena, rotola per diversi metri.

Punta una mano a terra, tossisce violenta, fa forza sull’avambraccio ma le gambe cedono.

Si sente tirare su per i capelli, le radici protestano. Porta d’istinto le mani sul braccio che la tiene sollevata. Caccia un urlo strozzato quando le dita appuntite del guanto la colpiscono sotto il costato. Lascia scivolare una mano sull’altro braccio della donna. Socchiude gli occhi.

Fa male. Lacrime bollenti le scorrono lungo il viso. Lo sguardo vacuo della donna la scruta apatica.

Lapis non tornare. Le dita continuano a spingere sotto il seno, la barriera protettiva si accartoccia ma non cede.

Lurue raccoglie lo iuxx rimasto nelle mani, le stringe contro i polsi della donna. Una piccola onda d’urto la distacca da lei. Picchia la schiena contro l’albero alle sue spalle, punta i piedi, preme una mano sulla superficie ruvida, l’altra corre al punto in cui è stata colpita. Abbassa lo sguardo per un istante, nessuna traccia di ferite o sangue. C’è mancato così poco. Si rimette in piedi a fatica. Alza lo sguardo esausto: la sua aguzzina riprende a camminare verso di lei.

Alza la mano, genera una piccola sfera di energia.

Non posso fare nulla.

Reggi botta per un po’, arriva la cavalleria.

Deglutisce. Era la voce di Lapis? Non vorrà tornare indietro?

La donna ammantata tende la mano, la sfera incandescente si forma nuovamente davanti a lei.

Lurue ritira il braccio e stringe il pugno. Lo iuxx forma fasce luminose lungo l’arto. Inspira. Finché è qui con me non può fare del male ad altre persone. Alza l’altro braccio, si stacca dall’albero, stringe il pugno, le fasce di iuxx lo avvolgono. Papà le aveva insegnato un po’ di boxe, non è nelle condizioni per riuscire ad applicare le nozioni imparate, poteva considerarlo più come un tentativo di sembrare decisa. Fissa la donna, lo sguardo piatto non si smuove. I pugni le tremano, la donna distende il braccio verso di lei.

Una macchia blu entra nel suo campo visivo da destra, si schianta contro la donna ammantata, la sfera incandescente rilascia scintille e scompare. La seconda figura che entra nel suo campo visivo le è familiare.

Myra?

La guardiana di Shinka mette le mani a cono di fronte alla bocca. “Non sforzarti troppo Chaser!” Le abbassa. “Stai attenta.” mormora. Va verso Lurue.

Ha poche informazioni su di lei. Un’elfa proveniente da un piano d’esistenza inferiore, era apparsa ed aveva iniziato ad aiutare le persone. Non ha mai approfondito di molto la conoscenza di questa figura. Non è sicura di potersi fidare. Si appiattisce contro l’albero alle sue spalle, stringe i pugni, accenna un lieve ringhio.

Myra le rivolge un sorriso rilassato, fa un altro passo avanti. Il ringhio di Lurue si spezza in uno squittio, l’elfa si mette in ginocchio davanti a lei, poggia le mani sulle gambe. “L’hai affrontata da sola?”

Se mi chiudo a riccio non potrà farmi nulla.

La risata di Lapis le riecheggia nella testa Lol. Vedi che sono la cavalleria quelle due. Fidati, Pera.

Sicura?

Myra allarga le braccia e non perde il sorriso. “Piccola eroina, vieni qui.”

Stringe le braccia al petto, guarda in direzione dello scontro. Una ragazza albina in abiti blu sta cercando di tenere a terra la donna inquietante. Un “Stai giù e datti una calmata!” raggiunge le sue orecchie.

Loro possono farcela.

La donna sferra all’albina un calcio allo stomaco, questa vola in loro direzione. Myra emette un lieve “Oh.” Ruota il busto e riceve la compagna, finendo a terra con lei. Le dà un buffetto sulla testa. “Ti avevo detto di non esagerare” preme le mani sulle sue spalle per aiutarla a rialzarsi.

“Devo vomitare la colazione.” Risponde sollevandosi da terra.

Loro… possono farcela?

Lurue si tortura le mani. “E-ecco.” Lo sguardo delle due giovani si volta verso di lei. “P-posso aiutarvi?”

“No.”

Myra poggia una mano sulla spalla di Chaser, la fissa con un sorriso a fior di labbra. “Chaser.”

“…Si.”

Lurue inspira. Aveva letto qualcosa sul tropo delle maghette la sera prima. Myra è la sua leader.

“Cosa posso fare?”

“Sì, cosa può fare, hm?” Chaser fissa la sua leader. Non sembra felice.

Myra fa un passo in avanti. “Cosa puoi fare, scricciola?”

Lurue incassa la testa tra le spalle, guarda verso il basso, si appoggia le dita sulle labbra. Potrei… non saprei, so volare, riesco ad usare proiettili di iuxx… so esplodere, ma non lo faccio apposta… non credo serva in questo moment- La sfera!

Alza lo sguardo, Myra è sorridente, come se avesse letto nei suoi occhi di aver trovato la soluzione. Quando sposta lo sguardo su Chaser questa viene placcata dalla donna ammantata all’altezza dell’addome. Myra si volta di scatto alzando un braccio. Una sfera di cristallo verde con delle piccole luci all’interno compare davanti alla mano della ragazza e scatta in direzione della testa della donna sopra Chaser. Il globo impatta contro la nuca, sbilanciandola. Chaser approfitta per afferrarla e proiettarla dietro di sé, Myra si avvicina a Chaser, Lurue la segue.

Myra poggia una mano sulla guancia, guarda la compagna. “Le piaci un sacco.”

“Mi piacerà un sacco quando l’avremo legata,” risponde rialzandosi.

Vorrei poter parlare così tranquillamente con le mie amiche.

L’attenzione di Lurue torna sulla donna ammantata che ha rialzato il braccio. Sta per usare di nuovo quell’attacco!

Si mette davanti alle due ragazze, mani tese in avanti, pronta a ricevere la sfera.

La sfera rossa si allunga in avanti, mutando in un raggio sparato nella sua direzione.

Un laser!?

Il flusso di energia si abbatte sulle sue mani ricoperte dallo iuxx, stringe i denti, l’impatto la trascina indietro, le braccia le si piegano. “N-non riesco a fermarla.” Si sente troppo stanca per resistere a quella forza immensa. “Scappat-”

Un paio di mani si appoggiano alle sue spalle, vede Myra con la coda dell’occhio, la stanchezza sembra come svanire al suo tocco. “Hai detto ‘aiutarvi’, non fare tutto da sola, scricciola.” La mano di Myra si allunga verso le sue, si posiziona tra esse.

“Ho un’idea, ma non credo di poterla mettere in pratica.”

“Da sola, no. Ma siamo qui per questo.”

Sembra una frase da amiche.

Ti ha fatto l’occhiolino, ohhh Hisako si mangerà le mani.

Lurue scuote appena la testa. Non parlarmi nella mente in questo momento.

Roger.

L’aura gialla si espande dalle mani di Lurue forma una semisfera cava che viene riempita da quell’energia oscura.

“Chaser!”

Una folata di vento laterale sfida la vampa provocata dallo scontro di forze di fronte a Lurue. Il colpo dell’avversaria s’interrompe quando la semisfera è completamente piena. Piega le dita, allarga le braccia per poi richiuderle attorno al suo iuxx. Compatta la sua energia gialla in una palla grande quanto un pallone da basket. Si sente tremare, la testa le scoppia, le ossa scricchiolano. Chaser ha le braccia chiuse ai lati del viso, i calci sferrati dalla donna la sbilanciano ad ogni colpo.

Myra dà un colpo di polso in avanti, il Seme schizza in direzione delle due. L’artiglio della donna frantuma la sfera cristallina, le luci al suo interno le avvolgono il polso.

“Spostati!” Chaser salta di lato, lontana da loro. Myra le stringe la spalla. “Tutta tua, piccola.”

Lurue alza la sfera, piega i gomiti, la avvicina al petto. “Riprenditela!” Distende le braccia di colpo. La sfera nera dai bordi gialli schizza in direzione della donna ammantata.

L’esplosione di fronte a sé la sbalza indietro, Myra la stringe e dà la schiena all’esplosione. Una cupola cristallina si forma intorno a loro.

Si sente sfinita, dolorante, quella ragazza è una presenza confortante.

Ora capisco perché le persone si affidano a lei.

La mano di Myra le carezza i capelli. “Sei stata brava, lascia fare a noi ora.”

Vorrei essere come lei…

Chiude gli occhi, cede alla stanchezza.

 

Note pesanti di un pianoforte feriscono le orecchie di Lurue.

“C-con calma, devi premere i tasti con delicatezza.”

“Ma sto facendo piano.”

“Più piano.”

“Toglila da quella seduta, per favore.”

Apre gli occhi. Il soffitto è composto di pannelli dall’aria costosa, le luci sono intense, distoglie lo sguardo per non rimanere accecata. Lapis è seduta davanti allo strumento, ai suoi lati vi sono Myra e Chaser, la prima seduta accanto a lei, l’altra con una mano sugli occhi e l’altra stretta al fianco.

Sbatte le palpebre un altro paio di volte. Mentre Myra parla guarda verso di lei, s’interrompe, le sorride. “Bentornata tra noi.” L’elfa si alza dalla seduta e le si avvicina. Lurue si tira su, si stropiccia gli occhi. I guanti bianchi sono freschi sulle palpebre. Si blocca, stacca le mani dal viso e le guarda.

Sono ancora con questi abiti imbarazzanti.

Myra le prende una mano e le appoggia qualcosa sopra. Una piccola sferetta di cristallo poco più grande di una caramella.

Una baccagemma.

“Mangiala, ti sentirai meglio.”

Lurue fissa la pallina. Non dovrei accettare caramelle dagli sconosciuti.

Alza lo sguardo. Myra sbatte le ciglia con un sorrisetto entusiasta.

Però… lei è la Guardiana di Shinka. Un’eroina, non farebbe mai del male alle persone, no?

Guarda la pallina. Qualcuno deglutisce rumorosamente. Alza lo sguardo, Chaser le sta facendo segno di rifiutare.

Lurue sbatte le palpebre confusa.

“Su, provala,” insiste Myra.

Si caccia la caramella in bocca. Rompe la superficie cristallina. La fragranza di aloe e ranucolo si espande nella bocca, la nausea sale, la gola le si chiude, preme le mani sulle labbra e sgrana gli occhi. È terribile. Non riesco a ingoiarla. Stringe gli occhi, lo iuxx al suo interno circola nel suo corpo, dandole sollievo, ma il sapore sulla lingua le dà un forte desiderio di sciacquarsi la bocca.

“Per favore sputala.” Dice sofferente Chaser mentre le porge un fazzoletto.

Lurue afferra il fazzoletto, lo avvicina alla bocca e sputa fuori i frammenti della gemma. Lapis le prende il fazzoletto dalla mano e lo scambia con una bottiglietta d’acqua, si allontana verso il cestino.

Tira giù tutta l’acqua in un sorso, Myra singhiozza leggermente. “Non era buona.”

L’ho resa triste? Sono un’ingrata!

“S-scusa!” Abbassa il capo.

“Nono. Colpa mia. Sto cercando di ricreare il sapore di casa. I risultati sono alquanto deludenti.”

Chaser allunga una mano sulla testa di Myra e l’altra su quella di Lurue, le sta accarezzando.

“Il giorno in cui capirai che devi metterci sapori e non odori faremo un passo avanti.” Si volta verso di lei. “Dammi l’oggetto di trasformazione, bambina.”

“Via Chaser, si è comportata in maniera egregia.”

“È comunque una bambina, non dev’essere coinvolta in queste cose.”

“Se permettete.” Lapis si siede accanto a Lurue. “Non è che gli oggetti di trasformazione si vendano nelle bancarelle.” Alza un dito accusatorio verso Myra. “No, quei cosi che hai pubblicizzato per la Kaiser non contano.”

“Chi mi dice che il suo non sia uno di quelli?” ribatte Chaser a braccia incrociate.

Lapis tende la mano verso di lei. “Mano.”

La appoggia sulla sua, la figura traslucida del guantino con la stella appare.

Myra e Chaser fissano il guanto, scambiano uno sguardo, la guardiana sfiora il guanto. Mugola.

“Non è stato creato da un entità terrena.”

“Visto?” interviene Lapis. “E non ci sono molte entità in giro.” Si sfiora il lobo dove si trova un orecchino votivo.

Lurue trattiene il fiato. Stai dicendo che questo è un dono della Guardiana dell’umanità!? Perché lo hai dato a me!?

“La Guardiana.” Sospira Chaser.

Myra batte le mani. “Credo che non abbiamo altra scelta. Se è la Guardiana a volerlo, non possiamo andare contro il suo volere.”

Chaser si morde il labbro. “Ma è una bambina.”

“Anch’io quando ho iniziato il mio incarico da protettrice di Shinka. La differenza è che noi due potremmo seguirla e tenerla sotto la nostra ala.” Myra prende le mani di Chaser. “Come nostra apprendista!”

Chaser sembra perplessa. Non credo accetterà, dopotutto ci siamo incontrate oggi, e sembra ferma sulle sue opinioni.

Lapis dà una gomitata a Lurue. “Ci penso io.” Si alza e mette le mani su quelle di Myra. “Ci affidiamo a te, sorellona.”

Chaser si zittisce, arrossisce leggermente. Respira. "Non mi freghi-" Si volta, vede Myra avvicinarsi con il viso, ha un’espressione gentile. “Ti prego.”

"...ma mi fido del parere di Myra, quindi-” singhiozza. “Va bene."

Lapis porta indietro il pollice all’in su. “Tsundere.”

Oi.”

 

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Capitolo 11
*** Non sono orfana ***


Lurue esce dall’edificio assieme a Lapis, per qualche ragione le avevano fatte passare da una porta sul retro che dà su un vicoletto angusto. Passano accanto un cestino colmo di componenti meccanici bruciacchiati ed protesi di vario genere.

Che fosse per non destare sospetti?

“Cioè,” esordisce Lapis posando il telefono in tasca, “il numero delle eroine della città non lo hanno tutti. Dovremo proteggere il tuo cellulare come un piccolo tesoro.”

Lurue stringe tra le dita il foglietto di carta con i due numeri scritti sopra. Ho il numero di due amiche!

Se lo avvicina alla bocca, saltella.

Lapis dà un calcio ad un bullone per terra, questo rotola fino a colpire un cassonetto. “Ma come mai non lo hai memorizzato direttamente lì?”

Si gela, sbatte un paio di volte le palpebre. “E-ecco…”

Rimangono in silenzio per un lungo istante.

“Ohi, non dirmi che non ne hai uno.”

Lurue incassa la testa tra le spalle, annuisce. Effettivamente non ho visto neanche una persona in questi giorni senza. Potrei sembrare sospetta senza.

Lapis mugola, le porge il suo. “Ne ho un altro di riserva tanto.”

Lurue guarda il telefono, il colore azzurrino è scalfito da alcuni graffi, un triangolino sul bordo superiore è staccato. È un flip phone come quello di papà. Si vede che non può più usarlo perché è sotto controllo delle autor- Ma se è così poi controllerebbero me!

Scuote la testa. “N-non posso accettarlo!”

“Massì che puoi. Non puoi rimanere in contatto facilmente con noi se possiamo chiamarti solo a casa. È una comodità comune ormai,” Lapis le spinge il telefono al petto. “Insisto.”

Lurue prende il dispositivo prima che le scivoli di dosso. Lapis accelera il passo e si caccia le mani in tasca.

Devo restituirglielo. Aumenta l’andatura e la raggiunge appena sboccano sulla strada principale.

La luce al neon la abbaglia. Un’ insegna molto grande s’illumina a intermittenza, raffigura una mano di carte con una mezza maschera al centro dell’unica visibile. La scritta Gamble Night brilla in un miscuglio di rosso e blu.

Lurue strabuzza gli occhi. “S-s-siamo s-s-state i-in un…”

“Casinò? Yup. Prima volta?”

Inizia a respirare affannata. Afferra il sacchetto che Lapis le porge, non si fa domande su dove lo ha preso. Ci soffia dentro. Inspira ed espira.

Sono stata in un edificio adibito al gioco d’azzardo, dove migliaia di persone potrebbero aver perso la casa, la fiducia dei loro cari, i loro beni, e forse i loro organi per debiti di gioc-

Una mano le si piazza in mezzo alle piccole corna, le scompiglia i capelli. “Chill, pera. Non è solo un casinò.”

Lurue alza lo sguardo, terrorizzata. Ha il mal di stomaco al pensiero. “Quali altre attività ci sono lì?” esala.

“Hmm vediamo…” Lapis inizia a contare sulla punta delle dita. “Sono abbastanza sicura di aver visto una sorta di gabbia per combattimenti ‘clandestini’ al piano di sotto. Poi ai piani alti ho visto tipo delle stanze da hotel, molte avevano un cartello ‘Non disturbare’ ma dai suoni erano più loro a disturb-”

“NON AGGIUNGERE ALTRO TI PREGO!” Lurue si tappa le orecchie e si accovaccia, ha gli occhi umidi. “Mi sento sporca.” La mano di Lapis si sposta su una delle sue spalle, le dà dei colpetti ma lei non si sente meglio. “Cosa ci fanno delle eroine in un posto come questo!?”

“Hanno dato loro un posto dove stare quando sono emerse.”

Lurue deglutisce. Chissà cosa hanno chiesto loro di fare in cambio…

“Sento che ti stai facendo film mentali, pera.” Lapis la tira su. “Non sono quel tipo di persone là dentro. Ci son stata qualche giorno anch’io-”

“SAPEVO CHE ERI UNA CRIMINAL-” Si tappa la bocca con entrambe le mani. Mi è sfuggito, mi è sfuggito!

Lapis la squadra per un lungo istante con espressione neutra, gli angoli della sua bocca si piegano verso l’alto, contrae le labbra, gonfia le guance. Infine scoppia a ridere piegandosi in due.

Forse avrei preferito che si arrabbiasse. Come interpreto questa cosa?!

Dopo un mare di risate imbarazzanti Lapis si alza e si asciuga un occhio. “Ti va un cornetto?”

 

Lurue non si è permessa di aprire bocca dopo essere esplosa con quella frase. Continua a fissare nervosa Lapis per tutto il tragitto, inizia a temere che il suo ridacchiare a voce bassa sia un segnale di pericolo.

E se stesse per farmi sparire per averlo solo pensato?

Le tremano le spalle quando scendono dalla navetta.

“Profilo basso, sia mai che qualche curioso possa riconoscerci.” Lapis si tira su il cappuccio e costeggia il parco messo in quarantena. Un paio di vigili del fuoco stanno spegnendo le ultime fiamme libere, alcuni lavoratori della Kaiser chiudono gemme sbozzate violacee accuratamente posizionate dentro delle cassette di sicurezza.

Lurue rimane vicino Lapis. Non attaccata, in questo momento ha paura anche di lei. La sua guida s’infila in una stradina poco illuminata tra due case. Si avvolge nella barriera, teme in una coltellata a tradimento, si abbraccia le spalle e avanza.

Si avvicina alla strettoia, le maniche del cappotto sfregano contro i muri. Dovrà lavarlo domani mattina.

Con sua grande sorpresa non sente odori sgradevoli, ma basta l’oscurità ad atterrirla.

“L-Lapis?”

“Quasi arrivata, smetti di tremare, i ratti sentono la paura.”

R-ratti!?

Caccia un gridolino, si spinge in avanti correndo a perdifiato. Si sente afferrare per le spalle e tirare di lato.

“Relax, scherzavo.”

Sbuca in una strada, a quell’ora tarda solo una delle insegne è ancora accesa.

“…Skill Issue?” Domanda Lurue leggendo il nome del locale.

Lapis la supera e fa cenno di entrare. Lurue esita. Perché ha questo nome? È gergo giovanile a me sconosciuto per la mia mancanza nell’interloquire con esseri umani della mia generaz-

La porta si apre, Lapis la afferra per un braccio e la tira dentro.

Il locale è un piccolo bar, simile a quello vicino alla fermata dell’autobus vicino casa. L’unica differenza è una stanza rumorosa in fondo, dove il vociare di un gruppo di ragazzi sovrasta la musica della radio appoggiata su una delle mensole. Al bancone si trova una ragazza sui vent’anni, occhi rossi, capelli azzurri legati dietro la nuca in una crocchia, alcuni ciuffi rosa ricadono ai lati del volto. Distoglie lo sguardo dal panno che passa sulla superficie e si volta verso di lei. “Buonasera.”

L’espressione è forzata, cerca di non darlo a vedere ma ha l’aria stanca.

Come papà quando torna dal lavoro.

“Sup’ Takane!” Lapis si avvicina e con disinvoltura si lancia su uno degli sgabelli azzurro neon davanti al bancone, adocchia una delle brioche sopravvissute alla giornata. “Quella è libera?”

La barista prende un tovagliolo di carta ed acchiappa il cornetto, lo appoggia su un piattino e lo mette in un fornetto.
“Fra,” Lapis si sporge in avanti. “Freddo va bene, mi diventa secco.”

“…Grazie.” Takane prende il cornetto e glielo porge davanti. Si appoggia con il braccio al bancone. “È già secco. La tua amica invece?”

Lurue scuote la testa come se si fosse svegliata di colpo, la barista batte la mano un paio di volte. “Sedersi non costa.” Le fa l’occhiolino prima di staccarsi e mettersi davanti al lavandino.

Si avvicina a Lapis. Si tira sullo sgabello. Un nuovo grido, che proviene dall’altra stanza, la fa sussultare. Un bicchiere pieno di un liquido viola striato di bollicine scorre fino ad arrivarle di fronte.

“Offre la casa.” Takane si toglie il grembiule e accelera il passo verso l’altra stanza. “Oi, facciamo meno casino!” Si chiude la porta scorrevole alle spalle.

Lapis dà un morso al cornetto, il suo masticare e l’effervescenza delle bollicine della sua bevanda si alternano alle note allegre della radio.

“Direi che è il momento di fare quella cosa se ti va di farla.”

Lurue allunga la mano verso il bicchiere. Voglio davvero berla? Quel colore è normale? Mi dovrei fidare? Mi ha portata qui dopo averle dato della criminale.

“Ah già.” Lapis si allunga verso il retro del bancone, afferra una cannuccia, la scarta e la mette nel bicchiere. Tira un lungo sorso, prima di farsi indietro.

“Non è velenosa, visto? Hm.” Si appoggia il dorso della mano sulla bocca. “È quella leggera, ewww.”

Se parli così ho paura che ci sia altro al posto del veleno!

Lurue fissa il bicchiere, lo stringe nella mano, il liquido si agita a causa delle sue dita tremanti.

“Ma si, forse non l’hai mai bevuta una Tsun Tsun, meglio non dare traumi al tuo stomaco.” Lapis si caccia in bocca il cornetto rimasto.

Lurue abbassa lo sguardo sulla bibita. La porge a Lapis. “Ti si impasterà la bocca.”

Non voglio bere quella roba.

Lapis la squadra, lancia un’occhiata alla porta chiusa. Allunga la mano e tira giù un altro sorso. Le grida concitate non sono calate, anzi, tra il vociare si distingue la voce della barista.

“Ufficialmente, l’hai bevuta tu. O la mette sul mio conto.” Appoggia il bicchiere di nuovo davanti a lei. Ha delle briciole di cornetto sulla bocca, tira fuori la lingua per prenderle “Dicevamo. Domanda! Fai quella che vuoi.”

Lurue stringe le mani sul bicchiere. Sembra una ragazza normale, perché è così losca?

“Ci sono motivi egoistici…” o criminali “…per cui mi giri sempre intorno?”

Lapis ingoia il boccone. “Wow, parti da quello? Detto in maniera così vaga?” Accavalla le gambe. “Mi aspettavo un ‘Per chi lavori?’, o ‘Perché sembri una stalker?’, o ancora ‘Hai davvero dormito sotto il mio letto?’ Questa è una domanda facile al confronto. Troppo tardi, non puoi cambiarla, o potrei spezzare la mia promessa d’onestà alla risposta.” La fissa. Attende qualche istante. Sospira. “Ok…”

Lapis allunga la mano al bicchiere, Lurue glielo lascia prendere.

“In parte, si.” Porta il bicchiere alle labbra, sorseggia la bevanda violacea. “Spero di poter cambiare la mia vita.” Ruota con lo sgabello verso il bancone “Riavere qualcosa dopo Marton…”

Lurue sbatte gli occhi. Non sta lasciando intendere- “Riavere cosa?”

Lapis fa un sorriso amaro, tira su il bicchiere e lo svuota. “Qualcosa. Un anno fa c’è chi ha perso la vita. Ad alcuni è rimasta giusto quella.” Lo poggia sul bancone.

Lurue porta le mani alla bocca, le fa scivolare sugli occhi. Sono orribile. Chissà cosa ha passato dopo aver perso tutto quello a cui teneva… ed è finita in mano a quei criminali!

Lapis si volta. “Ohi, è queste reazioni che voglio evitare quando la gente mi chiede da dove spunto.”

Si piega in avanti “Scusa…”

“Neh, eri genuinamente curiosa. E poi sto per ricambiarti la domanda disagiosa.”

Sono io quella che si è sentita a disagio! Un brivido le percorre la schiena, si raddrizza, guarda Lapis. Oh no. Tocca a lei.

L’altra poggia gli indici all’altezza delle tempie, puntandoli verso l’alto.

“Considerando le tue cornine, sei un emersa?”

Lurue stringe le mani sul bordo della gonna. Dovevo aspettarmelo. Le dita tremano e sfregano contro il tessuto, incassa la testa tra le spalle.

“Prenditi tutto il tempo che ti serve, credo che Takane si sia messa a giocare con la cricca serale. Siamo sole.”

Annuisce. Respira profondamente. “Credo di esserlo per metà.”

“Uhh, tuo padre? Ci avrei scommesso, è gigantesco per essere un normale umano.”

Scuote la testa. “Mamma è emersa tanto tempo fa. Papà mi ha raccontato di averla trovata priva di sensi dopo un servizio. L’ha portata a casa e ha aspettato che si risvegliasse.”

“E conoscendosi è sbocciato l’amore? Carini.” Lapis si sporge e riempie il bicchiere con del latte. “E tua madre?”

China il capo. “Sparita quando ero ancora piccola. Non la ricordo bene, ho solo qualche foto a casa.”

“Oh, non era una cosplayer quella. Tua madre è davvero bella.”

Lurue sbatte le palpebre.
“Che c’è? Credi che sia andata dritta sotto al tuo letto quella sera?”

Sono atteggiamenti da criminale, ma ora so da dove li ha presi. Non è cattiva, spero. Respira. Annuisce. “È tutto.”

“Direi che hai soddisfatto la mia curiosità. Ed anche il motivo per cui Yelena ti ha scelta.”

Yelena?

“Non mi aveva scelto la Guardiana?”

“Anche lei ha un nome normale.”

“Oh.”

 

Ghaar si alza da dietro il bancone, sorride quieta "Lo sapevo."

 

Hisako scorre il pollice sullo schermo. Acchiappa l’Emerso non dà segni di attività, la cosa è preoccupante. Inizia a temere che tutti i frequentatori del forum siano esplosi nell’incidente del parco. O si sono fatti una vita. Magari se la facesse quell’aggro player di prima.

L’altra mano è appoggiata sul petto all’altezza del cuore. Il flusso dello iuxx segue la circolazione sanguigna, si sente meglio di quando è arrivata la sera prima, ma è certa di aver ancora bisogno degli antidolorifici. Poggia una mano sulla guancia, si concentra.

Aspetta, no. Questa è la cicatrice che mi ha lasciato la cura di Myra.

Stacca la mano dal petto. Sfiora uno dei lividi del braccio, ci poggia il palmo sopra e si concentra. La macchia di sangue sottopelle si asciuga, la cute torna rosea.

“…Myra non dev’essere molto capace di curare le persone. Nel senso proprio del termine.”

“Sai,” Inui si volta verso di lei e si appoggia alla finestra con le braccia. “Forse il tuo problema è che pensi troppo a paragonarti a Myra più che pensare a cosa fai.”

“Eh?”

La ragazza-canide sposta lo sguardo verso la porta d’ingresso. “Riprendiamo questo discorso dopo, hai visite.”

Hisako si volta, due figure s’intravedono dietro la vetrata opaca. La porta scorre appena di lato. La testa di Lapis spunta. “Yo, Main Chara, ti ho portato la AOE vivente.”

Lurue si sporge dalla porta. “Cosa significa ‘AOE’?”

 

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Capitolo 12
*** Non sono un'irriconoscente ***


Hisako guarda le due infami ferme sulla porta della sua stanza. Parlano in maniera amabile per essere quella che l’ha quasi uccisa e quella che è scappata senza guardarsi indietro. Stringe le dita sulle coperte. Sii maghetta, sii superiore. Di ‘ste bastarde.

Ricaccia indietro la serie d’insulti che vorrebbe far piovere su di loro. “Sì, sono viva.” Non riesce a farlo uscire in maniera non piccata. “Grazie per l’interessamento.”

Lurue abbassa il capo, copre il guanto stellato con l’altra mano.

“Sei la protagonista, se morissi così la storia finirebbe subito.” Lapis entra nella stanza e si siede accanto al suo letto, gamba messa sopra l’altra, braccia dietro lo schienale. Sgraziata, e sfacciata.

“Mi prendi in giro?”

“Cerco di sintonizzarmi con il tuo modo di pensare.” Forma una cornice con le dita e la ‘inquadra’.

Hisako incrocia le braccia. Coda-laterale è ancora un mistero per lei; Lurue si trova ancora a metà della porta, la tiene come se fosse uno scudo. Sa di aver sbagliato.

Una gomitata la sbilancia. Inui tossicchia. “Cinquanta e cinquanta.”

Hisako mugola infastidita. “Entra dentro, non vogliamo far sapere i nostri segreti ad altri, no?”

Lurue si raddrizza, fa un passo in avanti e si chiude la porta alle spalle, appiattendosi contro di essa, l’espressione di chi sta per scoppiare a piangere.

Cosa sta facendo? Inui non sembra avere particolari reazioni alla sua futura partner, ha la solita espressione scazzata. Lapis sta fischiettando, si volta verso Lurue, alza un pollice. Hisako sospira. Devo davvero parlare con la pera? Posso mettermi d’accordo con Lapis dato che l’ha ammaestrata?

La traditrice poggia le mani al petto, inspira. Si china in avanti. “Mi dispiace per quello che ti ho fatto ma anche tu non sei stata carina!”

Hisako sbatte le palpebre un paio di volte. Le era capitato di doversi scusare con qualcuno per salvare la faccia, ma cielo. Lei è davvero scarsa a far finta di essere dispiaciuta. Sente di avere la situazione sotto controllo. Sarà stata irruenta, ma ha pensato ad entrambe quando l’ha… forse incalzata troppo nel farsi dire chi fosse la tipa che sa della loro vera identità. Esploderle in faccia non era la soluzione.

“Sì, dispiace anche a me che io ti sembra poco gentile quando hai tentato di uccidermi.”

Lurue sussulta. Lapis si tira uno schiaffo sulla faccia.

“Dai.” Hisako incrocia le braccia. “Spiegami perché lo hai fatto.”

“I-io, ecco-” Si allontana, si schiaccia di nuovo contro la parete.

Le dà il nervoso, vorrebbe alzarsi, ma tra la flebo ed il resto rischierebbe di farsi male, reprime la rabbia nell’unico modo che può permettersi. Poggia la mano al petto, regolarizza il respiro e lascia scorrere lo iuxx. Se mi riprendo adesso la appendo. Così smette di scappare dalla cosa.

Inui si stacca dalla parete, percorre la stanza e apre la porta. “Capelli blu, con me. Facciamo sbrigare questa cosa a loro due.”

Lapis sospira. “Ay.” Si alza e la segue verso la porta. Nell’uscire dà una pacca sulla spalla di Lurue.

La porta si chiude. Ora siamo sole.

Hisako prende un respiro, sa che aggredendola non otterrà nulla, per quanto sia furiosa nei suoi confronti deve mantenere la calma. “Non puoi esplodere per ogni cosa, prima o poi farai dei danni irreparabili.”

Lurue annuisce, stringe i pugni.

Dì qualcosa, mannaggia. “Io ne sono uscita bene perché non sono una persona normale, ma se ci fosse stato qualcun altro-” Calma, calma. “Le maghette salvano le persone.”

Le labbra di Lurue si muovono impercettibili. Hisako inspira. “Parla. Per pietà, parla.”

Fa un paio di passi verso di lei, le mani tremanti si stringono sulle braccia, non osa incrociare lo sguardo. “I-io ho salvato delle persone.”

Assottiglia gli occhi. Probabilmente anch’io se non mi avessi spedita all’ospedale. “Dove, quando e chi.”

“Al parco, ieri sera, da una donna audace.”

Ha letteralmente risposto con frasi brevi, ha dato il minimo d’informazioni possibile. Le deve strappare tutto dalla bocca. Inarca un sopracciglio “Elabora ‘audace’. Così non mi stai dicendo nulla.”

Le orecchie di Lurue diventano rosse, poco a poco anche il resto del viso si scalda. “E-era v-vestita di nero. Era m-m-molto… attillata.”

Ah perfetto, ha pure beccato la villain prima di lei. Le sta rubando tutta l’esperienza da maghetta. “Il parco è ancora in piedi?”

Annuisce. “L’attacco ha distrutto quasi tutti gli alberi, ma si.”

“Quindi non te la sei cavata da sola. O avresti fatto esplodere tutt-”

Sente un brivido, lo sguardo corre alla porta. Da uno spiraglio gli occhi stretti di Inui la scrutano. Deglutisce.

“Almeno, con tutti quegli emersi contro di te un parchetto come quello sarebbe diventato terra bruciata.”

Effettivamente la guardiana potrebbe pensare ad avere una sorta di luce purificatrice che ripara tutto dopo gli scontri, è un trope classico.

“S-Sono stata aiutata.”

Hisako si solleva a sedere. A quella frase vi erano quattro diverse opzioni: la Kaiser, nuove compagne, Inui, oppure…

“Da Myra?”

Lurue alza lo sguardo. “La conosci?”

Il cuore le si spezza. Come se qualcuno potesse non conoscerla. Inspira profondamente. Ha lavorato con lei prima di me, e probabilmente non sa nemmeno chi sia. “Tutti sanno chi è.”

Lurue si tortura le mani. “I-io non sapevo chi fosse. Di preciso… L’avevo vista-”

Hisako singhiozza, si dà una manata sulla bocca, si lascia cadere sul letto. Non sa nemmeno chi è, e ci ha lavorato assieme.

“S-sembra gentile, s-si è offerta di aiutarmi ogni tanto, quando può.”

E la vuole reincontrare, le è pure andata bene. Sposta il braccio su gli occhi. “Lei è gentile.” Io becco le hater, lei la dea. Io non ho fatto esplodere niente. Dove sarebbe giusto questo?

Stringe i denti, i tremiti le scuotono le spalle. “Senti, vattene. Abbiamo finito. Fai quel che vuoi, continua, smetti di fare la maghetta, non mi importa. Fallo lontano da me. Esci.”

Lacrime le bagnano la pelle, non osa spostare il braccio; fingere di non star piangendo è il barlume di dignità che le è rimasto. Magari non sa come funzionano queste cose e non l’ha capito.

Passi si allontanano verso la porta, si fermano, non sente lo scatto.

“No.”

I passi si avvicinano, alza il braccio. Gli occhi verdi di Lurue la fissano pieni di lacrime, le guance arrossate, le sopracciglia aggrottate. Smettila di essere carina anche quando ti arrabbi, che cappio.

“Ora mi dici perché stai piangendo.”

Hisako si passa il braccio sugli occhi. “Non sto piangendo.”
Lurue gonfia le guance. “Sì invece.”

Singhiozza un paio di volte, trattiene il respiro. “Come potresti capirlo? A te va tutto bene.”

“Ti escono lacrime dagli occhi.”

U don’t say. Non ha voglia o forza di stare a sentirla. Si volta di spalle. “È solo frustrazione. Lasciami in pace.”

La sedia alle sue spalle sfrega sulle mattonelle.

“Vattene.”

“Non finché non mi dici perché sei frustrata.”

Bionda cocciuta. Hisako lancia un’occhiata al riflesso della finestra, Lurue si è seduta accanto a lei, i pugni stretti sulle ginocchia, l’espressione decisa da protagonista. Dovrei essere io al suo posto ad incoraggiare gli altri. Sospira. “Poi sparisci?”

Lurue sussulta, china il capo. “Dopo aver fatto ciò che posso per aiutarti, prometto che non mi vedrai più.”

Tira su col naso. Non è la prima volta che finisce per umiliarsi davanti ad una sconosciuta. Almeno questa non la incontrerà più. Strappiamoci questo dente.

“Le maghette mi sono piaciute fin da piccola. L’idea che qualcuno di così piccolo potesse prevalere su enormi mostri mi ha fatto credere che anch’io potessi fare lo stesso con i miei problemi. Ho cercato di trovare qualcosa che facesse per me per tutto il periodo delle elementari. Ho provato con lo sport, con l’arte, non sono mai riuscita a fare nulla che non mi facesse sentire mediocre. Era frustrante... non riuscirci.”

Hisako osserva il riflesso, Lurue ha gli occhi spalancati, è immobile sembra neanche respirare.

“Molte delle eroine dei cartoni animati sono persone senza un vero talento che le fa spiccare dalla massa. Qualche qualità forse, ma spesso sono ragazze maldestre, non particolarmente brillanti a scuola e neanche popolari. Eppure riescono a fare cose che altri non penserebbero mai di riuscire a fare. Quando Myra è apparsa ho pensato che un miracolo avrebbe potuto rendermi speciale… almeno degna di starle affianco. Non essere… solo me.”

Si rannicchia nelle coperte. “Ho davvero scommesso la mia vita inseguendo creaturine che potessero sembrare delle fatine nella speranza che mi potessero dare dei poteri. Gli altri della mia età… Meglio non parlarne. Ho inseguito questa speranza per tutto il tempo, pensavo che ciò che mi mancava era solo un’occasione per dimostrare di non essere solo la scema emarginata spiaggiata in fondo alla classe.” Affossa la testa nel cuscino, stringe le dita sulle lenzuola. “Ora che l’occasione l’ho avuta mi rendo conto che quelle come me non possono essere speciali. Ho combinato solo casini, non riesco a farmi capire da quella che dovrebbe essere la mia compagna, la gente dice che dovrei ritirarmi, persino la mia fata lo pensa… Poi arrivi tu e riesci a far funzionare tutto senza fatica.”

 

Lurue ascolta in silenzio. Non riesce a capacitarsi come Hisako sia ingabbiata da simili pensieri. Lei può andare dove vuole, non ha le sue limitazioni. L’idea che si sia cacciata nei guai di proposito è assurda, però capisce come si sente. Le persone fanno paura. Se trovare un posto tra le maghette può liberarla dalle sue insicurezze, la aiuterà.

Si porta in avanti con la sedia, appoggia una mano sulla spalla.

“Evita di compatirmi,” singhiozza Hisako.

Lurue stringe la mano. “Io voglio aiutarti ad avere un’occasione.”

“Come?”

Esita. Chaser non era favorevole a fare continuare lei, come potrebbe accettare l’idea che un’altra ragazza si metta nella stessa situazione?

“Parlando con Myra.” Tira fuori il telefono dalla tasca. Apre lo schermo. Fissa lo schermo nero, poi i tasti.

…Come funziona? Lo sapevo che dovevo studiare quella guida su come usare dei telefoni portatili!

Alza lo sguardo. Hisako si è voltata, gli occhi gonfi per le lacrime la fissano con luce speranzosa. Le tremano le mani. Che faccio chefaccio chefaccio?

Lapis le strappa il telefono dalle mani. “Permetti.” Digita il numero e porta il telefono all’orecchio.

“Yooo Myr-!” Tace per un istante, rilassa le spalle. “Yo Chaser.”

Hisako emette un gemito strozzato.

“Sssi, tutto bene. Myra sta bene, o le hai messo il telefono sotto controllo?”

Lapis stacca il telefono dall’orecchio e preme un pulsante. Fischi di proiettili causano interferenze, suoni cristallini si alternano con le urla in mezzo agli scoppi. “Myra non ha le tasche. Dovrebbe cambiarsi gli shorts.”

Il lavoro di una maghetta non ha orari. Lurue annuisce piano.

Hisako scatta su a sedere, ha una faccia spaventosa. “Smetti di essere uno stereotipo di albina edgy prima di criticare lo stile di Myra.”

Devo ricordarmi che Hisako ha molte energie quando si tratta di Myra.

Lapis la fulmina con lo sguardo.  “Quindi per ora siete impegnate. Sarò breve. Abbiamo trovato un’altra collega, la possiamo far venire al prossimo incontro con voi che è…”

“Per quello che mi riguarda, dea o no, mai.”

“Andiamo, non vorrai che Myra pensi di non avere il rispetto delle sue apprendiste e che preferiscano ignorarla.”

“Tu che c’entri?”

“Autoproclamata sixth ranger.”

“La Guardiana ci risparmi.”

Lapis ridacchia, le porge il telefono. Lurue si indica. Vuoi che ci parli io?

“Chiamala sorellona.”

Chaser geme infastidita.

Afferra il telefono con le mani. “P-per favore Chaser. Abbiamo bisogno della vostra guida.”

Lapis si avvicina al microfono. “E lo faremmo lo stesso anche senza il vostro aiuto, quindi tanto vale non averci sulla coscienza.”

Suono di metallo che cigola, un urlo di agonia. La voce di Chaser è piatta. “Domani alle quattro. Alla Liebe.”

“Grazie sorellona. Non spezzarli troppo!” Lapis chiude il telefono. “Abbiamo una data ed un luogo!”

Lurue si volta verso Hisako, le smorfie che sta facendo sembrano quelle di qualcuno che sta prendendo in giro un’altra persona. Solo con più cattiveria.

“Si fa pure chiamare sorellona. Il prossimo è ‘Mommy’. Partner degenerata che ha Myra.”

“Disse il fiore geloso.” Ribatte Lapis appoggiando le mani dietro lo schienale della sedia di Lurue. “Ora rimane solo come farla dimettere entro domani, idee?”

“Se si impegnasse potrebbe rimettersi in piedi con lo iuxx.” Inui entra nella stanza e si richiude la porta alle spalle.

“Ce la farò.” Hisako gonfia il petto, guarda Lurue. “Non sprecherò l’occasione che mi hai dato.”

Sentirsi dire queste parole da lei le scalda il petto. Squittisce quando si sente prendere per mano.

“Ecco.” Hisako abbassa lo sguardo, ciondola la testa. “Grazie. Mi dispiace per come mi sono comportata.”

Sposta lo sguardo verso Lapis, che la guarda sorpresa. “Wow.”

“OH INSOMMA NON SONO UN’IRRICONOSCENTE!”

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Capitolo 13
*** Non sono una bambina... ***


 

Lurue apre gli occhi, si stiracchia, lascia ricadere le braccia sulle coperte. Dall’altra parte della stanza il sacco a pelo vuoto di Lapis è stato piegato alla buona.

Dev’essere una persona mattiniera. Si stropiccia gli occhi, scende dal letto, infila i piedi nelle moppine a forma di pecora e si dirige in cucina. Mette una mano sulla bocca e sbadiglia. “Buongiorno.”

Roland ha già l’armatura addosso, sta mescolando una tazza di caffè nervosamente mentre fissa l’altro capo del tavolo dove Lapis ha chiuso uno spesso strato di burro in due fette di pancarré.

“Quindi la tizia che ha combinato quel casino vi è sparita dalla sede super sicura il giorno dopo che l’avete messa. Qualcuno si troverà col salario tagliato.” Morde il burro col panino, a Lurue si rigira lo stomaco.

Roland toglie il cucchiaino dalla tazza, lo lascia cadere sulla tovaglietta. “Sfortunatamente.”

“Uh, tu?”

Roland sposta lo sguardo verso sua figlia. Tira giù l’intera tazza in un sorso e si alza. “Buongiorno mio piccolo tarassaco. Possiamo parlare?”

Lurue annuisce, fa un passo indietro mentre l’uomo la raggiunge, si volta verso Lapis. “Arriviamo subito.”

“Certo! ‘Giorno raggio di sole!”

Roland chiude la porta quasi sbattendola, s’inginocchia per guardare negli occhi sua figlia. “La tua amica mi ha detto tutto.”

Lurue si gela. Tutto cosa!? Proprio da Lapis!? Cosa mi farà Hisako sapendo che un’altra persona sa della doppia identità!? “P-p-papà, p-posso spiegar-”

Le grosse braccia di suo padre la stringono, la mano le accarezza la testa. “È normale scappare in quelle situazioni. Se fossi rimasta lì anche tu saresti potuta diventare un’altra vittima.”

Lurue sbatte le palpebre. “Eh?”

“Eri lì quando quella donna vi ha attaccato, ha colpito la gabbia del dondolo e sei scappata senza guardarti indietro. Forse la tua amica si sarà arrabbiata perché l’hai lasciata lì, ma non avresti potuto fare nulla senza esporti o metterla ulteriormente a rischio.”

Lurue si appoggia con la fronte alla spalla di Roland. Fortuna che Lapis ha parlato con papà, anche se dovrò mentirgli spesso d’ora in poi. Le sfugge un singhiozzo, gli getta le braccia al collo. La sua mano si poggia contro la sua schiena.

“Su, su. Non è colpa tua.”

Lo è invece. Ma sto cercando di farmi perdonare. La aiuterò.

Si gode il calore di suo padre qualche istante in più prima di staccarsi. “Grazie, papà.”

Roland si rialza, apre la porta. Lapis sgattaiola di nuovo sulla sedia, poggia il bicchiere vuoto che aveva in mano sul tavolo e dà un altro morso al panino. Mugugna contenta. “Che buono!”

Lurue prende posto a tavola. A pensarci bene era da un anno che Lapis doveva vivere con quello che le davano. Forse il Gamble non è così buono con i suoi dipendenti, magari le hanno passato solo razioni rubate dai depositi militari. È così magra. E giustificherebbe una reazione simile a del semplice burro.

Lurue prende un’altra fetta di pane, la imburra e ci mette sopra della marmellata. La porge a Lapis. La ragazza ingoia l’ultimo boccone prima di notare il cibo offertole. Tira su col naso, gli occhi le tremano. “Per me?”

La affamavano per davvero. Annuisce.

Lapis si asciuga una lacrima. “Sei davvero la migliore amica che abbia mai avuto.” Apre la bocca e chiude i denti sulla fetta di pane recuperandola con la mano.

Lurue versa il latte nella sua tazza. “Non ho fatto niente di speciale. Avrai avuto amiche con un rapporto migliore.”

“Hm… con i miei amici non avevo chissà quale grande rapporto. ‘Taru non è una che parla tanto, Sunny è un hero starter pack quindi appariva e scompariva a fare chissà cosa. In generale passavamo del tempo assieme ma non so se potevamo considerarci amici.”

Lurue lascia cadere il cucchiaino. Non passo tanto tempo nemmeno con Hisako. Sento che dovrei sbrigarmi con la colazione.

 

La navetta è gremita di persone, Lurue occupa uno dei posti più vicini all’uscita, accanto a lei Lapis si è voltata alle sue spalle dove Inui e Hisako occupano i posti dietro. In particolare la seconda è appoggiata con la testa contro il vetro, russando a bocca aperta, due spesse occhiaie sotto gli occhi. La prima ha gli occhi spalancati e fissa di fronte a sé, difficile dire se per il fastidio alle orecchie causato dai decibel della compagna di posto, o dal fatto che la suddetta avesse davvero sacrificato il sonno per rigenerarsi in modo da poter essere rilasciata per l’orario di pranzo. Ogni tanto sentiva un flebile “Non riesco a crederci,” uscire dalle sue labbra.

Lurue si tortura le mani. “Dovremmo farla vedere in questo stato?”

Lapis torna a sedere composta. “Che intendi?”

“Voglio dire. Guardala, è sfinita.”

“È sempre così. Ha una propensione per perdere ore di sonno inutilmente. Anche se stavolta aveva senso.” Inui si abbraccia i gomiti. “Non riesco a crederci.”

Inui si comporta in modo strano. Dovremmo chiedere alla Guardiana come farla stare meglio? Le fate sono anatomicamente diverse rispetto a noi? E se avesse mangiato del cioccolato?

Un paio di schiaffetti le fanno scuotere la testa. Lapis appoggia di nuovo la mano sul bracciolo. “Stavi andando in sovraccarico di nuovo, pera.”

“È che vorrei che tutto andasse per il meglio e…” Stringe le dita sulla gonna. “Non mi fido ancora di questo gruppo.”

Lapis allarga le labbra in un sorriso. “Danni emotivi inflitti con successo, ma ti capisco. Hisako è Hisako, io sono una criminale. Di Inui non sai niente.”

Lurue si mette le mani sul viso. “Scusa.”

“Non te lo farò dimenticare tanto presto, teheh.”

“Perdonami ti prego.”

“Già fatto” Una mano di Lapis si appoggia sulla sua spalla. “Ma mi diverto a vederti imbarazzata, sei adorabile.”

L’autobus rallenta. Inui si alza prima che si fermi del tutto, stringe le mani sul sedile. A mezzo fermo sta già varcando le porte d’uscita.

Lurue si alza, guarda alle sue spalle. Hisako dorme profondamente. Assottiglia le labbra.

“Faccio io.” Lapis si siede accanto alla bella addormentata, si avvicina con una mano vicino alla bocca.

“Myra.”

Hisako si alza di colpo e spalanca gli occhi. “DOVE!?”

Lapis scoppia a ridere. “Alla Liebe, alzati che la vediamo davvero.” Si fa da parte per non essere travolta dalla sua corsa maldestra.

Lurue inspira. Speriamo bene.

 

Lurue alza lo sguardo sul luogo: la libreria Liebe ha l’intera vetrina coperta da un telone nero, ci sarà stata una rissa tra bande lì dentro. L’insegna presenta una volpe azzurra.

Inui si volta di scatto verso un vicolo. “Emergenza, sparisco per un po’.”

Prima che possa reagire, Lurue vede la ragazza-canide sparire nella direzione puntata.

Ok. Ok. Ok. N-non sarà nulla di grave spero, possiamo cavar-

Hisako sta tremando. Occhi spalancati, un tic all’occhio destro che man mano diventa sempre più frequente mentre guarda l’insegna.

Lurue ha una realizzazione. “Questo posto è vicino a dove ci siamo incontrate per la prima volta.”

“PERCHÈ DI TUTTI I POSTI QUESTO!?”

Lapis ghigna. Le spalle le tremano, sta diventando rossa per asfissia. Non dovrebbe ridere, è una situazione critica! Alza una mano con un sacchetto di carta e glielo passa, Hisako glielo strappa dalle mani e inizia a soffiarci dentro.

Lurue trema. Non siamo nemmeno entrate. Faremo una brutta figura. Saremo costrette a lavorare da sole perché non si fideranno di noi, e Hisako sarà depressa perché non ha realizzato il suo sogno e sarà tutta colpa mia!

Si mette le mani tra i capelli, stringe le labbra, emette un urlo isterico soffocato.

Una giovane bionda esce dalla libreria. Agita il braccio per salutarle. “Ben arrivate. Sono Kaho.” Si blocca a fissarle. “State bene?”

Lurue prende un respiro. Lapis non sembra nelle condizioni di parlare, Hisako tanto meno. Fa un passo avanti. “È-è l’emozione!”

Kaho alza pericolosamente un sopracciglio “Myra arriverà tra un paio di minuti, parliamo dentro. La Kaiser ha orecchie ovunque.”

Spalanca gli occhi. Si guarda attorno circospetta. La strada è quasi deserta. Doveva sospettare dei lampioni? Segue la bionda dentro la libreria.

La luce che fuoriesce dagli spiragli del telone colpisce un paio di volpi di peluche nascoste tra le scaffalature centrali. Il bancone segue in parallelo i mobili. Tra vetrina e scaffali vi è un salotto con varie poltroncine e un tavolo centrale.

Questo posto sembra più grande da dentro.

Kaho gira il cartello dell’entrata da “aperto” a “chiuso”. Indica il tavolo. “Mettetevi comode. Come potete immaginare io sono Chaser. Non sono davvero una volpe. La famiglia è fissata.” Indica con la mano gli scaffali.

Lurue si avvicina alle poltroncine, guarda il telo, sceglie quella più lontana dalla vetrina sfondata. Non si sa mai.

Hisako si avvicina al salotto a passi pesanti, guarda Kaho a occhi stretti, si siede nella poltrona accanto a lei. Sta provando a fare amicizia.

Lapis si siede di traverso sulla poltroncina accanto alla sua. “Figo sto posto, è tipo un negozio abbandonato?”

Kaho assottiglia le labbra. “È casa mia.”

“…Rustico.”

Lurue abbassa lo sguardo, arrossisce vistosamente. Ci caccerà di casa da un momento all’altro.

“La vetrina che manca è colpa dell’ultimo maleducato che è entrato in casa.”

Squittisce, dà una manata sulla spalla di Lapis che si raddrizza e annuisce. “Teheh?”

Hisako si sta comportando meglio di Lapis- Hisako fa scrocchiare le nocche, un tic all’occhio la coglie ogni volta che osserva Kaho. Hisako si comporterà peggio di Lapis.

Lurue singhiozza. Volevo solo fare del bene, non risolvere litigi.

Si volta verso Kaho che le guarda con occhi vacui, percepisce un lieve disgusto in quello sguardo.

Mi fanno paura tutti in questa stanza!

Kaho si siede su una delle poltroncine libere. “…Non so come iniziare il discorso. Siete sicure di quello che state facendo?”

NO, AFFATTO.

Guarda le sue compagne. Lapis alza un pollice da sotto il tavolino, Hisako sbuffa col naso.

“Ho fratelli della vostra età, non mi sentirei bene se rimaneste ferite.”

“Abbiamo tutte età diverse.”

Kaho si volta verso Hisako, la fissa in tralice. “Hanno quattordici anni.”

“Oh, la mia.”

Hisako è più grande di me! In qualche modo Lurue si sente sia sollevata che atterrita dalla rivelazione.

Kaho accavalla le gambe. “Potreste essere in classe insieme per quel che ne so. Il punto è che rischiate di morirci per davvero, ok? Polaris sta ancora recuperando dal suo ultimo scontro, a me hanno sfondato il petto sei mesi fa.”

Lurue deglutisce. Cerca con gli occhi il supporto delle altre.

Hisako si alza in piedi. “Stai approfittando dell’assenza di Myra per farci desistere?”

Kaho sospira. “Sta funzionando?”

“Per niente.”

In realtà sì!

Kaho porta una mano al colletto, sbottona i primi bottoni della camicia. Dopo il primo bottone si nota già la pelle cicatrizzata, allarga i lembi di tessuto: la ferita scende fino al seno.

“Io non posso farvi cambiare idea,” Si riabbottona la camicia. “Ma cose come queste possono succedere.”

“E quindi?” Hisako si avvicina a Lurue, le poggia una mano sulla spalla. "La guardiana ci ha scelto. Non ragazze a caso, non adulti, e probabilmente neanche te. Ha scelto noi. Questo vorrà dire qualcosa.”

Lurue rimane a fissarla. Hisako ha miglioramenti dell’autostima improvvisi, che sia perché non è da sola? Anche se si comporta in maniera strana da quando siamo qui.

“Siete delle incoscienti.” Kaho si alza. “Vado a preparare della camomilla in attesa di Myra. Voi cosa volet-?”

Il telone alle sue spalle si squarcia, una figura ci passa attraverso. Sferza l’aria con il braccio, una scia luminosa si abbatte a lato della testa di Kaho, questa barcolla, fissa Lurue prima di crollare di lato a peso morto.

 

Hisako fa un passo indietro, deglutisce. Oioioi, scherziamo?!

La libraia infame è a terra priva di sensi, una striscia di sangue parte dalla radice dei capelli e le cola sul viso, ma non è quella la cosa grave. Ha imparato a curare sé stessa in una notte partendo da una condizione peggiore, può sistemarla una volta affrontata la minaccia. Il problema è la minaccia stessa.

Il seme di Shinka torna gocciolante dalla sua padrona, rimane sospeso sopra il suo palmo, una goccia di sangue cade sul guanto. Un sorriso maligno sul viso di un’elfa slanciata, i lunghi capelli lilla da cui spuntano un paio di orecchie appuntite sono raccolti in una coda bassa.

Quella non può essere Myra.

Hisako la fissa negli occhi, il color galassia è offuscato da una sinistra energia rosata.

Lurue sussulta. “Ha gli occhi dello stesso colore della donna audace!”

Myra alza il braccio, il seme di Shinka vibra, quando lo riabbassa il globo scatta in sua direzione.

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Capitolo 14
*** ...Sono un'eroina! ***


Lurue si getta a terra, la poltrona esplode in frammenti di legno e imbottitura. Lapis salta giù dalla sua seduta e si getta in avanti verso Myra, questa fa un passo di lato.

“Lapis!”

Un bagliore rosato la acceca per un secondo, Hisako la tira su per un braccio con stretta salda, le sopracciglia aggrottate. Il suo vestito da trasformata le sta bene, e non è imbarazzante come il suo. “Trasformati.”

Lurue squittisce, esegue l’azione d’istinto, il calore dello iuxx si espande per tutto il corpo.

Perché di nuovo conciata così? Non posso tornare una pera? Tanto Lapis mi chiama così lo stesso!

Riporta l’attenzione verso Myra. C’è molta luce rispetto a prima, la strada all’esterno è calma…

Dov’è il telone?

Un braccio di Lapis fa capolino al di là della vetrina sfondata, ha il pollice alzato. “Sto bene!”

“Lei non per molto.” Hisako usa lo iuxx come propulsore e si scaglia contro la sua eroina. “A noi due, cosplayer scadente!” Myra allunga le braccia e la afferra per le spalle, con un mezzo giro sul posto la lancia fuori dalla vetrina, completando la piroetta nuovamente di fronte a Lurue.

Deglutisce, Kaho ha parlato di fratelli. Portarla fuori è l’idea migliore.

Myra le sorride, indietreggia e scavalca il varco, poggia una mano dove dovrebbe esserci la vetrata, una patina cristallina opaca copre la visuale.

Lurue trattiene il fiato. Gli strilli di Hisako precedono boati, per quanto si sforza di capire cosa sta accadendo le macchie di colore si mischiano tra loro impedendole di comprendere appieno. S’inginocchia vicino a Kaho. Avvicina la mano sulla ferita, scosta i capelli. Il taglio è illuminato da una luce iridescente bianca, percepisce dello iuxx scorrere in tutto il suo corpo e concentrarsi in quel punto. Ritrae la mano. Sta bene, credo? Spero proprio di sì. Guarda alle sue spalle, una scala porta ai piani superiori. Forse dovrei affidarla ai fratelli se sono in casa. Mette le braccia sotto Kaho e la tira su. Passi rapidi scendono le scale.

“Cos’è succes-?”

Un ragazzino dai capelli azzurri inchioda a metà della scalinata, la fissa imbambolato.

Lurue abbassa lo sguardo sulla persona che sta trasportando. Squittisce e allarga le braccia agitandole. “Non è come pens-!” Un tonfo ai suoi piedi. Kaho geme dolorante. L’HO LASCIATA CADERE!

Sussulta, si china e la riprende tra le braccia. “È-è stata attaccata! S-sto andando a fermare la colpevole!”

Percorre a passi rapidi la distanza tra loro, gli porge Kaho.

Il ragazzino scuote la testa, tende le braccia e la sorregge “Chi è stato? Posso chiamare aiuto.”

Lurue scuote la testa. Potrebbe chiamare la Kaiser, o peggio! “N-no no! C-ce la facciamo! P-porta questa ragazza al sicuro ai piani di sopra.”

Il ragazzino annuisce e sale le scale.

Lurue rilassa le spalle. Kaho è al sicuro, ora deve andare ad aiutare le altre. Corre verso la porta, afferra il pomello e tira. Non si sposta di un centimetro. Fa qualche passo indietro e punta i palmi verso la serratura.

Perdonami per la porta Kaho.

Un colpo al fianco la fa piegare di lato, una suola di scarpa preme contro la sua fronte. Si sbilancia indietro, picchia la nuca contro la parete. Strizza gli occhi per scacciare le lacrime, un paio di iridi verde acqua si avvicinano al suo viso. Alza le mani per difendersi dalla minaccia, l’aggressore le afferra i polsi e li preme contro il muro, si avvicina ulteriormente.

“Sembra che non sia stata tu a farti male. Fortuna? O hai lasciato qualcuno indietro?”

Mette a fuoco la figura. La Diva della rovina?

La figura davanti a sé fa un sorrisetto. “Allora? Sono curiosa, e tanto ne avremo per un po’.”

Per un po’? Per cos-

Una stilettata di dolore al fianco. Sente come se le forze le fossero strappate via dalle membra passando da quel punto. Geme di dolore, piega la testa in avanti.

“Uh, credo di averci messo troppa forza. Scusa, di solito non fa male. Beh, ormai… cerca di resistere un po’ ok? Potrei spiegarti tutto per distrarti, così magari non ti arrabbierai con me.”

Lurue alza lo sguardo, la fitta al fianco non smette di tirare. Gli occhi della diva sono placidi, innocenti a loro modo, non c’è cattiveria, anzi, è a disagio.

Scoppi al di fuori della libreria. Che sia stata lei a fare quella cosa a Myra? Deglutisce. “N-non credo che arrabbiarsi sia il problema.” La coda della diva è piantata come un ago nella sua pelle, la patina bianca della sua barriera di iuxx è come risucchiata da essa, non esce nemmeno una goccia di sangue.

“Non biasimarmi. Non è facile nemmeno per me. Pensavo che potessi capirmi.” La diva socchiude gli occhi.

Lurue stringe i denti, ingoia il dolore. “Ho imparato che se non ti spieghi la gente non può capire.”

Un altro urlo isterico di Hisako seguito da un tonfo contro la patina cristallina, lanciando un’occhiata la vede spiattellata contro di essa per un istante prima che una forza esterna la stacchi via.

La diva ha distolto lo sguardo, quando torna a fissarla la sorpresa è palese sul suo viso. “Sembrava così elegante, non pensavo potesse essere così ferina.”

“S-stai evitando di rispondermi?”

La diva ride colpevole. “Finora ho ottenuto iuxx residuo dagli esseri di questo mondo, questo mi bastava per sopravvivere. Ma quando hanno iniziato a darmi la caccia ho capito che non potevo più accontentarmi. Ho iniziato a contrattaccare, ma sono meno forte di quello che puoi immaginare. Non ho tempo, mi serve la forza di individui più potenti di me per raggiungere il mio obbiettivo.”

La stretta sui suoi polsi si allenta, le spalle della diva tremano, si sta mordendo il labbro. Forse è la sensazione d’intorpidimento, ma ha l’impressione che la ragazza che la sta aggredendo stia mettendo meno forza. Sembra solo disperata.

Un’ombra si stende su di loro. Il ragazzino di prima tiene una sedia per lo schienale sopra la testa, la seduta cala sopra le corna della diva che si piega per il colpo. Pezzi di legno schizzano in ogni direzione. Lurue approfitta dell’occasione per spingersi via di dosso la diva. La coda dell’emersa viene strappata via dal suo fianco, la fitta le fa girare la testa, si appoggia contro il muro con la spalla per non cadere a terra di nuovo, preme con la mano sulla ferita. La sensazione viscosa al tatto non è un buon segno.

La diva si alza con lentezza, la mano premuta contro la tempia, la coda appuntita si agita infastidita. “Piccolo-”

Scatta in avanti. Lurue stende le mani, la barriera si frappone tra loro due e la diva che cerca di piantare le unghie contro di essa. I canini sembrano estremamente appuntiti adesso, le unghie simili a lame affilate. “Non farmi perdere tempo!” La punta della coda si alza nuovamente, sbatte furiosamente contro la barriera.

Ogni colpo percorre la superficie della protezione, facendola vibrare, ogni colpo dà delle fitte alle braccia di Lurue, innescando anche la ferita al fianco. Le sfugge un singhiozzo frustrato. Non riesco a farcela da sola.

“Cala la barriera. Fidati.”

Sposta lo sguardo sul ragazzino al suo fianco, gli occhi azzurri la scrutano nervosi.

Deglutisce, fissa la diva. Il viso dolce è sfigurato da rabbia e sofferenza.

Devo fare sempre affidamento sugli altri per riuscire a proteggere qualcuno?

Lurue ritrae le mani, lo iuxx che fa dà muro tra i tre si dissolve. Le unghie della diva stringono le sue braccia, lacrime scure e viscose scorrono sul suo viso. Apre la bocca, tossisce, macchioline nerastre sporcano il vestito bianco. Non è normale trovarsi in questo stato anche per un’emersa, cosa le sta succedendo?

Stringe i denti, il ragazzo ha afferrato il lato di una libreria, lo tira verso la diva. Lurue porta le mani verso il ventre della diva, genera una piccola sfera tra le dita e la lascia esplodere. Il corpo della giovane viene lanciato indietro, una cascata di libri seguita dallo scaffale la sommergono.

Lurue respira affannata, il dolore al fianco è aumentato o forse lo sentiva meno in quel momento di adrenalina.

“Stai bene?”

Il ragazzo sta fissando la macchia rossa sul vestito. È ancora in piedi, forse è meno grave di quello che sembra. “D-dovrei chiederlo io a te.”

"...onesto, sono abituato a vedere questo posto distrutto."

Ripensandoci la libreria aveva un telo al posto della vetrina, chissà cosa accade abitualmente in quel posto.

Il ragazzo si avvicina. "Dovremmo fare pressione su quella ferita, credo?"

Lurue stringe la mano al fianco, inspira. “Non c’è ne bisogno. Posso curarmi, credo.”

"Credi..." Il ragazzo tentenna. "...abbiamo un kit del pronto soccorso dietro il bancone."

La pila di libri trema, i due sussultano. Un’ala nera da pipistrello emerge e si spalanca, lo scaffale vola dall’altra parte della stanza frantumandosi contro la parete. La diva emerge, anche se ben poco di lei è riconoscibile: scaglie nere coprono parte del suo viso, liquido scuro scorre dagli occhi e dai lati della bocca semiaperta, le braccia tremanti sono ricoperte di una patina dello stesso colore e concludono con grosse zampe provviste di lunghi artigli, la singola ala nera sembra esserle cresciuta sotto la pelle della schiena, sfondandola per uscire, la coda sottile è diventata più spessa, la punta affilata si è gonfiata somigliando ad una mazza chiodata. Un suono a metà tra un urlo disperato e un ruggito esce dalla bocca della diva. La coda scatta in avanti.

Lurue viene spinta di lato, il ragazzo viene colpito in pieno stomaco, sparisce nell’ala interna della libreria. Indietreggia terrorizzata, mani in avanti pronta a erigere la barriera contro quella cosa. La bestia fa un passo, altre scaglie ricoprono la pelle graffiata, le gambe si piegano per il peso insostenibile, gli artigli scavano nel pavimento all’impatto. Un singhiozzo le arriva alle orecchie. La diva alza lo sguardo, stringe e riapre gli occhi sofferenti, essi continuano ad alternare il verde acqua e il viola nelle iridi. Ringhi strozzati le escono dalla gola. Il senso è incomprensibile, ma il labiale le è in qualche modo chiaro.

Aiutami.

Lurue stringe una mano al petto, indietreggia. È diventata un mostro. La diva scava con gli artigli, si trascina verso di lei, le sta chiedendo aiuto. Fa male guardarla, le fa pena. S’impone di non indietreggiare ancora, non deve abbandonarla.  La diva colpisce con forza a terra, spuntoni di cristallo emergono in fila puntando verso di lei, li evita gettandosi di lato. Non ho le capacità per farla tornare come prima. Forse posso metterla a dormire, aiutare Hisako a far tornare in sé Myra, e forse lei saprà cosa fare.

L’urlo di dolore della diva le fa rigirare lo stomaco, alza le mani verso di lei. Sono troppi ‘forse’.

“Resisti.” Una cosa alla volta, prima di tutto rendiamola innocua.

 

Hisako vola al di fuori della libreria. Mi ha acchiappata al volo, Myra è delicata, non ce la farebbe… credo, potrebbe usare la magia per aiutarsi. Volteggia un paio di volte in aria per atterrare con i piedi contro il muro, alza lo sguardo: la falsa Myra scavalca la vetrina distrutta, alza la mano e genera una patina cristallina che copre l’intero edificio. Ci ha pure divise, cappio.

Spinge con le gambe, incrocia le braccia davanti al viso le avvolge con lo iuxx. Sfondo te e la tua barriera!

Schizza in direzione della falsa Myra, quella alza la mano, una serie di barriere si frappongono tra loro due.

…LE TUE BARRIERE!

Colpisce la prima difesa, crepe luminose la ricoprono e cade in pezzi subito dopo. Si dà una spinta ulteriore, la seconda cede. Fissa la ciarlatana, le rivolge un sorriso canzonatorio. Ora vedi. L’ultima barriera inizia a incrinarsi, Non-Myra alza il braccio, la copia del seme di Shinka si leva in alto, un istante dopo, si abbatte tra le sue scapole.

Hisako viene schiacciata contro il pavimento, si sente afferrare la collottola.

“Volevi arrivare alla barriera? Accontentata.”

L’aria le sferza il volto, caccia un urlo, tira una facciata contro la parete cristallina. Guarda attraverso il cristallo. Lurue si trova seduta contro il muro, un’altra ragazza inginocchiata davanti a lei la tiene per i polsi.

Cosa sono queste scene da novel eroge!?

“Ora riprova da sola.” La ciarlatana la scaglia indietro, sbatte per terra e rotola. Pianta una mano sull’asfalto, stringe il pugno e lo batte per terra mentre si rialza. “Non hai azzeccato un colore di quelli della vera Myra, UNO!”

Non-Myra si guarda gli abiti volteggiando sul posto. La terza dannatissima barriera segue i suoi movimenti. “Almeno i miei colori stanno bene insieme, Rosa-su-rosa…” Alza una mano e se la appoggia sulla guancia. “Sei un confetto, tesorino, ma non preoccuparti, tra poco ti sistemiamo, perché sto per farti nera,” canticchia.

“Non parlare come la dogga di Myra! Sei pure OOC!” Hisako corre in avanti, stringe i pugni e carica lo iuxx, spara due sfere rosa che vengono deviate dalla copia del seme, la barriera si alza.

Ah-HA! Ora ve-

Il ceffone dell’imbrogliona la stordisce per un secondo.

“Mi hai dato uno schiaff-!?” Il malrovescio le centra l’altra guancia. Le pizzicano gli occhi. Oggi non è giornata? Chi voglio prendere in giro, quando mai è giornata per me?

Vede la mano della donna abbassarsi, salta all’indietro, il seme fasullo si schianta contro il terreno, pezzi di asfalto schizzano in ogni direzione. La dannata barriera torna a proteggerla.

Non è Myra, ma sa cosa sta facendo. Guarda verso la patina. Spero che Lurue se la stia cavando.

“Ma come? Ti stai arrendendo di già?”

“NON METTERMI FRETTA!” Allarga le braccia, le allunga di fronte a sé inarcando le dita, accumula lo iuxx al loro interno. “Lycoris Flowering!” Apre le mani, una miriade di petali di luce si abbattono contro la terza barriera distruggendola. L’imbrogliona spicca un salto in alto, afferra il seme di Shinka in aria, dal globo si allunga un’asta di energia, un lato della sfera si appiattisce, da quello opposto una serie di radici luminose si stendono per alcuni centimetri.

Hisako sgrana gli occhi. “No… Il Guardiano!” Non è una cosplayer scadente, quella è Myra! Caaaaappio!

Myra afferra il martello con entrambe le mani e sferra una martellata verso di lei. Schiva con un salto indietro, l’onda d’urto dell’arma le spazza le gambe, scansa una facciata piantando le mani a terra, si spinge di lato evitando un altro colpo, l’energia rilasciata dall’arma la sbalza indietro. Si rialza in fretta, unisce le mani e punta la sfera d’energia verso l’avversaria. Ancora viva first try, wow.

Myra si mette il martello sulla spalla tenendo l’impugnatura con entrambe le mani come un ombrello. Ridacchia. “Sembra che ti sia crollato il mondo addosso.”

Hisako trema di rabbia. “Non puoi essere davvero Myra. Ma quello è il martello.”

Non hai pensato che potrebbe esserci un'altra la spiegazione?

Si guarda attorno. Vicino alla barriera Lapis si sta rialzando da terra, la guarda tenendo un dito sulla tempia.

Spiacente di toglierti l’idea eroica di smascherare una faker, ma quella è la vera Myra.

Fissa il martello, poi la donna che lo impugna. Come ha già notato prima, gli abiti e gli accessori sono tutti come quelli della vera Myra, ma i colori sono tutti più scuri, tendenti al blu, la stessa acconciatura è passata da un rosa ad un lilla tenue.

Rimane con le mani puntate verso di lei, in attesa del suo prossimo movimento. Come la fermiamo?

Sai, credo che il problema non sia come la fermiamo, ma come la superi per sfondare questa parete che ci tiene lontani da Pera. Hai notato che si limita ad allontanarti?

Fa una smorfia. Allontanarmi non sapevo significasse ‘sbattermi contro di essa’. Rimane in guardia, Myra non dà segni di reazione. Forse si sta davvero limitando a tenerla lontana. Se dovesse affrontarmi sul serio probabilmente sarei una gemmina adesso.

Hisako fa un passo in avanti. Una sfera d’energia si genera ai piedi di Myra, stringe la presa sul martello e la colpisce. La sfera schizza in sua direzione lasciando una scia dietro di sé tanto è veloce, caccia un urlo di panico, la sfera le passa accanto. Si tappa la bocca con la mano. Mi ha mancato. Fissa Myra, l’elfa gonfia una guancia, arriccia appena il naso. E non lo ha fatto apposta, mamma mia che carina.

Simpa dopo averla superata grazie. Guarda Lapis, ha unito le mani davanti a sé ed ha fatto un cenno con la testa.

Myra ritira indietro il martello, un'altra sfera d’energia si genera ai suoi piedi. Schizza nuovamente di fianco ad Hisako.

Davvero non riesce a colpirmi? Sono ferma!

…Myra non ha mira, lol. Abbiamo un punto debole, solo che non ci aiuta nella nostra situazione. Se ti avvicini è più facile che abbandoni la distanza e puoi trasformarlo in un inseguimento magari.

Idea! Fa un passo in avanti. “Ok, non sei la vera Myra, lei non è così scarsa.” La donna stringe gli occhi, stacca la presa con una mano e la stende verso la sfera, lo iuxx fluisce in essa ingrandendola.

Oh. Ed è così che mi freg-

La sfera la centra in pieno, per un istante prova nuovamente la sensazione di andare a fuoco. Poi dei mattoni si sgretolano contro la sua spina dorsale, finisce sbattuta contro un divano di un salottino. Lo schienale si piega, la seduta s’impenna e cade all’indietro, Hisako si trova la visuale ostruita dalla sua gonna.

“Come hai fatto a farla arrabbiare così presto?”

Hisako riconosce la voce irritante. Ingoia la risposta e si mette in una posizione dignitosa. “Dov’eri finita dogga!?”

Inui passa una mano sulla cinghia del borsone che tiene sulla spalla. “Questioni per Yelena.” Lancia un rapido sguardo verso un angolo della stanza, quando si volta non vede nessuno. “Mi spieghi che succede?”

“Chi?”

“Sempre la guardiana. Quella che ti ha dato i poteri, sai.”

“Ah, Questgiver.”

Hisako, sei viva?

Immagina tenere conversazione con due persone contemporaneamente. Hisako si tira su. “Qualcuno ha preso il controllo di Myra e quel qualcuno sta puntando a Lurue.” Viva e ho trovato la dogga.

Inui spalanca leggermente gli occhi. “Ah. Quella gente non rimane morta.”

“Eh?”

Inui sventola la mano davanti a sé. “Lascia, perdere. Abbiamo un’elfa da ricalibrare cognitivamente.”
Hisako sbatte le palpebre, scuote la testa. “Eh?”
“Botta in testa.” La supera, s’infila nel buco della parete.

Come pensa di dare un colpo in testa a qualcuno di così… perfetto?

Un paio di urli provengono dalla strada esterna. Hisako si precipita fuori dall’edificio.

Lapis atterra rovinosamente a pochi passi da lei, slittando contro l’asfalto, piccoli frammenti di iuxx formano una scia dal punto in cui ha impattato contro il terreno fino a dove si è fermata. Fa un movimento strano ma fluido con il quale si mette in ginocchio, la fissa. “Questo è il motivo per cui non uso gonne, me le potrei solo sognare queste cose.”

Inui si avvicina e la tira su per un braccio. “Qualcuno sa usare le barriere quando servono.”

Hisako sente una fitta. Sento che era una frecciatina. Si mette davanti a loro fronteggiando Myra. “Avete idea di come fare a colpirla?” Hisako sussulta. Aspetta, so benissimo cosa fare invece! È quel genere di momento!

Cammina a passi lenti verso Myra, mette una mano al petto.

“So che puoi sentirmi.”

La guardiana di Shinka inclina la testa di lato perplessa.

“Sei sempre stata una fonte d’ispirazione per me.” Una sfera di energia le schizza a fianco, Lapis caccia un gridolino alle sue spalle. “L’eroina che salva tutti con modi eleganti e un sorriso che illumina le nostre vite.” Quel ghigno non è assolutamente da te.

“Sei sincera, innocente, ti impegni tanto per noi anche se non siamo una tua responsabilità.”

Myra abbassa il martello, sembra sconvolta. Hisako avanza.

“So che qualcuno sta cercando di usarti, ma la Myra che conosco non glielo permetterebbe.”

Nessuna reazione, respiro regolare, si ferma a pochi centimetri dalla prima voragine lasciata a terra dallo scontro. Hisako stringe i pugni. “Torna a essere la nostra Myra!”

Silenzio per la strada, il tempo sembra dilatarsi, il cristallo colpito dal sole emette riflessi colorati contro l’asfalto. Probabilmente la rifrazione non dovrebbe funzionare così, ma è magia di Myra, tutto è plausibile.

Una risatina tenue spezza la calma, Myra poggia il dorso della mano sulla bocca, la risata diventa squillante e fragorosa.

“La Myra che conosco… cosa sai di me tu?” L’elfa avanza verso di lei. “Mi hai mai parlato davvero? Hai idea di cosa significhi essere me?”

Hisako stringe i pugni, le tende la mano. “Allora lascia che ti conosca davvero.”

Myra impugna il martello nervosamente. “Conoscerai il Guardiano prima,” canticchia e scatta verso di lei.

Le trema la mano tesa, vedere il suo idolo in quella versione malvagia è un dolore per una fan, ma per quanto possa essere una persona fantastica anche lei può essere tormentata da qualcosa anche se non lo dà a vedere nella quotidianità. Mi chiedo cosa la turbi tanto.

Il martello cala verso di lei, ignora le voci di Lapis e Inui che la chiamano, piega la schiena in avanti, slitta il piede e avanza, apre le braccia e stringe Myra. L’arma cade alle sue spalle.

Hisako appoggia la testa al suo petto, preme le mani sulla sua schiena, lascia che il suo iuxx avvolga entrambe.

Ricorda di aver letto su un forum che il giglio ragno è un fiore che cresce vicino ai cimiteri, si dice che guidino i morti fino alla prossima reincarnazione. Non capisco ancora se sia appropriato o no come nome. Sono fiori legati alla morte, fa strano una maghetta legata alla morte. Ma il nostro compito è recuperare gli einheri per dare loro nuova vita in futuro. Sì, ha senso.

Lo iuxx si espande. Maghetta moment, pls funziona!

Due mani le carezzano la testa e la schiena. Alza lo sguardo. Gli occhi color galassia la fissano addolciti.

Hisako singhiozza sorridente. Colori giusti! I placco-abbraccio non falliscono mai. “Bentornata.”

Myra socchiude gli occhi, accenna un sorriso confuso. “Son felice di essere tornata… da dove però?”

 

Si sente staccare dal suo idolo, un paio di orecchie da canide si piegano nervose. “Non c’è tempo adesso. Tira giù quella cavolo di barriera.”

Hisako tende una mano verso la felicità rubata. Myraaa.

Inui le afferra il polso e la tira verso la libreria. Lapis rallenta e affianca l’elfa, parlano tra loro ma la sua mascotte ha un passo rapido anche se la sta trascinando, è già troppo distante.

Lapis un giorno ti sfascio, smettila di rubarmi l’identità.

L’infame si volta verso di lei, le fa un sorriso. Sai che siamo ancora collegate si?

Meglio, staccati e raggiungici. Ora.

Coda laterale distacca una Myra spaesata con una corsetta, la affianca. “Cambiando discorso, sai che solo i gigli ragno rossi hanno significato legato alla morte, si?”

Hisako singhiozza. “Quando l’ho scelto puntavo a quello bianco, non pensavo che fosse quello rosso il più

facile da trovare.”

“Nerd dei fiori.”
“Non rompere.”

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Capitolo 15
*** Non è che l'inizio! ***


Myra abbassa la barriera attorno alla libreria, un ruggito le sferza il volto e scuote i capelli. Hisako salta oltre la vetrina sfondata: Lurue è a terra a braccia spalancate e lo sguardo terrorizzato. La creatura sopra di lei ha le zampe premute contro le sue braccia, riconosce in essa la tizia che ha visto prima aggredirla. O meglio, qualcosa di quel volto coperto di scaglie e le corna asimmetriche gliela ricordano.

L’aria al suo fianco viene sferzata, il seme di Shinka schizza verso la bestia e la colpisce in pieno volto spedendola contro uno scaffale. Il ripiano si spezza, i libri volano giù, uno di essi viene infilzato dal corno affilato della bestia.

Myra inspira a denti stretti. “Ups.”

Hisako sussulta. Myra cos’era quel suono? Non era elegante come tuo solito!

Scuote la testa, corre da Lurue, si china su di lei. “Dimmi che sei viva.”

Lurue apre un occhio sofferente “A-ay.”

“Era un ‘ay’ per dire sì o un ‘ay’ in senso di ‘ahi che male’?”

Gli occhi le cadono sulla ferita al fianco. Protip: guarda un ferito prima di chiedergli la sua situazione.

Avvicina la mano, lo iuxx fluisce dal suo palmo al taglio. Lurue caccia un gemito. “Per fortuna siete arrivate. Ho cercato di fermarla, ma non ce la faccio da sola.” Abbassa lo sguardo. “Non sono un granché come eroina.”

“Siamo in due.” Hisako aumenta l’intensità del flusso, lo iuxx rosato ricuce l’abito. Almeno ha la barriera attiva. “Ma facciamo un po’ meno schifo insieme.”

Gli occhi di Lurue s’illuminano. “Un passo avanti…”
“Mi stai giudicando?”

“Parlavo di me stessa.” Pigola.

Lapis le raggiunge. “Ok il momento carino e tutto, ma forse dovremmo spostarla più lontano del paio di metri che abbiamo da quell’affar-“

La coda sfonda la montagnetta di libri e si dirige verso Hisako. Si abbassa appena in tempo, la sfera chiodata si abbatte contro Lapis che sparisce verso l’interno della libreria.

Lurue alza una mano. Una barriera giallognola si frappone tra loro e la coda che inizia a sbattere insistente contro di essa.

Qualcosa riscalda l’aria, si guarda alle spalle. Myra stringe gli occhi, inarca le dita dietro il seme di Shinka, il quale è diventato rosso e fiammeggiante.

“Oh no.”

Il seme traccia una scia rovente e si scaglia contro la catasta di libri dove si trova la diva. Le lingue di fuoco e la piccola esplosione avvolgono i resti del mobile e le pagine dei volumi. La stanza è bollente, le fiamme le crepitano nelle orecchie. Myra stende la mano e stringe le dita. Il seme scoppia come una bolla di sapone, le luci al suo interno schizzano verso il basso e si piantano nella pelle della diva. Il mostro si agita senza risultato.

Meno male che c’è Myra. Hisako torna a concentrarsi sulla cura. Lurue ha ripreso colore, gli occhi sono più presenti. Sono io il support, cappio.

Un tonfo le fa alzare lo sguardo. Myra impugna il Guardiano, si avvicina alla diva.

Lurue afferra il polso di Hisako, la guarda sofferente “N-non permetterglielo. Non è cattiva.”

Storce il naso, biblioteca distrutta da prima che Myra lanciasse quella sfera di fuoco, Lurue a terra con un buco nel fianco, l’aspetto di un palese emerso. No, non era assolutamente colpa della diva.

Le poggia una mano sulla testa e le carezza i capelli. “Ma sei scema?”

Lurue si tira su a sedere. “Myra fermati!”

La guardiana rimane ferma con il martello sopra la testa, ruota il busto. “Si?”

“Puoi… non renderla una frittella, per favore?”

L’arma si abbassa. “Piccola, lo so che ti dispiace per lei, davvero. Ma guardala, il suo einheri è in uno stato critico. L’unico modo per cessare la sua sofferenza è che torni alle stelle.”

Lurue cerca di alzarsi, Hisako la accompagna nella salita e per sicurezza la tiene per un braccio.

Sto davvero diventando la crocerossina della squadra.

Lurue cerca lo sguardo del l’esterna che le ringhia spaventata. “Non so cosa sia un einheri, ma Hisako dice che le maghette salvano le persone.”

Per un istante Myra s’irrigidisce.

“Se la guardo negli occhi sento che c’è ancora una persona lì dentro.” Continua Lurue, la dea abbassa il martello, si china sulla creatura esanime.

“Insomma,” esordisce Hisako “Siamo maghette, se non li facciamo noi i miracoli chi li fa?”

Il Guardiano cade a terra, i passi di Myra sono l’unico suono assieme al crepitio delle fiamme. Si ferma davanti al mostro, s’inginocchia accanto a lei, avvicina una mano esitante, l’espressione giocosa che contraddistingue la sua eroina è svanita: occhi ben aperti, concentrata sulla creatura alla quale si sta avvicinando con misurata lentezza, quasi fosse un rituale. Le sue labbra si muovono, piccoli petali di loto le volteggiano attorno. Hisako rimane a fissarla incantata. “Guardiana aiutami”

La mano di Myra si appoggia al petto dove le scaglie hanno strappato parte dell’abito della diva, inarca le dita e le affonda.

Il ruggito si diffonde per la stanza, la bestia viene scossa dalle convulsioni ma rimane inchiodata a terra dalle luci. La guardiana affonda la mano ulteriormente, la diva si blocca, le urla umane si mischiano ad i versi da mostro.

La sta facendo fuori? Dopo che le abbiamo detto di provare a salvarla?

Hisako si alza, si avvicina alla bestia dilaniata dal dolore. Myra la anticipa, alza l’altra mano tremante, ha le labbra semiaperte con i denti stretti, uno degli occhi minaccia di chiudersi del tutto.

“M-mi serve aiuto.” Le braccia le stanno tremando per lo sforzo, sposta lo sguardo su di lei. “Posso chiederti di salvarmi di nuovo, mia eroina?”

AHHH! MI HA DATO DELL’EROINA! Frena il simping, sei Lycoris per ora, sii maghetta.

Hisako le afferra la mano. Lei sa cosa fare, ha solo bisogno di più iuxx per farlo, e lei è diventata una maestra a trasferire iuxx.

Una mano si appoggia sulla sua spalla e su quella di Myra. Persino Lurue ha capito a che plot point siamo.

Si concentra, lo iuxx scorre come sempre, uscendo dalle sue mani e donando nuova forza alla guardiana.

Un’altra mano si poggia sulla spalla libera di Myra, la mantella bianca con i bordi dorati gliela sfiora.

Persino la Questgiver è apparsa dal nulla per dare una mano. Siamo al finale di stagione.

Si volta di spalle. Inui rimane a fissare la scena a braccia incrociate.

Tutti qui tranne le dogghe. Ma la mia non ha una giustificazione.

Myra estrae dal petto del mostro una gemma sbozzata striata di viola. Questgiver allunga le mani e le posiziona ai lati dell’einheri il quale inizia a ruotare frenetico sul palmo di Myra. Le striature viola scompaiono, la gemma brilla di azzurro.

“Ce l’abbiamo fatta!”

Le dita di Questgiver tremolano. Hisako abbassa lo sguardo, la diva torna lentamente al suo stato originario: gli arti deformati si restringono riprendendo una forma anatomica umana, l’ala e gli artigli si sgretolano in polvere nera. Della coda e delle corna nemmeno l’ombra. Che fossero un primo stadio della degenerazione dell’einheri?

A guardarla bene non sembrava affatto la diva, la sua figura è più… “sottile” nelle proporzioni, il rosa scuro della lunga chioma selvaggia ha lasciato posto a un lilla, il volume dei capelli è notevolmente ridotto, è tanto se le raggiungono la schiena.

…Quando sono diventata così iperdettagliata nel guardare le ragazze? Influenza da maghetta.

“Chi è ‘sta tipa quindi?”

Lurue deglutisce. “Lei è la ragazza che ha capito chi sono.” Avvicina la mano al braccio della diva. “È fredda.”

A guardare bene c’è un altro dettaglio che avrebbe dovuto notare subito: non respira.

Myra toglie la mano da sotto l’einheri, rimane sospeso tra le dita di Questgiver.

“Ehm… Non lo rimetti giù?”

Yelena sussulta. Si era distratta mentre purificava qualcuno? Poco professionale.

“A-ah. Si.”

Un orecchio le si scalda. Ma che-? Si volta di lato, una piccola fiammella viola e nera le passa davanti agli occhi per fermarsi in mezzo al gruppo. Myra cerca lo sguardo di Questgiver.

“Oh no.” Yelena afferra un lembo della mantella, ritira la mano con l’einheri al petto e mette il tessuto a protezione.

Myra alza una barriera.

Aspe si stanno difendend-?

La fiamma in mezzo a loro esplode, una coltre di fumo impatta sullo scudo giallognolo che Lurue ha piazzato davanti a loro.

…Sono io la gamer, non dovrei avere riflessi migliori?

Myra caccia un gemito dolorante, subito dopo Questgiver sussulta. “Figlio di-”

Hisako si alza in piedi, dal fumo schizza fuori la figura di un ragazzo, capelli neri spuntano dal cappuccio calato sugli occhi, la giacca a vento nera non ha nulla che le suoni di “magico” o da “nemico della Guardiana.” Tiene in braccio la diva, con un salto raggiunge la vetrina sfondata e la scavalca. Si guarda alle spalle. Occhi viola la fissano.

Come non detto, quelli non sono normali.

Hisako stringe i pugni, sfere di iuxx si generano attorno a essi, le scaglia. “Fermo anime character!”

Le fiamme avvolgono il ragazzo, lo iuxx del suo attacco viene dissolto a contatto con esse. Il fuoco continua a turbinare fino ad avvolgere la figura per poi dissolversi e non lasciare traccia né del ragazzo, né della diva.

Il fumo sparisce. Myra si sta rialzando da terra, Questgiver è stesa, fissa verso l’alto. Si mette le mani sulla faccia, urla frustrata.

Lurue si guarda attorno, trema. “Dov’è la diva!?”

Yelena urla di nuovo.

Hisako prende il volo e si dirige verso l’esterno. Si sfaccia su un muro invisibile appena fuori dalla vetrina. Mette i piedi per terra e preme le mani sul naso. Ma ci state prendendo gusto!?

Inui scende dalle scale. “Ha piazzato barriere anche al piano di sopra, il bastardo.”

Il Seme di Shinka colpisce la parete traslucida, e rimbalza via. Myra sgrana gli occhi.

“Non disturbatevi, potrebbe già essere finito ovunque.” Yelena si mette a sedere. La guardiana di Shinka le poggia le mani sulle spalle. “State bene?”

“No. E non darmi del voi per favore.” Prende la mano di Myra e si tira su. “Conosco quel- cane. La ragazza starà bene.”

Hisako stringe i pugni. Le due donne diventano macchie di colore che fatica a distinguere. La voce di Lurue è allarmata, la stanza ruota fino a diventare una serie di linee incomprensibili. Sbatte la spalla e chiude gli occhi.

 

Pressione sulle mani, dolori sparpagliati un po’ ovunque, vociare preoccupato. In qualche modo i bip dell’elettrocardiogramma è la cosa che la urta più di tutto.

Quindi io respawno all’ospedale. Capito.

Apre gli occhi. Kira le stringe una delle mani, la tiene appoggiata sulla sua fronte, sta singhiozzando silenziosamente, le labbra si muovono ma non sente cosa sta dicendo. Tanto glielo ripeterà quando la vedrà cosciente, o peggio, a casa da sole.

Inui le tiene l’altra mano, le osserva il palmo ma non sembra avere un’espressione diversa dal solito. Quando sente il suo sguardo, gliela lascia e tossicchia. “La scema è sveglia.”

Kira stacca una mano dalla sua, si asciuga frettolosamente gli occhi. “Preferivo quando fingevi i mal di stomaco per saltare i compiti a questo.”

Per favore, la mia maestria nel bigiare scuola non viene da doti attoriali, viene dal mangiare di proposito cose che mi fanno male… Non è il caso di dirglielo.

“Nemmeno a me piace svegliarmi in un letto che non sia il mio.”

Kira inspira profondamente. “Scema.”

“Si sono io.”

Si guardano per qualche secondo prima di sghignazzare.

Inui si allontana verso l’altro lato della stanza. Il letto di Lurue è piazzato di fronte al suo, accanto alla sua partner ancora dormiente c’è un uomo alto e largo che le accarezza la testa. Rivolge uno sguardo truce a Myra seduta dall’altra parte della branda. La giovane gli sta parlando facendo qualche lieve cenno che le dà nuovamente quell’aria elegante smarrita della mattina precedente.

Eh si. La mia dea è tornata.

Si guarda attorno, nemmeno l’ombra di Kaho o del suo alter ego dogga. O di Lapis. Che pacchia.

“Inui mi ha detto tutto. O meglio la Guardiana mi ha detto tutto.”

Hisako sbatte le palpebre confusa. “Chi?”

Kira rotea gli occhi. “Questgiver.”

“Ah! Dov’è?”

Inspira. “Aveva da fare. Doveri da dea.”

A giudicare dall’espressione è ancora scossa dall’aver incontrato una divinità. Una divinità che ha reclutato la sua sorellina per combattere il male. Sorellina che è finita due giorni su due all’ospedale. Avessi il suo autocontrollo. Hisako mugola. Cosa sta aspettando a chiedermi di smettere?

“Senti.” Kira le stringe la mano, le dita le tremano. “Sei davvero certa di voler continuare a fare questa cosa? Voglio dire, la dea potrebbe scegliere qualcun altro se volessi tirarti indietro.”

Fissa sua sorella. Ha solo paura che ci lasci la pelle sul serio. Inspira. “Basket. Teatro. Atletica. Pianoforte. Disegno.” Deglutisce. “Mi sono tirata indietro abbastanza.”

“Nessuna di quelle cose ti ha fatto rischiare la morte.”

Hisako si passa la lingua sulle labbra nervosamente. “Perché non ti ho mai raccontato dell’incidente col cavallo.”

“SAPEVO CHE NON POTEVI ESSERE STATA COINVOLTA IN UNA RISS-” Kira tossicchia, rilassa le spalle. Guarda dietro di sé. Myra e l’uomo armadio si sono voltati verso di lei con un dito sulle labbra. Mormora un lieve “Scusate”.

Myra attacca uno sticker a forma di stella all’interno della porta della stanza. Questo s’illumina, si sentono imprecazioni colorite mentre Yelena esce di lì.

“Love ya” Sbatte l’anta alle spalle.

“Hai fatto arrabbiare Selene?” Domanda Myra.

“Divergenze di opinioni.”

Hisako stringe gli occhi. È sempre stata così evasiva?

La mano che Kira le sta tenendo trema. Le si avvicina con il viso al suo.

“Ho appena visto la dea entrare da una porta magica? Ok ha senso. Aspetta-” Si allontana con il volto e la scruta. “Perché ho collegato adesso che la senzatetto del parco è la dea!?”

“Non mi piace quel soprannome!” Yelena tossicchia. “Volevo…” Si volta verso Lurue, Roland le accarezza la testa, ma è palese nei suoi occhi che sta rivivendo qualche tipo di trauma.

Hisako soffoca una risata. Lurue potrebbe essere ottima per la pet therapy.

“Non mi aspettavo che ci fossero i genitori presenti.” Afferma Yelena toccandosi la spalla, la mantella bianca dai ricami dorati le appare addosso. “Lo renderà più ufficiale.” Guarda le due. “Hisako, Lurue…” Si gratta la testa. “Sapevo che avrei dovuto prepararmi un discorso. Il punto è che siete ufficialmente parte delle mie maghette. Eravate in prova. Hisako non mi dava particolarmente fiducia.”

“A me non la dà tutt’ora.”

Hisako si volta verso la finestra. Inui è in forma canetto in piedi sul letto vuoto.

Il padre di Lurue si è irrigidito. Continua ad accarezzare la sua testa.

La porta si spalanca con violenza, picchia in mezzo alle scapole di Yelena che si piega a terra, geme.

Karma.

Il viso di Lapis si affaccia dentro la stanza. Un vistoso bendaggio le fascia la testa. “Mi son persa la nomina?”

“Non sei rilevante al momento, torna a riposarti.” Le mani di Kaho la afferrano per la vita e la ritirano fuori dalla stanza.

Myra si avvicina alla dea e la aiuta a tirarsi su. “Per festeggiare la vostra promozione vi suggerisco di prendervi un periodo di pausa, ci occupiamo Chaser, Polaris ed io del tizio nero.”

Hisako si tira su a sedere. “Ma io posso tornare in un giorno.”

Soffoca un gemito quando Kira le preme il braccio sul petto.

“No, non puoi.” Ribatte.

Myra agita un dito. “Niente iuxx per guarire più in fretta. Non è sano farlo di continuo.”

L’ultima parte di frase viene detta con un tono di voce più alto.

“Non mi pento di niente!”

Era la dogga di Myra. Sta origliando? Stalker.

“Possiamo venirvi a trovare anche se stiamo recuperando?”

“Certo che potete! Anzi, dovete! Voglio vedere la mia eroina almeno una volta a settimana.”

Le guance di Hisako si scaldano. Sono la sua eroina.

“Possiamo…” Lurue pigola appena. Gli occhi si spalancano, diventa di un colorito terreo. “…Non vederci in quel luogo?”

Myra sbatte appena le palpebre. “Preferite andare in libreria?”
“Si. Grazie.”

 

“Quindi… posso mettere una carta con lo stesso numero, lo stesso colore o una di quelle grigie?”

“Si, ma la grigia che fa pescare è un’arma a doppio taglio. Primo perché rovina le amicizie, secondo perché esiste il bluff.”

Hisako alza lo sguardo dalla sua mano, guarda Lapis. Usi le argomentazioni per non fartela giocare contro perché sei la prossima, infame.

La mano di Lurue trema, sfiora alternando le carte ai bordi di quelle che ha in mano. E lei ha palesemente il jolly.

Lurue singhiozza. Allunga il braccio verso il mazzo e pesca. “Passo.” Mormora sofferente.

Lapis posa la carta che ha in mano, alza le braccia. “Vinto!”

Hisako chiude le carte come un ventaglio, seccata. “Qualcuno dovrebbe leggere le regole. Ed aggiungere che non vale fare pressione psicologica.”

“Ti stai lamentando perché vuoi la rivincita?”

“…Dai le carte.”

La porta della stanza si apre. Un loro coetaneo dai capelli azzurri arruffati entra, si ferma a guardarle.

Perché mi sembra familiare? Aspetta. Quel colore assurdo!

Hisako punta il dito verso di lui. “Il nerd di classe!”

Il ragazzino si aggiusta gli occhiali. “Dimmi che ti ricordi il mio nome.”

“Ah, non è Nerd all’anagrafe?” Domanda Lapis.

“Mahiro. Ma-hi-ro.”

“Nehhhrd”

Mahiro si massaggia il naso. “Lapis, torna indietro, il medico deve fare i controlli.”

“Ay ay!” Lapis salta giù dal letto di Lurue. “Spiacente, ti ribatto la prossima volta.”

“Fatti un profilo di GC e ti uso per pulire la locanda virtuale.”

“Poco maghetta!” Esclama Lapis prima di uscire.

Continuerà ad usarlo contro di me- Se ne sta andando e non le ho detto del film! “Aspetta Lapis!”

Coda-laterale spunta con la testa dalla porta.

“Appena usciamo andiamo a vedere insieme l’ultimo film di Astral Paladins, quando ci sarà l’anteprima al Lerocon?”

“Cosa ti fa pensare che conosciamo la serie?”

 “Vi conosco da tipo due settimane ma so che non avete visto la cosa più fantastica dell’apparato anime che c’è per ora. Quindi vi faccio recuperare.”

Lurue emette un lieve: “Cos’è un anime?”

Hisako si volta lentamente verso la partner. “No. Sei diventata la base di un genere anime, NON PUOI NON CONOSCERLI!”

Lurue nasconde il viso dietro le sue carte, squittisce.

Gli occhi di Mahiro si sono illuminati, tossicchia. “Quale vuoi fargli vedere?”

Nerd. Sicuro che li aveva visti. “Maratona completa di Astral Paladins” Si volta verso Lurue. “Sarò a casa tua questo week end con gli episodi in chiavetta.”

“Coraggioso da parte tua pensare che abbiano un pc.”

Lapis quando ci si mette è irritante. “Le chiavette si possono mettere anche nei televisori.”

“…Coraggioso da parte tua pensare che abbiano un televisore.”

 “Mi rifiuto di crederci. Va bene, a casa mia!”

 

Note di Mixxo:

 

Kindles era nata come un tributo ad un genere che - per quanto semplice - mi ha aiutato a superare momenti negativi nel corso della mia vita. Che esso diventasse una storia così demenziale (seppur con delle basi "serie") è stato merito di una persona che ha sopportato/supportato i miei deliri nel corso di questi anni, qualcuno che ha creduto in questi personaggi e nelle mie capacità di scrittura più del sottoscritto stesso. Alcor, compare di avventure in questo sito, finalmente sono riuscito a concludere una storia, sii fiera di me.

Ebbene sì, questo era l'ultimo capitolo di Kindles, la storia ha avuto un suo completamento per quel che riguarda le nostre protagoniste: Hisako è diventata ufficialmente una maghetta, Lurue ha delle amiche che imparerà a conoscere meglio. Perché sì, ci sono ancora questioni aperte, ma come suggerisce il titolo del capitolo questo non è che l'inizio. Possiamo considerare Kindles come l'arco introduttivo dell'effettiva saga di queste ragazze. Mi prenderò un po’ di tempo per tirare le somme sulla storia e valutare gli altri protagonisti di cui voglio parlare, in futuro ritratterò sicuramente di loro, ma magari la prossima long toccherà a qualcun altro.

Non mi escludo la possibilità di lanciare a tradimento delle shot più o meno lunghe su Kindles mentre rifletto sulla prossima long, così che non sentiate troppo la mancanza di questi personaggi che spero, abbiate apprezzato. Qualcosa sulla linea di Missing Moments magari.

Ringraziamento d’obbligo va a Tubo Belmont, che ha non solo seguito questo viaggio ma ha anche espresso le sue opinioni, le sue teorie ed ha seppur involontariamente influenzato a suo modo la storia.

Ed ovviamente anche a te lettore che sei giunto fin qui, con la speranza di averti quantomeno intrattenuto con questa storia.

Alla prossima!

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