Steel breeze

di CatherineC94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** My hand's at risk, I fold ***
Capitolo 2: *** Reflecting Lights ***
Capitolo 3: *** 3. I think it's strange you never knew ***
Capitolo 4: *** 4. Andromeda's Prayer ***



Capitolo 1
*** My hand's at risk, I fold ***




Steel breeze

 
“There is a kind of love so filled with rage
that I can’t even look at your face
even as it exists in my mind."
Anna Gurton-Wachter



 

1. My hand's at risk, I fold
Remus Lupin/Ninfadora Tonks


Sono stretti nel piccolo letto da ore e un raggio di luna ricopre la sua coscia destra.
«Prenderai freddo» constata Remus che nelle mente vaglia le diverse possibilità, i diversi problemi che possono accaderle.
Lei non sembra dargli retta, si limita a sospirare leggera e Remus pensa che potrebbe rimanere ore ed ore ad osservare il piccolo ventre rigonfio che si alza e si abbassa ritmicamente.
«Abbracciami» dice Tonks e lui non se lo fa ripetere due volte.
Quando la sua mano la cinge qualcosa scatta dentro Remus e i suoi occhi si perdono in quelli di sua moglie che ridacchiando esclama:«Papà lupo».
Remus storce il muso, la mano che tenta di cogliere il battito del cuore di suo figlio al di là della pelle.
«Che idiozie dici» mormora.
Il preciso istante dopo lo sconvolge e quel rumore, quel potente segno di vita, quella benedizione, lo commuove.
Ancora una volta i suoi occhi si fondono in quelli di Dora e il mondo per quella notte sembra un posto meraviglioso.





 
Note

Non so perchè non mi arrendo, in effetti provo a sperimentare un po' di tutto e chiedo scusa se risulto banale.

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Capitolo 2
*** Reflecting Lights ***




Steel breeze



”Gli amori durano esattamente un momento perfetto, il resto è solo rievocazione.”
Marcello Fois, “Stirpe”




2. Reflecting Lights
Arthur/ Molly Weasley


Arthur ama crogiolarsi davanti al camino, specialmente quando fuori piove e non ha intenzione di uscire. Sprofonda nella sua poltrona preferita, i piedi nelle pantofole e tra le mani della cioccolata calda rimasta nel paiolo.

Tutti dormono finalmente e Arthur concorda che il silenzio sia una conquista immensa in una piccola casa popolata da sette figli irrequieti come la loro.
«Dovremmo aspettare, sai fare subito dei figli appena sposati è un tantino prematuro. Vorrei tanto esplorare, conosci per caso i “Grattapeli”, no aspetta. I “Grattacieli” babbani?» ricorda di averle detto un tempo durante le loro lunghe chiacchierate e lei tutta sorridente ha risposto: « Sai che hai ragione ? Vorrei tanto viaggiare, esplorare il mondo. Sembra così immenso!».
Arthur sospira sorridente.
A quel pensiero il suo cuore ha iniziato a battere emozionato.
La prima cosa che l’ha fatto capitolare è stato il suo sorriso; uno di quelli che non riesci a trovare dovunque, che illumina ogni cosa. Ricorda esattamente la sera che le ha chiesto di fare una passeggiata al chiaro di luna; lei ha stretto gli occhi tutta rossa in viso per poi sorridere entusiasta.
«Ma la sera non possiamo uscire» ha esclamato dopo qualche minuto.
Arthur ha gonfiato il petto.
«Non ti preoccupare, ci penso io» le ha assicurato.
Davanti al lago le ha stretto la mano, emozionato e per ore le ha raccontato tutto quello che sui babbani e sul fatto che siano davvero persone gentili ed interessanti.
«Mi insegneresti a usarlo?» ha chiesto Molly dopo la sua lunga analisi sul funzionamento del tostapane.
In quel preciso istante Arthur ha capito che nessun altro avrebbe potuto eguagliarla; il puzzle della sua vita si è completato.
Ritornato al presente sale di sopra con un sorriso da ebete sul viso e il cuore si stringe quando la trova assopita con i loro figli nel letto grande.
Alla fine riesce a stringerla e a sussurrarle quanto l’adori.




 
 Note.


Forse perchè sogno una cosa del genere, forse.

 

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Capitolo 3
*** 3. I think it's strange you never knew ***


Steel breeze
 
"Fade into you
Strange you never knew
Fade into you
I think it's strange you never knew!"
Fade into you, Mazzy Star
 

3. I think it's strange you never knew
Remus Lupin/ Sirius Black


Nessuno si è mai reso conto che quando Remus sorride sul lato destro del viso spunti una fossetta.
Sirius, in un primo momento ha creduto che l’amico abbia trangugiato così tante brioche di zucca che tutte le molliche rimaste abbiano creato chissà quale effetto ottico.
«Ma quanto mangi, Moony!?» esclama scocciato.
È domenica mattina di un cupo gennaio e sono tutti e quattro stravaccati davanti al camino nella Sala Comune e chissà per quale recondito motivo, nessuno ha spiccicato parola tranne Peter che ha squittito chissà cosa per un bel quarto d’ora.
Remus strabuzza gli occhi interdetto senza sapere cosa rispondere.
Le parole di Sirius sono oltraggiose e quel tono usato è fastidioso; nel mentre è arrossito e James ha iniziato a ridere come un forsennato.
«Ha proprio una fame da lupi, Padfoot!» sghignazza l’amico e via con le risate che non solo lo indignano, ma poco dopo gli riempiono così tanto il cuore che canterebbe di gioia.
«Ho mangiato poco a cena, idioti!» ribatte Remus ma a nulla vale quel rimprovero, perché si ritrova nel bel mezzo di una battaglia di cuscini che non presagisce nulla di buono.
Però la notte stessa, Remus è circondato dalle tende a baldacchino e da pensieri vorticosi.
Nessuno si è mai reso conto che adora sgranocchiare le brioches di zucca, specialmente quando è ansioso; certo, il suo attaccamento al cioccolato è un mito comune ormai, ma le brioches sono su un altro livello.
A quel punto Remus si chiede quanto Sirius in realtà lo conosca più di tutti e a quel pensiero arrossisce di nuovo e serrando gli occhi imbarazzato pensa di essere davvero uno scemo abissale. Forse sta davvero considerando cose assurde che risiedono nella sua vivida immaginazione; la possibilità che Sirius..non ci vuole pensare.
La mattina dopo si trascina al solito posto a colazione e di lato c’è una brioche di zucca.
«B-buongiorno» balbetta.
«’Giorno, Moony» risponde Sirius.


 
Note

Provo a rimettermi in pari!

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Capitolo 4
*** 4. Andromeda's Prayer ***


Steel breeze

“Passiamo accanto a storie e persone che avrebbero potuto cambiarci la vita senza
vederle a causa di un malinteso,
di una copertina, di un riassunto sbagliato, di un atteggiamento prevenuto.
Per fortuna certe volte la vita insiste.”
Valèrie Perrin
 

4. Andromeda’s Prayer
Andromeda Black/Ted Tonks



Andromeda sulle spalle porta un fardello pesante.
Lo sa da quando è nata che ogni cosa è già prevista. Dai suoi genitori, dalla casata dalle sue sorelle che sorridono speranzose ad ogni sospiro che emette.
«Ogni cosa deve andare come sempre».
Sua madre lo ripete come un ritornello; quando lei per caso chiede cosa potrebbe succedere se in realtà il futuro cambiasse e lei decidesse,in effetti, di rifiutare.
«Non sei come quel rinnegato di tuo cugino Sirius. Sei il baluardo della nostra casata» dichiara suo padre e sua sorella Bella annuisce infervorata.
Andromeda pensa che nel mondo nulla sia prescritto; ha letto celermente tutto ciò che ha trovato, a casa, ad Hogwarts e da quello che ha potuto capire ogni essere umano nasce con la libertà di scelta.
A quanto pare lei no.
Lei ama perdersi in lunghi pensieri, che spesso afferrano tristi vette altissime e boschi profondi dove essere libera; la stessa cosa è successa quella mattina di ottobre.
Fuori ancora fa caldo.
Il sole abbraccia tutto, indistintamente. Andromeda sorride e chiudendo gli occhi si bea di quel calore che non ha mai provato fino in fondo.
Poi succede.
Succede che tutto cambia e le carte si mescolano; quindi la sua casa, la sua famiglia e le sue amate sorelle assieme ai doveri scompaiono improvvisamente.
Lo vede.
Il giovane ragazzo sembra così semplice, col sorriso di chi non sa nemmeno perché si trovi in quell’angolo sperduto dell’universo.
«I tuoi capelli, sono davvero splendidi alla luce del sole» le sussurra.
Andromeda non risponde nulla se non fissarlo così profondamente fino a farlo boccheggiare, e codarda scappa via.
Nel petto qualcosa martella scuotendo ogni cosa e lei non sa che fare, come riuscire a salvarsi.
Scappa, perché lo sa bene che non c’è scampo.
Per giorni lo evita in tutti i modi, ma lui la trova.
«Sono Ted, Ted Tonks» le dice.
Andromeda l’abbraccia e chiude gli occhi.

 
Note.

Scusatemiiiiiiiii eccomi!

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