TI DIMENTICHERÒ

di ValeAlcazar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** cap.1 ***
Capitolo 2: *** cap.2 ***



Capitolo 1
*** cap.1 ***


TI DIMENTICHERO" Reggia di Versailles I saloni di Versailles, erano gremiti di cortigiani, intervenuti per prendere parte ad uno dei fastosi ricevimenti dati dalla regina..Nessuno si sarebbe mai aspettato di vedervi partecipare l" algido colonnello delle Guardie Reali, Oscar Francois de Jarjayes, in alta uniforme, conoscendo la poca predisposizione che aveva per questo tipo di festeggiamenti. Oscar, si era recata a corte con il solo scopo, di distogliere quegli infamanti e calunniosi pettegolezzi sul conto della regina, era ormai di dominio pubblico la relazione che la sovrana aveva intrecciato con il conte di Fersen, e che la rendeva impopolare di fronte agli occhi attenti della corte. Oscar, nelle sua veste di ufficiale, aveva invitato M.A a danzare, in modo che quelle chiacchiere scandalose e oltraggiose, che infamavano e minavano la ormai discussa reputazione della regina non trovassero ulteriore conferma. Fersen, anch egli invitato, trascorse l intera serata in disparte..se solo avesse azzardato avvicinarsi alla regina, il fermento di quello scandalo si sarebbe ulteriormente arricchito...Era stato difficile per lui non esporsi troppo, rimanere nell'ombra, restare impassibile di fronte al richiamo del suo cuore, ma non poteva permetterlo, non avrebbe sopportato ulteriormente che la donna che amava più di se stesso fosse esposta a quelle ignobili chiacchiere..Fersen, si sentiva impotente, quell amore impossibile, clandestino vissuto nell'ombra, lontano da occhi indiscreti e indagatori, era divenuto una fonte di sofferenza indicibile per entrambi. In pubblico, non potevano permettersi, neanche di rivolgersi un semplice e banale saluto, uno sguardo, un gesto più lungo del dovuto avrebbe fomentato nuovi pettegolezzi. Fersen, aveva rinunciato a tutto per la Regina, neppure quei quattro lunghi ed interminabili anni trascorsi lontano dalla Francia erano riuscito a cancellare, l' immagine di M.A...Aveva deciso dopo la prima partenza, che non avrebbe più calcato il suolo francese, fu infatti Madamigella Oscar a porlo di fronte al fatto che il suo comportamento esponeva la regina a pettegolezzi, e costringerlo ad un allontamento forzato .Il filo invisibile tracciato e intessuto dalla mani del destino, lo aveva riportato e ricondotto da lei, nonostante avesse lottato vanamente con tutti i suoi sforzi per strappare quel sentimento dall'anima..Quella permanenza in Francia lo stava logorando, le emozioni sopite di un amore celato e nascosto, e la corte pronta a cogliere ogni minimo fallo, lo gettavano nel più cupo sgomento e tormento.. Fersen si congedò dal ballo dando un ultimo sguardo alla coppia danzante in mezzo alla sala. Anche Oscar quasi alle luci dell'alba prese la strada del rientro a Palazzo Jarjayes in compagnia di André. Lungo il percorso ad attenderli vi era il Conte di Fersen, voleva ringraziare il Colonnello che con il suo gesto aveva impedito, in un impeto dettato dai forti sentimenti per la Regina, la prendesse tra le sue braccia per farla danzare tutto il tempo confermando così le voci di una relazione tra loro facendo scoppiare uno scandalo mettendo la stessa Sovrana in pericolo. Per questi motivi, aveva preso una decisione...sarebbe partito per la guerra d'indipendenza americana nel giro di poche ore, senza neanche salutare la Sovrana. Non gl'importava se l'avessero giudicato un codardo lo faceva proprio perché le voleva bene. Doveva allontanarsi dalla Francia e da colei che amava con ogni fibra del suo essere chiedendo a Madamigella Oscar di prendersi cura di lei al suo posto. Partito dal porto di Brest alla volta dell'America, Fersen non riusciva a non pensare a quella donna che dal primo sguardo le era entrata nel cuore e nell'anima. Anche lottando con tutte le sue forze per non cedere a quel sentimento, perché ritenuto sbagliato, non era riuscito a tenerlo nascosto in fondo al suo cuore . Si rendeva sempre più conto che, non sarebbe stato facile soffocare quel sentimento ma doveva riuscirci ad ogni costo. Sperava che la sua amata Maria Antonietta per quella lontananza non soffrisse troppo e auspicava che col tempo avrebbe smesso di soffrire per quell'amore e che lo dimenticasse andando avanti con la sua vita al fianco del Re. La chiglia della nave sfiorava lentamente la superficie cristallina dell'acqua, che alla luce del tramonto appariva come costellata da una miriadi di luci. procedendo nella corsa verso quelle ignote terre oltreoceano...Fersen, avvolto in uno dei suoi mantelli, le mani appoggiate alla balaustra del ponte, si lasciava cullare dal lento sciabordio dei remi, e dalla lieve brezza che spirava dal mare...Il suo sguardo si perdeva all' orizzonte, dove ancora si percepivano in maniera indistinta i lembi di quella terra, sagome che si intravedevano a malapena quasi volesse ancora respirare l' essenza di colei che gli aveva rapito il cuore e l' anima fin dal primo momento che si erano incontrati. "Mi dispiace mia amata averti lasciata senza nemmeno salutarti, ho dovuto farlo. Non avrei avuto il coraggio di partire se avessi visto il dolore e le tue lacrime che avrebbero appannato la luce che hai negli occhi quando mi guardi. Non immagini nemmeno, quanto doloroso sia per me allontanarmi da te e dal tuo amore . Ti ho esposta a troppi rischi rivelando i miei sentimenti. Ti chiedo solo di andare avanti con la tua vita e di dimenticarmi, io proverò a soffocare il mio amore in fondo al mio cuore. Ho chiesto a Madamigella Oscar di prendersi cura di te in mia assenza. Solo lei è la custode del nostro amore e saprà come starti accanto. Addio amore mio." Nel contempo alla Reggia di Versailles la Sovrana veniva informata della partenza di Fersen con il cuore straziato e lacrime che le rigavano il volto chiese che gli venisse consegnato un suo messaggio. Con il cuore a pezzi si chiuse nei suoi appartamenti in preda ai singulti del pianto che gli sconquassava il petto. "Perché? Perché siete partito senza dirmi niente. Non sai quanto mi addolora non poterti più avere vicino, perdermi nei tuoi occhi, sentire la tua voce, stare tra le tue braccia e sentirmi amata...desiderata. La mia vita sarà vuota senza di te in questa gabbia dorata. Tu sei l'unica persona, insieme a Madamigella Oscar, con cui posso essere me stessa, in mezzo a tutti questa gente che mi sta accanto e mi riverisce, solo per avere favori e mantenere i loro privilegi. Ti prego amore mio torna presto sano e salvo non lasciarmi per troppo tempo senza il tuo amore." Trascorrevano i giorni, le settimane. Il lungo viaggio lasciava troppo spazio alla mente del Conte Fersen di tornare con la mente alla donna del suo cuore Dopo poco meno di due mesi la nave su cui il contingente francese era imbarcato avvistava le coste americane e Fersen auspicava che impegnato nella battaglia non avrebbe avuto il tempo di correre con la mente a lei e che con il passare del tempo di riuscire a sopire i suoi sentimenti ancora vividi e forti nell'animo.

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Capitolo 2
*** cap.2 ***


TI DIMENTICHERÒ Seconda parte Territori oltreoceano Le notti scorrevano lente, negli immensi territori oltreoceano, dove la guerra imperversava in cruente e feroci battaglie. Fersen, rientrava con il suo contingente di uomini all'accampamento dove s'intravedevano i fuochi solitari dei bivacchi dei soldati, avviandosi verso la tenda che dato il suo ruolo di ufficiale e interprete era posta accanto a quella del Generale La Fayette. Fersen, provato nell'anima, nello spirito e nel corpo, cercava in quegli attimi di quiete seguenti le battaglie di concedersi un po' di riposo. Era difficile per lui ormai addormentarsi, godere di un breve sonno ristoratore, la mente e i pensieri vagavano lontani, la fioca luce della candela da notte, imprimeva disegnata nell'ombra i tratti di un volto che sempre nitidi assumevano le sembianze del volto della sua amata Maria Antonietta. Durante il giorno la sua mente era occupata nella battaglia, ma nel silenzio della notte non riusciva a non pensarla. Aveva tentato, invano, di non pensare a quelle dolci labbra che arrendendevoli si schiudevano al suo tocco dandogli accesso, al calore del suo corpo tra le sue braccia, che come fuoco vivo ardeva ancora al solo pensiero. Si dannava per non essere ancora riuscito a dimenticare l'ardore che ancora bruciava nel suo petto. A volte si alzava nel cuore della notte e mettendosi al tavolo, dove erano posizionati i piani di battaglia, prendeva carta, penna e calamaio lasciando libero sfogo ai suoi pensieri senza però aver mai il coraggio di far recapitare le missive alla Regina. Sperava che imprimendo sul foglio i suoi pensieri e sentimenti prima o poi si affievolissero *** "Mia amata, sono trascorsi mesi da quando ti ho stretta a me, tra le mie braccia, godendo del tuo amore e perdendomi nei tuoi occhi dove vedevo il tuo amore per me. Spero di cuore che tu non stia soffrendo ancora per la mia mancanza. Io sto cercando di sopire, di nascondere il mio amore, la mia folle passione che ho nei tuoi confronti. La battaglia è cruenta e sanguinosa, l'unico conforto che ho in questi giorni è pensarti. Perdonami se questo mio sentimento è ancora vivido in me Sei il mio raggio di sole. *** Il tempo in terra americana trascorreva lento ed inesorabile senza dare quasi più spazio alla mente del Conte anche a pochi attimi solitari di perdersi nei pensieri e nei ricordi del cuore, anche se ogni tanto rubava tempo al poco sonno che gli era concesso per poter lasciare su quei fogli, che ormai erano diventati il suo unico momento di evasione dalle brutture della guerra. *** Mio raggio di sole, i miei occhi ogni giorno vedono le brutture della guerra. Tanti giovanissimi di tutte le fazioni impegnati in questa guerra, hanno perso la vita e non rivedranno o abbracceranno più i loro cari. Vorrei tanto rivedere ancora una volta il tuo dolce viso e i tuoi occhi che si accendevano e scintillavano nel vedermi come facevano i miei quando ti vedevo. Spero di rivederti un giorno. Sei sempre nel mio cuore mia amata. *** Era trascorso già qualche anno da quando, con molto dolore, era partito dalla Francia per allontanarsi dal suo amore impossibile. Gli scontri in battaglia sempre più ravvicinati e gli scontri corpo a corpo per cercare di liberare il territorio americano dell'occupazione inglese, stavano minando nel fisico i soldati dell'esercito francese al comando del Generale La Fayette, ormai da moltissimo tempo impiegati in quella sanguinosa guerra. La mancanza di adeguato riposo e alimentazione fece sì che alcuni soldati si ammalassero. Anche il Conte di Fersen fu colpito da una strana febbre, impedendogli così di partire per rientrare con il contingente francese per rientrare in Europa. Ricoverato in un letto d'ospedale aveva momenti di apparente tranquillità intervallati a momenti di puro delirio dovuto ai picchi di febbre altissima che colpivano il suo fisico. I medici non disperavano di salvarlo visto la sua tempra forte, ma quando aveva quelle crisi si aspettavano di tutto. Nei suoi febbricitanti deliri, il pensiero andava sempre a lei senza però fare mai il suo nome o far capire a quale donna erano rivolti. *** Mia amata, dove sei? Non abbandonarmi ti prego. Sei il mio raggio di sole di cui non potrò mai fare a meno nonostante tutti i miei sforzi. Ti amo mia Luce. *** Le infermiere che a turno stavano al suo capezzale in quei frangenti cercavano di tranquillizzarlo, dandogli conforto dicendogli che avrebbe rivisto e riabbracciato presto la sua amata. Passarono i giorni, le settimane, i mesi, finalmente il Conte di Fersen uscì da quello stato di febbre che sembrava non volerlo più abbandonare e che aveva debilitato il suo corpo, per questo i medici non diedero subito il permesso per poter affrontare il viaggio, temendo che la malattia lo avrebbe avvolto ancora, durante la traversata, nelle sue spire senza però dargli alcuna via di scampo dovuto anche alle difficolta del lungo viaggio. Dopo aver ripreso del tutto le forze, tornando ad essere quello che era un tempo, finalmente ebbe il nullaosta per poter salpare alla volta dell'Europa. Durante il lungo periodo di riabilitazione Fersen, seppe dalle infermiere che lo assistevano, dei suoi deliri e lì prese la decisione che avrebbe dovuto soffocare il sentimento che provava per la Regina e più trascorrevano i giorni più si rendeva conto che pensava meno a lei, che il sentimento non era più quello quando si era allontanato da lei, ma che era diventato l'amore di un "fedele servitore" al suo servizio. Forte di questa convinzione, ora era anche pronto a ripartire e tornare a casa. Sarebbe tornato a Parigi ma solo perché era partito con il contingente francese e che avrebbe fatto solo visita ai suoi amici Oscar e André senza però necessariamente andare alla Reggia di Versailles, poi sarebbe tornato nella sua madre patria, la Svezia. La traversata che riportava Fersen in Francia, fu lunga ed estenuante, sebbene fosse guarito dalla malattia si sentiva ancora debole per questo trascorreva molte ore della giornata nella sua cabina. Nelle rare passeggiate a prua, Fersen scrutava l'orizzonte, cercando di scorgere i contorni indistinti della Francia. I pensieri vagavano lontano, si perdevano in solitarie meditazioni, ormai credeva che quell'amore che gli aveva fiaccato l'anima fosse un ricordo, che il suo cuore ormai sgombro da quel sentimento avrebbe retto a non presentarsi al cospetto della Regina? Una volta giunto in Francia avrebbe ripreso noncurante la via della Svezia, senza badare a non rivedere più quello sguardo lucente che si posava nel suo? Resistere al richiamo del cuore? Doveva imporsi di farlo, in fondo erano trascorsi anni dalla sua partenza e forse nessuno reclamava la sua presenza in quei territori francesi. La voce di un marinaio lo destò al sorgere dell'alba, Fersen poté vedere nitidamente stagliarsi di fronte a lui le coste francesi, le medesime che aveva lasciato anni prima.

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