Non sarà un'avventura

di Dragon mother
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1^ Capitolo ***
Capitolo 3: *** 2^ Capitolo ***
Capitolo 4: *** 3^ Capitolo ***
Capitolo 5: *** 4^ Capitolo ***
Capitolo 6: *** 5^ Capitolo ***
Capitolo 7: *** 6^ Capitolo ***
Capitolo 8: *** 7^ Capitolo ***
Capitolo 9: *** 8^ Capitolo ***
Capitolo 10: *** 9^ Capitolo ***
Capitolo 11: *** 10^ Capitolo ***
Capitolo 12: *** 11^ Capitolo ***
Capitolo 13: *** 12^ Capitolo ***
Capitolo 14: *** 13^ Capitolo ***
Capitolo 15: *** 14^ Capitolo ***
Capitolo 16: *** 15^ Capitolo ***
Capitolo 17: *** 16^ Capitolo ***
Capitolo 18: *** 17^ Capitolo ***
Capitolo 19: *** 18^ Capitolo ***
Capitolo 20: *** 19^ Capitolo ***
Capitolo 21: *** 20^ Capitolo ***
Capitolo 22: *** 21^ Capitolo ***
Capitolo 23: *** 22^ Capitolo ***
Capitolo 24: *** 23^ Capitolo ***
Capitolo 25: *** 24^ Capitolo ***
Capitolo 26: *** 25^ Capitolo ***
Capitolo 27: *** 26^ Capitolo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Buonasera ragazze e benvenute in questa nuova avventura.
Come promesso, in conclusione di Summer love e Love at first bite, ho iniziato due nuove storie: Land of freedom e questa, Non sarà un’avventura.
Se siete arrivate qui vi ringrazio già e vi invito a leggere il prologo qui sotto.
Spero possiate appassionarvi e che ciò che leggerete possa piacervi… fatemi sapere.
Un bacio e come sempre a presto.
 
 

 
Mi chiamo Isabella Marie Swan e faccio la cameriera in un ristorante italiano del centro.
 
La mia vita è piatta, come l’oceano in assenza di vento.
 
Vivo da sola e non ho animali in casa con me, traumatizzata fin da bambina dal suicidio di quella povera paperetta, comprata in un giorno di caldo afoso, alla fiera del paese: si strozzò infilando il becco tra le sbarre del trasportino, giusto dieci minuti dopo averla portata a casa.
 
Come dicevo, abito da sola da ormai tre anni, da quando ho trovato questo lavoro a Los Angeles.
Il posto è bello e ho fatto amicizia con le colleghe donne del ristorante, tralasciando accuratamente i colleghi maschi: per un po’ di uomini non ne voglio sapere.
 
L’unica cosa che mette brio nella mia triste, monotona vita e anche troppo per i miei gusti personali, è Alice, la mia amica d’infanzia.
Lei ha pazzia, energia e coraggio per me e anche in più da poter vendere.
Ci conosciamo perfettamente e non c’è segreto tra di noi e
da quando, all’età di sei anni abbiamo stipulato il patto di non segretezza, ogni fatto che ci accade diventa subito parte della vita dell’altra.
Se non avessi avuto lei con me, in molti momenti della mia vita, non so proprio come sarebbe finita.
E’ proprio come una sorella anche se in alcune occasioni mi tira certi “scherzi” che vorrei strozzarla.. un po’ come questo che sto per raccontarvi…

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Capitolo 2
*** 1^ Capitolo ***


Buonasera ragazze ed eccomi qui con un nuovo capitolo tutto per voi.
Finalmente scopriremo che scherzo ha combinato Alice a Bella.. si sarà arrabbiata oppure no?
Scopritelo leggendo le prossime righe.
A presto e come sempre grazie!
 
 
 
Bella
 
Sono in un paradiso tropicale, distesa su di un lettino, sotto un sole caldo.
Intorno a me sabbia, palme e lo scrosciare delle onde che si abbattono sul bagnasciuga.
Un leggero vento mi accarezza la pelle abbronzata e…
 
Driin, driin, driin
 
Ricordavo di aver spento il telefono, sono in paradiso chi osa disturbarmi?
 
Driin, driin, driin
 
Quel suono fastidioso continua e ben presto mi rendo conto che il mio paradiso era solo un bel sogno: è il mio telefono appoggiato sul comodino che suona incessante.
Mi stropiccio gli occhi e senza guardare allungo la mano per prenderlo; lo afferro ma mi scivola cadendo rovinosamente in terra.
Per fortuna il tappeto attutisce il colpo, ci manca solo un telefono rotto ai miei già tanti problemi. Cerco di divincolarmi dalle lenzuola per afferrarlo dal pavimento, quindi, contorsionismi e alcune imprecazioni dopo, lo raggiungo e rispondo senza neanche controllare chi è che sta chiamando.
“Pronto”
“Bella, Bella ma perché ci hai messo tanto a rispondere? Sei pronta? Dai che sto partendo ora da casa. Sarò lì tra un quarto d’ora al massimo”
Alice? Sono pronta? Viene a prendermi? E per andare dove?
“Ciao Alice scusa ma dove dobbiamo andare?”
La mia voce sembra quella di un transessuale e non posso fare niente per non farle capire che mi ha svegliata e soprattutto che non ho la più pallida idea di dove dobbiamo andare.
“Non dirmi che stavi ancora dormendo e che ti sei dimenticata del nostro impegno? Accidenti Isa, sei sempre la solita.
Va bene dai non preoccuparti, sono già le 7.00 però sto arrivando, faremo presto.
Tu intanto buttati sotto la doccia e accendi la macchina del caffè, sarò lì fra poco”
Non faccio in tempo a rispondere, ha già riattaccato.
Di tutto quello che ha detto ho capito solo due parole: doccia e caffè.
Ho un sonno tremendo, ieri a lavoro ho fatto tardi, c’erano molti clienti per una festa di compleanno e le ore di straordinario mi fanno guadagnare bene e a me i soldi servono parecchio.
 
Dieci minuti dopo quando Alice apre la porta di casa, sono già lavata e vestita e mi sto asciugando i capelli.
Non so neanche io come ho fatto.
Finisco di prepararmi, ingurgito il caffè e usciamo.
Adesso deve proprio ricordarmi del nostro impegno.
“Alice scusa ma vorresti per favore rinfrescarmi la memoria per questo nostro impegno super importante?” le chiedo mentre saliamo in auto.
“Isa, sei sempre la solita, pensi solo a lavorare e mai a svagarti. Ti ricordi almeno di quando ti ho parlato di Edward Cullen?” mi chiede lei con una nota di speranza nella voce.
“L’attore?”
“Si brava proprio lui” la guardo e annuisco e a quel punto mi ricordo di quella assurda proposta che mi fece.
“Sì Alice mi ricordo e mi sembrava di essere stata chiara: non mi interessa quel concorso, piace a te e non a me, non mi ricordo neanche in quali film ha recitato”
“Oh beh se è per quello rimediamo subito: dunque è stato co-protagonosta in..”
“Alt alt ferma, ti dico che non mi interessa.
Se vuoi ti accompagno fino alla porta e poi vengo a riprenderti quando finisci, niente di più”
“Oh eddai Isa, ti prego non lasciarmi da sola là dentro, in mezzo a tutte quelle galline che urleranno come pazze, entra con me, ti prego, ti prego, ti prego”
Come si fa a dire di no ad Alice, la mia amica di sempre, lei che mi è sempre stata vicina, con lei ho condiviso tutto della mia vita.
“E va bene rompiscatole ma voglio qualcosa in cambio”
“Tutto quello che vuoi Isa, tutto quello che vuoi” e mi abbraccia quasi strozzandomi.
La sala dell’auditorium è gremita di ragazzine ma anche donne di diverse età.
Questa -avventura- in cui si è infilata Alice credo sia davvero una cosa da lei ma non da me: per me stare chiusa qui dentro con tutto questo chiasso è uno stress ed è un paradosso considerando che lavoro in un locale dove il chiasso è di casa.
Comunque, siamo ad un concorso dove tramite diverse selezioni in palio c’è una settimana da trascorrere insieme a Edward Cullen, l’acclamato attore del momento.
A me neanche piace poi tanto come attore, è un bell’uomo sì su quello niente da dire, ma i suoi film non mi hanno emozionato più di tanto.
Sono qui per la mia amica, anche se non so ancora niente del tranello che mi ha teso.
Prendiamo posto su due poltroncine all’incirca a metà sala.
La mia amica è un po’ agitata, si muove sulla sedia e non fa che agitare anche me.
“Alice stai bene? Mi sembri più agitata del solito? C’è qualcosa che vuoi dirmi? Come posso aiutarti per..”
“Beh per aiutarmi potresti intanto prendere questo”
Mi porge un pacchetto ben incartato, rettangolare, dalla forma sembrerebbe un libro o un cofanetto di dvd. Sorrido e ripenso alla nostra conversazione di alcuni giorni fa in cui le dissi che per il mio compleanno avrei voluto solo libri o dvd.
“Oh se sorridi vuol dire che non sei arrabbiata per il mio -regalo-“
“Alice anche se il mio compleanno è fra qualche mese, se mi fai un regalo non posso arrabbiarmi con te”
“Oh beh questo è un buon presupposto, spero che sia così anche quando lo avrai aperto. Su forza, desidero conoscere la mia atroce fine e se almeno un po’ ti piace.. non necessariamente in quest’ordine mhmhmh”
La guardo un po’ confusa per le sue parole e curiosa di svelare cosa c’è all’interno di questa confezione colorata.
Con una mano reggo il pacchetto mentre con l’altra inizio ad aprire la carta facendo attenzione a non romperla. Man mano che scivola dal pacchetto la mia curiosità sale e Alice al mio fianco si tortura le mani.
Ed è ad un certo punto che da sotto la carta spunta la copertina di quello che scopro essere un libro, sulla quale fa bella mostra di sè il volto di Edward Cullen.
Sento il calore salirmi alle orecchie e la voce di Alice sussurrarmi -Ti piace?-
“E’ uno scherzo Alice? Perchè in ogni caso non mi piace”
Lei cerca di trovare le parole ma dalla bocca non le esce niente ma proprio quando sembra intenzionata a parlare, un uomo, quello che al primo impatto penso sia il presentatore, annuncia l’inizio del concorso.
Dall’esterno della sala si sentono urla e posso capire che l’ospite d’onore sia arrivato. Pochi minuti dopo fa il suo ingresso sul palco accolto da applausi e fischi di approvazione.
Penso sia meglio rimandare la discussione con Alice a più tardi, quando tutto sarà finito.
L’ho accompagnata per farle compagnia ma non so niente di questo concorso fino a quando il presentatore non inizia a dare qualche informazione.
A quanto pare parte tutto da questo strabenedetto libro che la mia amica mi ha regalato e che proprio adesso scopro averne uno uguale.
La prima selezione consiste nell’aprire il libro e verificare se tra le prime pagine c’è l’autografo di Edward Cullen.
Nel momento in cui il presentatore darà il via apriremo i libri e controlleremo. Chi avrà l’autografo passerà alla fase successiva.
Alcuni minuti dopo inizia il countdown e Alice accanto a me sembra una statua.
“..zero! E’ il momento di scoprire le fortunate che passeranno alla prossima selezione! Forza aprite quei libri”
Non so perchè ma mi batte il cuore e sono un po’ agitata. Guardo Alice con uno sguardo d’intesa decidiamo di aprire insieme.
E poi.. i miei occhi si incollano a quella pagina di libro sulla quale, in una scrittura elegante, leggo il nome dell’uomo seduto sul palco di fronte a me. Alzo lo sguardo verso lui e poi verso Alice la quale ha ancora gli occhi fissi sul libro.
“Alice, Alice hai l’autografo?”
Accenna un -no- con la testa “E tu?”
“Io.. emh..io.. sì” alza di scatto la testa e mi guarda. E’ delusa mentre io non so perchè mi sento felice di averlo trovato. Ma capisco che dovrebbe averlo lei.
“Alice tieni, io non lo voglio, io non so niente di lui, è giusto l’abbia tu, prendilo”
Scuote vigorosamente la testa e con una mano sposta verso di me il libro che le stavo porgendo.
La voce del presentatore ci interrompe bruscamente per invitare tutte le donne presenti che hanno trovato l’autografo ad alzarsi in piedi.
Ci fa avvicinare al palco e ci fa accomodare sulle poltroncine in prima fila e ci annuncia che adesso inizia la seconda fase della selezione.
Tra tutte le persone presenti, le fortunate siamo solo cinque. Io neanche volevo venire qui oggi e guarda te dove sono finita ora.
Mi concedo di alzare la testa a guardare il nostro -premio- e quasi mi prende un colpo quando lo scopro intento a scrutarmi. Imbarazzata abbasso subito lo sguardo e posso scommettere di aver sentito una risatina provenire da lui.
Che figuraccia, non mi smentisco mai.
La seconda fase consiste nel rispondere correttamente a dieci domande riguardanti l’attore. Le risposte vanno scritte su una lavagnetta che alzeremo e rivolgeremo verso il palco.
In questo momento dovrei essere preoccupata, non sono una fan di questo attore come invece lo è Alice ma è proprio grazie a lei che è come se lo fossi.
Abbiamo passato interi pomeriggi insieme in cui lei mi ha raccontato ogni minima cosa di lui, ogni più piccola insignificante informazione, ogni minimo dettaglio che riguardasse la sua carriera, i suoi gusti alimentari, le preferenze in fatto di moda e ancor di più la sua vita privata: potevo affermare di conoscerlo come se avessimo vissuto insieme dalla nascita. Ero spaventosamente certa di riuscire a rispondere correttamente a tutte e dieci le domande che mi avrebbero rivolto. E questo mi turbava: non volevo vincere questo stupido concorso ma Alice mi aveva in qualche modo contagiata, buttandomi in questa sfida e costringendomi a battermi per arrivare prima.. e si sa, Isabella Swan non arriva mai seconda.
“Bene, cominciamo con la prima domanda. Siete pronte? Mi raccomando non copiate!”
Una debole risata sale dalla platea e il mio sguardo scappa sulla figura di quell’uomo oggetto di queste domande. Siede rilassato a gambe accavallate e con un sorriso sulle labbra. Le mani giunte in grembo, muove il capo verso destra richiamato da un suo collaboratore e dio quel ciuffo si muove suadente causandomi una strana emozione. Devo restare concentrata altrimenti saranno guai.
“Allora cominciamo: scrivete la risposta sulla lavagnetta e allo scadere dei 20 secondi la volterete verso la giuria. La risposta deve essere precisa e dettagliata, vi garantisco che il premio è decisamente all’altezza dello sforzo.
La prima domanda è questa: Quale personaggio interpreta Edward Cullen nel film -The Haunted Airman-?”
Dunque è un film di qualche anno fa, ricordo che ad Alice non era piaciuto particolarmente e non me ne ha parlato tanto però mi sembra che parlasse di guerra..
“Forza, i secondi passano..” incita il presentatore
Sì guerra e lui era.. era.. sì adesso ricordo, un pilota che resta ferito e paralizzato e poi impazzisce per lo shock.
Mi affetto a scrivere e concludo poco prima dello scadere del tempo.
“Bene, voltate le lavagnette e guardiamo un po’ cosa avete scritto.. dunque hanno risposto esattamente tutte le ragazze.
“Bene proseguiamo. La prossima domanda è:
Da bambino le sue sorelle lo vestivano da donna e poi lo presentavano agli amici con quale nome?”
Oddio questa non me la ricordo, Alice me l’avrà detto sicuramente, lei è così attratta dagli aneddoti e dai pettegolezzi. Dunque aspetta, iniziava con la -A-.. no no no con che diavolo di lettera iniziava? Aspetta forse ci sono è la -C- sì quella. C di Claire, no. C di Cindy, no. Ah sì C di Claudia.. è Claudia!
“Ferme tempo scaduto. Vediamo le risposte. Bene la risposta esatta è Claudia. Passano tutte alla prossima domanda”
 
Ed è così che mi ritrovo alla decima domanda insieme ad altre due ragazze. La sfida è stata lunga e dura, più volte ho creduto di aver sbagliato o di non essere stata abbastanza precisa ma ce l’ho fatta. Ed ora stiamo aspettando il verdetto finale. Un po’ di suspance non guasta ma io non sopporto più l’attesa.
“Dunque voglio annunciarvi che per spiegazione più che corretta e precisione nei dettagli, la ragazza che ha risposto in modo più esaustivo è.. la numero.. tre! Un grande applauso alla fortunata che trascorrerà una settimana intera in compagnia dell’amatissimo divo di Holliwood Edward Cullen”
La numero tre, accidenti, la numero tre.. ma.. ma sono io la numero tre!
Un turbinio di emozioni mi assale e un boato si alza dalla sala. Vengo abbracciata dalle altre ragazze, mi raggiunge anche Alice cacciando in malo modo chi si frappone tra noi.
Si complimenta con me e mi stringe forte fino a quando sento le sue braccia scivolare via e una voce calda e cordiale mi arriva alle spalle.
“Ciao e complimenti. Ecco qui la fortunata che passerà con me un’intera settimana” mi saluta lui.
Al suono della sua voce mi volto, scontrandomi con i suoi occhi smeraldo e una scossa elettrica mi scende lungo la schiena quando lui appoggia una mano sul mio braccio mentre mi si avvicina.
Mi sovrasta con la sua altezza e da vicino è ancora più bello. Non ho mai pensato di seguirlo come fan, di lui sò quello che mi ha sempre raccontato Alice ma devo ammettere che è un ragazzo molto affascinante e carismatico.
“Ciao” sussurro un po’ imbarazzata
“Si sono proprio la fortunata”
“Spero tu sia contenta almeno quanto lo sono io” mi bisbiglia avvicinandosi a un orecchio. Si allontana e mi fa l’occhiolino. Resto un attimo imbambolata dalle sue parole carezzevoli ma torno in me quando realizzo ciò che ha appena detto.
Ma che sfacciato, va bene ritenersi bello, affascinante e un grande attore ma potrebbe non esagerare, diamine.
Faccio per rispondergli ma il notaio e tutto lo staff ci trascinano in uno stanzino per autentificare la vincita.

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Capitolo 3
*** 2^ Capitolo ***


Buongiorno care lettrici, pronte per un nuovo capitolo?
Vediamo un po’ come sarà il primo approccio tra Edward e Bella.. andranno d’accordo o sarà una settimana da dimenticare?
Buona lettura e a presto.
 
 
 
Bella
 
Avevo perso la cognizione del tempo: eravamo rimasti in quella stanza a parlare per non so quante ore e speravo che Alice mi avesse aspettata per poterle raccontare tutto e poi tornare a casa insieme.
“Allora signorina Swan si ricorda tutto? Le clausole di riservatezza, cosa le è concesso fare e cosa no, il programma tipo della settimana?”
Era la terza volta in mezz’ora che il manager di Edward, il notaio e non ricordo chi altro mi ripetevano quella frase.
“Certo signori, ho compreso bene i miei diritti e i miei doveri; il programma e il regolamento che mi avete dato mi aiuteranno di sicuro” dissi cercando di essere il più gentile possibile per nascondere il mio essere lievemente infastidita.
“Bene allora le ricordo l’appuntamento per domattina alle 08.00 in punto davanti all’ Hotel Hilton dove alloggia il signor Cullen.
Un auto vi condurrà alla masseria in cui trascorrerete la settimana premio.
Se non ha altre domande e non necessita di chiarimenti, direi che possiamo congedarci”
Il mio silenzio parlò per me, quindi non ricevendo risposta ci salutammo dandoci appuntamento fra una settimana.
Mi attardai un attimo a guardare quegli uomini in giacca e cravatta con i quali, fino a qualche minuto prima avevo parlato o meglio annuito e solo allora mi accorsi che tutti erano sgusciati via veloci e nella stanza eravamo rimasti solo Edward, le sue guardie del corpo e la sottoscritta.
Mi sentivo un po’ in imbarazzo e considerando che avrei dovuto passarci insieme una settimana questo era un piccolo problema.
Raccolsi dalla sedia la mia giacca e la borsa e mio malgrado mi decisi quantomeno a salutarlo per darci appuntamento l’indomani.
Ma quando gli giunsi di fronte ogni parola che avevo pensato di dirgli scomparve dalla mia mente e la mia bocca divenne muta.
 
Non mi era mai successo.
Isabella Swan senza parole.
 
Venne lui in mio aiuto, forse impietosito o forse divertito ma comunque non stupito dal mio mutismo.
“Spero che tu sia pronta a questa settimana di immersione nel mio mondo e nella mia vita” mormorò lui molto vicino al mio volto.
“A quanto pare tu sai molto di me ma io non so niente di te, per ora” aggiunse sicuro di sé, senza allontanarsi di un centimetro.
Io ero una statua, attraversata da mille emozioni contrastanti. Affascinata ma disturbata da questo suo essere così sicuro di sé; mi sentivo attirata verso di lui ma era come ci fosse un elastico che mi diceva di non dargli troppa corda e quindi mi ritiravo.
“Ho preparato, insieme al mio manager, delle attività molto interessanti che potremmo fare insieme in questi 7 giorni” mi disse facendomi l’occhiolino.
Ok, dopo questa frase non ce la feci più.
Non so cosa si aspettava lui da tutta questa storia ma io di certo non avevo intenzione di finire nel suo letto né tantomeno su qualche rivista scandalistica in cui venivo additata come ultima conquista del famoso attore Edward Cullen.
“Signor Cullen..” sbottai io ma lui mi interruppe subito
“Oh chiamami Edward per favore, diamoci del tu, in fondo credo siamo coetanei, non è vero?” mi chiese abbozzando un sorriso sulle labbra.
Tirai un sospiro per calmare il nervoso ed evitare figuracce e poi continuai.
“Edward.. sono grata per questa opportunità offerta e credo che sarà sicuramente una settimana diversa dalle mie altre settimane.
Ci vediamo domani mattina.
Ora se vuoi scusarmi devo andare a casa a preparare la valigia. Ciao”
Cercai di non dargli appigli per controbattere o peggio ancora fare allusioni sconvenienti e così dicendo gli passai accanto per sorpassarlo ma non feci in tempo che una sua mano fu sul mio polso.
 
Un tocco di fuoco ecco cosa fu.
 
I suoi occhi tuffati nei miei, così limpidi e intensi mi scrutavano.
Attesi per attimi una sua parola e quando uscì non so perché ma rimasi delusa.
“A domani, Isabella”
Forse alla fine mi piaceva istigarlo, essere punzecchiata e giocare così con lui.
 
Una volta in auto con Alice, le raccontai tutto o quasi: avevo come il bisogno di tenere qualcosa per me, segreto, nascosto a tutti, a cui avrei potuto pensare, stasera al buio della mia camera.
Pensai fosse meglio evitare di raccontarle le emozioni contrapposte che mi avevano attraversata in quei minuti spesi a parlare con lui.
Mi lasciò a casa e si offrì di accompagnarmi lei il giorno dopo ma pensai che fosse meglio evitare anche questo.
 
Era il mattino di una splendida giornata di giugno quando scendendo dal taxi mi trovai davanti all’ingresso dell’Hilton.
Vi erano già alcuni paparazzi pronti a scattare foto una dietro l’altra.
Era un aspetto di quel concorso a cui non avevo pensato e mi augurai che avessero un’idea quantomeno per limitarlo.
Mancavano poco meno di quindici minuti alle 08.00 e di Edward ancora nessuna traccia. Pregai che non fosse in ritardo perché dopo la maleducazione era il difetto che odiavo di più in una persona.
Non feci in tempo a terminare il mio pensiero che spuntò dalla porta girevole dell’hotel seguito dalle sue guardie del corpo.
“Buongiorno Isabella” mi salutò sorridente e subito si sporse verso la mia guancia per darmi un bacio e allungò poi un braccio verso di me per stringerlo al mio fianco.
Rimasi spiazzata e interdetta ma nel momento in cui le sue labbra e il suo braccio toccarono il mio corpo e un susseguirsi di flash ci invase mi ridestai ritraendomi e fissandolo stupita.
Si accorse subito del mio stato ma non diede a vedere il suo disappunto bensì mi invitò a seguirlo verso l’auto.
Non comprendevo tutta quella libertà che si prendeva nei miei confronti, forse perché certo di avere influenza su di me come su di ogni altra donna sulla faccia della terra.
Forse per tutte le altre donne quello era un atteggiamento lusinghiero, a tutte le altre avrebbe fatto piacere ma io non ero le altre: a me quel comportamento così.. così.. non so neanche come descriverlo, beh a me non piaceva per niente.
Il viaggio in auto durò poco e fortunatamente lui se ne guardò bene di rivolgermi la parola.
Sentivo però il suo sguardo addosso bruciarmi la pelle e anche ora quelle emozioni contrastanti si dibattevano nel mio corpo.
Capii che eravamo arrivati nel momento esatto in cui l’auto decelerò e fuori dal finestrino spuntò un cartello
-Masseria Rosa-
il luogo in cui Edward ed io avremmo alloggiato in quei giorni.
Eravamo appena arrivati e io già mi sentivo stanca e spossata, sopraffatta da tutto quel turbinio di emozioni incomprensibili.
Il check-in fortunatamente durò poco; ci condussero nelle nostre stanze e Edward mi diede appuntamento un’ora dopo nel giardino.
Mi rinfrescai e mi cambiai indossando un paio di pantaloni comodi e una t-shirt.
Scesi nella hall e la receptionist -Jane- questo il suo nome, mi indicò come raggiungere il parco.
Edward era già lì ad aspettarmi, con quel suo sorriso e quegli occhi trasparenti.
Mi venne incontro, con un gran sorriso solo per me.
Non riuscivo a capire se fosse una tattica per circuirmi o fosse davvero una sua caratteristica, fatto sta che quel suo essere così petulante mi sembrava leggermente esagerato e stava iniziando a darmi sui nervi. Avremmo passato una settimana insieme e se questi erano i presupposti avremmo fatto i fuochi d’artificio già il primo giorno.
Cercai di calmarmi riproponendomi di parlargli al più presto.
“Bene, eccoti qui finalmente” mi accolse allungando un braccio verso di me
“Ti stavo aspettando per prendere un caffè e parlare un po’ di te, per conoscerti meglio. Naturalmente, se lo desideri potrai farmi tutte le domande che vuoi” mi disse lui sorridendomi.
“Certo, mi sembra una buona idea anche se su di me non c’è molto da sapere” sospirai quasi a disagio
“Questo lascialo decidere a me” mi rispose sporgendosi verso il tavolino.
Ci eravamo accomodati in un salottino bianco di vimini, all’ombra di un ombrellone che a quell’ora risultava inutile.
Dovevo ammettere di essere un po’ agitata, motivo per cui fino a quel momento non mi ero accorta di avere due body-guard proprio dietro di me.
Cercavano di essere il più discreti possibili ma due armadi non passano mai così inosservati.
Mi voltai un attimo ma nessuno dei due si curò di me.
“Ti recano fastidio, Isabella? Posso mandarli via se preferisci rimanere sola con me?
Non abbiamo bisogno di loro due in questo momento, qui siamo perfettamente al sicuro, è solo una clausola del regolamento ma me ne assumo pienamente la responsabilità” ammiccò nella mia direzione, facendo di nuovo quel suo occhiolino, con il suo fare spavaldo e l’aria da cascamorto, di chi sa di essere bello e infallibile.
Senza darmi il tempo di rispondere con un gesto secco fece segno ai ragazzi di allontanarsi e due secondi dopo eravamo soli.
Iniziai nuovamente a innervosirmi pensando che se ogni minuto doveva passare in quel modo allora era meglio mollare subito.
Mi misi in piedi decisa a fargli capire cosa volevo e cosa no da quell’avventura.
“Dunque Edward, voglio essere chiara fin da subito, giusto per evitare malintesi.
Ho vinto questa settimana con te, per conoscerti e magari chissà diventare una tua fan.
Un po’ di cose su di te le so ma molte le sto già scoprendo in queste ore.
Non so che idea tu ti sia fatto su quest’ avventura e su di me ma io non sono qui per giocare o flirtare, io voglio solo passare del tempo con questo” e nel dirlo lo indico “fantastico e bellissimo divo di Holliwood che pare abbia stregato tutte le donne del mondo e ricavare qualcosa da tutto ciò.”
Mi scrutò per alcuni secondi e poi si alzò in piedi sovrastandomi con la sua stazza e subito si avvicinò pericolosamente al mio volto tanto che potei sentire il suo respiro su di me.
“Pensi davvero che io sia fantastico e bellissimo?” mi bisbiglia suadente e poi avvicinandosi ancora
“Ho stregato un po’ anche te piccola iena?” borbotta senza staccare lo sguardo da me.
Ok questo era davvero troppo.
Presi la borsa e senza più degnarlo di uno sguardo mi avviai verso l’hotel.
Feci appena due metri che una mano mi afferrò un polso costringendomi a voltarmi e mi ritrovai sbattuta contro il suo petto.
Non avevo il coraggio di alzare la testa ma non per la paura bensì per l’imbarazzo di quel gesto che sembrava più adatto a due innamorati durante un litigio piuttosto che a due come noi.
Mi costrinse lui a farlo, posandomi l’indice sotto al mento: gli occhi profondi, di un verde intenso, mi fissavano, attraversati da un lampo di stizza.
Subito dopo parlò.
“Adesso basta giocare!”
Poi si tuffò sulle mie labbra in un bacio tutt’altro che casto.
Mi teneva ancora stretto il polso e con il braccio libero mi attirò più a sé; le sue labbra vagavano sulle mie e in un primo momento rimasi così stordita che non feci nulla per allontanarlo da me ma quando la sua lingua premette per entrare nella mia bocca, lì non ci vidi più e riuscii a spingerlo via.
Fece per avvicinarsi di nuovo e la mia mano volò sul suo viso.
Si udì un forte schiocco e vidi il suo volto girare di lato.
Non mi pentivo di ciò che avevo fatto ma sapevo di aver ferito quantomeno il suo orgoglio.
Si tastò la guancia arrossata e quando si voltò a guardarmi, i suoi occhi erano colmi di collera.
Cominciava così la mia avventura?

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Capitolo 4
*** 3^ Capitolo ***


Buonasera ragazze, come state?
Io tutto bene.. Sono stata ad un concerto meraviglioso dal quale devo ancora riprendermi e credo proprio che scriverò qualcosa su quella serata.
Ma torniamo a noi..
E’ in arrivo un capitolo in cui i nostri protagonisti inizieranno a conoscersi un po’ e scopriremo un ricordo molto triste di Bella.
Buona lettura e grazie di esserci.
 
 
 
Bella
 
Non sapevo se dover chiedere scusa per quel mio gesto o mantenere la mia linea, senza ripensamenti.
Alla fine è lui a parlare e mi stupisce con le sue parole.
“Ok, credo che entrambi abbiamo cominciato con il piede sbagliato. Io ti chiedo scusa per il mio comportamento ma anche tu devi fare la tua parte.
Pretendo anche io delle scuse”
Sfacciato al punto giusto, il ragazzo.
Prima mi salta addosso e poi fa la vittima.
“E se io non volessi scusarmi? Visto che non so neanche perché dovrei farlo!”
“Beh credo che allora la nostra settimana finirebbe qui. Non sai quante ragazze vorrebbero essere al tuo posto, Isabella, e tu stai buttando tutto alle ortiche” prende un attimo fiato e poi riprende
“Comunque sappi che mi dispiacerebbe se tu te ne andassi, mi hai colpito e avrei voglia di conoscerti, per davvero.
Ti chiedo perdono di nuovo per come mi sono comportato, solitamente non faccio così, ma il tuo essere così scostante e inafferrabile, mi ha fatto scattare qualcosa dentro che neanche io so descrivere.
Mi perdoni, dunque?”
Dopo tutto il suo monologo, durante il quale ha sempre mantenuto i suoi occhi nei miei, per sancire quella nostra pace, allunga una mano verso di me.
Sembra davvero dispiaciuto e quindi chi sono io per non dargli una seconda possibilità?
Ok, accetto le tue scuse e ti porgo le mie” e gli stringo la mano che mi tende, per poi aggiungere
“Ed ora fammi vedere quella guancia, ho fatto un corso di autodifesa tempo fa”
Mi guarda titubante, indeciso se avvicinarsi.
“Posso fidarmi? Non è che mi prendi a schiaffi di nuovo eh?”
Annuisco e sospiro e finalmente riesco ad afferrargli il viso con entrambe le mani per controllare quanti danni ho fatto.
“E’ solo un po’ arrossata, vado a chiedere un po’ di ghiaccio in cucina, ti farà bene. Intanto siediti al tavolino, faccio in un attimo”
Alcuni minuti dopo, con la ciotola del ghiaccio in una mano e un canovaccio nell’altra, torno al tavolino dove lui mi sta aspettando.
“Ce ne hai messo di tempo”
“A quest’ora sono tutti al mercato, ho dovuto far da sola seguendo le maldestre indicazioni della ragazza alla reception. Su, ora vieni qui che ti sistemo io”
Rido da sola alle mie ultime parole mentre lui alza un sopracciglio diffidente.
“Senti, se vuoi puoi far da solo, altrimenti devi lasciare che io ti tocchi”
Stavolta alle mie ultime parole è lui a ridere ma placo quella sua ilarità sul nascere, scoccandogli un’occhiata omicida.
Si lascia andare alle mie cure e passiamo un’ora così.
Da vicino, ai lati degli occhi, si possono vedere le prime rughette d’espressione che gli conferiscono un’aria davvero sexy.
E’ indubbiamente un bel ragazzo, alto e muscoloso al punto giusto, con un fisico asciutto.
Ma si sa che un personaggio più è famoso e più deve mantenere la forma fisica.
L’obiettivo che io personalmente mi sono data in questa settimana è scoprire se oltre ad essere bello e un bravo attore è anche una persona umana, con delle qualità nascoste.
E perché non cominciare subito, dato che la sua guancia è a posto.
“Bene, credo che così possa bastare, non si gonfierà, tranquillo”
“Grazie” mi sussurra
“Allora, il programma di oggi e della settimana quale sarebbe? Non abbiamo dei grossi vincoli, a parte quello di non poter uscire dalla masseria, giusto?”
“Sì quello è l’unico davvero importante. Beh a te cosa andrebbe di fare? Abbiamo tutto questo a nostra completa disposizione, decidi tu. Io sono qui per te, per una settimana. Tu mi hai vinto” sorride gentile, senza più l’ira di prima a rovinare il suo bel viso.
Utilizza quelle parole sapendo bene che non mi avrebbero lasciata indifferente.
“Se la metti così allora, per cominciare, io proporrei di conoscerci un po’, facendoci una domanda per uno e poi vedremo cosa ci viene in mente, che ne dici?”
“Dico che è un’ottima idea, Isabella” mi risponde regalandomi un sorriso.
Dio, quando pronuncia il mio nome..
“Se vuoi puoi chiamarmi Bella, è un diminutivo che usano solo i miei genitori e i miei amici ma ora credo possa farlo anche tu”
“Come preferisci, Bella”
E quando pronuncia il mio diminutivo..
Bene Bella, è ora di fare le persone serie.. sì forse in un’altra vita.
Bene.
 
La prima domanda decido che è la mia: sono curiosa di sapere come ha deciso di diventare attore e conoscere la sua ascesa a divo di Hollywood.
“Ah.. questa è facile. La colpa o merito, come dir si voglia è delle mie sorelle maggiori, Felicity e Megan, che da quando sono bambino si sono divertite a vestirmi e a inscenare teatrini davanti a tutta la famiglia. Una delle domande del concorso era simile a questa” mi fa l’occhiolino e poi riprende
“Per quanto riguarda l’ascesa, beh quella è stata proprio tutta in salita, con tante insicurezze e tentennamenti, il dubbio di avere sbagliato mestiere mi ha attraversato più volte e solo quando ho impersonato il vampiro in Twilight, ho capito che avrei potuto farcela” mi risponde sorridendo.
“Ok ora tocca a me. Dunque.. vediamo..”
Mi scruta e intrecciando le mani si appoggia con i gomiti al tavolino; poi appoggia il mento sopra alle mani unite.
“Facciamo così, ho troppe domande che vorrei farti.. inizia tu a raccontarmi qualcosa di te, qualunque cosa tu voglia dirmi.. io ti ascolto”
Oh beh così è molto più facile, posso raccontare ciò che preferisco tralasciando avvenimenti imbarazzanti che potrebbero venir fuori se fosse lui a farmi domande.
“Va bene, ci sto” affermo decisa.
Penso un attimo con cosa potrei cominciare e poi inizio a raccontargli un po’ della mia vita, anche se non c’è molto da dire.
Quando termino, lui mi osserva come se volesse bombardarmi di domande.
“Hai comunque una vita interessante Isabella Swan. Per ora mi faccio bastare i tuoi racconti ridotti all’osso ma aspettati che nei prossimi giorni potrei farti molte domande. Adesso vorrei sapere che cosa hai provato nel momento in cui hai scoperto di aver vinto il concorso” mi domanda curioso della mia risposta.
Devo essere sincera?
Sì, devo essere sincera.
“Vuoi la sincerità?” chiedo prima di aprire bocca e rischiare di offenderlo.
“Assolutamente” mi dice deciso
“Ok, peggio per la tua autostima” dico ridendo, seguita da un suo risolino non proprio felice.
“Dunque, io sono qui per colpa della mia pazza amica Alice, lei ti venera, ha la casa tappezzata di poster e foto tue, ha tutti i tuoi film in dvd e anche tutti i libri che hai scritto. Ritaglia ogni pezzetto di giornale che ti riguardi e registra ogni tua intervista alla tv. Insomma, è più una tua stalker che una fan” rido per l’aggettivo che uso e lui ride con me, poi proseguo.
“Io so cose su di te, non come lei ovviamente, ma ne so abbastanza perché nei pomeriggi di shopping, tra una prova d’abiti e l’altra, mi bombarda di informazioni su di te. Quando poi si avvicina l’uscita di un tuo film, Dio mi salvi dai suoi sproloqui. Doveva esserci lei al mio posto ma non ha voluto, un attimo prima di alzarmi per iniziare la gara mi ha detto che era destino e che dovevo godermi l’avventura. Quindi, rispondendo alla tua domanda posso dire che ho provato stupore, quello sì, ma starà a te farti guadagnare una perfetta impressione nei miei confronti, a farmi passare una bella settimana, una settimana in cui non mi debba pentire di non aver insistito per fare cambio con Alice.”
Mi scruta e so che sta soppesando le parole da usare per rispondermi.
Forse ci sono andata pesante e spero non ci sia rimasto troppo male.
“Non ti pentirai di niente, Isabella”
Ma da come mi risponde, posso capire che ha preso le mie parole come una sfida e che si impegnerà per fare del suo meglio.
Andiamo avanti a porci domande fino all’ora di pranzo e scopro cose che nei libri non ha mai raccontato.
“Mi stai svelando molto dell’Edward Cullen segreto.. è una tua tattica di conquista per caso?” gli chiedo mentre i camerieri preparano il nostro tavolo a bordo piscina.
“Niente che io non voglia raccontarti, Bella. Siamo qui per questo, conoscerci. E poi sai che le nostre conversazioni di questa settimana sono strettamente confidenziali e nessuno dei due è autorizzato a divulgarle”
“Comunque non direi niente a nessuno” gli rispondo sostenendo il suo sguardo.
“Se è per questo neanche io”
 
Pranziamo tranquilli sotto l’ombrellone, accarezzati da una leggera brezza marina, degustando un ottimo menù di pesce, molto gradito anche dalla sottoscritta, la quale preferisce di netto la carne al pesce.
 
“Bene, che ne dici di rilassarci un po’ sui lettini a bordo piscina e magari se ti va più tardi potremmo fare un bagno”
Ecco, temevo che prima o poi me l’avrebbe chiesto; dovrò dirgli del mio terrore verso l’acqua, così farò definitivamente la figura della pazza paurosa.
“Che c’è Bella, se non ti piace la mia idea possiamo fare ciò che preferisci, dimmi tu” mi dice vedendo la mia espressione tra paura e preoccupazione.
“No no va bene, è perfetto. Facciamo così, vado a mettermi qualcosa di più adatto e poi ci rivediamo qui fra poco”
Non pare molto convinto delle mie parole ma ci diamo comunque appuntamento a più tardi.
 
Perfetto
 
Gli ho detto che è perfetto.
Non ci credo io figurati se può farlo lui.
Entro in camera e mi chiudo la porta alle spalle cercando di prendermi un momento per riflettere.
Alla fine non è così strano avere paura dell’acqua, certo alla mia età avrei già dovuto superarla ma a causa di quel trauma vissuto tanto tempo fa non ci sono mai riuscita.
Mi passo una mano sul viso e poi tra i capelli come a voler cacciar via quel brutto e triste pensiero che tengo racchiuso in fondo al mio cuore.
Mi accorgo di star piangendo quando una lacrima calda riga il mio viso, tracciando una scia bruciante.
Non devo piangere, non devo lasciarmi sopraffare da questi ricordi che mi hanno fatta soffrire e mi fanno soffrire tutt’ora, gettandomi in un pessimo stato per giorni.
A fatica riesco a riprendermi, consapevole che questo non è decisamente né il momento né il posto adatto per cadere di nuovo nello sconforto.
Un leggero bussare alla porta mi fa sobbalzare.
“Bella, sei qui? Non ti vedevo arrivare e sono salito da te, tutto bene?”
Cerco di schiarirmi la voce per rispondergli.
“Sì certo scusami, arrivo subito”
Apro la valigia, afferro le prime cose che mi capitano a mano e mi vesto.
Quando apro la porta per uscire e incontro il suo sorriso, mi sembra che ogni mio problema svanisca, dissolto nell’aria.
“Andiamo” borbotto io cercando di non dare troppo peso all’ occhiata di apprezzamento che mi rivolge.
“Non dirmi che non hai mai visto una donna in costume?” gli domando pensando già alla sua risposta affermativa.
“Certo, ma mai affascinante e interessante come te”
Alla risposta affermativa ero preparata ma a quel ma proprio no.
Raggiungiamo la piscina e per tutto il tragitto sono certa di aver avuto i suoi occhi puntati sulla mia schiena.
Di certo il pareo che mi sono buttata addosso non copriva un gran che, con il risultato di lui che si è rifatto gli occhi sul mio fondoschiena.
“Bene, ora è il mio turno di guardare un po’” borbotto convinta che non mi abbia sentita ma appena prima di tuffarsi in piscina mi dà un’occhiata e mi dice
“Fai pure, Isabella”
Vorrei sprofondare.
 
 
E voi, qual è il film di Robert Pattinson che avete preferito?

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Capitolo 5
*** 4^ Capitolo ***


Buongiorno mie care lettrici, eccoci per il nostro appuntamento settimanale.
Ci siamo lasciate con Bella che indossato il suo costume, raggiunge la piscina insieme ad Edward.
In queste righe scoprirete un triste avvenimento della vita di Bella e della sua famiglia.
Come si comporterà Edward?
Vi lascio alla lettura e vi ringrazio per essere qui ogni martedì.
Buona lettura, un bacio.
 
 
 
Bella
 
Ci impiego giusto qualche minuto a riprendermi dalla mia figuraccia.
Accidenti a me e alla mia boccaccia del cavolo.
“Che fai, entri in acqua o devo venire a prenderti? Dai che si sta una favola!”
Non mi ero neanche accorta che lui si è tuffato e sta già facendo una vasca avanti e indietro mentre io sono ancora accanto al lettino con il pareo addosso.
 
Ok, adesso devo solo procedere per gradi.
 
Prima mi spoglio.
 
Poi mi siedo sul bordo della piscina.
 
Poi.. e poi resto lì.
 
Oh certo, perché Edward ti lascerà seduta lì senza tirarti in acqua.
No io non posso, non voglio entrare in questa piscina, credevo di farcela ma invece no.
 
Sto temporeggiando e Edward ha già capito che c’è qualcosa che non va.
 “Bella, che c’è, non ti senti bene?” mi domanda scrollando via l’acqua dai capelli.
Quel suo gesto riesce a farmi dimenticare per un attimo il mio immenso blocco ma poi..
“No, io non posso.. non voglio” borbotto scrollando la testa, neanche fossi una bambina che non vuole ubbidire ai genitori.
Lui mi guarda e non capisce quale sia il problema.
“Non capisco, non vuoi.. perché? Hai paura che ti faccia qualche scherzo?” mi chiede alzando le mani come ad assicurarmi che non succederà.
“Prometto che farò il bravo e se vuoi puoi..”
“No no, non è quello, io non posso entrare in acqua, io ho paura, io..” borbotto senza lasciargli terminare la frase.
Le parole mi muoiono in bocca, è difficile per me da dire.
Lo vedo avvicinarsi al bordo della piscina, lo sguardo fisso su di me che mi sto torturando le mani senza sosta.
“Bella” mi chiama appoggiando una mano sul mio ginocchio.
Non rispondo, posso solo fissare i suoi occhi e perdermici dentro.
E’ un po’ spaesato da questa situazione, lo vedo che non riesce a capire il perché di questa mia paura.
“Bella” mi chiama ancora e poi con uno slancio si mette a sedere di fianco a me, sul bordo della piscina.
Lui continua a fissarmi, dandomi forse il tempo di rispondere mentre i miei occhi sono fissi sull’acqua della piscina che leggera si agita sotto il sole.
Solo Alice conosce questa drammatica storia ma sento che non posso più portare questo dolore e se non ne parlo con qualcuno alla fine potrei esplodere.
 
E così inizio a raccontare.
 
“Era un pomeriggio di tanti anni fa.
I miei genitori, mio fratello ed io eravamo andati al mare per trascorrere qualche ora insieme.
Io ero una vivace ma educata bambina di 8 anni, mentre mio fratello, Jacob, avrebbe compiuto 15 anni pochi giorni più tardi.”
Un sorriso amaro mi spunta sulle labbra, sorriso che sparisce ben presto quando proseguo il mio racconto.
“Mio fratello ha sempre amato tanto il mare, nuotava per ore senza mai stancarsi ed era anche molto bravo.
Quel pomeriggio eravamo stati in acqua insieme per un po’, ma quando mamma ha deciso che era ora di tornare a riva per andare a casa, Jacob non le ubbidì e continuò a nuotare imperterrito.
Mamma in un primo momento si arrabbiò tanto ma si dedicò ad asciugare me, a cambiarmi.”
La mia voce inizia a cedere quando il racconto inizia a prendere una triste piega.
“Ad un certo punto, dalla folla di persone ancora in spiaggia, si alzano delle grida, delle grida di aiuto.
Gridano che un ragazzo in acqua si è sentito male, che ha bisogno di aiuto e sta annegando.
Mio papà, come anche mia mamma, dalla loro sensazione capiscono subito che potrebbe trattarsi di Jacob e prendendo me per mano mi trascinano vicino all’acqua.”
La voce si incrina e credo che lui abbia già capito che cosa sto per dire.
“Bella no, non devi per forza racc..”
“No, al contrario io devo, ne ho bisogno per renderlo vero, reale” gli rispondo spostando per un attimo lo sguardo su di lui.
Mi osserva attento, rispettando i miei tempi.
“I miei genitori hanno capito che era lui nel momento esatto che due ragazzi ce lo hanno riportato a riva.. ma ormai non c’era più niente da fare.
Perdeva sangue da una ferita alla testa e si pensa che sia stata questa la causa del suo annegamento”
Non riesco a togliere gli occhi dall’ acqua, da quell’acqua che in passato mi ha tolto così tanto.
 
Le parole mi escono fluide, non avrei mai pensato di riuscire a parlarne così con una persona che conosco da meno di un giorno.
Edward non parla, credo non si aspettasse un racconto di questo tipo per lo più da una sconosciuta.
Credo voglia darmi il tempo per metabolizzare le mie stesse parole e poi quando ancora non mi aspetto nessuna reazione, mi avvolge con un braccio attirandomi a sé.
Neanche una parola solo quel gesto che in quel momento credo sia il più giusto.
E’ naturale, spontaneo per me abbracciarlo a mia volta.
Un vortice di emozioni e sensazioni lottano dentro di me in questo momento, mentre lui mi stringe dolcemente a sé.
Sono io a rompere il silenzio, senza allontanarmi da quell’abbraccio che sento così sicuro.
“Scusami, forse avrei dovuto evitare di renderti partecipe di questa cosa e scegliere meglio cosa raccontarti di me ma in ogni caso ti ringrazio, grazie davvero Edward per la tua discrezione e il tuo tatto.”
Lo sento sospirare e quando si stacca da me per rispondermi, i suoi occhi cercano i miei.
“Non posso assolutamente immaginare cosa tu abbia provato e passato in tutti questi anni senza di lui e il minimo che potevo fare era ascoltarti: a volte parlare senza essere interrotti è molto meglio di tante altre terapie.
Sono molto felice che tu abbia pensato di raccontarmi tutto, mi dispiace solo di aver insistito per la piscina”
Lui si sta scusando per qualcosa di cui non era a conoscenza.
Mi viene spontaneo voltarmi e dargli un bacio su una guancia.
Tre secondi dopo penso che potrei aver fatto una cavolata e mi affretto a scusarmi.
“Oh scusa Edward, non volevo, non so cosa mi sia preso, davvero tu..”
Ferma il mio fiume di parole alzando una mano, mentre sulle sue labbra si dipinge un sorriso che sembra davvero beffardo.
“Vedi Isabella, stiamo già facendo progressi.
Alla fine della settimana saremo sicuramente ottimi amici” borbotta senza smettere di sogghignare.
Si sta prendendo beffa di me ma davvero in questo momento talmente particolare non mi importa affatto e sono felice che l’imbarazzo generale sia stato stemperato così magnificamente dalla sua spavalderia e dal suo essere sicuro di sé.
“Non lo avrei mai detto ma credo che tu abbia proprio ragione, Edward e comunque grazie, per tutto” dico abbozzando un sorriso.
“Non preoccuparti, saprai come contraccambiare” mi fa eco lui.
Ancora quel sorriso da malizioso che devo dire sta iniziando a piacermi.
 
Decidiamo di sederci per un po’ sulle sdraio a bordo piscina per goderci ancora i caldi raggi del sole e conoscerci meglio.
“Che ne dici se ci facciamo portare qualcosa da bere e magari qualche snack? Analcolico, per ora” mi propone mettendosi comodo sullo sdraio.
Accetto volentieri, adesso ho davvero sete anche io.
Thè freddo, succhi di frutta e stuzzichini vari dopo, stiamo tranquillamente seduti a goderci gli ultimi raggi di sole.
L’argomento acqua non è più stato nominato ed io sono riuscita a trovare un po’ di pace, per ora.
Sono passati tanti anni ma il dolore e lo shock di quel giorno, ogni tanto tornano a farmi compagnia.
Sono stupita davvero in positivo del comportamento di Edward, il quale è stato molto premuroso senza essere invadente.
 
“Stasera ho una sorpresa per te” esordisce riportandomi qui con lui.
Sobbalzo sul lettino, leggermente spaventata e lui subito si scusa
“Perdonami non era mia intenzione spaventarti” mi dice abbozzando un sorriso
“Non preoccuparti Edward è tutto a posto, ti ringrazio di essere così premuroso con me ma davvero adesso sto meglio”
“Non sai quanto questo mi faccia piacere” esordisce senza nascondere quanto davvero il mio stare meglio renda felice anche lui.
 
Un altro momento imbarazzante come questo e potrei sprofondare.
 
“Mi parlavi di una sorpresa per stasera, di cosa si tratta?” domando cercando di uscire dalla situazione ma allo stesso tempo davvero interessata alla sorpresa.
“Se te lo dico non sarà più una sorpresa” mi risponde dandomi un buffetto sul naso con un dito.
Ma quello che ho di fianco è ancora l’attore Edward Cullen di ieri e di stamattina?
Quanto è già cambiato in queste poche ore che stiamo insieme? O forse è sempre stato così?
 
“Propongo di salire in camera per riposarci un po’ e prepararci per la cena, che ne dici Isabella?”
 
Ogni volta che lui pronuncia il mio nome è una scarica al cuore e devo ammettere che mi piace: io che neanche volevo venirci qui con lui.
 
“Sì credo sia un’ottima idea”
Raccogliamo le nostre cose e saliamo ognuno in camera nostra.
 
Una bella doccia calda e un po’ di relax sul mio terrazzo personale mi hanno aiutata a stendere i nervi e a tranquillizzarmi.
Quando oggi ho accettato di andare in piscina, ero convinta di avere la situazione sotto controllo e invece ho fatto un pasticcio.
Va beh dai non ci voglio più pensare, adesso devo solo godermi questi giorni di relax e nell’immediato cercare qualcosa da mettermi stasera.
Appoggio la valigia sul letto e mi siedo, iniziando ad estrarre qualche vestito.
“Ma che diavolo.. che roba è questa?” borbotto passandomi le cose tra le mani.
Come un flash mi torna in mente ieri pomeriggio, quando Alice si è offerta di preparare lei la valigia mentre io mi occupavo di bagnoschiuma e quant’altro.
“Quella streghetta.. ah ma adesso mi sente” borbotto, cercando il mio telefono.
Lo afferro ma dopo aver composto il numero, ovviamente mi dà spento.
Aveva immaginato che l’avrei chiamata subito e quindi è corsa ai ripari spegnendo il cellulare.
Un sonoro sbuffo mi esce dalle labbra, consapevole che quella roba che mi ha infilato in valigia non è proprio parte del mio guardaroba.
“E adesso come faccio, ma chi si osa mettere questi straccetti? Edward mi prenderà per una donna che vuole circuirlo, come faccio?”
Un leggero bussare mi fa saltare sul letto.
“Sì chi è?” domando con un filo di voce.
“Sono Edward.
Volevo avvisarti che ti aspetto di sotto per un aperitivo.
Non farmi aspettare troppo”
 
Non farmi aspettare troppo?
 
Ma non è che è lui che si sta allargando troppo?
 
Un po’ stizzita e infastidita apro di scatto la porta ma non sono decisamente pronta a ciò che mi trovo di fronte.
 
Edward è lì davanti a me, fasciato in un completo bianco e camicia nera e con quel suo ciuffo ramato che si muove ad ogni suo gesto.
 
Sia chiaro, ho sempre detto che è un bel uomo, molto affascinante però non ero mai andata oltre a questi pensieri.
Adesso però, trovandomelo qui davanti, i miei neuroni stanno pazzamente viaggiando in tangenziale.
 
“Hai intenzione di scendere così?” mi domanda cercando di mascherare malamente una risata.
Ed è allora che mi accorgo di quanto io sia una emerita cretina: solo io potevo presentarmi in accappatoio e asciugamano davanti ad Edward Cullen.
 
 
Edward
 
Non so per quale motivo io mi senta agitato e anche un po’ nervoso per stasera.
Isabella non è di certo la prima ragazza con cui ceno nè tantomeno sarà l’ultima nella mia vita, eppure con lei sento che c’è qualcosa di diverso.
Sarà stato qualcosa nel suo racconto di oggi, così personale quanto delicato e in più da raccontare ad uno sconosciuto.
Qualcosa che proprio adesso mi sta spingendo verso la sua stanza.
E non sono di certo preparato a ciò che mi si presenta davanti: Isabella è in accappatoio, con i capelli attorcigliati in un asciugamano.
Per un attimo mi perdo in quella visione tanto normale quanto stramba.
Anche in questo caso non è la prima ragazza che vedo con questo abbigliamento ma con lei è la prima volta.
Non so se sono io ad essere più in imbarazzo oppure lei e senza pensarci le domando se ha intenzione di scendere così.
Me ne pento ben presto, realizzando che non si è accorta di ciò che ha addosso.
Perciò tento in qualche modo di tornare su di un terreno sicuro e rinnovo il mio invito a raggiungermi di sotto.
Scappo via da quella porta senza aspettare una sua risposta e mi avvio al bar.
 
Ordino un doppio whisky, ne ho decisamente bisogno, in attesa di lei.
 
E nuovamente non sono pronto a ciò che mi sta arrivando incontro: Isabella, fasciata in un tubino nero di pizzo, i capelli sciolti che le ricadono morbidi sulle spalle e un sorriso tra l’impacciato e il timido.
 
Non mi riconosco più, mi sembra di non essere più me, sentendo tutte queste emozioni nei suoi confronti.
Da buon cavaliere mi alzo per raggiungerla e accompagnarla al bancone del bar.
“Non so se ti preferisco com’eri mezz’ora fa o come ti trovo adesso” borbotto provocandola, avvicinandomi al suo orecchio.
Sono sicuro di farla arrabbiare ma allo stesso tempo sono sicuro di farla arrossire e infatti.
“Ti ringrazio Edward, anche tu stai molto bene ma ti pregherei comunque di dosare le tue parole, potresti mettermi a disagio” mi risponde spostando lo sguardo lontano da me.
“Non era certo il mio intento ma farò come mi hai chiesto o per lo meno ci proverò.
Vieni, accomodiamoci per cenare, la tua sorpresa ti aspetta” la invito poggiandole delicatamente una mano sulla schiena.
 
La sorpresa di Isabella consiste nell’averle fatto preparare una cena con i suoi piatti preferiti, un pensiero carino dopo il pomeriggio piuttosto emotivamente impegnativo di oggi.
Le sposto la sedia per farla sedere e lei, in evidente imbarazzo, mi ringrazia.
Lo so, ho promesso di non metterla più a disagio ma proprio con lei mi risulta così difficile.
 
“Allora, vuoi anticiparmi qualcosa su questa sorpresa?” mi domanda piuttosto incuriosita.
“Un po’ di pazienza Isabella, tra poco vedrai”
 
Ed io sono sicuro che passeremo una bellissima serata.

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Capitolo 6
*** 5^ Capitolo ***


Buonasera ragazze e HAPPY HALLOWEEN a tutte voi!
Come state, tutto bene dalle vostre parti?
Qui da me è allerta arancione e siamo tutti un po’ preoccupati per la situazione sui nostri appennini.
Per ora è sotto controllo e speriamo resti così.
Vi lascio al capitolo e vi ringrazio, come sempre.
Un bacio.
 
 
 
Bella
 
Sono qui seduta con Edward e stiamo aspettando che ci servano la cena.
Mi ha parlato di una sorpresa ma alla mia richiesta di anticiparmi qualche indizio, non si è voluto sbottonare.
E questo mi rende se possibile ancora più curiosa.
“Gradisci un po’ di vino rosso? Oppure del bianco, anche se con ciò che c’è per cena sarebbe meglio il rosso” mi consiglia lui con fare da intenditore.
“Allora vada per il rosso ma non esagerare perché l’alcol non lo reggo per niente.. comunque, non per contraddirti ma non è detto che un vino bianco sia adatto solo a certe pietanze, ci sono molte varianti sia nel cibo che nel vino che vanno prese in considerazione” rispondo io ricordando le parole del maìtre del ristorante dove lavoro.
“Già, come ho fatto a dimenticare del tuo lavoro, perdonami, ma non mi hai praticamente detto niente su quello, che ne dici di raccontarmi qualcosa?” mi domanda sorridendo e mettendosi comodo sulla sedia.
Acconsento anche se non mi piace molto parlare di me, il mio lato capricorno in questi casi fa sentire quanto io sia riservata.
“Dunque, vediamo cosa c’è da raccontare.. lavoro come cameriera al Blue moon, un ristorante stellato del quale sicuramente avrai sentito parlare.
I miei orari sono a dir poco massacranti e quando sono fortunata ho un intero giorno libero a settimana, con ciò non mi lamento perché senza vergogna posso dire che i soldi mi sono davvero indispensabili e non mi tiro mai indietro a fare straordinari”
Non so perché sto raccontando così tranquillamente la mia triste e patetica storia di vita a questo uomo talmente all’opposto di me, eppure sento che non verrò derisa né tanto meno schernita per i miei sacrifici.
 
Mi scruta da quando ho smesso di parlare e so che sta soppesando le parole per rispondermi e infatti..
“Sei davvero rimarchevole Isabella Swan ed io sono davvero onorato di essere a questo tavolo con te.
Non ho conosciuto tante persone umili ma allo stesso tempo forti come te nell’esternare la propria vita e i propri sacrifici ed anche se non sembra io posso capirti molto bene.”
Sospira e poi riprende a raccontare.
“Ho fatto tanta gavetta prima di arrivare dove sono, non sono nato ricco perciò posso capire bene i tuoi sacrifici” detto ciò allunga una mano sul tavolo per raggiungere la mia ed esclama
“Sono io il più fortunato a questo tavolo, non tu..
Sono io il fortunato perché tra tutte quelle donne presenti ieri in quella sala, mi sei toccata tu”
Fissa gli occhi su di me e posso quasi sentirne il calore.
Capisco che non ci sta provando con me e so che è sincero, glielo leggo in quegli occhi che ancora mi stanno trapassando.
“G..grazie” è l’unica parola che mi esce dalla bocca prima di essere interrotti dalla nostra cena.
“Signori, ecco a voi i vostri antipasti esclusivamente senza pesce”
Una fila di camerieri ci invade e ognuno di loro ha in mano un vassoio con un sacco di prelibatezze.
“Ti verso un po’ di vino intanto che portano tutto?” mi domanda gentilmente Edward.
“Sì ma non esagerare perché come ho detto non lo reggo”
Un risolino scappa alle sue labbra mentre versa quel liquido rossastro nel mio calice.
 
La vedo brutta.
 
Va beh, basterà prenderla su con calma.
 
Quando tutti i camerieri si dileguano e il mio sguardo cade sul tavolo imbandito, capisco di che sorpresa parlasse prima Edward: una tipica cena italiana ma senza pesce.
 
Il mio sguardo cade su formaggi accompagnati da marmellate, salumi, sott’oli, pizze e salatini di ogni tipo e varietà di torte salate.
Non so cosa dire, davvero mi ha lasciata senza parole, ero convinta che non avesse interesse per me e la mia scarna vita e invece ha immagazzinato ogni informazione che gli ho dato nella sola giornata di oggi.
“Beh, non dici niente?” mi domanda lui sporgendosi in avanti sul tavolo, verso di me.
“E’ tutto perfetto, grazie.
Non me l’aspettavo davvero, sono senza parole”
Mi osserva compiaciuto, con quello sguardo fiero ed orgoglioso anche se in fondo potrei dire di scorgere altro.
“Mi fa piacere, volevo risollevarti un pò il morale, per quanto mi sia possibile ma credo di esserci riuscito”
“Decisamente” rispondo inforcando la mia forchetta per partire all’attacco di tutte quelle prelibatezze.
“Che ne dici, cominciamo?”
“Molto volentieri” mi fa eco lui, prendendo un vassoio di formaggi per iniziare a servirmi.
 
Quest’uomo mi stupisce ogni minuto che passa.
Com’è vero che le apparenze ingannano e le persone non si conoscono mai abbastanza.
 
Mentre lo guardo gustarsi queste bontà una strana ma molto piacevole sensazione si fa spazio dentro di me e comincio a pensare che questa settimana potrebbe non essere così terribile come immaginavo.
 
Dopo gli antipasti sono seguiti i primi e i secondi con i quali abbiamo attraversato la penisola da nord a sud ed ora siamo ai dolci.
La situazione è letteralmente degenerata in quanto, nonostante la sottoscritta avesse detto di andarci piano e prendere il vino con calma, il tutto è sfuggito dalle mie mani.
La scusa è stata che il vino fosse troppo buono e non si doveva sprecare.
Così adesso sono qui, leggermente alticcia anche se per fortuna non vedo ancora le cose girare e muoversi da sole.
Quando però i camerieri ci portano la selezione di dolci, i miei occhi non possono cadere anche sulla bottiglia di passito che portano con loro.
 
E quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
 
Mi sveglio e sono nella mia camera, nel mio letto.
Oddio che mal di testa, mi sembra di avere un martello che insistente mi sta trapanando le tempie.
Mi giro nel letto stropicciandomi gli occhi: fuori è ancora notte, la luna splende alta e argentea nel cielo.
 
Aspetta un attimo, sono nel mio letto.. come ho fatto ad arrivarci se ero..
Mi metto a sedere di colpo, portando le mani alla bocca..
 
Edward.
 
Brava Bella, hai infilato un’altra figura del piffero con quel gran pezzo d’uomo.. chissà cosa penserà di te adesso e.. oddio no e se quando mi ha portata qui per sbaglio ho parlato e.. oh no chissà cosa potrei aver detto..
Mi porto una mano alla mia povera testa e decido di scendere in cucina per bere un po’ d’acqua.
 
La masseria è avvolta nel silenzio e le uniche luci che filtrano dalle finestre sono quelle della luna.
 
Faccio attenzione a non inciampare e cadere, non so quante persone stiano dormendo qui e di certo non voglio scoprirlo adesso.
 
Per fortuna raggiungo la cucina senza problemi e mi dirigo verso il frigo per prendere una bottiglia d’acqua fresca.
Mi riempio un bicchiere e poi decido di sedermi su di un lettino, accanto alla piscina.
 
I ricordi del pomeriggio e della serata appena trascorsa, mi attraversano la mente, portandomi rispettivamente a fare una smorfia di dolore e ad aprirmi poi in un sorriso.
 
E’ stata una giornata molto intensa che mi ha permesso in qualche modo sia di metabolizzare il mio problema con l’acqua, sia di vedere Edward sotto un’altra luce, da un’altra prospettiva.
 
Dei passi all’improvviso mi fanno trasalire, portando il mio sguardo oltre le mie spalle.
 
Quando incontro gli occhi di Edward mi tranquillizzo.
 
“Notte insonne anche per te? Scusami non volevo spaventarti, avrei dovuto annunciare la mia presenza” mi dice lui avvicinandosi.
 
Ha in mano un bicchiere con un liquido ambrato e di certo non è acqua.
 
“La mia testa sembra voglia scoppiare da un momento all’altro e ho pensato che un po’ d’aria fresca mi avrebbe fatto bene” gli dico guardandolo venire verso di me.
 
 
 
 
Edward
 
Sono sceso in cucina perché ho bisogno di qualcosa di forte.
Non riesco a prendere sonno, stuzzicato continuamente dal pensiero di lei.
Non so cosa mi sta prendendo ma questa ragazza che conosco da appena un giorno mi attira come non mi è mai successo con nessun altra.
Ha un non so che di speciale in grado di catalizzare tutti i miei pensieri e anche i miei sensi su di lei.
Quando poi l’ho accompagnata in camera e l’ho stretta tra le mie braccia, il mio corpo è stato attraversato da mille scosse.
Non ricordo nemmeno più quanto tempo è trascorso dall’ultima volta che ho provato una sensazione simile ed è stato come un campanello d’allarme per me.
Sono sceso per bere qualcosa e fare due passi che forse avrebbero conciliato il mio sonno e messo in ordine i miei pensieri.
Invece me la ritrovo davanti, scalza e in tenuta da notte, con i capelli scompigliati e con un gran mal di testa da dopo sbornia.
Il mio sguardo vaga sul suo striminzito abbigliamento, dopo essermi scusato per averla spaventata.
Ed è allora che lei si accorge di indossare solo una canotta di seta rosa ed un mini pantaloncino.
Per me non è un grosso problema, oggi l’ho vista anche più svestita di così ma è lei ad essere proprio a disagio e tenta come meglio può di coprirsi con le sue stesse braccia e più lo fa più io non riesco a distogliere lo sguardo dal suo corpo.
Uno sguardo ammaliato per niente malizioso o con cattive intenzioni tant’è che noto un telo abbandonato su di un lettino lì accanto e per toglierla dall’impiccio lo prendo e mi avvicino per posarlo sulle sue spalle.
“Ti ringrazio” sussurra non appena mi allontano e chiedendole il permesso, mi siedo poco distante da lei.
 
La sento rilassarsi e tirando un lungo sospiro si appoggia allo schienale del lettino.
“E’ una bellissima notte stellata” sussurra forse più a se stessa che a me.
Mi volto ad osservarla e posso dire che anche lei è bellissima questa notte.
Mi stupisco dei miei stessi pensieri e un sorriso divertito spunta sulle mie labbra.
“Hai ragione, è stupenda ed è un privilegio poter assistervi” borbotto cercando di non farmi beccare a sorridere.
“Devo ringraziarti Edward per avermi accompagnata nella mia stanza, senza di te non so se ce l’avrei fatta”
“Sono un cavaliere ed un cavaliere aiuta sempre una fanciulla nel momento del bisogno e anche se mi sono già scusato per quel bacio a tradimento di ieri, vorrei farlo ancora”
 
Mi passo una mano tra i capelli un po’ in imbarazzo, il che non è da me e poi proseguo.
 
“Non so cosa mi sia preso, non mi comporto mai così con una signora, davvero, anche perché sento che tu sei diversa da tutte le altre ragazze che ho conosciuto” le confesso senza mai interrompere il contatto con i suoi occhi.
“C’è qualcosa in te, qualcosa di speciale che non mi so spiegare ma ad essere sincero, mi piace molto”
 
La osservo mentre i suoi occhi vagano sul mio viso e so che è stupita dalle mie parole almeno quanto lo sono io stesso.
 
Poi all’improvviso le sue parole mi colpiscono
 
“Ad essere sincera, avevo molte riserve su di te, Edward Cullen, il famoso attore internazionale pluripremiato, ma a dire il vero, anche se è passato solo un giorno, ti stai riscoprendo un degno compagno di conversazione” mi guarda abbozzando un sorriso per poi proseguire
 
“A questo punto mi aspetto grandi cose da te nei prossimi giorni..”
Lascia la frase volutamente in sospeso, senza mai interrompere il contatto visivo.
 
Si accoccola sul lettino, mettendosi comoda e qualcosa nel suo sguardo mi fa capire che è pronta per dirmi qualcosa e infatti
“Edward io.. vorrei ringraziarti davvero per avermi aiutata a raggiungere la mia stanza ieri sera e mi scuso per essermi fatta vedere in quello stato, non pensare che mi succeda spesso, infatti è per quello che non bevo quasi mai quando esco la sera.. io e l’alcol non andiamo per niente d’accordo”
 
Sorrido per quello che sto per dirle perché so che potrebbe suonare malizioso anche se non è così
 
“Sai, devo dire che sei stata un piacevole peso da portare, è stato facile ma soprattutto interessante ascoltare poi tutte le cose che hai detto su di me” la guardo mentre inizia ad accigliarsi, muovendosi inquieta sul lettino.
 
“Ah beh comunque mi devi un massaggio ai miei poveri muscoli della schiena che già sento doloranti” concludo massaggiandomi in modo teatrale una spalla.
 
Lei non sembra aver ascoltato l’ultima frase, persa in so quale pensiero.
 
Poi, tutto ad un tratto borbotta
 “Ho.. ho parlato? Che cosa ho detto?” mi domanda in con preoccupazione.
 
Vorrei scoppiare a ridere perché ripensando a tutte le cose che Isabella ha mormorato mentre la portavo in camera, una è più soddisfacente dell’altra.
 
“Beh, hai iniziato col toccare le mie spalle lodando la mia forma fisica; poi hai snocciolato complimenti su alcuni dei miei film in cui mi hai trovato -testuali parole  -particolarmente eccitante-  ed io che pensavo di non piacerti affatto come attore, per poi finire con l’apprezzare la morbidezza delle mie labbra”.
 
Lo so sono stato troppo diretto ma lei ha chiesto ed io ho risposto.
 
Apre e chiude la bocca un paio di volte senza però proferire parola, si porta entrambe le mani al viso e scuote la testa.
 
“Potrai mai perdonarmi?” borbotta aprendo un varco tra le sue dita, guardandomi attraverso.
 
Non riesco più a trattenermi e scoppio a ridere.
 
“Non c’è niente da perdonare anzi devo dire che è stato davvero esilarante, sei una scoperta ogni minuto che passa, Isabella Swan” le rispondo osservandola e facendole il mio sorriso sghembo.
 
Toglie le mani dal suo viso e finalmente posso godere di quei suoi lineamenti perfetti.
 
Abbozza un sorriso e restiamo così, occhi negli occhi per quelle che sembrano ore.
 
Quando viene colta da uno sbadiglio dopo l’altro, le suggerisco che forse è meglio tornare a dormire ancora un po’, in previsione della ricca giornata di domani.
 
Mi saluta sventolando una mano, portandosi dietro il telo con cui l’ho coperta poco prima, dandomi appuntamento al mattino seguente.
 
“Buonanotte Edward” sussurra sbadigliando ancora
“Buonanotte Isabella” le faccio eco.
 
E mentre si allontana verso le scale, mi sembra già che sia trascorso troppo tempo lontano da lei.

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Capitolo 7
*** 6^ Capitolo ***


Buonasera ragazze e bentrovate.
Siete pronte a scoprire come Edward e Bella passeranno il loro secondo giorno insieme? Si scopre che ogni giorno Bella rivela ad Edward qualcosa in più su di lei.. Buona lettura e grazie a tutte voi.
 
 
 
Bella
 
 
La mia sveglia suona sul comodino e mai come in questo momento vorrei prenderla e lanciarla contro il muro.
Ho sonno, la testa mi scoppia e non credo di voler uscire da questo comodissimo letto.
Ma poi mi ricordo che non sono a casa mia e che Edward mi sta aspettando.
 
Edward
 
Se ripenso ancora alla sera appena trascorsa, un brivido mi attraversa la schiena.
E’ stato davvero gentile e premuroso nei miei confronti, si è preso cura di me anche se non era tenuto a farlo.
 
Decido di alzarmi e prepararmi per poi scendere in cucina, un’altra giornata mi aspetta insieme a lui.
 
Quando raggiungo la cucina, un intenso profumo di caffè mi accoglie.
Edward è in piedi, di spalle.
Osserva il grande giardino della masseria al di là della vetrata della veranda.
Sembra assorto nei suoi pensieri e quasi mi dispiace manifestare la mia presenza.
Un attimo dopo, come ad aver sentito i miei pensieri, si volta e subito mi regala un sorriso.
“Buongiorno Isabella, spero tu ti senta meglio e abbastanza in forma per la giornata che ho pensato per noi” esordisce posando la tazza di caffè sull’isola della cucina.
Si avvicina a me, percorrendo la distanza tra di noi, aspettando una mia parola.
Solo ora posso notare il suo abbigliamento decisamente sportivo, molto diverso dal suo solito completo elegante a cui sono abituata ma sempre perfetto.
“Buongiorno Edward, sì ti ringrazio, sono riuscita a dormire e a parte un po’ di mal di testa, mi sento abbastanza bene” rispondo abbozzando un sorriso.
“Bene, mi fa molto piacere perché per oggi ho preparato un’altra sorpresa che spero ti piacerà”
Il mio pensiero corre di nuovo alla sera precedente e non posso evitare che dalla mia espressione trapeli un po’ di incertezza.
E lui sembra notarlo.
“Oh no no non preoccuparti, nella giornata di oggi il vino non è per niente contemplato, credo che sia meglio evitarlo per un po’” mi tranquillizza cercando però di trattenere una risatina.
Sollevata dalle sue parole afferro la tazza di caffè che mi offre e la bevo avidamente.
“Ci voleva proprio, grazie” dico mentre mi godo l’ultimo sorso per poi chiedergli
“Mi darai qualche indizio per la nostra giornata di oggi o è top-secret anche questa?”
La mia espressione è a dir poco implorante e credo che provando pena per me borbotta
 
“Scuderie”
 
A quella parola i miei occhi si accendono e un guizzo di felicità li attraversa.
 
“Sarà una giornata fantastica” mi affretto a dire, strofinando le mie mani tra loro.
Mi contengo dal saltare e urlare, come avrebbe sicuramente fatto Alice alla notizia di un appuntamento con il qui presente Edward Cullen, solo per non mettermi ulteriormente in ridicolo ai suoi occhi.
 
“Non ti chiedo se l’idea ti piaccia perché mi hai ampiamente risposto, quindi non ci resta che andare”
 
Stiamo per incamminarci quando Grace entra in cucina con un cesto pieno di verdure.
La signora è la responsabile della cucina e di tutti i manicaretti che abbiamo assaggiato fino ad oggi.
 
“Oh signor Cullen, sono proprio arrivata giusto in tempo” borbotta lei, trasportando a fatica l’enorme cesto.
Senza pensarci due volte Edward le corre incontro per aiutarla.
“Dai qui Grace, lascia che ti aiuti, è troppo pesante per te” la rimprovera lui bonariamente, rubandole il cesto dalle mani” per poi aggiungere
“E quante volte dovrò ancora dirti di chiamarmi Edward”
Lei lo guarda abbozzando un dolce sorriso.
“Allora, Edward e Isabella” dice posando lo sguardo anche su di me
“Ho preparato questa cesta per voi, spero che possa essere di vostro gradimento e che possa contribuire ad allietare la vostra passeggiata”
Si sporge sulla penisola della cucina e afferra una cesta che, dal profumo, sembra essere piena di leccornie.
“Sei un angelo Grace e stai pur certa che ti riporteremo la cesta completamente vuota” afferma Edward avvicinandola per darle un breve abbraccio.
 
Salutiamo Grace dandole appuntamento per la cena e mentre Edward si fa carico della cesta, io non posso che trotterellare felice un passo avanti a lui.
 
“Beh, credo di aver azzeccato in pieno i tuoi gusti, signorina Swan” dice mettendosi al mio fianco.
“Non sai quanto Edward, non sai quanto” gli rispondo sostenendo il suo sguardo e perdendomi per un attimo in quei suoi occhi.
 
Raggiungiamo le scuderie ed io sono più impaziente di un bambino la mattina di Natale.
 
“Ho fatto preparare un cambio per entrambi, di certo non possiamo cavalcare vestiti così.
Mi sono permesso di sceglierne uno anche per te, puoi trovarlo in quel camerino lì avanti”.
 
Resto un attimo spiazzata davanti a tutta questa cura che ha nei miei confronti, devo tornare indietro di molto tempo per ricordare qualcuno così premuroso verso di me.
 
“Ehm.. sì.. grazie, vado subito”
Apro la porta del camerino e svelta la richiudo alle mie spalle, prendendo posto su di uno sgabello.
 
Ho bisogno di riprendermi un attimo dalla situazione e non faccio per niente caso al completo che lui ha scelto per me perché l’unica cosa che mi frulla in mente adesso è che sto ricevendo un sacco di attenzioni da un uomo che non è il mio ragazzo, da un uomo ed è da troppo tempo che ciò non accade.
 
Tutto questo mi ributta tristemente al passato, di nuovo, quando nella mia vita un uomo mi ha dato di tutto tranne attenzioni, tranne amore.
 
Sento una lacrima salire birichina verso i miei occhi ma svelta come sta arrivando la ricaccio giù, decisa a non lasciarmi rovinare questa che penso sarà una giornata ricca di sorprese.
 
Finalmente poso gli occhi sul completo scelto da Edward e non posso evitare di tapparmi la bocca con una mano: è a dir poco stupendo.
 
Un pantalone bianco, una polo nera, sfiancata, con profili in bianco, un paio di stivali neri, con il bordo profilato di argento.
Completano il tutto paraschiena e il cap.
 
Una volta vestita mi guardo allo specchio: Edward non ha sbagliato nemmeno una taglia del mio abbigliamento, perfino il cappello è della misura corretta.
 
Do un ultima occhiata alla mia immagine nello specchio e mi appresto ad uscire, per niente pronta a quello che mi trovo di fronte.
 
Edward è già pronto, fasciato nel suo completo total black che lascia davvero poco all’immaginazione ma quando si volta e mi vede, posso giurare che entrambi abbiamo la stessa espressione.
 
“Sei bellissi..”
“Ti dona davvero tan..”
 
Le parole ci escono insieme, sovrapponendosi ed entrambi scoppiamo a ridere.
 
“Credo volessi dire che siamo molto carini vestiti così, non è vero?” mi domanda lui guardando prima se stesso e poi me.
“Esattamente”
 
Mi sorride compiaciuto, allungando una mano verso di me.
“Vieni, adesso che siamo vestiti non ci resta che scegliere il nostro destriero.
Sarebbe meglio per te una cavalla adulta, generalmente sono più docili e mansuete.. sai non vorrei mai che ti..” blocca le sue parole quando si accorge che sono ferma dietro di lui con le braccia incrociate al petto.
 
Decisamente stupito del mio atteggiamento, compie i passi che ci dividono e mi domanda
“Isabella, ho forse detto qualcosa di sbagliato? C’è qualcosa che non va?”
 
Decisa a rimanere misteriosa, questa volta sono io a dirigerlo verso i cavalli, assicurandogli che avrebbe capito tutto molto presto.
 
La mia passione per i cavalli neri è nata quando ero bambina, cresciuta a Furia cavallo del West e Torna a casa Lassie, il mio cavallo di oggi non avrebbe potuto essere nient’altro che di colore nero e maschio.
 
L’espressione sulla faccia di Edward è impagabile mentre apro il box di Tornado e lo porto fuori per prepararlo.
 
“Isabella ma sei davvero sicura della tua scelta, non sarà un po’ pericoloso per..”
Di nuovo lo lascio senza parole quando da sola e con molta facilità monto in sella, perfettamente a mio agio.
 
Quando anche lui mi raggiunge e la nostra passeggiata può finalmente iniziare, mi decido a dire qualcosa.
“Sei stato bravo fino ad ora a ricordarti le poche cose che ti ho detto su di me ma questa sembra proprio tu l’abbia scordata: sono una ragazza del Wyoming signor Cullen, la terra indiscussa dei famosi mustang, i cavalli selvaggi, sono cresciuta a pane e cavalli e niente di loro mi spaventa”
 
Mi osserva forse ricordandosi di quando gli ho parlato del posto in cui sono nata, guardandomi bene dal nominare il motivo per cui sono scappata.
 
“Errore mio, perdonami, la prossima volta ti assicuro che cercherò di prestare più attenzione.. probabilmente ero distratto da altro” borbotta avvicinando il suo cavallo al mio.
 
Sempre pronto a scoccare frasi che possono farmi arrossire, questa volta non accolgo la sua provocazione e con un ghigno dico
“Allora, potresti iniziare a prestare attenzione già da ora” e con un colpo di stivale invito Tornado ad andare al galoppo, lasciando Edward indietro.
 
Non so dove stiamo andando, mi sto facendo condurre dal cavallo quando so che dovrebbe essere il contrario.
 
Sento gli zoccoli di Pegasus che si stanno avvicinando e so chetra poco Edward mi raggiungerà.
 
Non ho intenzione di fare una gara, almeno per ora, voglio solo stuzzicarlo un po’.
 
Rallento per far sì che possa stare al mio passo, quando raggiungo una radura.
“Non avrei dovuto sottovalutarti Isabella, ma stai certa che non accadrà di nuovo” borbotta lui affiancandomi.
“Oh beh se è per questo non ha ancora visto niente signor Cullen” incalzo io provocandolo.
Passeggiamo seguendo il sentiero che si dirama in due: scegliamo quello di destra, seguendo il cartello che indica la presenza di un laghetto.
 
Ciò che mi si presenta davanti agli occhi è di una bellezza impagabile: il paesaggio si apre regalandoci la visuale completa del laghetto, perfettamente incastonato tra gli alberi.
“Vieni, fermiamoci qui, così i cavalli potranno bere e brucare un po’ l’erba”
Non mi chiede se mi serve aiuto per scendere da cavallo ma mi osserva nel caso io abbia comunque bisogno.
Apprezzo questo suo essere premuroso e non posso evitare di sorridere.
Mi perdo un po’ nell’osservarlo mentre allaccia le briglie del suo cavallo ad un ramo.
E’ davvero un bel ragazzo, non c’è dubbio ma sto scoprendo che c’è anche altro in lui.
“Che ne dici se ci sistemiamo qui in riva al lago?” mi domanda trovandomi ancora ad osservarlo.
“Uh.. ehm..sì mi sembra ottimo” rispondo incespicando nelle parole.
Un ghigno di soddisfazione appare sul suo viso scoprendomi così interessata a lui.
 
Prende la cesta accuratamente preparata da Grace e la appoggia poco lontano da me.
Poi, da una tasca legata alla sella estrae una coperta.
“Ti dispiace aiutarmi a stenderla sul prato?” mi domanda porgendomi un lembo di tessuto.
 
“Hai pensato proprio a tutto” dico mentre lo aiuto con la coperta.
“Certo, per me la cura nei dettagli è tutto e questo non solo nel mio lavoro ma anche nella mia vita” risponde fissando quei suoi occhi sul mio viso.
 
E’ così accomodante e disponibile, totalmente diverso dal primo giorno che l’ho incontrato.
Questo suo atteggiamento mi sta portando ad aprirmi a lui come non mi era mai successo con uno sconosciuto.
E questo un po’ scatena in me una miriade di pensieri.
 
“Tutto bene?” sobbalzo appena persa in quella miriade di pensieri.
Si è inginocchiato sulla coperta e sta svuotando la cesta che contiene ogni ben di dio.
Noto che è scalzo e questo è come un invito per me ad imitarlo.
 
Ben presto anche io sono seduta al suo fianco e insieme scopriamo cosa ci ha preparato Grace.
“Oh mio dio ma quante cose ci sono qui dentro” borbotto tirando fuori l’ennesimo sacchetto.
“Direi che è il caso di assaggiare qualcosa anche perché inizio a sentire un leggero languorino”
Prende un paio di piatti e due bicchieri.
“C’è anche qualcosa da bere, analcolico ovviamente” un sorrisino compare sulle sue labbra.
“Grazie per il pensiero” gli dico ringraziandolo per aver evitato il vino almeno oggi.
Il mio mal di testa è passato ma non vorrei mai che tornasse.
Riempie entrambi i bicchieri con del succo di mirtillo e me ne porge uno.
“Beh anche se non è vino possiamo comunque brindare” mi propone e alzando il bicchiere si sporge verso di me.
Allungo il mio mentre un cin-cin si leva nell’aria.
Sorridiamo a quel gesto e beviamo.
 
“Dai assaggia anche questa tartina, vedrai ti piacerà”
Edward sta cercando di rifilarmi l’ennesima tartina mentre io vorrei solo stendermi e riposarmi dopo questa fantastica abbuffata.
 
Perché è questa ciò che è stata oggi, una grandiosa abbuffata.
 
“Ti prego Edward basta, credo che potrei esplodere dopo tutto quello che mi hai costretta a mandare giù” borbotto tenendomi la pancia leggermente gonfia
“Avrò sicuramente preso almeno 2 chili dopo oggi” dichiaro mettendomi sdraiata.
Che posizione gradevole da qui, guardare le nuvole che si rincorrono nel cielo e gli uccellini che cinguettano, saltando da un ramo all’altr..
“Saresti bella anche con 10 chili in più”
 
I pensieri si bloccano, il fiato si mozza ma i miei occhi scattano come felini nella sua direzione e la mia schiena torna ben presto in posizione eretta.
 
Ho davvero capito bene?
 
Ha pronunciato davvero quelle parole?
 
Lo trovo intento a riordinare e solo quando si accorge che lo sto guardando, i suoi occhi si posano su di me.
Credo di avere il viso colore di un’aragosta ma con le parole che pronuncia dopo la situazione di certo non migliora.
“E’ la verità, sono un uomo e ai miei occhi sei davvero una bellissima ragazza” conclude sicuro.
 
Ok, se mi vuole morta questo è un buon modo perchè accada.
 
Non soddisfatto delle sue parole, apre la bocca per dire altro ma a quel punto lo precedo.
“Edward davvero ti ringrazio ma ecco io ti prego di.. di non aggiungere altro” borbotto finendola frase quasi senza voce.
 
Di tutte le volte che mi ha fatto un complimento questa di oggi è quella che mi ha colpita di più.
 
Ed io so perché.
 
Un velo di tristezza copre i miei occhi ma cerco con tutte le mie forze di nasconderlo.
Tentativo decisamente vano perché Edward se ne accorge subito e gattonando sulla coperta si siede al mio fianco.
 
Non voglio sembrare una piattola ai suoi occhi ma la mia vita fino ad oggi è stata una delusione dietro l’altra, se non peggio nel caso di Jacob.
 
Allunga una mano e afferra una delle mie nelle sue e solo quel calore sembra lenire tutti i miei dispiaceri.
“Non era mia intenzione rattristarti, di nuovo, ma sai che se ne vuoi parlare, io sono qui” con il pollice mi accarezza il dorso di una mano, creando dei cerchi.
 
Non vorrei aprirmi e raccontargli anche di James ma qualcosa, come una forza, mi spinge ad assecondare la sua richiesta.
 
Così inizio il racconto di un’altra parte dolorosa della mia vita.
 
Gli racconto di James, il mio ragazzo di tanti anni fa, quello che io pensavo sarebbe stato il mio principe azzurro e che invece si è rivelato il più squallido dei ragazzi.
 
“Ci siamo conosciuti al penultimo anno di liceo e ci siamo fidanzati poco dopo” comincio a raccontare.
 
“A me piaceva tanto e oltre ad essere un bel ragazzo era anche gentile e divertente.
Credevo che il sentimento fosse reciproco, che anche lui vedesse in me una giusta compagna ma mai cosa fu più sbagliata di questa”
“Ad ogni uscita da soli o con gli amici, lui sembrava avere occhi solo per me.
Passavamo tanto tempo insieme, tra compiti, cinema e passeggiate, ci divertivamo tanto”
“Siamo stati insieme per quasi 2 anni, fino a quando..” la mia voce si incrina e il mio racconto si interrompe.
 
Mi occorrono un paio di minuti per riprendere durante i quali Edward mi dice che, come per Jacob, non sono obbligata a continuare ma io voglio farlo, ne ho bisogno.
“..fino a quando la sera della consegna dei diplomi non l’ho trovato a letto con la mia, allora, migliore amica”
 
Dopo un attimo di silenzio Edward prorompe nel racconto con la sua voce
“Ma che gran figlio di puttana” stringe i pugni mentre osserva le mie espressioni.
Sta per rincarare la dose quando lo interrompo
 
“Ma il meglio lo devi ancora sentire” dico abbozzando un sorriso che è più una smorfia.
 
Sospiro prendendo fiato prima di dare il colpo finale al mio racconto.
 
“Non gli è bastato insultarmi trovandolo nel pieno del suo tradimento ma..” la voce comincia a cedermi
“..ma mi ha riempita di insulti, dicendomi che ero brutta, goffa, elencando tutti i miei difetti, i quali a lui erano sempre piaciuti, confessandomi quanto si sentisse in imbarazzo quando uscivamo con i suoi amici e ciliegina sulla torta, quella sera stessa mi disse quanto fossi grassa e che se fossi ingrassata ancora non avrei più dovuto farmi vedere insieme a lui”
 
Nel momento in cui termino il mio racconto, una lacrima incontrollata scivola giù dai miei occhi.
 
Edward è accanto a me, immobile, ma con i pugni serrati.
 
Posso quasi sentire gli ingranaggi della sua mente lavorare per cercare le parole giuste da offrirmi.
 
Niente nella mia vita mi aveva mai fatta sentire così inutile e umiliata come aveva fatto James quella sera.
 
Quello sarebbe stato per me un tatuaggio invisibile.
 
In un primo momento Edward non dice niente.
 
Inizia a riporre tutte le vaschette di cibo avanzato nella cesta, tranquillamente, quasi come fosse un automa.
Lo aiuto e in quei minuti lui non incrocia mai il mio sguardo.
Temo di aver sbagliato a parlargli di quella storia anche se alla fine era stato lui a chiedermi di aprirmi.
 
Nel momento in cui provo ad aprire bocca, lui mi precede
 
“E’ perché ti ho detto che saresti bella anche con 10 chili in più che ti ho fatto ripensare a lui, che ti ho intristita, è colpa mia vero?” mi domanda fissandomi mogio.
 
Pensava che fosse colpa sua?
Niente di più impossibile.
 
“Non devi pensarlo nemmeno per un attimo, il tuo era un complimento.. James non è mai stato in grado di farmi dei veri complimenti, che arrivassero dal suo cuore” poi aggiungo
 
“Ben presto la notizia si sparse per il quartiere e mi vergognai così tanto da lasciare tutto e tutti.
Così sono scappata il più lontano possibile dalla mia città natale, lasciando là anche i miei genitori” un sospiro affranto lascia le mie labbra quando aggiungo anche questo triste aneddoto.
 
Edward mi scruta, soppesando le prossime parole da dire.
 
“Quindi tu sei qui da sola e hai dovuto rifarti una vita per colpa di quel bastardo..”
La sua non è una domanda ma una constatazione ed io mi trovo ad annuire mesta.
 
“James deve pregare di non incrociare mai la mia strada perché dio solo sa cosa potrebbe accadergli” borbotta lui con voce tagliente.
Colpita dalle sue parole e non sapendo cosa rispondergli, decido di restare in silenzio abbozzando solo un sorriso.
 
 
Due ore dopo stavamo tornando alla masseria: quei 120 minuti erano stati strani, avevamo goduto della natura intorno a noi,interagendo con brevi conversazioni ma l’alone di James era rimasto tra di noi.
 
La cena al contrario era stata più animata, Edward si era concesso alcune risate raccontando aneddoti della sua vita lavorativa ma i suoi occhi non hanno mai brillato.
 
Mi chiedevo quando li avrei potuti rivedere belli e lucenti come il primo giorno.
 
Quando mi accompagnò fino davanti alla mia stanza, la premura e la dolcezza che impiegò in un gesto che fece, catturò i miei sogni di quella notte e non li lasciò fino al mattino.
Chinandosi alla mia altezza, appoggiò le sue labbra sulla mia guancia e vi regalò un dolce bacio.
 
E tutto rilucette di una nuova luce.

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Capitolo 8
*** 7^ Capitolo ***


Buonasera ragazze, come state?
Perdonatemi per il ritardo ma ieri ho fatto tardi a lavoro e non sono riuscita ad aggiornare.
Dunque, siamo giunti al terzo giorno di questa vacanza.
Abbiamo visto Edward e Bella interagire raccontandosi un po’ della loro vita e adire il vero è stata di più Bella a dire di sé rispetto a lui.
Chissà che cosa avrà organizzato Edward per questa nuova giornata..
Buona lettura e come sempre grazie. A presto!
 
 
 
Edward
 
Il suono della sveglia cattura la mia attenzione e mi costringe a svegliarmi.
Allungo svogliatamente una mano al comodino mentre i ricordi della giornata di ieri mi piombano addosso come macigni.
 
Isabella e il suo imbarazzo davanti ai miei complimenti.
 
Isabella e il suo ennesimo dolore nella sua vita.
 
Isabella e James.
 
Stringo i pugni al pensiero di quel verme schifoso che ha osato trattare in quel modo un’anima così pura e gentile.
Dopo il dispiacere per il fratello ha dovuto sopportare anche il tradimento di colui che avrebbe dovuto amarla e proteggerla.
 
Io stesso mi stupisco dei miei pensieri, mi sono fatto prendere emotivamente dagli avvenimenti negativi della sua vita e ancora non mi capacito di come sia potuto accadere.
 
Avvolto in quelle mie riflessioni raggiungo la cucina e i miei occhi subito si posano su di una figura intenta ai fornelli.
Non è Grace, è più gracile ed ha i capelli raccolti, racchiusi in un foulard.
 
Come se avesse avvertito la mia presenza si volta nella mia direzione, posando le sue gemme nocciola su di me.
 
“Oh, buongiorno Edward, io.. ehm.. sto preparando la colazione per te..noi” borbotta arrossendo, sentendosi un po’ a disagio.
 
Lei sta preparando la colazione per me..noi.
 
Solo mia madre nella mia vita ha avuto un pensiero di questo tipo per me.
“Buongiorno a te Isabella.
Che pensiero gentile il tuo.. beh posso aiutarti in qualche modo?”
Do un’occhiata al tavolo scoprendo che non è del tutto apparecchiato.
“Penso che potrei finire di preparare il tavolo”
Prendo posate e bicchieri dopo averla vista annuire.
 
Cinque minuti più tardi inizia a servire in tavola macedonia, succo di frutta, pancakes, caffè, fette biscottate, marmellata, e bacon croccante.
 
Praticamente la mia colazione preferita, quella di tutti i giorni.
 
“Grazie per esserti occupata tu di prepararla, anche se non eri tenuta a farlo.
E grazie per aver preparato tutte le cose che io preferisco” la osservo e lei guarda me.
“Di nulla, volevo fare io qualcosa per te e in merito alla colazione.. beh, ho avuto qualche dritta da parte di Alice” confessa arrossendo leggermente.
 
Suggerimenti o meno questo suo gesto mi ha proprio colpito.
 
“Bene direi di iniziare, ho dei piani per oggi e non voglio perdere tempo prezioso” le schiaccio l’occhiolino e in risposta lei mi sorride.
 
A colazione ultimata, vedendola intenzionata a riordinare la cucina, la prendo per mano e la trascino via verso l’aula cinema spiegandole che ci penserà Grace a mettere tutto in ordine.
 
Solo quando raggiungiamo la stanza mi rendo davvero conto del mio gesto: la sua mano è ancora nella mia ed entrambi le stiamo fissando.
Senza pensarci troppo la faccio accomodare sul morbido divano e mi siedo accanto a lei.
Mi fermo un attimo ad osservarla mentre lei scruta l’ambiente guardandosi attorno incantata.
 
Il suo abbigliamento di oggi non è niente di appariscente se non fosse per quella sua tuta color navy che fascia il suo corpo in maniera perfetta.
 
Ok Edward basta guardarla altrimenti la sciupi.  Certo.
 
“Allora, la mia idea per questa mattina è di vederci uno dei miei film, a tua discrezione, e se vorrai poi potrai farmi tutte le domande che ti frulleranno per la testa.
Mentre per oggi pomeriggio vedremo cosa ti va di fare, magari una semplice escursione qui nei dintorni”
 
“Mi sembra perfetto” risponde visibilmente interessata al mio programma.
“Bene, allora mentre io chiamo per farci portare qualche bevanda e dei pop-corn, perché potrebbe venirci un languorino durante la proiezione del film, tu mettiti comoda e scegli pure la pellicola che preferisci o che magari non hai ancora visto”
Alle mie parole la vedo osservarmi in modo strano, come se volesse dirmi qualcosa ma non ha il coraggio.
Poi finalmente apre la bocca e sussurra
“Credo che sceglierò la prima” borbotta
 
La prima? Cosa?
Non vorrei sembrare tonto né tanto meno maleducato ma non la sto capendo.
“Perdonami ma credo di non aver capito cosa intendi” le confesso abbozzando un sorriso.
Un velo di imbarazzo cala sul suo viso e come accade da quando sono qui con lei, scatena in me sensazioni mai provate.
 
Sembra debba prendere coraggio per parlare e nel momento in cui le parole escono dalla sua bocca, non potrei essere più lusingato di così.
“Intendo dire che sceglierò il tuo film che ho preferito perché.. beh perché li ho visti tutti.
E comunque, anche se sono tutti bellissimi, vorrei rivedere Remember me.
 
Remember me.. è anche il mio preferito, tra tutti quelli che ho interpretato fino ad ora.
 
“Perfetto, vada per quello”
Alcuni minuti dopo, mentre dal mobile accanto all’enorme schermo afferro il dvd ed accendo il lettore, arrivano i nostri stuzzichini.
 
Chiudo le tende alle vetrate, mi metto comodo sul divano e faccio partire il film.
 
Bella è seduta accanto a me, ha assunto una posizione più comoda, le gambe incrociate, le mani giunte in grembo, appoggiando la schiena al divano.
 
Mi attardo ad osservarla, trovandola concentrata già dalle prime scene.
Io potrei benissimo passare i prossimi 113 minuti in questa posizione, incantato in ogni caso dalla sua attenzione al mio film.
 
Lei che fin dall’inizio aveva espresso il suo poco interesse nei miei confronti, nonostante sapesse così tanto di me.
 
Scelgo di seguire il film, quantomeno per non essere beccato a guardarla.
Mi concedo però di osservarla durante la proiezione ed ogni volta vengo colpito dall’intensità con cui segue le scene.
Si emoziona e non se ne vergogna quando la trovo rannicchiata con le gambe al petto o intenta ad ascoltare la mia voce in certe battute oppure perfino con le lacrime agli occhi.
Sobbalza e nasconde gli occhi con una mano nella scena in cui faccio a botte.
Vive e rivive tutte quelle emozioni per un film che ha già visto, per un film che è il suo preferito.. uno dei miei film.
 
Trascorsi i 113 minuti seduto su quel divano, niente mi farebbe più piacere di una passeggiata prima di pranzo per sgranchirmi le gambe.
 
Così, mentre i titoli di coda scorrono sullo schermo, blocco la pellicola e mi giro verso di lei per proporle la mia idea.
 
Ma le parole mi muoiono in gola per ciò che vedo.
 
Il suo viso ancora rivolto alla tv, le gambe rannicchiate in grembo come a doverne tenere insieme i pezzi; gli occhi gonfi di lacrime.
 
Se avessi saputo che sarebbe stata questa la reazione a questo film, le avrei proibito di vederlo, almeno in mia presenza.
 
Attirarla tra le mie braccia mi è inevitabile e da parte sua non c’è nessun ostacolo.
Le lacrime si fanno copiose quando una mia mano inizia ad accarezzarle la schiena.
 
Non ho mai sopportato le lacrime di una donna, cresciuto ed educato con sani principi tra i quali non far mai cadere una lacrima dagli occhi di una donna o di chiunque sia indifeso.
 
Anche se in cuor mio so di non essere il diretto responsabile di ciò, dentro di me so anche di dover trovare un modo per farla sorridere perché non sopporto di vederla in questo stato.
Così un’idea pazza tanto quanto geniale, mi balena nella mente: raccontarle un episodio divertente accaduto proprio sul set di Remember me.
 
Senza allontanarla troppo dal mio abbraccio, quel tanto da riuscire a sbirciare il suo viso, provo ad instaurare un dialogo.
 
“Va un po’ meglio ora?” domando alzandole il viso con un dito.
Gli occhi sono rossi e gonfi ma riesce comunque a farmi un mezzo sorriso.
Annuisce.
“Oh bene” le accarezzo una guancia con il dorso della mia mano e proseguo
“Perché mi è passato per la mente un episodio che vorrei assolutamente raccontarti.. ti va di ascoltarlo?”
Si schiarisce la voce “Sì, mi farebbe piacere”
Mi raddrizzo un po’ appoggiando la schiena al divano e metto più comoda anche lei.
Mi lascia fare, asciugando le ultime lacrime rimaste sulle sue guance umide.
“Ricordo fosse un giorno di riprese frenetiche e durante una pausa dalle riprese di una scena girata in strada, fui individuato dai paparazzi e nel tentativo di fuggire alle loro camere, iniziai a correre e andai a sbattere contro un taxi parcheggiato” pensare a quel giorno mi fa scappare una risata e lei mi segue subito.
“Le ferite riportate non furono gravi ma per portarmi via fu richiesto l’intervento delle guardie del corpo” termino il mio racconto con un’altra risatina.
Poi i miei occhi si posano su di lei che mi sta guardando: è in silenzio ma è un silenzio che mi dice un mare di cose.
 
E non so perchè mi succede ma ho una voglia matta di baciarla.
Resto in trance per qualche attimo.
 
“Ed è per quel tuo infortunio che le riprese hanno subito uno slittamento, causando l’uscita posticipata del film”
 
Le sue parole mi risvegliano e mi stupiscono nuovamente, confermandomi quante cose lei sa davvero di me.
 
“Già, è andata proprio così” sussurro incapace di staccare i miei occhi dalle sue labbra.
 
Lei non sembra infastidita dai miei sguardi, intenta ad esaminare ogni spigolo del mio viso.
 
Ad un tratto allunga una mano a sfiorarmi una guancia.
La percorre in lungo e in largo lasciando una scia di fuoco al suo passaggio ed io vorrei non smettesse mai.
 
Un debole schiarimento di voce ci fa allontanare bruscamente, riportando i nostri corpi alla distanza iniziale.
 
“Scusate per l’intrusione, Grace vorrebbe chiedervi cosa desiderate per pranzo, avete qualche preferenza in merito?” domanda il ragazzo in leggero imbarazzo.
Do una rapida occhiata a Bella che con un gesto delle mani sembra lasciar decidere me.
“Dì pure a Grace che per pranzo può prepararci qualcosa di leggero, a suo piacimento però assaggeremmo volentieri la sua macedonia con gelato”
 
Bella mi guarda sorridendo, accorgendosi che mi sono ricordato di quanto le è piaciuta la frutta col gelato di Grace.
 
Contraccambio quel suo sorriso, felice di averlo fatto comparire sul suo volto.
 
“Bene, hai qualche domanda da pormi in attesa del pranzo?
Qualche osservazione o critica da sollevare?”
Mi alzo per aprire le tende per poter godere del panorama fuori dalle vetrate.
 
Torno a sedermi accanto a lei sentendo quanto mi piaccia starle vicino e la osservo mentre sembra pensare a cosa dire.
 
“Osservazioni assolutamente no, né tantomeno critiche.
Però ho una domanda”
“E’ un po’.. personale” aggiunge.
 
 
Sono pronto ad ogni suo quesito e attendo la sua domanda che sembra non voglia arrivare, quindi con un gesto della mano la invito a proseguire.
 
E la vedo raccogliere il coraggio per parlare, titubante se chiedere o meno ciò che ha in mente.
 
Poi con un sospiro dice
“Quanto.. quanto è stato forte interpretare la scena finale sapendo che quel dramma è avvenuto davvero? Per giunta nel film eri tu colui che lasciava la famiglia e i suoi cari.
Io sono stata una di quelle persone che si è goduta il film in ogni sua parte, ignara del drammatico finale a cui era destinato.
Solo all’ultima scena, con l’inquadratura di te all’interno e poi delle Torri, ho capito il tragico epilogo”
 
Una lacrima sfugge ai suoi occhi ma lei prontamente la caccia via con il dorso della mano.
 
La sua domanda sta ancora girando nei miei pensieri quando le confido cosa ho provato recitando quelle parti.
 
“E’ stata una pellicola molto intensa, girata nel mezzo dei capitoli di Twilight.
Ero deciso a interpretare nuovi ruoli, a sperimentare e questo è stato un film diverso.
Conoscevo fin dall’inizio la trama ma ciò non ha di certo influito sulla mia scelta di far parte del cast.
Ho vissuto anche io quel terribile 11 settembre, sebbene non in prima persona ed essere lì a interpretarlo è stato sicuramente un’emozione forte.
La beffa del destino è stata la ciliegina sulla torta, la fine del film, uno schiaffo.
Dopo tutto quel tempo trascorso dal mio personaggio per cercare l’equilibrio, a capire come gestire le emozioni e condividere i sentimenti, tutto si spegne in un istante.
E’ stato un finale che ha colpito il cuore ma a parer mio è stato tremendamente ingiusto"
Termino il mio monologo guardando fisso avanti a me, rivivendo ancora una volta quei momenti sul set.
 
Per tutto il tempo trascorso a parlare, ho sentito il respiro di Bella seduta qui accanto.
E’ stata in silenzio, ascoltando attenta.
 
Mi sento di dover aggiungere qualcosa per alleggerire quest’atmosfera così triste e racconto la prima cavolata che mi viene in mente.
 
“Però devi sapere che recitare in quel film ha avuto anche i suoi lati positivi come quello di imparare a fare a botte” non riesco a trattenere una risata ricordando tutti gli esercizi fatti per cercare di essere quantomeno credibile nel fare a pugni.
 
Ed è così che riesco a strapparle un sorriso da quel bellissimo viso.
 
Qualche ora più tardi, rifocillati e idratati dal pranzo preparato da Grace, optiamo per una tranquilla passeggiata a piedi nei pressi della masseria.
 
E’ un paesaggio meraviglioso quello che ci viene offerto e anche se il sole scalda abbastanza è davvero piacevole camminare.
“Chissà quanti anni hanno questi ulivi” domanda Bella mentre attraversiamo un sentiero contornato da questi alberi.
“Ho letto da qualche parte che in condizioni climatiche favorevoli un ulivo può vivere anche mille anni” le rispondo con tono deciso.
“Oh oh oh ecco che si scopre qualche dettaglio in più sul famoso attore Edward Cullen, tutti pensavano che fosse solo bello e invece è anche acculturato” borbotta accennando una risatina.
Le è tornato il sorriso ed io non posso che esserne felice.
“Cosa vorresti dire con questo che sono bello ma ignorante?” chiedo stuzzicandola.
“Uhm non lo dico io.. ma di solito è così no?”
 
Con fare felino e fintamente offeso, accorcio la distanza tra di noi.
 
Lei sembra capire le mie intenzioni e in automatico cerca di mettere distanza, cosa che le riesce malamente.
Inciampa in un sasso e se non fosse per i miei riflessi pronti, in questo momento sarebbe distesa sullo sterrato, in mezzo a terra e sassi.
L’afferro appena in tempo.
“Stai bene?” le domando vedendola un po’ scossa.
 
“S..sì.. grazie a te”
 
Quegli attimi in cui la tengo tra le braccia vorrei fossero infiniti ma so che non può essere così o almeno non credo.
 
Passato il momento, la nostra passeggiata continua tranquilla, il sole è ancora alto e ne approfittiamo per abbronzarci un po’.
 
Quando più tardi facciamo ritorno alla masseria, Bella mi spiazza con una sua domanda
 
“Mi hai raccontato tante cose di te ma una non me l’hai detta: qual è il tuo cibo preferito?”
 
Questa donna non smetterà mai di stupirmi, con tutte le domande più strane che poteva farmi..
 
“Domanda facile, da inglese di nascita ma americano di adozione non posso che dire hamburger” l’espressione sulla sua faccia mi fa capire che è una risposta ovvia ma ho bisogno di giustificarmi.
“Lo so, lo so è un piatto banale ed è scontato che io dica quello ma mi piace davvero tanto” borbotto soddisfatto pensando ai momenti in cui uno di quei bei panini si trova tra le mie labbra e..
 
“Se continui così gli occhi ti diventeranno a forma di hamburger” scoppia a ridere vedendo la mia faccia fintamente offesa.
Così, senza pensarci due volte, mentre lei inizia a correre intuendo le mie intenzioni, io inizio a inseguirla.
 
Le lascio un discreto vantaggio e nell’aria odo le sue ultime parole prima di raggiungere la masseria
 
“Domani potrò vedere ancora i tuoi occhi a forma di hamburger”

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Capitolo 9
*** 8^ Capitolo ***


Buonasera ragazze e buon martedì.
Ho preparato per voi un’altra interessante giornata in compagnia di Edward e Bella che, come avrete intuito, si stanno avvicinando (anche se ancora non se ne sono accorti).
Vi lascio alla lettura di questo capitolo che spero vi piaccia come quelli precedenti.
Un bacio e a presto!
 
 
 
Bella
 
Apro gli occhi e un raggio di sole scappa alla tenda mossa dalla brezza mattutina.
 
Sorrido al pensiero della giornata che ci attende e una sensazione di benessere si espande in tutto il mio corpo.
 
Mi stiracchio scoprendo quanto io ne abbia bisogno dopo la notte passata rannicchiata e decido di farmi una doccia prima di scendere per colazione.
 
Mi sento di ottimo umore, come non mi capitava da un po’ di tempo e voglio che anche il mio abbigliamento rispecchi il mio stato d’animo.
 
Cerco nella valigia ciò che mi serve, ringraziando Alice per non aver scambiato del tutto i miei vestiti, trovando quel che voglio in un semplice ma vivace vestitino rosa con fiorellini.
 
Senza indugiare oltre, lego i capelli in una alta coda e scendo in cucina.
 
Anche oggi trovo Grace intenta a pulire della verdura.
“Buongiorno Grace, come stai?” la saluto poggiandole una mano sul braccio.
 
Si volta a guardarmi e mi riserva uno dei suoi dolci sorrisi.
“Buongiorno cara, io sto bene grazie e tu come hai dormito?”
 
Un sorriso si dipinge sul mio viso al pensiero di come ho dormito.
“Splendidamente” rispondo con fin troppa enfasi.
 
Lei mi osserva curiosa, con uno sguardo indagatore.
“Sarà per caso merito di quel ragazzo che sta dormendo nella stanza di sopra?” domanda con l’espressione di chi la sa lunga.
 
Arrossisco alle sue parole e sempre troppo veemente rispondo
“Oh no no, ma che dici Grace”
Le mie guance mi tradiscono ancora prima che io cerchi anche solo di negare ciò che dice, nonostante io sappia bene che nel mio buonumore c’entra sicuramente Edward.
 
“Oh cara, non devi vergognarti con me, ma alla mia età certe cose si vedono ad occhio nudo” sussurra strizzandomi l’occhiolino e continua
“Credi che non mi sia accorta di come vi guardate entrambi, degli sguardi che forse ancora inconsapevolmente vi lanciate.
Vedrai, ti accorgerai presto che le mie parole sono esatte e che è lui il responsabile del tuo buonumore odierno”.
Ma io lo so già.
 
Sto per rispondere quando..
“Chi è il responsabile di cosa?” esordisce Edward, facendo capolino dalla porta.
 
Si appoggia allo stipite, incrociando le braccia prima di fare il suo ingresso in cucina.
 
Indossa una camicia bianca aderente e le maniche arrotolate, che lascia poco spazio all’immaginazione.
I muscoli delle braccia sembrano scolpiti sotto la stoffa.
Un paio di pantaloni beige fasciano le sue gambe toniche e.. mi convinco a guardare altrove per non esplodere.
 
Dopo quello che mi ha detto Grace, trovarmi Edward lì in cucina, con i suoi capelli eternamente spettinati e così irresistibile, penso che potrei sotterrarmi per la vergogna.
 
Il problema è che Grace ha tremendamente ragione: c’è qualcosa che sta crescendo tra di noi, non so se lo sente anche lui ma sicuramente è impossibile negarlo.
 
“Buongiorno Edward” salutiamo in coro io e Grace.
Una risata si fa spazio tra di noi mentre Edward ci osserva senza capire la nostra connessione.
 
Cerco di deviare il discorso su ciò che intendo fare oggi e per questo ho bisogno dell’aiuto di Grace.
 
“Grace, oggi vorrei cucinare io il pranzo per me ed Edward” la informo elettrizzata dalla mia idea.
In risposta, lei mi osserva senza dire niente, mi scruta e so che dentro di lei questo è un ulteriore indizio per avvalorare la sua tesi.
“Certo cara, questa è una magnifica idea, magari potresti anche farti aiutare da questo bel ragazzone, così vivrete una nuova esperienza” conclude maliziosa.
Non contenta mi strizza l’occhio, facendo attenzione a non farsi vedere da Edward.
 
Credo di avvampare a quella sua ennesima provocazione mentre lei se la ride sotto i baffi.
 
Edward continua ad osservarci, spostando lo sguardo da me a Grace e viceversa, senza comprendere nulla.
“Mi sono forse perso qualcosa?” domanda visibilmente incuriosito.
 
Sto per rispondergli quando Grace mi precede.
 
Oddio, speriamo non dica altre cose imbarazzanti..
 
“No caro, solo cose da donne” borbotta rivolgendosi a lui, poi guarda me
“Dimmi pure cosa ti serve e provvederò a farti avere tutti gli ingredienti il prima possibile”
“Grazie Grace, sei sempre gentilissima” un sorrisino tirato spunta sulle mie labbra
“Ti preparo subito la lista”
 
E così, un’ora e mezza dopo, tutti gli ingredienti necessari per i miei panini gourmet sono sul tavolo della cucina.
 
L’idea di farmi aiutare da Edward era passata anche per la mia testa, prima che Grace la proponesse, ma non avevo il coraggio di chiederglielo.
 
“Bene, io inizio a preparare tutto l’occorrente per i miei panini.. tu.. beh non sei..” non riesco a terminare la frase perché Edward mi interrompe.
“Era dunque questo ciò che intendevi ieri quando mi hai urlato quella frase..”
La sua non è una domanda, prosegue, accorciando le distanze
“..quando mi hai detto che oggi avrei avuto ancora gli occhi ad hamburger..” un altro passo verso di me
“..hai intenzione di prendermi per la gola, Isabella Swan?” annulla lo spazio tra di noi.
 
Non riesco a togliere lo sguardo dai suoi occhi, mi sembra quasi di aver smesso di respirare quando allunga una mano e afferra una fragola dal tavolo.
Per farlo il suo braccio sfiora la mia mano, il suo corpo teso troppo vicino al mio.
 
Morde quella fragola come se fosse un oggetto delicato, da trattare con i guanti ed io avverto la mia imminente fine.
Non riesco a rendermi conto quando e come io abbia fatto a permettere che lui abbia un effetto di questo tipo sul mio corpo.
E’ impossibile per me non dare a vedere le mille sensazioni che divampano in me in questo momento e il signorino è perfettamente consapevole di ciò.
 
Ricomporsi è difficile ma devo, se oggi abbiamo intenzione di mangiare ma soprattutto non posso rovinare la mia reputazione.
 
Reputazione, addirittura Bella.
 
Scrollo la testa riportando l’attenzione al lavoro che devo svolgere, non guardarlo più già mi aiuta a pensare meglio.
 
“Io sarei davvero onorato di aiutarti, Isabella” mormora puntando quelle sue iridi su di me.
Il modo in cui pronuncia il mio nome mi riporta al punto di partenza e questo mi dà la spinta per dare un taglio a questa situazione imbarazzante, per me.
 
“Va bene, se vuoi aiutarmi puoi farlo ma dovrai seguire ciò che ti dico di fare, altrimenti i piatti non usciranno perfetti” borbotto cercando di evitare il contatto visivo.
 
“Perché non mi guardi negli occhi?” domanda a bruciapelo, facendo un passo verso di me.
 
Potrei morire, la sua vicinanza, il suo profumo, i suoi muscoli che evadono dalle maniche della camicia.. mi vuole morta?
 
Ok basta, è ora di darci un taglio.
Vuoi la guerra Edward Cullen, allora l’avrai!
 
Afferro la busta delle cipolle e gliela metto tra le mani.
 
“Come prima cosa devi aiutarmi con quelle: vanno sbucciate e tagliate a fettine. Poi le lavoriamo con zucchero e aceto balsamico. Credi di potercela fare?” domando fintamente preoccupata.
“Ma certo che sì, capo, tutto per lei”
 
Si affretta a prendere coltello e tagliere, dopo essersi lavato le mani.
Io mi dedico alla maionese al pepe verde e poi alle melanzane.
 
Venti minuti dopo, non sentendo più parlare Edward, decido di avvicinarmi e vedere se gli occorre aiuto.
 
E’ di spalle quindi mi devo sporgere un po’ per vederlo in viso.
Una risata vorrebbe esplodermi dal petto ma mi trattengo per non mortificarlo ulteriormente: chino sul tagliere sta cercando di tagliare l’ultima cipolla, mentre i suoi occhi grondano di lacrime.
 
Chi la fa l’aspetti, signor Edward Cullen!
 
“Lo so che l’hai fatto apposta Bella, ma sai anche che troverò il modo di vendicarmi” borbotta tirando su con il naso, sa che lo sto fissando.
 
Di nuovo trattengo una risata ma non esito a controbattere
“Oh ne sono certa Edward, solo che stavolta dovrai impegnarti molto”
 
Torno al mio lavoro, gasata da queste divertenti scaramucce, consapevole che l’avrei pagata.
 
“Bene, ora possiamo dedicarci all’altra preparazione e poi cuoceremo gli hamburger”
Mi scappa una risatina nervosa che a lui non passa inosservata, infatti mi becco un’occhiataccia.
 
“Se provi a mettermi davanti anche solo un'altra cipolla io..”
“No, no, no tranquillo, ti faccio pelare e tagliare le patate, può andar bene?” alzo le mani in segno di pace e lui cerca di fare un sorriso che sembra più una smorfia.
 
Una volta terminati questi importanti passaggi, siamo quasi pronti per cucinare la carne quando lui mi domanda
“Bella ma tu ti sei mai vestita da pupazzo di neve?”
 
Lo guardo e non potrei essere più stranita dalla sua domanda e gli chiedo
“No, perché?”
“Perché saresti molto carina!”
Non faccio in tempo a comprendere le sue intenzioni che lui afferra un sacchetto di farina e me lo versa addosso.
 
Da dove diavolo è uscito quel sacchetto?
 
Lui inizia a ridere, spudorato, tenendosi perfino la pancia mentre io mi guardo scoprendomi tutta bianca.
Vorrei anche io buttargli addosso qualcosa per sporcarlo ma non ho niente a portata di mano così decido di usare me stessa.
 
Mi ci butto addosso, spalmandomi letteralmente su di lui.
Mai mossa nella mia vita fu più sbagliata, ritrovandomi a pochi centimetri dal suo viso e a contatto con il suo.. prominente inguine?
 
A quel contatto, come scottata mi allontano di scatto senza però riuscirci, bloccata dalle mani di Edward sui miei polsi.
 
L’intensità del suo sguardo nel mio sembra bruciarmi dall’interno ed io non riesco a muovere nemmeno un muscolo.
“Io..” prova a dire lui ma veniamo interrotti da qualcuno che si schiarisce la voce, è Grace
 
“Scusate l’intrusione ma.. ma che cosa è successo qui?” domanda guardando la cucina e poi noi due ancora così vicini.
 
Come scottata da tutto ciò appena successo mi stacco da Edward, cercando di darmi un contegno e mi scuso.
 
Lui mi segue.
 
“Oh su non preoccupatevi, adesso voi andate a farvi una doccia mentre io ripulisco questo pasticcio e poi potrete pranzare tranquilli” si offre lei guardandomi sorniona.
 
Seguiamo le sue parole alla lettera e quando venti minuti più tardi siamo di nuovo lì, la cucina è tornata come nuova.
 
In silenzio e cercando di non fare altri casini, inizio a cuocere la carne; Edward invece apparecchia e apre il vino.
Vorrei dirgli che è meglio di no ma credo di averne bisogno in questo momento.
Ne versa un po’ in entrambi i bicchieri e me ne serve uno.
“A questo pranzo un po’.. alternativo e decisamente divertente e a noi” pronuncia quel noi come se davvero ci fosse un noi.
 
Alzo il bicchiere ed entrambi tintinnano a mezz’aria.
 
La carne è cotta al punto giusto ed io impiatto con cura il tutto.
Quando lo servo, il profumo che ci avvolge è davvero invitante.
 
“Se è buono tanto quanto è bello allora sarà la mia fine” borbotta osservando estasiato nel suo piatto.
 
Gli lascio l’onore di addentare per primo e dalla sua espressione capisco di aver fatto centro.
 
“Isabella, questo hamburger vale decisamente gli occhi ad hamburger!” esclama estasiato.
“Non vedo l’ora di assaggiare anche l’altro” borbotta con la bocca piena.
 
Il piacere con cui degusta ciò che gli ho cucinato mi rende orgogliosa.
“Sono contenta che tu gradisca ma tu mi hai aiutata parecchio” esordisco accennando una risatina.
In risposta mi fa una boccaccia, che davvero da lui non mi sarei mai aspettata.
 
Quelle schermaglie tra di noi sono piacevoli e mi divertono anche se non ci sono di certo abituata.
 
Impiatto anche il secondo hamburger ed Edward lo fissa come se fosse a digiuno da giorni.
 
Lo addenta e di nuovo l’estasi si impossessa del suo viso.
“Bella, veramente, non saprei quale scegliere tra i due, sono eccezionali” esclama bevendo un sorso di vino.
“Non posso che esserne fiera, ho sbirciato lo chef mentre li preparava e il tuo parere mi conferma di aver imparato bene”
 
Proseguiamo il nostro pranzo parlando allegramente, con lui che nomina ristoranti a me sconosciuti ed io che racconto aneddoti del mio lavoro.
 
Alla fine, una sua frase mi colpisce particolarmente
“Sai, credevo di essere io a dover stupire te e invece è il contrario” mi fissa, con quel suo sguardo caldo, porta il bicchiere alle labbra ed io come non mai vorrei essere quel bicchiere.
 
Ok, stop, sono partita.
 
In più, dopo il lancio della farina, i nostri abiti sono ovviamente cambiati ma il suo attuale abbigliamento non ha niente a che invidiare a quello precedente.
Camicia azzurra e bermuda blu, semplicemente perfetto.
 
Non sapendo come uscire da quella sua osservazione, non dico niente, limitandomi a sorridere, per evitare, conoscendomi, di dire cose di cui potrei pentirmi.
 
Quindi mi alzo ed inizio a riordinare.
Lui si offre di aiutare ed io accetto di buon grado: prima finiamo e prima usciamo a prendere un po’ d’aria.
 
“Stavo pensando, perché non ce ne andiamo un po’ in sauna?” sbotta ad un tratto.
 
La proposta di Edward, davvero stramba, mi fa strabuzzare gli occhi, lasciandomi spiazzata.
 
In sauna, con lui?
Ma dico, vuole per caso farmi fuori?
 
Non aspetta una mia risposta nonostante potrebbe averne una semplicemente guardandomi in faccia e rincara la dose
“Hai per caso vergogna di me, Isabella?
Saremmo comunque coperti da un asciugamano e in ogni caso io ti ho vista più nuda di così”
 
Nel profondo credo che lui ci provi gusto a provocarmi per mettermi a disagio ma stavolta decido che non voglio dargliela vinta e accetto la sua proposta.
 
Vedremo chi avrà più problemi a trascorrere del tempo nella sauna.
 
Un’ora dopo ci incontriamo davanti alla porta della sauna, entrambi gasati e sicuri di mettere a ko l’altro.
 
Io ho cercato il telo più grande che ci fosse e ho legato come potevo i miei capelli in una coda attorcigliata.
Lui ha preso l’asciugamano che pare quello del bidet, credendo di impressionarmi e.. ci è riuscito alla grande.
 
Finirà malissimo, me lo sento.
 
“Prego, prima le signore” mi apre la porta da galantuomo facendo entrare me per prima.
Appena oltrepasso la soglia, un caldo pazzesco mi invade e già vorrei scappare via.
Io odio il caldo e l’afa e se ci uniamo anche il pezzo di ragazzo che sta richiudendo la porta alle mie spalle, beh credo che potrei essere io a prendere fuoco oggi.
 
Prende posto su di una panca, appoggia le mani sulle cosce e chiude gli occhi.
 
Non riesco a distogliere lo sguardo dal suo corpo perfetto, non c’è niente che non sia al suo posto, perfino i piedi sono..
“Se continui a guardare potresti sciuparmi, però se vuoi puoi sederti vicino a me” esclama aprendo gli occhi di scatto e mi trova ancora in piedi in mezzo alla sauna.
 
Come ha fatto a capire che lo stavo fissando?
Ha sentito il mio sguardo su di lui?
 
“Vieni qui, Isabella e rilassati” batte la mano sulla panca accanto a sé ed io come un automa faccio ciò che mi ha detto.
 
Il silenzio ci avvolge ed anche il vapore.
Inizio a sudare e non vedo l’ora di uscire da qui.
E’ stata una pessima idea assecondare Edward e credo proprio che non accadrà più.
 
Per avere un po’ di sollievo mi scopro leggermente le cosce, mettendole a nudo.
Ma non sono del tutto soddisfatta, quindi alzo il telo un altro po’.
 
“Stai cercando di farmela pagare, per caso?” borbotta Edward facendomi sobbalzare.
 
Lo guardo e vedo che con un occhio mi sta fissando.
Questo ragazzo crede proprio di essere il centro del mondo mentre io sto solo cercando di non sciogliermi di peso.
 
“Si dà il caso che io abbia piuttosto caldo, stavo solo cercando di trovare un modo per sentirmi meglio ma a quanto pare non c’è” il mio sguardo cade accidentalmente sul suo petto ricoperto di goccioline d’acqua che inesorabili scendono verso il nodo del suo telo e poi più giù verso..
Non ce la posso fare.
 
Distolgo di colpo gli occhi pregando che la tortura finisca presto.
 
“Non preoccuparti, mancano un paio di minuti e poi usciamo” mi consola lui tornando ad appoggiare la testa al muro, chiudendo gli occhi.
 
Due minuti che sembrano un’eternità dopo, finalmente possiamo uscire.
Con troppa enfasi mi alzo, non curandomi delle regole da rispettare ed un capogiro mi colpisce in pieno.
 
Forti le braccia di Edward mi afferrano prima che io cada a terra come una pera cotta.
 
“Gr..grazie” biascico riprendendomi.
“Di nulla ma muoviti adagio, il tuo corpo è un po’ stanco dopo l’esposizione al vapore ma vedrai che sentirai ben presto i benefici” mi consiglia accompagnandomi fuori dalla porta.
 
Non contento, si offre di portarmi fino in camera mia dove mi impone di restarci fino a quando non mi sentirò meglio.
 
Mi saluta e mi dà appuntamento a più tardi.

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Capitolo 10
*** 9^ Capitolo ***


Buonasera ragazze, chiedo umilmente scusa per il ritardo ma sono stati 2 giorni che mi sono sembrati come i venerdì 17 (ed io non sono superstiziosa).
Dato che mi capita sempre con l’aggiornamento di Non sarà un’avventura, ho pensato di spostare l’aggiornamento dal martedì al mercoledì così vedo se si risolve il problema.
Scusate di nuovo. Un bacione.
 
 
 
 
 Bella
 
Finisco di prepararmi prima di scendere in cucina.
Oggi è già il 5^ giorno di questa vacanza e chi l’avrebbe mai detto, mi dispiace che stia per finire.
 
Ti dispiace perché sai che poi non potrai più passare così tanto tempo con Edward
 
La mia voce interiore fa capolino tra i miei pensieri centrando uno  dei motivi.
Certo, mi dispiacerà non avere più a che fare con lui proprio adesso che iniziavamo a conoscerci e avevamo instaurato un legame.
 
Un legame che non crescerà mai..
 
Borbotta ancora la voce mentre mi avvio alla porta, chiudendomela alle spalle mi ritrovo in corridoio.
 
Quelle sue parole sono troppo reali, iniziano a pesare e il pensiero che non avrei visto il seguito della nostra avventura mi lascia con l’amaro in bocca.
Non contenta, continua ad insinuarsi dentro di me
 
Sarebbe stato bello vedere dove vi avrebbe portato..
Magari sareste potuti essere una coppia..
 
Il fastidio è troppo e ad un tratto mi ritrovo a urlare
“Basta, la vuoi smettere?” agitando una mano per aria per scacciarla via con più forza.
 
“Chi deve smettere e cosa?”
 
Una voce alle mie spalle mi fa trasalire e senza voltarmi so già a chi appartiene.
 
Parli del diavolo..
Fantastico!
 
Con fare disinvolto, mi giro, stampandomi in faccia il sorriso più grande e naturale che posso.
 
“Buongiorno Edward” saluto senza evitare di gesticolare per il nervosismo
Mi scruta in attesa di una risposta che non arriva.
Non saprei come giustificarmi se non affermare di essere un po’ tocca nel cervello oppure dirgli che la mia vocina interiore mi assilla con ciò che potrebbe essere di noi.
 
Lo farei scappare seduta stante.
 
“Stai bene?” domanda incalzante
“Uhm sì benissimo e tu?”
Si fa più vicino come a voler controllare che dico la verità; appoggia una mano sulla mia fronte e la sua espressione si distende.
“Aggiungerò anche questo alla lista degli aggettivi per definirti”
Sorrido contenta di aver distolto l’attenzione dal mio recente siparietto ma.. aspetta cosa?
 
-Lista di aggettivi per definirmi?-
 
Il mio sorriso si spegne e torno a guardarlo negli occhi
“Ti sei fatto un elenco di aggettivi su di me? domando curiosa, puntandogli un dito contro.
Lui non sembra toccato dalla mia domanda anzi appare molto orgoglioso.
“Ovviamente, lo faccio con tutte le donne con cui ho avuto e ho un qualsiasi tipo di relazione” e mentre si pavoneggia fiero di sé, sembra alzarsi di qualche centimetro.
 
A me quasi cade la mascella al sentirlo pronunciare quelle parole.
Poi all’improvviso scoppia a ridere.
Al vedere la mia espressione si tiene addirittura la pancia con le mani.
Devo essere davvero divertente.
“Ahahah Bella, dovresti vedere la tua faccia ahahah davvero sei uno spasso!”
Si sta forse prendendo gioco di me?


Un attimo più tardi si ricompone, accorcia la distanza tra di noi.
“Stavo scherzando Bella, quella di collezionare aggettivi per identificarti la sto facendo per la prima volta con te, tu hai l’esclusiva” soffia troppo vicino al mio orecchio.
Le mie gambe cedono come gelatina ma per fortuna riesco a ricompormi subito.
“Bene, che ne dici di scendere a fare colazione, questa mattina sono di ottimo umore e poi ho in serbo per noi una giornata veramente movimentata” esclama puntando l’indice verso di me.
“Quindi ci serve una colazione bella sostanziosa!” sentenzia fiero.
Io invece mi sento un po’ preoccupata e credo che la mia faccia dica tutto.
 
Mi afferra per un braccio e mi sospinge con lui verso la cucina.
 
“Ancora non mi hai detto cosa faremo oggi, lo sai che sono curiosa, non vuoi darmi neanche un indizio?” borbotto facendogli gli occhi dolci, credo.
Di rimando lui mi osserva, valutando se accettare o no la mia richiesta.
“Posso dirti che suderemo molto”
Ok.
Poi continua
“Probabilmente, una volta terminato, avremo anche qualche dolore al corpo”
Dolori? Inizio a preoccuparmi.
E infine aggiunge
“Sono sicuro che ti piacerà parecchio e non te ne pentirai”
 
Ok, detta così la cosa può sembrare ambigua e non può essere.. o sì?
No vabbè dai Bella, torna sulla Terra e non pensare alle tue solite fantasie che poi fantasie mica tanto io vorrei davvero che lui, insomma io e lui..
 
“Bella, Bella”
Mi sento chiamare e neanche mi sono accorta che Edward sta sventolando una sua mano davanti al mio naso.
“Uh sì scusa dimmi” borbotto tornando qui con lui.
Mi guarda strano, forse mi crede davvero pazza, d'altronde oggi è la seconda volta che mi trova persa nei miei pensieri.
“Ti stavo chiedendo se ti va di passare una giornata in palestra” domanda felice di essere riuscito a chiedermelo.
“Ah..oh..sì..ok..perfetto” borbotto vedendo svanire tutti i castelli per aria che mi sono fatta.
Ma dai, infatti, ma come ho potuto anche solo pensare una cosa del genere?
“E giornata in palestra sia!” esclamo cercando di essere convincente, nonostante dentro di me io stia già pensando al peggio, per me.
 
Raggiungiamo la palestra ed Edward apre subito le vetrate per poter godere meglio del panorama e della deliziosa brezza marina.
Entrambi siamo abbigliati con pantaloncino e canotta lui e short e top io.
Avrei preferito potermi coprire di più per sentirmi meno in imbarazzo ma tanto ormai mi ha vista anche più nuda di così, non sarebbe cambiato niente.
 
“Che ne dici facciamo prima un po’ di stretching e poi vediamo come continuare, può andar bene per te?” mi domanda facendosi vicino.
E i miei occhi cadono irrimediabilmente sulle sue braccia, su quei muscoli scolpiti che non hanno nessun bisogno di fare palestra.
Accorgendomi da quanto lo sto osservando, mi risveglio e rispondo
“Sì, sì va bene, facciamo come vuoi tu, io sono completamente ignorante in materia”
 
Lo stretching inizia, ognuno sul suo tappetino, uno a fianco all’altra.
Seguo ogni sua mossa, approfittando per sbirciare ancora nei meandri del suo corpo.
 
Ma non eri tu quella che non voleva uomini intorno?
 
Sì però questo non lo puoi chiamare semplicemente uomo, ci vogliono altri nomi.
 
Mentre i miei pensieri vagano su di lui in tutti i sensi, Edward cambia esercizio ed io lo imito, così per un altro paio di volte; poi propone di cominciare con un po’ di corsa sul tapis roulant.
“Cominciamo con una velocità bassa, per abituarci, poi possiamo aumentare” mi spiega lui da esperto qual è.
Mi limito ad annuire, intenta a seguirlo.
 
Non sono mai stata una sportiva e anche nelle ore di ginnastica a scuola, ero proprio una schiappa in ogni disciplina.
Quello che sto facendo con Edward però mi piace e credo che se anche alla fine sarò distrutta, potrò comunque vedere qualche frutto di questo allenamento.

“Come va? Tutto bene?” mi domanda guardando verso di me.
“Per ora alla grande” borbotto inspirando dal naso “Il problema forse verrà dopo”
“Bene, allora vediamo se ci sarà davvero un problema, aumenta un po’ la velocità” mi dice indicando il tasto da premere.
Non sono molto convinta di farlo ma lo faccio ugualmente.
 
Quando anche la mia esperienza sul tapis roulant termina Edward mi fa una proposta che un po’ mi spaventa.
“Ti va di provare i pesi?”
Mi indica un angolo della palestra dove ci sono diversi tipi di attrezzi tra cui i pesi.
La mia espressione deve dirla lunga sulla mia risposta, così lui si affretta a precisare
“Puoi provare quelli da donna ovviamente”
Mi lascio convincere nuovamente, invogliata dall’entusiasmo e dal trasporto di Edward.
“Ti hanno mai detto che potresti fare il venditore? Sei in grado di convincere anche una come me a fare qualsiasi cosa” borbotto mettendo le mani sui fianchi.
Per un attimo mi guarda storto, non lo avrò mica offeso eh?
Ma quando cerco di spiegarmi meglio lui risponde
“Ricordati di questa frase in futuro” sussurra ammiccante, il corpo proteso verso di me.
 
Oh
Cioè?
 
Non intenderà per caso..
Un’altra frase maliziosa?
 
Una risatina isterica sfugge alla mia bocca.
Quest’uomo mi farà morire prima della fine della settimana.
 
“Allora che dici, li vuoi provare i pesi? Posso insegnarti ad usare anche quelli”
Altra frase maliziosa seguita da una strizzata d’occhio.
Mi torna alla mente la giornata di ieri quando gli ho reso pan per focaccia, provocandolo a mia volta.
“Ti fidi di me, Bella? Lo sai non ti farei mai stare male” pronuncia quelle parole con cura, soppesandole ed io non posso fare altro che rispondere
“Mi fido di te, lo so che non lo faresti mai” un sorriso a confermare le mie parole.
Poi aggiungo
“Proviamoli” accettando convinta “Ma andiamoci piano” mormoro comunque un po’ in pensiero.
 
Alla fine i pesi dono stati un divertimento, quando ho capito che postura del corpo mantenere, è stato un gioco divertente.
Edward è stato paziente anche quando per poco non gli facevo cadere un manubrio sui piedi.
Mi ha spiegato come utilizzarli, in diversi modi.
Però adesso ho le braccia leggermente indolenzite e non solo, ci vorrebbe proprio una bella pausa.
 
Come se mi avesse letto nel pensiero, Edward afferra un asciugamano e ne porge uno anche a me.
“Direi che ci siamo meritati un po’ di riposo.
Abbiamo tutta la giornata per fare sport ma ora sediamoci un po’ sul prato.
 
Pensando di sedermi al tavolino, sposto una sedia ma Edward mi fa cenno di raggiungerlo.
“Vieni, ho in mente qualcosa di più piacevole” afferra un telo e lo stende sull’erba curata del giardino.
“Oh” borbotto stupita.
 
Alcuni minuti dopo, un cameriere si presenta con un vassoio pieno di stuzzichini e bibite fresche.
 
Ma quando ha avuto il tempo di ordinare?
 
“Grazie” mormoro aggiungendo un gesto della mano.
Mi siedo sul telo e la sensazione che provo è impagabile.
Il fresco della terra da una parte e il caldo del sole dall’altra.
Appoggio i palmi delle mani dietro la schiena, per restare con la schiena eretta e allungo le gambe avanti a me.
Chiudo gli occhi gustandomi il caldo sole del tardo mattino.
“E’ una sensazione meravigliosa” sussurro completamente rilassata.
“E’ per questo che ho deciso di scegliere il prato piuttosto della sedia”
Apro gli occhi alle sue parole, appena in tempo per trovarlo intento a guardarmi.
Un sorriso rilassato compare sul volto di entrambi.
 
“Cosa preferisci da bere? Qui c’è un po’ di tutto” mi domanda raggiungendo il carrellino con i viveri sopra.
“Un thè al limone andrà benissimo, grazie”
“Ecco il thè per la signora” poi prosegue “Vuoi qualcosa da sgranocchiare, patatine, salatini..”
“Le patatine, senza dubbio” esclamo con enfasi, sembrando una ragazzina a cui viene offerto il suo cibo preferito.
“Avessi saputo che adori le patatine le avrei messe nel menu di ogni giorno ma ne terrò comunque conto in futuro” borbotta, quel suo sorriso ammiccante sul viso.
 
Aspetta.. Futuro?
 
Risalgo dalle mie domande quando mi porge un piattino colmo di patatine.
Patatine che catalizzano tutta la mia attenzione, facendomi quasi dimenticare che lì fuori non sono sola.
 
“Un penny per i tuoi pensieri” esclama Edward.
Mi volto seguendo la sua voce e lo trovo troppo vicino a me.
Rimango a fissarlo, scoprendomi sempre più interessata e coinvolta da lui.
Cosa dovrei rispondere a quella domanda?
Cosa potrei pretendere da questa settimana, da lui?
Potremmo restare amici, vederci ogni tanto, prendere un aperitivo quando siamo liberi.
Ma la verità è che non so bene cosa voglio anche se so di volere qualcosa di più, mi scopro bisognosa di questo.
Ma non so cosa vorrebbe lui e questo un po’ mi spaventa.
Mentire non mi appartiene, quindi decido di essere il più sincera possibile, senza apparire in qualche modo disperata.
 
“Sinceramente? Stavo pensando al mio futuro, a quando lunedì mattina tornerò a casa mia, alla mia vita” borbotto senza guardarlo.
Non so se lui mi sta osservando, non ho il coraggio di voltare il capo per sincerarmene.
“Intendi dire la tua vita che non comprende me..” pronuncia quelle parole sottovoce, con dispiacere.
E’ allora che mi volto per guardarlo e ciò che leggo sul suo viso è indecifrabile.
Poi continua..
“Una cosa non deve per forza escludere l’altra almeno che..” lascia la frase in sospeso forse per paura di dire qualcosa fuori luogo.
Ma io voglio sapere cosa ha da dire, ne ho bisogno.
“Almeno che..” incalzo mantenendo il suo sguardo.
“Beh almeno che tu non voglia”
Ma come può anche solo pensare una cosa del genere.
E glielo dico perché voglio che lui sappia.
“A me farebbe piacere prolungare questa nostra amicizia anche dopo domenica, beh sempre se anche per te è così” faccio una pausa studiando le sue espressioni, un misto tra felicità e tranquillità.
“Ti sei rivelato un buon ascoltatore, mostrando doti di te che non pensavo avessi. Sei molto di più di un ottimo attore Edward, hai buon cuore, sei divertente, anche protettivo e mi farebbe piacere se potessimo passare del tempo insieme anche in futuro, ribadisco se anche a te fa piacere” termino mostrandogli un sorriso sincero.
“Non devi neanche chiederlo Bella, anche io mi sto trovando bene con te, hai tante doti nascoste che neanche sai di avere, sei simpatica, positiva nonostante tutte le cose cattive che hai subito nella vita e vorrei scoprire altri lati di te che ancora non mi hai mostrato quindi.. per me è decisamente sì” pronuncia quelle parole squillante, felice.
 
Restiamo a goderci il sole, per niente intenzionati a continuare l’attività fisica.
Nel frattempo io ne approfitto per sdraiarmi e mettermi comoda e anche Edward fa lo stesso.
“Sai, da bambino andavo spesso con i miei genitori e le mie sorelle a fare gite al lago o pic nic in campagna e il dopo pranzo era sempre la mia parte migliore” racconta con entusiasmo, posso sentirlo dalla sua voce anche se non lo sto guardando.
“Poi siamo cresciuti e nessuno ha più voluto uscire con i genitori.. ma mi piacerebbe rifarlo almeno una volta” un velo di tristezza colpisce la sua voce terminando la frase.
E’ legato alla sua famiglia ma con il suo lavoro è sicuramente difficile stare loro vicino.
“Vedrai, troverai certamente l’occasione per rivivere quelle emozioni di bambino, magari quando e in compagnia di chi meno te lo aspetti” lo incoraggio facendogli l’occhiolino.
“Vedi , questa è un’altra cosa di te che adoro, il tuo ottimismo, sempre, anche quando la vita ti ha presa a schiaffi per troppe volte. Sei fantastica Bella, non dimenticarlo mai”
Mi regala quelle parole stupendomi ancora una volta.
Mi rendo conto di quanto siamo compatibili, come due pezzi di un ingranaggio che incastrandosi formano un pezzo perfetto.
Mai avrei pensato questo il primo giorno che l’ho conosciuto.
 
Dopo pranzo Edward si offre di darmi qualche lezione di tennis.
Vorrei rifiutare cercando di essere il più gentile possibile ma lui insiste e cedere è l’unica cosa che riesco a fare.
 
Così siamo qui, alle 4 di pomeriggio sotto un caldo sole a giocare a tennis.
“Allora devi allargare un po’ le gambe e tenere le braccia così, ecco sì.. no un po’ più in giù, bene”
Cerca di spiegarmi la postura per ricevere ma io e gli sport siamo sempre stati negati.
Vedendo il mio essere imbranato, mi affianca e mi aiuta a prendere posizione.
Il tocco delle sue dita su di me è lieve ma mille scosse mi attraversano il corpo.
Lui non pare sentire niente perché continua imperterrito la sua missione.
Si sposta dietro di me ed ora infila un piede in mezzo alle mie gambe per allontanarle un po’.
Sento il suo profumo che mi avvolge ed ogni cosa passa in secondo piano.
Per un attimo mi perdo fantasticando, non ascoltando per niente le sue parole.
 
Perché lui mi sta parlando.
 
“Bella ci sei?” mi domanda abbassando il viso per guardarmi negli occhi.
 
Non so cosa ci legge ma sembra piuttosto interessato.
“Cosa succede ancora? Credevo che avessimo chiarito quel discorso di prima..” domanda dolcemente.
Il mio discorso è che mi sto accorgendo di quanto lui mi sia entrato dentro e non solo per la sua ovvia bellezza ma anche per il suo cuore.
Gli concedo un sorriso perché è tutto quello che riesco a dargli in questo momento ma so che avrà bisogno di spiegazioni.
“Niente, è tutto a posto. Continuiamo?” cerco di essere il più convincente possibile ma non credo di riuscirci.
In ogni caso lui sembra credermi e mi invita a continuare.
 
Se sentire questi sentimenti per lui sarà sempre così forte, credo che prima o poi dovrò confessarglieli perché continuare in questo modo non mi sarà proprio possibile.
 
 
P.s.: un grazie di cuore a tutte voi che recensite, che avete aggiunto le mie storie a preferite/seguite/ricordate e a che mi ha aggiunto tra i suoi autori preferiti.
Un bacione

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Capitolo 11
*** 10^ Capitolo ***


Buonasera ragazze e bentrovate.
Come anticipato, ho spostarlo l’aggiornamento al mercoledì per cercare di essere costante.
Siamo al penultimo giorno di vacanza per Edward e Bella e le cose hanno decisamente preso una dolce piega (anche se loro non se ne sono resi conto fino in fondo) vedremo quindi come andrà evolvendosi la situazione..
Troverete un capitolo con spazi sia dal punto di vista di Bella che di Edward, spero vi possa piacere.
Vi lascio alla lettura e un bacione.
 
 
 
Bella
 
 

Ancora mezza addormentata, stesa nel letto, mi allungo per stiracchiarmi.
Una fitta di dolore si irradia in tutto il mio corpo suggerendomi che quello non è stato il movimento migliore da fare.
Almeno non dopo tutto lo sport di ieri.
 
Già, lo sport di ieri.. e non solo.
 
Un sorriso ebete si disegna sul mio viso, sento le guance colorarsi di rosso mentre le mie mani le sfiorano.
Credo di avere un problema e non so come comportarmi.
Vorrei fare tante cose ma non so cosa fare.
Credo di provare qualcosa per Edward che va al di là della stima e della semplice amicizia.
 
Che pasticcio ho combinato, non volevo neanche partecipare a questa settimana con lui e adesso sono in questa situazione.
 
Una piacevole situazione, Bella.
 
Sogghigno al pensiero e stancamente mi strofino gli occhi con il palmo delle mani.
 
 

Edward
 
 

Apro gli occhi incerto se il mio fosse un sogno oppure no.
 
Isabella stretta tra le mie braccia, sorridiamo ballando sulle note di una dolce melodia, una canzone d’amore, solo noi due e nient’altro intorno a noi ed entrambi non vorremmo altro al mondo.
 
Ma purtroppo è decisamente un meraviglioso sogno anche se pur sempre un sogno.. però forse ancora per poco.
 
Mi alzo e raggiungo il bagno per una doccia veloce cercando di non pensare che oggi è il penultimo giorno che potrò passare interamente con lei e poi ognuno tornerà alla sua vita.
 
 

Bella
 
 

“Buongiorno Isabella”
Edward entra in cucina salutandomi, bello come non mai, con i suoi bermuda di jeans e una semplice t-shirt bianca.
 
Bello come non mai o forse sono i miei occhi che lo vedono sotto una luce diversa.
 
“Buongiorno a te Edward, dormito bene?” lo saluto cercando di non fissarlo troppo, il che mi riesce alquanto difficile.
In risposta lui mi si avvicina, un gran sorriso stampato sul volto.
Ad un palmo di naso mi borbotta
“Divinamente, anche se una compagnia non avrebbe affatto guastato” poi si allontana, lasciandosi dietro la mia faccia con mille sensazioni sopra e un paio di gambe tremanti come gelatina.
 
“Cosa vorresti fare oggi?
Non ho pensato a niente perché volevo chiedere a te di organizzare il nostro tempo”
Mi parla come se le sue parole di poco fa non mi avessero in qualche modo colpita, come se sparare una frase del genere fosse normale.
 
Mi trova impreparata, così su due piedi non so cosa proporgli, quindi prendo tempo quando all’improvviso un’idea mi guizza per la testa e anche se è qualcosa che già abbiamo fatto gliela propongo.
 
“Avrei un’idea, devi solo dirmi se può andare bene anche a te”
 
“Dimmi, sono tutt’orecchi” si mette comodo, in ascolto e mi regala un altro dei suoi bei sorrisi.
 
“Ok, allora so che abbiamo già fatto una cosa del genere e un po’ di cose l’uno dell’altra le sappiamo ma potremmo conoscerci domandandoci ciò che vogliamo, farci le domande più strane e strambe” propongo senza interrompere il contatto visivo con lui “Rispettando ovviamente se ad alcune non ci si sente di dare una risposta”
 
Spero che accetti, vorrei tanto conoscere ogni più piccolo dettaglio, informazione, curiosità che lo riguarda prima che il nostro tempo così intimo sia terminato.
Conserverei quelle cose solo per me, nel mio cuore, vantandomi anche se solo con me stessa di esserne a conoscenza.
 
“Per me va bene” mi risponde ad un tratto “A patto che tu risponda a tutte le mie domande” borbotta malizioso.
Mi scruta in attesa che adesso sia io a dargli una risposta e nonostante la sua richiesta nasconda qualcosa di cui potrei forse e dico forse pentirmi, accetto senza pensarci troppo.
“Va bene, accetto”
 
Probabilmente quella sarebbe stata la mia fine, non lo sapevo ma mi ero scavata la fossa con le mie stesse mani.
 
“Allora non ci resta che iniziare!” esclama battendo le mani.
“Però potremmo sederci in terrazza, metterci comodi e intanto goderci anche il panorama”
Annuisco, convenendo che la sua è proprio un’ottima idea.
 
Saliamo in terrazza, ci mettiamo comodi e non ci resta che cominciare.
Chi farà la prima mossa?
 
“Prima le signore” mi invita gentile, sempre con un sorriso dei suoi.
 
Mi prendo una attimo per pensare, non voglio partire in quarta e in qualche modo aggredirlo per cui vado su una cosa soft.
“Dunque la mia prima domanda è questa: qual è il tuo colore preferito” borbotto curiosa della sua risposta, che non tarda ad arrivare.
 

Edward
 


Mi chiede qual è il mio colore preferito.. mi sarei aspettato ben altre domande ma lei mi stupisce sempre.
“Ho sempre adorato il blu, in tutte le sue sfumature, il blu del mare, del cielo, delle case in certi paesi dell’Europa e del mondo”
 
Il blu prima di scontrarmi con i tuoi occhi nocciola, prima di tuffarmici senza avere possibilità di ritorno.
 
Ma lei questo ancora non lo sa.
 
Sembra soddisfatta della mia risposta ed io non voglio perdere tempo prezioso, voglio scoprire più informazioni su di lei, voglio davvero conoscere ogni più minimo e insignificante particolare di lei.
 
“E invece per te, qual è il tuo colore del cuore?”
Sono davvero curioso di saperlo, lei è talmente solare che potrei anche indovinare senza aiuti.
 
“Io.. promettimi che non riderai” borbotta assumendo una colorazione rosata in viso.
 
Io, e perché mai dovrei deriderla?
“Perché dovrei farlo?” domando curioso.
Tentenna ma alla fine borbotta “Perché è un colore da bambini, un colore banale” esita ancora finchè “Il mio colore del cuore è il rosa, in tutte le sue sfumature” sputa fuori coprendosi la faccia con una mano.
 
Perché si vergogna?
Il rosa è un colore stupendo.
Allungo una mano e tolgo la sua dal viso, non deve coprirsi e privarmi della sua vista.
 
“E’ un bellissimo colore, come tutti gli altri” sentenzio con un sorriso e lei sembra rilassarsi.
Credeva veramente che avrei potuto deriderla per uno stupido colore?
 
E così, forse incoraggiata dalle mie parole prosegue
“Beh a dire la verità il rosa è il fulcro ma in ogni periodo dell’anno ho un colore che preferisco usare, in base alle stagioni per intenderci”
 
Mi piace questa cosa, ne voglio sapere di più.
 
“Spiegami meglio”
Lei prende fiato e mi spiega
“Ad esempio in primavera ed in estate mi piace vestirmi con i colori dell’arcobaleno, con le fantasie a fiori, in inverno invece prediligo il bianco, il nero e i toni del marrone mentre a Natale, beh a Natale adoro il rosso e l’oro” mi confida sorridendomi
 
Mi perdo nelle sue parole e nell’intensità con cui mi spiega dettagliatamente.
 
 
Bella
 


Edward non mi aveva ancora staccato gli occhi di dosso, lasciandomi un senso di benessere e tranquillità.
 
“Vai con un’altra domanda, sono curioso cosa chiederai questa volta” dice invitandomi a proseguire.
 
Ci penso su un attimo e poi dico
“Mare o montagna?” mi accoccolo sulla poltrona, cercando una posizione comoda per potermi godere quello spettacolo di uomo che ho di fianco.
“Decisamente montagna, quella pace, il relax che mi dona la montagna niente può reggere il confronto.
Il profumo dell’erba, i fiori selvatici, le vette innevate sono in assoluto uno spettacolo immenso” conclude.
“E per te invece?” incalza lui
“Anche per me la montagna o almeno da un po’ di anni a questa parte..” lascio la frase in sospeso mentre con un guizzo la mia mente vola a mio fratello.
 
Edward, capendo subito il mio stato d’animo, allunga una mano posandola sulla mia e i miei occhi cadono sulle nostre mani sovrapposte.
 
La sensazione che provo è indescrivibile, calma e calore mi invadono e non vorrei lasciarle andare più via.
Un debole sorriso affiora sulle mie labbra mentre Edward afferra la mia mano e la intreccia.
“Tuo fratello sarebbe orgoglioso di te e da lassù so che ti protegge sempre”
Le parole di Edward mi toccano nel profondo, confermando dentro di me ciò che sento nascere nel mio cuore.
 
Da parte mia, posso solo ringrazio silenziosamente.
 
“Va bene, passiamo alla prossima, ma questa volta impegnati e chiedimi qualcosa di più interessante” borbotta facendomi l’occhiolino.
 
Vuole davvero che faccia domande più importanti?
Come preferisce, lo accontento subito.
 
“Signor Edward Cullen, lei è mai stato innamorato?” una domanda che mi interessa molto.
 
Impiega pochi secondi a rispondere anche se lo vedo pensieroso a soppesare le parole.
“Credevo di sì ma mi sbagliavo fortemente” un velo di tristezza cade sul suo bel viso.
“Intendi che era una cotta adolescenziale la tua?” cerco di avere più informazioni.
 
Annuisce, lo sguardo è triste e non si alza mai verso di me.
“Non dirmi che hai preso a pugni qualcuno per quella ragazza?”
 
Annuisce di nuovo ma questa volta aggiunge “Me lo potevo evitare, non se lo meritava di certo” borbotta, vedo i muscoli della mascella contrarsi “Io invece mi sono meritato una bella sospensione da scuola che di conseguenza ha inciso sui miei voti finali di quell’anno” l’amarezza di quel ricordo si riversa tutta nella sua voce.
“Mi dispiace” dico cercando di confortarlo
“Oh non dispiacerti, quando l’ho rivista le ho buttato addosso tutto il mio disprezzo e lì è stata lei ad andarsene con la coda tra le gambe: Edward Cullen puoi fregarlo una volta e basta e poi te ne penti di sicuro” adesso è lo spirito della rivalsa a parlare per lui mentre sposta lo sguardo su di me e continua “Credevo fosse amore ma fortunatamente non era così, ho scoperto dopo qual è il vero amore” adesso trovo un sorriso a illuminarlo ed anche io mi sento meglio.
 
Allora è stato innamorato?
Ma non era quella la volta a cui si riferiva.. non sto capendo.
 
“Quindi c’è un’altra volta?” chiedo più curiosa di prima.
 
Lui mi guarda ed io ricevo in regalo una bella faccia da poker.
Tutto ciò che fa è annuire.
Ma io non mollo, sono più che mai curiosa di saperne di più.
“Dove l’hai conosciuta? E’ successo molto tempo fa? Come mai avete rotto? Quanto è..” mi blocca prima che io possa continuare a sputare domande.
“Ehi, ehi piano, lasciami rispondere”
Mi ritiro sulla poltrona un po’ imbarazzata per la mia fame di notizie e lo lascio rispondere tranquillo.
“Dunque l’ho conosciuta per caso” ride nel pronunciare quelle parole, forse ricordando il modo in cui si sono conosciuti, il che mi provoca un po’ di fastidio.
Poi prosegue “In un giorno d’estate, non molto tempo fa.. in più posso dirti che no, non abbiamo rotto”
 
Assimilo le sue parole ma giunta alla fine non riesco a far quadrare le cose: se non hanno rotto vuol dire che.. che stanno ancora insieme?
Sono qui con lui, faccio la smorfiosa con lui e pure lui ha degli strani atteggiamenti con me e lui non mi dice di avere una relazione?
 
Scatto in piedi dalla poltrona e gli vado di fronte, lo guardo studiando la sua espressione.
E’ tranquillo e rilassato, per niente scosso dalle sue stesse parole.
“Siamo qui da sei giorni, abbiamo condiviso emozioni e informazioni anche private, abbiamo visto comportamenti uno dell’altra anche intimi e tu solo oggi mi dici che hai una relazione?” sbotto cercando di far avere una reazione alla sua compostezza.
 
E posso dire che riesco nel mio intento perchè si alza dalla poltrona, sovrastandomi con la sua altezza.
Non ho paura, non ha per niente l’aria intimidatoria anzi, quel suo ghigno furbo non ha mai abbandonato le sue labbra.
 
“Pensi che potrei fare, che potrei farti una cosa del genere, Isabella?” domanda con gli occhi nei miei.
 
Potrebbe? Non lo so.
 
“Non lo so ma è quello che sembra”
“Non è affatto quello che sembra” mi fa eco avvicinandosi a me.
“Adesso ti racconto una storia”
“Siamo in estate, esattamente sei giorni fa ho conosciuto questa persona, per caso..” scandisce le frasi per darmi il tempo di comprendere e l’unica cosa che riesco a capire è che.. è che sta parlando di.. me?
Mi blocco e anche i miei occhi smettono ogni movimento.
“..e non abbiamo rotto perché non è mai iniziato niente… anche se io spero che sia solo per il momento”
 
Sgrano gli occhi sbalordita a ciò che ho appena udito, un turbinìo di emozioni mi invade sconvolgendo il mio corpo per intero.
 
“Cosa.. cioè tu vuoi dire che..” riesco solo a balbettare maldestra, vedendo Edward accorciare la distanza tra noi.
La mia voce è rotta dall’emozione mentre ritento
“Vuoi dire che io.. io sono..” di nuovo mi interrompo ma questa volta non per colpa mia ma di Edward che senza aspettare ancora, annulla lo spazio tra di noi e incolla le sue labbra alle mie.
 
Ciò che accade dopo è pura magia, mille stelle esplodono intorno a me, nei miei occhi mentre Edward afferra il mio viso tra le mani e approfondisce il contatto con le mie labbra.
Direi di stare volando ma so che sono ancora con i piedi per terra.
Lo stesso non posso dire della mia testa che sta fluttuando leggera per aria.
 
Quando si stacca da me un sorriso soddisfatto compare su quelle labbra perfette che mi hanno appena baciata.
“Non resistevo più, ti sono grato che tu non mi abbia preso a schiaffi di nuovo, il mio povero cuore non lo avrebbe sopportato” sussurra senza lasciarmi andare ed io gliene sono grata.
Le mie gambe tremano ancora e non so se riuscirei a stare in piedi da sola.
 
Il mio silenzio sembra preoccuparlo ma in questo momento non sono in grado di parlare, quindi cerco un modo alternativo e l’unico che mi viene in mente è questo: mi alzo sulle punte dei piedi e poso di nuovo le mie labbra sulle sue.
 
Sento le sue arricciarsi in un gran sorriso, segno che la mia risposta è stata largamente piaciuta.
Ed è una sensazione che non si può descrivere.

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Capitolo 12
*** 11^ Capitolo ***


Buonasera ragazze come state?
Siete alle prese con i regali di Natale come me o avete già fatto tutto?
So che siete impazienti di sapere cosa combinano quei due dopo la giornata di ieri.. quindi vi lascio alla lettura.
Grazie come sempre.. un bacio.
 
 
 
 
Bella
 
 
 
La notte appena trascorsa è stata per me una notte completamente insonne.
 
Gli avvenimenti di ieri hanno riempito i mei pensieri in ogni singolo secondo scandito dalla mia sveglia.
 
E poi la cena e il dopo cena..
 
Abbiamo cenato in veranda, accarezzati dalla fresca brezza della sera.
Edward si è premurato di nuovo di farmi preparare solo i miei piatti preferiti, mi ha pazientemente aspettata fuori dalla mia stanza, mi ha presa accompagnandomi al tavolo e da galantuomo mi ha spostato la sedia per farmi accomodare.
 
Non c’è stato imbarazzo tra noi, solo un po’ all’inizio, poi abbiamo iniziato a conversare, raccontandoci qualcosa di noi che ancora non conoscevamo, ridendo anche e terminando la cena in modo piacevole come è successo in tutte queste sere passate insieme.
 
Sono stata più e più volte indecisa se indossare un poco coprente abito bianco, infilato in valigia da quella streghetta di Alice ma alla fine ho preso coraggio e ho ceduto.
 
Alla vista di lui però, il mio vestito non aveva più la benchè minima importanza.
 
Avvolto in una camicia di lino blu accuratamente slacciata fino ad intravedere il petto scolpito ed un pantalone bianco che fasciava perfettamente le sue gambe, evidenziandone ogni singola forma.
 
Sarei di certo svenuta se non mi avesse presa e accompagnata al tavolo.
 
Per tutta la cena mi sono tenuta ben lontana dal vino, non solo per non fare altre brutte figure ma soprattutto per non perdermi nessun attimo passato insieme a lui.
 
A cena conclusa, ci siamo spostati nel salone dove Edward mi ha trascinata in una serie di balli da sala.
 
Scopro un’altra sua qualità che forse in pochi conoscono e ne resto davvero colpita.
 
All’inizio non avevo ben capito cosa intendesse fare, mi aveva presa per mano accarezzandomi dolcemente la schiena e mi aveva diretto verso il salone.
 
Si era avvicinato al giradischi e aveva fatto suonare un lento.
 
Ho sempre amato quel genere di musica ma essere lì con lui ad ascoltarla era qualcosa di speciale.
 
Solo più tardi ho capito cosa intendesse fare: voleva ballare.
 
“Ti va di ballare?” mi domanda tendendomi una mano, avvicinandosi a me.
 
Il mio debole annuire basta per fargli sorgere un sorriso su quelle labbra perfette, facendo crescere in me la voglia di baciarlo di nuovo.
 
Mi afferra deciso stringendo il mio corpo al suo.
I nostri visi così vicini che posso sentire il suo respiro su di me.
Alzo gli occhi per guardarlo e trovo lui stesso a guardare me, mi scontro con due verdi gemme limpide e perfette.
 
Il mio pensiero si scollega da tutto ciò che mi circonda, un’altra volta e per me esiste solo lui.
 
Mi culla dolcemente, trascinandosi dietro il mio corpo in una danza lenta.
I nostri piedi scivolano sul pavimento, le nostre figure riflesse nei grandi specchi appaiono leggiadre, armoniose.
I nostri occhi non hanno mai smesso di guardarsi, una sua mano stringe la mia mentre l’altra è impegnata a tenermi ancorata al suo corpo.
Da quel contatto, mille scariche di elettricità raggiungono ogni mia cellula.
 
Sono costretta ad abbassare lo sguardo, incapace di sostenere oltre il su, così intenso.
 
Edward non sembra molto contento del mio gesto.
 
“Perché hai spostato lo sguardo e mi privi così dei tuoi occhi?” mi domanda mentre posa un dito sul mio mento per rialzare il mio viso.
 
Sorride aspettando una mia risposta.
 
“Non riuscivo più a sostenere il tuo sguardo, quei tuoi occhi di smeraldo che sembrano trapassarmi ogni volta che si posano su di me” dico sincera.
Allungo una mano e sfioro i contorni dei suoi occhi.
 
Lui mi lascia fare ma ad un tratto afferra la mia mano, la porta alla bocca e ne bacia il dorso.
 
Incantata resto a guardare, godendomi il suo dolce gesto.
 
Per un attimo mi torna alla mente l’Edward che ho conosciuto il primo giorno e che, paragonato a questo, non ha niente a che fare.
 
Prendendomi alla sprovvista, si avvicina al mio orecchio e sussurra
“Ho sentito quello che ha detto Grace in cucina l’altro giorno Isabella, mi chiedo solo perché tu non mi abbia detto niente” e a tradimento posa le sue labbra sulla mia guancia lasciandoci sopra un bacio umido.
 
Quando pronuncia il mio nome…
 
Non posso cadere, Edward mi tiene stretta a sé, in caso contrario le mie gambe che ora sembrano di gelatina non riuscirebbero a sorreggermi.
 
Se scopro un Edward differente posso dire di star scoprendo anche una Isabella diversa.
 
La musica continua a suonare ma i nostri piedi si sono fermati; i nostri cuori invece hanno iniziato il dolce ballo dell’amore.
 
Alla fine dei balli Edward mi riaccompagna alla mia stanza.
Nessuno dei due si aspetta niente di più da questa serata, stiamo ancora cercando di capire cosa sta accadendo anche se ormai è abbastanza ovvio a entrambi.
 
“Allora buonanotte Isabella, spero che tu dorma bene e magari chissà potrei entrare in uno dei tuoi sogni” sussurra troppo vicino al mio viso.
Poi si china e mi lascia un bacio a un lato della bocca.
 
E il mio autocontrollo va a farsi friggere.
 
Non so cosa mi prende ma lo afferro per la camicia, lo tiro verso di me e lo bacio.
 
E’ un bacio innocente ma che lui sembra gradire.
Di nuovo arriccia le labbra in un sorriso e quando ci stacchiamo borbotta
“Mi piace questa tua intraprendenza bambolina, stai iniziando a lasciarti andare.
Ma adesso è ora di andare a dormire.
Ci vediamo domattina” e mi dà un buffetto sul naso prima di aprirmi la porta e spingermi dentro la stanza.
 
L’ultimo giorno
 
Mi guardo allo specchio e la mia faccia è decisamente un miscuglio di notte insonne e radiosa felicità.
 
Mai mi sarei aspettata una cosa del genere eppure eccoci qua.
 
Alice impazzirà quando domani tornerò a casa e le racconterò tutto ma so che sarà comunque molto felice per me.
 
Oggi purtroppo è l’ultimo giorno.
Cerco di non disperarmi mentre il pensiero di non avere più Edward così vicino inizia a farsi sentire.
 
Mi preparo e scendo per iniziare quest’ultima giornata in compagnia di Edward.
 
Apro la porta e me lo trovo davanti, un pugno alzato per bussare alla mia porta.
 
“Buongiorno” sussurro presa alla sprovvista
“Buongiorno Isabella” borbotta lui con quel suo tono suadente.
 
Se cominciamo così a sera non ci arrivo di sicuro.
 
“Come hai dormito?” domanda appoggiandosi con un braccio allo stipite della porta.
 
I miei occhi corrono ai muscoli che spuntano dalla sua polo aderente mentre il mio corpo viene passato al setaccio dai suoi.
 
Sarà una giornata dura.
 
“Sai, per oggi ho pensato una cosa..” mi osserva valutando se continuare oppure no.
 
Annuisco per fargli capire che sono interessata a sapere che cosa ha in mente.
 
“Vorrei.. vorrei andare in piscina.. con te”
Sussurra le ultime parole, come se avesse paura della mia reazione.
Potrebbe sembrare strano ma mi è capitato di pensare più volte a questa possibilità, pensare che Edward avrebbe potuto essere la mia cura contro l’avversione all’acqua.
 
Le mie labbra di allargano in un sorriso e ben presto lui capisce che sono più che felice della sua proposta.
 
“Allora cosa aspettiamo, scendiamo per colazione e poi buttiamoci in piscina!” esclama con fin troppa enfasi mentre io alla parola buttiamoci sobbalzo, ancora restìa all’acqua.
 
Dopo una leggera colazione e indossato il costume, siamo entrambi pronti per affrontare la mia paura.
 
A bordo piscina, sotto il sole già caldo del mattino, Edward si avvicina e mi prende le mani tra le sue.
E’ così bello nei suoi boxer blu, il suo petto abbronzato, quel suo viso perfetto.
 
“Ti fidi di me Bella?
Fidati e vedrai che non te ne pentirai” sussurra troppo vicino al mio orecchio.
 
“Mi fido di te Edward” cerco di tenere ferma la mia voce nonostante la sua presenza non lo renda facile.
 
“Allora, andiamo per gradi.
Scendiamo da quella parte, dove ci sono i gradini.
Ci immergiamo poco alla volta.
Io sarò sempre al tuo fianco, non ti lascio e se sentirai che è troppo ci fermeremo”
 
Annuisco alle sue parole così premurose, fissando quegli occhi così dolci solo per me che non hanno mai smesso di guardarmi.
 
Mi conduce agli scalini e mentre Edward inizia a scendere, trascina me con lui.
 
Per ora va tutto bene ma nel momento in cui l’acqua inizia a salire, anche la mia ansia inizia a sentirsi.
 
Mi blocco tirando le sue mani verso di me per fargli capire che ho bisogno di un attimo per riprendermi.
 
Mi lascia tutto il tempo che mi serve ed io gliene sono più che grata.
Mi sorride mentre io sposto lo sguardo dall’acqua alle nostre mani ancora giunte.
 
Sento la sua presa forte su di esse e questo mi dà il coraggio per continuare.
 
L’acqua ormai mi arriva al petto e mi sento mancare il fondo sotto i piedi.
Cerco di mantenere la calma, Edward è qui con me, non può succedermi niente di male.
 
“Bella, Bella guardami, guarda me, concentrati solo su di me”
Le sue parole sono oltremodo dolci, un balsamo per me.
 
Senza accorgermene, ci allontaniamo ancora dal bordo della piscina, raggiungendo il punto più profondo.
 
I miei respiri sono sotto controllo, i miei occhi fissi negli occhi del mio angelo personale.
 
Restiamo a galla, solo le nostre teste fuori dall’acqua, quando Edward sposta le mie mani sulle sue spalle e porta le sue mani sulla mia vita.
 
L’elettricità scorre attraverso l’acqua, posso sentirla molto bene.
Avvicina il mio corpo al suo, le nostre gambe si sfiorano sott’acqua.
 
Sono immersa in una piscina e ancora non ho avuto attacchi di panico e tutto questo lo devo solo ad Edward.
 
Sono emozionata e senza volerlo, qualche lacrima scappa al mio controllo.
 
“Spero che siano lacrime di felicità perché altrimenti non potrei sopportarle”
Annuisco abbozzando un sorriso; in risposta lui stringe l’abbraccio, portando i nostri nasi a toccarsi.
 
Poi elimina la distanza tra di noi, affondando le sue labbra sulle mie.
 
Se cercava un modo per distrarmi dalla mia paura beh direi che ci è riuscito alla grande.
 
Altre lacrime scendono ma sono solo di gioia.
 
Restiamo a mollo per un altro po’, tempo in cui Edward cerca di farmi fare due bracciate.
Tentativo vano date le mie scarse doti sportive e fisiche.
 
Quando entrambi decidiamo di uscire dall’acqua, Edward mi avvolge con un telo, strofinando con cura la mia schiena e le mie braccia per asciugarmi.
Sento il suo sguardo addosso, come a proteggermi, a dirmi io sono qui.
 
Quello che resta del mattino prima del pranzo, lo passiamo tra carezze e sguardi con i quali lui sembra dirmi sono orgoglioso di te.
 
Il pomeriggio, forse a causa della tensione accumulata o forse proprio grazie all’aver superato almeno in parte la mia paura, l’ho passato a dormire, tra le sue braccia.
 
Mi sono svegliata e due gemme verdi mi guardavano.
 
“Sono pessima, mi sono addormentata e per di più addosso a te” borbotto, la voce impastata dal sonno.
 
“E’ stato bellissimo farti da cuscino” sussurra baciandomi sulla fronte.
 
E in effetti sono stata davvero bene addosso a lui.
 
“Ora ci facciamo una doccia e poi ceniamo, che ne dici?” propone senza staccarsi da me.
Annuisco, anche perché ho un po’ fame, come mi sta confermando anche il mio stomaco.
 
La cena è stata leggera ma gustosa come sempre.
 
Ed ora è arrivato il momento che non avrei mai voluto arrivasse: dobbiamo salutarci per l’ultima sera, prima di ritornare a casa domani.
 
“Beh buonanotte Isabella, fai bei sogni” borbotta lui indeciso se aggiungere altro.
Io vorrei dire mille cose, parlare dei nostri baci, di cosa accadrà domani ma non ne ho il coraggio e sembra neanche lui.
Vorrei abbattere l’ultimo muro che ci divide, dare finalmente un senso e una definizione a quello che sta accadendo tra di noi ma.. non lo faccio.. perché forse ho paura.
Così mi limito a salutarlo e ad augurargli una buonanotte.
 
Entro in camera e mi chiudo la porta alle spalle.
 
Mi ci appoggio con tutto il corpo, per sostenermi.
Penso a questa settimana, a come ci siamo avvicinati Edward ed io, a quello che abbiamo vissuto e senza aspettare oltre mi do della stupida.
Se davvero sento che c’è qualcosa tra di noi, che potrebbe essere qualcosa di più allora vale la pena di tentare e confessarglielo.
 
Ok Bella, respira, conta fino a tre e vai.
 
Uno, due, tre.
 
Apro la porta decisa ad andare da Edward ma non devo fare molta strada: Edward è qui davanti a me, con un pugno alzato per bussare.
 
Lo stupore è negli occhi di entrambi ma di certo lui non perde tempo: dopo avermi presa tra le braccia mi bacia.
 
Mi spinge all’indietro, verso il letto sopra il quale cadiamo quando ci sbattiamo incontro.
 
Solo allora ci stacchiamo per riprendere fiato e lui prende ad accarezzarmi il viso.
 
“Che cosa mi hai fatto Isabella, in una settimana ho scoperto di non poter fare a meno di te.
Mi sei entrata dentro e non sono più in grado di dimenticarti” sussurra inclinando la testa per guardarmi anche da quella prospettiva.
 
“E’ la stessa cosa che ho pensato io ma speravo fossi tu a fare il primo passo” rispondo sorridendogli.
“Ah sì e perché ti ho trovata mentre uscivi dalla tua stanza?
Stavi venendo da me non negarlo!” mi incalza
 
Davanti all’evidenza non posso negare quindi annuisco.
 
“Touchè” confesso ed entrambi scoppiamo a ridere.
 
Ciò che accadde dopo non fu niente di intimo: passammo il tempo da svegli a coccolarci, tra baci, carezze e parole soffuse, niente ci serviva più di questo in questo preciso momento.
 
Il tempo da addormentati, caduti nelle braccia di Morfeo, lo passammo abbracciati, stretti e avvinghiati tra di noi e il nostro amore che stava sbocciando.

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Capitolo 13
*** 12^ Capitolo ***


Buonasera ragazze.
Siamo giunti al risveglio nel giorno in cui i nostri due piccioncini faranno ritorno alle loro case.
E’ stata una settimana intensa e ricca di avvenimenti ma ora ci aspetta di vedere come continuerà la loro storia: secondo voi avranno un e vissero felici e contenti oppure no?
Beh potrete scoprirlo presto..
Voglio avvisarvi che, come per Land of freedom, anche per Non sarà un’avventura, per le prossime due settimane non garantisco l’aggiornamento nei giorni stabiliti.
Vi lascio al capitolo e vi ringrazio e soprattutto vi auguro un sereno Natale. Un bacione.
p.s.: questo capitolo è un po’ più corto perché ho preferito dividere il prima e il dopo ma anche perché voglio tenervi un po’ in suspance per il loro primo appuntamento e per quello che dirà Alice..ma mi farò perdonare e prometto anche di rispondere presto alle vostre recensioni. Kiss.
 
 
 

Bella
 
 
 
Un leggero respiro arriva al mio orecchio, svegliandomi dolcemente.
 
Mi muovo appena, per cercare di sgranchirmi le gambe ed è allora che le sento: altre gambe avvinghiate alle mie.
Alzo la testa e i miei occhi corrono ad un braccio che di certo non è il mio, appoggiato sul mio fianco, la mano stringe ancora la stoffa della mia maglia.
 
E tutto mi torna alla mente.
 
Le ore passate in piscina con Edward, la cena, lui che mi accompagna in camera e la nostra sessione di baci e carezze che si trascinano fino al letto, conducendoci poi ad un sonno tranquillo.
 
Un sorriso da ebete si dipinge sul mio viso, la mia testa ricade sul cuscino.
Sorriso che ben presto si tramuta in risatina quando la mano prende vita ed inizia a solleticarmi la pelle del fianco.
 
“Buongiorno Isabella” borbotta troppo vicino al mio orecchio.
La sua voce ha il potere di placare le mie risate ed incanalare diversamente le mie emozioni.
 
“Come hai dormito?” mi chiede dolcemente, senza interrompere le sue carezze.
 
Rispondere mi appare difficile, sono piuttosto distratta in questo momento ma faccio del mio meglio
“B..bene grazie e tu?” cerco di spostare l’attenzione su di lui mentre riacquisto un po’ di lucidità.
 
“Non ho mai dormito così meravigliosamente” borbotta avvicinando il suo corpo alla mia schiena.
 
Mille brividi si diramano dentro di me mandando scariche ad ogni mio muscolo e cellula, ed è una sensazione davvero inspiegabile.
 
Ad interrompere questo momento in paradiso è la mia sveglia che crudelmente, come nella favola di Cenerentola ci ricorda che ognuno deve tornare alla sua vita.
 
Sbuffo infastidita afferrandola per spegnerla anche se adesso vorrei tanto scagliarla contro il muro.
 
Cerco di consolarmi pensando al fatto che in fondo è finita solo questa settimana ma di certo posso ancora passare del tempo insieme ad Edward.
 
“Edward” borbotto appoggiando la mia mano sulla sua “Dobbiamo alzarci e prepararci” la voce un po’ mi trema e a lui non sfugge affatto.
 
“Non così in fretta” mi stringe a sé inspirando tra i miei capelli “E comunque tra noi non cambierà niente”
 
Le sue parole sono una rassicurazione per me e non resistendo più a non vedere i suoi splendidi occhi, mi volto.
 
Lo trovo sorridente e anche se spettinato, è decisamente da lasciare senza fiato; se possibile quelle due gemme che ha al posto degli occhi, sono ancora più luminosi degli altri giorni, quasi fossero così solo per me.
 
“Non desidero niente di più se non questo” gli poso una mano sulla guancia lasciandoci sopra una breve carezza.
“E lo avrai” afferra la mia mano e me la bacia dolcemente.
 
Restiamo a guardarci per interi minuti che a me sembrano ore ma quando suona il telefono della camera, il mio cuore sobbalza per lo spavento.
Lui si offre di rispondere.
 
Mi chiedo chi possa essere a quest’ora ma quando Edward riaggancia, credo di aver capito di chi si tratta.
 
“Era il nostro servizio navetta, sono già arrivati e ci aspettano nella hall.
Abbiamo un’ora per prepararci e fare colazione, poi partiamo” spiega senza che un flebile sorriso lasci mai quelle labbra perfette.
 
“I miei bagagli sono pronti, mi faccio una doccia e poi..” parlo senza prendere fiato mentre mi alzo e faccio il giro del letto per andare in bagno.
Ma vengo intercettata dalle braccia di Edward che mi intrappolano e mi stringono a sé.
 
“Non essere triste, odio vederti triste e di certo non lo sarai perché lasciamo questo posto” sussurra baciandomi l’incavo tra il collo e la spalla.
 
Di nuovo mille scariche mi attraversano scuotendomi tutta.
 
“Ti ho trovata Isabella e di certo non ti lascio andare” mi dà un bacio a fior di labbra, così casto ma talmente intenso da farmi tremare le gambe.
 
Annuisco con vigore e subito dopo mi dà una lieve pacca sul sedere dicendomi di prepararmi e scendere di sotto in fretta perché non vuole starmi lontano per troppo tempo.
 
Quindici minuti di orologio più tardi stiamo consumando la nostra colazione.
Mi versa il caffè, mi spalma del burro sulle fette di pane, mi versa del succo nel mio bicchiere e tutto mi sembra come se fossimo una coppia da tempo.
 
Una coppia..
 
Chissà se lo saremo mai per davvero..
 
“Un penny per i tuoi pensieri” domanda sventolandomi davanti agli occhi una mano.
 
“Sto pensando a noi..” lascio la frase in sospeso, non so come andare avanti.
 
“E..” mi incalza curioso e forse un po’ preoccupato da tutte queste mie paure.
 
Sospiro prima di rivelare i miei pensieri ed essere completamente sincera.
“E’ stata una settimana speciale, fantastica e allo stesso tempo molto importante per entrambi, per noi stessi intendo” prendo fiato “Tu mi piaci Edward e tanto e se qualcuno mi avesse detto una cosa del genere solo una settimana fa, gli sarei scoppiata a ridere in faccia. Ma è successo e non mi sembra vero. Ho pensato più volte a come sarebbe stata la nostra vita fuori di qui e ogni volta fantasticavo, mescolando sogni, paure, aspettative, chiedendomi quali ostacoli potremmo incontrare, quali dubbi potrebbero sorgere ad entrambi ma ho anche pensato che non me ne importa” porto i miei occhi nei suoi e termino il mio monologo dicendo
“Non me ne importa, voglio godermi il viaggio, qualunque sia la destinazione, so che comunque con te sono in prima classe”
 
Edward è colpito dalle mie parole, dalla mia franchezza, d'altronde se non si costruisce un rapporto su basi solide come la sincerità, che futuro si può mai avere?
 
Poi, come risvegliandosi mi sorride, allunga una mano afferrando la mia e mi dice
“Non devi temere, sei al sicuro, non accadrà niente che tu non voglia o che possa farti soffrire perché il tuo dolore sarebbe di conseguenza il mio” stringe la mia mano, sorridendomi deciso.
 
“Mi fido di te Edward” riesco solo a dire prima che Grace entri in cucina per salutarci.
 
 
Una volta giunti davanti a casa mia, Edward mi apre la portiera e precede l’autista per scaricare la mia valigia.
Mi accompagna fin davanti alla porta, posa la valigia per terra e afferra il mio viso con entrambe le sue calde mani.
“Hai impegni per domani sera Isabella?” domanda a bruciapelo.
 
Impegni, io?
Domani è martedì e non ho neanche il turno al ristorante.
 
“No, sono libera ma se anche avessi un impegno lo cancellerei” borbotto forse più a me stessa che a lui.
 
Edward scoppia in una risata serena, sotto il mio sguardo compiaciuto.
 
“Passo a prenderti alle 7 per il nostro primo vero appuntamento, non farmi aspettare troppo” mi bacia sulle labbra e poi se ne va, lasciandomi lì a guardare la sua perfetta figura.
 
Entro in casa dopo aver armeggiato a fatica con la serratura.
Butto la valigia in un angolo e faccio la prima cosa che so di dover fare: chiamare Alice.
 
Quando al terzo squillo risponde, non perdo tempo e le dico
“Alice vieni da me, dobbiamo parlare, subito”

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Capitolo 14
*** 13^ Capitolo ***


Buonasera ragazze e buon 2024 (anche se decisamente in ritardo).
Spero abbiate passato un sereno Natale e che questo nuovo anno per voi sia iniziato nel migliore dei modi.
Vi chiedo immensamente scusa per essermi assentata così a lungo ma prometto che mi farò perdonare e prometto solennemente di rispondere a tutte le vostre recensioni, sempre gradite e preziose.
Vi ringrazio per esserci sempre e vi lascio al capitolo. Un bacione.
 
 
 
Bella
 
 
Alice era arrivata a casa mia esattamente dodici minuti di orologio più tardi, mostrandosi con un gran fiatone nel momento in cui le aprii la porta.
 
“Spero che ciò che hai da raccontarmi sia adeguatamente interessante e coinvolgente e magari non ti risparmierai a ringraziarmi per questa sicuramente bellissima settimana che hai passato insieme a quel gnoccolone di Edward” conclude il suo monologo buttandosi stancamente sul mio divano.
 
Mi scappa un risolino divertito al sentire le sue ultime parole, Alice non può minimamente immaginare cosa è successo in questi 7 giorni né tantomeno può aspettarsi il contenuto del mio prossimo e imminente racconto.
 
Spero che reagisca bene, che non si senta tradita, non voglio che la mia possibile storia con Edward possa minare irrimediabilmente la nostra preziosa amicizia.
 
Perché vorrei averli entrambi nella mia vita.
 
“Che c’è, perché sorridi e non mi dici niente?” mi domanda inchiodandomi con i suoi occhi grandi.
 
Il mio silenzio sembra impensierirla che aggiunge
“E’ andata così male Bella? Non ti è piaciuta o..o.. ti ha trattata male?” domanda scattando in piedi come una molla.
 
Ma cosa sta dicendo?
Edward che mi ha trattata male?
Oh no, proprio tutt’altro..
 
Lascio la frase in sospeso tra me e me, ritornando ai nostri ultimi baci mentre sento la voce di Alice in sottofondo borbottare infastidita.
 
“Perché se è così non ho problemi a correre da lui e dirgliene quattro!” Alice sembra inarrestabile e sta raggiungendo conclusioni affrettate e del tutto sbagliate dettate dal mio silenzio.
 
Devo fermarla.
 
“Tu sei troppo buona e..” cerco di interromperla alla fine riuscendoci.
 
“Alice, Alice, ferma sei sulla strada sbagliata” riesco finalmente a dire.
 
Interrompo finalmente il flusso delle sue parole ma sicuramente non quello dei suoi pensieri.
 
Mi osserva curiosa e posso vedere le mille domande che traspaiono dalle sue espressioni.
 
Sto cercando di organizzare le idee, scegliendo le parole adatte per sganciare la bomba ma so che più tempo impiego per spiegarmi più la sto facendo impensierire e forse anche innervosire.
 
Per raccontare tutto ad Alice impiego più di tre ore e dato che ormai è ora di pranzo, la invito a restare qui con me.
 
Tutti i miei timori su come lei potesse reagire al mio racconto sono letteralmente sfumati nel momento esatto in cui alle parole Edward mi ha baciata e Mi ha chiesto di uscire stasera lei mi è letteralmente saltata addosso per uno dei suoi abbracci stritolatori.
 
La gioia che mi ha mostrato mentre le parlavo di ogni singolo giorno e delle emozioni che ho provato, di come passo dopo passo sentivo qualcosa nei confronti di Edward crescere dentro di me, è stata davvero impagabile.
Il massimo è stato quando le ho spiegato quanto e come mi abbia guarita dalla mia paura dell’acqua: è scoppiata a piangere, borbottando qualcosa tipo per fortuna ho insistito per farti partecipare al concorso.
Nessun sentimento negativo verso di me, nessun risentimento per l’uomo che è stato il sogno proibito di tante sue notti che, a quanto pare, ha scelto proprio la sua migliore amica.
 
E poi, appena le ho detto del mio appuntamento di stasera, si è categoricamente offerta di aiutarmi in tutto e per tutto, dal vestito, al trucco per finire con l’acconciatura.
Ogni cosa deve essere perfetta, mi aveva detto più di una volta mentre cercavo di convincerla a non strafare, senza ovviamente riuscirci.
 
Siamo davanti al mio armadio che ormai è vuoto per metà a causa di tutti quei vestiti scartati e buttati sul letto da Alice.
 
“Dunque per questo primo appuntamento ci vuole un vestito rigorosamente nero, magari un tubino oppure anche con un po’ di vapore e diciamo che potrebbe essere anche..” Alice continua a ripetere tra sé e sé le regole per scegliere il vestito giusto, senza preoccuparsi minimamente di me, arrivando ormai ad esaurire le proposte del mio guardaroba.
 
“Dove hai detto che ti porta a cena?” domanda lei con la testa infilata nell’armadio, speranzosa di avere altri indizi utili per scegliere così un abito adatto.
“Non me l’ha detto” borbotto leggermente preoccupata del posto in cui mi porterà.. e se non fossi all’altezza e lo facessi sfigurare?
 
Alice non mi da il tempo di perdermi in strani i pensieri perché mi incalza con una domanda dietro l’altra.
“Va beh poco importa, allora questo è troppo corto, questo è un vestito da cocktail, questo è rosso e no il rosso per il primo appuntamento non va per niente bene, questo fa troppo bambina e questo niente era l’ultimo” sbuffa, afflitta ma non sconfitta fa per sedersi sul letto accanto a me quando lo vede: il suo sguardo cade su qualcosa adagiato sul fondo dell’armadio.
Si china per afferrarlo e all’improvviso le brillano gli occhi.
“Eccolo, è lui!” esclama alzandolo in aria e voltandosi vittoriosa verso di me.
 
Appena i miei occhi si posano su quel vestito, lo riconosco subito: è un abito che mi ha regalato Alice un paio di anni fa e che io non ho mai indossato per l’assenza di occasioni.
Ma ora un’occasione ce l’ho eccome.
“Avanti provalo e mettici sotto anche queste” esclama mettendomi in mano anche un paio di décolleté tacco 12 a spillo.
 
Con ai piedi quei trampoli vedo già la mia fine: sicuro sarei morta lì sopra.
 
Indosso tutto e faccio una breve sfilata davanti a lei.
“E’ perfetto, tu sei perfetta ed Edward stasera ci resterà secco!” borbotta battendo le mani più volte.
E’ incontenibile mentre salta e strilla felice girandomi attorno.
La sua gioia è talmente contagiosa che mi fa dimenticare completamente le mie preoccupazioni per la serata.
 
“Bene, dato che Edward sarà qui per le 19.00, dobbiamo iniziare a farti bella”
 
E da lì non ebbi più tregua fino all’arrivo di Edward.
 
Maschere viso, depilazioni, creme e quant’altro furono solo l’antipasto di trucco e parrucco ma alla fine quando lo specchio rivelò la mia immagine, fui estremamente grata ad Alice per il suo lavoro.
 
Alle 19.00 in punto Edward suonò il campanello ed Alice si offrì di andare ad aprire.
 
Li sento scambiarsi un paio di battute e Alice pregarlo di riportarmi a casa tutta intera, prima di aprire completamente la porta e mostrarmi a lui.
 
D’ apprima resta in silenzio e poi mi tende la mano per avvicinarmi a lui e sussurrarmi sei bellissima.
 
Mi posa un delicato bacio sulla fronte e poi mi invita a seguirlo verso l’auto.
 
Saluto Alice con una mano mimandole un grazie e regalandole un gran sorriso.
 
“Ciao Alice, mi ricorderò di ringraziarti per questa serata” borbotta Edward spingendo il mio corpo sul sedile posteriore dell’auto.
 
Aspetta.. sedile posteriore? Andiamo con l’autista?
 
Prima che io possa fare domande, si rivolge all’autista, appunto, dicendogli di portarlo al suo solito posto.
 
Tutto questo sa molto di mistero ma per una volta decido di fidarmi ed evitare di riempirmi la testa di mille pensieri e paure come faccio di solito e mi lascio trasportare dalla serata.
 
Appena l’auto parte, Edward non perde tempo e mi bacia, non prima di aver tirato la tendina che ci divide dal conducente.
 
“Non ti vedo da una manciata di ore ma mi sei mancata così tanto” borbotta staccandosi dalle mie labbra ma senza allontanarsi dal mio viso.
 
Arrossisco come un adolescente alle sue dolci parole, non smentendomi neanche un secondo per essere sempre così facilmente imbarazzabile.
 
“Anche tu mi sei mancato oggi, nonostante abbia passato l’intera giornata indaffarata in compagnia di Alice” sorrido felice del momento che sto vivendo e che ancora non mi sembra vero.
 
Edward mi scruta dalla testa ai piedi, apprezzando, in modo per niente velato, il lavoro della mia amica.
 
“Sei stupenda Bella, devo davvero ringraziare Alice per ciò che ha fatto anche se partendo dal tuo corpo non le è stato così difficile” prende fiato e poi conclude
“Credo che le farò un regalo che apprezzerà molto”
Poi allunga una mano per afferrare la mia, la porta alle labbra e ci posa sopra un bacio.
 
Non smetterò mai di sciogliermi davanti ai suoi dolci gesti.
 
“Grazie, anche tu stai molto bene vestito così” borbotto in un sussurro.
Presa dall’emozione del momento, prima non ho prestato molta attenzione al suo abbigliamento, un completo blu notte e camicia azzurra con cravatta a righe anch’esse blu ma mi soffermai ben di più sul suo viso.
 
Sui suoi occhi..
 
“Allora, dove stiamo andando?
Non mi hai detto niente ed io” dico con un cenno al mio vestito “Non so se ho addosso l’abito adatto per questa serata e..”
Edward interrompe il flusso delle mie parole posandomi un casto bacio sulle labbra.
“Sei perfetta così come sei” mi dice allargando le labbra in un grande sorriso tutto per me.
 
Lo ringrazio silenziosa, grata che le sue parole ed i suoi gesti riescano ogni volta a calmarmi e a farmi sentire a mio agio.
 
Alcuni minuti più tardi Jhon, il nostro autista, ci avvisa che siamo arrivati.
 
Edward si apre da solo la portiera scendendo dall’auto senza aspettare Jhon, fa il giro intorno a apre la mia.
Mi tende la mano e in attesa che io la prenda sussurra
“Sei pronta per il nostro primo vero appuntamento, Isabella?”
 
Al sentire il mio nome uscire dalle sue labbra, il mio cuore fa le capriole, le mie labbra si piegano in un gran sorriso, solo per lui.
“Non aspetto altro” rispondo afferrando decisa la sua mano e lui mi guida all’interno del locale.
 
Dall’esterno sembra un luogo tranquillo, ben curato e molto accogliente ma quando Edward mi spinge oltre la porta d’ingresso, davanti a me appare una vista meravigliosa: la sala è avvolta nella tenue luce di numerose candele, una musica di violini suonati da alcuni ragazzi ci accoglie mentre Edward mi guida verso un grazioso tavolo al centro della sala.
 
Aspetta, un solo tavolo, al centro?
Ma.. ha prenotato un intero locale solo per noi?
 
Mi volto incuriosita, sorpresa e colpita da questo suo gesto inaspettato e lui comprende esattamente la mia domanda
“Non potevo rischiare che altri occhi ti vedessero, stasera ti voglio tutta per me” sussurra al mio orecchio solleticandomi.
Poi sposta la sedia e mi aiuta a prendere posto.
 
Smetterà mai di stupirmi?
Mi resta solo scoprirlo.
 
La cena inizia con gli antipasti serviti mentre i violini suonano una serenata solo per noi.
 
Edward non mi toglie mai gli occhi di dosso neanche quando i camerieri gli domandano se è tutto di nostro gradimento.
 
Sguardi che dicono più delle parole aleggiano nell’aria tra di noi, occhi penetranti i suoi, sorrisi radiosi i miei.
Labbra che si mordono, attraversate da fiumi di emozioni.
 
Nessuno sembra voler rompere questa aura di magia che aleggia intorno a noi, sorrisi, sguardi, piccoli sfioramenti sembrano essere tutto ciò di cui abbiamo bisogno, almeno per adesso.
 
Quando ci servono i primi, Edward si decide a rompere il silenzio.
“Spero che la serata sia di tuo gradimento” la voce rauca tradisce in parte le sue emozioni.
“Non avrei sperato in niente di meglio, grazie” prendo fiato, travolta dal suo profumo, mentre si sporge sul tavolo, verso di me.
“Hai riservato il locale solamente per noi” la mia non è una domanda è più un’affermazione ma lui ci tiene comunque a precisare
“Te l’ho detto, ti volevo tutta per me e soprattutto non volevo curiosi in giro” pronuncia quelle parole con intensità.
Accarezza con le dita il dorso della mia mano appoggiata sul tavolo, mille scosse si irradiano dirette al resto del mio corpo.
 
Arrivano i secondi e poi il dessert.
Sembra che il dolce sia stato scelto apposta per me, un tortino al cioccolato con cuore fondente, panna e fragole come contorno.
 
E’ un grande classico di San Valentino e anche se oggi decisamente non è San Valentino, per me è come se lo fosse.
 
Mi gusto il dolce sotto lo sguardo compiaciuto di Edward e alla fine non posso fare altro che ringraziarlo.
“Aspetta a ringraziarmi, la serata non è ancora finita” mi dice alzandosi dal tavolo e porgendomi una mano.
“Vuoi ballare con me?” mi domanda riservandomi un dolce sorriso.
 
E chi sono io per rifiutare il suo invito?
 
Afferro la sua mano e subito mi afferra portando le sue mani sulla mia vita.
E’ gentile ma deciso il suo tocco, mi tiene stretta a sé come se potessi scappare.
Appoggio la testa al suo petto mentre mi lascio cullare dalla musica e dal suo respiro.
Posso sentire il suo cuore battere nel suo petto, batte alla stessa velocità del mio, in perfetta sincronia.
Non posso fare altro che rilassarmi e godermi il silenzio di quel momento che vale più di mille parole.
 
Quando purtroppo la serata giunge al termine ed Edward mi riaccompagna a casa, prima di scendere dall’auto richiama la mia attenzione.
“Per ricordarti di questa serata e naturalmente di me, ho pensato a questo.. spero ti piaccia” e così dicendo tira fuori una scatola quadrata e tenendola tra le mani la apre: all’interno c’è una catenina d’oro con al centro il simbolo dell’infinito.
 
Sono davvero senza parole, non mi sarei mai aspettata un regalo questa sera e per di più così bello.
 
“Ti piace? Se non ti piace possiamo benissimo andare a..”
“No no no è stupendo grazie” borbotto saltandogli con le braccia al collo e baciandogli il viso dappertutto.
“Vediamo come ti sta” mi dice appena mi stacco da lui.
Allaccia il gancino al mio collo e anche se in questo momento non posso vedermi so che questa collanina è fatta apposta per me.
“Grazie” gli dico ancora prima di lasciargli un bacio sulle labbra.
“Mi fa molto piacere che ti sia piaciuta e per la cronaca ti sta davvero d’incanto” sussurra ad un centimetro dal mio orecchio mentre ci avviciniamo alla mia porta di casa.
 
Sappiamo entrambi che per questa sera il tempo insieme è terminato ma lui sta già pensando a domani.
“Cosa fai domani? Sei al lavoro?” borbotta avvicinandosi pericolosamente.
Pericolosamente perché anche se ho bevuto poco so che non sono sobria al 100%;
pericolosamente perché so l’effetto che lui ha su di me.
“Sì domani devo lavorare e non so per che ora potrei liberarmi” sbuffo consapevole della mole di lavoro che troverò domani.
“Ok, ho capito ma fammi sapere quando ti liberi, potremmo comunque fare qualcosa insieme, se ti va” sorride sghembo e a me cede il cuore.
“C.certo” cerco di pronunciare senza balbettare ma non mi riesce.
“Allora ci sentiamo domani, Isabella” e nel pronunciare quelle parole si avvicina, posa le mani sulla mia vita afferrandola deciso e mentre incolla gli occhi nei miei, le sue labbra volano sulle mie.
 
Ciò che succede dopo è pura magia.
Vengo risucchiata in un vortice che mi sospinge leggera verso l’alto.
Le sue labbra si modellano sulle mie in un modo che non era mai avvenuto prima, portandomi letteralmente in orbita.
Non è un bacio è il bacio, quello che tutti nella vita dovrebbero avere il diritto di provare.
E quando Edward si stacca per riprendere fiato, non riesco a non pensare di volerne ancora.
Appoggia la fronte alla mia sospirando pesantemente.

“Tu mi vuoi morto, Isabella” sussurra accennando una risata divertita ed io non posso che replicare
“Credo che la cosa sia reciproca, Edward” dico imitandolo.

Dopo un tempo che sembra interminabile, fatto di sguardi, mormorii e carezze, Edward si congeda.
“Fai bei sogni tesoro, ci sentiamo domani”

Mi lascia un ultimo casto bacio sulle labbra, prima di aprirmi la porta e lasciarmi sulla soglia di casa ad ammirarlo, mentre si allontana in tutta la sua bellezza.

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Capitolo 15
*** 14^ Capitolo ***


Buonasera ragazze e bentrovate.
Curiose di sapere come si evolve la situazione tra i due piccioncini?
E allora correte a leggere!
Un bacione e grazie per seguirmi sempre.
 
 
 
Bella
 
 
Apro gli occhi e una sensazione di pace e tranquillità pervade tutto il mio corpo.
 
Il ricordo della serata di ieri insieme ad Edward è ancora vivido e ben presente nei miei pensieri e lì voglio lasciarlo, almeno fino a stasera quando potrò aggiungere altri ricordi ai tanti che già abbiamo.
Ma adesso devo sbrigarmi altrimenti farò tardi a lavoro e chi lo sente poi il capo.
 
Doccia veloce, mi vesto e corro al ristorante.
 
Arrivo in tempo per aiutare i ragazzi a preparare la sala e poi passo in cucina per fare il resto.
 
Non riesco ancora a credere che ieri sera ero a cena con un famoso attore di successo ed ora sono qui a sgobbare per guadagnarmi da vivere.
 
Quando i clienti iniziano ad affollare la sala, i miei colleghi ed io siamo pronti ad accoglierli al meglio.
 
Il servizio è tranquillo e scorrevole, ci districhiamo tra un ordine ed un altro cercando di essere sempre gentili e disponibili con i commensali abituali sia con chi sceglie il nostro ristorante per la prima volta.
 
Non riesco ad avere molto tempo per pensare ad Edward se non in rare occasioni in cui aspetto che il branzino esca dal forno per essere servito o mentre riempio un cestino con del pane appena tagliato.
 
Devo in ogni caso ricordarmi di avvisarlo verso la fine del mio turno, così potrà venire a prendermi.
 
Sono incuriosita dal programma per questo nostro secondo appuntamento ma anche molto emozionata e impaziente di rivederlo.
So che sono passate solo poche ore ma stare con lui mi mette di buonumore, m’infonde pace e tranquillità ed è tutto ciò di cui ho bisogno nella mia vita.
 
Non so come si evolverà la nostra storia, devo essere realista e tenere presente il fatto che veniamo da due mondi diversi.
Ci siamo trovati e per ora ci stiamo conoscendo ma necessitiamo di trovare un equilibrio che ci permetta di andare avanti, insieme.
 
Finalmente sono riuscita ad inviare un messaggio ad Edward avvisandolo che nel giro di mezz’ora avrei finito di lavorare.
 
La sua risposta non tarda e mi dice che arriverà subito.
 
Anche lui è impaziente di passare del tempo con me?
Non posso che esserne felice.
 
Aiuto i ragazzi a sistemare gli ultimi tavoli in sala per il servizio serale e poi vado a prendere alcune tovaglie dalla credenza.
 
Mentre torno sento Angela, la mia collega, parlare in tono piuttosto emozionato con qualcuno e dire
“S..sì, arriva subito è andata a prendere delle tovaglie per la sala, vuoi.. vuoi.. oddio che emozione, non ci credo.. possiamo, posso offrirti qualcosa?”
 
Immagino immediatamente con chi sta parlando e appena varco la soglia della sala, trovo tutti i miei colleghi impalati a fissare Edward.
 
Lui dal canto suo, non ha occhi che per me e appena entrambi ci troviamo, i nostri occhi si incatenano.
 
“Un caffè andrà benissimo” risponde alla domanda di Angela mentre con passo deciso accorcia le distanze, senza mai interrompere il legame tra i nostri occhi.
 
Io invece resto inchiodata sul posto, affascinata dai suoi movimenti così eleganti e sinuosi, degni di un modello.
 
Indossa un paio di jeans e una camicia bianca con le maniche arrotolate fino ai gomiti, a mostrare le sue braccia muscolose.
 
Quando mi raggiunge sono ancora imbambolata con le tovaglie strette forti al mio petto, come se ne avessi bisogno come appiglio, bisognosa di aggrapparmi per non cadere davanti a tanta bellezza.
 
“Sono in anticipo lo so ma non resistevo più a starti lontano” borbotta schioccandomi un bacio sulla guancia.
 
Credo di aver appena assunto la colorazione di un gambero, soprattutto perché siamo sotto gli occhi dei miei colleghi e del mio capo.
 
“Mmm, mmm” ecco appunto, il mio capo alle mie spalle.
Si schiarisce la voce ed io non oso voltarmi per guardarlo in faccia.
 
Edward al contrario sembra completamente a suo agio e si appresta a presentarsi e a salutare Laurent.
“Buon pomeriggio, sono Edward Cullen, mi scuso per l’intrusione, non era mia intenzione creare scompiglio, sono solo venuto a prendere Isabella, se è libera di andare” allunga la mano verso il mio capo che prontamente la stringe.
“Oh no no signore, nessun scompiglio si figuri, siamo onorati di averla qui nel mio umile ristorante” prende fiato e continua
“Isabella ha terminato il suo turno già da un po’ ma è sempre disponibile ad aiutare oltre l’orario e a noi fa molto piacere” termina tirando un lungo respiro.
 
Poi si rivolge a me
“Isabella, puoi andare, dai pure a me queste tovaglie.
Ci vediamo domattina al solito orario, va bene?” borbotta con un sorriso a quaranta denti.
Mi prende le tovaglie dalle braccia ed io che ho assistito a tutta la scena, ho bisogno di un attimo per riprendermi.
 
Non avevo parlato di Edward a nessuno a parte Alice, né tanto meno che il mio fidanzato? amico speciale? cotta? non so davvero come definirlo sarebbe passato a prendermi a fine lavoro.
 
Edward è un attore famoso, molto apprezzato ed io avrei dovuto metterlo in conto già adesso ma anche in futuro, per tanti motivi.
 
Corro a cambiarmi e a prendere le mie cose e poi usciamo insieme.
 
Non sapendo un’altra volta la nostra destinazione, dò un’occhiata ai miei vestiti e temo di nuovo che il mio abbigliamento non sia adatto.
 
Come se potesse leggermi nel pensiero, lui si avvicina al mio orecchio e mi sussurra
“Sei perfetta così, i tuoi vestiti sono abbastanza comodi per quello che dobbiamo fare, non preoccuparti invano e goditi questo tempo con me” mi appoggia le mani sulla vita e mi attira a sé.
 
I suoi occhi dicono così tante cose in questo momento che i miei non riescono a recepire tutto ma quando le sue labbra si tuffano sulle mie, non c’è bisogno di sapere altro.
 
E’ un bacio breve ma intenso dopo di che Edward mi apre la portiera dell’auto e sale a sua volta.
 
“Niente autista stasera? Chissà cosa ha in mente? Dove mi porterà?”
 
Non mi accorgo di aver pensato ad alta voce finchè lui non dà una risposta alle mie domande
 
“Sei sempre curiosa Isabella, ho in mente qualcosa che spero ti lascerà senza parole e sì stasera niente autista, ti voglio ogni istante solo per me” si sporge verso di me per sussurrare l’ultima frase, la mano che sta sul cambio cerca la mia e ne intreccia le dita.
 
Mille scosse si diramano alle mie terminazioni nervose scuotendomi in ogni parte del corpo.
 
Gli sorrido rispondendo al suo sorriso e decido di godermi tutto ciò che questa serata mi regalerà.
 
Il paesaggio cambia velocemente mentre ci allontaniamo dalla città.
 
Dal finestrino si intravedono le prime colline e frenare la mia curiosità diventa difficile, così penso di sviare le mie domande su altri argomenti altrettanto interessanti per me.
 
“Sai non pensavo volessi farti vedere in giro, soprattutto con una ragazza come me” sbotto decisa.
 
Ok, forse sono stata un po’ troppo diretta e anche schietta?
 
Aspetta forse posso rimediare ma non ne ho il tempo perché lui si gira per guardarmi e la sua espressione è, diciamo indecifrabile.
 
“Cosa intendi per una ragazza come te?
Che cos’hai che non va?
Hai forse qualche problema fisico o forse psichico che io non so?” borbotta un po’ infastidito.
 
“E poi, mi sembrava di aver già chiarito questo aspetto della nostra relazione, pensavo avessi capito come sono fatto io, a cosa dò importanza e a cosa no” prende fiato e poi rincara la dose
“Sono un attore e anche piuttosto famoso Isabella, cosa dovrei fare, chiudermi in casa, frequentare solo luoghi e persone che fanno il mio stesso lavoro e precludermi tante altre cose per vivere una vita limitata?” la sua voce è decisa ma non rancorosa.
 
Ha ragione, tremendamente ragione ed io come al solito mi sono fatta prendere dalle mie mille insicurezze di non essere abbastanza, di non essere alla sua altezza.
 
Respingo un paio di lacrime pronte a scendere perché so che me la sono cercata un'altra volta e silenziosamente mi do della stupida.
 
Il mio sguardo si sposta oltre il finestrino dove verdi colline iniziano a riempire il paesaggio.
 
Forse preoccupato per il mio silenzio, allunga una mano per accarezzarmi il viso.
 
“Scusami Bella”
Mi stranisco nel sentirmi chiamare così, nessuno a parte Alice e i miei genitori mi chiama così e lui ci ha pensato da solo.
 
“Non volevo essere sgarbato o rattristarti, diavolo non so come farti capire quanto tu mi piaci, quanto tu sia diventata importante per me nel giro di pochi giorni” continua mentre allarga la carezza al mio collo.
 
“Non sono nato famoso, ricco e importante ma lo sono diventato e con ciò vorrei che tu ti fidassi di me, non sono un divo da copertina, puoi stare tranquilla” solleva le labbra in un sorriso e mi strizza l’occhio ed io non posso fare a meno di sciogliermi alle sue parole.
 
“Mi fido di te” gli dico sicura stringendo la sua mano.
 
Il resto del viaggio è avvolto nel silenzio che nel nostro caso è ricco di parole e quando Edward parcheggia, sono felice di poter uscire e prendere un po’ d’aria.
 
Apre la mia portiera e poi afferra una coperta ed un cesto dal baule.
 
Con la mano libera cerca la mia e mi conduce verso una collinetta ma prima di raggiungerla mi chiede di chiudere gli occhi.
 
Una volta arrivati, lo sento appoggiare a terra ciò che ha in mano.
Poi mi abbraccia da dietro, appoggiando il mento sui miei capelli.
 
“Ora puoi aprirli” mi sussurra dolcemente.
Ciò che appare davanti ai miei occhi è un meraviglioso spettacolo.
 
I colori del tramonto giocano tra loro, abbracciando le lontane forme della città.
 
Un perfetto gioco di luci e ombre.
 
“Oddio.. Edward è stupendo, sono senza parole” lo sento sorridere e mi bacia dolcemente la testa.
Sono davvero senza parole.
 
“E’ quello che volevo sentire” stringe la presa sui miei fianchi e so che potrei stare lì per sempre.
Come ho potuto dubitare così tante volte del nostro rapporto anche se ancora fragile e delicato.
 
“Vieni, ho un’altra sorpresa per te” mi dice tirandomi nel suo abbraccio.
 
Stende la coperta sul prato e come quel giorno dopo la passeggiata a cavallo, svuota un cesto pieno di cibo.
 
La sera scende lenta intorno a noi, intenti a goderci il panorama mentre tra baci, coccole e carezze, entrambi ci rendiamo conto che è sempre più difficile stare lontani perché nei nostri cuori sta crescendo il seme di un grande amore.

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Capitolo 16
*** 15^ Capitolo ***


Buonasera ragazze, vi chiedo scusa per aver aggiornato in ritardo ma ho impiegato più del solito per terminare questo capitolo.
Continuavo ad aggiungere spunti per idee da sviluppare, tant’è che appunto non finivo più di scrivere, infatti è super lunghissimo per cui ho deciso di dividerlo in due parti.
Avete guardato il festival di Sanremo, secondo voi chi vince?
Ma veniamo a noi.. Edward e Bella sono davvero carini insieme non trovate?
Penso che vi piacerà leggere cosa ho pensato per loro due..
Quindi buona lettura, grazie e un bacione grande.
P.S.: non ho dimenticato le vostre recensioni, davvero, appena riesco passerò da tutte, promesso.
 
 
Edward
 
 
Finalmente oggi è venerdì sera e posso godermi un fine settimana tranquillo insieme a Isabella.
 
Spero.
 
A lei non ho ancora anticipato nulla e dico spero perché non so se è di turno al ristorante oppure è libera.
 
Un’idea mi frulla nella testa e senza pensare al fatto che sia una buona idea o meno decido di mandarle un messaggio.
 
Mi meraviglio di me stesso, mentre afferrando il telefono inizio a digitare le parole;
non sono mai stato così impulsivo ma al contrario, sempre riflessivo, ogni decisione presa soppesando pro e contro seguendo più testa che cuore.
 
Ma tutto è cambiato da quando ho incontrato lei.
 
Da quando ho incontrato Bella.
 
Bella, Bella, Bella e ancora Bella.
Mi rimbalza nella mente, riempiendola, spalmandosi in ogni cellula del mio corpo.
 
Occupo le mie giornate pensando a lei, continuamente e non c’è nient’altro che vorrei fare se non averla sempre accanto a me.
 
Lei, così fragile e incerta, sempre preoccupata di non essere abbastanza ma al tempo stesso forte e decisa, sicura di ciò che vuole.
 
Più tempo trascorriamo insieme e più ne vorrei, non ne ho mai abbastanza.
 
Ed è così che per tutta questa settimana ho cercato e ovviamente trovato un motivo, una scusa, un’occasione per stare con lei.
 
Sono quasi le 19.00 e penso che si trovi già al ristorante ma spero comunque che riesca a rispondermi al più presto.
 
Ciao Isabella,
vorrei proporti un fine settimana di svago, solo io e te.. spero tanto tu mi dica di sì. E.
 
Schiaccio invio e inizio a contare il tempo che impiega per rispondere.
 
Per tutto il tempo in attesa, i miei occhi non lasciano lo schermo del telefono, bramosi di ricevere una risposta, leggere le parole che lei ha riservato per me.
 
Ad un tratto, quei fastidiosi ma altrettanto indispensabili tre puntini iniziano a lampeggiare sullo schermo del mio telefono.
 
Ha visto il mio messaggio e mi sta rispondendo.
 
Mi sento felice come un bambino il giorno di Natale, altra cosa non propriamente mia ma da quando c’è lei nella mia vita molte cose hanno preso una piega diversa.
 
Sento il suono della notifica e mi affretto a sbloccare il telefono per leggere il suo messaggio.
 
Ciao Edward, purtroppo domani e domenica devo lavorare tutto il giorno al ristorante e non riesco a liberarmi, abbiamo un paio di eventi importanti e altri gruppi piuttosto numerosi.. però.. sono ugualmente curiosa, di che tipo di svago si tratterebbe??? B.
 
Il mio umore cambia leggendo la sua risposta, avrei dovuto immaginare che fosse impegnata a lavoro, che sciocco sono stato.. però.. pensandoci bene forse potrei..
 
Mi affretto a risponderle
 
Hai ancora un tavolo libero fra.. tipo mezz’ora? Nel caso non ci sia, non importa.
Aspettami comunque, sto arrivando. E.
 
Prendo la giacca e le chiavi dell’auto, deciso che a qualunque costo, domani andremo a goderci il fine settimana insieme.
 
 
Bella
 
 
Non faccio in tempo a leggere il messaggio di Edward, arrivato quasi 20 minuti fa, che sento la mia collega chiamarmi per avvisarmi che è arrivato il mio ragazzo.
 
Al sentire quelle parole il mio cuore trema.
 
Il mio ragazzo
 
Suona decisamente bene e mi piace parecchio, nonostante non so se posso già chiamarlo così.
 
Esco dalla cucina e non appena i miei occhi si posano su di lui, le sue labbra si curvano in un grande sorriso, solo per me.
 
Presa da mille emozioni, non mi sono neanche accorta che, da quando Edward ha messo piede in sala, è calato un religioso silenzio.
Credo che prima di andarcene, saremo interrotti più volte per una foto o un autografo.
 
Lui cammina deciso verso di me, incurante degli sguardi stupiti che gli rivolgono gli ospiti del ristorante.
 
“Ciao” sussurra appoggiandomi una mano su un fianco e aggiunge un delicato bacio su una guancia.
 
“Ciao” rispondo io cercando di non sembrare troppo stordita da quel duplice contatto, poi aggiungo
“Il tuo tavolo è laggiù se vuoi..” mi interrompe chiedendomi se posso chiamare il mio capo.
 
La sua richiesta mi stupisce ma vado in ufficio a vedere se può raggiungerci.
 
Laurent è stupito ma allo stesso tempo onorato di avere un’altra volta Edward nel suo locale.
 
“Oh buonasera Edward, benvenuto, in cosa posso esserle utile?” Laurent allunga la mano verso Edward, è ben felice di averlo qui e decisamente si vede, è un’ottima pubblicità per lui.
 
I due si appartano ed Edward inizia a parlare fitto fitto, Laurent annuisce e gesticola e nonostante io cerchi di capire cosa si stanno dicendo, non ci riesco.
 
Dopo dieci minuti abbondanti si stringono di nuovo la mano e il mio capo sembra piuttosto soddisfatto dalla conversazione.
 
Si avvicinano entrambi a me e appena prima di lasciarmi con Edward, Laurent pronuncia una frase che mi lascia senza parole
“Finisci il turno stasera, Bella e poi per il fine settimana sei libera.
Ci vediamo lunedì alla solita ora”
 
Poi si rivolge ancora verso Edward
“Grazie ancora e passa pure quando vuoi, per te c’è sempre un tavolo riservato” e gli strizza un occhio.
 
Non capisco e il mio sguardo viaggia un paio di volte da Edward e poi a Laurent ma alla fine riesco a mettere insieme i pezzi.
 
Afferro il braccio di Edward e lo trascino da parte, voglio sapere come ci è riuscito.
“Dì un po’, come hai fatto a convincerlo così facilmente? Cosa gli hai offerto?” sussurro accennando un sorriso.
 
Lui mi guarda spalancando gli occhi
“Oh ma così offendi il mio orgoglio, Bella, riduci tutto ad un fatto di soldi?” borbotta posandosi una mano sul petto con l’aria fintamente offeso” poi riprende
“Ma in fondo dovresti saperlo, io ottengo sempre ciò che voglio” e dicendo così mi attira a sé per stamparmi un fugace bacio sulle labbra.
 
Davanti all’ intera sala.
 
Quest’uomo mi vuole proprio morta.
 
“Bene, quale sarebbe il mio tavolo?” come se niente fosse mi domanda del suo tavolo.
 
Mi ricompongo, per quanto mi è possibile e lo accompagno a sedersi.
 
Il tempo di cenare ed il mio servizio è quasi terminato.
Questa sera il locale non era pieno quindi possiamo chiudere un po’ prima.
Come immaginavo, dopo aver firmato autografi ed aver sorriso in non so quante foto, Edward mi aspetta pazientemente al bancone del bar perchè vuole portarmi a casa ed io non vedo l’ora di passare un po’ di tempo con lui.
 
La mia mente sta già pensando al nostro week-end e il mio cuore sta già facendo una-due-tre capriole e..
 
“Isabella, Isabella mi stai ascoltando?”
Mi risveglio dai miei pensieri con Edward che mi sventola una mano davanti agli occhi.
 
“Uhm sì scusa ero soprapensiero” borbotto abbozzando un sorrisetto.
 
Mi sorride di rimando, scuotendo la testa, forse pensando di avere davvero a che fare con un caso disperato.
 
“Andiamo” mi aiuta ad infilare la giacca e insieme usciamo per raggiungere l’auto.
 
Durante il breve tragitto, per tutto il tempo ho gli occhi di Edward addosso.
Ho giusto un paio di domande riguardo a ciò che è accaduto prima al ristorante, una alla quale non ha ancora risposto.
E dato che la mia bocca non può evitare di essere così curiosa, le do la possibilità di chiedere
“Quindi non mi dirai con cosa hai corrotto Laurent perché mi desse il week-end libero?” sussurro facendo la ruffiana, sbattendo ripetutamente anche le ciglia per sembrare più convincente.
 
Ci guadagno solo una lunga risata da parte sua.
 
“Uffa” sbuffo infastidita
“Devi comunque essertelo lavorato per bene se sei riuscito ad ottenere due giorni con me e per di più poi dobbiamo aggiungerci il fatto che siete passati dal lei al tu in soli, quanto, venti minuti?” borbotto, questa volta sbuffando sonoramente.
 
Edward ride di nuovo alle mie parole, ormai vicini al mio quartiere, ma non mi risponde.
Una volta davanti casa mia, slaccia la cintura senza però scendere dall’auto.
 
“Non te l’ha mai detto nessuno che sei una gran curiosona?” mi domanda mettendosi comodo sul sedile per potermi guardare meglio in viso.
 
“A dire il vero no, sei il primo” borbotto mettendo due dita sotto il mento e fermandomi solo un attimo per sembrare di pensarci su.
 
Mi scruta, assottiglia lo sguardo e poi dice
“E sentiamo, cosa saresti disposta a darmi in cambio se te lo dico? Cosa potresti fare per me?” sporge il suo corpo dal mio lato, sul viso sfoggia quel suo sorriso sghembo, tipico di chi sa che mi ha messa nel sacco!
 
Complimenti Bella, sei sempre bravissima a ficcarti nei guai o in situazioni imbarazzanti.. ne hai appena infilata un’altra!
 
La sua domanda risuona nella mia testa, da una parte sono curiosa come una scimmia e sarei disposta a tutto per sapere; dall’altra..
 
Alla fine prevale la curiosità e cedo miseramente.
“Tutto quello che vuoi borbotto con un filo di voce” mannaggia a me e alla mia boccaccia curiosa.
 
Lui scuote leggermente la testa facendo segno con un dito di ripetere perché non ha sentito bene.
 
“Ho detto, tutto quello che vuoi!” pronuncio alzando un po’ la voce.
Un sorriso di vittoria spunta su quelle labbra perfette mentre allunga una mano verso di me.
 
“Ho vinto io” dice gongolante.
Afferro la sua mano intrecciando le dita tra le sue.
 
Entrambi i nostri sguardi cadono sulle nostre mani unite.
 
“Allora curiosona, non ho fatto niente di speciale per farti avere ben due giorni liberi” alza un paio di dita dell’altra mano per rimarcare i due giorni
“Mi sono semplicemente offerto come cliente e per fargli un po’ di pubblicità” mi guarda soddisfatto e poi si ricorda dell’altra mia domanda
“Ah sì e poi gliel’ho detto io di non chiamarmi più signore, non sono un vecchio con la barba, sono giovane” ed ecco ancora lì una strizzata d’occhio.
 
Prima o poi mi verrà un infarto.
 
“Sei soddisfatta adesso?” domanda prima di annullare le distanze tra di noi.
Riesco solo a pronunciare un flebile prima che le sue labbra colpiscano le mie.
Le sue mani afferrano il mio viso lasciandomi completamente immobile, alla sua mercé.
 
E’ un bacio breve ma veramente intenso, alla fine del quale lui appoggia la fronte sulla mia.
 
“Per domani, portati indumenti comodi e qualcosa di un po’ pesante nel caso faccia fresco” ha ancora gli occhi chiusi mentre mi parla.
 
Vorrei di nuovo chiedergli la nostra destinazione ma prima ancora di riuscire anche solo a finire di pensarlo, lui interviene
 
“Per quanto io tenga a te, non pensare di spuntarla questa volta, Isabella.
Saprai dove andremo nell’esatto istante in cui saremo arrivati e scenderemo dall’auto”
Il suo tono non lascia spazio a repliche ed io mi limito ad annuire, comunque sopraffatta da un vortice di emozioni.
 
La sveglia suona dando inizio al mio week end con Edward.
 
Ieri sera ho preparato la borsa con tutto ciò che lui mi ha suggerito di portare ed ora, dopo una doccia ed una colazione sostanziosa, sono seduta sul divano in attesa del suono del campanello.
Pochi minuti e la sua musica allegra suona.
Corro alla porta e come sempre quando si tratta di Edward, non sono pronta a ciò che mi trovo davanti.
 
Smettila Bella, l’hai visto anche più nudo di così!
 
La mia voce interiore mi porta via per un attimo, appena prima di sentire Edward mormorare
“Spero che tu sia pronta a ciò che ho pensato per noi per questi due giorni.
Abbiamo un patto e spero che tu te lo ricordi” appoggia un gomito allo stipite della porta in attesa che io esca di casa.
 
“Certo, come potrei dimenticarlo con te che me lo ricordi ogni tre per due” borbotto fintamente offesa.
“Beh, vedo che ti sei ripresa, hai guardato abbastanza?” domanda fiero, indicandosi il corpo.
 
Si sta per caso prendendo gioco di me?
Perché se è così io sto volentieri al gioco.
“Uh e che sarà mai, due muscoli e un po’ di pelle coperta e..” le parole mi muoiono in gola quando mi appoggia le mani sulla vita e mi attira a sé.
“Vuoi giocare Isabella?
Giochiamo, ma ricordati che io non perdo mai, ottengo sempre ciò che voglio” mormora suadente a un centimetro dal mio orecchio.
 
Ed ecco che torna la sua voce carezzevole, quel suo tono con cui pronuncia il mio nome che mi manda ogni volta fuori binario.
 
“Bene, direi che è ora di andare, non vorrai fare tardi per scoprire in quale sperduto posto sto per condurti?” interrompe bruscamente il contatto, costringendomi ad appoggiarmi al muro per non cadergli addosso.
 
Prendo la mia borsa e dopo aver chiuso la porta lo seguo in auto.
Che abbia inizio questo week end!
 
Impieghiamo un paio d’ore per raggiungere quello che sembra il paradiso in terra.
Una piccola baita immersa nella natura, a pochi passi da un lago dall’acqua verde smeraldo.
 
Edward parcheggia in uno spiazzo accanto alla casetta, prende la sua borsa dal bagagliaio e poi afferra la mia.
 
Tre scalini ci dividono dalla porta di casa.
Una deliziosa veranda con un dondolo, un tavolino ed alcune sdraio sono posizionate accanto alle pareti, rivolte verso il lago.
 
Mi prendo un attimo per osservare ciò che mi circonda mentre Edward armeggia con le chiavi nella serratura.
 
Quando riporto lo sguardo su di lui proprio nel momento in cui spinge la porta e mi lascia entrare per prima.
 
L’ingresso è nella saletta, tutt’uno con l’angolo cottura di fronte a noi.
Una scala a chiocciola porta il mio sguardo al piccolo soppalco, dal quale si intravedono due poltrone, una libreria colma di libri e sul soffitto un lucernaio.
 
“Vieni, fai pure come se fossi a casa tua” mi invita, una mano appoggiata sulla mia schiena a sospingermi.
“Ti mostro il resto della casa e poi facciamo qualcosa”
 
Mi mostra una camera da letto matrimoniale con tutto il necessario per una mini vacanza e un bagno molto intimo ma ben accessoriato.
 
C’è anche un ripostiglio dove si trovano le cose più disparate, come mi ha detto lui.
 
“Ora ti faccio vedere una cosa che ti piacerà tanto” sta per condurmi su per la scala a chiocciola quando un pensiero mi colpisce in pieno.
 
Aspetta, c’è una sola camera da letto.. dove..dove dormo io? dormiamo insieme?
 
Quanto sei sciocca Bella, certo che dormirete insieme.
 
Lui sembra leggermi nel pensiero e borbotta
“Però così mi offendi Isabella, pensavo volessi condividere con me ogni esperienza in questi due giorni insieme!”
La mia espressione la dice lunga sul mio stato di stupore e lui non aspetta neanche un attimo per scoppiare a ridere.
 
“Sciocchina, vieni a vedere qui” e così dicendo apre un’altra porta che io avevo completamente ignorato.
 
Una graziosa camera con un letto matrimoniale al centro, un armadio, due poltroncine ed un tavolino nell’angolo in fondo.
“Vieni, ti faccio vedere il pezzo forte di questa stanza” mi prende per mano intrecciando le nostre dita e mi conduce verso una tenda che nasconde una porta finestra.
Quando scosta il leggero tessuto, attraverso il vetro posso già intravedere il meraviglioso paesaggio che mi aspetta là fuori.
Apre la finestra ed io resto senza parole: gli alberi, le colline, i raggi del sole che giocano con le foglie tra i rami rendono tutto questo come un meraviglioso dipinto, un luogo romantico in cui Edward ha pensato di portarmi.
 
“E’ meraviglioso” dico senza riuscire a staccare gli occhi da ciò che ho di fronte.
“Sì è meraviglioso”
“Come te” aggiunge poi, schioccandomi un bacio su una guancia.
 
Sorrido dandogli dell’adulatore mentre lui mi spinge verso il cuore della baita.
 
“Credevi davvero che ti avrei costretta a dormire nella mia stanza, con me?
Non che non mi faccia piacere ma… ti lascio libera di scegliere” mi sorride dolcemente, la mano sulla schiena mi accarezza.
 
Si aspetta una risposta che tarda ad arrivare, mi ha lasciata nuovamente senza parole.
Non sembra turbato dai miei silenzi mentre si preoccupa di guidarmi fuori dalla porta verso non so dove.
 
“Adesso cominciamo la nostra avventura, sei pronta a camminare?” mi prende per mano e afferra al volo uno zaino vicino all’ingresso.
 
Mi sento in dovere di dire qualcosa, ho frainteso pensando che avremmo dormito insieme e non che non lo voglia, in fondo è già successo ma.. oddio non lo so.. non so se riesco a lasciarmi andare così presto, non so se posso abbandonarmi completamente allo tsunami di emozioni che sento dentro di me da quando c’è Edward.

Raccolgo i miei pensieri per trovare le parole più adatte da dire
“Sì sono pronta” faccio una pausa, impaurita dalle mie stesse parole che lasciano le mie labbra “Mi fido di te e credo.. credo che con te potrei andare ovunque” un altro respiro
“Scusami se per un attimo ho dubitato di te, del fatto che tu avessi pensato senza interpellarmi, di condividere la stessa stanza e anche se insomma è una cosa più che normale e appunto non ci sarebbe niente di male ecco io..”
Edward mi interrompe, ferma il mio monologo interminabile e forse anche un po’ sconclusionato appoggiando l’indice sulle mie labbra.
Neanche a dirlo, mille scosse mi attraversano, rendendo il mio corpo immobile.
 
“Non mi devi spiegazioni Bella, so abbastanza cose di te per rendermi conto che ognuno ha i suoi tempi” mi osserva amorevole, come se fossi il suo bene più prezioso
“Ma una cosa devo dirtela, tu sai che io sono qui che ti aspetto, proprio qui accanto a te, non vado da nessuna parte” mi lascia il tempo di metabolizzare e ad un mio cenno di assenso sembra tranquillizzarsi anche lui.
 
E poi mi ha chiamata Bella, cosa che non è niente in confronto al sentirlo pronunciare Isabella.
 
“Bene, ora vieni con me e rilassati” intreccia le dita alle mie e iniziamo la passeggiata.
 
Un’ora più tardi i miei occhi sorvolano la valle da una verdeggiante altura.
Da quel punto le case sembrano minuscole e lontane, incastonate tra quadratini verdi di prati e diversi fiumi che come serpenti attraversano il territorio.
E’ meraviglioso, la natura è meravigliosa ed io posso solo ringraziare Edward che mi sta dando la possibilità di vedere tutto questo.
 
Edward che proprio in questo momento mi sta abbracciando alle spalle, cingendomi la vita con le braccia.
Appoggia il mento sulla mia testa e mi stringe contro il suo petto.
E’ una sensazione che non ha aggettivi per essere spiegata e  vorrei che fosse sempre così tra di noi.
“Vieni, voglio mostrarti un paio di cose che credo ti piaceranno e poi troviamo un posticino per mangiare qualcosa” sussurra voltandomi tra le sue braccia per poterlo guardare.
Annuisco sorridendogli.
Questa volta sono io a prendere l’iniziativa e ad afferrargli la mano.
 
Poco dopo raggiungiamo un ponticello in pietra che sembra uscito direttamente dal set del Signore degli Anelli.
E’ davvero pittoresco e inserito in quel paesaggio è perfetto.
Ma ciò che cattura la mia attenzione è una altissima cascata, proprio di fronte a noi.
Esce dalla roccia, vigorosa e imponente, che cadendo, forma un piccolo laghetto.
 
“Ti piace?” domanda Edward al mio orecchio.
Il fragore dell’acqua che cade copre quasi completamente la sua voce, rendendola oltremodo sensuale.
Annuisco di getto, lasciandomi condurre verso un sentiero dove credo troveremo un posticino dove accamparci.
 
Consumiamo il nostro pasto nella pace della natura, tra il cinguettìo degli uccelli e il vento che muove le foglie degli alberi.
Non mancano sguardi e risate tra noi, seguiti da ripetuti baci piuttosto arditi e carezze altrettanto audaci.
Quando però la sua mano raggiunge l’orlo della mia maglietta cercando di oltrepassarlo, qualcosa dentro di me scatta e anche Edward se ne accorge.
Ritira subito la mano mentre io interrompo il nostro bacio.
Non sembra irritato tutt’altro, mi dà un bacio sulla fonte regalandomi un sorriso e inizia a raccogliere tutto per prendere la strada del ritorno ed io gli sono grata per non aver aumentato il mio imbarazzo con qualche domanda.
 
Durante tutto il tragitto mi do della stupida, non avrei dovuto comportarmi così, Edward non è di certo il mio ex ed io devo imparare a godermi le cose belle della vita soprattutto se arrivano da una persona meravigliosa come Edward.
 
Ogni tanto sento il suo sguardo addosso ma so che lo fa solo per controllare che io stia bene.
Lo ringrazio mentalmente quando mi porge alcune domande, questo rende l’atmosfera più leggera.
 
Finalmente raggiungiamo la baita ed io vorrei solo chiudermi in camera e nascondermi.
Ma non mi è concesso almeno ancora per un po’.
 
“Bella, sei mai stata in barca?” mi domanda.
Le sue parole mi spiazzano e no non ci sono mai stata, anche perché barca vuol dire acqua e acqua..
 
Ok basta l’hai superato ricordi?
E proprio grazie a lui.
 
“Vieni qui, non succederà niente e vedrai che ti divertirai un sacco” mi stringe in un abbraccio e tutte le mie paure volano via.
 
L’esperienza di essere in mezzo ad un lago e vedere Edward che rema per allontanarci dalla riva è qualcosa di sublime.
Tante, troppe esperienze nuove in così poche ore, emozioni legate a tutti e cinque i sensi sono ampliate dalla presenza di questo bellissimo uomo seduto davanti a me.
 
“Vedi, non c’è niente di cui avere paura” dice continuando a remare.
Il mio sguardo spazia a 360 gradi, ora che siamo al centro del lago e da questa prospettiva tutto sembra ancora più magico.
 
Il sole scalda i nostri corpi e mentre i miei occhi si posano su Edward, anche lui si ferma a guardarmi.
Ora sono i suoi occhi a scaldarmi, fino in fondo al cuore.
 
“Dio, sei così bella” allunga una mano e mi accarezza una guancia.
Inclino il viso per approfondire la carezza, godendomi quel piacevole contatto.
Assaporo questi gesti, li fisso nei miei ricordi per ripescarli poi nei momenti in cui ne avrò bisogno.
 
Il tempo vola e ben presto siamo costretti a tornare a riva.
Edward mi aiuta a scendere dalla barca e poi la mette in sicurezza.
Entriamo in casa e in un attimo mi ritrovo schiacciata tra il legno fresco della porta e il corpo caldo di Edward.
Porta una mano al mio viso strofinando il pollice sulla mia guancia, l’altra circonda la mia vita.
Due paia di occhi si allacciano, la sua fronte sulla mia.
“Adoro stringerti e adoro accarezzarti, mi è così indispensabile quando ti sono vicino” appoggia le labbra sulle mie come per suggellare le sue parole.
 
Io sono completamente fusa da ciò che sento.
Ha gli occhi chiusi e anche così è tremendamente sexy.
 
“E a me piace che tu lo faccia” dico in un sussurro.
Apre gli occhi di colpo, sorride come se gli avessi detto la cosa più bella del mondo.
Mi abbraccia, inspirando tra i miei capelli e le mie braccia stringono lui.
 
“Ora vai pure a rinfrescarti mentre io preparo la cena”
A malincuore lascio quel porto sicuro che sono le sue braccia e mi affretto a raggiungere il bagno, non voglio stare lontana da lui per troppo tempo.
 
Edward mi ha preparato la cena proprio con le sue mani e devo dire che è davvero un bravo cuoco.
 
Adesso siamo seduti in veranda a gustarci una cioccolata calda e a guardare il tramonto.
“Ti ringrazio Edward per questa giornata, sono stata benissimo e anche la compagnia non era male” scherzo facendogli una linguaccia.
“Oh sei davvero gentile Bella, anche io non posso lamentarmi” i nostri occhi scattano gli uni negli altri e scoppiamo a ridere.
Nel silenzio e la penombra della sera, un senso di benessere e tranquillità mi avvolge.
Mi sento così fortunata ad aver trovato Edward e vorrei davvero che tra noi funzionasse.
“Ehi, in quale posto sei finita?” sussurra regalandomi un sorriso.
“Pensavo a noi, a quanto sto bene qui e con te” ed è proprio così.
“Vieni qui” afferra la mia mano e mi attira a sedermi sulle sue gambe.
Mi accoccolo al suo petto mentre vengo stretta in un abbraccio.
Inspiro il suo profumo, inebriandomi di lui e di tutto ciò che Edward è e sta diventando per me.
Chiudo gli occhi beandomi dell’amore che sento nell’aria e che sta crescendo tra noi.
“Non vorrei mai andarmene da qui” esclamo sincera.
“Se vuoi possiamo farlo” ribatte prontamente.
 
Non credo abbia capito a cosa mi riferisco..
“Intendo che non vorrei mai andarmene dal tuo abbraccio” mi spiego.
Il suo sguardo si fa via via più intenso.

“Oh beh, questo non accadrà mai” borbotta tuffandosi di nuovo sulle mie labbra.
Bacio che si fa sempre più coinvolgente finché sento di nuovo le sue mani pericolosamente su di me.
Lui sembra darmi il tempo di fermarlo ma questa volta la mia testa ma soprattutto il mio cuore mi dicono di arrendermi.
Le mie barriere cadono definitivamente nel momento esatto in cui interrompe il bacio per prendere fiato.
Il suo sguardo sembra attraversarmi e chiedermi il permesso per continuare.
Ma il permesso in definitiva l’ha già ottenuto la prima volta che gli ho concesso di toccarmi.
Mi sorride e mi prende in braccio ricominciando a baciarmi mentre a passo svelto mi porta nella sua camera da letto.
 
 
Se alzi un muro, pensa a ciò che resta fuori!
Ed io sono stanca di lasciare fuori l’amore, la vita e tutto ciò che di bello c’è in questo mondo.
 
Ogni muraglia ha la sua porta.
Ed Edward è riuscito a trovare la mia.
 
Fortunato chi salta dall’altra parte prima che le mura siano troppo alte.
Ed io rischiavo di rimanere esiliata, all’angolo prima di riuscire ad oltrepassare il mio muro.


La prima citazione è di Italo Calvino, Il barone rampante.
Le altre due sono di Elias Canetti, rispettivamente  Ibidem e La provincia dell’uomo.
 

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Capitolo 17
*** 16^ Capitolo ***


Buonasera ragazze e bentrovate per un nuovo capitolo.
Ci siamo lasciati con Edward e Bella in atteggiamenti molto molto intimi e anche hot (che io ho deciso di censurare) ed oggi finalmente vedremo come evolverà la loro storia.
Un grazie a tutte le lettrici silenziose e naturalmente anche a quelle che spendono un po’ del loro tempo per lasciarmi un pensiero ed un’opinione su ciò che scrivo, per me è molto importante. Un bacione e a presto.
 
 
 
Bella
 
 
Un filo di luce mi colpisce in pieno viso e mi costringe ad aprire gli occhi.
Sbatto le palpebre un paio di volte prima che i miei occhi si abituino a questo chiarore.
Cerco di stiracchiarmi ma ho addosso qualcosa o meglio qualcuno che me lo impedisce.
 
Lesti i ricordi della notte appena conclusa mi colpiscono la mente ed un sorriso particolare affiora sulle mie labbra.
 
Ciò che mi tiene ancorata al materasso non è nient’altro che un braccio di Edward.
Lo sfioro passandoci sopra più volte, percorrendo tutta la sua lunghezza più volte, mentre i miei occhi vanno a cercare il suo viso.
 
Mi perdo ad osservarlo, ora che ha gli occhi chiusi sembra ancora più bello.
L’espressione rilassata, le labbra distese, i capelli scompigliati che ricadono sulla sua fronte.
Approfitto di questi attimi per imprimere la sua immagine nella mia mente.
 
“Mi sento osservato!” borbotta lui ad un tratto, facendomi sussultare, poi di colpo apre gli occhi e mi sorride.
“Non era mia intenzione spaventarti, scusami” allunga una mano e mi accarezza il viso, spostandomi una ciocca di capelli ribelli dietro l’orecchio.
“Puoi continuare a guardarmi se ciò che vedi ti piace” mi fa l’occhiolino ed io mi sento sciogliere.
 
La sua mano scende fino a posarsi sulla mia vita; poi si fa più vicino e mi dà un bacio a fior di labbra.
 
“Spero che tu abbia dormito bene e..” fa una pausa e poi aggiunge “Che tu abbia fame perché io ne ho parecchia”
 
“Oh sì ho dormito davvero bene grazie”
Nell’istante esatto in cui le mie parole lasciano la mia bocca, mi sento avvampare.
 
Edward cerca in malo modo di soffocare una risata mentre la sottoscritta vorrebbe che si aprisse una voragine e che la inghiottisse.
 
“Quando ti imbarazzi sei ancora più bella" mi sussurra troppo vicino e troppo sensuale, gettando inesorabilmente benzina sul mio già più che acceso fuoco.
 
In quel momento il mio stomaco pensa bene di iniziare a brontolare, dandogli un idea di quanto anche io abbia fame.
 
Senza attendere ulteriori imbarazzi, mi appresto ad alzarmi dal letto ma non appena lo faccio mi maledico da sola.
Le lenzuola scivolano via dal mio corpo lasciandomi completamente come mamma mi ha fatto.
 
Come ho fatto a non pensare che..
Oh accidenti a me e alla mia sbadataggine!
 
Cerco di coprirmi avvolgendomi le braccia intorno al corpo ma con scarsi risultati.
 
Edward scoppia a ridere facendomi sentire ancora più imbarazzata e quando alla fine riesce a contenersi mi stuzzica
“Non è niente che io non abbia già visto stanotte, più e più volte e anche più da vicino” borbotta visibilmente soddisfatto.
 
Adesso la sua espressione è seria, il suo sguardo intenso mi osserva.
 
Abbasso istintivamente le braccia rivelando di nuovo le mie nudità, appena prima di raggiungere il bagno.
 
Quando esco trovo il letto vuoto, dei rumori provengono dalla cucina e mi appresto a raggiungerla.
 
Trovo Edward vestito ma ancora con i capelli umidi, intento a prepararmi la colazione.
 
Cerco di essere più sciolta, più disinvolta e per una volta prendere l’iniziativa.
Così mi avvicino e gli passo un braccio attorno alla vita e lo stringo a me.
Sembra gradire parecchio perché in risposta mi dà un bacio sulla tempia.
“Profumi di buono” borbotto afferrando con le dita la sua maglietta, la testa appoggiata al suo petto.
“Ma dimmi, dove hai nascosto l’altro bagno?” domando curiosa.
Sento il suo corpo sobbalzare mentre ride e dice
“Mi sono lavato qui fuori, ho una doccia con l’acqua calda, in più non fa per niente freddo e quindi ne ho approfittato!” mi dice tutto questo tranquillamente, come se adesso, lavarsi all’aria aperta fosse normale.
 
Un tempo forse sì ma adesso?
 
“Ho lasciato il bagno alla mia signora e infondo per me è bello stare a contatto con la natura anche per queste cose, mi rilassa”
 
La mia mente rileva le parole la mia signora e le mie ginocchia cedono.
 
L’intensità e il trasporto con cui pronuncia quelle parole sono davvero forti e colpiscono in pieno il mio cuore.
 
“E’ quasi tutto pronto, vai pure a sederti” mi invita, lascia un altro dolce bacio sulla mia tempia.
 
Prendo posto a questo tavolo imbandito e non so davvero da cosa iniziare: c’è di tutto, dal dolce al salato, dalla spremuta al caffè al the.
 
Beh, dopo la notte che hai passato hai sicuramente bisogno di nutrirti come si deve.
 
La mia simpatica vocina interiore, era da un po’ che non si faceva sentire.
 
Devo dire che avevo proprio fame e tutto quello che ho mangiato era davvero delizioso.
“Grazie Edward per la colazione, era tutto buonissimo” borbotto acchiappando un altro pancake.
 
L’ultimo, giuro che questo è l’ultimo.
 
“Mi fa piacere che tu abbia gradito ma so che tu sei una buona forchetta e che apprezzi il buon cibo quindi mi sono impegnato al massimo” mi strizza l’occhio e afferra il tovagliolo per pulirsi gli angoli della bocca.
 
Ma perché deve essere così sensuale anche quando fa un gesto del genere, perché?
Deglutisco cercando di non sembrare più disperata di quanto già posso apparire.
 
Mi serve qualcosa per cambiare argomento e riprendermi, così all’improvviso mi viene alla mente di aver notato un pianoforte, in un angolo in quella che pensavo fosse la mia camera da letto.
Così glielo chiedo..
“Ho visto un pianoforte nell’altra stanza, è il tuo?”
 
Edward mi osserva, forse preso alla sprovvista dalla mia domanda ma mi sorride e risponde
“Certo è mio”
“E ti capita di suonarlo?” dico sempre più curiosa.
“Certo, ho imparato a suonarlo da bambino anche se con il lavoro e impegni vari mi capita di rado di riuscire a suonarlo” sembra dispiaciuto, pare che suonare sia una passione a cui non riesce a dedicare abbastanza tempo.
“Oh complimenti, sei un bravo attore, sai andare a cavallo, sai cucinare e anche piuttosto bene, sai perfino suonare il pianoforte.. chissà quali altre cose sai fare!” esclamo felice di avergli fatto un complimento.
 
Il suo sguardo si fa malizioso, accattivante ed io credo di essermi appena infilata in un’altra delle mie situazioni imbarazzanti.
E infatti..
“Beh, una l’hai provata questa notte e credo che non sia stata poi così male, non trovi?” mi domanda lui orgoglioso, per niente a disagio.
 
Le sue parole mi fanno diventare rossa come un pomodoro ad agosto, dando a lui parecchia soddisfazione.
 
Mi convinco di quanto io debba abituarmi alle sue provocanti frecciatine, aiutate mio malgrado proprio dalla sottoscritta e al fatto di trovare ogni volta una via d’uscita più o meno dignitosa.
 
E questa che mi passa per la testa lo è decisamente.
 
Non so come uscirà la mia voce ma provo a farla sembrare normale il più possibile
“Mi suoneresti qualcosa al piano, ti va?”
 
Sembra stupito dalla mia richiesta ma accetta di buon grado, avvisandomi però che potrebbe essere un po’ arrugginito e impacciato nell’esecuzione.
 
Mi suona un paio di musiche di Twilight che io ho amato dal primo momento che le ho ascoltate.
E’ davvero molto bravo e preciso, non si direbbe che non suona da un po’.
Si vede che suonare lo appassiona, che gli piace e si diverte, anche.
 
Dopo pranzo ci sistemiamo sul divano dove dedichiamo un po’ di tempo a noi.
 
Abbracciati, senza bisogno di chissà quali cose, nei nostri silenzi che valgono più delle parole, silenzi carichi di significato e amore, scanditi solo da baci e carezze.
 
Quando Edward rompe il silenzio, le sue parole non potrebbero essere più importanti di quelle.
Incatena gli occhi ai miei e sussurra
“Mi sto proprio innamorando di te” fa una pausa, lasciandomi il tempo per assorbire le sue parole poi continua
“E credo che non farò assolutamente niente per impedirlo”
 
Sorrido, perché è proprio ciò che sento io adesso dentro di me.
“Allora, credo proprio che siamo in due, Edward”
 
Sulle sue labbra si disegna un sorriso, colmo di quel nostro amore che sta sbocciando.
 
Gli butto le braccia al collo stringendolo a me e lui sigilla le nostre labbra in un bacio profondo.
 
Ma veniamo interrotti dal suo cellulare che suona.
 
Edward non sembra neanche interessato a vedere chi lo sta cercando ma io insisto dicendogli che potrebbe essere importante e così si rivelerà essere.
 
“E’ il mio agente, rispondo un attimo, faccio in fretta, promesso!” dice prima di accettare la chiamata.
 
“Pronto Frank, dimmi, cosa c’è di così urgente da chiamarmi a quest’ora?” Edward sembra infastidito ma più la conversazione va avanti e più la sua espressione e il suo tono cambiano.
“E tu cosa ne pensi? Va bene dai, si ok, il tempo di tornare e ti raggiungo.  A dopo, ciao” e riaggancia.
 
Mi guarda dispiaciuto ma allo stesso tempo estasiato.
“Mi dispiace tesoro ma dobbiamo tornare un po’ prima.. Frank mi ha detto che hanno fatto il mio nome per un importante film e vuole parlarmene più tardi” mi osserva mentre me lo dice ma io sto pensando solo alla parola
 
Tesoro
 
Sono contenta per lui e non è certo un problema per me se il nostro week-end termina qui.
 
Per la prima volta mi chiama tesoro e sentirglielo pronunciare con quel tono mi fa venire la pelle d’oca.
 
“Sono contenta per te Edward, ti meriti tutto il meglio e tutte le cose belle che la vita può darti”
Mi attira a sé sussurrandomi
“Di certo, la migliore cosa bella che la vita può darmi la sto stringendo adesso tra le braccia” e affonda le labbra sulle mie in un dolce bacio.
 
Prepariamo le nostre cose e ben presto partiamo per tornare a casa.

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Capitolo 18
*** 17^ Capitolo ***


Buonasera ragazze e bentrovate. Dunque, abbiamo vissuto un intensissimo week end d’amore, terminato con una proposta di lavoro per Edward. Adesso secondo voi cosa accadrà? Vivranno il loro amore come una semplice coppia, felici e contenti o un problema già li aspetta dietro l’angolo? Questo capitolo è tutto di Edward. Buona lettura e grazie come sempre. Un bacio.
 
 
 
 
Edward
 
 
La chiacchierata con Frank è stata davvero produttiva e stimolante.
 
Sono stato contattato per essere il nuovo Batman e devo dire che la proposta non mi dispiace per niente.
 
Frank mi ha spiegato a grandi linee il progetto e mi ha anticipato che il regista, Matt Reeves vorrebbe incontrare tutti gli attori che ha scelto per il film e a questo proposito sono stato invitato ad una cena di gala per il prossimo fine settimana.
 
Credo proprio che avrò bisogno di un’accompagnatrice e non vedo l’ora di chiederlo a Bella.
 
Saluto Frank e salgo in auto per tornare a casa.
 
La voglia di vedere Bella è tanta nonostante siamo stati insieme fino a poco tempo fa.
Decido allora ti chiamarla, sentire la sua voce calmerà almeno in parte la mia voglia di lei.
 
Giro la chiave nel cruscotto e accendo il bluethoot.
Mentre il motore romba dietro la mia spinta sull’acceleratore, il rintocco degli squilli scandisce il tempo in attesa che risponda.
 
“Ehi, ciao, non mi aspettavo di sentirti così presto, è tutto a posto?” mi domanda.
Ha la voce allegra e di conseguenza rende felice anche me.
“Sì è tutto a posto ma sarebbe meglio se tu fossi insieme a me in questo momento”
La sento pronunciare un “oh” di stupore ma non voglio che si senta oppressa e pensi che non posso stare neanche sei ore lontano da lei.
 
Posso?
 
Non lo so, ma so che ora come ora vorrei precipitarmi a casa sua e passare un’altra notte con lei.
 
“Volevo sentire ancora la tua voce.
Ho incontrato Frank ed ora sto tornando a casa.
Ci sono ottime notizie ma te ne parlerò a voce anche perché vorrei chiederti un appuntamento per sabato sera” la sento sospirare e so che sta già pensando al fatto che di sabato lei lavora ma sono disposto a parlare con il suo capo e prendermi io tutta la responsabilità.
 
“So a cosa stai pensando ma di quello posso occuparmene io.
Voglio solo che tu venga con me ma solo se sei sicura, non voglio che tu ti senta a disagio, né per il lavoro né quando ti dirò dove vorrei che tu mi accompagnassi” intendo essere sincero con lei perché so che potrebbe non sentirsi all’altezza della situazione.
 
“Accompagnassi? Oh dio Edward non sarà per caso una di quelle cene di gala per soli ricchi?” borbotta con un filo di preoccupazione nella voce e già me la immagino in imbarazzo, a farsi mille paranoie.
 
“E se anche fosse?”
 
Dall’altra parte del telefono cala il silenzio ed io intanto raggiungo casa.
Parcheggio l’auto nel cortile mentre il silenzio continua ad invadere la nostra conversazione.
 
“Beh credo che.. sì insomma.. forse potrei venire”
Le mie labbra si piegano in un sorriso, apro la porta e quando entro in casa accendo le luci.
 
“Non potevi rendermi più felice di così questa sera.
Mi raccomando, non prendere impegni per domani sera, passo al ristorante dopo il lavoro” la sento ridere prima di dirmi
“Ok, ci proverò, sai io sono una donna molto impegnata” mi dice soffocando una risata.
“Beh direi che da circa una settimana sei decisamente impegnata, Isabella e sarà meglio per te tenerti libera domani sera” borbotto deciso.
 
La sento sospirare.
 
“Buonanotte tesoro e se puoi sognami” le dico rassegnandomi a salutarla.
“Buonanotte anche a te Edward” la sento rilassata, mentre trovo tutto il coraggio per riattaccare il telefono per primo.
 
Da quando sono diventato così smielato?
Non lo so ma so che mi piace da morire, soprattutto se è Bella a rendermi così.
 
L’indomani decido di recarmi al ristorante un po’ prima per parlare con Laurent.
 
Mi riceve volentieri nel suo ufficio.
 
Ho intravisto Bella nella sala, mi ha salutato con un gesto della mano, troppo indaffarata a terminare le ultime cose per raggiungermi.
“Prego Edward, accomodati” mi invita Laurent indicando la sedia di fronte alla scrivania.
“Ti ringrazio. Dunque Laurent, vado subito al sodo, senza girarci troppo intorno” faccio una pausa e poi riprendo
“Sabato sera sono invitato ad una cena di gala e vorrei che tu dessi la serata libera a Bella”
In tutta risposta lui mi osserva titubante e un po’ lo capisco.
“Senti Edward io voglio essere onesto con te, vorrei davvero..” Lo interrompo perché immagino già cosa sta per dirmi ma forse non proprio tutto ciò che sta per dirmi.
“Laurent ti prometto che sarà l’ultima volta, non voglio mettere Bella in una situazione imbarazzante verso i suoi colleghi né tanto meno con te ma vorrei davvero che lei venga con me alla cena”
 
Mi osserva, sta decidendo se accettare la mia richiesta oppure no.
“Va bene ma ti prego, che questa sia l’ultima volta, almeno che non sia lei a dirmi di non voler più lavorare nel week end” sospira e si fa pensieroso, come se fosse indeciso se aggiungere altro.
“Sai, anche se non sembra, le sono molto affezionato.
E’ arrivata qui da me qualche anno fa, sembrava un gattino randagio.
Mi ha chiesto se avevo bisogno di personale, in quel periodo non lavoravo molto ma anche se non avevo bisogno le dissi di presentarsi qui il giorno dopo.
Da allora non ha mai perso un turno, anzi mi ha chiesto di lavorare di più perché le servivano i soldi.
Si è rimboccata le maniche ed è cresciuta, guadagnandosi il rispetto dei suoi colleghi.
Per questo ti dico che te lo concedo ma preferirei fosse l’ultima volta, credo tu possa capirmi” conclude abbozzando un sorriso.
 
E capisco benissimo cosa intende, è ciò che pensavo io.
 
Nonostante Bella mi avesse raccontato qualcosa di tutto questo, sentirlo raccontare da Laurent mi colpisce ancora di più.
 
“Hai la mia parola e immagino che nonostante lei non dica niente, so che ha gli stessi nostri pensieri”.
Mi sorride compiaciuto ed io mi alzo per non fargli perdere altro tempo.
“Grazie Laurent” allungo la mano e lui la stringe.
“A te Edward, Bella non poteva trovare una persona migliore”
Lo ringrazio silenziosamente e
ci salutiamo.
 
Mentre esco dal suo ufficio, vedo Bella entrare nello spogliatoio.
L’aspetto fuori e prima di portarla a casa con me, l’abbraccio e affondo le mie labbra sulle sue per un lungo bacio, troppo impaziente per attendere oltre.
 
“Ti va di stare da me stasera? Ti riporto a casa domattina oppure direttamente a lavoro, che ne dici?” le domando mentre accendo l’auto.
Vorrei tanto che mi rispondesse di sì..
 
La domanda la coglie di sorpresa
“Mi piacerebbe tanto ma non ho portato con me neanche un cambio..”
“Ce l’ho io” la interrompo guadagnandomi un’occhiata interrogativa.
“E lo spazzolino..” prova a dire ancora
“Ho anche quello” incalzo io
La sua espressione stupita è uno spasso.
“E il pigiama?” la sua è una domanda ma di certo non mi coglie impreparato.
“Oh vorrei dirti che non ti servirà ma ti dico che ho anche quello” sentenzio soddisfatto.
 
La vedo riflettere ma so che cederà, sono troppo invitante per essere respinto!
“Beh allora credo che non mi resta altro che accettare” mi regala un sorriso e so che è felice come me.
“Ottima scelta” sorrido, appoggio una mano sulla sua coscia accarezzandola.
 
Raggiungiamo casa in poco tempo.
Parcheggio l’auto in garage e conduco Bella all’interno.
Quando si accendono le luci i suoi occhi si aprono a dismisura.
Osserva ogni cosa estasiata, mormorando oh e uh uno dietro l’altro.
L’arredamento è minimal, sui toni del nero e grigio, con qualche accenno di bianco e rosso.
Si ferma davanti alla vetrata che dà sulla piscina e sul giardino e un sonoro wow abbandona le sue labbra.
“Questa non è una casa è una villa.
Casa mia è solo questo” allarga le braccia a mostrarmi quanto è grande casa sua e sono io a sentirmi un pò a disagio.
 
“Vieni, ti mostro il resto della casa” sorrido a quella parola, immaginando il suo stupore nel vedere il resto.
 
Le mostro tutto: bagno, studio, sala fitness, stanza degli ospiti e anche l’esterno ma non la mia camera da letto: quella la vedrà più tardi.
 
E come immaginavo Bella è ancora con la bocca aperta dopo aver visto il resto della casa.
 
“Vuoi qualcosa da bere? Hai fame?” ha lavorato fino a poco fa e forse non ha avuto tempo di cenare prima.
“Sì in effetti ho un po’ fame però..” si blocca ma fissa i suoi occhi su di me.
“Però?” domando curioso.
“Mangio solo se mangi tu” sorride e si avvicina abbracciandomi.
 
Ordino qualcosa da asporto e in attesa le porgo il pigiama che ho preparato per lei.
“Tieni, ti ho preso un po’ di cose così puoi lasciarle qui da me.
Per stasera scegli pure ciò che preferisci” le porgo le borse colme di indumenti e lei sposta lo sguardo da me alle borse, incredula.
“Cioè tu hai comprato tutte queste cose per me?”
“Bella, per te comprerei questo ed altro.
Vai a rinfrescarti e a metterti comoda mentre aspettiamo la nostra cena.
Mi sorride e si avvicina per schioccarmi un bacio sulla guancia.
“Grazie” borbotta prima di scomparire in bagno con tutte le borse.
 
Mezz’ora più tardi siamo seduti all’ isola della cucina gustando il nostro cibo.
Ha indossato il pigiama a pois azzurro e posso dire che ho scelto proprio bene perché le sta un incanto.
 
Era davvero affamata, ha finito tutta la sua porzione prima di me e adesso sembra piuttosto soddisfatta.
 
Mi alzo per sparecchiare e lei fa lo stesso per aiutarmi ma io la fermo subito.
“Ci penso io tesoro, tu stai comoda.
Poi ci mettiamo un po’ sul divano, se ti va”
Annuisce e fissa il suo sguardo su di me che sistemo la cucina.
 
L’ho chiamata tesoro e dio solo sa quanto mi piaccia usare questi nomi per lei.
 
Finalmente ci mettiamo comodi sul divano, abbasso un po’ la luce e la invito a sedersi accanto a me.
 
Prima l’ho sentita lamentarsi per il mal di piedi, così mi offro per un bel massaggio rilassante.
“Oh dio Edward è meraviglioso” geme lei chiudendo gli occhi, distendendosi sul divano, mentre appoggia le caviglie sulle mie cosce.
Il massaggio rilassa anche me, vedendo quanto piace a lei.
Mi prendo cura dei suoi poveri piedi per un pò, sentendo i suoi mugolii ad ogni mia carezza.
 
Ad un certo punto la stanza si fa silenziosa.
Così alzo lo sguardo verso Bella e mi accorgo che si è addormentata.
Ha una guancia appoggiata al cuscino e le sue labbra rosse sono dischiuse.
Il suo respiro regolare mi fa capire che sta dormendo tranquilla e per nessun motivo ho intenzione di svegliarla.
 
Faccio attenzione e la prendo tra le braccia per portarla a letto.
Avevo acceso per lei tante candele colorate e riempito tanti vasetti di petali profumati, ecco perché prima non le avevo mostrato la mia camera.
Sposto le lenzuola e la adagio sul letto.
E’ così bella anche addormentata.
Non so quanto tempo passa prima di riprendermi da questa visione ma quando lo faccio le lascio un bacio su quelle morbide labbra.
Mi infilo anche io sotto le lenzuola, facendo attenzione a non fare rumore e poi copro entrambi.
 
Spengo le luci e con un braccio sotto il cuscino e una mano intrecciata alla sua, non posso fare altro che augurarle “Buonanotte amore mio”.

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Capitolo 19
*** 18^ Capitolo ***


Buonasera ragazze e bentrovate.
Siamo giunte alla sera della cena, dopo una settimana in cui la nostra Bella è stata nuovamente sommersa da domande e dubbi.
Ripone fiducia in Edward ma è spaventata e impaurita da tutto ciò che lo circonda.. riuscirà a superare questo ennesimo scoglio o verrà sopraffatta mettendo a rischio ciò che sta nascendo tra loro?
Voi cosa pensate che accadrà?
Intanto vi lascio a questo capitolo che spero vi piaccia come vi sono piaciuti gli altri. Buona lettura e come sempre grazie.
 
 
 
 
Bella
 
 
Ho passato l’intera settimana a domandarmi se avessi fatto bene ad accettare l’invito di Edward.
 
So che lui ci tiene molto ad avermi al suo fianco ma io temo che accadrà qualcosa che lo metterà in imbarazzo.
Immagino già di combinare un pasticcio prendendo la posata da dessert al posto di quella da antipasto o di inciampare e cadere o peggio di rovesciare del vino addosso a qualche personaggio famoso.
 
Siamo due ragazzi, due coetanei ma io non appartengo alla sua cerchia di conoscenti, sono una semplice cameriera anche se lavoro in un locale piuttosto importante, il mio stipendio copre a malapena il costo di uno dei loro preziosi vestiti.
Non sono una ragazza di classe ma conosco le buone maniere e mi reputo una persona educata.
 
So tutte queste cose e sono i motivi per cui quella cena mi spaventa parecchio e anche se Edward sarà con me, temo comunque che possa andare male.
 
Ed è da una settimana intera che mi sto preparando a questo evento, in tutti i sensi, e ancora non mi sento né tranquilla né tanto meno pronta.
 
E temo che non lo sarò mai.
 
Dopo una lunga discussione su chi avrebbe pensato al vestito e a tutto l’occorrente per me, Edward mi ha convinta che ci avrebbe pensato lui.
 
Da una parte gliene sono grata, non sarei stata in grado di scegliere un abito adatto all’occasione non avendo mai partecipato ad un evento così importante.
 
E così siamo finalmente giunti alla fatidica sera.
 
Edward ha insistito perché mi preparassi a casa sua.
Ha messo a mia completa disposizione la stanza degli ospiti facendomi trovare abito, scarpe, pochette e tutto l’occorrente direttamente lì dentro.
 
Ha assoldato una truccatrice ed una parrucchiera che si sono occupate di me per oltre due ore, aiutandomi anche a vestirmi.
 
E tutta questa cura e attenzione ai dettagli mi fa essere ancora più ansiosa.
 
“Prego signora, può specchiarsi se lo desidera. Spero che il nostro lavoro sia di suo gradimento” invita una delle due quando alla fine il loro lavoro è terminato.
 
Entrambe le ragazze che si sono prese cura di me hanno all’incirca la mia età perciò sentirmi chiamare signora mi suona piuttosto strano.
 
Mi alzo abbozzando un sorriso un po’ impacciato, cercando di non inciampare e mi avvicino allo specchio appeso alla parete.
 
Ciò che ci vedo dentro è il riflesso di una ragazza che non sembro io anche se mi assomiglia molto.
 
Edward ha scelto per me un vestito nero, lungo fino alle caviglie.
Il corpetto è tempestato di pietre e brillantini color argento e ha delle spalline leggere, ad alette, quasi impalpabili; la scollatura è a cuore.
La schiena resta in buona parte scoperta e anche se non sono abituata, non mi sento così a disagio.
La gonna scende morbida fino ai piedi.
La stoffa è leggera e svolazzante e rende l’abito davvero elegante.
Pochette e sandalo gioiello completano il set.
 
I miei capelli sono raccolti in un morbido chignon con qualche ciuffo che cade ai lati del mio viso; il trucco è leggero, fatta eccezione per una sottile riga di eye liner e un rossetto rosa sulle labbra.
 
“Wow, che meraviglia” sono le uniche parole che riesco a pronunciare prima che un leggero bussare interrompa il flusso dei miei pensieri.
 
“Bella sei pronta? E’ quasi ora di andare” mi domanda restando fuori dalla porta.
“Sì, arrivo subito, solo un attimo” lancio un ultimo sguardo alla mia immagine riflessa nello specchio e non posso essere più soddisfatta di così.
 
Poi mi volto verso le ragazze
“Grazie davvero, avete fatto un lavoro impeccabile, è tutto bellissimo” mi sorridono e annuiscono soddisfatte, prima di aprire la porta per andarsene e lasciarmi da sola.
 
Sono emozionata, Edward non mi ha mai vista agghindata così e spero che anche a lui possa piacere tanto quanto piace a me.
 
Sto per uscire quando lui sbircia dalla porta trovandomi intenta a lisciarmi il vestito.
 
Faccio un passo in avanti per raggiungerlo e alzando lo sguardo me lo ritrovo intento a fissarmi.
“Stupenda” dice e sul suo viso si dipingono una serie di espressioni compiaciute per ciò che sta guardando.
 
Le mie guance si colorano di rosa quando lui entra nella stanza e mi si avvicina.
Le sue braccia mi cingono la vita e posa un bacio sulla mia fronte prima di sussurrarmi all’orecchio
“Adesso andiamo, altrimenti non arriveremo mai alla cena”
Le sue parole colpiscono in pieno i miei sensi facendomi deglutire e annuire nello stesso istante ma trovo comunque il coraggio per contraccambiare i complimenti dicendogli
“Anche tu stai molto bene vestito così” sussurro fissando i miei occhi nei suoi.
 
Indossa un classico smoking nero con papillon e camicia bianca e un paio di scarpe nere lucide.
 
 
Il luogo della cena è una stupenda villa d’epoca.
L’auto entra dal maestoso cancello e girando intorno alla fontana posta al centro del cortile, ci accompagna fino all’ingresso, dove una scalinata conduce alla villa.
 
Edward mi precede e poi mi porge la mano per aiutarmi a scendere.
Sto tremando e lui se ne accorge non appena stringe le mie dita tra le sue.
Cerca di tranquillizzarmi con parole dolci e mi stringe a sé mentre mi aiuta a salire quei pochi scalini.
 
Appena entrati, lui viene subito attorniato da alcuni uomini che si apprestano a salutarlo e a chiedergli come sta.
Sono gentili e cordiali, sembrano amici di vecchia data, forse hanno lavorato insieme su qualche set di qualche film.
 
Edward non lascia mai la mia mano e questo dettaglio non sfugge di certo ad uno di loro.
 
“Ehi Edward, non vuoi presentarci la tua accompagnatrice?” borbotta quest’ultimo indicandomi.
Io mi sento in imbarazzo ma Edward fiero ed orgoglioso, fa le presentazioni, aggiungendo che io sono off limits.
Un coro di risate si alza alla sua affermazione ed io non posso evitare di sollevare le labbra in un velato sorriso di compiacimento.
Anche lui sorride ed è ancora più bello.
 
Si passa una mano tra i capelli ed io vorrei tanto essere quella mano, vorrei potermi lasciare andare ad effusioni di questo tipo ma so che dovrò aspettare di essere a casa.
 
Prendiamo posto al nostro tavolo ed io ringrazio di essere in un ottima posizione.
Il posto alla mia destra risulta vuoto, di conseguenza posso rilassarmi.
 
La cena prende il via e iniziano a servire le portate, nel brusìo generale della sala.
 
Il regista, dal quale Edward è stato avvicinato poco prima, interrompe più volte le nostre conversazioni nel corso della serata, spiegando e illustrando la sua idea del film.
Gli ospiti sembrano gradire e non mancano di certo gli applausi.
Di tanto in tanto Edward mi stringe la mano e mi sorride, domandandomi se va tutto bene.
Sì, va tutto bene, se non fosse che non ho parlato con nessuno da quando sono qui e un po’ mi sento messa da parte.
So anche che forse è meglio così, fino ad ora è filato tutto liscio ed io sono già molto grata per questo.
 
Il cibo è tutto squisito, l’ambiente è estremamente curato e di buon gusto.
Ho approfittato per guardarmi intorno e godermi la bellezza degli arredi e degli affreschi alle pareti mentre Edward era intento in conversazioni a me estranee.
Ha conosciuto alcuni dei possibili attori del cast e sembra che tra loro ci sia già feeling.
 
Siamo quasi a fine cena ed io ho un impellente bisogno di fare pipì.
Ho bevuto tanto forse troppo ma non sono ubriaca, solo un po’ brilla.
Ho fatto molta attenzione a dosare il vino alternandolo all’acqua e bevendo solo dopo aver mangiato qualcosa.
 
Avvicino il viso a quello di Edward e gli sussurro
“Vado un attimo alla toilette, cose da donne” aggiungo rubandogli un sorriso.
“Non metterci troppo” borbotta, mi accarezza una mano prima di lasciare la sedia.
 
Faccio attenzione a non inciampare nel vestito e seguo le istruzioni per il bagno.
Non ho difficoltà a trovarlo e già quando entro nell’antibagno, tutto sprizza ricchezza e sfarzo da ogni parte.
Seguo la scritta ladies e mi infilo nel bagno delle donne.
Non so come farò a non fare un pasticcio con questo abito addosso ma era inevitabile.
 
Sento la porta aprirsi ed entrano due donne o forse tre, mentre mi sistemo il vestito controllando di non averlo sgualcito.
 
Iniziano a parlare commentando la cena.
Non presto molta attenzione a ciò che dicono finchè non sento pronunciare il nome di Edward.
Le mie orecchie si bloccano e mi metto in ascolto, curiosa di sapere cosa diranno.
 
Lo lodano come uomo e come attore, vantando le sue qualità e la sua bellezza.
Concordo in pieno con loro e se non fosse che sono qui nascosta ad origliare, salterei fuori e mi congratulerei con loro per i complimenti.
 
Ma non sono di certo pronta a ciò che sento appena dopo.
 
“Peccato che abbia avuto una caduta di stile” dice una delle donne.
 
Cosa intende?
 
“Oh sì, hai visto con chi si è presentato alla cena stasera?
Chissà dove ha trovato quella ragazza, si vede lontano un miglio che non è una di noi” dice un’altra donna.
 
Sta parlando.. di me!
 
Mi copro la bocca con una mano per non fare rumore.
 
“E’ una cameriera, lavora in quel ristorante.. non ricordo il nome ma lavora lì, me l’ha detto la mia amica Jennifer che l’ha vista” dice la terza con tono sprezzante.
 
Il mio cuore prende a battere forte nel mio petto ed io vorrei sprofondare.
 
Ciò che temevo è successo, non avremmo dovuto farci vedere insieme così presto, anzi non avrei proprio dovuto permettere a me stessa di trovarsi in una situazione del genere.
 
L’ho saputo dal primo momento di non essere alla sua altezza, di non essere abbastanza per lui e per il suo mondo e nonostante lui sia stato chiaro con me e stasera io sia stata perfetta e non abbia combinato guai, tutto questo non è servito a niente.
 
Poi, come colpo finale, la prima donna che ha parlato dice
“Speriamo per lui che non si sappia in giro che lei è una cameriera altrimenti la sua carriera ne risentirà” il disprezzo con cui sputa fuori quelle parole mi fa scappare un singulto che cerco subito di soffocare per non farmi sentire.
 
Poco dopo le tre signore escono dal bagno ed io posso finalmente lasciarmi andare ad un pianto liberatorio.
 
I singhiozzi quasi mi tolgono il fiato, appoggio una mano alla parete mentre porto l’altra alla gola.
La schiena scivola contro il marmo delle mattonelle e incurante del freddo contro la mia pelle scoperta, mi ritrovo seduta sul pavimento.
 
Non sono abbastanza per lui.
 
Sei solo una cameriera.
 
Non potrà mai funzionare tra voi.
 
Siete troppo diversi.
 
Non sarete mai felici.
 
E’ stata solo un’avventura.
 
Ai singhiozzi si uniscono le lacrime mentre parole e pensieri vorticano nella mia mente mandandomi ancora più in confusione.
Sono stata una stupida ed ora sono in questa situazione.
Ciò che hanno detto, ogni singola parola mi ha fatto male, colpendomi al cuore ma ciò che più mi ha ferito, che mi ha fatto male, è stato sentirmi chiamare cameriera come se il lavoro di cameriera fosse un lavoro da poco di buono.
L’intensità con cui ha pronunciato quella parola mi ha fatta sentire paragonata ad una sgualdrina.
 
Nessuno può permettersi di giudicare una persona prima di averla conosciuta e di averla anche vissuta.
 
Non so da quanto tempo sono qui dentro ma so che non vorrei più uscire ed evitare così di vedere qualcuno.
Mi passo una mano sulle guance asciugandomi le lacrime, consapevole che ormai il mio trucco è un pasticcio unico.
 
All’improvviso la porta del bagno si apre con un boato.
Mi raddrizzo cercando di non fare rumore, impaurita che qualcun altro possa dire cose spregevoli su di me.
Passi lenti ma decisi si dirigono verso il mio bagno, li sento fermarsi fuori dalla porta.
 
Poi una voce dolce ma allo stesso tempo dura mi fa sobbalzare.
“Bella, lo so che sei lì dentro, aprimi la porta, per favore” è Edward ma io non voglio uscire.
 
Il suo tono di voce sembra infastidito e anche arrabbiato.
Ce l’ha con me perché l’ho fatto sfigurare e ha ragione.
Ma io non voglio uscire.
“No, non voglio uscire, lasciami qui da sola, Edward” cerco di sembrare decisa, nessuna inflessione nella voce ma mi riesce piuttosto male.
“Bella, apri questa dannata porta o giuro che la butto giù!” borbotta nervoso.
Batte un pugno sulla porta ed io sobbalzo per lo spavento.
Non ha mai alzato la voce così con me a parte quella volta dello schiaffo alla masseria, così finalmente mi decido ad uscire.
 
Mi alzo sui tacchi, mi sistemo il vestito e piano giro la chiave per aprire la porta.
Non sono pronta a ciò che mi trovo di fronte e credo neanche lui:
Edward ha il viso sconvolto dalla rabbia, io ho il viso che sembra quello di un panda.
“Adesso vieni con me e risolviamo questa situazione del cazzo” mi prende per mano e mi trascina fuori dal bagno.
Non me lo faccio ripetere due volte, qualunque cosa lui voglia fare mi convinco ad assecondarlo senza ma e senza se e lo seguo, intimorita e forse anche rapita da questo suo improvviso gesto.

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Capitolo 20
*** 19^ Capitolo ***


Buonasera ragazze e bentrovate, siete pronte per un capitolo Edward? Secondo voi che cosa può averlo fatto arrabbiare così tanto da rivolgersi a Bella con quel tono?
Vi lascio alla lettura e come sempre vi ringrazio perché mi seguite. Un bacione.
 
 
 
 
Edward
 
 
Guardo l’orologio per l’ennesima volta e mi domando perché Bella ci stia mettendo così tanto a tornare dalla toilette.
Fra poco ci sarà il discorso finale del regista e non posso proprio perderlo.
 
Vorrei aspettare ancora ma qualcosa mi dice di avviarmi e andarle incontro.
 
“Scusatemi, torno subito” borbotto ai commensali seduti al mio stesso tavolo, abbozzo un sorriso tirato che pare più una smorfia.
 
Allungo il passo e più mi avvicino alla toilette è come se sentissi che c’è qualcosa che non va.
Poi ad un tratto, appena prima di svoltare l’angolo e raggiungere la toilette, sento alcune donne bisbigliare.
 
Dapprima non ci faccio troppo caso ma quando sento fare il mio nome associato alle parole “quella ragazza” non posso evitare di fermarmi e restare nascosto per ascoltare.
 
So che non dovrei farlo e infatti non l’ho mai fatto ma voglio sentire che razza di cattiverie stanno vomitando dalle loro boccacce.
Sono così piccole e vili che non hanno neanche il coraggio di dirle in faccia certe cose.
 
Sono appostate poco distanti dalla toilette e..
 
Accidenti..
 
Il mio pensiero corre a Bella, immaginando quelle tre appena uscite dal bagno, con lei all’interno.
Ecco perché non tornava più al tavolo.
Deve averle sentite parlare anche dentro, mentre lei era lì.
 
Vorrei categoricamente evitare di fare scenate ma non posso tollerare che gente così si permetta di giudicare la mia vita privata e parli alle mie spalle di me e della persona che ho accanto.
Non posso tollerarlo ed ho intenzione di farglielo sapere, subito, e di farlo sapere anche al resto del mondo.
 
“Signore” esordisco svoltando l’angolo deciso.
Nell’istante esatto in cui parlo, i loro sguardi scattano su di me e il ronzare delle loro fastidiose voci si placa.
“Sono molto onorato che la mia vita privata vi stia così a cuore ma posso assicurarvi che sta a cuore più a me.
Per tanto credo di essere perfettamente in grado di scegliermi una compagna senza chiedere pareri a nessuno.
Quindi vi consiglio e credo vivamente fareste meglio ad occuparvi dei vostri affari e non riporre sforzi e attenzioni ai miei” mentre dico questo, i loro visi raggiungono il colore delle aragoste ed io non potrei esserne più fiero.
“Ed ora, se volete scusarmi” dico passando loro oltre e aprendo la porta della toilette
“Vado a prendere la mia accompagnatrice che credo sia ancora rinchiusa lì dentro” così dicendo indico lo spazio oltre la porta.
 
Faccio appena in tempo a vedere i loro visi ora sbiancare e poi correre via piene di imbarazzo.
 
Me le lascio alle spalle, loro e i loro stupidi discorsi da persone vuote.
 
Il bagno è silenzioso fatta eccezione per alcuni singhiozzi che provengono dall’unica porta chiusa.
 
Bella è ancora lì dentro.
 
“Bella, lo so che sei lì dentro, aprimi la porta, per favore” borbotto infastidito e anche arrabbiato, ahimè non riesco a nasconderlo.
 
Passo una mano tra i capelli, l’altra, appoggiata al fianco, vorrebbe allentare il papillon ma mi convinco a restare perfetto per poter fare ciò che ho in programma.
Ma non riesco a fermare il mio andare avanti e indietro per la stanza.
 
So che non sarà facile farla uscire e infatti
“No, non voglio uscire, lasciami qui da sola, Edward” è la risposta che ottengo.
Non penserà davvero che abbia intenzione di lasciarla qui dentro e da sola?
 
Così insisto.
 
“Bella, apri questa dannata porta o giuro che la butto giù!”
 
Forse troppo.
 
Batto un pugno sulla porta, stupendomi per il mio stesso gesto.
 
Non ho mai alzato la voce con lei a parte una volta ma sto davvero perdendo la pazienza anche se non per causa sua.
 
Finalmente apre la porta ed esce.
Ha il viso rigato dalle lacrime e il trucco è da sistemare, così le porgo il mio fazzoletto.
 
“Adesso vieni con me e risolviamo questa situazione del cazzo” la prendo per mano e la porto a vivere in pace il nostro amore.
 
Arriviamo giusto in tempo, appena prima che il regista salga sul palco.
 
Trascino Bella fino al nostro tavolo e la faccio sedere al suo posto accanto a me.
 
Mi fa una gran tenerezza vederla così triste e avvilita, sono molto dispiaciuto per ciò che ha dovuto ascoltare, inerme spettatrice di tutte quelle cattiverie ma sono molto molto molto più incazzato che dispiaciuto.
 
Quando finalmente il regista chiama tutti gli attori da lui scelti per il film a presentarsi sul palco, anche io mi alzo ma non prima di aver dato un bacio su una guancia a Bella.
Lei mi sorride imbarazzata, stringendo ancora tra le mani il fazzoletto che le ho prestato per asciugarsi le lacrime.
 
Tutti i presenti ci applaudono e alcuni si alzano anche in piedi.
Io sto solo aspettando che l’applauso scemi per poter fare il mio annuncio.
 
So che Matt Reeves lascia sempre un po’ di spazio agli attori alla fine dell’incontro ed io sono tremendamente impaziente di avere il mio.
 
“Bene, ora lascio un po’ di tempo ai miei cari attori, potete utilizzarlo nel modo che più vi aggrada” termina allargando le braccia e facendoci un breve applauso.
 
Qualcuno invoca il mio nome, qualcun altro elargisce complimenti al regista.
 
Io colgo l’occasione e mi avvicino al microfono per prendere la parola.
 
Sposto lo sguardo su Bella e non posso di certo dire che si stia godendo tranquilla la mia vista.
 
Non intendo tergiversare troppo e inizio a parlare.
“Buonasera cari ospiti, spero che la serata sia stata di vostro gradimento” sento applausi, fischi di approvazione e parole di gradimento che mi incoraggiano a proseguire.
“La mia è stata perfetta fino a poco fa” cerco di trattenere una smorfia.
 
La sala cade nel silenzio e capisco di avere tutta l’attenzione che necessito.
 
Oltre al cast e al personale che lavorerà al film, in sala ci sono anche molti giornalisti e fotografi.
E’ la mia occasione d’oro per tappare la bocca di tutti e non intendo farmela scappare.
 
“E’ stata perfetta perché ho incontrato persone speciali con le quali avrò l’onore di lavorare, in un clima piacevole allietato da una cena succulenta” elenco ogni dettaglio accompagnandolo con un gesto della mano ma mi decido ad arrivare al dunque.
“Peccato che poi sia stato vittima per così dire di una spiacevole conversazione riguardante la mia vita privata” sposto lo sguardo su Bella e la vedo sgranare gli occhi.
 
So che non se lo aspettava e che sarà tremendamente in imbarazzo, non si aspettava niente di tutto questo né tanto meno io.
 
“Vorrei ribadire a chi parlava di me alle mie spalle, che la mia vita privata è solo mia, decido io per me e credo di avere tutto il diritto di scegliere per me con chi passare il mio tempo.
Non ho mai nascosto le mie frequentazioni e la mia vita privata ma se devo comincerò da ora.
Grazie per avermi ascoltato e perdonatemi se vi ho annoiati.
Adesso se volete scusarmi, devo tornare dalla mia fidanzata”
Dalla sala si levano borbottii e un brusio generale inonda l’aria.
 
Bella si copre la bocca con una mano ma posso vedere il suo sorriso spuntare sotto di essa.
 
Quella parola mi è rotolata fuori dalle labbra e mai come in questo momento sento la forza e l’importanza che ha per me.
 
Tra Bella e me non c’è ancora stata una conversazione su cosa siamo e in che modo dovremmo definire il nostro rapporto ma da parte mia lei è già la mia fidanzata.
 
Termino il mio monologo e per tutto il tempo non le ho mai tolto gli occhi di dosso.
L’ho vista sbattere le palpebre ripetutamente e sono certo che le è scesa qualche lacrima.
 
Ma voglio controllare di persona.
 
I flash non hanno mai smesso di illuminare la sala, soprattutto adesso che mi sto avvicinando a lei.
 
Immagina già cosa sto per fare e la vedo irrigidirsi.
Ma io non ho di certo intenzione di tirarmi indietro e infatti allungo una mano e l’attiro tra le mie braccia perchè non mi importa più di niente se non di noi.
 
E la bacio lì, davanti a tutti.
 
E credo che questo sia in assoluto il bacio più carico di sentimento e trasporto che ci siamo mai dati.
 
La sento rilassarsi sotto le mie mani mentre scorrono sul suo viso e poi le afferrano i fianchi.
 
So che stiamo dando spettacolo ma nel momento in cui ci stacchiamo, un applauso esplode nella sala.
Ci guardiamo attorno e scopriamo che è tutto per noi.
 
Bella sorride appoggiando la testa sul mio petto, le bacio il capo e non posso fare altro che stringerla sentendo il mio cuore gonfiarsi all’inverosimile.
 
Ma sento anche che è ora di tornare a casa, da me.
 
Saluto velocemente il regista e i ragazzi, sapendo che a breve li avrei rivisti tutti.
 
Voglio godermi ciò che resta della serata insieme a lei perché so che mi chiederà spiegazioni per averla definita la mia fidanzata.
 
Le apro la porta e accendo le luci prima di chiederle se ha bisogno di qualcosa.
Non risponde alla mia domanda ma si toglie le scarpe buttandole a terra accanto al divano.
 
Si aggira per il salotto e poi finalmente sussurra
“Devo dire che suona molto bene” sposta lo sguardo su di me, carico di un sentimento al quale non so bene dare un nome.
E’ un misto di curiosità, malizia e forse anche amore?
 
So bene a cosa si riferisce e sogghigno avvicinandomi a lei.
“Sai, lo penso proprio anche io” le dico stringendola a me.
E’ così bello averla vicino, mi fa sentire così bene.
“Potresti ripeterlo?” mi chiede dolcemente.
 
Tutte le volte che vuoi, tesoro.
 
Non me lo faccio ripetere.
 
“La mia fidanzata” sussurro al suo orecchio.
Poi le lascio un bacio in fronte.
“La mia fidanzata”
Un altro bacio sul suo naso.
“La mia fidanzata”
Un dolce bacio sulle sue morbide labbra.
 
Passerei la mia intera vita a baciarla e anche di più.
 
“Mi piace molto, potrei abituarmici, sai?” mi dice quando ci stacchiamo.
“Ed io non mi stancherò mai di ripetertelo, tesoro”
 
Restiamo abbracciati per un po’, a dondolarci al centro del salotto, incuranti del tempo.
 
Un improvviso sbadiglio di Bella mi fa capire che è decisamente stanca ed è ora di andare a dormire.
 
L’aiuto a togliersi il vestito, beandomi del suo corpo coperto solo dall’intimo.
 
Prende uno dei pigiami che ho preso per lei e lo indossa.
 
“Ora lascia che sia io ad aiutarti” sussurra con una punta di malizia nella voce.
 
Mi piace che si lasci andare con me e la lascio fare.
Tutti i miei abiti finiscono presto sul pavimento della camera.
 
L’ attiro verso il letto e ci infiliamo sotto le lenzuola, senza interrompere il contatto dei nostri occhi.
 
Non resisto e la prendo tra le mie braccia perché è così che voglio stare per sempre con lei, voglio addormentarmi e svegliarmi con lei, voglio che lei sia ciò che vedo per prima e per ultima nella mia giornata.
 
Le cose si stanno facendo serie e ne sono consapevole e piuttosto orgoglioso.
Ho sentito dal primo giorno che c’era qualcosa tra di noi ed ora ne ho la certezza.
 
“La mia fidanzata” sussurro al suo orecchio come a ricordarle che ora lei sta con me.
Le sue labbra si allargano in un sorriso che so essere tutto per me mentre si allunga e mi dà un morbido bacio.
“Buonanotte fidanzato” mi fa eco lei.
 
Si accoccola al mio petto rannicchiandosi contro di me e chiude gli occhi lasciandosi andare ad un sonno che so sarà meraviglioso.
 
Proprio come il mio.
 
 
 
P.S.: mi sono presa alcune licenze riguardo il regista, non so davvero se faccia cene di gala o faccia discorsi lasciando spazio agli attori del cast ma mi è balzata per la testa questa idea.
Spero vi sia piaciuta.

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Capitolo 21
*** 20^ Capitolo ***


Buonasera ragazze e bentrovate.
Chiedo scusa per l’assenza della settimana scorsa ma ahimè sono stata colpita da influenza e congiuntivite.
Ma eccomi di nuovo qui.
Intanto vi ringrazio come sempre e vi faccio tanti auguri per una serena Pasqua.
Torniamo con un capitolo di Bella molto puccioso, come lo chiamo io, romantico e tranquillo.. per ora.
Buona lettura e un bacione grande.
 
 
 
 
Bella
 
 
Un delizioso profumo di caffè aleggia nell’aria aiutando a svegliarmi.
 
Con gli occhi ancora chiusi, un sorriso cresce allargando le mie labbra quando i ricordi della sera precedente mi colpiscono in pieno.
 
Fidanzata
 
Allungo le braccia per stiracchiarmi e istintivamente una mano corre a toccare il suo lato del letto.
Lo scopro vuoto e.. freddo.
Apro gli occhi di scatto e mi alzo a sedere sul letto.
Mi guardo intorno nella stanza scoprendo di essere sola.
Allora chiamo il suo nome ma non ottengo risposta.
Riprovo e questa volta sento un Arrivo urlato da lontano.
 
Poco dopo Edward compare nella stanza.
Porta tra le mani un vassoio con quella che credo sia la mia colazione anche se lì sopra c’è sicuramente cibo per entrambi.
“Qualcuno sentiva la mia mancanza?” borbotta avvicinandosi.
 
Appoggia il vassoio sul comodino e poi si siede sul letto accanto a me.
Si china avvicinando il viso al mio e i suoi occhi lo accarezzano fino a quando le sue labbra sono sulle mie per un bacio del buongiorno.
“Buongiorno amore” sussurra poco distante dalle mie labbra.
“Buongiorno fidanzato” rispondo riempiendomi la bocca di quella parolina che da ieri sera gira e rigira nella mia testa.
 
Sorride compiaciuto e orgoglioso di quanto io sia felice.
“Ti ho preparato la colazione.. oh beh a dire il vero l’ho preparata per entrambi” ridacchia divertito.
Prende il vassoio e lo appoggia sul letto, proprio tra di noi.
“Ti va di fare colazione insieme?
Poi se vuoi possiamo parlare un po’.. anche perché io ho una cosa da darti” ha un’aria misteriosa, con quei capelli ancora spettinati, i pantaloni della tuta che gli scendono leggermente sui fianchi, lasciando scoperto un lembo di pelle in cui non arriva neppure la maglietta.
 
Credo che dobbiamo parlare davvero di ciò che è successo ieri sera e di come il nostro rapporto si è evoluto così in fretta ma anche così naturalmente.
 
“Sì, certo, colazione e poi chiacchierata, ci sto” la mia pancia brontola confermando la mia fame.
 
Come sempre ha preparato tutto lui ed è tutto squisito.
 
Una volta spazzolato tutto, appoggia di nuovo il vassoio sul comodino e si siede di fronte a me.
 
Prende le mie mani tra le sue e questo suo gesto mi agita un pochino.
Mi dà l’impressione che stia per farmi un gran discorso ma non fraintendetemi non sono impaurita per ciò che dirà, sono solo emozionata.
 
Mi accarezza con il suo sguardo regalandomi un dolce sorriso e poi inizia a parlare.
 
“Bella, so di doverti chiedere scusa per come mi sono comportato ieri sera, dal mio urlarti contro in quel bagno al definirti fidanzata davanti a tutta quella gente, pur sapendo bene quanto tu ti senta facilmente in imbarazzo” prende fiato lasciandomi il tempo di assorbire le sue parole.
 
“Ma sentire quelle donne definirti in quella maniera e parlare male di te che sei la persona più forte, dolce e genuina che io abbia mai incontrato.. beh, mi ha mandato letteralmente fuori di testa.
Non ho mai nascosto la mia vita privata pur non mettendola in giro sui manifesti e non mi sono mai preoccupato di ciò che diceva la gente fino a quando ho incontrato te” stringe forte le mie mani e mi sorride.
 
Quanto sono fortunata ad averlo trovato sul mio cammino…
 
Faccio per rispondergli ma mi interrompe, alzando un dito per fermarmi.
“Era già da qualche giorno che ci pensavo e ieri sera, seppur davanti a così tante persone, ho avuto l’occasione di dire a tutti che sei la mia fidanzata.
So che tra noi non avevamo parlato del nostro rapporto, a quale punto fosse arrivato e mi scuso se per caso tu avresti preferito aspettare.
Spero che questo possa comunque aiutarmi a farmi perdonare, nel caso ce ne sia bisogno”
 
Credo di non capire cosa..
 
Lo vedo aprire il cassetto del comodino accanto a me e porgermi una rosa rossa, di velluto, con un lungo gambo.
“Aprila” mi dice aspettando i miei tempi.
La rosa trema tra le mie mani ma ne afferro i petali e la apro.
 
Un anello con un rubino, contornato da diamanti appare ai miei occhi, appena prima che la vista si appanni e le mie guance si righino di lacrime.
 
“Posso?” mi domanda afferrando contemporaneamente l’anello e il mio dito.
“Avrei voluto cercare un momento diverso, inventarmi qualcosa di speciale per offrirtelo ma non ho resistito”
 
Guardo l’anello lucente infilato al mio anulare e mi sembra tutto così emozionante.
 
Asciugo le lacrime con il dorso della mano e non posso fare altro che gettargli le braccia al collo.
 
“Beh, deduco che ti piaccia” la voce soffocata nel mio abbraccio.
“Mi piace sì, ma tu di più” dico staccandomi appena da lui, sfioro le nostre labbra ancorata al suo corpo.
 
“Vorrei farti capire finalmente che di me ti puoi fidare totalmente e spero che d’ora in poi non avrai più dubbi su di noi.
Ti ho trovata, Bella e non intendo lasciarti, né tanto meno farti del male” i suoi occhi fissano i miei, veri e sinceri.
 
Le sue parole sono un balsamo per me, per il mio cuore che ha tanto bisogno di tranquillità e amore.
“Mi fido di te Edward, ti chiedo perdono se ho fatto così tanta fatica a lasciarmi andare e a credere in te.
Ma sono con te adesso e tutto sarà più facile d’ora in avanti”
 
Do un’occhiata ancora al mio anello prima che il tempo per noi per questa mattina finisca: devo iniziare il mio turno a lavoro e lui avrà sicuramente qualcosa da fare.
 
Ci prepariamo e vestendomi mi soffermo ad osservare l’arredamento della camera di Edward, intorno a me.
 
Presa dal momento e dall’euforia, ieri sera non ho perso tempo nel guardarmi troppo attorno.
 
La camera è moderna, molto curata nel design, piuttosto spoglia di soprammobili, fatta eccezione per qualche fotografia e alcuni libri.
I toni sul marrone, nonostante scuri, risultano caldi.
E’ una tipica camera da single.
 
Per il tempo in cui siamo stati sul divano, i miei occhi hanno vagato solo sul suo viso ma ora che attraverso il salone per raggiungere l’ingresso, scopro un ambiente molto sofisticato e chic.
Nero e bianco sono i colori prevalenti con qualche macchia di rosso qua e là.
 
Quadri astratti, pezzi di scacchi e teste di cavalli ornano tavoli e consolle.
E’ proprio la classica casa da rivista ma nel complesso devo dire che la trovo molto di buon gusto e armoniosa.
 
“Ti piace?” mi domanda attirandomi per un fianco mentre le sue labbra mi baciano una tempia.
“Molto” sussurro guardando ancora in giro.
“Beh potresti anche aggiungere qualcosa di tuo, se vuoi”
La sua richiesta mi spiazza un po’ ma non nego che mi faccia anche molto piacere.
“Mmh, credo che potrei prendere in considerazione l’idea anche se a me sembra perfetto così” mi volto per osservarlo e lo trovo intento a pensare a cosa rispondermi.
“Non vorrei rischiare di essere troppo stucchevole ma.. sai cos’è perfetto?” mi domanda senza lasciarmi il tempo di rispondere.
“Questo” dice e  afferra la mano che indossa l’anello.
 
Il cuore mi batte forte nel petto e penso a cosa ho fatto per meritarmi tanta gioia, tanto amore tutti assieme.
 
E la paura che tutto possa sgretolarsi e volare via da un momento all’altro è mio malgrado, sempre dietro l’angolo.
 
Gli schiocco un veloce bacio sulla guancia guadagnandomi un sorriso.
 
Edward mi accompagna al ristorante e mi dà appuntamento per il tardo pomeriggio, promettendomi una serata tutta per noi.
 
Grazie al cielo, la giornata scorre via tranquilla, con alcuni clienti piuttosto generosi che hanno lasciato mance sostenute.
 
Mi appunto mentalmente di chiamare Alice, devo raccontarle tutto quello che mi è successo tra ieri sera e questa mattina e so già che sarà felicissima per me.
Considerando il fatto che ho troppe cose da dirle, potrei invitarla a casa per parlare a tu per tu e divorare insieme una vaschetta di gelato, come facevamo sempre quando ci raccontavamo i nostri pettegolezzi.
 
Ho finito il turno da poco e sto aspettando Edward quando Liam, un collega, mi si avvicina.
“Ehi, non ho potuto fare a meno di notarlo.. fa sul serio il ragazzo eh?” domanda indicando il mio anello.
 
Accidenti a me e a quando per l’euforia ho deciso di non toglierlo per venire al lavoro.
 
Liam, ragazzo con cui avrò scambiato sì e no venti parole oltre ciao, buon lavoro, come stai da quando sono qui, quest’oggi ha deciso di rompermi le scatole impicciandosi degli affari miei.
 
“Già” è tutto ciò che mi esce dalla bocca.
Vorrei evitare di aggredirlo anche se potrei, ma mi convinco che è meglio di no.
“Mi ha battuto sul tempo, ti avrei chiesto di uscire con me ma ora è chiaramente troppo tardi” borbotta con una spavalderia che, nei miei confronti non ha mai avuto.
 
Mi occorre un attimo per riprendermi dalle sue parole ma quando tento di aprir bocca, qualcuno dietro di me mi anticipa.
 
“E’ decisamente troppo tardi e in tutti i sensi, hai ragione” Edward mi cinge la vita con un braccio, lo scopro intento a non interrompere il contatto visivo con Liam mentre mi bacia la testa.
Sta marcando il territorio ed io non potrei esserne più felice.
 
Un risolino si fa strada sulle mie labbra e cerco di trattenerlo ma dentro di me gioisco per il tempismo di Edward.
 
Vorrei sapere perché Liam si è permesso di dire quelle cose e in che modo si è sentito autorizzato a farlo.
 
Ma quei pensieri mi scivolano presto di dosso, avvolta nella stretta di Edward, che proprio ora mi sta aprendo la portiera dell’auto, diretta verso casa sua, per passare un’altra notte racchiusa tra le sue amorevoli braccia.

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Capitolo 22
*** 21^ Capitolo ***


Buonasera ragazze e bentrovate.
Come sono andate le feste?
Spero le abbiate passate serenamente e che vi siate divertite.
Per fortuna un po’ di tregua dalla pioggia e finalmente un po’ di sole.
Vi ringrazio come ogni volta e vi lascio ai nostri piccioncini.
Buona lettura, un bacione.
 
 
 
Edward
 
 
Svegliarmi con Bella tra le braccia ormai è la mia routine, la mia splendida routine.
 
L’idea di chiederle di trasferirsi da me mi è passata spesso per la testa ultimamente.
Forse sto correndo, me ne rendo conto ma averla intorno mi fa stare bene, lei mi fa stare bene.
 
Quando ho parlato con i miei genitori della mia decisione di regalarle un anello, mia madre è scoppiata a piangere di gioia.
Mio padre si è complimentato con me e le mie sorelle, neanche a dirlo, ci stanno già organizzando il matrimonio.
Pur non conoscendola perché non ho ancora avuto occasione di presentargliela, anche se in fondo è come se la conoscessero, sono stati felicissimi della mia notizia.
 
Ho passato tanti pomeriggi a casa loro parlando di lei, senza contare tutte le telefonate a ogni ora del giorno.
 
Ho in programma di chiederle anche questo, non appena bella ha un giorno libero intendo portarla a casa dai miei genitori e dalle mie pazze sorelle e presentarle la mia famiglia.
 
Credo che il mio amore si stia svegliando.
Si muove appena, schiacciata dal peso del mio braccio destro.
“Buongiorno” bisbiglia aprendo un occhio alla luce fioca della stanza.
“Buongiorno amore, dormito bene?” le domando baciandola in fronte.
“Con te sempre” borbotta accoccolandosi di più contro il mio corpo.
 
Sono tentato di chiederle tutto proprio ora ma il tempismo del mio telefono che suona è fantastico.
 
Afferro di mala voglia il cellulare per guardare chi mi sta rompendo le uova nel paniere e appena leggo il nome, mi scuso con Bella ma devo proprio rispondere.
“Ehi Frank, buongiorno.
Uhm sì per che ora?” guardo Bella rotolarsi nel letto e maledico questo impegno improvviso.
“Sì il tempo di organizzarmi e sono lì. Grazie, ciao”
 
Sospiro pesantemente mentre il mio amore si avvicina per abbracciarmi le spalle.
“E’ il lavoro?” domanda appoggiandomi il mento nell’incavo del collo.
Lascia un veloce bacio e poi si sporge per guardarmi in viso.
“Sì, era Frank.
Il regista ha indetto una riunione urgente con tutto il cast.
Pare che voglia iniziare le riprese al più presto.
Che seccatura” borbotto le ultime parole perdendomi a mia volta a guardare il viso di Bella.
“Mi dispiace ma dobbiamo sbrigarci, ti accompagno al ristorante e poi vengo a prenderti come sempre stasera, va bene?” sbuffo, affranto da come sta andando la mattinata che fino ad ora era perfetta.
No non va bene per niente, pensavo di avere un po’ più di tempo con lei questa mattina ma a quanto pare non è così.
 
Lascio Bella a lavoro e poi mi reco all’appuntamento.
Una volta arrivati tutti, dopo essersi scusato, Matt ci informa che intende iniziare le riprese entro una settimana.
 
Un coro mormorii si alza dalla sala, è veramente troppo presto una settimana, credo che da come stanno rispondendo tutti, nessuno di loro era pronto ad una notizia del genere.
 
A fatica riesce a calmare un po’ gli animi, a sua discolpa, se così vogliamo chiamarla, ci dice che sarà più elastico durante le riprese ma vuole anticipare per riuscire a gestire al meglio eventuali imprevisti che sicuramente incontreremo.
 
Alla fine del meeting, c’è ancora qualcuno non del tutto convinto ma è deciso: tra una settimana inizieranno le riprese di Batman ed io sono davvero elettrizzato all’idea.
 
Mi apparto e afferro il telefono, voglio mandare un messaggio a Bella e dirle di riservarmi un tavolo per pranzo, ne approfitto per vederla anche se non posso stare effettivamente con lei.
 
“Messaggio alla fidanzata?”
Mi volto all’improvviso, preso alla sprovvista e trovo Zoe, la catwoman del film che mi osserva.
La domanda mi spiazza e anche se non sono affari suoi non intendo essere scortese.
“Sì, la sto informando che vado a pranzo nel ristorante in cui lavora”
Lei annuisce e continua a guardarmi mentre finisco di scrivere il messaggio a Bella.
Resta lì impalata, immobile.
 
Si aspetta forse che la inviti a pranzare con me?
La risposta arriva presto..
“Sai, potresti anche invitarmi a venire con te, in fondo dovremo passare parecchio tempo insieme, faremmo bene a conoscerci un po’ prima di iniziare a lavorare fianco a fianco”
La sua richiesta è corretta anche se mi suona un po’ strana.
Sento una nota ambigua nelle sue parole ma so che a questo punto non posso rifiutare e non estendere l’invito anche a lei.
Non sono felice per ciò che sto per fare, avevo programmato di godermi qualche momento seppur breve con Bella ma credo di non avere scelta.
“Uhm sì certo, puoi venire se ti va, non c’è problema” non convinco neanche me stesso con le mie parole e in questo momento sono proprio un pessimo attore.
“Potresti almeno fingere che ti faccia un minimo di piacere, spero che reciterai meglio quando sarà il momento”
Nonostante il suo commento sia vero non posso non sentire una punta di fastidio in quelle parole.
“Devi scusarmi, non pensavo che si sarebbe aggiunto qualcuno al mio pranzo” borbotto cercando di rattoppare la figuraccia che ho appena fatto.
Alla fine opto per andare subito a pranzo ed evitare ulteriore imbarazzo.
“Vieni, andiamo” le indico la strada per raggiungere la mia auto.
 
Durante il breve tragitto incontriamo alcuni colleghi che vedendoci andare via insieme, si scambiano delle occhiatine che non mi piacciono.
 
Una volta giunti al ristorante, da gentiluomo le apro la porta.
Quando varco l’ingresso, vedo Bella in fondo al locale con un grande sorriso solo per me ma appena i suoi occhi si posano sulla ragazza che mi è accanto, quel sorriso si spegne.
 
E questo era proprio quello che volevo evitare.
 
Veniamo accompagnati al tavolo dal mio amico Liam che lancia maliziose occhiatine tra me e Zoe.
Si stanno tutti facendo un idea sbagliata su di noi e la cosa non mi piace proprio anzi mi irrita parecchio.
“Prego, vi lascio i menu.
Torno tra poco per l’ordine.
Nel frattempo cosa posso portarvi da bere?”
Ordiniamo dell’acqua, mentre i miei occhi vagano per la sala alla ricerca di Bella.
Deve essersi rintanata da qualche parte ma io ho bisogno di parlarle, al più presto.
 
Mi sembrava di essere stato chiaro, su tutto ma a quanto pare in lei ci sono ancora dei dubbi.
 
O forse è solo gelosia?
 
Beh spero che sia così..
 
Liam torna poco più tardi per prendere le nostre ordinazioni e sinceramente a me è quasi passato l’appetito.
Ordino comunque un risotto, giusto per mangiare qualcosa, con gli occhi che ancora cercano lei.
 
“E’ in pausa ma se vuoi posso dirle che la stai cercando”
Il ragazzo, Liam, che già mi stava poco simpatico, adesso si è guadagnato un posto sulla mia lista nera.
“Non preoccuparti ma grazie per il tuo interessamento” borbotto stizzito cercando comunque di nascondere il mio odio nei suoi confronti.
 
Il pranzo prosegue con scambi di battute cordiali e per lo più di lavoro, mentre il mio cuore è da tutt’altra parte.
 
Bella entra ed esce dalla porta della cucina, facendo bene attenzione a non incrociare mai i miei occhi.
E’ davvero uno strazio tutto questo ma non credo comunque di meritarmelo.
Vorrei spiegarle perché sono qui insieme a Zoe ma non me ne sta dando l’occasione.
 
Ad un certo punto, esasperato all’ennesima potenza, scusandomi con la mia ospite e inventando la scusa del bagno, mi alzo dal tavolo e vado verso la cucina, sicuro di trovarvi Bella.
 
La vedo, è di spalle, sta aspettando che lo chef le dia il via per servire un paio di piatti.
Attendo sulla porta e non appena si volta con i piatti in mano e mi vede, inchioda i suoi piedi sul posto.
 
“Consegnati quei due piatti vieni con me, per favore” il mio tono è deciso, non ammetto repliche e lei l’ha capito.
 
Mi raggiunge pochi minuti più tardi, gli occhi puntati sui suoi piedi.
“Non è come credi, volevo solo che tu lo sapessi.
Si è autoinvitata, io volevo solo vederti e avere la possibilità di stare qualche minuto solo con te prima di stasera”
 
E’ la verità, è tutto ciò che volevo.
Poi lei si è intromessa.
 
“Ti credo Edward, è solo che vederti insieme ad un'altra donna, per di più una bellissima donna, mi fa uno strano effetto”
Finalmente alza lo sguardo ed io posso perdermi in quelle due pozze di cioccolato.
 
Mi avvicino e non perdo tempo, l’attiro a me e la bacio.
“Vieni ancora da me, stasera o hai cambiato idea?” domando ad un soffio dalle sue labbra.
“Se mi vuoi io verrò” sussurra arrossendo lievemente.
“Sempre!”
 
Ritorno al tavolo scusandomi con Zoe per l’attesa e decidiamo di concludere il pranzo con dolce e due caffè.
 
Non fa parola riguardo la mia assenza di poco prima ed io gliene sono grato ma so che immagina dove sono stato.
 
Il cameriere, Liam mi dà proprio sui nervi.
Troppe volte l’ho visto girare intorno a Bella e sussurrarle all’orecchio.
 
Tant’è che all’ennesima occasione non ce la faccio più e mi dirigo verso di loro.
“C’è qualche problema?” domando raggiungendoli alle spalle.
 
Entrambi sobbalzano, non aspettandosi nessuno all’improvviso.
“Oh Bella guarda, c’è il tuo ragazzo” dice in tono di scherno.
 
Ok Edward stai calmo.
 
“E’ ancora il tuo fidanzato?” punzecchia di nuovo lui.
Vorrei già dargli un pugno, le mani mi prudono.
“Ah se ti avessi io non perderei tempo con nessun’altra” borbotta terminando il suo sproloquio.
 
Bella è attonita, non sa cosa dire ma so che sta pregando perché io non prenda a pugni Liam.
 
Farò di meglio..
 
“E’ Bella che non perde tempo con te”
Sostengo lo sguardo del ragazzo, il suo viso sta diventando rosso e non escluderei la possibilità di prendere io un pugno proprio qui e ora.
 
Per fortuna viene chiamato in cucina ed io posso avvicinarmi un attimo a Bella.
“Tutto a posto?” le accarezzo un braccio e lei annuisce in risposta.
Mi sorride e so che quel sorriso è solo per me.
Le sorrido di rimando e le do appuntamento per dopo.
 
Pago il conto e accompagno Zoe a prendere un taxi.
 
Poi mi dirigo verso casa per preparare la serata con il mio amore.
 
“Vieni Bella, ho preparato qualcosa di diverso per questa sera.
Ho ordinato del cibo etnico, un misto in realtà, spero che ti possa piacere” le dico mentre la vedo entrare nel mio bagno per farsi una doccia.
“Andrà bene Edward, non farti troppi problemi, l’importante è che non sia piccante” urla lei dalla doccia.
 
Poco più tardi mi raggiunge in cucina.
Ha ancora i capelli umidi, indossa uno dei pigiami che le ho comprato io e le sta benissimo.
Si è anche cosparsa il corpo con la crema che le ho regalato qualche giorno fa, ha un profumo buonissimo su di lei.
 
Si siede al tavolo imbandito e ancora i suoi occhi non cercano i miei.
Non voglio questo clima tra noi, non lo voglio ogni volta che mi vedrà accanto ad una donna che non è lei e lei deve saperlo.
 
Ma prima che io possa dire anche solo una parola, mi precede.
 
“Ti chiedo scusa per prima, so benissimo di non potermi comportare così ogni volta che ti vedo con una donna che non sono io.
So benissimo che sono io la donna che tu hai scelto, ne ho la conferma ogni volta che il mio sguardo cade su questo” dice alzando la mano con il mio anello sopra.
“Però devi capire anche me.. lei..lei.. è davvero bella e..”
 
Straparla, dice cose senza senso e devo fermarla.
“Non credo che tu ti renda conto di quanto sei meravigliosa, sotto ogni aspetto.
Quindi per favore, la prossima volta che ti verranno dei brutti pensieri come questo, ricacciali nel buco nero da dove sono venuti, ok?”
 
Sbatte le palpebre un paio di volte e poi sorride.
“Ok”
 
Ed è tutto ciò che voglio sentire.
 
“Ed ora mangiamo per favore, sto morendo di fame” le sorrido e iniziamo a scartare il cibo.
 
La cena è perfetta, è tutto buonissimo e anche a Bella è piaciuta.. la prova sono le vaschette vuote davanti a lei.
 
Colgo l’occasione per dirle della decisione del regista.
Anche lei è stupita della sua scelta ma crede che l’abbia fatto per i giusti motivi.
E’ difficile comprendere i pensieri di chi svolge un lavoro diverso dal tuo, a volte occorre solo fidarsi.
 
Poi le anticipo anche una delle due cose che avevo in mente di chiederle.
“Senti amore” attiro la sua attenzione afferrando una sua mano, mentre lei sta ancora sgranocchiando un gambero, i suoi occhi sono subito su di me.
 
“Prima che inizino le riprese del film vorrei portarti a casa mia”
Mi osserva con sguardo perso, sembra non capire bene le mie parole.
“Mhm.. sono già a casa tua..?” domanda stranita.
“Sì ma intendo.. a casa dei miei genitori.. per conoscere loro e le mie sorelle”
 
Quando finalmente comprende il peso delle mie parole, le sue labbra si allargano in un immenso sorriso e mi salta con le braccia al collo.
L’afferro al volo per non farla cadere, accogliendo il suo corpo sulle mie gambe.
“Sono molto onorata di questo invito”
So che lo pensa davvero e nonostante il cipiglio preoccupato che le compare subito dopo in viso, so che è felice.
“Allora è deciso, il tuo giorno libero della prossima settimana lo trascorreremo a casa Cullen”.
 
Bella si tuffa ancora su di me, stringendo le sue braccia più forte intorno al mio collo e riempiendo il mio viso di baci, mentre io sento il mio cuore gonfiarsi d’amore per lei, sempre di più.

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Capitolo 23
*** 22^ Capitolo ***


Buonasera ragazze e bentrovate.
Sono di nuovo in ritardo, ahimè, perdonatemi se potete.
Dunque, siamo finalmente giunti al giorno in cui Bella conoscerà i genitori di Edward e le sue sorelle.
Secondo voi come andrà la giornata? Bella piacerà a tutti o qualcuno avrà dei dubbi su di lei? Vi lascio andare a scoprirlo.. buona lettura e grazie, come sempre.
 
 
 
Edward
 
 
Il giorno del pranzo a casa dei miei genitori arriva più in fretta di quanto potessimo mai accorgercene.
 
Anche la scorsa notte Bella ha dormito da me, così siamo già pronti per raggiungere la mia famiglia.
 
E’ stata una notte tranquilla, l’esatto contrario di questa mattina.
 
Bella è agitata e nervosa, lo percepisco dal modo in cui cammina, frenetica, facendo avanti e indietro tra il bagno e la camera da letto.
 
“Dove ho messo le scarpe?
E la borsa?” borbotta lei aggirandosi svelta dentro e fuori dalla stanza.
“I capelli.. devo sistemare questi capelli..”
 
Non pensavo che l’incontro con i miei genitori l’avrebbe resa così nervosa, a saperlo avrei cercato di farla abituare all’idea, consentendole di metabolizzare il tutto.
Non voglio che stia così, non ce n’è davvero motivo, i miei genitori l’ameranno e anche le mie sorelle, alla fine.
 
Il mio pensiero va al quadro generale, a come potrebbe evolvere oggi la situazione e l’unica lieve incertezza è mia sorella Victoria.
Essendo la maggiore, è sempre stata molto protettiva nei miei confronti, un po’ come una seconda mamma per me.
Spero vivamente che non dica o faccia cazzate perché questa volta potrei davvero arrabbiarmi con lei.
 
Ma ora devo occuparmi di Bella altrimenti non arriveremo mai in tempo per il pranzo.
 
“Ti aiuto io a cercarle, dovrebbero essere nella cabina armadio, accanto alla cassettiera” la raggiungo mentre si dirige dove le ho detto di guardare.
“Oh sì sono qui, grazie Edward” esulta trionfante agitando per aria le sue cose.
Poi mi si avvicina e mi stampa un bacio sulla guancia.
“Sei il mio salvatore” aggiunge sorridente, infilandosele ai piedi.
“Sono il tuo salvatore ma non potrò salvarci dalla mia famiglia se arriviamo tardi” borbotto cercando di metterle fretta per andare.
“Sono pronta” esclama balzando al mio fianco.
 
Saliamo in macchina e in poco più di venti minuti siamo a casa dei miei.
 
 
 
Bella
 
Le mie mani sudano all’inverosimile nonostante le temperature si siano abbassate di qualche grado.
 
L’auto di Edward raggiunge e sorpassa un alto cancello e percorre un vialetto prima di fermarsi davanti ad una bellissima casa in stile vittoriano.
 
Non sono poi così sorpresa che sia così, Edward mi aveva accennato che la sua famiglia è benestante e che lui con il suo lavoro, ha comunque contribuito ad aiutare i suoi genitori.
 
“E’ una meraviglia” dico mentre sposto lo sguardo su Edward.
Mi sorride e scende dall’auto.
Raggiunge il mio lato e mano nella mano percorriamo quei pochi scalini che ci dividono dalla porta.
 
Neanche il tempo di salire l’ultimo gradino che la porta si spalanca all’improvviso, rivelando una bella donna.
Vestita sobria ma senza dubbio elegante, immagino sia la madre di Edward, appena prima di averne conferma.
“Bentornato bambino mio, è sempre una gioia averti qui” poi sposta lo sguardo su di me ed Edward mi presenta
“Ciao mamma, questa è Isabella”
Sua madre mi scruta un attimo e poi si tuffa su di me per inglobarmi in un abbraccio e poi mi dà un bacio sulla guancia.
“Non vedevo l’ora di conoscerti cara, sono così felice che tu abbia accettato il nostro invito.
Io sono Esme, la madre di questo ragazzone”
 
Il loro invito?
Ma non era stato Edward a..
 
Non ho tempo per pensare perché Esme mi trascina dentro, lasciando indietro un Edward felice dell’accoglienza della madre nei miei confronti, nonostante lui non abbia ricevuto nemmeno un abbraccio.
 
“Caro, sono arrivati i ragazzi” dice lei mentre io mi perdo letteralmente a guardare la meraviglia dentro la quale mi trovo: un arredamento di classe e sicuramente pregiato, adatto in tutto e per tutto alla casa.
 
“Un uomo alto tanto quanto Edward ma leggermente più robusto, compare all’ingresso per accoglierci.
“Edward, ciao” saluta il figlio abbracciandolo per poi spostare subito lo sguardo su di me.
“Isabella, io sono Carlisle, è un piacere fare la tua conoscenza”
 
Sembra un uomo d’altri tempi, aggraziato e carismatico.
Il colore dei suoi capelli ricorda quello della sabbia, con qualche accenno di argento.
“Signor Cullen, piacere mio” borbotto allungando una mano e cercando di non essere troppo rigida.
“Oh per favore, chiamami Carlisle, signore mi fa sentire così vecchio” non afferra la mia mano ma al contrario mi attira in un abbraccio uguale a quello della moglie.
“Ma venite, spostiamoci dall’ingresso e sediamoci in salotto.
Il pranzo sarà pronto tra pochissimo” seguo Esme che mi attira a sé per abbracciarmi nuovamente e lascio Edward a parlottare insieme al padre.
“Tesoro, dove sono finite Victoria ed Elizabeth, potresti..” non termina la frase che due ragazze irrompono nel salotto alle nostre spalle.
 
“Ehi fratellone, ben tornato!” esclama una delle due, saltando addosso al fratello.
Nonostante lui sia il piccolo tra loro, è di gran lunga il più alto.
“Ciao Vic, ti trovo bene, anche se mi sembri un po’ più pesante dell’ultima volta”
Lei si gela all’istante, recependo le parole del fratello.
“Potrei parlare con il regista e farti dare una parte decisamente meno da uomo.. ricordi il carnevale a casa degli Hale?”
 
Victoria sembra aver toccato un tasto dolente perché l’espressione di Edward cambia in modo drastico.
L’allontana dal suo abbraccio assottigliando gli occhi.
Sta sicuramente preparando una risposta adeguata e nonostante io non ci capisca niente di tutto quel siparietto tra loro, mi incuriosisce scoprirne i dettagli.
 
“Oh andiamo ragazzi, basta, abbiamo un ospite davvero importante e devo avvisarvi che è ora di metterci a tavola, il pranzo è pronto” sua madre sbuca da dietro l’angolo, da dove credo si trovi la cucina e ci invita a prendere posto per pranzare.
 
Anche l’altra sorella, Elizabeth si avvicina ad Edward per salutarlo.
Poi si rivolge a me con un sorriso e si avvicina per darmi un rapido abbraccio.
“Ciao, mi fa molto piacere conoscerti, mio fratello ci ha parlato molto di te”
“Ciao, piacere mio Elizabeth”
“Oh, puoi chiamarmi Lizzy se vuoi, gli amici mi chiamano così” borbotta sorridendomi.
“Lei non è tua amica, Lizzy, è la fidanzata di nostro fratello” la voce stizzita e quasi rancorosa di Victoria riempie il silenzio di quel momento.
 
Non pensavo di piacere a tutti e per giunta al primo colpo ma di certo non mi aspettavo un astio così nei miei confronti.
Tuttavia non è mia intenzione replicare, sono un ospite, per la prima volta in questa casa e non voglio fare scenate.
 
Vedo Edward aprire la bocca ma prima che riesca a dire una sola parola, Carlisle interviene facendo un gesto con la mano per fermarlo.
“Victoria Cullen, non mi interessa se sei più che maggiorenne e sei la maggiore tra loro, se ti mantieni da sola e non abiti più qui ma finchè frequenti questa casa e in presenza dei nostri ospiti devi mantenere un tono educato” la faccia di Victoria diventa paonazza.
 
Vorrebbe rispondere anche se sa che non deve e per fortuna non lo fa.
Poi Carlisle si rivolge a me
“Isabella cara, ti prego di scusare la mia figlia maleducata, conosco bene il motivo per cui si comporta così ma non è comunque giustificata a farlo, né tanto meno ne ha il diritto” il tono gentile di Carlisle mi tranquillizza un po’.
 
Abbozzo un sorriso e annuisco mentre Edward mi posa una mano sulla schiena indicandomi il mio posto a tavola.
Fortunatamente sono lontana da Victoria, seduta tra Edward e Lizzy mi sento a mio agio.
 
La madre di Edward ha cucinato un menu davvero eccezionale, una pasta al forno al ragù, un arrosto di manzo con patate ed una cheesecake ai lamponi.
 
Il pranzo scorre senza più battibecchi o frecciatine, nonostante mi trovi più volte gli occhi di Victoria puntati addosso.
 
Esme mi parla un po’ del suo lavoro, rispondendo felice ad alcune delle mie domande.
E’ un’arredatrice d’interni ed è anche molto brava.
 
Il padre invece è un rinomato chirurgo.
 
Ho paura a fare domande anche solo a Lizzy, non vorrei riaccendere la miccia nell’altra sorella.
 
Così mi limito ad ascoltare tutto ciò che mi vogliono raccontare.
 
Quando è il mio turno di parlare di me, una carica d’ imbarazzo mi assale.
Loro sono tutti o laureati o affermati nel loro lavoro mentre io sono solo una semplice cameriera, per di più sempre affamata di soldi.
 
Gli occhi di Victoria sembrano trapassarmi nel momento esatto in cui quella parola lascia le mie labbra: cameriera in un ristorante.
“Pff” è l’unica parola che le esce dalla bocca ma per me vuol dire tutto.
 
La testa di Edward scatta nella sua direzione e lo sguardo che si lanciano non mi piace per niente.
 
Non sono solo io a notarlo, se ne accorgono anche sua sorella ma soprattutto i suoi genitori.
 
Appoggio una mano sulla sua coscia, giusto il tempo per fargli spostare lo sguardo su di me, per poi riportarlo sulla sorella e sussurrare
“No, adesso è ora di finirla.
Vic, se hai qualcosa da dire dilla subito e facciamola finita, perché so cosa stai pensando ma sei proprio fuori strada, questa volta” la voce tagliente, come il suo sguardo.
“Oh questa volta? Fuori strada? L’hai detto anche l’ultima volta e mi pare che non sia andata molto bene..” lascia la frase in sospeso ma io capisco bene a cosa si riferisce.
 
Prendo coraggio e cerco di intervenire, non voglio che litighino tra fratelli per colpa mia.
“Ti posso assicurare che non è come pensi, Victoria, io ad Edward ci tengo davvero e non..” mi interrompe senza ritegno lasciandomi senza parole
“Tu non sai un bel niente di quello che penso, Isabella, e non ho intenzione di darti spiegazioni”
 
Se gli sguardi potessero incenerire.. sarei distesa sul pavimento in un mucchio di polvere grigia.
 
Il sangue mi si gela nelle vene.
 
Mi immaginavo di tutto ma non questo trattamento.
Lei non mi conosce e nemmeno io conosco lei.
Perché deve avere tutti questi pregiudizi su di me?
 
“Adesso basta!” la voce tonante di Carlisle riempie il silenzio assordante che si è creato e non dà spazio a repliche.
“Questo è l’ultimo avvertimento, o ti dai una calmata o esci da questa casa” il tono è duro e deciso.
 
Esme guarda la figlia con un cipiglio arrabbiato in viso e poi guarda me con occhi pieni di scuse.
“Beh se le cose stanno così, credo che andrò fuori, ho bisogno di prendere un po’ d’aria” si alza strisciando la sedia sul pavimento, facendo un gran rumore, niente in confronto alla scenata di poco fa.
 
Perdo il conto delle volte che Esme mi chiede scusa mentre Lizzy mi afferra una mano e mi sorride calorosamente.
 
Esme serve il dessert lasciato in sospeso dalla sparata di Victoria e poi prepara i caffè.
Sono davvero piena come un uovo e credo che se mi sedessi in cima ad una collina potrei rotolare giù come una palla.
 
Mi concedo quel pensiero prima che Esme inizi a raccontarmi alcuni aneddoti dell’infanzia di Edward.
La faccia di lui non ne è per niente entusiasta e sua madre se ne accorge.
Così, per rincarare la dose, ci fa spostare sul divano e mi posa sulle ginocchia un album colmo di sue foto.
 
Rappresentano Edward da quando è nato fino alla sua età adolescente, in varie occasioni e feste, alle sfilate di carnevale e ai pranzi del ringraziamento.
 
Quell’album ci porta via un bel po’ di tempo prima che Edward mi accompagni a fare un giro della casa.
 
Victoria è sparita.
Nonostante tutto mi dispiace che sia andata così con lei.
Ho sempre desiderato avere delle sorelle e oltre ad Alice che considero tale, nessuna ragazza che ho conosciuto fino ad ora è mai stata all’altezza del ruolo.
 
La casa è davvero stupenda, perfetta in ogni sua stanza.
Il giardino sul retro però è ciò che più mi ha conquistata: una vastità di piante e fiori, soprattutto rose, ben disposte e curate maniacalmente.
 
Siamo tornati in casa ed ora Edward mi sta mostrando la terrazza sul lato est della casa.
Anche qui vasi di fiori a volontà, con tavolini e comode sedute dove rilassarsi.
 
Ci stiamo godendo un attimo solo per noi quando Edward viene chiamato in casa da suo padre.
“Scusami amore, torno subito” mi lascia un casto bacio sulle labbra e raggiunge Carlisle.
 
Ne approfitto per sedermi su di una poltroncina e godermi la pace e il silenzio che ci sono in quel luogo.
Il canto degli uccellini la fa da padrone e rilassarsi è inevitabile.
 
Qualcuno che si schiarisce la voce rivelando la sua presenza mi fa voltare verso la portafinestra.
 
Lì, ferma immobile, come a chiedermi il permesso per entrare nel mio spazio, c’è Victoria.
 
Non ci avrei mai sperato ma dato che è stata lei a venire da me, colgo l’occasione.
Le indico la sedia accanto a me invitandola a sedersi.
Accetta e ben presto me la ritrovo seduta a fianco.
 
Se fino ad un’ora fa speravo di non averla così vicino, ora ne sono molto felice.
Prima di poter dire qualcosa lei esclama
“Ti chiedo scusa.
Sono stata davvero pessima a giudicarti prima di conoscerti”
Si agita sulla sedia, chiaramente a disagio.
 
Forse non è molto abituata a chiedere scusa, penso mentre la osservo.
“Io.. sono molto legata ad Edward e.. lui ha sofferto per amore in passato, non so se ti ha raccontato qualcosa in merito”
Scavo nei miei ricordi e mi sembra di ricordare vagamente alcune cose..
“Sono sempre state interessate ai suoi soldi invece che a lui, nonostante io gli dicessi di prestare attenzione e non legarsi troppo in fretta alle persone, alle donne” gesticola sulla parola donne ed io mi rendo conto che avevo immaginato bene.
La sua è tutta protezione nei confronti del fratello ed io non posso di certo darle torto.
 
“Però tu mi piaci, mi sembri diversa, nonostante il mio atteggiamento di prima dimostrasse proprio il contrario” sorrido per le sue parole.
 
“Victoria senti, io ti capisco bene, tieni molto a tuo fratello e questo è lodevole ma posso assicurarti che le mie intenzioni verso di lui sono davvero serie, puoi fidarti di ciò che ti sto dicendo” prendo fiato mentre lei mi osserva
“Non mi conosci ed io non conosco te ma se vorrai darmi una possibilità io vorrei essere tua amica prima di essere qualcos’altro” le allungo una mano sperando con tutto il cuore che lei la afferri.
 
E dopo alcuni attimi di tentennamento finalmente la stringe.
Ci sorridiamo e il suo gesto mi spiazza quando si avvicina per abbracciarmi.
 
E’ così che Edward ed il resto della sua famiglia ci trova uscendo in terrazza.
 
“Sapevo che la mia ragazza avrebbe messo giudizio ma devo ringraziare anche te Isabella per aver aiutato questa testona”
 
Carlisle ci raggiunge e dà un buffetto sulla testa di Victoria.
 
La scena si conclude con Edward che ci abbraccia entrambe, dando un bacio prima alla sorella e poi a me.
 
A malincuore giunge il momento di tornare a casa.
Non ci perdiamo in chiacchiere bensì ci diamo appuntamento per un altro pranzo tutti insieme.
Esme mi abbraccia e mi bacia, ringraziandomi per essere accanto a suo figlio e Carlisle fa la stessa identica cosa.
Le sorelle mi stringono in un abbraccio collettivo e mentre salgo in macchina sento Lizzy urlare
“Tieniti pronta Isabella, presto usciremo per un pomeriggio di shopping sfrenato” già mi sento male all’idea.
Victoria mi saluta agitando il braccio per aria con un gran sorriso sulle labbra.
 
Il ritorno a casa, non l’avrei mai detto ma è un po’ triste.
Edward se ne accorge subito e mi tira a sé intrappolandomi nelle sue braccia.
“Non voglio vederti triste perché non puoi stare insieme a quelle pazze delle mie sorelle” lo guardo stranita in quanto per me la pazza all’inizio era solo Victoria.
“Oh, non hai ancora conosciuto il lato pazzo di Lizzy ma vedrai che rimedierà presto” borbotta rispondendo alla mia espressione interrogativa.
 
Ed io che pensavo di avere visto tutto della sua famiglia..
 
“Però io avrei un modo per farti tornare qui con me e dimenticare almeno per un po’ l’emozionante giornata di oggi”
 
Edward mi sta incuriosendo molto e concedendogli tutta la mia attenzione lo invito a proseguire.
Allenta l’abbraccio permettendomi di guardarlo in viso mentre mi dice
“E’ da parecchio che ci sto pensando e mai come ora questo mi sembra il momento più adatto per chiedertelo..
Bella, vuoi trasferirti qui a vivere con me?”

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Capitolo 24
*** 23^ Capitolo ***


Buonasera ragazze ed eccoci qui con un nuovo capitolo.
Come avrà reagito Bella alla proposta di Edward? E soprattutto, dirà di sì?
Io come sempre vi ringrazio perché mi seguite sempre e ringrazio chi mi ha aggiunta tra gli autori preferiti.
Un bacione grande e buona lettura.
 
 
 
Bella
 
 
“Bella, vuoi trasferirti qui a vivere con me?”
 
La proposta di Edward mi lascia spiazzata tanto che i miei occhi si allargano per la sorpresa.
 
Non avrei mai pensato che me lo chiedesse così presto ma devo dire che l’idea di condividere lo stesso tetto mi piace molto.
 
“Il tuo silenzio non è un buon segno o forse hai solo bisogno non so di pensarci un po’ e..”
“Sì!” esclamo senza controllare il tono di voce che sale di qualche ottava.
Lui mi osserva bloccandosi sentendo il mio sì.
“Sì?” ripete, domandandomi se ciò che ha sentito poco fa è vero.
“Sì Edward, voglio venire a vivere qui con te” le mie labbra si allargano in un sorriso quando lui si getta su di me per abbracciarmi.
Non perde tempo e l’attimo dopo mi lascia un dolce ma intenso bacio.
“Sono così felice che tu abbia accettato” sussurra imprigionando il mio viso tra le sue mani, fa incontrare le nostre fronti.
 
“Lunedì inizio le riprese del film, vorrei che tu fossi già qui con me.
Vorrei tornare a casa e trovarti qui ad aspettarmi.
Che ne dici se domani ti aiuto a portare qui le tue cose, così piano piano puoi sistemarti”
 
La smania e la voglia con le quali mi chiede di traslocare, per così dire, mi fa sorridere e mi fa sentire tremendamente desiderata.
 
Come non mi era mai accaduto prima.
 
“Per me va bene come hai detto tu, non ti dovrò scomodare troppo, non ho molte cose da prendere” sorrido spenta, pensando alle poche cose che mi sono portata dietro dalla mia vita precedente e a quante poche se ne sono aggiunte da quando sono qui.
 
I miei affetti personali sono ridotti quasi all’osso, fatta eccezione per i miei vestiti, che anche quelli stanno tutti in un solo piccolo armadio, alcune fotografie in cornice, qualche libro regali di mio fratello e poche altre cose.
 
“Se ti serve qualcosa, qualsiasi cosa, puoi dirmelo e andremo insieme a comprarla” posa i suoi occhi su di me e mi sorride.
“Voglio che tu abbia tutto ciò che ti meriti, Bella”
 
Le sue dolci parole, la sua gentilezza, il suo essere così premuroso mi scaldano il cuore facendomi capire e confermandomi ancora una volta quanto lui sia meraviglioso e tremendamente sincero.
“A dire la verità non mi manca niente e la cosa più importante è qui vicino a me” sussurro sorridendogli.
 
“Bene, ma credo che ti serviranno comunque queste”.
Mi fa dondolare davanti agli occhi un mazzo di chiavi.
Sono agganciate ad un grazioso portachiavi raffigurante le iniziali dei nostri nomi.
“E&B” sussurro afferrandole.
“E’ meraviglioso Edward, hai pensato proprio a tutto” alzo lo sguardo su di lui e mi scontro con i suoi occhi che non smettono di guardarmi.
 
Una domanda mi sorge spontanea, pensando a come potrebbe essere andata se avessi detto di no.
“E se ti avessi detto di no?” gli chiedo dando voce ai miei pensieri, sostenendo il suo sguardo.
 
Il sorriso scompare dalle labbra e i suoi occhi si fanno tristi, privi di emozioni ma cerca comunque di non darlo a vedere.
Mi sono accorta che con me non riesce ad essere un attore integerrimo sotto tutti gli aspetti e mi sono anche data una spiegazione per questo: i suoi sentimenti per me sono sinceri, trasparenti e per tanto ogni sforzo per restare distaccato dalle sue emozioni è quasi inutile e in ogni modo impossibile.
 
Sposta lo sguardo da me e deglutisce cercando altrove le parole.
“Se mi avessi detto di no avrei accettato il tuo rifiuto, ti avrei capita, aspettata ma di certo non mi sarei arreso” riporta gli occhi su di me e ciò che posso vederci centro è determinazione, forza, amore.
 
Per me.
 
Gli accarezzo il viso apprezzando la sua sincerità e se possibile scoprendomi ancora più innamorata e convinta della mia decisione.
“Beh allora, per fortuna che ho detto subito di sì, ci siamo risparmiati entrambi un sacco di seccature!” cerco di stemperare un po’ l’atmosfera e a quanto pare ci riesco bene perché Edward scoppia a ridere trascinando anche me nell’ilarità.
 
Mi abbraccia stringendomi al suo petto, il mio posto preferito nel mondo.
“Domani lavoro solo a pranzo, ho chiesto al mio capo di ridurre un po’ il ritmo per avere un po’ più di tempo per la mia vita privata.
Per lui va bene, dobbiamo solo organizzare i turni per coprire al meglio le giornate” sono ancora aggrappata al suo corpo e non so se vorrò andarmene tanto presto.
“Per me potresti anche smettere di lavorare Bella, posso badare senza problemi ad entrambi”
“Lo so Edward e ti ringrazio tanto ma non voglio pesare su di te, approfittare di te”
 
Mi afferra le mani e mi sorride dolcemente.
“Non potrebbe mai essere così ma rispetto la tua decisione, ti fa comunque onore”
 
La serata si conclude con noi due a mangiare una pizza, seduti sul tappeto davanti alla tv.
Una delle mie serate tipo, praticamente e a giudicare dall’espressione rilassata stampata sul viso di Edward, credo proprio che piaccia anche a lui.
 
“Ho pensato che potrei farti avere dei pass per te e per Alice, così potrete raggiungermi sul set” lancia l’idea sicuro di fare centro.
 
Alice.
 
Accidenti, devo informarla sugli ultimi risvolti più che positivi che ha preso la mia storia con Edward.
Quasi mi strozzo con una fetta di pizza pensando al fatto che non l’ho più chiamata e a quanto sarà incavolata per questo.
 
“E’ davvero un pensiero gentile Edward, credo che anche Alice gradirà molto non appena glielo dirò” borbotto pulendo le mie labbra da un pezzo di formaggio.
 
I suoi occhi agganciano di nuovo il mio viso.
Annulla la poca distanza tra noi strisciando sul tappeto, sposta il cartone della nostra cena di lato e mi toglie il pezzo di pizza dalla mano.
Poi avvicina il viso posando ora lo sguardo sulle mie labbra.
 
Resto immobile davanti a questa serie di suoi gesti, osservo ogni minimo movimento percependo l’elettricità che ci avvolge.
 
Poi colma le distanze posando le sue labbra sulle mie.
Le mie mani volano tra i suoi capelli, le sue intorno al mio viso.
E’ un contatto delicato ma intriso di trasporto, d’amore.
 
Lo sento sorridere mentre le sue labbra imprigionano ancora le mie.
“Era da un po’ che volevo farlo” si giustifica allontanandosi appena per potermi guardare.
Credo di essere diventata del colore di un pomodoro maturo ma poco m’importa.
“E chi sono io per impedirti di farlo?” domando cercando di stabilizzare la mia voce scossa dal recente contatto.
 
Un sorriso imbarazzato spunta sulle mie labbra e i suoi occhi con un guizzo tornano a guardare proprio lì.
“Non puoi pensare di comportarti così e poi sperare che non ci siano effetti collaterali su di me”
 
Non ho tempo di capire le sue parole che subito si rituffa sulle mie labbra per un’altra sessione di baci.
 
“Ora basta pomiciare come adolescenti altrimenti potrei sgualcirti troppo e non è per niente mia intenzione” dice quando per la seconda volta si allontana, lasciandomi con una sensazione di vuoto.
 
La mia faccia da ebete la dice lunga sull’effetto che Edward ha su di me ma lui è dannatamente abituato oltre che dannatamente bravo a farmi questo effetto.
 
Cercare di ricompormi e aiutarlo a sistemare tutto il casino fatto nella sua preziosa e ordinata sala è il mio obiettivo per i prossimi venti minuti se non fosse che Edward mi obbliga a sedermi sul divano e aspettarlo lì.
 
La mia mente prende a vagare immaginandomi come sarà condividere queste mura insieme a lui, se davvero potrò aggiungere qualcosa di mio personale a questa casa che sembra uscita da una rivista di arredamento.
 
E la mia risposta è che per quanto io voglia aggiungere qualcosa, questa casa è perfetta così comè.
 
“Allora che vogliamo fare adesso?”
All’improvviso, alla domanda di Edward mi scopro stanca e provata dall’intensa giornata di oggi.
Quindi gli chiedo se intanto possiamo cambiarci e sdraiarci sul divano, poi decideremo cosa fare.
 
E così facciamo.
Ci infiliamo il pigiama e ci stendiamo sul divano, una tra le braccia dell’altro.
Le nostre mani giocano le une con le altre mentre i nostri respiri si mescolano nella quiete della penombra.
Anche restare abbracciati e muti, immobili ma mossi dai nostri sentimenti è anche questa una esperienza colma di emozioni.
 
Il film che stavamo più o meno guardando ormai è giunto ai titoli di coda.
Nessuno dei due vorrebbe interrompere un momento tanto semplice quanto ricco di significato ma al mio ennesimo sbadiglio, Edward ride sommessamente.
 
La mia testa appoggiata al suo petto subisce il ritmo del suo ridere e vengo mio malgrado convinta che è ora di andare a letto.
“Convieni con me che restare svegli oltre non è proprio il caso, soprattutto se stai letteralmente crollando sul mio petto”
“Andiamo a letto” sentenzio alzandomi per prima e togliendo il mio peso per niente gravoso dal corpo di Edward.
“Non così in fretta” borbotta ributtandomi sopra di lui.
“Non è mai piacevole per me separarmi da te, soprattutto se così drasticamente”
Sento il suo respiro solleticarmi il viso, come una coccola.
“Lasciami fare una cosa che adoro”
Dato che la sottoscritta come sapete è sempre stata o almeno quasi sempre, alla sua mercè, decido di fare come mi chiede, curiosa di scoprire le sue vere intenzioni.
 
Annuisco distrattamente, troppo impegnata a fissargli le labbra e quegli occhi che mi stregano ogni attimo in più.
Senza avvertire o aggiungere altro, Edward si alza dal divano e poi mi prende in braccio per condurmi in camera.
 
Mi adagia sul letto, dalla parte dove di solito dorme lui e poi prende posto accanto a me.
Il suo profumo sul cuscino invade le mie narici, avvolgendomi come un guanto.
Appoggia il palmo della mano sulla guancia per potermi guardare e quegli occhi posso sentirli fin dentro di me.
 
“Sei la prima che entra in casa mia e sei la prima che porto nel mio letto” sostiene il mio sguardo mentre l’intensità delle sue parole mi colpisce, allargando il mio cuore.
“E sarai anche l’ultima”
 
L’indomani la sveglia è dolce, stretta tra due braccia forti che di lasciarmi andare proprio non ne hanno intenzione.
Gemo piacevolmente, avvolta in un caldo abbraccio che mi rassicura.
“E’ presto, ancora cinque minuti” lo sento bofonchiare, il viso infossato nel mio collo.
“Solo cinque minuti, poi devo scappare”
Alla mia resa, vengo assalita da una serie di baci che mi ricoprono viso, mani e collo, senza ritegno.
Sorrido all’ aggressione, appena prima che mani sapienti si infilino sotto la maglia del mio pigiama per solleticarmi.
Raggiungono e superano i miei fianchi fermandosi appena sotto i miei seni.
Il respiro di entrambi è corto, il suo per l’agguato, il mio per l’aggressione e fermarsi qui sarebbe la scelta migliore, per ora.
“Credo di dovermi fermare o potrei non rispondere più delle mie azioni” un sorriso malizioso compare su quel viso perfetto di Edward, anche ora appena sveglio e con i capelli completamente in disordine.
 
Annuisco, incapace di dire una sola parola.
 
Mi rivesto e lui fa la stessa cosa, dopo di che mi accompagna a lavoro.
Lungo la strada si ferma in un chiosco per comprarmi un caffè ed un cornetto.
“Non ti ho lasciato il tempo per fare colazione, ho pensato potessi gradire” mi dice porgendomi il sacchetto contenente il mio cibo.
“Non dovevi disturbarti Edward ma sei un tesoro, ti ringrazio davvero tanto”
Gli sorrido mentre allunga una mano per accarezzarmi una guancia.
“Non devi ringraziarmi, farei di tutto per te Bella, è ora che tu te ne faccia una ragione”.
 
Mi lascia davanti al ristorante, dopo avermi baciata più e più volte, facendomi rischiare di arrivare in ritardo.
Ci diamo appuntamento per il tardo pomeriggio perché prima ho assoluto bisogno di parlare con Alice.
Quindi le mando un messaggio dicendole di trovarci a casa mia per le 16.00 perché devo parlarle.
 
Il lavoro fortunatamente fila liscio, nessuna scocciatura da parte del mio collega impiccione.
Sto aspettando la mia amica e nel frattempo ne approfitto per fare un po’ di bagagli.
Sto riempiendo il secondo scatolone quando suonano alla porta.
Una Alice leggermente incavolata piomba nel mio salotto gesticolando e lamentandosi della mia latitanza.
Si blocca di colpo quando si accorge che sta parlando solo lei.
“Ok, hai dieci minuti per spiegarmi tutto e farti perdonare per non avermi più chiamata. Messaggi striminziti e miseri vocali per un’amica come me non sono abbastanza”.
 
Così passiamo le seguenti due ore a parlare dell’evoluzioni nella storia con Edward, passando per i pass sul set, nonchè del mio trasloco.
 
“Ragazza, questa è roba forte, soprattutto la storia dei pass.
Mi piacerebbe tanto ringraziare Edward di persona” borbotta guardando l’orologio.
Non appena pronuncia quelle parole, suonano alla porta.
“Ecco, sei stata accontentata” le rispondo io andando ad aprire.
 
Edward fa il suo ingresso nel mio salotto con un gran sorriso stampato in faccia.
“Ciao Alice, piacere di vederti”
“Ciao Edward, ti trovo bene” risponde mentre lui l’abbraccia e si scambiano un bacio sulla guancia.
“Stavo proprio dicendo a Bella che mi avrebbe fatto molto piacere ringraziarti per il pass, è stato un gesto carino da parte tua”
 
Alice si ferma a parlare con noi ancora per un po’ e prima di andarsene mi ripete ancora quanto sia contenta per me e quanto io mi meriti tutto questo.
 
Edward mi aiuta a mettere via alcune altre cose prima di caricare tutto in auto e raggiungere casa.
 
La mia nuova casa.

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Capitolo 25
*** 24^ Capitolo ***


Buonasera ragazze e bentrovate per un nuovo capitolo.
Con la convivenza, le cose tra i nostri piccioncini iniziano a farsi piuttosto serie.
Bella sarà in grado di mantenere il ritmo di Edward abituandosi alla sua vita e soprattutto riuscirà a far fronte a tutte le difficoltà che sicuramente incontreranno nella loro relazione?
Iniziamo questo viaggio nelle loro vite che spero vi piacerà.
Buona lettura e grazie come sempre.
 
 
 
Edward
 
 
Avere Bella finalmente a casa mia non ha davvero prezzo.
 
Il fatto che abbia accettato senza rifletterci su troppo mi fa capire che anche lei lo vuole con tutto il cuore.
 
Mentre aspetto che finisca il suo turno al ristorante, ne approfitto per studiare il mio copione.
Domani iniziano le riprese di Batman e mi sto riscoprendo davvero motivato ed elettrizzato.
Non sto riscontrando difficoltà ad immedesimarmi nella parte e la mia forma fisica è ottima grazie alle ore che dedico alla palestra.
 
Ho intenzione di richiedere subito i pass per Bella ed Alice, così potranno accedere al set quando e come vorranno.
 
Guardo l’ora e mi accorgo che è arrivato il momento di raggiungere Bella al ristorante.
Vorrei portarla fuori a cena stasera, se non è troppo stanca dalla giornata di lavoro.
 
Spingo la porta del locale e la trovo seduta al bancone che mi aspetta.
Guarda annoiata il cellulare, con il viso appoggiato ad un gomito sul legno scuro del bar.
Come attratta dai miei pensieri, si accorge della mia presenza e mi sorride.
Saluta tutti in fretta e furia e mi corre incontro per abbracciarmi.
 
“Mi sei mancato tanto” borbotta allacciandomi le braccia intorno al collo.
Le mie finiscono intorno ai suoi fianchi.
“Anche tu amore” borbotto lasciandole un lieve bacio sulla fronte.
 
Saliamo in auto e ci dirigiamo verso casa.
“Com’è andata la tua giornata?” domanda allungano una mano a cercare la mia appoggiata sul cambio.
“Bene, ho dato un’occhiata al copione studiando un po’ la parte e invece la tua” le rigiro la domanda, sperando abbia voglia di passare una serata fuori.
“Più o meno la stessa affluenza di clienti di sempre, abbastanza tranquilla se non fosse per..”
Interrompe bruscamente il flusso delle sue parole e il suo sguardo scatta verso il finestrino.
 
La cosa non mi piace e non mi piacerà ciò che mi dirà ma voglio comunque sapere che cosa stava per dirmi.
“Se non fosse per cosa, Bella?
Lo sai che puoi dirmi tutto”
Si morde il labbro, chiaro segno che è nervosa e chiaro segno che mi sta nascondendo qualcosa.
“Liam”
 
Evito di inchiodare l’auto in mezzo al traffico perché un incidente adesso non è proprio il caso.
Non so perché ma me lo sentivo che c’entrasse lui.
“Che cos’ha fatto quel simpaticissimo ragazzo?” domando ironico perché decisamente non vorrei definirlo simpatico.
“Ma niente, le solite battutine”
 
Le solite battutine.
 
Non lo sa dove vorrei infilargliele quelle sue solite battutine?
 
Credo che se non la smetterà glielo farò vedere presto.
 
“Il tipo non ha ancora capito che deve stare al suo posto.
Sarei contento di ripeterglielo e magari questa volta tirargli anche un pugno su quel muso da fighetto che si ritrova!” borbotto innervosito da lui e dalle sue battutine del cavolo.
 
Bella scoppia a ridere ed io davvero non so cosa ci trova di così divertente in tutto questo.
Le lancio un’occhiataccia che ha il solo scopo di aumentare le sue risate.
“Ok mi arrendo”
“Sei davvero carino quando fai il geloso Edward, ma non devi preoccuparti, credo di essere in grado di difendermi finchè non si tratta di uno scontro corpo a corpo”
 
Adesso sono io a ridacchiare, immaginando Bella che prende a pugni qualcuno.
“No non ne saresti capace, sei troppo buona per picchiare qualcuno anche se potresti avere la forza”
“Però un giorno, potrei insegnarti qualche mossa di autodifesa, se ti fa piacere”
 
Bella si volta stupita verso di me.
La mia ennesima proposta l’ha presa alla sprovvista ma credo che in fondo le farebbe piacere.
“Credo che potrei accettare anche questa cosa” borbotta arrossendo leggermente.
 
Ecco che riappare la Bella timida.
Chissà cosa le sta passando per quella sua bella testolina..
“Ok allora è deciso” fermo l’auto ed insieme entriamo in casa.
 
 
Bella
 
 
Sono riuscita a sistemare tutte le mie cose abbastanza in fretta.
Edward mi ha lasciato un sacco di spazio nella cabina armadio, metà del quale è rimasto vuoto.
Mi ha detto di non preoccuparmi perché ben presto verrà riempito.
A nulla sono valsi i miei tentativi di persuaderlo, informandolo che non mi servono altri vestiti costosi che sicuramente metterei una volta e poi basta.
Ma so come è fatto, è determinato come me quindi ho lasciato perdere la discussione.
 
“Che ne dici se stasera usciamo a cena, una serata romantica solo per noi due, abbiamo qualcosa di molto importante da festeggiare, l’inizio della nostra convivenza” mi dà un bacio a fior di labbra aspettando la mia risposta.
I suoi occhi vagano sul mio viso e le sue labbra sorridono per me.
Sono un po’ stanca ma non posso rifiutare una serata romantica con lui, voglio e ho bisogno di stare con lui.
 
“Mi sembra una proposta allettante” rispondo più che convinta.
Se ha pensato di uscire a cena avrà anche pensato ad un vestito per me, dato che a parte quello della cena di gala, non ne ho altri.
 
E infatti..
 
“Sperando che tu mi dicessi di sì, ti ho preso alcune cose..”
Mi spinge all’interno della cabina armadio.
Sulla panchetta al centro della stanza c'e’ una grossa scatola con un fiocco rosa.
 
“Spero ti piaccia ma di sicuro è la tua misura”
Mi sento un po’ in imbarazzo ma sono felice di questo suo premuroso gesto.
 
Quando apro, una nuvola rosa spunta fuori dalla scatola.
Le mie mani tremano mentre afferro la morbida stoffa di quello che sarà il mio vestito per la serata.
“Ti piace?”
Annuisco appena, troppo impegnata ad estrarre quello splendore e a mettermelo davanti.
“Poi ci sono anche queste” mi porge altre due scatole.
“Scarpe e borsa”
 
Ovviamente tutto perfettamente abbinato all’abito.
“Non so davvero come ringraziarti Edward”
“Non devi, perché stai con me e questo è tutto ciò che mi serve” borbotta afferrandomi una mano per baciarla.
 
Un paio d’ore più tardi, pettinata e truccata, sono praticamente pronta per uscire se non fosse per la cerniera del vestito che sembra si sia incastrata.
“Oh accidenti” sto litigando davanti allo specchio con la stessa già da qualche minuto quando sulla porta alle mie spalle compare Edward.
 
Lo osservo attraverso lo specchio ed ogni muscolo del mio corpo si blocca davanti a tanta bellezza.
“Qualcuno ha bisogno di aiuto?” mi domanda avvicinandosi con passo felpato.
 
I miei occhi sono come incantati mentre osservano la sua figura per intero.
Indossa uno smoking che sembra fatto su misura, perfetto per mostrare ogni singolo muscolo del suo corpo.
 
Con una semplice mossa chiude la cerniera e nel farlo sfiora la pelle della mia schiena.
Mille scariche di elettricità corrono attraverso le mie vene, i miei muscoli, raggiungendo ogni terminazione nervosa del mio corpo.
 
“Dio Bella, sei splendida” i nostri occhi si incatenano attraverso lo specchio, danzando tra loro.
La sua mano raggiunge la mia intrecciando le nostre dita mentre mi sorride.
“Credo che sia ora di andare, ti prendo il cappotto” e mi aiuta ad indossarlo.
 
Quando raggiungiamo il ristorante mi chiedo se non abbiamo sbagliato posto.
“Edward ma sei sicuro che..”
Lui blocca la mia domanda sul nascere, scende dall’auto, fa il giro, mi apre la portiera aiutandomi a scendere e porge le chiavi al parcheggiatore.
“Siamo esattamente nel posto in cui dobbiamo essere" il suo tono deciso ma gentile mi fa venire la pelle d’oca.
Mi tende la mano ed insieme entriamo.
 
Ci viene assegnato un tavolo un po’ appartato ed io un po’ gliene sono grata.
“Spero che tu non ce l’abbia con me ma per questa serata ho pensato a tutto io, compreso il menu, per cui dovrai fidarti di me” mi aiuta a prendere posto a tavola sistemando la mia sedia.
 
Sto per rispondergli quando un cameriere ci raggiunge per chiedere cosa desideriamo da bere.
Lascio fare ad Edward perché lui se ne intende più di me e comunque di lui mi fido ciecamente.
 
“Vorrei fare un brindisi a noi, alla fortuna che ho avuto nell’incontrarti” avvicina il suo bicchiere al mio ed entrambi tintinnano.
Poi si sporge sul tavolo, incurante degli sguardi delle persone intorno a noi e mi bacia.
“Mmh, devo dire che su di te questo vino è ancora più buono”
Il suo continuo flirtare lascia me completamente in balìa di lui.
 
Dopo il primo bicchiere di bollicine a stomaco vuoto e le varie esclamazioni di Edward, mi sento già più leggera.
 
La cena è ad un livello inaspettato, dopo un antipasto leggero ma estremamente gustoso, un risotto agli asparagi da leccarsi i baffi, ora stiamo aspettando il filet mignon e la sua salsa.
Il dolce per ora mi è sconosciuto.
 
Edward mi ha detto che deve essere una sorpresa.
 
Ha pensato bene di ordinare un’altra bottiglia di vino, rosso, da abbinare al secondo.
Io mi sto contenendo mentre lui no ma non sembra comunque subirne gli effetti.
 
Non ha mai perso occasione per allungare le mani sul tavolo oppure un piede sotto il tavolo, come a voler sempre mantenere in contatto con me, oltre a quello degli occhi che raramente è stato interrotto.
 
L’atmosfera è piacevole, parliamo di tante cose ma solo riguardanti noi e la nostra vita insieme.
 
Quando finalmente arriva il dolce, ci viene servito sotto ad una campana.
Non appena il cameriere si allontana Edward si fa più vicino e mi sussurra
“Mi sono ricordato di un ingrediente che ti piace molto ed ho pensato di inserirlo nel dolce di stasera”
 
Poi si guarda attorno con fare circospetto e aggiunge
“E poi ho scoperto che è anche afrodisiaco” e mi schiaccia un occhio.
 
La mia espressione passa dal che carino si è ricordato che cosa mi piace al ma davvero mi sta dicendo questo? in meno di tre secondi.
 
E mentre lui cerca di soffocare una risata, io cerco di non diventare ancora più rossa e di riprendermi dalle sue parole.
 
Poi, allunga una mano verso la mia campana e la alza
“Tortino al cioccolato con cuore fondente e fragole caramellate”
L’estasi è niente in confronto a ciò che i miei occhi vedono.
 
Sento già l’acquolina in bocca e tutto l’imbarazzo di prima è finito nel dimenticatoio.
 
Quando l’ultima cucchiaiata di tortino finisce, se possibile anche il mio umore sembra essere migliorato.
 
“Ti è piaciuto tutto?” mi domanda Edward regalandomi l’ennesimo sorriso della serata.
“Ogni singola cosa” borbotto sorridendo anche io.
 
Perdersi nei suoi occhi non è mai stato così dolce come adesso, che una musica leggera sta riempiendo l’atmosfera.
 
“Ti va di ballare?” mi domanda alzandosi dal suo posto per poi tendermi una mano.
L’afferro decisa, dicendo a me stessa che per nessun motivo lui potrebbe farmi cadere.
 
Mi attira a sé, stringendo il mio corpo contro il suo.
La musica soave del violino riempie il silenzio tra noi e i nostri occhi si stanno dicendo una miriade di cose.
 
Le sue mani scivolano sulla mia vita, le mie si agganciano al suo petto.
Veniamo cullati dalla musica mentre il mio capo si arrende, prendendo posto accanto al suo cuore.
 
Posso sentirlo battere, forte ma regolare.
Mi rilassa tanto da chiudere gli occhi e godermi fino in fondo il momento.
 
Dondoliamo sui nostri passi, non ci serve niente di più, con Edward che appoggia il mento tra i miei capelli.
 
La musica cambia leggermente ed entrambi torniamo occhi negli occhi.
 
Gli sorrido felice, rilassata e visibilmente innamorata ma niente di tutto questo è colpa del vino.
Sono pienamente cosciente e mi accorgo bene del momento in cui inizia a lasciare dei lievi e dolci baci su tutto il mio viso.
 
Sulla fronte, sulle tempie, sulle guance, sul mento e poi sulle labbra.
Ma questo non è un semplice bacio è molto di più.
Carico di trasporto e di amore, il nostro.
 
Sorrido sulle sue labbra appena si allontana e lui fa lo stesso.
“Che ne dici se ora continuiamo la serata a casa nostra?
Sentirgli dire casa nostra è un’emozione che non si può descrivere.
 
Annuisco e prendendomi per mano ci avviamo verso l’auto.
 
 
La mattina seguente, un profumo di caffè mi avvolge.
Mi scopro da sola nel grande letto di Edward, coperta solo da un lenzuolo.
 
I ricordi della sera precedente mi colpiscono in pieno, facendomi rivivere ogni singola sensazione, compreso il dopocena qui a casa.
 
Mi vesto velocemente e vado in cucina dove trovo il mio amore intento a prepararmi la colazione.
 
“Oh no amore mi hai battuto sul tempo, stavo venendo io da te” borbotta fintamente offeso.
Gli stampo un bacio sulle sue labbra perfette e mi siedo rubando una fragola dalla vaschetta sul tavolo davanti a lui.
 
“Non mi è piaciuto svegliarmi in un letto vuoto però poi ti ho trovato qui”
“Neanche a me ha fatto piacere lasciarti lì da sola ma devo correre sul set e non dico di essere in ritardo ma non ho molto tempo” borbotta un po’ infastidito.
“Va bene, tanto anche io devo andare.
Poi oggi passerò un po’ di tempo con Alice.
Ci troviamo qui stasera per la cena?
Potrei cucinare io” propongo felice.
“L’idea mi piace molto.
Ma ora tu fai colazione, io devo scappare.
Ti amo” borbotta prima di abbracciarmi e darmi una serie di baci su tutto il viso, proprio come la sera precedente.
“Ti amo anch’io.
Ora vai, non vorrai fare tardi il primo giorno di riprese?”
 
Mi dà un altro bacio e corre fuori di casa.
 
Poco più tardi anche io esco per cominciare la mia giornata al ristorante.
 
Ho invitato Alice a casa di Edward che adesso è anche casa mia.
Mi fa un certo effetto definirla tale, a parte i miei vestiti, di mio qui dentro non c’è praticamente nulla.
 
Appena entra, anche lei strabuzza gli occhi guardandosi attorno attenta.
“Caspita Bella, è meglio di vincere un terno al lotto!
Sono davvero contenta per te amica mia, ti meriti tutto questo” Alice si butta su di me e mi abbraccia stretta.
 
Mi chiedo come avrei fatto senza di lei in tutti questi anni.
“E poi fattelo dire, quella cosa che hai al dito è s.t.u.p.e.n.d.a.!”
Scoppiamo a ridere entrambe, felici di poter passare un po’ di tempo insieme.
 
Alice ha un cuore grande, è l’amica che tutti vorrebbero, è leale e sincera ma non manca di rimproverarti se fai qualcosa di sbagliato.
 
Beviamo il caffè, mangiamo i pasticcini che lei ha portato e ci organizziamo per andare sul set non appena i pass saranno disponibili.
 
Insieme aspettiamo l’arrivo di Edward che non tarda molto.
 
Felice di trovare Alice ancora lì, ci sventola davanti al naso una mano dalla quale pendono due cartoncini con sopra scritti i nostri nomi.
 
Entrambe saltiamo di gioia come bambine e ci abbracciamo.
“Eccoli qui.
Potrete usarli quando e come vorrete.
Avrete libero accesso sempre”
 
Perdo il conto delle volte in cui Alice ringrazia un Edward sempre più divertito dalla buffa situazione.
 
Quando Alice se ne va, io posso finalmente chiedere al mio fidanzato com’è andata la sua giornata.
Lo vedo stanco anche se il sorriso non scompare mai dalle sue labbra.
“E’ stata una giornata impegnativa.
Abbiamo lavorato molto.
Il regista è piuttosto pignolo e perfezionista ma per me non è di certo un problema” sorride iniziando a spogliarsi.
 
In mezzo al salotto.
 
“Ma che ne dici se adesso ci dedichiamo un po’ a noi?” domanda togliendosi anche la camicia e restando a torso nudo.
“Direi di cominciare con un bel bagno nell’idromassaggio” borbotta accorciando la distanza tra di noi.
 
Non me lo faccio ripetere due volte, intreccio le dita nelle sue e lo seguo, diretti dritti verso il bagno.
 

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Capitolo 26
*** 25^ Capitolo ***


Buonasera ragazze e bentrovate per un altro capitolo.
Ci stiamo immergendo sempre di più nella relazione di Edward e Bella, sembrano affiatati ed innamorati ma gli inconvenienti e forse anche qualche incomprensione potrebbero essere dietro l’angolo.
Vi ringrazio come sempre e vi lascio alla lettura.
Un bacione.
 
 
 
Bella
 
 
Sono troppo eccitata, oggi dopo il lavoro insieme ad Alice andremo a vedere Edward sul set.
 
Alice verrà a prendermi al ristorante a fine turno.
Non ho avvisato Edward del nostro arrivo, voglio fargli una sorpresa.
 
Finalmente il mio turno è finito e sono nello spogliatoio per darmi una sistemata.
Infilo i miei jeans preferiti che mi ha regalato Edward, un maglioncino a fiori, il trench e le mie immancabili Converse.
Rinfresco anche il trucco e dandomi un’ultima occhiata allo specchio, afferro la borsa e mi dirigo verso la sala del ristorante.
 
Trovo Alice che mi sta aspettando mentre chiacchiera con un paio delle mie colleghe.
“Ciao Alice, eccomi sono qui” le avvolgo le braccia intorno al corpo per salutarla.
“Ciao Bella, sei pronta per la nostra avventura?” mi domanda emozionata, se fossimo da sole scommetto che inizierebbe a saltellare dalla gioia.
“Come non mai” borbotto sorridente.
 
Inizio a sentire l’adrenalina per ciò che vedremo fra poco e sono davvero impaziente.
 
Mezz’ora più tardi siamo sul posto.
 
L’addetto alla sicurezza ci chiede di mostrare i nostri pass e la carta d’identità e poi ci lascia entrare.
 
Il luogo di queste prime riprese è al chiuso, in un grande spazio.
Il via vai di gente che c’è qui oggi è impressionante, tante persone ci passano accanto, intente nel loro lavoro.
 
Siamo ancora dietro le quinte, per così dire, da dove tutto parte.
Truccatori e parrucchieri stanno preparando gli attori, ognuno seduto davanti al proprio specchio.
 
Sul retro di ogni sedia possiamo leggere i loro nomi.
Sto cercando quello di Edward consapevole che potrebbe anche essere da un'altra parte.
 
All’improvviso sento una voce, familiare ma non troppo, che mi chiama.
“Isabella, sei tu?” mi volto e mi trovo davanti l’ultima persona che avrei voluto vedere.
 
Zoe.
 
Cosa ti aspettavi Bella, lei è la co-protagonista di Edward, pensavi non ci fosse?
 
La vocina che da un po’ era stata in silenzio torna a farmi visita.
 
“Oh ciao Zoe, è un piacere vederti”
Bugiarda Bella, pessima bugiarda, menti meglio.
 
Con la coda dell’occhio vedo Alice lanciarmi un’occhiataccia.
Deve averla riconosciuta, anche se non l’ha mai vista, grazie ai miei racconti più che esaustivi.
 
“Immagino tu stia cercando Edward?
Vieni, ti accompagno da lui, dovrebbe essere dal sarto” inizia a camminare e noi la seguiamo.
 
Zoe ci fa strada in quel labirinto di stanzini e saloni e da un lato sono felice che ci sia lei a guidarci.
 
Camminiamo per qualche minuto con Alice che mi lancia pessime occhiate rivolte alla ragazza e Zoe che si comporta come prima donna salutando e parlottando con ogni singola persona che incontriamo.
 
Finalmente raggiungiamo la stanza dove si provano i vestiti.
 
Zoe bussa alla porta e la apre senza però aspettare che dall’interno qualcuno le dia il permesso di entrare.
 
Altra cosa che io non sopporto.
 
La porta si spalanca rivelando Edward con indosso solo un paio di boxer.
 
Lui non sembra preoccupato né tantomeno infastidito dalla situazione.
Io invece vorrei sprofondare, mentre Alice per contegno, si volta spostando lo sguardo altrove.
 
L’unica che non appare sconvolta è Zoe che continua imperterrita a passare ai raggi x l’intero corpo del mio fidanzato.
 
Mentre lui ha occhi solo per me.
 
“Ehi amore, ciao non mi aspettavo di vederti qui oggi.
Se mi avessi avvisato sarei venuto a prenderti all’ingresso” si avvicina a me con un paio di falcate e mi dà un casto bacio sulle labbra.
 
Poi si rivolge ad Alice
“Ciao anche a te Alice, come stai?” le domanda aspettando che lei gli risponda.
“Sei vestito?” chiede lei restando nella stessa sua posizione.
“Oh andiamo Alice non c’è bisogno di fare i vergognosi” le dice prendendola per un gomito.
 
Alice si lascia andare, senza però abbassare mai lo sguardo sotto il naso di Edward.
Lui le dà un bacio sulla guancia e lei sembra una mummia da quanto è rigida.
 
“Grazie Zoe di averle portate da me, credo si sarebbero perse qui dentro” lui le sorride gentile ed io vorrei dargli uno scapellotto.
“Dovere” risponde lei regalandogli un grande sorriso da smorfiosa.
Poi se ne va e finalmente ci lascia soli.
 
“Edward, per oggi siamo a posto.
Vado anche io.
Ci vediamo prossimamente” il costumista ci interrompe per salutarci.
“Grazie a te Bob, a presto”
E anche lui se ne va.
 
“Ragazze datemi due minuti che mi rivesto, poi vi faccio fare un giro turistico”.
 
Quando Edward torna da noi, ci porta a spasso per il set.
Ci mostra gli spazi per i camerini privati, i set fotografici, alcuni allestimenti già pronti per le scene di domani.
 
Incontriamo molte persone, tra cui alcuni colleghi attori e anche il regista che si ferma a parlare con noi.
“E’ un piacere rivederti Isabella, sono felice di avervi qui”
“Il piacere è mio Matt, io e la mia amica Alice non vedevamo l’ora di vedere dal vivo come si costruisce un film.
Grazie dell’opportunità”
“Oh in realtà dovrei essere io a ringraziare te” mi confessa spostando lo sguardo da me ad Edward.
 
Mi chiedo che cosa possa mai voler dire..
 
“Devo ringraziarti perché da quando sono iniziate le riprese, mi sono reso conto che non avrei potuto scegliere attore migliore di Edward e tutto è grazie a te.
Sai, nei momenti passati in privato con lui a discutere del film, delle scene, lui ha sempre avuto un pensiero per te, faceva sempre il tuo nome.
E il solo vedervi insieme mi conferma quanto tu sia importante per il suo ruolo di attore.
Credo che tu lo abbia ispirato e se possibile migliorato” termina spostando lo guardo su di me.
 
Wow, un complimento così bello da parte sua non me lo aspettavo proprio.
 
“Beh, che posso dire, grazie anche se non ho mai dubitato della bravura di Edward e quindi non pensavo di averne merito”
“Fidati, è così.
Ora se volete scusarmi devo scappare.
E’ richiesta la mia presenza per cose burocratiche.
Buon proseguimento e spero di vedervi qui in giro presto” esclama guardando l’orologio, prima di allontanarsi dalla parte opposta da cui è venuto.
 
“Ragazze, anche io devo finire un paio di cose.
Farò presto ma non state qui ad aspettarmi”
Poi si rivolge a me
“Amore, vai a casa.
Passo a prendere qualcosa da asporto in quel ristorante che ti piace tanto e poi arrivo” si avvicina e mi lascia un bacio.
“Ok, certo Edward, ti aspetto a casa, non metterci troppo” le nostre mani si intrecciano per un attimo prima che lui ci indichi la strada per uscire di lì.
 
Nonostante le indicazioni di Edward, Alice ed io ci perdiamo un paio di volte, finendo in refettorio prima e in sala relax dopo.
 
Alla fine, dopo venti minuti buoni, siamo ancora lontani dall’uscita.
“Ma questo posto è davvero un labirinto” borbotta Alice alle mie spalle.
“Già” le rispondo proprio quando passiamo davanti alla toilette.
 
Mi fermo di colpo, pensando di fare una tappa.
Alice sbatte incontro alla mia schiena, non accorgendosi che mi sono fermata.
“Diamine Bella, potevi avvisarmi, ti ho fatto male?” mi chiede preoccupandosi per me.
“No no non preoccuparti, è solo che ho bisogno di andare al bagno”
“Va bene, ti aspetto qui.
Lasciami la borsa così sei più comoda”
 
Quando esco da lì ed Alice mi porge la borsa, questa cade per terra a causa di quello che i miei occhi stanno vedendo in questo momento.
“Scusa Bella, pensavo l’avessi afferrata, non volevo.. Bella” la mia amica mi chiama vedendo che non reagisco alle sue parole.
 
Alza gli occhi su di me e segue la rotta del mio sguardo.
 
Quando entrambe guardiamo nella medesima direzione, anche sul suo viso si dipinge la mia stessa espressione.
 
Edward che bacia Zoe.
 
Ogni possibile scenario si presenta davanti a me, da quello più plausibile a quello più tragico.
 
Potrebbe essere una prova per un bacio di scena se non fosse per il luogo in cui si stanno baciando, una zona appartata ed anche un po’ al buio.
 
Il mio cuore di certo non crede a ciò che sta vedendo ma i miei occhi non mentono.
 
“Bella..” Alice appoggia una mano sul mio braccio per confortarmi ma in questo preciso istante l’unica cosa che vorrei fare è andare lì e chiedere spiegazioni.
 
Ma so che farei una scenata davanti a tutti e proprio non è il caso quindi raccolgo la mia borsa da terra e mi ricompongo.
“Alice, andiamo a casa”
 
Non voglio far scendere neanche una lacrima, almeno non prima di essere da sola.
 
Il viaggio in auto è silenzioso, nessuna delle due vuole parlare o sa cosa dire se non ciò che ha visto.
 
Non sono sicura di dovermi preoccupare ma l’unica cosa di cui sono sicura è che stasera non dormirò a casa di Edward.
 
Casa nostra.
 
Ma ad Alice non voglio dirlo, voglio che per una notte tutto si spenga.
 
Ho bisogno di pensare e forse di capire se sono capace di reggere questo peso, ogni santo giorno e per ogni film in cui lui dovrà recitare.
E’ un attore e lo sapevo bene quando ho accettato di essere la sua fidanzata ma dirlo è una cosa e viverlo è un’altra.
 
Mi fido di lui ma non mi fido di tutte le persone che gli gravitano attorno, quelle sarebbero abbastanza per logorare un rapporto.
 
Alice mi lascia davanti casa di Edward.
La saluto ringraziandola ed abbracciandola, cercando in quell’abbraccio un po’ della forza di cui ho bisogno in questo momento.
 
Entro in casa e riempio un borsone con alcune delle cose che mi serviranno fino a domani.
Passerò la notte nel mio vecchio appartamento che fortunatamente non ho venduto e poi domani si vedrà.
 
Sono ormai le 19.00.
Edward dovrebbe tornare a casa a momenti con la nostra cena.
Qui a casa non ho niente da mangiare ma non è un problema, non ho proprio fame.
 
Mi butto sul letto almeno per riposare il mio fisico, certa che la mia testa resterà accesa per molto tempo.
 
Decido di spegnere il telefono per evitare che Edward possa chiamarmi o mandarmi messaggi.
 
Non so quanto tempo passa ma in qualche modo, sfinita dalla giornata e dalle lacrime, riesco ad addormentarmi.
 
Ma è un sonno inquieto, movimentato finchè non sento un forte bussare alla porta.
 
Lo spavento lascia spazio alla consapevolezza che fuori da quella porta c’è Edward.
“Bella, Bella lo so che sei lì, aprimi subito” lo sento forte.
 
Potrei fare finta di non esserci o potrei aprire e farmi spiegare che cosa significa ciò che ho visto qualche ora fa.
“Aprimi per favore, ho bisogno di sapere che diavolo è successo” il tono deciso, con un pugno che batte ancora sulla porta.
 
Anche io ne avrei un gran bisogno..
 
ma non so se ne ho davvero la forza…
 
Edward capisce che se anche io sono dietro quella porta, non ho intenzione di aprirgli e quindi fa l’unica cosa che può fare adesso
“Va bene, io mi siedo e ti aspetto.
Quando vorrai aprirmi mi trovi qui fuori” borbotta arrendevole.
 
Non mi fa sentire meglio saperlo lì fuori anzi ma ho bisogno di un po’ di tempo.
 
 
 
Edward
 
 
Sono entrato in casa e le luci erano tutte spente; ho chiamato Bella e non ho ricevuto nessuna risposta.
“Ma che diavolo succede?” all’inizio mi sono preoccupato, poi mi sono detto  -magari è ancora con Alice- così l’ho chiamata.
 
Le sue parole mi hanno gelato sul posto: Alice ha accompagnato Bella fin qui davanti a casa ma lei qui non c’è.
 
Ora anche Alice è preoccupata perché nessuno dei due sa dove si è cacciata.
“Provo a chiamarla, tu prova a mandarle un messaggio, ci sentiamo dopo Alice”
 
Cerco il nome di Bella in rubrica ed avvio la chiamata.
Il telefono risulta spento e vado ancora più nel panico.
“No, no no ma dove sei finita Bella?”
 
Poi come un flash mi viene in mente che potrebbe essere andata nel suo vecchio appartamento, anche se non ne comprendo il motivo, per di più senza avvisarmi e darmi spiegazioni.
Così afferro di nuovo le chiavi dell’auto e mi dirigo verso la sua vecchia casa.
 
Busso più volte senza ovviamente ricevere risposta.
Non so davvero perché si comporta così, questa specie di sbalzo d’umore incomprensibile e senza apparente motivo.
 
So che è qui dentro ma se lei non vuole aprirmi allora l’aspetterò qui fuori, fino a domattina.
 
Prima o poi dovrà uscire per andare a lavoro e così avrò le mie spiegazioni.
 
La mattina seguente vengo svegliato da una chiave che gira nella serratura.
 
Il topolino esce dalla tana, finalmente.
 
Non mi alzo almeno finchè non uscirà.
L’effetto sorpresa paga sempre, in bene ed in male.
 
E infatti, l’espressione sul suo viso mi fa capire che non si aspettava la mia presenza lì.
“Cosa pensavi, che me ne sarei andato senza sapere perché ti sei comportata così?” le domando tirandomi su in piedi.
 
E’ stupita e per un attimo sposta lo sguardo lontano da me.
“Adesso entriamo un attimo in casa e mi spieghi che cavolo ti è preso ieri sera”
 
Fa per ribattere ma la fermo subito
“Faremo presto e non arriverai in ritardo al lavoro”
Acconsente, costretta alla resa.
“Ti ascolto” le dico chiudendomi la porta alle spalle.
 
E’ agitata, si guarda attorno, senza incrociare i miei occhi.
Poi sussurra
“Ieri sera mi hai detto che avevi ancora un paio di cose da fare prima di tornare a casa”
 
Sì mi ricordo, le ho detto così.
“Sì, è così, sei arrabbiata perché ho fatto tardi?”
E’ assurdo che sia per questo.
 
Di nuovo resta in silenzio e questo comportamento mi fa impazzire, in male.
“Bella per favore vuoi spiegarmi?” il mio tono di voce si alza, forse troppo ma non ce la posso fare, mi sto innervosendo.
 
Lei sgrana gli occhi e si mette davanti a me per rispondermi.
“E questo paio di cose includeva anche baciare Zoe?” domanda praticamente urlando.
 
Cosa? Ma che cos..
Oddio no.. non dirmi che ci ha visti proprio in quel momento.
 
“Bella, ti posso spiegare, è..”
“Oh sì prego, dimmi tutto” borbotta gesticolando frenetica.
“E’ un malinteso, davvero.
E’ stata tutta colpa di Zoe.
Non sono riuscito ad evitare che mi saltasse addosso, ma in tutto questo ti sei persa la parte in cui l’ho allontanata”
 
Lei mi osserva scrutandomi, sa che io non le farei mai una cosa del genere ma del resto lei ha visto ciò che è accaduto.
 
Metabolizzando le mie parole, la vedo già ammorbidirsi.
“Bella, devi credermi, io non ti farei mai una cosa del genere, ti amo troppo e a lei non ho mai dato segnali per autorizzarla a provarci con me”
 
Bella resta ferma sui suoi passi, so che si fida di me e queste sono tutte insicurezze che purtroppo si porta ancora dietro ma non deve avere timori di questo tipo né di nessun altro.
 
Non posso più sopportare questa lontananza tra di noi.
“Bella, sono una vittima e non appena ho allontanato Zoe, l’ho pregata di non rifare mai più una cosa del genere.
Spero mi abbia capito, altrimenti sono disposto a ripeterglielo altre mille volte”
 
Bella mi scruta silenziosa e so che sta per cedere, il suo linguaggio del corpo me lo fa capire bene.
Ne approfitto per andarle incontro e prenderla tra le mie braccia.
Si lascia andare e allaccia le sue braccia intorno a me.
“Scusami Edward, non so perché continuo ad avere questi pensieri, mi fido di te davvero io..” la sento iniziare a piangere e non ce n’è davvero motivo.
“Shh shh basta piangere, non serve ma non voglio più che tu dubiti per ogni minima cosa.
Io sono tuo e tu sei mia, per sempre” le asciugo le guance con il pollice e poi aggiungo
“Ora raccogliamo le tue cose e ti accompagno a lavoro, ok?”
 
Annuisce e corre a prendere tutto.
 
Lasciare l’appartamento con lei tra le mie braccia è già un gran sollievo.
Ritrovarla a casa questa sera sarà meraviglioso.

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Capitolo 27
*** 26^ Capitolo ***


Buonasera ragazze e bentornate per un nuovo spero appassionante capitolo di Non sarà un’avventura.
Con la fine di Land of freedom, vedremo l’inizio di un’altra storia della quale ho già postato un paio di capitoli sul mio vecchio account (al quale non riesco più ad accedere).
Ho pensato quindi di portare avanti quella fan-fic lasciata indietro, mentre la mia testolina pensa a nuove cose da mettere nero su bianco.
Ora vi lascio alla lettura ma solo dopo avervi ringraziate a tutto cuore.
Un bacione.
 
 
 
Bella
 
 
La giornata precedente era stata a dir poco al cardiopalma.
 
In un solo attimo avevo creduto di aver perso ogni cosa costruita insieme ad Edward.
 
In fondo al mio cuore giace costante una sorta di paura, di timore che qualcosa possa andare storto, che ancora non mi fa vivere tranquillamente la nostra storia d’amore ma sempre lì in fondo sono consapevole che non avrei mai potuto scegliere persona migliore di Edward.
 
E allora perché non riesco a scrollarmi via di dosso questa terribile sensazione, questo senso persistente di inadeguatezza che si insinua perennemente nelle mie vene…
 
E’ sempre lì, pronto a saltare fuori, nonostante tutti, nonostante tutto.
 
L’inizio di questa giornata è stato decisamente un toccasana per me.
 
Trovare Edward sul pianerottolo a fianco della mia porta d’ingresso non ha avuto prezzo.
 
L’ho ascoltato, l’ho capito e gli ho creduto, perché sempre in fondo al mio cuore so che non sarebbe capace di un gesto così vile.
 
Stavo dicendo dell’inizio della mia giornata.. ottimo direi e sarebbe potuto continuare così o anche meglio se appena messo piede dentro al ristorante, non avessi incrociato nientepopodimeno che Liam.
 
La mi smorfia la dice lunga su quanto io sia contenta di incontrarlo e lui sembra davvero felice di infastidirmi e non ne perde occasione.
 
“Oh ma guarda chi abbiamo qui, la fidanzata del famoso attore hollywoodiano” sghignazza beffardo.
 
Gli passo accanto facendo del mio meglio per ignorarlo anche se mi riesce difficile.
 
Credo di esserci riuscita ma lui allunga una mano e mi afferra un gomito.
 
Lo strattone è così forte che vado a sbattergli addosso, esattamente ad un palmo di naso.
 
Ho sempre odiato questi gesti, se poi sono verso una donna ancora di più e i ricordi tornano a ciò che è successo con Edward durante quella settimana di vacanza.
 
E oggi come allora mi è impossibile trattenermi, appena il tempo di pensarci che la mia mano colpisce in pieno la sua guancia, con un grande schiocco.
 
La mano mi duole per il colpo ma anche la sua guancia risente del mio schiaffo.
Si porta un paio di dita a toccarla.
 
Liam resta stordito per un attimo, poi inizia a inveirmi contro, snocciolando i più scandalosi epiteti che esistono.
 
Il ristorante fortunatamente è vuoto altrimenti questo sarebbe stato davvero un pessimo spettacolo per tutti noi.
 
Attirati dalle urla di lui e da me, che indietreggiando per cercare di sfuggire alla sua ira colpisco uno sgabello facendolo cadere a terra, alcuni miei colleghi e Laurent ci raggiungono, uscendo dalla porta della cucina.
 
“Ehi ma che succede qui?
Liam ma che diavolo stai facendo?
Isabella stai bene?” mi domanda il mio Laurent.
 
“Sì, sì tutto bene grazie.. lui sta peggio” alle mie parole tutti si voltano a guardarlo, riconoscendo le mie cinque dita sulla sua guancia.
 
“Per oggi sei sollevato dal lavoro Liam, ci vediamo domani se ti sarai calmato, per parlare e discutere sul tuo futuro qui” gli dice Laurent.
Liam viene liquidato così, si allontana dal ristorante senza però togliere mai lo sguardo da me.
 
Non che mi faccia paura però credo di averlo ferito nell’orgoglio, insomma venire schiaffeggiato da una donna, è abbastanza irritante.
 
Mi riprometto che Edward non deve sapere niente di questa storia altrimenti sarà il finimondo.
 
Il servizio procede per il meglio e quando è il momento di tornare a casa, non vedo l’ora di chiamare Alice per fare due chiacchiere.
 
Durante tutto il tragitto verso l’appartamento, ho la sensazione di essere seguita.
Per un attimo ci credo davvero, poi mi dò della stupida al solo pensiero.
 
Mi concedo una doccia rilassante provando il nuovo bagnoschiuma al cocco che ho acquistato qualche giorno fa; indosso una comoda tuta e poi mi siedo sul divano per chiamare Alice.
 
Le racconto di come Edward ed io abbiamo chiarito e lei mi dice di non avere mai avuto dubbi su di lui, ma molte riserve su di lei che sembra davvero una gatta morta.
 
Ci salutiamo e guardando l’ora corro in cucina per preparare la cena.
Spero che in frigo ci sia ancora qualcosa, non ho fatto la spesa negli ultimi giorni.
 
Alla fine trovo del pollo e le patate da poter fare al forno.
Preparo tutto e mi resta il tempo anche per una torta di mele.
 
Edward entra in casa dopo le 20 e la cena è ormai pronta.
 
“Ehi” mi dice dandomi un dolce bacio sulle labbra.
“Ciao, sembri stravolto” gli accarezzo una guancia.
“Il regista oggi era nervoso e incazzato, non gli andava bene niente.
Ci ha fatto rifare alcune scene più di quattro volte” si butta sul divano allentando la cravatta.
 
Mi siedo accanto a lui e gli massaggio un po’ le spalle.
“Mmm Bella, sei davvero una benedizione” socchiude gli occhi e si lascia andare al mio tocco.
“Che ne dici di farti una bella doccia e poi ceniamo.. ho fatto il pollo arrosto con le patate e per dessert una bella torta di mele, credo che ti piacerà” gli sussurro orgogliosa di me.
“Oh sicuramente, ci metterò un attimo” mi afferra le mani e me le bacia e poi corre verso il bagno.
 
Dieci minuti più tardi torna da me con indosso i pantaloni della tuta ed una maglietta bianca.
Anche vestito così è bellissimo.
 
M’incanto un po’ ad osservarlo finchè lo sento borbottare
“Non guardarmi così” mi rende uno sguardo ammiccante.
“Perché, come ti sto guardando?” domando innocente.
“Come se non mi avessi mai visto”
“Anche con un sacco della spazzatura addosso saresti sempre bellissimo” i complimenti si sprecano ma per lui andrei avanti all’infinito.
“Lo stesso vale per te” ribatte deciso.
“Bene, forse è il momento di cenare altrimenti si raffredda” borbotto per interrompere il nostro momento di complimenti.
 
“Oddio Bella era tutto buonissimo, grazie per questa cena” dice leccandosi le dita dopo aver ingoiato l’ennesimo pezzo di torta.
“Bene, prego figurati” una risatina scappa al mio controllo mentre mi alzo per riporre i piatti sporchi in lavastoviglie.
“Ah no, tu hai cucinato e i piatti toccano a me”
 
E così sarà perché Edward non ammette repliche, nonostante sia stanco, nonostante domani debba uscire ancora prima per raggiungere il set.
 
Ne approfitto per lavarmi i denti e nel frattempo controllare il mio cellulare.
 
Proprio in quel momento, un bip mi indica l’arrivo di un messaggio.
E’ Laurent, mi avvisa di non recarmi a lavoro domani.
Vuole parlare con Liam ed è meglio se lui non mi vede.
 
Domani giornata libera… so già come poterla sfruttare.
Mando subito un messaggio alle sorelle di Edward per chiedere loro se vogliono scatenarsi con una giornata di shopping.
 
La risposta arriva subito: domani usciremo tutte e tre insieme e ci divertiremo un sacco.
 
Torno in cucina ed Edward ha appena finito di rassettare la cucina.
 
“Ci hai messo un po’ amore, mi sei mancata” borbotta abbracciandomi, mi lascia un bacio sulla fronte.
“Oh sì, Laurent mi ha avvisata di non andare a lavoro domani e quindi ho pensato di..”
“Come mai non andrai a lavoro domani?” chiede curioso.
 
Oh no e adesso che gli dico?
La verità?  Neanche per sogno.
Una bugia?  Men che meno.
 
“Mi ha detto che ci sono poche prenotazioni a causa di quella fiera enogastronomica e quindi mi anticipa un giorno di ferie”
 
Una mezza bugia o verità, che dir si voglia.
 
C’è davvero quella fiera e ci sono davvero poche prenotazioni, quindi…
 
“E cosa avresti pensato di fare?” domanda ancora curioso.
“Forse è stata una pessima idea o forse no ma ho chiesto alle tue sorelle di fare shopping”
 
L’espressione che si dipinge sul viso di Edward non preannuncia niente di buono e già mi pento di avere avuto quella idea.
 
“In bocca al lupo Bella, non pensavo volessi passare la prima giornata così con loro” poi aggiunge
“In tal caso ti serviranno una bella dormita e una brocca di caffè domattina.
Ora possiamo occuparci del sonno perché io ne ho davvero bisogno, andiamo”
 
Lo seguo, trascinata dalla sua mano che stringe la mia, mi lascio rimboccare le coperte e occhi negli occhi ci addormentiamo vicini.
 
Ho appuntamento con le due sorelle Cullen verso le 10, passano loro a prendermi.
 
Un colpo di clacson seguito da un altro, mi fanno capire che sono arrivate.
 
Raggiungo l’auto parcheggiata fuori dal cancello e salgo, impaziente di passare una giornata decisamente differente dalle altre.
 
“Ciao Bella!” mi salutano in coro le ragazze.
“Ciao Vic, ciao Lizzy” saluto sorridente.
“Allora, sei pronta per una giornata di shopping no-stop?”
 
Seduta sul sedile posteriore annuisco decisa e felice, ignara di cosa significa davvero shopping no-stop.
 
Me ne rendo conto alle 15, con una breve pausa per mangiare un boccone, quando abbiamo praticamente girato tutti i negozi del centro commerciale ma le ragazze ancora non sembrano dare segnali di stanchezza.
 
Abbiamo acquistato un po’ di tutto, io mi sono presa due paia di pantaloni, uno bianco ed uno fantasia, un vestito nero molto particolare, una tuta leggera ma credo non mi serva altro.
 
“Bella, dobbiamo ancora passare in un negozio” borbotta Vic ammiccando verso la sorella.
 
Ancora?
 
“Oh sì dobbiamo proprio” fa eco l’altra.
 
Alla fine mi trascinano in un negozio di lingerie.
 
Vorrei non l’avessero fatto.
 
Credo di avere il viso paonazzo mentre scivolo a fianco dei manichini e dei modelli più succinti di body, reggiseni e perizoma.
 
“Bella, secondo me questo piacerebbe ad Edward!” Lizzy sventola per aria un completo rosso fuoco che di casto ha davvero poco.
 
Non faccio in tempo a riprendermi da quella vista che Vic me ne mostra un altro, forse peggio del primo.
 
Io vorrei solo intimo in stile mutandoni della nonna, comodi e versatili al massimo ma quando i miei occhi si posano su alcuni modelli, uno in particolare, il mio cuore inizia a battere forte.
 
Mi fermo in mezzo al negozio tant’è che Vic quasi mi sbatte addosso.
 
“Ehi ma che succede?” domanda curiosa.
Poi si accorge di cosa sto guardando e anche lei si blocca sul posto.
“Oh sì, decisamente sì!” esclama.
“Devi assolutamente provarlo, chiediamo la taglia.
E guarda, ci sono anche la vestaglia e la sottoveste”.
 
Entro in camerino e provo tutto e tutto mi sta davvero bene.
Chiamo le ragazze per mostrare loro come mi stanno le cose che ho scelto e il loro pollice in su mi convince ad acquistare ogni indumento.
 
Dopo quest’ultima spesa decidiamo finalmente di fare ritorno a casa.
Anche se ho i piedi doloranti, sono proprio felice.
 
Durante il viaggio chiacchieriamo e ridiamo della giornata trascorsa insieme, rendendoci conto di esserci divertite come delle matte.
 
Mi aiutano a portare le borse in casa ma scappano via subito per darmi il tempo di prepararmi per il ritorno di Edward.
Mi fanno promettere di raccontare loro la sua reazione, senza ovviamente entrare troppo nei dettagli.
 
Quando la serratura scatta ed Edward entra in casa, mi trova distesa sul divano, con addosso il completo e la vestaglia comprati oggi nel negozio di intimo.
 
“Ciao amore, sono a casa!” esclama, non avendo ancora notato la mia figura.
 
Le luci sono soffuse per creare un’atmosfera romantica.
 
Quando i suoi occhi si adattano all’ombra e si posano su di me, il suo respiro per un attimo si blocca.
 
Poi sussurra..
“Che cosa ho fatto per meritarmi tutto questo?”

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