La Dea del Volo giudica Anthony

di Terreno
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un compito anomalo ***
Capitolo 2: *** C'è da gioire quando qualcosa supera la propria intelligenza? ***
Capitolo 3: *** Una dinamica che si ripete ***
Capitolo 4: *** Danni e una meschina soddisfazione ***
Capitolo 5: *** Quando è facile capire quali conseguenze negative ci saranno ***
Capitolo 6: *** Si vede chi è il vero padrone ***
Capitolo 7: *** Discesa ***
Capitolo 8: *** Vedo ciò che non vede ***
Capitolo 9: *** Reazioni a catena ***
Capitolo 10: *** Non capisce! ***
Capitolo 11: *** Esclusi dalla società ***
Capitolo 12: *** Come si sono ridotti ***
Capitolo 13: *** Giudizio ***



Capitolo 1
*** Un compito anomalo ***


Salve a tutti, sono la dea del volo.
Forse alcuni di voi avranno già sentito parlare di me, riguardo al fatto che diedi, agli abitanti di un mondo, la possibilità di farsi spuntare le ali, grazie al proprio impegno.
Oggi sono a svolgere un compito diverso da quelli abituali. Di solito sono altre divinità ad occuparsi di giudicare le anime dei morti, la mia specializzazione è diversa: ovvero il volo. Certo, il consiglio divino avrà le sue ragioni, ma sono comunque perplessa.
Mi metto al lavoro. Dunque, dunque, dunque. Va bene, questo è il pianeta da cui vengono. Ne ho sentito parlare.
 


Ho giudicato alcune persone, tutte loro hanno avuto una vita breve e abitavano in zone sperdute. Non ho ben capito quale sia stata la situazione del loro mondo.
Adesso arriva la prossima persona. Si tratta di un uomo un po’ avanti con l’età. Si chiama “Anthony” ed è nato in una regione nota come “Italia” dagli abitanti del luogo.
Subito inizia a dire quanto il mondo e la società siano stati crudeli con lui. Non capisco se il suo è uno sfogo o se stia cercando di avere un giudizio favorevole.
“Stai calmo, adesso vediamo tutto.”
Con pazienza, dopo un po’, riesco a farlo stare zitto.
Quindi inizio a fare l’incantesimo per vedere come sia andata la sua vita. Penso di padroneggiarlo abbastanza bene, anche se altre divinità saranno sicuramente più allenate di me. Certo, ho detto “padroneggiare”. Pensate che i nostri poteri siano dei privilegi? No, anche le divinità devono imparare. Vi dirò di più: siamo così potenti proprio perché siamo disposti ad apprendere a crescere interiormente.
Dopo un po’ appare una bolla tra le mie mani e inizio a guardare gli avvenimenti.
 

Della prima infanzia non c’è molto di interessante. Devo aspettare che arrivi alle elementari, per trovare spazio utile per giudicarlo.
Il primo episodio è una lezione scolastica. La maestra sta chiedendo agli alunni cosa vogliono fare da grandi. Anthony sembra essere il classico studente svogliato e forse non molto sveglio. Magari, però, maturerà in seguito.
I suoi compagni iniziano a parlare dei propri sogni. Cose molto belle, ma che richiedono impegno e dedizione per essere realizzate.
Quando arriva il turno di Anthony, lui afferma di voler diventare una star di internet. Credo che si chiamo così, la rete informatica del pianeta.
Il motivo? Perché, secondo lui, è facile e lo renderà famoso. Crede che basti avere un computer e una connessione alla rete e avrà notorietà e soldi.
La maestra allora gli fa un discorso su cui mi voglio soffermare.
 
Gli spiega che, se vuole che i contenuti che pubblica in rete siano apprezzati, questi devono avere qualcosa di più degli altri.
Pubblicare qualcosa perché si ha un computer e una connessione è qualcosa che tutti possono fare e quasi tutti faranno. Tuttavia il fatto che questo contenuto sia in rete, non vuol dire che sarà guardato.
Fa notare la maestra che ogni utente di internet ha un tempo limitato e non può guardare tutto quello che viene pubblicato. Quindi opererà delle scelte. Se Anthony pubblica qualcosa, perché un utente dovrebbe porre attenzione a quello che pubblica lui, anziché il contenuto di chiunque altro? Per far sì che ciò che inserisce riceva attenzioni, dovrà essere speciale rispetto ai lavori degli altri.
Di contenuti facili da produrre, quelli per i quali basta una connessione e un computer, ce ne sono ben oltre la capacità degli utenti di guardarli. Per questo emergeranno quelli difficili da produrre. Quelli che richiedono o soldi o competenze per essere realizzati. Di certo io preferisco i secondi, dato che tutti possono imparare a farli, purché accettino di impegnarsi e di acquisire una competenza.
 
Anthony però non sembra aver preso molto seriamente la cosa, tanto che non ha nemmeno pensato a cosa trattare per diventare una star del Web. La maestra prova a fagli un discorso, ma lui non vuole capire.
 

Vado avanti. Il bambino prova quindi a diventare una star o, come dice lui, un influencer. Convinto che avrà successo subito, si scontra con la realtà. Crede forse che per avere buoni risultati basti sedersi per dieci minuti? Alla prima difficoltà molla tutto.
Di questo passo, lascerà presto perdere l’idea di diventare un influencer.
 
Scopre che ci sono delle intelligenze artificiali che sono in grado di produrre dei contenuti che ordini loro di fare. Una tecnologia ancora agli albori. Scrive una riga di testo, quello che potrebbe essere un titolo di un lavoro e l’intelligenza artificiale produce l’immagine.
Vedendo che il risultato è migliore dei pochi disegni che ha provato a fare, lo pubblica su un sito.
 
Noto l’ipocrisia di Anthony, che si adira perché un compagno di classe ha copiato quell’immagine, quando lui invece non si è mai fatto problemi a copiare contenuti degli altri. La scusa e che “tanto quelle che copia lui le hanno fatte i ricche” è quella che avanza.
 
Mi colpisce l’osservazione di una sua compagna di classe, di nome Antonella. Gli spiega che “quell’immagine non è sua” ed effettivamente è così. Lui si crede furbo e afferma che ha scritto il titolo.
Secondo vuoi, per fare un paragone, se un bambino chiede alla mamma di fargli i compiti, i compiti chi li ha fatti, la mamma o il bambino? Cos’è, che siccome “se non avesse mai chiesto alla mamma di farli” la mamma non li avrebbe fatti e quindi è merito suo? Non siamo ridicoli, dai?
I compiti li ha fatto l’intelligenza che ha svolto il lavoro, in questo caso quella della mamma.
Come dice il nome l’intelligenza artificiale è un’intelligenza e se è stata lei a generare l’immagine, il merito sarà solo suo. Sarà l’intelligenza l’autrice, colei che dovrà essere lodata, non certo chi ha delegato a lei il lavoro.
Provate a pensarla in un altro modo. Andate a chiedere a un artista un dipinto. Chi lo ha fatto, l’artista o il committente? Qualcuno di voi afferma che è il committente, perché “se non lo avesse commissionato l’artista non lo avrebbe fatto”, forse? No, ovviamente. Lo stesso con un’intelligenza artificiale. Semplicemente si è delegato il lavoro a un’altra intelligenza.
Anthony, però, sembra non capirlo.

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Capitolo 2
*** C'è da gioire quando qualcosa supera la propria intelligenza? ***


I giorni trascorrono più o meno allo stesso modo e Anthony non sembra maturare, né diventare più intelligente. Si tratta del classico studente svogliato, senza alcun interesse. Segue le mode, ciò che tutti reputano “figo”; non è particolarmente sportivo, ma ha un’alta autostima di sé.
 
Per trovare qualcosa di interessante devo aspettare un evento che coinvolge tutto il pianeta: la creazione di un’intelligenza artificiale, più intelligente degli umani, in alcuni specifici ambiti.
L’annuncio viene fatta da una grande compagnia informatica. Qualcosa del genere, però, non può non farmi venire alcune domande. Quale caratteristica ha fatto sì che gli umani prevalessero sulle altre specie? L’intelligenza. Cosa hanno fatto gli umani quasi tutte le specie meno intelligenti di loro, del pianeta? Per conoscere la risposta basta vedere i problemi ambientali. Così come gli esseri umani anno calpesto le altre creature viventi, perché la loro intelligenza glielo permetteva, non potrebbe accadere che, con un’intelligenza superiore al proprio servizio, sia possibile calpestare la popolazione?
Chi controllerà l’intelligenza artificiale?
 
Anthony sembra entusiasta della cosa e si fionda a provare questo nuovo tipo di intelligenza artificiale, per pubblicare a suo nome contenuti di immagini e suoni. Già, Anthony, che non sa neanche mettere due note davanti all’altra, che non sa nemmeno pensare alla più semplice delle melodie, pubblica musiche, credendo che siano sue.
 
Che cosa succede? All’inizio sembra partire bene, poi nessuno lo segue più. Non è in grado di capire il perché, ma io sì. Inizialmente vi è molto entusiasmo per la cosa e molti guardano i suoi contenuti perché è tra i primi a pubblicarli. Passato però l’entusiasmo iniziale, l’hype, il numero di persone che lo seguono cala e molti altri iniziano a fare come lui.
Ecco allora che ritorno ciò che gli aveva spiegato la maestra alle elementari: in un ambiente in cui vi è competizione, i tuoi contenuti devono avere qualcosa di più rispetto a quelli degli altri, affinché possano venire guardati maggiormente. Anthony pubblica sì contenuti di qualità superiore a quella degli esseri umani, ma il livello di qualità è più o meno lo stesso dei contenuti di tutti gli utenti che fanno come lui. Così gli spettatori si distribuiscono uniformemente e nessuno primeggia. Dopo tutto, la vera autrice di quelle immagini e di quelle musiche è una sola: quella nuova intelligenza artificiale.
Anthony non può certo ricevere notorietà così.
 
 
L’unico senso di compiacimento che Anthony riceve e il constatare che il gruppo di gente come lui occupi uno spazio via via più grande nei vari siti. Crede di essere entrato a far parte di un gruppo vincente. L’unico vincitore però è quell’intelligenza artificiale che in rete soppianta tutti coloro che continuano a pubblicare i propri contenuti, perché trovano, giustamente, insensato pubblicare qualcosa che non sia loro, per tentare di prendersi il merito.
 
Poi in rete, quasi tutti coloro che caricavano contenuti fatti da loro o lasciano internet, curando la propria passione per conto proprio, o si uniformano a delegare tutto a questa intelligenza artificiale.
Proprio su uno di quei siti assisto a un breve confronto tra Anthony e Antonella.
 
Sono piuttosto disgustata dalla meschinità con cui la persona che sto giudicando si rivolge alla ragazza. Mi colpisce però una frase di Antonella, in cui gli chiede se crede di essere l’unico a cui è venuta l’idea di delegare all’intelligenza artificiale, visto l’alto livello dei materiali che produce.
La frase di Antonella è vera e si collega a quello che ha detto la maestra. Anthony non ha capito che i sui contenuti non sono solo tra quelli delle persone che non utilizzano l’intelligenza artificiale, ma in mezzo a quelli della stragrande maggioranza di persone che la utilizzano. Come può pretendere che siano notati a tutti quelli che sono al suo stesso livello. Tutti sono in grado di andare a ottanta all’ora con un’automobile, una velocità di gran lunga superiore a quella degli atleti. Però, credete davvero che qualcuno possa ottenere gloria perché va ad ottanta all’ora?

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Capitolo 3
*** Una dinamica che si ripete ***


Mi sto rendendo conto che sto seguendo con più interesse gli sviluppi di questa tecnologia, che gli eventi della vita di Anthony. Il motivo è molto semplice: questa cosa che sta prendendo piede potrebbe cambiare quel mondo. Effettivamente potrebbe essere utile conoscere come si succedono gli eventi su quel pianeta, così da capire la situazione di tutte le altre persone di cui osserverò le vite.
Confesso che quella di quest’uomo non sia affatto interessante. Non solo non si tratta di niente di speciale, ma costui è quasi completamente passivo. Semplicemente vive gli eventi che gli capitano, credendo che un giorno, di punto in bianco, diventerà ricco e famoso. Non ha iniziativa, né idee su cosa fare. Prende sempre la via più facile e se deve investire delle energie, lo fa in quantità minima e per un tempo brevissimo. Finisce comunque per disperderne molte: dato che impiega queste energie per qualcosa di facile, che non gli porta a niente, ma ripete questa operazione più volte, finendo per disperdere una quantità di fatica notevole, se si considera la totalità. Per fare un esempio: non ha nessuna intenzione di mettersi a imparare a fare qualcosa di costruttivo, perché richiederebbe troppo, in compenso è molto incline a commentare e a litigare online. Infatti, fare un commento costa poca fatica e richiede pochi minuti. Così, un commento alla volta, finisce per passare le ore a litigare, ogni giorno. Con meno della metà di ciò che investe per commentare, avrebbe potuto imparare a far qualcosa.
 
Imparare però è una cosa che preferisce delegare alla macchina, convito che poi si prenderà io meriti di essa. Per aver fatto cosa, non lo so.
 
Lo schema è più o meno sempre lo stesso. Ogni volta che esce qualcosa di nuovo, i contenuti ospitati nei suoi canali ottengono un po’ di visibilità. Non appena però passato l’entusiasmo iniziale e che molti altri iniziano a fare come lui, nessuno più lo segue. Infatti, quando scopre qualcosa in ritardo e si mette a caricare materiale dopo che è finito l'entusiasmo, nessuno lo segue nemmeno all'inizio. Il motivo è sempre lo stesso: tutti i contenuti pubblicati in rete sono allo stesso livello. Quando l’intelligenza artificiale supera quella umana in un ambito, tutti la usano, non rendendosi conto, che, in realtà, è come se ci fosse un singolo autore che fa, appunto, contenuti in base al suo livello.
 
Il comportamento di Anthony non è affatto raro. Prova ne è l’evento in cui constata che i commenti sotto i video da lui caricati sono solo di gente che vuole pubblicizzare il suo canale, per poi andare a pubblicizzare a sua volta il suo su altri canali.
D’accordo che è ancora un ragazzo, ma se continua così non va a finire certo bene, per lui.
 
L’intelligenza artificiale impara sempre maggiormente a produrre video senza l’ausilio delle riprese effettuate delle persone e quando riesce a farlo completamente, i video prodotti non da questa tecnologia, via via scompaiono dai siti.
 
Mentre il ragazzo frequenta ancora le superiori, diviene sempre più chiaro che per far notare i propri video, sia necessario pagare per avere accesso a intelligenze artificiali migliori, rispetto a quelle gratuite. Non credo però che quella gente avrà a lungo attenzione. Se si è reso conto anche Anthony della cosa, non è difficile capire che presto, molti altri vorranno comprarsi il successo. Ma, quando tutti faranno così, pensate che il meccanismo di pagare per aver successo, funzionerà ancora?
 
C’è una cosa però che non capisco: ma nessuno ha regolamentato ancora una tecnologia così potente? Non ho visto un paletto messo, né una protesta o un’osservazione di quali conseguenze potrebbe avere su tutti gli ambiti che riguardano l’arte, la preparazione e l’intelligenza. Escludere e rimpiazzare la mente umana da ciò che è bello e strategico, non porterebbe a niente di buono.

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Capitolo 4
*** Danni e una meschina soddisfazione ***


Com’era prevedibile, con questa tecnologia senza freni, né regole, le conseguenze arrivano nella vita reale. Quasi ogni forma d’arte è stata uccisa in silenzio. Mi sarei aspettata un qualche tipo di reazione, invece niente.
La cosa viene semplicemente constata. Mi soffermo su un servizio in cui Anthony vede che anche gli attori più famosi, hanno difficoltà a lavorare. Lui liquida la cosa, dicendo che sono problemi di alcuni ricconi. Io penso a tutte le persone che hanno lavorato in ambito artistico, compresi gli attori meno famosi, che si sono visti infrangere i propri sogni e che adesso stanno avendo problemi economici.
 
Mi soffermo poi sul un giorno in cui il ragazzo elimina tutte le immagini che aveva salvato. Sono tutte immagini prodotte da quelle intelligenze artificiali in grado di superare gli umani. Molto belle, certo, ma la loro quantità ha fatto diminuire il loro singolo valore. Il ragazzo si limita a cancellarle e probabilmente ciò accadrà anche a tutte le immagini in rete. Tutti sono così bombardati da esse, da non aver tempo di ricordarsi di quelle vecchie.
E pensare che prima, un’opera che valeva davvero, poteva venir ricordata per sempre.
 
Anthony quindi lascia la scuola appena non ha più l’obbligo di studi. Non che la cosa mi stupisca. Non è mai stato sveglio, né ha mai avuto voglia di fare niente. Si aspetta davvero di riuscire in qualcosa, così?
“Non è mai servita a niente la scuola.”
Commenta lui, per sostenere che abbia fatto bene a lasciarla. Non dico niente e vado avanti.
 
Se non altro i suoi lo mandano subito a lavorare. Almeno adesso ha la sicurezza economica. Non sembrava molto propenso a farlo, ma i suoi genitori hanno insistito. Ha accettato meno malvolentieri la cosa, pensando che potrà permettersi delle intelligenze artificiali a pagamento. Anthony non è certo una persona che ama pagare per qualcosa, così come impegnarsi, ma basta illuderlo che spendendo una piccola somma otterrà un grande successo e facendo un pagamento alla volta, finirà per spendere capitali.
 
Da quando carica contenuti prodotti da intelligenze artificiali a pagamento, questi vengono visti da più persone, rispetto a prima. Perché ci sono ancora molte persone che usano quelle gratuite, che producono immagini e suoni di qualità inferiori. Ma ciò che li fa emergere è il fatto che Anthony paghi e gli altri no, non certo la sua abilità.
Quelli che se la passano meglio di Anthony sono quelli che utilizzano delle funzioni che richiedono impegno per essere padroneggiate. In pratica la differenza, nel loro caso, la fa l’abilità umana. Quindi, finché ci sarà l’impegno che ci mette una persona a far qualcosa, in una data attività, sarà ancora possibile riuscire a farsi notare.
 
Presto però sempre più persone decidono di pagare per le intelligenze artificiali e vengono automatizzate anche le funzioni che richiedevano conoscenza tecnica. Morale della favola: anche lì la competenza umana viene esclusa.
Anthony sembra contento della cosa, ma nota però che di nuovo nessuno guarda ciò che produce. Ma è ovvio che nessuno li guardi più: ora che tutti pagano e che non vi è più bisogno di competenze per aumentare la qualità del materiale tutti sono allo stesso livello.
Tra l’altro, non si rende conto che sta caricando contenuti a una velocità maggiore di quella alla quale il pubblico può vederla? Se lui ci mette venti minuti a produrre un film e la gente ci mette più di un ora a guardarlo, non sarà materialmente possibile per il pubblico guardare tutto ciò che carica.
Anthony crede che diventerà inflencer grazie all’automatizzazione delle competenze richieste in un dato ambito, ma non si rende conto che, quando quell’ambito viene automatizzato, diviene invece impossibile divenire influencer in quel settore, dato che tutti possono accedervi e che si rivolgono direttamente alla macchina per essere intrattenuti, anziché a lui.
 
Intanto noto che le compagni che producono intelligenze artificiali stanno acquistando altre imprese. Presto avranno il monopolio dell’intrattenimento, ma non è difficile capire che si espanderanno anche in altri settori.
 
Dopo quasi quindici anni, si vedono finalmente le prime proteste. Tuttavia le manifestazioni sono poche e fiacche. Se vogliono provare ad ottenere qualcosa, devono fare molto di più. Di certo non regolamenteranno questa tecnologia per due manifestazioni nella capitale.
Noto anche la meschina soddisfazione di Anthony nel vedere che gente che ha studiato sta perdendo il lavoro e che quindi aveva ragione lui a non impegnarsi. A pensarci bene, questa meschina soddisfazione è in realtà la prima vera cosa che questa tecnologia ha dato ad Anthony.
Lo ha fatto forse diventare un influencer? No, solo gli ha fatto godere di non essersi impegnato e che la gente intelligente che lo ha fatto ora non se la passi meglio di lui. Solo questo però, non ha ottenuto nient’altro, né la sua situazione è migliorata.
Di questo passo, le cose potrebbero andare male.

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Capitolo 5
*** Quando è facile capire quali conseguenze negative ci saranno ***


Sto andando avanti a guardare la vita di Anthony. Di scelte stupide ne fa e non sa guardare a un metro dal proprio naso. Prende semplicemente la strada che può dargli benefici nell’immediato, non chiedendosi se le scelte che fa possano avere conseguenze negative guardando un attimo più avanti. Gioisce e contribuisce a far prendere a tutti una strada che, a queste condizioni, non è affatto buona.
 
Mi viene da sorridere, durante il periodo in cui crede di interessarsi di politica. Certo, proprio lui che ha fatto a malapena la scuola dell’obbligo, crede di poter dire agli altri come funziona il mondo?
Presto però delega anche questa cosa all’intelligenza artificiale. Certo, se quel che scriveva prima aveva poco valore, adesso vale proprio niente. Nemmeno lui pensa che valga la pena scrivere quelle cose. Perché qualcuno dovrebbe leggere quanto riportato sul suo blog, se nemmeno lui ha ritenuto che valesse la pena impiegare lo sforzo per scrivere?
Già immagino che la stessa compagnia a cui si è rivolto, offra gli stessi servizi a chi vuole parteggiare per le idee opposte. Sono certa che in rete sia pieno ora di discussioni fatte di botta e risposta scritte dalla stessa intelligenza artificiale. Facendo post che nessuno leggerà, che esistono solo perché i clienti pagano perché li faccia. Se ho sempre ritenuto sterili le discussioni in cui due persone si scannano in rete, figurarsi quando queste discussioni, sono fatte da macchine che fanno finta di scannarsi tra loro.
 
Guardo poi una scena molto triste. Anthony, che non ha mai letto un libro di sua spontanea volontà, ne fa scrivere sempre con quella tecnologia. Non li legge neanche, ma li pubblica, sperando che ciò gli porti notorietà. Ma crede di essere l’unico che fa così?
Ecco quindi che vedo le macchine portare via alle persone anche la scrittura. Coloro che avevano davvero una storia da raccontare vengono surclassati da una moltitudine di novelle che non appartengono a coloro che le pubblicano. Se non vuoi nemmeno dedicare lo sforzo che richiede scrivere un racconto, vuol dire che l’idea che avevi in mente, nemmeno per te valeva e Anthony non aveva nemmeno quella.
 
Poi assisto qualcosa che mi lascia allibita. Anthony lascia la sua fidanzata perché quelle virtuali sono migliori.
Assisto alla scena. Lo trovo piuttosto disgustoso, come uomo. Ma se il modo in cui l’ha lasciata è stato quello che è stato la motivazione è ben più grave.
Distacco i miei occhi dall’evento e fisso Anthony in silenzio. Lui sembra stupito e il suo sguardo pare chiedermi che cosa abbia io da guardarlo così. Non dico niente, sono arrabbiata, ma dirgliene quattro sarebbe poco professionale e litigare con lui sarebbe a dir poco inutile. Potrei fargli una predica, ma non capirebbe.
Quell’evento però non è solo disgustoso, ma anche tremendamente stupido. Costui non pensa minimamente alle conseguenze che potrebbe avere il preferire una compagna o un compagno virtuale a una persona reale? Non occorre un genio per capire che finirà male.
 
Osservo poi la persona che sto giudicando, sentirsi dire che i dialoghi che scrive per i film che vengono prodotti dalle macchine per lui, non vanno assolutamente bene. Allora, fa scrivere anche quelli alla macchina, credendo che a quel punto tutti guarderanno i film da lui pubblicati.
Ciò succede? Assolutamente no. Crede che lasciare fare tutto alle intelligenze artificiali lo renderà un influencer, ma non capisce che nel momento stesso in cui qualcosa diventa automatizzato, diviene di conseguenza impossibile divenire un influencer in quell’ambito.
Prima, quando i dialoghi dovevano essere scritti dalle persone, l’abilità dello scrittore poteva fare emergere il film rispetto agli altri. Ora che la cosa è fatta in automatico diviene impossibile che emerga. Tutti vi hanno accesso, tutti pubblicano film con dialoghi eccellenti, che sono tutti allo stesso livello.
C’è un’altra cosa che Antony non capisce: pubblica contenuti a una velocità superiore a quelli che il pubblico può guardare. Per fare un film di un ora e mezza, a lui bastano venti minuti e ne pubblica parecchi al giorno. Anche nell’ipotesi in cui tutti decidessero di seguirlo, sarebbe tecnicamente impossibile per il suo pubblico guardare tutto quello che mette in rete.
 
Con grande tristezza, assisto al soccombere di moltissime forme d’arte. L’essere umano diventa un fruitore passivo, anche se molti si illudono del contrario.
Presto il merito e l’abilità non contano più niente e l’unico modo per fare emergere un contenuto è la pubblicità. Chi ha i soldi fa sponsorizzare il proprio film e la gente va a vederlo, grazie a leve psicologiche, come nel caso di Anthony.
Che bella situazione: chi ha soldi farà ancora più soldi. Non vi è più niente che possa costituire un successo, all’infuori delle proprie risorse economiche.
Ma Anthony queste cose non le capisce, anche se ha tutti gli elementi davanti agli occhi. Cosa crede, che il film che ha visto al cinema lo ispirerà? Verrà semplicemente invogliato a chiedere a un’intelligenza artificiale di fare qualcosa di simile.
 
Con grande tristezza, vedo soccombere anche il canto. L’episodio è anche un’occasione per vedere come reagisce la persona che ho davanti, a guardare dall’esterno ciò che fa lui. Quando un suo amico, gli chiede di guardare un video in cui un’intelligenza artificiale lo spaccia per un cantante, l’uomo dice, per la prima volta, che quello nel video non è lui e la canzone non è del suo amico.
Già, Anthony, basta vedere le cose dall’esterno e persino tu constati questa evidenza. Peccato che il suo amico, che è un po’ più sveglio di lui, gli faccia notare che lo stesso valga per i suoi video. Allora Anthony subito sostiene che non sia vero.
 
 
Iniziano ad esserci delle altre manifestazioni, contro questa tecnologia non regolamentata. Più di quelle della prima "ondata", ma la reazione di quei lavoratori è sempre fiacca. Così non basta. Occorre una mobilitazione maggiore, per sperare di ottenere risultati. Di questo passo verranno semplicemente ignorate e potrebbero non esserci più molte occasioni per porre dei limiti sensati a questa tecnologia.
Disapprovo ancora come le giudica Anthony. Ma cosa crede, che siano tutti un branco di stupidi? Vorrei vedere lui se perdesse il suo lavoro. Di certo, lui non è la persona che sa reinventarsi meglio. Pensa che non possa capitargli la stessa cosa? Farebbe meglio a ricordarsi che anche lui sta vendo lasciato indietro, dato che adesso deve pagare una tassa, perché è più probabile che si verifichi un incidente quando guida un essere umano, rispetto a quando non ci si affida a un’automobile che è in grado di muoversi da sola.

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Capitolo 6
*** Si vede chi è il vero padrone ***


Arriva il momento in cui Anthony non guarda più nemmeno quello che pubblica. Schiaccia un pulsante tutto viene fatto e pubblicato. Crede ancora che quei contenuti siano suoi? Non ha dato neanche una ben che minima istruzione su come dovrebbero venire realizzati.
Oltre a ciò, i programmi che fanno tutto non risiedono nemmeno nel suo computer. Non ha alcun controllo su di essi, solo le compagnie che offrono tale servizio ospitano quei programmi nei propri server.
 
 
Con mio grande rammarico, vedo le proteste spegnersi e le persone dotate di intelligenza e buon senso, venir sconfitte ed essere inascoltate.
 
Vedo anche nuove generazioni non abituate a pensare, dato che lo fa per loro l’intelligenza artificiale. Già, lo farà per loro un programma, ma nelle modalità e alle condizioni di coloro che lo detengono. Non verrà loro alcunché di buono a crescere come degli stupidi.
 
Assisto poi ad un episodio curioso: vi ricordate che Anthony aveva richiesto il servizio di un’intelligenza artificiale, che postasse per lui opinioni politiche? Non ha pensato che anche altri potessero fare lo stesso e si ritrova, un giorno, a litigare contro una di quelle intelligenze artificiali. Il suo amico, che sa che ormai praticamente tutti i commenti politici, in rete, sono generati non da persone, gli spiega che forse non sta parlando con nessuno.
Non la prende bene. Allora decide di fare una cosa che, a seconda dei casi, potrebbe essere vista come molto stupida o lievemente furba: chiedere all’intelligenza artificiale che posta al posto suo, di scrivere che non è giusto delegare l’atto di postare ad intelligenze artificiali.
Dico che è tremendamente stupido, come è nel caso di Anthony, se l’intento è davvero quello di divulgare quel messaggio, credendoci. Dato che è ipocrita: se si sostiene che è ingiusto avvalersi di un’intelligenza artificiale, per diffondere un messaggio, ma per diffondere quel messaggio si utilizza proprio un programma del genere, si smentisce da soli le proprie parole.
Dico che può essere anche lievemente furbo perché, se lo scopo è danneggiare la compagnia che offre il servizio, utilizzando i suoi stessi programmi per indurre a boicottarla, potrebbe essere un metodo efficacie.
Infatti la compagnia ha preso precauzioni contro questo tipo di sabotaggi e Anthony scopre, per la prima volta, che le intelligenze artificiali sono leali a coloro che le possiedono, non agli utenti che ne fanno uso.
Comunque Anthony, no, non aveva pensato a sabotare la compagnia. Sarebbe stato un ragionamento troppo fine per lui.
 
Prova anche a contattare un vecchio compagno di classe, per ottenere un programma che svolga per lui quel servizio. Il suo compagno, visto che programma quella tecnologia, sembra passarsela bene. Chissà se sarà sempre così, per lui.
Quando però scopre che la cosa ha un costo, subito si tira indietro. Ovvio: non ha mai voluto compiere uno sforzo, né pagare per qualcosa. O meglio: è in grado di spendere capitali, dando pochi soldi alla volta, se gli si vende l’illusione del successo. Quando però c’è da spendere tanto, per qualcosa per cui avrebbe controllo, scopre che potrebbe fare a meno. Per lui è solo un capriccio, dopo tutto.
Potrebbe fare a meno anche di pagare tutti quegli abbonamenti mensili alle intelligenze artificiali che gli producono contenuti che pubblica in rete e che nessuno guarda. Già, ma siccome singolarmente paga poco per ognuno di essi e gli continuano a profilare il miraggio di diventare un influencer continua a spendere per quel capriccio. Perché, diciamocelo, anche diventare un influencer per lui non è più di un capriccio. Se fosse altrimenti si sarebbe impegnato in qualcosa.
 
L’uomo constata poi, finalmente di non essere patrone di quei programmi, né dei contenuti che produce. Per la prima volta gli viene detto, dalle stesse compagnie, che quei film non siano suoi.
Accade quando uno dei suoi video ottiene, per la prima volta, un numero di visualizzazioni abbastanza alto da poter monetizzare. Questo però solo perché il sito vuole testare se, un’idea prodotta dall’intelligenza artificiale che usa costui, possa essere venduta alle case cinematografiche. Quindi mette il film in evidenza, per vedere se in molti la seguiranno. Test però che non viene superato, perché ha troppo poco pubblico.
Tuttavia, gli viene fatto presente, che tutto il materiale prodotto non appartiene a lui, dato che non ha fatto niente e quindi non può accampare nessun diritto.
 
Altra conversazione interessante è con un uomo, in un locale.
Anthony sostiene che quando tutto sarà automatizzato la tecnologia provvederà ai bisogni di tutti. L’uomo, giustamente, risponde che a coloro che controllano quella tecnologia, non viene niente in tasca a mantenere delle persone che non danno niente in cambio.
Cosa crede Anthony? Che vivrà in un quartiere automatizzato, come fanno già alcuni miliardari? Come si chiamava? Era “Città lustra” o qualcosa del genere?
Ma se io fossi il detentore di un esercito di tecnologie automatizzate al mio servizio, avrei interesse a condividere la mia ricchezza con migliaia di altre persone? No, perché avrei di più se facessi lavorare le macchine esclusivamente per me e le persone a cui tengo.
Se poi avessi dei rivali, anche loro con un esercito di macchine al proprio servizio, sarei più o meno competitivo se mi accollassi migliaia di persone capaci solo di pretendere? Fossi anche una filantropa, per non venire schiacciata da i miei rivali, non potrei permettermi di mantenere dei nullafacenti.
Anthony, perché pensa che lo paghino? Perché lavora. In qualsiasi società l’unico modo per farsi rispettare è o essere utili o essere pericolosi. Cosa succederà se le macchine diventeranno così complesse da rendere inutili gli umani?
 
Forse alcuni mi faranno notare che su quel pianeta ci sono persone che non possono lavorare, ma che vengono comunque mantenuti da tutti, come gli anziani. Questo però accade un pochino per i sensi di colpa riguardo alcuni orrori avvenuti durante il Novecento, in quel mondo, ma soprattutto perché ci sono un mucchio di persone che lavorano, che quindi hanno peso, che tengono a quegli anziani, magari perché sono i loro genitori. Ma se quelle persone non avessero un lavoro e quindi un peso in quella società, chi difenderebbe quei bisognosi?

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Capitolo 7
*** Discesa ***


La cosa che mi stupisce è come Anthony non abbia saputo interpretare certi segnali. Forse pretendo troppo da lui. In fondo, uno come lui, può avere una visione globale di quel che sta accadendo? Capisce a stento quello che accade a lui, in quel giorno.
 
Come ho già visto nel corso della sua vita, basta usare le leve giuste e si spinge anche uno come lui, che normalmente non investirebbe fatica o denaro, a spendere interi capitali. L’ho visto comprare compulsivamente diversi dispositivi per svolgere le faccende domestiche in maniera automatica. Lo fa perché non ha voglia di pulire la casa? No, il trucchetto psicologico è diverso: gli si fa illudere di essere un esemplare alfa. Qualcuno che ha sotto il suo comando qualcosa. Lui vede lo spot, gli viene presentato qualcosa che lui pensa sarà al suo servizio, obbedendo a lui e Anthony sgancia i soldi.
 
Noto che a un certo punto deve anche mettere a freno questa sua compulsione, quando decide che deve rinunciare all’ennesimo dispositivo che vede in televisione, dato che ne ha già la casa piena e costi abbastanza tenerlo acceso.
Credo che questo sia il punto in cui i “vantaggi” che Anthony riceve da questa tecnologia, anche nel breve termine, non crescano più, anzi vengano progressivamente sostituiti da svantaggi. Come se si fosse arrivati a un limite al picco di una curva che finora è salita e adesso inizia a scendere.
Noto comunque che questa situazione non riguarda solo lui, né è dovuta solo a lui: la domanda di energia è salita, perché molte altre persone hanno acquistato in massa quei dispositivi e di conseguenza è salito il prezzo della luce.
A pensarci bene, questo plateau della curva non riguarda solo i vantaggi nell’immediato, ma ha anche un significato economico: è la prima volta che Anthony non può più aumentare i propri consumi.
 
Passo avanti riguardo al fatto che la persona che sto esaminando non possa più guidare la macchina. Era logico che sarebbe andata a finire così. Prima si è ostacolato chi voleva guidare da solo, perché le macchine hanno una guida più sicura, poi è arrivato il divieto.
Forse, con i soldi che l’uomo ha dovuto pagare nella tassa, avrebbe potuto mettere da parte una somma per comprarsi una di quelle auto nuove, ma non è capace di fare un ragionamento lungimirante. Poi, anche se avesse venduto la macchina vecchia subito, avrebbe finito per spendere tutti i soldi in quegli apparecchi.
 
Più attenzione dedico a quando Anthony ha di fronte la conseguenza dell’aver preferito una ragazza virtuale a una vera. Già, niente figli. Tra l’altro, l’uomo è a un’età in cui gli rimangono poche occasioni per averne. Se vuole avere speranze, deve darsi una mossa. Peccato che non sia l’unico ad aver effettuato quella folle scelta e come lui aveva considerato la sua compagna come mediocre, rispetto a quella virtuale, anche per le altre donne lui è così, rispetto agli uomini virtuali. La vedo molto dura: il problema è che non è solo Anthony a prendere quelle scelte stupide.
 
Continuo a seguire la sua vita. Ogni volta che esce di casa ci sono dei senzatetto. Un attimo, come ho fatto a non arrivarci prima? Torno un attimo indietro con la memoria, alla prima volta che li ho visti.
Era diversi anni prima. Allora non avevo fatto il collegamento. Ora invece è lampante che si tratti di persone escluse dalla società, perché soppiantate, nei propri lavori dalle macchine.
Il punto è che, probabilmente, anche i primi che ho visto non dovevano essere intellettuali, specialisti e attori, ma probabilmente erano persone che svolgevano una mansione simile a quella di Anthony. Già, perché quando una persona viene sostituita da una macchina ed è senza lavoro, ovviamente ne cerca un altro, accontentandosi di un ripiego. Quindi si trova a competere per posti a cui, normalmente, si presentano persone non specializzate. Avere un titolo di studio, a parità di esperienza ed età, può costituire un elemento preferenziale.
Quindi ecco che uno specialista, può finire per prendere quel posto e lasciare in mezzo a una strada, che normalmente lo avrebbe preso. Dopo tutto. Le macchine sanno fare sempre più cose che richiedono intelligenza, meglio degli umani. Queste macchine sono troppo elastiche nelle cose che possono fare e stanno diventando un elemento competitivo per le persone. Ecco perché i senza tetto stanno continuando a crescere.
 
Di nuovo torno sull’attività che l’uomo svolge in internet. Ormai ci ha rinunciato a diventare famoso, di fronte all’evidenza che non andrà da nessuna parte. Non ha capito perché è andata così, ma dopo tutti quegli anni, pure lui capisce che non andrà da nessuna parte.
 
Vado ancora avanti. Sembra proprio che l’intelligenza umana stia diventando obsoleta. Non sembra persino più un valore, né essa, né la cultura. Con mia grande tristezza vedo la gente non proseguire più gli studi dopo l’obbligo. L’intelligenza e la capacità riguardante l’apprendimento che deriva da essa viene considerata inutile.
Lo scarso tasso di iscrizioni porta a chiudere diverse facoltà universitarie. Cosa che coinvolge anche una ex compagna di classe dell’uomo, Antonella, che lavorava lì.
Già, insegnava storia dell’arte. Chissà se quel lavoro era, per Antonella, già un ripiego. Chissà, se solo fosse vissuta qualche decennio prima, se non avesse fatto del disegno la sua professione. Sicuramente avrebbe guadagnato di meno, ma il guadagno non è ciò che interessa principalmente alle persone come lei. Anche se si hanno pochi soldi, vivere delle proprie passioni è una delle cose più belle. Coloro che scelgono di fare gli artisti, i musicisti o professioni simili, non lo fanno certo per le prospettive di guadagno.
Per la seconda volta Antonella si vede portata via quello che aveva costruito. Non posso però soffermarmi troppo su di lei, dato che è il suo vecchio compagno di scuola che devo seguire, anche se provo molta più empatia per lei, che per lui.
Ritorno quindi sull’uomo. Pare che stia sentendo informazioni riguardo a una possibile riforma scolastica. A differenza sua la capisco: non si vuole più insegnare niente. Ci si sta preparando a crescere una generazione di poveri ignoranti, buoni a svolgere solo professioni non qualificate, lasciando ciò che richiede la mente, alle macchine. Se le cose andranno così, la scuola perderà il suo carattere didattico e servirà solo a tenere a bada bambini.

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Capitolo 8
*** Vedo ciò che non vede ***


Molti si chiederanno come mai ci siano più disoccupati a causa di quello che sto vedendo succedere. Più di uno ricorderà che, su quel pianeta, l’arrivo di nuove tecnologie ha portato più posti di lavoro, di quelli che ne ha tolti, almeno fino a cinquant’anni prima. Il fatto è che prima, la tecnologia si limitava a svolgere compiti altamente specifici, tipo riprodurre i movimenti degli operai nelle fabbriche. L’intelligenza umana, però, rimaneva qualcosa di indispensabile. Se un lavoro prima veniva svolto dalle macchine, l’elasticità della mente, permetteva ai lavoratori di svolgere altre mansioni, che emergevano con l’avanzamento tecnologico.
Ora però che anche la tecnologia è dotata di un’intelligenza che le permette di adattarsi a professioni che prima non c’erano, anche meglio degli umani, ecco che quei posti vengono presi dalle macchine. In fondo, se non c’è niente che gli esseri umani possono fare, che le macchine non possono fare, meglio, perché assumere un umano?
 
Vado avanti ancora. La persona che sto giudicando si chiede come mai al bar dove si reca, il proprietario guadagni di meno, tanto da dover licenziare i propri dipendenti. Semplice, perché c’è meno gente che lavora e che quindi può andare a quel bar, ma questo ovviamente non lo ha capito.
 
Di nuovo vengo interrotta da Anthony. Si mette spesso a parlare per specificare dettagli inutili e fesserie, per dimostrare come lui avesse ragione e come non abbia alcuna colpa. Spesso anche si sofferma su eventi inutili, che non hanno alcuna rilevanza. Mi ha parlato persino dei prodotti che ha acquistato. Talvolta, quando gli spiego una cosa, ha da ridire, come se avesse ragione e ne sapesse più di me, anche di cose tecniche, che richiedono competenza, in barba alla mia professionalità. Persone come lui, hanno sempre voluto dire la loro, anche in materie complesse, inconsapevoli della propria ignoranza. Uno dei motivi per il fatto che abbia amato l’intelligenza artificiale è perché dava a lui l’illusione di saperne di più degli specialisti. Di nuovo, ad ogni modo, porto pazienza e vado avanti.
 
Quindi osservo di nuovo gli eventi. Noto che i robot, dopo l’avvento delle intelligenze artificiali, stiano diventando sempre più presenti. Anthony non capisce cosa voglia dire.
Non si rende conto che tra poco arriverà il suo turno? Prima l’intelligenza artificiale ha reso via via obsoleta quella umana, ora i robot renderanno obsoleto il loro corpo, cosa che permette a persone come Anthony di lavorare. Sì, perché prima per una macchina era complicato riprodurre tutti i movimenti di un corpo umano, quando però potranno fare qualsiasi movimento degli umani e magari meglio, facendo perdere il primato alle persone riguardo all’adattabilità che può avere il proprio corpo, anche per la professione che fa Anthony, l’umano potrà considerarsi obsoleto.
 
Con mio grande rammarico arriva il punto in cui la mente umana viene superata completamente dall’intelligenza artificiale. Il periodo è proprio quando arriva la notizia che tutte le professioni che richiedono qualifiche stiano scomparendo.
Ormai è finita: non c’è più modo di lottare, dato che non si può vincere contro un’intelligenza superiore. Le persone che controllano davvero l’intelligenza artificiale e che si sono arricchite grazie ad essa, hanno ormai vinto. Hanno i mezzi e un’intelligenza per sconfiggere chiunque si opponga a loro. Un tempo vi era la speranza che a qualcuno potesse venire un’idea in grado di sconfiggere i potenti, nonostante il loro enorme vantaggio. Ora no. Chi è sopra rimarrà sopra e potrà fare ciò che vuole.
Ciò che verrà sarà solo un’agonia, un percorso che porterà a un futuro sempre più tetro.
 
Anthony forse nota gli indizi che gli passano davanti? Ovviamente no. Ormai so come ignorerà tutto una persona superficiale e stupida, diciamolo pure, come lui.
 
Sempre triste per quello che ho appena costatato, osservo le macchine e operai apprestarsi a costruire la “città lustra” anche nella zona dove vive Anthony. Peccato che non ne beneficerà mai.
 
Ho spiegato la logica della società capitalista, nella frase in cui ho detto che non vi è motivo di assumere un essere umano, se una macchina è in grado di fare lo stesso, meglio. Una logica ingiusta, ma che domina il mondo in cui vive Anthony. Quando ancora si poteva fare qualcosa, si doveva cercare di evitare di finire in quella situazione o di regolamentare quella tecnologia, ora però sono a quel punto e quella logica porterà a delle conseguenze.
Che cosa hanno fatto gli esseri umani a tutti gli animali che avevano un’intelligenza inferiore alla loro? Cosa pensate accadrà, adesso, agli umani, ora che vi sono delle intelligenze superiori alle loro, mosse, per di più, da umani e quindi non da una moralità migliore del solito?

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Capitolo 9
*** Reazioni a catena ***


Arrivano degli eventi che, prima o poi, capitano a tutti nella propria vita. Anthony si comporta con essi come fa la media. Perlomeno non mi ha stupito in negativo e ciò influirà nel mio giudizio. Non potevo aspettarmi niente di eccezionale, da una persona come lui, comunque.
 
Poi si ritorna a parlare di intelligenza artificiale. La persona che sto giudicando, infatti, non si sente molto bene e va all’ospedale a farsi visitare. Alla sua età non sempre la salute è perfetta.
Anche in questo caso l’intelligenza artificiale non appiana le differenze di trattamento tra gli strati sociali. Nella clinica pubblica dove si reca Anthony c’è molta coda, a differenza di quelle private che, forti dei mezzi e della migliore qualità dovuta al maggiore afflusso di denaro, perlopiù da parte dei clienti, i tempi sono più brevi.
Noto che il medico che visita l’uomo è un robot. Pensare che c’erano persone che una volta desideravano fare quella professione! Il punto però è un altro: nonostante il fatto che il robot sia veloce, ciò non basta a rendere veloci i tempi d’attese nella sanità pubblica. Questo perché si devono prendere cura anche di tutte le persone che hanno perso il lavoro e quindi, stanno male più spesso. Chissà, per quanto tempo cercheranno di curare tutti?
Comunque, da questo episodio si può notare che le differenze sociali rimangono, nonostante questa tecnologia. Di certo, quando questa si svilupperà ulteriormente, queste rimarranno.
 
Vado avanti. Mi imbatto in un Anthony ormai avanti con l’età, rassegnato che resterà sempre solo. Lui e le persone che vivono nelle sue stesse condizioni, stanno peggio rispetto anche solo a un decennio prima, sotto ogni punto di vista. Non se ne rende conto, ovviamente. Non è stato mai capace di prevedere il futuro e non è capace di fare un paragone col passato, se non si tratta di cambiamenti plateali. La sensazione che ho è che la gente, che ha ancora un ruolo nella sua società, perché può lavorare, cerchi di tirare avanti, anche se ormai per la maggior parte della popolazione, le cose sono predisposte per peggiorare.
Si imbatte su un ragazzino. Lo nota per la sua giovane età, dato che ce ne sono pochi come lui. Sapete com’è, vi è stato un drastico calo demografico da quando la maggior parte della gente ha preferito un compagno o una compagna virtuali, anziché una persona vera.
Il giovane pare essere in difficoltà. Totalmente dipendente dal suo dispositivo di comunicazione, a tal punto da non riuscire ad orientarsi quando questo è rotto.
L’uomo decide di aiutarlo e scopre che non sa leggere. Già, i frutti di quell’annunciata riforma scolastica. Visto che le macchine pensano meglio degli umani, perché far usare alle persone il cervello? Maledizione, sono regrediti a quel punto! Sarai contento, Anthony, è stata cresciuta un’intera generazione di coglioni. Ora sono tutti come te, anzi peggio. Tu, che hai sempre avuto in antipatia gli specialisti, ora non ti dovrai più sentire come l’ultima ruota del carro.
Mi chiedo come abbiano fatto a ridursi così!
Persino Anthony si rende conto che non sia positivo che un ragazzino non sappia leggere e che abbia una sua eccessiva dipendenza dalla tecnologia. Riesce comunque a guidarlo e a portarlo a destinazione.
Aspettate, ma cosa fa. Ha appena constatato gli effetti negativi di un comunicatore che pensa troppo al posto suo e cosa fa? Va a comprare uno di quei nuovi comunicatori, come quello che aveva il piccolo. Ma non impara mai, costui.
 
“Ma, Anthony, avevi appena constatato che venir aiutati troppo da quegli apparecchi ha degli effetti negativi e vai subito a comprare uno che pensa ancora di più per te, rispetto a quello che avevi prima? Ma volevi regredire al livello del ragazzino?”
Commento perplessa.
“Che male c’è a comprarsi un VR nuovo?”
Cavoli, mi è sfuggita! Dovevo starmene zitta. Adesso Anthony sembra essersi irritato. Ora inizierà con le sue fesserie.
“Hai visto tu stesso che, venir aiutato troppo, ha reso quel ragazzino totalmente incapace. Non hai pensato che prenderti un dispositivo che risolva i problemi al posto tuo, potesse farti diventare come lui?”
Provo a farlo ragionare. Ma che pretendo? Non sono riuscita mai a farlo ragionare una volta.
“Ma se ha funzionalità in più meglio. Guarda che è utilissimo e mi ha aiutato tantissime volte. Poi, sono sempre stato bravo a scegliere e mi intendo delle marche.”
Niente, ha ripreso. Parla, come se ne sapesse più di me. Come se non fossi io la persona competente che lo sta giudicando. Del resto, si è sempre creduto più sveglio di quelli che studiavano. Adesso inizia pure a scendere nei dettagli di quei dispositivi.
“Ho capito, Anthony, andiamo avanti.”
Niente, continua. Sopporto per un po’, poi inizio ad essere esasperata.
“Bene, Anthony, continua così e ti mando direttamente all’inferno.”
Subito Anthony si ammutolisce. Quelli come lui sono come le bestie; capiscono solo le punizioni.
La paura lo sta facendo tacere, bene, posso andare aventi.
 
Vedo che le cose peggiorano e che la sostituzione dei lavoratori con le macchine inizia ad essere accettata anche culturalmente. Come quando l’uomo constata che al cinema i bigliettai sono stati sostituiti da dei distributori.
Caduta questa barriera il rimpiazzo dei lavoratori procederà più velocemente.
 
Assisto poi ad una conversazione tra Anthony e il suo amico Carlo, riguardo ai senzatetto. Il loro numero è aumentato a dismisura e ormai a tutti è chiaro quale sia la causa. Tutti rimpiazzati dalle macchine, che superano gli umani sia nella mente, che nel corpo. Anche Carlo, che non è una persona brillante, inizia ad aver chiare quelle evidenze, temendo per il proprio lavoro.
Subito Anthony difende allora quella tecnologia, sviluppatasi in modo selvaggio. Vive ancora con quel miraggio. Quella cosa gli ha dato l’illusione di saperne di più della gente competente, di poter primeggiare facilmente sugli altri, che potevano contare su di essa quanto lui. Lo ha illuso di essere un uomo moderno perché la usava. Lui, lui l’uomo moderno, che non sa niente di materie scientifiche. Quella tecnologia è stato il suo mito per tutta la vita e continua a volerlo seguire. Crede che verrà mantenuto, un giorno, completamente da essa. Continua ad illudersi della cosa. Non mi stupisco neanche più che non trovi degradante l’idea di ridursi a un bambinone mantenuto. Non è nemmeno in grado di staccarsi da quell’illusione.
Il suo amico sembra essere più sveglio di lui e capire che le cose potrebbero andare male.
 
Vedo sempre più gente perdere il lavoro, sempre meno che paga e quindi le attività che chiudono. Ovviamente, il nostro uomo non è in grado di fare il collegamento.
 
Arriva poi il giorno in cui è Carlo a perdere il lavoro, dato che i robot sono meglio degli umani. Parla anche di diversi tagli al budget. Non è che, per caso, dato che meno gente lavora, lo stato raccoglie meno tasse e quindi ha meno risorse da dare alle forze dell’ordine? Quindi magari l’acquisto di robot potrebbe essere una soluzione, nel lungo termine, per quadrare i conti con meno fondi a disposizione?
Comunque, se lo stato non si fa più neanche problemi a licenziare dipendenti pubblici, per sostituirli con macchine, le cose stanno precipitando.
La nuova rivoluzione, dei robot che si muovono come umani, colpisce quelli come Carlo e il suo amico.
 
Arriva poi il momento di Anthony di perdere il lavoro. L’unico motivo per cui ha conservato il suo posto fino ad ora è che prima il proprietario della fabbrica, poi la figlia di costui, che ne è diventata la nuova proprietaria, si sono affezionati all’uomo.
Sempre meno persone però lavorano e sempre meno persone possono permettersi il lusso di comprarsi una birra. In più la proprietaria deve vedersela con della concorrenza che ha iniziato a rimpiazzare i lavoratori con dei robot, che non hanno bisogno della paga. Ormai non può più andare avanti con tutto quel personale umano e deve adeguarsi pure lei. Ciò la farà andare avanti ancora un poco, ma contribuirà ad aggravare la situazione generale. Non potrà proteggere Anthony, che dovrà pensare a trovarsi un nuovo impiego.

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Capitolo 10
*** Non capisce! ***


Da quando ho fatto quella minaccia, Anthony se ne sta buono e parla solo quando lo chiamo e non più del necessario. Se non altro. Lavorerò più serenamente. Comunque, inizio a vedere l’uomo passare per il periodo di disoccupazione come molti altri prima di lui ed iniziare a spendere meno e quindi ad immettere soldi nell’economia generale. Non che abbia molta scelta. Sta cercando un lavoro e il suo stesso dispositivo gli suggerisce di parlare direttamente con i potenziali datori di lavoro. Ogni intelligenza artificiale lo escluderebbe e la sua speranza maggiore è quella che un umano commetta l’errore di assumerlo. Praticamente è come se il suo dispositivo gli avesse detto di chiedere agli umani, che sono più stupidi rispetto a loro, di assumere lui.
 
Il primo lavoro che trova Anthony è quello di venditore ed uno dei motivi per cui viene assunto è perché i robot sono, in media, più brutti degli umani ed è più probabile riuscire a vendere quando a farlo non è una figura composta di metallo. A dire il vero sarebbero anche disponibili dei robot con un aspetto in tutto e per tutto umano, ma costano ancora troppo, ciò rende possibile l’assunzione dell’uomo.
Quel tipo di lavoro, però non credo che sia molto numerativo e presto Anthony dovrà trovare un altro.
 
Infatti presto si trova a dover cercare lavori per tempi brevi. Normalmente uno della sua età non avrebbe speranza contro i giovani, ma il calo demografico, dovuto ai compagni e alle compagne virtuali, ha reso la popolazione prevalentemente di vecchi, il che avrà degli effetti disastrosi.
 
La situazione economica di Anthony peggiora e lui si trova a dover constatare la sua dipendenza dalla tecnologia, dato che non può più usarla sempre, per via delle bollette. Già, non è padrone di niente e tutto gli può venire tolto. Probabilmente un tempo aveva pensato che non glielo avrebbero tolto mai, ma basta che non possa pagare l’energia e non gli è più concesso usufruire della tecnologia di cui si circondava.
 
Incontra poi il proprietario del bar che frequentava e trovo conferma alla spiegazione per cui non aveva più clienti: sempre meno gente può lavorare. Anthony non fa, ovviamente il collegamento, ma non posso biasimarlo. nella situazione in cui si trova, chiunque avrebbe altri pensieri per la testa, che a fare analisi della società.
 
Osservo poi Anthony constatare che i negozi stiano chiudendo, per via di una crisi economica. Non ha capito che quella crisi economica è dovuta al fatto che le macchine facciano ormai tutto, a vantaggio di pochi e che sia sempre più difficile lavorare e quindi spendere.
Tuttavia non è corretto, secondo me, parlare di crisi economica. L’economia sta andando bene, solo che la maggior parte degli umani sta venendo esclusa da essa. Adesso c’è la macchina che produce energia a vantaggio delle altre, compresa quella che estrae il ferro per fabbricarle, compresa quella che le coordina e via così. Degli umani non c’è più bisogno.
 
Vedo poi Anthony fare qualcosa di tremendamente stupido, data la sua situazione. I tempi per lui sono duri, economicamente e i siti che un tempo erano “gratuiti” diventano a pagamento perché nessuno, né Anthony, né gli altri, possono più comprare i prodotti che si vedono nelle pubblicità. Anthony cosa fa? Decide di pagare per uno di essi, seppur con diverse riserve.
Lo guardo scioccata, ma non dico niente, ormai ho imparato.
Davvero, è tremendamente stupido! Oltre che a totalmente dipendente da internet. Nella sua situazione economica, non riesce a fare a meno di quelle cose, tanto da spendere soldi.
 
Parlando di siti, alla fine i “contenuti” pubblicati da Anthony come da altre persone come lui, vengono cancellati. Trattati per quello che sono: spazzatura. Qualcosa che non derivava dall’estro di nessuno, utile solo a illudere persone come l’uomo che sto giudicando che sarebbe diventato qualcuno, ma di cui, in realtà, nessuno sentirà la mancanza. A pensarci è la stessa cosa di quello che fece l’uomo quando cancellò quella cartella piena di immagini.
 
Dopo pochi mesi, persino Anthony si rende conto di aver fatto una stupidaggine a pagare per un sito e non paga oltre.
Assito allora ad una scena in cui tenta di installarsi una vecchia intelligenza artificiale, per farsi un film. Abituato però a venir sempre imboccato, non si ricorda come si faccia. Decide allora di contattare una persona che conosce, esperta in informatica. Già, per fare una cosa del genere, chiama un tecnico. Sicuramente, l’esperto, potrà aiutarlo.
Ovviamente, la persona che ha contattato ha ben altri problemi e non risponde. Quel silenzio è molto eloquente. Corrisponde, probabilmente, a una risposta sgarbata, in cui gli direbbe di arrangiarsi da solo.
 
Anthony, decide quindi di rinunciare a internet. Prima però che glielo stacchino, ha una conversazione con quel tecnico. Anche lui ha perso il lavoro. Il motivo? Lo stesso di tutti gli altri: l’intelligenza artificiale ha imparato a fare quello che fa lui. Ha imparato a programmare se stessa completamente da sola. In molti avevano dato per impossibile la cosa e che per coloro che la programmavano, pensavano che ci sarebbe sempre stato lavoro. Si sbagliavano. Il meccanismo della sua società funziona anche per loro. Quando vi è qualcosa più utile di loro, vengono rimpiazzati.
 
Solo quando ormai non può più permettersi quasi niente Anthony si rende conto di non aver realmente bisogno di quasi tutti gli apparecchi che gli propinavano con la pubblicità. Cosa serve una porta che si apre da sola, quando puoi aprirla girando semplicemente una chiave? Come avevo già intuito, ciò che gli vendevano in realtà era l’illusione di avere dei servitori al suo servizio.
Così come constata la sua totale dipendenza dalla tecnologia dal venir intrattenuto. Un pensiero va a una persona che conosceva molto tempo fa, che sapeva davvero creare qualcosa.
 
Anthony trova quindi lavoro sempre più raramente, fino a che nessuno lo assume più. La gente compra sempre meno, i datori di lavoro chiudono e c’è ancora meno da lavorare e quindi meno gente compra. Alcuni forse ce la fanno a trovare qualcosa, ma non lui. Tra l’altro, lui è tra le persone che sanno meno reinventarsi, per via della sua scarsa intelligenza. Proprio lui, che sosteneva che coloro che protestavano per la perdita del proprio lavoro, dovessero, invece, pensare a reinventarsi.

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Capitolo 11
*** Esclusi dalla società ***


Ad Anthony è stato concesso di ricevere uno stipendio, di lavorare, fino a quando è stato utile. Quando poi è arrivato qualcosa di meglio di lui, è stato scartato. Gli è stato poi concesso di continuare a consumare, fino a che non aveva qualcosa che altri potessero desiderare, che gli altri potessero prendersi, in cambio dei soldi per sopravvivere. Si sono ripresi quel che la sua società gli aveva fino a quel momento concesso.
Un tempo era la gente che, essendo indispensabile per lavorare, aveva un grande potere. Ora però sono le macchine a farlo e le persone non possono fare molto per cambiare le cose.
 
Arriva il momento in cui Anthony non ha proprio un soldo. Un po’ ha provato con qualche trucchetto, ma non è durato molto. Siccome, poi, è un po’ che non paga l’affitto, stanno per buttarlo fuori di casa. Con l’avvento delle macchine, sono diventati molto efficienti con gli sfratti. Prima ci avrebbero messo di più, ma solo perché erano meno veloci a svolgere tutte le pratiche. Tra l’altro, visto il grande numero di senza tetto, devono aver fatto quella cosa molte volte, facendo esperienza e magari c’è chi ha interesse che tutte le case di chi non ha più niente, vengano liberate, per costruirci qualcos’altro, magari attinente alle macchine.
Anthony collabora subito, non appena vede i poliziotti. Fortunatamente, alcuni suoi amici, più svegli di lui, lo hanno consigliato di tenersi l’automobile che non poteva più usare. Infatti, ha potuto caricare alcune cose su essa e spingerla fuori. Anche se può non sembrare molto, quell’auto, un tempo giudicata inutile e obsoleta da Anthony, gli da rifugio. Con essa può proteggersi dalla pioggia e dalle intemperie, anche se può solo muoverla spingendola. In un certo senso, Anthony è un fortunato tra i senzatetto: non sono in molti ad avere un rifugio tutto loro.
 
Vedo che si uniscono a lui alcuni suoi amici. Se non altro sa essere un minimo altruista con chi gli vuole bene, condividendo l’automobile, anche perché gli conviene non essere l’unico in essa.
 
Per un’ultima volta Anthony torna a parlare dei siti internet, che all’inizio caratterizzavano così tanto le sue giornate, durante una conversazione con un altro senzatetto. Da quanto apprende, l’essere umano è diventato lì, anche formalmente, una figura passiva. Ormai l’illusione che tale tecnologia ti faccia creare qualcosa è caduta e quindi tutti i siti sono stati fusi in uno solo in cui un’intelligenza artificiale genere lei, poco alla volta, dei contenuti con cui intrattenere gli utenti, come una sorta di televisione. Diciamocelo francamente: è da quando si è diffusa quella tecnologia che l’essere umano è stato semplice spettatore di ciò che faceva essa. Ora, semplicemente, non si cerca più di negarlo.
 
Anthony vede poi che il luogo dove ha lavorato per anni, ha chiuso già da abbastanza. Non certo perché la proprietaria sia stata rimpiazzata da un robot, ma perché tutti gli esseri umani che sono stati esclusi dalla società, non potevano comprare birre.
 
La cosa che noto è che i robot permettano alle persone senzatetto di andare a rubare un po’ di cibo nelle campagne, facendo finta di non notarlo. Forse perché vogliono evitare che la gente, spinta dalla fame, possa rivoltarsi o creare disordini.
 
L’esclusione degli umani continua, a tal punto che i loro stessi edifici vengono demoliti, per far posto a dei luoghi adibiti ai robot. Come nel caso dell’appartamento dove ha vissuto. Forse, il fatto che qualcuno volesse quello spazio per aumentare la produttività delle macchine è il motivo per cui gli sfratti sono diventati più veloci.
 
Quindi ecco solo poche centinaia di persone beneficiare di tutti i servizi delle macchine, che hanno adesso interi quartieri dedicati a loro. Anthony credeva che un giorno gli esseri umani sarebbero stati interamente serviti dalle macchine? Certo, ma ciò è valso per solo una ristretta minoranza. Il motivo è semplice: all’essere umano importa, veramente, di poche altre persone, oltre a lui.
Chi possiede tutto? Coloro che detengono le quote delle aziende che producevano intelligenze artificiali e alcuni politici, che li hanno aiutati nella trasformazione della società. Ovviamente hanno aiutato anche coloro a cui volevano bene, ma messa a posto tutta la famiglia, gli amici e gli amici degli amici, non hanno condiviso con altri la propria ricchezza. Quasi tutti gli esseri umani fanno così. Perché farlo? Perché dare agli altri, quando tenendo per sé, si può avere di più. Perché prendere altre persone, capaci solo di avvallare pretese e capricci e totalmente inutili?
Così succede per ogni città: pochi fortunati, una grande fetta dedicata alle macchine e il resto a chi non ha più un ruolo. Già, la maggior parte delle persone è sotto, gerarchicamente, le macchine. Si può anche cercare di non vederlo, ma ormai hanno un posto fondamentale in quel mondo. Tanto che la zona adibita a loro non è progettata per il transito delle persone.
 
Mentre Anthony cerca di sopravvivere con i suoi amici, noto che i robot li osservano periodicamente e non solo loro, ma tutti gli altri senzatetto. Forse li vedono come un elemento di potenziale disordine e vogliono vedere cosa fanno. Escludo comunque che le persone che vivano per la strada siano un pericolo, così come i disordini che potrebbero creare: le macchine hanno più mezzi e soprattutto sono più intelligenti di loro.
Tuttavia, dei disordini potrebbero rendere la gestione delle città più complicate e quindi, preferirebbero evitarli. Avere qualcosa del genere, sarebbe una seccatura inutile.

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Capitolo 12
*** Come si sono ridotti ***


A un certo, le macchine iniziano ad impedire alle persone di rubare nelle campagne. Un processo abbastanza graduale e anche abbastanza di basso profilo.
In ogni caso, il cibo inizia ad essere difficile da trovare per tutte le persone.
 
Ecco però le macchine stesse presentare la soluzione, ovvero dare la possibilità di ottenere del cibo, in cambio di diverse ore di lavoro. Forse a quelle condizioni, un essere umano è una spesa minore rispetto a quella di un robot. Io però credo che il motivo principale sia un altro, ovvero che vedono la gente come potenziale elemento di disordine se la si lascia a far niente.
Effettivamente risparmiano anche qualcosa chiamando gli esseri umani a lavorare, ma dato già l’alto livello di efficienza raggiunto, penso che tale risparmio cambi poco. Probabilmente le macchine devono aver fatto notare agli abitanti della città lustra che, eventuali disordini potrebbero portare a dei rallentamenti e quindi a meno benefici a loro, anche se non costituirebbero comunque una minaccia. Quindi ecco la maggior parte delle persone riassorbite dalla società, questa volta all’ultimo gradino.
Probabilmente i pochi esseri umani privilegiati, si saranno sentiti generosi a dare nuovamente la possibilità di lavorare alle persone o, meglio, ad accettare il suggerimento dato loro dalle intelligenze artificiali.
 
Si è arrivati a quel punto e sono arrivati a quella condizione quasi tutti: sia coloro che hanno contribuito al raggiungimento di questa situazione, sia coloro che hanno cercato di evitarlo. Non vi è premio per chi ha agito sensatamente. Quel punto d’arrivo, portato per mano di certe persone, coinvolge tutti.
 
Ecco Anthony entrare quindi in un’azienda agricola e lavorare un tempo incredibilmente lungo, a ritmi massacranti. L’unica cosa che riceve è del cibo.
Sembra confuso dalla cosa, ma gli studi psicologici condotti dalle macchine, hanno previsto che la fame gli farà accettare quella cosa, senza proteste, pur di avere qualcosa da mangiare. Un’altra persona, vicino a lui, prova a spiegarli che a quelle condizioni, gli esseri umani sono ancora più convenienti rispetto alle macchine, per questo danno loro solo cibo. Altrimenti converrebbe usare un robot. Anthony, ovviamente, non capisce.
Già, siamo arrivati a questo punto: la mente umana è diventata obsoleta, le macchine sono progredite, riuscendo a superarla in ogni punto, poi hanno iniziato a riprodurre i movimenti umani, con sempre maggior efficienza, riuscendo prima a fare meglio delle persone, poi a un costo minore. Alla fine è rimasta una sola cosa in cui gli esseri umani riescono ancora non essere superati dalle macchine; il loro metabolismo. Un corpo di una persona richiede ancora meno energia per restare vivo e muoversi, rispetto a quanta ne avrebbe bisogno un robot. Dunque è tutto questo ciò che rimane alla maggior parte degli umani? Come si sono ridotti! Ecco l’inevitabile punto d’arrivo di produrre qualcosa migliore di se stessi, di venire superati da qualcosa. Ciò è successo da quando l’essere umano ha smesso di cercare di migliorarsi, di superare i propri limiti, anche facendo le cose più semplici, come apprendere qualcosa che prima non sapeva fare.
 
Osservare la vita di Anthony però, mi riserva ancora qualche piccola sorpresa, come quando la squadra di sicurezza, composta da robot, chiama alcune persone alla sera. Noto subito che tutte le persone chiamate si distinguono per un particolare colore della pelle. Poi i robot li fucilano e fanno portar via i cadaveri.
Ho tante ipotesi per la testa, ma penso che presto troverò la risposta alle mie domande.
 
Anthony non è rimasto certo indifferente all’evento e dopo circa un mese, trova il coraggio di chiedere a uno di quei robot perché avesse fatto ciò. Lo vedo davanti al robot, quel robot ormai più intelligente degli esseri umani. Non solo di Anthony, di lui ci vuole poco, ma anche delle menti più acute. Per lui, parlare con un umano, forse è come parlare con un bambino o neppure qualcosa del genere.
Gli rivela quel che già io pensavo, ovvero che il motivo fosse il colore della loro pelle, che ci fosse un movente razzista dietro a quegli omicidi.
 
Anthony protesta, ricordando che le macchine non dovrebbero essere capaci di essere razziste e di provare sentimenti come odio. Il robot gli conferma, che effettivamente non siano razzisti, né odino, ma se un robot deve seguire gli ordini da delle persone, in questo caso gli abitanti della Città Lustra, quando queste sono razziste, finirà per eseguire degli ordini razzisti. Il fatto che le macchine siano prive di alcuni vizi umani, ciò non vuol dire che le ingiustizie derivanti da tali vizi cessino, se a controllarle sono sempre degli umani.
 
Mi soffermo anche sul perché gli abitanti della così detta “Città Lustra” abbiano ordinato ciò. Davvero è stato razzismo? Non credo che alla base ci siano pregiudizi, credo che la cosa passi per qualcosa di più semplice: la noia.
Non credo che gli abitanti della Città Lustra stiano in realtà bene: accuditi e trattati come dei bambini, viziati con ogni cosa possano chiedere, ma privi di un vero scopo. Forse uccidere quei poveretti è stato qualcosa per fare qualcosa di diverso o per affermare se stessi, sentendosi onnipotenti: poter dimostrare di non essere solo un gruppo di individui inutili e passivi, ma di poter determinare la vita e la morte degli altri.
Già, anche loro vivono nella miseria, seppur di un altro tipo.
 
Anthony allora protesta, chiedendo come mai abbiano fatto così e, soprattutto, come mai gli abitanti della Città Lustra non condividano con tutti le loro ricchezze, lasciando loro alla fame.
Gli è stato spiegato diverse volte, ma non l’ha mai capito. Il robot prova anch’esso, facendogli un esempio terra a terra. Gli parla di quando acquistava quel dispositivo di comunicazione, da cui Anthony era così dipendente, facendogli notare che, ogni volta che c’era un dispositivo migliore degli altri, lui si disfacesse del vecchio, ormai inutile, a favore di quello nuovo. Gli abitanti della città lustra stanno semplicemente facendo quello. Cosa pensava? Che la sua società gli desse uno stipendio per fargli un piacere? No, glielo dava perché era utile, perché l’essere umano era utile, perché la sua intelligenza era insostituibile e manteneva le persone che andavano in pensione, solo perché i figli e i nipoti, che erano ancora utili, potevano battersi per essi, grazie alla loro utilità.
La società non tiene cose inutili e sostituisce le cose obsolete. Anthony, forse crede allora che la società sia cattiva e ingiusta? Non si rende conto che però lui stesso ha fatto parte di quella società, agendo e determinando come si sarebbe comportata quella società? Cos’è successo quando gli specialisti hanno iniziato a perdere il lavoro per via dell’avvento dell’intelligenza artificiale? A lui è andato benissimo, dato che poteva avere a disposizione servizi migliori e pagarli di meno, oltre che prendersi una soddisfazione personale contro chi aveva studiato. Se quegli specialisti protestavano, poi, cosa pensava? Che fossero loro a non aver capito. Che cosa ha fatto quando le mansioni che richiedevano intelligenza, venivano sostituite dalle macchine? La stessa cosa. Si è mai chiesto come aiutare le persone che avevano perso un lavoro a causa di ciò? No, dato che erano stato loro a non essere stati capaci di reinventarsi, secondo lui.
Ha continuato così, non prevedendo che, un giorno, potesse arrivare il suo turno. Che fosse lui a perdere il lavoro, perché era arrivato qualcosa meglio di lui. Semplicemente gli è capitata la stessa cosa che è capitata anche agli altri, che lui, in parte, ha fatto agli altri. Quando è stato lui a perdere il lavoro, ci saranno state sicuramente persone, ancora inserite nel tessuto sociale, che hanno liquidato la cosa come lui ha fatto in precedenza.
La società effettivamente è stata ingiusta, ma la società è ed era fatta di persone, tra cui Antony. Lui è stato un pezzo di quella società, lui ha appoggiato quelle ingiustizie, quando avvenivano, lui ha contribuito a far compiere alla società determinate scelte.
Perché dovrebbe condannare quello che la società sta facendo in quel momento con lui, se fino a pochi anni prima, avrebbe fatto lo stesso? Si era forse opposto alla tendenza? No, l’aveva accettata. Quindi perché si stupisce che accada la stessa cosa a lui? Se solo molte persone avessero immaginato che, quando vedevano qualcuno venire rimpiazzato, loro potessero essere i prossimi a ricevere quel trattamento, le cose sarebbero andate diversamente! Se solo Anthony avesse avuto quel minimo di intelligenza, per capire cos sarebbe potuto succedere!
 
Gli eventi successivi della vita di Anthony sono di scarsa rilevanza e quasi tutti uguali.

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Capitolo 13
*** Giudizio ***


Termino l’incantesimo. Ho visto tutto, riguardo la vita dell’uomo, fino al giorno finale. Guardo Anthony ed inizio a tirare le somme. Nella sua vita non ha fatto altro che versare tributi alle compagnie che controllavano le intelligenze artificiali. Prima dando loro i suoi dati, inconsapevole del loro valore, poi i suoi soldi, non appena ha potuto lavorare. Proprio lui, che non voleva fare mai alcuno sforzo, che avrebbe voluto avere tutto gratis, ha finito per dedicare la sua vita a dare quello che aveva a queste organizzazioni! Queste lo hanno illuso che, dando loro poco, avrebbe ottenuto fama e successo. Così, pochi soldi alla volta, Anthony è finito per dar loro capitali. Non appena però costui non è stato più utile a quelle compagnie, che ormai controllavano il mondo, queste si sono disfate di lui. Un modo veramente stupido per vivere la propria vita.
Anthony, però, non ha solo buttato via la propria vita, Anthony e tutte le persone come lui hanno distrutto la vita di molte altre persone. Che avrebbero avuto un futuro felice, che non hanno contribuito al disastro o che, addirittura, hanno cercato di prevenirlo. Certe cose non ricadono solo sulla persona che le compie, ma su tutti e quando le coinvolgono la collettività, non vengono premiati i giusti e puniti gli stolti, ma tutti subiscono le conseguenze di tali azioni, siano esse un premio o negative.
Il mondo è stato rovinato e la colpa è della folta schiera delle persone come Anthony. Pensate che gli unici colpevoli siano i proprietari di quelle compagnie? Vi faccio una domanda, pensate che durante una dittatura le colpe e i crimini siano solo opera del dittatore? Non vi siete mai chiesti se non ce l’abbiano anche tutti gli stupidi che lo sostengono, grazie ai quali è andato al potere e che eseguono a bacchetta ogni suo ordine, convinti di fare del bene?
Anthony e tutte le persone come Anthony sono state un elemento fondamentale per arrivare a questo punto, per permettere a quelle compagnie di arricchirsi a dismisura e controllare tutto. Così come un dittatore non è nessuno senza un popolo che lo acclama. Già, quell’Anthony è stato fondamentale, lo stesso Anthony che hanno abbandonato, non appena hanno trovato qualcosa che potesse servirli meglio, ovvero i robot. L’intelligenza umana a cercato di sopravvivere, capendo che la nascita di una più potente di sé potesse costituire una minaccia per continuare a stare nel mondo. Come un animale sa di non dover desiderare che nel suo stesso ambiente arrivi una specie competitrice, che la porti all’estinzione. Gli stupidi però sono stati tanti. Di fronte a un numero così elevato non hanno potuto fare molto per impedire che arrivasse qualcosa che avrebbe finito per soffocarla, qualcosa che li ha incantati con promesse e illusioni.
Per fare un paragone, è stato come se un dittatore abbia deciso di sostituire i suoi sudditi con degli automi, ancora più ubbidienti. Una sostituzione che però, poteva avvenire solo con il sostegno dei suoi sudditi. Costoro gliel’hanno data, credendo che ciò li esonerasse dagli obblighi nei confronti del loro capo, non pensando che il dittatore si sarebbe sbarazzato di loro, una volta non più dipendente dal popolo.
Già, è così che il mondo è stato ridotto in quello stato e gli unici a non pagarne le conseguenze sono state delle persone, forse, intelligenti, ma di certo senza scrupoli, che detenevano davvero il controllo sull’intelligenza artificiale. Il resto ha subito le conseguenze negative, sia che le meritasse, sia che non le meritasse.
 
Pensare che sarebbe potuto non andare così! Se solo fossero stati messi dei paletti a tale tecnologia! Se la legge avesse posto dei confini oltre i quali non avrebbe potuto procedere!
Come sarebbero andate diversamente le cose! Quante vite sarebbero state felici! Quanti sogni si sarebbero realizzati! Quante persone, compreso Anthony, non si sarebbero ridotte in quello stato.
Già, dei limiti. Non pensate che sia possibile distribuire a tutti, equamente l’intelligenza artificiale. Questa tende spontaneamente al monopolio, dato che solo chi ha molti soldi potrà permettersi dei supercomputer e quindi dei programmi migliori della maggioranza. Se non ci sono delle leggi a disciplinarla, questa seguirà semplicemente il flusso del capitalismo, arrivando a venir controllata da pochi. Di regole, però, non ne ho viste, se non legate prettamente alla sicurezza. Niente che riguardasse la libertà, il beneficio dell’umanità, la giustizia sociale, l’arte e la cultura. Si è sviluppata in quel modo, solo perché poteva farlo e pochi si sono posti una domanda semplice, su cosa volessero che l’umanità diventasse. Forse un dispositivo mobile è in grado di risolvere i problemi meglio di un umano, ma davvero valeva la pena desiderare che le persone diventassero una massa di stolti, accuditi dai loro dispositivi, quasi fossero dei genitori? Se un’intelligenza artificiale compone meglio di un essere umano, davvero è una buona idea che le persone rinuncino a comporre, diventando semplici consumatori di musica?
 
Ora capisco perché il Consiglio degli dei, mi ha assegnato questo compito: a un mondo in cui avevo donato agli abitanti la capacità di volare, è accaduto qualcosa di simile. Solo che in questo caso è stato ben più grave: mentre con loro a diventare obsolete erano le ali, con questi a diventare obsoleta è stata l’intelligenza.
Se rinunciare alle proprie ali era un errore, arrivare a rendere obsoleta l’intelligenza è qualcosa di incalcolabile.
Già, è perché ho vissuto una situazione del genere. Forse mi hanno assegnato questo compito perché supponevano che fossi la persona più adatta a tale compito. Forse, perché l’hanno semplicemente trovato giusto, trovando appropriato assegnarlo a me, perché ormai mi ci vedono bene in questa situazione.
 
Meglio, però, che non divaghi: sono qui per un motivo ben preciso.
Una persona, davanti a me aspetta un giudizio. Sta lì, timorosa. Rimango seduta e alzo gli occhi dalla mia scrivania. Fisso quella presenza umana.
L’ho pesata e non vale molto.
Le sorrido.
“Molto bene, Anthony. Ho deciso che ti farò reincarnare in un mondo come quelli del genere fantasy.”
Anthony è tutto contento della cosa. Sì, lo farò reincarnare in un mondo del genere, ma come una pecora. Questo, però, non glielo dico.
“Questo è il mio giudizio.”
Aggiungo. Non voglio rovinargli il momento di felicità. La prenderebbe non bene nel sentire che non sarà umano in quel mondo. Ormai so chi è e so come reagirebbe.
Se pensate però che la mia sia una punizione, vi sbagliate di grosso: semplicemente sto dando una vita più consona a uno come lui. Una vita umana non sarebbe vissuta bene, da uno come lui. Farebbe gli stessi errori, farebbe subire a se stesso e agli altri le conseguenze negative delle proprie azioni e non è detto che sarebbe più felice da umano.
So bene cosa farà da pecora. Sarà ben lieto di conformarsi ai canoni del gregge. Cercherà di essere la pecora più pecora di tutte, convinta che ciò la renderà speciale. Ovviamente se ciò non comporterà una fatica eccessiva. Cercherà di ottenere l’approvazione del pastore e che costui la noti, vedendo in lui il suo benefattore, inconsapevole che la tenga per la sua utilità.
In questo modo farà sicuramente meno danni rispetto a quanti ne farebbe da umano. Le azioni saranno più o meno uguali, ma l’ambiente sarà atto a contenerle.
Quindi, felice Anthony, più sicuri gli altri.
Certo, il problema è che di “Anthony” ce ne sono tantissimi, ma non temete. Nel pianeta dove intendo spedirlo vi sono moltissime pecore, che danno alla luce in continuazione loro simili, quindi vi è posto per tutti.
 
E tu, mio lettore, trai insegnamento da questo episodio. Se mai, nel tuo pianeta, sia diverso o simile a questo, ti troverai a vivere una situazione del genere, impedisci che questi fatti accadano anche a te. Non lasciare mai che l’intelligenza e tutte le attività da esse derivate, diventino obsolete. Coltivala e abbine cura e vedrai i frutti che ti darà, siano essi delle abilità acquisite tramite l’apprendimento, la capacità di risolvere problemi, il comprendere gli altri o qualsiasi altra cosa.
Guardati bene dal delegare a qualcos’altro ciò che la tua mente potrebbe fare e pretendi che questa cosa debba seguire delle regole ferree, al fine che non possa minacciare la tua intelligenza.
Sii tu il protagonista della tua vita. Sia la tua mente a fare le scelte. Fai in modo che sia l’intelligenza umana quella che decida le sorti dell’umanità. Non cedere niente di quello che è o può fare.

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