Strange Love

di DemonGirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo V ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


Le mani che corrono lungo la candida schiena nuda, si soffermano nell'incurvatura che precede il fondoschiena, coperto da un morbido lenzuolo bianco, e poi tornano su percorrendo la linea sottile della spina dorsale.

 

Avanti amore mio dormi tranquillo..

 

La luce fioca della luna trapela dalle finestre chiuse e coperte dalle tende illuminando lievemente la piccola ma spaziosa e ordinata stanza da letto.

 

Un comò a due cassettoni nero sormontato da uno specchio né troppo grande né troppo piccolo si adagia alla parete dinanzi al letto. Su di esso non vi sono poggiati che un pacchetto di fazzoletti, un orologio non troppo massiccio ma molto maschile, in acciaio, un piccolo cofanetto grigio antracite satinato accuratamente chiuso, un libro dalla copertina nera con su scritto thriller e null'altro a descriverne il contenuto. Né un’immagine né un titolo. Poi vi è anche poggiato un pc portatile. Chiuso. Per la prima notte quel portatile comprende il significato di essere finalmente chiuso. In genere ci passava le intere giornate, o quando il giorno era fuori di casa, le notti. Girovagando su internet, guardando film, leggendo strani racconti o più semplicemente rimaneva a fissare lo schermo per ore. 

 

Ora si muove...si gira e si mette supino sulla schiena.

Le mani si portano la destra sull'addome, che si muove regolarmente per via del respiro, mentre la mancina a poggiare col dorso sulla fronte leggermente imperlata di sudore.

 

Proprio non ci riesci eh...

 

Gli occhi si aprono e chiudono lentamente...come se volessero chiudersi e non aprirsi almeno per molte ore. Poi si aprono di scatto, le iridi si voltano a guardare il comodino dello stesso colore del comò, e cercano qualcosa..la mano sinistra si desta dalla sua posizione e si avventa sul piccolo mobiletto accanto al letto. Frugano...frugano insistentemente tra i fazzoletti sporchi....sporchi di macchie rosse, rosso sangue..

 

Le dita trovano ciò per cui frugavano.

 

Eh gia...non riesci a farne proprio a meno...

 

Quando la sinistra porta la lama sul braccio destro e la preme contro la pelle le sue labbra si avvicinano al suo braccio...labbra che lui non può vedere...no..le sue sono labbra invisibili..come tutto il resto di lei...come i suoi capelli scuri che gli sfiorano l'addome..come le sue mani che si trovano sul suo braccio e percorrono silenziosamente le cicatrici e i tagli meno recenti, ancora rossi e caldi.

 

è passato un anno preciso da quando lo aveva.."conosciuto".oddio...lui non sapeva nemmeno della sua esistenza...e d'altronde come poteva?

 

Quel giorno..in quell'ospedale...ci era finito perchè quella volta aveva esagerato con la lama..troppo...dire che gli si era quasi incastrata nel braccio è poco...e lei non voleva portarlo via...no..non era il suo momento. avrebbe dovuto vivere..lo avrebbe dovuto fare per lei.per farle vedere gioia e dolore. amore e odio...

Un angelo..è questo ciò che lei è.

Un bellissimo angelo etereo condannato alla vita eterna ma senza la possibilità di farsi male..o di poter essere mai sfiorata. All'inizio le piaceva...l'eternità..non è una cosa da poco...gia..dev'essere bellissimo poter vivere per sempre e poter esplorare tutte le epoche e tutte le culture...ma non è vita...non è dolore, amore, odio, passione, ossessione, tristezza, rabbia, delusione, gioia, frustrazione, rancore..no..non è nulla di tutto questo...o per lo meno..si questi sentimenti si provano..ma quando vivi per sempre è differente..puoi provarle ma non sulla pelle...no...non senti il dolore fisico...e nemmeno la fottuta stanchezza...

Invece lui si ...e doveva mostrarle a lei..quell' angelo perdutamente innamorata di lui...

Quell' angelo che ogni notte si infilava nel letto assieme a lui, che ogni notte gli dava il bacio della buonanotte e gli sorrideva melanconimente, quell' angelo che ogni notte si fissava a carezzargli il corpo studiandone i minimi dettagli..i dettagli visivi..il suo tocco non lo percepiva ne lui, ne lei stessa.

 

 

 

il sangue prende e scivolare lentamente giù per il braccio di lui che non se ne cura e svogliatamente ci passa la lingua sopra..poi li osserva, i tagli...questa volta non ne ha fatti molti...solo sette..piccoli,precisi e profondi. Solo due sono più lunghi rispetto agli altri, ma la loro profondità è minore...

Lascia cadere il braccio accanto al proprio corpo, senza troppi riguardi. Se il lenzuolo si sporca vorrà dire che lo porterà in lavanderia in caso di eccessiva resistenza alla lavatrice. in fondo in quell'appartamento non deve dare conto a nessuno se non a se stesso.

 

Era per questo che non aveva voluto condividere appartamento e affitto insieme a qualcun'altro... era solo li. E poteva fare tutto ciò che gli andava..anche spaccare tutto se ce ne fosse stata l'occasione. E dio, se ce ne erano state di occasioni. C'erano stati giorni in cui la rabbia si era completamente impossessata di lui e perfino lei aveva avuto paura e si era rintanata in un angolino. Come una bambina...e proprio come una bambina ancora appena svezzata dalla prima infanzia, non conosceva le conseguenze che poteva avere la rabbia, su di un uomo. Su di un ragazzo..su di un essere umano.

 

Voleva imparare..voleva crescere e distaccarsi dal suo mondo ovattato dalle sensazioni.

Si l'eternità è un gran dono...ma non è bello essere invisibili...non sempre, ma la maggior parte delle volte.

Aveva vissuto..lo ricordava...si aveva vissuto in un epoca ottocentesca, quella dovegli abiti sono vistosi, eleganti e raffinati..era una ragazza ricca,di buon ceto...era bellissima...se lo ricorda...ma non ricorda le sensazioni di un bacio, di due mani che si toccano e si sfiorano..di un graffio che brucia...del sangue che sporca la pelle..della pioggia nei capelli e del freddo o del caldo..non ricorda nulla di quello che serve ad un essere umano per vivere. Come però fosse diventata angelo, questo non lo sapeva. Troppo tempo...

 

e ora si trova su quel letto, accanto all'essere umano per cui ha perduto il senno.

Più volte era stata richiamata e rimproverata. Ma non le importava...cosa avrebbero potuto farle? Cacciarla via...? Sì e l'avrebbero mandata sulla terra sotto vesti umane, finalmente. Ma data l'incertezza della sua possibile fine, era meglio non esagerare...o poteva bruciarsi le possibilità di poter divenire umana... stava disperatamente cercando un modo...deve..deve trovare un modo per poter stargli affianco...fisicamente...e non solo spiritualmente.

 

è ancora su quel letto...al suo fianco. L'abito bianco che indossa le ricorda i suoi vestiti ottocenteschi..ed è per questo che lo adora. È bianchissimo, con pizzi e merletti quasi ovunque. Una gonna vaporosa e lunga, ma decisamente più comoda rispetto a quelle che era abituata ad usare quando viveva. Non aveva tutta l'impalcatura per la gonna che invece ora le cadeva morbida giu dai fianchi. Ai piedi aveva delle piccole scarpette, bianche di certo, con un taglio da bambina...adorava anche quelle. I capelli invece erano lunghi è di un castano scuro lucido, non perfettamente lisci, ma non se ne doveva fare chissà quale problema, le stavano bene, e poi, era invisibile.

 

solo qualche volta si era lasciata intravedere da lui...nell'ospedale, quella sera, di sfuggita per un corridoio, e poi qualche volta per strada...o per i negozi, quasi come fosse un fantasma. Ma in quei pochi attimi aveva potuto ben sentire lo sguardo curioso del ragazzo poggiarsi su di lei come se si poggiare su di uno strano oggetto di cristallo, prezioso e fragile, ma dal forte impatto visivo.

 

ora lui si è addormentato. Ha tirato su il lenzuolo a coprire il suo corpo mezzo nudo, e si è girato ora su un fianco. Il braccio ha smesso di sanguinare da un po' ma sicuro deve bruciargli. Passa le dita sulle ferite..non può sentirle sotto il suo tocco.. ed è la cosa che più la lascia delusa...avrebbe voluto sentirsi amata almeno per una volta....

 

poi si alza dal letto lasciandolo da solo...

 

ma come...come poteva anche solo pensare che se fosse stata umana lui l'avrebbe amata? Lui...

Però lei è il suo riflesso....l'ha trovato perché lei è lui....è la sua immagine... ogni angelo ha un essere umano nel quale si ritrova. Ovviamente c'è poi l'angelo che se ne lascia trasportare, e l'angelo che vi riesce a resistere. O addirittura l'angelo che non riesce a trovarlo...l'essere umano in cui riflettersi...e per quanto sia brutto forse è meglio così.

 

Si avvia poi verso la finestra guardando attraverso le tende. Poi scompare...

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


-c'è..qualcuno?-

 

Una voce risuona alta nell'empietà di quel luogo che somigliava più ad uno stupendo giardino che ad un parco. Ma come ci era arrivato li? Si era perso..

Camminava lentamente per quel piccolo bosco in miniatura. C’erano fiori stupendi ovunque, si era imbattuto anche in un cespuglio di rose nere...stupende...le goccioline della resina appena sciolte faceva sembrare che fossero state appena annaffiate. Si avvicinò ad una di esse e ne carezzò i petali vellutati con delicatezza. Ma esistevano le rose nere? Oddio, finte sì, ma non credeva esistessero.

 

Le foglie di un cespuglio vengono poi spostate seguite dai passi che avanzano in quel prato verde e stranamente leggermente incolto. I fili d'erba che tappezzavano quel luogo incantato erano ognuno di una lunghezza leggermente diversa dagli altri.

 

Poi alza lo sguardo dall'erba e dai meravogliosi fiori che inebriano l'aria con la loro dolce fragranza.

 

Il suo sguardo si ferma un po' più in la, ad osservare un cespuglio di gigli stupendamente bianchi e maestosi. E accanto ad essi c'è qualcuno..

 

-ehi tu...che ci fai in un posto simile?-

Chiede ritrovandosi stupito della presenza di una persona in quel luogo..forse anche lei si è persa...

 

La ragazza che siede su una panca di marmo bianco non alza nemmeno lo sguardo e risponde

 

-perchè..voi ? che ci fate voi qui?..-

 

-io..mi sono perso..sai dirmi qual'è la strada giusta?-

 

La ragazza vestita in bianco studia il fiore che ha tra le dita e risponde con aria principesca e lievemente altezzosa

 

-mi da del tu...siamo gia così tanto in confidenza? Mi conosce?-

 

il ragazzo rimane stranito e leggermente infastidito da quel tono quasi stizzito. Quella ragazza dall'aria di una bambina principessa dai lunghi capelli castano lucido gli era famigliare...dove l'aveva gia vista?

 

-mi..scusi..-

 

Borbotta poi avvicinandosi di più e sorridendo lievemente a quella scenetta a cui stavano dando luogo. Gli sembrava di essere andato indietro nel tempo, dove le persone si davano del voi, o del lei..e quella ragazza sembrava tanto essere di un altra epoca..un epoca dove la cortesia e la riverenza erano di uso comune.

 

-venite, avvicinatevi pure..sedete accanto a me e ditemi...ditemi...come vi trovate qui?-

 

La ragazza gli indica il posto libero accanto a lei invitandolo a sedersi, poggiando il fiore sul tessuto della lunga gonna bianca. Lui obbedisce.ammaliato dagli occhi di lei. Verdissimi. A contrasto con il colore scuro dei suoi capelli. Si siede e rimane in silenzio per un attimo. Poi cerca di spiegarle quello che nemmeno lui sa bene...il motivo della sua presenza in quel posto sconosciuto.

 

-io...credo..cioè..non so...devo essermi perso...-

 

Bofonchia distogliendo lo sguardo da quello della ragazza e portandosi una mano ad aggiustarsi i capelli morbidi di lunghezza media.

Ed è nel momento in cui si siede che si accorge del suo strano abbigliamento.

Indossa una camicia bianca leggermente un po' troppo larga per la sua costituzione magra ed esile. Il colletto lungo e merlettato con attorno un nastro nero di raso lucido lasciato libero di cadere giù dal suo collo. La camicia con qualche bottone slacciato si apre quasi fino al petto, e lascia intravedere l'incavatura del collo e l'ossatura della clavicola. Dalla vita in giu invece un pantalone nero lungo ed aderente, non troppo, le quali estremità delle gambe sono infilate in degli stivali con qualche cinghia a chiuderli. Non sono male... ma non è abituato a vedersi in simili abiti. Ma gli sembrano adatti alla strana situazione..

 

-state tranquillo.-

 

Sorride dolcemente la ragazza e poi gli porge il fiore che fino a poco prima aveva tra le sue stesse dita ed era intenta ad osservare. Era il più bello tra tutti i suoi compagni.

 

-per voi.-

 

il ragazzo con le labbra semischiuse prende il fiore e lo osserva con attenzione..non aveva mai visto un giglio così bello. Così bianco...mai...

 

-perchè? -

 

chiede lanciando uno sguardo interrogativo alla ragazza che come se nulla fosse gli risponde

 

-di cosa volete sapere il perchè?-

 

-del vostro gesto. Non mi conoscete neppure..-

 

la ragazza a questa risposta sorride apertamente prendendo poi a fare dondolare le gambe avanti e indietro come fanno le bambine quando aspettano qualcosa o sono imbronciate.

 

-oh..io vi conosco più di quanto immaginiate...credetemi...-

 

Continua a ridere socchiudendo quasi gli occhi e soffermandosi a guardarlo negli occhi nocciola.

Poi si alza e si pone dinanzi a lui lasciando andare le braccia lungo il busto e le mani cominciano a giocare con il tessuto del vestito. Lui non fa che osservare le sue movenze. Poi si china a porgli un bacio leggero sulla guancia e una mano va a carezzargli il viso liscio e morbido.

 

-svegliatevi ora.-

 

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


Apre gli occhi di scatto. Si tira su a sedere. Si guarda più volte intorno per poi lasciarsi colpire dalla luce del sole che è gia alto nel cielo.

 

Poi una mano va a toccare qualcosa poggiata sul letto nello spazio vuoto accanto a lui. Si volta di scatto per guardare quell'oggetto che era sicuro che la sera prima non ci fosse.

 

Un giglio bianchissimo...esattamente come quello del sogno...si..perchè era stato un sogno..vero?

 

Prende il fiore tra le dita e lo porta vicino al naso..lo annusa..ha un buon profumo...ma come ci fosse finito li era un bel mistero..magari lo aveva comprato lui stesso la sera prima e non se ne ricordava...ogni tanto gli succedevano episodi simili...lo spaventava un po' non ricordarsene, ma era la spiegazione più logica.

 

Ripensa al sogno ed alla ragazza che era li con lui...

Aveva un aria molto famigliare...doveva averlagia vista da qualche parte..eppure dove?

 

Si alza avvicinandosi alla finestra strizzando leggermente gli occhi per l'inabitudine alla luce diretta del sole.in fondo si era appena svegliato.

 

Sposta leggermente la tenda per poi guardare verso il basso, in strada..

Il solito traffico lento mattuttino, ma ormai ci si è talmente abituato che non ci fa nemmeno più caso a tutti i clacson che vengono suonati in determinate ore precise. Quello per fortuna è un orario abbastanza tranquillo..

 

Poi lascia scivolare il lembo della tenda via dalle dita e ravvivandosi i capelli si dirige in bagno.

 

Lenza nemmeno chiudere la porta del piccolo, ma spazioso e disordinato bagno,apre l'acqua della doccia aspettando l'acqua calda e nel mentre si guarda allo specchio sbadigliando rumorosamente. Era uno dei piccoli lussi che poteva concedersi vivendo da solo.

Quando poi nota una trasparente nuvoletta crearsi dall'impatto dell'acqua con il piatto della doccia e il vetro dello specchio cominciare ad appannarsi decide di levarsi l'unico indumento indossato, e di mettersi in doccia.

 

Intanto lei è di nuovo li, ora ad osservare lo specchio senza poter guardare il proprio riflesso. 

 

Non può sentire il calore che si è creato avvolgerla. Nemmeno l'umidità dell'acqua...no..

Ormai sa tutto di lui....riesce a scrutare nel suo cuore, nella sua mente...ma non lo fa spesso...non vuole privarlo della sua privacy, anche se lui non sa nulla di lei, sarebbe sleale. Non sa nemmeno che è lì con lui ogni volta che può. Non se lo immagina nemmeno...

 

Tesoro..se solo ci fosse un modo..sarei tua..e tua soltanto.

 


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grazie per le letture xD e per chi l'aggiunta alle seguite ùù un commentino non dispiace di certo xD

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Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


Giorni dopo si ritrova su di un ponte. È notte fonda. Poche ore e il sole avrebbe fatto capolino dall'orizzonte al momento invisibile.

 

Anche lui è li. Affacciato alla ringhiera del ponte deserto. L’acqua è così scura e torbida. Farci un tuffo...non è una brutta idea. Porre finalmente fine a questa magra e futile solitaria vita.

 

D'un tratto qualcuno alle sue spalle.

 

- non è meraviglioso tutto questo?-

 

Gli si affianca affacciandosi anche lei alla ringhiera..la ragazza del sogno..si proprio lei...

 

- sei forse il mio angelo vestito da passante?-

 

Le lancia solo uno sguardo prima di tornare a guardare il fiume sotto di se. Un tiro veloce ma pieno alla sigaretta che ha tra le dita, e poco dopo il fumo azzurrognolo si disperde nell'aria uscendo dalle labbra carnose.

 

- ci sei vicino..qualcosa di simile forse.-

 

risponde sorridendo, lo sguardo alto che punta alle stelle dinanzi a se.

 

- non ti accorgi di quanto il mondo sia meraviglioso? Guarda, una stella cadente. È stupenda. -

 

Sorride, sorride come fanno i bambini quando vedono qualcosa di nuovo e bello. E lei è bellissima sotto la fioca luce della luna calante della quale ormai è rimasto un sottilissimo sorriso lucente e candido.

 

Poi si volta, gli afferra una mano e lo porta lontano dalla ringhiera.

 

- pensi di non avere nulla e invece hai tutto questo..perfino il tuo dolore potrà guarire..

 

Lo porta via mentre gesticola ampiamente con fare allegro e sicuro. Lui si lascia trascinare in quella camminata strana. In quella strada che non sa dove lo porterà..

 

- ti hanno inventato il mare....-

 

E in attimo, senza sapersi spiegare come, si ritrovano in riva al mare su una spiaggia..è tutto oscuro. in lontananza s’intravedono le luci della città e il piccolo sorriso della luna si riflette nell'acqua calma.

- come..-

 

Lo sguardo smarrito e spaventato. La osserva dopo essersi guardato più volte attorno. Indossa lo stesso abito che aveva visto nel sogno.

 

-shhh-

 

Un dito di lei va a poggiarsi delicatamente sulle labbra del moro.

 

Poi si siede sulla sabbia e poco dopo si stende a braccia aperte. La sabbia è fredda ma di li a poco sarebbe stata riscaldata dal sole.

Gli fa cenno di fare esattamente come lei. Lui obbedisce incredulo e si stende sulla sabbia, osservando le stelle in cielo.

 

-come è possibile? Tutto questo..chi sei? -

 

Il viso si piega a incrociare quello candido di lei che ora ha gli occhi chiusi e si lascia cullare dal rumore fresco e frizzante delle onde del mare che con lentezza raggiungono la riva e piano si ritirano, senza sosta.

 

-un angelo....ci credi?-

 

Gli occhi si allargano..poi tornano tranquilli, e si gira su di un fianco puntandosi sul gomito, girato verso di lei.

 

-beh..dopo questo...ma se davvero lo sei..perchè ti lasci vedere da me? Chi sono io per suscitare così tanta importanza?-

 

La domanda gli sorge spontanea..lui non ha mai suscitato in nessuno dell'importanza...né dell'affetto..né dell'odio o rancore..a volte gli sembra di essere inesistente.

 

-tu sei me, il mio riflesso..la mia immagine..la mia persona. -

 

Dice breve, decisa e concisa. Poche parole e il volto ora si gira a scrutarlo negli occhi. A lui sembra quasi che gli stia scrutando l'animo..e si sente in soggezione..i denti mordicchiano insistentemente un labbro che diventa rosso e bollente a causa di quelle sollecitazioni..

Lei lo nota..il suo nervosismo..la sua paura che cerca però di mascherare goffamente..non è bravo in queste cose..solo qualche volta gli riesce.

 

-ti ho zittito?-

 

Chiede sorridendo mestamente..e pensa che solo in quei momenti può trovarsi al suo fianco..

 

-rivoglio la mia sigaretta.-

 

Si esprime poco dopo ora però abbassando lo sguardo sulla sabbia tra le dita della mano libera che non lo sorregge..non saprebbe cosa altro dire..e della sua sigaretta ora ne ha bisogno..un fottuto bisogno..quel potere che la nicotina ha di rilassarti è unico..non quanto il sangue che scorre sul braccio ovviamente..ma fa parte delle cose che gli restituiscono un po' di pace.

 

Lei gliela porge. Inutile chiedersi da dove l'abbia tirata fuori..un brivido dietro la schiena lo percorre..ancora non riesce a individuare se è a causa del freddo, dell'umidità..o dell'eccitazione di quella strana situazione. Allunga la destra per poter afferrare la cicca e infilarsela tra le labbra con la solita disinvoltura. Poi sussurra un po' stranito

 

-ti spiace?-

 

E fa cenno che la sigaretta manca di essere accesa per poter essere consumata.

Lei compie un sottilissimo gesto di dita e immediatamente la sigaretta è accesa e fumante. Come primo tiro ne fa uno grosso. A pieni polmoni..e il fumo viene rilasciato dopo che comincia a sentire la gola bruciargli. Le labbra semischiuse lasciano scappare via il fumo che immediatamente si disperde via.

Si sente i suoi occhi sulla mano nella quale tiene la sigaretta, e poi li sente correre alle proprie labbra.

 

-hai un eleganza particolare...quel modo di prendere la sigaretta tra le labbra, pur se un gesto comunissimo, lo rendi elegante e raffinato, quasi fossi un principe..per non parlare delle tue mani..affusolate, liscie e bianche..morbide...potresti benissimo non essere di questo mondo lo sai? -

 

Afferma lei con tranquillità, come se dire quelle cose ad uno "sconosciuto" in quel modo, fosse la cosa più naturale del mondo. Lui sente le gote arrossarsi lievemente, ma la notte è complice e copre qualsiasi delitto di quel genere. Risponde sarcastico cercando di coprire l'imbarazzo

 

-oh, non dirmi cose che gia so...-

 

Ride nervoso, e fa un altro tiro, per poi dire la frase che si celava sotto quella sarcastica.

 

-mi metti in soggezione così..se sei un angelo dovresti sapere che in realtà non mi vedo così bene.-

 

Ammette in un verso malinconico spezzato dal rumore cristallino del mare. in realtà non sa perchè si stia confidando così apertamente..probabilmente spera che quello sia tutto un sogno dalla quale una volta svegliatosi, non gli rimarrà null'altro che un ricordo vago e sbiadito dell'immagine pura di lei che ora si è portata come lui, a sorreggersi su di un gomito, stando su di un fianco, potendolo guardare negli occhi nocciola.

Non risponde. Non dice altro. Si limita a studiare i suoi movimenti nei minimi particolari.

 

-quindi, visto sempre che sei un angelo..dovresti sapere tutto di me..non è leale...-

 

Ridacchia sommessamente, e ormai la cicca si avvicina al filtro che comincia a bruciare, e così dopo un altro profondo tiro è costretto a prenderla tra l'indice ed il pollice e poco dopo ad affondarla nella sabbia.

Lei segue i suoi gesti come incantata. I capelli mossi che ricadono morbidi sul viso, coprendolo un po' dalla sua visuale, le dita tra la sabbia che giocano con il mozzicone appena spento, le labbra piegate in un mezzo sorriso amaro, sorriso di chi è preso in fallo e non può nulla se non subire.

 

-no...non so tuttissimo..ma so di questo..-

 

Si sporge, si avvicina a lui e gli acchiappa il polso destro. Lo guarda un momento negli occhi con decisione e dolcezza. Poi si mette inginocchiata, accanto a lui, per poter avere entrambe le mani libere. Lui non si muove. Immobile, quelle cose ci sono anche in quel sogno? Lo è davvero poi un sogno, quello? La lascia fare. Un nuovo brivido lo scuote dall'interno..e stavolta sa per certo che non è per il freddo.. sente le dita piccole e affusolate di lei infilarsi nel polsino non troppo stretto di quella strana camicia ottocentesca. Poi lo sente sbottonarlo, e un altro brivido, ora più intenso lo scuote. E quando lei si appresta a sollevare la manica della camicia, deglutisce aria, e sente di nuovo le guance imporporate, il labbro è tornato ad essere massacrato dai denti...e il cuore pulsa veloce..troppo per i suoi gusti. Lei lo sa di certo. Ma continua..fino a scoprire quella ella distrutta, martoriata, con qualche goccia di sangue rappresa durante il giorno..ci passa le dita attorno..quelle ferite...ma comunque, il suo tatto è nullo...lui la sente...lei no.... ma questo non può saperlo lui..che ora si sente quasi in colpa...

 

-io lo so..che non riesci a farne a meno...non odiarti per questo...-

 

e sa anche che quello che lo ha segnato è troppo...lo capisce. Ma di questo non gli parlerà..farà finta di non sapere nulla così che un giorno, chissà quando, sarà lui a doversi aprire...a confessargli che le cicatrici sulla schiena invece non sono opera propria...e che forse è proprio per questo che non lo ha mai visto con qualcuno..si qualche uscita tranquilla con qualche amico, con delle ragazze nuove, ma poi mai più viste.

 

lui istintivamente ritrae il braccio. E lei lo lascia fare. Si maledice per non aver potuto approfittare appieno di quella occasione...lo aveva potuto carezzare, toccare, ma la sua pelle non aveva potuto registrare nulla, di quella pelle così setosa alla vista, figuriamoci al tatto.

                  

Dannazione.

Ora lui è in piedi, e velocemente si è ricoperto il braccio che ora gli brucia come fosse stato scottato dal fuoco. Può sentire il sapore del sangue in bocca..sicuramente si deve essere spaccato il labbro a forza di mangiucchiarlo così violentemente. E lei ha notato anche questo, come una lince con la propria preda..le tiene gli occhi puntati fino a che non la ottiene.

 

si alza anche lei... e gli si pone davanti.

 

-è inutile nasconderlo...non davanti a me..-

 

Gli dice, per poi sollevarsi sulle punte, per raggiungerlo almeno un po', e passando le mani sulle sue gote ancora rosse e calde per l'imbarazzo, avvicina le labbra alle sue, lui ancora una volta rimane immobile, dicendosi che tanto scappare è inutile...e anche perchè ora le gambe non vogliono dargli retta..la lingua di lei passa veloce e leggera sulle sue labbra, talmente leggera che sembra un soffio di vento...gelido.

 

-sanguini..-

 

gli dice, per poi poggiare lievemente le labbra su quelle di lui che sono ora leggermente schiuse per lo stupore..le sue piccole mani invece ora sono quasi aggrappate alle sue spalle per reggersi. E chiude il contatto poco dopo. Riprendendo a poggiare su tutto il piede e riprendendo anche equilibrio.

 

-io ti amo per quello che sei.-

 

Gli dice sorridendo per poi svanire così come è apparsa. E invece lui si ritrova di nuovo sul ponte dove si trovava prima....ha sognato forse ad occhi aperti? Si guarda intorno e nota la sua sigaretta tra le dita..la sua black devil..con quel sapore di vaniglia, mischiato alla nicotina. Scuote la testa incredulo...un ultimo sguardo all'acqua torbida sotto di lui, e poi gira sui tacchi per tornarsene a casa. Fa scattare la serratura dell'auto come automatico e ci entra, allaccia la cintura e mette in moto per rientrare.

 


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uffiii ç__ç

un commentino si può anche lasciare eh ùù sono molto ben graditi xD so che fino ad ora non è stata intrigantissima, ma ci sono capitoli più interessanti..ùù

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Capitolo 5
*** Capitolo V ***


La radio si accende automaticamente alla messa in moto, e la musica trasmessa di certo non è la migliore in circolazione..non è la sua, non lo rispecchia per nulla, e tantomeno riesce a calmarlo. Spegne la radio con la destra, mentre la mancina è ferma al volante. Tutto quello che vuole in quel momento è un po' di silenzio..quello vero, quello rilassante..e il motore della macchina gli impedisce di poterlo avere. Gli occhi sono fissi sulla strada senza farsi sfuggire nulla. Ma apparentemente vuoti.

 

Un bruciore sulla schiena premuta scomodamente contro il sedile.

"merda" pensa riportando la mente a ciò che è accaduto quella notte. Immaginazione..deve essere stato quello. Ma quel gelo sulle labbra...lui lo ricorda come se lo avesse ancora. E inconsciamente si ritrova ad assicurarsi che i finestrini siano ben chiusi, e che l'aria sia spenta. Ed è così. E continua a guidare verso una meta non troppo precisa. Non è sicuro di voler rientrare a casa...forse si fermerà da qualche parte a bersi una birra...a soffermarsi a guardare qualche volto sconosciuto...

 

Accosta non appena arriva dinanzi alla piccola e losca entrata. Mentre parcheggia, gli capita di fissarsi gli occhi nello specchietto retrovisore. Non sa nemmeno perchè si è truccato quella sera. Quel filo di nero sugli occhi, lo fa sentire diverso. Come una maschera che lo nasconde, anche se debolmente. Spegne, estrae le chiavi e dopo essersi slacciato la cintura di sicurezza esce dalla macchina, pestando con gli anfibi neri e nemmeno troppo sobri, un asfalto che se potesse parlare ne racconterebbe di tutti i colori.

 

Chiude la macchina inserendo l'allarme per un ulteriore sicurezza e si addentra nel locale, che dall'insegna tutto sembra, tranne che un posto tranquillo.

 

Durante l'accesso si accende una sigaretta portandola alle labbra direttamente dal pacchetto semivuoto, ed estraendone da esso, anche l'accendino viola elettrico che prontamente porta alla sigaretta e accende dandole fuoco quanto basta per poterla accendere e tirare un primo fiato, senza toglierla dalle labbra. E l'odore di nicotina misto a vaniglia si disperde nell'aria. Il capo basso, la destra in tasca, e con la mancina saluta le massicce bodyguard che vi sono all'entrata. Come se questi lo avessero sempre conosciuto gli fanno spazio senza nessun cenno del viso.

Entrato nel locale, la musica ed il suo volume esagerato gli riempiono i timpani ed il cervello, ma è meglio della musica squallida della radio. Commerciale..troppo. il locale è illuminato da neon blu elettrico e dalle luci del bancone, al quale si avvicina quasi immediatamente bofonchiando al barista di portargli una birra gelata, il quale accenna con la testa e si dirige verso il frigorifero degli alcolici in genere.

Intanto lui si siede e prende posto su uno di quegli scomodi sgabelli e si guarda intorno. Ci sono tanti ragazzini truccati anche pesantemente. vestiti attillati e borchiati, pantaloni di pelle...ragazze che con i loro rossetti extrarossi sorseggiano il loro cocktail alla frutta, ovviamente alcolico, mentre nell'altra mano, immancabile spinello. Invece la sua sigaretta è un po' tra le dita, e un po' tra le labbra. Quando si ritrova la birra richiesta e gelata dinanzi, tira un ennesimo tiro, e poi spegne la cicca nell'apposito posacenere, riempito di mozziconi fino all'orlo.

Afferra il boccale con la mancina, dal manico, e lo porta alle labbra che sono ancora rosse e spaccate. Un lungo sorso, gli occhi semichiusi. La lingua può sentire il gelo che la rinfresca e a quel fresco, le labbra invece gli portano alla mente le labbra di quell'essere.

 

Sospira, poggiando nuovamente la birra sul bancone. Poi volta il capo di lato osservando la ragazza accanto a lui che sembra guardarlo con occhi estremamente languidi e maliziosi, il vestito rosso come il suo rossetto, con una scollatura che non lascia troppo all'immaginazione, e lo spacco che fa dubitare sulla presenza della biancheria intima.. la conosce.

L'ha gia vista..è famosa in quel locale come la tipa più disinvolta di tutto il locale. Ma a lui quella sera non importa con chi interagisce..si lascia fare, si lascia trasportare..lei sorride. E lui puo sentire i suoi occhi pieni di mascara vagare sul proprio corpo, squadrandolo, e quando si ferma sulle labbra e sui capelli le si puo leggere negli occhi quello che vuole.

Risponde al sorriso, e gli occhi rispondono senza troppa attenzione allo sguardo di lei. In poco la sente vicina...le labbra che sussurrano qualcosa al suo orecchio. E lui senza pensarci dopo qualche minuto si ritrova in macchina con lei diretti a casa sua. Gli ha offerto un'altra birra, e lui in quello stato non ha retto molto. Si è lasciato subito portare via. Forse anche un po' per consolazione. È da molto che non tocca una donna. E quella sera si sente anche un po' patetico...ma probabilmente l'alcool non gli farà ricordare nulla il giorno dopo. E nemmeno a lei.

 

Dopo poco sono nel suo letto, gemiti e sospiri, la ragazza ,gia completamente nuda, si affretta a spogliarlo degli indumenti neri indossati, scoprendo un corpo bianco e magro, ma non anoressico. Le mani di lei vagano ovunque, lo toccano, spalle schiena, collo, sesso..e le gambe si attorcigliano attorno alla sua vita per chiamarlo più a se, i baci di lui sono dettati più dall'eccitazione dal momento che da qualsiasi altro sentimento. Non c'è passione, o coinvolgimento affettivo..ed è forse questo che lo fa sentire patetico ancora di più. La tocca con noncuranza, ma a lei non sembra dispiacere, e le labbra schiuse in gemiti lo fanno intuire bene..soprattutto quando lo sente dentro di se improvvisamente e velocemente. Senza troppi riguardi. Solo sesso..qualche goccia di sudore si forma sulle tempie, invisibili e subito prese dai capelli che li coprono il viso, le labbra schiuse, ed ogni tanto il labbro inferiore morso violentemente quando l'orgasmo si avvicina e si rende imminente..

-usi la pillola vero?-

Una domanda fatta a fior di lobo mentre gli affondi si fanno più decisi e profondi. Ovviamente la risposta era scontata, ma quell'accortezza era per farlo sentire un po' più in un su degli stessi che vanno a puttane e non gliene frega nulla.

Un cenno affermativo della testa di lei e poi due tre affondi decisi e potenti che lo fanno gemere e tremare per qualche secondo, il tempo di riversarsi in lei, occhi chiusi, non la guarda. Ma la sente. Le unghie che si premono nelle sue spalle e poi scendono sulla schiena. Istintivamente in quell'istante, si scosta e si accascia accanto a lei su quel letto. Il respiro ancora irregolare, il pulsare del sangue nelle vene è prepotente, e lui vorrebbe farlo uscire. Ma non è solo..e lei sembra non essersi accorta di nulla. Gli occhi chiusi e il respiro che si regolarizza.

Si alza e va in bagno. Doccia immediata per lavarsi via quell'odore. Ancora si chiede perchè si sia portato a casa una ragazza. Forse voglia di qualcosa di diverso. E poi succede tutto così in fretta.. il getto è bollente ma lo lascia scorrere anche quando la testa comincia a girargli. Disinfezione, rinascita. Mentre si passa il sapone sul corpo lascia scorrere le dita, per quel che può, su quella parte della schiena...li dove i segni del passato lo rincorrono ma che gli hanno insegnato a camminare da solo. perchè o lo fai o ne rimani schiavo.

E si ritrova poi a sedersi sul piatto della doccia spalle contro le piastrelle fredde, almeno per la temperatura del suo corpo, e ginocchia al petto. anche se preferirebbe non ammetterlo, soprattutto a se stesso, una goccia che non è acqua si fa spazio tra le ciglia scure e scorre veloce via, assieme all'acqua corrente, sulla guancia.

Esce poco dopo dalla doccia e si infila un paio di boxer, il suo solito tipo, aderenti, neri. Senza nemmeno asciugarsi i capelli s’infila a letto. La ragazza ovviamente è gia crollata al sonno. Guarda per un momento l'orologio sul comodino. Le 4 e mezzo del mattino. Da un ultimo sguardo alla maschera nera che è sciolta sul volto della bionda che è nel suo letto. È patetica anche lei vista così. Il trucco sciolto la fa sembrare a tutti gli effetti una prostituta e soprattutto un pagliaccio.

Poi si stende e chiude gli occhi, raggomitolandosi poi su di un lato. Dopo solo una ventina di minuti riesce a prendere sonno e a dormire.

 

Lei intanto ha osservato tutto..lo ha seguito, come fa sempre, perchè a stargli lontano non ci riesce. E nonostante tutto, non può biasimarlo per ciò che ha fatto. Ha tutto il diritto di fare quello che gli pare. di certo non può essere lei, che nemmeno lo può toccare, a dirgli cosa fare e cosa no. Sarebbe uno stupido paradosso. E poi non ne è gelosa..almeno, non troppo. in fondo, lui non considera nemmeno la sua esistenza per vera. E come dargli torto. Sa solo che non potrà continuare a lungo così. E che entrambi stanno andando incontro alla propria autodistruzione.

a volte vorrebbe essere lei a ferirlo, e lei a curarlo. Ma è chiedere troppo.

Lo osserva mentre si addormenta..e se solo lui potesse vederla, o sentirla, in quel momento sentirebbe le sue dita correre lungo il profilo di quelle labbra disegnate e un candido bacio posarsi sulla sua fronte per augurargli buona notte. di certo non apprezza la bionda che può dormirgli accanto. La invidia..ma solo la sua corporeità..per il resto, non avrebbe mai voluto essere trattata così.

Non lo avrebbe mai permesso.

           

 


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grazie a chi ha aggiunto la mia storia tra le seguite ç_ç mi fate un grande regalo x33

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