Giorni
dopo si ritrova su di un ponte. È notte fonda. Poche ore e il sole avrebbe
fatto capolino dall'orizzonte al momento invisibile.
Anche
lui è li. Affacciato alla ringhiera del ponte deserto. L’acqua è così scura e
torbida. Farci un tuffo...non è una brutta idea. Porre finalmente fine a questa
magra e futile solitaria vita.
D'un
tratto qualcuno alle sue spalle.
-
non è meraviglioso tutto questo?-
Gli
si affianca affacciandosi anche lei alla ringhiera..la ragazza del sogno..si
proprio lei...
-
sei forse il mio angelo vestito da passante?-
Le
lancia solo uno sguardo prima di tornare a guardare il fiume sotto di se. Un
tiro veloce ma pieno alla sigaretta che ha tra le dita, e poco dopo il fumo
azzurrognolo si disperde nell'aria uscendo dalle labbra carnose.
-
ci sei vicino..qualcosa di simile forse.-
risponde
sorridendo, lo sguardo alto che punta alle stelle dinanzi a se.
-
non ti accorgi di quanto il mondo sia meraviglioso? Guarda, una stella cadente.
È stupenda. -
Sorride,
sorride come fanno i bambini quando vedono qualcosa di nuovo e bello. E lei è
bellissima sotto la fioca luce della luna calante della quale ormai è rimasto
un sottilissimo sorriso lucente e candido.
Poi
si volta, gli afferra una mano e lo porta lontano dalla ringhiera.
-
pensi di non avere nulla e invece hai tutto questo..perfino il tuo dolore potrà
guarire..
Lo
porta via mentre gesticola ampiamente con fare allegro e sicuro. Lui si lascia
trascinare in quella camminata strana. In quella strada che non sa dove lo porterà..
-
ti hanno inventato il mare....-
E
in attimo, senza sapersi spiegare come, si ritrovano in riva al mare su una
spiaggia..è tutto oscuro. in lontananza s’intravedono le luci della città e il
piccolo sorriso della luna si riflette nell'acqua calma.
-
come..-
Lo
sguardo smarrito e spaventato. La osserva dopo essersi guardato più volte
attorno. Indossa lo stesso abito che aveva visto nel sogno.
-shhh-
Un
dito di lei va a poggiarsi delicatamente sulle labbra del moro.
Poi
si siede sulla sabbia e poco dopo si stende a braccia aperte. La sabbia è
fredda ma di li a poco sarebbe stata riscaldata dal sole.
Gli
fa cenno di fare esattamente come lei. Lui obbedisce incredulo e si stende
sulla sabbia, osservando le stelle in cielo.
-come
è possibile? Tutto questo..chi sei? -
Il
viso si piega a incrociare quello candido di lei che ora ha gli occhi chiusi e
si lascia cullare dal rumore fresco e frizzante delle onde del mare che con
lentezza raggiungono la riva e piano si ritirano, senza sosta.
-un
angelo....ci credi?-
Gli
occhi si allargano..poi tornano tranquilli, e si gira su di un fianco
puntandosi sul gomito, girato verso di lei.
-beh..dopo
questo...ma se davvero lo sei..perchè ti lasci vedere
da me? Chi sono io per suscitare così tanta importanza?-
La
domanda gli sorge spontanea..lui non ha mai suscitato in nessuno
dell'importanza...né dell'affetto..né dell'odio o rancore..a volte gli sembra
di essere inesistente.
-tu
sei me, il mio riflesso..la mia immagine..la mia persona. -
Dice
breve, decisa e concisa. Poche parole e il volto ora si gira a scrutarlo negli
occhi. A lui sembra quasi che gli stia scrutando l'animo..e si sente in
soggezione..i denti mordicchiano insistentemente un labbro che diventa rosso e
bollente a causa di quelle sollecitazioni..
Lei
lo nota..il suo nervosismo..la sua paura che cerca però di mascherare
goffamente..non è bravo in queste cose..solo qualche volta gli riesce.
-ti
ho zittito?-
Chiede
sorridendo mestamente..e pensa che solo in quei momenti può trovarsi al suo
fianco..
-rivoglio
la mia sigaretta.-
Si
esprime poco dopo ora però abbassando lo sguardo sulla sabbia tra le dita della
mano libera che non lo sorregge..non saprebbe cosa altro dire..e della sua
sigaretta ora ne ha bisogno..un fottuto bisogno..quel potere che la nicotina ha
di rilassarti è unico..non quanto il sangue che scorre sul braccio
ovviamente..ma fa parte delle cose che gli restituiscono un po' di pace.
Lei
gliela porge. Inutile chiedersi da dove l'abbia tirata fuori..un brivido dietro
la schiena lo percorre..ancora non riesce a individuare se è a causa del
freddo, dell'umidità..o dell'eccitazione di quella strana situazione. Allunga
la destra per poter afferrare la cicca e infilarsela tra le labbra con la
solita disinvoltura. Poi sussurra un po' stranito
-ti
spiace?-
E
fa cenno che la sigaretta manca di essere accesa per poter essere consumata.
Lei
compie un sottilissimo gesto di dita e immediatamente la sigaretta è accesa e
fumante. Come primo tiro ne fa uno grosso. A pieni polmoni..e il fumo viene
rilasciato dopo che comincia a sentire la gola bruciargli. Le labbra
semischiuse lasciano scappare via il fumo che immediatamente si disperde via.
Si
sente i suoi occhi sulla mano nella quale tiene la sigaretta, e poi li sente
correre alle proprie labbra.
-hai
un eleganza particolare...quel modo di prendere la sigaretta tra le labbra, pur
se un gesto comunissimo, lo rendi elegante e raffinato, quasi fossi un principe..per
non parlare delle tue mani..affusolate, liscie e
bianche..morbide...potresti benissimo non essere di questo mondo lo sai? -
Afferma
lei con tranquillità, come se dire quelle cose ad uno "sconosciuto"
in quel modo, fosse la cosa più naturale del mondo. Lui sente le gote
arrossarsi lievemente, ma la notte è complice e copre qualsiasi delitto di quel
genere. Risponde sarcastico cercando di coprire l'imbarazzo
-oh,
non dirmi cose che gia so...-
Ride
nervoso, e fa un altro tiro, per poi dire la frase che si celava sotto quella
sarcastica.
-mi
metti in soggezione così..se sei un angelo dovresti sapere che in realtà non mi
vedo così bene.-
Ammette
in un verso malinconico spezzato dal rumore cristallino del mare. in realtà non
sa perchè si stia confidando così
apertamente..probabilmente spera che quello sia tutto un sogno dalla quale una
volta svegliatosi, non gli rimarrà null'altro che un ricordo vago e sbiadito
dell'immagine pura di lei che ora si è portata come lui, a sorreggersi su di un
gomito, stando su di un fianco, potendolo guardare negli occhi nocciola.
Non
risponde. Non dice altro. Si limita a studiare i suoi movimenti nei minimi
particolari.
-quindi,
visto sempre che sei un angelo..dovresti sapere tutto di me..non è leale...-
Ridacchia
sommessamente, e ormai la cicca si avvicina al filtro che comincia a bruciare,
e così dopo un altro profondo tiro è costretto a prenderla tra l'indice ed il
pollice e poco dopo ad affondarla nella sabbia.
Lei
segue i suoi gesti come incantata. I capelli mossi che ricadono morbidi sul
viso, coprendolo un po' dalla sua visuale, le dita tra la sabbia che giocano
con il mozzicone appena spento, le labbra piegate in un mezzo sorriso amaro,
sorriso di chi è preso in fallo e non può nulla se non subire.
-no...non
so tuttissimo..ma so di questo..-
Si
sporge, si avvicina a lui e gli acchiappa il polso destro. Lo guarda un momento
negli occhi con decisione e dolcezza. Poi si mette inginocchiata, accanto a
lui, per poter avere entrambe le mani libere. Lui non si muove. Immobile,
quelle cose ci sono anche in quel sogno? Lo è davvero poi un sogno, quello? La
lascia fare. Un nuovo brivido lo scuote dall'interno..e stavolta sa per certo
che non è per il freddo.. sente le dita piccole e affusolate di lei infilarsi
nel polsino non troppo stretto di quella strana camicia ottocentesca. Poi lo
sente sbottonarlo, e un altro brivido, ora più intenso lo scuote. E quando lei
si appresta a sollevare la manica della camicia, deglutisce aria, e sente di
nuovo le guance imporporate, il labbro è tornato ad essere massacrato dai
denti...e il cuore pulsa veloce..troppo per i suoi gusti. Lei lo sa di certo.
Ma continua..fino a scoprire quella ella distrutta, martoriata, con qualche
goccia di sangue rappresa durante il giorno..ci passa le dita attorno..quelle
ferite...ma comunque, il suo tatto è nullo...lui la sente...lei no.... ma
questo non può saperlo lui..che ora si sente quasi in colpa...
-io
lo so..che non riesci a farne a meno...non odiarti per questo...-
e
sa anche che quello che lo ha segnato è troppo...lo capisce. Ma di questo non
gli parlerà..farà finta di non sapere nulla così che un giorno, chissà quando,
sarà lui a doversi aprire...a confessargli che le cicatrici sulla schiena
invece non sono opera propria...e che forse è proprio per questo che non lo ha
mai visto con qualcuno..si qualche uscita tranquilla con qualche amico, con
delle ragazze nuove, ma poi mai più viste.
lui
istintivamente ritrae il braccio. E lei lo lascia fare. Si maledice per non
aver potuto approfittare appieno di quella occasione...lo aveva potuto
carezzare, toccare, ma la sua pelle non aveva potuto registrare nulla, di
quella pelle così setosa alla vista, figuriamoci al tatto.
Dannazione.
Ora
lui è in piedi, e velocemente si è ricoperto il braccio che ora gli brucia come
fosse stato scottato dal fuoco. Può sentire il sapore del sangue in
bocca..sicuramente si deve essere spaccato il labbro a forza di mangiucchiarlo
così violentemente. E lei ha notato anche questo, come una lince con la propria
preda..le tiene gli occhi puntati fino a che non la ottiene.
si
alza anche lei... e gli si pone davanti.
-è
inutile nasconderlo...non davanti a me..-
Gli
dice, per poi sollevarsi sulle punte, per raggiungerlo almeno un po', e passando
le mani sulle sue gote ancora rosse e calde per l'imbarazzo, avvicina le labbra
alle sue, lui ancora una volta rimane immobile, dicendosi che tanto scappare è
inutile...e anche perchè ora le gambe non vogliono
dargli retta..la lingua di lei passa veloce e leggera sulle sue labbra,
talmente leggera che sembra un soffio di vento...gelido.
-sanguini..-
gli
dice, per poi poggiare lievemente le labbra su quelle di lui che sono ora
leggermente schiuse per lo stupore..le sue piccole mani invece ora sono quasi
aggrappate alle sue spalle per reggersi. E chiude il contatto poco dopo.
Riprendendo a poggiare su tutto il piede e riprendendo anche equilibrio.
-io
ti amo per quello che sei.-
Gli
dice sorridendo per poi svanire così come è apparsa. E invece lui si ritrova di
nuovo sul ponte dove si trovava prima....ha sognato forse ad occhi aperti? Si
guarda intorno e nota la sua sigaretta tra le dita..la sua black
devil..con quel sapore di vaniglia, mischiato alla
nicotina. Scuote la testa incredulo...un ultimo sguardo all'acqua torbida sotto
di lui, e poi gira sui tacchi per tornarsene a casa. Fa scattare la serratura
dell'auto come automatico e ci entra, allaccia la cintura e mette in moto per
rientrare.