Nell'isola che non c'è

di CathyWutheringHeights
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il sogno di Cathy ***
Capitolo 2: *** il nonno di Cathy ***
Capitolo 3: *** Lisa Marie ***
Capitolo 4: *** Storie intrecciate ***



Capitolo 1
*** Il sogno di Cathy ***


                           CAPITOLO I


Cathy era seduta sul divano del salotto di casa sua che stava guardando uno dei quei programmi televisivi in cui le persone raccontano le proprie vite(che stranamente sono sempre tristi e deprimenti),e il pubblico applaude ininterrottamente dopo che l’ospite ha pronunciato la tipica frase da melodramma :”Eh,purtroppo la vita non è sempre rosa e fiori,ma bisogna cercare di viverla pienamente a fondo senza pensare al domani”o roba simile.
Durante queste interviste fatte a persone sconosciute,Cathy all’improvviso scoppiava sempre a ridere perché secondo lei questa gente veniva invitata di proposito per raccontare storielle commoventi ma completamente inventate solo per intrattenere i telespettatori.Insomma,lei credeva che dietro a queste “barzellette” ci fosse un copione,scritto dal regista,studiato a memoria da attori professionisti che sfortunatamente nessuno conosce e che le immagini dei video trasmessi in studio fossero prese da un qualche film o documentario che magari era rimasto nascosto per anni un sottoscala in mezzo a dei libri ammuffiti(magari appartenuti  a un nobile vissuto nel Medioevo).
Lei  ha sempre avuto la passione per i libri che narrano le vicende di nobili,conti e marchesi valorosi,ma non del genere letterario epico-romanzesco di Re Artù e i Cavalieri della Tavola Rotonda o Lancillotto,bensì di uomini ricchi che fino ai 25 anni vivono oziando e lasciandosi servire,senza pensare all’amore.E a volte si stendeva sul letto a immaginarsi che un ricco signore di una certa età(Cathy è sempre stata affascinata da uomini molto più grandi di lei perché sono più interessanti dei suoi coetanei diciottenni)un giorno avesse creduto di aver trovato la donna della sua vita,poi si rende  conto che una donna agiata non era ciò di cui aveva bisogno perché la ricchezza e l’ozio non portano alla felicità e alla scoperta del vero amore.E allora decide di scappare,di evadere dal proprio castello,lontano dall’alta società piena di ipocrisia,ignoranza e pregiudizi,per visitare posti nuovi e fare nuove conoscenze.
Nella propria vita arriva un momento in cui si è presi dalla curiosità e si ha voglia di fuggire da dove ci troviamo perché siamo stanchi(sia che si tratti del nostro secolo,che degli altri passati)per andare alla ricerca di nuove esperienze.
Tornando al nobile senza nome(Cathy non assegna mai i nomi ai suoi “spasimanti” immaginari perché cambiano fisionomia e personalità nella sua mente),questi viaggia sul suo cavallo per mari e monti,poi sosta su una collina di un verde non omogeneo,ma con varie tonalità(dal verde bottiglia al verde militare),per mangiare,davanti a un tramonto estivo in cui la luce del sole ormai debole si confonde con quella riflessa sull’acqua del mare.E non sa che proprio dietro di lui,a qualche centinaio di metri,c’è una grande tenda dove altri uomini,poveri,fanno festa,ballano,bevono e si divertono.Quando sente un brusìo di voci proveniente da un boschetto limitrofe,vi si avvicina e vede questo accampamento,le cui porte sono aperte per fare entrare dell’aria.Curioso,ma intimorito allo stesso tempo,entra a piccoli passi senza cercare di disturbare,ma tanto nessuno si accorge della sua presenza perché sono troppo ubriachi.Sono tutti vestiti con stracci e,con sua grande sorpresa,ci sono anche delle donne,molto giovani all’apparenza,vestite anche loro con degli stracci ma abbelliti da cinture,spille e medaglie,che le rendono graziose.Lo sguardo del nobile si sofferma in particolare su una ragazza,probabilmente la più giovane di tutte,dai boccoli castani lucenti come fossero schiariti dai raggi del sole(invece era la luce del fuoco del falò che faceva brillare i suoi capelli lunghi fino alle spalle),occhi azzurri come il cielo quando è sereno e limpido,e labbra carnose e sensuali.Inoltre è alta,ha un vestito bianco trasparente che lascia intravedere il suo seno piccolo e bianco come il marmo(come il resto del suo corpo),e indossa una collana di pietre preziose di varie forme e dimensioni.Le sue mani sono lisce come la seta e le dita fini e affusolate.Ella si muove con grazia e sposta le sue gambe a passo di danza,come un angelo che balla al ritmo dell’arpa e del violino.Per essere una ragazza povera ,è molto bella,pensa il nobile.Nell’esatto istante in cui lo pensa,gli occhi da  cerbiatta della ragazza si rivolgono verso di lui come se avesse sentito il suo pensiero,e gli sorride.Ah,quel sorriso!E’ così puro,dolce e innocente!E quelle guance che arrossiscono lievemente…Non aveva mai visto una ragazza così angelica e sensuale al tempo stesso!Decide di andarle incontro,mentre lei rimane immobile come se lo stesse aspettando;i loro visi si trovano a dieci centimetri di distanza l’uno dall’altro,si guardano profondamente negli occhi,come se stessero cercando qualcosa.Lui appoggia delicatamente le sue  mani sui suoi fianchi,mentre lei gli accarezza il collo e il viso,e cominciano a baciarsi.Non è un semplice bacio come quelli che si vedono nei film.E’ un bacio lento,lungo ma anche appassionato e violento:sembrava che fossero impazienti di farlo perché non si erano mai incontrati in 30 anni e sentivano che quello era il momento e l’atmosfera giusta.Un incontro davvero speciale in una fredda notte estiva per due sconosciuti.
“Ehi voi due laggiù!Smettetela di sbaciucchiarvi come due ragazzini!Venite qui,non sapete cosa vi state perdendo!”dice un amico della ragazza.Stava assistendo a una gara fra altri suoi amici,in cui i due “concorrenti” dovevano ingoiare cinque bicchierini di acquavite di seguito:chi perdeva,doveva andare a fare un bagno nell’acqua gelata del mare.
“Dài,dài che ce la fai!Faglielo vedere a quel  bastardo cosa  sei capace di fare!Sììììììììì!”grida uno seduto vicino al concorrente numero uno.
“Non ascoltarlo,amico,sta solo cercando di distrarti!”dice un altro seduto di fianco al concorrente numero due.
Ma il nobile e la ragazza sono immersi in un’altra dimensione.Quella dell’amore.L’uomo che li aveva ripresi,li guarda un po’ per vedere se rispondono ma sono come sordi,allora scuote la testa e dice,sospirando:”Eh,l’amore,l’amore…”.E,fischiando,torna a guardare  la gara.
Il concorrente numero due vince la scommessa e il numero uno si alza dalla sedia di malavoglia e,senza lamentarsi,si dirige fuori dall’accampamento,mentre tutti gli invitati lo seguono per vedere se si butta in acqua,tranne il nobile e la ragazza che continuano a baciarsi fino a quando il tendone non si è svuotato,e allora si sdraiano per terra.Il nobile comincia a slacciarle la cintura e a toglierle il vestito,mentre lei ,con le sue mani angeliche,gli slaccia i pantaloni e la camicia color avorio.Tutto avviene così lentamente ma con una passione travolgente.
“Hai paura?”le chiede il nobile.
“Un po’”gli risponde con lei con un respiro affannoso.
“Io invece ne ho tanta”.
A queste parole,la timida e dolce ragazza sorride, sollevata di non essere la sola ad essere spaventata,e lui quasi si sente sciogliere nel vedere quel sorriso.
Driiiiiiiiiiiiiiin.Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin.Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin.
“Cathy,ma insomma,vuoi aprire questa benedetta porta?Anzi,veramente dovrei dire maledetta,perché ha la maniglia esterna rotta!Dovrò chiamare il solito tizio per farla riparare….Caaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaathy!!!”
Risvegliata bruscamente come si si trovasse in un sonno profondo,Cathy,arrabbiata con sua madre per averle interrotto il suo “sogno”,spense la tv,si alzò di malavoglia dal divano e andò ad aprire la porta.
Appena l’aprì,vide cadere ai suoi piedi grandi sporte della spesa che sua madre non riusciva a tenere in mano,colme di roba da mangiare,ma anche di detersivi e vestiti.
“Mamma!Anche oggi sei andata da Katie&Valery a fare shopping??!!!”rimproverò Cathy.
“Teeeeeeeeesooooooooooro!!Oggi è l’ultimo giorno in cui ci sono i saldi di fine stagione!Non sai cosa ti perdi!Ci sono tante magliette così cariiiiiine!Guarda questa…e quest’altra!”disse sua madre,tirando fuori dalle sporte due magliette semplici,una rossa con scollo a V e l’altra viola con un disegno strano:c’erano due ragazze con i codini che assomigliavano a delle bambine più che a delle ragazze,che sembrava stessero vomitando fiumi e fiumi di caramelle dai colori vivaci.
“Non sono strafiche??”chiese sua madre,nel tentativo di ricevere una delle tipiche risposte di sua figlia, del tipo:”Mamma!Ma sei troppo vecchia per metterti questi stracci!”,invece Cathy le disse solo:”Sì,mamma”.
“Amore,che cos’hai?Non è andata bene l’interrogazione a scuola per caso?”le chiese premurosamente sua madre.
“No, è solo che non voglio che tu continui a comprare delle cose che non usi neanche,soltanto per tirarti su il morale.”
“Ma che stai dicendo,tesoro!non è vero che compro dei vestiti e delle scarpe solo perché sono triste!Io li compro perché mi piacciono tanto e perché li porto davvero volentieri.”
“E allora che mi dici di quella borsa di Chanel scontata che hai pagato a mille dollari??E’ in fondo all’armadio con ancora l’etichetta attaccata!”
Sua madre sbuffò,dicendo:”Hai ragione tesoro ma,vedi,aspetto l’occasione giusta per portarla.”
“L’occasione giusta?Ma se l’hai comprata un anno fa!Ne hai avute tante di occasioni nel frattempo.”
“Allora?Qual è il problema?”
“Il problema è che tu non vuoi accettare il fatto che mio padre ti abbia abbandonata per stare con quella…quella…come si chiama?Comunque,tu non puoi spendere soldi solo per te e i tuoi capricci!Ricordati che hai due figli da mantenere!”
“Jessica”
“Cosa?”
“Jessica.La donna con cui tuo padre è scappato si chiama Jessica.E comunque non preoccuparti dei miei soldi,che ne ho abbastanza per farvi mangiare,vestirvi e mandarvi a scuola.”
“Sì ,certo!Come quella volta che ti avevo chiesto di comprarmi una giacca a vento nuova perché la mia era rotta!Sono passati già due anni da allora e continuo a portare la stessa giacca di dieci anni fa!”
“Ma ti avevo detto di prendere quella che era appartenuta a mia zia!E’nuova di pacca.”
“Mamma,quella è pelliccia!pensi che possa andare a scuola con una pelliccia?E poi poveri animali!”
Ci fu un breve momento di silenzio.
“D’accordo,hai ragione.Domani andiamo insieme al centro commerciale e ti compro una nuova giacca.La prendo anche a tuo fratello.”
“Domani non posso,mamma.Ho l’appuntamento dal dentista.Facciamo venerdì?”
“Ok.”
Cathy aveva appena finito di aiutare sua madre a mettere via la spesa e stava per andare in camera sua,quando sua madre le disse,senza alzare lo sguardo da terra:”Io amo ancora tuo padre.”
“Lo so.”disse.E uscì dalla cucina.

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Capitolo 2
*** il nonno di Cathy ***


CAP.II
“Robert senti,a me non interessa  se hai problemi con il tuo capo e con la banca,ma sai benissimo che non puoi cavartela così facilmente….cosa???chiedi i soldi a me??due secondi fa li stavo chiedendo io a te,pensa un po’!!.....in tribunale???no io chiamo il mio avvocato!!!....ah,è così??bene,allora puoi andartene a quel paese!!”Sbam.
Ore 21.00.Cathy si era appena svegliata dopo aver dormito tre ore di seguito,e aveva sentito sua madre che parlava al telefono con Robert,il padre di Cathy.Stavano discutendo animatamente su una questione delicata ma di fondamentale importanza.Ma prima di parlarne,sarà meglio che vi racconti a grandi linee la vita di quest’uomo fino a quel momento,partendo da suo padre.
Il nonno di Cathy,morto quando lei aveva solo 5 anni,veniva da una famiglia senz’altro di umili origini e la sua ricchezza si era accumulata negli anni in parte grazie alla sua brillante ed entusiasmante partecipazione alla seconda guerra mondiale(dopo di che ebbe un lungo periodo di depressione causato dai suoi guai con la finanza da cui uscì con forza,ma ne parleremo in seguito),come soldato di uno degli eserciti più in voga in quegli anni,la “NewYork Federal Army”,che si preoccupava non solo di salvare gli Ebrei(a partire dai bambini e dalle donne,fino ai malati e agli anziani),ma anche di propagandare le idee anti-naziste in tutta America e anche in tutta Europa.Infatti molti dei suoi colleghi,compreso William(il nonno di Cathy,appunto),ebbero molti guai con la polizia tedesca e varie volte avevano rischiato di essere rinchiusi nei campi di concentramento,ma grazie alla loro forza e coraggio riuscivano sempre a scappare in tempo verso dei monti elevati,dove nessuno poteva raggiungerli,portandosi dietro con sé qualche bambino o malato ebreo.
Finita la guerra,William decise di ritirarsi dall’esercito perché per lui questa esperienza era stata terribile e atroce,e negli anni a venire non aveva mai smesso di ricordare i combattimenti,il sangue dei suoi connazionali sparso sui campi di battaglia,le ingiustizie afflitte a questa povera gente che non aveva fatto nulla di male per meritarsi una fine come quella.
Negli anni in cui lavorò come soldato,il suo animo estroverso,nobile,deciso,coraggioso,fiero e valoroso si trasformò radicalmente e divenne più scettico,pauroso,non più fiducioso e riservato.
Perciò,uscito dall’esercito,si mise a frequentare una delle più prestigiose università di medicina perché quello era ciò che desiderava fare:salvare più vite umane possibili,dato che non aveva potuto farlo in guerra(sì, aveva salvato degli Ebrei ma non più di quanto avrebbe saputo osare).Ma come ho già detto,la sua famiglia non era ricca,perciò dovette arrangiarsi in un modo o nell’altro per pagarsi gli studi,per mangiare e alloggiare all’università.Sfruttò i soldi che aveva guadagnato quando era nella”NewYork Federal Army” ma dato che dopo un certo periodo di tempo finirono,chiese aiuto al suo più caro amico,James,che aveva combattuto anche lui in guerra al suo fianco e che proveniva da una famiglia benestante.Adesso vi chiederete perché non poteva domandarli ai suoi genitori;dopotutto,stavano per morire entrambi di due malattie ben diverse fra di loro,ma ugualmente terribili(suo padre aveva un tumore al fegato e sua madre aveva il diabete),e perciò avrebbe ottenuto presto l’ereditarietà,dato che era figlio unico.Il problema era che suo padre(quindi il bisnonno di Cathy)aveva dei princìpi un po’ strani,ma che in una qualche maniera potevano anche essere considerati sani e buoni:secondo lui,NON si doveva mai chiedere in prestito del denaro,neanche alla propria famiglia perché questo avrebbe voluto dire che la persona che aveva bisogno di aiuto era debole ma soprattutto incapace di gestire i propri affari.Quando William aveva 16 anni,una volta suo padre gli disse:”Figlio mio,un giorno capirai cos’è il duro lavoro e quanto bisogna faticare per guadagnarsi un tozzo di pane.Ma ricordati una cosa:la vita è breve e,per quanto il mondo sia ingiusto,devi sempre tenere a bada alla tua reputazione,se non vuoi cadere in un profondo baratro.Una delle migliori qualità che l’uomo possa avere,è quella avere fede in Dio e di avere la volontà e la voglia di lavorare.Il lavoro,anche quello più faticoso, è la cosa più gratificante che ci sia.Cerca di lavorare e di impegnarti anche più del necessario se vuoi arricchirti,sia materialmente che spiritualmente.Non lamentarti,se puoi.Ciò che non devi mai fare è domandare aiuto perché altrimenti la gente penserà che non sei in grado di prenderti cura di te,ti reputerà una persona fragile e tutti cercheranno di approfittarsi della tua debolezza.e allora sarai rovinato.”
William era spaventato da quelle parole:era il primo discorso serio che gli fece suo padre,ma soprattutto non era ancora abbastanza maturo da capire certe cose.
Perciò non aveva mai osato chiedere dei prestiti alla sua famiglia e non aveva nemmeno detto di essere in grosse difficoltà economiche per paura che lo sgridassero e che gli voltassero le spalle.E così si rivolse al suo migliore amico perché non c’era altra via d’uscita,e pian piano cominciò ad accumulare molti debiti che lo portarono ad ubriacarsi,a rompere l’amicizia con James e al tentativo di suicidio.
Come accadde?Si trovava lungo la strada,aveva appena dato l’esame di anatomia dove non si dimostrò abbastanza bravo da meritarsi neanche la sufficienza minima:stava rischiando di perdere un anno di università e con i guai finanziari che aveva non poteva di certo permettersi di ripetere i corsi.A un certo punto si fermò davanti all’ingresso di un parco,dove non c’era nessuno perché il tempo era pessimo e tutti erano a casa davanti al camino magari a leggere un libro o a bere una tazza di cioccolata calda.Per terra vicino a una panchina di legno vide una bottiglia di vetro,vuota ,e la prese.”Blueberry Beer”era il nome stampato sull’etichetta attaccata alla bottiglia.Suonava bene.Con un colpo secco ruppe la bottiglia contro il bracciolo di ferro della panchina, e si frantumò in mille pezzi.Raccolse un coccio da terra,che doveva essere ben affilato per fare ciò che stava per compiere.Lo avvicinò al suo polso con esitazione perché non sapeva cosa sarebbe successo dopo.Forse qualcuno l’avrebbe trovato là disteso sul prato morente oppure nessuno se ne sarebbe neanche accorto della sua presenza dato che sembrava un fantasma.Prima di sfiorare il polso con la punta del coccio imbrattato di fango,pensò a suo padre e sua madre,e disse ad alta voce con lo sguardo rivolto al cielo,come se sperasse che i suoi genitori lo guardassero da lassù:”Ricordate che vi ho voluto bene.”E riabbassò il viso,che si concentrò sul coccio.Voleva farlo ma qualcosa gli suggerì che non era quella la direzione giusta.Ma cosa intendeva con “tutti”?I suoi genitori?Il suo migliore amico?I suoi professori e compagni universitari che non lo conoscevano neanche?Forse a questi ultimi non sarebbe importato un bel niente se William fosse morto.Tanto,un alunno e un compagno in più o di meno,che differenza faceva?Si chiese se era davvero ciò che voleva.Non era abbastanza lucido da capire cosa fosse giusto o sbagliato,ma non perché avesse bevuto,ma perché era arrabbiato.Anzi,era furioso con suo padre perché il discorso che gli fece quella volta era stato solo per puro egoismo.Pensava che a suo padre non gliene importasse niente di lui.Lui, che aveva combattuto in guerra per salvare delle vite e per guadagnarsi il pane.Ma l’aveva fatto per sé stesso o per suo padre?La risposta gli venne subito:si era arruolato nell’esercito solo per fare felice suo padre,perché potesse lodarlo.Non l’aveva fatto per sé stesso.
Questo si chiama egoismo.Fare una cosa soltanto per sentirsi dire:”Ma che bravo quel ragazzo!”è egoismo.Invece fare una cosa per sé stessi,per sentirsi soddisfatto, non è egoismo,come può sembrare,ma altruismo.
Finalmente aveva capito dove aveva sbagliato,e chiese scusa a suo padre,perché aveva ragione.
Buttò via il coccio,non si seppe neanche dove,poiché i suoi occhi guardavano da tutt’altra parte.Si mise in ginocchio con lo sguardo rivolto sempre verso l’alto con la pioggia che gli bagnava la faccia e urlò.Urlò con tutta la potenza che aveva nella voce,fino ad esaurirla.Dopo di chè,si sentì girare la testa come se avesse compiuto un enorme sforzo e cadde a terra come un ramoscello che non riesce più a resistere alla forza del vento ululante.

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Capitolo 3
*** Lisa Marie ***


CAP.III
“Guarda questo….”, “Mio Dio ma cosa gli è successo?”, “E’ morto?” ”Poveraccio!”,”E’ tutto sporco!”,”Poverino,mi fa pena…”.
William era in dormiveglia,cercava di aprire gli occhi ma la testa continuava a girargli così tanto che temeva di stare per morire.Intorno a lui s’era formato un cerchio di gente,tra cui donne, bambini e anziani che si stavano chiedendo cosa ci facesse quel ragazzo per terra tutto sporco e infreddolito.Inizialmente William vedeva solo delle ombre scure che si confondevano con l’azzurro del cielo limpido..Questa fu la prima cosa che lo preoccupò.
Anzichè chiedersi dove fosse,che cosa fosse successo e cosa ci facessero tutte quelle persone che lo guardavano come se avessero visto cadere in terra un alieno,pensava soltanto alla pioggia che era finita.
“Fatemi passare che ci penso io.Fuori dai piedi!”disse una ragazza che si stava facendo strada tra la folla per vedere cosa fosse accaduto.William si girò verso di lei e cominciò a focalizzare bene la persona che aveva di fronte a sé.Era una ragazza carina,ma non bellissima:aveva i capelli color cenere, lunghi fino a metà schiena;gli occhi erano una via di mezzo tra l’ocra e il verde chiaro ed erano espressivi;aveva le occhiaie ma non rendevano lo sguardo consumato e sciupato anzi,lo rendevano più signorile e femminile,aveva il naso alla francese e le labbra sottili d’un rosa pallido.Il mento era leggermente sporgente ma comunque ben proporzionato alla forma del viso che era ovale.Non era alta,ma neanche bassa,aveva un corpo snello e slanciato;a vedere dalle pieghe della camicetta che indossava sotto la giacca, sembrava che non avesse un seno abbondante.Le mani che gli tenevano la testa leggermente sollevata per fargli arrivare l’ossigeno erano gelate e a contatto con la sua pelle, sentiva che erano ruvide,forse a causa del freddo che rende le mani secche alle persone sensibili.pensò.Indossava un montgomery di un viola color prugna e sotto aveva una gonna nera e stretta con lo spacco laterale.Calzava un paio di stivali di pelle nera con il tacco alto sei centimetri.Era davvero elegante per essere così giovane.
“Mi sente?So che non dovrei importunarla o darle fastidio, ma devo portarla all’ospedale per fare un controllo.”disse la giovane ragazza.
“Ma lei chi è?”le chiese William con voce bassa e confusa.
“Scusi,cosa mi ha chiesto?In ogni caso,le consiglio di alzarsi in piedi perché non posso portarla in braccio,capisce?Faccia questo sforzo, per favore.”
William si alzò senza lamentarsi per il dolore acuto che aveva alla testa.
“Ecco,bravo,continui così.Ce la fa a camminare tenendosi aggrappato a me fino all’ospedale?Non è molto lontano,saranno tre chilometri.”gli disse.
Tre chilometri?Ma lo stava prendendo in giro?Sentiva che il sangue gli colava dalla tempia e che non riusciva a stare in piedi…Come poteva fare questi chilometri senza un’ambulanza che lo trasportasse?O una macchina?
“No,signorina,mi dispiace…”
“Mi chiami pure Lisa Marie…”lo interruppe la ragazza.
“Ascolti Lisa Marie…”continuò William.
“Mi dia pure del tu.”l’interruppe di nuovo.
“Ma mi lascia finire la frase??!”disse scocciato William.
“Mi scusi.Continui pure.”
“Allora,stavo dicendo che non posso fare a piedi tutta questa strada perché sono ridotto davvero molto male.Non ci sarebbe un taxi?Ah,e comunque anche tu puoi darmi del tu.”
“Un taxi??Ma per che razza di persona mi hai preso?Ti sembro ricca?”chiese stupita Lisa Marie.
“Beh….sei molto elegante.”disse William fissando l’abbigliamento della signorina.
Lisa Marie abbassò lo sguardo per guardarsi come se non si ricordasse cosa stesse indossando.
“Sta parlando di questi vestiti?Oh,ma non sono miei,sono di mia sorella…portiamo la stessa taglia…e poi neanche lei era ricca fino a qualche tempo fa…cioè ha sposato un ingegnere…piuttosto all’antica devo dire…”disse confusa e imbarazzata la ragazza.
“Capisco la situazione…anche mio padre è un tipo all’antica…”
“Oh,no!Forse hai frainteso.A me piacciono gli uomini così!Hanno un so che di affascinante…”
“Allora tu e mio padre andreste senz’altro d’accordo…”
“Davvero?Come si chiama?Oh,perdonami non ti ho nemmeno chiesto qual è il tuo nome!”
“Nessun problema,Lisa…Posso chiamarti solo Lisa,vero?Lisa Marie è troppo lungo.”
La ragazza annuì.
“Bene.Io mi chiamo William.E mio padre si chiama Adam.”disse il ragazzo.
“E’ un bel nome William.”
William la guardò in modo storto.”Mi stai dicendo questo solo perché ti faccio pena?”
“N-n-no.”balbettò Lisa.”Anche il mio fratello preferito si chiama William.”Effettivamente provava compassione per questo ragazzo ma non volle darla a vedere.In fondo le sono sempre piaciuti i ragazzi un po’ impacciati e timidi.
“Perché,quanti fratelli hai?”le chiese.
“Ho due fratelli:il più piccolo si chiama Brad e il più grande William,appunto.E ho una sola sorella che si chiama Jane.Lei è il mio idolo.Tu non hai una persona a cui sei tanto affezionato?”gli chiese Lisa senza farsi alcun scrupolo.
“Ehm,no.E non mi va di parlarne.”disse irritato William.
“Ah,scusami.Non volevo farmi gli affari tuoi.”
“Non preoccuparti.Non è successo niente.”Ci fu un breve momento di silenzio.”Siamo arrivati?”chiese impaziente William.
“Vedi un qualche edificio qui intorno che possa assomigliare a un ospedale?”disse in tono ironico la ragazza.
“Non so come sono fatti gli ospedali.Non ci sono mai stato.”
“Davvero non sei mai stato in un ospedale?Vuol dire che sei sano e forte come un pesce,anche se a giudicare dal tuo aspetto non si direbbe.”
“Mi stai dicendo che assomiglio a uno che sta morendo?Che non sono a posto con la testa?”domandò leggermente arrabbiato.
“No,non ho detto questo.”disse dispiaciuta Lisa per la sua reazione.”Non penso che tu sia malato mentalmente,ma che forse ultimamente hai avuto un qualche problema personale.Non si vede tutti i giorni un ragazzo giovane come te,steso per terra,privo di sensi con dei pezzi di vetro taglienti sparsi intorno al proprio corpo e la tempia insanguinata.E comunque,per tua informazione,stavo solo scherzando.”
“Non è per niente divertente.”Si interruppe un attimo,poi chiese incredulo:”Ma come fai?”
“A fare che cosa?”chiese sorpresa Lisa.
“Riesci a leggere nella mente delle persone.Sei una strega per caso?”
“No.Sono una psicologa.”disse fiera la ragazza.
“Ah,ecco perché.”
“E tu invece cosa fai?”
“Io?Studio ancora all’università.Facoltà di medicina.Voglio diventare un chirurgo.”
“Wow!E’ una bella cosa.Salvare la vita dei pazienti,dico.”
“Sì,infatti.”
“Non sembri molto entusiasta della tua scelta.”affermò Lisa.
“E chi te lo dice,scusa?Certo che sono entusiasta.”ribattè William irritato.Ma sapeva di avere torto e che Lisa invece aveva ragione.Non era per niente elettrizzato all’idea di fare il medico.Aveva paura.
“Dal tuo tono mi pareva di capire che ci fosse qualcosa che non andasse.Non è che forse sei spaventato?”
William cominciava ad avere paura di quella ragazza.Era forse pazza?Non era possibile che riuscisse leggere nell’anima e nel pensiero della gente.Eppure ne era capace,eccome!Ed era pure brava,in gamba e intelligente.Non aveva mai incontrato una ragazza così prima d’ora.
Non si accorse che si stava innamorando di lei.Si erano appena conosciuti e già si stavano innamorando l’uno dell’altra!Ebbe un’illuminazione all’improvviso.pensò.
“Tutto a posto?”chiese Lisa,preoccupata che William si stesse sentendo male.
“Eh?Cosa?Sì…no…sto bene.”disse William balbettando,distogliendo lo sguardo dal viso di Lisa(la stava fissando in continuazione da un minuto).
“Sicuro?Va beh,comunque siamo arrivati.Ecco l’ospedale ‘Saint James’.Ti accompagno?E’ al secondo piano.”
William era così perso nei suoi pensieri che neanche si accorse di essere giunto al capolinea.
Avrebbe tanto desiderato che Lisa Marie non lo abbandonasse,ma qualcosa gli disse che si sarebbero incontrati di nuovo,prima o poi.Per ora decise che era meglio che ognuno andasse per la sua strada.
“No,grazie.Posso farcela.”disse sicuro William.
Anche Lisa pensò la stessa cosa,quindi non insistette.
“Sono sicura di sì.A presto,allora.”e se andò,con un strano senso di nostalgia.Sentiva già la sua mancanza.
“A presto.”Fu quasi un sussurro.Ma William non era malinconico,perché si sentiva che si sarebbero rivisti molto presto.
E si diresse verso le scale.

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Capitolo 4
*** Storie intrecciate ***


CAP.IV

Fu proprio come aveva intuito William.Si incontrarono di nuovo.Fu il loro primo appuntamento.E dopo il primo,ve ne fu un secondo,poi un terzo e tanti altri fino a quando non si dissero che non era più il caso di continuare così.Quindi decisero di sposarsi il più presto possibile,nonostante la disapprovazione dei genitori di Lisa(i genitori di William erano ormai morti,lasciando un cospicuo patrimonio a disposizione del figlio),perché erano convinti che le intenzioni di William non fossero per niente buone.Anche i suoi fratelli e sua sorella non si fidavano di quell’uomo(era già entrato nella fase decisiva degli adulti,ma non per questo poteva essere considerato completamente maturato):erano venuti a conoscenza dei suoi problemi economici,che aveva dei debiti con la sua banca e con il suo “vecchio” amico James.William li aveva assicurati dicendo che aveva risolto tutto e che aveva restituito i soldi con anche gli interessi,senza neanche dover toccare il denaro che gli spettava dal testamento.
Come aveva fatto allora a rimettere tutto a posto?L’Amore.Eh,sì,l’amore lo aveva trasformato:da quando aveva cominciato a frequentare Lisa Marie,sentì il bisogno di cambiare profondamente la sua vita,che era sempre monotona.Non aveva mai fatto niente per migliorare la sua condizione.Era andato avanti per mesi e anni a chiedere dei soldi in prestito,ma mai alla sua famiglia ovviamente perché aveva paura.Non voleva che suo padre lo considerasse un buon a nulla anzi,aveva sempre desiderato ricevere delle lodi e delle attenzioni da Adam.Di sua madre non si preoccupava molto perché se fosse corso da lei,l’avrebbe aiutato senz’altro.William temeva la severità e la reazione di suo padre se avesse scoperto che suo figlio era un vigliacco.L’episodio del parco aveva già contribuito in un qualche modo a far ragionare il ragazzo.Ma fu soprattutto l’incontro con Lisa Marie a cambiarlo.Ripensava spesso alle parole di suo padre quando gli aveva parlato seriamente quella volta in cui aveva sedici anni,e così decise di mettersi all’opera,andando alla ricerca di un lavoro.
Fece parecchi giri in città per farsi assumere,anche solo come semplice commesso.Finalmente un giorno,un signore di mezza età gli offrì un posto di lavoro come cameriere in uno dei ristoranti più rinomati del quartiere di Manhattan.Fu così che cominciò a farsi strada per risanare i debiti che aveva accumulato nel corso di quegli anni e ben presto riuscì a uscire dal “tunnel” che sembrava non avesse nessuna via d’uscita.Restituì nel giro di neanche un anno tutti i soldi alla banca con gli interessi e anche al suo “vecchio” migliore amico James,con il quale tornò presto in ottimi rapporti,come se nulla fosse mai successo.Lo invitò al suo matrimonio chiedendogli di fargli da testimone,e James ne fu più che compiaciuto.Nel frattempo aveva anche continuato a frequentare l’università e aveva dato gli ultimi esami prima della laurea in poco tempo.Era impaziente di cominciare subito.Facendo bene i calcoli,avrebbe ottenuto la laurea prima del matrimonio.Era eccitato all’idea di diventare un medico e avrebbe voluto che i suoi genitori fossero lì con lui il giorno della laurea e anche a quello del matrimonio,poiché era un passo importante che stava compiendo nella sua vita.Il suo amico aveva finito l’università già da tre anni e ora lavorava come neurochirurgo nel più grande ed efficiente ospedale di Seattle.Perciò dovette andare a New York a trovare William con l’aereo,ma per lui non era un problema dato che viaggiava spesso durante le vacanze per trovarsi con la sua fidanzata,che si chiamava Barbara.Questa Barbara era di Los Angeles e faceva l’architetto, ma si dà il caso che il suo progetto per la costruzione di un parco giochi grande 3 km quadrati vicino a una fabbrica fallì e perse in poco tempo il lavoro,così si ritrovò a fare la segretaria nello studio di un avvocato molto conosciuto a Sacramento.
Adesso non sto a raccontare che genere di avvocato era,come si chiamava e com’era di aspetto fisico,ma sicuramente doveva essere molto carismatico perché mezza città andava dietro a lui,compresa Barbara,con la quale ogni tanto egli si fermava a pranzare in un qualche ristorante alla moda.Molto presto i due cominciarono a frequentarsi anche alla sera e andavano a ballare il blues in un locale molto caotico chiamato”The sound of  Music”,in cui spesso si incontravano i più prestigiosi avvocati e banchieri del quartiere.Barbara e il suo capo bevevano fino a diventare completamente ubriachi e dovevano sempre abbandonare la loro macchina(cioè quella dell’avvocato,che si chiamava Roger)fuori dal locale per tutta la notte e tornare a casa(di Barbara)col taxi perché non potevano di certo guidare in quelle condizioni.Arrivati al palazzo(di 25 piani) dovevano prendere l’ascensore e Dio solo sa quanto tempo ci mettevano prima di entrare nell’appartamento perché sbagliavano sempre pianerottolo:prima andavano troppo in alto,poi dopo troppo in basso fino ad arrivare addirittura al parcheggio sotterraneo.A volte ci mettevano mezz’ora per arrivare al pianerottolo giusto.Poi quando finalmente quando entravano, correvano una in bagno e l’altro in cucina per vomitare perché l’andirivieni dell’ascensore faceva venire loro la nausea.Infine,presi da un impulso irrefrenabile(tipico del post sbornia),percorrevano il corridoio,lei con le gambe incrociate dietro il fondoschiena di lui e le braccia intorno al suo collo,e l’avvocato con la camicia sbottonata e le mani da macellaio che le palpava il sedere tenendola in braccio,per poi giungere alla camera da letto dove…beh,non c’è bisogno neanche che lo dica.
Erano già parecchie volte che i due facevano sesso,ma James era così impegnato e concentrato nel suo lavoro che non immaginava neanche cosa accadeva quando lei non era con lui.E così ogni volta che si incontravano,Barbara fingeva sempre che era tutto quanto a posto e osava lamentarsi che nei momenti in cui si vedevano si sentiva tanto sola.Talvolta capitava che quando andavano fuori a cena,lei sentisse il bisogno di sfogarsi con qualcuno e così si scusava con James dicendogli che doveva andare in bagno a truccarsi,mentre in realtà andava a chiamare il suo amante nella cabina di fianco alla porta del bagno delle femmine.
Il giorno in cui William si sposò con Lisa Marie,fra James e Barbara scoppiò il putiferio.L’amico di William aveva sorpreso la sua fidanzata che si baciava con l’avvocato nella cucina del ristorante in cui era stato fissato il pranzo di nozze.Ma quello che successe in seguito tra Barbara e James, e di come andò a finire fra loro due,non deve interessarci.Parliamo invece del dopo-matrimonio di William e Lisa Marie.
Non ci sono parole per esprimere l’amore che provavano l’uno per l’altra.Il loro fu un matrimonio splendido;la luna di miele poi fu uno spasso.Per loro era come essere su un altro pianeta.Non avevano mai provato niente di simile in tutta la loro vita,neanche prima di sposarsi erano così affiatati.Pochi mesi dopo il viaggio di nozze,Lisa Marie diede alla luce un maschietto di nome Daniel(uno dei tanti zii di Cathy)e la gioia fu enorme per entrambi i genitori.Col passare del tempo ebbero altri figli,tutti maschi,fra cui Robert(il padre di Cathy),il terzo di sei figli.Avere tanti figli era per William e Lisa Marie il sogno più grande.In tutto il loro matrimonio non avevano mai avuto dei periodi di crisi,anzi ogni giorno che passava era sempre il migliore rispetto all’altro.I colleghi di William,che nel frattempo era diventato un cardiochirurgo,erano così invidiosi del suo ottimo rapporto con la moglie che andavano sempre ad inventarsi delle storie assurde come ad esempio che in realtà il loro non era vero amore ma solo un pretesto per fare pubblicità,o che lei lo tradiva con un altro e viceversa,e così via…ma a William e a Lisa Marie non importava nulla di quello che dicevano anzi,non stavano neanche ad ascoltarli perché erano così innamorati l’uno dell’altra che a volte sembrava persino che gli altri non esistessero.
Tuttavia i loro figli,una volta diventati grandi,non ebbero la stessa fortuna dei loro genitori,perché in un modo o nell’altro finivano sempre col restare soli.Ma non fu così per Robert,che dopo il matrimonio con Nicole,la madre di Cathy,ebbe molte altre infelici storie.

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